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Periodico d’informazione locale. Anno XXI n. 106 - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NE/PD www.lapiazzaweb.it di Rovigo 1994 - 2014 ARREDA LA TUA CASA PORTO VIRO (RO) S.S. ROMEA KM. 68 Tel. 0426 321260 FERRARA VIA MODENA 250 - Tel. 0532 731138 www.patio.it APPROFITTA SUBITO!! Fino al 31 OTTOBRE 2014 potrai avere, sulla tua nuova cucina, il TOP in QUARZO al prezzo del laminato dal 1951 al vostro servizio Anta intarsio foglia d’argento ARREDA LA TUA CASA www.patio.it

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Periodico d’informazione locale. Anno XXI n. 106 - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NE/PD www.lapiazzaweb.it

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A scuola si investe nel futuro

Primo piano

pag. 4-5

Il congresso ora non serve più, Silvestri non corre, c’è Zanellato

Terremoto nel Pd

pag. 9

pag. 6

E’ già tempo di nuova Provincia, i papabili per fare la storiaTrasformata, non abolita. Si vota il 12 ottobre, a scegliere la guida saranno in tutto 582

Si vota la nuova Provincia. Un ente non cancellato, come pareva il suo destino. Ma trasformato. Quanto profondamente sarà

il tempo a dirlo. Così come sarà il tempo a dire se davvero questa innovazione sarà fonte di rispar-mio, come nelle intenzioni dei “rottamatori”. In ogni caso, il prossimo 12 ottobre sarà una gior-nata a suo modo storica. Le operazioni di voto andranno dalle 8 alle 20 e si terranno a Palazzo Celio. La differenza principale rispetto al passato sta nel fatto che non voteranno più tutti i cittadini aventi diritto. La Provincia è stata trasformata in

un ente di secondo grado. Ciò significa che elet-tori ed eletti saranno componenti di enti locali. Gli elettori saranno 582. I sindaci e i consiglieri dei Comuni del Polesine che, dal momento del voto, resteranno in carica ancora per almeno due anni. In ogni caso, vecchia o nuova, sempre vo-tazione è. E quindi è partito il totonomi. Il primo è quello della presidente uscente Tiziana Virgili, sostenuta dal Pd. Sparito invece dal novero dei papabili Bruno Piva, sindaco di Rovigo decaduto con la sua giunta. Tengono banco anche i nomi dei primi cittadini dei Comuni di maggiore peso

del Polesine. Tra questi, Massimo Bobo Barbuja-ni per Adria, ma anche Luigi Viaro di Lendinara.

Può anche darsi che le varie liste scelga-no di puntare sui “giovani terribili”. Ossia quei sindaci di giovane età che hanno ottenuto, alle recenti elezioni comunali, risultati importanti e inaspettati. C’è Cristiano Corazzari, leghista, che ha conquistato Stienta, il “feudo rosso” del Po-lesine. Ma c’è anche Thomas Giacon del Pd, che dopo anni di opposizione si è preso Porto Viro, tradizionale roccaforte del Pdl.

Rivoluzione all’iRas“Pagano i Comuni”

pag. 12

Svolta all’Iras. L’istituto assistenzia-le, per rientrare di centinaia di migliaia

di euro per rette di non autosufficienti a basso reddito, ha chiamato in causa non

solo i familiari, ma anche i sindaci.

Una soluzione tampone che tuttavia è stata molto apprezzata in centro città e

non solo: per sistemare una volta per tutte voragini e dislivelli sulle strade il Comune ha

deciso di procedere con “tappetini” d’asfalto. pag. 10

ContRo buChe e dissestieCCo i taPPetini d’asfalto

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L’EDITORIALE

La buona scuola per i cittadini di domanidi Germana urbani*

Da che il Premier Renzi ha presentato agli italiani “non l’ennesima riforma” ma “un nuovo patto educativo” per

disegnare tutti insieme la scuola che verrà si è scatenato un dibattito acceso ma da molti punti di vista assai sterile. Un bailame di commenti e commentatori che su Twit-ter, Facebook, blog e forum esprimono il loro pensiero a riguardo. Peccato, però, che almeno fi no ad ora non si sia visto o sen-tito quasi nulla di quel viaggio intellettuale entusiasmante che aveva dipinto il giovane primo ministro nel suo discorso di presen-tazione del progetto. In questi giorni tutto vola molto più basso. Tutto si è ridotto a quanti e quali insegnanti saranno assunti. A come si valuterà il merito legato agli scatti d’anzianità. Se saranno assunti i precari o i giovani. Se le graduatorie o i concorsi…

Personalmente sono molto delusa. Questa che twitta non è la buona scuola che io spero accolga i miei fi gli.

La buona scuola che vorrei, e dovrem-mo volere tutti, dovrebbe porsi il problema di quali siano i contenuti e gli strumenti più adatti oggi a formare il cittadino e l’uomo di domani. Dovrebbe individuare i percorsi intel-lettuali più utili da proporre agli adolescenti che crescono nella fragile società in cui viviamo.

*[email protected]@givemotions.it

continua a pag. 8

Intervento

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La primavera e l’anomala estate di quest’anno sono state contras-segnate da insistenti piogge che hanno funestato il territorio con le cosiddette “bombe d’acqua”. Così vengono defi niti discorsivamente

i nubifragi che, secondo alcuni climatologi, sono di intensità superiore ai 50 mm/ora, ovvero superiori a 50 litri di pioggia al metro quadrato in un’ora.

Bombe d’acqua, come difendere il nostro territorio

di Giuseppe Gasparetto Stori*

continua a pag. 8

Intervento

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È un periodico formato da 13 edizioni locali mensilmente recapitato a oltre 250.000 famiglie del Veneto.Questa edizione raggiunge le zone di Rovigo per un numero complessivo di 15.317 copie. Iscrizione testata al Tribunale di Venezia n. 1142 del 12.04.1994; numero iscrizione ROC 22120

DIREZIONE - AMMINISTRAZIONEe ConCessionaria di PubbliCità loCale

Padova, via Lisbona 10Tel. 049 8704884 Fax 049 [email protected]

REDAZIONE:Direttore responsabile (ad interim)Germana urbani [email protected] Jovane [email protected] in redazione il 29 agosto 2014Centro Stampa: rotopreSS InternatIonalloreto, vIa breCCIa (an)

Questo periodico è associato alla Unione Stampa Periodica Italiana

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Periodico fondato nel 1994 da Giuseppe Bergantin

RovigoCassa integRazione PRoRogata

PeR gli ex lavoRatoRi gRimeCa

Tirano un bel sospiro di sollievo ben 202 famiglie di Rovigo e circondario. La cassa integrazione, che sarebbe dovuta scadere

il 31 agosto, è stata prorogata per altri quattro mesi. Una vera e propria boccata

d’ossigeno per i lavoratori della ex Bassano Grimeca, l’importante realtà industriale

di Ceregnano ora rilevata da Tmb. Il prolungamento dell’ammortizzatore sociale

sino al 31 dicembre consente di sperare che il percorso virtuoso avviato dalla nuova proprietà consenta di assorbire gran parte

dei lavoratori ora in cassa. Una bella vittoria per lavoratori e sindacati.

Porto ViroPResto in Città ben 10 toilette PeR i Cagnolini

Dieci toilette per cani saranno a breve installate in altrettanti “punti strategici” del Comune di Porto Viro. Sarà possibile prelevare tutto il necessario per fare pulizie quando i nostri amici a quattro zampe – non certo per colpa loro – sporcano durante la passeggiata. Così anche i padroni distratti che escono senza l’attrezzatura completa non avranno più scuse. Una bella iniziativa che sarà preceduta da una massiccia campagna informativa, con tanto di depliant e incontri dedicati al tema.AdriaPiazza CavouR si PRePaRa a salutaRe i suoi tigli

Sono un pezzo di storia ma ben presto spariranno. Sono i tigli piantumati in piazza Cavour ad Adria, la splendida cornice del teatro comunale. Poche speranze per le piante: la loro presenza ostacola una importante progetto di messa in sicurezza delle sponde del Canalbianco, tra l’altro già finanziata dalla Regione del Veneto con un contributo nell’ordine dei due milioni di euro. L’amministrazione aveva progettato un intervento alternativo per evitare il taglio, ma il Genio ha detto no: in periodo di rischio idrogeologico, priorità assoluta alla sicurezza.

Adriavandalismo, il sindaCo lanCia

l’aPPello alla Città su faCebook

A volte si tratta di vandalismo, a volte di incuria. Comunque comportamenti non

graditi al primo cittadino di Adria Massimo Barbujani. Che ha lanciato un appello alla

cittadinanza su Facebook. Scopo: evitare il degrado cittadino. Tra gli episodi che hanno rabbuiato il sindaco, la rottura della Madon-nina al parco Baden Powell, il lancio di sassi

all’interno della fontana dei giardini Scarpari e il danneggiamento della ringhiera di uno dei ponti centrali da parte di una vettura che si è poi data alla fuga. Episodio quest’ultimo che ha anche provocato un danno non da poco.

Barricatamulte nei Posteggi estivi,

PolemiCa e RePliCa di bellan

Nonostante il maltempo che ha reso non certo indimenticabile questa estate,

è comunque tornato a porsi uno dei tormentoni di Barricata e Boccasette, le

due splendide spiagge del Comune di Porto Tolle. Alcuni turisti hanno infatti lamentato le multe ricevute nei giorni di pienone da

parte della polizia locale. L’accusa è quella di volere fare cassa sulla pelle dei bagnanti.

Ma il sindaco Claudio Bellan non ci sta e replica: si tratta di poche contravvenzioni che

certo non incidono granché sul bilancio di una amministrazione comunale. Piuttosto, conclude, sarebbe importante un maggiore

rispetto delle regole.

Rovigo Nordestil CommissaRio al lavoRo

pag. 8

Tanti problemi già risolti e tante accuse alla politica

CoRso del PoPolo

pag. 10

Smantellato l’ex Agip, addio a un pezzo di storia

giustizia e seRvizi

pag. 14

Parte l’anno giudiziario, rebus sul nuovo tribunale

RovigodoPo l’ossessione a febbRaio un’altRa gRandissima mostRa

Aprirà i battenti il prossimo 14 febbraio, il giorno di San Valentino. Ma sin da ora è candidata a replicare il bel successo della “Ossessione nordica”, la mostra che in questi mesi ha tenuto banco a Palazzo Roverella, a Rovigo. Suggestivo il titolo della nuova esposizione: “Angeli e demoni”. Un viaggio profondo, emo-zionante e inquietante nella pittura di fine Ottocento. Ancora una volta quindi il capoluogo si candida a diventare punto di riferimento per gli amanti dell’arte. Obiettivo dichiarato: raggiungere o superare la soglia dei 55mila visitatori appena fatta registrare.

L’EDITORIALE

La buona scuola per i cittadini di domaniE ancora, declinare le solite materie noiose per molti in qualcos’altro, modifi care le lezioni frontali per riuscire a suscitare ancora curiosità di sapere: quella voracità di conoscenza che orami è rarissimo incontrare tra i banchi di scuola. E tutto questo per riuscire ancora a regalare ai giovani che crescono un sogno, uno solo, una meta da raggiungere con costanza e impegno. La buona scuola dovrebbe avere il coraggio anche di dire che i programmi andrebbero differenziati, che Manzoni e Dante non sono più obbligatori per tutti, che l’obbligo scolastico per chi è in diffi coltà o vive nel disagio si può conseguire anche seguendo percorsi originali e non programmi uguali per tutti che altro non sono che “tavole della legge” incise sul bancone del Ministero quasi un secolo fa. So che per certi versi le posizioni che sto esprimendo sono estreme ma credo che per scrivere un vero, nuovo patto educativo sia necessaria una pesante dose di coraggio.

So che la scuola è un’Istituzione e, come mi ha detto uno stimabile intellettuale “non può essere ridotta ad un insieme di percorsi e piste ciclabili”, serve una via maestra. Credo però che per disegnarla l’architetto debba avere in mente un’idea reale della società odierna e di quella a venire. Ebbene. Che idea ha il legislatore della società che vuole formare sui banchi di scuola? Io non l’ho capito. Ma una cosa la so. Ho fi ducia nella classe insegnante che ogni giorno, nonostante tutto, entra a scuola con passione ed entusiasmo. Sì, qualcuno sarebbe meglio che si dedicasse ad altro. Ma la maggior parte dei “maestri” sa che quando varca la soglia della scuola va a “soffi are sulle ali” del futuro del Paese. Che sono i bambini, i nostri fi gli, mio fi glio. Perciò caro Renzi e cari sindacati tutti, vi prego, mettete al centro di questo nuovo patto per la scuola gli insegnanti e i dirigenti ma non trattateli come numeri sul libro paga del Ministero.

Sono materia preziosa, appassionata e intelligente. Ascoltiamoli nel merito, sarà utile al Paese e al futuro.

segue da pag. 1

*[email protected] - [email protected]

aCCuse duRe

pagg. 18-19

Minori dimenticati dalla politica e dalla società

exPo veniCe

pag. 20

Acqua e cibo protagonisti a Marghera nel 2015

PolitCa

pag. 22

La pagella di Lucio Tiozzo alla giunta Zaia

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Page 8: Rovigo ago2014 n106 bb

4 Argomento del mese

la CaRta d’identità della sCuola

Anche il tutor è pronto ad aiutare

Due centri, Rovigo e Porto Viro, 430 iscritti complessivi, per il 30% circa stranieri. Tutt’altro

che un problema: quasi tutti hanno giù avuto esperienze scolastiche in Italia e parlano e scrivono corren-temente. Ma quale problema, una risorsa piuttosto. Il percorso di tre anni prevede sempre un ruolo di primo piano affidato al laboratorio:

il 50% delle ore il primo anno, il 30% circa gli altri due, ma abbinate ai fondamentali stage in azienda. Sempre alta l’aspettativa di trovare lavoro: entro il primo anno dal di-ploma ci riescono circa il 55% degli studenti. Numeri che stupiscono in una congiuntura del genere. Più che lusinghieri.

Fondamentale il ruolo svolto dalla figura del tutor: si occupa di creare in classe il clima più produttivo per il lavoro e di garantire il migliore inserimento possibile per i ragazzi extracomunitari. Non solo: la sua figura è molto importante anche per tirare su di morale e motivare quei ragazzi che magari hanno scelto di passare a un istituto professionale dopo avere subito delusioni in altri ambiti scolastici. In questi casi è fonda-mentale fare capire loro che un istituto di questo tipo non è un ripiego, ma piuttosto la possibilità di scoprire la propria genuina vocazione. M.D.P.

Maggiore attenzione nei confronti degli studenti e maggiore considerazione della scuola da parte della società e del mondo politico: queste sono le esigen-

ze che il dirigente scolastico dell’Enaip di Rovigo, Giovanni Amidei, individua come priorità.

Ma cosa chiedono i ragazzi? Chi si rivolge alle scuole di formazione professionale vuole imparare a fare, cerca di acquisire quella che all’Enaip chiamano “intelligenza delle mani”: ecco dunque che viene dato ampio spazio alle atti-vità di laboratorio.

Fin dal primo anno le ore di laboratorio equivalgono al 50 per cento del monte ore complessivo, mentre nel se-condo e terzo anno si riducono al 30 per cento ma con uno stage di tre o quattro settimane in azienda.

L’attenzione nei confronti dei ragazzi è evidente nel-la scelta delle aziende convenzionate: sono individuate in base a precisi requisiti di qualità e sicurezza, perché possa-no offrire una efficace esperienza formativa, ma si tiene conto anche della residenza degli studenti, perché possano

raggiungere la ditta agevolmente. Amidei spiega che lo stage è un’opportunità molto im-

portante per i ragazzi: i più capaci e volenterosi vengono coinvolti nei tirocini estivi e, in generale, entro un anno dal conseguimento della qualifica il 55 per cento degli studenti ha un lavoro coerente con il percorso formativo seguito.

La crisi economica si fa sentire anche in questo caso perché in passato la percentuale superava anche il 70. Nei due centri polesani dell’Enaip, a Rovigo e a Porto Viro, ci sono circa 430 iscritti, sia maschi che femmine, che se-guono i corsi di operatore elettrico, operatore meccanico, operatore ai servizi di vendita, operatore del benessere con indirizzo acconciatura o estetista, e operatore della ristora-zione con indirizzo servizi di sala e bar.

Amidei ritiene che sarebbe auspicabile che le varie istituzioni scolastiche lavorassero maggiormente in rete: gli abbandoni scolastici in Polesine sono sotto la media nazio-nale ma si può fare ancora di più.

Esiste un accordo tra l’Enaip e l’Ipsia “Marchesini” di

Rovigo per permettere agli studenti che hanno conseguito il diploma di qualifica di proseguire gli studi nell’ambito dell’i-struzione professionale.

Ma Enaip cerca di fare la sua parte cominciando dall’in-terno, ovvero predisponendo per ogni classe un tutor che ha il compito di limare o evitare possibili problematiche, contribuendo a creare un clima di classe più efficace per il lavoro e favorendo l’inserimento di ragazzi extracomunitari, circa il 30 per cento.

I tutor hanno anche il compito di lavorare sulla moti-vazione degli studenti che spesso arrivano demoralizzati e delusi dalle precedenti esperienze scolastiche.

Tuttavia, il grande lavoro svolto dalle scuole di forma-zione professionale è spesso misconosciuto: ad esempio, i dipendenti di questo tipo di scuola ricevono gli stipendi in ritardo di qualche mese perché la Regione eroga i finanzia-menti con lentezza.

di Mattia De Poli

Attivata a Rovigo

la convenzione con l’istiuto “Marchesini”

Le ore di laboratorio

rivestono un ruolodavvero

fondamentale

L’istitutoNonostante la crisi, lo stage garantisce

un lavoro entro un anno

dal diploma al 55% degli scritti.

Ai bei tempi la percentuale

superava anche il 70%. Nei due centri gli iscritti

sono circa 430. Per il 30% sono stranieri Enaip: sui banchi s’impara l’intelligenza delle mani

Giovanni Amidei

ESISTE LA VERITà?Quando viene data la possibilità di interpretazione a ogni singolo evento in apparenza oggettivo, la verità non esiste.

Esiste UNA verità che può risultare difforme da un’altra verità frutto di una differente interpretazione dello stesso fatto.Ma la verità per definizione dovrebbe essere unica e univoca.NO. LA VERITà NON ESISTE.

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Page 9: Rovigo ago2014 n106 bb

5Argomento del mese

di Mattia De Poli

Grande l’attrazione esercitata sul FerrareseIl particolare Grazie a una differente normativa regionale

Numerose le possibilità di formazione che vengono messe a disposizione dei frequentanti dell’Enaip. Sono attivati infatti i corsi di operatore elettrico, operatore meccanico, operatore ai servizi di vendita, operatore del benessere con indirizzo acconciatura o estetista, e operatore della ristorazione con indirizzo servizi di sala e bar.

Si è pensato anche a coloro che, dopo il triennio, possono avere il desiderio di approfondire il proprio percorso di istruzione professionale. E’ dedicata infatti a loro la convenzione che a Rovigo è stata posta in essere con l’Ipsia Marchesini, vero e proprio punto di riferimento per il settore. Da segnalare poi come i due centri polesani – Rovigo e Porto Viro – stiano cominciando ad esercitare una importante funzione di attrazione anche rispetto al Ferrarese. Questo dipende da una legislazione regionale in parte differente tra Veneto ed Emilia che può avere positive ricadute.

Il Veneto ha infatti recepito una normativa ministeriale che permette l’assolvimento dell’obbligo di istruzione mediante la frequenza di corsi di formazione professionale già a partire dall’età di quattordici anni, mente l’Emilia Romagna considera equivalenti i percorsi di istruzione e di formazione solo a partire dai quindici anni di età. Un differenziale assolutamente positivo per le scuole di questo tipo della nostra Regione e che nello specifico rende attraente l’Enaip di Porto Viro anche per molti giovani che abitano nella provincia di Ferrara. Effetto senza dubbio di un sistema scolastico nazionale probabilmente troppo frammentato e disorganico. Ma effetto che in questo caso specifico gioca a favore del nostro Polesine.

Tenendo sempre il focus fisso alla provincia, altro dato positivo è quello relativo agli abbandoni scolastici, che si collocano decisamente al di sotto della media nazionale. Il dirigente scolastico Giovanni Amidei comunque ritiene che anche su questo punto sia possibile fare di più.

Enaip: sui banchi s’impara l’intelligenza delle mani

La storia

Dopo l’incidente non si è mai arreso e ha lottato Dal coma profondo al diploma: Tobia ha vinto alla grandeLa scuola italiana spesso sale alla ribalta della cronaca per i suoi mille difetti e proble-

mi: le strutture inadeguate, il personale poco motivato e attento alle esigenze degli studenti, lo scollamento del sistema scolastico rispetto alla realtà odierna. Non sono –

spesso – critiche immotivate. O ingenerose. E’ indubbio che la scuola italiana ha dei limiti. Aggravati anche dalla politica di tagli che nel settore scolastico come in tanti altri viene in questo momento portata avanti con decisione dall’esecutivo.

Tutto ciò non toglie che l’insistenza sugli aspetti negativi spesso impedisce di vedere e apprezzare le realtà positive, che pure esistono. Non si parla abbastanza, ad esempio, dei successi scolastici che i ragazzi raggiungono, a volte superando situazioni particolarmente difficili. E’ il caso di Tobia Lorenzetto, un ventiquattrenne di Merlara, Comune del Padova-no, che lo scorso luglio ha superato l’esame di stato all’Istituto “Einaudi” di Badia Polesine.

La sua storia è straordinaria: sei anni fa Tobia è rimasto vittima di un grave incidente d’auto. Era il 14 settembre del 2008. Il giorno successivo avrebbe iniziato l’ultimo anno della scuola superiore ma le conseguenze dell’incidente non gliel’hanno permesso: moltepli-ci fratture, trauma cranico, sei mesi di coma. Le terapie, le operazioni e i tempi di recupero sono stati lunghissimi. E’ stato ricoverato in diversi ospedali, è stato sottoposto a numerosi interventi chirurgici. Un percorso lungo e difficile. Difficilissimo. La sua memoria, proprio in seguito ai traumi riportati, è stata come azzerata: da diciottenne è ritornato bambino, di-menticando quasi tutto quello che sapeva prima dell’incidente. “Sì, avevo dimenticato quasi tutto – ha confermato il giovane ai numerosi giornalisti che hanno raccolto la sua storia, esemplare – in pratica era come se fossi appena nato e non conoscessi nulla del mondo che mi circondava”. Allo stesso modo erano sparite anche le cognizioni scolastiche accumulate in tanti anni di “carriera” di studente. In quel momento sotto questo aspetto il giovane po-teva essere paragonato a un bambino di prima eliminare. Un reset praticamente completo, in parole povere. Terrificante. Abbastanza da stroncare chiunque. O quasi. In questo caso infatti c’è stata reazione prima, poi il prodigio, frutto della costanza e della forza di volontà di Tobia e di sua mamma, Manuela, e dell’aiuto di una grafologa: in sei anni ha imparato di nuovo a leggere e a scrivere, ha appreso i nomi delle cose come si fa alle elementari. Da una parte procedeva la terapia vera e propria, con interventi chirurgici, dall’altro Tobia riprendeva conoscenza con nozioni delle quali già era stato in possesso, ma che doveva ora recuperare ex novo. “Ci siamo attivati anche nel campo della rieducazione mentale – conferma lui – a partire da elementi semplici ma indispensabili come le tabelline”. Nell’autunno del 2010 un passo di fondamentale importanza: il giovane è finalmente tornato sui banchi di scuola alle superiori. A questo punto, anche grazie al supporto dei docenti della scuola polesana, Tobia ha raggiunto quest’anno l’obiettivo tanto atteso: il diploma che gli conferisce il titolo di perito chimico. L’attestato conseguito gli permetterà di entrare nel mondo del lavoro, nella quota dei posti riservati alle categorie protette. Grazie alla scuola – ma soprattutto grazie al coraggio, alla voglia di reagire e di trasformare il brutto in bello - Tobia ha ottenuto la sua rivincita sulla malattia. A.A.

ESISTE LA VERITà?Quando viene data la possibilità di interpretazione a ogni singolo evento in apparenza oggettivo, la verità non esiste.

Esiste UNA verità che può risultare difforme da un’altra verità frutto di una differente interpretazione dello stesso fatto.Ma la verità per definizione dovrebbe essere unica e univoca.NO. LA VERITà NON ESISTE.

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6 Rovigo

La riforma delle Province attuata dalla legge Delrio senza dubbio restringe il campo dei possibili papabili per la presi-

denza e per il Consiglio provinciale, non solo dando maggiore spazio e maggiore peso alle amministrazioni di maggiori dimen-sioni del territorio, ma anche valorizzando l’esperienza amministrativa accumulata nel tempo.

Il totonomi è partito fin da subito e fra i papabili spuntano nomi ben noti nel Polesine: persone che nel corso degli anni si sono distin-te per innovazione nelle politiche di gestione e per importanza e ruolo ricoperto a livello sia di ente locale che provinciale.

In primis spiccano Massimo Bobo Barbuja-ni, sindaco di Adria e al secondo mandato dopo le vicissitudini del primo, e il primo cittadino di un altro Comune importante della provincia os-sia Luigi Viaro di Lendinara. Dopo il naufragio della sua Giunta e il commissariamento, inve-

ce, ovviamente non spunta il nome di Bruno Piva di Rovigo. Una delle caratteristiche della legge Delrio però è sicuramente quella di dare spazio a nuove figure politiche, giovani e predi-sposte a cambiamento. Proprio in funzione di questo si fanno strada altri nomi plausibili per la presidenza. Nomi riconducibili a sindaci più giovani, magari con meno esperienza sul pia-no strettamente amministrativo, ma con una forte spinta dalla base e motivati al cambia-mento come Cristiano Corazzari (Stienta) con

un percorso politico che lo ha portato anche a sedere in consiglio regionale, oppure Fran-cesco Siviero (Taglio di Po) e Thomas Giacon (Porto Viro). Quest’ultimo protagonista di una vittoria elettorale di capitale importanza per il Pd.Ma, elemento esclusivo per questa prima tornata elettorale, potranno essere candidati anche consiglieri e assessori provinciali uscenti. Una peculiarità che fa emergere nuovi nomi, oltre a quello della presidente uscente Tizia-na Virgili. Tra questi il sindaco di Occhiobello Daniele Chiaroni (ex assessore provinciale ai Lavori Pubblici) e Leonardo Raito, attuale sin-daco di Polesella ed ex assessore provinciale con delega Sport, Università, Immigrazione, Politiche Giovanili ed educazione stradale.

Un quadro variegato e complesso che, sicuramente, andrà a rivoluzionare l’attuale assetto provinciale se non altro per le modalità elettive e per le figure politiche che si andran-no a delineare.

di Martina Celegato

Tanti i nomi sul tavolo: ci sono i sindaci dei Comuni più grandi, ma anche i vertici uscenti senza dimenticare i “giovani terribili”

La nuova provincia La legge Delrio ha rivoluzionato l’ente

E’ già tempo di caccia al candidato

Si terrà il 12 ottobre 2014 la prima rivoluzionaria elezione del presidente e del consiglio provinciale secondo le

nuove modalità previste dalla legge Delrio che è andata a cambiare un assetto consi-derato ormai obsoleto e poco adatto alla gestione del territorio. La nuova legge mira anche a ridurre le spese di gestione com-plessive, richiesta più volte fatta al Governo.

Quali sono le differenze rispetto alle mo-dalità elettive precedenti? Andiamo a vedere come cambierà la provincia di Rovigo e come saranno eletti i rappresentanti.

Innanzitutto gli elettori non saranno più tutti i cittadini residenti in Provincia e aventi diritto, ma solo 582: ossia il numero di sindaci e consiglieri eletti che, in base al periodo di elezione, conserveranno la carica per altri due anni. Un cambiamento radicale che porterà a palazzo Celio nuova aria, ma soprattutto un rapporto diverso con gli enti locali ed i loro rappresentanti.

Il nuovo iter elettivo andrà a configurar-si in base a delle tempistiche ben stabilite e fissate a livello nazionale che culmineranno appunto con il giorno individuato per il voto: il 12 ottobre. Il percorso tuttavia è tuttavia partito ovviamente in precedenza.

Il 2 settembre è stata la prima data del nuovo iter elettivo che ha segnato l’apertura dei comizi e della campagna elettorale. Il 22 settembre è la data stabilita per la presenta-zione ufficiale delle liste che verranno poi analizzate e controllate dall’ufficio elettorale presso la sede della Provincia di Rovigo. Le liste ammesse alle elezioni verranno pubbli-

cate e saranno quindi disponibili entro sabato 4 ottobre sul sito ufficiale dell’ente. Per poter essere ammessi al ruolo i candidati dovranno aver richiesto e ottenuto un’aspettativa di almeno 18 mesi dall’ente amministrativo di appartenenza e, solo per questa tornata elettorale che è la prima del nuovo metodo, potranno essere ammessi nelle liste anche i consiglieri provinciali uscenti.

Sempre a Palazzo Celio domenica 12 ottobre dalle 8 alle 20 gli aventi diritto al voto potranno votare esprimendo così la loro preferenza sia per il presidente della Provincia che per i consiglieri. Diversa sarà la durata del mandato che per il presidente è fissata nel ter-mine dei 4 anni mentre per i consiglieri 2. A differenza degli altri sistemi elettorali a parità di voti sarà eletto il candidato più giovane.

Come dovranno votare gli amministratori locali? Gli aventi diritto al voto potranno espri-mere una sola preferenza per quando riguarda il presidente mentre potranno segnalare una preferenza presente nella lista. Le preferenze verranno valutate con il metodo D’Hont, ossia un metodo proporzionale.

COME SI VOTA HANNO DIRITTO Al VOTO IN 582

Ma.Ce.

Provincia prossima alla scadenza, certo. Ma non per questo meno determinata a portare avanti una delle battaglie legali

che più hanno fatto parlare negli anni e nei mesi scorsi. Ossia la causa di lavoro tra Pa-lazzo Celio e l’unico dipendente che era stato posto in esubero in tutta l’amministrazione, con una controversa procedura scattata tra dicembre 2012 e gennaio 2013.

Uno degli ultimi atti della attuale Giunta provinciale è stata infatti la decisione di impugnare in Appello la sentenza di primo grado del giudice del Lavoro di Rovigo. Che lo scorso maggio aveva accolto il ricorso proposto dal lavoratore “esuberato” con una mossa che aveva destato vari dubbi anche da parte dei sindacati. In particolare il magistrato ave-va disposto non solo il reintegro del dipendente, ma anche un risarcimento. Per il periodo trascorso con salario ridotto all’80%, come prevede il periodo di messa in disponibilità che fa seguito all’esubero vero e proprio. Una “finestra” che dura due anni, entro i quali l’amministrazione può reinserire, qualora se ne presenti l’opportunità, il dipendente posto in esubero. Decorso senza sviluppi questo termine però scatta il licenziamento.

Della vicenda quindi ora dovrà occuparsi la Corte di Appello, sezione Lavoro, di Ve-nezia. I tempi non si annunciano brevi. Il costo per l’ente pubblico di via Celio è stato di 6mila euro, per la causa di secondo grado, già liquidati all’avvocato esterno scelto per gestire il contenzioso.

il Caso

Deciso l’Appello, costerà 6mila eurointanto l’ente PRosegue la Causa Con l’”esubeRato”

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8 Rovigo

Claudio Ventrice, commissario prefettizio di Rovi-go, è in servizio a palazzo Nodari dallo scorso 15 luglio e gli effetti del suo lavoro (insieme

a quello dei subcommissari Gaia Sciacca e Massimo Zavagli) sono sotto gli occhi di tutti. La biblioteca dell’Accademia dei Concordi di Rovigo ha riaperto e gli interventi di manutenzione stradale sono ripresi da qualche settimana.

Insomma, benché il compito del commissario sia limitato a governare l’ordinaria amministrazione, tanto basta per dare a Rovigo un nuovo impulso. Una vitalità che durante l’amministrazione guidata da Bruno Piva sembra mancata. Come si spiega? E’ la politica ad aver fallito?

A parlarne sono Nadia Romeo, assessore dal 2001 al 2011 e capogruppo del Pd nel consiglio comunale sciolto a luglio, e Paolo Avezzù, presidente del consiglio comu-nale, esponente di Ncd e firma-tario delle dimissioni (insieme ad altri cinque consiglieri di maggioranza) fatali per la caduta di Piva.

