studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi...

491

Transcript of studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi...

Page 1: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,
Page 2: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,
Page 3: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

Studi InternazionaliA cura di

LuigiBonanate

Scritti diLuigi Bonanate, Università di Torino

Antonio Cassese, Università di FirenzeEnnio DiNolfo, Università diFirenzeRoberto Panizza, Università di Torino

Edizioni dellaFondazione Giovanni Agnelli

Page 4: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli, 1990. - XII, 479 p. : 21 cm - (Guide agli studi discienze sociali).

1. Politica. Studi 2. Relazioni internazionaliI. Luigi Bonanate II. Ennio Di Nolfo

Copyright © 1990 by Edizioni della Fondazione Giovanni AgnelliVia Giacosa 38, 10125 Torino

tel. (011) 6500500, fax: (011) 6502777e-mail: [email protected], Internet: http://www.fga.it

ISBN 88-7860-034-2

La cura redazionale è di Sandro Ortona

Page 5: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

Indice

Premessa p. 3

1. La cultura internazionalistica italiana 32. Sulla delimitazione degli studi internazionali 4

Capitolo primo

Relazioni internazionali 9

Luigi Bonanate

1. Le risorse della ricerca internazionalistica in Italia 9

2. Le relazioni internazionali nella cultura italiana 14

3. La via italiana alle relazioni internazionali 19

3.1 La prima fase (1969-1976) 203.2. Il 1976 233.3. 1976-1987 25

4. Alla ricerca dei criteri di rilevanza degli studiinternazionalistici 30

5. Metodologia e teorie generali 335.1. Metodologia 345.2. Teoria e teorie 38

6. Studi e ricerche sulla politica estera 46

7. Tra guerra e pace 53

8. L’affannosa ricerca strategica della sicurezza 59

9. Conclusioni: un bilancio che guarda al futuro 65

Riferimenti bibliografici 68

Page 6: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

VIII Indice

Capitolo secondoStoria delle relazioni internazionali p. 71Ennio Di Nolfo

1. Dati istituzionali sull’insegnamento e sulla ricerca 712. Un bilancio degli studi di storia delle relazioni internazionali 743. Le fonti 804. Le tematiche 815. Studi sulla politica estera fascista 896. Studi sulla seconda guerra mondiale e sul dopoguerra 967. Nuove aree geografiche 1048. Studi sull’emigrazione 108

Riferimenti bibliografici 111

Capitolo terzoDiritto internazionale 113Antonio Cassese

1. Premessa 1132. La situazione dell’insegnamento e della ricerca 1143. L’evoluzione della dottrina dopo il secondo dopoguerra 116

3.1. Le trasformazioni della comunità internazionalee del clima generale italiano 116

3.2. Caratteri generali della dottrina 1184. Le nuove tendenze che emergono tra la fine degli

anni Sessanta ed oggi 1244.1. I «fatti nuovi» sulla scena italiana 1244.2. I «fatti nuovi» sulla scena internazionale 1254.3. Le nuove tendenze del positivismo 1274.4. I principali orientamenti della scienza internazionalistica

contemporanea 1364.5. Gli internazionalisti e il «mondo esterno» 142

5. Osservazioni conclusive 1455.1 La scienza internazionalistica italiana può essere accusata di

essere astratta e formalistica? 1455.2 Cosa è vivo e cosa è morto nella dottrina italiana 147Riferimenti bibliografici 149

Page 7: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

Indice IX

Capitolo quartoEconomia internazionale p. 159Roberto Panizza

1. Origine e contenuti dei primi studi di economiainternazionale in Italia 159

2. Le risorse pubbliche: cattedre e centri di ricercasull’economia internazionale 161

3. Le risorse private: centri di ricerca sull’economiainternazionale 168

4. I tradizionali filoni di ricerca dell’economia internazionale 1725. La crisi degli anni Settanta: un’analisi descrittiva 1756. Flussi commerciali dell’Italia e delle principali aree

economiche mondiali 1817. Processi di internazionalizzazione, di integrazione monetaria

e di globalizzazione dei mercati: un’analisi interpretativa 1898. Contributi alla teoria pura del commercio internazionale 1979. Contributi alla teoria monetaria dello scambio internazionale 204

Riferimenti bibliografici 212

APPENDICE BIBLIOGRAFICA

Premessa 2151. Relazioni internazionali (Fabio Armao e Walter Coralluzzo) 217

1.1. Teoria e metodologia delle relazioni internazionali 2171.2. Politica estera 2251.3. Pacifismo e bellicosità nel sistema internazionale 2381.4. Problemi strategici, sociologia e storia militare 247

2. Storia delle relazioni internazionali e storia internazionale(Ennio Di Nolfo) 2592.1. Fino al 1815 2592.2. Dal 1815 al 1870 2632.3. Dal 1870 al 1914 2682.4. Dal 1914 al 1943 2802.5. Dal 1943 a oggi 3072.6. Nuove aree geografiche, emigrazione e opere varie 3372.7. Fonti 354

Page 8: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

X Indice

3. Diritto internazionale (Antonio Cassese) p. 3633.1.1. Manuali 3633.2.1. Storia del diritto internazionale 3643.3.1. Diritto dei trattati 3653.3.2. Successione di stati e trattati 3673.3.3. Consuetudine 3683.4.1. Stati e altri soggetti di diritto internazionale 3693.4.2. Insorti 3703.4.3. Autodeterminazione dei popoli 3703.4.4. Individui 3713.4.5. Stranieri 3723.5.1. Organizzazioni internazionali 3723.5.2. Nazioni Unite 3743.5.3. Istituzioni specializzate 3753.5.4. Altre organizzazioni governative 3773.5.5. Organizzazioni non governative 3773.5.6. Comunità europee 3783.6.1. Territorio 3863.6.2 Mare 3873.6.3 Trasporti marittimi 3933.6.4. Fiumi 3933.6.5. Tutela dell’ambiente 3933.6.6. Spazio aereo 3963.6.7. Cattura illecita di aeromobili 3963.6.8. Spazio extratmosferico 3973.7.1. Rapporti tra diritto interno e diritto internazionale 3973.7.2. Immunità giurisdizionale degli stati 4053.7.3. Organi di stati 4063.8.1. Diritti umani 4063.8.2. Scritti relativi alla Convenzione europea dei diritti dell’uomo 4103.8.3. Diritto penale internazionale 4153.9.1. Cooperazione politica 4173.9.2. Cooperazione economica e sociale 4173.9.3. Cooperazione in campo giudiziario, civile e penale 4193.9.4. Cooperazione in altri settori 4203.10.1.Tutela degli investimenti all’estero 4203.11.1.Responsabilità internazionale 422

Page 9: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

Indice XI

3.12.1.Soluzione delle controversie p. 4233.12.2.Mezzi di impiego della forza diversi dalla guerra 4273.12.3.Guerra e neutralità 4273.12.4.Armi 431

4. Economia internazionale (Roberto Panizza) 433

Indice dei nomi 461

Page 10: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,
Page 11: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

STUDI INTERNAZIONALI

Page 12: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,
Page 13: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

Premessa

1. La cultura internazionalistica italiana

Per secoli, l’unico fatto internazionalmente rilevante — e general-mente percepito come tale — è stata la guerra: e tante se ne sono com-battute (118 nel solo periodo 1816-1980, secondo i sacri testi) che allariflessione su questo evento, e poi sulla sua principale antitesi, il diritto,e sulle modalità di ciascuna di quelle, la storia, ha dovuto esser concessoun grande spazio dalla comunità scientifica in tutti i paesi del mondo.Almeno in parte diversamente si è evoluta la cultura accademica perquanto riguarda altre due discipline, sempre a carattere internazionali-stico, che addirittura si presentavano rivendicando una sorta di primo-genitura — intellettuale e non cronologica — nei confronti degli studi in-ternazionali. La disciplina delle relazioni internazionali (cioè: la scienzapolitica applicata ai problemi extra-statuali) e l’economia internazionalepretendevano infatti di possedere una maggior specificità di approccio,un’esclusività di attenzione per le dinamiche degli eventi internazionali,tali da chiedere che i risultati delle loro riflessioni si imponessero su qual-siasi altra analisi si volesse compiere dei fenomeni internazionali.

Nulla di nuovo ci sarebbe in questa storia, né alcun particolare inte-resse nel riferirla, se non fosse che il mondo contemporaneo ha cono-sciuto un così impetuoso e dirompente sviluppo nell’internazionalizza-zione della realtà da riproporre — e con ben altra ponderazione — il pro-blema dell’approccio agli studi internazionali nella loro generalità. Si po-trebbe addirittura suggerire che — dopo essere stata una dimensione lacui importanza è cresciuta per anni — l’internazionalità si sia oggi tra-sformata in una sorta di vera e propria costante che accompagna i piùsvariati fenomeni che superano i confini dello stato.

Così stando le cose, e restando anche più di un rebus da sciogliereper quanto riguarda la storia delle discipline coinvoltevi, e in particolarequella dei loro reciproci rapporti, il progetto della Fondazione Agnelli didedicare una delle sue guide agli studi internazionali si è rivelato — al

Page 14: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

4 Premessa

di là del risultato del nostro lavoro, che il lettore valuterà — un’occa-sione eccezionalmente suggestiva per affrontare, per la prima volta inItalia (ma lavori di questo genere non sono certo diffusi nel mondo),il nodo rappresentato dallo scarso interesse (almeno comparativamente,rispetto ad altri settori di studio) mostrato dalla comunità scientifica ita-liana per gli studi internazionali (va aggiunta la considerazione che questaguida è «unica» anche nel senso che non si sovrappone a una disciplina,accademicamente costituita, ma affronta una problematica, tra l’altrovastissima). Come ogni generalizzazione, anche questa contiene qualcheimprecisione: il diritto internazionale e la storia delle relazioni interna-zionali (o, come la si chiamava una volta, la storia dei trattati) hannosempre goduto nella comunità accademica italiana di fiducia e rispetto:oggi i titolari di corsi universitari nella prima disciplina sono 106, quellidella seconda 42. Stupisce semmai — e in ogni caso, di più — che i titolaridi economia internazionale siano soltanto 31 e quelli di relazioniinternazionali addirittura solo 5; ma qui le considerazioni dovrebberoessere più amare: nessuno dei paesi sviluppati del mondo — anche moltodietro il quarto o il quinto più industrializzato! — conosce una situa-zione di tale arretratezza (la quale, è chiaro, deve pur nascondere qualcheresponsabilità, e qualche colpa). Non tocca a questa premessa giustifi-care i diversi aspetti che saranno invece discussi approfonditamente neiquattro capitoli della guida. È utile invece soffermarsi ora sulla defini-zione stessa di quegli studi che abbiamo — per la prima volta — acco-stato, non pretendendo di scoprire una qualche artificiosa o inesistenteomogeneità tra discipline non solo per storia, ma per metodologie, cul-tura, tradizioni notevolmente diverse tra loro, ma per individuare uncampo problematico, che può utilissimamente giovarsi dell’apporto plu-ralistico di esperienze e specializzazioni varie.

2. Sulla delimitazione degli studi internazionali

Se l’«internazionalità» non fosse concepibile altrimenti che come unadimensione delle molteplici e incomunicanti realtà — politica, econo-mica, sociale, giuridica, culturale, ecc. — tipiche della vita interna ai singolistati, allora sarebbe sufficiente operare una proiezione speculare di questeultime sulla scena esterna per ottenerne la definizione stessa del-l’internazionalità. Se invece si tende a una concettualizzazione autonomae specifica dell’internazionalità come categoria a sé stante, diventa ne-cessario affrontare un diverso cammino, che ci permetta di caratteriz-zare più intensamente tale ricerca.

Page 15: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

Premessa 5

Una prima possibilità per muovere in direzione dell’individuazione del-l’area degli studi internazionali è rappresentata dalla semplice giustappo-sizione di diversi approcci disciplinari, come ad esempio si limita a reci-tare la dichiarazione di intenti della British International Studies Associa-tion, nella quarta di copertina della Review of International Studies, la quale in-tende rivolgersi a «studiosi interessati a politica, diritto, storia, tecnologia ea tutte quelle altre aree della scienza sociale che rivestono un interesse nel-lo studio accademico dell’arena internazionale». Non più incisiva è la pre-sentazione dell’International Studies Association, quando si riferisce ai«vari fattori politici, economici, sociali o culturali che coinvolgono più diuna società». Ma la via dell’elencazione — per quanto sia la più sempli-ce e approssimativamente accettabile — non libera tuttavia dal dubbio sel’internazionalità possa davvero costituirsi in oggetto di studio autonomo,dunque non come semplice «multi- disciplina» (ancora qualcosa meno del-l’interdisciplinarità?), bensì come problematica complessa e — perché no?— complicata, dia poi o no essa vita anche a una vera e propria disciplina.

La vita internazionale è piuttosto un immenso campo problematico, su-scettibile di venir analizzato da diverse prospettive e con diverse competen-ze — né più né meno di come succede per lo stato o per un sistema so-ciale. Ma a ben vedere, si potrebbe addirittura argomentare che — in a-stratto, almeno — l’internazionalità sia ben più che l’ambiente nel quale glistati agiscono, dato che questi ultimi sono divisi l’uno dall’altro e auto-nomi soltanto in quanto sottrazioni rispetto all’unità originaria e «sconfi-nata» del globo. Gli stati, in altre parole, non esistono in natura, ma co-me artificiali suddivisioni rispetto all’idea cosmopolitica di umanità, oppu-re di impero universale, di Sacro romano impero, e così via (l’enormeeterogeneità che differenzia poi gli stati — per dimensioni, risorse, popola-zione, regime politico, ecc. — rende estremamente difficile abbracciarlitutti in un solo e stesso sguardo).

In termini più propositivi, si potrà sostenere dunque che l’internazio-nalità è di per sé coessenziale agli stati stessi (un buon esempio, in questadirezione, anche se non intendo qui riferirmi a ciò che esso implica, èrappresentato dall’idea kelseniana del primato gerarchico-sistematico deldiritto internazionale rispetto a quelli statuali), cosicché l’elemento distin-tivo dell’internazionalità non andrà più cercato soltanto o esclusivamentenel coinvolgimento aritmetico di più stati — che è una condizione ne-cessaria ma non sufficiente per elevare a problematica autonoma l’in-ternazionalità — bensì nell’autonomia e nella specificità della proces-sualità degli eventi internazionali, i quali si svolgono secondo regolee condizioni indipendenti da quelle che contraddistinguono lo svol-

Page 16: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

6 Premessa

gimento di eventi della stessa natura (politica, economica, giuridica, sto-rica) all’interno di uno o più distinti stati.

L’economia internazionale non è la somma delle economie nazionali,così come non lo è la politica internazionale rispetto a quelle interne,e così via. Se da un punto di vista descrittivo-materiale rientra nella vitainternazionale tutto ciò che coinvolge più di uno stato, ciò che però giu-stifica la «problematicità» (l’autonomia, almeno relativa) degli studi in-ternazionali è la specificità delle spiegazioni che al suo livello si richie-dono per comprenderne la spontanea, inevitabile e intrinseca comples-sità. La simmetria tra «guerra civile» e «guerra internazionale» è moltopiù apparente ed elegante che sostanziale e effettiva (in termini inter-pretativi); la problematica strategica, a sua volta, non esiste invece senon a partire dalla sua connotazione internazionale (anche se l’industriamilitare di un paese, o un’economia di guerra, hanno poi tanto risvoltiinternazionali quanto interni).

La rilevanza attuale (cioè proprio «tipica» del nostro tempo) deglistudi internazionali sta dunque nell’originalità di problematiche le qualidevono affrontare la specificità di fenomeni che si svolgono su una scalatanto ampia e contraddistinta da tanti collegamenti da richiedere unaspecializzazione notevole per affrontarli; specializzazione che deve inoltremuovere dal presupposto — certo di per sé non molto incoraggiante, senon come sfida intellettuale — che caratteristica dei problemi interna-zionali sia, per la loro natura, la difficoltà, determinata non soltanto dallavastità della loro scala, ma piuttosto e prevalentemente dalla necessitàdi affrontare l’analisi di dinamiche che appaiono il più delle volte privedi strumenti di governo, e dunque sprovviste di immediata spiegazione.

Un campo disciplinare siffatto contraddistinto da tanta intensitàtematica — non esiste nel panorama culturale mondiale, né probabil-mente esisterà mai. La sua costituzione non rientra neppure nelle inten-zioni tacite di questa guida, la quale tuttavia mira pur sempre a qual-cosa di più di una semplice «fotografia di gruppo» raffigurante storici,giuristi, economisti e politologi finalmente accomunati dall’unità del lorooggetto (se non dall’interesse per i reciproci lavori — cosa che certo nonè frequentissima nelle comunità accademiche). Questo lavoro ha obiet-tivi ad un tempo molto meno, e anche un po’ più, ambiziosi. Molto meno:esibire correttamente l’immenso lavoro — infinitamente più ricco, varioe approfondito di quanto ciascuno dei responsabili delle diverse sezionisi immaginasse all’inizio — compiuto nell’ambito delle quattro discipline(o loro gruppi: non abbiamo fatto distinzioni, ad esempio, tra studiosidi diritto internazionale pubblico e studiosi di organizzazione interna-zionale, e così via; abbiamo fatto riferimento a grandi famiglie discipli-

Page 17: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

Premessa 7

nari): storia delle relazioni internazionali, diritto internazionale, economiainternazionale, relazioni internazionali. Valutare criticamente — comeciascuno dei quattro responsabili ha fatto, anche senza rifuggire, quandone è il caso, dalle polemiche — la produzione italiana, anche tenendoconto del grande divario che può essersi verificato nell’attenzione pre-stata ai diversi argomenti (raramente ciò avviene in modo casuale). Co-struire in sostanza uno strumento di informazione e di consolidamentodi conoscenze finora estremamente frammentate e frammentarie (anchetra gli specialisti dei diversi campi: ciascuno di noi, nel corso del suolavoro, ha fatto delle «scoperte»!), che possa offrire (per la sua parte)la base per un più generale bilancio della ricerca scientifica svoltasi negliultimi decenni nel nostro paese. Ciascuna delle quattro sezioni comprende,inoltre, una vera e propria storia della disciplina — mai tentata primad’ora — avendo per base un paio di decenni, ma senza rifuggire — quan-d’era il caso — anche dalla «preistoria».

Ciò che ha invece questo lavoro di «più ambizioso» è il desiderio diimporre l’idea che la riflessione sugli eventi internazionali, la capacitàdi collocarne le componenti al centro di analisi anche apparentementelontane da quelli, la creazione, in una parola, di una nuova e diversasensibilità per questa oggi fondamentale dimensione della realtà sia unpasso decisivo nella crescita culturale di una società.

Page 18: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,
Page 19: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

Capitolo primoRelazioni internazionaliLuigi Bonanate

1. Le risorse della ricerca internazionalistica in Italia

Se non è possibile datare precisamente il momento in cui un genuinoe specialistico interesse per i rapporti internazionali si è sviluppato inItalia, è in ogni caso possibile limitare il periodo storico oggetto di questaricostruzione a partire dalla metà degli anni Sessanta — anche in consi-derazione del fatto che in quel periodo cadono due avvenimenti signifi-cativi ai fini del censimento delle risorse del campo: nel 1968 viene va-rata la riforma universitaria che ammette a pieno titolo la disciplina dellerelazioni internazionali nei curricula universitari; nel 1965 viene fondatol’Istituto Affari Internazionali, un centro privato destinato ad avere unruolo rilevante nella promozione degli studi internazionali (come si vedràpiù avanti). Assumendo questi due avvenimenti come emblematici, si ètenuto conto altresì della circostanza che essi sono anche indicativi delledue forme principali secondo cui si aggregheranno successivamente lerisorse: ricerca universitaria e centri di ricerca privati.

Incominciamo dalla prima. Preceduta dall’insegnamento impartito daprofessori di diritto internazionale oppure di storia dei trattati (così suc-cede a Torino, ad esempio, dove G. Cansacchi è «incaricato», secondola formula di allora, di «relazioni internazionali» fino all’anno accade-mico 1971-72, o a Cagliari dove G. André insegna nientemeno che «teoriadelle relazioni internazionali», sempre per incarico), la disciplina dellerelazioni internazionali vede entrare successivamente in campo UmbertoGori, Antonio Papisca e Luigi Bonanate (Ennio Di Nolfo impartirà peralcuni anni corsi di relazioni internazionali, ma con programmi piuttostostoriografici). Essi diventano professori di ruolo («vanno in cattedra»,come si dice nel gergo accademico) nel 1975. A quei primi tre titolarisi associano (proprio nel senso giuridico della figura del «professore as-sociato») nel 1980 Fulvio Attinà (che era già incaricato da alcuni anni)e Carlo M. Santoro. Nel 1985 si associa nella stessa disciplina FrancoA. Casadio, purtroppo scomparso nell’estate 1989. Fino a tutto il 1989

Page 20: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

10 Luigi Bonanate

esistono tre ricercatori di relazioni internazionali, di cui due «confer-mati» Giovanni Bressi e Giorgio Carnevali, più uno non ancora confer-mato, Luciano Bozzo. Otto persone dunque!

Anche escludendo che sia il numero a fare la forza, certo questo ècosì esiguo che non si stenta a percepire quanto ridotto sia stato finorail reclutamento accademico in questo settore — «ridotto» e non «ri-stretto», perché va onestamente riconosciuto che a tutt’oggi hanno avutoriconosciuto uno status accademico tutti gli studiosi che l’hanno deside-rato: come a dire che il «mercato» non ha prodotto più di tanto! A talesconfortante bilancio va contrapposta una sola nota positiva, derivantedall’introduzione nell’università italiana del cosiddetto «dottorato di ri-cerca», il quale svolgerà proprio una delle due funzioni naturali e prin-cipali dell’università (nella sua anima di promozione scientifica): la for-mazione di nuovi studiosi nei diversi settori. Due dottorati hanno rile-vanza per la nostra disciplina: quello svolto presso l’Università di Pa-dova (coordinato da A. Papista), dotato di tre posti per un corso trien-nale formalmente intitolato alle relazioni internazionali, e quello svoltoa Firenze (sede amministrativa, coordinatore Alberto Spreafico), dedi-cato alla scienza politica (composto dai tre curricula di scienza politica,scienza dell’amministrazione, relazioni internazionali), dotato dapprimadi 7 posti e poi di 6. Con la fine del 1987 sono stati licenziati due dottoridi ricerca in relazioni internazionali (più uno ammessovi in quantoconcorrente esterno), e dei sette del primo ciclo di scienza politica, uno(l’unico che avesse seguito il profilo internazionalistico). Altri due ciclidi dottorato sono attualmente in svolgimento, e si può ipotizzare un tassodi sviluppo all’incirca costante: non più di cinque giovani studiosi al-l’anno, dunque — per i quali, va subito aggiunto, non esiste, ora comeora, alcuno sbocco accademico.

Questo per quanto riguarda le forze intellettuali. Poco più brillanteil bilancio in rapporto all’accesso a risorse e finanziamenti in ambito uni-versitario. Fino all’entrata in vigore della riforma universitaria del 1980(il D.P.R. n. 382) l’unico canale di finanziamento per la ricerca era rap-presentato dal Consiglio Nazionale delle Ricerche, negli organi di con-sulenza del quale tuttavia non sedeva né un politologo né un internazio-nalista (il che non significa che fosse impossibile, ma certo non facilis-simo, ottenere finanziamenti). A partire dal 1980, e cioè dall’istituzionedei fondi per la ricerca (più noti nel linguaggio accademico come i fondi«40%» e «60%», così denominati in riferimento alla proporzione in cuil’ammontare totale destinato alla ricerca scientifica viene ripartito traprogetti a carattere nazionale interuniversitario e progetti a caratterelocale), l’accesso ai fondi per la ricerca è nettamente migliorato: mentre

Page 21: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

Relazioni internazionali 11

in pratica ogni titolare anno per armo ottiene finanziamenti «locali» (chefiniscono per venir principalmente destinati ad acquisto di pubblicazioniscientifiche), a partire dal 1984 una prima ricerca nazionale è stata im-postata sul «Sistema della politica estera italiana» (coordinata da L. Bo-nanate, coinvolgeva le università di Torino, Firenze, Bologna e Catania);un’altra intestata a «Sicurezza nazionale e sistema politico italiano» (coor-dinata da C. M. Santoro, con le università di Bologna, Milano e To-rino) è iniziata nel 1986.

Entrambe le ricerche hanno avuto — accanto, ovviamente, al loroobbiettivi scientifici — anche la tutt’altro che disprezzabile funzione dicostruire una comunità scientifica integrata e collaborativa. Ma con questeconsiderazioni si conclude già la rassegna dei centri di elaborazione in-ternazionalistica accademica. Va aggiunto infine che almeno nelle sediuniversitarie che per prime hanno introdotto l’insegnamento di relazioniinternazionali lo stato delle infrastrutture (in sostanza libri e periodiciscientifici) è più che accettabile, consentendo a chiunque di disporre insostanza delle stesse pubblicazioni con cui lavora, ad esempio, uno stu-dioso statunitense.

A fronte della rigidità e anche delle ristrettezze ben note del pano-rama accademico, è possibile tracciare un profilo, almeno a prima vista,ben più ricco per quanto riguarda i centri di elaborazione privati, ivicomprendendo anche le iniziative di tipo editoriale. Qualche cautela vatuttavia subito espressa: se è vero — come si vedrà — che centri studie periodici non mancano (anzi, sono più di quanto non ci si sarebbe aspet-tato), dò non significa automaticamente che a tutti competa uno stessolivello scientifico o più genericamente culturale. Incominciamo dai centri.Essi vanno in primo luogo distinti a seconda che emanino da istituzioniuniversitarie oppure che siano a pieno titolo privati. I primi sono ovvia-mente pochissimi: valgono per questi le considerazioni svolte per la ri-cerca universitaria in genere, e sono spessissimo legati all’intraprendenzadel singolo studioso. Il finanziamento dei centri privati dipende sostan-zialmente dal mecenatismo proveniente da istituti di credito, impresepubbliche, grandi imprese private. I vari centri possono poi esser classi-ficati per sfera di interessi: accanto ad alcune istituzioni che intendonoaffrontare in generale i problemi internazionali, altre sono invece speci-ficamente rivolte alla politica estera italiana, all’analisi strategica, op-pure alla peace research, o ancora a tematiche regionali o settoriali. Inalcuni casi sarebbe possibile anche stabilire l’area di inclinazione poli-tica — sovente nel nostro paese i centri studi hanno funzioni non deltutto disinteressate — ma si potrebbero rischiare identificazioni fretto-lose, e sarà meglio trascurare questo dato (va anche ammesso che non

Page 22: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

12 Luigi Bonanate

di tutte è possibile dare notizie esaurienti: e questo può rappresentareun valido, per quanto malizioso, indicatore!).

1) Archivio disarmo: centro di documentazione sulla pace e sul con-trollo degli armamenti, costituitosi a Roma nel 1982. Dal 1984 pubblical’edizione italiana del World Armaments ami Disarmament Sipri Yearbook,presso l’editore Dedalo di Bari.

2) Associazione italiana studi di politica estera (Roma): pubblica ilperiodico Affari esteri, dal 1969.

3) Centro di ricerca per la pace nel Mediterraneo (Catania): promossodal Dipartimento di analisi dei processi politici, sociali e istituzionalidell’Università di Catania; si vale di contributi degli enti locali. Fon-dato nel 1987.

4) Centro di studi europei: presso l’Università di Padova.5) Centro studi e documentazioni internazionali (CESDI): opera a

Torino, fornisce documentazioni e analisi, a livello professionale, peroperatori nei campi dell’informazione, dell’industria, dell’economia.

6) Centro di studi e formazione sui diritti dell’uomo e dei popoli:presso l’Università di Padova. Pubblica, dal 1987, il periodico Pace-dirittidell’uomo-diritti dei popoli.

7) Centro studi Manlio Brosio: opera a Torino e ha pubblicato dal1984 al 1986 la Rivista italiana di strategia globale.

8) Centro per gli studi di politica estera e opinione pubblica: isti-tuito a Milano nel 1980 grazie a una convenzione tra Università e Co-mune di Milano. Pubblica dei Quaderni, che sono veri e propri volumi,e una collana di «Saggi italiani».

9) Centro di studi strategici: presso la Libera università internazio-nale degli studi sociali di Roma. Pubblica degli Occasionai Papers.

10) Centro di studi sulle comunità europee: presso l’Università diPadova.

11) Centro studi di politica internazionale (CESPI): ha sede a Roma,ed è promosso dal Partito Comunista Italiano.

12) Forum per i problemi della pace e della guerra: è promosso dal-l’Università di Firenze in collaborazione con gli enti locali. Pubblica unacollana presso La Nuova Italia Scientifica, i Quaderni Forum (dedicatia rapporti di ricerca) e Forum informazioni. Promuove ricerche, convegni,seminari. Opera dal 1986.

13) Istituto Affari Internazionali: fondato nel 1965. Pubblica, dal1969, prima i Quaderni e poi la «Collana dello spettatore internazionale»presso l’editore II Mulino di Bologna, fino al 1980. Dal 1973 pubblical’annuario L’Italia nella politica internazionale, fino al 1985 presso le Edi-zioni di Comunità, e quindi presso l’editore Franco Angeli. Dal 1966

Page 23: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

Relazioni internazionali 13

pubblica il bimestrale Lo spettatore internazionale, poi sospeso e ripresonel 1984 in lingua inglese e con cadenza quadrimestrale (The Interna-tional Spectator). Diffonde tra i soci degli Occasionai Papers. Opera pre-valentemente come centro di promozione di ricerche.

14) Istituto per la cooperazione politica, economica e culturale in-ternazionale (ICIPEC): Roma.

15) Istituto per le relazioni tra l’Italia e i paesi dell’Africa, America Latinae Medio Oriente (IPALMO): ha sede a Roma, e pubblica dal 1972 il mensilePolitica internazionale.

16) Istituto di sociologia internazionale di Gorizia (ISIG): sviluppa, tragli altri, temi legati al controllo degli armamenti, nell’ambito di un«Programma di politica e relazioni internazionali». Pubblica dei Quaderni, acircolazione limitata.

17) Istituto per gli studi di politica internazionale (ISPI). Fondato aMilano nel 1933. Ha pubblicato dal 1936 fino al 1983 il settimanale Relazioniinternazionali e l’Annuario di politica internazionale dal 1951 al 1973. Si tratta dellaprima, e più prestigiosa, istituzione italiana del settore. Dalla metà degli anniSettanta incominciò a declinare, fino alla pratica totale sospensione delle sueattività all’inizio degli anni Ottanta. Nel 1987, anche sotto l’egida delMinistero degli Affari Esteri, ha ripreso la sua attività, organizzandoseminari e convegni. Dal 1988 ha ripreso la pubblicazione di Relazioniinternazionali, con cadenza trimestrale.

18) Istituto studi e ricerche difesa (ISTRID): Roma. Pubblica quin-dicinalmente, come agenzia di stampa, Informazioni parlamentari difesa.

19) Istituto universitario europeo: retto dalla collaborazione tra Uni-versità di Torino ed enti locali, svolge principalmente corsi di aggiorna-mento.

20) Scuola di perfezionamento sui diritti dell’uomo e dei popoli: pressol’Università di Padova, è l’unico corso di perfezionamento del genereesistente in Italia.

21) Società italiana per l’organizzazione internazionale (SIOI): fondatanel 1944, si vale del patrocinio del Ministero degli Affari Esteri, dal 1945pubblica il trimestrale La comunità internazionale; una collana di volumi èdiffusa dalla casa editrice CEDAM di Padova.

22) Università per la pace: è un centro interdipartimentale di studi ericerche, costituito presso il Dipartimento di discipline storiche del-l’Università di Bologna.

23) Unione degli scienziati per il disarmo (USPID): raccoglie scienziatiappartenenti ai dipartimenti di Fisica di varie università italiane.

Page 24: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

14 Luigi Bonanate

L’unica altra sede di dibattito internazionalistico è rappresentata daquei periodici che non sono direttamente legati alle istituzioni prima elen-cate: la Rivista di studi politici internazionali, diretta da G. Vedovato;Progetto pace, diretta da U. Gori; Giano, diretta da L. Cortesi ne sono treesempi. Esistono poi testate a diverso titolo riferibili alle istituzionimilitari del paese, come la Rivista militare, la Rivista marittima, Difesaoggi, le quali tuttavia non rientrano nell’ambito della circolazione deldibattito culturale, ma sviluppano problematiche specifiche delle diversearmi. Da alcuni anni a questa parte, infine, è sempre più frequente chescritti di relazioni internazionali vengano ospitati su periodici scienti-fici come Il Politico ,la Rivista italiana di scienza politica, Teoria politica,oppure su testate di cultura in generale, come Comunità, à, Il Mulino, Bozze,Critica marxista, Democrazia e diritto, I problemi di Ulisse, testimoniando ilriconoscimento ottenuto dalla problematica internazionalistica.

Un ultimo cenno va riferito a una delle forme di diffusione culturaleoggi più sviluppate in Italia: l’attività convegnistica, nell’ambito dellaquale uno spazio sempre più rilevante viene aperto alle tematiche inter-nazionalistiche, con speciale riferimento alle grandi questioni strategicheo allo sviluppo dell’ideale federalistico (non si è citata tra le istituzioniattive nel settore il Movimento federalista europeo, con il suo periodicoIl federalista, per il connotato politico — nel senso nobile della parola —che possiede). Molto sovente l’attività convegnistica di questo tipo èorganizzata sotto l’egida degli enti locali. Ma la mappa delle risorse ri-volte a vario titolo nel nostro paese ai problemi internazionali non puòandare disgiunta dalla non facile storia — a cui ora ci si rivolgerà — dellaformazione di una sensibilità internazionalistica.

2. Le relazioni internazionali nella cultura italiana

Le relazioni internazionali — intese come quel settore della scienzapolitica che si rivolge ai rapporti politici che gli stati (e alcuni altri attori)intrattengono tra loro — sono apparse sulla scena accademica italianaprima ancora che nella cultura italiana si fosse sviluppata una qualcheconsapevolezza dell’utilità di una tale prospettiva ai fini della comprensionedella realtà politica internazionale, contemporanea o del passato. Ancoraoggi, a vent’anni dell’inaugurazione del primo corso universitario direlazioni internazionali — avvenuta a Firenze, presso la Facoltà diScienze politiche «Cesare Alfieri», nell’anno accademico 1968-69 (maeffettivamente il corso fu impartito da Umberto Gori a partire dal feb-braio 1969) — non è sempre facile per tutti comprendere quali diffe-

Page 25: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

Relazioni internazionali 15

renze intercorrano tra uno studioso di relazioni internazionali, appunto,da un lato e un politologo dall’altro, o più ancora uno studioso di dirittointernazionale o di storia diplomatica o dei trattati.

Se ciò può — seppure a malincuore — esser considerato come unamera conseguenza di certo provincialismo italiano, le cose non stannoin modo tanto differente anche all’interno del mondo universitario, nelquale ancora sovente si verificano le stesse confusioni — tanto che ci si do-vrebbe forse chiedere se davvero esistano consistenza e indipendenza peruna prospettiva disciplinare genuinamente internazionalistica. Una primaprova, a favore, e per quanto estrinseca, si deduce dall’enorme diffusioneche le relazioni internazionali hanno negli Stati Uniti (il paese che conosceil maggior sviluppo di tutte le discipline politologiche): la InternationalStudies Association ha migliaia di soci individuali, e i corsi di relazioni in-ternazionali impartiti ogni anno in quel paese sono diverse centinaia! Una se-conda prova — ben più importante — è rappresentata dalla crescente cen-tralità dei «fatti» politici internazionali, il che ha progressivamente, per quan-to lentamente, sviluppato una qualche attenzione verso il lavoro degli spe-cialisti delle relazioni internazionali — ai quali finalmente si potrà ricorrereper aver lumi sulle complesse vicende della politica internazionale.

Con tutto ciò, a tutt’oggi non si può né considerare conclusa lafase pionieristica della disciplina né verificare il suo consolidamentoattraverso l’instaurazione di un meccanismo di riproduzione discipli-nare. Infatti si deve giungere al 1973 perché si contino quattro O) inse-gnamenti di relazioni internazionali e al 1975 perché tre di quei primiquattro corsi (impartiti per «incarico» annuale) vengano ammessi a pienotitolo nella comunità accademica con l’assegnazione di tre cattedre (aitre stessi incaricati: Gori a Firenze, Papisca a Catania, Bonanate a To-rino). Ma se si guarda ad oggi, la situazione è ben poco mutata, anchese quantitativamente si era giunti ad un raddoppiamento con l’ingressonella disciplina di Fulvio Attinà, di Carlo M. Santoro (Bologna e, dal1987, supplente nella stessa materia a Milano), e di Franco Casadio(Salerno) .

Quel che è poi necessario mettere in rilievo è che di questi titolari,la stragrande maggioranza (quattro) non ha potuto seguire — per l’ov-vio motivo che non esistevano corsi di relazioni internazionali — stu-di specialistici né laurearsi in una disciplina politologica (ciò che hannoavuto finora l’opportunità di fare i soli Bonanate e Attinà). Dunque,chi nel corso del passato ventennio era interessato alla problematicapolitica internazionale era costretto a rifugiarsi, per via di mera vici-nanza, nel diritto internazionale o nell’organizzazione internazionale.

Page 26: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

16 Luigi Bonanate

Non solo: a tutt’oggi non esiste ancora un solo laureato in relazioni in-ternazionali (e ormai sono decine e decine) che sia entrato formalmentenel mondo universitario!

Poiché uno soltanto dei pochi ricercatori universitari è laureatoin relazioni internazionali, non ci si può stupire che la comunità acca-demica e culturale nazionale non abbia ancora a pieno titolo accoltonel suo seno questa disciplina, alla luce del criterio, ragionevole, del-l’attuale assenza di una catena di riproduzione culturale. È difficileaccertarsene definitivamente (data la foresta immensa costituita daititoli delle discipline insegnate nell’università italiana), ma non si ècerto lontani dal vero quando si osserva che le relazioni internazionalisono una delle discipline «più piccole» di tutto l’universo accademicoitaliano.

Non sarebbe tuttavia corretto concludere da ciò che dunque il pano-rama scientifico degli studi di relazioni internazionali compiuti in Italiasia fallimentare. Per quanto imbarazzante sia parlare di una storia dicui pur si fa parte, è onesto — come si cercherà di illustrare nelle pa-gine seguenti — dichiarare che, pur nell’esiguità materiale di una pro-duzione scientifica affidata a così poche mani, lo standard italiano nelcampo delle relazioni internazionali può essere certamente affiancato al-meno a quello degli altri paesi europei1.

Quali le cause storiche di tutto ciò? Sono molte e ragionevoli. Laprima, sia in termini genetici sia concettuali, sta nella natura stessa dellacosa, cioè di una disciplina che oggettivamente è particolarmente com-plessa e di difficile accesso: la specializzazione in questo campo com-porta (sia ben chiaro che con ciò non si vuoi cercare alcuna patente dinobiltà) l’approfondimento di un ambito disciplinare che è, per un verso,amplissimo se non sconfinato — essendo ovviamente molto difficile af-frontare un qualsiasi argomento internazionalistico senza saperne do-minare gli inestricabili aspetti economici, politici, giuridici, strategici,ecc. — ; e dall’altro estremamente sofisticato per quanto riguarda le tec-niche di analisi e i livelli di concettualizzazione scientifica. La inevita-bilmente più scarsa abitudine ad affrontare tematiche politico-internazionali rispetto a quella che tutti abbiamo ad affrontare la realtàpolitica dello stato in cui viviamo inoltre diminuisce la sensibilità e lapredisposizione verso le prime, venendo a favorire o privilegiare grandischematizzazioni che, per rendersi comprensibili e divulgabili, rischianosovente di sconfinare nell’ovvio se non nell’ideologico. Ancora più deli-

1 Cfr. ad esempio Lyons, 1982; Grader, 1988, per quanto riguarda i casi di francese e bri-tannico.

Page 27: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

Relazioni internazionali 17

cato è poi — sempre su questo piano — il rapporto che si instaura tra in-formazione quotidiana e riflessione scientifica, tra analisi dell’attualitàe produzione di modelli di analisi. Gli eventi internazionalmente rile-vanti tendono a essere oggetto di grandi titoli sui quotidiani, cosicchéla loro evidenziazione ne consuma immediatamente la portata e la ca-scata di conseguenze che è spesso ricchissima, ma certo meno clamorosae suggestiva per l’opinione pubblica. Ne risulta una ricerca di sempli-cità che sconfina sovente nell’eccesso di semplificazione, a tutto scapitodell’approfondimento e del disvelamento del significato dei singoli av-venimenti.

Il secondo ordine di impedimenti allo sviluppo — più in Italia chenegli altri paesi — è rappresentato dalla preponderanza di tradizioni cul-turali che hanno sia pur involontariamente (ma forse non sempre) schiac-ciato lo sviluppo autonomo delle relazioni internazionali. Diritto inter-nazionale e storia diplomatica (o, come più tradizionalmente si dice, osi diceva, storia dei trattati) appartengono a famiglie culturali e accade-miche ben più affermate e solide che — comprendendo al loro internol’analisi di elementi di internazionalità — hanno a lungo dominato l’am-bito degli studi e lo sviluppo delle loro direzioni a favore delle prospet-tive storiografica e giuridica, il che è naturalmente corretto e compren-sibile, ma non poteva tuttavia non andare a discapito dello sviluppo diun approccio politologico alla stessa realtà. Così — essendo da un latolo storicismo crociano e dall’altro la scuola giuridica italiana così seguitee diffuse nel paese — l’emergenza delle relazioni internazionali ha finitoper essere il risultato di una specie di guerra di lunga durata o di guerradi indipendenza disciplinare combattuta (sia pure senza spargimento disangue!) tra storici e giuristi da una parte e internazionalisti dall’altra.

Un terzo ordine di problemi andrà infine individuato nella difficoltàincontrata anche all’interno del raggruppamento politologico per otte-nerne un riconoscimento di legittimità: benché in astratto nessuno con-testi che le tre ripartizioni classiche della disciplina siano la scienza po-litica (strettamente intesa: cioè in quanto analisi della politica interna),la scienza dell’amministrazione e le relazioni internazionali2, la più

2 E una prova — per quanto estrinseca — di ciò diedero le Edizioni del Mulino di Bolognaquando, inaugurando la sezione intestata ai «Fondamenti della scienza politica» della collana «Lanuova scienza», dedicarono i primi volumi alla Introduzione alla scienza politica di R. Dahl (1967),a La pubblica amministrazione di F. Heady (1968), e a Le relazioni internazionali di K.W.Deutsch (1970). Considerazioni in gran parte analoghe a quelle qui svolte, ma più polemiche,faceva Papisca (1984) nel motivare le cause dell’arretratezza italiana, anche se con particolareriguardo al settore dell’integrazione europea.

Page 28: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

18 Luigi Bonanate

scarsa propensione per la ricerca empirica che contraddistingue questeultime ha finito per collocarle sovente ai margini della comunità polito-logica, quasi sospingendole verso i lidi della filosofia politica oppure nellapiccola — per quanto abitata da più coinquilini — isola della teoria poli-tica, altro ambito problematico in Italia scarsamente coltivato in quantotale (tant’è vero che non esiste alcun titolare di una cattedra con talenome in Italia, cosa che invece frequentemente si verifica all’estero).

Un ulteriore elemento va aggiunto al quadro: l’inevitabile periodo diacritica accettazione del primato statunitense nella teoria delle relazioni in-ternazionali ovviamente non ha che aumentato la lentezza della creazionenon tanto di un’identità nazionale (il che sarebbe fin ridicolo in una disci-plina internazionalistica!) quanto piuttosto di una tematica originalmenteprodotta a partire delle esigenze conoscitive specifiche di chi opera nel no-stro paese. Se la centralità statunitense nella politica mondiale — maturatain particolare dopo il secondo conflitto mondiale — era naturalmente labase a partire dalla quale gli studi internazionalistici ottennero in quelpaese finanziamenti, risorse e interesse, lo stesso — e con segno contrario— si potrebbe forse dire dell’Italia che, a causa della sua assoluta margina-lità internazionale (o della sua politica estera di «basso profilo»3) incon-trerebbe così grandi difficoltà nello sviluppo della disciplina scientifica chedi quella dovrebbe occuparsi. Per dirla con le parole di uno dei politologiitaliani che hanno sempre mostrato grande interesse e sensibilità per le re-lazioni internazionali, «tanto più dinamica è la politica estera di uno stato,tanto più ampia sarà probabilmente la domanda di studiosi e di operatoriinternazionali e di conseguenza tanto più grande tenderà a essere anchel’offerta» (Pasquino, 1977, p. 27).

Può anche darsi che questa specie di «legge economica» sia sufficientea giustificare l’arretratezza italiana in questi studi; ma la sua applicazionecomparativa lascia qualche perplessità: la Gran Bretagna — a lungomassima potenza mondiale — o la Francia — che ha avuto a sua voltauna tradizione imperiale di tutto rispetto — dovrebbero allora so-pravanzare di gran lunga il livello scientifico italiano, mentre le cose nonstanno così. Entrambi i paesi hanno avuto e hanno cultori di grande li-vello, ma non incomparabili a quelli italiani o tedeschi (per ricordare unaltro paese a lungo «senza politica estera»). La ragione di tutto ciò vaquindi piuttosto ricercata in aspetti culturali profondi e «nazionali» —come si vede se si cerca di applicare la «legge» di Pasquino in modoanalogo, all’analisi della politica interna: lo sviluppo degli studi polito-

3 Per l'uso di questo formula, del resto estremamente frequente nell'analisi della politicaestera italiana, si veda il paragrafo 6, più avanti.

Page 29: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

Relazioni internazionali 19

logici italiani è certo ben più tardo e lento che quello statunitense, manon si potrebbe certo da ciò dedurre che la vita politica italiana è menointensa o meno ricca che quella statunitense (anzi!).

3. La via italiana alle relazioni internazionali

Se da un lato si deve riconoscere la lentezza con cui una cultura in-ternazionalistica si è fatta strada nei paesi europei, dall’altra non si puòdisconoscere che in tutti questi la situazione si è progressivamente e sen-sibilmente modificata — anche se va tenuto sempre ben presente cheogni studioso europeo continua a considerarsi interlocutore del collegastatunitense e non degli altri europei (il che equivale quindi a ribadire ilprimato scientifico della ricerca americana). Per quanto riguarda spe-cificamente il caso italiano non è difficile distinguere, nella sua pur brevestoria, il succedersi fondamentalmente di due fasi: la prima, durata dal1969 alla fine degli anni Settanta (a voler essere precisi, si potrebbe da-tare la fine di questa prima fase al 1976, per il motivo che tra poco sidirà); la seconda, che giunge fino al 1987, anno che andrà consideratonon esclusivamente il punto d’arrivo cronologico, ma anche quello del-l’avvio di una terza, nascente, fase.

Ma — come in tutte le storie che si rispettano — anche questa haun antefatto, o una preistoria, a cui è ora necessario far posto. La pro-va, infatti, della dipendenza generale degli studi internazionalistici ita-liani rispetto a quelli statunitensi si trova addirittura in anni precedentia quelli ricordati: è infatti già nel 1962 che la casa editrice Il Mulinoinizia a pubblicare la traduzione di una serie di volumi (di grande inte-resse) dedicati ai problemi degli armamenti, o più correttamente allafondazione degli studi strategici in quanto scienza politica. Esconocosì il libro di Schelling e Halperin, Strategia e controllo degli armamenti,quello di H. Bull, Controllo e disarmo nell’età dei missili, e quello curatoda Brennan, Controllo degli armamenti, disarmo e sicurezza nazionale(ancora un altro seguirà l’anno successivo: La riduzione degli armamentidi D. Frisch), ai quali tocca il compito di impostare e orientare i ter-mini del dibattito — destinato a un grandissimo sviluppo, sia in Ita-lia sia altrove — sul ruolo che gli armamenti (specie nella loro va-rietà nucleare) sono chiamati a giocare nella vita politica internazio-nale, e dunque anche nella teoria delle relazioni internazionali4.

4 È appena il caso di ricordare l’importanza che tale dibattito assume periodica. mente - speciein riferimento alla sicurezza europea - come mostra anche l’accordo raggiunto 1’8 dicembre 1987 traStati Uniti e Unione Sovietica per l’eliminazione dei missili intermedi (gli «euromissili»).

Page 30: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

20 Luigi Bonanate

E la verifica che quella scelta editoriale non poteva non influire sui primipassi della disciplina italiana è rappresentata proprio dal fatto che unodei primissimi lavori di teoria delle relazioni internazionali pubblicatiin Italia è dedicato in larga misura al posto che gli armamenti (e in par-ticolare la bomba atomica, con la sua minaccia) occupano nella politicainternazionale (Bonanate, 1971).

3.1. La prima fase (1969-1976)

Il tratto che contraddistingue i primissimi lavori di Umberto Gorie Antonio Papisca, i due senior researcbers italiani, è indubbiamente quellolasciato dalla loro provenienza da studi giuridici orientati verso i pro-blemi dell’organizzazione internazionale (cfr. Gori, 1968; Papisca, 1969).Non a caso essi dedicano i loro primi scritti di ampio respiro (il saggiodi Gori è di 85 pagine e quello di Papisca è un libro) all’evoluzionedell’organizzazione internazionale dalla Società delle Nazioni all’ONU,il primo, e al ruolo dell’ONU nelle consultazioni popolari, il secondo.Ma accanto a questi primi scritti (pre-politologici!), Gori incominciaa pubblicare su Futuribili (un periodico che si rifà all’impostazione pro-posta da Bertrand de Jouvenel) una serie di brevi articoli che possonoa buon diritto essere considerati come le prime prove italiane nel terri-torio delle relazioni internazionali strettamente intese: vi si parla di pre-visione, di teoria dei sistemi, di modelli (Gori, 1969b; 1969c; 1970a),tre tematiche destinate ad andare incontro a fecondissimi sviluppi. Essioffrono anche l’indicazione di quella che sarà, almeno in questo primoperiodo, la problematica particolarmente sviluppata da Gori: quella dellametodologia generale delle relazioni internazionali, alla ricerca del lorofondamento epistemologico, del procedimento per la costruzione delleteorie («empiriche», derivate cioè dai fatti e sui fatti controllabili; Gori,1973b, p. 37), della tecnica per l’analisi della politica estera (Gori,1973a). Come gli sviluppi ulteriori della produzione di Gori mostre-ranno, sarà proprio ancora sulle stesse linee — a cui andrà ad aggiun-gersi il filone di ricerca sulla pace — che egli orienterà le sue ricerchemaggiori.

Ma — una volta ricordato che sempre nel 1969 esce un altro deiprimi articoli di relazioni internazionali, quello del «laico» GianfrancoPasquino (Pasquino, 1969), che tuttavia è prevalentemente dedicato aillustrare i termini di una grande disputa metodologica sviluppatasi negliStati Uniti e che in Italia non ha ancora materia prima perché vi si

Page 31: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

Relazioni internazionali 21

trapianti5 — bisogna concentrarsi sull’anno 1973, il quale può a buondiritto esser considerato quello della nascita ufficiale delle relazioni in-ternazionali in Italia. Per coincidenza sono pubblicati infatti in quel-l’anno quelli che possono esser giudicati (anche per il loro respiro) i primitre libri a pieno titolo internazionalistici. Tutti e tre sono — ciascuno amodo suo — introduttivi; analoghi dunque, ma tanto diversi da potersiintegrare reciprocamente invece che sovrapporre (Bonanate, 1973c; Gori1973a; 1973b; Papisca, 1973).

L’Introduzione allo studio delle relazioni internazionali di Antonio Pa-pisca (che sistematizza le dispense dei corsi già impartiti presso l’Uni-versità di Catania a partire dall’anno accademico 1970-71) appare, al-meno per la varietà dei temi trattati, quello di più ampio respiro. Nellasua prima metà affronta problemi metodologici, quali la delimitazionedel campo d’indagine della disciplina, la giustificazione della sua scien-tificità e quindi neutralità, gli approcci e le tecniche di ricerca disponi-bili. La seconda parte verte sul sistema internazionale, di per sé assuntocome «campo» specifico dell’analisi, all’interno del quale cioè opererannogli «attori» internazionali più diversi (dai singoli stati alle multinazio-nali, ai sindacati, agli organismi sovra-nazionali, ecc.), i quali obbedi-scono a un insieme di condizioni strutturali, riassunte attraverso la lo-gica dei modelli di sistema (mutuata prevalentemente dall’impostazioneclassica di Kaplan, 1957).

I due principali contributi di Gori al volume Relazioni internazionali.Metodi e tecniche di analisi (in parte proveniente, come ricordato nellaPremessa di Giovanni Sartori, da un seminario svolto in collaborazionecon l’Istituto diplomatico e con la Società italiana per l’organizzazioneinternazionale) sono meno sistematici, ma si pongono a un livello di ela-borazione già più «maturo» o consapevole delle capacità della nuova di-sciplina: nel capitolo dedicato ai recenti sviluppi nello studio delle rela-zioni internazionali (Gori, 1973b), si accostano ai riferimenti canonicisulle questioni epistemologiche indicazioni sul procedimento rivolto allacostruzione delle teorie, sulle potenzialità racchiuse nell’appena svilup-patasi analisi quantitativa, sulla querelle metodologica che in conseguenzadei recenti sviluppi disciplinari contrappone metodo classico e metodoscientifico — quasi che il pubblico al quale Gori intende rivolgersi siaquello della nascente comunità scientifica italiana piuttosto che degli stu-denti dei primi corsi di relazioni internazionali. Considerazioni analoghe

Si trattava della polemica aperta dal saggio di H. Bull (1966), in cui si mettevano in di-scussione i meriti dell’allora trionfante approccio scientifico-quantitativo nell’analisi inter-nazionalistica.

Page 32: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

22 Luigi Bonanate

valgono per l’altro capitolo contenuto nello stesso volume (Gori, 1973a),nel quale il riferimento è invece ai policy-makers italiani che egli cercadi indirizzare verso un’elaborazione della politica estera nazionale tec-nicamente più sofisticata.

L’Introduzione all’analisi politica internazionale di Luigi Bonanate èdi nuovo rivolta agli studenti più che agli studiosi, ma obbedisce a unprogetto certo più ambizioso (altra cosa è valutare se i risultati corri-spondano alle intenzioni): la fondazione originale di una metodologiadella disciplina che, pur rientrando fondamentalmente nel solco dellatradizione statunitense, la integri con la consapevolezza dell’inscindibi-lità delle relazioni internazionali dal più ampio mondo della politica toutcourt, lo studio della quale richiede a sua volta il riferimento non esclu-sivamente a problemi empirici bensì anche teoretici e filosofici. A diffe-renza degli altri due lavori, quest’ultimo si chiude con la proposta diun modello di analisi che, pur senza rinunciare alla neutralità scienti-fica, mira a sviluppare un’ipotesi interpretativa, che non può — per na-tura — che esser considerata soltanto come una spiegazione possibile, enon il risultato di una continua accumulazione di dati. Anche in questocaso — come in quello di Papisca — la scelta operativa cade sulla teoricadel sistema internazionale, del quale si propone di individuare il sistemadi ipotesi (ne vengono indicate cinque, che sono tra loro gerarchicamentecollegate) che ne regge il funzionamento e che quindi mira a spiegarlo.

Se con le note precedenti si è dato conto di quello che potrebbe esserconsiderato il corpus ufficiale che dà vita alla disciplina delle relazioniinternazionali, non si dovrà da ciò concludere che nessun altro — primao nello stesso periodo — si sia occupato in Italia di tematiche interna-zionalistiche. Va così ricordato — almeno a titolo di esempio — che stu-diosi provenienti dal diritto internazionale o dalla storia delle relazioniinternazionali pubblicarono tra la fine degli anni Sessanta e i primi anniSettanta corsi universitari esplicitamente intestati alle relazioni inter-nazionali. Giorgio Cansacchi ripubblica nel 1972, con il titolo I principiinformatori delle relazioni internazionali, le lezioni prima note come Storiadei trattati e politica internazionale, alle quali nella nuova versione pre-mette alcune pagine introduttive dedicate alla nuova disciplina (che egliconsidera «alquanto generica» sia per quanto attiene all’indirizzo generale diricerca sia per quanto riguarda le «dubbiosità che si profilano inordine ai metodi di indagine »)6. Di tutt’altro respiro — specie perquanto riguarda la valutazione sulla legittimità dell’approccio politolo-

6 I due testi (Cansacchi, 1965; 1972) si scambiano titolo e sottotitolo. Il contenuto è so-stanzialmente invariato. I riferimenti testuali sono a p. 3 e a p. 4 di Cansacchi, 1972.

Page 33: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

Relazioni internazionali 23

gico alle relazioni internazionali — sono le dispense dei corsi tenuti al-l’Università di Padova da Ennio Di Nolfo tra il 1970 e il 1976 (nel 1977egli sarà titolare di relazioni internazionali presso la Libera universitàinternazionale degli studi sociali) significativamente intitolate Per unateoria empirica delle relazioni internazionali.

Se — per quanto ciascuno dal suo punto di vista professionale e cul-turale — Cansacchi e Di Nolfo accentuano ben più di quanto non fa-rebbe un politologo la funzione esplicativa dell’analisi storiografica, moltialtri interventi sul terreno internazionalistico si verificano nello stessoperiodo — anche in ambito non accademico — specialmente nel settoredegli studi strategici, o più in generale della sicurezza internazionale.Questi — si vedano ad esempio i lavori di Aliboni, Calogero, Devoto,Merlini, Silvestri — si pongono a un livello intermedio tra ínformazíonee analisi, e hanno il merito di discutere la politica ufficiale del nostropaese in questa materia centrando le loro analisi sul prodotto di ricercheinvece che di valutazioni partitiche (significativamente l’Istituto AffariInternazionali — il primo centro di ricerca non universitario fondato inItalia su temi internazionali che assomigli ad analoghe e ben più annoseistituzioni anglosassoni — inaugura la sua attività nel 1965).

3.2. Il 1976

La ragione che può consigliare di segnalare il 1976 come svolta neglistudi internazionalistici italiani dipende in primo luogo dall’avvenutoconsolidamento accademico delle relazioni internazionali, in seguito al-l’assegnazione delle prime tre cattedre nell’ambito del concorso per pro-fessori di ruolo nel settore della scienza politica conclusosi nell’autunno1975 (i tre vincitori sono Gori, Papisca e Bonanate). Accanto a ciò varicordato che nel 1976 viene pubblicata in Italia la prima antologia intesaa presentare al pubblico italiano l’impostazione della ricerca inter-nazionalistica di matrice statunitense, la quale resta in ogni caso il puntodi riferimento culturale. Ne Il sistema delle relazioni internazionali (1976,a cura di L. Bonanate) sono tradotti nove saggi giudicati particolarmenterappresentativi ed emblematici delle diverse direzioni di ricerca — dalproblema dei livelli analitici a quello della definizione del concetto disistema; dai modelli sulla logica polaristica alle cause dell’arretratezzadella politica internazionale rispetto a quella interna; dal rapporto trapolitica e diritto all’impostazione dell’analisi dei collegamenti tra «in-terno» ed «esterno». In tutti i saggi prevale l’elemento metodologico,l’attenzione per il quale è giudicata — per quanto con diverse conside-

Page 34: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

24 Luigi Bonanate

razioni critiche — fondamentale nella nascente riflessione italiana. Vamesso in evidenza — specie a titolo di promemoria rispetto alle osser-vazioni che si svolgeranno più avanti — il carattere del tutto teorico deinove scritti scelti, quasi che la politica internazionale sia una materiaastratta e del tutto priva di contatti con la realtà, ciò che in effetti sa-rebbe ovviamente falso. Quel che con tale scelta piuttosto si mirava adargomentare era la natura effettivamente teoretica delle relazioni inter-nazionali in quanto disciplina, rivolte cioè alla costruzione di modelliinterpretativi che — prima ancora che adatti alla sperimentazione, incorpore vili, nell’attualità politica internazionale — siano dotati delle cre-denziali scientifiche che vengono più facilmente riconosciute ai programmidi ricerca contraddistinti da un autonomo e originale apparato metodo-logico e teorico.

Sempre nello stesso anno si manifesta il primo segno della continuitàprofessionale, con la pubblicazione del primo libro di un «allievo». Sitratta de I conflitti internazionali (Attinà, 1976), che è un tentativo dipresentare alla cultura italiana gli interessanti e fecondi risultati di unodei settori di ricerca più attivi e vivaci negli Stati Uniti: la ricerca quan-titativa, che ha alla sua base i pionieristici lavori di Q. Wright, L. Ri-chardson, D. Singer. Va segnalato a questo proposito che il libro vienepubblicato in quella che era allora la prima (ed è rimasta tuttora l’unica)collana editoriale dedicata espressamente alle relazioni internazionali7.

Contraddistingue ancora il 1976 il fatto che nella primavera di quel-l’anno viene organizzata — a cura dell’Istituto di studi nordamericanidi Bologna — una tavola rotonda dal titolo «L’insegnamento e la teoriadelle relazioni internazionali negli Stati Uniti e in Italia» (AA.VV., 1977),che rappresenta la prima occasione in assoluto in cui in Italia un gruppodi studiosi discute sui primi passi della neonata disciplina. Il seminariocomprendeva le relazioni di E. Krippendorff, E. Di Nolfo, G. Pasquino,L. Bonanate, A. Papisca, R. Strassoldo, F. Attinà (parteciparono al di-battito anche G. Calchi Novati, P. Calzini, A. Gentili, U. Gori, G. Kauf-mann, A. Panebianco, J. Petersen, S. Pistone). Il taglio degli interventiè fondazionale: si va così dalla ricostruzione storica della disciplina aidubbi sulla consistenza della politica estera italiana, dall’utilità della di-sciplina ai fini della comprensione della realtà internazionale ai problemi diimpianto che essa deve affrontare, dalla individuazione di una «so-

7 Si tratta della collana «Scienza politica e relazioni internazionali», diretta da U. Gori, per l’editoreFranco Angeli di Milano. F. Attinà aveva già pubblicato diversi saggi, di minor respiro, negli anniprecedenti, alcuni dei quali ancora in collaborazione con Gori. Cfr. Attinà, 1973a; 1973b.

Page 35: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

Relazioni internazionali 25

ciologia» delle relazioni internazionali al bilancio dell’esperienza accade-mica maturata in quei primissimi anni.

Nel 1976 infine viene pubblicato un importante Dizionario di politica(Bobbio e Matteucci, 1976), il quale svolge nei confronti della scienzapolitica — e a un livello ovviamente più elevato, dato il ben maggioresviluppo di quegli studi in Italia — una funzione di consolidamento di-sciplinare grazie al tentativo di offrire al pubblico italiano uno strumentodi riferimento inteso a costruire e poi divulgare un linguaggio comunee chiaro per discutere di politica. A noi interessa in questo quadro ilfatto che molte voci vennero dedicate ad argomenti internazionalistici,e che a redarle furono chiamati diversi cultori di relazioni internazio-nali, ma non esclusivamente: tanto che la voce Politica internazionale fuaffidata a S. Pistone8 e che soltanto nella seconda edizione dell’opera(1983) compare il lemma Relazioni internazionali, ancora a cura di Pistone.

Grazie alla grande accelerazione impressa alla disciplina dalla svoltadel 1976, la ricostruzione del periodo successivo non può più svolgersiunitariamente, ma richiede l’individuazione dei principali settori di in-teresse, ciascuno dei quali sarà caratterizzato da vicende e caratteristichespecifiche.

3.3. 1976-1987

Facilita l’individuazione dei principali filoni di ricerca che si vannosviluppando a partire da questa seconda fase la storia stessa dei primiinternazionalisti italiani, dei quali ora per l’ultima volta (ecco un altrosegno del tempo) si potrà parlare come di protagonisti indisturbati. In-fatti Gori, Papisca e Bonanate — proprio come in un mercato sponta-neamente autoregolantesi — sviluppano il loro lavoro in tre direzioni di-verse che soltanto raramente finiranno per incontrarsi (val la pena sot-tolineare — a titolo di testimonianza — che ciò non risultò né da accordiné da divergenze: si trattava effettivamente del soggettivo perseguimentodi autonomi programmi di ricerca). Così. Gori affrontò da allora preva-lentemente le tematiche della politica estera (sia alla ricerca di un fon-damento scientifico per la sua analisi, sia nella ricerca empirica su quellaitaliana) e della pace; Papisca sviluppò sempre maggiormente la tema-tica istituzionalistica, dapprima approfondendo — specialmente con ri-ferimento al movimento che portò i governi dell’Europa comunitaria a

8 Allora professore di storia del pensiero politico contemporaneo, e ora di storia dell'inte-grazione europea

Page 36: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

26 Luigi Bonanate

decidere di darsi un parlamento elettivo — i problemi dell’integrazioneeuropea, e poi inaugurando un sotto-settore del tutto nuovo nella no-stra cultura, quello dell’integrazione non governativa, con riferimentocioè a tutti quei fenomeni transnazionali sociali che potrebbero favorirela democratizzazione della vita politica internazionale. Bonanate infinesembrò da allora accantonare il prevalente interesse per l’analisi strate-gica della guerra (benché continuasse a scrivere anche di ciò)9 a favoredi quella rivolta alla natura dell’ambiente (il «sistema internazionale»)del quale la guerra continua a essere la regina, affidando — a ciò spintodagli sviluppi dell’attualità — il proseguimento della sua ricerca sullaviolenza alla dimensione del terrorismo internazionale.

Anche se le risorse personali e intellettuali entrate nel campo interna-zionalistico dopo il 1976 non modificano drasticamente la situazione, èindubbio che dopo questa data il ventaglio di interessi si allarga tantoda portare la ricerca italiana su standard più simili a quelli statunitensi,a riprova di un generale svecchiamento o di un recupero della culturaitaliana nei confronti dei grandi temi dibattuti nel mondo. Lo testimoniail fatto che gli ambiti che incontrano l’accelerazione maggiore sono quellidell’analisi della politica estera — forse in corrispondenza di una nuova(o «ritrovata»?) intraprendenza italiana sulla scena internazionale — edella riflessione sui problemi della sicurezza, che toccano da vicino ancheil nostro paese, tanto più dopo che la famosa decisione sull’installazionedei cosiddetti «euromissili» presa nel dicembre 1979 comportò la lorolocalizzazione (per quanto riguardava l’Italia) nella base di Comiso. Maanche un altro elemento può esser considerato come un segno di avve-nuta integrazione della nostra cultura nel dibattito internazionale: la ri-presa della discussione sulle dimensioni etiche dei problemi internazio-nali, che era stata fino ad allora oggetto quasi esclusivo della riflessionedi Norberto Bobbio (Bobbio, 1962; 1965; 1966). Ed ecco cosi attiratisul terreno della responsabilità etico-civile di fronte allo sviluppo dellearmi di distruzione totale romanzieri come Carlo Cassola (Cassola, 1976a;1976b; 1978); storici come Luigi Cortesi (Cortesi, 1984; 1985a; 1985b);filosofi come Carlo A. Viano (Viano, in Baroncelli e Pasini, 1987)10. As-

9 Cfr. ad esempio Bonanate, 1979a.10 Queste indicazioni non sono che emblematiche di una ben più vasta attenzione. Così, si

ricorderà - sempre soltanto come esempio - che anche Elsa Morante si interrogò sui Pro econtro la bomba atomica, in una conferenza del 1965, pubblicata nel 1987; e che – in tutt’altroambito – una rivista come Problemi del socialismo dedica nei 1984 due interi fascicoli ai problemidella guerra e della pace, contribuendo così a colmare una lacuna tradizionale della sinistraitaliana, la troppo sovente scarsa attenzione ai problemi internazionali.

Page 37: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

Relazioni internazionali 27

sume addirittura le vesti di un vero e proprio movimento d’opinionelo sviluppo del dibattito che si apre sulla responsabilità morale degli scien-ziati e che darà vita anche all’Unione degli scienziati per il disarmo(USPID), la quale ha la benemerenza di aver avviato (in collaborazionecon l’Archivio disarmo) la pubblicazione italiana del più importante an-nuario internazionale sulla situazione degli armamenti nel mondo11.

Il decennio che va dal 1977 ai 1987 può in sostanza esser definitocome l’epoca della presa di coscienza della problematica internazionali-stica e più ancora dello sviluppo di un pluralismo che è tanto scientificoquanto civile, che spinge al dialogo e all’interscambio studiosi e movi-menti di opinione, sia a carattere politico sia a carattere etico. Alla scarsainformazione fino ad allora disponibile — specialmente per quanto ri-guarda la realtà degli armamenti e la dimensione della valutazione etica(specialmente da parte dei gruppi cristiani) — si sostituisce un massicciointervento editoriale che colma il divario di conoscenze patito dalla pub-blica opinione italiana fino ad allora, anche in conseguenza di un lentoe tardivo riconoscimento da parte dei partiti politici italiani dell’impor-tanza di tali problematiche. Si sviluppa così anche in questo settore ilfenomeno — tipico del nostro paese — del «chierico vagante» che vienechiamato a tenere conferenze, seminari, dibattiti in ogni parte del paesee per ogni tipo di pubblico sui temi della pace, della sicurezza, del disarmo.

Come reagisce la professione internazionalistica a questa ventatanuova? In primo luogo, con un sia pur minimo allargamento del suo re-clutamento: accanto a Fulvio Attinà (associato di relazioni internazionalia Catania) entra nel settore Carlo M. Santoro (che si associa nella stessamateria all’Università di Bologna) il quale, provenendo dalla carrieradiplomatica e da precedenti interessi concentrati piuttosto sulla di-mensione dell’economia internazionale converge verso la tematica poli-tologica, sia presentando in Italia una raccolta di studi statunitensi suidiversi aspetti della politica estera della massima potenza mondiale, siapresentando la traduzione di un importante volume di S. Hoffmann,ancora dedicato a un bilancio critico della politica estera statunitense12.Attinà, a sua volta, si propone — specialmente con La politica interna-zionale contemporanea (Attinà, 1982a) — di offrire un panorama generaledella storia internazionale del nostro tempo interpretandola alla lucedegli strumenti di analisi politologici. Su una linea che non si discosta

11 Si tratta del World Armaments and Disarmament Sipri Yearbook, nato nel 1968, che dal1984 è pubblicato anche in edizione italiana da Dedalo, Bari.

12 Si tratta di Santoro (1978a) e di S. Hoffmann, 1979. Si può osservare fin d’ora che lapolitica statunitense resterà l’interesse prevalente di Santoro: cfr. Santoro, 1984a; 1986b.

Page 38: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

28 Luigi Bonanate

molto da queste si muove, almeno ai suoi inizi, l’unico ricercatore diruolo effettivamente operante nelle relazioni internazionali, Giorgio Car-nevali, con la sua analisi della categoria di interdipendenza (Carnevali,1982a) e con uno dei primi approcci all’analisi della politica estera deipartiti politici (Carnevali, 1982b). Un ulteriore cenno, a questo propo-sito, richiede l’inaugurazione a partire dal 1983, di un corso di dotto-rato in relazioni internazionali (coordinato all’Università di Padova daPapisca) e di uno di scienza politica (coordinato a Firenze da AlbertoSpreafico), ai quali è affidato il reclutamento di nuovi studiosi.

La maggior ricchezza di forze intellettuali e di pubblicazioni così ac-cumulata si presta a una qualche sistematizzazione — per correnti,scuole, valutazioni, così come per la ben più solida professione statuni-tense si provarono a fare, alcuni anni fa, Alker e Biersteker (1984)? In-dividuando principalmente tre approcci all’analisi internazionale, essivi raccolsero intorno i nomi dei principali rappresentanti di ogni indi-rizzo, realizzando quella specie di «archeologia» delle relazioni interna-zionali che evocano nel loro titolo. I tre approcci sono: 1) quello tradi-zionale, che raccoglie al suo interno il pensiero realistico come quelloidealistico; 2) quello comportamentistico, che fa spazio sia ai neo-realistisia all’internazionalismo liberale; 3) quello dialettico, che si rivolge tantoai problemi della dependencia quanto agli sviluppi dell’internazionalismoproletario (Alker e Biersteker, 1984, p. 130). Proiettando questa tripar-tizione sul caso italiano una prima constatazione si impone: è difficilis-simo stabilire perentoriamente l’affiliazione degli studiosi italiani allediverse scuole (il che potrebbe in prima battuta essere spiegato nei ter-mini di un loro eventuale eclettismo, tutt’altro che incomprensibile oingiustificabile data l’arretratezza italiana nella disciplina). Ma sarebbeforse più preciso argomentare che i criteri distintivi — che pur ci sono— potrebbero esser più perspicuamente ritrovati se ci si muovesse nelladirezione che va dalle tematiche scelte alla ricerca dell’approccio con cuisono state affrontate, piuttosto che al contrario (come invece sembrafacciano Alker e Biersteker). Potremo così, in prima approssimazione,individuare alcuni grandi campi di ricerca, lasciando da parte ora ogniriferimento a tematiche di tipo metodologico, le quali ovviamente ser-viranno appunto per cogliere gli approcci caratteristici di ciascuno. Il primo— almeno per le dimensioni — è rappresentato dal «sistema inter-nazionale», considerato non tanto come il più ampio dei cerchi concen-trici che contengono la realtà politica, quanto come arena ideale dellapolitica internazionale: gli altri sono la «politica estera», sia del singolostato sia nel suo intreccio con quella degli altri stati; l’«integrazione»,in quanto fattore di pace, in primo luogo, e come movimento capace

Page 39: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

Relazioni internazionali 29

di incidere sulla natura stessa della vita internazionale; la «sicurezza in-ternazionale», comprensiva della problematica strategica pura nonchédei problemi empirici cui la ricerca di sicurezza (o la sua perdita) dà vita.

Come si distribuiscono i contributi italiani allo studio di questi pro-blemi, nelle quattro sezioni individuate? Se il primo dei criteri di Alkere Biersteker — che risente delle polemiche, ormai un po’ superate, diuna fase iniziale della disciplina — viene corretto con quello che si puòdefinire un «approccio teoretico», inteso come riferimento costante aun sistema interpretativo generale (rientri poi esso nel modo di proce-dere tipico dell’idealista o del realista è una questione successiva), eccoche la loro proposta può essere applicata anche al nostro caso. Vedremocosì che la problematica del sistema internazionale è affrontata da Bo-nanate in modo prevalentemente teoretico, da Attinà in modo compor-tamentistico e da Carnevali in modo dialettico. Il livello della politicaestera sarà oggetto principalmente di analisi comportamentistiche com-piute da Gori e da Santoro. La problematica dell’integrazione sarà af-frontata da Gori in termini teoretici, da Papisca sia in termini teoreticisia in termini comportamentistici e da Carnevali ancora in modo com-portamentistico. La sicurezza internazionale infine sarà oggetto teore-tico per Bonanate, comportamentistico per Santoro e per la maggior partedegli studiosi «non accademici» (dei quali si parlerà più avanti); a questaproblematica si accosteranno infine in termini dialettici i lavori che ema-nano in qualche modo dalle attività dei movimenti culturali impegnatinella trasformazione della società.

Pur non potendosi sopravvalutare il valore essenzialmente impres-sionistico di questa catalogazione, non di meno emerge in modo abba-stanza chiaro la prevalenza dei primi due approcci rispetto al terzo, lasuperiorità (quantitativa) del secondo sul primo, l’incapacità attuale dicoprire esaurientemente tutte e dodici le combinazioni possibili (quattrorestano del tutto scoperte). Essa consente comunque di scattare una fo-tografia di gruppo sufficientemente approssimata allo stato della ricercainternazionalistica fino agli anni più vicini a noi, anche se altri giovanistudiosi più recentemente stanno facendo il loro ingresso sulla scena (comeLuciano Bozzo ricercatore a Firenze in relazioni internazionali, GabrielePatrizio, Susanna Bacci, Marco Cesa e Walter Coralluzzo, dottori diricerca, e Pierangelo Isernia e Fabio Armao dottorandi).

Svolge, ancora una volta, la funzione di cerniera una nuova anto-logia, Teoria e analisi nelle relazioni internazionali, curata da Bonanatee Santoro (1986), la quale si segnala, in primo luogo, per l’allargamentodella prospettiva: non più soltanto la presentazione di lavori di impo-stazione generale, ma anche introduzioni all’analisi empirica (come mo-

Page 40: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

30 Luigi Bonanate

stra la scansione tra una parte dedicata alla teoria contemporanea e unaseconda rivolta ai modelli interpretativi e alle teorie strategiche); e poiper l’immagine di consolidamento disciplinare che propone, con un’in-troduzione alla prima parte che delinea una storia mondiale della disci-plina fin dalle sue origini, e l’introduzione alla seconda che mostra l’«ope-razionalizzabilità» dei concetti ai fini della ricerca empirica. In alcunicasi, inoltre, la scelta dei saggi ha ovviamente un chiaro scopo proposi-tivo, come nel caso del saggio di S. Krasner sul concetto — attualmenteal centro di un vivacissimo dibattito negli Stati Uniti — di regime in-ternazionale, o come di quelli di Snyder sul dilemma della sicurezza edi Levy sulla categoria di guerra mondiale. Non è da trascurare infinela notazione — per quanto estrinseca — che questa venga ospitata, final-mente, in una collana editoriale esplicitamente rivolta al pubblico stu-dentesco, pubblicata da una delle case editrici più impegnate nel set-tore, Il Mulino, quasi consacrando il riconoscimento accademico delladisciplina delle relazioni internazionali, ribadito poi anche dalla pubbli-cazione, sempre presso lo stesso editare, della traduzione di una dellepiù importanti opere di teoria generale delle relazioni internazionali degliultimi 25 anni, la Teoria della politica internazionale di K.N. Waltz(dunque più fortunata dell’ancora più famoso Politics among Nations diH.J. Morgenthau, mai tradotto in italiano).

4. Alla ricerca dei criteri di rilevanza degli studi internazionalistici

Se costruita con le maglie straordinariamente strette e fitte della meraappartenenza professionale-accademica, la rete che ci dovrà servire a se-lezionare gli studi che compongono il pensiero italiano sulla vita inter-nazionale non raccoglierebbe che pochissimi lavori di altrettanto pochistudiosi — poche migliaia di pagine. Ma se le maglie si allargassero tantoda includere tutti quegli scritti che hanno tematiche internazionalisticheper oggetto, ci troveremmo di fronte a una mole di scritti impossibileda dominare e da ricondurre a un qualche principio sistematico. È cosìnecessario — dopo aver individuato gli approcci prevalenti e prima diaverne analizzato la fecondità in relazione alla diverse aree tematiche— dotarsi di un qualche criterio selettivo che si sforzi di essere quantopiù neutrale possibile: compito tanto necessario quanto delicato, se nonci si vuoi ergere arrogantemente a giudici del lavoro altrui, a depositaridei principi di inclusione ed esclusione di una comunità scientifica.

A prima vista, il criterio di base sembra discendere proprio da que-st’ultima parola: la scientificità. Ma che cosa distingue un’analisi «scien-

Page 41: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

Relazioni internazionali 31

tifica» della politica, estera italiana, ad esempio, da una che tale non è?Soltanto l’assenza o la presenza di un esplicito ricorso a giudizi di valore,o ideologici, la volontà interpretativa della prima contro la meradescrittività della seconda? Ma forse che un’analisi descrittiva vale menoche una interpretativa, la quale a sua volta — proprio per questo suo in-tento — può rivelarsi meno utile o accettabile? La portata di queste do-mande va ben al di là — è ovvio — del nostro attuale problema, riguar-dando in effetti qualsiasi settore di ricerca. Ma almeno ai fini operativiche ci siamo proposti — come selezionare la letteratura rilevante nel no-stro settore — è possibile proporre qualche distinzione, individuando in-nanzi tutto i livelli di impegno a cui i diversi lavori possono esser classi-ficati. La cosiddetta «ricerca scientifica» può, a sua volta e in primo luogo,esser assoggettata a una distinzione interna tra lavori scientifici teorici,e lavori scientifici ma applicativi: saranno del primo tipo le ricerche to-talmente astratte e prive di riferimenti specifici alla realtà; rientrerannonel secondo i programmi di ricerca che si propongono di applicare unateoria o un modello interpretativo. Accanto a questa prima coppia neesiste una seconda — programmaticamente non scientifica — la quale siorganizza intorno a intenti descrittivo-informativi, da un lato, e all’in-tervento o all’influenza politica, dall’altro (casi — come vedremo piùavanti. — molto frequenti). Non si può escludere inoltre che ciascunadelle quattro intenzionalità messe ora in evidenza obbedisca poi a qualchefine operativo-propositivo, come quando in uno scritto in cui si espon-gono le potenzialità dell’arsenale nucleare si giunga a proporre che il pro-prio paese lo sviluppi, oppure e al contrario si perori l’abolizione di tuttii tipi di armamento13.

Va da sé che, in generale, qualsiasi studio, nel momento in cui lasciaspazio alla valutazione politica, cessa di essere scientifico (il che non vuoldire che debba anche risultare meno interessante!); analogamente illavoro di un giornalista può offrire sia all’opinione pubblica sia ancheallo studioso occasioni di riflessione di estremo interesse. Non essendodunque giusto negare ad alcuna di queste quattro possibilità di veniresercitata, la distinzione fondamentale che dovremo porre alla basedella nostra selezione discenderà dal rapporto in cui il singolo lavorosi colloca rispetto alla teoria: considereremo «scientifici» (almeno finoa prova contraria) quei lavori che conducono a formulazioni teoriche o

13 Come osservava Papisca (1974a), in un’opera dedicata alle istituzioni europee,«ciò che vien fatto passare per “scienza politica” è in realtà opera di saggistica, intesaa volgarizzare e diffondere (...). Il suo scopo non è fare teoria, ma informare e sensi-bilizzare l’opinione pubblica» (p. 31).

Page 42: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

32 Luigi Bonanate

che da queste discendono, che producono deduttivamente teoria o cheinduttivamente la applicano (potendosi far rientrare in questo ambitoanche tutto il lavoro di chiarificazione concettuale, che è sovente de-scrittivo, ma non per questo meno fecondo); saranno esclusi dalla no-stra sfera di interesse tutti quei lavori — oltre ovviamente a quelli chehanno espliciti fini operativi o propagandistici — che si limitano allamera cronaca, che non favoriscono neppure una qualche forma di accu-mulazione di dati (il che non sempre comporta che siano anche inutili).

Nei termini ricognitivi che ci interessano — e che hanno presiedutoquindi alla selezione bibliografica che correda questa sezione — ciò com-porta che nella nostra bibliografia dovrebbero ritrovarsi tutti gli scritti(salvo eccezionalmente scritti brevissimi non sempre originali) «scienti-fici» — il che consente anche, in un caso come il nostro (che non è ca-ratterizzato né da troppi cultori né da troppi scritti) di offrire un’infor-mazione completa — più tutti quelli (ma con maggior rigore selettivo)che pur senza apportare novità scientifiche nel settore delle relazioniinternazionali ne coltivano con neutralità di analisi le tematiche preva-lenti. Va da sé naturalmente che questi criteri verranno utilizzati in modovieppiù restrittivo man mano che ci si allontanerà dai lavori di più ampiorespiro e si entrerà in quelli di tipo giornalistico.

Non resta dunque che indicare a quali capitoli ideali di un ancoramai scritto trattato italiano di relazioni internazionali i presupposti ap-pena illustrati dovranno applicarsi. Non esiste — tuttora — nel mondoche un solo esempio di presentazione generale della problematica dellerelazioni internazionali, quella contenuta nel volume VIII dell’Handbook ofPolitical Science (Greenstein e Polsby, 1975), i cui sei capitoli erano dedicatialla teoria delle relazioni internazionali (Waltz), alla ricerca empirico-quantitativa (Zinnes), al sistema politico mondiale (Quester), allasicurezza nazionale (Smoke), all’interdipendenza e integrazione (Keohane)e al diritto internazionale (Lipson); il tutto in meno di 500 pagine.Essendo questa scansione ancora estremamente sintetica, può esser ilcaso — almeno come ipotesi di lavoro su cui ritornare una volta che sisarà consolidata la disciplina — di osservare che un’impostazione si-stematica dell’analisi politica internazionale dovrebbe distinguere innanzitutto due grandi sezioni: una dedicata ai «fondamenti della disciplina»e un’altra riservata ai «principi di analisi». Nella prima parte si distin-gueranno poi tre capitoli dedicati: 1) alla natura della vita internazionale,affrontata a partire dal concetto di stato e dalla sua evoluzione storica,nei suoi diversi aspetti politico, economico, sociale, giuridico; 2) allametodologia, la quale da un lato dovrà occuparsi delle questioni epi-stemologiche, dei problemi di confine con altre discipline, dei rapporti

Page 43: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

Relazioni internazionali 33

tra la politica negli stati e tra gli stati; e dall’altro delle tecniche di ricer-ca, qualitative e quantitative; 3) alle teorie, che offrono grandi strumentidi analisi, come l’equilibrio di potenza, l’utilizzo della teorica del sistemainternazionale, l’interpretazione alla luce del concetto di imperialismo. Laseconda parte dovrà sviluppare l’analisi delle vicende internazionali, in rela-zione, 4) alla politica estera, sia in termini soggettivi sia nell’intreccio che cia-scuna determina con altre, dando vita a configurazioni come sistemi dialleanze, modelli di integrazione, ecc.; 5) alla guerra e alla pace, con riferi-mento alla nozione di violenza da un lato e di ordine dall’altro (questosarà certamente il capitolo più lungo»; 6) alla sicurezza, categoria specifica,ma centrale nella vita degli stati, sia per quanto riguarda l’esigenza diperseguirla, sia per quanto riguarda le sue condizioni internazionali e, in-fine, 7) all’ordine internazionale, inteso come quel progressivo programma difuoriuscita dall’anarchia che sempre più insistentemente si va precisando(anche grazie alla caduta di quasi tutti i simboli della «guerra fredda»,muro di Berlino compreso) e concretizzando in forme integrative distraordinario interesse.

Indubbiamente nella nostra cultura scientifica le risorse, intellettualie umane, per realizzare un così ambizioso progetto non sono ancora dispo-nibili: basta constatare, sia detto senza sfiducia nell’opera di alcuno, cheesempi come quello del Politics among Nations di Morgenthau (1948) o diPaix et guerre entre les nations di Aron (1962) sono tuttora improponibili,nella loro capacità di dominare il complesso della realtà internazionale al-la luce di una teoria e basandosi su una tecnica di analisi. Ma si entra co-sì ormai nella fase della valutazione specifica della produzione internaziona-listica e quindi — avvertito infine che saranno soltanto quattro le sezio-ni in cui ora verrà organizzata l’analisi, per non spezzettarla troppo difronte all’esiguità che alcuni capitoli tutt’ora esibirebbero — si passerànelle pagine seguenti a questo bilancio, concentrando in un solo paragra-fo i primi tre punti sopra esposti, e conservando invece l’autonomia deitre successivi.

5. Metodologia e teorie generali

Ribadito che quanto verrà ora discusso non potrà non ispirarsi alleosservazioni già svolte a proposito della «via italiana alle relazioni inter-nazionali» (si veda il paragrafo 3), scontatane dunque la natura «primi-tiva» e fondazionale — in assenza di una tradizione condivisa e quindidi punti di riferimento consolidati — si dovrà preliminarmente avver-tire che in generale l’apporto italiano all’analisi delle relazioni interna-

Page 44: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

34 Luigi Bonanate

zionali si mantiene, nella stragrande maggioranza dei casi, a livello pro-positivo piuttosto che applicativo, si rivolge al «come» e al «perché» fare,piuttosto che direttamente al «fare» — come inevitabilmente succedealle culture «povere» o quando sono nella loro fase iniziale, in cui le ri-sorse per la ricerca empirica sono molto più difficili da rinvenire chenon quelle per la riflessione di carattere generale (va aggiunto inoltre,non a scopo autodenigratorio, bensì autocritico e consapevole, che anchenei diversi ambiti nei quali la ricerca si è potuta sviluppare ciò è suc-cesso sovente in modo rapsodico e non sistematico — ancora e semprea causa della limitatezza delle risorse, più che altro umane e intellettuali).

5.1. Metodologia

Non è un caso che il primo importante volume curato da Gori (Bru-schi, Gori e Attinà, 1973) si aprisse — imprevedibilmente — con un ca-pitolo non-internazionalistico di un non-internazionalista (Bruschi), de-dicato a Scienza, tecnica e senso comune, nel quale in sostanza ci si proponeva dioffrire agli internazionalisti futuri un background preliminare diconoscenze epistemologiche (differenza tra senso comune e scienza, lascoperta e la validazione, le proprietà del discorso scientifico, ecc.) cheoffrissero una base condivisa alla ricerca ormai nascente, corrispondendocosì (probabilmente) al timore da Gori sovente (giustamente) manifestatoche la giovane disciplina cadesse immediatamente preda del discorsocomune, che si accontentasse di descrizioni cronistiche, e non siattrezzasse con strumenti di autocontrollo. Il secondo capitolo di quellibro, del resto, scritto appunto da Umberto Gori, sviluppava quell’in-tenzionalità applicandola «ufficialmente» alle relazioni internazionali:così, dopo aver stabilito che la distinzione tra approcci storico-ricostruttivie giuridici da una parte e quello politologico dall’altra consiste nella na-tura nomotetica di quest’ultimo, di contro alla natura idiografica dei primi, sidiscuteva della costruzione della teoria nelle relazioni internazionali edella necessità che esse — in ossequio allo spirito prevalentementeempirico-generalizzante della scienza politica — si sforzassero di opera-zionalizzare i loro concetti, specialmente attraverso il ricorso a tecnichedi analisi quantitative.

Scontava inevitabilmente questo primo programma — un interes-sante tentativo di procedere nel solco del quale era I conflitti internazio-nali di F. Attinà (1976c), che significativamente nel sottotitolo recitavaAnalisi e misurazione — una sorta di dipendenza dai risultati metodolo-gici raggiunti dalla ricerca statunitense, per certi versi troppo astratta

Page 45: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

Relazioni internazionali 35

e «tecnologica» per il livello degli studi italiani. Il tentativo di colmareil divario tra quella cultura e quella (più umanistica?) locale era inveceal centro del programma di ricerca contenuto nell’Introduzione all’analisipolitica internazionale di L. Bonanate (1973c), scritta esplicitamente afini didattici e intesa proprio a integrare la prospettiva internazionalisticatra le scienze dell’uomo, senza trascurare tra queste ultime la filosofiapolitica, alla quale veniva specificamente affidato il compito di sollevare iproblemi teorici principali — quali l’essenza della politica tra gli stati, ladiscussione sulla natura dell’anarchia internazionale, la causa delleguerre, e così via — ai quali cercare però una risposta empiricamentefondata e controllata.

Si proponeva così in quel libro un percorso che portasse — dopoaver chiarito la necessità di stabilire il punto di vista autonomo delle re-lazioni internazionali (risolvendo il cosiddetto «problema dei livelli ana-litici», impostato da D. Singer in un notissimo saggio del 196114) — alladeterminazione dello strumento di analisi fondamentale della realtà in-ternazionale: il sistema internazionale, attorno al quale si intrecciano mo-mento metodologico e proposta teorica. Riconoscere nel sistema inter-nazionale il principale concetto internazionalistico non significa infattiesclusivamente farne il sinonimo esterno del sistema politico interno, oil corrispettivo materiale di quel che lo stato significa per i singoli citta-dini che vi appartengono — il sistema internazionale, in altre parole,non è semplicemente l’ambiente all’interno del quale gli stati interagi-scono — bensì considerarlo l’elemento basilare attorno al quale ruotanoi singoli comportamenti, muovendo dal presupposto che lo stato esista,in un certo senso, esclusivamente in funzione del sistema stesso, nonperché ne faccia materialmente parte, ma perché a quest’ultimo toccaspiegare le ragioni del suo soggettivo comportamento. Il sistema inter-nazionale rappresentava dunque in quell’impostazione uno strumento perfare ordine concettuale nell’enorme massa di dati osservativi che sonodisponibili, più ancora (o prima che) uno strumento di spiegazione. Laportata metodologica di questa scelta non era senza conseguenze, im-pegnando il ricercatore che la accettasse a muoversi secondo regoleipotetico-deduttive piuttosto che empirico-induttive, in ciò discostan-dosi non poco dalla impostazione prevalentemente condivisa nella let-teratura statunitense, molto più interessata alla scoperta di correlazioniempiriche, provenienti direttamente da dati osservativi, che non alla for-mulazione di ipotesi che inevitabilmente hanno un contenuto teorico,

14 Compreso anche in Bonanate (1976f).

Page 46: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

36 Luigi Bonanate

il che dunque trasferisce il dibattito sul piano astratto dalla concorrenzatra ipotesi 15.

Specialmente se riportata ai termini generali in cui tale questione fu alcentro di un vivacissimo dibattito sviluppatosi nel mondo anglosassone16,essa mostra quanto difficile — se non astratto, e quindi inutile — siaaffrontare temi metodologici senza che si abbia in vista un qualcheproblema concreto, empirico o teorico che poi esso sia. E quanto delresto emerge da quella che può esser considerato l’unica discussione ditipo metodologico finora svoltasi in Italia — nel 1973 — fra A. Pane-bianco e L. Bonanate. Riassumendo i termini della questione «tradizione-scienza» nelle relazioni internazionali — se cioè debba continuare aesser prediletto il metodo intuitivo che si fonda sulle conoscenze storico-filosofico-giuridiche, oppure se sia necessario affidarsi a più modernee sofisticate tecniche di indagine che si appoggino su ricche e inequivo-cabili raccolte di dati empirici — Panebianco finiva per sconfinare nel-l’altra questione metodologica (più arretrata, una sorta di battaglia diretroguardia) che è rappresentata dalla discussione se le relazioni inter-nazionali non siano altro che un settore della scienza politica oppure sedebbano esser considerate una disciplina autonoma. La sua risposta —se esse vengono giudicate indipendenti l’una dall’altra «le connessionie i legami tra l’uno e l’altro livello vengono logicamente a trovarsi rele-gati in una sorta di “terra di nessuno” ove, teoricamente almeno, né loscienziato politico né il cultore di relazioni internazionali sono in gradodi muoversi con competenza» (Panebianco, 1973, p. 135) — veniva pe-rentoriamente respinta da Bonanate, secondo il quale non soltanto latemuta «terra di nessuno» non esisteva, ma anzi essa rappresentava pro-prio il territorio conquistando il quale l’internazionalista poteva mostrarela sua autonomia problematica, e dunque il suo buon diritto a dotarsidi strumenti metodologici specialistici. Il problema, in altri termini, nonera: chi dovesse occuparsi di che cosa; bensì: quali sono i rapporti cheintercorrono tra «interno» ed «esterno», tra politica interna e politicainternazionale17? Ai dubbi confinari Bonanate opponeva quindi la por-tata euristica dell’apparato concettuale offerto dal sistema internazio-nale, a patto che esso venisse utilizzato non nella sua versione empirico-

15 Si veda con quanta acrimonia Singer (Singer e Jones, 1972) diffidasse gli internazionalisti dallosconfinare dal procedimento induttivo in quello deduttivo pena la caduta nel folklore onell’astrologia (p. 3)!

16 Si veda la nota 5.17 Questo stesso problema in una prospettiva più ampia sarà reimpostato in Bonanate

(1984a). Panebianco a sua volta ribadirà la sua posizione a favore della (con-?) fusione delle dueprospettive in Panebianco, 1986.

Page 47: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

Relazioni internazionali 37

descrittiva, ma in quella teorico-ipotetica. Solo attraverso questa impo-stazione anche i limiti disciplinari che Panebianco intravvedeva nellaconcezione delle relazioni internazionali di studiosi come Aron o Hoff-mann — il primo dei quali enfatizzava la centralità analitica dellaguerra, e il secondo l’assenza di qualsiasi principio di ordine, a diffe-renza del caso della politica interna (Panebianco, 1973, p. 132) — ve-nivano superati grazie alla capacità del concetto di sistema di mostrare,in primo luogo, che la sommatoria delle politiche estere non conducevaall’analisi politica internazionale, e in secondo che lo strumento del si-stema aveva la duplice funzione di mettere ordine nelle conoscenze epoi di offrirne un principio interpretativo (Bonanate, 1973b, p. 773),costruendo la base a partire dalla quale soltanto le divergenze metodiche(metodo empirico-quantitativo oppure ipotetico-deduttivo) potevanovenir ricondotte alla loro corretta natura di proposte alternative e con-correnziali, fugando così anche il timore che dietro il dibattito metodo-logico potessero nascondersi inesistenti (o ingiustificabili) insofferenzeinter-disciplinari.

Nei suoi termini generali, il dibattito metodologico non ha altro dadire; anche se ovviamente ciascuno degli studiosi italiani aderisce a unadelle scuole esistenti nel mondo (anglosassone) e, nella sua pratica diricerca, si mostra sempre consapevole della necessità di rispettarne leregole. Così, la linea perseguita da Gori si caratterizza e si distingueper l’appello alla scientificità (prevalentemente garantita dai riferimentiquantitativi), in ciò seguito ad esempio da F. Attinà, il quale offriva,nel 1976 (Attinà, 1976c), un’interessante presentazione dello stato dellaricerca quantitativa, promuovendone dunque l’utilizzazione (ma senzapoi tenerne egli stesso sufficientemente conto). Così Papisca, la mag-gior parte degli studi del quale saranno dedicati a tematiche definibili(per ora, e sinteticamente) «integrazionistiche», si terrà sempre nel solcodella più sofisticata e attenta metodologia elaborata nel settore; così C.M. Santoro — il quale, come vedremo, rivolgerà parte dei suoi studipiù originali all’analisi della politica estera e ai problemi della sicurezza— svilupperà su quei temi non esclusivamente un approccio empirico-ricostruttivo, ma ne affronterà anche i risvolti metodologici discutendola modellistica prodotta al riguardo (cfr. ad esempio Santoro, 1987). Va ag-giunto inoltre che mentre tale situazione contraddistingue gli studiosi «ac-cademici» delle relazioni internazionali, qualche osservazione di diver-so tenore richiederebbe la produzione «non scientifica» (nel senso precisa-to nel paragrafo 4), il rigore che manca alla quale effettivamente nonpuò che esser dovuto all’assenza di un solido apparato metodologico.

Page 48: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

38 Luigi Bonanate

5 .2. Teoria e teorie

Considerando che in pratica scrivere dí teoria (nel senso generale della pa-rola) o proporre (o applicare) una teoria sono due cose nettamente distinte(così com’è diverso riferirsi alla teoria economica in generale, ad esempio,dall’evocare la teoria keynesiana della moneta), dovremo affrontare, sepa-ratamente, questi due livelli — estremamente rarefatto il primo, un po’più consistente il secondo.

Al primo livello — quello della teoria generale, ovvero dell’indagine teo-rico-definitoria del concetti — sono state affrontate essenzialmente dueproblematiche, quella del sistema internazionale e quella dell’integrazionesovranazionale: la prima da Bonanate, la seconda da Papisca. Entrambi fa-ranno discendere — come si vedrà — dalla loro impostazione generale dellespecifiche proposte di analisi, cioè delle teorie nel secondo dei due sensi pri-ma ricordati, collegando, nel primo caso, al concetto di sistema internazionaleuna teoria dell’ordine internazionale; e nel secondo all’integrazione una teo-ria della dernocratizzazione della vita internazionale.

L’introduzione del concetto di sistema nella scienza politica, così come nellerelazioni internazionali, appare ancora, dopo quasi 40 anni, uno dei grandimomenti di svolta: The Political System di David Easton inaugurò quella chesarebbe poi stata definita la «rivoluzione comportamentista», alla qualetoccò di imprimere un’enorme accelerazione allo sviluppo e alla specializza-zione nello studio della politica (interna o internazionale che poi essa fos-se)18. Dal 1957 poi (cioè quando M. Kaplan propose la prima estensione delconcetto di sistema alle relazioni internazionali con System and Process in Inter-national Politics) il «sistema internazionale» è diventato l’oggetto principaledelle riflessioni teoriche degli internazionalisti, sia per la sua natura onni-comprensiva — del comportamento soggettivo degli stati, delle ricostruzio-ni tipologiche e polaristiche che consente, dell’applicabilità a una pluralità disoggetti anche non-stati, come le multinazionali, gli organismi sovranazio-nali, le «internazionali» partitiche, ecc. — sia per la sua fecondità, avendofinito per ispirare la prima grande alternativa teorica a quello che fino ad al-lora era stato il solo vero modello di spiegazione elaborato per la vita inter-nazionale: l’anarchia19.

18 Per un bilancio storico-teorico di questa vicenda, cfr. Easton, 1985.19 Anche se il primo tentativo di introdurre ii concetto di sistema nella teoria delle relazioni inter-

nazionali finì per rivelarsi piuttosto contraddittorio, dato che K. Waltz (1959) definì l’anarchia in-ternazionale come il segno distintivo del sistema internazionale! Cfr. a questo riguardo l’Introduzio-ne (Bonanate, 1987a) a Waltz (1987).

Page 49: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

Relazioni internazionali 39

Nei suoi termini generali, il concetto di sistema internazionale è stu-diato e discusso da Bonanate in due saggi (1979b; 1981b) destinati adue diversi volumi de Il mondo contemporaneo diretto da Nicola Tran- faglia.Nel primo vengono presentati — con particolare attenzione per laricostruzione del dibattito internazionale — gli aspetti generali dell’u-tilizzazione di questo concetto, proponendo una serie di indicatori ri-volti alla sua traduzione empirica e ai criteri per l’inclusione dei diversiattori nella problematica del sistema, mostrando la capacità di quest’ul-tima di fondare un modo originale per affrontare la storia della politicainternazionale, applicandolo infine alla ricostruzione della struttura delsistema internazionale contemporaneo. Ma era affidato piuttosto al saggiosuccessivo il compito di discutere il fondamento teorico del sistema in-ternazionale, mettendone in primo luogo in evidenza la portata teore-tica, non trattandosi di uno strumento inteso a descrivere i rapporti tra glistati — come invece in molti casi è successo — ma invece a studiarla,fondandosi sull’ipotesi, tutt’altro che ovvia o consensuale, che soltantoconsiderando la politica internazionale come se fosse un sistema (ciò chematerialmente non è!) sia possibile giungere a comprenderne la natura ele caratteristiche. La teoria del sistema internazionale diviene così non lavia maestra lungo la quale ciascuno potrà scegliere dove soffermarsi, maal contrario una via concorrenziale rispetto ad altre, una proposta persua natura unilaterale, in quanto caratterizzata, inevitabilmente, da unprincipio di selezione dei dati informativi giudicati rilevanti. Per non fareche un esempio, in quel saggio si sosteneva che la sviluppatissimaletteratura sui sistemi bi- o multi- polari non fosse in grado di insegnarcialcunché sulle ragioni dei comportamenti degli stati (data la loro ma-trice esclusivamente descrittiva), mentre il sistema internazionale rea-lizza la sua natura teorica quando «propone una serie di principi che,pur con grande attenzione nei confronti della realtà empirica, collochinola realtà stessa al suo interno, in modo coerente e complessivo, anchese probabilmente mai esaustivo» (Bonanate 1981b, p. 344)20.

Anche per verificare la centralità che l’integrazione ha nel pensierodi Papisca, una coppia di saggi può esser utilizzata ai nostri fini. Nelprimo di essi, egli compie una amplissima ricognizione nel campo deglistudi sull’integrazione intesa come categoria analitica, rivendicando lanecessità di superare l’impasse che sembra essersi verificata in quel settore(che egli valuta come «un intero campo teoretico»; Papisca, 1981a, p. 95)se non si vuol perdere l’occasione di dominare uno dei fenomeni

20 Come si vedrà tra poco, questa impostazione .è finalizzata alla costruzione di una teoria dell’or-dine politico internazionale.

Page 50: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

40 Luigi Bonanate

più vistosi e — per quanto lenti — significativi della vita internazionalecontemporanea: lo sviluppo appunto di forme di integrazione regionale,la più importante delle quali è da lui individuata nella Comunità europea.La portata metodologico-teorica di questa constatazione è tale da por-tare l’autore a mettere in discussione, in primo luogo, l’esclusività, oquanto meno la prevalenza, dell’attore-stato nel sistema internazionale,e poi a proporre innovazioni in termini analitici, relative alla necessitàdi studiare la nuova categoria di «collaborazione politica» a livello re-gionale, al modello parlamentaristico europeo con la conseguente origi-nale sfera del comportamento elettorale su tale scala, alla prefigurazionedi elementi originali e forieri di democratizzazione che vengono attivatidai successi dell’istanza integrativa.

Nel secondo saggio, Papisca affronta l’analisi delle ragioni che impe-discono che il modello teorico integrazionistico trovi cultori e, perchéno?, sostenitori. Dopo aver inizialmente osservato che nel caso degli studisull’integrazione (europea, in particolare) non valgono le tradizionali ra-gioni di arretratezza affacciate per le relazioni internazionali — dato cheil campo dell’integrazione è, per natura, tanto internazionale quanto in-terno — egli ne individua di più specifiche, ambientali le une (come l’ar-retratezza della cultura politico-internazionalistica dei partiti politici ita-liani, lo scarso interesse per il tema e la disinformazione sovente fornitadai mass-media, «l’imprecisa identità e la scarsa vitalità dei vari centri escuole di studi europei»; Papisca, 1984 a, p. 79) e disciplinari le altre(l’ottica pervicacemente stato-centrica della scienza politica, con specialeriferimento a quanto nel settore gli statunitensi hanno saputo fare — dipiù e meglio che gli europei —, l’atteggiamento anti-europeistico e il di-simpegno di gran parte della cultura politica, le ambiguità del pensieroeuropeistico militante)21. La seconda parte — ricostruttiva, dopo quellacritica — del saggio (nella quale Papisca si sforza, coniando nuove pa-role, come «europologia», e espressioni come il «federatore reale», difar percepire il senso di novità che caratterizza la sua problematica) èdedicata ai diversi e successivi approcci analitici: quello funzionalistico(o normativo), secondo il quale lo sviluppo della collaborazione econo-mica precede quella politica e la innesta; quello neo-funzionalistico, nelquale molta maggior attenzione è rivolta alle componenti politiche delprocesso integrativo; quello eclettico, che osserva con ugual attenzionediversi gruppi di variabili indipendenti (Papisca, 1984 a, pp. 87-89). Le

21 Particolare asprezza (e certo passione) mette Papisca nel criticare quest’ultimo, che vedeformato da «un gruppo di vestali che elevano preghiere e lanciano invocazioni dall’interno del tempio,ma non si peritano di uscire sulla piazza» (Papisca, 1984a, p. 85).

Page 51: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

Relazioni internazionali 41

conclusioni vertono sulla possibilità che la «politologia europeistica» abbiaun importante ruolo nel processo di rifondazione epistemologica dellascienza politica in generale, grazie alla convergenza di attenzioni che ven-gono tanto dall’interno quanto dall’esterno verso la tematica della politicaleconomy che sembra capace, così come di rompere i tradizionali confini traanalisi politica e analisi economica, di infrangere anche la separatezza traanalisi della politica interna, analisi della politica europea, analisi dellapolitica internazionale22.

Possiamo così passare ora al settore delle teorie, ai sistemi esplicativi difondo cui diversi autori italiani hanno fatto riferimento nella loro ri-costruzione della logica della politica internazionale. In un recente saggiodedicato agli approcci italiani all’analisi politica internazionale, prepa-rato per un periodico inglese, F. Attinà enuclea tre principali settori cuigli studiosi italiani si sarebbero dedicati prevalentemente — l’analisi teo-rica del sistema internazionale, la politica estera, l’integrazione europea(Attinà, 1987b, p. 326) — e i tre (dei quattro esistenti) paradigmi aiquali nelle loro ricerche essi fanno riferimento: quello anarchico-hobbesiano, quello comunitario-groziano, quello transnazionale-plurali-stico (il quarto essendo quello economico-marxiano) (Ibid., p. 324). Settorie paradigmi si corrisponderebbero almeno in parte, nello stesso ordine incui sono stati ora ricordati: così Io studio del sistema internazionale sirifarebbe prevalentemente ad impostazioni anarchiche, quello della politicaestera (anche nella sua versione plurima, dell’incrocio tra politiche chedà vita alla politica internazionale) al modello comunitario, quellodell’integrazione al filone pluralistico.

La prima coppia è, delle tre, quella che certamente pretende la mag-gior attenzione, non fosse altro perché racchiude l’impostazione anar-chica che è universalmente e secolarmente la più diffusa. Neppure lapur scarna storia italiana della riflessione internazionalistica fa eccezione,specie se si considera che uno dei più genuini e autonomi pensieri poli-tici — quello federalistico — che l’Italia abbia conosciuto, tra il XIX eil XX secolo (andando da Cattaneo a Bobbio, per intenderci) pone alcentro della giustificazione dello stato federale proprio la necessità disuperare la altrimenti incoercibile situazione di anarchiainternazionale23. Ma lo studioso che con più continuità e coerenza haapplicato all’analisi internazionalistica le categorie federalistiche è un

22 Va ricordato infine che alla fondazione della problematica europeistica in chiave polito-logica Papisca aveva già dedicato diversi anni prima – come si è detto – un intero volume(Papisca, 1974a).

23 Per la ricostruzione del percorso federalistico di Bobbio, cfr. Bonanate (in Bonanate eBovero, 1986), specialmente pp. 21-28.

Page 52: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

42 Luigi Bonanate

«laico», Sergio Pistone, storico del pensiero politico e in particolare del-l’integrazione europea, il quale fin dal 1973 introduceva in Italia i classici— sia di scuola tedesca, come Ranke, Hintze, Dehio; sia di scuolaanglosassone, come Lothian e Robbins — sui quali appoggiava la sua in-terpretazione, ispirata al concetto di «politica di potenza», della naturadella politica internazionale (cfr. Pistone, 1973). Nella voce Relazioniinternazionali redatta per la seconda edizione del Dizionario di politica(Bobbio, Matteucci e Pasquino, 1983), pur sforzandosi di recepire al-meno in parte i risultati delle ricerche politologiche, che collocando alcentro del loro lavoro il concetto di sistema internazionale mettono inevidenza gli aspetti conservatori e razionalizzatori dei rapporti interna-zionali, egli ribadisce che fin tanto che esisterà la sovranità non si potrànegare «l’esistenza di una situazione anarchica» (Pistone, 1983, p. 974).

Se questa utilizzazione del concetto di anarchia internazionale si in-nesta in una tradizione di pensiero internazionalmente diffusa e condi-visa, non è tuttavia quella a cui si riferiva Attinà nel saggio citato, nelquale invece ricorda come Bonanate abbia cercato di raggiungere —muovendo pur sempre dall’idea dell’anarchia — risultati del tutto op-posti a quelli espressi dal pensiero federalistico. Il programma di fon-dare una teoria dell’ordine internazionale è incardinato da Bonanate suuna lettura analogica del pensiero hobbesiano: così come, secondoHobbes, gli individui per uscire dallo stato di natura si rassegnano aconferire la loro quota-parte di sovranità naturale al Leviatano, così(analogicamente) si può pensare che gli stati — anche per essi unasituazione di anarchia assoluta sarebbe insostenibile — si vengano atrovare in rapporti di tale disuguaglianza reciproca che non possano piùesser considerati tutti ugualmente (qualitativamente e quantitativamente)sovrani. Ma questa configurazione non sarebbe il risultato del caso odella natura, bensì dell’esito di particolari guerre — definite «costituenti»— alle quali, per la portata delle loro conseguenze, toccherebbe didisegnare la struttura dei rapporti gerarchici pacifici che si instaurano tragli stati alla fine di una grande guerra (Bonanate, 1976c). Alla luce diquesta ipotesi — presentata non alla stregua di un dato di fatto, noncome frutto di una generalizzazione empirica, bensì in quanto propostateorica il cui scopo è di spiegare più e meglio di quanto non facciano lealtre teorie, anche se non tutto — la maggior parte degli scritti teoricisuccessivi di Bonanate (1980b; 1981c; 1984a; 1984b; 1985b; 1986a;1986d) saranno dedicati al rafforzamento di questa impostazione al cul-mine della quale egli intravvede nel concetto di regime internazionale lostrumento concettuale capace di mostrare nei fatti lo sviluppo di formedi ordine nei rapporti internazionali (Bonanate, 1986b; Bonanate e San-

Page 53: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

Relazioni internazionali 43

toro, 1986)24. In un altro suo saggio Attinà riassume il modello di Bo-nanate: «l’ordine viene imposto a ogni sistema internazionale dall’esitodi una guerra e lo stato o gli stati vincitori sono i soggetti costituentidel sistema e del suo ordine» (Attinà, 1987a, p. 116), di cui mette tut-tavia in evidenza l’eccessiva staticità nonché la difficoltà che incontraa sistematizzare al suo interno la ricchezza e l’etrerogeneità delle varia-bili non esclusivamente politico-militari (Attinà, 1987b, p. 327).

Precisato che, per quanto riguarda la posizione di Bonanate, un ele-mento centrale della sua analisi è rappresentato dalla critica che svolgedel principio di equilibrio, che secondo la maggior parte degli studiosiè la chiave di volta di ogni assetto (o sistema) internazionale — criticaovviamente impostagli dal tentativo di sostituire l’ordine all’uguaglianzainternazionale (Bonanate, 1974b; 1984a), potremo affrontare il secondodei tre modelli evidenziati da Attinà, quello groziano, una premessa peril passaggio al quale è rappresentato dalla posizione di Santoro, che ac-cetta la posizione di Bonanate quanto al superamento dell’anarchia, mainsiste più di quello sulla presenza di forme di organizzazione orizzon-tale tra gli stati, dovute più che a volontà pacifica, all’incapacità deglistati dominanti di impedire che si verifichino forme di «diffusione dipotenza» (Santoro, 1981c), cioè di tentativi di stati di media levaturao minori e insofferenti di liberarsi del dominio esercitato da quelli. Sidelinea così un’immagine meno rigida delle regole del gioco internazio-nale, che dà vita a un principio organizzativo fondato su convenzionie istituzioni che guidano ogni stato nella sua azione, consentendo di ana-lizzare la politica internazionale come un «continuum teorico» nel quale«l’organizzazione del sistema passa da una forma di pura democrazia oriz-zontale, nella quale convenzioni e istituzioni rispettano compiutamentela parità degli stati, a una forma imperiale assoluta o verticale, nella qualeconvenzioni e istituzioni favoriscono la sottomissione di tutti gli statialla volontà di uno solo» (Attinà, 1987b, p. 328).

L’ultimo dei paradigmi che secondo Attinà hanno avuto successo inItalia è quello transnazional-pluralista, che guarda al di là degli stati na-zionali (anzi ne critica la prepotenza) per segnalare lo sviluppo e il con-solidarsi di un’altra forma di soggettività internazionale, quella rappre-sentata dai soggetti non-stati, in primo luogo «individui e masse che hannoraggiunto la consapevolezza di essere soggetti internazionali primari inquanto destinatari di diritti civili, politici, economici, sociali e cultu-

24 La letteratura sui «regimi internazionali» è oggi in pieno sviluppo. Cfr. Krasner, 1982 (Iatraduzione del suo saggio introduttivo è compresa in Bonanate e Santoro, 1986). Per una rassegna,cfr. Caffarena, 1987.

Page 54: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

44 Luigi Bonanate

rali» (Ibid., p. 330). A questo filone può essere ricondotto innanzitutto ilpensiero di U. Gori — ancora una volta il primo ad affrontare la te-matica della cosiddetta «diplomazia culturale» (Gori, I969a; 1970c;1974b) — nonché quello di A. Papisca, il quale, come si è già visto, harivolto sempre maggior attenzione ai temi di quello che potrebbe esserconsiderato il «sistema sociale internazionale», guardando al quale nel-l’ottica della teoria dell’integrazione (come anche Gori, 1974a) egli ap-proderà negli anni più recenti all’analisi di quegli «interstizi» che l’or-ganizzazione internazionale a raggio globale riesce a creare nella strut-tura dell’ordine mondiale, grazie all’innesco di processi di partecipazionepolitica (Papisca, 1987a, pp. 49, 57), destinati a introdurre per la primavolta nella vita internazionale forme di vera e propria democrazia (pertutt’altra via, e in base a tutt’altro tipo di osservazioni empiriche ancheBonanate {1986a, 1987b] affronterà il tema dell’applicabilità del con-cetto di democrazia alla vita internazionale).

Seguendo una logica che esula dalla ricostruzione sintetica propostada Attinà, è possibile indicare ancora un altro filone teorico — estrema-mente attuale — che anche in Italia ha incontrato qualche attenzione:si tratta del tentativo di coniugare teoria e storia proponendo una let-tura della storia internazionale che si «pieghi» a un modello interpreta-tivo di natura teorica. Questo approccio — che ha in I. Wallerstein ilsuo sostenitore più recente, mentre risalendo nel tempo ci si potrebberifare a studiosi come Q. Wright (1942) o A. Toynbee (1954) — miraa cogliere (come direbbe G. Modelski, lo studioso oggi più attivo in questosettore) i «cicli lunghi» della storia sforzandosi di scoprire addiritturadelle periodizzazioni sulla base delle quali sarebbe possibile determinarela loro cadenza e dunque affrontare anche il miraggio della previsione(cfr. Modelski, 1987a; 1987b). Possono esser ricondotti a tale imposta-zione alcuni lavori di Attinà (1983b; 1986a), tra i quali va segnalato iltentativo di costruire anche un approccio originale (definito l’approcciodelle aggregazioni) inteso a interpretare la storia della politica interna-zionale contemporanea tenendo conto del «comportamento dei governidi fronte all’interdipendenza, al planetarismo, alla politicizzazione dif-fusa e alla svalutazione della forza fisica» (Attinà, 1982a, p. 385); il vo-lume di M. Cesa (1987) dedicato all’analisi storico-teorica del concetto diequilibrio di potenza, che dovrebbe esser capace di offrire un principioesplicativo alla politica internazionale di ogni tempo; un saggio diBonanate, nel quale — pur limitando l’ambito dell’analisi al periodo1919-1985 — ci si propone di analizzare diversi modelli di periodizza-zione (quello della «continuità», quello del «ciclo» e quello della «rot-tura») che vengono applicati alla storia della politica internazionale per

Page 55: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

Relazioni internazionali 45

capire se i diversi sistemi internazionali che si sono succeduti nella storia sisiano semplicemente innestati l’uno sull’altro secondo una logica incre-mentalistica, oppure se sia dato di scoprirvi una legge ciclica, o se infine —e questa è la posizione sostenuta dall’autore — ciascun sistema internazio-nale debba esser considerato come il prodotto del crollo del sistema prece-dente e dunque analizzato nella sua specificità e unicità (Bonanate, 1986d).

Questo programma di ricerca meriterebbe maggior attenzione: bastipensare ai problemi teorici e storiografici che un’innovazione come l’ap-parizione della bomba atomica crea sia alle logiche cicliche sia a quelledell’unicità: è possibile — in altri termini — una transizione «pacifica»da un sistema a un altro? O al contrario: un’innovazione tecnologica (siapure di tanta portata) può sconvolgere le regole della vita internazio-nale? Quanto, ancora, la politica degli armamenti dirige la politica in-ternazionale? — o ne è diretta? Si tratta di una serie di interrogativi checon ogni probabilità susciteranno nel futuro prossimo crescente atten-zione da parte dei teorici delle relazioni internazionali, non soltanto nellacomunità scientifica mondiale in generale, ma con ogni probabilità anchein Italia. Non va scordato, del resto, che l’applicazione della teoria almateriale empirico della storia offre agli internazionalisti una delle poche(ma anche più suggestive) occasioni di ricerca empirica.

Un’ultima osservazione, prima di chiudere l’analisi di questo «capi-tolo» iniziale della ricerca internazionalistica italiana: come mai una cul-tura così sensibile all’approccio marxista all’analisi della politica non haprodotto alcuna sua estensione alle relazioni internazionali? Effettiva-mente — come osserva Attinà (1987b) — il filone di analisi dell’imperia-lismo non conosce sostanzialmente cultori italiani, fatte salve le analisispecificamente economiche o le ricostruzioni storiografiche (come quelledi Monteleone, 1974; 1979). Un solo saggio è esplicitamente dedicatoall’analisi marxista delle relazioni internazionali, ed è di un filosofo, Nor-berto Bobbio (1981), il quale del resto si propone di mostrare l’inutiliz-zabilità di tale approccio ai fini della spiegazione di quel momento fon-damentale della vita internazionale che è la guerra. Tutte le diverse teoriedell’imperialismo «devono essere considerate come teorie che non of-frono strumenti adeguati per comprendere il fenomeno della guerra (...),quel fenomeno che caratterizza da sempre i rapporti internazionali, versoil quale è costantemente orientata la politica degli stati rivolta agli altristati e in base al quale si giudica la compiutezza o meno di una teoriadei rapporti internazionali» (Bobbio, 1981, p. 312). La centralità dellaguerra resta dunque inspiegata nella logica marxista, incapace di trasferirecorrettamente sul piano internazionale il suo modello di analisi delle

Page 56: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

46 Luigi Bonanate

classi all’interno dello stato — l’antitesi tra sfruttatori e sfruttati (Ibid.,p. 309). A chi intravvedesse in questa critica un’applicazione dell’oppo-sizione mostrata dal pensiero federalistico nei confronti del marxismo— a cui è affine per quanto riguarda la necessità di superare la fase deldominio dello stato: ma nel caso del federalismo si tratterà di erigereun super-stato, in quello del marxismo di abolire ogni stato — risulteràcosì del tutto ovvio che forse il solo altro tentativo di applicare il pen-siero marxista alle relazioni internazionali sia quello compiuto da S. Pi-stone il quale (sempre nell’ottica federalistica) finirà per annullare il con-cetto di imperialismo facendone null’altro che una delle forme di analisiche la teoria della ragion di stato adotta per giustificare l’esistenza dellacosiddetta anarchia internazionale (Pistone, 1983, lemma Imperialismo).

La questione è di portata tale da non poter essere risolta qui: va os-servato ad ogni modo in primo luogo che è certo mancato (e non sol-tanto in Italia) uno sforzo serio e sistematico di aggiornare e ampliarela dottrina leninista dell’imperialismo di fronte alle moltissime innova-zioni incontrate dalla politica internazionale negli ultimi. settant’anni (Bo-nanate, 1987c, p. 69); e, in secondo luogo, che un più sistematico e pa-ziente sforzo di applicazione alla realtà internazionale potrebbe consen-tire al marxismo di costruire strumenti di analisi forse meglio di altricapaci di render conto della portata delle disuguaglianze tra gli stati, inparticolare per quanto riguarda il divario tra paesi sviluppati e sottosvi-luppati, tra centro e periferia dell’economia internazionale (un esempiopolitologico di ciò è rappresentato dalla teoria della dependencia, moltosviluppata negli Stati Uniti, una prova della quale è il saggio di Capo-raso tradotto in Pasquino, 1981).

6. Studi e ricerche sulla politica estera

È sufficiente soffermarsi a considerare il fatto che molti giornali —stampati o televisivi — intestino normalmente la loro sezione dedicataalla politica internazionale con la formula «politica estera» (o simili), percomprendere immediatamente quanto poco chiara sia la differenza chepassa tra la politica internazionale e la politica estera (per paradossale che ciòpossa apparire). Da un punto di vista logico-sistematico, non c’è dubbioche l’insieme delle politiche (se le si potesse sommare) verrebbe acostituire il tessuto connettivo di quella che chiamiamo «politica in-ternazionale», cosicché nel caso della sommatoria esse verrebbero addi-rittura a coincidere. Potremmo in altri termini dire che la politica esteraè il versante soggettivo (dal punto di vista del singolo stato) della poli-

Page 57: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

Relazioni internazionali 47

tica internazionale. Ma quel che conta in particolare mettere in evidenzaè che la «politica estera» in quanto tale sta sempre ad indicare un qualchecosa che muove dall’interno di uno stato e si rivolge a uno o più altristati25. Ne consegue che quando in una delle pagine intestate «politicaestera» si riferisce del summit Reagan-Gorbaciov del dicembre 1987 sicommette un vero e proprio errore terminologico; se invece vi si parladella visita del premier israeliano Shamir a Roma, allora la collocazionesarà esatta.

Sarebbe pura pignoleria precisare aspetti così ovvi della realtà se nonfosse che a sua volta anche la politica estera può rappresentare un im-portantissimo settore dell’analisi politologica (sia dal punto di vista dellapolitica interna, sia da quello della politica internazionale). La colloca-zione della politica estera a metà tra questi due ambiti ne fa emergereimmediatamente la complessità analitica: andrà privilegiato il punto divista dell’interno o quello dell’esterno? Si dovrà analizzare soltanto ciòche è prodotto della volontà politica interna, oppure vedere la politicaestera come un qualcosa di naturalmente «reattivo» nei confronti del-l’ambiente circostante? La difficoltà di questi — e di altri più sofisticati— problemi ha fatto del settore degli studi sulla politica estera unaspecie di sotto-disciplina (se non addirittura di «sottoprodotto») rispettoalle relazioni internazionali, come se in esso ci fosse meno da scoprireche non nella disciplina generale. Può esser vero che l’analisi della poli-tica estera nasconda una minor quantità di problemi concettuali, ma certonon lo è che essa non presenti problemi di metodo (tutt’altro che indif-ferenti), prospettive estremamente interessanti dal punto di vista del-l’analisi del funzionamento degli apparati predisposti alla sua elabora-zione (è presumibile che la tecnica di formazione delle decisioni sia ana-loga in tutti i ministeri degli esteri), occasioni di analisi empiriche, fon-damentali anche ai fini della comprensione del ruolo tenuto dal singolostato nel quadro generale della struttura di un sistema internazionale.

Alla luce dello stato degli studi internazionali in Italia, non ci sarebbeda stupirsi se anche di fronte al settore degli studi di politica estera leosservazioni fossero ancora le stesse. Ma in questo caso la situazioneè soltanto in parte così lamentevole. E pur vero che mancano solidi la-vori di impostazione teoretica della problematica della politica estera,ma accanto a ciò va immediatamente segnalato che l’attenzione versoquest’ultima è eccezionalmente alta — e ciò nonostante la rituale dichia-razione che tutti gli specialisti almeno una volta hanno fatto, essere lapolitica estera italiana irrilevante, inesistente, poco interessante. Come

25 Sicché, se in Italia si parla di politica estera, ebbene questa è appunto italiana!

Page 58: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

48 Luigi Bonanate

vedremo ora, le cose stanno — almeno in parte notevole — in tutt’altromodo. Non sarebbe certo sufficiente appellarsi alla grande quantità discritti sulla politica estera italiana, per convalidare tale affermazione;ma essa è intanto un punto di partenza non del tutto irrilevante. Mase a tale constatazione se ne aggiunge poi una seconda (relativa all’ul-timo dei capitoli prima elencati e di cui dobbiamo quindi ancora occu-parci, quello della problematica della sicurezza) dalla quale risulta cheanche quest’altro è tra i settori di ricerca privilegiati dagli studiosi ita-liani, si potrà agevolmente concludere che i temi più facilmente suscet-tibili di analisi empirica o descrittiva sono evidentemente anche i piùattraenti e frequentati. Si potrebbe aggiungere a ciò la considerazioneche i temi della politica estera e della sicurezza si prestano più di altrianche ad un trattamento di tipo storiografico, il che quindi consentel’apporto proveniente da una disciplina molto più ricca (in fatto di ri-sorse umane) che non le relazioni internazionali, tant’è vero che nonsarà sempre facile distinguere quali lavori dovranno esser attribuiti aun’impostazione politologica e quali a una storiografica.

La fenomenologia che può essere ricondotta alla dimensione della po-litica estera è — in secondo luogo — estremamente ampia, andando dallaemanazione ufficiale della politica di uno stato al comportamento di singoliuomini politici (che sovente traggono dal successo in politica estera oc-casioni per consolidare la loro posizione all’interno), dalla politica svoltada grandi complessi industriali o finanziari, dei quali sovente si finisceper giudicare che abbiano una politica estera ben più coerente e lungi-mirante di quella di molti stati (se non si pensa addirittura che sianoin grado di «determinarla»!) alla politica estera di «internazionali» par-titiche oppure di organismi sovranazionali (si pensi alle vicende dell’U-NESCO!), dalla ricostruzione delle costanti che caratterizzano nel tempola linea di un paese ai «giri di valzer» che altri invece amano tentare.A tutto ciò dovrà naturalmente essere premessa una griglia concettualeche consenta di sistematizzare correttamente i dati informativi, e di giun-gere alla proposta di teorie per l’analisi della politica estera: ne risulteràdunque un campo estremamente vasto e differenziato, rispetto al qualegli studi italiani hanno mostrato notevole sensibilità e vivacissima at-tenzione. Così disponiamo di studi metodologici e teorici, di infiniti la-vori riassuntivi sulla politica estera italiana, di analisi che collegano que-st’ultima ai grandi problemi dell’età contemporanea (dalla politica nu-cleare alla decolonizzazione), di ricerche settoriali sugli specifici rapportiintercorrenti tra il nostro paese e il suo principale alleato (gli Stati Uniti)o gli altri alleati europei (con particolare attenzione allora ai problemidell’integrazione europea fino all’analisi della cosiddetta «politica estera

Page 59: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

Relazioni internazionali 49

europea»), di analisi geo-politiche connesse a determinate situazioni locali(come il Mediterraneo, la questione medio-orientale, la dislocazione degli«euromissili», ecc.) .Salvo errore, non soltanto le analisi empirico-descrittive sovrastano quelleteorico-interpretative in termini quantitativi, ma le precedono anche intermini cronologici — come se a lungo si fosse giudicata quest’area nonsuscettibile di riflessione teorica. Addirittura, si può constatare che l’inte-resse per la politica estera in Italia è stato coltivato e sviluppato inizial-mente e prevalentemente in ambiti di ricerca non accademici, in organi-smi come l’Istituto Affari Internazionali, o come l’IPALMO, intorno agruppi di ricercatori legati insomma più sovente a centri-studi che nona cattedre universitarie. In ambito accademico si studia invece dapprimala metodologia della ricerca (Gori, 1973a; ma ricordo anche nello stessoanno un’incursione nel tema da parte nientemeno che di G. Sartori), e poiil tema — destinato a infinite riprese e/o dibattiti — della povertà (se nonaddirittura dell’inesistenza) della politica estera italiana (Pasquino, 1974;1977; 1982; Levi, 1974; Panebianco 1977; 1982; Santoro 1985)26. Laquestione non è né semplice né di scarsa rilevanza, investendo in quantotale il più ampio problema della collocazione italiana nel sistemainternazionale formatosi alla fine della seconda guerra mondiale. Così ildibattito apertosi sull’inconsistenza o l’indeterminatezza della posizioneinternazionale dell’Italia non è che un oggetto polemico (di dibattitopolitico interno, dunque!) fin tanto che non si sia riconosciuto o ammessoche la fonte di quella collocazione risiede nella struttura di un sistemainternazionale il quale — una volta costruitosi intorno a determinatiprincipi — non consente in pratica a nessuno dei suoi attori di modificareil suo atteggiamento, o meglio di mutare il suo sistema di alleanze.La necessità di analizzare il momento «nascente» del sistema inter-nazionale contemporaneo e il modo nel quale l’Italia entrò a farne parteerano quindi al centro del provocatorio lavoro di L. Bonanate (1973c),secondo il quale i margini di libertà lasciati al singolo stato (tanto piùse sconfitto) al termine di una guerra da parte dei suoi vincitori sonotalmente ridotti da non consentire in pratica alcuna possibilità di sceltaautonoma. Questa tesi, apparentemente irrispettosa della autonomia edelle prerogative dello stato, ma strettamente coerente alla teoria pro-posta del sistema internazionale, non poteva non cozzare contro la pre-valente tradizione storiografica che argomentava invece che — essendo

26 Per una presentazione di ampio respiro — essenzialmente storiografica — dei problemi dellapolitica estera dell’Italia repubblicana, cfr. Di Nolfo, 19S1.

Page 60: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

50 Luigi Bonanate

il sistema internazionale, alla fine della guerra, in fieri — ogni stato po-teva ritagliarsi la posizione che preferiva (Gallerano, 1975; Di Nolfo,1979). Quale che sia il punto di vista più corretto, resta in ogni caso e-vidente che l’allineamento italiano alla posizione statunitense negli an-ni della guerra fredda aveva le sue origini nell’esito della guerra caldaprecedente, e che la passività della politica estera italiana poteva esserinterpretata sia come consapevole (e forse cinica) valutazione dei pro-pri limiti, sia come passiva e interessata acquiescenza al «partito ame-ricano» (sia interno, sia italo-americano).

La svolta del centro-sinistra in Italia appare un po’ come la sigla dellafine del dopoguerra; la passività nazionale non può più affondare le ra-dici in un passato ormai lontano, e il dibattito internazionalistico si spostaappunto sul «basso profilo», sull’«indeterminatezza», sull’inconsistenzadi una posizione che — specie tenuto conto della collocazione geogra-fica — meriterebbe ben altra attenzione e riflessioni di più ampia por-tata. Il 1967 è l’anno della svolta negli studi sulla politica estera, graziealla pubblicazione degli atti di un importante convegno organizzato dalneo-nato Istituto Affari Internazionali, in tre sostanziosi volumi (Bo-nanni, 1967). Va sottolineato a questo proposito che, se da una partein quel periodo si badava ai nuovi spazi che si andavano aprendo all’in-traprendenza italiana, dall’altra ciò veniva riferito proprio al mutamentodelle condizioni generali del sistema internazionale, a quel processo didistensione al quale si doveva l’allargamento delle maglie del controlloda parte dei più potenti alleati. Ma non si riconosceva così il primatodelle condizioni generali del sistema internazionale sulla libertà d’azionedel singolo stato — insomma, proprio allo stesso modo in cui le coseerano andate (anche se dispiaceva ammetterlo) vent’anni prima? Lo stessoAltiero Spinelli nel suo discorso d’apertura, non si faceva eccessive illu-sioni: «Nessuna persona ragionevole può pretendere che l’Italia assumaruoli originali o esemplari nella politica internazionale» (in Bonanni, 1967,p. 47). Quel che metteva conto discutere era allora non tanto la sceltadi fondo «quanto il modo in cui, avendola fatta, [i nostri statisti] hannopoi agito nell’ambito di essa» (Ibid.).

Dieci anni dopo, proprio per festeggiare il decennale dell’Istituto Af-fari Internazionali, un nuovo convegno fu dedicato alla politica esteraitaliana (Ronzitti, 1977b); ma anche in questo caso, come nel precedente,accanto ad analisi storiografiche, economiche, strategiche, culturali, lospazio lasciato alla riflessione di tipo politologico era nullo o quasi (alsolo G. Galli era stata affidata una relazione su «Il sistema politico ita-liano e la politica estera»; Galli, 1977). La realtà non può essere artifi-cialmente spezzettata e quel che conta è che finalmente la politica estera

Page 61: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

Relazioni internazionali 51

riacquistasse il suo buon diritto a essere oggetto di attento interesse —non importa poi tanto da parte di chi. Ma in realtà ormai anche i polito-logi italiani incominciavano a rivolgersi alla stessa problematica, propo-nendosi ovviamente non tanto di ricostruire la storia della nostra poli-tica estera, quanto dapprima — come si è detto — di valutarne l’arretra-tezza e la subalternità, e poi di esaminarne le caratteristiche attraversoil ricorso a strumenti di analisi adeguati. Così, dopo che Panebianco (1977)aveva inaugurato l’analisi politologica, Santoro sviluppava, a più riprese,la sua ipotesi che la categoria di politica estera dovesse esser inseritanel più ampio contesto dell’«interdipendenza», assunto a «cardine con-cettuale della politica estera» (così in 1984a, ma vedi anche Santoro,1980a; 1982a; 1982b) per giungere infine, nel suo più recente scrittosu tale problematica (Santoro, 1987), alla suggestiva proposta di verifi-care i modelli di sistemi di partito proposti per l’Italia anche di frontealla politica estera, in quelli tradizionalmente trascurata, mettendone giu-stamente in evidenza lacune e insufficienti approfondimenti (va aggiuntoche anche in questo caso — come in quello del rapporto tra sistema in-ternazionale e sistemi politici interni — dall’apporto degli internaziona-listi la scienza politica interna potrebbe trarre molti e significativi sti-moli). Attinà, a sua volta, dopo aver pubblicato un primo lavoro intro-duttivo (e un po’ generico) sulla politica estera (Attinà, 1970a), affron-tava in termini politologicamente più centrati il rapporto tra la forma-zione della politica estera e il sistema politico al cui interno quella è ela-borata (Attinà, Cutuli e Scorciapino, 1982; Attinà, 1983c; 1983d). Valla pena osservare subito — anche se di passaggio — che sviluppandoquesta linea dell’approfondimento del radicamento interno delle poli-tiche estere, Attinà passerà negli anni successivi ad applicare il suo mo-dello anche ai partiti europei (Attinà 1986c) e ancora più in generaleal parlamento europeo (Attinà 1986b). Veniva poi infine affrontato (enon a caso in quel momento) da U. Gori il problema della struttura delMinistero degli Esteri (Gori, 1982; ma sui rapporti tra politica internae politica estera vedi, ancora precedentemente, Gori, 1978), che nonera altro che la prova dell’interesse per i risvolti operativi di quella chesi stava profilando come una possibile svolta nella politica estera italianadovuta, in generale, alle mutate condizioni del sistema internazionalee, in particolare, alle conseguenze della «diffusione di potenza» (cioèla fine dell’oppressivo dominio delle superpotenze) nonché alla crescentecentralità (in quanto bacino di crisi) del Mediterraneo. Il convergere diqueste circostanze spinge a ripensare la possibilità di una politica esteraautonoma dell’Italia, quanto meno nell’ambito del suo sistema di alleanze,una politica da «media potenza» (Santoro, 1986c; 1986e).

Page 62: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

52 Luigi Bonanate

Si ispira certamente ad analoghe valutazioni di ordine generale l’im-ponente lavoro che, parallelamente a quello compiuto in sede accade-mica, conduce l’Istituto Affari Internazionali che sviluppa, accanto allavocazione europeistica, l’analisi delle tematiche mediterranee, nell’am-bito delle quali ovviamente toccherà anche all’Italia un ruolo tutt’altroche marginale (si vedano i volumi curati da Silvestri, 1969; 1976; 1977;quello curato da Zevi, 1975; e ancora Conflitti e sviluppo nel Mediterraneo,1970, e Cooperazione nel Mediterraneo occidentale, 1972; tutti pubblicati sot-to gli auspici dell’IAI. In buona parte anche annuario L’Italia nella poli-tica internazionale, pubblicato sempre dallo stesso Istituto a partire dal1973 è dedicato all’informazione relativa alla stessa tematica). Ma l’IAIriprendeva anche la lezione europeistica di Altiero Spinelli, e all’Euro-pa venivano dedicati moltissimi volumi della collana dello «Spettatoreinternazionale» (nome che dal 1965 era stato dato al periodico dell’Isti-tuto e che da alcuni anni, in versione inglese, caratterizza la stessa rivi-sta; vedi, tra i tanti, Per l’Europa, 1966; Bonvicini e Merlini, 1972; Mer-lini e Panico, 1974; Agostini, 1976; Walker, 1976; Bonvicini e Solari,1979; Bonvicini, 1980). Non si dimentichi inoltre che alla domandache a tutti i fautori dell’europeismo sta a cuore (come certezza, dub-bio, timore) l’IAI aveva nel 1973 dedicato la traduzione di un volumedi Kohnstamm e Hager, a cui era stato significativamente dato il titoloEuropa potenza?.

Molto frequentati — e in alcuni casi con risultati scientifici signifi-cativi, specie in termini di originalità — sono stati in Italia i temi legatialla politica estera di altri paesi, e primo fra tutti, ovviamente, gli StatiUniti, in quanto tali (come nei lavori di Santoro, 1984a; 1987) o nei lo-ro rapporti con l’Europa (Mammarella 1973); e poi quelli mediorientali(questo ha rappresentato il settore di lavoro più costantemente perse-guito dall’IPALMO e dal suo periodico mensile Politica internazionale,diretto da G. Calchi Novati. Vedi tra gli altri i volumi ‘PALMO, 1982;1983; 1985, dedicati rispettivamente alla cooperazione allo sviluppo, alruolo italiano nella crisi del golfo Persico, alla partecipazione italianaalla forza multinazionale nella guerra in Libano). Contraddistingue tut-tavia gran parte di questi ultimi scritti — ma ciò non venga considera-to un giudizio di valore — un orientamento all’intervento nel dibattitopolitico culturale nazionale, trascendendo così almeno in parte l’analisineutrale del politologo. Storia, informazione, dibattito e polemica siintrecciano, forse di fronte all’assenza di consolidati modelli di analisiche consentano una più sistematica accumulazione e sistemazione deidati: si tratta per di più di problematiche nelle quali l’impegno politicopersonale non sempre è assente (e non senza giustificazione).

Page 63: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

Relazioni internazionali 53

Questo è principalmente il caso dell’europeismo, che in Italia —come negli altri paesi europei — ha visto svilupparsi un dibattito viva-cissimo tra fautori e oppositori, anche se i termini della polemica nonriguardano quasi mai il lato ideale della questione, bensì la sua pratica-bilità o la sua opportunità27. La cultura italiana si distingue del restoper la costanza di una venatura federalistica — per non risalire troppoall’indietro basta pensare al Manifesto di Ventotene (1941, ora in Spinellie Rossi, 1982) — e per l’impegno attivo di alcuni suoi statisti a favoredella costruzione di un’Europa unita (da Einaudi a De Gasperi, da U.La Malfa a Spinelli). Ma anche sul piano scientifico e/o dell’analisi de-gli sviluppi o degli arretramenti dell’ideale europeistico si è avuto unintensissimo dibattito in Italia, caratterizzato, se così si può dire, dauna sorta di «equilibrato estremismo»: fautori e oppositori hanno rara-mente tenuto conto delle ragioni dell’antagonista, preferendo ribadirepiuttosto la validità della propria idea, il che ha naturalmente finito perallontanare, in più d’un’occasione, i loro scritti dall’arena scientifico-accademica per farli entrare in quella della lotta politica (le più utilifonti di informazione su tale vicenda sono, oltre la bibliografia curatada Marena, Butteri e Console, 1987, gli scritti di L. Levi, 1979; Levi ePistone, 1973; Pistone, 1982).

7. Tra guerra e pace

Se si guardasse alle relazioni internazionali in un’ottica tradizionale,i temi della guerra e della pace sarebbero i primi, se non gli unici, a doveressere presi in considerazione. Ancora oggi, del resto, cercando una de-finizione sintetica del nostro campo potremmo ben dire che esso ha alsuo centro lo studio della guerra e dunque del suo contrario, la pace:tutto il resto potrebbe anche esser giudicato accessorio. E si può ancoraa ragione argomentare che la riflessione sulla guerra continua in ognicaso ad essere il momento centrale — fondante rispetto agli altri temi— dell’analisi politica internazionale: spiegare il perché delle guerre,come mai esistano, se e come si possano evitare, quali conseguenze pro-ducano vorrebbe dire, in altri termini, risolvere i problemi fondamen-tali della disciplina. Lo studio della guerra (più ancora che quello dellapace) offre un campo di convergenze interdisciplinari tra i più ampi ecomplessi che possano esistere; di pochi altri fenomeni si può propor-

27 Non si riprende qui l'analisi dell'apporto di A. Papisca alla tematica europeistica, di cui siè già detto nel paragrafo 5.

Page 64: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

54 Luigi Bonanate

re un approccio che sia: storico, sociologico, psicologico, psicoanalitico,antropologico, giuridico, strategico-militare, etico-filosofico, fisico-ma-tematico, oltre naturalmente che politologico. Non soltanto ciascuno diquesti approcci è in grado di affrontare aspetti centrali della problemati-ca bellica, ma sovente i loro intrecci (si pensi ad esempio a quello tra e-tica, psicanalisi e antropologia) impongono di dominare problematichedi per sé già estremamente vaste e complesse. D’altra parte, queste stes-se ragioni possono ritrovarsi alla radice dell’eclettismo, per non dire lasuperficialità, di molte ricerche sulla guerra, la quale — non dimenti-chiamolo — resta uno dei fenomeni di maggiore portata (in tutti sensi— quasi sempre negativi) che l’umanità si sia mai trovata ad affrontare— o si possa in futuro trovare ad affrontare — e quindi più di altri ca-pace di mobilitare valori, affetti, emozioni.

Per queste ragioni non è semplice il compito di chi si proponga unaricognizione degli studi su tutto ciò, anche se con il limite geografico diun solo stato. Altre osservazioni di carattere preliminare vanno orasvolte. La prima riguarda la quasi totale assenza dell’apporto di una di-sciplina altrimenti sviluppatissima in Italia: la storia, la quale si è pocointeressata alle guerre — in quanto tali — sia in passato sia attualmen-te: non mancano singole ricerche su singoli conflitti, ma è sempre man-cata l’attenzione all’evoluzione storica della guerra nelle sue diverse for-me, all’interno di una dimensione diacronica, affrontata invece frequen-temente nel mondo anglosassone (Hale, 1987; Kiernan, 1985; Mallett,1983; McNeill, 1984; Montross, 1960), ma anche francese (Garlan,1985), per non dire della tradizione tedesca (basta ricordare Ritter,1967-1973)28. Osservazioni in gran parte analoghe — ma con qualcheeccezione — valgono per quanto riguarda l’approccio filosofico allaguerra: se già nel 1911 Giorgio Del Vecchio affrontava Il fenomeno dellaguerra e l’idea della pace, bisogna fare un salto di mezzo secolo per vederenuovamente — e alla luce dell’innovazione nucleare — discussa la stes-sa tematica dal punto di vista filosofico, con gli scritti di N. Bobbio(1962; 1965; 1966). In parte diverso — anche se dall’attuale punto di vi-sta forse marginale — il caso degli studi sulla nonviolenza, che nel no-stro paese vantano una tradizione di grande valore, andando da A. Capi-tivi a don Milani, che ne assunsero anche le valenze pedagogiche, daBobbio ancora (Bobbio, 1975; 1984b) a Pontara (1969; 1984), a E. Bal-ducci (1984; Balducci e Grassi, 1986), fino ai movimenti impegnati nellalotta politica anti-militaristica e pacifistica (su cui vedi Barrera e Pianta,

28 L'unico esempio italiano che valga la pena citare è quello di Piero Pieri, del quale si vedaalmeno Pieri, 1955.

Page 65: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

Relazioni internazionali 55

1984; D’Orsi, 1977; Isernia, 1983; IPRI, 1986). Una citazione a parte,non fosse altro per la singolarità del percorso soggettivo (per quantotrascurato o accantonato dalla cultura ufficiale) meritano gli interventidel romanziere Carlo Cassola, i cui scritti contro la cultura di guerrasono raccolti in alcuni volumi (Cassola, 1976a; 1976b; 1978)29.

Se esistono poi ricerche psicanalitiche, come quelle di Pornari (1964;1970a; 1970b), interventi saggistici o moralistici come quello di ElsaMorante (in occasione di una conferenza del 1965, ora in Morante, 1987),si tratta sempre soltanto di interventi sporadici non riconducibili ad alcunprogramma di ricerca sistematico e dunque capace di superare il pur ap-prezzabile e importantissimo livello dell’impegno etico (individuale o digruppo). Così, stentano ancora in Italia ad affermarsi quei tipi di ricercache in moltissimi paesi si sono proposti proprio per finalizzare la pas-sione civile alla ricerca scientifica: si tratta delle cosiddette peace researchesche hanno a loro volta dato vita a un’infinità di istituzioni di ricerca; ilprimo grande organizzatore in questo campo è stato J. Galtung, del qualeva ricordato il successo nel fondare il primo istituto del genere, il PeaceResearch Institute di Oslo nel 1959 e insieme il Journal of PeaceResearch, e poi i moltissimi scritti, diversi dei quali tradotti in Italia acura di un movimento pacifista, le edizioni del Gruppo Abele diTorino (vedi Galtung, 1984; 1986). Ma il piano del dibattito è rimastoin Italia — se non scarsamente frequentato — per lo più confinatoall’intervento politico-culturale, come ad esempio mostrano gli interes-santi lavori raccolti ne il problema degli armamenti (AA.VV., 1980a), op-pure i convegni annuali organizzati dalla rivista Testimonianze (che nepubblica poi gli atti), o il dibattito frequentemente ripreso su Bozze (unaltro periodico cattolico di grande vivacità e apertura intellettuale).

Una ricerca sistematica e metodica sulla guerra dunque non esisteancora, nonostante che l’interesse per questo fenomeno sia proprio ilcuore del programma teorico di uno dei politologi italiani, L. Banana-te, il quale fin dal primo libro del 1971 mostrava già nel sottotitolo (Laguerra nella politica mondiale) quale fosse il suo problema dominante. Ineffetti, in quel primo lavoro, alla guerra veniva affidato il ruolo di ele-mento strutturante la logica stessa dei rapporti internazionali: la natura«esterna» dello stato veniva identificata come un «esser-per-la-guerra».In un saggio successivo (Bonanate, 1973a) il punto veniva precisatoattraverso l’individuazione di tipi particolari di guerre — quelle che ve-

29 Va precisato tuttavia che nella maggior parte di questi casi la prospettiva è esclusivamente atropo-logica e non comprende alcun allargamento (o sensibilità) verso la componente internazionalistica dellaproblematica.

Page 66: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

56 Luigi Bonanate

nivano definite «costituenti» (cioè quelle che, avendo impegnato tuttele grandi potenze di un’epoca, producono degli avvicendamenti ai mas-simi livelli di potere internazionale) — all’esito delle quali veniva attri-buito il compito d fondare la teoria stessa delle relazioni internazionali:l’esser l’esito di tali guerre addirittura la fonte dell’ordine internazio-nale esistente (destinato a durare fino alla «guerra costituente» succes-siva). Il supporto empirico a tale proposta era offerto da una ricerca de-dicata alla formazione del sistema internazionale successivo alla secondaguerra mondiale (Bonanate, 1973d), in cui si cercava di mostrare di qualistrumenti di governo gli stati (effettivamente) vincitori della guerra ve-nivano a dotarsi — il più sofisticato dei quali era proprio quella politicadella dissuasione (Bonanate, 1971) da cui lo stesso aveva preso inizial-mente le mosse. Tuttavia, se tale concezione della guerra rappresentalo sfondo teorico su cui la maggior parte degli scritti internazionalisticidi Bonanate viene a proiettarsi, soltanto episodicamente egli stesso haaffrontato ancora il tema, come in un saggio dedicato a presentare i ri-sultati (effettivi o mancati) dell’immenso lavoro empirico-statistico or-ganizzato da D. Singer nel Correlates of War Project (Bonanate, 1984d),oppure — con maggior respiro — in un capitolo de La storia (Bonanate,1986e), caratterizzato dal tentativo di illustrare sia i risultati della ri-cerca politologica internazionale sulle guerre del XX secolo, sia il rap-porto tra guerra e stato, sia Io sviluppo delle diverse forme di guerra,sia infine il significato della sua minaccia nell’età nucleare.

Nella constatata impossibilità di ricostruire un quadro sistematico dellericerche sulla guerra — carenza che non si può non individuare come unodegli aspetti più negativi della produzione internazionalistica italiana — nonsi potrà ora che offrire una panoramica, inevitabilmente frammentaria, deiprincipali filoni di interesse affrontati. Al primo posto — più per la rilevan-za degli studi in questione che per la loro quantità — va posto senza dub-bio l’intervento etico-filosofico di N. Bobbio al quale spetta il merito di a-ver introdotto in Italia la tematica del giudizio sulla natura delle armi nu-cleari — dibattito che in diversi paesi europei fin dagli anni Cinquanta eragià stato vivacissimo (si pensi agli interventi di personalità come B. Russell,K. Jaspers, G. Anders) — e di averlo anche allargato all’analisi dell’influen-za che tali armamenti esercitano sulle relazioni internazionali del nostrotempo: così dopo gli scritti (già prima ricordati) sull’ingiustificabilità dellaguerra atomica (Bobbio, 1962) e il fondamentale Il problema della guerra e le viedella pace (Bobbio, 1966 — con Io stesso titolo quel saggio, insieme ad altri,andrà a comporre un volume pubblicato nel 1979 e ristampato ancora nel1984), va ricordato il saggio su L’equilibrio del terrore (Bobbio, 1984a) che è in

Page 67: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

Relazioni internazionali 57

sostanza dedicato alla demistificazione del sogno «pacifistico» della dis-suasione reciproca, la quale — non che donare al mondo la pace — inrealtà non fa che esasperare (ed è sempre da temere l’azione di chi èin tale situazione) la pericolosità dell’età atomica e proiettare ombre fu-neste sul futuro dell’umanità.

Se certo sarebbe ingeneroso sostenere che nessun altro in Italia abbiaseguito Bobbio su questa strada, va anche ammesso che difficilmentevi si troverebbero interventi altrettanto scientifici che siano capaci disuperare il mero livello della polemica ideologica, se non addirittura quellodella propaganda (certo in Italia una vera e propria cultura bellicisticanon esiste30, per fortuna, ma molti pretesi studi tecnici sulla dissua-sione o sugli armamenti finiscono per cadere nei connotati appena detti,se non altro per l’incapacità di superare il livello del mero dettaglio tec-nico a favore di un’interpretazione di ampio respiro). Il riferimento auno dei pochissimi lavori che si siano proposti di andare al di là di talilimiti ci consente di passare a un secondo settore di analisi. Infatti illibro di L. Cortesi, Storia e catastrofe (1984) si sforza di criticare, in unaprospettiva ad un tempo storiografica (sia dei fatti sia delle idee) ed eti-camente impegnata, l’impostazione riduttiva di chi pone le armi al primoposto — come se la loro esistenza fosse, invece che la conseguenza diuna volontà politica, il suo stesso movente. Alla luce di questo impegnoCortesi ha promosso poi un seminario i cuí atti sono pubblicati in unvolume (Cortesi, 1985b), che affronta il problema della guerra in pro-spettive disciplinari e culturali molto diverse, che comprendono analisistoriografiche (come quelle di Santarelli, Procacci, lo stesso Cortesi),tecnico-militari (Battistelli, Silvestrini, Pivetti), politologiche (Bonanate),psicoanalitiche (Sassanelli) ed etico-religiose (Drago, per un verso, Chia-vacci per un altro). Obbedisce a un’ispirazione sostanzialmente affinela raccolta Oltre la pace (Magni e Vaccaro, 1987), nella quale un po’ ete-rogeneamente sono raccolte diverse analisi fortemente critiche dell’esta-blishment politico-culturale mondiale che continua a valersi del rischioatomico sia per interesse (economico) sia per mal riposta fiducia. Di mag-gior respiro appare (o tale vorrebbe essere) un’altra raccolta — la vastapresenza delle quali non può non avvalorare l’immagine di frammenta-rietà che prima si ricordava — curata da C. Jean (1987), nella quale sitrovano riuniti contributi provenienti dai più disparati ambiti culturali(filosofi e generali, politologi e storici delle dottrine politiche, econo-misti e moralisti). Considerazioni analoghe valgono infine per un’altra

30 Per qualche informazione, purtroppo priva di ogni sforzo sistematico, cfr. Ceola, 1987, su unargomento che meriterebbe certo maggior approfondimento.

Page 68: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

58 Luigi Bonanate

raccolta (Curi, 1982) ancora contraddistinta dall’eterogeneità dei purindividualmente interessanti contributi, dai quali però — come anchenegli altri esempi ricordati — emerge prevalentemente la sensazionedell’inesistenza di uno sforzo collettivo e cumulativo nei confrontidell’immensità della tematica appena sfiorata, invece che dominata.

Maggior fortuna sembra aver avuto in Italia la riflessione sulle alter-native alla guerra — forse a causa delle (purtroppo) più ridotte dimen-sioni della problematica della pace! Appena citata — per completezza —la riflessione sull’apparizione di un fenomeno che a sua volta è pure statogiudicato come un’«alternativa» (ma tutt’altro che pacifica) alla guerratecnicamente intesa, il terrorismo (su cui vedi Bonanate 1979d; 1979e;1981d; 1986f; 1986g; 1987i), si potrà ricordare che anche nelle ricerchesulla pace un ruolo da antesignano è toccato a U. Gori, il quale fin dal1970 (Gori, 1970) aveva introdotto nella cultura italiana quella temati-ca mostrando in quale modo il lavoro avrebbe dovuto venir organizza-to, curando poi (Gori, 1979b), e contribuendovi con due saggi introdutti-vi, l’unico libro italiano che si sforzasse di offrire un panorama finalmentesistematico sul problema (ospitando — questa volta obbedendo a unprogetto — contributi di politologi, filosofi, giuristi, strateghi). Nellastessa ottica — ma con un’impostazione esclusivamente politologica — simuoveva Bonanate con tre saggi (poi accostati nella parte terza, intitolataVerso una teoria della pace giusta, di Né guerra né pace, Bonanate 1987h), nelprimo dei quali (Bonanate 1981c) svolgeva una ricognizione descrittivadella quantità di pace affermatasi nella storia contemporanea, mettendonetuttavia in discussione la «qualità»; per poi rivolgersi, nel secondo, al-l’analisi tipologica e alla giustificabilità storica della pace che effettiva-mente si realizza (Bonanate 1987e); infine argomentando, nel terzo, che,pur con tutti i suoi limiti, la pace effettiva che il sistema internazionalecontemporaneo conosce potrebbe forse rappresentare — quanto meno —la pre-condizione necessaria al passaggio a una forma di pace (con demo-crazia) più accettabile e condivisibile (Bonanate, 1986e; un’appendice aquesta argomentazione è rappresentata da Bonanate 1987b). Ancora alrapporto tra pace e democrazia rivolge la sua attenzione A. Papisca(1987a), intravvedendovi la possibilità che lo spirito pacifico (democratico)delle organizzazioni non governative possa avere un ruolo trainante anchenei confronti delle più rigide strutture statuali.

La maggior parte della restante produzione sulla guerra e sulla pacerimane costretta — ma ciò non suoni a giudizio critico nei confronti deisingoli lavori fin tanto che accettino i limiti che si sono dati — in unadimensione prevalentemente saggistica, la quale se esercita un’impor-

Page 69: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

Relazioni internazionali 59

tantissima funzione di diffusione della rilevanza di questi temi (vedi adesempio il volume di Gambino, 1986 o quello di Gaja, 1986b), non puòtuttavia contribuire in modo sostanziale alla costruzione di un patrimoniodi conoscenze cumulative e sistematiche31.

8. L’affannosa ricerca strategica della sicurezza

Va subito precisato che le considerazioni appena svolte riguardo aglistudi sulla guerra e la pace non possono non estendersi anche all’ultimodei settori di analisi — a qualche titolo internazionalistica — della nostrarassegna, quello della strategia applicata alla ricerca, se non più della vit-toria, della sicurezza: la pace attraverso il pericolo della guerra. La par-ticolare arretratezza — come si cercherà di evidenziare — di questo set-tore (sviluppatissimo in altri paesi, primo fra tutti, come al solito, gliStati Uniti, ma anche le ricerche britanniche e francesi vanno segna-late) potrebbe in prima approssimazione venire ancora una volta rife-rita all’inesistenza di un ruolo attivo dell’Italia (di ciò si è già detto nelparagrafo 6, dedicato alla politica estera italiana), il che costringerebbeperò ad ammettere il presupposto (tutt’altro che incontrovertibile) cheogni stato, indipendentemente dalla valutazione della sua collocazionenella vita internazionale, debba essere in grado di porsi nei suoi rap-porti esterni come «potenza» — non tenendo, in altri termini, in alcunconto l’evoluzione intervenuta nel mondo a seguito della comparsa dellearmi nucleari.

Per circa un ventennio (anni Sessanta e buona parte di quelli Set-tanta), il crescente successo degli studi strategici nel mondo è stato prin-cipalmente dovuto al compito che viene loro affidato di razionalizzareil paradosso dell’equilibrio del terrore, che garantisce tanto meglio lapace quanto più minaccia di sconvolgerla. Il mondo si muove sull’orlodel baratro nucleare al confine della psicopatologia della politica — ela teoria generale della dissuasione attira su di sé l’interesse di psicologi(come E. Fromm), di economisti (come Th. Schelling), di matematici(come A. Rapoport), di politologi (come D. Singer), di strateghi infine(come A. Beaufre), per non parlar dei filosofi (da B. Russell a K. Ja-spers, da G. Anders a N. Bobbio). Nulla di analogo si verifica nello stesso

31 Un esempio di ciò è rappresentato dalla curiosa «fortuna» di Clausewitz in Italia, molto piùsovente occasione per stucchevoli riflessioni sul rapporto tra guerra e politica che non di seria eapprofondita analisi esegetico-storiografica (quasi unica eccezione è Mori, 1984).

Page 70: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

60 Luigi Bonanate

periodo in Italia, tant’è vero che quello spazio è esclusivamente occupa-to (come già si è segnalato nel paragrafo 3) da qualche traduzione, spe-cie nel settore del controllo degli armamenti, senza che qualche studiosoimposti (o almeno importi) la problematica strategica riferendola alle ca-ratteristiche della collocazione italiana nel quadro strategico mondiale (l’u-nico segno innovativo è rappresentato, a partire dalla metà degli anni Ses-santa, dall’attività dell’Istituto Affari Internazionali, che però ben pre-sto si concentrerà su aspetti tecnici e settoriali più che sui quadri generali).

Bisogna giungere al giro degli anni Ottanta per constatare un improvvi-so e vivace risveglio dell’attenzione italiana per le questioni strategiche edella sicurezza: le ragioni di ciò possono essere intraviste più che altro nel-le mutate, e fin anche peggiorate, condizioni del gioco strategico interna-zionale dopo la «distensione» dominante dal 1962 (crisi di Cuba) fino al-la metà degli anni Settanta, quando il pendolo oscilla nuovamente verso la«guerra fredda» («euromissili», Afghanistan, ecc.), oppure nell’almeno ap-parente attenuazione del sistema di vincoli imposto dagli Stati Uniti ai suoialleati nonché — in termini più generali — nel fenomeno della perdita dicontrollo da parte di entrambe le superpotenze su tutto ciò che succedenel mondo. Può così verificarsi una sorta di riappropriazione di interessi edi funzioni da cui gli stati (specialmente quelli europei) si erano sentiti e-spropriati dall’immensità del pericolo nucleare, risvegliando conseguente-mente una propensione per l’analisi «stato- centrica» della strategia, epiù in generale, delle condizioni a cui ogni stato potrà garantire in fu-turo la propria sicurezza.

