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Studio Preliminare Ambientale
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Documento redatto da: Ing. M.L.Brau Collaborazione Essei Servizi s.r.l. Società di Ingegneria – Ing. P.B. Brau – Dott. Vincenzo Solinas
SCHEDA GENERALE DI SINTESI PROGETTO: REALIZZAZIONE DI UNA CENTRALE FOTOVOLTAICA DA ≈ 5 MWp
suddivisa su 5 campi da ≈ 1 MWp ciascuno
INQUADRAMENTO: ZONA INDUSTRIALE DEL COMUNE DI BITTI (NU)
Reg. Birchili – Lotto individuato al Catasto terreni al Fg.48- p.lla 140 (ex 28)
Lat. ≈ 40° 29’ 18” Lon. ≈ 9° 21’ 11”
PROPONENTE: SOCIETA’ E.R. ITALY s.r.l. Sede amministrativa: Via Cuneo, 5
09126 CAGLIARI C.F. e n. di iscrizione del Registro delle Imprese di Cagliari: 03364620926 REA: 265755
Disponibilità del sito: Atto di “Costituzione di diritto di superficie soggetta al preventivo ottenimento delle autorizzazioni necessarie alla realizzazione di
impianti fotovoltaici” stipulato tra la società proponente e il proprietario del sito oggetto di intervento
POTENZA MASSIMA IMPIANTO: 4.984 kwp (4,984 MWp)
1
POTENZA MASSIMA Campo: 1.036,00 kWp (≈ 1,036 MWp) Suddivisione in campi
- Campo 1 996,80 kWp (≈ 0,997 MWp) - Campo 2 996,80 kWp (≈ 0,997 MWp) - Campo 3 957,60 kWp (≈ 0,958 MWp) - Campo 4 996,80 kWp (≈ 0,997 MWp) - Campo 5 1.036,00 kWp (≈ 1,036 MWp)
1 (dato derivante dalla potenza indicata nella domanda di connessione)
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STUDIO PRELIMINARE AMBIENTALE
INDICE
1. PREMESSA 2. INQUADRAMENTO NORMATIVO 3. QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO..
3.1 INQUADRAMENTO URBANISTICO E GEOGRAFICO
3.2 INQUADRAMENTO CATASTALE 3.3 VINCOLI PAESAGGISTICI STORICI E AMBIENTALI.
3.4 INSERIMENTO NEL PIANO STRALCIO PER L’ASSETTO IDROGEOOGICO 3.5 CONCLUSIONI SUL QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO
4. QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE................................................................................... 4.1 DESCRIZIONE DELL’INTERVENTO
4.2 STRUTTURA DI SOSTEGNO DEI MODULI 4.3 ARCHITETTURA DEL GENERATORE FOTOVOLTAICO 4.4 PANNELLI FOTOVOLTAICI
4.5 SISTEMA DI CONVERSIONE DELLA CORRENTE CONTINUA IN CORRENTE ALTERNATA
5. QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE.......................................................................................
5.1 STATO DI FATTO E STATO DI PROGETTO DELLA ZONA D’INTERVENTO 5.2 CARATTERISTICHE CLIMATICHE, CARATTERI GEOLOGICI, GEOMORFOLOGICI e IDROGEOLOGICI 5.3 AREE DI PREGIO AMBIENTALE............................................................................................................. 5.4 ANALISI DEGLI IMPATTI ATTESI...............................................................................................................
5.4. 1 Analisi dell’impatto visivo e opere di compensazione (con foto simulazioni e rendering) 5.4.2 Analisi degli altri impatti
5.4.2.1 Produzione dei Componenti 5.4.2.2 Installazione degli impianti....................................... 5.4.2.3 Utilizzo di macchine operatrici e mezzi di trasporto............................... 5.4.2.4 Produzione di rumore e polveri......................................................................... 5.4.2.5 Produzione di rifiuti (materiali di imballaggio) e scarti di lavorazione 5.4.2.6 Materiali di risulta..................................................... 5.4.2.7 Utilizzo del Territorio............................................................... 5.4.2.8 Esercizio................................................................................. 5.4.2.8.1 Impatto sulla flora...........
5.4.2.8.2 Impatto sulla fauna 5.4.2.9 Durata e Reversibilità dell’Impatto...................... 5.4.2.10 Mitigazione degli impatti........................................................... 5.4.2.11 Campi elettromagnetici ........................................................
6. PIANO DI DISMISSIONE DELL’IMPIANTO.........................................................................
7. COMPUTO METRICO INDICATIVO DEI LAVORI DI SMANTELLAMENTO DELL’IMPIANTO.................. 8 CONCLUSIONI
8.1 ASPETTI AMBIENTALI DELL’INTERVENTO 8.2 UTILIZZO DEL TERRITORIO 8.3 HABITAT NATURALE
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1 PREMESSA
La presente relazione è parte integrante dello Studio Preliminare Ambientale associato alla richiesta di
Autorizzazione Unica e alla contestuale procedura di verifica di assoggettabilità alla Valutazione di Impatto
Ambientale dell’intervento di realizzazione di un parco solare fotovoltaico, da realizzarsi nella zona
Industriale del comune di Bitti (NU). Sull’area sussiste un diritto di superficie da parte della società E.R.
ITALY s.r.l., che è il proponente l’intervento.
L’impianto fotovoltaico sarà installato su opportune strutture di sostegno appositamente progettate e
realizzate; le modalità di installazione, prevedono la realizzazione di un impianto poggiato sul terreno,
ascrivibile alla categoria altri impianti fotovoltaici, secondo quanto previsto dal Decreto del Ministero dello
Sviluppo Economico del 5 maggio 2011 recante “Incentivazione della produzione di energia elettrica da
impianti solari fotovoltaici” pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n.109 del 12/05/2011 (Quarto conto energia).
Non si prevede la realizzazione di particolari volumetrie, fatte salve quelle associate ai poli tecnici,
indispensabili per la realizzazione dell’impianto fotovoltaico, oltre alla realizzazione di un locale da adibire a
guardiania.
Il presente progetto viene redatto in conformità alle disposizioni della normativa vigente,
nazionale e della Regione Autonoma della Sardegna, con particolare riferimento alle Delibere della
Giunta Regionale n. 24/23 del 23/04/2008, n° 30/02 del 23/05/2008 e relativi allegati, e al D.
Lgs.152/2006, e s.m.i.
In particolare l’allegato IV alla Parte Seconda del D. Lgs. L.152/2006, relativo a Progetti sottoposti alla Verifica di assoggettabilità di competenza delle regioni e delle province autonome di Trento e Bolzano,
riporta al punto 2: “2. Industria energetica ed estrattiva …………. c) impianti industriali non termici per la produzione di energia, vapore ed acqua calda con potenza complessiva superiore a 1 MW; (lettera così modificata dall'art. 27, comma 42, della legge n. 99 del 2009) …………………”
Inoltre la Delibera G.R. n. 24/23, ancorchè non abbia recepito le modifiche introdotte dall'art. 27, comma 42, della
legge n. 99 del 2009, assoggetta alla procedura di verifica (screening), i progetti di cui agli Allegati B.1, B.2 e B.3, che non ricadono all’interno di aree naturali protette.
Nell’allegato B2 al punto 2 c) si ha:
“…………. 2. INDUSTRIA ENERGETICA ED ESTRATTIVA c) impianti industriali non termici per la produzione di energia, vapore ed acqua calda;
Pertanto dall’esame delle suddette norme, dato che il sito su cui sorgerà l’impianto non ricade in aree naturali protette si ha che:
l’impianto, avente una potenza complessiva superiore a 1 MW, è assoggettato alla procedura di verifica (screening) di assoggettabilità a valutazione di impatto ambientale.
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In tal caso l’art. 6 dell’Allegato B alla Delib. G.R. n. 24/23 del 23/04/2008, che rinvia al già citato Allegato IV, prevede la trasmissione all’autorità competente dei seguenti documenti:
- il progetto preliminare - lo studio preliminare ambientale - scheda SAVI (All. B3) - documentazione contenente la simulazione grafica, fotografica e/o multimediale di
inserimento visivo nel contesto territoriale dell’intervento.
Inoltre ai sensi di quanto stabilito dal D.M. 10/09/2010 “Linee guida per l’autorizzazione degli
impianti alimentati da fonti rinnovabili” recepite dalla Regione Autonoma della Sardegna, nella Delib.
G.R. n. 27/16 del 01/06/2011, la realizzazione in oggetto è soggetta ad autorizzazione unica e in tale
procedimento confluisce anche la presente procedura di verifica. Alcuni contenuti, previsti nella normativa,
come facenti parte del presente studio sono approfonditi in appositi elaborati ai quali si rimanderà nel
proseguo della trattazione. In questo contesto la normativa prevede un livello di progettazione definitiva.
Il presente elaborato nello specifico individua e valuta i principali effetti che l’intervento proposto può
indurre sull’ambiente.
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2 INQUADRAMENTO NORMATIVO
Leggi e norme di riferimento per l’ammissione alle tariffe incentivanti
D.M. 5 maggio 2011
Il Ministro Dello Sviluppo Economico
di concerto con il Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio
e del Mare
Incentivazione della produzione di energia elettrica da impianti solari fotovoltaici (Quarto Conto Energia per il fotovoltaico)
D.M. 10 Settembre
2010
Il Ministro Dello Sviluppo Economico
di concerto con il Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio
e del Mare
Linee guida per il procedimento di cui all’articolo 12 del decreto legislativo 29 dicembre 2003, n. 387 per l’autorizzazione alla costruzione e all’esercizio di impianti di produzione di elettricità da fonti rinnovabili nonché linee guida tecniche per gli impianti stessi.
D.M. 6 agosto 2010
Il Min. Sviluppo Economico di concerto
con il Min. dell’Ambiente e della Tutela del
Territorio e del Mare
Incentivazione della produzione di energia elettrica mediante conversione fotovoltaica della fonte solare.
D.M. 19 Febbraio 2007
Ministero Attività Produttive e Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio
Criteri e modalità per incentivare la produzione di energia elettrica mediante conversione fotovoltaica della fonte solare, in attuazione dell’articolo 7 del decreto legislativo 29 dicembre 2003, n. 387.
D.Lgs. 387 Dicembre 2003
Attuazione della direttiva 2001/77/CE relativa alla promozione dell’energia elettrica prodotta da fonti energetiche rinnovabili nel mercato interno dell’energia.
Delibera 28/06
Autorità per l’Energia Elettrica ed il Gas
Condizioni tecnico economiche del servizio di scambio sul posto dell'energia elettrica prodotta da impianti alimentati da fonti rinnovabili di potenza nominale non superiore a 20 kW, ai sensi dell'articolo 6 del D.Lgs. 29 dicembre 2003, n. 387”.
Delibera 188/05
Autorità per l’Energia Elettrica ed il Gas
Definizione del soggetto attuatore e delle modalità per l’erogazione delle tariffe incentivanti degli impianti fotovoltaici, in attuazione dell’articolo 9 del decreto del ministro delle attività produttive, di concerto con il ministro dell’ambiente e della tutela del territorio, 28 luglio 2005.
