Sulla Strada Della Conoscenza - La Gestione Psicolgica Nel Trading Operativo

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    Sulla strada della Conoscenza

    La gestione psicologica nel trading operativo

    di Gianluca Salvatori

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    Dedicato a mio figlio Alberto

    grazie al quale ho potuto riscoprire la realt con gli occhi curiosi

    con cui la osserva un bambino privo di condizionamenti.

    Dedicato a me stesso

    in quanto ho creduto in me e nelle mie capacited ho saputo trovare la forza per non fermarmi

    di fronte alle mille avversit che si sono presentate.

    Dedicato a tutte le persone che ho incontrato e conosciuto

    che mi hanno insegnato, sostenuto e spronato ad andare avanti

    dimostrando apprezzamento e stima per il lavoro

    e le esperienze che ho condiviso con loro.

    Grazie

    Un vincitore semplicemente un uomo che non si arreso

    Nelson Mandela

    Quello che non mi uccide, mi fortifica

    Friedrich Wilhelm Nietzsche

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    Indice

    1Psicologia in ambito di trading

    Pag. 1 psicologia in ambito di trading - introduzione

    2Un lunga storia comune

    Pag. 18 - Levoluzione del cervello nelluomo

    3La Paura

    Pag. 61 - Un sentimento ancestrale che ci fa sopravviverePag. 71 - Defcon emotivo

    4La Percezione

    Pag. 83 - Nulla come appare

    5Un linguaggio molto particolarePag. 111 - Il linguaggio utilizzato dal nostro cervello

    6Gli emisferi cerebrali

    Pag. 136 - Emisferi cerebrali e loro funzionalit

    Pag. 137 - Cooperazione

    Pag. 138 - Competizione

    Pag. 148 - Interpretazione

    Pag. 150 - T.M.S.

    7il denaro come simbolo

    Pag. 163 - Significativit, importanza e simbologia del denaro nella

    societ moderna

    Pag. 178 - Il denaro come simbolo nel trading

    8La rieducazione funzionale

    Pag. 184 - Come superare i limiti della nostra mente e rieducare noi

    stessi ad una migliore gestione del pensiero durante il trading

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    9Controllare il corpo per controllare la mente

    Pag. 198 - Il respiro

    Pag. 206 - La meditazione induttiva

    Pag. 212 - Il ritmo binaurale

    Pag. 216 - Fase meditativa autoipnoticaPag. 218 - Fase di sincronizzazione degli emisferi cerebrali

    Pag. 221 - Induzione subliminale visiva

    APPENDICE 1

    Pag. 226 - Linapplicabilit dello Stato di Flusso al Trading operativo

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    1 - Psicologia in ambito di Trading

    Quando sul finire degli anni 90, ancora ai tempi dellUniversit, iniziai

    ad interessarmi di trading, di mercati finanziari, di fluttuazioni azionariee di investimenti, mi immaginavo un mondo fatto di numeri, di analisi

    matematica, di valutazioni aziendali, di grossi capitali spostati con un

    click del mouse verso le migliori allocazioni sparse per il mondo.

    Ero convinto e lo sono stato per tanti anni a seguire che per riuscire in

    questo settore fosse necessario disporre di una mente fredda,

    calcolatrice, asettica che con gelida velocit ti permette di uscire da un

    investimento non pi profittevole o sbagliato e senza batter ciglio

    saltare su uno nuovo con fredda imperturbabilit, senza voltarsi

    indietro.

    Ero del parere che una volta acquisite le necessarie competenze

    tecniche unite alle opportune propedeuticit di analisi, la strada verso

    il successo professionale fosse progressivamente in discesa e ci che

    dovevo maturare era una attenta esperienza tecnica che non

    trascurasse nulla avente a che fare con questo aspetto.

    Iniziai quindi a studiare vari manuali di analisi tecnica, i pattern

    principali, la teoria di Dow, il trading con le medie mobili, tutti i pattern

    delle candele giapponesi, le onde di Elliott, le logiche matematiche

    dietro ogni oscillatore, i fondamenti dellanalisi ciclica fino ad arrivare

    a prendere un diploma in analisi quantitativa per una corretta gestione

    degli asset in ambito di portafoglio presso una societ di Milano

    specializzata in formazione finanziaria professionale per investitori

    istituzionali.Nel tempo quindi, con lo studio di non so pi quanti libri acquistati negli

    anni, con frequentazioni di seminari e corsi, maturai quelle che in gergo

    vengono definite skills o abilit professionali che mi valsero un

    elevato punteggio per accedere ad un posto di lavoro presso un

    rinomato istituto bancario italiano con la qualit di gestore in ambito

    finanziario.

    Ero convinto che tutto quello che stavo facendo mi bastasse permigliorare e diventare un eccellente trader e che lesperienza tecnica

    sul mercato avrebbe perfezionato ci che avevo iniziato con lo studio.

    Avevo indubbiamente acquisito ed iniziato a padroneggiare un set di

    competenze tecniche che mi aiutarono tanto a metter quelle basi quasi

    automatiche di fredda valutazione matematica del mercato.

    Eppure ogni tanto qualcosa non andava.

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    Ciclicamente, a distanza di settimane, mesi tra un evento e laltro, mi

    capitava di perdere la bussola, di essere in totale balia delle emozioni

    come se tutta la capacit tecnica acquisita fino a quel momento fosse

    stata spazzata via, come se tutta la pianificazione di ogni singolo tradeche facevo fosse accantonata per qualche istante, qualche ora e la mia

    operativit fosse assolutamente frutto di puro istinto, impulsiva,

    emotiva e non prendesse assolutamente in esame tutto quello che

    avevo imparato negli anni.