Secondo Nadia Romeo non è la politica ad aver fallito ma “la politica di quel centrodestra”. “Il moti-vo per cui Piva è stato mandato a casa – spiega – è stata la litigiosità della maggioranza e l’incapacità della Giunta di portare avanti le opere che dessero risposte alla città. Sono sempre stata convinta che il commissario avrebbe fatto meglio di quello che

ha fatto Piva, infatti sono stati sbloccati i cantieri e le opere che i veti e i controveti della maggioranza non avevano fatto portare avanti”. Anche Paolo

Avezzù è critico nei confronti della maggioranza da lui stes-so sostenuta fino a due mesi prima delle dimissioni (prima di dimettersi ha infatti preso le distanze da Piva entrando nel gruppo misto). E ammette:

“Ho giudicato inadeguata la giunta Piva fin dalla par-tenza. In verità Piva nel 2011 è stato scelto come candidato sindaco da Mainardi (ex coordinatore del Pdl di Rovigo) ma a febbraio 2011 c’erano due pos-sibili candidature sul tavolo: la mia, caldeggiata a li-vello nazionale da Maurizio Lupi e Maurizio Sacconi, e quella di Piva, sostenuta dall’ala liberale del Pdl. Sulla carta ero io il favorito alla vittoria”.

Quanto all’operato del commissario Ventrice, Avezzù aggiunge: “Piva non ha mai avuto le redini della della giunta e negli ultimi tempi aveva perso il controllo di tutto. Ventrice non ha fatto altro che portare avanti opere ordinarie, facendo le cose che avrebbe dovuto fare il sindaco. Va ricordato però che il commissario non risponde ai cittadini”.

Nadia Romeo aggiunge: “Tra il non fatto e il fatto male, sul piano del sociale, dei lavori pubbli-ci, delle società partecipate, del commercio dello sperpero di denaro in feste perpetrato dall’assessore Matteo Zangirolami, dell’aumento delle aliquote a cui non è corrisposto un miglioramento dei servizi, quella di Piva non è stata un’azione politica dettata da una strategia e da un progetto per la città. Non sono stata contenta di mandarlo a casa ma era ne-cessario limitare i danni che avrebbe fatto al comune capoluogo”.

di Francesco Campi

L’inchiesta Ha sbloccato cantieri e risolto casi spinosi

Il commissario ha conquistato tutti e piovono critiche alla politicaRomeo: “Non ho mai dubitato che avrebbe fatto meglio di Piva”Avezzù: “Però lui non deve rispondere ai cittadini come il sindaco”

Non è ancora stata definita la data delle elezioni amministrative che porteranno alla fine del com-missariamento e all’insediamento del nuovo

consiglio comunale a palazzo Nodari. Per il momento circolano solo alcune ipotesi che non troveranno un ri-scontro fino a quando il Viminale non stabilirà il giorno dell’appuntamento alle urne per gli oltre 41mila elet-tori rodigini (41.895 secondo i dati della Prefettura).

Per Nadia Romeo, capogruppo del Pd in consiglio comunale, e Paolo Avezzù, presidente del consiglio

ed esponente di Ncd, le elezioni comunali si terranno nella primavera del 2015. “Credo verrà indetto un ‘election day’ - afferma Romeo – in cui le elezioni am-ministrative e le regionali saranno accorpate”. Ipotesi condivisa da Avezzù: “Il consiglio regionale – rimar-ca - e il consiglio comunale si voteranno assieme”. Benché l’appuntamento con gli elettori non sia ancora stato fissato, una certezza c’è: sia Avezzù sia Romeo saranno in prima fila. Avezzù, infatti, annuncia: “Pas-sato il periodo commissariale, serve la normalità di un

amministratore che risponda ai cittadini. E su questo non mi tiro indietro perché sono abituato a rispondere alla gente. Perciò nel 2015 ci sarò”. Nadia Romeo auspica che la prossima giunta “riconquisti” la città “costruendo una regia – spiega – che coinvolga tutti, le associazioni, la Regione, il governo nazionale. Non avremo la bacchetta magica ma ci daremo delle prio-rità, daremo delle risposte alle richieste dei cittadini secondo un programma di buonsenso e concreto”.

Comunali Si tornerà al voto per il consiglio e il primo cittadinoe le PRossime elezioni? Quasi siCuRamente a PRimaveRa Con le Regionali

Fr.Ca.

Il com-missario Claudio Ventrice

“L’ex Giunta ha pagato la grande litigiosità internae le poche opere concluse”

segue da pag. 1Quello che più preoccupa è l’elevata frequenza delle “bom-

be”, dovute alla maggior energia delle perturbazioni per lo “scontro” tra masse atmosferiche sempre piu’ caldo-umide pro-venienti dal mare e quelle più fredde provenienti dall’entroterra.

Diversamente dalle perturbazioni primaverili ed autunnali, a cui si era “abituati” ed attrezzati, la previsione puntuale di que-ste “bombe d’acqua” così rapide e localizzati per ora può essere prevista talmente a breve, anche pochi minuti, da impedire il preavviso ai cittadini e gestire le manovre idrauliche, se possi-bili. Il defl usso degli ingenti volumi di acqua piovana precipitati in così breve tempo hanno causato allagamenti di vastissime aree agricole, ma soprattutto di aree urbanizzate, interessando abitazioni, attività produttive, strade anche per alcuni giorni di seguito, e mai prima allagate. Il perché di questi danni, per certi versi è intuitivo: gli insediamenti urbani, di cui è disseminato il territorio, sono stati concepiti e calcolati con fognature comunali per il defl usso rapido delle piogge che hanno caratterizzato la pianura padana fi no quasi alla fi ne del ‘900. Piogge seppur pro-lungate ma meno violente.

Così le reti fognarie bianche comunali non possono espellere le piogge di intensità eccezionale ora divenute paradossalmente “normali” provenienti dalle interminabili superfi ci impermeabiliz-zate di tetti, cortili, strade, piazzali, dai troppi seminterrati abita-tivi, e dai sottopassi stradali non suffi cientemente prosciugabili. Inoltre fossi rurali e stradali spesso non sono collegati ai canali demaniali, e non sono sempre regolarmente puliti e riscavati. Tutto questo concorre a rendere sempre più frequenti gli allaga-menti, in un territorio dove si alternano periodi siccitosi a periodi piovosi intensi, malgrado i ripetuti allarmi che amministratori e tecnici dei consorzi di bonifi ca da decenni segnalano a gran voce, proponendo soluzioni che sarebbero in grado di risolvere alcune emergenze ed almeno mitigare i danni.

In questi ultimi anni sono in corso e sono stati eseguiti lavori nella rete scolante demaniale, con fi nanziamenti dei consorzi, della Regione Veneto, dello Stato, creando grandi invasi per le acque di piena dei fi umi e dei canali, rinforzando gli argini e pulendo gli alvei dei fi umi, anche dalla troppa vegetazione, potenziando le idrovore. Moltissimi lavori restano da fare, pur ideati e progettati ma solo alcuni purtroppo fi nanziati

*Direttore Consorzio di Bonifi ca Adige Euganeo

Intervento

di Giuseppe Gasparetto Stori*

Bombe d’acqua, come difendere il nostro territorio

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STIAMO SELEZIONANDO

GRAFICO

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9Rovigo

ll congresso più lungo ha avuto un epilogo quasi surreale ed il nome del nuovo segre-tario, che sarebbe dovuto uscire dall’as-

semblea in programma domenica 5 ottobre, è invece emerso già sabato 6 settembre, al momento della chiusura della presentazione delle liste: Filippo Silvestri, lo sfidante di Ju-lik Zanellato, è inciampato in una serie di leggerezze procedurali che lo hanno spinto a ritirare la propria candidatura.

Una vittoria, quella di Julik Zanellato arrivata in modo rocambolesco dopo quasi un anno di continue baruffe. Il congresso si sarebbe dovuto infatti tenere lo scorso no-vembre. Anche allora il testa a testa era fra Julik Zanellato e Filippo Silvestri.

Poi, il colpo di scena ed il forfait dell’ul-timo minuto che ha improvvisamente spari-gliato le carte in tavola. E questo nonostante a conti fatti non vi fossero fra i programmi dei due candidati divergenze tali da giu-stificare una contrapposizione così forte e lacerante.

Zanellato, infatti, aveva puntato soprat-tutto su “green economy” e “sulla necessità di cambiare radicalmente il gruppo dirigente del Pd”, anche se fra i suoi sostenitori più accaniti annoverava molti “grandi elettori” che hanno in passato portato Diego Crivellari alla segreteria provinciale, da Domenico Ro-meo a Gino Spinello, passando per Federico Frigato. A sostegno dell’ex Pci folgorato sulla

via del renzismo anche altri politici non certo di primissimo pelo come il gruppo dei “ri-vieraschi”: il sindaco di Occhiobello Daniele Chiarioni, Franco Vecchiatti e Claudio Ramaz-zina. Anche Silvestri, che aveva dalla sua la giovane età e forse per questo ha pagato pegno, aveva nel suo programma tematiche ambientali e di rinnovamento. Anche lui è renziano e anche lui aveva molti volti noti dalla sua parte, a cominciare dall’onorevole Diego Crivellari e dal consigliere regionale Graziano Azzalin, passando per Angelo Za-nellato e per i sindaci di Porto Viro, Taglio di Po, Porto Tolle e quello di Canaro, Alberto Garbellini, con la sua componente renziana.

La principale differenza fra i due, oltre

ai nomi che componevano i due blocchi che li sostenevano riguardava il nodo delle ormai imminenti elezioni amministrative di Rovigo: Zanellato ha subito detto di consi-derare naturale che il Pd si allei con chi ha contribuito alla caduta di Piva, come gli espo-nenti di Ncd Paolo Avezzù e Aldo Guarnieri e immagina primarie solo fra gli iscritti per il candidato del Pd; Silvestri, al contrario, non ritiene percorribile un’alleanza con esponenti del centrodestra ed indicava nelle primarie aperte a tutti la via migliore per scegliere il candidato sindaco del centrosinistra. Cosa accadrà, ora, lo dirà il tempo. Ma di sicuro, visto quello che è accaduto, c’è davvero da spettarsi di tutto.

Alcune leggerezze procedurali del candidato hanno reso superflua l’assemblea di ottobre

Partito democratico Il nuovo segretario dopo quasi un anno

Segreteria: Silvestri pasticcia, Zanellato vince

L’elezione del segretario del Pd prevede che gli iscritti di ciascun circolo (tesserati entro il 31 luglio e certificati dalla commissione di garanzia) scelgano gli 80 delegati che com-

porranno, insieme ai membri di diritto (la coordinatrice provinciale

Democratiche, il segretario provinciale dei Giovani Democratici, i componenti della commissione per il congresso, i parlamentari ed i consiglieri regionali), l’assemblea provinciale che si riunirà dome-nica 5 ottobre e voterà il nuovo segretario. I delegati sono scelti dagli iscritti, sulla base di liste che indicano il sostegno ad un can-didato segretario, in quattro distinti collegi: il collegio 1 formato da Rosolina, Porto Tolle, Porto Viro, Loreo, Taglio di Po, Corbola, Aria-no Polesine, Adria, Papozze, Pettoraza, Gavello, Villanova Mar-

chesana, Crespino; il collegio 2 formato da Ceregnano, Villadose, S. Martino, Pontecchio, Arquà, Guarda, Bosaro, Costa, Villanova del Ghebbo, Lusia, Villamarzana, Rovigo e frazioni; il collegio 3 formato da Pincara, Frassinelle, Canaro, Polesella, Fratta, Fiesso, Bagnolo di Po, Badia Polesine, Lendinara, Castelguglielmo, S. Bel-lino; il collegio 4 formato da Castelmassa, Castelnovo, Bergan-tino, Melara, Canda, Trecenta, Giacciano, Ceneselli, Occhiobello, Stienta, Gaiba, Ficarolo, Salara, Calto.

Come funziona l’assemblea provincialesono 80 i delegati Che PotRanno esPRimeRe la PRefeRenza

FocusJulik Zanellato

segue da pag. 1Quello che più preoccupa è l’elevata frequenza delle “bom-

be”, dovute alla maggior energia delle perturbazioni per lo “scontro” tra masse atmosferiche sempre piu’ caldo-umide pro-venienti dal mare e quelle più fredde provenienti dall’entroterra.

Diversamente dalle perturbazioni primaverili ed autunnali, a cui si era “abituati” ed attrezzati, la previsione puntuale di que-ste “bombe d’acqua” così rapide e localizzati per ora può essere prevista talmente a breve, anche pochi minuti, da impedire il preavviso ai cittadini e gestire le manovre idrauliche, se possi-bili. Il defl usso degli ingenti volumi di acqua piovana precipitati in così breve tempo hanno causato allagamenti di vastissime aree agricole, ma soprattutto di aree urbanizzate, interessando abitazioni, attività produttive, strade anche per alcuni giorni di seguito, e mai prima allagate. Il perché di questi danni, per certi versi è intuitivo: gli insediamenti urbani, di cui è disseminato il territorio, sono stati concepiti e calcolati con fognature comunali per il defl usso rapido delle piogge che hanno caratterizzato la pianura padana fi no quasi alla fi ne del ‘900. Piogge seppur pro-lungate ma meno violente.

Così le reti fognarie bianche comunali non possono espellere le piogge di intensità eccezionale ora divenute paradossalmente “normali” provenienti dalle interminabili superfi ci impermeabiliz-zate di tetti, cortili, strade, piazzali, dai troppi seminterrati abita-tivi, e dai sottopassi stradali non suffi cientemente prosciugabili. Inoltre fossi rurali e stradali spesso non sono collegati ai canali demaniali, e non sono sempre regolarmente puliti e riscavati. Tutto questo concorre a rendere sempre più frequenti gli allaga-menti, in un territorio dove si alternano periodi siccitosi a periodi piovosi intensi, malgrado i ripetuti allarmi che amministratori e tecnici dei consorzi di bonifi ca da decenni segnalano a gran voce, proponendo soluzioni che sarebbero in grado di risolvere alcune emergenze ed almeno mitigare i danni.

In questi ultimi anni sono in corso e sono stati eseguiti lavori nella rete scolante demaniale, con fi nanziamenti dei consorzi, della Regione Veneto, dello Stato, creando grandi invasi per le acque di piena dei fi umi e dei canali, rinforzando gli argini e pulendo gli alvei dei fi umi, anche dalla troppa vegetazione, potenziando le idrovore. Moltissimi lavori restano da fare, pur ideati e progettati ma solo alcuni purtroppo fi nanziati

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OCCASIONI

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10 Rovigo

Sono arrivati a Rovigo i “tappetini” di asfalto. Magari non risolveranno il problema delle buche alla radice, ma

per qualche tempo sì. Ambivalenti in città i sentimenti con i quali sono stati accolti: da una parte sollievo, in quanto promettono di migliorare la situazione di strade dissestate. Dall’altra qualche sbuffo, dal momento che i lavori in corso come sempre sono fonte di qualche disagio.

Numerosi i tratti di strada sottoposti a questo intervento. I lavori sono stati rego-lamentati da una ordinanza della polizia locale che, in concomitanza con l’apertura dei cantieri, ha previsto una serie di modi-fiche della viabilità, limitazioni al traffico e abbassamento del limite di velocità. Le strade interessate sono viale Tre Martiri, nel tratto di fronte all’accesso alla camera mor-tuaria e all’incrocio con via Pietro Micca, via don Aser Porta, via San Michele del Carso, via Mascagni all’incrocio con via Mozart, via Badaloni, piazza Duomo, proprio di fronte alla chiesa principale di Rovigo, via Sacro Cuore, via Cavaglieri, via Amendola all’incrocio con via Gallani, via Oroboni, via

Verona, via Corridoni, via Angeli a Buso, via Minadois e via Marco Polo.

Tra le misure previste in corrispondenza dei cantieri velocità massima a 30 chilome-tri all’ora, divieto di sosta a pena di rimo-zione, installazione di semaforo mobile o di moviere. Secondo le previsioni a monte dei lavori la sistemazione del tappetino, per quanto come detto non una soluzione definitiva, dovrebbe consentire di prevenire la formazione di avvallamenti o di buche.

Altro importante cantiere che è stato aperto alla fine di agosto quello di viale Trieste. Un intervento che arriva dopo mesi

di mobilitazione di un centinaio di famiglie che protestavano contro le buche sulla stra-da. Frutto dello stato delle condutture di Polesine Acque, con perdite che avevano eroso il fondo stradale. I lavori di Polesine Acque sono mirati proprio a risolvere questo inconveniente. Il cantiere è partito lo scorso 27 agosto. Allo stesso modo i residenti – guidati dal portavoce Massimo Veronese – hanno visto le proprie istanze accolte anche per quanto riguarda la più volte lamentata velocità massima delle auto: la polizia loca-le ha cominciato a presidiare la strada con il velox mobile.

di lorenzo Zoli

E intanto in viale Trieste la mobilitazione delle cento famiglie ha vinto: parte il cantiere per sistemare le condutture ed ecco il velox

Lavori Numerose le vie interessate dagli interventi

Contro le buche in strada arrivano i “tappetini”

Il risultato è stato portato a casa in extremis. La scadenza della cassa integrazione per 202 lavoratori ex Grimeca - lo stabilimento metalmeccanico di Ceregnano rilevato da Tmb - era fissata per il 31 agosto. Fortunatamente per tante famiglie ha avuto

successo la spedizione a Roma al ministero del Lavoro organizzata dai sindacati rodigini. La Cassa è quindi stata prorogata sino al 31 dicembre prossimo. Fine anno. Un risultato che potrebbe andare al di là del dato puramente economico e temporale. La speranza di tutti infatti è che nel frattempo Tmb prosegua nel percorso virtuoso che ha intrapreso e tra qualche mese sia in grado di assorbire ulteriore forza lavoro. I dati aggiornati paiono legittimare speranze in questo senso. Dall’inizio della sua esperienza infatti la nuova realtà industriale ha assunto 412 lavoratori a tempo indeterminato e altri 57 a tempo determi-nato. Da qui a fine anno insomma ci potrebbero essere ulteriori sviluppi. Nel frattempo è stata data una importante boccata d’ossigeno a tante famiglie.

“Il destino di duecento famiglie era in bilico - commenta infatti il deputato Pd Diego Crivellari, che ha seguito con attenzione tutta la vicenda - e il rischio era che restassero senza alcun ammortizzatore sociale. Il prolungamento invece rappresenta un risultato molto importante. Offre infatti una possibilità, per quanto temporanea, allo stabilimento di Ceregnano di continuare su un percorso nel quale confidiamo davvero tutti. A questo punto abbiamo l’obbligo di credere non solo a un futuro meno difficile per questi lavoratori e per le loro famiglie, ma anche a un futuro migliore per tutto il nostro territorio”.

Ovviamente grande soddisfazione anche dal mondo sindacale. “Non era un risultato scontato – commenta infatti Paolo Zanini, referente di Fiom Cgil – Ora speriamo che venga rispettato l’accordo che prevedeva il riconoscimento degli ammortizzatori sociali per tutta la durata del piano industriale presentato da Tmb”.

Infine, una segnalazione. Alcuni lavoratori hanno incontrato pesanti difficoltà nell’otte-nere il versamento dell’anticipo della Cassa integrazione dalla banca.

Ora ci sono comunque altri quattro mesi per sperare che il vento possa, finalmente, cambiare. Una speranza che gli ex Grimeca non sono certamente gli unici a nutrire.

sindaCato

Firma per altri quattro mesiex gRimeCa, PRoRogata la Cassa integRazione

Un pezzo di sto-ria di Rovigo che se ne va.

Non parliamo della storia fatta dalle gran-di imprese, dai grandi nomi, dai fatti memo-rabili. Ma della storia di ogni giorno fatta di abitudini, punti di rife-rimento, pietre miliari del paesaggio urbano. E tutto questo senza dubbio il distributore Agip di Corso del Popolo lo è stato. Ora è il momento di voltare pagina. Il cantiere per la demolizione è stato aperto il 25 agosto e i lavori dovrebbero protrarsi sino al prossimo 26 settembre. L’opera maggiormente delicata e complessa è rimuovere tutti quegli impianti – le cisterne sotter-ranee in primis – che in un distributore non si vedono ma ne costituiscono l’ossatura portante.

Interventi notevoli anche come mole. Lo si evince chiaramente dall’or-dinanza della polizia locale che disciplina il vero e proprio traffico di mezzi pesanti che sarà inevitabile per tutta la durata dei lavori, fornendo anche preziose indicazioni per fare in modo che si svolga senza pericoli o intralci per il normale traffico veicolare. La sorte del distributore appare quindi ormai segnata. Differente – almeno in potenza – il discorso per la struttura nel proprio complesso. Il bar presente nello spiazzo dovrebbe potere riprende-re la propria attività alla chiusura del cantiere, mentre c’è una ipotesi che prevede che rimanga attivo anche il sistema di autolavaggio. Per saperne di più la cosa migliore è attendere i primi giorni di ottobre, quando i lavori dovrebbero essere terminati.

Il congedoaddio al distRibutoRe agiP sul CoRso

neWs

Torna in ballo il proget-to – molto simile a un sogno per tutti coloro

che amano lo sport – della palestra di Borsea. Vale a dire un complesso da cir-ca un milione e 200mila euro. Oltre alla palestra vera e propria, tre campi da pallavolo e uno da basket, con tutte le caratteristiche necessarie per ottenere la omologazione per ospitare anche gare nazionali. Non solo: a completare lo scenario, secondo il piano originario, ci dovrebbero essere anche spalti per circa 200 spettatori e, ovviamente, spogliatoi e servizi.

Il cantiere di via Savonarola nella frazione era stato aperto nel 2009, con fine dei lavori prevista per l’ultima parte del 2010. Le imprese che avevano costituito l’associazione temporanea per i lavori hanno tuttavia avuto problemi che alla fine hanno provocato la paralisi del cantiere. Fermo ormai da quattro anni.

A dare nuovo impulso all’importante opera cittadina ha pensato il com-missario prefettizio Claudio Ventrice. Stando a quanto pubblicato sull’albo pretorio del Comune di Rovigo il cantiere sarà rilevato dalla Orizzonte Co-struzioni. Presto per dire quando sarà terminato. Al momento la notizia è che sarà di nuovo aperto. E non è poco, vista la situazione che era venuta a crearsi. Inutile sottolineare come un impianto di questo tipo costituirebbe una realtà di primaria importanza nel panorama sportivo cittadino. Che farebbe contenti tanti appassionati e tante associazioni.

BorseaRiaPRe il CantieRe della PalestRa

Uno degli aspetti che sin dall’in-

sediamento ha caratterizzato l’ope-rato del commissario prefettizio Claudio Ventrice, nominato dopo il naufragio della giunta dell’ex sindaco Bruno Piva, è stato l’affrontare di petto e con determinazione alcune questioni di decoro urbano e viabilità che da anni si trascinavano, tra mugugni e polemiche. Sul primo fronte due in particolare le ordinanze che si sono fatte notare.

La prima riguarda gli edifici dismessi che si trovano in Corso del Popolo in prossimità di Ponte Marabin, all’angolo con vicolo Biscuola. Al titolare è stato imposto di provvedere alla demolizione e alla pulizia dell’area. Proprio in uno di quegli stabili, l’estate 2013, scattò il primo sgombero eseguito dalla polizia a carico di un gruppo di stranieri “specia-lizzato” nell’occupare edifici dismessi. Con l’ordinanza dovrebbe trovare soluzione una questione che va avanti da anni e anni. Era già stata, circa 14 anni fa, l’amministrazione dell’allora sindaco Fabio Baratella a cercare di arrivare al risultato. All’altro capo di Corso del Popolo una seconda situazione per certi versi similare è stata oggetto di una seconda ordinanza del commissario. Si tratta in questo caso di una ordinanza di messa in sicurezza, per uno stabile che sei anni fa era stato oggetto di un violentissimo incendio, che lo aveva letteralmente divorato.

Da ricordare poi anche la grande attenzione rivolta dal commissario alle lamentele dei cittadini su tematiche di viabilità e simili.

Doppia ordinanzaedifiCi dismessi: “metteRli in siCuRezza”

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12 Rovigo

di lorenzo Zoli

Una rivoluzione. Non solo a livello pole-sano, ma veneto e nazionale. L’Iras di Rovigo apre alle ragioni dei comitati

di familiari che da anni ripetono un ritornello semplice, ma spesso inascoltato: nel caso di ultra65enni non autosufficienti ospitati in strutture assistenziali convenzionate e non dotati di un reddito Isee bastante a coprire l’importo della retta, non sta ai familiari coprire la differenza.

La querelle prose-gue da anni. Si sono viste case di riposo e strutture simili do-mandare ai congiunti dei degenti somme terrificanti, emettere decreti ingiuntivi, mi-nacciare dimissioni forzose e chi più ne ha più ne metta. Ci sono stati contenziosi al Tar e di fronte al giudice civile. Mano a mano le tesi portate avanti dai comitati – presenti anche su Facebook con la pagina “Rette per

anziani nelle case di riposo, i familiari non devono pagare – hanno cominciato a trova-re accoglienza anche da parte dei giudici. L’impostazione fondamentale di questa tesi è chiara: il settore è regolamentato dalla legge 328 del 2000 che, molto esplicita-mente, dispone che nel caso di anziani di oltre 65 anni non autosufficienti non dotati

di un reddito sufficien-te, l’integrazione della retta di degenza in struttura assistenziale spetta al Comune di ulti-ma residenza prima del ricovero.

Detta così sembra semplice. Non lo è. Per anni le strutture hanno chiamato in causa i familiari, ritenendoli “tenuti agli ali-menti” in base al Codice civile, nonostante questa interpretazione fosse stata varie vol-te cassata anche dal difensore civico regio-nale. In altri casi si ritenevano validi impegni

fatti sottoscrivere ai congiunti del degente al momento dell’ingresso in struttura, con i quali i primi si facevano garanti di eventuali debiti dei secondi. Anche in questo caso ci sono state sentenze che hanno ritenuto non validi impegni di questo tipo.

Ora, dopo anni di battaglia, la possibi-le svolta. Che arriva da Rovigo. Dall’Iras, in particolare. Vale a dire Istituto rodigino di assistenza sociale. Una struttura la cui situazione non è facile. Il presidente Alber-tino Stocco preferisce non fornire cifre, ma appare verosimile stimare i crediti vantati dall’ente per rette non pagate nell’ordine delle centinaia di migliaia di euro. Non spic-cioli. Tanto che dallo studio legale al quale si appoggia l’ente sono partite le convocazioni per incontri – i primi l’11 settembre – per mettere a punto un piano di rientro che pos-sa evitare contenziosi.

Detta così, parrebbe l’ennesima mano-vra per mettere alle strette le famiglie. Que-

sta volta però c’è una novità. Grossa. All’in-contro sono stati infatti convocati anche i sindaci dei Comuni di ultima residenza degli anziani ospiti. “La motivazione è semplice – spiega il presidente Iras Albertino Stocco – Non vogliamo accanirci o spaventare colo-ro che davvero non possono pagare, quindi abbiamo ritenuto di portare anche i sindaci a conoscenza degli obblighi a loro carico”.

Del resto la premessa della lettera di convocazione è estremamente chiara. Si cita e si riconosce in pieno la validità della legge 328 del 2000. Quella che, appunto,

pone l’onere dell’integrazione in capo ai Comuni. Non solo: si afferma anche che il medesimo principio viene sancito pure da una legge regionale.

Grande la soddisfazione di chi da anni si batte per vedere accogliere proprio questo principio. Tra questi Cristiano Pavarin, ex consigliere comunale di Rifondazione Co-munista, oggi esponente del Comitato “Per l’articolo 32: sanità e il sociale”. “La legge è chiara – dice – Ormai non ci sono più scuse”.

Al via gli incontri, nella lettera di convocazione si riconosce la validità della legge che esclude che a pagare l’integrazione debbano essere i familiari

Sociale Per rientrare dei debiti l’Iras convoca pure i sindaci

Rette in casa di riposo, parte la rivoluzione

In alto Cristiano Pavarin, a fianco la sede dell’Iras

Cristiano Pavarin: “Legge chiara,nessuna scusa”

Recupero delle preferenze nel nome di una stabilità maggiore. E’ questo il leitmotiv del nuovo progetto di riforma elettorale

firmato Confindustria Veneto Giovani. Da circa un anno il movimento dei “Junior” si confronta e lavora infatti su un testo con il supporto del professor Valerio Lemma, docente di Law & Economics.

L’iniziativa, ideata da Giordano Riello, vicepresidente dei Giovani industriali polesani, è stata anche posta all’attenzione del ministro per le Riforme ed i Rapporti con il Parlamento, Maria Elena Boschi.

Diversi i meccanismi su cui il progetto fa leva: la possibilità di ordinare le coalizioni se-condo il proprio gradimento; il collegare ciascun candidato a un dato territorio attraverso la sud-divisione del Paese in 300 collegi; la valutazio-ne complessiva dell’effettiva volontà popolare al fine di assicurare che la coalizione vincente abbia i numeri per governare; il superamento del bicameralismo attraverso una riforma costi-tuzionale che escluda il Senato dalla partecipa-zione all’esercizio della funzione legislativa e dal rapporto di fiducia con il Governo; la figura del Responsabile nazionale della coalizione (o della lista) cui compete il ruolo di interlocuto-re naturale nel corso del processo elettorale; l’applicazione generalizzata della tecnologia informatica per la raccolta delle candidature e per le operazioni di scrutinio.

Stabilità quindi condicio sine qua non per poter recuperare la competitività persa dal Pae-se e necessaria per la ripresa: una delle mission

della proposta di riforma progetto è proprio quella di scongiurare situazioni di sostanziale stallo come già nel 1995, 1998 e 2011, puntando su un meccanismo in grado di assi-curare una maggioranza omogenea e coesa, composta da 330 deputati su 630 scelti tra candidati aggregati in un’unica coalizione o lista non coalizzata.

“A ciò si aggiunge – spiegano gli ideatori del progetto - inoltre la necessaria abolizione del Senato, camera divenuta ormai anacroni-stica e pensata peraltro dai padri fondatori in un periodo storico del tutto diverso da quello attuale, nel quale Palazzo Madama appare oggi unicamente come meccanismo ‘frenante’

nell’iter legislativo”.“La stabilità – spiega Andrea Pascucci,

presidente dei Giovani industriali di Rovigo - è uno degli elementi cardine per la credibilità del nostro Paese e rende impossibile riforme incisive, pensiamo ad esempio alla legge For-nero. Ecco il senso di un progetto come questo che punta all’ammodernamento, un sistema elettorale stabile permette istituzioni solide e in grado di dare direttive durature. Riteniamo superfluo il bicameralismo”.

DAI GIOVANI INDuSTRIAlI uNA lEGGE ElETTORAlE PER SPINGERE lA RIPRESA: “ElIMINIAMO Il SENATO, NON SERVE PIù”

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Uno dei cardini del progetto prevede l’abbandono completo del sistema del bicameralismo

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14 Rovigo

di lorenzo Zoli

A un anno dall’entrata in vigore della legge sugli accorpamenti ancora dubbi e incertezze sulla collocazione della sede aggiuntiva

La giustizia in città Rovigo potrebbe diventare un polo di rilievo

Anno giudiziario: tutto pronto. Tranne il tribunale

Chi ancora pensa - e sono tanti - sia una questione che interessa solo la giustizia ancora non ha capito granché. La collo-

cazione futura della nuova sede del tribunale di Rovigo interessa anche gli esercenti: non sono pochi i bar e i negozi che della presenza di magistrati, dipendenti ministeriali, avvocati e cittadini fanno una ragione di vita. Allo stesso modo alla tematica non è indifferente il merca-to immobiliare: basti pensare alla presenza di studi professionali. Tutte questioni non banali, in una piccola città come Rovigo.

Ecco perché è tanto più incredibile il silen-zio che circonda la vicenda. In parole povere, all’apertura dell’anno giudiziario non si sapeva ancora quale sarà la nuova sede del palazzo di giustizia cittadino. Non solo: non si sapeva neppure se ci sarà o se, al contrario, si andrà avanti con gli spazi attuali, tutti stretti come pesci in barile.

A metà settembre la situazione era que-sta: incertezza assoluta. E una coltre di riserbo assoluto tanto più assurda se si pensa che le questione in ballo è molto semplice: dare corso a una legge dello Stato la cui applicazione era prevista addirittura per un anno fa. Non per la settimana scorsa.