Il contributo italiano alla riflessione su questa tematica si è organiz-zato lungo due successive linee, parallele e incomunicanti — ciò che hareso del tutto inesistente il dibattito e l’integrazione tra le due prospet-tive, che possono esser definite come quelle della teoria pura e dell’o-peratività assoluta. Il contenuto della prima può essere riassunto in po-chi cenni: riguardano in sostanza soltanto una parte degli interessi per-seguiti da Bonanate, il cui primo libro (Bonanate, 1971) avrebbe potutoessere il primo (se non fosse rimasto praticamente l’unico) tentativoitaliano di affrontare l’analisi strategica di per se stessa, al di fuori diqualsiasi considerazione di carattere militare od operativo — secondoun indirizzo che già da diversi anni era andato affermandosi negli StatiUniti, ma che aveva avuto i suoi esempi più raffinati in alcuni capitolidi Paix et guerre entre les nations (Aron, 1962, trad. it. 1970) e ne Le granddébat (Aron, 1963, trad. it. 1965). Quella linea era sviluppata ancora inalcuni altri, meno sistematici, lavori (come Bonanate, 1976a; 1979b), trai quali va segnalato tuttavia il programma di ricerca esposto nel capitolo

Page 71: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

Relazioni internazionali 61

Strategia (compreso in Bonanate, 1979b), che mirava a una ricostruzio-ne del campo teorico della dimensione strategica dell’analisi interna-zionalistica, muovendo dalla storia della sua concettualizzazione (daprima di Clausewitz fino al neo-clausewitzianesimo attuale), per poiaffrontare il rapporto tra strategia e lotta politica (specie nella suacomponente ideologica) e concludere affrontando l’innovazione cul-turale (un altro dei tanti prodotti dell’era atomica) rappresentata dal-l’avvento della strategia in quanto scienza sociale, dovuto al ribalta-mento della sua accezione tradizionale, che da tecnica rivolta alla vitto-ria in guerra la trasformava in scienza intesa a evitarla — senza impe-dire tuttavia che continuasse a essere possibile il raggiungimento diquegli obiettivi politici che prima erano affidati, appunto, alla guerra.Analisi politologico-internazionalistica e analisi strategica si trovanocosì strettamente intrecciate da costringere il politologo a farsi anchestratega, e viceversa da imporre ai militari una cultura anche politologi-ca. Ma se il lavoro di Bonanate non pare aver avuto seguito (neppurenegli scritti successivi dello stesso), tra gli studiosi italiani l’ansia neiconfronti dell’instabilità (forse più apparente che reale) dell’equilibriostrategico internazionale offre l’occasione per lo sviluppo di studi, lacui impostazione è succube del momento storico e dunque più sensi-bile ai profili operativi che non a quelli teorici.

La mancata costruzione di un metodico e sistematico programma diricerca (che fondasse le sue radici nella teoria strategica, così come essasi è ormai consolidata nel mondo) ha finito così per lasciar libero spazioa una sorta di ossessione operativa, semplicemente intesa a incorporarela componente nucleare della problematica strategica, insistendo sull’a-nalisi del ruolo che anche l’Italia potrebbe crearsi nel nuovo gioco inter-nazionale — visto che non può dotarsi di armi nucleari, almeno che di-venti una potenza regionale! Alcuni lavori di C.M. Santoro sono emble-matici della tendenza che — pur muovendo correttamente dalla teoriastrategica — ha finito per prevalere negli studi italiani, alla continua ri-cerca del risvolto operativo. In La guerra possibile (Santoro, 1982d), eglisi proponeva infatti proprio di mostrare come la struttura del sistemainternazionale fosse plasmata dalla possibilità della guerra (evidenziandodunque il contatto tra politica e strategia); ne Il sistema di guerra (San-toro, 1984c; ma vedi anche Santoro 1982c), la prospettiva si allargavaancora applicando al sistema bipolare contemporaneo i risultati dell’a-nalisi strategica più sofisticata e aggiornata (come specificava fin dallaprima pagina, «la “componente strategica” si è rivelata essenziale sianella determinazione delle strutture concettuali e operative del sistemainternazionale inteso come “sistema politico”, sia nella condotta e negli

Page 72: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

62 Luigi Bonanate

atti dei principali attori che ne costituiscono le unità organizzate») (San-toro, 1984c, p. 622). Ma curiosamente i successivi lavori di Santoro ap-prodano proprio all’analisi dei problemi strategici italiani nell’ottica «ope-rativa» e «propositiva». E emblematico di questo indirizzo il lungo saggiocompreso in Obiettivo difesa (Caligaris e Santoro, 1986), nella prima parte delquale Santoro illustra in modo sistematico e coerente in qual modo debbaprocedere nella sua analisi chi — alla luce della logica politica in-ternazionale data — voglia affrontare la tematica del «molo strategicodell’Italia» (Santoro, 1986b, p. 10). Attraverso l’immagine dei cerchiconcentrici, ciascuno dei quali contiene uno dei passaggi che vanno dalgenerale al particolare, Santoro giunge ad analizzare l’Italia come «mediapotenza» e si chiede quale debba essere il «modello di difesa» di unasiffatta potenza. Pur lasciando impregiudicata la valutazione del livelloa cui l’Italia possa collocarsi, l’attenzione viene piuttosto richiamata suquelli che vengono identificati come i problemi e/o i compiti (essenzial-mente regionali) che questa media potenza dovrebbe fronteggiare; cosìsi giudica che l’Italia dovrebbe «impedire l’egemonia sul bacino [medi-terraneo] sia da parte delle potenze rivierasche, sia (...) da parte delleSuperpotenze» (Ibid., p. 33). Dopo aver catalogato i «compiti funzionali»dell’Italia in ordine al mantenimento della deterrenza, al controllo dellearee di interesse, ai piani «adatti a rendere più flessibile e mobile lacapacità operativa delle forze assegnate a compiti speciali di intervento»(Ibid., p. 36) — il che impone di «sviluppare un “pacchetto”, di obiettivistrategici nazionali» (Ibid., p. 48) — Santoro si dedica definitivamenteall’analisi delle diverse «missioni» in cui l’Italia potrebbe impegnarsi, dasola o nell’ottica di una integrata «difesa europea».

Nessun dubbio che la ragione di questo «scivolamento operativo» siaimposta dai fatti più che da qualche improbabile sogno di rinascitanazionale: che il Mediterraneo si sia progressivamente segnalato comeuna delle zone più complesse per la politica internazionale contempo-ranea è fuori di dubbio; se a ciò si aggiungono le vicende della presenzadi truppe italiane in Libano, i nostri difficili rapporti con la Libia e poi lacrisi dell’«Achille Lauro» (Cassese, 1987) (con la successiva questione diSigonella e dell’intervento statunitense), appare tutt’altro che ingiustifi-cato il convergere dell’interesse degli studiosi su quest’area. Un attento esistematico scorcio sulle trasformazioni politico-militari intervenutenegli ultimi anni nell’area mediterranea è così al centro del lavoro diCremasco (Cremasco, 1986a), uno degli studiosi che hanno seguito conmaggior costanza e continuità le dimensioni strategico-militari sia dellapolitica estera italiana sia dei paesi europei, sempre con particolare ri-guardo per la regione mediterranea (cfr. Cremasco, 1978; Cremasco

Page 73: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

Relazioni internazionali 63

e Silvestri, 1980; Cremasco, 1982; 1983a; 1983b; 1983c; 1985a; 1985b;1986b. Considerazioni analoghe valgono per molti dei lavori di S. Sil-vestri, del resto anch’egli uno dei fondatori e più attivi collaboratori del-l’Istituto Affari Internazionali). Ma che non siano esclusivamente ra-gioni contingenti ed estrinseche ad aver determinato una «ripresa» deglistudi strategici italiani è dimostrato dal tono e dall’intensità assunti daldibattito negli anni più recenti.

Emblematici di ciò sono gli scritti di Luigi Caligaris (generale a ri-poso e oggi commentatore di politica militare per diverse e importantitestate nazionali), il cui saggio Gli studi strategici in Italia (Caligaris, 1984)può in un certo senso essere assunto a manifesto programmatico del ten-tativo di imporre l’analisi strategico-militare all’attenzione della classepolitica, alla luce di un’accezione, estremamente estensiva, del concettodi «sicurezza» (in un saggio più recente definita come la «politica dellepolitiche»; Caligaris, 1986c, p. 163). Nel suo bilancio sullo stato deglistudi strategici, Caligaris muove da un esplicito giudizio di valore, cioèche «i rischi di una dissociazione fra politica e strategia sono assai piùgravi, dato che la soglia fra pace e guerra è assai meno chiara e determi-nata che non in passato» (Caligaris, 1984, p. 343)32. Dopo aver criti-cato l’«Occidente» per essere un osservatore «distratto dai propri pro-blemi esistenziali immediati» (Ibid., p. 344), e quei paesi (come l’Italia)che, privi di una «grande strategia», si adattano alla situazione del mo-mento (Ibid., p. 347), Caligaris espone la sua concezione della strategiala quale — lungi dall’essere «un puro esercizio concettuale» — «si deveintrattenere, invece, con continuità con l’azione e la preparazione perl’azione» (Ibid., p. 352), se vuol essere all’altezza di fronteggiare «unasituazione internazionale di crescente complessità e instabilità» (Ibid.,p. 360). Ma senza soffermarsi a dimostrare che tale giudizio sulla na-tura della strategia sia sostenibile, e senza per altro affrontare un dibat-tito sullo stato internazionale degli studi strategici, Caligaris concludeil suo bilancio sostenendo la necessità, tutta operativa, che gli strateghi(anche «laici») siano chiamati a contribuire all’elaborazione delle poli-tiche nazionali (Ibid., p. 363), con particolare riguardo a quella «estera,militare, interna, sociale e economica» (Caligaris, 1986c, p. 163): quanto adire che la strategia deve diventare la principale «consigliera del Principe»!

Il sostegno metodologico di tale impostazione teorica viene da un altrogenerale (ancora in servizio) da pochi anni affacciatosi sul settore

32 È implicito — ma intelligibile — che Caligaris si propone di rovesciare quel «pre-giudizio» con cui la cultura progressista occidentale aveva per molti anni guardato, temendonela prepotenza, al «complesso militare-industriale».

Page 74: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

64 Luigi Bonanate

del dibattito strategico, Carlo Jean, il quale — inserendosi nello stessofilone teoretico introdotto anche in Italia dal generale Beaufre, la cuiIntroduction à la stratégie era stata tradotta dal Mulino fin dal 1966 — in unsuo saggio contenuto nel primo dei tre volumi che egli ha curatorecentemente (cfr. Jean, 1985b; 1986c; 1987b), propone una definizionedi strategia tanto allargata da farla confluire nella «ragion di stato» (Jean,1985a, p. 71), alla quale giustamente egli attribuisce il compito, non chedi militarizzare la politica (come Caligaris sembrerebbe invece predili-gere), di politicizzare la strategia (Ibid., p. 74). Ma ancora una volta l’e-clettismo continua a dominare questo ambito, come mostra la succes-siva raccolta organizzata da Jean (1986c) che giustappone, invece cheintegrare, prospettive teoriche e culturali totalmente eterogenee, nongiungendo conseguentemente a costruire un campo ben delimitato (ilche non vuol dire rinchiuso) nel quale davvero politologi e strateghi pos-sano dialogare.

Se questi sono gli indirizzi prevalenti (oltre che i più recenti) nel set-tore, non deve esser tuttavia trascurata l’opera di informazione e di ag-giornamento culturale che anche altri hanno svolto nell’ultimo decennio.Così vanno segnalati in primo luogo i lavori di F. Casadio (1979; 1983);gli studi di Pivetti (1969a; 1969b; 1983; 1985), ripresi e sviluppati piùrecentemente da F. Battistelli (1980; 1983; 1985); gli interventi sui pro-blemi delle spese militari e del connesso bilancio strategico mondiale (Maz-zocchi, 1982; Devoto, 1982; Rossi 1985a; 1985b)33. Merita infine diesser segnalata l’opera di fondazione della cultura strategica svolta neisuoi primi anni dall’IAI, che aveva pubblicato importanti antologie sullateoria strategica sovietica (Silvestri, 1971b) e cinese (Celletti, 1976), ab-bandonando purtroppo presto l’impresa (ma in effetti, avevano tali libriun pubblico?); così come finalmente l’ospitalità ricevuta su riviste cul-turali di ampio respiro da saggi scientifici sulla situazione strategica, comequelli di Fieschi (1982), di Cesa (1986; 1987), di Nevola e Giorcelli(1986), di Tonello (1984).

33 Particolare importanza acquista l’iniziativa — già ricordata — assunta dall’ArchivioDisarmo e dall’Unione scienziati per il disarmo di curare l’edizione italiana del WorldArmaments and Disarmament Sipri Yearbook. Precedentemente l’IAI aveva tradotto — mal’iniziativa era durata soltanto dal 1969 al 1972 — l’analogo (ma meno prestigioso) StrategieSurvey, uno dei due rapporti annuali (l’altro è il Military Balance) prodotti dall’InternationalInstitute for Strategie Studies di Londra.

Page 75: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

Relazioni internazionali 65

9. Conclusioni: un bilancio che guarda al futuro

Una volta considerati nella loro globalità i quattro settori in cui èstato suddiviso l’apporto italiano all’analisi politica internazionale, nonsi può non constatare, in primo luogo, come quantitativamente esso risultipiù ampio, ricco, variegato di quanto non ci si sarebbe potuto attendere.Va semmai ribadita ancora una volta la mancanza di una più coerente epluralistica ricerca di accumulazione e di dialogo tra culture diverse,interessi differenti, matrici culturali eterogenee. Non mancano neppure —in ciascun settore — contributi di notevole livello scientifico che nonsfigurerebbero in alcun confronto (campanilistico) internazionale. Daquesto punto di vista, uno dei risultati di questa rassegna è certamentepositivo, e in parte almeno inaspettato.

Una seconda considerazione riguarda poi il diverso apporto recatodai quattro settori (metodologia e teoria; politica estera; guerra e pace;sicurezza e strategia): essi sono tanto più frequentati quanto più ci siallontana dalla teoria per muovere verso i problemi di attualità, il chenon può esser considerato né un male né uno sviluppo anomalo: ma restail timore (tutto accademico, forse) che anche la migliore ricerca empi-rica risulti indebolita e in qualche misura ingiustificata, in assenza diun progetto teorico, e a maggior ragione di una griglia di concetti diriferimento quali solo il consolidarsi di un linguaggio comune control-lato e di una metodologia condivisa possono offrire.

Non si può, in terzo luogo, non constatare la marginalità della cul-tura italiana nel dibattito internazionalistico mondiale: se certo la con-dizione linguistica vi ha un peso, ben maggiore deve essere consideratoquello derivante dal troppo scarso impegno teorico e metodologico, chesono indubbiamente i terreni sui quali è possibile — ad un tempo — svi-luppare interscambi e dibattiti (la teoria è sempre la stessa, quale chesia il cielo sotto cui viene elaborata) tra studiosi provenienti da paesi etradizioni culturali differenti, e contestualmente progredire anche «inproprio» — se così si può dire — grazie alla natura stessa di questo tipodi riflessione. E mancata invece finora nel nostro paese la possibilitàdi costruire un’immagine precisa e inequivocabile delle relazioni inter-nazionali, ancora troppo sovente assimilate all’informazione giornalistica(ciò che in effetti, del resto, molti articoli pubblicati su periodici italianiavvalorano), oppure perentoriamente confinate nell’ambito del dibattitoideologico che per la natura stessa della vita internazionale tende a esse-re schematico e tutto imperniato su grandi contrapposizioni di valore.

Page 76: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

66 Luigi Bonanate

Si tratta di difetti e limiti che non vanno impietosamente rinfacciatia una così giovane disciplina: ciò che è grave piuttosto è che essa abbiatanto tardato ad essere ammessa nella comunità culturale italiana — ilche, come si è cercato di mettere in evidenza all’inizio è una storia cheriguarda altre discipline! Ma ora — entrata a pieno titolo nel mondo ac-cademico, e sulla via di essere riconosciuta dall’opinione pubblica attra-verso il sempre più frequente ricorso anche agli esperti di cose interna-zionali da parte dei mass media — è giunto il momento di dichiarar con-clusa questa prima fase storica, alla quale dovrà succedere quella dellaverifica dell’attendibilità del credito richiesto dagli internazionalisti; unpo’ come definitivamente superata appare l’età della «guerra fredda»portando con sé parte notevole di un dibattito strategico improvvisa-mente invecchiato, alla quale sempre più e sempre meglio sembra po-tersi sostituire l’immagine di un crescente ordine internazionale — menogiusto e democratico che pacifico, finora — per studiare e comprendereil quale un posto sempre più rilevante dovrà ormai essere concesso all’e-tica della politica internazionale. Introdotta nel mondo accademico ita-liano esattamente cinquant’anni dopo che Alfred Zimmern accedeva perla prima volta nella storia a una cattedra di relazioni internazionali (1919,University College del Galles), tocca alla «scuola» italiana di relazioniinternazionali mostrare se si sia radicata, se abbia dimostrato la sua ca-pacità di spiegare meglio di ogni altra alternativa la realtà e la naturadei rapporti internazionali, la sua unicità infine nel dominare una pro-blematica per natura estremamente complessa e delicata (se la guerraè sempre stata, in ogni tempo, l’evento più drammatico e doloroso cheun popolo potesse trovarsi ad affrontare, ben più tragico è il rischio delladistruzione totale che la cultura umana ha saputo oramai offrirsi!).

Volendo tratteggiare una sia pur sintetica agenda, ci si dovrebbe pro-porre di consolidare i risultati — nella loro parte più originale — dellaelaborazione teorica italiana sulle relazioni internazionali. Particolareimpegno andrebbe riposto nel tentativo di delimitare più fortemente ladisciplina — non in vista di inopportuni o improponibili arroccamenti— allo scopo di caratterizzarne più intensamente la natura politologica,il che non può avvenire se non grazie a una maggior propensione per laricerca empirica, alla quale non mancherebbero interessanti campi diesercizio (dall’analisi dei processi decisionali al contenuto del dibattito dipolitica estera che si svolge all’interno di un sistema politico, dall’analisiempirica delle guerre alla rilevazione della quantità di ordine effettiva-mente distribuita per il mondo, dalla identificazione dei diversi regimiche si sono organizzati intorno a determinati blocchi problematici allapolitica strategico-militare), senza per questo escludere dal campo

Page 77: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

Relazioni internazionali 67

aspetti solo in apparenza estrinseci quali quello della ricostruzione deicicli storici dei sistemi internazionali, oppure quello del giudizio eticosulla politica internazionale.

I temi affascinanti non mancano; molto più scarse si sono rivelatefinora le risorse. Il progresso culturale si misura — e si dimostra — conil modo in cui si orientano le forze a disposizione. Dalla capacità chemostreranno di avvicinarsi alla problematica internazionale nelle sue variesfaccettature — scrivendo magari meno ma meglio, riuscendo a concen-trarsi sui temi più importanti invece che su quelli d’attualità (le due cosepossono, ma non sempre, coincidere), non rifuggendo dalla complessità,ma sfidandola — dipenderanno le sorti di una giovane disciplina cheproprio per questo deve essere osservata con attenzione, ma anche conrigore e qualche circospetta prudenza, nella consapevolezza che la suacrescente centralità nel futuro non è difficile da pronosticare.

Page 78: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

Riferimenti bibliografici

Sono segnalati qui di seguito i lavori citati nel capitolo e non riportati nellacorrispondente sezione della bibliografia finale, in quanto non strettamente at-tinenti agli studi internazionali italiani o al tema della sezione bibliografica.

Alker H.R. jr. e Biersteker T.J., «The Dialectics of World Order: Notes for aFuture Archeologist of International Savoir Faire» in International StudiesQuarterly, 1, XXVIII, 1984.

Aron R., Paix et guerre entre les nations, Paris, Calmann-Lévy, 1962, trad. it.Pace e guerra tra le nazioni, Milano, Comunità, 1970.

— Le grand débat. Initiation à la strategie atomique, Paris, Calmann-Lévy, 1963,trad. it. Il grande dibattito. Introduzione alla strategia atomica, Bologna, IlMulino, 1965.

Bobbio N. e Matteucci N. (a cura di), Dizionario di politica, Torino, UTET,1976.

Bobbio N., Matteucci N. e Pasquino G. (a cura di), Dizionario di politica, To-rino, UTET, 1983’.

Bonanate L., «Un labirinto in forma di cerchi concentrici, ovvero: guerra epace nel pensiero di Norberto Bobbio» in Bonanate L. e Bovero M. (a curadi), Per una teoria generale della politica, Firenze, Passigli, 1986.

Bull H., «International Theory: a Case for a Classica! Approach» in World Po-litics, 3, XVIII, 1966.

Capitini A., Il potere di tutti, Firenze, La Nuova Italia, 1969.Caporaso J.A., «Teoria della subordinazione e della dipendenza» in Pasquino

G. (a cura di), Teoria e prassi delle relazioni internazionali, Napoli, Liguori,1981.

Dahl R.A., Modern Political Analysis, Englewood Cliffs, Prentice-Hall, 1963,trad. it. Introduzione alla scienza politica, Bologna, Il Mulino, 1967.

DeI Vecchio G., Il fenomeno della guerra e l’idea della pace, Roma, Bocca, 1911.Deutsch K.W., The Analysis of International Relations, Englewood Cliffs,

Prentice-Hall, 1968, trad. it. Le relazioni internazionali, Bologna, Il Mulino,1970.

Page 79: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

Riferimenti bibliografici 69

Easton D., The Political System, New York, Knopf, 1953, trad. it. Il sistema politico,Milano, Comunità, 1963.

— «Passato e presente della scienza politica», in Teoria politica, 1, I, 1985.

Galtung J., Environment, Development and Military Activity, Oslo, Universitet-forslaget, 1982, trad. it. Ambiente, sviluppo e attività militare, Torino, EdizioniGruppo Abele, 1984.

— There are Alternatives, 1984, trad. it. Ci sono alternative!, Torino, Edizioni GruppoAbele, 1986.

Garlan Y., La guerre dans l’antiquité, Paris, Nathan, 1972, trad. it. Guerra e societànel mondo antico, Bologna, Il Mulino, 1985.

Grader S., «The English School of International Relations» in Review of InternationalStudies, 1, XIV, 1988.

Greenstein F.I. e Polsby N.W. (a cura di), Handbook of Political Science, Reading(Mass.), Addison-Wesley, 1975.

Hale J.R., War and Society in Renaissance Europe, London, Fontana, 1985, trad.it. Guerra e società nell’Europa del Rinascimento, Bari, Laterza, 1987.

Heady F., Public Administration. A Comparative Perspective, Englewood Cliffs, Prentice-Hall,1966, trad. it. La pubblica amministrazione, Bologna, Il Mulino, 1968.

Hoffmann S., Primacy of World Order. American Foreign Policy since the Cold War, NewYork, McGraw-Hill, 1978, trad. it. Il dilemma americano, Roma, Editori Riuniti,1979.

Kaplan M.A., System and Process in International Politics, New York, Wiley, 1957.

Kiernan V.G., European Empires from Conquest to Collapse, London, Fontana, 1982, trad.it. Eserciti e imperi, Bologna, Il Mulino, 1985.

Krasner S.D. (a cura di), «International Regimes», fascicolo speciale di Inter-national Organization, 2, XXXVI, 1982. Il saggio introduttivo, di questo autore, èora tradotto in Bonanate L. e Santoro C.M. (a cura di), Teoria e analisi nellerelazioni internazionali, Bologna, Il Mulino, 1986.

Lyons G.M., «Expanding the Study of International Relations: the French Con-nection» in World Politics, 1, XXXV, 1982.

— «The Study of International Relations in Great Britain», in World Politics, 4,XXXVIII, 1986.

Mallett M., Mercenaires and Theirs Masters, London, The Bodley Head, 1974, trad. it.Signori e mercenari. La guerra nell’Italia del Rinascimento, Bologna, Il Mulino, 1983.

McNeill W.H., The Pursuit of Power. Technology, Armed Forces and Society since A.D. 1000,Chicago, The University of Chicago Press, 1982, trad. it. Caccia al potere,Milano, Feltrinelli, 1984.

Page 80: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

70 Riferimenti bibliografici

Milani L., Lettera a una professoressa, Firenze LEF, 1967.

— L’obbedienza non è più una virtù, Firenze LEF, 1978.

Modelski G., Long Cycles in World Politics, London, Macmillan, 1987a.

— (a cura di), Exploring Long Cycles, London, Pinter, 1987b.

Monteleone R., «Imperialismo» in Bonanate L. (a cura di), Politica Internazio-nale, Firenze, La Nuova Italia, 1979.

— (a cura di), Teorie sull’imperialismo, Roma, Editori Riuniti, 1974.Montross L., War through the Ages, New York, Harper and Bros., 1960.Morgenthau H.J., Politics among Nations, New York, Knopf, 1948.Pieri P., Guerra e politica negli scrittori italiani, Milano, Ricciardi, 1955.

Ritter G., Staatskunst und Kriegshandwerk. Das Problem des «Militarismus» inDeutschland, 3 voli., Miinchen, R. Oldenburg, 1954; 1964; 1968, trad. it. Imilitari e la politica nella Germania moderna, Torino, Einaudi, 1967; 1973;1973.

Singer J.D., «The Leve! of Analysis Problem in International Relations» inKnorr K. e Verba S. (a cura di), The International System, Princeton, Prin-ceton University Press, 1961, trad. it. «Il problema del livello analitico nellerelazioni internazionali» in Bonanate L. (a cura di), Il sistema delle relazioniinternazionali, Torino, Einaudi, 1976.

Singer J.D. e Jones S., Beyond Conjecture in International Politics, Itasca (III.),Peacock, 1972.

Spina A. e Rossi E., Il manifesto di Ventotene (1943), nuova ed., Napoli, Guida,1982.

Toynbee A., A Study of History, London, Oxford University Press, 1954.

Wallerstein I., The Modern World-System, New York, Academic Press, 1974,1980, trad. it. Il sistema mondiale dell’economia moderna, Bologna, Il Mulino,1978-1982.

Waltz K.N., Man, the State and War, New York, Columbia University Press,1959.

— Theory of International Politics, Reading (Mass.), Addison-Wesley, 1979,trad. it. Teoria della politica internazionale, Bologna, II Mulino, 1987.

Wright Q., A Study of War, Chicago, Chicago University Press, 1942.

Page 81: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

Capitolo secondoStoria delle relazioni internazionaliEnnio Di Nolfo

1. Dati istituzionali sull’insegnamento e sulla ricerca

Nell’esaminare la situazione degli insegnamenti di storia delle rela-zioni internazionali nelle università italiane, va tenuto presente che ladenominazione dell’insegnamento varia secondo le indicazioni degli statutidelle singole facoltà o corsi di laurea. Nei progetti di riforma attualmenteal vaglio dei consigli di facoltà, la denominazione viene ricondotta allaformula «storia delle relazioni internazionali». Tuttavia, nell’ordinamentovigente la dizione può essere anche una delle seguenti: «storia dei trat-tati e politica internazionale»; «storia dei trattati e delle relazioni inter-nazionali»; «storia dei trattati». Sono stati compresi nell’elenco anchedocenti e ricercatori di materie incluse nel raggruppamento per i con-corsi a professore ordinario del quale «storia delle relazioni internazio-nali» è la materia più consistente dal punto di vista numerico. Attual-mente, gli insegnamenti attivati nelle università italiane sono i seguenti:

Bari. Corso di laurea in Scienze politiche presso la Facoltà di Giuri-sprudenza: Anton Giulio De Robertis (associato); Italo Garzia (associato;storia dei rapporti tra Stato e Chiesa); Rosita Orlandi (ricercatore). LaFacoltà ha richiesto la copertura dell’insegnamento di storia delle rela-zioni internazionali mediante concorso per un posto di prima fascia.

Bologna. Facoltà di Scienze politiche: insegnamento vacante, affi-dato a supplenza.

Cagliari. Facoltà di Scienze politiche: insegnamento vacante, affidato asupplenza. La Facoltà ha chiesto un concorso per un posto di seconda fascia.

Camerino. Facoltà di Giurisprudenza, corso di laurea in Scienze po-litiche: insegnamento vacante, affidato a supplenza.

Catania. Facoltà di Scienze politiche: insegnamento vacante, affidato asupplenza. La Facoltà ha chiesto un concorso per un posto di seconda fascia.Firenze. Facoltà di Scienze politiche: Ennio Di Nolfo (ordinario);Marta Petricioli (associato); Maria Grazia Enardu, Renzo Rastrelli, An-tonio Varsori (ricercatori); Francesco Margiotta Broglio (ordinario; storia

Page 82: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

72 Ennio Di Nolfo

e sistemi delle relazioni fra Stato e Chiesa nell’età moderna e contempo-ranea); Giancarlo Mori (ricercatore). La Facoltà ha chiesto un concorsoper un posto di seconda fascia.

Genova. Facoltà di Scienze politiche: insegnamento vacante, affidatoa supplenza.

Macerata. Facoltà di Giurisprudenza, corso di laurea in Scienzepolitiche: insegnamento vacante, affidato a supplenza.

Messina. Facoltà di Scienze politiche: insegnamento vacante, affidatoa supplenza. La Facoltà ha bandito un concorso di prima fascia.

Milano Statale. Facoltà di Scienze politiche: Paolo Calzini (associato).Milano Cattolica. Facoltà di Scienze politiche: insegnamento vacante, af-fidato a supplenza. Massimo De Leonardis (ricercatore).

Napoli. Facoltà di Scienze politiche: insegnamento vacante, affidatoa supplenza.

Padova. Facoltà di Scienze Politiche: Edoardo Del Vecchio (ordina-rio); Danilo Ardia (associato); Carla Meneguzzi Rostagni (associato);Anna Bedeschi (ricercatore).

Palermo. Facoltà di Scienze politiche: insegnamento vacante, affida-to a supplenza.

Parma. Facoltà di Giurisprudenza: Alessandro Duce (associato); Sil-vio Ferrari (ordinario; storia dei rapporti tra Stato e Chiesa).

Pavia. Facoltà di Scienze politiche: Guido Donnini (associato); Do-natella Bolech Cecchi (ricercatore); Enrica Costa Bona (ricercatore);Maria Antonia Di Casola Fantetti (assistente).

Perugia. Facoltà di Scienze politiche: Fulvio D’Amoja (ordinario);Sergio Angelini (associato); Luciano Tosi (associato). La Facoltà di Pe-rugia ha chiesto la copertura di un posto di storia delle relazioni interna-zionali mediante concorso di prima fascia.

Pisa. Facoltà di Scienze politiche: insegnamento vacante, affidato asupplenza. Marinella Neri Gualdesi (ricercatore). Facoltà di Lettere eFilosofia: Fabrizio Ghilardi (associato).

Roma «La Sapienza». Facoltà di Scienze politiche, corso sdoppiato:Gianluca André (ordinario); Pietro Pastorelli (ordinario); Nicola Toral-do Serra (ricercatore); Giustino Filippone Thaulero (ordinario; storia deirapporti tra Stato e Chiesa). Facoltà di Giurisprudenza: insegnamentovacante, mutuato. Facoltà di Lettere e Filosofia: Renato Giordano (as-sociato). Facoltà di Magistero: Alfredo Breccia (ordinario).

Roma LUISS. Facoltà di Scienze politiche: insegnamento vacante,affidato a supplenza.

Salerno. Facoltà di Giurisprudenza, corso di laurea in Scienze politi-che: insegnamento vacante, affidato a supplenza.

Page 83: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

Storia delle relazioni internazionali 73

Sassari. Facoltà di Giurisprudenza, corso di laurea in Scienze poli-tiche: Paola Brundu Olla (ordinario).

Siena. Facoltà di Giurisprudenza, corso di laurea in Scienze politiche:Giovanni Buccianti (ordinario); Massimo Borgogni (ricercatore); LilianaSenesi (ricercatore).

Teramo. Università degli Abruzzi, Facoltà di Giurisprudenza: Fran-cesco Lefebvre d’Ovidio (associato). Facoltà di Scienze politiche: in-segnamento vacante. La Facoltà ha chiesto il bando di un concorsodi prima fascia per l’insegnamento di storia dei rapporti tra Stato eChiesa.

Torino. Facoltà di Scienze politiche: insegnamento vacante, affidatoa supplenza; Sergio Pistone (ordinario; storia dell’integrazione europea).

Trieste. Facoltà di Scienze politiche: Giorgio Marsico (associato).Sono inoltre stati istituiti due dottorati di ricerca in storia delle

relazioni internazionali. Il primo ha sede amministrativa in Firenze,e raggruppa le facoltà consorziate di Firenze, Perugia, Pisa e Trieste.Il coordinatore è Ennio Di Nolfo. L’altro dottorato ha sede ammini-strativa presso l’Università di Roma «La Sapienza» e non ha altre sediconsorziate. Il coordinatore è Gianluca André. Altri due corsi di dot-torato possono essere considerati affini a quello di storia delle relazioniinternazionali, ratio materiae il primo e per la possibilità di ammetterecandidati che svolgano una dissertazione in storia delle relazioni inter-nazionali il secondo. Si tratta di quello di storia del federalismo e del-l’Unità europea, con sede amministrativa a Pavia e sedi consorziatePavia, Firenze, Genova e Torino, coordinato da Giulio Guderzo, edi quello di relazioni internazionali con sede amministrativa a Padovae sedi consorziate Padova, Bologna, Milano e Trieste, coordinato daAntonio Papisca.

Non vanno infine tralasciati, nel delineare il quadro istituzionaledello stato della ricerca italiana nel campo della storia delle relazioniinternazionali, i numerosi centri di studi a carattere privato, per la cuidescrizione si rimanda al primo capitolo di questo volume (paragrafo 1).

Esiste in Italia una sola rivista esclusivamente dedicata a temi di storiadelle relazioni internazionali: Storia delle relazioni internazionali, editaa cura dell’Accademia europea di studi internazionali (Firenze, via Laura60) pubblicata dall’editore L. Olschki di Firenze con periodicità seme-strale. Fondata nel 1985, è diretta da Ennio Di Nolfo (redattore capo:Antonio Varsori). La Rivista di studi politici internazionali, fondata nel1933 con periodicità trimestrale, diretta da Giuseppe Vedovato, pub-blicata a Firenze (lungarno del Tempio 40), è viceversa la più antica tra

Page 84: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

74 Ennio Di Nolfo

quelle pubblicate in Italia che dedichi la sua attenzione in buona partea temi di storia delle relazioni internazionali. A questi affianca peraltrosaggi di politica contemporanea e note di materia giuridica economica.Alla rivista corrisponde una collana di studi che comprende contributifra i più importanti per la materia. Altre riviste storiche pubblicano, comeè ovvio (ma non sistematicamente), contributi su temi di storia delle re-lazioni internazionali. In particolare vanno citate tra queste riviste laRassegna storica del Risorgimento e Storia contemporanea.

2. Un bilancio degli studi di storia delle relazioni internazionali

Un bilancio degli studi di storia delle relazioni internazionali (o, piùin generale, di storia internazionale) in Italia presuppone l’abbandonodelle etichette accademiche e l’esame della produzione storiografica insé. È più importante considerare ciò che in concreto si fa di ciò che icustodi delle suddivisioni accademiche pensano di fare o vorrebbero si fa-cesse: badare alla sostanza, prima che alla forma.

Più di altri, questo settore della storiografia ha risentito negli ultimi de-cenni dell’urto con una realtà esterna che esige una riflessione metodologi-ca. Dopo la seconda guerra mondiale e, più ancora, dopo gli anni Sessanta,il mutamento del sistema internazionale è stato tale da imporre l’esi-genza di un cambiamento di metodi. Nessuno può più pensare che sipossano applicare agli ultimi anni del secolo XX gli stessi strumenti d’ana-lisi utilizzati per l’Ottocento o, ancor più chiaramente, per i secoliprecedenti. Tuttavia, a questo si è giunti dopo un certo travaglio, chein Italia ha acquistato consistenza soprattutto negli ultimi decenni, rie-cheggiando spunti provenienti, oltre che dall’Italia stessa, anche dalla sto-riografia francese.

Pesano sulla storia delle relazioni internazionali prevenzioni antiche,che scompaiono a fatica. Una nozione, in particolare, appare ormai de-sueta, mentre qualche decennio fa, quando gli studi di storia delle rela-zioni internazionali erano alle prime armi, ciò appariva con minore chia-rezza. Oggi nessuno — o pochi epigoni — si sentirebbe di affermare la so-vrapponibilità (quasi l’identità) del concetto di storia delle relazioni inter-nazionali e di quello di storia diplomatica. Il riferimento può apparireplateale, ma dopo episodi come l’incidente della centrale nucleare sovieti-ca di Cernobyl, che ha dimostrato l’internazionalizzazione di tutti ipiani dell’esistenza umana, il rifugiarsi, anche solo concettualmente, inun’immaginaria torre d’avorio diplomatica non ha più che il senso diuna ricerca di isolamento dal reale, di un voler sfuggire i temi di fondo

Page 85: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

Storia delle relazioni internazionali 75

della realtà. Anche se, forse, non erano necessari incidenti così clamo-rosi per osservare cose sin troppo evidenti per chi non si rifiuti di vederle.

L’osservazione ora formulata è però suscettibile di una critica: essaappare valida solo per il momento politico delle relazioni internazionali;non interferisce con la questione della ricerca delle fonti, cioè con unodei temi metodologici di base sollevato dal dibattito in materia. È noto, delresto, che la natura delle fonti qualifica quasi sempre il carattere degli studiche ne derivano. Le fonti diplomatiche sono, come osservava Toscano, perspecificità e sinteticità, esaurienti come rappresentazione del realeinternazionale e di conseguenza possono essere poste a fondamento diuna disciplina fondata prevalentemente su di esse.

L’argomentazione, in sé ineccepibile, restituirebbe legittimità scien-tifica a una storia diplomatica estesa dall’età moderna a oggi, e sostan-ziata da catene — o collane — di documenti: mutevoli, poiché non legatia stereotipi se non per certi caratteri formali, ma capaci, nel contenuto,di riflettere il mutamento. E, questa, una tesi attraente. Chi ha praticadi documenti diplomatici è pronto a riconoscere che essi hanno spessoun valore sintetico efficacissimo. Ma deve anche ammettere che, in questocaso, «spesso» è un avverbio che, rispetto alla mole pressoché inesauri-bile dei documenti diplomatici disponibili, si applica a un numero chediviene assai limitato di casi. Cosicché il carattere di rappresentativitàsintetica di tale documento può essere sostenuto sino in fondo solo incasi eccezionali e in presenza di altre fonti, che convalidano la specialitàdel caso; ma che al tempo stesso finiscono per alterare, inquinandola, lacoerenza dell’ipotesi appena intravista.

Bisogna poi aggiungere, per ulteriore chiarezza, che Toscano, nel so-stenere la sua tesi, aveva intuito e anticipato una possibile soluzione con-cettuale assai fruttuosa, benché lo stato delle conoscenze dei tempi nonrendesse familiari certi chiarimenti. Il valore reale della documentazionediplomatica risiede nel fatto che essa costituisce un codice omogeneo,importante più che per quanto esso narra, espone o riferisce, per i rego-lamenti che esso implica. Purché questi vengano situati con precisionee con chiarezza, esso può dar luogo a una limpida e rigorosa ricostru-zione di significati, che non aggiungono nulla al reale ma lo esprimonoin moduli così omogenei e regolari da rappresentare — i moduli stessi— un simbolo preciso delle relazioni diplomatiche. Ma lavorare inquesta direzione presuppone un corretto uso semiologico di tali fonti;il che richiede una certa specializzazione. Viceversa l’habitus cui la prassistoriografica ci fa assistere consiste nell’uso artigianale della fonte di-plomatica; nella manipolazione dei significanti senza cura per i signifi-cati. Allora il codice perde ogni carattere di omogeneità e rigore per di-

Page 86: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

76 Ennio Di Nolo

ventare solo un brogliaccio dal quale, con un po’ di astuzia e di pratica,si riescono a trarre le conclusioni più strampalate e più arbitrarie. Comeviene comprovato, deI resto, dall’infinita varietà di letture cui sono sot-toposti documenti identici; una varietà che sarebbe legittima, se fossesorretta dalle diversità di senso, ma che diviene del tutto casuale quandoè sorretta dall’estro artigianale, dall’accostamento approssimativo, dal-l’artificio retorico della composizione letteraria.

Numerose sono ancora, sul piano pratico, le espressioni di questa «co-siddetta» metodologia, ma rese logore dall’impossibilità sempre più evi-dente di dare contenuti politici (o diversi) plausibili a un metodo che,per usare l’espressione di uno storico americano, il Lafeber, si basa «suciò che un diplomatico racconta a un altro».

Questo dibattito ha risentito, e risente, forse più che in altri settoridella storiografia, di ciò che viene discusso fuori d’Italia, sebbene siadifficile dire che nel resto del mondo siano state raggiunte conclusioniunivoche e soddisfacenti (al punto che la Commissione internazionaledi Storia delle relazioni internazionali ha deciso di tenere in Italia, aPerugia, alla fine del 1989, un convegno destinato a un confronto suitemi metodologici, così come essi sono avvertiti dalle principali scuolestoriografiche esistenti nel mondo). Molti spunti sono venuti, negli anniCinquanta, dai lavori di Pierre Renouvin e J.-B. Duroselle, che hannoteorizzato la necessità di studiare le «forze profonde» che generano ilcambiamento internazionale. Più di recente, René Girault affermava:

L’histoire des relations internationales sera totalisante ou elle ne sera pas. Cela si-gnifie que nous devons non seulement employer, le cas échéant, les techniques voi-sines des sciences hurnaines, mais encore accepter de faire entrer dans nos investi-gations des champs de recherches historiques en apparence distincts des nòtres. Ici se

placent le fameux problème des relations entre politique intérieure et politiqueextérieure, et plus largement le probIeme de la piace des relations internationalesdans l’histoire du monde (Girault, 1985).

In Germania è in atto una profonda revisione dei modelli storiogra-fici ispirati al paradigma rankiano e al concetto di «primato della poli-tica estera» sull’onda dell’affermazione del «primato della politica in-terna» e del confronto metodologico con le scienze sociali: una revisioneche dà luogo a un dibattito intenso ma lungi dall’essere risolto. In GranBretagna prevale un pragmatismo che tende per ora a sottrarsi al dibat-tito teorico, o a ricondurlo all’interno dell’interpretazione storica chepredilige le analisi riguardanti le percezioni individuali dei diplomaticio l’identificazione del ruolo che essi intendono riconoscersi. Donald C.Watt invitava di recente a liberarsi dalle ambiguità di linguaggio e a stu-diare le fonti «attraverso gli occhi e la personalità di coloro che le hanno

Page 87: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

Storia delle relazioni internazionali 77

prodotte» (Watt, 1985). Negli Stati Uniti, infine, sulla scia di un saggiovolutamente provocatorio di Charles Maier (1980), che decretava la sen-tenza di morte della storia diplomatica (ma in pratica si riferiva all’ina-ridimento del filone diplomatico nelle interpretazioni della guerra fredda),ferve un dibattito serrato e aspro, che dimostra proprio il contrario delletesi di Maier, a condizione che si accetti una definizione non tradizio-nalistica del concetto di «storia diplomatica».

Il dibattito italiano (per ritornare così al punto di partenza) si muovetra vari poli: un tradizionalismo inconscio, che non si mette nemmenoin discussione, spesso per pura inerzia intellettuale o per timore del vuoto;la lunga marcia degli allievi di Chabod, che fanno proprio il richiamodella scuola francese e cercano l’arricchimento del genere storico consi-derando le radici profonde dei fatti: radici culturali, radici nell’opinionepubblica, talora, ma più raramente, radici economiche; lo storicismomarxista, che si manifesta però nel campo della produzione storiogra-fica più che in quello della riflessione metodologica; la composita e tor-mentata riflessione della scuola di Toscano, presa tra Scilla dell’ade-sione a un metodo definito e descritto una volta per tutte e Cariddidi un adattamento del metodo alle esigenze della nuova storia delle re-lazioni internazionali; infine un certo disegno scientista, che accetta unconfronto con le scienze sociali (un confronto che domina gli anni Cin-quanta e Sessanta ma perde calore nei decenni più recenti) e pervieneall’affermazione della necessità di un lavoro interdisciplinare senza con-fusione di compiti e di obiettivi, respinge la propensione a sommergerela storia, in quanto generalizzazione basata su processi logici arbitrario individuazione costruita su formule logiche casuali, all’interno dellealtre scienze umane e in particolare della sociologia o della scienza poli-tica o, nel caso in discussione, della teoria delle relazioni internazionali:recuperando l’esigenza storicistica come punto d’inizio di una proce-dura da ricostruire.

Accompagnato da alcuni corollari, lo storicismo perde la sua naturaassoluta e consente di definire i rapporti con le scienze contigue al la-voro storiografico. Nessun caso della storia è comprensibile sulla basedell’intuizione storica, poiché questa non esiste se non come pseudode-finizione di altri processi conoscitivi. Non esiste dunque capacità di ca-pire storicamente se non si è mossi da una teoria che serva a porre do-mande utili e significative: l’insieme delle domande atte a mettere inluce quanto è necessario al fine di pervenire a un grado meno approssi-mativo di conoscenza, alla consapevolezza di muoversi seguendo un certointeresse teorico-pratico (naturalmente è possibile imbrattar carte anchesenza tener conto di queste esigenze: nella terra di nessuno o nell’Antar-

Page 88: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

78 Ennio Di Nolfo

tide, senza direzione, senza significati, senza mèta). Per un approfondi-mento di questi concetti si veda Di Nolfo, 1986a.

Non è però il caso di addentrarsi oltre su questo terreno; invece èfondamentale definire confini e punti di contatto con campi di studiodiversi dalla storia ma confluenti nell’oggetto studiato: la vita interna-zionale. In tal senso esistono esigenze comuni e distinzioni necessarie.È comune l’esigenza di una corretta definizione del concetto di vita (orealtà) internazionale, a cui si fa riferimento; comune il bisogno di chia-rire la delimitazione del proprio metodo e di evitare sovrapposizioni con-cettuali che producono solo confusione, facendo retrocedere la ricercao enfatizzando diversità naturali, che non hanno bisogno di essere sot-tolineate.

Vi sono almeno tre grandi branche delle scienze umane che possonoavere per oggetto anche la vita internazionale: l’economia, il diritto ela scienza politica. Ciò accade quando esse studiano fenomeni econo-mici, giuridici o politici il cui verificarsi riguarda rapporti che si formanomediante il superamento di una frontiera (quasi sempre statuale) o si-stemi di relazioni che si formano per effetto di tale superamento. In questicasi, la realtà internazionale viene studiata in senso sincronico e con unprogetto nomotetico. La storia delle relazioni internazionali ha lo stessooggetto ma non può sfuggire al momento diacronico, anche quando èstoria di intersezioni puntuali, cioè è puramente idiografica. Essa stru-mentalizza sempre le scienze che le sono vicine; e viene da queste stru-mentalizzata, quando offre la casistica di richiamo.

Il tentativo di superare queste distinzioni in una visione riduzioni-stica che assegni il primato a un ramo del sapere scientifico o alla premi-nenza del conoscere storico non ha forse dato i risultati sperati. I pro-getti di sintesi interpretative si sono scontrati con la persistenza e la per-manenza degli interessi di ricerca da assimilare. Appare dunque di granlunga preferibile che le distinzioni vengano scandite, proprio perché laconvergenza dia risultati più rigorosi e, in quanto tali, più facilmenteintegrabili. In altri termini, i teorici delle scienze umane sanno che i fattidella vita internazionale da loro studiati non si collocano nel vuoto, madebbono essere collocati in sequenze evenemenziali concatenate e nonfalsificabili; e gli storici sanno (forse è giusto dire, in qualche caso, do-vrebbero sapere di più) che i discorsi da essi ricostruiti sono sempre in-tessuti di concetti presi a prestito dal sapere scientifico contiguo. Tantoper esemplificare, chi volesse occuparsi di un avvenimento così gran-dioso come la conferenza di Yalta del 1945 potrebbe essere interessatoa studiare come in quella sede fosse elaborato il compromesso che portòin seguito alla nascita dell’ONU; può studiare il meccanismo di funzio-

Page 89: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

Storia delle relazioni internazionali 79

namento del vertice e ricollegarlo a eventi analoghi, per desumerne pro-prie speculazioni sulla teoria delle conferenze al vertice; può seguire in-vece il modo e il percorso lungo il quale fu raggiunto un accordo proprioin riferimento alle ragioni contingenti che resero possibile il compro-messo sull’ONU. Sono tre modi diversi di studiare il medesimo oggetto.Ciascuno mosso da una proposta scientifica autonoma; ciascuno mirantea illuminare un aspetto di quella realtà, in vista di un risultato che sicollocherà sul piano teorico o su quello della ricostruzione storica; nes-suno legittimato a ignorare il senso delle indagini altrui o legittimatoa volerne distruggere il senso perché interno al proprio campo del sapere.

Non sempre ci si rende conto in Italia della mole di lavoro storiogra-fico compiuto dagli studiosi di storia delle relazioni internazionali. Nelformulare questa proposizione è però necessario avvertire che un bilanciodel lavoro concretamente svolto non può essere condotto seguendo di-scriminanti metodologiche troppo rigide. Una volta che si è dato contodell’esistenza e dei caratteri del dibattito aperto sui temi metodologici,occorre aggiungere che spesso le linee di demarcazione corrono all’in-terno di singole opere o all’interno della produzione di singoli autori. Glistorici acquistano con una certa fatica il senso della coerenza teorica inquanto dovere, mentre appare loro più congeniale quello della com-pletezza delle informazioni. Tentare un bilancio ispirato a criteri di as-soluto rigore vorrebbe dire discriminare e dividere per amore di coerenzaun vasto campo del sapere storico nel quale più voci confluiscono, dandoluogo, appunto, a una produzione assai più ricca di quanto possa sulleprime apparire. Per parecchi anni dopo la seconda guerra mondiale uncerto provincialismo ha fatto seguito all’infatuazione megalomaniacafascista, che concentrava nel primato della politica estera i propri pro-grammi politici. Così, per alcuni decenni, questi studi sono rimasti al-quanto nell’ombra, quasi che la realtà internazionale avesse cessato diesistere o che l’occuparsene fosse segno di velleitarismo post-fascista.Tenere questi studi nell’ombra, o considerarli quasi un campo minoredella storiografia, esprimeva uno stato d’animo politico, ma non cancel-lava una produzione pur sempre vasta, anche se di valore diverso (To-scano, 1963; 1970). Molte opere riflettevano l’esigenza giornalistica omemorialistica di descrivere gli avvenimenti del tempo, o di testimoniaresul proprio personale protagonismo. Altre riflettevano (e riflettono) unatendenza allo scandalismo politico, accentuato dal clima di tensioneesistente in Italia anche dopo il 1945. La periodica possibilità di accederea fonti archivistiche nuove, rese accessibili dal trascorrere del tempooppure dalle norme diverse che regolano la consultazione delle fonti neidiversi paesi del mondo ha reso possibile la pubblicazione di centoni ap-

Page 90: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

80 Ennio Di Nolfo

prossimativi e amorfi ma solleticanti la curiosità pubblica o la deforma-zione della prospettiva storiografica (un prototipo in tal senso è Faenzae Fini, 1976). Un’elencazione bibliografica non può escludere la cita-zione di queste opere, le quali contengono pur sempre contributi che,collocati criticamente, acquistano il valore di fonti. Tuttavia le conside-razioni appena accennate chiariscono le ragioni del silenzio che in unbilancio storiografico si terrà, come regola, nei confronti di questo tipodi pubblicistica.

3. Le fonti

In senso lato, entrerebbe nella categoria delle fonti un gran numerodi opere, rigorosamente riguardanti le sequenze della vita politica, eco-nomica, giuridica, demografica italiana. Sono opere considerate nei re-pertori specializzati per materia, ai quali è giocoforza rinviare. Per ciòche riguarda le relazioni internazionali, va segnalata anzitutto la conti-nuazione istituzionale della pubblicazione dei testi dei trattati e delleconvenzioni stipulati dal governo italiano1, ma l’attenzione deve fer-marsi in particolare sulle due raccolte di documenti che costituisconoil principale contributo italiano alla storia delle relazioni internazionali:la collezione dei Documenti diplomatici italiani, pubblicata dal Ministerodegli Affari Esteri, e la collezione sulle Relazioni diplomatiche degli statiitaliani preunitari, pubblicata a cura dell’Istituto Storico Italiano per l’etàmoderna e contemporanea.

Le due grandi collane hanno tuttavia conosciuto una sorte diversa.Sotto la direzione di Raffaele Ciasca, la collana sul periodo preunitarioaveva assunto un ritmo regolare e seguiva una programmazione assai vasta,grazie alla quale si poteva pensare che in breve volger d’anni il monu-mentale complesso della documentazione relativa ai rapporti fra gli statiitaliani preunitari e le singole potenze europee, nonché la corrispondenzaparallela, tra i rappresentanti delle singole potenze europee presso le cortipreunitarie e i rispettivi governi, potesse essere completata, fornendouna base esauriente per un riesame definitivo del quadro diplomaticodel formarsi della questione italiana, nonché dei suoi momenti critici(come il 1848-49 o il 1859-61). Cessata tuttavia la direzione di Ciasca,

1 Trattati e convenzioni tra l’Italia e gli altri Stati, Roma, Tipografia riservata del Ministerodegli Affari Esteri, 1951 e sgg. La raccolta è giunta nel 1987 ai trattati sino al 1956. Nel 1975ha avuto inizio una nuova serie relativa agli anni dal 1975, della quale è stato pubblicato un solovolume.

Page 91: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

Storia delle relazioni internazionali 81

le pubblicazioni assumevano subito, a partire dalla metà degli anni Set-tanta, un indirizzo erratico e casuale, che non sembra corrispondere acriteri obiettivi e che non consente né rendiconti scientifici né previ-sioni editoriali2.

Ben diversa, fortunatamente, la situazione della raccolta dei Docu-menti diplomatici italiani. In questo caso, dopo un periodo di stasi se-guito alla scomparsa di Ruggero Moscati, la Commissione, presiedutada Ettore Anchieri ma in effetti coordinata nel lavoro di ricerca e pub-blicazione dal vicepresidente, Pietro Pastorelli, ha potuto riprendere si-stematicamente il lavoro interrotto, e avviarsi verso il traguardo con-clusivo. È noto che la collezione è suddivisa in serie (nove, per la preci-sione), ciascuna delle quali contrassegna un punto di partenza diverso.Il traguardo appare raggiunto per la prima serie (1861-70), per la quinta(1914-18), per la settima (1922-35) e per la nona (1939-43). Meno vi-cine alla conclusione sono le serie seconda (1870-96), la terza (1902-1907),la sesta (1918-22) e l’ottava (1935-39). Maggior arretrato ha invece laserie quarta (1908-14)3. Nell’insieme tuttavia la regolarità con la qualeviene ora sviluppato il lavoro lascia prevedere che entro un numero nonirragionevole di anni questa collezione, così ricca di fonti diplomatichema anche di notizie che escono dal campo ristretto della diplomazia ecostituiscono una fonte generale di storia, e in particolare di storia dellerelazioni internazionali, possa dirsi compiuta. Sempreché gli organi com-petenti non si sovrappongano al lavoro degli studiosi che attendono allapubblicazione, interrompendolo, rallentandolo, ostacolandolo, con frenidi natura organizzativa, limitazioni finanziarie o pretesti burocratici cheancora rivelano una tenace propensione a conservare il segreto diploma-tico rispetto a carte che in altri paesi sono state pubblicate da decennie che di segreto ormai contengono ben poco, mentre, conosciute nelloro insieme, rappresenterebbero un «monumento» storiografico fonda-mentale.

4. Le tematiche

Le tematiche della storiografia hanno subito, nel corso dell’ultimoventennio, un profondo mutamento di accenti. Sin verso la metà deglianni Sessanta, lo studio dei problemi legati sia al periodo di formazionedel regno d’Italia, sia a certi momenti della politica estera italiana pre-

2 Per un elenco particolareggiato si veda l’Appendice bibliografica, 2.7.3 Si veda l’Appendice bibliografica, 2.7.

Page 92: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

82 Ennio Dí Nolfo

cedente la prima guerra mondiale, caratterizzava la produzione storio-grafica. Le incursioni in campi esterni erano occasionali e collegate al-l’interesse specialistico di un numero assai ristretto di studiosi (così glistudi sul Medio e Estremo Oriente; gli studi sulla storia africana e per-sino gli studi di storia americana). Si trattava di interessi scientifici de-rivanti da itinerari personali o legati, in misura forse maggiore, alla di-sponibilità delle fonti e a una certa quale persistente angustia di vi-sione, che tendeva a concentrare sulle questioni italiane, possibilmenteremote e quindi asettiche, l’interesse di studiosi che dovevano situarsiin un contesto ancora abbastanza dominato dalla tradizione prebellica.Sul finire degli anni Sessanta, invece, acquistarono vigore almeno duegrandi temi che avrebbero poi dominato questo settore di studio: lapolitica estera fascista e la questione italiana in quanto legata alla se-conda guerra mondiale e al sorgere della guerra fredda. L’Italia, in altreparole, considerata in un quadro che tendeva a farsi globale. Accantoa questo, un crescente interesse verso temi non strettamente italocen-trici, e l’affiorare dell’esigenza di studiare oltre che il profilo politicodelle relazioni internazionali anche la storia di fenomeni economico-sociali, con una attenzione del tutto particolare verso il tema dell’emi-grazione e verso quello, correlato al precedente, dello studio delle co-munità italiane fuori d’Italia.

La storiografia riguardante il problema della formazione dell’Unitàd’Italia aveva dato, nei decenni successivi alla seconda guerra mondiale,il suo principale risultato (grazie a autori come il Valsecchi o il Moscati)nel ridefinire le proporzioni politiche più corrette del rapporto tra azionie tradizioni della diplomazia sabauda e mutamenti del quadro interna-zionale, determinati dall’attività delle grandi potenze europee. L’azionediplomatica del Cavour, per non citare che l’esempio più macroscopico,aveva cessato di essere considerata come espressione della conquista delladiplomazia europea alla causa italiana, grazie alle risorse del genio ca-vouriano, ma era stata studiata come attento inserimento nell’azione dellegrandi potenze, e specialmente nel progetto egemonico di NapoleoneIII, al fine di inserirvi un progetto proprio del regno di Sardegna, cre-sciuto per l’intervento di variabili impreviste sino a diventare progettodi unificazione nazionale (Moscati, 1947a; 1947b; Valsecchi, 1948; DiNolfo, 1967). A questa novità storiografica poco è stato aggiunto (e forsepoco poteva essere aggiunto) nel ventennio successivo, se non Io studiodí alcuni temi non compiutamente elaborati nella storiografia precedente,come l’azione italo-francese nei confronti dello Stato pontificio, durantela crisi della seconda guerra di indipendenza, studiata da Ugolini (1973);i lavori, purtroppo non sempre lineari e spesso imprecisi di Cessi (1969)

Page 93: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

Storia delle relazioni internazionali 83

sulla questione veneta nel 1866; quello di De Robertis (1973) accuratoriesame degli aspetti storico-giuridici della questione del confine setten-trionale nel Trentino; quelli di Di Nolfo (1970; 1971a; 1971b) sul trian-golo negoziale italo-franco-austriaco nel 1867-70; quello sintetico ma riccodi spunti interpretativi offerto da Cialdea (1966) in relazione all’inseri-mento dell’Italia nel quadro delle grandi potenze dopo la guerra del 1866.Trattazioni tecniche, alle quali va affiancata, sebbene non ovviamentetutta interna al campo delle relazioni internazionali, la magistrale siste-mazione data da Romeo (1984) alla biografia e all’azione politica cavou-riana, una sistemazione nella quale i contributi analitici vengono rias-sorbiti e rielaborati in un quadro d’assieme.

A ciò si deve aggiungere poi che un continuo interesse ha suscitatoil rapporto tra Stato italiano e Santa Sede o la politica estera della SantaSede stessa negli anni di crisi. Sul primo aspetto vanno citati i lavoridi Tedeschi (1978a; 1978b), di stretta impostazione tecnico-giuridica,ma di rilevanza storica; sul secondo un saggio di De Leonardis (1980)e i lavori della Meneguzzi Rostagni (1973; 1983a; 1983b), che mettonoin luce i dilemmi e i condizionamenti della politica estera del cardinaleAntonelli nell’estinguersi di una capacità d’azione autonoma, e sfatano,almeno per quel periodo critico, il mito della sconfinata abilità della di-plomazia pontificia.

La storiografia sulla politica estera dell’Italia unitaria è un campo lar-gamente inesplorato e inspiegabilmente trascurato, se non per alcuni temi,del resto non nuovi rispetto alla precedente produzione storiografica eda autori che sono in gran parte rimasti fedeli ai loro interessi tradizio-nali di ricerca. Il panorama resta ancora dominato (di lontano) dalla sin-tesi dello Chabod (edita nel 1950) alla quale non mancano di richiamarsie con la quale non cessano di misurarsi anche gli autori dei decenni piùrecenti. Non c’è dubbio, del resto, che lo sforzo dello Chabod, di faremergere le basi della politica estera italiana dal profondo della culturapolitica, della biografia e dell’opinione pubblica del tempo in cui essavenne elaborata, ha rappresentato un risultato così alto della storiografiaitaliana da apparire come il modello inevitabile e la miniera alla qualeattingere per sviluppare successive ricerche: la «nuova storiografia» dellerelazioni internazionali (Vigezzi, 1984), in quanto momento di svoltanel concepire Io studio della politica estera italiana e parametro dellefondazioni di qualsiasi altro lavoro affrontasse la stessa tematica. Veroè che l’opera dello Chabod è rimasta poi monca del suo naturale svi-luppo evenemenziale riguardante «i fatti» della diplomazia italiana. Tut-tavia resta illusoria la speranza che, una volta costretto a passare dal di-segno dell’ambito all’indicazione degli attori e delle loro azioni, lo Chabod

Page 94: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

84 Ennio Di Nolfo

si lasciasse trascinare sui sentieri della tradizione tecnicistica, rinunciandoal patrimonio culturale acquisito.

Può apparire, questo, un discorso ozioso, se non fosse che la presenzadelle «premesse» chabodiane restò il modello, forse paralizzante per chivolesse seguire la via aperta. Sul piano dei contributi interpretativi ge-nerali si è avvertita la necessità di ristampare ancora il corso istituzio-nale di Morandi (1972), utile per l’impostazione e la divulgazione, manon più innovativo, a dispetto dei ripetuti aggiornamenti bibliografici.Quanto a opere nuove, il panorama resta limitato. La sintesi di E.Decleva su L’Italia e la politica internazionale dal 1870 al 1914 raccoglieefficacemente lo stato delle questioni alla data di pubblicazione (1974)e in qualche caso si sviluppa sulla base di ricerche originali, ma per suastessa natura non può essere considerata se non come punto di partenza,memento da affiancare al lavoro dello Chabod nell’indicazione di ciò chedeve esser fatto, più che di ciò che è stato fatto4. Il recentissimo vo-lume di Petrignani (1987) sugli anni dal 1870 alla prima rinnovazionedella Triplice (1887) cerca di ricreare lo spessore chabodiano nel mo-mento della ricostruzione evenemenziale, ma nell’insieme l’opera nonpare andar oltre i meriti di una utile e attenta ricostruzione di un profilodiplomatico sinora abbastanza trascurato nei suoi lineamenti generali,senza offrire la robustezza di interpretazione che i primi decenni dipolitica estera italiana ancora attendono da qualche studioso che ritengaopportuno occuparsene.

Così acquista un rilievo assai importante, come svolta metodologicarispetto allo studio generale della politica estera italiana, la ricerca di-retta da Fabio Grassi (1986) su La formazione della diplomazia nazionale(1861-1915), un’opera nella quale, così come nelle prime indagini parti-colari che la accompagnano5, dedicate alla struttura degli organi pre-posti all’emigrazione e alla documentazione archivistica del fondo «Com-missione centrale arbitrale per l’emigrazione», il problema della elabo-razione della politica estera italiana viene affrontato, per così dire, dalbasso o dalla sua premessa socio-culturale, come individuazione anali-tica della natura e composizione del corpo diplomatico italiano. Il che

4 Recentemente Decleva ha pubblicato un interessante volume che raccoglie e coordina vari saggi sullapolitica estera italiana, quasi in una linea di continuità ricostruttiva (Decleva E., L’incerto alleato.Ricerche sugli orientamenti internazionali dell’Italia unita, Milano, F. Angeli, 1987).

5 Si tratta dei regesti La struttura e il funzionamento degli organi preposti all’emigrazione(1901.1919), a cura di F. Grispo, Roma, Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, 1986; Inventanodel fondo «Commissione centrale arbitrale per l’emigrazione» (1915-1929), a cura di P. Santoni,Roma, Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, 1986.

Page 95: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

Storia delle relazioni internazionali 85

costituisce un contributo innovativo di eccezionale interesse per la storiadell’amministrazione della diplomazia italiana e una serie di indizi digrande valore nel ripercorrere poi itinerari politici e culturali di ogni di-mensione, ma si colloca, per quanto riguarda i problemi dell’interpreta-zione generale della politica estera italiana, o dell’individuazione, oltreche delle sue radici (premesse) anche del suo divenir piantagione o fiori-tura, su un piano ancora preparatorio. Di recente poi il Grassi ha ag-giunto ai saggi introduttivi un grosso volume nel quale viene fornito unaltro strumento di lavoro fondamentale per l’ulteriore progresso dellaricerca, un volume repertorio dei diplomatici italiani dall’unificazionealla prima guerra mondiale, che per ciascuno reca una accurata biografiacon indicazioni bibliografiche concernenti sia gli scritti dei singolipersonaggi sia gli scritti dedicati ai personaggi medesimi (Grassi, 1987).

Le osservazioni formulate in relazione al quadro generale degli studisull’età postunitaria riguardano il problema di definire il limite di uncampo di interesse della storiografia italiana. Non intendono ovviamentesottacere il fatto che nonostante l’esistenza di tale limite alcuni temi,alcuni aspetti o alcuni protagonisti della politica estera postunitaria sianostati l’oggetto di opere di molti meriti. Sugli anni della politica esteraitaliana dopo la presa di Roma resta ancora un lungo silenzio, che tendea diradarsi per il periodo vicino al congresso di Berlino e per quello rela-tivo alle origini della Triplice o a certi aspetti tecnici di questa6. Sitratta però di opere molto particolari che prendono in considerazionemomenti circoscritti e fanno sentire la perdurante mancanza di uno studioampio e adeguato sulla più importante scelta di fondo compiuta dallapolitica estera italiana dopo l’unificazione. Viceversa sono stati trattaticon puntualità aspetti successivi, come la crisi delle relazioni italo-francesinel campo marittimo e l’azione del Di Robilant, in concomitanza conla fase della prima rinnovazione della Triplice Alleanza (Del Vecchio,1970), quelli riguardanti le convenzioni navali che seguirono l’evolveredelle relazioni triplicistiche (Gabriele, 1969), quelli militari, che met-tono in luce le radici della politica triplicista nelle forze armate italianee, di conseguenza, l’ambito inizialmente circoscritto della politica di par-ziale distacco dall’alleanza, ricorrente al Ministero degli Esteri italiano(Mazzetti, 1974).

6 Sugli anni e gli sviluppi della Triplice alleanza si vedano, oltre al citato volume di R.Petrignani: Ghilardi F., Politica estera e trasformismo. Le relazioni anglo italiane dal 1878 al1888, Milano, F. Angeli, 1981; Malinverni B., Il primo accordo per il Mediterraneo (febbraio-marzo1887), Milano, Marzorati, 1967.

Page 96: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

86 Ennio Di Nolfo

L’azione e la figura di Francesco Crispi restano uno dei temi di mag-gior attrazione di tutto l’arco prebellico. Renato Mori, seguendo lo svi-luppo logico dei suoi precedenti lavori sulla questione romana, ha stu-diato il rapporto tra le forze interne che sostennero la politica crispinae certi azzardi che questa volle tentare nello spingere verso interpreta-zioni dinamiche del triplicísmo (Mori, 1973), mentre Carlo Zaghi hastudiato con enfasi gli sviluppi imperialistici dell’ultima politica crispina(Zaghi, 1973). Sergio Romano (1986), nelle sue diverse elaborazioni dellapolitica e della personalità crispina, affronta i temi della politica inter-nazionale mettendo in evidenza il carattere nazionalistico dell’esaspera-zione della politica nazionale e imperiale dello statista siciliano e, a suavolta, Enrico Serra, lo specialista degli studi italiani sulla politica esteradi fine secolo o dei primi anni del Novecento, ritornava sulle premessedi questa fase di svolta cercandone i riferimenti diplomatici e quelli le-gati al divenire interno dei temi di politica internazionale (Serra, 1968).Studi, questi, ai quali va affiancato lo sforzo compiuto da R. Rainero(1971) per affrontare anche l’altro aspetto dell’opinione pubblica, quellomeno clamoroso, ma potenzialmente maggioritario, il fronte anticolo-nialistico, nel suo formarsi durante la fase del primo colonialismo ita-liano, fra la conquista di Assab e la sconfitta di Adua.

Sul periodo successivo a quello crispino si dispone di un’opera diE. Decleva (1971) che, pur nell’ambito della ricostruzione di un rap-porto bilaterale, peraltro tale da rappresentare una delle due facce dellaalternativa diplomatica italiana e dunque tale da rappresentare inevita-bilmente l’occasione di un profilo completo di questa, costituisce un ec-cellente esempio dello sforzo che la scuola di ispirazione chabodianacompie per collegare il profilo della vita diplomatica con gli sviluppi dellapolitica interna e gli orientamenti dell’opinione pubblica, così da met-terne in rilievo l’inscindibilità sul piano storiografico o, quanto meno,da porre il problema della necessità che i due aspetti, anche quando se-parati, siano in pari maniera tenuti presenti.

Con questo studio si entra nel campo del grande mutamento di ac-centi avvenuto in Italia con il volgere del secolo XIX e con l’età giolit-tiana. Sono gli anni del nazionalismo, del socialismo, della politica im-perialistica giolittiana: gli anni che Giuseppe Are ha efficacemente definitocome quelli della scoperta dell’imperialismo, in quanto scoperta delle sueprecondizioni industriali, delle sue basi culturali e delle sue componentidemografiche (Are, 1985). Il tema è stato studiato da G. Sabbatucci(1970-71), che ha seguito il filone del legame tra nazionalismo eirredentismo, e da Alberto Aquarone, che dedicò una serie di saggi digrande rigore e ricchezza alla ricerca del rapporto tra forze economiche,

Page 97: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

Storia delle relazioni internazionali 87

gruppi di pressione e formazione del programma coloniale italiano (Aqua-rone, 1977b). Temi, questi, poi ripresi in modo variegato da diversi au-tori in un convegno dedicato per l’appunto al nazionalismo italiano acura del Gabinetto Viesseux di Firenze (AA.VV., 1986). Del pari note-vole è il lavoro dedicato da L. Goglia e F. Grassi (1981) all’imperialismoitaliano visto nella molteplicità delle sue componenti in un saggio cheraccoglie fonti rare o significative.

All’interno del periodo giolittiano si collocano poi singoli momentiche sono stati l’oggetto di contributi dall’efficacia diversa. Il patto ítalo-russo di Racconigi è studiato in un volume di G. Donnini (1983), circo-scritto alla ricostruzione delle scansioni cronologiche del negoziato di-plomatico che portò al trattato. A. Duce ha studiato, sulla base di unaricca documentazione, la fase iniziale della politica di penetrazione ita-liana in Albania fra il 1897 e il 1913 (Duce, 1983). Maggior interesseha suscitato, ovviamente, il tema della guerra di Libia, che è stato l’og-getto di un lavoro di F. Malgeri (1970), più interessato agli aspetti ri-guardanti l’origine interna e politico-culturale dell’impresa, e di un re-centissimo lavoro di A. Del Boca (1986-88). Questi ha ampliato l’analisisino a ricercare le prime occasioni dell’espansione italiana nell’Ottocento,la lunga preparazione diplomatica, il conflitto e gli eventi succeduti aesso sino al 1922, cioè alla estinzione dell’impero ottomano, con risultatiche risentono abbastanza volutamente del disappunto rispetto almancato stabilirsi di una seria collaborazione, anziché di un rapacecolonialismo, tra i popoli delle due sponde del Mediterraneo: storiografiadi impegno civile dunque e, come tale, caratterizzata o condizionata davisioni di politica attuale.

Sulle questioni attinenti la politica economica internazionale del-l’Italia e le sue ripercussioni sulla politica estera va poi messo in rilievoun nuovo impegno storiografico, con il massiccio lavoro di documenta-zione elaborato da Del Vecchio su La via italiana al protezionismo. Lerelazioni economiche internazionali dell’Italia 1878-1888 (Del Vecchio,1979-80); mentre costituisce un brillante esempio di ricomposizione delmomento politico con quello economico-finanziario e quello culturaleil lavoro dedicato da M. Petricioli all’espansione italiana nell’Asia mi-nore alla vigilia della prima guerra mondiale (Petricioli, 1983). Anzi, pro-prio questo saggio indica come sia possibile sfuggire ai rischi della par-cellizzazione storiografica per tener conto della molteplicità di spiega-zioni possibili in eventi complessi.

Per quanto riguarda gli anni immediatamente precedenti la primaguerra mondiale e la crisi di Sarajevo, va ricordato un recente volumedi Repaci (1985), garbata ricostruzione che risale nel tempo sino alle

Page 98: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

88 Ennio Di Nolfo

origini della politica estera italiana, senza peraltro innovare rispetto allostato degli studi, quasi che con l’opera del Vigezzi fosse conclusa la lungapolemica sull’intervento (salvo l’aggiunta di alcuni saggi minori, comequello della Procacci sull’interventismo di sinistra [Procacci, 1980] o lapubblicazione di fonti che riguardano sia la fase prebellica sia gli annidi guerra, e che, sebbene ricche di un diverso grado di novità, contri-buiscono a completare il quadro informativo. Ci si riferisce al Diario eagli Scritti e discorsi di S. Sonnino, editi da B. Brown e da P. Pastorelli[1972-75; 1975-81] alle Memorie di V.E. Orlando, a cura di R. Mosca[1970] e ai Diari di A. Salandra a cura di G.B. Gifuni [1971]).

Sugli aspetti politici e, conseguentemente, diplomatici della guerra,giova citare l’opera del Melograni, che affronta però il tema nei suoiaspetti generali (1969); sugli aspetti economici deve essere tenuta pre-sente un’opera di notevole originalità per gli studi italiani, nella qualeE. Del Vecchio affronta i problemi della cooperazione economica e fi-nanziaria nella politica di guerra dell’Intesa, mettendone in luce le con-seguenze interne e internazionali a breve e lunga scadenza (1974); mentresugli aspetti diplomatici e internazionali degli anni di guerra esiste uncerto numero di lavori che hanno individuato temi di rilievo non margi-nale, ma che non forniscono ancora un quadro d’assieme del senso in-ternazionale della guerra per la politica italiana.

Il Monticone ha dedicato un volume di grande importanza (Monti-cone, 1971) al tema controverso del negoziato con gli imperi centraliper una soluzione di compromesso che garantisse la neutralità italianaassicurando all’Italia quel «parecchio» di cui aveva parlato Giolitti. Mon-ticone riconosce apertamente i limiti «diplomatici» della sua opera, chetuttavia travalica tali limiti nella ricerca, spesso felice, delle motivazionidi fondo della scelta italiana del maggio 1915. A sua volta, Pastorelliha studiato un tema apparentemente periferico, come la questione alba-nese, dal 1914 al 1920, ma questa gli ha offerto lo spunto non solo peruna approfondita disamina del caso, bensì anche per una rivisitazionedi tutti gli aspetti della politica balcanica dell’Italia negli anni della guerrae del dopoguerra (Pastorelli, 1970); A. Ara ha studiato con puntualitàla politica degli Stati Uniti verso l’Austria-Ungheria, ripercorrendo letappe della formazione di un atteggiamento arti-absburgico e studiandoanche il problema della minoranza italiana in Austria, nella fase finaledell’esistenza dell’Impero absburgico (Ara, 1973; 1974); Tosi si è occu-pato della propaganda italiana all’estero durante la guerra, individuandocosì un profilo non abituale ma emergente nelle relazioni internazionali(Tosi, 1977); M. Petricioli (1972), affacciandosi sul dopoguerra, ha stu-diato la spedizione italiana nel Caucaso del 1917; mentre un quadro breve

Page 99: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

Storia delle relazioni internazionali 89

ma denso di spunti interpretativi della posizione italiana verso i pro-blemi della pace è delineato da F. D’Amoja (1969-71)7.

Fra i temi «nuovi» della politica estera e internazionale degli anni diguerra e dell’immediato dopoguerra è naturale che il problema dellarivoluzione russa occupi un posto di grande rilievo. Di questa sono stativisti gli aspetti occasionali, ma ricchi di elementi informativi, come lostudio delle vicende della Commissione militare italiana in Russia svoltodal Biagini (1983); il diverso proporsi e la diversa azione degli esuli russiin Italia prima e dopo lo spartiacque del 1917 (Tamborra, 1977); l’in-fluenza della rivoluzione sul laburismo britannico8. Tuttavia l’autoreche ha fermato, e con maggior efficacia, la sua attenzione sulle ripercus-sioni della rivoluzione russa in Italia è stato G. Petracchi, che ha dedi-cato a questo tema due volumi e una serie di saggi (1974; 1982). Nel-l’ultimo di questi volumi, denso di riferimenti economici, culturali e di-plomatici, il Petracchi ricostruisce con notevole perizia l’effetto dellarivoluzione sulla società e sulla politica estera italiane e la diversità dellereazioni degli statisti italiani nei confronti dell’apparire sulla scena in-ternazionale del nuovo e dirompente soggetto politico. Tema, quest’ul-timo, studiato anche da E. Serra (1975) con particolare riferimento alleposizioni assunte da F. S. Nitti e alle ambizioni di questo, di ricondurreentro un tracciato revisionistico il progetto rivoluzionario mondiale.

Meno in evidenza, certo perché largamente trattati dalla storiografiaitaliana negli anni immediatamente precedenti, i temi relativi ai nego-ziati per i trattati di Parigi o quelli riguardanti la genesi del fascismonei suoi aspetti collegati con il quadro internazionale, temi per i qualiè però necessario ricordare sia il lavoro d’assieme di Veneruso (1968)sia quello più recente di Gentile (1982).

5. Studi sulla politica estera fascista

Dopo i lavori, in un certo senso pionieristici, della prima parte deglianni Sessanta, gli studi sulla politica estera fascista hanno invece cono-sciuto uno sviluppo ricchissimo, che pur a diversi piani di approfondi-mento e seguendo metodologie talora assai lontane, lasciano ormai pochiaspetti della politica estera fascista del tutto vergini rispetto a qualsiasi

7 Si veda inoltre Cialdea B., «La sicurezza europea e Ia pace del 1919-1921» in Storia epolitica, XIII, 1974.

8 Massardo Maiello (1974). Sugli echi dell’opinione pubblica italiana, cfr. Donnini (1976).

Page 100: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

90 Ennio Dí Nolfo

forma di trattazione. Ciò è dovuto all’evidente mutare delle circostanze sto-riografiche. Sin al termine degli anni Cinquanta era stato forte in Italia l’in-flusso della polemica antifascista militante, specialmente quando essa siintrecciava con una sapienza storiografica sperimentale. La ripubblicazio-ne, nel 1952, del saggio di G. Salvemini su Mussolini diplomatico aveva la-sciato un’impronta critica e aperto problemi, che sarebbe stato difficile su-perare. D’altra parte Salvemini, nel suo vigore polemico, aveva centrato unodegli aspetti principali della politica estera di Mussolini, cioè il suo carat-tere propagandistico, la sua utilizzazione come strumento di consenso an-che, anzi soprattutto, interno. Il che portava a oscurare altri aspetti, piùtecnici o più legati a momenti particolari della politica internazionale, cheavrebbero richiesto analisi di documentazioni non ancora disponibili. Apartire dalla seconda metà degli anni Sessanta questo clima cominciava amodificarsi, paradossalmente anche grazie alla pubblicazione del secondovolume dedicato da Salvemini alla politica estera mussoliniana (Preludio al-la Seconda guerra mondiale, 1967), nel quale, pur senza rinunciare alla suabattaglia polemica e al suo impegno di demistificazione, il grande storicopugliese coglieva con eccezionale lucidità e con insuperata precisione ipunti critici del rapporto tra ambizioni e frenesie mussoliniane e politicaestera delle altre potenze europee o mondiali, così da togliere l’Italia da unisolamento di responsabilità esclusive, viceversa condivise anche dallegrandi potenze occidentali. Era una lettura «revisionistica» che anticipava,pur senza averne la risonanza, le polemiche suscitate dall’opera di A.J.P.Taylor. Si affacciava in questo clima il bisogno di lavorare sulle fonti, trat-tando un gran numero di argomenti aperti, senza cedere all’impeto dellavisione a tutti i costi negativa e proponendosi anzi problemi che finivanoper svuotare tale approccio.

Primo e preliminare, fra tali argomenti, quello di capire sino a chepunto la politica estera fascista continuasse le tradizioni nazionali e sinoa che punto si collocasse al di fuori di esse. Si tratta, come è ovvio, del-l’aspetto internazionale di una questione più generale relativa all’inter-pretazione del fascismo come fatto accidentale o come male radicato nellasocietà italiana.

Una vera e propria cascata di problemi storiografici è stata messa inmoto a questo fine in sé imponente, anche a prescindere dai risultatiparticolari. Per tentare di dare un ordine a questo insieme e situarlo inuna sequenza cronologica non del tutto approssimativa, le discussionihanno affrontato il tema preliminare di scavare nelle origini culturalidella politica estera di Mussolini. G. Rumi (1968), che ha sviluppatoquesto difficile tema, nonostante i buoni propositi d’ispirazione indi-

Page 101: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

Storia delle relazioni internazionali 91

rettamente chabodiana, non riesce a mettere ordine in un flusso di spuntieterogenei. D’altra parte, capire le basi culturali e l’origine politica del-l’azione fascista è possibile solo approfondendo il solco, anziché ridurloalla scorza nazional-fascista. Non dissimilmente G. Carocci, in un altroimportante saggio sulla fase iniziale della politica estera fascista (gli annidal 1925 al 1928), con riferimento speciale all’azione italiana nella pe-nisola balcanica, pur movendo dall’assunto ambizioso di svelare le radicidi classe dell’imperialismo italiano, non perviene a una persuasiva fusionetra l’aspetto teorico della sua analisi e quello «narrativo», nel quale lefonti vengono utilizzate con grande competenza e ineguagliata infor-mazione, per costruire un profilo circoscritto, negli aspetti logicamentecentrali, all’analisi di una dinamica diplomatica (Carocci, 1969).

Le discussioni hanno così affrontato il tema preliminare se al di sottodell’impulsività e del disordine dell’azione mussoliniana possano discer-nersi linee strategiche, magari inconsce e tali da dare al disordine eve-nemenziale una certa qual coerenza rispetto all’ordine di una strategia.Ma se è risultato abbastanza agevole ritrovare gli elementi costitutividel pensiero mussoliniano, rintracciandoli nell’eredità nazionalista, nellaspinta colonialistica e, soprattutto, nell’esasperazione del concetto di po-litica di potenza sino alle sue estreme conseguenze e, perciò, soprattuttonella ricerca di quel prestigio esterno che della «potenza» dovrebbe es-sere la prima espressione, meno facile è risultata l’applicazione delloschema strategico alle diversità dei casi (De Felice, 1968; 1974; 1981;Berselli, 1971; Di Nolfo, 1974).

L’esordio ispirato insieme alla volontà di collaborare con le grandipotenze europee, così da mostrare eguaglianza nei loro confronti, maanche di contendere loro risultati immediati, in una linea politica chealternava momenti pienamente pacifistici con impennate pre-imperialistiche, è stato studiato anche da M. Pizzigallo (1983) che, mo-vendo da un tema apparentemente marginale (Mediterraneo e Russia nellapolitica italiana 1922-1924) in realtà si è proposto l’analisi di tutti gliaspetti dell’azione mussoliniana nel Mediterraneo e dell’immediatoscontro che essa provocava sia sul piano coloniale (questione dei man-dati) sia su quello marittimo rispetto alle intenzioni strategiche britan-niche. Presenti, queste, anche nelle pagine di un precedente lavoro diM. Angelini (1970) sui patti di Locarno e l’Italia. Lo stesso Pizzigalloha poi arricchito le sue indagini in direzione strutturale, grazie a un in-sieme di saggi sulla politica petrolifera e sugli interessi italiani nel MedioOriente, che rappresentano nell’insieme un contributo sostanziale al su-peramento di una tendenza a lasciarsi condizionare dalle impressioni su-scitate dal verbalismo mussoliniano o da quelle generate dalla precoce

Page 102: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

92 Ennio Di Nolfo

definizione lanciata nel 1922 da Carlo Sforza, quando aveva profetizza-to l’avvento di una politica estera basata su «sentimenti e risentimenti» (Piz-zigallo, 1981; 1984). Appena accennato invece il periodo iniziale della politi-ca estera fascista nella biografia di De Felice su Mussolini: come aspettoancora marginale rispetto ai temi del consolidamento interno che dominava-no la formazione delle basi della dittatura (De Felice, 1974; 1981).

Viceversa sono stati l’oggetto di studi approfonditi temi bilateraliche hanno messo in luce anche i caratteri generali della politica del duce.P. Pastorelli aveva fatto precedere al suo studio sui rapporti italo-albanesidurante la prima guerra mondiale un altro lavoro sullo stesso tema pergli anni 1924-27, ricco di documentazione e tale da illuminare i nume-rosi aspetti di un momento che estendeva la sua influenza all’intera po-litica balcanica dell’Italia, metteva in gioco le relazioni con la Franciae la Gran Bretagna, rappresentava la prima occasione per Mussolini diverificare le basi dell’espansionismo italiano, faceva affiorare il tema,poi reiterato, del revisionismo (Pastorelli, 1967b). Su momenti paralleliritornavano in seguito autori non italiani ma che, avendo pubblicato leloro opere per la prima volta in Italia, possono considerarsi appartenentialla storiografia italiana, come il Burgwyn (1979), che studiava con moltoimpegno analitico le basi materiali del revisionismo fascista e il Borejsza(1982) che del pari analizzava la politica balcanica dell’Italia in tuttoil suo arco di svolgimento.

Altri autori toccavano problemi bilaterali, come più di recente Mar-sico, in un bel libro sulla questione dell’ Anschluss, visto nei suoi aspettidi problema politico europeo, condizionante poi tutta la politica esterafascista (Marsico, 1983); e Lefebvre d’Ovidio (1984), che traeva lo spuntodagli accordi del 1935 per tracciare un panorama persuasivo e rigorosodel significato delle relazioni con la Francia nella politica di Mussolinie nella speranza del duce di raggiungere i suoi obiettivi strategici graziea un’alleanza con il governo di Parigi, dalla quale sarebbero usciti fruttipiù copiosi e meno costosi di quelli promessi da un’intesa con la Ger-mania; tema, questo, interno anche ad altri lavori di mole minore diDi Nolfo (1974), riguardanti i rapporti italo-austriaci, intesi come ele-mento caratterizzante gli orientamenti di fondo della politica estera mus-soliniana, e di De Felice (1973), che documentava le difficoltà dell’intesaitalo-tedesca dopo l’Anschluss e dopo l’armistizio dell’8 settembre. Irapporti con il Giappone sono infine stati studiati con originalità diinteressi e buoni risultati complessivi da V. Ferretti (1983), in una seriedi contributi che trattano l’arco di tempo dalla guerra d’Etiopia sinoalla vigilia del secondo conflitto mondiale.

Page 103: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

Storia delle relazioni internazionali 93

Meno legati al quadro europeo, ma indirettamente intrecciati al ruoloitaliano nella vita finanziaria mondiale, i saggi dedicati da C. Damianie da G. G. Migone ai rapporti fra Mussolini e gli Stati Uniti. Il lavorodella Damiani (1980), molto accurato nella ricerca delle fonti, si arrestatuttavia agli inizi dell’età rooseveltiana e sviluppa gli aspetti politici. Mi-gone invece cerca di tracciare una storia dell’evoluzione delle relazionitra il mondo finanziario italiano e quello americano, quasi delineandolecome premessa di successivi sviluppi: con risultati suggestivi ma discu-tibili e problematici, per l’eccesso di distorsione imposto dalla volontàdi individuare le basi remote della successiva egemonia finanziaria glo-bale degli Stati Uniti (Mígone, 1979b; 1980b). Assai più persuasive inproposito, sia nella ricostruzione evenemenziale sia nel tracciato proble-matico, basato sul disegno di ricollegare la politica estera fascista allacrisi economico-politica europea tra la fine degli anni Venti e l’iniziodegli anni Trenta, erano state le pagine di D’Aiuola, nel suo lavoro sullacrisi del sistema di Versailles (D’Amoja, 1967). Su questo stesso arcodi tempo si fermano espressamente anche i due volumi di documentie discorsi pubblicati recentemente da Dino Grandi e buona parte deldiario (Il mio paese), che lo stesso uomo politico ha accompagnato allaprecedente pubblicazione: fonti preziose, ma pesantemente condizionatedall’intento autoapologetico e, talora, da una certa limitazione dell’in-formazione storiografica, pur necessaria quando la memorialistica viene«ricostruita» a decine di anni di distanza dagli eventi documentati(Grandi, 1985a; 1985b).

I presupposti della politica italiana verso l’Etiopia e la continuità trafase fascista e fase prefascista vengono esposti in due volumi di G. Buc-cianti (1977; 1984), intesi alla ricostruzione del tracciato diplomatico delproblema. Sull’espansionismo mussoliniano verso l’Africa si sono fermatianche Rainero (1978), che ha ripreso il tema delle ambizioni sulla Tu-nisia, in una interessante ricostruzione d’assieme e Del Boca, nella suavasta opera sull’azione italiana in Etiopia (1976-84) che nel secondo vo-lume affronta gli anni dell’espansione fascista con ricchezza di accentie interessi come del resto anche Procacci (1984), che ha studiato il temadal punto di vista della vittima, l’Etiopia, e degli oppositori, gli ambientidel socialismo internazionale. Più deliberatamente interno al problemadell’analisi diplomatica, ma attento nel percepire i punti critici delloscontro-incontro politico in atto fra le potenze, è il lavoro assai docu-mentato di R. Mori sull’impresa etiopica in se stessa (Mori, 1978)9 .

9Sulle ripercussioni europee e in particolare sulla rimilitarizzazione della Renaniaosservazioni acute in Panizza, 1972.

Page 104: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

94 Ennio Di Nolfo

Sul tema dell’impresa etiopica, che costituisce lo spartiacque per l’a-nalisi della politica estera di Mussolini, si è fermato a lungo anche DeFelice, nella sua biografia mussoliniana.Valendosi di una documentazioneassai estesa, De Felice pone una serie di problemi riguardanti la genesidell’interesse di Mussolini verso l’Etiopia, la preparazione dell’impresa,i collegamenti con l’evolvere della politica europea, il disegno di conse-guire il risultato all’interno della politica di alleanze occidentali facendovalere la nozione di «peso determinante» dell’Italia negli equilibri eu-ropei, una nozione chiaramente attinta dalla tradizione del «colpo di ti-mone» impresso alla rigidità della politica triplicistica dei primi anni delsecolo. L’insuccesso neI conseguire risultati spinse rapidamente Musso-lini verso i primi passi di un compromesso con la Germania sull’Austria,e poi verso l’Asse (De Felice, 1973; 1974; 1981).

Trascurato per un certo tempo dalla storiografia italiana, soprattuttoa causa delle difficoltà di accedere alla documentazione, il periodo del-l’avvicinamento e dell’alleanza con la Germania è stato da ultimo l’og-getto di una serie di studi che hanno messo in luce la ricchezza di pro-blemi che tale breve arco di tempo presenta. In particolare emerge daessi la tutt’altro che univoca scelta mussoliniana e, anzi, il continuo ri-percorrere, da parte del duce, la speranza di poter frenare la spinta revi-sionistica della Germania sia mediante concessioni, sia mediante l’in-tesa con le potenze occidentali (un’intesa da ricostruire dopo la crisi etio-pica e durante le asperità della crisi spagnola) sia mediante il tentativodi anticipare le mosse strategiche hitleriane in modo di svuotarle dellaloro portata dirompente per il sistema europeo. Dove, come e se sianopossibili tali distinzioni è oggetto di dibattito tuttora aperto.

Non manca chi appare disposto a sostenere la tesi che la disponibi-lità mussoliniana a un compromesso antitedesco o comunque tale dacontenere l’espansionismo germanico durasse sino alla vigilia della guer-ra o, addirittura, perdurasse sino a guerra iniziata (De Felice, 1981; An-dré, 1973) o persino — in modo involontariamente caricaturale — alperiodo successivo all’entrata in guerra dell’Italia (Quartararo, 1980a),ma ciò mediante un uso che costringe le fonti a dire quanto brani dicitazioni isolate possono affermare, senza tener conto del discorso poli-tico in cui esse si inseriscono.

In questo quadro d’assieme si colloca una serie di lavori. P. Brundu011a, nel volume L’equilibrio difficile (1980), mette in rilievo alcuni ca-ratteri della politica mediterranea di Mussolini interpretando l’interventoin Spagna come mezzo per isolare la Francia ma soprattutto come me-todo per neutralizzare la politica britannica neI Mediterraneo, spingendogli inglesi verso un accordo. Questo accordo è, a sua volta, l’argomento

Page 105: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

Storia delle relazioni internazionali 95

di due lavori di D. Bolech Cecchi, la quale tende a sottovalutare cometemporanea la portata di una convergenza già superata dai fatti (BolechCecchi, 1977), ma che tuttavia riaffiora nei mesi susseguenti, sino all’i-nizio della guerra, lungo una catena di contraddizioni della politica fa-scista, nel corso della quale Mussolini tenta sino in fondo di destreg-giarsi tra Francia e Gran Bretagna per conservare mano libera nel Me-diterraneo, dove la diplomazia hitleriana lo ha però imprigionato (Bo-lech Cecchi, 1986).

Tema di dibattito puntuale, ma riassuntivo rispetto a interpretazionidi più lunga portata, è il cercare di definire l’esatto momento in cui Mus-solini decise che l’Italia sarebbe entrata nella seconda guerra mondiale:se la decisione fosse solo rinviata nel settembre 1939 e quindi il periodosuccessivo fosse animato da reale desiderio di compromesso; se la sceltavenisse nel marzo 1940, dinanzi alla determinazione di Hitler di prose-guire la guerra a tutti i costi o se fossero piuttosto gli eventi in Franciaa persuadere Mussolini che nessun’altra alternativa restava all’Italia senon quella di seguire la Germania, sicura vincitrice, o restar subalternaall’egemonia tedesca in una nuova Europa dominata solo dai nazisti. Suquesti temi hanno scritto André (1973), De Felice (1973), Vigezzi (1985),Quartararo (1980), Di Nolfo (1985), con argomentazioni diversamentepersuasive ma nell’insieme tali da mostrare come, lungi dall’essere uni-vocamente determinata dalla firma del patto d’acciaio, la politica esteraitaliana disponesse ancora, sino all’ultimo momento, di una scelta traalternative diverse che rimette in discussione l’inevitabilità dell’alleanzacon la Germania.

Il panorama della produzione storiografica italiana per questo arcodi tempo non sarebbe completo senza la citazione del manifestarsi dirobusti interessi di ricerca anche rispetto a temi non direttamente ri-guardanti la politica estera italiana, ma solo occasionalmente intrecciatia questa in quanto aspetti di un quadro internazionale del quale l’Italiafaceva parte. Si pensi ai lavori di G.L. André sulla questione delle Az-zorre come punto critico della difesa atlantica durante la guerra e comespunto diplomatico per interpretare le difficoltà della posizione porto-ghese (André, 1971); di A. Breccia (1978) sulla neutralità jugoslava; diLeoncini (1976) sulla questione dei Sudeti; della Costa Bona sulla «guerrad’inverno» tra Unione Sovietica e Finlandia (1987), della Brescianino(1979) sulla neutralità belga alla metà degli anni Trenta.

Page 106: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

96 Ennio Di Nolfo

6. Studi sulla seconda guerra mondiale e sul dopoguerra

Non è il caso di citare in questa sede l’immensa produzione scienti-fica, memorialistica e saggistico-divulgativa riguardante la seconda guerramondiale e il modo in cui l’Italia vi prese parte, poiché questi temi ap-partengono quasi esclusivamente alla storia militare. Ciò non impediscetuttavia di prendere in considerazione, anche per l’arco di tempo deglianni di guerra, una serie di lavori che costituiscono la base (non già inriferimento alla data della loro pubblicazione quanto in riferimento allamateria trattata) della politica estera italiana nel secondo dopoguerra.Si vuol dire con ciò che non appare possibile comprendere la storia dellapolitica estera italiana nel dopoguerra senza collegarla alle sue radici ma-turate, o anche soltanto attecchite proprio durante il periodo bellico.Cosi, per gli anni dal 1941 al 1949 (e in qualche caso anche per gli annisuccessivi) l’interesse scientifico degli storici italiani delle relazioni in-ternazionali ha avuto molteplici occasioni di fermarsi, individuando unaserie di nodi interpretativi, attorno ai quali conviene, anche in questocaso, raggruppare l’insieme dei lavori pubblicati.

Il primo tema riguarda senza dubbio il modo con cui in Italia, purcombattendo durante la seconda guerra mondiale, ci si rese conto assaiprecocemente delle difficoltà nelle quali la Germania si sarebbe imbat-tuta e, ancor prima che le sconfitte militari decidessero per gli statistiitaliani, si prendessero iniziative per tentare una pace separata. Infattile prime indicazioni di contatti in proposito risalgono al 1941 e sonostate l’oggetto di una accurata ricerca del Varsori (1978) che ha prose-guito la sua indagine sino al vero avvio dei negoziati per l’armistizio.Ma sul maturare in Italia, dall’autunno del 1942, di un clima semprepiù tendente al rovesciamento di Mussolini (sul piano interno) e a unapace separata o a un cambiamento di alleanze esiste una serie di testi-monianze, legate in particolar modo agli ambienti vaticani e tali da in-tegrare quelle già riferite dal Toscano nel suo volume dedicato ai 45 giornidel governo Badoglio. In particolare hanno rilievo per questa fase dellapolitica estera italiana i documenti di Myron C. Taylor, che anticipanol’interesse americano verso la penisola e pongono le basi della succes-siva intesa tra la Santa Sede e gli Stati Uniti nel cercar di orientare glisviluppi della politica italiana ed europea (Di Nolfo, 1978a; 1978b).

Nella preparazione della crisi finale di guerra non va trascurato il ruolosvolto dall’emigrazione antifascista e in particolare il tentativo compiutoda Carlo Sforza negli Stati Uniti, per costituire un governo o comitatoitaliano in esilio, che anticipasse la defascistizzazione e ponesse le con-

Page 107: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

Storia delle relazioni internazionali 97

dizioni di un rapporto meno conflittuale con i vincitori. Questo tema èstato studiato in particolare da A. Varsori, che riprendendo e coordi-nando contributi anche di altri autori, prima dispersi in pubblicazioniminori, colloca nel giusto rilievo e nei limiti reali la portata del progettoSforza, quello della Mazzini Society e spiega le cause dell’insuccesso ditale progetto10.

Il modo in cui l’Italia pervenne all’armistizio resta ancora legato auna serie di problemi interpretativi non tutti risolti. Infatti non è an-cora risolto il problema del mancato accoglimento da parte italiana del-l’ultimatum americano di fine maggio 1943; e non sono stati sufficien-temente chiariti gli aspetti internazionali del colpo di stato del 25 lu-glio. I volumi che G. Bianchi ha dedicato a questo tema fanno solo rim-piangere che una documentazione così imponente sia stata utilizzata inmaniera tanto maldestra (Bianchi, 1972); non è univocamente risoltoil tema della strategia seguita da Badoglio nella ricerca dell’armistizio,poiché appare dubbio sino a qual punto egli fosse a conoscenza delladebolezza degli alleati e dunque della necessità in cui essi si trovavanodi ottenere la resa italiana, così come non del tutto chiarito è il sensodel suo progetto strategico, legato alla speranza di uno sbarco alleatomolto a nord di Roma, così da dare concretezza all’ipotesi di un rove-sciamento militare di fronte da parte italiana e contemporaneamente danon esporre ai rischi dell’invasione tedesca l’istituzione monarchica. Suquesti temi hanno scritto da ultimo Arcidiacono (1985b), sulla base diuna vasta documentazione e di un sottile spirito critico, e più sintetica-mente Di Nolfo (1983a), che sostiene con determinazione l’esistenza diun preciso progetto strategico da parte di Badoglio e l’inadeguatezza dellarisposta italiana, nonché E. Aga Rossi, che sviluppa sulla base di unasolida documentazione di prima mano una attenta analisi delle incer-tezze della politica americana verso l’Italia, se analizzata nei suoi aspetti,non sempre coerenti, di politica presidenziale e politica di tutta l’ammi-nistrazione degli Stati Uniti (Aga Rossi, 1972).

Sui problemi relativi all’applicazione dell’armistizio da parte alleatae sulla questione del «precedente italiano» esiste una serie di lavoritra i quali spiccano il saggio di D. Ellwood (1977), che analizza tutta lapolitica dell’occupazione alleata in Italia, mettendone in luce contrad-

10 Cfr. Varsori (1982). Su Sforza anche nel periodo dell’emigrazione cfr. la mediocrebiografia: Zeno L., Ritratto di Carlo Sforza, Firenze, Le Monnier, 1975. Sulla Mazzini Society:Tirabassi M., «La Mazzini Society (1940-1946): un’associazione degli antifascisti italiani negli StatiUniti» in Italia e America dalla grande guerra a oggi, a cura di G. Spini, G.G. Migone e M. Teodori,Venezia, Marsilio 1976.

Page 108: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

98 Ennio Di Nolfo

dizioni, contrasti e limiti, specialmente in riferimento alla questione isti-tuzionale e all’incapacità di inglesi e americani di elaborare linee d’a-zione comuni rispetto al problema italiano. Sulle difficoltà dell’ammini-strazione italiana di promuovere una linea di rinnovamento e di dialo-gare costruttivamente con le forze politiche italiane, E. Aga Rossi haofferto una serie di contributi (1971; 1979b) che vanno dalla pubblica-zione della relazione di Adlai Stevenson sulla situazione italiana all’i-nizio del 1944, ai temi collegati alla costituzione e al funzionamento delgoverno Bonomi dopo la liberazione di Roma.

La questione del «precedente italiano», cioè della portata interna-zionale delle formule utilizzate dagli alleati per controllare l’esecuzionedell’armistizio in Italia in quanto momento della nascita di «zone di in-fluenza» e assunzione di posizioni ostili verso l’Unione Sovietica, è statastudiata a fondo da B. Arcidiacono, che ha utilizzato accuratamente lefonti per sviluppare la tesi che la resa italiana finisse per trasformarsiin «prova generale» degli esperimenti che in seguito la resa di altri paesinemici avrebbero imposto (Arcidiacono, 1984).

Da quanto si è detto sul tema del «precedente italiano» appare cheil rapporto bilaterale anglo-americano era in Italia reso più complessodal problema della presenza-assenza di una politica sovietica verso la pe-nisola. Segno di questa presenza-assenza fu il negoziato segreto delgennaio-marzo 1944, che portò al ristabilimento di relazioni diploma-tiche tra l’URSS e il regno d’Italia e poco dopo alla cosiddetta «svoltadi Salerno», cioè al rovesciamento della posizione dei partiti antifascistirispetto al problema dell’alleanza governativa con le forze monarchiche.Problema, questo, risolto in modo negativo prima del riconoscimentosovietico e in modo positivo dopo tale riconoscimento e il conseguenteritorno di Palmiro Togliatti in Italia. Si tratta di una questione che hasuscitato interminabili discussioni, anche di tono fortemente polemico,per quanto attiene ai suoi sviluppi interni alla vita politica italiana, mache ha ricevuto molta minor attenzione come problema internazionale,cioè considerata dal punto di vista del capire sino a che punto il ricono-scimento sovietico fosse motivato dal desiderio di accelerare il ritornodí Togliatti in Italia e sino a che punto l’azione del governo di Moscaintendesse aggirare le esclusioni derivanti dalla mancata partecipazionealla Commissione alleata di controllo. Se si eccettuano il lontano lavorodi Toscano (1970) e i lavori più recenti di Di Nolfo (1985b), Arcidia-cono (1984) e Morozzo della Rocca (1981), il quale inserisce la sua rico-struzione in un lavoro di ampio respiro sulle relazioni italo-sovietichesino al 1948, la questione rimane ancora abbastanza aperta, poiché solola conoscenza delle fonti sovietiche potrà chiarirla.

Page 109: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

Storia delle relazioni internazionali 99

La ripresa delle relazioni italo-sovietiche segnò una svolta nella poli-tica americana verso l’Italia, poiché diede maggior credibilità a quantisostenevano la necessità di una forte presenza statunitense per bilan-ciare la forza (e il pericolo) dell’influenza comunista in Italia. Fu, quello,dunque, il momento della scoperta del «pericolo’comunista» nella peni-sola e dell’inizio di una strategia di maggior attenzione, che avrebbe por-tato gli americani a una graduale assunzione di responsabilità nella pe-nisola, secondo un itinerario che è stato studiato da Di Nolfo in unaserie di saggi (1977b; 1978a).

La fase conclusiva della guerra fu resa complessa, per quanto riguar-dava i problemi internazionali, dall’affiorare del problema della Resi-stenza non solo come tema militare ma anche come problema dai conte-nuti politici, cioè come problema legato da un lato alla preoccupazionealleata che la ritirata germanica fosse seguita da una transizione pacificaal regime d’occupazione anglo-americano, senza i rischi dell’affiorare divelleità «rivoluzionarie» e, dall’altro, senza le preoccupazioni derivantidal predominio delle formazioni comuniste nell’ambito delle forze ar-mate della Resistenza. Tutto ciò viene posto in luce con grande evidenzadall’andamento della cosiddetta operazione Sunrise, cioè dal negoziatoper una resa separata delle SS in Italia e, in generale, di tutte le forzetedesche nella penisola, tentativo esperito dal generale Karl Wolf d’in-tesa con Himmler tra l’autunno del 1944 e, con maggior determinazione,dal febbraio al maggio 1945. Su questo episodio, già narrato da alcuniprotagonisti nelle loro memorie, hanno aggiunto utili chiarimenti E. DiNolfo (1975a), con un saggio dove si indicano i problemi interpretativiposti dal negoziato, ma soprattutto uno studio di E. Aga Rossi e B. Smith(1980), che chiarisce a fondo le implicazioni internazionali dell’episodioe la preoccupazione alleata di evitare che le forze della Resistenza po-tessero acquistare una capacità di controllo eccessiva nella fase di tran-sizione e di riunificazione dell’Italia.

La fine delle ostilità non segnò per l’Italia l’immediata cessazionedei problemi militari. Si delineò subito invece il problema che avrebbedominato la politica estera italiana negli anni dell’immediato dopoguerra,cioè la questione di Trieste. La rapida occupazione della città da partedelle forze del maresciallo Tito portò a uno dei primi aspri conflitti trapotenze occidentali e gruppo sovietico. Il tema è al centro di un’ampiae documentata analisi che A.G. De Robertis dedica alla questione giu-liana dagli anni di guerra sino al trattato di pace, considerata come temadelle relazioni internazionali (De Robertis, 1983). Ma esso viene trat-tato anche dagli altri autori che hanno considerato l’insieme degli aspettidella questione giuliana, come il De Castro, nella sua mastodontica opera

Page 110: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

100 Ennio Di Nolfo

di storico e protagonista (De Castro, 1981), e il Valdevit (1986), cheallarga il quadro dell’analisi diplomatica al 1954, punto finale della crisi.

Sul dopoguerra in generale esistono solo poche opere che mettano inluce il collegamento esistente tra politica interna italiana e quadro inter-nazionale. Un buon lavoro di sintesi, non originale ma corretto, è statorecentemente pubblicato da Cacace (1986). Di intonazione più proble-matica e più orientati a stabilire il nesso tra piano interno e piano interna-zionale della storia italiana sono i lavori di A. Gambino (1975), Giova-gnoli (1982), E. Di Nolfo (1986b). Spunti particolari sull’avvio della poli-tica estera italiana nel dopoguerra si trovano in lavori di Vigezzi (1985;1987), G. Filippone Thaulero (1979), E. Collotti (1977). Un contributodocumentario di prim’ordine viene offerto da alcune pubblicazioni me-morialistiche che hanno, negli ultimi tempi, arricchito il non ampio spa-zio sinora occupato da questo tipo di contributo storiografico. Così lememorie di Nenni (che nei volumi successivi documentano anche gli an-ni più recenti) sono ricche di annotazioni sulla situazione internazionale(Nenni, 1981-83); il diario di Egidio Ortona (1984-86) documenta conefficacia il reinserimento dell’Italia nella comunità internazionale e la ri-pensata biografia di De Gasperi scritta da G. Andreotti (1986) aggiusta iltiro rispetto alle stesure precedenti e offre una visione molto serena dellapolitica estera (e interna) dello statista trentino.

Con il dopoguerra si posero due questioni di fondo: l’elaborazionedel trattato di pace e la partecipazione dell’Italia alla formazione dei bloc-chi che, per effetto della guerra fredda, sarebbero presto sorti in Europae nel mondo. Distinguere nettamente i due temi è impossibile sul pianopolitico, come su quello storiografico. La guerra fredda ebbe infattiun’influenza determinante su gran parte delle scelte che governi alleati egoverno italiano avrebbero compiuto. Tuttavia il tema del negoziato perla pace italiana, sia per la relativa precedenza cronologica, sia per il fattod’essere terreno di scontro che doveva necessariamente concludersi incompromesso (pena l’impossibilità di stipulare anche i trattati di pacecon gli alleati minori della Germania) ha ricevuto e continua a ricevereuna certa separata attenzione. Dopo i lavori di Vedovato (1971), diSalvadori e Magri (1972) e di Cialdea (1967), e in attesa di un lavoro cheprenda in considerazione il tema della pace italiana come problema dellerelazioni internazionali in generale, questi nuovi lavori si sono tuttaviaconcentrati sugli aspetti particolari del negoziato, con una serie ditrattazioni separate per ciascuno dei punti più dibattuti. Così la que-stione di Trieste è stata sviscerata nei suoi sviluppi diplomatici e nellevarie formulazioni proposte durante il negoziato, dai citati lavori di De

Page 111: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

Storia delle relazioni internazionali 101

Robertis, di De Castro e di Valdevit, ai quali vanno peraltro aggiuntigli scritti di Pacor, 1964 (che considera il tema del confine giuliano inuna prospettiva generale) e quelli di R. Pupo (1979) che analizza la questio-ne, sia per gli anni del negoziato sia per il periodo successivo, specialmentedal punto di vista delle relazioni anglo-italiane. Molta attenzione hannocontinuato a suscitare, anche dopo la pubblicazione del noto volume delToscano (1967), il tema delle relazioni austro-italiane e il modoattraverso il quale si giunse, parallelamente alla conferenza della pace, allastipulazione dell’accordo De Gasperi-Gruber del settembre 1946. P.Pastorelli (1973; 1977), U. Corsini (1976) e E. Di Nolfo (1976) hannomesso in luce gli aspetti della vicenda e i collegamenti esistenti tra leesitazioni alleate a accogliere le tesi italiane, il desiderio di controbilanciare isacrifici imposti all’Italia per Trieste e le colonie e l’atteggiamento filo-austriaco assunto dall’Unione Sovietica. Sulla sistemazione del problemacoloniale G. Rossi ha pubblicato un volume robusto e solidamentedocumentato, che tratta l’intera questione in modo esauriente (Rossi, 1980);A. Varsori ha studiato come la questione coloniale influisse sulle relazionianglo-italiane e come, nel caso della Somalia, portasse a un asproconflitto che esprimeva non solo le difficoltà della posizione italiana maanche la fragilità della presenza britannica (Varsori, 1981; 1984a) .

Assai articolato e animato è il dibattito storiografico riguardante ilformarsi del sistema internazionale postbellico e, in questo ambito, lescelte di schieramento compiute dall’Italia. In senso generale, E. AgaRossi ha pubblicato una vasta antologia di testi sulle origini della guerrafredda, scelti in modo persuasivo e preceduti da un’ampia introduzioneche illustra i termini delle questioni storiografiche poste dal conflittotra le superpotenze (Aga Rossi, 1985e); un’altra trattazione generale,ma legata a singoli momenti della politica estera italiana, è fornita dalvolume su L’Italia e la politica di potenza 1945-1950 (Di Nolfo, Raineroe Vigezzi, 1988), nel quale le scelte italiane sono ricondotte al quadrointernazionale secondo i singoli aspetti o moventi politici. Rientra inquesto ambito lo stringato volume che D. Ardia, sulla base di una ricercaaccurata e secondo un’argomentazione rigorosa, dedica alla formazionedella alleanza anglo-francese nel 1947 (Ardia, 1983).

Per quanto riguarda l’Italia, il momento di svolta viene comunementesituato nei mesi tra la fine del 1946 e il maggio-giugno 1947, momentodell’adesione al piano Marshall. Queste scelte sono state oggetto di ri-cerca in primo luogo come espressione dell’orientamento dei partiti:D. Ardia (1976) ha studiato il Partito Socialista; S. Galante ha studiatoil Partito Comunista e la Democrazia Cristiana (Galante, 1973; 1978;

Page 112: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

102 Ennio Di Nolfo

1980; 1986); A. Monticone (1980), P. Pastorelli (1986), A. Giovagnoli(1982), P. Barucci (1973) e, benché in maniera mediata, P. Scoppola(1976; 1980) hanno studiato la Democrazia Cristiana. Nell’insieme si di-spone dunque di una gamma sufficientemente vasta per ricostruire ilformarsi delle decisioni di politica estera all’interno dei singoli partiti ita-liani. Il travaglio più complesso, quello vissuto dalla Democrazia Cristia-na, e durato sino al 1949 fra i due estremi di europeismo e atlantismo,è stato studiato più analiticamente anzitutto da Di Capua (1970) che,sebbene acriticamente, ha presentato una documentazione abbondantesul processo decisionale nella DC. Sull’atteggiamento della sinistra DC,sul ruolo di singoli settori del mondo cristiano o ecclesiale, sull’impor-tanza dell’azione personale di Pio XII e sulle stesse esitazioni della Chie-sa a spingere nettamente verso scelte di schieramento sono stati scrittinumerosi saggi. Da C. Meneguzzi Rostagni (1988) sulla politica dellaSanta Sede; da E. Di Nolfo (1971; 1978) su Civiltà Cattolica e il suocontributo alle scelte DC nonché sui rapporti Vaticano-Stati Uniti; suaspetti meno appariscenti della posizione di Civiltà Cattolica ha scrittoL. Manetti (1988), mentre sulle posizioni della sinistra DC hanno scrit-to E. Vezzosi (1988) e G. Forrnigoni (1987). Sull’europeismo di De Ga-speri ha scritto I. Poggiolini (1985). Quanto alla politica della Santa Sedee al contributo personale di Pio XII, una serie di saggi, che raccolgonoi risultati di un convegno, sono stati pubblicati da A. Riccardi (1979).Questi ha poi illustrato in un ulteriore volume anche la pluralità delletesi esistenti anche in seno alla curia romana rispetto sia ai problemipolitici italiani sia a quelli del quadro internazionale (1983).

La visita compiuta da De Gasperi negli Stati Uniti all’inizio deI 1947,sebbene molto commentata, è stata studiata sulle fonti solo entro limiticircoscritti. S. Galante, in un saggio dedicato a altro tema, riesce a rico-struirne le fasi e a renderle il significato di tappa preliminare alle suc-cessive svolte, più che di scelta già deliberata, come molta pubblicisticaafferma senza fondamento (Galante, 1980).

Per le scelte deI 1947-49 (piano Marshall, fine della coalizione coni comunisti nella sua portata internazionale, elezioni del 18 aprile 1948,nella loro portata internazionale, e questione dell’adesione al patto diBruxelles, come tappa della successiva adesione al patto atlantico) oltrealle fonti memorialistiche già menzionate e agli scritti di non pochi pro-tagonisti della vita politica italiana in generale, merita di essere tenutoin considerazione primaria il recente volume contenente i Diari di Moscadi Manlio Brosio (1986), ambasciatore italiano nella capitale sovieticadal 1947 al 1951 (sulla sua azione, si veda anche un acuto saggio di

Page 113: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

Storia delle relazioni internazionali 103

M. De Leonardis, 1988). Si tratta di un’opera inconsueta, ricca dellequalità personali del suo autore, ma preziosa per l’illustrazione delle al-ternative reali della politica estera italiana, tra l’ipotesi di un neutra-lismo (che all’interno trovava sostenitori nelle sinistre e anche in certiambienti vaticani) e il quasi meccanico volgere della situazione verso cre-scenti chiusure che imponevano di schierarsi con l’una o con l’altra dellegrandi potenze e, nel caso dell’Italia, con gli Stati Uniti.

Un quadro generale dei problemi legati a questa scelta è stato propo-sto da R. Quartararo, ín un volume ampiamente documentato sul tema Italiae Stati Uniti. Gli anni difficili 1945-1952 (Quartararo, 1986). L’opera, tut-tavia, benché ricca di informazioni e elementi nuovi, è condizionata daun’impostazione eccessivamente precipitosa, che si traduce in una ten-denza a giudizi storici dall’apparenza netta e dalla sostanza sfocata.

In assenza di un lavoro d’assieme sulle scelte italiane si debbonodunque indicare i contributi riguardanti le singole fasi della scelta. Inprimo luogo gli scritti sul piano Marshall: dal volume collettaneo curatoda E. Aga Rossi (1983), ai robusti scritti di P.P. D’Attorre (1983) chedel piano Marshall analizza sia l’impianto teorico, anche in relazionealle note tesi di Meier11, sia la fase organizzativa e applicativa (1988).

Per quanto riguarda il formarsi dell’alleanza atlantica e il rapportodell’Italia con il negoziato che doveva condurre verso il trattato del 4aprile 1949 attraverso il passaggio per il trattato di Parigi del 17 marzo1948, íl tema è stato delineato nelle linee generali da E. Di Nolfo(1979) e da P. Pastorelli (1983), e esplorato anche da A. Breccia (1974).A. Varsori ha ricostruito principalmente su fonti inglesi e italiane la «sceltaoccidentale dell’Italia» (Varsori 1985a), dissociando nettamente il mo-mento europeo di essa dal successivo momento atlantico. B. Vigezzi, asua volta, in una serie cospicua di saggi, ha discusso e messo in luce ilformarsi delle tendenze atlantiche in seno alla diplomazia italiana, purattraverso le esitazioni del neutralismo, ma per effetto di una maturaconvinzione del convergere tra interesse europeo e interessi atlantico-mediterranei dell’Italia (cfr. Vigezzi, 1987).

Lo studio della fase successiva della politica estera italiana è ancoraagli esordi, se si fa eccezione per i contributi di R. Ranieri sull’adesionedell’Italia alla CECA (Ranieri, 1985; 1988). Non del tutto persuasivo ilcontributo di A. Breccia (1984) sulle origini della CED e l’Italia;

11 C.S. Meier, <The Politics of Productivity: Foundations of American InternationalEconomic Policy after World War II» in International Organization, 1977.

Page 114: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

104 Ennio Di Nolfo

appena agli esordi gli studi sulla partecipazione al rilancio europeo e alla na-scita della Comunità economica europea 12.

7. Nuove aree geografiche

In una rassegna sulla storia delle relazioni internazionali o sulla storiainternazionale così come si è sviluppata in Italia non può essere trascu-rato un cenno, per quanto rapido, all’ampliarsi non comune delle areegeografiche verso le quali la cultura storica si è indirizzata. Si tratta diuna tendenza che non procede univocamente, essendo legata all’attivitàdi ricerca di enti o personaggi che segnano, con i loro interessi culturali,determinati settori della ricerca storica. E tuttavia una tendenza che èandata con il tempo rafforzandosi, e che testimonia del diverso rapportotra storia locale e storia internazionale gradualmente nascente in Italia.

Un interesse generale, ma prevalentemente pubblicistico o politolo-gico, è stato dedicato al tema dell’unificazione europea, che è stata vistasoprattutto in funzione della battaglia europeistica di alcuni dei suoiprotagonisti. Tuttavia una prima sistemazione storiografica è dovutaai saggi di S. Pistone (1982) e I. Poggiolini (1985). Un tentativo di in-terpretazione del ruolo italiano è presente in un saggio di Di Nolfo(1980); un profilo polemico in un volume di Dell’Omodarme (1981).Lavori preparatori, che attendono di essere seguiti da un ripensamentocomplessivo.

Alcune aree geografiche rappresentano settori dove non può cheregistrarsi una continuità di interessi. Cose la storia della Germaniapostbellica è stata studiata con grande impegno in molti saggi e in unlavoro monumentale di E. Canotti (1968); mentre più di recente L.Caracciolo (1986) ha visto la questione tedesca nella sua genesi comerisultato del conflitto tra Unione Sovietica e paesi occidentali. Del pariA. Tamborra ha dedicato alla penisola Balcanica lavori costruiti su mi-nuziose e dotte ricerche, tali da mettere in luce aspetti precedentemen-te del tutto ignorati (cfr. ad esempio Tamborra, 1968); studi intesi adapprofondire la conoscenza della storia russa in Italia, già intrapresi daV. Zilli, sono stati proseguiti da Tamborra (1977), da Risaliti (1972;

12 Sulle origini della Comunità europea si sono tenuti due convegni, entrambi nel 1987. Ilprimo, i cui atti sono stati pubblicati nel volume // rilancio dell’Europa e i trattati di Roma, a curadi E. Serra, Milano, Giuffrè, 1989; il secondo, i cui atti in due volumi dal titolo: L’Italia e lapolitica di potenza. Alle origini della Comunità europea, 1950-1957 sono in corso di pubblicazione acura di E. Di Nolfo, R. Rainero e B. Vigezzi, presso l’editore Marzorati di Milano.

Page 115: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

Storia delle relazioni internazionali 105

1982), da Procacci (1978), da A. Venturi (1986), da C. Castelli (1987)e da ultimo, arricchiti da una serie di contributi sullo stalinismo e sullacrisi della destalinizzazione, con scritti di Spriano (1983), Benvenuti(1982), Boff a (1982), al quale si deve anche una equilibrata storia del-l’Unione Sovietica (1979). Notevoli anche i lavori di Argentieri e Gia-notti (1986) sulla crisi del 1956 e di Guerra (1986) sul periodo brezne-viano; gli studi sulla vita sociale e agraria della Romania, di B. Valota(1979) e sui rapporti italo-rumeni, di D. Caccamo (1979c, 1980) e G.Caroli (1972; 1982; 1983; 1984); gli studi sulla Bulgaria, di F. Guida(1984b) e sulla Jugoslavia, di S. Bianchini (1983; 1984).

Si spingono verso regioni più remote gli interessi di F. Gabrieli (1979),massimo cultore di storia del mondo arabo e musulmano in Italia; diV. Fiorani Piacentini (1968; 1969), di P. Corradini (1967), di G. Ian-nettone (1967; 1977; 1984). G. Borsa ha recentemente rielaborato e rin-novato una precedente biografia di Gandhi, offrendo un ritratto menooleografico del leader del nazionalismo indiano (Borsa, 1983); E. Col-lotti Pischel ha studiato in diverse opere la Cina contemporanea e inparticolare gli aspetti ideologici della lotta politica cinese (1979); G. CalchiNovati (1972) e S. Marchese (1971) hanno trattato del Vietnam recentee contemporaneo; G. Melis ha scritto opere di profondo interesse sullaCina contemporanea (1971) e sul mondo malese; P. Beonio Brocchierisi è occupato del Giappone antico e contemporaneo (1972). In sensopiù propriamente internazionalistico vanno segnalati due contributi, ilprimo dedicato al conflitto cino-sovietico, a cura di M. Dassù (1986); ilsecondo all’influenza del pensiero risorgimentale italiano sul naziona-lismo asiatico, a cura di G. Borsa e P. Beonio Brocchieri (1984).

Un consistente gruppo di studiosi ha ripreso gli studi sull’Africa. Li-bero da ogni residuo della tradizione coloniale, Io studio dei problemiafricani è stato affrontato come problema politico di ritrovamento del-l’indipendenza, da R. Rainero (1978a; 1978b; 1982), successivamentecome problema di recupero di un ruolo nella politica mondiale da G.Calchi Novati (1987); poi, in senso più propriamente storico, da stu-diosi come Bono (1972; 1974; 1982), Piazza (1978; 1983), Mozzati(1986), Magri (1980), che hanno sottratto il tema all’angolazione del-l’interesse culturale eurocentrico, per individuare le ragioni interne allediverse realtà come presupposto per sviluppare la loro ricerca storica.Il tema conflittuale della situazione mediorientale è stato studiato dadiversi angoli visuali. P. Maltese, in un volume sul canale di Suez(1978), ha sviluppato una buona trattazione informativa non priva di infor-mazioni storiografiche anche originali; S. Ferrari ha approfondito la que-stione palestinese come aspetto della politica estera della Santa Sede (Fer-

Page 116: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

106 Ennio Di Nolfo

rari, 1982; 1983; 1985a); M. Zucconi, infine, ha pubblicato un saggioassai ben documentato e persuasivo sulle reiterate crisi mediorientali neldopoguerra (Zucconi, 1987).

Anche l’America Latina, a lungo ingiustamente trascurata dagli stu-diosi italiani, viene infine studiata autonomamente da Carmagnani (1971;1973; 1975; 1981), Albonico (1982; 1984), Annino (1984) e Mugnaini(1986) i quali, sia movendo da un interesse derivante dalle relazioni in-ternazionali, sia da un interesse specifico per cultura e storia nei paesilatino-americani, incominciano a occupare uno spazio autonomo nellastoriografia italiana.

Tra le storie dedicate a aree non europee notevole crescita, pur conqualche momento di stasi, conosce la storia americana. In proposito siveda anzi l’ampia rassegna bibliografica pubblicata dalla rivista Storianordamericana nel 198413. Il quadro è ricco e assai articolato, non puòdunque essere riferito che per le parti generali o realmente caratteriz-zanti gli aspetti internazionali della storia americana. Per il periodo piùrecente a Bairati (1975), Barié (1978a; 1978b), Tagliacozzo (1967), Mam-marella (1984) si debbono i lavori di sintesi di maggiore interesse; spicca,per completezza e dimensione, l’opera complessiva di Luraghi (1974).A questi vanno aggiunti i due volumi pubblicati in occasione del cente-nario della Rivoluzione americana a cura del Comitato italiano per lastoria americana (Spini, Martellone, Luraghi, Bonazzi e Ruffilli, 1976;Spini, Migone e Teodori, 1976), comprendenti una serie di contributirelativi a numerosi aspetti delle relazioni tra Italia e America dal Sette-cento sino ai giorni nostri: contributi di valore non omogeneo, ma tali,nell’insieme, da fornire un panorama completo sia dell’immagine degliStati Uniti in Italia, sia dei principali problemi di storia americana oggistudiati in Italia. Non meno importanti per la qualità delle singole rela-zioni e per lo sforzo di approfondimento cronologicamente completo escientificamente originale i contributi pubblicati in occasione del primocongresso di storia americana tenuto a Genova nel 197614. Tra le operegenerali meritano di essere citati anche gli atti del convegno su «Italiae Stati Uniti durante l’amministrazione Truman» (Di Nolfo, 1976) poichéessi verosimilmente segnano l’inizio dell’interesse scientifico verso il pe-riodo successivo alla seconda guerra mondiale. Questo sguardo generalenon sarebbe infine completo senza una citazione dell’opera di Piero Del

13 Un’ampia rassegna in «A Bibliography of Italian Studies on North American History,1945-1983», a cura di E. Vezzosi e L. Manetti, in Storia nordamericana, 1984.

14 Italia e Stati Uniti dall’indipendenza americana a oggi (1776-1976). Atti del primo congressointernazionale di storia americana, Genova 26-29 maggio 1976, Genova, 1978.

Page 117: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

Storia delle relazioni internazionali 107

Negro (1975) sul mito americano nella Venezia del tardo Settecento,vero modello di innovazione metodologica nel campo degli studi di storiadelle relazioni internazionali culturali, o, meglio, nel campo della perce-zione internazionale delle realtà esterne.

Sempre sul piano degli studi riguardanti la presenza internazionaledegli Stati Uniti va segnalato in primo luogo il poderoso lavoro diA. Aquarone (1973) sulle origini dell’imperialismo americano; uno studioaccurato e profondo della estroversione della crescita americana tra il1890 e la prima amministrazione Wilson; studio al quale seguono, peril periodo successivo alla prima guerra mondiale, i numerosi saggi di Mi-gone (cfr. per esempio Migone, 1971) e, per gli anni dalla seconda guerramondiale in poi, i lavori di Catalano (1972), spesso ricchi di intuizione,ma sbilanciati da una mancanza di equilibrio critico pesantemente evi-dente; e di Mammarella (1973), dedicato principalmente a delineare lerelazioni tra l’Europa e gli Stati Uniti durante e dopo la seconda guerramondiale, con qualche concessione alle esasperazioni della storiografiarevisionistica americana.

A un livello più specialistico, A.M. Martellone (1973) ha pubblicatoun eccellente volume sulla presenza italiana a Boston; T. Bonazzi ha svi-luppato una serie di saggi sull’ideologia della rivoluzione americana (Bo-nazzi, 1976; 1986), R. Luraghi ha indirizzato i suoi interessi verso lastoria generale e verso la storia militare americana (Luraghi, 1974; 1985).Molto vivi sono l’attenzione verso il radicalismo e verso la sinistra politico-sociale americana. M. Teodori ha dedicato la sua attenzione storico-pubblicistica alle ideologie della sinistra e della New Left (Teodori, 1969;1970; 1975); A. Donno ha del pari dedicato una serie di pubblicazionia diversi filoni della vita politica americana, con particolare interesseper la storia del radicalismo durante il periodo rooseveltiano (Donno,1983a; 1983b). Tema, questo, studiato anche da L. Valtz Mannucci(1981) specialmente per il periodo precedente e iniziale della rivoluzione.Il tema dei neri nella società americana è stato approfondito da R. Giam-manco (1967a; 1967b), mentre B. Cartosio (1980; 1981) ha affrontatoaspetti .svariati della storia sociale americana. A. Testi (1981; 1984) siè occupato dell’età progressista; V. Gennaro Lerda (1981) di storia dellavoro; D. Brezza (1982) ha studiato F.D. Roosevelt specialmente comemanipolatore dei mass media e M. Rubboli (1986) ha dedicato una so-lida biografia a R. Niebhur.

Page 118: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

108 Ennio Di NoLfo

8. Studi sull’emigrazione

Fra i temi emergenti nella storia delle relazioni internazionali nonstrettamente legata al profilo politico e diplomatico occupa un posto dicrescente rilievo la questione dell’emigrazione. Il tema pone una grandequantità di interrogativi metodologici e interpretativi, che gli specialistidi questo campo di studi hanno a lungo discusso. Di questi interroga-tivi, nei loro caratteri generali, offre una acuta ed esauriente disaminaA.M. Martellone, introducendo una raccolta di saggi legata in partico-lare all’emigrazione verso gli Stati Uniti (Martellone, 1980), ma prati-camente ampliata alla considerazione del fenomeno migratorio interna-zionale come questione generale e non nazionale.

In termini di metodologia delle scienze sociali, lo studio dell’emigra-zione impone l’abbandono di tutti i motivi e stereotipi caratteristici dellastoria diplomatica più tradizionalista, poiché propone un caso di indubbiarilevanza politica, sia nei riflessi immediati, sia nelle conseguenze a medio-lungo termine, ma un caso che non può in alcun modo esser studiatose di esso si trascurano gli aspetti sociale, economico e demografico, inuna costrizione interdisciplinare benefica per la crescita culturale di chise ne fa carico, ma indubbiamente problematica per la storiografia cheama cullarsi in poche consolanti certezze di metodo. Non manca chi pa-radossalmente viene da ciò indotto a forzare il carattere del problemaemigrazione, così da spingerlo all’esterno del perimetro delle relazioniinternazionali, ma è ben evidente che solo per angustia mentale invete-rata si potrebbero condividere siffatte delimitazioni, che peraltro la cre-scita storiografica del settore si incarica da sola di abbattere.

Naturalmente il fenomeno emigrazione non può essere consideratoin questa sede in tutti i suoi aspetti. Non può essere visto come pro-blema generale di tutti i tipi di emigrazione legati all’andamento del mer-cato interno e internazionale del lavoro, ma solo con una netta delimi-tazione ai casi di emigrazione al di fuori del confine territoriale dellostato di provenienza. E nemmeno possono essere presi in considerazionegli studi relativi all’emigrazione da paesi diversi dall’Italia, poiché ciòimporrebbe un allargamento ingiustificato della rassegna. Si tratta dunquedi considerare la storiografia recente sull’emigrazione italiana verso l’e-sterno, dopo la formazione dello stato unitario e sino al secondo dopo-guerra, vista come fenomeno non transitorio ma nelle sue componentidurature e nei suoi aspetti caratterizzanti.

In senso generale il tema suscita una serie di proposte interpretativeche lo collegano agli sviluppi delle trasformazioni dell’economia italiana;

Page 119: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

Storia delle relazioni internazionali 109

al problema dell’espulsione della manodopera marginale in età di ristrut-turazione, ma anche, all’opposto, alla questione della perdita di risorseumane sottratte all’economia italiana, per finire con l’analisi dei com-portamenti dei vari gruppi di emigrati in quanto fonte di tensioni, tra-sformazioni, crescita, influenza e presenza di una cultura di derivazioneitaliana in strutture socio-politiche profondamente differenziate.

A questo proposito, dopo la ripresa scientifica degli studi sull’emi-grazione negli anni Cinquanta e Sessanta, per opera di F. Manzotti (1969)e G. Dote (1964), una significativa continuazione si è avuta a partiredagli anni Settanta con la grossa raccolta di materiali pubblicata da Ciuf-foletti e Degl’Innocenti (1978); con lo stimolante saggio di Sori (1981)e con la vasta rassegna di contributi curata da Bezza (1983). Quanto allavoro di R. Paris per la Storia d’Italia di Einaudi (un capitolo dal titoloGli Italiani fuori d’Italia) non si può non dividere il disappunto di chi viha scorto solo una trattazione epidermica che, tra l’altro, ignora ilcapitolo centrale dell’emigrazione italiana, quello dell’emigrazione verso gliStati Uniti (Paris, 1975).

Sul piano analitico si pongono diverse tematiche, che solo in partehanno cominciato ad essere affrontate. Un primo angolo visuale è of-ferto dal problema dell’epoca e della località di provenienza degli emi-grati. L. De Rosa ha dedicato un ampio studio, basato su un’estesa do-cumentazione, all’emigrazione napoletana verso le Americhe e in parti-colare verso gli Stati Uniti (De Rosa, 1980). Il ricorso a fonti archivi-stiche giacenti presso il Banco di Napoli gli ha consentito di acquisireelementi quantitativi rispetto al problema delle rimesse economiche eal ruolo dell’intermediazione bancaria che danno contenuti precisi ai temidel rendimento dell’emigrazione per la vita sociale del Meridione e dellaqualità di vita degli emigrati. L. Tosi, in un attento studio dedicato al-l’emigrazione dall’Umbria durante l’età giolittiana, ha colto con sensi-bilità i diversi aspetti del fenomeno, intrecciando fatti sociali a fatti cul-turali e politici (Tosi, 1983).

Un aspetto ulteriore è quello che considera la destinazione degli emi-grati, il gruppo demografico emigrante, l’età e la qualificazione dei sin-goli componenti, l’inserimento nel mercato del lavoro di destinazione.In tal senso, il caso macroscopico, che ha suscitato i maggiori interessi,è naturalmente quello degli Stati Uniti d’America, dove la natura stessadella formazione sociale del paese ha portato a un prosperare di studietnici che riguardano anche il gruppo nazionale italiano. Senza entrarenell’analisi di questa parte degli studi, poiché essa esula dall’apparte-nenza alla storiografia italiana, vanno invece citati in proposito alcunicontributi generali italiani, come il lavoro collettaneo curato da De Fe-

Page 120: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

110 Ennio Di Nolfo

lice (1979); il saggio di Franzina (1977); la breve ma succosa monografiainserita da A.M. Martellone (1978) nella Storia del Nord America editada Tranfaglia; l’insieme dei contributi offerti in occasione di un incontroorganizzato dall’Università di Firenze su «Gli Italiani negli Stati Uniti»(AA.VV., 1970). Lavori ai quali si deve aggiungere la rassegna biblio-grafica curata da G. Rosoli (1979), che offre un ampio ragguaglio deimolti studi analitici esistenti in questo settore. Per quanto riguarda poii problemi dell’assimilazione nella società americana deve essere segna-lato il contributo assai ricco di spunti, novità e elementi conclusivi of-ferto, anche per l’America Latina, dai volumi pubblicati nel 1987 dallaFondazione Agnelli, contenenti una serie di saggi che sviluppano la te-matica dell’interrelazione culturale e dell’assimilazione politico-socialedelle comunità italiane nei paesi ospitanti (AA.VV., 1987).

Resta ancora da considerare il tema dell’emigrazione italiana verso ipaesi europei. Un tema che si presenta in termini diversi da quello ri-guardante gli Stati Uniti, con caratteri suoi propri: per la difficoltà discindere nettamente emigrazione d’origine politica da emigrazioneeconomico-sociale (specialmente negli anni del fascismo) e per la conti-nuità del fenomeno, che, fatta eccezione per gli anni di guerra, non co-nosce le traumatiche interruzioni dell’emigrazione americana, ma pre-senta un andamento abbastanza continuo, con una forte ripresa, tuttalegata ai problemi del lavoro, nel secondo dopoguerra. Temi, questi, stu-diati da G. Blumer (1970) e da L. Prato (1976), con particolare riguardoper la Francia.

Si pongono infine nuovi problemi per quanto riguarda la nuova emi-grazione italiana, in paesi come il Canada e l’Australia, nel secondo do-poguerra. Fenomeni di portata considerevole ma, in questo caso, soprat-tutto per il paese ricevente, dove i gruppi etnici d’origine italiana hannoraggiunto consistenze non trascurabili, che li collocano ai primi postidopo i gruppi etnici preesistenti. Ma questi temi sono l’oggetto per oradi una intensa trattazione pubblicistica, non ancora di una riconsidera-zione storiografica, che assimili il livello d’analisi dei problemi a quelloche trova posto in una rassegna come la presente.

Page 121: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,
Page 122: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

Riferimenti bibliografici

Sono segnalati qui di seguito i lavori citati nel capitolo e non riportati nellacorrispondente sezione della bibliografia finale, in quanto non strettamente at-tinenti agli studi internazionali italiani o al tema della sezione bibliografica.

Girault R., Propositions pour une histoire des rélations internationales, Comuni-cazione dattiloscritta al XVI congresso internazionale di scienze storiche,Stuttgart 1985.

Maier C.S., «Marking Time: the Historíography of International Relations»in AA.VV., The Past before Us. Contemporary Historical Writing in the UnitedStates, a cura di M. Kammen, Ithaca, Cornell University Press, 1980.

Watt D.C., The Study of International History: Language and Realities, Comuni-cazione dattiloscritta al XVI congresso internazionale di scienze storiche,Stuttgart 1985.

Page 123: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

Capitolo terzoDiritto internazionaleAntonio Cassese

1. Premessa

Per quanto possa sembrare sorprendente, la scienza giuridica inter-nazionalistica italiana — pur così consolidata, ricca e variegata — nonha prodotto un esame critico dei suoi sviluppi e delle sue linee evolu-tive. Come dirò più avanti, questa costituisce una delle sue caratteri-stiche salienti: la mancanza di «coscienza critica», di approfondimentostorico della propria evoluzione e dei propri indirizzi principali. Nonmancano certo le analisi critiche delle varie dottrine su singoli temi;spesso, invero, i giuristi italiani adottano (o almeno hanno adottatoper anni, sino a tempi più recenti) il sistema di origine tedesca, se-condo cui, quando si indaga un tema, si parte dall’esame puntuale eminuto di rutta la letteratura scientifica precedente sul medesimo tema,per farne una esposizione critica. Ma si tratta, chiaramente, di inda-gini settoriali e limitate. Né sono mancate vere e proprie rassegne dellaletteratura, relative a specifici periodi storici: assai meritorio, anchesotto questo profilo, è il periodico Comunicazioni e studi dell’Istituto didiritto internazionale e straniero dell’Università di Milano, fondato nel 1942da Roberto Ago (Barile, 1952; 1953; Malintoppi, 1955; Capo- torti,1960; 1963; 1969a). Ma anche in questo caso, si tratta di analisi relative senon a settori limitati, a periodi di tempo circoscritti. Manca, invece, unaindagine critica globale, che non sia estrinseca ed esposi- tiva, delle lineeprincipali di sviluppo della scienza internazionalistica italiana. In effettil’opera di Sereni (1943), non solo è essenzialmente volta ad introdurrele principali opere degli internazionalisti italiani al lettore anglofono,ma quel che più conta si arresta agli anni Qua- ranta. Fra i pochissimiscritti italiani che tentano una sia pur breve valutazione d’insieme,sono da segnalare quelli di M. Giuliano (1982) e di M. Panebianco(1987). Le sole ampie indagini monografiche ag- giornate le dobbiamo auno spagnolo, E. Pecourt Garcia (1965) e a un tedesco, K. Lenk(1965; 1972).

Page 124: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

114 Antonio Cassese

La circostanza che ho appena sottolineato impone una scelta precisa:in mancanza di solide ed ampie trattazioni «alle spalle», questa analisinon potrà non avere i caratteri di un affresco generale, di un quadro alarghe tinte, in cui non si può far spazio al chiaroscuro e alla dipinturaparticolareggiata di singole figure o personaggi che non siano i maestrio comunque i giuristi sommi. Il lettore emunctae naris non dovrà perciòrimproverarmi per le pennellate troppo larghe o per le omissioni e i si-lenzi, inevitabili in un rapido quadro d’insieme di una materia che ri-chiederebbe più di un torno per un’analisi esauriente.

L’obiettivo che terrò sempre presente nell’esposizione che segue saràquello di rispondere alla domanda: è vero quel che dicono all’esterodegli internazionalisti italiani e cioè che, pur comprendendo giuristi assaifini (e vengono di solito ricordati Anzilotti e Ago), essi tendono adessere astratti e formalisti, privilegiando gli aspetti più generali e teoricidelle relazioni giuridiche internazionali, a scapito dei problemi pratici? Èvero, poi, che anche quando affrontano problemi attuali e concreti, igiuristi italiani trascurano l’esame della prassi e della giurisprudenzainternazionale, preferendo le disquisizioni formali e le polemiche dottrinali?

Un’ultima avvertenza: anche se — come dirò in seguito — gli inter-nazionalisti italiani fino ad epoca recentissima si sono occupati sia didiritto internazionale pubblico che di diritto internazionale privato, in questosaggio mi soffermerò solo sui loro contributi relativi al primo settore.

2. La situazione dell’insegnamento e della ricerca

Sono attualmente istituite in Italia 46 cattedre di diritto internazionale dicui 32 presso le facoltà di Giurisprudenza di Bari (3 cattedre), Bologna,Catania (2 cattedre), Chieti, Ferrara, Firenze, Genova, Milano (3cattedre), Milano - Cattolica, Napoli (2 cattedre), Padova, Parma, Pavia,Perugia, Pisa, Reggio Calabria, Roma - La Sapienza (2 cattedre), Roma 2,Salerno (2 cattedre), Sassari, Siena, Trento e Trieste; 11 presso le facoltàdi Scienze politiche di Cagliari, Firenze, Genova, Milano (2 cattedre),Padova, Perugia, Roma - La Sapienza (3 cattedre) e Trieste; 3 presso lefacoltà di Economia e Commercio di Genova, Napoli e Roma - LaSapienza.

I posti di professore associato sono 12, di cui 4 presso le facoltà diGiurisprudenza di Camerino, Macerata, Palermo e Torino; 4 presso lefacoltà di Scienze politiche di Bologna, Catania, Napoli e Padova; 4 presso

Page 125: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

Diritto internazionale 115

le facoltà di Economia e Commercio di Milano - Cattolica, Genova, Pisae Roma - La Sapienza.

I ricercatori in materie internazionalistiche sono complessivamente58, di cui 40 presso le facoltà di Giurisprudenza di Bari (4), Bologna,Chieti, Firenze, Genova, Milano (4), Milano - Cattolica (3), Modena,Napoli (4), Padova (2), Parma, Pavia, Roma - La Sapienza (5), Roma2 (3), Salerno (2), Sassari, Siena (2), Torino, Trento e Trieste; 14 pressole facoltà di Scienze politiche di Catania (2), Cagliari (2), Firenze, Messi-na, Milano (4), Napoli, Perugia e Roma - La Sapienza (2); 4 presso lefacoltà di Economia e Commercio di Genova, Roma - La Sapienza (2)e Napoli.

Le cattedre di organizzazione internazionale sono 6 (2 presso le facoltàdi Giurisprudenza di Chieti e Torino; 3 presso le facoltà di Scienze po-litiche di Catania, Napoli e Roma - La Sapienza; 1 presso la Facoltà diEconomia e Commercio di Napoli), cui si aggiungono 9 posti di pro-fessore associato nelle facoltà di Giurisprudenza di Cagliari, Parma,Perugia, Siena e Urbino e nelle facoltà di Scienze politiche di Genova,Milano (2) e Padova.

Sono poi istituite 4 cattedre di diritto delle comunità europee, tutte nellefacoltà di Giurisprudenza (a Ferrara, Napoli, Roma 2 e Milano). Iposti di professore associato in tale materia sono 11, di cui 3 presso lefacoltà di Giurisprudenza di Padova, Parma e Pisa; 7 presso le facoltà diScienze politiche di Firenze, Milano, Napoli - Istituto Orientale, Pavia,Perugia, Roma - La Sapienza e Trieste; 1 presso la Facoltà di Economiae Commercio di Napoli.

L’insegnamento del diritto internazionale privato può contare su 4 cattedre, 3presso le facoltà di Giurisprudenza di Firenze, Roma – La Sapienza eMilano e 1 presso la Facoltà di Scienze politiche di Roma – La Sapienza esu 7 posti di professore associato nelle facoltà di Giurisprudenza diModena, Napoli, Parma, Siena e Urbino e nelle facoltà di Scienze politiche diMilano e Roma – La Sapienza.

Esistono infine una cattedra di organizzazione economica internazionale, allaFacoltà di Scienze politiche di Pavia, e 3 posti di professore associatonella stessa disciplina nelle facoltà di Scienze politiche di Bologna,Milano e Padova.

Altri insegnamenti attivati di materie affini sono quelli di diritto delcommercio internazionale (un posto di professore associato alla Facoltàdi Giurisprudenza di Bari); diritto agrario comunitario (un posto di profes-sore associato alla Facoltà di Giurisprudenza di Ferrara); dirittodiplomatico e consolare (una cattedra alla Facoltà di Scienze politiche diTrieste, un posto di professore associato alla Facoltà di Scienze politiche

Page 126: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

116 Antonio Cassese

di Milano); storia delle organizzazioni internazionali (un posto di pro-fessore associato alla Facoltà di Scienze politiche di Padova); diritto com-merciale europeo (un posto di professore associato alla Facoltà di Giuri-sprudenza di Perugia) e diritto internazionale economico (un posto diprofessore associato alla Facoltà di Giurisprudenza di Torino).

I Dottorati di ricerca attualmente istituiti in diritto internazionale o di-scipline affini sono 5. Tre portano la denominazione «diritto internazio-nale» (Milano, Giurisprudenza e Scienze politiche: 3 anni, 4 posti; sediconsorziate: Genova, Pavia, Torino, Trieste. Roma - La Sapienza, Giuri-sprudenza, Scienze politiche e Economia e Commercio: 3 anni, 4 posti;sedi consorziate: Firenze, Perugia, Pisa. Bari, Giurisprudenza: 3 anni, 3posti; sedi consorziate: Napoli, Firenze, Siena, Napoli - Istituto Navale).Gli altri 2 fanno riferimento al «diritto delle comunità europee» (Bologna,Giurisprudenza: 3 anni, 4 posti; sedi consorziate: Modena, Parma, Fer-rara, Padova) e al «diritto tributario internazionale e comparato» (Ge-nova, Giurisprudenza, Economia e Commercio, Scienze politiche: 3 anni,3 posti; sedi consorziate: Bari, Bologna, Padova, Torino).

Per concludere questa breve rassegna, giova ricordare le scuole di spe-cializzazione e i centri di ricerca annessi ad alcune facoltà universitarie.A Ferrara, presso la facoltà di Giurisprudenza, opera il Centro di docu-mentazione e studi sulle Comunità Europee. Un centro analogo (Centrodi documentazione e ricerca sulle Comunità Europee) è attivo pressola Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Modena. A Napoli (Fa-coltà di Giurisprudenza) ha sede la Scuola di perfezionamento per la pre-parazione alle funzioni internazionali. A Firenze (Scienze politiche) operala Scuola di perfezionamento in Studi politici internazionali; a Parma(Giurisprudenza) la Scuola di specializzazione in diritto ed economia delleorganizzazioni internazionali. Altri due centri di studi europei hanno sedea Padova (Centro studi europei, presso la Facoltà di Giurisprudenza) e aRoma – La Sapienza, presso la Facoltà di Economia e Commercio(Scuola di perfezionamento in studi europei).

3. L’evoluzione della dottrina dopo il secondo dopoguerra

3.1. Le trasformazioni della comunità internazionale e del clima generaleitaliano

Avrebbe poco senso descrivere l’evoluzione della dottrina italiana inepoca più recente senza chiedersi se e fino a che punto essa ha tenutoconto della grande svolta segnata dalla seconda guerra mondiale sia a

Page 127: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

Diritto internazionale 117

livello internazionale sia in seno all’Italia. Il problema che dobbiamo porci,in termini storici, è: la scienza internazionalistica è rimasta chiusa nelsuo nazionalismo e formalismo, o ha gradualmente aperto le porte a nuoveimpostazioni ed ha cominciato ad affrontare problematiche meno astrattee remote? È evidente che per rispondere a queste domande, occorre prelimi-narmente indicare — in termini estremamente sintetici — i grandi muta-menti avvenuti a seguito della grande conflagrazione. Comincerò daimutamenti verificatisi nel campo della comunità internazionale.

Durante o a seguito di quella guerra accaddero anzitutto quattro«fatti», così corposi da condizionare tutta la vita delle relazioni internazio-nali. Anzitutto, venne usata per la prima volta una nuova arma micidiale,la bomba atomica, la cui successiva produzione avrebbe imposto unatotale revisione degli schemi tradizionali agli strateghi, agli uomini distato, ai militari e ai diplomatici. In secondo luogo, i processi di Norim-berga e di Tokyo fecero a pezzi il vecchio mito della intangibilità deigruppi dirigenti degli stati: d’ora in poi anche statisti, generali, dirigentiindustriali potevano essere sottoposti a processo se lo stato per ilquale agivano perdeva la guerra dopo aver gravemente violato il di-ritto. Il mito della «immunità degli organi statali», così caro ai diplomatici,ai politici ed ai giuristi, crollava definitivamente. E contemporaneamentesi profilava un grande concetto, che avrebbe potuto gradualmente mutaretalune istituzioni essenziali della comunità internazionale: quello dei criminicontro la pace e contro l’umanità. Il terzo «fatto» è costituito dall’emer-gere dei paesi socialisti, accanto all’URSS. D’ora in poi non si sarebbepiù potuto trascurare questa importante circostanza: che la composizionedella comunità internazionale era mutata. Il quarto evento è più graduale, econsiste nel declino del colonialismo, che comincia con la secondaguerra mondiale, ma le cui conseguenze si faranno sentire solo neglianni Sessanta.

Accanto a questi «fatti», e strettamente collegati ad essi, si hanno deimutamenti «istituzionali». In primo luogo, viene creata l’ONU, che èben diversa dalla Società delle Nazioni, non foss’altro perché istituisceun vero e proprio «direttorio» politico dei cinque membri permanentidel Consiglio di sicurezza, ed inoltre crea una elaborata impalcaturastrutturale, destinata — almeno nelle intenzioni dei «padri fondatori» —a mutare gradualmente la configurazione della comunità internazionale.La seconda modifica a livello istituzionale consiste nell’introduzione deldivieto assoluto del ricorso alla forza e addirittura del divieto dellaminaccia della forza: mutamento che sconvolge tutte le regole del gioco,introducendo una inibizione alla libertà degli stati, prima impensabile.Altri mutamenti istituzionali sono più graduali: l’irrompere nella comu-

Page 128: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

118 Antonio Cassese

nità internazionale della tematica dei diritti umani (cui si accompagna ilprincipio dell’autodeterminazione dei popoli) e il graduale consolidarsi delmultidateralismo, nei negoziati e nei rapporti intergovernativi. Il mul-tilateralismo gradualmente diviene la via maestra del processo decisio-nale degli stati, mentre il bilateralismo viene posto gradualmente inombra, e rimane terreno di caccia per certi specifici rapporti (culturalio commerciali, ad esempio) o per certe relazioni tra grandi potenze (inmateria di armamenti, ad esempio).

Accanto a questi grandi sconvolgimenti a livello internazionale, altri siverificano all’interno dell’Italia. Essi sono noti a tutti, e perciò milimiterò a sottolinearne due che mi sembrano particolarmente significa-tivi. In primo luogo, l’instaurazione di un regime democratico, apertoverso l’esterno e strenuamente contrario ad ogni forma di gretto nazio-nalismo, crea un terreno particolarmente propizio alle indagini interna-zionalistiche. Ho detto prima che anche durante il fascismo gli interna-zionalisti non si erano «venduti l’anima» al regime; ma ciò a costo diuna depurazione massima della loro scienza. Ora questo processo di ra-refazione non è più reso necessario dalle circostanze esterne. Il secondofatto che vorrei sottolineare è la fine del monopolio dell’idealismo cro-ciano, e l’emergere di nuove ideologie e modi di pensare. Mi riferisco,più che all’esistenzialismo e a certe tendenze del pensiero cattolico, almarxismo, promosso da un forte Partito Comunista (al quale si iscri-vono diversi internazionalisti) e facilitato dalla pubblicazione delle operedi A. Gramsci. Anche qui dobbiamo chiederci se la maggiore sensibilitàal dato storico e le tendenze demistificatrici insite nel migliore pensieromarxista hanno avuto un’incidenza sulla dottrina internazionalistica.

3.2. Caratteri generali della dottrina

Il primo tratto saliente della dottrina del secondo dopoguerra è il per-manere dell’atteggiamento positivistico e, in certi casi, del normativismo,con tutti i loro coronari, primi fra tutti il concetto della avalutativitàdella scienza giuridica e la rigida distinzione tra indagini «de lege lata»e indagini «de lege condenda».

Questo atteggiamento mentale di fondo è confermato da due circo-stanze. Anzitutto, gli eventi della guerra inducono vari internazionalisti ascendere nell’agone politico: ad esempio, alcuni allievi di Ago (Mi-gliazza, Giuliano e Ziccardi) nonché un allievo di Perassi (G. Barile)partecipano attivamente alla guerra partigiana (Migliazza verrà arrestatoe torturato dai nazisti); altri invece scelgono l’altro campo, e qualcuno

Page 129: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

Diritto internazionale 119

partecipa addirittura alla Repubblica di Salò. Di questo impegno politi-co non troviamo però traccia alcuna negli scritti giuridici di questivari internazionalisti, tutti ligi al precetto positivistico che vietaqualsiasi intrusione delle ideologie o degli ideali politici nelle indaginiscientifiche.

La seconda circostanza consiste in ciò: i pochissimi internazionalistiche, per ragioni ideologiche, si sentono indotti a recepire istanze dellenuove ideologie, le utilinano in misura limitatissima, e pur sempre entroil quadro generale del positivismo. Va ricordato al riguardo il caso diM. Giuliano, iscritto al Partito Comunista tra il 1943 e il 1956, e colla-boratore di Rinascita. Ebbene, Giuliano scrive un’importante monografiasu La Comunità internazionale e il diritto (Giuliano, 1950a) intesa ad analiz-zare «la funzione del diritto internazionale nella comunità degli stati (nelsenso più lato dell’espressione) e quindi [a] tratteggiarne anche lepossibilità e i modi della sua azione, le prospettive di sviluppo, le esigen-ze poste dalla sua base sociale e dai fattori che influenzano il mondo dellerelazioni internazionali (Ibid., p. 5)». Come si vede, un programma am-bizioso e volto a approfondire realisticamente il ruolo del diritto nellacomunità internazionale. Chi legge l’opera di Giuliano non può però cherestare deluso, malgrado l’immenso materiale utilizzato di prima manoe l’approfondimento diretto di classici. In effetti, il libro si riduce adun’analisi approfondita e puntigliosa della dottrina, condotta nello stilepiù tradizionale della scuola italiana; tutto ciò, per approdare alla conclu-sione secondo cui il diritto internazionale è una «sovrastruttura» dellasocietà degli stati (Ibid., pp. 307-309): conclusione questa che, oltre anon essere di sconvolgente importanza, era stata raggiunta nel 1919 daT. Perassi.

Aggiungo che il permanere dell’impostazione positivistica è confer-mato anche dalla circostanza che i pochissimi giusnaturalisti che la dottri-na italiana ancora annovera, rimangono isolati e, tutto sommato, emarginati.A questo riguardo basti menzionare Gabriele Salvioli, le cui opere (1948 a;1948b) hanno avuto scarsa eco sia in Italia che all’estero. Anche giuristi dimatrice cattolica, portati dunque a valorizzare la dimensione etica o ilfondamento morale delle regole giuridiche, non si allontanano dal filonepositivistico, anche quando insistono, come Giuseppe Sperduti (1956)sulla «doverosità sociale» come fondamento metagiuridico dell’ordina-mento giuridico internazionale (e del diritto in generale), o quando, comeGiorgio Balladore Pallieri (1962) sottolineano l’importanza di una «superio-re norma morale» come fondamento ultimo del diritto — accentuazione,questa, che secondo il Pecourt Garcia (1965) indicherebbe l’adesione aconcezioni giusnaturalistiche.

Page 130: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

120 Antonio Cassese

Un secondo tratto saliente della dottrina è il permanere di forti inte-ressi teorici e la correlativa scarsa apertura verso problematiche di attualità.Ricorderò al riguardo la monografia di Ziccardi sulla costituzione dell’or-dinamento internazionale (Ziccardi, 1943); le considerazioni di Giuliano(1946) sulla costruzione dell’ordinamento internazionale cui ha fatto seguito,dello stesso autore, la monografia sulla comunità internazionale e ildiritto che ho già ricordato (Giuliano, 1950); il volume di G. SperdutiLa fonte suprema dell’ordinamento internazionale (Sperduti, 1946); lamonografia di R. Ago su Scienza giuridica e diritto internazionale (Ago1950); il corso di R. Quadri (1952) sul fondamento del diritto interna-zionale; il volume di G. Barile (1951) su I diritti assoluti nell’ordinamentointernazionale, nonché una serie di significative monografie di G. Arangio-Ruiz (1950; 1951; 1952; 1954).

La proposizione, che ho appena formulato, circa il permanere di uninteresse privilegiato per problemi teorici, va però accompagnata da dueriserve importanti.

In primo luogo, se si scorrono i contributi scientifici italiani di questoperiodo, si può notare che l’interesse dei giuristi non si appunta più ditanto su problemi teorici tradizionali (quali i rapporti tra diritto internoe diritto internazionale; le fonti del diritto e la loro natura; i rapportitra fonti; la natura dei soggetti, ecc.) quanto su un problema di fondoche, seppur teorico, acquista ora un’importanza o una dimensione at-tuale: il fondamento del carattere obbligatorio, e la funzione, del dirittonella comunità internazionale. È evidente che la seconda guerra mon-diale ha scosso le fondamenta del diritto della comunità interstatuale,ha mostrato come stati importanti possono violare in modo grave il di-ritto internazionale, e che la sola reazione contro tali violazioni risiedenella guerra. Gli avvenimenti succedutisi alla grande conflagrazione (ein particolare il possesso dell’arma atomica da parte prima di una e poidi due superpotenze, nonché i processi a Norimberga e a Tokyo e la crea-zione delle Nazione Unite) hanno rimesso in discussione taluni capisaldidel diritto tradizionale. Si avverte dunque il bisogno di «rivisitare» ildiritto internazionale, per accertare se esso ha ancora un ruolo, e quale.Mi affretto però ad aggiungere che anche in questo caso la risposta aquesti quesiti angosciosi fu ricercata da quegli internazionalisti «all’in-terno del diritto», per così dire, e cioè senza utilizzare altre scienze (lascienza delle relazioni internazionali, la sociologia, la storia, ecc.). L’a-nalisi viene condotta ricorrendo esclusivamente agli strumenti conoscitividei giuristi. Gli internazionalisti finiscono così per dare risposte aggiornatee raffinate a quei quesiti, rimanendo però nell’ambito delle vecchieimpostazioni.

Page 131: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

Diritto internazionale 121

La seconda riserva che intendevo formulare è nel senso di indicareche, in questo quadro generale, una progressiva apertura si realizza tutta-via presso un numero sempre maggiore di studiosi. Al riguardo, con-viene ricordare anzitutto che, quando — nel 1953 — la Rivista di dirittointernazionale riprende le pubblicazioni interrotte dalla guerra, nel «pro-gramma» editoriale viene stabilito che si darà risalto alla realtà internazio-nale. Quel programma indica infatti che la rivista «si propone, in particolare,di dare un ampio sviluppo alla rubrica “note e commenti”, nella qualesaranno rilevati gli aspetti giuridici di avvenimenti internazionali e diattività di organizzazioni internazionali, in modo da mantenere un direttocontatto della teoria con la viva realtà delle relazioni internazionali e con imovimenti intesi a dare un più solido assetto all’ordinamento dellacomunità internazionale»1. Se poi si scorrono le varie annate della Rivista, èfacile accorgersi che, almeno negli anni Cinquanta e Sessanta, questipropositi sono rimasti in larga misura allo stadio di pie intenzioni. Quel cheè importante, è che un certo numero di studiosi si dedica effettivamente— al di fuori della Rivista — ad indagini su problemi attuali e concreti,abbandonando i consueti temi teorici. Primo tra tali giuristi è R. Ago,che dedica tre saggi alle Nazioni Unite (ripubblicati in SIOI, 1957).Accanto ad Ago si può ricordare Giuliano (autore di una importantemonografia sulla condizione giuridica internazionale della Germania nonchédi un saggio sulle Nazioni Unite e la collaborazione internazionale nelcampo dei rapporti economico-sociali; in SIOI, 1957) e P. Ziccardi, autoredi un lucido contributo sull’intervento collettivo delle Nazioni Unite e ipoteri in materia di mantenimento della pace conferiti all’AssembleaGenerale dalla risoluzione «Uniti per la pace» del 1950 (in SIOI, 1957).Importanti studi dedica poi G. Sperduti alla nuova problematica dei dirittiumani nonché, in misura però limitata, alla punizione dei criminiinternazionali ad opera del tribunale internazionale di Norimberga(Sperduti, 1950a; 1950b). Aggiungo che il fenomeno della guerra attiral’attenzione di due noti giuristi: F. Capotorti (allievo di Morelli) e A.Migliazza (allievo di Ago), i quali pubblicano entrambi una monografia sullaoccupazione bellica esaminata alla luce della recentis- sima esperienzadella seconda guerra mondiale (Capotorti, 1949; Migliazza, 1949).

