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INGEGNERE DAVID VOLTAN
PROGETTAZIONE E D.L. OPERE IDRAULICHE CIVILI E IMPIANTISTICHE SST_0005_PIANO UTILIZZO TERRE E ROCCE DA SCAVO
H:\02_LAVORI\SST_0005_PROG_SP34_CADONEGHE_2015\30_ESE\ALL_1-6_TERRE E ROCCE DA SCAVO.doc
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SOMMARIO
1.- PREMESSE ....................................................................................................................... - 1 -
2.- VOLUMI DI SCAVO .......................................................................................................... - 1 -
3.- INQUADRAMENTO NORMATIVO ................................................................................... - 2 -
4.- PIANO DI RIUTILIZZO ..................................................................................................... - 2 -
5.- MODALITÀ DI ESECUZIONE E RISULTANZE ............................................................... - 4 -
5.1 PROCEDURE DI CAMPIONAMENTO .................................................................................................................... - 4 -
5.2 PROCEDURE DI CARATTERIZZAZIONE CHIMICO FISICHE E ACCERTAMENTO DELLE QUALITA’ DEI MATERIALI .............. - 4 -
6.- RECEPIMENTO INDICAZIONI PIANO DI SICUREZZA .................................................. - 8 -
7.- INDIVIDUAZIONE DEI PERCORSI PREVISTI ................................................................ - 8 -
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1.- PREMESSE L’intervento oggetto del presente progetto prevede la realizzazione dell’allargamento
della sede stradale della Strada Provinciale n° 34 “delle Centurie” nel Comune di
Cadoneghe (PD) nel tratto compreso tra il ponte Dea Sota e la nuova rotatoria della
nuova strada di collegamento con la zona industriale, la realizzazione di una pista ciclo-
pedonale sul lato ovest della carreggiata in tale tratto, la realizzazione di un tratto di
pista ciclo pedonale nel tratto compreso tra la rotonda con via Belvedere e la zona
residenziale di via Roma, la realizzazione di un nuovo attraversamento fluviale in
corrispondenza del corso d’acqua Rio dell’Arzere in sostituzione all’attuale ponte “Dea
Sota”.
Il presente documento è finalizzato alla descrizione delle modalità operative che saranno
adottate per il corretto utilizzo delle terre e rocce da scavo prodotte dagli scavi.
2.- VOLUMI DI SCAVO I volumi di scavo netti derivanti dalla realizzazione dei manufatti sopra indicati risultano
pari a:
VOLUMI DI SCAVO NETTI
NUOVA INALVEAZIONE E TOMBINATURA RIO DELL’ARZERE VOLUME
Scavo di scotico fondo alveo Rio dell’Arzere 270 m³
Scavo nuova inalveazione Rio dell’Arzere 1080 m³
Scavo nuova inalveazione scolo Pioga 160 m³
Scavo nuove scoline 127,12 m³
Scavo messa a nudo ponte esistente e nuove tubazioni di collegamento 856,620 m³
Scavo per realizzazione nuovo ponte 770 m³
Scavo realizzazione pista ciclabile 348,15 m³
TOTALE VOLUME SCAVO 3.611,87 m³
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VOLUMI DI MATERIALE FRESATO
Fresature stradali 88,48 m³
3.- INQUADRAMENTO NORMATIVO Cantiere di piccole dimensioni Ai sensi della Legge 11 novembre 2014, n. 164, relativa alle disposizioni di riordino e di
semplificazione della disciplina inerente la gestione delle terre e rocce da scavo,
l’intervento in oggetto è definito “cantiere di piccole dimensioni” in cui sono prodotte terre
e rocce da scavo in quantità non superiori a 6.000 mc”.
Classificazione delle terre
Ai sensi dell’art. 184-bis comma 1 del D. Lgs. 152/2006 e s.m.i., è classificato
sottoprodotto e non rifiuto qualsiasi sostanza od oggetto che soddisfa tutte le seguenti
condizioni:
a) la sostanza o l’oggetto è originato da un processo di produzione, di cui costituisce parte
integrante, e il cui scopo primario non è la produzione di tale sostanza od oggetto;
b) è certo che la sostanza o l’oggetto sarà utilizzato, nel corso dello stesso o di un successivo
processo di produzione o di utilizzazione, da parte del produttore o di terzi;
c) la sostanza o l’oggetto può essere utilizzato direttamente senza alcun ulteriore trattamento
diverso dalla normale pratica industriale;
d) l’ulteriore utilizzo è legale, ossia la sostanza o l’oggetto soddisfa, per l’utilizzo specifico, tutti i
requisiti pertinenti riguardanti i prodotti e la protezione della salute e dell’ambiente e non
porterà a impatti complessivi negativi sull’ambiente o la salute umana.
