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STUDI E DOCUMENTAZIONE DI VITA UNIVERSITARIA ESPERIENZE DI ORIENTAMEN- TO Dalla scuola, ali' un iversità, all'impresa: analisi di un'attività che sta diventando una compo- nente strutturale ç1ei percorsi formativi MOBILITA Dieci anni di Erasmus: bilancio del passa- to e orientamenti futuri PAESI OCSE Gli obiettivi comuni di università e industria COOPERA- ZIONE Il Rapporto Acnur sulla situazione dei rifugiati, il Rap- porto Fao sullo stato del!'agricol- tura mondiale, i programmi ita- liani ed europei nel Sud-Est asia- tico NORMATIVA Il DPR che riforma la programmazione uni- versitaria e gli articoli della finan- ziaria relativi a università e ricer- ca STORIA E IMMAGINI L'Uni- versità Commerciale Luigi Bocconi Anno XIX - numero 67 - gennaio/marzo 1998 - Ediun Coopergion Rivista trimestrale - Spedizione in abb. postale art. 2 comma 20/b legge 662/96 (45%) - Filiale di Perugia - ISSN 0393-2702

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STUDI E DOCUMENTAZIONE DI VITA UNIVERSITARIA

ESPERIENZE DI ORIENTAMEN­TO Dalla scuola, ali'università,all'impresa: analisi di un'attivitàche sta diventando una compo­nente strutturale ç1ei percorsiformativi MOBILITA Dieci annidi Erasmus: bilancio del passa­to e orientamenti futuri PAESIOCSE Gli obiettivi comuni diuniversità e industria COOPERA­ZIONE Il Rapporto Acnur sullasituazione dei rifugiati, il Rap­porto Fao sullo stato del!'agricol­tura mondiale, i programmi ita­liani ed europei nel Sud-Est asia­tico NORMATIVA Il DPR cheriforma la programmazione uni­versitaria e gli articoli della finan­ziaria relativi a università e ricer­ca STORIA E IMMAGINI L'Uni­versità Commerciale Luigi Bocconi

Anno XIX - numero 67 - gennaio/marzo 1998 - Ediun CoopergionRivista trimestrale - Spedizione in abb. postale art. 2 comma 20/b legge 662/96

(45%) - Filiale di Perugia - ISSN 0393-2702

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UNI"fiilJJ.I•• 67

STORIA E IMMAGINIL'Università Bocconi2

IL TRIMESTRE/Esperienze di orientamentoUna bussola per il futuro6La formazione degli operatoriLucia Berta e Giovanni Finocchietti8UniverCity/L' università per lo cittàAntonella Maraviglia12L'impresa per lo formazioneRito Santarelli15Una scelta consapevoleRenato Sironi16Il tutorato nella facoltà di MedicinaPaola Binetti19

NOTE ITALIANEIl documento MartinottiUmberto Massimo Miozzi24I tempi biblici del potere legislativoRenato Valli26La rappresentanza degli studentiuniversitari27L'università in cifrea cura di Carolina Corea28I nuovi componenti del Cun29Brevitalia31

EUROPA OGGIDecennale di Erasmus/Alle basideli'EuropaChiara Castellazzi33Tra passato e futuroIntervista a Domenico Lenarduzzi36Studenti adulti/Le ragioni perricominciareManuela Borraccino37Germania/Nasce l'universitàinternazionale?39Euroflash40

DIMENSIONE MONDOUniversità e industria nei paesiOcse/Obiettivi comuniRaffaella Cornacchini42

Direttore responsabilePier Giovanni Palla

Segretaria di redazioneIsabella Ceccarini

RedazioneBurton Bollag, Antonio Ciaschi,

Raffaella Cornacchini, Roberto DeAntoniis, Giovanni Maria Del Re,

Giovanni Finocchietti, Livio Frittella,Maria Luisa Marino, Umberto Massimo

Miozzi, Roberto Peccenini,Lorenzo Revojera

Comitato di direzioneGiuliano Augusti, Paolo Bisogno,

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EditoreEdiun Coopergion scrl

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Abbonamento annuale (4 numeri)Italia: L. 80,000 Estero: L. 140,000

Registrazione Tribunale di Roma n, 300del 6 settembre 1982

già Tribunale di Bari n, 595 del 2novembre 1979

Iscrizione al Registro Nazionale dellaStampa n, 1655

StampaFinito di stampare nel mese

di maggio 1998 dalla Edimond srldi Città di Cas,tello (PG)

La rivista non assume responsabilitàdelle opinioni espresse dagli autori

tf(ijj1\ Periodico associato all'Uspi~ Unione stampa periodica italiana

Spesa per l'istruzione/La "pesca"intellettuale

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COOPERAZIONE INTERNAZIONALERifugiati: un'emergenza umanitaria

Luca Cappelletti47

Immigrazione e asilointervista a Christopher Hein

50Rapporto Fao '97/Figure in movimento

Nicolò Tartaglia52

La nuova strategia per l'AsiaGiulia Loguercio

54La cooperazione italiana con il Sud-Est

asiatico57

Istituito il diploma in Operatore dellosviluppo

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LA RICERCAIntas/Scienziati a confronto

Carmen Tata61

Il Murst e lo vigilanza degli enti di ricercaGiuseppe Cossari

63Ricercando

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LEGGI E DECRETILa riforma della programmazione

universitariaCommento e testo del decreto

70Università e ricerca nella finanziaria 1998

Commento e testo degli articoli 6 e 57della legge 27 dicembre 7997, n. 449

73Regolamenti ministeriali su: concorsi perricercatore universitario, conseguimento

del titolo di dottore di ricerca77

Dalla Gazzetta Ufficiale78

Dalla Gazzetta Ufficiale delle ComunitàEuropee

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BIBLIOTECA APERTALibri

81Riviste/Segnalazioni

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INDICI 199784

Le foto illustrano l'Università Bocconi diMilano, Nella rubrica "Cooperazione

Internazionale" le foto sono state trattedalla rivista dell'Acnur Rifugiati.

imac
Casella di testo
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UNIVERSITAS 67

"'L'UNIVERSITA BOCCONI

Nel 1896, durante la sfortLmata cam­pagna coloniale italiana in Abissinia,Luigi Bocconi, figlio di Ferdinando,importante imprenditore milanese,scompare nel corso della battaglia diAdua. Due anni dopo, il padre decidedi perpetuarne ed onorarne la memo­ria dotando Milano di "Lma istituzio­ne che da lui prendesse il nome e tor­nasse davvero utile alla città nostra eal paese".Opta perciò per la fondazione di Lmascuola di studi conunerciali e dietroconsiglio di Leopoldo Sabbatini, chediventerà primo presidente e rettoredella Bocconi, decide di non organiz-

zarla come Lma scuola conunerciale dicarattere professionale, come già neesistevano in Italia, bensì come "unistituto di carattere scientifico, cheporti negli studi conunerciali il meto­do e l'ordinamento accettati per Lmmu­me consenso in tutti i rami dell'ish'u­zione superiore e raggiLmga sviluppoe grado veramente universitm·io".Nasce così l'Uluversità ConunercialeLuigi Bocconi, primo ateneo in Italiaad elevare gli studi di economia alladiglutà di laurea.Fin dall'inizio, l'Università Boccònidimostra la sua forte vocazione diistituzione saldamente ancorata alla

realtà del paese. Leopoldo Sabbatini,scriveva infatti nel suo discorso inau­gurale: "Ora appunto l'UniversitàCommerciale è sorta per ricondurrel'armonia fra la vita e la scuola, perfare che la scuola offra gli elementiessenziali alla nuova vita".Oggi a 96 anni dalla sua fondazione,l'Università Bocconi continua adessere fedele alla sua vocazione, man­tenendo - nel rigore scientifico che lacontraddistingue - un atteggiamentodi attenzione alla realtà e alle sue evo­luzioni.È ormai fatto noto che una delleragioni di "mortalità" negli studi è

Università Bocconi: l'edificio principnle in vin Smintti

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spesso la sensazione di abbandono dicui soffrono i giovani, che lamentanopoca o nessuna attenzione tanto perl'orientamento durante gli studi,quanto in fase di pre-ingresso nelmondo del lavoro.

I segreti del suo successo

Al di là della costante attenzione allaqualità della didattica, uno dei motividel successo della Bocconi - che vedeil 92% dei suoi iscritti arrivare allalaurea contro W1a media nazionaleche si aggira intorno a130% - va ricer­cato nell'atteggiamento dell'Ateneonei confronti dello studente, che occu­pa una posizione centrale rispetto atutte le iniziative che vengono postein essere. In tutte le attività dellaBocconi, non viene mai perso di vistaquello che è lo scopo ultimo dell'uni­versità: formare persone preparateche sappiano inserirsi bene nelmondo del lavoro, e che a W1 solidobagaglio culturale affianchino sensodi responsabilità e sensibilità verso lasocietà e le sue esigenze.Negli anni, i corsi di laurea inEconomia sono andati aumentando,fino ad arrivare a sei, corrispondentiad altrettanti indirizzi delle disciplineeconomiche. Alcwu di essi, come ilCLAPI (corso di laurea in Economiadelle amministrazioni pubbliche edelle istituzioni internazionali) o ilCLELI (corso di laurea in Economia elegislazione per l'impresa), rappre­sentano una novità nel panorama for­mativo italiano.Inoltre, in tempi recenti, sono staticostituiti due gruppi di lavoro incari­cati di collaborare con l'Universitàper far convergere i mondi dell'eco­nomia produttiva e dell'istruzione ecultura verso obiettivi e modellicom1mi. Il primo, Partner perlo svilup­po, vede coinvolto un ristretto nume­ro di imprese ed enti; il secondo,Advisor per Bocconi,' è composto dagiovani già inseriti con successo nelmondo del lavoro e operanti in ambi­ti diversi. Entrambi i gruppi lavoranocon l'Uluversità per individuarenuove strade, nuovi profili e nuoveesigenze da soddisfare, nell'intento dicontribuire allo sviluppo economicodel paese.

STORIA E IMMAGINI

Sopra: Ferdinando Bocconi. Fondòl'Università Commerciale Luigi Bocconine/1902, per onorare il figlio Luigi (fotosotto) morto nella battaglia di Adua(1896)

Studenti preparati perlavorare nel mondo

L'abbattimento delle frontiere trapaesi e la progressiva globalizzazionehanno portato la Bocconi a dare W1aforte spinta all'internazionalizzazio­ne, affinché i suoi laureati possanoessere a loro agio oV1mque si trovinoa lavorare. Offre d1mque l'insegna-

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mento di 8 lingue (arabo, cinese, fran­cese, giapponese, inglese, russo, spa­gnolo, tedesco), ma soprattutto - gra­zie al programma scambi che la vedecollegata con 68 università di 34 paesiin 4 continenti - gli studenti del terzoe quarto anno possono trascorrere deiperiodi di studio all'estero in altri ate­nei e vedere riconosciuti in sede gliesami ivi sostenuti.Stage e internship in aziende all'esteroe in enti e organismi internazionalicompletano il quadro delle attivitàmiranti a creare una nuova mentalitàche non consideri piÙ il proprio paesed'origine quale solo luogo di lavoro.I! programma di internazionalizza­zione coinvolge anche i docenti:numerosi sono infatti quelli di uni­versità straniere - i visiting professar ­che vengono invitati a tenere inBocconi i loro insegnamenti, cosìcome i docenti della Bocconi che sirecano presso altre università.

Una università da vivere

Studiare all'università vuoI dire tra­scorrere quattro anni della propriavita all'interno di 1ma struttura chedeve anche offrire il maggior numerodi servizi logistici, culturali, ricreativi,per essere 1m luogo "da vivere" e nonsolo un luogo di svogliato transito.Nelle aule informatiche, attrezzatecon circa 500 computer collegati inrete, gli studenti possono studiare,esercitarsi o usare le macchine perricerche personali. La biblioteca, aper­ta fino alle 23, offre oltre 600.000 volu­mi, 6.000 periodici, bilanci di numero­se società e consente la consultazionedel catalogo anche on-line. Le salesoggiorno e le sale studio offronoospitalità negli intervalli tra le lezioni.

Informazioni, orientamentoe professione

Un servizio tutor è quotidianamente adisposizione delle matricole (e anchedegli altri studenti) per fornire infor­maziOlU su tutto quanto riguarda lavita in wuversità, dalla scelta delpiano di studi alle attività culturali ericreative.Il CESDIA (Centro per lo sviluppo delle

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capacità didattiche e di apprendimen­to) offre lma consulenza (a scelta indi­viduale o di gruppo) su come affron­tare gli scogli dell'wuversità: l'ansiad'esame, la gestione del tempo, ilsuperamento dello stress... Il Centro èperaltro a disposizione anche deidocenti per "insegnare ad insegnare"e rendere piÙ efficace il loro lavoro.Il POL (Programma OrientamentoLaureati), gestito dal Servizio diOrientamento Professionale e Place­ment, offre W1 servizio di consulenzaai laureandi, che mediante colloquipersonalizza ti con orienta tori posso­no autovalutarsi ed individuare leproprie attitudini, per una migliorescelta della professione.Agli iscritti al quarto anno e ai neo­laureati, W1 apposito servizio diOrientamento Professionale ePlacement offre la possibilità di effet­tuare stage e li agevola nel loro ingres­so nel mondo del lavoro con una seriedi iniziative mirate. Per quantoriguarda piÙ in particolare gli stage, laprospettiva dell'Università è di ren­derli entro breve obbligatori all'inter­no del curriculum di studi, per ridurresempre di piÙ il divario esistente trawuversità e mondo del lavoro. Già dadicembre '97, viene offerta la possibi­lità di sostituire ili1 esame comple-

UNIVERSITAS 67

Università Bocconi: la sede di LargoTreves in una foto d'epoca

mentare con lmo stage da concordarecon il docente della materia in que­stione.Infine, lma serie di attività cultmali,denominate "Sapere a tutto campo"di piÙ ampio respiro mirano a com­pletare la formazione degli studenti

bocconialu, ampliando il loro baga­glio culturale e umano: i nuovi corsiextracurriculari - aventi per oggettodiscipline tradizionalmente lontanedall'economia come l'arte, la lettera­tura o il teatro; gli incontri di Oltre lanorma con personaggi di spicco delpanorama italiano o internazionale insettori non legati all'economia. Oancora gli incontri sull'etica, che met­tono i giovalu davanti a problema ti­che coinvolgenti, fornendo al contem­po spunti di riflessione personale.A corollario di tutte le attivitàdell'Università Bocconi per gli stu­denti è attivo già da svariati a1U1i W1progrmmna obbligatorio di valutazio­ne della didattica e dei servizi, perconsentire un monitoraggio costantedelle esigenze degli studenti e il lorosoddisfacimento.Da qualche a1U10, all'attività di orien­tamento svolta all'interno presso ipropri iscritti, la BOCCOlU ha affiancatolma attività destinata agli studentidegli ultimi anni delle scuole mediesuperiori. Una scelta operata nellaconvinzione che a monte di un per­corso di studi valido debba esserciuna scelta ben motivata e consapevo­le, e suffragata dalle ultime decisionidel Mitustero dell'Istruzione in mate­ria di orientamento prelmiversitario.

Università Bocconi: il primo corso di laurea (1905/1906)

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Farsi conoscere

Molteplici sono le iniziative messe inatto dall'Università Bocconi per farconoscere gli shtdi in econonua: visitedell'Ateneo e delle sue strutture,invio di materiale informativo appo­sitamente realizzato per gli studentidelle medie superiori, partecipazionea Fiere e Saloni dello Studente, maanche incontri mirati presso le scuoleche ne facciano richiesta, attivazionedi un numero verde, etc.Inoltre, le Giornate di orientamento inBocconi, veri e propri saloni dello stu­dente orgaIuzzati annualmente den­tro l'Ateneo, offrono a tutti i visitato­ri infonnaziOlu dettagliate in spazidivisi per settori ben definiti (ladidattica, i servizi, i costi, le agevola­zioni, etc.) presenziati da docenti epersonale dell'Università. Questieventi sono arricchiti da dibattiti sultema della formazione, da iniziative

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culturali e dalla presenza di rappre­sentanti del mondo del lavoro, cheportano una testimonianza concretasul "dopo".L'ultimo aspetto dell'attività di orien­tamento preuniversitario della Boc­coni riguarda gli insegnanti dellescuole medie superiori, destinatari diseminari di aggiornamento - a parteci­pazione gratuita e con esonero mini-

STORIA E IMMAGINI

steriale - su temi inerenti all'insegna­mento e all'orientamento.Dal 1996, la Bocconi ha attivato unsuo sito Internet di circa 4.000 paginehtml (http://www.lUu-bocconi.it) sulquale è presente l'Università e tutte leattività che intorno ad essa ruotano:corsi, docenti, articolazioni, oraridelle lezioni, seminari, iniziative edattività culturali, situazione logistica,

comunicati stampa, etc.Dallo scorso anno, vi è inoltre la pos­sibilità, per i bocconiani, di iscriversiall'anno accademico, agli esami e alleattività extra via Internet. Questaopportunità va ad aggiungersi all'at­tivazione di un servizio gratuito diposta elettronica con una caselladestinata a qualunque studente nefaccia richiesta.

L'UNIVERSITÀ BOCCONIIN BREVE

Anno di fondazione: 1902Indil-izzo: Via Salfatti, 25 - 20 I36 MilanoP,-esidente: Mal-io MontiConsigliere delegato: Luigi GuatriRettol-e: Robel-to Ruozi

altri alla SDA Bocconi, la Scuola di Dil-ezione Aziendale.

Agevolazioni finanzial-ie: oltl-e 700 intel-venti in favore del dirittoallo studio consentono a I-agazzi di condizioni meno agiate distudial-e alla Bocconi usuf,-uendo di borse di studio e di esonel-itotali o par7iali dal pagamento delle tasse universitarie. LaBocconi dispone di un pmprio pensionato con 355 camel-e sin­gole, tutte dotate di telefono. Da settemb,-e 1997, sono disponi­bili ulteriol-i 200 posti letto cilTa.

COI-si di laUl-ea: Economia aziendale(CLEA); Economia politica (CLEP);Discipline economiche e sociali (DE5);Economia delle istituzioni e dei mel-catifinanzial-i (CLEFIN); Economia delle ammi­nistrazioni pubbliche e delle istituzioniintemazionali (CLAPI); Economia e legisla­zione pel- l'impresa (CLEU)

Studenti: I 2.400. Di essi, il 40% sonodonne ; il 60% pmviene da Milano eLombal-dia ed il I-estante 40% dalle altl-eregioni d'Italia e dall'estero. Il 92% degliiscritti atTiva alla iaul'ea.

COI-PO docente: cilTa 650 docenti dellaBocconi, ai quali vanno ad aggiungersi ognianno 30 visiting professar ~ owero docen­ti di altl-i atenei invitati a tenel-e lezioni esemlnan In Bocconi - e 280 testimoniolaziendali.

Stl-uttura dell'Ateneo: divisa in due dipar­timenti (Economia aziendale ed Econo­mia politica) ai quali fanno capo 7 istitutie 25 centri di ricerca.

Altri COI-si: oltre ai cOl'si di laurea, laBocconi offre anche 13 corsi di pelfezio­namento post-Iaul-ea e post-espel-ienza.Alcuni facenti capo all'Univel-sità stessa,

Roberto Ruozi, rettore dell'UniversitàBocconi

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Relazioni intemazionali: collegamenti con68 università (presenti in 34 paesi diquattm diversi continenti) p,-esso le qualigli studenti bocconiani possono tl-ascor­I-el-e pel-iodi di studio, ottenendo il rico­noscimento degli esami ivi sostenuti.

Lingue: studio obbligatorio di almeno duelingue scelte tra: arabo, cinese, fl-ancese,giapponese, inglese, spagnolo, russo, tede­sco.

Attività culturali: all'attività di studio SIaffianca una sel-ie di iniziative, miranti adare loro una formazione completa.Alcune di esse sono legate. atematichepmp'-ie dell'economia (seminari, confe­renze, giornate di studio), e vedono tra ipal-tecipanti personaggi di spicco delmondo accademico italiano ed intemazio­naie, del mondo imprenditol-iale e dellapubblica amministrazione. In aggiunta,l'Ateneo pmmuove dibattiti di ampiorespim ed iniziative culturali di val-io gene­re: concei-ti, esposizioni d'arte, incontricon personaggi di ambiti diversi da quelloeconomico, rapp,-esentazioni teatl-aii, etc.Alcune di queste attività hanno a volte perpmtagonisti gli stessi studenti o laul-eatibocconiani.

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UNA BUSSOLA PERIL FUTURO

Gli stati generali delle università italiane si sono riwuti aUdine dal 18 al 20 febbraio per discutere dei "modelli estrumenti per l'orientamento Lmiversitario".È dal 1995 che la materia dell'orientamento ha conosciutouna nuova stagione, a giudicare almeno dai rapporti scrit­ti e dai convegni organizzati: un po' in tutte le sedi di ate­neo sono stati messi a punto progetti, servizi e iniziative,predisponendo anche materiali di supporto. L'interesseper l'orientamento si è intensificato a seguito della nuovanormativa del Ministero dell'Università che rende obbli­gatorio l'orientamento all'accesso agli studi superiori (ciriferiamo al regolamento approvato con il decreto del 21luglio 1997, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 29luglio). Ricordiamo che già entro il 30 novembre di que­st'a1U10 gli iscritti all'ultimo anno degli istituti e scuole diistruzione secondaria superiore dovranno presentaredomanda di preiscrizione alle LUuversità, "secondo moda­lità definite con ordinanza ministeriale", a tutt'oggi perònon ancora emanata. Sarà tuttavia possibile all'atto di for­malizzare l'iscrizione - quindi un anno dopo - modifica­re l'opzione rispetto al corso di studi prescelto.Nei primi mesi di corso, infine, e quindi a partire dall'an­no accademico 1999/2000, le Lmiversità organizzermmoattività di orientamento e insegnamento, comprendenti "icontenuti caratterizzanti i corsi di laurea, le conoscenzegenerali e propedeutiche, forme di tutorato e di assistenzaagli studenti, nonché test autovalutativi". Tali attività ­recita l'art. 3 del regolamento - si concludono con unavalutazione finale, non condizionm1te l'iscrizione.Nel promuovere il Convegno di Udine, il Ministerodell'Università, quello della Pubblica Istruzione e laConferenza dei Rettori hmmo considerato opportuno,prima dell'avvio di Lma così delicata fase di raccordo frascuola e università, valutare progetti e prodotti realizzatiin Italia, confrontandoli con le esperienze europee piÙsignificative, pLmtando ad un miglioramento qualitativodelle iniziative, per contrastare gli attuali elevatissimi tassidi abbandono degli studi e programmare meglio le offertedidattiche degli atenei.In Lm commento alla nuova regolamentazione degli acces­si e delle attività di orientamento, pubblicato sul notiziarioUniversità Ricerca del Ministero dell'Università, i consiglie­ri del ministro Berlinguer per la condizione studentesca,Umberto Marroni, e per l'orientamento, Andrea Messeri,hanno evidenziato alcune caratteristiche che ci sembraopportuno far conoscere ai lettori di UN/IIERS/TAS.

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L'orientamento nelle scuole e nelle università

"L'orientamento è stato finora considerato un'attivitàsecondaria, accessoria, frutto spesso di atteggiamenti'umanitari' da parte di alcuni docenti o all'opposto, di uncalcolo per favorire Lm'azione di marketing nei confrontidella propria facoltà. Quasi mai è stato una componentestrutturale dell'organizzazione delle attività didattiche,culturali e di ricerca delle scuole e soprattutto delle Lmi­versità.Tenendo conto della necessità di ridurre gli abbandoni(che continuano ad essere circa il 70 % delle immatricola­zioni e sono concentrati nei primi due anni) e la durataeccessiva degli studi (7-8 almi di media per quasi tutte lefacoltà), e di qualificare ulteriormente la preparazione cul­turale e professionale dei laureati, il Ministero dellaPubblica Istruzione ed il Ministero dell'Università e dellaRicerca scientifica e tecnologica ha1U10 definito degliorientamenti comuni e ha1U10 realizzato attività integrate.Gli orientamenti sono contenuti nel documentoL'orientamento nelle scuole e nelle università, approvato allafine di maggio '97 dalla Commissione Interministeriale dicui all'art. 4 della legge n. 168/89".1

La verifica delle scelte e le modalitàdi accoglienza nelle università

"Secondo la nuova normativa, la verifica delle scelte effet­tuate avviene in un periodo che dura fino alla confermadell'iscrizione e si suddivide in due fasi.Prima dell'esame di maturità, le università devono colla­borare attivmnente con le scuole per fornire gli elementinecessari e per organizzare attività funzionali ad unamigliore conoscenza, da parte degli studenti, dei corsi dilaurea scelti.Dopo l'esame di maturità, le università devono organizza­re attività di accoglienza/ambientamento degli studenti.Queste attività possono durare Lm bimestre (settembre­ottobre) o uno o due semestri. Nel primo caso, le attivitàconsistono in corsi-zero, in varie forme di presentazionedelle discipline e delle modalità di studio, in attività diorientamento e di tutorato mirate all'autoconoscenza ealla progettualità. Nel secondo caso gli studenti frequenta­no anche alCLmi corsi di laurea e sostengono gli esami. Allafine di tale periodo di verifica della scelta, gli studentiincerti, quelli che ha1U10 deciso di cmnbiare o quelli che

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IL TRIMESTRE/Esperienze di orientamento

haImo avuto indicazioni in questo senso vengono aiutati amodificare la scelta, se lo desiderano, e a trovare lm nuovoindirizzo di studi o forme di sostegno per continuare quel­li scelti.Se le scuole realizzano lm'efficace attività di orientamento,in collaborazione con le università, queste attività risulta­no ridotte di nwnero e sono facilitate; se, invece, la que­stione della verifica della scelta viene affrontata all'iniziodella frequenza dell'università, come spesso succede oggi,possono essere inefficaci e i problemi attuali possono con­tinuare ad esistere".

L'orientamento durante i percorsi di studiouniversitario

"Quando le scelte sono adeguatamente verificate e corri­spondono alle caratteristiche e agli interessi degli studen­ti, in quanto risultano frutto di un llmgo processo di auto­conoscenza e di formazione, risulta più agevole per glistudenti individuare il piano di studi che meglio corri­sponda alle loro aspirazioni e partecipare attivamente alleattività didattiche e culturali della facoltà.Tuttavia, le università devono organizzare altre attività diorientamento, attraverso le fWlzioni di tutorato, per met­tere gli studenti in condizione di studiare bene e di matu­rare lma professionalità completa, intesa come insieme disapere tecnico, di sapere relativo all'organizzazione e dicultura del lavoro. Per questo devono continuare attivitàdi orientamento formativo, per potenziare capacità l'eIa ti-

ve alle attività di ricerca ed alle modalità per svolgere unruolo professionale e devono essere realizzate attività diinformazione e di orientamento per la ricerca di lma occu­pazione e per l'inserimento nell'ambiente di lavoro.Queste attività, unite a una qualificazione della didattica ea una migliore progranunazione delle strutture e dell'usodelle risorse, possono garantire lm effettivo mutamentodell'wùversità italiana fondato sull'attenzione agli stu­denti e ai bisogni di ricerca scientifica e di formazionedella società contemporanea".In conclusione, a parte le difficoltà di ordine organizzativoche le istituzioni scolastiche e universitarie sono chiamatea superare per avviare e consolidare queste attività, varibadito che per essere davvero efficaci le azioni di orien­tamento, dopo avere preceduto la scelta del giovane, deb­bano accompagnarne il percorso formativo, come eviden­zia l'articolo della Binetti. E neppure sono sufficienti le iIù­ziative che molte lmiversità e istituzioni culturali e pro­duttive sono già in grado di realizzare (quali quelle illu­strate in questo numero della rivista) se non si provvede aformare gli operatori dell'orientamento: a questo riguardosono chiarificatori i risultati della ricerca illustrata da Bertae Finocclùetti.

NOTA

I U documento, valutato assieme ai componenti della CommissioneOrientamento deUa CRUI, è in continuità con uno dal titolo ProgelfoOrielllnlllelllo, che è stato consegnato a tutti i provveditori a ottobre 1996,con un dOClU11ento approvato dalla stessa Conmùssione e con quelliapprovati dalla Conferenza dei Rettori deLle Università Italiane nel 1995.

Universitiì Bocconi: una delle aule informatiche

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UNIVERSITAS 67

LA FORMAZIONE DEGLIOPERATORI

Lucia BertaResponsobile orientomento e formozione della Fondazione Rui

Giovanni FinocchiettiResponsabile delle ricerche della Fondazione Rui

Nell'ambito di FEDORA, associazione europea che raccoglie ad oggi circa cinquecento soci di paesi comunitari, operano stabilmentealcuni gruppi di lavoro: il Gruppo FEDoRA-Formation si occupa dell'aggiornamento professionale dei consiglieri europei dell'orien­tamento universitario. Questo Gruppo organizza,Jra le altre iniziative, i corsi estivi dell'Université d'été - Europe orientation, nel­l'ambito dei quali è nata l'idea di definire un modello di corso di terzo ciclo universitario finalizzato alla formazione di consiglieri diorien tamento.A supporto di quell'idea si èsviluppata l'indagine "NelO skills for vocational guidance in the Eurapean Union", attualmente in corso nel­l'ambito del programma comunitario Leonardo da Vinci, e realizzata da: FEDORA; Fondazione Rui, Università di Cambridge, Universitàdi Knrlsruhe.L'indagine si basa su 15 rapporti nazionali - Ll/1O per ciascun paese comunitario - che poggiano su uno schema comune (descrizionedei sistemi di insegnamento superiore; definizione delle tipologie di sistemi/servizi erogatori delle attività di orientamento universita­rio; descrizione dei ruoli occupazionali nei diversi sistemi/servizi, previa individuazione del focus delle attività divise in tre tipologie:educational, vocational e personal guidance; profili professionali degli operatori previa definizione di diversi task; descrizione della for­nJnzione seguita dai diversi operatori).Le informazioni utilizzate per la redazione del rapporto italiano provengono dalle risorse informative della Fondazione Rui sull'i­struzione superiore e sul sistema degli aiuti agli studenti, e da una indagine di campo (svolta nella primavera 1997), che ha previ­sto la sOl11ministrazione di un questionario postale a un gruppo selezionato di oltre 300 istituzioni, centri, servizi e opemtori singo­li attivi nei vari campi dell'orientamento: uffici universitari di orientamento agli studi; uffici universitari di orientamento allavo­ro; servizi universitari di assistenza psicologica; servizi universitari di tutorato; centri di orientamento di enti pubblici locali; cen­tri di orientamento di enti privati, associazioni, etc.; uffici Inforl11agiovani; consiglieri di orientamento e psicologi dell'orientamen­to opemnti come liberi professionisti.Il rapporto della ricerca si èunlso della valutazione esterna di operatori dell'orientamento utilizzati in veste di testimoni privilegiati, non­ché della supervisione di un esperto di chiara fama. Questo articolo, scritto dai responsabili del gruppo di lavora, sintetizza alcune partidel rapporto, collocando le analisi sullo sfondo di alcune tendenze di evoluzione del sistema universitario.

Molti dei centri, servizi e uffici oggiattivi in Italia si occupano di piÙ com­ponenti delle attività di orientamento.Le competenze professionali di granparte degli opera tori dell'orientamen­to possono essere di conseguenzaanalizzate solo tenendo conto delladialettica specializzazione/despecia­lizzazione che caratterizza molti ruolie non solo i servizi offerti dalle strut­ture. La despecializzazione va intesanon come assenza ma come integra­zione e ricomposizione di piÙ opera­zioni specializzate nell'attività di lmunico operatore.Buona parte degli operatori dell'o­rientamento mostrano infatti, all'ana-

lisi empirica, un profilo di figure poli­valenti: oltre ai compiti che competo­no al ruolo professionale proprio diciasclmo, essi svolgono anche compi­ti propri di altre figure professionali,acquisendo così una professionalitàaccessoria.Il modello di professionalità che nederiva tende a caratterizzarsi perun'elevata flessibilità e capacità diadattamento ai bisogni dell'utenza edel territorio.Una tale situazione sembra legata,almeno in parte, alle modalità di for­mazione degli operatori: l'analisidelle caratteristiche della professiona­lità di questi, nonché l'individuazione

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dei percorsi e dei bisogni formativiemergenti halmo costitlùto due punticentrali dell'indagine svolta.

Requisiti di ingressoe percorsi di formazionein-service

Per molti operatori il possesso di undato titolo di ingresso appare unreqlùsito solo preferenziale, benchéun'istruzione di livello universitarioappaia de facto un pre-requisito perl'accesso a molte funzioni specializza­te. Percorsi di formazione ad hoc esi­stono, infatti, solo per gli psicologi e

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IL TRIMESTRE/Esperienze di orientamento

gli psichia tri e per i consiglieri diorientamento; negli altri casi il titolodi ingresso esprime un livello di sco­larità ma non presuppone un percor­so di formazione professionale parti­colare. Il possesso di titoli specifici diformazione sembra costituire inoltreun requisito preferenziale ma nonindispensabile anche per la progres­sione nella carriera.Per W1 consigliere di orientamento ilbnckground formativo rilevato consistein una lamea o in W1 titolo post-lau­rea. Il ventaglio dei titoli di laurearilevato è vario: Lettere, Filosofia,Pedagogia, Scienze della formazione,Scienze della comlU1icazione, Psico­logia. In questi corsi di laurea non esi­stono indirizzi dedicati specificamen­te alla personnl, educntionnl o vocntionnlguidnnce, ad eccezione del corso dilaurea in Psicologia, nel cui indirizzodi "Psicologia del lavoro e delle orga­nizzazi01ù" si possono trovare inse­gnamenti utili alla formazione di unoperatore di vocntionnl guidnnce1.

A livello post-laurea esistono iseguenti corsi di perfezionament02:

"Consiglieri di orientamento scolasti­co e professionale" (Università diBologna); "Psicologia dell'orienta­mento scolastico e professionale"(Università di Firenze); "Consulentidi orientamento" (Università Cattoli­ca del Sacro Cuore, sedi di Milano eBrescia); "Psicologia dell'orientamen­to alle scelte scolastiche e professiona­li" (Ulùversità di Padova); "Consi­glieri di orientamento" (Università diPalermo).Gli psicologi che lavorano nelle strut­ture di orientamento sono laureati inPsicologia che hanno superato l'esa­me di Stato obbligatorio per l'eserci­zio della professione e necessario perl'iscrizione all'albo dell'Ordine nazio­nale.Gli psicologi che lavorano nei servizidi assistenza psicologica e che svolgo­no attività di psicoterapia devonoaver conseguito inoltre il relativo tito­lo finale del corso di specializzazionepost-laurea (della durata di quattroanni e comprensivo di autoanalisididattica), che hanno carattere profes­sionalizzante e consentono l'iscrizio­ne all'Albo nazionale degli psicotera­peuti. Gli psicoterapeuti che operanonei servizi di assistenza psicologica di

alcune università sono psiclùatri, valea dire professionisti in possesso dellalaurea in Medicina, che hanno supe­rato l'esame di Stato e con specializ­zazione post-laurea in Psichiatria ePsicoterapia.Per esercitare la funzione di docu­mentalista non è stata sinora necessa­ria lU1a laurea, essendo sufficiente lamaturità di una scuola secondariasuperiore.Per i responsabili degli uffici e dei ser­vizi il titolo di ingresso è piÙ frequen­temente la laurea (con una probabileprevalenza di titoli nelle aree dellescienze umane e delle scienze sociali)o un titolo post-laurea (diploma dispecialista per psicologi o psichiatri, otitolo finale di un corso di perfeziona­mento).Un'ampia diversificazione di titoli diingresso (dalle qualifiche della fornla­zione professionale alla laurea) è rile­vata per gli addetti all'informazioneall'utenza. Tale fenomeno è pill evi­dente nei centri non-accademici; negliuffici di orientamento al lavoro dellelmiversità e degli enti Osu il titolo piÙdiffuso è la laurea. Tali uffici sono natimediamente in tempi piÙ recenti, inpresenza di un livello di scolaritàmedia piÙ alto. Inoltre, questi ufficisvolgono spesso attività fortementespecializzate, per l'espletamento dellequali è evidentemente ritenuto op­portuno lU1 bnckground di studi uni­versitari.Per gli addetti alla segreteria i titoli diingresso sono prevalentemente medio­bassi (mahlrità, diploma di qualifica,qualifica professionale). Si rilevanoperaltro casi di lameati che svolgonocompiti segretariali (soprathltto nellestruthlre/servizi non accadenùci).L'ampia diversificazione del titolo diingresso rimanda al fenomeno dell'0­

ver-educntion, per il quale compiti diun dato livello sono svolti da perso­nale con lU1a scolarizzazione superio­re a quella richiesta. Tale fenomeno èstato favorito, fino a tempi recenti,dall'insufficiente diversificazione delsistema di istruzione superiore. Ladiffusione dei corsi di diploma uni­versitario sta lentamente modifican­do tale situazione; in effetti si rileva lapresenza - necessariamente ancorasporadica - di diplomati universitari,in particolare negli uffici universitari

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di orientamento al lavoro e in centridi orientamento non-universitari. Al­l'opposto dell'over-educntion sta ilfenomeno di titoli di ingresso di livel­lo medio-basso per molti ruoli profes­sionali (compresi i responsabili deiservizi). In questo caso si può parlaredi operatori con anzianità di servizioalta, che hanno sviluppato nel tempouna buona esperienza e sono arrivatianche a ruoli di responsabilità.Poiché - come si è visto - il titolo diingresso o l'esperienza non costitui­scono in genere requisiti indispensa­bili per accedere ai servizi, la forma­zione iniziale rappresenta un momen­to particolarmente importante perl'acquisizione di una corretta compe­tenza professionale.Benché munerose, le segnalazi01ù diformazione iniziale restano sotto il50% dei casi. Anche questo tipo diformazione appare opzionale ma nonobbligatorio, e può svolgersi in moltimodi: dalla formazione solo teorica(attraverso libri e dispense) all'affian­camento a operatori già esperti, abrevi corsi di formazione al servizio, astnge presso altre strutture (in alcwùcasi all'estero), alla frequenza di W1corso di perfezionamento post-lau­rea. In assenza di altre modalità, alcu­ni operatori ham10 diclùarato attivitàdi auto-formazione.I consiglieri di orientamento neo­assunti seguono generalmente unbreve periodo di tmining in-service nelquale affiancano lm collega piÙ esper­to nell'esercizio delle attività profes­sionali specifiche del settore. Inoltreessi partecipano abitualmente a corsidi formazione permanente, seminari econgressi (anche a livello internazio­nale).Modalità simili si rilevano per gli psi­cologi, per i quali spesso il periodo ditirocinio effettuato nei servizi diorientamento coincide con il tirocliùoobbligatorio per il conseguimentodella specializzazione.Per quanto riguarda li1fli1e i docu­mentalisti, la loro formazione iniziale(che si svolge secondo modalità pres­soché analoghe a quelle riportate peri consiglieri di orientamento), ha as­sunto un carattere di maggioreimportanza, così come l'aggiorna­mento costante alle nuove tecniche diclassificazione dei dati e di produzio-

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ne di materiale informativo cartaceoe/o multimediale.3La formazione cosiddetta in-serviceappare piÙ diffusa di quella iniziale eriguarda praticamente tutte le figure etutte le tipologie di servizi. Questofenomeno appare legato all'assenza dipre-requisiti obbligatori per l'accessoal servizio di gran parte degli operato­ri. Sono state individuate due moda­lità-tipo di formazione in-service:- un modello piÙ leggero, basato

sulla partecipazione a convegni eseminari e sull'auto-aggiornamen­to;

- un percorso piÙ strutturato, basatosu iniziative interne al servizio esulla partecipazione a stage o a corsidi perfezionamento e di aggiorna­mento.

Nuove competenzeprofessionali enuovi bisogni formativi

L'orientamento universitario sta cam-

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biando in modo rilevante in relazionealle macro-tendenze di sviluppo delsistema dell'istruzione superiore (svi­luppo dell'autonomia, decentramen­to territoriale, diversificazione del­l'offerta formativa, etc.) e della societàitaliana (decremento demografico esue conseguenze, femminilizzazione,crisi dell'occupazione, nuove formedi lavoro, etc.). L'orientamento aglishldi universitari e l'orientamento allavoro hanno acquisito LUla status isti­tuzionale piÙ chiaro con l'llU1ovazio­ne normativa degli ultimi alUu, men­tre cresce il volume di attività e glilllterventi realizzati si diversificano. Icentri di orientamento territoriali,pubblici e privati, crescono per nume­ro e diffusione sul territorio, grazieall'azione degli enti locali e di privati.Aumenta infine anche il numerodegli operatori, con l'impiego di pro­fessionalità nuove e di personale constatus diversificato (operatori perma­nenti, consulenti, personale tempora­neo, etc.).Da parte sua, l'evoluzione della po-

polazione studentesca è segnata inItalia da Lma progressiva diversifica­zione, a causa della diffusione di tipo­logie di studenti III precedenza margi­nali, quali gli studenti che lavoranostabilmente (che sono oggi circa il 20%del totale)4 o altre tipologie di studen­ti non-tradizionali. Particolari catego­rie di studenti richiedono inoltreinterventi ad hoc: gli studenti disabili econ handicap; gli studenti stranieri; glistudenti a distanza. In breve sarà infi­ne riconosciuto ufficialmente lo statusdi studente part-til11e5, di fatto già pre­sente nella vita degli atenei.Dal complesso di tali cambiamentideriva per gli operatori dei centri edei servizi di orientamento la neces­sità di acquisire nuove competenze.Per i consiglieri di orientamento sipresenta la necessità di stabilire uncorretto rapporto di consulenza indi­viduale con gli studenti appartenentianche a tipologie non-tradizionali,ciascLmo portatore di peculiari sensi­bilità ed esigenze personali.I documentalisti dovralUlo confron-

Università Bocconi: la biblioteca

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IL TRIMESTRE/Esperienze di orientamento

tarsi sempre più spesso con la novitàrappresentata dai nuovi sistemi ditrattamento dei dati, con l'ampliarsidella domanda e dell'offerta di infor­mazione e con la necessità di padro­neggiare l'uso di nuove tecnologie dipresentazione e comunicazione deidati, al fine di produrre strumentiinformativi che rispondano alle piùdiverse richieste di informazione daparte delle differenti tipologie di stu­denti prima individuate. La necessitàdi acquisire competenze specifichenel campo dell'informatica e dellatelematica applicate (banche-dati,Internet, etc.) trova ampio riscontronella frequenza di segnalazioni relati­ve alla formazione e all'aggiornamen­to in campo informatico raccolteattraverso l'analisi sul campo.Per i responsabili dei servizi emerge lanecessità di acquisire nuove compe­tenze in campo manageriale, organiz­zativo e di gestione delle risorseumane (competenze in parte nuoveper gli operatori della pubblica ammi­nistrazione). L'isti tuzionalizzazionedei servizi di orientamento e di tuto­rato nelle università e negli enti localidetermina inoltre la necessità di coor­dinarsi con gli obiettivi dei piani disviluppo degli atenei e dei progetti dicollegamento con il territorio, e dlm­que con gli altri servizi e uffici ope­ranti sia nell'università stessa chenegli enti locali.La diversificazione dell'utenza, infi­ne, chiede di ampliare e diversificarel'offerta di servizi; per i responsabilidei servizi di orientamento ciò devetradursi in capacità di analisi del biso­gno e di progettazione di risposteilu10vative e adeguate alle caratteri­stiche dei nuovi utenti.Per gli addetti all'il1formazione, ladiversificazione dell'utenza richiedela capacità di comunicare con inter!o­cutori non tradizionali che hannobisogno di il1formazioni non conven­zionali. Diviene perciò più importan­te il1dividuare le fonti di il1formazio­ne più adeguate e le strutture cuiindirizzare gli utenti per i qualil'il1formazione di base si rivela il1suf­ficiente. Ciò richiede lma competenzanuova nel campo delle relazioni ester­ne, al di là dell'attività di front-line edel rapporto con gli utenti.

Conclusioni

Dall'il1dagine emergono due il1dica­zioni essenziali.La prima riguarda la necessità pertutti gli operatori di una più ampia especifica formazione di base, cosìcome di una formazione contil1ua chegarantisca un aggiornamento rapidoed efficace delle competenze di cia­scuno.Per quanto riguarda la formazione siè evidenziato come l'ampia gammadei servizi da offrire agli studenticomporti l'esigenza di predisporreper gli operatori percorsi formativi dibase che abbraccil10 i settori dell'eco­nomia, dell'amministrazione, dellescienze psicologiche, sociologiche,psicopedagogiche, delle relazionipubbliche nonché delle tecniche mul­tilnediali.Occorre ricordare che gli operatoridell'orientamento sono gli studenti eche la relazione che si instaura fraoperatore e beneficiario dell'interven­to ha comlmque - con maggiore ominore il1tensità a seconda delle spe­cifiche aree - una valenza di tipo psi­copedagogico, poiché ciasClm opera­tore nel suo settore si trova a confron­tarsi con la totalità degli aspetti dellapersonalità degli individui-studenti.Gli operatori implicati in ciascun'areadovrebbero dunque avere conoscenzadelle competenze professionali e deimodi di realizzazione degli interventispecifici delle altre aree. Al centro diogni azione di sostegno si trovano,infatti, gli shldenti. Intorno a questocentro si sviluppano i differenti livellidi il1terventi specialistici. Solo essen­do consapevoli di tutti i possibili set­tori di il1tervento si possono com­prendere al meglio la natura e le fina­lità delle azioni dei colleghi ed inte­grarsi annonicamente con esse a van­taggio degli studenti stessi.Per quanto riguarda la formazionepermanente, poiché i corsi di perfe­zionamento censiti non rispondonopienamente a questa esigenza, si pos­sono formlùare alcw1e ipotesi, nonalternative fra loro:-le wùversità presso cui sono attiva­

ti servizi di orientamento con lmragguardevole numero di operatoripotrebbero organizzare corsi di for-

l l

mazione permanente destinati alpersonale il1terno, ma aperti ancheal personale di altre università;

- le università con un numero esiguodi operatori potrebbero lmirsi perorganizzare corsi di formazionepermanente del proprio personale;

- anche enti privati potrebbero offrirecorsi per operatori di orientamentodelle università e degli altri centrioperanti il1 Italia.

La seconda conclusione è che la poli­valenza che caratterizza alClme figureprofessionali - e che viene il1 parte vis­suta da alcwu operatori come fattorenegativo o limitante - può paradossal­mente tradursi il1 lm vantaggio per ibeneficiari dell'orientamento. La carat­terizzazione di polivalenza della pro­fessionalità degli operatori dovrebbeessere generalizzata, non già nel fattoche lmo stesso operatore copra piùruoli professionali, ma piuttosto nelfatto che tutti gli operatori gilmganoad avere una cogluzione di base dicontenuti, strutture, finalità e modellidi intervento dei colleghi, incorpo­rando e integrando nel proprio sape­re e nella propria prassi le metodolo­gie e gli approcci degli altri.

NOTE

l Negli ultimi anni numerosi laureandi hmulopresentato tematiche legate alla edl/cnliollal oalla vocaliollal gl/idallce come argomento didiscussione delle proprie tesi, alcune dellequali sono state pubblicate.2 Tali corsi non sono in genere curricolari, nonrilasciano un titolo legale e possono non essereattivati tutti gli alUu. La frequenza di tali corsinon costituisce un reqlùsito indispensabile perl'esercizio delle funzioni di gllidallce cOllllsel/or.3 L'attivazione di corsi di diploma lmiversitariodi Tecnico audiovisivo e multimediaJe assumein questo contesto un particolare interesse, inquanto offre a un eventuale futw"o documenta­lista la possibilità di acquisire una preparazio­ne specifica nel trattamento dei dati e nella pro­duzione di sh'umenti di informazione.4 Si veda in proposito: Fondazione Rui ­Università di Camerino, EI/ro SII/delll .. Indagilleslll/e cond/zlOllI Ili Vlla e di sllldlO degli sli/delliinel/e IIl1iversilà ilaliane, MURST, Roma 1995. Suitemi proposti da questa indagine si vedaanche: Bertoldi, S. - Finocchietti, G., Il lelllpo egli sll/denli, "Universitas" n. 62 (almo XVII, ot­tobre-(,iicembre 1996), pp. 41-44.5 Si veda in proposito il Rapporto finale delGruppo di lavoro MURST"Autonomia didatticae ÌlUlovazione dei corsi di studio di livello UIU­

versitario e post-universitario", noto come"Documento MartÌllotti".

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!JNIVERSITAS 67

An.cora una volta, l'università ha dimostrato il proprio fermento propositivo. L'Ateneo diFirenze ha promosso l'iniziativa UniverCity, una m.anifestazione in cui si confrontano i varivolti della città, si offrono infonnazioni e orientmnento agli studenti, si incontrano la culturae l'impresa. Un'occasione per rinsaldare illegam.e tra l'università, il territorio e i cittadini

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L'UNIVERSITA PER LA CITTAAntonella Maraviglia

Servizio Re/azioni esterne dell'Università degli Studi di Firenze

Far inconh-are wùversità e città. È lasfida da cui è partita a Firenze l'espe­rienza di UniverCity. Un po' fiera dellostudente, Wl po' festival dell'wùver­sità, l'Ìlùziativa è nata dalla constata­zione che spesso quella lmiversitaria èlma "città" nella città, Ìll qualche casolontana da cm amn1Ìlùstra, produce,governa la comwùtà cittadÌlla.A Firenze il problema è particolar­mente sentito, con lm Ateneo checonta 60.000 studenti (un terzo deiquali proveruenti da oltre provÌllcia),oltre 2.000 tra docenti e ricercatori,2.000 tecnici-amministrativi, e unbilancio annuale di circa 800 miliardi.Una realtà di grandi dimensioni,anche se comparata con qualsiasiazienda, pubblica o privata, del terri­torio, che la città ÌllCorpora senza sen­tirsi, per questo "città uruversitaria".Nel tessuto mbano, fra l'altro, le sediuniversitarie sono ben disseminate, inun centÌllaio di edifici: un lungo eimpegnativo sviluppo edilizio ha arti­colato gli Ìllsediamenti in tre poli,centro urbano, nord e nord-ovest.Firenze, capitale della cultura, metainternazionale di turismo culturale,non ha mai messo troppa enfasi sullapresenza dell'Ateneo che, del resto,nonostante antiche origÌlù (1321), lillarinascita in età risorgimentale, haasslmto il nome di Uruversità solo nel1924.A Firenze l'Ulùversità è nata per pri­vilegio papale - segno della conside-

razione Ìll cui il Papato teneva la capi­tale del guelfismo - con tutte lefacoltà, compresa quella di Teologia:lill prÌlnato, questo, ricordato anchenelle "CrOlùche" del Villani. Le vicen­de dello Studiwn non sono state faci­li, però: in circa un secolo, problemifinanziari - la città preferiva pagareWla compagnia di mercenari, piutto­sto che i professori - e politici affossa­no a piÙ riprese lo Studium, chedovrà essere rifondato tre volte.Ancora peggio andrà con i Medici,che nel 1472 sposteranno a Pisa loStudium, lontano dal centro del pote­re: a Firenze rimangono le accademie,ma la materia prevalente è - comevogliono i signori della città - la poli­tica.Sia pure con questo rapporto tormen­tato, la città ha avuto bisognodell'Uruversità che, come Ìllsegna lastoria, non può nascere se non nelcontesto cittadino, sede dei commer­ci, degli scambi e quindi delle relazio­ni culturali tra uomini liberi.

1996: voglia di comunicare

Da tempo l'Ateneo fiorentino avverti­va la necessità di lilla maggiore infor­mazione sul suo ruolo culturale edeconomico nell'area urbana e metro­politana, per trovarsi "alleato" dellasua città a favore, in primo luogo,dello studente.