Come si vede, nel complesso, e malgrado ombre ed incertezze, si hadunque una prima sensibilizzazione verso i grandi problemi del momento.È bene però sottolineare che vengono tuttavia trascurati molti punticruciali: quelli posti dall’uso della bomba atomica a Hiroshima e Nagasaki,

1 Rivista di diritto internazionale, 1, XXXVI, 1953.

Page 132: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

122 Antonio Cassese

i problemi posti dalla graduale acquisizione delle armi nucleari da partedi varie potenze e le conseguenze in materia di equilibrio del terrore;i grandi processi contro i criminali di guerra; la formazione dei due blocchicontrappposti (NATO e Patto di Varsavia). Su questi e altri problemicollegati, la dottrina italiana preferisce non prendere posizione, proba-bilmente perché li considera suscettibili di indagini più politologiche chegiuridiche.

Un terzo tratto caratteristico della dottrina è costituito dalla scarsaapertura nei confronti di altre discipline dello spirito («Geisteswissen-schaften»). Alcuni internazionalisti si trovano a tenere corsi universi-tari di «storia dei trattati» (come allora veniva definita la storia dellerelazioni internazionali); nondimeno, non ne traggono alcun incentivoad adottare visioni del fenomeno giuridico più improntate a considera-zioni storiche. Gli istituti giuridici continuano ad essere esaminati inastratto, al di fuori dello spazio e del tempo. Parimenti, la dimensionepolitologica continua a restare estranea all’indagine giuridica. Ancorauna volta, un’eccezione è costituita da R. Ago, che comincia ad affian-care alle indagini più strettamente tecnico-giuridiche (o di «dommaticagiuridica») analisi che rientrano più propriamente nel campo di quellepolitologiche: mi riferisco in particolare ai tre importanti saggi sui re-centi sviluppi delle organizzazioni internazionali, che ho già menzionatoin precedenza. Questi scritti rimangono però isolati, anche se un nuovoorganismo nazionale creato dopo la seconda guerra mondiale su inizia-tiva di Ago e di studiosi di altre discipline, e cioè la Società Italiana perl’Organizzazione Internazionale (S’OD costituisce gradualmente uncentro di dibattito che, grazie anche ad una nuova rivista (La comunitàinternazionale fondata nel 1946) darà lentamente i suoi frutti (non a casouno dei nostri studiosi di relazioni internazionali, U. Gori, si è formatopresso la SIOI di Roma, cominciando come cultore di diritto interna-zionale e poi gradualmente passando alle relazioni internazionali pro-priamente dette).

Malgrado le aperture appena accennate, la concentrazione esclusiva,o quasi, sul fenomeno giuridico visto nella sua mera dimensione tecnico-normativa, permane un tratto essenziale della scienza giuridica italiana.

Una quarta caratteristica saliente di questa scienza è altresì il persi-stere della mancanza di memoria storica: intendo dire, l’assenza di inte-resse storiografico per le proprie vicende ed evoluzioni. Invano si cer-cherebbero studi approfonditi sulle fasi di sviluppo della dottrina inter-nazionalistica o sui suoi principali maestri. Analisi su singoli studiosi ven-gono compiute solo dopo la loro morte e consistono sostanzialmente innecrologi, con tutti i limiti di questi occasionali epicedi. Insomma, in-

Page 133: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

Diritto internazionale 123

vece di procedere ad una approfondita revisione critica del proprio «passa-to» gli internazionalisti italiani tendono a prendere un atteggiamento allaSpoon River Anthology (perché, come quella raccolta di componimentifunerari, non parlano che di morti). Quel che ho detto vale anche per idue giuristi per i quali ci si è sforzati di andare un po’ al di là del meronecrologio, data la loro statura scientifica: Anzilotti e Perassi. Anche in rela-zione ad essi, è in sostanza mancato un tentativo di «rivisitazione» criticadel loro contributo alla scienza internazionalistica.

Un quinto dato che caratterizza i nostri autori, anche in questo perio-do, è il permanere dell’ «unione accademica» del diritto internazionale pubbli-co con il diritto internazionale privato. Questa circostanza, sulle cui originistoriche non è questa la sede per svolgere riflessioni, accompagna la na-scita stessa della dottrina internazionalistica italiana: anche se nulla èscritto negli statuti delle università o nei regolamenti concorsuali, sin dal-la metà dell’Ottocento a un internazionalista italiano si chiede di specializ-zarsi sia in diritto internazionale privato che in diritto internazionalepubblico, e cioè in due rami completamente distinti e diversi della scienzagiuridica (in Germania, più saggiamente, sono i civilisti che tendono ad oc-cuparsi di diritto internazionale privato, mentre per il diritto internazionalepubblico si richiede di avere anche una formazione in diritto costituziona-le o amministrativo). Spesso addirittura l’internazionalista italiano comin-cia con il privato e passa poi al pubblico: per citare solo qualche esempioillustre, ciò vale per D. Anzilotti e per R. Ago. Conviene ricordare che unagiustificazione di questa commistione si trova già nell’Introduzione al primonumero (1906) della Rivista di diritto in- ternazionale, anonima ma palese-mente redatta da D. Anzilotti; in essa si sottolineavano «i presupposti co-muni delle varie parti della nostra disciplina, e il fine sostanzialmente identicoa cui tutte intendono: un certo coordinamento e regolamento di rapportiche intercedono fra stati diversi, nella vita delle nazioni e dei singoli, nel-l’efficacia delle leggi e nell’impero delle autorità rispettive».

Malgrado ciò, resta il fatto che le due discipline sono profondamentediverse. Basterà citare al riguardo le esatte osservazioni di M. Giuliano:

Si tratta di due discipline che si differenziano profondamente l’una dall’altra e chesolo una tradizione accademica altrettanto radicata quanto poco giustificata man-tiene unite in un unico quadro. Si tratta, dicevo, di due discipline diversissime traloro: attinente, la prima, al mondo della diplomazia e dei rapporti tra governi, e,la seconda, alla sfera degli ordinamenti giuridici nazionali, degli ordinamenti giuri-dici interni dei diversi stati. E diversissime sono altresì la preparazione e la forma-zione che si richiedono allo studioso per affrontare adeguatamente sia l’una che l’altra.Perché, se la prima richiede un accurato approfondimento della realtà dei rapportitra gli stati, una vivace sensibilità storica (...) e anche una sicura padronanza della

Page 134: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

124 Antonio Cassese

teoria generale del diritto; la seconda richiede, invece, una solida e approfonditaconoscenza del diritto interno, in particolare del diritto privato e del diritto proces-suale civile, nonché del diritto comparato, suffragata da un costante riferimentoalla pratica giurisprudenziale, nazionale e straniera (Giuliano, 1982, p. 407).

Oltre a sottoscrivere pienamente queste osservazioni, vorrei metterein rilievo una importante conseguenza della necessità, per gli interna-zionalisti, di approfondire due problematiche così diverse: essi finisconoinconsapevolmente per adottare, anche per i rapporti interstatuali, schemicivilistici o comunque concezioni e visioni proprie della scienza privati-stica, del tutto inadeguati a comprendere la realtà dei rapporti intersta-tuali, per la cui comprensione sarebbe semmai più utile la conoscenzadi problematiche costituzionalistiche, ed in ogni caso l’apporto di scienzemetagiuridiche quali la storia delle relazioni internazionali, la scienzapolitica, la sociologia.

Una sesta caratteristica saliente della dottrina italiana, che assumeparticolare risalto in questo periodo, consiste in ciò: i vari studiosi si di-vidono in grandi scuole, ciascuna dominata da una singola personalità diforte rilievo. Queste scuole si distinguono non per il fatto di seguire me-todologie o ottiche radicalmente diverse (e in effetti le differenze nonsono assai rilevanti), quanto per due motivi: primo, la diversa accentua-zione dell’«approccio» positivistico impresso da ciascun caposcuola, chesi trasmette ai vari membri della scuola; secondo, la valenza più stretta-mente accademica (concorsi, ed altre forme di cooptazione). I pochi stu-diosi che non partecipano, in un modo o in un altro, a queste scuole,rimangono isolati: e spesso si tratta di figure di scarso rilievo.

4. Le nuove tendenze che emergono tra la fine degli anni Sessanta ed oggi

4.1. I «fatti nuovi» sulla scena italiana

Le periodizzazioni, come tutti sanno, sono arbitrarie e da prenderequindi con beneficio di inventario. Se faccio decorrere l’ultimo periododell’evoluzione della scienza internazionalistica italiana dalla fine deglianni Sessanta è perché ho in mente soprattutto due avvenimenti.

Da una parte, la nascita — nel 1965 — di un importante periodi-co, la Rivista di diritto internazionale privato e processuale. Questa rivista,come dirò in seguito, segna una frattura o, se si preferisce, una svoltasia a livello scientifico che accademico. A livello scientifico consacra ladefinitiva «autonomizzazione» di una delle due grandi discipline sinoad allora ricomprese — a torto, secondo me — sotto la dizione «diritto

Page 135: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

Diritto internazionale 125

internazionale». Ciò significa che da allora in poi le migliori energie intellet-tuali che preferiscono dedicarsi a temi internazionalprivatistici vengonoincanalate verso quella rivista. Sul piano accademico la svolta è indicatadalla circostanza che un nucleo autorevole di giuristi, guidato da Giu-liano, si stacca dal gruppo che fa capo alla Rivista di diritto internazionale, efinisce per costituire un polo autonomo di attrazione scientifica e di «ge-stione» dei rapporti accademici.

Il secondo avvenimento è, per così. dire, «esterno» alla scienza. Essoè costituito da quel grande rivolgimento delle coscienze che fu il ‘68:un rivolgimento confuso e velleitario, bensì., ma anche portatore sia dell’esi-genza di un modo nuovo di organizzare la cultura, i rapporti accademici,le istituzioni, sia di un richiamo a svecchiare le problematiche stantie, peroccuparsi dei problemi reali. A breve scadenza, quello scombussolamentogenerale ebbe un’incidenza assai modesta, e quasi risibile, in seno al piùautorevole e prestigioso periodico internazionalistico, la Rivista di dirittointernazionale: dal 1969 vennero eliminati i titoli accademici che prima ac-compagnavano i nomi dei direttori e redattori, nonché degli autori dei contri-buti scientifici pubblicati in ciascun fascicolo (questa «rivoluzione» è «rien-trata» a partire dal 1985, limitatamente agli autori di saggi, note ecommenti). Ma se l’eco immediata fu così esigua, con il passare deglianni si fece sentire l’onda lunga di quel fenomeno, ed a partire dallametà degli anni Settanta si ebbe un profondo mutamento nella sostanzadella Rivista. Contemporaneamente si producevano, a grado a grado, note-voli modificazioni nella struttura accademica italiana (abolizione della fi-gura degli assistenti e dei professori incaricati, creazione della categoriadei professori associati, introduzione di nuovi criteri per la cooptazionedei docenti) e si allargava notevolmente il numero degli studiosi forniti distatus universitario. Il che, un po’ alla volta, implicava anche uno sbri-ciolarsi delle scuole tradizionali (prima notevolmente monolitiche), un am-pliarsi della «base accademica», ed un apporto notevole di nuove temati-che internazionalistiche e di nuove suggestioni metodologiche da partedelle nuove generazioni.

4.2. I «fatti nuovi» sulla scena internazionale

Anche per quest’ultimo periodo dell’evoluzione della scienzainternazionalistica italiana, prima di esaminare le nuove tendenze cheemergono, conviene accennare brevemente ai «fatti» nuovi checaratterizzano la comunità internazionale. Ciò permetterà di valutare inmodo più acconcio se e fino a che punto la dottrina ha tenuto conto

Page 136: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

126 Antonio Cassese

dei nuovi eventi e delle nuove tendenze nella realtà dei rapporti inter-nazionali.

Dalla metà degli anni Sessanta quattro grandi fenomeni campeggianonella comunità internazionale: 1) la fine del colonialismo (gli ultimi grandipossedimenti coloniali, quelli del Portogallo, acquisteranno l’indipendenzaalla metà degli anni Settanta; quel che in seguito rimane degli impericoloniali non consiste che in minuscole schegge); 2) il graduale consoli-darsi di tre grandi raggruppamenti di stati: i paesi occidentali, quelli so-cialisti e quelli in via di sviluppo, e soprattutto la netta acquisizione,da parte del Terzo Mondo, della consapevolezza di essere bensì il gruppopiù numeroso ed esigente, ma anche di essere tuttora privo di effettivimezzi di potere economico o militare; 3) la graduale attenuazione dellaguerra fredda; 4) l’inizio del declino delle Nazioni Unite come organiz-zazione capace di gestire e risolvere crisi internazionali ed orientare glistati verso sentieri pacifici inducendoli nel contempo ad affrontare i grandiproblemi dell’umanità (il divario Nord-Sud, la piaga delle gravi viola-zioni dei diritti umani, ecc.).

Questi quattro grandi fenomeni, come è chiaro, sono strettamentecollegati tra loro. Essi poi fanno da tela di fondo ad altre tendenze checominciano a diffondersi negli anni Settanta e acquistano purtroppoun’importanza sempre crescente. Queste tendenze possono riassumersiin una formula; il diffondersi della violenza, a più livelli: da parte distati (uso sporadico della forza in violazione dell’art. 2 comma 4 dellaCarta dell’ONU; scatenamento di guerre convenzionali) o da parte digruppi privati e «pubblici» non statali (terrorismo, guerre civili, guerredi liberazione nazionale).

Quasi a controbilanciare queste manifestazioni distruttive si profi-lano però tendenze assai significative a livello diplomatico, istituzionalee giuridico. Penso anzitutto al rafforzamento del multilateralismo: la retedei rapporti diplomatico-istituzionali di cui ogni stato membro della co-munità internazionale è partecipe, diviene sempre più fitta e «quotidiana».Oramai ogni stato non può fare a meno di prender parte all’attività dellevarie organizzazioni intergovernative, ai vari fori internazionali a carat-tere più o meno permanente (a base universale o regionale), agli incontrie ai dialoghi che si intessono in più sedi e in più occasioni. Frutto di-retto dell’accentuarsi del multilateralismo è il forte sviluppo della codi-ficazione del diritto internazionale. Non si tratta, beninteso, di mettereper iscritto il vecchio diritto consuetudinario di origine europea. Si trattapiuttosto di rifondare e riplasmare il vecchio diritto alla luce delle esi-genze e delle aspirazioni dei nuovi stati (sia di quelli del blocco socia-lista, sia di quelli che non costituivano ancora entità indipendenti all’e-

Page 137: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

Diritto internazionale 127

poca della creazione del vecchio diritto). Si tratta altresì di tener contodei rivoluzionari progressi che si vanno diffondendo nella scienza e nella tec-nologia. Si assiste così al proliferare di conferenze diplomatiche di codifi-cazione, che producono frutti assai cospicui, nelle seguenti materie: le re-lazioni diplomatiche (1961) e quelle consolari (1963); il diritto dei trattati(1969); la rappresentanza degli stati nei rapporti con organizzazioni a ca-rattere universale (1975); il diritto umanitario dei conflitti armati (1977);la successione degli stati in materia di trattati (1978) e in materia di benistatali, archivi e debiti (1983); il diritto del mare (1982); il diritto dei trat-tati regolanti i rapporti tra stati e organizzazioni internazionali o tra que-ste organizzazioni (1986).

Altre tematiche sono state poi regolate da grandi risoluzioni delle Na-zioni Unite: basti pensare alla dichiarazione sulle relazioni amichevolitra stati (del 1970), alla Carta dei diritti e doveri economici degli stati(1974), alla definizione dell’aggressione (1974), alla dichiarazione sull’i-nammissibilità dell’intervento negli affari interni degli stati (1981).

Accanto a queste convenzioni e risoluzioni, che rimettono in discussio-ne materie più o meno tradizionali, altri campi nuovi sono stati disciplinatida un numero rilevante di trattati o risoluzioni: basti pensare ai grandi attinormativi sullo spazio extraatmosferico, sui corpi celesti, sull’inquinamen-to, sul terrorismo.

Un ultimo fenomeno da segnalare, che fa anch’esso da contraltareal diffondersi della violenza, è il graduale affermarsi della giurisdizionedella Corte internazionale di giustizia. Dopo quello che sembrava un rapi-do declino dell’autorità e dell’incidenza della Corte, per una infelice sen-tenza sulla Namibia (1966), la Corte ha gradualmente guadagnato lesimpatie degli stati, soprattutto del Terzo Mondo, esercitando un ruolo note-vole (segnatamente negli anni Ottanta) come fattore di soluzione pacificadi crisi economiche e politiche, che avrebbero potuto altrimenti degenerarein conflitti armati (ed attualmente si assiste ad un fenomeno singolare: dauna parte il «distacco» dalla Corte degli Stati Uniti, tradizionalmente paladi-ni — entro certi limiti — del ricorso alla giurisdizione, e, dall’altra, l’avvici-namento cauto e graduale dell’URSS alla Corte, avvicinamento peraltrorimasto finora solo allo stadio delle intenzioni).

4.3. Le nuove tendenze del positivismo

Nei due ultimi decenni si sono venute profilando, all’interno del po-sitivismo tradizionale, nuove ed interessanti tendenze verso una sempremaggiore apertura della scienza giuridica nei confronti della realtà in-

Page 138: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

128 Antonio Cassese

ternazionale ed un graduale abbandono dei grandi temi teorici che ave-vano tanto affascinato ed affaticato i giuristi, negli anni precedenti. Ve-diamo in maniera particolareggiata gli aspetti salienti di questo interes-sante processo di revisione e di aggiornamento.

a) Il declino del formalismo giuridico. Questo declino si manifesta inpiù modi. Anzitutto, come ho appena detto, nel graduale scemare di inte-resse per i temi prevalentemente teorici. Anche quando questi vengono anco-ra studiati, non lo sono più nella loro dimensione puramente astratta eformale, ma piuttosto in relazione ai nuovi procedimenti di codificazio-ne, o alla luce dell’evoluzione della prassi internazionale. Basti pensare,al riguardo, ai tre grandi temi delle fonti, dei rapporti tra diritto interno ediritto internazionale e della responsabilità internazionale. La problematicadell’accordo internazionale costituisce ancora oggetto di indagini e ricer-che, ma tutte polarizzate sulla Convenzione di Vienna sul diritto deitrattati. Si pensi ai saggi di Capotorti (1969b), di Ago (1971) nonché,tanto per fare qualche esempio, alle monografie di Mosconi sulla forma-zione dei trattati (1968), di Sico sugli effetti del mutamento delle circo-stanze sui trattati internazionali (1983), della Ziccardi Capaldo sulla com-petenza a denunciare i trattati internazionali (1983), di Pisillo Mazzeschisulla risoluzione e sospensione dei trattati per inadempimento (1984), del-la Sciso sugli accordi internazionali confliggenti (1986). Anche indaginisu altri aspetti delle fonti non sono più condotte in termini astrattamen-te teorici, ma si nutrono di continui riferimenti alla prassi. Si pensi allamonografia di Conforti sulla funzione dell’accordo nel sistema delle Na-zioni Unite (1968), all’amplissimo saggio di Arangio-Ruiz sul ruolo nor-mativo dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite (1972) e al corso al-l’Aja di Ferrari Bravo sui metodi di ricerca della consuetudine internazio-nale nella prassi degli stati (1985).

Quanto ai rapporti tra diritto interno e diritto internazionale, alcuni giu-risti che già avevano dato prove importanti ed autorevoli nel passato ritor-nano sul tema con ottiche ed impostazioni nuove (penso soprattutto ainumerosi ed autorevoli saggi di Sperduti e di Pau), mentre altri preferisco-no affrontare il problema con riferimento specifico a norme dell’ordina-mento italiano (si pensi ai saggi di Bernardini, Condorelli e di A. Cas-sese sulla Costituzione italiana) o in chiave comparata (si pensi soprattut-to ai saggi di Calamia e A. Cassese).

Passiamo infine al tema della responsabilità internazionale, che è domi-nato dai rapporti di Ago per la Commissione del diritto internazionaledelle Nazioni Unite. Anche qui i grandi problemi del passato vengonoriconsiderati in un’ottica moderna e aggiornata. Si pensi, ad esempio,

Page 139: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

Diritto internazionale 129

ai saggi di Arangio-Ruiz sulla responsabilità per danni nucleari (1960),di R. Luzzatto sulla colpa (1968), di Starace sugli obblighi verso la comu-nità internazionale (1976), di Pillittu sullo stato di necessità (1981), diPicone sugli obblighi reciproci e gli obblighi erga omnes in materia diinquinamento (1983), alla monografia della Carella in materia di criminiinternazionali (1985) e agli articoli di B. Conforti (1989) e di A. Cassese(1989) sulla stessa materia.

Un’altra cospicua manifestazione del declino del formalismo consistenell’apertura sempre maggiore verso temi di attualità: su di essi i giu-risti tentano ora di dare il contributo di chiarificazione e di illumina-zione consentito dall’uso accorto degli strumenti dell’indagine giuridica.Al riguardo, mi limiterò a segnalare due circostanze importanti, attinentientrambe alla Rivista di diritto internazionale, un autorevole periodicoche da sempre ha costituito il palladio e il vessillifero del rigore formali-stico più agguerrito e militante.

La prima delle due circostanze consiste in ciò: a partire dal 1974, eper merito precipuo di A. Malintoppi, viene introdotta nella Rivista unanuova rubrica, Panorama, che intende occuparsi con note rapide epuntuali, di episodi, avvenimenti, incidenti, di grande attualità. Orbene,questa rubrica, soprattutto per merito di G. Gaja (ma con apporti assaiinteressanti di V. Starace, R. Adam e N. Ronzitti, per non citare checoloro che più vi hanno collaborato) ha saputo richiamare l’attenzionedegli internazionalisti non solo su casi pratici o incidenti diplomatici ca-ratteristici o indicativi delle nuove tendenze di sviluppo della comunitàinternazionale, ma anche su errori e storture del legislatore italiano ointernazionale. In tal modo questa rubrica ha felicemente combinato ilrigore giuridico con l’attenzione ai fatti, l’indagine de lega condita conla critica legislativa e le proposte de jure condendo. In breve, le distin-zioni operate nel 1919 da Tomaso Perassi, ma poi cadute nell’oblio peril prevalere della sola «domtnatica giuridica», sono state riprese e si as-siste al ritorno di una felice utilizzazione di tutta la gamma degli stru-menti dell’indagine giuridica, per più fini.

La seconda circostanza risiede in ciò: soprattutto a partire dagli inizidegli anni Settanta anche la sezione concernente gli articoli di dottrinadella Rivista di diritto internazionale si è gradualmente aperta a temi diattualità o di grande interesse pratico. A titolo di esempio, e limitan-domi agli anni Settanta e Ottanta (fino al 1987), ricorderò oltre agli in-numerevoli contributi sul nuovo diritto del mare, i numerosi saggi sul-l’uso della forza (Spatafora, 1968; Panzera, 1981; 1986; Alaimo, 1981;Gentili, 1984; Ronzitti, 1983; Sciso, 1977; 1983; 1987), sul terrorismo(Panzera, 1975a; 1975b; Mosconi, 1979), sui problemi dell’inquinamento

Page 140: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

130 Antonio Cassese

(Ferone, 1972a; 1972b; Florio, 1980; Sisto, 1980; Gestri, 1986), suidiritti umani (Condorelli, 1970; 1971; Pocar, 1972; Sperduti, 1974a;1974b; Bobbio, 1974; Paladin, 1974; Chiavario, 1974; Benvenuti, 1974;Cassese, 1974; Capotorti, 1980; 1981; Sapienza, 1981; 1987; Bellini,1981), sul diritto bellico moderno (Benvenuti, 1981; Barile, 1985), suirapporti economici internazionali (Radicati di Brozolo, 1975; 1980; Ven-turini, 1983) nonché i molteplici scritti su una varietà di temi e pro-blemi disparati, ma tutti di grande attualità (Riccioli, 1977; Back Im-pallomeni, 1981; Ziccardi Capaldo, 1985; Gioia, 1984; Salerno, 1986;Cataldi, 1987; Tanzi, 1987; Ancillotti, 1987) e, in particolare, i1 gruppodi lavori sul trattato italo-jugoslavo di Osimo del 10 novembre 1975 (Bar-tole, 1977; Conetti, 1977; Florio, 1977; Sinagra, 1977; Udina, 1977).Accanto a questi scritti, non bisogna trascurare né i numerosi saggi incui i problemi dei rapporti tra diritto interno e diritto internazionalevengono esaminati in un’ottica moderna, e con particolare riferimentoal diritto italiano (Gaja, 1968; Morelli, 1976; Condorelli, 1979; Carella,1981; Morviducci, 1982; Salerno, 1982; Mori, 1983; Cannone, 1984),né alcuni contributi scientifici su alcuni aspetti contemporanei del pro-cesso decisionale internazionale, il cosiddetto consensus (Cassese, 1975a;Barile, 1979).

b) L’apertura verso nuove tecniche e modalità della ricerca. Agli inizi deglianni Settanta un gruppo di autorevoli giuristi della «vecchia» generazione,guidato da R. Ago, e composto da R. Monaco, F. Capotorti, M.Giuliano, G. Sperduti e P. Ziccardi, ebbe il merito di mettere PItalia alpasso con i grandi paesi di alta tradizione giuridica, che già da anniavevano elaborato raccolte di prassi diplomatica e di giurisprudenzanazionali. Utilizzando le strutture universitarie esistenti, ma con fondigenerosamente messi a disposizione dal CNR, vennero così messe in can-tiere due importanti iniziative: da una parte, una raccolta di prassi di-plomatica italiana (finora sono stati pubblicati 6 volumi, che copronoun arco di tempo che va dal 1861 al 1918; SIOI-CNR, 1970-80). Dal-l’altra, si procedette allo spoglio sistematico, alla selezione e alla ripro-duzione a stampa della giurisprudenza italiana di diritto internazionale(pubblico, privato, amministrativo, tributario, penale e processuale)(Lamberti Zanardi, Luzzatto, Sacerdoti e Santamaria, 1973; Santamaria1984; Barsotti e Cassese, 1973; Rottola e Starace, 1973). Entrambequeste iniziative non possono esaurirsi in pochi anni, e sono infatti an-cora in corso (la raccolta di giurisprudenza, finora relativa agli anni1861-1890, è in 7 volumi). Scopo di queste due importanti iniziativenon è solo quello di scavare nel ricco materiale documentario italiano

Page 141: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

Diritto internazionale 131

e renderlo di pubblico dominio, o di fornire agli autori italiani e stra-nieri strumenti di conoscenza che consentano di ricostruire le norme in-ternazionali non soltanto sulla base della prassi o della giurisprudenzadi alcuni grandi paesi occidentali (Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia,Germania). Uno degli scopi, e degli effetti principali, di quelle inizia-tive consiste anche nello stimolare sempre più le nuove generazioni arivolgere la loro attenzione alle manifestazioni concrete degli stati e alloro comportamento effettivo, al fine della individuazione di norme eistituti internazionali. Quelle iniziative avevano, in altri termini, ungrande valore pedagogico.

Un altro loro carattere importante consiste in ciò: per la prima voltasi rompeva con l’annosa tradizione delle ricerche individuali, e si stimo-lava un lavoro (certo «pre-scientifico», se si vuole, ma di altissima va-lenza culturale) di gruppo. In effetti, è ad ampie équipes di giovani stu-diosi, sagacemente guidate dai maestri, che veniva affidato il compitodi effettuare quelle raccolte. Anche questo profilo aveva un importantevalore psicologico ed educativo: è stata infatti inculcata l’idea che il lavo-ro di gruppo ha dignità scientifica, costituisce cioè uno dei momenti odegli aspetti necessari dell’attività di ricerca dei singoli studiosi. Laricerca scientifica non deve includere solo una componente «individuale»ma può e deve abbracciare anche la componente «collettiva», non menoimportante e significativa per il progresso della scienza.

Questa attività di gruppo si manifestava anche in altre direzioni. Così,un gruppo di studiosi (R. Monaco, F. Durante, A. Del Vecchio, C. CurtiGialdino, G. Caridi), in collaborazione con il Ministero degli AffariEsteri, predisponeva una serie di studi e ricerche per la documentazione au-tomatica sugli accordi stipulati dall’Italia. Tre studiosi della scuola «milanese»(M. Giuliano, F. Lanfranchi e T. Treves, 1968) predisponevano inoltre uncorpo-indice degli accordi bilaterali in vigore tra l’Italia e gli stati esteri.

Contemporaneamente altri studiosi approntavano importanti raccoltedella giurisprudenza della Corte Costituzionale italiana in materia inter-nazionale (Gaja, 1966; Starace e De Caro, 1977; Carbone, 1988) raccolteche saranno tra breve seguite da un Repertorio della giurisprudenza didiritto internazionale pubblico (1960-1985), diretto da B. Conforti eP. Picone.

Accanto a queste opere, grande importanza pratica — non disgiuntada un indiretto stimolo a conoscere i testi di prima mano — rivestonouna serie di raccolte di trattati internazionali, di commentati di accordi,così come le importanti introduzioni ad alcuni trattati internazionali diparticolare rilievo, edite dalla SIOI (Quadri, Monaco e Trabucchi, 1955;

Page 142: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

132 Antonio Cassese

1970; Vitta e Grementieri, 1981; Commissione nazionale per la realizza-zione della parità tra uomo e donna, 1985; Corsini, 1958a; 1958b;Pocar e Tamburini, 1983; Panebianco, 1974; 1975-85; Giuliano, Pocare Treves, 1981; Pocar, 1980; Pisani e Mosconi, 1979; Kojanec, 1969;1977-82-86; 1980-81).

Mentre tutti i lavori che ho appena citato sono frutto della collabora-zione di più studiosi, singoli giuristi hanno proceduto alla compilazionedi raccolte di casi pratici ad uso degli studenti universitari, non menoimportanti, almeno sul piano didattico: da segnalare quelle di A. Cassese(1973) sul diritto internazionale bellico moderno, di Panebianco (1977)sullo sviluppo dell’organizzazione internazionale, di Biscottini (1981)sulla giurisprudenza italiana relativa alla Convenzione europea deidiritti umani, di Picone e Sacerdoti (1982) sul diritto internazionaleeconomico, di Starace (1981) sugli impegni internazionali dell’Italia, diMengozzi (1986) sul diritto comunitario, nonché quella, di contenutogenerale, di G. Badiali (1983).

c) L’emergere di più centri scientifici e di riviste ad essi collegate. Unadelle caratteristiche di questo periodo più recente dell’evoluzione dellascienza internazionalistica italiana è il fatto che mentre continua, masi affievolisce, la tradizione dei grandi capiscuola, non emergono nuovi«maestri» capaci di avere la stessa forza di attrazione scientifica ed accade-mica. Si ha piuttosto un moltiplicarsi di centri o poli di ricerca, diretti dastudiosi eminenti. Spesso questi centri avvertono l’esigenza di esprimerele particolari inclinazioni scientifiche ed esigenze accademiche dei loroleader attraverso una rivista giuridica.

Così, accanto alla vecchia e gloriosa Rivista di diritto internazionale(di cui peraltro ho già detto che si è gradualmente aggiornata, divenendopiù sensibile alle nuove realtà internazionali), all’ annuario Comunicazionie studi dell’Istituto di diritto internazionale e straniero dell’Università diMilano, ed a Diritto internazionale (creata nel 1937, vissuta sino al 1941;ripresa negli anni 1949-53, e poi nel 1959-71), espressione della scuoladi Milano (G. Balladore Pallieri, G. Biscottini) e delle sue preferenzeper i temi concreti ed attuali, si ha una proliferazione di periodici: Annua-rio di diritto internazionale (1965-68) diretto da R. Quadri e mirantechiaramente a riflettere le concezioni e a promuovere le tematiche dellascuola napoletana diretta dall’insigne giurista; la Rivista di diritto europeo,creata nel 1961, e motivata soprattutto dall’esigenza di trattare i temiposti dall’integrazione dell’Europa occidentale; il periodico Diritto comuni-tario e degli scambi internazionali (1962-74 e dal 1974 in poi), anch’essomotivato dall’esigenza di attirare l’attenzione degli studiosi su un parti-

Page 143: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

Diritto internazionale 133

colare settore del diritto internazionale, ed infine la Rivista di diritto in-ternazionale privato e processuale (dal 1965). Quest’ultima si distinguedalle altre non solo per il suo oggetto specifico, ma anche e soprattuttoper il fatto di rivolgersi, oltre che al pubblico normale degli studiosi,anche agli operatori, ai pratici (avvocati e magistrati), in funzione dei qualivengono trattati temi concreti e di grande importanza operativa, ven-gono riprodotte sentenze assai «fresche» ed è fornita un’informazionepratica puntuale ed utilissima. Sotto questo profilo la rivista, che nonè inferiore alla classica Rivista di diritto internazionale per la qualità deicontributi che accoglie, costituisce un fatto nuovo nella scena italiana.

Un caso a parte costituisce l’Italian Yearbook of International Law,fondato nel 1975 su iniziativa di un gruppo di giuristi (soprattutto F.Capotorti, B. Conforti e L. Ferrari Bravo) con lo scopo precipuo di of-frire al pubblico internazionale, in una lingua ad esso accessibile, i mi-gliori contributi della scuola giuridica italiana, nonché rassegne di prassidiplomatica e di giurisprudenza italiana, e recensioni delle più impor-tanti opere di dottrina pubblicate in italiano. I vari volumi finora pub-blicati assolvono egregiamente questo scopo di «contatto con il mondoesterno». Essi risultano di grande utilità anche per il giurista italiano,non foss’altro perché certe rubriche (penso soprattutto a quella relativaalla prassi diplomatica e parlamentare italiana, a quella contenente testidi sentenze italiane ampiamente commentate e chiosate) non sono altri-menti accessibili al pubblico italiano.

d) L’interessamento per tematiche precedentemente trascurate nonché perproblemi nuovi della comunità internazionale. Il declino del formalismogiuridico ha comportato tra l’altro un vivo interessamento per temi con-creti e attuali. Aggiungo che, nella produzione giuridica di questi ultimianni, si possono distinguere due filoni di studi. Da una parte, si ha unrinnovato interesse per temi tradizionali, ma in ordine ai quali recente-mente hanno avuto luogo importanti modificazioni legislative. Su questitemi la dottrina italiana si è ampiamente soffermata, esaminandoli nellaloro nuova dimensione «legislativa»: mi riferisco, in particolare — oltrealle tematiche del diritto dei trattati, dei rapporti tra diritto interno ediritto internazionale e della responsabilità internazionale, alle quali hogià fatto cenno in precedenza — a quelle del diritto del mare e del di-ritto della guerra.

L’altro filone concerne temi che invece sono affatto nuovi, perchécostituiscono manifestazioni nuove ed attuali della realtà internazionale:il terrorismo, l’inquinamento, le guerre di liberazione nazionale, i rap-porti economici Nord-Sud, i diritti umani, la conquista dello spazio ex-

Page 144: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

134 Antonio Cassese

traatmosferico, i nodi principali dei rapporti tra stati e imprese straniere,le varie forme di ricorso alla forza armata da parte degli stati, al di fuoridella guerra.

e) L’emergere di un certo interesse per problemi attinenti alla formazione, con-duzione o «estrinsecazione» della politica estera. Accanto alle problematicheappena accennate, si profila tra gli internazionalisti italiani il manife-starsi di un notevole interesse per aspetti tradizionalmente ignorati,perché ritenuti non pertinenti all’oggetto della «dommatica giuridica».Mi riferisco agli studi organizzati e curati da A. Cassese sul ruolo delparlamento nella conduzione della politica estera, tematica esaminatasia nella dimensione italiana (Cassese, 1982a) sia in quella comparati-stica (Cassese, 1982b). Molto interessanti sono altresì il saggio di G.Gaja sul controllo parlamentare dell’attività normativa delle ComunitàEuropee (Gaja, 1973) nonché gli scritti di Gaja e di Treves sui proble-mi attinenti alla «accessibilità» dei trattati ai giuristi (Gaja, 1967; Tre-ves, 1978).

Si tratta di problematiche che prima venivano considerate di carat-tere politologico — e quindi di pertinenza esclusiva dei cultori di scien-za politica — perché non attengono direttamente all’interpretazionedelle norme internazionali o al funzionamento di istituzioni interna-zionali, ma piuttosto al modo in cui l’attività giuridica o giuridico-poli-tica degli stati nel campo internazionale si articola o si manifesta, non-ché ai problemi sollevati dalla conoscenza pratica di quell’attività daparte dei giuristi.

f) L’inizio di una «consapevolezza storica» circa gli sviluppi della scienzagiuridica internazionalistica o il contributo dei giuristi all’evoluzione delleistituzioni. Negli anni Settanta comincia a profilarsi anche un certo in-teresse degli internazionalisti italiani per la dimensione storica della loroscienza o per l’operato dei giuristi.

Al riguardo va segnalato anzitutto il saggio di A. Cassese (1977) sulcontributo degli internazionalisti ai lavori del Ministero per la Costi-tuente di cui è stato scritto che «nei trent’anni della terza serie dellaRivista [di diritto internazionale], a parte alcune commemorazioni di giu-risti recentemente scomparsi», è l’unico che si possa «ascrivere alla ca-tegoria di studi diretti ad esaminare specificamente l’apporto degli in-ternazionalisti italiani alla scienza o alla pratica» (Gaja, 1984, p. 65).

Sono poi da ricordare alcuni significativi saggi di M. Giuliano (1982),G. Gaja (1984; 1987) e M. Panebianco (1987) sull’evoluzione recenteo passata della scienza giuridica italiana.

Page 145: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

Diritto internazionale 135

g) L’accentuarsi dell’analisi dell’evoluzione storica del diritto internazionale.In passato gli internazionalisti italiani avevano dedicato solo sporadicheindagini allo sviluppo storico del diritto internazionale: penso alla partedella monografia di Sereni (1943) consacrata a questi problemi, parteperaltro limitata all’Italia, ad un saggio di Giuliano (1950a) e soprattutto acerte pagine delle lezioni di Ago (1943) e di Balladore Pallieri (1962).Negli ultimi decenni c’è stato invece un inizio di interesse per questaarea di studi. Particolarmente interessanti, sotto questo profilo, sono leLezioni di diritto internazionale di L. Ferrari Bravo (1974), in cui vieneeffettuato un ampio ed acuto esame dell’evoluzione della comunitàinternazionale dalle origini all’epoca attuale: i punti cruciali di sviluppodi quella comunità sono lucidamente indicati; oltre a ciò i principali istitutigiuridici internazionali contemporanei sono considerati nella lorodimensione storica. Numerosi sono poi i saggi di R. Ago dedicati alleorigini della comunità internazionale (Ago, 1978; 1981) e allo stessotema sono anche consacrate alcune pagine delle Lezioni di dirittointernazionale di G. Barile (1983) e del manuale di M. Giuliano, T.Scovazzi e T. Treves (1983).

Accanto a queste indagini, vanno segnalati in particolare un brevescritto di Ago (1983) su Grozio e due interessanti studi di M. Panebianco:una monografia su Grozio ed un’indagine sull’evoluzione recente del-l’ organizzazione internazionale (Panebianco, 1974; 1983).

h) Il declino dell’«unione accademica» di diritto internazionale pubblico eprivato. Ho già detto che una delle caratteristiche tradizionali dellascuola internazionalistica italiana consisteva nella circostanza che si ri-chiedeva allo studioso di occuparsi, a livello scientifico, sia del dirittointernazionale pubblico che di quello privato. Ed ho anche indicato gliinconvenienti che tale «necessità accademica» comportava: soprattuttol’accentuarsi dell’impostazione civilistica per i problemi del diritto in-ternazionale pubblico (i quali invece esigono un metodo radicalmentediverso da quello proprio delle discipline privatistiche).

Ebbene, a partire dagli anni Sessanta la scuola italiana comincia adaccettare il fatto che certi internazionalisti non intendono occuparsi chedi uno solo di questi settori, perché scarsamente attratti dall’altro. Perora questi casi sono rimasti isolati. Mi sembra però importante che quel«matrimonio» non venga più considerato necessario. Probabilmente ciòha avuto qualche effetto benefico, a livello di metodo e di scelta delletematiche. In ogni caso, si deve ricordare che un contributo importanteal «divorzio» è stato fornito dalla creazione, nel 1965, della Rivista didiritto internazionale privato e processuale, che sin dall’anno della sua fon-

Page 146: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

136 Antonio Cassese

dazione ha costituito un importante polo di attrazione ed una significativa«tribuna» per tutti coloro che intendevano consacrarsi esclusivamente oprevalentemente al diritto internazionale privato o processuale.

4.4. I principali orientamenti della scienza internazionalistica contemporanea

L’illanguidirsi del magistero dei grandi capiscuola del passato, l’assen-za di nuovi leader capaci di guidare in maniera decisiva, con la loropersonalità scientifica, tutta una generazione di studiosi, il frantumarsidei «blocchi accademici», prima monolitici, in una molteplicità di centridi interesse e di ricerca, l’emergere delle nuove generazioni con i lorointeressi per le nuove problematiche della comunità internazionale: tuttociò contribuisce a rendere il quadro della dottrina internazionalistica at-tuale estremamente ricco, mosso e variegato. È ovvio che non si potràquindi rendere giustizia a tutti gli importanti o interessanti contributiche sono apparsi negli ultimi venti anni. Mi limiterò dunque ad un af-fresco, ad una serie di notazioni impressionistiche, che dovranno essereapprofondite, verificate e «calibrate» da ulteriori studi e ricerche. E,più che indicare contributi di singoli studiosi, cercherò di porre l’accentosulle tendenze e sui grandi orientamenti.

Nel vasto e screziato panorama della letteratura internazionalisticaitaliana, si nota anzitutto il permanere di tendenze che mirano a premiare idati formali del diritto. Sotto questo profilo sono in particolare da se-gnalare le indagini accuratissime e rigorose di F. Capotorti e V. Starace.

Un’altra tendenza consiste nella riaffermazione, lo sviluppo e l’arric-chimento di impostazioni teoriche già originalmente affermate nel passato.A questo riguardo sono da ricordare soprattutto due autorevoli studiosi,G. Arangio-Ruiz e P. Ziccardi.

Un’altra tendenza che si può ravvisare nella dottrina contemporaneaconsiste nel tentativo di superare certe fondamentali premesse positivistiche, facendoappello a valori ed esigenze di carattere essenzialmente etico. Questa tendenza simanifesta soprattutto in G. Sperduti, un allievo di T. Perassi che si èsforzato da sempre di aggiornare e attualizzare il positivismo,rivedendone le fondamenta alla luce degli sviluppi della comunitàinternazionale e soprattutto di una serie di valori metagiuridici. Ciò cheè caratteristico di Sperduti è lo sforzo di ricondurre tali valori nelquadro del diritto positivo, interpretando il diritto come sistema dicomandi giuridici che incorporano anche precetti morali. Tale tentativosi era già manifestato in una importante nozione elaborata in passatodallo Sperduti: quella di «riconoscimento in diritto internazionale di esi-

Page 147: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

Diritto internazionale 137

genze della coscienza pubblica», come procedimento di creazione di normeinternazionali. Tale procedimento consisterebbe «nel riconoscimento,da parte di sufficienti forze rappresentative della società internazionale— da parte dell’insieme degli stati o da parte degli stati che in un certomomento storico costituiscono le forze sociali dominanti — dell’obbli-gatorietà giuridica di principi, già presenti nell’ambiente sociale inter-nazionale come grandi principi di etica sociale e la cui traduzione in re-gole giuridiche si afferma storicamente quale esigenza della coscienzapubblica» (Sperduti, 1958, pp. 69-70). Al riguardo Sperduti dà comeesempi le norme generali che vietano la schiavitù e la guerra di aggres-sione. Come si vede, questo concerto è solo in apparenza giusnaturali-stico: in realtà esso riconduce un insieme di valori etici nel quadro rigo-roso del diritto. Nell’evoluzione più recente del suo pensiero, Sperdutimostra un accentuarsi della sua sensibilità per i valori extragiuridici. Miriferisco in particolare ai numerosi e significativi scritti sui rapporti tradiritto interno e diritto internazionale (Sperduti, 1976; 1978; 1979;1981a; 1981b; 1982).

Un altro gruppo di studiosi si mostra, al pari di Sperduti, attento avalori ed esigenze extragiuridiche, sforzandosi però di tenerne conto nell’analisidi singole norme o istituzioni giuridiche internazionali o interne. Perquesti studiosi l’apertura verso valenze ideologiche o etico-politiche operanel senso di indurli a scegliere, come oggetto di esame, certi temi giuridicipiuttosto che altri, ad utilizzare certi specifici canoni interpretativi(l’interpretazione teleologica, ad esempio, più di quella logico-sistematica), e a porre in luce certe esigenze sottese dalle norme giuri-diche o soggiacenti tutto il sistema normativo di cui quelle norme fannoparte. Un altro tratto saliente, e non il meno importante, di questa cor-rente, è costituito dalla tendenza a tener conto del contesto politico-sociale delle norme giuridiche, dell’alone globale in cui vive la norma.Devo tuttavia avvertire che i vari studiosi che mostrano le inclinazioniche ho appena accennato non formano un gruppo, non sono legati daivincoli di una scuola, ma sono accomunati solo dalla circostanza di mo-strare talune affinità generali. Ciascuno di essi è del tutto autonomo.A mero titolo esemplificativo, ricorderò i saggi di Bernardini (1973) edi Cassese (1975b) sulle norme della Costituzione italiana relative al di-ritto internazionale, gli scritti — assai suggestivi e brillanti — di Condo-relli sul ruolo del giudice interno nei riguardi dei trattati internazionali,e più in generale sui rapporti tra esecutivo e potere giudiziario (Condo-relli, 1974), nonché il saggio del 1979 sull’art. 10 comma 1 della Costi-tuzione italiana (Condorelli, 1979). Vorrei inoltre richiamare l’attenzionesugli importanti contributi di Ferrari Bravo, particolarmente sensibili

Page 148: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

138 Antonio Cassese

alla realtà delle nuove manifestazioni della comunità internazionale, esempre ispirati dalla esigenza di tener conto del generale quadro storico-politico nel quale vivono gli istituti giuridici. Tra gli studiosi che ten-dono ad abbracciare questo orientamento, spicca in particolare P. Pico-ne, certamente uno degli ingegni più vivaci ed originali della nuovagenerazione di internazionalisti.

Un ulteriore e interessante filone, che è venuto affermandosi semprepiù, mira a tenere il massimo conto della prassi internazionale. Gli autori piùrappresentativi di questo indirizzo (in particolare M. Giuliano, F. Pocare N. Ronzitti) si sono occupati in modo privilegiato di istituti giuridici chesono tipici della realtà internazionale attuale e risultano regolati da nor-me consuetudinarie. Essi hanno indagato quegli istituti non tanto per in-quadrarli sistematicamente nei concetti generali del diritto internazionale,o per coglierne i profili formali o per sottolinearne la dimensione logico-concettuale. Il loro fine precipuo è di indagare il comportamento reale de-gli stati e di altri attori internazionali, per delineare i contorni e il con-tenuto degli istituti giuridici pertinenti alla luce di una analisi attentissimaed esauriente della prassi internazionale.

Il grosso della dottrina attuale di diritto internazionale è forse caratte-rizzato da una felice combinazione della tradizione positivistica o normativi-stica con un vigile senso della realtà internazionale. Ne risultano indagini ri-gorose per metodo e impeccabili sul piano dell’impostazione dei concetti,ma nel contempo sensibili ai dati della prassi diplomatica e giurisprudenzia-le, e concrete sia nella scelta delle tematiche sia nello svolgimento dell’a-nalisi e nella ricostruzione degli istituti giuridici. In breve, siamo in pre-senza di contributi scientificamente rigorosi ma del tutto privi del for-malismo e del concettualismo che inficiavano tanti scritti di studiosiattivi nei decenni passati. Sotto questo profilo, sono da segnalare, in par-ticolare, B. Conforti, G. Gaia, R. Luzzatto, T. Treves, R. Barsotti, P.L.Lamberti Zanardi, S. Marchisio, G. Strozzi, P. Benvenuti, A. Davì e A.Cassese.

Nel quadro di questa tendenza, emerge tuttavia, per l’originalità del-la sua visione del diritto internazionale, uno dei più autorevoli interna-zionalisti delle ultime generazioni: B. Conforti. Soprattutto nella suaopera più impegnativa, le lezioni di diritto internazionale (Conforti,1987), egli insiste sul ruolo, proprio delle norme internazionali, di guidadell’azione quotidiana degli organi statali incaricati dell’applicazione deldiritto: giudici, avvocati, organi amministrativi, legislatori. Conforti giu-stamente tiene a ribadire un concetto (presente nella dottrina interna-zionalistica tedesca e italiana sin dall’opera del Triepel del 1899 sul di-ritto interno e diritto internazionale): quello secondo cui il diritto inter-

Page 149: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

Diritto internazionale 139

nazionale rimane impotente se non viene attuato concretamente dagliordinamenti statali dei singoli soggetti della comunità internazionale.In altri termini, le norme internazionali, per poter produrre i loro ef-fetti, hanno bisogno di essere rese operative dai vari organi che all’in-terno di ciascun stato agiscono nei rispettivi settori di competenza (giu-dici, ecc.). Movendo da tale presupposto, Conforti si prefigge il com-pito di esaminare le norme e gli istituti internazionali attraverso l’ottica deldiritto interno, e cioè studiando come, nell’ordinamento italiano — che èquello che egli presceglie come suo osservatorio specifico — i vari organistatali interpretano ed applicano le norme internazionali. Questa ottica«internistica» è certamente assai feconda, perché consente di mettere inluce l’atteggiamento concreto assunto dai vari organi statali nei confrontidelle norme internazionali. In particolare, essa ha tre meriti specifici.Primo, permette di schivare l’esame di problemi puramente teorici, ossiaprivi di una dimensione pratica e concreta. Secondo, consente diindividuare storture, fraintendimenti e concezioni errate degli organistatali, e di contribuire così alla revisione critica di quegli atteggiamentifallaci; quel metodo ha dunque un’importante valenza critica eoperativa, in quanto è suscettibile di incidere sul comportamento con-creto degli organi statali. Terzo, quel metodo riveste un importante ruoloa livello didattico; ed infatti Conforti avverte che il suo libro «si dirigeagli operatori giuridici interni, o meglio intende contribuire alla forma-zione internazionalistica dei futuri operatori giuridici interni, partico-larmente dei giudici, nell’ambiziosa speranza di contribuire ad eliminarelacune ed errori» p. 10). Da questo punto di vista, non si puòche ritenere salutare il grande successo che il libro di Conforti sta avendoin quasi tutte le facoltà giuridiche italiane, dove assolve un ruolo peda-gogico rilevantissimo.

Detto ciò, occorre però anche esprimere qualche riserva sull’impo-stazione accennata. Essa, in effetti, finisce per perdere d’occhio la veradimensione dei rapporti tra stati (e tra questi ed altri enti internazionali«associati»): dimensione politico-diplomatica, che esiste come tale, primadi essere «filtrata» attraverso l’applicazione giudiziale o amministrativainterna. Se è vero che il diritto internazionale adempie una importantefunzione nel guidare ed orientare la condotta degli stati e di altri sog-getti, nelle relazioni internazionali, è anche vero che questa funzioneviene assolta già prima della «traduzione» delle regole internazionali innorme interne, e a prescindere da tale «traduzione». Se non si tiene contodi questa valenza politico-diplomatica delle regole giuridiche internazionalidi comportamento, non si coglie uno dei ruoli principali del diritto dellacomunità internazionale.

Page 150: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

140 Antonio Cassese

In secondo luogo, l’ottica «internistica» finisce necessariamente peressere improntata a criteri nazionali (non necessariamente nazionalistici, al-meno nel caso di Conforti, che è affatto aperto ai valori della comunitàinternazionale). Per essere coerente e completa, quell’impostazione dovreb-be basarsi su un esame comparato dei principali sistemi statali contemporanei,per accertare come il diritto internazionale viene interpretato ed appli-cato in ciascuno di essi.

Soprattutto per esigenze di completezza, mi sembra opportuno se-gnalare, infine, un «approccio» al diritto internazionale auspicato eproposto negli ultimi tempi, sempre nel quadro del «positivismo ag-giornato e realistico» cui ho appena accennato. Nell’accostarsi ai pro-blemi del diritto internazionale, occorrerebbe muovere da quattropresupposti essenziali.

Primo, sarebbe necessario riguardare le norme e gli istituti giuridici in-ternazionali non in sé e per sé, ma come parti di un tutto (ossia comeuna delle manifestazioni dei rapporti internazionali, accanto ai rapportistrettamente diplomatici, politici, militari, strategici, ecc.). Le relazionigiuridiche possono essere districate dall’insieme solo attraverso unaattenta operazione di isolamento chirurgico ad opera del giurista. Masarebbe erroneo estrapolarle completamente dal contesto generale in cuiesse vivono e di cui si nutrono.

Secondo, nell’esaminare e studiare quei rapporti giuridici occorre natu-ralmente far uso del metodo proprio della scienza giuridica. Oltre ad es-so, bisogna però anche ricorrere all’indagine storica e a quella politologica,che possono contribuire ad illuminare i fattori più propriamente giuridici.Con il che non si intende fare un passo indietro rispetto ai miglioririsultati del positivismo, e rinunciare alla specificità del metodo giuridico.Se il positivismo, dopo aver sceverato i vari metodi, ha commesso l’erroredi abbandonare del tutto l’indagine storica e politologica, occorre oggi faruso di quelle altre discipline, senza tuttavia tradire o deformare la speci-ficità del metodo di ciascuna di esse, ma utilizzandole in modo armo-nioso (anche se naturalmente, essendo l’indagine prevalentemente giuridica,le scienze storiche e politologiche non potranno non avere un ruolo«ancillare«, in queste circostanze). In particolare, oltre a serbare intatta laspecificità del metodo proprio delle scienze giuridiche, occorrerà anche ri-spettare pienamente uno dei postulati di quella scienza, e cioè la netta di-stinzione tra indagine de lege lata e proposte de lege ferenda.

Terzo, l’utilizzazione delle premesse appena accennate comporta,nel campo del diritto internazionale, che occorre sempre considerare ildiritto internazionale nella sua dimensione storica. Occorre cioè esaminare

Page 151: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

Diritto internazionale 141

le norme giuridiche non come una astratta e quasi metafisica cristalliz-zazione di interessi metastorici, ma come il punto di approdo di speci-fici interessi di specifici enti, in una determinata situazione storica.Ciò, in particolare, per tener conto del fatto che dalla sua formazionead oggi il diritto internazionale ha subito profonde trasformazioni, chehanno mutato i principali istituti giuridici ed avuto un’incidenza sulcontenuto e la portata di norme tradizionali. Inoltre, le norme interna-zionali vanno considerate nella loro dimensione sociale. In altri termini,esse vanno viste tenendo conto del fatto che oggi il diritto risulta dalconcorrere di tre grandi raggruppamenti di stati, ciascuno con propriinteressi, ideologie e aspirazioni.

Quarto, in passato le premesse e le implicazioni ideologiche dell’in-dagine giuridica erano accuratamente tenute nascoste dalla dottrina,spesso anche perché i giuristi erano inconsapevoli delle ideologie e, rite-nendo di fare scienza affatto «neutrale» e avalutativa, avallavano impli-citamente il sistema politico-istituzionale (interno ed internazionale) esi-stente. Attualmente occorrerebbe abbandonare questo atteggiamento«ingenuo» ed uscire allo scoperto. Occorrerebbe cioè dichiarare aperta-mente i propri presupposti e le proprie inclinazioni ideologiche. Ciò, be-ninteso, non significa che si debba abbandonare la tradizionale e saggiaseparazione tra indagine scientifica e sistemi di valori, ed omettere di evi-tare — sempre e con rigore — che la prima venga inquinata surrettizia-mente dai secondi, venga cioè posta al servizio degli orientamenti ideo-logici e politici di chi dovrebbe invece condurre la ricerca scientifica conmente quanto più possibile imparziale, e in ogni caso «a carte scoperte».

Il risultato di queste premesse dovrebbe portare a privilegiare, nellaanalisi giuridica degli istituti internazionali, le ricerche miranti ad accer-tare se e fino a che punto le norme adempiono un ruolo di orientamen-to del comportamento degli stati, o se altri fattori (interessi militari, esi-genze geopolitiche, necessità economiche) riescono — sotto questoprofilo — a mettere in ombra le norme giuridiche. Un altro tema daprivilegiare dovrebbe essere l’individuazione dei fattori che possonogarantire il rispetto delle norme internazionali anche al di fuori deimeccanismi di garanzia strettamente giuridici (perché previsti e regolatidal diritto). In particolare, una particolare accentuazione dovrebbe es-sere posta sul ruolo dell’opinione pubblica come fattore volto a impor-re l’osservanza di certe norme internazionali disciplinanti temi nei qualipiù forte è la pressione di interessi politici, economici e militari e corre-lativamente più debole è l’incidenza delle garanzie giuridiche in sensostretto (si pensi, ad esempio, al diritto dei conflitti armati, al problema del-l’uso della forza militare o alla grande tematica dei diritti umani). È tuttavia

Page 152: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

142 Antonio Cassese

evidente che se dalla sensibilizzazione a questa specifica problematicasi passasse a studi specifici sul ruolo dell’opinione pubblica inrelazione a specifiche norme giuridiche, si finirebbe per sconfinaredall’indagine giuridica vera e propria in quella sociologica2.

4.5. Gli internazionalisti e il «mondo esterno»

A differenza che nel periodo precedente, in questi ultimi due decennigli internazionalisti non hanno avuto una grossa occasione quale quellaofferta dalla elaborazione della Costituzione, per apportare un contri-buto specifico ad un’impegnativa attività «pubblica». Ciò che caratte-rizza questa fase, è l’infittirsi di conferenze diplomatiche internazionalidedicate a temi aventi una forte dimensione giuridica, nonché il molte-plicarsi di incontri e riunioni internazionali (spesso nel quadro di orga-nizzazioni internazionali), in cui è richiesta la presenza del giurista. Edunque in questo campo che essi hanno assolto la loro funzione meta-scientifica più importante.

a) Gli internazionalisti e la politica estera italiana. La circostanza,che ho appena lumeggiato, del proliferare di incontri internazionali,ha comportato un’«utilizzazione» notevole di internazionalisti da partedel Ministero degli Affari Esteri. Anche in questa epoca, come peril passato, il loro ruolo è stato però sempre subordinato a quello deidiplomatici, perché le direttive sono state loro impartite dal capo delladelegazione governativa italiana (di norma, un diplomatico) o comunquedagli uffici del Ministero degli Affari Esteri. Esiste qualche eccezione:ricorderò la conferenza diplomatica di Vienna per il diritto dei trattati(1967-69), in cui la nostra delegazione era presieduta da RobertoAgo (poi eletto presidente della conferenza) e la conferenza diplo-matica di Roma per l’elaborazione di una convenzione internazio-nale contro il terrorismo «marittimo» (tenuta nel 1988 sotto gliauspici dell’Organizzazione Marittima Internazionale): la nostra dele-gazione era diretta da Luigi Ferrari Bravo, poi eletto presidente dellaconferenza.

2 Chi scrive ha cercato di orientarsi in conformità alle quattro «premesse» indicate neltesto. Si vedano, in particolare, i citati saggi sulla Costituzione italiana e il dirittointernazionale, nel Commentario Branca alla Costituzione, nonché II diritto internazionale nel mondocontemporaneo, Bologna, il Mulino, 1984 e «Modern Constitutions and International Law» inRecueil des cours de l’Académie de Droit International de La Haye, 1985 - III, vol. 192.

Page 153: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

Diritto internazionale 143

Un impegno maggiore ha cominciato ad essere esplicato dagli interna-zionalisti, sempre nel quadro delle attività del Ministero degli Affari Este-ri, su impulso di L. Ferrari Bravo, nominato nel 1985 segretario generaledel Servizio del contenzioso diplomatico. Egli ha riorganizzato il Servi-zio (nei limiti del possibile), ha dato maggiore impulso all’attività delServizio stesso e ha fatto ricorso in misura maggiore a giuristi «accademi-ci», per la partecipazione a conferenze o organi internazionali.

In misura minore, alcuni internazionalisti hanno lavorato come consu-lenti per il Ministero di Grazia e Giustizia (partecipazione a commissioniincaricate di elaborare progetti di legge o di effettuare studi preparatori) oper il Ministero della Marina Mercantile (per attività analoghe), nonché, direcente, per il Ministero per le Politiche Comunitarie (dove un piccologruppo di internazionalisti svolge funzione di consulenza per il ministro).

A parte questo impegno in relazione ad alcuni ministeri, gli interna-zionalisti continuano ad essere quasi del tutto assenti dal parlamento(con un’eccezione: la presenza nella Camera dei deputati, per la VII legi-slatura, di Mario Giuliano, eletto nelle liste della Sinistra indipendentenel 1979; presenza che si fece sentire soprattutto in seno alla Commis-sione Affari Esteri), dalla Corte Costituzionale e dai partiti. Unico or-ganismo di nomina governativa dove alcuni internazionalisti (Malintoppi,sostituito dopo la sua morte da G. Arangio-Ruiz; A. Cassese) hanno avu-to un certo peso è la Commissione per i diritti umani istituita da B.Craxi nel 1984 (e formalmente ancora in vita) presso Palazzo Chigi.

b) Gli internazionalisti e l’«opinione pubblica». I tratti che avevo messoprima in rilievo, con riferimento al periodo precedente, si trovano con-fermati anche negli ultimi decenni. La cerchia degli internazionalisti si èalquanto allargata, grazie all’aumento delle cattedre e dei posti di asso-ciato e di ricercatore. Secondo calcoli approssimativi, queste tre cateto-rie comprendono oggi circa 150-200 persone. Se si aggiunge un certonumero di giovani «aspiranti accademici», si arriva a non più di 300persone. Sono essi che costituiscono i principali «fruitori» della dottri-na, «fruitori» in larga misura coincidenti anche con i «produttori» (tran-ne quegli accademici che ormai da anni si dedicano esclusivamente al-l’attività forense, e quindi né producono né, verosimilmente, leggonoopere dei loro colleghi). Come si vede, la circolazione delle idee appareassai limitata, soprattutto se si aggiunge che, come per l’innanzi, all’e-stero si continua a non leggere i contributi scientifici italiani, pubblicatiin italiano (un’eccezione è costituita dall’Italian Yearbook of International

Page 154: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

144 Antonio Cassese

Law), ed inoltre non è stata ancora creata un’associazione degli internazio-nalisti italiani.

Ciò detto, devo aggiungere alcune precisazioni e riserve. In primo luo-go, come avevo accennato prima, almeno il pubblico di un periodico(la Rivista di diritto internazionale privato e processuale) comprende probabil-mente anche un certo numero di operatori giuridici (soprattutto avocatie magistrati), oltre agli accademici. Aggiungo che i tentativi di aggiorna-mento e di «attualizzazione» che si stanno verificando in seno alla Ri-vista di diritto internazionale, e che ho messo in rilievo avanti, hanno for-se già suscitato un certo interesse per tale rivista — o auspicabilmentelo faranno nei prossimi anni — presso un certo numero di diplomatici,più sensibili alla dimensione giuridica dei problemi internazionali attuali.Insomma, mentre nel periodo precedente la circostanza che i lettori del-le riviste internazionalistiche italiane si limitassero agli accademici erada imputare essenzialmente alle riviste stesse (per le loro tematiche ed illoro linguaggio), si assiste ora ad una maggiore apertura, da parte diquelle riviste, nei confronti di un pubblico più vasto, aperture che finiran-no forse per dare qualche frutto.

In secondo luogo, gli internazionalisti cominciano a scendere nell’ago-ne giornalistico, anche se non in modo sistematico: G. Sperduti collaborasaltuariamente al «Corriere della Sera» e a «Il Tempo», G. Badiali a «LaStampa», U. Leanza è spesso intervistato dal «Corriere della Sera», A. Cas-sese scrive saltuariamente su «Il Messaggero», N. Ronzitti interviene abba-stanza regolarmente sulle colonne de «La Nazione». Questo fenomeno nonva sottovalutato. Significa, da una parte, che gli internazionalisti sentono ilbisogno di abbandonare ogni tanto le biblioteche, le aule accademiche egli studi severi, per indirizzarsi — in modo semplice e accessibile — algrosso pubblico. Significa, d’altro canto, che l’opinione pubblica cominciaad essere sensibile alla valenza giuridica dei grossi problemi internaziona-li del momento.

In terzo luogo, alcuni internazionalisti cominciano ad avvertire l’esi-genza di rivolgersi ad un pubblico più vasto di quello composto dagli stu-diosi o dagli operatori del diritto: un pubblico costituito dal lettore medio-alto, colto, intellettualmente o emotivamente partecipe delle vicende dellarealtà internazionale, e desideroso di approfondire le problematiche giuri-dico-politiche. Va ricordato, al riguardo, sia la collaborazione di alcuni in-ternazionalisti (Condorelli, Gaia, Treves, A. Cassese) a riviste quali Poli-tica del diritto, sia la pubblicazione, da parte di A. Cassese, di alcuni vo-lumi concepiti specificamente per il pubblico cui ho appena fatto rife-rimento (Cassese, 1987; 1988).

Page 155: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

Diritto internazionale 145

In questo modo, una tradizione già così ricca e significativa in altricampi del diritto (basti pensare agli interventi giornalistici o lato sensu«pubblicistici» di P. Barile, S. Rodotà, G. Amato, S. Cassese, A. Man-zella, G. Neppi Modona) comincia ad estendersi anche al settore dellerelazioni internazionali.

5. Osservazioni conclusive

5.1. La scienza internazionalistica italiana può essere accusata di essere astratta eformalistica?

Il lettore che mi avesse fedelmente seguito finora avrà certamente tro-vato nelle pagine che precedono la risposta al quesito formulato all’iniziodi questo saggio: è vero quel che si dice all’estero della scuola internaziona-listica italiana? (che cioè essa mostra una imperdonabile inclinazione per iproblemi teorici, è formalistica, e tiene poco conto della prassi e della giu-risprudenza internazionali). Ad ogni buon fine, ricapitolerò brevemente iprincipali problemi esaminati e le conclusioni che mi è sembrato di rag-giungere.

Agli inizi del ‘900, il dominio sempre più diffuso del positivismo, se ha fi-nito per mettere alle corde le residue resistenze giusnaturalistiche, non siè depurato di ricchi umori storici e sociologici. Voglio dire che i giuristi (ebasti ricordare D. Anzilotti, A. Cavaglieri e G. Ghirardini), pur dedicandosiall’esame della realtà internazionale con metodo rigorosamente giuridico,hanno continuato a tener d’occhio la dimensione storico-politica dei proble-mi. Ed alcuni di essi (mi riferisco a Ghirardini) già tra gli anni Dieci e Ventisi facevano beffe dell’«amore dell’estetica dommatica», che cominciava aprofilarsi nelle nuove correnti normativistiche.

In effetti, intorno alla prima guerra mondiale e subito dopo comincia aprodursi tra gli internazionalisti (e soprattutto in Perassi) una progressivararefazione nella scelta dei temi, nell’impostazione e nella trattazione deiproblemi. Il positivismo gradualmente si tramuta in formalismo: la realtàdiviene sempre più remota e quel che finisce per contare è la costruzionedi concetti rigorosi e coerenti. Vengono in mente le sagge parole di Jheringcontro «der Kultus des Logischen, der die jurisprudenz zu einer Mathe-matik hinaufschraubt »3.

Quando si instaura il fascismo, le autorità non sentono il bisognodi neutralizzare o piegare a sé i giuristi: questi già da soli avevano prov-

3 Scherz und Ernst in der Jurisprudenz, Leipzig, 1884, pp. 9-10.

Page 156: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

146 Antonio Cassese

veduto ad espungere dai loro studi qualsiasi empito di critica sociale,ripudiando ogni indagine de lege ferendo, e rigorosamente esigendo che ilgiurista si limitasse all’esame del diritto esistente, qualunque fosse ilsuo contenuto. Ciò, tra l’altro, ha reso possibile l’«utilizzazione» da partedel Ministero degli Affari Esteri fascista di un internazionalista fine edacuto come il Perassi (un giurista rimasto sempre fedele ai suoi idealidemocratici repubblicani, ma che essendo nel contempo un positivistacoerente e concependo il suo compito di giurista come quello di mero«tecnico», ha potuto poi porsi al servizio di autorità illiberali, finendoper essere definito da G. Ciano, allora ministro degli Affari Esteri, come«professionista del cavillo»).

Il clima generale del fascismo non poteva non provocare dei contrac-colpi negli internazionalisti (e più in generale nei giuristi italiani). Percercare di rimanere quanto più possibile estranei a compromissioni conil regime, essi sempre più trasformano l’analisi giuridica in un gioco pu-ramente dialettico e formalistico. La scienza giuridica subisce così gra-dualmente un’involuzione, tendendo sempre più verso il normativismoe puro logicismo. Leggendo gli scritti di quest’epoca si ha l’impressionedi rivedere i tre famosi quadri di Mondrian raffiguranti un albero chediventa, nel passaggio dall’uno all’altro, sempre più astratto, stilizzatoed evanescente, quasi una figura geometrica depurata di ogni richiamoalla realtà effettuale.

Il secondo dopoguerra, con il crollo del fascismo e l’instaurarsi di unsistema democratico, ebbe gradualmente effetti benefici anche per gliinternazionalisti. Ciò avvenne assai lentamente, ché esiste presso i giu-risti un fenomeno di vischiosità storica che impedisce loro di dismetterecon rapidità i vecchi abiti mentali e di aggiornare le idee ricevute; inoltre,l’incidenza ed il rilievo del formalismo giuridico cristallizzatosi durantel’epoca fascista sono stati tali da richiedere molti anni, prima di scemaregradualmente. In ogni caso, gli internazionalisti hanno cominciato a tor-nare ai problemi reali della comunità internazionale, hanno abbando-nato il vecchio concettualisrno, si sono impadroniti di nuove tecnichedi indagine, più moderne e più al passo con i tempi: basta confrontarecon la dottrina il breve «sommario» dei principali «fatti» internazionalidel secondo dopoguerra, che ho tracciato sopra, per rendersi conto deiprogressi compiuti nel senso di una «presa d’atto» della realtà. La matu-razione di questo nuovo modo di guardare ai fenomeni della comunitàinternazionale si è avuta verso la fine degli anni Sessanta. Da allora, sipuò ben dire che la scienza giuridica italiana, oltre a mostrare i consueticaratteri di rigore logico e di correttezza del metodo — quei caratteriper i quali già prima poteva essere considerata non inferiore alla dot-

Page 157: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

Diritto internazionale 147

trina internazionalistica di altri paesi — ha anche imboccato una stradache la porta verso l’esame corretto e realistico di temi e problemi at-tuali, in uno sforzo sempre maggiore di rivolgersi non solo agli altri studio-si ma anche ad un più largo pubblico. Ancora una volta, un raffronto deicontributi recati dalla dottrina negli ultimi venti anni con l’indicazionedei principali nodi politici, economici e militari della comunità internazio-nale in quell’epoca (indicazione che ho dato a suo tempo, nelle pagineprecedenti) consente di apprezzare appieno quanti passi avanti sono sta-ti compiuti.

Detto ciò, mi affretto ad aggiungere che naturalmente sono consape-vole dei giudizi di valore contenuti nelle osservazioni che ho appena svol-to, così come di quelli presenti lungo tutto l’arco di questo saggio. Èevidente che ogni giurista, come ogni uomo, ha solo il compito di realizzarele inclinazioni della sua mente: come scrisse Max Weber a conclusione delfamoso saggio sulla scienza come professione, «ogni uomo deve ascoltaree seguire il demone che regge i fili della sua vita». Allo stesso modo, ognigiurista è legittimato a svolgere il suo compito secondo le inclinazioni epreferenze che sente più giuste. Da questo punto di vista, non sarebbecorretto rimproverare ai giuristi dell’epoca del pieno rigoglio positivisticodi essere stati formalisti, di aver troppo premiato i problemi puramenteteorici, di aver indulto a discettazioni prive di dimensioni o conseguenzeoperative. In sé e per sé, ogni indagine scientifica è giusta e legittima.Ciò non toglie però che — giudicando dall’esterno e tenendo d’occhiogli interessi e le esigenze della comunità — non si possa non formulareun giudizio diverso, anche esso legittimo se motivato da quelle diverse e-sigenze. E appunto partendo da questo angolo visuale che si può conclu-dere che, tutto sommato, il passaggio dagli anni Venti - Cinquanta alletendenze più recenti della dottrina internazionalistica italiana segnaun’evoluzione positiva ed un progresso. E ciò non solo per l’ovvioaggiornamento delle tematiche, ma soprattutto in considerazione dellenuove impostazioni, delle nuove ottiche nonché degli umori etico-politici e degli interessi storici che ora nutrono la scienza giuridica —senza che peraltro il metodo giuridico ne risulti manipolato o il rigoredell’analisi infirmato.

5.2. Cosa è vivo e cosa è morto nella dottrina italiana

In conclusione, chiediamoci «cosa è rimasto», di tutta la ricchissimadottrina internazionalistica italiana. Quanti, degli innumerevoli libri edarticoli che affollano gli scaffali di una buona biblioteca giuridica, hanno

Page 158: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

148 Antonio Cassese

ancora qualche vitalità? Chi abbia almeno spigolato nei Parerga und Para-lipomena di Schopenhauer ricorderà una bella pagina sulla vitalità dei li-bri: così come Serse, nel contemplare il suo enorme esercito, piangeva alpensiero che cento anni dopo nessuno di quei magnifici cavalieri sareb-be ancora vivo, nello stesso modo noi — osservava Schopenhauer —non possiamo non piangere alla vista dei doviziosi cataloghi delle nostrebiblioteche, se pensiamo che di tutti quei libri non uno sarà vivo tra die-ci anni. Quanti degli scritti internazionalistici sopravvivono alla sogliadei dieci anni? Pochi, direi, e non tanto per demerito degli internaziona-listi. Certo, per costoro non valgono le osservazioni di Kirchmann circal’oggetto della scienza giuridica (tutti ricordano il suo famoso detto sulletre parole del legislatore, sufficienti per mandare al macero intere biblio-teche giuridiche), perché il diritto della comunità internazionale mutamolto lentamente. Tuttavia, anche nella comunità internazionale l’evo-luzione degli istituti e delle norme finisce per logorare le indagini giuridi-che su di esse, quando tali indagini non abbiano una valenza metodolo-gica che trascenda la disamina specifica. Quei pochi scritti che sopravvi-vono (e penso soprattutto a talune opere di Anzilotti, di Perassi, di Mo-relli, di Quadri, di Ago, per non citare che i sommi) conservano però econserveranno una gagliarda vitalità ancora per molti anni.

Page 159: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

Riferimenti bibliografici

Poiché la suddivisione dell’Appendice bibliografica in numerosi paragrafirenderebbe difficile il reperimento dei titoli, sono segnalati qui di seguito tuttii lavori citati nel capitolo.

Ago R., Lezioni di diritto internazionale, Milano, Giuffrè, 1943.— Scienza giuridica e diritto internazionale, Milano, Giuffrè, 1950.— «Droit des traités à la lumière de la Convention de Vienne» in Recueil des cours de

l’Académie de Droit International de La Haye, 3, 1971.— «Il pluralismo della comunità internazionale alle sue origini» in AA.VV.,

Studi in onore di Giorgio Balladore Pallieri, Milano, Vita e Pensiero, 1978.— «Les premíères collectivités interétatiques méditerranéennes» in AA.VV.,

Mélanges Reuter, Paris, Pédone, 1981.— «Le droit international dans la conception de Grotius» in Recueil des cours de

l’Académie de Droit International de La Haye, 4, 1983.Alaimo M. L., «La questione dell’Afghanistan alle Nazioni Unite e il problema

del consenso nell’illecito internazionale» in Rivista di diritto internazionale, 2,LXIV, 1981.

Ancillotti R., «Iniziativa per la difesa strategica e “reinterpretazione” del trat-tato ABM» in Rivista di diritto internazionale, 2, LXX, 1987.

Arangio-Ruiz G., «Rapporti contrattuali fra Stati e organizzazioni internazio-nali» in Archivio giuridico F. Serafini, 1950.

— Gli enti soggetti dell’ordinamento internazionale, Milano, Giuffrè, 1951. La persona giuri-dica come soggetto strumentale, Milano Giuffrè, 1952.

— «La dinamica della base sociale nel diritto internazionale» in Annali della Facoltàgiuridica dell’Università di Camerino, 1954.

— «Responsabilità internazionale dello Stato per danni nucleari» in Rivista didiritto internazionale, 2-4, XXXIII, 1960.

— «The Normative Role of the General Assembly of the United Nations» in Recueildes cours de l’Académie de Droit International de La Haye, 3, 1972.

Page 160: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

150 Riferimenti bibliografici

Back Impallomeni E., «Le disposizioni a favore dei terzi nei Trattato di pacetra Egitto e Israele» in Rivista di diritto internazionale, 3, LXIV, 1981.

Badiali G., Testi e documenti per un corso di diritto internazionale, Rimini,Maggioli, 1983.

BalIadore PaIlieri G., Diritto internazionale pubblico, Milano, Giuffrè, 19628.Barile G., I diritti assoluti nell’ordinamento internazionale, Milano, Giuffrè, 1951— «Tendenze e sviluppi della recente dottrina italiana di diritto internazio-

nale pubblico (1944-1951)» in Comunicazioni e studi dell’Istituto di dirittointernazionale dell’Università di Milano, IV, 1952.

— «Recenti tendenze della dottrina italiana di diritto internazionale pubblico(1952-1953)» in Comunicazioni e studi dell’Istituto di diritto internazionaledell’Università di Milano, V, 1953.

— «“Uguaglianza” e “Disuguaglianza” degli Stati alla Conferenza sul dirittodei mare» in Rivista di diritto internazionale, 2-3, LXII, 1979.

— Lezioni di diritto internazionale, Padova, CEDAM, 19832.— «Obligationes erga omnes e individui nel diritto internazionale umanita-

rio» in Rivista di diritto internazionale, 1, LXVIII, 1985.Barsotti R. e Cassese A., La giurisprudenza di diritto amministrativo e tributario in-

ternazionale, vol. 1, 1861-1879, vol. 2, 1880-1890, Napoli, Jovene, 1973.Bartole S., «Tutela della minoranza linguistica slovena e esecuzione del tratta-

to di Osimo» in Rivista di diritto internazionale, 3-4, LX, 1977.Bellini S., «La tutela dei diritti fondamentali nell’ordinamento comunitario

secondo la sentenza Haver» in Rivista di diritto internazionale, 2, LXIV,1981.

Benvenuti P., «La “ragionevolezza” della detenzione preventiva nell’art. 5,par. 3, della Convenzione europea dei diritti dell’uomo» in Rivista di dirittoin ternazionale, 3, LVII, 1974.

— «Movimenti insurrezionali e protocolli aggiuntivi alla Convenzione di Gine-vra del 1949» in Rivista di diritto internazionale, 2, LXIV, 1981.

Bernardini A., Formazione delle norme internazionali e adattamento del dirit-to interno, Pescara, Editrice Universitaria, 1973.

Biscottini G. (a cura di), La Convenzione europea dei diritti dell’uomo nell’ap-plicazione giurisprudenziale, Milano, Giuffrè, 1981.

Bobbio N., «Il preambolo della Convenzione europea dei diritti dell’uo-mo» in Rivista di diritto internazionale, 3, LVII, 1974.

Cannone A., «La denuncia dei trattati internazionali nella teoria e nella prassicostituzionale italiana» in Rivista di diritto internazionale, 1, LXVII, 1984.

Capotorti F., L’occupazione nel diritto di guerra, Napoli, Jovene, 1949.— «La dottrina italiana di diritto internazionale pubblico (1954-1955)» in Co-

municazioni e studi dell’Istituto di diritto internazionale dell’Università di Milano,X, 1960.

Page 161: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

Riferimenti bibliografici 151

— «La doctrine italienne de droit international public en 1959-1961» in Co-municazioni e studi dell’Istituto di diritto internazionale dell’Università di Mi-lano, XI, 1963.

— «La doctrine italienne de droit international public (1962-1968)» in Comu-nicazioni e studi dell’Istituto di diritto internazionale dell’Università di Milano,XIII, 1969a.

— Studio introduttivo alla Convenzione di Vienna sul diritto dei trattati, Padova,CEDAM, 1969b.

— «Sull’eventuale adesione delle comunità alla Convenzione europea dei di-ritti dell’uomo» in Rivista di diritto internazionale, 1, LXIII, 1980.

— «I diritti dei membri di minoranze: verso una dichiarazione delle NazioniUnite?» in Rivista di diritto internazionale, 1, LXIV, 1981.

Carbone S.M., La giurisprudenza italiana in tema di trasporti, Milano, Giuffrè,1988.

Carella G., «L’estradizione passiva nei trattati internazionali e il divieto costi-tuzionale della pena di morte» in Rivista di diritto internazionale, 2, LXIV,1981.

— «I punitive damages e la riparazione del danno morale in diritto internazio-nale» in Rivista di diritto internazionale, 4, LXVII, 1984.

Cassese A., Diritto internazionale bellico moderno. Testi e documenti, Pisa, Li-breria Scientifica Pellegrini, 1973.

— «SuI funzionamento del sistema dei ricorsi individuali alla Commissioneeuropea dei diritti dell’uomo» in Rivista di diritto internazionale, 3, LVII,1974.

— «Consensus and Some of its Pitfalls» ín Rivista di diritto internazionale, 3-4,LVIII, 1975a.

— «Lo Stato e la Comunità internazionale» in Branca G. (a cura di), Com-mentario della Costituzione, vol. 1, Bologna, Zanichelli, 1975b.

— «Il contributo degli internazionalisti ai lavori del Ministero per la Costi-tuente» in Rivista di diritto internazionale, 1-2, LX, 1977.

— Parlamento e politica estera. Il ruolo delle Commissioni Affari Esteri, Padova,CEDAM, 1982a.

— Parliamentary Foreign Affairs Committees, 3 voli., Padova, CEDAM, 1982b.— Il caso «Achille Lauro», Roma, Editori Riuniti, 1987.— I diritti umani nel mondo contemporaneo, Bari, Laterza, 1988.— «Remarks on the Present Legal Regulation of Crimes of States» in AA.VV.,

International Crimes of States. A Criticai Analysis of the ILC’s Draft Artide 18on State Responsability, Berlin, De Gruyter, 1989.

Cataldi G., «Il caso dell’ “Achille Lauro” e la giurisdizione dello Stato costieronel mare territoriale» in Rivista di diritto internazionale, 3, LXX, 1987.

Page 162: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

152 Riferimenti bibliografici

Chiavario M., «La Convenzione europea dei diritti dell’uomo ed il suo contri-buto al rinnovamento del processo penale italiano» in Rivista di diritto in-ternazionale, 3, LVII, 1974.

Commissione nazionale per la realizzazione della parità tra uomo e donna, Co-dice donna. Norme interne e atti internazionali, Roma,SIOI, 1985.

Condorelli L., «La proprietà nella Convenzione europea, dei diritti dell’uomo»in Rivista di diritto internazionale, 2, LITI, 1970.

— «I diritti politici nella Convenzione europea dei diritti dell’uomo» in Ri-vista di diritto internazionale, 1, LIV, 1971.

— Il giudice italiano e i trattati internazionali. Gli accordi self-executing e nonself-executing nell’ottica della giurisprudenza, Padova, CEDAM, 1974.

— «Il “riconoscimento originale” delle consuetudini internazionali nella Co-stituzione italiana» in Rivista di diritto internazionale, 1, LXII, 1979.

Conetti G., «La cooperazione economica italo-jugoslava secondo gli accordi diOsimo del 1975» in Rivista di diritto internazionale, 3-4, LX, 1977.

Conforti B., La funzione dell’accordo nel sistema delle Nazioni Unite, Padova,CEDAM, 1968.

— Diritto internazionale, Napoli, Editoriale Scientifica, 1987.— «The Institutional Framework» in AA.VV., International Crimes of States. A

Criticai Analysis of the ILC’s Draft Artide 18 on State Responsability, DeGruyter, 1989.

Corsini V., Codice delle organizzazioni internazionali, Roma, SIOI, 1985a.— Codice dei trattati, convenzioni, accordi internazionali multilaterali, Roma,

SIOI, 198.5b.Ferone A., «Le convenzioni internazionali sull’inquinamento del mare da idro-

carburi» in Rivista di diritto internazionale, 1, LV, 1972a.— «La conferenza delle Nazioni Unite sull’ambiente» in Rivista di diritto internazio-

nale, 4, LV, 1972b.Ferrari Bravo L., Lezioni di diritto internazionale, Napoli, Libreria scientifica,

1974.— «Méthodes de recherche de la coutume internationale dans la pratique des

‘Etats» in Recueil des cours de l’ Académie de Droit International de La Haye, 3,CXCII, 1985.

Fiorio F., «Problemi della frontiera marittima del golfo di Trieste» in Rivistadi diritto internazionale, 3-4, LX, 1977.

— «Un caso di grave pericolo d’inquinamento marino» in Rivista di diritto interna-zionale, 2-4, LXIII, 1980.

Gaja G. Decisioni della Corte Costituzionale in materia internazionale, Milano,Giulfrè, 1966.

Page 163: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

Riferimenti bibliografici 153

— «Fonti atipiche di notizie sui trattati che interessano l’Italia» in Rivista didiritto internazionale, 1, LI, 1967.

— «Sull’accertamento delle norme internazionali generali da parte della CorteCostituzionale» in Rivista di diritto internazionale, 2, LI, 1968.

— «Per un controllo parlamentare dell’attività normativa delle Comunità Eu-ropee» in Politica del diritto, IV, 1973.

— «Testimonianze» in AA.VV., La cultura delle riviste giuridiche italiane, Milano,Giuffrè, 1984.

— «Le prime annate della “Rivista di diritto internazionale” ed il rinnova-mento del metodo» in Quaderni fiorentini, 16, 1987.

Gentili A., «Le forze multinazionali di pace in Libano» in Rivista di diritto in-ternazionale, 4, LXVII, 1984.

Gestri M., «Libertà di navigazione e prevenzione dell’inquinamento: il casodello Stretto di Messina» in Rivista di diritto internazionale, 2-3, LXIX, 1986.

Gioia A., «Sui rapporti tra Stati Uniti e Taiwan» in Rivista di diritto internazio-nale, 1, LXVII, 1984.

Giuliano M., Considerazioni sulla costruzione dell’ordinamento internazionale, Mi-lano, Giuffrè, 1946.

— La Comunità internazionale e il diritto, Padova, CEDAM, 1950a.— «Rilievi sul problema storico del diritto internazionale» in Comunicazioni e

studi d,ell’Istituto di diritto internazionale dell’Università di Milano, III, 1950b.— «Diritto internazionale e diritto comunitario» in AA.VV., Cinquanta anni di

esperienza giuridica in Italia, Milano, Giuffrè, 1982.Giuliano M., Lanfranchi F. e Treves T., Corpo-indice degli accordi bilaterali in

vigore tra l’Italia e gli Stati esteri, Milano, Giuffrè, 1968.Giuliano M., Pocar F. e Treves T., Codice delle Convenzioni di diritto interna-

zionale privato e processuale, Roma, SIOI, 19812.Giuliano M. Scovazzi T. e Treves T., Diritto internazionale, vo1. 1, Milano,

Giuffrè, 19832.Kojanec G., Convenzioni e raccomandazioni dell’Organizzazione internazionale del

lavoro, Roma, SIOI, 1969.— La cittadinanza nel mondo, 3 voli., Roma, SIOI, 1977-82-86.— L’italiano nel mondo e la sua condizione giuridica, 2 voli., Roma, SIOI,

1980-81.Lamberti Zanardi P., Luzzatto R., Sacerdoti G. e Santamaria A., La giurispru-

denza di diritto internazionale, vo1. 1, 1801-1920, vol. 2, 1875-1920, Napoli,Jovene, 1973.

Lenk K., Beitrdge der italienischen Rechtswissenschaft zur Entwicklung der V C.7-kerrechtsdoktrin seit 1945, dissertazione, Heidelberg, 1965.

Page 164: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

154 Riferimenti bibliografici

— «Teorie del diritto internazionale pubblico italiano» in Politica del diritto,III, 1972.

Luzzatto R., «Responsabilità e colpa nel diritto internazionale» in Rivista didiritto internazionale, 1, LI, 1968.

Malintoppi A., «La dottrina italiana di diritto internazionale pubblico(1954-1955)» in Comunicazioni e studi dell’Istituto di diritto internazionaledell’Università di Milano, VII, 1955.

Mengozzi P., Casi e materiali di diritto delle Comunità europee, Bologna, CLUEB,1986.

Migliazza A., L’occupazione bellica, Milano, Giuffrè, 1949.Morelli E., «Il trattato contro la proliferazione delle armi nucleari e l’art.

11 della Costituzione» in Rivista di diritto internazionale, 1, LIX, 1976.Mori P., «Convenzione europea dei diritti dell’uomo, patto delle Nazioni

Unite e Costituzione italiana» in Rivista di diritto internazionale, 2-3, LXVI,1983.

Morviducci C., «L’ammissibilità del referendum rispetto alle leggi di esecu-zione di trattati» in Rivista di diritto internazionale, 2-3, LXV, 1982.

Mosconi F., La formazione dei trattati, Milano, Giuffrè, 1968.— «La convenzione europea per la regressione del terrorismo» in Rivista di

diritto internazionale, 2-3, LXII, 1979.Paladin L., «Il divieto di discriminazione e la Convenzione europea dei diritti

dell’uomo» in Rivista di diritto internazionale, 3, LVII, 1974.Panebianco M., Codice del mercato comune. Raccolta di provvedimenti italiani di

esecuzione del trattato istitutivo e degli atti della CEE, 2 voll., Roma, SIOI, 1974.— Codice del mercato comune. Raccolta di provvedimenti italiani di esecuzione del

trattato istitutivo e degli atti della CEE. Appendici, vol. 1, 1974; vol. 2, 1975;vol. 3, 1976-1979; vol. 4, 1980-1984, Roma, SIOI, 1975-85.

— Ugo Grazio e la tradizione storica del diritto internazionale, Napoli, Edito-riale Scientifica, 1974.

— Dalla Società delle Nazioni all’ONU: le grandi organizzazioni internazionali(lezioni, testi, documenti), Napoli, Ferrar°, 1977.

— «Tradítion und Neue Tendenzen in der italienischen Veilkerrechtslehre nach1945» in Archiv des V akerrechts, 1987.

— Dalla Società delle Nazioni all’ONU (Elementi di storia e teoria dell’organiz- zazioneinternazionale), Salerno, Il Pavone, 1983.

Panzera A.F., «La Convenzione sulla prevenzione e la repressione di reati contropersone che godono di protezione internazionale» in Rivista di diritto inter-nazionale, l, LVIII, 1975a.

— «Terrorismo postale e diritto internazionale» in Rivista di diritto internazio-nale, 3-4, LVIII, 1975b.

Page 165: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

Riferimenti bibliografici 155

— «A proposito del “raid” statunitense in Iran» in Rivista di diritto internazio-nale, 1, LXIV, 1981.

— «Uso della forza e protezione dell’ambiente marino contro l’inquinamento»in Rivista di diritto internazionale, 4, LXIX, 1986.

Pecourt Garcia E., Tendencias actuales de la doctrina italiana de derecho interna-cional público, Valencia, Institución Alfonso eI Magna..nimo, 1965.

Picone P., «Obblighi reciproci e obblighi erga omnes degli Stati nel campo dellaprotezione internazionale dell’ambiente marino dall’inquinamento» in Sta-race V. (a cura di), Diritto internazionale e protezione dell’ambiente marino,Milano, Giuffrè, 1983.

Picone P. e Sacerdoti G., Diritto internazionale dell’economia. Raccolta sistematicadei principali atti normativi internazionali ed interni con testi introduttivi enote, Milano, F. Angeli, 1982.

Pillittu P.A., Lo stato di necessità nel diritto internazionale, Perugía, LibreriaEditrice Universitaria, 1981.

Pisani M. e Mosconi F., Codice delle Convenzioni di estradizione e di assistenzagiuridica in materia penale, Roma, SIOI, 1979.

Pisillo Mazzeschi R., Risoluzione e sospensione dei trattati per inadempimento,Milano, Giuffrè, 1984.

Pocar F., «La trattazione dei ricorsi ricevibili davanti alla Commissione eu-ropea dei diritti dell’uomo» in Rivista di diritto internazionale, 2, LV, 1972.

— Codice delle Convenzioni sulla giurisprudenza e l’esecuzione delle sentenze stranierenella CEE, Roma, SIOI, 1980.

Pocar F. e Tamburini M., Leggi fondamentali della CEE, Roma, SIOI, 19835.Quadri R., «Le fondement du caractère obligatorie du droit international pu-

blic» in Recueil des cours de l’ Académie de Droit International de La Haye, 1,1952.

Quadri R., Monaco R. e Trabucchi A., Commentario CEE, 4 voll., Roma, SIOI,1955.

— Commentario CECA, 3 voll., Roma, SIOI, 1970.Radicati di Brozolo L., «L’azione del Fondo Monetario Internazionale nel Si-

stema delle Nazioni Unite» in Rivista di diritto internazionale, 3-4, LVIII,1975.

— «Some Legal Aspects of the European Monetary Fund» in Rivista di diritto inter-nazionale, 2-4, LXIII, 1980.

Riccioli F.D., «L’accordo fra Italia e Stati Uniti per la reciproca assistenza giu-diziaría nell’affare Lockheed» in Rivista di diritto internazionale, 3-4, LX,1977.

Ronzitti N., «Sommergibili non identificati, pretese baie storiche e contromisuredello Stato Costiero» in Rivista di diritto internazionale, 1, LXVI, 1983.

Page 166: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

156 Riferimenti bibliografici

Rottola A. e Starace V., La giurisprudenza di diritto penale internazionale, vol.1, 1861-1890, Napoli, Jovene, 1973.

Salerno F., «La partecipazione regionale al potere estero nell’evoluzione costi-tuzionale» in Rivista di diritto internazionale, 2-3, LXV, 1982.

— «Il nuovo codice comunitario per le imprese europee operanti in SudAfrica» in Rivista di diritto internazionale, 1, LXIX, 1986.

Salvioli G., «Contenuto e fondamento del diritto internazionale» in Rivista ita-liana di scienze giuridiche, 1, 1948a.

— «La règle de droit international» in Recueil des cours de l’ Acadénzie de DroitInternational de La Haye, 2, 1948b.

Santamaria A., La giurisprudenza di diritto internazionale, sezione A, vol. 1,1891-1905, vol. 2, 1906-1920, Napoli, Jovene, 1984.

Sapienza R., «La libertà di espressione nella Convenzione europea dei dirittidell’uomo» in Rivista di diritto internazionale, 1, LXIV, 1981.

— «Espropriazione di beni e indennizzo nel sistema della Convenzione eu-ropea dei diritti dell’uomo: le sentenze nei casi James e Lithgow» inRivista di diritto internazionale, 2, LXX, 1987.

Sciso E., «L’intervento turco a Cipro: aspetti giuridici» in Rivista di diritto in-ternazionale, 1-2, LX, 1977.

— «L’aggressione indiretta nella definizione dell’Assemblea generale delle Na-zioni Unite» in Rivista di diritto internazionale, 1, LXVI, 1983.

— Gli accordi conflittuali confliggenti, Bari, Cacucci, 1986.— «Legittima difesa e aggressione indiretta secondo la Corte internazionale

di giustizia» in Rivista di diritto internazionale, 3, LXX, 1987.Sereni A.P., The Italian Conception of International Law, New York, Columbia

University Press, 1943.Sico L., Gli effetti del mutamento delle circostanze sui trattati internazionali, Pa-

dova, CEDAM, 1983.Sinagra A., «Problemi di cittadinanza ed indennizzi nel trattato italo-

jugoslavodi Osimo del 1975» in Rivista di diritto internazionale, 3-4, LX, 1977.

SIOI, Contributi allo studio dell’organizzazione internazionale, Padova, CEDAM,1957.

SIOI-CNR, La prassi italiana di diritto internazionale, 1861-1918, 6 voll., Roma, CNR,1970-80.

Sisto I., «La Convenzione di Barcellona del 1976 sulla protezione del Mediter-raneo contro l’inquinamento» in Rivista di diritto internazionale, 3-4, LXIII,1980.

Spatafora M., «L’intervento militare delle Nazioni Unite sul Congo» in Ri-vista di diritto internazionale, 3, LI, 1968.

Page 167: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

Riferimenti bibliografici 157

Sperduti G., La fonte suprema dell’ordinamento internazionale, Milano, Giuffrè,1946.

— «La Dichiarazione Universale dei diritti dell’uomo» in La comunità inter-nazionale, V, 1950a.

— L’individuo nel diritto internazionale, Milano, Giuffrè, 1950b.

— «Norme giuridiche primarie e fondamento del diritto» in Rivista di dirittointernazionale, 1, XXXIX, 1956.

— Lezioni di diritto internazionale, Milano, Giuffrè, 1958.

— «Caratteri del sistema europeo di protezione dei diritti dell’uomo» in Ri-vista di diritto internazionale, 3, LVII, 1974a.

— «Sulla presentazione di ricorsi individuali davanti alla Commissione europeadei diritti dell’uomo» in Rivista di diritto internazionale, 3, LVII, 1974b.

— «Le principe de soveraineté et le problème des rapports entre le droit in-ternational et le droit interne» in Recueil des cours de l’ Acadérnie de DroitInternational de La Haye, CLIII, 1976.

— «Il primato del diritto internazionale nel sistema del diritto interno» in Rivistadi diritto internazionale, 2, LXI, 1978.

— «Indirizzo ai giuspubblicisti per una riconsiderazione dell’efficacia internadei trattati» in Rivista di diritto internazionale, 1, LXII, 1979.

— «Un errore quasi secolare sull’efficacia interna dei trattati» in Foro italiano,V, 1981a.

— L’ordinamento italiano e il diritto comunitario, Padova, CEDAM, 1981b.

— «Trattati internazionali e leggi dello Stato» in Rivista di diritto internazio-nale, 1, LXV, 1982.

Starace V., «La résponsabilité résultante de la violation des obligations à l’é-gard de la Communauté internationale» in Recueil des Cours de l’ Acad énziede Droit International de La Haye, 5, 1976.

— Impegni internazionali dell’Italia e conseguenze interne. Raccolte di testi, Bari,Cacucci, 1981.

Starace V. e De Caro C., La giurisprudenza costituzionale in materia internazio-nale, Napoli, Editoriale Scientifica, 1977.

Tanzi A., «Diritto di veto ed d’esecuzione della sentenza della Corte interna-zionale di giustizia tra Nicaragua e Stati Uniti» in Rivista di diritto interna-zionale, 2, LXX, 1987.

Treves T., «L’informazione sulla politica estera dell’Italia: il caso dei trattatiinternazionali» in AA.VV., Studi in onore di Giorgio Balladore Pallieri, Mi-lano, Vita e pensiero, 1978.

Udina M., «Gli accordi italo-jugoslavi di Osimo del 10.11.1975» in Rivista didiritto internazionale, 3-4, LX, 1977.

Page 168: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

158 Riferimenti bibliografici

Venturini G., «Sulla diretta applicabilità delle norme del GATT» in Rivista didiritto internazionale, 4, LXVI, 1983.

Vitta E. e Grementieri V., Codice degli atti internazionali sui diritti dell’uomo,Roma, SIOI, 1981.

Ziccardi P., La costituzione dell’ordinamento internazionale, Milano, Giuffrè,1943.

Ziccardi Capaldo G., La competenza a denunciare i trattati internazionali, Napoli,ESI, 1983.

— «Il disconoscimento delle credenziali del Sud Africa come sanzione control’apartheid» in Rivista di diritto internazionale, 2, LXVIII, 1985.

Page 169: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

Capitolo quartoEconomia internazionaleRoberto Panizza

1. Origine e contenuti dei primi studi di economia internazionale in Italia

Gli studi di economia internazionale godono in Italia di una tradi-zione antichissima, che si può far risalire all’età rinascimentale. In con-comitanza alla nascita in Europa degli stati assoluti, e in Italia del si-stema delle signorie e dei principati, sono state formulate le prime ela-borazioni non soltanto della teoria del valore e della moneta, ma anchedelle relazioni economiche internazionali. Sembra addirittura che sianostati proprio gli studiosi italiani a coniare per primi termini come quellodi «bilancia commerciale» (Schumpeter, 1959, p. 422). Inoltre, i piùvalenti studiosi di storia del pensiero economico concordano nell’attri-buire all’economista napoletano Antonio Serra il merito di aver elabo-rato per primo una stesura corretta della bilancia dei pagamenti, il do-cumento contabile che registra tutte le transazioni sia commerciali chefinanziarie di un paese con il resto del mondo. Allo stesso modo sonostati pensatori italiani come il napoletano De Santis a formulare le primeutili valutazioni circa la determinazione e il controllo dei cambi tra mo-nete di paesi diversi o circa l’introduzione di meccanismi di protezionedel commercio estero secondo i principi più ortodossi del pensiero mer-cantilista. Tuttavia, la preminenza del pensiero italiano negli studi atti-nenti al commercio internazionale non si esaurì nell’ambito di tale scuola:nel secolo diciottesimo si sviluppò anche un filone di pensiero abba-stanza critico nei confronti delle tesi più tradizionali del mercatilismo,che contribuì a preparare il terreno alla grande rivoluzione in sensoliberista sviluppatasi a partire dall’opera di Adam Smith, La ricchezzadelle nazioni. Appartengono a questa nutrita schiera di critici delle tesicontrarie a ogni forma di liberalizzazione degli scambi internazionalistudiosi come Beccaria, Verri, Ortes, Genovesi e Palmieri, che difeserol’idea del libero scambio internazionale e videro il protezionismo e lepolitiche tariffarie non più come strumenti privilegiati e insostituibilidi accumulazione di ricchezza, ma semplicemente come uno dei tanti

Page 170: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

160 Roberto Panizza

mezzi disponibili nelle mani delle autorità, al fine di regolare i diversisettori dell’economia.

Gli studi sulle teorie dei vantaggi del libero scambio internazionaletra i vari stati, sviluppati da Torrens sulle teorie di Smith e Ricardo,non ebbero invece in Italia interpreti originali. Bisogna attendere oltreun secolo, fino al 1894, per ritrovare un contributo teorico di rilievo,offerto da Vilfredo Pareto, il quale inserì il sistema degli scambi inter-nazionali in un modello di equilibrio economico generale. Contempora-neamente due noti economisti del tempo, Cognetti de Martiis e Ricca-Salerno, condussero a termine una meritevole iniziativa culturale, cu-rando la pubblicazione e la traduzione, nella quarta serie della «Biblio-teca dell’Economista», delle principali opere straniere relative al com-mercio internazionale e alle politiche protezionistiche. Due decenni piùtardi, all’inizio del secolo, gli studi di Enrico Barone riproposero le teoriedello scambio internazionale in termini di modelli di equilibrio parzialedi tipo rnarshalliano. Gli aspetti monetari dell’economia internazionalevennero, invece, sviluppati in modo originale negli anni Trenta da Co-stantino Bresciani-Turroni, con i suoi studi sui cambi che integraronocriticamente le tradizionali conclusioni della celebre teoria di Cassel sullaparità dei poteri di acquisto; la sua ricerca prese le mosse dall’esame dellevicende del marco tedesco negli anni della iperinflazione e ancora oggicostituisce, a livello mondiale, uno degli studi più apprezzati sull’argo-mento. In quegli stessi anni si assistette sul piano editoriale ad un ricu-pero delle proposte mercantiliste in tema di commercio internazionale,che sembravano più congeniali rispetto a quelle libero-scambiste ai pro-grammi di politica economica del regime fascista: si pensi, ad esempio,al terzo volume della prestigiosa «Nuova collana di economisti» intito-lato impropriamente Storia economica, dato che il contenuto è legato pre-valentemente ai temi di economia internazionale.

Emarginati negli anni del fascismo, gli economisti di formazione li-berale si rifecero vivi all’approssimarsi del secondo conflitto mondiale,pubblicando nel 1940 i risultati di una voluminosa ricerca su La situazioneeconomica mondiale, e nel corso della guerra, indicando in una monografia del1942, a cui contribuirono tra gli altri Giovanni Dernaria e LuigiEinaudi, quelle che a loro avviso avrebbero dovuto essere le linee ispiratricidel nuovo ordine economico internazionale postbellico, sulla base deiprincipi libero-scambisti e antiprotezionisti.

Terminata la guerra, il nuovo ordine economico internazionale, purcondizionato dall’egemonia degli Stati Uniti, si sviluppò proprio nel pienorispetto dei canoni dell’ideologia liberista, com’era stato auspicato danumerosi economisti italiani, pur di diversa formazione ideologica, ma

Page 171: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

Economia internazionale 161

uniti dal comune spirito antifascista. Gli studi di economia internazio-nale si orientarono verso l’analisi dei modelli di libero scambio (nel ten-tativo di quantificarne i vantaggi), verso l’esame teorico di un sistemadi cambi fissi (quel era quello imposto dagli accordi di Bretton Woods)e, infine, verso il problema della inadeguatezza della liquidità interna-zionale, derivante principalmente dalla scarsità di dollari in circolazione.Intorno a questi temi, che dominarono sino alla vigilia della dichiara-zione di inconvertibilità del dollaro nel 1971 e al conseguente sconvol-gimento del vecchio ordine economico, si cimentarono economisti comeSirotti e Travaglini, a cui si affiancarono le prime ricerche di tre gio-vani studiosi che avrebbero poi dominato lo sviluppo futuro degli studidi economia internazionale in Italia, e cioè Basevi, Gandolfo e Onida.Prima, però, di passare a considerare le elaborazioni di pensiero più re-centi, vale la pena di tracciare un quadro delle forze in campo, e cioèdelle istituzioni, dei centri di ricerca e delle risorse, pubbliche e private,che hanno contribuito a condurre ricerche in economia internazionalenel nostro paese.

2. Le risorse pubbliche: cattedre e centri di ricerca sull’economia interna-zionale

L’insegnamento dell’economia internazionale non ha goduto in passatoe fino all’inizio degli anni Settanta di una propria individualità: questadisciplina, infatti, pur essendo contemplata negli statuti di quasi tuttele facoltà di giurisprudenza e di economia e commercio, venne attivatasolo raramente (si possono ricordare i casi di Torino, Genova, Padova,Roma) e affidata esclusivamente per incarico. Quasi sempre le tematichedell’economia internazionale (teorie del commercio, bilancia dei paga-menti, meccanismi di riequilibrio, moltiplicatore di mercato aperto, cambi)venivano affrontate nei corsi istituzionali di economia politica e di poli-tica economica. Tutti i manuali di economia politica utilizzati nel primoanno di corso delle facoltà di giurisprudenza e di economia e commercioaffrontavano, nei capitoli finali, questi temi.

La prima cattedra di economia internazionale venne bandita a Ge-nova, data l’importanza di questo tipo di studi per una città che avevalegato la propria crescita economica allo sviluppo del porto e dei com-merci marittimi. A Genova si era formato, nel 1945, anche il primo isti-tuto privato di economia internazionale, collegato alla Camera di com-mercio. Nel 1946 presso tale istituto si costituì il nucleo redazionale dellarivista Economia internazionale; che si affermò, accanto a Il giornale degli

Page 172: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

162 Roberto Panizza

economisti e a poche altre riviste specializzate, come una delle più pre-stigiose, accogliendo saggi che ancora oggi rappresentano un punto diriferimento indiscusso per l’approfondimento degli studi di economia.Qualche anno più tardi, nel 1953, presso l’Università Bocconi, vide laluce un altro periodico, la Rivista internazionale di scienze economiche ecommerciali che si andò ad affiancare ad un’altra pubblicazione mila- nese,la Rivista internazionale di scienze sociali che l’Università Cattolica pubblicava sindalla fine del secolo scorso. A dispetto del nome, le due pubblicazioni nonaffrontarono specificamente temi di economia inter- nazionale, maospitarono soltanto occasionalmente contributi di autori stranieri: questogiustificava la presenza nella testata della specificazione «internazionale».

Soltanto a metà degli anni Settanta furono bandite 3 cattedre di eco-nomia internazionale ed altrettante alla fine del decennio. Accanto a Ge-nova, il cui destino di polo di riferimento degli studi di economia inter-nazionale andava lentamente declinando al pari dell’importanza del suoporto, sorsero i nuovi centri di riferimento per questi studi presso l’U-niversità di Bologna, e successivamente presso le Università di Ancona,Modena, Siena e Torino.

Agli inizi degli anni Ottanta le cattedre di economia internazionaleerano soltanto 8, alle quali si doveva aggiungere quella di organizza-zione economica internazionale presso l’Università di Pavia. A metàdello stesso decennio, esse erano poco più che raddoppiate, con 18 cat-tedre di economia internazionale (di cui 11 di prima fascia) e 12 cat-tedre più specialistiche (di cui 3 di prima fascia), che accanto ai 4 inse-gnamenti di organizzazione economica internazionale contemplavanoanche teoria e politica monetaria internazionale (2 insegnamenti), poli-tica economica e finanziaria internazionale (1 insegnamento), economiadei paesi in via di sviluppo (2 insegnamenti), analisi delle economiearretrate ( 1 insegnamento) ed economia delle Comunità europee (2 in-segnamenti).

Alle sedi universitarie tradizionali a partire dalla seconda metà deglianni Ottanta si sono affiancate università private come la Bocconi diMilano, la sede di Bologna della John Hopkins University, l’Istitutouniversitario di Bergamo e la LUISS di Roma, oltre alle università sta-tali di Padova, Verona, Venezia, Pisa, Napoli, Catania e della Ca-labria.

Dall’ultimo rilevamento condotto dalla Società italiana degli econo-misti alla fine del 1987 risulta il seguente prospetto.

Page 173: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

Economia internazionale 163

Tabella 1. Distribuzione delle cattedre di economia internazionale e discipline affini (fine 1987).

Disciplina Ordinari Straordinari Associati Altri Totale

Economia internazionale 10 3 6 1 20

Economia dei paesi in via di sviluppo - - 3 - 3

Analisi delle economie arretrate 1 - - - 1

Economia delle Comunità Europee 1 - - - 1

Organizzazione economica internazionale 1 - 3 - 4Politica economica e finanziaria

internazionale - - 1 - 1

Teoria e politica monetaria internazionale - - 1 - 1Relazioni e sistemi economici

internazionali 1 - - - 1

Totale 14 3 14 1 32

Esiste infine una disciplina, storia del commercio e della navigazione,che affronta in parte problemi collegati all’economia internazionale.

Ad ognuna delle cattedre di insegnamento fa capo mediamente unricercatore (anche se dopo la riforma universitaria essi non sono piùassegnati ad cathedram, ma a raggruppamenti molto vasti e generici).Presso alcuni centri come quello della Bocconi, di Bologna (Economiae commercio), di Ancona e di Roma collaborano anche studiosi noninquadrati nel ruolo universitario.

Non esistono invece dottorati in economia internazionale o in disci-pline affini. Qualche ricerca di dottorato attinente a queste disciplineè svolta nell’ambito del dottorato in economia aziendale, tenuto pressol’Università di Bergamo, dove vengono studiati i mercati dei capitalia livello internazionale, e nell’ambito del dottorato in Economia politicapresso l’Università di Roma «La Sapienza», dove si affrontano gli aspettiinterni ed internazionali della moneta e del finanziamento dell’economia.

Per quanto riguarda i maggiori centri di ricerca in ambito universi-tario, che conducono studi sull’economia internazionale, ricordiamo i se-guenti, muovendoci idealmente dal nord al sud della penisola.

1) CESCOM (Centro studi sul commercio) presso l’Università Boc-coni di Milano. Questo istituto, diretto da A. Spranzi, è stato costi-tuito nel 1977; da allora svolge attività di ricerca economica nel settoredel commercio sia interno che internazionale e sui rapporti tra questoe i settori agricoli e industriali. Ogni due anni, in collaborazione conl’Istituto di marketing della New York University, organizza una confe-renza internazionale sulle problematiche dell’intermediazione commer-ciale, che ha consentito di stabilire collegamenti continuativi con isti-

Page 174: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

164 Roberto Panizza

tuti di ricerca europei e nordamericani specializzati nello stesso ambitodi studi. Il gruppo di studi sui problemi del commercio estero, coordi-nato da C. Secchi e che si avvale di una decina di collaboratori, conducericerche che consentono di approfondire la conoscenza della collocazionedell’Italia nel commercio internazionale, attraverso lo studio delle mo-dalità di comportamento degli operatori.

Gli studi sinora condotti hanno approfondito le seguenti problema-tiche:— il ruolo delle trading companies;— il ruolo delle strutture e delle politiche pubbliche di sostegno alleesportazioni;— gli ostacoli di carattere economico e normativo che gli operatori de-vono affrontare;— le interazioni tra commercio e strutture dei trasporti internazio-nali.

2) CESPRI (Centro studi sui processi di internazionalizzazione),presso l’Università Bocconi di Milano. Il centro, creato nel 1984 conil nome di OSPRI (Osservatorio sui processi di internazionalizzazione)è diretto da un comitato di direzione costituito da F. Onida, E. Rul-lani, C. Secchi e S. Vaccà; con la collaborazione di un comitato tecnicodi consulenza, formato da esperti ed operatori economici direttamenteimpegnati in esperienze di internazionalizzazione, il centro si proponedi studiare i processi di modernizzazione e di unificazione dell’economiamondiale, conseguenti al sorgere e all’operare delle imprese multinazio-nali. L’attività di ricerca, che si affianca a quella di documentazione edi promozione culturale (pubblicazione di un bollettino, organizzazionedi convegni), si esplica, relativamente ai temi di economia internazio-nale, nei seguenti settori:— processi di internazionalizzazione delle imprese;— processi di internazionalizzazione del sistema ambientale;— politica commerciale italiana e servizi alle imprese per la loro interna-zionalizzazione;— cooperazione tecnologica e commerciale delle piccole e medie impreseitaliane con imprese europee e dei paesi in via di sviluppo.

3) CRANEC (Centro di ricerche in analisi economica), presso l’Uni-versità Cattolica di Milano. Questo centro, guidato da un comitato di-rettivo costituito da noti economisti dell’Università Cattolica, è statoistituito nel 1977: esso si pone come obiettivo quello di contribuire alcollegamento tra università e società, nel tentativo di offrire strumentidi soluzione ai gravi problemi dello sviluppo economico, della coopera-zione internazionale, del disarmo, delle relazioni tra paesi industrializ-

Page 175: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

Economia internazionale 165

zati e paesi in via di sviluppo. In particolare la ricerca si articola neiseguenti tre settori:— crescita e sviluppo di lungo periodo dei sistemi economici, compati-bilmente alla disponibilità delle risorse e delle materie prime;— problemi della produzione e delle interdipendenze industriali sia in-terne che internazionali;— cambiamenti delle tecniche, progresso tecnico, distribuzione del red-dito, sia all’interno che su scala internazionale.

4) Centro di ricerche sulla internazionalizzazione dell’impresa, pressol’Università Cattolica di Milano. Conduce studi attinenti all’economiaitaliana e internazionale, con particolare riguardo ai sistemi industrialie alle strategie aziendali, al fine di contribuire al dibattito in tema dipolitica industriale sia in ambito nazionale che comunitario.

5) Centro studi sulle Comunità europee dell’Università di Pavia.Questo centro, fondato nel 1966 sotto l’egida della CEE e attualmentediretto da D. Velo, ha come obiettivo lo studio dei processi di integra-zione economica europea, con particolare attenzione alla internaziona-lizzazione dei mercati finanziari. Ad esso af feriscono, tra gli altri, treinsegnamenti strettamente europeistici, che costituiscono una peculia-rità nel panorama accademico italiano: organizzazione politica europea,organizzazione economica europea e diritto delle Comunità europee.

6) Dipartimento di studi internazionali dell’Università di Padova.Nato originariamente, nel 1973, come istituto di studi internazionali,dal 1985 è diventato dipartimento ed è diretto da A. Papista. Ad essocollaborano come addetti alla ricerca, specificamente ai temi di economiainternazionale, coordinati da M. Mistri, otto docenti, a cui si aggiun-gono tre addetti al settore amministrativo. Le ricerche attualmente incorso vertono sui seguenti temi:— la cooperazione per lo sviluppo;— la politica economica internazionale e le Nazioni Unite;— equilibri temporanei in mercato aperto.

7) Centro di documentazione statistica internazionale dell’Universitàdi Bologna. Costituito nel 1970, questo centro ha come compito laraccolta e la catalogazione delle pubblicazioni di fonti statistiche ufficialidi tutti i paesi del mondo e degli organismi internazionali, con i quali hainstaurato consolidati e permanenti rapporti diretti.

8) Centro internazionale di documentazione e studi sociologici suiproblemi del lavoro dell’Università di Bologna. Costituito nel 1970,questo centro raccoglie una documentazione internazionale sistematicasui problemi relativi alle tecnologie avanzate, ai processi di automazionee all’organizzazione del lavoro.

Page 176: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

166 Roberto Panizza

9) School of Advanced International Studies della John HopkinsUniversity di Bologna. Istituito nel 1955, allo scopo di approfondire glistudi delle relazioni internazionali contemporanee, con particolareriferimento all’Europa, è attualmente diretto dall’economista J. Kregel.Dispone di una biblioteca specializzata, con una raccolta completa dellepubblicazioni della CEE.

10) Centro studi sulle Comunità europee dell’Università di Napoli.Costituito nel 1973, il centro si propone di studiare i problemi che sipongono nel settore giuridico, economico e sociale al nostro paese (e inparticolare al Mezzogiorno) in seguito all’inserimento dell’Italia nel piùvasto contesto comunitario.

Accanto a questi centri specialistici di studi economici internazionaliesistono, all’interno delle diverse università, dei dipartimenti e de istitutiche, pur conducendo ricerche in una molteplicità di settori, dispongonoanche di una sezione specializzata negli studi in economia internazionale.La nostra analisi si limita a quei dipartimenti che raccolgono più cattedrenell’ambito della più vasta accezione di economia internazionale e chesvolgono, quindi, ricerche su temi attinenti a settori diversi.

1) Dipartimento di economia dell’Università di Torino. A tale diparti-mento, costituito nel 1987 e diretto da V. Valli, sulla base del nucleo o-riginario del Laboratorio di economia politica Cognetti de Martiis, affe-riscono 4 insegnamenti di economia internazionale in senso ampio, lecui ricerche si sviluppano sui seguenti temi:— economia internazionale comparata ed economia dei paesi socialisti;— trasferimenti internazionali di tecnologie e investimenti esteri diretti;— problemi finanziari dei paesi sottosviluppati;— problemi del nuovo ordine monetario internazionale.

2) Dipartimento di scienze economiche dell’Università di Bologna.Presso questo dipartimento sotto la guida di G. Basevi, che coordinauna serie di docenti e di ricercatori dell’Università e dei centri di ricercaPrometeia e Nomisma, sono condotti studi sui seguenti temi di economiainternazionale:— variabilità del tasso di cambio e politiche di prezzo;— problemi connessi al vincolo estero;— conflitti e cooperazione all’interno del Sistema monetario europeo.

3) Centro di economia e politica industriale dell’Università di Bolo-gna. Costituito nel 1969 e diretto originariamente da R. Prodi, questo cen-tro si è interessato ai problemi di internazionalizzazione delle imprese edi multinazionalizzazione.

Page 177: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

Economia internazionale 167

4) Dipartimento di economia dell’Università di Ancona. All’internodi questo dipartimento gli studi di economia internazionale sono prevalente-mente indirizzati all’esame della struttura del commercio estero dell’Italia,attraverso un esame disaggregato sia dell’import che dell’export.

5) Dipartimento di scienze economiche dell’Università di Roma. Aquesto dipartimento afferisce il nucleo probabilmente più numeroso dieconomisti internazionalisti, sotto il coordinamento di G. Gandolfo. Glistudi condotti da questi studiosi sono di natura prevalentementeteorica e spaziano nei campi più disparati:— equilibrio e stabilità di un’economia aperta;— teoria pura del commercio internazionale;— sistema dei cambi, fissi e flessibili, e sua ottimizzazione.

6) Dipartimento di economia pubblica dell’Università di Roma.Questo dipartimento si è specializzato, per opera soprattutto di N. Aco-cella, nello studio dei problemi relativi alla gestione e alla natura delleimprese multinazionali, sia italiane che estere e ai riflessi macroecono-mici che derivano dal loro operato.

7) Dipartimenti economici ed istituti di diverse facoltà dell’Univer-sità di Napoli. All’interno di questi si è sviluppato un filone di ricercain economia internazionale finalizzato allo studio dei problemi relativiai paesi in via di sviluppo, in termini sia della soddisfazione dei bisogniprimari che della soluzione dei vincoli finanziari e tecnologici.

A completamento di questa rassegna dei principali centri pubblicidi ricerca sull’economia internazionale ricordiamo l’attività svolta dalCNR. Questo centro, nell’ambito del progetto finalizzato «Struttura edevoluzione dell’economia italiana», ha attivato il V sottoprogetto sul tema:«L’Italia nell’economia internazionale», dove i problemi di natura em-pirica, sui quali si concentra maggiormente l’interesse degli studiosi, sonoi seguenti:— la struttura del commercio estero dell’Italia (F. Onida);— il commercio internazionale dei servizi (C. Secchi);— nuove forme di trasferimenti internazionali di tecnologie (G. Balcete G. Viesti);— la scelta delle valute nel commercio estero dell’Italia (R. Hamaui, M.Monti);— relazioni tra tassi di cambio e prezzi nei paesi europei (F. Giavazzi,E. Giovannini e F. Onida);— effetti delle fluttuazioni del dollaro sulla struttura dell’interscambioItalia-Stati Uniti e Italia-Germania (A. Aquino);— dinamica della struttura produttiva e vincolo estero dell’Italia (S.Biasco);

Page 178: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

168 Roberto Panizza

— crescita internazionale e rapporti tra imprese: analisi sulle multinazio-nali italiane (N. Acocella, L. Rampa, G. Viesti e E. Rullavi);— coordinamento internazionale delle politiche monetarie (G.Basevi);— conflitti e cooperazioni all’interno dello SME (G. Basevi, F.Giavazzi e E. Giovannini);— cooperazione e paesi in via di sviluppo (G. Querini).

Esistono, infine, dei centri pubblici, ma non universitari, specializza-ti in studi economici internazionali, di cui ricordiamo i più importanti:

1) Dipartimento per la cooperazione allo sviluppo, istituito presso ilMinistero degli Affari Esteri. I temi di ricerca sviluppati attengono pre-valentemente ai criteri che devono presiedere alla cooperazione industrialee tecnica con i paesi in via di sviluppo. Presso il Dipartimento opera an-che un Istituto agronomico per l’oltremare che persegue l’obiettivo dellavalorizzazione agricola nei paesi del Terzo Mondo. Il Dipartimento pub-blica il periodico Cooperazione.

2) ICE. L’Istituto nazionale per il commercio estero è stato fondato nel1936 ed è stato posto, dal 1946, alle dipendenze del Ministero per ilCommercio Estero, con lo scopo precipuo di promuovere e sviluppare gliscambi commerciali tra l’Italia e gli altri paesi, con particolare riguardo all’e-sportazione dei prodotti italiani. Come compito istituzionale, esso offreservizi di consulenza e assistenza sui mercati esteri, di promozione per iprodotti italiani all’estero, di supporto alla partecipazione presso fiere eesposizioni internazionali, oltre ad iniziative intese a favorire il commerciodi esportazione e di importazione. Sul piano della ricerca, l’Istituto condu-ce anche studi in materia valutaria, doganale, di accordi commerciali, oltread analisi dei mercati esteri, relativamente ai diversi settori produttivi. Sulpiano editoriale cura diverse pubblicazioni tra le quali un quotidiano,Commercio estero, e un mensile, Esportare.

3) ISTAT. L’Istituto centrale di statistica, costituito nel 1926 ed attual-mente sotto le dirette dipendenze della Presidenza del consiglio, cura lacompilazione e la pubblicazione delle statistiche generali e speciali che inte-ressano la pubblica amministrazione e l’attività del paese. Relativamenteai temi dell’economia internazionale, l’Istituto pubblica una Statistica men-sile del commercio estero e un Annuario del commercio estero.

3. Le risorse private: centri di ricerca sull’economia internazionale

Esistono, oggi, circa una cinquantina di istituzioni e di enti privatiche si occupano, nel nostro paese, di ricerche sull’economia interna-zionale, di cui una decina circa è specializzata in analisi di settore, negli

Page 179: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

Economia internazionale 169

specifici aspetti internazionali (materie prime, prodotti alimentari, me-tallurgia, macchine utensili, meccanica di precisione, servizi, turismoecc.), un’altra decina si interessa invece dell’interscambio commercialecon specifiche aree geografiche, mentre altri sei o sette istituti si occu-pano di processi di integrazione all’interno della Comunità economicaeuropea e quattro o cinque si dedicano a tenere corsi di formazione suproblemi di economia internazionale (in particolare l’Istituto universi-tario di studi europei di Torino) o di cooperazione con i paesi del Ter-zo Mondo (come l’Istituto per la cooperazione economica internazio-nale e i problemi di sviluppo di Roma).

Dei rimanenti venti centri, una decina circa svolge in modo siste-matico ricerche su una vasta gamma di temi concernenti l’economiainternazionale, mentre gli altri conducono studi in modo non organicoe con un modesto impiego di uomini e di mezzi. In questo contestoesamineremo soltanto le principali istituzioni, muovendoci idealmenteda nord a sud della penisola, come abbiamo già fatto nel caso delleistituzioni pubbliche.

1) Finafrica, centro per l’assistenza finanziaria ai paesi africani. Èstato costituito a Milano, nel 1973, ad opera della Cassa di risparmiodelle province lombarde. Questo centro, che lavora in stretto contattocon il servizio per la cooperazione tecnica con i paesi in via di svilup-po del Ministero degli Affari Esteri, opera a tre livelli: ricerca scienti-fica, attività di formazione, attività di assistenza tecnica per l’istituzio-ne e la gestione di banche (in particolare casse di risparmio) nei paesidel Terzo Mondo. La prima attività, a carattere scientifico, si proponedi studiare i sistemi bancari dei paesi africani, in relazione al problemadella mobilitazione del risparmio, della liquidità bancaria e del creditoagrario. La seconda attività, prevalentemente didattica, è finalizzata allaformazione del personale e dei quadri direttivi delle istituzioni crediti-zie dei paesi del Terzo Mondo: essa si articola sia su cicli di lezioni chesu un tirocinio pratico. Il terzo tipo di intervento consiste in iniziativefinalizzate a stimolare la formazione e la mobilitazione del risparmionel continente africano. I collegamenti tra il centro e coloro che hannousufruito in vario modo delle sue prestazioni è assicurato da un perio-dico, il Finafrica Bulletin.

2) Centro studi Terzo Mondo. Il centro, fondato a Milano nel 1962,e attualmente diretto da Umberto Melotti dell’Università di Pavia, pro-muove studi e ricerche di carattere economico, geografico, sociologico eantropologico, al fine di approfondire le conoscenze sui problemi dellacrescita dei paesi afroasiatici e latinoamericani, con particolare atten-zione alle condizioni di sottosviluppo e mutamento sociale. Dopo aver

Page 180: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

170 Roberto Panizza

condotto nel passato studi su un modello non eurocentrico di sviluppodiverse analisi di specifiche aree del Terzo Mondo, oggi il centro appro-fondisce i temi delle nuove migrazioni internazionali e delle prospettive deipaesi di recente industrializzazione del Terzo Mondo. I risultati di que-ste ricerche vengono pubblicate sul periodico trimestrale Terzo Mondo e sul-le monografie semestrali Quaderni del Terzo Mondo.

3) ISPI. L’Istituto per gli studi di politica internazionale, fondato aMilano nel 1933 e radicalmente ristrutturato nel 1987, sotto la direzionedi Giuliano Urbani, si prefigge di approfondire le conoscenze sui grandiproblemi globali della nostra epoca e sulle maggiori interdipendenze,regionali e funzionali, che caratterizzano i rapporti tra paesi, al fine diindividuare le opportunità e le relative scelte politiche per accrescere lacompetitività italiana sulla scena politica ed economica internazionale. Ilavori dell’Istituto sono caratterizzati da un approccio interdisciplinare, dicui l’economia internazionale rappresenta un singolo aspetto, accantoalla politologia, al diritto, alla storia e alla strategia. L’Istituto dispone,inoltre, di una fornita biblioteca e di un ricco archivio storico e pubbli-ca, oltre a bollettini di documentazione per aree geo-politiche, la rivistaRelazioni internazionali.

4) Fondazione Giovanni Agnelli. La Fondazione, istituita nel 1966 ediretta da Marcello Pacini, ha condotto a partire dal 1985 una serie diricerche, coordinate da E. Colombatto dell’Università di Torino, sualcuni temi di economia internazionale, in particolare sulle politicheexport-oriented dei paesi a nuova industrializzazione, sui flussi e sulla com-posizione delle esportazioni dei paesi in via di sviluppo e sugli aspettimacroeconomici e finanziari dell’indebitamento dei PVS. Attualmenteconduce ricerche sui temi attinenti allo sviluppo e ai suoi aspetti stret-tamente economici, focalizzando l’attenzione sullo studio di quelle va-riabili che spesso sono state trascurate in molte delle analisi condottein passato.

5) Istituto di Economia Internazionale. Fondato nel 1945 come a-zienda speciale presso la Camera di commercio di Genova, costituì unodei primi centri di ricerca sull’economia internazionale. Scopo dell’Isti-tuto è la raccolta sistematica, l’elaborazione e l’interpretazione della docu-mentazione sull’economia internazionale, attraverso l’attivazione dei ne-cessari contatti con uffici statistici, centri di studio nazionali ed esteri edaddetti commerciali italiani all’estero. Lo stesso istituto pubblica trimestral-mente la rivista Economia internazionale e il Bollettino emerografico di Economiainternazionale.

6) ISTAO. L’Istituto «Adriano Olivetti» di studi per la gestione dell’e-conomia e delle aziende, fondato ad Ancona nel 1967 da G. Fuà, pur

Page 181: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

Economia internazionale 171

avendo come obiettivo prioritario gli studi di economia dello sviluppo— con particolare riguardo all’Italia — e di economia aziendale, haanche condotto ricerche sui problemi dell’integrazione economica in-ternazionale e sull’analisi economica dei movimenti migratori. A par-tire dal 1987 si è costituita presso l’ISTAO l’Associazione italiana perla collaborazione tra gli economisti di lingua neolatina, che si proponedi creare condizioni di collaborazione per una più approfondita cono-scenza delle rispettive realtà economiche.

7) CEME. Il Centro italiano per lo studio delle relazioni economi-che estere e dei mercati, fondato a Roma nel 1956, mira a condurre ri-cerche che consentano di migliorare le relazioni economiche tra l’Italiae gli altri paesi, attraverso lo studio dei mercati e delle possibilità di pe-netrazione del prodotto italiano all’estero. Pubblica trimestralmente ilperiodico Mondo aperto.

8) IAI. L’Istituto Affari Internazionali, fondato nel 1965 e presie-duto da C. Merlini, conduce ricerche su temi attinenti la politica, le re-lazioni internazionali, la sicurezza e la difesa. Limitatamente ai temi dieconomia internazionale, che costituiscono soltanto — come si è det-to — parte dell’insieme delle ricerche condotte, è privilegiato Io studiodel sistema italiano come sottoinsieme di quello europeo e di quest’ul-timo come una delle componenti del mercato e del sistema di produ-zione mondiale. L’Istituto cura, inoltre, la pubblicazione annuale L’Ita-lia nella politica internazionale, di cui uno dei capitoli è dedicato espressa-mente allo studio della congiuntura economica nelle principali areegeo-politiche.

9) IIA. L’Istituto italo-africano, fondato nel 1906, opera dal 1947 sot-to la tutela del Ministero degli Affari esteri con la denominazione «Istitu-to italiano per l’Africa». Oggi, più che attività di ricerca, l’Istituto svolgeopera di formazione sui problemi economici, politici e sociali di alcunipaesi africani, oltre a realizzare programmi di cooperazione tecnica.

10) IPALMO. L’Istituto per le relazioni tra l’Italia e i paesi dell’A-frica, America Latina e Medio Oriente, fondato nel 1971, si proponedi divenire uno strumento di concreta collaborazione con i paesiemergenti. L’Istituto pone una particolare attenzione ai processi ditrasformazione economico-sociale in atto nelle diverse aree del mondoe alle relazioni tra paesi a diverso grado di sviluppo produttivo. Pub-blica il mensile Politica internazionale su cui compaiono spesso contributidi natura economica.

11) ISCO. L’Istituto nazionale per lo studio della congiuntura, co-stituito a Roma nel 1955 sotto la vigilanza del Ministero del Bilancio

Page 182: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

172 Roberto Panizza

e della Programmazione economica, ha come scopo la raccolta e l’elabo-razione di dati relativi alla congiuntura economica italiana e al contestointernazionale in cui il nostro paese è inserito. In particolare ha con-dotto studi sul commercio estero dell’Italia. Pubblica mensilmente i1 pe-riodico Congiuntura estera.

Abbiamo esaurito, in tal modo, la rassegna dei centri, sia privati chepubblici, che si occupano di economia internazionale nel nostro paesee la conclusione che ne dobbiamo trarre è che il lavoro è molto dispersoin tanti piccoli centri di ricerca che non occupano più di 5-6 ricercatori,nei casi migliori. Tra questi centri, poi, non esiste alcun collegamentosistematico e questa dispersione di energie si riflette anche nella frammen-tarietà delle analisi che compaiono nelle numerose riviste pubblicate inmateria. La causa di questa relativa marginalizzazione di siffatti studi vaprobabilmente ricercata sia nel ruolo relativamente modesto ricoperto dal-l’Italia nel sistema economico internazionale, che nella priorità degli stu-di relativi all’economia interna, a causa dei marcati squilibri che ancoracondizionano l’economia italiana.

4. I tradizionali filoni di ricerca dell’economia internazionale

Gli studi di economia internazionale hanno un’origine molto remota,a differenza di quanto accade in altre discipline, che affrontano aspettidiversi delle relazioni internazionali, o di altre specializzazioni, nell’ambitodel più ampio corpo della teoria economica. Tali studi si possono farrisalire alla nascita degli stati moderni, con le rispettive monete nazio-nali, i relativi problemi di cambio, le loro politiche protezionistiche fi-nalizzate ad evitare squilibri della bilancia dei pagamenti e la scarsa pro-pensione a consentire la mobilità dei fattori della produzione tra statoe stato. L’importanza di questi studi si è venuta, tuttavia, accentuandoproprio nella seconda metà di questo secolo, a partire cioè dagli annidella ricostruzione post-bellica quando, in seguito all’affermarsi degli StatiUniti quale potenza egemone al posto della Gran Bretagna e al conse-guente smantellamento dell’area della sterlina, venne propugnato il ri-torno a un regime di maggiore liberalizzazione per il sistema degli scambiinternazionali: se si escludono tuttavia alcuni studi condotti nel nostropaese sui vantaggi del free-tradee sui problemi della liquidità internazio-nale, allora essenzialmente legata alla circolazione e disponibilità di dol-lari, la produzione culturale degli anni Cinquanta è molto scarsa e oc-corre attendere gli inizi degli anni Sessanta per trovarsi di fronte a studidi natura più originale.

Page 183: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

Economia internazionale 173

Prima tuttavia, di passare ad esaminare i lavori più significativi in ma-teria, occorre ricordare che le ricerche di economia internazionale, alpari di quanto avviene anche in altre scienze, si articolano in due grandi filo-ni di studio: quello descrittivo che si limita a delineare e analizzare i fe-nomeni in questione, per esempio il commercio internazionale, attraversol’esame del contesto istituzionale in cui gli eventi si sono verificati e dellevariabili sia reali sia monetarie che sono state coinvolte nel processo, equello teorico che si propone invece di cogliere le leggi uniformi che ca-ratterizzano i diversi eventi, al di là della loro apparenza fenomenica, alfine di costruire modelli che possono aiutare meglio a comprenderel’evolversi della realtà. All’interno di questo secondo filone, caratterizza-to da uno sforzo di teorizzazione di schemi logici di validità più generale,si sono delineati — nel passato — due sottoinsiemi, rispettivamente unateoria pura e una teoria monetaria dell’economia internazionale. La teoriapura cerca di dare una risposta alle diverse questioni che sorgono quandoci si interroga sulla natura, le cause e gli effetti degli scambi che avvengo-no a livello mondiale, esaminati esclusivamente da un punto di vistastrettamente reale: in questo tipo di analisi si prescinde, cioè, da qualsiasicondizionamento di natura monetaria che finirebbe, secondo i teorici ditale indirizzo, per impedire la comprensione sia dei vantaggi del liberoscambio e della specializzazione internazionale, che dei pericoli insiti nellepolitiche protezionistiche. La teoria monetaria dell’economia internazio-nale privilegia, invece, gli studi sui regimi di cambio, sul sistema dei paga-menti internazionali, sui movimenti di capitale e sui meccanismi di riequili-brio della bilancia dei pagamenti.

Faremo essenzialmente riferimento a questa tripartizione nel corsodi questa ricerca finalizzata a descrivere l’evolversi, in Italia, degli studipiù originali e significativi di economia internazionale a partire da queglianni Settanta che rappresentarono un periodo di forti trasformazioni edi radicali cambiamenti per i sistemi economici sia dei paesi industrializzatiche di quelli in via di sviluppo. Vale la pena, tuttavia, di ricordare breve-mente alcuni filoni di ricerca già iniziati nel decennio precedente e che tro-varono compimento proprio alla luce dei profondi rivolgimenti di quel pe-riodo.

Nel corso degli anni Sessanta le monografie di Travaglíni (1965), Ba-sevi (1967) e Sirottí (1969) fornirono, a livello di teoria pura del com-mercio internazionale, una rassegna sistematica, confrontando gli sche-mi proposti nel passato ed esaminando le possibili estensioni del model-lo di equilibrio generale, mentre nel campo della teoria monetaria inter-nazionale, le prime ricerche condotte in Italia sul tema dei meccanismi di

Page 184: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

174 Roberto Panizza

aggiustamento della bilancia dei pagamenti, della loro compatibilità conl’equilibrio macroeconomico generale e del ruolo delle esportazioni nelmodello di sviluppo, sono state condotte da Gandolfo (1966; 1970 a)e da A. Graziarli (1969). Per quanto concerne il tentativo di integra-zione dei due approcci, reale e monetario, con l’inserimento della mo-neta nel contesto del modello neoclassico di teoria pura dello scambiointernazionale si rimanda al saggio di Cutilli (1967). Mancano invecequasi totalmente in questo decennio, se si fa eccezione per le monografiedi Baffi (1965), Cao-Pinna (1965) e Rey (1967) e i saggi di Zanelletti(1968) sul commercio estero dell’Italia e sui condizionamenti interna-zionali della politica monetaria, studi di carattere descrittivo e relativeelaborazioni econometriche. Nonostante la secolare tradizione di studiin questa disciplina, nel nostro paese occorreva ancora riempire il vuotolasciato in questo campo dal ventennio del regime fascista che aveva pri-vilegiato quasi esclusivamente studi di economia corporativa e autarchia.La formazione dei primi economisti internazionalisti avvenne presso pre-stigiose università straniere, su programmi più orientati allo studio delletesi normative dei modelli teorici di impostazione neoclassica, che nonfinalizzati alla maggiore comprensione dell’evolversi della realtà econo-mica internazionale o alla verifica dei modelli econometrici.

D’altra parte, il sistema di golfi exchange standard, il regime a cambi fissinato dopo gli accordi di Bretton Woods nel 1944, la crescente di-sponibilità di mezzi liquidi a livello internazionale e il manifestarsi soloaccidentalmente del problema del vincolo estero legato al disavanzo dellabilancia dei pagamenti, rendevano meno attuali, come ricorda De Cecco(1968), i problemi di economia internazionale rispetto a quelli dell’eco-nomia interna, incentrati sul dibattito intorno 211a struttura dualisticadella nostra economia, al modello di sviluppo da adottare, alla necessitào meno di introdurre un sistema di programmazione. Furono, invece,gli anni Settanta, con le profonde trasformazioni che essi comportaronosia a livello di approvvigionamento di materie prime su scala mondiale,sia di instabilità dei prezzi, dei tassi di cambio, dei tassi di interesse,con i conseguenti squilibri a livello di bilance commerciali e dei paga-menti e i relativi sconvolgimenti dei tradizionali flussi del commerciomondiale (Baffi, 1973), a far sorgere un sempre crescente interesse versogli studi di economia internazionale. L’attualità di tali studi era tantopiù rilevante per un paese come l’Italia, il cui modello di sviluppo erafortemente condizionato dal peso delle esportazioni e dal cosiddetto vin-colo estero. All’interno di una gamma vastissima di studi disponibili siamostati costretti a fare una selezione, certamente discutibile, ma finaliz-zata a ricordare quei lavori, forse oggi in parte superati, che tuttavia

Page 185: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

Economia internazionale 175

hanno contribuito — alla luce delle conoscenze del tempo — a una mag-giore comprensione dei fenomeni e delle teorie di economia internaziona-le. Approfondiremo, dapprima, l’esame degli studi di carattere descrittivoe, successivamente, le elaborazioni teoriche, dato che una siffatta sequenzaconsente anche di ricordare succintamente al lettore i principali avveni-menti che hanno caratterizzato il periodo storico in esame, al fine dimantenere sempre chiaro il collegamento, quando esiste, tra realtà, de-scrizione e teorizzazione.

5. La crisi degli anni Settanta: un’analisi descrittiva

Le profonde trasformazioni che interessarono il sistema delle rela-zioni economiche internazionali, a partire dagli anni Settanta, ebberoinizio prima di tutto dalle crescenti difficoltà incontrate dal dollaro amantenere sia la convertibilità nei confronti dell’oro, che il regime diparità fisse nei confronti delle valute degli altri paesi più industrializ-zati. Il libro di Stammati (1973) è il primo a descrivere, in modo sistema-tico, l’origine, l’evoluzione e il deterioramento del sistema monetario inter-nazionale e costituisce, insieme alla contemporanea traduzione del testodi Triffin (1973), uno dei pochi strumenti di lettura in grado di far lu-ce sia sulla struttura nata dagli accordi di Bretton Woods, sia sulle causedella crisi che l’hanno travolta a partire dalla seconda metà degli anniSessanta, quando la convertibilità del dollaro in oro si è fatta sempre piùproblematica e la sua parità con il marco tedesco non poteva più esse-re garantita.

I due elementi che costituiscono, tuttavia, il pregio del libro sono daun lato le perplessità, poi rivelatesi profetiche, di Starnmati circa le pe-culiarità del nuovo sistema di cambi flessibili che andava sostituendosial vecchio regime di parità fisse e dall’altro la convinzione, più volte e-spressa, circa la necessità, al fine di contenere le spinte destabilizzanti daesso generate, di portare avanti un discorso di integrazione economica alivello europeo, idea quest’ultima condivisa anche da tutti i più fervidipaladini in sede comunitaria (Magnifico, 1973). È significativo come idue discorsi, quello dell’instabilità insita nel sistema di cambi flessibili equello della necessità di un coordinamento delle politiche dei paesi dellaComunità, fossero strettamente collegati e come il secondo derivasse lo-gicamente dal primo. Starnmati, fondando il suo ragionamento sull’e-sperienza storica tra le due guerre, dubitava che un tale sistema potesseassicurare, come pretendevano i suoi apologeti, la stabilità e l’equi-librio interno all’economia dei diversi paesi, al solo costo di lasciare

Page 186: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

176 Roberto Panizza

fluttuare liberamente il cambio. I suoi dubbi erano tanto più forti in ri-ferimento ai paesi in via di sviluppo, condizionati da squilibri della bi-lancia dei pagamenti di natura strutturale e, quindi, non correggibilicon una semplice variazione del tasso di cambio. La sfiducia verso untale sistema era infine giustificata dal fatto che esso, anziché rifletterele reali forze di mercato, finiva per essere oggetto di ogni tipo di manipola-zioni da parte della speculazione internazionale, dato che per sua naturanon contemplava interventi di cooperazione e di regolazione, che caratteriz-zavano invece il precedente regime di cambi. Per questo si imponeva —come ribadisce anche Bortolani (1977) in un altro testo istituzionale sul si-stema monetario internazionale — la ricerca, per lo meno da parte deipaesi europei, di forme di coordinamento delle singole politiche nazionalia cominciare da quelle monetarie, per non vedere compromesso il dise-gno di unificazione economica, iniziato con gli accordi di Roma del 1958.

In questi primi anni Settanta le proposte di integrazione dei diversisistemi economici a livello europeo, pur ribadite continuamente in sedeufficiale, non riscuotevano ancora né un consenso generalizzato a livellodi opinione pubblica, né il favore e l’accondiscendenza dei responsabilidella politica economica dei singoli paesi. D’altra parte i primi tentatividi integrazione monetaria come il «serpente» o il «tunnel», che fissa-vano per i paesi CEE bande di oscillazione più ristrette per i cambi delleloro valute (F. Masera, 1973), erano ancora troppo condizionati dallaposizione dominante del marco e quindi dalla politica economica tedescaper cui, mentre alcuni studiosi, come il già citato Magnifico, De Cecco(1971) e Finetti (1974) parlavano della necessità di coordinare le poli-tiche monetarie all’interno dei singoli paesi della CEE, altri come Campa(1971), Forte (1971), Gerelli e Majocchi (1971) e Pedone (1971) studia-vano come rendere compatibili anche le politiche di bilancio e fiscali.In quegli anni, infatti, si facevano più forti le preoccupazioni per il for-marsi di differenziali sempre più netti tra i tassi di inflazione dei diversipaesi, fatti risalire da alcuni (Magnifico, 1976b) al rapporto tra infla-zione e disoccupazione (studiato dalla cosiddetta curva di Philips) e daaltri, più vicini alle posizioni monetariste (Monti, 1972), alla diversa cre-scita degli aggregati monetari.

Mancava, dunque, una omogeneità nelle interpretazioni del fenomenoinflazionistico che rispecchiava la incapacità di comprenderlo nella suacomplessità e molteplicità di cause, e bisognava attendere qualche annopiù tardi il libro di Biasco (1979) per trovare una risposta non soltantoal perché tali fenomeni si fossero manifestati a partire dal 1969 in modouniforme e progressivo a livello delle principali economie mondiali, ma

Page 187: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

Economia internazionale 177

anche al perché tale uniformità si fosse rotta a partire dal 1974, per darvita a differenziali di inflazione molto elevati tra paese e paese. Controle tesi che privilegiavano esclusivamente le diverse scelte di politica eco-nomica e i differenti contesti istituzionali, Biasco parlava dell’inflazionedi quegli anni come di un fenomeno coevo, che derivava dalla parteci-pazione di ogni singola economia a un sistema di relazioni economiche,articolato a livello mondiale. Per questo occorreva esaminare, innanzi-tutto, le cause che avevano contribuito, oltre al deficit della bilancia deipagamenti statunitense, a formare l’ampia liquidità di quegli anni, at-traverso un circuito espansivo che nasceva da operazioni di intermedia-zione finanziaria, condotte in particolare sul mercato delle eurodivise.

Il mercato dell’eurodollaro — nato da una vecchia prassi dellebanche britanniche di raccogliere depositi in dollari (poi investiti al difuori degli Stati Uniti) e sviluppatosi, come ricorda Villani (1978) nellasua introduzione all’edizione italiana del libro di Beli, grazie ad un’ac-corta politica dei tassi, favorita soprattutto dalla mancanza di obblighidi riserva e di altre forme di vincolo — venne sempre gestito al di fuoridi ogni controllo, sia nazionale che sopranazionale, sulla base di un co-dice di autodisciplina. Tale regolamentazione interna non riuscì, tuttavia,a contenere la crescita smisurata di questo sistema che si espandeva —ricordando l’espressione di Carli (1971) — come una «piramide dicarta», con un moltiplicatore teoricamente altissimo (Barattieri, 1970)e con effetti spesso destabilizzanti sulle politiche monetarie dei singolipaesi (Cutilli, 1973). L’enorme capacità espansiva di tale sistema si èriflessa sulla creazione di liquidità internazionale, accentuando, com’èstato studiato da Fratianni e Savona (1972), l’integrazione dei sistemifinanziari e creditizi nazionali e la loro interdipendenza. Nella loro mo-nografia i due autori hanno cercato di individuare quali strumenti, a li-vello di economia internazionale, possedessero caratteristiche simili aquelli che, nell’ambito dell’economia nazionale, sono definitili come basemonetaria. Utilizzando poi i modelli di Friedman-Schwartz e di Brunner-Meltzer, già impiegati in quegli anni per lo studio del mercato mone-tario statunitense, i due autori hanno, quindi, studiato il meccanismodi creazione, la capacità moltiplicativa e l’assorbimento della base mo-netaria internazionale.

Altro fenomeno che in quegli anni contribuì a caratterizzare la forteinstabilità del decennio e costituì oggetto di studi da parte degli econo-misti italiani fu la rivalutazione del prezzo di tutte le materie prime (Grilli,1978; Targetti-Lenti, 1982), conclusasi nel novembre del 1973 con ilquadruplicamento del prezzo del petrolio (Luciani, 1976). Tale crescitaeccezionalmente elevata e repentina dei prezzi risultava, secondo la tesi

Page 188: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

178 Roberto Panizza

di Roncaglia (1983), sia da un mancato adeguamento dell’offerta, pocoelastica, rispetto alla crescita sostenuta della domanda, che da profondimutamenti nella struttura dei mercati di tali prodotti, passati in brevetempo da una situazione in cui dominavano i compratori, rappresentatidalle grandi multinazionali del settore, ad una in cui si imponevano gliinteressi dei venditori, più forti in seguito alla istituzione di un unicocartello (Genco, 1983). Tuttavia, nello studio di un così rapido ricuperodei prezzi non si può neppure prescindere dal ruolo svolto dalla svaluta-zione del dollaro, che ha generato un riversarsi di investimenti preva-lentemente speculativi sui beni cosiddetti rifugio, in particolare le ma-terie prime. Questa operazione ha generato un consistente trasferimentodi risorse finanziarie dai paesi importatori ai paesi esportatori di petrolio(Spaventa e Izzo, 1974), che da un lato ha alimentato il fenomeno delriciclaggio dei petrodollari verso l’acquisto sia di beni reali che di atti-vità puramente finanziarie (Barattieri e Montanaro, 1975), e dall’altroha contribuito, come ricorda Zandano (1974) all’allargamento del de-ficit della bilancia commerciale dei paesi meno dotati di materie primee non in grado di adeguare proporzionalmente il prezzo delle loro espor-tazioni. Per porre rimedio a questa situazione e per fronteggiare il calodelle riserve valutarie (P. Alessandrini, 1974), i paesi più deboli non hannotrovato soluzione migliore del ricorso a svalutazioni competitive, chea loro volta hanno alimentato l’inflazione (Graziani e Meloni, 1973; Bor-tolani, 1975). Ad aggravare la situazione di queste economie, già strut-turalmente deboli, intervennero trasferimenti anomali di capitali versol’estero, che finirono per sottrarre ulteriori risorse a quelle scarsamentedisponibili all’interno. Diversi studi hanno affrontato in quegli anni leconseguenze negative sul sistema economico del nostro paese delle co-siddette «fughe di capitali»: particolarmente significativi quelli di Caffè(1964), Vicarelli (1970), Biagioli (1975) e Pivetti (1976).

In un siffatto contesto lo scarso potere trasferito agli organismi so-vranazionali (Caffè, 1978), la mancanza di strumenti di regolazione deicambi (fossa, 1981a) e la preponderanza delle grandi banche multina-zionali private nel gestire questi trasferimenti di capitali e gli eventualisquilibri di bilancia dei pagamenti (De Cecco, 1985a), hanno spinto versouna crescente privatizzazione del finanziamento dei disavanzi internied esteri dei paesi in difficoltà (De Cecco, 1978), con conseguenze chesi sono manifestate in tutta la loro gravità nel decennio successivo.

Il drenaggio di risorse destinate al pagamento della bolletta energe-tica (Arcelli, 1975), le politiche restrittive condotte per fronteggiare icrescenti disavanzi delle bilance commerciali (Vicarelli, 1985) e i tassidi interesse sospinti verso l’alto dalla intensità dei processi inflazioni-

Page 189: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

Economia internazionale 179

stici e da interventi di tipo monetarista (Parboni, 1987), finirono peresercitare degli effetti fortemente depressivi sulle economie dei paesisia industrializzati che in via di sviluppo, scoraggiando sia l’accumula-zione di capitale che la domanda globale e portando i tassi di crescitadei rispettivi prodotti nazionali a dimezzarsi. Nessuno, tuttavia, degliautori del tempo riuscì a cogliere nella sua totalità e complessità la na-tura della crisi e le sue dimensioni. Soltanto a distanza di oltre un de-cennio e potendo valutare il periodo con maggiore distacco e conoscenzadi causa possiamo dire (come ho sottolineato in Panizza, 1985a) che inquegli anni si era incrinato nella sua totalità il sistema di regolazioneche dalla fine della guerra sino agli inizi degli anni Settanta aveva pre-sieduto alla crescita delle economie capitalistiche, definendo sia le leggiche presiedevano al meccanismo di accumulazione e di valorizzazionedel capitale, che i rapporti che intercorrevano tra sistema industriale esistema finanziario. L’errore di molti responsabili delle politiche mone-tarie del tempo è stato, come sostiene Vercelli (1986), quello di non avercolto la complessità del cambiamento e di aver fatto affidamento su ri-medi inadeguati alle trasformazioni in atto. Quello che era entrato incrisi era dunque il sistema che, nel quarto di secolo tra la fine della se-conda guerra mondiale e la dichiarazione di inconvertibilità del dollaronel 1971, aveva assicurato tassi molto elevati di crescita economica, altilivelli di occupazione, un netto miglioramento nella struttura dei con-sumi privati e consistenti progressi verso l’attuazione di uno stato so-ciale generalizzato, che non a caso avevano portato a definire quegli annicome quelli dell’«età dell’oro» (Biasco, 1984). L’organizzazione produttivadel periodo in esame, strutturata sul modello di fabbrica fordista (Mi-chelsons, 1985), non incontrava grosse difficoltà nella collocazione dellaproduzione grazie ad una domanda che soddisfaceva bisogni inevasi dasecoli. Gli elevati livelli del consumo erano garantiti sia dagli alti salari(sottratti in quegli anni alla logica della singola impresa e degli interessiindividuali per essere affidati alla contrattazione collettiva), che dallaspesa pubblica, secondo la logica del principio keynesiano del deficitspending.

Certamente, tra le cause che contribuirono a mettere in crisi, sul pianointernazionale, questo modello fondato sulla simbiosi tra consumismo,fordismo, welfarismo e keynesismo vanno ricordate sia l’aumento deiprezzi delle materie prime e delle fonti energetiche, sia il venir menodella centralità della moneta americana e l’instabilità valutaria conse-guente al passaggio ad un sistema di cambi flessibili (Parboni, 1985a).Il fragile equilibrio fondato sugli accordi di Bretton Woods (Panizza,1985b) cominciò a mostrare la sua inadeguatezza quando gli Stati Uniti

Page 190: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

180 Roberto Panizza

non riuscirono più a garantire la regolazione delle relazioni economicheinternazionali, destabilizzati come furono da strategie transnazionali diimprese e banche multinazionali o dall’operare di mercati., come quellodell’eurodollaro, cresciuti al di fuori di ogni forma di controllo. Fu pro-prio la maggior privatizzazione del sistema finanziario internazionale atogliere, come ricordano Guerrieri e Padoan (1984) agli Stati Uniti quellaposizione dominante all’interno del sistema economico internazionale,finendo per relegarli a un ruolo di concorrenti oligopolisti nei confrontidi tutti gli altri paesi.

Queste sole cause, tuttavia, non consentono di chiarire la portata dellacrisi. Occorre anche esplorare il perché dell’incepparsi del meccanismoche assicurava gli sbocchi alla produzione, e della perdita parziale di con-trollo da parte imprenditoriale sui processi di accumulazione, sia per leforti spinte salariali che eccedevano la crescita della produttività, sia perla eccessiva rigidità della tecnologia fordista ad adattarsi ad una domandainternazionale sempre più instabile e mutevole in termini quantitativi equalitativi.

La mancanza di uniformità nella interpretazione della crisi ha ancheanimato un vivace dibattito incentrato sulla individuazione dei rimedi.Per alcuni era sufficiente respingere l’eccesso di regolazione insita nelmodello di ispirazione keynesiana, alla luce dei principi neoliberisti cheinsistevano sulla necessità di deregolamentare e sulla esigenza di resti-tuire al libero mercato le sue prerogative, come sostennero Monti (1972),Savona (1974) e Tullio (1979). Per altri il problema era più complesso,dato che coinvolgeva le stesse leggi della riproduzione capitalistica e quindila formazione del profitto e l’uso della forza lavoro (Bellofiore, 1986).Finirono per prevalere le tesi di coloro che proponevano di curare l’in-flazione e i disavanzi esterni con un irrigidimento dei vincoli monetari,contribuendo in tal modo ad aggravare la tendenza recessiva in atto. Tral’altro, l’aumento dei tassi di interesse, che ne seguì, finì per privile-giare nelle decisioni di investimento scelte di carattere finanziario ri-spetto a quelle di tipo industriale. Ne derivò una notevole espansionedell’intermediazione finanziaria internazionale, che approfittando delclima di deregolamentazione dominante, contribuì a destabilizzare i mer-cati valutari e mobiliari ben al di là di quanto avrebbero comportato isoli fenomeni reali (A. Graziani, 1987).

L’altro rimedio proposto contro gli squilibri delle bilance dei paga-menti fu quello di fare maggiore affidamento sulla crescita delle espor-tazioni (Guerci, 1974). Questo privilegiamento della domanda estera ri-spetto a quella interna — già penalizzata dal controllo della crescita sa-lariale e dal ridimensionamento dello stato assistenziale (Vona, 1984) —

Page 191: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

Economia internazionale 181

spinse ad incentivare il finanziamento alle esportazioni (Biagioli, 1971)e costrinse a rapportarsi in modo diverso anche nei confronti del salario:esso cessava di ricoprire quel ruolo di sostegno della domanda interna,il cui livello andava difeso contro gli interessi individuali nella logica,quindi, di un interesse collettivo, per ridursi semplicemente a un costo,che doveva perciò essere compresso per non deteriorare la concorrenzialitàdei prodotti nazionali sui mercati esteri. È interessante notare comel’inflazione costituì in quegli anni una sorta di soluzione di ripiego perquei paesi dove maggiori erano le difficoltà di frenare la crescita salarialee maggiore era l’incapacità, da parte padronale, di controllare i cicliproduttivi e di difendere i margini di profitto (Panizza, 1987). Questa sceltadi politica economica si accompagnò quasi sempre, come accadde nelnostro paese, a svalutazioni molto forti (Falchi e Michelangeli, 1977), chenon solo erano congeniali al modello di crescita trainato dalle esportazioni,ma che innescando una spirale inflazionistica contribuirono a ricostruirein maniera fittizia i margini di profitto per le imprese.

6. Flussi commerciali dell’Italia e delle principali aree economiche mondiali

La profonda instabilità dei mercati valutari e finanziari ha, dunque,accentuato le difficoltà incontrate dalle politiche di stabilizzazione con-dotte dai diversi paesi industriali. Nei processi di ristrutturazione il ruolodelle politiche commerciali e di sostegno dell’export è stato fondamen-tale: per questo raccoglieremo in questa seconda sezione dedicata aglistudi di carattere descrittivo tutte quelle ricerche relative all’economiaitaliana intesa come sistema aperto. In questa parte esamineremo anchetutti gli studi di area, soffermandoci in particolare sulle specificità delcommercio estero intracomunitario ed extracornunitario. Esamineremo,inoltre, le peculiarità degli scambi commerciali con i paesi ad economiasocialista, con i mercati delle materie prime e con i paesi del Terzo Mondo,distinguendo quelli a nuova industrializzazione da quelli sottosviluppati.

Tra i lavori di carattere più generale riferiti all’Italia, A. Graziani(1987) ha curato una monografia in cui i diversi autori hanno cercatodi evidenziare l’impatto avuto sulla crescente apertura dell’economia ita-liana verso i mercati mondiali, dalle forti oscillazioni del cambio tra marcoe dollaro e tra dollaro e yen, e dalle aggressive politiche commerciali diStati Uniti, Giappone e Germania. La crescente flessibilità e la note-vole instabilità del mercato hanno finito per rendere più complessa ladefinizione del concetto di competitività: essa, come ha evidenziato G.Conti (1987), non riposa — a differenza di un tempo — soltanto più sul

Page 192: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

182 Roberto Panizza

contenimento dei costi di produzione, ma dipende da una molteplicitàdi fattori come, per esempio, il saper offrire sempre nuovi prodotti o loscoprire nuovi mercati all’interno dei quali costruire una adeguata retedistributiva e di assistenza alla clientela, che costituisce oggi oggetto distudio, così come un tempo lo furono le componenti più tradizionaliche hanno influenzato l’andamento del commercio estero dell’Italia.

Proprio qualche anno fa, in conseguenza del ruolo crescente della com-ponente estera della domanda, fiorirono una pluralità di studi di carat-tere empirico ed econometrico, finalizzati all’analisi della natura e delpeso del commercio estero e del ruolo svolto dalle esportazioni rispettoalla crescita economica del nostro paese. In questa sede voglio ricordare, inprimo luogo, i saggi di D’Antonio (1975), D’Antonio e Marani (1975),Pierelli (1980) e Ciravegna (1982) sulla dipendenza del nostro paese dal-l’estero e sul commercio estero dell’Italia negli anni Sessanta, e quellidi Liberati (1981b), Vona (1982) e a cura del Credito Italiano (1983)sugli anni Settanta. Relativamente alla specializzazione e alla competi-vità internazionale dell’Italia si veda la monografia curata da P. Ales-sandrini (1978), mentre sull’analisi per settori dell’industria italiana esulle tendenze della domanda internazionale si rimanda agli scritti diOnida (1978; 1980).

Sulla struttura delle esportazioni e dei relativi prezzi rinviamo a Dal-bosco e Pierelli (1973), Pierelli e Ceccarelli (1976), Falcone (1978a; 1978b;1980), Aquino (1983); sugli indici di concorrenzialità delle stesse si vedaGilibert (1978), infine, sui determinanti delle importazioni si vedanoTagliabue (1977), Conti, Cossutta e Silvani (1984).