Andiamo con ordine. A settembre 2013 è entrata in vigore una riforma epocale della giustizia. Una profonda revisione della geo-grafia giudiziaria. Vengono soppresse le cosid-dette sedi distaccate di tribunale, accorpate al tribunale del capoluogo competente. Allo stesso modo viene ridisegnata anche la competenza di alcuni palazzi di giustizia. Rovigo, in particolare, ha l’opportunità di diventare un polo giudiziario di rilievo. Altra opportunità che tuttora in pochi paiono comprendere. Il nostro tribunale assu-me anche la competenza su 32 Comuni della Bassa padovana. Di fatto, il bacino di utenti aumenta del 50%, con 100mila persone in più.

Gli accorpamenti interessano le sedi distaccate di Adria e di Este. Si pone quindi il problema dei nuovi spazi. L’attuale palazzo di giustizia è inadeguato. Per molti versi lo era già in precedenza. E’ il Comune – a norma di legge – a dovere individuare la nuova sede. Il ritardo è pesante, ma alla fine si individua il palazzo sede dell’ex ufficio del Registro in via Mazzini.

Secondo i piani lo deve comprare un privato che poi lo affitterà al Comune, con un minimo di annualità garantite, così da rendere l’affare appetibile.

Tutto risolto? Macché. Il Governo Renzi infatti decide di anticipare l’entrata in vigore di un decreto che impone alle pubbliche ammini-strazioni di rivedere al ribasso le affittanze in essere, decurtate di circa il 15%. Il Commissario prefettizio di Rovigo applica la normativa. E a questo punto – sempre da indiscrezioni, visto che nessuno parla, quasi ci fosse da tutelare chissà quale segreto, quando si tratta invece di garantire un servizio essenziale di interesse pubblico – il privato tentenna.

Morale: a pochi giorni dalla ripresa ufficiale dalle udienze, ancora nulla si sapeva della nuo-va sede del tribunale di Rovigo. Un questione che, secondo la legge, doveva essere risolta un anno fa.

La questione interessa anche esercenti e proprietari di abitazioni. Ma pochi se ne rendono conto Se la soluzione per la collocazione

della nuova sede del tribunale si fa attendere, lo stesso non si può cer-

to dire per quella del nuovo ufficio del giudice di pace. Anche in questo caso interessato da una imponente opera-zione di accorpamento. A Rovigo infatti confluiranno anche giudici e udienze di Ficarolo, Adria e Lendinara. In nessuno di questi circondari infatti i Comuni che costituivano il bacino d’utenza del ser-vizio sono riusciti a trovare le risorse economiche per garantirne la prosecu-zione. Il nuovo ufficio sarà collocato a Palazzo Costato, il grosso immobile posto proprio all’incrocio tra Corso del Popolo e via Boscolo. Anche in questo caso il meccanismo prevedeva l’affittan-za da parte del Comune dei locali messi a disposizione da un privato. Contraria-mente a quanto accaduto per il tribuna-le vero e proprio tuttavia in questo caso non ci dovrebbe essere la possibilità di clamorosi dietrofont all’ultimo. Affare fatto, quindi, e nuova collocazione degli uffici finalmente individuata.

neWs

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16 Cultura

Dopo il grandissimo successo de “L’osses-sione Nordica”, conclusasi con il numero record di 55.000 visitatori, il prossimo

San Valentino coinciderà con l’inaugurazione di un’altra mostra da non perdere: “Il Demone del-la Modernità. Pittori visionari all’alba del secolo breve”. Come ha svelato il professore Giandome-nico Romanelli il pubblico sarà coinvolto grazie a tematiche artistiche “border line” in grado di sve-lare il profondo della psiche. In questa mostra si riveleranno il potere del sogno e dell’inconscio, il fascino della trasgressione, così come situazioni di ansia, angoscia, toccando la tematica della morte e l’aldilà.

Saranno gli Angeli e i Demoni a irrompere nelle opere di famosi pittori, moderni e visionari, di fine Ottocento, esposti per la prima volta insie-me nella splendida cornice di palazzo Roverella. La mostra farà leva sul brivido delle forti emozio-ni, accostando vitalismi sfrenati e ambigui, eterei straniamenti, incubi esogni.

Si preannuncia una mostra unica nel suo ge-nere che descrive una modernità che si muove tra inquieto e ineffabile, conscio ed inconscio. “An-

geli e Demoni” mette in scena l’irruzione di una modernità tempestosa, che rinnova i linguag-gi dell’arte, infrange gli schemi rigidi della classi-cità, introduce il movimento, le sonorità estreme, le contaminazioni tra i generi. “Sotto il segno di Lucifero”, “Le meduse”, “Le metamorfosi incom-piute”, “Il trionfo delle tenebre”, “Vizi e peccati” e le serie delle “Salomé”, sono emblemi di que-sto mondo nuovo in bilico tra un destino di luce e le tenebre dell’ Ade. A raccontare, interpretare e vivere nelle loro opere queste emozioni sono grandi artisti europei e italiani, tra i quali: James

Ensor, Franz Von Stuck, Leo Putz, Odillon Re-don, Arnold Böcklin, M. Kostantinas Ciurlionis, Max Klinger, Gustav Moreau, Mario De Maria, Guido Cadorin, Alberto Martini.

Nel frattempo riprende la collaborazione tra il Roverella e il Museo diocesano di Padova, famoso per la rassegna internazionale di illustra-zione denominata “I colori del sacro”. Giunta alla VII edizione, la rassegna inaugurerà l’11 ottobre coinvolgendo il pubblico fino all’11 novembre grazie al fascino del “Viaggio”, con 140 opere di 68 illustratori di tutto il mondo. “Il viaggio è me-tafora della vita - ha spiegato il curatore, nonché direttore del Museo diocesano di Padova - Si può viaggiare in tanti modi, anche solo con la fanta-sia. Gli illustratori, provenienti da tutto il mondo, indagano emozioni e sentimenti, cercano di dare risposte alla domanda ‘Where are we going?’. Ciascuno di noi, sulla terra, compie un viaggio: in cerca di speranza, per fuggire dalla guerra, per riscoprire le proprie origini o se stesso. Noi lo faremo con le nostre emozioni ed inquietudini, intrecciando le nostre vite con quelle di chi ci sta accanto o ci ha preceduto”.

di Melania Ruggini

Opere di un iconoclasta Ottocento per la prima volta assieme e a Ottobre torna la rassegna “I colori del Sacro”

Palazzo Roverella A San Valentino parte la nuova mostra

Dopo l’Ossessione arrivano Angeli e Demoni

Giunta alla sua XX edizione la festa del Volontariato ha raggiunto l’apice del successo, sabato 30 agosto, con la

kermesse Polesine Got Talent, presentata da Mirko Trombini e Alessia Berti. Per la prima volta è stato attivato il live tweet con l’hastag #PGT14, per cui il pubblico di Internet ha potu-to commentare in diretta.

Nato nel 2010 il talent show esclusi-vamente made in Polesine ha lo scopo di rinnovare la tradizionale festa del volontaria-to, allargandola ad un pubblico più giovane, attirandolo attraverso il format, efficace e di impatto, volto a premiare le giovani promesse del canto, del ballo e della musica. Il pubblico ha reagito molto positivamente alle esibizioni, apprezzando i 14 giovanissimi talenti in gara, la cui età media si aggirava intorno ai 19-20 anni. La più giovane concorrente era Sofia Del Conte, che per avere solo 10 anni ne ha già fatta di strada, partecipando anche allo Zecchi-no d’Oro e a diversi concorsi. Tanta bravura ha messo in difficoltà i giurati, scelti con cura dalla presidente della Consulta del Volontariato Roberta Paesante e dallo staff della manife-stazione. Facevano parte della giuria Massimo Brancalion e Beppe Canto, il simpatico duo dei Tanto par Ridare, che hanno strappato molti sorrisi con i loro sketch, il giovane e bravissimo cantante Andrea Dodicianni, l’insegnante di danza Chiara Lamolinara, Roberta Paesante e

Melania Ruggini. La giuria ha premiato oltre al talento la creatività e l’originalità dei parte-cipanti. Il primo premio, di un valore di 300 euro messi in palio dalla Pro loco, è andato a Nicolò Fecchio & the Lonely Hearts, che si sono contraddistinti per originalità ed interpre-tazione: loro le musiche e i testi. Secondo clas-sificato e 200 euro offerti dalla Pro loco al duo ferrarese Piano B, composto da Jacopo Baioni alla chitarra e Laura Ballani alla voce: grande sintonia e molta espressività nelle loro interpre-tazioni. Medaglia di bronzo e 100 euro offerti dall’Avis per la ballerina Irene Breda, diploma-

tasi col celebre maestro e ballerino Steve La Chance. Il premio Solidarietà, che consiste nel diploma e in uno stage in un’associazione di volontariato locale, è andato a Valeria Grossi, che per molti meritava l’ex aequo al terzo posto, per l’energia scenica e la voce potente e calda. Il ringraziamento dell’organizzatrice Roberta Paesante va a Croce Verde, Pro Loco, Avis, Vecchie Glorie, Casa delle Associazioni, al team di Arte In Strada e a Iso 100. “I giovani sono il nostro valore aggiunto - ha detto la Pa-esante - ed è giusto accendere i riflettori sulle giovani promesse del territorio”.

la seRata

Entusiasmo per le giovani promesse

QuESTO POlESINE HA DAVVERO TANTISSIMO TAlENTO!

Me.Ru.

Alcuni momenti della festa del Volontariato

Il pericolo è sventato: a Rovigo, capoluogo di Provincia, l’anno scolastico e l’anno universi-tario non cominceranno senza una biblioteca

e senza una sala studio. Messa così pare follia, ma si è andati sin troppo vicini a un epilogo del genere. Tutto a causa del credito, circa 370mila euro, vantati dall’Accademia dei Concordi, che eroga questi servizi, nei confronti del Comune di Rovigo. Crediti vantati ma rimasti sulla carta, secondo i Concordi. Alla fine comunque per fortuna la soluzione si è trovata.

La biblioteca pubblica di Rovigo ha fi-nalmente riaperto i battenti, per la gioia dei fedelissimi lettori, degli studenti e di tutta la comunità rodigina. Dopo diversi mesi di trava-glio, tensioni e difficoltà, sfociati nella chiusura estiva anticipata, e seguiti dalla mobilitazione popolare tramite il sentito flash mob, e da varie forme di protesta dei cittadini e dell’opinione pubblica, lunedì 1° settembre l’Accademia ha riaperto a tempo pieno.

Per arrivare alla soluzione del contenzioso tra Ente e Comune per il credito avanzato a fine agosto si è tenuto infatti un importante incontro risolutore tra il presidente dell’Acca-demia Enrico Zerbinati, l’ex presidente Luigi Costato, il segretario Virgilio Santato, il Prefetto di Rovigo Francesco Provolo e i sub commissari prefettizi che affiancano il commissario vero e proprio Claudio Ventrice, nominato dopo il nau-fragio della Giunta dell’ex sindaco Bruno Piva.

Nel corso dell’incontro sono emerse novità significative e positive. “L’impegno – si legge nella nota diffusa dalla segreteria dell’Accade-mia dei Concordi - assunto dal Commissario prefettizio ad assicurare in sede di bilancio

entro settembre una congrua somma e il saldo entro dicembre consente all’Accademia di poter riprendere la consueta attività. Contestualmen-te è stato preso formale impegno di aprire un tavolo tra Comune e Accademia per risolvere le questioni pendenti e in particolare per dare certezza alla somma da iscrivere nel bilancio comunale per il funzionamento della biblioteca civica accademica a partire dal prossimo anno. Ne consegue che al personale tutto potranno essere liquidate le competenze spettanti”.

“Reputiamo si tratti di un buon accordo –commenta Eriberto Tartari, Fp Cgil – abbiamo sventato l’imposizione del part time e defini-to un percorso che, pur tenendo conto delle difficoltà oggettive dell’ente, è in linea con le esigenze manifestate dai lavoratori”.

Sventato anche il rischio dell’orario part time per i dipendenti

CASO CONCORDI TuTTO RISOlTO, SI RIAPRE

Me.Ru.

Leo Putz la lumachina maliziosa

Una bella notizia per tutti gli aspi-ranti scrittori. O anche per tutti coloro che, senza particolari ambi-

zioni, amano mettere nero su bianco nel tempo libero pensieri, sogni, emozioni. Il Gruppo Autori Polesani segnala infatti che il termine per partecipare alla edi-zione numero 17 del prestigioso Premio biennale nazionale di poesia e prosa in italiano e dialetto “Città di Rovigo” è stato prorogato sino al prossimo 30 settembre. Chi aveva già gettato la spugna e rinunciato o semplicemente si era mosso in ritardo ha quindi ancora tutto il tempo di ripensarci.

Di seguito, qualche indicazione sul bando: sono ammesse opere in ita-liano o in dialetto veneto, per la sezione poesia una o due poesie a tema libero di 50 versi al massimo; per la sezione prosa un racconto al massimo di 8mila battute. Dovranno essere inviate 5 copie dattiloscritte: una copia con dichiarazione che il testo è originale e inedito, firmata e con recapi-ti (indirizzo, telefono, email); le copie dovranno essere inviate a Gruppo Autori Polesani c/o Aurora Gardin, via Vittorio Veneto 7, 45100 Rovigo; il contributo per le spese organizzative è pari a 10 euro. I premi per i primi tre posti saranno monili ispirati ad antichi gioielli conservati al Museo dei Grandi Fiumi. La giuria sarà presieduta dal professore Claudio Garbato. La premiazione è prevista sabato 25 ottobre alla sala della Gran Guardia.

il PRemioCittà di Rovigo, prorogate le iscrizioni

M.D.P.

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17Sport

di Cristiano Aggio

Dire che sia stata un’estate travagliata è dir poco. Allo stadio Gabrielli di Rovigo, fino al 26 giugno, si stava allestendo una squadra

di calcio che partecipasse al campionato di Eccel-lenza, sotto la guida del riconfermato tecnico Ricci, poi, la decisione da parte del presidente Malvi Cer-vati di collaborare con l’imprenditore Mario Visenti-ni, presidente del Delta Porto Tolle, che ha spostato la squadra da Porto Tolle a Rovigo.

A Rovigo non esiste più una prima squadra, con il rettangolo verde occupato dalla società del presidente Visentini con l’Asd Rovigo calcio, pre-sieduto da Malvi Cervati, che si occupa di settore giovanile, con 4 squadre.

Il Delta è stato retrocesso in serie D, con la società che ha fatto domanda di ripescaggio, ma è stata “bocciata”. Ad andare in Lega Pro, sono sta-te Torres, Martina e Aversa Normanna. Il direttore sportivo Fabio Artico ha costruito una squadra che punta al ritorno tra i professionisti con gente del calibro di Cozzolino, Lauria, Pandiani (tre ex Spal lo scorso anno), poi Cammaroto e Guiducci centrali difensivi, Guccione, Procida, Acka e i portieri Vimer-cati e Bianco.

Il primo obiettivo, della società che ha cam-biato denominazione sociale in Delta Porto Tolle Rovigo, è già sfumato: infatti la squadra affidata all’allenatore Luca Tiozzo, trentatreenne di Chiog-

gia, da quattro anni in società, sempre con il ruolo di allenatore in seconda e preparatore atletico, è stata eliminata nel primo turno di coppa, battuta 1-0 dal Tamai.

Il Delta Porto Tolle Rovigo ora, si concentra sulla serie D, inserita nel girone D, che vede come avversarie della società polesana molte squadre romagnole come Virtus Castelfranco, Mezzolara, Fidenza, Formigine, Romagna Centro, Piacenza, Imolese, Correggese, Fiorenzuola, Ribelle, Bellaria Igea Marina, Rimini, poi, Scandicci, Fortis Juven-tus, Jolly Montemurlo e le altre 4 venete come Abano, Thermal Abano Teolo, Atletico San Paolo Padova e Este.

Un’estate calda tra rivoluzioni e delusionihoCkeY

Steffenel Piva avrebbe compiuto 66 anni a settembre. Un male l’ha por-tato via. Mario Steffenel ha dedicato

parte della sua vita all’hockey su prato. Ha ricoperto importanti incarichi federali: dal 1983 al 1985 è stato presidente del co-mitato regionale della federazione hockey, per poi passare, dal 1985 al 2001 in seno alla federazione nazionale in qualità di con-sigliere e di responsabile del settore agoni-stico. Dal 1986 all’87 è vicepresidente del Coni provinciale. Dal 1997 al 2001 è vicepresidente della federazione nazionale hockey e dal 2001 al 2005 è stato vice presidente vicario. Ri-torna al Coni di Rovigo in qualità di segretario, quando Bruno Piva diventa presidente Coni.

Steffenel è stato anche un politico, spalla di Renzo Marangon, se-guendolo in Regione a fine 1993. Ha fatto parte della sua segreteria. Si è candidato consigliere comunale nel 2001 nel gruppo di Forza Italia.

E’ stato insignito nel 2001 dalla sua federazione, quella dell’hockey, della stella d’oro. Dal 1990 al 1994 è stato team manager della nazio-nale femminile e dal 1995 al 2000 ha ricoperto il medesimo incarico con quella maschile. Esperienze importanti anche quelle raccolte nella sua città, con la disciplina amata e che ha cercato, riuscendoci, di far emergere fin dal 1966, anno in cui l’hockey club venne fondato grazie anche alla spinta propulsiva di don Carlo Ferrari, parroco di San Pio X. La storia racconta di una promozione in serie A2 nel 1974, poi alti e bassi, fino all’exploit dell’85 quando i gialloverdi rodigini terminano al terzo posto in A2, con Steffenel capocannoniere del girone Nord Italia.

ultimo saluto a maRio steffenel

Il Granzette Calcio fem-minile è l’unica realtà sportiva cittadina che si

occupa di calcio femminile con una prima squadra, neopromossa in C, e un curato settore giovanile. Proprio da qui, il club rodi-gino riparte con un nuovo ingresso importante, quel-lo di Alessandra Onofri portiere che, partendo da Granzette, aveva spiccato il volo e da Granzette era passata ad Este e poi a Padova, nel Psn, squadra con cui, anche grazie alle sue parate, aveva centrato prima la promozione in serie A. La Onofri farà parte dello staff tecnico (come pre-paratore dei portieri) composto da Carrari-Vallin-Bassi.

“Sono davvero contenta di partecipa-re a questo progetto, cosa assai rara nel nostro territorio ma anche a livello nazio-nale; nella mia esperienza di calcio a 5 na-zionale raramente ho visto società puntare in maniera principale sul settore giovanile. Troppo spesso ho visto realtà concentrate a rincorrere una vittoria immediata, oppu-re pagare stipendi ad atlete pur di vincere subito ed in qualsiasi modo, senza creare, progettare, costruire una base, e destinate quindi l’anno dopo a sparire o ricominciare da zero. A Granzette avevo lasciato e ho piacevolmente ritrovato un ambiente cari-

co ed accogliente; non vedo l’ora di poter trasmettere la mia esperienza ad una ra-gazza con doti di alto livello come Gaia Ferrante, e a quelle che si avvicineranno a questo ruolo.”

Chiara Bassi è la persona che ha contattato la Onofri. “Sono sicura di aver creato uno staff all’altezza: Carrari e Vallin sono persone estremamente competenti che durante i mesi estivi hanno davvero lavorato tanto e bene. Ecco perché faccio appello a tutte quelle ragazze che vorreb-bero giocare a calcio a 5 ma non hanno il coraggio di provare: a loro dico di venirci a trovare e di provare a buttarsi, di parlare con i genitori e di venire in palestra as-sieme per conoscere la nostra realtà, per conoscere direttamente noi. A Granzette siamo pronti a divertirci per crescere”.

Calcio femminile. un arrivo d’esperienzagRanzette, la bella favola PRosegue

Cr.Ag.

Calcio Ora l’obiettivo è tornare subito tra i professionisti

Fusione col Porto Tolle, mancato ripescaggio ed eliminazione in coppa

C.R.

la città perde un campione

Sopra Mario Visentini, a fianco la Prima squadra (immagine tratta dal sito www.deltaportotolle.com)

Steffenel con l’ex sindaco e presi-

dente provinciale Coni Bruno Piva

Adria Nuoto Una delle più lunghe maratone del mondo

La traversata di 36km del Golfo di Napoli che prevedeva partenza dall’isola di Capri e arrivo a Napoli. Questa è una delle più lunghe maratone a livello mondiale (superata solo dalle due tappe del

Grand Prix che si svolgono in fiume in Argentina), nonché da 61 anni la più antica e più importante gara organizzata in italia: il sogno di tutti i maratoneti delle acque libere, in particolare di quelli italiani. Da un po’ di tempo sapevo che l’Olyimpic Team Smile For Onlus, asso-ciazione benefica di cui faccio parte, stava organizzando una staffetta di beneficienza in occasione della Capri-Napoli. Io avevo dato la mia disponibilità per l’evento, ma mai avrei pensato che il tutto si sarebbe trasformato in una partecipazione ad una delle più importanti gare internazionali. La sorpresa e la gioia iniziali hanno presto lasciato po-sto ad alcune perplessità dovute al fatto che per una serie di motivi la stagione-agonistica 2013-2014 è stata per me molto difficile da un punto di vista fisico e psicologico. Continuavo a chiedermi se fossi stata in grado di competere con i migliori maratoneti del nuoto a livello mondiale e se fisicamente sarei stata in grado di reggere 36 km di nuoto mantenendo oltretutto una lucidità mentale che in queste gare è fondamentale. Come da programma della manifestazione giovedì 4 settembre sono partita per Napoli assieme a mio padre, con meta l’hotel dove erano ospitati tutti i 30 atleti (20 uomini e 10 donne) partecipanti alla gara. Poi ecco arrivare presto l’alba del fatidico giorno: 7 settembre. Ore 6.30 colazione, ore 8 imbarco per Capri armati di bastoni per i rifornimenti e tutto il necessario per la gara. È bastato salire sull’aliscafo per capire che sarebbe stata tutt’altro che un’impre-sa facile. Già alle 8 di mattina infatti il mare non era proprio calmo, e nel bel mezzo del golfo all’orizzonte si vedeva la schiuma delle onde, indice che sarebbe stata una gara abbastanza “ballerina”. Nel frattempo in aliscafo avevo incontrato i miei 9 colleghi della staffetta Smile For Onlus, decisamente più rilassati di me, ma che mi hanno prontamente incoraggiata. Pochi minuti per indossare il costume da gara e per permettere agli accompagnatori di salire nelle barche appog-gio e via. Presto il gruppo di testa ha preso il volo. Io sapevo di dover

svolgere una gara molto controllata per via della mia condizione fisica: non potevo permettermi di sprecare troppo nelle fasi iniziali. Con mio padre avevo progettato di rifornirmi ogni 20 minuti per l’intera gara, accorciando leggermente i tempi nella parte finale qualora ce ne fosse stata l’esigenza. Fino a metà gara inoltrata (circa 5 ore di gara) le sensazioni erano ottime, poi hanno iniziato a farsi sentire i fisiologici dolori fisici, così risultava anche più complesso mantenere la lucidità. Sono riuscita a mantenere la concentrazione giusta fino a circa 2 km dall’arrivo, ho dovuto affrontare un tratto parecchio mosso e contro corrente e ho iniziato ad accusare fortissimi dolori alla spalla destra. Ad un certo punto ho visto l’arrivo in corrispondenza del

Circolo Canottieri Napoli, la luce fuori dal tunnel, la conclusione di un sogno: la mia prima gara internazionale, i miei primi 36km, una delle gare più dure al mondo. Con immensa soddisfazione ho toccato l’arrivo. Non mi importava molto del risultato, volevo portare a termine l’impresa, dimostrare a me stessa e a tutti coloro che erano scettici che nonostante l’anno difficile potevo farcela. Per me doveva essere ed è stato uno stimolo a guardare avanti, a ritrovare la fiducia in me stessa che in questa stagione avevo in parte perso. Un grazie ai miei allena-tori Fabio Cuzzani e Massimo Bottaro, ai miei compagni dell’Olympic Team Smile For Onlus e all’organizzatore Luciano Cotena per avermi dato questa opportunità. Grazie ai miei perenti e amici che hanno “sofferto da casa” e a tutti gli atleti che hanno gareggiato con me.

Elena Lionello “vince” Napoli!

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IL VENETOin PRIMO PIANO

“Bambini e adolescenti sono fi niti nel cono d’ombra della politica e degli investimenti istituzionali”. Sono durissime le parole che

il Pubblico tutore dei minori del Veneto Aurea Dissegna ha pronunciato in consiglio regionale durante la presen-tazione della relazione annuale sull’attività dell’uffi cio regionale garante dell’infanzia conclusasi con un appello al presidente del Consiglio regio-nale Clodovaldo Ruffato perché l’assemblea legislativa del Veneto individui politiche che mettano al centro l’infanzia e l’adolescenza “come investimento sul futuro”.

“Conto sulla sua sensibilità e collaborazione – ha scritto il tutore a nome degli 828 mila minori del Veneto – perché i bambini, le bambine e gli adolescenti siano presenti nell’agenda politica di questa Regione e perché siano promosse le condizioni di ascolto e partecipazione effettiva nelle questioni e de-cisioni che riguardano”. “I dati demografi ci dimostrano il continuo calo della natalità in Italia e nella nostra Re-gione e in parallelo l’aumento delle fasce di popolazione anziana con età sempre più avanzate. É uno dei segnali a cui la politica dovrebbe prestare attenzione – è stato il richiamo del Pubblico Tutore - favorendo in tutti i modi la natalità e i servizi per la prima infanzia a supporto delle

famiglie, superando logiche di interventi spot, ma con interventi strutturali e di sistema”.

Solo nel 2013 l’uffi cio del Pubblico Tutore ha se-guito 422 minori, formato 274 tutori legali volontari e fornito tutela legale a 131 minori stranieri non accom-pagnati.

Numeri dietro ai quali stanno volti segnati da sto-rie dense di sofferenza. E sarà per questo che Aurea Dissegna ha voluto offrire ai politici anche una valutazione sullo stato dei servizi per l’infanzia.

“Non solo si riscontra un limi-tato investimento per i minori e le

famiglie a livello istituzionale nazionale, regionale e locale – ha sottolineato Aurea Dissegna - ma si può parlare di un vero e proprio disinvestimento. Si sta as-sistendo, infatti, ad una generale e drastica riduzione di risorse economiche e di capitale umano in ambito scolastico, sociale e sociosanitario”.

“Nel dettaglio – ha spiegato Dissegna - la scuola sta investendo meno per i suoi alunni (vedi precariato, impoverimento della ricerca, riduzione delle ore di so-stegno) contribuendo così ad aumentare la dispersione scolastica; i Comuni e i servizi sociali investono sempre meno nella prevenzione primaria e secondaria, riducen-

do o eliminando servizi e azioni di supporto ai minori e alle famiglie più vulnerabili, e la sanità appare privile-giare gli interventi di diagnosi e cura, mentre riduce gli interventi di presa in carico terapeutica o di accompa-gnamento dei minori e delle loro famiglie, in particolare nelle situazioni di abuso, maltrattamento o di semplice carenza delle funzioni genitoriali”.

Parole dure come massi che il Pubblico tutore pronuncia con gran-de coraggio, facendosi paladina di un mondo ai margini che solo nel momento della disgrazia o dello scandalo conquista le prime pagine dei quotidiani nazionali.

Invece, chi lavora e vive con i minori sa bene che sostenerli a dovere nel periodo di crescita è essenziale per la loro formazione e realizzazione futura.

“Non intervenire in modo appropriato nel supporto alle famiglie più fragili e ai minori – ha dichiarato il Pubblico tutore – comporterà la necessità di interventi ben più radicali in futuro, con maggiori costi in termini di sicurezza, salute, benessere sociale”.

La società che cambia necessita di visioni politiche e scelte di lunga gittata. Se così non è, allora il futuro sarà problematico. Bastano pochi dati esposti sempre dal Pubblico Tutore Aurea Dissegna a dipingere uno

scenario per nulla roseo che riguarda proprio le nuove generazioni.