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Il marchio UniverCity è stato varatoper la prima volta nel 1996, come tito­lo complessivo di manifestazioni,incontri e spettacoli che si sviluppa­vano nella settimana di dicembre incui tradizionalmente cade l'inaugura­zione dell'anno accademico, cioè ilmomento in cui l'Ateneo si presentaalla sua città con bilanci e prospettive.Al centro della settimana come cuoredell'iniziativa, era stata collocata unagiornata di informazione sui serviziai giovani, lma finestra aperta su tuttele possibilità offerte al mondo giova­nile in primo luogo nell'Università,ma anche nel mondo del lavoro, con ilsostegno degb enti locali, e dei serviziinformativi specifici (orientamento allavoro, prima occupazione, formazio­ne professionale), degli industrialidella provincia, di istituti bancari.Il rodaggio della manifestazione ­realizzata con il contributo dellaRegione Toscana - è stato abbastanzapositivo: i musei universitari aperti inorario serale, le visite guidate allebiblioteche, per esempio, halmo rac­colto l'interesse della cittadinanza,mentre dagli studenti delle scuolemedie superiori (l'orientamento nonbasta mai... ) sono venute richiestepressanti di ampliare la durata degliincontri di informazione.La manifestazione, però, è rimastatutta all'interno delle mura universi­tarie, aperte sì per l'occasione a tuttianche in orari eccezionali, ma che non

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IL TRIMESTRE/Esperienze di orientamento

Unn visione del pndiglione eretto in pinzzn delln Repubblicn n Firenze per UniverCity '98

hanno permesso che UniverCity fossepienamente intesa dalla città nei suoiobiettivi.

1998: nel cuore della città

Nell'edizione '98, la direzione è statainvertita: l'Università si è presentatanel cuore della città. L'indicazione èarrivata proprio dalle categorie pro­duttive, consultate e coinvolte perl'occasione: creare Wl momento diincontro con la città al di fuori dellestrutture lUliversitarie, ovvero porta­re l'Università in piazza.L'idea ha preso forma ed è stata pro­gettata una tensostruttura da erigerein mezzo alla centralissima piazzadella Repubblica, il cuore dell'anticacittà romana, a due passi dal Duomo eda Palazzo Vecchio. Il padiglione bian­co, di circa 1.200 meh"i quadrati, benvisibile e identificabile, è stato, dal 24al 31 gennaio 1998, la sede di un salo­ne informativo, composto di 32 stand,attrezzati con 56 computer in rete, in

cui ha1Ulo lavorato quotidianamenteper informazioni e orientamento circa110 addetti. Erano presenti le 11 facoltàdell'Ateneo, i centri, gli sportelliSocrates, dell'orientamento, i serviziinformativi del ComlUle e dell'orienta­mento professionale della Provincia diFirenze, l'Istituto Universitario Euro­peo, alClUle delle università straniereche svolgono a Firenze progranuniresidenziali e anche la neonata Facoltàteologica dell'Italia centrale, che hasede proprio nel capoluogo toscano.Un panorama completo di informazio­ni offerte, per così dire, in lUl conteni­tore che già da solo era Wl "evento".Notevole anche il munero degli entiche héUU10 collaborato e contribuito:olh"e al ComlUle di Firenze - pnrtnerdiretto dell'Ateneo -, 1'Azienda regio­nale per il diritto allo studio wuversi­tario, la Provincia di Firenze, laRegione ToscéUla, 1'Associazione degliIndush"iali, la Banca ToscéUla, la Cassadi Risparmio di Firenze, la Camera diCommercio, il Provveditorato aglistudi e la Sovrintendenza scolastica

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regionale, l'Azienda mlmicipale delh"asporto urbano, la Confcommerciolocale.Il Punto UniverCity, come è stato chia­mato, ha avuto anche il compito difare da richiamo per quanto organiz­zato, sempre nell'arco della settima­na, dentro le facoltà, creando unmovimento circolare, suscitando unflusso di interesse per spingere il cit­tadino, lo studente, il visitatore aentrare in contatto con la realtà uni­versitaria nelle sue varie forme: dallevisite ai laboratori scientifici, a rarecolleziOlu museali (molto apprezzatequella delle cere di Anatonua patolo­gica, opera di maestri ceraioli fiorenti­ni), alle mostre di libri antichi daifondi storici delle biblioteche lUliver­sitarie, fino all'esposizione - cura tainsieme con la Fra telli Alinari - difoto e stnunenti d'epoca che si riferi­scono alla professione medica.UniverCity ha giocato, così, su piÙlivelli proponendosi a pubblici diver­si (dallo studente delle scuole supe­riori al cittadino, dall'operatore eco-

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nomico allo studente in corso e fuoricorso) con informazioni mirate e conun programma molto vario.

Orientamento...

I temi dell'orientamento e della sceltaw1iversitaria sono stati, certamente,dominanti: oltre all'informazione "selfservice" presso il Punto LlniverCity, lostudente delle scuole superiori ha POhl­to seguire incontri di presentazione diciasClU1a facoltà, nelle rispettive sedi,tenuti dai presidi e dai docenti respon­sabili dei corsi di lamea e di diploma,inconh'i quasi sempre accompagnati datavole rotonde che illustravano glisbocchi professionali di quell'indirizzodi studi. Si è svolta, inolh'e, un giomataintroduttiva slùla scelta lU1iversitaria,coordinata dal dotto Carlo Finocchiettidel CIMEA/Fondazione Rui. Presidi edocenti orientatori delle scuole superio­ri hanno lavorato per lU1a mattinatainsieme al prorettore Luciano Mecaccisulle nuove direttive in materia diorientamento.Circa 90 ragazzi dell'ultimo am10 dicorso, selezionati fra gli istituti diistruzione secondaria superiore inToscana, ham10 seguito seminari fina­lizzati a "Trovare i libri e informarsiin rete", lU1'introduzione all'utilizzodello strumento base dello studente,la biblioteca, attraverso Internet e letecnologie multimediali."Abbiamo coinvolto le scuole mediesuperiori della regione - spiega laprof.ssa Stefania Fuscagni che hacoordina to l'organizzazione diLlniverCity - attraverso l'IRSSAE, iprovveditorati, la sovrintendenzascolastica, ma anche con l'istituzionedi lU1 centralino apposito che ha aper­to un filo diretto con i singoli istihltiprendendo nota delle esigenze e dellerichieste: lo scopo ilmnediato era sol­lecitare la partecipazione alle iniziati­ve di LlniverCity, ma come conse­guenza l'Università si è dimostratapiÙ accogliente, meno lontana dalmondo degli shldenti piÙ giovani".

...lavoro...

LlniverCity ha dedicato allo studenteuniversitario fiorentino diverse pro-

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poste, h'a cui lU1 piccolo convegno­dibattito sul lavoro dopo l'università.Che cosa chiede il mercato del lavoroe come inserirsi: coordinati dal proret­tore Giorgio Federici, hanno rispostoimprenditori, rappresentanti di entipreposti ai servizi di orientamento,formazione e collocamento, associa­zioni di shldenti e dell'imprenditoriagiovanile, docenti di ogni facoltà (pic­cola cmiosità, fra i delegati di facoltà,in rappresentanza di Gimisprudenza,il prof. Roberto Zaccaria, a poche oredall'annuncio del suo incarico di pre­sidente della RAI). Nel corso dell'in­contro è stata presentata anche l'atti­vità di Almalamea, la banca dati deilameati e diplomati delle wùversitàitaliane. L'argomento del futuro lavo­ro è stato ripreso dalla presentazionedelle inizia tive della Camera .diCommercio per l'imprenditoria giova­lùle e da W1a conslùenza - fomitapresso il padiglione del PuntoLlniverCity - su come presentarsi e sti­lare lU1 curriculum.Studiare all'estero, inoltre, è stato iltema di un altro applU1tamento: aper­to la mattina con l'illustrazione delprogramma ESPERIA, in collaborazio­ne con l'Icu, è continuato per il restodella giornata con la presentazione diSocrates e della mobilità studentescaoggi.

...e intrattenimento

Le serate sono state ricche di spetta­colo. Una festa d'ilùzio, ad ingressogratuito, autogestita dagli studentipresso il teatro tenda cittadino, dueserate no-stop di rappresentazionimusicali e teatrali, promosse dalComune di Firenze in uno spazioofferto gratuitamente a gruppi e sin­goli studenti con uno spiritoso bandodisegnato da Sergio Staino; la messain scena di un atto di Federico GarciaLorca allestito e recitato in lingua ori­ginale dalle studentesse di Lingua eLetteratura spagnola.

Progetti per spazi diversi

Apprezzata anche un'esposizione deilavori di tesi - progetti e plastici ­degli studenti di Architettura che

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ham10 per oggetto Firenze. La mostraintitolata "La facoltà di Architetturaper Firenze" ha dato un campionesiglùficativo dei contributi di idee e dicreatività dei neoarchitetti, dalle pro­poste di arredo urbano, con i toteJ1linformativi alle fermate dei bus, alprogetto per i nuovi Uffizi al recycling.L'idea di clùedere agli studenti lU1contributo originale, mirato a miglio­rare luoghi e spazi di shldio, era ancheall'origine di un concorso di idee lan­ciato insieme all'Università dallafamiglia Ferragamo: si è chiamato "Ilbello intorno a te" e ha premiato tregruppi di studenti per la proposta diun comer espositivo, per la ristruthlra­zione dell'area di fronte alla Casadello studente e per la trasformazionedi un cortile in aula di lettura. Ancheil sindaco di Firenze, MarioPrimicerio, ha rilanciato clùedendoalla facoltà di Architettura di promuo­vere con i suoi studenti seminari perprogettare - anche in vista delGiubileo - la risistemazione di duecentralissime piazze. La proposta èstata formulata nel corso di lU1 incon­tro tra GilU1ta comw1ale e Senato acca­demico, svoltosi durante la settimanadi LlniverCity, che aveva come temaproprio la città a misura di studente."Comune e Università - sottolinea ilrettore Paolo Blasi - lavorerannoinsieme per recuperare spazi di Shl­dio presso le biblioteche comw1ali,anche in orario serale, a beneficiodello studente fuori sede e si farà W1aricognizione dei trasporti urbani perfavorire gli spostamenti dalle sediuniversitarie piÙ lontane".LlniverCity ha clùuso i battenti con lU1bilancio molto positivo - quasi qua­rantamila visitatori nella settimana ­ma piÙ che il dato l1llffierico forseconta il giudizio espresso dal rappre­sentante degli studenti Zeno Pacciarudurante la cerimonia di inaugurazio­ne dell'anno accademico:"Non esiterei ad auspicare lU1a formastabile di una iniziativa comeLlniverCity, dove le varie realtà wù­versitarie trovino la possibilità di esse­re protagOlùste e di mostrare quindi ilcomplesso volto dell'Università ai piÙgiovani, al mondo del lavoro, edanche e soprattutto a chi è dentrol'Ulùversità, ma questo volto non loha ancora visto fino in fondo".

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IL TRIMESTRE/Esperienze di orientamento

L'IMPRESAPER LA FORMAZIONE

Rita SantarelliDirettore area scuola, formazione e ricerca della Confindustria

Il cambiamento culturale in atto e l'e­sigenza di nuove regole ad esso ade­guate pongono il nostro paese ed ilsuo sistema di istruzione di fronte ascelte radicali, da cui dipenderà largaparte del nostro futuro in termini diequità sociale, competitività, benesse­re e sviluppo.Il Parlamento Europeo ha approvato,il 21 ottobre 1997, un emendamentoche afferma che "gli Stati membridevono dedicarsi a promuovere laflessibilità sul mercato del lavoro infatto di orari, di durata del tempo dilavoro e di modi di lavorare, attraver­so un processo non legislativo e nonvincolante, fondato sul dialogo socia­le a livello di impresa". L'articolo 1della Direttiva 487/97 emanata dalministro Berlinguer recita: "L'orienta­mento costituisce parte integrante deicurricoli di studio".Coniugando queste due esigenze pri­marie, ci rendiamo subito conto che laprospettiva che si apre alle giovanigenerazioni è quella di 1m mercato dellavoro complesso, mutevole, nel qualesi dovrà piÙ volte cambiare colloca­zione e ruolo. È necessario rinnovaregli obiettivi formativi, che devonoampliarsi dall'ambito delle conoscen­ze a quello delle competenze e dell'i­dentità socio-professionale, mirandoalla formazione di personalità autono­me e responsabili, capaci di vivere consicurezza la complessità ed il cambia­mento: questa è la vera sfida perl'Europa, qui sta il salto generazionaleda compiere. L'orientamento divieneallora 1ma componente strategica delnuovo sistema formativo, che dovràdialogare in modo costante e cosh'utti­vo con le imprese.Da attività di propaganda, l'orienta­mento diventerà attività curricolare,

Se l'orientam.ento è una

componente strategica del

nuovo sistema formativo, ildialogo costante tra

università e impresa diventa

indispensabile: la Giornata

Nazionale Orientagiovani è

nata dalla collaborazione tra

Associazioni Indust7~iali,

provveditorati; scuole,

università, centri di

formazione professionale e

sindacati per aiutare i

giovani a compiere scelte

mirate per il loro futuro

introducendo la preiscrizione all'uru­versità come nuovo momento orien­tativo degli studenti della scuolasuperiore (già dal novembre '98,anche se in forma sperimentale).Saranno gli stessi docenti a insegnareai ragazzi ad orientarsi, sulla basedelle loro attitudini e potenzialità, trale diverse opportunità che il sistemaformativo ed il mondo del lavorooffrono al termine degli studi secon­dari.L'articolo 4 della Direttiva parla di"orientamento post-secondario" percoloro che vogliono proseguire glistudi dopo la maturità: l'università,infatti, è urla possibilità, ma esisteanche la formazione al lavoro. Ecco

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perché è indispensabile un interventomirato di orientamento per gli stu­denti, con azioni finalizzate a illustra­re, già nella scuola, le diverse oppor­tunità offerte anche dalla formazioneprofessionale.

La Giornata NazionaleOrientagiovani

Dall'impegno dell'impresa per l'orien­tamento dei giovani è nata la GiornataNazionale Orientagiovani, promossadalle Associazioni Industriali in colla­borazione con provveditorati aglistudi, scuole, università, centri di for­mazione professionale e sindacati.La prima azione di Confindustria intema di orientamento nacque a Bolo­gna ilIo marzo 1996 (il 1996 è statol'Anno Europeo della Formazione) conl'iniziativa "L'impresa incontra i giova­ni": sedici città ,rideocollegate (daTorino a Bari) per l'incontro di giovani,imprese e istihlziOl1Ì formative a cuihanno partecipato circa 5.400 shldenti.il 12 novembre dello stesso almo velmeorgaJ1ÌZzata a Roma, nella sede dellaConfindustria, la Giornata NazionaleOrientagiovaJ1Ì, mentre in 70 città ita­liane le AssociaziOl1Ì Industriali diede­ro vita a manifestazioni locali perincontral'e i giOVal1Ì.il primo concorso nazionale Orienta­gioval1Ì per pren1ÌaJ'e prodotti di orien­tamento realizzati dalle Associazioni­a cui hanno partecipato trentanoveAssociazioni, con sessanta prodottipresentati - è stato vinto da UOMU,

con un poliedrico progetto di orienta­mento fatto di incontri, sen1Ìnari maallche di newsletter e puzzle, intitolato"La fabbrica per l'uomo".Il 28 maggio 1997 si è svolta la

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Giornata Nazionale "I giovarli e leimprese verso l'Europa", nata perfavorire nelle giovani generazioni unamaggiore consapevolezza dell'impor­tanza dell'ingresso del nostro paese inEuropa. Alla Giornata Nazionale ­realizzata in collaborazione conUnioncamere, Confeommercio, Con­fagricoltura, Confartigianato e Ania ­hanno attivamente collaborato scuolee lUliversità.L'ultima Giornata Nazionale Orienta­giovani (27 novembre 1997) ha previ­sto un convegno nella sede centrale diRoma e, come nelle precedenti edizio­ni, lo svolgim,ento contemporaneo diventinove manifestazioni locali dedi­cate al medesimo argomento. Laquarta tappa di questo impegno delleimprese per i giovani si è svolta incollaborazione con il Ministero della

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Pubblica Istruzione. La manifestazio­ne centrale è stata realizzata nell'am­bito di Job '97 - punto di riferimentoper i giovani stessi e per gli operatoridella scuola e della formazione pro­fessionale - a Verona, che ha ospitatoi principali protagonisti dell'orienta­mento in Italia. Nella città veneta ilministro della Pubblica Istruzione,Luigi Berlinguer, il vice presidente diConfindustria, Carlo Callieri, e ilsegretario generale della CCrL, SergioCofferati, hanno discusso con i giova­ni intervenuti di sbocchi occupazio­nali, percorsi formativi e riforma delwelfare; l'incontro è stato coordinatodal giornalista del Corriere della Sera,Walter Passerini.Contemporaneamente, in circa settan­ta città italiane si sono svolte analoghemanifestazioni sull'orientamento rea-

lizza te con modalità diverse: dallerappresentazioni teatrali agli incontricon giovarli e genitori, dai filmati sullanuova cultw'a del lavoro a vere e pro­prie campagne sull'orientamentodegli studenti delle scuole superiori.Anche quest'anno la Giornata hariscosso molto successo, sia a livello dipartecipazione che di interesse per gliSplUlti proposti e le attività realizzate.In una tradizione ormai consolidatadi dialogo e alla luce della sfida perl'Europa a cui è chiamato anche ilnostro paese, Confindustria confermail suo impegno a rappresentare lUlsegnale forte verso il necessario rin­novamento dei nostri sistemi educati­vi, creando e promuovendo nuoveoccasioni di incontro e di confrontocon i giovani che ne sono i principaliprotagonisti.

UNA SCELTA CONSAPEVOLE

Renato SironiDirettore del Centro di Orientamento Alpho Test

Accanto al!'orientamento gestito dal settore pubblico, esistono anche in Italia struttureprivate che elaborano progranuni finalizzati al!'orientalnento post-diploma e post-laurea: unmodo per conoscere le opportunità di studio ed i conseguenti sbocchi occupazionali, maanche per valutare le caratteristiche individuali che determinano il successo di una scelta

Nel panorama italiano, in cUI esoprattutto il settore pubblico a gesti­re i servizi di orientamento, il CentroAlpha Test costituisce una dellepoche strutture private capaci di darvita, attraverso risorse proprie, ad ini­ziative di orientamento scolastico eprofessionale qualificate e ilmovative.Il Centro è nato e si è sviluppato negliultimi anni all'interno di Alpha Test,società milanese che opera dal 1986 alivello nazionale nei settori dell'edito­ria, dell'orientamento e della forma­zione, rivolgendosi in particolare acoloro che - diplomandi e laurendi­si affacciano al mondo dell'universitàe del lavoro. La sede principale, loca­lizzata nel cuore di Milano, coordinaoggi una serie di attività e di inter­venti che si attuano su tutto il territo-

rio nazionale attraverso la collabora­zione di numerosi esperti.Le attività e i servizi si concretizzanonelle seguenti iniziative, incentratesull'orientamento post-diploma epost-laurea (il Centro non si occupadel passaggio dalla scuola media allascuola superiore):- conferenze e seminari informativi sui

temi deli'orientamento all'univer­sità e al lavoro che gli esperti delCentro sono invitati a tenere nellescuole, nelle università e in occasio­ne delle principali manifestazioni diorientamento in tutta Italia;

- progettazione, realizzazione e som­ministrazione di test e questionari diorientamento scolastico e professio­nale;

- pubblicazione della collana Orienta-

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mento: volumi e guide aggiornateper la scelta degli studi post-diplo­ma, per l'inserimento nel mondodel lavoro e per migliorare il pro­prio metodo di studio;

- corsi di formazione rivolti agli inse­gnanti delle scuole medie superioriresponsabili delle attività di orienta­mento promosse all'interno del pro­prio istituto.

L'obiettivo che sottende a tali iniziati­ve è duplice e in linea con le ultimedirettive ministeriali in tema di orien­tamento: da lUl lato consentire ai gio­vani di scegliere con maggior consa­pevolezza, efficacia e gratificazione ilproprio futuro scolastico e professio­nale attraverso una migliore cono­scenza sia delle opportunità di studioe di lavoro, sia di quelle caratteristi-

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IL TRIMESTRE/Esperienze di orientamento

che personali (motivazioni, interessi,attitudini, etc.) che intervengononella scelta; dall'altro mettere a dispo­sizione di tutti i soggetti istituzionaliche devono garantire 1'orientamentocome processo educativo (primi fratutti le scuole e le università) gli stru­menti, le competenze e le esperienzematurate nel settore.L'impostazione e il metodo di lavoroscelti trovano giustificazione nel qua­dro della situazione dell'orientamen­to che esiste oggi in Italia: a fronte ditm'esigenza fortissima e crescente dieducazione all'orientamento scolasti­co e professionale, gli operatori delsettore sono in numero estremamentelimitato e qualificati secondo stan­dard formativi non ben definiti, men­tre le risorse impegnate in tal sensosono estremamente ridotte. In questocontesto il Centro Alpha Test ha pre-

I seminari

diletto lo sviluppo e l'utilizzo di stru­menti attinenti soprattutto agli aspet­ti informativi e cognitivi del processodi orientamento e in grado di soddi­sfare le esigenze di un ampio numerodi persone a costi estremamente con­tenuti.Per quanto concerne i test e i questio­nari proposti da Alpha Test, si trattadi una serie di strumenti realizzatiautonomamente dal Centro di orien­tamento con la collaborazione di un'é­quipe di esperti psicologi, anche ester­ni, secondo criteri che ne garantisco­no la standardizzazione, la validità el'attendibilità. Con questo tipo dilavoro è possibile disporre di proveoggettive moderne e aggiornaterispetto alla complessità del mondoscolastico e professionale italiano.

Orientamento all'universitàcon Sestante

Un percorso di orientamento cheporti alla scelta consapevole e respon­sabile deve passare attraverso duetappe fondamentali: da un lato laconoscenza delle opportunità di Shl­

dio post-diploma (corsi di laurea,diplomi universitari, etc.) e dei relati­vi sbocchi occupazionali, dall'altro lavalutazione di quelle caratteristichepersonali che piÙ facilmente consen­tono di frequentare con successo esoddisfazione i singoli corsi w1iversi­tari (interessi, motivazioni, attitudini,etc.). Il programma Sestante rappre­senta un nuovo strumento efficace ecompleto per il raggiw1gimento diquesto secondo obiettivo.Il questionario è articolato in tre

Argomento Programma A chi è rivolto

• Le tappe dell'orientamento per la scelta post-diploma: dalla raccolta delle informazioniall'assunzione della decisione

• Alcune riflessioni utili per operare una scelta ben fatta studenti degliOl-ientamento • Università o lavoro? Il valore della formazione post-diploma oggi in Italia ultimi due

all'università • Le tipologie di studio al termine della scuola superiore: coI-si di laurea e diplomi universi- anni di scuolatari. Cal-atteristiche e pmspettive occupazionali a confmnto superiore e

• Le oppol-tunità per il diritto allo studio in Italia e all'estem neodiplomati• Numero pmgrammato e test universitari: la mappa, il significato e le implicazioni per colo-

ro che si affacciano al mondo universitario

• Le opportunità di lavol-o post-diploma: le figure pmfessionali e i settori pmduttivi• Motivazioni, risol-se e aspi l-azioni pel-sonali: tre importanti fatto l-i da valutare studenti degli

Orientamento alla • Qualificazione professionale e corsi di specializzazione dopo il diploma ultimi dueformazione • Il lavom autonomo: le attitudini e le capacità richieste anni di scuola

pmfessionale e al • Come conoscere le opportunità di lavoro: le fonti di informazioni utili superiore elavoro post-diploma • Come pmporsi alle aziende: il curriculum vitae e il colloquio neodiplomati

• La selezione del pel-sonale in ambito aziendale e pubblico: il test di accesso al mondo dellavoI-O

• Le opportunità di lavoro post-Iaurea nel pubblico e nel privatoOrientamento alla • La formazione post-Iaur-ea: il valore dei master e dei corsi di specializzazione

formazione e al • La ricel-ca attiva e i canali per trovare lavoro laureandi elavoro post-Iaul-ea • Le forme di contratto neo-laureati

• La selezione del personale in ambito pubblico e privato: il curriculum vitae, i test, il collo-quio e i concorsi

• Il regolamento in materia di accessi all'istruzione universitaria: il numero chiuso in base alleL'accesso ultime indicazioni ministeriali studenti degli

all'istl-uzione • La mappa dei corsi di laurea e dei diplomi universitari a numero chiuso ultimi dueuniversitaria: • I criteri di selezione e le caratteristiche dei test, facoltà per facoltà anni di scuola

numero "chiuso" • Il significato e le implicazioni del numero chiuso per gli studenti che si affacciano al mondo superiore ee test di ammissione universitario neodiplomati

• Validità dei test di ammissione come strumento di selezione

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prove, per un totale di circa trecentodomande - da svolgere in due ore ­incentrate su interessi, attitudini,motivazione scolastica, metodo distudio e capacità di problel1l solving.Attraverso l'utilizzo di software dedi­cati, i risultati delle tre prove vengonoelaborati dagli esperti del CentroAlpha Test che, entro pochi giornidallo svolgimento del questionario,redige e trasmette allo studente W1

profilo di orientamento individualecon alcuni suggerimenti utili per la

I test e i questionari

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scelta degli studi post-diploma.

Le guide di orientamento

Il Centro di Orientamento Alpha Testha pubblicato una collana di volumirelativi ai temi della scelta scolastica eprofessionale post-diploma e post­laurea. La collana vanta il contributodi alClmi tra i maggiori esperti del set­tore e la collaborazione delle stesseuniversità con cui Alpha Test è

costantemente in contatto per l'ag­giornamento delle informazioni.Tra i volumi a maggior diffusione,segnaliamo quelli realizzati in colla­borazione con la casa editrice Hoepli:• Quale università? '98/99 - Guida allascelta degli studi post-diploma• Guida ai diplomi universitari '98/99• Alpha Test Job - Guida alla ricerca dellaposizione che interessa• Professione studente - Come migliorareil proprio rendimento negli studi

Titolo Finalità Somministrazione Elaborazione dei risultati

Questionario di Individuare l'area di studi e ivalutazione degli corsi universitari a cui indiriz- collettiva immediata,interessi culturali zarsi nella scelta in base ai pm- o individuale manualee professionali pl-i interessi

Test di selezione del Conoscere e sperimentare lepersonale per l'insel-imento principali tipologie di domande collettiva immediata, con

nel mondo del lavoro e le modalità di svolgimento o individuale lettore ottico(prova simulata) dei test di selezione

Test di ammissione Conoscere e sperimentare lealle università a principali tipologie di domande collettiva immediata, con

numero pmgrammato e le modalità di svolgimento dei o individuale lettol-e ottico(pmva simulata) test di ammissione all'univel-sità

Valuta l-e tutti i pl-incipali fattoriSestante che intervengono nella scelta posticipata, con lettore ottico

Questionai-io di degli studi universitari: interessi, collettiva (la restituzione dei risultati èorientamento per la scelta attitudini, motivazione scolasti- o individuale accompagnata da un profilo di

degli studi universital-i ca, metodo di studio e capacità orientamento individuale)di problem solving

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IL TRIMESTRE/Esperienze di orientamento

La figura del tutOl~ affennata da tempo nel 71'lOndo anglosassone, si sta facendo strada ancheItalia. Un ruolo importante per il buon funzionamento del sistema formativo che, a fronte

di crescenti richieste, necessita di un giusto riconoscimento

IL TUTORATO NELLA"FACOLTA DI MEDICINA

Paola BinettiDirettore del Centro di Educazione Medica del Campus Bio-Medico (Roma)

Da una decina d'anni nel panoramaformativo universitario in Italia èspuntata lma nuova figura, che staacquistando contorni sempre piÙcomplessi e si sta rivelando come unimprescindibile ago della bilancia inmolteplici situazioni di formazione edi apprendimento: il tutore. La biblio­grafia su di lui è vasta e articolata,sopra ttutto nella cultura anglo-sasso­ne, per cui piÙ che di un ruolo speci­fico si può parlare di un nuovo mododi affrontare le problematiche forma­tive. Non a caso in Europa e negliStati Uniti le facoltà di Medicina piÙaperte all'innovazione hanno l'iscrittotutti i loro programmi e hanno strut­turato i loro modelli organizzativi apartire dal tutore e dalla didattica ditipo tutoriale. Partendo dalla loroesperienza, ci è sembrato di poterenucleare quattro modelli "forti" chesi sono poi declinati con modalità dif­ferenti nei diversi contesti, ma chepossono essere considerati come dei"capostipiti", a cui si rifaru10 in modopiÙ o meno articolato le esperienzeconcrete in atto nelle diverse univer­sità.

I riferimenti normativi

Attualmente i riferimenti indispensa­bili per comprendere la figura del

tutore nella facoltà di Medicina eChirurgia sono di tre tipi:a) la 341/90, che istituisce all'articolo13 il tutorato nella duplice accezionedi promozione di capacità personaliattraverso una nuova impostazionedel lavoro docente, e di contenimentodegli abbandoni attraverso una seriedi interventi specifici sul disagiodegli studenti;b) le tabelle XVIII e XVIII ter, che invari punti fanno riferimento alla figu­ra dei tutori, parlando di didatticainterattiva, di assegnazioni di tutori edi tirocini;c) per i diplomi universitari i proto­colli di intesa con le Regioni, che asse­gnano generalmente un tutore ogni15 studenti per meglio provvederealla loro formazione.Da tutto ciò è possibile ricavare lm'a­nalisi della figura del tutore comefigura istituzionale lmiversitaria conuna duplice accezione:- tutore/docente, impegnato sia nel­l'area teorica (moderatore di piccologruppo nelle attività di didattica inte­l'attiva: PBL-PS), che in quella pratica:tutore clinico;- tutore con funzione di consulente­consigliere dello studente, nell'ambi­to di un rapporto di cOLLnselling, carat­terizzato da due elementi: la conti­nuità negli anni e una diversificatalettura dei bisogni di orientamento

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(dal piano metodologico a quello per­sonale, dall'orientamento nella sceltafino al momento conclusivo del lavo­l'O professionale, etc.)La nuova proposta di legge sull'auto­nomia didattica (il documentoMartinotti) fa riferimento in modoesplicito alla figura del tutore comeelemento portante di tutto il sistemaorientativo e parla di "sviluppo capil­lare di attività di tutorato didattico edi tutorato per l'orientamento" (pun­to D, h). I riferimenti impliciti al lavo­ro tutoriale sono ampi e significativi.Infatti precedentemente nel pW1tO Cil documento recita: "Le universitàdebbono garantire l'apprendimentonecessario per la crescita personale eper la qualificazione professionale,individuando le opportune modalitàdi formazione culturale, anche inrelazione alle capacità relazionali, alladeontologia e alle competenze riguar­danti 1'organizzazione delle attivitàdi lavoro qualificato" e nel punto Fdice: "Le università debbono assu­mersi la responsabilità di favorire ilpassaggio verso il ruolo formativo,per garantire che l'individuazionedelle specifiche vocazioni dei piÙcapaci non sia distorta da condiziona­menti strutturali negativi".È evidente che se l'altra faccia dellaautonomia didattica è la responsabi­lità, come è stato ampiamente ribattu-

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to in tutti i recenti convegni su questoargomento, allora il tutore ne diventain lm certo senso il garante e si capi­sce la preoccupazione del gruppodegli esperti quando parla di capilla­rità del sistema tutoriale, per assicu­rare agli studenti hltto l'aiuto neces­sario, superando possibili forme divelleitaria demagogia.

Alla ricerca dei modelliconcettuali di riferimento

La sfida è importante per tutto il siste­ma universitario italiano, e per com­prendere in che modo si possa rag­giungere questa capillarità vale lapena riflettere sui modelli tutorialiattualmente più diffusi.

TUTORATO COGNITIVO O PBLBasato sull'epistemologia didatticadel PBL (prablem-bnsed lenrning), puòessere definito come lm sistema diapprendimento caratterizzato dall'u­tilizzo di problemi presentati ad lmpiccolo gruppo di studenti (il numeroottimale è tra gli 8 e i lO) ai qualiviene richiesto di imparare a gestire ilproblema attraverso un processo di"apprendimento attivo" (Albanese &Mitchell, 1993; Norman & Schmidt,1992), che prevede dopo una esattacomprensione della richiesta, la for­mulazione di ipotesi esplicative, ordi­nate in base alla loro priorità, e quin­di la formulazione degli obiettivi diapprendimento, da affrontare constudio personale. Successivamente ilpiccolo gruppo mette in comlme leinformazioni raccolte e formula lespiegazioni più adeguate alla soluzio­ne del problema, che comunica aglialtri gruppi, con cui si confronta sia inmerito ai risultati che ai processiseguiti per raggiungerli.Una didattica impostata così richiedeuna parallela trasformazione deldocente-tutore, a cui viene richiestodi assumere un ruolo guida a livellometacognitivo, per non considerarecome centro d'attenzione il problemapresentato ma lo studente, che cercadi risolverlo. In quest'ottica il tutorenon fornisce spiegazioni, non esprimecommenti, non fa ipotesi, ma orientagli studenti a porsi gli stessi interro­gativi che porrebbe a se stesso nell'af-

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frontare il problema. Parallelamentegli studenti sono stimolati a ricono­scere ciò che debbono apprendere esono spinti ad individuare autonoma­mente i modi corretti per formulareipotesi o procedure. Il tutar è anche ilgarante della partecipazione di tuttial lavoro di gruppo, del rispetto delleprocedure e del raggiungimento degliobiettivi prestabiliti (Renga, 1997).La maggiore differenza del metodoPBL rispetto ad altre metodologie diinsegnamento è individuabile nellapresentazione del problema con tuttala sua complessità, anche prima chegli studenti abbiano le basi biologicheo le conoscenze cliniche per compren­derlo. Sarà il lavoro di gruppo cherisalirà a queste fonti (Albanese &Mitchell, 1993). Il "padre" riconosciu­to di questa metodologia è. H.5.Barrows. In Italia cinque facoltà(Verona, Ferrara, Milano, Napoli 2 eSiena) hanno sviluppato lm progettodi ricerca triennale utilizzando ilknaw-haw della fondazione SmithKline (Coggi, Martin, Novarini eRenga, 1990), e i risultati sono statiparzialmente pubblicati (Capelli &Vetore, 1993).

TUTORATO CUNICOLa fondazione teorica del tutorato cli­nico è sovrapponibile a quella deltutorato cognitivo, essendosi fra l'al­tro sviluppato negli stessi luoghi enegli stessi tempi. La principale diffe­renza concettuale è il setting all'inter­no del quale la metodologia vieneapplicata. In altre parole gli stessiprincipi vengono utilizzati, questavolta in un rapporto ottimale tra tutare discente di uno a uno o al massimodi uno a tre, in concomitanza all'assi­stenza clinica ordinaria, ovvero in set­ting medici (ambulatorio, corsia, etc.).Centrale, in questa forma di approc­cio, il ruolo del continuo feedbnek reci­proco tra il tutar e lo studente; vi èuna sorta di trasmissione di un"modello" professionale, attraversouna relazione di tipo "maieutico".L'apprendimento della teoria vienedesunto dall'interpretazione dell'e­sperienza. Anche in questo caso iltutar deve abbandonare la classicaconcezione di insegnamento al lettodel malato, per calarsi in un approc­cio cognitivo più simile a quello

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dell'''allenatore'' che aiuta 1"'azioneriflessiva", un processo che risultatanto più difficile quanto l'azione èrutinaria e veloce.Nell'ambito dell'attuale dibattitosulla formazione medico-infermieri­stica lmo dei nodi problematici piùinteressanti riguarda la definizionedegli obiettivi, l'identificazione dellecompetenze e delle metodologie dautilizzare nei diversi ambiti in cui taleformazione va contestualizzata. Ilproblema investe entrambi i Ministericoinvolti nel processo formativo inarea sanitaria: Sanità e MURST.Il tutar clinico, pur nella difficoltà didefinirne perfettamente identità eftmzioni, è l'anello di congiunzionetra i due sistemi e può essere elemen­to di raccordo e di superamento dellaconflittualità emergente tra settingorganizzativo e setting formativo;nello stesso tempo può offrire lm con­tributo significativo al superamentodel gnp tra formazione teorica e for­mazione pratica.

TUTORATO PERSONALEIl tutar personale, o adviser, è unafigura sorta attorno agli AnniSessanta, nel momento in cui, essen­dosi sbilanciato il rapporto studen­ti/ docente, era diventato difficilegarantire ai futuri medici le compe­tenze teorico-pratiche e le abilitànecessarie per svolgere bene il pro­prio ruolo (Eckenfels et al., 1984). Inun primo momento il ruolo dell'ndvi­seI' era quello di "guida" per gli stu­denti agli inizi della vita universita­ria, per aiutarli a districarsi tra corsi,programmi di esame e burocrazia ingenerale.Successivamente questo ruolo haacquistato Wla maggiore complessitàe oggi l'ndviser è una persona cheincontra lo studente regolarmente,anche al di fuori della facoltà se ènecessario, e lo aiuta a definire i pro­pri obiettivi di studio, calandoli inprogrammi concreti. Lo stimola inol­tre ad autovalutarsi rigorosamente,imparando a gestire autonomamentei propri problemi di shldio (Coles,1990), e le proprie incertezze sul eU/Ti­eulum. Ne supervisiona la continuitàdel programma e lo orienta a formu­lare di volta in volta le scelte successi­ve, in termini di internati, tirocini

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IL TRIMESTRE/Esperienze di orientamento

elettivi per la laurea, ipotesi di scuoledi specializzazione, etc. Ha in defini­tiva un ruolo importante sia sotto ilprofilo professionale che per quantosi riferisce all'assetto cognitivo-emo­zionale dello studente (Renga, 1997).Ovviamente le caratteristiche dell'ad­viser sono andate di pari passo diver­sificandosi, gli viene richiesta unagrande disponibilità e una predispo­sizione nello stabilire una "relazioneemozionale" forte con gli studenti chegli vengono affidati. È importante chepermetta allo studente di approfondi­re le sue motivazioni, passando dallagenerica disponibilità ad aiutare glialtri, tipica degli inizi, ad una piÙforte consapevolezza di tutto ciò checomporta una relazione di aiuto com­petente. Nel fare tutto ciò deve essereamichevole, riservato e non giudican­te. La riflessione sui compiti e le carat­teristiche dell'adviser hatU10 prodottola proposta di modelli alternativi oaddirittura la proposta di gruppi diautoaiuto che progressivamente potes­sero sostituire il ruolo del tutor perso­nale (Goetzel et al., 1984).

TUTORATO D'AULA

L'esperienza dei corsi di formazioneper adulti, tipici soprattutto delleaziende di grandi dimensioni, ha por­tato a evidenziare un ruolo tutorialecome mediatore cognitivo-relazionaletra il professore e gli studenti all'in­terno delle lezioni tradizionali (Mot­tana & Buscaglioni, 1988). Questafigura, che affianca e collabora stretta­mente con il docente, ha il compito di

preparare il materiale didattico neces­sario alla lezione tenendo conto ditutte le nuove tecniche di comunica­zione multimediale (non piÙ sololucidi o fotocopie, ma anche uso delcalcolatore in aula, delle videocasset­te, etc.). È sua la responsabilità digarantire il funzionamento delleapparecchiature all'interno dell'aulaper permettere che la lezione si svol­ga senza intoppi, con un pieno sfrut­tamento dei tempi didattici. Ma nonsi tratta di un ruolo tecnico: è molto dipiÙ. È responsabile dell'atmosfera chefacilita la comunicazione docente-stu­denti in un clima improntato allatranquillità e alla concentrazione ditutti sugli obiettivi pre-selezionati.(Mottana, AIF lO). In pratica fa da fil­tro tra la lezione intesa come setting eil progetto globale del corso.Sotto un certo aspetto l'assistente diuna volta svolgeva un ruolo di questotipo, ma il suo inter1ocutore privile­giato era il docente, ora l'ottica si èspostata e il focus privilegiato è ilgruppo degli studenti. Il tutor d'aula èW1 tutor del gruppo, di cui percepiscesia le esigenze culturali che quellerelazionali, e fa da interprete tra ilgruppo e il docente. Se il rapporto ditriangolazione (docente-studenti-tu­tore) funziona, il tutore può gradata­mente spostare la sua attenzioneanche verso obiettivi di apprendi­mento piÙ interattivi, ad esempio aiu­tando gli studenti a preparare deireport per le lezioni successive, som­ministrando loro test di autovaluta­zione e correggendoli con loro in

tempo reale, per aiutarli a mantenereun monitoraggio efficace dei propriprocessi di apprendimento, li aiuta aformulare correttamente delle doman­de per il docente su argomenti nonadeguatamente compresi, etc.In tal modo anche con gruppi piÙnumerosi e con un impianto didatticopiÙ tradizionale è possibile recupera­re una linea di interattività docente­studenti, per permettere agli uni eagli altri di sapere esattamente comestanno muovendosi in vista deicomuni obiettivi di apprendimento­insegnamento.A ben guardare, quindi, dietro il ter­mine tutore-tutorato-didattica tuto­riale si leggono infatti realtà diverseche esprimono modelli formatividiversi e che si possono sintetizzarenella tabella seguente.

Dai modelli tutorialial sistema tutoriale:l'esperienza del CampusBio-Medico

Nella definizione del sistema tutorialeCampus concorrono alcuni dei model­li già descritti integrati in un progettowùtario, che noi abbiamo denominato"modello Campus" e che consta diuna rete di interconnesione e rimandireciproci che obbligano a nodi relazio­nali fW1zionali tesi a cogliere tutti gliaspetti dell'insegnamento e dell'atti­vità wùversitaria di ogni specifico stu­dente. Nel sistema tutoriale delCampus i quattro modelli si articolano

IL TUTORATO: SERVIZIO CENTRATO SULLO STUDENTE

TUTORI COGNITIVI TUTORI TUTORI(PBL-PS) I: IO studenti PERSONALI CLINICI

Lavoro Piccolo Gruppo (ADVISOR) I: I studente Rapporto 1:3 studenti

Caratteristiche Caratteristiche CaratteristicheCompetenza psicopedagogica: Competenza psicologica Competenza culturale specifica• stili cognitivi • comprende la persona nella sua sin- • è un buon clinico• dinamiche di gruppo golarità • ha un buon rapporto con i malati• metodologia di studio • conosce teoria e tecnica dell'orienta- • sa Iavol-are in équipeCompetenza epistemologica mento • ha una solida pl-epal-azione etica• sapel-e maieutico • sa gestire processi motivazionali Competenza metodologica• sa lavorare sugli errori Competenza pedagogica • sa insegnal-e secondo gli orientamen-Competenza culturale • conosce bene la cultura giovanile e i ti della medicina basata sull'evidenza• non è necessal-io che sia un esperto suoi modelli referenziali • sa insegnal-e a prendere decisioni

di tutti i pl-oblemi presi in esame

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reciprocamente fino a formare lUlarete, all'interno della quale lo studentepuò muoversi con la massima libertàpossibile. Le coordinate gli vengonofornite nella prima settimana in cuicomincia a frequentare e vengonoriprese all'inizio di ogni singolo corsointegrato, a seconda della strutturainh"inseca di ciascuno. Nel modelloCampus ci sono corsi integrati total­mente strutturati per problemi, e corsiintegrati che applicano lUla metodolo­gia mista, in cui le lezioni tradizionalisi alternano a sessioni di lavoro artico­late intorno a problemi specifici.L'interattività del sistema va crescen­do con il trascorrere degli anni e itutori clinici diventano progressiva­mente i referenti privilegiati delladimensione formativa della facoltà. Iltutore clinico partecipa anche allelezioni tenute da clinici di stampo piÙtradizionale, garantendo comw1queal corso almeno due punti focali: l'au­tovalutazione degli studenti dopoogni sessione con la somministrazio­ne di domande a scelta multipla(McQ) oppure di domande aperte arisposta breve (s17ol't questiol1) e l'ela­borazione dei report di gruppo all'ini-

. zio di ogni lezione successiva. Nelpercorso che lega le due diverse lezio-

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ni il tutor clinico mantiene con gli stu­denti un filo diretto, che si snoda siasotto il profilo della rielaborazioneconcethlale che sotto quello dell'ac­quisizione delle competenze pratichenecessarie. Agisce in tal modo cometutor d'aula accanto al docente piÙtradizionale e come tutor clinico­cognitivo nel setting assistenziale.Il sistema naturalmente prevede laformazione continua dei hltori secon­do varie modalità, ma la cui caratteri­stica piÙ interessante è quella di esse­re parzialmente autonoma in quanto itutori piÙ "anziani" sono tutori­docenti per i meno esperti, arrivati dapoco. Comunque da due anni ftmzio­na un corso di perfezionamento pertutori clinici, che permette di analiz­zare i processi formativi in modo piÙorganico, sperimentando anche inaula di simulazione alcune sihlazioniconcrete. Inoltre è stato istihlito unsistema di valutazione della didatticatutoriale che si è mosso in una primafase nell'esplicitazione degli indicato­ri specifici e in seguito nella loromisurazione.Il sistema di valutazione è statocostruito con un parziale lavoro diadattamento dell'analogo sistemasperimentato nel Progetto Campus

per i diplomi universitari della facoltàdi Ingegneria, a sua volta costruitosulle norme ISO 9001 e sulle relativeliste di controllo (cfr. la tabella infondo alla pagina).

Conclusione

Il sistema tutoriale appare oggi unodegli strumenti piÙ potenti per il rag­gilUlgimento degli obiettivi previstisotto il profilo formativo sia dalnuovo ordinamento della facoltà diMedicina che dalla prossima normati­va sull'autonomia didattica.Il problema chiave resta quello dellaformazione dei tutori a cui ogni CCLdovrà prestare un'attenzione speciale,cercando di valorizzare al massin10 lecompetenze già acquisite e program­mare di volta in volta le attività piÙidonee a garantire il raggilUlgimentodi obiettivi formativi mirati e ben sele­zionati. Le aspettative generali sonoforti e, nonostante qualche incertezza,si notano anche entusiasmo e deside­rio di sperimentare nuove forme diprofessionalità. Occorre evitare rea­zioni di rigetto, facilmente ipotizzabi­li in lUl contesto in cui le persone pos­sono sentirsi soffocate da lUl maggior

I Management responsibility Responsabilità del servizio di orientamento e tutorato

2 Quality system Sistema qualità

3 Contl'act l'eview Contl'atto fOl'mativo con lo studente

4 Design contml Controllo pmgettazione attività didattica ed emgazione dei servizi

5 Document and data controI Controllo dei documenti e dei dati

6 Purchaising Tuto"ato esterno alla facoltà: medicina di comunità, altre specialità

7 ControI of customer - supplied product Controllo degli studenti in ingresso

8 Pmcess controI Controllo del processo foI'mativo e di erogazione dei servizi

9 Inspection and testing Valutazione del pmcesso formativo e dei servizi

IO Control of inspection, measuring and test equipment Contmllo dei metodi di valutazione

Il Inspection and test status Contmllo e monitoraggio delle carriel'e degli studenti

12 Contml of nonconforming product Monitoraggio studenti a rischio (diverse classi di ,'ischio)

13 COITective and pl'eventive action Azione correttive e pl'eventive

14 Handling, storage, packaging, presel'vation and delivery Inserimento nel mercato del lavom

15 Control of quality records Controllo delle registrazioni dei documenti e dei dati

16 Internai quality audits Valutazione interna

17 Tr'aining Formazione e informazione

18 Servicing Aggiornamento del personale: tutori e non19 Statistical techniques Tecniche statistiche

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lavoro, in cui non ricevono gli sh'u­menti necessari per farvi fronte sulpiano delle competenze e dei modelliorganizzativi. Il tutore deve sentireche a fronte di una maggiore richiestaci sono anche una maggiore fiducia elU1 legittimo riconoscimento del lavo­ro svolto.Le modalità con cui tale consensopotrà essere esplicitato ai tutori cam­bierà da facoltà a facoltà, ma è indi­spensabile che venga messo in contogià in fase di progranunazione, senon si vuole avviare lm processo che

IL TRIMESTRE/Esperienze di orientamento

potrà diventare difficile alimentarecon costanza. Il lavoro tutoriale è fati­coso e merita di acquisire una specifi­ca visibilità anche quando flmziona eperciò stesso appare meno visibile,mentre è facile lamentarne l'assenzaquando si notano risultati deludenti einsoddisfacenti per gli studenti, idocenti e l'intera facoltà. Un sistematutoriale che funzioni si nota poco,ma non può rimanere nascosto, per­ché altrimenti tutori delusi avvieran­no in modo perverso un processo dicui sono visibili solo le disfunzioni.

L'edificio principale della scuola di direzione aziendale dell'Università Bocconi(SDA Bocconi)

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IL DOCUMENTOMARTINOTTI

Umberto Massimo Miozzi

Il rapporto finale presentato dal grup­po di lavoro ministeriale su "Auto­nomia didattica e innovazione deicorsi di studio a livello wuversitario epost-universitario", denominato"documento Martinotti" dal nomedel sociologo milanese coordinatoredella commissione, è stato definitonell'ottobre scorso e presentato adicembre. Diffuso e dibattuto suInternet, si presenta come l'opportu­nità per radicali cambiamenti negliindirizzi didattici ed organizzatividell'università italiana.L'obiettivo centrale del documentoappare essere il rilevamento deglieffetti conseguenti alle distorsionidella didattica universitaria italiana,condizionata da vincoli inamovibili:la titolarità dell'insegnamento e unairrazionale distribuzione degli stu­denti e dei professori, espressioni dilm "vecchio garantismo che oggi nonha più ragione d'essere" e di unincontroIlabile sviluppo.Non viene proposto un gradualismoriformistico, per sanare tali realtà, mauna rivoluzione: quella dei creditididattici, innanzitutto, che non puòessere "il solo strumento per l'innova­zione", giacché occorre la via legisla­tiva per regolare un migliore rappor­to docenti-studenti ed il passaggio daun modello di iscrizione passiva adun modello di iscrizione contrattualeconsistente in un accordo bilateralecon prestazioni corrispettive.Ma, attenzione, occorre migliorare laqualità: della didattica, dei servizi,dell'impegno e del rendimento deglistudenti, anche a costo della loroespulsione dalla carriera accademica,non ripetendo, perciò, l'attuale siste­ma contrattuale tacito, "la silenziosaaccettazione studentesca di un servi-

zio scadente e ili1 progressivo abbas­samento della soglia di difficoltà".L'analisi del gruppo di lavoro mliu­steriale, istituito dal ministro Ber­linguer nel febbraio '97 con lo scopodi avviare un processo di riforma,prefigura una riforma che delinei icriteri minimi generali ai quali de,ro­no attenersi gli atenei; liberi peraltrodi estendere la propria azione al di làdi questi confini e, come è stato dettopiù volte, di fare tutto ciò che non èespressamente regolato da parte dichi è responsabile del governo delsistema. Un'affermazione, questa,che si lega all'altra, sempre contenutanella presentazione del documento,secondo cui "l'autonomia non puòessere un fine in sé, ma solo uno stru­mento per ottenere lm deciso miglio­ramento qualitativo dell'insegnamen­to e delle condizioni di ftmzionamen­to dell'università italiana".

Trasformare i meccanismiattuali

A queste premesse e condizioni istitu­zionali e intellettuali, fa da pendnntun'indicazione di "principi organiz­zativi" come prima ricaduta e qualelinea di una filosofia che muove pro­prio dal principio della contrattualità.Ciò comporta una trasformazioneradicale dell'attuale meccanismo,modificando i connotati stessi deglistudenti, non più soggetti passivi mautenti in un rapporto di contraenzacon i soggetti istituzionali, che com­porta obbliglu e diritti trasparenti everificabili da entrambe le parti: daw1lato, gli studenti in corso e dall'al­tro quelli fuori corso, una partecipa­zione alla vita universitaria a tempo

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pieno ed una a tempo parziale.L'innovazione passa attraverso l'in­troduzione dei crediti; rispetto all'at­tuale rigidità si passa alla flessibilitàeducativa e didattica; riducendo ilnumero di anni per la laurea, e intro­ducendo un livello intermedio dopodue anni, anche con funzione diorientamento, e titoli di specializza­zione dopo la laurea.Aumenta, quindi, l'importanza deicorsi di specializzazione e si va versouna maggiore integrazione tra uni­versità ed altri soggetti istituzionali(scuola, magistratura, ordini profes­sionali). Si privilegiano la mobilitàdelle risorse umane, l'orientamento, icorsi con finalità professionalizzanti,la valutazione, la competitività tra gliatenei, il monitoraggio della destina­zione dei laureati: campi di azione intaluni casi ancora da avviare.Importante, come scopo del docu­mento, è l'elaborazione di una propo­sta di legge che ne recepisca il sensointerno e ne traduca gli enunciati inun articolato: circostanza tuttavia cheinduce a sollevare alcune osservazio­ni, non tanto sulla sostanza quantosul metodo dell'elaborazione "dall'al­to" di una proposizione di modellovalida per il sistema universitario,contemporanea alla affermazione del­l'autonomia. Si tratta di un rovescia­mento del principio che vuole prota­gonista non già il sistema nel suoinsieme, ma le singole universitàcapaci di avanzare proposte correlatealle proprie specificità ed oggettivedisponibilità.Non siamo dunque ancora in presen­za di un ministro che riconduca a coe­renza e unità le istanze maturate nellesingole università, rendendole com­patibili con il sistema, all'interno dei

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quattro "paletti" tuttora delimitantil'autonomia universitaria: il valorelegale del titolo di studio, il finanzia­mento pubblico, la dipendenza delpersonale docente e non docentedallo Stato, l'esame di Stato per l'ac­cesso alle professioni.