Ai sensi dell’art. 185 comma 1 lett. c) del D. Lgs. 152/2006 e s.m.i.,, non rientrano nel
campo di applicazione della parte quarta del decreto stesso, “il suolo non contaminato e
altro materiale allo stato naturale escavato nel corso di attività di costruzione, ove sia
certo che esso verrà riutilizzato a fini di costruzione allo stato naturale e nello stesso sito
in cui è stato escavato;”
L’intervento in oggetto prevede la produzione di materiale di scavo classificabile come
sottoprodotto ai sensi dell’art. 184-bis comma 1 del D. Lgs. 152/2006 e s.m.i.. Parte di esso
sarà riutilizzato allo stato naturale in situ così come espresso dall’art. 185 comma 1 lett. c)
dello stesso decreto. Nel paragrafo successivo sarà evidenziato il piano di riutilizzo.
4.- PIANO DI RIUTILIZZO Come evidenziato in premessa, per la realizzazione dell’opera in oggetto, è previsto che
le terre e rocce provenienti dagli scavi di cantiere, in parte siano riutilizzati all’interno del
cantiere stesso e in parte trasportate in discarica o ad altro utilizzo previa analisi.
Produzione di terre e rocce da scavo non contaminate e riutilizzate allo stato naturale in
situ, pertanto escluse dal campo di applicazione della parte IV del D.Lgs. 152/2006, art.
185 comma 1, lett. c)
E’ previsto il riutilizzo delle terre allo stato naturale in situ per la formazione dei seguenti
terrapieni e rispettive volumetrie:
VOLUMI DI TERRA RIUTILIZZATI IN CANTIERE VOLUME
Tombamento scolo Rio dell’Arzere tracciato abbandonato 1080 m³
Tombamento scolo Pioga tracciato abbandonato 160 m³
Tombamento scavi tubazioni 776,60 m³
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Formazione di ture e sagomature 80 m³
Rinterro nuovo ponte 369 m³
TOTALE VOLUME RIUTILIZZATO 2.465,60 m³
Tale volumetria riutilizzata in situ è esclusa dal campo di applicazione della parte IV del
D.Lgs. 152/2006, art. 185 comma 1, lett. c), trattandosi di terre non contaminate come
evidenziato dalle indagni in situ allegate alla presente relazione.
A) Deposito temporaneo interno all’area di cantiere
Durante le lavorazioni si prevede altresì la realizzazione di un deposito temporaneo delle
terre di scavo per un volume pari a 1.146,27 m³. Tale deposito verrà realizzato all’interno
dell’area di cantiere. Tale deposito temporaneo verrà trasportato a discarica secondo il
cronoprogramma dei lavori che redigerà l’impresa Appaltatrice.
B) Produzione di terre e rocce da scavo con il riutilizzo fuori sito sottoposte al regime di
cui all’art.184 bis del D.Lgs. 152/06, in quanto le opere non sono soggette a VIA o AIA,
ovvero per quantità inferiori o uguali a mc. 6.000
Le terre e rocce da scavo non reimpiegate all’interno dell’area di cantiere potranno
essere trasportate presso discarica autorizzata. In questa fase è stata individuata la Ditta
Bugno Luciano S.r.l. operante nello stabilimento ubicato in Comune di Vigonza in Via
Bazabò (distanza circa 8.5 km dal cantiere), che potrebbe recepire il materiale derivante
dagli scavi e dalla fresatura del manto stradale per il riutilizzo nei processi produttivi
della medesima. Le quantità sopra indicate sono quelle desumibili dai computi metrici
prodotti a corredo del progetto. Le quantità definitive effettivamente utilizzate nei siti
sopra indicati saranno dichiarate dal direttore dei lavori sulla base della documentazione
fornita dal soggetto che eseguirà materialmente i lavori. Tali terre e rocce da scavo sono
classificabili come sottoprodotto ai sensi dell’art. 184 bis del D. Lgs. 152/06.
