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Stralci dalle lezioni del Maestro N° 129. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . del 22/09/1951 N° 130. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . del 30/09/1951 N° 131. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . del 06/10/1951 N° 132. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .del 11/10/1951 N° 135. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .del 28/10/1951 N° 136 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .del 03/11/1951 N° 139 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .del 17/11/1951 N° 140. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . del 25/11/1951 N° 212. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . del 27/12/1953 N°215 – 216 – 217 – 218 – 219 – 220 – 226 – 468 - 469 Anno 1973: lez. 1 - 4 MARZO 2001

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Stralci dalle lezioni del Maestro

N° 129. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . del 22/09/1951

N° 130. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . del 30/09/1951

N° 131. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . del 06/10/1951

N° 132. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .del 11/10/1951

N° 135. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .del 28/10/1951

N° 136 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .del 03/11/1951

N° 139 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .del 17/11/1951

N° 140. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . del 25/11/1951

N° 212. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . del 27/12/1953

N°215 – 216 – 217 – 218 – 219 – 220 – 226 – 468 - 4 69

Anno 1973: lez. 1 - 4

MARZO 2001

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Ora tratteremo a fondo il problema della morte. Questo problema va bene impostato e, per bene conoscerlo, bisogna che l'enunciazione dello stesso sia molto nitida e non può che essere impostato con la domanda: " che cosa è che muore? ". Prima di vedere che cosa è che muore, vediamo che cosa vive. È chiaro che ciò che veramente vive non può essere soggetto a trasformazione alcuna, mentre tutto ciò che è soggetto a trasformazione non vive. Quindi ciò che vive è necessariamente immutabile e se è immutabile è logico che non può essere sensibile e manifestabile, e non può in modo alcuno, esser compreso nel mondo della materia qualunque essa sia; pongo l'accento su queste parole perché non è detto che la materia sia una sola, ve ne sono molte di materie: dalla materia densa a quella radiante vi è tutta una gradazione; quando dalla densa passiamo alla radiante, siamo in pieno mondo materiale e anche quando dalla radiante andiamo alla psichica, siamo ancora in pieno mondo materiale. Andiamo nel mondo della materia mentale, ripeto materia! Tutto ciò che è manifesto e che ha potenza in sé di manifestazione è materia. Queste singole "materie " formano i singoli corpi dell'uomo. Noi vediamo, qualunque sia la specie di materia, uno stato di mutazione continuo, stato indispensabile alla conservazione di essa materia. Solo l'immobilità assoluta può esser principio del moto e solo la vita assoluta può essere principio delle vite, quindi la sola cosa veramente vivente è lo spirito, tutto il resto è operante, sensorio, manifestante, ma non vivente. Aggiungiamo ancora una cosa: la vita per esser tale deve essere essenziale, quindi semplice, mentre nessuna forma di vita della materia è semplice e può avere possibilità di esplicazione fuori dell'associazione; anche il fotone a sé stante non avrebbe ragione di essere. Se si crea il vuoto assoluto come si comporta il fotone? E come si comporta il fotone nel vuoto senza radiazioni? Non potrebbe camminare. Qualsiasi forma manifestativa ha bisogno di una associazione quindi, non può essere semplice. La vita assoluta può esprimere se stessa indipendentemente da qualsiasi circostanza e questo è importante da stabilire più di quanto crediate o pensiate ,perché divide la legge della materia da quella dello spirito. Quando abbiamo raggiunto la convinzione che quello che vive è solo lo spirito, vediamo tutto il mondo reale come un susseguirsi di meteore brillanti, fantasmagorie seducenti, ma irreali date dalla perenne trasformabilità. Ciò che è oggi domani non c'è più e che importa se il domani è composto da miliardi di millenni? La materia non vive, ciò che vive è solo lo spirito che è Uno ed è essenziale perciò è semplice ed immobile. Lo spirito è il Padre, è l'assoluto immanifesto. Dall’assoluto immanifesto in qua, bene o male, tutte le leggi possono essere identificate e riprodotte, dall’assoluto immanifesto in là nulla può essere percepito: si può parlare di un là