In tutte queste ricerche si evidenzia come i flussi commerciali conl’estero del nostro paese abbiano subito nel ventennio considerato pro-fonde trasformazioni, rilevabili in particolar modo per le importazioni,che hanno fatto registrare una crescita dei prodotti finiti, rispetto ai se-milavorati, e dei prodotti a lavorazione più complessa. È scesa la quotarappresentata dalle materie prime (compresi i prodotti energetici), mentre siè ampliata la penetrazione sul nostro mercato di beni intermedi e di benifinali di consumo, durevoli e non, a riprova di una crescente aper- tura delnostro mercato alle produzioni straniere e di una crescita del commerciocosiddetto «orizzontale», caratterizzato cioè dalla importa- zione di benisimili a quelli prodotti all’interno ed anche esportati (Ba- rattieri, 1982). Èrimasta invece relativamente stabile, nel periodo in esame, la quotadelle importazioni di beni capitali.

Sul fronte delle esportazioni si è registrato, anche se in termini menodrastici, un fenomeno analogo, con una forte crescita dei prodotti finali— in particolare beni di consumo durevoli — e dei beni di investimento

Page 193: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

Economia internazionale 183

(D’Alauro, 1982), tanto che il peso del totale dell’interscambio (impor-tazioni ed esportazioni) rispetto al prodotto interno lordo è salito dal10% (registrato agli inizi degli anni Cinquanta) ad oltre il 50% dellametà degli anni Ottanta.

Le due tendenze più rilevanti del commercio estero dell’Italia sem-brano, dunque, da un lato la maggiore apertura verso i mercati internazionalidella nostra economia — che ha comportato una maggiore concorrenza deiprodotti stranieri anche nei settori che registrano tradizionalmenteconsistenti attivi — e dall’altro, la natura dei prodotti con grado dilavorazione più complessa.

La tipologia di beni che interessano il commercio estero, sia comeimport che come export, è dunque sostanzialmente simile, mentre la lorodifferenziazione all’interno di ciascuno dei settori produttivi è estrema-mente sofisticata: è stato in proposito studiato (Cipolletta e Calabresi,1984) un indice di dissomiglianza che misura, al fine di valutare il gradodi concorrenzialità proprio di ciascun settore merceologico, le differenzetra la struttura delle importazioni e quella delle esportazioni: in basea questo indice, la concorrenzialità interna ad un settore è tanto più ele-vata quanto più simili sono i prodotti importati ed esportati, mentre ètanto più bassa quanto maggiore è la loro differenza. Ora, come già sídiceva, le importazioni registrano, nel nostro paese, al pari di quantoaccade per i paesi più industrializzati ad eccezione del Giappone, unatendenza alla crescita della quota percentuale di manufatti (Modiano,1984), che non deve essere interpretata come conseguenza di un pro-cesso di deindustrializzazione, ma che deriva dalla modificazione dellastruttura dell’offerta, da una specializzazione intersettoriale ad una, comesi diceva, intrasettoriale. Tale interpretazione è anche confermata dalfatto che la quota di esportazioni italiane sul totale dell’offerta internaè andata sempre crescendo sia per i beni di consumo che per quelli capi-tali. Permane, tuttavia, come hanno evidenziato Momigliano e Siniscalco(1984) e Onida (1985), una debolezza di fondo dovuta al fatto che laspecializzazione del nostro export avviene prevalentemente in settoriche sono debitori verso l’estero di tecnologie, mentre permangono sot-tospecializzati verso l’export quei settori nei quali il nostro paese è in-vece creditore di tecnologia.

La debolezza di fondo del nostro commercio con l’estero non hatrovato, d’altra parte, correttivi nella presenza né di strutture in gradodi svolgere attività promozionale o di programmazione, né in un’ade-guata politica pubblica di sostegno al processo di internazionalizzazio-ne: solo recentemente sono stati condotti nel nostro paese i primi studi sulruolo delle trading companies (Alessandrini e Secchi, 1986), proprio nella pro-

Page 194: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

184 Roberto Panizza

spettiva di offrire un supporto agli sforzi di internazionalizzazione delleimprese, o su quello delle joint ventures (Baket, 1987b), attraverso le qualisi mira a consolidare la presenza delle imprese italiane a livello mondiale,con accordi di produzione con imprese locali.

Il legame crescente che unisce commercio internazionale e sviluppoeconomico, evidenziato da Gasparini (1982), unitamente all’estrema in-stabilità, negli anni Settanta e Ottanta, delle bilance commerciali e deiflussi di import ed export dei principali paesi industrializzati — nono-stante i crescenti processi di integrazione dei mercati soprattutto europei(Montani, 1978) — hanno accentuato l’interesse verso un’analisi più ap-profondita delle componenti da cui dipende la competitività dei beniprodotti dai singoli paesi: essa si identifica sempre meno con gli elementidi prezzo e sempre più con altri elementi — come la qualità, la marca,il design, le garanzie e l’assistenza offerta al cliente, le modalità di paga-mento e i tempi di consegna — che, tuttavia, vengono generalmente tra-scurati nelle ricerche empiriche, a causa delle difficoltà di quantifica-zione e misurazione. In uno studio condotto per la Banca d’Italia, Val-camonici e Vona (1982) hanno calcolato alcuni indicatori ricavati da va-riabili di costo e di prezzo, che consentono di valutare non soltanto lacompetitività globale ma anche la competitività all’importazione e all’e-sportazione, per l’Italia e i principali paesi industrializzati.

Gli studi sul commercio internazionale si sono, poi, specializzati peraree, a partire da quelli dedicati alla Comunità europea, dove il crescentegrado di apertura verso l’estero ha fatto sì che gli scambi extracomuni-tari siano cresciuti, con effetti di trade-creation quasi quanto quelli al-l’interno dell’area stessa. L’esame degli indici di specializzazione mer-ceologica dell’area ha portato Onida (1984b) a evidenziare il relativo«multipolarismo» delle esportazioni della CEE, accanto alla ridotta com-petitività dei settori ad alta tecnologia e rispetto a quelli a produzionepiù strandardizzata, che ha consentito una crescente penetrazione deimanufatti esportati dai paesi emergenti.

Le relazioni commerciali e finanziarie tra i paesi più industrializzatiesterni all’area comunitaria, come Stati Uniti e Giappone, sono statestudiate rispettivamente da Parboni (1987) e da Fodella (1982), che pos-sono essere considerati due tra i maggiori esperti dei rispettivi settori.Relativamente all’economia statunitense Parboni sostiene, in numerosiscritti, che la strategia di politica economica e commerciale perseguitain questi ultimi anni è comprensibile soltanto se vista come reazione aldeclino rispetto ad Europa e Giappone. Tale declino è evidenziato nonsolo dalla minor quota di esportazioni degli Stati Uniti e dalla ridottaproduttività nel settore manifatturiero, rispetto a quanto accade nelle

Page 195: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

Economia internazionale 185

altre due aree, ma anche dal notevole ridimensionamento — sempre intermini relativi — del livello del reddito, del peso della produzione in-dustriale e del tasso di crescita degli investimenti. Per contro, Fodellaevidenzia i caratteri di natura non solamente economica che sono allabase della notevole crescita del Giappone in questi ultimi decenni e chegiustificano l’elevata competitività dei prodotti giapponesi sui mercatimondiali.

Notevoli studi sono stati condotti anche nel settore dei rapporti com-merciali con i paesi socialisti, che presentano ad un tempo analogie edanomalie rispetto agli scambi tra paesi capitalistici. La forma di paga-mento della compensazione, per esempio, è utilizzata con molta più fre-quenza negli scambi Est-Ovest, per altro dominati da complessi vincoliimposti dalle autorità politiche che ne ritardano notevolmente le proce-dure. Il monopolio statale del commercio estero, come ricorda Nuti(1985), è un coronario della proprietà pubblica dei mezzi di produzionee della pianificazione economica centralizzata: tale monopolio è eserci-tato attraverso imprese di import-export, ciascuna specializzata in datisettori, autorizzate ad operare sui mercati internazionali in valuta estera,detenuta su conti valutari presso la banca centrale.

La natura di questo commercio, all’interno della più vasta gammadei rapporti economici tra paesi socialisti e paesi capitalisti, è stata esa-minata da Chilosi (1984), mentre Colombatto (1984a), oltre ad analiz-zare la struttura degli scambi in termini molto disaggregati, ha ancheazzardato la costruzione di un modello informale che aiutasse a formularequalche previsione circa la possibilità, non certo rapida, di sostituzionedelle materie prime e dei prodotti energetici — tra le componentidell’export — con beni manufatti, che avrebbe consentito un migliora-mento delle ragioni di scambio con i paesi industrializzati dell’occidente.A sua volta Nuti (1985) ha espresso scarsa fiducia che il tentativo dimigliorare l’efficienza del sistema possa passare attraverso radicali ri-forme della struttura industriale, anziché attraverso l’importazione dialta tecnologia dai paesi più industrializzati.

Un altro dei temi affrontati da Colombatto (1983a) è quello degliaccordi di compensazione che rappresentano lo strumento di pagamentopiù utilizzato dai paesi socialisti, in quanto non comporta alterazioni pro-fonde né dell’economia del paese importatore, né delle riserve valutariedegli stessi paesi ad economia pianificata impegnati nell’interscambiocommerciale con i paesi capitalistici. L’impiego della compensazione comestrumento di pagamento è giustificato dalle difficoltà che incontrano leautorità socialiste a finanziare il commercio estero a causa della incon-vertibilità del rublo, e quindi della sua non trasferibilità al di fuori del

Page 196: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

186 Roberto Panizza

Comecon, come ha chiarito Bortolani nel suo studio (1979), in cui haesaminato le caratteristiche del sistema valutario dei paesi socialisti. AncheBoffito (1978; 1984) ha esplicitamente studiato, in diversi scritti, il pro-blema del finanziamento degli scambi sia in entrata che in uscita, construmenti di natura finanziaria: si tratta di un settore che, per esplicitaammissione delle stesse autorità socialiste, non può essere considerato«normale», e cioè conforme alle consuetudini che vigono nel resto delmondo. D’altra parte esso dipende quasi esclusivamente da decisioni presedalle banche o dai grandi centri finanziari dell’occidente, con grave pre-giudizio per l’autonomia stessa degli scambi commerciali.

Il finanziamento internazionale concesso ai paesi socialisti viene spessoutilizzato per scopi ben diversi rispetto a quelli per cui era stato con-cesso: molte volte, anziché essere destinato alla copertura dei disavanzitemporanei della bilancia dei pagamenti, è stato utilizzato per soddisfareobiettivi di politica economica di lungo periodo. Questo utilizzo ano-malo dei flussi finanziari ha giustificato, d’altra parte, l’improvviso cam-biamento nell’atteggiamento dei pianificatori, che sono passati da unaposizione tendenzialmente autarchica ad una di apertura verso il com-mercio estero, con la concomitante accettazione di una forte crescita del-l’indebitamento (G. Graziani, 1987).

Proseguendo nell’esame degli studi settoriali del commercio interna-zionale, un’altra importante area oggetto di ricerca è quella dei mercatidelle materie prime, che nel nostro paese è stata studiata prevalente-mente da Targetti-Lenti (1979) e da Grilli (1982): quest’ultimo, nellasua voluminosa ricerca sull’argomento, sostiene che la notevole dispo-nibilità, fino agli ultimi anni Sessanta, di risorse naturali e di prodottiagricoli a prezzi stabili, per non dire calanti, aveva relegato gli studi diquesti mercati accanto a quelli delle problematiche dei paesi emergenti,e soltanto in seguito alla crisi degli anni Settanta che ha capovolto leaspettative sui prezzi e ha evidenziato i limiti delle disponibilità, essisono tornati al centro dell’attenzione sia degli studiosi che dei politici.Il mercato di questi prodotti è venuto assumendo, in tal modo, dellepeculiarità che mutano da caso a caso: materie prime alimentari e non(Gaetani d’Aragona, 1983), fibre naturali (diversi studi citati in Grilli,1982), metalli ferrosi e non (Quadrio-Curzio, 1982), prodotti energe-tici (Luciani, 1984; Roncaglia, 1985).

Tutti questi mercati dei singoli prodotti sono strettamente interre-lati, come ha chiarito Quadrio-Curzio (1983), attraverso rapporti mol-teplici e multidimensionali con l’economia mondiale: per i paesi indu-strializzati il problema più importante concernente le materie prime èrappresentato dalla necessità di stabilizzare i prezzi (Colantoni, 1977),

Page 197: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

Economia internazionale 187

e dall’esigenza di assicurarsi gli approvvigionamenti, riducendo la dipen-denza eccessiva da certi prodotti e certi fornitori; per i paesi in via di svi-luppo, invece, le preoccupazioni sono rappresentate dal deterioramento delleragioni di scambio e dalla insicurezza nell’approvvigionamento alimentare,oltre che dalla dipendenza dalle grandi compagnie commerciali che control-lano quasi tutti i mercati, in condizioni monopolistiche o oligopolistiche.

L’altra vasta area oggetto di studio da parte degli economisti inter-nazionalisti è quella rappresentata, genericamente, dai paesi del TerzoMondo, che a loro volta si dividono in economie a nuova industrializza-zione (NIC) e paesi in via di sviluppo (PVS): il primo gruppo di paesiè riuscito a superare i limiti dell’arretratezza e a conseguire consistentirisultati in termini di crescita perseguita attraverso politiche commercialimolto aggressive, che sono state studiate da Onida (1986c) e daColombatto, che ha coordinato una ricerca per la Fondazione Agnelliproprio su queste tematiche (Colombatto, 1988).

Molto più vasta è la letteratura disponibile sul secondo gruppo dipaesi, quelli sottosviluppati, a partire da una rassegna di Jossa (1973)che affronta le problematiche del sottosviluppo e da due studi più re-centi, rispettivamente di Sylos-Labini (1983) e di Lombardini (1987),che hanno evidenziato due possibili interpretazioni dell’arretratezza eco-nomica, la prima che sottolinea le cause di natura «interna» — legate albasso livello di reddito, alla scarsa produttività del lavoro, all’insuffi-ciente investimento in capitale fisso, che innescano il cosiddetto circolovizioso della povertà — e la seconda, che privilegia gli elementi esterni,rappresentati soprattutto dal problema della dipendenza, originata dallacollocazione internazionale di questi paesi e dalla specializzazione indi-rizzata, il più delle volte, alla produzione di materie prime.

Uno studio molto originale di Simonazzi (1984) ha focalizzato l’at-tenzione sui paesi sottosviluppati come mercato di sbocco per i prodottidei paesi più industrializzati. L’interscambio con tali paesi, che nono-stante la scarsità delle risorse disponibili, necessitano di ritmi elevati dicrescita, finisce per dipendere in modo essenziale dalle forme di finan-ziamento offerte dai paesi esportatori. Nella sua ricerca ha esaminato,pertanto, le politiche perseguite dalle autorità dei paesi più industrializzatiper accrescere sui mercati dei paesi in via di sviluppo la competitivitàdelle loro esportazioni, perfettamente consapevoli dell’importanza dellescelte effettuate dalle autorità pubbliche a sostegno finanziario del-l’operazione stessa. Paradossalmente, la concorrenza tra venditori suimercati del Terzo Mondo si è spostata dal piano industriale a quello cre-ditizio, attraverso una «guerra» dei tassi di interesse praticati e un mas-siccio intervento pubblico di supporto.

Page 198: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

188 Roberto Panizza

Più recentemente, la teoria interpretativa del sottosviluppo in ter-mini di dipendenza ha abbandonato, in parte, lo studio dei flussi com-merciali — per i quali si rimanda, relativamente all’export agricolo, aLancieri (1980) — per esaminare invece il tema dell’investimento esterodiretto e del ruolo preponderante svolto dalle filiali delle imprese multi-nazionali nelle zone «periferiche» del mondo (Balcet, 1981). Semprequesto autore in collaborazione con Momigliano (1983) ha studiato i prin-cipali modelli di industrializzazione del terzo mondo, che si riferisconoprincipalmente a tre tipi di investimenti, quelli orientati ai mercati lo-cali, attraverso produzioni sostitutive delle importazioni, quelli orien-tati, invece, all’esportazione e quelli, infine, indirizzati allo sviluppo delleindustrie di base, trasformatrici delle materie prime.

Gli altri studi condotti da autori italiani sui temi del sottosvilupposi sono quasi esclusivamente orientati a discutere i problemi finanziari.La crescita industriale dei PVS negli anni Settanta, trainata principal-mente dalle esportazioni verso i paesi più industrializzati e messa in crisidalle politiche deflazionistiche introdotte dopo il secondo shock petro-lifero da Stati Uniti, Giappone e paesi europei, ha lasciato dietro di séuna pesante eredità di indebitamento, resa ancora più grave dalla note-vole crescita dei tassi di interesse nell’ultimo decennio (Parboni 1985b).Con il passare degli anni, il rallentamento delle esportazioni, in seguitoalla crisi della domanda mondiale, accompagnato da un elevato livellodi importazioni finalizzato a soddisfare bisogni primari e non, ha incre-mentato il livello del debito (Pasca, 1984). Altri studi, come ricorda Onaic-cioli (1984) tendono, inoltre, a evidenziare gli effetti dei fattori «eso-geni», che non dipendono cioè dalle scelte dei PVS indebitati, né dallivello del loro assorbimento in termini di consumi. Altri, infine, comeRagazzi (1983) e Leon (1983) hanno evidenziato lo stretto legame cheintercorre tra crescita economica dei PVS, finanziamento estero e cre-scente indebitamento, che rappresenterebbe il prezzo da pagare per losviluppo. Tuttavia, non si può nascondere l’impatto molto negativo suldeterioramento dei conti finanziari con l’estero avuto dalle fughe deicapitali posseduti dalle borghesie locali, dal pagamento dei profitti allemultinazionali che operano nelle aree del sottosviluppo e, infine, dall’o-nere degli interessi sul debito. Tale drenaggio di risorse dai paesi poveriverso quelli più industrializzati è stato talmente elevato da sconvolgereuno dei principi base della politica di sostegno allo sviluppo, quello diattivare flussi di risorse dai paesi ricchi a quelli sottosviluppati (Sacchetti,1985). Ne è conseguito un peggioramento delle condizioni economichedei paesi coinvolti nella crisi debitoria che ha reso più problematichele politiche di aggiustamento e ha bloccato quelle finalizzate alla crescita.

Page 199: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

Economia internazionale 189

Con questo quadro di forti squilibri e di instabilità che caratterizza irapporti tra le aree più significative del sistema economico internazionalesi esaurisce la seconda sezione dedicata all’esame dei contributi descrittividi autori italiani in terna dí flussi commerciali e finanziari che hannointeressato sia il nostro paese che il resto del mondo.

7. Processi di internazionalizzazione, di integrazione monetaria e di globalizza-zione dei mercati: un’analisi interpretativa

Un terzo filone di studi descrittivi — dopo quelli di area e quelli sul-le vicende dell’economia mondiale — ha avuto per oggetto l’esame deiprocessi di crescente internazionalizzazione ed integrazione, che inte-ressano soggetti, mercati e sistemi economici a livello mondiale. Abbia-mo già parlato del nuovo spirito liberista che ha dominato le relazionieconomiche del secondo dopoguerra, in reazione al clima di isolamen-to e di autarchia che era prevalso negli anni Trenta: si è trattato tuttavia,come ricorda Catalano (1972), di un processo lento e faticoso che haportato dapprima al ritorno alla convertibilità tra le trincipali valute delmondo, nel 1958, e che ha stimolato quindi l’avvio, sempre nello stessoanno, del processo di integrazione economica europea, con la costitu-zione di un unico mercato e la crescita, agli inizi degli anni Sessanta, diun sistema finanziario sovranazionale, quello dell’eurodollaro, di cuiabbiamo già parlato a proposito del problema della liquidità internazio-nale e della stabilità finanziaria. Ma c’era un altro fenomeno strettamen-te interrelato alla crescente internazionalizzazione del capitale (Gomito,1976) e della produzione (Rullani, 1973), che caratterizzò a partire daquegli anni la scena economica internazionale: mi riferisco al formarsidelle cosiddette imprese multinazionali (Acocella, 1975) che, finanziateoriginariamente da capitali statunitensi, si muovevano alla conquista delnuovo e vasto mercato comunitario (Gasparini, 1974), trasferendo di-rettamente in Europa una serie di produzioni che sarebbero state pena-lizzate dalla normativa tariffaria vigente. Anche gli economisti italiani,soprattutto gli industrialisti, si occuparono del fenomeno, mentre alcu-ni editori, in particolare Etas Kompass, Einaudi e Il Mulino si reserobenemeriti, facilitando una maggiore comprensione del fenomeno conla traduzione di alcune tra le più complete monografie in materia, scrit-te da esperti stranieri (mi riferisco in particolare alle traduzioni dei libridi Donner nel 1969, di Hymer nel 1974 e di Bertin nel 1977 sullemultinazionali). L’editore F. Angeli, infine, completava questa opera-zione, traducendo il rapporto redatto dalle Nazioni Unite sulla natura,

Page 200: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

190 Roberto Panizza

l’organizzazione e il controllo delle imprese multinazionali e sulle relati-ve influenze e tensioni generate dalle stesse all’interno delle relazioni eco-nomiche internazionali.

Per quanto concerne gli studi originali condotti in quegli anni, nel no-stro paese, sulla teoria dell’impresa multinazionale, e quindi degli inve-stimenti internazionali diretti, essi si sono indirizzati a comprendere ilperché della scelta di alcune imprese di affrontare i rischi e le diffi-coltà insite in un insediamento lontano dai centri del controllo manage-riale e il perché dell’intensificarsi di un siffatto fenomeno, a partire dal-la seconda metà degli anni Settanta (Ragazzi, 1973a). Erano essenzialmen-te tre, allora, gli approcci di riferimento proposti dalle teorie degli inve-stimenti esteri diretti, come ricorda Momigliano (1975), e cioè quelloche faceva leva sulle caratteristiche strutturali dei mercati, ormai do-minati da oligopoli, come proponeva Hymer; quello che si rapportava,secondo l’indicazione di Vernon, al ciclo di vita del prodotto e allaconseguente diffusione internazionale delle relative tec- nologie (un ten-tativo di verifica di questa tesi lo si trova in Fubini, 1978); e quello in-fine di Aliber, che fondava la strategia multinazio- nale su spiegazionipiù legate agli aspetti della gestione puramente fi- nanziaria dell’impresa.

L’ingresso delle multinazionali sulla scena economica internazionale,se da un lato ha imposto un’ottica nuova nella gestione delle imprese(Prodi, 1974), dall’altro ha anche imposto di ragionare rispetto ad una di-mensione di mercato mondiale e non solo locale (Pellicelli, 1977). Ma leconseguenze dell’apparizione delle multinazionali non devono essere valu-tate esclusivamente in termini microeconomici: esse comportavano ancheproblemi di compatibilità tra strategie delle imprese in questione e so-vranità politica dei singoli stati (Colle e Fornengo, 1974), costretti a di-fendere, con una politica di regolazione, interessi ad un tempo economicie sociali (Balcet, Fornengo e Rolfo, 1979).

A partire dagli anni Ottanta le ricerche, come quella di Marzano(1986) sugli investimenti diretti all’estero e dall’estero hanno assuntoun rilievo notevole nel nostro paese, favorendo anche lo studio dei pro-cessi di internazionalizzazione delle imprese italiane (Balcet, 1982). Tali ri-cerche hanno dovuto far fronte a una situazione iniziale di assoluta ca-renza e inaffidabilità dei dati statistici disponibili, limitati alle rilevazionidell’UIC, poi elaborate dalla Banca d’Italia, sulle uscite di capitali sottoforma di investimenti diretti (Murolo, 1981). Tutti i progetti in questocampo si sono quindi dovuti fondare sulla raccolta di dati direttamentepresso le imprese, attraverso questionari, interviste, creazione di ban-che dati.

Page 201: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

Economia internazionale 191

In questo campo è stato rilevante in particolare il ruolo di tre gruppidi lavoro, costituiti presso l’Istituto Affari Internazionali (IAI) di Roma,il gruppo «Ricerche e Progetti» di Torino e l’OSPRI (dal 1987 ribattezza-to CESPRI) dell’Università Bocconi.

Il lavoro del gruppo romano (i cui risultati sono sintetizzati in Aco-cella, 1985) si è concentrato sulle case-madri e sulle filiali estere di tipo pro-duttivo delle imprese multinazionali italiane operanti nel settore industriale.I dati sono stati raccolti attraverso un questionario molto dettagliato (cheincludeva ad esempio la richiesta di informazioni quantitative sugli utili,sul costo del lavoro in ogni filiale estera, sui flussi intragruppo). Le rispostesono state pertanto parziali, anche se indicative di alcune tendenze in atto;come rileva Guido Carli nell’introduzione al volume sopra citato, la ri-strettezza della popolazione censita accresce «l’area di incertezza nell’in-terpretazione dei dati». In totale sono state rilevate 110 imprese investitri-ci e 317 consociate estere, relativamente agli anni 1974-1979-1981. Alivello internazionale, il gruppo IAI ha lavorato in collegamento con l’Isti-tuto di ricerca e informazione sulle multinazionali (IRM) di Ginevra.

Diversa è stata la scelta dei gruppi di lavoro «Ricerche e Progetti» eOSPRI (diretti rispettivamente da S. Mariotti e da F. Onida), che hanno lavo-rato congiuntamente nell’ambito di un progetto promosso dal CNEL, con ilcontributo della Banca d’Italia e di numerose imprese pubbliche e private.L’indagine (sintetizzata nei volumi RP-OSPRI, 1987) ha analizzato con-giuntamente sia le attività produttive all’estero delle imprese italiane (su cuiha lavorato il gruppo OSPRI), sia le partecipazioni in Italia di imprese estere(su cui ha lavorato il gruppo Ricerche e Progetti). Tale approccio si è rivelatoparticolarmente fruttuoso a livello di approfondimenti settoriali dell’analisi (14rapporti di settore sono stati pubblicati nel volume citato). Da un punto divista metodologico, si è puntato su una copertura la più vasta possibile dell’u-niverso, limitatamente ad alcune variabili chiave: per ogni partecipazione dinatura produttiva, addetti, fatturato, quota di proprietà, anno del primoinvestimento, paese di destinazione o di origine. Ne è risultata una banca-dati molto ricca, che nel caso delle multinazionali estere in Italia ha compre-so 744 investitori e 1203 partecipazioni (praticamente l’intero universo), enel caso delle multinazionali italiane, 330 imprese investitrici e 680 partecipa-zioni estere. Nello stesso tempo le strategie delle imprese sono state analiz-zate attraverso interviste molto approfondite a un campione vasto e rappre-sentativo (nel caso degli investitori italiani, 75 imprese su 330 censite).

Un’altra caratteristica degna di nota è l’attenzione dedicata alle nuoveforme cooperative di internazionalizzazione, sotto la duplice spinta pro-

Page 202: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

192 Roberto Panizza

veniente, a livello empirico, dalle ricerche promosse dal DevelopmentCenter dell’OCSE (a cui per l’Italia ha partecipato I’OSPRI), e — a livelloteorico — dalle riflessioni proposte da Momigliano (membro del comitatoscientifico della ricerca). Questo tipo di problematica (che include lo stu-dio delle joint ventures internazionali e degli accordi cooperativi non equity dinatura produttiva, tecnologica e commerciale) ha trovato sviluppo anchein successive pubblicazioni (Silva, 1985; Onida e Viesti, 1987; Balcet,1987a). A livello internazionale, sono da segnalare i rapporti di collabora-zione e di scambio stabiliti tra il CESPRI e il Department of Economicsdell’università inglese di Reading. Altre collaborazioni e committenze sonostate istituite con 1’UNCTAD di Ginevra, il CESAG di Strasburgo e ilCEDREI di Buenos Aires, oltre al citato Development Center dell’OCSE.

L’altra problematica affrontata, per quanto riguarda i temi della cre-scente internazionalizzazione dei sistemi economici, è quella relativa aiprocessi di unificazione, soprattutto monetaria, dei paesi della Comunità e-conomica europea: le vicende dei primi anni Settanta avevano evidenzia-to, come è stato sinteticamente esposto in Padoan (1987), da un lato, ladebolezza economica degli Stati Uniti, cui corrispondeva il mantenimentodi una notevole forza sul piano politico e militare, e dall’altro, la crescenteaffermazione delle economie europee, a cui tuttavia non corrispondeva unequivalente peso politico. Inoltre, la perdita molto forte di valore dellamoneta statunitense unitamente alle oscillazioni troppo elevate dei cambiall’interno della Comunità e all’esistenza di differenziali molto ampi tra itassi di inflazione, finivano per minacciare, come ha evidenziato Biasco(1985), il processo di integrazione perseguito sino ad allora. Tutto ciò ave-va reso indilazionabile la ricerca di una più intensa forma di integrazione,con una disciplina del meccanismo di determinazione del tasso di cambiomigliore rispetto a quella che regolava il «serpente», troppo condizionatadalla posizione dominante del marco (De Cecco, 1974). Intorno alla mo-neta tedesca si andava, infatti, formando un’area valutaria, che avrebbedovuto facilitare l’utilizzazione della stessa come principale valuta di riservaaccanto a dollaro e sterlina (Izzo, 1982). Negli studi del tempo emergono,tuttavia, numerose perplessità sulla possibilità di estendere a tutta l’Europail modello specifico dell’area del marco. Diversi studi (Bosello, 1975; Pra-ussello, 1979), hanno cercato in quegli anni di approfondire quali avreb-bero dovuto essere le caratteristiche di un’area valutaria ottimale per l’Eu-ropa, al fine di individuare un modello su cui costruire il futuro sistemamonetario europeo.

Approvato dal Consiglio europeo il 5 dicembre 1978, lo SME entròin vigore il 13 marzo 1979, come un accordo di cambio che avrebbe do-

Page 203: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

Economia internazionale 193

vuto stabilizzare anche le aspettative circa le future oscillazioni, facilitan-do in tal modo la convergenza della crescita delle diverse economie euro-pee. Tale accordo avrebbe dovuto essere accompagnato inoltre dalla crea-zione di una moneta europea, l’Ecu (Colasanti, 1987) e da meccanismi dicredito che ne avrebbero facilitato il funzionamento (Merusi, 1987). Unaeccellente monografia sul sistema monetario europeo e sul meccanismo dideterminazione della parità centrale e delle relative bande di oscillazione èstata pubblicata — proprio in occasione della sua costituzione — a curadell’Istituto Bancario San Paolo di Torino, banca di- mostratasi, anche neglianni seguenti, molto attiva nel consolidare il nuovo sistema e nell’individua-re forme di utilizzazione privata della moneta europea. Oltre ad organiz-zare numerosi convegni, i cui atti sono stati pubblicati in successivi nume-ri della rivista Thema, la banca in questione si rese benemerita iniziandoanche la pubblicazione di una nuova rivista, Ecu newsletter, che ha raccoltosistematicamente tutte le informazioni relative alla normativa, l’uso e ladiffusione dell’Ecu, nei suoi impieghi sia pubblici che privati.

Uno dei primi problemi che si sono posti immediatamente dopo la co-stituzione dello SME è stato quello di capire quale fosse il collegamentotra quest’ultimo e il sistema monetario internazionale, in particolare qua-le fosse l’incidenza che le oscillazioni del dollaro avrebbero avuto sulvalore delle valute comunitarie (Micossi e Padoa Schioppa, 1985). Aquesto proposito Giavazzi e Giovannini (1985) hanno evidenziato comeil comportamento di queste ultime rispetto al dollaro fosse asimmetrico,con la lira più propensa, al contrario del marco, a seguire l’andamento deldollaro, mentre Basevi, Calzolari e Colombo (1983) hanno sottolineatola centralità, per un corretto funzionamento dello SME, della politica e-conomica e monetaria tedesca, condizionata solo marginalmente dal ri-spetto dei nuovi accordi e molto più preoccupata di difendere l’autono-mia dei propri interventi nei confronti della moneta statunitense.Proprio su questi temi studiosi italiani, come Micossi (1985), PadoaSchioppa (1986), Giavazzi e Pagano (1986) sono stati tra i più convintisostenitori della natura piramidale del meccanismo dello SME, al cui ver-tice va collocata la definizione del rapporto di cambio marco-dollaro, asua volta condizionato dalla politica monetaria delle autorità tedesche ingrado di orientare le scelte della base, rappresentata dagli altri paesimembri all’interno dello SME. Questa base si può poi distinguere, come èstato suggerito da Basevi e Calzolari (1982) in paesi «lealisti» che seguonodocilmente le decisioni della Germania e paesi «indisciplinati», rappresen-tati in particolare da Italia e Francia, che difendono una maggiore auto-nomia di decisione.

Page 204: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

194 Roberto Panizza

Nelle attese di coloro che hanno contribuito a varare il nuovo ordi-namento c’era, come si diceva, la speranza di costruire un’area valutaria(Onida, 1972), caratterizzata da mobilità dei fattori, integrazione finan-ziaria, elevato grado di apertura verso l’interno della Comunità: a ral-lentare questo processo di integrazione intervennero, tuttavia, comehanno esaurientemente illustrato Martinengo e Padoan (1981; 1983) tuttauna serie di ostacoli rappresentati essenzialmente dalla mancanza di unapolitica comune nei confronti del dollaro, dalla non definizione dei rap-porti tra valute forti e valute deboli e, infine, dal permanere di diffe-renziali molto elevati dei tassi di inflazione infracomunitari. In partico-lare, tra Nord e Sud della CEE, accanto a processi di integrazione, sisono manifestati certi elementi di divergenza che hanno originato con-flitti (Querini, 1983).

Ciononostante non si può disconoscere allo SME tutta una serie dimeriti, come la bassa variabilità dei tassi di cambio bilaterali tra lemonete appartenenti al sistema rispetto a quella delle altre monete, lapiù elevata stabilità (in termini relativi) del tasso di cambio dell’Ecu ela maggior costanza dei rispettivi tassi di interesse evidenziate daHamaui (1984). Per questo, al fine di incentivare l’uso dell’Ecu, sonostate formulate varie proposte, tra le quali ha suscitato notevole inte-resse quella avanzata da R. Masera (1986a), secondo il quale occorre.estendere alle banche centrali la pratica di un uso più intenso dell’Ecuprivato; tale proposta, che stimolerebbe tra l’altro una più stretta in-terconnessione tra i due circuiti dell’Ecu, quello privato e quello uffi-ciale, consiste nel consentire alle banche centrali di acquistare dallebanche commerciali Ecu privati da utilizzarsi per interventi ufficialisui mercati dei cambi. A garantire la trasformazione degli Ecu privatiin Ecu ufficiali contribuirebbe, nella proposta di Masera, la Banca eu-ropea degli investimenti (BRI), che dovrebbe svolgere la funzione distanza di compensazione multilaterale di tutte le operazioni in Ecu:qualora una banca centrale desiderasse ottenere Ecu privati da una bancacommerciale, dovrebbe versare su un conto presso la BRI, intestatoalla banca commerciale, la somma equivalente agli Ecu richiesti. In se-guito, la banca centrale potrebbe utilizzare questi ultimi come Ecu uf-ficiali, per interventi sul mercato dei cambi, mentre la banca commercialepotrebbe impiegare liberamente il proprio attivo presso la BRI. L’impiegodi Ecu ufficiali non eccederebbe in tal modo l’ammontare effettivamenteesistente di Ecu, mentre le banche commerciali potrebbero attingere aconti in Ecu presso le autorità monetarie europee, nella fattispecie laBRI, con importanti conseguenze per la crescita e il consolidamentodel mercato dell’Ecu.

Page 205: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

Economia internazionale 195

Al di là di questi espedienti tecnici, le future trasformazioni dei mercati fi-nanziari derivanti da una crescente integrazione e da una maggiore interna-zionalizzazione dei movimenti di capitali (Dini, 1986), comporteranno unradicale potenziamento dello SME a cui dovrebbe corrispondere comeha osservato anche R. Masera (1987) — una progressiva perdita, daparte dei singoli paesi, della propria autonomia monetaria.

Il processo di unificazione monetaria può essere conseguito soltan-to attraverso una progressiva armonizzazione delle normative, dei si-stemi giuridico-amministrativi, dei controlli di vigilanza e delle politi-che monetarie dei singoli paesi (R. Masera e Triffin, 1984); occorre,inoltre, operare perché si formi un unico mercato dei capitali al cui in-terno le operazioni in Ecu ricuperino, come auspica Velo (1985), unruolo crescente. Questo, tra l’altro, consentirebbe a un siffatto merca-to di porsi in alternativa a quello dell’eurodollaro, la cui crescita ecces-siva e incontrollata grava sempre più in termini minacciosi sulla stabili-tà dell’economia europea (R. Masera, 1986a).

D’altra parte la ridefinizione dello SME è una delle fasi propedeuticheper il rilancio della Comunità economica europea verso una totale integra-zione, come è stato evidenziato dal rapporto redatto per la Comunità daun gruppo di economisti coordinato da Tommaso Padoa Schioppa(1987), al fine di individuare gli ostacoli che ancora si frappongono allacompleta unificazione del grande mercato interno del 1992. Dopo aver evi-denziato la responsabilità primaria delle autorità monetarie — soprattuttoin seguito alla completa liberalizzazione dei movimenti di capitale che ridur-rà le rispettive autonomie nella gestione della politica monetaria — il rap-porto sottolinea la necessità di incentivare una allocazione ottimale dellerisorse all’interno dell’area, attraverso il rafforzamento del potere dellaComunità in tema di redistribuzione. Inoltre la crescente eterogeneitàdei paesi membri impone il perseguimento di obiettivi concordati di sta-bilizzazione delle rispettive economie, anche se ciò implica la rinunciaparziale alle singole sovranità nazionali (Bíni Smaghi e Vona, 1986).

Gli studi sull’unione economica europea si sono poi spinti ad esaminare lerelazioni tra quest’area e il resto del mondo: è stato studiato per esempio l’im-patto di un eventuale allargamento della CEE sul commercio internazionale(P. Alessandrini e G. Conti, 1981), o sull’area del Mediterraneo (Gaetanid’Aragona, 1987; Querini e Raganati, 1987). Sono altresì stati studiati iriflessi del processo di integrazione in Europa sulle economie latinoame-ricane (Sideri, 1983) e del Terzo Mondo (Montani, 1979).

Parallelamente al processo di integrazione dell’economia europea sonostate studiate le diverse implicazioni di quella tendenza alla globalizza-

Page 206: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

196 Roberto Panizza

zione dell’economia mondiale conseguente al sorgere di nuovi mercati— soprattutto nelle aree che un tempo erano meno sviluppate sulpiano mondiale (Parboni, 1985b) – all’interazione tra i singoli sistemiproduttivi nazionali generati da processi di innovazione tecnologica(Momigliano, 1983) e, infine, alla crescente internazionalizzazione deimercati finanziari, conseguente ai processi di innovazione dei prodottiofferti e degli strumenti utilizzati (Szëgo e Sarmant, 1979).

Misurando, sulla base del rapporto tra esportazioni e importazioni ri-spetto al prodotto industriale, il grado di integrazione commerciale equindi di interdipendenza tra i diversi paesi, Onida (1984b) ha constatatoche, a partire dalla metà degli anni Settanta, esso è cresciuto in continua-zione, soprattutto all’interno della Comunità economica europea e tra ipaesi industriali. L’evento che ha innescato questo cambiamento è statoil cosiddetto shock petrolifero che ha modificato radicalmente le strut-ture della domanda mondiale, con una fortissima redistribuzione a cui ipaesi comunitari, gli Stati Uniti e il Giappone hanno risposto con le loroesportazioni. A questa crescente integrazione del commercio mondialele più importanti imprese produttrici dei vari paesi hanno risposto inter-nazionalizzandosi (Vaccà, 1983), assumendo cioè, attraverso alleanzecon altre imprese, un orizzonte globale a cui riferirsi sia per l’approvvi-gionamento di materie prime, forniture e tecnologie, sia per l’individua-zione di sbocchi per il prodotto finale. Questo profondo cambiamentoè stato oggetto di molteplici studi da parte degli economisti industriali:agli inizi degli anni Sessanta lo sviluppo multinazionale dell’impresa siidentificò prevalentemente con una espansione dimensionale delle stes-se (Fornengo, 1974); oggi l’accresciuta dimensione delle imprese non èpiù il fine che ne consente la crescita a livello mondiale. Per internazio-nalizzarsi l’impresa deve ricercare collaborazioni e alleanze a livellomondiale su uno stesso progetto, favorita dalla facilità con cui le nuovetecnologie assicurano lo scambio immediato di informazioni complessee la costruzione di una rete internazionale (Antonelli, 1984), che con-sentono di cooperare ad un progetto comune pur conservando ciascunala propria autonomia decisionale (Vaccà, 1986).

Sempre in tema di internazionalizzazione affrontiamo, per concludere,l’ultimo argomento che è stato oggetto di discussione da parte degli studio-si italiani, quello della cooperazione allo sviluppo delle economie più arre-trate, che ha visto, a partire dall’inizio degli anni Ottanta, l’intensificarsi de-gli sforzi per accrescere la massa di aiuti dell’Italia verso il Terzo Mondo.Proprio la politica dell’aiuto finalizzata alla soluzione dei problemi dello svi-luppo ha costituito oggetto di dibattito nel nostro paese, come nel resto delmondo, soprattutto nei confronti di coloro che sostengono, invece, l’esclu-

Page 207: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

Economia internazionale 197

siva necessità di creare nelle economie arretrate condizioni economichetali da generare flussi commerciali (D’Angelo, 1981). È vero che nel no-stro paese l’aiuto pubblico allo sviluppo si è manifestato essenzialmentecon interventi di cooperazione: tuttavia le motivazioni che presiedonoalla politica di cooperazione sono troppo spesso di carattere puramentecommerciale, come ha evidenziato S. Alessandrini (1984). Il prevaleredegli interessi del paese donatore fa sì che la procedura seguita facciasempre meno ricorso all’accordo multilaterale e sempre più a quello bilate-rale, dati i vantaggi di carattere «mercantile» che proprio dalla cooperazio-ne possono derivare, in primo luogo, per il paese donatore.

Con questa panoramica sulle interpretazioni che gli economisti italia-ni hanno dato ai processi di internazionalizzazione si conclude l’analisidei principali studi di carattere descrittivo: tale rassegna non ha evidenzia-to tra i diversi autori visioni radicalmente antitetiche o elementi di par-ticolare contrasto. Da questi studi descrittivi di economia internazionalenon sono, infatti, emerse quelle divisioni che caratterizzano, invece, il di-battito tra i teorici dell’economia internazionale, che costituisce oggettodi studio del prossimo capitolo.

8. Contributi alla teoria pura del commercio internazionale

Passando ora ad analizzare i contributi degli autori italiani nel campodegli studi di carattere analitico sulla teoria pura del commercio interna-zionale, dobbiamo ammettere che, nel complesso, essi appaiono sostan-zialmente marginali rispetto ai più recenti sviluppi teorici, se si escludono itentativi condotti per estendere anche a questo filone di ricerca la criti-ca sraffiana alla teoria neoclassica del valore e della distribuzione. Nessunapporto originale è stato dato né sul tema della individuazione dellecause che determinano il contenuto merceologico dello scambio, nésulla questione relativa ai vantaggi che i paesi ottengono dalla specializza-zione e quindi dallo scambio internazionale. Fatta salva qualche ricercacompilativa — che esamineremo in seguito — gli studi di autori italianinon hanno contribuito all’approfondimento dei tre grandi filoni dipensiero che storicamente hanno cercato di spiegare le determinantidel commercio estero e della specializzazione internazionale, e cioè lateoria classica di Torrens-Ricardo che evidenzia l’importanza delle di-versità tecnologiche, quella di Heckscher-Ohlin che pone in rilievo ilruolo svolto dalla diversa dotazione dei fattori produttivi, ed infine, quellaneoclassica, che considera lo scambio internazionale puramente in ter-mini di modelli di domanda-offerta.

Page 208: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

198 Roberto Panizza

In particolare, il contributo degli autori italiani negli ultimi due de-cenni si è estrinsecato principalmente in una serie di rassegne, a scoposoprattutto didattico (Gandolfo, 1986; Onida, 1984a) che hanno avutoil pregio di migliorare, in molti casi, la formalizzazione di alcuni mo-delli. Sempre in tema di rassegne, si rimanda a quella, molto completa,redatta da Maggiore (1974) sul problema specifico dell’estensione dellateoria di Heckscher-Ohlin — secondo cui un paese prima produce, rag-giungendo livelli di notevole specializzazione, e poi esporta, quei beninella cui produzione sono impiegati in misura intensiva i fattori produt-tivi abbondanti nel paese — e del suo corollario, relativo al pareggia-mento del prezzo dei fattori. Tale teoria, comunemente identificata come«ortodossa», è stata recentemente sottoposta ad alcuni raffinamenti so-prattutto ad opera di autori stranieri che hanno studiato le conseguenzeche derivano dall’ipotizzare economie di scala, costi di trasporto, beniintermedi o mobilità internazionale dei fattori. Un altro recente tenta-tivo di approfondimento della teoria neoclassica, quello di introdurre,accanto ai due beni tradizionalmente considerati, una terza categoriadi beni, quella definita — a causa dei costi di trasporto eccessivi, deidazi proibitivi e degli embarghi — dei beni non commerciati, è stato, in-vece, criticato a fondo da Padoan (1977), che ha contestato il concettostesso di non commerciabilità.

Sempre in tema dei limiti dei modelli incentrati sulla dotazione deifattori, Gandolfo (1977) ha specificato le condizioni matematiche cherendono possibile la inversione delle intensità fattoriali all’interno deidiversi settori produttivi: la mancanza di queste condizioni, da cui di-pende la dimostrazione del teorema di specializzazione produttiva le-gata alla dotazione di risorse, ha rimesso in discussione tutta la strut-tura del modello più solitamente utilizzato di commercio internazionale,quello appunto di Heckscher-Ohlin.

Ci sono poi stati due tentativi di verifica empirica, per il nostro paese,del paradosso di Leontief che, com’è noto, ha dimostrato, smentendola tesi del teorema di Heckscher-Ohlin, che gli Stati Uniti esportanodi fatto quei beni nella cui produzione non sono impiegati in manieraintensiva i fattori produttivi abbondanti nel paese. La prima ricerca em-pirica, condotta in questa direzione, è stata quella di D’Antonio (1970)che nei dati relativi al periodo 1959-65 trovò evidenza, anche per l’I-talia, del paradosso in questione, data la relativa intensità di capitalenelle esportazioni italiane: la spiegazione avanzata per giustificare il pre-sunto paradosso si fonda sulle forti spinte salariali che avrebbero inte-ressato i settori orientati all’esportazione e sulle specifiche caratteristichedella domanda estera verso i prodotti italiani. Il secondo tentativo di

Page 209: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

Economia internazionale 199

verifica di questa tesi è stato quello di Pola (1971), il quale ha cercatodi evidenziare come il fenomeno sia stato particolarmente intenso rela-tivamente ai flussi commerciali indirizzati verso paesi comunitari, mentresia stato irrilevante nel caso dei flussi extracomunitari o quando ven-gano eliminati i flussi relativi all’agricoltura e ai settori estrattivi.

La critica alla teoria tradizionale non si è limitata, tuttavia, alla veri-fica del paradosso di Leontief: Momigliano e Dosi (1983) hanno evi-denziato i cambiamenti strutturali e del sistema produttivo verificatisinel corso degli anni Settanta, che hanno reso inadeguate le tradizionalitesi esplicative dello scambio internazionale. Furono tali cambiamentiche stimolarono due filoni originali di ricerca: il primo mirava a inte-grare la classica teoria delle dotazioni fattoriali con un ulteriore fattore,quello relativo alla capacità del sistema industriale di un dato paese adinnovare la tecnologia produttiva; come hanno evidenziato G. Conti(1975) e Onida (1978), nei loro tentativi di integrare con elementi nuovi— come la tecnologia — la tradizionale teoria neoclassica, l’ipotesi espli-cativa più plausibile del commercio internazionale sarebbe la relazioneche lega tecnologia e funzioni di produzione e che conduce all’innova-zione sia di processo che di prodotto. La competitività internazionaledi siffatti prodotti si manterrebbe fintantoché non diminuisce la capa-cità di innovazione del sistema produttivo: quando questo si verifica,la concorrenzialità di un prodotto sui mercati internazionali tornerebbea fondarsi soltanto più sui differenziali tra i prezzi (Momigliano, 1985).A sua volta Antonelli (1986) ha ulteriormente specificato il concetto delruolo svolto dalla capacità ad innovare di un paese rispetto alla crescitadella sua competitività sui mercati internazionali e dei flussi di esporta-zioni: ciò che conta infatti non è tanto la capacità ad innovare — misu-rata da una molteplicità di indicatori di intensità tecnologica, come lespese in ricerca e sviluppo o il numero di brevetti registrati — ma piut-tosto il grado di diffusione dell’innovazione, e cioè la capacità di adot-tare tempestivamente e diffusamente nuove tecnologie, nuovi processie nuovi beni intermedi.

Il secondo filone di ricerca che origina dal processo di revisione dellateoria neoclassica conduce ad una molteplicità di modelli di specializza-zione internazionale, che differiscono sostanzialmente dalla teoria tra-dizionale: tale tendenza si è così accentuata negli ultimi due decenni daindurre Momigliano a parlare di una forte «frantumazione delle teorieesplicative» a fronte di forti spinte alla «frarnmentazione polarizzata delcommercio internazionale», evidenziata — tra gli altri — anche neglistudi condotti da Sacco (1980). Si sono pertanto individuate per lo menotre categorie di beni che rispondono rispettivamente alle conclusioni di

Page 210: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

200 Roberto Panizza

tre teorie molto diverse tra loro: i beni appartenenti ai settori che im-piegano intensamente capitale e lavoro non specializzato, che risponde-rebbero al modello di Heckscher-Ohlin; i prodotti ricchi di risorse na-turali, il cui commercio internazionale sarebbe regolato dal teorema ri-cardiano; e, infine, i beni appartenenti ai settori ad alta tecnologia ead elevato contenuto di ricerca scientifica, che si adatterebbero meglioalle teorie più recenti.

Rassegne complete di queste nuove teorie del commercio internazio-nale, che hanno avuto origine in seguito all’inadeguatezza del modellodi Heckscher-Ohlin a spiegare certe tendenze degli ultimi decenni, sonostate quelle redatte da Roccas (1977) e Gandolfo (1985a). Tuttavia,di fronte al proliferare di formulazioni alternative miranti a incorporareaspetti rilevanti della realtà, come per esempio la teoria del ciclo del pro-dotto — secondo la quale sarebbe possibile individuare diverse fasi nellavita economica di un bene, da quella della nascita a quella della com-pleta standardizzazione — la posizione degli studiosi italiani è statamolto critica, nel senso che diversi studi, tra i quali Onida (1978), hannocercato di chiarire le difficoltà che si incontrano ogni volta che si cercadi specificare alcuni concetti della teoria in questione, come quello diprodotto «nuovo» o «maturo» per beni che rientrano, in base alle clas-sificazioni internazionali, nella stessa categoria merceologica. Rispettoalle teorie che evidenziano, come quella di Linder o di Barker, il ruolodel mercato nazionale come elemento che spiega la capacità di esportarericordiamo un vecchio ma importante contributo, quello di Basevi (1970),che sembra invece concordare con tale tesi: in esso si spiega formalmentecome il livello della domanda interna condizioni la crescita di un’indu-stria di esportazione. Basevi dimostra, infatti, che anche quando il prezzointernazionale non consentirebbe di coprire i costi — a causa di diversioneri aggiuntivi tra i quali le spese di trasporto — il produttore ha nondi meno convenienza ad esportare, quando può contemporaneamentesoddisfare un mercato interno nel quale gode di una condizione di con-correnza imperfetta: le economie di scala che riesce in questo modo aconseguire gli consentono infatti di ridurre notevolmente il costo uni-tario. Anche la tesi opposta può essere dimostrata in modo analogo, ecioè che in date circostanze soltanto la possibilità di accesso ad un mer-cato internazionale consente di produrre in modo profittevole per il mer-cato interno.

L’approfondimento delle cause che spiegano la diffusione, a partiredal formarsi delle unioni doganali, in particolare del Mercato comune,del commercio orizzontale, cioè dello scambio di prodotti che nella so-stanza e nelle caratteristiche esteriori sono del tutto eguali, è stato fatto

Page 211: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

Economia internazionale 201

nel nostro paese da Aquino (1978), Vona (1979), Camagni (1981) e Bo-sello (1981), che hanno cercato di spiegare questi fenomeni di despecia-lizzazione nei flussi commerciali mondiali. In particolare, Vona ha ri-preso il modello di Grey, che ipotizza il conseguimento di economie discala dal lato dell’offerta, e mercati imperfettamente concorrenziali dallato della domanda, mentre Camagni ha proposto un modello puramentestocastico, per giustificare razionalmente il commercio intra-industrialee i vantaggi in termini di benessere che ne deriverebbero: la probabi-lità, infatti, che la struttura della domanda dei consumatori di diversipaesi sia identica è tanto più alta quanto più simili sono i rispettivi red-diti pro-capite, mentre la probabilità che il commercio orizzontale siamolto diffuso è tanto più elevata quanto più i prodotti sono diversifi-cati e sono presenti economie di scala per le singole varietà di prodotto.Bosello, infine, ha legato la diffusione delle forme di commercio oriz-zontale alla nuova divisione internazionale del lavoro, che si è andataaffermando negli ultimi decenni.

Sempre in tema di imperfezioni dei mercati internazionali gli autoriitaliani hanno mostrato poca propensione ad affrontare il dibattito sulcontemporaneo formarsi di una pluralità di prezzi, per uno stesso beneomogeneo e tradable (commerciato) su piazze commerciali diverse. Talecondizione, suffragata dall’evidenza empirica, finirebbe per smentire lalegge in base alla quale esisterebbe un unico prezzo, a livello internazio-nale, per ciascun bene omogeneo o commerciabile. Nella ricerca di Gio-vannetti (1987) si cerca di dimostrare l’esistenza di elementi che giusti-fichino il formarsi e il permanere di una molteplicità di prezzi per lestesse classi di beni: uno, di questi è rappresentato dalla impossibilitàdi un regolare svolgimento delle operazioni di arbitraggio che assicurano,a livello teorico, la dimostrazione della legge del prezzo unico. Ciò chelimita l’attività degli «arbitraggisti» è la crescente incertezza sui valorieffettivi dei prezzi espressi in valuta, che condiziona il comportamentodegli operatori e i cui effetti sui commerci internazionali sono stati evi-denziati anche da Casprini (1979). Inoltre, in un contesto in cui i se-gnali che provengono alle imprese sono poco precisi ed inattendibili, di-viene estremamente difficile prendere delle decisioni: in ogni caso il con-testo analitico di riferimento continua ad essere quello della concorrenzaimperfetta e non più quello dei mercati perfettamente concorrenziali cheerano alla base dei più noti modelli della teoria pura del commercio in-ternazionale. Le imprese che operano sui mercati mondiali cessano,dunque, di accettare il prezzo come un dato (price taker) e cercano, in-vece, di imporre al mercato un proprio prezzo (price maker), pur nonoperando in condizioni di monopolio (Biasco, 1986).

Page 212: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

202 Roberto Panizza

L’inadeguatezza della teoria tradizionale si è resa ancora più mani-festa quando si è cercato di specificarne gli aspetti dinamici o di calco-lare l’impatto dello sviluppo economico sugli andamenti del commerciointernazionale: anche in questo caso disponiamo soltanto di alcune ras-segne come quella originale di Martinengo (1972) che esamina in sedeteorica i possibili effetti del progresso tecnico, nelle sue varie definizioni,sull’andamento dei flussi di import-export, o quella di Franco e Gerosa(1980), che non a caso risulta esclusivamente composta da traduzionidi testi di autori stranieri.

L’unico settore di studio relativo al commercio internazionale in cuisi sono avuti contributi originali da parte di studiosi italiani è stato quellodella critica alle ipotesi del modello di Heckscher-Ohlin, considerato comel’espressione più tipica della teoria neoclassica: essi si sono fondati sullosforzo di estendere ai modelli di scambio internazionale la critica piùradicale alle impostazioni neoclassiche, sulla base della impossibilità dimisurare, in un sistema economico, il valore dell’aggregato «capitale»,a prescindere dalla distribuzione del reddito. Questa critica — mossa,com’è noto, alla teoria neoclassica del valore e della distribuzione dell’a-nalisi di Sraff a — è stata ricuperata negli studi sul commercio inter-nazionale da autori stranieri come Steedman e Metcalfe, in Italia, daParrinello (1970; 1973). Egli ha evidenziato come i problemi sorganoogni qualvolta non si consideri nel modello di Heckscher-Ohlin il capi-tale come un unico bene fisicamente omogeneo e riproducibile, ma losi ipotizzi come un insieme di diversi beni, fisicamente eterogenei: inquesto caso, infatti, non è possibile misurare il capitale indipendente-mente dalla distribuzione e quindi diventa anche impossibile definireconcetti come intensità fattoriale, dotazioni relative di fattori e pareg-giamento del loro prezzo. Dato che l’apparato analitico a cui si riferi-scono questi autori fa riferimento essenzialmente alla teoria di DavidRicardo, questi contributi sono stati definiti come «neoricardiani».

Esaurito l’esame dei contributi originali di autori italiani alla teoriapura del commercio internazionale, dobbiamo affrontare un ultimoaspetto correlato al tema in questione e cioè la «teoria della politica com-merciale», che studia gli effetti sugli scambi tra paese e paese di inter-venti protezionistici, come l’introduzione di dazi, contingentamenti obarriere non tariffarie. Gli studi di carattere generale, come quelli diColornbatto (1984c) e Grilli (1984), evidenziano le trasformazioni chestoricamente ha subito la politica del protezionismo, con conseguenticondizionamenti anche sugli sviluppi teorici. In particolare, Grilli ricordacome per analizzare il neoprotezionismo si sia fatto ricorso ad un mo-dello di «mercato politico della protezione», che teorizza lo scadimento

Page 213: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

Economia internazionale 203

dell’efficacia operativa del mercato, al cui interno i flussi di scambi com-merciali sarebbero regolamentati e amministrati da accordi volontari trapaesi, per una concordata limitazione dell’attività commerciale. Tali ac-cordi, molto più pericolosi delle cosiddette barriere non tariffarie — stu-diate da Milone (1974) e ormai oggetto di esame critico da parte degliesperti del GATT, in vista di una loro futura rimozione — vengono sot-toscritti con grande frequenza, nonostante il formale «ripudio nomina-listico» delle autorità rispetto a qualsiasi intervento che riduca il gradodi efficienza del mercato concorrenziale.

Sempre in tema di osservazioni di carattere generale, Caffé (1985)ritiene altrettanto pericoloso del protezionismo il modello di sviluppoindustriale trainato dalle esportazioni, con le aggressive politiche com-merciali e la penalizzazione nei confronti della domanda interna, cheesso comporta. Gli interventi di difesa introdotti con queste politicheda parte dei paesi più deboli, che perseguono invece una politica di va-lorizzazione della propria domanda interna, non possono non rivestirecaratteri protezionistici: occorre però distinguere tra questo tipo di pro-tezione — da sempre oggetto di condanne aprioristiche — e le formemolto più sofisticate di protezionismo attuate dai paesi già in posizioneegemone nell’attività commerciale internazionale, che invece sfuggireb-bero alle critiche dei tutori dell’ideologia del libero scambio. Occorreinvece, sempre secondo Caffé, favorire il diffondersi di un modello dicrescita non tanto incentrato sull’anacronistica competitività verso l’e-sterno, quanto piuttosto orientato a conseguire una maggiore efficienzaorganizzativa interna, che ben si concilia, in molti casi, con la possibi-lità di far ricorso a temporanee misure di protezione.

Studi di carattere più specifico sono stati indirizzati su temi come ladistinzione, a livello teorico, di due strumenti tipici del protezionismocome dazi e sussidi (Tagliabue, 1983), l’uso di politiche commerciali in-termedie tra internazionalizzazione e protezionismo (Secchi, 1984a), oil ricorso a forme di protezionismo valutario (Bruni e Monti, 1986).

Occorre, infine, ricordare — a conclusione di questa sezione dedicataagli approfondimenti teorici delle problematiche del commercio inter-nazionale e delle sue limitazioni — l’ottima ricerca quantitativa di Grillie La Noce (1983) sulla politica protezionistica dell’Italia: l’analisi è statacondotta su due piani, quello del tasso di protezione tariffaria, stabilitoa livello comunitario, e quello del tasso di protezione interno, introdottoa livello nazionale attraverso politiche di assistenza e incentivazione.Questo secondo aspetto della protezione, più di natura endogena, sembrafortemente correlato con l’intensità di impiego del lavoro nei processidi produzione e con la localizzazione nelle regioni meno sviluppate del

Page 214: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

204 Roberto Panizza

Sud. Il risultato finale di queste politiche è che il tasso effettivo di pro-tezione finisce quasi sempre (nel caso dell’Italia in 23 settori industrialisu 35) per essere più elevato di quello nominale, a riprova della esistenzadi una fascia molto alta di protezione, che lungi dall’essere una specifi-cità dell’economia italiana, caratterizza quasi tutti i sistemi più indu-strializzati, arrecando gravi pregiudizi alla crescita degli scambi.

9. Contributi alla teoria monetaria dello scambio internazionale

All’interno della più vasta ripartizione degli studi di economia inter-nazionale tra aspetti reali e aspetti monetari, questi ultimi sono preva-lentemente rivolti o all’approfondimento del dibattito sui meccanismidi riequilibrio della bilancia dei pagamenti, o alle discussioni relative alladeterminazione del tasso di cambio. Esamineremo separatamente questedue tematiche, iniziando dalla prima.

Le due scuole che si confrontano sul tema della definizione della bi-lancia dei pagamenti e dei processi di riaggiustamento sono, come ac-cade abitualmente anche in altri ambiti della scienza economica, quellaneoclassica e quella keynesiana. La prima evidenzia il ruolo essenzialesvolto dal sistema dei prezzi nel modificare i flussi commerciali e sotto-linea, quindi, la priorità dell’uso di strumenti come la variazione del tassodi cambio — attraverso svalutazioni o rivalutazioni, che modifichereb-bero i volumi dell’import e dell’export — o del tasso di interesse, checondizionerebbe i movimenti di capitale. L’impostazione keynesiana pri-vilegia, invece, le letture in termini di reddito, legando i saldi della bi-lancia dei pagamenti agli squilibri macroeconomici tra prodotto nazio-nale e domanda interna ed estera. Una sintesi completa delle differenzeche caratterizzano le due scuole, anche nei confronti dell’approccio mo-netarista, la si trova in Montesano (1975).

Rispetto a questo quadro che evidenzia profonde divergenze, il con-tributo degli autori italiani si è distinto innanzitutto a livello di esamedella struttura della bilancia dei pagamenti. A questo proposito guidealla lettura sono state redatte da Forte e Scacciati (1980) e da Roccase Santini (1979). Questi ultimi hanno sottolineato una sostanziale di-stinzione tra partite correnti e movimenti di capitali: mentre le entratee le uscite registrate nelle partite correnti rappresentano flussi generati daaltre grandezze di flusso — come la domanda corrente o la produzione— le stesse voci, registrate nella bilancia dei capitali, indicano anch’essemovimenti di flussi, ma che dipendono, tuttavia, da squilibri generatisui mercati degli stock di attività esistenti, come l’ammontare totale di

Page 215: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

Economia internazionale 205

moneta o di titoli nazionali ed esteri. Per l’approfondimento di questerelazioni fra bilancia dei pagamenti e principali aggregati macroecono-mici si rimanda, inoltre, a Cristini (1973), che ha studiato in particolarequella componente della base monetaria che nasce dal saldo dei conticon l’estero e i conseguenti problemi del controllo della stessa, neiprincipali paesi industrializzati. Un esame della peculiare struttura deldocumento italiano lo si trova infine, in Basevi e Soci (1978), mentrela Banca d’Italia ha affidato a Biagioli, Chiesa, Gomel e Palmisani(1982) la formulazione di un modello operativo per l’analisi a brevetermine della bilancia dei pagamenti.

Passando, ora, ad esaminare il dibattito teorico sui meccanismi di rie-quilibrio della bilancia dei pagamenti, l’ottica classica è stata esposta daCandela (1973). Il problema oggetto di studio è quello di cogliere lecondizioni che assicurano un miglioramento della bilancia dei pagamentiattraverso l’impiego di strumenti che operino unicamente sui prezzi, come ilricorso a variazioni del tasso di cambio o a politiche deflazionistiche. L’ef-ficacia di tali interventi è legata all’esistenza di sufficienti livelli di elasti-cità sia dell’import che dell’export (condizione delle elasticità critiche), equindi all’esistenza di un certo grado di disoccupazione e di un certoammontare di risorse inutilizzate, all’interno dell’economia. Un secondoassunto dell’approccio delle elasticità è quello in base al quale i prezzioriginali, sia interni che esteri — nelle rispettive valute — non si modifi-cherebbero a causa di una variazione delle parità, mentre ciò che deve va-riare in seguito alla svalutazione sarebbero solo i prezzi dopo la conver-sione, fatta sulla base del nuovo tasso di cambio: questo presuppone, pe-rò, una elevata differenziazione delle produzioni di ogni paese, che è lacondizione tipica di un regime di mercato di concorrenza imperfetta.

In un’ottica più propriamente keynesiana, Gandolfo (1970; 1977)ha esaminato le relazioni che legano i processi di aggiustamento dellabilancia dei pagamenti con l’equilibrio macroeconomico, sia reale chemonetario: esse vengono analizzate in un regime sia di cambi fissi, chedi cambi flessibili, al cui interno operano i meccanismi del moltiplica-tore del reddito di mercato aperto. Secondo questo approccio, le variabiliche riportano in equilibrio la bilancia dei pagamenti non sono i prezzi —come ritengono i neoclassici — e, di conseguenza, neppure i tassi dicambio, ma la capacità di assorbimento di un paese rispetto al suo po-tenziale produttivo, oltre alle propensioni al consumo, all’investimento,all’importazione che, come è noto, incidono sull’ampiezza dei moltiplica-tori, sulla crescita del sistema e sugli squilibri dei conti con l’estero. Laconclusione a cui giunge Gandolfo è critica nei confronti del preteso po-

Page 216: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

206 Roberto Panizza

tere isolante e della capacità automatica di riequilibrio della bilancia deipagamenti che sarebbero propri di un sistema di tassi di cambio flessi-bili, sia perché il loro adeguamento non è detto che avvenga contestual-mente, sia perché — anche ammesso che ciò si verifichi — é molto pro-babile che si manifestino delle modificazioni nel totale della domandaaggregata che invaliderebbero la soluzione, sia, infine, perché occorreconsiderare nel saldo della bilancia dei pagamenti anche i movimenti dicapitale, speculativi e non, che contribuirebbero a rendere più difficile ilconseguimento dell’equilibrio.

L’approccio che ha seguito Tullio (1979) è invece quello di stretta ispira-zione monetarista: a differenza dall’analisi keynesiana, questa teoria sottoli-nea l’importanza dell’equilibrio dei mercati monetari e finanziari per deter-minare le fluttuazioni della bilancia dei pagamenti. Partendo dall’ipotesi, anostro avviso molto riduttiva, che l’offerta di moneta si traduca — più omeno direttamente — in domanda di beni, e che questa possa essere sod-disfatta sia sul mercato interno che su quelli esteri, Tullio conclude affer-mando che il disavanzo nei conti con l’estero dipende esclusivamente daglisquilibri in eccesso tra stock di moneta detenuta dai consumatori e stock dimoneta desiderata. Per giungere a tale conclusione occorre, come ricorda-no Jossa e Torrisi (1981), formulare una serie di ipotesi molto restrittive,che sono quelle proprie della visione abbastanza riduttiva della teoria rno-netarista: l’esistenza di una domanda di moneta, funzione stabile di un nu-mero non elevato di variabili; il funzionamento di un meccanismo di arbi-traggio sui mercati reali, che tenda ad eguagliare i prezzi dei beni nei varipaesi; ed infine, la totale esogeneità e quindi rnanovrabilità da parte delleautorità monetarie, del- l’offerta di moneta. Partendo da questa impostazio-ne Tullio sviluppa due modelli teorici di medio-lungo periodo della bilanciadei pagamenti: il primo è un modello semplificato (stimato anche per gliStati Uniti), a due aree monetarie, che consente di ricavare una equazione dibilancia dei pagamenti per un paese che emette moneta di riserva, e di stu-diare successivamente l’impatto, sulla stessa, della politica monetaria; il se-condo è un modello teorico di medio-lungo periodo per un paese «piccolo»(l’Italia), che consente di misurare l’effetto sia corrente che sfasato de-gli squilibri del mercato monetario sulla bilancia dei pagamenti. Que-st’analisi della bilancia dei pagamenti come fenomeno puramente mo-netario da esaminarsi, quindi, in termini di aggiustamento di stock dimoneta esistente e desiderata, giunge alla conclusione che gli effetti diuna svalutazione sono puramente transitori rispetto al miglioramento delsaldo dei conti con l’estero, smentendo in questo modo le conclusionidegli approcci classico e neoclassico che parlavano, invece, di effetti

Page 217: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

Economia internazionale 207

duraturi di una variazione dei prezzi generata dall’adeguamento del tassodi cambio.

La ragione di questa netta differenza di risultati, come ha chiaritoGandolfo (1986, vol. 2, p. 241), è la completa diversità dello schemateorico di riferimento: mentre la teoria tradizionale ipotizza, a seguitodi una svalutazione, una variazione dei prezzi relativi — con effetti disostituzione ed effetti di reddito — per l’approccio monetarista la lie-vitazione dei prezzi conseguente alla svalutazione genera un aumentodello stock di moneta desiderato, innescando un processo che annullail miglioramento iniziale: i flussi derivanti da squilibri tra stock sonodestinati — a differenza da quelli generati da altri flussi — a scomparire,una volta che le grandezze di stock hanno raggiunto il valore deside-rato, rendendo quindi inefficaci non solo la svalutazione, ma anche tuttele politiche macroeconomiche più sofisticate di ispirazione keynesiana.Naturalmente questa tesi regge solo sulla base di due ipotesi riduttive:quella di una tendenza automatica del sistema, nel lungo periodo, a con-seguire un equilibrio di piena occupazione, e quella dell’assoluta coinci-denza tra eccesso di domanda di moneta, crescita dell’assorbimento esaldo negativo della bilancia dei pagamenti, molto difficilmente verifi-cabile. Vale la pena ricordare che anche il processo di aggiustamentonel modello di mercato aperto di ispirazione keynesiana è automatico einnescato, in ultima analisi, da movimenti di stock di moneta, gene- ratia loro volta da squilibri della bilancia dei pagamenti, come rilevaVicareili (1979). Tuttavia, ciò che divide le due teorie è il meccanismodi trasmissione che, nell’ipotesi keynesiana, agisce attraverso il tasso d’in-teresse, il quale a sua volta incide sui flussi di spesa e sui movimenti dicapitale, mentre nell’ipotesi monetaria quantità detenuta di moneta eammontare totale di spesa sono strettamente collegati.

Né l’approccio monetarista né quello keynesiano hanno, tuttavia, nel-l’ambito della teoria dei meccanismi di riequilibrio della bilancia dei pa-gamenti, un peso paragonabile a quello della teoria neoclassica tradizio-nale, che fonda la sua interpretazione del disavanzo su squilibri imputa-bili unicamente ai livelli dei prezzi: tali squilibri possono essere sanatio con politiche deflazionistiche, generate dai movimenti monetari legatiai saldi della bilancia stessa — come riteneva Hume e come è stato chiaritoda Aquino (1986) — oppure da interventi sui cambi, rappresen-tati dasvalutazioni o rivalutazioni.

Quello del mercato dei cambi è forse il settore dell’economia mone-taria internazionale che ha registrato, nel tempo, il più alto numero diricerche, e sono ancora molti oggi gli studiosi che ritengono che la va-riazione del tasso di cambio continui ad essere lo strumento più idoneo

Page 218: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

208 Roberto Panizza

per riequilibrare la bilancia dei pagamenti. Gli studi su questo tema sisono orientati su due direzioni: quella della individuazione teorica deltasso di cambio di equilibrio e quella dell’uso del cambio come strumentodi politica economica.

Nel dibattito teorico relativo alla determinazione del tasso di cambiodi equilibrio si sono scontrate diverse importazioni dottrinali: al centrodella controversia c’è, ancora una volta, il problema di sapere se il tassodi cambio sia una variabile reale o monetaria, come ha cercato di chiarireMartinengo (1979) in un articolo molto esauriente. La risposta dipendedal tipo di meccanismo che si ritiene condizioni la determinazione deiprezzi di equilibrio sui mercati valutari. Nell’ampia gamma di soluzioniteoriche sí parte dalle teorie più tradizionali, ispirate alla parità deipoteri di acquisto di Cassel, secondo la quale, nella sua versione più rigida,il tasso di cambio di equilibrio sarebbe dato dal rapporto fra prezzi nazionalied esteri, mentre nella versione più attenuata il deprezzamento del cambiocompenserebbe esattamente le differenze di inflazione nei due paesi(Palmerio, 1981): a sua volta il cambiamento simultaneo di tasso dicambio e prezzi non condizionerebbe, nel lungo periodo, la domanda diimportazioni e di esportazioni (Dellacasa, 1976).

Il limite maggiore di questa teoria è costituito non tanto dalle diffi-coltà di calcolare gli indici dei prezzi necessari per la verifica della teoria,quanto piuttosto dal fatto che essa presuppone dei sistemi economicimolto integrati, che si scambiano, quindi, beni omogenei, il che — comevedremo — contrasta con numerose situazioni di fatto in cui i beni pro-dotti sono, invece, fortemente differenziati.

Le teorie di determinazione dei tassi di cambio di ispirazione keyne-siana evidenziano invece il peso degli interventi correttivi effettuati dalleautorità (Giavazzi e Giovannini, 1985b), o il ruolo delle variabili macroe-conomiche, come il livello del reddito, la domanda di esportazioni, la pro-pensione all’importazione o il livello del tasso di interesse, che influenzanoil saldo della bilancia dei pagamenti. Si sottolinea, quindi, l’importanza deiflussi reali e finanziari, intesi come movimenti autonomi e non generati,come ritengono i teorici dell’approccio monetario, da aggiustamenti deglistock. D’altra parte si trascura il fatto che i prezzi tendano ad uguagliarsinei diversi paesi, come pretende invece la teoria della parità dei poteri diacquisto. Quello che incide sul cambio è, quindi, la modificazione dellaspesa, che si riflette sul saldo della bilancia dei pagamenti.

Recenti sviluppi della teoria del cambio si ispirano, infine, all’approcciomonetarista con integrazione di elementi della teoria della parità dei poteridi acquisto, che assicurerebbe l’equilibrio di lungo periodo del tasso dicambio. Trattandosi di un modello che assume il pieno impiego dei fat-

Page 219: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

Economia internazionale 209

tori, finiscono per perdere di importanza i flussi autonomi di spesa, mentrevengono evidenziati i legami che intercorrono fra quest’ultima e gli ag-giustamenti degli stock finanziari, a loro volta non più legati ad auto-nome scelte rispetto alla struttura del portafoglio (Tronzano, 1980). Inquesto tipo di analisi il tasso di cambio cessa di essere espressione diflussi di domanda reale, rappresentati da importazioni ed esportazioni,per divenire il prezzo relativo fra due monete, non in grado, quindi, digenerare rilevanti modificazioni nei flussi di spesa con l’estero. Nelleversioni più recenti, definite dell’asset market approach, la determinazionedel cambio dipenderebbe, invece, dalle decisioni degli operatori dimodificare la composizione del loro portafoglio valutario al mutaredella situazione economica internazionale e interna (Tronzano, 1986).Tali scelte dipendono dai differenziali di interessi sulle valute, dal tassoatteso di rivalutazione o svalutazione di una moneta, dai rendimenti dellediverse attività finanziarie in valuta, da una componente non monetarialegata al volume delle valute trattate (Hamaui, 1981).

Sulla determinazione del cambio influiscono, infine, come ha chia-rito Deaglio (1985), tutta una serie di variabili non strettamente econo-miche, come fattori tecnici o psicologici, ai quali tuttavia sono partico-larmente sensibili gli operatori dei mercati valutari nella formulazionedelle loro decisioni, pur essendo nolto difficile quantificare questi ele-menti nei modelli di determinazione del cambio.

Accanto al dibattito sulla definizione del tasso di cambio di equili-brio sono stati sviluppati altri temi collaterali, come quelli concernentigli effetti virtuosi o perversi dei diversi regimi di cambio, siano essi fissi,flessibili o a flessibilità limitata, studiati da Rasevi e De Grauwe (1977),o come quelli legati alla trasmissione internazionale del ciclo e delle per-turbazioni economiche, che — secondo una tesi molto contestata — tro-verebbe un freno nel preteso effetto isolante del regime di cambi per-fettamente flessibili (Bosello, 1973). Molti studiosi si sono, a questo pro-posito, interrogati sul fenomeno della diffusione internazionale dell’in-flazione partendo proprio dai diversi regimi di cambio vigenti (Jossa,1981), o si sono soffermati a discutere degli effetti dell’inflazione im-portata (Mistri, 1987), mentre altri hanno cercato di verificare empiri-camente il rapporto tra differenziali di inflazione e tassi di cambio, spe-cificamente per il caso italiano (Dellacasa, 1982). Ulteriori approfondi-menti dei riflessi, su piano macroeconomico, delle modificazioni del tassodi cambio sono anche stati condotti in relazione alla crescita del debitopubblico (Chiesa, 1986) o della liquidità internazionale (Dini, 1981)mentre G. Conti (1984) ha sottolineato il ruolo del tasso di cambio comeimportante indicatore della politica monetaria.

Page 220: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

210 Roberto Panizza

Se dallo studio della determinazione ottimale del tasso di cambio edei suoi relativi effetti passiamo invece a considerare i mercati valutarinell’ottica, per esempio, della teoria dei mercati efficienti, Casprini (1984)ritiene più facile la diffusione dell’informazione all’interno dei mercatidi grandi dimensioni piuttosto che all’interno di quelli relativamente pic-coli, con scarsi volumi di operazioni effettuate e pochi operatori coin-volti. Il problema del rischio che è presente in questi mercati valutari edella sua gestione da parte delle imprese che hanno problemi di cashmanagement in valuta, è stato affrontato da Tutino (1985).

L’ultimo importante problema che concerne i mercati valutari è quellodel rapporto che intercorre tra determinazione del tasso di cambio a prontie definizione del differenziale di prezzo (premio o sconto) che consentedi calcolare il tasso di cambio a termine: questo tema è stato studiato,in termini teorici, relativamente a un sistema di cambi flessibili da Ca-sprini (1976), Ferro (1978) e Tamponi (1983), mentre Panizza (1976) haesaminato questo stesso problema relativamente all’esperienza della liraitaliana. Sempre in tema di rassegne empiriche sulla politica del tasso dicambio perseguita dal nostro paese negli anni della forte instabilitàvalutaria che è seguita alla dichiarazione di inconvertibilità del dollarodel 1971, si rimanda a Saccomanni (1982).

Le risultanze del dibattito sui meccanismi di riequilibrio della bilanciadei pagamenti e della determinazione del tasso di cambio, condizionano,a loro volta, la definizione teorica del cosiddetto problema del «vincoloestero».

Con tale espressione si intende l’incompatibilità che si viene spessoa creare tra il perseguimento da un lato, di un obiettivo di sviluppo eco-nomico e di sostegno del processo di accumulazione, e dall’altro, del man-tenimento dell’equilibrio dei conti con l’estero. Tale vincolo è partico-larmente sentito da un paese come l’Italia, data la forte dipendenza dellasua economia dal ciclo internazionale, evidenziata dai valori delle ela-sticità di esportazioni e importazioni rispetto alla domanda sia interna-zionale che interna (G. Conti, 1984; Valcamonici, 1985). Una siffattasituazione di conflitto tra obiettivi è complicata dal fatto che in molticasi lo strumento utilizzato per ripristinare l’equilibrio della bilancia deipagamenti è quello del ricorso a misure ristrettine della politica monetaria(Biasco, 1986). Questo a sua volta complica il quadro di riferimento, datoche presuppone di tener conto anche dei vincoli che originano dallainterdipendenza che lega le decisioni di politica monetaria del nostropaese a quelle adottate dagli altri paesi, in particolare quelli che fannoparte del Sistema monetario europeo (Basevi e Giavazzi, 1986). Nel pren-dere qualsiasi tipo di decisione le autorità monetarie sono, dunque,

Page 221: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

Economia internazionale 211

ben consce dell’interdipendenza che lega tra loro gli effetti degli inter-venti di politica economica, tanto da rendere estremamente instabili einefficienti tutte quelle situazioni che non prevedano strategie di tipocooperativo. Tale esigenza, che presuppone il progressivo convergere dellestrutture macroeconomiche e un coordinamento delle politiche mone-tarie dei vari paesi, è tanto più impellente per tutti gli stati che aderi-scono al Sistema monetario europeo, al cui interno è stato imposto unrestringimento ai margini consentiti alle fluttuazioni dei cambi. Tale im-pegno dovrebbe essere più sentito in occasione del manifestarsi di si-tuazioni di squilibrio regionale, che presuppongono un sistema redistri-butivo che consenta di riequilibrare tali asimmetrie ancora presenti nelsistema nel suo complesso.

E con questo richiamo all’esigenza di riconsiderare politiche di rego-lamentazione e di cooperazione su scala mondiale, che chiudiamo l’ana-lisi dei contributi di autori italiani agli studi di economia monetaria in-ternazionale. Tale conclusione ci pare, peraltro, avere un carattere anchepiù generale, nel senso che l’esigenza di interventi concertati in questocampo costituisce un obiettivo da riaffermare vigorosamente in una di-sciplina che, in passato, ha sempre privilegiato le soluzioni offerte spon-taneamente dal mercato. La fiducia negli automatismi e nell’efficienzadel sistema di libero scambio è stata oggi messa in crisi dal venir menodelle condizioni che assicuravano il perfetto funzionamento del mercatoconcorrenziale, e cioè la natura degli operatori, tutti uguali e tali da nonincidere singolarmente sulle condizioni del mercato stesso. I sistemi mo-nopolistici o oligopolistici, che dominano attualmente la realtà econo-mica internazionale, da un lato impongono una strategia di interventida parte delle autorità dei singoli paesi, finalizzati alla regolazione e allacooperazione all’interno dei diversi mercati, e dall’altro relegano al ruolodi semplici esercizi analitici tutti quegli studi che ancora si soffermanosulle specificità di sistemi perfettamente concorrenziali.

Page 222: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

Riferimenti bibliografici

Sono segnalati qui di seguito i lavori citati nel capitolo e non riportati nellacorrispondente sezione della bibliografia finale, in quanto non strettamente at-tinenti agli studi internazionali italiani o al tema della sezione bibliografica.

Bertin G., Les sociétés multinationales, Paris, PUF, 1975, trad. it. Le multina-zionali, Bologna, Il Mulino, 1977.

Donner G., The World-wide Industrial Entoprise. Its Challenge and Promise, NewYork, McGraw-Hill, 1967, trad. it. L’impresa multinazionale, Milano, EtasKompass, 1969.

Hymer S., Le imprese multinazionali, Torino, Einaudi, 1974.

Schumpeter J.A., History of Economic Analysis, New York, Oxford UniversityPress, 1954, trad. it. Storia dell’analisi economica, Torino, Einaudi, 1959.

Triffin R., Our International Monetary System, New York, Random House,1968, trad. it. Il sistema monetario internazionale: ieri, oggi e domani, Torino,Einaudi, 1973.

Page 223: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

APPENDICE BIBLIOGRAFICA

Page 224: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,
Page 225: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

Premessa

La bibliografia è organizzata in 4 sezioni, corrispondenti alle disci-pline trattate nei quattro capitoli del volume. Le prime tre sezioni sonostate suddivise in sottosezioni. Lo schema della bibliografia, pertanto,è il seguente:

1. Relazioni internazionali1.3. Teoria e metodologia delle relazioni internazionali1.4. Politica estera1.5. Pacifismo e bellicosità nel sistema internazionale1.6. Problemi strategici, sociologia e storia militare

2. Storia delle relazioni internazionali e storia internazionale2.3. Fino al 18152.4. Dal 1815 al 18702.5. Dal 1870 al 19142.6. Dal 1914 al 19432.7. Dal 1943 a oggi2.8. Nuove aree geografiche, emigrazione e opere varie2.9. Fonti

3. Diritto internazionale3.1.1. Manuali3.2.1. Storia del diritto internazionale3.3.1. Diritto dei trattati3.3.2. Successione di stati e trattati 3.3.3. Consuetudine3.4.1. Stati e altri soggetti di diritto internazionale3.4.2. Insorti3.4.3. Autodeterminazione dei popoli3.4.4. Individui3.4.5. Stranieri3.5.1. Organizzazioni internazionali

Page 226: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

216 Appendice bibliografica

3.5.2. Nazioni Unite3.5.3. Istituzioni specializzate3.5.4. Altre organizzazioni governative3.5.5. Organizzazioni non governative3.5.6. Comunità europee 3.6.1. Territorio3.6.2. Mare3.6.3. Trasporti marittimi 3.6.4. Fiumi3.6.5. Tutela dell’ambiente 3.6.6. Spazio aereo3.6.7. Cattura illecita di aeromobili3.6.8. Spazio extratmosferico3.7.1. Rapporti tra diritto interno e diritto internazionale3.7.2. Immunità giurisdizionale degli stati3.7.3. Organi di stati3.8.1. Diritti umani3.8.2. Scritti relativi alla Convenzione europea dei dirittidell’uomo 3.8.3. Diritto penale internazionale3.9.1. Cooperazione politica3.9.2. Cooperazione economica e sociale3.9.3. Cooperazione in campo giudiziario, civile e penale3.9.4. Cooperazione in altri settori3.10.1. Tutela degli investimenti all’estero3.11.1. Responsabilità internazionale3.12.1. Soluzione delle controversie3.12.2. Mezzi di impiego della forza diversi dalla guerra3.12.3. Guerra e neutralità 3.12.4. Armi

4. Economia internazionale.

Page 227: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

1. Relazioni internazionali

Fabio Armao e Walter Coralluzzo

1.1. Teoria e metodologia della relazioni internazionali

AA.VV., L’insegnamento e la teoria delle relazioni internazionali negli Stati Uniti ein Italia, Bologna, CLUE, 1977.

Alessio M., «Guerre locali e guerra generale nella transizione verso lo statomondiale» in Politica internazionale, 1, XI, 1983.

Attinà E, «Analisi quantitative: rassegna di tre ricerche sul sistema politicointernazionale» in Bruschi A., Gori U. e Attinà F., Relazioni internazionali.Metodi e tecniche di analisi, Milano, Etas Kompass, 1973a.

— «Le relazioni internazionali come oggetto di studio della scienza politica.Rassegna bibliografica» in Bruschi A., Gori U. e Attinà F., Relazioni inter-nazionali. Metodi e tecniche di analisi, Milano, Etas Kompass, 1973b.

— «Aggressione», «Alleanza», «Annessione», «Appeasement», «Geopolitica»,«Guerriglia», «Policentrismo», «Rappresaglia», «Secessione», in BobbioN. e Matteucci N. (a cura di), Dizionario di politica, Torino, UTET,1976a.

— «Analysis of International Events: An Application for Descriptive Purposesof E. Azar’s 13-point Scale» in International Interactions, 2, II, 1976b.

— I conflitti internazionali. Analisi e misurazione, Milano, F. Angeli, 1976c.— La politica internazionale contemporanea (1945-1980), Milano, F. Angeli,

1982a.— «Aggressione», «Alleanza», «Appeasernent», «Geopolitica», «Guerriglia»,

«Rappresaglia», «Secessione» in Bobbio N., Matteucci N. e Pasquino G.,Dizionario di politica, 2’ ed., Torino, UTET, 1983a.

— «Competizione e complessità della politica internazionale contemporanea»in Politica internazionale, 10, XI, 1983b.

— «Il sistema internazionale e le crisi periferiche» in Politica internazionale, 4,XII, 1984a.

— «L’Europa e gli altri protagonisti di un ordine globale» in Politica interna-zionale, 6, XIII, 1985.

Page 228: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

218 Appendice bibliografica

— «Politica degli armamenti e rivalità globale» in Politica internazionale, 11-12,XIII, 1985.

— «La politica internazionale dal 1945 al 1985» in Politica internazionale, 11-12,XIII, 1985.

— «Gerarchie internazionali e teoria del sistema egemonico» in Politica inter-nazionale, 7, XIV, 1986a.

— «Elementi costitutivi ed evolutivi dell’organizzazione del sistema globale»in Teoria politica, 2, III, 1987a.

— «Italian Approaches to International Political Analysis» in MillenniumJournal of International Studies, 2, XVI, 1987b.

— «Interdipendenza e accordi a livello regionale» in Politica internazionale, 6,XVI, 1988.

Attinà F., Gori 1.J. e Cioffi Revilla C., «Odysseus Today: Some Observationson Quantitative Approaches to International Relations» in Bunge M., GaltungJ. e Malitza M. (a cura di), Mathematical Approaches to International Relations,Bucharest, Romanian Academy of Social and Political Sciences, 1977.

Basso L. (a cura di), Scienze politiche. 2. Relazioni internazionali, EnciclopediaFeltrinelli Fischer, Milano, Feltrinelli, 1973.

Bellucci P. e Isernia P., «Ipotesi dí regimi alternativi nelle relazioni interna-zionali» in Progetto pace, 2-3, II, 1986.

Benzoni A., «Guerre e ambizioni egemoniche nelle aree periferiche» in Politicainternazionale, 6, XVI, 1988.

Bobbio N., «Rapporti internazionali e marxismo» in AA.VV., Filosofia e poli-tica, Firenze, La Nuova Italia, 1981.

— «Della democrazia tra le nazioni» in Lettera internazionale, 22, V, 1989.

Bonanate L., «La costituzione del sistema internazionale» in Comunità, 169,XXVII, 1973a [rist. in Bonanate L.,Teoria politica e relazioni internazionali,Milano, Comunità, 1976].

— «Disuguaglianza e ordine nel sistema internazionale» in Il Mulino, 229,XXII, 1973b.

— Introduzione all’analisi politica internazionale, Torino, Giappichelli, 1973c.

— «L’Italia nel nuovo sistema internazionale» in Comunità, 170, XXVII, 1973d[rist. in Bonanate L., Teoria politica e relazioni internazionali, Milano, Comunità,1976].

— «Per una teoria generale dell’ordine politico internazionale» in Comunità,170, XXVIII, 1974a [rist. in Bonanate L., Teoria politica e relazioni inter-nazionali, Milano, Comunità, 1976].

— «Armamenti», «Blocchi, politica dei», «Dissuasione» in Bobbio N. e Mat-teucci N. (a cura di), Dizionario di politica, Torino, UTET, 1976a.

Page 229: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

1.1. Teoria e metodologia delle relazioni internazionali 219

— «Le cause oggettive dei conflitti e la loro prevenzione» in Bonanate L., Teoriapolitica e relazioni internazionali, Milano, Comunità, 1976b.

— «La teoria dell’equilibrio internazionale» in Comunità, 176, XXX, 1976c[rist. in Bonanate L., Teoria politica e relazioni internazionali, Milano, Co-munità].

— Teoria politica e relazioni internazionali, Milano, Comunità, 1976d.

— Appunti sull’eurocomunismo, Torino, Giappichelli, 1978.

— «Disarmo», «Guerra fredda», «Questione atomica», «Strategia» in Tran-faglia N. (a cura di), Il mondo contemporaneo, VII, Politica internazionale,Firenze, La Nuova Italia, 1979a.

— «Sistema internazionale» in Tranfaglia N. (a cura di), Il mondo contempo-raneo, VII, Politica Internazionale, Firenze, La Nuova Italia, 1979b [rist. inBonanate L., Il sistema internazionale. Problemi di teoria e di analisi empirica,Genova, ECIG, 1987].

— «Alla ricerca di una nuova teoria» in Politica internazionale, 6, VIII, 1980a.

— «Ordine e disordine nel sistema internazionale» in Politica internazionale, 6,VIII, 1980b [rist. ín Bonanate L., Il sistema internazionale. Problemi di teoria edi analisi empirica, Genova, ECIG, 1987].

— «Gli orizzonti internazionali della crisi» in Schema, 6, 1981a [rist. in Bona-nate L., Il sistema internazionale. Problemi di teoria e di analisi empirica, Genova,ECIG, 1987].

— «Sistema politico internazionale» in Tranfaglia N. (a cura di), Il mondo con-temporaneo, X, Gli strumenti della ricerca, Firenze, La Nuova Italia, 1981b.

— «Il sistema internazionale e la pace» in Pasquino G. (a cura di), Teoria eprassi delle relazioni internazionali, Napoli, Liguori, 1981c [rist. in BonanateL., Né guerra né pace, Milano, F. Angeli, 1987].

— «Crisi del sistema internazionale. Una proposta di analisi» in Critica mar-xista, 6, XX, 1982 [rist. in Bonanate L., Né guerra né pace, Milano, F. An-geli, 1987, e in Bonanate L., Il sistema internazionale. Problemi di teoria e dianalisi empirica, Genova, ECIG, 1987].

— «Blocchi, politica dei», «Dissuasione», «Strategia e politica degli arma-menti», «Terrorismo politico» in Bobbio N., Matteucci N. e Pasquino G.(a cura di), Dizionario di politica, Torino, UTET, 19832.

— «Anche le parallele possono incontrarsi. Sul rapporto di limitazione trapolitica internazionale e politica interna» in Baldassarre A. (a cura di), Ilimiti della democrazia, Bari, Laterza, 1984a [rist. in Bonanate L. e SantoroC.M. (a cura di), Teoria e analisi nelle relazioni internazionali, Bologna, IlMulino, 1986].

— «Giustizia e ordine nella vita internazionale» in Politica internazionale, 2, XII,1984b [rist. in Bonanate L., Né guerra né pace, Milano, F. Angeli, 1987].

Page 230: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

220 Appendice bibliografica

— «Gli studi di relazioni internazionali in Italia: la sindrome del “brutto ana-troccolo”» in AA.VV., La scienza politica in Italia: materiali per un bilancio,Quaderni della Fondazione Feltrinelli 28-29, Milano, F. Angeli, 1984c.

— «Aron e la politica internazionale» in Teoria politica, 3, I, 1985a.

— «La teoria politica tra ordine interno e anarchia internazionale» in Teoriapolitica, 1, I, 1985b.

— «Democrazia internazionale: utopia, mito, o tragedia?» in Teoria politica, 2,II, 1986a [rist. in Bonanate L., Né guerra né pace, Milano, F. Angeli, 1987].

— «Introduzione» in Bonanate L. e Santoro C.M. (a cura di), Teoria e analisinelle relazioni internazionali, Bologna, Il Mulino, 1986b.

— «Per un’epistemologia delle relazioni internazionali» in Progetto e pace, 1,II, 1986c.

— «II sistema dei rapporti internazionali dalla politica di potenza al multipo-larismo (1919-1981)» in Tranfaglia N. e Firpo M. (a cura di), La Storia,vol. IX, Torino, UTET, 1986d.

— «Introduzione» a Waltz K., Teoria della politica internazionale, Bologna, IlMulino, 1987a.

— «Pace o democrazia?» in Teoria politica, 3, III, 1987b.

— Il sistema internazionale. Problemi di teoria e di analisi empirica, Genova,ECIG, 1987c.

— «Per una teoria (pura) della politica (internazionale)» in Veca S. (a cura di),Filosofia, politica, società, Napoli, Bibliopolis, 1987d.

— «La mutazione postmoderna della politica internazionale» in Relazioni in-ternazionali, 8, LIII, 1989.

— «La Rivoluzione francese e le relazioni internazionali. Questioni di metodo»in Teoria politica, 2-3, V, 1989.

— «Osservazioni sulla teoria dei regimi internazionali» in Bonanate L., Caf-farena A. e Vellano R., Dopo l’anarchia, Milano, F. Angeli, 1989.

— (a cura di), Equilibrio internazionale e teoria delle relazioni internazionali, Torino,Giappichelli, 1974b.

— (a cura di), Diritto naturale e relazioni tra gli stati, Torino, Loescher, 1976e.

— (a cura di), Il sistema delle relazioni internazionali, Torino, Einaudi, 1976f.

— (a cura di), Politica internazionale, vol. VII de Il mondo contemporaneo a cura di N.Tranfaglia, Firenze, La Nuova Italia, 1979c.

Bonanate L., C affarena A. e Vellano R., Dopo l’anarchia. Saggi sul superamentodell’immagine anarchica delle relazioni internazionali e sul rischio di ricadervi,Milano, F. Angeli, 1989.

Bonanate L. e Santoro C.M. (a cura di), Teoria e analisi nelle relazioni interna-zionali, Bologna, Il Mulino, 1986.

Page 231: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

1.1. Teoria e metodologia delle relazioni internazionali 221

Bruschi A. e Gori U., «Teoria dei giochi e simulazione» in Bruschi A., GoriU. e Attinà F., Relazioni internazionali. Metodi e tecniche di analisi, Milano,Etas Kompass, 1973.

Bruschi A., Gori U. e Attinà F., Relazioni internazionali. Metodi e tecniche dianalisi, Milano, Etas Kompass, 1973.

Caffarena A., «Primi bilanci sulla problematica dei regimi internazionali» inTeoria politica, 3, III, 1987.

— «Introduzione all’analisi dei regimi internazionali» in Bonanate L., Caffa-rena A. e Velano R., Dopo l’anarchia, Milano, F. Angeli, 1989.

Cansacchi G., Storia dei trattati e politica internazionale, Torino, Giappichelli,1965.

— I principi informatori delle relazioni internazionali, Torino, Giappichelli,1972.

Carnevali G., Interdipendenza e sistema globale. Contributo all’analisi delle relazioniinternazionali contemporanee, Padova, CLEUP, 1982a.

— «Mutamento e continuità nelle relazioni internazionali» in Il Politico, 3,XLIX, 1984.

— «Considerazioni sull’egemonia. La dimensione internazionale» in Teoria po-litica, 2, II, 1986.

— «L’organizzazione internazionale: prospettive teoriche a confronto» in IlPolitico, 3, LI, 1986.

— «Il Nuovo Ordine Economico Internazionale fra dipendenza ed indipen-denza» in AA.VV. Aspetti e problemi del Nuovo Ordine Economico Interna-zionale, Padova, CEDAM, 1987.

— «Granisci e la teoria politica internazionale. Note sul metodo» in Teoriapolitica, 1, IV, 1988.

Cesa M., L’equilibrio di potenza. Analisi storica e teorica del concetto, Milano, F.Angeli, 1986.

— «La teoria politica internazionale di Hans J. Morgenthau» in Teoria politica,2, III, 1987.

Curasì. T., «Origini e evoluzione dei conflitti locali» in Politica internazionale,6, XVI, 1988.

Delfi Zotti G., «Metodologia della comparazione» in Bozzo L., Lizzi R. e Pe-landa C., Il modello del sistema difesa-industria-ricerca scientifica e tecnologica(DIR): analisi di campo internazionale delle strutture, funzioni ed interdipendenze,Quaderno ISIG n. 86-2, programma «Politica e relazioni internazionali»,Gorizia, 1986.

Di Nolo E., Per una teoria empirica delle relazioni internazionali, Padova,CLEUP, 1975.

Page 232: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

222 Appendice bibliografica

— «Storia e teoria delle “relazioni internazionali”» in AA.VV., L’insegnamento ela teoria delle relazioni internazionali negli Stati Uniti e in Italia, Bologna,CLUE, 1977.

Gaja R., «I condizionamenti del sistema bipolare» in Politica internazionale, 6,XVI, 1988.

Gori U., «Evoluzione e problemi dell’organizzazione internazionale dalla So-cietà delle Nazioni alle Nazioni Unite» in AA.VV., Nuove questioni di storiacontemporanea, voi. 2, Milano, Marzorati, 1968.

— «Diplomazia culturale nell’era atomica» in Futuribili, 11, 1969a.— «La funzione dei modelli nello studio delle Relazioni Internazionali» in Fu-

turibili, 17, 1969b.

— «Previsione e scienza delle relazioni internazionali» in Futuribili, 6, 1969c.

— «L’analisi dei sistemi per la soluzione dei problemi mondiali» in Futuribili,19, 1970a.

— La «diplomazia» culturale multilaterale dell’Italia, Roma, Bizzarri, 1970b.

— «Sociologia e scienza politica di fronte all’integrazione europea» in Integra-tion. Vierteljahreshefte zur Europaforschung, 1, 1970c.

— Corso di Relazioni Internazionali (dispense), Firenze, Università degli Studi,1971.

— L’organizzazione internazionale dalla Società delle Nazioni alle Nazioni Unite,Padova, CEDAM, 1971.

— «Proposte per una possibile applicazione dell’approccio sistemico alle deci-sioni di politica estera» in Bruschi A., Gori U. e Attinà F., Relazioni inter-nazionali. Metodi e tecniche di analisi, Milano, Etas Kompass, 1973a.

— «Recenti sviluppi nello studio delle relazioni internazionali» in Bruschi A.,Gori U. e Attinà F., Relazioni internazionali. Metodi e tecniche di analisi.Milano, Etas Kompass, 1973b.

— «Teoria dell’integrazione e teoria delle relazioni internazionali» in Rivistaitaliana di scienza politica, 2, IV, 1974a.

— «Teoria e prassi della diplomazia culturale» in Affari esteri, 24, VI, 1974b.

— «Conflitto», «Guerra», «Interesse nazionale», «Pace, ricerca scientificasulla», «Relazioni internazionali» in Bobbio N. e Matteucci N. (a cura di),Dizionario di politica, Torino, UTET, 1976.

— «Guerra» in Bobbio N. Matteucci N. e Pasquino G. (a cura di), Dizionario dipolitica, Torino, UTET, 19832.

— «Definizione, gestione e previsione delle crisi internazionali» in Progetto pace,2-3, II, 1986.

— «Osservazioni sul rendimento delle organizzazioni internazionali» in Teoriapolitica, 2, II, 1986.

Page 233: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

1.1. Teoria e metodologia delle relazioni internazionali 223

Gori U. e Di Simone G.M., «Previsione e relazioni internazionali» in BruschiA., Gori U. e Attinà F., Relazioni internazionali. Metodi e tecniche di analisi,Milano, Etas Kompass, 1973.

Gori U. e Onori O. (a cura di), Tecniche di analisi per le decisioni politiche eeconomiche, Milano, F. Angeli, 1980.

Mela A. e Pellegrini M., Teorie degli squilibri internazionali, Pisa, Giardini, 1973.

Miglio G., «La “sovranità limitata”» in Jean C. (a cura di), Il pensiero strategico,Milano, F. Angeli, 1985.

Morlino L., «Un modello a più variabili» in Politica internazionale, 6, XI, 1983.

Nevola G., «Processo decisionale e guerra. Un approccio integrato» in Qua-derni di sociologia, 12, XXXV, 1989.

Ostellino P., «Contenimento», «Diplomazia», «Distensione», «Non-allineamento» in Bobbio N. e Matteucci N. (a cura di), Dizionario di poli-tica, Torino UTET, 1976.

— «Contenimento», «Diplomazia», «Distensione», «Non-allineamento», «Sa-tellite» in Bobbio N., Matteucci N. e Pasquino G. (a cura di), Dizionario dipolitica, Torino, UTET, 19832.

Panebianco A., «Studi sull’integrazione sovranazionale» in Rivista italiana discienza politica, 2, II, 1972.

— «Metodo scientifico e relazioni internazionali» in Il Mulino, 225, XXII,1973.

— «La dimensione internazionale dei processi politici» in Pasquino G. (a curadi), Manuale di scienza della politica, Bologna, Il Mulino, 1986.

Papisca A., Introduzione allo studio delle relazioni internazionali, Torino, Giap-pichelli, 1973.

— Comunità europea e sviluppo politico. Contributo all’analisi del sistema comu-nitario europeo, Reggio Calabria, Editori Meridionali Riuniti, 1974.

— «Le relazioni internazionali: teoria e azione» in Rivista italiana di scienzapolitica, 2, IV, 1974.

— «Le relazioni internazionali in Italia: problemi d’impianto» in AA.VV., L’in-segnamento e la teoria delle relazioni internazionali negli Stati Uniti e in Italia,Bologna, CLUE, 1977.

— «Relazioni internazionali» in Lotti L. e Pasquino G. (a cura di), Guida allaFacoltà di Scienze politiche, Bologna, Il Mulino, 1980.

— «La Comunità europea fra interdipendenza e sviluppo politico» in Pasquino G.(a cura di), Teoria e prassi delle relazioni internazionali, Napoli, Liguori, 1981a.

— «Gli orizzonti internazionali della crisi: quali prospettive per la “democraziainternazionale”?» in Schema, 6, 1981b.

Page 234: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

224 Appendice bibliografica

— «Destructive Effects of International Economic Competition» in Alting vonGeusau F.A.M. e Pelkmans J. (a cura di), National Economic Security: Per-ceptions, Threaths and Policies, Tilburg, J.F. Kennedy Institute, 1982.

— «Gli studi di relazioni internazionali: la politologia dell’integrazione europea»in AA.VV., La scienza politica in Italia: materiali per un bilancio, Quadernidella Fondazione Feltrinelli, 28-29, Milano, F. Angeli, 1984a.

— «Sviluppo e partecipazione nella prospettiva di un nuovo ordine interna-zionale democratico» in Aggiornamenti sociali, 5, XXXVI, 1985.

— «Rendimento delle istituzioni internazionali e democrazia internazionale» inTeoria politica, 2, II, 1986.

— Democrazia internazionale, via di pace. Per un nuovo ordine internazionaledemocratico, Milano, F. Angeli, 1987a.

— «Nuovo Ordine Economico Internazionale (NOEI) o Nuovo Ordine In-ternazionale Democratico (NOID)?» in AA.VV., Aspetti e problemi delNuovo Ordine Economico Internazionale, Padova CEDAM, 1987b.

Papisca A. e Pavan A., «L’endogénéité comme stratégie vers un Nouvel OrdreInternational» in Notes et Documents, 9-10, Institut International J. Mari-tain, 1985.

Pasquino G., «Tradizione e scienza nello studio della politica internazionale»in Il Politico, 3, XXXIV, 1969.

— «Struttura e mutamento del sistema internazionale» in Il Mulino, 223, XXI,1972.

— «Le “Relazioni internazionali” in un paese senza politica estera» in AA.VV.,L’insegnamento e la teoria delle relazioni internazionali negli Stati Uniti e inItalia, Bologna, CLUE, 1977.

— (a cura dí), Teoria e prassi delle relazioni internazionali, Napoli, Liguori, 1981.

Passerin D’Entrèves A., «Power and Authority in International Relations» inAA.VV., Recht und Macht in Politik und Wissenschaft, aria, 1976.

Pistone S., «Politica internazionale», «Ragion di stato» in Bobbio N. e Mat-teucci N. (a cura di), Dizionario di politica, Torino, UTET, 1976.

— «Introduzione allo studio delle relazioni internazionali» in Il Politico, 2,XLV, 1980.

— «Bonapartismo», «Imperialismo», «Interesse nazionale», «Machiavellismo»,«Policentrismo», «Ragion di stato», «Relazioni internazionali», «Storicismo» inBobbio N., Matteucci N. e Pasquino G. (a cura di), Dizionario di politica,Torino, UTET, 1983z.

— Ragion di stato, imperialismo, relazioni internazionali, Torino, CELID, 1984.

— «La democrazia internazionale» in Teoria politica, 3, III, 1987.

— (a cura di), Politica di potenza e imperialismo Milano, F. Angeli, 1973.

Page 235: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

1.2. Politica estera 225

Portinaro P.P., «Nel tramonto dell’Occidente: la geopolitica» in Comunità,184, XXXVI, 1982.

— «II terzo tra pace e guerra» in Comunità, 186, XXXVIII, 1984.

— Il terzo. Una figura del politico, Milano, F. Angeli, 1986.

Progetto Forum Humanum, Le paci possibili, Rapporto al Club di Roma conuna prefazione di U. Colombo e un’introduzione di U. Gori, Milano, F.Angeli, 1989.

Santoro C.M., «Il problema dell’interdipendenza» in AA.VV., Dove val’America?, Milano, Feltrinelli, 1980a.

«Sistema bipolare e diffusione di potenza» in Politica internazionale, 4-5, IX,1981c.

«Interdipendenza e relazioni internazionali: l’analisi concettuale» in Rivistaitaliana di scienza politica, 3, XII, 1982a.

— «Appunti di storia concettuale: l’interdipendenza» in AA.VV., L’interdi-pendenza nel sistema internazionale, Quaderni della Fondazione Feltrinelli n.19, Milano, F. Angeli, 1982b.

— «La logique des options bipolaires» in AA.VV., Crise internationale et nouvelinternationalisme, Paris, Editions de la RPP, 1983.

— «Introduzione» in Bonanate L. e Santoro C.M. (a cura di), Teoria e analisinelle relazioni internazionali, Bologna, Il Mulino, 1986a.

— «Bipolarità e guerra» in Relazioni internazionali, 5, LIII, 1989.

— (a cura di), Gli Stati Uniti e l’ordine mondiale, Roma, Editori Riuniti, 1978a.

Strassoldo R., «La sociologia delle relazioni internazionali in Italia» in AA.VV.,L’insegnamento e la teoria delle relazioni internazionali negli Stati Uniti e in Italia, Bologna,CLUE, 1977.

Strassoldo R. e Delli Zotti G. (a cura di), Cooperation and Conflict in Border Areas,Milano, F. Angeli, 1982.

1.2. Politica estera

AA.VV., Per l’Europa, Bologna, II Mulino, 1966.

— Conflitti e sviluppo nel Mediterraneo, Bologna, Il Mulino, 1970.

— Inchiesta sulla politica estera italiana, Roma, Lerici, 1970.

— Cooperazione nel Mediterraneo occidentale, Bologna, Il Mulino, 1972.

— Mediterraneo: politica, economia, strategia, vol. 1: Lo scenario e le crisi, vol. 2: Sviluppo internoe attori esterni, Bologna, Il Mulino, 1975.

— La crisi del Medio oriente: dimensione regionale e internazionale, Milano, F. Angeli, 1984.

Page 236: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

226 Appendice bibliografica

— Un nuovo europeismo, Materiali e atti n. 4, suppl. al n. 5 di Democrazia e diritto,1985.

«Europa “casa comune”? Risposta a Gorbaciov», Atti del «Colloquio eu-ropeo» del 4 marzo 1989, in Testimonianze, 314, 315, XXXII, 1989.

Acuto G., «America Latina: la difficoltà di stare con l’occidente» in Relazioniinternazionali, 1, L, 1986.

Aga Rossi E., «Gli Stati Uniti e la divisione dell’Europa» in Storia contempo-ranea, 6, X, 1979.

— L’Italia nella sconfitta, Napoli, ESI, 1985.

Agostini M.V., Regioni europee e scambio ineguale. Verso una politica regionalecomunitaria?, Bologna, II Mulino, 1976.

Albertini M., «L’Europa sulla soglia dell’Unione» in Il Politico, 4, L, 1985.

— «L’unificazione europea e il potere costituente» in Il Politico, 2, LI, 1986.

Aliboni R., «Italian Aid Policy in the 1960’s» in Lo spettatore internazionale, 2,VII, 1972.

— «Europe, The Arab Countries and the United States» in Lo spettatore inter-nazionale , 2, IX, 1974.

— «International Organization of Developrnent and North-South Relation-ship» in Lo spettatore internazionale, 3-4, IX, 1974.

— «Economic Policies and International Cooperation» in Lo spettatore inter-nazionale, 4, X, 1975.

— «The Middle East: Local Perceptions of Security» in Lo spettatore interna-zionale, 3, XVI, 1981.

— «Il contesto internazionale e il profilo emergente della politica italiana» inPolitica internazionale, 1, XIII, 1985.

Ardia D., «La politica internazionale del PCI negli anni Cinquanta» inGroppo B. e Riccamboni G. (a cura di), La sinistra e il ‘56 in Italia eFrancia, Padova, Liviana, 1987.

Are G., «L’Italia e Ia nuova politica internazionale» in Il Mulino, 230, XXII,1973.

— «L’erosione degli equilibri bipolari e gli effetti sulla distensione» in H Mu-lino, 241, XXIV, 1975.

— «Verso una nuova fase dell’imperialismo?» in Il Mulino, 240, XXIV, 1975.

— L’Italia e i mutamenti internazionali. 1971-1976, Firenze, Vallecchi, 1976.

Attinà F., «Le commissioni parlamentari Affari esteri: una unità decisionalein politica estera» in Rivista italiana di scienza politica, 3, II, 1972.

— «Interpretazioni e ipotesi sul sistema dei partiti del Parlamento europeo»in Rivista italiana di scienza politica, 2, VIII, 1978.

Page 237: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

1.2. Politica estera 227

— «Socialist Parties and Italian Foreign Policy: Rebuilding a New PoliticalBase?» in Feld W.J. (a cura di), The Foreign Policies of West European SocialistParties, New York, Praeger, 1978.

— Diplomazia e politica estera, Milano, F. Angeli, 1979a.— «Ruolo della maggioranza e dell’opposizione nelle Commissioni Parlamentari

Affari Esteri» in Cassese A. (a cura di), Parlamento e politica estera. IL ruolodelle Commissioni Affari Esteri, Padova, CEDAM, 1982b.

— «La formazione della politica estera italiana» in Democrazia e diritto, 5,XXIII, 1983c.

— Politica estera e sistema politico, Catania, CULC, 1983d.— «Sui processi politici nell’integrazione europea» in Mistri M. e Papisca A.

(a cura di), La sfida Europa, Padova, CEDAM, 1984b.— Il Parlamento europeo e gli interessi comunitari, Milano, F. Angeli, 1986b.— «Dai partiti nazionali ai partiti europei» in Schema, 1, 1986c.— «Cultura e consenso nella politica estera italiana» in Annali 80, Dipartimento

di Studi politici dell’Università di Catania, Acireale, Galatea Editrice, 1988.— «Istituzioni, identità e paradigmi dell’integrazione sovranazionale in Eu-

ropa occidentale» in Teoria politica, 1, V, 1989.Attinà F., Cutuli S. e Scorciapino G., Governi e parlamenti nella formazione della

politica estera italiana, Catania, CULC, 1982.Baldi C., «Il sistema internazionale alla prova dei fatti: reazioni formali e rea-

zioni sostanziali al colpo di stato in Grecia» in Mulino, 232, XXIII, 1974.Bardi L., Il Parlamento della Comunità europea, Bologna, Il Mulino, 1989.— «Rappresentanza e parlamento europeo» in Rivista italiana di scienza politica,

2, XIX, 1989.Bardi L. e Pasquino G., «Dal progetto Spinelli all’Atto unico: quanti passi in-

dietro?» in Democrazia e diritto, 4-5, XXVII, 1987.Benzoni A., «I rapporti est-ovest nell’era di Breznev» in Ronzitti N. (a cura

di), La politica estera italiana: autonomia, interdipendenza, integrazione e si-curezza, Milano, Comunità, 1977.

Beonio Brocchieri P., «Passato e presente nella “questione giapponese”» in Re-lazioni internazionali, 1, L, 1986.

Binetti C., «Divisione internazionale del lavoro e diplomazia industriale» inPolitica internazionale, 2, X, 1982.

Bonanate L., «L’Italia nel nuovo sistema internazionale» in Comunità, 170,XVII, 1973d [rist. in Bonanate L., Teoria politica e relazioni internazionali,Milano, Comunità, 1976].

— «L’eurocomunismo, ovvero: il gioco delle parti» in Scientia, 1-4, 5-8, LXXII,1978.

Page 238: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

228 Appendice bibliografica

Bonanni M. (a cura di), La politica estera della Repubblica italiana, Milano, Co-munità, 1967.

Bonvicini G., «The Foreign Relations of the European Community and Poli-tical Cooperation» in Lo spettatore internazionale, 4, X, 1975.

— La politica estera dell’Europa, Bologna, Il Mulino, 1980.

— «The Political-Institutional Strategies for Relaunching European Integra-tion» in Lo spettatore internazionale, 1-2, XVIII, 1983.

— (a cura di), La politica estera dell’Europa. Autonomia o dipendenza?, Bologna, IlMulino, 1980.

Bonvicini G. e Merlini C. (a cura di), L’Europa all’occasione del Vertice, Bologna,Il Mulino, 1972.

Bonvicini G. e Solari S. (a cura di), I partiti e k elezioni del parlamento europeo,Bologna, II Mulino, 1979.

Borsa G., «India: contraddizioni e spinte particolaristiche» in Relazioni inter-nazionali, 1, L, 1986.

— «Prospettive favorevoli per il bacino del Pacifico» in Relazioni internazio-nali, 1, L, 1986.

Bressi G., «Vitalità economica e rilevanza strategica di una nuova frontieradello sviluppo» in Politica internazionale, 1, XIII, 1985.

Buono I., Socialismo latino e relazioni internazionali, Roma, Edizioni Lavoro,1988.

Cacace P., Venti anni di politica estera italiana, 1943-1963, Roma, Bonacci, 1986.

Calchi Novati G., «La sfida della cooperazione per Io sviluppo» in Politica in-ternazionale, 2, X, 1982.

— «La dottrina Reagan per un’America più forte» in Politica internazionale, 7,XIV, 1986.

— «La missione delle navi italiane e il confronto fra opposti schieramenti»,in Politica internazionale, 11, XV, 1987.

— «Cooperazione italiana allo sviluppo. Terzo mondo come partner» inRelazioni internazionali, 3, LII, 1988.

Calchi Novati G., Rizzo A., Salvadori M.L. e Santoro C.M., «Che cosa dopoil bipolarismo?» in Politica internazionale, 5, VIII, 1980.

Caligaris L., «Politica della difesa e dibattito parlamentare» in Relazioni inter-nazionali, 1, LII, 1988.

— «L’addio alle armi è prematuro» in Relazioni internazionali, 5, LITI, 1989.

Calzini P., «La distensione: il punto di vista sovietico» in Il Mulino, 269,XXIX, 1980.

— «Gorbaciov e l’Europa orientale» in Il Mulino, 319, XXXVII, 1988.

Page 239: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

1.2. Politica estera 229

Carnevali G., «PCI e Comunità europea. Le contraddizioni di una necessitàorganizzativa» in Il Mulino, 280, XXXI, 1982b.

Cassese A., Parlamento e politica estera, Padova, CEDAM, 1982.

— (a cura di), Il caso «Achille Lauro». Terrorismo, politica e diritto nella comunitàinternazionale, Roma, Editori Riuniti, 1987.

Cecchini P., La scadenza 1992: quali sfide per L’Italia?, Quaderni dell’ISPI n. 4,Milano, ISPI, 1988.

Collotti Pischel E., «II gioco delle grandi potenze e la dinamica dellealleanze» in Politica internazionale, 10, VII, 1979.

Colombo A., «Europa, la lunga marcia di un’idea» in II Politico, 2, LI, 1986.

Cotta M., «Classe politica e integrazione europea. Gli effetti delle elezioni di-rette deI parlamento comunitario» in Rivista italiana di scienza politica, 2, X,1980.

Cremonesi L., «La dimensione politica dell’attore transnazionale. Il caso del-l’atteggiamento della Santa Sede alla nascita di Israele» in Teoria politica, 1,IV, 1988.

D’Amoja F., «Primato della politica estera, primato della politica interna» inStudi storici, 3, XXII, 1981.

D’Angelo M. (a cura di), L’Italia e i paesi mediterranei in via di sviluppo: effettidell’allargamento della CEE, Milano, F. Angeli, 1981.

Dastoli P.V., 1992: Europa senza frontiere?, Bologna, Il Mulino, 1989.

De Vergottini G., «Politica estera e interventi del Presidente dellaRepubblica» in Quaderni costituzionali, 3, IV, 1984.

Decleva E., «La sinistra democratica italiana fra unione europea e comunitàatlantica (1948-1950)» in Histoire des débuts de la construction européenne (mars1948-mai 1950), Actes du colloque de Strasbourg, 28-30 novembre 1984,Bruxelles, Bruylant, 1984 [rist. in Decleva E., L’incerto alleato. Ricerche sugliorientamenti internazionali dell’Italia unita, Milano, F. Angeli, 1987].

— «Un difficile adattamento: la pubblicistica liberai-democratica italiana e lanuova realtà internazionale (1945-1949)» in Becker J. e Knipping F. (acura di), Power in Europe. Great Britain, France, Italy and Germany in a PostwarWorld, Berlin-New York, De Gruyter, 1986 [rist. in Decleva E., L’incertoalleato. Ricerche. sugli orientamenti internazionali dell’Italia imita, Milano, F.Angeli, 1987].

Dell’Omodarme M., «Le grandi ambizioni deluse della politica estera diCarter» in Politica internazionale, 10, VIII, 1980.

— «L’europeismo dimezzato» in Politica internazionale, 2, X, 1982.

Di Giorgi U., «Un’analisi critica delle teorie del sottosviluppo» in Politica in-ternazionale, 10-11, VI, 1978.

Page 240: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

230 Appendice bibliografica

— «Le diverse strategie per il superamento del sottosviluppo» in Politica in-ternazionale, 10, VII, 1979.

Di Nolfo E., «Dieci anni di politica estera italiana» in Ronzitti N. (a cura di),La politica estera italiana: autonomia, interdipendenza, integrazione e sicurezza,Milano, Comunità, 1977.

— «Sistema internazionale e sistema politico italiano: interazione e compati-bilità» in Graziano L. e Tarrow S. (a cura di), La crisi italiana, Torino, Ei-naudi, 2 voli., 1979.

— «Il significato politico della politica estera italiana» in Pasquino G. (a curadi), Teoria e prassi delle relazioni internazionali, Napoli, Liguori, 1981.

— «La svolta nel sistema internazionale alla metà degli anni ‘50», in AA.VV.,Le radici dell’Italia in trasformazione, Milano, F. Angeli, 1985.

— «Confronti a catena nel Mediterraneo» in Relazioni internazionali, 1, L,1986.

— «Dove va la politica estera italiana» in Thema, 2, 1986.— «Nazioni Unite: passato, presente e futuro» in Relazioni internazionali, 2,

LII, 1988.— (a cura di), Italia e Stati Uniti durante l’amministrazione Truman, Milano, F.

Angeli, 1976.Diplomazia ‘80, «Quali le alternative possibili?» in Politica internazionale, 2, X,

1982.Donno A., «La “nuova guerra fredda”: l’amministrazione Reagan e i rapporti

con l’Unione Sovietica sul problema nucleare» in AA.VV., Studi in onore diDinu Adamesteanu, Galatina, Congedo, 1983.

Ercolessí M.C., «Conflitti regionali e schieramenti internazionali» in Politicainternazionale, 10, VII, 1979.

Ferrara M.N., La politica estera dell’Italia libera (1945-1971), Milano, Pan, 1972.Ferrera M. e Urbani G., «Il ruolo delle istituzioni europee» in Relazioni inter-

nazionali, 2, LII, 1988.Fossati F., «Gestire l’economia mondiale o riformare la società mondiale?

Una definizione delle scelte europee» in Progetto pace, 2, III, 1987.Gaja R., «Dalla diplomazia sarda alla diplomazia italiana» in Serra E. (a cura

di), Gli ambasciatori italiani e la diplomazia oggi, Milano, F. Angeli, 1986a.— Introduzione alla politica estera dell’era nucleare, Milano, F. Angeli, 1986b.— «Multipolarismo e bipolarismo» in Relazioni internazionali, 1, L, 1986c.— «Struttura della società internazionale e sicurezza» in Jean C. (a cura di),

Sicurezza e difesa. Fattori interni e internazionali, Milano, F. Angeli, 1986d.Galante S., Il partito comunista italiano e l’integrazione europea. Il decennio del rifiuto,

Padova, Liviana, 1988.

Page 241: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

1.2. Politica estera 231

Gallavresi L., «Crisi centroamericana: un dilemma ancora aperto» in Relazioniinternazionali, 1, L, 1986.

Gallerano N., «Il contesto internazionale» in AA.VV., Il dopoguerra italiano.1945-48, Milano, Feltrinelli, 1975.

Galli G., «Il sistema politico italiano e la politica estera» in Ronzitti N. (a curadi), La politica estera italiana: autonomia, interdipendenza, integrazione e sicurezza,Milano, Comunità, 1977.

Garavoglia G., «La crisi delle Falkland ed i suoi riflessi sul quadro politico in-ternazionale», in Il Mulino, 6, XXXI, 1982.

— «Parlamento e politica estera: un esame comparato» in Quaderni costituzio-nali, 3, IV, 1984.

Garimberti P., «Fermenti e istanze dell’Europa orientale» in Relazioni interna-zionali, 1, L, 1986.

Garruccio L., «Relazioni internazionali o relazioni degli Stati Uniti?» in Il Mu-lino, 226, XXII, 1973.

— L’era di Kissinger, Bari, Laterza, 1975.

— «Le scelte di fondo e il retroterra culturale» in Politica internazionale, 2, X,1982.

Gentili A.M. e Panebianco A., «Continuità di indirizzo ma scarsa autonomia»in Politica internazionale, 8-10, III, 1975.

Gori U., «La Conférence de New Delhi», in AA.VV., Revue Juridique et Poli-tique Indépendence et Coopération, Paris, Librairie Générale de Droit et deJurisprudence, 1970d.

— «Italy’ s Attitude to African Problems at the U.N. with Particular Refe-rence to Decolonization» in Africa Quarterly, 4, IX, 1970e.

— «Lo stile politico come variabile previsionale: Ciu En Lai» in Futuribili, 36,1971.

— «Lo stile politico come variabile previsionale: Indira Gandhi» in Futuribili,41, 1971.

— «Lo stile politico come variabile previsionale: Willy Brandt» in Futuribili,48, 1972.

— «Politica estera e politica interna in Italia: note metodologiche» in Rivistaitaliana di scienza politica, 2, VIII, 1978.

— «Struttura del Ministero degli Esteri e progetti di riforma» in Politica in-ternazionale, 2, X, 1982.

Gozzano F., «La NATO e i rapporti euroamericani nell’ultimo decennio» inRonzitti N. (a cura di), La politica estera italiana: autonomia, interdipendenza,integrazione e sicurezza, Milano, Comunità, 1977.

Graziano L., La politica estera italiana nel dopoguerra, Padova, Marsilio, 1968.

Page 242: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

232 Appendice bibliografica

Guidi R. (pseud. di R. Gaja), «Strategia e politica estera nell’era nucleare» inRivista di studi politici internazionali, 1, XXXVI, 1969.

IAI, L’Italia nella politica internazionale (annuario), Milano, Comunità, 1973-1985; Milano, F. Angeli, 1986 e sgg.

— Mediterraneo: politica, economia e strategia, Bologna, Il Mulino, 1975.

IPALMO, Cooperazione allo sviluppo: una sfida per la società italiana, Milano, F.Angeli, 1982.

— Il golfo della crisi. Tensioni e politica dell’Italia nel Golfo Persico Arabo, Milano, F.Angeli, 1983.

— La lezione del Libano. La missione della forza multinazionale e la politica italiana,Milano, F. Angeli, 1985.

ISPI, Annuario di politica internazionale, Milano, ISPI, 1951-1973.

Josca G., «Sforzi di pace per iI Medio oriente» in Relazioni internazionali, 1, L,1986.

Kogan N., Mongardini C., Salani M.P. e Maravalle M., Realtà e immagine dellapolitica estera italiana, Milano, Giuffrè, 1980.

Levi A., «Gli ultimi dei primi e i primi degli ultimi» in Cavazza F.L. e Grau-bard S. (a cura di), Il caso italiano, Milano, Garzanti, 1974.

— «Gli obiettivi e i condizionamenti» ín Relazioni internazionali, 1, L, 1986.

Lovisetti G., «La necessità di una riflessione» in Relazioni internazionali, 1, L,1986.

Luciani G., «Detente and the New Order: A Difficult Juncture» in Lo spetta-tore internazionale, 1, XV, 1980.

— (a cura di), The Mediterranean Region: Economie. Interdependence and the Futureof Society, New York, St. Martin’s Press, 1984.

Magrini L., «L’”alterità” del movimento nel sistema bipolare» in Politica inter-nazionale, 10, VII, 1979.

Mammarella G., Europa e Stati Uniti. Un’alleanza difficile. 1945-1973, Firenze,Vallecchi, 1973.

Manzella A., «Il processo decisionale nella politica estera italiana» in Quadernicostituzionali, 3, IV, 1984.

Marena R., Butteri A. e Console V., Bibliografia del federalismo europeo (1776-1984), 2 voli, Milano, F. Angeli, 1987 e 1990.

Massai A., «Come funziona il controllo parlamentare» in Politica internazionale,2, X, 1982.

— «Parlamento e politica estera: l’Italia» in Quaderni costituzionali, 3, IV, 1984.

— «Le responsabilità di una media potenza nell’azione politica e nel dibattitoin Italia» in Politica internazionale, 1-2, XVIII, 1989.

Page 243: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

1.2. Politica estera 233

Melis G., «Riforme e cambiamenti nella Cina di Deng Xiao-Ping» in Relazioniinternazionali, 1, L, 1986.

Merlini C., «Italy’s International Position: Opportunities and Temptations»in Lo spettatore internazionale, 3, VI, 1971.

— «The European Summit and the Italian Position» in Lo spettatore interna-zionale, 3-4, VII, 1972.

— «Fra l’Europa e gli altri punti cardinali» in Cavazza P.L. e Graubard S. (acura di), Il caso italiano, Milano, Garzanti, 1974.

— «Italy’s Role in the International Scenario» in Lo spettatore internazionale, 4,X, 1975.

— «La resistitile ascesa del bilateralismo» in Relazioni internazionali, 4, LII,1988.

Merlini C. e Panico G. (a cura di), Il difficile accordo. La cooperazione europea per laricerca e la tecnologia, Bologna, Il Mulino, 1974.

Meucci P., La politica estera italiana ridefinisce ruoli ed obiettivi» in Politicainternazionale, 7, XIV, 1986.

Mieli R., «Il disgelo nell’approccio dell’Unione Sovietica» in Relazioni interna-zionali, 1, L, 1986.

Miglio G., «La “sovranità limitata”» in Jean C. (a cura di), Il pensiero strategico,Milano, F. Angeli, 1985.

Mistri M. e Papisca A. (a cura di), La sfida europea, Padova, CEDAM, 1981.Montagni G., Effetto Gorbaciov. La politica internazionale degli anni Ottanta. Storia

di quattro vertici da Ginevra a Mosca, Bari, Dedalo, 1989.Mosca R., «I tempi lunghi della politica estera della Repubblica italiana» in

AA.VV., Studi per il XX anniversario dell’Assemblea Costituente, Firenze,Vallecchi, vol.1, 1969.

— «Equilibrio delle forze e struttura della società politica internazionale:problemi di ieri e di oggi» in La comunità internazionale, 1, XXVII, 1972.

Olivi B., «L’Italia nella CEE degli anni ‘70: problemi e prospettive» in Ron-zitti N. (a cura dí), La politica estera italiana: autonomia, interdipendenza,integrazione e sicurezza, Milano, Comunità, 1977.

Ortona E., «L’Europa comunitaria alla ricerca di un ruolo» in Relazioni inter-nazionali, 1, L, 1986.

— «II fattore economico» in Serra E. (a cura di), Gli ambasciatori italiani e ladiplomazia oggi, Milano, F. Angeli, 1986.

— Anni d’America. La cooperazione 1967-1975, Bologna, Il Mulino, 1989.Ostellino P., «L’Italia nella politica internazionale. Colloquio con il ministro

degli Esteri Giulio Andreotti» in Relazioni internazionali, 1, LII, 1988.— «URSS. Politica estera in cerca di flessibilità» in Relazioni internazionali, 4,

LII, 1988.

Page 244: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

234 Appendice bibliografica

Padelletti G., «Il nuovo ordine mondiale dell'informazione e della comunica-zione» in Progetto pace, 2-3, II, 1986.

Padoa Schioppa T., «Strategie internazionali e integrazione europea» ín Rela-zioni internazionali, 3, LII, 1988.

Panebianco A., «Studi sull'integrazione sovranazionale» in Rivista italiana discienza politica, 2, II, 1972.

— «La politica estera italiana: un modello interpretativo» in Il Mulino, 254,XXVI, 1977.

— «Le cause interne del “basso profilo”» in Politica internazionale, 2, X, 1982.

Papisca A., L'intervento delle Nazioni Unite nelle consultazioni popolari, Milano,Giuffrè, 1969.

— Europa '80: dalla Comunità all'Unione europea, Roma, Bulzoni, 1975.

— «Comunità Europea: dal consenso permissivo alla partecipazione politica»in Rivista italiana di scienza politica, 2, VI, 1976.

— «I partiti politici europei, ovvero: il fronte dell'Europa» ín Il Mulino, 254,XXVI, 1977.

— «Alla ricerca del “Federatore” reale» in Il Mulino, 260, XXVII, 1978.

— «Economic and Monetary Union Policy: The Resolution of the Council ofMinisters of 22 March 1971» in Ionescu G. (a cura di), The European Al-ternatives. An Inquiry into the Policies of the European Community, Alphenaan den Rijn, Sijthoff en Noordhoff, 1979.

— «Gli sviluppi dell'integrazione europea nel contesto dell'interdipendenzaglobale» in Quaderni di Schema, 1, 1979.

— Verso il “nuovo” parlamento europeo. Chi, come, perché, Milano, Giuffrè,1979.

— «The Dynamic of European Community Institutions in a Future Contextof Political Development» in Lo spettatore internazionale, 3, XV, 1980.

— «La lotta per gli equilibri istituzionali nel Parlamento europeo» in Il Mulino,268, XXIX, 1980.

— «Partiti e coalizioni nel “nuovo” Parlamento europeo» in Rivista italianadi scienza politica, 2, X, 1980.

— «L’Italia nella politica internazionale: i limiti della adattività» in Acqua-viva S. e Guizzardi G. (a cura di), La società italiana: crisi di un sistema,Milano, F. Angeli, 1981.

— «Il rilancio dell’Unione europea, ovvero: il momento della verità per il “Fe-deratore reale”» in Affari sociali internazionali, 4, IX, 1981.

— «Le strutture del potere nella CEE» in Onida F., Papisca A., e SaccomandiV., Il momento sindacale e l'Europa, Roma Edizioni Lavoro, 1981.

Page 245: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

1.2. Politica estera 235

— «L’attività conoscitiva del Parlamento europeo: promozione di status esviluppo politico» in Patrono M. e Resposo A. (a cura di), L’informazioneparlamentare. Sistema comunitario e modelli italiani, Padova, CLEUP, 1983.

— «Le organizzazioni internazionali cattoliche nel passaggio dal vecchio alnuovo ordine internazionale» in AA.VV., Genesi della coscienza internazio-nalista nei cattolici tra ‘800 e 900, Padova, Editrice, Gregoriana, 1983.

— «Ordre de paix et démocratisation des Institutions internationales» inAA.VV., Droits de l’homme, droits des peuples, Paris, Le Centurion, 1984b.

— (a cura di), L’Europa tra amici e nemici, Milano, Giuffrè, 1979.Pasquino G., «Pesi internazionali e contrappesi nazionali» in Cavazza F.L. e

Graubard S. (a cura di), Il caso italiano, Milano, Garzanti, 1974.

— «Fattori di destabilizzazione nella politica estera USA» in Il Mulino, 269,XXIX, 1980.

— «Alto profilo e basso contenuto» in Politica internazionale, 11-12, X, 1982.Patrizio G., «Identità europea e sistema internazionale» in Il Mulino, 227,

XXII, 1973.— «Dalla totalità alla geografia variabile» in Politica internazionale, 2, XIII,

1985.Pilati A., «Obiettivi e vincoli dei partiti sulla scena internazionale» in Politica

internazionale, 2, X, 1982.Pinzani C., «Interpretazioni di Jalta e caso polacco» in Critica marxista, 2, XX,

1982.Pozza E. e Bonanni M. (a cura di), Politica estera e informazione in Italia, Milano,

Comunità/IAI, 1972.Quaroni P., «Obiettivi di politica estera dello stato italiano» in Civitas, 1,

XXII, 1971.

Radaelli C.M., «Europeismo tricolore» in Relazioni internazionali, 4, LII, 1988.Ricciu F., «Nazioni Unite presenza insostituibile» in Relazioni internazionali, 1,

L, 1986.Rizzo A., «L’Europa occidentale tra est e ovest» in Relazioni internazionali, 1,

L, 1986.Romano S., «La cultura della politica estera italiana» in Nord e Sud, 13,

XXVIII, 1981.— «Plaidoyer pour une Italie ambigue» in Politique étrangère, 2, XLVI, 1981.

— «Opinione pubblica e politica estera» in Storia contemporanea, 1, XIV, 1983.— «Irréalité de la politique extérieure italienne?» in Politique étrangère, 2,

XLIX, 1984.

— «Le premesse della politica estera dell’Italia democratica. Note di lavoro»in Les langues neo-latines, 235, 1985.

Page 246: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

236 Appendice bibliografica

Ronzitti N., «L’Italia nella politica internazionale: sintesi di un dibattito» inRonzitti N. (a cura di), La politica estera italiana: autonomia, interdipendenza,integrazione e sicurezza, Milano, Comunità, 1977a.

— (a cura di), La politica estera italiana: autonomia, interdipendenza, integrazione esicurezza, Milano, Comunità, 1977b.

Salleo F., «Sottosviluppo e fame: “che fare” per gli aiuti?» in Relazioni interna-zionali, 1, L, 1986.

Santoro C.M., «L’economia statunitense e la NATO» in Critica marxista, 2,VI, 1968.

— «Kissinger e Brzezinski: due scuole di politica estera» in Critica marxista, 5,XVI, 1978b.

— «Europa e USA: cooperazione o conflitto?» in Critica marxista, 3, XVII,1979.

— «Introduzione» a Hoffmann S., Il dilemma americano, Roma, Editori Riuniti,1979.

— «Carter: un primo bilancio» in Critica marxista, 2, XVIII, 1980b.

— «L’Iran e la politica delle Superpotenze» in Problemi della Transizione, 6,1981a.

— «Politica economica e governabilità negli USA» in Critica marxista, 3, XIX,1981b.

— «Il governo della politica estera americana» in D’Attorre P.P. (a cura di),La governabilità degli Stati Uniti: mutamenti e continuità nell’America con-temporanea, Milano, F. Angeli, 1983.

«Mutamenti nella politica estera degli Stati Uniti» in Democrazia e diritto, 5,XXIII, 1983.

Lo stile dell’aquila. Studi di politica estera americana, Milano, F. Angeli, 1984a.

«La politica estera italiana: una veduta d’insieme» in Politica internazionale, 3-4,XIII, 1985.

«Italia e Mediterraneo: la politica estera» in i problemi di Ulisse, 101, XL, 1986f.

La perla e l’ostrica: alle fonti della politica estera globale degli Stati Uniti, Milano, F.Angeli, 1986b.

«La politica estera del PSI e le responsabilità di una media potenza» in Politicainternazionale, 8-9, XIV, 1986c.

— «Sistema politico e politica estera. Il caso dell’Italia» in Teoria politica, 1,III, 1987.

L’Italia e il Mediterraneo. Questioni di politica estera, Milano, F. Angeli, 1988.

— «Dove va la politica estera italiana? Cinque ipotesi su una media potenza»in Relazioni internazionali, 1, LII, 1988.

Page 247: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

1.2. Politica estera 237

Santoro C.M. e Draghi S., «Sondaggio tra i professionisti italiani della politicaestera. Lo stile diplomatico di una media potenza» in Relazioni internazio-nali, 2, LII, 1988.

Santoro C.M. e Martinelli A., «La politica economica internazionale degliStati Uniti durante l’Amministrazione Carter. Uno schema interpretativo»in AA.VV., Dove va l’America?, Milano, Feltrinelli, 1980.

Santoro C.M. e Moffa C., «Il non allineamento all’appuntamento dell’Avana»in Politica internazionale, 7, VII, 1979.

Santoro G., «I compiti di una diplomazia in mutazione» in Politica internazio-nale, 2, X, 1982.

Sartori G., «Scienza politica e politica estera» in Affari esteri, 17, V, 1973.Serra E., La diplomazia in Italia, Milano, F. Angeli, 1984.

— (a cura di), Gli ambasciatori italiani e la diplomazia oggi, Milano, F. Angeli,1986.

— (a cura di), Professione: diplomatico, Milano, F. Angeli, 1989.

Silvestri S. (a cura di), Il Mediterraneo: economia, politica, strategia, Bologna, IlMulino, 1969.

— (a cura di) Crisi e controllo nel Mediterraneo: materiali e problemi, Bologna, IlMulino, 1976.

— (a cura di) L’uso politico della forza militare nel Mediterraneo, Bologna, IlMulino, 1977.

Sofri G., «La Cina da noi e in Cina» in Il Mulino, 325, XXXVIII, 1989.

Soglian F., «La crisi della distensione in retrospettiva» in Relazioni internazio-nali, 1, L, 1986.

— (a cura di), L’ipotesi del tripolarismo, Bari, Dedalo, 1975.

Solari S. e Aliboni A., «I limiti dell’interdipendenza in un sistema multilate-rale» in Acquaviva S. e Guizzardi G. (a cura di), La società italiana: crisi di unsistema, Milano, F. Angeli 1981.

Sormani P., «La strada tracciata dall’atto di Helsinki» in Relazioni internazionali,1, L, 1986.

Spinelli A., «Problemi e prospettive della politica estera italiana» in BonanniM. (a cura di), La politica estera della Repubblica italiana, Milano, Comunità,1967.

— «Remarks on Italian Foreign Policy» in Lo spettatore internazionale, 2, V,1970.

— «West and East Interaction» in Lo spettatore internazionale, 1, V, 1970.

Sterpellone A., «Il terzo mondo e il non-allineamento» in Relazioni internazio-nali, 1, L, 1986.

Page 248: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

238 Appendice bibliografica

Stille U., «Il disgelo nell’approccio degli Stati Uniti» in Relazioni internazionali,1, L, 1986.

Tornetta V., «Attivismo diplomatico per il sud-est asiatico» in Relazioni inter-nazionali, 1, L, 1986.

— «La dimensione militare» in Serra E. (a cura di), Gli ambasciatori italiani e ladiplomazia oggi, Milano F. Angeli, 1986.

Urbani G. e Ferrera M., L’Europa alle soglie del 1992: quali istituzioni politiche?,Quaderni dell’ISPI, n. 1, Milano, ISPI, 1988.

Valdevit G., La questione di Trieste 1941-1954, Milano, F. Angeli, 1986.Varsori A., «L’Italia: Ia politica estera» in AA.VV., Storia dell’età presente, voi. 2,

Milano, Marzorati, 1985.Vedovato G., Politica estera italiana e scelta europea, Firenze, Le Monnier, 1979.Vigezzi B., «Politica estera e opinione pubblica in Italia dalla seconda guerra

mondiale ad oggi. Orientamenti degli studi e prospettive di ricerca» inAA.VV., Opinion Publique et Politique Extérieure, 1945-81, Roma, EcoleFrangaise de Rome, 1985.

— «Italy: The End of a “Great Power” and the Birth of a “DemocraticPower”» in Becker J. e Knipping F. (a cura di), Power in Europe. GreatBritain, France, Italy and Germany in a Postwar World, Berlin-New York, DeGruyter, 1986.

Vignolo M., «Un futuro di incognite per l’Africa subsahariana» in Relazioniinternazionali, 1, L, 1986.

Viti D., «Il modello pragmatico dell’equilibrio nordico» in Relazioni interna-zionali, 1, L, 1986.

Vittorelli P., «La concezione della sicurezza nel quadro della NATO» in Poli-tica internazionale, 2, X, 1982.

Walker R., Dal confronto al consenso. I partiti politici italiani e l’integrazione europea,Bologna, Il Mulino, 1976.

Zampaglione G., «II non allineamento nel mondo moderno» in La Comunitàinternazionale, 5, XXVI, 1971.

Z evi A. (a cura di), Europa Mediterraneo: quale cooperazione, Bologna, II Mulino,1975.

Zucconi M., Il conflitto arabo-israeliano e il sistema politico internazionale del secondodopoguerra, Napoli, Editoriale Scientifica, 1987.

1.3. Pacifismo e bellicosità nel sistema internazionale

AA.VV., Il problema degli armamenti. Aspetti economici e aspetti etico-morali Milano,Vita e Pensiero, 1980a.

— Sulle vie della pace e della nonviolenza, Roma, Boria, 1981.

Page 249: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

1.3. Pacifismo e bellicosità nel sistema internazionale 239

— Disarmo e sviluppo del Terzo mondo, Milano, Vita e Pensiero, 1982.

— «Se vuoi la pace prepara la pace», Atti del convegno nazionale, in Testimo-nianze, 241-43, XXV, 1982.

— Diritti dell’uomo e società internazionale, Milano, Vita e Pensiero, 1983.

— Disarmo o sterminio? L’umanità al bivio del 2000, Milano, Mazzotta, 1983.

— «Se vuoi Ia pace prepara la pace. Nord e sud / armi e fame», Atti del con-vegno nazionale, in Testimonianze, 253-255, XXVI, 1983.

— «Culture della pace e della guerra» in Probkmi del socialismo, 2, 1984.

— «Pace e sicurezza. Problemi e alternative» in Problemi del socialismo, 1, 1984.

— «Se vuoi la pace prepara la pace. Disarmo, diritti umani, autodetermina-zione dei popoli», Atti del Convegno nazionale, in Testimonianze, 264-266,XXVII, 1984.

— Politica e guerra indissolubili?, Atti del Convegno «Bozze 84» di Modena, inBozze, 1-2, VIII, 1985.

— Scienza, armi e disarmo. Quarant’anni dopo Hiroshima, Bari, Dedalo, 1986.

— «Se vuoi la pace prepara la pace. Continenti e popoli oltre i blocchi», Attidel Convegno nazionale, in Testimonianze, 282-284, XXIX, 1986.

— Conflitti, sicurezza, negoziati, Roma, La Nuova Italia Scientifica, 1987.

— «Se vuoi la pace prepara la pace. Dall’Atlantico agli Urali per un’Europa dipace», Atti del Convegno nazionale, in Testimonianze, 294-295, XXX, 1987.

— «Trent’anni dopo: la sinistra e l’Europa» in Democrazia e diritto, 4-5, XXVII,1987.

— «Se vuoi la pace prepara la pace. La sfida delle città», Atti del Convegnonazionale, in Testimonianze, 304-306, XXXI, 1988.

Agazzi A., Serio G. e Ravaglioli F., Educazione ala pace, Roma, Città Nuova,1982.

Armao F., «Quale pacifismo» in Teoria politica, 3, II, 1986.

Attinà F., «Note sul controllo degli armamenti nell’area nucleare» in Il Politico2, XXXVI, 1971.

— «Limited War» in Peace Research Reviews, 5, V, 1974.

— «The Arms Race: An Integrated Analytical Model and a Simulation De-sign» in Bunge M., Galtung J. e Malitza M. (a cura di), Mathematical Ap-proaches to International Relations, Bucharest, Romanian Academy of Socialand Political Sciences, 1977.

— «Le scienze politiche e sociali e le ricerche sulla pace» in Gori U. (a cura di),Natura e orientamenti delle ricerche sulla pace, Milano, F. Angeli, 1979b.

Atzeni F., «Aldo Capitivi: apostolo della nonviolenza» in Progetto pace, 2, III,1987.

Page 250: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

240 Appendice bibliografica

Baget-Bozzo G., «La guerra nel luogo della morale» in Jean C. (a cura di), Laguerra nel pensiero politico, Milano, F. Angeli, 1987.

Balducci E., «La libertà e i missili» in Critica marxista, 1-2, XXII, 1984.

— «Il cristianesimo e la guerra: la fine di un equivoco» in Testimonianze, 292,XXX, 1987.

Balducci E. e Grassi L. (a cura di), La pace. Realismo di un’utopia. Testi e docu-menti, Milano, Principato, 1986.

Baracca A., «Guerre Stellari: l’impero colpisce ancora?» in Il Ponte, 3, XLI,1985.

Baroncelli F. e Pasini M. (a cura di), I filosofi e la pace, Atti del V Convegno trastudiosi di filosofia morale in memoria di Romeo Crippa, Genova,ECIG, 1987.

Barrera P. e Pianta M., «Movimenti per la pace e alternative di difesa in Eu-ropa» in Problemi del socialismo, 1, 1984.

Battistelli F., «Il problema della guerra dalla filosofia della storia alla socio-Iogia: Claude-Henri de Saint-Simon» in Rassegna italiana di sociologia, 4,XXVII, 1986.

Bellini N. e Bianchi P., «La teoria economica della guerra» in Jean C. (a curadi), La guerra nel pensiero politico, Milano, F. Angeli, 1987.

Beppi N., «Un ruolo europeo per la pace: esperienze e prospettive» in Progettopace, 2, III, 1987.

Berezin M., «Stampa e terrorismo internazionale: il dirottamento dell’AchilleLauro» in Polis, 1, III, 1989.

Bettini E., Il trattato contro la proliferazione nucleare, Bologna, Il Mulino, 1968.

Bobbío N., «II conflitto termonucleare e Ie tradizionali giustificazioni dellaguerra» in Il Verri, 6, VII, 1962 [rist. in Di Salvo T., Temi e problemi dellacultura d’oggi. Materiali per il lavoro interdisciplinare, Firenze, Sansoni, 1970 e inBobbio N., Il Terzo assente, Torino, Edizioni Sonda, 1989].

— «Diritto e guerra» in Rivista di filosofia, 1, LVI, 1965 [rist. in Bobbio N.,Il problema della guerra e le vie della pace, Bologna, il Mulino, 1984].

— «Il problema della guerra e le vie della pace» in Nuovi Argomenti, 3, 4, I(nuova serie), 1966 [rist. in Bobbio N., Il problema della guerra e le vie dellapace, Bologna, Il Mulino, 1984].

— «Esquisse d’une théorie sur les rapports entre guerre et droit» in AA.VV.,La guerre et ses théories, Paris, PUF, 1970.

— «L’idea della pace e il pacifismo» in Il Politico, 2, XL, 1975 [rist. in Gori U.(a cura di), Natura e orientamenti delle ricerche sulla pace, Milano, F. Angeli,1979, e in Bobbio N., Il problema della guerra e le vie della pace, Bologna, IlMulino, 1984].

Page 251: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

1.3. Pacifismo e bellicosità nel sistema internazionale 241

— «Pace», «Pacifismo» in Bobbio N. e Matteucci N. (a cura di), Dizionario dipolitica, Torino, UTET, 1976.

— «Tra guerra e pace. Tra realismo dei blocchi e autodeterminazione dei po-poli» in Unità proletaria, 1-2, VIII, 1982.

— «Etica della potenza ed etica del dialogo» in Vita e Pensiero, 3, LXVI, 1983.

— «La morale e la guerra» in AA.VV., Per una cultura di pace. Il problema dellaviolenza e la ricerca della pace. Usmate, Stampa Ba.Ia., 1983.

— «Pace», «Pacifismo» in Bobbio N., Matteucci N. e Pasquino G. (a cura di),Dizionario di politica, Torino, UTET, 19832.

— «L’equilibrio del terrore» in Problemi del socialismo, 2, 1984.

— Il problema della guerra e le vie della pace, Bologna, Il Mulino, 1984.

— Il Terzo assente, Torino, Edizioni Sonda, 1989.

Bonanate L., La politica della dissuasione. La guerra nella politica mondiale, Torino,Giappichelli, 1971.

— «Dimensioni del terrorismo politico» in Bonanate L. (a cura di), Dimen-sioni del terrorismo politico. Aspetti interni e internazionali, politici e giuridici,Milano, F. Angeli, 1979c.

— «Terrorism and International Political Analysis» in T errorism: AnInternational Puntai’, 1-2, III, 1979e.

— «Il sistema internazionale e la pace» in Pasquino G. (a cura di), Teoria eprassi delle relazioni internazionali, Napoli, Liguori, 1981c [rist. in BonanateL., Né guerra né pace, Milano, F. Angeli, 1987].

— «Il terrorismo internazionale: realtà e miti di un fenomeno a più varianti»in Politica internazionale, 11-12, IX, 1981d.

— «Que savons-nous des guerres?» in Comprendre, 47-48, 1984d [rist. in Bo-nanate L., Né guerra né pace, Milano, F. Angeli, 1987].

— «Il sistema internazionale tra “guerra fredda” e “dissuasione”» in CortesiL. (a cura di), Guerra e pace nel mondo contemporaneo, Napoli, Istituto Uni-versitario Orientale, 1985c [rist. in Bonanate L., Né guerra né pace, Milano,F. Angeli, 1987].

— «Le forme della guerra: dalle armi convenzionali all’equilibro del terrore»in Tranfaglia N. e Firpo M. (a cura di), La storia, vol. IX, Torino, UTET,1986e [rist. in Bonanate L., Né guerra né pace, Milano, F. Angeli 1987].

— «Le sfide e i misteri del terrorismo» in Relazioni internazionali, 1, L, 1986f.

— «Il terrorismo internazionale» in I problemi di Ulisse, 101, XL, 1986g.

— «Verso una teoria della pace giusta», in La Nottola, 1-2, 1986h.

— «Che cosa sappiamo della pace?» in Baroncelli F. e Pasini M. (a cura di), Ifilosofi della pace, Genova, ECIG, 1987e.

Page 252: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

242 Appendice bibliografica

— «Guerra e ideologia. LI posto della guerra nel pensiero liberal-democratico»in Jean C. (a cura di), La guerra nel pensiero politico, Milano, F. Angeli, 1987f.

— «Guerra e pace», in Bravo G.M. e Rota Ghibaudi S. (a cura di), Il pensieropolitico contemporaneo, vol. 2, Milano, F. Angeli, 1987g [rist. in Bonanate L.,Guerra e pace. Dal progresso come promessa di pace al progresso come minaccia didistruzione, Milano, F. Angeli, 1987].

— Né guerra né pace, Milano, F. Angeli, 1987h.— «Il terrorismo internazionale come arma anti-sistema» in Politica interna-

zionale, 5, XV, 1987i.— «Terrorismo e relazioni internazionali» in Annali 80, Dipartimento di

Studi politici dell’Università di Catania, Acireale, Galatea Editrice, 1988.— «Che cosa insegnano i 25 anni di terrorismo» in Relazioni internazionali, 3,

LII, 1988.— «Né pace né guerra: Gerusalemme» in Testimonianze, 304-306, XXXI, 1988.— «Né guerra né pace?» in Bonanate L. (a cura di), Il futuro della pace e la

violenza del futuro, Lugano, Edizioni città di Lugano, 1989.— (a cura di), La guerra nella società contemporanea, Milano, Principato, 1976e.— (a cura di), Dimensioni del terrorismo politico. Aspetti interni e internazionali,

politici e giuridici, Milano, F. Angeli, 1979f.— (a cura di), La violenza politica nel mondo contemporaneo, Milano, F. Angeli,

1979g.— (a cura di), Il futuro della pace e la violenza del futuro, Lugano, Edizioni città di

Lugano, 1989.Bozzo L., «Ricerche sulla pace e ricerche sulla guerra» in Progetto pace, 1, II,

1986.Bozzo L. e Delli Zotti G., «Un modello alternativo di difesa? Il dibattito ita-

liano e le proposte di Galtung», in Progetto pace, 1, III, 1987.Buttiglione R., «Guerra e politica nel pensiero cattolico moderno. Un

approccio cristiano al rapporto tra politica e guerra» in Jean C., (a curadi), La guerra nel pensiero politico, Milano, 1987.

Buzzati Traverso A., La morte nucleare in Italia, Bari, Laterza, 1982.Cacciari M., Donà M. e Gasparotti R., «Se è pensabile la pace» in Jean C. (a

cura di), La guerra nel pensiero politico, Milano, F. Angeli, 1987.Calchi Novati G., Neutralismo e guerra fredda, Milano, Comunità, 1963.— Nord/Sud. Due mondi per un mondo possibile, San Domenico di Fiesole, Edi-

zioni cultura della pace, 1987.Caracciolo di San Vito R., Discorsi sul disarmo, Milano, Etas Kompass, 1973.Casadio F., «Teorie e dottrine sulle cause dei conflitti» in Gori U., (a cura di),

Natura e orientamenti delle ricerche sulla pace, Milano, F. Aneli, 1979.

Page 253: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

1.3. Pacifismo e bellicosità nel sistema internazionale 243

Cassese A., Violenza e diritto nell’era nucleare, Bari, Laterza, 1986.

Cassola C., Il gigante cieco, Milano, Rizzali, 1976a.

— Ultima frontiera, Milano, Rizzali, 1976b.

— Letteratura e disarmo, Milano, Mondadori, 1978.

Cavagna A. e Mattai G. (a cura di), Il disarmo e la pace, Bologna, Edizioni De-honiane, 1982.

Ceola P., La Nuova destra e la guerra contemporanea, Milano, F. Angeli, 1987.Cerutti F., «Ragione, guerra, futuro» in Critica marxista, 4, XXI, 1983.

Chiavacci E., «Il cristianesimo e la guerra» in Cortesi L. (a cura di), Guerra epace nel mondo contemporaneo, Napoli, Istituto Universitario Orientale, 1985.

Clementi F. e Giovannini F., «Pacifismo e sovranità», CRS materiali/atti I,supplemento a Democrazia e diritto, 3, XXIV, 1984.

Cortesi L., Storia e catastrofe. Considerazioni sul rischio nucleare, Napoli, Liguori,1984.

— «Il socialismo e la guerra. Dal socialismo premarxiano alla Prima Interna-zionale» in Cortesi L. (a cura di), Guerra e pace nel mondo contemporaneo,Napoli, Istituto Universitario Orientale, 1985a.

— (a cura di), Guerra e pace nel mondo contemporaneo, Napoli, Istituto Uni-versitario Orientale, 1985b.

— (a cura di), Democrazia, rischio nucleare, movimenti per la pace, Napoli, Liguori,1989.

Cotta S., «La question nucléaire et Pordonnancement juridique iriternational»in AA.VV., La guerre et ses théories, Paris, PUF, 1970.

— «Guerra e diritto a confronto» in Jean C. (a cura di) La guerra nel pensieropolitico, Milano, F. Angeli, 1987.

Curi U., Pensare la guerra. Per una cultura della pace, Bari, Dedalo, 1985.

— (a cura di), Della guerra, Venezia, Arsenale, 1982.

Curi U. e Stragà A., «Riflessioni sulla concezione marxista del rapportopolitica- guerra » in Jean C. (a cura di), La guerra nel pensiero politico, Milano,F. Angeli, 1987.

— «Pace/guerra» in Zaccaria G. (a cura di), Lessico della politica, Roma, Edi-zioni Lavoro, 1987.

D’Orsi A., «Introduzione al pacifismo» in Trimestre, 1-2, X, 1977.

Drago A., «Rischio nucleare e ricerca scientifica» in Cortesi L. (a cura di),Guerra e pace nel mondo contemporaneo, Napoli, Istituto UniversitarioOrientale, 1985.

Drago A. e Salio G., (a cura di), Scienza e guerra. I fisici contro la guerra nucleare,Torino, Edizioni Gruppo Abele, 1983.

Page 254: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

244 Appendice bibliografica

Falcione R., «Politica e guerra da Clausewitz ad Aron» in Il Mulino, 294,XXXIII, 1984.

Ferraro G., (a cura di), Scienza e disarmo, Bari, Dedalo, 1980.Florio F., «Il contributo del diritto internazionale alle ricerche sulla pace» in

Progetto pace, 1, I, 1985.

Fornari F., Psicanalisi della guerra atomica, Milano, Comunità, 1964.

— Psicanalisi della guerra, Milano Feltrinelli, 1970a.

— Psicanalisi della situazione atomica, Milano, Rizzoli, 1970b.

— «L’atomica e l’etica della specie» in Critica marxista, 1-2, XXII, 1984.— «Psicanalisi della guerra» in Progetto pace, 1, I, 1985.

— (a cura di), Dissacrazione della guerra, Milano, Feltrinelli, 1969.

Fossati F., «Sviluppo e dibattiti nella P.R. attraverso le conferenze dell’IPRA»in Progetto pace, 1, II, 1986.

— «Il rapporto pace/disarmo/sviluppo» in Progetto pace, 2, III, 1987.Frega S., «Etica e politica internazionale. Falchi, colombe e civette» in Rela-

zioni internazionali, 2, LII, 1988.

Galli C., «Etologia e sociobiologia della guerra» in Il Mulino, 294, XXXIII,1984.

Gallo D., «Costituzione italiana e movimento per la pace» in Questione giu-stizia, 2, 1983.

Gambino A., Vivere con la bomba. La logica nucleare da Hiroshima alle guerrestellari, Bari, Laterza, 1986.

Geuna M. e Giacotto P., «Le relazioni tra gli stati e il problema della pace:alcuni modelli teorici da Hobbes a Kant» in Comunità 187, XXXIX, 1985.

Gori U., «Istituzioni scientifiche per lo studio dei problemi della pace» inTentori M. (a cura di), Educazione alla pace, Roma, Studium, 1970f.

— «Origini e sviluppo delle ricerche sulla pace» in Gori U. (a cura di), Naturae orientamenti delle ricerche sulla pace, Milano, F. Angeli, 1979a.

— «Ricerche sulla pace e obiettivi per il futuro» in Progetto pace, 1, I, 1985.— «La violenza nelle relazioni internazionali» in Progetto pace, 1, III, 1987

[rist. in Jean C. (a cura di), La guerra nel pensiero politico, Milano, F. Angeli,1987].

— (a cura di), Natura e orientamenti delle ricerche sulla pace, Milano, F. Angeli,1979b.

Grandi B., «Coesistenza pacifica e diritto internazionale» in Democrazia e di-ritto, 6, XX, 1980.

Ilari V., L’interpretazione storica del diritto di guerra fra tradizione romanistica egiusnaturalismo, Milano, Giuffrè, 1981.

Page 255: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

1.3. Pacifismo e bellicosità nel sistema internazionale 245

— «Storia politica del movimento pacifista in Italia (1949-1985)» in Jean C.(a cura di), Sicurezza e difesa. Fattori interni e internazionali, Milano, F. Angeli,1986.

IPRI, I movimenti per la pace, vol 1: Le ragioni e il futuro, vol 2: Gli attori principali,Torino, Edizioni Gruppo Abele, 1986.

Isernia P., «I movimenti per la pace: una realtà in divenire» in Il Mulino, 286,XXXII, 1983.

— «I nuovi idealisti. Una rassegna critica del “World Order ModelsProject”» in Teoria politica, 3, I, 1985.

