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34 ARCHITETTURA TESSILE Alessandro Premier Alessandro Premier è docente a contratto di tecnologia dell’architettura, Università degli Studi di Udine SUPERFICI FLUIDE PER UN NUOVO SPATIAL DESIGN Il progetto I-Shade Fig. 1 – Vista nord-sud da Paradise Plaza verso Paseo Ponti. © Pietro Zennaro, Katia Gasparini, Alessandro Premier.

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Alessandro Premier

Alessandro Premier è docente a contratto di tecnologia dell’architettura, Università degli Studi di Udine

SUPERFICI FLUIDE PER UN NUOVO SPATIAL DESIGNIl progetto I-Shade

Fig. 1 – Vista nord-sud da Paradise Plaza verso Paseo Ponti. © Pietro Zennaro, Katia Gasparini, Alessandro Premier.

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Il concorso internazionale di progettazione “The Future of Shade” si svolge annualmente dal 2013 ed è promosso dal brand statunitense Sunbrella® in collaborazione con Ar-chitizer, un’importante rivista on-line di architettura. Sun-brella® è un brand nato nel 1961 che offre una vasta gam-ma di tessuti per la schermatura solare. Il concorso vede la partecipazione di progettisti di ogni estrazione da tutto il mondo ed è finalizzato all’esplorazione di soluzioni creati-ve per l’ombreggiamento e la protezione solare. Giunto al-la sua quarta edizione, “Sunbrella®: The Future of Shade 2016” era rivolto a proposte progettuali che sperimentas-sero l’applicazione dei tessuti Sunbrella® nell’ambito di tre diversi contesti, identificati nelle tre categorie di con-corso: Humanitarian, Wellness Garden, Building Shade. Alla categoria Humanitarian potevano partecipare concept, progetti costruiti o in costruzione dedicati a rifugi tempora-nei e trasportabili per climi caldi. Alla categoria Wellness Garden potevano partecipare concept, progetti costruiti o

in costruzione dedicati a spazi esterni abitabili (outdoor) presso un centro di cura per il cancro. Nella categoria Bu-ilding Shade potevano partecipare progetti finalizzati a for-nire soluzioni per l’ombreggiamento di Paradise Plaza e l’adiacente Paseo Ponti nel Design District di Miami. Per tutte le categorie di concorso era necessario l’uso dei tes-suti Sunbrella® in modo unico e innovativo. Dovevano es-sere indicati i benefici dovuti all’uso del tessuto (sostenibi-lità, ventilazione, proprietà luminose).Particolarmente articolati erano i requisiti previsti nella categoria Building Shade, per la quale sarà analizzata una proposta progettuale specifica dedicata al Miami Design District.

IlbandodiconcorsoperlacategoriaBuildingShadeIl Miami Design District è un quartiere creativo e commercia-le dedicato ad un approccio innovativo alla moda, al design, all’arte, all’architettura e al cibo (Cfr. www.miamidesigndis-

Fig. 2 – Paseo Ponti, asse nord-sud. © Pietro Zennaro, Katia Gasparini, Alessandro Premier.

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trict.net). È situato a 2,8 miglia dal centro di Miami, a 5 miglia dall’aeroporto internazionale di Miami e a meno di 7 miglia dal cuore di South Beach. Il quartiere ospita le boutiques di noti marchi della moda (Gucci, Armani, Givenchy ecc.). L’area di progetto si articola-va da Paradise Plaza (una piazza commerciale situata all’e-stremità nord del lotto) e proseguiva lungo un asse pedona-le nord-sud, perpendicolare alla piazza, chiamato Paseo Ponti.I requisiti specifici chiesti al progetto erano i seguenti:1. creare un percorso protetto dal sole e potenzialmente

dalla pioggia, che si estende da NE 40th Street, lungo Pa-seo Ponti, fino a Paradise Plaza, creando momenti di so-sta lungo la via;

2. riconoscere Paradise Plaza e Paseo Ponti come ambiti pedonali distinti.

