Strauss - Rosenkavalier Suite

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Programma n. 14 Stagione Sinfonica J. Strauss Čajkovskij Ravel R. Strauss Direttore John Axelrod 6B%RRN66LQGG

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Una breve guida all'ascolto di della "Rosenkavalier Suite", elaborata da Richard Strauss partendo da musiche tratte dall'opera omonima.

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Programma n. 14Stagione Sinfonica

J. Strauss!ajkovskijRavelR. Strauss

Direttore John Axelrod

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J. StraussDie Fledermaus, Ouverture

!ajkovskijValzer dei Fiori da “Lo Schiaccianoci”

J. StraussZigeunerbaron, Ouverture

RavelLa valse

J. StraussPrinz Methusalem, Ouverture

Kaiser-walzer

R. StraussDer Rosenkavalier, Suite

Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi

Direttore Gaetano D’Espinosa

E ADESSO VALZER !

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Organico 3 flauti (uno ottavino), 3 oboi (uno corno inglese), 4 clarinetti (uno clarinetto basso, uno clarinetto in Mi bemolle), 3 fagotti (uno controfagotto); 4 corni, 3 trombe, 3 tromboni, basso tuba; timpani, percussioni: cassa, piatti, tamburo, triangolo, tamburino, glockenspiel, raganella; 2 arpe; celesta; archi

Prima esecuzione Vienna, Konzerthaus-Saal, 28 Settembre 1946, direttore Hans Swarowsky

Composizione1944

EdizioniBoosey & Hawkes

Durata22’ ca.

Der Rosenkavalier, Suite

RichardStraussVienna, 1825 - Vienna, 1899

Quando nel 1911 venne presentato Der Rosenkavalier molti ravvisarono nell’opera di Richard Strauss un’inversione di tendenza - rispetto agli ultimi lavori del compositore - verso una certa piacevolezza edonistica: il libretto, finemente cesellato da Hugo von Hofmannstal con l’assistenza del conte Kessler, offriva un vivace ritratto della Vienna rococò, capitale animata dall’incessante affaccendarsi di personaggi appartenenti alle categorie sociali più disparate. In effetti i due lavori che Strauss aveva dedicato al teatro musicale negli anni immediatamente precedenti erano di tutt’altro tono: nel 1905 aveva avuto la sua première Salome, rielaborazione di un dramma di Oscar Wilde, mentre nel 1909 aveva visto la luce Elektra, primo frutto della felice collaborazione con von Hofmannstahl; si tratta di opere che esplorano le ossessioni più violente della psiche umana, portate in scena ricorrendo a mezzi di grande potenza espressiva; la vicenda del Rosenkavalier sembrerebbe in apparenza più “innocua”: tuttavia essa offre molti più spunti di riflessione di quanto si potrebbe credere in un primo momento.

La scena - nonostante sia spesso abitata da caratteri comici - è costantemente pervasa da una vena malinconica ascrivibile soprattutto al personaggio della Marescialla, nobildonna consapevole del fatto che verrà abbandonata dal suo giovane amante Octavian a causa dell’impietoso scorrere del tempo, da lei descritto come “un mistero, un grande mistero”: noi “esistiamo per sopportarlo. E nel “come” sta la vera differenza”. Il tempo che passa è quasi fisicamente percepibile nello svolgersi dell’azione, come un temporale osservato in lontananza cui si è coscienti di non poter sfuggire: è questo clima a rendere Der Rosenkavalier un’opera estremamente attuale nel suo tempo.

Nel 1911 la Belle époque mitteleuropea - ufficialmente cominciata con l’alleanza “nibelungica” del 1879 - era ormai prossima alla fine; l’impero austro-ungarico era attraversato da una serie di tensioni politiche e sociali che avrebbero presto contribuito allo scoppio della prima guerra mondiale, mentre la Kultur ufficiale aveva cominciato -

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già nell’ultimo decennio dell’Ottocento - a cedere il passo alle nuove espressioni delle avanguardie: questo era particolarmente evidente nell’ambito del teatro di prosa, in cui cominciavano ad emergere drammaturghi come Wedekind (che per il suo Risveglio di primavera del 1891 era stato condannato a quattro mesi di carcere) e Schnitzler (Girotondo, composto fra il 1897 e il 1900, fu colpito da numerosi provvedimenti di censura).