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per comodità di studio; il là è l'infinità del Padre, infinità che probabilmente è l'assoluto finito. Questo assoluto finito è l'assoluto immobile, vivente, semplice; è il supremo quantum dal quale tutto si irradia. Se ciò che è veramente vivo è lo spirito, è abbastanza logico supporre che in ogni cosa manifestativa e manifestante vi sia un quid della stessa natura: semplicità, essenzialità e quindi, un quid della stessa immobilità, allora eccoci al panteismo. Tutto è necessariamente Dio o, in quanto tutto è solo manifestazione di lui, non potrebbe essere se non fosse pervaso di lui. Il panteismo fa orrore perché purtroppo gli uomini sono disposti ad interpretare le cose più alte e più belle nel senso più basso. Panteismo vuol dire tuttodio (cioè tutto è divino NDR). Vediamo appunto questa immensa vita divina, frantumata in ogni manifestazione della creazione e veneriamo ogni aspetto di questa vita, reale anche se incompresa. Certo è più facile divinizzare qualunque manifestazione della materia;da ciò nasce la creazione dei molteplici dei e sorge l'orrore nei teologi e nei teosofi; mentre in ogni manifestazione materiale si deve vedere il quid spirituale che la informa, nel panteismo, (come è erroneamente inteso) in ogni manifestazione si vede un tuttodivino, quindi automaticamente si divinizza anche il male. Praticamente vi è tanta divinità in una formica che schiacciamo sotto i nostri piedi, quanta in Cristo figlio di Dio; la divinità c'è dappertutto, ma nell'uomo risplende di più. Nell'uomo vi è un supremo principio, un'unica Vita, essa è lo Spirito; dietro ogni manifestazione vi è un quid spirituale, ma se dietro a questo quid spirituale vediamo la manifestazione continuamente mutare, allora deduciamo che non questo quid muove, ma che è la manifestazione che rotea intorno a lui e si trasforma. Perché questo avviene? Perché questo principio, questa Vita Assoluta, riflessa nella non vita, provoca un susseguirsi di contrazioni; la non vita fugge dalla Vita, ma fuggendo vi ritorna come una manifestazione di impulso e allora vediamo questa unica vita essenziale frantumatasi in miliardi di manifestazioni pervase dall'unica vita, che roteano in un unico senso. La non vita è la prima manifestazione della vita, dico " la non vita " perché non ho altra parola più chiara... non è volontà avversa alla vita... uso la parola non vita rispetto alla vita per non usare la parola manifestazione che fugge dalla immanifestazione. Ogni cosa che si sprigiona dalla immanifestazione diviene manifestazione, perde la sua Essenzialità automaticamente, muta, rotea, si trasforma e, nell'atto stesso in cui si crea, si distrugge. Se non esistesse l’immanifestazione, non esisterebbe la manifestazione. Tutti raggiungeremo l' Immanifesto. " Non vita " è tutto ciò che non è eterno, e Vita è tutto ciò che è eterno; qualsiasi cosa subisca mutazione non è vita. Abbiamo visto grossolanamente che vi è un'unica essenziale vita dalla quale di continuo promana un quid che anima ogni susseguente