Delibera Arg. Elt 99/08
Autorità per l’Energia Elettrica ed il Gas
Testo integrato delle condizione tecniche ed economiche per la connessione alle reti elettriche con obbligo di connessione di terzi degli impianti di produzione di energia elettrica (Testo integrato delle connessioni attive – TICA)
Delibera 161/08
Autorità per l’Energia Elettrica ed il Gas
Modificazioni della deliberazione dell’Autorità per l’energia elettrica ed il gas 13 aprile 2007, n° 90/07, in materia di incentivazione della produzione di energia elettrica da impianto fotovoltaici.
Delibera Arg. Elt 179/08
Autorità per l’Energia Elettrica ed il Gas
Modifiche e integrazioni alle deliberazioni dell’Autorità per l’energia elettrica e il gas ARG/elt 99/08 e n. 281/05 in materia di condizioni tecniche ed economiche per la connessione alle reti elettriche con obbligo di connessione di terzi degli impianti di produzione di energia elettrica
Delibera 90/07 Autorità per l’Energia
Elettrica ed il Gas
Attuazione del Decreto del Ministro dello Sviluppo Economico, di concerto con il Ministro dell’Ambiente e della tutela del Territorio e del Mare 19 Febbraio 2007, ai fini dell’incentivazione della produzione di energia elettrica mediante impianti fotovoltaici.
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Leggi e norme tecniche di riferimento per l’esecuzione degli impianti elettrici
CEI 64-8 Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000 V in corrente alternata e a 1500 V in corrente continua;
CEI 11-20 Impianti di produzione di energia elettrica e gruppi i continuita' collegati a reti di I e II categoria;
CEI EN 60439
CEI 17-13 Apparecchiature assiemate di protezione e di manovra per bassa tensione (quadri BT)
CEI EN 60439-1
CEI 17-13/1):
Apparecchiature soggette a prove di tipo (AS) e apparecchiature parzialmente soggette a prove di tipo (ANS);
CEI EN 60439-2
CEI 17-13/2 Prescrizioni particolari per i condotti sbarre;
CEI EN 60439-
CEI 17-13/3 Prescrizioni particolari per apparecchiature assiepate di protezione e di manovra destinate ad essere installate in luoghi dove personale non addestrato ha accesso al loro uso - Quadri di distribuzione (ASD);
CEI EN 60445 CEI 16-2 Individuazione dei morsetti e degli apparecchi e delle estremità dei conduttori designati e regole generali per un sistema alfanumerico;
CEI EN 60529
CEI 70-1 Gradi di protezione degli involucri (codice IP);
CEI EN 60099-1-2 CEI 37-1 Scaricatori;
CEI 20-19 Cavi isolati con gomma con tensione nominale non sueriore a 450/750V
CEI 20-20 Cavi isolati con polivinilcloruro con tensione nominale non superiore a 450/750 V
CEI EN 62305
CEI 81-10 Protezione contro i fulmini
CEI EN 62305-1
CEI 81-10/1 Principi Generali
CEI EN 62305-2
CEI 81-10/2 Valutazione del Rischio
CEI EN 62305-
CEI 81-10/3 Danno materiale alle strutture e pericolo per le persone
CEI EN 62305-4
CEI 81-10/4 Impianti elettrici ed elettronici interni alle strutture;
CEI 81-3 Valori medi del numero di fulmini a terra per anno e per chilometro quadrato;
CEI 0-2 Guida per la definizione della documentazione di progetto per impianti elettrici
CEI 0-3 Guida per la compilazione della documentazione per la legge n. 46/1990;
Per i Pannelli Fotovoltaici
CEI EN 60904-1 CEI 82-1 Dispositivi fotovoltaici Parte 1: Misura delle caratteristiche fotovoltaiche tensione corrente;
CEI EN 60904-2 CEI 82-2 Dispositivi fotovoltaici - Parte 2: Prescrizione per le celle fotovoltaiche di riferimento;
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CEI EN 60904-3 CEI 82-3 Dispositivi fotovoltaici - Parte 3: Principi di misura per sistemi solari fotovoltaici per uso terrestre e irraggiamento spettrale di riferimento;
CEI EN 61727 CEI 82-9 Sistemi fotovoltaici (FV) - Caratteristiche dell'interfaccia di raccordo con la rete;
CEI EN 61215 CEI 82-8 Moduli fotovoltaici in silicio cristallino per applicazioni terrestri. Qualifica del progetto e omologazione del tipo;
CEI EN 61646 CEI 82-12 Moduli fotovoltaici (FV) a film sottile per usi terrestri - Qualifica del progetto e approvazione di tipo;
CEI EN 50380 CEI 82-22 Fogli informativi e dati di targa per moduli fotovoltaici;
CEI EN 61724 CEI 82-15 Rilievo delle prestazioni dei sistemi fotovoltaici. Linee guida per la misura, lo scambio e l'analisi dei dati;
IEC 60364-7-712 Electrical installations of buildings - Part 7-712: Requirements for special installations or locations Solar photovoltaic (PV) power supply systems
Per i Sistemi di Conversione e Condizionamento della Potenza
CEI 82-25 Guida alla realizzazione di sistemi di generazione fotovoltaica collegati alle reti elettriche di Media e Bassa tensione;
CEI EN 62093 CEI 82-24 Componenti di sistemi fotovoltaici - moduli esclusi (BOS) - Qualifica di progetto in condizioni ambientali naturali; (CEI, ASSOSOLARE);
CEI EN 61000-3-2
CEI 110-31
Compatibilità elettromagnetica (EMC) - Parte 3: Limiti - Sezione 2: Limiti per le emissioni di corrente armonica (apparecchiature con corrente di ingresso < = 16 A per fase);
CEI EN 60555-1:
CEI 77-2 Disturbi nelle reti di alimentazione prodotti da apparecchi elettrodomestici e da equipaggiamenti elettrici simili - Parte 1: Definizioni;
Norme di carattere generale
UNI 10349 Riscaldamento e raffrescamento degli edifici. Dati climatici
D.Lgs. 9.04.2008 N°81
Attuazione dell'articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro.
D.M. 22.01.2008 n° 37
Regolamento concernente l’attuazione dell’articolo 11-quaterdecies, comma 13, lettera a), della Legge 248 del 2 dicembre 2005, recante riordino delle disposizioni in materia di attività di installazione degli impianti all’interno degli edifici.
Specifiche tecniche del Gestore di Rete (Enel Distribuzione S.p.A.):
Dicembre
2010 Ed.2.1
Guida per le connessioni alla rete Elettrica di Enel Distribuzione.
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Leggi e norme di riferimento per la redazione degli elaborati progettuali
Guida CEI 82-25 Guida alla realizzazione di sistemi di generazione fotovoltaica collegati alle reti elettriche di Media e Bassa Tensione
Guida CEI 0-2 Guida per la definizione della documentazione di progetto degli impianti elettrici
D. L.gs 12 Aprile 2006 n. 163
Codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi, e forniture in attuazione delle Direttive 2004/17/CE e 2004/18/CE.
D.P.R. 5 Ottobre 2010 n. 207
Regolamento di esecuzione ed attuazione del D. Lgs. 12 Aprile 2006 n. 163 recante “Codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi, e forniture in attuazione delle Direttive 2004/17/CE e 2004/18/CE.”
Leggi e norme regionali di riferimento in materia di valutazione ambientale e di impianti fotovoltaici
Delibera della Giunta Regionale n. 24/23 del 23/04/2008
Allegato B delle Direttive per lo svolgimento delle procedure di valutazione di impatto ambientale e di valutazione ambientale strategica
Delibera della Giunta Regionale n. 30/2 del 23/05/2008
Linee guida per l’individuazione degli impatti potenziali degli impianti fotovoltaici e loro corretto inserimento nel territorio.
Decreto Legislativo n. 128 del 29/06/2010
Modifiche ed integrazioni al decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, recante norme in materia ambientale, a norma dell'articolo 12 della legge 18 giugno 2009, n. 69
- Leggi e norme regionali e nazionali di riferimento in materia di autorizzazione unica
Delibera della Giunta Regionale n. 27/16 del 01/06/2011
Allegato A: Procedimento di Autorizzazione Unica per l’installazione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili – Linee Guida.
Decreto 10 Settembre 2010
Linee guida per l’autorizzazione degli impianti alimentati da fonti rinnovabili
Tutte le soluzioni tecniche adottate, ed i materiali scelti per l’installazione, risulteranno pertanto
rispondenti alla normativa tecnica e di legge sopra citata.
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3 QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO
3.1 Inquadramento Urbanistico e Geografico
L’impianto in progetto sarà installato in un’area ricadente nella Zona Industriale del Comune di Bitti,
nella provincia di Nuoro,
La zona industriale, indicata nella cartografia allegata, ha una superficie complessiva di 180 Ha.
Nell’area è già stata approvata la realizzazione di un impianto fotovoltaico da ≈ 6 MW
(Determinazione Prot. n.17740 rep. n. 587 del 27/10/2011); di seguito si riporta la rappresentazione
dell’area in cui sarà localizzato tale impianto (tratta dalla documentazione di progetto presentata a suo
tempo presso il Servizio Energia della Regione Autonoma della Sardegna per l’ottenimento
dell’Autorizzazione Unica)
Tale campo FV impegna una superficie lorda pari a 6,97 Ha e la superficie lorda impegnata dai
moduli è di 3,22 Ha. Di seguito si riporta un inquadramento dell’area interessata dall’intervento oggetto
della presente richiesta di Autorizzazione Unica:
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L’intervento prevede di impegnare una superficie lorda di circa 7,56 Ha (75.597 m2) con un
ingombro lordo dei moduli di circa 3,45 Ha (34.532 m2)
I due interventi ricadono su lotti contigui, pertanto nel rispetto del limite per l’utilizzo del territorio
industriale, pari al 10 % della superficie dell’area industriale (Delibera della Giunta Regionale 27/16 del
01/06/2011) si è proceduto al calcolo tenendo conto della superficie complessiva lorda impegnata dai
due impianti.
Allo stato attuale non risulta sia autorizzata la realizzazione di atri impianti fotovoltaici nella
medesima area industriale.
Nel complesso si ha:
- Superficie lorda dei 2 impianti: 6,97 + 7,56 = 14,53 Ha 14,53/180 % = 8,07% < 10%
Sono pertanto rispettati i limiti di utilizzo del territorio previsti dalla normativa regionale vigente.
Della cumulabilità dei due impianti si è inoltre tenuto conto nelle analisi visive.
