STUDIO DI SETTORE VG92U · 5 Vedi Analisi della Normalità Economica . Si fa presente che, ai soli...
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Supplemento straordinario n. 19 alla GAZZETTA UFFICIALE Serie generale - n. 30430-12-2013
A L L E G AT O 4
NOTA TECNICA E METODOLOGICA
STUDIO DI SETTORE VG92U
S E R V I Z I F O R N I T I D A R E V I S O R I C O N T A B I L I , P E R I T I , C O N S U L E N T I E D
A L T R I S O G G E T T I C H E S V O L G O N O A T T I V I T À I N M A T E R I A D I
A M M I N I S T R A Z I O N E , C O N T A B I L I T À E T R I B U T I ( A T T I V I T À D I I M P R E S A )
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CRITERI PER L’EVOLUZIONE DELLO STUDIO DI SETTORE
L'applicazione dello studio di settore attribuisce ai contribuenti un “ricavo potenziale”. Tale ricavo viene stimato tenendo conto sia di variabili contabili sia di variabili strutturali che influenzano il risultato economico di un’impresa anche con riferimento al contesto territoriale in cui la stessa opera. L'applicazione dello studio consente, inoltre, di valutare la coerenza e la normalità economica della singola impresa in relazione al settore economico di appartenenza.
A tale scopo, nell’ambito dello studio, vengono individuate le relazioni tra le variabili contabili e le variabili strutturali, per analizzare i possibili processi produttivi e i diversi modelli organizzativi impiegati nell’espletamento dell’attività.
L’evoluzione dello studio di settore è finalizzata a cogliere eventuali cambiamenti strutturali, modifiche dei modelli organizzativi e variazioni di mercato all’interno del settore economico e presuppone un’attività di analisi e ricerca economica, che viene condotta attingendo a fonti informative pubbliche e non pubbliche.
Le fonti pubbliche sono rappresentate da elaborazioni di enti o società che svolgono ricerche di tipo economico-statistico (Istat, Banca d’Italia, Infocamere, ecc.) e che forniscono dati e informazioni sull’andamento economico dei mercati, sulla struttura e la dimensione dei principali settori economici.
Oltre alle fonti di carattere pubblico, che forniscono informazioni più generali, vengono utilizzate fonti specifiche settoriali (riviste specializzate, partecipazione a seminari e convegni specialistici, pubblicazioni dei principali istituti di ricerca, indagini campionarie, ecc.); si tratta di fonti che illustrano: l’andamento della domanda, la struttura dell’offerta, sia in termini di tipologie di attività imprenditoriali presenti che di modelli organizzativi adottati dagli operatori, i canali distributivi utilizzati, il livello di avanzamento tecnologico presente nei processi produttivi, ecc..
Un supporto più diretto e operativo proviene da una rete di tecnici costituita da istituti universitari, centri di ricerca, docenti e ricercatori, che opera anche tramite l’utilizzo di panel di imprese.
Di seguito vengono esposti i criteri seguiti per la costruzione dello studio di settore VG92U, evoluzione dello studio UG92U.
L’attività economica oggetto dello studio di settore VG92U è quella relativa al seguente codice ATECO 2007:
69.20.13 - Servizi forniti da revisori contabili, periti, consulenti ed altri soggetti che svolgono attività in materia di amministrazione, contabilità e tributi.
L’evoluzione dello studio di settore è stata condotta analizzando le informazioni contenute nel modello UG92U per la comunicazione dei dati rilevanti ai fini dell’applicazione degli studi di settore per il periodo d’imposta 2011, trasmesso dai contribuenti quale allegato al modello UNICO 2012.
I contribuenti interessati sono risultati pari a 5.700.
Nella prima fase di analisi 491 posizioni sono state scartate in quanto non utilizzabili nelle successive fasi dell’elaborazione dello studio di settore (casi di cessazione di attività, situazioni di non normale svolgimento dell’attività, contribuenti forfetari, presenza di attività secondarie con un’incidenza sui ricavi complessivi superiore al 30%, ricavi dichiarati ai fini dell’applicazione degli studi di settore maggiori di 7.500.000 euro).
Sui dati contenuti nei modelli studi di settore della restante platea sono state condotte analisi statistiche per rilevare la completezza, la correttezza e la coerenza delle informazioni in essi contenute.
Tali analisi hanno comportato, ai fini della definizione del campione dello studio, lo scarto di ulteriori 766 posizioni. I motivi di scarto sono stati: quadro D (elementi specifici dell'attività) non compilato; quadro F (elementi contabili) non compilato; comune del quadro B (unità locali destinate all’esercizio dell’attività) e/o anagrafico mancante o errato; errata compilazione delle percentuali relative alla modalità di espletamento dell'attività o non inerenza con lo
studio in oggetto (quadro D); errata compilazione delle percentuali relative alla tipologia della clientela (quadro D);
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errata compilazione delle percentuali relative alla provenienza della clientela (quadro D); errata compilazione delle percentuali relative alle altre prestazioni non a forfait (quadro Z); incongruenze fra i dati strutturali e i dati contabili.
A seguito degli scarti effettuati, il numero dei modelli oggetto delle successive analisi è stato pari a 4.443.
IDENTIFICAZIONE DEI GRUPPI OMOGENEI
Per suddividere le imprese in gruppi omogenei sulla base degli aspetti strutturali, è stata seguita una strategia di analisi che combina in sequenza due tecniche statistiche di tipo multivariato:
un’analisi fattoriale del tipo Analyse des données e nella fattispecie l’Analisi in Componenti Principali; un procedimento di Cluster Analysis.
L’Analisi in Componenti Principali è una tecnica statistica che permette di ridurre il numero delle variabili originarie pur conservando gran parte dell’informazione iniziale. A tal fine vengono identificate nuove variabili, dette componenti principali, tra loro ortogonali (linearmente indipendenti, incorrelate).
Le variabili prese in esame nell’Analisi in Componenti Principali sono quelle presenti in tutti i quadri del modello ad eccezione delle variabili del quadro degli elementi contabili. Tale scelta nasce dall’esigenza di caratterizzare i soggetti in base ai possibili modelli organizzativi, alle diverse modalità di svolgimento dell’attività, ecc.; tale caratterizzazione è possibile solo utilizzando le informazioni relative alle strutture operative, al mercato di riferimento e a tutti quegli elementi specifici che caratterizzano le diverse realtà economiche e produttive di una impresa.
Nell’applicazione dell’Analisi in Componenti Principali è stata scelta la soluzione migliore in termini di significatività statistica ed economica. Pertanto, sono state scelte le componenti principali che riescono a spiegare la maggior parte della varianza iniziale e che consentono, sulla base del criterio dell’interpretabilità, di rappresentare i diversi aspetti strutturali delle attività oggetto di studio.
La tecnica statistica della Cluster Analysis, applicata ai risultati dell’Analisi in Componenti Principali, permette di identificare gruppi omogenei di imprese (cluster); in tal modo è possibile raggruppare le imprese con caratteristiche strutturali ed organizzative simili1.