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manifestazione, per questo essa non solo non è eterna, ma non è neppure immortale. E perché? Perché non è semplice, ma complessa, perciò subisce l'urto di molteplici leggi e siccome le leggi si elidono e si eludono a vicenda; ecco che tutto si elide e si elude. Facciamo un salto immenso e piombiamo in piena manifestazione animale. Vediamo l'organismo monocellulare avere una durata di vita superiore agli organismi pluricellulari. Ad esempio, taluni piccolissimi organismi monocellulari che hanno necessità per vivere di una certa quantità di acqua, tolti dall'acqua apparentemente muoiono e possono rimanere in questo stato molti anni; però, se vengono di nuovo immersi nell'acqua, li vediamo rianimarsi e muoversi. Possiamo dire che quando erano nell'acqua erano vivi e fuori sono morti? Su quale base si può dire ciò? Se da un essere monocellulare, passiamo ad un pluricellulare vediamo in questo una vera e propria colonia; avete presente il corallo? Che cosa è il corallo se non una colonia di innumerevoli micro organismi? Intanto che il corallo muore, (cioè la vita di questi i micro organismi si trasforma) anche il corallo si trasforma e si dice che è morto; ma che cosa è morto? Ora prendiamo i cristalli di rame che si comportano come i micro organismi del corallo: li vediamo crescere, scindersi, moltiplicarsi e riformare una parte del cristallo che si è rotto, cosa che fa qualche volta l'uomo con le sue ossa! Questo moto è chiamato vita. Passiamo ora all'essere completo, all'uomo. Di che cosa è composto il corpo dell'uomo? È un organismo pluricellulare formato da miliardi di esseri organici che sono le cellule vive; Apparentemente esso ha una vita unica, mentre in realtà vive tante vite quante ne vivono le sue cellule e ancora, ogni cellula è composta di molecole e ogni molecola ha una sua legge di vita, un suo attrito, una sua controparte che è la carica elettrica positiva e negativa e noi vediamo questa carica provocare la cellula, crearla, vivificarla, farla proliferare e infine ucciderla. Il corpo dell'uomo è uno spaventevole aggregato di vita, è un universo nel quale avvengono lotte, battaglie, distruzioni, di fronte alle quali sarebbe una bazzecola il fenomeno del sole che incendiasse le galassie. L'uomo, per usare la parola morte in senso comune, muore miliardi di volte al giorno, perché giornalmente avvengono nel suo corpo esplosioni molecolari con la distruzione di svariate cellule e in ciascuna vi è la rappresentanza di ognuna delle stelle della galassia. Tutta l'alimentazione dell'uomo è un fenomeno di disgregazione atomica; guardate il vostro corpo con attenzione, non avviene in questo corpo

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qualcosa di pauroso? Sì, perché è pauroso avere per corpo un sistema galattico e sapere che la più piccola esplosione molecolare che avviene nelle nostre cellule ha rispondenza in qualche stella e il più piccolo travaglio di una stella può provocare impressione nelle nostre cellule. Il corpo dell'uomo come quello di un qualsiasi altro animale è un universo. Lasciando da parte le galassie, rimanendo sul sistema solare e sul pianeta terra ogni cellula dell'uomo riassume in sé la storia del pianeta. Riassumendo: se noi, vivendo questa immensa vita dell'universo, ci rendiamo conto che quando crediamo di essere una sola vita, in realtà siamo il complesso di miliardi e miliardi di vite, quando moriamo, cioè cessiamo di muoverci e di respirare, quando il sangue cessa di circolare e il calore cessa di rimanere( si esaurisce NDR), non viene fatto di domandarci " che cosa è morto? " Evidentemente c'è stato un arresto del motore, però il motore non è morto, ognuna delle singole vite continua la sua vita non più disturbata dalla legge che le governava tutte. Ognuna vive stupendamente la sua vita ed è questo rigoglio che provoca la putrefazione; la morte dell'uomo è il trionfo della vita! Ora se il corpo dell'uomo non muore in tutti i suoi elementi costitutivi, se il quid che anima questo corpo non muore, se lo spirito che c'è dietro ad ogni manifestazione, ad ogni molecola, ad ogni cellula, invece di morire, è il principio della vita, di fronte ad un cadavere ci domandiamo: " che cosa è morto? " Nulla; è cessato semplicemente il collegamento. Vi faccio il paragone di un corteo che parte dalla piazza per giungere alla stazione; questo corteo è composto di migliaia di individui e forma un tutto armonico, una compatta volontà. Ebbene, ad un certo punto ognuno va per i fatti suoi e noi diciamo che il corteo è sciolto, non diciamo che è morto. Il corpo dell'uomo si può paragonare ad un corteo che percorre una certa strada e che poi si scioglie. Perché non si dice che il corteo è morto? Perché il corteo è un aggregato di vite ognuna delle quali continua per conto suo anche quando il corteo è sciolto e così è il corpo dell'uomo, un aggregato di vite...! Abbiamo tracciato la morte fisica, riassunto la sua posizione. Se possiamo definire la morte, dobbiamo dire che " la morte è una esplosione di vita ", quindi nulla muore. Noi dobbiamo considerare le cellule che compongono l'uomo come la risultanza della sintesi di molte vite: le cellule dell'uomo sono le più dotate di memoria e di esperienze e ciò conferma la teoria dell'evoluzione. Darwin era un essere fideista anche se non esagerava in materia religiosa e le sue conclusioni scientifiche sono rigorosamente esatte ed eguali con tutto quanto la scienza sta scoprendo e constatando. La sua fortuna è stata data da quella ventata di malinteso materialismo e liberalismo ateo, che ha deliziato le menti dell'uomo dall’Illuminismo ad oggi.

