SULLA NATURA SULLA BATTAGLIA - ghaleb.it · il tempo è tiranno impietoso, anno dopo anno tutto...

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SULLA NATURA SULLA BATTAGLIA versicoli d'occasione Davide Ghaleb Editore

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SULLA NATURASULLA BATTAGLIA

versicoli d'occasione

Davide Ghaleb Editore

Davide Ghaleb EditoreVia Roma, 41

01019 Vetralla (VT)0761 46 17 94 [email protected]

Dal luglio 2006 questi versi navigano sul web a bordo de Le reti di DedaluS, rivista online del sindacato nazionale scrittori

www.retididedalus.it

© 2009 Davide Ghaleb Editore© 2009 Antonello Ricci, Valeria Santorelli© 2009 Alfonso Prota

ISBN 978-88-88300-67-2

Questi versi sono stati sottratti a un contesto che non li accoglieva come tali, né per disposizione né per sintassi di nessi. Parole di un testo nato con fini non strettamen-te letterari (zibaldone di appunti presi a margine di una battaglia ambientalista combattuta di recente a Viterbo). Da pagine fitte di fragili porcellane, camei e cerimoniosi versicoli d'occasione, sembravano emergere messaggi profondi, legati da un filo conduttore, da un motivo ispiratore che richiamava il lettore, come una lontana armonia che risuoni in un marasma di idee. Lasciandosi guidare da quel filo si poteva leggere della “natura” e della “battaglia”. Così quattro mani, le une complementari e necessarie alle altre, due che hanno creato due che hanno inseguito e restaurato la bellezza dei versi nascosti, generandoli con scambi e collabora-zioni, naturalmente condotti dall'impeto della poesia.

Antonello Ricci e Valeria Santorelli

SULLA NATURA

SULLA NATURA

la strada intagliatanella roccia sedilideliziosiscolpiti per la sostae un balconeera sollevato dolcementesugli orti ancora vivinon c'è più sentimenti miei ricordicancellatidal riporto di terra per la nuova strada

e piove ed è scuroma là in fondo si promette una chiarìaun verde oltreverde questa forestadi ortiche di foschiaun verde luminoso, commovente

come un'apparizione, come un fantasmala casa-torre divorata dai rampicantis'intravede l'orbita cieca della finestra

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senti il canto del fossoe un murettoe una cascatae un saltouna cascata ancoraun altro salto

il rossodella volpeil suo muso inespressivogli occhi fissi intimiditie quella sua innocenza senza cuorepoi un guizzosu per gli scogli fradici di pioggiala schienala coda e più nulla

ma laggiù in mezzo all'orto abbandonatoun carciofo, solo correimpazzito verso il cielosembrano piangerequelle sue spine povere e rinsecchiteoltre il muro impenetrabiledai rovi fittipalazzi

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è la naturaistinto ferocedivarica sconnetteformidabilmente tentacancella, precipita

altrove è ramoche impugna e sostieneforza pietosasenza significato ma piena di speranza

e poi è ostinata quando un albero precipitato atterracaccia nuovi germogliinsiste, chiede solo di vivere

ma gli uomininon diversi né migliori

e c'è chi aiuta la naturane affretta i tempi troppo troppo pazientiaccatastando con curaarbusti e tronchisbarrando vecchi sentieri

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e una mimosaalta e solennecon le carezze dei suoi ramiallietava le finestrenon c'è più

perché proprio ioio che della natura ho paura?qualcuno mi chiama giàpeterpanperché non voglio che costruiscanonon voglio che cancellinonon voglio diventare grandevoglio fermare l'orologio, il coccodrillorestare così, per sempre, innocentee senza cuore

e i gridi di cento bambinioggiriempiono la valle ma sembrano milleai piedi delle antiche cavedei palazzi gridano i bimbisperduti nella vallefestosi

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vanno a incontrare i geni del luogoci giocano, li rincorronosu per i salti delle cascatelle si arrampicano scavalcanoc'è chi fa avanti e indietro eccitati come staffette in avanscoperta

lassùcome un veliero minacciosoun palazzo si affaccia sulla valleè la casa del sindacoraccontanoe c'è chi giura d'aver visto un uncinoscostare le tendine

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SULLA BATTAGLIA

SULLA BATTAGLIA

il tempo è tirannoimpietoso, anno dopo annotutto finisce in gloriatirannoche ci fa sentire più stanchipiù della vita stessa

ricordo quale formaaveva nei miei occhi il domaninel tempo non-tempodi quel crepuscolo invernale rotola il pallone tra gli alberipali di una porta improvvisata…“è gol!” gridiamoleviamo le braccia al cielo, io vedo, chiara e distinta allorala linea che divaricala croce dei destini nostriil futuro senza forma di ciascunodi noi, ritorno in mele braccia ricascano sui fianchi

