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INGEGNERE DAVID VOLTAN PROGETTAZIONE E D.L. OPERE IDRAULICHE CIVILI E IMPIANTISTICHE SST_0005_PIANO UTILIZZO TERRE E ROCCE DA SCAVO H:\02_LAVORI\SST_0005_PROG_SP34_CADONEGHE_2015\30_ESE\ALL_1-6_TERRE E ROCCE DA SCAVO.doc STUDIO VOLTAN INGEGNERIA - 0 - Rovigo – Via L. Einaudi n.24 - 45100 Tel. fax +39 0425 475433 – Mob +39 347 6412123 Mail [email protected] Web http://www.webalice.it/studiovoltan/ S V I SOMMARIO 1.- PREMESSE ....................................................................................................................... - 1 - 2.- VOLUMI DI SCAVO .......................................................................................................... - 1 - 3.- INQUADRAMENTO NORMATIVO ................................................................................... - 2 - 4.- PIANO DI RIUTILIZZO ..................................................................................................... - 2 - 5.- MODALITÀ DI ESECUZIONE E RISULTANZE ............................................................... - 4 - 5.1 PROCEDURE DI CAMPIONAMENTO .................................................................................................................... - 4 - 5.2 PROCEDURE DI CARATTERIZZAZIONE CHIMICO FISICHE E ACCERTAMENTO DELLE QUALITADEI MATERIALI .............. - 4 - 6.- RECEPIMENTO INDICAZIONI PIANO DI SICUREZZA .................................................. - 8 - 7.- INDIVIDUAZIONE DEI PERCORSI PREVISTI ................................................................ - 8 -

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SOMMARIO

1.- PREMESSE ....................................................................................................................... - 1 -

2.- VOLUMI DI SCAVO .......................................................................................................... - 1 -

3.- INQUADRAMENTO NORMATIVO ................................................................................... - 2 -

4.- PIANO DI RIUTILIZZO ..................................................................................................... - 2 -

5.- MODALITÀ DI ESECUZIONE E RISULTANZE ............................................................... - 4 -

5.1 PROCEDURE DI CAMPIONAMENTO .................................................................................................................... - 4 -

5.2 PROCEDURE DI CARATTERIZZAZIONE CHIMICO FISICHE E ACCERTAMENTO DELLE QUALITA’ DEI MATERIALI .............. - 4 -

6.- RECEPIMENTO INDICAZIONI PIANO DI SICUREZZA .................................................. - 8 -

7.- INDIVIDUAZIONE DEI PERCORSI PREVISTI ................................................................ - 8 -

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1.- PREMESSE L’intervento oggetto del presente progetto prevede la realizzazione dell’allargamento

della sede stradale della Strada Provinciale n° 34 “delle Centurie” nel Comune di

Cadoneghe (PD) nel tratto compreso tra il ponte Dea Sota e la nuova rotatoria della

nuova strada di collegamento con la zona industriale, la realizzazione di una pista ciclo-

pedonale sul lato ovest della carreggiata in tale tratto, la realizzazione di un tratto di

pista ciclo pedonale nel tratto compreso tra la rotonda con via Belvedere e la zona

residenziale di via Roma, la realizzazione di un nuovo attraversamento fluviale in

corrispondenza del corso d’acqua Rio dell’Arzere in sostituzione all’attuale ponte “Dea

Sota”.

Il presente documento è finalizzato alla descrizione delle modalità operative che saranno

adottate per il corretto utilizzo delle terre e rocce da scavo prodotte dagli scavi.