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Seguiamo ora i sette componenti del nostro corteo per fare il parallelismo con i sette corpi dell'uomo. Nel corteo, in mezzo a molti altri individui, c'è un “ubriacone”, frequentatore di bettole e di taverne che si è trovato invischiato nel corteo senza volerlo, c'è un “operaio specializzato”, uno “studente dell'università”, una “madre di famiglia”, un “ufficiale”, un “direttore industriale” e un “sacerdote”. Fintanto che i sette individui fanno parte del corteo sono un tutt'uno con il corteo, aggiungiamo che l’ubriacone e il sacerdote hanno lo stesso vestito, lo stesso aspetto, la stessa forma, e parlano la stessa lingua. Il corteo si scioglie e questi sette individui prendono ognuno una direzione diversa. L'ubriacone torna alla sua taverna, l'operaio alla sua officina, la madre alla sua famiglia, il direttore industriale alla sua industria, il sacerdote alla sua chiesa e ognuno, dove si trova, parla del corteo e ognuno vede il corteo dal suo punto di vista e nessuno vede, giudica il corteo dal punto di vista dell’altro. Per ognuno il corteo è stato qualcosa, ma non è stato la stessa cosa per ognuno dei sette. Le operazioni di ognuno di questi sette individui sono state momentaneamente interrotte dal corteo, però, sciolto il corteo, ognuno ripiglia le sue funzioni, i suoi compiti, il suo lavoro. Vagamente rimane in loro il ricordo della comune partecipazione, ognuno con uno scopo diverso, per uno scopo diverso l'uno dall'altro, ma diverso anche dallo scopo del corteo stesso. Quindi per ognuno dei sette individui il corteo c'è stato, ma è come mai fosse stato. Il corteo è uno stato di fatto; c'è stato. Cerchiamo di vedere un po minutamente questi sette individui: essi sono i sette corpi dell'uomo. L’ubriacone, frequentatore di bettole e taverne senza arte né parte, è il corpo fisico. Le cellule che compongono il corpo fisico, sciolto il corteo, tornano da dove vennero, nella materia. Per le cellule del corpo fisico, il corteo, l'essere vissute insieme per tanto o per poco, non ha un significato speciale. Sono uscite dalla taverna, hanno fatto un po' di strada, sono entrate in un'altra taverna; chiusa questa, passano ad un’altra, escono da una esperienza materiale e rientrano in un' altra esperienza materiale, ma non escono dal circuito.. L'operaio specializzato rappresenta un grado superiore, sono cellule più raffinate quelle che compongono il corpo passionale... e anche loro tornano alla loro officina a continuare il loro lavoro, vanno per sintonia ad accrescere, a potenziare analoghe passioni, in analoghi cortei, cioè in analoghi corpi dell'uomo. Ed ecco perché, come già dissi altre volte, se volete fare del bene ad un defunto cercate di praticare le virtù di cui avete notato la mancanza durante la sua vita, perché per sintonia siete legati al suo corpo passionale, e quindi modificando voi stessi, modificate lui. Non importa che il defunto sia un parente, può essere un amico, o un nemico, un essere al quale si è legati per qualunque affinità, sia per sentimenti d’odio che d’amore, purchè non vi sia indifferenza, perché allora non v'è legame.