Jean C. (a cura di), La guerra nel pensiero politico, Milano, F. Angeli, 1987.Levi F., «Guerra» in Tranfaglia N. (a cura di), Il mondo contemporaneo, X, Gli

strumenti della ricerca, 1, Firenze, La Nuova Italia, 1981.— «La guerra e la pace. Una lettura della tradizione del movimento operaio»

in Rivista di storia contemporanea, 1, XVI, 1987.Levi L. (a cura di), L’unificazione europea, Torino, SEI, 1979.Levi L. e Pistone S. (a cura di), Trent’anni di vita del movimento federalista europeo,

Milano, F. Angeli, 1973.Magni F. e Vaccaro S. (a cura di), Oltre la pace. Saggi di critica al complesso

politico-militare, Milano, F. Angeli, 1987.Malandrino C. (a cura di), Pace e guerra nella storia del socialismo internazionale,

Torino, Tirrenía Stampatori, 1984.Mazzocchi G. (a cura di), Armi e disarmo oggi. Problemi morali, economici e

strategici, Milano, Vita e Pensiero, 1983.Mercadante F., «Discorsi sulla guerra: da C. Schmitt a A. Glucksmann» in

Cahiers Vilfredo Pareto, 43-44, XVI, 1978.Miglio G., «Guerra, pace, diritto. Una ipotesi generale sulle regolarità del

ciclo politico» in Curi U. (a cura di), Della guerra, Venezia, Arsenale, 1982.Monteleone R., «Guerra e pace nel movimento operaio internazionale» in Reberschak

M. (a cura di), Non-violenza e pacifismo, Milano, F. Angeli, 1988.Morante E., Pro e contro la bomba atomica, Milano, Adelphi, 1987. Mori M., La

ragione delle armi, Milano, Il Saggiatore, 1984.— «La pace e la ragione» in Teoria politica, 2, II, 1986.Nevola G., «Quale morale per la guerra. Il contributo di Michael Walzer» in

Il Mulino, 317, XXXVII, 1988.Notarrigo S., «Finita la deterrenza fa paura l’equilibrio» in Bozze, 1, VII, 1984.Onorato P., «Sulle cause politiche della guerra» in Testimonianze, 291, XXX,

1987.Orfei R., «Proliferazione atomica e governabilità del mondo» in Politica inter-

nazionale, 11, VIII, 1980.

Page 256: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

246 Appendice bibliografica

— Pace fra missili e fame, Napoli, Edizioni Dehoniane, 1983.— «Le incognite dell’innovazione tecnologica nelle relazioni internazionali» in

Politica internazionale, 7-8, XIII, 1985.— «Disarmo globale e responsabilità delle grandi potenze» in Politica interna-

zionale, 10, XIV, 1986.

Paggi L. e Pinzauti P., «Pace e sicurezza: due culture a confronto» in Problemidel socialismo, 2, 1984.

Panebianco A., «Introduzione» in Gilpin R., Guerra e mutamento nella politicainternazionale, Bologna, Il Mulino, 1989.

Papisca A., «Diritti umani e ordine internazionale» in Vita e Pensiero, 7-8, LXV,1982.

— «I diritti umani nella politica internazionale» in Corradini L., Pieretti A. eSerio G. (a cura di), I diritti umani. Presente e futuro dell’uomo, Cosenza,Pellegrini, 1985.

Pasquinelli C., «Perché le guerre hanno consenso?» in Problemi del socialismo,2, 1984.

Pasquino G., «Introduzione» in Sharp G., Verso un’Europa inconquistabile, To-rino, Edizioni Gruppo Abele, 1989.

Peccei A., «Un modello matematico per la previsione dei futuri nel mondo»in Futuribili, 33, 1971.

Pistone S., (a cura di), L’Italia e l’unità europea, Torino, Loescher, 1982.

Pontara G., «La ricerca interdisciplinare e multidisciplinare sulla pace» inFornari F. (a cura di), Dissacrazione della guerra, Milano, Feltrinelli, 1969.

— «Nonviolenza», «Pace, ricerca scientifica sulla» in Bobbio N., MatteucciN. e Pasquino G. (a cura di), Dizionario di politica, Torino, UTET, 19832.

— «Neocontrattualismo, socialismo e giustizia internazionale» in Bobbio N.,Pontara G. e Veca S., Crisi della democrazia e neocontrattualismo, Roma,Editori Riuniti, 1984.

Portinaro P.P., La crisi del ius publicum Europaeum, Milano, Comunità, 1982.— «La concezione della guerra nel pensiero politico moderno» in Jean C. (a

cura di), La guerra nel pensiero politico, Milano, F. Angeli, 1987.Procacci G., Premi Nobel per la pace e guerre mondiali, Milano, Feltrinelli, 1989.Rigobello A., «Comunione ed estraneità nella nozione di pace» in Criticamarxista, 1-2, XXII, 1984.

Rizzo A., Guerra e pace nel duemila, Bari, Laterza, 1987.

Saccardi S., «Pacifismo, diritti umani, democrazia: un dibattito degli anni Ot-tanta» in Testimonianze, 311, XXXII, 1989.

Santoro C.M., «La guerra possibile» in Curi U. (a cura di), Della guerra, Ve-nezia, Arsenale, 1982d.

Page 257: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

1.4. Problemi strategici, sociologia e storia militare 247

— «Politica e guerra nel pensiero di Raymond Aron» in Politica internazionale,7, XII, 1984b.

— «Il sistema di guerra. Teoria e strategia del bipolarismo» in Il Mulino, 294,XXXIII, 1984c [rist. in Bonanate L. e Santoro C.M. (a cura di), Teoria eanalisi nelle relazioni internazionali, Bologna, Il Mulino, 1986].

Sassanelli G., «Aggressività e guerra alla luce della psicanalisi» in Cortesi L. (acura di), Guerra e pace nel mondo contemporaneo, Napoli, Istituto UniversitarioOrientale, 1985.

Savarese R., «I quotidiani, le armi, la pace» in Il Ponte, 1, XLV, 1989.

Scarduelli P., «La guerra nelle società primitive: una prospettiva evoluzioni-stica» in Rassegna italiana di sociologia, 3, XXIV, 1983.

Senese S., «Il diritto dei popoli: un nuovo diritto per la pace» in Problemi delsocialismo, 2, 1984.

Silvestrini V., Storia della terza guerra mondiale, Napoli, Liguori, 1982. Strada V.,«Guerra e pace» in Critica marxista, 1-2, XXII, 1984. Stragà A. «Gramsci ela guerra» in Il centauro, 10, 1984.

— «Il problema della guerra e Ia strategia della pace» in Critica marxista, 3,XXII, 1984.

Surdi M., «I confini del politico. Note su politico e guerra in Carl Schmitt» inRivista internazionale di filosofia del diritto, LVI, 1979.

Tabboni S., «Violenza e pacifismo, cultura e civilizzazione in Norbert Elias»in 11 Mulino, 323, XXXVIII, 1989.

Tentori M. (a cura di), Educazione alla pace, Roma, Studium, 1970.

Zadra R., «Il movimento per la pace fra autocritica e nuovi obiettivi» in Poli-tica internazionale, 1, XV, 1987.

Zerbino E., «Che cosa dice la psicanalisi del sistema di guerra. Il nesso psi-chico tra politica e guerra» in Bozze, 6, VIII, 1985.

Zizola G., «La bomba e il Vangelo. Tra profezia e diplomazia» in Problemi delsocialismo, 2, 1984.

— «L’uso politico della fede. La religione nel sistema di guerra» in Bozze, 6,VIII, 1985.

1.4. Problemi strategici, sociologia e storia militare

AA.VV., L’Alleanza atlantica e la difesa dell’Europa, Roma, Editrice Europea,1978.

— La sicurezza dell’Europa occidentale, Roma, Editrice Europea, 19806.

— Equilibri strategici e futuro della distensione, Roma, Editrice Europea, 1981.

Page 258: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

248 Appendice bibliografica

— Dossier euromissili. Riarmo e sicurezza europea, Bari, De Donato, 1982.— Gli euromissili e la difesa dell’Europa, Roma, Editrice Europea, 1983.— Iniziativa di difesa strategica e sicurezza dell’Europa, Roma, Editrice Europea,

1987.Accame F., «Le funzioni “di pace” dell’istituto militare e la concezione

transazionale di strategia» in Gori U. (a cura di), Natura e orientamenti dellericerche sulla pace, Milano, F. Angeli, 1979.

Agnoletti E.E., «L’Italia nel Mediterraneo: la difficile costruzione di una poli-tica coerente» in Politica internazionale, 1, XIV, 1986.

Aiello S. e Gaja G. (a cura di), Le armi chimiche. Aspetti tecnici, politici e giuridici,Roma, La Nuova Italia Scientifica, 1987.

Aliboni R., «The Strategic and Regional Balance in the Midclle East and theRed Sea Region» in Lo spettatore internazionale, 3, XV, 1980.

— «Economia e sicurezza nelle prospettive dell’alleanza occidentale» inPolitica internazionale, 12, XVI, 1988.

Aliboni R., Cremasco M., Gusmaroli F. e Silvestri S., «Defense Policy andDefense Expenditure Decision-Making» in Lo spettatore internazionale, 2,XV, 1980.

Archivio disarmo e Unione degli scienziati per il disarmo (a cura di), Rapportosugli armamenti, Bari, De Donato, 1983.

— Rapporto SIPRI sugli armamenti. L’equilibrio del terrore, Bari, Dedalo, 1984.— Rapporto SIPRI Armamenti e disarmo oggi, Bari, Dedalo, 1985.Ardigò A., «Difesa militare e Welfare State alle soglie del Duemila» in Jean C.

(a cura di), La guerra nel pensiero politico, Milano, F. Angeli, 1987.Armani P., «Le spese militari italiane: un bilancio quasi assistenziale» in il

Mulino, 211, XIX, 1970.Baget-Bozzo G., «Strategia e questione nazionale» in Jean C. (a cura di), Il

pensiero strategico, Milano, F. Angeli, 1985.Baroni P., Obiettivo Mediterraneo, Trento, Reverdito, 1989.Battistelli F., Armi: nuovo modello di sviluppo? L’industria militare in Italia, Torino,

Einaudi, 1980.— «Sociologia della corsa agli armamenti. Teoria e pratica del riarmo negli

anni ‘80» in Il Mulino, 286, XXXII, 1983.— Armi e armamenti. Dagli esplosivi alle testate nucleari. Una possibile strategia di

pace, Roma, Editori Riuniti, 1985.Battistelli F. e Devoto G.L., «Italian Military Policy and the Arms Industry»

in Lo spettatore internazionale, 3-4, IX, 1974.Battistelli F. e Gusmaroli F. (a cura di), Eserciti e distensioni in Europa. Il nego-

ziato est-ovest sulla riduzione delle forze, Bologna, Il Mulino, 1974.

Page 259: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

1.4. Problemi strategici, sociologia e storia militare 249

Benedetti A., «Il futuro delle forze militari nel mondo» in Il Politico, 3,XXXIX, 1974.

— «Il potere sul mare. Note in margine al congresso dell’Istituto internazio-nale di studi strategici» in Il Politico, 1, XLI, 1976.

Bonanate L. e Santoro C.M., «Il sistema bipolare come sistema di guerra: lalogica del regime di deterrenza nucleare» in Jean C. (a cura di), Sicurezza edifesa, Milano, F. Angeli, 1986.

Bozzo L., «La teoria della deterrenza» in Jean C. (a cura di), Il pensiero strate-gico, Milano, F. Angeli, 1985.

— «Strategie del sapere e decisione strategica» in Jean C. (a cura dí), Sicurezzae difesa. Fattori interni e internazionali, Milano, F. Angeli, 1986.

Caforio G., «Studi di sociologia militare» in Centro interuniversitario di studie ricerche storico-militari (a cura di), La storiografia militare italiana negliultimi vent’anni, Milano, F. Angeli, 1985.

Calchi Novati G., «Interdipendenza e periferizzazione dei conflitti» in Giano,1, I, 1989.

Caligaris L., «Itaiian Defense Policy, Problems and Prospects» in Survival, 2,XXV, 1983.

«Gli studi strategici in Italia: un punto di vista eterodosso» in II Mulino, 293,XXXIII, 1984.

«L’ipotesi della guerra» in Progetto pace, 1, I, 1985.— «Possible Scenarios for an Italian Rapid Deployment Force» in Lo spetta-

tore internazionale, 3-4, XX, 1985.— «La direzione militare. I servizi di informazione» in Caligaris L. e Santoro

C.M., Obiettivo difesa, Bologna, II Mulino, 1986.— «La direzione politico-strategica» in Caligaris L. e Santoro C.M., Obiettivo

difesa, Bologna, Il Mulino, 1986.— «Il modello di sicurezza Italia» in I problemi di Ulisse, 101, XL, 1986.— «Sicurezza e strategia nel negoziato USA-URSS» in Relazioni internazionali,

1, L, 1986.— «Coupling & decoupling. Una brigata franco-tedesca non fa primavera» in

Relazioni internazionali, 2, LII, 1988.— Evoluzione della dottrina militare sovietica, Quaderni dell’ISPI, n. 5, Milano,

ISPI, 1988.— (a cura di), La sicurezza dell’Europa: retorica e realtà, Bologna, Il Mulino, 1984.Caligaris L. e Cremasco M., Italian Rapid Intervention Force, Roma, Istituto

Affari Internazionali, 1985.Caligaris L. e Santoro C.M., Obiettivo difesa. Strategia, direzione politica, comando

operativo, Bologna, Il Mulino, 1986.

Page 260: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

250 Appendice bibliografica

Calogero F. (a cura di), Armi strategiche e disarmo, Milano, Le Scienze, 1980.

Calogero F. e Devoto G.L. (a cura di), La proliferazione delle armi nucleari, Bo-logna, Il Mulino, 1975.

Canuto V.M., Il paradosso nucleare. Dalla Mutua Distruzione Assicurata allo ScudoSpaziale, Bologna, Il Mulino, 1989.

Capuzzo U., Dottrine strategiche a confronto, in Gori U. (a cura di), Natura eorientamenti delle ricerche sulla pace, Milano, F. Angeli, 1979.

— «Dalla strategia del conflitto alla strategia della pace» in Strategia globale, 1,1984.

— «La pace nella sicurezza: il caso della NATO» in Strategia globale, 4, 1984.

— «Tra pace e guerra. Il ruolo degli strumenti militari nei rapporti internazio-nali» in Progetto pace, 1, I, 1985.

Casadio F., Conflittualità mondiale e relazioni internazionali (1945-1982), Pa-dova, CEDAM, 1983.

Cassese A., Il caso «Achille Lauro». Terrorismo, politica e diritto nella comunitàinternazionale, Roma, Editori Riuniti, 1987.

Cavazza F.L., «Logica italiana della sicurezza» in Cavazza F.L. e GraubardS. (a cura di), Il caso italiano, Milano, Garzanti, 1974.

Cecchini L., «Guerra e legittimazione politica: il caso di Johnson e del Vietnam»in Il Mulino, 299, XXXIV, 1985.

Celletti E, La lancia e lo scudo. Missili e antimissili, Bologna, Il Mulino, 1970.

— Tra l’orso e la tigre: dottrina, strategia e politica militare cinese, Milano, F.Angeli, 1976.

Cesa M., «Dottrine strategiche e “scudo spaziale”» in Il Mulino, 312, XXXVI,1986.

— «La sicurezza europea: il caso della CSCE» in Progetto pace, 1, III, 1987.

— La politica delle superpotenze nel Mediterraneo: implicazioni per la sicurezzaeuropea, Quaderni dell’ISPI n. 9, Milano, ISPI, 1988.

CESPI, Dossier euromissili. Riarmo e sicurezza europea, Bari, De Donato, 1982.

CISRSM (a cura di), Bibliografia italiana di storia e studi militari 1960-1984,Milano, F. Angeli, 1984.

Clementi R., «Aspetti giuridici dell’SDI» in Progetto pace, 1, III, 1987.

Cotta-Ramusino P., «Le armi nucleari e l’Europa» in De Andreis M. (a curadi), Quale disarmo. Per una nuova politica della sicurezza, Milano, F. Angeli,1988.

Cremasco M., «The New Armaments Situation, Force Reduction and Evolu-tion of Technologies» in Lo spettatore internazionale, 7, X, 1975.

— La standardizzazione degli armamenti nella NATO, Bologna, Il Mulino, 1978.

Page 261: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

1.4. Problemi strategici, sociologia e storia militare 251

— «NATO’s Southern Flank in the East-West Balance» in Lo spettatore inter-nazionale, 1, XIV, 1979.

— «The Mediterranean, the Atlantic and the Indian Ocean: A Difficult Stra-tegie Equation» in Lo spettatore internazionale, 1, XV, 1980.

— «Politica! and Military Aspects of the Madrid Conference» in Lo spettatoreinternazionale, 4, XV, 1980.

— «The Middle East Arms Industry: Attempts at Regional Cooperation» inLo spettatore internazionale, 4, XVI, 1981.

— «A New Mode! of Defense for Italy» in Lo spettatore internazionale, 3, XVII,1982.

— «Evoluzione geostrategica e interessi nazionali all’interno della NATO» inPolitica internazionale, 9, XI, 1983.

— La pace dal terrore al disarmo, Roma, Adn Kronos, 1983.

— «The Strategie Importance of Relations between Turkey and theEuropean Community» in Lo spettatore internazionale, 1-2, XVIII, 1983.

— «Le forniture militari e la gestione dei conflitti» in Politica internazionale, 4,XII, 1984.

— «The Political Debate on the Development of Euromissiles: Italy» in Lospettatore internazionale, 2, XIX, 1984.

— «An Italian Rapid Intervention Force: The Geopolitical Context» in Lospettatore internazionale, 2, XX, 1985.

— «La politica militare italiana nel Mediterraneo» in IPALMO, La lezion4 delLibano. La missione della forza multinazionale e la politica italiana, Milano, F.Angeli, 1985.

— «Il quadro strategico-militare» in I problemi di Ulisse, 101, XL, 1986a.

— (a cura di) Lo strumento militare italiano. Problemi e prospettive, Milano, F.Angeli, 1986b.

Cremasco M. e Luciani G., «The Mediterranean Dimension of Italy’sForeign and Security Policy» in Lo spettatore internazionale, 1, XX, 1985.

Cremasco M. e Silvestri S., Il fianco sud della NATO, Milano, Feltrinelli, 1980.

De Andreis M., «The Nuclear Debate in Italy» in Survival, 3, XXVIII, 1986.

— «Alcune considerazioni sui problemi difensivi italiani» in De Andreis M.(a cura di), Quale disarmo. Per una nuova politica della sicurezza, Milano, F.Angeli, 1988.

— (a cura di), Quale disarmo. Per una nuova politica della sicurezza, Milano, F.Angeli, 1988.

De Andreis M. e Miggiano P., L’Italia e la corsa al riarmo, Milano, F. Angeli,1987.

Page 262: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

252 Appendice bibliografica

Devoto G.L., «Italy’s Military Industry» in Lo spettatore internazionale, 3-4, V,1970.

— «Italy’s Armament Program and Nuclear Proliferation» in Lo spettatore in-ternazionale, 4, X, 1975.

«Corsa agli armamenti e equilibri strategici» in Politica internazionale, 6, X, 1982.

— «The Evolution of NATO Doctrine: Toward Abandonment of FlexibleResponse?» in Lo spettatore internazionale, 1, XIX, 1984.

«Contrattualismo e unilateralismo in una prospettiva di disarmo» in De An-dreis M. (a cura di), Quale disarmo. Per una nuova politica della sicurezza,Milano, F. Angeli, 1988.

Di Pasquantonio F., La bomba al neutrone. Conseguenze biologiche, politiche emilitari, Milano, Teti, 1980.

Ducci R., «Tentativi e speranze di una forza di dissuasione europea» in Affariesteri, 52, XIII, 1981.

Ferrari G., Le guerre stellari, Roma, Editori Riuniti, 1986.

Fieschi R., «Il dibattito contemporaneo sugli armamenti nucleari» in Criticamarxista, 5, XX, 1982.

— Scienza e guerra, Roma, Editori Riuniti, 1987.

Frega S., «Strategia della deterrenza nucleare e paradossi della “ragion pra-tica”» in Teoria politica, 1, V, 1989.

Gori U., «Scienze sociali e strategia nel mondo di oggi» in Strategia globale, 5,1985.

— «La difesa europea: problemi e prospettive» in Rivista italiana di scienzapolitica, 2, XVIII, 1988.

Guiscardo R., Forze armate e democrazia. Da Clausewitz all’esercito di popolo, Bari,De Donato, 1974.

Gusmaroli F., «The Organizations and Institutions of European Defense» inLo spettatore internazionale, 3, X, 1975.

— (a cura di), La tensione nel mondo, Rassegna strategica 1972 dell’Interna-donai Institute for Strategie Studies, Bologna, II Mulino, 1973.

— (a cura di), I Sì e i No della Difesa Europea, Bologna, Il Mulino, 1974.

Ilari V., «Il problema epistemologico delle scienze militari» in Strategia globale,2, 1984.

— «Strateghi laici e strategia globale» in Strategia globale, 1, 1984.

— «Verso il superamento della risposta flessibile?» in Strategia globale, 1, 1984.

— «Gli studi strategici in Italia: bilancio di un triennio (1982-1985)» in Stra-tegia globale, 5, 1985.

— «Riflessioni sulla nuova geopolitica» in Progetto pace, 1, II, 1986.

Page 263: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

1.4. Problemi strategici, sociologia e storia militare 253

— «Guerra e storiografia» in Jean C. (a cura di), La guerra nel pensiero politico,Milano, F. Angeli, 1987.

— «L’organizzazione della difesa in Italia» in Progetto pace, 1, III, 1987.

Ilari V. e Rossi S.A., «Gli studi strategico-militari in Italia. Un problema discelte metodologiche e di riorganizzazione culturale» in Politica militare, 3,IV, 1982.

Jacoviello A., «The Italian Situation and NATO» in Survival, 4, XVIII, 1976.

Jean C., «Il pensiero strategico: continuità ed evoluzione» in Jean C. (a curadi), Il pensiero strategico, Milano, F. Angeli, 1985a.

— «La forza militare nel sistema delle relazioni internazionali. Dottrine sullapace e sulla guerra» in Progetto pace, 2-3, II, 1986a.

— «Sicurezza dell’Europa e nuove tecnologie» in Jean C. (a cura di), Sicurezzae difesa. Fattori interni e internazionali, Milano, F. Angeli, 1986b.

— «Interesse nazionale e politica di sicurezza» in Jean C. (a cura di), La guerranel pensiero politico, Milano, F. Angeli, 1987.

— «Sicurezza e difesa in Italia» in Rivista italiana di scienza politica, 3, XVII,1987.

— (a cura di), Il pensiero strategico, Milano, F. Angeli, 1986b.

— (a cura di), Sicurezza e difesa. Fattori interni e internazionali, Milano, F. Angeli,1986c.

— (a cura di), La guerra nel pensiero politico, Milano, F. Angeli, 1987b.

Jean C. e Pelanda C., «L’autonomia metodologica della strategia» in Strategiaglobale, 4, 1984.

— «Scienze sociali e strategia globale» in Strategia globale, 1, 1984.

Lizzi R., «Guerra e Stato: linee evolutive» in Jean C. (a cura di), La guerra nelpensiero politico, Milano, F. Angeli, 1987.

Lombardo A., «Sistemi politici e strategia» in Jean C. (a cura di), Il pensierostrategico, Milano, F. Angeli, 1985.

Longo G., «La svolta possibile. Le vie del disarmo» in Giano, 1, I, 1989.

Massobrio G. (a cura di), Questioni della guerra. Tra politica, sociologia e diritto,Ancona, Il Lavoro editoriale, 1983.

Mazzocchi G. (a cura di), Spese militari, tecnologia e rapporti nord-sud, Milano, Vi-ta e Pensiero, 1982.

Merlini C., «Il nuovo quadro politico-strategico internazionale e la posizionedell’Europa» in Il Mulino, 320, XXXVII, 1988.

Migliavacca P., «Tra Italia e Libia una complementarietà a prova di sanzio-ni?» in Politica internazionale, 5, XIV, 1986.

Page 264: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

254 Appendice bibliografica

Miggiano P., «I sistemi di difesa di Svizzera, Austria, Jugoslavia» in De An-dreis M. (a cura di), Quale disarmo. Per una nuova politica della sicurezza,Milano, F. Angeli, 1988.

Morettini S., Scienza e terrorismo. Dall’atomica ai gas asfissianti: fisica, chimica,biologia al servizio della morte, Torino, Paravia, 1980.

Negrotti M., «Strategie ed incertezza» in Jean C. (a cura di), Il pensiero strate-gico, Milano, F. Angeli, 1985.

Nevola G. e Giorcelli G., «L’eredità del Vietnam e la teoria della guerra oggi»in Il Mulino, 305, XXXV, 1986.

ONU, FORUM per i problemi della pace e della guerra, Sicurezza globale nellaprospettiva del duemila, Atti del simposio di Firenze (9-11 dicembre 1986),Firenze, La Giuntina, 1987.

Ottolenghi A., «Simulazione di un conflitto nucleare in Europa» in De An-dreis M. (a cura di), Quale disarmo. Per una nuova politica della sicurezza,Milano, F. Angeli, 1988.

Pasquino G., «Il ruolo dei militari alla periferia del sistema bipolare» in Pa-squino G. e Zannino F. (a cura di), Il potere militare nelle società contemporanee,Bologna, Il Mulino, 1985.

Pelanda C., «Stato e guerra: elementi di modello sistemico» in Jean C. (a curadi), La guerra nel pensiero politico, Milano, F. Angeli, 1987.

Pelanda C. e Lizzi R., «Teoria dello stato e sicurezza» in Jean C. (a cura di),Sicurezza e difesa. Fattori interni e internazionali, Milano, F. Angeli, 1986.

Pinzani C., «Le armi difensive e la sicurezza a livello mondiale» in Politica in-ternazionale, 9, XIII, 1985.

— «Difesa autonoma europea e sicurezza globale» in Politica internazionale, 12,XV, 1987.

Pivetti M., Armamenti ed economia, Milano, F. Angeli, 1969a.

— «Rapporti tra spesa militare e crescita economica in Usa e Urss» in Il Mu-lino, 286, XXXII, 1983.

— «La politica di riarmo degli Stati Uniti» in Pasquino G. e Zannino F. (acura di), Il potere militare nelle società contemporanee, Bologna, Il Mulino, 1985.

— (a cura di), Armamenti o disoccupazione, Milano, F. Angeli, 1969b.

Pozzi E., Introduzione alla sociologia militare, Napoli, Liguori, 1979.

Proni R., Euromissili: la tua scelta. Guerra o pace in Europa?, Milano, SugarCo,1982.

Ragionieri R., «Minaccia, intervento e instabilità nella regione mediterranea»in Progetto pace, 2, III, 1987.

— «Prospettive per la sicurezza europea dopo gli euromissili» in Testimonia-nze, 301-302, XXXI, 1988.

Page 265: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

1.4. Problemi strategici, sociologia e storia militare 255

Ricciu F., «Dissuasione selettiva: i termini della questione» in Relazioni inter-nazionali, 2, LII, 1988.

Rizzi L., Clausewitz. L’arte militare. L’età nucleare. Logica e grammatica dellaguerra, Milano, Rizzoli, 1987.

Rochat G., Tridente A. e Genre E., Costruire la pace oggi, Torino, Claudiana,1982.

Rossi S.A., Rischio atomico ed equilibri mondiali. SALT, Euromissili, crisiafghana, Torino, SEI, 1980.

— «Il piano Kissinger per una nuova NATO: tra utopia e realtà» in Strategiaglobale, 1, 1984.

— «Scelte strategiche e opinione pubblica» in Strategia globale, 1, 1984.

— «Economia e strategia» in Jean C. (a cura di), Il pensiero strategico, Milano,F. Angeli, 1985a.

— «Il controllo sugli armamenti: Ie prospettive per il futuro» in Strategia glo-bale, 5, 1985b.

— «L’Italia e il Mediterraneo» in Affari esteri, 71, XVIII, 1986.

Rossi S.A. e Politi A., «Politica di difesa e formazione del consenso» in JeanC. (a cura di), Sicurezza e difesa. Fattori interni e internazionali, Milano, F.Angeli, 1986.

Salio G. (a cura di), Le centrali nucleari e la bomba. Un legame pericoloso, Torino,Edizioni Gruppo Abele, 1984.

Santoro C.M., «Note sulla bilancia militare est-ovest e sulla politica strategicadegli Stati Uniti» in AA.VV., Dove va l’America?, Milano, Feltrinelli, 1980c.

— «Le opzioni strategiche e il problema della sicurezza» in Politica internazionale,11-12, X, 1982c.

— «Ripensare l’impensabile?» in Teoria politica, 2, I, 1985.

— «Il dilemma strategico Asia/Pacifico» in Relazioni internazionali, 1, L, 1986d.

— «L’Italia come media potenza. La politica estera e il modello di difesa» inCaligaris L. e Santoro C.M., Obiettivo difesa, Milano F. Angeli, 1986e.

— «Modelli di sicurezza» in Rivista italiana di scienza politica, 1, XVIII, 1988.

— «La sicurezza nel Mediterraneo e il ruolo dell’Italia» in Politica internazionale,6, XVI, 1988.

Sebesta L., «“Two Scorpions in a Bottlen. Genesi di una scelta difficile: la bombaH fra strategia e politica» in Storia delle relazioni internazionali, 2, II, 1986.

Sgrena G., «L’Italia nel Mediterraneo: le iniziative del governo Craxi» in Poli-tica internazionale, 1, XIV, 1986.

SIPRI, Armamenti o disarmo?, Roma, Edizioni Amici della Terra, 1980.

Silvestri A., Le armi dell’apocalisse, Roma, Edizioni Mediterranee, 1982.

Page 266: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

256 Appendice bibliografica

Silvestri S., La sicurezza europea. Modelli di situazioni internazionali in Europa neglianni ‘70, Bologna, II Mulino, 1969.

— «NATO and the Mediterranean Situation» in Lo spettatore internazionale, 3-4, V, 1970.

— «American Military Presence in Europe» in Lo spettatore internazionale, 1,VI, 1971a.

— «Italy’ s Mediterranean Role» in Lo spettatore internazionale, 2, VII, 1972.

— «I grandi negoziati militari» in AA.VV., La pace fredda, Bologna, Il Mulino,1973.

— «The International Political System» in Lo spettatore internazionale, 3-4, IX,1974.

— «Political Scenario and Cooperation for Development» in Lo spettatore in-ternazionale, 2, IX, 1974.

— «Détente and Defense in the Mediterranean» in Lo spettatore internazionale,3, X, 1975.

— «Il sistema di sicurezza, la NATO e la posizione italiana» in Ronzitti N. (acura di), La politica italiana: autonomia, interdipendenza, integrazione e sicurezza,Milano, Comunità, 1977.

— «European Security Problems and Foreign Policy» in Lo spettatore interna-zionale, 3, XVII, 1981.

— «La SDI di Reagan» in Strategia globale, 5, 1985.

— «Controllo e gestione delle crisi nel sistema politico italiano» in Politicainternazionale, 8-9, XIV, 1986.

— (a cura di), La strategia sovietica. Teoria e pratica, Milano, F. Angeli, 1971b.

Silvestri S. e Merlini C., «Political-Military Evolution in the MediterraneanArea and the Southern European Situation» in Lo spettatore internazionale,2, X, 1975.

Silvestrini G.V., «Imminenza e consistenza del rischio nucleare» in Cortesi L.(a cura di), Guerra e pace nel mondo contemporaneo, Napoli, Istituto Uni-versitario Orientale, 1985.

Strassoldo R., Sviluppo regionale e difesa nazionale, Trieste, Lint, 1972.

— «La guerra e lo spazio. Un’analisi sociologica della geopolitica e della stra-tegia» in Jean C. (a cura di), Il pensiero strategico, Milano, F. Angeli, 1985.

Tonello F., «Note sulla strategia americana nel Mediterraneo» in Problemi delsocialismo, 1, 1984.

Toniatti R., «Organizzazione costituzionale di governo e strategia» in Jean C.(a cura di), Il pensiero strategico, Milano, F. Angeli, 1985.

USPID, «Dossier sulle attività militari nello spazio» in Scienza ed Esperienze,16, 1984.

Page 267: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

1.4. Problemi strategici, sociologia e storia militare 257

Vannicelli P., Italy, NATO and the European Community: the Intesplay of ForeignPolicy and Domestic Politics, Cambridge (Mass.), Harvard University Press,1974.

Vellano R., «Deterrenza e difesa nell’era nucleare: il caso della Strategie De-fense Initiative» in Bonanate L., Caffarena A. e Velano R., Dopo l’anarchia,Milano, F. Angeli, 1989.

Vicario M.C., «Le garanzie incrociate della difficile neutralità di Malta» in Po-litica internazionale, 1, XV, 1987.

Visani P., «Gli europei e la SDI» in Strategia globale, 5, 1985.

Page 268: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,
Page 269: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

2. Storia delle relazioni internazionali e storia internazionale

Ennio Di Nolfo

2.1. Fino al 1815

AA.VV., Studi napoleonici, Atti del primo e secondo congresso internazionale(Portoferraio, 3-7 maggio 1962; 3-6 maggio 1965), Firenze, Olschki,1969.

— Da Maria Teresa a Giuseppe II, Gorizia, il Litorale, l’Impero, Atti del XIVincontro culturale mitteleuropeo (Gorizia, novembre 1980), Udine, Artigrafiche friulane, 1981.

— Il risveglio delle nazionalità nel periodo napoleonico, Atti del convegno in-ternazionale organizzato dal Centro nazionale di studi napoleonici e distoria dell’Elba e dalla Società toscana per la storia del Risorgimento(Portoferraio, 12-13 settembre 1981), Pisa, Giardini, 1982.

— America Latina: dallo Stato coloniale allo Stato nazione (1750-1940), Milano, F.Angeli, 1987.

Aceto G., Della Sicilia e dei suoi rapporti con l’Inghilterra nell’epoca della Costituzionedel 1812, Palermo, Regione Siciliana, 1970.

Agnoli F.M., Gli insorgenti, Trento, Reverdito, 1988.

Alatri P., L’Europa delle successioni, Palermo, Sellerio, 1989.

Ambrosini F., Paesi e mari ignoti. America e colonialismo europeo nella culturaveneziana (secoli XVI-XVII), Venezia, Deputazione di storia patria, 1982.

Baudi Di Vesme C., «La pace di Aquisgrana (1748). Una pagina di storiadelle relazioni internazionali. I problemi politici ed economici non risoltial momento della pace: come si giunse ad una sistemazione (1748-1763)»in Bollettino storico bibliografico subalpino, LXVI, 1969.

Bédarida H., Parma e la Francia (1748-1789), Milano, Franco Maria Ricci,1985. Bonazzi T., America-Europa: la circolazione delle idee, Bologna, IIMulino, 1976.

— (a cura di), La rivoluzione americana, Bologna, II Mulino, 1986.

Bongiovanni B. e Guerci L., (a cura di), L’albero della Rivoluzione. Le interpre-tazioni della Rivoluzione Francese, Torino, Einaudi, 1989.

Bono S., «Le relazioni tra il Maghreb e l’Europa mediterranea nel Medioevo»in L’Universo, 5-6, LXIV, 1984.

Page 270: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

260 Appendice bibliografica

— «La pace lusitano-tripolina del 1799 in una lettura di Yusuf Qaramanli» inOriente Moderno, LXV, 1985.

Brilli A., Il viaggio in Italia. Storia di una grande tradizione culturale dal XVI al XIXsecolo, Milano, Banca popolare di Milano, 1987.

Burke P., Venezia e Amsterdam, Ancona, Transeuropa, 1988.

Cancello A., «Le relazioni anglo-napoletane a metà ‘700 attraverso la corri-spondenza diplomatica inglese» in Economia e storia, XXV, 1978.

Capra C., L’età rivoluzionaria e napoleonica in Italia, Torino, Loescher, 1985.

Chandler D.G., The Campaigns of Napoleon, London, Weidenfeld & Nícolson,1966, trad. it. Le campagne di Napoleone, 2 voli., Milano, Rizzoli, 1981.

Ciampini R., «La controversia franco-inglese per l’isola d’Elba nel 1796(documenti inediti)» in Rivista italiana di studi napoleonici, VIII, 1969.

Cilento A., «Il governo delle Due Sicilie alla ricerca di una pace stabile con leReggenze barbaresche (1799-1816)» in Africa, XXIV, 1969.

Civiltà indiana ed impatto europeo nei secoli XVI-XVIII. L’apporto dei viaggiatori emissionari italiani, Milano, Jaca Book, 1989.

Cremonesi A., La sfida turca contro gli Asburgo e Venezia, Udine, Del Bianco,1976.

Della Peruta F., I cannoni al Sempione: Milano e la Grande Nation, 1796-1814,Milano, Cariplo, 1986.

— Esercito e società nell’Italia napoleonica. Dalla Cisalpina al Regno d’Italia, Milano,F. Angeli, 1988.

DeI Negro P., Il mito americano nella Venezia del ‘700, Padova, Liviana, 1975.

Diaz F., L’incomprensione italiana della Rivoluzione francese: dagli inizi ai primi delNovecento, Torino, Bollati Boringhieri, 1989.

Di Vittorio A., «The Seafarers and the Mediterranean» in Journal of EuropeanEconomie History, I, 1981.

— «Un caso di correlazione tra guerre, spese militari e cambiamenti econo-mici: le guerre asburgiche della prima metà del secolo XVIII e Ie lororipercussioni sulla finanza e l’economia dell’Impero» in Nuova rivistastorica, 1-2, 1982.

— «L’impatto delle scoperte portoghesi sull’economia di Ragusa nel XVI se-colo» in Atti e memorie della Società Dalmata di Storia Patria, Venezia, SocietàDalrnata di Storia Patria, 1985.

Doyle U., L’Europa del vecchio ordine 1660-1800, Bari, Laterza, 1987.

Frigo R.M. (a cura di), Le Pasque veronesi nella relazione, inedita di un generalenapoleonico, Verona, Fiorini, 1980.

Garibbo L., La neutralità nella Repubblica di Genova. Saggio sulla condizione deipiccoli stati nell’Europa del Settecento, Milano, Giuffrè, 1972.

Page 271: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

2.1. Fino al 1815 261

Gatto A., Il trattato di accomodamento del 1741 tra la Santa Sede e la Corte diNapoli, Napoli, Glaux, 1976.

Godechot J., L’Europe et l’ Ambigue à l’époque napoléonienne (1800-1815), Paris,PUF, 1967, trad. it. L’Europa e l’America all’epoca napoleonica (1800-1815),Milano, Mursia, 1985.

Guagnini E. (a cura di), La regione e l’Europa: viaggi e viaggiatori emiliani e ro-magnoli nel Settecento, Bologna, II Mulino, 1987.

Hennesey J., American Catholics. A History of the Roman Catholic Community in theUnited States, New York, Oxford University Press, 1981, trad. it. I cattolicidegli Stati Uniti dalla scoperta dell’America ai nostri giorni, Milano, Jaca Book,1985.

Iannettone G., Il Marocco negli atti consolari del Regno delle Due Sicilie (dal trattatodel 1782 a quello del 1834), Napoli, Cymbra, 1967.

— Presenze italiane lungo le vie dell’Oriente nei secoli XVIII e XIX nella docu-mentazione diplomatico-consolare italiana, Napoli, ESI, 1984.

Kljucevsldj V., Peter der Grosse, Stuttgart, Koebler, 1953, trad. it. Vita di Pietroil Grande, Bari, Laterza, 1986.

L’Italia e i paesi mediterranei. Vie di comunicazione, scambi commerciali e culturali altempo delle repubbliche marinare, Atti del Convegno (Pisa, giugno 1987), Pisa,Nistri-Lischi, 1988.

Magri P.G., Considerazioni sulla scoperta delle Isole del Capo Verde, Milano, F.Angeli, 1985.

Manca B., Gli stati del Maghrib e la politica estera del Regno Sardo (1773-1787),Milano, Giuffrè, 1971.

Martellone A.M. e Vezzosi E. (a cura di), Tra Toscana e Stati Uniti. Il discorsopolitico nell’età della costituzione americana, Firenze, Olschki, 1989.

Marsili L.F., Relazioni dei confini della Croazia e della Transilvania a Sua MaestàCesarea (1699-1701), a cura di R. Gherardi, 2 voll., Modena, Mucchi, 1986.

Matteucci N., La Rivoluzione americana: una rivoluzione costituzionale, Bologna, IlMulino, 1989.

Mezzadri L., La Chiesa e la Rivoluzione francese, Milano, Edizioni Paoline, 1989.

Migliorini A.V., «I problemi del trattato franco-napoletano di navigazione edi commercio (1740-1766)» in Rivista storica italiana, 1, XCI, 1979.

— «La controversia delle acque tra Lucca e Firenze (1755-1756)» in Bollettinostorico pisano, 1980.

— «Il porto di Livorno e la guerra dei sette anni. Appunti per unabibliografia» in Bollettino storico pisano, 1980.

— Diplomazia e cultura nel Settecento: echi italiani della guerra dei sette anni, Pisa,ETS, 1984.

Page 272: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

262 Appendice bibliografica

— (a cura di), Epistolario di Bernardo Tanucci, Roma, Storia e Letteratura, 1982.

Piazza C., Schiavitù e guerra dei barbareschi. Orientamenti toscani di politica tran-smarina, 1747-1768, Milano, Giuffrè, 1983.

Riccobene L., Sicilia ed Europa dal 1700 al 1735, Palermo, Sellerio, 1976.

Romano S.F., La monarchia degli Asburgo d’Austria dalla riforma protestante al-l’austromarxismo. Momenti e problemi di un profilo storico, Udine, Del Bianco,1981.

Romeo R., Le scoperte americane nella coscienza italiana nel Cinquecento, nuova ed.,Bari, Laterza, 1989.

Rotta S., «La corrispondenza di Giuseppe Ravera, console generale della Re-pubblica di Genova presso gli Stati Uniti (1791-1797)» in Spini G., Mar-tellone A.M., Luraghi R., Bonazzi T. e Ruffilli R. (a cura di), Italia e Ame-rica dal Settecento all’età dell’imperialismo, Venezia, Marsilio, 1976.

Rudè F., L’Europa rivoluzionaria 1783-18I5, Bologna, Il Mulino, 1985.

Saccone S., Il viaggio di Padre Domenico Bernardi in Brasile ed in Africa nel quadrodell’attività missionaria dei Cappuccini agli inizi dell’età moderna, Bologna,Patron, 1980.

Scrofani S., Viaggio in Grecia, a cura di R. Ricorda, Venezia, Marsilio, 1989.

Spini G., Autobiografia della giovane America, Torino, Einaudi, 1968.

Stary G., I primi rapporti tra Russia e Cina. Documenti e testimonianze, Napoli,Guida, 1976.

Stella A., Trento Bressanone Trieste. Sette secoli di autonomia ai confini d’Italia,Torino, UTET, 1987.

Stiffoni G., Verità della storia e ragioni del potere nella Spagna del primo ‘700,Milano, F. Angeli, 1989.

Tendenze e orientamenti nella storiografia marittima contemporanea: gli Stati italiani e laRepubblica di Ragusa (secoli XIV-XIX), Napoli, Pironti, 1986.

Tortarolo E., Illuminismo e rivoluzioni. Biografia politica di F. Mazzei, Milano, F.Angeli, 1985.

Tuzet N., Viaggiatori stranieri in Sicilia nel secolo XVIII, Palermo, Sellerio, 1988.

Valensi L., Venezia e la Sublime Porta. La nascita del despota, Bologna, Il Mulino,1989.

Venezia e l’Oriente, a cura di L. Lanciottí, Firenze, Olschki, 1987.

Venturi F., «Ricerche e note sui rapporti tra Russia e Occidente nel Sette eOttocento» in Rivista storica italiana, 2, LXXXIV, 1972.

— Settecento riformatore. La caduta dell’antico regime (1776-1789), vol. 1, I grandiStati dell’Occidente, Torino, Einaudi, 1983.

Page 273: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

2.2. Dal 1815 al 1870 263

Zaghi C., L’Europa davanti all’Africa dai tempi più antichi alle soglie dell’Ottocento,Napoli, Cymbra, 1968.

— Napoleone e l’Europa, Napoli, Cyrnbra, 1969.

— L’Italia di Napoleone dalla Ciialpina al Regno, Torino, UTET, 1986.

2.2. Dal 1815 al 1870

AA.VV., La questione veneta e la crisi italiana del 1866, Atti del XLIII Congressodi storia del Risorgimento italiano (Venezia 2-5 ottobre 1966), Roma,Istituto per la Storia del Risorgimento, 1968.

— Italia e Stati Uniti nell’età del Risorgimento e della guerra civile, Atti del IISymposium di studi americani (Firenze, 27-29 maggio 1966), Firenze, 01-schld, 1969.

— Le relazioni del pensiero italiano risorgimentale con i centri del movimento liberale diGinevra e Coppet, Colloquio italo-elvetico (Roma, 17-18 marzo 1978),Roma, Accademia dei Lincei, 1979.

— Indipendenza e unità nazionale in Italia e in Grecia, Convegno di studio (Atene2-7 ottobre 1985), Firenze, Olschki, 1987.

— Les noblesses européennes au XIX siècle, Milano, F. Angeli, 1988.

Algardi Z.O., Luigi Negrelli, l’Europa e il Canale di Suez, Firenze, s.e., 1988.

Andrisani G., Appunti sui Barbone. L’esilio di Pio IX, Firenze, Città di Vita,1988.

Baldelli P.G., «L’Europa verso il Congresso di Berlino» in Storia e politica, 1,IX, 1970.

Balletta F., Il Regno di Napoli e l’Egitto nel secolo XIX, Caserta, Russo, 1968.

Battaglia R., Sicilia e Gran Bretagna. Le relazioni commerciali dalla restaurazioneall’unità, Milano, Giuffrè, 1983.

Bernardelli P., «Le trattative per la navigazione del Po, 1816-1823» in Ras-segna storica del Risorgimento, 3, LVII, 1970.

Biagini A., «La crisi d’oriente del 1853-56 e del 1875-78 nel commento de“La Civiltà Cattolica”» in Annali della Facoltà di Scienze Politiche dell’Univer-sità di Perugia, 1970-72.

Bigotti M., «Il secondo impero alla vigilia della crisi franco-italiana del 1867»in Clio, IV, 1969.

Bonaffini G., Missioni siciliane ad Algeri nel primo Ottocento (cronache e storia),Palermo, La Palma, 1987.

Bossi M. (a cura di), Notizie di viaggi lontani. L’esplorazione extraeuropea neiperiodici del primo Ottocento 1815-1845, Napoli, Guida, 1984.

Page 274: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

264 Appendice bibliografica

Caccamo D., «L’Italia, la questione del Veneto e i principati danubiani (1861-1866)» in Storia e politica, 3, XIX, 1980.

Casana Testare P. e Nada N., L’Età della Restaurazione. Reazione e rivoluzione inEuropa 1814-1830, Torino, Loescher, 1981.

Cessi R., «La crisi del 1866 (a proposito di recenti pubblicazioni)» in ArchivioVeneto, XCIX, 1968, e Padova, Antoniana, 1969.

— (a cura di), Il problema veneto e l’Europa (1859-1866), 3 voll., Venezia, Isti-tuto veneto di Scienze, lettere ed Arti, 1966-67.

Cialdea B., L’Italia nel concerto europeo (1861-1867), Torino, Giappichelli, 1966.Corivan M.M., «Cavour e l’unificazione dei principati romeni» in Studi Sardi,

1966-67.Corrias Corona M., Stato e Chiesa nelle valutazioni dei politici sardi, 1848-1853,

Milano, Giuffrè, 1972.Cortese N., «Le prime relazioni tra gli Stati Uniti d’America e gli Stati ita-

liani» in Rassegna storica del Risorgimento, 4, LVIII, 1971.Curato F., Scritti di storia diplomatica, Milano, Giuffrè, 1984.D’Angelo M., Mercanti inglesi in Sicilia 1806-1815, Milano, Giuffrè, 1988.

Dedeyan C., Lamartine et la Toscane, Genève, Slatkine, 1981.Del Boca A., Gli italiani in Libia, vol. 1, Tripoli bel suol d’amore 1860-1922, Bari,

Laterza, 1986.De Leonardis M., L’Inghilterra e la questione romana 1859-1870, Milano, Vita e

Pensiero, 1980.— «Malta tra Risorgimento e anti-Risorgimento. La visita di Garibaldi nel

1864», Rassegna storica del Risorgimento, 3, LXXII, 1985.Delureanu S., Friuli e Romania nel Risorgimento, Testo della conferenza tenuta

nell’Università di Udine 1’11 novembre 1985, Udine, TipografiaPellegrini, 1986.

Del Vecchio E., «Il fallimento delle trattative marittime fra Italia e Francianel 1866» in Storia e politica, 4, VIII, 1969.

De Robertis A.G.M., La diplomazia italiana e la frontiera settentrionale nell’anno1866, Trento, Società di Studi Trentini, 1973.

Di Nolfo E., Europa e Italia nel 1855-1856, Roma, 1967.— «Monarchia e governo durante la crisi diplomatica dell’estate del 1870» in

Un secolo da Porta Pia, Napoli, Guida, 1970.— «Austria e Roma nel 1870» in Rassegna storica del Risorgimento, 3, LVIII,

1971a.— «Il problema di Roma nella politica dell’Italia» in Atti del XLV Congresso di

Storia del Risorgimento italiano, Roma, 1971b.Dotoli G. e Fiorino F. (a cura di), Viaggiatori francesi in Puglia nell’Ottocento,

Fasano, Schena, 1987.

Page 275: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

2.2. Dal 1815 al 1870 265

Falzone G., La Sicilia nella politica mediterranea delle grandi potenze. Indipendenza oautonomia nei documenti inediti del Quai d’Orsay, Palermo, Flaccovio, 1974.

Ferrante E., La sconfitta navale di Lissa, Roma, Vito Bianco Editore, 1985.

Fiorani Piacentini V., «Le relazioni tra Italia e Persia (1852-1862)» in Rassegnastorica del Risorgimento, 4, LVI, 1969.

Funaro E.L., L’Italia e l’insurrezione polacca, Modena, Murci, 1964.

Furlani S., La politica postale di Metternich e l’Italia, Prato, Istituto di studi storicipostali, 1987.

Galante Garrone A., L’albero della libertà, dai giacobini a Garibaldi, Firenze, LeMonnier, 1987.

Galluppi M., Intellettuali e agenti dell’imperialismo in Estremo Oriente. FrancisGarnier e la conquista francese dell’Indocina (1860-1873), Napoli, Istituto Uni-versitario Orientale, 1984.

— (a cura di), Le dottrine dell’imperialismo coloniale in Francia. Il problema del-l’espansione in Estremo Oriente, 1840-1891, Napoli, Lithorapid, 1981.

Ghilardi F., L’Europa degli equilibri (1815-1890.), Milano, F. Angeli, 1987.

Giangrasso L., «La politica inglese e il piano di confederazione italiana dopoVillafranca» in Il Risorgimento, 3, XXII, 1970.

Herre F. Radetzky. Eine Biographie, Kedn, Kiepenheuer & Witsch, 1981, trad.it. Radetzky, Milano, Rizzoli, 1982.

— Metternich, Staztsmann des Friedens, Kaln, Kiepenheuer & Witsch, 1983,trad. it. Metternich, Milano, Bompiani, 1984.

Iannettone G., Trattati, relazioni, istituzioni internazionali del Marocco (fino al1861), Napoli, Liguori, 1977.

Lefebvre D’Ovidio F., Napoleone III, l’Austria e la questione del Veneto. Aspettidiplomatici della terza guerra d’indipendenza, in Storia delle Relazioni Inter-nazionali, 2, IV, 1988.

Leoni F., L’attività diplomatica del governo borbonico in esilio (1861-1866), Napoli,Guida, 1969.

— Il governo borbonico in esilio (1861-1866), Napoli, Guida, 1984.

Luraghi R., Storia della guerra civile americana, Milano, Rizzoli, 1985.

Mamoli ZorziR., Un’americana a Roma 1847 -1849 , Pordenone, Studio Tesi,1986.

Manzoni R., Gli esuli italiani nella Svizzera (da Foscolo a Manzoni), Lugano, ArtiGrafiche Gaggini-Bizzozero, 1984.

Margiocco M., «Una contesa tra Europa e Stati Uniti d’America: la Repub-blica del Texas 1836-1845» in Annali della Facoltà di Scienze Politiche del-l’Università di Genova, III, 1975.

Page 276: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

266 Appendice bibliografica

Marinelli G., «Mazzini, Pio IX, Napoleone III (La politica italiana del Pie-monte da Carlo Alberto a Vittorio Emanuele II nella stampa europea dilingua francese dell’epoca)» in Archivio Trimestrale, 1977.

Martina G., «Nel centenario della morte di Massimiliano d’Asburgo: Ia corri-spondenza tra Pio IX e Massimiliano» in Archivio Historia Pontificia, V,1967.

Mascilli Migliorini L., Il mito dell’eroe. Italia e Francia nell’età della Restaurazione,Napoli, Guida, 1984.

Mazzonis F., «L’Italia alla conferenza di Londra del 1867 nella memoria con-fidenziale di Alberto Blanc» in Rassegna storica del Risorgimento, 2, LVI,1969.

Meneguzzi Rostagni C., La crisi del potere temporale e la diplomazia europea 1859-1860, Padova, Signum, 1983a.

— (a cura di), Il carteggio Antonelli-Barili, Roma, Istituto per la Storia del Ri-sorgimento, 1973.

— (a cura di), Il carteggio Antonelli-De Luca (1859-1861), Roma, Istituto per laStoria del Risorgimento, 1983b.

Monteleone G., Questione veneta e crisi polacca nel 1863, Venezia, Deputazionedi storia patria, 1983.

Morelli E., Le potenze europee e lo Stato Pontificio nel 1831-1832, Roma, Istitutodi Storia del Risorgimento, 1972.

Moscati R., La diplomazia europea e il problema italiano nel ‘48-49, Firenze,Sansoni, 1947a.

— Ferdinando II nei documenti diplomatici austriaci, Napoli, ESI, 1947b.Nada N., «Metternich, la diplomazia russa, Francesco IV di Modena e i moti

piemontesi del 1821» in Annuario di storia italiana dell’età moderna e con-temporanea, 1967-68.

Pacor M., Italia e Balcani dal Risorgimento alla Resistenza, Milano, Feltrinelli,1968.

Palmer A., Metternich, Milano, Editoriale Nuova, 1983.Passerin D’Entrèves E., Guerra e riforme. La Prussia e il problema nazionale tedesco

prima del 1848, Bologna, Il Mulino, 1985.Petersen J., «Garibaldi e la Germania (1870-1871). Mito e realtà» in Cingari

G. (a cura di), Garibaldi e il socialismo, Bari, Laterza, 1984.Petrignani R., Neutralità e alleanza. Le scelte di politica estera dell’Italia dopo l’Unità,

Bologna, Il Mulino, 1987.Piemontese A.M., «Le relazioni fra Italia e Persia nel XIX secolo. I trattati

italo-persiani del 1857 e del 1862» in Oriente Moderno, XLVIII, 1968.Pierazzi G., «Studi sui rapporti italo-jugoslavi (1848-1849)» in Archivio storico

italiano, 2, CXXX, 1972.

Page 277: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

2.2. Dal 1815 al 1870 267

Pighetti C., Scienza e colonialismo nel Canada ottocentesco, Firenze, Olschki, 1984.Pitassio A., «Problema slavo meridionale e crisi d’Oriente (1853-1878) nella

storiografia italiana» in Archivio storico italiano, 1-2, CXXXVI, 1978.Risaliti R., Russia e Toscana nel Risorgimento, Pistoia, Telai, 1982.Romano S., «L’antigaribaldinismo in Francia» in Mola A.A. (a cura di), Gari-

baldi generale della libertà, Roma, Stato Maggiore dell’Esercito, Ufficio Sto-rico, 1984.

Romeo R., Cavour e il suo tempo, 3 voli., Bari, Laterza, 1984.Ruaro Loseri L., Massimiliano da Trieste al Messico, Trieste, Lint, 1986.Rubini U. (a cura di), Cultura e potere nella Germania dell’800. La querelle 13Börne-

Heine-Menzel, Bari, Adriatica, 1980.Santoni A., «La guerra del 1859 e la spedizione dei Mille nei rapporti dei con-

soli statunitensi» in Rivista Marittima, CIV, 1971.Scarzanella E., «Gli “avventurieri di Dio”: le missioni salesiane in Patagonia

all’inizio dei XX secolo» in Storia contemporanea 2, XIX, 1988.Serra E., «L’archivio Storico-Diplomatico del Ministero degli Esteri italiano

con particolare riguardo ai fondi concernenti la Francia» in AA.VV., Mi-scellanea in onore di Ruggero Moscati, Napoli, ESI, 1985.

Sestan E., La Costituente di Francoforte, 1848-49, Roma, Istituto storico italianoper l’età moderna e contemporanea, 1986.

Sked A., Radetzky e le armate imperiali. L’impero d’Austria e l’esercito asburgico nellarivoluzione del 1848, Bologna, Il Mulino, 1983.

Soldani S., «II 1830 in Europa: dinamica e articolazione di una crisi generale»in Studi storici, 2, XIII, 1972.

Sperber V., «Intorno alla politica napoletana della Francia nel 1820-21» inRassegna storica del Risorgimento, 2, LV, 1970.

Tamborra A., «Processo unitario italiano e movimento rivoluzionario unghe-rese nel quadro dell’Europa nazional-liberale (1848-1866)», in Annali delleFacoltà di Scienze Politiche e Economia e Commercio di Perugia, 9, II, 1965-68.

— «Crisi d’Oriente, guerra di Crimea e polemiche politico-religiose fra catto-lici e ortodossi (1853-1856)» in Clio, V, 1969.

— Garibaldi e l’Europa. Impegno militare e prospettive politiche, Roma, s.e., 1983.— Ljudevit Vulicevic tra Slavia e Italia, Roma, Istituto di Storia del Risorgi-

mento, 1986.Tedeschi M., Cavour e la questione romana, Milano, Giuffrè, 1978a.— Francia e Inghilterra di fronte alla questione romana, 1859-1860, Milano,

Giuffrè, 1978b.Ugolini R., «La politica estera del Card. Tommaso Bernetti segretario di

Stato di Leone XII (1828-1829)» in Archivio della Società romana di StoriaPatria, XXIII, 1969.

Page 278: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

268 Appendice bibliografica

— Cavour e Napoleone III nell’Italia centrale. Il sacrificio di Perugia, Roma, Istitutodi Storia del Risorgimento, 1973.

Valsecchi F., Il Risorgimento e l’Europa. L’alleanza di Crimea, Milano, Monda-dori, 1948.

— «L’Inghilterra e la questione italiana nel 1859: la missione Cowley (27febbraio-10 marzo 1859)» in Archivio storico italiano, 3-4, CXXVI, 1968.

— «II secondo impero e l’Europa» in Il Risorgimento, XXIII, 1971.— Il secondo impero e la sua politica europea dall’ascesa al potere di Luigi Bonaparte

alla campagna d’Italia (1848-1859), Roma, Istituto di Storia del Risor-gimento, 1973.

— L’Italia del Risorgimento e l’Europa delle nazionalità. L’unificazione italiana nellapolitica europea, Milano, Giuffrè, 1978.

Zaghi C., I Russi in Etiopia, Napoli, Guida, 1972.Zorzi A., Venezia austriaca, Bari, Laterza, 1985.

2.3. Dal 1870 al 1914

AA.VV., Un secolo da Porta Pia, Napoli, Guida, 1970.— Il San Gottardo e l’Europa. Genesi di una ferrovia alpina, 1882-1982, Atti del

convegno di studi (Bellinzona, 14-16 maggio 1982), Bellinzona, ArtiGrafiche A. Salvioni, 1983.

— Sindacato operaio e classe operaia nelle Seconda Internazionale, Firenze, Sansoni,1983.

— La cultura italiana tra ‘800 e ‘900 e le origini del nazionalismo, Firenze, 01-schld, 1986.

Lo stato liberale italiano e l’età Meiji, Roma, Ateneo, 1987.— Albonico A., La mobilitazione legittimista contro il Regno d’Italia. La Spagna e il

brigantaggio meridionale post-unitario, Milano, Giuffrè, 1979.Anchieri E., «France et Italie. La crise de Ieurs rapports après Sedan» in Ras-

segna storica toscana, XVIII, 1972.André G., L’Italia e il Mediterraneo alla vigilia della prima guerra mondiale. I tentativi

d’intesa mediterranea (1911-1914), Milano, Giuffrè, 1967.Andreucci F., Socialdemocrazia e imperialismo. I marxisti tedeschi e la politica

mondiale (1884-1914), Roma, Editori Riuniti, 1988.Aquarone A., «Ferdinando Martini e l’amministrazione della colonia Eritrea»

in Clio, IV, 1977a.— «Politica estera e organizzazione del consenso nell’età giolittíana. Il con-

gresso dell’Asmara e la fondazione dell’Istituto coloniale italiano» in Storiacontemporanea, 1, 2, 3, VIII, 1977b.

Page 279: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

2.3. Dal 1870 al 1914 269

Are G., La scoperta dell’imperialismo. Il dibattito nella cultura italiana del primonovecento, Roma, Edizioni Lavoro, 1985.

Arfè G., «Un diplomatico italiano interprete della guerra di secessione: Giu-seppe Bertinatti» in AA.VV., Italia e Stati Uniti nell’età del Risorgimento e dellaguerra civile, Firenze, Olschki, 1969.

Baldelli Celozzi M.G., «La diplomazia italiana e gli “Alabama claims” (1871-1873)» in Spini G., Martellone A.M., Luraghi R., Bonazzi T. e Ruffilli R.(a cura di), Italia e America dal Settecento all’età dell’imperialismo, Venezia,Marsilio, 1976.

Bandirli F., Gli italiani in Africa. Storia delle guerre coloniali (1882-1943), Milano,Longanesi, 1971 e Milano, Mondadori, 1980.

Barbero G., «L’Italia dalla neutralità all’intervento (1914-15) attraverso i di-spacci dell’ambasciatore a Berlino, il senatore Riccardo Bollati di Novara(1858-1939)» in Bollettino storico della Provincia di Novara, 1, LXVIII, 1977 e1, 2-3, LXIX, 1978.

Baroni R., Trieste exit. Irredentismo, con sentimento, Trieste, Baroni, 1979.Benvenuti S., La Chiesa trentina e la questione nazionale 1848-1918, Trento, Teni,

1987.— I principi vescovi di Trento fra Roma e Vienna. Bologna, Il Mulino, 1988.Biagini A., «La rivoluzione dei giovani Turchi nel carteggio degli addetti mili-

tari italiani» in Rassegna storica del Risorgimento, 4, LXI, 1974.— «Simeon Radev, le nazioni balcaniche e la guerra italo-turca (1911-1912)»

in Rassegna storica del Risorgimento, 2, LXIV, 1977.— «La questione d’Oriente del 1875-1878 nei documenti dell’Ufficio Storico

dello Stato Maggiore dell’Esercito» in Memorie storiche militari, 1978.— «La lotta per l’indipendenza albanese nei rapporti degli addetti militari ita-

liani (1911-1912)» in Shejzat (Le Pleiadi), 1978.— «I militari e la politica italiana nei Balcani (1875-1912)» in AA.VV., L’e-

sercito italiano dall’unità alla grande guerra, Roma, Stato Maggiore dell’E-sercito, Ufficio Storico, 1980.

— Momenti di storia balcanica (1878-1914). Aspetti militari, Roma, Stato Mag-giore dell’Esercito, Ufficio Storico, 1981.

— «La prima ipotesi operativa italiana contro la Svizzera. Aspetti politici emilitari» in Actes du Symposium 1983, torno 2, Lausanne, Centre d’histoireet de perspective militaires, 1983.

— «L’Italia e la neutralità svizzera. Dalla Triplice alleanza alla prima guerramondiale» in Actes du Symposium 1984, torno 3, Lausanne, Centre d’hi-stoire et de perspective militaires, 1984.

Bianchini S., «La Serbia polveriera d’Europa. Politica estera e opinione pub-blica in Italia di fronte alla “questione slava” (1908-1914)» in Studi e Saggi,Milano, Quaderni del centro italo-romeno di studi storici, 1987.

Page 280: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

270 Appendice bibliografica

Blasetti M.M., Il Regno di Sardegna e l’emigrazione verso le Americhe, 1849-1861,Roma, Istituto per la Storia del Risorgimento, 1984.

Bolchini P., «La Gran Bretagna e la formazione del mercato italiano (1861-1883)» in Miscellanea di storia ligure, 1, 2, 1969.

Bono S., «La guerra libica (1911-1912). Considerazioni in margine ad un re-cente libro» in Storia contemporanea, 1, III, 1972.

— «Sebastiano Zaccaria, medico a Tripoli, e un progettato casus belli per laguerra di Libia» in Storia contemporanea, 5-6, XVI, 1985.

Borsa G., «La crisi italo-cinese del marzo 1899 nelle carte inedite del ministroCanevaro» in Il Politico, 4, XXXIV, 1969.

— La nascita del mondo moderno in Asia Orientale. La penetrazione europea e la crisidelle società tradizionali in India, Cina, Giappone, Milano, Rizzoli, 1977.

— (a cura di), Nazionalismo e società in India. Il congresso nazionale indiano (1885-1985), Milano, F. Angeli, 1988.

Bosco Naitza G. (a cura di), Il colonialismo nella storia d’Italia, Firenze, LaNuova Italia, 1975.

Bosworth R.J.B., Italy, the Least of the Great Powers: Italian Foreign Policy before theFirst World War, London, Cambridge University Press, 1979, trad. it. Lapolitica estera dell’Italia giolittiana, Roma, Editori Riuniti, 1985.

Breccia A., «Le fonti per lo studio della storia delle relazioni internazionalidei paesi jugoslavi nel periodo 1870-1945» in Storia e politica, 4, IX, 1970 e1, X, 1971.

Brigaglia M., L’origine dei partiti nell’Europa contemporanea 1870-1914, Bologna,Il Mulino, 1985.

Bruti Liberati L., La Santa Sede e le origini dell’impero americano: la guerra del 1898,Milano, Unicopli, 1984.

Buttà G., «Strategia navale e politica estera degli Stati Uniti (1890-1914)» inAtti dell’Accademia Peloritana, Classe di Lettere e Filosofia, L, 1971-1972.

Caccamo D., «L’Italia, la questione d’Oriente e l’indipendenza romena nelcarteggio del consolato italiano a Bucarest (1870-1879)» in Storia e politica,1, XVIII, 1979.

Calabrese O. (a cura di), Italia moderna. Immagini e storia di un’identità nazionale,vol. 1, Dall’unità al nuovo secolo, Milano, Electa, 1983.

Cavallero G., «I negoziati italo-francesi per il rinnovo del trattato dicommercio e la rottura doganale del febbraio 1888» in Rassegna storica delRisorgimento, 2, LXIII, 1976.

Ceva L., Le forze armate, Torino, UTET, 1981.

Chabod F., Storia della politica estera italiana dal 1870 al 1896. Le premesse, Bari,Laterza, 1950.

Page 281: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

2.3. Dal 1870 al 1914 271

Cianferotti G., Giuristi e mondo accademico di fronte all’impresa di Tripoli, Milano,Giuffrè, 1984.

Corni G. e Schiera P. (a cura di), Cultura politica e società borghese in Germania fraOtto e Novecento. Atti del seminario di studio, 11-13 aprile 1985, Bologna, IlMulino, 1986.

Craig G.A., Germany. Eighteen Sixty-Six to Nineteen Forty-Five, New York, Ox-ford University Press, 1978, trad. it. Storia della Germania 1866-1954, 2voli. Roma, Editori Riuniti, 1983.

Cremonesi L., Le origini del sionismo e la nascita del kibbutz (1881-1920), Firenze,La Giuntina, 1985.

Curato F., «Le origini diplomatiche della guerra franco-prussiana del 1870-71» in Il Risorgimento, 1, XXIII, 1971.

— Scritti di storia diplomatica, Milano, Giuffrè, 1984.

D’Angelo G., «Italia e Irlanda nel XIX secolo» in Storia e politica, 3, XV, 1976.Dassovich M., Trieste e l’Austria fra retaggio e mito, Trieste, Mosetti, 1984.

Decleva E., Da Adua a Sarajevo. La politica estera italiana e la Francia 1896-1914,Bari, Laterza, 1971.

— L’Italia e la politica internazionale dal 1870 al 1914. L’ultima fra le grandipotenze, Milano, Mursia, 1974.

— «Introduzione al gruppo di lavoro su: La sinistra al potere nel giudiziodell’Europa» in AA.VV., Atti del XLIX Congresso di storia del Risorgimentoitaliano, Roma, Istituto di Storia del Risorgimento, 1980.

— «Tra “raccoglimento” e “politica attiva”: la politica estera nella stampa li-berale italiana (1870-1914)» in AA.VV., Opinion publique et politique ex-térieure, I, 1870-1915, Roma, Ecole frangaise de Rome, 1981.

— «Giuseppe Zanardelli: liberalismo e politica estera» in Chiarini R. (a curadi), Giuseppe Zanardelli, Milano, F. Angeli, 1985.

— L’incerto alleato. Ricerche sugli orientamenti internazionali dell’Italia unita, Milano,F. Angeli, 1987.

De Courten L., «L’amministrazione coloniale italiana del Benadir. Dalle com-pagnie commerciali alla gestione statale (1889-1914)» in Storia contempo-ranea, 1, 2, IX, 1978.

De Felice R., Ebrei in un paese arabo. Gli ebrei nella Libia contemporanea tracolonialismo, nazionalismo arabo e sionismo (1835-1970), Bologna, Il Mulino,1978.

Degl’Innocenti M. (a cura di), Le sinistre e il governo locale in Europa. Dallafine dell’800 alla seconda guerra mondiale, Pisa, Nistri-Lischi, 1984.

Del Boca A., Gli italiani in Africa orientale, 4 voli., Bari, Laterza, 1976-84.

— Gli italiani in Libia, 2 voli., Bari, Laterza, 1986-88.

Page 282: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

272 Appendice bibliografica

De Leonardis M., «L’Inghilterra e la questione romana nel 1870» in Clio, II,1976.

Della Seta S., «La presenza e l’opera dei salesiani in Palestina» in Storia con-temporanea, 1, XX, 1989.

Del Vecchio E., Di Robilant e la crisi nei rapporti marittimi italo-francesi, Milano,Giuffrè, 1970.

La via italiana al protezionismo. Le relazioni economiche internazionali dell’Italia,1878-1888, 5 voli., Roma, Camera dei Deputati, Segretariato Generale,Archivio Storico, 1979.

— «La penetrazione economica italiana nell’area degli Slavi del sud» in Storiadelle relazioni internazionali, 1, I, 1985.

De Rosa L., Emigranti, capitali e banche (1896-1906), Napoli, Edizioni delBanco di Napoli, 1980.

Di Nolfo E., «L’Europa tra Russia e America» in Quaderni storici, 2, VI, 1972.

Dogo M., La dinamite e la mezzaluna. La questione macedone nella pubblicisticaitaliana 1903-1908, Udine, Del Bianco, 1983.

— Lingua e nazionalità in Macedonia. Vicende e pensieri di profeti disarmati. 1902-1903, Milano, Jaca Book, 1985.

Dormirli G., L’accordo italo-russo di Racconigi, Milano, Giuffrè, 1983. Duce A.,La crisi bosniaca del 1908, Milano, Giuffrè, 1977.

— L’Albania nei rapporti italo-austriaci 1897-1913, Milano, Giuffrè, 1983.

Dumitriu-Snagov I., Le Saint-Siège et la Roumanie moderne, 1850-1866, Roma,Università Gregoriana, 1982.

Duranti L., «Luigi Francesco Menabrea presidente del Consiglio» in Rassegnastorica del Risorgimento, 1, LXII, 1975.

Enver Pascià, Diario della guerra libica, Bologna, Cappelli, 1986.

Fasce F., Dal mestiere alla catena. Lavoro e controllo sociale in America (1877-1920),Genova, Hérodote, 1983.

Faucci R., «L’imperialismo tardo-vittoriano: continuità o cambiamento quali-tativo?» in Studi storici, 1, XII, 1971.

Ferrante E., Benedetto Brin e la questione marittima italiana 1866-1898, Roma,Rivista marittima, 1983.

— Crociere e relazioni di viaggio dei marinai italiani dell’Ottocento (1861-1900),Roma, Rivista Marittima, 1985.

Ferrari M.E., Emigrazione e colonie: il giornale genovese «La Borsa» (1894-1965),Genova, Bozzi, 1983.

Filesi C. «La Tripolitania nella politica coloniale di Giovanni Amendola» inAfrica, XXXII, 1977.

Page 283: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

2.3. Dal 1870 al 1914 273

Filesi T., Esordi del colonialismo e azione della Chiesa, Como, Cairoli, 19682.— «La mediazione italiana nel conflitto franco-malgascio del 1883-85» in Ri-

vista di studi politici internazionali, 2, XL, 1973.— L’Italia e la conferenza di Berlino (1882-1885), Roma, Istituto Italo-Africano,

1985.— Italia e italiani nella guerra anglo-boera, 1899-1902, Roma, Istituto Italo-

Africano, 1987.Filippone Thaulero G., «Diplomazia austro-russa nei Balcani 1876-77: il prin-

cipio della fine» in Annali della Facoltà di Scienze Politiche di Pisa, II, 1972.Gabriele M., Le convenzioni navali della Triplice, Roma, Istituto Poligrafico dello

Stato, 1969.— La flotta come strumento di politica nei primi decenni dello stato unitario italiano,

Roma, Ufficio storico della Marina Militare, 1973.Gaja R., «Dalla diplomazia sarda alla diplomazia italiana» in Serra E. (a cura

di), La diplomazia in Italia, Milano, F. Angeli, 19882.Gall L., Bismarck. Der Weisse Revolutionàr, Frankfurt a.M., Ullstein, 1980, trad.

it. Bismarck, Milano, Rizzoli, 1982.Galloni N., Momenti del capitalismo nordamericano, 1881-1885, Milano, Giuffrè,

1979.Ganapini L., Il nazionalismo cattolico. I cattolici e la politiCa estera in Italia dal 1870

al 1914, Bari, Laterza, 1970.Garzia I., «Le origini dell’art. 15 del Patto di Londra» in Storia e politica, 4,

XIV, 1975.Genoino Caravaglios M., «Le relazioni politiche, economiche e finanziarie tra

Etiopia, Italia e Francia all’inizio del XX secolo» in Africa, XXXIV, 1979.Ghilardi F., Politica estera e trasformismo. Le relazioni anglo-italiane dal 1878 al

1888, Milano, F. Angeli, 1981.— L’Europa degli equilibri (1815-1890), Milano, F. Angeli, 1987. Giglio C.,

«L’articolo XVII del trattato di Uccialli» in Africa, XXII, 1967.— L’articolo XVII del trattato di Uccialli, Como, Cairoli, 1968.Giordano G., «La documentazione italiana nella controversia turco-ellenica

del 1909» in Clio, VII, 1971.— Carlo Sforza. La diplomazia 1896-1926, Milano, F. Angeli, 1986.Goglia L. e Grassi F., Il colonialismo italiano da Adua all’Impero, Bari, Laterza,

1981.Gozzi G., Modelli politici e questione sociale in Italia e in Germania fra Otto e

Novecento, Bologna, Il Mulino, 1988.Gozzi G. e Schiera P. (a cura di), Crisi istituzionale e teoria dello Stato in Ger-

mania dopo la Prima guerra mondiale, Bologna, Il Mulino, 1987.

Page 284: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

274 Appendice bibliografica

Grassi F., «Nazionalismo, guerriglia e imperialismo nella Somalia del Nord(1899-1905)» in Storia contemporanea, 4, VIII, 1977.

— Le origini dell’imperialismo italiano. Il caso somalo 1896-1915, Lecce, Milella, 1980.

— «Il primo governo Crispi e l’emigrazione italiana come fattore di potenza»in AA.VV., Gli Italiani fuori d’Italia, Milano, F. Angeli, 1983.

— (a cura di), La formazione della diplomazia nazionale (1861-1915), Roma, Isti-tuto Poligrafico e Zecca dello Stato, 1986.

— (a cura di), La formazione della diplomazia nazionale (1861-1915). Repertoriobio-bibliografico dei funzionari del Ministero degli Affari Esteri, Roma, IstitutoPoligrafico e Zecca dello Stato, 1987.

Guida F., L’Italia e il Risorgimento bakanico. Marco Antonio Canini, Roma,Edizioni dell’Ateneo, 1984a.

— La Bulgaria dalla guerra di liberazione sino al trattato di Neuilly (1877-1919).Testimonianze italiane, Roma, Bulzoni, 1984b.

Haedrik D., The Tools of Empire. Technology and European Imperialism in theNineteenth Century, New York, Oxford University Press, 1981, trad. it. Alservizio dell’impero. Teconologia e imperialismo europeo nell’Ottocento, Bologna, IlMulino, 1984.

Herre F., Kaiser Wilhelm der Erste, Keiln, Kiepenheuer Witsch, 1980, trad. it.Prussia nascita di un impero, Milano, Rizzoli, 1982.

Hertner P., Il capitale tedesco in Italia dall’Unità alla prima guerra mondiale. Banchemiste e sviluppo economico italiano, Bologna, Il Mulino, 1981.

— (a cura di), Industria elettrica e movimenti di capitale in Europa, Roma, EditoriRiuniti, 1987.

Joll J., The origins of the First World War, London, Longman, 1983, trad. it. Leorigini della prima guerra mondiale, Bari, Laterza, 1985.

La Romania nella coscienza intellettuale italiana, Milano, Unicopli, 1988.

Lenci M., «Tensioni italo-turche nel Mar Rosso (1899-1902): contrabbandoeritreo, pirateria araba, espansionismo italiano» in Storia contemporanea 4,XIX, 1988.

Lill R. e Valsecchi F. (a cura di), Il nazionalismo in Italia e Germania fino allaprima guerra mondiale, Bologna, Il Mulino, 1983.

Livet G., Mousnier R., Marx S. e Poidevin R. (a cura di), Histoire générale del’Europe, III, L’Europe de 1789 à nos jours, Paris, PUF, 1980, trad. it. Storiad’Europa. Dalla rivoluzione francese all’imperialismo, Bari, Laterza, 1982.

Lo Giudice G., Trieste, l’Austria e il Canale di Suez, Catania, Università deglistudi, Facoltà di economia, Istituto di storia economica, 1979.

Loverci F., «II primo ambasciatore italiano a Washington: Saverio Fava» inClio, 3, XIII, 1977.

Page 285: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

2.3. Dal 1870 al 1914 275

Luzviminda F., «Il primo Viet Nam: la guerra filippino-americana del 1899»in Rivista di storia contemporanea, 2, IV, 1975.

Malgeri F., «Aspetti politici, diplomatici e militari della preparazione dellaguerra libica» in Rivista di studi salernitani, II, 1969.

— La guerra libica (1911-1912), Roma, Storia e Letteratura, 1970.

Malinverni B., Il primo accordo per il Mediterraneo (febbraio-marzo 1887), Milano,Marzorati, 1967.

Maltese P., La terra promessa. la guerra italo-turca e la conquista della Libia, 1911-1912, Milano, Sugar, 1968 e Milano, Mondadori, 1976.

Manzini R., «Le leggi di neutralità degli Stati Uniti d’America (1793-1941)» inRivista di studi politici internazionali, 1, XXIII, 1956.

Marazzi M.L., «I gesuiti nella valle dello Zambesi (1881-1910)» in Storia con-temporanea, 1, 1988.

Marcelli U., «I problemi di politica estera nella corrispondenza fra ilMinghetti e il Visconti Venosta» in Rassegna storica toscana, XXV, 1979.

Marchese S., Alle origini della rivoluzione vietnamita (1895-1930), Firenze, LaNuova Italia, 1971.

Marongiu Buonaiuti C., Politica e religioni nel colonialismo italiano (1882-1914),Milano, Giuffrè, 1982.

Maserati E., «L’Albania nella politica estera italiana degli anni 1896-1901» inClio, 1, XIII, 1977.

— Momenti della questione adriatica, 1896-1914. Albania e Montenegro tra Austria eItalia, Udine, Del Bianco, 1981.

Masoero A., Vasilij Pavlovic e la cultura economica del populismo russo (1868-1919),Milano, F. Angeli, 1988.

May A.A., The Habsburg Monarchy 1867-1914, C ambridge (Mass.), Harvard Uni-versity Press, 1968, trad. it. La monarchia asburgica, Bologna, Il Mulino, 1982.

Mazzetti M., «L’Italia e le convenzioni militari segrete della Triplice Alleanza»in Storia contemporanea, 3, I, 1970.

— «L’Italia e la crisi albanese nel marzo-maggio 1913» in Storia contemporanea,2, IV, 1973.

— L’esercito italiano nella Triplice Alleanza, Napoli, ESI, 1974.

Milza P., Français et italiens à la fin du XIXe siècle. Aux origines du rapprochementfranco-italien de 1900-1902, 2 voll., Roma, École Francaise de Rome, 1981.

Minniti F., Esercito e politica da Porta Pia alla Triplice Alleanza, Roma, Bonacci,1984.

Misiano L., «I rapporti italo-russi all’inizio del XX secolo (La prima rivolu-zione russa e la società italiana)» in Rassegna sovietica, 2, XXII, 1971.

Page 286: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

276 Appendice bibliografica

Mola A.A., L’imperialismo italiano. La politica estera dall’unità al fascismo, Roma,Editori Riuniti, 1980.

Monaco L., «L’azione russa in Etiopia (1885-1903)» in Storia e politica, 2, XI,1972.

Mondini L., «La guerra franco-prussiana del 1870-71» in Il Risorgimento, 1,XXIII, 1971.

Morandi C., La politica estera dell’Italia. Da Porta Pia all’età giolittiana, Firenze,Le Monnier, 1972’.

Mori R., «Francesco Crispi e l’accessione italiana all’accordo austro-rumeno»in Clio, V, 1969.

— «Crispi e la Triplice: gli accordi militari italo-germanici» in Rassegna storicatoscana, XVI, 1970.

— «La politica mediterranea di Crispi» in Storia e politica, 2, XI, 1972.— La politica estera di Francesco Crispi (1887-1891), Roma, Storia e Letteratura,

1973.Ortalli A.M., «Adua e l’idea della rivincita (marzo 1896)» in II Risorgimento, 1,

XXXI, 1979.Ottaviano C., «Quando l’Italia esportava le idee. La diffusione degli scritti di

Achille Loria fra gli intellettuali americani» in Annali della FondazioneEinaudi, XV, 1981.

Pacor M., Italia e Balcani dal Risorgimento alla Resistenza, Milano, Feltrinelli, 1968.Perfetti F., Studi sul nazionalismo italiano, Genova, ECIG, 1984.— Nazionalismo integrale, Genova, ECIG, 1984.Petracchi G., «Ambasciata e ambasciatori italiani a Pietroburgo, 1861-1917.

Le due tendenze della diplomazia italiana in Russia» in Storia delle relazioniinternazionali, 1, III, 1987.

Petricioli M., «L’Italia di fronte alle aspirazioni austro-ungariche in Asia Mi-nore» in Annali della facoltà di Scienze Politiche di Genova, VI-VII, 1978-79.

— L’Italia in Asia Minore. Equilibrio mediterraneo e ambizioni imperialiste alla vigiliadella prima guerra mondiale, Firenze, Sansoni, 1983.

— «Le missioni archeologiche italiane nei paesi del Mediterraneo: uno stru-mento alternativo di politica internazionale» in La Rosa V. (a cura di),L’Archeologia italiana nel Mediterraneo fino alla seconda guerra mondiale, Catania,CNR, 1986.

— «L’Italietta sul Bosforo. Appunti sulla storia di una ambasciata» in Storiadelle Relazioni Internazionali, 1, III, 1987.

Petrignani R., Neutralità e alleanza. Le scelte di politica estera dell’Italia dopo l’Unità,Bologna, Il Mulino, 1987.

Pieroni P., L’Italia in Africa, Firenze, Vallecchi, 1974.

Page 287: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

2.3. Dal 1870 al 1914 277

Pitassio A., «Il governo agrario di Stambolijski nel giudizio della stampa mar-xista in Italia» in AA.VV., Relazioni storiche e culturali fra l’Italia e la Bulgaria,Napoli, Istituto Universitario Orientale, 1982.

— «L’estrema sinistra e il movimento garibaldino di fronte alla crisid’Oriente del 1875-1878» in Europa Orientalis, Il, 1983.

— «Il movimento risorgimentale bulgaro e Garibaldi» in Materiali di storia, 8,1984.

— «Garibaldi nell’Europa danubiano-balcanica. Mito e realtà» in Cíngari G.(a cura di), Garibaldi, Bari, Laterza, 1984.

— «L’Italia e le minoranze etniche e religiose del principato di Bulgaria(1879-1896)» in Materiali di storia, 9, 1985.

— «Janko Sazakov e Karl Kautsky. Un socialista bulgaro di fronte al paparosso» in Annali del Dipartimento di studi dell’Europa Orientale, Napoli,Istituto Universitario Orientale, IV-V, 1986.

Pitassio A. e Guida F., «La politica estera italiana e gli slavi del sud nei rap-porti delle Legazioni di Belgrado e di Sofia nei periodi 1904-1908 e 1911-1913» in Materiali di storia, 3, 1980.

Pombeni P. (a cura di), La trasformazione politica nell’Europa liberale. 1870-1890,Bologna, Il Mulino, 1986.

Rainero R., L’anticolonialismo italiano da Assab ad Adua (1869-1896), Milano,Comunità, 1971.

— Il colonialismo, Firenze, Le Monnier, 1978a.Raponi N., Tommaso Gallarati Scotti tra politica e cultura, Milano, Vita e Pen-

siero, 1971.Reinhard W., Geschichte der Europaischen Expansion, Stuttgart, Kohlhammer,

1983-85, trad. it. Storia dell’espansione europea, Napoli, Guida, 1987.Repaci A., Da Sarajevo al “Maggio radioso”. L’Italia verso la prima guerra mondiale,

Milano, Mursia, 1985.Risaliti R., Studi sui rapporti italo-russi, Pisa, La Goliardica, 1972.Risorgimento greco e filellenismo italiano. Lotte, cultura, arte, Roma, Edizioni del

Sole, 1986.Rochat G., Il colonialismo italiano, Torino, Loescher, 1973.Romano S., La quarta sponda. La guerra di Libia 1911-1912, Milano, Bompiani,

1977.— Crispi, Milano, Bompiani, 19862.— La Francia dal 1870 ai nostri giorni. Un saggio storico-politico, Milano, Mon-

dadori, 1981.Rovighi A., Un secolo di relazioni militari tra Italia e Svizzera (1861-1961), Roma,

Stato Maggiore dell’Esercito, Ufficio Storico, 1987.

Page 288: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

278 Appendice bibliografica

Rubini U. (a cura di), Cultura e potere nella Germania dell’800. La querelle Beirne-Heine-Menzel, Bari, Adriatica, 1980.

Rumi G., «Intransigentismo e diplomazia delle grandi potenze: il casodell’Osservatore Cattolico” 1878-1898» in AA.VV., Opinion publique etpolitique extérieure, I, 1870-1915, Roma, Ecole Frangaise de Rorne, 1981.

Sabbatucci G., «Il problema dell’irredentismo e le origini del movimento na-zionalista» in Storia contemporanea, 3, I, 1970.

Salandra A., Diari, a cura di G.B. Gifuni, Milano, Pan, 1971.

San Giuliano A. marchese di, Diario fotografico del marchese di San Giuliano, acura di G. Giarrízzo, Palermo, Sellerio, 1984 (in aggiunta testi di F. Salleosullo scenario diplomatico del tempo e di D. Mormorio sul «casofotografico» della raccolta di San Giuliano).

Santangelo P., Relazioni fra il Regno d’Italia e di Corea. Il trattato d’amicizia, dicommercio e di navigazione fra l’Italia e la Corea (1884), Napoli, Annalidell’Istituto Universitario Orientale, 1971.

Scarzanella E., Italiani d’Argentina (1850-1912), Padova, Marsilio, 1984.

Schiera P., Il laboratorio borghese. Scienza e politica nella Germania dell’Ottocento,Bologna, II Mulino, 1987.

Segré G., L’Italia in Libia. Dall’età giolittiana a Gheddafi, Milano, Feltrinelli, 1978.

Serra E., «Appunti sulla politica estera di Crispi» in Storia e politica, 3, VII, 1968.

— «I fondi archivistici sulla Romania esistenti presso il MAE» in Storia con-temporanea, 2, XI, 1980.

— «Pisani Dossi e la riforma del Ministero degli Esteri sotto Crispi» in AffariEsteri, autunno 1981.

— «L’emigrazione italiana 1861-1980, Bruxelles» in Il Risorgimento, 1-2,XXXV, 1983.

— «L’archivio Storico-Diplomatico del Ministero degli Esteri italiano conparticolare riguardo ai fondi concernenti la Francia» in AA.VV.,Miscellanea in onore di Ruggero Moscati, Napoli, ESI, 1985.

— Alberto Pisani Dossi diplomatico, con documenti inediti di Pisani Dossi, Milano, F.Angeli, 1987.

Sonnino S., Scritti e discorsi extraparlamentari, a cura di B. Brown, 2 voli., Bari,Laterza, 1972.

— Diario 1891-1922, a cura di B. Brown e P. Pastorelli, 3 voll., Bari, Laterza,1972-75.

— Carteggio 1891-1922, a cura di B. Brown e P. Pastorelli, 3 voli., Bari, la-terza, 1975-81.

Stone N., La grande Europa, 1878-1919, Bari, Laterza, 1986.

Page 289: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

2.3. Dal 1870 al 1914 279

Surdich F. (a cura di), L’esplorazione italiana dell’Africa, Milano, II Saggiatore,1982.

Tamborra A., «La crisi balcanica del 1885-1886 e l’Italia» in Rassegna storica delRisorgimento, 3, LV, 1968.

— Esuli russi in Italia dal 1905 al 1917, Bari, Laterza, 1977. Tedeschi M., Laguerra dei cent’anni (Roma, 1870-1970), Milano, Giuffrè, 1970.

Testi A., Il socialismo americano nell’età progressista. Il Social Democratic Party delWisconsin, 1900-1920, Venezia, Marsilio, 1981.

— L’età progressista negli Stati Uniti 1896-1917, Bologna, Il Mulino, 1984.

Thomas J.L., The Great Republic: A History of the American People, Lexington(Mass.), D.C. Heath Co., 1985, trad. it. La nascita di una potenza mondiale.Gli Stati Uniti dal 1877 al 1920, Bologna, 11 Mulino, 1988.

Todorov T., La conquéte de l’Amérique. La question de l’autre, Paris, Seuil, 1982,trad. it. La conquista dell’America. Il problema dell’«altro», Torino, Einaudi,1984.

Toraldo-Serra N.M., Diplomazia dell’imperialismo e questione orientale: la spartizionedell’Impero ottomano e la nascita del problema palestinese. 1914-1922, vol. 1,Roma, Bulzoni, 1988.

Torre A., «L’azione di San Giuliano nel 1914» in Clio, V, 1969.

Toscano M., «Imperiali e il negoziato per il Patto di Londra (Dal diario ine-dito del nostro ambasciatore in Gran Bretagna)» in Storia e politica, 2, VII,1968.

Tosi L., L’emigrazione italiana all’estero in età giolittiana: il caso umbro, Firenze,Olschki, 1983.

Triulzi A., Salt, Gold and Legitimacy. Prelude to the History of a no-man’s LandBela Shangul, Wallagga, Ethiopia, ca. 1800-1898, Napoli, s.e., 1981.

Tuccari L., L’impresa di Massaua. Cento anni dopo, Roma, Stato Maggiore del-l’Esercito, Ufficio Storico, 1985.

Tyler-Whittle M.S., L’ultimo Kaiser. Vita di Guglielmo II imperatore di Germania,Milano, Mursia, 1981.

Valenti C., Crispi e la questione romana (1887-1894), Palermo, Flaccovio, 1978.

Valota B., Questione agraria e vita politica in Romania (1907-1922) tra demo-crazia e liberalismo autoritario, Milano, Cisalpino-Goliardica, 1979.

— La stampa italiana e la polveriera d’Europa (1905-1919), Milano, Unicopli, 1988.

Vegas F., Le origini dell’imperialismo americano (1890-1917), Milano, CisalpinoGoliardica, 1972.

Venturini F., «Militari e politici nell’Italia umbertina» in Storia contemporanea, 2,XIII, 1982.

Page 290: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

280 Appendice bibliografica

Vernassa M., «Opinione pubblica e politica estera. L’interessamento italianonei confronti dell’area balcanica (1897-1903)» in Rassegna storica del Risor-gimento, 3, LXIII, 1976.

Vigezzi B., «Politica estera e opinione pubblica in italia dal 1870 al 1945» inNuova rivista storica, 5-6, LXIII, 1979.

— «L’imperialismo e il suo ruolo nella storia italiana del primo ‘900» in Storiacontemporanea, XI, 1980.

— «Politica estera e opinione pubblica in Italia dal 1870 al 1914.Orientamenti degli studi dopo il 1945 e prospettive della ricerca» inAA.VV. Opinion publique et politique exterieure 1870-1915, Roma, EcoleFrarmise de Rome, 1981.

Webster R.A., Industrial Imperialism in Italy, 1908-1915, Berkeley, University ofCalifornia Press, 1975, trad. it. L’imperialismo industriale italiano 1908-1915.Studio sul prefascismo, Torino, Einaudi, 1975.

Zagatti P., «Colonialismo e razzismo. Immagine dell’Africa nella pubblicisti-ca italiana postunitaria» in Italia contemporanea 170, 1988.

Zaghi C., La spartizione dell’Africa, Napoli, Cymbra, 1968.— I Russi in Etiopia, Napoli, Guida, 1972.— «L’ultimo Crispi tra autoritarismo e imperialismo» in AA.VV., L’Africa

nella coscienza europea e l’imperialismo italiano, Napoli, 1973.— La conquista dell’Africa. Studi e ricerche, 2 voli., Napoli, Istituto Universitario

Orientale, 1984.

2.4. Dal 1914 al 1943

AA.VV., L’Italia nell’Europa danubiana durante la seconda guerra mondiale, Milano,Istituto di Storia della Resistenza, 1968.

Il problema delle minoranze tedesche tra le due guerre, Trento, Annali dell’Istitutostorico italo-germanico, 1978.

— L’imperialismo italiano e la Jugoslavia, Atti del convegno italo-jugoslavo (An-cona 14-16 ottobre 1977), Urbino, Argalia, 1981.

— L ‘emigrazione socialista nella lotta contro il fascismo (1926-1939), Firenze,Sansoni, 1982.

— Le élites in Francia e in Italia negli anni quaranta, Milano, Istituto nazionaleper la storia del movimento di liberazione in Italia, 1983.

— Le istituzioni finanziarie degli anni Trenta nell’Europa continentale, Bologna, IlMulino, 1983.

— Verbali delle riunioni tenute dal Capo di Stato Maggiore generale, vol. 1, 26 gennaio1939-29 dicembre 1940, Roma, Stato Maggiore dell’Esercito, Ufficio Stori-co, 1983.

Page 291: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

2.4. Dal 1914 al 1943 281

— Gli abruzzesi e la guerra di Spagna, L’Aquila, Istituto Abruzzese per la Storiad’Italia dal Fascismo alla Resistenza, 1984.

— L’Europa nell’orizzonte del mondo, vol. 1, Politica ed economia dal primo al secondodopoguerra, Milano, Jaca Book, 1984.

— Le minoranze etniche europee di fronte al nazismo e al fascismo, Atti del convegnosvoltosi ad Aosta, 3-4 dicembre 1983, Aosta, Musumeci, 1985.

— Italia-URSS. Pagine di storia 1917-1984 - documenti, Roma, Ministero degliAffari Esteri, Servizio Storico e Documentazione, 1985.

— Otto settembre 1943. L’Armistizio italiano 40 anni dopo, Atti del convegnointernazionale (Milano 7-8 settembre 1983), Roma, Ministero dellaDifesa, Comitato storico «Forze armate e guerra di liberazione», 1985.

— Les Italiens en France de 1914 à 1940, Roma, École francaise de Rome, 1986.

— Vichy 1940-1944. Quaderni di Angelo Tasca, Milano, Annali della Fondazio-ne Feltrinelli, 24, 1985.

— Actes et documents du Saint Siège relatift à la seconde guerre mondiale, vol. XI, Jan-vier 1944 - Mai 1945, Città del Vaticano, Libreria Editrice Vaticana, s.d.

— I cattolici isontini nel XX secolo, vol. 3, Il Goriziano fra guerra, resistenza e ripresademocratica, 1940-47, Gorizia, Istituto di storia sociale e religiosa, 1987.

— Il «caso Austria». Dall’ «Anschluss» all’era Waldheim, a cura di G.E. Rusconi eR. Cazzola, Torino, Einaudi, 1988.

— 1918: Benedetto XV e la pace. Giornata di studio, Brescia, Morcelliana, 1989.

Absalom R.N. e «Becattini G. (a cura dí), Gli alleati e la ricostruzione in Toscana.1944-1945. Documenti anglo-americani, Firenze, Olschki, 1987.

Aga Rossi E., «La politica del Vaticano durante la seconda guerra mondiale.Indicazioni di ricerca e documenti inediti sulla missione di Myron Taylor»in Storia contemporanea, 4, VI, 1975.

Agostini P. e Zendron A., Quaranta anni tra Roma e Vienna, Torino, ERI, 1987.

Alatri P., «La prima guerra mondiale nella storiografia italiana dell’ultimoventicinquennio» in Belfagor, 4, 1972, e 1, 1973.

— Nitti, D’Annunzio e la questione adriatica, Milano, Feltrinelli, 1976.

Albonico A., «La Spagna tra Badoglio e Mussolini, 1943-1945» in Nuova rivi-sta storica, LXIX, 1985.

Alessandrini A., Valigia diplomatica, Suzzara, Bittazzi, 1984.

Alexander H., Le memorie del Maresciallo Alexander 1940-1945, a cura di J.North, Milano, Garzanti, 1964.

Amonn W. (a cura di), Die Optionszeit erlebt, Bozen, Athesia, 1982.

André G., Il problema delle Azzorre e la neutralità del Portogallo durante la secondaguerra mondiale, Milano, Giuffrè, 1971.

Page 292: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

282 Appendice bibliografica

— «La politica fascista durante la seconda guerra mondiale» in De Felice R.(a cura di), L’Italia fra tedeschi e alleati, Bologna, Il Mulino, 1973.

Angelini M., «La politica estera italiana e il patto renano del 1925» in Annalidella Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Perugia, 1970.

Angelozzi Gariboldi G., Pio XII, Hitler e Mussolini. Il Vaticano fra le dittature,Milano, Mursia, 1988.

Antoniazzi G., Roma città aperta: la cittadella sul Gianicolo. Appunti di diario,1940-1945, Roma, Edizioni di storia e letteratura, 1983.-

Armon T., «Fascismo italiano e Guardia di Ferro» in Storia contemporanea 4,XX, 1989.

Aquarone A., «Gli Stati Uniti alla vigilia dell’imperialismo: premesse politi-che, economiche, culturali» in Rivista storica italiana, 3, LXXXI, 1969.

— «Dalla guerra di Cuba alla “Porta Aperta” e Pimperialismo americano difine secolo, 1898-1900» in Rivista storica italiana, 2, LXXXIII, 1970.

— «L’imperialismo americano in Asia nell’età di Theodore Roosevelt» in Ri-vista storica italiana, 3, LXXXIII, 1971.

— Le origini dell’imperialismo americano. Da McKinley a Taft (1 S97-1913), Bo-logna, Il Mulino, 1973.

Ara A., «La battaglia di Caporetto nell’opinione pubblica austriaca» in Risor-gimento, 3, XXI, 1969.

— L’Austria-Ungheria nella politica americana durante la prima guerra mondiale,Roma, Edizioni dell’Ateneo, 1973.

— «Gli Stati Uniti tra Italia e Austria dalla dichiarazione di guerra americana al-l’Austria-Ungheria alla conferenza della pace» in Storia e politica, 3, XII, 1973.

— Ricerche sugli austro-italiani e l’ultima Austria, Roma, Elia, 1974.Baer G.W., The Coming of the Italian-Ethiopian War, Cambridge (Mass.), Har-

vard University Press, 1967, trad. it. La guerra italo-etiopica e la crisi dell’e-quilibrio europeo, Bari, Laterza, 1970.

Baistrocchi E., Diplomatici alla sbaraglio, Napoli, Guida, 1984.Bambara G., La guerra di liberazione nazionale in Jugoslavia (1941-1943), Milano,

Mursia, 1988.Bandini F., Gli italiani in Africa. Storia delle guerre coloniali (1882-1943), Milano,

Longanesi, 1971 e Milano, Mondadori, 1980.Barbati V., «La politica esterna dell’Italia fra le due guerre» in Nord e Sud, 159,

161, XX, 1973.— «La politica estera della Germania fra le due guerre mondiali» in Nord e

Sud, 176-177, 178, 179, XXI, 1974.— «La politica estera della Francia fra le due guerre» in Nord e Sud, 171, 173,

XXI, 1974.

Page 293: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

2.4. Dal 1914 al 1943 283

Bardi P., Da Versailles a Locarno (1919-1925), Roma, Bardi, 1983.

Barié O., Gli Stati Uniti nel secolo XX. Tra leadership e guerra fredda, Milano,Marzorati, 1978b.

Bartoli D., L’Italia si arrende. La tragedia dell’8 settembre 1943, Milano, EditorialeNuova, 1983.

Battistini P. e Tuccinardi G. (a cura di), Le operazioni delle unità italiane inCorsica nel settembre-ottobre 1943, Atti del convegno internazionale di storiamilitare, Associazione nazionale combattenti e reduci, 1987.

Bedeschi G., Fronte jugoslavo-balcanico: c’ero anche io, Milano, Mursia, 1985. Ben-venuti F., staliniana, Firenze, Le Monnier, 1981.

— I bolscevichi e l’Armata Rossa. 1918-1922, Napoli, Bibliopolis, 1983.

Benvenuti F. e Pons S., Il sistema del potere dello stalinismo. Partito e stato in Urss,1933-53, Milano, F. Angeli, 1988.

Bernardi G., Il disarmo navale fra le due guerre mondiali 1919-1939, Roma, UfficioStorico della Marina Militare, 1975.

Berselli A., L’opinione pubblica inglese e l’avvento del fascismo (1919-1925), Milano,F. Angeli, 1971.

Berselli L., «Il patto a quattro e la storiografia francese» in Clio, XV, 1979.

Berti E., A Napoli con la Wehrmacht: la battaglia di Salerno. La Wehrmacht eil meridione d’Italia dopo l’8 settembre 1943, Udine, Lorenzini, 1988.

Bertolissi S. (a cura di), Bucharin tra rivoluzione e riforme. Dal convegno inter-nazionale su Bucharin nella storia dell’Unione Sovietica e del movimentocomunista internazionale tenuto a Roma nel giugno 1980, Roma, EditoriRiuniti - Istituto Gramsci, 1982.

Biagini A., «Una relazione del generale Giovanni Romei Longhena sulla rivo-luzione russa del febbraio 1917» in Rassegna storica del Risorgimento, 2,LXVI, 1979.

— «I rapporti tra l’Italia e il Montenegro durante la prima guerra mondiale(1914-1918)» in Rassegna storica del Risorgimento, 4, LXVIII, 1981.

— In Russia tra guerra e rivoluzione. La missione militare italiana 1915-1918,Roma, Stato Maggiore dell’Esercito, Ufficio Storico, 1983.

Biagini A. e Frattolillo F. (a cura di), Italia: comando supremo delle forze armate(1940-1943). Diario storico del comando supremo: raccolta di documenti dellaseconda guerra mondiale, 2 voli., Roma, Stato Maggiore dell’Esercito, UfficioStorico, 1986.

Bianchi G., Perché e come cadde il fascismo. 25 luglio crollo di un regime, Milano,Mursia, 19722.

— La seconda guerra mondiale nella prospettiva storica a trent’anni dall’epilogo, Como,Cairoli, 1977.

Page 294: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

284 Appendice bibliografica

Bianchini S., «L’area danubiano-balcanica e l’Italia fascista: relazioni interna-zionali e immagine della politica estera nelle riviste politiche italiane dal1938 al 1941» in Di Nolfo E., Rainero R. e Vigezzi B. (a cura di), L’Italia ela politica di potenza in Europa, 1938-1940, Milano, Marzorati, 1985.

— «L’idea fascista dell’impero nell’area danubiano-balcanica attraverso iprincipali volumi e collane editoriali» in Di Nolfo E., Rainero R. e VigezziB. (a cura di), L’Italia e la politica di potenza in Europa, 1938-1940, Milano,Marzorati, 1985.

Bolech Cecchi D., «L’accordo di Roma e le trattative italo-inglesi del giugno-agosto 1938» in Il Politico, 3, XL, 1975.

— «L’entrata in vigore dell’accordo anglo-italiano del 16 aprile 1938» in IlPolitico, 3, XLI, 1976.

— «I rapporti italo-britannici durante la crisi dei Sudeti e la conferenza diMonaco» in Il Politico, 2, XLI, 1976.

— L’accordo di due imperi. L’accordo italo-inglese del 16 aprile 1938, Milano,Giuffrè, 1977.

— Non bruciare i ponti con Roma. Le relazioni fra l’Italia, la Gran Bretagna e laFrancia dall’accordo di Monaco allo scoppio della seconda guerra mondiale, Milano,Giuffrè, 1986.

Bonazzi T. e Vaudagna M. (a cura di), Ripensare Roosevelt, Milano, F. Angeli,1986.

Bono S., «Documentazione sulla Libia nell’archivio del Ministero degli Esteria Bruxelles» in Africa, XXXVIII, 1983.

Borejsza I.W., Il Fascismo e l’Europa orientale. Dalla propaganda all’aggressione,Bari, Laterza, 1982.

Borsa G., «Tentativi di penetrazione dell’Italia fascista in Cina; 1932-1937» inIl Politico, 3, XLIV, 1979.

— Gandhi. Un uomo che divenne la fiera anima di un popolo, Milano, Bompiani,1983.

Boschesi P.B., Hitler e il nazismo verso la guerra. 1933-1939, Milano, Monda-dori, 1981.

Bosco A., «Lord Lothian e la nascita di “Federal Union” (1939-1940)» in IlPolitico, 2, XLVIII, 1983.

— «La dottrina politica di Lord Lothian» in Annali della Fondazione Einaudi,XLI, 1984.

— «Lord Lothian e la grande illusione, 1928-1930» in Critica storica, V, 1985.

Botta G., Diario di prigionia nei Lager di Zagara e Goerlitz, Cuneo, L’Arciere, 1988.

Botti F. e Ilari V., Il pensiero militare italiano dal primo al secondo dopoguerra, Roma,Stato Maggiore dell’Esercito, Ufficio Storico, 1985.

Page 295: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

2.4. Dal 1914 al 1943 285

Bracaglia P. (a cura di), Sessanta anni nella storia. Le grandi scelte del Partito co-munista italiano, Roma, Dipartimento stampa propaganda e informazionidel PCI, 1981.

Bracher K.D., La dittatura tedesca. Origini, strutture, conseguenze del nazionalsocialis-mo, Bologna, Il Mulino, 1983.

Bracher K.D. e Valiani L. (a cura di), Fascismo e nazionalsocialismo, Atti della setti-mana di studio (Trento, 10-14 settembre 1984), Bologna, Il Mulino, 1986.

Breccia A., «Le fonti per lo studio della storia delle relazioni internazionalidei paesi jugoslavi nel periodo 1890-1945» in Storia e politica, 1, 2, X, 1971.

— «Le potenze dell’Asse e la neutralità della Jugoslavia alla vigilia della se-conda guerra mondiale (febbraio-settembre 1939)» in Rivista di studi politiciinternazionali, 2, XLI, 1974.

— Jugoslavia 1939-1941. Diplomazia della neutralità, Milano, Giuffrè, 1978.

— «La politica estera italiana e l’Ungheria (1922-1933)» in Rivista di studi po-litici internazionali, 1, XLVII, 1980.

Brescianino C.D., Il problema della neutralità nella politica estera belga 1936-1937,Milano, Giuffrè, 1979.

Brogi A., «Il trattato di Rapallo del 1920 e la politica danubiano-balcanica diCarlo Sforza» in Storia delle relazioni internazionali, 1, 1989.

Broszat M., Die Machtergreifung. Der Aufstieg der NSDAP und die Zerstórung derWeimarer Republik, Miinchen, Deutscher Taschenbuch Verlag, 1984, trad.it. Da Weimar a Hitler, Bari, Laterza, 1986.

Broué P., Rivoluzione in Germania 1917-1923, Torino, Einaudi, 1978.

— La rivoluzione e la guerra di Spagna, Milano, Mondadori, 1980.

Brundu 011a P., Le origini diplomatiche dell’accordo navale anglo-tedesco del giugno1935, Milano, Giuffrè, 1974.

— «Il tentativo di détente italo-britannica nell’autunno 1935» in Il Politico,XLIII, 1978.

— L’equilibrio difficile. Gran Bretagna, Italia e Francia nel Mediterraneo (1930-37),Milano, Giuffrè, 1980.

Bruti Liberati L., Il Canada, l’Italia e il fascismo 1919-1945, Roma, Bonacci,1984.

Buccianti G., L’egemonia sull’Etiopia. Lo scontro diplomatico tra Italia, Francia eInghilterra, Milano, Giuffrè, 1977.

— Verso gli accordi Mussolini-Laval. Il riavvicinamento italo-francese fra il 1931 e il1934, Milano, Giuffrè, 1984.

Burgwyn H.J., Il revisionismo fascista. La sfida di Mussolini alle grandi potenze neiBalcani e sul Danubio, 1925-1933, Milano, Feltrinelli, 1979.

Page 296: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

286 Appendice bibliografica

— «Italy’ s Balcan Policy 1915-17. Albania, Greece and the EpirusQuestion» in Storia delle relazioni internazionali, 1, II, 1986.

— «Conflit or Rapprochement? Grandi confronts France and íts ProtégéYugoslavia: 1929-1932» in Storia delle relazioni internazionali, 1, III, 1987.

Busino G. (a cura di), «Luigi Einaudi e la Svizzera. Materiali per servire allastoria dei rapporti italo-svizzeri e alla biografia einaudiana» in Annali dellaFondazione Einaudi, 5, 1971.

Cadoni. G., «La cattura e l’internamento dei militari italiani nei Balcani daparte dei tedeschi dopo 1’8 settembre neI diario del maggiore ProtoCadoni» in Storia contemporanea, 5, XX, 1989.

Campanini G. (a cura di), I cattolici italiani e la guerra di Spagna. Studi e ricerche,Brescia, Morcelliana, 1987.

Caracciolo N., Gli ebrei e l’Italia durante la guerra 1940-I945, Roma, Bonacci,1986.

Caretti S., La rivoluzione russa e il socialismo italiano (1917-1921), Pisa, Nistri-Lischi, 1974.

Carlotti A.L., Adolf Hitler. Analisi storica delle psicobiografie del dittatore, Milano,F. Angeli, 1984.

Carocci G., La politica estera dell’Italia fascista, 1925-1928, Bari, Laterza, 1969.

Caroli G., «I rapporti italo-romeni nel 1940: la visita di Antonescu a Roma»in Rivista di studi politici internazionali, 3, XLV, 1978.

— «La Romania e il conflitto italo-etiopico (1935-36)» in Rivista di studi politiciinternazionali, 2, XLIX, 1982.

— «L’Italia e il problema nazionale romeno alla conferenza della pace diParigi 1919-1920» in Storia e politica, 3, XXII, 1983.

— «Un’amicizia difficile: Italia e Romania (1926-27)» in Analisi storica, 3, 1984.

Carr W., Hitler. A Study in Personality and Politics, London, Edward Arnold,1978, trad. it. Hitler. Studio sul rapporto tra personalità e politica, Napoli,Liguori, 1985.

Casula C.F., Domenico Tardini (1888-1961). L’azione della Santa Sede nella crisi trale due guerre, Roma, Studium, 1988.

Cataluccio F., «Il mondo arabo dopo la prima guerra mondiale. Penisola arabi-ca e mandato francese sulla Siria» in Archivio storico italiano, 4, CXXV, 1967.

— «La questione araba dopo la prima guerra mondiale: i mandati britanniciin Iraq e Palestina» in Archivio storico italiano, 3, CXXV, 1967.

Cavallero U., Diario 1940-43, a cura di G. Buccianti, Roma, Ciarrapico, 1984.

Cerutti M., Fra Roma e Berna. La Svizzera italiana nel ventennio fascista, Milano, F.Angeli, 1987.

Page 297: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

2.4. Dal 1914 al 1943 287

Ceva L., «L’incontro Keitel-Badoglio del novembre 1940 nelle carte del ge-nerale Marras» in Il Risorgimento, 1-2, XXIX, 1977.

— «Altre notizie sulle conversazioni italo-tedesche alla vigilia della secondaguerra mondiale, aprile-giugno 1939» in il Risorgimento, 3, XXX, 1978.

— «La campagna di Russia nel quadro strategico della guerra fascista» in IlPolitico, XLIV, 1979.

— «L’intelligence” britannico nella seconda guerra mondiale e la sua influen-za sulla strategia e sulle operazioni» in Storia contemporanea, 1, XIII, 1982.

Cialdea B., «La sicurezza europea e la pace del 1919-1921» in Storia e politica,4, XIII, 1974.

Cocchia A., La difesa del traffico con l’Africa settentrionale. Dal 1 ottobre 1941 al 30settembre 1942, Roma, Ufficio storico della Marina Militare, 1976.

— La difesa del traffico con l’Africa settentrionale. Dal 10 giugno 1940 al 30 settembre1941, Roma, Ufficio storico della Marina Militare, 1977.

Colarizi S., «Problemi storiografici sul fuoruscitismo e sull’antifascismosocialista all’estero» in AA.VV., L’emigrazione socialista nella lotta contro il fa-scismo (1926-1939), Firenze, Sansoni, 1982.

— «L’opinione pubblica italiana di fronte all’intervento in guerra» in DiNolfo E., Rainero R. e Vigezzi B. (a cura di), L’Italia e la politica di potenzain Europa 1938-1940, Milano, Marzorati, 1985.

Collotti E., «Il ruolo della Bulgaria nel conflitto fra Italia e Germania per ilnuovo ordine europeo» in Movimento di Liberazione d’Italia, 108, XXIV, 1972.

— Le potenze dell’Asse e la Jugoslavia. Saggi e documenti 1941-1943, Milano,Feltrinelli, 1974.

— Il litorale adriatico nel nuovo ordine europeo (1943-1945), Milano, Vangelista,1975.

— (a cura di), L’internazionale operaia e socialista tra le due guerre, Milano, Fel-trinelli, 1983-84.

Collotti Pischel E., Le origini ideologiche della rivoluzione cinese, Torino, Einaudi,1979.

Conti F., I prigionieri di guerra italiani 1940-45, Bologna, Il Mulino, 1986.Corazzi P., Etiopia 1938-1946, Milano, Mursia, 1984.

Corciulo M.S., «La crisi di Monaco sulle pagine di “Le Temps” (18 agosto-2ottobre 1938)» in Storia e politica, 2, VIII, 1969.

Corni G., Gli eredi degli Asburgo. Mitteleuropa 1918-1945, Firenze, Giunti-Barbera, 1989.

Corsini U. e Lill R., Alto Adige 1918-1946, Bolzano, Provincia autonoma, 1988.— (a cura di), Istituzioni e ideologia in Italia tra le rivoluzioni, Bologna, Il Mulino,

1987.

Page 298: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

288 Appendice bibliografica

Costa E., «La dichiarazione tedesco-polacca del 26 gennaio 1934» in Annalidella Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Genova, 1, 1973.

Costa Bona E., «La visita del colonnello Beck a Roma neI marzo 1938» in IlPolitico, 2, XLIV, 1979.

— Helsinki-Ginevra. Dicembre 1939-Marzo 1940. La guerra d’inverno e la societàdelle nazioni, Milano, Giuffrè, 1987.

Coverdale J.F., Italian Intervention in the Spanish Civil War, Princeton, PrincetonUniversity Press, 1975, trad. it. I fascisti italiani alla guerra di Spagna, Bari,Laterza, 1977.

Craig G.A., Storia della Germania 1866-1945, 2 voli., Roma, Editori Riuniti,1983.

Crivellin E.W., Cattolici francesi e fascismo italiano, «La vie intellectuelle» (1928-1939), Milano, F. Angeli, 1984.

Curato F., «Le relazioni italo-austriache alla conferenza della pace» in Storia epolitica, 3, XII, 1973.

Curli E., «Keynes e i negoziati sul Lend-Lease (1940-1941)» in Storia delle re-lazioni internazionali, 1, III, 1987.

D’Amoja F., Declino e prima crisi dell’Europa di Versailles. Studio sulla diplomaziaitaliana ed europea (1931-1933), Milano, Giuffrè, 1967.

— «La politica estera italiana da Caporetto alla conferenza di pace di Parigi»in Archivio storico messinese, XX-XXII, 1969-71.

— «Crisi economica degli anni trenta e imperialismo nel pensiero di PaulMattick » in Studi per Lorenzo Campagna, voi. V, Scritti storici, Milano, Giuf-frè, 1982.

— «Società delle Nazioni e politica di potenza» in Tranfaglia N. e Firpo M.(a cura di), La Storia, vol. IX, torno 4, Torino, UTET, 1986.

— «Il sistema di Versailles» in Tranfaglia N. e Firpo M. (a cura di), La Storia,vol. IX, torno 4, Torino, UTET, 1986.

Damiani C , Mussolini e gli Stati Uniti, 1922-1935, Bologna, Cappelli, 1980.Dassovich M., Trieste e l’Austria fra retaggio e mito, Trieste, Mosetti, 1984.

Decleva E., «Le delusioni di una democrazia: Carlo Rosselli e la Francia1929-1937» in Duroselle J.B. e Serra E. (a cura di), Italia e Francia dal 1919al 1939, Milano, ISPI, 1981.

— «L’unità di azione alla prova: i socialisti italiani e il fronte popolare fran-cese 1934-1939» in Duroselle J.B. e Serra E. (a cura di), Italia e Francia dal1919 al 1939, Milano, ISPI, 1981.

— «Italia e Francia nella “Nuova Europa”: gli orientamenti dell’opinioneliberal-democratica e azionista» in Duroselle J.B. e Serra E. (a cura di),Italia e Francia 1939-1945, Milano, F. Angeli, 1984.

Page 299: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

2.4. Dal 1914 al 1943 289

— «Politica estera, storia, propaganda. L’ISPI di Milano e la Francia (1934-1943)» in Duroselle J.B. e Serra E. (a cura di), Italia e Francia 1939-1945,Milano, F. Angeli, 1984.

— «Relazioni culturali e propaganda negli anni ‘30: i comitati “France-Italie”e “Italia-Francia”» in Duroselle J.B. e Serra E. (a cura di), Il vincolo culturalefra Italia e Francia negli anni Trenta e Quaranta, Milano, F. Angeli, 1986.

— L’incerto alleato, Milano, F. Angeli, 1987.De Felice F., Sapere e politica. L’Organizzazione internazionale del lavoro tra le due

guerre (1919-1939), Milano, F. Angeli, 1988.De Felice R., Mussolini. Il fascista, vol. II, torno 2, L’organizzazione dello stato

fascista (1925-1929), Torino, Einaudi, 1968.— «I rapporti tra fascismo e nazionalsocialismo fino all’andata al potere di

Hitler (1922-1933)» in A. Colombo (a cura di), La Resistenza e l’Europa,Napoli, 1971.

— Il problema dell’Alto Adige nei rapporti italo-tedeschi dall’Anschluss alla fine dellaseconda guerra mondiale, Bologna, II Mulino, 1973.

— Mussolini. Il duce (1929-1940), vol. III, tomo 1, Gli anni del consenso (1929-1936), Torino, Einaudi, 1974, vol. III, torno 2, Lo stato totalitario (1936-1940), Torino, Einaudi, 1981.

— Mussolini e Hitler. I rapporti segreti (1922-1933), Firenze, Le Monnier, 1983.— Ebrei in un paese arabo. Gli Ebrei nella Libia contemporanea tra colonialismo,

nazionalismo arabo e sionismo (1835-1970), Bologna, Il Mulino, 1987.— fascismo e l’oriente. Arabi, ebrei e indiani nella politica di Mussolini, Bologna, Il

Mulino, 1988.— (a cura dí), L’Italia fra tedeschi e Alleati: la politica estera fascista e la seconda

guerra mondiale, Bologna, Il Mulino, 1973.De Gasperi A., Discorsi parlamentari (1921-49; 1950-45), 2 voll., Roma, Camera

dei Deputati, 1985.— Scritti di politica internazionale 1933-38, 2 voli., Città del Vaticano, Libreria

Editrice Vaticana, 1981.De Grand A., Italian Fascismi Its origins and Development, Lincoln, University of

Nebraska Press, 1982, trad. it. Breve storia del fascismo, Barí, Laterza, 1983.De Guttry A. e Ronzitti N., I rapporti di vicinato tra Italia e Austria, Milano,

Giuffrè, 1987.De La Sierra L., La guerra navale nel Mediterraneo (1940-1943), Milano, Mursia,

1987.Del Boca A., Gli italiani in Africa orientale, 4 voli., Bari, Laterza, 1976-84.— La guerra d’Abissinia. 1935-1941, Milano, 1978.— Gli italiani in Libia, 2 voll., Bari, Laterza, 1986.

Page 300: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

290 Appendice bibliografica

Del Canuto F., «I Falascià fra politica antisemitica e politica razziale» in Storiacontemporanea, 6, XIX, 1988.

De Leonardis M., «La monarchia e l’intervento dell’Italia in guerra» in DiNolfo E., Rainero R. e Vigezzi B. (a cura di), L’Italia e la politica di potenzain Europa, 1938-1940, Milano, Marzorati, 1985.

— La Gran Bretagna e la resistenza partigiana in Italia (1943-1945), Napoli, ESI,1988.

Delle Donne G., Cesare Battisti e la questione altoatesina, Roma, Valerio Levi, 1987.Del Vecchio E., La cooperazione economica e finanziaria nella politica di guerra

dell’Intesa, Napoli, Liguori, 1974.— «Problemi e prospettive commerciali tra Italia e Slavi del Sud durante la

prima guerra mondiale» in Storia delle relazioni internazionali, 1, III, 1987.Depoli A., Fiume XXX ottobre 1918 - scritti scelti, Bologna, Li Causi, 1982.De Robertis A.G., Le grandi potenze e la ricostruzione politica dell’Europa (1942-

1943), Bari, Laterza, 1988.De Vergottini T., «L’Italia e il plebiscito per l’Alta Slesia» in Storia e politica, 1,

XI, 1972.Di Casola M.A., Turchia neutrale (1943-45). La difesa degli interessi nazionali dalle

pressioni alleate, Milano, Giuffrè, 1984.Di Nolfo E., «I rapporti austro-italiani dall’avvento del fascismo all’“Anschluss”

1922-1938» in Storia e politica, 1-2, XIII, 1974.— «Montini e la crisi italiana del ’42» in Il Veltro, 3-4, XXII, 1978.— «Mussolini e la decisione italiana di entrare nella seconda guerra

mondiale» in Di Nolfo E., Rainero R. e Vigezzi B. (a cura di), L’Italia e lapolitica di potenza in Europa 1938-1940, Milano, Marzorati, 1985.

Di Nolfo E., Rainero R. e Vigezzi B. (a cura di), L’Italia e la politica di potenzain Europa, 1938-1940, Milano, Marzorati 1985.

Diggins J.P., Mussolini and Fascism, the View from America, Princeton, PrincetonUniversity Press, 1972, trad. it. L’America, Mussolini e il fascismo, Bari, La-terza, 1972.

Donnini G., Il 1917 di Russia nella stampa italiana, Milano, Giuffrè, 1976.Donno A., Dal New Deal alla guerra fredda. Aspetti del radicalismo statunitense negli

anni ‘40, Firenze, Sansoni, 1983a.— La questione comunista negli Stati Uniti. Il Comunist Party dal Fronte Popolare alla

guerra fredda, 1935-1954, Lecce, Milella, 1983b.Dragoni U., Fiaschi in Jugoslavia. Ricordi polemici della campagna di Grecia 1941-43,

Alessandria, Il Quadrante, 1983. .Duroselle J.B. e Serra E. (a cura di), Italia e Francia dal 1919 al 1939, Milano,

ISPI, 1981.

Page 301: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

2.4. Dal 1914 al 1943 291

— (a cura di), Italia e Francia 1939-1945, Milano, F. Angeli, 1984.

— (a cura di), Il vincolo culturale tra Italia e Francia negli anni Trenta e Quaranta,Milano, F. Angeli, 1986.

Elleinstein J., Stalin, Roma, Edizioni Lavoro, 1986.

Enardu M.G., «La rivolta palestinese del 1936-1939 secondo le fonti di ar-chivio inglesi» in Alifba, 5, luglio-dicembre 1985.

Falcione R., Spostamenti di popolazione e deportazioni in Europa 1939-1945, Bo-logna, Cappelli, 1987.

Falco G., L’Italia e la politica finanziaria degli alleati, 1914-1920, Pisa, ETS, 1983.Fasce F., «L’Ansaldo in America (1915-1921)» in Studi e Notizie, XI, 1983.

Favorite M., «La resistenza delle Forze Armate italiane nei Balcani: il caso diCefalonia» in Storia delle relazioni internazionali, 2, 1988.

Ferrandi M., Ettore Tolomei - l’uomo che inventò l’Alto Adige, Trento, Publilux,1986.

Ferretti V., «La politica estera giapponese e i rapporti con l’Italia e la Ger-mania (1936-1939)» in Storia contemporanea, 4, VII, 1976.

— «La politica estera italiana e il Giappone imperiale (gennaio 1934-giugno1937)» in Storia contemporanea, 4-5, X, 1979.

— «1.1 patto cino-sovietico del 21 agosto 1938 e i suoi riflessi nella politicaestera italiana» in Storia e politica, 2, XIX, 1980.

— Il Giappone e la politica estera italiana 1935-1941, Milano, Giuffrè, 1983.

— «La Marina giapponese e il governo Tojo: il dibattito sull’inizio e l’epilogodella guerra del Pacifico» in Storia contemporanea, 1, XX, 1989.

Fiala P., 1918: il Piave. L’ultima offensiva della duplice monarchia. Con annessa rela-zione ufficiale austriaca, Milano, Mursia, 1987.

Filesi C., «La Tripolitania nella politica coloniale di Giovanni Amendola» inAfrica, XXXII, 1977.

— «Giovanni Amendola, ministro delle colonie e la questione cirenaica (feb-braio-ottobre 1922)» in Rivista di studi politici internazionali, 1, XLIV, 1977.

Fornaro P., Crisi post-bellica e rivoluzione. L’Ungheria dei Consigli e l’Europadanubiana nel primo dopo guerra, Milano, F. Angeli, 1987.

Frassati L., Il destino passa per Varsavia, nuova ed-a cura di R. De Felice, Mi-lano, Bompiani, 1985.

Frezza Bicocchi D., «I rapporti Italia - USA nel periodo fascista» in Studi sto-rici, 1, XV, 1974.

Galli G., Hitler e il nazismo magico, Milano, Rizzoli, 1989.

Gandi V., «I limiti dell’internazionalismo wilsoniano» in Comunità, 183,XXXV, 1981.

Page 302: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

292 Appendice bibliografica

Garzia I., Il negoziato diplomatico per i Patti Lateranensi, Milano, Giuffrè,1974.

— La questione romana durante la prima guerra mondiale, Napoli, ESI, 1981.

Gasbarri C., Quando il Vaticano confinava con il Terzo Reich, Padova, Messag-gero, 1984.

Gatti F., Il fascismo giapponese, Milano, F. Angeli, 1983.

Gencarelli E., Gli archivi italiani durante la seconda guerra mondiale, Roma, Qua-derni della Rassegna degli Archivi di Stato, 1979.

Genoino Caravaglios M., «La Santa Sede e l’Inghilterra in Etiopia durante ilsecondo conflitto mondiale» in Africa, XXXV, 1980.

Gentile E., Il mito dello stato nuovo dall’ antigiolittismo al fascismo, Bari, Laterza,1982.

Ghilardi F., Aspetti delle relazioni anglo-sovietiche 1919-1921, Pisa, Pacini, 1975.

Giordano G., «La diplomazia italiana e la crisi tedesca del 1932» in Clio, VIII,1972.

— Il patto a quattro nella politica estera di Mussolini, Bologna, Forni, 1976.

— «La missione di De Jouvenel a Roma. Un tentativo di riavvicinamento italo-francese» in AA.VV., Miscellanea in onore di Ruggero Moscati, Napoli, ESI, 1985.

Giovannetti A., Roma città aperta, Milano, Ancora, 1970.

Goglia L., Storia fotografica dell’impero fascista 1935-41, Bari, Laterza, 1985.

— «Note sul razzismo coloniale fascista» in Storia contemporanea, 6, XIX, 1988.

— «Sulla politica coloniale fascista» in Storia contemporanea, 1, XIX, 1988.

Grandi D., 25 luglio. Quarant’anni dopo, a cura di R. De Felice, Bologna, IlMulino, 1983.

— Dino Grandi racconta l’evitabile Asse. Memorie raccolte e presentate da G. Bianchi,Milano, Jaca Book, 1984.

— La politica estera dell’Italia dal 1919 al 1932, 2 voli., Roma, Bonacci, 1985a.

— Il mio paese. Ricordi autobiografici, a cura di R. De Felice, Bologna, Il Mulino,1985b.

Guariglia R., Primi passi in diplomazia e rapporti dall’Ambasciata di Madrid, 1932-1934, Napoli, EST, 1972.

— Scritti storico-eruditi e documenti diplomatici 1936-1940, Napoli, ESI, 1981.

Guderzo G. (a cura di), Lord Lothian. Una vita per la pace, Firenze, La NuovaItalia, 1986.

Guida F., «Ungheria e Italia dalla fine del primo conflitto mondiale al trattatodel Trianon» in Storia contemporanea, 3, XIX, 1988.

Hardach G., The First World War, Magnolin (Mass.), Peter Smith, 1980, trad.it. La prima guerra mondiale 1914-1918, Milano, Etas Libri, 1982.

Page 303: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

2.4. Dal 1914 al 1943 293

Herde P., Pearl Harbour, 7 Dezember 1941, Darmstadt, WissenschaftlicheBuchges, 1980, trad. it. Pearl Harbour, Milano, Rizzoli, 1986.

Heller H., L’Europa e il fascismo, Milano, Giuffrè, 1987.

Hertner P. e Mori G. (a cura di), La transizione dall’economia di guerra all’economiadi pace in Italia e in Germania dopo la prima guerra mondiale, Bologna, IlMulino, 1983.

Herwarth H. von, Zwischen Hitler und Stalin, Berlin, Propylaon, 1982, trad. it.Fra Hitler e Stalin, Milano, SugarCo, 1983.

Hildebrand K., Das Dritte Reich, Miinchen-Wien, R. Oldenbourg Verlag,1979, trad. it. Il Terzo Reich, Bari, Laterza, 1983.

Hillgruber A., Hitlers Strategie. Politik und Kriegfiihrung1940-41, Koblenz, Bernard& Graefe, 1982, trad. it. La strategia militare di Hitler, Milano, Rizzoli, 1986.

— Der Zweite Wellkrieg 1935-45, Stuttgart, Kohlhammer, 1982, trad. it. Laseconda guerra mondiale, Bari, Laterza, 1987.

Horvath-Mayerhofer C., L’amministrazione militare austro-ungarica nei territoriitaliani occupati dall’ottobre 1917 al novembre 1918, Udine, Istituto per la storiadel Risorgimento italiano. Comitato di Udine, 1985.

I conti con la storia: il caso Bukharin, Togliatti, lo stalinismo, Milano, Arti GraficheFratelli Fiorin, 1988.

Ilari V. e Sema A., Marte in Orbace. Guerra, esercito e milizia nella concezione fascistadella nazione, Ancona, Nuove ricerche, 1989.

Isnenghi M., «Russia e campagna di Russia nella storiografia italiana 1940-1943» in Italia contemporanea, 138, XXXII, 1980.

Knox M.G., Mussolini Unleashed 1939-1941. Politics and Strategy in Fascist Italy’sLast W ar, Cambridge, Cambridge University Press, 1982, trad. it. Laguerra di Mussolini, Roma, Editori Riuniti, 1984.

Kuby E., Verrat auf Deutsch, Hamburg, Hoffmann und Campe, 1982, trad. it.Il tradimento tedesco, Milano, Rizzoli, 1983.

La Marca N., «Conseguenze politiche economiche e sociali per l’Italia delcrollo dell’impero austro-ungarico» in Economia e Storia, 2, I, 1980.

Lancellotti B., Russia 1941-1943. Bibliografia, Milano, Editrice Nuovi Autori,1988.

La Puma L. e Vertone T. (a cura di), Gli intellettuali e la Guerra di Spagna,Lecce, Milella, 1988.

Laqueur W., The Terrible Secret: Suppression of the Truth about Hitler’s FinalSolution, New York, Penguin, 1982, trad. it. Il terribile segreto. La congiura delsilenzio sulla .soluzione finale», Firenze, La Giuntina, 1983.

Lawrence T.E., Dispacci segreti, a cura di C. Boccazzi, Pordenone, Studio Tesi,1988.

Page 304: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

294 Appendice bibliografica

Lefebvre D’Ovidio F., «L’Italia e la conferenza navale di Londra del 1930» inStoria e politica, 4, XVII, 1978.

— L’intesa italo-francese del 1935 nella politica estera di Mussolini, Roma, Tipo-litografia Aurelia 72, 1984.

Legnani M., «Espansione economica e politica estera nell’Italia del 1919-1921» in Movimento di Liberazione d’Italia, 108, XXIV, 1972.

Leoncini F., «Il problema della minoranza tedesca di Boemia nella politicainternazionale del biennio 1918-1919» in Mondo slavo, III, 1971.

— «Lo stato cecoslovacco e la questione dei Sudeti nel contesto internazio-nale degli anni ‘20» in Storia contemporanea, 1, VI, 1975.

— La questione dei Sudeti, 1918-1938, Padova, Liviana, 1976.

Liberato A., Linea Gustav: il passaggio della guerra dal Sangro al Moro, 1943-1944:arida cronaca di un arco di tempo, Vasto, R. Cannarsa, 1985.

Lopez Celly A., «Le origini del patto di non aggressione italo-sovietico del 2settembre 1933» in Storia e politica, 1, XIX, 1980.

Lottini O. e Ruta M.C., La cultura spagnola durante e dopo il franchismo, Atti delconvegno internazionale di Palermo (4-6 maggio 1979), Roma, Cadmo,1982.

Lovatto A. (a cura di), La deportazione nei lager nazisti. Nuove prospettive di ricerca,1987, Borgosesia, Istituto per la storia della Resistenza e della societàcontemporanea in Provincia di Vercelli «C. Moscatelli», 1989.

Lozzi C., Mussolini-Stalin. Storia delle relazioni italo-sovietiche prima e durante ilfascismo, Milano, Domus, 1983.

Lucio C., Storia del Regno di Dalmazia e di Croazia, Trieste, Lint, 1983. MackSmith D., Le guerre del Duce, Bari, Laterza, 1976.

— Mussolini, Milano, Rizzi:di, 1981.

Maione G., L’imperialismo straccione. Classi sociali e finanze di guerra dall’impresaetiopica al conflitto mondiale (1935-1943), Bologna, Il Mulino, 1979.

Malia IVI., La rivoluzione russa e i suoi sviluppi, Bologna, Il Mulino, 1984.Maltese P., Lo sbarco in Sicilia, Milano, Mondadori, 1981.

Malvezzi P., Le voci del ghetto. Antologia della stampa clandestina ebraica a Varsavia(1941-1942), Bari, Laterza, 1970.

Manzini R., «Le leggi di neutralità degli Stati Uniti d’America (1793-1941)» inRivista di studi politici internazionali, 1, XXIII, 1956.

Marchese S., La Francia e il problema dei rapporti con la Santa Sede (1914-1924),Napoli, ESI, 1969.

— Alle origini della rivoluzione vietnamita (1895-1932), Firenze, La Nuova Italia,1971.

Page 305: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

2.4. Dal 1914 al 1943 295

Margiotta Broglio F., Italia e Santa Sede dalla grande guerra alla Conciliazione,Bari, Laterza, 1968.

Marongiu Buonaiuti C., Politica e religioni nel colonialismo italiano (1882-1941),Milano, Giuffrè, 1982.

Marsico G., L’Italia e la conferenza economica di Portorose, 24 ottobre-23 novembre1921, Milano, Giuffrè, 1979.

— Il problema dell’Anschluss austro-tedesco 1918-1922, Milano, Giuffrè, 1983.— L’Italia e l’adesione della Germania alla Società delle Nazioni (1925-1926),

Trieste, Trieste Scientific Press, 1988.Martino G., Discorsi parlamentari, 2 voll., Roma, Camera dei Deputati, 1977.Massagrande D.L., Italia e Fiume 1921-1924. Dal «Natale di sangue» all’annes-

sione, Milano, Cisalpino-Goliardica, 1982.Massardo Maiello A., Laburismo e Russia Sovietica 1917-1924, Milano, Giuffrè,

1974.Mattesini F., La battaglia d’Inghilterra (luglio-ottobre 1940) Roma, Edizioni dell’Ate-

neo, 1982.Mazzetti M., «L’armistizio con l’Italia in base alle relazioni ufficiali anglo-

americane» in Memorie storiche militari, 1978.Medvedev R., All Stalin’s men, New York, Doubleday, 1984, trad. it. Tutti gli

uomini di Stalin, Roma, Editori Riuniti, 1985.Melchionni M.G., «La politica estera di Carlo Sforza nel 1920-21» in Rivista di

studi politici internazionali, 4, XXXVI, 1969.— «La convenzione antiasburgica del 12 novembre 1920» in Storia e politica,

2, XI, 1972.— Il confine orientale italiano, 1918-1920, vol. 1, La vittoria mutilata. Problemi ed

incertezze della politica estera italiana sul finire della grande guerra. Ottobre 1918-gennaio 1919, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 1981.

Meldolesi L., La teoria economica di Lenin. Imperialismo e socialismo nel dibattitoclassico, 1914-1916, Bari, Laterza, 1981.

Melodia G., Di là da quel cancello. I vivi e i morti nel Lager di Dachau, Milano,Mursia, 1988.

Melograni P., Storia politica della grande guerra 1915-1918, Bari, Laterza, 1969.— Il mito della rivoluzione mondiale. Lenin tra ideologia e ragione di Stato. 1917-

1920, Bari, Laterza, 1985.Mercuri L., «Ignazio Sifone e il Centro Estero del PSI in Svizzera» in Tempo

presente, XXXVII, gennaio 1984.Mian F., La ricostruzione del Patriarcato di Mosca (1917-1925). Dal Santo Sinodo al

Nuovo Patriarcato, Milano, Giuffrè, 1981.Migone G.G., Problemi di storia nei rapporti tra Italia e Stati Uniti, Torino, Ro-

senberg & Sellier, 1971.

Page 306: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

296 Appendice bibliografica

— «La stabilizzazione della lira: la finanza americana e Mussolini» in Rivistadi Storia contemporanea, 1, II, 1973.

— «Le origini dell’egemonia americana in Europa» in Rivista di Storia contem-poranea, 3, III, 1974.

— «Gli Stati Uniti e le prime misure di stabilizzazione della lira (estate1926)» in Spini G., Migone G.G. e Teodori M. (a cura di), Italia e Americadalla grande guerra a oggi, Venezia, Marsilio, 1976.

— «Governo, banchieri e grande stampa americana alla vigilia della stabiliz-zazione della lira» in Rivista di storia contemporanea 4, VIII, 1979a.

— I banchieri americani e Mussolini. Aspetti internazionali della quota novanta,Torino, Rosenberg & Sellier, 1979.

— «La politica italiana degli Stati Uniti» in Fini M.O. (a cura di), Dove val’America. La politica estera degli Stati Uniti durante gli anni Settanta, Milano,Feltrinelli, 1980a.

— Gli Stati Uniti e il fascismo. Alle origini dell’egemonia americana in Italia, Milano,Feltrinelli, 1980b.

Milward A.S., War, Economy and Society, Berkeley, University of California Press,1977, trad. it. Guerra, economia e società, I939-1945, Milano, Etas Libri, 1983.

Minardi S., Mac Donald e la fine dell’egemonia navale britannica, Caltanissetta,Sciascia, 1978.

Minerbi S., Il Vaticano, la Terra Santa e il sionismo, Milano, Bompiani, 1988.Minniti F., «Gli aiuti militari alla Finlandia durante Ia guerra d’inverno» in

Memorie storiche militari, 1979.Mockier A., Il mito dell’impero, Milano, Rizzoli, 1977.Moltke H.J. von, Futuro e resistenza. Dalle lettere degli anni 1926-1945, Brescia,

Morcelliana, 1985.Montgomery B.L., Memorie del maresciallo Montgomery, Milano, Mondadori,

1959.Monticone A., La Germania e la neutralità italiana: 1914-1915, Bologna, Il Mu-

lino, 1971.Mori R., «Verso il riavvicinamento fra Hitler e Mussolini (ottobre 1935-

giugno 1936)» in Storia e politica, 1, XV, 1976.— «Delle cause dell’impresa etiopica mussoliniana» in Storia e politica, 4,

XVII, 1978.— Mussolini e la conquista dell’Etiopia, Firenze, Le Monnier, 1978.Moro A., Scritti e discorsi (1940-47; 1951-63), 2 voli., Roma, Camera dei Depu-

tati, 1982.Mugnaini M., «L’Italia e l’America Latina (1930-1936): alcuni aspetti della po-

litica estera fascista» in Storia delle relazioni internazionali, 2, II, 1986.

Page 307: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

2.4. Dal 1914 al 1943 297

Natoli C., La Terza Internazionale e il fascismo, 1919-1923. Proletariato di fabbrica ereazione industriale nel primo dopoguerra, Roma, Editori Riuniti, 1982.

— (a cura di), La resistenza tedesca 1933-1945, Milano, F. Angeli, 1989.

Natoli C. e Rapone L. (a cura di), A cinquant’anni dalla guerra di Spagna, Milano,F. Angeli, 1987.

Nazzaro P., «L’atteggiamento della stampa cattolica moderata americanaverso il fascismo prima e dopo la Conciliazione» in Storia contemporanea, 4,II, 1971.

Neulen H.W., Eurofaschismus und der Zweite Weltkrieg, Miinchen, UniversitasVerlag, 1980, trad. it. L’eurofascismo e la seconda guerra mondiale, Roma,Edizioni Volpe, 1982.

Noiret S., «Le origini della ripresa delle relazioni tra Roma e Mosca.Idealismo massimalista e realismo bolscevico: la missione Bombacci-Cabrini a Copenhagen nell’aprile 1920» in Storia contemporanea, 5, XIX,1988.

Nolte E., Nazionalsocialismo e bolscevismo. La guerra civile europea 1917-1945, conun saggio di G.E. Rusconi, Firenze, Sansoni, 1988.

Novak B.C., Trieste, 1941-1954. The Ethnic, Political, and Ideological Struggle,Chicago, The University of Chicago Press, 1970, trad. it. Trieste 1941-1954. La lotta politica, etnica e ideologica, Milano, Mursia, 1973.

Nuti L., «I problemi storiografici connessi con l’intervento italiano nellaseconda guerra mondiale» in Storia delle relazioni internazionali, 2, I, 1985.

Oddati N., Carlo Petrone: un cattolico in esilio 1939-1944, Roma, Cinque Lune,1980.

Orlando V.E., Memorie 1915-1919, a cura di R. Mosca, Milano, Rizzoli, 1970.

Orsucci A. e Ragghianti R., Chierici militanti. L’emigrazione tedesca e l’impegnocivile della cultura francese negli anni ‘30, Milano, F. Angeli, 1985.

Pacor M., Italia e Balcani dal Risorgimento alla Resistenza, Milano, Feltrinelli,1968.

Pajetta G., Russia 1932-1934, Roma, Editori Riuniti, 1985.

Pala L., I cattolici francesi e la guerra di Spagna, Urbino, Argalia, 1974.

Panizza D., «La rimilitarizzazione della Renania nei documenti francesi» inRivista di studi politici internazionali, 2, XXXIX, 1972.

Paoluzzi A. (a cura di), De Gasperi e l’Europa degli anni ‘30, Roma, CinqueLune, 1974.

Pastorelli P., «Il patto militare segreto italo-albanese del 26 agosto 1925» inRivista di studi politici internazionali, XXXIV, 1967a.

Page 308: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

298 Appendice bibliografica

— Italia e Albania 1924-1927. Origini diplomatiche del trattato di Tirana del 22novembre 1927, Firenze, Biblioteca della Rivista di studi politici interna-zionali, 1967b.

— «L’Albania nel Patto di Londra» in Clio, V, 1969.

— «11 patto italo-albanese di amicizia e di sicurezza del 27 novembre 1926»in Rivista di studi politici internazionali, 2, XXXVI, 1969.

— L’Albania nella politica estera italiana 1914-1920, Napoli, Jovene, 1970.

— «La storiografia italiana del dopoguerra sulla politica estera fascista» inStoria e politica, 4, X, 1971.

— L’Italia e le nazioni finlandesi 1917-1919, Udine, Istituto per la storia delRisorgimento italiano, Comitato di Udine, 1985.

Pavlowitch S.K. «The Balkan Union Agreement of 1942» in Storia delle rela-zioni internazionali, 1, XVIII, 1987.

Perfetti F., «Alle origini degli accordi Laval-Mussolini: alcuni contatti italo-francesi del 1932 in materia coloniale» in Storia contemporanea, 4, VIII,1977.

— Fiumanesimo, sindacalismo e fascismo, Roma, Bonacci, 1988.

Petacco A., Dear Benito, caro Winston! Verità e mistero del carteggio Mussolini-Churchill, Milano, Mondadori, 1985.

Petersen J., Hitler-Mussolini. Die Entsehung der Achse Berlin-Rom 1933-1936,Tiibingen, Max Niemeyer Verlag, 1973, trad. it. Hitler e Mussolini. La dif-ficile alleanza, Bari, Laterza, 1975.

— «I rapporti culturali nel periodo dell’Asse (1936-1943)» in Bracher K.D. eValiani L. (a cura di), Fascismo-Nazionalsocialismo, Bologna, Il Mulino, 1985.

— «La Germania e il crollo del fascismo italiano nell’estate del 1943» inAA.VV., La cobelligeranza italiana nella lotta di liberazione in Europa, Roma,Ministero della Difesa, Comitato storico «Forze Armate e guerra diliberazione», 1986.

Petracchi G., «L’Italia e la preparazione diplomatica della conferenza di Pie-trogrado» in Storia e politica, 1, X, 1971.

— Diplomazia di guerra e rivoluzione. Italia e Russia dall’ottobre 1916 al maggio1917, Bologna, Il Mulino, 1974.

— «L’intervento italiano in Russia (1917-1919)» in Storia contemporanea, 3, VI,1975.

— «La cooperazione italiana, il Centrsojuz e la ripresa dei rapporti commer-ciali tra l’Italia e la Russia sovietica (1917-1922)» in Storia contemporanea, 2,VIII, 1977.

— La Russia rivoluzionaria nella politica italiana. Le relazioni italo-sovietiche 1917-1925, Bari, Laterza, 1982.

Page 309: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

2.4. Dal 1914 al 1943 299

— «Carlo Sforza e il mondo sovietico: apparenze diplomatiche e realtàpsicologiche (1917-1950)» in Il Politico, 3, XLIX, 1984.

— «Le relazioni fra l’Unione Sovietica e il Regno del Sud: una riconsidera-zione della politica sovietica in Italia 1943-44» in Storia contemporanea, 6,XV, 1984.

— «“Il colosso dai piedi d’argilla”: l’URSS nell’immagine del fascismo 1938-1940» in Di Nolfo E., Rainero R. e Vigezzí B. (a cura di), L’Italia e lapolitica di potenza in Europa, 1938-1940, Milano, Marzorati, 1985.

Petricioli M., L’occupazione italiana del Caucaso, un ingrato servizio da rendere aLondra, Milano, Giuffrè, 1972.

— «Le reazioni arabe al progetto di Consiglio legislativo per la Palestina: ot-tobre 1935-aprile 1936» in Il Politico XLIV, 1979.

— «La resa dei conti: diplomazia e finanza di fronte alle aspirazioni italianein Anatolia (1918-1923)» in Storia delle relazioni internazionali, 1, II, 1986.

Pierelli W., Le mie tre guerre in Africa Orientale, vol. 1, Prima guerra: La conquistadell’Abissinia ovvero la guerra dei sette mesi, Bologna, Conti, 1987.

Pieroni P., L’Italia in Africa, Firenze, Vallecchi, 1974.

Pieropan G., 1914-1918: storia della grande guerra, Milano, Mursia, 1988.

Pilotti L. (a cura di), La formazione della diplomazia italiana 1861-1915, Milano,F. Angeli, 1989.

Pini Moro D., «Degradazione di Ramon J. Sender durante la guerra civilespagnola? Una testimonianza inedita di Vittorio Vidali» in Storia contempo-ranea, 3, XIX, 1988.

Pinzani C., «L’8 settembre 1943: elementi ed ipotesi per un giudizio storico»in Studi storici, 2, 1972.

Pirelli A., Taccuini 1922-1943, Bologna, Il Mulino, 1984.

Pizzigallo M., «L’Italia alla conferenza di Washington (1921-1922)» in Storia epolitica, 4, XIV, 1975.

— «Mussolini e il riconoscimento de jure dell’URSS» in Storia e politica, 3,XVI, 1977.

— «Mussolini e la politica dei petroli. La convenzione Sinclair» in Storia e po-litica, 3, XVIII, 1979.

— Alle origini della politica petrolifera italiana (1920-1925), Milano, Giuffrè, 1981.

— Mediterraneo e Russia nella politica italiana 1922-24, Milano, Giuffrè, 1982.

— L’Agip degli anni ruggenti (1926-1932), Milano, Giuffrè, 1984.

Page 310: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

300 Appendice bibliografica

Plehwe F.K. von, Schicksalsstunden in Rom, Frankfurt a. M. - Berlin, VerlagUlIstein, 1967, trad. it. Il patto d’acciaio. Da Mussolini a Badoglio. Una te-stimonianza tedesca, Milano, Longanesi, 1970.

Prayer M., «Gandhi e il nazionalismo indiano nella pubblicistica del regimefascista 1921-1938» in Storia contemporanea, 1, XIX, 1988.

Procacci G., Il socialismo internazionale e la guerra d’Etiopia, Roma, Editori Riu-niti, 1978.

— Dalla parte dell’Etiopia. L’aggressione italiana vista dai movimenti anticolonialistid’Asia, d’Africa e d’America, Milano, Feltrinelli, 1984.

— «GIi interventisti di sinistra, la rivoluzione di febbraio e la politica internaitaliana nel 1917» in Italia contemporanea, 1980.

Puppini M., In Spagna per la libertà. Antifascisti friulani, giuliani e istriani nellaguerra civile spagnola 1936-1939, Udine, Omnia Press, 1986.

Rallo M., L’epoca delle rivoluzioni in Europa (1919-1945), vol. 1, Austria-Cecoslovacchia, Roma, Il Settimo Sigillo, 1987.

Quartararo R., «La crisi mediterranea ne/ 1935-36» in Storia contemporanea, 4,VI, 1975.

— «Inghilterra e Italia. Dal Patto di Pasqua a Monaco (con un’appendice sul“canale segreto” italo-inglese)» in Storia contemporanea, 4, VII, 1976.

— «Le origini del piano Hoare-Laval» in Storia contemporanea, 4, VIII, 1977.— «L’Italia e lo Yemen. Uno studio sulla politica di espansione italiana nel

Mar Rosso (1923-1937)» in Storia contemporanea, 4-5, X, 1979.— Roma fra Londra e Berlino. La politica estera fascista dal 1930 al 1940, Roma,

Bonacci, 1980a.— «L’altra faccia della crisi mediterranea (1935-36)» in Storia contemporanea, 4-

5, XIII, 1982.Ragionieri E., La Terza Internazionale e il Partito Comunista Italiano, Torino,

Einaudi, 1978.Rainero R., La rivendicazione fascista sulla Tunisia, Milano, Marzorati, 1978b.— (a cura di), I prigionieri militari italiani durante la seconda guerra mondiale. Aspetti

e problemi storici, Atti del convegno internazionale di studi (Mantova, 4-5ottobre 1984), Milano, Marzorati, 1985.

Rendi G., La politica degli alleati verso la Germania durante la seconda guerramondiale, Roma, s.e., 1974.

Repaci A., Da Sarajevo al «maggio radioso». L’Italia verso la prima guerra mondiale,Milano, Mursia, 1985.

Riccardi A., Pio XII e la politica internazionale, Bari, Laterza, 1979.Riccardi L., «Il trattato italo-romeno del 16 settembre 1926» in Storia delle

relazioni internazionali, 1, III, 1987.

Page 311: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

2.4. Dal 1914 al 1943 301

Richard L., Le nazisme et la culture, Paris, Maspéro, 1978, trad. it. Nazismo ecultura, Milano, Garzanti, 1982.

Ridomi C., La fine dell’ambasciata a Berlino (1940-1943), Milano, Longanesi,1972.

Ritter G., Staatskunst und Kriegshandwerk. Das Problem des «Militarismus» inDeutschland, vol. 2, Miinchen, R. Oldenbourg Verlag, 1964, trad. it. Laprima guerra mondiale e la crisi della politica tedesca, Torino, Einaudi, 1973.

— Staatskunst und Kriegshandwerk. Das Problem des «Militarismus» inDeutschland, voi. 3, Miinchen, R. Oldenbourg Verlag, 1968, trad. it. Ilsopravvento del militarismo e il crollo dell’impero, Torino, Einaudi, 1973.

Rocca G., Stalin, Milano, Mondadorí, 1988.

Rochat G., «La missione Mallandra e la responsabilità della preparazionemilitare in Africa Orientale nel 1926» in Il Risorgimento, 3, XXII, 1970.

— Militari e politici nella preparazione della campagna d’Etiopia 1932-36, Milano, F.Angeli, 1971.

— Il colonialismo italiano, Torino, Loescher, 1973.

— «La repressione della resistenza araba in Cirenaica nel 1930-31 nei documen-ti dell’archivio Graziani» in Movimento di liberazione d’Italia, 110, XXV, 1973.

— «L’Italia nella prima guerra mondiale. Mito e storiografia fino al 1943» inRivista di storia contemporanea, 1, VII, 1976.

— L’Italia nella prima guerra mondiale. Problemi di interpretazione e prospettive diricerca, Milano, Feltrinelli, 1976.

Romano S., «Diplomazia nazionale e diplomazia fascista. Continuità erottura» in Affari Esteri, 64, XVI, autunno 1984.

Romei A. (a cura di), Il leone del deserto. La guerriglia libica di Omar Muktar controi fascisti italiani, Roma, Napoleone, 1985.

Rosei A., Italia e Albania: relazioni finanziarie nel ventennio fascista, Bologna, IlMulino, 1986.

Rossi G., «Alle origini dell’indipendenza libica: la dichiarazione britannicadell’8 gennaio 1942 sulla Cirenaica» in Africa, 32, 1977.

Rovighi A., Le operazioni in Africa Orientale (Giugno 1940-Novembre 1941),2 voli., Roma, Stato Maggiore dell’Esercito, Ufficio Storico, 1988.

Rumi G., Alle origini della politica estera fascista (1918-1923), Bari, Laterza, 1968.

— L’imperialismo fascista, Milano, Mursia, 1974.

— «Mussolini, “Il Popolo d’Italia” e l’Ungheria (1918-1922)» in Storia conte-mporanea, 4, VI, 1975.

Rusconi G.E., La crisi di Weimar, Torino, Einaudi, 1977.

Page 312: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

302 Appendice bibliografica

— «Di nuovo una questione tedesca alla luce dello Historikestreit» in Storiacontemporanea, 2, XIX, 1988.

— Rischio 1914. Come si decide una guerra, Bologna, Il Mulino, 1987.— (a cura di), Germania: un passato che non passa. I crimini nazisti e l’identità

tedesca, Torino, Einaudi, 1987.Sacconi F., «La seconda guerra mondiale e i nodi di una nuova egemonia

internazionale nelle carte di Harry Hopkins. I, da Monaco a PearlHarbour» in Quaderni. Rivista trimestrale, 35-36, 1972.

Saliola R., «La Banca Nazionale del Lavoro in Africa Orientale Italiana 1936-1941» in Storia contemporanea, 3, XX, 1989.

Sala T., «1941-43. Jugoslavia neutrale. Jugoslavia occupata» in Italia contem-poranea, 138, 1980.

— «Fascismo e Balcani. L’occupazione della Jugoslavia» in AA.VV., Storiadella società italiana, vol. 22, La dittatura fascista, Milano, Teti, 1983.

Salotti G., «Gli intrighi balcanici del 1919-’20 in un memorandum a Mussolinidel 1932 di Vladimiro Petrovich-Saxe» in Storia contemporanea, 4, XX, 1989.

Salvadori M., «Antifascisti italiani negli Stati Uniti» in AA.VV., Italia e StatiUniti dall’indipendenza ad oggi (1776-1976), Atti del primo congresso inter-nazionale di storia americana, Genova 26-29 maggio 1976, Genova, Til-gher, 1978.

— «Giellisti e loro amici negli Stati Uniti durante la seconda guerramondiale» in AA.VV., Giustizia e Libertà nella lotta antifascista e nella storiad’Italia, Firenze, La Nuova Italia, 1978.

— Storia del pensiero comunista da Lenin alla crisi dell’internazionalismo, Milano,Mondadori, 1984.

Salvemini G., «Preludio alla seconda guerra mondiale» in Opere, III, Milano,Feltrinelli, 1967.

— «L’Italia vista dall’America» in Opere, VII, Milano, Feltrinelli, 1969.Santarelli E., Italia e Ungheria nella crisi post-bellica (1918-1920), Urbino, Ar-

galla, 1968.Santoni A., «Il duello tra le risorse informative italo-tedesche e l’Ultra Secret

britannico durante la guerra del Mediterraneo» in Memorie storiche mili-tari, 1981.

— Il vero traditore. Il ruolo documentario di Ultra nella guerra del Mediterraneo,Milano, Mursia, 1981.

— La seconda battaglia navale della Sirte, Roma, Edizioni dell’Ateneo, 1982.— Le operazioni in Sicilia e in Calabria (luglio-settembre 1943), Roma, Stato Mag-

giore dell’Esercito, Ufficio Storico, 1983.— Guerra segreta sugli oceani. L’Ultra britannico e i corsari tedeschi, Milano, Mursia,

1984.

Page 313: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

2.4. Dal 1914 al 1943 303

— Il primo Ultra Secret. L’influenza delle decrittazioni britanniche sulle operazioninavali della guerra 1914-18, Milano, Mursia, 1985.

Sartori C., «Giuseppe Volpi di Misurata e i rapporti finanziari del gruppoSADE con gli USA» in Ricerche storiche, 2-3, IX, 1979.

Satta Boschian L., Dalla Santa Russia all’Urss (1905-1924), Roma, Studium, 1988.

Sbacchi A., «An Appraisal of the Diplomacy of Appeasement» in Rivista distudi politici internazionali, 4, XLVI, 1979.

— Il colonialismo italiano in Etiopia 1936-1940, Milano, Mursia, 1980.

— «Patrioti, martiri, eroi: appunti sull’opposizione etiopica alla dominazioneitaliana 1935-1940» in Storia contemporanea, 4-5, XII, 1982.

Schneider E., Pio XII, Pace, opera della Giustizia, Roma, Edizioni Paoline, 1970.

Scorza C., Mussolini tradito. Dall’archivio segretissimo e inedito dell’ultimo segretarionazionale del PNF dal 14 aprile alla notte del 25 luglio 1943, Roma, Dino, 1982.

Scotti G. e Viazzi L., L’inutile vittoria. La tragica esperienza delle truppe italiane inMontenegro (1941-42), Milano, Mursia, 1989.

Sebastiani P., I Servizi segreti speciali britannici e l’Italia 1940-1945, Roma, Bo-nacci, 1986.

Segré G., L’Italia in Libia. Dall’età giolittiana a Gheddafi, Milano, Feltrinelli, 1978.

Serra E., Nitti e la Russia, Bari, Dedalo, 1975.

— «I fondi archivistici sulla Romania esistenti presso il MAE» in Storia con-temporanea, 2, XI, 1980.

— «Il confine meridionale della Libia e gli accordi Mussolini-Laval» in Duro-selle J.B. e Serra E. (a cura di), Italia e Francia dal 1919 al 1939, Milano,ISPI, 1981.

— «L’emigrazione italiana 1861-1980, Bruxelles» in Il Risorgimento, 1-2,XXXV, 1983.

— «L’archivio storico-diplomatico del Ministero degli Esteri italiano conparticolare riguardo ai fondi concernenti la Francia» in AA.VV.,Miscellanea in onore di Ruggero-Moscati, Napoli, ESI, 1985.

— «Appunti sull’immagine della Francia nella propaganda fascista» in Duro-selle J.B. e Serra E. (a cura di), Il vincolo culturale tra Italia e Francia negli anniTrenta e Quaranta, Milano, F. Angeli, 1986.

— «Diplomazia italiana, propaganda fascista e immagine della GranBretagna» in Rivista di storia contemporanea, 3, XVII, 1986.

Sidari F., L’Inghilterra e il mandato italiano sul Caucaso nella guerra civile russa(1919), Padova, CEDAM, 1970.

Simonetti M., «Storici italiani e rivoluzionari in Russia (1917-1918) in Movi-mento di Liberazione d’Italia, 92, XX, 1968.

Page 314: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

304 Appendice bibliografica

Siviero R., L’Arte e il nazismo. Esodo e ritorno delle opere d’arte italiane 1938-1963,Firenze, Cantini, 1984.

Sonnino S., Carteggio 1891-1922, a cura di B. Brown e P. Pastorelli, 3 voli.,Bari, Laterza, 1975-81.

Sorani S., L’assistenza ai profughi ebrei in Italia (1933-1941). Contributo alla storiadella Delasem, Roma, Carucci, 1983.

Speroni G., Amedeo duca d’Aosta. La resa dell’Amba Alagi e la morte in prigionianei documenti segreti inglesi, Milano, Rusconi, 1984.

Spini G., Migone G.G. e Teodori M. (a cura di), Italia e America dalla grandeguerra a oggi, Venezia, Marsilio, 1976.