L’utilizzo combinato delle due tecniche è preferibile rispetto a un’applicazione diretta della Cluster Analysis poiché, riducendo con l’Analisi in Componenti Principali il numero di variabili su cui effettuare il procedimento di classificazione, l’operazione di clustering risulta meno complessa e più precisa.
I gruppi omogenei individuati sono valutati anche in termini di significatività economica per verificarne l’aderenza alla concreta realtà imprenditoriale.
Nel procedimento di clustering adottato, quindi, l’omogeneità dei gruppi deve essere interpretata non tanto in rapporto alle caratteristiche delle singole variabili, quanto in funzione delle principali interrelazioni esistenti tra le variabili esaminate che concorrono a definire il profilo dei singoli gruppi.
La descrizione dei gruppi omogenei è riportata nel Sub Allegato 4.A.
DEFINIZIONE DELLA FUNZIONE DI RICAVO
Una volta suddivise le imprese in gruppi omogenei è necessario determinare, per ciascun gruppo omogeneo, la funzione matematica che meglio si adatta all’andamento dei ricavi delle imprese appartenenti allo stesso gruppo. Per determinare tale funzione si è ricorso alla Regressione Lineare Multipla.
1 Nella fase di Cluster Analysis, al fine di garantire la massima omogeneità dei soggetti appartenenti a ciascun gruppo, vengono classificate solo le osservazioni che presentano caratteristiche strutturali simili rispetto a quelle proprie di uno specifico gruppo omogeneo. Non vengono, invece, presi in considerazione, ai fini della classificazione, i soggetti che possiedono aspetti strutturali riferibili contemporaneamente a due o più gruppi omogenei. Ugualmente non vengono classificate le osservazioni che presentano un profilo strutturale molto dissimile rispetto all’insieme dei cluster individuati.
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La Regressione Lineare Multipla è una tecnica statistica che permette di interpolare i dati con un modello statistico-matematico che descrive l’andamento della variabile dipendente in funzione di una serie di variabili indipendenti.
La stima della “funzione di ricavo” è stata effettuata individuando la relazione tra il ricavo (variabile dipendente) e i dati contabili e strutturali delle imprese (variabili indipendenti).
È opportuno rilevare che prima di definire il modello di regressione è stata effettuata un’analisi sui dati delle imprese per verificare le condizioni di coerenza dei dati nell’esercizio dell’attività e per scartare le imprese anomale; ciò si è reso necessario al fine di evitare possibili distorsioni nella determinazione della “funzione di ricavo”.
A tal fine sono stati selezionati, in base alla loro capacità di individuare anomalie nella relazione tra le voci contabili esaminate, i seguenti indicatori di natura economico-contabile:
Incidenza degli ammortamenti per beni strumentali mobili rispetto al valore degli stessi beni strumentali mobili ammortizzabili2;
Incidenza dei costi per beni mobili acquisiti in dipendenza di contratti di locazione finanziaria rispetto al valore degli stessi3;
Incidenza dei costi residuali di gestione sui ricavi4.
Le formule degli indicatori economico-contabili sono riportate nel Sub Allegato 4.C.
Successivamente, ai fini della determinazione del campione di riferimento, sono state escluse le imprese che non rispettavano le condizioni di normalità economica5 anche per un solo indicatore di quelli sopra citati.
Inoltre sono state escluse anche le imprese che presentavano la somma del costo del venduto e del costo per la produzione di servizi negativa.
Così definito il campione di riferimento, si è proceduto alla definizione della “funzione di ricavo” per ciascun gruppo omogeneo.
Per la determinazione della “funzione di ricavo” sono state utilizzate variabili contabili, variabili strutturali e variabili territoriali. La scelta delle variabili significative è stata effettuata con il metodo “stepwise”6. Una volta selezionate le variabili, la determinazione della “funzione di ricavo” è ottenuta applicando il metodo dei minimi quadrati generalizzati, che consente di controllare l’eventuale presenza di eteroschedasticità connessa alla variabilità legata ad aspetti dimensionali dell’impresa.
Nella definizione della “funzione di ricavo” si è tenuto conto delle possibili differenze di risultati economici legate al luogo di svolgimento dell’attività, in modo da individuare ulteriori differenze territoriali oltre a quelle già rilevate con la Cluster Analysis.
A tale scopo sono stati utilizzati i risultati dei seguenti studi:
2 L’indicatore misura la plausibilità tra il valore dei beni strumentali mobili di proprietà ammortizzabili e il valore degli ammortamenti dei beni strumentali mobili. 3 L’indicatore misura la plausibilità tra il valore dei beni strumentali mobili acquisiti in dipendenza di contratti di locazione finanziaria (in leasing) e i canoni di leasing. 4 L’indicatore verifica che le voci di costo relative agli oneri diversi di gestione e alle altre componenti negative costituiscano una plausibile componente residuale di costo. 5 Vedi “Analisi della Normalità Economica”. Si fa presente che, ai soli fini indicati, per l’indicatore “Incidenza dei costi residuali di gestione sui ricavi” si fa riferimento ai ricavi dichiarati, nel denominatore della relativa formula. Gli indicatori di normalità economica “Incidenza degli ammortamenti per beni strumentali mobili rispetto al valore degli stessi beni strumentali mobili ammortizzabili”, “Incidenza dei costi per beni mobili acquisiti in dipendenza di contratti di locazione finanziaria rispetto al valore degli stessi” e “Incidenza dei costi residuali di gestione sui ricavi” non sono stati utilizzati per la selezione del campione di riferimento per il cluster 1. 6 Il metodo stepwise unisce due tecniche statistiche per la scelta del miglior modello di stima: la regressione forward (“in avanti”) e la regressione backward (“indietro”). La regressione forward prevede di partire da un modello senza variabili e di introdurre passo dopo passo la variabile più significativa, mentre la regressione backward inizia considerando nel modello tutte le variabili disponibili e rimuovendo passo per passo quelle non significative. Con il metodo stepwise, partendo da un modello di regressione senza variabili, si procede per passi successivi alternando due fasi: nella prima fase, si introduce la variabile maggiormente significativa fra quelle considerate; nella seconda, si riesamina l’insieme delle variabili introdotte per verificare se è possibile eliminarne qualcuna non più significativa. Il processo continua fino a quando non è più possibile apportare alcuna modifica all’insieme delle variabili, ovvero quando nessuna variabile può essere aggiunta oppure eliminata.
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“Territorialità del livello delle retribuzioni definita su dati degli Studi di Settore riferiti al periodo d’imposta 2011”7;
“Territorialità del livello del reddito medio imponibile ai fini dell’addizionale Irpef definita su dati del Dipartimento delle Finanze riferiti ai periodi d’imposta 2009 e 2010”8.
La territorialità del livello delle retribuzioni differenzia il territorio nazionale sulla base dei livelli retributivi per settore, provincia e classe di abitanti del comune.
La territorialità del livello del reddito differenzia il territorio nazionale sulla base del livello del reddito per provincia.