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Perché Cristo dà il consiglio " fate del bene a chi vi fa del male”? Questo non è solo un consiglio della buona novella del Vangelo è un consiglio che proviene dall'umana saggezza, perché amando i nostri nemici li modifichiamo, praticando in noi le virtù che vorremmo vedere praticate in loro, lentamente modifichiamo il loro animo. Rita da Cascia riesce in 12 anni di convivenza a trasformare il marito senza fargli lunghe prediche, anzi, fa scomparire tutti i crocefissi da casa, non si fa vedere a pregare; però prega, piange e pratica tutte le virtù; dopo 12 anni il suo corpo passionale ha demolito il corpo passionale di Paolo. Ed ora ritorniamo ai nostri partecipanti al corteo. L'operaio è l'Adamo di sangue, l'uomo rosso che passa dall'uno all'altro essere rendendo violente le passioni con le quali si trova in sintonia. L'operaio è di una natura più sottile dell'ubriacone, è più intelligente, è il corpo passionale, il sangue. Abbiamo identificato il corpo fisico con le sue leggi, le sue armonie, con il suo ritmo di ritmi, ma che cos'è il ritmo dei ritmi sé non il fuoco vitale che è il principio di ogni manifestazione? Il kundalini; questo principio della terra e del cielo, il principio di ogni fisicità? Questo complesso armonico che noi vediamo, senza questo fuoco sarebbe come una statua di creta. Cos'è che lo anima? Il fuoco di vita; ma questo fuoco di vita potrebbe essere contenuto in questo vaso (il corpo) senza compiere eccessi, senza divampare troppo, se non fosse continuamente custodito da un'intelligenza ad esso in modo particolarmente adatta? L'operaio specializzato è l'angelo del fuoco che noi identifichiamo nel sangue. Gli antichi ponevano nel sangue la sede naturale dell'anima e non erravano, perché l'anima è qualcosa di iperfisico ma non di spirituale, ed essendo qualcosa di iperfisico, logicamente deve avere una sede non in questo o in quell'organo, ma in quel quid mobile che permea tutti gli organi. Questo angelo del fuoco, questa anima dell'uomo che si esplica attraverso il sangue e che, esplicando sé attraverso il sangue, ordina e dirige l'azione dei globuli bianchi e rossi, fa sì che noi vediamo ogni globulo rosso o bianco comportarsi nel corpo fisico come si comporta un cittadino in una bene ordinata nazione. Vediamo ora gli effetti di un buon ordinamento e gli effetti di una anarchia. Nel corpo umano vediamo vere e proprie milizie: i globuli bianchi, e una vera accolta di cittadini operosi: i globuli rossi. Quindi, nel corpo dell'uomo, vediamo gli stessi fenomeni che si vedono nel corpo delle nazioni. I globuli bianchi possono divenire aggressivi; come nella nazione vi può essere l'insurrezione della casta militare a detrimento della borghesia, così nel corpo umano v'è l'aggressione dei globuli bianchi, il che dà luogo alla leucemia, la malattia del secolo! Quindi vi è sempre corrispondenza fra le malattie delle nazioni e quelle del corpo umano. Le cosìdette malattie di moda (non prendiamo alla leggera queste parole) hanno una perfetta rispondenza nella società dell'uomo