VOLUMI A DISCARICA VOLUME
Terre e rocce da scavo 1146,27 m³
Materiale di fresatura 88,48 m³
TOTALE VOLUME RIUTILIZZATO 1.234,75 m³
Localizzazione discarica di Vigonza via Bazabo’ (PD)
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5.- MODALITÀ DI ESECUZIONE E RISULTANZE
5.1 PROCEDURE DI CAMPIONAMENTO
Nella presente fase di progettazione vengono eseguite, a cura della Committente, le
procedure di campionamento e di analisi dei materiali da scavo secondo quanto indicato
nel DM 10 agosto 2012 n.161. La caratterizzazione ambientale è stata eseguita a
campagna mediante scavi esplorativi (pozzetti o trincee) ed in sede stradale con
sondaggi a carotaggio così come espressamente richiamato all’allegato n.2 del DM n.
161 /2012. La densità dei punti di indagine nonché la loro ubicazione è basata su un
modello concettuale preliminare delle aree (campionamento ragionato) considerando
che l’opera in oggetto si sviluppa in senso longitudinale per una lunghezza complessiva
di circa 400 metri. Come indicato dal DM del 10 agosto 2012 n.161 nel caso di opere
infrastrutturali lineari, il campionamento è stato effettuato almeno ogni 500 metri lineari di
tracciato, in numero minimo pari a 3 e in ogni caso si è effettuato un campionamento ad
ogni variazione significativa di litologia. La profondità d’indagine è stata determinata in
base alle profondità previste degli scavi per la posa delle condotte fognarie. I campioni
sottoposti ad analisi chimico-fisiche sono stati prelevati alle seguenti quote:
• campione 1: da 0 a 1 m dal piano campagna;
• campione 2: nella zona di fondo scavo circa -2.4 metri dal piano campagna;
• campione 3: nella zona intermedia tra i due;
5.2 PROCEDURE DI CARATTERIZZAZIONE CHIMICO FISICHE E
ACCERTAMENTO DELLE QUALITA’ DEI MATERIALI
Le procedure di caratterizzazione ambientale dei materiali di scavo di cui all’art. 1,
comma 1, lett. b) del Regolamento, incluso il materiale di origine antropica fino alla
percentuale massima del 20% in massa, sono di seguito riportate:
• I campioni da portare in laboratorio o da destinare ad analisi in campo sono privi
della frazione maggiore di 2 cm (da scartare in campo) e le determinazioni
analitiche in laboratorio vengono condotte sull’aliquota di granulometria inferiore
a 2 mm.
• La concentrazione del campione viene determinata riferendosi alla totalità dei
materiali secchi, comprensiva anche dello scheletro campionato (frazione
compresa tra 2 cm e 2 mm).
Il set di parametri analitici ricercati è definito in base alle possibili sostanze ricollegabili
alle attività antropiche svolte sul sito o nelle sue vicinanze, ai parametri caratteristici di
eventuali pregresse contaminazioni, di potenziali anomalie del fondo naturale, di
inquinamento diffuso, nonché di possibili apporti antropici legati all’esecuzione
dell’opera. Il set analitico minimale considerato è quello riportato in Tabella 4.1. I
parametri considerati sono i seguenti:
• Arsenico;
• Cadmio;
• Cromo esavalente;
• Cromo totale;
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• Nichel;
• Piombo;
• Rame;
• Zinco;
• Idrocarburi pesanti C>12;
• PCB;
• Composti aromatici policiclici IPA;
I risultati delle analisi sui campioni vengono confrontati con le Concentrazioni Soglia di
Contaminazione di cui alle colonne A e B Tabella 1 allegato 5, al titolo V parte IV del
decreto legislativo n. 152 del 2006 e s.m.i., con riferimento alla specifica destinazione
d’uso urbanistica. Dall’analisi dei dati riportati nell’allegato 1 al presente Piano di Utilizzo
si evidenzia che nel complesso vi è assenza di contaminazione da parte di metalli,
idrocarburi, comporti aromatici policiclici e PCB con riferimento ai limite definiti in Tabella
1 – Colonna A – alleg. 5 - parte IV - titolo V D. Lgs 152 del 2006 (Norme in materia
ambientale). Si evidenzia il superamento della concentrazione di Arsenico nei campioni
rilevati (pari a 21.3 mg/kg e 32.1 mg/kg). Il superamento dei limiti di concentrazione
tabellari per l’elemento arsenico, nel sito del Comune di Cadoneghe è da imputare a
fenomeni naturali presenti nei terreni della Provincia di Padova. Tale affermazione deriva
da diversi studi e pubblicazioni redati in merito, tra i quali è stato preso come esempio lo
studio realizzato da ARPAV intitolato “Fondo naturale dei metalli pesanti del Consorzio
Sinistra Medio Brenta” Consorzio di Bonifica che ricomprende il territorio del Comune di
Cadoneghe.