    Eppure sulla carta, a mercati fermi sembrava tutto corretto, quasi

    scontato che la pianificazione preventiva fatta della mia operativit

    fosse giusta, tutto sembrava quasi ovvio al punto che proprio non mi

    spiegavo perch in quelle sporadiche occasioni non riuscivo a seguire il

    mio piano operativo.

    Disponevo di piattaforme allavanguardia, strumenti di analisi efficaci,

    conoscenza della metodologia di analisi ed operativa consolidata,

    eppure qualcosa ogni tanto non funzionava.

    Anche in momenti in cui apparentemente non cerano problemi, avevo

    la sensazione che mancasse qualcosa, in alcune occasioni avevo

    addirittura la percezione che potevo perdere il controllo in ogni

    momento. In sostanza a volte mi sentivo come se stessi vivendo un

    senso di precariet e di non controllo che mi faceva paura per i

    potenziali risvolti e per il fatto che queste percezioni potessero

    innescare quelle giornate di totale sbandamento.

    Decisi quindi di fermarmi e di analizzare la situazione e devo dire che

    allinizio non fu facile.

    Non facile infatti mettere in discussione ci che hai studiato, ci sucui basi la tua vita professionale ed operativa quotidianamente, alla

    ricerca di quella particolarit, quellaspetto che ti ha reso forte e

    capace, ma soprattutto molto facile partire pensando che il

    problema, il difetto, la difficolt che ti blocca sia l fuori, in qualche

    sfumatura o aspetto che probabilmente tu hai tralasciato e non hai

    appreso pienamente e che ti toglie quel senso di controllo totale che tu

    invece cerchi. Eh si, molto facile cadere in questo semplice errore inquanto ognuno di noi ha un proprio ego, un proprio IO da

    salvaguardare e a cui rispondere ed molto pi facile nonch comune,

    pensare che lerrore sia fuori di noi e non in noi.

    Dopo anni di studi volti a misurare, valutare, stimare le probabilit che

    il mercato faccia questo oppure quello, non semplice arrivare a

    pensare che il denaro e la sua gestione possano avere un peso

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    differente dal puro valore economico e dal mero aspetto numerico,

    arrivare a capire che il denaro oltre ad essere una misura un simbolo

    che proietta nel nostro subconscio una gamma di significati che

    possono pesare anche molto pi del semplice valore facciale che quellostesso denaro rappresenta.

    Infatti, quello che mi frenava o che mi creava saltuariamente quel

    senso di sbandamento non dipendeva da come leggere il mercato

    attraverso i grafici, ma come gestire lemotivit, il peso e lo stress che

    quelle analisi necessariamente comportavano in alcune situazioni

    operative.

    Il denaro infatti oltre ad essere un valore ed una unit di misura, nella

    nostra cultura prima di tutto un simbolo ed associato al denaro in

    termini operativi non bisogna assolutamente tralasciare il concetto di

    successo.

    Successo inteso come riuscita delloperazione, come capacit che ti

    permettono di emergere al di sopra di altri che fanno il tuo stesso

    lavoro, come concetto di realizzazione personale che sfocia

    nellautostima e nella percezione di s, come capacit e convinzione di

    riuscire a fare sistematicamente il tuo lavoro giorno dopo giorno non

    mettendo minimamente in discussione il fatto assodato, per altri lavori

    comuni, di sapere che esiste un domani in quanto ci che sai fare

    oggi, hai la consapevolezza che lo saprai fare anche domani e quindi

    non ti trasmette quel senso di precariet fondato sullinsicurezza del

    domani.

    Mi resi conto dunque che per quante competenze tecniche potessi

    maturare oltre a quelle che gi possedevo, rimaneva sempre ecomunque un gap tra ci che sapevo e dovevo fare e ci che realmente

    facevo e riuscivo a gestire.

    In pratica maturai poco alla volta la consapevolezza che una cosa sono

    le competenze e capacit tecniche di analisi e lettura del mercato ed

    altra cosa invece la capacit di reggere la pressione e lo stress che

    quellanalisi correttamente studiata e strutturata comporta in funzione

    di ci che loperazione in s rappresenta, sia fine a s stessa che comesequenza di tante operazioni.

    Si proprio cos, il trading aveva toccato con precisione chirurgica un

    aspetto latente in me che di tanto in tanto mi obbligava a fare i conti

    con il mio IO nella sua pi assoluta complessit, tralasciando

    completamente tutte le conoscenze tecniche maturate e puntando

    diretto verso la parte pi profonda di me stesso, verso la mia emotivit

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    sia pi immediata e diretta che pi latente ed indiretta, quella che

    spesso si mostra solo come risposta derivata e collaterale rispetto alla

    sua reale causa.

    Fu evidente quindi che un aspetto normalmente trascurato omarginalizzato in ambito di formazione professionale inerente il

    trading, si era invece presentato bussando con sempre maggiore

    insistenza alla mia porta mettendomi di fronte a considerazioni che

    fino a quel momento avevo semplicemente tralasciato perch le

    consideravo secondarie e per certi versi scontate, mentre nei periodi

    successivi fui costretto a ricredermi decisamente ed oggi posso

    serenamente dire che sono sinceramente grato di ci che il destino mi

    ha riservato, della porta che mi ha aperto nei confronti di questa

    tematica e di come le cose sono andate sviluppandosi

    successivamente.