I mali del sistema

Sulla parte destruel1s del documentoMartinotti - ovvero l'analisi dei malidel sistema: la sua inadeguatezza isti­tuzionale rispetto ai cambiamentianche profondi; l'aumento quantitati­vo dell'utenza; la rigidità organizzati­va; le "illegalità tollerate"; il "perse­guimento di fini particolaristici"; isuperatissimi meccanismi concorsua­li; gli squilibri macroscopici delladimensione degli atenei; il giganti­smo del fenomeno dei "fuori corso",ed altro non di secondo piano - non sipuò che concordare. Per combattere idifetti e le carenze anziché la via della"riforma organica" si presceglie quel­la della "pluralità di interventi!stru­menti parziali" verso obiettivi deter­minati: scelta da condividere quelladella "strategia a mosaico", come è dacondividere la riaffermazione di unsistema universitario pubblico, finan­ziato con risorse nazionali.L'autonomia nel documento Martinot­ti è vista come strumento, non comefine in sé: "in altre parole lo scopoultimo dell'azione innovatrice delMinistero non è di assegnare ai singo­li atenei maggiore autonomia, maquello di assicurarsi che la maggiore

NOTE ITALIANE

autonomia significhi soprattuttorimozione di ostacoli sulla via di Wlamaggiore funzionalità di un sistemache oggi appare bloccato o avviatoverso una rivoluzione". E insiste ildocumento su un concetto di autono­mia "assegnata" dal Ministero e nongià assunta dalle singole Universitàresponsabilmente, sottoponendosi,come "comunità educanti" al vagliodella valutazione della compatibilitàdelle loro offerte con il quadro nazio­nale, con il sistema universitario delquale fanno parte.Vi è un pessimismodi fondo che non consente di conside­rare le "forze vive dell'università"mature per elaborare direttamente leproprie regole, rispondenti ai propribisogni e obiettivi.

Le regole per l'innovazione

Dal centro, invece, promanano leregole per l'innovazione: la contrat­tualità del rapporto docenti-studenti;lilla differenziazione competitiva tragli atenei; la pluralità dell'offerta for­mativa; la flessibilità curricolare; lamobilità delle risorse umane; l'accre­ditamento dei corsi di studio; l'ado­zione del sistema dei crediti educati­vi; l'adozione di sistemi di valutazio­ne; la trasparenza nell'indirizzamentodel sistema. Passaggi tutti di una stra­tegia fondata sull'analisi e la propostada definire in termini legislativi in unpiano-quadro "da adattare alle varieesigenze".Un commentatore attento e puntualeha osservato che "dobbiamo fornire

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agli studenti una professionalità ouna cultura equilibrata che li rendacomlillque adatti a qualche professio­ne, tenuto conto del rapido mutaredel mondo del lavoro"l. Circostanzache dovrebbe far concentrare gli sfor­zi per migliorare gli insegnamenti e ilmetodo per impartirli: "offrire aglistudenti una competenza, oltre cheun certificato". Ma la riduzione delcurriculum non potrà che ridurre lecompetenze, avverte lo stesso autore,oltretutto quando il curSLlS di studiverrà appesantito con attività diorientamento, troppo onerose, spo­stando sempre più in avanti ilmomento dello studio. Ed ancheincentrando tutto sul post-laurea che,fatalmente, riguarderà soltanto unaminoranza.Sta bene, allora, la procedura dei cre­diti, purché non diventi, sul pianovalutativo, una funzione solo aritme­tica, di conteggio. Sulla contrattualiz­zazione dei rapporti evitiamo il peri­colo dell'utopia e della demagogia.Poniamo attenzione, in sostanza allesoluzioni ancora da meditare e mette­re a plilltO con la pratica, e, soprattut­to, a quelle già in atto nei singoli ate­nei, che sono i luoghi deputati, costi­tuzionalmente, all'esercizio dell'auto­nomia.

NOTA

I C. Segre, Ma le IItopie 11011 servollO a lIligliorarel'I/Iliversità, in "Corriere della Sera", 16 gennaio1998.

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UNIVERSITAS 67

I TEMPI BIBLICIDEL POTERE LEGISLATIVO

Renata Valli

li 16 aprile 1997 il Senato aveva licen­ziato, in prima lettura, il disegno dilegge sul reclutamento dei docentilli1iversitari, al termine di Lin serratoconfronto dei vari testi presentatidalle diverse parti politiche. Quelloche il 20 maggio successivo arrivò (insede referente) alla VII Commissionedella Camera dei Deputati mantene­va senza dubbio la struttura e lo spiri­to del testo Berlinguer (ddl governati­vo utilizzato come testo base).Senza ripercorrere le tappe faticoseche halU10 contraddistinto l'evoluzio­ne del testo', si può comunque affer­mare che esso ha subito una profondatrasformazione nel dibattito presso laCamera dei Deputati.La sede legislativa ottenuta dallaCommissione Cultura ha permesso,infatti, di dare luogo ad un confrontoserio e meno legato a strategie di par­tito decise a priori. Perciò, le disposi­zioni proposte dal testo approvato il19 febbraio 1998 dalla Camera e tra­smesso il 25 dello stesso mese alSenato, contengono elementi nuovimolto importanti sia per realizzareuna procedura di reclutamento piÙsnella sia per conh'ibuire al persegui­mento dell'autonomia universitaria,così come voluta dal dettato costitu­zionale e dalla legge 168/89.

Gli elementi nuovi

Nel nuovo disposto scompare, per­tanto, il doppio livello di reclutamen­to per l'accesso alla docenza, giacchél'abilitazione scientifica necessariaper adire alle "valutazioni comparati­ve" (concorsi locali) non è piÙ con­templata. I concorsi sono solamentedi tipo locale, delineandosi così la

Il progetto normativo recantenonne per l'accesso alladocenza universitaria hasuperato l'esame della

Cam.era dei Deputati e dopoaltri dieci mesi (ricordiamoche la discussione al Senatoera durata circa un anno)

torna all'attenzione delSenato per ottenere (si spera)

l'approvazione definitiva

speranza di realizzare qualche nuovoreclutamento con tempi sicuramentepiÙ brevi di quelli prospettati.Le modalità di espletamento delleprocedure di nomina e trasferimentosono disciplinate da lli10 o piÙ decretidel Presidente del Consiglio deiMinistri (DrcNI), naturalmente su pro­posta del ministro dell'Università edella Ricerca.Un'ulteriore novità è quella relativaalla composizione della commissioneclùamata alla valutazione degli aspi­ranti docenti, siano essi ordinari,associati o ricercatori. Non piÙ d'ori­gine locale (come era prevista dal vec­chio testo), ora la nuova versioneparla di commissioni nazionali, i cuicomponenti vengono eletti all'internodella disciplina oggetto di bando,completate da un solo membro inter-

• Cfr. UNII'ER51TA5 n. 64, pp. 69 e seguenti perquanto riguarda la discussione al Senato.

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no all'ateneo promotore del concorso.Un ultimo aspetto da tenere presentenelle disposizi01Ù relative all'accessoalla docenza è riferito al fatto che nelcaso di reclutamento di professoriassociati od ordinari non si parla divincitori - come avviene per il con­corso a ricercatore - bensì di due ido­nei, uno dei quali (non si specifica ilcriterio della scelta tra i due) potràessere scelto da parte dello stesso ate­neo che lo ha nominato idoneo: ciòsiglùfica che con decisione motivata ilConsiglio di facoltà avrà la potestà dinon scegliere alClU10 dei due e di indi­viduare lU1 altro candidato risultatoidoneo nella stessa disciplina pressoun ateneo diverso.In una sorta di "mercato delle risorseumane" si applica in tal modo il con­cetto di autonomia universitaria sottola sorveglianza di uno o piÙ DrC1\l!.Per quanto riguarda il dottorato diricerca, si riconosce la possibilità aldottorando di sostenere attivitàdidattica che non comprometta quelladi formazione; finalmente si formaliz­za una realtà di fatto presente su tuttoil territorio nazionale e viene ad esse­re colmato lU1 vuoto legislativo.Si attende ora la terza lettura del testoda parte della Conunissione Istruzionedel Senato che ha ottenuto la sederedigente il lO marzo scorso. Ciòsignifica che la Conunissione discu­terà e voterà il testo articolo per arti­colo, mentre all'aula sarà lasciata lavalutazione sull'intero provvedimen­to dopo la dichiarazione di voto daparte di ogni partito. La scelta effet­tuata quindi sembra essere preludiodi lU1a certa omogeneità di intenti alfine di dare veloce conclusione a unariforma che attende ormai da tempodi essere realizzata.

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NOTE ITALIANE

LA RAPPRESENTANZA DEGLISTUDENTI UNIVERSITARI

L'istituzione e la disciplina delConsiglio Nazionale degli StudentiUniversitari (CN5U), voluta dallalegge Bassanini 1 (legge 59/97, artico­lo 20, comma 8, lettera b) in attuazio­ne alla delega data al Governo per lariforma della Pubblica Amministra­zione, trova esecuzione nel DPR n. 491del 2 dicembre 1997 (Gu n. 17 del 22gennaio 1998).Il regolamento definisce i poteri delCN5U, che formula pareri e proposte alMUR5T su schemi di disegni di legge inmateria 1miversitaria e su schemi didisegni di regolamento su materieuniversitarie delegificate. Ha potereconsultivo, altresì, per decreti ministe­riali sui criteri generali per la discipli­na degli ordinamenti didattici, cosìcome previsto dall'articolo 17, comma95 della legge 127/97 (Bassanini 2) oper l'orientamento e la mobilità deglistudenti, per provvedimenti ministe­riali sui criteri di utilizzazione dellaquota di riequilibrio del fondo per ilfinanziamento ordinario dell'univer­sità e per quelle materie che comun­que interessano l'wùversità.Inoltre, rappresentanti degli studentifaranno la loro comparsa all'internodel Consiglio Universitario Naziona­le (CUN), come dettato dal regolamen­to di riforma del CUN del 21 luglio1997 (DM 278), con l'intenzione direndere il CUN un istituto piÙ vicinoai problemi dell'utente finale dell'u­niversità (ovvero lo studente).Un'importante conseguenza dellapresenza degli studenti nel panoramadegli istituti di rappresentanza delsistema 1miversitario è quella che non

solo il CN5U dovrà compilare 1ma rela­zione sulla condizione studentesca nelcontesto 1miversitario entro due am1idall'insediamento, ma potrà rivolgereal ministro dell'Università e dellaRicerca (che ha 60 gionù di tempo perla risposta) richieste di chiarimenti ecommenti circa la didattica e la situa­zione studentesca. Non è 1m vero eproprio potere di sindacato ispettivo,giacché non è precisata la possibilitàdi impegnare il ministro a risolvere iproblemi eventualmente sorti.Il Consiglio dura in carica tre amù edha trenta componenti, di cui ventottoeletti dagli shldenti iscritti ai corsi dilaurea e di diploma e alle scuole dirE+te a fini speciali, due eletti rispettiva­mente da coloro che sono iscritti aicorsi di specializzazione e ai corsi didottorato. Oltre alla clausola dellanon rielegibilità, i membri delConsiglio decadono dal mandatoqualora non facciano piÙ parte delsistema universitario (comma 1, arti­colo 3). Vengono eletti il presidente el'ufficio di presidenza nella primaseduta ed entro due mesi dall'inse­diamento, a maggioranza, sono defi­nite le modalità di funzionamento delConsiglio.L'elettorato attivo e passivo coinciderispettivamente con gli studentiiscritti ai corsi di diploma, di laurea ealle scuole dirette a fllù speciali perventotto componenti, con i corsisti discuole di specializzazione e dottoratoper gli altri due membri, che sianoiscritti al momento della data di ema­nazione dell'ordll1anza elettorale.La procedura di elezione dei ventotto

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componenti prevede il raggruppa­mento del territorio nazionale inquattro distretti territoriali, ciascunodei quali elegge sette studenti. CiòvuoI dire che l'elettorato attivo e pas­sivo corrisponderà agli iscritti ai corsidi diploma, di laurea e alle scuole a fi­ni speciale appartenenti al distretto.I componenti del Consiglio, rappre­sentanti degli iscritti ai corsi di spe­cializzazione e di dottorato, sono elet­ti invece sulla base di due collegi elet­torali nazionali.Gli articoli dal 4 all'8 dettano i criteriper lo svolgimento delle elezioni alivello locale, per l'individuazionedegli eletti sulla base dei voti validiottenuti nei singoli collegi e dei votivalidi di preferenza, nonché i terminiper le operazioni di voto, non lascian­do però alcuno spazio di manovra aisll1goli atenei.Le operazioni di spoglio sono tenutea livello locale presso una delle istitu­zioni universitarie appartenenti aldistretto, dove è istituita 1ma Com­missione ad hoc (prevista dall'articolo8) che, una volta espletate tutte le pro­cedure di rilevazione dei risultati erisolte eventuali questioni ll1sorte ll1ordine alla regolarità delle operazionielettorali, trasmette tutto il materialesigillato al Ministero. Qui viene isti­tuita, per decreto del ministro, unacommissione centrale che, oltre acoordinare le operazioni nella faseelettorale controllando la regolaritàdelle operazi01ù, stila le graduatoriefinali, divise per distretto nel caso del­l'elezione degli studenti dei corsi didiploma, laurea e scuole a fini specia­li, distll1te llwece in due graduatorienazionali per gli iscritti al dottorato oalla specializzazione.

RV

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UNIVERSITAS 67

"'L'UNIVERSITA IN CIFREa cura di Carolina Corea

Per i corsi di laurea (tab.1) il maggiornumero di studenti immatricolati nel­l'a.a. 1996/97 si registra nei gruppi let­terario e giuridico, seguiti dal gruppoeconomico e dal gruppo ingegneria.Le variazioni percentuali sull'annoprecedente segnalano Lm vistoso caloper il gruppo giuridico ed Lm notevo­le aumento quello agrario, tradizio­nalmente Lmo dei meno frequentati.Rispetto ai corsi di diploma (tab.2) gliimmatricolati dell'a.a. 1996/97 hanno

espresso la loro preferenza a favoredel gruppo medico, del gruppo inge­gneria e di quello economico.Le differenze di genere nella sceltadei percorsi universitari sono messein evidenza dai dati stessi.Il quadro complessivo delineatoattraverso la tab. 3 fa rilevare che iltotale degli iscritti si concentra neicorsi di laurea e di diploma del grup­po letterario, di quello giuridico, diingegneria e di economia, ripropo-

nendo globalmente la gerarchia dipreferenze emersa dal prospetto rela­tivo agli immatricolati dell'a.a. consi­derato.Infine, per quanto attiene al numerodei laureati, i gruppi che vantano ilrapporto più alto rispetto agli iscrittisono quello delle discipline motorie equello medico, seguiti dai gruppi eco­nomico e scientifico; sul piano della"frequenza" del conseguimento deltitolo risultano dunque meno produt-

Tab. 1 - Studenti immatricolati per gruppi di corsi di laurea - anno accademico 1996/97

Gruppi di corsiValori assoluti Variazione % sull'anno precedente

di laurea maschi femmine totale maschi femmine totale

AGRARIO 5.179 3.730 8.909 14,2 14,8 14,4ECONOMICO 24.206 20.606 44.812 -3, I 0,2 -1,6GIURIDICO 24.989 31.820 56.809 -13,8 -3,0 -8, IINGEGNERIA 32.524 9.642 42.166 -3,7 1,7 -2,5LETIERARIO 17.066 56.689 73.755 -0,2 1,3 l,OMEDICO 3.811 4.958 8.769 4,6 -0,5 1,6POL.-SOCIALE 15.897 17.682 33.579 -3,2 4,4 0,7SCIENTIFICO 16.763 18.676 35.439 -7,4 -3,6 -5,4

TOTALE 140.435 163.803 304.238 -4,8 0,3 -2, I

Fonte: SI5TAN (Sistema Statistico Nazionale)

Tab.2 - Studenti immatricolati per gruppi di corsi di diploma - anno accademico 1996/97

Gruppi di corsiValori assoluti Variazione % sull'anno precedente

di laurea maschi femmine totale maschi femmine totale

AGRARIO 475 249 724 10,0 5, I 8,2ECONOMICO 2.934 2.816 5.750 23,8 23,6 23,7EDUC. FISICA 1.996 1.727 3.723 -0,2 0,6 0,2GIURIDICO 250 282 532 8,7 21,6 15,2INGEGNERIA 4.756 731 5.847 2,4 7,2 3,0LETIERARIO 256 919 1.175 80,3 78,1 78,6MEDICO 1.628 5.227 6.855 13,4 33,4 28,1POL.-SOCIALE 313 1.652 1.965 -16,8 -IO, I -11,2SCIENTIFICO 1.287 482 1.769 40,2 79,2 49,0

TOTALE 13.895 14.085 27.980 10,8 20,5 15,5

Fonte: SI5TAN (Sistema Statistico Nazionale)

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NOTE ITALIANE

Tab.3 - Studenti iscritti nell'anno accademico 1996197, laureati o diplomati nell'anno solare 1996 per gruppi dicorsi di laurea e di diploma

Gruppi di iscritti in corso iscritti fuori corso iscritti in totale laureati o diplomati

corsi di laurea maschi femmine totale maschi femmine totale maschi femmine totale maschi femmine totale

AGRARIO 17.229 13.064 30.293 5.957 3.466 9.423 23.186 16.530 39.716 1.674 1.004 2.678ECONOMICO 85.888 73.658 159.546 59.004 47.301 106.305 144.892 120.959 265.851 12.097 10.06/ 22.158EDUCAZ. FISICA 5.351 4.756 10./07 3.036 2.978 6.014 8.387 7.734 16.121 1.019 1.185 2.204GIURIDICO 82.162 109.166 191.328 50.702 59.609 110.311 132.864 168.775 301.639 8.045 10.239 18.284INGEGNERIA 143.115 43.096 186.211 77.934 25.460 103.394 221.049 68.556 289.605 14.837 4.565 19.402LETIERARIO 49.023 186.630 235.653 22.282 97.641 119.923 71.305 284.271 355.576 4.038 20.863 24.901MEDICO 25.847 38.979 64.826 9.258 8.511 17.769 35.105 47.490 82.595 4.581 5.871 10.452POL.-SOCIALE 44.430 55.785 100.215 20.526 23.873 44.399 64.956 79.658 144.614 4.162 6.011 10.173SCIENTIFICO 56.206 67.442 123.648 26.480 26.485 52.965 82.686 93.297 176.613 6.300 7.905 14.205

TOTALE 509.25 I 592.576 1.101.827 275.179 295.324 570.503 784.430 887.900 1.672.330 56.753 67.704 124.457

Fonte: SI5TAN (Sistema Statistico Nazionale)

Tab. 4 - Laureati e diplomati in rapporto agli iscritti

GRUPPI DI CORSO DI LAUREATI/ISCRITTILAUREA E DIPLOMA (%)

AGRARIO 6,7ECONOMICO 8,3

EDUCAZIONEFISICA 13,7GIURIDICO 6,0

INGEGNERIA 6,7LETIERARIO 7,0

MEDICO 12,6POLITICO-SOCIALE 7,0

SCIENTIFICO 8,0

TOTALE 7,4

Fonte: SI5TAN (Sistema Statistico Nazionale)

I NUOVI COMPONENTI DELCUNDecreto Murst IO dicembre 1997

tivi il gruppo giuridico e ingegneria(tab.4).Sotto il profilo della distribuzione ter­ritoriale degli iscritti, gli atenei diRoma "La Sapienza", Milano, Bolo­gna, Bari, Firenze, Catania, Napoli"Federico II'', Padova, Palermo eTorino contano lill numero di iscrittisuperiore a 50.000 (50.242 Catania e158.635 Roma); si attestano su livelliintermedi (tra i 20.000 e i 50.000 iscrit­ti) Cagliari, Lecce, Genova, Messina,Milano Cattolica, Milano Politecnico,Parma, Pavia, Perugia, Pisa, Salerno,Torino Politecnico, Trieste e Urbino.Tra le mliversità meno affollate (menodi 5.000 iscritti) quelle della Basili­cata, di Castellanza, la LUMSA e laLUlSS di Roma.

IL MINISTRO DELL'UNIVERSITÀ E DELLARICERCA SCIENTIFICA E TECNOLOGICA

[omissis]DECRETA

A decorrere dalla data del presentedecreto è nominato, per un quadrien­nio, il Consiglio Universitario Nazio­nale nella composizione appressoindicata:

Eletti dal personale docente e ricercatore:

AREA 01 - SCIENZE MATEMATICHEProf. Conte Alberto, ordinarionell'Università di TorinoProf. Mangione Vittorio, associatonell'Università di ParmaDott. Marini Daniele, ricercatorenell'Università di Milano

AREA 02 - SCIENZE FISICHEProf. Ratti Sergio Peppino, ordinarionell'Università di PaviaProf. Palma Claudio, associato nella III

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Università di RomaDott. Capuzzo Dolcetta Roberto, ricerca­tore nell'Università di Roma "LaSapienza"

AREA 03 - SCIENZE CHIMlCHEPraf. Scorrano Gianfranco, ordinarionell'Università di PadovaProf. Bruno Paolo, associato nell'Uni­versità di BariDott. Tumiatti Vincenzo, ricercatorenell'Università di Bologna

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AREA 04 - SCIENZE DELLA TERRAProf. Matteucci Ruggera, ordinario nel­l'Università di Roma "La Sapienza"Praf. De Zanche Vittorio, associatonell'Università di PadovaDott. Morra Vincenzo, ricercatorenell'Università di Napoli

AREA 05 - SCIENZE BIOLOGICHEProf. Pal111ieri Ferdinando, ordinarionell'Università di BariPraf. Ruzzier Fabio, associato nell'Uni­versità di TriesteDott. Caputo Paolo, ricercatore nel­l'Università di Napoli

AREA 06 - SC1ENZE IvlEDICHEProf. Pinchera Aldo, ordinario nel­l'Università di PisaPraf. Crisci Clemente, associato nel­l'Università di FirenzeDott. Lenzi Andrea, ricercatore nel­l'Università di Roma "La Sapienza"

AREA 07 - SCIENZE AGRARIE E VETERINA­RIEPraf. Porceddu Enrico, ordinario nel­l'Università di ViterboPraf. Zocchi Graziano, associato nel­l'Università di MilanoDott. Inglese Paolo, ricercatore nel­l'Università di Reggio Calabria

AREA 08 - INGEGNERIA CIVILE E ARCHI­TETTURAPraf. Corsanego Alfredo, ordinarionell'Università di GenovaPraf. Albisinni Piera, associato nel­l'Università di Roma "La Sapienza"Dott. Serino GiOlgio, ricercatore nel­l'Università di Napoli

AREA 09 - INGEGNERIA INDUSTRIALE EDELL'INFORMAZIONEPraf. Naso Vincenzo, ordinario nel­l'Università di NapoliProf. Surace Giuseppe, associato nelPolitecnico di TorinoDott. Pizzutilo Fabrizio, ricercatore nelPolitecnico di Milano

AREA lO - SCIENZE DELL'ANTICHITÀ,FILOLOGICO-LETTERARIE E STORICO­ARTISTICHEPraf. Polara Giovanni, ordinario nel­l'Università di Napoli

UNIVERSITAS 67

Praf.ssa Pettinelli Alhaique Rosanna,associato nell'Università di Roma "LaSapienza"Dott.ssa Polvani Anna Maria, ricer­catore nell'Università di Firenze

AREA 11 - SCIENZE STORICHE, FILOSOFI­CHE, PEDAGOGICHE E PSICOLOGICHEPraf. Ruggiu Luigi, ordinario nell'Uni­versità di VeneziaPraf. Violani Cristiano, associato nel­l'Università di Roma"La Sapienza"Dott. Sinigaglia Roberto, ricercatorenell'Università di Genova

AREA 12 - SCIENZE GIURIDICHEProf. Labruna Luigi, ordinario nel­l'Università di NapoliPraf.ssa D'Angeli Fiorella, associatonell'Università di CassinoDott. Morandi Francesco, ricercatorenell'Università di Modena

AREA 13 - SCIENZE ECONOMICHE ESTATISTICHEProf.ssa Ferraris Franceschi Rosella,ordinario nell'Università di PisaPraf. Sanna Francesco Maria, associatonell'Università di Roma "La Sapien­za"Dott.ssa Buscnrini Cristiana, ricerca­tore nell'Università di Roma "TorVergata"

AREA 14 - SCIENZE POLITICHE E SOCIALIPraf. De Nardis Paolo, ordinario nel­l'Università di Roma "La Sapienza"Praf. Grilli di Cortona Scribani RossiPietra, associato nella III Università diRomaDott. Nicosia Cataldo Giuseppe, ricerca­tore nell'Università di Catania

Eletti dalla Conferenza Permanente deiRettori delle Ulliversitii Italiane (CRUl):Praf. Dalla Torre Giuseppe, rettore dellaLutvlSA di RomaPraf. Ma rigo Mario, rettore del­l'Università di VeronaPraf. Pietrapaola Rosario, rettore del­l'Università di Reggio Calabria

Eletti dal personale tecnico ed ammini­strativo:De Simone Sorrentino Mario, coordina-

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tore tecnico nella II Università di Na­poliGarbarino Giovallni, funzionario tecni­co dell'Università di TorinoBorrelli Claudio, vice dirigente nel­l'Università di NapoliTaurino Maurizio, fw1Zionario tecniconell'Università di Roma "La Sapienza"

Con successivo decreto verrà nomi­nata la componente shldentesca pre­vista dalla lettera c), comma 104 del­l'articolo 17 della sopra citata legge n.127/97.

[omissis]

Roma, lO dicembre 1997per il 111 ill istra

LUCIANO GUERZONISottosegretario di Stato

IL NUOVOPRESIDENTE

DEL CUNIl prof. Luigi Lab,-una è il nuovo presi­dente del Consiglio Univel-sitarioNazionale. L'elezione è awenuta il 3marzo 1998, a seguito della votazionecon cui i componenti del CUN hannoesp,-esso il loro pieno consenso - 42voti a favore e 4 schede bianche - sulladesignazione del nuovo presidente.Il prof. Lab,-una è ol-dinario di Stol-ia deldiritto romano e preside della facoltà diGiul-isprudenza dell'Università "Fedel-i­co Il'' di Napoli.Dopo l'elezione, Labruna ha manifesta­to la volontà di impegnarsi per inter­pretare il nuovo ruolo propositivo chela legge affida all'organo di ,-app,-esen­tanza delle autonome istituzioni univer­sitarie. "II CUN - ha assicurato il neoe­letto presidente - non mancherà diessel-e presente e di offrire il suo con­tl-ibuto in questo momento particolar­mente delicato, ma insieme capace diap'-ire ampi e nuovi orizzonti per l'inse­gnamento e la ricerca universitari nelnostl-o paese".

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NOTE ITALIANE

BREVITALIAa cura di Livio Frittella

Consiglio di Stato enumero chiuso

Il Consiglio di Stato haritenuto non ammissibile ilnumem chiuso applicato daalcuni atenei italiani.L'università italiana continua adessere carattel-izzata da facoltàstracolme, incapaci di off,-ire lagiusta prepal-azione agli iscritti.Il quadm è d,-ammatico:secondo le stime del MURST, inOdontoiatria gli ammessi conriserva sono più di 1.500, aMedicina superano il migliaioe una situazione non moltodissimile si registra a Scienzedella comunicazione (il corsoa "La Sapienza", pensato pel­300 studenti, è costretto adaccoglieme almeno il doppio),Veterinaria, Economia,Psicologia.Il Consiglio di Stato ha datoragione a quanti hanno fattoricorso perché iprowedimenti con i quali leuniversità hannoregolamentato gli accessi sonostati "adottati p'-imadell'entrata in vigore delregolamento (I 6 agosto, ndr)e p'-ima dell'emanazione deldecreto ministel-iale che hafissato le limitazioni all'accesso(29 luglio, ndr)". Quasi tutte ledelibere degli istitutiaccademici sono stateadottate intomo al 20 luglio.Il solo TAR del Lazio hasospeso il giudizio,rimettendosi alla decisionedella COI-te Costituzionalesulla legittimità ed evitando diammettel-e con riserva iricorrenti. Se l'incostituzionalitàvenisse sancita, il decretoBerlinguer decadrebbe.

Consorzio per lostudio del non profit

Il CRISP (Centro di ricerca

interunivel-sitario sui sei-vizi dipubblica utilità alla pel-sona) èun consor'Zio formato da 26docenti delle universitàmilanesi Statale, Bocconi eCattolica e dell'ateneobolognese con l'obiettivo distudial-e i problemi dei settoriintel-essati al non pmfit (sanità,cultura, assistenza, scuola) nelnostro paese. L'intentocomune è unire le for'Ze e lecompetenze, collaborare conenti pubblici e p'-ivati, awiareformazione di alto profilo.Non mancherà, da parte delCRISP, un particolare impegnopel- risolvere i pmblemi delcontrollo di qualità nei sei-vizidi pubblica utilità alla persona,con la definizione di critel-i divalutazione idoneie condivisibili da tutti.

Scienze religioseanche a Roma

Teologia toma ad essereinsegnata negli atenei statali.Con un'espansione a macchiad'olio, prima ad Urbino con lacollaborazione univel-sità­Istituto di scienze I-eligiose"Mancini", quindi a Bolognacon la sinergia tra Ateneo eomologo Istituto dir-etto daGiuseppe Alberigo,l'insegnamento è approdatoanche nella capitale, per laprecisione a Roma III, comecorso di perfezionamentopost-Iaurea in Scienze dellaI-eligione. Accessibile soltanto atrenta studenti (mapmvenienti da diverse areedisciplinari), il corso è iniziatoa febbraio e si concluderà aottobre; è articolato in I00ore di lezione che vanno dallateologia alla filosofia, dallastoria alla psicologia, dallasociologia alla fenomenologia.

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AI termine del corso gli iscl-ittiricevei-anno un attestato difl-equenza, utile ai fini delcurriculum, del punteggio nellegraduato,-ie di incal-ichi esupplenze, del riconoscimentodi attività di aggiomamentopreviste pel- i docenti.

Accademiee Conservatorillnpiazza per laparificazione

Seimila docenti e cinquantamilastudenti delle Accademie e deiConservatori hanno sfilato inalcune città italiane chiedendola parificazione con le istituzioniunivel-sitarie e invitando ilParlamento a occuparsi delproblema, a lungo trascul-ato;effettivamente, il settorenecessita di una I-iforma, se siconsidera che alcune leggisono in vigore dalla fine dellaGrande Guerra ed altl-e'-isalgono al 1938.Durante la manifestazioneall'Accademia di Belle Ar"ti diBrel-a, a Milano, studenti edocenti hanno dato vita a unhappening, mentre a Romal'Unione Artisti e alcunideputati della maggioranzahanno discusso del disegno dilegge approvato dallaCommissione Istruzione dellaCamera (relatrice LucianaSbal-bati Carietti diRinnovamento Italiano).

Premiarela produttività negliatenei

Bai-bara Pollastrini, responsabiledella formazione e dellepolitiche culturali del Pos halanciato una proposta perl'università: licenziare chi nonlavora e premiare chi producepiù del richiesto. Le polemichesono giunte fino al ministroBerlinguer; che inizialmente havoluto dissociarsi da una presadi posizione così drastica,

tomando poi sull'argomento amargine di un convegno del PPIsul futum degli studi superiorie della l-icelTa in Italia.Berlinguel- ha affel-mato che lalegge già consente diallontanal-e chi non si impegna,ma attualmente non esistonole condizioni per uncambiamento così radicale; undiscorso a parte va fatto pergli incentivi a chi lavora di più(ma la ricompensa agliiperpmduttivi, spiega il ministro,l-ientl-a negli obiettivi delGovemo). Intanto, il ministroha annunciato l'eliminazionedella titolarità della cattedra,premgativa che non si sposacon i contenuti della suariforma.

Medicina/Qualefuturo per glispeciahzzandi?

Questo l'angosciosointermgativo per circa 25 milalaureati in Medicina cheseguono i corsi dispecializzazione post-Iaurea. Gliaderenti all'AMscE,l'associazione che li raggl-uppa,hanno recentementemanifestato di fmnte aMontecitorio. La materia delprotestare è il progettoinserito dal ministro Bindi nelPiano Sanità, che contempla, uncontratto di lavoro a tempodeterminato per glispecializzandi, completo diclausole riguardanti i puntegginecessari ai concorsi pubblici ei congedi di maternità, serviziomilitare, malattia eaggiornamento. Considerandoche il periodo post-laurea nonè mai stato I-etribuito, citroveremmo di fronte a unapparente progresso. Gliaderenti all'AMscE temonoinvece che gli ospedali attuinonei loro confrontiatteggiamenti "usa-e-getta",abbandonandoli, alla fine delperiodo, in un mercato giàsaturo e senza alcuna garanzia

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di formazione.In pariicolare gli specializzandirivendicano: nuovo stotusgiuridico (non più studenti),adeguamento delle modalità diformazione a quelle in vigorenei paesi UE, programmazionetriennale del numero dei postidisponibili per le diversespecializzazioni, r-ilanciodell'occupazione grazie alladefinizione degli organici dellestrutture sanitarie.

Le esternazionidi Violante

Il presidente della CameraLuciano Violante è riuscito acaratterizzare - con altrettanteesternazioni - ogniinaugurazione di annoaccademico a cui hapal-tecipato.A novembr-e aTorino haattaccato le università italiane,tacciando i docenti di scarsapreparazione e competenza,richiamando gli atenei alla loro

funzione di "traghettatol'i" tra ilmondo della scuola el'universo produttivo(l'univer-sità, ha affermato, nonsi deve ridurre "a una fattoriadi esami e diplomi"). Sullar-iforma,Violante è intervenutochiarendo che "dovràassicurare metodi di selezionetrasparenti, che affermino ilprimato della preparazionescientifica e della comprovatacapacità degli aspiranti".A Venezia, durantel'inaugurazione dell'anno allaCa' Foscar-i, ha ribadito: "lJtaliasta costruendo la suamodernizzazione, ma il paesenon potrà andare avanti sel'università non diventerà piùintensamente luogo diformazione professionale ecivile delle nuove classidirigenti. E per questo vannoutilizzate le sue str-aordinariepossibilità". Secondo Violante, lachiave del futuro radioso stanella formazione permanente enella reale democrazianell'accesso, che si traduce in

una "selezione fondata sullaqualità delle competenze".A Genova, il Presidente dellaCamera ha di nuovo affermatola sua fede nel "tetto"programmato di ingresso alleistituzioni accademiche:"L'università di massa è stataun fallimento, ma in nessuncaso può essere sacrificato ildiritto dei I-agazzi e delleragazze capaci e mel-itevoli diraggiungere i gl-adi più alti neglistudi, anche qualora siano prividei mezzi economici per farvifronte".

Ultimi dati suidiplomi

Secondo alcune ricerchecondotte da Istituto studidirezionali di Stresa, Spin diTorino, Assolombarda,Politecnico di Milano e Pirelli,l'inserimento nel mondo dellavoro di chi ha conseguito unalaurea br-eve è molto più facile.Ben il 47,5% dei giovani trova

un impiego in meno di unmese, il 35 % in un periodoche va da uno a tre mesi. Lestesse aziende fanno notareche i possessori di diplomauniversitario hanno minoriproblemi di ingressonell'universo produttivorispetto ai diplomati (nel 60%dei casi), uguali difficoltà (50%)o ancora minori (30%) deilaureati.Una distinzione per funzioniaziendali attesta che gliinserimenti di chi ha una laul-eabreve in tasca sono più facilinel compar-to p,-og,-ammazionee produzione (25,6%), sistemiinformativi (I 8%) e ricelTa esviluppo (17,9%). Per i datori dilavoro, i diplomati universitarihanno una preparazionemigliore rispetto ai diplomati(33% degli intervistati), vantanonei loro confronti unacompetenza superiore (19%),un'apertura mentale maggiore(15%) e più efficace operatività(12%).

UNIVERSITÀ E INDUSTRIA/COLLABORAZIONE COSTANTELa separazione tra formazione e lavor-o ostacola la crescita: quin­di il r-apporto di collabor-azione tra università e impr-esa devediventare strutturale, e lo stoge in azienda potrebbe addiritturacostituir-e un momento concl-eto di formazione a cui attribuirevalore di esame. Questo è uno dei suggerimenti avanzati daGiorgio Fossa, presidente di Confindustria, nell'incontro"Univel-sità e alta fOI-mazione: autonomia al servizio dello svilup­po" che la LUlss Guido Cadi ha organizzato a Roma il 3 marzo.Fossa non ha mancato di dedicare attenzione ai problemi delMezzogiorno, proponendo una forma di mobilità "a tempo" dicarattere soprattutto culturale: owero, il trasfer-imento di diplo­mati e laureati meridionali in aziende del centro-nord per acqui­sire le competenze necessarie a gestire un'impresa. Dopo que­sto per-iodo di formazione "dal vivo", potrebber-o tornare al sudcon un bagaglio di professionalità che consentirebbe loro di gui­dare le imprese locali.Nel suo intervento, il ministro dell'Univer-sità e della Ricerca,Luigi Berlinguer~ ha evidenziato le carenze e i pr-oblemi delmondo universitario, individuando nell'autonomia degli atenei ­le cui linee sono contenute nella proposta della commissioneMartinotti - la strada da percorrere per risolverli. Fossa ha pel-òsottolineato che non può esistere vera autonomia senza un con­fronto con il mondo esterno, e il documento Martinotti trascu­ra proprio il rapporto di collaborazione tra imprese e atenei.

L'imp,-esa deve diventare un luogo di fOI-mazione continua, esarebbe oppol-tuno pr-edisporre dei piani di studio che tenganoconto dell'esigenza di nuove figure professionali; in questa rete dirapporti si potrebbe trovare uno stimolo all'app,-endimentodUI-ante le esperienze lavol-ative. Del resto, il binomio univer­sità/impresa per- la fOI-mazione esiste all'estero già da moltotempo, e non solo negli Stati Uniti (abitualmente citati comesinonimo di sistemi innovativi), ma anche in Europa.Proseguendo il suo intervento, Bedinguer- ha ricordato che nellafinanziaria il Governo ha approvato l'introduzione di sgravi fisca­li per le imprese che finanziano attività di ricerca nelle università;la mobilità dei ricercatori con aiuti alle impr-ese che li assumono;la riforma dei fondi 40%.Nel corso dell'incontro è stato sollecitato da più parti l'abbatti­mento degli ostacoli burocratici, come pure una diversa conce­zione della formazione: la fiessibilità di cui tanto si pada è irrea­lizzabile se non si insegna a pensare. Non basta più un riccobagaglio di conoscenze se non è accompagnato dalla capacità dilavorare con gli altri e di ragional-e a lungo termine con apertu­re internazionali. L'aggiornamento delle competenze deve esse­re costante: in un mercato del lavoro sempre più competitivo,l'azienda fiessibile che sa reinventar-e la sua organizzazione èquella che soprawive.

f. C.

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EUROPA OGGI

ERASMUS, oggi ricompreso nel più vasto programma SOCRATES, ha festeggiato il decennale:ovvero dieci anni di mobilità nell'istruzione superiore. Dopo aver tracciato l'inevitabile

bilancio, si possono delineare gli orientam,enti per il futuro

ALLE BASI DELL'EUROPAChiara Castellazzi

Comparazione dei dati*' relativi al 1997 con quelli riferiti al 1987, primoanno di Erasmus

studenti università personale universitario

a.a, 1987/88 JOOO 300 1,000

a,a, 1997/98 18,0000 1.500 30,000

Ha consentito a piÙ di mezzo milionedi studenti universitari di fare lm'e­sperienza di studio e di vita all'estero,(ha investito piÙ di 540 milioni di ecudall'87 al '97 solo per la mobilità stu­dentesca), ha cambiato la strutturastessa delle università europee sot­traendole al loro tradizionale isola­mento (facendo della cooperazionefra lmiversità europee la regola piut­tosto che l'eccezione), ha creato lebasi per una cittadinanza europeaveramente sentita: è il programmaERASMUS, di cui è stato festeggiato ildecennale lo scorso dicembre, aBruxelles, alla Biblioteca Reale,Le celebrazioni halU10 visto la parteci­pazione dei molti soggetti interessatidal programma, Accanto alle autorità,al direttore generale della DG XXII(Educazione, Formazione, GioventÙ)O'Dwyel~ ai rappresentanti delleAgenzie Nazionali SOCRATES/ERASMUS,delle Conferenze dei Rettori, dell'EsN(European Student Network) si sonoraccolti anche molti studenti e profes­sori da tutto il continente, che hannotestimoniato la loro esperienza discambi universitari.Qualche numero sarà utile a darcilma misura dei cambiamenti operatida ERAS1V1US nella società europea lmi­versitaria e studentesca in questi diecianni,Attualmente il programma coinvolge1.500* lmiversità e istituzioni di istru­zione superiore, 180.000* studenti,30,000* docenti, 18 paesi europei (chediventeranno 23 piÙ Cipro entro l'an-

no accademico 1998/99).Nel contempo si è anche verificato 1mdecisivo riequilibrio dei flussi di stu­denti per nazione, Nel 1988/89 il 62%dei borsisti ERASMUS sceglieva Ger­mania, Francia e Gran Bretagna comedestinazione, mentre oggi questacifra si è ridotta al 49%, a vantaggiodei restanti paesi.Lanciato nel 1987 dall'esigua TaskForce Human Resources, l'EuropeanAction Scheme for the Mobility ofUniversity Students, accanto allamobilità degli studenti e degli inse­gnanti, attualmente sostiene:- l'organizzazione di corsi intensivivolti alla messa a punto di un efficaceinsegnamento multinazionale e allasperimentazione e comparazione didiversi approcci pedagogici;- le visite preparatorie di docenti epersonale amministrativo ai fini del­l'istituzione di una stabile coopera­zione fra dipartimenti e facoltà;- l'organizzazione delle condizioniche staJU10 alla base dei programmi dimobilità;- lo sviluppo di metodi di riconosci­mento dei periodi di studio svoltiall'estero (attraverso il sistema ECTS);-la formulazione di curriculn e modu-

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li didattici congiunti fra universitàeuropee;- la programmazione di corsi di lin­gua integrati, specialmente indirizza­ti a studenti di materie non linguisti­che;- l'attività di associazioni europee diprofessori, studenti, personale ammi­nistrativo;- la messa a plmto di reti tematicheinteruniversitarie con lo scopo di svi­luppare lma dimensione europea nel­l'ambito di discipline accademichespecifiche o di altre questioni di int~­

resse COlnune.

Il capitolo ERASMUSnel quadro del programmaSOCRATES

Se il programma SOCRATES, varato nelmarzo 1995 e basato sugli articoli 126e 127 del Trattato di Maastricht comecontributo allo sviluppo di unadimensione europea dell'educazioneprevede l'intervento in sei campichiave (istruzione superiore-ERAsMus,istruzione scolastica-COMENTUS, pro­mozione dell'apprendimento lingui­stico-LINGUA, istruzione aperta a

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distanza, educazione degli adulti,scambio di informazioni ed esperien­ze sui sistemi e le politiche di istru­zione), è proprio nell'ambito del capi­tolo consacrato all'insegnamentosuperiore che si sono ottenuti i risul­tati piÙ notevoli, poiché la coopera­zione in quest'ambito discende dallavoro svolto già a partite dall'alU10accademico 1987/88.Laddove le fasi I e II del programmaERASMUS si occupavano essenzial­mente di mobilità (principalmentedegli studenti), il capitolo di SOCRATESriservato all'insegnamento superioresi prefigge di inserire questa mobilitànel piÙ ampio quadro del sostegnoaccordato alle università per le atti­vità di dimensione europea, rivolteanche alla maggioranza degli studen­ti che non partecipano direttamentealla mobilità. È in quest'ottica di crea­zione di una dimensione europea nel­l'ambito dei programmi di ogni sin­gola università che si pone l'accentosugli scambi di personale insegnante,sulla programmazione di corsi trans­nazionali, sull'organizzazione dellecondizioni che stalU10 alla base deiprogrammi di mobilità e sulla formu­lazione di reti tematicl1e europee chestabiliscano la cooperazione penna­nente tra facoltà, dipartimenti e asso­ciazioni universitarie, riguardo adiscipline accademiche specifiche oquestioni di interesse COI11lme.Attualmente ERASMUS stimola anchele sinergie tra lUuversità e altre istitu­zioni pubbliche e private regionali nelquadro delle loro attività di coopera­zione transnazionale, così da incre­mentare la cooperazione interregio­naie dei paesi partecipanti.Da un punto di vista burocratico­ammiIustrativo, differentemente dal­le disposizioni precedenti, il capitoloERASMUS del programma SOCRATES haiI1trodotto un contratto istituzionale fraCommissione e lUuversità iI1teressata,al quale sono subordiI1ate le sovven­zioni per gran parte delle attivitàvolte a rafforzare la dimensione euro­pea degli studi. Questo sistema èentra to iI1 vigore a partire dall'annoaccademico 1997/98, dopo due am1idi regime transitorio. Si è così attuatalU1a razionalizzazione delle sovven­zioni, che vengono gestite a livelloistituzionale attraverso questo con-

UNIVERSITAS 67

tratto che ha una durata trielU1ale, maè soggetto a revisione annuale, favo­rendo così progetti articolati di medioperiodo, i cui risultati sono m01utora­ti con contiI1uità e costituiscono lacondizione per i successivi fiI1anzia­menti. Le istituzioni di istruzionesuperiore di lma data regione sonosollecitate a cooperare fra loro perpresentare un'lUuca proposta istitu­zionale.Al di fuori di questo contratto abbia­mo i progetti di reti tematiche e leborse di mobilità shldentesca erogatedalle agenzie nazionali.Per una veduta d'insieme della ripar­tizione dei fondi SOCRATES cfr. il grafi­co seguente.

Bilancio dei cambiamentiintrodotti con SOCRATES

Con il contratto istituzionale, che esigelma sola candidahlra per l'insiemedelle attività ERASMUS di ogni lmiver­sità ricluedente, è stato assicurato lmutilizzo piÙ efficace dei fondi disponi­bili e una ridefinizione dei principi digestione. Le innumerevoli piccole retidi dipartimenti, facoltà e istituti chestabilivano i PIC (Programl1u Inter­universitari di Cooperazione) rappre-

Visione d'insieme dell'utilizzodei fondi Socrates nel 1995-1996

LEGENDA:

~ ERAS~IUS (UNIVERSITÀ)

E2l ERASMUS (BORSE DI STUDIO)

~ CO~IENIUS

a liNGUA

m:I EDUCAZIONE APERTA A DISTANZA

I]] EDUCAZIONE DEGLI ADULTI

~ SCA~IBI DI INFOR/1AZIONE SUI SISTEI11 E LE POLITI­

CHE DI INFORMAZIONE

Q MISURE CO~IPLEMENTAR/ (ES.: ATTIVITÀ DI INFOR­

~IAZIONE DELLE AGENZIE NAZIONALI)

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sentavano l'ossatura della coopera­zione ERASMUS, che viene ora supera­ta sanando iI1 parte la preoccupantemole di documenti amministrativiche il precedente sistema comporta­va.Con il nuovo sistema è l'intera istitu­zione accademica (cioè il rettore), enon piÙ il singolo docente, ad avere laflU1zione di promotore e responsabiledelle attività ERASMUS. Inoltre il con­tratto istituzionale, obbligando irichiedenti a una dichiarazione distrategia europea, ha ottenuto lm qua­dro contestuale per le attività propo­ste dai siI1g01i istituti superiori.L'altra importantissima iIu10vazioneintrodotta con il contratto istituziona­le è l'attenzione assicurata alladimensione europea dell'insegna­mento universitario anche per gli stu­denti che non partecipano alla mobi­lità. Se infatti coloro che prendonoparte agli scambi costituiscono il 5­7% (a seconda dei paesi) della popo­lazione studentesca, queste misure sirivolgono al restante 93-95%. In que­sto ambito è stata piÙ che soddisfa­cente l'elaborazione in comune deiprogrammi di studio. Per il 1997/98sono state presentate 450 candidature(che coinvolgono 2.000 dipartimenti)per la formulazione di "moduli distudio europei". Fra questi possiamocitare ad esempio gli studi comparati­vi sulle l1ugrazioni contemporanee inEuropa, indirizzati a studenti (disecondo e terzo almo) delle universitàpartecipanti iI1 Irlanda, Italia, Francia,Germania e Svezia.Per chi prende parte alla mobilità ècambiato il contesto di svolgimentodegli studi all'estero: sono i beneficidelle disposizioni prese fra lmiversitàper migliorare l'accoglienza, la siste­mazione, la preparazione linguistica eil riconoscimento degli studi.Notevoli passi avanti ha fatto l'ECTS(il nuovo sistema europeo di trasferi­mento delle unità di corso lUuversita­l'io). Ciò dimostra che le lUuversitàeuropee sono coscienti della necessitàdi una preparazione strutturale allacooperazione internazionale nell'edu­cazione, che si esprime anche attra­verso lU1 sistema di crediti che offra­no lU1a trasparenza a livello dei corsi,degli accordi sui corsi e del riconosci­mento degli studi compiuti all'estero.

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Candidature ricevute nel 1995/96~'

nuoviprogetti rinnovi totale

ERASMUS (programmi 2.870 2.530 5.400di cooperazioneinteruniversitaria)

ERASMUS (reti tematiche) 109 O 109

In riferimento all'aml.O accademico1997/98, per ogni tre università chehanno sottoposto una candidaturaper un contratto istituzionale, duehanno manifestato l'intenzione diadottare il sistema ECTS, spesso intutte le facoltà e i dipartimenti. Latendenza sembra portare, in prospet­tiva, a un riconoscimento totale:l'EcTS sta infatti diventando lm crite­rio di selezione dei partner per la coo­perazione lmiversitaria.Una crescita del 280% (nel '97 rispettoal '96) è stata registrata nelle candida­ture dei docenti per compiere missio­ni di insegnamento di breve durata esono molto richieste le visite prepara­torie finalizzate alla cooperazioneduratura tra facoltà e dipartimenti.Anche i programmi intensivi del tipocorsi estivi con gruppi di studenti einsegnanti di nazionalità diverse sonoassai apprezzati: lo dimostrano leoltre 600 reti, comprendenti ciasclmauna media di 10 partner, costituitasiper questa forma di mobilità di brevedurata.Una grande novità è rappresentatadalle reti tematiche che beneficiano dilm sostegno finanziario dal settembre1996. Attualmente esse sono più ditrenta, (riguardano varie discipline,raggruppate secondo cinque catego­rie: materie umanistiche; scienzesociali; scienza e tecnologia; temi tra­sversali e studi medici) e hanno lafinalità di esplorare la dimensioneeuropea e di contribuire alla qualità eall'innovazione nelle aree di compe­tenza. Gli attori sono sia dipartimentilmiversitari, che associazioni euro­pee, raggruppamenti professionali eindustriali. I progetti sono estrema­mente vari e Valmo dallo sviluppodelle risorse umane per gli aiuti uma­nitari, alla biotecnologia, alla telema­tica, all'etica. È interessante notarecome la maggioranza di essi seguano

EUROPA OGGI

lm approccio interdisciplinare, quan­do il soggetto trattato tocca diversematerie intercolU1esse o quando ilsoggetto non può essere circoscrittocon sufficiente precisione a causadella diversa prospettiva adottata daipaesi coinvolti (in ragione delle diver­sità tenninologiche o della strutturadei corsi di studio).Questo vivo entusiasmo per il pro­gramma ERASMUS riformulato ha peròun deleterio rovescio della medagliacostituito dalle difficoltà di finanzia­mento già presenti negli almi passati(nel 1995, la richiesta totale per leazioni SOCRATES ammontava a oltre500 milioni di ecu: lma somma circatre volte superiore alle risorse dispo­nibili) e che sono destinate a crescere,per diversi motivi. I1manzi hlttO per­ché, entrati in vigore i contratti istitu­zionali, è necessario finanziare nonSOltal1tO le nuove iniziative, ma ancherilmovare il sostegno per il secondo eterzo anno dei progetti pluriennali.Tanto più che l'impatto delle campa­gne informative sul programma con­tinuerà a stimolare nuovi progetti eche ulteriori candidature proverran­no dai nuovi paesi aderenti (chesaralmo sei nel solo '98).Se anche il sostegno accordato dallaComunità ha contribuito notevol­mente a generare buoni livelli difinanziamento complementare dasvariate altre fonti, queste nonpotranno comunque coprire tutte le

necessità finanziarie. Sarà molto diffi­cile trovare un equilibrio fra sostegnocontinuo ai progetti esistenti - cheham10 dimostrato di essere efficaci eavere successo - e il sostegno a reti,attività e progetti nuovi.Se nel 1995/96, per non deluderemolti candidati dalle ottime Cl'eden­ziali la COl1m1issione ha deciso dielargire lm livello minimo di sostegnoal maggior numero possibile di pro­getti, nel futuro un finanziamentosempre più ridotto potrebbe non esse­re (in a1clmi casi) più adeguato a rea­lizzare i risultati ipotizzati dai diversiprogetti.Questa situazione, più accettabile pera1clmi altri programmi comlmitari,sarebbe insostenibile per SOCRATES,data la sua vocazione a raggiungereuna fascia più ampia possibile in ognisettore dell'istruzione e quindi a pro­muovere lm forte sentimento di citta­dinanza europea."La disponibilità finanziaria - avver­te il Rapporto della Commissione suirisultati conseguiti da SOCRATES nelperiodo 1995/96 - inciderà material­mente sulla capacità di ERASlvfUS diapportare lm contributo vitale allosviluppo di risorse umane altamentequalifica te e al miglioramento dellacomprensione reciproca in Europa".