Spriano P., Storia del Partito Comunista Italiano, vol. 3, I fronti popolari, Stalin, laguerra, Torino, Einaudi, 1970.

— I comunisti europei e Stalin, Torino, Einaudi, 1983.

Stato Maggiore dell’Esercito, L’Italia nella relazione ufficiale sovietica nella secondaguerra mondiale, Roma, Stato Maggiore dell’Esercito, Ufficio Storico, 1978.

— La campagna di Grecia, Roma, Stato Maggiore dell’Esercito, Ufficio Sto-rico, 1980.

Stefani F., Senza pace. L’incerto confine orientale italiano in trent’anni di storia (1915-1945), Udine, Multiservizi, 1988.

Suvich F., Memorie 1932-1936, Milano, Rizzoli, 1984.

Tagliacozzo E., «L’opera di Gaetano Salvemini negli Stati Uniti d’America»

in Rassegna Storica Toscana, 1, XX, 1974.

— «“Maestro di democrazia”. Di alcuni scritti degli anni. d’America (G. Sal-vemini)» in Archivio Trimestrale, 1982.

Talpo O., Dalmazia. Una cronaca per la storia (1941), Roma, Stato Maggioredell’Esercito, Ufficio Storico, 1985.

Tedeschi M., La guerra dei cent’anni (Roma, 1870-1970), Milano, Giuffrè, 1970.Tedeschini Lalli M., «La propaganda araba del fascismo e l’Egitto» inStoria contemporanea, 4, VII, 1976.

Telò M., La socialdemocrazia europea nella crisi degli anni trenta, Milano, F. Angeli,1985.

Temine E. e Vertone T. (a cura di), Gli Italiani nella Francia del Sud e in Corsica(1860-1960), Milano, F. Angeli, 1988.

Tomaccini S., Storia dei fuoriusciti italiani in Francia, Milano, Mursia, 1988.Torcellan N. (a cura di), Gli Italiani in Spagna. Bibliografia della guerra civilespagnola (1930-1987), Milano, F. Angeli, 1988.

Torri M., Dalla collaborazione alla rivoluzione non violenta. Il nazionalismo indiano damovimento di massa, Torino, Einaudi, 1975.

Page 315: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

2.4. Dal 1914 al 1943 305

Toscano M., «Considerazioni sulle origini e sulle vicende diplomatiche dellaseconda guerra mondiale» in AA.VV., Pagine di storia diplomatica contem-poranea, Milano, Giuffrè, 1963.

— «Il negoziato di Londra del 1915 (in cinque documenti inediti)» in NuovaAntologia, vol. 501, CII, 1967.

— «L’intervento dell’Italia nella prima guerra mondiale: le carte imperiali e lapreparazione del negoziato» in Nuova Antologia, vol. 502, CIII, 1968.

— «Il libro verde del 1915» in Clio, IV, 1968.

— «Resumption of Diplomatic Relations between Italy and the SovietUnion during World War II» in Toscano M., Designs in Diplomacy,Baltimore, 1970.

Tosi L., La propaganda italiana all’estero nella prima guerra mondiale. Rivendica-zioni territoriali e politica della nazionalità, Udine, Del Bianco, 1977.

— «Michels, la prima guerra mondiale e le relazioni internazionali» inAA.VV., Roberto Michels tra politica e sociologia, Firenze, Centro EditorialeToscano, 1984.

— «L’Italia e Ie origini dell’Istituto Italiano di Agricoltura» in Storia delle re-lazioni internazionali, 1, II, 1987.

Trevisan-Semi E., Allo specchio dei Rilascia, Ebrei ed etnologi durante il colonialismofascista, Firenze, La Giuntina, 1987.

Un confine per la libertà: la resistenza antifascista e la solidarietà dei ticinesi, rese,Comune di Varese, 1985.

Vaccarino G., La Grecia tra resistenza e guerra civile (1940-1949), Milano, F.Angeli, 1988.

Valdevit G., La questione di Trieste 1941-1954. Politica internazionale e contestolocale, Milano, F. Angeli, 1986.

Valenti S., Italia al Brennero (1918-1988), Bolzano, Centro Studi Atesini, 1988.

Valiani L., «Documenti tedeschi e inglesi sui tentativi di pace fra l’Intesa el’Austria-Ungheria» in Rivista storica italiana, 3, LXXX, 1968.

— «Documenti francesi sull’Italia e il movimento iugoslavo» in Rivista storicaitaliana, 2, LXXX, 1968.

Valota B., Questione agraria e vita politica in Romania (1907-1922) tra demo-crazia e liberalismo autoritario, Milano, Cisalpino-Goliardica, 1979.

Varsori A., «La politica inglese e il Conte Sforza (1941-1943)» in Rivista distudi politici internazionali, 1, XLIII, 1976.

— «Italy, Britain and the Problem of a Separate Peace during the SecondWorld War 1940-43» in The journal of Italian History, 1978.

Page 316: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

306 Appendice bibliografica

— «Antifascismo e potenze alleate di fronte alla conferenza di Montevideodell’agosto 1942» in Nuova Antologia, 2, 3, CXV, 1980.

— «Max Ascoli oppositore del fascismo. La “Mazzini Society”» in Nuova An-tologia, 4, CXV, 1980.

— «Umberto Calosso e l’Inghilterra» in Nuova Antologia, 4, CXVII, 1982.— «Aspetti della politica inglese verso l’Italia (1940-1941)» in Nuova Anto-

logia, 3, CXVIII, 1983.— «Sforza, la Mazzini Society e gli Alleati (1940-1943)» in AA.VV., Atti del

convegno «L’antifascismo italiano negli Stati Uniti durante la seconda guerramondiale», Roma, Archivio Trimestrale, 1984.

— «Gli antifascisti democratici» in Di Nolfo E., Rainero R. e Vigezzi B. (acura di), L’Italia e la politica di potenza in Europa, (1938-1940), Milano, Mar-zorati, 1985.

— «L’atteggiamento britannico verso l’Italia (1940-1943): alle origini dellapolitica punitiva» in AA.VV., 1944 Salerno capitale. Istituzioni e società, Na-poli, EST, 1986.

— (a cura di), L’antifascismo italiano negli Stati Uniti durante la seconda guerramondiale, Roma, Archivio Trimestrale, 1984.

Vaudagna M., Corporativismo e New Deal, Torino, Rosenberg & Sellier, 1981.— (a cura di), Il New Deal, Bologna, Il Mulino, 1981.— (a cura di), L’estetica della politica. Europa e America negli anni Trenta, Bari,

Laterza, 1989.Vedovato G., «La Santa Sede e la guerra in Europa (1939-1940)» in Rivista di

studi politici internazionali, 4, XLVI, 1979.Veneruso F., La vigilia del fascismo. Il primo ministero Facta nella crisi dello stato

liberale in Italia, Bologna, Il Mulino, 1968.— Il seme della pace. La cultura cattolica e il nazionalimperialismo fra le due guerre,

Roma, Studium, 1987.Vigezzi B., «Politica estera e opinione pubblica in Italia dal 1870 al 1945» in

Nuova rivista storica, LXIII, 1979.— «Luglio 1914: una storia di breve o lungo periodo?» in Per Federico Chabod,

vol. 2, Equilibrio europeo e espansione coloniale (1938-1940), Perugia, Annalidella Facoltà di Scienze Politiche, 1982.

— «Politica estera e opinione pubblica in italia dal 1919 al 1940.Orientamenti degli studi e prospettive di ricerca» in Opinion publique etpolitique extérieure, 1919-1940, Roma, Ecole Frangaise de Rome, 1984.

— «Introduzione» in AA.VV., Opinion publique et politique extérieure, 1919-1940,Roma, Ecole Francaise de Rome, 1984.

— «Mussolini, Ciano, la diplomatie italienne et la perception de la politiquede puissance au début de la deuxième guerre mondiale» in Girault R. (a

Page 317: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

2.5. Dal 1943 a oggi 307

cura di), La Puissance en Europe, Paris, Publication de la Sorbonne, 1983,trad. it. «Mussolini, Ciano, la diplomazia italiana e la percezione della “po-litica di potenza” all’inizio della seconda guerra mondiale» in Di Nolfo E.,Rainero R.H. e Vigezzi B. (a cura di), L’Italia e la politica di potenza in Eu-ropa 1938-1940, Milano, Marzorati, 1985.

Vigliar E., L’unione europea all’epoca del progetto Briand, Milano, Giuffrè, 1983.

Willet J., Gli anni di Weimar. Una cultura troncata, Milano, Garzanti, 1984.

2.5. Dal 1943 a oggi

AA.VV., L’Italia nella politica internazionale, a cura dell’Istituto Affari In-ternazionali, Milano, Comunità, 1973-1985; Milano, F. Angeli, 1986 e sgg.

— Origini diplomatiche del Patto Atlantico, Atti del seminario di storia dellerelazioni internazionali promosso dal comitato italiano atlantico dellagioventù (Venezia, 6-9 novembre 1973), Roma, Editrice Europea, 1974.

— Italia e Gran Bretagna nella lotta di liberazione, Atti deI convegno di Bagni diLucca, aprile 1975, Firenze, La Nuova Italia, 1977.

— L’Italia dalla liberazione alla Repubblica, Milano, Feltrinelli, 1978.

— Italia e USA: giudizi incrociati, Torino, Edizioni della Fondazione GiovanniAgnelli, 1979.

— Trent’anni di Alleanza Atlantica, Roma, Editrice Europea, 1979.

— «Guida alle fonti anglo-americane 1940-1950. Italia e Alleati - guerra e ri-costruzione» in Notizie e Documenti. Strumenti per la ricerca, 8, Milano, Isti-tuto Nazionale per la Storia del Movimento di Liberazione in Italia, 1981.

— Italia e Stati Uniti. Concordanze e dissonanze, Roma, Il Veltro, 1981.

— La questione altoatesina ieri e oggi, Roma, Editori Riuniti, 1981.

— Il contributo italiano alla resistenza in Jugoslavia, Lucca, Pacini Fazzi, 1981.

— Le giunte popolari nel ravennate. Esperienze democratiche e ricostruzione, 1944-1946, Ravenna, Edizioni del Girasole, 1982.

— La Democrazia Cristiana per la pace e la sicurezza, Atti del convegno orga-nizzato dal Dipartimento relazioni internazionali della Direzione centraleDC (Roma, 16-17 ottobre 1981), Roma, Cinque Lune, 1982.

— L’Unità d’Europa: aspetti e problemi, Atti del XV convegno internazionale distudi italo-tedeschi (Merano, 10-15 aprile 1978), Merano, Istituto cultu-rale di studi italo-tedesco, 1984.

— Tedeschi, partigiani e popolazione nell’Alpenvorland (1943-1945), Atti del con-vegno di Belluno, 21-23 aprile 1983, Venezia, Marsilio, 1984.

Page 318: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

308 Appendice bibliografica

— Opinion publique et politique extérieure, 1945-1981, Roma, École Frangaise deRome, 1985.

— Italia-URSS. Pagine di storia 1917-1984. Documenti, Roma, Ministero degliAffari Esteri, Servizio Storico e Documentazione, 1985.

— L’Europa nell’orizzonte del mondo, vol. 2, Il secondo dopoguerra e le trasformazionidella vita sociale, Milano, jaca Book, 1985.

— L’idea d’Europa nel Movimento di Liberazione, Roma, Bonacci, 1986. Lacobelligeranza italiana nella lotta di liberazione dell’Europa, Atti del convegnointernazionale (Milano, 17-19 maggio 1984), Roma, Ministero dellaDifesa, Comitato storico «Forze Armate e guerra di liberazione», 1986.

— Gli studi africanistici in Italia dagli anni ‘60 ad oggi (Atti del convegno omo-nimo, Roma 25-27 giugno 1985), Roma, Istituto italo-africano, 1986.

— L’alleanza occidentale: prospettive storiche e realtà giuridiche di un sistema disicurezza, Bologna, Il Mulino, 1987.

— «Ripensare il 1956. Socialismo, Storia» in Annali della Fondazione Brodo- lini,Milano, Lerici, 1987.

— Una storia di tutti. Prigionieri, internati, deportati italiani nella seconda guerramondiale, Milano, F. Angeli, 1989.

— Sinistra e questione ebraica. Marxismo diaspora sionismo, Roma, Editori Riuniti,1989.

— Venezia e la Germania. Arte, politica, commercio, due civiltà a confronto, Milano,Electa, 1987.

— Actes et documents du Saint Siège relatifs à la seconde guerre mondiale, vol. XI,Janvier 1944 - Mai 1945, Città del Vaticano, Libreria Editrice Vaticana,s.d.

Absalom R., «Per una storia di sopravvivenze. Contadini italiani e prigionierievasi britannici» in Italia contemporanea, CXL, 1980.

Acciaioli N., «La sicurezza internazionale e l’Europa» in Rivista di studi politiciinternazionali, 4, XXXIX, 1972.

Aga Rossi E., «La situazione politica ed economica dell’Italia nel periodo1944-1945: i governi Bonomi» in Quaderni dell’Istituto romano per la storiad’Italia dal fascismo alla resistenza, 1971.

— «La politica degli Alleati verso l’Italia nel 1943» in Storia contemporanea, 4,III, 1972 [rist. in Aga Rossi E., L’Italia nella sconfitta: politica interna esituazione internazionale durante la seconda guerra mondiale, Napoli, ESI, 1985].

— «La politica degli alleati verso l’Italia nel 1943» in De Felice R. (a cura di),L’Italia fra tedeschi e alleati. La politica estera fascista e la seconda guerra mondiale,Bologna, Il Mulino, 1973.

Page 319: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

2.5. Dal 1943 a oggi 309

— «La politica estera americana e l’Italia nella seconda guerra mondiale» inSpini G., Migone G.G. e Teodori M. ( cura di), Italia e America dalla grandeguerra a oggi, Venezia, Marsilio, 1976.

— «Gli Stati Uniti e la divisione dell’Europa» in Storia contemporanea, 6, X,1979a.

— «Gli Alleati e la resistenza italiana» in AA.VV., Problemi della Resistenza inFriuli, Udine, Dal Bianco, 1984.

— «Le teorie storiografiche sulle origini della guerra fredda» in Politica inter-nazionale, 6, XIII, 1985a.

— «Il problema dei prigionieri politici italiani nei rapporti tra l’Italia e gliStati Uniti» in Rainero R. (a cura di), I prigionieri militari italiani durante la se-conda guerra mondiale, Milano, Marzorati, 1985b.

— «La politica degli Stati Uniti verso il governo Badoglio» in AA.VV., 1944.Salerno capitale. Istituzioni e società, Napoli, ESI, 1985c.

— L’Italia nella sconfitta: politica interna e situazione internazionale durante la secondaguerra mondiale, Napoli ESI, 1985d.

— (a cura di), United States Foreign Economic Administration: Il rapporto Stevenson.Documenti sull’economia italiana e sulle direttive della politica americana in Italia nel1943-44, Roma, Carecas, 1979b.

— (a cura di), Il Piano Marshall e l’Europa, Roma, Istituto dell’EnciclopediaItaliana, 1983.

— (a cura di), Gli Stati Uniti e le origini della guerra fredda, Bologna, Il Mulino,1985e.

Aga Rossi E. (in collaborazione con Cannistraro P.V.), «La politica etnica e ildilemma dell’antifascimo italiano negli Stati Uniti: il caso di GenerosoPope» in Storia contemporanea, 2, XVII, 1986.

Aga Rossi E. e Smith B., La resa tedesca in Italia, Milano, Feltrinelli, 1980.

Agosti A., Stalin, Roma, Editori Riuniti, 1983.

— I muscoli della storia. Militanti e organizzazioni operaie a Torino 1945-1955,Milano, F. Angeli, 1987.

Agostini M.V., Europa comunitaria e partiti europei, Firenze, Le Monnier, 1979.

Agostinone V., «Una testimonianza: sindacati americani e italiani al tempodelle scissioni» in Spini G., Migone G.G. e Teodori M. (a cura di), Italia eAmerica dalla grande guerra a oggi, Venezia, Marsilio, 1976.

Albertini M., Il Risorgimento e l’unità europea, Napoli, Guida, 1979.

Albertini M., Chiti-Batellí A. e Petrilli G., Storia del federalismo europeo, Torino,ERI, 1973.

Albonetti A., Gli Stati Uniti e il PCI. Da Kissinger a Carter, Roma, Circolo Statoe Libertà, 1978.

Page 320: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

310 Appendice bibliografica

Albonico A., «Un’alleanza più subita che desiderata. Gli stati latino-americanie la formazione del Patto atlantico» in Vigezzi B. (a cura di), La dimensioneatlantica e le relazioni internazionali nel dopoguerra: 1947-1949, Milano, JacaBook, 1987.

Alessandrini A., Valigia diplomatica, Suzzara, Bittazzi, 1984.

Aliboni R., «II contesto internazionale e il profilo emergente della politicaitaliana» in Politica internazionale, 1, XIII, 1985.

Amadeo R. (a cura di), Le missioni alleate e le formazioni dei partigiani autonominella resistenza piemontese, Atti deI convegno internazionale di Torino (21-22 ottobre 1978), Cuneo, L’Arciere, 1980.

Andreotti G., Intervista su De Gasperi, Bari, Laterza, 1977.

— Diari 1976-1979. Gli anni della solidarietà, Milano, Rizzoli, 1981.

— De Gasperi visto da vicino, nuova ed., Milano, Mondadori, 1986.

Antonelli V. (a cura di), La Germania della svolta. Vecchi e nuovi protagonisti dellapolitica di Bonn, Milano, F. Angeli, 1984.

Antoniazzi G., Roma città aperta: la cittadella sul Gianicolo. Appunti di diario,1940-1945, Roma, Edizioni di storia e letteratura, 1983.

Ara A., «Nazionalità e nazionalismi nell’Europa delle potenze» in Quadernistorici, 2, VII, 1972.

Arcidiacono 13., Le «précédent italien» et les origines de la guerre froide. Les Al-liés et l’occupation de l’Italie, 1943-1944, Bruxelles, Bruylant, 1984.

— «La Gran Bretagna e il “pericolo comunista” in Italia: gestazione, nascitae primo sviluppo di una percezione (1943-1944)» in Storia delle relazioniinternazionali, 1, 2, I, 1985a.

— «The Dress Reharsal: the Foreign Office and the Control of Italy, 1943-1944» in The Historical Piana’, 2, XXVIII, 1985b.

— «L’organizzazione deI sistema di controllo alleato in Italia: un“precedente italiano” per l’Europa Orientale?» in AA.VV., 1944. Salernocapitale. Istituzioni e società, Napoli, ESI, 1986.

— «La politique soviétique en Italie, 1943-1945» in Relations Internationales,XIII, 1986.

— «Gli alleati e l’armistizio della Romania: variazioni su un tema italiano(Settembre 1943-Settembre 1944)» in Storia delle Relazioni Internazionali, 2,IV, 1988.

Ardia D., Il Partito Socialista Italiano e il Patto Atlantico, Milano, F. Angeli, 1976.

— «Il Partito socialista italiano e gli Stati Uniti» in Di Nolfo E. (a cura di),Italia e Stati Uniti durante l’amministrazione Truman, Milano, F. Angeli, 1976.

— Alle origini dell’alleanza occidentale, Padova, Signum, 1983.

Page 321: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

2.5. Dal 1943 a oggi 311

— «Londra, Parigi 1947: l’Europa tra Mosca e Washington» in Storia dellerelazioni internazionali, 2, III, 1987.

Are G., «L’Italia e la nuova politica internazionale» in II Mulino, 230, XXII,1973.

— L’Italia nella politica internazionale, Bologna, Il Mulino, 1974.

— L’Italia e i mutamenti internazionali 1971-1976. L’arretramento di un paese divisoin un mondo in trasformazione, Firenze, Vallecchi, 1977.

Argentieri F., Studi di storia dell’URSS e dell’Europa Orientale, Milano, F. Angeli,1986.

Argentieri F. e Gianotti L., L’ottobre ungherese, Roma, Valerio Levi, 1986.

Argentieri F. e Vasarhelyi M., La rivoluzione ungherese, Imre Nagy e la sinistra,Roma, Valerio Levi, 1988.

Apollonio R., La divisione di montagna «Acqui» a Cefalonia e Corfù 1943, Torino,Comune di Torino, 1986.

Arrigo Carnier P., Lo sterminio mancato. La dominazione nazista nel Veneto orien-tale 1943-1945, Milano, Mursia, 1982.

Aversa A.V., Dopoguerra calabrese. Cultura e stampa (1945-79), Cosenza, Pelle-grini, 1982.

Avtorkanov A., La tecnologia del potere. Il potere nell’URSS da Stalin a Breznev, ,Milano, La casa di Matriona, 1980.

Bacchetti F. (a cura di), «La ricongiunzione di Trieste all’Italia nel diario ine-dito di Manlio Brosio» in Nuova Antologia, 3, CXX, 1985.

Bachelet V., Il problema dell’unità europea sulla stampa italiana, Roma, Civitas, 1953.

Baglioni G. e Santi E. (a cura di), L’Europa sindacale nel 1981. Francia, Ger-mania, Gran Bretagna, Svezia, Belgio, Bologna, Il Mulino, 1982.

Bagnato B., «Bourguiba in Italia nel 1951: decolonizzazione e alleanzeitaliane» in Storia delle Relazioni internazionali, 2, IV, 1988.

— «La politica “araba” dell’Italia vista da Parigi (1949-1955)» in Storia delleRelazioni Internazionali, 1, V, 1989.

Bagnoli L., Gli anni difficili del passaggio del fronte a Cesena, Roma, Federazioneitaliana volontari della libertà, 1986.

Balbi R., Hatikvà. Il ritorno degli ebrei nella Terra Promessa, Milano, Monda- dori,1986.

Barbanti M., «Funzioni strategiche dell’anticomunismo nell’età del centrismodegasperiano 1948-1953» in Italia contemporanea, 170, 1988.

Barié O., Gli Stati Uniti da colonia a superpotenza, Milano, Mursia, 1978a

— Gli Stati Uniti nel secolo XX. Tra leadership e guerra fredda, Milano, Marzo-rati, 1978b.

Page 322: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

312 Appendice bibliografica

— «Stati Uniti, Cina e Asia Orientale nel secondo dopoguerra» in Mondo Ci-nese, 1, XI, 1983.

— «Lo scenario internazionale» in Rossini G. (a cura di), De Gasperi e l’età delcentrismo, Roma, Cinque Lune, 1984.

— «L’alleanza occidentale» in AA.VV., La divisione dell’Europa. Perché e pro-spettive, Bari, Laterza, 1985.

— «Gli Stati Uniti, l’unione occidentale e l’inserimento dell’Italianell’alleanza atlantica» in AA.VV., L’alleanza occidentale: prospettive storiche erealtà giuridiche di un sistema di sicurezza, Bologna, Il Mulino, 1987.

— (a cura di), L’alleanza occidentale. Nascita e sviluppi di un sistema di sicurezzacollettivo, Bologna, Il Mulino, 1988.

Barié O. et al., Il Mediterraneo e il sistena occidentale, Bari, Laterza, 1982.

Barucci P., «La politica economica internazionale e le scelte economichedell’Italia (1943-1947)» in Rassegna economica, 3, XXXVI, 1973.

Bazzoli L. e Renzi R., Il miracolo Mattei, Milano, Rizzoli, 1984.

Bedeschi Magrini A., «L’idea d’Europa negli scritti di Mario Toscano» inMistri M. e Papisca A. (a cura di), La sfida europea, Padova, CEDAM,1984.

Belden J., China shakes the World, New York, Monthly Review Press, 1970,trad. it. La Cina scuote il mondo, Bari, Laterza, 1971.

Bellezza G., La Comunità economica europea, Roma, Editori Riuniti, 1980.

Bellomo N., Memoriale sull’armistizio e autodifesa, Milano, Mursia, 1978.

Bellotti L. La diarchia USA-URSS: ideologie e compromessi della politica mon- dialedal 1966 ad oggi, Milano, Bietti, 1969.

Beloff N., Tito fuori della leggenda, Trento, Reverdito, 1987. Benvenuti F., L’etàstaliniana, Firenze, Le Monnier, 1981.

Benzoni A., «I rapporti Est-Ovest nell’era di Breznev» in Ronzitti N. (a curadi), La politica estera italiana: autonomia, interdipendenza, integrazione e sicurezza,Milano, Comunità, 1977.

Berlinguer E., La politica internazionale dei comunisti italiani, 1975-1976, Roma,Editori Riuniti, 1976.

Bernardi G., La marina, gli armistizi e il trattato di pace, settembre 1943- dicembre1951, Roma, Ufficio Storico della Marina Militare, 1979.

Bertoldi S., Contro Salò. Vita e morte del Regno del Sud, Milano, Bompiani, 1983.

Bethell N., Betrayed, London, Times Books, 1985, trad. it. La missione tradita:come Kim Philby sabotò l’invasione dell’Albania, Milano, Mondadori, 1986.

Bettanin F., Pro e contro Stalin. La destalinizzazione in Urss, Milano, F. Angeli,1988.

Page 323: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

2.5. Dal 1943 a oggi 313

Bialer S., Stalin’s Successors: Leadership, Stability and Change in the Soviet Union,New York, Cambridge University Press, 1980, trad. it. I successori di Stalin,Milano, Garzanti, 1985.

Bianchi G., La seconda guerra mondiale nella prospettiva storica a trent’anni dal-l’epilogo, Como, Cairoli, 1977.

— «Il Piano Marshall nella prospettiva della politica estera USA e dell’euro-peismo degasperiano» in Rossini G. (a cura di), Democrazia Cristiana e Co-stituente, Roma, Cinque Lune, 1980.

Bianchini S., Nazionalismo croato e autogestione, Milano, La Pietra, 1983.— La diversità socialista in Jugoslavia. Modernizzazione, autogestione e sviluppo

democratico dal 1965 ad oggi, Trieste, Lint, 1984.— «I prigionieri militari italiani nella regione balcanica» in Rainero R. (a cura

di), I prigionieri militari italiani durante la seconda guerra mondiale. Aspetti eproblemi storici, Milano, Marzorati, 1985.

— «La Jugoslavia alla ricerca di una “via d’uscita dallo stalinismo”» in AA.VV.,Storia dell’Età Presente, vol. 2, a cura di R. Rainero, Milano, Marzorati, 1985.

Biello D., «L’evoluzione della strategia nucleare americana dalla “Massive Re-taliation” all’SDI» in Storia contemporanea, 3, XIX, 1988.

Boffa G., Storia dell’Unione Sovietica, 2 voll., Milano, Mondadori, 1979.— Il fenomeno Stalin nella storia del XX secolo, Bari, Laterza, 1982.Boggiano Pico A., Vent’anni di vita politica, 1945-1965. Per un profilo di Antonio

Boggiano Pico. Lettere al figlio, Roma, AVE, 1980.Boldrini A., «Le forze armate e i comandi militari nello stato italiano e nella

NATO» in Critica marxista, 2, 1968.Bonanate L., «L’Italia nel nuovo sistema internazionale, 1943-48» in Comu-

nità, 170, XXVII, 1973.Bonasera F., Testimonianze e documenti sulle vicende dell’Albania (1943-1945), Jesi,

Edizioni «La truganinia», 1986.Bonvicini G., La politica estera dell’Europa, Bologna, Il Mulino, 1980.Bonvicini G. e Solari S. (a cura di), I partiti e le elezioni del parlamento europeo,

Bologna, Il Mulino, 1979.Botti F. e Ilari V., Il pensiero militare italiano dal primo al secondo dopoguerra, Roma,

Stato Maggiore dell’Esercito, Ufficio Storico, 1985.Botticelli R., Giorgio La Pira: il sindaco della pace, Brescia, La Scuola, 1984.Bottiglieri B., La politica economica dell’Italia centrista (1948-1958), Milano, Co-

munità, 1984.Bracaglia P. (a cura di), Sessanta anni nella storia. Le grandi scelte del Partito co-

munista italiano, Roma, Dipartimento stampa propaganda e informazionedel PCI, 1981.

Page 324: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

314 Appendice bibliografica

Breccia A., «Le fonti per lo studio della storia delle relazioni internazionalidei paesi jugoslavi nel periodo 1890-1945» in Storia e politica, 1, 2, X, 1971.

— «L’adesione dell’Italia al Patto Atlantico» in Rivista di studi politici interna-zionali, 1, XLI, 1974.

— L’Italia e la difesa dell’Europa. Il Piano Pleven, Roma, 1984.

Broggini R., I rifugiati italiani in Svizzera e il foglio «Libertà». Antologia di scritti1944-1945, Roma, Cinque Lune, 1979.

Brosio M., Diari di Mosca 1947-1951, Bologna, Il Mulino, 1986.

Brundu 011a P., Ostracismo e Realpolitik. Gli Alleati e la Spagna franchista neglianni del dopoguerra, Cagliari, Celi, 1984.

Brusasca G., «L’Italia alla conferenza di Parigi» in Rivista militare, 6, 1975.

Busino G. (a cura di), «Luigi Einaudi e la Svizzera. Materiali per servire allastoria dei rapporti italo-svizzeri e alla biografia einaudiana» in Annali dellaFondazione Einaudi, 5, 1971.

Cacace P., Vent’anni di politica estera italiana (1945-1963), Roma, Bonacci,1986. Calchi Novati G., I nodi della pace, Padova, Marsilio, 1968.

— La decolonizzazione, Torino, Loescher, 1983.

— L’Africa, Roma, Editori Riuniti, 1987.

Campana G.A., «L’armistizio di Corea: tra uso della forza e mediazionediplomatica» in Storia delle relazioni internazionali, 1, II, 1986.

Canavero A., «Tommaso Gallarati Scotti and his Role in Italian Foreign Po-licy after World War II» in The Journal of Italian History, 1, II, 1979.

— «Democrazia Cristiana, decolonizzazione e interessi italiani in Africa» inRossini G. (a cura di), Democrazia Cristiana e Costituente, Roma, CinqueLune, 1980.

Caprotti G., Alto Adige o Sudtirolo? La questione altoatesina o sudtirolese dal 1945al 1948 e i suoi sviluppi: studio degli archivi diplomatici francesi, Milano, F.Angeli, 1988.

Caracciolo L., Alba di guerra fredda: All’origine delle due Germanie, Bari, La- terza,1986.

Carandini N., «Diario 1944-1945» in Nuova Antologia, 4, CXVII, 1982; 1, 2,CXVIII, 1983.

Carnier P.A., Lo sterminio mancato. La dominazione nazista nel Veneto orientale(1943-1945), Milano, Mursia, 1988.

Casella L., The European War of Liberation. Tuscany and the Gothic Line, Firenze,La Nuova Europa, 1983.

Cassese A., «L’azione delle Nazioni Unite contro l’apartheid» in La comunitàinternazionale, XXV, 1970.

Page 325: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

2.5. Dal 1943 a oggi 315

— Il caso «Achille Lauro». Terrorismo, politica e diritto nella comunità internazionale,Roma, Editori Riuniti, 1987.

Catalano F., «La situazione internazionale e l’antifascismo italiano fra il 1944e l’inizio del 1945» in Movimento di Liberazione d’Italia, XXI, 1969.

— Europa e Stati Uniti negli anni della guerra fredda. Economia e politica, 1944-1956, Milano, Istituto Librario Internazionale, 1972.

Cataudella M. e Rizzitano M. (a cura di), Decolonizzazione e spazio urbano. Il casodel Maghreb, Milano, F. Angeli, 1981.

Cerquetti E., Le forze armate italiane dal 1945 al 1975, Milano, Feltrinelli, 1975.

Cheneux P., «Le Vatican et l’Europe (1947-1957)» in Storia delle relazioni in-ternazionali, 1, IV, 1988.

Chiti-Batelli A., Il problema dell’unione politica dei sei negli anni 1964-1965, Roma,s.e., 1970.

Cialdea B., «L’Italia e il trattato di pace» in Bonanni M. (a cura di), La politicaestera della Repubblica italiana, 3 voll., Milano, Comunità, 1967.

— «L’Europa nelle conferenze di Teheran, Yalta e Potsdam» in AA.VV., Leorigini diplomatiche del Patto Atlantico, Roma, Editrice Europea, 1974.

— «Yalta tra mito e storia: venticinque anni dopo» in Storia e politica, 3, IX, 1970.

Ciliga A., Il labirinto jugoslavo. Passato e futuro delle nazioni balcaniche, Milano, JacaBook, 1983.

Cittadini Cipri A.M., Italia e Francia nel secondo dopoguerra. Il caso VittoriniSartre,Milano, Giuffrè, 1984.

Citterich V., Un santo al Cremlino. Giorgio La Pira, Torino, Edizioni Paoline,1986.

Clemens S., Yalta, Torino, Einaudi, 1975.

Coen F., Israele: quarant’anni di storia, Casale Monferrato, Marietti, 19872.

Collotti E., Storia delle due Germanie. 1945-1968, Torino, Einaudi, 1968.

— «Collocazione internazionale dell’Italia dall’armistizio alle premessedell’alleanza atlantica» in .AA.VV., L’Italia dalla liberazione alla Repubblica,Milano, Feltrinelli, 1977.

Collotti E. e Castelli L. (a cura di), La Germania socialdemocratica. SPD, società estato, Bari, De Donato, 1982.

Colombo A. (a cura di), La Resistenza e l’Europa, Firenze, Le Monnier, 1984.

Conti F.G., «Il problema politico dei prigionieri di guerra italiani nei rapporticon gli alleati (1943-1945)» in Storia contemporanea, 4, VII, 1976.

Coppola R. (a cura di), Il nuovo accordo tra Italia e Santa Sede, Atti del ConvegnoNazionale di studio, Milano, Giuffrè, 1987.

Corazzi P., Etiopia 1938-1946, Milano, Mursia, 1984.

Page 326: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

316 Appendice bibliografica

Corsini U., «La genesi degli accordi De Gasperi-Gruber nella politica internaitaliana» in AA.VV., A Trent’anni dalla firma dei patti De Gasperi-Gruber,Trento, Regione Trentino-Alto Adige, 1976.

Corsini U. e Repgen K. (a cura di), Konrad Adenauer e Alcide De Gasperi: dueesperienze di rifondazione della democrazia. Atti della settimana di studio (10-15settembre 1979), Bologna, Il Mulino, 1984.

Cox G., La corsa per Trieste, Gorizia, Editrice Goriziana, 1985.

Craveri R., La campagna d’Italia e i servizi segreti. La storia dell’ORI (1943-1945),Milano, La Pietra, 1980.

— L’invasione sovietica dell’Europa e la Resistenza, Napoli, Guida, 1986.

Cremonesi L., «Tra Occidente e “non identificazione”. Israele e le originidell’Alleanza atlantica» in Vigezzi B. (a cura di), La dimensione atlantica e lerelazioni internazionali nel dopoguerra: 1947-1949, Milano, Jaca Book, 1987.

D’Agata R., «In margine ad una recente storia delle relazioni internazionali.Da Yalta a Praga: “Machtpolitik” e politica rivoluzionaria» in Quaderni.Rivista trimestrale, 39-41, 1974.

— Alle origini delle Nazioni Unite, Roma, Il Bagatto, 1985.

Dainelli L., «La revisione della Carta Atlantica» in Rivista di studi politici inter-nazionali, XL, 1973.

D’Amoja F., La politica estera dell’impero. Storia della politica estera fascista dallaconquista dell’Etiopia alt’ Anschluss , Padova, CEDAM, 1967.

Dassù M., La frontiera difficile. Evoluzione e prospettive delle relazioni tra URSS eCina, Roma, Editori Riuniti, 1986.

D’Attorre P.P., «Guerra fredda e trasformazione delle società occidentalinella storiografia americana» in Italia contemporanea, 140, XXXI, 1979.

— «Aspetti dell’attuazione del Piano Marshall in Italia» in Aga Rossi E. (acura di), Il Piano Marshall e l’Europa, Roma, Istituto dell’Enciclopedia ita-liana, 1983.

— «II Piano Marshall. Politica, economia e relazioni internazionali nella rico-struzione italiana» in Di Nolfo E., Rainero R. e Vigezzi B. (a cura di), l’I-talia e la politica di potenza in Europa 1945-1950, Milano, Marzorati, 1988.

Davidson B., Modem Africa, New York, Longman, 1983, trad. it. L’Africa nelmondo contemporaneo, Torino, SEI, 1987.

De Castro D., La questione di Trieste. L’azione politica e diplomatica italiana dal1943 al 1945, 2 voll., Trieste, Lint, 1981.

Decleva E., «Dal frontismo alla riscoperta dell’Europa» in AA.VV., Storia delPartito Socialista, Venezia, Marsilio, 1980.

— «I socialisti italiani fra unità europea e politica dei blocchi» in ColomboA. (a cura di), La Resistenza e l’Europa, Firenze, Le Monnier, 1984.

Page 327: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

2.5. Dal 1943 a oggi 317

— «La sinistra democratica italiana fra unione europea e comunità atlantica(1948-1950)» in Poidevin R. (a cura di), Histoire des débuts de la constructioneuropéenne (mars 1948-mai 1950), Milano, Giuffrè, 1986.

De Felice R., «Aspetti politico-diplomatici delle relazioni culturali fra Italia eStati Uniti» in AA.VV., Italia e USA: giudizi incrociati, Torino, Edizionidella Fondazione Giovanni Agnelli, 1979.

De Gasperi A., De Gasperi scrive, a cura di M.R. Catti De Gasperi, 2 voll.,Brescia, Morcelliana, 1974.

— Il ritorno alla pace, Roma, Cinque Lune, 1977.

— Scritti politici di A. De Gasperi, Milano, Feltrinelli, 1979.

— De Gasperi e l’Europa, a cura di M.R. Catti De Gasperi, Brescia, Morcel-liana, 1979.

— Discorsi parlamentari (1921-49; 1950-54), 2 voll., Roma, Camera dei Depu-tati, 1985.

Del Boca A., Gli italiani in Africa orientale, 4 voll., Bari, Laterza, 1976-84.

— Gli italiani in Libia, vol. 3, Dal fascismo a Gheddaft, Bari, Laterza, 1988.

Del Canuto F. (a cura di), Israel. Un decennio 1974-1984. Saggi sull’ebraismoitaliano, Roma, Carucci, 1984.

De Leonardis M., «Gli accordi del dicembre 1944 tra Alleati e CLNAI vistiattraverso i documenti del Foreign Office» in Amedeo R. (a cura di), Lemissioni alleate e le formazioni dei partigiani autonomi nella resistenza piemontese,Cuneo, L’Arciere, 1980.

— «Inglesi e partigiani dal giugno al dicembre 1944» in Confronto, 3-4, V, 1980.

— «La Gran Bretagna e la monarchia italiana (1943-46)» in Storia contempo-ranea, 1, XII, 1981.

— «Il Regno Unito e la NATO» in Storia delle relazioni internazionali, 1, III, 1987.

— «La Western Union e l’Alleanza atlantica: lo sforzo per rimanere unagrande potenza» in Vigezzi B. (a cura di), La dimensione atlantica e le relazioniinternazionali nel dopoguerra: 1947-1949, Milano, Jaca Book, 1988.

— «Manlio Brosio a Mosca e la scelta occidentale» in Di Nolfo E., RaineroR. e Vigezzi B. (a cura di), L’Italia e la politica di potenza in Europa 1945-1950, Milano, Marzorati, 1988.

Della Santa N. (a cura di), I militari italiani internati dai tedeschi dopo 1’8 settembre1943, Atti del convegno di studi storici (Firenze, 14 e 15 novembre1985), Firenze, Giunti, 1986.

Dell’Omodarme M., Europa. Mito e realtà del processo d’integrazione, Milano, EtasLibri, 1981.

— «L’europeismo dimezzato» in Politica internazionale, 2, X, 1982.

Page 328: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

318 Appendice bibliografica

De Luna G., Badaglio. Un militare al potere, Milano, Bompiani, 1974.

De Marco P., Inventario di documenti anglo-americani sull’occupazione alleata in Italia,1943-1945, Torre dei Greco, Stabilimento Tipo-Litografico ACM, 1977.

— «Il difficile esordio del governo militare e Ia politica del lavoro deglialleati a Napoli. 1943-45» in Italia contemporanea, 2, XXXI, 1979.

De Robertis A.G.M., La frontiera orientale italiana nella diplomazia della SecondaGuerra Mondiale, Napoli, ESI, 1981.

— Le grandi potenze e il confine giuliano, 1941-1947, Bari, Fratelli Laterza, 1983.

De Rosa G.S.J., Chiesa e comunismo in Italia, Roma, Coines, 1970.

Di Blase A. (a cura di), L’ONU e il conflitto arabo-israeliano (1973-1974), Mi-lano, Giuffrè, 1975.

Di Capua G., Come l’Italia aderì al Patto Atlantico, Roma, La Base, 1970.

— (a cura di), Aldo Moro nella politica estera italiana (1959-69; 1970; 1971; 1972-78), 3 voll., Roma, EBE, 1980-81.

Di Casola M.A., Turchia neutrale (1943-45). La difesa degli interessi nazionali dallepressioni alleate. 2 voll., Milano, Giuffrè, 1981-84.

Di Leo R., L’economia sovietica tra crisi e riforme (1965-1982), Napoli, Liguori,1983.

Di Nolfo E., «La “Civiltà Cattolica” e le scelte di fondo della politica esteraitaliana nel secondo dopoguerra» in Storia e politica, 2, X, 1971.

— «Operazione “Sunrise”. Spunti e documenti» in Storia e politica, XIV, 3, 4,1975a.

— «Problemi della politica estera italiana, 1943-1950» in Storia e politica, XIV,1-2, 1975b.

— «Una fase dell’elaborazione della politica americana verso la questionedell’Alto Adige (1943)» in AA.VV., A trent’anni dalla firma dei patti DeGasperiGruber, Trento, Regione Trentino-Alto Adige, 1976.

— «Dieci anni di politica estera italiana» in Ronzitti N. (a cura di), La politicaestera italiana: autonomia, interdipendenza, integrazione e sicurezza, Milano,Comunità, 1977.

— «The United States and Italian Communism, 1942-1946. World War II tothe Cold War» in The Journal of Italian History, I, 1, 1977b.

— «Stati Uniti e Italia tra la seconda guerra mondiale e il sorgere della guerrafredda» in Italia e Stati Uniti dall’indipendenza ad oggi (1776-1976), Atti delprimo congresso internazionale di storia americana, Genova 26-29maggio 1976, Genova, 1978a.

— Vaticano e Stati Uniti 1939-1952. Dalle carte di Myron C. Taylor, Milano, F.Angeli, 1978b.

Page 329: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

2.5. Dal 1943 a oggi 319

— «Dalla rottura post-bellica alla formazione dei blocchi» in Politica interna-zionale, 5-6, VII, 1979.

— Motivi ispiratori e genesi dell’Alleanza Atlantica» in Trent’anni di AlleanzaAtlantica, Editrice Europea, Roma, 1979.

— «Sistema internazionale e sistema politico italiano: interazione e compati-bilità» in Graziano L. e Tarrow S. (a cura di), La crisi italiana, Torino, Ei-naudi, 1979.

— «Das Problem der Europäischen Einigung als ein Aspekt der Italieni-schen Aussenpolitik: 1945-1954» in Vierteljahrshefte für Zeitgeschichte, 1980.

— «Il PSI e la politica estera» in Il Mulino, XXXI, 1982.— «La sinistra europea dalla guerra contro il fascismo alla guerra fredda» in

Petricioli M. (a cura di), La sinistra europea nel secondo dopoguerra 1943-1949,Firenze, Sansoni, 1982.

— «L’armistizio dell’8 settembre 1943 come problema internazionale» inNuova Antologia 4, CXVI, 1983a.

— «Il Piano Marshall e la guerra fredda» in Aga Rossi E. (a cura di), Il PianoMarshall e l’Europa, Roma, Istituto dell’Enciclopedia Italiana, 1983b.

— «La svolta nel sistema internazionale intorno alla metà degli anni ‘50» inAA.VV., Le radici dell’Italia in trasformazione, Milano, F. Angeli, 1958a.

— «La “svolta di Salerno” come problema internazionale» in Storia delle rela-zioni internazionali, 1, I, 1985b.

— «Gli Stati Uniti e l’Europa (1944-1954). Dall’alleanza di guerra all’alleanzadi pace» in AA.VV., Opinion publique et politique extérieure, 1945-1981,Roma, Ecole Française de Rome, 1985c.

— «La politica estera di Reagan» in AA.VV., Storia dell’età presente, vol. 1,Milano, Marzorati, 1985d.

— «La guerra fredda» in Tranfaglia N. e Firpo M. (a cura di), La Storia, vol.IX, Torino, UTET, 1986a.

— Le paure e le speranze degli italiani. 1943-1953, Milano, 1986b.— (a cura di), Italia e Stati Uniti durante l’amministrazione Truman, Milano, F.

Angeli, 1976.— «La formazione della politica estera italiana negli anni della nascita dei

blocchi (l’Italia tra le superpotenze)» in Di Nolfo E., Rainero R. e VigezziB. (a cura di), L’Italia e la politica di potenza in Europa (1945-50), Milano,Marzorati, 1988.

— «La politica estera del Vaticano e l’Italia dal 1943 al 1948» in Storia dellerelazioni internazionali, 1, IV, 1988.

— «La questione della scelta istituzionale in Italia come problema internazio-nale» in La nascita della Repubblica, Atti del convegno di studi storici, (Ro-ma, 4-6 giugno 1987), Roma, Presidenza del Consiglio dei ministri, 1988.

Page 330: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

320 Appendice bibliografica

Di Nolfo E., Rainero R. e Vigezzi B. (a cura di), L’Italia e la politica di potenzain Europa 1945-1950, Milano, Marzorati, 1988.

Di Paola M.T., Gli Alleati e la Sicilia. Guida ai documenti del Public Record Office(1940-1947), Messina, Istituto Siciliano per la storia dell’Italia con-temporanea, 1979.

Donno A., «Dal New Deal alla guerra fredda: il liberalismo americano nel pen-siero di J. Dewey e Arthur M. Schlesinger jr.» in Annali di storia, 4, 1981.

— «Gli anni di Truman e il liberalismo della guerra fredda» in Nuova rivistastorica, 3-4, LXV, 1981.

— «La “nuova guerra fredda”: l’amministrazione Reagan e i rapporti conl’Unione Sovietica sul problema nucleare» in AA.VV., Studi in onore diDinu Adamesteanu, Galatina, Congedo, 1983.

— La «questione comunista» negli Stati Uniti. Il Communist Party dal Fronte popolarealla guerra fredda (1935-1954), Lecce, Milella, 1983.

— «Harry S. Truman e la guerra di Corea nella più recente storiografiaamericana» in Analisi storica, 2, 1984.

— «Il 1947 e la svolta del liberalismo statunitense: gli Americana for Demo-cratic Action» in Storia contemporanea 3, XIX, 1988.

— «Palestina 1948: l’atteggiamento dei liberals americani verso la “questioneebraica”» in Storia delle relazioni internazionali 1, V, 1989.

Duroselle J.B. e Serra E. (a cura di), Italia e Francia 1939-1945, Milano, F. An-geli, 1984.

— (a cura di), Italia e Francia 1946-1954, Milano, F. Angeli, 1988.Elleinstein J., Stalin, Roma, Edizioni Lavoro, 1986.Ellwood D.W., «Nuovi documenti sulla politica istituzionale degli alleati in

Italia, 1975» in Italia contemporanea, 2, XXVI, 1975.— L’alleato nemico. La politica dell’occupazione anglo-americana in Italia, 1943-1946,

Milano, Feltrinelli, 1977a.— «La politica anglo-americana verso l’Italia. 1945. l’anno del trapasso del

potere» in AA.VV., L’Italia dalla liberazione alla Repubblica, Milano, Fel-trinelli, 1978.

— «Il comando alleato e la questione delle Alpi occidentali, 1944-1945» inMezzosecolo. Materiali di ricerca storica, 3, 1978-1979.

— «Il Piano Marshall in Emilia Romagna» in D’Attorre P.P. (a cura di), Laricostruzione in Emilia Romagna, Parma, Pratiche, 1980.

— «Il Piano Marshall e il processo di modernizzazione in Italia» in Aga RossiE. (a cura di), Il Piano Marshall e l’Europa, Roma, Istituto dell’EnciclopediaItaliana, 1983.

Enardu M.G. «L’immigrazione illegale ebraica verso la Palestina e la politicaestera italiana (1945-1948)» in Storia delle relazioni internazionali, 1, II, 1986.

Page 331: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

2.5. Dal 1943 a oggi 321

Faenza R., Il malaffare. Dall’America di Kennedy, all’Italia, a Cuba, al Vietnam,Milano, Mondadori, 1978.

Faenza R. e Fini M., Gli americani in Italia, Milano, Feltrinelli, 1976.

Falcione R., Spostamenti di popolazione e deportazioni in Europa 1939-1945, Bo-logna, Cappelli, 1987.

Ferrara M.N., La politica estera dell’Italia libera (1945-1971), Milano, Pan, 1972.

Ferrari S., Gerusalemme e le Nazioni Unite attraverso le risoluzioni del Consiglio diSicurezza (1968-1980), in Il Politico, 4, XLV, 1980.

— «Il Vaticano e la questione di Gerusalemme nel carteggio Spellrnan-Truman» in Storia contemporanea, 2, XIII, 1982.

— «La Santa Sede e il problema della Palestina nel secondo dopoguerra» inComunità, XXXVII, 1983.

— «La Santa Sede, Israele e la questione di Gerusalemme (1943-1984)» inStoria contemporanea, 1, XVI, 1985a.

— «Quale status per Gerusalemme?» in Nuova Antologia, 2, CXX, 1985b.

Ferrari Bravo G., «Dalla preferenza imperiale al multilateralismo. Sulle rela-zioni anglo-americane al termine del secondo conflitto mondiale» inRivista internazionale di scienze economiche e commerciali, 12, XXVII, 1980.

— San Francisco. Le origini del sistema coloniale delle Nazioni Unite, Venezia,Marsilio, 1981.

Ferratini Tosi F., Grassi G. e Legnani M. (a cura di), L’Italia nella secondaguerra mondiale e nella resistenza, Milano, F. Angeli, 1988.

Filippone Thaulero G., La Gran Bretagna e L’Italia. Dalla conferenza di Moscaa Potsdam (1943-1945), Roma, Edizioni di storia e letteratura, 1979.

Finotti S., «Difesa occidentale e Patto atlantico: la scelta internazionale delMSI (1948-1952)» in Storia delle relazioni internazionali, 1, 1988.

Fiorentino F., La Roma di Charles Paletti (giugno 1944-aprile 1945), Roma, Bo-nacci, 1986.

Fiori G., Europa a 12. Istruzioni per l’uso, Firenze, Le Monnier, 1986.

Formigoni G., «Il mondo cattolico italiano e la “scelta occidentale” dopo leelezioni del 1948» in Vigezzi B. (a cura di), La dimensione atlantica e le rela-zioni internazionali nel dopoguerra: 1947-1949, Milano, Jaca Book, 1987.

Fucci F., Spie per la libertà. I servizi segreti della Resistenza italiana, Milano, Mur-sia, 1983.

Galante S., La politica del PCI e il Patto Atlantico. «Rinascita», 1946-1949, Pa-dova, Marsilio, 1973.

— La fine di un compromesso storico. PCI e DC nella crisi del 1947, Milano, F. An-geli, 1980.

Page 332: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

322 Appendice bibliografica

— «Il PCI e gli Stati Uniti (1945-1949)» in Di Nolfo E. (a cura di), Italia eStati Uniti durante l’Amministrazione Truman, Milano, F. Angeli, 1976.

— «La scelta americana della DC» in Isnenghi M. e Lanaro S. (a cura di), LaDemocrazia Cristiana dal fascismo al 18 aprile, Venezia, Marsilio, 1978.

— «Per una storia dell’europeismo comunista: appunti e temi di ricerca» inSchema, 1, VIII, 1986.

— «La genesi dell’impotenza: la politica estera della Democrazia Cristiana tragrande alleanza e guerra fredda» in Storia delle relazioni internazionali, 1, II,1986.

Gallerano N., «Nuove fonti americane sui rapporti con l’Italia negli anni1943-1944» ín Rassegna degli Archivi di Stato, 1, XXX, 1970.

Galli G., «La politica internazionale del Partito comunista italiano» inBonanni M. (a cura di), L’Italia nella politica internazionale 1972-73, Milano,Comunità, 1979.

— La sfida perduta. Biografia politica di Enrico Mattei, Milano, Bompiani, 1976.Galli L., La Wehrmacht a Brescia, Brescia, Zanetti, 1984.

Galli della Loggia E., Il mondo contemporaneo, 1945-1980, Bologna, Il Mulino,1982.

Gallo M., Storia della Spagna franchista, Bari, Laterza, 1972.

Galluzzi C., La svolta. Gli anni cruciali del partito comunista italiano, Milano,Sperling & Kupfer, 1983.

Gambino A., Le conseguenze della seconda guerra mondiale. L’Europa da Yalta aPraga, Bari, Laterza, 1972.

— Storia del dopoguerra dalla liberazione al potere DC, Bari, Laterza, 1975.

— Vivere con la bomba, Bari, Laterza, 1986.

Garribba N., Lo stato di Israele. Nascita, istituzioni e conflitti dal 1948 a oggi,Roma, Editori Riuniti, 19872.

Garruccio L., «I trent’anni della NATO: il dibattito tra le forze politiche ita-liane» in Politica internazionale, 5-6, VII, 1979.

Garzia I., «La diplomazia vaticana e íl problema dell’assetto post-bellico» inRiccardi A. (a cura di), Pio XII, Bari, Laterza, 1984.

— «La Santa Sede e il “Regno del Sud”» in AA.VV., 1944. Salerno capitale.Istituzioni e società, Napoli, EST, 1985.

— Pio XII e l’Italia nella seconda guerra mondiale, Brescia, Morcelliana, 1988.

Gattei G. (a cura di), Da Yalta a Fulton. Le origini della guerra fredda nella corri-spondenza dei tre grandi, Firenze, La Nuova Italia, 1975.

Gattei S., «La storiografia sulle origini della guerra fredda» in Studi storici, 4,XVII, 1976.

Page 333: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

2.5. Dal 1943 a oggi 323

Geller M., Storia dell’URSS dal 1917 a oggi. L’utopia al potere, Milano, Rizzali,1984.

Gentili A.M. e Panebianco A., «The PCI and International Relations, 1945-1975: The Politics of Accomodation» in Gray L. (a cura di), The ItalianCommunist Party, Westwood, Greenwood Press, 1980.

Ghilardi F., «L’apertura della rappresentanza italiana ad Ottawa dopo laseconda guerra mondiale» in Storia delle relazioni internazionali, 2, IV, 1988.

Giacomini R., I partigiani della pace. Il movimento pacifista in Italia e nel mondo neglianni della prima guerra fredda, Milano, Vangelista, 1984.

Gilas M., jahre der Macht, Miinchen, Nymphenburger Verlagshandlung, 1983,trad. it. Se la memoria non m’inganna... Ricordi di un uomo scomodo 1943-1962,Bologna, E Mulino, 1987.

Giordano G., «Il secondo viaggio di De Gasperi a Washington (settembre1951)» in Clio, XX, 1984.

Giovagnoli A., «La Pontificia Commissione di Assistenza e gli aiuti americani(1945-1948)» in Storia contemporanea, 5-6, IX, 1978.

— «Riflessi politici degli aiuti americani» in Rossini G. (a cura di), DemocraziaCristiana e Costituente, Roma, Cinque Lune, 1980.

— Le premesse della ricostruzione. Tradizione e modernità nella classe dirigente cattolicadel dopoguerra, Milano, Nuovo Istituto Editoriale, 1982.

Giraudi G., A. Cefalonia e a Corfù si combatte. Testimonianza di un superstite dellaleggendaria Divisione Acqui, Milano, Cavallotti, 1982.

Gonella G., L’europeismo di De Gasperi. Omaggio a De Gasperi nel centenario dellanascita, Roma, Cinque Lune, 1981.

Gorgia F., «I preliminari di Helsinki della conferenza sulla sicurezza e la coo-perazione in Europa: cronaca di un negoziato» in La comunità Internazio-nale, XXVIII, 1973.

Gozzano F., «La NATO e i rapporti euroamericani nell’ultimo decennio» inRonzitti N. (a cura di), La politica estera italiana: autonomia, interdipendenza,integrazione e sicurezza, Milano, Comunità, 1977.

Graziano L., La politica estera italiana nel dopoguerra, Padova, Marsilio, 1968.

Guazzaroni C., Comunità europea: lo stato dell’Unione, Milano, Giuffrè, 1979.

Guerra A., Dopo Breznev. È riformabile il socialismo sovietico?, Roma, EditoriRiuniti, 1983.

— Il giorno che Chruscev parlò. Dal XX congresso alla rivolta ungherese, Roma, Edi-tori Riuniti, 1986.

Guillen P., «Le déclin de la puissance italienne à la fin de la seconde guerremondiale» in Relations Internationales, IV, 1977.

Page 334: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

324 Appendice bibliografica

— «La France et la quéstion de la défense de l’Europe Occidentale du Pactde Bruxelles (mars 1948) au plan Pleven (octobre 1950)» in Storia delle rela-zioni internazionali, 2, II, 1986.

Haig A., Alla corte di Reagan, Milano, SugarCo, 1984.

Harper J.L., America and the Reconstruction of Italy. 1945-1948, Cambridge,Cambridge University Press, 1986, trad. it. L’America e la ricostruzione dell’I-talia 1945-1948, Bologna, Il Mulino, 1987.

Havemann R., Ein Deutsche Kommunist, Hamburg, Rowohlt, 1978, trad. it. Uncomunista tedesco. Considerazioni sull’isolamento dal passato e sul futuro raccolte daManfred Wilke, Torino, Einaudi, 1980.

Hirschman A.O., National Power and the Structure of Foreign Trade, Berkeley,University of California, 1980, trad. it. Potenza nazionale e commercio estero.Gli anni trenta, l’Italia e la ricostruzione, Bologna, Il Mulino, 1987.

Hoffmann S., Primacy of World Order: American Foreign Policy since the Cold War,New York, Mc Graw-Hill, 1978, trad. it. Il dilemma americano. La politicaestera degli USA dalla guerra fredda alle sfide degli anni ‘80, Roma, EditoriRiuniti, 1979.

Ilari V., Le forze armate fra politica e potere, 1943-1976, Firenze, Vallecchi, 1978.

— «L’organizzazione centrale della difesa in Italia» in Strategia globale, 2, 1984.

— «Le Forze Armate italiane dal Trattato di pace all’Alleanza atlantica» inStrategia globale, 3, 1984.

— «La politica estera e militare dell’Italia» in AA.VV., La svolta delle strategietradizionali, Roma, ISTRID, 1984.

Innocenti M., Le guerre degli anni ottanta, Milano, Rizzoli, 1988.

Intersimone G., L’Italia e il trattato di pace del 10.2.1947, Roma, Trevi, 1970.

Iuso P. (a cura di), Soldati italiani dopo il settembre 1943, Roma, FIAP, 1988.

Jacoviello A., Lettere dalla nuova Russia, Milano, Mondadori, 1987.

Jones E.L., Il miracolo europeo, Bologna, 11 Mulino, 1984.

Kamarck A.M., La politica finanziaria degli Alleati in Italia (luglio 1943-febbraio1947), Roma, Carecas, 1977.

Karnow S., Vietnam: A Histor y, New York, WGBH Educational Foundation,1983, trad. it. Storia della guerra del Viet Nam. Da Dienbienphu alla caduta diSaigon, Milano, Rizzoli, 1985.

Kolko J. e G., The Limits of Power, New York, Harper and Row, 1972, trad. it.I limiti della potenza americana. Gli Stati Uniti nel mondo dal 1945 al 1954,Torino, Einaudi, 1975.

Ledda R., L’Europa fra Nord e Sud. Trent’anni di politica internazionale, Roma,Editori Riuniti, 1989.

Page 335: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

25. Dal 1943 a oggi 325

Leonardi R. e Platt A.A., «La politica estera americana nei confronti dellasinistra italiana. 1945-1976» in Il Mulino, 252, XXVI, 1977.

Lettieri A., «La CEE e gli Stati Uniti dieci anni dopo» in Problemi del socialismo,1, 1969.

Levi L., Federalismo e integrazione europea, Palermo, Palumbo, 1978.

— Crisi della Comunità europea e riforma delle istituzioni, Milano, F. Angeli, 1983.

Loi S., I rapporti fra Alleati e italiani nella cobelligeranza, Roma, Stato Maggioredell’Esercito, Ufficio Storico, 1986.

Longoni M., «Imprenditori, pubblicisti ed economisti italiani: gli USA e larealtà economica internazionale del secondo dopoguerra» in Vigezzi B. (acura di), La dimensione atlantica e le relazioni internazionali nel dopoguerra: 1947-1949, Milano, Jaca Book, 1987.

Lottini O. e Ruta M.C., La cultura spagnola durante e dopo il franchismo, Atti delconvegno internazionale di Palermo (4-6 maggio 1979), Roma, Cadmo,1982.

Luttwak E., The Pentagon and the Art of War, New York, Simon & Schuster,1984, trad. it. Il Pentagono e l’arte della guerra, Milano, Rizzoli, 1986.

Mac Gregor Burns J., Roosevelt. The Soldier of Freedom 1940-1945, New York,Harcourt Brace Jovanovich, 1970, trad. it. Roosevelt 1940-45, Milano, Dal-l’Oglio, 1972.

Magister 5., La politica vaticana e L’Italia. 1943-1978, Roma, Editori Riuniti,1979.

Magri P.G., La politica estera etiopica e la questione eritrea e somala (1941-1960),Milano, Giuffrè, 1980.

Malinverni B., La Germania Occidentale nella politica europea, Milano, Marzorati,1974.

Mammarella G., Europa-Stati Uniti: un’alleanza difficile, 1945-1973, Firenze,Vallecchi, 1973.

— L’America da Roosevelt a Reagan, Bari, Laterza, 1984.

— L’America di Reagan, Bari, Laterza, 1987.

— Storia d’Europa dal 1945 a oggi, Bari, Laterza, 1988.

Manetti L., «La “Civiltà Cattolica” e l’adesione italiana al Patto atlantico”» inDi Nolfo E., Rainero R. e Vigezzi B. (a cura di), L’Italia e la politica dipotenza in Europa 1945-1950, Milano, Marzorati, 1988.

Margiocco M., Stati Uniti e PCI, Bari, Laterza, 1981.

Mattei E., 1945-1953. Scritti e discorsi, Matelica, Tipo-Lito Grafostil, 1982.

Mazzetti M., «L’Italia e gli alleati dopo l’armistizio» in Rassegna di politica estoria, 1, 1969.

Page 336: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

326 Appendice bibliografica

Medvedev R., Ascesa e caduta di Nikita Chruscev, Roma, Editori Riuniti, 1982.

Melchionni M.G., «Dal diario del conte Sforza: il periodo post-fascista (25 lu-glio 1943-2 febbraio 1947)» in Rivista di studi politici internazionali, XLIV, 1977.

— «Decisione politica e trasmissione burocratica nei negoziati per i trattati diRoma» in Rivista di studi politici internazionali, LIII, 1986.

Melis G., Cina di Mao (1949-1969). Sullo sfondo della Cina di sempre, Milano,Longanesi, 1971.

Meneguzzi Rostagni C., «La Santa Sede e la politica estera italiana (1945-1949)» in Di Nolfo E., Rainero R. e Vigezzi B. (a cura di), L’Italia e lapolitica di potenza in Europa 1945-1950, Milano, Marzorati, 1988.

— «Il Vaticano e i rapporti est-ovest nel secondo dopoguerra (1945-1949)»in Storia delle relazioni internazionali, 1, IV, 1988.

Mercuri L., Gli Alleati e l’Italia, 1943-1945, Napoli, ESI, 1975.

— Guerra psicologica. La propaganda anglo-americana in Italia 1942-1946, Roma,Archivio Trimestrale, 1983.

— «Osservazioni sull’armistizio» in AA.VV., Otto settembre 1943. L’armistizioitaliano 40 anni dopo, Atti del convegno internazionale (Milano 7-8 settem-bre 1983), Roma, Stato Maggiore dell’Esercito, Ufficio Storico, 1985.

Meyer F., Weltmacht im Abstieg der Niedergang der Sowiet-Union, Miimchen, Ber-telsmann 1984, trad. it. Il tramonto dell’Unione Sovietica, Milano, Longanesi,1985.

Migone G.G., «Introduzione a: Dalla grande guerra alla seconda guerra mon-diale» in Spini G., Migone G.G. e Teodori M. (a cura di), Italia e Americadalla grande guerra a oggi, Venezia, Marsina, 1976.

— «Le relazioni Stati Uniti-Europa e il declino delle superpotenze» in D’At-torre P.P. (a cura di), La governabilità degli Stati Uniti: mutamenti e continuitànell’America contemporanea, Milano, F. Angeli, 1983.

— Problemi di storia nei rapporti tra Italia e Stati Uniti, Torino, Rosenberg &Sellier, 1971.

— «Stati Uniti, FIAT e repressione antíoperaia negli anni Cinquanta» in Ri-vista di storia contemporanea, 2, III, 1974.

— «La politica italiana degli Stati Uniti» in Fini M. (a cura di), Dove va l’A-merica. La politica estera degli Stati Uniti durante gli anni Settanta, Milano,Feltrinelli, 1980.

Mistri M., L’integrazione europea nell’ambito della guerra fredda, Padova, Liviana,1979.

— Alle origini dell’integrazione monetaria europea da Bretton Woods all’Unione europeadei pagamenti, 1944-1950, Padova, Liviana, 1981.

Moffa C., La rivoluzione etiopica. Testi e documenti, Urbino, Argalia, 1980.

Page 337: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

25. Dal 1943 a oggi 327

Mombelli G., «La politica estera nella stampa italiana (1966-1976)» in Ron-zini N. (a cura di), La politica estera italiana: autonomia, interdipendenza,integrazione e sicurezza, Milano, Comunità, 1977.

Monticone A., «Il quadro internazionale» in Rossini G. (a cura di), DemocraziaCristiana e Costituente nella società del dopoguerra, Roma, Cinque Lune, 1980.

Moretti A., «Il problema delle zone di confine fra Italia e Jugoslavia nellaprovincia di Udine nell’ultima fase della Resistenza» in Storia contemporaneaFriuli, 5-6, 1975.

Morino L., La Comunità Europea e l’Africa, Bari, Dedalo, 1975.

Moro A., Scritti e discorsi (194047; 1951-63), 2 voli., Roma, Camera dei Depu-tati, 1982.

Morozzo della Rocca R., La politica estera italiana e l’Unione Sovietica (1944-1948), Roma, La Goliardica, 1981.

— «Le relazioni economiche italo-sovietiche nel dopoguerra (1945-1948)» inStoria delle relazioni internazionali, 1, V, 1989.

Mosca R., «Il Patto Atlantico» in Origini diplomatiche del Patto Atlantico, Roma,Editrice Europea, 1974.

Moscati R., «L’accordo De Gasperi-Gruber» in Clio, VIII, 1972.

Mozzati M., Il ruolo della memoria collettiva nella modernizzazione dell’Africa,Milano, F. Angeli, 1986.

Musso C., Diplomazia partigiana. Gli alleati, i rifugiati e la delegazione del CLNAIin Svizzera (1943-1945), Milano, F. Angeli, 1985.

Negri G., «Stati Uniti e Gran Bretagna: la politica italiana» in Di Nolfo E. (acura di), Italia e Stati Uniti durante l’Amministrazione Truman, Milano, F.Angeli, 1976.

— «Il dibattito parlamentare sugli aiuti ERP» in Aga Rossi E. (a cura di), IlPiano Marshall e l’Europa, Roma, Istituto dell’Enciclopedia Italiana, 1983.

Nenni P., I nodi della politica estera italiana, Milano, SugarCo, 1974.

— Diari (1943-1971), 3 voli., Milano, SugarCo, 1981-1983.

— Discorsi parlamentari (1946-1979), Roma, Camera dei Deputati, 1983.

Nixon R., La pace a muso duro, Milano, Garzanti, 1984.

Novak B.C., Trieste 1941-1954. The Ethnic, Political, and Ideological Struggle,Chicago, The University of Chicago Press, 1970, trad. it. Trieste 1941-1954. La lotta politica, etnica e ideologica, Milano, Mursia, 1973.

Nuti L., «La missione Marras, 2-22 dicembre 1948» in Storia delle relazioniinternazionali, 2, III, 1987.

— L’esercito italiano nel secondo dopoguerra 1945-50. La sua ricostruzione e l’assistenzamilitare alleata, Roma, Stato Maggiore dell’Esercito, Ufficio Storico, 1989.

Page 338: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

328 Appendice bibliografica

Oddati N., Churchill, Roosevelt e il caso Sforza 1943-44, Salerno, Edisud, 1984.— «La “Free Italy” in Gran Bretagna e le organizzazioni negli Stati Uniti» in

AA.VV., L’antifascismo italiano negli Stati Uniti durante la seconda guerramondiale, Roma, Archivio Trimestrale, 1984.

Olivi B., Carter e l’Italia. La politica estera americana, l’Europa e i comunisti italiani,Milano, Longanesi, 1978.

Orilia V., L’imperialismo atlantico, Padova, Marsilio, 1969.Ortona E., «I prodromi dell’ERP» in Aga Rossi E. (a cura di), Il Piano Mar-

shall e l’Europa, Roma, Istituto dell’Enciclopedia italiana, 1983.— Anni d’America. I. La ricostruzione (1944-1951). II. La diplomazia (1953-

1961), Bologna, Il Mulino, 1984-86.Pacor M., Confine orientale. Questione nazionale e resistenza nel Friuli-Venezia

Giulia, Milano, Feltrinelli, 1964.Pagamonci A., «Francia e Terzo Mondo» in Rivista di studi politici internazionali,

4, XXXVII, 1970.Palumbo P.F., Secondo tempo di Paneuropa (Cronache degli anni europei 1944-1952),

Roma, Europa, 1968.Pastorelli P., «I rapporti italo-austriaci dall’accordo De Gasperi-Gruber alle

intese più recenti (1946-1969)» in Rivista di studi politici internazionali, 2, XL,1973.

— «La questione del confine italo-austriaco» in Storia e politica, 1, XVI, 1977.— «La crisi del marzo 1948 nei rapporti italoamericani» in Nuova Antologia,

539, CXIV, 1979.— «L’entrata in vigore del trattato di pace e il problema della sicurezza» in

Rossini G. (a cura di), Democrazia Cristiana e Costituente, Roma, CinqueLune, 1980.

— «La politica europeistica dell’Italia negli anni Cinquanta» in Storia contem-poranea, 4-5, XII, 1981.

— «L’adesione dell’Italia al Patto Atlantico» in Storia contemporanea, 6, XIV,1983 [rist. in Pastorelli P., La politica estera italiana del dopoguerra, Bologna,II Mulino, 1986].

— «La politica europeistica di De Gasperi» in Storia e Politica, 3, XXIII, 1984,— La politica estera italiana del dopoguerra, Bologna, Il Mulino, 1986.Perona G., «Ricerche archivistiche e studi sulle relazioni tra l’Italia e gli Stati

Uniti» in Italia contemporanea, 142, XXXIII, 1981.Petracchi G., «Carlo Sforza e il mondo sovietico: apparenze diplomatiche e

realtà psicologiche (1917-1950)» in Il Politico, 3, XLIX, 1984.Petricioli M. (a cura di), La sinistra europea nel secondo dopoguerra 1943-1949,

Firenze, Sansoni, 1981.

Page 339: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

2.5. Dal 1943 a oggi 329

Petrilli G., La politica estera ed europea di De Gasperi, Roma, Cinque Lune, 1975.Pietromarchi L., USA e URSS confronto di potenza, 2 voli., Milano, Pan, 1971.

Pignataro L., La Cina Contemporanea. Da Mio Zedong a Deng Xiaoping, 1949-1980, Napoli, Liguori, 1986.

Pintus M., L’Europa delle occasioni perdute. Da Briand al parlamento eletto, Roma,Rivista di diritto euorpeo, 1980.

Pinzani C., «Gli Stati Uniti e la questione istituzionale (1943-1946)» in Storiacontemporanea, 1, X, 1979.

Pistone S., La Germania e Punita’ europea, Napoli, Guida, 19842.

— «Il contributo del Movimento Federalista Europeo al dibattito sull’unitàeuropea durante la seconda guerra mondiale» in AA.VV., L’idea d’Europanel Movimento di Liberazione, Roma, Bonacci, 1986.

— «L’integrazione europea» in Tranfaglia N. e Firpo M. (a cura di), La Storia,vol. IX, Torino, UTET, 1986.

— (a cura di), L’Italia e l’unità europea. Dalle premesse storiche alla elezione delparlamento europeo, Torino, Loescher, 1982.

Pistone S. e Levi L. (a cura di), Trent’anni di vita del Movimento federalista europeo,Milano, F. Angeli, 1973.

Pizzetti S. (a cura di), La storia delle relazioni internazionali nella Germania con-temporanea, Milano, Jaca Book, 1987.

Poggiolini I., «Europeismo degasperiano e politica estera dell’Italia:un’ipotesi interpretativa (1947-1949)» in Storia delle relazioni internazionali,1, I, 1985.

— «II problema della sicurezza euro-atlantica nel secondo dopoguerra:alcuni recenti orientamenti storiografici» in Storia delle relazioniinternazionali, 1, V, 1989.

Poidevin R. (a cura di), Histoire des débuts de la construction européenne (mars 1948-mai 1950), Actes du colloque de Strasbourg (28-30 novembre 1984),Milano, Giuffrè, 1986.

Pupo R., La rifondazione della politica estera italiana: la questione giuliana (1944-1946), Udine, Del Bianco, 1979.

Quartararo R., «La NATO e l’Europa: osservazioni sulla cooperazionescientifica e tecnologica» in Annali dell’istituto di studi postuniversitari AlcideDe Gasperi, 2, 1980b.

— «Esigenze europee e cooperazione atlantica. La politica di “R” e “D” dellaNATO» in Annali dell’Istituto di studi postuniversitari Alcide De Gasperi, 3, 1981.

— «Analisi di una recente proposta della NATO all’Europa in tema diricerca scientifica: il programma “Doppio salto”» in Annali dell’Istituto distudi postuniversitari Alcide De Gasperi, 4, 1982.

Page 340: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

330 Appendice bibliografica

— «Il Sud e la ricostruzione economica dell’Italia. Un’occasione perduta(1947-1950)» in Bollettino Storico di Salerno e del Principato Citra, 2, I, 1983.

— «Le origini dei processo dí integrazione europea» in Annali dell’Istituto distudi postuniversitari Alcide De Gasperi, 5, 1983.

— «Dai documenti inediti del Policy Planning Staff. Gli USA e l’Europa(1947-1949)» in Analisi Storica, 2, II, 1984.

— «L’Italia e il Piano Marshall (1947-1952)» in Storia contemporanea, 4, XV, 1984.

— «La Grecia, l’Italia e la CEE (gennaio 1980-gennaio 1983)» in Annali del-l’Istituto di studi postuniversitari Akide De Gasperi, 6, 1984.

— Italia e Stati Uniti. Gli anni difficili, 1945-1952, Napoli, ESI, 1986.

Ragionieri E., «Dalla “Grande Alleanza” alla “guerra fredda”» in Critica Mar-xista, 2, 1968.

Ragionieri R., La sicurezza dell’Italia. Problemi e alternative, Casale Monferrato,Marietti, 1989.

Rainero R. (a cura di), Italia e Algeria. Aspetti storici di un’amicizia mediterranea,Milano, Marzorati, 1982.

Rangel C., L’Occidente e il Terzo Mondo, dalla falsa consapevolezza alle responsabilitàvere, Milano, SugarCo, 1983.

Ranieri R., «The Italian Iron and Steel Industry and European Integration» inEUI Working Papers, Firenze, 1984.

— «Europeismo e politica europea: osservazioni sulla presenza italiana in Eu-ropa occidentale dal 1947 al 1951» in Storia delle relazioni internazionali, 1, I,1985.

— «La siderurgia italiana e gli inizi dell’integrazione europea» in Passato e Pre-sente, 1985.

— «Italy and the Schuman Plan negotiations» in EUI Working Papers, 215,1986, trad. it. «L’Italia e i negoziati del Piano Schuman» in Di Nolfo E.,Rainero R. e Vigezzi B. (a cura di), L’Italia e la politica di potenza in Europa1945-1950, Milano, Marzorati, 1988.

— «I documenti diplomatici britannici sull’integrazione europea» in Storiadelle relazioni internazionali, 1, III, 1987.

Raschke J. (a cura di), I partiti dell’Europa occidentale, Roma, Editori Riuniti,1983.

Rendi G., La politica degli alleati verso la Germania durante la seconda guerramondiale, Roma, 1974.

Riccardi A., Pio XII e la politica internazionale, Bari, Laterza, 1979.

— Il «Partito romano» nel secondo dopoguerra (1945-1954), Brescia, Morcelliana,1983.

Page 341: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

2.5. Dal 1943 a oggi 331

Rimanelli M., «US Foreign Policy towards South Africa, 1961-1982» in Ri-vista di studi politici internazionali, 2, L, 1983.

Rizzo S., «“Nuovo Mondo” e la stampa alleata in Italia (1943-1945)» in SpiniG., Migone G.G. e Teodori M. (a cura di), Italia e America dalla grandeguerra a oggi, Venezia, Marsilio, 1976.

Rogers P.N., «Stati Uniti d’America e integrazione europea: aspettieconomici» in AA.VV., Stati Uniti d’America e integrazione europea, Firenze,Olschki, 1964.

Roggi P., I cattolici e la piena occupazione. L’attesa della povera gente di Giorgio LaPira, Milano, Giuffrè, 1983.

Romano S., «L’Italia di fronte al gollismo e alla V Repubblica dal 1958 aoggi» in Clio, 2, XIX, 1983.

— Europa e URSS, Milano, Centro informazioni e studi sulla Comunità eu-ropea, 1986.

Romero F., «Gli Stati Uniti e la ricostruzione postbellica dell’Europa: iÌ ruolodei sindacati» in Storia delle relazioni internazionali, 2, V, 1989.

— «Gli Stati Uniti e la “modernizzazione” del sindacalismo italiano 1950-1955» in Italia contemporanea, 170, 1988.

— Gli Stati Uniti e il sindacalismo europeo 1944-51, Roma, Edizioni Lavoro,1988.

Ronzitti N. (a cura di), La politica estera italiana: autonomia, interdipendenza,integrazione e sicurezza, Milano, Comunità, 1977.

Rossi G., «La questione delle colonie italiane alla conferenza di Londra(settembre-ottobre 1945)» in Rivista di studi politici internazionali, XLI, 1973.

— «Le colonie italiane alla conferenza di Potsdam (luglio-agosto 1945)» inAfrica, XXVIII, 1973.

— «Le colonie italiane alla Conferenza di Parigi (aprile-luglio 1946)» in Ri-vista di studi politici internazionali, XL, 1974.

— L’Africa italiana verso l’indipendenza 1941-1949, Milano, Giuffrè, 1980.

Rossini G. (a cura di), Democrazia Cristiana e Costituente, 3 voli., Roma, CinqueLune, 1980.

Rosso A., «Della politica estera americana» in Rivista di studi politici interna-zionali, XVI, 2, 1949.

Roverato G., «Considerazioni su Patto Atlantico e Patto di Rio» in Di NolfoE. (a cura di), Italia e Stati Uniti durante l’Amministrazione Truman, Milano,F. Angeli, 1976.

Rulli SIG., Per una Europa senza frontiere. Da Yalta a Helsinki, Roma, Adn-kronos, 1986.

Page 342: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

332 Appendice bibliografica

Rumi G., «Una diplomazia atipica. L’ultimo volume degli “Actes” della SantaSede» in Studium, 1980.

— «Opportunismo e profezia. Cultura cattolica e politica estera italiana1946-1963» in Storia contemporanea, 4-5, XII, 1981.

— «Politica estera e internazionalismo cattolico» in Dizionario storico del mo-vimento cattolico in Italia, Torino, Marietti, 1981.

— «I cattolici e le relazioni internazionali: verso l’Europa» in Colombo A. (acura di), La Resistenza e l’Europa, Firenze, Le Monnier, 1984.

— La Santa Sede tra Est e Ovest, Roma, École Frangaise de Rome, 1987.Sacconi F., «La seconda guerra mondiale e i nodi di una nuova egemonia

internazionale nelle carte di Harry Hopkins» in Quaderni. RivistaTrimestrale, 42, 1974-75.

Salvadori M., Croce, Sforza, De Gasperi e il pubblico americano, Roma, Edizioni diPanorama, 1956.

Salvadori M.L., Eurocomunismo e socialismo sovietico. Problemi attuali del PCI e delmovimento operaio, Torino, Einaudi, 1978.

— Storia del pensiero comunista da Lenin alla crisi dell’internazionalismo, Milano,Mondadori, 1984.

— L’alternativa dell’Europa. Quarant’anni dopo Yalta, Bari, Laterza, 1985.Salvadori R., Le origini del processo di integrazione dell’Europa occidentale (1940-

1950), Parma, Studium Parmense, 1974.Salvadori R. e Magri P.G., Il trattato di pace con l’Italia e la questione delle ex colonie

italiane (1947-1960), Parma, Studiurn Parmense, 1972.Santangelo P., «Aspetti della questione coreana» in Rivista di storia contempo-

ranea, 6, 1977.Santoro C.M., Lo stile dell’aquila: studi di politica estera americana, Milano, F.

Angeli, 1984.Scioscioli M., Billi M. e Torlontano G. (a cura di), Europeismo repubblicano,

Roma, Archivio Trimestrale, 1984.Scoppola P., La proposta politica di De Gasperi, Bologna, Il Mulino, 1976.— Gli anni della Costituzione tra politica e storia, Bologna, II Mulino, 1980.Sebastiani P., Laburisti inglesi e socialisti italiani. Dalla ricostruzione del PSI (UP)

alla scissione di Palazzo Barberini, da Transport House a Downing Street (1943-1947), Roma, FIAP, 1983.

Sebesta L., «“Two Scorpions in a Bottle”. Genesi di una scelta difficile: labomba H fra strategia e politica» in Storia delle relazioni internazionali, 2, II,1986.

— «I programmi di aiuto militare nella politica americana per l’Europa. L’e-sperienza italiana 1948-1952» in Italia contemporanea, 173, 1988.

Page 343: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

25. Dal 1943 a oggi 333

Secchia P., «II Partito Comunista Italiano e la guerra di liberazione. 1943-1945. Ricordi, documenti inediti e testimonianze» in Annali 1971dell’Istituto G.G. Feltrinelli, Milano, Feltrinelli, 1973.

— La resistenza accusa. 1945-1973, Milano, Mazzotta, 1973.

Sefarty S., «Gli Stati Uniti e il tripolarismo in Francia e in Italia. 1945-1947»in Il Mulino, XXV, 1976.

Segré G., L’Italia in Libia. Dall’età giolittiana a Gheddafi, Milano, Feltrinelli,1978.

Serra E., «I fondi archivistici sulla Romania esistenti presso il Ministero degliAffari Esteri» in Storia contemporanea, 2, XI, 1980.

— «L’emigrazione italiana 1861-1980. Bruxelles» in il Risorgimento, 1983, 1-2,XXXV, 1983.

— «La diplomazia italiana e la ripresa dei rapporti con la Francia» in Duro-selle J.B. e Serra E. (a cura di), Italia e Francia 1939-1945, Milano, F. An-geli, 1984.

— «Il Partito d’Azione e la questione adriatica» in Rivista di storia contempo-ranea, 4, XV, 1984.

— «L’archivio Storico-Diplomatico del Ministero degli Esteri italiano conparticolare riguardo ai fondi concernenti la Francia» in AA.VV.,Miscellanea in onore di Ruggero Moscati, Napoli, ESI, 1985.

— La diplomazia italiana e la ripresa dei rapporti con la Francia, Milano, F. Angeli,1985.

— (a cura di), Il rilancio dell’Europa e i trattati di Roma, Atti del colloquio diRoma (25-28 marzo 1987), Milano, Giuffrè, 1989.

Sestan L. (a cura di), La politica estera della Perestrojka. L’Urss di fronte al mondoda Breznev a Gorbaciov, Roma, Editori Riuniti, 1988.

Signori E., La Svizzera e i fuoriusciti italiani. Aspetti e problemi dell’emigrazionepolitica italiana dal 1943 al 1945, Milano, F. Angeli, 1983.

Sitti R. (a cura di), Le guerre coloniali fasciste, Ferrara, Comune di Ferrara -Centro studi storici sulla Resistenza ferrarese, s.d.

Soglian F., «La politica americana e le origini dello scisma cino-sovietico(1955-1958)» in Comunità, 172, XXVIII, 1974.

— «Strategia americana e origini del dissidio cirro-sovietico (1955-58)» in So-glian F. (a cura di), L’ipotesi del tripolarismo. Stati Uniti, URSS e Cina, Bari,Dedalo, 1975.

— (a cura di), L’ipotesi del tripolarismo. Stati Uniti, URSS e Cina, Bari, Dedalo,1975.

Sogno E., Guerra senza bandiera, Milano, Mursia, 1970.

Page 344: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

334 Appendice bibliografica

Solari F., L’armonia discutibile della Resistenza. Confronto fra generazioni, Milano,La Pietra, 1979.

Spinelli A., L’avventura europea, Bologna, Il Mulino, 1972.— La mia battaglia per un’Europa diversa, Manduria, Lacaita, 1979.— Come ho tentato di diventare saggio, Bologna, Il Mulino, 1985.— Il progetto europeo, Bologna, Il Mulino, 1985.Spini G., Migone G.G. e Teodori M. (a cura di), Italia e America dalla grande

guerra a oggi, Venezia, Marsilio, 1976.Spriano P., Storia del Partito Comunista Italiano, vol. IV, La fine del fascismo. Dalla

riscossa operaia alla lotta armata, Torino, Einaudi, 1973.— Storia del Partito Comunista Italiano, vol. V, La Resistenza, Togliatti e il partito

nuovo, Torino, Einaudi, 1975.— I comunisti europei e Stalin, Torino, Einaudi, 1983.Sterpellone A., «La politica estera degli Stati Uniti dopo John Foster Dulles»

in La comunità internazionale, 2, 3, 4, XIV, 1959.— «La presidenza Truman e il Patto Atlantico» in AA.VV., Origini diploma-

tiche del Patto Atlantico, Roma, Editrice Europea, 1974.Strada V., URSS-Russia, Milano, Rizzoli, 1985.Tagliacozzo E., «Stati Uniti d’America e integrazione europea: aspetti

storico-politici» in AA.VV., Stati Uniti d’America e integrazione europea,Firenze, Olschki, 1964.

— «L’opera di Gaetano Salvernini negli Stati Uniti d’America» in RassegnaStorica Toscana, 1, XX, 1974.

Taddia I., La memoria dell’Impero. Autobiografia dell’Africa Orientale, Manduria,Lacaita, 1988.

Tana F. (a cura di), Terzo Mondo: dal neutralismo al non-allineamento, Milano,Moizzi, 1976.

Tedeschi M., La guerra dei cent’anni (Roma, 1870-1970), Milano, Giuffrè, 1970.Terragno G., «La politica estera americana e la stampa comunista italiana. Ri-

nascita (1944-1954)» in Annali della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Universitàdi Lecce, VIII-X, 1977-1980.

— «La politica estera di Kennedy nella stampa comunista italiana. Rinascita(1960-1963)» in Annali di Storia dell’Università di Lecce, 3, 1981.

Tommasi L., «Storiografia ortodossa e nascita del blocco occidentale» in DiNolfo E. (a cura di), Italia e Stati Uniti durante l’Amministrazione Truman,Milano, F. Angeli, 1976.

Toniolo G., «L’utilizzazione dei fondi ERP nella ricostruzione italiana:alcune ipotesi di lavoro» in Aga Rossi E. (a cura di), Il Piano Marshall el’Europa, Roma, Istituto dell’Enciclopedia Italiana, 1983.

Page 345: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

2.5. Dal 1943 a oggi 335

Toscano M. «Gli sviluppi della controversia italo-austriaca sull’Adige successivialla conclusione dei lavori della commissione dei 19 dal 1964 all’inizio del1965» in Storia e politica, 2, VI, 1967.

— «La controversia tra Salò e Berlino per Ia occupazione nazista e per le deci-sioni annessionistiche di Hitler dell’Alto Adige e del Trentino nei docu-menti diplomatici della Repubblica Sociale Italiana» in Storia e politica 6,VI, 1967.

— «Le origini dell’accordo De Gasperi-Gruber» in Nuova Antologia, vol. 500,CII, 1967.

— «Origini e vicende diplomatiche della questione dell’Alto Adige» in La co-munità internazionale, 2, XXII, 1967.

— Storia diplomatica della questione dell’Alto Adige, Bari, Laterza, 1967.

— «Storia diplomatica della questione dell’Alto Adige (28-29 luglio 1965-21gennaio 1967)» in Rivista di studi politici internazionali, XXXV, 1968.

— «Gli studi di Storia delle relazioni internazionali in Italia» in AA.VV., Lastoriografia italiana negli ultimi vent’anni, Milano, Marzorati, 1970.

— Corsivi di politica estera 1949-1968 per la rivista di studi politici internazionali,Milano, Giuffrè, 1982.

— «La politica italiana verso l’immigrazione clandestina ebraica in Palestinanel primo semestre del 1947» in Storia contemporanea, 5, 1989.

Tozzoli G.P., Il caso Albania, Milano, F. Angeli, 1989.

Trentin S., Federalismo e libertà. Scritti teorici 1935-1943, Venezia, Marsilio,1987.

Trevelyan R., Roma ‘44, Milano, Rizzoli, 1983.Valabrega G., «Europa e Asia tra guerra fredda e distensione (1949-1955)»

in Soglian F. (a cura di), L’ipotesi del tripolarismo. Stati Uniti, URSS e Cina,Bari, Dedalo, 1975.

Valdevit G., «Gli Alleati e la Venezia Giulia. 1941-1945» in Italia contempo-ranea, 142, XXXIII, 1981.

— La questione di Trieste 1941-1954. Politica internazionale e contesto locale,Milano, F. Angeli, 1986.

Varsori A., «“Senior” o “Equal” Partner?» in Rivista di studi politici internazio-nali, 2, XLV, 1978.

— «L’antifascismo e gli Alleati: le missioni di Lussu e Gentili a Londra e aWashington: 1941-1942» in Storia e politica, 3, XIX, 1980.

— Il diverso declino di due potenze coloniali. Gli eventi di Mogadiscio del gennaio1948 e i rapporti anglo-italiani, Roma, Quaderni della FIAP, 1981.

— Gli Alleati e l’emigrazione democratica antifascista (1940-1943), Firenze, San-soni, 1982.

Page 346: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

336 Appendice bibliografica

— «La Gran Bretagna e le elezioni politiche italiane dei 18 aprile 1948» inStoria contemporanea, 1, XIII, 1982.

— «L’incerta rinascita di una “tradizionale amicizia”: il colloquio Bevin-Sforza dell’ottobre 1947» in Storia contemporanea, 4, XV, 1984a.

— «Bevin e Nenni (ottobre 1946-gennaio 1947): una fase nei rapporti anglo-italiani del secondo dopoguerra» in Il Politico, 2, XLIX, 1984b.

— «La scelta occidentale dell’Italia (1948-1949)» in Storia delle relazioni inter-nazionali, 1, 2,1, 1985a.

— «L’Italia: la politica estera» in AA.VV., Storia dell’età presente. I problemi delmondo della II guerra mondiale ad oggi, Milano, Marzorati, 1985b.

— «L’armistizio e le forze politiche in esilio» in AA.VV., Otto settembre 1943.L’armistizio italiano 40 anni dopo, Atti del convegno internazionale (Milano7-8 settembre 1983), Roma, Stato Maggiore dell’Esercito, Ufficio Storico,1985.

— Il Patto di Bruxelles (1948): tra integrazione europea e alleanza atlantica, Roma,Bonacci, 1988.

— «L’Italia fra alleanza atlantica e CED (1949-1954)» in Storia delle RelazioniInternazionali, 1, 1988.

Vedovato G., Il trattato di pace con l’Italia, Firenze, Le Monnier, 1971.

— Europa difficile, Firenze, Le Monnier, 1974.

— «La politica estera italiana» in Rivista di studi politici internazionali, XLIV-XLV, 1977-1978.

— Politica estera italiana e scelta europea, Firenze, Le Monnier, 1979.

Vegas F., «La situazione internazionale dal 1969 al 1971» in Critica storica, 1972.

Vezzosi E., «La sinistra democristiana tra neutralismo e Patto atlantico» inDi Nolfo E., Rainero R. e Vigezzi B. (a cura di), L’Italia e la politica potenzain Europa 1945-1950, Milano, Marzorati, 1988.

— (a cura di), Le relazioni Italia-Stati Uniti dal 1943 al 1953: storia, economia,cultura, Firenze, Scuola di perfezionamento in studi politici internazionali,1983.

Vigezzi B., «De Gasperi, Sforza, la diplomazia italiana e la percezione dellapolitica di potenza dal trattato di pace al Patto Atlantico» in Storia contem-poranea, 4, XVI, 1985.

— «La politica estera italiana e le premesse della scelta atlantica. Governo,diplomatici, militari e le discussioni dell’estate 1948» in Vigezzi B. (a curadi), La dimensione atlantica e le relazioni internazionali nel dopoguerra: 1947-1948,Milano, Jaca Book, 1987.

— (a cura di), La dimensione atlantica e le relazioni internazionali nel dopoguerra:1947-1948, Milano, Jaca Book, 1987.

Page 347: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

2.6. Nuove aree geografiche, emigrazione e opere varie 337

Vismara M., «Le Nazioni Unite per l’eliminazione del colonialismo» in La co-munità internazionale, XXV, 1970.

— L’azione politica delle Nazioni Unite 1946-1976, Padova, CEDAM, 1983.Vitetti L., «Gli Stati Uniti e l’Europa» in Nuova Antologia, vol. 442, LXXXIII,

1948.Werth A., Russia: the Post War Years, London, Robert Hale, 1971, trad. it.

L’Unione Sovietica nel dopoguerra 1945-1948, Torino, Eínaudi, 1973.Wollemborg L., Stelle, strisce e tricolore. Trent’anni di vicende politiche tra Roma e Washington,

Milano, Mondadori, 1983.Zaslavski V. e Bruym R., Soviet-Jewish Emigration and Soviet Nationality Policy, New

York, St. Martin, 1983, trad. it. Fuga dall’impero. L’emigrazione ebraica e la politica dellanazionalità in Unione Sovietica, Napoli, ESI, 1985.

Zeno L., Ritratto di Carlo Sforza, Firenze, Le Monnier, 1975.Zoratto B., La guerra segreta fra le due Germanie, Palermo, Thule, 1981.Zucconi M., Il conflitto arabo-israeliano e il sistema politico internazionale del secondo dopoguerra,

Napoli, Editoriale Scientifica, 1987.

2.6. Nuove aree geografiche, emigrazione e opere varie

AA.VV., Inghilterra e Toscana nell’Ottocento, Atti del convegno di Bagni di Lucca per ilcinquantenario del British Institute of Florence, Firenze, La Nuova Ita-lia,1968.

— Gli italiani negli Stati Uniti. L’emigrazione e l’opera degli italiani negli Stati Uniti d’America,Firenze, Università di Firenze, 1970.

— Inghilterra e Italia nel ‘900, Atti del convegno di Bagni di Lucca (ottobre1972), Firenze, La Nuova Italia, 1973.

— Quale Europa? I comunisti e le elezioni europee, Roma, CESPI, 1978.

— Per uno studio del radicalismo statunitense, Bologna, CLUB, 1978.

— Italia e USA: giudizi incrociati, Torino, Edizioni della Fondazione Giovanni Agnelli,1979.

— La Mitteleuropa nel tempo, Atti del convegno (Gorizia, 29 settembre-2 ottobre1973), Gorizia, ICM, 1981.

— La presenza culturale italiana nei paesi arabi. Storia e prospettive, Atti del I Convegnopromosso dall’Istituto per l’Oriente di Roma (Napoli 28-30 maggio 1980),Roma, Istituto per l’Oriente, 1982.

— La sicurezza e la condizione militare in Italia, Atti del convegno di studio(Roma 21-23 settembre 1983), Roma, Rivista Militare, 1984.

— Federico Chabod e la «nuova storiografia» italiana dal primo al secondo dopoguerra, Milano, JacaBook, 1984.

Page 348: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

338 Appendice bibliografica

— L’Europa. Fondamenti, formazione e realtà, Atti del congresso internazionale(Roma, 3-7 maggio 1983), Roma, Istituto storico italiano per l’etàmoderna e contemporanea, 1984.

— Catalogo e Annuario dell’Industria Italiana della Difesa 1985-86, Roma, DifesaOggi, 1985.

— Emigration valddtaine dans le monde: la diaspora d’un peuple au cours des siècles.Histoire et témoignages. Aosta, Musumeci, 1986.

— Euroamericani, 3 voli., Torino, Edizioni della Fondazione GiovanniAgnelli, 1987.

— Les internationales et le problème de la guerre au XX siècle. Roma, Ecole fran-9aise de Rome, 1987.

— Il governo delle sinistre nella Francia degli anni ‘80. Democratizzazione, innovazionee amministrazione pubblica, Milano, F. Angeli, 1987.

— Presenza italiana nel Canada, Roma, Camelo, s.d.

— Il difficile cammino dell’Europa unita. The dillicult path of United Europe, Atti delConvegno Italia-USA (Università di Pavia, 7-8 maggio 1986), Milano,Giuffrè, 1988.

— Chiesa ed emigrazione a Caltanissetta e in Sicilia nel Novecento, Atti del Convegnodi studi organizzato dall’Istituto teologico «Mons. G. Guttadauro» (Calta-nissetta, 2-5 ottobre 1986), Caltanissetta, Edizioni del Seminario, 1988.

— Democrazia e sviluppo nella Spagna post-franchista, Milano, F. Angeli, 1988.

— Die Anfange des Schuman-Plans 1950-1951, Beitrage des Kolloquiums inAachen (28-30 Mai 1986), a cura dí K. Schwabe, Milano, Giuffrè, 1988.

— Abitare il pianeta. Futuro demografico, migrazioni e tensioni etniche, vol. 1, IlMondo Arabo, l’Italia e l’Europa, Torino, Edizioni della Fondazione Gio-vanni Agnelli, 1989.

— La modernizzazione in Asia e Africa. Problemi di storia e problemi di metodo,Pavia, Editoriale Viscontea, 1989.

Aga Rossi E., «Recenti orientamenti della storiografia americana sulle originidella guerra fredda: l’interpretazione “revisionista”» in Storia contemporanea,1, IV, 1973.

Albertini M., Lo Stato nazionale, Napoli, Guida, 1980.

Albertoni E.A. (a cura di), Elitismo e democrazia nella cultura politica del Nord-America (Stati Uniti-Canada-Messico), 2 voli., Milano, Giuffrè, 1989.

Albonico A., America Latina tra nazionalismo, socialismo e imperialismo, Milano,Marzorati, 1982.

— L’America Latina e l’Italia, Roma, Bulzoni, 1984.

Altomare G., L’origine e l’espansionismo degli Stati Uniti d’America fino al 1930,Firenze, SP 44, 1985.

Page 349: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

2.6. Nuove aree geografiche, emigrazione e opere varie 339

Anchieri E., Il sistema diplomatico europeo 1814-1939, Milano, F. Angeli, 1977.Armino A., Dall’insurrezione al regime. Politiche di massa e strategie istituzionali a

Cuba 1953-1965, Milano, F. Angeli, 1984.Ara A., Fra Austria e Italia. Dalle Cinque Giornate alla questione alto-atesina,

Udine, Del Bianco, 1987.Are G., «L’influenza della cultura sulla formazione della politica estera

italiana» in Ronzitti N. (a cura di), La politica estera italiana: autonomia,interdipendenza, integrazione e sicurezza, Milano, Comunità, 1977.

Aron R., Paix et guerre entre les Nations, Paris, Calmane-Lévy, 1962, trad. it. Pacee guerra tra le nazioni, Milano, Comunità, 1983.

Arpea M., Alle origini dell’emigrazione abruzzese, Milano, F. Angeli, 1987.Attinà F., Diplomazia e politica estera, Milano, F. Angeli, 1979.— La politica internazionale contemporanea. 1945-1980, Milano, F. Angeli, 1982.— «La formazione della politica estera italiana» in Democrazia e diritto, 1,

XXIV, 1984.— Il Parlamento europeo e gli interessi comunitari, Milano, F. Angeli, 1986.Aula G., «Il conflitto anglo-americano per il petrolio in Medio Oriente nel

primo dopoguerra» in Storia e politica, 2, V, 1966.Baget Bozzo G. e Genovese M., Europa, una speranza oltre la ragione, Trento,

Reverdito, 1987.Bairati P. (a cura di), I profeti dell’impero americano. Dal periodo coloniale ai nostri

giorni, Torino, Einaudi, 1975.Baistrocchi M., Elementi di politica culturale estera, Roma, Armando, 1985.Bensi G., Allah contro Gorbaciov, Trento, Reverdito, 1988.Becchi P., Vico e Filangieri in Germania, Napoli, Jovene, 1986.Benvenuti F., I bolscevichi e l’armata rossa (1918-1922), Napoli, Bibliopolis, 1982.Beonio Brocchieri P., Storia del Giappone e della Corea, Milano, Marzorati, 1972.Beretta S. (a cura di), L’Europa dei capitali e delle banche. A trent’anni dai trattati di

Roma, Milano, Giuffrè, 1989.Bertoni E., Le cause del colonialismo imperialistico, Milano, ISEDI, 1978.Bettanin F., Pro e contro Stalin. La destalinizzazione in URSS, Milano, F. Angeli,

1988.Bezza B. (a cura di), Gli italiani fuori d’Italia. Gli emigrati italiani nei movimenti

operai dei paesi d’adozione (1880-1940), Milano, F. Angeli, 1983.Bianchini S. (a cura di), L’enigma jugoslavo. Le ragioni della crisi, Milano, F.

Angeli, 1989.Blengino V., Oltre l’oceano. Gli immigrati italiani in Argentina (1837-1930), Roma,

Edizioni Associate, 1987.

Page 350: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

340 Appendice bibliografica

Blumer G., L’emigrazione italiana in Europa, Milano, Feltrinelli, 1970.Boelhower W., Immigrant Autobiography in the United States. Four Versions of the

Italian American Self, Verona, Essedue, 1982.Bolognani B., A Courageous People from the Dolomites. The Immigrants from

Trentino on USA Trails, Trento, Provincia Autonoma, 1981.Bonanate L., La politica della dissuasione. La guerra nella politica mondiale, Torino,

Giappichelli, 1971.— «Il sistema dei rapporti internazionali dalla politica di potenza al multipo-

IarisrrAo (1919-1981)» in Tranfaglia N. e Firpo M. (a cura di), La Storia,vol. IX, Torino, UTET, 1986.

— Né guerra né pace, Milano, F. Angeli, 1987.Bono S., Le frontiere in Africa dalla spartizione coloniale alle vicende più recenti (1884-

1971), Milano, Giuffrè, 1972.— Dal colonialismo all’indipendenza, Roma, D’Anna, 1974.— Storiografia e fonti occidentali sulla storia della Libia 1510-1911, Roma, L’Erma,

1982.Bonanni M. (a cura di), L’Italia nella politica internazionale 1972-73, Milano,

Comunità, 1973.Borsa G. e Beonio Brocchieri P. (a cura di), Garibaldi, Mazzini e il Risorgimento

nel risveglio dell’Asia e dell’Africa, Attí del convegno organizzato nei 1982dall’Università di Pavia, Milano, F. Angeli, 1984.

Bosco A., Lord Lothian, pioniere del federalismo europeo, Milano, Jaca Book, 1989.Brenan E., Storia della Spagna. 1874-1936. Le origini sociali e politiche della guerra

civile, Torino, Einaudi, 1970.Bressi G., «Coesistenza, Viet Nam e rivoluzione culturale (1963-1969)» in

Soglian F. (a cura di), L’ipotesi del tripolarismo, Stati Uniti, URSS e Cina, Bari,Dedalo, 1975.

Brondino M., Il grande Maghreb: mito e realtà, Milano, F. Angeli, 1988.Brunazzi M. e Fubini A.M. (a cura di), Gli ebrei dell’Europa orientale dall’utopia

alla rivolta, Milano, Comunità, 1985.Brunetti M., «I confini fra Cina e URSS» in Civitas, XX, 1969.Brunori M., La Cina. Storia e civiltà del Paese di mezzo, Milano, Mursia, 1988.Buttà G., Sovranità diritto di voto e rappresentanza in Massachusetts e South Carolina

(1776-1860), Milano, Giuffrè, 1988.— John Adams e gli inizi del costituzionalismo americano, Milano, Giuffrè, 1988.Caforio G. e Del Negro P. (a cura di), Ufficiali e società. Interpretazioni e modelli,

Milano, F. Angeli, 1988.Calchi Novati G., Storia del Viet Nam e della regione indocinese, Marzorati, Mila-

no, 1972.

Page 351: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

2.6. Nuove aree geografiche, emigrazione e opere varie 341

Caligaris L. e Santoro C.M. (a cura di), Obiettivo Difesa. Strategia, direzionepolitica, comando operativo, Bologna, Il Mulino, 1986.

Calogero F. e Devoto G.L. (a cura di), La proliferazione delle armi nucleari, Bo-logna, Il Mulino, 1975.

Caltagirone L., La colonia italiana di Mendoza, Milano, F. Angeli, 1985.

Camparini A., Donna, donne e femminismo. Il dibattito politico internazionale,Milano, F. Angeli, 1987.

Carlino C. (a cura di), Viaggiatori stranieri in provincia di Catanzaro, SoveriaMannelli, Rubbettino, 1988.

Carmagnani M., Sviluppo industriale e sottosviluppo economico. Il caso cileno (1860-1920), Torino, Fondazione Einaudi, 1971.

— L’America latina dal 1880 ai giorni nostri, Firenze, Sansoni, 1973.

— L’America latina dal ‘500 ad oggi: Nascita, espansione e crisi di un sistema feudale,Milano, Feltrinelli, 1975.

— La grande illusione delle oligarchie. Stato e società in America Latina (1850-1930),Torino, Loescher, 1981.

Carnevali G., «PCI e Comunità europea. Le contraddizioni di una necessitàorganizzativa» in Il Mulino, 280, XXXI, 1982.

Cartosio B. (a cura di), Dentro l’America in crisi. Saggi sulle lotte sociali negli StatiUniti degli anni Settanta, Bari, De Donato, 1980.

— (a cura di), Tute e technicolor. Gli operai nel cinema americano, Milano, Feltrinelli,1981.

Casadio F.A., Conflittualità mondiale e relazioni internazionali 1945-1982, Padova,CEDAM, 1983.

Casella A., «Dall’Ussuri all’“era del negoziato” (1969-1974)» in Soglian F. (acura di), L’ipotesi del tripolarismo. Stati Uniti, URSS e Cina, Bari, Dedalo, 1975.

Castelli C., «Presentazione» a Tamborra A., Studi storici sull’Europa orientale,Roma, Edizioni dell’Ateneo, 1987.

Castronovo V. (a cura di), L’emigrazione biellese fra Ottocento e Novecento, 2 voll.,Milano, Electa, 1986.

Catalano F., «Dagli accordi di Bretton Woods alla crisi del sistema moneta-rio, 1944-1971» in Movimento di liberazione in Italia, 105, XXIII, 1971.

Cavazza F.L. e Graubard S. (a cura di), Il caso italiano, 2 voll., Milano, Gar-zanti, 1974.

Chailland G. e Rageau J.P., Atlante strategico, Torino, SEI, 1986.

Chesnais J.C., Histoire de la violence en Occident de 1800 à nos jours, Paris, Laffont,1981, trad. it. Storia della violenza in Occidente dal 1800 ad oggi, Milano,Longanesi, 1982.

Page 352: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

342 Appendice bibliografica

Chesneaux F., L’Arie Orientale aux XIX’ et XX’ siècles, Paris, PUF, 1966, trad.it. L’Asia orientale nell’età dell’imperialismo. Cina, Giappone, Italia e Sud- Estasiatico nei secoli XIX e XX, Torino, Einaudi, 19722.

Chiti-Batelli A., La dimensione europea delle autonomie e l’Italia. Regione, enteintermedio, autonomie nella prospettiva federalista, Milano, F. Angeli, 1984.

— La Politica d’insegnamento delle lingue nella Comunità europea. Stato attuale eprospettive future, Roma, Armando, 1988.

— L’idea d’Europa nel pensiero di Altiero Spinelli, Manduria, Lacaita, 1989.

Ciuffoletti Z. e Degl’Innocenti M., L’emigrazione nella storia d’Italia, 1868-1975,2 voli., Firenze, Vallecchi, 1978.

Collotti Pischel E., «Storiografie imperialiste e storiografie rivoluzionarie nelViet Nam» in Rivista di storia contemporanea, 1, I, 1972.

Collotti Pischel E., Giancotti E. e Natoli A. (a cura di), Mao Zedong dalla poli-tica alla storia, Roma, Editori Riuniti, 1988.

Colombo F., Il dio d’America. Religione e politica in USA, Milano, Mondadori, 1987.

Corradini P., «Alcuni aspetti dei rapporti tra francesi e cinesi agli inizi delladinastia Ch’ ing» in Annali dell’Istituto universitario orientale di Napoli, 1967.

— Gandhi e la non violenza, Roma, Editori Riuniti, 1989.

Corsini U., Profili di storia veneta. Secc. XVIII-XX, Venezia, Facoltà di Lingue eLetterature straniere, 1985.

Cortesi L. (a cura di), Democrazia, rischio nucleare, movimenti per la pace. I caratteristorici e sociali del pacifismo contemporaneo, Napoli, Liguori, 1988.

Craig G.A. Il potere delle armi. Storia e politica dell’esercito prussiano 1640-I945,Bologna, Il Mulino, 1984.

Cremasco M., «Il fianco sud della Nato nell’equilibrio Est-Ovest» in Crema-sco M. (a cura di), Relazioni Est-Ovest e sicurezza nel Mediterraneo, Roma, Isti-tuto Affari Internazionali, 1979.

— La pace dal terrore al disarmo. Le forze in campo, armi, governi, movimenti, Roma,Adnkronos, 1983.

— (a cura di), Relazioni Est-Ovest e sicurezza nel Mediterraneo, Roma, IstitutoAffari Internazionali, 1979.

Cresciani G., Emigranti o compari. Vita italiana in Australia. Migrants or Mates.Italian Life in Australia, Sydney, Knockmore Ent., 1988.

— (a cura di), L’Australia, gli australiani e la migrazione italiana. Milano, F. An-geli, 1984.

D’Agata R., Da Monaco a Bretton Woods. L’evoluzione transnazionale degli interessi edegli scopi, Milano, F. Angeli, 1989.

Dainelli L., «Il quadro strategico mondiale» in Rivista di studi politici internazio-nali, 3, XLV, 1978.

Page 353: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

2.6. Nuove aree geografiche, emigrazione e opere varie 343

D’Amoja F., «Primato della politica estera, primato della politica interna» inStudi Storici, 3, 1981.

Dassetto F. e Bastenier A., Europa: nuova frontiera dell’Islam, Roma, EdizioniLavoro, 1988.

Dastoli P.V., 1992: Europa senza frontiere?, Bologna, II Mulino, 1989.

D’Attorre P.P. (a cura di), La governabilità degli Stati Uniti: mutamenti e continuitànell’America contemporanea, Milano, F. Angeli, 1983.

De Andreis M. e Maggiano P., L’Italia e la corsa al riarmo, Milano, F. Angeli,1987.

De Benedetti F., Rochat G., Bonanni M., Silvestri S., Federici C. e DevotoG.L., Il potere militare in Italia, Bari, Laterza, 1971.

De Bernardis L.M., Chiesa e Stato in Italia, Savona, Sabatelli, 1978.

De Felice R. (a cura di), Cenni storici sull’emigrazione italiana nelle Americhe e inAustralia, Milano, F. Angeli, 1979.

Degl’Innocenti M., Le case del popolo in Europa. Dalle origini alla seconda guerramondiale, Firenze, Sansoni, 1984.

— (a cura di), Il movimento cooperativo nella storia d’Europa, Milano, F. Angeli, 1988.

Dehio L., Equilibrio o egemonia. Considerazioni sopra un problema fondamentale dellastoria politica moderna, Bologna, Il Mulino, 1988.

Della Rocca. F., Appunti di storia concordataria, Milano, Giuffrè, 1977.

Della Terza D., Da Vienna a Baltimora. La diaspora degli intellettuali europei negliStati Uniti, Roma, Editori Riuniti, 1987

De Pasquale P., Il Sud e Punita europea: interventi al Parlamento europeo 1979-1984, Palermo, La Palma, 1984.

De Robertis A.G.M. (a cura di), Rapporto sulla spiritualità della pace, Bari, Fra-telli Laterza, 1983.

Devoto F. e Rosoli G. (a cura di), L’Italia nella società argentina. Contributi sul-l’emigrazione italiana in Argentina, Roma, Centro Studi Emigrazione, 1988.

Di Nolfo E., «Das Problem der Europàische Einigung als ein Aspekt der Ita-lienischen Aussenpolitik» in Vierteljahrshefte fiir Zeitgeschichte, 1980.

— «II significato politico della politica estera italiana» in Pasquino G. (a curadi), Teoria e prassi delle relazioni internazionali, Napoli, Liguori, 1981.

— «Gli studi di Storia delle relazioni internazionali» in Storia delle relazioniinternazionali, 2, II, 1986a.

— «La variabile impazzita. Dal petrolio al nucleare. I problemi energetici epolitici dell’occidente» in Etruria oggi, 13-14, 1986.

— «Confronti a catena nel Mediterraneo» in Relazioni internazionali, 1, L,1986.

Page 354: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

344 Appendice bibliografica

— «Dove va la politica estera italiana» in Thema, 2, 1986.

Di Nolfo E. e De Rosa L. (a cura di), Regionalismo e centralizzazione nella storiadi Italia e Stati Uniti, Firenze, Olschki, 1986.

Donno A., Guerrieri A.R. e Iurlano G., La sovranità dell’individuo. Tre saggisull’anarchismo negli Stati Uniti, Manduria, Lacaita, 1987.

Dore G., La democrazia italiana e l’emigrazione in America, Brescia, MorcelIiana,1964.

Doria G., Viaggiatori stranieri a Napoli, Napoli, Guida, 1984.

Duce A., «Convenzioni sul Canale di Suez nella politica internazionale dal1869 ad oggi» in Studi parmensi, XIV, 1968.

Ejdelman N. e Krelin J., Russia italiana. Viaggi, storie, avventure, arte e cultura degliitaliani in Russia dal ‘200 al ‘900, Rimini, Maggioli, 1987.

Etienne B., L’islamismo radicale, Milano, Rizzoli, 1988.

Fagiolo S., La Russia di Gorbaciov. Il nuovo corso della politica russa settanta annidopo l’Ottobre, Milano, F. Angeli, 1988.

Ferrante E., Il Mediterraneo nella coscienza nazionale, Roma, Rivista Marittima,1987.

— «La figura dell’addetto navale nell’Italia liberale» in Storia delle relazioniInternazionali, 1, III, 1987.

— Crociere e relazioni di viaggio dei marinai italiani nell’Ottocento 1861-1900, Roma,Rivista marittima, 1987.

— Il pensiero strategico navale in Italia, Roma, Rivista marittima, 1988.

Filippone Thaulero G., Sulle origini dell’imperialismo nelle relazioni internazionali,Roma, Storia e Letteratura, 1970.

Filippuzzi A., Trieste e gli Asburgo. Meditazioni fuori tempo di un mitteleuropeoitaliano, Udine, Del Bianco, 1988.

Finardi S., La trasformazione in Svezia, Roma, Editori Riuniti, 1982.

Fini M. (a cura di), Dove va l’America. La politica estera degli Stati Uniti durante glianni Settanta, Milano, Feltrinelli, 1980.

Fiorani Piacentini V., «La penetrazione russa in Asia centrale» in Storia e poli-tica, 1, VII, 1968.

Flora P. e Heidenheimer A.J. (a cura di), The Development of Welfare State inEuropa and America, New Brunswick (N.J.), Transaction Books, 1981,trad. it. Lo sviluppo del Welfare State in Europa e in America, Bologna, IlMulino, 1983.

Francesconi M., Giovanni Battista Scalabrini. Vescovo di Piacenza e degli emigrati,Roma, Città Nuova, 1985.

Franzina E., La grande emigrazione, Padova, Marsilio, 1977.

Page 355: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

2.6. Nuove aree geografiche, emigrazione e opere varie 345

Gabrieli F., «L’Europa e Ia civiltà araba» in Nuova Antologia, voi. 538, CXIV,1979.

Gaja R., Introduzione alla politica estera dell’era nucleare, Milano, F. Angeli, 1986.

Galante S., Il partito comunista italiano e l’integrazione europea. Il decennio del rifiuto:1974-1984, Padova, Liviana, 1988.

Galli G., «Il sistema politico italiano e la politica estera» in Ronzitti N. (a curadi), La politica estera italiana: autonomia, interdipendenza, integrazione e sicurezza,Milano, Comunità, 1977.

Gambino A., Europa invertebrata, Milano, Mondadori, 1981.

Gazzini M., Zonderwater. I prigionieri in Sudafrica (1941-1947), Roma, Bonacci,1987.

Gellner E., Nations and Nationalism, Oxford, Basil Blackwell, 1983, trad. id.Nazioni e nazionalismo, Roma, Editori Riuniti, 1985.

Gennaro Lerda V., Il populismo americano. Movimenti radicali di protesta agrarianella seconda metà dell’Ottocento, Genova, Mondini e Siccardi, 1981.

Gerbi A., Il mito del Perù, Milano, Angeli, 1988.

Gerosa G. (a cura di), I missili a Cuba, Milano, Mondadori, 1974.

Giammanco R., Black Power. Potere nero. Analisi e testimonianze, Bari, Laterza,1967a.

— «Introduzione» in Autobiografia di Malcolm X, Torino, Einaudi, 1967b.

Giovannini F. (a cura di), Un nuovo europeismo. Sinistra italiana e Spd a confronto,Roma, Editori Riuniti, 1985.

Gori F. (a cura di), Il ventesimo Congresso del Pcus, Milano, F. Angeli, 1988.

Gori U., La «diplomazia» culturale multilaterale dell’Italia, Roma, Bizzarri, 1970.

— «Teoria e prassi della diplomazia culturale» in Affari Esteri, 24, VI, 1974.

— «Politica estera e politica interna in Italia: note metodologiche» in Rivistaitaliana di scienza politica, 2, VIII, 1978.

Grandi C. (a cura di), Verso i paesi della speranza. L’emigrazione trentina dal 1870al 1914, Abano Terme, Francisci, 1987.

Groppo B. e Riccamboni G. (a cura di), La sinistra e il ‘56 in Italia e Francia,Padova, Liviana, 1987.

Guazzaroni C., «La diplomazia multilaterale» in Serra E. (a cura di), Gli am-basciatori italiani e la diplomazia oggi, Milano, F. Angeli, 1986.

Guidetti A., Le missioni popolari. I grandi gesuiti italiani, Milano, Rusconi, 1988.

Gusmaroli F., I sì e i no della difesa europea, Bologna, Il Mulino, 1974.

Halliday J., Storia del Giappone contemporaneo, Torino, Einaudi, 1979.

Page 356: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

346 Appendice bibliografica

Halperin Donghi T., Storia dell’America Latina, Torino, Einaudi, 1973.

Harney R.F., Dalla frontiera alle Little Italies. Gli italiani in Canada 1800-1945,Roma, Bonacci, 1984.

Hirschman A. O., National Power and the Structure of Foreign Trade, Berkeley,University of California, 1980, trad. it. Potenza nazionale e commercio estero.Gli anni trenta, l’Italia e la ricostruzione, Bologna, Il Mulino, 1987.

Hobsbawm M., Industry and Empire, Harmondsworth, Penguin Books, 1967,trad. it. La rivoluzione industriale e l’impero. Dal 1750 ai giorni nostri, Torino,Einaudi, 1972.

Hollander P., Pellegrini politici, Bologna, Il Mulino, 1988.

Iannettone G., «Sul canale di Panama» ín Rivista di studi politici internazionali, 2,XLV, 1978.

Istituto Affari Internazionali, Mediterraneo: politica, economia e strategia, Bologna,Il Mulino, 1975.

Jacques A., I senza patria, Roma, Editori Riuniti, 1988.

Jean C. (a cura di), La guerra nel pensiero politico, Milano, F. Angeli, 1988.

Kiernan V.G., European Empires from Conquest to Collapse 1815-1960, London,Collins-Fontana Paperbacks, 1982, trad. it. Eserciti e imperi. La dimensionemilitare dell’imperialismo europeo 1815-1960, Bologna, Il Mulino, 1985.

Kindleberger C.P., Storia della finanza dell’Europa occidentale, Milano-Bari,Cariplo-Laterza, 1987.

Kubat D. (a cura di), The Politics of Return. International Return Migration in Euro-pe, Atti della prima conferenza europea sulla emigrazione internazionale diritorno (Roma, novembre 1981), Roma, Centro Studi Emigrazione-NewYork, Center for Migration Studies, 1984.

Levi L. e Pistone S., L’elezione europea e la fase politica dell’integrazione, Torino,Edizioni della Fondazione Giovanni Agnelli, 1979.

Levi L., Pistone S. e Coombes D., L’influenza dell’elezione europea sul sistema deipartiti, Torino, Edizioni della Fondazione Giovanni Agnelli, 1978.

Levi Della Vida G., Arabi ed ebrei nella storia, Napoli, Guida, 1984.

Lo Cascio A. (a cura di), L’Italiano in America Latina, Firenze, Le Monnier,1987.

Lombardi G., Americhe e ritorni. Storie e ricordi di emigranti, Casale Monferrato,Marietti, 1989.

Lottmann H.R., The Left Bank: Writers, Artists, and Politics from the Popular Frontto the Cold War, Boston, HM, 1980, trad. it. La Rive gauche. Intellettuali eimpegno politico in Francia dal Fronte Popolare alla guerra fredda, Milano,Comunità, 1983.

Luraghi R., Gli Stati Uniti, Torino, UTET, 1974.

Page 357: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

2.6. Nuove aree geografiche, emigrazione e opere varie 347

Luzzatto A., Biblioteca italo-ebraica. Bibliografia per la storia degli ebrei in Italia,1964-1973, Roma, Carucci, 1982.

Magri P., Colonialismo e istituzioni consuetudinarie nell’Africa subsahariana, Milano,Giuffrè, 1984.

Malandrino C. (a cura di), Pace e guerra nella storia del socialismo internazionale,Torino, Istituto Gramsci di Alessandria, 1984.

Maltese P., Storia del Canale di Suez. L’Egitto e il Canale 1833-1956, Milano, IIFormichiere, 1978.

Mangione J., Mone Allegro. Memorie e storie di vita in una comunità italoamericananegli anni ‘30, Milano, F. Angeli.

Manzotti F., La polemica sull’emigrazione nell’Italia Unita, Milano, Dante Alighie-ri, 1969.

Marazzi A. (a cura di), Trotsky in Italia. Bibliografia sistematica, Roma, Contro-corrente, 1980.

Marchese S., I collegamenti internazionali del terrorismo italiano. Dagli atti giudiziari,L’Aquila, Japadre, 1989.

Margariti A., America! America!, Casalvelino Scalo, Galzerano, 1985.

Marshall Lang D., Armeni. Un popolo in esilio. La comunità armena in Italia,Bologna, Calderini, 1989.

Martellone A.M., Una Little Italy nell’Atene d’America. La comunità italiana diBoston dal 1880 al 1920, Napoli, Guida, 1973.

— «Immigrazione» in Bairati P. (a cura di), Storia del Nord America, vol. V de Ilmondo contemporaneo a cura di N. Tranfaglia, Firenze, La Nuova Italia, 1978.

— (a cura di), La «questione» dell’immigrazione negli Stati Uniti, Bologna, Il Muli-no, 1980.

Martinelli A., «Note sulle principali concezioni americane di politica estera»in Fini M. (a cura di), Dove va l’America. La politica estera degli Stati Unitidurante gli anni settanta, Milano, Feltrinelli, 1980.

Martinelli A. e Santoro C.M., «La politica internazionale degli Stati Uniti du-rante l’Amministrazione Carter. Uno schema interpretativo» in Fini M. (acura di), Dove va l’America. La politica estera degli Stati Uniti durante gli annisettanta, Milano, Feltrinelli, 1980.

Matteucci N., «Penetrazione della cultura americana in Italia: canali istituzio-nali, modi di diffusione e conseguenze sulla cultura italiana» in AA.VV.,Italia e USA: giudizi incrociati, Torino, Edizioni della Fondazione GiovanniAgnelli, 1979.

McGaw Smyth H., «Gli archivi civili e militari italiani conservati in microfilma Washington» in Storia contemporanea, 4, 1972.

Medvedev R.A., La Russia della perestrojka, Firenze, Sansoni, 1988.

Page 358: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

348 Appendice bibliografica

Migone G.G., «Abitudini e miti della politica estera americana» in Relazionisociali, 6-7, VIII, 1968.

Milanesi M., Il primo secolo della dominazione europea in Asia, Firenze, Sansoni,1976.

Mistrorigo L., L’idea d’Europa. Storia, evoluzione, attualità, Roma, Città Nuova,1981.

— (a cura di), L’Europa e la pace, Roma, Città Nuova, 1983.

Modesti F., Emigranti bellunesi dall’800 al Vajont. Sfruttamento, burocrazie, culturepopolari, Milano, F. Angeli, 1987.

Monferrini M., L’emigrazione italiana in Svizzera e Germania nel 1960-1975,Roma, Bonacci, 1987.

Mosca R., Le relazioni internazionali nell’età contemporanea. Saggi di storia di-plomatica. 1915-1975, Firenze, Olschki, 1986.

Mosse G.L., The Nationalization of the Masses. Political Symbolism and MassMovements in Germany from the Napoleonic Wars through the Third Reich, NewYork, Howard Fertig, 1974, trad. it. La nazionalizzazione delle masse.Simbolismo politico e movimenti di massa in Germania (1812-1931), Bologna, IlMulino, 1975.

— Masses and Man. Nationalist and Fascist Perceptions of Reality, New York,Howard Fertig, 1980, trad. it. L’uomo e le masse nelle ideologie nazionalistiche,Bari, Laterza, 19882.

— Il razzismo in Europa. Dalle origini all’olocausto, Roma, Laterza, 1985.

— Il dialogo ebraico-tedesco. Da Goethe a Hitler, Firenze, La Giuntina, 1988.

Mugnaini M., «L’Italia e l’America Latina (1930-1936): alcuni aspetti dellapolitica estera fascista» in Storia delle relazioni internazionali, II, 1986.

Novazio E., La Russia di Gorbaciov, , Milano, Bompiani, 1988.

Napolitano G., Cervetti G. e Segre S., Il Pci e la sinistra europea, Roma, Salemi,1988.

Ostellino P. e Calligaris L., I nuovi militari. Tradizioni storiche e problemi politicidell’esercito italiano, Milano, Mondadori, 1983.

Pacetti M. e Papini M. (a cura di), La cultura della pace dalla Resistenza al PattoAtlantico, Ancona, Il Lavoro Editoriale, 1988.

Pacini M., «I rapporti culturali fra Italia e Stati Uniti: interessi reciproci e ipo-tesi per un’azione comune» in AA.VV., Italia e USA: giudizi incrociati, To-rino, Edizioni della Fondazione Giovanni Agnelli, 1979.

Panebianco A., «La politica estera italiana: un modello interpretativo» in IlMulino, 254, XXVI, 1977.

Papisca A., «Comunità europea: dal consenso permissivo alla partecipazionepolitica» in Rivista italiana di scienza politica, 2, VI, 1976.

Page 359: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

2.6. Nuove aree geografiche, emigrazione e opere varie 349

— «I partiti politici europei, ovvero: “Il Fronte dell’Europa”» in Il Mulino,254, XXVI, 1977.

— Verso il «nuovo» Parlamento europeo. Chi, come, perché, Milano, Giuffrè, 1979.

— «Partiti e coalizioni nel “nuovo” Parlamento europeo» in Rivista italiana discienza politica, 2, X, 1980.

— «La lotta per gli equilibri istituzionali nel parlamento europeo» in Il Mu-lino, 268, XXIX, 1980.

Paris R., «L’Italia fuori d’Italia» in AA.VV., Storia d’Italia, vol. IV, Torino,Einaudi, 1975.

Pastorelli P., «La storia delle relazioni internazionali negli studi e nell’insegna-mento di Mario Toscano» in Rivista di studi politici internazionali, XXXV, 1968.

Pasztor L. (a cura di), Guida delle fonti per la storia dell’Africa a sud del Sahara negliArchivi della Santa Sede e negli Archivi ecclesiastici d’Italia, Zug, Inter Docu-mentation Company Ag, 1983.

Petersen J., «La Wilhelmstrasse» in AA.VV., Opinion publique et politique ex-térieure , vol. 1 1870-1915, Roma Ecole Frangaise de Rome, 1981.

Petracchi G., «La Russia e l’autocoscienza d’Europa: contatti tra cultura e re-lazioni internazionali a proposito di un libro di Dieter Groh» in Auezeta-sis, IV, 6-7, 1982.

Piazza C., «I Bayaka del Kwango e la politica coloniale belga (1880-1960)» inAfrica, XXXIII, 1978.

Pistone S. (a cura di), Politica di potenza e imperialismo. L’analisi dell’imperialismoalla luce della dottrina della ragion di Stato, Milano, F. Angeli, 1973.

Pittau F., Emigrazione italiana in Svizzera. Problemi del lavoro e della sicurezza socia-le, Milano, F. Angeli, 1984.

Pizzetti S. (a cura di), La storia delle relazioni internazionali nella Germania con-temporanea, Milano, Jaca Book, 1987.

Poggiolini I., «Europeismo degasperiano e politica estera italiana: un’ipotesiinterpretativa (1947-1949)» in Storia delle relazioni internazionali, 1, I, 1985.

Prato L., Sviluppo del capitale ed emigrazione in Europa: la Francia, Milano, Maz-zotta, 1976.

Quartararo R., «La III rivoluzione industriale, la politica di “R” e “D” e il ca-so italiano: un problema di coordinamento» in Annali dell’Istituto di studipostuniversitari Alcide De Gasperi, 7, 1985.

Rainero R., Il colonialismo, Firenze, Le Monnier, 1978.

Rastrelli R., «Ipotesi per uno studio della lotta politica in Cina» in Mondo cine-se, 26, 1979.

— «La difficile immagine della Cina dopo il processo» in Il Ponte, 9, 1981.

Page 360: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

350 Appendice bibliografica

— «Alle basi della politica estera della Repubblica Popolare Cinese. Una pro-posta di interpretazione sul PCC e le relazioni internazionali dal 1944 al1949» in Storia delle relazioni internazionali, 2, I, 1985.

Rebula Tuta A., La questione nazionale a Trieste in una inchiesta tra gli operai sloveni,Trieste, Editoriale Stampa Triestina, 1980.

Riverso E., Islam. Crogiolo di idee di problemi di angosce, Roma, Armando, 1985.

Romano S., La Francia dal 1870 ai nostri giorni. Un saggio storico-politico, Milano,Mondadori, 1981.

— «La cultura della politica estera italiana» in Nord e Sud, 13, XXVIII, 1981.

— «Osservazioni a margine di un libro» in Rainero R. (a cura di), Italia e Al-geria, Milano, Marzorati, 1982.

— «Indipendenza nazionale e dipendenza culturale» in Annali dell’Universitàper Stranieri di Perugia, 2, 1982.

— «Per una politica della cultura europea: limiti e possibilità» in Città e Re-gione, 1, 1982.

— «Opinione pubblica e politica estera» in Storia contemporanea, 1, XVI, 1983.

— «Gli istituti italiani di cultura» in Eurydice 1982. L’anno nell’educazionee nella formazione, Roma, Istituto dell’Enciclopedia Italiana, 1983.

— «L’Italia e Ia Slavia del Sud: una prospettiva storica» in Favaretto T. (acura di), Europa, Italia, Sud-est europeo, Trieste, Istituto di Studi e Docu-mentazioni sull’Est europeo, 1984.

— «La politica culturale come politica estera» in AA.VV., Opinion publique etpolitique extérieure, Roma, Ecole Frangaise de Rome, 1985.

— «Note autobiografiche» in Serra E. (a cura di), Gli ambasciatori italiani e ladiplomazia oggi, Milano, F. Angeli, 1986.

— (a cura di), Giornalismo italiano e vita internazionale, Milano, jaca Book, 1989.

Romeo R., Italia laica ed Europa unita, Roma, Edizioni della Voce., 1988

Ronchey A., La crisi americana, Milano, Garzanti, 1975.

— USA-URSS. I giganti malati, Milano, Rizzoli, 1982,

Ronzini N. (a cura di), La politica estera italiana: autonomia, interdipendenza,integrazione e sicurezza, Milano, Comunità, 1977.

Rosato M., Quarant’anni d’Africa. Ricordi di un missionario, Bologna, EMI, 1986.

Rosoli G., «L’emigrazione italiana negli Stati Uniti: un bilancio storiografico»in De Felice R. (a cura di), Cenni storici sull’emigrazione italiana nelle Americhee in Australia, Milano, F. Angeli, 1979.

— (a cura di), Emigrazioni europee e popolo brasiliano. Atti del congresso curo-brasiliano sulle migrazioni (San Paolo, 19-21 agosto 1985), Roma, CentroStudi Emigrazione, 1987.

Page 361: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

2.6. Nuove aree geografiche, emigrazione e opere varie 351

— (a cura di), Scalabrini tra vecchio e nuovo mondo, Atti del Convegno storico in-ternazionale (Piacenza 3-5 dicembre 1987), Roma, Centro Studi Emigra-zione, 1989.

Rossi G., Studi africanistici nell’Università, Roma, Istituto italo-africano, 1986.

Rubboli M., Politica e religione negli USA. Reinhold Niebhur e il suo tempo (1892-1971), Milano, F. Angeli, 1986.

— Religione alle urne. Gli «Evangelicals» e le elezioni presidenziali negli Stati Uniti,Torino, Claudiana, 1988.

Rumi G., «I documenti diplomatici italiani e la recente storiografia» in Ras-segna dell’Archivio di Stato, XXIX, 1969.

Sani M., Prigionieri. I soldati italiani nei campi di concentramento 1940-1947,Torino, ERI, 1987.

Santangelo P., Sulla natura dei rapporti tra Cina e Corea, Napoli, Istituto Uni-versitario Orientale, 1974.

Santoni A., Da Lissa alle Falkland. Storia e politica navale dell’età contemporanea,Milano, Mursia, 1987.

Santoro C.M., Gli Stati Uniti e l’ordine mondiale, Roma, Editori Riuniti, 1978.

— «La bilancia militare Est-Ovest e la politica strategica degli Sati Uniti» inFini M. (a cura di), Dove va l’America. La politica estera degli Stati Uniti durantegli anni settanta, Milano, Feltrinelli, 1980.

— «Il concetto di interdipendenza» in Fini M. (a cura di), Dove va l’America.La politica estera degli Stati Uniti durante gli anni settanta, Milano, Feltrinelli,1980.

— «Il governo della politica estera» in D’Attorre P.P. (a cura dí), La governa-bilità degli Stati Uniti: mutamenti e continuità nell’America contemporanea, Milano,F. Angeli, 1983.

— «L’Italia come “media potenza”. La politica estera e il modello di difesa»in Caligaris L. e Santoro C.M., Obiettivo difesa. Strategia, direzione politica,comando operativo, Bologna, Il Mulino, 1986.

— «Sistema politico e politica estera. Il caso dell’Italia» in Teoria politica, 1,III, 1987.

Saraggi G., Giovanni Battista Scalabrini, vescovo insigne e padre degli emigrati,Torino, Edizioni Paoline, 1986.

Schiavo M., Italiane in Belgio, Napoli, Pironti, 1984.

Schoener A., Gli italo-americani, Milano, Rizzoli, 1988.

Sella P., L’Occidente contro l’Europa, Milano, Edizioni dell’uomo libero, 1984.

Serra E., «I fondi archivistici sulla Romania esistenti presso il Ministero degliAffari Esteri» in Storia contemporanea, 2, XI, 1980.

Page 362: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

352 Appendice bibliografica

— «Il Ministero degli Affari Esteri e l’opinione pubblica 1870-1915» in Opi-nion publique et politique extérieure, 1, 1870-1915, Roma, Ecole Frangaise deRome, 1981.

— «Politica estera italiana ed ambiente storico-politico» in Nuova Antologia, 3,CXVII, 1982.

— «Il Ministero degli Affari Esteri e il problema dell’emigrazione» in Affarisociali internazionali, 2, 1983.

— La diplomazia in Italia, Milano, F. Angeli, 1984.

— «L’archivio Storico-Diplomatico del Ministero degli Esteri italiano conparticolare riguardo ai fondi concernenti la Francia» in AA.VV.,Miscellanea in onore di Ruggero Moscati, Napoli, ESI, 1985.

— «Diplomazia e cultura: il caso francese (1861-1915)» in Affari Esteri, 1, 1986.

— «Il linguaggio diplomatico» in Atti del convegno storico di Prato del 1982,Messina, 1986.

— Manuale di storia dei trattati e di diplomazia, Milano, ISPI, 1988z.

— (a cura di), Gli ambasciatori italiani e la diplomazia oggi, Milano, F. Angeli,1986.

— (a cura di), Professione: diplomatico, Milano, F. Angeli, 1988.

Silvestri S., La sicurezza europea. Modelli di situazioni internazionali in Europa neglianni ‘70, Bologna, Il Mulino, 1969.

— (a cura di), Finanziamenti, infrastrutture e armamenti della NATO, Bologna, IlMulino, 1970.

Silvestri S. e Cremasco M., Il fianco sud della NATO. Rapporti politici e strutturemilitari nel Mediterraneo, Milano, Feltrinelli, 1980.

Sofri G., Gandhi in Italia, Bologna, Il Mulino, 1988.

Sori E., L’emigrazione italiana dell’unità alla seconda guerra mondiale, Bologna, IlMulino, 1981.

Spadolini G., Chiesa e Stato dal Risorgimento alla Repubblica, Firenze, Le Mon-nier, 1980.

Spini G., Martellone A.M., Luraghi R., Bonazzi T. e Ruffilli R. (a cura di),Italia e America dal Settecento all’età dell’imperialismo, Venezia, Marsilio, 1976.

Spini G., Migone G.G. e Teodori M. (a cura di), Italia e America dalla grandeguerra a oggi, Venezia, Marsilio, 1976.

Spinelli A., Una strategia per gli Stati Uniti d’Europa, Bologna, Il Mulino, 1989.

Stabili M.R., America verso una società corporata. La APL di Gompers, Bari,Dedalo, 1984.

Sylvers M., Sinistra politica e movimento operaio negli Stati Uniti. Dal primo do-poguerra alla repressione liberal-mac-cartista, Napoli, Liguori, 1984.

Page 363: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

2.6. Nuove aree geografiche, emigrazione e opere varie 353

Tagliacozzo E., Gli Stati Uniti d’America nei secoli XIX e XX, vol. VII, torno 1della Storia Universale a cura di E. Pontieri, Milano, F. Vallardi, 1967.

Tamborra A., Studi storici sull’Europa orientale, Roma, Edizioni dell’Ateneo,1987.

Tedeschi M., La guerra dei cent’anni (Roma, 1870-1970), Milano, Giuffrè, 1970.

Telò M., Tradizione socialista e progetto europeo. Le idee della socialdemocrazia tedescatra storia e prospettiva, Roma, Editori Riuniti, 1988.

Teodori M., America radicale, Milano, Bramante, 1969.

— La nuova sinistra americana. Nascita e sviluppo dell’opposizione al regime negli StatiUniti degli anni ‘60, Milano, Feltrinelli, 1970.

— La fine del mito americano. Saggio sulla storia, la politica e la società USA dal 1960al 1970, Milano, Feltrinelli, 1975.

Thomas H., The Cuban Revolution, London-New York, Curtis Brown, 1967,trad. it. Storia di Cuba 1762-1970, Torino, Einaudi, 1973.

Tirnofeev L., L’arte del contadino di far la fame, Bologna, Il Mulino, 1983.

Torri M., Dalla collaborazione alla rivoluzione non violenta, Torino, Einaudi, 1975.

Toscano M., Designs in Diplomacy, Baltimore, The Johns Hopkins UniversityPress, 1970.

Tosi L., Alle origini della FAO. Le relazioni tra l’Istituto internazionale di agricolturae la Società delle Nazioni, Milano, F. Angeli, 1989.

Trevisan Semi E., Allo specchio dei Falascià, Firenze, La Giuntina, 1988.

Vajda S., Storia dell’Austria, mille anni fra est e ovest, Milano, Bompiani, 1986.

Vallinotto R., «Panama tra zona di transito e nazione 1813-1903» in Rivista distoria contemporanea, 2, XI, 1982.

Valtz Mannucci L., Le radici ideologiche degli Stati Uniti, Lecce, Milella, 1981.

— (a cura di), Gli Stati Uniti nell’età di Jackson. Il dibattito sulla Repubblica,Bologna, Il Mulino, 1987.

Vecchio G., La Democrazia Cristiana in Europa (1891-1963), Milano, Mursia,1979.

Vedovato G., «Europa e Stati Uniti negli anni settanta» ín Rivista di studi poli-tici internazionali, 4, XL, 1973.

Venturi A., Rivoluzionari russi in Italia (1917-1921), Milano, Feltrinelli, 19862.

Vercellin G., Iran e Afganistan, Roma, Editori Riuniti, 1986.

Verona L., Cultura e storia del Novecento francese, dalla comune di Parigi, 1871,al maggio francese, 1968, Milano, Cooperativa Libraria IULM, 1980.

Vespa B., Interviste sul socialismo in Europa. Bettino Craxi, Horst Ejmke, FelipeGonzalez, Bruno Kreisky, Gilles Martinet, David Owen, Mario Soares, Bari,Laterza, 1980.

Page 364: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

354 Appendice bibliografica

Viaggio e scrittura. Le straniere nell’Italia dell’Ottocento, Firenze, Libreria delleDonne, 1988.

Vigezzi E., «La “nuova storiografia” e la storia delle relazioni internazionali»in AA.VV., Federico Chabod e la «nuova storiografia» italiana dal primo al secondodopoguerra, Milano, Jaca Book, 1984.

— «Federico Chabod e i corsi sull’idea di Europa. Note e prime osservazio-ni» in AA.VV., Miscellanea in onore di Ruggero Moscati, Napoli, EST, 1985.

Villani P., Trionfo e crollo del predominio europeo XIX/XX secolo, Bologna, IlMulino, 1983.

Villari R., Storia dell’Europa contemporanea, Bari, Laterza, 1985.

Weizmann H.G., Emigranti alla conquista della foresta. Una colonizzazione promossada italiani in Costa Rica: San Vito de Java, Milano, F. Angeli, 1985.

2.7. Fonti

AA.VV., Actes et documents du Saint Siège relatifi à la seconde guerre mondiale, vol XI,Janvier 1944-Mai 1945, Città del Vaticano, Libreria Editrice Vaticana, s.d.

— Catalogo e Annuario dell’Industria Italiana della Difesa 1985-86, Roma, DifesaOggi, 1985.

— «Guida alle fonti anglo-americane 1940-1950. Italia e Alleati - guerra e ri-costruzione» in Notizie e Documenti. Strumenti per la ricerca, 8, Milano, Istitu-to Nazionale per la Storia del Movimento di Liberazione in Italia, 1981.

— Italia-URSS. Pagine di storia 1917-1984. Documenti, Roma, Ministero degliAffari Esteri, Servizio Storico e Documentazione, 1985.

— Les Documents Diplomatiques, Actes de la Conférence Scientifique Interna-tionale (Tutzing-Munich, 4-6 mai 1986), Roma, Libreria dello Stato, 1988.

Amò Sebastiani F., Collezioni di trattati e di altre fonti d’informazione nel campo deldiritto e delle relazioni internazionali possedute dalla Camera dei deputati, Roma,Camera dei deputati, 1987.

Bacchetti F., Attraverso mezzo secolo, Bologna, Il Mulino, 1988.

Biagini A. e Frattolillo F., Italia: comando supremo delle forze armate (1940-1943).Diario storico del comando supremo: raccolta di documenti della seconda guerra mon-diale, 2 voli., Roma, Stato Maggiore dell’Esercito, Ufficio Storico, 1986.

Bonaparte N., Napoleone dalla scuola militare alla rivoluzione. I manoscritti diAshburnham 1873 della Biblioteca Medicea Laurenziana di Firenze, con una notasu San Miniato e le origini di Bonaparte, a cura di A.M. Fortuna e P.A.Boccheggíani, Firenze, Corradino Mori, s.d.

Bono S., «Documentazioni. sulla Libia nell’archivio del Ministero degli Esteria Bruxelles» in Africa, XXXVIII, 1983.

Page 365: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

2.7. Fonti 355

Breccia A., «Le fonti per lo studio della storia delle relazioni internazionalidei paesi jugoslavi nel periodo 1870-1945» in Storia e politica, IX, 1970.

Cavallero U., Diario 1940-43, a cura di G. Buccianti, Roma, Ciarrapico, 1984.

Cavour C., Epistolario, vol. VIII, a cura di C. Rischedda e C. Rivolta, Firenze,Olschki, 1983.

Le conferenze e la pace di Zurigo nei documenti diplomatici francesi, III serie, 1848-1860, volume unico, 11-12 luglio 1859-24 giugno 1860, a cura di A. Saitta,Roma, Istituto Storico Italiano per l’età moderna e contemporanea, s.d.

De Marco P., Inventario di documenti anglo-americani sull’occupazione alleata in Italia,1943-1945, Torre del Greco, Stabilimento Tipo-Litografico ACM, 1977.

Di Paola M.T., Gli Alleati e la Sicilia. Guida ai documenti del Public Record Office(1940-1947), Messina, Istituto Siciliano per la storia dell’Italia con-temporanea, 1979.

«Documenti diplomatici sulla interpretazione del Concordato tra l’Italia e laSanta Sede» in Diritto Ecclesiastico, LXXXI, 1970.

«Documenti diplomatici sulla interpretazione del Concordato tra l’Italia e laSanta Sede» in Rivista di studi politici internazionali, XXXVII, 1970.

I Documenti Diplomatici Italiani. Seconda serie: 1870-1896, vol. XXI, 31 luglio1887-31 marzo 1888, a cura di R. Mori, Roma, Ministero degli Affari Este-ri, Commissione per Ia pubblicazione dei documenti diplomatici, 1968.

I Documenti Diplomatici Italiani. Seconda serie: 1870-1896, vol. III, I luglio 1871-30giugno 1872, a cura di A. Tamborra, Roma, Ministero degli Affari Esteri,Commissione per la pubblicazione dei documenti diplomatici, 1969.

I Documenti Diplomatici Italiani. Settima serie: 1922-1935, vol. VII, 24 settembre1928-12 settembre 1929, a cura di G. Carocci, Roma, Ministero degli AffariEsteri, Commissione per la pubblicazione dei documenti diplomatici,1970.

I Documenti Diplomatici Italiani. Terza serie: 1896-1907, vol. IV, 26 luglio 1900-15febbraio 1901, a cura di E. Serra, Roma, Ministero degli Affari Esteri,Commissione per la pubblicazione dei documenti diplomatici, 1972.

I Documenti Diplomatici Italiani. Settima serie: 1922-1935, vol. VIII, 13 settembre1929-14 aprile 1930, a cura di G. Carocci, Roma, Ministero degli Affari E-steri, Commissione per la pubblicazione dei documenti diplomatici, 1972.

I Documenti Diplomatici Italiani. Quinta serie: 1914-1918, vol. IV, 25 maggio-23ottobre 1915, a cura di E. Anchieri, Roma, Ministero degli Affari Esteri,Commissioni per la pubblicazione dei documenti diplomatici, 1973.

I Documenti Diplomatici Italiani. Prima serie: 1861-1870, vol. IV, 20 luglio 1863-30giugno 1864, a cura di R. Moscati, Roma, Ministero degli Affari Esteri,Commissione per la pubblicazione dei documenti diplomatici, 1974.

Page 366: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

356 Appendice bibliografica

I Documenti Diplomatici Italiani. Settima serie: 1922-1935, vol. IX, 15 aprile-31dicembre 1930, a cura di G. Carocci, Roma, Ministero degli Affari Esteri,Commissione per la pubblicazione dei documenti diplomatici, 1975.

I Documenti Diplomatici Italiani. Seconda serie: 1870-1896, vol. IV, 1 luglio 1972-9luglio 1973, a cura di A. Tamborra, Roma, Ministero degli Affari Esteri,Commissione per la pubblicazione dei documenti diplomatici, 1976.

I Documenti Diplomatici Italiani. Seconda serie: 1870-1896, vol. X, 24 marzo- 16ottobre 1878, a cura di F. Valsecchi, Roma, Ministero degli Affari Esteri,Commissione per la pubblicazione dei documenti diplomatici, 1976.

I Documenti Diplomatici Italiani. Prima serie: 1871-1870, vol. V, 1 luglio 1864-15maggio 1865, a cura di R. Moscati, Roma, Ministero degli Affari Esteri,Commissione per la pubblicazione dei documenti diplomatici, 1977.

I Documenti Diplomatici Italiani. Quinta serie: 1914-1918, vol. VII, 1 gennaio-15maggio 1917, a cura di E. Anchieri, Roma, Ministero degli Affari Esteri,Commissione per Ia pubblicazione dei documenti diplomatici, 1978.

I Documenti Diplomatici Italiani. Settima Serie: 1922-1935, vo1. X, 1 gennaio- 4settembre 1931, a cura di G. Carocci, Roma, Ministero degli Affari Esteri,Commissione per la pubblicazione dei documenti diplomatici, 1978.

I Documenti Diplomatici Italiani. Seconda serie: 1870-1896, vol. V, 11 luglio 1873-31 dicembre 1874, a cura di A. Tamborra, Roma, Ministero degli Affari E-steri, Commissione per la pubblicazione dei documenti diplomatici, 1979.

I Documenti Diplomatici Italiani. Terza serie: 1896-1907, vo1. V, 16 febbraio-31dicembre 1901, a cura di E. Serra, Roma, Ministero degli Affari Esteri,Commissione per Ia pubblicazione dei documenti diplomatici, 1979.

I Documenti Diplomatici Italiani. Sesta serie: 1918-1922, vol. II, 18 gennaio-23marzo 1919, a cura di R. Mosca, Roma, Ministero degli Affari Esteri,Commissione per la pubblicazione dei documenti diplomatici, 1980.

I Documenti Diplomatici Italiani. Quinta serie: 1914-1918, vol. VIII, 16 maggio-31agosto 1917, a cura di E. Anchieri, Roma, Ministero degli Affari Esteri,Commissione per la pubblicazione dei documenti diplomatici, 1980.

I Documenti Diplomatici Italiani. Prima serie: 1861-1870, vol. VI, 16 maggio 1865-19 giugno 1866, a cura di R. Moscati, Roma, Ministero degli Affari Esteri,Commissione per la pubblicazione dei documenti diplomatici, 1981.

I Documenti Diplomatici Italiani. Settima serie: 1922-1935, vol. XI, 5 settembre1931-31 marzo 1932, a cura di G. Carocci, Roma, Ministero degli AffariEsteri, Commissione per la pubblicazione dei documenti diplomatici,1981.

I Documenti Diplomatici Italiani. Seconda serie: 1870-1896, vol. VI, 1 gennaio 1875-24 marzo 1876, a cura di A. Tamborra, Roma, Ministero degli Affari Este-ri, Commissione per la pubblicazione dei documenti diplomatici, 1982.

Page 367: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

2.7. Fonti 357

I Documenti Diplomatici Italiani. Prima serie: 1861-1870, vol. VII, 20 giugno 1866-7novembre 1866, a cura di R. Moscati, Roma, Ministero degli Affari Esteri,Commissione per la pubblicazione dei documenti diplomatici, 1983.

I Documenti Diplomatici Italiani. Quinta serie: 1914-1918, vol. IX, 1 settembre-31dicembre 1917, a cura di E. Anchieri, Roma, Ministero degli Affari Esteri,Commissione per la pubblicazione dei documenti diplomatici, 1983.

I Documenti Diplomatici Italiani. Quinta serie: 1914-1918, vol. II, 17 ottobre 1914-2marzo 1915, a cura di E. Anchieri e P. Pastorelli, Roma, Ministero degliAffari Esteri, Commissione per pubblicazione dei documenti diplomatici,1984.

I Documenti Diplomatici Italiani. Seconda serie: 1870-1896, vol. VII, 25 marzo-31dicembre 1876, a cura di A. Tamborra, Roma, Ministero degli Affari Esteri,Commissione per la pubblicazione dei documenti diplomatici, 1984.

I Documenti Diplomatici Italiani. Seconda serie: 1870-1896, vol. VIII, 1 gennaio-31luglio 1877, a cura di A. Tamborra, Roma, Ministero degli Affari Esteri,Commissione per la pubblicazione dei documenti diplomatici, 1984.

I Documenti Diplomatici Italiani. Quinta serie: 1914-1918, vol. III, 3 marzo-24 maggio1915, a cura di E. Anchieri e P. Pastorelli, Roma, Ministero degli Affari E-steri, Commissione per la pubblicazione dei documenti diplomatici, 1985.

I Documenti Diplomatici Italiani. Terza serie: 1896-1907, vol. VI, 1 gennaio-30giugno 1902, a cura di E. Serra, Roma, Ministero degli Affari Esteri, Com-missione per la pubblicazione dei documenti diplomatici, 1985.

I Documenti Diplomatici Italiani. Seconda serie: 1870-1896, vol. IX, I agosto 1877-23 marzo 1878, a cura di A. Tamborra, Roma, Ministero degli Affari Este-ri, Commissione per la pubblicazione dei documenti diplomatici, 1985.

I Documenti Diplomatici Italiani. Quinta serie: 1914-1918, vol. X, 1 gennaio-31maggio 1918, a cura di E. Anchieri, Roma, Ministero degli Affari Esteri,Commissione per la pubblicazione dei documenti diplomatici, 1985.

I Documenti Diplomatici Italiani. Nona serie: 1939-1943, vol. VI, 29 ottobre 1940-23 aprile 1941, a cura di P. Pastorelli, Roma, Ministero degli Affari Esteri,Commissione per la pubblicazione deí documenti diplomatici, 1986.

I Documenti Diplomatici Italiani. Prima serie: 1861-1870, vol. VIII, 8 novembre 1866-15 giugno 1867, a cura di E. Di Nolfo, Roma, Ministero degli Affari Esteri,Commissione per la pubblicazione dei documenti diplomatici, 1986.

I Documenti Diplomatici Italiani. Seconda serie: 1870-1896, vol. XI, 17 ottobre 1878-13 luglio 1879, a cura di F. Valsecchi, Roma, Ministero degli Affari Esteri,Commissione per la pubblicazione dei documenti diplomatici, 1986.

I Documenti Diplomatici Italiani. Quinta serie: 1914-1918, vol. XI, 1 giugno-3novembre 1918, a cura di E. Anchieri, Roma, Ministero degli Affari Esteri,Commissione per la pubblicazione dei documenti diplomatici, 1986.

Page 368: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

358 Appendice bibliografica

I Documenti Diplomatici Italiani. Nona serie: 1939-1943, vol. VII, 24 aprile-11dicembre 1941, a cura di P. Pastorelli, Roma, Ministero degli Affari Esteri,Commissione per la pubblicazione dei documenti diplomatici, 1987.

I Documenti Diplomatici Italiani. Prima serie: 1861-1870, vol. IX, 16 giugno 1867-23dicembre 1867, a cura di E. Di Nolfo, Roma, Ministero degli Affari Esteri,Commissione per la pubblicazione dei documenti diplomatici, 1987.

I Documenti Diplomatici Italiani. Seconda serie: 1870-1896, vol. XII, 14 luglio 1879-2 maggio 1880, a cura di F. Valsecchi, Roma, Ministero degli Affari Esteri,Commissione per la pubblicazione dei documenti diplomatici, 1987.

I Documenti Diplomatici Italiani. Settima serie: 1922-1935, vol. XII, 1 aprile-3dicembre 1932, a cura di G. Carocci, Roma, Ministero degli Affari Esteri,Commissione per la pubblicazione dei documenti diplomatici, 1987.

I Documenti Diplomatici Italiani. Quinta serie: 1914-1918, vol. V, 24 ottobre 1915-17 giugno 1916, a cura di F. Curato, Roma, Ministero degli Affari Esteri,Commissione per la pubblicazione dei documenti diplomatici, 1988.

I Documenti Diplomatici Italiani. Prima serie: 1861-1870, vol. X, 24 dicembre 1867-31 dicembre 1868, a cura di E. Di Nolfo, Roma, Ministero degli Affari E-steri, Commissione per la pubblicazione dei documenti diplomatici, 1988.

I Documenti Diplomatici Italiani. Quinta serie: 1914-1918, vol. VI, 18 giugno-31dicembre 1916, a cura di F. Curato, Roma, Ministero degli Affari Esteri,Commissione per la pubblicazione dei documenti diplomatici, 1988.

I Documenti Diplomatici Italiani. Prima serie: 1861-1870, vol. XI, 1 gennaio-5ottobre 1869, a cura di E. Dí Nolfo, Roma, Ministero degli Affari Esteri,Commissione per la pubblicazione dei documenti diplomatici, 1989.

I Documenti Diplomatici Italiani. Settima serie: 1922-1935, vol. XIII, 1 gennaio-15luglio 1933, a cura di G. Carocci, Roma, Ministero degli Affari Esteri,Commissione per la pubblicazione dei documenti diplomatici, 1989.

I Documenti Diplomatici Italiani. Nona serie: 1939-1943, vol. IX, 21 luglio 1942-6febbraio 1943, a cura di P. Pastorelli, Roma, Ministero degli Affari Esteri,Commissione per la pubblicazione del documenti diplomatici, 1989.

Ellwood D.W., «Nuovi documenti sulla politica istituzionale degli alleati inItalia» in Italia contemporanea, 2, XXVI, 1975.

Francia-Italia. Sistemi istituzionali a confronto, Roma, Camera dei Deputati, Uf-ficio stampa e pubblicazioni, 1986.

Gallerano N., «Nuove fonti americane sui rapporti con l’Italia negli anni1943-1944» in Rassegna degli Archivi di Stato, 1, XXX, 1970.

Gencarelli E., Gli archivi italiani durante la seconda guerra mondiale, Roma, Qua-derni della Rassegna degli Archivi di Stato, 1979.

Page 369: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

2.7. Fonti 359

Gran Bretagna e Italia nei documenti della missione Minto. Il serie 1830-1848, vol. I,21 agosto 1848-febbraio 1848, a cura di F. Curato, Roma, Istituto StoricoItaliano per l’età moderna e contemporanea, 1970.

Grassi F. (a cura di), La formazione della diplomazia nazionale (1861-1915). Reper-torio bio-bibliografico dei funzionari del Ministero degli Affari Esteri, Istituto Poli-grafico e Zecca dello Stato, 1987.

Inventario dell’Archivio Riservato della Segreteria Generale, Roma, Ministero degliAffari Esteri, Ufficio Studi, 1985.

L’Italia in Africa, serie storica, Volume IV: Luigi Negrelli e il Canale di Suez. Nellecarte del fondo Maria Grois Negrelli, tomo I, 1846-1858, a cura di F.A. Sca-glione, Roma, Istituto Storico Italiano per l’età moderna e contempora-nea, 1971.

Luzzatto A., Bibliotheca italo-ebraica. Bibliografia per la storia degli ebrei in Italia,1964-1973, Roma, Carucci, 1982.

Martino G., Discorsi parlamentari, 2 voli., Roma, Camera dei Deputati, 1977.McGaw Smyth H., «Gli archivi civili e militari italiani conservati in microfilm

a Washington» in Storia contemporanea, 4, III, 1972.

Macmillan H., Diari di guerra. Il Mediterraneo dal 1943 al 1945, Bologna, Il Mu-lino, 1988.

Marena R., Butteri A. e Console V., Bibliografia del federalismo europeo (1776-1984),Milano, F. Angeli, 1987.

Ministero degli Affari Esteri, Archivio Storico Diplomatico, Direzione Ge-nerale dell’Emigrazione e degli Affari Sociali, La struttura e il funzionamentodegli organi preposti all’emigrazione (1901-1919), a cura di F. Grispo, Roma, I-stituto Poligrafico dello Stato, 1985.

Ministero degli Affari Esteri, Archivio Storico Diplomatico, Direzione Ge-nerale dell’Emigrazione e degli Affari Sociali, Inventario del fondo «Commis-sione centrale arbitrale per l’emigrazione» (1915-1929), a cura di P. Santoni, Ro-ma, Istituto Poligrafico dello Stato, 1987.

Ministero degli Affari Esteri, Archivio Storico Diplomatico, Direzione Ge-nerale dell’Emigrazione e degli Affari Sociali, Inventari della serie Emigrazio-ne del fondo «Assistenza e previdenza» dell’archivio della Società Umanitaria di Mi-lano, a cura di M. Punzo, Roma, Istituto Poligrafico dello Stato, 1987.

Ministero degli Affari Esteri, Archivio Storico Diplomatico, Direzione Gene-rale dell’Emigrazione e degli Affari Sociali, Il fondo archivistico «serie Zeta-con-tenzioso», a cura di L. Pilotti, Roma, Istituto Poligrafico dello Stato, 1987.

Ministero degli Affari Esteri, Archivio Storico Diplomatico, Direzione Ge-nerale dell’Emigrazione e degli Affari Sociali, I fondi archivistici della legazio-ne sarda e delle rappresentanze diplomatiche italiane negli USA (1848-1901), acura di C.M. Aicardi e A. Cavaterra, Roma, Istituto Poligrafico dello Sta-to, 1988.

Page 370: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

360 Appendice bibliografica

Ministero degli Affari Esteri, Archivio Storico Diplomatico, Direzione Ge-nerale dell’Emigrazione e degli Affari Sociali, La rete consolare nel periodo cri-spino (1888-1891), a cura di M. Cacioli, Roma, Istituto Poligrafico delloStato, 1988.

Ministero degli Affari Esteri, Commissione per la pubblicazione dei docu-menti diplomatici italiani, I Documenti Diplomatici Italiani. Prima serie, 1861-1870, vol. VII, 20 giugno-novembre 1866, Roma, Istituto Poligrafico e Zeccadello Stato, 1983.

La missione Consalvi e il Congresso di Vienna, I Serie, 1814-1830. vol. 1, a cura diA. Roveri, Roma, Istituto Storico Italiano per l’età moderna e contempo-ranea, 1970.