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non basta dire no, è vero,bisogna vivere,desiderare, agireognuno ha il suo sguardo, è veroma se restiamo stretti tra il demonedell'egoismo e quellodell'arroganzac'è ancora campoper la battaglia? c'è spazio per una pedagogia?

l'acqua che tutti invocanocome bisognocome dirittol'acqua di tutti e di nessunol'acqua che fa sosta nei singoliorti e riprendeil cammino per seguire la propriainclinazione naturale

e anche i “movimenti” sono un'ondaa un certo punto rallentano, si fermanomuoiono, così, è nella lorostessa natura

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che va accettatasi diradano gli interventiaumentano i silenzigli intervallile zone inerzialipoi ti giri, un giornoe ti ritrovi in pochi, stanchi

ma la consapevolezzaessa riposain attesa di nuove prove

amici, combattiamoil sindaco che è dentro ognuno di noinon solo fuorisi fa presto a dire battaglial'ultima cosadella quale abbiamo bisognoè annullarci in un nemicoogni nemico è soloun miraggio, un ostacolodelle nostre paureun'invenzioneuna figura della nostra mentela battaglia non è che il desideriodesiderato

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davvero, fino in fondo

accade a volte che un tentativo fra millediventi battagliae non sappiamo perchéal calore dei raccontila battaglia riscaldi il cuore, perché una battagliatiene viva la speranzama una battagliaaccende anche molte battagliealtrelontane anche se in noidel tutto inaspettateper cuiquesta battaglia è già un'altra battagliaessa chiamanon tutti rispondonoqualcuno si eclissaqualcuno sussurraqualcuno si affanna a spiegarevorrebbe convincertiche “il problema è un altro”non convince lo so

chi può dirlo24

chi stabiliscequando sia battagliae quando si tratta invece di non-battaglia

la battaglia è misurarsicon ardorecon innocenzagettare tutto noi stessinella vitadesiderareconvincersi che ogni passatoper quanto bruttopotrà essere trasformatocrescere: avere a cuore la battagliafino in fondo, non il gioco di specchidelle fazionicerte posizionicerti discorsisono sorretti da una metafisica:la presa del potere

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La battaglia da cui questi versi traggono spunto è nota a Viterbo come “battaglia dell'Arcionello”.

L'Arcionello, una suggestiva vallecola disegnata dal fosso Urcionio-Luparo e circondata da pareti a picco di peperino, pietra vulcanica tipica della zona. Poche centinaia di metri a monte delle mura dell'XI-XIII secolo. Proprio l'Urcionio, che oggi scorre intubato sotto la città, definì col suo andamento il profilo della Viterbo medievale. Raggiunta dall'espansione urbanistica degli anni '60-'70, per qualche capriccio del destino la forra fu risparmiata dagli appetiti del Godzilla palazzinaro. Oggi è una singolare enclave campagnola assediata da brutti edifici, un buco nero dimenticato in pieno centro urbano. Manti di rovi e ortiche impene-trabili, sentieri interrotti, canneti e orti in via di ab-bandono. Si sa, l'abbandono produce degrado. Poi le puntuali invocazioni alla dea Igiene. Ed ecco che le ruspe sono tornate. Vorrebbero finire il lavoro.

Nel settembre 2003 un folto gruppo di Viterbesi si organizza nel coordinamento “Salviamo l'Arcionello”. Cittadini lucidi e coraggiosi che, nel malinconico si-lenzio delle istituzioni, lottano con vigore in tutte le sedi democratiche: passeggiate-racconto, denunce sulla stampa, osservazioni formali. Esposti. Fino a restituire alla città consapevolezza del valore storico-ambientale di un'area dimenticata per decenni ed ora a rischio di un recupero snaturante. Una battaglia di civiltà contro quell'urbanistica che Le Corbusier chiamava “dell'a-sino”, irrazionale ed egoistica. 29

Il 24 dicembre 2008 con legge regionale n. 23 la Regione Lazio istituisce la riserva naturale “Valle dell'Arcionello”.

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Sulla natura sulla battagliaTesti di Antonello Ricci e Valeria Santorelli

Illustrazioni di Alfonso ProtaPer i tipi di Davide Ghaleb

Dedicato ad Angela Giannitrapani

Finito di stampare nel mese di dicembre 2009presso la tipografiaTecnostampa SRL

Sutri (VT)