L’incremento delle separazioni altamente confl ittua-li, la crescente vulnerabilità delle famiglie “aggredite e aggredibili dal fenomeno della povertà economica” stanno determinando un aumento dei minori allontanati dalla loro famiglia e affi dati a nuclei affi datari o a comu-

nità (in totale sono 3145, dei qua-li 1573 in comunità, la maggior parte adolescenti ultraquindicenni) e un parallelo aumento delle se-gnalazioni all’autorità giudiziaria “che hanno determinato, di fatto – ha puntualizzato il Tutore -l’in-

gresso di tanti bambini e ragazzi (1017 nel 2012) in percorsi giudiziari senza che vi sia possibilità, da parte dei servizi sociali, di una loro effettiva presa in carico per la realizzazione dei necessari percorsi di protezione e cura”. Il Pubblico tutore richiama l’attenzione, infi ne, sull’alta percentuale (circa il 25 per cento) degli adole-scenti (15-17enni) che rimangono in comunità per oltre tre anni, ultima tappa di un percorso di allontanamento dalla famiglia d’origine spesso accidentato e sfortuna-to: sono un segnale dei “fallimenti dell’affi do” – ha sottolineato Aurea Dissegna - che dovrebbe interpellare istituzioni e rete dei servizi.

di Germana urbani

Aurea Dissegna, Pubblico tutore dei minori del Veneto, denuncia una realtà preoccupante e chiede alla politica un’inversione di rotta con interventi strutturali e di sistema

La relazione Una denuncia a tutti gli effetti di politiche lontane dai bisogni reali

L’atto d’accusa del tutore: “Minori dimenticati dalla politica e dalla società”

A fi anco, Aurea Dissegna, Pubblico tutore dei minori del Veneto

Invece di investire si taglia là dove le famiglie hanno più bisogno di essere seguite

La sanità privilegia gli interventi di diagnosi e cura, riducendo la presa in carico terapeutica

18

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11Il Veneto in primo piano

E proprio sulla rete di servizi l’autorità di garanzia dei minori ha dato un giudizio fortemente nega-tivo. Secondo Dissegna l’intera rete dei servizi

appare lacunosa, “insuffi ciente”, “disomogenea”, addirittura poco strutturata come si evince dai nuovi piani aziendali delle Ulss. La condizione sociale dei bambini e degli adolescenti in Veneto, invece – se-condo l’osservatorio del Pubblico Tutore – richiede-rebbe più attenzione e reti di protezione più effi caci. Non sono mancate le repliche a quest’intervento ricco di spunti e particolarmente duro per la realtà descritta nella rendicontazione dell’attività 2013 dell’organo di garanzia istituito nel 1988 (prima

regione in Italia) per tutelare i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza e che dallo scorso anno ha assunto anche le funzioni di Garante dei detenuti, in vista dell’istituzione (dal 2015) della fi gura unica del Ga-rante regionale dei diritti alla persona. Certo è che ciò che ha detto in Consiglio il Tutore non è tutto. “Il Tutore dei minori – spiega Claudio Sinigaglia consi-gliere Pd e vicepresidente della commissione Sanità e sociale - e Garante della popolazione carceraria, da metà ottobre si troverà senza personale e senza risor-se per espletare le sue importanti funzioni”. “Dall’in-contro con Aurea Dissegna – continua Sinigaglia – è emerso che a settembre 2014 l’uffi cio non ha ancora

ricevuto lo stanziamento per l’anno in corso e che la dotazione organica dell’uffi cio, già ridotta al minimo, è del tutto insuffi ciente per occuparsi anche della po-polazione carceraria del Veneto. Inoltre – prosegue Sinigaglia – l’uffi cio del Garante continua a dipende-re dalla Giunta regionale, mentre le altre fi gure con ruoli istituzionali di garanzia, come il Difensore Civico o il Corecom, sono più correttamente incardinate presso il Consiglio regionale, massimo organo demo-cratico della Regione”. “Evidentemente – conclude Sinigaglia – i presidenti Zaia e Ruffato condividono la medesima insensibilità verso il sociale”.

di Germana urbani

Sotto la lente I nuovi piani aziendali delle Ulss

“Lacunosa l’intera rete dei servizi”

l’aPPello

I malati di Parkinson fanno appello alla Regione Veneto perché continui a fi nanziare le attività riabilitative continuative offerte dai fi siatri delle Ulss. Cure che alleviano e rallentano tremori, rigidità e diffi coltà di movimento

causati dalla malattia degenerativa del sistema nervoso centrale che interessa il 3 per cento della popolazione, circa 300 mila persone in Italia, di cui il 25 per cento con meno di 50 anni. A portare in viva voce la richiesta di rivedere le linee guida del Veneto per la cura del morbo di Parkinson è stata Maria Origano, presidente

dell’Unione parkinsoniani di Verona, che ha incontrato – a nome anche delle altre associazioni provinciali dei malati di Parkinson – la commissione Sanità del Consiglio veneto. “Le associazioni dei malati di Parkinson del Veneto – ha spie-gato – ritengono insuffi cienti gli interventi previsti dalla normativa attuale e richia-mano l’attenzione del legislatore regionale sull’esigenza di affi ancare alle cure farmacologiche anche l’attività motoria rieducativa e riabilitativa. La riabilitazione precoce e continuativa permette al malato di conservare le abilità residue più

a lungo, evitando il rapido aggravamento della propria condizione psico-fi sica”. L’Unione parkinsoniani di Verona denuncia in particolare la soppressione dei corsi di attività motoria e riabilitativa gestiti dai fi siatri dell’Ulss 20 a Verona e Illasi e il progressivo disinvestimento, anche da parte delle altre Ulss del Veneto, nelle attività riabilitative per i malati nella fase iniziale o intermedia: proprio quando l’attività motoria di gruppo, sottolineano i rappresentanti dei parkinsoniani, sareb-be più necessaria ed effi cace.

le associazioni dei malati sono preoccupate dei tagli“la Regione mantenga le CuRe Riabilitative dei malati di PaRkinson”

Sono sempre di più le separazioni confl ittuali in cui i bambini sono “strattonati” e soffrono. Aumentano anche le famiglie che devono fare i conti con la povertà economica

19Il Veneto in primo piano

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20 Il Veneto in primo piano12 Il Veneto in primo piano

Acquae è questo il nome del padiglio-ne veneziano dell’Expo di Milano che sorgerà nell’area del parco tecnologico

e scientifi co di Marghera Vega 2. Insomma l’Expo Venice punta tutto sul rapporto fra acqua e cibo e acqua e ambiente, in una perfetta sinergia armonica con la città lagunare che emerge dalle barene poco distanti, dopo il ponte della Libertà. Expo Venice avrà perciò una grande “area food” in cui si proporranno piatti di pesce di tut-ti i tipi e origini, dalle “sarde in saor” e il baccalà mantecato, fi no alle infi nite va-rianti gastronomiche con cui il pesce viene cucinato e mangiato nel resto del mondo. Nell’area del Vega 2, tra il ponte della Li-bertà e la laguna, il padiglione espositivo principale sarà circondato da altre struttu-re più piccole, destinate a uso ricettivo e commerciale, il tutto su un’area di 40 mila metri quadri bonifi cata e riedifi cata con un progetto che ha richiesto un investimento

dal valore complessivo di 30 milioni sui 50mila metri quadri complessivi. Il tutto nel segno della riqualifi cazione e senza ulterio-re sfruttamento del territorio. Va ricordato infatti che il padiglione sorgerà proprio in una zona in cui un tempo c’erano terreni che ospitavano le industrie chimiche di Por-to Marghera. ”Expo Venice 2015 - spiega

Bruno Polesel vicepresidente e delegato alle attività produttive della Municipalità di Marghera - sarà un’altra occasione per riqualifi care un territorio nel tempo da sem-pre segnato da inquinamento e problemi legati alla crisi del Petrolchimico. Speriamo che i prossimi amministratori che saranno

eletti a Venezia, puntino su questi temi che in questi tempi offrono più opportunità occupazionali che i classici stabilimenti che tante brutte conseguenze hanno avuto sulla nostra salute. Stavolta non si tratterà del solito capannone, ma di una sorta di mo-derna cattedrale che continuerà ad essere una grande area espositiva di qualità e di grande respiro. Una struttura che resterà in eredità a Venezia e Marghera per i de-cenni a venire”. E i numeri importanti non mancheranno davvero in questo progetto. Secondo le stime degli esperti a Venezia in arrivo sono previsti 800mila visitatori da tutto il mondo, mentre le aziende espositri-ci (nazionali e internazionali) saranno circa 500. L’apertura del padiglione è fi ssata per i il 1° maggio 2015 quando prenderà uffi -cialmente il via l’Expo 2015 di Milano. Da ottobre, una volta esaurita l’esposizione, nell’area sarà possibile organizzare conve-gni o spettacoli per 3.500 posti a sedere

di Alessandro Abbadir

Previsti, nel 2015, 800mila visitatori in arrivo da tutto il mondo. Le aziende espositrici nazionali e estere saranno circa 500

Marghera Lavori a ritmo serrato per consegnare le strutture entro dicembre

Expo Venice punta su acqua e cibo

e 7mila persone in piedi. Nelle dettaglio: ci saranno tre percorsi connotati da altrettanti colori. Ci sarà il blu per “Acqua da bere”, verde per “Acqua e alimentazione”, bianco “Acqua e lavoro”. Non mancheranno così le aziende che operano nell’ambito delle bonifi che, delle depurazioni e, più in gene-rale, del trattamento delle acque. Ci sarà anche il percorso “Pianeta Aquae”, dedica-to alle tematiche ambientali. Nei sei mesi di esposizione al Vega 2 si terranno inoltre eventi specifi ci dedicati al wellness, all’uso dell’acqua in ambiente domestico, al tempo libero, all’economia e alla fi nanza.

E’ in programma anche un evento di carattere prettamente culturale dedicato alle religioni e alle culture sorte sulle rive dei grandi fi umi. Nel dettaglio i numeri della struttura: il padiglione di Expo Venice che al centro avrà una struttura avveniristica di zinco e titanio, sospesa a un’altezza di 14 metri per una superfi ci di circa un ettaro, so-stenuta solo da quattro pilastri, con l’imma-gine tridimensionale dell’acqua che sembra

cadere a cascata dal cielo. Il progetto è sta-to messo a punto dagli architetti veneziani Giovanni Caprioglio e Michele De Lucchi e prevede anche una porta d’accesso da terra ma anche una dall’acqua, per creare colle-gamenti acquei con Venezia e l’aeroporto. Qualche timore comunque c’è. “Speriamo - spiega il delegato alla viabilità di Marghera Valdino Marangon - tutto sia monitorato con estrema attenzione dal punto di vista viabilistico, in modo da non arrecare disagi con ingorghi e rallentamenti al territorio. Disagi provocati dall’affl usso imponente dei visitatori a Marghera”. Dal punto di vista ambientale sono previste vasche e specchi d’acqua, gruppi di betulle, macchie vegetali, prati fi oriti e pergolati, mentre gli spazi coperti ospiteranno esposizioni, atti-vità esperienziali e convegni, opportunità di business e workshop. L’impegno degli organizzatori è quello di concludere la rea-lizzazione delle strutture per il prossimo 23 dicembre, alla vigilia di Natale. Insomma sarà proprio un bel regalo per Venezia.

Il connubio tra cibo e natura insegnato ai bam-bini. E’ questo il senso

di “Sgulp! La città del gioco” l’appuntamento in programma che dal 7 al 10 novembre torna alla Fiera di Padova. Di cosa si trat-ta? L’iniziativa si rivolge ai bambini dai 3 agli 11 anni, sotto forma di una grande città del gioco: una vasta area sarà allestita in Fiera per stimolare l’estro infanti-le, per coinvolgere nel gioco anche i genitori, per invitare a scoprire il magico ed entusiasmante mon-do del gioco. I temi saranno precisi. Questa seconda edizione, sarà dedicata al riciclo, all’agricoltura biologica, alla riscoperta della cultura dell’orto, del mangiare sano e del vivere all’aria aperta attraverso attività ludi-che, ricreative e di socializzazione. Per coin-volgere di più le associazioni e le cooperati-ve del territorio Sgulp! ha lanciato una “call for proposal” con la richiesta di presentare le proprie proposte di partecipazione all’edizio-

ne 2014. C’è stata una buona risposta. E’ stato un modo effi cace per coinvolgere tutto il mondo del volontariato e delle associazio-ni legate all’infanzia che su questi temi han-no esperienze decennali . Gli organizzatori si aspettano da questo evento un buon riscon-tro in termini di pubblico. Sempre più infatti sono i genitori interessati ad educare i fi gli ad una alimentazione corretta slegata dai modelli indotti dalle pubblicità che i bambini subiscono da tv ed internet

A NOVEMBRE AllA FIERA DI PADOVAARRIVA SGulP PER EDuCARE Al BIOlOGICO

Nell’area del Vega 2 il padiglione espositivo “Aquae” su un’area di 40 mila metri quadrati

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13Il Veneto in primo piano

“Questa è una decisione per la vita, non per la morte; per dare una possibilità alle persone che desi-

derano generare una nuova vita; per evitare costosi e purtroppo a volte truffaldini viaggi della speranza verso l’estero. Diamo un colpo decisivo ad un business sempre più diffuso, che sfrutta la sofferenza delle coppie”.

Sono le parole di soddisfazione, rivolte anche a quei settori del mondo cattolico che si sono espressi criticamente, che il presiden-te della Regione del Veneto Luca Zaia ha pronunciato nell’annunciare l’approvazione da parte della Conferenza dei Presidenti di Regione e delle Province Autonome, lo scor-so 4 settembre, delle linee guida per l’e-rogazione da parte delle strutture pubbliche della fecondazione eterologa.

Linee guida che la Giunta regionale del Veneto, nella seduta del 9 settembre, ha re-cepito per partire subito nei 36 centri veneti

accreditati dove si pratica già l’omologa.“In Veneto - ha quindi annunciato

Zaia - partiremo il primo ottobre, dopo aver concordato con le altre Regioni il costo del ticket, che vorremmo fosse assolutamente popolare e che naturalmente dev’essere uguale in tutta Italia”.

A metà settembre i direttori generali

delle Regioni procederanno alla defi nizione del ticket e per il 24 è prevista una riunione del Coordinamento degli assessori che do-vrebbe uffi cializzare il costo della compar-tecipazione”.

“Saranno applicate - ha detto il Gover-natore veneto - le linee guida più attente ed equilibrate del mondo, con un esplicito no

all’eugenetica, la totale gratuità della dona-zione per evitare l’indecoroso business che si verifi ca in tanti Paesi esteri, la garanzia dell’anonimato del donatore, il ragionevole limite di età tenendo anche conto delle infer-tilità causate da svariate patologie o da cure impattanti come la chemioterapia”.

“Per simmetria giuridica con la feconda-

zione omologa - ha commentato l’assessore regionale alla Sanità Luca Coletto, coordi-natore degli assessori colleghi italiani - l’ete-rologa dovrà assolutamente essere inserita nei Livelli essenziali di assistenza (Lea), perché è divenuta diritto costituzionalmente riconosciuto, e fi nanziata dallo Stato all’in-terno del Fondo Sanitario Nazionale”.

“Di fronte ad una infertilità incurabile l’eterologa è un fatto di civiltà” ha osser-vato l’assessore auspicando che le linee guida come quelle messe a punto dalle Regioni italiane “possano essere una vera e propria buona pratica adottabile anche a livello europeo” considerato che “più le regole saranno omogenee a livello interna-zionale, meglio sarà per tutti, a cominciare dai pazienti”.

Nel Veneto, questa è la stima della Regione, l’incidenza della nuova terapia do-vrebbe attestarsi attorno ai 500 casi l’anno.

di Ornella Jovane

Sanità Ora le coppie infertili troveranno risposte anche in regione

Eterologa, in Veneto si parte a ottobreLe Regioni hanno approvato all’unanimità le linee guida, la giunta regionale del Veneto le ha recepite. Zaia: “Partiremo, a prescindere da Roma, nei 36 centri già accreditati per l’omologa”

Il governatore del Veneto Luca Zaia e l’assessore regionale alla Sanità Luca Coletto

Emerge anche dalla delibera con cui la Giunta regionale del Veneto ha rece-pito le linee guida sulla fecondazione

eterologa. “In Veneto - ha detto il Gover-natore Luca Zaia - forniremo anche un ac-compagnamento psicologico per le coppie che decideranno di farla perché vogliamo che l’assistenza sanitaria non si fermi all’a-spetto meramente tecnico-scientifi co, ma si occupi anche della persona”.

L’implicazione psicologica di una scelta così complicata per la coppia - che matura peraltro dopo un percorso sofferto di presa di coscienza e quindi di metabolizzazione di una “sentenza” così severa, com’è quella di infertilità incurabile - rappresenta un aspetto non secondario della questione.

“Il primo punto da prendere in conside-razione è di carattere sociale e psicologico del giudizio o meglio del pre-giudizio che dall’esterno può essere espresso nei confronti della coppia che decide di ricorrere alla fecon-dazione eterologa per avere un fi glio” spiega

lo psicologo e psicoterapeuta Lino Busato fa-cendo riferimento a quella pratica di emettere sentenze, del tipo “perché forzare la natura se vi sono anche altri modi per diventare genitori come ad esempio l’adozione?”, “senza avere coscienza delle ferite profonde – fa osservare - che una coppia vive sulla propria pelle prima di arrivare alla decisione di sottoporsi ad un per-corso di procreazione medicalmente assistita”.

“Ci sono - spiega lo psicoterapeuta - diver-si modi di reagire delle coppie nel momento in cui prendono coscienza del fatto di non poter avere fi gli: c’è chi non si preoccupa di approfondire la problematica dal punto di vista medico, per capire se si tratti di infertilità tran-sitoria o di sterilità, e ricorre all’adozione che è un modo bellissimo di diventare genitore. Altri invece sentono il bisogno di approfondire. Decidono di ricorrere alla medicina avvalendosi dei progressi nel campo della scienza”.

“Una società che evolve deve aiutare chi è in diffi coltà e deve consentire all’individuo la libertà, ovviamente regolamentata, - osserva

lo specialista - di poter diventare genitore se ci sono i mezzi scientifi ci per farlo. Avere un fi glio è una scelta intima della coppia che va compiuta, in ogni caso, in piena libertà”.

“Dal punto di vista psicologico - prosegue il dottor Busato - la fecondazione eterologa, più che una cura all’infertilità, rappresenta una scelta profonda e consapevole di affrontare un percorso impegnativo, stressante e non sem-pre di sicuro successo. Una scelta non semplice che necessariamente presuppone una grande motivazione a diventare genitori”.

“L’approccio psicologico, una volta che la coppia ha deciso di ricorrere alla fecondazione eterologa, - spiega - serve come momento propedeutico utile a far emergere tutto quello che c’è sotto pelle: i fantasmi, le paure, le con-vinzioni e le pressioni sociali. Aiuta la coppia a confrontarsi sulla scelta, ad affi nare complicità e intesa necessarie in una così forte esperienza emotiva, con picchi di felicità alternati a mo-menti di paura e disagio”.

C’è un altro punto cruciale con il quale i

genitori che ricorrono alla fecondazione etero-loga si devono confrontare ed è quello relativo alle informazioni da dare ai fi gli. Va detta o no ai fi gli nati da fecondazione eterologa, la verità? E se sì, quando e come?

“La paura più ricorrente dei genitori - spie-ga lo psicoterapeuta - è che la verità possa ri-fl ettersi negativamente e quindi compromette-re il rapporto con il fi glio. In un rapporto basato sulla fi ducia e sulla sincerità tuttavia è opportu-no dire al proprio fi glio com’è stato concepito. Qual è il momento giusto? E’ soggettivo. Ciascun genitore capisce qual è il momento opportuno e da sè trova le parole. Se il com-pito non dovesse essere così naturale, allora è bene ricorrere ad un aiuto e farsi consigliare su come gestire al meglio la situazione. E’ innata nell’essere umano la necessità di conoscere le proprie radici, le origini: un’esigenza che può manifestare il fi glio che è adottato e che può essere anche del fi glio nato dalla fecondazione eterologa. Si tratta di un passaggio che viene vissuto con grande emozione nella famiglia

ma che può essere condiviso e “assorbito” se il rapporto di coppia dei genitori è forte e quello con i fi gli è sano. L’importante è che il fi glio non arrivi ad idealizzare il genitore biologico, considerandolo come qualcuno che avrebbe potuto cambiare in meglio la propria esisten-za. Un rischio che può verifi carsi nei soggetti in diffi coltà”.

“Detto questo - conclude - per qualsiasi padre e madre, essere genitori è una missione impossibile e comunque meravigliosa, a pre-scindere da come lo si diventa”.

foCus Parola di specialista. lo psicologo e psicoterapeuta lino Busato le deliCate Questioni del CuoRe e dell’anima nelle CoPPie Che deCidono di aveRe un figlio Con la feCondazione eteRologa

O.J.

Lino Busato

21Il Veneto in primo piano

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Page 26: Rovigo ago2014 n106 bb

22 Voci da palazzo 15Voci da palazzo

Il gioco d’azzardo in tempo di crisi è una piaga che dilaga e, invece che diminuire aumenta. L’illusione di fare soldi affi dandosi alla fortuna cattura, parados-

salmente, soprattutto chi non riesce ad arrivare a fi ne mese aggravando una situazione già precaria. Da tempo il Consiglio regionale sta lavorando per regolamentare il settore del gioco d’azzardo e per garantire cure adegua-te alle vittime.

Ora, Il testo al vaglio dell’organo consiliare guidato da Leonardo Padrin (FI) fa sintesi di cinque diverse ini-ziative legislative: una a fi rma del Pd, primo fi rmatario Claudio Sinigaglia, una della Lega presentata da Cristia-no Corazzari, altre due presentate rispettivamente da Stefano Valdegamberi (Futuro popolare, ex Udc) e da Stefano Peraro (Udc) e infi ne una di Italia dei Valori, primo fi rmatario il capogruppo Antonino Pipitone. Il nuo-vo testo coniuga la prevenzione dei danni causati dalla ‘febbre da gioco’ con le azioni di contrasto al proliferare di sale da gioco e scommesse, sino a sanzioni verso chi installa apparecchi illeciti o ‘truccati’. Gli interventi prin-cipali di contrasto al gioco d’azzardo delineati nel ‘testo unico’ sono: l’introduzione di un marchio ‘slot free’, sgravi Irap per i locali che non ospitano slot machines

e apparecchi da gioco, aumento dell’addizionale regio-nale Irap per chi invece li mantiene, distanze minime delle sale gioco da scuole, patronati, centri sportivi e case di riposo, un numero verde con relativo indirizzo mail per avere informazioni e consigli, programmi di prevenzione ad ampio spettro per tutte le età. Il ‘cuore’ dell’intervento normativo della Regione – secondo il te-sto in discussione – sta nella modulazione dell’imposta regionale per le attività produttive (Irap) che verrebbe alleggerita per gli esercenti che rinunciano ad installare le macchinette mangia-soldi e invece resa più gravosa per i locali che sceglieranno di ospitare slot, videopoker e giochi vari.

Oltre ad incentivi e disincentivi fi scali, la proposta in discussione punta ad allontanare i punti-scommessa e le sale giochi dai luoghi di aggregazione, scuole, ospedali ed edifi ci pubblici imponendo una distanza minima di 300 metri, pena salate sanzioni. Parallelamente il pro-getto di legge investe sulla prevenzione, potenziando i servizi per le dipendenze delle Ulss perché siano in grado (attraverso interventi educativi e presa in carico dei casi patologici) di porre un argine alle ludopatie e di evitare tanti drammi umani e familiari. La bozza di leg-

ge in discussione prevede un piano triennale regionale per ridurre il rischio della dipendenza da gioco, istituisce l’Osservatorio regionale, un numero verde e un indirizzo di posta elettronica per fornire i primi orientamenti, dise-gna un rapporto di collaborazione organica tra Comuni, Ulss e associazioni del terzo settore sia sul fronte della prevenzione che su quello del trattamento, cura e riabi-litazione delle persone dipendenti dal gioco compulsivo. In rappresentanza di circa 800 concessionari attivi nel territorio nazionale, la Federazione Sistema Gioco Ita-lia, che realizza 17 mld di euro di fatturato annuo (di cui 8 vanno allo Stato), si è dichiarata sostanzialmente d’accordo con la proposta di legge in discussione in Ve-neto in tema di contrasto al gioco d’azzardo illegale e di prevenzione delle ludopatie.

I gestori di sale gioco e punti scommessa sono invece critici sul limite dei 300 metri di distanza dai luoghi ‘sensibili’: “Là dove è stato introdotto ha creato un effetto boomerang, facilitando i giochi clandestini – hanno osservato i rappresentanti della Federazione confi ndustriale - Nel 2013 a fronte di 7300 punti le-gali di scommessa si calcolano siano attivi circa 7 mila punti illegali, privi di ogni controllo, nei quali secondo

la Guardia di Finanza vengano giocati ‘in nero’ almeno 23 miliardi l’anno. Piemonte ed Emilia Romagna hanno infatti rinunciato ad introdurre la distanza ‘minima’ nelle rispettive leggi regionali”.

L’eventuale introduzione della distanza minima di 300 metri da luoghi sensibili – calcola la Federazione Sistema gioco – provocherebbe la chiusura del 75 per cento delle sale gioco attualmente in attività. Il Veneto risulta essere la quinta regione in Italia per scommesse e giocate, con 5 miliardi e mezzo di euro di puntate nel 2013 tra videopocker e slot machines, Gratta e vinci e schedine del lotto e dell’Enalotto. E’ inoltre la prima regione in Italia, insieme all’Emilia Romagna, nell’in-dustria di produzione di slot machines e software per scommesse.

di Germana urbani

Meno tasse ai locali che non mettono le slotGioco d’azzardo La commissione Sanità discute la proposta di testo unico

Il Veneto risulta essere la quinta regione in Italia per scommesse e giocate, con 5 miliardi e mezzo di euro di puntate

L’opinione

“La commissione - ha dichiarato Leonardo Padrin, presidente della commissione Sanità – interpellerà direttamente il questore di Genova, per verifi care gli effetti prodotti dal regolamento comunale di Genova che ha introdotto la distanza minima di 300 metri

tra i punti scommesse e scuole, case di riposo, chiese, ospedali. I rappresentanti dei gestori dei punti scommesse denunciano l’esplosione del gioco illegale, a seguito di tale norma. Credo sia opportuno verifi care con la massima autorità di pubblica sicurezza del capoluogo ligure la ricaduta effettiva di questa regola di distanza”.

leonardo Padrin (FI) gioCo d’azzaRdo, attenzione sulla Regola della distanza minima

“Sul nuovo ospedale di Padova si sta creando una situazione paradossale che lascia i cittadini piuttosto sconcertati”, ha detto il presidente del Consiglio regionale del Veneto Clodovaldo Ruffato a seguito delle notizie e dei commenti che si succedono

quasi quotidianamente sul tema. L’inseguirsi di progetti e controprogetti, ipotesi e nuove tesi di localizzazione “mostra di sicuro che il mondo politico sta cercando di assumere decisioni defi nitive e affi dabili, ma rischia di arrivare ai cittadini di Padova, della regione e anche di tutto il Paese – vista l’importanza del polo sanitario padovano – come un insieme di messaggi a volte contraddittori, che rischiano soprattutto di aumentare le diffi denze che la società civile già ha maturato nei confronti della politica e di favorire la fuga dei clinici più preparati e della ricerca medico-scientifi ca”. Per que-sto, ricorda il presidente del Consiglio, “è necessario che la politica regionale e locale faccia lo sforzo di rimettere al centro del dibattito il tema salute e assistenza sanitaria in modo trasparente, evitando gli scontri pretestuosi. Ricordo che uno degli interventi più signifi cativi sul tema è stato quello del presidente dell’Ordine dei medici di Padova, che ha ricordato pochi giorni fa che più che i contenitori sono importanti i contenuti, e che quindi più dei mattoni e delle pareti sono importanti la qualità dei servizi. Mi sento quindi di chiedere con energia – ha concluso Ruffato - che tutti coloro sono coinvolti negli indirizzi, nelle decisioni e nelle operatività si mettano nell’ottica del bene comune: ripensare e riqualifi care la sanità attraverso il nuovo ospedale signifi ca soprattutto progettare risposte migliori, più effi caci e più vicine ai cittadini, ai malati e alle loro famiglie, confermando allo stesso tempo che miglior clinica e la ricerca più avanzata devono rimanere all’interno del polo padovano e non emigrare altrove. Questi devono essere i valori che guidano l’attuale dibattito”.

“sÌ a miglioRe sanità, no alle PolemiChe”Clodovaldo Ruffato (Ncd). Nuovo ospedale Padova

33Voci da palazzo

A marzo i veneti tornano alle urne per votare la nuova Giunta del Veneto. Che voto date voi del Pd al lavoro del presidente Zaia?

“Mi è capitato in questi giorni di chiedere ad alcuni cittadini se ricordavano un provvedimento importante varato della giunta Zaia. Qualcuno non ha saputo rispon-dere, qualcun altro si è ricordato la questione dell’in-dipendenza. Questo per dire che è stata una stagione in cui grandi interventi, grandi opere, grandi progetti di cambiamento per la nostra regione non ci sono stati.

Zaia è stato il continuatore della vecchia politica, ha gestito la coda degli interventi messi in campo da Galan. E’ stato un commentatore capace di interveni-re su tutto e polemizzare col Governo centrale su ogni provvedimento. Ma è mancato totalmente di visone sui grandi temi della trasformazione della nostra regione”.

Il Consiglio regionale ha lavorato meglio?“C’è stato un discreto lavoro

su alcuni temi che reputo impor-tanti e dove il Pd ha giocato la sua parte all’interno del Consiglio Regionale. Usciamo con l’approva-zione di una nuova legge elettorale e uno Statuto equilibrato e frutto di una mediazione politica importante tra le forze di maggioranza e opposizione. Anche se, proprio per colpa della Lega, il Veneto è stata l’ultima regione d’Italia a darsi uno statuto.

Importantissimo è stato anche licenziare il Piano so-cio sanitario dopo tantissimi anni d’attesa. E nel merito il Pd ha avuto un ruolo molto importante perché per la prima volta non si è parlato solo di ospedali ma anche di strutture territoriali diffuse e dei servizi ad esse connessi.

Importantissima e sempre varata dal Consiglio, è la legge sul turismo nata da un lavoro di concerta-zione e dialogo con le categorie del mondo turistico, un comparto strategico per il futuro. Se riuscissimo a mettere in rete il nostro patrimonio naturale, culturale ed enogastronomico, è mia convinzione che i 100mila posti di lavoro che abbiamo perso nel settore industriale e manifatturiero dall’inizio della crisi ad oggi, potrem-mo recuperarli in altri cinque anni, rilanciando proprio il comparto turistico”.

Dove ha fallito davvero Zaia?“Zaia è stato il presidente delle polemiche. Parole

invece che fatti. Sembra che lui goda quando può dire che il potere romano si dimentica del Veneto perché gli permette di far polemica. Invece dovrebbe cercare di avere un potere di interlocuzione e dialogo col potere centrale a tutto vantaggio dei cittadini veneti.

Il grande fallimento di Zaia è il federalismo e l’au-tonomia. Va detto che Zaia mentre sollecita l’ipotesi del referendum indipendentista, bocciato dal governo perché palesemente incostituzionale come avevamo denunciato noi del Pd, non utilizza l’unica vera leva pre-vista dalla nostra Costituzione, cioè l’articolo 116-117 sull’autonomia differenziata”.

Veniamo al Pd che si prepara alle elezioni con qualche acciacco dopo l’inchiesta Mose.

Galan e Chisso sono sicuramente i grande pro-tagonisti della tangentopoli del Mose ma anche il Pd non ci ha fatto una bella fi gura.

“I reati sono reati, e vanno perseguiti in qualsiasi caso. E nes-suno si deve nascondere dietro im-munità di sorta. Attenzione però.

Per quanto riguarda il Pd siamo di fronte a dei casi isolati di illecito fi nanziamento ai partiti. Comportamenti sicu-ramente da sanzionare senza difesa, infatti Marchese è uscito da tempo dal Pd e si è anche dimesso. Ben più complessa, se sarà dimostrata, tutta la vicenda legata alla gestione del potere del centro destra e del prece-dente presidente della nostra regione, Giancarlo Galan.

Ma queste vicende ci pongono il tema sempre più urgente della costruzione dei gruppi dirigenti futu-ri. Quando non c’è ricambio e alternanza sia per chi governa che per chi resta all’opposizione prevale una logica consociativa che può produrre anche i risultati che abbiamo visto”.

La cifra vincente per rinnovare il Veneto e la società sta, dunque, nel cambiamento.

“Sono dell’idea che si debba cambiare spesso. I Veneti, stavolta, dovrebbero scegliere con il voto di dare una svolta. Zaia è il continuatore delle vecchie giunte di centrodestra. La Lega è lì dal 2000. Zaia, già vicepre-

sidente di Galan, una volta divenuto presidente ha con-fermato Chisso in continuità con lo stesso assessorato che aveva prima.

Inoltre, non ho ancora visto nessun provvedimento di proget sugli ospedali o sulle infrastrutture bloccato da Zaia. Eppure si cominciano già a vedere gli effetti negati-vi di queste scelte. Solo sull’ospedale di Padova (grazie ad un emendamento presentato dal Pd) era passata la linea di fi nanziarlo con i soldi pubblici: 50 milioni per tre anni”.

Quali saranno i temi su cui il Pd cercherà di con-quistare i veneti?

“Primo: Sanità. Come attrezziamo il territorio oltre agli ospedali per acuti. Dove mandiamo l’anziano che esce dall’ospedale, dove collochiamo la lungodegenza e strutturiamo i servizi territoriali. Su questo riteniamo ci sia molto da proporre vista l’assenza totale dell’attuale assessore, interessato solamente agli ospedali di Verona.

Secondo: Organizzazione, va-lorizzazione e tutela del territorio.

Le emergenze e i danni cau-sati dai fenomeni atmosferici sono i frutti della massiccia cementifi -cazione. Crediamo che dire no al consumo ulteriore di suolo sia il grande teme su cui la classe politica dovrà misurarsi nei prossimi anni. Noi su questo abbiamo già fatto battaglia presentando proposta di legge che sarà presto dibattuta in sede di commissione e poi in consi-glio.

Terzo: Lavoro. Per far ripartire l’economia serve una strategia più organica e strutturata. Accanto a turismo e cultura occorre investire sulla logistica. Il Veneto è la piattaforma logistica per eccellenza italiana e europea. Qui sta uno dei porti più importanti d’Italia, c’è il terzo scalo aereo italiano e arriva l’alta velocità ferroviaria. Peccato che i tre sistemi non siano per nulla intercon-nessi.

Ripensando la logistica potremmo diventare una piattaforma straordinaria di arrivi e partenze di merci e persone e far decollare così un altro pezzo di sviluppo occupazionale importante.

Quanto alle nostre aziende. Alcune, straordinarie,

sono cresciute da sole a livello internazionale ma ades-so dobbiamo aiutarle a restare sui mercati mondiali. La sfi da sarà mettere in campo una rete di servizi che le supportino sul tema dell’innovazione del prodotto e della qualità per essere più competitive sul piano inter-nazionale”.

Fatto il programma vi serve un leader. Lo sce-glierete nel Pd o ancora fuori…

“Il prossimo candidato Presidente dev’essere del Pd! Anche se perdiamo io devo avere un leader che sta lì all’opposizione. Se no ogni volta diamo l’impressione di non avere un gruppo dirigente che lavora per costruire un’alternanza vera per il futuro. Uno che non abbando-na il campo ma sta lì dimostrando che ha un progetto politico da realizzare”.

Primarie sì o primarie no?“Sono per fare le primarie se servono. Non sempre

a tutti i costi. Se ci fosse un candi-dato condiviso a tutti i livelli, frutto di una partecipazione di tutti gli organi dirigenti e lo avessimo già subito, oggi, si partirebbe. Con le primarie regaliamo tre mesi a Zaia sui giornali che sarebbe l’unico can-

didato in campo che parla ai veneti”.Ciò signifi ca che un candidato ce l’ha in mente!“Il candidato migliore oggi è quello che ha capacità

di entrare velocemente in empatia con i veneti. Il nodo è che Zaia pur avendo fatto quasi niente ha un indice di popolarità molto alto”.

Allora le primarie del Pd i veneti le hanno già fatte e la Moretti è il candidato in pectore.