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3.2 Inquadramento Catastale
L’area interessata dall’installazione dell’impianto fotovoltaico è individuata al catasto terreni del Comune
Censuario di Bitti al Fg. 48 p.lla 140 (ex 28) La superficie totale del lotto è pari a 102.500 mq, (10,25 Ha)
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3.3 Vincoli paesaggistici, storici e ambientali
Nel corso del presente studio, si è provveduto alla verifica della eventuale presenza di vincoli di tipo
ambientale, storico o paesaggistico, al fine di accertare l’inesistenza di punti critici rispetto allo sviluppo del
progetto. Quale strumento fondamentale per condurre tali valutazioni, si è utilizzata la cartografia allegata al
Piano Paesaggistico Regionale. Pertanto, si è giunti alla definizione dello stato di fatto sulla base delle carte
di sintesi pubblicate dalla Regione Sardegna.
Come desumibile dalla cartografia allegata sul sito e nei dintorni non sono presenti beni identitari,
paesaggistici, né vincoli architettonici o archeologici.
Inquadramento nel PPR Foglio 482
Nell’inquadramento è individuata una condotta idrica, molto lontana dall’area di intervento.
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L’utilizzazione agroforestale indicata per il sito è quella di colture erbacee specializzate.
Nella Carta Uso del suolo (RAS 2008) il sito è classificato come seminativo in aree non irrigue.
Estratto della legenda
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Come desumibile dalle immagini che seguono il sito presenta un suolo a scarsa fertilità.
Inquadramento dal lato Sud dalla SP40
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Inquadramento dal lato Nord
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Altro inquadramento dal lato Nord
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Nel lotto in esame sono state rilevate n. 10 querce da sughero da espiantare e riposizionare, che sono
state georeferenziate nella cartografia allegata.
Nell’area sono presenti anche due tralicci di una linea elettrica già dismessa che, previa autorizzazione di ENEL Distribuzione, saranno rimossi.
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Nel sito non sono presenti aree individuate dalla Legge quadro sulle aree protette (L. n. 394 del
06/12/1991), né parchi, riserve, monumenti naturali, aree di particolare rilevanza naturalistica e ambientale di
cui alla L.R. n. 31 del 07-06-1989 recante le “Norme per l' istituzione e la gestione dei parchi, delle riserve e
dei monumenti naturali, nonchè delle aree di particolare rilevanza naturalistica ed ambientale”.
Inoltre non vi è presenza di flora e fauna protetta ai sensi delle seguenti direttive:
- Direttiva del consiglio delle comunità europee, 2 aprile 1979, 79/409/CEE (ZPS)
- Direttiva 92/43/CEE del 21 maggio 1992 relativa alla conservazione degli habitat naturali e
seminaturali e della flora e della fauna selvatiche
- Direttiva del consiglio delle comunità europee concernente la conservazione degli uccelli selvatici.
(g.u.c.e. n. l 103 del 25 aprile 1979)
Non vi sono aree classificate oasi ai sensi della Legge Regionale 29 luglio 1998, n. 23 “Norme per la
protezione della fauna selvatica e per l’esercizio della caccia in Sardegna”.
Non sono presenti corsi d’acqua, laghi o boschi, né la zona risulta tutelata si sensi della L. Legge 21
novembre 2000, n. 353 "Legge-quadro in materia di incendi boschivi".
Non sono infine presenti zone umide, né zone di rispetto di sorgenti o captazioni idriche, zone vincolate
per usi militari, zone classificate H, o altri vincoli del PPR; non sono presenti siti di interesse storico culturale
ad una distanza inferiore a 100 m (articolo 49 delle Norme Tecniche di Attuazione del P.P.R., pubblicate con
Delibera G.R. n° 36/7 del 5.09.2006).
Il sito non risulta contaminato o potenzialmente contaminato ai termini del D. Lgs 152/06
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3.4 Inserimento nel Piano stralcio per l'Assetto Idrogeologico (P.A.I.)
Come di seguito riportato una parte del sito è classificato come Hg1
Nella realtà il rilevamento puntuale del settore esclude la possibilità di qualunque evento franoso sia per
la morfologia del territorio che per le caratteristiche litologiche del substrato roccioso.
In ogni caso il tipo di intervento previsto non modifica sostanzialmente la conformazione del territorio e
non apporterà alcuna modifica di tali aspetti.
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Come desumibile dai profili longitudinali riportati negli elaborati allegati e relativi alle sezioni qui
individuate il sito presenta pendenze molto limitate tanto che può definirsi subpianeggiante.
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Ciò è riscontrabile anche dalla carta delle acclività.
In tale carta sono anche riportate le principale linee di impluvio che garantiscono il drenaggio naturale
delle acque meteoriche: tale deflusso non verrà alterato e sarà salvaguardato nel corso della realizzazione
delle opere che comportano sbancamenti in misura molto limitata e sono tali da non alterare in alcun modo
l’attuale permeabilità del suolo.
Eventualmente, se necessario, in corrispondenza della parte bassa di ogni fila dei moduli, in
corrispondenza della quale sgrondano le acque meteoriche, si potrà prevedere un letto di ghiaia, dello
spessore massimo di circa 10 cm, per favorire la percolazione dell’acqua e impedire l’asportazione della
frazione del suolo più fine, evitando fenomeni di ruscellamento concentrato.
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Per completare lo studio è stata infine realizzata una modellazione del terreno mediante wireframe,
con scala delle altezze magnificata, che dà una visione tridimensionale di quanto esposto.
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3.5 Conclusioni sul Quadro di Riferimento Programmatico
Dall’analisi dettagliata effettuata sulla base della cartografia e della normativa disponibile, si deduce che non si riscontrano criticità nell’area in cui dovrà sorgere l’impianto.
Si può quindi affermare che la realizzazione dell’impianto fotovoltaico oggetto del presente
studio preliminare ambientale, risulta compatibile con il contesto territoriale, ambientale e paesaggistico.
Infatti: - dal punto di vista normativo il sito è idoneo alla realizzazione di impianti fotovoltaici e rientra nei limiti
da destinare a tali impianti previsti per le aree industriali dalla Delibera della Giunta Regionale 27/16 del 01/06/2011;
- sorgerà su un sito in cui non è presente alcun tipo di vincolo, salvo una parte dell’area che rientra in zona Hg1 (P.A.I. ), fatto che non inficia la realizzazione dell’opera e la salvaguardia del sito stesso.
Si rimanda ai paragrafi successivi per l’esame dettagliato degli altri aspetti.
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4 QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE
4.1 Descrizione dell’intervento
In sintesi le opere in progetto, dettagliatamente descritte e dimensionate nelle relazioni specialistiche e
di calcolo allegate, sono le seguenti:
a- Per l’Impianto fotovoltaico:
- realizzazione di un impianto fotovoltaico, a terra, suddiviso su n. 5 campi da ≈ 1 MWp cadauno,
per complessivi ≈ 5 MWp (4,984 MWp) costituito da n. 17.800 moduli in silicio policristallino da 280
Wp/cad (la suddivisione in campi nasce dall’esigenza di ridurre al minimo le perdite nella distribuzione in c.a. realizzandola in
Media Tensione);
- fornitura e posa di complessive n. 80 cassette/quadri con diodi di blocco e n. 40
cassette/quadri di parallelo stringhe ubicate in prossimità del lato posteriore di moduli, e fissate alle
strutture metalliche che costituiscono il sistema di ancoraggio a terra dei pannelli fotovoltaici.
- realizzazione della distribuzione elettrica c.c attraverso l’utilizzo di cavi solari unipolari del tipo
FG21M21 1,2/1,2 kV sia per il collegamento delle stringhe alle cassette di parallelo, sia per il
collegamento delle cassette di parallelo al quadro di parallelo generale ubicato nel locale
inverter/cabina; compresa la realizzazione di scavi e ripristini con posa di cavidotto corrugato a doppia
parete e posa di pozzetti di derivazione e/o rompitratta.
- realizzazione della distribuzione elettrica in Media Tensione, interna al lotto, con cavi RG7H1R
12/20 kV posati entro cavidotto corrugato a doppia parete, compresa la realizzazione di scavi e ripristini
con posa di pozzetti di derivazione e/o rompitratta.
- realizzazione di n. 5 locali tecnici inverter/cabina (uno per ciascun campo), costituiti da strutture
prefabbricate posate su platea di fondazione separatamente predisposta, delle dimensioni in pianta di
10,40mx4,90mx3m hu cadauno; atti a contenere, ciascuno, le seguenti apparecchiature:
- N.1 Quadro di Parallelo Generale del campo x: QPG x (con x= 1÷5) - N.2 Inverter (A e B) del campo x : INVx.A e INV x.B - N.1 Quadro Generale di Bassa Tensione del campo x QGBT x (con x= 1÷5), per realizzare il parallelo delle uscite dai due inverter, e contenente i dispositivi di misura dell’energia prodotta e incentivata dal GSE, e i dispositivi di sezionamento e protezione. - N.1 Trasformatore BT/MT da 1250 kVA - N.1 Quadro di Media Tensione del campo x QMT x (con x= 1÷5)
- realizzazione della Cabina Principale di Media Tensione, con affiancato un locale per la
distribuzione BT, costituita da una struttura prefabbricata posata su platea di fondazione separatamente
predisposta, delle dimensioni di circa 10,70mx4,40mx3,00m hu, atta a contenere il Quadro di Media
Tensione Generale, QMT/G, a cui si attesteranno le dorsali in Media Tensione dei diversi campi. Su tale
quadro che alimenta tutto l’impianto fotovoltaico sarà installato il sistema di protezione di Interfaccia,
SPI, rappresentato da un relè con le protezioni di minima e massima frequenza (<81 e >81) e minima e
massima tensione (27 e 59), e se necessario la protezione di massima tensione omopolare (59N) per
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gli impianti in grado di sostenere la tensione di rete. Il dispositivo agirà direttamente sul comando di
apertura dell’interruttore generale del Generatore Fotovoltaico;
- realizzazione della fornitura e posa della linea trifase, costituente la dorsale di alimentazione
dell’impianto fotovoltaico, della lunghezza di circa 15 km, entro cavidotto separatamente
autorizzato con distinta procedura di autorizzazione unica (Determinazione Prot. n.17740 rep. n.
587 del 27/10/2011.),
- realizzazione di un locale guardiania delle dimensioni di circa 16,50mx6,00mx2,70m hu.
- realizzazione di opere accessorie quali lievi sbancamenti, recinzione dell’area, realizzazione
dell’impianto di illuminazione, impianti a servizio del locale guardiania.
b- Per l’Impianto di rete per la connessione
- fornitura e posa di apposito scomparto MT entro cabina di ricevimento (già autorizzata con il
medesimo procedimento di cui alla Determinazione Prot. n.17740 rep. n. 587 del 27/10/2011) per il
collegamento dell’impianto fotovoltaico. In tale quadro è prevista l’installazione del Dispositivo
Generale (DG negli schemi di progetto) conforme alle prescrizioni della CEI 0-16 II ed. 2008/07. Il
Dispositivo Generale sarà asservito da SPG (Sistema di Protezione Generale) programmato per
garantire le protezioni di massima corrente ritardabile a due soglie (51) e di massima corrente
omopolare (51N).