2.- VOLUMI DI SCAVO I volumi di scavo netti derivanti dalla realizzazione dei manufatti sopra indicati risultano

pari a:

VOLUMI DI SCAVO NETTI

NUOVA INALVEAZIONE E TOMBINATURA RIO DELL’ARZERE VOLUME

Scavo di scotico fondo alveo Rio dell’Arzere 270 m³

Scavo nuova inalveazione Rio dell’Arzere 1080 m³

Scavo nuova inalveazione scolo Pioga 160 m³

Scavo nuove scoline 127,12 m³

Scavo messa a nudo ponte esistente e nuove tubazioni di collegamento 856,620 m³

Scavo per realizzazione nuovo ponte 770 m³

Scavo realizzazione pista ciclabile 348,15 m³

TOTALE VOLUME SCAVO 3.611,87 m³

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VOLUMI DI MATERIALE FRESATO

Fresature stradali 88,48 m³

3.- INQUADRAMENTO NORMATIVO Cantiere di piccole dimensioni Ai sensi della Legge 11 novembre 2014, n. 164, relativa alle disposizioni di riordino e di

semplificazione della disciplina inerente la gestione delle terre e rocce da scavo,

l’intervento in oggetto è definito “cantiere di piccole dimensioni” in cui sono prodotte terre

e rocce da scavo in quantità non superiori a 6.000 mc”.

Classificazione delle terre

Ai sensi dell’art. 184-bis comma 1 del D. Lgs. 152/2006 e s.m.i., è classificato

sottoprodotto e non rifiuto qualsiasi sostanza od oggetto che soddisfa tutte le seguenti

condizioni:

a) la sostanza o l’oggetto è originato da un processo di produzione, di cui costituisce parte

integrante, e il cui scopo primario non è la produzione di tale sostanza od oggetto;

b) è certo che la sostanza o l’oggetto sarà utilizzato, nel corso dello stesso o di un successivo

processo di produzione o di utilizzazione, da parte del produttore o di terzi;

c) la sostanza o l’oggetto può essere utilizzato direttamente senza alcun ulteriore trattamento

diverso dalla normale pratica industriale;

d) l’ulteriore utilizzo è legale, ossia la sostanza o l’oggetto soddisfa, per l’utilizzo specifico, tutti i

requisiti pertinenti riguardanti i prodotti e la protezione della salute e dell’ambiente e non

porterà a impatti complessivi negativi sull’ambiente o la salute umana.

Ai sensi dell’art. 185 comma 1 lett. c) del D. Lgs. 152/2006 e s.m.i.,, non rientrano nel

campo di applicazione della parte quarta del decreto stesso, “il suolo non contaminato e

altro materiale allo stato naturale escavato nel corso di attività di costruzione, ove sia

certo che esso verrà riutilizzato a fini di costruzione allo stato naturale e nello stesso sito

in cui è stato escavato;”

L’intervento in oggetto prevede la produzione di materiale di scavo classificabile come

sottoprodotto ai sensi dell’art. 184-bis comma 1 del D. Lgs. 152/2006 e s.m.i.. Parte di esso

sarà riutilizzato allo stato naturale in situ così come espresso dall’art. 185 comma 1 lett. c)

dello stesso decreto. Nel paragrafo successivo sarà evidenziato il piano di riutilizzo.

4.- PIANO DI RIUTILIZZO Come evidenziato in premessa, per la realizzazione dell’opera in oggetto, è previsto che

le terre e rocce provenienti dagli scavi di cantiere, in parte siano riutilizzati all’interno del

cantiere stesso e in parte trasportate in discarica o ad altro utilizzo previa analisi.

Produzione di terre e rocce da scavo non contaminate e riutilizzate allo stato naturale in

situ, pertanto escluse dal campo di applicazione della parte IV del D.Lgs. 152/2006, art.

185 comma 1, lett. c)

E’ previsto il riutilizzo delle terre allo stato naturale in situ per la formazione dei seguenti

terrapieni e rispettive volumetrie:

VOLUMI DI TERRA RIUTILIZZATI IN CANTIERE VOLUME

Tombamento scolo Rio dell’Arzere tracciato abbandonato 1080 m³

Tombamento scolo Pioga tracciato abbandonato 160 m³

Tombamento scavi tubazioni 776,60 m³

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Formazione di ture e sagomature 80 m³

Rinterro nuovo ponte 369 m³

TOTALE VOLUME RIUTILIZZATO 2.465,60 m³

Tale volumetria riutilizzata in situ è esclusa dal campo di applicazione della parte IV del

D.Lgs. 152/2006, art. 185 comma 1, lett. c), trattandosi di terre non contaminate come

evidenziato dalle indagni in situ allegate alla presente relazione.