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e forse prima nascono nella società per ripercuotersi poi nel corpo passionale, ma può anche darsi che dal corpo passionale dei singoli trapelino nella società. Per quale ragione nella legge ebraica è proibito cibarsi del sangue degli animali? Uno dei corpi più importanti è precisamente il sangue, il corpo passionale, la sede delle preoccupazioni. La legge è uguale per tutti, l'uomo ha un corpo di carne assunto dall'animale; se l'uomo non avesse il sangue caldo al pari dell'animale forse sarebbe qualcosa di diverso, sarebbe l'uomo apassionale. In una umanità futura, in un auspicato regno degli eletti, molto probabilmente il sangue sarà potentemente modificato. Tutte le malattie, sono sempre atti di reattività e di ritmazione della forma. La leucemia, che sta mietendo tante vittime, ha al pari del cancro la sua ragione di essere. Il sangue dell'uomo si rinnova. Tra qualche millennio, nelle vene dell'uomo non scorrerà sangue, scorrerà un altro elemento di vita, forse l'ambrosia che Omero descrive che scorra nelle vene degli immortali, per queste mutazioni del sangue l'uomo usufruirà, anche nella forma terrena , di una specie di immortalità in quanto che, essendo privato di un corpo passionale, i suoi tessuti non saranno più esposti all'assalto a cui le cariche emotive lo sottopongono; allora, questo mutamento, modificherà potentemente la forma dell'uomo. D'altra parte è nell'ordine logico che sulla terra venga ad abitare una razza nuova di uomini che siano la sintesi di tutte le razze. Questi beati che tutti i libri e tutte le epoche hanno preconizzato dovranno possedere la terra, non lo potranno fare con il corpo infermo attuale. Quindi, molti organi che adesso rallegrano ed affliggono l'uomo scompariranno, altri organi, che adesso sono latenti nell'uomo, saranno sviluppati; la forma dell'uomo sarà sottoposta a cambiamenti oppure l'uomo assumerà, al pari degli dei , le forme che più gli piacerà di assumere. Non dimentichiamo che la forma più perfetta che la soma umana possa assumere sulla terra è quella limitata dai canoni che hanno stabilito la Venere di Milo. Quando l'uomo avrà raggiunto questa forma perfetta, probabilmente, scomparirà nella forma, pure perfettamente attuata, che verrà sostituita da nuove forme. Può essere interessante stabilire una cosa; l'uomo è quel quid composto di materia e spirito, capace di intelligenza e di coscienza, capace di rompere qualsiasi equilibrio per ricrearne uno a sua ragione migliore. Che l'uomo abbia settanta chilogrammi di carne o che sia composto di sostanza eterica, non ha importanza. La forma è l'accidentalità, è il mezzo che l'uomo forgia per esprimere se stesso a se stesso. Molto probabilmente la materia cellulare scomparirà per far posto a corpi molecolari. Al momento coscienzuale attuale la forma dell'uomo è la forma più idonea e, in questo momento, c'è nella forma dell'uomo un tentativo di

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miglioramento ma, apparentemente, si ha un peggioramento, cioè l'uomo belva compete di fronte all'uomo genio. Il secondo personaggio è particolarmente specializzato e vediamo adesso come nascono le passioni: nel corpo fisico, nel corpo cellulare, non possono esistere passioni però, avendo in comune con i tre regni della natura le tre esplicazioni della natura stessa cioè: l'assumere nutrimento, il prolificare, il difendersi, vediamo che il corpo cellulare ha questi tre istinti che non sono passioni. L'istinto della fame ha nulla a che fare con la gola e l'ingordigia; la riproduzione ha nulla a che fare con la lussuria e la concupiscenza, la difesa ha nulla a che fare con la violenza. L'istinto è puro ed è una rispondenza alla legge, è una forma assunta dalla angelicità per la necessità di accrescere, permanere e rinnovare; allora noi vediamo la vita cellulare pura nella sua esplicazione di istinti, pura e innocente. Però, non avrebbe modo di permanere se non fosse sovraeccitata dal desiderio che è riflesso in tutti i sette personaggi ma che promana dall'io universale, la mente cosmica... l'io universale che si frantuma nell'io individuale di ogni singolo uomo, come la rosa nei semi della stessa rosa. In ogni seme impalpabile è contenuto un arbusto intero! Questo desiderio di permanenza, che è la leva motrice della durata della manifestazione, è quello che esaspera l'istinto e lo sublima. Dalla esasperazione e sublimazione dell'istinto, nasce la passione, la passione alimenta il fuoco della vita e noi possiamo considerare ancora la passione come qualcosa di innocente come qualcosa di puro (è una parola arrischiata ma la uso), dunque la passione nel suo nascere è pura, è psiche che si presta all'istinto e, per questo, patisce per il necessario contrasto che scatena tra gli istinti più esasperati portati a conflitto e domati nella sublimazione. Con lo Studente entriamo in un campo più sottile ,in un gradino sopra al corpo passionale, nella forza che si adopera acciocché il corpo passionale agisca in questa più che in quella direzione. " Lo studente " (che non è la mente concreta ma il corpo nervoso) è la cellula nervosa, (la culla del pensiero) noi vediamo lo studente agire con il corpo passionale come uno studente universitario agirebbe con un operaio intelligente ,ma incolto. È istintivo nello studente il desiderio di prendere amabilmente in giro colui che giudica inferiore a lui; egli si serve della sua intelligenza per portare questo operaio in situazioni e condizioni spiacevoli. Questo stesso giochetto, la materia grigia, la cellula nervosa, sta facendo al corpo di sangue perché, dall'esasperazione del sangue, trova un titillamento piacevole in quanto che,il sangue suo sottomesso, nutre più intensamente le cellule nervose. Dobbiamo vedere in questo anche