In estrema sintesi l’impianto di rete per la connessione non prevede la richiesta di
autorizzazioni, infatti esso consiste nell’installazione di un interruttore generale, in strutture e/o
manufatti già autorizzati con un precedente procedimento (Determinazione Prot. n.17740 rep. n. 587 del
27/10/2011.) e l’esecuzione di tale opera non comporta alcuna modifica urbanistica, edilizia, ambientale
o di qualsiasi altra natura a quanto già autorizzato.
c- Opere di compensazione
Fermo restando che, secondo quanto stabilito dal punto 1.1 e 13.4 delle Linee guida per
l’autorizzazione degli impianti alimentati da fonti rinnovabili di cui al D.M. 10/10/2010, per l’attività di
produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili non è dovuto alcun corrispettivo monetario in favore
dei Comuni, la società E.R. ITALY s.r.l. propone le seguenti misure compensative e di riequilibrio
ambientale e territoriale, a carattere non meramente patrimoniale, a favore del Comune di Bitti
consistenti in interventi di miglioramento ambientale correlati alla mitigazione degli impatti riconducibili
al progetto (impatti esclusivamente di tipo visivo) e interventi di efficienza energetica.
L’intervento di miglioramento ambientale correlato alla mitigazione visiva dell’impianto consisterà nella
piantumazione di essenze autoctone lungo il perimetro dell’impianto.
Si propone inoltre che le 10 piante di quercia da sughero, Quercus Suber, presenti nell’area
interessata dai lavori, siano espiantate e posizionate sia sul lato nord dell’impianto sia nelle zone
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lasciate a disposizione del Comune sul fronte Sud dell’impianto, compatibilmente con la necessità di
evitare ombreggiamenti sull’impianto.
Infine si propone la realizzazione di un efficiente impianto di illuminazione esterna del campo
sportivo del Comune di Bitti utilizzando corpi illuminanti moderni con lampade ad alta efficienza
energetica e in linea con le vigenti normative regionali in materia di inquinamento luminoso (Linee
Guida della R.A.S. per la riduzione dell’inquinamento luminoso e relativo consumo energetico D.G.R.
48/31 del 29/11/2007).
4.2 Struttura di sostegno dei moduli
L’impianto fotovoltaico sarà realizzato posando i pannelli su strutture di sostegno ancorate al suolo e
appositamente realizzate. La configurazione del generatore fotovoltaico sarà a file parallele con inclinazione
dei moduli pari a 30°, ed interasse tra le file pari a circa 8,4 metri; l’interasse e l’angolo di tilt sono stati scelti
al fine di incrementare la produttività dell’impianto e limitare i fenomeni di ombreggiamento tra le file.
Definiti i confini fisici dell’area la soluzione installativa individuata coniuga la necessità di massimizzare
la produzione (ottimizzando l’angolo di tilt e l’orientamento del generatore) con quella di massimizzare la
potenza installata (al fine di garantire all’investimento la massima redditività), contenendo al contempo i
costi di installazione e futura manutenzione, puntando su soluzioni semplici e collaudate.
Ancora nell’ottica di massimizzare la produzione di energia, il generatore sarà orientato perfettamente a
Sud.
Le strutture destinate all’installazione dei pannelli fotovoltaici saranno interamente rimovibili; si tratterà
infatti di shed in acciaio e alluminio, con piantoni infissi nel terreno tramite macchine battipalo.
La struttura degli shed previsti è la seguente:
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In alcune aree del sito in cui è stata ravvisata la presenza di rocce (anche affioranti) si potranno
eventualmente realizzare basi in cls, adeguatamente dimensionate, da poggiare sul terreno a costituire delle
zavorre di ancoraggio dell’impianto; tali strutture saranno utilizzate solo dove strettamente indispensabile,
compatibilmente con la natura geomorfologica e litologica dei suoli, e saranno realizzate in modo tale da
essere facilmente rimovibili. In nessun caso si procederà alla realizzazione di plinti di fondazione in cls.
Gli shed saranno progettati per ospitare 2 file di moduli per contenere l’altezza complessiva
dell’installazione. Tale altezza è < 2,5 m sulla base dei calcoli preliminari effettuati, in fase di progetto
esecutivo questo valore potrà variare ma sarà in ogni caso mantenuto al di sotto dei 2,5 m.
Questa configurazione è determinata anche da considerazioni relative allo studio delle ombre, infatti in
tal modo si eliminano gli ombreggiamenti sui moduli della fila superiore e si riducono quelli sui
moduli della fila inferiore, aumentando la resa complessiva; inoltre le stringhe saranno per lo più
cablate in senso orizzontale (salvo quelle costituite dai moduli nelle parti terminali degli shed), al fine di
avere in ogni istante il medesimo irraggiamento su ogni stringa, massimizzando ulteriormente la produzione.
La distanza tra le file è infine determinata ipotizzando di accettare un ombreggiamento tra le file quando
l’elevazione del sole è inferiore a 22°.
Dall’analisi della carta del sole relativa alla latitudine in esame si evince chiaramente che in tali
condizioni la mancata produzione è minima.
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Sulla base di questi dati di base è stata calcolata la produzione dell’impianto e i vantaggi economici
che ne derivano, riportata in un distino elaborato.
4.3 Architettura del Generatore Fotovoltaico
Il progetto prevede la realizzazione di cinque campi, o generatori fotovoltaici, ognuno dei quali
farà capo ad un locale inverter e cabina MT/BT da cui avrà origine la linea MT che collegherà ciascuno campo al locale in cui sarà realizzato il parallelo dei campi e da cui partirà la linea in MT che collegherà la centrale al punto di connessione.
Tale scelta consente di ridurre le perdite dal lato c.a. Ciascun generatore, avrà una architettura di impianto basata sulla realizzazione di 2 sub-impianti
connessi direttamente agli inverter posizionati nell’apposito locale. L’architettura di ciascun campo è sinteticamente riportata nel seguito:
Campi 1, 2 e 4: ciascuno è composto da 3.560 pannelli fotovoltaici da 280 Wp per una potenza complessiva di
996,80 kWp; i pannelli saranno esposti perfettamente a SUD con angolo di tilt (inclinazione del pannello) pari a 30°. Il cablaggio è il seguente
sub-impianto A 89 stringhe x 20 pannelli/stringa = 1.780 pannelli (498,40 kWp)
sub-impianto B 89 stringhe x 20 pannelli/stringa = 1.780 pannelli (498,40 kWp)
Totale 178 stringhe, 3.560 pannelli, 996,80 kWp
Campo 3: è composto da 3.420 pannelli fotovoltaici da 280 Wp per una potenza complessiva di 957,60 kWp; i
pannelli saranno esposti perfettamente a SUD con angolo di tilt (inclinazione del pannello) pari a 30°. Il cablaggio è il seguente
sub-impianto A 85 stringhe x 20 pannelli/stringa = 1.700 pannelli (476,00 kWp)
sub-impianto B 86 stringhe x 20 pannelli/stringa = 1.720 pannelli (481,60 kWp)
Totale 171 stringhe, 3.420 pannelli, 957,60 kWp
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Campo 5: è composto da 3.700 pannelli fotovoltaici da 280 Wp per una potenza complessiva di 1.036,80 kWp;
i pannelli saranno esposti perfettamente a SUD con angolo di tilt (inclinazione del pannello) pari a 30°. Il cablaggio è il seguente
sub-impianto A 92 stringhe x 20 pannelli/stringa = 1.840 pannelli (515,20 kWp)
sub-impianto B 93 stringhe x 20 pannelli/stringa = 1.860 pannelli (520,80 kWp)
Totale 185 stringhe, 3.700 pannelli, 1.036,00 kWp
In conclusione la potenza complessiva del Parco Solare in progetto, è pari a:
890 stringhe, 17.800 pannelli
17.800 x 280 Wp 4.984 kWp
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4.4 Pannelli Fotovoltaici
Per la scelta del pannello fotovoltaico, in fase di progettazione, si è fatto riferimento ai dati raccolti nel
corso della propria esperienza professionale, oltre che nelle varie fiere e sulle pagine internet dei fornitori, inoltre ci si è riferiti alla banca dati resa disponibile dalla redazione di Photon, importante rivista del settore (consultabile sul sito: www.photon.info alla voce di menù Editore/Banche Dati).
Dall’analisi effettuata dalla redazione della rivista, analisi da cui sono tratti i grafici riportati di seguito, è emerso che nel corso degli ultimi anni la potenza dei singoli moduli ha registrato una crescita vertiginosa, ~ 10 W/anno, crescita rallentata nel 2011.
(grafico tratto da Photon numero 2/2011)
I diagrammi che seguono illustrano qual è la distribuzione delle potenze dei moduli attualmente
disponibili sul mercato con riferimento anche agli anni precedenti.
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Attualmente i moduli più diffusi sul mercato, e più utilizzati, sono quelli aventi potenza di circa 200 ÷ 250
W. Per il caso in esame occorre individuare una tipologia di moduli fotovoltaici, in termini di potenza e
dimensioni geometriche, con particolare riferimento a: - superfici disponibili, - ombreggiamenti reciproci tra le file, - sviluppo del mercato dei moduli fotovoltaici.
La scelta del modulo che sarà effettivamente installato dipenderà dalla disponibilità sul mercato di
moduli, che risulta soggetta a forti variazioni derivanti dalla domanda rilevante; è intuibile che in fase di realizzazione la scelta del pannello potrà risultare differente da quella prevista in questa fase.
Attualmente i moduli con le migliori caratteristiche in termini di efficienza delle celle fotovoltaiche, pari o superiore al 20%, sono particolarmente costosi, e renderebbero l’investimento non remunerativo, inoltre non si è in grado di prevedere se tali moduli saranno competitivi quando l’impianto in oggetto verrà realizzato (2012-2013); quindi tra i moduli delle più grandi e migliori marche presenti sul mercato (possibilmente produttrici anche delle celle) sono stati individuati moduli ad alta potenza, di dimensioni standard, che uniscono alla caratteristica della migliore tecnologia disponibile, la facilità di reperibilità sul mercato e il costo accessibile e compatibile con gli incentivi previsti per il 2012 e il 2013.
I moduli individuati sono:
SUNTECH STP – 24/Vd da 280 W (cinese, maggiore produttore mondiale
di celle)
CANADIAN SOLAR CS6X da 280 W (di produzione statunitense)
SOLSONICA 612 da 280 Wp (di produzione italiana)
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Nella scelta dei materiali per la realizzazione degli impianti occorre tenere ben presente che i moduli, e gli inverter, dovranno soddisfare i requisiti di cui all’art. 11 c. 3,4,5 e 6 del D.M. 05/05/2011 ossia:
I moduli individuati rispettano quanto previsto al c. 5 (garanzia di prodotto decennale) e per le
certificazioni di cui al c.6 lett. b) si verifica che la Suntech dispone della certificazione ISO 9001:2008 e ISO
14000, mentre per gli altri produttori non si ha evidenza di tali aspetti.
La certificazione OHSAS 18001 e il certificato di ispezione di cui al c. 6 lett.c) non sono ancora
disponibili per nessuno dei produttori citati che probabilmente provvederanno in tempi brevi.