A) Deposito temporaneo interno all’area di cantiere

Durante le lavorazioni si prevede altresì la realizzazione di un deposito temporaneo delle

terre di scavo per un volume pari a 1.146,27 m³. Tale deposito verrà realizzato all’interno

dell’area di cantiere. Tale deposito temporaneo verrà trasportato a discarica secondo il

cronoprogramma dei lavori che redigerà l’impresa Appaltatrice.

B) Produzione di terre e rocce da scavo con il riutilizzo fuori sito sottoposte al regime di

cui all’art.184 bis del D.Lgs. 152/06, in quanto le opere non sono soggette a VIA o AIA,

ovvero per quantità inferiori o uguali a mc. 6.000

Le terre e rocce da scavo non reimpiegate all’interno dell’area di cantiere potranno

essere trasportate presso discarica autorizzata. In questa fase è stata individuata la Ditta

Bugno Luciano S.r.l. operante nello stabilimento ubicato in Comune di Vigonza in Via

Bazabò (distanza circa 8.5 km dal cantiere), che potrebbe recepire il materiale derivante

dagli scavi e dalla fresatura del manto stradale per il riutilizzo nei processi produttivi

della medesima. Le quantità sopra indicate sono quelle desumibili dai computi metrici

prodotti a corredo del progetto. Le quantità definitive effettivamente utilizzate nei siti

sopra indicati saranno dichiarate dal direttore dei lavori sulla base della documentazione

fornita dal soggetto che eseguirà materialmente i lavori. Tali terre e rocce da scavo sono

classificabili come sottoprodotto ai sensi dell’art. 184 bis del D. Lgs. 152/06.

VOLUMI A DISCARICA VOLUME

Terre e rocce da scavo 1146,27 m³

Materiale di fresatura 88,48 m³

TOTALE VOLUME RIUTILIZZATO 1.234,75 m³

Localizzazione discarica di Vigonza via Bazabo’ (PD)

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5.- MODALITÀ DI ESECUZIONE E RISULTANZE

5.1 PROCEDURE DI CAMPIONAMENTO

Nella presente fase di progettazione vengono eseguite, a cura della Committente, le

procedure di campionamento e di analisi dei materiali da scavo secondo quanto indicato

nel DM 10 agosto 2012 n.161. La caratterizzazione ambientale è stata eseguita a

campagna mediante scavi esplorativi (pozzetti o trincee) ed in sede stradale con

sondaggi a carotaggio così come espressamente richiamato all’allegato n.2 del DM n.

161 /2012. La densità dei punti di indagine nonché la loro ubicazione è basata su un

modello concettuale preliminare delle aree (campionamento ragionato) considerando

che l’opera in oggetto si sviluppa in senso longitudinale per una lunghezza complessiva

di circa 400 metri. Come indicato dal DM del 10 agosto 2012 n.161 nel caso di opere

infrastrutturali lineari, il campionamento è stato effettuato almeno ogni 500 metri lineari di

tracciato, in numero minimo pari a 3 e in ogni caso si è effettuato un campionamento ad

ogni variazione significativa di litologia. La profondità d’indagine è stata determinata in

base alle profondità previste degli scavi per la posa delle condotte fognarie. I campioni

sottoposti ad analisi chimico-fisiche sono stati prelevati alle seguenti quote:

• campione 1: da 0 a 1 m dal piano campagna;

• campione 2: nella zona di fondo scavo circa -2.4 metri dal piano campagna;

• campione 3: nella zona intermedia tra i due;

5.2 PROCEDURE DI CARATTERIZZAZIONE CHIMICO FISICHE E

ACCERTAMENTO DELLE QUALITA’ DEI MATERIALI

Le procedure di caratterizzazione ambientale dei materiali di scavo di cui all’art. 1,

comma 1, lett. b) del Regolamento, incluso il materiale di origine antropica fino alla

percentuale massima del 20% in massa, sono di seguito riportate:

• I campioni da portare in laboratorio o da destinare ad analisi in campo sono privi

della frazione maggiore di 2 cm (da scartare in campo) e le determinazioni

analitiche in laboratorio vengono condotte sull’aliquota di granulometria inferiore

a 2 mm.