3. fornire protezione solare agli ospiti durante le principali ore di visita del giorno, nominalmente da mezzogiorno al

tramonto, soprattutto durante la primavera e l’estate torrida di Miami;

4. se possibile, fornire anche protezione dalla pioggia du-rante il tempo inclemente, in particolare lungo Paseo Ponti e all’interno della piazza;

Come è noto il clima di Miami è di tipo tropicale, con inverni piacevolmente caldi ed estati lunghe e afose. L’estate dura da maggio a ottobre, con piogge abbondanti. Tuttavia esse si verificano sotto forma di rovesci e temporali, che scaricano molta pioggia in poco tempo e dunque non ostacolano più di tanto il soleggiamento. Le caratteristiche salienti del progetto dovevano essere le seguenti:1. Design creativo;2. Schermatura funzionale;3. Utilizzo dei tessuti Sunbrella®.In termini di risposta urbana, il progetto doveva articolarsi come segue:

Fig. 3 – Paradise Plaza, asse ovest-est. © Pietro Zennaro, Katia Gasparini, Alessandro Premier.

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1. la struttura ombreggiante non doveva competere con la vendita al dettaglio o le vetrine dei ristoranti (il design non doveva impedire la vista delle vetrine o inibirne l’ac-cesso);

2. il progetto doveva migliorare la natura eclettica del quar-tiere, partecipando al suo tessuto invece di dominarlo;

3. il progetto doveva integrare e/o migliorare l’esperienza del masterplan attuale, del contesto urbano e la visuale delle strade (streetscape);

4. il progetto doveva rafforzare e collegare i percorsi pedo-nali esistenti e/o crearne di nuovi;

5. il progetto doveva affascinare il pubblico da vicino e da lontano attraverso la creazione di spazi raccolti ma facil-mente identificabili.

Le implementazioni dovevano essere le seguenti:1. la struttura di ombreggiamento doveva essere totalmen-

te autoportante (o a gruppi autoportanti) e non doveva ri-chiedere alcun collegamento alle facciate o alle copertu-re degli edifici esistenti;

2. il sistema doveva essere flessibile e/o espandibile nelle sue applicazioni permettendo al design di adattarsi a di-verse condizioni fisiche, a implementazioni successive, o evolversi diversamente nel tempo.

IlprogettoI-Shade:conceptIl progetto I-Shade è stato elaborato nel marzo 2016 dal centro ricerche “Eterotopie: Colore, Luce e Comunicazione in Architettura” con il gruppo di progettazione composto da Pietro Zennaro, Katia Gasparini e Alessandro Premier. Il

concept del progetto si ispira alla teoria delle ipersuperfici (hypersurfaces). La forma della schermatura è fluida e si sviluppa come in un flusso in divenire. La superficie si evol-ve e si estende lungo il percorso interagendo con gli edifici e le persone, integrandosi al contesto. La teoria delle ipersu-perfici in architettura, supera le definizioni tratte dalla geo-metria (superfici nello spazio tridimensionale, curve…) per proporre una nuova relazione, un nuovo incontro fra archi-tettura e cultura. “Dal punto di vista della materialità, que-sto concetto identifica il nuovo status dell’architettura con-temporanea in cui la forma è disgiunta dalla funzione, il pro-getto si è svincolato dal contesto e la struttura è stata disso-ciata dalla significazione” (Cfr. K. Gasparini, Schermi Urbani, Wolters Kluwer, 2012, pag. 44). Secondo Stephen Perrella, “iper” indica la finale, esistenziale, attuazione del soggetto consumista, e “superficie” definisce le nuove condizioni di esistenza di un oggetto-in-relazione (Cfr. Teoria dell’Ipersu-perficie: Architettura >< Cultura, 1998). La superficie dell’og-getto così si dematerializza, diventa elemento di relazioni continue con l’intorno e con la presenza fisica dei fruitori. La superficie riflettente assorbe i colori del contesto, ne riflette le proiezioni, può trasmettere messaggi. Il progetto mira quindi a completare l’ambiente del Miami Design District attraverso un sistema di schermatura/om-breggiamento modulare e ripetibile dove sono le superfici schermanti a rivelare un design in continuo cambiamento per forma e colore. L’intervento consta di due elementi line-ari continui posizionati l’uno su Paradise Plaza, l’altro lungo Paseo Ponti, quasi a formare una sorta di “T”. I due elemen-

Fig. 4 – Da sinistra: Paseo Ponti, vista notturna; Paradise Plaza, vista all’imbrunire. © Pietro Zennaro, Katia Gasparini, Alessandro Premier.