Moro A., Scritti e discorsi (1940-47; 1951-63), 2 voll., Roma, Camera dei Depu-tati, 1982.

Ortona E., Anni d’America, vol. 3, La cooperazione 1967-1975, Bologna, Il Mu-lino, 1989.

Pasztor L. (a cura di), Guida delle fonti per la storia dell’Africa a sud del Sahara negliArchivi della Santa Sede e negli Archivi ecclesiastici d’Italia, Zug, Inter Docu-mentation Company Ag, 1983.

Perona G., «Ricerche archivistiche e studi sulle relazioni tra l’Italia e gli StatiUniti» in Italia contemporanea, 142, XXXIII, 1981.

La politica estera dell’Italia negli atti documenti e discussioni parlamentari dal 1861 al1914, vol. I, 1861-1876, vol. II (2 tomi), 1883-1887, vol. III, tomo 1,1887-1896, Roma, Grafica Editrice Romana, 1971, 1974, 1978.

La questione italiana dalle annessioni al Regno d’Italia nei rapporti fra la Francia el’Europa, III serie, 1848-1860, voll. II-III, a cura di A. Saitta, Roma, IstitutoStorico Italiano per l’età moderna e contemporanea, s.d.

Relazioni diplomatiche fra l’Austria e il Granducato di Toscana, III serie, 1848-1860,vol. III, 10 maggio 1851-30 dicembre 1852, a cura di A. Filippuzzi, Roma,Istituto Storico Italiano per l’età moderna e contemporanea, 1968.

Relazioni diplomatiche fra l’Austria e il Granducato di Toscana, III serie, 1848-1860,vol. IV, 2 gennaio 1853-16 maggio 1856, a cura di A. Filippuzzi, Roma, Isti-tuto Storico Italiano per l’età moderna e contemporanea, 1968.

Relazioni diplomatiche fra l’Austria e il Granducato di Toscana, III serie, 1848-1860,vol. V, 19 maggio 1856-12 maggio 1859, a cura di A. Filippuzzi, Roma, Isti-tuto Storico Italiano per l’età moderna e contemporanea, 1969.

Relazioni diplomatiche fra l’Austria e il Regno delle Due Sicilie, II serie, 1830-1848,vol. I, 25 agosto 1830-24 dicembre 1835, a cura di A. Saitta, Roma, IstitutoStorico Italiano per l’età moderna e contemporanea, s.d.

Page 371: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

2.7. Fonti 361

Relazioni diplomatiche fra l’Austria e il Regno di Sardegna, II serie, 1830-1848,vol. I, 5 agosto 1870-28 giugno 1833, a cura di N. Nada, Roma, IstitutoStorico Italiano per l’età moderna e contemporanea, 1972.

Relazioni diplomatiche fra l’Austria e il Regno di Sardegna, II serie, 1830-1848,vol. II, 2 luglio 1833-19 luglio 1838, a cura di N. Nada, Roma, Istituto Sto-rico Italiano per l’età moderna e contemporanea, 1973.

Relazioni diplomatiche fra l’Austria e lo Stato Pontificio, III serie, 1848-1860, vol. I,28 novembre 1848-28 dicembre 1849, a cura di R. Blaas, Istituto StoricoItaliano per l’età moderna e contemporanea, 1973.

Relazioni diplomatiche fra la Francia e il Regno di Sardegna, II serie, 1870-1848, vol.I, 14 agosto 1830-31 dicembre 1871, vol. II, 2 gennaio 1832-31 dicembre 1834, acura di A. Saitta, Roma, Istituto Storico Italiano per l’età moderna econtemporanea, 1974-76.

Relazioni diplomatiche fra il Governo provvisorio siciliano e la Francia, III serie,1848-1860, volume unico, 31 marzo 1848-18 aprile 1849, a cura di F. Cu-rato, Roma, Istituto Storico Italiano per l’età moderna e contemporanea,1971.

Relazioni diplomatiche fra la Gran Bretagna e il Regno di Sardegna, I serie,1841-1830, vol. II, 25 aprile 1821-20 novembre 1830, a cura di F. Curato,Roma, Istituto Storico Italiano per l’età moderna e contemporanea, 1973.

Relazioni diplomatiche fra il Regno delle Due Sicilie e il Regno di Prussia, I e IIserie, 1814-1848, volume unico, 15 marzo 1819-5 ottobre 1847, a cura di G.Coniglio, Roma, Istituto Storico Italiano per l’età moderna e contemporanea,1977.

Relazioni diplomatiche fra lo Stato Pontificio e la Francia, III serie, 1848-1860, vol.I, 4 gennaio 1848-15 aprile 1850, a cura di M. Fatica, Roma, Istituto StoricoItaliano per l’età moderna e contemporanea, 1971.

Relazioni diplomatiche fra lo Stato Pontificio e la Francia, III serie, 1848-1860vol. II, 19 febbraio 1849-15 aprile 1850, a cura di M. Fatica, Roma, IstitutoStorico Italiano per l’età moderna e contemporanea, 1971.

Serra E., «I fondi archivistici sulla Romania esistenti presso il Ministero degliAffari Esteri» in Storia contemporanea, 2, XI, 1980.

— «L’archivio Storico-Diplomatico del Ministero degli Esteri italiano con par-ticolare riguardo ai fondi concernenti la Francia» in Miscellanea in onore diRuggero Moscati, Napoli, ESI, 1985.

Spinelli A., Diario 1948-1969, Bologna, Il Mulino, 1989.

Stella G.C., Bibliografia politico-militare del conflitto italo-abissino 1935-36, Ra-venna, s.e., 1988.

Suvich F., Memorie 1932-1936, Milano, Rizzoli, 1984.

Vita-Finzi P., Giorni lontani. Appunti e ricordi, Bologna, Il Mulino, 1989.

Page 372: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,
Page 373: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

3. Diritto internazionale

Antonio Cassese

3.1.1. Manuali

Ago R., Lezioni di diritto internazionale, Milano, Giuffrè, 1943.

Anzilotti D., Corso di diritto internazionale, Padova, CEDAM, 1955’.

Arangio-Ruiz G., L’État dans le sens du droit des gens et la notion du droit international, Bologna,Cooperativa Libraria Universitaria, 1975.

Badiali G., Testi e documenti per un corso di diritto internazionale, Rimini, Maggioli,1979.

Ballarino T., Lineamenti di diritto comunitario, Padova, CEDAM, 1985. Barile G.,Lezioni di diritto internazionale, Padova, CEDAM, 19832.

Bernardini A., «Diritto internazionale» in Diritto, Enciclopedia Feltrinelli Fi-scher, Milano, Feltrinelli, 1972 e Scienze politiche. 2. Relazioni internazionali,Enciclopedia Feltrinelli Fischer, Milano, Feltrinelli, 1973.

Bonanate L. (a cura di), Diritto naturale e relazioni fra gli Stati, Torino, Loescher,1976.

Bosco G., Lezioni di diritto internazionale, con una introduzione sul diritto comune al genereumano, Milano, Giuffrè, 19812.

Cassese A., Il diritto internazionale nel mondo contemporaneo, Bologna, Il Mulino, 1984.

— International Law in a Divided World, Oxford, Clarendon Press, 1986.

— Catalano N. e Scarpa R., Principi di diritto comunitario, Milano, Giuffrè, 1984.

Conforti B., Lezioni di diritto internazionale, Napoli, Editoriale Scientifica, 19822.

Ferrari Bravo L., Lezioni di diritto internazionale, Napoli, Editoriale Scientifica,19772.

Giuliano M., Scovazzi T. e Treves T., Diritto internazionale, 2 voli., Milano, Giuffrè,19832.

Grandi B., «Coesistenza pacifica e diritto internazionale» in Democrazia e diritto,XX, 1980.

Page 374: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

364 Appendice bibliografica

Mengozzi P., Casi e materiali di diritto delle Comunità Europee, Bologna, CLUEB,1986.

Monaco R., Manuale di diritto internazionale pubblico, Torino, UTET, 19712.

Morelli G., Nozioni di diritto internazionale, Padova, CEDAM, 19677.

Paone P., Saggi di diritto e di organizzazione internazionale, Milano, Giuffrè, 1977.

Picone P., «Diritto internazionale dell’economia e costituzione economicadell’ordinamento internazionale» in Comunicazioni e studi dell’Istituto di dirittointernazionale dell’Università di Milano, XVI, 1980.

Quadri R., Diritto internazionale pubblico, Napoli, Liguori, 19685. Sperduti G.,Lezioni di diritto internazionale, Milano, Giuffrè, 1958.

Ziccardi P., «Ordinamento giuridico (diritto internazionale)» in Enciclopediadel diritto, vol. XXX, Milano, Giuffrè, 1980.

3.2.1. Storia del diritto internazionale

Ago R., Scienza giuridica e diritto internazionale, Milano, Giuffrè, 1950.

— «Pluralism and the Origins of the International Community» in ItalianYearbook of International Law, III, 1977.

Bellini V., «Sulla formazione e i caratteri del sistema internazionale nell’altoMedioevo occidentale» in Diritto internazionale, 1, XXIV, 1970; 1, XXV,1971.

Giuliano M., La Comunità internazionale e il diritto, Padova, CEDAM, 1950.

Monaco R., «Kelsen e la teoria del diritto internazionale» in AA.VV., Studi inonore di Giuseppe Sperduti, Milano, 1984.

Panebianco M., Ugo Grazio e la tradizione storica del diritto internazionale, Napoli,Editoriale Scientifica, 1974.

— «Hugo Grotius - a Historian of International Law» in Italian Yearbook ofInternational Law, II, 1976.

— «La recezione del “ius gentium” in Europa e in America Latina» in Rivistadi diritto internazionale privato e processuale, XVII, 1981.

— «La teoria delle fonti del diritto internazionale nei fondatori della dottrinalatino-americana (sec. 18-19)» in AA.VV., Studi in onore di Giuseppe Sperduti,Milano, Giuffrè, 1984.

Pinto P.V., «Rilevanza della Chiesa cattolica e del Concilio ecumenico di Gi-nevra nell’ordinamento internazionale» in Apollinaris, XLVI, 1973.

Vigliar Melloni E., «La riorganizzazione economico-politica dell’Europa nelprogetto di pace di Saint Pierre (XVIII sec.)» in Rivista di diritto europeo, 3,XVII, 1977.

Page 375: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

3.3.1. Diritto dei trattati 365

3.3.1. Diritto dei trattati

Adam R., «Ritardi ingiustificati nel deposito di ratifiche» in Rivista di diritto inter-nazionale, 1, LXIII, 1980.

Ago R., «Nouvelles réflexions sur la codification du droit international» inRevue générale de droit international public, XCII, 1988.

Allara B.M., «Gli accordi in forma semplificata nella Costituzione Italiana» inDiritto internazionale, 1, XXV, 1971.

Bariatti S., «L’interpretazione delle convenzioni internazionali di diritto uni-forme» in Studi e pubblicazioni della Rivista di diritto internazionale privato eprocessuale, XVI, Padova, CEDAM, 1986.

Bentivoglio L.M., «Interpretazione delle norme internazionali» in Enciclopediadel diritto, vol. XXII, Milano, Giuffrè, 1972.

Bernardini A., «Funzione del Parlamento italiano nella conclusione diaccordi internazionali» in La comunità internazionale, 4, XXXIV, 1979.

Bosco G., «La soluzione delle controversie secondo la Convenzione diVienna sul diritto dei trattati fra stati ed organizzazioni internazionali» inRivista di diritto internazionale, 2-3, LXIX, 1986.

Calamia A.M., «La disciplina delle obiezioni alle riserve e la Convenzione diVienna sul diritto dei trattati» in AA.VV., Studi in onore di Giuseppe Sperduti,Milano, Giuffrè, 1984.

Capotorti F., Studio introduttivo alla Convenzione di Vienna sul diritto dei trattati,Padova, CEDAM, 1969.

Cassese A., «Parliamentary Control of Treaty-Making in Italy» in Italian Year-book of International Law, II, 1976.

Conforti B., La funzione dell’accordo sul sistema delle Nazioni Unite, Padova,CEDAM, 1968.

Cortese R., «Gli accordi internazionali in forma semplificata nel diritto ita-liano» in Rivista trimestrale di diritto pubblico, XXVII, 1977.

Crivellaro A., «Continuità dei trattati e Stati non riconosciuti» in Rivista didiritto internazionale, LVII, 1974.

Di Lieto A., «The Lockheed Agreement: a non-Binding Legal Agreement» inItalian Yearbook of International Law, III, 1977.

Draetta U., «I “consequentia) damages” nella prassi dei contratti internazio-nali» in Diritto comunitario e degli scambi internazionali, XXII, 1987.

Ferranti G., «La Conferenza sulla sicurezza e la cooperazione in Europa:indicazioni sul treaty-making power della C.E.E.» in Rivista di dirittointernazionale privato e processuale, XIV, 1978.

Page 376: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

366 Appendice bibliografica

Franchini M., «Some Remarks on the Treaty-Making Power of the Executivein Italy» in Italian Yearbook of International Law, IV, 1978-79.

Gaja G., «A “new” Vienna Convention on Treaties between States andInternational Organizations or between International Organizations: aCriticai Commentary» in British Yearbook of International Law, LVIII, 1987.

Guarino G., La revisione dei trattati, Napoli, Jovene, 1971.

Marchisio S., «Sulla competenza del Governo a stipulare in formasemplificata i trattati internazionali» in Rivista di diritto internazionale, 3-4,LXIII, 1975.

Menzione E., «La modificazione dei trattati per via della condotta successivadelle parti» in Diritto internazionale, 1, XXV, 1971.

Morelli G., «A proposito di norme internazionali cogenti» in AA.VV., Studiin memoria di Carlo Esposito, Padova, CEDAM, 1972.

— «Aspetti processuali della invalidità dei trattati» in Rivista di diritto inter-nazionale, 1, LVII, 1974.

Mosconi F., La formazione dei trattati, Milano, Giuffrè, 1968.

— «La Convenzione di Vienna e le controversie sull’invalidità e l’estinzionedei trattati» in Diritto internazionale, 1, XXIV, 1970 [rist. in AA.VV., Studiin onore di Carlo Emilio Ferri, Milano, Giuffrè, 1973].

Napoletano G., «Some Remarks on Treaties and Thir’ d States under theVienna Convention on the Law of Treaties» in Italian Yearbook ofInternational Law, III, 1977.

— Violenza e trattati nel diritto internazionale, Milano, Giuffrè, 1977.

Pau G., «Considerazioni sul valore dei trattati internazionali nell’ordinamentoitaliano» in Rivista di diritto internazionale, 4, LXVII, 1984.

Picone P., L’applicazione in via provvisoria degli accordi internazionali, Napoli,Jovene, 1973.

Pisillo Mazzeschi R., Risoluzione e sospensione dei trattati per inadempimento,Milano, Giuffrè, 1984.

Rech G.F., «Il depositario internazionale» in La comunità internazionale, 4,XXXVI, 1981.

Ronzitti N., «Trattati contrari a norme imperative del diritto internazionale»in AA.VV., Studi in onore di Giuseppe Sperduti, Milano, Giuffrè, 1984.

Sapienza R., «Stipulazione di trattati internazionali e competenze delleRegioni: il punto di vista della Corte costituzionale» in Rivista di dirittointernazionale, 3, LXIV, 1981.

Sciso E., Gli accordi internazionali confliggenti, Bari, Cacucci, 1986.

Sico L., Gli effetti del mutamento delle circostanze sui trattati internazionali, Padova,CEDAM, 1983.

Page 377: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

3.3.2. Successione di stati e trattati 367

Sperduti G., «Consensus in International Law» in Italian Yearbook of Interna-tional Law, II, 1976.

Treves T., «Gold Clauses in International Treaties: Current Practice and Pro-bIems» in Italian Yearbook of International Law, I, 1975.

— «Devices to Facilitate Consensus: the Experience of the Law of the SeaConference» in Italian Yearbook of International Law, II, 1976.

Triggiani E., «La denuncia dei trattati fondata sulla loro natura» in Comunica-zioni e Studi dell’Istituto di diritto internazionale dell’Università di Milano, XV,1978.

Vassalli di Dachenhausen T., La «culpa in contrahendo» in diritto internazionale,Napoli, Giannini, 1983.

Ziccardi P., «Il contributo della Convenzione di Vienna sul diritto dei trattatialla determinazione del diritto applicabile dalla Corte Internazionale diGiustizia» in Comunicazioni e Studi dell’Istituto di diritto internazionale dell’U-niversità di Milano, XIV, 1975.

Ziccardi Capaldo G., La competenza a denunciare i trattati internazionali, Napoli,ESI, 1983.

3.3.2. Successione di stati e trattati

Caggiano C., «La notificazione di successione ai trattati multilaterali» in Ri-vista di diritto internazionale, 4, LVII, 1974.

— «The ILC Draft on the Succession of States in Respect of Treaties: a Cri-ticai Appraisal» in Italian Yearbook of International Law, I, 1975.

Gaja G., «Reservations to Treaties and the Newly Independent States» in Ita-lian Yearbook of International Law, I, 1975.

Leoncini Bartoli A., «Brevi osservazioni in tema di cessione di rapporti giuri-dici internazionali nascenti da trattato» in Diritto internazionale, 1, XXIV,1970.

— «Decolonizzazione africana e successione nei trattati internazionali» inDiritto internazionale, 1, XXIV, 1970.

Miele M., «La successione dei nuovi Stati rispetto a trattati degli Stati prede-cessori, secondo il Draft 1974 della International Law Commission», inAA.VV., Studi in onore di Giorgio Balladore Pallieri, Milano, Víta e Pensiero,1978.

Ronzitti N., La successione internazionale tra Stati, Milano, Giuffrè, 1970.

Treves T., «La continuità dei trattati e i nuovi Stati indipendenti» in Comuni-cazioni e studi dell’Istituto di diritto internazionale dell’Università di Milano, XIII,1969.

Page 378: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

368 Appendice bibliografica

— «Dichiarazioni dei nuovi Stati e accordi multilaterali dei loro predecesso-ri» in Rivista di diritto internazionale, 4, LITI, 1970.

3.3.3. Consuetudine

Ago R., «Die pluralistichen Anfflige der internationale Gemeinschaft Wilker-recht und Rechtphilosophie» in AA.VV., V alkerrecbt und Rechtsphilosophie:internationale Festschrift fiir Stephan Vetusta zurn 70. Geburtstag, Berlin, Dun-cker & Humblot, 1980.

Arangio-Ruiz G., «L’t tat dans le sens du droit des gens et la notion du droit in-ternational» in Osterreichische Zeitschrift fiir óffentliches Recht, 1-2, 3-4, XXVI,1975-76.

Capelli R, «I principi generali come fonte di diritto» in Diritto comunitario degliscambi internazionali, 2 3, XXV, 1986.

Condorelli L., «Il “riconoscimento generale” delle consuetudini internazionalinella Costituzione italiana» in Rivista di diritto internazionale, 1, LXII, 1979.

Ferrari Bravo L., «All’origine della ricerca sul diritto consuetudinario interna-zionale. Alcune considerazioni in tema di prassi diplomatica degli Stati» inAA.VV., Studi in onore di Giuseppe Sperduti, Milano, Giuffrè, 1984.

— «Méthodes de recherche de la coutume internationale dans la pratique desÉtats» in Recueil des cours de l’ Académie de Droit International de La Haye, 3,CXCII, 192, 1985.

Francioni F., «La consuetudine locale nel diritto internazionale» in Rivista didiritto internazionale, 3, LIV, 1971.

— Asilo diplomatico. Contributo allo studio delle consuetudini locali nel diritto interna-zionale, Milano, Giuffrè, 1973.

Gaja G., «Sull’accertamento delle norme internazionali generali da parte dellaCorte Costituzionale» in Rivista di diritto internazionale, 2, LI, 1968.

— «Jus cogens beyond the Vienna Convention» in Recueil des cours de l’ Acadé-mie de Droit International de La Haye, 3, CLXXII, 172, 1981.

Monaco R., «Profili sistematici del diritto internazionale» in Rivista di dirittointernazionale, 3, LXIX, 1986.

Morelli G., «Norme c.d. fondamentali e norme cogenti» in Rivista di dirittointernazionale, 1, LXIV, 1981.

Scovazzi T., «Precedenti ed evoluzione della consuetudine internazionale:breve casistica» in La comunità internazionale, 3-4, XXVII, 1982.

— «Precedenti ed evoluzione della consuetudine internazionale: breve casi-stica» in AA.VV., Studi in onore di Giuseppe Sperduti, Milano, Giuffrè, 1984.

Sperduti G., La fonte suprema dell’ordinamento internazionale, Milano, Giuffrè,1946.

Page 379: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

3.4.1. Stati e altri soggetti di diritto internazionale 369

Treves T., «Appunti sull’influenza sul diritto consuetudinario della terza con-ferenza delle Nazioni Unite sul diritto del mare» in AA.VV., Studi in onoredi Giuseppe Sperduti, Milano, Giuffrè, 1984.

Ziccardi P., «Règles d’organisatíon et règles de conduite en droitinternational. Le droit commun et les ordres juricliques» in Recueil des coursde l’Académie de Droit International de La Haye, CLII, 1976.

3.4.1. Stati e altri soggetti di diritto internazionale

Adam R., «Micro-States and the United Nations» in Italian Yearbook of Inter-national Law, II, 1976.

Arangio-Ruiz G., «Stati e altri enti (soggettività internazionale)» in NovissimoDigesto Italiano, vol. XVIII, Torino, UTET, 1971.

Battaglini G., «Amministrazione e sovranità nell’ex Territorio libero díTrieste (In margine ad una attuale controversia)» in AA.VV., Studi in onoredi Manlio Udina, Milano, Giuffrè, 1975.

Bernardini A., «Gli avvenimenti del 1945 e la “debellatio” della Germania» inDemocrazia e diritto, 3, XI, 1970.

— «Stati divisi» in Scienze politiche. 2. Relazioni internazionali, EnciclopediaFeltrinelli Fischer, Milano, Feltrinelli, 1973.

— La questione tedesca nel diritto internazionale, Padova, CEDAM, 1973.

Cansacchi G., «L’Ordine di Malta nella recente giurisprudenza italiana» inGiurisprudenza italiana, CXXXIII, 1981.

Collalto C., «Sul riconoscimento della legittimità dello Stato di Israele» in Lacomunità internazionale, XXXIII, 1978.

Crivellaro A., «Non-riconoscimento ed efficacia di atti stranieri non legaliz-zati» in Rivista di diritto internazionale privato e processuale, XII, 1976.

— «Sull’efficacia di atti non legalizzati provenienti da Stati non riconosciuti»in Giurisprudenza Italiana, CXXVIII, 1976.

Gazzoni F., «Ordine di Malta» in Enciclopedia del diritto, vol. XXXI, Milano,Giuffrè, 1981.

Giardina A., «La violazione degli Accordi di Parigi sul Viet-Nam» in La comu-nità internazionale, 4, XXIX, 1974.

Grandi B., «Osservazioni sul protettorato internazionale. A proposito dellaspeciale condizione giuridica della Repubblica di Cipro» in Annali della Fa-coltà di Scienze Politiche dell’Università di Milano, I, 1981.

Lattanzi F., «Il riconoscimento della Repubblica Democratica Tedesca» inDemocrazia e diritto, 3, XII, 1971.

Page 380: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

370 Appendice bibliografica

Monaco R., «Osservazioni sulla condizione giuridica internazionale dell’Or-dine di Malta» in Rivista di diritto internazionale, 1, LXIV, 1981.

Paone P., «Ordine di Malta e sistema giuridico internazionale» in Rivista didiritto internazionale, LXII, 1979.

Ronzitti N., La successione internazionale tra Stati, Milano, Giuffrè, 1970.Sico L., «Neutralizzazione» in Enciclopedia del diritto, vol. XXVIII, Milano,

Giuffrè, 1978.Sperduti G., «Stati (riconoscimento internazionale degli)» in Novissimo Digesto

Italiano, vol. XVIII, Torino, UTET, 1971.Starace V., «La rappresentanza nei rapporti tra Stati» in AA.VV., Studi in onore

di Manlio Udina, Milano, Giuffrè, 1975.Treves T., «Lo Stato nel diritto internazionale» in Europa Ethnica, X, 1980.

3.4.2. Insorti

Barsotti R., «Insorti» in Enciclopedia del diritto, vol. XXI, Milano, Giuffrè,1970.

3.4.3. Autodeterminazione dei popoli

Aliboni R., «Eritrean Independence in an International Perspective» in Lospettatore internazionale, XIV, 1979.

Arangio-Ruiz G., «Autoderminazione dei popoli e diritto internazionale.Dalla Carta delle Nazioni Unite all’atto di Helsinki (CSCE)» in Rivista distudi politici internazionali, 4, L, 1983.

Bernardini A., «I popoli in lotta per la liberazione nazionale quali nuovi sog-getti di diritto internazionale» in Democrazia e diritto, 4, XI, 1970.

Cassese A., «The Helsinki Declaration and Self-determination - HumanRights...» in Buergenthal T. (a cura di), Human Rights, International Law andthe Helsinki Accord, Montclair (N.Y.), Allanheld, 1977.

— «Il diritto dei popoli all’autodeterminazione politica: dallo Statuto alla Di-chiarazione di Algeri» in AA.VV., Scritti in onore di Lelio Basso, Milano, F.Angeli, 1979.

— «Political Self-determination: Old Concepts and New Developments» inCassese A. (a cura di), UN Law Fundamental Rights, Alphen aan den Rijn,Sijthoff en Nordhoff, 1979.

Condorelli L., «Le droit international face à l’autodétermination du SaharaOccidental» in La comunità internazionale, 3, XXXIII, 1978, e in AA.VV.,Scritti in onore di Lelio Basso, Milano, F. Angeli, 1979.

Page 381: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

3.4.4. Individui 371

Fois P., «La “Dichiarazione universale dei diritti dei popoli” di Algeri» in Lacomunità internazionale, 3, XXXI, 1976.

Gaja G., «Autodeterminazione dei popoli» in Scienze politiche. 2. Relazioni in-ternazionali, Enciclopedia Feltrinelli Fischer, Milano, Feltrinelli, 1973.

Guarino G., Autoderminazione dei popoli e diritto internazionale, Napoli, Jovene,1984.

Tosato G.L., «La Dichiarazione di Algeri sui diritti dei popoli» in Rivista didiritto internazionale, 4, LIX, 1976.

3.4.4. Individui

Arangio-Ruiz G., «L’individuo e il diritto internazionale» in Rivista di dirittointernazionale, 4, LIV, 1971.

Capotorti F. «Die Recite der Angeharigen von Minderheiten. Kommt es zueincr Erklarung der Vereinten Nationen?» in Vereinten Nationen, IV, 1980.

— «Der Schutz der Minderheiten und das Veilkerrecht» in Universitas, 6,1982.

Cassese A., «Individuo (diritto internazionale)» in Enciclopedia del diritto, vol.XXI, Milano, Giuffrè, 1971.

Gaja G., «L’attribuzione di diritti speciali ai cittadini della Comunità secondoil Parlamento europeo» in Rivista di diritto internazionale, LXI, 1978.

Kojanec G. (a cura di), L’italiano nel mondo e la sua condizione giuridica. Normecomunitarie e convenzioni multilaterali, Padova, CEDAM, 1980.

— (a cura di), L’italiano nel mondo e la sua condizione giuridica. Supplemento.Convenzioni multilaterali relative allo status delle persone, Padova, CEDAM,1981.

Pizzorusso A., «La protection des minorités dans la Déclaration d’Alger» inAA.VV., Scritti in onore di Lelio Basso, Milano, F. Angeli, 1979.

Sacerdoti G., «New Developments in Group Consciousness and the Interna-tional Protection of the Rights of Minorities», in AA.VV., Studi in onore diGiuseppe Sperduti, Milano, Giuffrè, 1984.

Socini Leyendecker R., Le azioni di soccorso nel diritto internazionale umanitarioMilano, Giuffrè, 1979.

Sperduti G., «Sulla soggettività internazionale» ín Rivista di diritto internazionale,2, LV, 1972.

Strozzi G., Interessi statali e interessi privati nell’ordinamento internazionale, Milano,Giuffrè, 1977.

Tiberini G., «La protezione della minoranza slovena a Trieste» in Foroitaliano, 7-8, I, CVII, 1982.

Page 382: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

372 Appendice bibliografica

Udina M., «Sulle attuali tendenze in tema di protezione internazionale delleminoranze nazionali» in AA.VV., Studi in onore di Giuseppe Sperduti, Milano,Giuffrè, 1984.

Vitta E., «Le azioni internazionali di soccorso umanitario» in AA.VV., Studiin onore di Giorgio Balladore Pallieri, Milano, Vita e Pensiero, 1978.

3.4.5. Stranieri

Adinolfi A., «La nuova normativa sul collocamento dei lavoratori stranieri»in Rivista di diritto internazionale, 1, LXX, 1987.

Cannizzaro E., «La legge sul collocamento dei lavoratori stranieri extracomu-nitari ed il diritto di polizia» in Rivista di diritto internazionale, 1, LXX, 1987.

Capotorti F., «Incidenza della condizione di straniero sui diritti dell’uomo in-ternazionalmente protetti» in AA.VV., Studi in onore di Giuseppe Sperduti,Milano, Giuffrè, 1984.

Conetti G., «L’integrazione del rifugiato nel paese di accoglimento» in AWRBulletin, 1987.

Durante F., «Tutela internazionale dei rifugiati e diritti dell’uomo» inAA.VV., Studi in onore di Giuseppe Sperduti, Milano, Giuffrè, 1984.

Gaia G., «Dall’allontanamento discrezionale dello straniero alla sua espulsio-ne “garantita”» in Rivista di diritto internazionale, 2-3, LXIX, 1986.

Nascimbene B., «Nuove norme e recenti pronunce in tema di cittadinanza»in Foro Italiano, 6. I, CVIII, 1983.

— «Protection, Assistance and Integration of Refugees in the Italian LegalSystem» in Rivista di diritto internazionale privato e processuale, XXIII, 1987.

Tamburini M., «Trattamento degli stranieri e buona fede nel diritto interna-zionale generale» in Studi e pubblicazioni della Rivista di Diritto internazionaleprivato e processuale, XXI, Padova, CEDAM, 1984.

3.5.1. Organizzazioni internazionali

Biscottini G., Il diritto delle organizzazioni internazionali: I. La teoria dell’orga-nizzazione, Milano, Giuffrè, 1971.

— Il diritto delle organizzazioni internazionali, Padova, CEDAM, 19812.

— «La pratica del “consensus” nelle organizzazioni internazionali» inAA.VV., Studi in onore di Giorgio Balladore Pallieri, Milano, Vita e Pensiero,1978.

Cansacchi G., «Continuità, identità e successione delle organizzazioni inter-nazionali» in Diritto internazionale, 1, XXV, 1971.

Page 383: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

3.5.1 Organizzazioni internazionali 373

Cassese A., Il controllo internazionale. Contributo alla teoria delle funzioni diorganizzazione dell’ordinamento internazionale, Milano, Giuffrè, 1971.

Conetti G., La costituzione delle organizzazioni tecniche nella Società delle Nazioni,Milano, Giuffrè, 1979.

Decleva M., «Pubblicità e segretezza dei lavori degli organi collegiali interna-zionali» in Rivista di diritto internazionale privato e processuale, VI, 1970.

— «Sulla formazione di organi internazionali composti da individui» in Ri-vista di diritto internazionale, 1, LV, 1972.

— «Absence and Abstention from Voting in International CollectiveOrgans» in Italian Yearbook of International Law, III, 1977.

— «Sull’indipendenza degli individui preposti ad organi internazionali» inAA.VV., Studi in onore di Giuseppe Sperduti, Milano, Giuffrè, 1984.

— «Principio di collegialità e principio monocratico nell’organizzazioneinternazionale» in AA.VV., Studi in onore di Giorgio Balkdore Pallier i,Milano, Víta e Pensiero, 1978.

Ferrari Bravo L., «Organizzazioni internazionali» in Scienze politiche. 2. Relazioniinternazionali, Enciclopedia Feltrinelli Fischer, Milano, Feltrinelli, 1973.

Florio F., «Il momento sociale nei fatti di organizzazione internazionale» inRivista di diritto internazionale, 2, LIII, 1970.

Mengozzi P., «Le istituzioni nella dimensione comunitaria» in Rivista di dirittointernazionale e procedura civile, XXXIII, 1979.

Monaco R., «Regionalismo internazionale contemporaneo. Considerazioni»in La comunità internazionale, 1, XXVI, 1971.

— Scritti di diritto delle organizzazioni internazionali, Milano, Giuffrè, 1981.

Napoletano G., La cessazione del rapporto di lavoro dei funzionari internazionali,Milano, Giuffrè, 1980.

— «Funzioni operative di azione diretta delle organizzazioni internazionali»in La comunità internazionale, 2-3, XXXIV, 1979.

Palmieri G., «Introduzione allo studio del coordinamento interorganico neldiritto degli enti internazionali» in AA.VV., Studi in onore di Manlio Milano,Giuffrè, 1975.

Panebianco M., Dalla Società delle Nazioni all’ONU. Le grandi organizzazioniinternazionali (lezioni, testi, documenti), Napoli, Ferraro, 1977.

— «L’integrazione europea e latino-americana fra internazionalismo e costi-tuzionalismo» in Diritto e Società, VII, 1979.

Paone P., «Diritto e Organizzazione internazionale: spunti critici e ricostrut-tivi» in Rivista di diritto internazionale, 1, LVIII, 1975.

Parisi N., Il finanziamento delle organizzazioni internazionali. Contributo allo studiodelle forme della cooperazione intergovernativa, Milano, Giuffrè, 1986.

Page 384: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

374 Appendice bibliografica

Radicati Di Brozolo L., «Ancora sul carattere quasi contenzioso della proce-dura ex art. 228, par. I, al. 2, dei Trattato CEE» in Rivista di diritto inter-nazionale, 4, LXII, 1979.

— «La funzione consultiva della Corte comunitaria in materia di relazioniesterne» in Rivista di diritto internazionale, 1, LXII, 1979.

Tamburini M., «L’ambito soggettivo del Trattato di Roma» in Diritto comuni-tario e degli scambi internazionali, XVII, 1979.

Tizzano A., «Appunti sul regionalismo africano» in Studi in onore di ManlioUdina, Milano, Giuffrè, 1975.

Zanghi C., Gli status giuridici negli enti internazionali, Milano, Giuffrè, 1975.

Ziccardi P., «Organizzazione internazionale (in generale)» in Enciclopedia deldiritto, vol. XXXI, Milano, Giuffrè, 1981.

3.5.2. Nazioni Unite

Ago R., «Nazioni Unite: venticinque anni dopo» in La comunità internazionale,3-4, XXV, 1970.

Arangio-Ruiz G., The UN Declaration on Friendly Relations and the System ofSources in International Law, Alphen aan den Rijn, Sijthoff en Nordhoff,1979.

Cassese A., «L’azione delle Nazioni Unite contro l’apartheid» in La comunitàinternazionale, 3-4, XXV, 1970.

— (a cura di), UN Law – Fundamental Rights, Alphen aan den Rijn, Sijthoff enNordhoff, 1979.

Conetti G., «Sulla sottoponibilità a sequestro conservativo di benidell’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati di Palestina» in AA.VV.,Studi in onore di Giorgio Balladore Panieri, Milano, Vita e Pensiero, 1978.

Conforti B., «Il problema del doppio veto al Consiglio di sicurezza delle Na-zioni Unite» in AA.VV., Studi in memoria di Carlo Esposito, Padova,CEDAM, 1973.

— Le Nazioni Unite. Lezioni di Organizzazione internazionale, 2 voli., Padova,CEDAM, 1971-74.

Di Blase A., «Sulla responsabilità internazionale per attività dell’ONU» in Ri-vista di diritto internazionale, 2, LVII, 1974.

— L’ONU e il conflitto arabo-israeliano (1973-1974), Milano, Giuffrè, 1975.

Fois P., «La revisione dello Statuto delle Nazioni Unite: tendenze recenti» inAA.VV., Scritti in onore di Lelio Basso, Milano, F. Angeli, 1979.

Giuliano M., «Le Nazioni Unite e il diritto commerciale internazionale» in Lacomunità internazionale, 3-4, XXV, 1970.

Page 385: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

3.5.3. Istituzioni specializzate 375

Marchisio S., La cooperazione per lo sviluppo nel diritto delle Nazioni Unite, Napoli,Jovene, 1977.

— «L’attività dell’ONU per lo sviluppo e la politica delle nuove dimensioni» inAffari sociali internazionali, VII, 1979.

— «Organizzazione delle Nazioni Unite per lo sviluppo industriale» in Enci-clopedia del diritto, XXXI, 1981.

Monaco R., «Assistenza tecnica delle Nazioni Unite» in Novissimo Digesto Ita-liano, Appendice, Torino, UTET, 1980.

Panzera A.F., «Sul recesso dalle Nazioni Unite» in Giurisprudenza italiana, IV,1970.

Paone P., «Il problema del finanziamento delle organizzazioni internazionalia carattere universale» in La comunità internazionale, 3-4, XXV, 1970.

Rottola A., «Le misure contro gli Stati ex nemici previste dagli articoli 53, par.I, e 107 della Carta delle Nazioni Unite» in Rivista di diritto internazionale,2, LIII, 1970.

Sciso E., «La questione delle credenziali cambogiane all’Assemblea Generaledelle Nazioni Unite» in Rivista di diritto internazionale, 1, LXIV, 1981.

Sperduti G., «Competenza nazionale e competenza internazionale nel sistemadelle Nazioni Unite» in La comunità internazionale, 3-4, XXV, 1970.

— Il dominio riservato, Milano, Giuffrè, 1970.

— «Sulla questione della rappresentanza cinese alle Nazioni Unite» in AA.VV.,Studi in memoria di Carlo Esposito, Padova, CEDAM, 1973.

Striani D., «Il VII Congresso delle Nazioni Unite sulla prevenzione del cri-mine ed il trattamento dei delinquenti» in La comunità internazionale, 1,XLI, 1986.

Tanzi A., «Diritto di veto ed esecuzione della sentenza della Corte internazio-nale di Giustizia tra Nicaragua e Stati Uniti» in Rivista di diritto internazio-nale, 2, LXX, 1987.

Udina M., L’Organizzazione delle Nazioni Unite. Introduzione e testi annotati,Padova, CEDAM, 19732.

Ziccardi P., «Caratteri istituzionali delle Nazioni Unite. Considerazioni preli-minari» in La comunità internazionale, 3-4, XXV, 1970.

3.5.3. Istituzioni specializzate

Bentivoglio L.M., «La soluzione delle controversie giuridiche tra gli Statimembri della Convenzione di Chicago del 1944 sull’aviazione civile inter-nazionale» in Comunicazioni e Studi dell’Istituto di diritto internazionale del-l’Università di Milano, XIV, 1975.

Page 386: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

376 Appendice bibliografica

Cansacchi G., «UNESCO (Organizzazione delle Nazioni Unite per laEducazione la Scienza e la Cultura)» in Novissimo Digesto Italiano, voi. XX,Torino, UTET, 1975.

Davì A., «Organizzazione mondiale della sanità» in Enciclopedia del diritto, vol.XXXI, Milano, Giuffrè, 1981.

Di Blase A., «Organizzazione mondiale per la protezione della proprietàintellettuale» in Enciclopedia del diritto, vol. XXXI, Milano, Giuffrè, 1981.

Gaja G., «Organizzazione internazionale del lavoro» in Enciclopedia del diritto,vol. XXXI, Milano, Giuffrè, 1981.

Jacobucci M., «“Non-proliferazione” e vent’anni dell’Agenzia Atomica diVienna» in La comunità internazionale, 4, XXXII, 1977.

Lattanzi F., «La repubblica democratica tedesca e l’Organizzazione mondialedella sanità» in Democrazia e diritto, 4, XI, 1970.

— «Organizzazione dell’aviazione civile internazionale (ICAO)» in Enciclo-pedia del diritto, voi. XXXI, Milano, Giuffrè, 1981.

Malintoppi A., «Istituti specializzati delle Nazioni Unite» in Enciclopedia deldiritto, vol. XXIII, Milano, Giuffrè, 1973.

Marchisio S., «Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’a-gricoltura (FAO)» in Enciclopedia del diritto, vol. XXXI, Milano, Giuffrè,1981.

Monaco R., «Les amendements de P acte constitutif de l’Unesco» in La comu-nità internazionale, 2, XXVII, 1972.

Neri I., «L’Unesco e l’informazione. Tante voci per un mondo solo» in Poli-tica internazionale, XII, 1980.

Pecoraro M.L., «Considerazioni sulle “campagne” internazionali disalvaguardia di beni culturali promosse dall’UNESCO» in Dirittocomunitario e degli scambi internazionali, XXV, 1986.

Politi M., «L’immunità giurisdizionale dei rappresentanti degli Stati presso IaFAO» in Rivista di diritto internazionale, 3, LIII, 1970.

Quaglino A., «La FAO e la giurisdizione italiana» in Rivista di diritto interna-zionale privato e processuale, VIII, 1972.

Radicati Di Brozolo L., «L’azione del Fondo monetario internazionale nel si-stema delle Nazioni Unite» in Rivista di diritto internazionale, 3-4, LVIII,1975.

— «Organizzazione marittima consultiva intergovernativa (IMCO)» in Enci-clopedia del diritto, vol. XXXI, Milano, Giuffrè, 1981.

Saulle M.R., «Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, Iascienza e la cultura (UNESCO)» in Enciclopedia del diritto, vol. XXXI,Milano, Giuffrè, 1981.

Page 387: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

3.5.5. Organizzazioni non governative 377

Teramo G., «U.P.U. (Unione Postale Universale)» in Novissimo Digesto Italiano,vol. XX, Torino, UTET, 1975.

Treves T., «Le decisioni interpretative nell’accordo istitutivo del Fondo mo-netario internazionale» in Comunicazioni e Studi dell’Istituto di diritto inter-nazionale dell’Università di Milano, XIV, 1975.

— «Banca internazionale per la ricostruzione e lo sviluppo» in Novissimo Di-gesto Italiano, Appendice, Torino, UTET, 1980.

Udina M., «I cinquant’anni dell’Organizzazione internazionale del lavoro(1919-1969)» in Rivista di diritto del lavoro, 1, XXIII, I, 1971.

3.5.4. Altre organizzazioni governative

Di Perna T., «Il consiglio di cooperazione dei paesi arabi del Golfo: sue fina-lità ed organizzazione» in Oriente moderno, VI, 1987.

Frosini V., «La Convenzione Europea sulla protezione dei dati» in Rivista didiritto europeo, 1, XXIV, 1984.

Menegazzi-Munari F., «L’Unione Europea Occidentale: funzione e naturagiuridica» in Diritto comunitario e degli scambi internazionali, 3, XXVI, 1987.

Panebianco M., «Il gruppo subregionale andino» in Diritto comunitario e degliscambi internazionali, 1-2, XXII, 1983.

Pirrone P., «L’uso della forza nel quadro dell’OSA», in Rivista trimestrale didiritto pubblico 1, XXXIV, 1986.

Risi C., «Il Consiglio di cooperazione del Golfo: la CEE nel mondo arabo?»in Rivista di diritto europeo, 3, XXIV, 1984.

Tizzano A., «Brevi note sull’organizzazione dell’Unità Africana» in Diritto co-munitario e degli scambi internazionali, 1-2, XXII, 1983.

Treves T., «Les décisions d’interprétation des statuts du Fonds Monétaire In-ternational» in Revue générale de droit international public, 1, LXXIX, 1975.

3.5.5. Organizzazioni non governative

Barile G., «Caractère du Comité international de la Croix Rouge» in Rivista didiritto internazionale, 4, LXII, 1979.

Benvenuti P., «The Nature and Features of International Non-Governmen-tal Organizations» in Italian Yearbook of International Law, IV, 1978-79.

— «Organizzazioni internazionali non governative» in Enciclopedia del diritto,vol. XXXI, Milano, Giuffrè, 1981.

Dalla Torre G., «Organizzazioni internazionali religiose» in Enciclopedia deldiritto, vol. XXXI, Milano, Giuffrè, 1981.

Page 388: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

378 Appendice bibliografica

Marchisio S., «Le organizzazioni non governative internazionali e la coopera-zione allo sviluppo» in I quaderni di cooperazione, VIII, Roma, Fratelli Pa-lombi, 1985.

Papini R. e Cortese G., «L’importante des associations non gouvernementa-les dans la vie internationale et leur représentation auprès des institutionsintergouvernementales» in Rivista di studi europei, VI, 1971.

3.5.6. Comunità europee

Adinolfi A., «Sull’attuazione in Italia della direttiva comunitaria concernente ilicenziamenti collettivi» in Rivista di diritto internazionale, 1, LXVI, 1983.

Baldi C., «Istituzionalizzazione dei Vertici, cooperazione intergovernativa esovranità comunitaria» in Rivista di diritto europeo, 2, XX, 1980.

Baldi R., Il diritto della distribuzione commerciale nell’Europa Comunitaria, Padova,CEDAM, 1984.

Balduzzi R., «Prime note sulla Corte dei Conti delle Comunità Europee» inRivista trimestrale di diritto pubblico, 4, XXXII, 1982.

Bazoli G. e Liserre A., «La Corte comunitaria: un nuovo giudice o una nuovagiustizia» in Diritto comunitario e degli scambi internazionali, XX, 1981.

Bernini G., «Evoluzione pratica delle strutture comunitarie» in Biscottini G.(a cura di), Tavole rotonde di diritto comunitario, Milano, Vita e Pensiero,1980.

Biscottini G., «Considerazioni sugli accordi di associazione alla CEE» in Bi-scottini G. (a cura di), Tavole rotonde di diritto comunitario, Milano, Vita ePensiero, 1980.

— «Considerazioni sulla natura giuridica delle Comunità Europee» in Biscot-tini G. (a cura di), Tavole rotonde di diritto comunitario, Milano, Vita e Pen-siero, 1980.

— «Considerazioni sull’evoluzione deI Parlamento europeo» in Biscottini G.(a cura di), Tavole rotonde di diritto comunitario, Milano, Vita e Pensiero,1980.

— «L’unificazione delle Comunità dopo il trattato di Bruxelles» in BiscottiniG. (a cura di), Tavole rotonde di diritto comunitario, Milano, Vita e Pensiero,1980.

Bosco G., «Natura e prospettive del diritto delle Comunità Europee» inAA.VV., Politiche comunitarie e giurisprudenza della Corte di Giustizia, Siena,Tipografia Senese, 1980.

Campogrande G., «I diritti per controlli sanitari nella giurisprudenza dellaCorte di Giustizia» in Diritto comunitario e degli scambi internazionali, 3-4,XXIII, 1984.

Page 389: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

35.6. Comunità europee 379

Capelli F., «La direttiva comunitaria: da atto (quasi) normativo a strumentodi pressione politica» in Diritto comunitario e degli scambi internazionali, 1-2,XXVI, 1987.

Capotorti F., «I profili giuridici della politica mediterranea della CEE» in Ri-vista di diritto europeo, 1, XXI, 1981 e ín AA.VV., La politica mediterranea dellaCEE, Napoli, Editoriale Scientifica, 1981.

— «Il diritto comunitario non scritto» in Diritto comunitario e degli scambi in-ternazionali, 3-4, XXII, 1983.

— «Sull’obbligo del rinvio alla Corte di Giustizia per l’interpretazione a ti-tolo pregiudiziale a norma del terzo comma dell’art. 177 del TrattatoCEE» in Giurisprudenza italiana, 7-I, CXXXV, 1983.

— «El procedimiento de producción legislativa en las ComunidadesEuropeas» in Revista espagola de derecho costitucional, XVI, 1986.

— «Le statut juridique du Conseil Européen à la Iumière de l’acte unique» inDu droit international au droit de l’intégration: liber amicorum Pierre Pescatore,Baden Baden, 1987.

— «Lo status giuridico del Consiglio Europeo alla luce dell’Atto Unico» inRivista di diritto internazionale, LXXI, 1988.

Catalano N., «Impugnabilità da parte degli Stati membri anche deiregolamenti adottati all’unanimità» in Giustizia civile, 1, XXX, 1980.

Celi R., «La procedura elettorale uniforme per l’elezione del Parlamento Eu-ropeo» in Annali di diritto comparato e studi legislativi, LV, 1982.

Cerutti G., «Potestà discrezionali della Commissione e provvedimenti caute-lari di urgenza in tema di diritto comunitario della concorrenza» in Rivistadi diritto europeo, 3, XXV, 1985.

Chiti-Batelli A., I «poteri» del Parlamento europeo, Milano, Giuffrè, 1981.Comba A., «Comunità europee» in Novissimo Digesto Italiano, Appendice, To-

rino, UTET, 1981.Condorelli L. e Salerno F., «Le relazioni transfrontaliere tra comunità locali

in Europa nel diritto internazionale ed europeo» in Rivista trimestrale di di-ritto pubblico, 2, XXXVI, 1986.

Cortese Pinto E., «I trattati internazionali nel diritto comunitario» ín Rivista didiritto internazionale, 2, LXIII, 1980.

— «Osservazioni sul parere 1/78 della Corte di Giustizia delle Comunità eu-ropee» in Rivista di diritto internazionale privato e processuale, XVI, 1980.

— «Corte dei Conti delle Comunità Europee» in Novissimo Digesto Italiano,Appendice, Torino, UTET, 1981.

Daniele L., «Les accords méditerranéens de la CEE dans la jurisprudence dela Cour de Justice» in AA.VV., La politica mediterranea della CEE, Napoli,Editoriale Scientifica, 1981.

Page 390: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

380 Appendice bibliografica

— «Le restrizioni quantitative e le misure di effetto equivalente nella giuri-sprudenza della Corte di Giustizia» in Rivista di diritto europeo, 3, XXIV,1984.

De Fina G., Diritto comunitario, Torino, UTET, 1980.

De Nova R., «Gli accordi di associazione alla CEE. Rilevazioni comparative»in Biscottini G. (a cura di), Tavole rotonde di diritto comunitario, Milano, Vitae Pensiero, 1980.

Di Paolo C., «Concentrazioni nel settore delle telecomunicazioni e trattatoCEE» in Rivista di diritto internazionale, LXX, 1987.

Draetta U., «Commissione delle Comunità europee» in Novissimo Digesto Ita-liano, Appendice, Torino, UTET, 1981.

Durante F., «Evoluzione delle strutture comunitarie ed organi sussidiari» inBiscottini G. (a cura di), Tavole rotonde di diritto comunitario, Milano, Vita ePensiero, 1980.

— «Diritto comunitario» in Novissimo Digesto Italiano, Appendice, Torino, UTET,1981.

Ferrari Bravo L., «Poteri della Commissione CEE e suo ruolo nello sviluppodell’integrazione europea» in Biscottini G. (a cura di), Tavole rotonde didiritto comunitario, Milano, Vita e Pensiero, 1980.

Ferreira R.M., «Il processo di adesione del Portogallo alla CEE» in AA.VV.,La politica mediterranea della CEE, Napoli, Editoriale Scientifica, 1981.

Fois P., «Il trattato CEE come “accordo quadro”: la posizione della Corte diGiustizia» in AA.VV., Politiche comunitarie e giurisprudenza della Corte diGiustizia, Siena, Tipografia Senese, 1980.

Fragola U., «Diritto amministrativo e diritto comunitario: l’atto amministra-tivo europeo» in Il Consiglio di Stato, 2, XXXI, 1980.

Francioni F. e Grottanelli De Santi G. (a cura di), National and SupranationalPowers in the Shaping of Community Policies. Proceedings of the Siena-Bonn SeminarMarch-june 1983, Milano, Giuffrè, 1984.

Gaja G., «Aspetti problematici della tutela dei diritti fondamentali nell’or-dinamento comunitario» in Rivista di diritto internazionale, LXXI, 1988.

Giacalone G., «L’armonizzazione comunitaria della disciplina dei mercatimobiliari» in Rivista di diritto europeo, 3, XXIII, 1983.

Giardina A., «The European Court and the Brussels Convention on Jurisdic-tion and Judgments» in International and Comparative Law Quarterly, 2,XXVII, 1978.

— «Parlamento Europeo e diritti fondamentali» in AA.VV., Parlamento Eu-ropeo, forze politiche e diritti dei cittadini, Milano, F. Angeli, 1979.

Page 391: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

3.5.6. Comunità europee 381

— «La cooperazione al vertice in Europa: strutture, realizzazioni, controlli»in Biscottini G. (a cura di), Tavole rotonde di diritto comunitario, Milano, Vitae Pensiero, 1980.

Goletti G.B., «La Corte dei Conti delle Comunità Europee e l’attività di con-trollo sulla gestione del bilancio comunitario» ín Il foro amministrativo, 1,LVII, 1981.

— «Il fondo europeo di sviluppo regionale: programmi e programmazione»in Annali di diritto comparato e studi legislativi, LIV, 1981.

— «La Corte dei Conti delle Comunità Europee e il bilancio comunitario» inForo amministrativo, 4, LIX, 1983.

— «La Comunità Europea e gli accordi internazionali. Problemi finanziari eresponsabilità (presente e futuro)» in Rivista di diritto europeo, 4, XXVI, 1986.

— «Energy, Research and Environment in the European Communities.Legal Aspects» in Rivista di diritto europeo, 1, XXVI, 1986.

Gori P., «Il principio della parità di trattamento dell’uomo e della donna nellagiurisprudenza della Corte di Giustizia delle Comunità Europee» inRivista di diritto europeo, 1, XXV, 1985.

Kojanec G., «Associazione alla CEE (accordi di)» in Novissimo Digesto Italiano,Appendice, Torino, UTET, 1980.

Lala R., «Continuità ed aspetti innovativi nella seconda convenzione diLomé» in Rivista di diritto europeo, 3, XXI, 1981.

— Les procédures de la coopération financière et technique dans le cadre de la deuxièmeConvention de Lomé, Torino, Giappichelli, 1981.

La Loggia M., «I poteri del Parlamento europeo» in Quaderni. Centro di docu-mentazione e studi sulle Comunità europee, Milano, Giuffrè, 1981.

Lanchester F., «Osservazioni critiche su una proposta di sistema elettoraleeuropeo» in Rivista trimestrale di diritto pubblico, XXX, 1980.

Lauria F., «La tutela giurisdizionale dei singoli nell’ordinamento comunitario»in Diritto comunitario e degli scambi internazionali, 3, XXIV, 1985.

Leanza U., «L’ampliamento delle Comunità europee nei suoi aspetti giuridi-ci» in Biscottini G. (a cura di), Tavole rotonde di diritto comunitario, Milano,Vita e Pensiero, 1980.

— «Relazioni convenzionali tra la Comunità Europea ed i paesi deI Mediter-raneo» in Annali dell’Istituto di studi europei A. De Gasperi, II, 1980.

— Saggi di diritto delle Comunità Europee, Napoli, Giannini, 1981.

— Luzzatto R., La diretta applicabilità nel diritto comunitario, Milano, F. Angeli,1980.

Mamberto G., «L’IVA come risorsa propria delle Comunità europee» in Di-ritto e pratica tributaria, I, LII, 1981.

Page 392: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

382 Appendice bibliografica

Marchisello A., «L’efficacia diretta degli accordi internazionali della Comu-nità Europea dopo la sentenza Kupferberg» in Rivista di diritto internazio-nale, 2, LXVII, 1984.

Marenco G., «Le due anime dell’art. 86 del trattato CEE» in Diritto comunitarioe degli scambi internazionali, 1, XXV, 1986.

Marletta M., «Gli accordi della CEE e la competenza consultiva della Cortedi Giustizia» in AA.VV., La politica mediterranea della CEE, Napoli, Edi-toriale Scientifica, 1981.

Mastellone C., «Sul principio comunitario della libera circolazione dei capi-tali» in Rivista di diritto internazionale, 4, LXV, 1982.

Mattera Ricigliano A., «Neoprotezionismo e libertà degli scambi all’internodella Comunità Europea» in Diritto comunitario e degli scambi internazionali, 1-2, XXIII, 1984.

Mengozzi P., «Efficienza e concorrenza degli istituti di credito alla luce dellagiurisprudenza della Corte di Giustizia della CEE» in Diritto comunitario edegli scambi internazionali, 1-2, XXIII, 1984.

— «I pareri nel diritto comunitario» in Diritto comunitario e degli scambi inter-nazionali, 1-2, XXVI, 1987.

Monaco R., «Il problema della completezza dei regolamenti comunitari» inAnuario de derecho internacional de la Universidad de Navarra, II, 1975.

— «The Limits of the European Community Order» in European LawReview,4, I, 1976.

— «CEE (Comunità Economica Europea)» in Novissimo Digesto Italiano,Appendice, Torino, UTET, 1980.

— «Lo sviluppo del diritto comunitario attraverso la giurisprudenza dellaCorte di Giustizia delle Comunità europee» in Biscottini G. (a cura di),Tavole rotonde di diritto comunitario, Milano, Vita e Pensiero, 1980.

— «Corte di giustizia delle Comunità europee» in Novissimo Digesto Italiano,Appendice, Torino, UTET, 1981.

— «Parlamento europeo e Parlamenti nazionali» in Quaderni. Centro di docu-mentazione e studi sulle Comunità europee, Milano, Giuffrè, 1981.

Mosconi F., «Banca europea per gli investimenti» in Novissimo Digesto Italiano,Appendice, Torino, UTET, 1980.

Napoletano G., «II trasferimento dei funzionari delle Comunità Europee» inRivista di diritto europeo, 3, XXIII, 1983.

— «Diritto comunitario e diritto internazionale nel caso British Telecommu-nications» in Rivista di diritto internazionale, 2, LXX, 1987.

Olmi G., «La sanction des infractions au droit cornmunautaire» in AA.VV.,Droit communautaire et droit p énal , Milano, Giuffrè, 1981 e Bruxelles, Bruy-lant, 1981.

Page 393: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

3.5.6. Comunità europee 383

Orefice M., «La normativa delle Comunità Europee in materia di misureantidumping e di dazi compensativi» in Diritto comunitario e degli scambiinternazionali, XXV, 1986.

Orsello G.P., «Regolamentazione dell’emittenza radiotelevisiva in Europa epossibilità di un intervento comunitario nella prospettiva di un riavvicina-mento delle legislazioni e di un processo di armonizzazione normativa» inAnnali di diritto comparato e studi legislativi, 9, LIV, 1981.

— «Prime considerazioni in ordine alla proposta del Parlamento Europeoper la predisposizione di un trattato istitutivo dell’Unione Europea» inAnnali di diritto comparato e studi legislativi, LV, 1982.

Padelletti M. L., «Le udienze conoscitive del Parlamento Europeo» in Rivistadi diritto europeo, 3, XXII, 1982.

Panella L., «La terza Convenzione di Lomé» in Rivista di diritto europeo, 4,XXIV, 1984.

Panebianco M., Introduzione al diritto del Mercato Comune Europeo, Salerno,Edisud, 1980.

— Dalla comunità europea all’unione europea. Raccolta di saggi e documen-ti, Roma, Gentile, 1981.

— «Il progetto di trattato sull’unione europea: aspetti generali» in Diritto co-munitario e degli scambi internazionali, 1-2, XXIV, 1985.

Pasetti Bombardella F., «Le Parlement face au Conseil» in Rivista di dirittoeuropeo, 2, XXVII, 1987.

Pasquini G., «Il diritto di stabilimento nel trattato CEE», in Annali di dirittocomparato e studi legislativi, LIV, 1981.

Pau G., «Le norme imperative della Convenzione CEE sulla legge applicabilealle obbligazioni contrattuali» in Rivista di diritto internazionale, 4, LXV, 1982.

Pocar F., «Il rapporto dei “tre saggi” sulle istituzioni comunitarie» in Demo-crazia e diritto, XX, 1980.

— «I poteri di bilancio e la posizione del Parlamento europeo fra leistituzioni comunitarie: aspetti giuridico-istituzionali» in Rivista di dirittoeuropeo, 1, XXI, 1981.

— «Aspetti istituzionali della politica mediterranea della CEE» in AA.VV.,La politica mediterranea della CEE, Napoli, Editoriale Scientifica, 1981.

— «Caratteri ed evoluzione degli accordi internazionali stipulati dalla CEE»in Diritto comunitario e degli scambi internazionali, XX, 1981.

Raffaelli E.A., «Poteri legislativi al Parlamento europeo» in Diritto comunitarioe degli scambi internazionali, XIX, 1980.

Riccioli F.D., «La copertura finanziaria dei regolamenti comunitari» in Rivistadi diritto europeo, 1, XX, 1980.

Page 394: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

384 Appendice bibliografica

— «Riflessi dell’ampliamento della CEE sui paesi terzi del Mediterraneo» inAA.VV. La politica mediterranea della CEE, Napoli, Editoriale Scientifica,1981.

Ronzitti N., «Elezione a suffragio universale del Parlamento Europeo e con-trollo democratico del processo di integrazione europea» in ParlamentoEuropeo, forze politiche e diritti dei cittadini, Milano, F. Angeli, 1979.

Rossolini R., «Accordi tra CEE e paesi arabi» in AA.VV., La politica mediter-ranea della CEE, Napoli, Editoriale Scientifica, 1981.

— «Autorizzazione alla costituzione di aziende di credito ed all’inizio dell’at-tività creditizia alla luce della normativa comunitaria» in Diritto comunitarioe degli scambi internazionali, 1-2, XXIII, 1984.

Salerno F., «Il nuovo codice comunitario per le imprese europee operanti inSud Africa» in Rivista di diritto internazionale, 1, LXIX, 1986.

Scovazzi T., «CECA (Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio)» in No-vissimo Digesto Italiano, Appendice, Torino, UTET, 1980.

Spagnoletti-Zeuli M.T., «Sulle sentenze interlocutorie della Corte di Giustiziadelle C.E. contenenti un invito a negoziare» in Rivista di diritto europeo, 2,XXIII, 1983.

Spinelli A., «Riflessioni sul Trattato-Costituzione per l’Unione Europea» inAnnali di diritto comparato e studi legislativi, LV, 1982.

Starace V., «Il Consiglio europeo» in Biscottini G. (a cura di), Tavole rotonde didiritto comunitario, Milano, Vita e Pensiero, 1980.

Tamburini T., «Comitato economico e sociale delle Comunità europee» inNovissimo Digesto Italiano, Appendice, Torino, UTET, 1981.

Telchini I., «Le relazioni Comunità-Jugoslavia alla luce del nuovo accordo dicooperazione economica» in Diritto comunitario e degli scambi internazionali,XIX, 1980.

Terracciano P., «Le clausole di salvaguardia all’atto di adesione della Greciaalla Comunità Europea» in Rivista di diritto europeo, 3, XXII, 1982.

Tesauro G., «Il bilancio delle Comunità Europee» in Diritto comunitario e degliscambi internazionali, XIX, 1980.

Tita A., «I rappresentanti permanenti degli stati membri nel processodecisionale della Comunità Europea» in Annali dell’Istituto di studi europei A.De Gasperi, Il, 1980.

Tizzano A., «Forze politiche italiane e collegamenti europei nella prospettivadell’elezione del Parlamento Europeo» in AA.VV., Parlamento Europeo,forze politiche e diritti dei cittadini, Milano, F. Angeli, 1979.

— «Controversie fittizie e competenza pregiudiziale della Corte comunitaria»in Foro italiano, 4, CIII, 1980.

Page 395: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

3.5.6. Comunità europee 385

— «COREPER (Comitato dei Rappresentanti Permanenti degli Stati mem-bri delle Comunità Europee)» in Novissimo Digesto Italiano, Appendice,Torino, UTET, 1981.

— «Lo sviluppo delle competenze materiali delle Comunità europee» inRivista di diritto europeo, 2, XXI, 1981.

— «Recenti sviluppi in tema di accordi internazionali della CEE» in Dirittocomunitario e degli scambi internazionali, XX, 1981.

— «Gemeinschaftrecht und italienische Gesetzgebung auf dem Gebiet desVersicherungsrechts» in Das Europa des zweiten Generatimi, 1, 1981.

— «Litiges fictifs et compétence préjudicielle de la Cour de justiceEuropéenne» in Revue générale de droit international public, 3, LXXXV, 1981.

— «Arbitrato privato e competenza pregiudiziale della Corte Comunitaria»in AA.VV., Studi in onore di Giuseppe Sperduti, Milano, Giuffrè, 1984.

— «Brevi note sulla “conoscenza” del diritto comunitario» in Foro italiano,CXIII, 1988.

— «L’istituzione del tribunale di primo grado delle Comunità europee» inForo italiano, CXIV, 1989.

— «L’Atto Unico Europeo e la realizzazione del mercato interno» in Foro ita-liano, CXIV, 1989.

Toledano Laredo A., «Consiglio delle Comunità europee» in Novissimo DigestoItaliano, Appendice, Torino, UTET, 1981.

Torri A.P., «La Corte dei Conti della Comunità economica europea» inNuova rassegna di legislazione, dottrina e giurisprudenza, LIV, 1980.

Traversa E., «Direttiva CEE 12.12.1977 e armonizzazione delle legislazionibancarie deí paesi della Comunità Europea» in Diritto comunitario e degliscambi internazionali, 3-4, XXIII, 1984.

— «L’azione comunitaria contro la povertà» in Rivista di diritto europeo, 3,XXVI, 1986.

Treves G., «La Commissione» in Biscottini G. (a cura di), Tavole rotonde didiritto comunitario, Milano, Vita e Pensiero, 1980.

Troiani L., «Spagna, Portogallo e Grecia: il secondo ampliamento della CEE»in Quaderni di rassegna sindacale, LXXXVIII, 1981.

Ubertazzi L.C., «Esaurimento comunitario della proprietà industriale ed im-portazioni da paesi terzi» in Foro italiano, 7-8-IV, CVII, 1982.

— «Licenze di brevetto e diritto comunitario antitrust» in Foro italiano, 2-IV,CVIII, 1983.

Udina M., «Natura e poteri del Parlamento europeo» in Biscottini G. (a curadi), Tavole rotonde di diritto comunitario, Milano, Vita e Pensiero, 1980.

Page 396: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

386 Appendice bibliografica

Vacca M., «Il fondamento giuridico delle petizioni al Parlamento Europeo»in Rivista di diritto europeo, 1, XXVI, 1986.

Venturini G., La responsabilità extracontrattuale delle Comunità europee, Milano,Giuffrè, 1980.

Vinci E., Il Parlamento europeo, Firenze Le Monnier, 1980.

Vitta E., «L’accordo tra la Comunità Economica Europea e lo Statod’Israele» in AA.VV., La politica mediterranea della CEE, Napoli, EditorialeScientifica, 1981 e in Rivista di studi politici internazionali, XLVIII, 1981.

Zagrebelsky G., «I meccanismi elettorali per l’elezione del Parlamento Euro-peo e le loro complicazioni politiche» in Parlamento Europeo, forze politiche ediritti dei cittadini, Milano, F. Angeli, 1979.

3.6.1. Territorio

Barsotti R., «In tema di amministrazione diretta di territori non autonomi daparte dell’ONU: il caso della Namibia» in Comunicazioni e studi dell’Istituto didiritto internazionale dell’Università di Milano, XVI, 1980.

Battaglini G., «Zone polari (diritto internazionale)» in Novissimo Digesto Ita-liano, vol. XX, Torino, UTET, 1975.

Benedettelli M., «Sull’applicazione extraterritoriale delle misure di embargodegli Stati Uniti relative al “gasdotto siberiano”» in Rivista di diritto inter-nazionale, 3, LXVII, 1984.

Benuzzi F., «Il Trattato sull’Antartide» in Rivista di studi politici internazionali,XLVII, 1981.

Cannata F., «Limiti ordinamentali nei territori d’enclave» in Rivista giuridica delturismo, V, 1975.

Capotorti F., «Mandato internazionale» in Enciclopedia del diritto, vol. XXV,Milano, Giuffrè, 1975.

Cassese A., «Legal Considerations on the International Status of jerusalem»in Palestinian Yearbook of International Law, III, 1986.

Coscia G., «Spionaggio (diritto internazionale)» in Novissimo Digesto Italiano,vol. XVIII, Torino, UTET, 1971.

Costanzo G.A., «Settori (teoria dei)» in Novissimo Digesto Italiano, vol. XVII,Torino, UTET, 1970.

Curti Gialdino C., «Osservazioni sulla disciplina generale dei rapporti inter-nazionali di vicinato» in AA.VV., Studi in onore di Manlio Udina, Milano,Giuffrè, 1975.

De Rosa F., «Lo status internazionale di Berlino-ovest e i suoi riflessi nella Co-munità economica europea», in La comunità internazionale, 3, XXXVI, 1981.

Page 397: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

3.6.2. Mare 387

Leanza U., «Territorio dello Stato (diritto internazionale)» in Novissimo DigestoItaliano, vol. XIX, Torino, UTET, 1973.

Marazzi A., «Ultraterritorialità» in Novissimo Digesto Italiano, vol. XIX, Torino,UTET, 1973.

Marchisio S., Le basi militari nel diritto internazionale, Milano, Giuffrè, 1984.

Milanesi E., «Controversie di confine e accordi di delimitazione» in La comu-nità internazionale, 4, XXXIII, 1978.

Presutti F., «Diffusione diretta internazionale da satellite e consenso preven-tivo degli Stati destinatari» in Rivista di diritto internazionale, 1, LXX, 1987.

Raggi C.G., «Diritti reali (diritto internazionale pubblico)» in Novissimo DigestoItaliano, Appendice, Torino, UTET, 1981.

Rastrelli G., «In tema di poteri di accertamento della Commissione delle Co-munità europee sul territorio di uno Stato terzo» in Rivista di diritto inter-nazionale privato e processuale, XIV, 1978.

Udina M., «Gli accordi italo-jugoslavi di Osimo del 10 novembre 1975» inRivista di diritto internazionale, 3-4, LX, 1977.

— «Sulle cosidette “zone neutrali” della penisola arabica» in Rivista di dirittointernazionale, 3, LXII, 1979.

— Gli accordi di Osimo: lineamenti introduttivi e testi annotati, Trieste, Lint, 1979.

Zarrilli S., «Applicazione extra-territoriale del diritto e conflitti di giurisdi-zione: un’analisi a partire dal caso del gasdotto siberiano» in Diritto comu-nitario e degli scambi internazionali, 1, XXV, 1986.

Ziccardi Capaldo G., Le situazioni territoriali illegittime nel diritto internazionale,Napoli, Editoriale Scientifica, 1977.

3.6.2. Mare

Adam R., «L’incidente del golfo della Sirte» in Rivista di diritto internazionale,LXIV, 1981.

Barile G., «Uguaglianza e disuguaglianza degli Stati alla Conferenza sul dirittodel mare» in Rivista di diritto internazionale, LXII, 1979.

— «Consensus and Voting at the Third Conference of the Law of the Sea»in Italian Y earbook of International Law, V, 1980-81.

Bastianelli F., «Le risorse minerarie dei fondi marini e il diritto del mare» inAnnuaire Européen, IX, 1977.

— «Border Delimitation in the Mediterranean Sea» in Lo spettatore interna-zionale, 4, XVII, 1982.

Page 398: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

388 Appendice bibliografica

Bentivoglio L.M., «Verso la fine della libertà dei mari? (A proposito delnuovo codice di condotta delle conferenze di linea)» in AA.VV., Studi inonore di Manlio Udina, Milano, Giuffrè, 1975.

Bevacqua D., «La legge statunitense sulla pesca marittima del 1976» in Il di-ritto marittimo, LXXXI, 1979.

Bosco G., «La terza conferenza delle Nazioni Unite sul diritto del mare: VIIIsessione» in Il diritto marittimo, LXXXI, 1979.

Carbone S.M., «La ripartizione e la disciplina del traffico marittimo interna-zionale: la soluzione delle NU e le reazioni CEE» in Il diritto marittimo,LXXVII, 1975 e La comunità internazionale, XXX, 1975.

Cataldi G., «Il caso dell’ “Achille Lauro” e la giurisdizione dello Stato costie-ro nel mare territoriale» in Rivista di diritto internazionale, 3, LXXI, 1987.

Conforti B., «Mare libero» in Enciclopedia del diritto, vol. XXV, Milano, Giuffrè,1975.

— «Mare territoriale» in Enciclopedia del diritto, vol. XXV, Milano, Giuffrè, 1975.

— «Does Freedom of the Seas Stili Exist?» in Italian Yearbook of InternationalLaw, I, 1975.

— «La corsa degli Stati costieri all’accaparramento delle risorse marine» inStudi Marittimi, I, 1978.

— «Notes on the Unilateral Exploitation of the Deep Seabed» in Italian Year-book of International Law, IV, 1978-79.

— «The Exdusive Economie Zone: Some Transnational Law Problems» inItalian Yearbook of International Law, V, 1980-81.

— «L’arrêt de la Cour Internazionale de Justice dans l’affaire de la délimita-tion du plateau continental entre la Lybie et Malte» in Revue générale de droitinternational public, 2, XC, 1986.

Conforti B. e Francalanci G. (a cura di), Atlante dei confini sottomarini, Milano,Giuffrè, 1979.

Del Vecchio A., Zona economica esclusiva e Stati costieri, Firenze, Le Monnier,1984.

Durante F., «Norme generali e regole convenzionali per la delimitazione del-la piattaforma continentale» in Rivista di diritto internazionale, 1, LITI, 1970.

— «Recenti sviluppi della prassi internazionale in materia di piattaformacontinentale» in Diritto internazionale, 1, XXIV, 1970.

Florio F., «Sulla delimitazione del Golfo di Trieste fra Italia e Jugoslavia» inAA.VV., Studi in onore di Manlio Udina, Milano, Giuffrè, 1975.

Francalanci G., Romano D. e Scovazzi T., «Atlas of the Straight Baselines,Part. I: Art. 7 of the Convention of the United Nations on the Law of theSea» in Studi e documenti sul diritto del mare, 18, Milano, Giuffrè, 1986.

Page 399: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

3.6.2. Mare 389

Francioni F., «Criminal Jurisdiction over Foreign Merchant Vessels in Territo-rial Waters: a New Analysis» in Italian Yearbook of International Law, I, 1975.

Fusillo M.S., «The Legal Regime of Uninhabited “Rocks” Lacking an Econo-mie Life of Their Own» in Italian Yearbook of International Law, LV, 1978-79.

Gaja G., «The European Community’s Participation in the Law of the SeaConvention: Some Incoherence in a Compromise Solution» in ItalianYearbook of International Law, V, 1980-81.

Giardina A., «L’International Sea-Bed Authority: verso un nuovo esperi-mento di organizzazione internazionale» in Rivista di diritto internazionale, 2,LIX, 1976.

Giuliano M., «The Regime of Straits in General International Law» in ItalianYearbook of International Law, I, 1975.

— «Considerazioni e sviluppi in tema di passaggio inoffensivo negli stretti»in AA.VV., Studi in onore di Manlio Udina, Milano, Giuffrè, 1975.

Lauria F., Le compagnie portuali nel diritto interno e comunitario, Milano, Giuffrè,1981.

Leanza U., «I fondali del Mediterraneo» in Relazioni Internazionali, XLV, 1981.

— «Il regime giuridico internazionale del Mare Mediterraneo», in Pubblica-zioni della Facoltà di Giurisprudenza, XII, Milano, Giuffrè, 1987.

— «Zone économique exclusive et coopération marine en Méditerranée» inÉtudes internationales (Tunis), 1987.

Leita F., «La CEE e la pesca nel Mediterraneo» in Studi marittimi, IV, 1981.

Mengozzi P., Il regime internazionale del fondo marino, Milano, Giuffrè, 1971.

— «The International Court of Justice, the United Nations Conference andthe Law of the Sea» in Italian Yearbook of International Law, III, 1977.

— «Common Heritage of Mankind and Exclusive Economie Zone» inItalian Yearbook of International Law, V, 1980-81.

— «Cooperazione regionale nel Mediterraneo e politica comunitaria dellapesca» in AA.VV., La politica mediterranea della CEE, Napoli, EditorialeScientifica, 1981.

Migliorino L., Fondi marini e armi di distruzione di massa, Milano, Giuffrè, 1980.

— «Sfruttamento dei fondi marini e nuovo ordine economico internaziona-le: il trasferimento della tecnologia e il controllo delle multinazionali» inStudi marittimi, IV, 1981.

— «Il recupero degli oggetti storici ed archeologici sommersi nei diritto in-ternazionale», in Studi e documenti sul diritto internazionale del mare, 15, Mila-no, Giuffrè, 1984.

— «L’accordo italo-jugoslavo del 1983 sull’istituzione di una zona di pescanel Golfo di Trieste» in Rivista di diritto internazionale, LXX, 1987.

Page 400: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

390 Appendice bibliografica

Pantano M., «Formazione e codificazione del nuovo diritto del mare» in Ri-vista marittima, CXIII, 1980.

— «I problemi marittimi della Comunità Economica Europea» in Rivista ma-rittima, CXIII, 1980.

Pantano M. e Xerri A., «Le piattaforme di perforazione in mare: aspetti giuri-dici» in Rivista marittima, CXIII, 1980.

Perroni G.P., «L’applicabilità in Italia della Convenzione del 1958 sulla piat-taforma continentale: ancora sull’Isola delle Rose» in Rivista di diritto dellanavigazione, I, 1972.

Pineschi L., «La valutazione di impatto ambientale e il diritto internazionaledel mare» in Rivista giuridica dell’ambiente, III, 1988.

Pisillo-Mazzeschi R., «La ricerca scientifica nella zona economica esclusiva esulla piattaforma continentale» in Rivista di diritto internazionale, 4, LXV,1982.

Pistorelli R., «La piattaforma continentale: un istituto ancora vitale?» in Ri-vista di diritto internazionale, LXI, 1978.

Ronzitti N., «Sommergibili non identificati, pretese baie storiche e contromi-sure dello stato costiero» in Rivista di diritto internazionale, 1, LXVI, 1983.

— «Il passaggio inoffensivo neI mare territoriale e la Convenzione delle Na-zioni Unite sul diritto del mare» in Rivista di diritto internazionale, 1,LXVIII, 1985.

Sadar G., «Della Convenzione dí Londra del 1964 sulla pesca e di alcune ten-denze della prassi internazionale nella materia» in Diritto internazionale, 1,XXV, 1971.

Scerni M., «Le Nazioni Unite e il diritto del mare» in La comunità internazio-nale, 3-4, XXV, 1970.

— «La nuova problematica del diritto del mare» in Il diritto marittimo,LXXVII, 1975, e La comunità internazionale, XXX, 1975.

— «Osservazioni sulla Conferenza delle Nazioni Unite sul diritto del mare»in Studi Marittimi, III, 1980.

Schmidt di Friedberg P. e Bedendo G.M., «La Conferenza sul diritto delmare. A chi spettano le risorse marine» in Politica internazionale, 1980.

Scovazzi T., «La zona economica nei lavori per la nuova codificazione del di-ritto del mare» in Rivista di diritto internazionale, 4, LVII, 1974.

— «La pesca nelle acque comprese fra l’Italia e la Tunisia» in Rivista di dirittointernazionale, 3-4, LVIII, 1975.

— «L’accordo di pesca italo-tunisino del 19 giugno 1976» in Rivista di dirittointernazionale, 4, LIX, 1976.

— Gli accordi bilaterali sulla pesca, Milano, Giuffrè, 1977.

Page 401: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

3.6.2. Mare 391

— «La competenza della Comunità nel settore della pesca marina» in Dirittocomunitario e degli scambi internazionali, XVI, 1977.

— La pesca nell’evoluzione del diritto del mare, Milano, Giuffrè, 1979.

— «Le competenze degli Stati membri della CEE in materia diconservazione delle risorse ittiche» in Diritto comunitario e degli scambiinternazionali, XVIII, 1979.

— «Antichi e recenti problemi del regime giuridico delle Spitzbergen» inAA.VV., Studi in onore di Cesare Grassetti, Milano, Giuffrè, 1980.

— «La difficile elaborazione di un definitivo regime interno della pesca co-munitaria» in Diritto comunitario e degli scambi internazionali, XIX, 1980.

— «L’Allegato VI alla risoluzione dell’Aja del 3 novembre 1976 e il regimeinterno della pesca comunitaria» in Diritto comunitario e degli scambi inter-nazionali, XX, 1981.

— «Le régime de la péche dans la Communauté économique européenne» inDiritto comunitario e degli scambi internazionali, XX, 1981.

— «Nuovo diritto del mare, competenze comunitarie e mare Mediterraneo»in AA.VV., La politica mediterranea della CEE, Napoli, Editoriale Scienti-fica, 1981.

— «Il regime giuridico di alcune specie marine migranti» in Rivista di dirittointernazionale, 4, LXVI, 1983.

— «Fondi marini e patrimonio comune dell’umanità» in Rivista di diritto in-ternazionale, 2, LXVII, 1984.

— «La linea di base del mare territoriale» in Studi e documenti sul diritto inter-nazionale del mare, 17, Milano, Giuffrè, 1986.

— «New Developments Concerning Soviet Straight Baselines» inInternational Journal of Estuarine and Coastal Law, III, 1988.

— «Bays and Straights Baselines in the Mediterranean» in Ocean Developmentand International Law, XIX, 1988.

Scovazzi T., e Treves T., «I rapporti internazionali dell’Italia in materia dipesca» in Il diritto marittimo, LXXXII, 1980.

Sico L., «Ammissione, transito e soggiorno delle navi da guerra straniere nelmare territoriale e nei porti italiani» in Studi marittimi, III, 1980.

Toriello P., «Il nuovo diritto del mare e l’Italia» in Studi marittimi, IV, 1981.

Treves T., «Una svolta alla Conferenza sul diritto del mare? Il Testo unicoinformale di negoziato» in Rivista di diritto internazionale, 3-4, LVIII, 1975.

— «La Comunità economica europea e la Conferenza sul diritto del mare» inRivista di diritto internazionale, 3, LIX, 1976.

— «La communauté Européenne et la zone économique exclusive» inAnnuaire franois de droit international, XXII, 1976.

Page 402: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

392 Appendice bibliografica

— «Le transfert de technologie et la conférence sur le droit de la mer» inClunet, 1, CIV, 1977.

— «La Conferenza sul diritto del mare dal “Testo unico riveduto” del 1976al “Testo composito informale di negoziato” del 1977» in Rivista di dirittointernazionale, 3-4, LX, 1977.

— «La settima sessione della Conferenza del diritto del mare» in Rivista didiritto internazionale, 1, LXII, 1979.

— «L’ottava sessione della Conferenza sul diritto del mare» in Rivista di dirittointernazionale, 4, LXII, 1979.

— «La nona sessione della Conferenza sul diritto del mare» in Rivista di dirittointernazionale, 2, LXIII, 1980.

— «Principe du consentement et recherche scientifique dans le nouveau droitde la mer» in Revue générak de droit international public, 1, LXXXIV, 1980.

— «Seabed Mining and the United Nations Law of the Sea Conference» inItalian Y earbook of International Law, V, 1980-81.

— «La sessione conclusiva della Conferenza sul diritto del mare» in Rivista didiritto internazionale, 2-3, LXVI, 1983.

— (a cura di), La ricerca scientifica nell’evoluzione del diritto del mare, Milano,Giuffrè, 1978.

Udina M., «Sul regime delle isole artificiali nell’alto mare» in AA.VV., Studi inonore di Giuseppe Chiarelli, Milano, Giuffrè, 1974.

Villani U., «Recenti sviluppi del diritto del mare nell’ambito delle NazioniUnite e delle Comunità europee» in Studi marittimi, I, 1978.

— «Problemi di diritto del mare nella giurisprudenza della Corte di giustiziadelle Comunità europee» in Studi marittimi, I, 1978.

— «La settima sessione della Conferenza delle Nazioni Unite sul diritto delmare» in Studi marittimi, II, 1979.

— «I rapporti tra la Comunità Economica Europea e la Spagna in materia dipesca» in Studi marittimi, III, 1980 e in AA.VV., La politica mediterranea dellaCEE, Napoli, Editoriale Scientifica, 1981.

— «Il contributo della Corte comunitaria alla definizione del regime internodella pesca nella CEE» in Studi marittimi, IV, 1981.

— «La delimitazione della piattaforma continentale e della zona economicaesclusiva ai sensi della Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto delmare» in Rivista di diritto internazionale, 2, LXVIII, 1985.

Vincenzini B., «Brevi note in tema di urto di navi in acque extraterritoriali edi giurisdizione del giudice italiano» in ll diritto marittimo, LXXIX, 1977.

Page 403: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

3.6.5. Tutela dell’ambiente 393

3.6.3. Trasporti marittimi

Carbone S.M., «Il ruolo delle norme sulla concorrenza nella disciplina dei traf-fici marittimi internazionali (con particolari riferimenti allo Shipping Actamericanoedallepropostecomunitarie)inDirittocomunitarioedegliscambiinternazionali, 4, XXIV,1985.

— «La disciplina del traffico marittimo tra diritto internazionale e diritto in-terno» in Rivista di diritto internazionale privato e processuale, XXII, 1986.

D’Alessio W., Nazionalità della nave. Tra codificazione e decodificazione, Na-poli, Jovene, 1984.

3.6.4. Fiumi

Conetti G., Il regime internazionale della navigazione danubiana, Milano, Giuffrè,1970.

— «Una nuova amministrazione fluviale speciale per il Danubio» in Rivistadi diritto internazionale, 4, LIV, 1971.

Curti Gialdino C. e Palmieri G.M., «Valorizzazione internazionale del bacinodel Senegal» in La comunità internazionale, 1-2, XXIX, 1974.

3.6.5. Tutela dell’ambiente

Burchi S., «International Legai Aspects of Pollution of the Sea from Rivers»in Italian Yearbook of International Law, III, 1977.

Capelli F., «Portata ed efficacia delle direttive CEE in materia di rifiuti» inRivista giuridica dell’ambiente, II, 1987.

Carbone S.M., «Controlli sull’inquinamento marino e diritto internazionale»in Politica del diritto, IV, 1973.

— «Trasporto di idrocarburi, inquinamento marino e conflitti di giurisdizionetra Stato della bandiera e Stato costiero: recenti tendenze evolutive» in Ildiritto marittimo, LXXV, 1973.

Conetti G., «Competenze comunitarie per la difesa delle acque dall’inquina-mento» in Archivio giuridico «Filippo Serafini», 202, 1982.

Curti Gialdino C., «La cooperazione europea per la protezione del Reno dal-l’inquinamento» in Rivista di diritto europeo, 1, XIV, 1974.

— «La cooperazione italo-jugoslava per la protezione ambientale dell’Adria-tico» in Rivista di diritto internazionale, 3-4, LVIII, 1975.

Page 404: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

394 Appendice bibliografica

— (a cura di), «La protezione del Mediterraneo dall’inquinamento» in Imprese,ambiente e pubblica amministrazione, 2, III, 1976.

— «Attività delle Comunità europee, normativa internazionale e legislazionestraniera» in Imprese, ambiente e pubblica amministrazione, VII 1980.

De Guttry A., «La tutela del Mar Mediterraneo in un recente accordo: il Pro-tocollo di Atene dei 17 maggio 1980» in Rivista di diritto internazionale pri-vato e processuale, XVII, 1981.

Ferone A., «Le convenzioni internazionali sull’inquinamento dei mare daidrocarburi» in Rivista di diritto internazionale, 1, LV, 1972.

— «La Conferenza delle Nazioni Unite sull’ambiente» in Rivista di diritto in-ternazionale, 4, LV, 1972.

Florio F., «Un caso di grave pericolo d’inquinamento marino» in Rivista di di-ritto internazionale, 2-4, LXIII, 1980.

Gestri M., «Libertà di navigazione e prevenzione dell’inquinamento: il casodello Stretto di Messina» in Rivista di diritto internazionale, 2-3, LXIX, 1986.

Goletti G.B., «The Protection of the Environment - Legal Aspects in theEuropean Community and Italy» in Foro amministrativo, LXIV, 1988.

Guarneri G., «Certains aspects juridiques internationaux d’un des problèmesde l’environnement; Ia lutte contre la pollution des eaux douces» inRivista di diritto europeo, 4, X, 1970.

Lazzaro F., «Conservazione degli ambienti marini» in Rivista giuridica degli idro-carburi, XI, 1972.

Martino G., «L’inquinamento marino dalla prospettiva nazionale a quella in-ternazionale» in Rivista trimestrale di diritto pubblico, XXVIII, 1978.

Mengozzi P. «De la gestion de l’environment et des ressources maritimes:une contribution pour l’ établissement du nouvel ordre international» inArchivio giuridico «Filippo Serafini», 198, 1980.

Panzera A.F., «Uso della forza e protezione dell’ambiente marino contro l’in-quinamento» in Rivista di diritto internazionale, 3, LXIX, 1986.

Politi M., «Miniere d’uranio nelle Alpi Marittime, inquinamento transfronta-liero e tutela internazionale dell’ambiente» in Rivista di diritto internazionaleprivato e processuale, XVII, 1981.

— «Incidenti nucleari e responsabilità civile: verso un simultaneo amplia-mento della sfera di applicazione delle convenzioni internazionalivigenti?» in Rivista giuridica dell’ambiente, III, 1988.

Puglisi S., «Inquinamento ed ecologia: considerazioni metodologiche sul ap-proach giuridico internazionale» in Rivista di diritto europeo, 2, XIII, 1973.

Santaniello G., «Profili giuridici del problema dell’inquinamento marino» inImprese, ambiente e pubblica amministrazione, 1-3, I, 1974.

Page 405: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

3.6.5. Tutela dell’ambiente 395

Santaniello G. e Lazzaro F., «Gli emendamenti alla Convenzione internazio-nale per la prevenzione dell’inquinamento delle acque marine da idrocar-buri» in Impresa, ambiente e pubblica amministrazione, 1, Il, 1975.

Scovazzi T., «Pesca e tutela dell’ambiente: nuovi sviluppi del diritto interna-zionale del mare» in Rivista giuridica dell’ambiente, II, 1987.

— «L’inquinamento da navi nel diritto internazionale» in Rivista giuridica del-l’ambiente, III, 1988.

— «L’incidente di Seveso ed il “velo” delle società transnazionali» in Rivistagiuridica dell’ambiente, III, 1988.

— «Il riscaldamento atmosferico e gli altri rischi ambientali globali» in Rivistagiuridica dell’ambiente, III, 1988.

Sicurezza E., «Inquinamento marino. La normativa di oggi» in Rivista maritti-ma, CXIV, 1981.

Sisto I., «La Convenzione di Barcellona dal 1976 sulla protezione del Mediter-raneo contro l’inquinamento» in Rivista di diritto internazionale, LXIII, 1980.

Soave P., «L’applicazione della “Convenzione Marpol” sul piano tecnico egiuridico della sicurezza della navigazione e della prevenzione dell’inqui-namento, con speciale riferimento al Memorandum dí Parigi e alla Con-venzione sul Diritto del mare» ín Diritto comunitario e degli scambi internazio-nali, 1-2, XXII, 1983.

Socini Leyendecker R., «La protezione internazionale degli animali selvaggi»in AA. VV., Studi in onore di Manlio Udina, Milano, Giuffrè, 1975.

Starace V., «Recenti sviluppi della cooperazione internazionale in materia diprotezione dell’ambiente» in La comunità internazionale, 1-2, XXIX, 1974.

— «Protection and Preservation of the Marine Environment in the UnitedStates Convention on the Law of the Sea: an Appraisal» in Italian Y ear-book of International Law, V, 1980-1.

Starace V. e Panzera A.F. , La protezione internazionale del mare contro l’inquina-mento. Raccolta e classificazione di testi, Milano, Giuffrè, 1979.

Tamburini M., «Ambiente (tutela dell’) (diritto internazionale)» in NovissimoDigesto Italiano, Appendice, Torino, UTET, 1980.

Tesauro G. e Ballarino T., «Prevenzione e repressione dell’inquinamento idriconella L. 10 maggio 1976, n. 319 - Problemi e prospettive di diritto interna-zionale» in Atti del Convegno su «Prospettive attuali della difesa dagli inquinamenti»(Urbino, 30 ottobre - 1 novembre 1976), Napoli, Jovene, 1977.

Treves T., «L’inquinamento marino: profili di diritto internazionale e comu-nitario» in Studi marittimi, I, 1978.

Villani U., «Le convenzioni internazionali per la prevenzione dell’inquina-mento marino derivante da navi» in Studi marittimi, III, 1980.

Page 406: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

396 Appendice bibliografica

— «La protezione internazionale del mar Mediterraneo contro l’inquinamen-to» in Studi marittimi, IV, 1981.

— «La protezione dell’ambiente marino nell’Africa occidentale e centrale» inStudi marittimi, IV, 1981.

— «I procedimenti di emendamento nelle convenzioni per la protezione delmare contro l’inquinamento» in AA. VV., Studi in onore di Giuseppe Sperduti,Milano, Giuffrè, 1984.

Zilioli C., «Il caso Bhopal e il controllo sulle attività pericolose svolte da so-cietà multinazionali» in Rivista giuridica dell’ambiente, II, 1987.

3.6.6. Spazio aereo

Fragali M., «L’internazionalismo dell’aviazione e la sovranità sullo spazio ae-reo» in Diritto aereo, IX, 1970.

Francioni F., «The Gulf of Sirte Incident (US v. Libya) and InternationalLaw» in Italian Yearbook of International Law, V, 1980-81.

Leanza U., «Spazio aereo» in Novissimo Digesto Italiano, vol. XVII, Torino,UTET, 1970.

— «Zona contigua aerea» in Novissimo Digesto Italiano, vol. XX, Torino, UTET,1975.

Treves T., «The Monetary Clauses in the 1975 Montreal Protocols to theWarsaw Air Law Convention» in AA. VV., Internationales Recht und Wirt-schaftsordnung - Festschrift fiir F.A. Mann, Miinchen, Beck, 1977.

3.6.7. Cattura illecita di aeromobili

Barile G., «Intercettazione di aerei civili stranieri» in Rivista di diritto internazio-nale, 3, LXVII, 1984.

Camarda G., «Il dirottamento d’aeromobili e gli altri atti illeciti diretti controla sicurezza dell’aviazione civile nel diritto italiano e nel diritto internazio-nale» in Diritto aereo, XV, 1976.

Caraccioli I. e Reinotti P.V., «Cattura illecita di aeromobile» in Novissimo Dige-sto Italiano, Appendice, Torino, UTET, 1980.

Panzera A.F., «La legge italiana sulla repressione di delitti contro la sicurezzadella navigazione aerea» in Rivista di diritto internazionale, 4, LIX, 1976.

Venturati P., «Cenni in tema di dirottamento aereo» in Archivio penale, XXXII,1976.

Page 407: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

3.7.1. Rapporti tra diritto interno e diritto internazionale 397

3.6.8. Spazio extratmosferico

Back Impallomeni E., Spazio cosmico e corpi celesti nell’ordinamento internazionale,Padova, CEDAM, 1983.

Bentivoglio L.M., «Esiste un confine dello Stato nello spazio verticale?» inDiritto aereo, IX, 1970.

— «Le Nazioni Unite e la conquista dello spazio» in La comunità internazionale,3-4, XXV, 1970.

Cansacchi G., «I veicoli spaziali nella normativa internazionale» in AA. VV.,Studi in onore di Giuseppe Chiarelli, Milano, Giuffrè, 1973.

Caruso A., «Gli accordi Intelstat» in Diritto delle radiodiffusioni e delle telecomuni-cazioni, IV, 1972.

Cay F., «Usi pacifici dello spazio extra-atmosferico» in La comunità internazio-nale, 2-3, XXXIV, 1979.

Condorelli L., «Principi di diritto internazionale in tema di radiodiffusione diret-ta via satellite» in Diritto delle radiodiffusioni e delle telecomunicazioni, XII, 1980.

Durante F., «Definizione e delimitazione dello spazio extra-atmosferico» inRivista di diritto internazionale, 3, LIV, 1971.

Grigoli M., «Sulla qualificazione del veicolo spaziale» in Giurisprudenza costitu-zionale, XXVI, 1976.

Magno P., «I laboratori orbitali nel quadro del trattato spaziale» in Diritto ae-reo, IX, 1970.

— «Radiodiffusione diretta a mezzo di satellite» in Diritto aereo, X, 1971.

Meloni G., «Aspects juridiques de l’estimation, conservation et développementdes ressources de la Terre au moyen d’objets spatiaux» in Diritto aereo, XI,1971.

Treves T., «Il trattato sulla luna» in Rivista di diritto internazionale privato e proces-suale, XVI, 1980.

3.7.1. Rapporti tra diritto interno e diritto internazionale

AA.VV., Droit communautaire et droit pénal, Milano, Giuffrè, 1971 e Bruxelles,Bruylant, 1981.

Ardizzone A., «L’efficacia del principio di non discriminazione sancito nel-l’accordo GATT rispetto alle disposizioni di diritto interno successive» inRivista di diritto finanziario e scienza delle finanze, 2, XXXIV, 1975.

Barile P., «Rilievi sull’adattamento automatico del diritto interno al diritto in-ternazionale convenzionale» in Studi parmensi, XVIII, 1976.

Page 408: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

398 Appendice bibliografica

Bartole S., «Tutela della minoranza linguistica slovena ed esecuzione delTrattato di Osimo» in Rivista di diritto internazionale, 3-4, LX, 1977.

Benvenuti P., Comunità statale, comunità internazionale e ordine pubblico internazio-nale, Milano, Giuffrè, 1977.

Bernardini A., Formazione delle norme internazionali e adattamento del diritto interno,Pescara, Libreria dell’Università, 1973.

— «Competenza normativa regionale e affari esteri: prime considerazioni» inDemocrazia e diritto, XV, 1975.

Biscottini G., «Questioni vecchie e nuove in tema di ordine di esecuzione deitrattati» in Rivista di diritto internazionale, 2, LVII, 1974.

Calamia A.M., «Stipulazione dei trattati e adattamento nelle Costituzioni piùrecenti» in Rivista di diritto internazionale, 4, LIX, 1976.

— «L’adattamento del diritto interno al diritto internazionale consuetudina-rio nelle più recenti Costituzioni» in Rivista di diritto internazionale, 1-2, LX,1977.

— «Parlamento e politica estera: aspetti problematici dell’applicazione del-l’art. 80 della Costituzione» in AA.VV., Scritti in onore di Lelio Basso, Mila-no, F. Angeli, 1979.

— «Sul ruolo degli enti territoriali minori in materia internazionale: la Con-venzione sulla cooperazione transfrontaliera del 21 maggio 1980» in Rivi-sta di diritto internazionale privato e processuale, XVII, 1981.

Capelli F., «Normativa comunitaria e normativa G.A.T.T. (riflessioni sui rap-porti fra diritto comunitario e diritto internazionale)» in AA.VV., Studi didiritto europeo in onore di Riccardo Monaco, Milano, Giuffrè, 1977.

Capotorti F., «L’administration italienne face aux organisations universelles»in Rivista di diritto internazionale, 1, LVII, 1974.

Cappelletti M., «La Corte costituzionale nel sistema di governo italiano e neirapporti con l’ordinamento comunitario» in Rivista di diritto processuale,XXVI, 1981.

Carbone S.M., «Le regioni di fronte alle istituzioni comunitarie» in AA.VV.,Comunità europee e ruolo delle regioni, Milano, Giuffrè, 1981.

— «Relazioni internazionali, normativa comunitaria e poteri delle Regioni» inDiritto e Società, 1981.

— «Regioni e riserva statale relativa ai rapporti internazionali» in Giurispru-denza costituzionale, XIX, 1974.

Caretti P., «I riflessi dell’ordinamento comunitario nella forma di governoitaliana» in Quaderni costituzionali, I, 1981.

Carli G.C., «Aspetti e problemi del diritto tributario nei rapporti finanziariinternazionali» in Rassegna Tributaria, 8-9, 1983.

Page 409: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

3.7.1. Rapporti tra diritto interno e diritto internazionale 399

Cassese A., «Lo Stato e la Comunità internazionale. Commento agli art. 10-12 della Costituzione Italiana» in Branca G. (a cura di), Commentario dellaCostituzione, Bologna, Zanichelli, 1975.

— «Il contributo degli internazionalisti ai lavori del Ministero per la Costi-tuente» in Rivista di diritto internazionale, 1-2, LX, 1977.

— «Modem Constitutions and International Law» in Recueil des Cours del’Académie de Droit International de La Haye, 3, CXCII, 1985.

Citarella L., «Il diritto internazionale nell’ordinamento comunitario» inAA.VV., Studi di diritto europeo in onore di Riccardo Monaco, Milano, Giuffrè,1977.

Condorelli L., «Le regioni a statuto ordinario e la riserva statale in materia dirapporti internazionali» in Politica del diritto, IV, 1973.

— «Interpretazione giurisdizionale ed interpretazione autentica dei trattatiinternazionali nell’ordinamento italiano» in Rivista di diritto internazionale, 2,LVI, 1973.

— Il giudice italiano e i trattati internazionali. Gli accordi self-executing e nonself-executing nell’ottica della giurisprudenza, Padova, CEDAM, 1974.

— «Acts of the Italian Government in International Matters before Dome-stic Courts» in Italian Yearbook of International Law, II, 1976.

Conforti B., «La “specialità” dei trattati internazionali eseguiti nell’ordine in-terno» in AA.VV., Studi in onore di Giorgio Balladore Panieri, Milano, Vita ePensiero, 1978.

— «La direttiva comunitaria nel diritto interno» in Biscottini G. (a cura di),Tavole rotonde del diritto comunitario, Milano, Vita e Pensiero, 1980.

— «Corte Costituzionale e ordinamento internazionale» in Diritto comunitarioe degli scambi internazionali, XX, 1981.

— «Competenza comunitaria e competenza degli Stati membri in tema disanzioni economiche contro Stati terzi» in AA.VV., Studi in onore diGiuseppe Sperduti, Milano, Giuffrè, 1984.

Costantino B., «L’interpretazione di leggi ín conformità ai trattati internazio-nali in Gran Bretagna» in Rivista di diritto internazionale privato e processuale,XIII, 1977.

Damato A., «L’art. 177 del trattato CEE ed il difetto di giurisdizione del giu-dice statale» in Rivista di diritto internazionale, 2-3, LXIX, 1986.

Daniele L., «Ancora sui rapporti tra diritto comunitario e diritto interno in-compatibile secondo l’ordinamento costituzionale italiano» in Diritto comu-nitario e degli scambi internazionali, 3, XXIV, 1985.

D’Atena A., Le regioni italiane e la Comunità economica europea, Milano, Giuffrè,1981.

Page 410: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

400 Appendice bibliografica

Donnarumma M.R., «Problemi in materia di recezione della normativa inter-nazionale dell’ordinamento italiano» in Rassegna parlamentare, XVII, 1975.

— «Diritto comunitario e giurisprudenza costituzionale: ancora un’occasionenon colta» in Mezzogiorno d’Europa, I, 1981.

— Il decentramento regionale in Italia e il diritto internazionale, Milano, Giuffrè, 1983.

Favara F., «Gli obblighi internazionali e le regioni (con riguardo alle direttivecomunitarie)» in Rassegna dell’Avvocatura dello Stato, 1, XXVIII, 1976.

— «La rimozione delle disposizioni legislative nazionali incompatibili connorme comunitarie ad esse anteriori» in Rassegna dell’avvocatura di Stato, 1,XXXIII, 1981.

Ferrari Bravo L., «International and Municipal Law: the Complementarity ofLegal Systems» in AA.VV., The Structure and Process of International Law, TheHague, Nijhoff, 1983.

Ferrari Bravo L. e Giardina A., «Les procédés nationaux de mise en vigueurdes obligations souscrites et des accords conclus par les gouvernements»in Atti del IX congresso di diritto comparato (Teheran), Milano, Giuffrè, 1974.

Fois P., «Primi orientamenti giurisprudenziali in Italia circa l’interpretazionedella Convenzione di New York sull’arbitrato» in Rivista di diritto interna-zionale privato e processuale, 2, XII, 1976.

Fragali M., «L’adeguamento dell’ordinamento italiano alla Convenzione diChicago sulla aviazione civile» in AA.VV., Studi in memoria di Carlo Esposi-to, Padova, CEDAM, 1972.

Giampaolino L., «Problemi relativi all’attuazione nell’ordinamento italianodelle norme emanate dalle Comunità Europee» in Rivista della Corte deiconti, XXXIII, 1981.

Giardina A., «Diritto interno e diritto internazionale nella disciplina dei con-tratti tra Stati e privati stranieri» in AA.VV., Studi in onore di GiuseppeSperduti, Milano, Giuffrè, 1984.

Giocoli Nacci P., «Partecipazione delle Regioni alla formazione deI dirittocomunitario» in Diritto e Società, 1981.

Girino E., «Portata ed interpretazione del diritto comunitario nella piùrecente giurisprudenza della Corte Costituzionale e della Corte diGiustizia delle Comunità Europee» in Diritto comunitario e degli scambiinternazionali, 3, XXIV, 1985.

Giuffrida R., «Riproduzione di regolamenti comunitari ed atti di produzionenormativa secondaria» in Rivista di diritto internazionale, 2-3, LXIX, 1986.

Greco Scribani V., «I problemi di diritto comunitario nella giurisprudenzaitaliana (1964-1975)» in Comunicazioni e Studi dell’Istituto di diritto interna-zionale dell’Università di Milano, XVI, 1980.

Page 411: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

3.7.1. Rapporti tra diritto interno e diritto internazionale 401

Grementieri V., «Il Parlamento italiano e il controllo democratico nelle Co-munità europee» in Città e Regione, IV, 1980.

Guarino G., «Adattamento al diritto internazionale e estradizione nella Costi-tuzione italiana: spunti critici» in Comunicazioni e Studi dell’Istituto di dirittointernazionale dell’Università di Milano, XV, 1980.

Guarneri A., «Fonti comunitarie europee e diritto italiano» in Rivista di dirittocivile, 2, XXVII, 1981.

Lamberti Zanardi P., «La competenza degli organi nazionali nell’applicazionedelle norme comunitarie sulla concorrenza» in Rivista di diritto internazio-nale privato e processuale, V, 1979.

Leanza U., «L’attuazione delle direttive comunitarie in un recente disegno dilegge» in AA.VV., Studi in onore di Giuseppe Sperduti, Milano, Giuffrè, 1984.

Luzzatto R., «L’attuazione in Italia delle norme comunitarie in materia di li-bertà di movimento dei capitali e di pagamento» in Diritto e pratica tribu-taria, 1, LII, 1981 e Rivista di diritto ed economia valutaria, II, 1981.

Malintoppi A., «La delimitazione della piattaforma continentale adriatica el’art. 80 della Costituzione» in Rivista di diritto internazionale, 3, LITI, 1970.

Marceca S., «Limiti alla presunzione di conformità della norma interna agliaccordi internazionali» in Foro padano, 1, XXXIII, 1978.

Martuscelli M., «Brevi riflessioni sulla pubblicazione degli allegati ai trattati edalle convenzioni internazionali» in Rivista giuridica degli idrocarburi, IX, 1970.

Marzano A., «L’art. 177 del Trattato CEE e la “competenza” della Corte digiustizia delle Comunità europee» in Rassegna dell’avvocatura di Stato, 1,XXXII, 1980.

Massai A., «Direttive comunitarie e Parlamento nazionale» in Quaderni costi-tuzionali, I, 1981.

Mattioni A., «Il principio democratico-rappresentativo ed i rapporti tra ordi-namento comunitario e ordinamento italiano», in Diritto comunitario e degliscambi internazionali, 1-2, XXVI, 1987.

Mengozzi P., «Esecutivo ed autorità giudiziaria nella determinazione dei po-teri dello Stato sulla piattaforma continentale» in Rivista di diritto interna-zionale, 4, LV, 1972.

Michilli M.R., «Il diritto comunitario e la sua efficacia nell’ambito dell’ordina-mento interno degli Stati membri» in Il Consiglio di Stato, 2, XXXI, 1980.

Migliorino L., «Patto atlantico e Parlamento italiano» in Democrazia e diritto,XIV, 1974.

Milanesi E., «La giurisprudenza italiana in tema di conflitti tra normecomunitarie e norme interne: impostazione del problema» in Mezzogiornod’Europa, I, 1981.

Page 412: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

402 Appendice bibliografica

Monaco R., «L’adattamento del diritto italiano al diritto internazionale» inStudi parlamentari e di politica costituzionale, II, 1978.

Morelli E., «Il Trattato contro la proliferazione delle armi nucleari e l’art. Hdella Costituzione» in Rivista di diritto internazionale, 1, LX, 1976.

— «Ordine di esecuzione e adattamento... del diritto internazionale al dirittointerno» in Rivista di diritto internazionale, LXII, 1979.

Mori P., «Procedimenti nazionali d’urgenza e art. 177 del Trattato CEE» inRivista di diritto internazionale, 4, LXII, 1979.

— «In tema di impugnazione del provvedimento di rinvio pregiudiziale allaCorte comunitaria» in Rivista di diritto europeo, 1, XXI, 1981.

— «Convenzione Europea dei diritti dell’uomo. Patto delle Nazioni Unite eCostituzione italiana» in Rivista di diritto internazionale, 2-3, LXVI, 1983.

Morviducci C., «Rapporti tra Stato e regioni con riferimento alle attività di“rilievo” internazionale» in Le Regioni, II, 1974.

— Il Parlamento italiano e le Comunità europee, Milano, Giuffrè, 1979.

— «Le attività dí rilievo internazionale delle Regioni e l’interpretazione go-vernativa del d.P.R. 616» in Le Regioni, VIII, 1980, e in AA.VV., Comunitàeuropee e ruolo delle regioni, Milano, Giuffrè, 1981.

Musto M., «Gli atti normativi comunitari e le competenze dello Stato e delleRegioni» in Vita e scambi doganali, XXX, 1980.

Nardi D., «Norme interne di regolamenti comunitari e interpretazioni atitolo di pregiudiziale» in Giurisprudenza italiana, 1, CXXXIII, 1981.

Nocerino Grisotti A., «Note sull’inserimento e la qualificazione della noma-tiva comunitaria derivata nell’ordinamento italiano» in Diritto comunitario edegli scambi internazionali, XVIII, 1979.

Palaia N., «Potestà legislativa regionale e adattamento ai trattati internazio-nali» in Rassegna di diritto pubblico, XXVI, 1972.

Panebianco M., «L’applicazione del GATT nell’ordinamento giuridicoitaliano» in Diritto comunitario e degli scambi internazionali, 1, XXV, 1986.

Panzera A.F., «L’esecuzione dei trattati riguardanti materie attribuite alla le-gislazione regionale» in Rivista di diritto internazionale, 2, LV, 1972.

Pau G., «Note sull’esecuzione dei trattati» in Rivista di diritto internazionale, 3-4,LVIII, 19°75.

— Le droit interne dans l’ordre international, Napoli, Jovene, 1985.

Pedrazzi C., «Droit communautaire et droit pénal des états membres» inAA.VV., Droit communautaire et droit pénal, Milano, Giuffrè, 1981 e Bru-xelles, Bruylant, 1981.

Pennaccbini C., «Comunità europee, Stato, regioni, autonomie locali nelloStato» in Amministrazione e società, VII, 1980.

Page 413: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

3.7.1. Rapporti tra diritto interno e diritto internazionale 403

Pinelli C., «Stato, Regioni e obblighi comunitari» in Diritto e Società, 1980.

Piodi F., «Problemi istituzionali e politici dei rapporti tra regioni e comunitàeuropea» in AA.VV., Comunità europee e ruolo delle regioni, Milano, Giuffrè,1981.

Pisillo Mazzeschi R., «Immunità giurisdizionale delle organizzazioni interna-zionali e Costituzione Italiana» in Rivista di diritto internazionale, 3, LIX,1976.

Politi M., Funzioni e rapporti tra ordinamenti (diritto internazionale e legge localenell’attività del console italiano), Milano, Giuffrè, 1976.

Pulli LR., «I comuni italiani e la Comunità europea» in L’amministrazione ita-liana, XXXVI, 1981.

Raffaelli E.A., «Ordine d’esecuzione e legge ordinaria successivacontrastante» in Diritto comunitario e degli scambi internazionali, XIX, 1980.

Riccioli F.D., «Le disposizioni relative al diritto internazionale nella Costitu-zione sovietica del 1977» in Rivista di diritto internazionale, 2, LXIV, 1981.

Rossi L.S., «L’attuazione in Italia del diritto comunitario mediante atti ammi-nistrativi» in Diritto comunitario e degli scambi internazionali, 3, XXVI, 1987.

Ruini A., «Limiti e carenze della Costituzione italiana nei rapporti internazio-nali con particolare riguardo alle nuove esigenze europee» in Rivista distudi corporativi, X, 1980.

Sacerdoti G., «Application of GATT by Domestic Courts: European and ha-lian Case-Law» in Italian Yearbook of International Law, II, 1976.

— «L’Italia e la comunità internazionale» in AA.VV., La Costituzione italiana.Il disegno originario e la realtà attuale, Milano, Giuffrè, 1980.

Salerno F., «L’adattamento deI diritto interno ai trattati in una sentenza dellaCassazione» in Rivista di diritto internazionale, 1-2, LX, 1977.

Saulle M.R., «La Cosituzione cipriota e il diritto internazionale» in Rivista didiritto internazionale, 3-4, LX, 1977.

Sico L., «La posizione spettante alle norme di adattamento al diritto interna-zionale nella valutazione del giudice italiano» in Comunicazioni e studi del-l’Istituto di diritto internazionale dell’Università di Milano, XVI, 1980.

Sperduti G., «Dualisnri and Monism: a C onfrontation to be Overcome» inItalian Yearbook of International Law, III, 1977.

— «Il primato del diritto internazionale nel sistema del diritto interno» in Ri-vista di diritto internazionale, LXI, 1978.

— «Sulle “limitazioni di sovranità” secondo l’art. II della Costituzione» inRivista trimestrale di diritto pubblico, XXVIII, 1978.

— «La garanzia primaria delle norme interne di adeguamento al diritto inter-nazionale» in Massimario di giurisprudenza del lavoro, LI, 1978.

Page 414: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

404 Appendice bibliografica

— «Indirizzo ai giuspubblicisti per una riconsiderazione dell’efficacia internadei trattati» in Rivista di diritto internazionale, 1, LXII, 1979.

— «Corte costituzionale e Corte comunitaria: un dissidio senza reale fonda-mento in diritto» in La comunità internazionale, 1, XXXIV, 1979.

— «Funzione delle regioni nell’attuazione del diritto comunitario» in La co-munità internazionale, 2-3, XXXIV, 1979.

— «In tema di attuazione del diritto comunitario nell’ordinamento italiano»in Rivista di diritto europeo, 2, XIX, 1979.

— «Le regioni nell’attuazione del diritto comunitario» in Rivista di diritto in-ternazionale privato e processuale, XV, 1979.

— «Un chiarimento in diritto comunitario e diritto interno» in Rivista di di-ritto internazionale privato e processuale, XV, 1979.

— «Diritto comunitario e aspetti fondamentali dell’ordine costituzionale ita-liano» in Rivista trimestrale di diritto e procedura civile, XXXIV, 1980.

— «Nuova vicenda in tema di efficacia dei regolamenti comunitari nell’ordi-namento italiano» in Rivista di diritto europeo, 2, XX, 1980.

— «Un errore quasi secolare sull’efficacia interna dei trattati» in Foro italiano,CVI, 1981.

— L’ordinamento italiano e il diritto comunitario, Padova, CEDAM, 1981.— «Un conflitto di attribuzione fra Stato e regione in tema di adempimento

di obblighi internazionali» in Foro italiano, CVI, 1981.Starace V. e De Caro C., La giurisprudenza costituzionale in materia internazionale,

Napoli, Editoriale Scientifica, 1977.Strozzi G., «Problemi di coordinamento fra diritto comunitario, diritto inter-

nazionale ed autonomie locali: le soluzioni del d.P.R. 616» in Le regioni,VI, 1978.

— Regioni e adattamento dell’ordinamento interno al diritto internazionale, Milano,Giuffrè, 1983.

Tizzano A., «Droit communautaire et droit pénal» in AA.VV., Droit commu-nautaire et droit pénal, Milano, Giuffrè, 1981 e Bruxelles, Bruylant, 1981.

— «Regolamentazione radiotelevisiva italiana e diritto comunitario» in Foroitaliano, 1-2, CXI, 1986.

Treves G., «Le limitazioni di sovranità e i trattati internazionali» in Rivistatrimestrale di diritto pubblico, XXIII, 1973.

Treves T., «L’informazione sulla politica estera dell’Italia: il caso dei trattatiinternazionali» in AA.VV., Studi in onore di Giorgio Balladore Pallieri, Milano,Vita e Pensiero, 1978.

Ubertazzi G.M., «La procedura pregiudiziale ex art. 177 del Trattato CEE» inBiscottini G. (a cura di), Tavole rotonde di diritto comunitario, Milano, Vita ePensiero, 1980.

Page 415: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

3.7.2. Immunità giurisdizionale degli stati 405

Vanni G., «Efficacia nell’ordinamento italiano di alcune norme della Con-venzione europea dei diritti dell’uomo» in Il Tommaso Natale, II, 1974.

— «Norme comunitarie europee e regioni italiane» in Quaderni del centro didocumentazione e studi sulle comunità europee, I, Milano, Giuffrè, 1981.

Venturini G., «Sulla diretta applicabilità delle norme del GATT» in Rivista didiritto internazionale, 4, LXVI, 1983.

Ziccardi P., «I rapporti tra ordinamenti come oggetto di uno studio empiri-co» in Comunicazioni e studi dell’Istituto di diritto internazionale dell’Università diMilano, XVI, 1980, e in AA.VV., Studi in onore di Cesare Grassetti, Milano,Giuffrè, 1980.

Zilioli C., «Recenti sviluppi sul contrasto tra norme nazionali e disposizionicomunitarie» in Diritto comunitario e degli scambi internazionali, XXVI, 1987.

3.7.2. Immunità giurisdizionale degli stati

Biscottini G., «Un caso di non applicazione del principio dell’uguaglianzadelle armi» in Studi Parmensi, XVIII, 1977.

Cansacchi G., «Immunità giurisdizionale dei negozi di pubblico impiego co-stituiti in Italia dall’associazione dei Cavalieri Italiani del Sovrano Ordinedi Malta» in Giurisprudenza italiana, CXXVII, 1975.

Clerici R., «Giurisdizione sugli Stati stranieri e rapporto di lavoro con enti cul-turali esteri» in Rivista di diritto internazionale privato e processuale, XV, 1979.

De Fina G., «Pubblico impiego ed immunità consolare» in Giurisprudenza co-stituzionale, XXVII, 1977.

Delson R. e Meeker F.W., «Diniego di sequestro su beni di Stato estero se-condo la legislazione americana» in Rivista trimestrale di diritto e proceduracivile, XXXV, 1981.

Giuliano M., «L’evoluzione recente della giurisprudenza inglese in tema diimmunità dalla giurisdizione degli Stati stranieri per le azioni in materiamarittima» in Rivista di diritto internazionale privato e processuale, XIII, 1977, eIl diritto marittimo, LXXIX, 1977.

Luzzatto R., Stati stranieri e giurisdizione nazionale, Milano, Giuffrè, 1972.

Paone P., «Italian Income Tax and Tax Liability of Foreign States and Inter-national Organizations» in Italian Y earbook of international Law, II, 1976.

Pistorelli R., «Lo State Immunity Act del 1978 del Regno Unito» in Rivista didiritto internazionale privato e processuale, XVI, 1980.

Sbolci R., «Recenti orientamenti della Corte di cassazione in merito ai rap-porti di lavoro con enti internazionali e Stati stranieri» in Foro Italiano,CIV, 1979.

Page 416: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

406 Appendice bibliografica

3.7.3. Organi di Stati

Bartole S., «Atti e fatti (di rilevanza internazionale) nei conflitti di attribu-zione fra Stato e Regioni» in Giurisprudenza costituzionale, XX, 1975.

Borelli V.M., «La crisi dello “stato nazionale” e il fenomeno degli organismiinterregionali» in La comunità internazionale, XXXII, 1978.

Capiluppi M., «L’inviolabilità della valigia diplomatica nella prassi internazio-nale» in La comunità internazionale, 1-2, XXXVIII, 1983.

Cassese A., «Art. 87, VIII-IX comma (2a parte)» in Branca G. (a cura di),Commentario della Costituzione, Il Presidente della Repubblica, art. 83-87,Bologna, Zanichelli, 1978.

Condorelli L., «Le immunità diplomatiche e i principi fondamentali della Co-stituzione» in Giurisprudenza costituzionale, XXIV, 1979.

Faltoni R.; «Le immunità dei familiari degli agenti diplomatici nel diritto in-ternazionale generale» in Rivista di diritto internazionale, 3, LXVIII, 1985.

Morviducci C., «The International Activities of the Italian Regions» in ItalianYearbook of International Lati), II, 1976.

Politi M., Funzioni consolari e rapporti tra ordinamenti, Milano Giuffrè, 1978.Sciolla Lagrange A., «Sul contributo dalla Corte di Giustizia delle Comunità

europee alla problematica delle relazioni estere della Comunità europea»in AA.VV., Studi di diritto europeo in onore di Riccardo Monaco, Milano,Giuffrè, 1977.

Talice C., «Rapporti internazionali e attività amministrative all’estero -Riserva dello Stato e delle attività consentite alle Regioni» in Rivistaaeronautica, CXXVIII, 1977.

3.8.1. Diritti umani

Alaimo M., «L’Italia e le convenzioni universali in materia di dirittidell’uomo» in Rivista di diritto internazionale, 2, LIX, 1976.

Alcock A.E., «The De Gasperi-Gruber Agreement in the Light of RecentDevelopments in the Theory of Protection of Minorities» in Trentino-AltoAdige, VI, 1976.

Arangio-Ruiz G., «Droits de l’homme et non intervention: Helsinki,Belgrade, Madrid» in La comunità internazionale, XXXV, 1980.

— «Human Rights and Non-intervention in the Helsinki Final Act» in Recueildes cours de l’ Acadérnie de Droit International de La Haye, IV, 1980.

— «Diritti dell’uomo e non intervento nell’Atto finale di Helsinki: profilogiuridico-internazionale» in Fanara E. (a cura di), I diritti dell’uomo da Hel-sinki a Belgrado: risultati e prospettive, Milano, Giuffrè, 1981.

Page 417: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

3.8.1. Diritti umani 407

Badiali G., «Le riserve formulate dall’Italia al Patto delle Nazioni Unite suidiritti civili e politici nel quadro dei rapporti costituzionali fra Parlamentoe Governo» in Comunicazioni e studi dell’istituto di diritto internazionale del-l’Università di Milano, XVI, 1980.

Barsotti R., «Per una protezione più efficace dei diritti e delle libertà fonda-mentali: la tutela dalle offese provenienti da persone private» in AA.VV.,Studi in onore di Giuseppe Sperduti, Milano, Giuffrè, 1984.

Bernardini A., «Diritti dell’uomo e diritto internazionale (parte I)» in La co-munità internazionale, 1, XXVII, 1972.

Bertuccelli C., «Tutela della persona e archivi automatizzati» in Diritto comu-nitario e degli scambi internazionali, 1-2, XXIV, 1985.

Cannone A., «Il diritto alla riparazione previsto dagli accordi internazionalisui diritti dell’uomo e l’ordinamento italiano» in Rivista di diritto interna-zionale, 1, LXIX, 1986.

Cansacchi G., «La cittadinanza comunitaria e i diritti fondamentali dell’uo-mo» in AA.VV., Studi in onore di Giuseppe Sperduti, Milano, Giuffrè, 1984.

Capotorti F., Studio introduttivo ai Patti dell’ONU sui diritti dell’uomo,Padova, CEDAM, 1967.

— «The Protection of Minorities under Multilateral Agreements on HumanRights» in Italian Y earbook of International Law, II, 1976.

— «I diritti dei membri di minoranze: verso una dichiarazione delle NazioniUnite?» in Rivista di diritto internazionale, 1, LXIV, 1981.

— «Human Rights: The Hard Road Toward Universality» in AA.VV., TheStructure and Process of International Law, The Hague, Nijhoff, 1983.

Capurso M., «Il problema della tutela dei diritti fondamentali nell’ordinamen-to comunitario» in AA.VV., Scritti in onore di Egidio Tosato, Milano, Giuffrè,1982.

Casadio F.A. e Bellando A. (a cura di), Europa e diritti umani, Atti del con-vegno internazionale su «Le Comunità Europee e i diritti dell’uomo» (Ve-nezia, 9-11 novembre 1979), Torino, EDA, 1981.

Cassese A., «Il sistema di garanzia della Convenzione dell’ONU sulla discri-minazione razziale» in AA.VV., Studi in memoria di Carlo Esposito, Padova,CEDAM, 1972.

— «International Protection of the Right to Leave and Return» in AA.VV.,Studi in onore di Manlio Udina, Milano, Giuffrè, 1975.

— «The New United Nations Procedure for Handling Gross Violations ofHuman Rights» in La comunità internazionale, 1, XXX, 1975.

— «The International Community, Terrorism and Human Rights» inAA.VV., Studi in onore di Giuseppe Sperduti, Milano, Giuffrè, 1984.

— I diritti umani nel mondo contemporaneo, Bari, Laterza, 1988.

Page 418: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

408 Appendice bibliografica

Condorelli L., «Introduzione a “L’Atto finale della Conferenza di Helsinki sullasicurezza e la cooperazione in Europa”» in Vitta E. e Grementieri V. (a curadi), Codice degli atti internazionali sui diritti dell’uomo, Milano, Giuffrè, 1981.

Fanara E. (a cura di), I diritti dell’uomo da Helsinki a Belgrado: risultati e prospettive,Milano, Giuffrè, 1981.

Ferraris L.V, «I diritti dell’uomo da Helsinki a Belgrado: profilo diplomatico-politico» in Fanara E. (a cura di), I diritti dell’uomo da Helsinki a Belgrado:risultati e prospettive, Milano, Giuffrè, 1981.

Fois P., «Aspetti recenti della protezione internazionale delle minoranze reli-giose» in AA.VV., Nuove prospettive per la legislazione ecclesiastica, Milano,Giuffrè, 1981.

Forlati L., «Libertà del minore e famiglia negli atti internazionali sui dirittidell’uomo» in De Cristofaro M. e Belvedere A. (a cura di), L’autonomia deiminori tra famiglia e società, Milano, Giuffrè, 1980.

Gaja G., «Sull’esecuzione in Italia del Patto di New York sui diritti civili epolitici» in Foro italiano, CIV, 1979.

— «Introduzione a “I patti internazionali sui diritti economici sociali e cultu-rali e sui diritti civili e politici”» in Vitta E. e Grementieri V. (a cura di),Codice degli atti internazionali sui diritti dell’uomo, Milano, Giuffrè, 1981.

— «Sull’esecuzione in Italia delle sanzioni prese nei confronti del SudAfrica» in Rivista di diritto internazionale, LXX, 1987.

Genesio U., «La persona nel diritto internazionale umanitario» in AA.VV., Idiritti umani, dottrina e prassi, a cura di G. Concetti, Roma, AVE, 1982.

Kojanec G., «Asilo territoriale: problematica nell’ambito delle NazioniUnite» in La comunità internazionale, 4, XXXII, 1977.

Mengozzi P., «Diritto internazionale, ordinamento italiano e violazioni gravidei diritti dell’uomo di tipo terroristico» in lustitia, XXIII, 1981.

Monaco R., «La fase attuale della protezione dei diritti dell’Uomo» inAA.VV., Scritti in onore di Egidio Tosato, Milano, Giuffrè, 1982.

Mosconi F., «Diritti dei popoli, minoranze e diritti dell’uomo» in IlPolitico, 2,XLIV, 1979.

Napoletano G., «Diritti dei popoli e diritto internazionale» in I diritti umani,dottrina e prassi, a cura di G. Concetti, Roma, AVE, 1982.

Neri D., Le libertà dell’uomo, Roma, Editori Riuniti, 1980.

Pisani M., «Genocidio e diritti dell’uomo» in Iustitia, XXXI, 1978.

Pizzorusso A., «Aspetti dell’efficacia giuridica dell’accordo Gruber-DeGasperi» in Trentino-Alto Adige, VI, 1976.

Quadri R., «Diritti dell’uomo e principio del non intervento» in AA.VV.,Scritti dedicati ad Alessandro Raselli, Milano, Giuffrè, 1971.

Page 419: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

3.8.1. Diritti umani 409

Saulle M.R., «Tutela dei diritti umani e legislazione italiana» in Rivista di dirittointernazionale, 3-4, LX, 1977.

— «Filiazione e diritti umani» in Rivista di diritto internazionale, XLIII, 1980.— «La giurisprudenza europea sulla parità tra uomo e donna e le legislazioni

nazionali» in Casadio F.A. e Bellando A. (a cura di), Europa e diritti umani,Torino, EDA, 1981.

— The Disabled Persons and the International Organizations, Roma, La Sapienza,1981.

Sperduti G., «Nel trentesimo anniversario della Dichiarazione universale» inComunicazioni e Studi dell’Istituto di diritto internazionale dell’Università diMilano, XV, 1978.

— «Le rattachement des Communautés Européennes à la Convention deRome sur les droits et les libertés fondamentales» in Revue du MarchéCommun, 236, 1980.

— «Il momento attuale dei diritti dell’uomo» in La comunità internazionale, 1,XLI, 1986.

Tosato G.L., «La tutela dei diritti fondamentali nella giurisprudenza dellaCorte delle Comunità Europee» in AA.VV., Studi in onore di GiuseppeSperduti, Milano, Giuffrè, 1984.

Uccella F., «I diritti dell’uomo in Africa e in America Latina (tra Convenzioniinternazionali e “giurisprudenza” del Comitato delle Nazioni Unite)» inGiurisprudenza italiana, 1-IV, CXXXIX, 1987.

Udina M., «La protezione internazionale dei rifugiati e degli apolidi» in Lacomunità internazionale, XXV, 1970.

— «Asilo politico territoriale e diritti dell’uomo» in AA.VV., Studi in onore diFrancesco Santoro Passarelli, Napoli, Jovene, 1972.

Vedovato G., «Per una garanzia internazionale dell’informazione» in Rivistadi studi politici internazionali, XXXIX, 1972.

Villani U., «Diritti dell’uomo» in Novissimo Digesto Italiano, Appendice, Torino,UTET, 1981.

— «I diritti umani nei patti internazionali» in AA.VV., I diritti umani, dottrina eprassi, a cura di G. Concetti, Roma, AVE, 1982.

Vitta E. e Grementieri V. (a cura di), Codice degli atti internazionali sui dirittidell’uomo, Milano, Giuffrè, 1981.

Zanghi C., «La Convenzione interamericana dei diritti dell’uomo» in La co-munità internazionale, XXV, 1970.

— «Le riserve italiane al Patto sui diritti civili e politci delle N.U.» in La co-munità internazionale, 3-4, XXXIV, 1979.

Ziccardi Capaldo G., «II disconoscimento delle credenziali del Sud Africa comesanzione contro l’Apartheid» in Rivista di diritto internazionale, 2, LXVIII, 1985.

Page 420: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

410 Appendice bibliografica

3.8.2. Scritti relativi alla Convenzione europea dei diritti dell’uomo

Amodio E., «Il ricorso contro l’ordine di cattura dell’estradando alla lucedella Costituzione e della Convenzione europea dei diritti dell’uomo» inRivista di diritto penale, XXV, 1970.

— «Il controllo sui provvedimenti restrittivi della libertà personale in una re-cente pronuncia della Corte europea dei diritti dell’uomo» in L’indice pe-nale, V, 1971.

Andrioli V., «La libertà dell’imputato non è merce fungibile» in Foro Italiano,XCV, 1972.

Barsotti R., «Tendenze evolutive nell’interpretazione della Convenzione eu-ropea dei diritti dell’uomo» in Rivista di diritto internazionale, 2, LIX, 1976.

Benvenuti P., «La “ragionevolezza” della detenzione preventiva nell’art. 5,par. 3, della Convenzione europea dei diritti dell’uomo» in Rivista di dirittointernazionale, 3, LVII, 1974.

Biscottini G. (a cura di), La Convenzione europea dei diritti dell’uomo nell’appli-cazione giurisprudenziale in Italia, Milano, Giuffrè, 1981.

Bobbio N., «Il preambolo della Convenzione europea dei diritti dell’uomo»in Rivista di diritto internazionale, 3, LVII, 1974.

Bonifazi A., «La disciplina delle riserve alla Convenzione europea dei dirittidell’uomo» in AA.VV., Les clauses facultatives de la Convention européenne desdroits de l’homme, Bari, Levante, 1974.

Campiglio C., «Espulsione e diritti dell’uomo. A proposito dell’Art. 1 delProtocollo n. 7 addizionale alla Convenzione europea dei dirittidell’uomo» in Rivista di diritto internazionale, 1, LXVIII, 1985.

Capotorti F., «Sull’eventuale adesione delle Comunità alla Convenzione eu-ropea dei diritti dell’uomo» in Rivista di diritto internazionale, LXIII, 1980.

— «Il “metodo pretorio” seguito dalla Corte comunitaria ai fini della prote-zione dei diritti dell’uomo» in Casadio F.A. e Bellando A. (a cura di), Eu-ropa e diritti umani, Torino, EDA, 1981.

Carboni F., «Convenzione europea dei diritti dell’uomo e Costituzioneitaliana: cenni comparativi» in Biscottini G. (a cura di), La Convenzioneeuropea dei diritti dell’uomo nell’applicazione giurisprudenziale in Italia, Milano,Giuffrè, 1981.

Cassese A., «Aspetti della disciplina dell’eguaglianza tra cittadini e stranieri,dettata dalla Costituzione e dalla Convenzione europea dei dirittidell’uomo» in Giurisprudenza di merito, 3, II, 1970.

— «Sul funzionamento del sistema dei ricorsi individuali alla Commissioneeuropea dei diritti dell’uomo» ín Rivista di diritto internazionale, 3, LVII, 1974.

Page 421: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

3.8.2. Scritti relativi alla Convenzione europea dei diritti dell’uomo 411

— «Le droit de recours individuel devant la Commission européenne desdroits de l’homme» in AA.VV., Les clauses facultatives de la Convention euro-péenne des droits de l’homme, Bari, Levante, 1974.

— «A New Approach to Human Rights: the European Convention on thePrevention of Torture» in American Journal of International Law, 1,LXXXIII, 1989.

Cataldi C., «La clausola di deroga della Convenzione europea dei diritti del-l’uomo» in Rivista di diritto europeo, 1, XXIII, 1983.

Cavallone B., «L’art. 6 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo e ildiritto delle prove» in Studi Parmensi, XVIII, 1977.

Chiavario M., «Convenzione europea dei diritti dell’uomo e riforma del pro-cesso penale» in Rivista italiana di diritto e procedura penale, XIII, 1970.

— «Un primo bilancio sugli orientamenti della Corte europea dei diritti del-l’uomo in tema di durata della carcerazione preventiva» in L’indice penale,IV, 1970.

— «La Convenzione europea dei diritti dell’uomo ed il suo contributo al rin-novamento del processo penale italiano» in Rivista di diritto internazionale, 3,LVII, 1974.

— Processo e garanzie della persona, Milano, Giuffrè, 1976.

— «Frammenti di riflessione sulla uguaglianza delle armi nel processo pena-le» in Studi Parmensi, XVIII, 1977.

Cimolino G.P., «Eguaglianza delle armi ed evoluzione delle garanzie sogget-tive» in Studi Parmensi, XVIII, 1977.

Condorelli L., «La proprietà nella Convenzione europea dei diritti dell’uomo»in Rivista di diritto internazionale, 1, LII, 1970.

— «I diritti politici nella Convenzione europea dei diritti dell’uomo» in Ri-vista di diritto internazionale, 1, LIV, 1972.

Corda C., «Le norme europee sui diritti dell’uomo e le misure di prevenzionenell’ordinamento italiano» in Archivio penale, 1, XXVII, 1971.

De Salvia M., «Procès équitable et égalité des armes dans le cadre des conte-stations portant sur des droits et obligations de caractère civil dans le juri-sprudence de la Commission européenne des droits de l’homme» in StudiParmensi, XVIII, 1977.

— «Privazione di libertà e garanzie del processo penale nella giurisprudenzadella Commissione e della Corte europea dei diritti dell’uomo» in Rivistaitaliana di diritto e procedura penale, XXV, 1980.

— «Droit communautaire, droit pénal et Convention européenne des droitsde I’Homme: quelques observations préliminaires» in AA.VV., Droit com-munautaire et droit pénal, Milano, Giuffrè, 1989 e Bruxelles, Bruylant, 1981.

Page 422: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

412 Appendice bibliografica

— «Esaurimento delle vie di ricorso interne e ricorsi individuali: la giurispru-denza della Commissione e della Corte dei diritti dell’Uomo» in Rivista in-ternazionale dei diritti dell’uomo, I, 1988.

— «Il terrorismo e la Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo» in Rivistainternazionale dei diritti dell’uomo, II, 1989.

Di Trocchio G., «Convenzione europea del diritto dell’uomo, diritto all’inter-prete ed estratto contumaciale» in Rivista italiana di diritto e procedura penale,XXV, 1980.

Durante F., «Problemi di adesione» in Casadio F.A. e Bellando A. (a cura di),Europa e diritti umani, Torino, EDA, 1981.

— «La Convenzione europea dei diritti dell’uomo e le sue applicazioni nel-l’ordinamento italiano» in Iustitia, XXIII, 1981.

Esposito V., «Il requisito della “proporzione” nella difesa legittima;l’incidenza della Convenzione europea dei diritti dell’uomo nelladisciplina dell’istituto» in La giustizia penale, LXXXVI, 1981.

Ferrari Bravo L., «Problemi tecnici dell’adesione delle Comunità europee alla Con-venzione europea dei diritti dell’uomo» in Rivista di diritto europeo, XVIII, 1978.

— «Tecniche giuridiche dell’adesione» in Casadio F.A. e Bellando A. (a curadi), Europa e diritti umani, Torino, EDA, 1981.

Giardina A., «La tutela dei diritti dell’uomo nell’Europa comunitaria» in De-mocrazia e Diritto, XX, 1980.

Kojanec G., «The European Social Charter: an International Legal System ofGuarantees of Economie and Social Rights» in AA.VV., Studi di diritto eu-ropeo in onore di Riccardo Monaco, Milano, Giuffrè, 1977.

Luzzatto R., «La Corte europea dei diritti dell’uomo e la riparazione delleviolazioni della Convenzione» in AA.VV., Studi in onore di Manlio Udina,Milano, Giuffrè, 1975.

Marzaduri E., «Sui contenuti del diritto dí difesa nella Convenzione europeadei diritti dell’uomo» in Foro Italiano, 5-IV, CIX, 1984.

Mengozzi P., «Le contr8le du respect des droits de l’homme de la Conven-tion européenne par rapport au système de mise en oeuvre interaméri-can» in Rivista di diritto europeo, 1, XIX, 1979.

— «La nozione di ordine pubblico nel diritto comunitario e nel sistema dellaConvenzione di Roma» in Casadio F.A. e Bellando A. (a cura di), Europa ediritti umani, Torino, EDA, 1981.

Morviducci C., «Introduzione a “I diritti dell’uomo nell’ordinamento comu-nitario”» in Vitta E. e Grementieri V. (a cura di), Codice degli atti internazio-nali sui diritti dell’uomo, Milano, Giuffrè, 1981.

Nascimbene B., «Le disposizioni materiali della Convenzione europea dei di-ritti dell’uomo e la loro applicabilità nel quadro comunitario» in Comunica-

Page 423: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

3.8.2. Scritti relativi alla Convenzione europea dei diritti dell’uomo 413

zioni e Studi dell’Istituto di diritto internazionale dell’Università di Milano, XVI,1980, e in Gasalo F.A. e Bellando A. (a cura di), Europa e diritti umani,Torino, EDA, 1981.

Nocerino Grisotti A., «Valore ed efficacia della Convenzione dei diritti del-l’uomo nell’ordinamento italiano» in Biscottini G. (a cura di), La Conven-zione europea dei diritti dell’uomo nell’applicazione giurisprudenziale in Italia, Mila-no, Giuffrè, 1981.

Pajardi G., «Osservazioni generali sulla Convenzione europea dei diritti del-l’uomo, con considerazioni finali relative alla sua applicazione da partedella giurisprudenza italiana in materia penale» in Biscottini G., (a curadi), La Convenzione europea dei diritti dell’uomo nell’applicazione giurisprudenzialein Italia, Milano, Giuffrè, 1981.

Paladin L., «Il divieto di discriminazione e la Convenzione europea dei dirittidell’uomo» in Rivista di diritto internazionale, 3, LVII, 1974.

Palmieri G.M., «La sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo nelcaso Artico» in Rivista di diritto europeo, 4, XX, 1980.

— «L’esperienza italiana in tema di ricorsi individuali alla Commissione eu-ropea dei diritti dell’uomo» in Rivista di diritto internazionale, 1, LXIII, 1980.

— «L’abuso del diritto di ricorso individuale dinanzi alla Commissione eu-ropea dei diritti dell’uomo» in AA.VV., Studi in onore di Giuseppe Sperduti,Milano, Giuffrè, 1984.

Panzera A.F., «Il potere della Corte europea dei diritti dell’uomo di accordareun’ “equa” riparazione alla parte lesa» in Rivista di diritto europeo, 4, XIV,1974 e in AA.VV., Les clauses facultatives de la Convention européenne des droitsde l’homme, Bari, Levante, 1974.

Pisani M., «La carcerazione provvisoria e il Consiglio d’Europa» in L’indicepenale, XV, 1981.

— «Una Convenzione internazionale, trent’anni dopo» in L’indice penale, XV,1981.

Pittaro P., «L’ordinamento italiano e la Convenzione Europea dei Diritti del-l’Uomo» in Giurisprudenza italiana, 10, IV, CXXXIX, 1987.

Pizzorusso A., «La tutela delle minoranze linguistiche in Italia: il caso sud-tirolese» in Le regioni, VI, 1978.

Pocar F., «La trattazione dei ricorsi ricevibili davanti alla Commissione eu-ropea dei diritti dell’uomo» in Rivista di diritto internazionale 2, LV, 1972.

— «Uguaglianza delle armi e processo equo» in Studi Parmensi, XVIII, 1977.

Rottola A., «La competenza della Corte europea dei diritti dell’uomo a riesa-minare la questione di ricevibilità dei ricorsi individuali decisa dalla Com-missione» in AA.VV., Les clauses facultatives de la Convention européenne desdroits de l’homme, Bari, Levante, 1974.

Page 424: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

414 Appendice bibliografica

— «Il problema della tutela dei diritti fondamentali nell’ambito dell’ordina-mento comunitario» in Rivista di diritto europeo, 2, XVIII, 1978.

Sapienza R., «La libertà d’espressione nella Convenzione europea dei dirittidell’uomo: il caso “Sunday Times”» ín Rivista di diritto internazionale, 1,LXIV, 1981.

— «Espropriazione dei beni e indennizzo nel sistema della Convenzione eu-ropea dei diritti dell’uomo: le sentenze nei casi James e Lithgow» in Rivista didiritto internazionale, 2, LXX, 1987.

— «Sull’ammissibilità di riserve all’accettazione della competenza della Com-missione Europea dei Diritti dell’Uomo» in Rivista di diritto internazionale,LXX, 1987.

SaulIe M.R., «Tutela giudiziaria deI coniuge e diritti umani davanti alla Corteeuropea» in Rivista di diritto europeo, 2, XXI, 1981.

Spatafora E., «La regola del previo esaurimento dei ricorsi interni nella giuri-sprudenza della Commissione europea dei diritti dell’uomo» in Rivista didiritto europeo, 2, XI, 1971.

— «Sul Protocollo alla Convenzione Europea per la salvaguardia dei dirittidell’uomo relativo all’abolizione della pena di morte» in Rivista di dirittointernazionale, 4, LXVI, 1983.

Sperduti G., «Caratteri del sistema europeo di protezione dei diritti dell’uomo»in Rivista di diritto internazionale, 3, LVII, 1974.

— «Sulla presentazione di ricorsi individuali davanti alla Commissione europeadei diritti dell’uomo» in Rivista di diritto internazionale, 3, LVII, 1974.

— «Osservazioni sul sistema europeo di protezione dei diritti dell’uomo» inAA.VV., Studi in onore di Giuseppe Chiarelli, Milano, Giuffrè, 1974.

— «Osservazioni sui ricorsi individuali alla Commissione europea dei dirittidell’uomo» in Comunicazioni e Studi dell’Istituto di diritto internazionale del-l’Università di Milano, XIV, 1975.

— «Una sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo’ sulle consultazionigoverno-sindacati» in Massimario di Giurisprudenza del Lavoro, XLXIII,1975.

— «De la notion de “delai raisonnable” qualifiant la durée de la détention préventiveselon l’art. 5.3 de la Convention Européenne des droits de l’homme» in Revuedes droits de l’homme, 4, VIII, 1975.

— «Disciplinary Proceedings and Judicial Review in the Light of Art. 6 of theEuropean Convention on Human Rights» in Italian Yearbook of InternationalLaw, V, 1980-81.

Starace V., «La juridiction “obligatoire” de la Cour européenne des droits del’homme» in AA.VV., Les clauses facultatives de la Convention européenne desdroits de l’homme, Bari, Levante, 1974.

Page 425: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

3.8.3. Diritto penale internazionale 415

— «La giurisdizione “obbligatoria” della Corte europea dei diritti dell’uomo»in Comunicazioni e Studi dell’Istituto di diritto internazionale dell’Università diMilano, XIV, 1975.

— «Italian Acceptance of the Optional Clauses of the European Conventionon Human Rights» in Italian Yearbook of International Law, I, 1975.

— «Possibili modifiche all’accettazione italiana delle clausole facoltative dellaConvenzione europea dei diritti dell’uomo» in Rivista di diritto internazio-nale, 3-4, LVIII, 1975.

Tanca A., «Costituzione Italiana, diritti inviolabili e carcerazione preventiva»in Rivista trimestrale di diritto pubblico, 4, XXXIV, 1984.

Ubertazzi G.M., «Divieto di discriminazione e parità delle armi nel processocivile» in Rivista trimestrale di diritto e procedura civile, XXXI, 1977, e in Temi,XXXII (n.s.), 1977.

— «Divieto di discriminazione e uguaglianza delle armi nel processo civile, se-condo Ia Commissione dei diritti dell’uomo» in Studi Parmensi, XVIII, 1977.

— «Processo equo, termini contrattuali e diritti dell’uomo» in Foro Padano,XXXII, 1977.

— «Nuove frontiere delle regole dell’equo processo?» in Rivista internazionaledei diritti dell’uomo, I, 1988.

Villani U., «L’obbligo degli Stati di non ostacolare l’esercizio effettivo del di-ritto di ricorso individuale» ín AA.VV., Les clauses facultatives de la Con-vention européenne des droits de l’homme, Bari, Levante, 1974.

— «Le “misure di applicazione” nella Convenzione internazionale sullaeliminazione di ogni forma di discriminazione razziale» in La comunitàinternazionale, 3, XXXII, 1977.

Vinci E., «L’attività del Parlamento europeo» in Casadio F.A. e Bellando A.(a cura di), Europa e diritti umani, Torino, EDA, 1981.

Vitta E., «Processo civile e diritti dell’uomo» in Rivista trimestrale di diritto eprocedura civile, XXXI, 1977.

Zanghi C., «Osservazioni sulla composizione della Commissione europea deidiritti dell’uomo» in Rivista di diritto europeo, 4, XIV, 1974.

— «La déclaration de la Turquie relative à l’art. 25 de la Convention Euro-péenne des droits de l’homme» in Revue générale de droit international public,XCIII, 1989.

3.8.3. Diritto penale internazionale

Abbatescianni G., «La prescrizione dei crimini nazisti e la Convenzione eu-ropea del 25 gennaio 1964» in La comunità internazionale, 1, XXXV, 1980.

Page 426: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

416 Appendice bibliografica

Albisinni F., «Il nuovo trattato di estradizione tra la Repubblica Italiana e gliStati Uniti d’America» in Temi Romana, XXIV, 1975.

Andreani L., «Recenti sviluppi normativi internazionali nella repressione diatti illeciti diretti contro la sicurezza dell’aviazione civile» in Il diritto ma-rittimo, LXXII, 1972.

Baldassini-Faini G., «Pirateria aerea» in Temi, XLVI, 1970.

Barsotti R., «Introduzione a “Genocidio”» in Vitta E. e Grementieri V. (a cu-ra di), Codice degli atti internazionali sui diritti dell’uomo, Milano, Giuffrè, 1981.

Benvenuti P., «Sui limiti internazionali alla giurisdizione penale» in Rivista didiritto internazionale, 2, LVII, 1974.

Bonanate L., «Il terrorismo internazionale: realtà e miti di un fenomeno a píùvarianti» in Politica internazionale, 11-12, IX, 1981.

Cabiaia E., «La repressione della tratta degli esseri umani e dellosfruttamento della prostituzione nella Convenzione di New York» in Lenuove leggi civili commentate, 4, 1981.

Carbone S.M., «Repressione della c.d. pirateria aerea nei rapporti internazio-nali» in Rivista di diritto internazionale privato e processuale, VII, 1971.

Cassese A., «The Non-Extradition of Aliens for Political Offences in theItalian Constitution» in Italian Y earbook of International Law, I, 1975.

— «I reati politici degli stranieri in cerca di una definizione» in Politica deldiritto, VI, 1975.

Crivellaro A., «Ancora sulla cosiddetta pirateria aerea: il testo definitivo dellaconvenzione dell’Aia» in Giurisprudenza italiana, CXXIV , IV, 1972.

Damiano P., «Linee di sviluppo della criminalità aerea e motivo politico,sotto il profilo della tutela internazionale» in Diritto aereo, XIII, 1974.

Francioni F., «Estradizione consensuale e concorso di richieste diestradizione» in Rivista di diritto internazionale, 1, LITI, 1970.

Kojanec G., «II dirottamento di aeromobili nella recente disciplina interna-zionale» in La comunità internazionale, 2, XXVI, 1971.

Mercaduri E., «Estradizione e pena di morte» in Giurisprudenza costituzionale,XXIV, 1979.

Panzera A.F., Attività terroristiche e diritto internazionale, Napoli, Jovene, 1978.

— «La convenzione sulla prevenzione e la repressione di reati contropersone che godono di protezione internazionale» in Rivista di dirittointernazionale, 1, LVIII, 1975.

— «Terrorismo postale e diritto internazionale» in Rivista di diritto internazio-nale, 3-4, LVIII, 1975.

Pisani M., «Delitto politico, estradizione, diritto d’asilo» in Diritto internazio-nale, 1, XXIV, 1970.

Page 427: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

3.9.2. Cooperazione economica e sociale 417

Pisapia G.D., «Estradizione e genocidio» in AA.VV., Studi in onore di GiuseppeGrosso, Torino, Giappichelli, 1971.

Raffa F., «La convenzione europea di estradizione: rassegna di giurispruden-za» in L’indice penale, XIII, 1979.

Rinaldi-Baccelli G., «Pirateria aerea: realtà effettiva e disciplina giuridica» inDiritto aereo, IX, 1970.

— «La repressione penale degli attentati contro Ia sicurezza dell’aviazione ci-vile» in Temi Romana, XXIII, 1974.

Romanelli G., «Sulla c.d. pirateria aerea» in Diritto aereo, IX, 1970.

Ronzitti N., «La Convenzione europea sull’imprescrittibilità dei criminicontro l’umanità e dei crimini di guerra» in Rivista di diritto internazionaleprivato e processuale, XII, 1976.

— «Genocidio» in Enciclopedia del diritto, vol. XVIII, Milano, Giuffrè, 1968.

— «La punizione dei criminali internazionali: considerazioni sullo statoattuale del diritto internazionale» in Università di Pisa, Annali della Facoltà diScienze politiche, 1973.

Treves T., «Appunti in materia di dirottamenti aerei e diritto internazionalegenerale» in Il diritto marittimo, LXXVII, 1975 e in AA.VV., Studi in onore diManlio U dina, Milano, Giuffrè, 1975.

— La giurisdizione nel diritto penale internazionale, Padova, CEDAM, 1973.

Vigna P.L., «I cosiddetti reati terroristici e l’estradizione» in Critica giudiziaria,1978.

3.9.1. Cooperazione politica

Calamia A.M., Mengozzi P. e Ronzitti N., I rapporti di vicinato tra Italia e Jugo-slavia, Milano, Giuffrè, 1984.

Panebianco M., «Regolamenti comunitari di cooperazione politica per ilmantenimento della pace e della sicurezza internazionale nel conflittoFalkland/Malvinas» in Rivista di diritto europeo, 4, XXIII, 1983.

3.9.2. Cooperazione economica e sociale

Adinolfi A., «La nuova normativa sul collocamento dei lavoratori stranieri»in Rivista di diritto internazionale, 1, LXX, 1987.

Angiello A., «Considerazioni generali in tema di trasferimento di tecnologiacon particolare riguardo alle legislazioni dell’America Latina» in Giurispru-denza Italiana, 12-VI, CXXXIV, 1982.

Page 428: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

418 Appendice bibliografica

Bortone E., «Evoluzione della disciplina GATT con particolare riferimentoall’Uruguay Round» in Diritto comunitario e degli scambi internazionali,XXVI, 1987.

Carbone S.M., «Trasferimento di tecnologia nucleare, disciplina delle salva-guardie e sviluppo economico: loro contraddizione o coerenza?» in Dirittocomunitario e degli scambi internazionali, 1-2, XXII, 1983.

Draetta U., «Le lettere di patronage nella prassi del commercio internazionale»in Diritto comunitario e degli scambi internazionali, 1-2, XXIV, 1985.

Francioni F., «Il Controllo internazionale dell’impresa multinazionale: una al-ternativa ai codici di condotta» in AA.VV., Scritti in onore di Lelio Basso,Milano, F. Angeli, 1979.

Giardina A., «Vers un nouvel ordre économique international» in AA.VV.,Scritti in onore di Lelio Basso, Milano, F. Angeli, 1979.

— «L’execution des sentences du Centre International pour le règlement desdifférends relatifs aux investissements» in Revue critique de Droit interna-tional privé, 2, 1982.

Giuliano M., Cooperazione allo sviluppo e diritto internazionale, Milano, Giuffrè,1985.

Mancini A., «La “Carta” dei diritti e doveri economici degli Stati» in La co-munità internazionale, 4, XXVIII, 1973.

Marchisio S., Il finanziamento multibilaterale. La terza via della cooperazione allosviluppo, Milano, F. Angeli, 1986.

Napoletano G., «Il progetto di una nuova Convenzione sulla legge applicabilealla compravendita internazionale di merci» in Diritto comunitario e degliscambi internazionali, 1-2, XXIV, 1985.

Orefice M., «Alle soglie di una nuova era? Analisi del sistema commerciale at-tuale» in Diritto comunitario e degli scambi internazionali, XXVI, 1987.

Paone P., «La grande paura dell’Occidente» in Democrazia e diritto, 4, XIII,1973.

Papisca A., «Dumping e antidurnping neI diritto internazionale» in Diritto in-ternazionale, 1, XXIV, 1970.

Pocar F., «L’integrazione regionale europea e il nuovo ordine economico in-ternazionale» in Archivio Storico Italiano, 1, IX, 1981.

Politi M., «Disciplina internazionale» ín Legislazione economica, III, Milano,Giuffrè, 1980.

Radicati di Brozolo L., «Some Legal Aspects of the European Monetary Sy-stem» in Rivista di diritto internazionale, 2-4, LXIII, 1980.

Salerno F., La regolamentazione internazionale dei rapporti di lavoro con impresemultinazionali, Milano, Giuffrè, 1986.

Page 429: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

3.9.3. Cooperazione in campo giudiziario, civile e penale 419

Schiavone G., «The Most-Favored-Nation Clause and East-West Trade: Li-mitations and Prospects» in La comunità internazionale, 4, XXIX, 1974.

Treves T., «La crisi monetaria del 1971 e il diritto internazionale» in Rivistatrimestrale di diritto pubblico, 4, XXII, 1972.

— «Les unités de compte dans les conventions et organisations internationales»in Annuaire frawais de droit international, XX, 1974.

— «La diffusion des clauses en droits de tirage spéciaux dans les traités inter-nationaux» in Annuaire franpais de droit international, XXIII, 1977.

— «Banca dei regolamenti internazionali» in Novissimo Digesto Italiano, Torino,UTET, 1980.

Triggiani E., Il trattamento della nazione più favorita, Napoli, Jovene, 1984.

3.9.3. Cooperazione in campo giudiziario, civile e penale

Giardina A., «La mise en oeuvre au niveau national des arréts et des décisionsinternationaux» in Recueil des cours de l’ Acadérnie de Droit international dela Haye, CLXV, 1979.

Monaco R., «The Scientific Activity of UNIDROIT» in Revue de Droit Uni-forme, I, 1976.

Mosconi F. e Pisani M., «Le convenzioni di estradizione e di assistenza giudi-ziaria. Linee di sviluppo e prospettive di aggiornamento» in AA.VV., Giu-stizia penale e problemi internazionali, Studi, Milano, Giuffrè, 1984.

— Codice delle leggi di estradizione e assistenza giudiziaria penale degli Stati membridelle Comunità Europee, Milano, Giuffrè, 1983.

Padelletti M.L., «Esecuzione della Convenzione per la sorveglianza delle per-sone condannate o liberate sotto condizione» in Rivista di diritto internazio-nale, 1, LXVI, 1983.

Pisani M., «L’estradizione nei rapporti Italo-Jugoslavi» in Rivista di diritto in-ternazionale, 4, LXVI, 1983.

Politi M., «La Convenzione dell’Aia del 1965 sulle notificazioni civili all’esteroe le notifiche a cura dei consoli italiani» in Rivista di diritto internazionale, 2-3, LXVI, 1983.

Turone G., «L’estradizione e l’assistenza giudiziaria nei rapporti Italia-StatiUniti d’America» in AA.VV., Giustizia penale e problemi internazionali, Studi, Milano,Giuffrè, 1986.

Vassalli di Dachenhausen T., «The Convention of 27 September 1968 onJurisdiction and the Enforcement of Judgments in Civil and CommercialMatters in Italian Case-Law» in Rivista di diritto europeo, 4, XXII, 1982.

Page 430: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

420 Appendice bibliografica

3.9.4. Cooperazione in altri settori

Caggiano G.D., «Le condizioni giuridiche per la circolazione delletrasmissioni televisive in Europa» in La comunità internazionale, XLIII,1988.

Carbone S., «Controllo dello Stato esportatore sulle tecnologie nucleari e di-ritto allo sviluppo economico dello Stato importatore» in AA.VV., Studiin onore di Giuseppe Sperduti, Milano, Giuffrè, 1984.

Condorelli L., «The New International Information Order and the Law ofNations: Prospects and Problems» in Italian Yearbook of International Law,V, 1980-81.

Consigliere P., «Una proposta per i satelliti radiotelevisivi di diffusionediretta» in Annali di diritto comparato e studi legislativi, LV, 1982.

Frosini V., «Il diritto dell’informatica negli anni ottanta» in Rivista trimestrale didiritto pubblico, 2, XXXIV, 1984.

Orsello G.P., Il sistema radiotelevisivo nell’ordinamento internazionale, Milano,Giuffrè, 1984.

Presutti F., «Diffusione diretta internazionale da satellite e consenso preven-tivo degli Stati destinatari» in Rivista di diritto internazionale, 1, LXX, 1987.

Sapienza R., «The International Protection of Journalists» in Italian Yearbookof International Law, V, 1980-81.

3.10.1. Tutela degli investimenti all’estero

Beghè Loreti A., «L’elaborazione di un codice di condotta delle societàmultinazionali ad opera delle Nazioni Unite» in Diritto comunitario e degliscambi internazionali, XVIII, 1979.

Cansacchi G., «Gli Stati e le imprese multinazionali» in AA.VV., Studi in onoredi Manlio Udina, Milano, Giuffrè, 1975.

— «La “proprietà” internazionale» in Rivista di diritto internazionale, 4, LXVI,1983.

Capelli F., «Le nazionalizzazioni nel mercato comune» in Diritto comunitario edegli scambi internazionali, 3-4, XXII, 1983.

Carbone S.M. e Verrucoli P., «La disciplina italiana relativa alla protezionedegli investimenti» in Rivista di diritto internazionale privato e processuale, XIV,1978.

Cassoni G., «La nazionalizzazione dell’Irak Petroleum Company: possibili ef-fetti nell’ordinamento internazionale e nell’ordinamento italiano» inDiritto internazionale, XXV, 1971.

Page 431: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

3.10.1. Tutela degli investimenti all'estero 421

Costantino B., «State Participation in Oil-Concessions: a New Kind of Ta-king of Foreign Property?» in Italian Yearbook of International Law, I, 1975.

Francioni F., «Petrolio libico, giudice italiano e diritto internazionale» in Ri-vista di diritto internazionale privato e processuale, X, 1974.

— «International Codes of Conduct for Multinational Enterprises: an Alter-native Approach» in Italian Yearbook of International Law, III, 1977.

Frigo M., «Nazionalizzazioni e diritto internazionale» in Economia pubblica,VIII, 1978.

Gianelli A., «La protezione diplomatica di società dopo la sentenza concer-nente la Barcelona Traction» in Rivista di diritto internazionale, 3, LXIX,1986.

Giardina A., «La legittimità internazionale dell’indennizzo in caso di naziona-lizzazioni» in Democrazia e diritto, 1-2, 1971.

— «State Contracts: National Versus International Law?» in Italian Yearbookof International Law, V, 1980-81.

Grisoli A. «Problemi inerenti alla disciplina giuridica delle società multinazio-nali» in AA.VV., Studi in onore di Manlio Udina, Milano, Giuffrè, 1975.

— (a cura di), Le imprese multinazionali e l’Europa, Padova, CEDAM, 1978.

Guarino C., «Stato e società sovranazionali (con qualche osservazione sueconomia, diritto ideologie)» in AA.VV., Studi in onore di Giuseppe Chiarelli,Milano, Giuffrè, 1974.

Kojanec G., Investimenti all’estero. Regime giuridico e garanzie internazionali, Pa-dova, CEDAM, 1970.

Lattanzi F., «Convenzione di Washington sulle controversie relative ad inve-stimenti ed invalidità delle sentenze arbitrali» in Rivista di diritto interna-zionale, LXX, 1987.

Merciai P., «Multinational Entreprises, International Transfer of Technologyand Unilateral Export Controls. Reflection on the Euro-Siberian Gas Pi-peline Dispute» in Diritto comunitario e degli scambi internazionali, 3-4, XXII,1983.

Nelli Feroci F., «Società multinazionali: verso un codice di condotta» in Lacomunità internazionale, 3, XXXIII, 1978.

Sacerdoti G., I contratti tra Stati e stranieri nel diritto internazionale, Milano,Giuffrè, 1972.

— «Le imprese multinazionali in un mondo di Stati: aspetti giuridico-economici e problemi di politica legislativa» in La comunità internazionale, 1,XXIX, 1974.