Nella definizione della funzione di ricavo si è operato nel seguente modo:
il livello delle retribuzioni è stato rappresentato con una variabile standardizzata che varia da zero a uno ed è stata analizzata la sua interazione con la variabile “Collaboratori dell'impresa familiare e coniuge dell'azienda coniugale e familiari diversi (percentuale di lavoro prestato diviso 100), Associati in partecipazione (percentuale di lavoro prestato diviso 100) e Soci (percentuale di lavoro prestato diviso 100) escluso il primo socio”;
il livello del reddito è stato rappresentato con una variabile standardizzata rispetto al valore massimo ed è stata analizzata la sua interazione con le variabili Numero di: “Mod. 730”, “Servizi di amministrazione del personale, paghe e contributi”, “Contabilità semplificata, consulenza in materia fiscale (comprese dichiarazioni fiscali) e societaria e assistenza in materia del lavoro” e “Contabilità ordinaria, consulenza in materia fiscale (comprese dichiarazioni fiscali) e societaria e assistenza in materia del lavoro”.
Nel Sub Allegato 4.H vengono riportate le variabili ed i rispettivi coefficienti della “funzione di ricavo”.
7 I criteri e le conclusioni dello studio sono riportati nell’apposito Decreto Ministeriale. 8 I criteri e le conclusioni dello studio sono riportati nell’apposito Decreto Ministeriale.
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APPLICAZIONE DELLO STUDIO DI SETTORE
In fase di applicazione dello studio di settore sono previste le seguenti fasi:
Analisi Discriminante; Analisi della Coerenza; Analisi della Normalità Economica; Analisi della Congruità.
ANALISI DISCRIMINANTE
Una volta suddivise le imprese in gruppi omogenei è necessario determinare una regola di classificazione in grado di definire l’appartenenza di ciascuna impresa ai gruppi omogenei individuati nella fase di Cluster Analysis; la descrizione dei gruppi omogenei è riportata nel Sub Allegato 4.A.
Al riguardo, è stata utilizzata l’analisi discriminante lineare di Fisher. Si tratta di una tecnica statistica multivariata utile per identificare quelle variabili che meglio discriminano i gruppi omogenei9.
Nell’analisi discriminante lineare, per ogni gruppo omogeneo viene calcolata una funzione di classificazione come combinazione lineare delle variabili discriminanti10.
Sulla base dei punteggi discriminanti, ottenuti utilizzando tale funzione, viene determinata la probabilità di appartenenza ai gruppi omogenei11. In tal modo è possibile associare ogni singola impresa ad uno o più gruppi omogenei definendo le relative probabilità di appartenenza.
Nel Sub Allegato 4.B vengono riportate le variabili risultate significative nell’analisi con i rispettivi pesi discriminanti individuati per ogni gruppo omogeneo.
9 Le variabili discriminanti vengono selezionate con il metodo stepwise partendo da quelle utilizzate nell’Analisi in Componenti Principali. 10 La funzione di classificazione è definita nel seguente modo:
wi = ai0 + ai1vardis1 + ai2vardis2 + . . . + aimvardism dove: wi è il punteggio discriminante relativo al gruppo omogeneo i; ai0 è l’intercetta; aij sono i pesi discriminanti scelti in modo da rendere massima la separazione tra i gruppi; vardis j è la j-esima variabile discriminante. 11 La probabilità di appartenenza al gruppo omogeneo i è calcolata nel seguente modo:
n1k
w,...,w,wMaxw
w,...,w,wMaxw
in21k
n21i
eeProb
dove n è il numero complessivo di gruppi omogenei.
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ANALISI DELLA COERENZA
L’analisi della coerenza permette di valutare l’impresa sulla base di specifici indicatori economico-aziendali, calcolati come rapporto tra determinate variabili contabili e/o strutturali contenute nel modello per la comunicazione dei dati rilevanti ai fini dell’applicazione degli studi di settore. Gli indicatori sono stati selezionati in base alla loro capacità di misurare l’efficienza, la produttività e la redditività nello svolgimento dell’attività economica.
Con l’analisi della coerenza, per ciascun soggetto, si valuta il posizionamento del valore di ogni singolo indicatore rispetto ad un intervallo, individuato come economicamente coerente sulla base dei valori soglia ammissibili.
Gli indicatori utilizzati nell’analisi della coerenza sono i seguenti: Valore aggiunto lordo per addetto12; Margine per addetto non dipendente13; Indice di copertura del costo per il godimento di beni di terzi e degli ammortamenti14.
Le formule degli indicatori utilizzati sono riportate nel Sub Allegato 4.C.
Ai fini della individuazione dei valori soglia che definiscono l’intervallo di coerenza economica, per ciascuno degli indicatori utilizzati sono state esaminate preliminarmente, ad eccezione dell’indicatore “Indice di copertura del costo per il godimento di beni di terzi e degli ammortamenti”, le relative distribuzioni ventiliche15 differenziate per gruppo omogeneo e sulla base della “territorialità generale”16 a livello provinciale. I valori delle soglie dei diversi indicatori sono stati individuati, ad eccezione dell’indicatore “Indice di copertura del costo per il godimento di beni di terzi e degli ammortamenti”, scegliendo quelli che possono ritenersi economicamente plausibili con riferimento alle pratiche osservabili nel settore, nel cluster specifico e nell’area territoriale di appartenenza.
Le distribuzioni ventiliche degli indicatori di coerenza economica vengono riportate nel Sub Allegato 4.D.
I valori soglia di coerenza ammissibili sono riportati nel Sub Allegato 4.E.
Il soggetto risulta coerente per l’indicatore “Valore aggiunto lordo per addetto” se il valore dell’indicatore si posiziona all’interno dell’intervallo individuato come economicamente coerente. Nel caso in cui il “Numero di mesi di attività nel corso del periodo d’imposta” risulti pari a zero il soggetto viene definito coerente.
Il soggetto risulta coerente per l’indicatore “Margine per addetto non dipendente” se il valore dell’indicatore si posiziona all’interno dell’intervallo individuato come economicamente coerente. Nel caso in cui il “Numero di mesi di attività nel corso del periodo d’imposta” risulti pari a zero il soggetto viene definito coerente. Nel caso in cui l’indicatore risulti non calcolabile17 con il Margine maggiore di zero o l’indicatore risulti indeterminato18 il soggetto viene definito coerente. Nel caso in cui l’indicatore risulti non calcolabile con il Margine minore di zero il soggetto viene definito non coerente.