“Non a caso io quando ho visto il suo risultato alle Europee ho pensato che quei voti fossero indice di una verifi ca che il Pd ha fatto su una possibile candidata a presidente. Soprattutto perché la campagna elettorale sarà corta abbiamo bisogno di qualcuno che sia già conosciuto e apprezzato. E lei lo è. Inoltre è una don-na e visto che dobbiamo impegnarci per aumentare la rappresentanza femminile in Regione, magari con una modifi ca alle legge elettorale per introdurre la doppia preferenza di genere, non sarebbe male come candidato presidente”.

di Germana urbani

La pagella di Lucio Tiozzo: “Boccio Zaia, promuovo il consiglio”

Bilancio Cinque anni di lavoro in Regione tra mediazioni diffi cili, proclami e qualche scandolo

“Il Pd ha bisogno di un candidato presidente interno al Pd e che sia rapidamente in grado di parlare ai veneti, meglio se donna. La Moretti, secondo me, è sicuramente una candidata in campo”

“I veneti questa volta con il loro voto dovrebbero scegliere di dare una svolta”

“Zaia è stato il presidente delle polemiche con Roma, invece dovrebbe cercare di dialogare col potere centrale”

Lucio Tiozzo

Page 27: Rovigo ago2014 n106 bb

23Voci da palazzo 15Voci da palazzo

Il gioco d’azzardo in tempo di crisi è una piaga che dilaga e, invece che diminuire aumenta. L’illusione di fare soldi affi dandosi alla fortuna cattura, parados-

salmente, soprattutto chi non riesce ad arrivare a fi ne mese aggravando una situazione già precaria. Da tempo il Consiglio regionale sta lavorando per regolamentare il settore del gioco d’azzardo e per garantire cure adegua-te alle vittime.

Ora, Il testo al vaglio dell’organo consiliare guidato da Leonardo Padrin (FI) fa sintesi di cinque diverse ini-ziative legislative: una a fi rma del Pd, primo fi rmatario Claudio Sinigaglia, una della Lega presentata da Cristia-no Corazzari, altre due presentate rispettivamente da Stefano Valdegamberi (Futuro popolare, ex Udc) e da Stefano Peraro (Udc) e infi ne una di Italia dei Valori, primo fi rmatario il capogruppo Antonino Pipitone. Il nuo-vo testo coniuga la prevenzione dei danni causati dalla ‘febbre da gioco’ con le azioni di contrasto al proliferare di sale da gioco e scommesse, sino a sanzioni verso chi installa apparecchi illeciti o ‘truccati’. Gli interventi prin-cipali di contrasto al gioco d’azzardo delineati nel ‘testo unico’ sono: l’introduzione di un marchio ‘slot free’, sgravi Irap per i locali che non ospitano slot machines

e apparecchi da gioco, aumento dell’addizionale regio-nale Irap per chi invece li mantiene, distanze minime delle sale gioco da scuole, patronati, centri sportivi e case di riposo, un numero verde con relativo indirizzo mail per avere informazioni e consigli, programmi di prevenzione ad ampio spettro per tutte le età. Il ‘cuore’ dell’intervento normativo della Regione – secondo il te-sto in discussione – sta nella modulazione dell’imposta regionale per le attività produttive (Irap) che verrebbe alleggerita per gli esercenti che rinunciano ad installare le macchinette mangia-soldi e invece resa più gravosa per i locali che sceglieranno di ospitare slot, videopoker e giochi vari.

Oltre ad incentivi e disincentivi fi scali, la proposta in discussione punta ad allontanare i punti-scommessa e le sale giochi dai luoghi di aggregazione, scuole, ospedali ed edifi ci pubblici imponendo una distanza minima di 300 metri, pena salate sanzioni. Parallelamente il pro-getto di legge investe sulla prevenzione, potenziando i servizi per le dipendenze delle Ulss perché siano in grado (attraverso interventi educativi e presa in carico dei casi patologici) di porre un argine alle ludopatie e di evitare tanti drammi umani e familiari. La bozza di leg-

ge in discussione prevede un piano triennale regionale per ridurre il rischio della dipendenza da gioco, istituisce l’Osservatorio regionale, un numero verde e un indirizzo di posta elettronica per fornire i primi orientamenti, dise-gna un rapporto di collaborazione organica tra Comuni, Ulss e associazioni del terzo settore sia sul fronte della prevenzione che su quello del trattamento, cura e riabi-litazione delle persone dipendenti dal gioco compulsivo. In rappresentanza di circa 800 concessionari attivi nel territorio nazionale, la Federazione Sistema Gioco Ita-lia, che realizza 17 mld di euro di fatturato annuo (di cui 8 vanno allo Stato), si è dichiarata sostanzialmente d’accordo con la proposta di legge in discussione in Ve-neto in tema di contrasto al gioco d’azzardo illegale e di prevenzione delle ludopatie.

I gestori di sale gioco e punti scommessa sono invece critici sul limite dei 300 metri di distanza dai luoghi ‘sensibili’: “Là dove è stato introdotto ha creato un effetto boomerang, facilitando i giochi clandestini – hanno osservato i rappresentanti della Federazione confi ndustriale - Nel 2013 a fronte di 7300 punti le-gali di scommessa si calcolano siano attivi circa 7 mila punti illegali, privi di ogni controllo, nei quali secondo

la Guardia di Finanza vengano giocati ‘in nero’ almeno 23 miliardi l’anno. Piemonte ed Emilia Romagna hanno infatti rinunciato ad introdurre la distanza ‘minima’ nelle rispettive leggi regionali”.

L’eventuale introduzione della distanza minima di 300 metri da luoghi sensibili – calcola la Federazione Sistema gioco – provocherebbe la chiusura del 75 per cento delle sale gioco attualmente in attività. Il Veneto risulta essere la quinta regione in Italia per scommesse e giocate, con 5 miliardi e mezzo di euro di puntate nel 2013 tra videopocker e slot machines, Gratta e vinci e schedine del lotto e dell’Enalotto. E’ inoltre la prima regione in Italia, insieme all’Emilia Romagna, nell’in-dustria di produzione di slot machines e software per scommesse.

di Germana urbani

Meno tasse ai locali che non mettono le slotGioco d’azzardo La commissione Sanità discute la proposta di testo unico

Il Veneto risulta essere la quinta regione in Italia per scommesse e giocate, con 5 miliardi e mezzo di euro di puntate

L’opinione

“La commissione - ha dichiarato Leonardo Padrin, presidente della commissione Sanità – interpellerà direttamente il questore di Genova, per verifi care gli effetti prodotti dal regolamento comunale di Genova che ha introdotto la distanza minima di 300 metri

tra i punti scommesse e scuole, case di riposo, chiese, ospedali. I rappresentanti dei gestori dei punti scommesse denunciano l’esplosione del gioco illegale, a seguito di tale norma. Credo sia opportuno verifi care con la massima autorità di pubblica sicurezza del capoluogo ligure la ricaduta effettiva di questa regola di distanza”.

leonardo Padrin (FI) gioCo d’azzaRdo, attenzione sulla Regola della distanza minima

“Sul nuovo ospedale di Padova si sta creando una situazione paradossale che lascia i cittadini piuttosto sconcertati”, ha detto il presidente del Consiglio regionale del Veneto Clodovaldo Ruffato a seguito delle notizie e dei commenti che si succedono

quasi quotidianamente sul tema. L’inseguirsi di progetti e controprogetti, ipotesi e nuove tesi di localizzazione “mostra di sicuro che il mondo politico sta cercando di assumere decisioni defi nitive e affi dabili, ma rischia di arrivare ai cittadini di Padova, della regione e anche di tutto il Paese – vista l’importanza del polo sanitario padovano – come un insieme di messaggi a volte contraddittori, che rischiano soprattutto di aumentare le diffi denze che la società civile già ha maturato nei confronti della politica e di favorire la fuga dei clinici più preparati e della ricerca medico-scientifi ca”. Per que-sto, ricorda il presidente del Consiglio, “è necessario che la politica regionale e locale faccia lo sforzo di rimettere al centro del dibattito il tema salute e assistenza sanitaria in modo trasparente, evitando gli scontri pretestuosi. Ricordo che uno degli interventi più signifi cativi sul tema è stato quello del presidente dell’Ordine dei medici di Padova, che ha ricordato pochi giorni fa che più che i contenitori sono importanti i contenuti, e che quindi più dei mattoni e delle pareti sono importanti la qualità dei servizi. Mi sento quindi di chiedere con energia – ha concluso Ruffato - che tutti coloro sono coinvolti negli indirizzi, nelle decisioni e nelle operatività si mettano nell’ottica del bene comune: ripensare e riqualifi care la sanità attraverso il nuovo ospedale signifi ca soprattutto progettare risposte migliori, più effi caci e più vicine ai cittadini, ai malati e alle loro famiglie, confermando allo stesso tempo che miglior clinica e la ricerca più avanzata devono rimanere all’interno del polo padovano e non emigrare altrove. Questi devono essere i valori che guidano l’attuale dibattito”.

“sÌ a miglioRe sanità, no alle PolemiChe”Clodovaldo Ruffato (Ncd). Nuovo ospedale Padova

Page 28: Rovigo ago2014 n106 bb

16 Cultura veneta

Sui tre piani dell’edifi cio, oltre un centinaio di opere tra dipinti, disegni, gioielli, sculture, fotografi e e abiti da collezioni private e musei internazionali

Un tuffo all’inizio del secolo scorso con una delle più note protagoniste della vita mondana ed artistica dell’epoca. Venezia rievoca la fi gura e il mito di Luisa Casati Stampa,

la donna che affascinò d’Annunzio e con le sue follie divenne la musa dei più grandi artisti del tempo da Boldini a Bakst, da Ma-rinetti a Balla, da Man Ray ad Alberto Martini, da Van Dongen a Romain e Brooks. La mostra che ha un titolo chiarissimo ed esplicativo “La Divina Marchesa. Arte e vita di Luisa Casati dalla Belle Époque agli anni folli”, sarà ospitata a Palazzo Fortuny a Venezia, uno dei luoghi più amati dalla “Divina Marchesa”, che diventerà la sede della prima straordinaria mostra interamente a lei dedicata. Tre piani di Palazzo Fortuny “immergeranno” il visitatore nell’atmosfera in cui visse la “Divina Marchesa” che, per mezzo secolo, fu una leggenda vivente, una dark lady, un’importante collezionista d’arte e mecenate, musa di sim-bolisti, fauves, futuristi e surrealisti: un mito che ispira ancora oggi gli artisti e le grandi maison dell’alta moda. La mostra sarà aperta il 3 ottobre 2014 e terminerà l’8 marzo 2015. “Questa donna – spiegano i curatori della mostra- a inizio Novecento, con il trucco esagerato, le trasgressive ed eccentriche performance e una vita sopra le righe, fu capace di trasformare se stessa in opera d’arte, leggenda vivente, conturbante e sorprendente rappresentazione di modernità e avanguardia” . L’esposizione, ideata da Daniela Ferretti, curata da Fabio Benzi e Gioia Mori, è coprodotta dalla Fondazione Musei Civici di Venezia e da” 24ore

Cultura – Gruppo 24 Ore”, conta oltre un centinaio opere tra dipinti, disegni, gioielli, sculture, fotografi e e abiti provenienti da collezioni private e da musei internazionali. Della straordinaria collezione di opere d’arte e di ritratti che le furono dedicati o da lei commissionati, in mostra saranno esposti pezzi provenienti da collezioni private : la testa di ceramica policroma opera di Renato Bertelli, “La Marchesa Casati”di Romain e Brooks, e la scultura di Paolo Troubetzkoy “Ritratto della marchesa Casati con un levriero”. Si affi ancano poi capolavori assoluti provenienti da musei di tutto il mondo come “Ritratto della marchesa Casati” di Giovanni Boldini della Gnam di Roma, “Marchesa Casati” di Augustus Edwin John dell’Art Gallery of Ontario, i molti ritratti che le dedicò Alberto Martini, “Linee di forza di paesaggio ma-iolicato” di Giacomo Balla e i gioielli di Cartier a lei ispirati. Poi

la sezione fotografi ca ricchissima anch’essa: gli scatti di Adolphe Gayne de Meyer, Man Ray e Mariano Fortuny, a quelli rubati, quando viveva in miseria a Londra, di Cecil Beaton. “Il percorso della mostra- continuano i curatori - attraverso continui rimandi, ricostruisce le relazioni sociali e artistiche che attraversarono la vita di Luisa Casati Stampa: dalla gabbia dorata dell’alta società all’incontro con Gabriele d’Annunzio. Un incontro che la cambiò per sempre e che divenne un legame d’amore e amicizia che durò tutta la vita, dalle stravaganze ai travestimenti, alla pratica dell’occulto per arrivare al periodo “futurista” in cui incontra Filip-po Tommaso Marinetti e sposa la causa del movimento artistico, promuovendone gli artisti e collezionando le loro opere, per con-cludersi con la rovina economica e l’esilio nella capitale britannica dove muore nel luglio 1957”.

di Alessandro Abbadir

Venezia Dal 3 ottobre esposizione dedicata a Luisa Casati Stampa protagonista della Bella Epoque

La “Divina Marchesa” a Palazzo Fortuny

Teatro Stabile del Veneto e Fondazione Musei Civici di Venezia inaugurano l’attivi-tà autunnale con una nuova convenzione,

a vantaggio di visitatori e spettatori. Secondo il nuovo accordo gli abbonati alla stagione di Prosa 2014-2015 di Teatro Goldoni e Teatro Verdi possono, infatti, acquistare la Muve Friend Card a tariffa ridotta presso le bigliette-rie di tutte le sedi museali, mentre i possessori della Muve Friend Card hanno diritto alla ta-riffa di ingresso ridotta per gli spettacoli della stagione 2014-2015 di entrambi i teatri. Si tratta di un’ulteriore strategia di co-marketing che si inserisce nello spirito di una crescente collaborazione tra le istituzioni cittadine, rivol-gendosi al pubblico degli spettatori e dei visita-tori, sia residenti che turisti, con l’obiettivo di incentivare la conoscenza e la frequentazione del patrimonio culturale della città, di cui il te-atro e il sistema museale civico rappresentano due componenti fondamentali.

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24 Cultura veneta

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17Cultura veneta

di Massimiliano Granato

Venezia come sogno, come possibile punto di arrivo ma anche in questo caso come illusione. Il terzo lungo-

metraggio di Antonioni (pochissimo tempo dopo “I Vinti“) racconta, come fa Luchino Visconti nel suo “Bellissima“ (1951), di come il cinema possa essere una macchina che attiri i sogni ma che anche sia lesta nello spegnerli e inghiottire la persona, a distrug-gerla.

E’ forse l’Antonioni più effi cace, più affascinante, che è in bianco e nero ed in debito sia della lezione neorealistica, sia del melodramma vero e proprio: è un’opera più vicina a quella di esordio e il cerchio si chiu-de se si pensa che vi si trova ancora Lucia Bosè.

Il mondo della celluloide è passionale ma è anche e soprattutto artefatto: Clara si muove non solo in mezzo a fondali fi nti, ma

anche in situazioni fi nte e costruite.Questi atteggiamenti sono chiari fi n

dall’inizio, quando vediamo lei passeggiare al cinema Fiamma dove proiettano il suo ultimo fi lm. Così com’è il cinema che attor-nia la protagonista, così è lei nella realtà: i dialoghi tra lei e il marito sembrano il pro-

sieguo di un fi lm che sta girando. Antonioni sente questa progressiva

mercifi cazione della macchina cinema e lo analizza, interrogandosi sulla sua funzione e sul suo fi ne.

In questo caso il Veneto è rappresenta-

to da Venezia che è protagonista di un mon-taggio parallelo tra verità (la vita stessa di Clara) e la fi nzione del Cinema: si alternano quindi le reazioni del pubblico al fallimen-tare “Giovanna D’Arco“ e le reazioni della stessa protagonista, che diserta la prima del fi lm.

Abbiamo quindi una Venezia che dap-prima illude con la sua confezione sontuosa come si confà ad un festival, ma anche una Venezia che sa essere crudele e distruggere i sogni di una giovane che si trova a torna-re al punto di partenza: vive una sconfi tta dopo aver tentato la scalata al successo. A questo proposito Antonioni sembra volerci dire che “è così il mondo dello spettacolo: bello ma anche crudele“.

La ventiduenne Lucia Bosè incarna otti-mamente il ruolo dell’attrice e, come detto, è alla seconda partecipazione per Antonioni

dopo la pellicola d’esordio del regista ferra-rese “Cronaca di un amore“, datata 1950. Nel cast anche il veterano Andrea Checchi nel ruolo del marito di Clara e Gino Cervi nel ruolo del produttore.

Al fi lm partecipano anche due vene-ziani: Pier Maria Pasinetti, che collabora alla sceneggiatura, ed Enzio Serafi n alla fotografi a.

Venezia è rappresentata come un mondo parallelo tra verità (la vita della protagonista Clara) e la fi nzione del Cinema

Cinema Il terzo lungometraggio di Antonioni

“La signora senza camelie” in una Venezia sospesa tra sogno e illusione

Il fi lm racconta di come il cinema possa essere una macchina che attira i sogni ma anche è lesta a spegnerli

26 Cultura veneta

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14 Sì,viaggiare

dalla Russia, tanto che quando se ne andarono in Austria lasciarono per riconoscenza ai carnici tutto il loro tesoro. Quello utilizzato per edifi care in loro ricordo la chiesa di Timau.

La Carnia è un piccolo mondo a sè stante, fi era della propria diversità. Nei secoli scorsi, in tempi di vacche magre, erano tanti i carnici che per sbarcare il lunario facevano i “cramars”: i venditori ambulanti. Partivano a piedi con le loro cassette e le loro gerle sulle spalle per andare a vendere in Austria o addirittura in Boemia i tessuti fatti in casa e altri generi di mercanzia. Ma c’era anche qualche zona ricca: Paularo, e pure Tolmezzo. Tutto ciò grazie a Jacopo Linussio. Dopo un pe-riodo di apprendistato a Villaco, in Austria, decise di mettersi in proprio e nel 1717 creò un opifi cio a Moggio. Successivamente tra il 1738 e il 1741 aprì una fabbrica a Tolmezzo. Linussio, grazie alle sue doti, riuscì a legare la grande industria all’ar-tigianato domestico, fi no ad avere più di 1200 telai sparsi nei vari centri abitativi della regione che lavoravano per lui. Egli ottenne dalla Repubblica di Venezia numerosi privilegi e le sue stoffe erano famose in tutta Europa, in America e in Asia. Dopo la sua morte la fabbrica conobbe alterne vicende, sino al fallimento nel 1815. Della sua epopea ri-mangono testimonianze nel Museo carnico delle

arti popolari di Tolmezzo. A Paularo rimangono i palazzi signorili a più piani costruiti dalle famiglie che godettero di questa ricchezza.

Ogni paese in Carnia ha una propria tradizio-ne. Sutrio ad esempio ha costruito la sua fama sul legno. Lungo le vie del borgo si trovano sculture realizzate dagli artigiani del posto e a settembre il paese si anima con la manifestazione “Magia del legno”, a cui aderiscono sultori provenienti da ogni dove che operano “open air”. Una testi-monianza dell’amore e della maestria dei maestri intagliatori di Sutrio viene anche dal presepe animato di Teno, uno dei più grandi del mondo. Lo ha costruito in trent’anni di lavoro Gaudenzio Straulino.

La vicina Ravascletto, sede di partenza delle attività sciistiche sul Monte Zoncolan, deve la sua fama ad una manifestazione dedicata alle erbette. Mentre Pesariis, pittoresco borgo della Val Pesa-rina, è famosa per i suoi orologi. Macchine del tempo piccole e grandi, meridiane e carillon, sono diventati oggetti di arredo e urbano e abbelliscono molti angoli del borgo, vie e piazzette. Imperdibile la visita al museo dedicato agli orologi che rircorda-no come in questo paese, frazione di Prato Carni-co, siano nati i Fratelli Solari, quelli dell’omonima ditta che ancora oggi opera nel settore, costruendo

i grandi orologi e i tabelloni digitali degli aeroporti. Sauris, che è raggiungibile solo attraverso una rete stradale realizzata fra le montragne, deve la sua notorietà alla sua singolare cultura: in paese si parla tutt’oggi una lingua vetero tedesca, un dialetto di origine bavarese. Mantenutosi vivo per le poche contaminazioni linguistiche subite dalla popolazione locale, rimasta a lungo isolata dal resto della Carnia. Sauris è famosa per i suoi prosciutti crudi stagionati e affumicati e per la sua birra artigianale. Vi si tiene anche uno dei più belli carnevali dell’arco alpino, con maschere di legno intagliate che, indossate dai giovani del paese, sfi lano fra le case del borgo, bussando alle porte delle case e sostando nelle osterie, prima di dare vita al grande falò che viene allestito in una radura nel bosco.

Oggi, nel centenario della Grande Guerra, tornano d’attualità anche i percorsi realizzati sul fronte di Monte Croce Carnico, ai piedi del Pal Piccolo e del Pal Grande, dove fra gli altri con la divisa dell’impero austroungarico combattè anche il padre di Papa Wojtyla (memorabile il volo in elicottero del pontefi ce sui luoghi dove il genitore visse la dura realtà della trincea). Restaurati, questi itinerari di guerra, congiuntamente da italiani e austriaci. Un appassionato locale, Lindo Hufer, ha

Renato Gortani e la sua famiglia salgono in malga a primavera inoltrata e tornano a Pal-manova solo in autunno. Praticano ancora

la transumanza, anche se oggi l’andar per tratturi di dannunziana memoria è un rito sostituito per necessità da un più comodo trasporto del bestia-me con moderni autotreni. Le mucche di razza bruna alpina dei Gortani pascolano sui prati del Monte Zoncolan, il nuovo tempio del ciclismo nazionale, più volte Cima Coppi del Giro d’Italia grazie alle sue pendenze da brivido. I Gortani gestiscono Malga Pozof, ci lavorano anche i fi gli con titolo di studio in tasca ben felici però di porta-re avanti l’attività di famiglia. Producono burro e formaggi genuini, amano fare le cose per bene. Sono entrati anche nel mondo Slow Food perchè ne condividono i principi etici. Gli stessi con cui ge-stiscono il piccolo agriturismo ricavato nella malga.

E’ grazie a gente come questa famiglia di Palmanova che la montagna della Carnia si mantiene viva e continua ad alimentare una piccola economia. L’esempio di Malga Pozof è emblematico dello spirito di questa regione appar-tata, ma dolce e accogliente come poche. Dove la natura sa esprimersi senza contaminazioni. E dove sopravvivono tradizioni dalle radici antiche. “Perchè la Carnia ne va fi era e ne è anche gelosa custode” dice Massimo Peresson, presidente di Carnia Welcome “questa terra sa essere anche ri-belle e manifestare uno spirito anarchico. Durante il periodo fascista molti oppositori di qua per i loro ideali di libertà furono inviati al confi no a Ponza”. E allo stesso tempo alla fi ne della guerra furono accolti bene anche i cosacchi anticomunisti in fuga

NELL’IMMAGINE GRANDE SUTRIO E LA VALLATA CHE

FA DA CORNICE AL BORGO. SOTTO: MALGA POZOF

SULLO ZONCOLAN. IN ALTO A DESTRA TRINCEE

SUL PAL PICCOLO. NEL FOCUS: I CJARSONS E UNA DELLE CASE DELL’ALBERGO

DIFFUSO DI OVARO. SOTTO, DA SINISTRA:

MASCHERE DEL CARNEVALE DI SAURIS, PRATO FIORITO

VICINO A RAVASCLETTO, IL GIRO D’ITALIA SUL MONTE ZONCOLAN,

JACOPO LINUSSIO E UNO SCORCIO DI PESARIIS,

IL PAESE DEGLI OROLOGI

UNA REGIONE APPARTATAFIERA DELLE SUE TRADIZIONI

E DELLA SUA NATURA INCONTAMINATAOGNI BORGO RIVELA UN PICCOLO TESORO:

SUTRIO LE SUE MAGIE DI LEGNOPESARIIS I SUOI GRANDI OROLOGI

TOLMEZZO E PAULAROLA LORO STORIA LEGATA AI TESSUTI

SAURIS IL PROSCIUTTO E IL CARNEVALETIMAU DI PALUZZA I SUOI ITINERARI

LEGATI ALLA GRANDE GUERRADAI CJARSONS AL FRICO, AGLI ALBERGHI DIFFUSI

Carnia, scrigno di sorpreseFRIULI VENEZIA GIULIA

La gastronomia è senza dubbio uno dei must del turismo in Carnia. La regione, come poche altre, ha saputo di-fendere le proprie tradizioni culinarie. Alcune di origine

ancestrale. Ristoranti, trattorie, agriturismi e “frasche” pro-pongono con orgoglio il meglio di questa cultura materiale. Il piatto simbolo è costituito dai cjarsons, mezzelune fatte di pasta di patate, ripiene di vari ingredienti poveri, fra cui alcune spezie come la cannella. C’è pure una variante alle erbette. E poi c’è il frico, a base di formaggio di malga, sia nella versione “cestino di formaggio fritto”, che preparato con le patate. E poi ci sono i radicchietti di montagna, il prosciutto di Sauris e altre prelibatezze. Per l’ospitalità una delle formule più originali è costituita dagli alberghi diffusi. Ce ne sono a Ovaro, a Sauris, a Comeglians e a Sutrio. Si tratta di vecchie case recuperate per l’ospitalità. Alcune sono esempi di architettura carnica tradizionale, costruite con il legno e con la pietra.

dedicato la sua vita alla raccolta di reperti, creando il Museo della Grande Guerra di Timau di Pa-luzza. A Paluzza stessa ha vissuta l’unica donna insignita di medaglia d’oro al valor militare: Maria Plozner Mentil, portatrice carnica. Diede la vita per rifornire le truppe al fronte.

Insomma, ci sono tanti buoni motivi per visitare la Carnia. Una regione apparentemente aspra, sempre pronta però ad aprirsi e a mostrare i suoi tesori a quanti si accostano alla sua scoperta con interesse vero. Regione dove la natura per fortuna è stata preservata integra e dove ancora si può trovare un turismo a misura d’uomo. www.carnia.it mail: [email protected] Tel. 0433 466220.

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L’Editoriale

L’Ordine dei Medici Chirurghi e Odonto-iatri ha come fine istituzionale la tutela della salute dei cittadini garantendo l’

indipendenza,l’ autonomia, la dignità ed il decoro dei professionisti. Proprio perché la nostra professione coinvolge la vita delle per-sone, riteniamo sia impensabile non avvalerci di un Codice deontologico che per noi medici risale al V° secolo a.c. quando Ippocrate di Cos trasformò di fatto la professione medica avvicinandola alla natura delle cose e dei corpi, allontanandola vieppiù da una visione ieratica secondo cui le malattie provenivano dalla collera delle divinità, e dettando le prime regole per i Medici nell’esercizio della loro pro-fessione. Il nostro Codice deontologico infatti indica al Medico i principi etici cui deve ispirarsi la sua condotta e detta le regole di compor-tamento da quei principi derivate. Aspetti, questi, fondamentali anche per il medico stesso la cui professionalità vive soprattutto della considerazione e della fiducia di chi si rivolge a lui.

Quest’anno gli Ordini dei Medici hanno licenziato un nuovo Codice, inserendovi delle novità come la medicina potenziativa degli atleti e la medicina in pace e in guerra. Nel nostro Ordine il Codice viene consegnato a tutti i nuovi medici rodigini che si affacciano alla professione nel corso di una cerimonia in cui sono chiamati a pronunciare solenne giu-ramento alla professione Medica davanti alla società e alle autorità ma soprattutto davanti alla propria coscienza.

Continua a pag. 32

di Francesco Noce*

OccOrre ristabiLire Una fOrte aLLeanza medicO-paziente

*Presidente dell’Ordine dei medici chirurghi e odontoiatri di Rovigo

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3333

L’Editoriale

Segue da pag. 31E’ una cerimonia pubblica in cui questi giovani si prendono un impegno morale per la vita. Vorrei che i cittadini ci

pensassero e riconsiderassero l’importanza di questi gesti e impegni e che tornassero a darci fiducia come fino a non molto tempo fa. Purtroppo i tempi in cui viviamo sono particolarmente complessi. In campo medico, poi, si verifica un fenomeno nuovo e non del tutto positivo,tale da indurre molte persone,sempre più informate attraverso Internet o giornali e televisioni, (e questo è positivo), a contrattare con il medico una diagnosi o un percorso diagnostico-terapeutico senza avere le basi per poter decodificare i messaggi ricevuti ponendosi in un clima di diffidenza,(e questo è negativo) e, risulta spesso se non di danno, certamente non utile allo stesso paziente. Ecco perché l’Ordine lavora seriamente per rifondare quel rapporto di fiducia finalizzato a creare quell’ alleanza terapeutica che unisce il medico ed il paziente nella lotta alla malattia. Oggigiorno questo settore è in continua evoluzione e, purtroppo, risente molto anche delle scelte economiche di Governo e Regione. I continui tagli ai finanziamenti, i ritardi nella riorganizzazione dei servizi territoriali…rallentano e, a volte, ostacolano le scelte puramente mediche. In tutto questo, per il buon funzionamento della sanità, anche il cittadino deve esser chiamato a fare la sua parte utilizzando bene il sistema, evitando di appesantire il bilancio sanitario con richieste inappropiate, generando così un dispendio di risorse che potrebbero, invece, mancare quando ne avesse davvero bisogno. Come Ordine di Rovigo abbiamo deciso da tempo di favorire il colloquio con i cittadini al fine di agevolare la tutela della salute. Per questo abbiamo istituito lo “Sportello del Cittadino” dove vengono ricevuti coloro che ritengono di esporre situazioni che certo non vanno nella direzione di tutela della loro salute. Spesso,per fortuna, si tratta di incomprensioni o di lamentele di comportamenti, e ancor più spesso di problematiche legate all’ organizzazione di una sanità complessa e malata di troppa burocrazia. Tutti ricevono ascolto e ci si prende cura delle problematiche esposte e a tutti viene assicurata una risposta che , e lo dico con orgoglio,fino ad oggi è risultata quasi sempre positiva. Ritengo sia indispensabile che cittadino torni ad aver fiducia nel medico che sceglie spezzando così quel circolo vizioso che può costringere i medici ad attuare una medicina difensiva prescrivendo esami inutili per mettersi al riparo da eventuali ripercussioni future. Questa spirale di sfiducia, da un lato, e tutela preventiva, dall’altro, va interrotta per il bene di tutti. Occorre sapere che all’Ordine è stato affidato il compito di certificare il percorso formativo dei propri iscritti attraverso un processo di aggiornamento e formazione continua con cui viene garantita la professionalità ed il continuo studio che per il medico dura tutta la vita. Ogni medico, infatti, deve adempiere ad obblighi formativi che avranno sempre più peso per il loro rapporto di lavoro, senza sottovalutare un riscontro economico sui premi assicurativi ed un possibile riflesso in ambito giudiziario in cui,il mancato adempimento potrebbe costituire un aggravante. Ma devo dire che chi ha scelto questa professione con lo spirito ippocratico ha nel suo DNA i cromosomi rivolti allo studio continuo ed al suo paziente; e, ricordo con commozione che alla fine della cerimonia del giuramento solenne da parte dei giovani colleghi mi rivolgo loro con questo auspicio:” che se alla fine della loro vita professionale riusciranno a rileggere il giuramento che hanno appena pronunciato senza dover mai abbassare lo sguardo,allora e solo allora potranno dire di essere stati dei buoni medici. Sono certo che per la maggior parte, per fortuna, è così.

77

In questi ultimi tempi si parla molto di carico immedia-to con l’intento di accorciare i tempi di trattamento dei pazienti edentuli. Si sta uscendo dal protocollo

di carico implantare stabilito da Branemark per passare ad una tipologia di trattamento dove si inseriscono un minor numero di impianti utilizzando varie morfologie implantari, molte volte non testate nel lungo termine.

Il carico immediato ha trovato inoltre un terreno molto fertile nelle cliniche low cost e all’estero dove i pazienti trovano a basso costo un trattamento protesico fi sso e veloce, sacrifi cando molto spesso denti che po-trebbero essere mantenuti. Dove porterà tutto questo?

Molto spesso si vedono fallimenti implantari che comportano una mancanza di fi ducia da parte dei pa-

zienti e della validità dell’implantologia.Lo scopo di questo congresso SIDI è quello di pun-

tualizzare cio’ che è possibile nel carico immediato e soprattutto valutarne i risultati a lungo termine. Tratta-mento veloce si ma con una predicibilità nel tempo.