Riportiamo di seguito a1clme tabelledi riferimento, relative agli anni1995/96.

Sovvenzioni approvate nel 1995/96*'

nuovi tasso di rinnovi tasso totale totale tassoprogetti ammissione di ammissione di ammissione

ERASMUS (pmg,-ammi 2.673 93% 2.504 99% 5.177 96%di cooperazioneinteruniversita'-ia)

ERASMUS 28 26% O O 28 26%(,-eti tematiche)

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Progetti per paese finanziati nel 1995/96;~

B DK D GR E F IR I

ERASMUS (pmgr-ammi 1.060 559 2.869 763 2.374 3.128 643 1.998di cooper-azioneinteruniversitaria)

ERASMUS 107 67 166 81 135 173 60 178(r-eti tematiche)

Progetti per paese finanziati nel 1995/96 (segue);"

NL A P 5F 5 GB 15 LI NO Totale

ERASMUS (pmgrammi 1.162 436 835 664 606 3.347 38 I 368 20.866di cooperazioneinter-universitaria)

ERASMUS 99 59 79 86 91 301 9 O 32 1.732(reti tematiche)

" In rifer"imento alle azioni per" le quali la decisione sui pmgetti è pr"esa direttamente dalla Commissione.

TRA PASSATO E FUTUROIntervista a Domenico LenarduzziDirettore del dipartimento Istruzione nellaDG XXII - Istruzione, Formazione, Gioventù della Commissione Europeae responsabile del programma SOCRATES

è invitata a dotarsi di programmi dicooperazione articolati e quindi diLma politica di cooperazione a lungotermine, che coinvolga il maggiormunero possibile di studenti e docen­ti (ad esempio tramite insegnamentitenuti da professori di altri paesi euro­pei). Dal 1995 numerosi programmi diistruzione, formazione e gioventÙsono stati razionalizzati e raggruppatisecondo i destinataTi, athlando cosìLm Lmico programma per tutto il set­tore educativo (SOCRATES), Lmo per ilsettore della formazione professionale(LEONARDO) e uno per la gioventll"extrascolastica" GeLmesse pour l'Eu­rope III).Con la definizione di SOCRATES si èquindi giLmti alla "seconda generazio­ne" del programma di mobilità stu­dentesca. Questa fase si concluderà nel'99, quando ne scadranno i termini.

Quali sono gli orientamenti per il futuro?È già oggi il momento di occuparsidel futuro, delle fasi ulteriori, anchein considerazione del fatto che l'istru­zione è sottoposta a una procedura dicodecisione (quindi doppia lettura daparte di Parlamento e Consiglio) cherichiede almeno quindici mesi didiscussione. Si stam10 quindi già redi­gendo le prime bozze di programmaper il 2000-2006.

fortemente cambiata: pensiamo allastrategia di cooperazione trielmaleintrodotta dal contratto istituzionale,previsto dal programma SOCRATES. Siè avuto uno sviluppo dall'individuoall'istituzione. Dalla libera iniziativaindividuale di alcLU1Ì insegnanti, daisingoli progetti poi raggruppati inprogramn1Ì intenmiversitari di coope­razione (PIC), si è passati all'impegnodell'istituzione Lmiversitaria tutta, che

Universitii Bocconi: i "punti blu",ovvero i terminali della segreteria

Qual è il bilancio di questi dieci anni diERASMLlS?

Contrariamente alla loro vocazioneoriginaria, le università europeeerano, fino ai decenni scorsi, moltochiuse in se stesse ed estranee a queiprocessi di cooperazione già esistentiinvece in altri settori come l'industriae la ricerca scientifica (programmaESPR1T). Nel 1986/87 la cooperazioneLmiversitaria si limitava quasi esclusi­vamente a quella transatlantica, comese i soli scambi veramente utili e pro­duttivi fossero quelli con gli StatiUniti. Gli atenei dell'allora Europadei Dodici non davano all'integrazio­ne europea l'importanza che merita­va. Si può quindi affermare che indieci almi nelle Lmiversità si è operataUl1a vera e propria rivoluzione a hlttii livelli, che ha scalzato quell'isola­mento che le contraddistinguevaormai da quasi duecento am1Ì.

Qual è stato l'impatto sulla strutturadelle universitii europee?La struthrra stessa delle università è

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Da un lato si prevede lUla continua­zione di quello che è stato acquisito: siandrà avanti sicuramente con i con­tratti istituzionali, prevedendoneperò ili1 ampliamento di applicazio­ne, che dovrebbe estendersi al campodella formazione continua, cosìnecessaria nella società del 2000. Laformazione permanente infatti do­vrebbe ugualmente essere presa inconsiderazione dall'università che infuturo non potrà farsi carico soltantodella formazione iniziale. Entriamonell'era del life-long lenrning, ove leuniversità saralU10 invitate ad assu­mere un ruolo importante. Uno dei

EUROPA OGGI

modi di operare a livello europeosulla realizzazione del life-long len r­ning sarà di generalizzare il sistema ditrasferimento dei crediti (già previstodagli attuali contratti istituzionali). Inuno spazio educativo europeo unicociascuno studente, valorizzando ciòche ha acquisito, potrebbe passare dauna università all' altra in tuttaEuropa, aumentando sempre piÙ leproprie conoscenze e specializzazio­ni, analogamente a come in Italia siprevede la cosiddetta "laurea a Plil1­teggio".Oltre all'estensione dei contratti isti­tuzionali, si prevede poi un amplia-

mento delle reti tematiche, svilup­pando molti progetti comuni e scam­biandosi ricercatori e studenti. Il pro­cesso iniziato dagli individui (i singo­li insegnanti dei primi "pionieristici"scambi ERASMUS), cresciuto e perfe­zionato a livello istituzionale (tramitegli accordi istituzionali), dovrebbequindi raggiungere la dimensione divera e propria rete europea, tramitenetwork tematici europei di cui si pre­vede uno sviluppo per tutte le disci­pline.Nel nuovo programma si cercherà diadeguarsi aH'evoluzione di moltiaspetti della società, venendo incon-

STUDENTI ADULTI/LERAGIONI PER RICOMINCIARE

Migliorai-e la qualifica pmfessionale o "reinventare" la pmp,-iavita dando un taglio al passato: sono questi i motivi che portanosemp,-e più adulti ad iscriversi all'università in alcuni paesi eum­pei, come pure negli Stati Uniti e in Canada. In Francia, in parti­colare, nel settembre 1997 circa 400.000 adulti (ultra-ventiquat­trenni) risultavano iscritti all'univel-sità: un quinto degli studenti,secondo i dati del Ministero dell'Istruzione francese. E negli USAgli ultra-ventiquattl-enni sono già il 45% degli studenti.Un libm del sociologo francese Laurence Fond-Hal-mant gettanuova luce su questo fenomeno in crescita in tutto il mondooccidentale. "Gli adulti che riprendono gli studi universitari ~

spiega Fond-Harmant, autrice del saggio Des adultes Ò l'université- impegnandosi così in un corso formativo relativamente lungo,non lo fanno solo spinti da motivi pmfessionali: questo rigual-daall'incirca il 60% dei casi, ma per il restante 40% si ti-atta di qual­che alti-a ragione che ha a che fai-e con la vita pl-ivata. lo stessa,come ho scritto nella prefazione del mio libm, dopo aver passa­to 5 anni di precal-iato ed avel- messo al mondo due bambini, hopreso un congedo parentale durante il quale ho avuto modo diriflettere sull'oppol-tunità di intraprendere un corso universitariodi secondo e terzo ciclo (in Francia il primo ciclo corrisponde aun biennio "introduttivo", a cui fa seguito un secondo ciclo concui si ottiene un titolo di laurea e a un terzo ciclo di dottol-ato,ndr). Nel mio caso mi è pal-so che si aprisse una nuova fase dellamia vita, dopo due maternità. Ma sono molte, come hannodimostrato i miei sondaggi, le persone che dopo eventi similiprendono in considerazione un nuovo modo di pmgettare lapropria vita sociale, e ritornano in facoltà".

Ci sono elementi che favoriscono o in qualche modo predi­spongono alcuni adulti, più di altri, a un ritorno all'università?Indubbiamente esistono alcune condizioni sociali che rendonopiù accessibile il contatto con l'istituzione. Spesso si tratta di per­sone che hanno già fatto studi superiori e che sanno di potertrarre pmfitto da una migliore formazione o da una specializza­zione. Oppure sono persone a cui è stata chiesta una certa qua-

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lifica universitaria sul posto di lavoro, o ancora persone chespontaneamente hanno awiato una riflessione sulla loro vitapmfessionale. In questi ultimi casi si osserva spesso la presenzadi un mediatore: un consulente pmfessionale, uno specialista neibilanci di competenze, un tel-apeuta.

Da dove viene la spinta decisiva per questo ritorno?Oltre ai legami con le istituzioni, ci sono eventi della vita anchetraumatici, come una mttura familiare, un lutto, oppure una lentapresa di coscienza che si sta awicinando un nuovo ciclo esisten­ziale. La ripresa degli studi, infatti, pel- alcuni corrisponde all'inizio~i una seconda fase della vita, dopo i quarant'anni per esempio.E un modo di imprimere una svolta esistenziale ma, intendiamo­ci, non è certo la sola: ci sono persone che s'imbarcano su unanave e fanno il giro del mondo.

Fond-Harmant individua dunque, nel corso del saggio, due gran­di "strade maestre" che portano gli ultra-trentenni all'università:una semplice deviazione, o meglio un avanzamento, in un tragit­to sostanzialmente unitario, o al contl-ario un'inversione di rottatotale rispetto al passato. Nel primo caso "si tratta di individui ­pmsegue il sociologo - che identificano la ripresa degli studi conla possibilità di acquisire nuove competenze pmfessionali cheserviranno a soddisfare un desiderio di promozione sociale. Inquesti casi la maggior parte delle facoltà di appartenenza sonoscientifiche e tecniche". Nel secondo caso "sono persone - spie­ga ancora Fond-Hal-mant - che vogliono cambiare radicalmentevita, spesso anche dal punto di vista ideologico. Per loro ripren­dere gli studi rappresenta una nuova chance esistenziale, unmodo per ripartire da zero. Ecco perché scelgono di solito corsidi studio più lunghi, e che riguardano soprattutto le scienzeumane e sociali, oppure la medicina".La maggior parte di questi studenti, osserva l'autrice, finanzia dasolo i propri studi e si organizza un nuovo orario di lavom, ancheperché di solito i funzionari pubblici hanno più facilitazioni in talsenso rispetto agli impiegati di imprese private. Alcuni, laddove èpossibile, cambiano azienda per conciliare il piano di studi con gliimpegni professionali.

Manuela Barroccino

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RUSSIA/Iscrizioni in aumento

Per il secondo anno consecutivo. un numero recol'd di matricole si è iscl'itto all'uni­versità russa. invertendo un trend negativo che durava da dieci anni. Tra atenei privatie statali. le iscl'izioni dovrebbero aver superato quest'anno (non sono ancol'a disponi­bili i dati definitivi) la storica cifra di 700.000 studenti, raggiunta lo scol'SO anno.Una tendenza che va di pari passo con le cl'escenti esigenze dell'economia di mercatoche si sta affermando in Russia, spiega YUl'i Novikov, responsabile per l'univel'sità e l'i­struzione superiore professionale del Ministero dell'Istruzione. "I giovani - afferma ­hanno capito che senza istl'uzione non possono fare niente. Quando la Russia ha scel­to il libero mercato, nel '93, molti studenti lasciarono l'università per lavoral'e, ma ora sirendono conto che il lavoro nel settore privato non pOl'ta automaticamente risultaticerti".A fal- la parte del leone nell'aumento delle immatl-icolazioni non sono solo disciplineche hanno sempre goduto di una cel-ta popolarità come Giurisprudenza, Economia eLingue ma anche Biologia e Ingegneria, che in anni l'ecenti avevano soffel'to di un calo.Inoltre, molti ragazzi sono stati attratti dalla vita studentesca nel tentativo di evitare orimandare il servizio militare.

tra alle esigenze crea te dai grandicambiamenti in atto e previsti per ilfuturo. Per rispondere alla globalizza­zione della società europea, che saràtangibilmente unificata e avvicinatadall'adozione dell'euro, si dovrà insi­stere sull'insegnamento di piÙ di lmalingua straniera durante tutto il cur­sus scolastico e, a maggior ragione,nell'insegnamento superiore. Allostesso modo lo sviluppo dei multime­dia dovrà comportarne un vasto uti­lizzo nella formazione di domani,dove si dovranno sfruttare le semprecrescenti innovazioni tecnologiche,che già adesso permettono ad esem­pio a Umberto Eco di tenere unalezione in videoconferenza simulta­neamente in diciotto Lmiversità e dirispondere in diretta alle domande distudenti localizzati in tutta Europa.Questi supporti multimediali SaraIU10tanto piÙ indispensabili in qUaI1tO èprevisto un nLUnero sempre maggioredi fruitori della formazione contu1Ua.Il ruolo del docente è destu1ato amutare prafondaInente laddove gli

insegnamenti possono derivare dafonti sempre piÙ varie (pensiamo U1modo particolare a Internet) e la tra­smissione del sapere non avviene sol­taI1tO da professore a studente: l'inse-

M. B.

gnante dovrà occuparsi sempre piÙ diguidare e orientare.La scuola e la formazione avranno ilnon facile compito di dotare i cittadi­ni di conoscenze e capacità che con-

Un iversità Bocconi: il Inbol'l1torio Iingll istico

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sentano di orientarsi in una societàcomplessa, aperta, ipertecnologica econcorrenziale, in costante evoluzio­ne dove ad esempio conoscere lmasola lingua potrà rappresentare lmasorta handicap, quanto, in passato,essere analfabeti.Nel futuro spazio educativo europeosi creeranno dei "poli di eccellenza"che possano convogliare studenti eprofessori su materie circoscritte econfacenti alle risorse e alle capacitàpeculiari del territorio. Anziché mol~

tiplicare a dismisura gli insegnamen­ti, creando tutte le facoltà anche nelleuniversità piÙ piccole, a scapito dellaqualità, si dovrebbe plmtare a privile­giare quest'ultima creando centri uni­versitari molto specializzati, in gradodi valorizzare le caratteristiche pecu­liari della zona e di attrarre capitaleumano e di ricerca, anche da regionipiÙ lontane. Anche perché, comun­que, la tecnologia e le reti di comuni­cazione avvicinano le distanze.Si tratta di progetti hmgimiranti chetengono conto di quella che sarà la

EUROPA OGGI

realtà del futuro, studiata per i bam­bini che iniziano la scuola adesso eche saranno ancora nella vita attivanel 2050, quando forse l'Europa unitasi estenderà dall'Atlantico agli Urali.Non dimentichiamo che già adesso,coerentemente con questa visione dilungo periodo, il progetto SOCRATEScoinvolge anche Norvegia, Islanda eLiechtenstein e i paesi che halmo ade­rito all'Unione Europea: Ungheria,Romania, Repubblica Ceca, Polonia,Slovacchia e Cipro. A questi siaggiunger31mo, poiché firmeralmo iltrattato di adesione entro la fine del'98, Slovenia, Paesi Baltici e Bulgaria.Accanto al mercato del lavoro inte­grato si sta efficacemente creandoanche lmo spazio educativo integra­to. La formazione, nelle varie partid'Europa verrà impartita in mododiverso (per non sminuire le diversitàche sono la ricchezza del nostro conti­nente) ma equivalente, in modo daavere le stesse cf1nnces, da qualunquepaese si provenga.

c. c.

Germania/Nasce l'universitàinternazionale?

Abbattere le balTiere linguistiche nelle università, migliorare laqualità dello studio e il tutoring, abbreviare le sessioni lunghe distudio e rendere le lauree tedesche più compatibili con le qua­lifiche anglosassoni. Sono queste le misu,-e messe a punto daun gruppo di espe'-ti del mondo unive,-sita,-io tedesco pel­I-ilancial-e l'univel-sità nella regione del Baden-Wul-ttemberg,dopo che un'indagine condotta nel corso nel '97 ha I-ivelatoun'allal-mante disaffezione verso l'istl-uzione accademica tede­sca da pa'-te degli studenti stranieri, specialmente quelli pro­venienti dai paesi del Sud-Est asiatico e dalle nazioni di linguainglese.Il ministro dell'Istruzione Klaus von Trotha e l'ex-,-ettol-edell'Ateneo di Stoccarda, Heide Zieglel~ stanno studiando ilmodo di creare "l'università intemazionale della Germania"propl-io nella regione del Baden-Wurttemberg, dove le espo,-­tazioni e le joint-ventures con partner stranieri svolgono unruolo cruciale pe,- l'economia.L'indagine rivela che attualmente solo il 9% degli isc,-itti sonostraniel-i, e la maggiol- pa'-te di essi ha frequentato le scuolesuperiol-i in Gel-mania.Tl-a gli straniel-i, solo il 9% viene dagli StatiUniti, il 20% dall'Asia e il 7% da Africa e Austl-alia; per il restodella Germania le statistiche non si discostano molto da quellefomite da questo rapporto regionale.In questa ideale università intemazionale, non anco,-a nata (lasede dov,-ebbe essere a Stoccarda), è previsto un tetto di 400

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studenti, tedeschi comp,-esi, per diplomi di laurea brevi eintemazionalmente riconosciuti come Tecnologie infol-mati­che ed Economia d'impresa. Le tasse ammonterebbero a circa6.500 dolla,-i l'anno (ci'Ta 18.000 marchi). Secondo il proget­to, tuttavia, un quarto dei posti sarebbero g,-atuiti e destinatia studenti meritevoli ma privi di mezzi economici. L'ateneoverrebbe finanziato per il 30% dallo Stato, per il 40% dalletasse a carico degli studenti e per il restante 30% da alcunisponsor tra cui multinazionali c;ome IBM, Siemens, Bosch,Allianzed altre ancora.Non tutti hanno accolto con favore il progetto di un'universitàprivata d'élite. Le critiche più accese sono state quelle dei rap­pl-esentanti delle università statali di Stoccarda, Hohenheim eTubingen, che stanno preparando una dettagliata contro-pro­posta da presentare ai consulenti. Il ministro dell'Istruzionegetta acqua sul fuoco: "Vagliel-emo con attenzione qualsiasisuggerimento" ha assicu,-ato, ed ha aggiunto che in ogni casol'idea di un'unive,-sità privata intemazionale dov,-ebbe rappre­sentai-e "uno stimolo per una competizione costruttiva" pe,- lenove università statali del Baden-Wurttemberg. "Vogliamo unacompetizione di concetti e di idee ma, come accade anche nelmondo degli affari - ha sottolineato - non vogliamo una con­con-enza tra settore pubblico e privato. La nostra filosofia èquella di creare una università intemazionale che sia più radi­cata possibile su un'ampia estensione geografica".

M. B.

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EUROFLASHa cura di Monica Menapace

Selezionati i progettiLEONARDO 1997

Si è conclusa la valutazionedei progetti per il programmaLEONARDO (formazioneprofessionale) inoltrati nel1997. Su 1.823 progettipresentati ne sono statiselezionati 724, di cui 708provenienti dai 18 paesi chepartecipano al programma findalla sua nascita, 14dall'Unghel"ia e 2 dallaRomania. I partner coinvolti neivari progetti sal"anno 15.000.La selezione è awenuta inconformità a precisi criteri diqualità ed in accordo con lecinque priorità stabilite dallaCommissione Europea:acquisizione di nuovecompetenze da parte deipartecipanti, creazione dicontatti e collaborazioni tl"asistema educativo e mondodel lavoro, lotta all'esclusione,promozione degli investimentinelle risorse umane eformazione continua nelsettore delle nuove tecnologieche caratterizzano la "societàdell'informazione" .Il finanziamento dei progettiselezionati sal"à coperto conI07,7 milioni di ecu. Ilprogramma LEONARDOpermettel"à a più di 9.000studenti e quasi 19.000giovani (apprendisti, giovaniche sono entrati da poco nelmondo del lavoro e giovanidisoccupati) di partecipare aprogetti in imprese e centri diformazione in un altro paese

europeo, esperienza chepermetterà di migliorare laloro posizione nel mercatodellavomIl carattere transnazionale, lavarietà dei settori coperti daiprogetti LEONARDO ed ilcontinuo aumento dellepartnership tra impl"ese ecentri di formazionepartecipanti al programma,hanno reso possibile lacreazione di una reale al-eaeuropea della fOI-mazioneprofessionale.

InsegnamentolGaranziedi valutazionedella qualità

La cooperazione europea agaranzia della qualitàdell'insegnamento superioreed univel-sitario è stato unodei temi trattati in occasionedel Consiglio europeosull'istruzione tenutosi aBI"uxelies il 20 novembrescorso.Il Consiglio sta lavorando aduna raccomandazione suquesto argomento. I punti giàemersi dai lavori preparatoririgual-dano la creazione di unsistema tl-asparente divalutazione della qualitàdell'insegnamento. Essa sal"àgarantita dall'indipendenzadegli organismi di valutazionee da procedure emetodologie scrupolose, chetengano però in dovuto contole particolarità e l'autonomia

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degli istituti da valutare.Il Consiglio ha inoltreevidenziato la necessità di fai"partecipare alla valutazioneelementi sia intel-ni che esterniall'istituto e I-appresentantidelle differenti partiinteressate. I risultati dellevalutazioni saranno pubblicatie gli istituti saranno invitati atenerne conto.

"Euratom" e quintoProgramma quadro

In occasione della sessionesulla ricerca del 12 febbl"aioscorso, il Consiglio Europeoha presentato una posizionecomune sul quintoProgramma quadro per laricerca e lo sviluppotecnologico, e sul quintoprogramma quadro per laricerca nel campo dell'energiaatomica "Euratom". Il testopassel"à ora al ParlamentoEuropeo per la secondalettura pel" poi essereformalmente adottato.Lo stanziamento pl"evisto è di14.000 milioni di ecu, 12.740dei quali per il programma diI-icerca e sviluppo e 1.260 perla ricerca Euratom.La struttul-a del quintoProgramma rompe con latradizione dei precedentiprogrammi quadro: ilprincipale elemento innovativoè l'introduzione di unadistinzione tra "azioni dirette"e "indirette".Le azioni dirette, cheprevedono uno stanziamentodi 688 milioni di ecu,riguarderanno attività diI-icerca scientifica e attività disupporto scientifico e tecniconei diversi settori, organizzate

e realizzate a cura del JointResearch Centl-e GRC). Ilcentro lavorel"à in strettacollaborazione con lacomunità scientifica e leimprese europee.Le azioni indirette, copertecon uno stanziamento di12.052 milioni di ecu,potl"anno essel-e promosse dauniversità e centl-i di ricerca.Esse saranno ol-ientate suquattro differenti areetematiche: miglioramentodella qualità della vita egestione delle risorse naturali;creazione di una societàdell'informazione accessibile atutti, promozione di unacrescita competitiva esostenibile, energia, ambientee sviluppo.Il quinto Programma quadropl-evede inoltre attività diricerca "orizzontali" chepermettano di conseguire deifini più generali qualil'affermazione del ruolointernazionale della I-icercacomunitaria europea, lapromozione di progettiinnovativi, la partecipazionedelle piccole e medie impresealla ricerca scientifica el'accrescimento del potenzialedi conoscenza socio­economica.Per quanto riguarda ilprogramma Euratom, essosal"à caratterizzato da dueazioni chiave indirette, lafusione termonuclearecontrollata (792 milioni diecu) e la fissione nucleare.Restano ancora da definire leregole di partecipazione diuniversità e centri di ricerca alquinto Programma quadro ele modalità di diffusione deiI-isultati della ricerca.

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EUROPA OGGI

abstractErnsmus is now ten yenrs old. In this issue, the "Europn oggi"colu111n is devoted to this nnniversnry.The progra111 wns lnunched in 1987 by the Tnsk Force HumnnResources. ]t nllowed aver hnlfn million w7iversity students tognin n study nnd life experience nbrond. ]t chnnged thestructure of the Europenn universities, removing them fromthe!r trn.ditio!wl isolntion nnd turning cooperntion n11l0ngunLVersltles 1I1to n rule rnther thnn nn exception. ]t set up thebnses far n truly henrifelt Europenn citizenship.To-dnte, in ndditio17 to the 1110bility of students nnd tenchers, itpromotes: the orgnnizntion of intensive courses forn~ultinntionnl t~nching; the experimentntion nnd compnrison ofdifferent educntlOnnl systems; prepnrntory visits of tenchersnnd ndl11inistrntive personnel far n long-lnsting nnd soundcoopernti.on nmong educntionnl institutes; the orgnnizntion ofthe condltlOns thnt nre nt the bnsis of mobility progrmlls; theelnborntion of lI1ethods for the recognition of studies nbrond; theformuln~ion of COl1ll1wn curriculn far the vnriolls Europennun/versales; the nrrnngement of integrnted lnngunge courses;the nctivity of Europenn nssocintions of professors, studentsnnd ndl1linistrntive personnel; the setting up ofinter-university thel11ntic networks.Erns11llls, whose fields ofnction were significnntly extended nsspecified nbove, is by now included in n wider EuropennCOI1l111unity progrnm: Socrntes. The nrticle provides n detnileddescription of whnt chnnged in Ernsl11us nnd how, nnd isfollowed by nn interview with Dornenico Lennrduzzi, thedirector of the Edllcntion Depnrtl11ent of the EuropennComll1ission w/w is in chnrge of the Socrntes progrn11l.Besides, the colullln provides ndditionnlnews nbollt the revivnl~f higher.edllcntion in Bnden-Wiirtte11lberg (Ger11lnny), the/ncrense 111 the nU11lber ofndults nttending French universitiesnnd the growing number of registrntions in Russinnun iversities.As uSLlnl, "Europn oggi" colnes to nn end with n series ofnews-flnshes.

Ernsmus n dix nns. C'est ii son nnniversnire qu'est consncrée Inrubrique "Ellropn oggi" de ce nU11léro.Le progrn 111 111e fut lnncé en 1987 pnr In Tnsk Force RessourcesHumnines. Il n per11lis ii plus d'un de11li-million d'étudinntsuniversitnires de fnire une expérience d'étude et de vie iil'étrnnger, il n chnngé In strLlcture des universités européennesen les dégngennt de leur isolel1lent trnditionnel, en fnisnnt de Incoopérntion entre les universités ln règle plutat que l'exception,il n jeté les bnses d'une citoyenneté européenne vrniment sentie.Altjourd'hui, ii caté de In 1110bilité des étudinnts et desprofes~eu rs, il soutient: l'OIgnnisntion de COLI rs intensifs pou rl'enselgne11lent l11ultinntionnl; l'expérimentntion et Incompnrnison de différents systèmes pédngogiques; les visitesprépnrntoires d'enseignnnts et de personnel ndmin istrntif pourune coopérntion perl11nnente et efficiente entre les insitutions;l'OIgnnisntion des conditions qui sont ii In bnse desprogrn11ll11es de 1110bilité; l'élnborntion de l1Iéthodes dereconnnissnnce des études fnites ii l'étrnnger; In forrnulntion deprogrn111111es d'études coml1luns entre les différentes universitéseuropéennes; In progrn11lmntion de cours de lnngue intégrés;l'nctivité d'nssocintions européennes de professeurs, d'étudinntset de personnef nd111inistrntif; In mise nu point de résenuxthémntiques inter-universitnires.Emsl11us - dont les dOl11nines d'nction, nous l'nvons vu, se sontconsidérnblement étendus - fnit désorl11nis pnrtie duprogrnl1111le communnutnire plus vnste Socrntes. A l'nrticle quiillustre en détnil ce qui n chnngé dnns Ernsmus et de quellefnçon,fnit suite un entretien nvec D011lenico Lennrduzzi,directeur du Dépnrtment lnstruction de In CommissionEuropéenne, responsnble du progrnl1'll1le Socrntes.Ln rubrique donne nussi des inforl11ntions sur la relance del'instruction supérieu re dnns le Bnden-Wiirttel1lbelg(Allel11agne), l'nugl11entntion des inscriptions d'ndultes dansles u17iversités frnnçnises, et In croissnnce des inscriptions nuxuniversités russes.Comme d'hnbitude, "Europn oggi" se termine pnr une série denouvelles flash.

" "resume41

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UNIVERSITAS 67

Così uguali, così diverse. Università e industria sono due partner la cui interazionepuò dare grandi frutti, proprio in virtÙ dei differenti contributi che possono

apportare al processo produttivo

Università e industria nei paesi Ocse

OBIETTIVI COMUNIRaffaella Cornacchini

La cooperazione tra industria e istru­zione superiore, attualmente in fasedi forte espansione e diversificazionea seguito delle mutate politichenazionali e degli accordi stretti tra lesingole istituzioni, è già stata oggettodi alcuni lavori dell'OcsE. In generale,però gli studi al riguardo, specie se ditipo statistico, sono scarsi. Il più re­cente, frutto dell'attività di ricerca diMalcolm Skilbeck e Helen Connelll,intende analizzare tale cooperazionealla luce dei cambiamenti in atto nel­l'istruzione superiore di diversi paesimembri dell'OcsE. E si noti che il ter­mine "istruzione superiore" è in que­sta sede considerato nel senso piùvasto e comprende pertanto tma vastagamma di istruzioni di tipo non uni­versitario, si chiamino esse Politecni­co, Fachhochschule, Hogeschole oCommunity College.

Analogie e differenze

In questo scorcio di secolo, segnato dalpassaggio da una muversità di élite atma muversità di massa, i sistemi deivari paesi, pm nelle loro differenzeSh"tlthu'ali, presentano delle problema­tiche e degli aspetti comtmi: la diversi­ficazione della popolazione studente­sca e la conseguente esigenza diampliare il ventaglio dei corsi offerti; lacapacità di adottaTe tempestivamentetm ampio repertorio di metodi di inse­gnamento e di procedure di valutazio­ne; la necessità di espandere le fonti disovvenzionamento al di là di quellepubbliche; il ruolo predominante svol­to dal governo nella definizione degli

obiettivi politici e l'esigenza di raffor­zare i legami tra ish'uzione superiore emondo econonuco al fine di agevolarel'inserimento dei lameati in tm merca­to del lavoro in costante evoluzione.Sin dalle loro origini, nel tardoMedioevo, le muversità halmo dispen­sato tma formazione di carattere pro­fessionalizzante. Tuttavia, a partiredal diciottesimo secolo, si è avuto ildistacco tra mondo accademico emondo economico; l'università haallora formulato la sua missione e isuoi valori fondamentali in terminidiversi da quelli direttamente collega­ti all'entrata nella vita attiva dei lau­reati. Si perseguiva il sapere, più chele sue applicazioni pratiche.Negli ultimi trent'anni, i fortissimicambiamenti avvenuti nelle struthlreeconomiche e sociali hanno postonuove sfide al mondo dell'istruzione.Il ruolo dell'università nella societàha trovato ampio riconoscimento e laricerca e l'insegnamento sono statimaggiormente letti come possibilisoluzioni per i problemi sociali, eco­nomici, politici e industriali. L'm1i­versità non vuole più, quindi, esserecluusa nella sua torre d'avorio, ma, alcontrario, considera prioritario il dia­logo con la comunità allargata.Alla base di questo fenomeno possia­mo cogliere diversi fattori: la com­prensione delle esigenze dell'indu­stria moderna alla ricerca di personalequalificato; l'innovazione tecnologicache ha favorito tra l'altro forme nuoveed alternative di istruzione (a distan­za, ricorrente, etc.); la crescente con­vergenza tra mondo dell'educazione emondo economico; la democratizza-

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zione che ha ric1uesto alle muversitàprincìpi di equità e politiche di liberoaccesso; le richieste avanzate dai sin­goli, che hanno portato all'muversitàdi massa; la diminuzione dei finanzia­menti a seguito dei tagli alla spesapubblica. Tutto ciò ha fatto sì che l'u­luversità acquisisse carattere impren­ditoriale e ricercasse tma maggioreindipendenza finanziaria.

I rapporti di cooperazione

I rapporti di cooperazione tra univer­sità e mondo del lavoro si sono dap­prima concretizzati in progetti diricerca applicata alle esigenze dell'in­dustria o di trasferimento di tecnolo­gie. L'approfondimento di tale inter­scambio ha consentito a entrambe leparti di comprendere che ad esserecoinvolto è l'intero processo di docen­za e apprendimento.Sebbene in generale vi siano apertmaed entusiasmo nei confronti di tmareciproca collaborazione, molte Ìluzia­tive hanno hlttora un carattere tmila­terale. Progetti ed energie provengonospesso dagli atenei e i sovvenziona­menti halU10 quasi sempre tma matri­ce governativa. Ci sono, ovviamente,ecceziOlu al riguardo, ma è facile nota­re che l'industria può ampliare - e dimolto - la propria azione.Se da tempo, infatti, le facoltà e idipartimenti di natura piÙ professio­nalizzante collaborano con il mondodel lavoro, la cooperazione nell'ambi­to delle discipline letterarie e socialista muovendo i primi passi. Eppuresolo tma piccolissima percentuale dei

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laureati in queste discipline rimanenell'ambiente accademico; quasi hlttimirano a tm inserimento lavorativo ditipo diverso.Va poi notato che i laureati di questefacoltà, pur non essendo dei super­specialisti, presentano, proprio inforza della loro formazione piÙ gene­rale e meno tecnica, doti migliori diragionamento, di sintesi e di analisi, discioltezza verbale, di problel11-solving epossiedono quindi gli stnunenti otti­mali per l'inserimento in tm ambitolavorativo in costante evoluzione ecaratterizzato da tma sempre maggio­re flessibilità e mobilità (e in questocontesto vale la pena di ricordare chealcuni college americani, tra cuiHarvard, hanno istituito dei corsiobbligatori che consentano a hltti glistudenti di avere ili1 bagaglio minimodi conoscenze in tali ambiti).Ulteriori motivi per il rafforzamentodei legami tra l'industria e le facoltàumanistiche e sociali sono 1'altonumero dei loro iscritti, il forte tassodi disoccupazione dei loro laureati,che è purtroppo destinato a crescereulteriormente a seguito della contra­zione dei posti di lavoro nel settorepubblico, sbocco principale per talifacoltà, e la diffusa insoddisfazione

DIMENSIONE MONDO

per curriculn considerati poco rispon­denti alle proprie esigenze.

L'interscambio fra due mondi

Già Aristotele parlava di differenze trail sapere teoretico e il sapere tecnico;piÙ recentemente John Dewey sottoli­neava che nel mondo moderno sareb­be tm errore equiparare teoria e ish'u­zione e vederle in opposizione con ilbinomio prassi-attività professionale.Il rapporto tra questi due mondi sibasa su ili1 interscambio assai piÙ sot­tile di ftmzioni e interessi; e se l'indu­stria richiede e fornisce opporttmità ailaureati, l'università può insegnareagli shldenti non solo concetti, idee efatti, ma anche tecniche, know-how eformule applicative. La pnrtnershipdeve quindi essere basa ta, caso percaso, StÙ contributo che ogntma delledue parti può fornire a tm bacinoC0111tme di competenze e conoscenze,tenendo presente che forse, al momen­to, bisogna ptmtare non tanto sul sape­re o sul saper fare quanto, a fronte ditm mondo lavorativo in costante evo­luzione, StÙ saper essere e sul saperepretendere da se stessi, in qualtmqueambito, alti standard qualitativi.

Il rapporto tra industria e tmiversitàpone poi tU1a serie di problemi acces­sori. Un argomento molto delicato èquello riguardante il riconoscimentodei crediti ottenuti grazie a un'attivitàlavorativa e dtmque al di fuori dicorsi formali; nonostante la comples­sità e i costi relativi di tale valutazio­ne, il 60% delle ili1iversità australianeha già adottato iniziative volte a rico­noscere questo tipo di crediti.Un secondo aspetto è dato dallo svi­luppo di strategie miranti a consentireuna formazione permanente intesacome arricchimento personale e socia­le che aiuti a restare competitivi nelmondo del lavoro. Così l'apprendi­mento attuato al di fuori dell'aula, nelcontesto lavorativo, diventa tU10 sh'u­mento per consentire la formazionepermanente. Negli USA tale tipo di for­mazione viene promossa e valorizzatagrazie alla collaborazione tra tmiver­sità, datori di lavoro, associazioni pro­fessionali e organismi di collocamento.

L'esempio della MotorolaUniversity

Esemplare in questo senso è il casodella Motorola University, una strut-

UNIVERSITÀ USAII rischi della xenofobia

Niente dura in etel'no, neanche la supremazia degli USA nel campo scientifico e tecnologico. Il rischio è più che reale, per DorothyZinberg. docente alla Hal'val'd University. La causa? Le l'estl'izioni alle politiche sull'immigrazione poste in atto dal Dipartimento diStato. Il numem di immigl'ati clandestini è in fOl'te ascesa nella Califomia mel'idionale e negli Stati confinanti con il Messico, ma talefiusso l'iguarda pel' lo più lavol'atori non qualificati.I sentimenti xenofobi, che trovano sempre più spazio nell'animo degli amel'icani, non fanno molta differenza tra il lavapiatti clande­stino e lo scienziato di fama intel·nazionale. Gli scienziati e ingegneri straniel'i ammontano al 15% di tutti gli scienziati ed ingegnerioperanti negli Stati Uniti, ma a 10m si devono il 22,5% delle principali scoperte nel campo delle scienze biologiche e il 3 1% nell'am·bito delle scienze fisiche.Parimenti considerevole è il numero di studenti stranieri: sono 250.000 nelle sole facoltà scientifiche secondo le ultime stime, ma ilDipartimento di Stato sta già negando l'accesso ai candidati provenienti dall'India e dalla Cina. Il timore che i giovani, una volta lau­reati, non rientrino nei 10m paesi di origine è forte.Tutto ciò comporta un l'ischio di provincializzazione di quella che è stata l'università più multiculturale e avanzata del mondo.Le cifre l'elative al tasso di disoccupazione dei giovani amel'icani che conseguono adesso il PhD non getta cel'to acqua sul fuoco.Sebbene, pl'esi nel complesso, soltanto 1'1,6% dei dottol'i di ricel'ca l'isulti disoccupato e il 4,3% sottoccupato, tali tassi subiscono unabrusca impennata considel'ando da sole le nuove generazioni. Qui l'isulta alla ricerca di un lavoro il 15% dei dottol'i in matematica,mentre un ultel'iore 4,2% si dichiara sottoccupato. Anche in altre discipline, come geologia, fisica e astmnomia, i nuovi posti di lavo­ro sono di gran lunga inferiori al numero dei dottorandi. E allora si diffonde la voce che sono gli stranieri che sottraggono il lavoroai giovani americani, che dopo anni e anni di permanenza all'università non vedono più assicurato, come nel passato, un posto nelmondo accademico o nella grande industria.E se gli scienziati americani SbatTano le porte agli stranieri, come possono sperare di essere bene accetti nei paesi che si vedono daloro respinti? In molti campi la collaborazione intemazionale è fondamentale. La ricerca scientifica è uno di essi. -

Re.

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LA "PESCA" INTELLETTUALE

Nei paesi DeSE, un giovane su cinque punta all'istruzionesuperiore, in gran parte a carico dei contribuenti. Cosaottengono in cam.bio i suoi concittadini?

tura creata nel 1980 per consentire adogmmo dei 139.0?0 imp~egati de!gruppo di usufnnre ogl1l anno dIalmeno cinque giorni di formazionerestando così all'avanguardia in unsettore ad alta tecnologia. Benché nonsi h'atti quindi di un ateneo nel sensotradizionale del termine, la MotorolaUniversity costituisce un eccellenteesempio dell'interazione che può esi­stere tra accademia e industria.In conclusione, la cooperazione trauniversità e industria va vista come lmrapporto tra pnrtner uguali ma di~ers~.

UguaIi perché ogmma delle parti puocontribuire al rapporto e può trarrefrutti da esso; diversi perché i conh'i­buti si integrano in lm insieme anno­nico che neSSWla delle due parti dasola potrebbe conseguire. Sebbene tal­volta aleggi Wla certa diffidenza reci­proca e ci si senta come asserviti agliinteressi dell'altro, l'esperienza mostrache questi timori sono infondati.La pnrtnership asswne solitamente unadi queste forme: proposta di nuovicorsi o di nuove politiche istituzionaliformulata dalla sola industria e dafonti governative; sviluppo di corsitenuti in collaborazione da esponentidel mondo accademico e lavorativo;elaborazione di corsi per la formazionericorrente di personale già operante inazienda da parte delle wuversità; alter­nanza aula-azienda (i cosiddetti corsi­snndwich); attività di docenza svoltanell'wuversità da parte di esponentidel mondo del lavoro; elaborazione diprogetti di studio che richiedano aglistudenti contatti con l'industria; utiliz­zo degli studenti come agenti di trasfe­rimento di tecnologia all'industria;supervisione congilmta di progetti daparte di indush'ia e wuversità; ricono­scimento dei curriculn formativi daparte delle associazioni di categoria(ad esempio commercialisti, arclutetti eingegneri), coinvolgendo gli esponentidell'industria nella valutazione dei cur­riculn; riconoscimento dei crediti for­mativi che includano precedenti espe­rienze lavorative nel percorso versolma qualificazione accademica; servizidi sviluppo dei percorsi professionaliofferti dalle università.

NOTE

l Cfr. /Ildl/stry alld Higher Edl/catiDlI, February1996, pp. 9-22.

L'istruzione superiore come Lma sortadi "pesca" intellettuale, designatameglio a individuare i piÙ brillantiprofessionisti del futuro che a dotarlidi qualifiche produttive. Oppure, l'i­struzione come investimento checostruisce un "capitale umano" cherende gli individui piÙ produttivi eda cui quindi trae beneficio la societànella sua interezza. Sono queste ledue opposte filosofie con cui gli eco­nOlnisti guardano al fenomeno dell'u­niversità di massa. L'Organizzazioneper la Cooperazione e lo SviluppoEconomico, che a maggio dovrebbepresentare un rapporto destinato aiministri delle Finanze europei, speradi conciliare queste due visioni dellaspesa sociale che l'università compor~

ta. E intanto lavora su due documenti(Educntion policy nnnlysis ed Educntionnt n glnnce) elaborati sugli indicatoridel '97, che mostrano come sia moltopiÙ difficile misurare i benefici chederivano alla società rispetto a quelliche ne traggono i singoli individui.Mentre lm tempo l'lmiversità riguar­dava solo lm'élite della popolazione,oggi riguarda il mercato di massa:Nei '17 paesi OCSE, la percentuale dIgiovani fra i 18 e i 21 almi che usu­fruiscono dell'istruzione superiore ècresciuto dal 14,4% nel 1985 al 22, 4%nel 1995. Anche il costo è awnentato:l'istruzione superiore copre ora inmedia 1'1,6% del PiI. Nella maggiorparte dei paesi OCSE, la fetta piÙ gran­de del costo dell'università vienesostenuta dai contribuenti.In questo contesto, la teoria della"pesca" intellettuale indubbiamenteha lm senso. Le inserzioni di chi offrelavoro specificano "si cerca laureato";le aziende setacciano i cnmpus allaricerca di futuri dirigenti; in moltipaesi vengono rigidamente richiestititoli accademici per poter accederead alclme professioni. Questi elemen-

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ti aiutano a spiegare due fatti eviden­ti: oVlmque i laureati guadagnano piÙdei non laureati, e ovunque i laureatihanno molte meno probabilità dirimanere disoccupati. L'OCSE calcola,per esempio, che le donne inglesi lau­reate guadagnano il 95% in più dellesemplici diplomate. E il tasso mediodi disoccupazione nei paesi OCSE nel1995 per i cittadini tra i 25 e i 64 almiera del 7% per i diplomati (negli isti­tuti di istruzione secondaria) ma solodel 4% per i laureati.Se la "pesca" intesa come selezionefosse tutto ciò che l'istruzione univer­sitaria ha raggiunto, ci sarebbero benscarse ragioni per i governi di finan­ziarla. In primo luogo molta gentepagherebbe volentieri per studiare sequesto di traducesse in un guadagnoeconomico (benché per quelli che nonpossono pagare da soli ci sarebberopossibilità di ottenere dei prestiti sta­tali). In secondo luogo, sulla base del­l'assunto che dal processo di selezio­ne trae beneficio la società nella suainterezza, ci sono sicuramente modipiÙ economici per "pescare" ~ cerv:l,liche non attraverso le Ul1lVerslta.Infine, piÙ aumenta il numero di per­sone che completano l'wliversità epiÙ diminuisce il valore della laureacome indicatore di merito speciale.D'altra parte un argomento a favoreper la teoria della "pesca" viene da unrecente studio sull'istruzione superio­re, da cui si evince come il "premio"in termini di retribuzione dei laureatisia diminuito negli Anni Settanta,dopo l'espansione dell'istruzionesuperiore della fine degli Amu Ses­santa. Anche nei paesi OCSE conun'alta percentuale di laureati, chi halm titolo accademico continua a gua­dagnare molto piÙ di chi non lo ha:negli USA, dove c'è la piÙ alta quot~

di laureati del mondo, nel '95 eSSIhamlo guadagnato in media il 74% in

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piÙ dei diplomati e avevano solo lametà del tasso di disoccupazionemedio.C'è poi da aggiungere che pochi stu­denti lasciano l'università senza averimparato qualcosa, e quello che impa­rano li rende probabilmente lavorato­ri migliori e piÙ qualificati. Il ritornoeconomico piÙ diretto, in forma diaumento di guadagni e prospettive dimiglior impiego, va ai singoli laurea­ti: soppesando i benefici con i costi, ilaureati includono fra questi sia letasse universitarie che i guadagnipersi per il solo fatto di studiare anzi­ché esercitare un lavoro a tempopieno. Anche la società trae vantaggioda questo aumento di guadagni, intermini di maggiori introiti fiscali ediminuzione di sussidi di disoccupa­zione e di entrate.

Perché investirenell'istruzione superiore

Che altro potrebbe giustificare gliinvestimenti sociali nell'istruzionesuperiore? La risposta immediata èche la società nel suo complesso gua­dagna in termini di una pili rapidacrescita economica. Inoltre una ricer­ca recente ha dimostrato l'esistenza diun nesso tra il rafforzamento delruolo del capitale umano e la promo­zione della crescita e dello sviluppo. Ipaesi che investono di piÙ nell'istru­zione, rivela l'indagine, ne raccolgo­no i frutti a ltmgo termine.Al contrario, svariate analisi sottoli­neano che le nazioni che investonopoco nella formazione non hannograndi prestazioni. Ma allo stesso

DIMENSIONE MONDO

tempo è difficile quantificare il rap­porto fra crescita da una parte e inve­stimento nell'istruzione, soprattuttoaccademica, dall'altra. Nessuno è ingrado di dire se l'economia cresceràpiÙ velocemente perché le iscrizioniall'tmiversità passano dal 20% al 22%in virtÙ di maggiori investimenti sta­tali.Si possono trarre due conclusionidalle considerazioni dei rapportiOCSE. In primo luogo, gli studentidovrebbero sostenere maggiormenteil costo delle tasse: è quello che staaccadendo in America, dove essesono cresciute molto piÙ velocementedel costo della vita, ed in GranBretagna, dove la maggior parte deglistudenti pagheralmo a partire dal set­tembre di quest'anno 1.000 sterline (alcambio attuale 3 milioni di lire) perstudiare.In secondo luogo, difficilmente igoverni potranno tagliare i fondi alleuniversità senza compromettere laqualità dell'insegnamento. Gli ateneitedeschi, che spendono per ogni stu­dente circa 8.400 dollari l'almo, appa­rentemente pagano meno del Cana­da, che spende circa 11.300 dollari.Però, mentre i tedeschi passano seialmi all'università, i canadesi posso­no scegliere lauree brevi, corsi piÙflessibili. Cosicché, alla fine, in Cana­da il costo totale per ogni studentelaureato è meno della metà di quellodella Germania.Alla società si richiede di investirenell'tmiversità, ma di farlo con sag­gezza.

(Fonte: The Ecol1ol11ist)

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PHOENIX/L'università che non c'è

Un'esperienza finol-a unica al mondo è quella dell'Università di Phoenix, negli StatiUniti: un'università senza facoltà e biblioteche, che impartisce le lezioni a distanza, pervia informatica, e che ammette solo studenti di più di 23 anni e con un lavoro. Il 75%dei suoi 40.000 alunni vede risarcito dalla pr-opria azienda una parte o il totale delletasse universitarie, circa 6.500 dollari l'anno: un po' più care delle università pubbliche,ma più economiche di quelle private. Altra par-ticolarità è che, nonostante questoorientamento aziendale, l'Università di Phoenix non fa parte dei 1.200 istituti di studisuperiori creati dalle aziende americane (corporote universities); nessuno di essi, tra l'al­tro, gode di un titolo parificato, mentre l'Università di Phoenix è riconosciuta ufficial­mente tra le università americane.

M. B.

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abstractIn this issI/e the section "Dimensione mondo" focuses on aresearch work promoted by the OECO, the subject of ~uhich i~

the coopemtion between industry and hig!1el.· edl/cntlOJ1. T/l1Scoopemtion is now expaJ1ding and dIVersifYll1g dl~e to newnational policies and new agreements slgned by sll1gleinstitutions.At the tum of this century in which the élite unive!'sity hastumed into a mass university, the systems of the differentcountries, in spite of their stn/ctuml differences, presentconllllOn problems and features. . .The universities have been dispensing a professlOnal educatlOnsince their very begiJ1ning in the late Middle Ages. 5ince theXVIII century, 11Owever, following to the sepa.mtion. betweenthe acndemia and t!le economic world, the u11lverslt/es havebeen pursuing knowledge more than its pmcticnl applicntions:In the last 30 years the deep changes in the eCOllOl1/1C ~nd sOCialstmctures originated new challenges. to the I~orld of h/~hereducntion. The role played by the l./luverslty In the soclety .found a greater acknowledgement and research and edu.cntlOnare now considered as possible solutions for seveml socml,economic, political and industrial issues. High~r educati~n isno longer enc/osed in its ivory tower and the dmlogue wlthsociety has /lOW become a priority.The relation between higher educntion and the labour markettook initially the forni of applied research projects fin~lized toindustriai needs or to the trnnsfer of technology. As tune wentby, the parts realized that the whole teaching and learningprocess was involved. .In spite of the enthusiasm toward a mutu~l collabomtlOl~,

seveml initiatives are stili unilateml. ProJects and enelglesoften originate frol11 the universities and funding i~ almostalways provided by the government. There are o?vlOuslyexceptions to this mie, but it is easy to see that 111dustry cnnwiden by far its action. . .Let us considerfor instance the Motorola UJ11Verslty.Motorola, a large industriai group with 139,000 employeesestablished in 1980 so as to enable each and every one of ItSemployees to attend it for at least five days a year. This .updating tmining is essential ~o re/~wiJ: at the l~ad of a lugh­tech sector. Although not a Ulllverslty 111 the stnct sense of thetenn, the Motorola University is an excellent example of asuccessful intemction between the academia and the industriaiworld.The cooperntion between higher educntion and industry shouldbe seen as a relation between equal, though different, partners.Equal since both partners cnn contribute to ~heir cooperntiol?and profit frol11 it; different since their contnbutlOns l11erge II1toa harmonious whole which could not be achieved by one of thepartners alone. Although a certain mistrust cnn .sol11etimes befelt and in spite of the fear to be enslaved to the II1terest of theother, experience shows that the fears are not founded.