Il soggetto risulta coerente per l’indicatore “Indice di copertura del costo per il godimento di beni di terzi e degli ammortamenti”, se il valore dell’indicatore è maggiore o uguale a 1. Nel caso in cui l’indicatore risulti non 12 L’indicatore misura la creazione del valore con riferimento al contributo di ciascun addetto. Il valore aggiunto lordo rappresenta infatti il valore che un’azienda aggiunge, con l’impiego dei fattori produttivi, al valore dei beni e dei servizi che acquisisce: consumi di materie prime e merci (acquisti più variazioni di rimanenze) e prestazioni di servizi (energia, servizi di pulizia, ecc.). Misura, quindi, la capacità dell’impresa di remunerare quei fattori che contribuiscono a generare valore, ad esempio: il lavoro (sotto forma di salari, stipendi, contributi, indennità di fine rapporto), i finanziamenti di terzi (sotto forma di interessi), i finanziamenti di capitale di rischio (sotto forma di utili), ecc.. 13 L’indicatore misura il contributo di ciascun addetto non dipendente alla creazione del “margine”, ovvero rappresenta la capacità dell’impresa di remunerare, al lordo del costo per godimento di beni di terzi, degli ammortamenti, degli accantonamenti e dell’eventuale risultato negativo della gestione finanziaria e straordinaria, il lavoro non dipendente. 14 L’indicatore misura il grado di copertura dei principali costi per l’utilizzo di beni strumentali all’attività dell’impresa mediante il Margine al netto della remunerazione, ritenuta economicamente plausibile, degli addetti non dipendenti. 15 Nella terminologia statistica, si definisce “distribuzione ventilica” l’insieme dei valori che suddividono le osservazioni, ordinate per valori crescenti dell’indicatore, in 20 gruppi di uguale numerosità. Il primo ventile è il valore al di sotto del quale si posiziona il primo 5% delle osservazioni; il secondo ventile è il valore al di sotto del quale si posiziona il primo 10% delle osservazioni, e così via. 16 I criteri e le conclusioni dello studio sono riportati nell’apposito Decreto Ministeriale. 17 Un indicatore si definisce non calcolabile quando nel rapporto (numeratore diviso denominatore) il denominatore è pari a zero e il numeratore è diverso da zero. 18 Un indicatore si definisce indeterminato quando nel rapporto (numeratore diviso denominatore) il numeratore e il denominatore sono entrambi pari a zero.
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calcolabile con il Margine netto maggiore di zero o l’indicatore risulti indeterminato il soggetto viene definito coerente. Nel caso in cui l’indicatore risulti non calcolabile con il Margine netto minore di zero il soggetto viene definito non coerente.
In applicazione, per ogni singolo soggetto, i valori soglia di ciascun indicatore di coerenza economica sono ottenuti come media, ponderata con le relative probabilità di appartenenza, dei valori di riferimento individuati per gruppo omogeneo e sulla base della percentuale di appartenenza alle diverse aree territoriali.
ANALISI DELLA NORMALITÀ ECONOMICA
L’analisi della normalità economica è mirata ad individuare la correttezza dei dati dichiarati. A tal fine, per ogni singolo soggetto vengono calcolati indicatori economico-contabili da confrontare con i valori di riferimento che individuano le condizioni di normalità economica.
Gli indicatori di normalità economica sono stati, pertanto, selezionati in base alla loro capacità di individuare anomalie nella relazione tra le voci contabili esaminate.
Gli indicatori di normalità economica individuati sono i seguenti: Incidenza degli ammortamenti per beni strumentali mobili rispetto al valore degli stessi beni
strumentali mobili ammortizzabili19; Incidenza dei costi per beni mobili acquisiti in dipendenza di contratti di locazione finanziaria
rispetto al valore degli stessi20; Incidenza dei costi residuali di gestione sui ricavi21.
Le formule degli indicatori utilizzati sono riportate nel Sub Allegato 4.C.
Ai fini dell’individuazione dei valori di riferimento per gli indicatori di normalità economica sono state esaminate preliminarmente, le relative distribuzioni ventiliche differenziate per gruppo omogeneo. I valori delle soglie dei diversi indicatori sono stati individuati scegliendo quelli che possono ritenersi economicamente plausibili con riferimento alle pratiche osservabili nel settore e nel cluster specifico.
Le distribuzioni ventiliche degli indicatori di normalità economica vengono riportate nel Sub Allegato 4.F. I valori soglia di normalità economica sono riportati nel Sub Allegato 4.G.
In applicazione, per ogni singolo soggetto, i valori soglia di ciascun indicatore di normalità economica sono ottenuti come media, ponderata con le relative probabilità di appartenenza, dei valori di riferimento individuati per gruppo omogeneo.
Ciascuno di questi indicatori, nell’ordine di seguito riportato, può determinare maggiori ricavi che si sommano al ricavo puntuale e al ricavo minimo stimati con l’analisi della congruità successivamente descritta.
INCIDENZA DEGLI AMMORTAMENTI PER BENI STRUMENTALI MOBILI RISPETTO AL VALORE DEGLI STESSI BENI STRUMENTALI MOBILI AMMORTIZZABILI
Per ogni contribuente, si determina il valore massimo ammissibile per la variabile “Ammortamenti per beni mobili strumentali al netto dei beni di costo unitario non superiore a 516,46 euro” moltiplicando la soglia massima di normalità economica dell’indicatore, divisa 100, per il “Valore dei beni strumentali mobili in proprietà al netto dei beni di costo unitario non superiore a 516,46 euro”22.
Nel caso in cui il valore dichiarato degli “Ammortamenti per beni mobili strumentali al netto dei beni di costo unitario non superiore a 516,46 euro” si posizioni al di sopra di detto valore massimo ammissibile, con “Numero di mesi di attività nel corso del periodo d’imposta” diverso da zero, la parte degli ammortamenti eccedente tale valore costituisce parametro di riferimento per la determinazione dei maggiori ricavi da normalità economica, calcolati moltiplicando tale parte eccedente per il relativo coefficiente (pari a 8,9002). 19 L’indicatore misura la plausibilità tra il valore dei beni strumentali mobili di proprietà ammortizzabili e il valore degli ammortamenti dei beni strumentali mobili. 20 L’indicatore misura la plausibilità tra il valore dei beni strumentali mobili acquisiti in dipendenza di contratti di locazione finanziaria (in leasing) e i canoni di leasing. 21 L’indicatore verifica che le voci di costo relative agli oneri diversi di gestione e alle altre componenti negative costituiscano una plausibile componente residuale di costo. 22 La variabile è rideterminata in base alla durata dell’attività pari al numero di mesi di attività nel corso del periodo d’imposta diviso 12.
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Tale coefficiente è stato calcolato sulla base dei dati dichiarati dai soggetti che hanno contemporaneamente valorizzato la variabile “Valore dei beni strumentali mobili in proprietà” e la variabile “Ammortamenti per beni mobili strumentali”. In particolare, il coefficiente è stato individuato come rapporto tra la somma dei ricavi puntuali, calcolati applicando a tali soggetti le funzioni di ricavo con l’utilizzo della sola variabile “Valore dei beni strumentali mobili in proprietà”, e la somma degli “Ammortamenti per beni mobili strumentali”.
INCIDENZA DEI COSTI PER BENI MOBILI ACQUISITI IN DIPENDENZA DI CONTRATTI DI LOCAZIONE FINANZIARIA RISPETTO AL VALORE DEGLI STESSI
Per ogni contribuente, si determina il valore massimo ammissibile per la variabile “Canoni per beni mobili acquisiti in dipendenza di contratti di locazione finanziaria, ad esclusione dei canoni fiscalmente deducibili oltre il periodo di durata del contratto” moltiplicando la soglia massima di normalità economica dell’indicatore, divisa 100, per il “Valore dei beni strumentali mobili relativo a beni acquisiti in dipendenza di contratti di locazione finanziaria”22.