Nel proseguo dato che i moduli individuati hanno caratteristiche elettriche e dimensioni equivalenti; è
stato utilizzato, per comodità, il modulo SUNTEH STP- 24/Vd del quale di seguito si riportano le
caratteristiche tecniche.
Resta inteso che in fase di realizzazione occorrerà utilizzare prodotti che soddisfino tutte le suddette
condizioni.
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Infine, i moduli dovranno essere provati e verificati da laboratori di accreditamento (laboratori accreditati EA, European Accreditation Agreement, o che abbiano stabilito con EA accordi di mutuo riconoscimento), per le specifiche prove necessarie alla verifica dei moduli, in conformità alla norma UNI CEI EN ISO/IEC 17025.
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4.5 Sistema di conversione della corrente continua in corrente alternata
La scelta degli inverter per sistemi Fotovoltaici, avviene in funzione del migliore compromesso
raggiungibile nell’accoppiamento tra i pannelli fotovoltaici ed il dispositivo di conversione della c.c. in c.a. (l’inverter appunto). Tali componenti rappresentano infatti il cuore di un generatore fotovoltaico.
Le esigenze da soddisfare al fine di realizzare un impianto a regola d’arte sono: - adeguata suddivisione dei pannelli FV in stringhe ed in campi fotovoltaici al fine di garantire
una equilibrata ripartizione su più inverter; - dimensionamento delle singole stringhe e dei campi FV in modo da garantire il funzionamento
sempre all’interno del range di MPPT2 dell’inverter;
- ottenere un sufficiente equilibrio tra i vari campi fotovoltaici; - raggiungere un sufficiente grado di sfruttamento della potenzialità dell’inverter.
In ragione delle considerazioni e scelte sopra descritte, la scelta progettuale è stata indirizzata alla scelta
di inverter centralizzati, al fine di ridurre le perdite. Gli inverter avranno caratteristiche tali da rispettare le prescrizioni normative (norme CEI di riferimento)
oltre che le specifiche tecniche definite dal Gestore di rete locale (ENEL Distribuzione s.p.a.) per la connessione degli impianti di produzione di energia elettrica.
Gli inverter individuati sono i KACO POWADOR XP 500HV TL La scheda tecnica è individuata nella pagina seguente.
2 Con la sigla MPPT si indica una logica di funzionamento che permette all’inverter di erogare sempre la massima potenza possibile in
funzione delle condizioni delle stringhe fotovoltaiche.
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La composizione dei campi fotovoltaici, è stata progettata al fine di garantire nelle varie condizioni di
funzionamento, una tensione del sistema c.c., perfettamente all’interno del range del MPPT degli inverter. Per maggiori dettagli su tali aspetti si rimanda alla relazione di calcolo riportante il dimensionamento. Per gli anni a venire anche gli inverter dovranno soddisfare i requisiti di cui all’art. 11 c. 3, 4, 5 e 6 del
D.M. 05/05/2011 (rif.§ 4.4)
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5 QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE
5.1 Stato di Fatto e Stato di Progetto della zona d’intervento Di seguito si riporta un inquadramento su base fotografica satellitare dello stato attuale dell’area Come già descritto in precedenza l’area è destinata a zona industriale e in essa sorgono già alcune
attività produttive, il sito presenta scarsa fertilità e nell’area di intervento sono state individuate e
georeferenziate n. 10 querce da sughero che saranno espiantate e riposizionate.
Di seguito si riporta un inquadramento con la simulazione dell’impianto in progetto.
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Si rimanda al §5.4 per l’approfondita analisi degli impatti visivi.
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5.2 Caratteristiche climatiche, caratteri geologici, geomorfologici e idrogeologici
Per quanto attiene gli aspetti climatici, i caratteri geomorfologici ed idrogeologici dell’area questi sono
analizzati nell’apposita relazione redatta dal Geologo incaricato, si chiarisce che gli interventi in progetto per
la loro caratteristiche non altereranno in alcun modo nessuno di questi caratteri.
5.3 Aree di pregio ambientale Nel sito, come risulta dall’analisi precedente non sono presenti aree di pregio ambientale.
5.4 Analisi degli impatti attesi 5.4.1 Analisi dell’impatto visivo dell’impianto e opere di compensazione In fase di fotosimulazione dell’intervento è stato analizzato l’impatto visivo dell’impianto e il suo
inserimento nel paesaggio. A tale scopo l’analisi è stata effettuata definendo non solo l’area di visibilità
dell’impianto ma anche il modo in cui l’impianto viene percepito nel bacino visivo.
L’installazione ha tenuto conto di quanto riportato al punto 3.2 dell’All. 4 al D.M. 10/09/2010 in materia di
misure di mitigazione e in particolare:
- l’impianto asseconda la geometria del territorio su cui è installato senza alterarne lo skyline,
mantenendo l’altezza complessiva dei moduli e della struttura di sostengo al di sotto dei 2,5 m;
- la viabilità di servizio è realizzata con materiali drenanti naturali e non è finita con pavimentazione
stradale bituminosa.
- sono state utilizzate per quanto possibile soluzioni cromatiche neutre
Nell’area non sono presenti punti di vista o belvedere distanti in linea d’aria meno di 50 volte l’altezza
massima di moduli fotovoltaici (All. 4, punto 3.2 D.M. 10/09/2010).
L’impianto è visibile nella sua interezza dalla S.P. 40; si tenga presente che tale strada attraversa
interamente l’area che il comune ha destinato ad area industriale.
Nella pagina seguente si riporta la vista del sito dalla S.P.40, ante e post operam, da una distanza di
circa 160 m.
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E’ evidente che a distanze superiori l’impianto, pur essendo comunque visibile, risulta meno impattante e
poco distinguibile.
Nella pagina che segue viene riportato un ulteriore inquadramento all’incirca, dallo stesso punto, nel
quale è riportato anche l’impianto fotovoltaico già autorizzato che sorgerà nel lotto confinante.
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Di seguito si riportano altre simulazioni da distanze inferiori e quindi di maggiore dettaglio, sempre dalla S.P.40, in prossimità dell’accesso secondario al sito (l’accesso principale è sul lato Nord.)
Impianto FV in p rogetto
Impianto FV già autorizzato
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Impianto FV in p rogetto Impianto FV già autorizzato
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Di seguito si riportano altre simulazioni dalla S.S. 389, sul lato Nord dell’impianto.
Infine nelle pagine seguenti si riportano alcuni rendering relativi a viste interne al sito su cui sorge l’impianto, utili a visualizzare in modo immediato le caratteristiche estetiche della realizzazione.
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Vista con il locale guardiania
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Come già esposto nei paragrafi precedenti la società E.R. ITALY s.r.l. propone le seguenti misure
compensative e di riequilibrio ambientale e territoriale, a carattere non meramente patrimoniale, a
favore del Comune di Bitti, consistenti in interventi di miglioramento ambientale correlati alla
mitigazione degli impatti riconducibili al progetto (impatti esclusivamente di tipo visivo) e interventi di
efficienza energetica.
L’intervento di miglioramento ambientale correlato alla mitigazione visiva dell’impianto consisterà nella
piantumazione di essenze autoctone lungo il perimetro dell’impianto.
Si propone inoltre che le 10 piante di quercia da sughero, Quercus Suber, presenti nell’area
interessata dai lavori, siano espiantate e posizionate sia sul lato nord dell’impianto sia nelle zone
lasciate a disposizione del Comune sul fronte Sud dell’impianto, compatibilmente con la necessità di
evitare ombreggiamenti sull’impianto.
Infine si propone la realizzazione di un efficiente impianto di illuminazione esterna del campo
sportivo del Comune di Bitti utilizzando corpi illuminanti moderni con lampade ad alta efficienza
energetica e in linea con le vigenti normative regionali in materia di inquinamento luminoso (Linee
Guida della R.A.S. per la riduzione dell’inquinamento luminoso e relativo consumo energetico D.G.R.
48/31 del 29/11/2007).
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5.4.2 Analisi degli altri impatti
Nel presente paragrafo, si cercherà di esaminare i potenziali impatti prodotti dall’intervento proposto (con
esclusione di quello visivo già analizzato) motivando le scelte progettuali finalizzate al contenimento degli
stessi. Si premette comunque che il tipo di intervento proposto produce sicuramente un impatto ambientale
molto minore di quello che avrebbe l’insediamento nella stessa area di attività produttive, a cui comunque il
sito è dedicato; pertanto un impatto ambientale notevolmente superiore su questa area è stato già previsto e
accettato in sede di pianificazione urbanistica
Le fonti rinnovabili, rappresentano, almeno nell’immaginario collettivo, la soluzione al problema
dell’inquinamento; inoltre, spesso, si ritiene che queste non inducano alcun tipo di impatto sull’ambiente
circostante, in realtà occorre partire dall’assunto che qualunque attività umana, produce un impatto
sull’ambiente circostante, occorre valutare l’entità di tale impatto e i metodi e soluzioni che permettono di
ridurlo. Gli impianti tecnologici finalizzati all’utilizzo delle fonti energetiche rinnovabili rappresentano opere
realizzate dall’uomo, utilizzando le conoscenze tecnologiche disponibili ed in continua evoluzione, e come
tali inducono un determinato impatto sull’ambiente.
È anche necessario chiarire, che l’impatto indotto da tali impianti tecnologici, è, normalmente,
decisamente inferiore a quanto provocato dalle altre tecnologie per la produzione energetica. Si pensi solo
ad un qualitativo confronto tra un impianto fotovoltaico ed una centrale termoelettrica ad olio combustibile.
Entrando nel dettaglio, si può proseguire evidenziando come, gli impatti principali indotti dalle tecnologie
per l’utilizzo delle FER, sono sostanzialmente riconducibili alle fasi di:
- Produzione dei componenti;
- Installazione degli impianti;
- Esercizio;
- Decomissioning degli impianti.
5.4.2.1 Produzione dei Componenti
Nella fase di produzione dei pannelli solari fotovoltaici, l’impatto ambientale è sostanzialmente
assimilabile a quello di una industria chimica. È anche doveroso evidenziare come, nel corso del processo
produttivo, siano utilizzate sostanze di tipo tossico o nocivo (le quantità e tipologie variano a seconda della
tecnologia e del processo produttivo).
Riguardo a tale aspetto, è evidente come rientri sotto la responsabilità del produttore garantire in merito
alla corretta gestione di tali sostanze e delle relative fasi di processo, sia in termini di sicurezza del personale
sia in termini di sicurezza ambientale.
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Dal punto di vista dell’investitore, si ritiene doveroso, per garantire quanta più trasparenza possibile,
rivolgersi, nella ricerca dei prodotti commerciali, a produttori che operino nell’ambito di una normativa
ambientale riconosciuta e accettabile.