    Se c una cosa infatti che mi caratterizza, questa proprio la curiosit

    di conoscere cose nuove per me stimolanti, che mettano in discussione

    le mie certezze, mi facciano riflettere sulle mie debolezze e mi

    permettano di maturare e di evolvere verso un obiettivo, un modello

    che io considero migliore per i miei canoni di valutazione. Questo non

    necessariamente deve riguardare le cose che sappiamo fare per

    riuscire a farle meglio ed avere maggiori capacit, ma anzi

    sicuramente pi stimolante tutto ci che riguarda il nostro IO per ci

    che noi siamo, al fine di essere pi vicini al modello di persona che

    sentiamo di essere o che desideriamo essere.

    Non c dubbio infatti in merito ad un aspetto, ovvero che se una cosa

    il trading te la insegna, quella cosa principalmente riguarda laconoscenza di s, del proprio IO pi profondo, la conoscenza delle

    proprie pulsioni, delle proprie paure, debolezze, delle proprie

    sicurezze.

    Il trading, arrivati ad un certo punto, ti impone di guardarti dentro, di

    fare i conti con te stesso e non pi con il mercato.

    E esattamente cos in quanto dopo aver imparato ed appreso anche

    tutto lo scibile tecnico che la letteratura in materia possa offrire, allafine sei tu nella tua interezza e con il tuo bagaglio culturale ed emotivo

    a fare trading e se ci a cui hai dedicato quasi esclusiva attenzione negli

    anni il pensiero di riempire fino allinverosimile il tuo magazzino di

    competenze tecniche, ti troverai prima o poi ad avere la necessit di

    saper gestire quelle conoscenze, a dover sapere come fare per

    sostenere la tensione che loperativit derivante da quelle conoscenze

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    ti offre, a dover riconoscere a te stesso se hai la forza di reggere una

    posizione che tecnicamente sembra scontata nei grafici, ma che la tua

    mente mette in discussione e cerca di fartela vedere sotto forma di

    proiezione diversa da come asetticamente la analizzeresti.Il nostro trading infatti oltre ogni ragionevole dubbio, figlio del nostro

    bagaglio culturale inteso come competenza tecnica e capitale emotivo

    e pensare di prescindere da una sola di queste due componenti, non

    far altro che farla emergere con maggior forza dirompente,

    mettendoci in un lampo di fronte alla nostra mancanza.

    Inutile anche solo pensare che la tecnica sia tutto e che una conoscenza

    perfetta della tecnica possa sopperire ed evitarti di avere reazioni

    emotive durante loperativit.

    A tal proposito, per meglio trasmettere questo aspetto alle persone che

    giornalmente mi contattano, spesso porto un esempio che ritengo

    significativo legato al mondo dei motori, sia perch rappresenta un

    fenomeno che caratterizza la terra da cui vengo che ha dato i natali ad

    alcuni tra i maggiori piloti di moto italiani, fra tutti Valentino Rossi, sia

    per deformazione familiare in quanto mio padre che cresciuto in

    questo mondo di motori, mi ha trasmesso tale passione sin da piccolo

    e quindi la sento molto vicina a me.

    In pratica sarebbe come pretendere che dopo anni di studi di

    ingegneria motoristica, studi di progettazione di motori che mi

    permettano di costruire una moto assolutamente molto performante,

    io pretendessi di essere, oltre che il suo progettista e padre, anche un

    eccellente pilota della stessa.

    Teoricamente per lanalogia appena fatta, essendo io il maggiorconoscitore, dovrei essere anche quello che la sa far correre pi

    velocemente di tutti, ma permettetemi di dire che una cosa

    conoscere le dinamiche tecniche che costituiscono la moto e che mi

    permettano anche di fare la miglior messa a punto come assetto, e altra

    cosa saperla spingere al massimo, facendole fare oltre i 300 Km orari

    sui rettilinei e fare curve in piega quasi a sfiorare i gomiti sullasfalto a

    230 Km allora. Per fare questo non occorre conoscere tutto e anchedi pi riguardo alla progettazione della moto, ma occorre saperla

    guidare, sapersi fidare della stabilit, della frenata, della tenuta delle

    gomme in curva, saper frenare al limite ed accelerare quando altri

    ancora non si azzarderebbero a farlo.

    In pratica necessario saper portare il proprio limite molto pi avanti

    del limite comune e fare questo in modo ripetitivo, su ogni giro di pista

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    con sistematicit, proprio perch quello che apparentemente viene

    dalla massa considerato come estremo, per noi non lo , ma anzi

    normale farlo perch siamo abituati a farlo cos ogni volta.

    Disporre quindi della miglior moto da Gran Premio anche se ne fossiil pi grande conoscitore tecnico, non significa che io sia in grado di

    reggere le emozioni che quella moto mi fa provare quando la guido,

    non significa che io non provi paura ad andare ai 300 Km allora o che

    riesca a fare una curva piegato quasi a toccare lasfalto a 200 Km allora.

    Non ci sarebbe nulla di strano se io provassi paura anche a fare solo

    100 Km allora invece dei 300 Km, perch una cosa sapere come si

    progetta e si guida una moto e altra cosa e saperla guidare come si

    dovrebbe e per farlo in sicurezza, evitando di agire da incoscienti, ci

    vuole esperienza che si matura in modo progressivo iniziando dalle

    cose pi semplici, accettando i propri limiti con grande umilt ed

    imparando poco alla volta, passo dopo passo ad avere la padronanza

    necessaria per svolgere il compito che siamo chiamati a fare, ovvero

    guidare non progettare.