Dans ce numéro, la mbrique "Dimensione mondo" s'inspired'une recherche de /'OCOE pour aborder le thème d~ I~ .coopérntion entre !'indI/strie et /'enseignement s~lper~eUl~ qu.,est ii présent en train de se développer et de se dIVersifJer sUiteal/x changements des politiques nationales et des accordsconc/I/s entre les différentes institutions. .., ".Dans cette fin de sièc/e - olÌ /'on est passé de /'1IJ11Verslte d el,teii celle de masse -les systèmes des différents pays, tout en ayantdes inégalités structurnles, présentent néanl110ins desproblématiques et des aspects communs. .. ,Dès leur origine, vers la fin du Moyen Age, les UI1lVersltesontdispensé une formation de type professionnalisant. Toutefols,depuis le dix-11Jlitième sièc/e, le monde acadél1JJque ~t le !u,ondeéconomique se sont séparés: ii ce moment-/ii, les UI~LVersltes

visaient les savoir pll/tat que ses applicntions prntlques. .Au cours des tI'ente dernières années, les bouleversements qUI sesont produits dans les strl/ctures éconol1liques. et socia~es ontlancé de nouveaux défis au monde de /'éducntlOn. Le role de/'université dans la société a été largement reconnu et la rec!l~rche

et /'enseignement ont été de plus en plus vus cOnlme de posslblessolutions pour les problèmes sociaux, économiques, pohtlque~ etindustriels. Dès lors, l'université ne veut plus rester enfermeedans sa tour d'ivoire mais, bien au contrnire, elle estime que ledialogue avec la com"lun~uté élarg~e so/t pr!o~·itaire.

Les rnpports de coopérntLOn entre l UJ1Jverslte et le monde del'emploi se sont d'abord concrétisés da~1s des p~'ojets ,derecherche appliquée aux exigences de lll1dustrle ou a celles dutrnnsfert des technologies. L'approfondissement de cet échangeréciproque a permis aux deux partenaires de comprendre quec'est le processus tout entier d'enseignement et d'apprentlssagequi est concerné.On manifeste en généml de l'ouverture et de l'enthousiasmevis-ii-vis d'une collabomtion mutuelle mais, malgré cela,nombre d'initiatives ont toujours un cnrnctère unilatér~l. Ta.n!les projets que les énelgies provien!1ent souven! ~es unLVerslteset les sllbventions ont presque touJours une ongll1egouvemementale. Il existe, bien Sal', des exceptions ii ce propos,mais il est facile de souligner que l'industrie peut élargir - et debenucoup - son action. . .L'artic/e cite l'exemple de la Motorola U11IVerslty, une struc!urecréée en 1980 pour permettre ii chacun des 139.000 el1lployesdu groupe de bénéficier chaque année d'au 1110ins cinqu jour~ deformation, en restant ainsi ii /'avant-garde dans un secteur almute technologie. Bien qu'il ne s'agisse donc pas d'une. .université au sens trnditionnel du mot, la Motorola U/1/versltyest un exemple excellent de l'internction qui peut exister entre/'acndémie et /,industrie.La coopérntion entre /'université .et l'~ndustrie ~oi~ e~re vuecom/ne un mpport entre partenalres egaux mais differentes.Egaux car chacun d'ellx peut contribuer ii ce mppo!·t et peut entirer des fruits; différents parce que leurs contnbutLOnss'intègrent ii un ensemble harmonieux qu'au,Clln ~es deu.xpartenaires ne pourmit ii lui seui obtel1lr. Mel11e SI palfOIS onsent flotter une certaine méfiOl1ce réciproque et on se sentpresque asservis aux in térets de l'au tre, /'expérience prouvecependant que ces cmintes son injustifiées.

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COOPERAZIONE INTERNAZIONALE

RIFUGIATI: UN'EMERGENZAUMANITARIA

Luca Cappelletti

L'Alto Commissariato delle NazioniUnite per i Rifugiati (ACNUR), la prin­cipale organizzazione mondiale per irifugiati, ha di recente pubblicato ilsuo terzo Rapporto bielmale, intitola­to I rifugiati nel mondo - Esodi di popo­lazione: un'emergenza umanitaria in cuiviene descritta la drammatica situa­zione di milioni di persone che, intutto il mondo, sono costrette a fuggi­re, e alle quali l'AcNuR offre protezio­ne e sicurezza.Il fenomeno dell'esodo forzato è dive­nuto molto vasto e i rifugiati in sensostretto rappresentano ormai poco piùdella metà delle persone aiutatedall'Alto Commissariato. Ci sonoinfatti altre categorie, come quantirichiedono asilo, gli sfollati, le popo­lazioni vittime della guerra, gli apoli­di o le persone la cui nazionalità èincerta, i rimpatriati, che necessitanocome i rifugiati di protezione e sicu­rezza. Tutti questi gruppi sono legatida lm filo comune: la necessità di fug­gire dalla propria terra per avere unavita dignitosa, nel rispetto dei dirittiumani fondamentali che in patria nonsono garantiti.L'AcNUR, che non vuole assolutamen­te sostituirsi alle istituzioni, ma nechiede la collaborazione e l'aiuto,"cerca di ovviare all'assenza dellaprotezione nazionale, tutelando lavita, la libertà e gli altri diritti dellepersone cos trette alI'esodo forzato oche rischiano di esserlo", come affer­ma Sadako agata, Alto Commissarioper i Rifugiati.

Alcuni dati

Nel 1990 l'AcNuR si occupava diquasi 15 milioni di persone; oggi, ilnumero delle persone "protette" è

Il Rapporto ACNUR 1997/98fornisce un'analisi

dettagliata e aggiornatadegli esodi non volontari, n'la

soprattutto vuolesottolineare l'importanza delruolo de li ,azione um.anitaria,

che nel tempo è divenutasempre piÙ insostituibile,

dato che i governi prestanoscarsa attenzione al

problema dei rifugiati

salito a 22,7 milioni. Questa cifra com­prende 13,2 milioni di rifugiati(secondo quanto stabilito dallaConvenzione di Ginevra del 1951relativa allo status di rifugiato e dalProtocollo aggilmtivo del 1967, ratifi­cati da 134 Stati), quasi 5 milioni disfollati (cioè persone fuggite dallapropria casa, ma che comunquerimangono all'interno del propriopaese), 3,3 milioni di rimpatriati, oltre1,3 milioni tra apolidi, popolazionireinsediate nella Federazione Russa eprovenienti dalla ex-Jugoslavia. Oltrea queste cifre allarmanti, non possia­mo dimenticare gli oltre 2,8 milioni dipalestinesi assistiti da un'altraAgenzia delle Nazioni Unite,l'UNRWA, e i quasi 3 milioni di sfollatipalestinesi.Secondo stime attendibili, oltre aiquasi 23 milioni di persone assistitedall'ACNUR, nel mondo esistonoalmeno altri 25-30 milioni di persone,per lo più sfollati e senza protezione,

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che fuggono dalla propria casa, vitti­me di 35 conflitti interehuci o guerrecivili, per lm totale complessivo diquasi 50 milioni di persone. Il nume­ro dei rifugiati in senso stretto è peròcalato dai 18,2 milioni del 1993 ai 13,2di oggi; ciò soprattutto a causa del­l'aumento degli sfollati e dei movi­menti di rimpatrio avvenuti in questodecennio, soprattutto in Cambogia,Afghanistan, Mozambico e Ruanda.Il munero degli sfollati è in continuoaumento, anche se manca un'orgaluz­zazione ad hoc che si occupi di loro;inoltre, non essendo protetti da leggio da convenzioni, spesso rimangonoprigi01ueri in zone di conflitto nellaloro patria e trovano sbarrate le fron­tiere dei paesi confinanti.Secondo il Rapporto, 29 paesi ospita­no più di 100.000 rifugiati. Tre paesihalmo lm mm1ero di rifugiati altissi­mo, come l'Iran con 2 milioni, ilPakistan con 1,2 milioni e la Ger­mania con 1,26. Ben 21 sono i paesi diorigine di più di 100.000 rifugiati cia­SClmo; i 3 maggiori paesi d'originesono: l'Afghal1istal1, con 2,7 milioni,seguito dalla Liberia con quasi800.000 e dalla Bosnia-Erzegovinacon quasi 700.000.Le cifre del Rapporto indicano che lamaggioranza dei rifugiati nel mondoè concentrata in Africa, con 4,3 milio­ni di persone, seguita dall'Asia con3,8 milioni.Molti esuli sono ritorna ti a casa:l'AcNUR rileva che, tra il 1990 e il1997, oltre lO miliolu di rifugiati sonostati rimpatriati, rispetto agli 1,2milioni del periodo 1985-90. Ad esem­pio, W1 almo dopo l'accordo di pacedi Dayton, oltre 250.000 rifugiatibosluaci sono tornati nelle zone d'ori­gine, mentre dalla Mauritania e daaltri paesi confinal1ti sono tornati in

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Mali oltre 150.000 Tuareg. L'Africa è ilcontinente che conta il maggiornumero di persone rimpatriate: bastipensare che in Mozambico, tra il 1992e il 1996, circa 1,7 miliOIù di rifugiatisono stati rimpatriati. Un discorso aparte meritano i dati riguardanti glisfollati, che si concentrano soprattut­to in Africa (circa 16 milioni), in Asia(6 milioni) e in Europa (5 milioni).Tra il 1985 ed il 1995, le domande d'a­silo presentate in Europa occidentale,Giappone, Nordamerica e Australiasono state pari a 5 milioni, anche sesoprattutto in Europa occidentale ledomande d'asilo sono diminuite del60% in 5 anni, passando dalle quasi700.000 nel 1992 alle 250.000 nel 1996.In Germmùa, il nLlli1ero delle doman­de di asilo è calato dopo la punta del1992, con oltre 438.000 domande,anche se rimane il paese che riceve lametà del totale delle domande d'asilodi tutta Europa.Molte richieste d'asilo non vengonoaccettate: in Europa, per esempio, trail 1991 e il 1995, sono state presentate2,4 milioni di domande, ma ne è statoaccolto solo 1'11%, a cui si aggiLlligeLm'analoga percentuale di permessidi soggiorno per motivi umanitari.Nel Nordamerica, invece, il tasso diriconoscimento è fortemente superio­re alla media europea, con punte del70% in Canada.Per la prima volta il Rapporto diun'organizzazione internazionalededica ampio spazio anche alla situa­zione degli apolidi. Secondo il dirittointernazionale, è apolide chi "non è

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considerato da nessuno Stato, ai sensidella propria legislazione, Llli cittadi­no", o colui al quale viene contestatala nazionalità. Gli apolidi - il cuinumero ammonta a qualche milione,basti pensare ai palestinesi sparsi intutto il mondo - sono stati spessodiscriminati e perseguitati, e per que­sto costretti alla fuga. Negli ultimianni, soprattutto in seguito alla fran­tumazione dell'Unione Sovietica, ilnumero degli apolidi è cresciuto, poi­ché molte persone, a causa di unaridefinizione delle frontiere o dell'e­manazione di nuove legislazioni inmateria di cittadinanza, hanno persola nazionalità.

La salvaguardia dei dirittiumani

È proprio a causa della mutata situa­zione storica internazionale, dopo lafine della guerra fredda, che emergeuna relazione sempre piÙ stretta tra lasicurezza delle persone e quella degliStati.La sicurezza di molte persone, negliultimi amù, è diventata sempre piÙ"a rischio": il fenomeno dell'esodo èvisto come un fattore politico di rile­vante importanza oltre che di instabi­lità. La comunità internazionale,minacciata da questi flussi incontrol­labili di persone, preferisce semprepiÙ delegare alle organizzazioniumanitarie le soluzioni a problemicosì complessi, aumentando le risorsedestinate agli aiuti di emergenza. Le

agenzie di soccorso, d'altra parte,sono chiamate ad agire in condizionisempre piÙ difficili e pericolose,dovendo lavorare in zone di conflitto,come in ex-Zaire, in Liberia e inBosnia. L'Alto Commissario Ogataafferma infatti che "gli strumenti diCLÙ dispongono l'AcNuR e le altreagenzie umanitarie sono limitati nellaloro natura e nel loro impatto. Perquanto possano essere gestite e coor­dinate con la massima efficienza, taliorganizzazioni non possono porretermine alle guerre civili, obbligaregli Stati a rispettare i diritti umani deipropri cittadini, né far cessare i tra­sferimenti deliberati di popolazionicivili" .In questo Rapporto vengono presen­tate nuove figure di rifugiati e sfolla­ti: quelli definiti "ambientali", cioècostretti a fuggire a causa di fenome­ni ambientali o per atti deliberati didistruzione ambientale. Un esempioper tutti è quello verificatosi in Asiacentrale, nella zona del lago d'Ara!,dove, dal 1992, 100.000 persone sonofuggite a causa di gravi problemidovuti all'eccessivo sfruttamentocommerciale delle acque. Esistono,inoltre, gli sfollati "per lo sviluppo":nell'ultimo decennio, la BancaMondiale ha individuato quasi 100milioni di individui che sono statievacuati per far posto a dighe o altreinfrastru tture.Vengono analizzate zone di grandiesodi, come la regione africana deiGrm1di Laglù e dell'ex-Ulùone Sovieti­ca. Sono coinvolti paesi come la Re-

Bali/bini etiopi, rill/patriati di recente dal Sudan, nella SCI/ala di Adabai

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pubblica Democratica del Congo (ex­Zaire), il Ruanda, il Burundi, laTanzania. In queste zone, da oltre treanni a questa parte, si registranoesodi forzati, spesso deliberatamenteprovocati dalle parti in lotta e utiliz­zati come strumento per assicurare orinforzare il controllo sul territorio. Imovimenti di rifugiati ruandesi ebunmdesi tra il 1996 e il 1997 sonoimpressionanti: di oltre 1.100.000 rifu­giati ruandesi, presenti nell'ex-Zaireorientale prima del conflitto dell'otto­bre 1996, 834.000 persone sono staterimpatriate (di cui 600.000 "sponta­neamente"), mentre di 213.400 rifu­giati non si conosce il destino, perchéuccisi o dispersi nelle foreste zairesi.Dei 150.000 rifugiati burundesi pre­senti nell'ex-Zaire prima del conflitto,100.000 sono atti rimpatriati (77.000spontaneamente), di 35.000 non siconosce la localizzazione e 4.500 sonorimasti nell'ex-Zaire.Più complessa e praticamente scono­sciuta all'opinione pubblica è invecela situazione delle regioni dell'ex­Unione Sovietica, il cui crollo ha fattospostare 9 milioni di persone nell'am­bito della regione a causa di diversifattori: conflitti civili e armati, conti­nue violazioni dei diritti umani, gravicrisi economiche, problemi alnbienta­li, desiderio di alcuni gruppi di ritor­nare in zone considerate lm tempocome patria. Proprio per far fronte aquesti problemi, su richiesta di alclmipaesi della CSI, l'AcNUR ha organizza­to nel 1994 una conferenza regionalesul problema dell'esodo involontarioinsieme all'Organizzazione Inter­nazionale per le Migrazioni (Ollvl) eall'aSCE. L'AcNUR si è occupato inmodo particolare di alcune popola­zioni, come gli Armeni, i Tatari diCrimea e i Turchi Mesketi, che subiro­no deportazioni ai tempi di Stalin eche ora vogliono tornare nella loroantica patria; ha inoltre avviato pro­getti per informare l'opinione pubbli­ca sui temi relativi alle migrazioni e airifugiati, promuovendo la tolleranzainteretnica pacifica.Dopo W1a Conferenza a Ginevra sultema, la realizzazione di alcuni pianid'azione e un appello di raccoltafondi congiunto ACNUR-OIM, la situa­zione appare ancora incerta: la comu­nità internazionale, rassicurata dal

COOPERAZIONE INTERNAZIONALE

fatto che gli esodi non riguardavanodirettamente i propri confini, si èpoco interessata ai problemi dellaregione e le realizzazioni concrete so­no state scarse.

La difesa dei dirittidei rifugiati

Rifugiato, è, secondo quanto affermala Convenzione del '51, colui che "acausa di lm fondato timore di perse­cuzione, per motivi di razza, religio­ne, nazionalità, appartenenza ad undeterminato gruppo sociale od opi­nione politica, si trova al di fuori delpaese di cui ha la cittadinanza e nonpuò, oppure, a causa di tale timore,non vuole avvalersi della protezionedi tale paese". Secondo questaConvenzione, i rifugiati beneficiarlOdel principio di "non refoulement"(non respingimento, cioè viene proi­bita categoricamente l'espulsione o ilrespingimento di un rifugiato allefrontiere dove egli possa essere ogget­to di persecuzione), ed i paesi checoncedono l'asilo devono garantire airifugiati il godimento dei diritti fon­damentali, nonché di W1a serie didiritti economici, sociali e politici.Negli ultimi almi, però, per i rifugiati" ...diventa più difficile trovare unriparo sicuro, al di là delle frontieredel proprio paese, e in molte zonepersone rifugiate in lU1 altro paesesono molestate, aggredite, e persinocostrette a tornare in patria contro laloro volontà", afferma il Rapporto. Inalcune regioni, i rifugiati sono costret­ti a fuggire da lm paese all'altro, perevitare attacchi e aggressioni. Infatti,in ogni parte del mondo, aumentanogli attacchi ai campi profughi, le vio­lenze sessuali conh'o le ragazze e ledOlme rifugiate e il reclutamento for­zato di uomini, ragazzi e bambini,con effetti traumatici a livello psicolo­gico. Le dOlme, in particolare, cherappresentano buona parte dellapopolazione rifugiata, subisconomolte forme di persecuzione legata alsesso come maltrattamenti, stupri,mutilazioni degli organi genitali,aborto forzato o sterilizzazione coat­ta, violenze domestiche.L'Alto Commissario ha comunquedenunciato che molti paesi, sia ricchi

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che poveri, sono uniti nell'impedirel'accoglienza ai rifugiati. Infatti, chirichiede asilo viene considerato comeuna minaccia per la stabilità delpaese. Soprattutto il ricco e "civile"Occidente, nell'ultimo decelmio, stasempre più sbarrando la strada airichiedenti asilo, o considerandolialla stessa stregua degli emigrantieconomici, o attraverso interpretazio­ni restrittive delle leggi, che scorag­giano questi esodi di disperati.L'effetto prodotto da questa situazio­ne di rifiuto di Europa, Nordamericae Australia genera un effetto a catenaanche nei paesi in via di sviluppo, chesono sempre più riluttanti ad ospitarei rifugiati per llmghi periodi. Questoatteggiamento sta portando graviproblemi all'ACNuR soprattutto nelleoperazioni di rimpatrio, che vengonoeffettuate senza la volontà dei rifugia­ti, sotto la pressione dei paesi d'asiloe senza le necessarie condizioni disicurezza. Il Rapporto denlmcia infat­ti che "il regime internazionale diprotezione dei rifugiati, eleborato sindall'inizio del secolo, è ora minaccia­to come mai prima".

Un piano d'azione

Per cercare di fronteggiare la gravesituazione attuale, l'AcNUR proponelm pial10 d'azione alla comunità inter­nazionale, incentrato su: interventiper sdradicare la povertà nei paesi invia di sviluppo, dato che un quartodella popolazione mondiale vive al disotto della soglia di povertà; promuo­vere i diritti umani e la democrazia;rafforzare le operazioni per il mante­nimento della pace nelle societàdistrutte dalla guerra; interrompere ilcommercio mondiale delle armi perridurre le violenze nel mondo; agire inmodo che i responsabili dell'esodoforzato di milioni di persone sianoindividuati e giudicati; preservareuno strumento prezioso della libertàumana come il diritto d'asilo. Perl'Alto Commissario delle NazioniUnite per i Rifugiati Sagako agata "lasfida del XXI secolo sarà di garantirela sicurezza delle persone: finché nonsi sentiralmo al sicuro nelle loro case,la sicurezza stessa degli Stati conti­nuerà ad essere rninacciata".

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IMMIGRAZIONE E ASILO

Riftlffi?ti tagichi in attesa di attraversare l'Alllu Darya per rimpatriare nel loro paesed'ong111e. Qezel Qal'a, provincia di Kunduz, Afghanistan

Intervista a Christopher HeinDirettore del CfR (Consiglio Italiano per i Rifugiati)

La nostra Costituzione, all'art. 10.3,riconosce il diritto d'asilo allo sh'anie­ro "al quale sia impedito nel suopaese l'effettivo esercizio delle libertàdemocratiche garantite dalla Costitu­zione" e rimanda l'intera materia adlilla legge ordinaria, finora mai vara­ta; alcune sentenze, tra cui l'ultimaemessa dalla Corte di Cassazione,Sezioni Unite, n. 04674/97, hannoconfermato l'immediata applicabilitàdel precetto costituzionale, anche inassenza di lilla legge attuativa. LaConvenzione di Ginevra del 1951 èstata ratificata dall'Italia con la leggen. 772 del241uglio1954, con lma limi­tazione geografica: infatti, i rifugiatiextraeuropei non potevano ottenere ilriconoscimento dello status di rifugia­to, ma avevano la protezione sotto ilmandato dell'ACNUR. Tra il 1952 e il1982 oltre 120.000 persone hannochiesto asilo in Italia.Nel 1989, con la legge n. 39 del 1990, lalimitazione geografica è stata abolita eviene stabilito che la nuova Com­missione cenh'ale per il riconoscimentodello statlls di rifugiato debba decidereslilla veridicità delle richieste d'asilo.

Il numero dei rifugiati propriamentedetti in Italia, rispetto agli altri paesieuropei, è sempre stato piuttosto bas­so; ogni am10, mediamente, ottengo­no lo status di rifugiato circa 300 per­sone, rispetto alle 2.000 richieste d'a­silo.In questi anni, per alcune "emergen­ze", è stato concesso un permessotemporaneo di soggiorno per motivilUnanitari ad alClille categorie di per­sone - dette "rifugiati di fatto" - che,a seguito di guerre civili o crisi, hannochiesto protezione all'Italia; ne ham10beneficiato soprattutto somali (8.000),ex-jugoslavi (oltre 60.000) e albanesi(16,000 nell'ultima crisi).Nel febbraio 1990, alclille organizza­zioni umanitarie e le confederazionisindacali ham10 costituito il OR, ilConsiglio Italiano per i Rifugiati, entemorale promosso e patrocinato del­l'AcNUR. Nato sul modello di organi­smi simili che esistono già da alminella maggior parte dei paesi europei,il CrR opera a favore dei richiedentiasilo e rifugiati in Italia, fornendo loroassistenza legale e sociale e promuo­vendo il diritto d'asilo in Italia, con

iniziative di informazione, fonnazio­ne e sensibilizzazione dell'opinionepubblica e delle istituzioni. Il CIR,nato per coordinare gli interventi peri rifugiati e potenziare l'azione dellevarie organizzazioni, attua anche pro­getti con enti locali per !'integrazionedei rifugiati nel nostro territorio e rea­lizza censimenti di sfollati e di gruppieh1ici particolari.Per capire meglio la situazione deirifugiati in Italia, abbiamo intervistatoil direttore del OR, Clu'istopher Hein.

Nel 1997 si è parlato molto di rifugiati.Qual è stata l'azione del CfR?Il governo italiano, per la prima voltain assoluto, ha elaborato un ddl suldiritto d'asilo e la protezione umani­taria, e lo ha presentato lo scorsomaggio al Senato; poco prima, ilgoverno aveva vara to lU1 altro ddlsulla condizione dello straniero ingenerale e sull'inunigrazione.Come suggerito da tempo dal CrR, iltema dell'immigrazione e quello del­l'asilo sono stati affrontati in dueleggi separate, distinguendo chiara­mente il rifugiato dall'inunigrato; ciòha anche un impatto sull'opinionepubblica che spesso in Italia ha confu­so le due figure, con la conseguenzadi dare poca attenzione al problemadei perseguitati politici.Il 1997, inoltre, ha visto approdaresulle coste pugliesi migliaia di dispe­rati albanesi. Questa emergenza hamesso all'ordine del giorno del dibat­tito pubblico e politico la questionedella protezione degli stranieri infuga e, per la prima volta, la legisla­zione italiana ha previsto la protezio­ne temporanea introducendo lm regi­me ad hoc per garantire agli albanesil'accoglienza immmediata e lill sog­giorno limitato nel tem.po. La vicendadegli albanesi ha sollevato anche ilproblema di scoraggiaTe o impedirel'arrivo dei profughi via mare poiché- accanto a casi di fuga da situazionidi pericolo - molti "viaggi" sonoorganizzati da elementi criminali afini di lucro illecito.Infine, tra la fine del '97 e l'inizio del'98, c'è stato un arrivo pressochécostante di cittadini curdi da Turchiae Iraq, arrivati via mare principal­mente in Puglia e Calabria. Anchequesto esodo, pur quantitativamente

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COOPERAZIONE INTERNAZIONALE

Domande di asilo e ammissioni in Italia

1987 1988 1989 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996

Domande d'asilo Il.050 1.300 2.250 4.827 26.472 6.042 1.647 1.786 1.732 675Status di rifugiato (Conv. 5 I) 370 210 130 824 803 336 126 298 285 172Domande respinte 4.662 5.795 101 562 15.662 6.624 1.300 1.386 1.433 522

Fonte: ACNUR, I rifugiati nel mondo 1997/98.

più limitato, ha provocato 1m'enormeattenzione da parte dei rnass media eha nuovamente posto il tema deldiritto d'asilo al centro del dibattitopubblico italiéll10.

Perché si parla sempre di rifugiati in tel'llli­ni di emelgenza, "sbarchi", "invasioni"?Il Cm vede con 1ma certa preoccupa­zione che il tema dei rifugiati vienefacilmente percepito in termini diemergenza, di uwasione, éll1Che se imuneri di cui parliéllno non sono poicosì elevati in confronto a ciò che inmolti alh'i paesi europei è "normaleanunit1Ìsh'azione". L'Italia non è anco­ra abituata a percepire il dramma deirifugiati come LU1a componente delmondo contemporéll1eo, 1m dranunache non tocca solo paesi lontani comeil Congo o il Pakistil!,1, ma che ci coin­volge direttéll11ente, E giusto, e di pri­maria importéll1za, combattere le causedi tali esodi, ma è altrettanto impor-

tante "attrezzarsi" in termÌ11Ì legislati­vi e di accoglienza per fronteggiare taliepisodi, con i quali dovremo convive­re sempre più spesso. La w1ea del ORè quella di "sdrammatizzare", di per­cepire tali situazioni non come emer­genze, ma come sfide agli impegni sto­rici, costituzionali e umal1Ìtari.

In quali call1pi si svilupperà !]uest'annol'attività del OR ?Per il '98, il CIR sarà fortemente unpe­gnato a seguil'e ed u1fluenzare il dibat­tito parlamentaTe rigtléll'dante la leggesull'asilo e la protezione uméll1Ìtaria,per poi promuovere e accompagnarecriticamente la pLU1tuale applicazionedella nuova normativa. La nuova leggedovrebbe attribuire agli enti nongovernativi di tutela, come il CrR, 1mruolo di primo piéll10 téll1tO nella proce­dma d'asilo, quanto nelle n1Ìsure diassistenza per l'integrazione. Proprio aproposito dell'u1tegrazione, il Cm, que-

st'alU10, grazie a programmi appog­giati dall'Unione Europea, sarà moltoattivo nella promozione concreta del­l'integrazione socio-lavorativa dei rifu­giati in Italia, in collaborazione con ipropri soci e con i ComLU1Ì. Pensiamoche i centri urbéll1Ì, medi e piccoli, sidebbano preparare, in collaborazionecon noi, alle fuhU'e responsabilità asse­gnate loro dalla legislazione.Un terzo settore di attività concerne lapresenza di operatori del CLR presso1ma serie di frontiere, anche maritti­me, per fornire informazioni e assi­stenza legale a rifugiati e ric11Ìedentiasilo in arrivo. Ci proponiamo u1fattidi "decentralizzare" le nostre attività,in considerazione del fatto che la pre­senza dei rifugia ti in Italia riguardanon solo i grandi centri come Roma eMilano, ma sempre di più le regi011Ìmeridionali e, appunto, anche i centripiù piccoli.

(L.C)

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L'Iran 1m accolto milioni di rifugiati afghani. Qui, delle ragazze afghane a scuola nell'insedial11ento di Ahangaran, provincia diKhorasan, in Iran

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FIGURE IN MOVIMENTONicolò Tartaglia

Il Rapporto 1997 della FAO è una grande fotografia afuoco dello stato dell'agricoltura

l1'lOndiale, dove c'è anche qualche "figura l1'lOssa ", COlne potremmo definire i paesi che

stanno lnettendo in pratica le riforme in grado di aumentare la loro autonomia alimentare.

Ma purtroppo per l1'lOlti paesi la soluzione ai problemi di sopravvivenzapiÙ dramm.atici è ancora lontana

Il Rapporto 1997 della FAO (l'organi­smo delle Nazioni Unite per l'alimen­tazione e l'agricoltura) contiene alcu­ni elementi di ottimismo sia perquanto attiene all'evoluzione dell'at­tività agricola nei paesi a ritardo disviluppo, che nei confronti della solu­zione del problema della fame nelmondo.Su quest'ultimo tema, per la verità,l'ottimismo è basato quasi esclusiva­mente sulla constatazione della posi­tiva conclusione del Summit di Romadel 1996, con l'impegno morale, sotto­scritto dai capi di Stato e di governodi tutti i paesi e materializzato nelPiano d'azione e nella Dichiarazionedi Roma. L'impegno morale assunto èquello del dimezzamento del numeroglobale di uomini e donne che soffro­no la fame entro il 2015.Più concreti sono i risultati delle ini­ziative intraprese dai governi di paesiarretrati per conseguire più elevatilivelli di "sicurezza alimentare". Irisultati sono stati poi confermatidalla stabile crescita economica, basa­ta sul rafforzamento delle istituzioni esull'apertura al mercato, che moltipaesi hanno reso quasi permanente.Ci si riferisce qui soprattutto all'Ame­rica Latina, mentre il continente afri­cano ha solo casi sporadici di paesientrati nel circolo virtuoso dell'econo­mia.Il volume è diviso in tre grandi capi­toli: la tradizionale panoramica mon­diale del capitolo iniziale si soffermasulla sicurezza alimentare, sull'am­biente e sull'agricoltura. Il secondo

capitolo contiene una panoramicaregionale sui continenti a ritardo disviluppo e su specifici cnse-historiescome Angola e Mozambico, Bangla­desh, Perù, Egitto e Russia. Infine vi èlilla documentata monografia sull'in­dustria agroalimentare e sul processodi sviluppo. La conclusione è affidataa tavole statistiche ed elaborazionigrafiche.

Si allungano le distanze

La linea-guida contenuta nella pano­ramica globale iniziale è quella di una"apparente polarizzazione tra i paesiin testa e quelli in coda alle classifichedi reddito e di sicurezza alimentare".Questa polarizzazione, che altro nonsarebbe se non lilla conferma di unatendenza dei paesi in via di uscita dalsottosviluppo economico a distanzia­re progressivamente quelli menodinamici, in campo alimentare vienemisurata con lill indicatore di calorieasslillte mediamente (pro capite) chesi chiama DE5 (dietary energy sup­ply). Il peggioramento delle condizio­ni dei paesi in ritardo è dimostratoappunto dal fatto che tra il 1993 e il1995 il gruppo di paesi in fondo allaclassifica dei paesi misurati con il DE5pro capite è aumentato del 30% equindi i 14 paesi con lill DE5 medioinferiore a 2.000 kcal nel 1989 sonodiventati 20 e solo uno' è uscito dallacategoria, il Ruanda.Come nello sviluppo economico glo­bale, i miglioramenti più significativi

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li hanno mostra ti i paesi dell'AmericaLatina, dell'Asia, comprese Cina eIndia, e del Mediterraneo. Riman­gono indietro i paesi dell'Africa sub­sahariana, il cui scarso dinamismoeconomico si è pesantemente riflessonel campo alimentare: in questa zonadel mondo si trovano infatti gli 840milioni di persone con inadeguatoaccesso al cibo. La buona notiziaviene dalla produzione agricola chenella regione è aumentata nel 1995 e1996, e le previsioni sono ancoramolto ottimistiche visto che una cre­scita sostenuta come mai in passato èprevista da qui al 2001, ma è difficilepensare che a questi ritmi si possarispondere all'impegno preso nelPiano d'azione per il 2015.

Il ruolo delle donne

A sostenere questo sviluppo previstosarà anche ili) incremento degli stru­menti a disposizione delle donne, ilcui ruolo nelle attività agricole neipaesi in via di sviluppo, e tra questi inquelli africani, è fondamentale.Da circa 25 éI.lUU l'inserimento delladonna nei cicli produttivi agricoli èili) tema proposto nei contesti inter­nazionali con l'inevitabile considera­zione che, da solo, lill incrementosignificativo della formazione e dellacapacità di lavoro femmi.rule può dareuno slancio inspera to alle condizionidi vita complessive dei paesi piùpoveri. Di qui la necessità, ormaisempre sottolineata in tutti i rapporti

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COOPERAZIONE INTERNAZIONALE

dei maggiori organismi internaziona­li, di investire nel capitale umano permigliorare la condizione della donnanella società, per aumentare il ritornodagli investimenti produttivi chesono piÙ alti se chi li promuove è piÙattrezzato dal punto di vista formati­vo, per rendere naturalmente regolatala crescita della popolazione.Il Rapporto FAO dedica un capitoloalla relazione tra istruzione femmini­le e crescita, arrivando alla conclusio­ne che i vantaggi portati da unmiglioramento culturale e formativodelle donne nelle zone rurali sono talida mettere al primo posto la necessitàdi promuovere a livello internaziona­le misure adeguate in questo senso.

La liberalizzazionedel mercato agricolo

Nel secondo ampio capitolo del volu­me, gli estensori si soffermano sulladescrizione dei risultati dei processidi liberalizzazione del mercato agri-

colo in paesi che stanno sviluppandostrutture politiche ed economiche dimercato. I casi dell'Angola - di cuitutti conoscono il passato socialista eautarchico - e del Mozambicomostrano che le privatizzazioni e lecorrezioni date da politiche economi­che anche severe portano a risultati diproduzione agricola e di mercato deiprodotti e quindi di miglioramentodelle condizioni di vita neanche para­gonabili a quelle dei sistemi economi­ci chiusi del passato. I dati che con­frontano il quadro pre- e post-libera­lizzazione mostrano proprio come,benché le politiche macroeconomicherichiedano prezzi sociali alti e anchepesanti crisi politiche di crescita, lastrada sia quella giusta.Lo stesso discorso vale per il Bangla­desh, paese esempio della lotta quoti­diana contro la fame e la denutrizione.Se possibile, questo paese si trova oggiad Wl0 stadio di mancata autosuffi­cienza alimentaTe ancora piÙ arretratodell'Angola e del Mozambico post­indipendenza: le riforme non riguar-

dano ancora la produzione per il mer­cato e il commercio quanto il conse­guimento dell'autosufficienza alimen­tare, ovvero la capacità di sfamarepotenzialmente l'intera popolazionesenza gravare sui conti di un paese chenon ha mezzi per massicce importa­zioni di cibo, rendendo nel contempodisponibili risorse alimentari crescentialle fasce più povere della popolazio­ne. Anche Dacca ha intrapreso lUl

piano di liberalizzazione economica edi promozione dell'iniziativa privata:ma qui anche gli esperti della FAO

dubitano che "la strategia di sviluppobasata sull'abolizione dei sussidi, laprivatizzazione del sistema di distri­buzione delle materie di base e l'enfa­si sulla necessità di ulteriori sviluppiin sementi di alta qualità e tecnologiedi irrigazione, sia sufficiente". Quelloche manca per il salto di qualità è latrasformazione del contadino inimprenditore, una sfida che ancorauna volta si gioca sulla formazione e losviluppo delle risorse umane.

Produzione netta, fabbisogno di cereali e disavanzo alimentare in Bangladesh

Milioni di tonnellate

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Fonte: Bangladesh Bureau of Statistics

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Rassegna dei progral1llni di cooperazione universitaria tra i paesi del!' Unione Europea equelli del Sud-Est asiatico: un impegno a potenziare relazioni non solo

di tipo econom.ico, ma anche culturale

Unione Europea

LA NUOVA STRATEGIAPER L'ASIA

Giulia Loguercio

Ogni crisi economica, politica o cultu­rale che colpisce una determinataarea geografica costringe i mezzi diinformazione internazionali a occu­parsi dell'evento.La crisi dei mercati asiatici, con il suoalternarsi di riprese e nuovi crolli chesi trascina ormai da diversi mesi, nonsembra sfuggire a questa regola, e ilquadro che noi europei ne abbiamoricavato, dopo il susseguirsi degliallarmi lanciati da autorevoli econo­misti, resta sostanzialmente negativo,effetto di resoconti spesso sopra lerighe di 1m problema non sempre bencompreso. Oggi ci domandiamo comequelle economie abbiano potuto svi­lupparsi così a lungo, e registraretassi di crescita tanto alti senza che sicreassero anche dei forti squilibri.Mentre il crollo o la brusca frenatasono diventati un'amara realtà, si ècapito che anche l'Asia deve confron­tarsi con le misteriose crisi cicliche delcapitalismo, quelle che inducono apensare che niente, nell'economia di1m'area, di una regione o di un conti­nente sarà piÙ come prima.Da tigri ruggenti dell'economia mon­diale a sistemi-paese intimamente fra­gili, alla ricerca di quella stabilità111inima che le metta al riparo dal caosinterno: questo, oggi, è 1m passaggioobbligato per i paesi del Sud-Est asia­tico che intendono riprendere il cam­mino dello sviluppo. Questa fase di

transizione rischia di creare versol'Asia orientale nuovi pregiudizi, chepotrebbero essere difficili da superare.Geograficamente lontani e totalmentediversi nei costumi, il mondo asiaticoe quello europeo non ham10 mai sen­tito il bisogno di stabilire particolarilegami di cooperazione. Se il fattoreeconomico è stato e rimane la mollaprincipale che spinge i due mondi adincontrarsi, oggi si sta cercando dimoltiplicare anche le occasioni discambio culturale.La cooperazione universitaria costi­tuisce sicuramente un canale privile­giato per promuovere le relazioniAsia-Europa. L'università, infatti, èper sua stessa natura un luogo apertoalla circolazione delle idee, e quindiluogo di incontro tra culture diverse: iprogetti realizzati negli ultimi almisono il segno piÙ evidente dellanuova "strategia" per l'Asia portataavanti dall'Unione Europea*.

Studi europei

Far conoscere l'Emopa, le sue istituzio­ni e la sua cultma costituisce l'obiettivodichiarato del programma di co­operazione 1miversitaria tra l'AteneoChtùalongkorn di Bangkok in Tailandiae l'Università Robert Schumalm diStrasburgo, l'Università di Tubinga inGermania e l'Università "Bocconi" di

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Milano. Il Programma, denominatoCUESP (Chulalongkorn UniversityEuropean Studies Programme), sipropone di stimolare la ricerca sia inTailandia che in tutto il Sud-Est asiati­co su argomenti relativi all'UnioneEuropea e alle relazioni tra questa el'ASEAN. Ogni anno 1ma decina diprofessori europei, o esperti di temieuropei non appartenenti al mondoaccademico, vengono invitati a tra­scorrere alcuni mesi - da due a quat­tro - presso la suddetta università tai­landese, dove tengono lezioni e semi­nari.È stato istituito anche un certo nume­ro di borse di studio destinate allaricerca: personale docente tailandeseviene inviato in Europa dove perperiodi di due-quattro mesi seguecorsi intensivi di formazione. Daiprimi risultati raggi1mti sembra che sipossa definire di successo questo pro­granuna, che sta stimolando l'interes­se asiatico per l'Europa. Le materie distudio del CUESP sono legge, econo­mia, storia e politica. Il programmasta contribuendo anche all'arricchi­mento della biblioteca e del centro didocumentazione di Chulalongkorn.

Ricerca applicata ed economia

L'Espp (European Studies Programmein the Philippines) è ili1 programma

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Ul1a vedova arriva a casa con i quattro figli, nella township di MOllngdmu, dove con glialtri rimpatriati beneficeranno di attenta vigilal1za da parte del personale dell'Acnllr

che unisce ricerca applicata ed econo­mia nelle Filippine.Il numero già significativo di lmiver­sità filippine collegate all'Europa staulteriormente crescendo grazie a que­sto programma, nato nel 1993 quandola Commissione Europea e il governofilippino sottoscrissero lm memoran­dum di sostegno finanziario. L'Espp siprefigge di fornire ai decisiol1 makersfilippini (politici, uomini d'affari eaccademici) una piÙ articolata infor­mazione su temi economici, politici,storici e di diritto europei, per raffor­zare i legami economici tra le dueregioni. Il programma mira inoltre asostenere il Consorzio delle Univer­sità Filippine sugli Studi Europei,affinché venga sviluppata lm'agendaaccademica con specifico riferimentoall'Unione Europea. Questo Consor­zio è costituito da tre lmiversità filip­pine (De La Salle, delle Filippine, eAteneo di Manila) e da tre membriassociati (l'Università di Santo Tomas,l'Università dell'Asia e del Pacifico eil Foreign Service Institute delDipartimento degli Affari Esteri).Il programma dovrebbe promuoverela ricerca applicata su argomenti rela­tivi all'Unione Europea e costituireun Centro di Documentazione asostegno della ricerca e dell'insegna­mento. L'Espp opera grazie al collega­mento in rete tra le università filippi­ne, e tra queste e le lmiversità euro­pee. Sostiene finanziariamente le visi­te brevi (una settimana o due) di pro­fessori europei nelle Filippine, i qualidurante i loro soggiorni tengonolezioni, corsi e conferenze su argo­menti europei destinate al personaledel Consorzio delle Università. Anchei dottorandi usufruiscono del pro­gramma attraverso tre mesi di ricercaspecifica sull'Unione Europea.La controparte in Europa del Con­sorzio nelle Filippine è l'Università diAmsterdam, che agisce in qualità dicoordinatore. Il contributo commuta­l'io ammonta a 1 milione di ecu per ilperiodo 1995-1998.

Studi tecnologici post-Iaurea

Il PTS, Programma di Studi Tecnologi­ci post-laurea, è stato istituito perincoraggiare lo scambio di esperienze

COOPERAZIONE INTERNAZIONALE

e conoscenze tra paesi europei e asia­tici e creare legami professionali per­manenti. Anche questo programma sisviluppa in Tailandia, presso l'IstitutoAsiatico di Tecnologia (AlT) diBangkok. Riceve dalla ConunissioneEuropea un contributo di 2,4 milionidi ecu per lm periodo di quattro am1i(1997-2001). Esso è destinato a 90europei e 90 asiatici, in uguali propor­zioni per favorire la presenza anchedegli europei in Asia e invertire, oalmeno mitigare, la tendenza che havisto tradizionalmente considerarel'Europa un luogo in cui gli studentiasiatici potessero compiere intera­mente i loro i studi, mentre gli euro­pei vedevano nell'Asia la meta dibrevi periodi di studio integrativo. Ilprogramma PTS ha voluto favorire lacollocazione anche di professionisti(soprattutto ingegneri) europei e asia­tici nelle reciproche lmiversità, conl'obiettivo di migliorare la coopera-

zione economica e creare le basi perlegami permanenti.Nel 1990 la Commissione Europeasponsorizzò un progranuna interna­zionale per lo scambio di studenti,realizzato con l'appoggio dell'IstitutoAsiatico di Tecnologia (una delle uni­versità internazionali piÙ importantidell'Asia). Così la Scuola di Manage­ment presso l'Istituto (SOM) ospitòstudenti lmiversitari europei i quali,al termine della loro esperienza il1loeo, scrivevano lma ricerca su unargomento euro-asiatico. L'obiettivodel PTS è ora quello di sostituirsi aquel programma, mantenendo laforma biunivoca dello scambio, pro­lungando i tempi della permanenzadegli lmiversitari europei in Asia edincrementandone il nLUnero.Nell'ambito della "Nuova Strategiaper l'Asia" della Commissione Euro­pea si prevede che il Programma diStudi Tecnologici post-laurea permet-

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terà a 90 europei di studiare al cam­pus dell'AlT di Bangkok per un perio­do di cinque semestri (20 mesi) e a 90asiatici di seguire lo stesso corso(ingegneria) in Europa per quattromesi. Per entrare in contatto con larealtà complessiva dell'altro paese, lematerie di studio contempleralmo siale scienze tecnologiche specifiche(come ingegneria civile, tecnologiaavanzata, ambiente e gestione) siaquelle di carattere culturale ed econo­mico. Tra gli obiettivi del programmac'è anche quello di educare i giovaniprofessionisti a lavorare in un conte­sto culturale diverso dal consueto,illuminandoli sulle possibilità di coo­perazione economica Asia-Europa:un'occasione per creare le basi perlegami umani permanenti tra i duegruppi di professionisti.

Strategie d'azienda

L'AEMC (ASEAN European Commis­sion Management Centre) è un pro­getto della durata di due anni desti­nato al governo del Brunei. Giunto alterzo anno di attività, si propone didiventare un punto di riferimento perla ricerca nelle istituzioni dell'ASEANe dell'Unione Europea impegnate neltraining manageriale internazionale.L'obiettivo principale è quello difavorire la costituzione di forti legamidi lavoro tra aziende e/o istituzionipubbliche dell'ASEAN e dell'UnioneEuropea. Contemporaneamente, ilCentro di Management intende svi­luppare la consapevolezza dei mana­ger dell'ASEAN circa le conoscenzestrategiche di cui entrare in possessoper favorire lo sviluppo della propriaregione. Allo stesso tempo, è previstoche i manager europei e asiatici accre­scano le proprie conoscenze strategi­che legate alle rispettive organizza­zioni, e che si sviluppi W1a maggioresinergia tra aziende e istituzioni diricerca pubbliche e private dell'ASEANe dell'UE, le cui attività congiuntefacilitino la comprensione interregio­naIe e la cooperazione. L'AEMC vuolein sostanza diventare un punto diriferimento per l'AsEAN in relazionead argomenti strategici che abbianoun valore specifico sia per i managereuropei che dell'ASEAN.

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Nel più lungo periodo il Centro sipropone di facilitare la ricerca all'in­terno delle istituzioni dell'ASEAN edell'UE impegnate nello sviluppointernazionale, attraverso la diffusio­ne delle informazioni sugli affarieuropei all'interno dell'ASEAN e vice­versa, e la facilitazione di missionid'affari tra ASEAi'J ed Europa. Inoltre,vengono organizzate diverse attivitàspecifiche all'interno di ciascw1 paesedell'ASEAN e dell'Europa, primi fratutti i seminari e le conferenze desti­nate a manager del settore pubblico eprivato, attraverso uno scambio reci­proco di eminenti figure professionalitra le due regioni. Significative anchele borse di studio per la ricerca eroga­te dall'ASEAN European CommissionManagement Centre. Sono inoltredisponibili fondi per professionistiche vogliano sviluppare e sCriverestudi di rilevante interesse per ASEANeUE.Esiste anche lma serie di progetti spe­ciali che mirano a favorire la familia­rizzazione con gli affari siadell'Unione Europea che dell'ASEAN,oltre ai programmi destinati inmaniera particolare al mondo dell'in­dustria e a una serie di pubblicazionidi testi giudicati di rilevante interesseper il mondo manageriale ai fini dellacomprensione reciproca delle specifi­che realtà regionali.Il costo del progetto è stimato in 2,3milioni di ecu.

Scambi per giovaniprofessionisti

Il Junior Managers ExchangeProgramme GEM), nacque nel 1996per creare legami non solo tra nazionie governi, ma soprattutto tra aziendee popoli di Europa e ASEAN. Il pro­gramma intende favorire lo scambiotra 675 manager asiatici e 300 managereuropei per un periodo di lavoro di 6­9 mesi. I suoi destinatari sono giovaniprofessionisti tra i 25 e i 35 anni chedesiderino sviluppare le proprie com­petenze specifiche e allo stesso temporealizzare un'esperienza internazio­nale in un'azienda d'oltreoceano.L'agenzia esecutiva del programma sitrova in Finlandia; la durata va dal1996 al 1999, per un costo totale di

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22,S milioni di ecu ed un contributocomunitario pari a 15 milioni di ecu.Gli uffici JEM, che si trovano aBangkok e a Bruxelles, aiutano a col­locare i giovani (che devono averematurato almeno tre almi di esperien- .za lavorativa) all'interno di un'azien­da per un periodo di sei mesi.

Rete permanentetra università

Il Southeast Asia-Europe UniversityNetwork (AsE-Univ) dimostra lavolontà della Commissione Europeaalla formazione di W1a rete perma­nente tra le università delle due regio­ni, affinché venga promossa una reci­proca comprensione e si gettino lebasi per W1a cooperazione di lungoperiodo basata sull'individuazione elo sviluppo di obiettivi comuni e iltrasferimento di esperienze tra istitu­zioni educative superiori.Il progetto, a partire dal 1998, dureràcinque anni nell'arco dei quali ver­ranno realizzate attività congiunte, ecomprenderà 20 progetti. Il primoanno, preparatorio, sarà dedicato allostudio delle altre realtà universitarie,per identificare i propri partner e learee di interesse comune, stabilire icanali di cooperazione e quindi pre­parare il lavoro di network. Succes­sivamente partiranno i 20 progetti,ciascuno dei quali durerà massimo 2anni. Dovranno essere coinvoltealmeno due università del Sud-Estasiatico e due europee; le materie distudio saranno le scienze naturali e lescienze umane. Due istituzioni avran­no la funzione di coordinatori delprogetto: l'AUN, associazione di 20università del Sud-Est asiatico, e ilCEU, che riunisce le università euro­pee. Attività e progetti saranno apertia tutte le università appartenenti allearee considerate.