Nel caso in cui il valore dichiarato dei “Canoni per beni mobili acquisiti in dipendenza di contratti di locazione finanziaria, ad esclusione dei canoni fiscalmente deducibili oltre il periodo di durata del contratto” si posizioni al di sopra di detto valore massimo ammissibile, con “Numero di mesi di attività nel corso del periodo d’imposta” diverso da zero, la parte dei canoni eccedente tale valore costituisce parametro di riferimento per la determinazione dei maggiori ricavi da normalità economica, calcolati moltiplicando tale parte eccedente per il relativo coefficiente (pari a 3,0237).
Tale coefficiente è stato calcolato sulla base dei dati dichiarati dai soggetti che hanno contemporaneamente valorizzato la variabile “Valore dei beni strumentali mobili relativo a beni acquisiti in dipendenza di contratti di locazione finanziaria” e la variabile “Canoni per beni mobili acquisiti in dipendenza di contratti di locazione finanziaria, ad esclusione dei canoni fiscalmente deducibili oltre il periodo di durata del contratto”. In particolare, il coefficiente è stato individuato come rapporto tra la somma dei ricavi puntuali, calcolati applicando a tali soggetti le funzioni di ricavo con l’utilizzo della sola variabile “Valore dei beni strumentali mobili relativo a beni acquisiti in dipendenza di contratti di locazione finanziaria”, e la somma dei “Canoni per beni mobili acquisiti in dipendenza di contratti di locazione finanziaria, ad esclusione dei canoni fiscalmente deducibili oltre il periodo di durata del contratto”.
INCIDENZA DEI COSTI RESIDUALI DI GESTIONE SUI RICAVI
Per ogni contribuente, si determina il valore massimo ammissibile per la variabile “Costi residuali di gestione” moltiplicando la soglia massima di normalità economica dell’indicatore, divisa 100, per i “Ricavi da congruità e da normalità”23.
Nel caso in cui il valore dichiarato dei “Costi residuali di gestione” si posizioni al di sopra di detto valore massimo ammissibile, la parte di costi eccedente tale valore costituisce parametro di riferimento per la determinazione dei maggiori ricavi da normalità economica, calcolati moltiplicando tale parte eccedente per il relativo coefficiente.
Tale coefficiente è stato individuato, distintamente per gruppo omogeneo (cluster), come rapporto tra la somma dei ricavi puntuali, calcolati applicando a tutti i soggetti del cluster la specifica funzione di ricavo con l’utilizzo delle sole variabili contabili di costo, e la somma delle stesse variabili contabili di costo (vedi tabella 1).
23 Ricavi da congruità e da normalità = Ricavo puntuale da analisi della congruità + Maggiore ricavo da normalità economica relativo all’indicatore “Incidenza degli ammortamenti per beni strumentali mobili rispetto al valore degli stessi beni strumentali mobili ammortizzabili” + Maggiore ricavo da normalità economica relativo all’indicatore “Incidenza dei costi per beni mobili acquisiti in dipendenza di contratti di locazione finanziaria rispetto al valore degli stessi”.
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Tabella 1 – Coefficienti di determinazione dei maggiori ricavi da applicarsi ai costi residuali di gestione
Cluster Coefficiente 1 1,0637
2 1,0823
3 1,0557
4 1,0869
5 1,0703
6 1,0963
7 1,0436
8 1,0279
9 1,0012
In applicazione, per ogni contribuente il coefficiente di determinazione dei maggiori ricavi è ottenuto come media, ponderata con le relative probabilità di appartenenza, dei coefficienti individuati per ogni gruppo omogeneo.
ANALISI DELLA CONGRUITÀ
Per ciascun contribuente viene calcolato, per ogni gruppo omogeneo, il “ricavo puntuale di cluster” come somma dei prodotti fra le variabili individuate ai fini della definizione della funzione di ricavo ed i relativi coefficienti.
Per tener conto della variabilità legata alla stima del ricavo puntuale del singolo contribuente viene calcolato, per ogni gruppo omogeneo, l’intervallo di confidenza al livello del 99,99%24. Il limite inferiore di tale intervallo di confidenza costituisce il “ricavo minimo di cluster”25.
La media ponderata con le relative probabilità di appartenenza dei “ricavi puntuali di cluster”, definiti per il contribuente in relazione a ciascun gruppo omogeneo, costituisce il “ricavo puntuale” del contribuente.
La media ponderata con le relative probabilità di appartenenza dei “ricavi minimi di cluster”, definiti per il contribuente in relazione a ciascun gruppo omogeneo, costituisce il “ricavo minimo” del contribuente.
Al ricavo puntuale e al ricavo minimo stimati con l’analisi della congruità vengono aggiunti gli eventuali maggiori ricavi derivanti dall’applicazione dell’analisi della normalità economica. 24 Nella terminologia statistica, per “intervallo di confidenza” si intende un intervallo, centrato sul ricavo puntuale y
e delimitato da due
estremi (uno inferiore e l’altro superiore), che include con un livello di probabilità prefissato il valore dell’effettivo ricavo del contribuente. Il livello di probabilità prefissato (o livello di fiducia) viene generalmente indicato con la notazione “(1 - α)%”, dove α rappresenta la probabilità che l’intervallo di confidenza non contenga l’effettivo ricavo del contribuente. Per un livello di fiducia pari al 99,99% il valore corrispondente di α è pari a 0,01%. 25 Indicando con y
il “ricavo puntuale di cluster” del generico contribuente, il corrispondente “ricavo minimo di cluster” è ottenuto
attraverso la seguente formula:
C xx * s , - y '923ˆ dove:
C è la matrice inversa della matrice data dalle somme dei quadrati e dei prodotti incrociati delle variabili indipendenti, opportunamente pesate per controllare l’eventuale presenza di eteroschedasticità;
s è la radice quadrata del Mean Square Error (RMSE); x è il vettore delle variabili indipendenti osservate per il generico contribuente; 3,92 è il valore di riferimento, al livello di probabilità prescelto, della distribuzione t di Student che asintoticamente approssima una
distribuzione normale standardizzata. I valori relativi alla matrice “ C ” e al valore del “RMSE”, di ciascun cluster, vengono riportati nell’Allegato 24.
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Supplemento straordinario n. 19 alla GAZZETTA UFFICIALE Serie generale - n. 30430-12-2013
Nell’Allegato 22 vengono riportate le modalità di applicazione del correttivo relativo agli apprendisti.
Nell’Allegato 23 vengono riportate le modalità di neutralizzazione delle variabili per la componente relativa all’attività di vendita di beni soggetti ad aggio o ricavo fisso.
Nel Sub Allegato 4.H vengono riportate le variabili ed i rispettivi coefficienti delle “funzioni di ricavo”.
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Supplemento straordinario n. 19 alla GAZZETTA UFFICIALE Serie generale - n. 30430-12-2013
SUB ALLEGATI
SUB ALLEGATO 4.A – DESCRIZIONE DEI GRUPPI OMOGENEI
I gruppi omogenei sono stati individuati sulla base dei seguenti fattori:
tipologia di prestazioni;
dimensione.
Con riferimento alle prestazioni che vengono remunerate a forfait è stata identificata una specializzazione nelle seguenti tipologie di prestazioni:
consulenza contabile, bilancio e dichiarazioni fiscali (cluster 3);
contabilità, bilancio e dichiarazioni fiscali (cluster 5);
contabilità, consulenza fiscale e societaria (cluster 6);
contabilità, consulenza fiscale e societaria e assistenza in materia del lavoro (cluster 7);
assistenza in materia del lavoro (cluster 8).