L’arsenico è un elemento chimico ampiamente diffuso in natura e distribuito su tutta la
crosta terrestre. Per le sue caratteristiche chimico-fisiche viene definito un metalloide e
fa parte degli elementi del V gruppo, che pur non essendo metalli, ne rispecchiano
alcuni aspetti; può presentare gli stati di ossidazione +5, +3, 0 e –3, ma in natura
assume solitamente valenza +3 e +5, a seconda delle condizioni redox dell’ambiente in
cui si trova: in condizioni riducenti è specie dominante l’arsenito (As(III)), mentre risulta
stabile l’arsenato (As(V)) in condizioni ossidanti. Secondo la classificazione di Goldsmith
l’Arsenico è un elemento calcofilo ed è presente in più di 250 specie mineralogiche,
solitamente associato allo zolfo e ad altri metalli; le combinazioni più diffuse sono
l’arsenopirite (FeAsS), i solfuri di arsenico come realgar (AsS) e orpimento (As2S3),
arseniuri o solfoarseniuri come la Lollingite (FeAs2) e la Skutteridite ((Ni,Co,Fe)As2).
Nelle rocce, sebbene sia diffuso mediamente con concentrazioni pari a 1,8 mg/kg nella
crosta terrestre, la sua abbondanza nei diversi litotipi è estremamente variabile e non
sempre dipendente dalla composizione delle rocce madri, tanto che si trovano tracce
dell’elemento sia in formazioni ignee,
che metamorfiche, che sedimentarie. Nelle rocce a genesi magmatica si trova in
concentrazioni maggiori nei basalti (0,18-113 mg/kg), in quelle di tipo metamorfico nelle
filliti (0,5-143 mg/kg), mentre in quelle di origine sedimentaria è più diffuso nelle argilliti di
origine marina (3-490 mg/kg) e in quelle bituminose (100-900 mg/kg), nelle arenarie
(0,6-120 mg/kg), nei sedimenti carboniferi (0,3-35000 mg/kg) ed in quelli ricchi di ferro
(1- 2900 mg/kg). Inoltre, molte formazioni contenenti arsenico si distinguono per una
estensiva mineralizzazione idrotermale: il vapore acqueo risalendo verso la superficie si
raffredda e, passando allo stato liquido, deposita parte dei minerali di cui è composto,
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formando filoni e concrezioni tipiche in cui solitamente cristallizzano molti solfuri tra cui
arsenopirite (FeAsS), sfalerite (ZnS), pirite (FeS2), galena (PbS) e cinabro (HgS) in
associazione ad altri minerali come fluorite (CaF2), siderite (FeCO3), baritina (BaSO4) e
quarzo (SiO2). Successivamente la risalita in superficie di acque che lisciviano queste
formazioni, origina sorgenti idrotermali; i suoli in prossimità delle stesse presentano
elevate concentrazioni di arsenico (2-8000 mg/kg).
Fonti naturali di arsenico e principali linee di distribuzione in Veneto (da ARPAV)
Nelle acque l’arsenico presenta una moderata mobilità in quanto, se si esclude la co-
precipitazione legata ad idrossidi di ferro, non subisce fenomeni di precipitazione o di
adsorbimento di rilievo. Nelle acque dolci superficiali la sua concentrazione è compresa
di norma tra 0,05 e 1,00 μg/l, tuttavia nel caso di fiumi che attraversano aree minerarie,
o che hanno origine da sorgenti geotermali o da sorgenti profonde che lisciviano rocce di
tipo vulcanico15, i valori possono essere sensibilmente più elevati, arrivando a
concentrazioni di oltre 20 mg/l. Analoghe considerazioni sono valide per le acque
sotterranee, le quali presentano tenori medi di arsenico che si aggirano attorno a 1 μg/l,
salvo presentare anomalie marcate in acquiferi geotermali o in acquiferi isolati sotto coltri
sedimentarie delle pianure alluvionali, oppure in aree soggette ad intensa attività
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antropica, come insediamenti industriali o minerari dove le concentrazioni di arsenico
arrivano in taluni casi oltre gli 800 mg/l. I campioni effettuati da ARPAV nello studio
sopra citato, sono stati effettuali su suoli che non hanno subito influenze antropiche;
sono stati prelevati dall’orizzonte superficiale e da orizzonti profondi; la concentrazione
di metalli dello strato profondo è stata utilizzata per determinare il valore di fondo
naturale, mentre la concentrazione derivante dai campioni superficiali è determinata
dalla concentrazione di fondo naturale e da apporti derivanti da deposizioni
atmosferiche, pratiche di fertilizzazione o difesa antiparassitaria. In Veneto l’arsenico è
presente naturalmente in gran parte del territorio e la sua presenza è riconducibile
principalmente ai processi di alterazione naturale delle rocce madri, ubicate nelle aree
collinari e montane poste nel settore più settentrionale della regione. Attraverso
l’erosione e la degradazione dei suoli e dei minerali contenenti arsenico, avviene la
diffusione dell’elemento nelle fasce pedemontane e da qui, per mezzo del trasporto
meccanico operato dai principali corsi d’acqua avviene il trasferimento della sostanza
nella matrice dei sedimenti. I risultati dell’indagine ARPAV portano alla tabella seguente
dove vengono riportati i valori di fondo dei diversi elementi inquinanti tra i quali
l’arsenico.