In un tale contesto Der Rosenkavalier si pone come un’ultima rappresentazione ideale (e idealizzante, vista la coesistenza tra la descrizione della Vienna rococò e il valzer, genere musicale nato nell’Ottocento) di tutto ciò che aveva reso grande una cultura che non poteva in nessun modo rispecchiarsi nelle nuove forme espressive del primo Novecento, cosciente della propria incapacità di rinnovarsi e quindi consapevole della propria imminente fine.La parte musicale dell’opera è caratterizzata - come accennato - dall’imponente presenza del valzer: Strauss stesso affermò come, nello scrivere le danze che animano il Rosenkavalier, si fosse ispirato al “genio sorridente” di Johann Strauß figlio; tuttavia questa musica - lungi dall’essere rievocazione nostalgica priva di legame con la contemporaneità

Alfred Roller, figurini della Marescialla e di Octavian per la prima del Cavaliere della rosa all’Opera di Vienna, 8 aprile 1911

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laVerdi ha eseguitolaVerdi ha eseguito la Suite dal Der Rosenkavalier nelle Stagioni: 1997/98, Teatro Lirico, direttore Julian Kovatchev; 2008/09, Auditorium di Milano – Monza, Teatro Man-zoni, direttore Giuseppe Grazioli; 2010/11, Auditorium di Milano Fondazione Cariplo, direttore John Axelrod

BibliografiaBibliografia

Richard Strauss, Note di passaggio. Riflessioni e Ricordi, Torino, EDT, 1991

Hugo von Hofmannsthal, Richard Strauss, Epistolario, Milano, Adelphi, 1993

Quirino Principe, Strauss. La musica nello specchio di Eros, Milano, Bompiani, 2004

DiscografiaDiscografia

Wiener Philharmoniker, direttore André Previn (DG)

Philadelphia Orchestra, direttore Eugène Ormandy (Sony Classical)

New York Philharmonic Orchestra, direttore Lorin Maazel (DG)

- è costellata di dissonanze ardite e di elementi di poliritmia. Un’orchestrazione sapiente e sempre al passo con i tempi proietta il valzer in una dimensione post-wagneriana: avviene così un sorprendente incontro fra passato e presente, fra un’epoca che sta finendo ed un’altra che vuole prendere il suo posto nella storia.

L’anima sinfonica del Rosenkavalier - già latente nella partitura originale - emerse in modo evidente quando, nel 1944, Strauss approntò una suite che ripercorreva i momenti principali dell’opera, mettendone ancor più in evidenza la raffinata scrittura orchestrale. La suite ha inizio con il preludio dell’opera, che descrive la notte d’amore appena trascorsa fra la Marescialla e Octavian; nel secondo movimento il giovane è rappresentato nei panni del cavaliere della rosa, mentre porta alla bella Sophie - di cui s’innamorerà all’istante - una rosa d’argento, simbolo dell’amore di Ochs, un gretto nobile parente della Marescialla.

La suite prosegue con la parafrasi del duetto in cui i due giovani si dichiarano vicendevolmente il proprio amore: l’idillio è interrotto dalla musica che accompagna l’arrivo di Ochs, seguita da un sinuoso valzer; la danza è poi convogliata nel movimento di maggiore intensità espressiva di tutta la suite, in cui viene rievocato il momento in cui la Marescialla - nel finale dell’opera - si rende conto di aver perso Octavian per sempre: una carica emotiva così grande non può che sciogliersi nel maestoso valzer finale, in cui l’orchestra straussiana si mostra in tutta la sua potenza.I brani della Rosenkavalier Suite - affrancati dal loro originario contesto operistico - si ergono come monumenti di un grande momento storico di cui ormai non resta che un lontano ricordo: attraverso queste musiche, rielaborate appena cinque anni prima di morire, Strauss ci consegna il testamento morale di un’epoca, invitandoci a un ultimo giro di valzer.

Eugenio Della Chiara