Uno dei punti più controversi, spesso richiamato ed enfatizzato dai detrattori della tecnologia
fotovoltaica, è rappresentato dal fabbisogno energetico dell’industria del fotovoltaico. Come detto in
precedenza, anche il settore della produzione dei moduli fotovoltaici, è a tutti gli effetti assimilabile alle
industrie di tipo chimico. È pertanto scontato, che il processo produttivo sia alimentato da una qualche fonte
energetica (Energia Elettrica nella fattispecie) la cui produzione è, nella maggioranza delle condizioni, non
derivante da fonti rinnovabili.
Al tal riguardo, si vuole però anche evidenziare come, il ritorno energetico dell’investimento, risulti
certamente positivo, sia che si valuti l’EROI (Energy Returned On Energy Invested) sia che si calcoli l’EPBT
(Energy Pay Back Time), indice finalizzato alla definizione del periodo di tempo richiesto perche una
determinata tecnologia energetica, riesca a produrre la stessa quantità di energia utilizzata nel ciclo di
produzione dell’impianto e dei suoi componenti.
A tale riguardo, stime rintracciabili in bibliografia, hanno fissato in circa 5.000 kWh/kWp la quantità di
energia necessaria per la produzione di un sistema fotovoltaico. Stando ai livelli di produzione monitorati
nella nostra regione, si può rapidamente calcolare come il parametro EPBT risulti di poco superiore a 3 anni.
Se invece si basano le considerazioni sui dati rilevati dal progetto europeo CrystalClear (mirato a
raccogliere dati dai principali produttori Europei ed Americani, di pannelli fotovoltaici) emerge che l’EPBT per
la tecnologia fotovoltaica basata sul silicio policristallino, è inferiore a 2 anni.
Quale ultimo aspetto, associato agli impatti generati durante le fasi di produzione dei componenti
fotovoltaici, resta da esaminare le emissioni di CO2. Anche in questo caso, con riferimenti ai risultati del
progetto Europeo, emerge che il fotovoltaico comporta emissioni pari a circa 30 ÷ 35g CO2/kWh prodotto
dall’impianto. Anche in questo caso il confronto con le altre tecnologie energetiche è a tutto vantaggio del
fotovoltaico; è infatti noto come il mix energetico Italiano, comporti l’emissione di circa 536g CO2/kWh
prodotto.
5.4.2.2 Installazione degli impianti;
durante la fase di costruzione degli impianti, i possibili impatti sono associati a:
- Utilizzo di macchine operatrici e mezzi di trasporto,
- Produzione di rumore e polveri,
- Produzione di rifiuti (materiali di imballaggio) e scarti di lavorazione,
- Materiali di risulta,
- Utilizzo del territorio.
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5.4.2.3 Utilizzo di macchine operatrici e mezzi di trasporto
In merito al primo aspetto, come già indicato nei paragrafi precedenti, la necessità di provvedere ad
opere di sbancamento, saranno limitate al minimo indispensabile allo scopo di contenere i costi
dell’investimento. Le principali lavorazioni condotte da mezzi meccanici, saranno pertanto associate
all’infissione delle strutture ed al trasporto dei materiali.
In entrambi i casi, lo sviluppo delle fasi lavorative sarà ottimizzato al fine di limitare l’utilizzo dei mezzi e,
nel caso dei trasporti, al fine scegliere i percorsi più brevi e agibili. In particolare si osservi che il sito risulta in
ottima posizione ed è servito da Strade provinciali, pertanto nessun intervento verrà realizzato per il
raggiungimento del sito di installazione dell’impianto.
5.4.2.4 Produzione di rumore e polveri
Tale aspetto è di fatto imprescindibile dalla realizzazione delle opere. Per quanto riguarda l’aspetto
rumore, ovviamente, come previsto dalla normativa in merito alla sicurezza nei cantieri e nei luoghi di lavoro,
si provvederà all’utilizzo di macchinari ed utensili realizzati in conformità alle normative e con livelli di
emissioni sonore certificati. Per quanto riguarda la protezione del personale esterno al cantiere (operatori
delle attività presenti nell’area artigianale) questi operano prevalentemente all’interno dei fabbricati, inoltre le
attività già esistenti si trovano ad una certa distanza dall’area oggetto di intervento, pertanto saranno di fatto
protetti dalle emissioni sonore.
Ad ogni modo, il piano di sicurezza approntato prima dell’avvio del cantiere, terrà in debita
considerazioni le potenziali interferenze.
In merito alla polvere, si presume di poter realizzare le lavorazioni più impegnative sotto questo aspetto
pesanti, nella tarda primavera prima della stagione estiva. Tale fattore, grazie alla maggiore umidità del
terreno, sarebbe già in grado di contenere in maniera consistente le possibili emissioni di polveri associati
alla circolazioni di mezzi e persone sul terreno che ospiterà il generatore fotovoltaico.
Tuttavia, se dovesse verificarsi la necessità di avviare le lavorazioni in un periodo più caldo, con il
terreno più soggetto alla generazione di polveri, si provvederà al contenimento con irrigazione delle vie di
transito.
In merito alle polveri generate dalle operazioni di trasporto, si provvederà ad una adeguata
organizzazione finalizzata al contenimento del numero dei trasporti e si provvederà all’utilizzo di mezzi dotati
dei moderni sistemi di contenimento delle polveri sottili generati dalla combustione del gasolio.
5.4.2.5 Produzione di rifiuti (materiali di imballaggio) e scarti di lavorazione
Il maggiore volume all’interno dei rifiuti, sarà certamente rappresentato dagli imballaggi dei pannelli
fotovoltaici. Questi sono normalmente composti da cartone e modeste quantità di materie plastiche (cinghie
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di tenuta, pellicola trasparente); il cartone sarà depositato in una zona del cantiere adeguatamente
delimitata, e successivamente conferito alla raccolta differenziata per il suo recupero. Stesso trattamento
sarà riservato alle materie plastiche ed a tutti i materiali che dovessero prodursi quali scarti.
Tra gli imballaggi, si produrranno anche certe quantità di legno derivante dai pallet utilizzati per il
trasporto dei materiali. Ovviamente questi saranno stoccati e conferiti alla catena del riciclaggio.
Tra gli scarti di lavorazione invece rientrano certamente spezzoni e tagli di cavi elettrici; anche per questi
si procederà al temporaneo stoccaggio in zona delimitata del cantiere, per poi procedere al conferimento alla
catena del riciclaggio.
Per quanto riguarda le strutture, avendo previsto l’utilizzo di sistemi modulari in acciaio, si ritiene che non
saranno generati tagli e scarti se non in quantità molto modeste. I tagli principali saranno infatti eseguiti in
officina prima della consegna in cantiere; in questo caso ovviamente gli scarti saranno recuperati e destinati
al riciclaggio del metallo.
5.4.2.6 Materiali di risulta
Anche tale aspetto è già stato affrontato nelle pagine precedenti; come detto, gli sbancamenti saranno
per quanto possibile evitati, in quanto voce di costo. Per le modeste quantità di terreno di risulta, in ogni
caso, trattandosi di terreno vegetale, questo sarà steso sul piano di campagna senza precederne il
conferimento in altro sito.
Identiche considerazioni possono farsi per quanto riguarda i materiali di risulta degli scavi. Buona parte
sarà riutilizzata per il rinterro degli stessi scavi, per la restante parte si provvederà alla stesura nel medesimo
sito.
Per quanto riguarda le rocce che saranno eventualmente estratte durante gli scavi, queste saranno
conferite ad un impianto di frantumazione per essere trasformate in materiale riutilizzabile (frantumato per
edilizia).
5.4.2.7 Utilizzo del Territorio
Il territorio rappresenta di per sé una importante risorsa economica ed ambientale; pertanto è evidente
come sia indispensabile valutare attentamente le relative modalità di utilizzo.
È opinione diffusa, che gli impianti fotovoltaici debbano essere realizzati sfruttando le superfici già
impegnate da fabbricati esistenti (utilizzo delle coperture) ed i terreni marginali che spesso risultano non solo
inutilizzati ma anche abbandonati.
Tuttavia, appare anche evidente come, affinché tale tecnologia possa raggiungere la piena maturità,
risulti necessario prevedere la realizzazione di un adeguato numero di installazioni centralizzate (impianti di
taglia superiore al megawatt).
Anche in questo caso è però necessario procedere ad una attenta valutazione dei vari territori nei quali
realizzare questi interventi.
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Nel caso in esame, l’impianto si realizzerà su un’area di tipo industriale (ai sensi del PUC vigente) e che
impegna, con l’altro impianto in fase di realizzazione, un’aerea inferiore al 10% dell’area complessiva della
zona industriale.
L’impatto in discussione è pertanto associato all’impegno di tale porzione di territorio. Si rimarca, come
già descritto in precedenza, che il territorio non presenta nel sito di interesse, un particolare pregio
(motivazione per la quale è stato in passato destinato ad area industriale).
Si noti inoltre che, in virtù della tecnologia utilizzata, l’impatto è circoscritto al sito di installazione
dell’impianto; non sono infatti riscontrabili impatti nelle aree limitrofe.
Per quanto riguarda la reversibilità degli impatti, il vantaggio degli impianti fotovoltaici, consiste nella
completa reversibilità dell’impatto attraverso lo smantellamento delle strutture e dei componenti.
5.4.2.8 Esercizio
Gli impatti associati all’esercizio dell’impianto, sono certamente modesti; gli impianti fotovoltaici, infatti,
durante il funzionamento non producono rumore, vibrazioni, polveri ecc.
L’impatto sull’ecosistema è pertanto riconducibile esclusivamente all’impegno del suolo ed all’habitat
sottratti a flora e fauna indigeni.
Tuttavia, nel caso in esame, l’intervento ricade all’interno di un’area con modesta flora a fauna.
5.4.2.8 .1 Impatto sulla flora
Uno degli aspetti più critici relativi all’interferenza tra impianti e flora, è rappresentato dal rischio che il
terreno vegetale su cui insiste l’impianto, benché non soggetto a particolari azioni invasive, possa nel corso
degli anni degradarsi e perdere le proprie caratteristiche chimiche. Tale condizione è solitamente dovuta alla
realizzazione di fondazioni che modificano il terreno.
Nel caso in esame, invece, la soluzione installativa adottata, trattandosi di un sistema ad infissione, e in
pochi punti particolari di blocchi fuori terra, permette la naturale crescita del prato, anche se in parte limitata
dal costante ombreggiamento dei pannelli FV; inoltre il terreno, sarà permanentemente a contatto con l’aria,
la pioggia ed anche se in misura minore con la radiazione solare; questo permetterà la conservazione delle
caratteristiche preesistenti dello strato di terreno vegetale e soprattutto la sua non alterazione dato che non
saranno realizzate opere di fondazione.
5.4.2.8.2 Impatto sulla fauna
Come detto in precedenza, il sito non rappresenta un habitat naturale con importanti presenze
faunistiche.
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Allo stesso tempo si può tranquillamente affermare che l’impianto fotovoltaico, superato il periodo di
installazione del generatore (comunque di breve durata), risulterà praticamente ininfluente rispetto allo stato
attuale del sito.