    Decisi quindi di fare una lista degli aspetti che a mio avviso consideravo

    critici, partendo dai pi palesi ed evidenti e scomponendoli a loro volta

    nelle loro singole parti una ad una per poi analizzarle con il maggior

    distacco e senso critico possibile.

    Per farlo dovetti iniziare dalle cose che comunemente vengono

    considerate ovvie, scontate ma che nel tempo si sono rivelate non

    avere nulla di scontato.

    Iniziai a leggere libri sempre nellambito del mondo del tradingriguardanti gli aspetti psicologici che deve affrontare un trader nella

    sua operativit, ma devo dire che in Italia nessuno ha mai affrontato il

    problema come deve essere affrontato ed anzi spesso da quanto ho

    potuto leggere, si cercato di portare il discorso su argomenti che ai

    fini prettamente operativi e di utilit sul piano gestionale e

    comportamentale, risultano essere solo marginali o addirittura

    distorsivi.I libri che lessi, per quanto i titoli decisamente accattivanti in tal senso,

    apparentemente inducevano a pensare che potessero darmi la

    soluzione, in realt parlavano di come organizzare la propria

    operativit nelle varie fasi, dalla preparazione delloperazione,

    alloperazione stessa, alla revisione post operativa, con tutto ci che

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    comporta lanalisi fatta ex-post del nostro agire sul piano prettamente

    contabile.

    In pratica ti insegnavano a fare da pianificatore e revisore dei conti

    della tua operativit, cosa che nulla ha a che fare con la gestione delleemozioni, ma molto pi con la ragioneria operativa.

    Parlavano di come i mercati sono soggetti a certi fenomeni che

    sicuramente interessano il trader da un punto di vista conoscitivo e

    comportamentale come fenomeno di massa, come il fatto riguardante

    le oscillazioni del mercato che portano gruppi di operatori a muoversi

    in modo aggregato secondo schemi paragonabili agli sciami di insetti,

    oppure come dopo operazioni chiuse in perdita il trader sia portato a

    fare quello che viene definito il trade della vendetta o come lo

    chiamano in USA revenge trade con cui teoricamente vorrebbe rifarsi

    della perdita subita, mentre nella maggior parte dei casi non fa altro

    che peggiorare la situazione pregressa, innescando unazione

    compensativa che nasce da un comportamento derivante dal

    fenomeno che viene definito effetto disposizione, il tutto analizzato

    in modo molto dettagliato ed accurato, ma con un taglio

    assolutamente da spettatore esterno, visto con locchio di colui che

    osserva ci che accade, che descrive dettagliatamente le fasi del

    fenomeno che accomuna la maggior parte dei traders, ma che mai

    spiega e dice come affrontare, come superare, come gestire quei

    momenti osservati che ti rendono comune agli altri operatori,

    descrivendoteli solamente con accuratezza certosina senza dare alcuna

    risposta.

    Parlavano in modo del tutto sommario del fenomeno dellattacco ofuga che in inglese va sotto il nome di fight or flight, ma dedicandogli

    al massimo mezza pagina di libro. Ho poi osservato lesistenza di

    seminari che pur di parlare di psicologia, affiancavano tale tematica

    affrontata nello sport e la riportavano, clonandola con annessi esempi

    prettamente sportivi, al trading, senza minimamente soffermarsi sulle

    concrete, evidenti e reali differenze che esistono tra i due settori che li

    rendono apparentemente simili, ma nei fatti totalmente diversi e nonassimilabili come approccio; seminari poi decaduti nella tematica e non

    pi sviluppati dagli stessi propositori che hanno lasciato cadere

    largomento nel dimenticatoio senza darne seguito a dimostrazione

    che forse neanche loro credevano fermamente in ci che cercavano di

    proporre in quei seminari.

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    Ho anche letto libri scritti da famosi e riconosciuti personaggi a livello

    internazionale sulle tematiche motivazionali, personaggi che io chiamo

    motivatori e che apparentemente dovrebbero aiutarti a trovare in te

    stesso quelle forze e quelle risposte psicologiche che non pensavi diavere e a tal proposito, mi sono confrontato anche con persone in cerca

    delle stesse risposte che cercavo io in ambito di trading e che avevano

    frequentato corsi organizzati per spingere loperatore a credere in s

    stesso, ottenendo conferma del fatto che il fine di questa tipologia di

    seminari e quello di portare il discorso didattico sul piano puramente

    motivazionale, cosa che se da un lato ha il pregio di enfatizzare le

    proprie capacit ed i propri talenti ed imparare a credere in questi e

    sapere come sfruttarli al meglio, dallaltro queste tematiche

    motivazionali hanno il grande difetto di lasciare completamente da

    parte, cercando di portare minore attenzione nel corsista, sui propri

    difetti e le proprie mancanze, tendendo a nasconderle o metterle in

    secondo piano, cosa che per quanto si voglia non le cancella e le lascia

    sempre l pronte a saltare fuori senza preavviso con tutto il loro impeto,

    e di certo lesaltazione di un pregio non annulla lesistenza e lingerenza

    di una potenziale mancanza, ma semplicemente fa credere al singolo

    operatore di poter basare la sua professione solo dedicando attenzione

    a ci in cui gi capace, coltivandolo, tralasciando invece ci che lo

    limita e che pu seriamente danneggiarlo.