Studi sull'Europacontemporanea

L'AsCE, il programma di studi con­temporanei asiatici in Europa (AsianContemporary Studies in Europe) halo scopo di soddisfare il bisogno cre­scente in Europa di ampliare le cono-

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LA COOPERAZIONE ITALIANACON IL SUD-EST ASIATICO

scenze sulla politica, gli affari e l'eco­nomia asiatica.Il programma prevede la visita diprofessori che per la durata di unanno forniranno training, insegna­mento, assistenza e collaborazionealla ricerca.Ogni anno verranno assegnate dueborse di studio a studenti asiatici inEuropa per il conseguimento del dot­torato in economia, business, cultura eciviltà contemporanee del Sud e Sud­Est asiatico.Tra le iniziative c'è anche la creazionedi un workshop di documentazioneper la raccolta e la diffusione di mate­rialé di ricerca rilevante per gli studiasiatici contemporanei. Al workshop,della durata di tre giorni, possonopartecipare trenta persone che devo-

Restano piuttosto modeste le risorsemesse a disposizione della DirezioneGenerale per la Cooperazione alloSviluppo dalla legge finanziaria 1998,nonostante sia possibile evidenziareun'inversione di tendenza rispetto al1993 quanto agli stanziamenti desti­nati agli interventi a dono, che risul­tano complessivamente accresciutirispetto all'anno scorso.I fondi di cui la DGCS disporrà nel1998 ammontano a 753 miliardi dilire, che andranno distribuiti tra doni,crediti d'aiuto, aiuti alimentari e con­tributi obbligatori a organismi nazio­nali e internazionali. La quota mag­giore sarà destinata ai crediti d'aiuto,cui seguiranno i doni, gli aiuti ali­mentari, il finanziamento di impresedei Pvs. Gli stanziamenti italiani sonopari allo 0,15 del Pnl (la media deipaesi OCSE è dello 0,25%).In base agli indirizzi del Cipe del 1995,la regione asiatica - come l'AmericaLatina - non viene considerata priori­taria. In entrambe le aree sono stateriproposte le iniziative a dono, ma l'e­siguità dei fondi ad esse destinati hafatto crescere i progetti da finanziarsi acredito d'aiuto. In particolare, per laCina si prevedono interventi sia a cre­dito d'aiuto che a dono, mentre in

COOPERAZIONE INTERNAZIONALE

no esaminare proposte e fornire rac­comandazioni sui passi da compiereper giungere ad una vera politica didocumentazione europea.Un alh-o workslwp sull'interazione tramondo degli affari e mondo accade­mico viene destinato ai candidati cheabbiano già conseguito il dottorato instudi del Sud e Sud-Est asiatico nei treanni precedenti, e intendano oraapprofondire le loro conoscenze conparticolare riferimento al mondodegli affari, dell'amministrazione edelle ONG.Il workshop dovrebbe quindi essere lasede in cui gli studenti, i manager e gliaccademici si incontrano per confron­tare le rispettive conoscenze ed espe­rienze, per dare spazio alla socializza­zione e allo scambio di idee di lavoro.

India - in base agli accordi presi con leautorità - si è concordata la trasforma­zione di vecchi progetti per doni innuovi progetti a credito d'aiuto.Allo stesso modo, il credito d'aiutoviene privilegiato nella regione delBangladesh, alla quale si sta cercandodi prestare maggiore attenzionerispetto al passato, considerata la suacondizione di paese tra i più poveridel mondo.In Vietnam sono state confermate lecondizioni di erogazione di un nuovocredito d'aiuto, ed altri impegni percrediti più modesti sono stati presinei confronti di Pakistan, Indonesia,Filippine e Sri Lanka.Considerando che molti PVS incontra­no serie difficoltà nell'avviare proget­ti a credito d'aiuto in quanto prividella capacità di elaborare studi difattibilità adeguati agli standard degli.organi decisionali e di controllo occi­dentali, tra i progetti a dono ne sonostati inseriti alcuni destinati agli studidi fattibilità da abbinare a progetti dicredito d'aiuto.

I progetti per paese

Esaminiamo ora in dettaglio i proget-

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Si ritiene indispensabile dare all'ASCEW1 sostegno strategico per il lavoro direte affinché, nell'arco di tre anni, siacquisiscano e si diffondano informa­zioni utili alla formazione di legamitra istituzioni a livello transnazionale.Infine, l'istituzione di tre borse di stu­dio per giornalisti europei che sioccupano dell'Asia dovrebbe miglio­rare il profilo delle informazioni sulSud e Sud-Est asiatico date dai mezzidi comunicazione.

NOTA

* Maggiori informazioni sulla cooperazioneLUuversitaria dell'UE nell'area del Sud-Est asia­tico possono essere richieste alla CommissioneEuropea, OGIB, contattando Ana GonzaloCastellanos (tel. +32-2-2990946, fax +32-2­2967241).

ti conclusi e approvati per i singolipaesi.In Cambogia sono stati conclusi dueprogetti, urio per il "Potenziamentodella produzione agricola nella zonadi Sre Ampil", l'altro per la "Lottacontro il paludismo", entrambi attri­buiti all'ARCS (Arci Cultura e Svilup­po). È stato approvato un progettodal titolo "Formazione professionaledei giovani di Phnom Penh" la cuiONG esecutrice è la Vrs (VolontariatoInternazionale per lo Sviluppo).Nelle Filippine i progetti promossiultimati o in corso sono cinque.Il progetto per la realizzazione del"Centro ambulatoriale urbano dimedicina di base e antitubercolare",la cui ONG esecutrice - l'AFMAL(Associazione con i Fatebenefratelliper i Malati Lontani) - ha costruito eattrezzato in uno dei quartieri poveridella città di Manila (Quiapo) unpoliambulatorio per la prevenzionedelle malattie tubercolari, all'internodel quale si svolgono anche corsi diformazione per operatori sanitari dibase e, periodicamente, corsi di riqua­lificazione dello staff del poliambula­torio.Al Centro Eus sono stati attribuiti treprogetti:- il progetto dal titolo "MaligayaTraining Center per lo sviluppo dellaformazione della donna - Manila",che ha realizzato finora un centro di

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Alle donne rimpntrinte vengono insegnnte pnrole e numeri nelln lingun del Mynnl1m}~perfncilitnre il loro reinseril1lento nel pnese d'origine. Prillln dell'esodo, non nvevnnomni impnrnto In lingun nnzionnle

formazione tecnico-professionale perle donne nel settore della ristorazionee dei servizi alberghieri, ha avviatodei corsi di professionalizzazione dibase e di economia domestica e uncorso bielmale di gestione dei servizidelle strutture ricettive;- il progetto per la "Realizzazione diuna scuola tecnica pilota a CebuCity", che ha reso possibile migliora­re la qualità dei servizi della scuolatecnica-professionale; la scuola svolgeanche tm'attività di formazione pertecnici industriali, imprenditori e diri­genti di piccole e medie imprese;- il progetto per l'" Ampliamento distrutture ed attività formativedell'Aemilianum Institute", in loca­lità Sorsogon.Un "Programma pilota di educazionepermanente e popolare" viene ese­guito dal ClES (Centro di Informa­zione ed Educazione allo Sviluppo) aManila, GeneraI Nakar (Quezon),Irosin (Sorsogon), Magballo (NegrosOccidental), S. Miguel (Mindanao). Sitratta di un progetto per realizzare tmsistema educativo popolare e perma­nente per l'alfabetizzazione e l'istru­zione degli adulti che si avvale anchedi fattorie dimostrative a sostegnodell'insegnamento teorico grazie alla

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diffusione di tecniche di agricolturabiologica sostenibile.Sempre nelle Filippine, altri cinqueprogetti sono stati affidati a quattroONG.Al Centro Internazionale Crocevia(Clc) è stato affidato il "ConununityBased Upland Productivity Program"che si svolge ad Abra, Aurora: si occu­pa della realizzazione di strutture perl'irrigazione (dighe, canali, etc.) e dialtre opere pubbliche come sentieri,ponti, vivai, etc. Il programma inoltreha avviato corsi di formazione per len­der di comunità su gestione e contabi­lità di progetto.Alla Fondazione Tovini (Fontov) sonostati affidati due progetti, tmo deiquali riguarda la realizzazione di tm"Centro di formazione tecnica S.Anthony Boys Village" nelle localitàdi Manila, Silang, Cavite, finalizzatoall'ampliamento della struttura didat­tica e all'attuazione dei corsi di elet­tronica e meccanica. L'altro, denomi­nato "Prohmgamento e ampliamentodel programma di cooperazione tec­nica a Tondo" (quartiere di Manila), èun progetto di formazione tecnica performatori destinato anche al migliora­mento dei sussidi didattici.Un altro progranmla che ha come

area di intervento specifico il quartie­re Tondo di Manila è quello portatoavanti dall'Istituto per la Cooperazio­ne Universitaria (Icu). L'obiettivo delprogramma è il miglioramento dellecondizioni igienico-sanitarie dellapopolazione materno-infantile conparticolare attenzione alle problema­tiche pediatriche. L'intervento ha loscopo di rendere accessibili i servizisanitari di base alla fascia piÙ biso­gnosa della popolazione urbana, e sisviluppa nel quadro del programmanazionale di politica sanitaria.Il Centro ELIS ha avuto in affidamentoil progetto "Rafforzamento e svilup­po dei tre istituti tecnici prototipicome nucleo di tm sistema operati­vo", attualmente in corso a Manila,Visayas, Iligai, che si prefigge di reali­zizare un centro pilota in tre istihltidelle suddette località e dei settoritecnologico-didattici di riferimentoper il paese.In Tailandia sono stati conclusi dueprogetti: quello per lo "Sviluppo dellecomunità di pesca artigianale sullecoste del Mal' delle Andamane attra­verso la gestione delle risorse marinecostiere", la cui ONG esecutrice era ilMovimento Africa '70, e quello perl'" Appoggio allo sviluppo rurale erecupero ambientale del distretto diSikao", eseguito dalla ONG Coopera­zione e Sviluppo (CEsvr).Per quanto riguarda il Vietnam, duesono i progetti in corso e due quelliconclusi. I primi sono: 1"'Ospedaledell' amicizia di Hanoi", eseguitodalla CESVI che sta realizzando lavoridi ristrutturazione di dipartimenti,installazione di attrezzature, attivitàdi formazione in loeo di personalemedico e paramedico; il progetto"Sviluppo dell'acquacoltura costierae maricoltura nelle comtmità di picco­la pesca artigianale", realizzato dalMovimento Africa '70 per la provin­cia di Quang Ninh.I progetti conclusi sono: "Formazionedi quadri sindacali in Vietnam", rea­lizzato dall'Iscos (OrganizzazioneSindacale per la Cooperazione con iPaesi in via di Sviluppo) e "Lotta con­tro la malnutrizione infantile ed edu­cazione sanitaria", eseguito dall'O GCooperazione e Sviluppo.

G.L.

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COOPERAZIONE INTERNAZIONALE

ISTITUITO IL CORSO DI DIPLOMA UNIVERSITARIOIN OPERATORE DELLO SVILUPPO

È stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 26/9/97 il Decreto del Ministero del1'Università e della

Ricerca scientifica e tecnologica che istituisce il corso di diploma universitario in Operatore del10 sviluppo.

Per il suo interesse, riportiamo il contenuto della Tabel1a XLIII-ter

CORSO DI DIPLOMA UNNERSITARIOIN OPERATORE DELLO SVILUPPO

Art. lPresso la facoltà di Scienze politiche puòessere istituito il corso di diploma wliver­sitario in Operatore dello sviluppo.I! corso fornisce le conoscenze economi­che, giuridiche, politologiche, sociologi­che, storiche necessarie alla formazione dicoloro che intendono svolgere LUl'attivitàdi supporto operativo nella gestione deiprocessi di sviluppo compatibile con lerisorse e con l'ambiente.AI compimento degli studi viene conse­guito il diploma di Operatori dello svi­luppo.

Art. 2L'iscrizione ai corsi è regolata dalle leggidi accesso agli studi universitari.I! corso degli studi ha durata bielmale.Il corso degli studi è articolato in unprimo aLUlO, inteso a fornire LUla prepara­zione di base, e in secondo anno di carat­tere pill specificamente professionale.

Art. 3Nel corso del bieLUùo lo studente puòsvolgere un tirocinio per un periodo mas­simo di tre mesi presso istituziOlù pubbli­che, imprese od orgalùzzazioni non gover­native di volontariato, agenzie di servizio,orgilIùsmi Ì1lternazionali o comLUlitari, chesvolgano compiti di sostegno allo svilup­po e che rispondano ai requisiti stabilitidalla sh'uttura didattica competente.

Art. 4Nel corso del primo almo il piilIl0 deglistudi deve prevedere cinque alUlualità diinsegnamento, scelte dalla facoltà tra leseguenti aree disciplinari in ragione diuna per area riferita ai settori scientifico­disciplÌ1lari a fianco Ì11dicati:area econol1Ùca (POI A, POIB, POlC);area giuridico-istituzionale (N08X, N09X,NllX);area statistica (SOIA, S03A, S03B);area sociologica (QOSA, QOsB, MOsX);area storico-polito logica (M04X, P03X,Q02X).

Art. 5I! secondo anno comprende cinqueaLUlualità di Ì11segnamento divisibili inmoduli semestrali o trimestrali, ancheintegrati, oltre ad almeno un'aLUlualità diÌ1lsegnamento di una liJlgua straniera dascegliersi tra le lingue Ì1lglese, francese,spagnola.Almeno tre aLUlualità di Ì1lsegnamentosono rese obbligatorie come disciplÌ1lecaratterizzanti dal consiglio di facoltàcompetente o dal consiglio di diploma(ove istituito) all'Ì1lterno delle seguentiaree disciplÌ1lari (riferibili ai settori scien­tifico-disciplÌ1lari a fianco Ì1ldica ti), nel­l'ambito delle quali vengono orientativa­mente indicati specifici Ì1lsegnamenti:

AREA GEO-POLITICA DELLA COOPERAZIO E(POIH, POI B, M06B):cooperazione allo sviluppo;geografia dello sviluppo;geografia del turismo;geografia politica ed econonùca;politica dell'ambiente;programmazione dello sviluppo e assettodel territorio;teoria e politica dello sviluppo

AREA DELL'EcONOtvllA I, TERNAZIONALE(POlB, POlG, POlH):economia dei paesi Ì1l via di sviluppo;economia dello sviluppo;econonùa e politica agraria;econonùa internazionale;istituzioni economiche internazionali;sistemi economici compal·ati

AREA DEL DIRITTO E DELLA POLITICAINTERNAZIONALE (N03X, N07X, NI4X,Q02X):diritto internazionale;organizzazione internazionale;diritto mternazionale deJl'economia;diritto comparato del lavoro;diritto agrario comparato;politica comparata;relaziOlù internazionali;scienza dell'amministrazione

AREA SOCIOLOGICA DELLO SVILUPPO (QOsA,

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QOsB, QOsC, QOsD):sociologia dello sviluppo;sociologia dei paesi in via di sviluppo;sociologia delle relazioni etniche;sociologia dei processi culturali;sociologia urbana e rurale;politica sociale

AREA STORICO-POLITICA INTERNAZIONALE(Q03X, Q04X, Q06A, Q06B, M02B):storia delle relaziOlù internazionali;storia ed istituzioni dei paesi afro-asiatici;storia ed istituzioni deJl'Africa;storia ed istituziOlù dell'Asia;storia ed istituzioni dell'Ameria latina;storia ed istituzioni dell'Emopa orientale

Le altre annualità di Ì1lsegnamento sonoscelte dallo studente tra quelle attivateogni almo dalla facoltà nell'ambito dellesuddette aree disciplÌ1lari o tra quelle delprimo anno in l1Lunero non superiore adue ove non sia già stato sostenuto il rela­tivo esame.

Art. 6I! diploma si consegue con il superamen­to di un eSilIlle fÌ1lale.Per essere ammesso all'esame finale didiploma lo studente deve aver superatogli esami di profitto relativi ai corsi d'm­segna mento per almeno dieci aLUlualità,oltre a quella di lillgua strilIliera.

Alt. 7Gli esanù di profitto sostenuti positiva­mente nell'ambito del corso di studi perconseguire il diploma LUliversitario inOperatore dello sviluppo possono essereritenuti validi al fÌ11e del conseguimentodei diplomi di laurea Ì11 Scienze politichee Ì1l Scienze internazionali e diplomaticherilasciati dalla facoltà di Scienze politiche,a condizione che la durata ed i program­mi dei relativi insegnamenti risultinoequipollenti.Al riguardo la struttura didattica compe­tente indica i criteri e parametri di ricono­scimento, prevedendo eventuali integra­ziOlù didattiche.

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abstractThe "Cooperazione internazionale" colunm opens with anarticle on refugees. The UN High Commissioner for Refugees(UNHCR) has recently published its third biennial Reportentitled World Refugees - Population Exoduses: AHumanitarian Emergency. This report describes thedral11atic situation of l11illions of persons frolli all over theworld WllO are forced to flee and WllO are offered protection andsafety from the UNHCR.The phenomenon of the forced exodus has becol11e very wide­sprend and refugees in a strict sense represent by now a littlemore that half the people aided by the UNHCR. As a matter offact, there are other categories which are supported, such asthose requesting asylum, evacuees, populations that are warvictims, stateless persons, or persons whose nationality isuncertain, and repatriated people WllO need protection andsafety just as refugees. All these groups are linked by acOl11mon thread: the need to flee their land in order to lead adignified life, in the observance of those fundmnental humanrights that are not guaranteed in their motherland. The articleis follolOed by an intervielO with Christopher Hein, Director ofCfR (Italian Council for Refugees).The column goes on with a commentary on the 1997 FAORep,ort: afar-reaching panorama focusing on the state ofagnculture throughout the world, where there is also some"slightly out-of-focus figure", as we may define the countriesthat are implel11enting reforms that are likely to increase theirfood autonomy. Unfortunately, holOever, the solution to themost d,:mnatic survival problems is still far muay in manycountnes.The third section of "Cooperazione internazionale" presents areview of the university cooperation progmms existing betweenEu countries and countries in South-East Asia. Far apart froma geographical point of vielO and totally different in theircustoms, the Asian and the European worlds neverfelt theneed to establish any particular cooperation link. If theeconomic factor was and still is the mainspring that cnusesthese two world to meet, at present an effort is being made tomultiplyeven the occnsions for a cultural exchange.There is no doubt that university cooperation is a privilegedchannel for promoting relations between Asia and Europe. Inf~ct, un~versit~es are by their very nature a piace open to theclrculatlOn of ldeas and, therefore, a meeting place for differentcultures. The projects realized in recent years are the most~vident sign of this "strategt/, for Asia that is beinglJnplemented by the European Union.The column is concluded by a description of the cooperationprograms between Italy and South-East Asia.

La rubrique "Cooperazione internazionale" C0111mence par unarticle SUI' les réfugiés. Le Haut COl11l11issariat des NationsUnies pour les Réfugiés (UNHCR) a récemment pl1blié sontroisièl1le rapport biennal, intitulé Les Réfugiés dans leMonde - Exodes de population: une urgencehumanitaire, oÙ est décrite la situation dramatique demillions de personnes qui, dans le monde entier, sont obligéesde fuir et auxquelles l'UNHCR offre protection et sécurité.Le phénomène de l'exode forcé est deve/n! très vaste et lesréfugiés, au sens strict du mot, représentent désormais un peuplus de la moitié des personnes aidées par l'UNHCR.En effet, il y a d'autres catégories, comme ceux qui demandentasile, les évacués, les populations victimes de la guerre, lesapatrides ou les personnes dorLt la nationalité est incertaine, lesmpatriés, qui ont besoin, comme les réfugiés, de pl'Otection etde sécurité. Tous les groupes sont liés par un fil commun: lanécessité de s'enfuir de leur pays avoir vivre dignement dans lerespect des droits humains fondamentaux qui dans leur proprepatrie ne leur sont pas garantis.L'~/·ticle est accompagné d'un entretien avec Christopher Hein,Dlrecteur du CfR (Conseil Italien pour les Réfugiés) ,La rubrique continue par un commentaire au Rapport FAO1997: une grande fotogmphie bien nette, de l'état del'agriculture mondiale, oÙ il y a aussi quelques "images floues"comme nous pourrions définir les pays qui sont en train de111ettre en prntique les réformes cnpables d'augmenter leurautonomie alil1lentaire. Mais malheureusement, pour beaucoupde pays la solution aux problèmes de survie les plusdrnmatiqlles est encore très lointaine.La troisième Section de "Cooperazione internazionale" passe enrevue les programmes de coopération universitaire entre lespays de l'Union Européenne et ceux du Sud-Est asiatique.Géographiquel11ent éloignés et complètement différents dans lescoutumes, le 1110nde asiatique et le monde européen n'ontjamais éprouvé la nécessité d'établir des liens de coopérationparticuliers, Si le facteur économique a été et reste le ressortprincipal qui pousse le deux mondes à se rencontrer,aujourd'hui on essaie de 11lultiplier aussi les occnsionsd'échange culturel.La coopérntion universitaire constitue sCtrement un moyenprivilégié de promouvoir les re!ations Asie-Europe. En effet,l'Université est, par sa nature meme, un lieu ouvert à lacirculation des idées, et par conséquent un lieu de rencontreentre cultures différentes: les projets réalisés dans les dernièresnnnées sont le signe le plllS évident de la nouvelle "strntégie"pour l'Asie pOllrsuivie par l'Union Européenne.La rubrique prend fin en illustrant les progrmnmes decoopérntion entre l'Italie et le Sud Est asiatique.

~ ~resume60

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LA RICERCA

L'INTAS, Associazione internazionale per la promozione della cooperazione con gli scienziatidei Nuovi Stati Indipendenti dell'ex-Unione Sovietica (NlS) è stata creata nel 1993

- con il sostegno finanziario dell'Unione Europea - per incoraggiare progetti di ricercadi piccola e media dimensione in vari settori disciplinari che prevedano la collaborazione

tra i paesi NIS e i paesi membri dell'Associazione

SCIENZIATI A CONFRONTOCarmen Tata

PAESI DESTINATARI

L'attività dell'INTAs

Il principale strumento di azione

.. Paesi con cui sono stati firmati accordi di coopera­zione; a questi accordi governativi sono da aggiunge­re accordi speciali anche con la Fondazione Russa perle Scienze Umanistiche e la Fondazione Russa per laRicerca di Base.

I bandi aperti

A novembre '971'INTAs ha annunciato

dell'INTAS sono gli inviti a presentareproposte che vengono valutate da unacommissione di esperti indipendentiprovenienti sia dai paesi membri chedai beneficiari secondo un criterio dimassima eccellenza scientifica.Accanto ai bandi generali finanziatiesclusivamente da INTAS, negli ultimidue anni si sono affiancati i cosiddettibandi congilmti che vengono finan­ziati anche dai governi dei paesi Nrs oda altri enti. I bandi congilmti spessoprendono in considerazione prioritàscientifiche dell'ente co-finanziatore eriservano un certo ammontare delbudget per gli scienziati del paese diorgine dell'ente cofinanziatore.Sin dal 1993 l'INTAs ha lanciato 7 invi­ti a presentare proposte, 3 delle qualisono state co-finanziate da organizza­zioni di paesi Nrs (Fondazione Russaper la Ricerca di Base, Consiglio Na­zionale per la Scienza e la Tecnologiadel Kazakistan e dell'Ucraina). Tra le12.563 proposte ricevute, sono statiapprovati 1.535 progetti di ricercamultilaterali con lm finanziamentototale superiore a 80 milioni di ecu.Finora i progetti di ricerca selezionatihanno coinvolto quasi 8.500 istituti diricerca dei paesi Nrs e dei paesi pnrt­nel' con una partecipazione di 20.000scienziati Nrs.

Kyrgystan *Moldavia *TajikistanTurkmenistanUkraina *Uzbekistan *

Armenia ;~

ArzebaidjanBielorussia *Fedel~ Russa *Geor-gia ;"Kazakistan *

coprire i soli costi di coordinamento ele eventuali missioni.Il budget dell'INTAS per il periodo1993-98 ammonta a 110,4 mecu deiquali 101,2 mecu sono dedicati alleattività scientifiche e il rimanente8,3% all'ammiIùstrazione. Il 95% delbudget deriva dalla seconda attivitàdel quarto Programma quadro - coo­perazione internazionale - mentre il5% viene dai contributi annuali dellaSvizzera e da quelli volontari deipaesi membri INTAS. Altri 1,91 mecusono stati allocati per misure diaccompagnamento (infrastrutture econferenze) che ham10 riguardato ladiffusione degli ultimi risultati scien­tifici raggiunti nei Nrs.

L'INTAS, nata come lm'associazioneinternazionale indipendente /10/1 pro­fit con sede a Bruxelles, nel 1994 èstata inclusa nelle attività di coopera­zione internazionale del quartoProgramma quadro della ricercaeuropea e finora ha finanziato più di1.500 progetti di ricerca che coinvol­gono più di 20.000 scienziati dei paesiNis. Con il crollo del regime commù­sta e il conseguente disfacimentodell'Unione Sovietica, i Nuovi StatiIndipendenti nati sulle sue cenerihanno creato lm insieme compositodi paesi con differenti culture e conpriorità economiche e sociali assaivarie. Finanziando progetti di ricercaprecompetitivi congiunti, l'INTAs hacreato nuovi legami - e rafforzatoquelli esistenti - tra le comunità scien­tifiche dei paesi Nrs e quelle dei paesimembri, favorendo la nascita di lmanuova era di cooperazione est-ovest.Come hltti i progetti di ricerca finazia­ti dalla Comunità Europea anchequelli INTAS prevedono la creazione diconsorzi: in questo caso a parteciparedevono essere almeno 2 organizzazio­ni dei paesi membri e 2 dai paesi Nrs (icriteri di eleggibilità differiscono perciascuno dei singoli bandi, cfr. bandiaperti). Il finanziamento previsto per ipaesi Nrs copre le spese per la retribu­zione degli scienziati, le attrezzature, iviaggi e i per diem e ammonta all'80%dell'intero contributo comunitario; leorganizzazioni degli Stati membriricevono invece il rimanente 20% per

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UNIVERSITAS 67

SETTORI DISCIPLINARI

I MEMBRIDELL'ASSOCIAZIONE

Accanto ai bandi "strutturati", l'INTASha individuato una forma aggitmtivadi finanziamento a supporto degliscienziati NIS: si tratta di borse di stu­dio e sl/ssidi per conferenze a cui i gio­vani ricercatori dei Nrs possono acce­dere in qualsiasi momento.

• Fisica, Astrofisica, Astl-onomia•Matematica, Telecomunicazioni,Tecnologie dell'infol-mazione

·Chimica•Scienze della vita•Scienze della Terra, Ambiente, Enel-gia•Scienze ingegneristiche, Aeronauticae Scienze spaziali

•Economia, Scienze sociali ed umane

È possibile un bilancio diINTAs?

Uno studio recente ha esaminato !'im­parto dei progetti INTAS nei paesi Nrs.Il successo dell'Associazione è inprimo luogo da imputare alla suastruttura agile e indipendente che,attraverso un approccio bottonHlp, hafornito finora soluzioni pratiche allacomunità scientifica internazionale incontinua evoluzione.Inoltre, attraverso accordi di coopera­zione con i governi di quasi tutti ipaesi N1S e le banche locali, è statoadottato un sistema speciale di trasfe­rimento di fondi agli scienziatidell'Est che li esime dal pagamentodelle tasse.I fondi INTAS halmo fornito il suppor­to materiale agli scienziati per finan­ziare la propria ricerca, e sono servitia responsabilizzare i ricercatori neldefinire le proprie priorità scientifi­che. Gli scienziati N1S ham10 svilup­pato nuovi contatti con il mondo occi­dentale e rafforzato quelli già esisten­ti, ed è aumentata anche la collabora­zione all'interno degli stessi paesiNrs. Un problema che non ha ancoratrova to soluzione è la mancanza diricerca interdisciplinare: i bandi,strutturati rigidamente in 7 distinticampi di attività scientifica, non inco-

ItaliaLussemburgoNorvegiaPaesi BassiPortogalloRegno UnitoSpagnaSveziaSvizzeraUnione Europea

AustriaBelgioDanimarcaFinlandiaFI-anciaGennaniaGI-eciaIrlandaIslandaIsraele

il proprio invito a presentare proposteinsieme a 5 bandi congiunti con orga­nizzazioni NIS per reti e progetti diricerca. Accanto al bando apertogenerale INTAs '97, gli altri invitiriguardano INTAs-Bielorussia, INTAS­Georgia, INTAs-Kazakistan, INTAs­Fondazione Russa di Scienze Umanis­tiche, INTAs-Centre Nationale d'EtudesSpatiales (Francia).La dotazione di bilancio indicativaper !'invito aperto INTAS '97 è pari a 12milioni di ecu; le proposte per proget­ti congiunti di ricercn, che possonointeressare tutti i settori scientifici,devono coinvolgere almeno 4 gruppidi ricerca: due di differenti organismidei NIS e due di diversi membri INTAs.Le proposte di reti, invece, devonocoinvolgere almeno tre gruppi deimembri INTAS e tre dei NIS. Le propo­ste devono essere presentate da uncoordinatore di un paese membroINTAs (che gestirà l'intero contributo),mentre il coordinamento scientificopuò essere indifferentemente di unpaese membro o di tm Nrs. La duratadi tutti i tipi di progetti è di 2-3 anni.La selezione delle proposte sarà con­dotta dall'INTAs e, per gli iniviti con­giunti, anche dagli organismi cofi­nanziatori. Le proposte sara1U10 valu­ta te secondo criteri di superioritàscientifica, novità e cooperazionetransnazionale.

bandi proposte contratti partner media di partner finanziamo totale finanziamo medioricevute coinvolti (in ecu) per progetto

(in ecu)

bandoaperto '92 300 50 235 4,7 3.880.103 77.602

bandoapel-to '93 3.395 477 2.675 5,6 27.151.423 56.921

bandoaperto '94 4.783 448 2.692 6,0 19.894.450 44.407

bando conla Russia '95 1.321 144 770 5,3 6.610.000 45.903

bando conl'Ucraina '95 313 64 316 4,9 3.600.000 56.250

bando con il Fase I: 72 15 72 4,8 890.000 59.333Kazakistan '95 Fase Il: 70 17 88 5,2 910.000 53.350

bandoaperto '96 2.309 320 1.580 5,0 18.000.000 57.000

Totale 1992-96 12.563 1.535 8.428 5,2 80.935.976 56.368

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Giuseppe CossariU(fìcio legislativo del Ministero dell'Università e della Ricerca scientifica e tecnologica

IL MURST E LA VIGILANZADEGLI ENTI DI RICERCA

raggiano in questa direzione.Le conferenze rimangono lo strumen­to piÙ importante per consentire agliscienziati di incontrare partner poten­ziali e incoraggiare la cooperazionecon i colleghi dei paesi Nls; tuttavia,poiché i costi di organizzazione e par­tecipazione sono molto alti, sarebbeauspicabile lU1 contributo aggilU1tivodi INTAS per l'organizzazione di con­ferenze nei paesi NIS.Altro aspetto considerato negativo èla possibilità di reperire informazionisui bandi futuri, tenute presentianche le difficoltà linguistiche e il

Cosa si intende per IIvigilanzall

Prima di affrontare il tema della vigi­lanza che il MURST esercita sugli entiad esso istituzionalmente afferentioccorre anzitutto chiarire il significatodel termine "vigilanza".Tale termine nella sua comlU1e acce­zione già di per sé assume lU1 signifi­cato vago e incerto. Se lo riferiamopoi all'attività degli enti, all'incertez­za si aggiunge l'imprecisione dellegi­slatore che ora gli attribuisce un signi­ficato plurimo, ora lo confonde con ilcontrollo.La dottrina ha però dissolto ogni dub­bio definendo in modo inequivoco ilsignificato - oggi concordementeaccettato - dei due termini: vigilanzae controllo.Così, infatti, testualmente si esprime:"a stretto rigore lessicale e concettua­le la vigilanza non può confondersicon il controllo: la prima è, in sostan­za, un atteggiamento, il secondo ungiudizio logico che si esprime conlU1a pronuncia".1In concreto anche se il contenuto ed iconfini della vigilanza non appaionodel tutto nitidi, può senz'alh'o affermar­si che essa segue h'e diverse direth'ici:1. una vigilanza in ambito gerarchico

LA RICERCA

breve periodo a disposizione per pre­sentare proposte (3 o 4 mesi che inter­corrono tra l'uscita del bando e la suascadenza sono spesso insufficienti percontattare i partner e preparare unaproposta di successo). Inoltre, nono­stante il meccanismo agile di trasferi­mento dei fondi, si sono verificati casiin cui riusciva effettivamente difficileriscuotere il finanziamento.I partner occidentali sono quasi sem­pre scoraggiati dal partecipare, consi­derata l'esiguità dei fondi a disposi­zione. Anche la rigida composizionedei consorzi (almeno 2 partner INTAs +

esercitata da organi sovraordinati sul­l'attività di organi sottordinati;2. una vigilanza esercitata da organidello Stato sull'attività di altri organidello Stato (tale è la vigilanza deman­data alla Corte dei Conti e quellacommessa alle Ragionerie centrali,nell'ambito dell'apparato ammini­strativo);3. una vigilanza, con connotati inparte diversi da quelli sopra descritti,esercitata da organi dello Stato (mini­steri) sull'attività degli enti pubbliciistituzionali.Quest'ultimo tipo di vigilanza, che anoi interessa nella presente trattazio­ne, è caratterizzata da poteri che com­portano e presuppongono lU1a ftmzio­ne di indirizzo e di supervisione daparte dei competenti organi. Tali pote­ri sono espressione del cosiddetto rap­porto di "supremazia speciale" in cuiil vigilante partecipa ad una specificaattività del vigilat02. Ma soprattuttoessi si manifestano concretamente ininterventi, specificamente previsti, suatti e su organi diretti a consentire lacontinua conoscenza dell'attivitàgenerale dell'ente (nominare e sosti­tuire i presidenti, i direttori generali, icomponenti dei collegi sindacali, deiconsigli di amministrazione o diretti-

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2 NIS) è un ostacolo, dato che le orga­nizzazioni partecipanti spesso com­prendono vari dipartimenti.Per cercare Lma risposta concreta aiquesiti sollevati, INTAs ha creato lU1forwl1 per migliorare la cooperazionescientifica e la condivisione delleinformazioni in lU1 sito Internet chia­mato ISCONIS (Improving ScientificCooperation with the New Indepen­dent States of the Former SovietUnion).L'indirizzo Internet è:http://www.cordis.lu/isconis/src/ iscorig.htm.

vi, disporre ispezioni ed inchieste, sot­toporre gli enti a gestione commissa­riale, approvare bilanci preventivi econti consuntivi, etc.).La vigilanza è soprattutto rivolta efinalizzata alla salvaguardia di inte­ressi generali; tra questi rientra l'os­servanza della legge in generale,degli statuti e dei regolamenti di cui ilMinistero vigilante deve garantirel'applicazione. A dimostrazione di ciòinfatti gli enti pubblici non sono com­missionari o sostituti dello Stato, maperseguono fini pubblici che, mentresono loro propri, devono comunquesoddisfare gli interessi statali. Proprioper questo motivo ai ministeri èdemanda to di vigilare.Quanto ai termini e alle modalità concui la vigilanza deve essere svolta,questi sono da correlare, come vedre­mo, direttamente al tipo di ente sog­getto a vigilanza.

La vigilanza del MUR5Tsugli enti

Ai principi sopra illustrati si ispira lalegge 9 maggio 1989, n. 168, istitutivadel MURST.Essa ha previsto (art. 12) la strutturaorganizzativa dello stesso MURST inmodo tale da non trascurare la vigi­lanza sugli enti. Infatti ad essi avevapreposto un apposito "servizio per lavigilanza sugli enti". Di recente tutta­via, con il DPR 6 settembre 1996, n. 522è stato emanato il regolamento con­cernente la nuova organizzazione delMURST che ha ridefinito la detta strut-

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tura sopprimendo i servizi per motividi snellezza organizzativa e di econo­micità e prevedendo tre dipartimenti:dipartimento per lo Sviluppo ed ilpotenziamento dell'attività di ricerca,dipartimento per l'Autonomia uni­versitaria e gli studenti, dipartimentoper gli Affari economici.E di tutta evidenza che l'attività divigilanza sugli enti di ricerca pubblicie privati non potrà d'ora in poi checollocarsi all'interno del nuovo dipar­timento per lo Sviluppo ed il poten­ziamento dell'attività di ricerca. Sideve considerare tuttavia che, accan­to all'attività di vigilanza, la medesi­ma legge 168/89 ha dotato anche glienti di ricerca a "carattere non stru­mentale"3 della stessa autonomiadelle università, ispirata all'art. 33della Costituzione.Prima di affrontare però l'argomento"autonomia" degli enti occorre com­prendere cosa si intende per ente diricerca a carattere non strumentale.L'entrata in vigore della legge 9 mag­gio 1989 ha, come sopra accennato,ampliato notevolmente l'autonomiadelle università e degli enti di ricerca,fino a modificarne la natura giuridica.Questi hanno assunto sempre più ilcarattere di "enti pubblici indipen­denti" rispetto all'amministrazionecentrale tanto da risultare del tuttoobsoleta la vecchia teoria che definivatali enti "organi dello Stato"4.Pertanto, tali enti che una volta eranoconsiderati strumenti allo Stato, sisono andati via via trasformando inenti "non strumentali".Tale inevitabile trasformazione haposto due precisi interrogativi. Ilprimo, quello di dover definire sulpiano giuridico il concetto e i caratteridi "ente non strumentale", il secondodi dover individuare le tipologie dienti ed istituzioni che possedessero lecaratteristiche di enti non strumentali.Una puntuale risposta a detti interro­gativi è stata data dall'appositaCommissione di studio, nominata suiniziativa del ministro pro-temporeRuberti, che al termine dei lavori(ottobre 1990) ha presentato una"proposta" di individuazione deglienti e delle istituzioni pubblichenazionali di ricerca a carattere nonstrumentale afferenti (e non) alla vigi­lanza del MUR5T 5.

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Questi in estrema sintesi i principalicriteri (o "requisiti minimi") per laclassificazione di 1m ente quale entedi ricerca a carattere non strumentaleindicati dalla suddetta Commissione:a) svolgimento prevalente dell'atti­vità di ricerca in piena autonomia;b) esistenza di una "comw1ità scienti­fica" propria e distinta che, adeguata­mente rappresentata negli organidirettivi, sia in grado di concorrere inmodo determinante ed autonomo alladefinizione di ricerca6.

La Commissione in questione quindi,dopo aver stabilito i criteri di indivi­duazione dei vari enti aventi le carat­teristiche previste dall'art. 8 della leg­ge 168/89 per qualificarsi enti diricerca non strumentali, ha presentatoal ministro pro-tempore l'elenco defi­nitivo di detti enti. Successivamente ilMUR5T, seguendo la procedura previ­sta dall'art. 8, comma 2 della citatalegge, con decreto del Presidentedella Repubblica del 5 agosto 1991 haindividuato gli enti e le istituzionipubbliche di ricerca a carattere nonstrumentale.A proposito di tale individuazionenon può non rilevarsi che, stante iltempo trascorso dall'emanazione delDpR di cui sopra (oltre 5 amu), moltienti per l'attività che svolgono hannoormai assunto le caratteristiche pro­prie della "non strumentalità". Ciòanche a causa delle modifiche nelfrattempo apportate all'interno deipropri apparati con provvedimenti dinatura regolamentare. Malgrado ciò iministri che si sono succeduti nonhanno neppure proceduto all'aggior­namento del suddetto decreto delPresidente della Repubblica, ovvia­mente previo monitoraggio e verificadel possesso, da parte degli enti, deicaratteri della non strumentalità.Questo il quadro entro il quale si col­locano gli enti vigilati del MUR5T. Essipossono ricondursi in sintesi allaseguente tipologia:a) enti pubblici di ricerca a "caratterenon strumentale" tra cui rientranosenza dubbio gli enti citati dall'art. 8,della legge 168/89 e quelli che, aisensi del 2° comma del medesimoarticolo, sono individuati con decretodel Presidente della Repubblica qualienti e istituzioni pubbliche di ricerca;b) ad escludendu111, gli enti strumentali

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non individuati con il citato decretodel Presidente della Repubblica (adesempio l'Agenzia Spaziale Italiana);c) gli enti privati a cui è stato attribui­to il riconoscimento della personalitàgiuridica (associazioni e fondazioni);d) gli enti meramente privati (adesempio i consorzi di ricerca).

I principali strumentiper l'esercizio dell'attivitàai vigilanza sugli enti

Tra gli strumenti più importanti divigilanza si deve anzitutto annovera­re quello relativo al controllo preven­tivo sugli atti nominativi interni o dinotevole rilevanza finanziaria ed eco­nomica da parte dell'amministrazio­ne vigilante.Tale controllo trova la sua giustifica­zione ed il suo fondamento giuridiconell'esigenza di verificare preventiva­mente la produzione di atti chepotrebbero non essere pienamentecoerenti con i fini istituzionali asse­gnati agli enti e con i possibili negati­vi riflessi finanziari sulle stesseamministrazioni vigilanti.Da ciò discende che gli atti normativigenerali quali gli statuti, i regolamen­ti di organizzazione, di amministra­zione e di contabilità, di disciplina deltrattamento giuridico ed economicodel personale, nonché gli atti aventiincidenza finanziaria sui futuri eserci­zi o su quello in corso (piante organi­che) sono sottoposti all'approvazionedell'amministrazione vigilante.Quanto agli enti di ricerca, la legge168/89 ha previsto, in analogia con leuniversità, controllo di legittimità e dimerito da esercitare nel termine di 60giorni nella forma della richiestamotivata di riesame. L'art. 8, comma 4della legge citata prevede infatti che,trascorso il termine di cui sopra, gliatti sottoposti al controllo si intendo­no approvati.Relativamente alle procedure il succi­tato articolo rinvia direttamente allalegge sull'autonomia, mai emanata.Un settore di attività da sottoporre avigilanza è inoltre quello dalle nomi­ne degli organi monocratici (presi­dente e direttore generale), collegiali(componenti dei consigli di ammini­strazione, comitati direttivi, comitati

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scientifici, etc.) di revisione o sindaca­li di ciascw1 ente.Altrettanto importante è il cosiddettopotere sostitutivo che può esercitarel'amministrazione vigilante sull'enteistituzionale vigilato. Tale potere puòconsistere sia nel compimento di sin­goli provvedimenti (nomina di W1"commissario ad acta") che gli organidi un ente non abbiano posto in esse­re, malgrado il preciso obbligo impo­sto dalla legge o da atti di messa inmora, sia nel compimento di tuttiquegli atti di amministrazione e digestione da svolgersi entro un deter­minato periodo (nomina di W1 com­missario straordinario).Esso è un potere tipico e inderogabilein quanto la sua assenza poh"ebbecomportare la totale paralisi di unente nel caso in cui i suoi organi fos­sero incapaci, per vari motivi, digestirne l'attività. L'amministrazionevigilante non potrebbe tollerare talefatto nell'interesse generale.Infatti in caso di inerzia nell'uso ditale potere l'organo vigilante (il mini­stro) risponderebbe politicamente neiconfronti del massimo organo rappre­sentativo, cioè del Parlamento.Rientra senza dubbio nella vigilanzaanche il potere di esame ed approva­zione dei bilanci preventivi e dei conticonsuntivi degli enti. Attraverso taleesame la Pubblica Amministrazioneviene a conoscenza dell'intera attivitàdi gestione di un ente che si svolge inun arco temporale ben determinato.All'esame deve seguire (salvo casiparticolari in cui non è prevista l'ap­provazione del bilancio preventivo odel consuntivo) una valutazione sullagestione complessiva.In ciò si connota proprio la funzionedi vigilanza: nel verificare sia larispondenza dell'attività degli enti afinalità predeterminate, sia il correttoesercizio della stessa. Tali verifichetrovano proprio nei bilanci l'humusmigliore per poter essere efficacemen­te svolte. In essi infatti sono raccoltitutti gli elementi necessari per giun­gere ad lma definitiva valutazionesull'operato di un ente.La vigilanza sulla "gestione" deglienti costituisce, d'altra parte, il puntodi contatto h"a la finanza degli entipubblici e la finanza statale. Permezzo di questa vigilanza dovrebbe

LA RICERCA

essere possibile il coordinamentodelle attività più varie e talvolta con­correnti della numerosa schiera dienti (circa quattromila) che gravitanosulla finanza pubblica.Purtroppo sino ad oggi questo coor­dinamento non è stato adeguatamen­te effettuato.Altro potere particolarmente pene­trante nell'ambito della vigilanza èinfine il potere ispettivo che è ricono­sciuto all'amministrazione vigilantead integrazione degli altri strumenti eper un adeguato uso degli stessianche quando non sia espressamentedisciplinato.TI DPR n. 522/1996 sopra citato, nelrimodulare l'organizzazione del MURSTha comunque previsto (all'art. 4) chespecifici compiti ispettivi siano affi­dati a dirigenti generali non prepostiai dipartimenti. Con ciò considerandode facto il potere ispettivo quale effica­ce strumento di vigilanza.

Vigilanza e autonomia

Si è in precedenza evidenziato chequanto piÙ ampia è l'autonomia di unente, tanto meno è penetrante e incisi­vo l'esercizio dell'attività di vigilan­za. Viceversa se il margine di autono­mia di lm ente è limitato, tanto piùl'attività di vigilanza su di esso diven­ta stringente.Il verificarsi di tali circostanze è facil­mente comprensibile se si considerache è proprio la minore o maggioreautonomia che un ente possiede chelo pone nei confronti dell'autoritàsuperiore in condizione di essere piùo meno ampiamente vigilato. Infattimentre un ente dotato di maggioreautonomia è in grado di autoammini­strarsi, autorganizzarsi, autodiscipli­narsi, per cui viene meno la necessità?di una puntuale e continua vigilanza,un ente che si trova in posizione didipendenza gerarchica ("vigilanza inambito gerarchico" di cui già prece­dentemente si è fatto cenno) dall'au­torità superiore non può che esseresottoposto ad lma più rapida vigilan­za.Tuttavia, come riconosciuto dalla dot­trina, per quanto ampio possa essereil contenuto dell'autonomia di W1ente, nessun ente può sottrarsi alla

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vigilanza. "Siamo in presenza di lmalimitazione invalicabile dell'autono­mia che affonda le sue radici nel siste­ma costituzionale".8È evidente che, a seconda delle lorocaratteristiche, gli enti potrannomutare forme e strumenti per l'eserci­zio della vigilanza, ma da essacomunque non possono prescindere.Mentre infatti nei confronti degli entinon strumentali continuano ad eserci­tarsi i poteri di vigilanza secondo leforme tradizionali, nei confronti deglienti non strumentali vengono mante­nuti gli stessi strumenti di vigilanza,anche se in forma piÙ attenuata, mamutano sostanzialmente le forme diesercizio: "non piÙ il raggiungimentodi risultati conoscitivi utili all'ammi­nistrazione vigilante, ma l'effettivoesercizio, in quanto tale, di attività diricerca rilevanti di per sé". Con lacitata espressione, tratta dallo studiodella Commissione Giannini, sipreannunciava, in pratica, quantocosì incisivamente evidenziato dalministro Berlinguer nella Relazionealla Camere del 31 luglio 1997 ("Lineeper il riordino del sistema nazionaledella ricerca scientifica e tecnologi­ca"), e cioè la necessità di poter valu­tare i risultati delle ricerche al fine diesaltarne le finalità e di indirizzare iprogetti ad essa correlati.Riguardo agli enti di ricerca strumen­tali pertanto la vigilanza dovrà con­sentire il miglior esercizio delle fun­zioni pubbliche di cui sono titolari leamministrazioni cui gli enti di ricercasi riferiscono.Relativamente invece agli enti diricerca non strumentali occorre sof­fermarsi per W1 momento a svolgerele seguenti considerazioni.Si è piÙ volte sottolineato che gli entidi ricerca non strumentali rappresen­tano l'espressione della piÙ ampiaautonomia. Il fondamento di taleautonomia poggia, come già sopraricordato, sull'art. 33 ultimo commadella Costituzione che espressamenterecita: "Le istituzioni di alta cultura,università ed accademie hanno ildiritto di darsi ordinamenti autonominei limiti stabiliti dalle leggi delloStato".Ora, come noto, proprio al fine didare attuazione al dettato costituzio­nale che prevede per dette istituzioni

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"il diritto" di darsi ordinamenti auto­nomi, è stata emanata la legge168/89, istitutiva del MUR5T.Detto diritto, tuttavia - precisa lanorma costituzionale - deve essereesercitato "nei limiti stabiliti dalleleggi dello Stato", con ciò volendosignificare che occorre un ulterioreintervento legislativo volto, applmto,a stabilire "i limiti" all'esercizio del­l'autonomia.A tal proposito la legge 168/89 ha pre­visto (art. 16 comma 2 e art 17, comma1) per le LUùversità e gli enti di ricercal'adozione di nuovi statuti e regola­menti qualora entro un am10 dalla suaentrata in vigore non fosse stataapprovata la legge di attuazione deiprincipi di autonomia. Tale leggeperò, come noto, non è stata mai ema­nata e di conseguenza si è verificatoche alcuni enti non strumentali hannoproceduto all'approvazione dei propriregolamenti, altri non hanno richiestoalclma approvazione ed altri ancorahalmo lasciato del hlttO immodificatala loro normativa regolamentare. Si èverificato insomma ciò che anche ifautori piÙ convinti dell'autonomianon volevano e cioè che "il suo eserci­zio producesse effetti di effettiva diffe­renziazione tra i vari enti"9. È venutomeno in sostanza il coordinamento,compito questo del potere politico.Quegli enti pertanto che hanno proce­duto alla riformulazione dei propriregolamenti - ben potevano, comesopra evidenziato, poiché legittimatiper la legge - non halmo seguito lmorga11ico disegno riformatore a cuitutti gli enti avrebbero dovuto ispirar­si. Ciò ha comportato, di conseguen­za, che l'organizzazione, la disciplinacontabile, le norme sulla gestionefinanziaria, etc., fatti salvi i principigenerali, risultano ad oggi ingiustifi­catamente difformi da ente ad ente.

La vigilanza nell'ottica delriordmo degli enti

Gli operatori del settore hanno ritenu­to da sempre che la disorganicitàdella disciplina della vigilanza suglienti avrebbe potuto trovare un defirù­tivo, auspicato assetto soltanto attra­verso lm intervento legislativo chiari­ficatore.