Con riferimento alle prestazioni che non vengono remunerate a forfait, invece, è stata individuata una specializzazione nelle seguenti tipologie di prestazioni:
contabilità e dichiarazioni fiscali (cluster 2);
amministrazione del personale (cluster 4);
elaborazione modelli 730 (cluster 9).
Il fattore dimensionale, infine, ha permesso di individuare il cluster delle imprese più strutturate (cluster 1).
Nelle successive descrizioni dei cluster emersi dall’analisi, salvo segnalazione contraria, l’indicazione di valori numerici riguarda valori medi.
CLUSTER 1 - IMPRESE DI GRANDI DIMENSIONI NUMEROSITÀ: 85 Le imprese del cluster effettuano un’ampia gamma di prestazioni afferenti principalmente all’area delle attività remunerate non a forfait: in particolare si tratta di tenuta della contabilità ordinaria e semplificata (32% dei ricavi), amministrazione del personale, paghe e contributi (16%) e dichiarazioni fiscali (730, Unico, 770 e IVA) da cui deriva il 14% dei ricavi. Sono frequenti le convenzioni con Centri di Assistenza Fiscale.
Le imprese del cluster, quasi esclusivamente società di capitali (91% dei casi), impiegano 24 addetti di cui 22 dipendenti.
I locali destinati all’esercizio dell’attività, spesso decentrati su più unità locali, misurano complessivamente 810 mq.
CLUSTER 2 - IMPRESE CHE FORNISCONO SERVIZI CONTABILI E DICHIARAZIONI FISCALI CON REMUNERAZIONE NON A FORFAIT
NUMEROSITÀ: 1.447 Le imprese del cluster eseguono prevalentemente prestazioni, remunerate non a forfait, relative alla tenuta della contabilità ordinaria e semplificata (60% dei ricavi) e alle dichiarazioni fiscali (730, Unico, 770 e IVA) da cui deriva il 19% dei ricavi.
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Supplemento straordinario n. 19 alla GAZZETTA UFFICIALE Serie generale - n. 30430-12-2013
Le imprese del cluster, prevalentemente società (48% di capitali e 37% di persone) e, in misura minore, ditte individuali (15%), occupano 3 addetti.
I locali destinati all’esercizio dell’attività misurano 92 mq.
CLUSTER 3 - IMPRESE CHE FORNISCONO SERVIZI DI CONSULENZA CONTABILE, REDAZIONE DI BILANCI E DICHIARAZIONI FISCALI CON REMUNERAZIONE A FORFAIT
NUMEROSITÀ: 248 Le imprese del cluster eseguono prevalentemente prestazioni, remunerate a forfait, relative alla consulenza contabile e alla redazione di bilanci e dichiarazioni fiscali (67% dei ricavi).
Nel 23% dei casi la maggior parte dei ricavi deriva dal cliente principale.
Le imprese del cluster, prevalentemente società (54% di capitali e 32% di persone) e, in misura minore, ditte individuali (14%), occupano 3 addetti.
I locali destinati all’esercizio dell’attività misurano 117 mq.
CLUSTER 4 - IMPRESE CHE FORNISCONO SERVIZI DI AMMINISTRAZIONE DEL PERSONALE CON REMUNERAZIONE NON A FORFAIT
NUMEROSITÀ: 181 Le imprese del cluster eseguono prevalentemente prestazioni, remunerate non a forfait, relative all’amministrazione del personale, paghe e contributi (62% dei ricavi) e alla presentazione dei modelli 770 (6%).
Le imprese del cluster, quasi esclusivamente società (54% di capitali e 40% di persone), occupano 4 addetti.
I locali destinati all’esercizio dell’attività misurano 101 mq.
CLUSTER 5 - IMPRESE CHE FORNISCONO SERVIZI CONTABILI, REDAZIONE DI BILANCI E DICHIARAZIONI FISCALI CON REMUNERAZIONE A FORFAIT
NUMEROSITÀ: 983 Le imprese del cluster eseguono prevalentemente prestazioni, remunerate a forfait, relative alla tenuta della contabilità e alla redazione di bilanci e dichiarazioni fiscali (84% dei ricavi).
Le imprese del cluster, prevalentemente società (48% di capitali e 38% di persone) e, in misura minore, ditte individuali (14%), occupano 3 addetti.
I locali destinati all’esercizio dell’attività misurano 91 mq.
CLUSTER 6 - IMPRESE CHE FORNISCONO SERVIZI CONTABILI E CONSULENZA FISCALE E SOCIETARIA CON REMUNERAZIONE A FORFAIT
NUMEROSITÀ: 1.086 Le imprese del cluster eseguono prevalentemente prestazioni, remunerate a forfait, relative alla tenuta della contabilità e alla consulenza in materia fiscale (comprese le dichiarazioni fiscali) e societaria (63% dei ricavi).
Le imprese del cluster, in prevalenza società (50% di persone e 37% di capitali) e, in misura minore, ditte individuali (13%), occupano 3 addetti.
I locali destinati all’esercizio dell’attività misurano 93 mq.
CLUSTER 7 - IMPRESE CHE FORNISCONO SERVIZI CONTABILI, CONSULENZA FISCALE E SOCIETARIA E ASSISTENZA IN MATERIA DEL LAVORO CON REMUNERAZIONE A FORFAIT
NUMEROSITÀ: 221 Le imprese del cluster eseguono prevalentemente prestazioni, remunerate a forfait, relative alla tenuta della contabilità, alla consulenza in materia fiscale (comprese le dichiarazioni fiscali) e societaria e all’assistenza in materia del lavoro (66% dei ricavi).
Le imprese del cluster, quasi esclusivamente società (58% di capitali e 36% di persone), occupano 4 addetti di cui 3 dipendenti.
I locali destinati all’esercizio dell’attività misurano 108 mq.
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CLUSTER 8 - IMPRESE CHE FORNISCONO SERVIZI DI ASSISTENZA IN MATERIA DEL LAVORO CON REMUNERAZIONE A FORFAIT
NUMEROSITÀ: 85 Le imprese del cluster effettuano prevalentemente attività, remunerate a forfait, di assistenza in materia del lavoro, compresi servizi di amministrazione paghe e contributi (74% dei ricavi).
Le imprese del cluster, quasi esclusivamente società (62% di capitali e 36% di persone), occupano 3-4 addetti.
I locali destinati all’esercizio dell’attività misurano 100 mq.
CLUSTER 9 - IMPRESE CHE FORNISCONO SERVIZI DI ELABORAZIONE DEI MODELLI 730 CON REMUNERAZIONE NON A FORFAIT
NUMEROSITÀ: 102 Le imprese del cluster, generalmente convenzionate con Centri di Assistenza Fiscale, eseguono prevalentemente prestazioni, remunerate non a forfait, relative alle dichiarazioni fiscali: in particolare si tratta dell’elaborazione dei modelli 730 (73% dei ricavi) e Unico persone fisiche (7%).