    Tutto questo, dimenticando che ci che noi cerchiamo una via che ci

    educhi e ci indirizzi in ambito di trading, finalizzata al trading e scoprire

    di avere grandi talenti e risorse su cui far perno, non significa che questi

    li si possa necessariamente veicolare nel risolvere certe problematicheche hanno prettamente a che fare con il trading o con alcuni aspetti

    che il trading fa emergere nella nostra operativit.

    In sostanza, per fare un esempio concreto, il farmi riuscire a camminare

    sui carboni ardenti, cosa che mai e poi mai avrei pensato di poter fare,

    non significa che io poi non mi trovi in difficolt quando dovr

    affrontare certe problematiche, che probabilmente ora sapr di poter

    fronteggiare con maggior capacit e forza danimo di quanto pensassi,attingendo a tutte le mie doti anche pi recondite, ma questo non

    elimina comunque il fatto che qualcuno o qualcosa mi debba poi

    indirizzare nellinsegnarmi a superare quei miei limiti e quelle mie

    problematiche, come studiarle, dove studiarle e come poterle

    approcciare, pur sapendo ora di poterlo fare con maggior vigore; non

    significa che se scopra di essere fortemente portato alleccellenza

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    matematica ed analitica o allorganizzazione ed efficienza

    professionale, io poi con questa riesca a superare le mie difficolt in

    ambito emotivo e di gestione dellemozione, anzi questo potrebbe

    fortemente portarmi a desistere, in quanto potrebbe emergere che ilmio talento e la mia capacit peculiare di tuttaltra specie rispetto a

    quella di cui io invece necessito, indicandomi indirettamente che io

    non sono portato per quella attivit e quindi demoralizzandomi invece

    di motivarmi, cosa che invece potrei comunque affrontare se mi dedico

    a lavorare su ci che non in me innato e quindi portato a fare con

    facilit, ma che posso acquisire poco alla volta con dedizione ed

    impegno una volta capita la via da percorrere.

    Nessuno in sostanza, almeno nei testi in italiano e nei seminari e corsi

    proposti, affrontava largomento analizzando e prendendo come tema

    cardine dellosservazione, le emozioni che il singolo vive durante la sua

    operativit, il perch il trader si trova inondato di pensieri spesso

    fuorvianti che innescano a loro volta emozioni altrettanto devianti che

    arrivano a rapire totalmente il pensiero per portarlo su un piano

    completamente antagonista rispetto ad una corretta e

    meticolosamente programmata analisi del mercato. Nessuno che mi

    spiegasse non solo del perch di tutto questo, da dove nascesse, del

    perch nascesse, ma nemmeno come imparare o come fare per gestire

    questa mole di percezioni e proiezioni che ti trovi a vivere e che

    diventano pensieri a cui non riesci a staccare la spina quando iniziano.

    Pensieri che hanno una reale forza dirompente che riescono

    letteralmente a rapire la mente ed il corpo stesso fino a provocargli

    anche reazioni fisiche tipiche di queste fasi.In sostanza nessuno che sapesse darmi una indicazione, un

    suggerimento o mettermi sulla retta via riguardante ci che accadeva

    a me che opero davanti ai miei monitor, ai miei pensieri, alle mie

    reazioni, nessuno che affrontasse il discorso trading dal punto di vista

    dellIO inteso come essere con le sue pulsioni, reazioni, singolarit e

    condizionamenti.

    Tutti che affrontavano largomento inerente la psicologia in ambito ditrading, partendo dal momento subito successivo al verificarsi

    dellemozione che porta solo successivamente ad agire in un

    determinato modo, analizzando e descrivendo solamente lazione di

    risposta che il trader ha in conseguenza di quellemozione. Unazione

    che come detto risulta essere comune e quindi non indicativa, per

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    quanto ben analizzata e descritta, in tema di come anticiparla,

    risolverla o correggerla.

    In sostanza mi stavano descrivendo le reazioni che vivevo quando

    facevo trading e mi dicevano che non ero il solo a comportarmi cos,ma questo non mi aiutava ed anzi mi descrivevano pur con grande

    dettaglio, ci che gi sapevo avendolo vissuto in prima persona senza

    aggiungere nulla.

    Decisi quindi di fermarmi di nuovo per vagliare ci che avevo in mano

    e metterlo a confronto con ci che mi serviva e che realmente cercavo.

    A quel punto feci una riflessione che oggi sembra ovvia, scontata fino

    ad essere stupida nella sua semplicit, ma che inizialmente non lo

    stata affatto, ovvero fui portato inizialmente a pensare che se dovevo

    studiare laspetto psicologico del trader, il materiale di studio dovevo

    ricercarlo nellambito del trading e del mercato finanziario, come se

    luomo che fa trading sia chiuso in un compartimento stagno che lo

    differenzia da altre professioni in quanto svolge unattivit diver sa. In

    realt la risposta lavevo sotto gli occhi, ma non avevo mai avuto

    occasione di pensare in quei termini in quanto tipico dellessere

    umano e quindi anche per me lo fu, di ragionare per classificazioni volte

    a schematizzare e dividere, dove il mestiere dellavvocato diverso dal

    mestiere di commercialista che diverso dallimbianchino che

    diverso dal falegname il quale a sua volta diverso dal trader, ognuno

    con le sue specifiche peculiarit.