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Detto provvedimento dovrebbe pre­vedere una disciplina sulla vigilal1zaispirata a principi che pongono final­mente tutti gli enti su di un piano diparità funzionale, nel rispetto, ovvia­mente, della loro autonomia chepotrà essere piÙ o meno accentuatada ente a ente a seconda delle propriecara tteris tiche.Una soluzione invero, anche se indi­retta, alla citata esigenza è stata offer­ta dalla legge n. 537 del 24 dicembre93 (provvedimento collegato allalegge finanziaria 1994) che, all'art. 1,comma 35, aveva conferito delega alGoverno per il riordino degli entipubblici non economici con funzionianaloghe e collegate. Tale legge si pre­figgeva il riordino di hltti gli entimediante accorpamenti, fusioni e tra­sformazioni di enti omologhi o affiniper finalità perseguite. Detta legge èrimasta però inapplicata.Nel contempo si è sempre piÙ raffor­zata la consapevolezza che la ricercascientifica, organicamente impostata econdotta, può e deve svolgere unimportal1tissimo ruolo per il rilal1ciodel sistema produttivo nazionale. Pergilmgere a tale obiettivo si è compresoche occorre però procedere prima alriordino degli enti pubblici di ricerca.Di certo non sarà agevole contempe­rare le contrapposte esigenze dell'ac­corpamento di enti omologhi e rispet­tarne le specificità.Tuttavia proprio sulla base di detteesigenze, fortemente sentite, la legge15 marzo 1997, n. 59 (la cosiddettaBassanini), accogliendo quegli stessicriteri previsti dalla sopra citata legge537/93, anzi completandoli e perfe­zionandoli, ha attribuito al Governo,tra le altre deleghe, quella per la rifor­ma degli enti pubblici (art. 11 lett. B),al fine di procedere ad W1a complessi­va razionalizzazione del settore ricer­ca.Tra i principi e criteri direttivi indica­ti dalla legge citata (art. 14) significa­tivi appaiono quelli relativi: n) allafusione e soppressione di enti confinalità omologhe o complementari ealla trasformazione di enti, per i qualil'autonomia non sia necessaria o fun­zionalmente utile, in ufficio delloStato o di altra amministrazione pub­blica ovvero in struttura di lmiversitàconsenziente ovvero alla liquidazione

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di enti inutili; b) alla trasformazionein associazioni o in persone giuridi­che di diritto privato di enti che nonsvolgono funzioni o servizi di rile­vante interesse pubblico o, viceversa,alla trasformazione in ente pubblicoeconomico o in società di diritto pri­vato di enti ad alto indice di autono­mia finanziaria; c) alla omogeneità diorganizzazione per gli enti omologhidi comparabile rilevanza, anche sottoil profilo delle procedure di nominadegli organi statutari e riduzione flm­zionale del numero dei componentidegli organi collegiali; d) alla raziona­lizzazione ed omogeneizzazione deipoteri di vigilanza ministeriale.Al fine di perseguire la detta opera dirazionalizzazione la legge in questio­ne prevede altresì un forte processo disemplificazione e di delegificazionedell'azione amministrativa a cuianche gli enti non si sottraggono(vedere allegato 1 plmti n. 17 e n. 24<;iella medesima legge).E evidente che nell'ambito di questodisegno riformatore il Governo nonpotrà non tener conto anzitutto deipreziosi suggerimenti ed essenzialicontributi di esperienza e di cono­scenza che potranno provenire daglistessi organi responsabili degli enti diricerca.D'altra parte, in ambito europeo, duesono sostanzialmente i modelli diriferimento: quello tedesco, nel qualeil sistema della ricerca è articolato supiÙ istituti monografici coordinati efinanziati da un lmico ente centrale; oquello dei paesi orientali e dell'ex­Unione Sovietica, presso i quali tuttal'attività di ricerca è concentrata in lmunico ente poligrafico. La scelta nonpoteva che cadere sul primo modellopiÙ vicino all'attuale sistema italianodi regolamentazione degli enti.Inoltre non appare del hlttO superfluoconsiderare che prima di procederead un così rilevante processo di revi­sione e di riforma degli enti, in cuianche gli enti di ricerca saram10 coin­volti, occorrerebbe avere ben chiara ladimensione del fenomeno; non soloquindi bisognererebbe in primoluogo quantificarne il numero, madistinguerne altresì la tipologia (entistrumentali, non strumentali, enti pri­vati riconosciuti, enti meramente pri­vati, etc). Se infatti si prescindesse da

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tale monitoraggio si rischierebbefacilmente di confonderne le Cal'atte­ristiche che differenziano gli 1Uìj daglialtri.In particolare, rispetto agli enti diricerca a carattere non strumentale,cioè rispetto a quegli enti definiti"enti ed istituzioni pubbliche nazio­nali" (di cui all'art. 8, comma 1 dellalegge 168/89) si porrebbe ancor oggi,come in passato lO, il problema se farerientrare o meno in tale categoriaanche le strutture di ricerca costituitenella forma di uffici interni alleamministrazioni (Istituto Superiore diSarutà, ISPEL, etc.), enti che, pur posse­dendo tutti i caratteri di ente nonstrumentale, non sono stati dichiaratitali con DPR, oppure enti quali l'Eneao gli Osservatori astronomici, l'AsI, leAccademie, etc. che, non essendocompresi nel "comparto ricerca", nesarebbero altrimenti esclusi.Infine poiché agli enti non strumenta­li non sono riconducibili soltanto glienti vigilati dal MURST, ma anchequelli vigilati da altri ministeri, qualiil Mwstero dell'Industria del Com­mercio e dell'Artigianato, della Sa­nità, del Bilancio e della Progranun­azione economica, il Ministero delLavoro e della Previdenza sociale,della Marina mercantile, dei Beru cul­turali e ambientali, si è ravvisata l'esi­genza di istituire 1Uì nuovo organi­smo coordinatore preposto soprattut­to alla "definizione delle politichegenerali di settore in modo da costi-

LA RICERCA

tuire un interfaccia tra la comurutàscientifica ed il sistema politico"l1.Tale organismo è stato di recente isti­tuito presso la Presidenza delConsiglio con DpCM del 18 novembre96. Esso è composto da 1Uì comitato diministri, che anche avvalendosi delConsiglio Nazionale della Scienza edella Tecnologia presso il MURST ha ilcompito di promuovere le politichedella ricerca e dell'ilU1ovazione tecno­logica, di "esaminare, in via prelimi­nare, le questioru di comune compe­tenza e di esprimere parere su diretti­ve dell'attività di Governo e su pro­blemi di rilevante importanza, da sot­toporre al Consiglio dei Ministri",Si auspica che l'organismo citato oaltri organismi che verram10 istituitipossano essere di valido supporto ainumerosi problemi che certamente siporranno all'atto della attuazioi.1e(a ttraverso l'esercizio della delegagovernativa che dovrà concretarsicon l'emanazione di uno o più decre­ti legislativi, da approvare entro 1Uìam10 dalla entrata in vigore dellalegge delegata) della sopra citatalegge per "la riforma della pubblicaamministrazione e la semplificazionedei procedimenti amministrativi", masoprattutto possano esercitare uneffettivo coordinamento tra tutti glienti di ricerca che, proprio perchésempre più dotati di autonomia,ham10 bisogno di continui e certiP1Uìti di riferimento e di raccordo.

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NOTE

1 Zaccaria, Corso di cOlltabilità di Stato e degli Elltipllbblici p. 663 e segg., Roma 1978.Vedere anche Coltelli in "Controllo Corte deiConti sugli enti sovvenzionati" p. 56, 1972 eM.5. Giannini in Istitl/ziolli di Diritto ammini­strativo, Milano, 1982, p. 492 Sull'argomento vedere G. Cirillo "II controllotra accertamento e vigilanza", in Rivista dellaCorte dei Conti n. 6, del 19913 Il concetto di ente di ricerca a "carattere nonstrumentale" è introdotto per la prima voltadall'aTt. 8 della legge 9 maggio 1989 n. 168.• L'autore che tra i primi ha escluso l'apparte­nenza organica delle lmiversità e degli enti diricerca allo Stato è Feliciano Benvenuti in"L'Università: autonomia e decentramento"Universitas 1980, n. 1, pago 59.5 Vedere atti della Relazione finale dellaCommissione di studio costituita con D.M.28/12/1989, dal ministro Ruberti e presiedutadal prof. Massimo Severo Giannini.6 La Commissione, invero, ha individuato altricriteri di minore importanza a cui per brevità sitralascia di far celmo.7 Per la nozione di autonomia nell'ambito deldiritto amministrativo cfr. tra gLi altri SandulliMmlllale di diritto al/nl/inistrativo, Napoli 1982;Mortati, Istitllziolli di diritto p"bblico, Padova1969,pag.771.8 S. Buscema, in Trattato di colltabilità p"bblicavoI. V, pago 276.9 Vedere G. Aurisicchio, A. Catricalà, G.Cellerino, F. Merloni in Il Millistero e l'alltollOilliadell'Ulliversità e della Ricerca, Il Mulino, Bologna1989, p. 75.IO Vedere lavori della "Commissione di studio"Gialmini a pago 18 e segg.II Vedere Audizione del ministro della PubblicaIstruzione e dell'Università e della Ricercascientifica e tecnologica sugli orientamenti pro­grammatici dei due Ministeri del 25 giugno1996.

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RICERCANDOa cura di Livio Frittella

Ricerca scientifica inmontagna

Con la legge "Bersani" n. 266del 7 agosto 1997, il Governoha costituito a breve - con undecl-eto attuativo delMinistero dell'Università del19 febbraio - l'IstitutoNazionale per la RicelTaScientifica in Montagna.l.:lstituto consentirà dicoordinare una rilevantemassa di iniziative e I-icerchesparse (svolte in special mododalle università, dal ConsiglioNazionale delle Ricerche edall'Enea), e di interloquirecon le altre istituzioni locali,con le Regioni ed anche insede europea. Il budget adesso assegnato ammonta a 5miliardi e mezzo in tre anni.Secondo il sottosegretario delMURST Giuseppe Tognon sitratterà di una struttura agile,che nel 2000 dovrà trovaresul mercato i mezzi perfinanziarsi ed essere capace dipromuovere la ricerca inquesto settol-e, L:lstituto siispil-el-à ad analoghi organismigià attivi in altri paesi,sviluppando divèl-si filoni diricerca: dalla medicina allostudio dei nuovi materiali, dallageologia alla geofisica,dall'ambiente allaconservazione della natura.Inoltre fungerà da laboratorioper sperimentare con qualimodalità dovranno funzionarele strutture centrali di ricercadel "nuovo corso".

Italia eGermania/Progetticongiunti

I ministri della Ricerca di Italiae Germania, Luigi Berlinguer eJurgen Ruttgers, si sono

incontrati a Firenze durante icolloqui bilaterali e hannogettato le basi per iniziativecongiunte, quali lacooperazione per la ricercascientifica, l'università el'insegnamento delle I-ispettivelingue.Un progetto di granderilevanza sembra essel-e lacosiddetta "Fabbl-ica delfuturo" (un progetto chetende a razionalizzal-e i cicliproduttivi con tutte le novitàtecnologiche che ilcambiamento comporta);sono destinate a rafforzarsi lerelazioni tra l'Istituto diCalcolo di Pisa e un omologoorganismo tedesco in terminidi sviluppo del calcoloparallelo.Coinvolte nelle iniziativecomuni ai due paesi anche leindustrie chimica efarmaceutica, nonchél'informazione (in quest'ultimocaso è stato stipulato unaccordo tra l'IstitutoNazionale Tedesco per laRicerca sulla Tecnologiadell'informazione e dueimportanti istituti del CNRitaliano, allo scopo di trasferirei dati relativi al settore), Ma lavel-a collaborazione si giocasul piano spaziale, nell'intentodi incrementare la ricerca delcomparto, combattere lasupremazia americana epotenziare le funzionidell'Agenzia Spaziale Europea.

Le priorità per ilquinto Programmaquadro

Alla base delle scelte operatedall'Unione Europea nellaredazione del quintoProgramma quadro1998-2002 per la Ricerca si

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collocano le indicazioniespresse dal gruppo di I Iesperti presieduto da EtienneDavignon (che ha dato ilnome al rapporto compilato),incaricato di valutare i risultatiraggiunti dal precedenteprogramma di ricerca esviluppo.Il rapporto Davignon - che harichiesto otto mesi di lavoro ­si apre con una critica: lepromesse non sono statemantenute, i vel-i obiettivi nonsono stati l-aggiunti, non c'èstata omogeneità diintervento nella globalità deicasi. Gli esperti suggel-iscono,nell'affrontare il nuovoprogramma, di dare maggiorerisalto alla lotta alladisoccupazione, allacompetitività del sistemaproduttivo europeo neiconfronti di USA e Giappone,allo sviluppo della societàdell'informazione. Il quartoProgramma ha creatoraramente posti di lavoro,l'entità degli investimentieuropei in ricerca è ancorainferiore rispetto a quelle deifondi stanziati dagli altri colossiindustriali, le iniziative nelcampo dell'informazione sonostate eterogenee,Sempre secondo il rapportoDavignon, i 18 progl-ammitematici hanno incontrato unapesantezza burocraticariconducibile "all'approccioconsultivo con gli Statimembri che porta ad unacostante mediazione trainteressi nazionali e settoriali,la scarsa applicazione delcriterio di valore aggiuntoeuropeo, la mancanza di unapproccio strategico diportata generale cheaccomuni i programmitematici di ricerca".Dopo aver rimarcato che ilcosto dei brevetti in Europa èdieci volte più cospicuo chenegli Stati Uniti, il gruppo diesperti ha evidenziato alcunepriorità per il quintoProgramma: una visione

strategica di insieme, lafocalizzazione sull'eccellenzatecnologica, la gestioneefficace e fiessibile,l'introduzione dellamaggioranza qualificata inluogo di quella assoluta nellevotazioni necessarie al varodel programma, la fiessibilitàdelle procedure, ilmiglioramento della gestionedei programmi e le proceduredi conti-olio.

Quinto Programmaquadro/Accolte lerichieste italiane

Nella riunione dei ministricompetenti di tutti gli Statimembri dell'Unione Europeatenutasi a Bruxelles il 12febbraio, è stato deciso diquantificare i finanziamenti delquinto Programma, per glianni 1999-2002, in 14 miliardidi ecu (quasi 28mila miliardi dilire). "Nel nuovo pianoeuropeo sono state accoltetutte le richieste italiane - haspiegato il ministro LuigiBerlinguer - anche le piùinedite e innovatrici. Acominciare, per esempio,dall'awio di un'azione diricerca per la valorizzazionedel patrimonio culturale,setto l-e per il quale il nostropaese ha un forte interesseeconomico e sociale. Abbiamoinoltre ottenuto di estenderela ricerca per l'innovazione inEuropa al settore dei trasportidi superficie, alla biomedicina,alla sicurezza alimentare eall'energia".Il documento approvato daiministri è ora passatoall'esame del ParlamentoEuropeo.

La scienza,conoscenza senzanazionalità

"Sapere di scienza etecnologia: nuove idee in

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LA RICERCA

IL RUOLO DELLE UNIVERSITÀ

NEL MEDITERRANEOPACE, SVILUPPO E COOPERAZIONE

dUI-ata massima di quattroanni e potranno essererinnovati nel limite di ottoanni.Saranno inoltre defiscalizzati ecomprenderanno ilversamento dei contributiprevidenziali percollaborazione coordinata econtinuativa. Modalità diconferimento e impol-tisaranno stabiliti con decretiministeriali.

Nella stessa collana:1. I. GASPARINI, Una strategia per lo sviluppo2. U. LEONE, Fondamenti di organizzazione internazionale3. La cooperazione universitaria. Bilancio e prospettive

delle esperienze Europa-Paesi in via di sviluppo4. A. SILVESTRINI, I diritti dell'uomo nell'insegnamento di

Giovanni Paolo Il - Human rights in the teaching ofJohn Paulll

5. Cooperazione universitaria e interdipendenza per losviluppo

6. G. FINOCCHIEnI, P. G. PALLA (a cura di), L'Europa e ipaesi emergenti. Esperienze di cooperazioneuniversitaria allo sviluppo

7. L'Italia e l'America Latina. Esperienze di cooperazioneuniversitaria allo sviluppo

8. U. M. MIOZZI, Lo sviluppo storico dell'università italiana9. F. CARCHEDI, G. FINOCCHIETII, L. INNOCENTI, Formazione

per lo sviluppo. I corsi post laurea in Italia10. L'università per lo sviluppo. Europa-America Latina­

Mediterraneo

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ATII DEL 4° COLLOQUIO INTERNAZIONALESULLA COOPERAZIONE UNIVERSITARIACON I PAESI IN VIA DI SVILUPPO

Gli assegni di ricerca

Ai finanziamenti alla ricerca inItalia si sono aggiunti icosiddetti "assegni di ricerca",che possono essere conferitida università, osservatori edenti di ricelTa nell'ambito delledisponibilità di bilancio. Gliassegni, ai quali potrannoconCOITere dottori di ricercae laul-eati in possesso diidoneo curriculum, avranno la

Con il decreto attuativo dellalegge 488/92 (pubblicato sullaGazzetta Ufficiale n. 27 del 3febbraio 1998, supplementoordinario n. 21) è statastabilita la concessione diagevolazioni particolari (inbase alla legge 104/95) per icentl-i di I-icerca delle areedepresse. Sono previstiesclusivamente contributi afondo perduto, concessi sudomanda del beneficiai-io(meccanismo a sportello).Possono essere ammessi alleagevolazioni imprese econsorzi produttori di beni eservizi e società di ricercacostituite con i mezzi delFondo speciale pel- la ricercaapplicata.

riceITatol-i, in relazione aldecreto del Ministero IOdicembre 1997, pubblicatosulla Gazzetta Ufficiale n. 26del 2 febbl-aio 1998. 1finanziamenti governativi sononell'ordine massimo di 60milioni annui pel- azienda esono riservati a chi assumecon contratti a termine(anche port-time) diplomatiuniversitari, laureati e dottol-idi ricerca nell'ambito diprogetti di durata prestabilita.Complessivamente, i fondistanziati ammontano a 36miliardi di Iii-e, suddivisi in trefiloni di intervento: incentiviper assunzioni con contratti atermine; distacco di ricercatoridi enti pubblici per unmassimo di quattro anni;contributi integrativi agli entipubblici di ricerca persostituzioni del personaledistaccatosi.

Agevolazioni nellearee depresse

Ricerca nelle PMI

Dal I 6 febbl-aio ed entro il 30settembre, le piccole e medieimprese, i consorzi, le aziendeartigiane e le società consortilipossono chiedel'e al MURSTincentivi per l'assunzione di

Europa" è il tema di unaconferenza svoltasi a Roma.Promossa dalla DG XII dellaCommissione Europea con ilcontributo di MURST e CNR, laconferenza si è articolata inquattro sessioni tematiche,pl'ecedute da una relazioneintroduttiva e seguite da unatavola rotonda conclusiva. Lesessioni sono state dedicatealla valutazione dei l'isultatieconomici europei, lapercezione del rischio, lascienza e la tecnologia nellacultura degli scienziati europei,o nella cultura dei decisoripolitici europei. Nella tavolarotonda si è affrontato il temadi un'agenda per la ricerca el'intervento in Europa.George Porter dell'lmperialCollege londinese, premioNobel per la Chimica 1967,ha apel-to i lavori. Porter hadefinito la scienza "una filosofianatul-ale, con il fine di fornirealla filosofia un'interpretazionelogica, numerabile, che hamolto in comune con altreprofessioni che celTano dicapire lo scopo della vita".Sulla scienza in Europa, temadella conferenza, Portel- hadetto che "la scienza è unaconoscenza della natura privadi nazionalità: con i colleghi diqualunque paese, gli scienziaticondividono più conoscenzache con i propri compatrioti.È un ottimo motivo permigliorare ciò che i cittadini ditutte le nazioni sanno disCienza".

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UNIVERSITAS 67

LA RIFORMADELLA PROGRAMMAZIONE

UNIVERSITARIARenata Valli

La materia della programmazioneuniversitaria trova una nuova vestecon il DPR n. 25 del 27 gem1aio 1998che, in attuazione all'articolo 20 dellalegge 59/97 (Bassanini 1) sulla delegi­ficazione dei procedimenti ammini­strativi, abroga la legge 245/90 dal­l'articolo 1 all'articolo 6 (norme sullaprogrammazione w1iversitaria) non­ché l'articolo 15 (sull'università nelMezzogiorno) .Il principio della programmazioneuniversitaria fu oggetto di normativagià nei primi Anni Ottanta. Il DPR382/80, con il quale si dava attuazio­ne alla delega governativa (previstadalla legge 28/80) per il riordinodella docenza Lmiversitaria, dettò perla prima volta disposizioni in relazio­ne ai piani pluriem1ali di sviluppodell'università. L'avvio di questipiani si rivelò tuttavia faticoso, giac­ché, nonostante la loro previsionefosse quadrielmale, ci si trovò più diuna volta ad approvarli a posteriori oa ridosso della loro naturale scaden­za. La definizione normativa dellaprogrammazione era molto articolatasia da un punto di vista di obiettiviche di contenuto e di procedure, tantoche l'assegnazione di nuovi posti diprofessori ordinari e associa ti eralegata alle previsioni del piano.

La nuova periodicitàdel piano

Dopo il cambiamento della periodi­cità del piano (la programmazionedivenne triem1ale) sancito dalla legge168/89, fu la legge 245 del 7 agosto1990 che riformò l'intera materia

della programmazione LUuversitaria,apportando modifiche e ÌIU10vazionial procedimento. Lo scopo della pro­grarmnazione divenne quello di assi­curare lo sviluppo del sistema in rela­zione ai flussi territorialmente stimatidell'utenza, agli squilibri Nord-Sud,favorendo l'istituzione di corsi acarattere umovativo. La natura dU1a­mica del sistema lli1iversitario benpresto rivelò tuttavia la limitatezza diqueste disposizioni di legge, e la fisio­logica evoluzione del sistema versol'autonomia dei sU1goli atenei fu for­malizzata con la legge fU1anziaria del1993 che all'articolo 5 previde un"fondo per la programmazione dellosviluppo del sistema universitario",stabilendo anche la possibilità daparte degli atenei di gestire, senzaoneri aggiuntivi per le casse delMU1istero, il personale, il bilancio, lemodifiche alla pianta organica, ilfinanziamento all'istruzione Lmiversi­taria. Il cambiamento del sistema Lmi­versitario nel suo complesso e dellanormativa ad esso preposta non pote­vano che riflettersi sul significato delpiano di sviluppo, mutandone alcuniconnotati. Lo strumento U1 questione,nato per la programmazione settoria­le, si trasformò U1 un'elencazione dinuove sedi, strutture e posti di orga­nico, secondo Lma logica accrescitivadell' esistente, per poi configurarsicome W1 piano delle regole per le uni­versità.La legge finanziaria 537/93 segnòquindi lo spartiacque tra una gestionedel sistema universitario di tipocomw1que centralizzato ad una basa­ta su una programmazione locale;nessun piano di sviluppo successivo

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al 1993 poté esimersi dal delineareregole per l'autonoma progrmlli11a­zione triennale delle università (sottoil vincolo dei singoli bilanci).

La nuova normativa

La nuova normativa U1 titolo, recante"Disciplu1a dei procedunenti relativiallo sviluppo e alla programmazionedel sistema universitario, nonché aicomitati regionali di coordinamento,a norma dell'articolo 20, comma 8,lettere a) e b) della legge 15 marzo1997, n. 59" (così, il titolo del regola­mento riportato sulla GazzettaUfficiale n. 39 del 17/2/98), riformacompletamente la materia della pro­grammazione universitaria la cuiragione di esistere è nella definizionedegli obiettivi e nella finalizzazionedelle risorse finanziarie iscritte inbilancio.Il piano trielmale, non più emanatodal Presidente della Repubblica,diviene materia di decreto ministeria­le, dopo aver ricevuto il parere delCUN e della CRUI a cui si aggiunge perla prima volta anche il parere delConsiglio Nazionale degli StudentiUniversitari (istituito con DPR n. 491del 2/12/97, pubblicato nella Gazzet­ta Ufficiale n. 17 del 22/1/98). An­nualmente l'Osservatorio per la valu­tazione del sistema universitario pre­para un rapporto sullo stato di attua­zione del piano, nonché una relazionesui risultati alla fine del periodo diprogrammazione.Parallelamente al piano di svilupporealizzato dal muLÌstro dell'Universi­tà e della Ricerca scientifica, le singo-

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le università o altri enti pubblici o pri­vati possono formulare delle propo­ste, in linea con gli obiettivi del piano.Il potere propositivo locale, non è piÙ,come nell'articolo 2 della legge245/90, lUl atto obbligato e soprattut­to destinato ad integrarsi totalmentecon il piano formulato dal Ministero;al contrario, sembra poter vivere senon di luce propria, almeno di luceriflessa. Una volta vagliate, le propo­ste sono infatti oggetto di altri decretiministeriali. La procedura di forma­lizzazione delle proposte prevedel'indicazione delle risorse finanziarieaccessibili o da reperire, nonché unarelazione tecnica redatta dal nucleo divalutazione dell'ateneo (previsto conla 537/93 articolo 5 comma 22); ladocumentazione viene inviata aicomitati di coordinamento che dopoaverne dato un parere motivato inol­trano gli schemi di proposte alMinistero.È importante sottolineare la modifica­zione della composizione dei comitatidi coordinamento che riflette l'inten­zione di voler essere aderenti al telTi­torio nelle sue diverse esigenze. Oltreai rettori (i presidi non sono contem-

LEGGI E DECRETI

plati) delle università della regione diappartenenza, è presente la rappresen­tanza studentesca e il presidente dellaGilUlta o Wl suo delegato. Questa scel­ta è senza dubbio giustificata anchedal fatto che la flUlzione dei comitati èpiÙ complessa, dovendosi pure occu­pare di programmazione degli accessiall'ish'uzione lmiversitaria, di orienta­mento, di diritto allo studio e di altreiniziative h-a cui quella di coordina­mento con il sistema scolastico e con leflmzioni formative regionali.I comitati regionali, comunque, unavolta espresso il parere motivato tra­smettono l'intera documentazioneall'Osservatorio per la valutazionedel sistema, operante all'interno delMinistero. Quest'ultimo passaggio hail pregio di recare una valutazionesulla congruità tra proposte e mezziindicati per la realizzazione e obietti~

vi del piano. A sei mesi dall'emana­zione del decreto sul piano di svilup­po, la relazione tecnica dell'Osserva­torio rappresenta una virtuale auto­rizzazione all'emanazione di lUl ulte­riore decreto ministeriale che tengaconto di tale azione propositiva lo­cale.

Autonomia rispettata?

L'autonomia d'ateneo sembra essererispetta ta, benché bisognerà aspettarel'operatività del DPR per capire setutti i filtri inseriti nella procedura diformulazione del decreto "aggiunti­vo" non snaturino poi le iniziativeterritoriali; tant'è che lo stesso testoprevede al comma successivo (com­ma 4 articolo 2) una deroga all'iterprima menzionato. Le lUliversità chevogliano istituire, con risorse a caricodei propri bilanci, nuove facoltà ecorsi all'interno del territorio sededell'ateneo, devono solo comunicarloal Ministero, purché abbiano ricevutoparere positivo dal comitato di coor­dinamento regionale sulla relazionetecnica del proprio nucleo di valuta­zione. Questo non era mai stato pre­visto fino ad oggi.Altri decreti ministeriali n intere delpiano di sviluppo sono contemplatiper dare attuazione alla soppressioneo istituzione di università volutedalla programmazione triermale. Unacosa è certa: non sempre la delegifica­zione va di pari passo con la sempli­ficazione.

Regolamento recante disciplina dei procedimenti relativi allo sviluppoed alla programmazione del sistema universitario, nonché ai comitatiregionali di coordinamento, a norma dell'articolo 20, comma 8, letterea) e b), della legge 15 marzo 1997, n. 59

DPR n. 25 del 27 gennaio 1998 (in GU n. 39 del 17 febbraio 1998)

IL PRESIDE TE DELLA REpUBBLICAVISTO l'articolo 87, quinto comma dellaCostituzione;VISTA la legge 15 marzo 1997, n. 59, e inparticolare l'articolo 20, comma 8, letteraa), nonché i criteri di cui al medesimo arti­colo, comma 5;VISTO l'articolo 17, comma 2, della legge23 agosto 1988, n. 400;CONSIDERATO che occorre dare attuazionealla predetta legge 15 marzo 1997, n. 59,ed in particolare all'articolo 20, comma 8,lettera a), con l'emanazione di appositoregolamento che disponga in materia disviluppo e progranul1azione del sistemauniversitario e dei comitati regionali dicoordinamento, al fine eli semplificare erazionalizzare le procedure e di aggiorna­re ed integrare la composizione e le com-

petenze dei predetti comitati;VISTA la preliminare deliberazione delConsiglio dei Ministri, adottata nella riu­nione del 29 agosto 1997;VISTO il parere del Consiglio UniversitarioNazionale, espresso il 12 settembre 1997,ai sensi dall'articolo 17, comma 102, lette­ra a) della legge 15 maggio 1997, n.127;VISTI i pareri resi dalla settima commissio­ne della Camera dei Deputati il 2 ottobre1997 e della settima cOI1U11issione delSenato della Repubblica il16 ottobre 1997;UDITO il parere del Consiglio di Stato,espresso dalla sezione conslùtiva per gli attinormativi nell'adlmanza del 6 ottobre 1997;VISTO il rilievo della Corte dei conti indata 15 gelUlaio 1998;VISTE le deliberazioni del Consiglio deiMinistri, adottate nelle riunioni del 28

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novembre 1997 e del 23 gennaio 1998;Sulla proposta del presidente delConsiglio dei Ministri e del ministro perla FlU1zione pubblica e gli affari regionali,di concerto con il ministro dell'Universitàe della Ricerca scientifica e tecnologica;

EMA Ail seguente regolamento:

Art. 1Definizioni

1. Ai sensi del presente regolamento siintendono:a) per ministro, il ministro dell'Universitàe della Ricerca scientifica e tecnologica;b) per Ministero, il Ministero dell'Uni­versità e della Ricerca scientifica e tecno­logica;

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c) per Consiglio Nazionale degli StudentiUniversitari (CNSU), l'organo così nomi­nato e istituito ai sensi dell'articolo 20,comma 8, lettera b), della legge 15 marzo1997, n. 59;d) per Osservatorio, l'Osservatorio per lavalutazione del sistema universitario, dicui all'articolo 5, comma 23, della legge 24dicembre 1993, n. 537;e) per comitato regionale di coordinamen­to, il comitato di cui all'articolo 3;f) per studenti, gli iscritti ai corsi di cuialla lettera g;g) per corsi, i corsi attivati dalle universitàper il rilascio dei titoli di cui agli articoli 1e 7 della legge 19 novembre 1990, n. 341;h) per università o ateneo, le lmiversità egli istituti di istruzione lUuversitaria stata­li, nonché le lmiversità e gli istituti diistruzione lmiversitaria non statali legal­mente riconosciuti.

Art. 2Programmnzione del sistemn universitnrio

1. La programmazione di cui al presenteregolamento, mediante la razionalizzazio­ne dell'offerta formativa degli atenei e ilpotenziamento della ricerca in essi realiz­zata, persegue la finalità della qualifica­zione del sistema lU1iversitario, corrispon­dendo alle esigenze di sviluppo culturale,sociale, civile ed economico ed alla con­nessa evoluzione del mercato del lavoro,nonché contribuendo alla riduzione deglisquilibri territoriali, in particolare traCentro-Nord e Sud.2. Sono sh'umenti e modalità della pro­grammazione l'istituzione, la soppressio­ne o la trasformazione di corsi, facoltà oatenei, l'adeguamento delle risorse delleuniversità, ivi comprese quelle per struttu­re e personale lU1iversitario, gli accordi diprogramma tra Mitustero, atenei e altrisoggetti pubblici e privati, la partecipazio­ne e il sostegno ad iniziative cofinanziatedall'Unione Europea o da soggetti terzi.3. La programmazione si attua mediante:a) la determinazione per ciascun trienniodegli obiettivi del sistema lU1iversitario ela finalizzazione delle relative risorsefinanziarie. A tal fine il minjstro predispo­ne lU1 apposito schema di decreto, sulquale esprimono parere il Consiglio Uni­versitario Nazionale (CUN), la Conferenzadei Rettori delle Università Italiane(CRUI), il CNSU. In sede di prima applica­zione del presente regolamento, si pre­scinde dal parere del CNSU, qualora nonistituito. Il predetto schema è quindi tra­smesso alle commissioni competenti permateria della Camera dei Deputati e delSenato della Repubblica, che esprimonoparere a norma dei rispettivi regolamenti.

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Decorsi trenta giorni dalla trasmissione alCUN, alla CRUI, al CNSU lo schema deldecreto è comunque trasmesso alle com­missioni parlamentari. Il decreto è emana­to dal ministro e pubblicato nellaGazzetta Ufficiale;b) la formulazione da parte delle lmiver­sità o di altri soggetti pubblici e privati diapposite proposte, coerenti con gli obietti­vi di cui alla lettera a), indicando le risor­se necessarie, disponibili e da acquisire.Le proposte sono corredate da una rela­zione tecnica, prediposta dal nucleo divalutazione dell'ateneo, con riguardo aiparametri di cui alla lettera d) e sono tra­smesse ai comitati regionali di coordina­mento. Le proposte di istituzione o di sop­pressione di facoltà di Medicina e Chirur­gia sono trasmesse al Ministero dellaSatutà per l'espressione di lm parere;c) l'espressione di pareri motivati da partedei comitati regionali di coordinamentosulle proposte di cui alla lettera b). Le pro­poste e i pareri di cui alla presente letterasono trasmessi da parte dei predetti comi­tati al Ministero. Qualora le proposteriguardino più regioni, i pareri sonoespressi dai comitati interessati, riuniti inseduta comlme;d) la predisposizione di apposita relazio­ne tecnica dell'Osservatorio sulle propo­ste trasmesse ai sensi della lettera c), conriguardo alla congruità tra proposte,obiettivi dichiarati e mezzi indicati, non­ché con riferimento agli obiettivi di Cltialla lettera a). La relazione è trasmessa alministro;e) l'emanazione di lm successivo decretoministeriale che, tenendo conto degliobiettivi determinati con il decreto di cuialla lettera a), individua, sulla base delleproposte, dei pareri e della relazione dicui rispettivamente alle lettere b), c) e d),le uuziative da realizzare nel triennio, glistrumenti e le modalità di cui al cornn1a 2da attivare, nonché i criteri di ripartizionedelle relative risorse finanziarie. Decorsisei mesi dalla data di entrata in vigore deldecreto di cui alla lettera a), il decreto dicui alla presente lettera è comunque ema­nato e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale.4. In deroga alle disposizioni di cui alcomma 3 le lUuversità, sulla base di lmarelazione tecnica del nucleo di valutazio­ne interno e acquisito il parere favorevoledel comitato regionale di coordinamento,possono autonomamente istituire nuovefacoltà e corsi nel territorio sede dell'ate­neo, con risorse a carico dei propri bilancie senza oneri aggiuntivi sui trasferiInentistatali al sistema lU1iversitario. L'istitu­zione delle facoltà e l'attivazione dei corsidi cui al presente comma sono comlU1ica­te al Ministero.

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5. L'istituzione e la soppressione di uni­versità previste dal decreto di cui alcomma 3, lettera e), sono disposte conappositi decreti del minjstro, che discipli­nano le modalità attuative ed i tempi,sulla base dei seguenti principi:a) nuove lmiversità o istituti di istruzioneuniversitaria statali si costituisconomediante:1) l'istituzione contestuale in lma medesi­ma sede di più facoltà e la detenninazio­ne delle procedure per la costituzionedegli organi accademici;2) il trasferimento da altre lU1iversità distrutture già esistenti, subentrando lanuova università U1 tutti i rapporti giuri­dici u1erenti al funzionamento delle strut­ture trasferite;b) nel caso di istituzione di nuove facoltàdi cui alla lettera a), plmto 1), anchedecentrate, le attribuzioni del consiglio difacoltà sono esercitate temporaneamenteda un apposito comitato costituito da cin­que professori di ruolo, tre di prima fasciae due di seconda. I predetti componenti ilcomitato sono eletti dai professori diruolo appartenenti ai settori scientifico­disciplu1ari afferenti alle predette facoltà.Le elezioni sono indette ed espletate dagliatenei. I membri del comitato durano incarica fU10 all'assegnazione alla facoltà dialmeno cU1que professori di ruolo, di cuitre di prima fascia e due di seconda ecomlU1que non olh'e tre atmi. Decorso taletermu1e senza che si sia verificata la pre­detta assegnazione il comitato decade, isuoi membri non possono essere rieletti esi procede ad lma nuova elezione. Non sifa luogo all'elezione del comitato qualoraabbiano optato per la nuova facoltà alme­no tre professori di prima fascia e due diseconda;c) \'istituzione di nuove lmiversità o isti­tuti di istruzione lmiversitaria non statali,legalmente riconosciuti, nonché l'autoriz­zazione al rilascio di titoli aventi valorelegale avviene contestualmente all'appro­vazione dello statuto e del regolamentodidattico di ateneo, di cili all'articolo 11,comma 1, della legge 19 novembre 1990,n. 341. A tali lU1iversità o istituti si appli-

- cano le disposizioni di cui alla legge 29luglio 1991, n. 243;d) nel caso di soppressione di ateneo ègarantito agli studenti il completamentodegli studi, al personale tecnico-ammini­strativo e al personale docente e ricercato­re il mantenimento del posto, anche U1altra sede universitaria;6. Nel caso di istituzione di nuove facoltà,nella stessa o in altra sede di lUuversitàesistenti, non finalizzate all'obiettivo diclii al comma 5, lettera a), i predetti ateneidisciplinano la procedura per la costitu-

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zione dei relativi organi accademici e perl'avvio delle attività.7. Per l'attuazione della programmazionedel sistema universitario sono prioritaria­mente utilizzate le quote annue detenni­nate per la predetta finalità dalla leggefinanziaria, ai sensi dell'articolo 11,comma 3, lettera c), della legge 5 agosto1978, n. 468 e successive modificazioni eintegrazioni.8. L'Osservatorio predispone ogni armoWì rapporto sullo stato di attuazione dellaprogrammazione nonché, alla fine di ognitriennio, un rapporto sui risultati dellamedesima. I predetti rapporti sono tra­smessi al ministro e al Parlamento.

Art. 3Comitati regionali di coordinamento

1. I comitati regionali di coordinamentosono costituiti dai rettori delle wìiversitàaventi sede nella stessa regione, dal presi­dente della giunta regionale o da un suodelegato, nonché da un rappresentantedegli studenti se nella regione hanno sedefino a due atenei, da due rappresentantise ivi harmo sede fino a tre atenei e da treper un numero di atenei nella regionesuperiore a tre, eletti dalla componentestudentesca dei senati accademici e deiconsigli di amministrazione delle univer­sità della regione, ritmita in seduta comu-

LEGGI E DECRETI

ne. Nella regione Trentino-Alto Adige siistituiscono due comitati provinciali dicoordinamento, ciasCtmo di essi compostodal presidente della provincia autonoma,o da un suo delegato, dai rettori delle lmi­versità della provincia e dai rappresentan­ti degli studenti delle medesime, determi­nati ai sensi del presente comma.2. I comitati eleggono nel loro seno il ret­tore che li presiede ed individuano la sedeuniversitaria ai fini del supporto tecnico eamministrativo.3. I comitati, oltre alle fWìZioni di cuiall'articolo 2, comma 3, lettera c), provve­dono al coordinamento delle iniziative inmateria di programmazione degli accessiall'istruzione universitaria, di orienta­mento, di diritto allo studio, di alta for­mazione professionale e di formazionecontinua e ricorrente, di utilizzazionedelle sh'utture lmiversitarie, nonché alcoordinamento con il sistema scolastico,con le istituzioni formative regionali, conle istanze economiche e sociali del territo­rio.

Art. 4Abrogazione di norme

1. Sono abrogati gli articoli da 1 a 3 dellalegge 14 agosto 1982, n. 590, nonché gliarticoli da 1 a 6 e l'articolo 15 della legge 7agosto 1990, n. 245.

2. Restano ferme le disposizioni di cui allalegge 23 dicembre 1996, n. 662, articolo 1,commi 90, 91 e 92.

Art. 5Entrata in vigore

1. Il presente regolamento, ai sensi dell'ar­ticolo 17, comma 119, secondo periodo,della legge 15 maggio 1997, n. 127, entrain vigore il quindicesimo giorno successi­vo a quello di pubblicazione nellaGazzetta Ufficiale.

Il presente decreto, mtmito del sigillodello Stato, sarà inserito nella Raccoltaufficiale degli atti normativi dellaRepubblica italiana. È fatto obbligo achiunque spetti di osservarlo e di farloosservare.

Dato a Roma, addì 27 gelmaio 1998

SCALFARO

PRODI, presidel1te del Consiglio dei MinistriBASSANINI, ministro per la Funzione

pubblica e gli affari regionaliBERLINGUER, ministro dell'Università e della

Ricerca scientifica e tecnologica

Registrato alla Corte dei conti il 12 feb­braio 1998

UNIVERSITÀ E RICERCA NELLA FINANZIARIA 1998Gli interventi a favore del sistema uni­versitario e della ricerca, previsti dallalegislazione che regola i conti pubbliciper il 1998, mostrano già al primoimpatto un'esigenza forte di contene­re la spesa, nonché una predisposizio­ne all'utilizzo di una politica di incen­tivi come strumento per la ristruttura­zione e razionalizzazione del sistema.A quest'ultimo riguardo, le misureche l'articolo 6 del collegato alla leggefinanziaria (legge 449/97) prevederispetto alle agevolazioni per l'acqui­sto di attrezzature informatiche daparte delle università vanno nelladoppia direzione di spingere l'infor­matizzazione attraverso la diminu­zione del prezzo sugli acquisti di pro­dotti informatici e quindi della spesa.Le modalità di attuazione sarannooggetto di decreto ministeriale; restail fatto che oltre l'obiettivo di stimola­re lo svecchiamento delle infrastrut­ture, merita attenzione anche la figu-

ra del venditore. È lui, infatti, cheattraverso lo sconto sul prezzo divendita, opera l'erogazione del con­tributo statale salvo poi, naturalmen­te, recuperarne l'importo (200.000lire) come credito di imposta.Tuttavia, si precisa che la facoltà direcupero del credito è limitata alperiodo d'imposta in corso alla datadi entrata in vigore della legge e alperiodo successivo, e ciò si auspicasia sufficiente.Dopo questo primo "assaggio" il col­legato alla finanziaria torna a parlaredi università e ricerca al successivoarticolo 5I.In mancanza del piano di sviluppouniversitario per il triennio 1997-99,dovuto ad una grave carenza diattuazione della legge 245/90 sulpiano triennale di sviluppo universi­tario (l'ultimo piano triennale scade­va infatti nel 1996), la legge finanzia­ria è stata colta come occasione per

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colmare, al~eno parzialmente, que­sta lacuna. E stato perciò delineatouna sorta di piano triennale 1998-2000in attesa della riforma della normati­va sulla programmazione universita­ria voluta dalla legge Bassanini n. 59del 1997 (poi giunta grazie all'emana­zione del DPR n. 25 del 1998).

Contenimento della spesae potenziamento del sIstema

Si è stabilito che il fabbisogno finan­ziario del 1998 non potrà superarequello rilevato a consuntivo 1997, cosìcome per gli altri due anni successivi,al netto dell'inflazione programmata.Le esigenze di contenimento dellaspesa rimandano perciò le spese dipotenziamento del sistema universi­tario di per sé già da tempo sacrifica­to. Il potenziamento del sistemasignifica rendere la struttura competi-

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tiva anche nei confronti del contestoeuropeo, e poiché le spese fisse sonoper loro natura difficilmente contrai­bili, ancora lma volta sarà la parte piùpropriamente innovativa, dinamica evariabile ad essere inibita. Un esem­pio per tutti: l'attività di ricerca uni­versitaria. Non è sufficiente infatti laprevisione (per esempio al comma 6analizzato di seguito) di misure perincentivare la ricerca se non si ha l'o­biettiva possibilità di spesa.Di seguito (sempre al comma l, art.51), viene sottolineato che il fabbiso­gno di ogni ateneo è determinato an­nualmente dal MURST. Naturalmentequest'affermazione ha senso solo seconsiderata valida per il triennio 1998­2000. Se così non fosse, i termini neiquali si presenta questa norma poh'eb­bero resh'ingere il significato di quantovoluto dal regolamento (ricordatoprima) recante norme sullo sviluppo ela programmazione del sistema wù­versitario ultimamente emanato.Il comma 4 riguarda la contrazionedelle spese fisse per il personale diruolo delle università statali. Talispese non possono eccedere il 90%dei trasferimenti statali sul fondo peril finanziamento ordinario e le uni­versità che abbiano ecceduto nel 1997la spesa per questa voce possonoeffettuare assunzioni del personale diruolo per un costo non superiore al35% delle risorse disponibili in segui­to a cessazioni dal servizio nell'annostesso. Restano fuori i concorsi bandi­ti prima del settembre '97.L'argomento in materia di vincoliall'assunzione viene ripreso alcomma S, che malgrado assegni alleuniversità l'esclusiva potestà dimodificare gli organici di ateneoattraverso i propri ordinamenti (a

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conferma dell'art. S, comma 12 dellalegge 537/93), stabilisce che all'entra­ta in vigore della legge le universitàstatali e gli osservatori seguiranno ledisposiziOlÙ dell'articolato anche peri vincoli all'asswlzione di personalein ruolo. Di fatto perciò il potere digestione delle asswlzioni, e quindidegli orgalùci di ateneo, viene deter­minato dal centro.Il problema del contenimento dellespese di gestione del fondo ordinarioè sicuramente importante, tuttavia, aldi là della poca cmarezza sull'effetti­va potestà di modifica degli organicidi ateneo, la realtà informa che l'wù­versità ha bisogno di personale diruolo. Considerando la periodicitàdei concorsi banditi, ci si troverà, nelgiro di poclù anni, ad assistere allafuoriuscita di gran parte dei docentiin ruolo, la cui età media è molto alta,con il grosso problema del recluta­mento di nuove leve.

Gli assegni di ricerca

Una novità importante per il futurodell'università è l'istituzione degli"assegni di ricerca" gestiti da partedegli atenei, degli osservatori e deglienti di ricerca. Cm si trova in posses­so del curriculum idoneo può essere intal modo avviato al mondo della for­mazione scientifica con un contrattodi collaborazione coordinata e conti­nuativa defiscalizzato, per un tempomassimo di 4+4 anni. Secondo questamisura che ha trovato la sua applica­zione in Wl decreto ministeriale nonancora emanato ma già registrato allaCorte dei conti, potranno essere atti­vati circa duemila contratti di collabo­razione a tempo determinato destina-

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ti a giovani laureati e a dottori diricerca. Dallo schema di decreto, sirileva che sono a disposizione 28miliardi circa per il cofinanziamentoal 50% con le sedi universitarie. Eccola prima sorpresa: il cofinanziamento.Non era precisato nella legge finan­ziaria che le università, benché impe­gnate a definire i termini di valutazio­ne comparativa dei candidati e divalutazione dell'attività dei beneficia­ri, dovessero contribuire in modoconsistente alla spesa. Ci si cmedequindi come sia possibile conciliarequesta opportunità di accesso allaricerca con i risparmi sul fabbisognofinanziario richiesti agli stessi atenei.L'articolo 51, inoltre, stabilisce checon decreto del Ministero delleFinanze di concerto con il MURST pos­sano essere concessi alle strutture uni­versitarie gli immobili dello Stato conspese di manutenzione ordinaria estraordinaria a carico delle stesse.La ricerca di base, invece vuole esserestimolata, con l'impegno di risorsefinanziarie per l'istituzione di unfondo speciale per lo sviluppo dellaricerca di interesse strategico, da utiliz­zare per specifici progetti. Salutatobenevolmente, questo fondo tuttaviaconterrà lID importo non superiore al5% di ogni stanziamento di bilancioautorizzato a favore del CNR, dell'ASI,dell'INFN, dell'lNFM e degli alh'i istitutiche usufruiscono degli stanziamentidel fondo speciale per la ricerca appli­cata. Dopo il parere del competenteorgano consultivo, istituito ai sensidell'articolo 18 della legge n. 59 del1997 presso il MURST, il miIùstro, senti­te le commissioni parlamentari, ema­nerà un decreto ad hoc sulle priorità ele modalità di impiego del fondo.

R.v.

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LEGGI E DECRETI

Legge 27 dicembre 1997, n. 449 (in GU n. 302 del 30 dicembre 1997 - Supplemento Ordinario n. 255)

4. Le spese fisse e obbligatorie per il per­sonale di ruolo delle università statali nonpossono eccedere il 90 % dei trasferimentistatali sul fondo per il finanziamento ordi­nario. Nel caso dell'Università degli studidi Trento si tiene conto anche dei trasferi­menti per il fWlzionamento erogati aisensi della legge 14 agosto 1982, n. 590. Leuniversità nelle quali la spesa per il perso­nale di ruolo abbia ecceduto nel 1997 enegli aIUti successivi il predetto limitepossono effettuare assunzioni di persona­le di ruolo il cui costo non superi, su baseannua, il 35% delle risorse finanziarie chesi rendano disponibili per le cessazionidal ruolo dell'alUlo di riferimento. Taledisposizione non si applica alle assunzio­ni derivanti dall'espletamento di concorsigià banditi alla data del 30 settembre 1997e rimane operativa sino a che la spesa peril personale di ruolo ecceda il limite pre­visto dal presente comma.5. Al comma 3 dell'articolo 5 della legge24 dicembre 1993, n. 537, dopo le parole"a standard dei costi di produzione perstudente" sono inserite le seguenti: ", alminore valore percentuale della quotarelativa alla spesa per il personale di ruolosul fondo per il finanziamento ordinario".Sono abrogati i commi lO, 11 e 12 dell'ar­ticolo 5 della legge 24 dicembre 1993, n.537, nonché il comma 1 dell'articolo 6della legge 18 marzo 1989, n. 118. Le uni­versità statali definiscono e modificano gliorganici di ateneo secondo i rispettiviordinamenti. A decorrere dallo gennaio1998 alle wliversità sta tali e agli osserva­tori astronomici, astrofisici e vesuviano siapplicano, in materia di organici e di vin­coli all'assunzione di personale di ruolo,esclusivamente le disposizioni di cui alpresente articolo.6. Le wliversità, gli osservatori astronomi­ci, astrofisici e vesuviano, gli enti pubblicie le istituzioni di ricerca di cui all'articolo8 del decreto del Presidente del Consigliodei ministri 30 dicembre 1993, n. 593, esuccessive modificazioni e integrazioni,l'ENEA e l'ASI, nell'ambito delle disponibi­lità di bilancio, assicurando, con propriedisposizioni, idonee procedure di valuta­zione comparativa e la pubblicità degliatti, possono conferire assegni per la col­laborazione ad attività di ricerca. Possonoessere titolari degli assegni dottori diricerca o laureati in possesso di curriculumscientifico professionale idoneo per losvolgimento di attività di ricerca conesclusione del personale di ruolo presso i

tendo che il fabbisogno finanziario, riferi­to alle università statali, ai policlinici uni­versitari a gestione diretta, ai dipartimen­ti ed a tutti gli altri centri con autonomiafinanziaria e contabile, da esso complessi­vamente generato nel 1998 non sia supe­riore a quello rilevato a conslU1tivo per il1997, e per gli almi 1999 e 2000 non siasuperiore a quello dell'alUlo precedentemaggiorato del tasso programmato diinflazione. Il ministro dell'Università edella Ricerca scientifica e tecnologica pro­cede almualmente alla detenninazionedel fabbisogno finanziario programmatoper ciasClU1 ateneo, sentita la ConferenzaPermanente dei Rettori delle UniversitàItaliane, tenendo conto degli obiettivi diriequilibrio nella distribuzione delle risor­se e delle esigenze di razionalizzazionedell'attuale sistema universitario. Saran­no peraltro tenute in considerazione leaggiuntive esigenze di fabbisogno finan­ziario per gli insediamenti universitariprevisti dall'articolo 9 del decreto delPresidente della Repubblica 30 dicembre1995, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n.50 del 29 febbraio 1996.2. Il Consiglio Nazionale delle Ricerche,l'Agenzia Spaziale Italiana, l'IstitutoNazionale di Fisica Nucleare, !'IstitutoNazionale di Fisica della Materia, l'Enteper le Nuove tecnologie, l'Energia el'Ambiente concorrono alla realizzazionedegli obiettivi di finanza pubblica per iltrielmio 1998-2000, garantendo che il fab­bisogno finanziario da essi complessiva­mente generato nel 1998 non sia superiorea 3.150 miliardi di lire, e per gli anni 1999e 2000 non sia superiore a quello dell'an­no precedente maggiorato del tasso pro­grammato di inflazione. Il ministro delTesoro, del Bilancio e della Program­mazione economica, sentiti i ministridell'Università e della Ricerca scientifica etecnologica e dell'Industria, del Com­mercio e dell'Artigianato, procede an­nualmente alla determinazione del fabbi­sogno finanziario programmato per cia­scun ente.3. Le disposizioni di cui agli articoli 7 e 9del decreto legislativo 7 agosto 1997, n.279, sono estese a partire dallo gennaio1999 alle università statali, sentita laConferenza Permanente dei Rettori delleUniversità Italiane. Il ministro del Tesoro,del Bilancio e della Programmazione eco­nomica determina, con proprio decreto, lemodalità operative per l'attuazione delledisposizioni predette.

[omissis]

Art. 51Università e ricerca

MISURE PER LA STABILIZZAZIONE DELLA FINANZA PUBBLICA

[omissis]

Art. 6Agevolazioni per l'acquisto di attrezzature

informatiche da parte delle università e delleistitllzioni scolastiche

1. Alle università e alle istihlzioni scolasti­che di ogni ordine e grado che acquistano,fino al31 dicembre 1998, 1m personal COII/­

pllter multimediale completo, nuovo difabbrica e corredato di l11ode11l e software, èriconosciuto un contributo statale pari alire 200.000, sempre che sia praticato dalvenditore Wl0 sconto sul prezzo di acqui­sto di pari importo. Il contributo è corri­sposto dal venditore mediante compensa­zione con il prezzo di acquisto. Il vendito­re recupera l'importo del contributo qualecredito di imposta, fino alla concorrenzadel relativo ammontare per il versamentodelle imposte sui redditi e dell'impostasul valore aggiunto nel periodo di impo­sta in corso alla data di entrata in vigoredella presente legge e in quello successi­vo. Non si fa luogo, in ogni caso, al rim­borso degli importi del credito di impostaeventualmente non utilizzati in compen­sazione nei periodi di imposta sopra indi­cati.2. Con decreto del ministro delle Finanze,di concerto con il ministro della PubblicaIstruzione e con il ministro dell'Universitàe della Ricerca scientifica e tecnologica,saranno disciplinate le modalità di attua­zione delle disposizioni di cui al presentearticolo, ivi comprese le modalità di am­missione al beneficio, nonché le proceduredi controllo, prevedendosi specifiche cau­se di decadenza dal diritto al contributo.3. Il ministro delle Comunicazioni, d'inte­sa con il ministro dell'Università e dellaRicerca scientifica e tecnologica, adottaprovvedimenti finalizzati a garantire lapari opportunità di accesso alla reteInternet, anche al fine di evitare disCl'imi­nazioni di tipo territoriale.4. Il contributo di cui al presente articolo èerogato nel limite massimo di dieci miliar­di di lire.