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un'altra ragione, la ragione esoterica, che risiede in quel desiderio di permanenza attraverso il quale la personalità si esplica. Vediamo la cellula nervosa agire sul sangue e portare a talune funzioni per le quali il sangue stesso non è che sia estraneo; funzioni che non compirebbe che sotto uno speciale assillo. Questo speciale assillo la cellula nervosa lo crea nel sangue mediante il titillamento di particolari centri di ricordi cellulari. La memoria delle cellule esasperate sotto un certo aspetto, è resa ottusa sotto altri aspetti. Esempi palmari ve ne posso dare quanti volete; la voluttà che indugia in talune azioni alle quali la ragione a freddo la sottrarrebbe; le cellule sovraeccitate in cerca di piacere hanno dei ricordi del medesimo piacere non solo, ma anche delle conseguenze però questi ricordi in quel momento sono ottusi, soltanto gli appetiti piacevoli esistono e riducono l'uomo ad una serie di errori che hanno lo scopo di farlo rimanere nella manifestazione... ecco l'azione dello studente verso l'operaio. Ed ora andiamo in un piano superiore dove la passione scaturisce nel piano delle idee,andiamo nel piano archetipico della passione e raggiungiamo la: “buona madre di famiglia " (IV corpo dell'uomo). La madre di famiglia è il piano della tenerezza e degli istinti nobili e generosi, il corpo sentimentale. Vediamo l'esplicazione della madre di famiglia, senza emozioni, nella suora di carità che entra in un lebbrosario; è una espressione di intuizione inferiore, è il mondo mentale concreto aspirante ad superarsi, è la rispondenza della pietà, della solidarietà, della compassione. Siamo tutti abbastanza eruditi sul gioco sempre piacevole, ma sempre pericoloso, del sentimento. Qui principia il sentimento (sopra l'emozione vi è il sentimento) che è anche l'idea forma della passione o idealità e allora veniamo a conoscere la passione nella sua origine ed esplicazione. Se la passione pullula dal basso vuol dire che viene dall'istinto se scende dall'alto, dal sentimento. La buona madre di famiglia è infinitamente cara e infinitamente pericolosa, cara ma pericolosa perché ci compromette. Come ogni buona madre di famiglia, ella desidera che i suoi figli rimangano sempre bambini perché con il senso della maternità ha il senso della superiorità. Ella desidera che non crescano, che non padroneggino, che siano ben educati; però in questo suo desiderio è implicito il desiderio che ci siano questi figli. Una madre desidera tutto meno che la morte dei suoi figli e questa madre che ognuno ha in sé, cerca di ingentilire le passioni rivestendole col manto dell'idealità. Ognuno può trovare l'esempio palmare nella sua coscienza. Se ognuno guardasse fino in fondo l'idealità che lo riscalda, vi troverebbe una passione bruciante perché l'idealità non può durare a lungo. Prendiamo ora una passione: l'amore sentimentale! Il sentimento te lo presenta nelle sue forme più fulgente, ma cos'è l'amore? Il mantenimento della specie, l'istinto della