— «La Convenzione di Washington del 1965: bilancio di un ventennio del-l’ICSID» in Rivista di diritto internazionale privato e processuale, XXIII, 1987.

Page 432: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

422 Appendice bibliografica

Santarnaria A., «Imprese multinazionali e Comunità Economica Europea» inRivista di diritto internazionale, 2, LVIII, 1975.

Sperduti G., «Azioni giudiziarie in uno Stato per nazionalizzazioni e espro-priazioni operate in un altro Stato» in Rivista di diritto internazionale, 2,LVI, 1973.

— «Espropriazioni e nazionalizzazioni straniere» in Massimario di giuri-sprudenza del lavoro, XLVII, 1974.

— «Le società multinazionali e le Nazioni Unite» in Massimario di giurispru-denza del lavoro, LVIII, 1975.

Tanzi A., «La legislazione sugli indennizzi per danni arrecati a cittadini ita-liani all’estero» in Rivista di diritto internazionale, LXVI, 1983.

Tesauro G., Nazionalizzazioni e diritto internazionale, Napoli, ESI, 1976.

Tosato G.L., «Un recente dibattito in tema di nazionalizzazioni ed espropria-zioni di beni stranieri nel diritto internazionale pubblico» in Rivista di dirittointernazionale, 4, LVI, 1973.

— «Nazionalizzazioni in Etiopia» in Rivista di diritto internazionale, 3-4, LVIII,1975.

— «Some Considerations on the Legal Structure of Public and Private Multi-national Enterprises» in Italian Yearbook of International Lati), II, 1976.

Voci P., «Un nuovo organismo della Banca mondiale: l’agenzia multilateraleper la garanzia degli investimenti» in Tribunale amministrativo regionale, XIV,1988.

3.11.1. Responsabilità internazionale

Alaimo M.L., «La questione dell’Afghanistan alle Nazioni Unite e il problemadel consenso nell’illecito internazionale» in Rivista di diritto internazionale, 2,LXIV, 1981.

Cafari Panico R., «The International Responsability of the Host State for Da-mages to United Nations Agents» in Il Politico, 1, XLI, 1976.

Cansacchi G., «Illecito internazionale per inquinamento» in AA.VV., Studi inonore di Giorgio Balladore Pallieri, Milano, Vita e Pensiero, 1978.

Carella G., «I punitive damages e Ia riparazione del danno morale in dirittointernazionale» in Rivista di diritto internazionale, 4, LXVII, 1984.

De Bellis S., «La caduta del satellite COSMOS 954 e la responsabilità delloStato di lancio» in Rivista di diritto internazionale, 4, LXIV, 1981.

De Sena P., «Condotta di singoli organi e condotta dall’apparato statale in temadi colpa nell’illecito internazionale» in Rivista di diritto internazionale, LXXI,1978.

Page 433: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

3.12.1. Soluzione delle controversie 423

Francioni F., Imprese multinazionali, protezione diplomatica e responsabilità in-ternazionale, Milano, Giuffrè, 1979.

Lamberti Zanardi P.L., «Necessità (diritto internazionale)» in Enciclopedia deldiritto, vol. XXVII, Milano, Giuffrè, 1977.

Pillittu P.A., Lo stato di necessità nel diritto internazionale, Perugia, Libreria Editri-ce Universitaria, 1981.

Spinedi M., «Les crimes internationaux de l’État dans les travaux de codifica-tion de la responsabilité des États entrepris par les Nations Unies» inEUI Working Paper, 88, San Domenico di Fiesole, 1984.

Treves T., «Responsabilité des États et responsabilité des particuliers dans lenouveau droit de la mer» in Revue franais des relations internationales, 5-6,1975-76.

3.12.1. Soluzione delle controversie

Ago R., «Eccezioni “non esclusivamente preliminari”» in Comunicazioni e Studidell’Istituto di diritto internazionale dell’Università di Milano, XIV, 1975.

Barile G., «Sulle misure cautelari nell’affare degli esperimenti nucleari» in Ri-vista di diritto internazionale, 1, LVII, 1974.

Cafari Panico R., «L’inchiesta internazionale come strumento di soluzionepacifica delle controversie fra gli Stati» in Diritto internazionale, XXV, 1971.

— «In tema di procedure internazionali d’inchiesta» in il Politico, 3, XL, 1975.

Cansacchi G., «Identità e non continuità fra la Corte Permanente di Giustiziainternazionale e la Corte Internazionale di Giustizia» in Comunicazioni eStudi dell’Istituto di diritto internazionale dell’Università di Milano, XIV, 1975.

Capotorti F., «Sugli aspetti quasi arbitrali di talune forme di conciliazione» inComunicazioni e Studi dell’Istituto di diritto internazionale dell’Università diMilano, XIV, 1975.

Carbonelli M., «Controversie internazionali» in Scienze politiche. 2. Relazioniinternazionali, Enciclopedia Feltrinelli Fischer, Milano, Feltrinellí, 1973.

Cassese A., «La ricusazione dei giudici internazionali» in AA.VV., Studi perErmanno Graziani, Pisa, Pacini, 1973.

— «The Concept of “Legal Dispute” in the Jurisprudence of the Internatio-nal Court» in Comunicazioni e Studi dell’Istituto di diritto internazionale dell’U-niversità di Milano, XIV, 1975.

Cassoni G., «Lo “jus gentium” come metodo per la disciplina del contrattointernazionale e dell’arbitrato commerciale internazionale» in Diritto co-munitario e degli scambi internazionali, 2-3, XXV, 1986.

Page 434: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

424 Appendice bibliografica

Cellemare G., «Intervento in causa davanti alla Corte Internazionale di Giu-stizia e lien juridictionnel tra interveniente e parti originarie del processo»in Rivista di diritto internazionale, 2-3, LXVI, 1983.

Conforti B. «La nozione di “Domestic Jurisdiction” nelle riserve all’accetta-zione della competenza della Corte Internazionale di Giustizia» in Comu-nicazioni e Studi dell’Istituto di diritto internazionale dell’Università di Milano,XIV, 1975.

— «Observations on the Advisory Function of the International Court ofJustice» in Cassese A. (a cura di), UN Law – Fundamental Rights, Alphenaan den Rijn, Sijthoff en Nordhoff, 1979.

Costantino B., «Il giudice “ad hoc” nell’attività consultiva della Corte inter-nazionale di giustizia» in Comunicazioni e Studi dell’Istituto di diritto inter-nazionale dell’Università di Milano, XIV, 1975.

Decleva M., «Opinioni dissenzienti e principio della pubblicitànell’ordinamento della Corte Internazionale dell’Aja» in Comunicazioni eStudi dell’Istituto di diritto internazionale dell’Università di Milano, XIV, 1975.

— «Sulla natura delle sezioni della Corte Internazionale dell’Aja» in AA.VV.,Studi in onore di Manlio Udina, Milano, Giuffrè, 1975.

Del Vecchio A., Le parti nel processo internazionale, Milano, Giuffrè, 1975.

Di Blase A., «Gli “ammodernamenti” alla disciplina italiana dell’arbitrato e leconvenzioni internazionali» in Rivista di diritto internazionale, 4, LXVI,1983.

Ferrante M., «Su alcuni aspetti della Convenzione dí Washington per la riso-luzione di controversie tra Stati e soggetti appartenenti ad altri Stati, inmateria di investimenti» in Rassegna dell’arbitrato, X, 1970.

Gaja G., «Considerazioni sugli effetti delle sentenze di merito della Corte In-ternazionale dí Giustizia» in Comunicazioni e Studi dell’Istituto di diritto in-ternazionale dell’Università di Milano, XIV, 1975.

Giardina A., «“Arrangements Amiables” ed estinzioni del processo di frontealla Corte Internazionale di Giustizia» in Comunicazioni e Studi dell’Istituto didiritto internazionale dell’Università di Milano, XIV, 1975.

Giuliano M., «Considerazioni sulla “via diplomatica” per la soluzione pacifi-ca di controversie tra Stati» in Comunicazioni e Studi dell’Istituto di diritto in-ternazionale dell’Università di Milano, XIV, 1975.

Morelli G., La sentenza internazionale, Padova, CEDAM, 1931.

— «Questioni preliminari nel processo internazionale» in Rivista di diritto in-ternazionale, 1, LIV, 1971.

— «Controversia internazionale interpretativa» in AA.VV., Studi in onore diFrancesco Santoro-Passarelli, Napoli, Jovene, 1972.

Page 435: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

3.12.1. Soluzione delle controversie 425

— Nuovi studi sul processo internazionale, Milano, Giuffrè, 1972.

— «Controversia internazionale, questione, processo» in Rivista di diritto in-ternazionale, 1, LX, 1977.

— «Note sull’intervento nel processo internazionale» in Rivista di diritto in-ternazionale, 4, LXV, 1982.

— «Accettazione incondizionata della giurisdizione della Corte Internaziona-le di Giustizia» in Rivista di diritto internazionale, 1, LXVI, 1983.

— «Sul controllo della C.I.G. circa l’ammissibilità dell’intervento in causa» inRivista di diritto internazionale, 1, LXVII, 1984.

— «Su un preteso trasferimento alla Corte Internazionale di Giustizia dellagiurisdizione della Corte Permanente» in Rivista di diritto internazionale, 1,LXVIII, 1985.

Panzera A.F., «L’equità nelle sentenze internazionali» in Le Corti di Bari, Leccee Potenza, XLI, 1973.

Radicati di Brozolo L., «Sulle questioni preliminari nella procedura consultivadavanti alla Corte internazionale di giustizia». in Rivista di diritto interna-zionale, 4, LIX, 1976.

— «La soluzione delle controversie tra Stati e stranieri mediante accordo in-ternazionale: gli accordi tra Stati Uniti e Iran» in Rivista di diritto interna-zionale, 2, LXV, 1982.

Rubino Sammartano M., «International and Foreign Arbitration» in Journal ofInternational Arbitration, V, 1988.

Saulle M.R., «Procedimento giudiziario e procedimento arbitrale nella Con-venzione europea per il regolamento pacifico delle controversieinternazionali» in Comunicazioni e Studi dell’Istituto di diritto internazionaledell’Università di Milano, XIV, 1975.

Scerni M., «Considerazioni sulla crisi della Corte internazionale di Giustizia»in Comunicazioni e Studi dell’Istituto di diritto internazionale dell’Università diMilano, XIV, 1975.

Sperduti G., «La recevabilité des exceptions préliminaires de fond dans leprocès international» in Rivista di diritto internazionale, 3, LIII, 1970.

— «Le eccezioni tratte dalla nozione di dominio riservato quali eccezionipreliminari di merito» in Rivista di diritto internazionale, 3, LVII, 1974.

— «Ancora sulle eccezioni preliminari di merito» in Rivista di diritto interna-zionale, 3-4, LVIII, 1975.

— «Le eccezioni tratte dalla nozione di dominio riservato quali eccezionipreliminari di merito» in AA.VV., Studi in onore di Manlio Udina, Milano,Giuffrè, 1975.

— «In margine alla sentenza 21 marzo 1984 della Corte Internazionale diGiustizia» in Rivista di diritto internazionale, 3, LXVII, 1984.

Page 436: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

426 Appendice bibliografica

— «La sauvegarde des droits de l’État tiers dans le procès devant la CourInternational de Justice» in Rivista di diritto internazionale, LXXI, 1988.

Starace V., La competenza della Corte internazionale di giustizia in materia con-tenziosa, Napoli, Jovene, 1970.

— «Giurisdizione internazionale» ín Enciclopedia del diritto, vol. XIX, Milano,Giuffrè, 1970.

— «La Francia e la Corte internazionale di giustizia» in Rivista di diritto inter-nazionale, 4, LVII, 1974.

— «Corte internazionale di giustizia» in Novissimo Digesto Italiano, Appendice,Torino, UTET, 1981.

Tanzi A., «Diritto di veto ed esecuzione della sentenza della Corte Interna-zionale di Giustizia tra Nicaragua e Stati Uniti» in Rivista di dirittointernazionale, 2, LXX, 1987.

Tesauro G., «Le misure cautelari della Corte Internazionale di Giustizia» inComunicazioni e Studi dell’Istituto di diritto internazionale dell’Università diMilano, XIV, 1975.

Toriello P., «The Additional Facilíty of the International Centre for Settle-ment of Investment Disputes» in Italian Yearbook of International Law, IV,1978-79.

Villani U., «I poteri del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite in materiadi esecuzione delle sentenze della Corte Internazionale di giustizia» in Lacomunità internazionale, 3-4, XXV, 1970.

— «In tema di indicazione di misure cautelari da parte della Corteinternazionale di giustizia» in Rivista di diritto internazionale, 3, LVII, 1974.

— «Preliminary Objections in the New Rules of the International Court ofJustice» in Italian Yearbok of International Law, I, 1975.

— «Conciliation and Consensus in UNCTAD» in Italian Yearbook of Interna-tional Law, II, 1976.

— «Le misure cautelari nell’affare della piattaforma continentale del mareEgeo» in Rivista di diritto internazionale, 1-2, LX, 1977.

— «A New Conciliation Procedure: The Vienna Convention on the Repre-sentantion of States in Their Relations with International Organizationsof a Universal Character», in Italian Yearbook of International Law, IV,1978-79.

— La conciliazione nelle controversie internazionali, Napoli, Jovene, 1979.

— «Controversie internazionali» in Novissimo Digesto Italiano, Appendice, To-rino, UTET, 1981.

Page 437: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

3.12.3. Guerra e neutralità 427

3.12.2. Mezzi di impiego della forza diversi dalla guerra

Forlati Picchio M.L., La sanzione nel diritto internazionale, Padova, CEDAM, 1974.

Francioni F., «La crisi Stati Uniti-Libia e la risposta militare al terrorismo» inRivista di diritto internazionale, 2-3, LXIX, 1986.

Lamberti Zanardi P.L., La legittima difesa nel diritto internazionale, Milano,Giuffrè, 1972.

Marazzi A., «Aggressione» in Novissimo Digesto Italiano, Appendice, Torino, UTET,1980.

Messineo A., «La difficile definizione dell’aggressore» in Civiltà cattolica, 2,CXXI, 1970.

— «L’interdizione dell’uso della forza nelle relazioni internazionali» in Civiltàcattolica, 1, CXXI, 1970.

Paone P., «Sovranità dello Stato e potere internazionale (a proposito dell’at-tuale problematica dell’intervento)» in Democrazia e diritto, 3, XI, 1971.

— «Intervento (diritto internazionale)» in Enciclopedia del diritto, vol. XXII,Milano, Giuffrè, 1972.

— «Intervento» in Scienze politiche. 2. Relazioni internazionali, EnciclopediaFeltrinelli Fischer, Milano, Feltrinelli, 1973.

Panzera A.F., «“Raids” e protezione dei cittadini all’estero» in Rivista di dirittointernazionale, 4, LXI, 1978.

— «A proposito del “raid” statunitense in Iran» in Rivista di diritto internazio-nale, 1, LXIV, 1981.

Ronzitti N., Il ricorso alla forza armata a protezione dei cittadini all’estero e per ragionid’umanità, Pisa, ETS, 1980.

Sciso E., «L’intervento turco a Cipro: aspetti giuridici» in Rivista di diritto in-ternazionale, 1, LX, 1977.

— «Il raid egiziano a Larnaca» in Rivista di diritto internazionale, XXI, 1978.

Zancla P., «Contributo alla teoria dell’intervento» in AA.VV., Studi in onore diManlio Udina, Milano, Giuffrè, 1975.

3.12.3. Guerra e neutralità

Back Impallomeni E., «Le disposizioni a favore dei terzi nel Trattato di pacetra Egitto e Israele» in Rivista di diritto internazionale, 3, LXIV, 1981.

Balladore Panieri G., «La nozione di “guerra” e di “combattente” nei conflit-ti moderni» in Rivista penale, 1, XCIV, 1970

Page 438: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

428 Appendice bibliografica

Barile G., «Obligationes erga omnes e individui nel diritto internazionaleumanitario» in Rivista di diritto internazionale, 1, UNITI, 1985.

Benvenuti P., «Movimenti insurrezionali e Protocolli aggiuntivi alle Conven-zioni di Ginevra del 1949» in Rivista di diritto internazionale, 2, LXIV, 1981.

Bernardini A., «L’aggressione contro il Viet-Nam e il minamento dei portivietnamiti: considerazioni giuridiche» in Democrazia e diritto, 1, XIII, 1973.

Bonagura V., «Profilo dell’adeguamento della legislazione penale militare diguerra italiana alle Convenzioni di Ginevra del 1949» in Rivista penale, 1,XCIC, 1972 e in Atti del convegno di Sanremo su norme umanitarie e istruzionimilitari, Milano, Giuffrè, 1971.

Bosco G., «II Trattato di Tlatelolco per la denuclearizzazione dell’Americalatina» in La comunità internazionale, 1-2, XXIX, 1974.

Cansacchi G., «Nemico (trattamento del)» in Enciclopedia del diritto, vol.XXVIII, Milano, Giuffrè, 1978.

— «Operazioni belliche (diritto internazionale)» in Enciclopedia del diritto, vol.XXX, Milano, Giuffrè, 1980.

Cassese A., «Non-proliferazione nucleare: chiaroscuri di un trattato» inRivista di diritto internazionale, 2, LVII, 1974.

— «Current Trends in the Development of the Law of Armed Conflict» inRivista trimestrale di diritto e procedura civile, XXIV, 1974.

— «Weapons Causing Unnecessary Suffering: Are they Prohibited?» inRivista di diritto internazionale, 1, LVIII, 1975.

— «Means of Warfare: The Present and the Emerging Law». in Rivista didiritto internazionale, 1, LIX, 1976.

— «The Contribution of Italy at the Diplomatic Conference on theDevelopment of Humanitarian Law of Armed Conflict (1974-1977)» inItalian Y earbook of International Law, III, 1977.

— «L’azione dell’Italia per l’evoluzione del diritto internazionale di guerra»in Politica del diritto, IX, 1978.

— «Wars Forbidden and Wars Allowed by the Italian Constitution» inAA.VV., Studi in onore di Giorgio Balladore Pallieri, Milano, Vita e Pensiero,1978.

— «The Tentative Appraisal of the Old and the New Humanitarian Law ofArmed Conflict» in Cassese A. (a cura di), The New Humanitarian Law ofArmed Conflict, Napoli, Editoriale Scientifica, 1979-80.

— «Means of Warfare: the Traditional and the New Law» in Cassese A. (acura di), The New Humanitarian Law of Armed Conflict, Napoli, EditorialeScientifica, 1979-80.

— «Il ruolo dei mercenari nelle guerre moderne» in Politica del diritto, X, 1979.

Page 439: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

3.12.3. Guerra e neutralità 429

— «Mercenaries: Lawful Combatants or War Criminals?» in Zeitschrift fiir au-slandisches òffentliches Recht und Vdlkerrecht, 1, XL, 1980.

— «The Status of Rebels under the 1977 Geneva Protocol on Non-International Armed Conflicts» in International and Comparative Law Quar-terly, , 2, XVX, 1981.

— (a cura di), The New Humanitarian Law of Armed Conflict, Napoli, EditorialeScientifica, 1978.

— (a cura di), The New Humanitarian Law of Armed Conflict, Napoli EditorialeScientifica, 1979-80.

— (a cura di), The Current Legal Regulation of the Use of Force, DordrechtBoston,Lancaster-Nijhoff, 1986.

Cassoni G., «Sul trattamento dei belligeranti legittimi» in Diritto e società, VII,1979.

Cecchini G.L., «Problemi giuridici sollevati dal caso di Grenada» in Rivistatrimestrale di diritto pubblico, 3, XXXIV, 1984.

Cifarelli V., «Fondamento etico-politico delle istruzioni militari a contenutoumanitario» in Atti del convegno di Sanremo su norme umanitarie e istruzionimilitari, Milano, Giuffrè, 1971.

Cortese G., La potenza protettrice nel diritto internazionale, Roma, Bizzarri, 1972.Crivellaro A., «Oil Operations by a Belligerent Occupant: the Israel-Egypt

Dispute» in Italian Yearbook of International Law, III, 1977.Curti Gialdino C., «Guerra (diritto internazionale)» in Enciclopedia del diritto,

vol. XIX, Milano, Giuffrè, 1970.Diana V., «Il diritto della guerra di fronte a figure anomale di combattenti:

l’esercito di guerriglia ed i gruppi di comniandos» in Rassegna della giustiziamilitare, VII, 1981.

Eliantonio E., «Guerra» in Scienze politiche.2. Relazioni internazionali, Enci-clopedia Feltrinelli Fischer, Milano, Feltrinelli, 1973.

Gargiulo P., «Recenti sviluppi del diritto internazionale umanitario:proibizione o limitazione di alcune armi convenzionali» in La Comunitàinternazionale, 1-2, XXXVIII, 1983.

— «Il diritto internazionale ed il problema dei mercenari» in La comunità in-ternazionale, 1, XL, 1985.

Giardina A., «The Egyptian-Israeli Peace Agreements and the Other Interna-tional Obligations of the Parties» in Italian Yearbook of International Law,IV, 1978-79.

Miatello A., «L’interdiction et la limitation de l’emploi des armes dans le jusin bello» in La comunità internazionale, 1, XXXV, 1979.

Miele A., L’estraneità ai conflitti armati secondo il diritto internazionale, Padova,CEDAM, 1970.

Page 440: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

430 Appendice bibliografica

Orecchio O., «L’incorporazione delle norme umanitarie nelle istruzioni mili-tari» in Atti del convegno di Sanremo su norme umanitarie e istruzioni militari,Milano, Giuffrè, 1971.

Parisi N., «La questione della difesa e sicurezza dell’Europa occidentale fraAlleanza atlantica, UEO e Comunità Europee» in Diritto comunitario e degliscambi internazionali, XXVI, 1987.

— «L’osservanza delle Convenzioni» in Rassegna della giustizia militare, VI,1980.

Rauch E., «Il concetto di “necessità militare” nel diritto di guerra» in Rassegnadella giustizia militare, VI, 1980.

Ronzitti N., Le guerre di liberazione e il diritto internazionale, Pisa, Pacini, 1974.

— «War of National Liberation. A Legai Definition» in Italian Yearbook ofInternational Law, I, 1975.

— «Malta’s Permanent Neutrality» in Italian Yearbook of International Law, V,1980-81.

— «Nuovi sviluppi nel campo della neutralità permanente in tempo di pace:la neutralità disarmata ed “attiva” del Costa Rica» in Rivista di diritto inter-nazionale, 3, LXVII, 1984.

— La questione delle Falkland-Malvinas nel diritto internazionale, Milano, Giuffrè,1984.

— «La guerre du golfe, la déminage et la circulation des navires» in Annuairefran9fiis de droit international, XXXIII, 1987.

Sacerdoti G., «L’assimilazione degli ebrei italiani ai cittadini delle NazioniUnite nell’applicazione del Trattato di pace» in Rivista di dirittointernazionale, 3, LV, 1972.

Sciso E., «L’Aggressione indiretta nella definizione dell’Assemblea Generaledelle Nazioni Unite» in Rivista di diritto internazionale, 2-3, LXVI, 1983.

— «Legittima difesa ed aggressione indiretta secondo la Corte Internazionaledi Giustizia» in Rivista di diritto internazionale, LXXI, 1987.

— Sico L., Toute prise doit étre jugée. Il giudizio delle prede nel diritto internazionale,Napoli, Jovene, 1971.

— «Neutralità» in Enciclopedia del diritto, vol. XXVIII, Milano, Giuffrè, 1978.

Treves T., «La déclaration des Nations Unies sur le renforcement de l’effica-cité du principe de non recours à la force» in Annuaire frawais de droit in-ternational, XXXIII, 1987.

Verri P., «Delle convenzioni militari e dei loro caratteri attuali» ín Rassegnadell’Arma dei carabinieri, 2, XX, 1972.

— «L’insegnamento del diritto umanitario nelle istituzioni militari» in Ras-segna dell’Arma dei carabinieri, 1, XXI, 1973.

Page 441: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

3.12.4. Armi 431

— «I veri conflitti armati, i combattenti e il diritto umanitario» in Rassegnadell’Arma dei carabinieri, suppl. n. 3, XXI, 1973.

— «Introduzione al diritto bellico» in Rassegna dell’Arma dei carabinieri,XXVIII, 1980.

— (a cura di), Diritto per la pace e diritto nella guerra, Roma, Edizioni Specialidella Rassegna dell’Arma dei carabinieri, 1980.

3.12.4. Armi

Alessi M., «Le verifiche negli accordi di disarmo» in La comunità internazio-nale, XLIII, 1988.

Ancillotti R., «Iniziativa per la difesa strategica e reinterpretazione del trat-tato ABM» in Rivista di diritto internazionale, 2, LXX, 1987.

Cassese A., «Weapons Causing Unnecessary Suffering: Are They Prohibited?»in Rivista di diritto internazionale, 1, LVIII, 1975.

Carbonelli M., «Il divieto dell’uso delle armi nucleari alla luce del diritto in-ternazionale convenzionale» in La comunità internazionale, 1, XL, 1985.

Cremasco M., «The Middle East Arms Industry: Attempts at Regional Coo-peration» in Lo spettatore internazionale, XVI, 1981.

De Mohr U.G., «L’Italia e il Trattato di non proliferazione nucleare all’iniziodegli anni ‘80» in Affari esteri, XIII, 1981.

Massai A., «La prima Conferenza per il riesame del Trattato contro la prolife-razione delle armi nucleari» in Rivista di diritto internazionale, 1, LIX, 1976.

Miatello A., «La non prolifération des armes nucléaires: esquisse pour une dé-finition» in La comunità internazionale, 2, XXXII, 1977.

Politi M., Diritto internazionale e non proliferazione nucleare, Padova, CEDAM,1984.

Verri P., «Il diritto internazionale vigente in materia di armi classiche, conparticolare riferimento alla Convenzione di Ginevra del 10 ottobre 1980»in Rassegna della giustizia militare, VII, 1981.

Page 442: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,
Page 443: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

4. Economia internazionale

Roberto Panizza

AA.VV., Bilancia dei pagamenti, importazioni e crescita industriale: il «caso italiano»,Milano, F. Angeli, 1984.

Acocella N., Imprese multinazionali ed investimenti diretti, Milano, Giuffrè, 1975.

— «Internazionalizzazione dei fattori produttivi e organizzativi» in AA.VV.,Piccola e grande impresa: un problema storico, Milano, F. Angeli, 1987.

— (a cura di), Le multinazionali italiane, Bologna, Il Mulino, 1985.

Alessandrini P., «Composizione delle riserve e crisi del sistema monetario in-ternazionale» in Rivista internazionale di scienze sociali, 3, LXXXIII, 1974.

— «Note sull’apertura dell’economia italiana, dalla ricostruzione allo Sme» inRassegna economica, 1, XLVII, 1983.

— (a cura di), Specializzazione e competività internazionale dell’Italia, Bologna, IlMulino, 1978.

Alessandrini P. e Conti G., Commercio estero ed allargamento della Cee: prospettiveper l’industria italiana, Bologna, Il Mulino, 1981.

Alessandrini S., Le trading companies e il commercio italiano di esportazione, Milano,F. Angeli, 1982.

— (a cura di), La politica italiana di cooperazione allo sviluppo, Milano, Giuffrè,1984.

Alessandrini S. e Secchi C., Il ruolo della trading companies nel processo di inter-nazionalizzazione dell’economia italiana, Milano, F. Angeli, 1986.

Alessandrini S., Ricciaroli R., Secchi C. e Tagliabue G., L’interscambio di pro-dotti manufatti tra l’Italia e i Pvs, Milano, Eurostudio, 1980.

Antonelli C., «L’impatto degli investimenti diretti all’estero e deitrasferimenti tecnologici sull’economia e il potenziale tecnologico deipaesi d’origine» in L’industria, 4, VIII, 1980.

— Cambiamento tecnologico e impresa multinazionale, Milano, F. Angeli, 1984.

— «The International Diffusion of Process Innovations and the Neotechno-logy Theory of International Trade» in Economie Notes, 1, XV, 1986.

Page 444: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

434 Appendice bibliografica

Aquino A., «Approcci alternativi alla spiegazione della specializzazione inter-nazionale» in Giornale degli economisti, 9-10, 1977.

«Intra-industry Trade and Inter-industry Specialization as ConcurrentSources of International Trade in Manufactures» in Weltwirtschaftliches Ar-chiv, 2, CXIV, 1978.

— «Crescita economica e bilancia dei pagamenti: un tentativo di sintesi» inGiornale degli economisti, 3-4, 1982.

— «Esportazione e crescita dei paesi industriali negli anni della stabilità:“export-led growth” e “growth-pushed export”» in Aquino A. et al., Bi-lancia dei pagamenti, importazioni e crescita industriale: il caso italiano, Milano, F.Angeli, 1983.

— Dinamica dei prezzi relativi nell’economia internazionale, Bologna, Il Mulino,1986.

Arcelli M., «Riciclaggio dei petrodollari ed aggiustamenti delle bilance dei pa-gamenti, con qualche riferimento alla situazione italiana» in Rivista di poli-tica economica, 1, LXV, 1975.

— «Some Issues on Application of Control Theory to Balance of PaymentsAdjustment: A New Treatment Opposed to the Accepted Theory» inEconomie appliquée, XXX, 1977.

— «Caratteristiche evolutive dei mercati monetari e finanziari» in Economiaitaliana, 3, suppl. 1982.

Arrighi G., «A Crisis of Hegemony» in AA.VV., Dynamic of Global Crisis, NewYork, Monthly Review Press, 1982.

Baffi P., «Problemi internazionali» in Studi sulla moneta, Milano, Giuffrè, 1965.— Nuovi studi sulla moneta, Milano, Giuffrè, 1973.Balcet G., Industrializzazione, multinazionali e dipendenza tecnologica, Torino,

Loescher, 1981.— «Trasferimenti di tecnologia e analisi economica: il caso delle imprese ita-

liane in India» in Economia e politica industriale, 44, XI, 1984.— «Italian Non-Equity Ventures Abroad» in Onida F. e Viesti G. (a cura di),

Italian Multinationals, London, Croom Helm, 1987a.— «International Joint Ventures by Italian Firms» in Fisk G. (a cura di), Mar-

keting Cooperation Between Rival Trading Nations, New York, Praeger, 1987b.Balcet G., Barbieri G., Onida F. e Viesti G., New Forms of Investment in Deve-

loping Countries: the Case of Italy, Paris, OECD, 1981.Balcet G., Fornengo Pent G. e Rolf o S., Imprese multinazionali: strategie di svi-

luppo e politiche di controllo, Torino, Giappichelli, 1979.Balcet G. e Momigliano F., «Nuove forme di investimento internazionale e

teoria del coinvolgimento estero dell’impresa» in Economia e politica indu-striale, 36, IX, 1982.

Page 445: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

4. Economia internazionale 435

— «Nuove tendenze nei processi di internazionalizzazione: recenti sviluppidel dibattito sulla differenziazione dei modelli di comportamento delleimprese multinazionali e su vecchie e “nuove forme” di coinvolgimentoestero delle imprese» in Economia e politica industriale, 40, X, 1983.

Barattieri V., «La dinamica dell’import-export italiano. Competitività,politiche finanziarie e prospettive degli scambi di tecnologie» in Noteeconomiche, 5-6, XV, 1982.

Barattieri V., Della Gherardesca A. e Galdi F., «Problemi di contingenti all’e-sportazione» in Moneta e Credito, 122, XXXI, 1978.

Barattieri V. e Montanaro S., «Il riciclaggio dei petrodollari: problemi e pro-spettive» in Bancaria, 1, XXXI, 1975.

Basagni F. e Cohen B.J., Le banche e la bilancia dei pagamenti, Bologna, Il Mu-lino, 1982.

Basevi G., Teoria pura del commercio internazionale, Milano, F. Angeli, 1967.

— «Domestic Demand and Ability to Export» in Journal of Political Economy,LXXIX, 1970.

— Un modello per l’analisi dell’intervento della Banca centrale sul mercato dei cambi,Bologna, Il Mulino, 1971.

— «Regole del gioco o discrezionalità amministrativa. Il caso della libertà dimovimento dí capitali in Italia» in Politica economica, 1, I, 1985.

— (a cura di), La fluttuazione dei cambi, Milano, Etas Libri, 1982.

Basevi G. e Calzolari M., «Multinational Exchange Rate Determination: AModel for the Analysis of the European Monetary System» in Bilson J. eMarston R. (a cura di), Exchange Rate Theory and Practice , Chicago, Uni-versity of Chicago Press, 1982.

Basevi G., Calzolari M. e Colombo C., «Monetary Authorities’ Reaction Functionand the European Monetary System» in Hodgman D.R. (a cura di), The PoliticalEconomy of Monetary Policy, Boston, Federal Reserve Bank of Boston, 1983.

Basevi G. e De Grauwe P., «Vicious and Virtuous Circles, a Theoretical Ana-lysis and a Policy Proposel for Managing Exchange Rates» in EuropeanEconomic Review, 10, 1977.

Basevi G. e Giavazzi F., «Aspetti istituzionali del vincolo estero» in Ente pergli studi monetari, bancari e finanziari «Luigi Einaudi» (a cura di), Oltre lacrisi, Bologna, Il Mulino, 1986.

— «Stabilization Polícies in an Explosive Economy: Announcements andExpectations» in European Economic Review, 1, 1986.

Basevi G. e Soci A., La bilancia dei pagamenti, Bologna, Il Mulino, 1978.

Page 446: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

436 Appendice bibliografica

Bellofiore R., «La deindustrializzazione: un problema esdusivamente ameri-cano?» in Michelsons A. (a cura di), Tre incognite per lo sviluppo, Milano, F.Angeli, 1985.

— «Deindustrializzazione ed egemonia» in Metamorfosi, 1, 1986.

Beltratti A., «1.1 debito in via di sviluppo» in Colombatto E., Beltratti A. eBocchiola E., I diversi Sud dell’economia mondiale, Torino, Edizioni dellaFondazione Giovanni Agnelli, 1989.

Biagioli A., Analisi econometrica dei crediti all’esportazione dell’Italia, Roma, Bancad’Italia, 1971.

— «I movimenti di capitali in Italia» in Rivista internazionale di scienze sociali, 3,LXXXII, 1975.

— «Il vincolo della bilancia dei pagamenti e l’economia italiana» in Parboni R.(a cura di), L’Europa nella crisi economica mondiale, Milano, F. Angeli, 1984.

Biagioli A., Chiesa C., Gomel G. e Palmisani F., Un modello operativo per l’a-nalisi a breve termine della bilancia dei pagamenti, Roma, Banca d’Italia, 1982.

Biagioli A. e Palmisani F., «Finanziamenti del commercio estero, gestionemultivalutaria e riflessi delle oscillazioni dei cambi sulla bilancia deipagamenti» in Rivista di politica economica, 3, LXXV, 1985.

Biasco S., L’inflazione nei paesi capitalistici industrializzati, Milano, Feltrinelli,1979.

— «Coordinamento spontaneo e anarchia del mercato nella formazione delladomanda mondiale» in Guerrieri P. e Padoan P.C. (a cura di), Un giocosenza regole: l’economia internazionale alla ricerca di un nuovo assetto, Milano, F.Angeli, 1984.

— «Il sistema, o meglio il non sistema, della fluttuazione a dieci anni dallanascita» in Galizzi G. e Tappero-Merlo G. (a cura di), L’economia interna-zionale negli anni ‘80, Milano, F. Angeli, 1985.

— «Temi analitici su vincolo estero e struttura produttiva dell’Italia», inAA.VV., Oltre la crisi, Bologna, 11 Mulino, 1986.

— «I cicli valutari e l’economia internazionale» in Moneta e credito, 157, XL,1987.

Bini Smaghi L. e Vona S., Le tensioni commerciali nello Sme: il ruolo della politica delcambio e della convergenza economica, Roma, Banca d’Italia, 1986.

Boffito C., Il finanziamento degli scambi con i Paesi ad economia pianificata, Torino,Thema – Istituto Bancario San Paolo, 1978.

— «Il finanziamento bancario internazionale dei Pvs e dei paesi del Come-con negli anni ‘70 e ‘80» in Bancaria, 3, XL, 1984.

Boggio L., «Progresso tecnico e commercio internazionale: un’analisi teoricaed empirica» in Rivista internazionale di scienze sociali, 1, LXXIX, 1971.

Page 447: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

4. Economia internazionale 437

Boggio L. e Frey L., Interrelazioni tra sviluppo, competitività e specializzazioneinternazionale, Torino, Edizioni della Fondazione Giovanni Agnelli, 1971.

Bortolani S., «Inflazione e riflessi monetari della crisi petrolifera» in Economiapubblica, 1975.

— L’evoluzione del sistema monetario internazionale, Bologna, Il Mulino, 1977.

— Il sistema valutario nei paesi socialisti, Milano, Giuffrè, 1979.

Bosello F., «Sul potere “isolante” di un sistema di tassi di cambio flessibili» inRivista di politica economica, 6, LXIII, 1973.

— «Area valutaria ottimale e unione monetaria nell’analisi economica» inEconomia e credito, 3, 1975.

— «Nuova divisione internazionale del lavoro e commercio orizzontale: unostudio e ipotesi interpretative» in AA.VV., Il commercio orizzontale: stato dellateoria e verifiche empiriche, Padova, CLEUP, 1981.

Bruni F., «Ragioni di scambio, offerta aggregata e vincolo esterno alla cresci-ta dei paesi industriali» in Aquino A. et al., Bilancia dei pagamenti, importa-zioni e crescita industriale: il caso italiano, Milano, F. Angeli, 1983.

— «Interest and Exchange Rate Volatility: Implications for Bank Manage-ment» in Giornale degli economisti, 7-8, 1983.

Bruni F. e Monti M., «Protezionismo valutario e integrazione internazionale»in Rivista internazionale di scienze economiche e commerciali, 9, XXXIII, 1986.

Caffè F., «Vecchi e nuovi trasferimenti anomali di capitali» in Giornale deglieconomisti ed annali di economia, 9-10, 1964.

— «Su alcune trasformazioni recenti del Fondo Monetario Internazionale» inLa comunità internazionale, 4, XXXIII, 1978.

— «Vecchio e nuovo protezionismo nel quadro del conflitto tra gli strumen-ti della politica economica» in Panizza R. (a cura di), Moneta e economia in-ternazionale, Torino, Cassa di Risparmio di Torino, 1985.

Camagni R. (a cura di), Il commercio internazionale: stato della teoria e verificheempiriche, Padova, CLEUP, 1981.

Camagni R. e Tiberi Vipraio P., «Il commercio orizzontale rivisitato: una in-terpretazione stocastica interregionale» in Giornale degli economisti, 5-6,1981.

Campa G., «Politica di bilancio e unificazione monetaria» in AA.VV., Attidel convegno «Il piano Werner e l’armonizzazione fiscale nella Cee», Padova,CEDAM, 1971.

Campolongo A., Organizzazioni economiche internazionali, Padova, CEDAM,1972.

Page 448: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

438 Appendice bibliografica

Candela G., «L’aggiustamento automatico della bilancia dei pagamentisecondo la teoria classica, sotto ipotesi di comportamento degli scambistiinternazionali» in Rivista di politica economica, LXIII, 1973.

Cao-Pinna V., Le esportazioni italiane. Prospettive al 1970, Torino, Boringhieri, 1965.

Carli G., «L’eurodollaro: una piramide di carta?» in Mondo economico, 14, 1971.

— «Il mercato dell’eurodollaro e il suo controllo» in Bancaria, 1, XXVIII, 1972.

— «I tassi di cambio flessibili nell’attuale fase di transizione degli aspetti eco-nomici internazionali» in Bancaria, XXX, 1974.

— «Il processo di internazionalizzazione delle banche» in Economia italiana, 3,1985.

Carli G., Padoa Schioppa T. e Monti M., «Sviluppo e stabilità delle strutturefinanziarie: la recente esperienza internazionale e il caso italiano» in Ban-caria, 6, XXXII, 1976.

Carli G. e Tarantelli E., «Il problema del riciclaggio del surplus dell’Opec:una proposta» in Politica ed economia, 4, IX, 1978.

Casadio G.P., «Neoprotezionismo e libero scambio. Il ruolo dell’Europa» inRivista di politica economica, 7, LXIX, 1979.

Casprini F., «Interventi sul mercato a termine e tassi di cambio flessibili» inRivista di politica economica, 6, LXVI, 1976.

— «Sugli effetti perversivi della svalutazione: un’analisi di disequilibrio» inGiornale degli economisti, 3-4, 1977.

— «L’incertezza nella teoria pura del commercio internazionale» in AA.VV.,Economia internazionale: teoria e prassi, Milano, Giuffrè, 1979.

— L’efficienza del mercato dei cambi. Analisi teorica e verifica empirica, Università diSiena, Quaderni dell’Istituto di Economia, 23, 1984.

Catalano F., La crisi del sistema monetario internazionale, Milano, Etas Kompass,1972.

Cesarano F., On the Viability ofNIonetary Union, Amsterdam, North-Holland,1985.

Chiesa G., Aggiustamento e disequilibrio in economia aperta, Bologna, Il Mulino, 1983.

— «Oil Shock, Saving, Investment and Trade Balance. The Role of ShortTerm Rigidity vs Long Term Flexibility» in Economia internazionale, 1,XXXVIII, 1985.

— «Disavanzo pubblico, cambio reale e trasmissione internazionale» in Poli-tica economica, 1, II, 1986.

Chilosi A., «Le relazioni economiche Est-Ovest alla luce dell’esperienza deglianni settanta: una analisi costi-benefici dal punto di vista dell’Occidente» inAA.VV., Il politico nella società scientificizzata, Roma, Tipografia Bella, 1984.

Page 449: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

4. Economia internazionale 439

— «Rapporti economici Est-Ovest e riforme economiche» in Quaderni dellaFondazione Feltrinelli, i, 27, 1984.

Ciocca P.L. e Pierelli F., «Caratteri strutturali dell’inflazione internazionale(1968-75)» in Targetti F. (a cura di), Lezioni di economia dell’inflazione,Milano, Feltrinelli, 1979.

Cipolletta I. e Calabresi S., «Scambi con l’estero ed internazionalizzazionedell’economia italiana» in Economia italiana, 3, 1984.

Ciravegna D., «Prezzi relativi internazionali e bilancia commerciale: un’analisiempirica» in Note econometriche, 1973.

— Cicli e tendenze del commercio estero dell’Italia (1952-1978), Bologna, Il Mulino,1982.

Cohen R. e Giavazzi F. (a cura di), Le fluttuazioni dei cambi. Modelli teorici e rego-larità empiriche, Milano, Etas Libri, 1982.

Colantoni M., Aspetti caratteristici degli indici dei prezzi delle materie prime aventimercato internazionale, Milano, Giuffrè, 1977.

— Il commercio estero dell’Italia con i paesi dell’Opec, Milano, Giuffrè, 1979.

— «Le esportazioni dei nuovi paesi industrializzati: evoluzioni e prospettive»in Rivista di politica economica, 2, LXXI, 1981.

Colasanti F., «L’Ecu» in AA.VV., L’integrazione monetaria dell’Europa, Bologna,Il Mulino, 1987.

Colle B. e Fornengo Pent G., Il potere sovranazionale , Bologna, Il Mulino, 1974.

Colombatto E., «L’economia della compensazione e della cooperazione nel-l’ambito del commercio Est-Ovest» in Economia internazionale, 1, XXXVI,1983a.

— «Prospettive di commercio internazionale: il caso italiano» in L’industria,4, 1983b.

— L’economia politica del commercio Est-Ovest, Milano, Etas Libri, 1984a.

— «Esportazioni italiane e teoria del commercio internazionale» in Rivista dipolitica economica, 7-9, LXXIV, 1984b.

— «Riflessioni teoriche su protezionismo, neo-protezionismo e interventopubblico» in Economia internazionale, 3-4, XXXVII, 1984c.

— «L’evoluzione del vincolo estero in un’economia pianificata» in Rivista in-ternazionale di scienze sociali, 2, XCIV, 1986.

— (a cura di), La sfida dei nuovi paesi industriali. Realtà e prospettive dell’Italia e deiNICs nel commercio mondiale, Torino, Edizioni della Fondazione GiovanniAgnelli, 1988.

Comito V., Multinazionali ed esportazione di capitali, Roma, Editori Riuniti, 1976.

Page 450: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

440 Appendice bibliografica

Consigliere I., Politica monetaria e tasso di cambio in presenza di scorte, Milano,Giuffrè, 1984.

Consigliere I. e Amato A., «Lo Sme e il processo inflazionistico italiano» inRivista internazionale di scienze sociali, 4, LXXXIX, 1981.

Conti G., «Progresso tecnico e competitività internazionale nella esperienzaitaliana» in Moneta e Credito, 4, XXVI, 1973.

— «Note sulla posizione relativa dell’Italia dal punto di vista della specializ-zazione internazionale delle produzioni» in Graziarti A. (a cura di), Crisi eristrutturazione dell’economia italiana, Torino, Einaudi, 1975.

— «La posizione dell’Italia nella divisione internazionale del lavoro» in Ales-sandrini P. (a cura di), Specializzazione e competitività internazionale dell’Italia,Bologna, Il Mulino, 1978.

— «Variazione dei tassi di interesse internazionali e stabilità interna: un’ana-lisi statica e dinamica» in Rivista di politica economica, 5, LXXIII, 1983.

— «Indicatori della politica monetaria: il tasso di cambio» in Giornale deglieconomisti, 5-6, 1984.

— «Introduzione» in Minsky H.P., Potrebbe ripetersi?, Torino, Einaudi, 1984.

— «Internazionalizzazione dell’economia italiana e vincolo esterno: note in-troduttive» in Economia italiana, 3, 1984.

— «L’integrazione internazionale dell’economia italiana: opportunità e vin-coli» in Graziani A. (a cura di), Il dollaro e l’economia italiana, Bologna, IlMulino, 1987.

Conti V., Cossutta D. e Silvani M., «La penetrazione delle importazioni inItalia: un caso di deindustrialízzazione o di specializzazione?» in AA.VV.,Bilancia dei pagamenti, importazioni e crescita industriale, Milano, F. Angeli,1984.

Conti V. e Silvani M., «Un’interpretazione strutturale dei disavanzi dei conticon l’estero» in Economia internazionale, 3, XXXVII, 1984.

Credito Italiano, Rapporto sulle esportazioni italiane, Milano, Credito Italiano,Servizio studi economici, 1983.

Cristini G., La componente estera della base monetaria e le «regole del gioco» neiprincipali paesi industrializzati, Roma, Banca d’Italia, 1973.

Cutilli B., Saggi critici di economia internazionale, Milano, Giuffrè, 1967.

— «Cambi oscillanti, sistema dell’eurodollaro e politica economica» in Ras-segna economica, 1, XXXVII, 1973.

Cutilli B. e Gandolfo G., Un contributo alla teoria della speculazione in regime dicambi oscillanti, Roma, Ente Luigi Einaudi, 1973.

— «La lira fluttuante» in Note economiche, 1, IV, 1974.

Page 451: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

4. Economia internazionale 441

D’Alauro O., «Alcune considerazioni in teoria e prassi del commerciointernazionale» in Giornale degli economisti, 9-12, 1979.

— «Alcune considerazione sul commercio estero italiano ed in particolaresui problemi delle esportazioni» ín AA.VV., Scritti in onore di Innocenzo Ga-sparini, Milano, Giuffrè, 1982.

— (a cura dí), La componente estera nell’economia italiana, Genova, Istituto dipolitica economica e finanziaria, 1971.

Dalbosco E. e Pierelli F., Evoluzione della struttura del commercio estero dei paesimembri della Cee, Roma, Banca d’Italia, 1973.

D’Angelo M., Sacco G. e Sandri G.A., La cooperazione industriale tra l’Italia e iPvs, Bologna, Il Mulino, 1979.

D’Angelo M. e Walker R., Criteri per una cooperazione industriale con i paesi in viadi sviluppo, Milano, F. Angeli, 1981.

D’Antonio M., «La base strutturale del commercio estero italiano, 1959-1965» in Giornale degli economisti, 5-6, 1970.

— «Interdipendenza tra i settori e dipendenza dall’estero dell’economia ita-liana, 1959-1969» in Rassegna economica, 4, XXXIX, 1975.

D’Antonio M. e Marani U., «Sul commercio estero italiano negli anni ‘60» inGraziani A. (a cura dí), Crisi e ristrutturazione dell’economia italiana, Torino,Einaudi, 1975.

Deaglio M., «I nostri conti con l’estero dopo la crisi petrolifera» inL’industria, 1, VI, 1974.

— «L’influenza dei fattori non economici sui tassi di cambio e prezziinternazionali» in Panizza R. (a cura di), Moneta ed economia internazionale,Torino, Cassa di Risparmio di Torino, 1985.

De Battistini R., «Bilancia commerciale, svalutazione ed elasticità: note su al-cuni aspetti quantitativi» in L’industria, 3-4, II, 1972.

De Cecco M., «Il sistema di “Gold Exchange” internazionale dal 1944 al1965: note interpretative» in De Cecco M., Saggi di politica monetaria,Milano, Giuffrè, 1968.

— «La teoria delle aree monetarie ottime e l’unificazione monetaria europea»in Note economiche, 7, IV, 1971.

— «The European Community: Factor of Disintegration» in International Af-fairs, 1974.

— «Sistema monetario internazionale» in Tranfaglia N. (a cura di), Il mondocontemporaneo, VIII, Economia e Storia, a cura di M. Carmagnani e A. Ver-celli, Firenze, La Nuova Italia, 1978.

— «La collocazione internazionale dell’economia italiana» in Note economiche,5-6, XIII, 1980.

Page 452: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

442 Appendice bibliografica

— «Relazioni finanziarie tra internazionalismo e transnazionalismo» inPanizza R. (a cura di), Moneta ed economia internazionale, Torino, Cassa diRisparmio di Torino, 1985a.

— «Sistemi di pagamenti internazionali e paesi in via di sviluppo» in GalizziG. e Tappero-Merlo G. (a cura di), L’economia internazionale negli anni ‘80,Milano, F. Angeli, 1985b.

— (a cura di), International Economie Adjustment: Small Country and the EuropeanMonetary System, Oxford, Basil Blackwell, 1983.

Dellacasa G., «Inflazione a corso dei cambi. Le recenti vicende della lira edella sterlina alla luce della teoria di Cassel» in Rivista di politica economica, 8,LXVI, 1976.

— «Differenziale d’inflazione e tassi di cambio della lira negli anni recenti» inAA.VV., Scritti in onore di Innocenza Gasparini, Milano, Giuffrè, 1982.

Del Punta V., «I trasferimenti di capitale alla luce della teoria pura del com-mercio internazionale» in AA.VV., Saggi di economia nell’attualità di MarcoFanno, Padova, CEDAM, 1982.

Dematté C., «L’intermediazione finanziaria internazionale» in Moneta e Cre-dito, 132, XXXIII, 1980.

De Vivo G. e Pivetti M., «International Integration and the Balance of Pay-ments. Constraint: The Case of Italy» in Cambridge Journal of Economics, 1,IV, 1980.

Di Fenizio F., «La riorganizzazione del sistema di Bretton Woods» in Gior-nale degli economisti, 1, 1972.

Dini L., «Il sistema monetario internazionale negli anni ‘70: regime dei tassidi cambio e creazione di liquidità» in Moneta e Credito, 136, XXXIV, 1981.

— «Liquidity Creation and Risk in the International Monetary System» inBNL Quarterly Review, 139, 1981.

— «Indebitamento estero, ripresa economica e sistema monetariointernazionale» in Bollettino economico, Roma, Banca d’Italia, 1, 1983.

— «The Changing International Monetary System» in BNL Quarterly Review,151, 1984.

— «Per un mercato finanziario europeo» in Moneta e Credito, 156, XXXIX,1986.

Falchi G. e Michelangeli M., Interazione tra tasso di cambio e inflazione, Roma,Banca d’Italia, 1977.

Falcone F., «L’integrazione economica europea e la sua influenza sulla strut-tura delle esportazioni italiane» in Alessandrini P. (a cura di), Specializza-zione e competitività internazionale dell’Italia, Bologna, Il Mulino, 1978.

— «Tassi di cambio e prezzi all’esportazione: l’esperienza dell’Italia e di altrinove paesi industrializzati» in Rivista di politica economica, 10, LXVIII, 1978b.

Page 453: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

4. Economia internazionale 443

— «La struttura delle esportazioni italiane e la concorrenza dei Pvs all’e-sterno e all’interno della Cee» in Rassegna economica, 4, XLIV, 1980.

— «Integrazione e dualismo nella Cee» in Note economiche, 4, XVI, 1983.Ferro A., Il mercato dei cambi a termine in regime di cambi flessibili, Padova,

CEDAM, 1978.Ferro A., Pederzoli V. e Scanagatta G., Movimenti di capitale, aspettative e mercato

dei cambi in un’organica politica monetaria, Padova, CEDAM, 1980.Filippini L., Struttura della produzione e del consumo in un modello di commercio

internazionale a due paesi, Milano, Giuffrè, 1986.Finetti A., «Verso un’unione monetaria della Comunità europea» in Vaciago

G. (a cura di), L’economia italiana nella integrazione internazionale, Milano,Comunità, 1974.

Fodella G., «Economia delle materie prime e politica delle risorse» in Rivistainternazionale di scienze economiche e commerciali, 11-12, XXVI, 1979.

— «Technology Transfer and Economie Relations Between the Eec andAsean» in Pfenning W. e Suh M.B.M. (a cura di), Aspects of Asean,London, Weltforum Verlag, 1984.

— (a cura di), Giappone e Italia. Economie a confronto, Milano, Etas Libri, 1982.Fornengo Pent G., «Le imprese multinazionali europee» in Vaciago G. (a

cura di), L’Italia nella integrazione internazionale, Milano, Comunità, 1974.— «Gli investimenti incrociati delle multinazionali» in Politica ed economia, 9,

XIV, 1983.Forte F., «L’unione monetaria, il mercato dei capitali e la politica di bilancio»

in Note economiche, 4, IV, 1971.Forte F. e Scacciati F., La bilancia dei pagamenti. Guida alla lettura, Milano, Etas

Libri, 1980.Franco R. e Gerosa C., Il commercio internazionale, Milano, Etas Libri, 1980.Fratianni M. e Savona P., «Una struttura formale per l’analisi della capacità

moltiplicativa del mercato dell’eurodollaro» in L’industria, 3, 1970.— «La creazione di eurodollari: soluzione di un enigma» in Moneta e Credito,

3, XXIV, 1971.— La liquidità internazionale. Proposta per la ridefinizione del problema, Bologna, Il

Mulino, 1972.Fronzoni F., «Aspetti degli interventi nel mercato dei cambi» in Il risparmio,

10, 1974.— Caratteristiche evolutive della gestione dei cambi nelle banche di deposito, Milano,

Giuffrè, 1976.Fubini L., «Eurodollari e petrodollari» in Tranfaglia N. (a cura di), Il mondo

contemporaneo, VIII, Economia e storia, a cura di M. Carmagnani e A. Vercel-li, Firenze, La Nuova Italia, 1978.

Page 454: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

444 Appendice bibliografica

— «Commercio estero e impresa multinazionale alla luce della teoria delciclo del prodotto» in Note economiche, 4, XI, 1978.

Gaetani D’Aragona G., «L’elemento dinamico nella teoria del commercio in-ternazionale» in Rivista italiana di economia, demografia e statistica, 2, XXIX,1975.

— Scambi internazionali di prodotti agricoli di base, Napoli, ESI, 1983.

— «Comunità europea, paesi Acp e del Mediterraneo: scambi e cooperazio-ne economica» in Quaderni dell’Istituto di economia mediterranea, 1987.

Galizzi G. e Tappero-Merlo G. (a cura di), L’economia internazionale negli anni‘80, Milano, F. Angeli, 1985.

Gandolfo G., «La teoria classica del meccanismo di aggiustamento della bi-lancia dei pagamenti» in Economia internazionale, XIX, 1966.

— Aggiustamento della bilancia dei pagamenti ed equilibrio macroeconomico, Milano,F. Angeli, 1970.

— Metodi di dinamica economica, Milano, ISEDI, 1977.

— «Alcuni nuovi risultati in tema di tasso di cambio di equilibrio» in Noteeconomiche, 1, XI, 1978.

— «Nuove teorie del commercio internazionale» in Panizza R. (a cura di), Mo-neta ed economia internazionale, Torino, Cassa di Risparmio di Torino, 1985a.

— «Processi di aggiustamento e approccio monetario alla bilancia dei paga-menti» in Galizzi G. e Tappero-Merlo G. (a cura di), L’economia interna-zionale negli anni ‘80, Milano, F. Angeli, 1985b.

— Economia internazionale, 2 voli., Torino, UTET, 1986.

Gandolfo G. e Padoan P.C., «Rientro dall’inflazione, tasso di cambio e accu-mulazione: alcune simulazioni con un modello macrodinamico dell’eco-nomia italiana» in Rivista internazionale di scienze sociali, 4, LXXXIX, 1981.

— A Disequilibrium Model of Real and Financial Accumulation in an Open Economy.Theory, Evidence and Policy Simulations, New York, Springer-Verlag, 1984.

Garavello O., Politica economica ed equilibrio esterno, Milano, Vita e Pensiero,1979.

— Svalutazione, flessibilità dei prezzi e riequilibrio della bilancia commerciale: un appro-fondimento dell’elasticity approach, Parma, Edizioni dell’Università di Parma,1979.

— «Processo di sviluppo e dipendenza dai flussi esterni di capitale» in AA.VV.,Saggi di economia nell’attualità di Marco Fanno, Padova, CEDAM, 1982.

— «La svalutazione dei Pvs con estese rigidità dell’offerta: un’analisi settoriale»in Rivista internazionale di scienze economiche e commerciali, 5, XXXII, 1985.

Page 455: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

4. Economia internazionale 445

— «Accordi sui tassi di cambio e coordinamento delle politiche economichenazionali» in Rivista milanese di economia, 21, 1987.

Gasparini E., «Profilo delle imprese multinazionali» in Rivista di politica eco-nomica, 7, LXIV, 1974.

Gasparini I., Scambi commerciali internazionali e sviluppo economico mondiale, Roma,Istituto per la cooperazione economica, 1982.

Genco P., «Processi di industrializzazione e trasferimenti di tecnologie neipaesi sottosviluppati; il modello Opec» in Economia e politica industriale, 35,IX, 1982.

— Il mercato petrolifero internazionale. Nuovi soggetti e nuove regole del gioco dell’offertadi greggio, Milano, F. Angeli, 1983.

Geraci R, La riforma del sistema monetario per un nuovo ordine economico inter-nazionale, Roma, Barone, 1981.

Gerelli E. e Majocchi A., «Politica fiscale e meccanismi di aggiustamentodella bilancia dei pagamenti» in Atti del convegno «Il piano Werner el’armonizzazione fiscale della Cee», Padova, CEDAM, 1971.

Giavazzi F. e Pagano M., «The Advantage of Tying One’ s Hands: EMSDiscipline and Central Bank Credibility» in Cepr Discussion Paper, 135,1986.

Giavazzi F. e Giovannini A., «Asymmetries in Europe, the Dollar and theEuropean Monetary System» in Giovannini A. e Dornbush R. (a cura di),Europe and the Dollar, Torino, Thema-Istituto Bancario San Paolo, 1985a.

— «Tassi di cambio manovrati e politica monetaria» in Giornale degli econo-misti, 3-4, 1985b.

Gilibert P., «Un indice di concorrenzialità delle esportazioni italiane, 1974-1977» in Rivista di politica economica, 12, LXVIII, 1978.

— «Exchange Rate Dynamics in a Two-Countries Model with RationalExpectations» in Rivista internazionale di scienze economiche e commerciali, 1-2,XXIX, 1982.

— «Le banche internazionali e il loro controllo» in Banca Impresa Società, 1,IV, 1985.

Giovannetti G., «Legge del prezzo unico e fluttuazione dei cambi» in Gra-ziani A. (a cura di), Il dollaro e l’economia italiana, Bologna, Il Mulino, 1987.

Giovannetti G. e Siniscalco D., «Cambiamenti strutturali, flussi dicommercio con l’estero e moltiplicatori del reddito» in Moneta e Credito,153, XXXIX, 1986.

Giovannini A. e Jorion P., Interest Rates and Risk Premia in the Foreign ExchangeMarket and the Stock Market, New York, Columbia University Press, 1985.

Gramatica P., Gli scambi commerciali con l’estero, Milano, Vita e Pensiero, 1984.

Page 456: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

446 Appendice bibliografica

Graziani A. (a cura di), Lo sviluppo di un’economia aperta, Napoli, EST, 1969.— (a cura di), Il dollaro e l’economia italiana, Bologna, II Mulino, 1987.Graziani A. e Meloni F., «Inflazione e fluttuazione della lira» in Note economi-

che, 3, 1973.Graziani G., «La Cee e il Comecon: concorrenza e complementarietà» in

Parboni R. e Wallerstein I. (a cura di), L’Europa e l’economia politica del si-stema mondo, Milano, F. Angeli, 1987.

Grilli E., Materie prime ed economia mondiale, Bologna, Il Mulino, 1982.— «Il nuovo protezionismo degli anni ‘70: un esame della problematica ad

esso connesso» in L’industria, 2, 1984.Grilli E. et al., «Commodity Prices Stabilization and the Developing Coun-

tries» in BNL Quarterly Review, 124, 1978.Grilli E., Kregel J.A. e Savona P., «Ragioni di scambio e crescita economica

in Italia» in Moneta e Credito, 140, XXXV, 1982.Grilli E. e La Noce M., «La politica economica del protezionismo in Italia:

un’analisi quantitativa» in Moneta e Credito, 142, XXXVI, 1983.Grilli E. e Sassoon E. (a cura di), Il flagello del protezionismo, Milano, Edizioni

del Sole-24 Ore, 1988.Guerci C.M., «Esportazioni, domanda interna e sviluppo industriale» in L’in-

dustria, 3, II, 1974.— «Una interpretazione analitica della “Import Substitution” italiana» in Ri-

vista internazionale di scienze sociali, 1-2, LXXXVII, 1979.Guerrieri P. (a cura di), Interdipendenza e integrazione nella Comunità Economica

Europea, Torino, Einaudi, 1980.— (a cura di), L’economia politica della cooperazione internazionale, Milano, F. An-

geli, 1988.Guerrieri P. e Luciani G., L’Italia e il nuovo ordine economico internazionale. Uno

sviluppo controcorrente, Milano, Etas Libri, 1979.Guerrieri P. e Padoan P.C. (a cura di), Un gioco senza regole: l’economia internazio-

nale alla ricerca di un nuovo assetto, Milano, F. Angeli, 1984.Hamaui R., «La determinazione del tasso di cambio nel breve periodo: una

rassegna della letteratura empirica» in Giornale degli economisti, 7-8, 1981.— «Lo sviluppo dei mercati finanziari in Ecu: una prima valutazione su ri-

schi e rendimenti» in Bancaria, 5-6, XL, 1984.— «La scelta delle valute di fatturazione nel commercio internazionale: una

sintesi» in Giornale degli economisti, 5-6, 1985.Izzo L., Lo Sme: situazione attuale e proposte di riforma, Roma, Rapporto Cer n. 3,

1982.Izzo L. e Spaventa L., «Alcuni aspetti interni ed esterni dell’aumento del

prezzo del petrolio» in Moneta e Credito, 1, XXVII, 1974.

Page 457: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

4. Economia internazionale 447

Jossa B., «L’inflazione mondiale degli anni ‘70 e il regime di scambi fluttuan-ti» in La Volpe G. (a cura di), Mercati monetari internazionali e inflazione, Ro-ma, Istituto di studi economici, finanziari e statistici della Facoltà di Scienzepolitiche dell’Università «La Sapienza», 1981a.

— «Regime dei cambi e inflazione» in La Volpe G. (a cura di), Mercati mone-tari internazionali e inflazione, Roma, Istituto di studi economici, finanziari estatistici della Facoltà di Scienze politiche dell’Università «La Sapienza»,1981c.

— «L’inflazione in regime di cambi flessibili» in Politica ed economia, 2, XII, 1981c.

— (a cura di), Antologia sul sottosviluppo, Bologna, Il Mulino, 1973.

Jossa B. e Torrisi A., «Teoria monetaria e teoria keynesiana della bilancia deipagamenti» in Giornale degli economisti, 1-2, 1981.

Lancieri E., «Instabilità delle esportazioni agricole e Pvs» in Moneta e Credito,130, XXXIII, 1980.

La Volpe G., Mercati monetari internazionali e inflazione, Roma, Istituto di studieconomici, finanziari e statistici della Facoltà di Scienze politiche dell’U-niversità «La Sapienza», 1981.

Leon P., Crescita, debito e sottosviluppo: Nord-Sud vs Nord-Sud, Roma, ENEA,1983.

Liberati F., «L’Italia nel commercio mondiale: esportazioni di articoli manu-fatti verso í paesi industrializzati e concorrenza dei Pvs» in Rivista di poli-tica economica, 1, LXXI, 1981a.

— «La tipologia dell’import-export di alcuni paesi industriali negli anni ‘70»in Rivista di politica economica, 11, LXXI, 1981b.

Loddo S., Struttura dei cambi esteri e condotta del sistema bancario, Padova,CEDAM, 1972.

— «Il controllo del rischio di cambio nei swaps» in Bancaria, 11, XXXVI, 1980.

— «L’Ecu e i finanziamenti alle imprese» in Rivista milanese di economia, 15,1985.

Lombardini S., «Prolegomeni ad una teoria del sottosviluppo e dellosviluppo economico» in Gandolfo G. e Marzano F., Keynesian Theory, ,Planning Models and Quantitative Economics, vol. 1, Milano, Giuffrè, 1987.

Luciani G., L’Opec e l’economia internazionale, Torino, Einaudi, 1976.

— «Interdipendenza e integrazione» in AA.VV., L’interdipendenza nel sistemainternazionale, Quaderni della Fondazione Feltrinelli, 19, Milano, Feltri-nelli, 1982.

— Oil Companies and Arab Countries, London, Croom HeIm, 1984.

Maggiore I., Il modello di Heckscher-Ohlin-Samuelson, Milano, Giuffrè, 1974.

Page 458: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

448 Appendice bibliografica

— «Scambi intra-industriali, differenziazione del prodotto e teoria del com-mercio internazionale» in Pinna M. e Varaldo R. (a cura di), Studi in ricordodi Egidio Giannessi, Pisa, Pacini, 1986.

Magnifico G., European Monetary Unification, London, Macmillan, 1973.

— «L’unità di conto europea: considerazioni introduttive» in Moneta e Credito,1, XXIX, 1976a.

— Una moneta per l’Europa, Bari, Laterza, 1976b.

— «Exchange Rate Policy, Inflation and the Balance of Payments: The Ita-lian Experience» in Rivista internazionale di scienze economiche e commerciali, 3,XXVII, 1980.

— «L’indebitamento estero dei Pvs e le istituzioni finanziarie internazionali»in Rivista di studi politici internazionali, 3, L, 1983.

— «L’esperienza dello Sme: un bilancio» in Rivista di studi politici internazionali,4, LI, 1984.

Marino L., «La teoria della svalutazione e l’approccio monetario alla bilanciadei pagamenti» in Rivista di politica economica, 2, LXIX, 1979.

— «Integrazione finanziaria internazionale: analisi teorica e verifiche empi-riche» in Rivista di politica economica, 5, LXXI, 1981.

— «Integrazione dei mercati di capitale, politica monetaria e cambi flessibili»in Giornale degli economisti, 3-4, 1983.

Marzano A., «Investimenti esteri diretti: cause ed effetti» in Rivista di politicaeconomica, 6, LXXVI, 1986.

Masera F., «Problemi monetari e di cambio nel quadro dell’integrazione eu-ropea» in Moneta e Credito, 3, XXIII, 1970.

— I movimenti di capitale nel quadro istituzionale italiano ed internazionale, Roma,Banca d’Italia, 1970.

— L’esperienza italiana in materia di cambi fluttuanti e il «serpente monetario», Roma,Banca ‘d’Italia, 1973.

— L’Italia e l’economia internazionale, Torino, UTET, 1979.

— «Organizzazione monetaria internazionale» in Moneta e Credito, 156,XXXIX, 1986.

— (a cura di), Bilancia dei pagamenti e sistema monetario internazionale, Milano,Giuffrè, 1975.

Masera R.S., «Tassi di cambio fluttuanti, commercio internazionale e stabilitàeconomica internazionale» in Bancaria, XXX, 1974.

— «European Monetary System and International Monetary Reform:Problems and Perspective» in Abraham J.P. e Vanden Abeelee M. (a curadi), European Monetary System and International Monetary Reform, Bruxelles,Editions de l’Université Libre de Bruxelles, 1981.

Page 459: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

4. Economia internazionale 449

— «Determinants of the Growth of the Euro-Currency Markets» in Bancadei Regolamenti Internazionali, Recent Developments in the Economic Analysisof the Euro-Markets, Basilea, 1982.

— «The Role of Gold in Central Banks’ Reserve Composition» in AA.VV., TheGold Problem: Economic Perspectives, Oxford, Oxford University Press, 1982.

— An Incrising Role for the Ecu, Roma, Banca d’Italia, 1986a.

— «I problemi economici dell’Europa in una prospettiva internazionale» inMoneta e Credito, 156, XXIX, 1986b.

— L’unificazione monetaria e lo Sme, Bologna, Il Mulino, 1987.

Masera R.S. e Triffin R. (a cura di), Europe’s Money. Problems of EuropeanMonetary Co-ordination and Integration, Oxford, Clarendon Press, 1984.

Martinengo G., «Lo sviluppo economico degli schemi di teoria pura delcommercio internazionale» in Rivista di politica economica, 42, LXII, 1972.

— Crescita e bilancia dei pagamenti, Milano, Giuffrè, 1979.

— «Schemi teorici per Ia determinazione del tasso di cambio di equilibrio»in Rivista di politica economica, 5, LXIX, 1979.

Martinengo G. e Padoan P.C., Aree valutarie e accumulazione: uno studio sullo Sme,Roma, Kappa, 1981.

— Lo Sme e il dollaro: interdipendenza e gerarchia nei rapporti tra aree valutarie,Napoli, ESI, 1983.

Mauro G., Bilancia dei pagamenti e sistema monetario internazionale, Torino,Giappichelli, 1984.

— Instabilità del sistema monetario internazionale: alcune considerazioni, Pescara,Università «Gabriele D’Annunzio», 1984.

Merusi F., «Introduzione: verso l’integrazione monetaria dell’Europa», inAA.VV., L’integrazione monetaria dell’Europa, Bologna, Il Mulino, 1987.

Michelsons A. (a cura di), Tre incognite per lo sviluppo, Milano, F. Angeli, 1985.

Micossi S., «I meccanismi di intervento e finanziamento dello Sme e il ruolodell’Ecu» in Moneta e Credito, 52, XXXVIII, 1985.

Micossi S. e Padoa Schioppa T., «Legami nei tassi di interesse a brevetermine tra gli Stati Uniti e l’Europa» in Rivista di politica economica, 12,LXXIV, 1984.

Micossi S. e Saccomanni F., «Il conto di sostituzione nel sistema monetariointernazionale» in Moneta e Credito, 133, XXXIV, 1981.

Milone L., Le barriere non tariffarie al commercio internazionale, Milano, Giuffrè,1974.

— La moneta in un’economia aperta, Milano, F. Angeli, 1985.

Page 460: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

450 Appendice bibliografica

Mistri M., Teoria del valore ed equilibrio di mercato aperto in ipotesi neoricardiane,Milano, F. Angeli, 1980.

— Teoria generale dell’inflazione importata, Milano, F. Angeli, 1982.

— «Verso un nuovo ordine economico internazionale» in Bosello F. e FarinaA. (a cura dí), Giovani, educazione allo sviluppo, cooperazione, Roma, UNICEF,1985.

— «Inflazione importata e nuovo ordine economico internazionale» inAA.VV., Aspetti e problemi del nuovo ordine economico internazionale, Padova,CEDAM, 1987.

Mistri M. e Papisca A. (a cura di), La sfida europea, Padova, CEDAM, 1984.

Modiano P., «La collocazione internazionale dell’industria italiana: un tenta-tivo di interpretazione di alcune tendenze recenti» in Economia italiana, 3,1984.

Modigliani F. e Askari H., «Trasferimenti internazionali di capitali e propaga-zione di squilibri interni in sistemi diversi di pagamenti» in Moneta e Cre-dito, 4, XXVI, 1973.

Momigliano F., «Investimenti esteri diretti ed impresa multinazionale» inAA.VV., Economia industriale e teoria dell’impresa, Bologna, II Mulino, 1975.

— «Determinanti, tipologia ed effetti dell’innovazione come fattore di com-petitività» ín Onida F. (a cura di), Innovazione, competitività e vincolo energetico,Bologna, Il Mulino, 1985.

Momigliano F. e Dosi G., Tecnologia ed organizzazione industriale internazionale,Bologna, Il Mulino, 1983.

Momigliano F. e Siniscalco D., «Specializzazione internazionale, tecnologia ecaratteristiche dell’offerta», in Moneta e Credito, 146, XXXVII, 1984.

Montani G., «Crisi del commercio e moneta europea» in AA.VV., L’unioneeconomica e il problema della moneta europea, Milano, F. Angeli, 1978.

— Il Terzo mondo e l’unità europea, Napoli, Guida, 1979.

Montesano A., «Gli approcci delle elasticità, dell’assorbimento e monetaristaper l’analisi degli effetti di un mutamento del rapporto di cambio esterno»in Giornale degli economisti, 9-10, 1975.

Monti M., «Riflessi dell’integrazione economica internazionale sulla politicamonetaria» in L’industria, 1-2, 1972.

— «L’integrazione finanziaria internazionale e l’Italia: alcuni problemi da ri-solvere» in Bancaria, 9, XXXVII, 1981.

Mosconi A., Dalla fine di Bretton Woods alla nascita del sistema monetario europeo,Milano, F. Angeli, 1980.

— «Integrazione europea e crisi della grande impresa» in Economia e politicaindustriale, 31, VIII, 1981.

Page 461: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

4. Economia internazionale 451

Murolo A., «L’influenza delle società multinazionali sul sistema monetariointernazionale» in Studi economici, 3, XXXI, 1976.

— «Investimenti diretti a attività industriali all’esterno» in AA.VV., Un con-tributo allo studio delle multinazionali, Napoli, Liguori, 1981.

Ninni A., «Investimento esteri diretti e politiche di selezione e controllo neiPvs» in Economia e politica industriale, 40, X, 1983.

«L’industrializzazione “resource-oriented” nei Pvs e le nuove forme di coinvol-gimento estero delle imprese. Alcune note preliminari sulle possibili conse-guenze per l’economia italiana» in Economia e politica industriale, 47, XII, 1985.

Nuti M., «Commercio estero, integrazione e aggiustamento macroeconomiconei paesi dell’Europa orientale» in Panizza R. (a cura di), Moneta e economiainternazionale, Torino, Cassa di Risparmio di Torino, 1985.

Omiccioli M., «Cause e prospettive dell’indebitamento dei Pvs» ín Politica in-ternazionale, 7-8, XIV, 1983.

— «Le origini dell’indebitamento estero dei paesi in via di sviluppo» in Par-boni R. (a cura di), L’Europa nella crisi economica mondiale, Milano, F. Angeli,1984.

Onida F., The Theory and Policy of Optimum Currency Areas, Tilburg, Suerf, 1972.

— La bilancia dei pagamenti come vincolo della politica economica, Milano, F. Angeli,1974.

— «Esportazioni e struttura industriale dell’Italia negli anni ‘70» in Economiaitaliana, 1, 1980.

— «Il debito estero e il vincolo della bilancia dei pagamenti» in Note econo-miche, 5-6, XV, 1982.

— «Industria europea: collocazione negli scambi internazionali e interdipen-denza» ín Economia e politica industriale, 40, X, 1983.

— Economia degli scambi internazionali, Bologna, Il Mulino, 1984a.

— «Industria europea: collocazione negli scambi internazionali e interdipen-denza» in Guerrieri P. e Padoan P.C. (a cura di), Un gioco senza regole,Milano, E. Angeli, 1984b.

— Innovazione, competitività e vincolo energetico, Bologna, Il Mulino, 1985a.

— «Lo scenario internazionale e le prospettive per le esportazioni italiane» inAA.VV., Piccole e medie imprese ed esportazioni, Milano, Giuffrè, 1985b.

— «La fluttuazione dei cambi e la competitività internazionale» in Rivista mi-lanese di economia, 17, 1986a.

— «Tassi di cambio, vantaggi comparati e struttura industriale» in PadoaSchioppa T. (a cura di), Il sistema dei cambi oggi, Bologna, Il Mulino,1986b.

Page 462: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

452 Appendice bibliografica

— «Nic’s: Technological Change and Transfer and the Impact onInternational Trade» in Ferri G. e Ragazzi G. (a cura di), Adjustment toShock: a NorthSouth Perspective, Amsterdam, North-Holland, 1986c.

— (a cura dí), Industria italiana e commercio internazionale, Bologna, Il Mulino,1978.

— (a cura di), Vincolo estero, struttura industriale e credito all’esportazione, Bologna,11 Mulino, 1986d.

Onida F. e Perasso G., «Oil Export and Economie Development: OpecStrategies and Opportunities for Western Economie Cooperation» inRivista internazionale di scienze economiche e commerciali, 3, XXX, 1983.

Onida F. e Viestí G. (a cura di), The Italian Multinationals, London, CroornHelm, 1987.

Orcalli G., «Movimenti internazionali di capitali e teoria della distribuzionedel portafoglio» in Rivista di politica economica, LXVII, 1977.

— «Integrazione finanziaria ed unione monetaria nella Cee» in Il Risparmio, 4,1982.

— Mercati dei capitali e integrazione economica, Padova, CLEUP, 1983.

Ossola R., «La vulnerabilità deI sistema finanziario internazionale: prestiti in-ternazionali e rischi di liquidità» in Bancaria, 6, XXXVI, 1980.

— «A Modest Step Towards Fixed Parities» in BNL Quarterly Review, 136,1981.

Padoa Schioppa T., «The Emf: Topics for Discussion» in BNL Quarterly Re-view, 134, 1980.

— «Competing Currencies and Monetary Stability» in Ceps WorkingDocuments, 2, 1983.

— «Lessons from the European Monetary System» in Economic Bulletin,Banca d’Italia, 2, 1986.

— (a cura di), Il sistema dei cambi oggi, Bologna, Il Mulino, 1986.

— (a cura dí), Efficienza, stabilità ed equità. Una strategia per l’evoluzione del sistemaeconomico della Comunità Economica Europea, Bologna, Il Mulino, 1987.

Padoan P.C., «Le funzioni di importazione nei modelli econometrici» inGandolfo G. (a cura di), Il tasso di cambio di equilibrio, Milano, ISEDI, 1976.

— «Una nota sulla distinzione tra beni “commerciabili” e beni “non com-merciabili”» in Note economiche, 3, X, 1977.

— «Lo Sme nel sistema monetario internazionale» in Merusi F. et al., L’inte-grazione monetaria dell’Europa, Bologna, Il Mulino, 1987.

— (a cura di), Politiche monetarie e politiche di bilancio nella Comunità europea,Bologna, Il Mulino, 1988.

Page 463: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

4. Economia internazionale 453

Palmerio G., «Sviluppo ed equilibrio in un modello del commerciointernazionale» in Economia internazionale, 3-4, XXIV, 1971.

— «Tassi di cambio, ritmi di inflazione e movimenti di capitale» in Rivistainternazionale di scienze economiche e commerciali, 10-11, XXVIII, 1981.

Panizza R., «Il mercato dei cambi a termine nell’esperienza italiana» in Noteeconomiche, 2-3, IX, 1976.

— «Struttura e politiche di controllo nel sistema degli scambi internazionali»in Istituto universitario di studi europei (a cura di), Nuove tendenze del com-mercio internazionale, Torino, Tirrenia-Stampatori, 1981.

— «The Structure and Control Policies of the International Trade System»in Economie Notes, 1, IX, 1980.

— «Keynesismo e neoliberismo: risposte inadeguate alla crisi lunga deglianni settanta e ottanta» in Michelsons A. (a cura di), Tre incognite per lo svi-luppo, Milano, F. Angeli, 1985a.

— «L’economia internazionale nel XX secolo» in AA.VV., La storia, vol. VI,Torino, UTET, 1987.

— (a cura di), Moneta ed economia internazionale, Torino, Cassa di Risparmio diTorino, 1985b.

Paolucci S. (a cura di), Il mercato finanziario internazionale e le operazioni difinanziamento, Firenze, le Monnier, 1983.

Papadia F., «L’unità di conto europea tipo paniere e i suoi usi nel sistema dicambio intercomunitario» in Moneta e Credito, 1, XXIX, 1976.

Papi G.U., Economia internazionale, Torino, UTET, 1970.

Parboni R., «Economia monetaria internazionale» ín Lunghini G. (a cura di),Dizionario di economia politica, vol. 4, Torino, Boringhieri, 1982.

— «Aspetti congiunturali e strutturali della crisi internazionale» in Stato eMercato, 7, III, 1983.

— «Il sistema finanziario internazionale: crisi o ristrutturazione» in Moneta eCredito, 143, XXXVI, 1983.

— Il conflitto economico mondiale. Finanza e crisi internazionale, Milano, Etas .Libri, 1985a.

— «La crisi finanziaria dei paesi in via di sviluppo» in Panizza R. (a cura di),Moneta e economia internazionale, Torino, Cassa di Risparmio di Torino,1985b.

— «II dollaro e l’economia mondiale» in Graziani A. (a cura di), Il dollaro el’economia italiana, Bologna, Il Mulino, 1987.

— «Le strategie economiche internazionali degli Stati Uniti e l’Europa occiden-tale» in AA.VV., Sinistra e Cambiamento. Un’agenda, Milano, Feltrinelli, 1987.

Page 464: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

454 Appendice bibliografica

— (a cura dí), L’Europa nella crisi economica mondiale, Milano, F. Angeli, 1984.Parboni R. e Wallerstein I. (a cura di), L’Europa e l’economia politica del sistema

mondo, Milano, F. Angeli, 1987.Parrinello S., «Introduzione ad una teoria neoricardiana del commercio inter-

nazionale» in Studi economici, 3-4, XXV, 1970.— «Distribuzione, sviluppo e commercio internazionale» in Economia inter-

nazionale, 3, XXVI, 1973.Pasca P., «I paesi arretrati tra politica di sostituzione delle importazioni e poli-

tica di espansione delle esportazioni» in Rassegna economica, 2, XLI, 1977.— «Indebitamento, crescita e scambi commerciali con i Pvs, 1973-1983» in

Rassegna economica, 1, XLVIII, 1984.Paternò R., Il modello classico di commercio internazionale, Napoli, Liguori, 1983.Pedone A., «Movimenti di capitale e armonizzazione fiscale, con particolare

riguardo alle imposte dirette» in Atti del convegno «Il piano Werner e rar-monizzazione fiscale nella Cee», Padova, CEDAM, 1971.

Pellicelli G., L’impresa multinazionale, Torino, Giappichelli, 1977.Petit M.L., «Il circolo vizioso valutazione-inflazione: un’analisi» in Note eco-

nomiche, XI, 1978.— «Modelli di squilibrio e metodi di stima: un’applicazione al mercato delle

esportazioni italiane» in Note economiche, 1, XIV, 1981.Petit M.L. e Gandolfo G., «The Functional Form of the Aggregate Import

Demand Equation» in Economic Letters, 1983.Pierelli F., «Un modello econometrico a più paesi del commercio estero ita-

liano: primi risultati empirici» in Contributi alla ricerca economica, Bancad’Italia, 1980.

— I mutamenti della struttura degli scambi e la «posizione italiana», Roma, Bancad’Italia, 1983.

Pierelli F. e Ceccarelli Q., «Importazioni ed esportazioni» in Fuà G. (a curadi), Il modellaccio, Milano, F. Angeli, 1976.

Pifferi C., I meccanismi dello Sme, Torino, Cooperativa di Cultura, 1982.Pivetti M., Le esportazioni di capitali e l’efficacia delle misure coercitive, Modena,

Istituto di Economia dell’Università, 1971.— «Le esportazioni di capitali dall’Italia e l’aumento del contenuto di impor-

tazioni della domanda interna» in CESPE (a cura di), Crisi economica e con-dizionamenti internazionali dell’Italia, Roma, Editori Riuniti, 1976.

— «Il controllo delle importazioni nell’impostazione dei CambridgeEconomie Policy Group» in Note economiche, 4, XI, 1978.

Pola G., «Dotazione di fattori e commercio estero: il caso dell’Italia» in Ri-vista internazionale di scienze sociali, 2-3, XXIX, 1971.

Page 465: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

4. Economia internazionale 455

Praussello F., Il sistema monetario europeo e l’unione economica e monetaria, Firenze,La Nuova Italia, 1979.

— «Note sul trattamento delle importazioni competitive e complementarinell’analisi delle interdipendenze settoriali» in Economia internazionale, 2-3-4. XXXIV, 1981.

Prodi R., «Alla ricerca di una strategia multinazionale per l’impresa europea»in L’industria, 1, II, 1974.

Quadrio-Curzio A., «Primary Commodities Prices, Exhaustible Resourcesand International Monetary Relations: Alternative Explanations» inKregel J.A. (a cura di), Distribution, Effective Demand and InternationalEconomic Relations, London, Macmillan, 1983.

— «Oro e materie prime sotto il segno della moderazione» in L’impresa, 1,XXVII, 1985.

— (a cura di), The Gokl Problem: Economic Perspective, Oxford, Oxford Uni-versity Press, 1982.

Quadrio-Curzio A. e Fortis M., «Dinamica degli impieghi industriali di ma-terie prime: una analisi comparata tra sei paesi sviluppati, 1963-1982» ínPanizza R. (a cura di), Moneta e economia internazionale, Torino, Cassa diRisparmio di Torino, 1985.

Querini G., Convergenza e conflitti fra il Nord e il Sud della Cee, Napoli, ESI, 1983.

Querini G., De Ruggeri G. e Foschi M., «Struttura produttiva e commercioestero nei paesi del Mediterraneo: il settore agroalimentare» in Atti delconvegno Environment et Méditerranée, Aix-en-Provence, Università, 1989.

Querini G. e Raganati F., «Alcune considerazioni di teoria economica sull’al-largamento della Cee» in Castellano C. (a cura di), Problemi dell’integrazioneeconomica mediterranea, Torino, Giappichelli, 1987.

Ragazzi G., «Theories of Determinants of Direct Foreign Investment» inIMF ‘‘Staff Papers, 1973a.

— «Mercati dei capitali: tassi di cambio ed investimenti diretti all’estero» inNote economiche, 5-6, VI, 1973b.

— «Il ruolo deI finanziamento estero nello sviluppo economico e la proble-matica attuale dell’indebitamento» in Bancaria, 5-6, XXXIX, 1983.

Ragazzi G.•e Ferri P., «Adjustment to Shocks: A North-South Perspective» inAA.VV., Studies in Banking and Finance, Amsterdam, North-Holland, 1986.

Rey G., Relazioni tra il commercio estero dell’Italia e la domanda interna e inter-nazionale, Roma, Banca d’Italia, 1967.

Roccas M., Nuove teorie del commercio internazionale, Milano, Etas Libri, 1977.

— «Industrializzazione, politiche commerciali e interscambio dei Pvs» in Ri-vista di politica economica, 11, 1983.

Page 466: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

456 Appendice bibliografica

Roccas M. e Santini C., «La bilancia dei pagamenti» in Cotula F. e de’ StefaniP. (a cura di), La politica monetaria in Italia, Bologna, Il Mulino, 1979.

Roncaglia A., L’economia del petrolio, Bari, Laterza, 1983.

— «Il mercato petrolifero internazionale» in Panizza R. (a cura di), Moneta edeconomia internazionale, Torino, Cassa di Risparmio di Torino, 1985.

RP - OSPRI, Italia multinazionale, 2 voll., Milano, Edizioni del Sole-24 Ore, 1987.

Ruiz M.L., «Un’economia non perfettamente concorrenziale a due settori: ef-fetti della variazione del tasso di cambio» in Giornale degli economisti, 3-4,1982.

— «Definizione dí bilancia commerciale: osservazioni critiche su un lavororecente» in Note economiche, 1-2, XIX, 1986.

Rullani E., Lo sviluppo multinazionale delle imprese industriali, Milano, Etas Kom-pass, 1973.

Rullani E. e Vacca S., «L’internazionalizzazione dell’industria italiana» in L’in-dustria, 1, V, 1984.

Sacchetti U., «Riflessioni sul nuovo regime dei cambi esteri» in Moneta e Cre-dito, 118, XXX, 1977.

— «La crisi del debito estero: un’altra valutazione» in Quaderni sardi dieconomia, 4, 1985.

— «Bretton Woods: prime linee di un’ analisi critica» in Rivista di politicaeconomica, 10, LXXVI, 1986.

Sacco G., «Industria e potere mondiale» in AA.VV., Il Terzo Mondo nella divi-sione internazionale del lavoro industriale, Milano, F. Angeli, 1980.

Saccomanni F., «Il sistema monetario internazionale» in Cotula F. e de’ Ste-fani P. (a cura di), La politica monetaria in Italia, Bologna, Il Mulino, 1979.

— Italy’s Exchange Rate Policies, Roma, Banca d’Italia, 1982.

Sarcinelli M., «Tendenze del commercio mondiale, rischi di instabilità finan-ziaria e orientamenti di politica economica internazionale» in Rassegna eco-nomica, 2, XLVI, 1982.

— «Evoluzione nel quadro internazionale: vincoli e operatività delle grandibanche» in Economia italiana, 2, 1986.

— «Lo Sme e il sistema monetario internazionale: verso una maggiore stabi-lità» in Moneta e Credito, 152, XXXVIII, 1985.

Savona P., «Inflazione e sviluppo nell’economia mondiale: il ruolo della liqui-dità internazionale» in Vaciago G. (a cura di), L’economia italiana nell’inte-grazione internazionale, Milano, Comunità, 1974.

— «Sistema monetario internazionale, protezionismo e disoccupazione» inRivista di politica economica, 6, LXVIII, 1978.

Page 467: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

4. Economia internazionale 457

Savona P. e Tullio G., «Flussi monetari con l’estero e riserve ufficiali» inAA.VV., Rapporto Cnel sulla bilancia dei pagamenti, CNEL, Roma, 1982.

— «Italy’s International Reserves and their Determinants in the Seventies:An Assessment of the Country Risk» in BNL Quarterly Review, 140, 1982.

Secchi C., «Mercantilismo, politica commerciale “attiva” e protezionismo» inGiornale degli economisti, 7-8, 1982.

— La rilocalizzazione produttiva italiana nei Pvs, Milano, Giuffrè, 1983.

— «Internazionalizzazione, politica commerciale e protezionismo» in L’indu-stria, 1, V, 1984a.

— «Intra-Industry Trade with Ldc’s: A Comparative Analysis with ParticularReference to Case of Italy» in Mistri M. e Papisca A. (a cura di), La sfidaeuropea, Padova, CEDAM, 1984b.

— (a cura di), Gli operatori commerciali nel processo di internazionalizzazionedell’economia italiana, Milano, F. Angeli, 1983.

Sideri S., «Dimensioni internazionali del processo di sviluppo ed evoluzionedell’economia mondiale» in Economia, banca e congiuntura, 3, 1982.

— «Crisi mondiale, crisi dei modelli di sviluppo latino-americani e relazionieconomiche della Comunità Europea con l’America latina» in Giornaledegli economisti, 9-10, 1983.

Silva F., «Investimenti esteri ed accordi di cooperazione internazionale: l’in-ternazionalizzazione delle imprese italiane» in L’industria, 2, VI, 1985.

Silvani M., «Esportazioni e vincolo energetico, un confronto tra í principalipaesi europei» in Energia, 2, 1983.

Simomazzi A., Governi, banchieri e mercanti, Milano, F. Angeli, 1984.

Sirotti V., «Sulla stabilità dell’equilibrio nella teoria pura dello scambio inter-nazionale» in Economia internazionale, 1-2, XXII, 1969.

Stammati G., Il sistema monetario internazionale, Torino, Boringhieri, 1973.

Sylos-Labini P., Il sottosviluppo e l’economia contemporanea, Bari, Laterza, 1983.

Szëgo G. e Sarmant M. (a cura di), International Finance and Trade, Cambridge(Mass.), Ballinger, 1979.

Tagliabue G., «Un’analisi disaggregata sulle determinanti delle importazioniitaliane» in L’industria, 2-3, 1977.

— «Gli strumenti del protezionismo: un confronto fra dazi e sussidi» in Eco-nomia, banca e congiuntura, 3, 1983.

Tamponi G., Il cambio a termine. Controllo dei movimenti di capitale ed attivitàbancaria internazionale, Padova, CEDAM, 1983.

— «Alcuni aspetti della condotta delle autorità monetarie verso il mercato atermine dei cambi» in Il Risparmio, 5, 1984.

Page 468: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

458 Appendice bibliografica

Targetti-Lenti R., Economia delle materie prime, forme di mercato e politiche di control-lo, Milano, Giuffrè, 1979.

— «La variazione dei prezzi delle materie prime e la loro influenza sullastruttura e la competitività dell’industria italiana» in L’industria, 1, III, 1982.

Tiberi Vipraio P., «Le nuove forme di internazionalizzazione come scelteottimali di impresa» in Economia e politica industriale, 53, XIV, 1987.

Travaglini V., Appunti di economia: la teoria dello scambio internazionale, Roma,Ricerche, 1965.

Triulzi U., La bilancia dei pagamenti. Le politiche di aggiustamento e il caso dell’Italia,Roma, La Sapienza, 1981.

— «Risultati e prospettive del sistema monetario europeo» in Rivista di politicaeconomica, 2, LXXV, 1985.

Tronzano M., «Analisi di due modelli monetaristi del tasso di cambio. Un’ap-plicazione al caso lira, dollaro» in Economia internazionale, 4, X=II, 1980.

— «Aspetti teorici dei modelli di determinazione del tasso di cambio» in Noteeconomiche, 1-2, XIX, 1986.

Tullio G., «Le fluttuazioni della bilancia dei pagamenti italiana: un’analisi em-pirica della teoria classica» in Moneta e Credito, 123, XXXI, 1978.

— Moneta, cambio, bilancia dei pagamenti, Milano, Comunità, 1979.

Tutino F., «Dimensioni internazionali dell’attività bancaria e problemi di sta-bilità del sistema finanziario» in Note economiche, 2, XIII, 1980.

— «Gestione aziendale dei rischi di cambio e cash management in valuta» inRivista bancaria, 5-6, XLI, 1985.

Vaccà S., «Oltre il modello dell’impresa multinazionale: nuovi ruoli e nuovicomportamenti nel processo di internazionalizzazione delle imprese» inFinanza, marketing e produzione, 2, 1983.

— «L’internazionalizzazione delle imprese: passaggio obbligato per lo svi-luppo tecnologico o veicolo di “dipendenza”?» in Economia e politica indu-striale, 49, XIII, 1986.

Vaciago G. (a cura di), L’economia italiana nell’integrazione economica internazionale,Milano, Comunità, 1974.

Valcamonici R., «Processi di ristrutturazione, internazionalizzazione dell’eco-nomia italiana e vincolo esterno, 1970-1984» in Politica economica, 2, I, 1985.

Valcamonici R. e Vona S., «Indicatori di competitività per l’Italia e i princi-pali paesi industriali: metodologie e criteri di calcolo» in Bollettino statistico,Banca d’Italia, 1, 1982.

Velo D., «Sviluppo economico europeo e mercato europeo di capitali» in Pa-nizza R. (a cura di), Moneta e economia internazionale, Torino, Cassa di Ri-sparmio di Torino, 1985.

Page 469: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

4. Economia internazionale 459

Vercelli A., «La “lunga crisi”: interpretazioni e prospettive» in Ente per glistudi monetari, bancari e finanziari «Luigi Einaudi» (a cura di), Oltre lacrisi, Bologna, Il Mulino, 1986.

Vicarelli F., «L’esportazione di banconote nell’esperienza italiana dell’ultimodecennio: un’analisi quantitativa», in Studi economici, XXV, 1970.

— Settore: rapporti finanziari con l’estero. Modello econometrico dell’economia italiana,Roma, Banca d’Italia, 1970.

— Moneta, ricchezza e bilancia dei pagamenti: saggi di economia internazionale, Roma,Edizioni dell’Ateneo, 197L

— «Verso un’integrazione fra teoria pura e teoria monetaria del commerciointernazionale» in Economia internazionale, 3, 4, XXV, 1972.

— Flussi finanziari internazionali. Uno schema teorico e un modello per l’economiaitaliana, Roma, Banca d’Italia, 1974.

— «Il modello keynesiano in un’economia aperta», in Cotula F. e de’ StefaniP. (a cura di), La politica monetaria in Italia, Bologna, Il Mulino, 1979.

— «L’equilibrio esterno: un vincolo allo sviluppo?» in Panizza R. (a cura di),Moneta e economia internazionale, Torino, Cassa di Risparmio di Torino, 1985.

Villani M., «Saggio introduttivo» a Bel G., Mercato dell’eurodollaro e sistemafinanziario internazionale, Milano, Feltrinelli, 1978.

Volpi F. (a cura di), Debito estero e sviluppo del terzo mondo, Milano, F. Angeli, 1988.

Vona S., «Il commercio orizzontale e le teorie degli scambi internazionali» inRassegna economica, 3, XLIII, 1979.

— «Il commercio estero dell’Italia nell’ultimo decennio» in Politica edeconomia, 12, 1982.

— «Cambi, competitività di prezzo ed esportazioni di manufatti: l’esperienzadei principali paesi industriali» in AA.VV., Ricerche sui modelli per la politicaeconomica, Roma, Banca d’Italia, 1983.

— «Note per un’interpretazione del ruolo del commercio internazionalenegli anni della crisi, 1973-1983» in Economia italiana, 3, 1984.

Zandano G., Sviluppo economico e struttura delle tariffe, Roma, Istituto per l’e-conomia europea, 1967.

— «Protezione tariffaria e “internazionalizzazione” della produzione industria-le nei paesi in via di sviluppo» in Rivista internazionale di scienze economiche ecommerciali, 3, XIX, 1972.

— «Rapporti commerciali e finanziari tra paesi avanzati e Terzo mondodopo la crisi del petrolio» in Economia internazionale, 3-4, XXVII, 1974.

Zanelletti R., «Il principio dell’economia aperta e la struttura degli scambi ita-liani con l’estero» in Economia internazionale, 4, XXI, 1968.

Zenezini M., L’equilibrio della bilancia dei pagamenti, Milano, Etas Libri, 1980.

Page 470: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,
Page 471: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

Indice dei nomi

Abbatescianni G., 415Abraham J.P., 448Absalom R.N., 281, 08Accame F., 248Acciaioli N., 308Aceto G., 259Acocella N., 167-68, 189, 191, 433Acuto G., 226Adam R., 129, 365, 369, 387Adinolfi A., 372, 378, 417Aga Rossi E., 97-99, 101, 103, 226, 281, 308-9,

316, 319-20, 327-28, 334, 338Agazzi A., 239Agnoletti E.E., 248Agnoli F.M., 259Ago R., 113-14, 118, 120-123, 128, 130, 135, 142,

148, 149, 363-65, 368, 374, 423Agosti A., 309Agostini M.V., 52, 226, 309Agostini P., 281 Agostinone V., 309Aicardi C.M., 359 Aiello S., 248Alaimo M.L., 129, 149, 406, 422Alatri P., 259, 280Albertini M., 226, 309, 338Albertoni E.A., 338Albisinni F., 416Albonetti A., 309Albonico A., 106, 268, 281, 310, 338Alcock A.E., 406Alessandrini A., 281, 310Alessandrini P., 178, 182, 195, 433, 440, 442Alessandrini S., 183, 197, 433Messi M., 431Alessio M., 217Alezander H., 281Algardi Z.O. 263Aliber R.Z., 190Aliboni A., 237Aliboni R., 23, 226, 248, 310, 370Alker 1-1.R., 28-29, 68Allara B.M., 365Alting von Geusau F.A.M., 224Altomare G., 338Amadeo R., 310

Amato A., 440Amato G., 145Ambrosini F., 259Amodio E., 410Amonn W., 281Anchieri E., 81, 268, 339, 355-57Ancillotti R., 130, 149, 431André G., 9, 72-73, 94-95, 268, 281Andreani L., 416Andreotti G., 100, 310Andres G., 56, 59Andreucci F., 268Andrioli V., 410Andrisani G., 263Angelini M., 91, 282Angelini S., 72Angelozzi Gariboldi G., 282Angielio A., 417Annino A., 106, 339Antonelli C., 196, 199, 433Antonelli V., 310Antoniazzi G., 282, 310Anzilotti D., 114, 123, 145, 148, 363Apollonio R., 311Aquarone A., 86-87, 107, 268, 282Aquaviva S., 234, 237Aquino A., 167, 182, 201, 207, 434, 437Ara A., 88, 282, 310, 339Arangio-Ruiz G., 120, 128-29, 136, 143, 149, 363,

368-71, 374, 406Arcani M., 178, 434Arcidiacono B., 97-98, 310Ardia D., 72, 101, 226, 310Ardigò A., 248Ardizzone A., 397Are G., 86, 226, 269, 311, 339Arfé G., 269Argentieri F., 105, 311Armani P., 248Armao F., 29, 239Armon T., 282Amò Sebastiani F., 354Aron R., 33, 37, 60, 68, 339Arpea M., 339

Page 472: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

462 Indice dei nomi

Arrighi G., 434Arrigo Carnier P., 311Askari H., 450Attinà F., 9, 15, 24 e n, 27, 29, 34, 37, 41-45, 51,

217-18, 221, 222-23, 226-27, 239, 339Atzeni F., 239Aula G., 339Aversa A.V., 311Avtorkanov A., 311

Bacchetti F., 311, 354Bacci S., 29Bachelet V., 311Back Impallomeni E., 130, 150, 397, 427Badiali G., 132, 144, 150, 363, 407Badoglio P., 96-97Baer G.W., 282Baffi P., 174, 434Baget Sozzo G., 240, 248, 339Baglioni G., 311Bagnato B., 311Bagnoli L., 311Bairati P., 106, 339, 347Baistrocchi. E., 282Baistrocchi M., 339Balbi R., 311Balcet G., 167, 184, 188, 190, 192, 434Baldassarre A., 219Baldassini-Faini G., 416Baldelli P.G., 263Baldelli Celozzi M.G., 269Baldi C., 227, 378Baldi R., 378Balducci E., 54, 240Balduzzi R., 378Balladore Panieri G., 119, 132, 135, 150, 427Ballarino T., 363, 395Balletta F., 263Bambara G., 282Bandini F., 269, 282Baracca A., 240Barattieri V., 177-78, 182, 435Barbanti M., 311Barbati V., 282Barbero G., 269Barbieri G., 434Bardi L., 227Bardi P., 283Bariatti S., 365Barié 0., 106, 283, 311-12Barile G., 113, 118, 120, 130, 135, 150, 363, 377,

387, 396, 423, 428Barile P., 145, 397Barker J., 200Baroncelli F., 26, 240-41Barone E., 160Baroni P., 248Baroni R., 269Barrera P., 54, 240Barsotti R., 130, 138, 150, 370, 386, 407, 410, 416

Bartole S., 130, 150, 398, 406Bartoli D., 283Barucci P., 102, 312Basagni F., 435Basevi G., 161, 166, 168, 173, 193, 200, 205, 209-

10, 435Basso L., 218Bastenier A., 343Bastianelli F., 387Battaglia R., 263Battaglini G., 386, 369Battistelli F., 57, 64, 240, 248Battistini P., 283Baudi Di Vesme C., 259Batoli G., 378Bazzoli. L., 312Beaufre A., 59, 64Becattini G., 281Beccaria C., 159Becchi P., 339Becker J., 229, 238Bédarida H., 259Badando G.M., 390Bedeschi A., 72Bedeschi G., 283Bedeschi Magrini A., 312Beghè Loreti A., 420Belden J., 312Beli G., 177, 459Bellando A., 407, 409-10, 412-13, 415Bellezza G., 312Bellini S., 130, 150Bellini N., 240Bellini V., 364Bellofiore R., Z80, 436Beltratti A., 436Bellomo N., 312Bellotti L., 312Bellucci P., 218Beloff N., 312Belvedere A., 408Benedettelli M., 386Benedetti A., 249Bensi G., 339Bentivoglio L.M., 365, 375, 388, 397Benuzzi F., 386Benvenuti F., 283, 312, 339Benvenuti P., 105, 130, 138, 150, 377, 398, 410,

416, 428Benvenuti S., 269Benzoni A., 218, 227, 312Beonio Brocchieri P., 105, 227, 339-40Beppi N., 240Beretta S., 339Berezin M., 240Berlinguex E., 312Bernardelli P., 263Bernardi G., 283, 312Bernardini A., 128, 137, 150, 363, 365, 369-70,

398, 407, 428

Page 473: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

Indice dei nomi 463

Bernini G., 378Berseli A., 91, 283Berti E., 283Bertin G., 189, 212Bertoldi S., 312Bertolissi S., 283Bertoni E., 339Bertuccelli C., 407Bethell N., 312Bettanin F., 312, 339Bettini E., 24Bevacqua D., 388Ressa B., 109, 339Biagini A., 89, 263, 269, 283, 354Biagioli A., 178, 181, 205, 436Bialer S., 313Bianchi G., 97, 283, 313Bianchi P., 240Bianchini S., 105, 269, 283, 313, 339Biasco S., 167, 176-77, 179, 192, 201, 210, 436Meno D., 313Biersteker T.J., 28-29, 68Bigotti M., 263 Billi M., 332Bilson J., 435Binettí C., 227Bini Smaghi L., 195, 436Biscottini G., 132, 150, 372, 378, 380-82, 384-85,

398-99, 404-5, 410, 413Blaas R., 361Blasetti M.M., 270Blengino V., 339Blumer G., 110, 340Bobbio N., 25-26, 41 e n, 42, 45, 54, 56.57, 59, 68,

130, 150, 217-19, 222-24, 240, 246, 410Boccazzi C., 293Boccheggiani P.A., 354Bocchiola E., 436Boelhower W., 340Boffa G., 105, 313Boffito C., 186, 436Boggiano Pico A., 313Boggio L., 436-37Bolchini P., 270Boldrini A., 313Bolech Cecchi D., 72, 95, 284Bolognani B., 340Bonaffini G., 263Bonagura V., 428Bonanate L., 9, 11, 15, 20-25, 26 e n, 29, 35 e n, 36

e n, 37, 38 e n, 39, 41 n, 42, 43 e n, 44-46, 49,55-58, 60-61, 68-70, 218-21, 225, 227, 241-42,247, 249, 257, 313, 340, 363, 416

Bonanni M., 228, 235, 237, 315, 322, 340, 343Bonasera F., 313Bonazzi T., 106-7, 259, 262, 269, 284, 352Bongiovanni B., 259Bonifazi A., 410Bono 5., 105, 259, 270, 284, 340, 354Bonomi I., 98

Borelli V.M., 406Bonvicini G., 52, 228, 313Borejsza I.W., 92, 284Borgogni M., 73Borsa G., 105, 228, 270, 284, 340Bortolani 5., 176, 178, 186, 437Sortone E., 418Boschesi P.B., 284Bosco A., 284, 340Bosco G., 363, 365, 378, 388, 428Bosco Naitza G., 270Bosello F., 192, 201, 209, 437, 450Bossi M., 263Bosworth R.J.B., 270Botta G., 284Botti F., 284, 313Botticelli R., 313Bottiglieri E., 313Bovero M., 41 n, 68Sozzo L., 10, 29, 221, 242, 249Bracaglia P., 285, 313Bracher K.D., 285, 298Branca G., 151, 399, 406Bravo G.M., 242Breccia A., 72, 95, 103, 270, 285, 314, 355Brenan E., 340Brennan D., 19Bresciani-Turroni C., 160Brescianino C.D., 95, 285Bressi G., 10, 228, 340Brigaglia M., 270Brilli A., 260Brogi A., 285Broggini R., 314Brondino M., 340Brosio M., 102, 314Broszat M., 285Broué P., 285Brown B., 88, 278Brunazzi M., 340Brundu Olla P., 73, 94, 285, 314Brunetti M., 340Bruni F., 203, 437Brunner K., 177Brunori M., -340Brusasca G., 314Bruschi A., 22, 34, 217, 221, 223Bruti Liberati L., 270, 285Bruym R., 337Buccianti G., 73, 93, 285, 355Buergenthal T., 370Bull H., 19, 21 n, 68Bunge M., 218, 239Buono I., 228Burchi S., 393Burgwyn H.J., 92, 285Burke P., 260Busino G., 286, 314Buttà G., 270, 340Butteri A., 53, 232, 359

Page 474: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

464 Indice dei nomi

Buttiglione R., 242Buzzati Traverso A., 242

Cabiaia E., 416Cacace P., 100, 228, 314Caccamo D., 105, 264, 270Cacciari M., 242Cacioli M., 360Cadoni G., 286Cafari Panico R., 422-23Caffè F., 178, 203, 437Caffarena A., 43n, 220-21, 257Caforio G., 249, 340Caggiano C., 367Caggiano G.D., 420Calabrese O., 270Calabresi S., 183, 439Calamia A.M., 128, 365, 398, 417Calchi Novati G., 24, 52, 105, 228, 242, 249, 314,

340Caligaris L., 62, 63 e n, 64, 228, 249, 255, 341, 348,

351Calogero F., 23, 250, 341Caltagirone L., 341Calzini P., 24, 72, 228Calzolari M., 193, 435Camagni M., 201, 437Camarda G., 396Campa G., 176, 437Campana G.A., 314Campanini G., 286Camparini A., 341Campiglio C., 410Campogrande G., 378Campolongo A., 437Canavero A., 314Cancello A., 260Candela G., 205, 438Cannata F., 386Cannistraro P.V., 309Cannizzaro E., 372Cannone A., 130, 150, 407Cansacchi G., 9, 22 e n, 23, 221, 369, 372, 376,

397, 405, 407, 420, 422-23, 428Canuto V.M., 250Cao-Pinna V., 174, 438Capelli F., 368, 378, 393, 398, 420Capiluppi M., 406Capitini A., 54, 68Caporaso J.A., 46, 68Capotorti F., 113, 121, 128, 130, 132, 136, 150-51,

365, 371-72, 379, 386, 398, 407, 410, 423Cappelletti M., 398Capra C., 260Caprotti G., 314Capurso M., 407Capuzzo U., 250Caraccioli I., 396Caracciolo di San Víto R., 242Caracciolo L., 104, 314

Caracciolo N., 286Carandini N., 314Carbone S., 420Carbone S.M., 131, 151, 388, 393, 398, 416, 418,

420Carbonelli M., 423, 431Carboni F., 410Carella G., 129-30, 151, 422Caretti P., 398Caretti S., 286Caridi G., 131Carli G., 177, 191, 438Carli G.C., 398Carlino C., 341Carlotti A.L., 286Carmagnani M., 106, 341, 441, 443Carnevali G., 10, 28-29, 221, 229, 341Carnier P.A., 314Carocci G., 91, 286, 355.56, 358Cardi G., 105, 286Carr W., 286Cartosio B., 341Caruso A., 397Casadio F.A., 9, 15, 64, 242, 250, 341, 407, 409-10,

412-13, 415Casadio G.P., 438Casana Testore P., 264Casella A., 341Casella L., 314Casprini F., 201, 210, 438Cassel G.K., 160, 208Cassese A., 62, 128-30, 132, 134, 137-38, 143.44,

150-51, 227, 229, 243, 250, 314, 363, 365,370-71, 373-74, 386, 399, 406-7, 410, 416,423-24, 428, 431

Cassese S., 145Cassola C., 26, 55, 243Cassoni G., 420, 423, 429Castellano C., 455Catalano F., 438Castelli C., 105, 341Castelli I., 315Castronovo V., 341Casula C.F., 286Catalano F., 107, 189, 315, 341, 438Catalano N., 363, 379Cataldi C., 411Cataldi G., 130, 151, 388Cataluccio F., 286Cataudella M., 315Cattaneo C., 41Cavaglieri A., 145Cavagna A., 243Cavallero G., 270Cavallero U., 286, 355Cavallone B., 411Cavaterra A., 359Cavazza F.L., 232-33, 235, 250, 341Cavour C. Senso di, 82, 355Cay F., 397

Page 475: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

Indice dei nomi 465

Ceccarelli Q., 182, 454Cecchini G.L., 429Cecchini L, 250Cecchini P., 229Celi R., 379Cellemare G., 424Celletti F., 64, 250Ceola P., 57 n, 243Cerquetti E., 315Cerutti F., 243Cerutti G., 379Cerutti M., 286Cevetti G., 348Cesa M., 29, 44, 64, 221, 250Cesarano F., 438Cessi R., 82, 264Ceva L., 270, 287Chabod F., 77, 83-84, 270Chailland G., 341Chandler D.G., 260Cheneux P., 315Chesnais J.C., 341Chesneaux F., 342Chiarirli R., 271Chiavacci E., 57, 243Chiavario M., 130, 152, 411Chiesa C., 205, 436Chiesa G., 209, 438Chilosi A., 185, 438Chiti-Batelli A., 309, 315, 342, 379Cialdea B., 83, 89 n, 100, 264, 287, 315Ciampini R., 260Cianferotti G., 271Ciano G., 146Ciasca R., 80Cifarelli V., 429Cilento A., 260Ciliga A., 315Cimolino G.P., 411Cingari G., 266, 277Ciocca P.L., 439Cioffi Revilla C., 218Cipolletta I., 183, 439Ciravegna D., 182, 439Citatela L., 399Cittadini Cipri A.M., 315Citterich V., 315Ciuffoletti Z., 109, 342Clausearitz K. von, 59 n, 61Clemens S., 315Clementi F., 243Clementi R., 250Clerici R., 405Cocchia A., 287Coen F., 315Cognetti de Martiis S., 160Cohen B.J., 435Cohen R., 439Colantoni M., 186, 439Colarizi S., 287

Colasanti F., 193, 439Collalto C., 369Colle C., 190, 439Collotti E., 100, 104, 315, 287Colletti Pischel E., 105, 229, 287, 342Colombatto E., 170, 185, 187, 202, 436, 439Colombo A., 229, 289, 315.16, 332Colombo C., 193, 435Colombo F., 342Colombo U., 225Comba A., 379Comito V., 189, 439Concetti B., 408-9Condorelli L., 128, 130, 137, 144, 152, 368, 370,

379, 397, 399, 406, 408, 411, 420Conetti G., 130, 152, 372-74, 393Conforti E., 128-29, 131-32, 138-40, 152, 363,

365, 374, 388, 399, 424Coniglio G., 361Consigliere I., 440Consigliere P., 420Console V., 53, 232, 359Conti F.G., 287, 315Conti G., 181-82, 195, 199, 209-10, 433, 440Conti V., 440Coombes D., 346Coppola R., 315Coralluzzo W., 29Corazzi P., 287, 315Corciulo M.S., 287Corda C., 411Corivan M.M., 264Corni G., 271, 287Corradini L., 246Corradini P., 342Corrias Corona M., 264Corsini U., 101, 287, 316, 342Corsini V., 132, 152Cortese G., 378, 429Cortese N., 264Cortese R., 365Cortese Pinto E., 379Cortesi L., 14, 26, 57, 241, 243, 247, 256, 342Coscia G., 386Cossutta D., 182, 440Costa E., 288Costa Bona E., 72, 95, 288Costantino B., 399, 421, 424Costanzo G.A., 386Cotta M., 229Cotta S., 243Cotta-Ramusino P., 250Cotula F., 456, 459Coverdale J.F., 288Cox G., 316Craig G.A., 271, 288, 342Craveri R., 316Craxi B., 143Cremasco M., 62-63, 248-51, 342, 352, 431Cremonesi A., 260

Page 476: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

466 Indice dei nomi

Cremonesi L., 229, 271, 316Cresciani G., 342Crispi F., 86Cristini G., 205, 440Crivellaro A., 365, 369, 416, 429Crivellin E.W., 288Curasi T., 221Curato F., 264, 271, 288, 358-59, 361Curi U., 58, 243, 245-4Curli B., 288Cinti Gialdino C., 131, 386, 393, 429Cutilli B., 174, 177, 440Cutuli S., 51, 227D’Agata R., 316, 342Dahl R.A., 17 n, 68Dainelli L., 316, 342D’Alauro 0., 183, 441Dalbosco E., 182, 441D’Alessio W., 393Dalla Torre G., 377Damato A., 399Damiani C., 93, 288Damiano P., 416D’Amoja F., 72, 89, 93, 229, 288, 316, 342D’Angelo G., 271D’Angelo M., 197, 229, 264, 441Daniele L., 379, 399D’Antonio M., 182, 198, 441Dassetto F., 343Dassovich M., 271, 288Dassù M., 105, 316Dastoli P.V., 229, 343D’Atena A., 399D’Attore P.P., 103, 236, 316, 320, 326, 343, 351Davi A. 138,376Davidson B., 316Deaglio M., 209, 441De Andreis M., 250-52, 254, 343De Battistini R., 441De Bellis S., 422De Benedetti F., 343De Bernardis L.M., 343De Caro C., 131, 157, 404De Castro D., 99-101, 316De Cecco M., 174, 176, 178, 192, 441Decleva E., 84 e n, 86, 229, 271, 288, 316Dedeva M., 373, 424De Courten L., 271De Cristofaro M., 408Dedeyan C., 264De Felice F., 289De Felice R., 91-92, 94-95, 109-10, 271, 282, 289,

291-92, 308, 317, 343, 350De Fina G., 380, 405De Gasperi A., 53, 100-2, 289, 317Degl’Innocenti M., 109, 271, 343De Grand A., 289De Grauwe P., 209, 435De Guttry A., 289, 394

Dehio L., 42, 343De La Sierra L., 289Del Boca A., 87, 93, 264, 271, 289, 317Del Canuto F., 317De Leonardis M., 72, 83, 103, 264, 272, 290, 317Dellacasa G., 208-9, 442Della Gherardesca A., 435Della Peruta F., 260Della Rocca F., 343Della Santa N., 317Della Seta 5., 272Della Terza D., 343Delle Donne G., 290Delfi Zotti G., 221, 225, 242Dell’Omodarme M., 104, 229, 317Del Negro P., 106-7, 260, 340Del Punta V., 442Delson R., 405De Luna G., 318Delureanu S., 264Del Vecchio A., 131, 388, 424Del Vecchio E., 72, 85, 87.88, 264, 272, 290Del Vecchio G., 54, 68De Marco P., 318, 355Demaria G., 160Dernatté C., 442De Mohr U.G., 431De Nova R., 380De Pasquale P., 343Depoli A., 290De Robertis A.G., 71, 83, 99, 100, 264, 290, 318,

343De Rosa F., 386De Rosa G.S.J., 318De Rosa L., 109, 272, 344De Ruggeri G., 455De Salvia M. 411De Santis M.A., 159De Sena P., 422De’ Stefani P., 456, 459Deutsch K.W., 17 n, 68De Vergottini G., 229De Vergottini T., 290De Vivo G., 442, 454Devoto F., 343Devoto G.L., 23, 64, 248, 250, 252, 341, 343Diana V., 429Diaz F., 260Di Blase A., 318, 374, 376, 424Di Capua G., 102, 318Di Casola M.A., 290, 318Di Casola Fantetti M.A., 72Di Fenizio F., 442Diggins J.P., 290Di Giorgi U., 229Di Leo R., 318Di Lieto A., 365Dini L., 195, 209, 442Di Nolfo E., 9, 23-24 49.50, 71, 73, 78, 82-83, 91-

92, 95-103, 104 e n, 106, 221, 230, 264, 272,

Page 477: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

Indice dei nomi 467

284, 287, 290, 299 306-7, 310, 316.20, 322,325-27, 330-31, 334, 336, 343-44, 357.58,

Di Paola M.T., 320, 355Di Paolo C., 380Di Pasquantonio F., 252Di Perna T., 377Di Robilant Carlo F. Nicolis, 85Di Salvo T., 240Di Simone G.M., 223Di Trocchio G., 412Di Vittorio A., 260Dogo M., 272Dona M., 242Donnaruma M.R., 400Donner G., 189, 212Donnini G., 72, 87, 89 n, 272, 290Dormo A., 107, 230, 290, 320, 344Dore G., 109, 344Doria G., 344Dornbush R., 445D’Orsi A., 55, 243Dosi G., 199, 450Dotoli G., 264Doyle U., 260Draetta U., 365, 380, 418Draghi S., 237Drago A., 57, 243Dragoni U., 290Ducci R., 252Duce A., 72, 87, 272, 344Dumitriu-Snagov I., 272Durante F., 131, 372, 380, 388, 397, 412Duranti L., 272Duroselle J..B., 76, 288-90, 303, 320, 333

Easton D., 38 e n, 69Einaudi L., 53, 160Ejdelman N., 344Eliantonio E., 429Elleinstein J., 291, 320Ellwood D.W., 97, 258, 320Enardu M.G., 71, 291, 320Enver Pascià, 272Ercolessi M.C., 230Esposito V., 412Etienne B., 344

Faenza R., 80, 321Fagiolo S., 344Falchi G., 181, 442Falcione R., 244, 291, 321Falco G., 291Falcone F., 182, 442Faltoni R., 406Falzone G., 265Fanara E., 406, 408Farina A., 450Fasce F., 272, 291Fatica M., 361Faucci R., 272

Favara F., 400Favaretto T., 350Favorite M., 291Federici C., 343Feld W.J., 227Ferone A., 130, 152, 394Ferrandi M., 291Ferrante E., 265, 272, 344Ferrante M., 424Ferranti G., 365Ferrara M.N., 230, 321Ferrari G., 252Ferrari M.E., 272Ferrari 5., 72, 105, 321Ferrati Bravo G., 321Ferrari Bravo L., 128, 132, 135, 137, 142-43, 152,

363, 368, 373, 380, 400, 412Ferraris L.V., 408Ferrato G., 244Ferratini Tosi F., 321Ferreira R.M., 380Ferrara M., 230, 238Ferretti V., 92, 291Ferri G., 452Ferri P., 455Ferro A., 210, 443Fiala P., 291Fieschi R., 64, 252Filasi 0, 272, 291Filasi T., 273Filippini L., 443Filippone Thaulero G., 100, 273, 321, 344Filippuzzi A., 344, 360Finardi S., 344Finetti A., 176, 443Fini M., 80, 296, 321, 326, 344, 347, 351Finotti S., 321Fiorati. Piacentini V., 105, 265, 344Fiorentino F., 321Fiori G., 321Fiorito F., 264Firpo L., 329, 340Firpo M., 220, 241, 288, 319Fisk G., 434Flora P., 344Florio F., 130, 152, 244, 373, 388, 394Fodella G., 184-85, 443Fois P., 371, 374, 380, 400, 408Forlati L., 408Forlato Picchio M.L., 427Formigoni G., 102, 321Fornaci F., 55, 244, 246Fornaro P., 291Fornengo Pent G., 190, 196, 434, 439, 443Forte F., 176, 204, 443Fortis M., 455Fortuna A.M., 354Foschi M., 455Fossati F., 230, 244Fragali M., 396, 400

Page 478: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

468 Indice dei nomi

Fragola U., 380,Francalanci G., 388Francesconi M., 344Franchini M., 366Francioni F., 368, 380, 389, 396, 416, 418, 421,

423, 427Franco R., 202, 443Franzina E., 110, 344Frassati L., 291Fratianni M., 177, 443Frattolillo F., 283, 354Frega S., 244, 252Frey L., 437Frezza Bicocchi D., 107, 291Friedman M., 177Frigo M., 421Frigo A.M., 260Frisch D., 19Fromm E., 59Fronzoni F., 443Frosini V., 377, 420Fùa G., 170, 455Fubini A.M., 340Fubini L., 190, 443Fucci E, 321Funari E.L., 265Furlani S., 265Fusillo M.S., 389

Gabriele M., 85, 273Gabrieli F., 105, 345Gaetani d’Aragona G., 186, 195, 444Gaja G., 129-31, 134, 138, 144, 152, 153, 248, 366-

68, 371-72, 376, 380, 389, 408, 424Gaja R., 59, 222, 230, 232, 273, 345Galante S., 101-2, 230, 321, 345Galante Garrone A., 265Galdi F., 435Galizzi G., 436, 442, 444Gall L., 273Gallavresi L., 231Gallerano N., 50, 231, 322, 358Galli C., 244Galli G., 50, 231, 291, 322, 345Galli L., 322Calli della Loggia E., 322Gallner E., 345Gallo D., 244Gallo M., 322Galloni L., 273Galluppi M., 265Galluzzi C., 322Galtung 3., 55, 69, 218, 239Gambino A., 59, 100, 244, 322, 345Ganapini L., 273Gandbi M.K., 105Gandi V., 291Gandolfo G., 161, 167, 174, 198, 200, 205, 207,

440, 444, 447, 454Garavello O., 444

Garavoglia G., 231Gargiulo P., 429Garibbo L., 260Garimberti P., 231Garlan Y., 54, 69Garibba N., 322Garruccio L., 231, 322Garzia I., 71, 273, 292, 322Gasbarri C., 292Gasparini E., 189, 445Gasparini I., 184, 445Gasparotti R., 242Gattei G., 322Ganci S., 322Gatti F., 292Gatto A., 261Gazzini M., 345Gazzoni F., 369Geller M., 323Gencarelli E., 292, 358Genco P., 178, 445Genesio U., 408Gennaro Lerda V., 107, 345Genoino Caravaglios M., 273, 292Genovese M., 339Genovesi A., 159Genre E., 255Gentile E., 89, 292Gentili A., 24, 129, 153Gentili A.M., 231, 323Gelaci F., 445Gerbi A., 345Gerani E., 176, 445Gerosa C., 202, 443Gerosa G., 345Gestri M., 130, 153, 394Geuna M., 244Ghllardi F., 72, 85 n, 265, 273, 292, 323Girardini G., 145Giacalone G., 380Giacotnini R., 323Giacotto P., 244Giammanco R., 107, 345Giampaolino L., 400Giancotti E., 342Gianelli A., 421Giangrasso L., 265Gianotti L., 105, 311Giardina A., 369, 380, 389, 400, 412, 418-19, 421,

424, 429Giavazzi F., 167.168, 193, 208, 210, 435, 439, 445Gifuni G.B., 88Giglio C., 273 Gilas M., 323Gilibert P., 182, 445Gilpin R., 246Giocoli Nacci P., 400Gioia A., 130, 153Giolitti G., 88Giorcelli G., 64, 254

Page 479: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

Indice dei nomi 469

Giordano R., 72, 273, 292, 323Giovagnoli A., 100, 102, 323Giovannetti A., 292Giovannetti G., 201, 445Giovannini A., 193, 208, 445Giovannini E., 167-68Giovannini F., 243-345Giraudi G., 323Girault R., 76, 111, 306Girino E., 400Giuffrida R., 400Giuliano M., 113, 118-21, 123, 130-32, 134-35,

138, 143, 153, 363-64, 374, 389, 405, 418, 424Godechot J., 261Goglia L., 87, 273, 292Goletti G.B., 381, 394Gomel G., 205, 436Gonella G., 323Gorbaciov M.S., 47Gorgia F., 323Gori F., 345Gori P., 381Gori U., 9, 14-15, 20-23, 24 e n, 25, 29, 34, 37, 44,

49, 51, 58, 122, 217-18, 221-23, 225, 231,239-40, 242, 244, 248, 250, 252, 345

Gozzano F., 231, 325Gozzi G., 273Grader S., 16 n, 69Gramatica P., 445Grandi B., 244, 363, 369Grandi C., 345Grandi D., 93, 292Grassi F., 84-85, 87, 273-74, 359Grassi G., 321Grassi L., 54, 240Graubard S., 232-33, 235, 250, 341Gray L., 323Graziani A., 174, 178, 180-81, 440-41, 446, 953Graziani G., 186Graziano L., 229, 231, 319, 323Greco Scribani V., 400Greenstein F. I., 32, 69Grementieri V., 132, 158, 401, 408.9, 412, 416Grigoli M., 397Grilli E., 177, 186, 202-3, 446Grisoli A., 421Grispo F., 84 n, 359Groppo B., 226, 345Grottanelli De Santi G., 380Grozio TJ., 135Gruber K., 101Guagnini E., 261Guariglia R., 292Guarino C., 421Guarino G., 366, 371, 401Guarneri A., 401Guarneri G., 394Guazzaroni C., 323, 345Guderzo G., 73, 292Guerci C.M., 180, 446

Guerci L., 259Guerra A., 105, 323Guerrieri A.R., 344Guerrieri P., 180, 436, 446, 451Guida F., 105, 274, 277, 292Guidetti A., 345Guidi R. (R. Gaja), 232Guillen P., 323Guiscardo R., 252Guizzardi G., 234, 237Gusmaroli F., 248, 252, 345

Haedrick D., 274Hager W., 52Haig A., 324Hale J.R., 54, 69Halliday J., 345Halperin M., 19Halperin Donghi T., 346Hamaui R., , 167, 194, 209, 446Hardach G., 292Harney R.F., 346Harper J.L., 324Havemann R., 324Heady F., 17 n, 69Heckscher F.F., 197-98, 200, 202Heidenheimer A.J., 344Heller H., 293Hennsey j., 261Herde P., 293Herre F., 265, 274Hertner P., 274, 293Herwarth H. von, 293Hildebrand K., 293Hillgruber A., 293Himmler H., 99Hintze 0., 42Hirschman A.O., 324, 346Hitler A., 95Hobbes T., 42Hobsbawm M., 346Hodgman D.R., 435Hoffmann S., 27 e n, 37, 69, 324Hollander P., 346Horvath-Mayerhofer C., 293Hume D., 207Hymer S., 189-90, 212

Iannettone G., 105, 261, 265, 345Ilari V., 244, 252-53, 284, 293, 313, 324Innocenti M., 324Intersimone G., 324lonescu G., 234Isernia P., 29, 55, 218, 245Isnenghi M., 293, 322Iurlano G., 344Iuso P., 324Izzo L., 178, 192, 446

Jacobucci M., 376Jacoviello A., 253, 324

Page 480: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

470 Indice dei nomi

Jacques A., 346Jaspers K., 56, 59Jean C., 57, 64, 223, 230, 233, 240, 242-46, 298-49,

253-56, 346Jhering R. von, 145Joll J., 274Jones E.L., 329Jones S., 36 n, 70Jorion P., 445Josca G., 232Jossa B., 178, 187, 206, 209, 447Jouvenel B. de, 20

Kamarck A.M., 324Kammen M., 111Kaplan M.A., 21, 38, 69Karnow S., 324Kaufmann G., 24Keohane R., 32Kieman W.G., 54, 69, 346Kindleberger G.P., 346Kirchmann J.H. von, 148Kljucevskj V., 261Knipping F., 229, 238Knorr K., 70Knox M.G., 293Kogan M., 232Kohnstamm M., 52Kojanec G., 132, 153, 371, 381, 408, 412, 416, 421Kolko G., 324Kolko J., 324Krasner S.D., 30, 43, 69Kregel J.A., 166, 496, 455Krelin J., 344Krippendorff E., 24Kubat D., 346Kuby E., 293

Lafeber W., 76Lala R., 381La Loggia M., 381La Malfa 11, 53La Marca N., 293Lamberti Zanardi P.L., 130, 138, 153, 401, 423,

427Lanaro S., 322Lancellotti 13., 293Lanchester F., 381Lancieri E., 188, 447Lanfranchi F., 131, 153La Noce M., 203, 446La Puma L., 293Laqueur W., 293La Rosa V., 276Lattanzi F., 369, 376, 421Lauria F., 381, 389La Volpe G., 447Lawrence T.E., 293Lazzaro F., 394-95Leanza U., 144, 381, 387, 389, 396, 410

Ledda R., 324Lefebvre d’Ovidio F., 73, 92, 265, 294Legnani M., 294, 321Leita F., 389Lenci M., 274Lenk K., 113, 153-54Leon P., 188, 447Leonardi R., 325Leoncini F., 95, 294Leoncini Bandi A., 367Leoni F., 265Leontief V., 198-99Lettieri A., 325Levi A., 49, 232Levi F., 245Levi L., 53, 245, 325, 329, 346Levi Della Vida G., 346Levy J., 30Liberati F., 182, 447Liberato A., 294Lill R., 274, 287Linder S.B., 200Lipson J., 32Liserre A., 378Livet G., 274Lizzi R., 221, 253-54Lo Cascio A., 346Loddo 5., 447Lo Giudice G., 274Loi 5., 325Lombardi G., 346Lombardini S., 197, 447Lombardo A., 253Longo G., 253Longoni M., 325Lopez Celly A., 294Lothian, Lord (P.H. Kerr), 42Lotti L., 223Lottini O., 294, 325Lottmann H.R., 346Lovatto A., 294Loverci F., 274Lovisetti G., 232Lozzi C., 294Luciani G., 177, 186, 232, 251, 446-47Lucio C., 294Lunghini G., 453-54Luraghi R., 106-7, 346, 262, 265, 269, 352Luttwak E., 325Luzviminda F., 275Luzzatto A., 347, 359Luzzatto R., 129-30, 138, 153-54, 381, 401, 405, 412Lyons G.M., 16 n, 69

Mac Gregor Burns 3., 325Mack Smith D., 294Macmillan H., 359Maggiano P., 343Maggiore I., 198, 447Magister S., 325

Page 481: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

Indice dei nomi 471

Magni F., 57, 245Magnifico G., 175-76, 448Magno P., 397Magri P.G., 100, 105, 261, 325, 332, 347Magrini L., 232Maiex C.S., 77, 111Maione G., 294Majocchi A., 176, 445Malandrino C., 245, 347Malgeri F., 87, 275Malia M., 294Malintoppi A., 113, 129, 154, 376, 401Malinverni B., 85 n, 275, 325Malitza M., 218, 239Mallen M., 54, 69Maltese P., 105, 275, 294, 347Malvezzi P., 294Mamberto G., 381Mammarella G., 52, 106-7, 232, 325Mamoli Zorzi R., 265Manca B., 261Mancini A., 418Manetti L., 102, 106 n, 325Mangione J., 347Manzella A., 145, 232Manzini R., 275, 294Manzoni R., 265 Manzotti F., 109, 347Marmi E., 182, 441Maravalle M., 232Marazzi A., 347, 387, 427Marazzi M.L., 275Marceca S., 401Marcai 0., 275Marchese S., 105, 275, 294, 347Marchisello A., 382Marchisio S., 138, 366, 375-76, 378, 387, 418Marena R., 53, 232, 359Marenco G., 382Margariti A., 347Margiocco M., 265, 325Margiotta Broglio F., 71, 295Marinai G., 266Marino L., 448Mariotti S., 191Maxletta M., 382Marongiu Buonainti C., 275, 295Marshall Lang D., 347Marsico G., 73, 92, 295Marsili L.F., 261Marston R., 435Martellone A.M., 106-8, 110, 261-62, 269, 352,

347Martina G., 266Martinelli A., 237, 347Martinengo G., 194, 202, 208, 449Martino Gaetano, 295, 359Martino Gerardo, 394Martuscelli M., 401Marx S., 274

Marzaduri E., 412Marzano A., 190, 401, 448Marzano F., 447MascilliMigliorini L., 266Masera F., 176, 448Masera R.S., 194-95, 448Maserati E., 275Masoero A., 275Massagrande D.L., 295Massai A., 232, 401, 431MassardoMaiello A., 89 n, 295Massobrio G., 253Mastellone C., 382Mattai G., 243Mattei E., 325Mattera Ricigliano A., 382Mattesini F., 295Matteucci N., 25, 42, 68, 217, 218-19, 222, 222-24,

241, 246, 261, 347Mattioni A., 401Mauro G., 449May A.A., 275Mazzetti M., 85, 275, 295, 325Mazzocchi G., 64, 245, 253Mazzonis F., 266McGaw Smyth H., 347, 359McNeill W.H., 54, 69Medvedev R.A., 295, 326, 347Meeker F.W., 405Meier C.S., 103 e nMela A., 223Melchionni M.G., 295, 326Meldolesi L., 295Melis G., 105, 233, 326Melodia G., 295Melograni P., 88, 295Meloni E., 178, 446Meloni G., 397Melotti U., 169Meltzer A., 177Menegazzi Munari F., 377Meneguzzi Rostagni C., 72, 83, 102, 266, 326Mengozzi P., 132, 154, 364, 373, 382, 389, 394,

401, 408, 412, 417Menzione E., 366Mercadante F., 245Mercaduri E., 416Merciai P., 421Mercuri L., 295, 326Merlini C., 23, 52, 171, 228, 233, 253, 256Merusi F., 193, 449, 452, 454Messineo A., 427Metcalfe J.S., 202Meucci P., 233Meyer F., 326Mezzadri L., 261Mian F., 295Miatello A., 429, 431Michelangeli M., 181, 442Michelsons A., 179, 436, 449, 453

Page 482: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

472 Indice dei nomi

Michilli M.R., 401Micossi S., 193, 449Miele A., 429Miele M., 367Mieli R., 233Miggiano P., 251, 254Migliavacca P., 253Miglia222 A,, 118, 121, 154Miglio G., 223, 233, 245Migliorini A.V., 261Migliorino L., 389, 401Migone G.G., 93, 97 n, 106-7, 295-96, 304, 309,

326, 331, 334, 348, 352Milanesi E., 38Milanesi L., 401

Milanesi M., 348Milani L., 54, 70Milone L., 203, 449Milward A.S., 296Milza P., 275Miliardi S., 296Minerbi S., 296Minniti F., 275, 196Minsky H.P., 440Misiano L., 275Mistri M., 165, 209, 227, 233, 312, 326, 450, 457Mistrorigo L., 348Mockler A., 296Modelski G., 44, 70Modesti F., 348Modiano P., 183, 450Modigliani F., 450Moffa C., 237, 326Mola A.A., 267, 276Moltke H.J. van, 296Mombelli G., 327Momigliano F., 183, 188, 190, 192, 196, 199, 434,

450Monaco L., 276Monaco R., 130-31, 155, 364, 368, 370, 373, 375-

76, 382, 402, 408, 419Mondini L., 276Mondrian P., 146Monferrini M., 348Mongardini C., 232Montagni G., 233Montanaro S., 178, 435Montani G., 184, 195, 460Monteleone R., 45, 70, 245, 266Montesano A., 204, 450Montgomery B.L., 296Monti M., 167, 176, 180, 203, 437-38, 450Monticone A., 88, 102, 296, 327Montross L., 54, 70Morandi C., 84, 276Morante E., 26 n, 55, 245Morelli E., 130, 154, 266, 402Morelli G., 121, 364, 366, 368, 424Moretti A., 327Morettini S., 254

Morgenthau H.J., 30, 33, 70Mori G., 72, 293Mori M., 59 n, 245Mori P., 130, 154, 402Mori R., 86, 93, 276, 296, 355Morino L., 327Morlino L., 223Mormorio D., 278Moro A., 296, 327, 360Morozzo della Rocca R., 98, 327Morviducci C., 130, 154, 402, 406, 412Mosca R., 88, 233, 327, 348, 356Moscati R., 81-82, 266, 327, 356-57Mosconi A., 450Mosconi F., 129, 132, 154-55, 366, 382, 408, 419Mosse G.L., 348Mousnier R., 274Mozzati M., 105, 327Mugnaini M., 106, 296, 348Muralo A., 190, 451Mosso C., 327Mussolini B., 90, 92.96Mosta M., 402

Nada N., 264, 266, 361Napoleone I Bonaparte, 354Napoleone III, 82Napoletano G., 366, 373, 382, 408, 418Napolitano G., 348Nardi D., 402Nascimbene B., 372, 412Natoli A., 342Natoli C., 297Nazzaro P., 297Negri G., 327Negrotti M., 254NeW Feroci F., 421Nenni P., 100, 327Neppi Modona G., 145Neri D., 408Neri I., 376Neri Gualdesi M., 72Neulen H.W., 297Nevola G., 64, 223, 245, 254Niebhur R., 107Ninni A., 451Nitti F.S., 89Nixon R., 327Nocerino Grisotti A., 402, 413Noiret S., 297Nolte E., 297Notarrigo S., 245Noth J., 281Novak B.C., 297, 327Novazio E., 348Noti L., 297, 327Noti M., 185, 451

Oddati N., 297, 328Ohlin E., 197-98, 200, 202

Page 483: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

Indice dei nomi 473

Olivi E., 233, 328Olmi G., 382Omiccioli M., 188, 451Onida F., 161, 164, 167, 182-84, 187, 191.92, 194,

196, 198-200, 234, 434, 450-52Onorato P., 245Onori O., 223Orcalli G., 452Orecchio O., 430Orefice M., 383, 418Orfei R., 245Orilia V., 328Orlandi R., 71Orlando V.E., 88, 297Orsello G.P., 383, 420Orsucci A., 297Orcalli A.M., 276Ortes G., 159Ortona E., 100, 233, 328, 360Ossola R., 452Ostellino P., 223, 233, 348Ottaviano C., 276Ottolenghi A., 254

Pacetti M., 348Pacini M., 170, 348Pacor M., 101, 266, 276, 297, 328Padelletti G., 234Padelletti M.L., 383, 419Padoa Schioppa T., 193, 195, 234, 938, 449, 451-

52Padoan P.C., 180, 192, 194, 198, 436, 444, 446,

449, 451-52Pagamonci A., 328Pagano M., 193, 445Paggi L., 246Pajardi G., 413Pajetta G., 297Pala L., 297Paladin L., 130, 154, 413Palaia N., 402Palmer A., 266Palmerio G., 208, 453Palmieri G., 373Palmieri Giuseppe, 159Palmieri G.M., 393, 413Palmisani F., 205, 436Palumbo P.F., 328Panebianco A., 24, 36 e n, 37, 49, 51, 132, 223,

231, 234, 246, 323, 348Panebianco M., 113, 132, 134-35, 154, 364, 373,

377, 383, 402, 417Panella L., 383Panico G., 52, 233Panizza D., 93 n, 297Panizza R., 179, 181, 210, 390, 437, 442, 444, 451,

453, 456, 458.59Pantano M., 390Panzera A.F., 129, 154-55, 375, 394-96, 402, 413,

416, 425, 427

Paolucci S., 453Paoluzzi A., 297Paone P., 364, 370, 373, 375, 405, 418, 427Papadia F., 453Papi G.U., 453Papini M., 348Papini R., 378Papisca A., 9.10, 15, 17 n, 20.25, 28-30, 37-39, 40 e

n, 41 e n, 44, 53, 58, 73, 165, 223-24, 227,233.34, 246, 312, 348, 418, 450, 457

Parboni R., 179, 184, 188, 196, 436, 446, 451, 453Pareto V., 160Paris R., 109, 349Pensi N., 373, 430Parrineno 5., 202, 454Pasca P., 188, 454Pasetti Borabarclella F., 383Pasini M., 26, 240-41Pasquinelli C., 246Pasquini G., 383Pasquino G., 18, 20, 24, 42, 46, 49, 68, 217, 219,

222-24, 227, 230, 235, 241, 246, 254, 343Passerin D’Entrèves A., 224, 266Pastoreni P., 72, 81, 88, 92, 101-3, 278, 297, 328,

349, 357-58Pasztor L., 349, 360Paternò R., 454Patrizia G., 29, 235Patrono M., 235Pau G., 128, 366, 383, 402Pavan A., 224Pavlowitch S.K., 298Peccei A., 246Pecoraro M.L., 376Pecourt Garcia E., 113, 119, 155Pederzoli V., 443Pedone A., 176, 454Pedrazzi C., 402Pelanda C., 221, 253-54Pelkmans 5., 224Pellegrini M., 223Pellicali G., 190, 454Pennacchini C., 402Perassi T., 118-19, 123, 129, 136, 145-46, 148Perasso G., 452Perfetti F., 276, 298Perona G., 328, 360Perroni G.P., 390Petacco A., 298Petersen J., 24, 266, 298, 349Petit M.L., 454Petracchi G., 89, 276, 298, 328, 349Petricioli M., 71, 87-88, 276, 299, 319, 328Petrignani R., 84, 85 n, 266, 276Pettini G., 309, 329Pfenning W., 443Phillips A.W.H., 176Pianta M., 54, 240Piazza C., 105, 262, 349Picone P., 129, 131-32, 138, 155, 364, 366

Page 484: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

474 Indice dei nomi

Piemontese A.M., 266Pierazzi G., 266Pierelli F., 182, 439, 441, 454Pierelli W., 299Pieretti A., 246Pieri P., 54, 70Pieroni P., 276, 299Pieropan G., 299Pietromarchi L., 329Pifferi C., 954Pighetti C., 267Pignataro L., 329Pilati A., 235Pillittu P.A., 129, 155, 423Piloni L., 299, 359Pinelli C., 403Pineschi L., 390Pini Moro D., 299Pinna M., 448Pinto P.V., 364Pintus M., 329Pinzani C., 235, 259, 299, 329Pinzauti P., 246Pio XII, 102Piodi F., 403Pirelli A., 299Pirrone P., 377Pisani M., 132, 155, 408, 413, 416, 419Pisapia G.D., 417Pisillo Mazzeschi R., 128, 155, 366, 390, 403Pistone S., 24-25, 42, 46, 53, 73, 104, 224, 245-46,

329, 346, 349Pistorelli R., 390, 405Pitassio A., 267, 277Pittaro P., 413Pittau F., 349Pivetti M., 57, 64, 178, 254, 442, 454Pizzetti S., 329, 349Pizzigallo M., 91-92, 299Pizzorusso A., 371, 408, 413Platt A.A., 325Plehwe F.K. von, 300Pocar F., 130, 132, 138, 153, 155, 383, 413, 418Poggiolini I., 102, 104, 329, 349Poidevin R., 279, 317, 329Pola G., 199, 954Politi A., 255Politi M., 376, 394, 403, 406, 418-19, 431Polsby N.W., 32, 69Pombeni P., 277Pons S., 283Pontara G., 54, 246Portinaro P.P., 225, 246Pozzi E., 254Pozzoli B., 235Prato L., 110, 349Praussello F., 192, 455Prayer M., 300Presutti P., 387, 420Procacci G., 57, 88, 93, 105, 246, 300

Prodi R., 166, 190, 455Proni R., 254 Puglisi S., 394Pulii I.R., 403Punzo M., 359Pupo R., 101, 329Puppini M., 300

Quadri R., 120, 131-32, 148, 155, 364, 408Quadrio-Curzio A., 186, 455Quaglino A., 376Quaroni P., 235Quartararo R., 94-95, 103, 300, 329, 349Querini G., 194-95, 168, 455Quester G., 32

Radaelli C.M., 235Radicati di Brozolo L., 130, 155, 374, 376, 418,

425Rafia E., 417Raffaelli E.A., 383, 403Raganati F., 195, 455Ragazzi G., 188, 190, 452, 455Rageau J.P., 341Ragghianti R., 297Raggi C.G., 387Ragionieri E., 300, 330Ragionieri R., 254Rainero R., 86, 93, 101, 104 n, 105, 277, 284, 287,

290, 299-300, 306-7, 309, 313, 316-17, 319,320, 325-26, 330, 336, 349-50

Rallo M., 300Rampa L., 168Rangel C., 330Ranieri R., 103, 330Ranke L. von, 42Rapone L., 297Raponi N., 277Rapoport A., 59Raschke J., 330Rastrelli G., 387Rastrelli R., 71, 399Rauch E., 930Ravaglioli F., 239Reagan R., 47Reberschack M., 245Rebula Tuta A., 350Rech G.F., 366Reinhard W., 277Reinotti P.V., 396Rendi G., 300, 330Renouvin P., 76Renzi R., 312Repaci A., 87, 277, 300Repgen K., 316Resposo A., 235Rey G., 174, 455Ricardo D., 160, 197, 202Ricca-Salerno G., 160Riccamboni G., 226, 345

Page 485: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

Indice dei nomi 475

Riccardi A., 102, 300, 330Riccardi L., 300Ricciaroli R., 433Riccioli F.D., 130, 155, 383, 403Riccio F., 235, 255Riccobene L., 262Richarcl L., 301Richardson L., 24Ridanti C., 301Rigobello A., 246Rimanda M., 331Rinaldi-Baccelli G., 417Risaliti R., 104, 267, 277Rischedda C., 355 Risi C., 377Ritter G., 54, 70, 301Riverso E., 350Rivolta C., 355Rizzi L., 255Rizzitano M., 315Rizzo A., 228, 235, 246Rizzo S., 331Robbins L., 42Rocca G., 301Roccas M., 200, 204, 455-56Rochat G., 255, 277, 301, 343Rodotà S., 145Rogers P.N., 331Roggi P., 331Rolfo S., 190, 434Romanelli G., 417Romano D., 388Romano S., 86, 235, 267, 277, 301, 331, 350Romano S.F., 262Romei A., 301Romeo R., 83, 262, 267, 350Romero F., 331Roncaglia A., 178, 186, 456Ronchey A., 350Ronzitti N., 129, 138, 144, 155, 227, 230.31, 233,

236, 256, 289, 312, 318, 323, 327, 331, 339,345, 350, 366-67, 370, 384, 390, 417, 427, 430

Roosevelt F.D., 107Rosato M., 350Roselli A., 301Rosoli G., 110, 343, 350Rossi E., 53, 70Rossi G., 101, 301, 331, 351Rossi L.S., 403Rossi SA., 64, 253, 255Rossini G., 312-14, 323, 327-28, 331Rosso A., 331Rossolini R., 384Rota Ghibaudi S., 242Rotta S., 262Rottala A., 130, 156, 375, 413Roverato G., 331Roveri A., 360Rovighi A., 277, 301Ruaro Loseri R., 267

Rubboli M., 107, 351Rubini U., 267, 278Rubino Sammartano M., 425Rudè F., 262Ruffilli R., 106, 262, 269, 352Ruini A., 403Ruiz M.L., 456Rullani E., 164, 168, 189, 456Rulli S.J.G., 331Ruini G., 90, 278, 301, 332, 351Rusconi G.E., 297, 301Russell E., 56, 59Ruta M.C., 294, 325Sabbatucci G., 86, 278Saccardi S., 246Sacchetti U., 188, 456Sacco G., 199, 441, 456Saccomandi V., 234Saccomandi F., 210, 449, 456Saccone S., 262Sacconi F., 302, 332Sacerdoti G., 130, 132, 153, 155, 371, 403, 421,

430Sadar G., 390Saitta A., 355, 360-61Sala T., 302Salandra A., 88, 278Salarli M.P., 232Salerno F., 130, 156, 379, 384, 403, 418Salo G., 243, 255Saliola R., 302Salleo F., 236, 278Salotti G., 302Salvadori M., 302, 332Salvadori M.L., 100, 228, 332Salvadori R., 332Salvernini G., 90, 302Salvioli G., 119, 156Sandri G.A., 441San Giuliano A., 278Sani M., 351Santamaria A., 130, 153, 156, 422Santangelo P., 278, 332, 351Santaniello G., 394-95Santarelli E., 57, 302Santi E., 311Santini C., 204, 456Santoni A., 267, 302, 351Santoni P., 84 n, 359Santoro C.M., 9, 11, 15, 27 e n, 29, 37, 42, 43 e n,

49, 51-52, 61-62, 69, 219-20, 225, 228, 236-37, 246-47, 249, 255, 332, 341, 347, 351

Santoro G., 237Sapienza R., 130, 156, 366, 414, 420Saraggi G., 351Sarcinelli M., 456Sarmant M., 196, 457Sartori C., 303Sartori G., 21, 49, 237

Page 486: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

476 Indice dei nomi

Sassanelli G., 57, 247Sassoon E., 446Satta Boschian L., 303Saulle M.R., 376, 403, 409, 414, 425Savarese R., 247Savona P., 177, 180, 443, 446, 456-57Sbacchi A., 303Sbolci R., 405Scacciati F., 204, 443Scaglione RA., 359Scanagatta G., 443Scarduelli P., 247Scarpa A., 363Scarzanella E., 267, 278Scemi M., 390, 425Schelling T., 19, 59Schiavo M., 351Schiavone G., 419Schiera P., 271, 273, 278Schmidt di Friedberg P., 390Schneider B., 303Schoener A., 351Schopenhauer A., 148Schumpeter J.A., 159, 212Schwabe K., 338Schwartz A.J., 177.Sciolta Lagrange A., 406Scioscioli M., 332Sciso E., 128-29, 156, 366, 375, 427, 430Scoppola P., 102, 332Scorciapino G., 51, 277Scorza C., 303Scotti G., 303Scovazzi T.,135, 153, 363, 368, 384, 388, 390, 395Scrofani S., 262Sebastiani P., 302, 332Sebesta L., 255, 332Secchi C., 164, 167, 183, 203, 433, 457Secchia P., 333Sefarty S., 333Segré G., 278, 303, 333Segre S., 348Sella P., 351Sema A., 293Senese 5., 247Senesi L., 73Sereni A.P., 113, 135, 156Serio G., 239, 246Serra A., 159Serra E., 86, 89, 104 n, 159, 230, 233, 237-38, 267,

273, 278, 288-89, 290, 303, 320, 333, 345,350-51, 355, 357, 361

Serse, 148Sestan E., 267Sestan L., 333Sforza C., 92, 96, 97 e nSgrena G., 255Shamir Y., 47Sharp G., 246Sico L., 128, 156, 366, 370, 391, 403, 430

Sicurezza E., 395Sidari F., 303Sideri S., 195, 457Signori E., 333Silva F., 192, 457Silvani M., 182, 440, 457Silvestri A., 255Silvestri S., 23, 52, 63-64, 237, 248, 251, 256, 343,

352Silvestrini G.V., 57, 256Silvestrini V., 247Simonazzi A., 187, 457Simonetti M., 303Sinagra A., 130, 156Singer J.D., 24, 35, 36 n, 56, 59, 70Siniscalco D., 183, 445, 450Sirotti V., 161, 173, 457Sisto I., 130, 156, 395Sitti R., 333Siviera R., 304Sked A., 267Smith A., 159-60Smith B., 99, 309Smoke R., 32Snyder G., 30Soave P., 395Soci A., 205, 435Socini-Leyendecker R., 371, 395Sofri G., 237, 352Soglian F., 237, 333, 335Sogno E., 333Solari F., 52, 334Solari S., 228, 237, 313Soldani S., 267Sonnino S., 88, 304Sorani S., 304Sori E., 109, 352Sormani P., 237Spadolini G., 352Spagnoletti-Zeuli M.T., 384Spatafora E., 414Spatafora M., 129, 156Spaventa L., 178, 446Sperber V., 267Sperduti G., 119.21, 128, 130, 136-37, 144, 157,

364, 367-68, 370-71, 375, 403, 409, 414, 422,425

Speroni G., 304Spinel M., 423Spinelli A., 50, 52.53, 70, 237, 334, 352, 361, 384Spini G., 97 n, 106, 262, 269, 296, 304, 309, 326,

331, 334, 352Spranzi A., 163Spreafico A., 10, 28Spriano P., 105, 304, 334Sraffa P., 202Stabili M.R., 352Stammati G., 175, 457Starace V., 129, 131-32, 136, 155-57, 370, 384,

395, 404, 414, 426

Page 487: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

Indice dei nomi 477

Stary G., 262Steedman L, 202Stefani F., 304Stella A., 262Stella G.C., 361Sterpellone A., 237, 334Stevenson A., 98Stiffoni G., 262Stile U., 238Stone N., 278Strada V., 247, 334Straga A., 243, 247Strassoldo R., 24, 225, 256Striani D., 375Strozzi G., 138, 371, 404Suh M.B.M., 443Sordi M., 247Surdich F., 279Suvich F., 304, 361Sylos-Labini P., 187, 457Sylvers M., 352Szëgo G., 247, 457

Tabboni S., 247Taddia I., 334Tagliabue G., 182, 203, 433, 957Tagliacozzo E., 106, 309, 334, 353Talice C., 906Talpo O., 304Tamborra A., 89, 104, 267, 279, 341, 353, 355-57Tamburini M., 132, 155, 372, 374, 395Tamburini T., 384Tamponi G., 210, 457Tanca A., 415Tanzi A., 130, 157, 375, 422, 426Tappero-Merlo G., 436, 442, 444Tarantelli E., 438Targetti F., 439Targetti-Lenti R., 177, 186, 458Tarrow S., 229, 319Taylor A.J.P., 90Taylor M.C., 96Tedeschi M., 83, 267, 279, 304, 339, 353Tedeschini Lalli M., 309Telchini L, 384Telò M., 304, 353Temine E., 304Tentori M., 247Teodori M., 97 n, 106-7, 296, 304, 309, 326, 331,

334, 352-53Teramo G., 377Terracciano P., 384Terragno G., 334Tesauro G., 384, 395, 422, 426Testi A., 107, 279Thomas 1-L, 353Thomas J.L., 279Tiberi Vipraio P., 437, 458Tiberini G., 371Timofeev L., 353

Tirabassi M., 87 nTita A., 384Tizzano A., 374, 377, 384, 404Tana F., 334Todorov T., 279Togliatti P., 98Toledano Laredo A., 385Tomaccini S., 304Tommasi L., 334Tonello F., 64, 256Toniatti R., 256Toniolo G., 334Toraldo Serra N., 72, 279Torcellan N. 304Toriello P., 391, 426Torlontano G., 332Tornetta V., 238Torre A., 279Torrens R., 160, 197Torri A.P., 385Torri M., 73, 304, 353Torrisi A., 206, 447Tortarolo E., 262Tosato G.L., 371, 409, 422Toscano M., 75, 77, 79, 98, 101, 279, 305, 335, 353Tosi L., 72, 88, 109, 279, 305, 353Toynbee A., 44, 70Tozzoli G.P., 335Trabucchi A., 131, 155Tranfaglia N., 39, 110, 219.20, 241, 245, 288, 319,

329, 340, 347Travagliai V., 173, 458Traversa E., 385Trentin S., 335Trevelyan R., 335Treves G., 385, 404Treves T., 131.32, 134-35, 138, 149, 153, 157, 363,

367, 369-70, 377, 385, 391, 395-97, 404, 417,919, 423, 430

Trevisan Semi. R., 305, 353Tridente A., 255Triepel K.H. von, 138Triffin R., 174, 195, 212, 449Triggiani E., 367, 419Triulzi A., 279Triulzi U., 458Troiani L., 385Tronzano M., 209, 458Tuccari L., 279Tuccinardi G., 283Tullio G., 180, 206, 457-58Turone G., 419Tutino F., 210, 458Tuzet N., 262Tyler-Whittle M.S., 279

Ubertazzi G.M., 404, 415Ubertazzi L.C., 385Uccella F., 409Udina M., 130, 157, 372, 375, 377, 385, 387, 392, 409

Page 488: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

478 Indice dei nomi

Ugolini R., 82, 267Urbani G., 170, 230, 238

Vacca M., 386Vacca S., 164, 196, 456, 458Vaccarino G., 305Vaccaro S., 57, 245Vaciago G., 443, 456, 458Vailati V., 305Vajda S., 353Valabrega G., 335Valcamonici R., 184, 210, 458Valdevit G., 100-1, 238, 305, 335Valensi L., 262Valenti C., 279Valenti S., 305Valiani L., 285, 298, 305Valli V., 166Vallinotto R., 353Valota B., 105, 279, 305Valsecchi F., 82, 268, 274, 356.58Valtz Mannucci L., 107, 353Vanicelli P., 257, 405Vanni G., 405Varaldo R., 448Varsori A., 71, 73, 96, 97 e n, 101, 103, 238, 305,

335Vasarhelyi M., 311Vassalli di Dachenhausen T., 367, 419Vaudagna M., 284, 306Veca S., 220, 246Vecchio G., 353Vedovato G., 14, 73, 100, 238, 306, 336, 353, 409Vegas F., 279, 336Velano R., 220-21, 257Velo D., 165, 195, 458Veneruso F., 89, 306Venturati P., 396Venturi A., 105, 353Venturi F., 262Venturini F., 130, 279Venturini G., 158, 386, 405Verba S., 70Vercelli A., 179, 441, 443, 459Vercellin G., 353Vernassa M., 280Vernon R., 190Verona L., 353Verri P., 430-31Verri Pietro, 159Verrucoli P., 420Vertone T., 293, 304Vespa B., 353Vezzosi E., 102, 106 n, 261, 336Viano C.A., 26Viazzi L., 303Vicarelli F., 178, 207, 459Vicario M.C., 257Viesti G., 167-68, 192, 434, 452

Vigezzi B., 83, 88, 95, 100-1, 103, 104 n, 238, 280,284, 287, 290, 299, 306-7, 310, 316-17,319.21, 325-26, 330, 336, 354

Vigliar E., 307Vigliar Melloni E., 364Vigna P.L., 417Vignolo M., 238Villani M., 177, 459Villani P., 354Villani U., 392, 395, 409, 415, 426Villani R., 354Vincenzini B., 392Vinci E., 386, 415Visani P., 257Vismara M., 337Vita-Finii P., 361Vitetti L., 337Viti D., 238Vitta E., 132, 158, 372, 386, 408-9, 412, 415-16Vittorelli P., 238Voci P., 422Volpi F., 459Vona S., 180, 182, 184, 195, 201, 436, 458, 459

Wallcer R., 52, 441Wallerstein I., 44, 70, 446, 454Waltz K.N., 30, 32, 38 n, 70, 220Watt D.C., 76, 111Weber M., 147Webster R.A., 280Weizoaann H.G., 354Werth A., 337Willet J., 307Wilson W., 107Wolf K., 99Wollemhorg L., 337 Wright Q., 24, 44, 70

Xerri A., 390

Zaccaria G., 243Zadra R., 247Zagatti P., 280Zaghi C., 86, 263, 268, 280Zagrebelsky G., 386Zampaglione G., 238Zanda P., 427Zandano G., 178, 459Zanelletti 174, 459Zanghi C., 374, 409, 415Zannino F., 254Zarrilli S., 387Zaslavski V., 337Zendron A., 281Zenezini M., 459Zeno L., 97 n, 337Zerbino E., 247Zevi A., 52, 238Ziccardi P., 118, 120, 130, 136, 158, 364, 367, 369,

374-75, 405

Page 489: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

Indice dei nomi 479

Ziccardi Capaldo G., 128, 130, 158, 367, 387, 409Zilioli C., 396, 405Zilli V., 104Zimmern A., 66Zinnes D., 32Zizola G., 247Zoratto B., 337Zorzi A., 268Zucconi M., 106, 238, 337

Page 490: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,

1 9 9 0 9 1 9 2 9 3 9 4 9 5 O 1 2 3 4 5 6 7 8 9

Finito di stampare il 12 aprile 1990da Tipografia Torinese S.p.A., Grugliasco (TO)

Grafica copertina Promoteam, Torino

Page 491: studi internazionali 1 OK112918/...Studi internazionali / a cura di Luigi Bonanate; scritti di Luigi Bo-nanate, Ennio Di Nolfo, Roberto Panizza... Let — Torino, Fon-dazione Agnelli,