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ti si sviluppano come strutture tubolari estruse ma spezza-te, forate. Si estendono sopra la quota massima delle coper-ture degli edifici di progetto. La superficie schermante è in-terrotta, oppure forata in modo quasi casuale in corrispon-denza degli elementi verticali del camminamento per inte-grarsi e interagire con essi (sistemi luminosi e vegetazione previsti nel masterplan esistente). In questo modo si crea, ancora più forte, una compenetrazione visuale, cromatica e luminosa con il contesto, grazie anche al gioco di riflessi messo in atto dal tessuto riflettente.I colori del tessuto sono neutri, bianchi, grigio-metallici poi-ché non vogliono interferire percettivamente con l’intorno per mezzo di accordi o contrasti cromatici, ma intendono valoriz-

zare il contesto. Infatti il masterplan prevede su Paradise Pla-za un edificio a nord su tre livelli (boutiques Jimmy Choo, Agnona, John Lobb, La Perla ecc.) rivestito in vetro e con su-perfici metalliche a specchio; un complesso a sud più basso su due livelli con volumi compatti e superfici lucide colorate di verde, azzurro e bianco sormontati da un tetto giardino; a est un involucro completamente bianco e ad ovest un edificio bianco su tre livelli con risto-bar al piano terra che richiama nel suo complesso il Padiglione Heidi Weber a Zurigo di Le Corbusier (1963) e le sue “tastiere cromatiche”. A sud-est poi il volume interamente nero di Gucci (Fig. 1). Lungo Paseo Ponti invece sono previste facciate continue in vetro con fasce marcapiano intonacate e colorate di bianco (Figg. 1 e 2).

Fig. 5 – Paseo Ponti: simulazione di una installazione artistica site-specific. © Pietro Zennaro, Katia Gasparini, Alessandro Premier.

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DesignevolutivoperunasuperficiefluidaLo schema strutturale si basa su un modulo ripetibile di 30x30 piedi (circa 9x9 m) la cui sezione in elevazione è ge-nerata dall’intersezione di due circonferenze uguali. Il mo-dulo è costituito, in 3D, da due intersezioni di circonferenze collegate tra loro dalla stessa geometria, compressa e al-lungata. In questo modo si ottiene una struttura reticolare tubolare costituita da profili in acciaio alla quale possono essere ancorati i tessuti (Fig. 2). Il modulo strutturale è ri-petibile n volte in modo da poter allungare o replicare la struttura ove e quando necessario. L’intera struttura è so-spesa a un’altezza di 52 piedi da terra (quasi 16 m) median-te supporti in acciaio in modo da non distrarre l’attenzione del consumatore dalle boutique (Fig. 2). I supporti di eleva-zione si configurano come elementi staffa-puntone e sono posti solo alle due estremità della struttura, lasciando completamente libero il passaggio sottostante (pedoni ed eventualmente automezzi) nonché la vista delle facciate dei negozi. La geometria ellissoidale della sezione dello scheletro si ispira al grande occhio che sovrasta la piramide nella ban-conota da un dollaro. L’occhio della provvidenza che tutto ve-de, tipico simbolo religioso e araldico, ricorda i padri fonda-tori degli Stati Uniti e qui vuole richiamare il carattere com-merciale/consumistico del quartiere. Ma in una concezione ribaltata potrebbe richiamare anche l’occhio del falso spec-chio di René Magritte. Il design della struttura si ispira a tipologie strutturali ana-loghe a quelle di alcuni recenti ponti pedonali sospesi. Fra i tanti possiamo ricordare il ponte pedonale di Arganzuela, Madrid, progettato da Dominique Perrault Architecture (2010). Localizzato nel Parco de la Arganzuela a Madrid, il ponte che attraversa il fiume Manzanarre presenta una struttura conica. È costituito da due spirali metalliche inca-strate ed è avvolto da un tessuto metallico di schermatura. La schermatura ha funzione ombreggiante durante il gior-no, con alcune interruzioni per creare dei belvedere lungo il camminamento. Di notte l’intera costruzione si illumina per riflesso.