    In realt LUOMO che svolge una mansione profess ionale

    specialistica che si definisce mestiere o professione, ma rimane pur

    sempre un uomo soggetto a tutte quelle casistiche comportamentalitipiche dellessere umano che prescindono dalla professione che svolge

    o dallattivit che svolge in quel momento.

    E luomo quindi che agisce applicando e cercando di mettere in pratica

    ci che la teoria gli ha insegnato, ci che ha studiato secondo la sua

    cultura, le sue percezioni, i suoi schemi professionali e morali, etici e

    comportamentali, i suoi condizionamenti. Questo permette al singolo

    di differenziarsi nel risultato rispetto ad un altro soggetto che possiedelo stesso bagaglio culturale, che parte dallo stesso livello conoscitivo,

    ma che interpreta la realt circostante in modo del tutto personale,

    figlia della sua esperienza come essere umano.

    In pratica, riprendendo lesempio motoristico, non pensabile illudersi

    che pur potendocisi permettere di acquistare o sapere come costruire

    anche 100 moto da Gran Premio, si possa credere di portare quella

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    moto al pari di un pilota professionista solo perch si hanno i soldi per

    comperarla o le competenze per costruirla. E molto pi probabile che

    se si cerca di spingerla come sa fare un pilota, si rischi seriamente di

    farsi male e distruggere la moto, probabilmente senza nemmenoterminare un singolo giro di pista e per quante moto ci si possa

    permettere di comperare e distruggere, sono convinto che dopo poco

    la paura di farsi ulteriormente male prevalga sulla presunzione di

    riuscire ad eguagliare il professionista.

    Ho infatti dovuto imparare personalmente, ripercorrendo i miei passi

    sia professionali che umani ed accantonando lego che inconsciamente

    accompagna ognuno di noi, me compreso, accettando la vita ed i miei

    difetti con maggiore umilt, che tipico delluomo pensare di potersi

    permettere virtuosismi e spingersi ai limiti non propri solo perch si

    dispone di strumenti o mezzi di cui si sono appena apprese le logiche

    funzionali di base, senza conoscerne le reali potenzialit e limiti, i reali

    risvolti in cui possibile incorrere anche quando questi non sono

    palesemente evidenti, ma si manifestano indirettamente.

    Tutto questo per chiarire definitivamente che il fattore umano ha

    decisamente il suo peso nel nostro agire quotidiano sia quando

    facciamo cose o interagiamo con persone che non necessariamente

    richiedono la nostra competenza professionale, sia quando siamo

    strettamente chiamati a far fruttare al meglio il nostro bagaglio

    culturale di conoscenze.

    Diventa quindi fondamentale per una corretta disamina inerente

    questa fenomenologia, porre al centro dellattenzione lo studiodelluomo e le sue interazioni riguardo la componente emotiva e le

    reazioni che da essa ne derivano.

    Per fare questo rivolsi la mia attenzione allo studio di manuali di

    psicologia e psichiatria che mi permettessero di capire i fondamenti

    della struttura mentale delluomo nella sua interazione con il mondo

    esterno e subito mi resi conto che questo aspetto viene maggiormente

    preso in considerazione dai medici psichiatri piuttosto che daglipsicologi in quanto i primi analizzano la mente non solo da un punto di

    vista comportamentale e fenomenologico, ma prima ancora da un

    punto di vista medico biologico.

    Le stesse neuroscienze che probabilmente rappresentano il settore pi

    allavanguardia circa queste tematiche, sono infatti prerogativa di

    medici che conoscono in modo assai approfondito la meccanica e le

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    interazioni biologiche del cervello in ogni sua componente con il vivere

    quotidiano, dando risalto non solo a come lindividuo reagisce in

    determinate situazioni, ma soprattutto a come la sua mente ed il suo

    cervello si comportano in quelle specifiche occasioni.Infatti scientificamente dimostrato dalla biologia antropologica e

    dalla medicina stessa che la percezione sensoriale delluomo inserito in

    determinati contesti, inneschi dei cambiamenti biochimici allinterno

    del corpo umano che alterano a loro volta la sua capacit percettiva in

    modo da modificare la sua reazione, sia fisica che emotiva rispetto

    allambiente in cui inserito. Questo dimostra che sul piano

    medico/biologico lagire umano figlio della percezione delluomo che

    in alcuni casi viene alterata da come il singolo interpreta quella stessa

    percezione in base al proprio unico e personale set di esperienze e

    conoscenze, innescando un circuito di azione reazione che a sua volta

    si pu trasformare in nuova base di azione a cui poi far seguito una

    nuova reazione.

    Tutto questo, nasce e si sviluppa allinterno del nostro cervello, una

    macchina biologica estremamente complessa ma al contempo

    assolutamente potente, in cui linterazione delle percezioni sensoriali

    derivanti dagli organi di interconnessione con il mondo esterno con le

    varie aree del cervello, permettono alluomo di percepire la realt

    circostante in cui inserito e creare allistante un modello da

    interpretare e con cui interagire, corredato di sensazioni, emozioni,

    ricordi e significati che gli permettano di avere una adeguata risposta

    comportamentale strettamente derivante dal suo personale bagaglio

    conoscitivo e culturale.Date queste prerogative, divenne quindi evidente che la mia attenzione

    doveva necessariamente essere rivolta alla struttura portante di

    questo processo, in quanto il nostro agire non altro che la parte finale,

    la risultante visibile, la parte emersa di una processo che trova le sue

    radici ed il suo fondamento in fenomeni che hanno luogo altrove, in

    parti del nostro pensiero e della nostra mente di cui tendenzialmente

    non conosciamo nemmeno lesistenza.Quindi per comprendere pienamente questo aspetto e riuscire a capire

    il perch di certi accadimenti che si originano a monte rispetto

    allazione che noi abbiamo, dovevo per prima cosa studiare la struttura

    della mente e del cervello in cui nascono tutti i nostri pensieri, al pari

    di un ingegnere che per ristrutturare un palazzo in decadimento, senza

    fermarsi alla sola tinteggiature dellesterno e limitarsi quindi a ci che

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    appare al fine di rendere duratura e non temporanea la stessa

    ristrutturazione, deve forzatamente conoscere i fondamenti su cui si

    basano le costruzioni e le strutture edilizie che le sorreggono.