La fauna presente (rappresentata da piccoli roditori ed occasionalmente da piccoli mammiferi, piccoli
rettili ecc.) potrà agevolmente adattarsi alla presenza dell’impianto, che di fatto non preclude l’utilizzo
dell’area da tali piccoli animali. La recinzione del sito sarà inoltre realizzata in modo tale da consentire il
passaggio della piccola fauna.
5.4.2.9 Durata e Reversibilità dell’Impatto
I potenziali impatti sopra descritti, si ritiene siano tutti di tipo reversibile; la loro durata temporale è
stimata in 25 ÷ 30 anni (vita utile dell’impianto) e gli effetti si ritiene possano definitivamente sparire al
momento della dismissione.
5.4.2.10 Mitigazione degli impatti
Per quanto descritto nel presente paragrafo, si ritiene che gli impatti ambientali associati alla
realizzazione dell’opera oggetto della presente progettazione, possano considerarsi molto limitati.
Tale risultato è stato ottenuto anche adottando alcuni accorgimenti quali:
- Utilizzo di strutture amovibili con sistema ad infissione;
- Contenimento dell’altezza delle strutture al fine di limitarne la visibilità;
- Realizzazione della distribuzione elettrica tramite la posa di cavidotti interrati;
- Ottimizzazione delle operazioni di costruzione (compreso il trasporto dei materiali);
- Limitazione delle opere di sbancamento (praticamente inesistenti nel progetto proposto);
Inoltre, al termine dei lavori, si provvederà alla realizzazione di una siepe con specie autoctone lungo il
perimetro del generatore, al fine di limitare ulteriormente la visibilità dei campi fotovoltaici.
5.4.2.11 Campi elettromagnetici
Il fenomeno è sostanzialmente associato al funzionamento degli inverter, delle linee di distribuzione di
energia e dei trasformatori BT/MT posti nelle cabine elettriche a servizio dell’impianto.
Trattandosi di impianti che (a valle degli inverter) operano a bassa frequenza (50Hz) rientrano nel campo
di applicazione del D.P.C.M. 08.07.2003 “Fissazione dei limiti di esposizione, dei valori di attenzione e degli
obiettivi di qualità per la protezione della popolazione dalle esposizioni a campi elettrici e magnetici alla
frequenza di rete (50 Hz) generati dagli elettrodotti.
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Tale Decreto, ha fissato i limiti di esposizione a campi elettrici (5 kV/m) e magnetici (3 µT obiettivo di
qualità) generati dalle linee elettriche a frequenza di rete. I limiti devono essere applicati a quelle situazioni
in cui si prevede la presenza di persone in prossimità della sorgente, per un periodo superiore alle quattro
ore giornaliere; il limite inoltre non si applica a quelle figure professionali che devono operare in prossimità
della sorgente.
Per tali figure professionali, si applicano le norme ICNIRP (International Commission o Non Ionizing
Radiation Protection) e dalla direttiva 2004/40/CE, i cui limiti sono fissati in 500 µT.
Inoltre si deve evidenziare come la fascia di rispetto imposta dai sopra richiamati Decreti, si applica agli
elettrodotti ed alle cabine utente in Alta Tensione e non a quelle di Media Tensione (presenti nell’impianto in
progetto). Anche volendo applicare le medesime restrizioni previste dalla normativa, alle cabine MT/BT, a
vantaggio della sicurezza, i limiti devono comunque essere applicati nei confronti della popolazione e per
periodi di permanenza superiori alle 4 ore.
Nel caso in esame, tutti i locali tecnici sono realizzati a diversi metri di distanza dalla strada (la fascia di
rispetto è sempre riconducibile a pochi metri), inoltre l’intervento ricade all’interno di un’area industriale.
Pertanto si ritiene logico ipotizzare che la permanenza di persone in prossimità del polo tecnico, per un
periodo di esposizione prossimo alle quattro ore, sia una condizione difficilmente riscontrabile nella realtà.
Per quanto riguarda le linee elettriche in corrente alternata poste a servizio dell’impianto, si noti che nel
progetto in esame, queste risultano interamente interrate, sia nel percorso dagli inverter ai quadri di parallelo
sia dai quadri di parallelo ai QGBT di impianto posti nei locali tecnici.
Anche le linee in MT avranno percorsi entro cavidotti interrati, si ritiene pertanto che i campi
elettromagnetici generati dai conduttori, si possano considerare ininfluenti, inoltre la profondità di posa sarà
sempre almeno pari ad 1m; tale soluzione è in grado di garantire, grazie all’effetto schermante del terreno,
sul contenimento del campo magnetico.
Tale profondità di posa è stata definita procedendo alla verifica, tramite lo sviluppo dei calcoli, della
distanza minima, necessaria allo scopo di garantire il rispetto dei valori di esposizione indicati dal Decreto
già richiamato.
Il valore del Campo Magnetico, può essere calcolato con la seguente relazione;
B = 0,245 x {(I x S)/D2}
Dove:
B = Campo Magnetico,
I = Intensità di corrente nel circuito
S = Distanza tra i conduttori
D = Distanza di riferimento
In tale relazione, dato B = 100 µT (limite imposto dal D.P.C.M. 08.07.03 art. 3) si ricava la distanza
minima per la quale è rispettato il valore del Campo Magnetico.
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Considerando la conduttura di collegamento tra il Polo Tecnico ed uno dei quadri di paralllelo posti sul
campo, con una potenza nominale di ~ 135 kWp e pertanto una corrente di linea teoricamente pari a circa
195 A, ed una distanza tra i conduttori pari a 20cm (terna di conduttori posti a trifoglio), si ottiene:
D = √ {(0,245 x I x S) / B} = 30,9 cm
Tale valore è evidentemente pienamente soddisfatto dalla linea, posata come detto a circa 1m di
profondità.
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6 PIANO DI DISMISSIONE
6.1 FASI DELLA DISMISSIONE
L'impianto sarà dismesso quando cesserà di funzionare, dopo almeno 25-30 anni dalla data di entrata in esercizio, seguendo le prescrizioni normative in vigore al momento.
Le fasi principali del piano di dismissione sono riassumibili in: 1. Sezionamento impianto lato DC e lato CA (Dispositivo di generatore), sezionamento in BT e MT (locale cabina di trasformazione); 2. Scollegamento serie moduli fotovoltaici; 3. Scollegamento cavi lato c.c. e lato c.a.; 4. Smontaggio moduli fotovoltaici dalla struttura di sostegno (shed); 5. Impacchettamento moduli mediante contenitori di sostegno; 6. Smontaggio sistema di illuminazione; 7. Rimozione cavi da canali interrati; 8. Rimozione pozzetti di ispezione; 9. Rimozione parti elettriche dai fabbricati per alloggiamento inverter; 10. Smontaggio struttura metallica; 11. Rimozione dei basamenti di fissaggio al suolo; 12. Rimozione parti elettriche dalla cabina di trasformazione; 13. Consegna materiali a ditte specializzate allo smaltimento. I tempi previsti per adempiere alla dismissione dell'intero impianto fotovoltaico sono di circa 4 mesi. La dismissione di un impianto fotovoltaico è un’operazione ancora non entrata in uso comune, data la
capacità dell'impianto fotovoltaico a continuare nel proprio funzionamento di conversione dell'energia anche oltre la durata di venticinque-trent’anni, ed essendo tali tecnologie piuttosto recenti.
6.2 RICICLO E RIFIUTI
Ogni singola parte dell’impianto FV avrà dei componenti riciclabili e degli altri che saranno classificati
come rifiuti. L'impianto fotovoltaico è costituito essenzialmente dai seguenti materiali:
• Apparecchiature elettriche ed elettroniche: inverter, quadri elettrici, trasformatori, moduli fotovoltaici, contatori, impianto di videosorveglianza e di illuminazione • Materiali ferrosi: strutture di sostegno dei moduli fotovoltaici quali viti di ancoraggio in acciaio, profili
di alluminio, shed; recinzione in fili zincati; pozzetti di ispezione in ghisa se carrabili; porte/finestre di aerazione della cabina elettrica
• Cavi elettrici • Materiale plastico: tubazioni in PVC per il passaggio dei cavi elettrici, cassette dei quadri elettrici • Materiale inerte: pietrisco o ghiaia per la realizzazione della viabilità interna
6.3 Pannelli FV: Per quanto riguarda lo smaltimento dei pannelli Fotovoltaici montati sulle strutture fuori terra, qualora
non fosse possibile rivenderli, l'obiettivo è quello di riciclare pressoché totalmente i materiali impiegati. Le operazioni consisteranno nello smontaggio dei moduli ed invio degli stessi a idonea piattaforma predisposta dal costruttore dei moduli FV che effettuerà le seguenti operazioni di recupero:
• recupero cornice di alluminio; • recupero vetro; • recupero integrale della cella di silicio o recupero del solo wafer; • invio a discarica delle modeste quantità di polimero di rivestimento della cella;
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6.4 Strutture di sostegno: Le strutture di sostegno dei pannelli saranno rimosse tramite smontaggio meccanico, sia per la parte
aerea che per quella vincolata al suolo. I materiali ferrosi ricavati verranno inviati ad appositi centri di recupero e riciclaggio, il tutto a norma di
legge. 6.5 Impianto elettrico: Le linee elettriche e gli apparati elettrici e meccanici delle cabine di trasformazione MT/BT saranno
rimossi, conferendo il materiale di risulta agli impianti all'uopo deputati dalla normativa di settore. Il rame degli avvolgimenti e dei cavi elettrici e le parti metalliche verranno inviati ad aziende specializzate
nel loro recupero e riciclaggio. I pozzetti elettrici verranno rimossi tramite scavo a sezione obbligata che verrà poi nuovamente riempito
con il materiale di risulta. I manufatti estratti verranno trattati come rifiuti ed inviati in discarica in accordo alle vigenti disposizioni
normative. 6.6 Normativa sui rifiuti Il D.lgs. 152/06 classifica i rifiuti secondo l’origine in rifiuti urbani e rifiuti speciali, e secondo le
caratteristiche di pericolosità in rifiuti pericolosi e non pericolosi. Tutti i rifiuti sono identificati da un codice a sei cifre. L'elenco dei codici identificativi (denominato CER 2002 e allegato alla parte quarta del D.lgs. 152/06) è
articolato in 20 classi: ogni classe raggruppa rifiuti che derivano da uno stesso ciclo produttivo. All'interno dell'elenco, i rifiuti pericolosi sono contrassegnati da un asterisco.
In base alla classificazione secondo l’origine, i rifiuti derivanti dalla dismissione di un impianto
fotovoltaico rientrano tra quelli speciali: - rifiuti derivanti dalle attività di demolizione, costruzione, nonché i rifiuti pericolosi che derivano dalle
attività di scavo; - i macchinari e le apparecchiature deteriorati ed obsoleti; Per quanto riguarda la classificazione secondo la pericolosità, secondo il D.lgs. 152/06 (art. 184, comma
5), sono rifiuti pericolosi quelli contrassegnati da apposito asterisco nell’elenco CER2002. In tale elenco alcune tipologie di rifiuti sono classificate come pericolose o non pericolose fin dall’origine,
mentre per altre la pericolosità dipende dalla concentrazione di sostanze pericolose e/o metalli pesanti presenti nel rifiuto.