• La concentrazione del campione viene determinata riferendosi alla totalità dei

materiali secchi, comprensiva anche dello scheletro campionato (frazione

compresa tra 2 cm e 2 mm).

Il set di parametri analitici ricercati è definito in base alle possibili sostanze ricollegabili

alle attività antropiche svolte sul sito o nelle sue vicinanze, ai parametri caratteristici di

eventuali pregresse contaminazioni, di potenziali anomalie del fondo naturale, di

inquinamento diffuso, nonché di possibili apporti antropici legati all’esecuzione

dell’opera. Il set analitico minimale considerato è quello riportato in Tabella 4.1. I

parametri considerati sono i seguenti:

• Arsenico;

• Cadmio;

• Cromo esavalente;

• Cromo totale;

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• Nichel;

• Piombo;

• Rame;

• Zinco;

• Idrocarburi pesanti C>12;

• PCB;

• Composti aromatici policiclici IPA;

I risultati delle analisi sui campioni vengono confrontati con le Concentrazioni Soglia di

Contaminazione di cui alle colonne A e B Tabella 1 allegato 5, al titolo V parte IV del

decreto legislativo n. 152 del 2006 e s.m.i., con riferimento alla specifica destinazione

d’uso urbanistica. Dall’analisi dei dati riportati nell’allegato 1 al presente Piano di Utilizzo

si evidenzia che nel complesso vi è assenza di contaminazione da parte di metalli,

idrocarburi, comporti aromatici policiclici e PCB con riferimento ai limite definiti in Tabella

1 – Colonna A – alleg. 5 - parte IV - titolo V D. Lgs 152 del 2006 (Norme in materia

ambientale). Si evidenzia il superamento della concentrazione di Arsenico nei campioni

rilevati (pari a 21.3 mg/kg e 32.1 mg/kg). Il superamento dei limiti di concentrazione

tabellari per l’elemento arsenico, nel sito del Comune di Cadoneghe è da imputare a

fenomeni naturali presenti nei terreni della Provincia di Padova. Tale affermazione deriva

da diversi studi e pubblicazioni redati in merito, tra i quali è stato preso come esempio lo

studio realizzato da ARPAV intitolato “Fondo naturale dei metalli pesanti del Consorzio

Sinistra Medio Brenta” Consorzio di Bonifica che ricomprende il territorio del Comune di

Cadoneghe.

L’arsenico è un elemento chimico ampiamente diffuso in natura e distribuito su tutta la

crosta terrestre. Per le sue caratteristiche chimico-fisiche viene definito un metalloide e

fa parte degli elementi del V gruppo, che pur non essendo metalli, ne rispecchiano

alcuni aspetti; può presentare gli stati di ossidazione +5, +3, 0 e –3, ma in natura

assume solitamente valenza +3 e +5, a seconda delle condizioni redox dell’ambiente in

cui si trova: in condizioni riducenti è specie dominante l’arsenito (As(III)), mentre risulta

stabile l’arsenato (As(V)) in condizioni ossidanti. Secondo la classificazione di Goldsmith

l’Arsenico è un elemento calcofilo ed è presente in più di 250 specie mineralogiche,

solitamente associato allo zolfo e ad altri metalli; le combinazioni più diffuse sono

l’arsenopirite (FeAsS), i solfuri di arsenico come realgar (AsS) e orpimento (As2S3),

arseniuri o solfoarseniuri come la Lollingite (FeAs2) e la Skutteridite ((Ni,Co,Fe)As2).