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Dr. Boldrin: Fluoro si o no?Tutti i miei pazienti sanno che da sempre sono con-

trario all’utilizzo del fl uoro. A quale scopo viene utilizzato il fl uoro?

Il fl uoro è utilizzato nella prevenzione della carie, rinforzando la struttura del dente in fase di formazione e favorendone a livello microscopico la reminerlizza-zione dove esso sia danneggiato. E’ corretto dire però che la remineralizzazione dello smalto avviene già na-turalmente ad opera della saliva che è ricca di fosfati e ioni in grado sia di tamponare gli acidi batterici che di riparare le zone di demineralizzazione. Quali sono i metodi di somministrazione del fl uoro?

Il fl uoro si trova, come integratore dedicato ai bam-bini, sotto forma di gocce o pastiglie da ingerire. Esso agisce, durante la formazione dei denti permanenti, for-mando uno smalto più resistente all’attacco acido dei batteri. Essendo ingerito però, il fl uoro viene assorbito dall’intero organismo e va inevitabilmente ad agire in ogni distretto del nostro corpo. Si parla in questo caso di somministrazione sistemica.

Si parla invece si somministrazione topica per le vernici al fl uoro che vengono applicate dal dentista sulla superfi cie del dente oppure per il fl uoro presente nei dentifrici. La mucosa orale tuttavia è in grado di assor-bire molte sostanze, non a caso molti farmaci per agire velocemente vanno tenuti sotto la lingua, ed è sicuro che durante il normale spazzolamento dei denti parte

delle sostanze contenute nel dentifricio, tra cui il fl uoro, vengano assorbite dal nostro organismo.Quali sono i rischi di un’assunzione eccessiva di fl uoro e di che quantità si tratta?

Il fl uoro è già presente in molti cibi tra cui spina-ci, patate, pesce, cereali, manzo ed è particolarmente presente nelle acque minerali e nel thè. Per i bambini un’assunzione giornaliera di 2 milligrammi di fl uoro du-rante la formazione dei denti permanenti è suffi ciente a causare a livello dentale una fl uorosi che si manifesta con la comparsa di macchie bianche dello smalto. Nei casi più gravi di fl uorosi compaiono macchie marroni quasi sempre associate a difetti di mineralizzazione dello smalto, con un conseguente peggioramento della sua resistenza. Esiste una legislazione in merito all’utilizzo del Fluoro?

La legge italiana pone il limite massimo di 1,5 mil-ligrammi su Litro di fl uoruri presenti nelle acque potabili. I dentifrici contenenti fl uoro devono riportare sulla con-fezione la scritta - Bambini fi no a 6 anni: utilizzare una piccola quantità di dentifricio sotto supervisione di un adulto per ridurre al minimo il rischio di ingerimento. In caso di assunzione di fl uoruro da altre fonti consultare il dentista o il medico.-

Proprio nel 2014 l’aggiornamento delle Linee Guida Ministeriali per la salute orale in età evolutiva cita - …l’evidenza scientifi ca dell’utilizzo della fl uoro-profi lassi per via sistemica è controversa… – e ancora

Ciò che ognuno dovrebbe sapere sull’utilizzo del fluoro in Odontoiatria

Fluoro si o fluoro no?

STuDiO DeNTiSTiCO DR. GuiDO BRuNO BOLDRiNROViGO - 45100 - (area Tosi) Via L. einaudi, 24/int. 2 Tel. 0425 475218

LeNDiNaRa - 45026 (RO)Viale Santa Sofia, 22 b/2Tel. 0425 642150

www.studiodentisticoboldrin.it

Da quest’anno anche il Ministero della Salute non consiglia più la somministrazione sistematica di fl uoro ai bambini

- …qualunque sia la fonte di fl uoro utilizzata è quasi im-possibile ottenere benefi ci in termini di prevenzione della carie senza dar luogo a forme, se pur lievi, di fl uorosi. –

Da quest’anno quindi anche il Ministero della Salute non consiglia più la somministrazione sistematica di fl uoro ai bambini. Nella sua esperienza, allora, come si effettua la prevenzione della carie?

In tanti anni di esperienza ho imparato che è più utile educare i pazienti all’igiene e alla cura di se’. Insegno alle persone a guardare allo specchio la propria bocca e ad usare quotidianamente spazzolino, fi lo interdentale e scovolino. Per quanto riguarda i nostri piccoli pazienti, poi, la loro educazione parte dall’informazione dei genitori poi-ché essi prenderanno le loro abitudini.

Mi piace pensare che ognuno sia, nella prevenzione, dentista di se stesso.

Studio Dentistico Dott. Giuseppe BertoliniLargo Cappellini 1 – Rovigo0425-1680170 [email protected]

nell’autovettura solo quando hanno fuso il mo-tore? Nessuno mi auguro; e allora perché correre in urgenza da un dentista con la faccia gonfia e un male insopportabile? La carie dentale è una malattia diffusa in tutto il mondo ed è ben lungi dall’essere debellata in modo definitivo. E’ una malattia semplice; ma nessuna cosa semplice è per forza banale. Lo sconfinamento della lesione dai limiti dello strato di smalto del dente, porta ai ben noti disagi e dolori sia clinici che di spesa! Prevenire è meglio che curare e una visita non costa nulla!

Si, tutti i piccoli sono desti-nati a crescere: chi più, chi meno. Anche quei piccoli

buchetti che alterano l’integrità dei denti.

Quante volte abbiamo senti-to pronunciare la frase “Ma non mi ha mai dato fastidio!”; oppure “So che c’è ma non si vede e non mi fa male”. E quante volte ci siamo trovati improvvisamente a passeggiare per casa durante la notte perché in-capaci a prendere sonno a causa di un mal denti!

E tutto perché quella piccola iniziale screzia-tura è, nel tempo, cresciuta e ti fa notare la sua presenza proprio nel momento meno opportuno. Di notte, prima di una gita programmata o nella prossimità di un importante impegno di lavoro. E perché no? A Natale, a Ferragosto….Come evitare che ciò accada? I controlli regolari dal dentista sono principalmente intesi a scovare e risolvere il piccolo problema alla nascita. Si tor-na quindi al già trattato tema della prevenzione, che risulta indispensabile per conservare una buona salute e risparmiare in termini di tempo, e denaro. Avere cura di se stessi non significa porre rimedio a un problema già esistente, ma adoperarsi affinchè il problema non si presenti. Quanti di voi si accorgono di essere senza olio

Tutti i piccoli buchetti cresconoI controlli regolari dal dentista sono preziosi per scovare e risolvere i problemi quando sono piccoli e non ancora in fase acuta

Dott. Giuseppe Bertolini

OccOrre ristabiLire Una fOrte aLLeanza medicO-paziente

*Presidente dell’Ordine dei medici chirurghi e odontoiatri di Rovigo

di Dott. Francesco Noce*

Page 38: Rovigo ago2014 n106 bb

34

1111

Una neoformazione cutanea è la crescita di qualsiasi alterazione piana o rilevata della superfi cie della pelle. Può essere

di natura benigna, localmente invasiva o ma-ligna. I tumori cutanei più frequenti sono rap-presentati dai nevi, addensamenti benigni di melanociti, cellule che producono il pigmento della nostra pelle. È possibile che un nevo possa evolvere dapprima in nevo displastico (anomalo) e successivamente in un melanoma, tumore maligno invasivo. È necessario e consigliato, quindi, nella prevenzione e nella diagnosi precoce dei tumori della cute e del melanoma, un controllo periodico dei nevi e delle ne-oformazioni cutanee. La tecnica utilizzata per il controllo delle neoformazioni è rappresentata dalla videodermosco-pia, metodica diagnostica, non invasiva ed indolore, che permette di visualizzare le caratteristiche microscopiche delle lesioni.Il videodermatoscopio è uno strumento che consiste in una telecamera a colori ad elevata risoluzione che fornisce un ingrandimento di 30 volte della lesione. Un software permette l’elaborazione della fotografi a, la sua memorizzazione e il confronto a distanza con preci-sione millimetrica. Attraverso questo esame è possibile identifi care precise caratteristiche strutturali e cromatiche delle lesioni pigmentate, distinguendo quelle benigne da quelle maligne, permettendo oltre alla diagnosi precoce, di evitare l’asportazione non necessaria di nevi benigni.

Quando eseguire un controllo dei nei?- Almeno una volta nella vita. Il medico darà poi

indicazioni sulla necessità o meno di eseguire controlli

periodici- In soggetti che hanno tanti nei anche se stabili nel

tempo perché l’occhio umano può “non vedere” le mo-difi cazioni.

- A qualsiasi età. I tumori della cute non hanno una predilezione per una fascia di età

- Quando compare una neoformazione dove prima non c’era niente. Attenzione alla comparsa di nevi su una pelle che non ha mai presentato lesioni pigmentate.

- Quando i nei “si fanno sentire”, se si modifi cano per forma, colore, dimensione, se fanno prurito, dolore, fastidio, se sanguinano, se vengono traumatizzati (cinture, elastici, piedi)

Nel caso in cui venga identifi cato un neo a rischio o una lesione che richiede l’asportazione è consigliabile eseguirla in tempi molto brevi con invio del materiale per l’esame istologico per avere una diagnosi certa.

melanoma: prevenzione e diagnosi precoceFarsi controllare periodicamente i nei e le neoformazioni cutanee

Studio medico Dott.ssa Cristina RogatoViale dei mille 107a – [email protected]. 3282523160

Dott.ssa Cristina Rogato, medico

chirurgo specialista in chirurgia plastica

Gli esercizi farmaceutici in gestione all’a-zienda sono costituti da n.4 farmacie, ubicate nel centro (comunale n. 1 in Via

Badaloni e comunale n. 3 sita in Viale Tre Marti-ri) e nelle frazioni (comunale n. 2 in S.Apollinare e comunale n. 4 in Boara Polesine) e da un di-spensario farmaceutico situato a Borsea.

Il settore farmacie consta, altresì, di un de-posito interno annesso alla farmacia comunale n. 1, destinato all’approvvigionamento delle farmacie comunali, la cui istituzione è stata autoriz-zata dalla Giunta Regionale del Veneto con delibera n. 475 del 5 marzo 2004.

Applicati al settore farmacie sono, alla data odierna, n. 14 farmacisti (n. 4 direttori di farmacia, un direttore tecnico del deposito interno come previsto dalla vigente legislazione e n. 9 farmacisti collaboratori ) e n. 2 magazzinieri.

Le farmacie pubbliche, convenzionate col Servizio Sanitario Nazionale, al pari di quelle private, esercitano la loro attività nei limiti ter-ritoriali del Comune di Rovigo e tale attività, vincolata in molteplici aspetti da una legisla-zione rigida che non permette un’evasione dai

confi ni territoriali e da un regime di concorrenza limitato, evidenzia sia un rilevante aspetto eco-nomico che un aspetto sociale e ciò costruisce una costante sin dalla istituzione della prima farmacia comunale.

I risultati economici e gestionali sono e sono stati negli scorsi anni, peraltro, in linea con i valori medi nazionali concernenti le farmacie pubbliche ed essi sono stati conseguiti anche grazie ad una particolare cura negli approvvigio-

namenti diretti presso l’in-dustria farmaceutica, resa possibile dall’attivazione di un’apposita struttura azien-dale il cui responsabile è un farmacista inserito nell’orga-nico aziendale.

Essendo le farmacie co-munali dotate di certifi cazio-ne del sistema di gestione

per la qualità UNI EN ISO 9001, tutti gli aspetti operativi e gestionali, fermo restando il rispetto delle norme di legge, è improntato all’osservan-za di procedure codifi cate e verifi cate annual-mente dall’Ente Certifi catore.

In ragione della peculiarità e tipicità del settore in questione, anche il decorso esercizio è stato in linea con gli scenari gestionali ed ope-rativi degli anni scorsi.

L’obiettivo per il 2013 è stato duplice: da un lato confermare la gestione caratteristica cercando di non perdere la “quota 30” del mar-gine di contribuzione, evitando acquisti non in linea con l’andamento storico sia per tipologia che per condizioni mercantili, nell’ottica di mini-mizzare le scorte e la percentuale di invenduto alla scadenza di pagamento; dall’altro quello di evitare spese straordinarie.

Risulta chiaro che, stante l’attuale situazio-ne, la tenuta del valore del margine di contribu-zione lordo è la riprova che, se pure in presenza di una diminuzione dei vari corrispettivi erogati in regime SSN, l’aver proceduto ad una oculata e prudente politica di approvvigionamento, ha portato ad un positivo risultato gestionale ed anche, economico.

Alla luce dello scenario normativo e delle esigenze contingenti, l’obiettivo per il prossimo futuro è quello di far crescere i valori della ge-stione caratteristica della divisione, operando interventi migliorativi sulle strutture gestionali, favorendo, con investimenti di entità contenuta, lo sviluppo dei sistemi e dei supporti informa-tici oggi in uso in modo da poter garantire un più penetrante controllo sui profi li economico-gestionali.

E’ chiaro che ogni miglioramento della per-centuale del margine di contribuzione passa, ol-

tre che per l’aumento dei ricavi, necessariamen-te attraverso la riduzione dei prodotti scaduti, la riduzione dei tempi di rotazione delle scorte, la possibilità di un maggior acquisto diretto dall’in-dustria farmaceutica con conseguente fruizione di maggiori sconti rispetto a quelli che si pos-sono ottenere dalla distribuzione intermedia. Ecco, perché, l’acquisizione di ulteriori strumenti di controllo e la conseguente possibilità di inter-venire tempestivamente nell’ipotesi di situazioni critiche, possono garantire, assieme all’impegno delle risorse umane applicate al settore, il rag-giungimento di positivi risultati gestionali, ma anche economici indispensabili per garantire lo sviluppo negli anni futuri, anche al di fuori dei confi ni territoriali, se l’evoluzione normativa lo consentirà, ovvero per poter affrontare, con suffi -ciente sicurezza, le esigenze sia del mercato che della popolazione in ragione della mission azien-dale che rimane indirizzata a far conseguire alla comunità non solo benefi ci di ordine economico, ma – soprattutto – a costituire un sicuro punto di riferimento per migliorare la qualità di vita e per tutelare, con scienza e coscienza, il diritto alla salute.

Garantire il diritto alla salute è una priorità

Le farmacie comunali

- Farmacia Comunale n. 1Via Badaloni- Farmacia Comunale n. 2S. apollinare- Farmacia Comunale n. 3V.le Tre martiri- Farmacia Comunale n. 4Boara Polesine- Dispensario FarmaceuticoBorsea

 

La politica di approvigionamento dei farmaci è oculata e prudente

1313

Tra i cambiamenti subiti dal nostro organismo con il passare degli anni, c’è anche sicura-mente un’evoluzione del nostro apparato

scheletrico. Se attorno ai 30 anni viene registrato un picco della massa ossea, con l’invecchiamento poi c’è un progressivo indebolimento delle ossa dovuto ad un aumento del processo di riassor-bimento osseo. L’osteoporosi rientra in questo quadro, in quanto si tratta di una malattia in cui le ossa diventano talmente fragili da rompersi anche in seguito a piccoli eventi traumatici. Gene-ralmente è considerata una malattia che colpisce il sesso femminile, dopo la menopausa infatti le donne sono particolarmente soggette al rischio di osteoporosi per i numerosi cambiamenti ormonali a cui vanno incontro. Tuttavia anche gli uomini possono esserne colpiti e per entrambi è impor-tante la prevenzione.

Una reale prevenzione dell’osteoporosi può portare ad una diminuzione del rischio di insor-genza e delle complicanze associate.

E’ importante considerare innanzitutto che la salute dell’osso è un processo che si sviluppa tutta la vita, fi n dall’infanzia. E’ stato dimostrato infatti che un non completo sviluppo dell’osso in età adolescenziale, aumenta il rischio di insorgen-

za di malattie scheletriche in età adulta. Risulta dunque ancora più importante adot-

tare delle semplici regole che possono prevenire la malattia.

Innanzitutto seguire una dieta bilanciata ricca di calcio e vitamina D. Il fabbisogno di quest’ul-tima è normalmente garantito dall’esposizione al sole (almeno 10 minuti al giorno); tuttavia, dopo una certa età o se non è possibile l’esposizione al sole, può essere necessaria un’integrazione ali-mentare se il medico lo ritiene opportuno.

E’ poi sempre consigliabile svolgere una mo-derata ma costante attività fi sica, come passeg-giate all’aperto o il sollevamento di piccoli pesi.

Naturalmente in caso di osteoporosi concla-mata è sempre meglio consultare il medico per concordare il miglior tipo di esercizio.

Oltre a ciò seguire sempre uno stile di vita sano, libero da vizi come il fumo o l’alcol.

Infi ne un aiuto fondamentale arriva anche dai test diagnostici che consentono di controllare il li-vello di mineralizzazione del nostro osso e capire se siamo a rischio di fratture.

Presso la nostra farmacia viene eseguito mensilmente in test ad ultrasuoni al calcagno.

Si tratta di un test breve e semplice in cui con

Osteoporosi: prevenirla in 10 minuti con un semplice test

Farmacia Tre Colombine della Farmacia San Gaetano s.n.c.Dott.sse maddalena e Patrizia ZanettiVia Leopoldo Baruchello, 30 - ROViGO tel.0425/412038 -www.farmaciatrecolombine.it

Alle farmacia Tre Colombine, un test ad ultrasuoni in soli 10 minuti aiuta i pazienti a rischio di osteoporosi a prevenire l’insorgere della patologia

un apposito strumento ad ultrasuoni vengono misurate la densità e la qualità ossea.

Perché viene eseguito nel piede? Perché la struttura dell’osso del calcagno è simile dal pun-to di vista biomeccanico a quella del femore, le sedi più soggette a rischio di fratture in caso di osteoporosi.

Eseguire questo semplice test può aiutarti a capire se le tue ossa stanno davvero bene ed in base ai risultati decidere con il tuo medico cosa fare per mantenerle sane.

Dott.ssa Maddalena Zanetti

Dr a. Nanni RosoliaPsicologo - Specializzato in DSa e Difficoltà dell’apprendimentoVia matteotti 79, [email protected]. 3455698160

intraprendere degli specifi ci” training” che potrebbero favorire una riduzione del disturbo. Negli ultimi anni l’u-so di software specifi ci hanno permesso buoni risultati per quanto riguarda le abilità di base e hanno motivato notevolmente l’esercizio da parte degli interessati. Un bambino con D.S.A. o con diffi coltà di apprendimento si stanca molto facilmente ed è importante che riceva un adeguato supporto scolastico che tenga conto dei suoi punti di debolezza e che può derivare da un’effi cace collaborazione tra scuola, famiglia e professionisti.

I Disturbi Specifi ci dell’Apprendimento Scolastico(D.S.A.) sono disturbi di origine neuropsicologica che interessa-no alcune abilità specifi che necessarie all’apprendimen-

to scolastico e non permettono ai bambini che ne soffrono una completa autosuffi cienza nell’apprendimento, nono-stante la presenza di buone capacità intellettive. Non si tratta dunque di diffi coltà momentanee dovute alle mo-dalità in cui avvengono i processi relativi all’apprendimen-to scolastico o alla “cattiva volontà” del bambino. Essi interessano, nella maggior parte dei casi, la lettura (Di-slessia e Disturbo della Comprensione del Testo Scritto), la scrittura (Disgrafi a e disortografi a) e il calcolo (Discal-culia). I primi sintomi del D.S.A. possono essere osservati fi n dall’ultimo anno della scuola dell’infanzia nei compiti che riguardano pre-scrittura , pre-lettura e nel linguaggio. Questi bambini incontrano vere e proprie diffi coltà sia nei primi anni della scuola primaria sia nei successivi gradi . Ad esempio, i bambini dislessici compiono spesso inversioni di lettere o sillabe (es.: li al posto di il). Inoltre, si osser-vano diffi coltà nel memorizzare informazioni in sequenza come i giorni della settimana, i mesi, le tabelline, ecc. Si è notato che spesso confondono la destra con la sinistra e così via. Allo stato attuale esistono indagini e strumenti che indagano specifi catamente i D.S.A e la diagnosi de-fi nitiva viene posta da Specialisti esperti, mediante test specifi ci verso la fi ne della seconda primaria, questo per garantire al bambino una maggiore maturazione fi sio-logica e un’ adeguata esperienza scolastica. Le recenti indicazioni in materia suggeriscono che già alla fi ne del primo anno della scuola primaria si potrebbe anticipare il sospetto di profi li funzionali compromessi al fi ne di

Bambini, cos’è il D.s.a? L’esperto rispondeQuando imparare è più difficile

Dott. Antonino Nanni Rosolia ok

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Una neoformazione cutanea è la crescita di qualsiasi alterazione piana o rilevata della superfi cie della pelle. Può essere

di natura benigna, localmente invasiva o ma-ligna. I tumori cutanei più frequenti sono rap-presentati dai nevi, addensamenti benigni di melanociti, cellule che producono il pigmento della nostra pelle. È possibile che un nevo possa evolvere dapprima in nevo displastico (anomalo) e successivamente in un melanoma, tumore maligno invasivo. È necessario e consigliato, quindi, nella prevenzione e nella diagnosi precoce dei tumori della cute e del melanoma, un controllo periodico dei nevi e delle ne-oformazioni cutanee. La tecnica utilizzata per il controllo delle neoformazioni è rappresentata dalla videodermosco-pia, metodica diagnostica, non invasiva ed indolore, che permette di visualizzare le caratteristiche microscopiche delle lesioni.Il videodermatoscopio è uno strumento che consiste in una telecamera a colori ad elevata risoluzione che fornisce un ingrandimento di 30 volte della lesione. Un software permette l’elaborazione della fotografi a, la sua memorizzazione e il confronto a distanza con preci-sione millimetrica. Attraverso questo esame è possibile identifi care precise caratteristiche strutturali e cromatiche delle lesioni pigmentate, distinguendo quelle benigne da quelle maligne, permettendo oltre alla diagnosi precoce, di evitare l’asportazione non necessaria di nevi benigni.

Quando eseguire un controllo dei nei?- Almeno una volta nella vita. Il medico darà poi

indicazioni sulla necessità o meno di eseguire controlli

periodici- In soggetti che hanno tanti nei anche se stabili nel

tempo perché l’occhio umano può “non vedere” le mo-difi cazioni.

- A qualsiasi età. I tumori della cute non hanno una predilezione per una fascia di età

- Quando compare una neoformazione dove prima non c’era niente. Attenzione alla comparsa di nevi su una pelle che non ha mai presentato lesioni pigmentate.

- Quando i nei “si fanno sentire”, se si modifi cano per forma, colore, dimensione, se fanno prurito, dolore, fastidio, se sanguinano, se vengono traumatizzati (cinture, elastici, piedi)

Nel caso in cui venga identifi cato un neo a rischio o una lesione che richiede l’asportazione è consigliabile eseguirla in tempi molto brevi con invio del materiale per l’esame istologico per avere una diagnosi certa.

melanoma: prevenzione e diagnosi precoceFarsi controllare periodicamente i nei e le neoformazioni cutanee

Studio medico Dott.ssa Cristina RogatoViale dei mille 107a – [email protected]. 3282523160

Dott.ssa Cristina Rogato, medico

chirurgo specialista in chirurgia plastica

Gli esercizi farmaceutici in gestione all’a-zienda sono costituti da n.4 farmacie, ubicate nel centro (comunale n. 1 in Via

Badaloni e comunale n. 3 sita in Viale Tre Marti-ri) e nelle frazioni (comunale n. 2 in S.Apollinare e comunale n. 4 in Boara Polesine) e da un di-spensario farmaceutico situato a Borsea.

Il settore farmacie consta, altresì, di un de-posito interno annesso alla farmacia comunale n. 1, destinato all’approvvigionamento delle farmacie comunali, la cui istituzione è stata autoriz-zata dalla Giunta Regionale del Veneto con delibera n. 475 del 5 marzo 2004.

Applicati al settore farmacie sono, alla data odierna, n. 14 farmacisti (n. 4 direttori di farmacia, un direttore tecnico del deposito interno come previsto dalla vigente legislazione e n. 9 farmacisti collaboratori ) e n. 2 magazzinieri.

Le farmacie pubbliche, convenzionate col Servizio Sanitario Nazionale, al pari di quelle private, esercitano la loro attività nei limiti ter-ritoriali del Comune di Rovigo e tale attività, vincolata in molteplici aspetti da una legisla-zione rigida che non permette un’evasione dai

confi ni territoriali e da un regime di concorrenza limitato, evidenzia sia un rilevante aspetto eco-nomico che un aspetto sociale e ciò costruisce una costante sin dalla istituzione della prima farmacia comunale.

I risultati economici e gestionali sono e sono stati negli scorsi anni, peraltro, in linea con i valori medi nazionali concernenti le farmacie pubbliche ed essi sono stati conseguiti anche grazie ad una particolare cura negli approvvigio-

namenti diretti presso l’in-dustria farmaceutica, resa possibile dall’attivazione di un’apposita struttura azien-dale il cui responsabile è un farmacista inserito nell’orga-nico aziendale.

Essendo le farmacie co-munali dotate di certifi cazio-ne del sistema di gestione

per la qualità UNI EN ISO 9001, tutti gli aspetti operativi e gestionali, fermo restando il rispetto delle norme di legge, è improntato all’osservan-za di procedure codifi cate e verifi cate annual-mente dall’Ente Certifi catore.

In ragione della peculiarità e tipicità del settore in questione, anche il decorso esercizio è stato in linea con gli scenari gestionali ed ope-rativi degli anni scorsi.

L’obiettivo per il 2013 è stato duplice: da un lato confermare la gestione caratteristica cercando di non perdere la “quota 30” del mar-gine di contribuzione, evitando acquisti non in linea con l’andamento storico sia per tipologia che per condizioni mercantili, nell’ottica di mini-mizzare le scorte e la percentuale di invenduto alla scadenza di pagamento; dall’altro quello di evitare spese straordinarie.

Risulta chiaro che, stante l’attuale situazio-ne, la tenuta del valore del margine di contribu-zione lordo è la riprova che, se pure in presenza di una diminuzione dei vari corrispettivi erogati in regime SSN, l’aver proceduto ad una oculata e prudente politica di approvvigionamento, ha portato ad un positivo risultato gestionale ed anche, economico.

Alla luce dello scenario normativo e delle esigenze contingenti, l’obiettivo per il prossimo futuro è quello di far crescere i valori della ge-stione caratteristica della divisione, operando interventi migliorativi sulle strutture gestionali, favorendo, con investimenti di entità contenuta, lo sviluppo dei sistemi e dei supporti informa-tici oggi in uso in modo da poter garantire un più penetrante controllo sui profi li economico-gestionali.

E’ chiaro che ogni miglioramento della per-centuale del margine di contribuzione passa, ol-

tre che per l’aumento dei ricavi, necessariamen-te attraverso la riduzione dei prodotti scaduti, la riduzione dei tempi di rotazione delle scorte, la possibilità di un maggior acquisto diretto dall’in-dustria farmaceutica con conseguente fruizione di maggiori sconti rispetto a quelli che si pos-sono ottenere dalla distribuzione intermedia. Ecco, perché, l’acquisizione di ulteriori strumenti di controllo e la conseguente possibilità di inter-venire tempestivamente nell’ipotesi di situazioni critiche, possono garantire, assieme all’impegno delle risorse umane applicate al settore, il rag-giungimento di positivi risultati gestionali, ma anche economici indispensabili per garantire lo sviluppo negli anni futuri, anche al di fuori dei confi ni territoriali, se l’evoluzione normativa lo consentirà, ovvero per poter affrontare, con suffi -ciente sicurezza, le esigenze sia del mercato che della popolazione in ragione della mission azien-dale che rimane indirizzata a far conseguire alla comunità non solo benefi ci di ordine economico, ma – soprattutto – a costituire un sicuro punto di riferimento per migliorare la qualità di vita e per tutelare, con scienza e coscienza, il diritto alla salute.

Garantire il diritto alla salute è una priorità

Le farmacie comunali

- Farmacia Comunale n. 1Via Badaloni- Farmacia Comunale n. 2S. apollinare- Farmacia Comunale n. 3V.le Tre martiri- Farmacia Comunale n. 4Boara Polesine- Dispensario FarmaceuticoBorsea

 

La politica di approvigionamento dei farmaci è oculata e prudente

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vra da rischi. Recentemente è stato perfezionato un tipo particolare di laser, YAG Laser, già usato da anni per sezionare membrane ed aderenze all’interno dell’occhio. Nell’ultima versione sono state realizza-te delle modifi che che lo rendono adatto alla vapo-rizzazione delle miodeospsie. La “Vitreolisi Yag” è una procedura non invasiva, indolore di circa 20

minuti di durata che può eliminare il sintomo visivo mediante vaporizzazione dei corpi mobili. La procedura si completa in 3-4 sedute durante le quali le opacità vengono vaporizzate ed il gas si riassorbe riducendo la dimensione della miodesopsia stessa. Presso il centro SEKAL è presente lo Yag Laser di ultima generazione ELLEX ULTRA Q, l’unico al momento nato con lo scopo di poter focalizzare corpi mobili anche nella parte po-steriore del vitreo, grazie ad un particolare specchio oscillante. Questo Laser ottimizza il percorso ottico impiegando la metà della potenza riducendo di conseguenza i rischi dovuti all’im-patto acustico delle micro vaporizzazioni. L’oculista, oltre ad avere un’ottima manualità nell’utilizzo del laser, deve essere in grado di selezionare in maniera consona il paziente che può essere soggetto a questo tipo di trattamento: i fl oaters devono trovarsi ad almeno 2 mm di distanza dalla retina e dal cristalli-no e questi ultimi non devono essere associati a una patologia o a un’infi ammazione in fase attiva. Le complicanze di tale trattamento sono comunque rare, si può associare un rialzo della pressione intraoculare o, molto raramente, una cataratta.

Le “mosche volanti” sono una patologia molto frequente nella popolazione adulta ed il pa-ziente che sperimenta questa sensazione vive

spesso con angoscia questo fastidio. La spiegazione di questo fenomeno risiede nella struttura del corpo vitreo, gelatina trasparente che riempie l’occhio. In giovane età il vitreo, aderente alla retina, è perfettamente omogeneo ma nel corso del tempo, a causa dell’invecchiamento può alterarsi e perdere la sua trasparenza. Nel processo di contrazione si distacca e si possono generare aggregati di fi bre più o meno isolati. Le mosche volanti, chia-mate più propriamente MIODESPOSIE, fanno si che si formino delle ombre mobili sulla retina. Possono essere classifi cate genericamente in 3 gruppi: - fi lamenti vitreali fi brosi: riscontrati soprattutto nelle persone più giovani e appaiono nel soggetto affetto come punti multipli o sottili ragnatele; - miodesopsie sparse: a forma di “nube”, spesso causate da un naturale processo di invecchiamento; -miodesopsie a forma di anello detto di “Weiss”: un grosso corpo fi broso distante sia dal cristallino che dalla retina legato al distacco del corpo vitreo dal nervo ottico. Poiché i corpi mobili seguono i movimenti oculari questi pos-sono disturbare in qualunque situazione; inoltre, un soggetto affetto da miodesopsie può presentare la percezione di fotop-sie (lampi di luce) dovute a trazioni sulla retina sia al buio sia ad occhi chiusi (è presente infatti una casistica importante di soggetti che presentano distacchi di retina in seguito alla perce-zione dei fl oaters). Fino a poco tempo fa non esistevano cure semplici per eliminare questi corpi mobili e si doveva ricorrere ad una vitrectomia, procedura chirurgica di alto livello non sce-

“Le mosche volanti” negli occhiSono delle ombre mobili sulla retina che oggi si possono eliminare

Dott. massimo Camellin:Via Dunant, 10 - Rovigo tel. 0425 411357mail: [email protected]

Il dr. Massimo Camellin

Una questione di rilevante attualità riguarda il rapporto tra le scoperte neuroscientifi che e i processi relazio-

nali implicati nel setting psico-terapeutico che, in ultima analisi, può essere visto an-che come strategia di creazione di equilibri chimici nelle reti neurali del cervello. Per il cervello in via di sviluppo del bambino, l’ambiente fornisce le esperienze più signi-fi cative infl uenzando l’espressione della sua dotazione genica. Tali esperienze de-terminano il modo in cui i neuroni si collegano tra loro nella costruzione delle reti neuronali che danno origine all’attività mentale. Il contributo delle neuroscienze, quindi, arricchisce la prospettiva sul formarsi dell’esperienza umana, sulle basi neurobiologiche che infl uenzano le nostre modalità relazio-nali con noi stessi e con gli altri. Queste prospettiva, a mio parere, dà centralità all’esperienza relazionale nell’incontro tra lo psicoterapeuta e il paziente. L’ incontro terapeutico può rappresentare un’esperienza ripartiva a più livelli: in terapia abbiamo, infatti, il coinvolgimento sia della memoria esplici-ta che, ad un livello più profondo di cambiamento, di quella implicita, inconscia. Nella relazione e nell’apprendimento, secondo l’assioma di Hebb, vale il principio della plasticità e cioè che “le cellule nervose che si attivano rafforzando il collegamento tra loro, in futuro si attiveranno assieme e ciò

equivale a cambiare anche l’espressione di determinate reti neuronali. Come psico-terapeuta ritengo pertanto fondamentale considerare tali concetti in una dimensione interpersonale in quanto è proprio l’interio-rizzazione della relazione terapeutica e la co-costruzione di nuovi signifi cati che con-duce al cambiamento e alla cura. Il premio Nobel Eric R. Kandel afferma: “Di fatto, se i cambiamenti indotti dalla psicoterapia si mantengono nel tempo, sarebbe ragio-

nevole concludere che essa porti a differenti modifi cazioni strutturali nel cervello, così come avviene in altre forme di apprendimento” e, rispetto al connubio tra neuroscienza e psicoterapia conclude asserendo: “è questo dopotutto, l’obiettivo ultimo della scienza del cervello: connettere gli studi fi sici e biologici del mondo naturale e dei suoi abitanti a una comprensione delle trame più profonde della mente e dell’esperienza umana” .