Per "sostanza pericolosa" si intende qualsiasi sostanza classificata come pericolosa ai sensi della direttiva 67/548/CEE e successive modifiche: questa classificazione è soggetta ad aggiornamenti, in quanto la ricerca e le conoscenze in questo campo sono in continua evoluzione.
I "metalli pesanti" sono: antimonio, arsenico, cadmio, cromo (VI), rame, piombo, mercurio, nichel, selenio, tellurio, tallio e stagno. Essi possono essere presenti sia puri che, combinati con altri elementi, in composti chimici.
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Il codice CER dei materiali costituenti un impianto fotovoltaico sono essenzialmente i seguenti:
Codice CER Descrizione
20 01 36 apparecchiature elettriche ed elettroniche fuori uso (inverter, quadri elettrici, trasformatori, moduli fotovoltaici)
17 01 01
Cemento (derivante dalla demolizione dei fabbricati che alloggiano le apparecchiature elettriche)
17 02 03 Plastica (derivante dalla demolizione delle tubazioni per il passaggio dei cavi elettrici)
17 04 05
Ferro, Acciaio (derivante dalla demolizione delle strutture di sostegno dei moduli fotovoltaico)
17 04 11 Cavi
17 05 08 Pietrisco (derivante dalla rimozione della ghiaia gettata per realizzare la viabilità)
In particolare, riguardo alla rottamazione di apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE), la Norma
EN 50419 indica l'appartenenza del prodotto alla categoria RAEE, per cui tutti i prodotti a fine vita che riportano tale simbolo non potranno essere conferiti nei rifiuti generici, ma seguire l'iter dello smaltimento. Il mancato recupero dei RAEE non permette lo sfruttamento delle risorse presenti all'interno del rifiuto stesso come plastiche e metalli riciclabili.
Lo Stato Italiano dispone che si realizzi il trasporto dei RAEE presso gli impianti autorizzati indicati dai produttori di AEE professionali. All'art. 7 del decreto n. 65 del 2010 si rende noto che si applica il ritiro di RAEE professionali effettuato dai gestori dei centri di assistenza tecnica di AEE formalmente incaricati dai produttori di tali apparecchiature, provvedendo al ritiro nell'ambito dell'organizzazione di un sistema di raccolta di cui all'articolo 6, comma 3, del decreto legislativo n. 151 del 2005.
E' comunque da far notare che le celle fotovoltaiche, sebbene garantite 20 anni contro la diminuzione dell'efficienza di produzione, essendo costituite da materiale inerte, quale il silicio, garantiscono cicli di vita ben superiori alla durata ventennale (sono infatti presenti impianti di prova installati negli anni 70 ancora funzionanti).
I moduli fotovoltaici risentono solo di un calo di prestazione dovuto alla degradazione dei materiali che compongono la stratigrafia del modulo, quali il vetro (che ingiallisce), i fogli di EVA (acetato di vinile) e il Tedlar (film di polivinilfluoruro). Del modulo fotovoltaico potranno essere recuperati il vetro di protezione, le celle al silicio, la cornice in alluminio e il rame dei cavi, quindi circa il 95% del suo peso.
L'inverter, altro elemento "ricco" di materiali pregiati (componentistica elettronica) costituisce il secondo elemento di un impianto fotovoltaico che in fase di smaltimento dovrà essere debitamente curato.
Tutti i cavi in rame potranno essere recuperati, così come tutto il metallo delle strutture di sostegno. L'impianto fotovoltaico è da considerarsi l'impianto di produzione di energia elettrica che più di ogni altro
adotta materiali riciclabili e che durante il suo periodo di funzionamento minimizza l'inquinamento del sito di installazione, in termini di inquinamento atmosferico (nullo non generando fumi), di falda (nullo non generando scarichi) o sonoro (nullo non avendo parti in movimento).
Negli ultimi anni sono nate procedure analitiche per la valutazione del ciclo di vita (LCA) degli impianti fotovoltaici. Tali procedure sono riportate nelle ISO 14040-41-42-43.
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7 COMPUTO METRICO INDICATIVO DEI LAVORI DI SMANTELLAMENTO DELL’IMPIANTO
Oggetto Lavori di Smantellamento e Ripristino dei luoghi per ciascun MW
Moduli Non è previsto lo smaltimento in discarica dei moduli. I moduli sono soggetti alla rimozione dalle strutture ed al trasporto alla ditta produttrice , rientrando in un programma di ritiro e riciclaggio dei moduli al termine della vita dell'impianto.
Strutture
Le strutture di fondazione delle cabine di trasformazione sono in calcestruzzo armato, pertanto va demolito il plinto di fondazione, rimosso e il materiale riveniente portato a discarica autorizzata. La parte ferrosa (armatura) è vendibile a ditte interessate nel loro riciclaggio, con costo netto di smaltimento sostanzialmente nullo.
Le strutture sono composte in massima parte in acciaio zincato. Dato il valore residuo di tali materiali, le strutture verranno vendute a ditte interessate nel loro riciclaggio con notevoli ricavi per l'azienda committente.
Cavi I cavi sono composti in rame. Una volta effettuato lo sfilaggio dei cavi dalle tubazioni in PVC nel sottosuolo, dato il valore residuo di tali materiali, è previsto la vendita degli stessi a ditte interessate nel loro riciclaggio con notevoli ricavi per l'azienda committente.
Trasformatore Il trasformatore è composto in massima parte da materiali pesanti. Dato il valore residuo di tali materiali, è prevista la vendita delle strutture a ditte specializzate nel riciclaggio di tali materiali.
Cabine I locali tecnici potranno essere demoliti con trasporto a discarica autorizzata dei materiali derivanti dalla demolizione, ove non tali locali non siano più utili a successivi utilizzi del terreno, con limitato dispendio.
TOTALE COSTO NETTO PER SMALTIMENTO E RIPRISTINO a MW € 50.000,00
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8 CONCLUSIONI
Nelle precedenti pagine di questo studio a carattere ambientale, si è cercato di esaminare con spirito
oggettivo i vari fattori caratterizzanti l’opera in progetto.
Si è in particolare cercato di esaminare i vari punti critici, la cui sottovalutazione potrebbe comportare la
creazione di condizioni di impatto ambientale, e dare ragione degli accorgimenti e delle soluzioni adottate al
fine di scongiurare il verificarsi di tali eventi.
In conclusione, si vogliono riportare alcune considerazioni che a giudizio di chi scrive, rappresentano
invece gli aspetti positivi, da un punto di vista ambientale, che dovrebbero spingere verso un maggiore
utilizzo di tali sistemi per la generazione di energia elettrica.
8.1 ASPETTI AMBIENTALI DELL’INTERVENTO
La realizzazione di impianti fotovoltaici e più in generale di impianti di produzione da fonti rinnovabili, non
rappresenta semplicemente un investimento di tipo economico-finanziario, ma anche un forte impulso verso
il consolidamento di una cultura mirata allo sviluppo sostenibile.
Infatti in una società ed in un modello economico sempre più energivori, la questione fondamentale
diventa il modo in cui viene prodotta l’energia che le attività umane richiedono. Il solare Fotovoltaico con un
Energy Pay Back Time (cioè il lasso di tempo impiegato da un pannello fotovoltaico per fornire l’energia
impiegata per la sua produzione) ridotto ormai a circa 2,5 anni, su una vita utile di 25 ÷ 30 anni, è uno dei
pochi sistemi realizzabili, che può, oggi, rispondere positivamente all’esigenza di eco-compatibilità.
La produzione energetica da fonte fotovoltaica, è totalmente esente dall’emissione di sostanze inquinanti
o dannose per l’uomo e la natura (nei precedenti paragrafi si è cercato di fornire un quadro completo dei
rischi ambientali associati alla produzione di tali sistemi); infatti, l’esame di pochi e semplici dati ci forniscono
il seguente quadro:
- il mix energetico italiano (cioè l’insieme delle fonti energetiche utilizzate in Italia per produrre Energia
Elettrica), comporta la produzione di circa 0,536 kg di CO2 e di 1,699g di NOx (ossidi di Azoto),
0,93g di SO2 (Biossido di Zolfo) e 0,029g di polveri sottili per ogni kWh generato (in Sardegna il
valore di CO2 supera addirittura i 0,6 kg);
- in una moderna centrale a combustibile fossile, per la generazione di un kWh si utilizza l’equivalente
di 220g di petrolio.
Partendo da tali valori, si può facilmente constatare che l’impianto da ~ 1.172 kWp previsto in progetto è in grado di garantire:
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Produzione attesa (valore
medio nei primi 20 anni)
Riduzione Emissioni
di CO2
Riduzione Emissioni
di NOX
Riduzione Emissioni
di SO2
Riduzione Emissioni
di Polveri Sottili
Riduzione Consumi di
Petrolio
kWh/anno Kg/anno Kg/anno Kg/anno Kg/anno Kg/anno
7.185.146 3.851.238,32 12.207,56 6.682,19 2.083,69 1.580.732,15
Nota: Le stime sono elaborate utilizzando valori convenzionali
VANTAGGI AMBIENTALI CONNESSI ALLA REALIZZAZIONE DI UN PARCO SOLARE FOTOVOLTAICO
DA ~ 4.984 kWp
L’esame di tali dati lascia emergere in modo chiaro ed inequivocabile il forte impatto ambientale
positivo, che tale impianto è in grado di generare.
Anche contabilizzando le emissioni di CO2 associate alle fasi di produzione dei componenti, che
abbiamo visto essere stimate in circa 35g/kWh (cf. par. 7.1), si ricava un saldo netto delle emissioni evitate
pari a:
3.851.238,32 kWh/ anno x (0,536 – 0,035) kg/kWh = 1.929.470,40 kg/anno
8.2 Utilizzo del Territorio
In merito a tale aspetto, come diffusamente spiegato nella presente relazione, il progetto proposto, non
prevede modalità di installazione che prevedano la realizzazione di opere o lavorazioni in grado di
modificare l’assetto geomorfologico del sito interessato.
Tale aspetto permetterà con costi molto contenuti, giunti al termine della vita utile dell’impianto, di
procedere alla rinaturalizzazione dell’area, riportandola allo stato originario.
Dal punto di vista idrologico, invece, nel progetto non sono previste opere di emungimento di acqua dal
sottosuolo, e le opere previste non sono in grado di interferire con l’assetto idrogeologico del terreno
interessato dall’intervento.
8.3 Habitat Naturale
Anche in merito a tale aspetto, nella presente relazione si è già detto come il sito, individuato all’interno
di una zona industriale già destinata ad una forte antropizzazione, non presenti caratteristiche ambientali di
particolare pregio.
Ad ogni modo gli interventi in progetto, si ritiene, non introdurranno alcuna significativa sull’equilibrio
raggiunto nel sito.
Bitti, Gennaio 2012 Il professionista