Nelle rocce, sebbene sia diffuso mediamente con concentrazioni pari a 1,8 mg/kg nella

crosta terrestre, la sua abbondanza nei diversi litotipi è estremamente variabile e non

sempre dipendente dalla composizione delle rocce madri, tanto che si trovano tracce

dell’elemento sia in formazioni ignee,

che metamorfiche, che sedimentarie. Nelle rocce a genesi magmatica si trova in

concentrazioni maggiori nei basalti (0,18-113 mg/kg), in quelle di tipo metamorfico nelle

filliti (0,5-143 mg/kg), mentre in quelle di origine sedimentaria è più diffuso nelle argilliti di

origine marina (3-490 mg/kg) e in quelle bituminose (100-900 mg/kg), nelle arenarie

(0,6-120 mg/kg), nei sedimenti carboniferi (0,3-35000 mg/kg) ed in quelli ricchi di ferro

(1- 2900 mg/kg). Inoltre, molte formazioni contenenti arsenico si distinguono per una

estensiva mineralizzazione idrotermale: il vapore acqueo risalendo verso la superficie si

raffredda e, passando allo stato liquido, deposita parte dei minerali di cui è composto,

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formando filoni e concrezioni tipiche in cui solitamente cristallizzano molti solfuri tra cui

arsenopirite (FeAsS), sfalerite (ZnS), pirite (FeS2), galena (PbS) e cinabro (HgS) in

associazione ad altri minerali come fluorite (CaF2), siderite (FeCO3), baritina (BaSO4) e

quarzo (SiO2). Successivamente la risalita in superficie di acque che lisciviano queste

formazioni, origina sorgenti idrotermali; i suoli in prossimità delle stesse presentano

elevate concentrazioni di arsenico (2-8000 mg/kg).

Fonti naturali di arsenico e principali linee di distribuzione in Veneto (da ARPAV)

Nelle acque l’arsenico presenta una moderata mobilità in quanto, se si esclude la co-

precipitazione legata ad idrossidi di ferro, non subisce fenomeni di precipitazione o di

adsorbimento di rilievo. Nelle acque dolci superficiali la sua concentrazione è compresa

di norma tra 0,05 e 1,00 μg/l, tuttavia nel caso di fiumi che attraversano aree minerarie,

o che hanno origine da sorgenti geotermali o da sorgenti profonde che lisciviano rocce di

tipo vulcanico15, i valori possono essere sensibilmente più elevati, arrivando a

concentrazioni di oltre 20 mg/l. Analoghe considerazioni sono valide per le acque

sotterranee, le quali presentano tenori medi di arsenico che si aggirano attorno a 1 μg/l,

salvo presentare anomalie marcate in acquiferi geotermali o in acquiferi isolati sotto coltri

sedimentarie delle pianure alluvionali, oppure in aree soggette ad intensa attività

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antropica, come insediamenti industriali o minerari dove le concentrazioni di arsenico

arrivano in taluni casi oltre gli 800 mg/l. I campioni effettuati da ARPAV nello studio

sopra citato, sono stati effettuali su suoli che non hanno subito influenze antropiche;

sono stati prelevati dall’orizzonte superficiale e da orizzonti profondi; la concentrazione

di metalli dello strato profondo è stata utilizzata per determinare il valore di fondo

naturale, mentre la concentrazione derivante dai campioni superficiali è determinata

dalla concentrazione di fondo naturale e da apporti derivanti da deposizioni

atmosferiche, pratiche di fertilizzazione o difesa antiparassitaria. In Veneto l’arsenico è

presente naturalmente in gran parte del territorio e la sua presenza è riconducibile

principalmente ai processi di alterazione naturale delle rocce madri, ubicate nelle aree

collinari e montane poste nel settore più settentrionale della regione. Attraverso

l’erosione e la degradazione dei suoli e dei minerali contenenti arsenico, avviene la

diffusione dell’elemento nelle fasce pedemontane e da qui, per mezzo del trasporto

meccanico operato dai principali corsi d’acqua avviene il trasferimento della sostanza

nella matrice dei sedimenti. I risultati dell’indagine ARPAV portano alla tabella seguente

dove vengono riportati i valori di fondo dei diversi elementi inquinanti tra i quali

l’arsenico.