La relazione psicoterapeutica e le neuroscienzeRecenti ricerche sostengono che anche la psicoterapia possa modificare strutturalmente il cervello portando alla cura e alla guarigione

Dott. Fabrizio Boscolo - Psicologo, Psicoterapeutaadria: Corso Vittorio emanuele ii, 5 Rovigo: Vicolo Castello, 3e-mail: [email protected] cell. 329 1483038

Il dr. Fabrizio Boscolo

Un disallineamento den-tale puo´comportare diffi colta´nel relaziona-

re con altri soggetti, infl uen-zando la tua sicurezza, il tuo aspetto, la tua vita. Ottenere il sorriso che hai sempre so-gnato non è affatto diffi cile, in quanto ha un impatto quasi nullo sulla vita quotidiana. Ottenere movimenti den-tali predicibili e´sempre stato l´obiettivo principale dell´ortodonzia e, di fronte a confort e ottimi risultati, Invisalign si è posta l’obiettivo di sviluppare una so-luzione in grado di aprire nuove possibilità in questo campo. Gli aligner sono mascherine estetiche che rap-presentano un´alternativa trasparente all´apparecchio tradizionale.

Invisalign risolve malocclusioni con affollamento, spaziature e recidive ortodonitche, avvalendosi di una serie di mascherine trasparenti, create esclusivamente su misura per i tuoi denti, in modo da ottenere setti-mana dopo settimana i risultati previsti per risolvere la malocclusione dentale.

Comodo, trasparente e rimovibile, gli aligner trasformano il tuo sorriso senza interferire con la tua quotidianità.

Il tempo richiesto per completare il trattamento varia da persona a persona, a seconda della comples-sità di ciascun problema di disallineamento. Da qui na-sce l´importanza di rivolgersi ad un medico certifi cato Invisalign per prefi ssare gli obiettivi della terapia e la soluzione idonea al tuo caso. Per info e visita gratuita contattare: Studio dentistico Dr Andrea BettetoCollaboratore ortodontico Dr Sonia Bison Specialista in ortognatodonzia; certifi cato Invisalign.

un bel sorriso può cambiare tutto L’apparecchio tradizionale può essere sostituito da mascherine trasparenti innovative

Dott. andrea BettetoVia Perosi 5 Robegano di Salzano Ve tel 041 5740054Via Barche 47/D mirano Ve tel 041 431262Convenzionato con Previmedical

Il dr. Andrea Betteto

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vra da rischi. Recentemente è stato perfezionato un tipo particolare di laser, YAG Laser, già usato da anni per sezionare membrane ed aderenze all’interno dell’occhio. Nell’ultima versione sono state realizza-te delle modifi che che lo rendono adatto alla vapo-rizzazione delle miodeospsie. La “Vitreolisi Yag” è una procedura non invasiva, indolore di circa 20

minuti di durata che può eliminare il sintomo visivo mediante vaporizzazione dei corpi mobili. La procedura si completa in 3-4 sedute durante le quali le opacità vengono vaporizzate ed il gas si riassorbe riducendo la dimensione della miodesopsia stessa. Presso il centro SEKAL è presente lo Yag Laser di ultima generazione ELLEX ULTRA Q, l’unico al momento nato con lo scopo di poter focalizzare corpi mobili anche nella parte po-steriore del vitreo, grazie ad un particolare specchio oscillante. Questo Laser ottimizza il percorso ottico impiegando la metà della potenza riducendo di conseguenza i rischi dovuti all’im-patto acustico delle micro vaporizzazioni. L’oculista, oltre ad avere un’ottima manualità nell’utilizzo del laser, deve essere in grado di selezionare in maniera consona il paziente che può essere soggetto a questo tipo di trattamento: i fl oaters devono trovarsi ad almeno 2 mm di distanza dalla retina e dal cristalli-no e questi ultimi non devono essere associati a una patologia o a un’infi ammazione in fase attiva. Le complicanze di tale trattamento sono comunque rare, si può associare un rialzo della pressione intraoculare o, molto raramente, una cataratta.

Le “mosche volanti” sono una patologia molto frequente nella popolazione adulta ed il pa-ziente che sperimenta questa sensazione vive

spesso con angoscia questo fastidio. La spiegazione di questo fenomeno risiede nella struttura del corpo vitreo, gelatina trasparente che riempie l’occhio. In giovane età il vitreo, aderente alla retina, è perfettamente omogeneo ma nel corso del tempo, a causa dell’invecchiamento può alterarsi e perdere la sua trasparenza. Nel processo di contrazione si distacca e si possono generare aggregati di fi bre più o meno isolati. Le mosche volanti, chia-mate più propriamente MIODESPOSIE, fanno si che si formino delle ombre mobili sulla retina. Possono essere classifi cate genericamente in 3 gruppi: - fi lamenti vitreali fi brosi: riscontrati soprattutto nelle persone più giovani e appaiono nel soggetto affetto come punti multipli o sottili ragnatele; - miodesopsie sparse: a forma di “nube”, spesso causate da un naturale processo di invecchiamento; -miodesopsie a forma di anello detto di “Weiss”: un grosso corpo fi broso distante sia dal cristallino che dalla retina legato al distacco del corpo vitreo dal nervo ottico. Poiché i corpi mobili seguono i movimenti oculari questi pos-sono disturbare in qualunque situazione; inoltre, un soggetto affetto da miodesopsie può presentare la percezione di fotop-sie (lampi di luce) dovute a trazioni sulla retina sia al buio sia ad occhi chiusi (è presente infatti una casistica importante di soggetti che presentano distacchi di retina in seguito alla perce-zione dei fl oaters). Fino a poco tempo fa non esistevano cure semplici per eliminare questi corpi mobili e si doveva ricorrere ad una vitrectomia, procedura chirurgica di alto livello non sce-

“Le mosche volanti” negli occhiSono delle ombre mobili sulla retina che oggi si possono eliminare

Dott. massimo Camellin:Via Dunant, 10 - Rovigo tel. 0425 411357mail: [email protected]

Il dr. Massimo Camellin

Una questione di rilevante attualità riguarda il rapporto tra le scoperte neuroscientifi che e i processi relazio-

nali implicati nel setting psico-terapeutico che, in ultima analisi, può essere visto an-che come strategia di creazione di equilibri chimici nelle reti neurali del cervello. Per il cervello in via di sviluppo del bambino, l’ambiente fornisce le esperienze più signi-fi cative infl uenzando l’espressione della sua dotazione genica. Tali esperienze de-terminano il modo in cui i neuroni si collegano tra loro nella costruzione delle reti neuronali che danno origine all’attività mentale. Il contributo delle neuroscienze, quindi, arricchisce la prospettiva sul formarsi dell’esperienza umana, sulle basi neurobiologiche che infl uenzano le nostre modalità relazio-nali con noi stessi e con gli altri. Queste prospettiva, a mio parere, dà centralità all’esperienza relazionale nell’incontro tra lo psicoterapeuta e il paziente. L’ incontro terapeutico può rappresentare un’esperienza ripartiva a più livelli: in terapia abbiamo, infatti, il coinvolgimento sia della memoria esplici-ta che, ad un livello più profondo di cambiamento, di quella implicita, inconscia. Nella relazione e nell’apprendimento, secondo l’assioma di Hebb, vale il principio della plasticità e cioè che “le cellule nervose che si attivano rafforzando il collegamento tra loro, in futuro si attiveranno assieme e ciò

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La relazione psicoterapeutica e le neuroscienzeRecenti ricerche sostengono che anche la psicoterapia possa modificare strutturalmente il cervello portando alla cura e alla guarigione

Dott. Fabrizio Boscolo - Psicologo, Psicoterapeutaadria: Corso Vittorio emanuele ii, 5 Rovigo: Vicolo Castello, 3e-mail: [email protected] cell. 329 1483038

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Il dr. Andrea Betteto

Fatta eccezione per i denti del giudizio, la perdita di qualsiasi dente produce, prima o poi, proble-mi che interessano non solo gli elementi dentari

adiacenti ma anche lo stomaco, il collo e l’articolazio-ne della mandibola. Un impianto dentale è un piccolo componente di titanio o titanio Zirconio, che si inseri-sce nell’osso mascellare o mandibolare al posto della radice del dente mancante. Il titanio è un materiale ben tollerato dal corpo umano, si è infatti dimostrato, scientifi camente, che l’osso forma un unione solida

con il titanio. Una volta osteointegrata la radice artifi -ciale serve come base per fi ssare corone individuali o ponti costituiti da diversi elementi.Vari impianti possono essere anche utilizzati come ancoraggio per una protesi dentale completa.Da oltre quindici anni grazie a questi interventi, aiutia-mo i nostri pazienti a correggere gli aspetti funzionali, a potenziare l’autostima e la fi ducia in se stessi, gra-zie ai miglioramenti apportati nell’ambito dell’estetica facciale.

implantologia OsteointegrataUn impianto dentale è un piccolo componente di titanio inserito nell’osso mascellare

Studio DentisticoDott. Lucio VianelloV.le Verona 3/a – SottomarinaTel./fax 041-401133medico chirurgo [email protected] ulss 14

Parliamo di faccette dentali con il dott. Massimiliano Stomaci, odontoiatra presso gli ambulatori dentistici Trends

Medica di Salzano.Dottore, cosa sono le faccette dentali?Le faccette dentali sono dei restauri adesivi che si applicano ai denti anteriori per modifi carne la forma ed il colore, per motivazioni estetiche e funzionali. Grazie al loro utilizzo possiamo modifi care il sorriso dei nostri pazienti con la mas-sima conservazione degli elementi dentari e con un risultato talmente naturale che anche un addetto ai lavori spesso non riconosce dei denti ricoperti da faccette.Come si applicano le faccette ed in quali casi sono consigliate?Le faccette sono delle sottili lamine di ceramica della forma del dente che vanno incollate sulla faccia esterna del dente stesso. A causa del loro ridotto spessore possono essere applicate con una preparazione minima o a volte nulla, quindi non e’ piu’ necessario ‘rovinare i denti’, come dicono i miei pazienti. Il trattamento trova applicazione nel caso di denti decolorati, macchiati o spaziati, ma anche quando i denti abbiano una forma strana, ad esempio nel caso di denti conoidi o per migliorarne la forma dopo aver portato l’apparecchio. In quali casi invece non e’ possibile utilizzarle?Come dicevo le faccette servono per modifi care forma e co-lore dei denti senza indebolirne la struttura. Modifi care la for-ma di un dente non e’ solo una questione di estetica; a volte

Le faccette dentali Sorrisi più belli e naturali

TReNDS meDiCaVia S.Pellico, 6 - Salzano (Ve)Tel. 041-437865 - Fax [email protected]

Dott. Massimiliano Stomaci

nei pazienti con dentatura partico-larmente abrasa, dove la struttura dei denti non e’ compromessa possiamo usarle per ristabilire la guida incisale e canina nella ma-

sticazione. Quindi, ritornando alla domanda, il loro utilizzo e’ consigliato quando la struttura dei denti da restaurare non sia eccessivamente compromessa. Se cosi’ fosse’, sa-rebbe preferibile ricoprire i denti con delle corone metal-free. Altri casi nei quali sconsigliamo l’applicazione delle faccette e’ quando i denti sono particolarmente storti. In questi casi viene consigliato prima un trattamento ortodontico.Quanto tempo e’ necessario per applicare delle faccette e quanto durano?Per applicare delle faccette sono necessari due appunta-menti: uno per l’eventuale preparazione dei denti, pratica assolutamente indolore, e per l’impronta; uno per l’applica-zione delle faccette preparate dal laboratorio odontotecnico in maniera individualizzata per il paziente. Riguardo alla durata, contrariamente a quanto si pensi, si tratta di uno dei lavori odontoiatrici piu’ duraturi a causa del forte legame che si instaura con lo smalto dei denti. Anche oltre i vent’an-ni, se costruite e cementate correttamente e se il paziente si presenta regolarmente ai controlli odontoiatrici.

55

Attraverso il videodermatoscopio è possibile eseguire l’esame delle lesioni cutanee pigmentate (colora-te). Lo strumento, che si presenta come un com-

plesso microscopio, visualizza in modo preciso la struttura dei nevi o delle lesioni sospette, nonché la loro evoluzione nel tempo. Per “nevi” (comunemente defi niti “nei”) si intendono i comuni tumori benigni della pelle, rappresen-tati da un accumulo di melanociti (le cellule della cute che producono melanina e che permettono di abbronzarsi). Possono essere neri, bruni o bluastri e si presentano, in genere, come escrescenze o macchie di dimensioni va-riabili.

Per “melanoma” si intende il tumore (o neoplasia) maligno che origina dal melanocita. Mediante la visualiz-zazione con il videodermatoscopio, è possibile evidenzia-re le caratteristiche delle lesioni cutanee, che non sarebbe possibile individuare ad occhio nudo o con altri sistemi, in modo da differenziare i nevi benigni da quelli che vanno controllati nel tempo o da quelli sospetti che vanno aspor-tati o che potrebbero evolvere in melanoma. L’esame eseguito attraverso il videodermatoscopio è rapido ed indolore: il microscopio viene infatti appoggiato sulla pelle del paziente e la lesione sospetta viene individuata sullo schermo. Il dermatologo, in tal modo, sarà agevolato nell’esame della lesione e potrà effettuare controlli suc-cessivi, confrontando le immagini. Il controllo periodico dei nevi permette di prevenire eventuali patologie tumorali mali-gne considerato che alcuni nevi (giganti, congeniti, con mar-gini e forma irregolare) possono trasformarsi, nel tempo, in melanoma. E’ utile e consigliato eseguire periodicamente

il videodermatoscopio: il suo uso nel controllo dei nevi e nella diagnosi precoce del melanoma

Via umberto i n. 31 45100 Rovigotel. [email protected]

Dr. Stefano Spoladori

l’autoesame della cute, specie dopo il bagno o la doccia. E’ indicato svolgere l’autoesame in una stanza ben illumina-ta, davanti ad uno specchio a fi gura intera, e tenendo uno specchietto a portata di mano. E’ importante verifi care con attenzione se un nevo ha dimensioni, forma, consistenza o colore diversi rispetto all’autoesame eseguito in precedenza. Se durante l’autoesame, si roscontra qualcosa di insolito, va consultato immediatamente il dermatologo. In particolare, sono da tenere in considerazione le caratteristiche dei nevi sospetti che si riferiscono alla cd. “regola dell’ABCDE”.• A come Asimmetria (irregolare nella forma): le lesioni sospette hanno una forma irregolare, i contorni di una metà non seguono lo stesso andamento delle metà opposta.• B come Bordi (bordi frastagliati)): le lesioni sospette han-no bordi frastagliati, dentellati o comunque confusi.• C come Colore (non uniforme): le lesioni sospette non hanno un colore uniforme, si notano zone più chiare e più scure, marroni, nere, brune, rosse o anche bianche.• D come Diametro o Dimensione (superiore ai 6 mm): que-ste sono dimensioni di riferimento. Si deve sempre sospetta-re di una lesione pigmentata che supera i 6 mm. A maggior motivo se le dimensioni crescono progressivamente.• E come Evoluzione o Elevazione (modifi cazione dell’a-spetto iniziale o crescita verticale di una lesione prima piana): una lesione deve destare sospetto se cambia rapi-damente d’aspetto in pochi mesi.

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, la patologia depressiva è tra i disturbi psicologici più diffusi nella nostra società ed è in continua crescita.

La depressione è un disturbo dell’umore che si manifesta con vissuti di tristezza profonda, angoscia, disperazione, associati all’incapacità di provare gioia e piacere, che si propaga in tutti gli ambiti della vita dell’individuo. E’ importante sottolineare che la tristezza è un’emozione naturale come risposta a situazioni spiacevoli; diventa patologica quando l’angoscia e il pessimismo sono conti-nui, persistono nel tempo e possono interferire signifi cati-vamente con la capacità di funzionamento dell’individuo. I sintomi più comuni sono la perdita di energie, il senso di fatica, i disturbi della concentrazione e della memoria, l’agitazione motoria ed il nervosismo, la perdita o l’au-mento di peso, i disturbi del sonno (insonnia o iperson-nia), il calo del desiderio sessuale, i dolori fi sici. Dal punto di vista cognitivo ed emotivo la persona presenta pensieri negativi su di sé, sul mondo e sul futuro; sperimenta sen-timenti di colpa, di autocritica e di autosvalutazione. Le manifestazioni comportamentali risultano essere la ridu-zione delle attività quotidiane, la diffi coltà nel prendere decisioni e nel risolvere i problemi, l’evitamento delle persone e l’isolamento sociale, i comportamenti passivi

e nei casi più gravi i tentativi di suicidio. Le cause della depressione sono di solito un insieme di più fattori che convergono a produrre la crisi: esistenziali, affettivo-rela-zionali, biologici e genetici. Nei casi di disagio depressivo è opportuno rivolgersi ad uno specialista che aiuti il pa-ziente a prendere consapevolezza dei pensieri negativi, a comprenderne le cause e a metterli in discussione, al fi ne di costruire una nuova scheda di lettura della realtà, che non sia più fonte di sofferenza.

Depressione: vedere il mondo con lenti scure

Dott.ssa Cristina Zago - Psicologa ClinicaRiceve per appuntamento ad adria e RovigoCell.: 348 3468022 - mail: [email protected]

Dott.ssa Cristina Zago

E’ opportuno rivolgersi ad uno specialista che aiuti il paziente a prendere consapevolezza dei pensieri negativi, a comprenderne le cause e a metterli in discussione

Page 40: Rovigo ago2014 n106 bb

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In questi ultimi tempi si parla molto di carico immedia-to con l’intento di accorciare i tempi di trattamento dei pazienti edentuli. Si sta uscendo dal protocollo

di carico implantare stabilito da Branemark per passare ad una tipologia di trattamento dove si inseriscono un minor numero di impianti utilizzando varie morfologie implantari, molte volte non testate nel lungo termine.

Il carico immediato ha trovato inoltre un terreno molto fertile nelle cliniche low cost e all’estero dove i pazienti trovano a basso costo un trattamento protesico fi sso e veloce, sacrifi cando molto spesso denti che po-trebbero essere mantenuti. Dove porterà tutto questo?

Molto spesso si vedono fallimenti implantari che comportano una mancanza di fi ducia da parte dei pa-

zienti e della validità dell’implantologia.Lo scopo di questo congresso SIDI è quello di pun-

tualizzare cio’ che è possibile nel carico immediato e soprattutto valutarne i risultati a lungo termine. Tratta-mento veloce si ma con una predicibilità nel tempo.

Incontra il tuo sorriso! L’Open day è un’occasione unica!Vieni per conoscere al meglio i dentisti della tua

città. I migliori professionisti a tua disposizione per chia-rire tutti i dubbi e ricevere subito un consiglio altamente qualifi cato.

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Tutti sono invitati a questo Convegno nazionale dove sarà possibile incontrare i migliori professionisti dell’implantologia

un impianto dentale è un investimento serio da valutare con cura

SiDi Società italiana d’implantologiaCorso del Popolo, 261 - RovigoPer informazioni: tel. 041 999 609 [email protected]

Quando un intervento di impianto fallisce ne segue una mancanza di fiducia da parte dei pazienti rispetto alla validità dell’implantologia

Dr. Boldrin: Fluoro si o no?Tutti i miei pazienti sanno che da sempre sono con-

trario all’utilizzo del fl uoro. A quale scopo viene utilizzato il fl uoro?

Il fl uoro è utilizzato nella prevenzione della carie, rinforzando la struttura del dente in fase di formazione e favorendone a livello microscopico la reminerlizza-zione dove esso sia danneggiato. E’ corretto dire però che la remineralizzazione dello smalto avviene già na-turalmente ad opera della saliva che è ricca di fosfati e ioni in grado sia di tamponare gli acidi batterici che di riparare le zone di demineralizzazione. Quali sono i metodi di somministrazione del fl uoro?

Il fl uoro si trova, come integratore dedicato ai bam-bini, sotto forma di gocce o pastiglie da ingerire. Esso agisce, durante la formazione dei denti permanenti, for-mando uno smalto più resistente all’attacco acido dei batteri. Essendo ingerito però, il fl uoro viene assorbito dall’intero organismo e va inevitabilmente ad agire in ogni distretto del nostro corpo. Si parla in questo caso di somministrazione sistemica.

Si parla invece si somministrazione topica per le vernici al fl uoro che vengono applicate dal dentista sulla superfi cie del dente oppure per il fl uoro presente nei dentifrici. La mucosa orale tuttavia è in grado di assor-bire molte sostanze, non a caso molti farmaci per agire velocemente vanno tenuti sotto la lingua, ed è sicuro che durante il normale spazzolamento dei denti parte

delle sostanze contenute nel dentifricio, tra cui il fl uoro, vengano assorbite dal nostro organismo.Quali sono i rischi di un’assunzione eccessiva di fl uoro e di che quantità si tratta?

Il fl uoro è già presente in molti cibi tra cui spina-ci, patate, pesce, cereali, manzo ed è particolarmente presente nelle acque minerali e nel thè. Per i bambini un’assunzione giornaliera di 2 milligrammi di fl uoro du-rante la formazione dei denti permanenti è suffi ciente a causare a livello dentale una fl uorosi che si manifesta con la comparsa di macchie bianche dello smalto. Nei casi più gravi di fl uorosi compaiono macchie marroni quasi sempre associate a difetti di mineralizzazione dello smalto, con un conseguente peggioramento della sua resistenza. Esiste una legislazione in merito all’utilizzo del Fluoro?

La legge italiana pone il limite massimo di 1,5 mil-ligrammi su Litro di fl uoruri presenti nelle acque potabili. I dentifrici contenenti fl uoro devono riportare sulla con-fezione la scritta - Bambini fi no a 6 anni: utilizzare una piccola quantità di dentifricio sotto supervisione di un adulto per ridurre al minimo il rischio di ingerimento. In caso di assunzione di fl uoruro da altre fonti consultare il dentista o il medico.-

Proprio nel 2014 l’aggiornamento delle Linee Guida Ministeriali per la salute orale in età evolutiva cita - …l’evidenza scientifi ca dell’utilizzo della fl uoro-profi lassi per via sistemica è controversa… – e ancora

Ciò che ognuno dovrebbe sapere sull’utilizzo del fluoro in Odontoiatria

Fluoro si o fluoro no?

STuDiO DeNTiSTiCO DR. GuiDO BRuNO BOLDRiNROViGO - 45100 - (area Tosi) Via L. einaudi, 24/int. 2 Tel. 0425 475218

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Da quest’anno anche il Ministero della Salute non consiglia più la somministrazione sistematica di fl uoro ai bambini

- …qualunque sia la fonte di fl uoro utilizzata è quasi im-possibile ottenere benefi ci in termini di prevenzione della carie senza dar luogo a forme, se pur lievi, di fl uorosi. –

Da quest’anno quindi anche il Ministero della Salute non consiglia più la somministrazione sistematica di fl uoro ai bambini. Nella sua esperienza, allora, come si effettua la prevenzione della carie?

In tanti anni di esperienza ho imparato che è più utile educare i pazienti all’igiene e alla cura di se’. Insegno alle persone a guardare allo specchio la propria bocca e ad usare quotidianamente spazzolino, fi lo interdentale e scovolino. Per quanto riguarda i nostri piccoli pazienti, poi, la loro educazione parte dall’informazione dei genitori poi-ché essi prenderanno le loro abitudini.

Mi piace pensare che ognuno sia, nella prevenzione, dentista di se stesso.

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Il sovrappeso e l’obesità nei bambini rappre-sentano dei problemi di notevole rilevanza sociale. Queste patologie sono il risultato

di diverse cause che interagiscono fra loro: una scorretta o eccessiva alimentazione, una ridotta attività fi sica, fattori di tipo genetico e familiare. Il principale rischio per la salute di un bambino sovrappeso o obeso non riguarda il presente bensì il futuro, in quanto è eleva-tissima la probabilità di rimanere obeso in età adulta. La diagnosi di sovrappeso ed obesità nel bambino può essere effettuata in due modi: attraverso l’utilizzo di una curva di crescita (da far interpretare da un esperto mettendo in correlazione il peso e l’altezza del bambino), o attraverso il rapporto tra circonferenza vita e altezza (serve per indicare la presenza di grasso a livello addominale e quindi potenziale rischio cardiometabolico. Provate anche voi con il vostro bambino a misurare la sua circonferenza vita e l’altezza e dividendo i due valori do-vrebbe risultare un numero non superiore a 0.5. I bambini con rapporto vita/altezza superiore a 0,5 presentano un aumentato rischio cardiovascolare). Se il vostro bambino dovesse avere qualche problema di peso dovete quindi pensarci per tempo. Programmate ogni giorno cinque pasti (colazione, pranzo, cena, uno spuntino a metà mat-tina e una merenda a metà pomeriggio); se si mangia al di fuori di essi è ovvio che poi non farà un pranzo oppu-re una cena completa. Ridurre il consumo di dolciumi e snack ricchi in grassi e calorie (inclusi pizzette e focacce), spesso forniti anche da distributori automatici presenti nelle scuole; consiglio come spuntino uno yogurt, frutta, frullati, spremute. Un buon sistema per far mangiare la

i bambini obesi rischiano la saluteI bambini sanno limitare da soli il loro appetito: non forzateli mai

Studio Dietistico Dott.ssa Rita Smanioe-mail: [email protected]: 3491250982

Dott.ssa Rita Smanio

frutta ai bambini è di darla (per confonderli) con sopra un pò di yogurt. Limitare il consumo di bevande gassate e zuccherate, poiché ap-portano calorie ma non saziano, imparare a fare colazione ogni giorno, imparare che i cibi ipercalorici (come torte farcite con creme, cioc-colata, patatine fritte), ma devono essere con-sumati con moderazione. Variare gli alimenti e non seguire una dieta monotona; favorire le attività e i giochi all’aria aperta.I legumi vanno mangiati almeno due volte

alla settimana. E’ importante che siano considerati come secondo piatto e non come contorno: quindi, sono da al-ternare con carne, pesce, salumi, formaggi e uova. Dato che il bambino molto spesso non mangia frutta e verdura consiglio di usare alimenti integrali come pane pasta riso etc etc. Limitare i grassi da condimento, preferendo l’olio extra vergine di oliva aggiunto a crudo e col cucchiaio. Mangiate insieme al vostro bambino per dare il buon esempio e fatevi aiutare a cucinare. Ricordate che i bam-bini sanno limitare da soli il loro appetito quindi se non mangiano non fateli mangiare e non cercate di ricompen-sare dandogli dolci, pizza, wustel o quello che vogliono loro. E’ normale che loro vogliano mangiare quello che a loro piace! Il mio consiglio è che dovete essere duri e non accontentarli sempre, al pasto successivo con la fame sicuramente mangeranno quello che preparerete!

zione del sito chirurgico, gonfi ore e cicatriz-zazione minimi, minimale sutura e riduzione del dolore durante il trattamento e successi-vamente nella fase di guarigione.Qual è l’ambito di utilizzo piu’ frequente del laser secondo la sua esperienza clinica?Il settore della parodontologia. La paro-dontite, comunemente nota anche con il termine piorrea, patologia infi ammatoria e degenerativa che se non curata, porta alla distruzione dei tessuti che circondano i denti e successivamente alla perdita di que-sti ultimi. La piorrea è un’infezione cronica indolore delle strutture parodontali. È quasi sempre una gengivite che si presenta con il sanguinamento delle gengive e progredisce

estendendosi fi no all’apparato parodontale, creando sacche prima gengivali poi ossee. I batteri della placca producono tossine che penetrano in profondità, adagiandosi sul fon-do e al riparo dall’azione dello spazzolino e del fi lo interdentale. Il laser in questo caso ha effetto decontaminante, è in grado quindi di distruggere i batteri a sua portata che in molti casi possono essere trattati senza inter-vento chirurgico. Inoltre, con il laser è possibile risagomare i tessuti gengivali in modo da facilitarne la pulizia con lo spazzolino.Possiamo concludere che il laser so-stituirà completamente le tradizio-nali metodiche odontoiatriche?

Laser in Odontoiatria: “La luce che cura”Grazie all’intervento laser si possono eliminare i disturbi legati all’ipersensibilità dentale al freddo

Il laser negli ultimi anni stà rivolu-zionando il settore odontoiatrico, quali sono gli aspetti di questa in-novazione?In odontoiatria, grazie al laser, oggi è possi-bile, infatti, effettuare trattamenti poco inva-sivi, veloci e soprattutto non dolorosi. Da più di 25 anni, i laser fanno parte del panorama dentale. Sfortunatamente, in passato tendevano a essere apparecchiature molto grandi e indaginose, a causa di cio’ poco utilizzate.Solo recentemente con l’evoluzione della tecnologia sono stati resi disponibili mac-chine laser piu’ maneggevoli, rendendo piu’ agevole il loro utilizzo negli ambulatori medici.Di conseguenza, in tempi molto brevi, il lasera diodi ha dimostrato essere “il manipolo per tessuti molli” ideale.La tecnica laser in odontoiatria tro-va applicazione solamente a livello chirurgico oppure anche in altri am-biti?Sono molti gli ambiti di applicazione di que-sta tecnica, dalla endodonzia alla conservati-va, come ad esempio la desensibilizzazione. L’ipersensibilità degli elementi dentali è una delle problematiche piu frequenti che si pre-

sentano nei nostri studi. Questa si manifesta con la percezione di fastidio o dolore, causati da stimoli termici come ad esempio l’acqua e l’aria fredda. In alcuni casi puo’ condi-zionare la vita del paziente, che per paura dell’aumento della sintomatologia dolorosa, arriva a diminuire l’igiene orale effettuata e a limitare il consumo di alcuni cibi e bevan-de. Con la metodologia laser la risoluzione di questo problema si ottiene con l’occlusione dei tubuli dentinali.Si sente parlare di tecnica laser anche per i trattamenti sbiancanti, qual è la sua funzione?Nei trattamenti sbiancanti vengono applicate dallo specialista sulle superfi cie dei denti de-gli agenti chimici, come il perossido di idroge-no o perossido di carbamide. In questo caso il laser viene usato come attivatore per acce-lerare il processo chimico di sbiancamento.Questo permette di ottenere una effi cacia maggiore rispetto ad altri metodi di sbianca-mento, e di ridurre nel contempo i tempi di trattamento.Quali sono i vantaggi di una tecnica laser in odontoiatria?Tra i vantaggi del laser a diodi per le appli-cazioni sul tessuto molle vi sono: precisione chirurgica, chirurgia senza sangue, sterilizza-

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Allo stato attuale è diffi cile prevedere se l’e-voluzione scientifi ca creerà nuove fonti laser con spettri di azione più effi caci; è tuttavia doveroso chiarire che sta comunque allo spe-cialista fare diagnosi e decidere in base alla situazione se affi ancare alla tecnica laser anche altre metodiche.