Sulla base di tali studi si puo’ ritenere che il valore di arsenico individuato nei campioni
delle terre di scavo in oggetto, superiore al valore soglia pari a 20 mg/kg, risulta di natura
endemica. Sulla base delle indicazioni riportate nel DM 10 agosto 2012 n.161 e
dall’esame delle risultanze delle analisi di laboratorio effettuate sui campioni di terreno in
oggetto, oltre alle considerazioni sopra riportate, le terre e rocce da scavo risultanti dalle
operazioni di scavo per la realizzazione delle opere relative alla nuova pista
ciclopedonale, all’allargamento della sede stradale dell’SP34, alla realizzazione delle
nuove reti fognarie nel Comune di Cadoneghe sono utilizzabili per:
• Realizzazione di sottofondi e rilevati stradali, arginature di corsi d’acqua;
• Impianti industriali nei quali le caratteristiche fisiche e chimiche del materiale
vengono sostanzialmente modificate nell’ambito del processo produttivo per la
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realizzazione di prodotti o manufatti merceologicamente ben distinti dalle terre e
rocce di partenza.
Inoltre avendo dimostrato che la presenza dell’Arsenico è dovuta a fenomeni naturali,
l’utilizzo delle terre e rocce da scavo è consentito in qualsiasi sito, nel rispetto della
compatibilità dei maggiori valori rilevati con i corrispondenti valori rilevati nel luogo di
destinazione.
6.- RECEPIMENTO INDICAZIONI PIANO DI SICUREZZA Si precisa che:
• I materiali derivanti dalle operazioni di scavo dovranno essere depositati, anche
in via temporanea, in maniera tale da garantire la sicurezza degli operatori
addetti
• Le terre e rocce da scavo non reimpiegate all’interno dell’area di cantiere
potranno essere trasportate presso la discarica di rifiuti inerti indicata, posta ad
una distanza di circa 8.5 km dall’area di cantiere o eventuale altro riutilizzo a
seguito di analisi sulle terre e rocce da scavo.
Per il conferimento a discarica il riutilizzo in altri siti, sono state effettuate apposite
indagini sulle terre e rocce da scavo, allegate alla presente relazione, che riportano la
conformità dei parametri ai limiti previsti dal D. L.vo n.152/06, All.2 al Titolo V, Tabella 1,
Colonna A (siti ad uso Verde pubblico, privato e residenziale) e Colonna B (siti ad uso
Commerciale e Industriale).
7.- INDIVIDUAZIONE DEI PERCORSI PREVISTI Il percorso relativo al trasporto del materiale da scavo all’interno dellarea di cantiere sarà
costituito dall’asse stradale della SP34 sul quale insisteranno le opere di progetto: tale
tratto di strada compreso tra l’incrocio con via Belvedere a sud e la nuova rotonda con la
strada a servizio dell’area artigianale a nord, verrà chiuso al traffico e utilizzato quale
percorso di cantiere per la movimentazione dei materiali e del materiale di scavo e
rinterro.
Rovigo li, 16.02.2017
Ing. David Voltan
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H:\02_LAVORI\SST_0005_PROG_SP34_CADONEGHE_2015\30_ESE\ALL_1-6_TERRE E ROCCE DA SCAVO.doc
STUDIO VOLTAN INGEGNERIA - 12 - Rovigo – Via L. Einaudi n.24 - 45100 Tel. fax +39 0425 475433 – Mob +39 347 6412123 Mail [email protected] Web http://www.webalice.it/studiovoltan/
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