1. Il sistema universitario concorre allarealizzazione degli obiettivi di finanzapubblica per il triennio 1998-2000, garan-

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soggetti di cui al primo periodo del pre­sente comma. Gli assegni hanno dmatanon superiore a quattro almi e possonoessere rinnovati nel limite massimo diotto alUli con lo stesso soggetto, ovvero diquattro anni se il titolare ha usufruitodella borsa per il dottorato di ricerca. Nonè ammesso il cumulo con borse di studioa qualsiasi titolo conferite, tranne quelleconcesse da istituzioni nazionali o stranie­re utili ad integrare, con soggiorni all'este­ro, l'attività di ricerca dei titolari di asse­gni. Il titolare di assegni può frequentarecorsi di dottorato di ricerca anche in dero­ga al numero determinato, per ciascunauniversità, ai sensi dell'articolo 70 deldecreto del Presidente della Repubblica 11luglio 1980, n. 382, fermo restando il supe­l'amento delle prove di ammissione. Leuniversità possono fissare il numero mas­simo dei titolari di assegno ammessi a fre­quentare in soprannumero i corsi di dot­torato. Il titolare in servizio presso ammi­nistrazioni. pubbliche può essere collocatoin aspettativa senza assegni. Agli assegnidi cui al presente C0rlU11a si applicano, inmateria fiscale, le disposizioni di cuiall'articolo 4 della legge 13 agosto 1984, n.476, e successive modificazione e integra­zioni, nonché, in materia previdenziale,quelle di cui all'articolo 2, commi 26 eseguenti, della legge 8 agosto 1995, n. 335,e successive modificazioni e integrazioni.Per la determinazione degli importi e perle modalità di conferimento degli assegnisi provvede con decreti del ministrodell'Università e della Ricerca scientifica etecnologica. I soggetti di cui al primoperiodo del presente comma sono altresìautorizzati a stipulare, per specifiche pre­stazioni previste da programmi di ricerca,appositi contratti ai sensi degli articoli

UNIVERSITAS 67

2222 e seguenti del codice civile, compati­bili anche con rapporti di lavoro subordi­nato presso amministrazioni. dello Statoed enti pubblici e privati. Gli assegIù e icontratti non danno luogo a diritti in ordi­ne all'accesso ai ruoli dei soggetti di cui alprimo periodo del presente comma.7. Ai fini dell'applicazione della presentelegge, per enti di ricerca o per enti pubbli­ci di ricerca si intendono i soggetti di cuiall'articolo 8 del decreto del Presidentedel Consiglio dei mi.Jùstri 30 dicembre1993, n. 593, e successive modificaziOlù eintegrazioni, nonché l'ENEA. All'ASI siapplicano esclusivamente le disposizionidi cui ai comnù 2 e 6 del presente articolo,fatto salvo quanto disposto dall'articolo 5.8. Il comma 93 dell'articolo 1 della legge23 dicembre 1996, n. 662, è sostituito dalseguente:"93. Con decreto del ministro delleFinanze, di concerto con il ministrodell'Ulùversità e della Ricerca scientifica etecnologica, sentiti eventualmente gli altrimiIùstri competenti, possono essere con­cessi in uso perpetuo e gratuito alle lUÙ­versità, con spese di manutenzione ordi­naria e straordinaria a carico delle stesse,gli immobili dello Stato liberi". Il comma94 del citato articolo 1 della legge n. 662del 1996 è abrogato.9. A partire dall'anno 1998, il nùni.stro delTesoro, del Bilancio e della Program­mazione economica su proposta del mini­stro dell'Università e della Ricerca scienti­fica e tecnologica trasferisce, con propriodecreto, all'unità previsionale di base"Ricerca scientifica", capitolo 7520, dellostato di previsione del Ministerodell'Università e della Ricerca scientifica etecnologica, al fine di costituire, insiemealle risorse ivi già disponibili, un Fondo

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speciale per lo sviluppo della ricerca diinteresse strategico, da assegnare al finan­ziamento di specifici progetti, un importoopportunamente differenziato e comun­que non superiore al 5 per cento di OglÙstanziamento di bilancio autorizzato o daautorizzare a favore del Consiglio Nazio­nale delle Ricerche, dell'Agenzia SpazialeItaliana, dell'Istituto Nazionale di FisicaNucleare, dell'Istituto Nazionale di Fisicadella Materia, dell'Osservatorio geofisicosperimentale, del Centro italiano ricercheaerospaziali, dell'Ente per le Nuove tec­nologie, l'Energia e l'Ambiente, del Fondospeciale per la ricerca applicata di cuiall'articolo 4 della legge 25 ottobre 1968, n.1089, nonché delle dispOlùbilità a valeresulle autorizzazioni di spesa di cui aldecreto-legge 22 ottobre 1992, n. 415, con­vertito, con modificazioni, dalla legge 19dicembre 1992, n. 488. Il ministrodell'Università e della Ricerca scientifica etecnologica, previo parere del competenteorgano consultivo del Ministero, istituitoai sensi dell'articolo 18, comma 1, letterae), della legge 15 marzo 1997, n. 59, conproprio decreto emanato dopo aver acqui­sito il parere delle competenti Commis­sioni parlamentari, deternÙ1la le priorità ele modalità di inlpiego del Fondo per spe­cifici progetti.lO. L'aliquota prevista dal comma 4 del­l'articolo 1 della legge 25 giugno 1985, n.331, e la riserva di cui al comma 8 dell'ar­ticolo 7 della legge 22 dicembre 1986, n.910, sono determiIlate nel 6 per centodello stanziamento totale.

[omissis]

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LEGGI E DECRETI

REGOLAMENTO RECANTE LA DISCIPLINA PER L'APPROVAZIONEDEGLI ATTI DEI CONCORSI PER RICERCATORE UNIVERSITARIODPR n. 386 del 3 ottobre 1997 (in GU n. 260 del 7 novembre 1997)

IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICAVISTO l'articolo 87 della Costituzione;VISTO il DPR 1 luglio 1980, n. 382 ed in par­ticolare gli articoli 54 e 57;VISTO il DPR lO marzo 1982, n. 163 ed inparticolare gli articoli 16, 35 e 40;VISTA la legge 23 agosto 1988, n. 400 ed inparticolare l'articolo 17, comma 2;VISTA la legge 15 marzo 1997, n. 59 ed inparticolare l'articolo 20, comma 8, letterad), che dispone sia emanato, quale normagenerale, un apposito regolamento perdisciplinare il procedimento di approva­zione degli atti dei concorsi per ricerca­tore;UDITO il parere del Consiglio di Stato, resodalla sezione consultiva per gli atti nor­mativi nell'adunanza del 28 luglio 1997;VISTA la deliberazione del Consiglio dei

Ministri, adottata nella riunione del lOottobre 1997;Sulla proposta del presidente del Consi­glio dei Ministri e del ministro per laFlmzione pubblica, di concerto con ilministro dell'Università e della Ricercascientifica e tecnologica;

EMANAil seguente regolamento:

Art. 1

1. L'approvazione degli atti delle commis­sioni giudicatrici dei concorsi a posti diricercatore universitario, di ricercatoreastronomo e di ricercatore geofisico è dicompetenza delle luuversità, degli osser­vatori astronomici ed astrofisici e dell'os­servatorio vesuviano.

Art. 2

1. L'articolo 57, terzo comma, del DPR 11luglio 1980, n. 382, si intende abrogato.

Il presente decreto, mlUuto del sigillodello Stato, sarà inserito nella Raccoltaufficiale degli atti normativi dellaRepubblica italiana. È fatto obbligo achilmque spetti di osservarlo e di farloosservare.Dato a Roma, addì 3 ottobre 1997

SCALFARO

PRODI, presidente del Consiglio dei MinistriBASSANlNI, lIIinistro per In Funzione pubblicaBERLINGUER, lIIiuistro dell'Università e delln

Ricerca scientifica e tecnologica

REGOLAMENTO RECANTE DISCIPLINA DELLE PROCEDURE PERIL CONSEGUIMENTO DEL TITOLO DI DOTTORE DI RICERCADPR n. 387 del 3 ottobre /997 (in GU n. 260 del 7 novembre /997)

IL PRESIDE TE DELLA REPUBBLICAVISTO l'articolo 87 della Costituzione;VISTO l'articolo 17, comma 2, della legge23 agosto 1988, n.400;VISTO il DPR 11 luglio 1980, n. 382 ed inparticolare l'articolo 73;VISTA la legge 15 marzo 1997, n. 59, ed inparticolare l'articolo 20, conuna 8, letterad), che prevede lU1 apposito regolamentoper disciplinare le procedme per il conse­guimento del titolo di dottore di ricerca;UDITO il parere del Consiglio di Stato, resodalla sezione consultiva per gli atti nor­mativi nell'adunanza del 28 luglio 1997;VISTA la deliberazione del Consiglio deiMinistri, adottata nella riw,ione dellaottobre 1997;Sulla proposta del presidente delConsiglio dei Ministri e del ministro dellaFunzione pubblica, di concerto con ilministro dell'Università e della Ricercascientifica e tecnologica;

EMANAil seguente regolamento:

Art. 1

1. Le commissioni per l'esame di ammis­sione ai corsi di dottorato di ricerca sononominate con decreto del rettore dell'uni-

versità sede amministrativa del corso esono composte da docenti di ruolo, anchedi altri atenei, italialu e stranieri, apparte­nenti ai settori scientifico-disciplinari cuisi riferisce il corso. Per quanto non dispo­sto dall'articolo 71 del DPR 11 luglio 1980,n. 382, comma primo e commi dal terzoall'ultimo, le università disciplinano laprocedura di esame assicurando un'ido­nea valutazione comparativa dei candida­ti, tempi ristretti per l'espletamento, non­ché la pubblicità degli atti.

Art. 2

1. TI titolo di dottore di ricerca è conferitodal rettore dell'lmiversità sede ammini­strativa del corso di dottorato, previosuperamento dell'esame finale. La com­missione giudicatrice, nominata dallostesso rettore, è composta da tre professo­ri, di cui due ordinari e un associato, chenon siano componenti del collegio deidocenti, appartenenti ai settori scientifico­disciplinari attinenti al dottorato. La com­missione può essere integrata da non pitldi due esperti, anche stranieri, scelti nel­l'ambito degli enti e delle strutture pub­bliche e private di ricerca. Nel caso di dot­torati istituiti a seguito di accordi interna­zionali la commissione è costituita secon-

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do le modalità previste negli accordi stes­si.

Art. 3

1. La tesi finale, redatta anche in linguastraniera, previa autorizzazione del colle­gio dei docenti, è presentata all'lU1iversitàsede d'esame.

Art. 4

1. Il titolo di dottore di ricerca si consegueall'atto del superamento dell'esame fina­le; l'luuversità sede d'esame, a ricluestadegli interessati, ne certifica il consegui­mento. Successivamente al rilascio deltitolo, l'lUuversità medesima cura il depo­sito di copia della tesi finale presso lebiblioteche nazionali di Roma e Firenze.

Art. 5

1. Le commissioni giudicatrici sono con­vocate dal rettore non oltre il sessantesi­mo giorno successivo alla conclusione delcorso di dottorato e sono tenute a conclu­dere improrogabilmente le valutazionientro i successivi due mesi. Le eventualidimissioni dei componenti delle commis­sioni, adeguatamente motivate, acquista­no efficacia all'atto dell'accoglimento daparte del rettore.

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UNIVERSITAS 67

DALLA GAZZETTA UFFICIALE(dicembre 1997-febbraio 1998)

2. Decorso il termine di cui al comma 1senza che la commissione abbia concluso isuoi lavori, essa decade e il rettore nominalU1a nuova commissione, con esclusionedei componenti decaduti.3. Le università assicmano la pubblicitàdegli atti delle procedme di valutazione,ivi compresi i giudizi sui singoli candida­ti.

Art. 6

1. Per comprovati motivi che non consen­tono la presentazione della tesi nei tempiprevisti, il rettore, su proposta del collegiodei docenti, ammette il candidato agliesami previsti per il ciclo successivo,anche in altra sede in caso di mancata atti­vazione del corso.

Art. 71. Per quanto non previsto dal presenteregolamento, la procedura per il conferi­mento del titolo di dottore di ricerca, giàdeterminata dall'articolo 73 del DPR 11luglio 1980, n. 382, è disciplinata dalle lU1i­versità nei propri regolamenti.

Art. 8

1. Sono abrogati il comma secondo dell'ar­ticolo 71, nonché i cOITUni primo, secondo,quinto e sesto dell'articolo 73 del DPR 11luglio 1980, n. 382.

Il presente decreto, mlU1ito del sigillodello Stato, sarà inserito nella racccoltaufficiale degli atti norma tivi dellaRepubblica italiana. È fatto obbligo achiunque spetti di osservarlo e di farloosservare.Dato a Roma, addì 3 ottobre 1997

SCALFARO

PRODI, presidente del Consiglio dei MinistriBA55ANINI, ministro per la Funzione pubblicaBERLINGUER, ministro dell'Università e della

Ricerca scientifica e teCllologica

Leggi e decreti

Decreto-legge 23 dicembre 1997, n. 456Proroga dei termini relativi al settoreuniversitario ed alla ricerca scientifica(GU del 31 dicembre)

Decreto presidenziale 22 dicembre1997Modificazione allo statuto del LiberoIstituto lmiversitario Campus BioMedico di Roma(GU del 9 gennaio)

DPR 2 dicembre 1997 n. 491Regolamento recante l'istituzione .delConsiglio Nazionale degli StudentiUniversitari, a norma dell'articolo 20,comma 8 lettera b), della legge 15marzo 1997, n. 459(GU del 22 gennaio)

DPR 23 dicembre 1997Conferimento dell'incarico della dire­zione del Dipartimento per lo svilup­po e il potenziamento dell'attività diricerca del MUR5T(GU del 27 febbraio)

MURST

Decreto 25 novembre 1997Nomina del coordinatore MUR5T-MPIper le iniziative concernenti l'istruzio­ne, la formazione 'e la ricerca nelMezzogiorno(GU del 18 dicembre)

Decreto 4 novembre 1997Piani di potenziamento della retescientifica e tecnologica delle areedepresse(GU del 13 gemwio)

Decreto 29 dicembre 1997Istituzione dell'Università degli studidi Catanzaro (con le facoltà di Farma­cia, Giurisprudenza, Medicina e Chi­rmgia)(GU del 13 gennaio)

Decreto 29 dicembre 1997Istituzione dell'Università degli Studidel Samuo in Benevento (con le facoltàdi Econonua e Ingegneria e i cdi in

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Scienze biologiche e in Scienze geolo­gidle)(GU del 15 gennaio)

Decreto 17 dicembre 1997Requisiti di idoneità delle sh'uttme perle scuole di specializzazione dell'areamedica(GU del 22 gennaio)

Decreto 1 dicembre 1997Disposizioni attuative dell'art. 14della legge 24/6/97 n. 196 in materiadi occupazione nel settore della ricerca(GU del 2 febbraio)

Decreto 3 febbraio 1998, n. 21Regolamento recante modalità di flU1­zionamento del Consiglio UluversitarioNazionale(GU del 13 febbraio)

Istituzione di facoltà e corsi di laurea

TRIESTE

Cdi in Politica del territorio nell'ambi­to della facoltà di Scienze della forma­zione(GU del 15 dicembre)

FERRARACdi in Biotecnologie agro-indush'iali(GU del 7 gennaio)

Cdi in Economia delle amministrazio­ni pubbliche e delle istituzioni interna­zionali(GU del 9 gennaio)

IULM DI MILANOCdi in Scienze della comunicazionepresso la facoltà di Scienze della comu­nicazione e dello spettacolo(GU del 26 febbraio)

PARMACdi in Biotecnologie(GlI del 28 febbraio)

Istituzione e riordinamento didiplomi universitari

AGRARIA

Milano(GU del 7 gennaio)Udine (GU del 4 febbraio)

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ECONOMIAdel Molise in Campobasso (Gl[ dellodicembre)

GIURISPRUDENZAParma (Gl[ del 9 gennaio)Palermo (Gl[ del 3 febbraio)

INGEGNERIAFerrara (Gl[ del 12 dicembre)Parma (Gl[ del 7 gennaio)

LETTERE E FILOSOFIAPerugia (GLI del 3 dicembre)

LINGUE E LETTERATURE STRANIEREUrbino (GLI dello dicembre)

MEDICINA E CHIRURGIA

Roma "Tor Vergata" (GLI del 3 e 6 dicem­bre)"G. D'AImwlzio" di Chieti (GLI del 3dicembre)Milano (GLI del 10 dicembre)Brescia (GLI del 12 dicembre)Ueline (Gl[ del 18 dicembre)Modena (Gl[ del 9 gel/naia)Pavia (S1tppl. ord. Il. 15 alla Gl[ del 22gennaio)Cattolica del Sacro Cuore di Milano(Gl[ del 6 febbraio)

SCIENZE DELLA COMUNICAZIONEIulm di Milano (Gl[ del 26 febbraio)

SCIENZE MFNCagliari (GLI del 3 dicembre)Roma "Tor Vergata" (Gl[ del 16,17, 18dicembre)Urbino (GLI del 26 febbraio)

Istituzione e riordinamento di scuoledi specializzazione

ECONOlvUA

del Molise in Campobasso (GLI del 9dicembre)

FARJVlAClA

Pavia (GLI del 13 e 24 dicembre)Messina (GLI del 19 febbraio)Pisa (Gl[ del 26 febbraio)

INGEGNERIATrieste (GLI del 12 dicembre)

MEDICINA E CHIRURGIAReggio Calabria (Gl[ del 1 dicembre)Cagliari (GU del 3 dicembre)Parma (GU del 9 dicembre e 9 gel/naia)Brescia (GU del 13 dicembre)

LEGGI E DECRETI

Udine (GU del 15 dicembre)"G. D'AImwlzio" di Chieti (Gl[ del 15dicembre)Palermo (Gl[ del 18 dicembre)Seconda Università di Napoli (Suppl.ord. 11. 248 alla GU del 16 dicembre)Messina (GU del 19 dicembre e 8 gennaio)Cagliari (GU del 22 gennaio)Pavia (Suppl. ord. n. 17 alla GLI del 24gel/naia)

MEDICINA VETERINARIAPisa (GLI del 27 febbraio)

Riordinamento di facoltà e corsi dilaurea

FACOLTÀ DI FARlvIAClAPavia (Suppl. ord. n. 15 alla Gl[ del 22gennaio)Bari (GLI del 17 febbraio)

FACOLTÀ DI SCIENZE DELLA FORMAZIONE

Trieste (Suppl. ord. n. 248 alla GU del16 dicembre)

CORSO DI LAUREA IN ARCHlTETIURA

Ferrara (GU dellO dicembre)

CORSO DI LAUREA IN CHIMlCARoma "Tor Vergata" (GL[ del 6 dicembre)Bari (Gl[ del 12 febbraio)

CORSO DI LAUREA IN FISICARoma "Tor Vergata" (GU del 3 dicembre)Parma (GLI del 24 dicembre)Trento (GLI del 17 febbraio)

CORSO DI LAUREA IN GIURISPRUDENZABari (sede di Foggia) (GU del 27 febbraio)

CORSO DI LAUREA IN LETTEREUrbino (GLI del 27 dicembre)Basilicata in Potenza (Suppl. ord. 11. 12alla GU del 20 gennaio)Trento (GU del 17 febbraio)

CORSO DI LAUREA IN LINGUE E

LETTERATURE STRANIEREFerrara (GU del 19 dicembre)Basilicata in Potenza (Suppl. ord. n. 12alla GLI del 20 gennaio)Parma (GU del 9 febbraio)Cattolica del Sacro Cuore di Milano(GLI dellO febbraio)

CORSO DI LAUREA IN MATElvlATICAUdine (GLI del 12 dicembre)Basilicata in Potenza (S1tppl. ord. 1/. 12alla GU del 20 gennaio)Cattolica del Sacro Cuore di Milano

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(GLI del 7 febbraio)Trento (GU del 17 febbraio)

CORSO DI LAUREA IN MEDICINA E

CHJRURGIA

Roma "La Sapienza" (GU dello dicem­bre)Roma "Tor Vergata" (GLI del 3 dicembre)Parma (GLI del 15 gennaio)Pavia (S1tppl. ord. 11. 15 alla GU del 22gellnaio)Cattolica del Sacro Cuore di Milano(GLI del 4 febbraio)Ferrara (Gl[ del 12 febbraio)

CORSO DI LAUREA IN PSICOLOGIA

Bari (GU del 26 febbraio)

CORSO DI LAUREA IN SCIENZE AMBIENTALI

Urbino (GLI del 3 dicembre)Milano (GLI del 19 febbraio)

CORSO DI LAUREA IN SCIENZE BIOLOGICHE

Urbino (GU dell'n dicembre)Pavia (SlIppl. ord. Il. 15 alla GU del 22gennaio)Cattolica del Sacro Cuore di Milano(Gli del 4 febbraio)Bari (GL[ del 16 febbraio)

CORSO DI LAUREA IN SCIENZE

DELL'EDUCAZIONE

Lumsa di Roma (GLI dellO dicembre)Ferrara (GU dell'n dicembre)Cattolica del Sacro Cuore di Milano(GLI del 30 dicembre)

CORSO DI LAUREA IN SCIENZE

GEOLOGICHE

Basilicata in Potenza (Suppl. ord. n. 12alla GL[ del 20gennaio)

CORSO DI LAUREA IN SCIENZE NATURALI

Parma (Gli dell'8 gel/naia)Pavia (Suppl. ord. 11. 15 alla GU del 22gennaio)Cattolica del Sacro Cuore di Milano(Gli del 4 febbraio)

CORSO DI LAUREA IN SCIENZE POLITICHE

Cagliari (GU dello dicembre)

CORSO DI LAUREA IN SCIENZE E

TECNOLOGIE DELLE PRODUZIONI ANIMALI

Basilicata in Potenza (Suppl. ord. n. 12alla GU del 20 gennaio)Udine (GLI del 4 febbraio)

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UNIVERSITAS 67

DALLA GAZZETTA UFFICIALE DELLE COMUNITÀ EUROPEE(dicembre 1998 - febbraio 1998)

Invito a presentare candidature (DG XX1I/37/97) nel quadro delprogramma Leonardo da Vinci (GUCE 97/C 372/12 del 9/12/97)

Programma di azione della Comunità Europea nel campo dell'i­struzione - Invito a presentare proposte nel 1998 (DG XXII ­36/97) (GUCE 97/C 376/15 del 11112197)

Pal-ere del Comitato delle Regioni in merito alla proposta didecisione del Parlamento Europeo e del Consiglio recante modi­fica alla Decisione 819/95/CE che istituisce il programma d'azio­ne comunitaria Socrate (GUCE 97/C 379/05 del 15/12/97)

Parere del Comitato delle Regioni in merito alla proposta didecisione del Parlamento Europeo e del Consiglio relativa alquinto programma quadro delle azioni comunitarie di ricerca,sviluppo tecnologico e di dimostrazione (1998-2002) (GUCE97/C 379/07 del 15/12/97)

Invito a presentare proposte di azioni di Ricerca e SviluppoTecnologico (corsi di formazione avanzata) per il programmaspecifico di ricerca e sviluppo tecnologico e di dimostrazione nelsettol-e dell'ambiente e del clima (GuCE 97/C 38 1/09 del16/12/97)

Invito a presentare proposte di azioni di Ricerca e SviluppoTecnologico per il programma specifico di ricerca e sviluppo tec­nologico e di dimostrazione nel settore delle scienze e tecnolo­gie marine (1994-1998) (GUCE 97/C 3811 IOdel I6/12/97)

Invito a presentare proposte di azioni di Ricerca e SviluppoTecnologico per il progl-amma specifico di ricerca e sviluppo tec­nologico e di dimostrazione nel settore della formazione e dellamobilità dei ricercatori (1994-1998) (GuCE 97/C 38111 I del16/12/97)

Invito a presentare proposte di azioni di Ricerca e SviluppoTecnologico per il programma specifico di ricerca e sviluppo tec-

nologico e di dimostrazione nel settore dei traspol-ti (1994­1998) (GuCE 97/C 381/14 del 16/12/97)

Decisione n. 2535/95/CE del Padamento Europeo e delConsiglio del lO dicembre 1997, che adegua per la seconda voltala decisione n. I I I0/94/CE relativa al quarto Programma quadrodi azioni comunitarie di ricerca e di sviluppo tecnologico e didimostl-azione (1994-1998) (GuCE 97IL 347 del 18/12/97)

Proposta di decisione del Consiglio I-elativa alle norme per lapartecipazione delle imprese, dei centri di ricerca e delle univel-­sità e alle norme in materia di divulgazione dei risultati dellaricerca ai sensi del trattato che istituisce la Comunità Europea(GuCE 98/C 3104 del 710 I198)

Proposta di decisione del Consiglio relativa alle norme per lapartecipazione delle imprese, dei centri di ricerca e delle univer­sità ai sensi del trattato che istituisce la Comunità Europea del­l'energia atomica (EURATOM) (GuCE 98/C 3105 del 710 I198)

Sostegno comunitario a progetti di sviluppo culturale - Invito apresentare proposte - 1998 (GuCE 98/C 6108 del 1010 I198)

Proposta di decisione del Consiglio relativa alle norme per lapartecipazione delle imprese, dei centri di ricerca e delle univer­sità all'attuazione del quinto programma quadro della ComunitàEuropea (1998-2002) e alle norme in materia di divulgazione deirisultati della ricerca (GUCE 98/C 40108 del 7102/98)

Proposta di decisione del Consiglio relativa alle norme per lapartecipazione delle imprese, dei centri di I-icerca e delle univer­sità all'attuazione del quinto programma quadro della Comunitàeuropea dell'energia atomica (EURATOM) 1998-2002 (GUCE 98/C40109 del 7/02/98)

GUCE = Gazzetta Ufficiale delle Comunità Europee

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BIBLIOTECA APERTA

LIBRI

I.AUREA IN SCIENZE POLrnCHE

IDENTITÀ E SBOCCHI PROFESSIONALI

'''"''''l ....., ......JM"..... ,·

Laurea in Scienzepolitiche. Identità esbocchi professionaliLeonardo Morlino (acura di), Universitàdegli Studi di Firenze,facoltà di Scienzepolitiche "CesareAlfieri", Firenze, 1995

mortificato dalU1' immaginedequalificante del corsoche fin dall'inizio fuaccolto da studenti eneolaureati quasi comeun'"appendiceacculturata" diGiurisprudenza o tutt'alpiù come classica"doppialaurea".L'interdisciplinarità,soprattutto dopo lariforma del 1968, finì alloraper rappresentare altempo stesso lU1 plU1tO diforza e di debolezza.Anche Norberto Bobbio, inquegli anni, sollevò moltidubbi su lU1 percorso distudi che avrebbe dovutoprepararecontemporaneamente aprofessioni diverse edistanti tra loro.

Nondimeno, PaoloGiovannini, puntò il ditosull'''assenza di unaconsolidata figuraprofessionale" diriferimento cui unpercorso formativo, natocon finalitàprofessionalizzanti,dovrebbe tendere. In unperiodo di sviluppo senzalavoro, lU10 studiolongitudinale sugli sbocchiprofessionali dei lameatiin Scienze politiche neisuoi cinque indirizzi,rappresenta il modomigliore per chiarirel'identità di lU1a facoltà daimille volti. Partendo dauno studio empirico svoltocon la tecnica dell'indaginecon questionario postaleinviato a tutti i soggettilaureatisi fino a dieci almiprima della rilevazione(1.660 soggetti), il libroaffronta con linguaggio

chiaro e sintetico anchetemi più generali.Dibattendo sul temadell'istruzione comefattore di mobilità socialelo studio analizza ildifficile passaggiodall'wuversità al mondodel lavoro proponendospesso nuoveinterpretazioni chescaturiscono da datiempirici a volte inaspettati.Vengono delinea ti alcunitratti del laureato inScienze politiche, lo statusdella famiglia diprovenienza, lemotivaziOlU della scelta el'attuale occupazione.Indipendentemente dalcarattere interdisciplinare,ormai impressoprofondamente nel suoDNA, gli autori dimostranocome il corso in Scienzepolitiche non rappresentaun caso "patologico"

RIVISTE/Segnalazioni

n. 131, dicembre 1997Il sistema universitario di Hong Kong

scritti di L. Wilson, M. Webb, J. L. Davies, F.Mayor

delle

ACU BULLETIN OF CURRENTDOCUMENTATIONBimestrale dell'AssociazioneUniversità del Commonwealth

n. 132, febbraio 1998Proposte di riforma del sistema wuversi­tario in KenyaLibri sull'università

n. 3,1997L'istruzione superiore e lo sviluppo delsistema educativo, con scritti di Y.Hamyama, A. Monastà, T. Prewitt

HIGHER EDUCATION IN EUROPETrimestrale del Centro europeo per l'i­struzione superiore (CErES) dell'Unesco

n. S, 1997I fondi strutturali multiregionali per laricerca nel Mezzogiorno

UNIVERSITÀ RICERCANotiziario bimestrale del Ministerodell'Università e della Ricerca scientificae tecnologica

81

CREACTIONRivista dell'Associazione delle UniversitàEuropee (CRE)

n. 2, 1997Orientamento e accesso agli studi univer­sitari

n. 111, 1997Agenda europea per il cambiamento del­l'istruzione superiore nel XXI secolo, con

n. 6, 1997Autonomia didattica nel sistema univer­sitario

La Scuola in Scienze sociali,ribattezzata poi Istituto diScienze sociali "CesareAlfieri" , fu fondata aFirenze nel 1875 da CarloAlfieri allo scopo diformare la classe dirigentedel nascente Regnod'Italia; non fu un caso chesorse proprio nella cittàche fu sede provvisoria delparlamento post-wutario.Con medesime intenzioni,nel 1925 il regime fascistatrasformò il prestigiosoistituto in facoltàlmiversitaria ma già apartire dagli Almi Trentaconunciava a delinearsi unfuturo all'ombra diGiurisprudenza, lU1indirizzo più ambito epercepito comemaggiormenteprofessionalizzante. Lospirito interdisciplinareche alumò il varo dellalaurea in Scienze politichefinì, infatti, per essere

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UNIVERSITAS 67

rispetto ad un sistemauniversitariostrutturalmente distantedalle richieste del mercato.D'altro canto, in tempi diumovazione tecnologica edi cambiamenti repentinidei profili professionali edelle competenze richiestedal sistema economico, illaureato U1 Scienzepolitiche possiede lmasolida preparazione dibase e un'indispensabileflessibilità cognitiva che infasi successive potràaffinare con corsispecialistici: la chiave divolta sta proprio m questaseconda tappa delpercorso formativo cheoffre il vantaggio di essereapprontata m breve tempo,U1 modo flessibile e senzagrande dispendio dirisorse. Dopo l'esaurientepanoramica della primaparte del testo, gli autoriaffrontano alcuni nodicruciali alla luce dei datiempirici emersidall'indagu1e: le areeindagate ruotano u1tornoalla scelta degli studi, allostato professionale e aldifficile rapporto tra studiouniversitario e professione.Il quadro che ci vieneofferto, oltre a descrivereapprofonditamente ilprofilo e l'occupazione dellaureato U1 Scienzepolitiche presso il celebreateneo, ci consente disfatare alcuni stereotipi. Idati strutturali, adesempio, ci offrono ilprofilo di lm laureatoprovenienteprevalentemente da lmambiente familiare distntus medio-alto e con unaformazione secondarianettamente sbilanciata sulversante liceale, classico escientifico U1 egual misura.Una delle ipotesi piÙinteressanti, e incontrotendenza rispetto

alle tesi piÙ condivise, èche la condizione familiareu1fluisce sul destmolavorativo dei figli laureatisoprattutto sul piano della"qualità": lmo stntus piÙ omeno elevatodeterminerebbe, cioè, lmamaggiore o minorecoerenza tra gli studieffettuati e il lavoro svolto,oltre che u1fluire sulleprobabilità di successonella ricerca del primoimpiego. Il settorepubblico, u10ltre, nonrappresenta piÙ lo sboccoprofessionale piÙ diffuso,anzi le occupazioni nelprivato prevalgononettamente. Emerge poichiaramente che Scienzepolitiche non producedisoccupati, semmai dei"maleoccupati": ad unanno dalla laurea oltre lametà dei soggetti è riuscitoa trovare un'occupazioneanche se le aspettativeprofessionali iniziali,rivolte essenzialmenteverso il giornalismo e ladiplomazia, sono state perlo piÙ disattese.Nell'orientamentoprofessionale si am1idano imaggiori problemi dovutisoprattutto alla distanzadegli studi dal mondo dellavoro.Con tutto ciò, i laureati inScienze politiche sonofondamentalmentesoddisfatti della stradaimboccata eintraprenderebbero lostesso percorso nelmedesuno u1dirizzo dispecializzazione. Sonosempre più convu1ti di nonaver mcontrato maggioridifficoltà rispetto acoetanei lameatisi U1 altricampi. Si conferma quindil'ipotesi di un vantaggiocompetitivo della laureaanche nel "lnerca tosimbolico",indipendentemente dal

82

tipo di competenzeacquisite. La scelta afavore di questo percorsoè stata effettuata proprioper il suo cara ttere nonesasperatamentespecialistico sebbene isoggetti fossero aconoscenza fm dall'miziodelle difficoltà cuisarebbero andati u1contro.Del resto i laurea tiesammati percepisconochiaramentel'interdisciplinarità comeun'arma a doppio taglioproprio perché m unasocietà tipicamente post­u1dustriale m cui iknowledge-worker saram10protagonisti, non tutti, traloro, sapram10 o potraImovalorizzarla. La ricerca diun'adeguata formazioneculturale di base e disviluppo delle capacitàcritiche compare, u1fatti,tra le motivazioni piÙricorrenti.Un altro dato u1teressanteemerge dall'analisi delledifferenze di genere: afronte di lma presenzafemminile crescente tra ilaureati m Scienzepolitiche, nell'ambito dellavoro dipendente ledOlme ricoprono per lo piÙruoli esecutivi. Infmel'u1dagu1e analizza,u1dirizzo per mdirizzo, isU1goli profilievidenziandone U1 modoesauriente tutte le criticitàU1 merito ai fabbisogniformativi e suggerendo lepossibili vie d'uscita.L'area più critica dal puntodi vista del passaggiolmiversità-Iavoro, risulta!'indirizzo storico-politicosul quale ci si sofferma inmodo particolare peru1dividuare possibilisoluzioni migliorative. Perquanto riguarda il corsonel suo complesso uno deisuggerimenti descrittinell'opera è di proseguire

nel lavoro di progettazionedi specifici profiliprofessionali che possonotrovare nell'ambito degliu1segnamenti ilnpartiti lmavalida matrice scientifica:il piano di studi consenteu1fatti di spaziare dall'areadella comlUucazione allaricerca,dall'organizzazioneaziendale al marketmg.

Stefnno Bertoldi

La mobilità delleintelligenze inEuropadi Sveva Avveduto ePatrizia E;;;le CipolloneEdizioni H'anco Angeli,Milano, 1997

Il volume, dal titolovolutamente eprovocatoriamenteambizioso, focalizzal'attenzione sul dottoratodi ricerca istituito U1 Italianel 1980 ( DPR n. 382).Illenuna "mobilità"coniugato a quello di"intelligenze" porta ariflettere sulla dimensioneu1ternazionale delle"risorse umane per lascienza": scienza ecomunità scientifica nonham10 COl1fU1i e non sonodefuubili solo in termuuquantitativi. La

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BIBLIOTECA APERTA

dimensione qualitativadella mobilità delle"intelligenze" o "risorseumane per la scienza" è ilfilo rosso che ha guidato leindagini (i cui risultatisono riportati nel volume),prima a livello europeo epoi nazionale.L'acquisizione dellecompetenze professionalinon è solo lm processo diapprendimento teorico maè anche esperienza sulcampo e perciò confronto­scontro con realtà diversedi vita, di lavoro, dilingua, di abitudiniculturali. Si trattasostanzialmente, di unprocesso di mutamento deisistemi culturali poichéimplica fenomeni socialied economici di piÙ ampiaportata, quali laglobalizzazione e ilprocesso diinternazionalizzazionedelle economie.Quali sono i beneficiimpliciti derivanti ai PhDda lm periodo diformazione all'estero? Ilcontatto con fontiinternazionali ditrasmissione dellaconoscenza scientifica econ metodi educatividiversi da quello del paesed'origine permette unacrescita qualitativa dellecompetenze professionali,assicura un bagaglioinsostituibile di esperienzeche allarga i confini dellacultura individuale epermette un realetrasferimento delleconoscenze.Alla luce di questapremessa teorica, e sulla

base di un lavoro di ricercarealizzato nel 1995 da ungruppo di lavorointerdisciplinare compostoda esperti di vari paesieuropei - costituitosi perfornire adeguato supportoalle richieste della DGXIIdell'Unione Europea,relativamente a lmo studiodi fattibilità sui processi diinternazionalizzazionedella ricerca - l'Istituto diStudi sulla Ricerca e laDocumentazioneScientifica del CNR havoluto approfondire latematica in ambitonazionale promuovendo,nel corso del 1996/97,m1'indagine di naturaconoscitiva e descrittiva.Un campione di dottori diricerca che halU10 svolto ildottorato in alcune sediaccademiche italiane èstato raggilmto da unquestionario postale cheha permesso di mettere afuoco i diversi aspetti e leproblematiche checaratterizzano l'esperienzaall'estero degli shldenti didottorato.Quali sono gli incentivi ele barriere alla mobilità?Quale la direzione deiflussi? Quali leopportlmità che leorganizzazioni possonooffrire? Quali sono iproblemi che scaturisconodalla mancanza diinformazione in questocampo? Queste sonoalclme tra le moltedomande che il gruppo dilavoro si è posto riuscendoa fornire un quadro dellasituazione sia a livelloeuropeo sia nazionale.

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Il volume offre inoltre lmarassegna dellecaratteristiche deldottorato negli Stati Uniti,in Germania, Francia eOlanda, paesi che hannoinfluito sull'evoluzionedella formazionepostgmdunte: piÙprecisamente, vengonoriportati dati e tracciate,nelle loro linee essenziali,le modalità diorganizzazione e disvolgimento delle attivitàeducative post-laurea.Una panoramica a livellolegislativo consente di fareil pm1to sulla discussioneavviata in Parlamento e alSenato ricercando analogiee differenze rih~vabilineidisegni di legge presentatidurante la tredicesimalegislatura.Per quanto riguarda l'arearelativa all'informazione,viene avviata unariflessione sui flussicomunicativi all'internodelle lmiversità,riportando anche leposizioni asslmte dacomunicatori eassociazioni.Gli interventi di cinqueesponenti del mondo dellacultura accademicanazionale e internazionale(Stuart Blume, RaffaeleSimone, Antonio Ruberti,Paola Coppola Pignatelli,Massimo Testa) riportanole esperienze personali, iplmti di vista ed isuggerimen ti rela tiviall'esperienzainternazionale deldottorato di ricerca siacome docenti che comeosservatori politici.

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UNIVERSITAS 67

INDICI 1997Q cura di Isabella Ceccarini

1. Indice delle rubriche e degli articoli L'inserimento professionale dei laureatiabstract/résllmé

2427

STORIA E IMMAGINI 65, luglio-settembre/La Bassanini due e l'università

64, aprile-giugno

Legge 15 maggio 1997, n. 127Tentativi di risanamento del sistema, di Renata ValliIl commen to della Conferenza dei Rettori

49

14

L'Universitn di Lecce, a cura di Silvia Cazzato 3

66, ottobre-dicembre/Le università del Sud-Est asiatico

Tra continuitii e cambiamento, di Filippo Nuti 2Il Sud-Est asiatico in cifre, a cura di Carolina Corea 6

2 Le Filippine verso il XXI secolo, di Bernardo M. Villegas 8Tailandia/Obiettivi di crescita, di Charit Tingsabadh 13Singapore/Coltivare il pensiero critico, di Filippo Nuti 16Vietnam/Lln nuovo futuro, di Jacqueline Rastrelli 19Cambogia/Oltre la speranza, di Marco Lombardi 22abstract/résumé 26

32 64, aprile-giugno3334 Identità e immagine, di Gianfranco Bettetini 2835 Dopo Magistero/Llna tmsfo1'lnazione convincente, di Piero36 Bertolini 3338 L'ipermercato dell'orientamento, di Roberto Peccenini 36

Nel segno della pace, di Maria Luisa Marino 36Brevitalia, a cura di Livio Frittella 37Esperia, educazione allo sviluppo nelle llniversitii 38

3 NOTE ITALIANE5

lO11 63, gennaio-marzo1316 Nell'università gemmata/La Romagna, di Guido Gambetta 3917 Nuovi ruoli per il MUR5T, di Francesco Martino 4420 Il futuro dell'ingegnere, di Pierluigi Cascioli 4622 La formazione di base è meglio della iperspecializzazione 4724 Numero programmato: si o no? 4828 Brevitalia, a cura di Livio Frittella 4930

16

84

616 65, luglio-settembre1822 Il problema dell'accesso, di Arturo Cornetta

L'Università Tecnica di Berlino, a cura diIsabella Ceccarini

Scienze politiche e dintorni, di Alessandro MontiDecreto MUR5T 4 novembre 1995Il parere dei presidiScienze politiche in cifre

65, luglio-settembre

63, gennaio-marzo/Voci dall'Africa

64, aprile-giugno/Le nuove Scienze politiche

IL TRIMESTRE

Dimenticare l'Africa?, di Pier Giovanni PallaL'Africa agli africaniUn mondo a parte, di Giulia LoguercioVerso un rapporto alla pariRiforme e privatizzazioniAlle basi dello sviluppoSudafrica/Punto a capo, di Manuela BorraccinoLe ali spezzate, di Karen Mc GregorLavori in corso, intervista a H.C. Du-ToitNigeria/In cerca di stabilità, di Anthony OkoromaduL'Università di IbadanZaire/Il1Ipostare il futuro, di Louis ImwaGrandi potenzialità, intervista a QuentinLumpungu KamandaCamerun/L'università non è un lussoBenin/La rivoluzione costruttivaUganda/Llno sforzo irnponenteL'Africa in cifre, a cura di Carolina Coreaabstract/résumé

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INDICI 1997

63, gennaio-marzo

Bo e Urbino/Un matrimonio riuscito, a cura di Isabella20 Ceccarini242728 EUROPA OGGI

L'identità del docente in un 1110ndo che cambia,di Roberto PecceniniL'università è un'azienda?, di Nicolò TartagliaBrevitalia, a cura di Livio FrittellaÈ morto a Roma Sabatino Moscati

66, ottobre-dicembre

Un al11l0 di governo dell'università, di Luciano Guerzoni 27Corso sul non profit a Forlì/Nelmondo dell'economiacivile, di Stefano Zamagni 29Nettuno/Il diploma virtuale, di Marina Boscaino 31Brevitalia, a cura di Livio Frittella 33D'Ascenzo nuovo rettore alla "Sapienza" 33

DOSSIER

65, luglio-settembre

I giovani verso il Duemila, di GiovannaPasqualin Traversa 29Il valore del tempo, di Giovanna Pasqualin Traversa 34Un fenomeno complesso, di Carolina Corea 35abstrnct/résumé 40

IL DIBATIITO

66, ottobre-dicembre

Uguaglianza negli studi/L'università casuale, di RobertoPeccenini 35Ilmirnggio di Cambridge, di Lorenzo Revojera 37La grande contraddizione, di Isabella Ceccarini 39

IDEE

Fuori dal coro, di Burton BollagLa protesta prudente, Giovanni Maria Del ReDalla parte degli studenti, di Giovaru1i Maria Del ReEuroflash, a cura di Carla Salvettiabstrnct/résUll'lé

64, aprile-giugno

A qualcuno piace in rete, di Burton BollagI primi passi del servizio volontario europeo, intervista aEdith CressonEuroflash, a cura di Carla Salvettiabstrnct/résumé

66, ottobre-dicembre

Germania/L'evoluzione implacabile, di GiovanniMaria Del ReSvizzera/Il "college di campagna", di ManuelaBorraccinoOlanda/A caccia dei miglioriIl terzo Tempus, di Carmen TataPaesi Baltici/La superstrada per le riformeIl futuro della ricerca, di Livio FrittellaEuroflash, a cura di Monica Menapaceabstract/résumé

DIMENSIONE MONDO

64, aprile-giugno

39

5254555658

42

444546

44

45464752565557

65, luglio-settembre

Globalizzazione/Le regole del gioco, di Stefano Zamagni 41

66, ottobre-dicembre

Tiziana Sabuzi Giuliani/La parola non muore, a cura diIsabella Ceccarini

OCCASIONI

64, aprile-giugno

40

Strategie per il futuro, di Michael GibbonsOesE/Le nuove frontiere del sapere,di Raffaella CornacchiniL'internazionalizzazione cambiaabstract/résumé

COOPERAZIONE INTERNAZIONALE

63, gennaio-marzo

Rinnovare la cooperazione, di Carla SalvettiDa Roma a LoméVerso un nuovo mercato, di Gaetano Sabatini

47

484950

596061

85

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Diritto al futuro, di Marco OdelloL'esortazione del PapaL'aiuto fantasma, di Luca CristaldiFormazione e cooperazione, di Stefania LastraIl salto di qualità, di Gianfranco Varvesiabstract/résumé

64, aprile-giugno

UNIVERSITAS 67

64 65, luglio-settembre6566 Il simbolo del progresso, di Giuseppe Tognon69 Dibattito sulla crisi della ricerca, di Roberto Peccenini70 Ricercando, a cura di Livio Frittella72 abstract/résumé

LEGGI E DECRETI

45475052

DAc-OcsE/Alle soglie del XXI secolo, di Carolina Coreaed Eugenio D'Auria 61Formazione per la pace, di Marco Odello 65Corsi di peace-keeping a Pisa 66Donne, conflitti ed emergenza, di Carolina Corea 67abstract/résumé 68

65, luglio-settembre

UNop/Una prospettiva ottimistica, di Giulia Loguercio 53Alcuni dati per una valutazione globale 55Stato ed economia nei Pvs, di Nicolò Tartaglia 56L'economia dei beni culturali, di Fabio Guerra 60I progetti di cooperazione MAE-PVS, di Fabio Guerra 63La riorganizzazione del Museo Egizio del Cairo, di FabioGuerra 66abstract/résumé 69

66, ottobre-dicembre

Armenia/Dall'emergenza alla cooperazione, di RaffaellaMazzarelli 58Risultati tangibili, intervista a Gaghik Stamboltsian diRaffaella Mazzarelli 61Linee di intervento, intervista a Salvatore Mancuso diRaffaella Mazzarelli 62UN/CEF/Gli imperativi della vita, di Luca Cappelletti 64Banca Mondiale/Il Rapporto nl111uale 1997 68abstract/résumé 72

LA RICERCA

63, gennaio-marzo

63, gennaio-marzo

Legge 23 dicembre 1996, n. 662DpClvJ 18 novembre 1996Dalla Gazzetta Ufficiale

64, aprile-giugno

Una riforma faticosa, di Renata ValliNorme per il reclutamento dei ricercatori e dei professoriuniversitari in ruolo (il testo approvato dal Senato)Dalla Gazzetta Ufficiale delle Comunità EuropeeLegge 15 marzo 1997, n. 59DPR 31 luglio 1996, n. 470DPR 31 luglio 1996, n. 471Dalla Gazzetta Ufficiale

65, luglio-settembre

Decreto Murst 21 luglio 1997, n. 245Decreto Murst 31 luglio 1997Decreto Murst 21 luglio 1997, n. 278Decreto Murst 25 luglio 1997Dalla Gazzetta Ufficiale

66, ottobre-dicembre

Diritto allo studio/Il decreto per l'uniformità ditrattamento, di Renata ValliDpCM 30 aprile 1997DPR 25 luglio 1997, n. 306Dalla Gazzetta Ufficiale

777779

69

717374757781

7072767879

73748286

Intenzioni per il futuro, di Livio FrittellaRicercando, a cura di Livio Frittella

7374 BIBLIOTECA APERTA

86

64, aprile-giugno

Verso il V Programma quadro, di Livio Frittella 51TSER/Ricerca in campo socio-economico, di Carmen Tata 53Formazione e mobilità dei ricercatori, di Carmen Tata 55A misura delle PMl, di Elisabetta Durante 57Ricercando, a cura di Livio Frittella 59

64, aprile-giugno

Un modello per !'innovazione, di Roberto PecceniniRiviste/Segnalazioni

65, luglio-settembre

8286

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INDICI 1997

M. Santagata, Per una riforma delle facoltà llmanistiche.Considerazioni di un italianista, di Manuela Borraccino 81C. Scurati, Scienze dell'educazione: una nuova laurea peruna nuova formazione, di Manuela Borraccino 81G. Rebuffa e G. Visintini (a cura di), L'insegnamento deldiritto oggi, di Roberto Peccenini 82Riviste/Segnalazioni 83

2. Indici

63, gennaio-marzo

Indici generali 1996, nn. 59-62, a cura diIsabella Ceccarini 80

3. Foto

63, gennaio-marzo

Università africone

64, aprile-giugno

L'Università di Lecce

65, luglio-settembre

L'Università Tecnica di Berlino

66, ottobre-dicembre

Università del Sud-Est asiatico e programmi dicooperazione in Armenia

4. Indice degli autori

BERTOLINI, Piero (64, 33)BETIETINI, Gianfranco (64, 28)BOLLAG, Burton (63, 52; 64, 42)BORRACCINa, Manuela (63, 17; 65, 81; 66,45)BOSCAINo, Marina (66,31)BRAVO, Gian Mario (64, 20)

CAPPELLETII, Luca (66, 64)CASCIOLI, Pierluigi (64, 46)CAZZATO, Silvia (63, 3)CECCARINI, Isabella (63,5 e segg., 80; 64, 39; 65, 3; 66, 39, 40)COREA, Carolina (63, 36; 64, 64, 67; 65,35; 66, 6)CORNACCHINI, Raffaella (63,5 e segg.; 64, 48)CORNETIA, Arturo (65, 16)CRISTALDI, Luca (63,66D'AuRIA, Eugenio (64,64)DEL RE, Giovanni Maria (63,54,55; 66, 44)DURANTE, Elisabetta (64,57)DURANTE, Francesco (64, 18)FRITIELLA, Livio (63, 49, 73, 74; 64, 37, 51, 59; 65, 27, 50; 66,33,56)GAMBETIA, Guido (63, 39)GIBBONS, Michael (64, 47)GUERRA, Fabio (65, 60, 63, 66; 66, 68)GUERZONI, Renato (66,27)IMwA, Louis (63, 30)LASTRA, Stefania (63,5 e segg., 69)LOGUERCIO, Giulia (63, lO; 65, 53)LOMBARDI, Marco (66, 22)MANcuso, Salvatore (66, 62)MARINo, Maria Luisa (64,36)MARTINO, Francesco (63,44)MAZZARELLI, Raffaella (63, 5 e segg.; 66,58,61,62)MENAPAcE,Monica (66,55)MONTI, Alessandro (64, 6)NUTI, Filippo (66, 2, 16)ODELLO, Marco (63, 64; 64, 65)OKOROMADU, Anthony (63, 24)PALLA, Pier Giovanni (63,3)PARLATO, Vittorio (64,21)PASQUALIN TRAVERSA, Giovanna (65,29)PECCENINI, Roberto (64, 36, 82; 65, 20,47,82; 66, 35)QUADRIO CURZIO, Alberto (64, 21)RASTRELLI, Jacqueline (63, 5 e segg.; 66, 19)REVOJERA, Lorenzo (66, 37)SABATINI, Gaetano (63,61)SALVETII, Carla (63,56,59; 64, 45)SCARAMOZZINO, Pasquale (64, 19)STAMBOLTSIAN, Gaghik (66, 61)TARTAGLIA, Nicolò (65, 24, 56)TATA, Carmen (64, 53, 55; 66, 47)TINGSABADH, Charit (66, 13)TOGNON, Giuseppe (65, 45)VALLI, Renata (64, 69; 65, 9; 66, 73)VARVESI, Gianfranco (63,70)VILLEGAS, Bernardo M. (66,8)ZAMAGNI, Stefano (65,41; 66, 29)

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