Sulla base di tali studi si puo’ ritenere che il valore di arsenico individuato nei campioni

delle terre di scavo in oggetto, superiore al valore soglia pari a 20 mg/kg, risulta di natura

endemica. Sulla base delle indicazioni riportate nel DM 10 agosto 2012 n.161 e

dall’esame delle risultanze delle analisi di laboratorio effettuate sui campioni di terreno in

oggetto, oltre alle considerazioni sopra riportate, le terre e rocce da scavo risultanti dalle

operazioni di scavo per la realizzazione delle opere relative alla nuova pista

ciclopedonale, all’allargamento della sede stradale dell’SP34, alla realizzazione delle

nuove reti fognarie nel Comune di Cadoneghe sono utilizzabili per:

• Realizzazione di sottofondi e rilevati stradali, arginature di corsi d’acqua;

• Impianti industriali nei quali le caratteristiche fisiche e chimiche del materiale

vengono sostanzialmente modificate nell’ambito del processo produttivo per la

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realizzazione di prodotti o manufatti merceologicamente ben distinti dalle terre e

rocce di partenza.

Inoltre avendo dimostrato che la presenza dell’Arsenico è dovuta a fenomeni naturali,

l’utilizzo delle terre e rocce da scavo è consentito in qualsiasi sito, nel rispetto della

compatibilità dei maggiori valori rilevati con i corrispondenti valori rilevati nel luogo di

destinazione.

6.- RECEPIMENTO INDICAZIONI PIANO DI SICUREZZA Si precisa che:

• I materiali derivanti dalle operazioni di scavo dovranno essere depositati, anche

in via temporanea, in maniera tale da garantire la sicurezza degli operatori

addetti

• Le terre e rocce da scavo non reimpiegate all’interno dell’area di cantiere

potranno essere trasportate presso la discarica di rifiuti inerti indicata, posta ad

una distanza di circa 8.5 km dall’area di cantiere o eventuale altro riutilizzo a

seguito di analisi sulle terre e rocce da scavo.

Per il conferimento a discarica il riutilizzo in altri siti, sono state effettuate apposite

indagini sulle terre e rocce da scavo, allegate alla presente relazione, che riportano la

conformità dei parametri ai limiti previsti dal D. L.vo n.152/06, All.2 al Titolo V, Tabella 1,

Colonna A (siti ad uso Verde pubblico, privato e residenziale) e Colonna B (siti ad uso

Commerciale e Industriale).

7.- INDIVIDUAZIONE DEI PERCORSI PREVISTI Il percorso relativo al trasporto del materiale da scavo all’interno dellarea di cantiere sarà

costituito dall’asse stradale della SP34 sul quale insisteranno le opere di progetto: tale

tratto di strada compreso tra l’incrocio con via Belvedere a sud e la nuova rotonda con la

strada a servizio dell’area artigianale a nord, verrà chiuso al traffico e utilizzato quale

percorso di cantiere per la movimentazione dei materiali e del materiale di scavo e

rinterro.

Rovigo li, 16.02.2017

Ing. David Voltan

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PROGETTAZIONE E D.L. OPERE IDRAULICHE CIVILI E IMPIANTISTICHE SST_0005_PIANO UTILIZZO TERRE E ROCCE DA SCAVO

H:\02_LAVORI\SST_0005_PROG_SP34_CADONEGHE_2015\30_ESE\ALL_1-6_TERRE E ROCCE DA SCAVO.doc

STUDIO VOLTAN INGEGNERIA - 9 - Rovigo – Via L. Einaudi n.24 - 45100 Tel. fax +39 0425 475433 – Mob +39 347 6412123 Mail [email protected] Web http://www.webalice.it/studiovoltan/

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