    Non sufficiente infatti fermarsi ad analizzare la sola fenomenologia direazione ad una nostra azione per identificare le cause di quella

    risposta, se non si conoscono i principi che regolano, innescano,

    comandano e contestualizzano i pensieri che portano ad avere quella

    specifica risposta comportamentale.

    E fondamentale nellanalisi di questa dinamica ai fini di una oggettiva

    valutazione e considerazione del fenomeno, sapere come i pensieri si

    formano nella nostra mente, da cosa sono generati e quali situazioni

    prevalgono e risultano determinanti nella formazione di un pensiero

    piuttosto che un altro.

    E altrettanto importante nel comprendere questa dinamica al fine di

    poter apportare le dovute interazioni finalizzate a correggere le

    nostre reazioni, capire il processo evolutivo che la mente umana ha

    subito al fine di avere una base certa ed incontrovertibile su cui agire

    che sia univoca per tutti gli uomini indistintamente.

    E stato quindi necessario studiare come il cervello si sia evoluto nel

    tempo, del perch oggi sia cos, di cosa influisce nella formazione del

    cervello, di cosa si nutre ed alimenta, quali sono le caratteristiche che

    lo contraddistinguono, i suoi limiti e criticit ed i suoi punti di forza.

    Tutto questo stato assolutamente necessario e devo dire

    incredibilmente interessante e utile, in quanto se dal cervello che

    nascono le nostre emozioni che innescano dei pensieri a cui fanno

    seguito delle azioni, fondamentale conoscere la struttura dellamacchina di cui ognuno di noi dispone ai fini di sapere cosa potersi

    permettere di fare, come interpretare, leggere e gestire le

    informazioni che da esso ci derivano, i segnali che ci invia e quindi

    sapere quale percorso adottare per perfezionare o correggere

    dinamiche comportamentali o di pensiero che vorremmo modificare e

    rendere maggiormente conformi ai nostri desideri.

    Non vi dubbio quindi che non sono le capacit cognitive razionali chedominano la scena da cui si origina il processo formativo del pensiero,

    bens sono le capacit emotive che fungono da filtro primario per

    consentire laccesso ad una elaborazione successiva maggiormente

    dettagliata e completa che permetta alla prima fase del pensiero, pi

    basica e inizialmente grezza, di essere corredata di tutte le

    conoscenze e competenze prettamente logiche che la mente razionale

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    riesce a fornirle. Questo un fattore di comprensione fondamentale

    nella disamina di questo processo in quanto deve far chiarezza, come

    potremmo analizzare con esaustivo dettaglio successivamente, sul

    fatto che la mente razionale non pu nulla contro la mente emotiva sequesta per sue logiche di formazione del pensiero, di cui ognuno di noi

    dispone di un personalissimo corredo, decide che una determinata

    azione o pensiero non devono essere portati a compimento come noi

    razionalmente vorremmo.

    Ecco quindi che, come la scienza e le tematiche successive ci

    dimostreranno, vengono a cadere tutti quei presupposti che

    vedrebbero nella concezione comune, la mente razionale dominante

    sulla mente emotiva e quindi questultima subalterna alla volont

    analitica propria di una intelligenza cognitiva razionale. E comune

    infatti supporre che una adeguata preparazione in ambiente asettico,

    privo di condizionamenti emotivi, studiata sin nel minimo dettaglio e

    con la maggior cura ed attenzione possibile, sia un eccellente

    laboratorio in cui preparare la nostra azione. Purtroppo nel fare questo

    non si tiene minimamente conto delle peculiarit e delle priorit

    proprie della mente emotiva, che subentra con tutta la sua forza e

    presenza solo quando vengono realmente innescati certi processi di

    difesa ed attivati certi meccanismi di controllo che rimangono per

    evoluzione biologica ad esclusivo appannaggio della mente emotiva

    ben conscia del fatto che noi stiamo agendo in ambiente sicuro e

    protetto oppure in ambiente reale e non pi in laboratorio, quindi

    soggetto a potenziali pericoli per la nostra incolumit. Purtroppo, per

    quanto si voglia o si cerchi, la struttura della mente, della nostra mente,non prevede la possibilit di auto-ingannare se stessi ed il proprio

    subconscio, rendendo cos limitatamente utili certi comportamenti di

    pre-elaborazione esente da fattori e contaminazioni emotive.

    Nel corso di questa trattazione vi accompagner quindi attraverso

    questo percorso formativo che ha permesso a me di trovare tantissime

    risposte estremamente chiarificatrici alle innumerevoli domande che

    mi ero posto finalizzate al trading, analizzeremo quindi aspetti,argomenti, studi e tematiche che apparentemente e direttamente

    nulla hanno a che fare con il trading, ma che necessariamente

    dobbiamo comprendere in quanto riguardano il meccanismo biologico

    che caratterizza la formazione del pensiero delluomo in senso

    assoluto, quindi anche delluomo che opera in ambito di mercati

    finanziari come trader, una volta applicati ad esso.