Nel 21% dei casi la maggior parte dei ricavi deriva dal cliente principale.
Le imprese del cluster, prevalentemente società di capitali (81% dei casi), occupano 5 addetti.
I locali destinati all’esercizio dell’attività, spesso decentrati su più unità locali, misurano complessivamente 101 mq.
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Supplemento straordinario n. 19 alla GAZZETTA UFFICIALE Serie generale - n. 30430-12-2013
SUB ALLEGATO 4.C – FORMULE DEGLI INDICATORI
Di seguito sono riportate le formule degli indicatori economico-contabili utilizzati in costruzione e/o applicazione dello studio di settore:
Incidenza degli ammortamenti per beni strumentali mobili rispetto al valore degli stessi beni strumentali mobili ammortizzabili = (Ammortamenti per beni mobili strumentali al netto dei beni di costo unitario non superiore a 516,46 euro *100)/(Valore dei beni strumentali mobili in proprietà al netto dei beni di costo unitario non superiore a 516,46 euro 26);
Incidenza dei costi per beni mobili acquisiti in dipendenza di contratti di locazione finanziaria rispetto al valore degli stessi = (Canoni per beni mobili acquisiti in dipendenza di contratti di locazione finanziaria, ad esclusione dei canoni fiscalmente deducibili oltre il periodo di durata del contratto*100)/(Valore dei beni strumentali mobili relativo a beni acquisiti in dipendenza di contratti di locazione finanziaria26);
Incidenza dei costi residuali di gestione sui ricavi = (Costi residuali di gestione*100)/(Ricavi dichiarati27);
Indice di copertura del costo per il godimento di beni di terzi e degli ammortamenti = (Margine netto)/(Costo per il godimento di beni di terzi + Ammortamenti);
Margine per addetto non dipendente = (Margine/1.000)/(Numero Addetti non Dipendenti28);
Valore aggiunto lordo per addetto = (Valore aggiunto lordo/1.000)/(Numero addetti29). 26 La variabile è rideterminata in base alla durata dell’attività pari al numero di mesi di attività nel corso del periodo d’imposta diviso 12. 27 In fase di applicazione dell’indicatore di normalità economica vengono utilizzati i: Ricavi da congruità e da normalità = Ricavo puntuale da analisi della congruità + Maggiore ricavo da normalità economica relativo all’indicatore “Incidenza degli ammortamenti per beni strumentali mobili rispetto al valore degli stessi beni strumentali mobili ammortizzabili” + Maggiore ricavo da normalità economica relativo all’indicatore “Incidenza dei costi per beni mobili acquisiti in dipendenza di contratti di locazione finanziaria rispetto al valore degli stessi”. 28 Di seguito viene riportato il calcolo del numero di addetti non dipendenti:
Numero addetti non dipendenti = (ditte individuali)
Titolare numero collaboratori dell’impresa familiare e coniuge dell’azienda coniugale + numero familiari diversi che prestano attività nell'impresa + numero associati in partecipazione
Numero addetti non dipendenti = (società)
Numero familiari diversi che prestano attività nell'impresa + numero associati in partecipazione numero soci amministratori numero soci non amministratori + numero amministratori non soci.
Se il numero addetti non dipendenti è inferiore a “Numero di mesi di attività nel corso del periodo d’imposta” diviso 12, allora il numero addetti non dipendenti è pari al valore massimo tra (numero addetti non dipendenti) e (titolare – numero dipendenti). Il titolare è pari a uno. Il numero dipendenti è pari al Numero delle giornate retribuite diviso 312. Il numero collaboratori dell’impresa familiare e coniuge dell’azienda coniugale, il numero familiari diversi che prestano attività nell’impresa, il numero associati in partecipazione, il numero soci amministratori e il numero soci non amministratori sono pari alla relativa percentuale di lavoro prestato diviso 100. Il numero degli amministratori non soci e il titolare sono rideterminati in base alla durata dell’attività pari al numero di mesi di attività nel corso del periodo d’imposta diviso 12. 29 Di seguito viene riportato il calcolo del numero di addetti:
Numero addetti = (ditte individuali)
Titolare numero dipendenti + numero collaboratori coordinati e continuativi che prestano attività prevalentemente nell’impresa + numero collaboratori dell’impresa familiare e coniuge dell’azienda coniugale + numero familiari diversi che prestano attività nell'impresa + numero associati in partecipazione
Numero addetti = (società)
Numero dipendenti + numero collaboratori coordinati e continuativi che prestano attività prevalentemente nell’impresa + numero familiari diversi che prestano attività nell'impresa + numero associati in partecipazione numero soci amministratori numero soci non amministratori + numero amministratori non soci.
Il titolare è pari a uno. Il numero dipendenti è pari al numero delle giornate retribuite diviso 312. Il numero collaboratori dell’impresa familiare e coniuge dell’azienda coniugale, il numero familiari diversi che prestano attività nell’impresa, il numero associati in partecipazione, il numero soci amministratori e il numero soci non amministratori sono pari alla relativa percentuale di lavoro prestato diviso 100. Il numero collaboratori coordinati e continuativi che prestano attività prevalentemente nell’impresa, il numero amministratori non soci e il titolare sono rideterminati in base alla durata dell’attività pari al numero di mesi di attività nel corso del periodo d’imposta diviso 12. Il numero addetti non può essere inferiore a (“Numero di mesi di attività nel corso del periodo d’imposta” diviso 12).