SostenibilitàeflessibilitàtecnologicaIl rivestimento tessile caratterizza l’ombreggiamento di Pa-radise Plaza e Paseo Ponti. In Paradise Plaza la membrana tessile avvolge completamente lo scheletro strutturale posi-zionato lungo l’asse est-ovest. Il tessuto Sunbrella® di colo-re bianco è perforato in modo da far passare luce, aria ed eventualmente i rami degli alberi previsti nel masterplan. I fori con geometrie fluide creano un design distintivo, oltre ad un gioco di luci e ombre sulla superficie della piazza. La presenza dei fori contribuisce al deflusso dell’acqua duran-te le piogge. Lungo Paseo Ponti – asse nord-sud – la schermatura tessi-le realizzata con elementi triangolari ancorati alla struttura metallica, si sviluppa come un grande nastro continuo che avvolge l’intera struttura, lasciando alcuni spazi in cui può passare direttamente la luce. In entrambi i casi il rivesti-mento è costituito da tessuto spalmato pretensionato micro-

forato. Su Paseo Ponti si è scelto di utilizzate singoli ele-menti triangolari che seguono la geometria della struttura metallica di sostegno. I singoli elementi sono ancorati ai tu-bolari metallici mediante fune di bordo su passante oppure, in alcuni casi, ancorati direttamente con passante “a strap-po” con velcro. Di notte il tessuto crea un particolare gioco di riflessi con le luci artificiali previste lungo il viale. La sostenibilità generale dell’intervento è garantita dalla to-tale smontabilità della struttura, dai materiali leggeri e rici-clabili (metallo, compositi), dalla sua facile replicabilità. L’efficacia della schermatura solare è stata testata median-te software di simulazione che replica le condizioni ambien-tali e luminose nei vari mesi a Miami e nell’arco dell’intera giornata.

ColoreecomunicazioneLa superficie tessile che avvolge lo scheletro si trasforma in uno schermo che riflette i colori del panorama tecnologico che lo circonda: i colori delle persone che si spostano, delle vetrine dei negozi ecc. I percorsi colorati a terra proiettano il loro colore sullo schermo tessile. Si è scelto infatti di pro-porre una vernice rossa per il percorso pedonale lungo Pa-seo Ponti quasi a creare una maschera di contrasto con il colore neutro della schermatura. Dall’alto il percorso rosso fa risaltare le geometrie, le profondità, gli scarti dell’involu-cro schermante. Dal basso, ad altezza uomo, il colore si dif-fonde e si riflette nell’ambiente circostante dando vita alle superfici neutre dei tessili (Figg. 2 e 4). La scelta cromatica dei tessuti predilige quindi i colori chiari e neutri (bianco, grigio chiaro, grigio argento riflettente). Di giorno riflettono luce e calore e creano ombreggiamento (Fig. 3). All’imbruni-re e alla sera riflettono i colori dell’ambiente (del cielo, dei negozi, delle luci artificiali) creando un’atmosfera caleido-scopica che sottolinea il carattere commerciale-consumisti-co del quartiere (Fig. 4). Di notte i tessuti possono essere utilizzati come supporto per informazioni di vario genere ma anche per installazioni artistiche site-specific. Si possono creare eventi di arte pub-blica mediante proiezioni sui tessuti di Paseo Ponti e anche sulle vetrine dei negozi (Fig. 5). Nello specifico è stata predi-sposta una simulazione di proiezioni artistiche (Fig. 5) che richiama nuovamente la banconota da un dollaro, simbolo del capitalismo, qui affiancata al volto terrorizzato dell’arti-sta che sembra voler prendere le distanze da ciò che lo cir-conda e sembra volerlo fagocitare. In lontananza compare la colomba che riflette le nuvole di Magritte, simbolo di libertà e contrasto con ciò che la circonda.

RiferimentibibliograficiK. Gasparini, Schermi Urbani. Tecnologia e innovazione: nuovi sistemi per le facciate mediatiche, Wolters Kluwer, Milano, 2012S. Perrella, editor, Hypersurface Architecture, Academy Press, 1998S. Perrella, Teoria dell’Ipersuperficie: Architettura >< Cultu-ra, 1988, http://architettura.it/extended/19981201/ep02_03.htm