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    Diventa quindi indispensabile imparare a conoscere i fondamenti della

    struttura del pensiero e quindi ancor prima i fondamenti dei

    meccanismi del nostro cervello che sede dei nostri pensieri, se

    vogliamo trovare la corretta via per modificare e rieducare alcunetipologie di risposte, al fine di renderle pi consone al nostro volere ed

    alla nostra utilit, anche quando riguardano utilit di carattere

    professionale.

    Non vi dubbio, almeno dal mio punto di vista, che per comprendere

    le azioni di risposta che abbiamo o i pensieri e le emozioni che

    proviamo in seguito a determinati accadimenti, non sia sufficiente

    osservarli e descriverli per asserire di conoscerli, ma sia necessario

    capire dove quelle risposte si siano originate, dove abbiano trovato la

    loro radice e su quale base possano essere alimentate o supportate,

    deviate o spente e solo dopo aver compreso da dove nascono, attuare

    dei procedimenti che siano volti a correggere alla fonte lorigine di

    quella risposta, al fine che sia lintera struttura ad essere modificata

    definitivamente ed in modo duraturo e non sia una sola modifica di

    facciata, temporanea che probabilmente potrebbe ripresentarsi

    nuovamente necessaria in futuro, forse anche sotto sembianze o in

    circostanze diverse, ma che hanno origine sempre dalla stessa radice a

    cui abbiamo dato attenzione solo in relazione al ramo che ci

    infastidiva ed era diventato invadente, senza preoccuparsi

    assolutamente dellintero albero che in quel frangente ormai passato

    non interferiva con la nostra necessit e utilit del momento.

    Pertanto, una volta acquisto questo aspetto, affronteremo argomenti

    che ci permetteranno di avere la necessaria consapevolezza finalizzataalla comprensione di ci che ci accade e successivamente rivolgere la

    nostra attenzione a tematiche volte a sapere come leggere, osservare,

    interpretare, gestire e quindi rieducare il nostro pensiero finalizzandolo

    e rendendolo pi propedeutico ad un agire consono allobiettivo che

    vogliamo raggiungere.

    In pratica analizzeremo le modalit che nel tempo, attraverso un

    percorso di applicazione continua, come una sorta di allenamentomentale quotidiano, ci aiuteranno a dare delle risposte

    comportamentali diverse da quelle che cerchiamo di correggere,

    maggiormente in linea con le risposte che noi abbiamo scelto di avere,

    il tutto da un punto di vista prettamente operativo e pratico.

    Tutto questo ci permetter di far luce su un nuovo sentiero che se ben

    compreso e ben assimilato nella sua logica e meccanismo, ci

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    Sulla strada della Conoscenza

    la gestione psicologica nel trading operativo

    permetter con il passare del tempo di creare una base di azione su cui

    costruire radici solide a cui affidarsi, radici che prima di tutto vertono

    sul lavoro di perfezionamento e miglioramento dei nostri personali

    fattori limitanti e penalizzanti, che con la quotidiana ripetitivitpotranno trasformarsi in automatismi positivi volti a permetterci di fare

    trading con maggiore serenit e lucidit di pensiero e soprattutto

    focalizzando la nostra attenzione su ci che la nostra tecnica ci

    suggerisce e non pi su ci che lemotivit ci porta a credere ed

    interpretare riguardo la nostra percezione del mercato.

    Affronteremo tematiche riguardanti gli strumenti che possono creare

    un supporto di aiuto e quindi che possono agevolare questo processo

    rieducativo, strumenti riconosciuti tali sia dalla medicina che dalle

    neuroscienze, ma che come evidenziato, sono di sostegno e quindi

    propedeutici, ma non potranno mai sostituire il nostro impegno e la

    nostra applicazione volta ad adottare un nuovo modo di percepire il

    pensiero, veicolandolo nella corretta direzione che possa agevolarci

    nelloperativit.

    Pertanto posso concludere questo primo capitolo introduttivo, dicendo

    che dopo oltre tre anni di quotidiana e costante applicazione di queste

    conoscenze finalizzate ad un corretto atteggiamento mentale e di

    pensiero, il mio personale trading oggi ha acquisito notevoli giovamenti

    e mi permette di approcciare oggi molto pi di ieri questa professione

    in modo assolutamente pi sereno, libero da condizionamenti.

    Oggi, grazie a questi studi e a questa mia personale dedizione a questa

    tematica che nel tempo ha saputo rapire la mia curiosit fino a divenire

    una passione di continuo e quotidiano studio ed informazione, quelsenso di precariet, di sbandamento che percepivo anni fa del tutto

    svanito e senza alcun dubbio mi ha permesso di maturare una sincera

    e serena percezione del domani in ambito di trading.

    Spero quindi che queste mie ricerche ed approfondimenti, per quanto

    complesse e non usuali come materia di riflessione e di studio

    finalizzate nellambito del trading ed in particolare della gestione delle

    emozioni nelloperativit, possano aiutare voi tanto quanto hannosaputo aiutare me, rendendomi maggiormente consapevole di come

    poter sfruttare le potenzialit della nostra mente, veicolandole verso

    risposte di pensiero e comportamentali consone al mio volere, anche

    al di fuori del puro ambito professionale.