— 231 —
Supplemento straordinario n. 19 alla GAZZETTA UFFICIALE Serie generale - n. 30430-12-2013
Dove:
Aggi derivanti dalla vendita di generi soggetti ad aggio o ricavo fisso = Ricavi derivanti dalla vendita di generi soggetti ad aggio o ricavo fisso - (Esistenze iniziali relative a prodotti soggetti ad aggio o ricavo fisso - Rimanenze finali relative a prodotti soggetti ad aggio o ricavo fisso + Costi per l’acquisto di prodotti soggetti ad aggio o ricavo fisso - Beni soggetti ad aggio o ricavo fisso distrutti o sottratti)30;
Ammortamenti per beni mobili strumentali al netto dei beni di costo unitario non superiore a 516,46 euro = Ammortamenti per beni mobili strumentali - Spese per l’acquisto di beni strumentali di costo unitario non superiore a 516,46 euro;
Costi residuali di gestione = Oneri diversi di gestione - Abbonamenti a riviste e giornali, acquisto di libri, spese per cancelleria - Spese per omaggio a clienti ed articoli promozionali + Altri componenti negativi - Utili spettanti agli associati in partecipazione con apporti di solo lavoro;
Costo del venduto = [Esistenze iniziali relative a merci, prodotti finiti, materie prime e sussidiarie, semilavorati e ai servizi non di durata ultrannuale (escluse quelle relative a prodotti soggetti ad aggio o ricavo fisso) + Costi per l'acquisto di materie prime, sussidiarie, semilavorati e merci (esclusi quelli relativi a prodotti soggetti ad aggio o ricavo fisso) - Beni distrutti o sottratti (esclusi quelli soggetti ad aggio o ricavo fisso)] + (Esistenze iniziali relative ad opere, forniture e servizi di durata ultrannuale di cui all'art. 93, comma 5, del TUIR31 - Beni distrutti o sottratti) - Rimanenze finali;
Margine = Valore aggiunto lordo – (Spese per lavoro dipendente e per altre prestazioni diverse da lavoro dipendente afferenti l'attività dell'impresa - Compensi corrisposti ai soci per l’attività di amministratore (società di persone));
Margine netto = Margine – [(Soglia minima di coerenza dell’indicatore “Margine per addetto non dipendente”) * 1.000 * (Numero addetti non Dipendenti)];
Ricavi dichiarati32 = Ricavi di cui ai commi 1 (lett. a) e b)) e 2 dell’art. 85 del TUIR (esclusi aggi o ricavi fissi) + (Altri proventi considerati ricavi - Altri proventi considerati ricavi di cui alla lettera f) dell'art. 85, comma 1, del TUIR) + (Rimanenze finali relative ad opere, forniture e servizi di durata ultrannuale - Rimanenze finali relative ad opere, forniture e servizi di durata ultrannuale di cui all'art. 93, comma 5, del TUIR) - (Esistenze iniziali relative ad opere, forniture e servizi di durata ultrannuale - Esistenze iniziali relative ad opere, forniture e servizi di durata ultrannuale di cui all'art. 93, comma 5, del TUIR);
Rimanenze finali = Rimanenze finali relative a merci, prodotti finiti, materie prime e sussidiarie, semilavorati e ai servizi non di durata ultrannuale (escluse quelle relative a prodotti soggetti ad aggio o ricavo fisso) + Rimanenze finali relative ad opere, forniture e servizi di durata ultrannuale di cui all'art. 93, comma 5, del TUIR;
Valore aggiunto lordo = (Ricavi dichiarati + Aggi derivanti dalla vendita di generi soggetti ad aggio o ricavo fisso) - [(Costo del venduto + Costo per la produzione di servizi)30 + Spese per acquisti di servizi - Compensi corrisposti ai soci per l’attività di amministratore (società ed enti soggetti all’Ires) + Altri costi per servizi + Oneri diversi di gestione + Altri componenti negativi - Utili spettanti agli associati in partecipazione con apporti di solo lavoro];
Valore dei beni strumentali mobili in proprietà al netto dei beni di costo unitario non superiore a 516,46 euro = Valore dei beni strumentali - Valore relativo a beni acquisiti in dipendenza di contratti di locazione non finanziaria - Valore relativo a beni acquisiti in dipendenza di contratti di locazione finanziaria - Spese per l’acquisto di beni strumentali di costo unitario non superiore a 516,46 euro.
30 Se la variabile è minore di zero, viene posta uguale a zero. 31 Il richiamo dell’art. 93, comma 5 del TUIR, è riferito al testo vigente anteriormente all’abrogazione della norma operata dall’art. 1, comma 70 della legge 27 dicembre 2006, n. 296 (opere, forniture e servizi ultrannuali con inizio di esecuzione non successivo al periodo d’imposta in corso alla data del 31 dicembre 2006). 32 Nella fase di costruzione i Ricavi dichiarati includono l’Adeguamento da studi di settore.
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Supplemento straordinario n. 19 alla GAZZETTA UFFICIALE Serie generale - n. 30430-12-2013
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— 237 —
Supplemento straordinario n. 19 alla GAZZETTA UFFICIALE Serie generale - n. 30430-12-2013
SUB ALLEGATO 4.E - VALORI SOGLIA PER GLI INDICATORI DI COERENZA
Cluster Modalità di distribuzione
Valore aggiunto lordo per addetto (in
migliaia di euro)
Margine per addetto non dipendente (in
migliaia di euro)
Soglia minima
Soglia massima
Soglia minima
Soglia massima
1 Gruppo territoriale 2 e 5 33,00 60,00 33,00 99.999,00
Gruppo territoriale 1 e 3 37,79 70,00 37,79 99.999,00
2 Gruppo territoriale 2 e 5 20,81 60,00 20,81 99.999,00
Gruppo territoriale 1 e 3 26,34 75,00 26,34 99.999,00
3 Gruppo territoriale 2 e 5 23,00 75,00 23,00 99.999,00
Gruppo territoriale 1 e 3 27,55 90,00 27,55 99.999,00
4 Gruppo territoriale 2 e 5 25,11 65,00 25,11 99.999,00
Gruppo territoriale 1 e 3 29,39 80,00 29,39 99.999,00
5 Gruppo territoriale 2 e 5 22,16 65,00 22,16 99.999,00
Gruppo territoriale 1 e 3 27,79 80,00 27,79 99.999,00
6 Gruppo territoriale 2 e 5 21,03 65,00 21,03 99.999,00
Gruppo territoriale 1 e 3 27,57 80,00 27,57 99.999,00
7 Gruppo territoriale 2 e 5 24,62 65,00 24,62 99.999,00
Gruppo territoriale 1 e 3 29,25 80,00 29,25 99.999,00
8 Gruppo territoriale 2 e 5 23,00 65,00 23,00 99.999,00
Gruppo territoriale 1 e 3 28,00 80,00 28,00 99.999,00
9 Gruppo territoriale 2 e 5 20,41 50,00 20,41 99.999,00
Gruppo territoriale 1 e 3 25,00 60,00 25,00 99.999,00
— 238 —
Supplemento straordinario n. 19 alla GAZZETTA UFFICIALE Serie generale - n. 30430-12-2013
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— 242 —
Supplemento straordinario n. 19 alla GAZZETTA UFFICIALE Serie generale - n. 30430-12-2013
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Supplemento straordinario n. 19 alla GAZZETTA UFFICIALE Serie generale - n. 30430-12-2013
SUB ALLEGATO 4.G - VALORI SOGLIA PER GLI INDICATORI DI NORMALITÀ ECONOMICA
Cluster Modalità di distribuzione
Incidenza degli ammortamenti per beni strumentali mobili rispetto al
valore degli stessi beni strumentali mobili
ammortizzabili
Incidenza dei costi per beni mobili acquisiti in dipendenza di contratti di locazione finanziaria rispetto al valore degli
stessi
Incidenza dei costi residuali di gestione
sui ricavi
Soglia massima Soglia massima Soglia massima 1 Tutti i soggetti 25,00 55,00 6,03
2 Tutti i soggetti 25,00 55,00 6,23
3 Tutti i soggetti 25,00 55,00 6,25
4 Tutti i soggetti 25,00 55,00 6,20
5 Tutti i soggetti 25,00 55,00 6,52
6 Tutti i soggetti 25,00 55,00 6,10
7 Tutti i soggetti 25,00 55,00 6,12
8 Tutti i soggetti 25,00 55,00 6,83
9 Tutti i soggetti 25,00 55,00 5,97
— 244 —
Supplemento straordinario n. 19 alla GAZZETTA UFFICIALE Serie generale - n. 30430-12-2013
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— 247 —
Supplemento straordinario n. 19 alla GAZZETTA UFFICIALE Serie generale - n. 30430-12-2013
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— 248 —
Supplemento straordinario n. 19 alla GAZZETTA UFFICIALE Serie generale - n. 30430-12-2013
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