Fatta eccezione per i denti del giudizio, la perdita di qualsiasi dente produce, prima o poi, proble-mi che interessano non solo gli elementi dentari

adiacenti ma anche lo stomaco, il collo e l’articolazio-ne della mandibola. Un impianto dentale è un piccolo componente di titanio o titanio Zirconio, che si inseri-sce nell’osso mascellare o mandibolare al posto della radice del dente mancante. Il titanio è un materiale ben tollerato dal corpo umano, si è infatti dimostrato, scientifi camente, che l’osso forma un unione solida

con il titanio. Una volta osteointegrata la radice artifi -ciale serve come base per fi ssare corone individuali o ponti costituiti da diversi elementi.Vari impianti possono essere anche utilizzati come ancoraggio per una protesi dentale completa.Da oltre quindici anni grazie a questi interventi, aiutia-mo i nostri pazienti a correggere gli aspetti funzionali, a potenziare l’autostima e la fi ducia in se stessi, gra-zie ai miglioramenti apportati nell’ambito dell’estetica facciale.

implantologia OsteointegrataUn impianto dentale è un piccolo componente di titanio inserito nell’osso mascellare

Studio DentisticoDott. Lucio VianelloV.le Verona 3/a – SottomarinaTel./fax 041-401133medico chirurgo [email protected] ulss 14

Parliamo di faccette dentali con il dott. Massimiliano Stomaci, odontoiatra presso gli ambulatori dentistici Trends

Medica di Salzano.Dottore, cosa sono le faccette dentali?Le faccette dentali sono dei restauri adesivi che si applicano ai denti anteriori per modifi carne la forma ed il colore, per motivazioni estetiche e funzionali. Grazie al loro utilizzo possiamo modifi care il sorriso dei nostri pazienti con la mas-sima conservazione degli elementi dentari e con un risultato talmente naturale che anche un addetto ai lavori spesso non riconosce dei denti ricoperti da faccette.Come si applicano le faccette ed in quali casi sono consigliate?Le faccette sono delle sottili lamine di ceramica della forma del dente che vanno incollate sulla faccia esterna del dente stesso. A causa del loro ridotto spessore possono essere applicate con una preparazione minima o a volte nulla, quindi non e’ piu’ necessario ‘rovinare i denti’, come dicono i miei pazienti. Il trattamento trova applicazione nel caso di denti decolorati, macchiati o spaziati, ma anche quando i denti abbiano una forma strana, ad esempio nel caso di denti conoidi o per migliorarne la forma dopo aver portato l’apparecchio. In quali casi invece non e’ possibile utilizzarle?Come dicevo le faccette servono per modifi care forma e co-lore dei denti senza indebolirne la struttura. Modifi care la for-ma di un dente non e’ solo una questione di estetica; a volte

Le faccette dentali Sorrisi più belli e naturali

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nei pazienti con dentatura partico-larmente abrasa, dove la struttura dei denti non e’ compromessa possiamo usarle per ristabilire la guida incisale e canina nella ma-

sticazione. Quindi, ritornando alla domanda, il loro utilizzo e’ consigliato quando la struttura dei denti da restaurare non sia eccessivamente compromessa. Se cosi’ fosse’, sa-rebbe preferibile ricoprire i denti con delle corone metal-free. Altri casi nei quali sconsigliamo l’applicazione delle faccette e’ quando i denti sono particolarmente storti. In questi casi viene consigliato prima un trattamento ortodontico.Quanto tempo e’ necessario per applicare delle faccette e quanto durano?Per applicare delle faccette sono necessari due appunta-menti: uno per l’eventuale preparazione dei denti, pratica assolutamente indolore, e per l’impronta; uno per l’applica-zione delle faccette preparate dal laboratorio odontotecnico in maniera individualizzata per il paziente. Riguardo alla durata, contrariamente a quanto si pensi, si tratta di uno dei lavori odontoiatrici piu’ duraturi a causa del forte legame che si instaura con lo smalto dei denti. Anche oltre i vent’an-ni, se costruite e cementate correttamente e se il paziente si presenta regolarmente ai controlli odontoiatrici.

55

Attraverso il videodermatoscopio è possibile eseguire l’esame delle lesioni cutanee pigmentate (colora-te). Lo strumento, che si presenta come un com-

plesso microscopio, visualizza in modo preciso la struttura dei nevi o delle lesioni sospette, nonché la loro evoluzione nel tempo. Per “nevi” (comunemente defi niti “nei”) si intendono i comuni tumori benigni della pelle, rappresen-tati da un accumulo di melanociti (le cellule della cute che producono melanina e che permettono di abbronzarsi). Possono essere neri, bruni o bluastri e si presentano, in genere, come escrescenze o macchie di dimensioni va-riabili.

Per “melanoma” si intende il tumore (o neoplasia) maligno che origina dal melanocita. Mediante la visualiz-zazione con il videodermatoscopio, è possibile evidenzia-re le caratteristiche delle lesioni cutanee, che non sarebbe possibile individuare ad occhio nudo o con altri sistemi, in modo da differenziare i nevi benigni da quelli che vanno controllati nel tempo o da quelli sospetti che vanno aspor-tati o che potrebbero evolvere in melanoma. L’esame eseguito attraverso il videodermatoscopio è rapido ed indolore: il microscopio viene infatti appoggiato sulla pelle del paziente e la lesione sospetta viene individuata sullo schermo. Il dermatologo, in tal modo, sarà agevolato nell’esame della lesione e potrà effettuare controlli suc-cessivi, confrontando le immagini. Il controllo periodico dei nevi permette di prevenire eventuali patologie tumorali mali-gne considerato che alcuni nevi (giganti, congeniti, con mar-gini e forma irregolare) possono trasformarsi, nel tempo, in melanoma. E’ utile e consigliato eseguire periodicamente

il videodermatoscopio: il suo uso nel controllo dei nevi e nella diagnosi precoce del melanoma

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Dr. Stefano Spoladori

l’autoesame della cute, specie dopo il bagno o la doccia. E’ indicato svolgere l’autoesame in una stanza ben illumina-ta, davanti ad uno specchio a fi gura intera, e tenendo uno specchietto a portata di mano. E’ importante verifi care con attenzione se un nevo ha dimensioni, forma, consistenza o colore diversi rispetto all’autoesame eseguito in precedenza. Se durante l’autoesame, si roscontra qualcosa di insolito, va consultato immediatamente il dermatologo. In particolare, sono da tenere in considerazione le caratteristiche dei nevi sospetti che si riferiscono alla cd. “regola dell’ABCDE”.• A come Asimmetria (irregolare nella forma): le lesioni sospette hanno una forma irregolare, i contorni di una metà non seguono lo stesso andamento delle metà opposta.• B come Bordi (bordi frastagliati)): le lesioni sospette han-no bordi frastagliati, dentellati o comunque confusi.• C come Colore (non uniforme): le lesioni sospette non hanno un colore uniforme, si notano zone più chiare e più scure, marroni, nere, brune, rosse o anche bianche.• D come Diametro o Dimensione (superiore ai 6 mm): que-ste sono dimensioni di riferimento. Si deve sempre sospetta-re di una lesione pigmentata che supera i 6 mm. A maggior motivo se le dimensioni crescono progressivamente.• E come Evoluzione o Elevazione (modifi cazione dell’a-spetto iniziale o crescita verticale di una lesione prima piana): una lesione deve destare sospetto se cambia rapi-damente d’aspetto in pochi mesi.

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, la patologia depressiva è tra i disturbi psicologici più diffusi nella nostra società ed è in continua crescita.

La depressione è un disturbo dell’umore che si manifesta con vissuti di tristezza profonda, angoscia, disperazione, associati all’incapacità di provare gioia e piacere, che si propaga in tutti gli ambiti della vita dell’individuo. E’ importante sottolineare che la tristezza è un’emozione naturale come risposta a situazioni spiacevoli; diventa patologica quando l’angoscia e il pessimismo sono conti-nui, persistono nel tempo e possono interferire signifi cati-vamente con la capacità di funzionamento dell’individuo. I sintomi più comuni sono la perdita di energie, il senso di fatica, i disturbi della concentrazione e della memoria, l’agitazione motoria ed il nervosismo, la perdita o l’au-mento di peso, i disturbi del sonno (insonnia o iperson-nia), il calo del desiderio sessuale, i dolori fi sici. Dal punto di vista cognitivo ed emotivo la persona presenta pensieri negativi su di sé, sul mondo e sul futuro; sperimenta sen-timenti di colpa, di autocritica e di autosvalutazione. Le manifestazioni comportamentali risultano essere la ridu-zione delle attività quotidiane, la diffi coltà nel prendere decisioni e nel risolvere i problemi, l’evitamento delle persone e l’isolamento sociale, i comportamenti passivi

e nei casi più gravi i tentativi di suicidio. Le cause della depressione sono di solito un insieme di più fattori che convergono a produrre la crisi: esistenziali, affettivo-rela-zionali, biologici e genetici. Nei casi di disagio depressivo è opportuno rivolgersi ad uno specialista che aiuti il pa-ziente a prendere consapevolezza dei pensieri negativi, a comprenderne le cause e a metterli in discussione, al fi ne di costruire una nuova scheda di lettura della realtà, che non sia più fonte di sofferenza.

Depressione: vedere il mondo con lenti scure

Dott.ssa Cristina Zago - Psicologa ClinicaRiceve per appuntamento ad adria e RovigoCell.: 348 3468022 - mail: [email protected]

Dott.ssa Cristina Zago

E’ opportuno rivolgersi ad uno specialista che aiuti il paziente a prendere consapevolezza dei pensieri negativi, a comprenderne le cause e a metterli in discussione

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Il dottor Francesco Pellegrini, specialista in chirurgia toracica con perfezionamento in seno-

logia, visita presso 5 poliambu-latori tra le Provincie di Ferrara e Rovigo.

“L’attività diagnostica con-templa oltre alle visite senologi-che, anche esami quali ecografie mammarie, agoaspirato, agobiop-sia della mammella e di linfonodi - dice il dottor Pellegrini -. Ho collaborazioni con studi privati e pubblici, per poter gestire tutte le necessità in questo ambito ed eseguire anche, per esempio, biopsie stereotassiche e risonanze magnetiche.

Nell’ambito dei tumori della mammella vi è una fascia di popolazione esclusa dallo screening che necessita di accertamenti, mi riferisco in particolare ad un 25% di donne che sviluppano neoplasie in epoca pre-menopausale. Il consiglio è di iniziare i controlli dall’età di 25-30 anni, soprat-tutto in caso di possibile coinvolgimento familiare-genetico”.

Presso la casa di cura S. Maria Maddalena di Occhiobello (Ro) il dottor Pellegrini concentra tutta l’attività chirurgica senologica.

Partecipando ad un lavoro multidisciplinare e candidando la struttura di Santa Maria a diventare un punto senologico della rete sanitaria della Pro-

vincia, si occupa di tumori mam-mari benigni, maligni, e delle linfoadenopatie.

In collaborazione con la dot-toressa Olivia Capozzi, specialista in chirurgia plastica, esegue circa 100 interventi/anno tra radicali, conservativi, ricostruttivi e chirur-gia radioguidata per l’aportazione del linfonodo sentinella.

Volontario ANDOS (asso-ciazione nazionale donne operate al seno), dal 2012 entra a far parte del comitato scientifico provinciale, collabora con il gruppo di Rovigo per l’organizzazione di iniziative quali ”Ottobre rosa” e diversi incontri divulgativi itineranti sul territorio provinciale incentrati sulla patologia mammaria .

Nel territorio deltizio il dott. Pellegrini visita ogni 15 giorni presso il poliambulatorio polispe-cialistico “MEDICA PORTO VIRO”. Sito web:www.docvadis.it/francesco-pellegrini/index.html

Le nuove frontiere della senologiaLe visite di controllo sono importantissime: un 25% di donne sviluppano neoplasie in epoca pre-menopausale. Meglio iniziare i controlli dall’età di 25-30 anni

Dott. Francesco Pellegrini- Santa maria maddalena Rovigo (0425 76 84 11) - Porto Viro (Presso medica Porto Viro 0426 32 10 70) - Ferrara (0532 74 75 11)

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Forse pochi sanno che l’ipoacusia, ossia la riduzione più o meno grave dell’udito, è uno dei problemi più diffusi al mondo. Più del 10% degli italiani ne soffre

e la causa è da attribuire a vari fattori quali l’invecchia-mento, esposizione a forti rumori e infezioni. La sordità se non affrontata in tempo si accompagna ad un veloce ed irreversibile decadimento delle funzioni cognitive e mnemoniche. Per le persone anziane la modificazione dell’umore e dell’affettività che si accompagna a difficol-tà di comunicazione e ritiro sociale, sono da affrontare con un semplice controllo dell’udito per escludere o ac-certare l’eventuale esistenza di un deficit uditivo. I Centri Dimensione Udire offrono un servizio professionale con la presenza di Audioprotesisti qualificati, per risolvere ogni problema di udito, mettendo al primo posto la centralità del paziente/utente, il suo stato di salute e la qualità nell’erogazione delle prestazioni.

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Il dottor Francesco Pellegrini, spe-cialista in chirurgia toracica con perfezionamento in senologia,

visita presso 5 poliambulatori tra le Provincie di Ferrara e Rovigo.

“L’attività diagnostica contempla oltre alle visite senologiche, anche esami quali ecografi e mammarie, ago-aspirato, agobiopsia della mammella e di linfonodi - dice il dottor Pellegrini -. Ho collaborazioni con studi privati e pubblici, per poter gestire tutte le ne-cessità in questo ambito ed eseguire anche, per esem-pio, biopsie stereotassiche e risonanze magnetiche.

Nell’ambito dei tumori della mammella vi è una fascia di popolazione esclusa dallo screening che ne-cessita di accertamenti, mi riferisco in particolare ad un 25% di donne che sviluppano neoplasie in epoca pre-menopausale. Il consiglio è di iniziare i controlli dall’età di 25-30 anni, soprattutto in caso di possibile coinvolgimento familiare-genetico”.

Presso la casa di cura S. Maria Maddalena di Oc-chiobello (Ro) il dottor Pellegrini concentra tutta l’atti-vità chirurgica senologica.

Partecipando ad un lavoro multidisciplinare e candidando la struttura di Santa Maria a diventare un punto senologico della rete sanitaria della Provincia,

si occupa di tumori mammari benigni, maligni, e delle linfoadenopatie.

In collaborazione con la dottoressa Olivia Capozzi, specialista in chirurgia plastica, esegue circa 100 interventi/anno tra radicali, conservativi, ricostrut-tivi e chirurgia radioguidata per l’apor-tazione del linfonodo sentinella.

Volontario ANDOS (associazione nazionale donne operate al seno), dal 2012 entra a far parte del comitato scientifi co provinciale, collabora con

il gruppo di Rovigo per l’organizzazione di iniziative quali ”Ottobre rosa” e diversi incontri divulgativi itine-ranti sul territorio provinciale incentrati sulla patologia mammaria .

Nel territorio deltizio il dott. Pellegrini visita ogni 15 giorni presso il poliambulatorio polispecialistico “MEDICA PORTO VIRO”. Sito web:www.docvadis.it/francesco-pellegrini/index.html

Le nuove frontiere della senologiaLe visite di controllo sono importantissime: un 25% di donne sviluppano neoplasie in epoca pre-menopausale. Meglio iniziare i controlli dall’età di 25-30 anni

Dott. Federico Pellegrini- Santa maria maddalena Rovigo (0425 76 84 11) - Porto Viro (Presso medica Porto Viro 0426 32 10 70) - Ferrara (0532 74 75 11)

Dott. Francesco Pellegrini

L’ULTRASCREEN o BI-TEST è un esame in grado di segnalare alcune even-

tuali malformazioni fetali, genetiche e cromosomiche. La translucenza nucale (NT) ha uno spessore variabile a seconda della settimana in cui viene eseguito l’esame ed in genere ha un valore compreso tra 1 e 2,5. L’esame viene effettuato tra l’11° settimana e 4 giorni e la 13° settimana e 6 giorni. In questa epoca la lunghezza del feto è compresa tra i 45 e gli 84 mm. L’aumento della NT fetale è associato con:- Trisomia 21, 13, 18;- Più di 50 malformazioni fetali e genetiche;- Aumento rischio morte endouterina del feto.Una volta effettuata la diagnosi di NT aumentata, l’o-biettivo principale risiede nel differenziare in maniera tempestiva e accurata i feti che presenteranno delle anomalie cromosomiche o strutturali da quelli che avranno uno sviluppo normale (Foto NT 1,7 mm).E’ presente una relazione tra l’incremento della NT e il rischio di malattie cromosomiche o altra patologia. Il Test è a basso rischio se inferiore a 2,5 (< 2,5), a rischio medio/alto se il valore è compreso tra 2,5 e 3,4, ad alto rischio se supera il valore 3,4. Alla misurazione della NT bisogna aggiungere il prelievo

con dosaggio della PapA e freeBeta-hCg (il primo valore rappresenta una pro-teina che è legata alla gra-vidanza, mentre il secondo valore è prodotto dalla pla-centa; essi subiscono delle alterazioni durante il I° tri-mestre di gravidanza nelle trisomie 13, 18 e 21). Si defi nisce positivo un test con cut-off maggiore di 1 su

300. Ciò signifi ca che elaborando con un programma (sca-test) i dati derivanti da: NT, età materna, dosag-gio della PapA, freeBeta hCg se il rischio è maggiore di 1:300 il test è positivo. A questo punto si consiglia di eseguire l’amniocentesi per dirimere il dubbio rela-tivo alla presenza di anomalie cromosomiche. Ulteriori soft-markers ecografi ci da valutare che possono au-mentare l’attendibilità del test sono: lo studio dell’os-so nasale, il profi lo della tricuspide e dotto venoso, lo stomaco, il 5° dito della mano, il profi lo addominale e il rachide.

L’ultrascreen, un esame serio Quando il test è positivo si consiglia di eseguire l’amniocentesi per dirimere il dubbio relativo alla presenza di anomalie cromosomiche

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cazione e quantifi cazione di quelle modifi cazioni della pressione arteriosa in senso temporale, è possibile l’applicazione di una prevenzione e più corretti criteri di cura; oggi possiamo quindi defi nire che la cura del-la pressione deve essere fatta in modo cronoterapico.

Com’ è noto, l’ipertensione arteriosa è uno dei più importanti problemi di salute pubblica in tutto il mondo.

L’impatto dell’ipertensione arteriosa è de-stinato a crescere ulteriormente a seguito di vari fattori tra i quali l’aumento della vita media e la riduzione della mortalità infan-tile in vari paesi del mondo. Le linee guida nord-americane ed europee raccomandano di ridurre la P.A. al di sotto dei valori di 140\90 mmhg con obiettivi più ambizio-si(<130\80) nei pazienti diabetici ed in quelli con insuffi cienza renale cronica. Il Cardiologo oggi ha come aiuto effi cace per far diagno-si di ipertensione arteriosa uno strumento importante che si chiama: Monitoraggio Ambulatoriale della pres-sione arteriosa (Holter pressorio). Oggi con l’uso di questo esame abbiamo la possibilità di far diagnosi nei soggetti di ipertensione arteriosa e di verifi care se la terapia dia copertura sulla pressione per 24.h. Attual-mente quindi è importante conoscere la cronobiologia della pressione arteriosa determinando in tal modo la terapia più appropriata ad ogni soggetto. Il corretto approccio quindi alla cura dell’ipertensione non può non avvalersi di tale test ove è possibile conoscere l’ampiezza dei valori pressori circadiani identifi cando la terapia ad hoc in ogni soggetto. Cosi con l’identifi -

il punto sull’ipertensione arteriosaLa cura della pressione dev’essere fatta in modo cronoterapico e il cardiologo ha a sua disposizione gli strumenti giusti per diagnosi e valutazioni della cura più adatta al paziente

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Permettono inoltre, in am-bito ginecologico, di individuare eventuali malformazioni uterine.

La quarta dimensione dell’ecografi a in 3D è rappresen-tata dal tempo in cui vengono acquisiti i volumi in cui si defi ni-scono le strutture in movimento. Attraverso il 4D è quindi pos-sibile visualizzare i movimenti degli arti o le espressioni del volto, ed è sorprendente, quanto emozionate per i genitori, notare

come il nascituro all’interno del grembo possa sorridere o sbadigliare. Questa metodologia innovativa di concepire l’ecografi a permette alla futura mamma, ma anche al papà, di rafforzare il bonding prenatale, ovvero il rapporto genitore-nascituro che pare già essere positivamente in-fl uenzato dall’ecografi a e che, a maggior ragione, sarà ancora più intenso nel caso dell’ecografi a tridimensionale e quadrimensionale.

L’ecografa in 3D e in 4D permette ai futuri genitori di avere una visione com-

pleta e tridimensionale del feto. Nello specifi co si tratta di una procedura che permette, attra-verso l’uso di ultrasuoni, di rile-vare in un secondo momento il volume attraverso l’elaborazio-ne di più piani bidimensionali. L’esame viene effettuato attra-verso delle sonde esterne che permettono di acquisire prima e di studiare poi, attraverso il pc, il volume del feto scom-ponendolo nei tre piani dello spazio, attraverso un processo che prende il nome di rendering ed evidenzia la superfi cie fetale, le strutture ossee o la vascolarizzazione di alcuni organi facendo venire alla luce alcune sezioni che non sa-rebbero altrimenti visibili con la sola ecografi a tradizionale. Oltre all’elaborazione 3D che scatta una foto tridimensio-nale del feto, è inoltre possibile osservare il nascituro in 4D ottenendo quindi l’effetto del movimento all’interno del grembo nel tempo, come avviene per i video.

Si tratta di strumenti che permettono di andare ad osservare in modo più puntuale e con maggior precisione le malformazioni venute alla luce con l’ecografi a bidimen-sionale.

L’ecografia 3D e 4DUno strumento puntuale per approfondire eventuali problemi ginecologici. E Per i futuri genitori è emozionate notare come il nascituro all’interno del grembo possa sorridere o sbadigliare

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GLASSA GASTRONOMICA ALL’ACETO BALSAMICO DI MODENA

SALE

RITAGLIARE DELLE STRISCE DALLA PASTA SFOGLIA E FODERARE GLI STAMPI PER CANNOLI, PRECEDENTEMENTE UNTI CON UN PÒ DI MARGARINA. SPENNELLARE LA PASTA SFOGLIA CON UN’EMULSIONE DI OLIO DI SEMI E SALE.CUOCERE IN FORNO, PRERISCALDATO A 200° CON FUNZIONE VENTILATO, PER CIRCA 15-20 MINUTI, FINO A FARLI DORARE. LASCIARE RAFFREDDARE E SFORMARE DAGLI STAMPI. NEL FRATTEMPO, AFFETTARE LA CIPOLLA E SOFFRIGGERLA IN PADELLA CON OLIO EVO, UNIRE GLI SPINACI E FARE INSAPORIRE. CONDIRE CON IL SABJI MASALA, LA GLASSA GASTRONOMICA ED IL SALE; AGGIUNGERE POI I POMODORI SECCHI SMINUZZATI, I PINOLI E L’UVETTA. A FUOCO SPENTO AMALGAMARE LA ROBIOLA. FARCIRE I CANNOLI DI SFOGLIA CON LE VERDURE ED IL FORMAGGIO, QUINDI SCALDARE ALCUNI MINUTI IN FORNO PRIMA DI SERVIRE.

MANUELA E SILVIA BIZZO

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COCKTAILS I CONSIGLI DI PAOLO ZOMBIE TIKI DRINK

INGREDIENTI:COMBINQTION OF RUM, FRESH LINW JUICE, PAOLO’MIX, FALERNIUM, ANGOSTURA, PERNOT AND GRENADINE. SHAKER, AND SERVING INSIDE MATE GLASS

by Paolo Marani

PAOLO MARANI [email protected] MESSAGGIO PUBBLICITARIO

LA RICETTA

BURGER DI TOFU AI SAPORI DEL BOSCO

INGREDIENTI PER IL BURGER: 10 G. DI FUNGHI PORCINI SECCHI, 100 G. DI FUNGHI PLEROTUS, 20 G. DI OLIO EXTRAVERGINE D’OLIVA, 20 G. DI CIPOLLA BIANCA, 125 G. DI TOFU NATURALE, 80 G. DI GRANO PERLATO COTTO, 6 GDI SALSA DI SOIA, 20 G. DI PANE GRATTUGIATO, 4 G. DI WORCESTER SAUCE, 2 G. DI AGLIO DI POLVERE. PER IL PANE FRITTO: 400 G. DI PAN BRIOCHE, 600 G. DI POMODORI RAMATI, 100 G. DI UOVA, 10 G. DI FORMAGGIO GRANA GRATTUGIATA, 10 G. DI SALE E PEPE, 30 G. DI SEMI DI SESAMO. PER LA COMPOSIZIONE FINALE: 80 G. DI CETRIOLI AGRODOLCI, 100 G. DI MAIONESE DI SOIA.

PER IL BURGET, MONDARE, LAVARE E TAGLIARE I FUNGHI PLEUROTUS IN PICCOLA BRUNOLSE. ROSOLARE LA CIPOLLA BIANCA TRITATA NELL’OLIO EXTRAVERGINE D’OLIVA. UNIRE I FUNGHI. CONDIRE CON SALE E PEPE. AGGIUNGERE I PORCINI SECCHI RINVENUTI IN ACQUA TIEPIDA, SCOLATI, STRIZZATI E TRITATI. NEL CUTTER FRULLARE IL TOFU, QUANDO BEN CREMOSO UNIRE IL GRANO COTTO. INFINE AGGIUNGERE I FUNGHI E CONDIRE CON LA SALSA DI SOIA, L’AGLIO IN POLVERE E LA WOCESTER SAUCE. COMPLETARE CON IL PANE GRATTUGIATO, OTTENENDO UN IMPASTO ABBASTANZA CONSISTENTE. CREARE UNA POLPETTA SCHIACCIATA E CUOCERE IN PADELLA ANTIADERENTE CON POCO OLIO. PER IL PANE FRITTO, AFFETTARE SOTTILMENTE I POMODORI ROSSI E SOVRAPPORLI ALLE FETTE DI PAN BRIOCHE COPPATE DELLA STESSA DIMENSIONE DEI BURGER. SOVRAPPORRE UNA SECONDA FETTA DI PANE, PASSARE NELL’UOVO SBATTUTO CON IL GRANA E NEI SEMI DI SESAMO NERO. FRIGGERE SINO A CHE NON SIA DORATO E CROCCANTE. PER LA COMPOSIZIONE FINALE, SERVIRE IL BURGER DI TOFU TRA DUE FETTE DI PAN BRIOCHE FRITTO, DEI CETRIOLINI IN AGRODOLCE DELLA SALSA MAIONESE DI SOIA; A PIACERE ACCOMPAGNARE CON ALTRE SALSE E GUARNIZIONI.

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40 Oroscopo

BILANCIADAL 2 3/09AL 22/10FASCINO ALTI E BASSI IN

ARRIVO IN CAMPO SENTI-MENTALE. SARETE CONTRADDIT-

TORI: ORA PASSIONALI E GRINTOSI ORA INCERTI SALUTE NON STRAPAZZATEVI TROPPO ANCHE SE VI SENTITE IN FORMA. UNA SANA ALIMENTAZIONE VI AIUTERÀ A STAR BENE

SCORPIONEDAL 23/10AL 22/11FASCINO LA

MORBIDEZZA UNITA AD UNA BELLA DOSE DI

SENSUALITÀ VI AIUTERANNO A CONQUIS-TARE CHIUNQUE. SIATE LEGGERI SALUTE SE DOVRETE RIPRENDERVI DA UN PROB-LEMA SAPPIATE CHE LA CONVALESCENZA SARÀ BREVE. OTTIMO QUADRO ASTRALE

SAGITTARIODAL 23/11AL 21/12FASCINO VOGLIA DI SE-

DURRE E GIOCARE CON GLI SGUARDI CHE VI GA-RANTIRANNO IL SUCCESSO

NEGLI AFFARI DI CUORE SALUTE SE DOVRETE RIPRENDERVI DA UN PROBLEMA SAPPIATE CHE LA CON-VALESCENZA SARÀ BREVE. OTTIMO QUADRO ASTRALE

CAPRICORNODAL 22/12

AL 20/01FASCINO I CON-TRASTI TACIUTI NEL

CUORE DI CHI AMATE METTONO RADICI: CORRETE AI RIPARI E CONCEDETEVI UN CHIARIMENTO SALUTE NON SCEGLIETE IL CIBO COME MEZZO CONSOLATORIO. DOVETE AVERE UNA BUONA SCORTA DI PAZIENZA. EVITARE GLI ECCESSI

ACQUARIODAL 21/01AL 19/02FASCINO SARETE APPAS-SIONATI E AUDACI, PRONTI A

SPAZZARE VIA ANTICHI RESI-DUI DEL PASSATO. IN AR-RIVO NOVITÀ IMPORTANTI SALUTE I PIANETI INCOR-

AGGIANO LO SPORT E LA MUSCOLATURA PER SMALTIRE PESO E DELINEARE LA SILU-ETTE UN PO’ APPESANTITA

PESCI DAL 20/02 AL 20/03FASCINO LE BRACCIA DI CUPIDO SONO AP-

ERTE E TI ASPETTANO. OCCORRE, PERÒ, CHE TU ABBIA FIDUCIA E TI LASCI AN-DARE SALUTE AMMINISTRATE BENE LE VOSTRE FORZE PERCHÉ ARRIVATE UN PO’ STANCHI E ALL’ORIZZONTE NON C’È UNA RIPRESA COMPLETA

ARIETEDAL 21/03

AL 20/04FASCINO QUALCHE CONTRADDIZIONE FA-

MILIARE POTREBBE RENDERVI LA VITA DIFFICILE. SIATE PAZIENTI CON CHI AM-ATE SALUTE SARETE MOLTO NERVOSI, IRRITABILI, SCONTENTI. SI FARANNO SENTIRE I CLASSICI ACCIACCHI DI STAG-IONE

TORO DAL 21/04

AL 20/05FASCINO SIETE

PERSONE DI-VERSE: I PROBLEMI

CHE AVETE AFFRONTATO IN PASSATO VI HANNO RESO PIÙ FORTI SALUTE LA FORMA FISICA SARÀ SOGGETTA A QUAL-CHE CALO IMPROVVISO, MA IL BILANCIO SARÀ POSITIVO

GEMELLIDAL 21/05AL 21/06FASCINO RICHIESTE IRRITANTI IN FAMIGLIA,

BATT I- BECCHI CON GLI AMICI, EQUIVOCI E AMBIGUITÀ: TOLLERANZA SALUTE RAFFREDDORI E CLASSICI MALANNI DI STAGIONE STANNO IN AG-GUATO: ATTENTI AI COLPI DI FREDDO ALLE VIE RESPIRATORIE

CANCRODAL 22/06AL 22/07

FASCINO MOLTE LE CONTRADDIZIONI CHE AGITANO

I RAPPORTI PERSONALI. SIATE CAUTI E NON PRETENDETE DI IM-

PORRE IL VOSTRO PARERE SALUTE LE DIFESE IMMUNITARIE BASSE VI FANNO SENTIRE FIACCHI E SVOGLIATI. DOVETE SFORZARVI DI ESSERE PIÙ ATTIVI

LEONEDAL 23/07AL 23/08

FASCINO TANTA VOGLIA DI VIAGGIARE, DIVER-TIRSI E CONOSCERE GENTE NUOVA. FINAL-MENTE SI ESCE DAL LETARGO CRONICO

SALUTE SE SIETE SPORTIVI QUESTO È IL MOMENTO DI RAGGIUNGERE TRAGUARDI IMPORTANTI. SE NON LO SIETE INIZIATE ORA

VERGINEDAL 24/08AL 22/09

FASCINO SARETE PIÙ CHE MAI ATTRAENTI E BENDISPOSTI NEI CON-FRONTI DEL PARTNER E DI PROBABILI NUOVI INCONTRI SALUTE SONO CONSI-GLIATE CURE MIRATE ALL’OTTIMIZZAZIONE DELLA BELLEZZA NATURALE. CURATE LA PELLE DEL VISO

OroscopoE’ TEMPO DI GRANDI CAMBIAMENTI:

ABBIATE CORAGGIO E NON GUARDATEVI

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