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procreazione e anche ammettendo un amore che trascenda la procreazione, alla radice e c'è sempre l'istinto della procreazione, cioè la necessità di mantenere la specie. Ecco l'inganno della volontà in cui ci induce questa buona madre che ognuno porta in sé, ma questo inganno ha il vantaggio sublimare la passione e trasformarla in idealità. Come ognuna delle nostre cellule ha in sé ricordi di esperienze di dolore e di liberazione, così ognuno dei nostri sentimenti non è nostro, ma acquistato. In una parola non si nasce sentimentali. Lo si è perché si vuol essere tali o lo si diviene per acquisizione di carattere e di educazione, tanto è vero che alcuni Maestri sono senza pietà per il sentimento, perché questo si esplica attraverso i sensi. Il sentimento ti fa dire: " quella donna è bella " perché tu attraverso i sensi identifichi in te questo rapporto. Il vecchio concetto evangelico: " se guardi una donna con desiderio commetti adulterio con lei nel tuo cuore ", è basato su questo principio. Il sentimento ci devia dalla ragione e ci può far compiere così alte e nobili che, essendo fine a se stesse, non hanno nessuna risultanza pratica per ciò che è il balzo al di fuori della materia. Vi può sembrare dura questa mia dichiarazione, ma riflettete: l'esplicazione della minima passione chiude il cerchio e impedisce di vedere chiaramente in se, è come chi portasse gli occhiali affumicati, mentre chi è apassionale è come portasse occhiali bianchi e perciò in grado di vedere il colore esatto delle cose. Lo so, io mi comporto come un giardiniere feroce, non tollero la più piccola erbuccia che io non abbia seminata. Eppure voi mi dite: " questa erbuccia è bella, innocua, ha fiori graziosi, profumo soave, lasciala stare", ma io sradico anche quell'erbuccia. Sul sentimento si sono scritte biblioteche. Ma che cosa è il sentimento? La parola stessa lo dice: senso=sentire, estrinsecare il mondo attraverso i sensi, interiorizzare dall'esterno anziché esteriorizzare dall'interno. Il mondo del sentimento è il mondo dei sensi, il mondo sensorio. Ma voi mi direte: il mio sentimento d'amore, di tenerezza, di carità me lo chiami mondo sensorio? Ed io ti dico: " SI!" Perché tu per avere tenerezza, amore, carità, devi sentire qualcosa, cioè devi emozionarti, allora se ti emozioni, tu attui il tuo conoscimento, mediante cosa? Mediante uno, e non il più nobile personaggio del corteo... il sangue. Il sentimento è legato al corpo passionale; non vi è sentimento senza emozione. Lo stesso fervore religioso è legato all'emozione. Ma come la concepite voi l'eterna vita dello spirito? Con il vostro corpo passionale? Con il sangue? Io faccio l'elogio della ragione pura e vi porto il prototipo della ragione pura " il Cristo " che non si commuoveva; ma ciò non significa che non avesse pietà. Si può avere la più struggente pietà senza provare la minima commozione. Il chirurgo, che squarcia un corpo umano, opera per pietà; ogni suo gesto è diretto a salvare quella

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vita, a risparmiare a quel corpo quanto più può di sofferenza, ma pure non si commuove, non sì emoziona, anzi il chirurgo che si commovesse e svenisse sarebbe per il malato una vera calamità. Si potrebbe pensare che il sentimento sia allora solo un inciampo sulla via dello spirito. L'inciampo peggiore sarebbero dunque la pietà, la comprensione, l'amore, la tenerezza? La tenerezza e l'amore non fanno parte del sentimento, sono attributi spirituali. Sono tanto attributi spirituali che sono peculiari delle angelicità. Queste non sentono pietà né compassione, non possono sentire pietà e compassione, però sono suscettibili di tenerezza e di amore. Basta solo vedere la tenerezza che esplicano nei più minuti particolari della creazione manifestativa, la tenerezza per cui un petalo di rosa è tutta una sinfonia di colori; evidentemente la mente che ha concepito quel petalo di rosa si è soffermata con tenerezza, e dò alla parola tenerezza il suo vero significato. La dolcezza e la soavità presiedono quasi tutte le manifestazioni della natura; la precipitazione atmosferica e quella della folgore, la violenta rivoluzione dei corpi celesti, la trasformazione violenta di una materia in un'altra, la condensazione di una materia, tutto è un gioco dolcissimo e soavissimo in una gara intesa a creare appunto una serie continua di bellezze. Quindi: dolcezza e soavità non sono sentimento; la commozione, l'emozione, la pietà e la compassione sono sentimenti peculiari all'uomo. L'ufficiale è il complesso coordinativo della mente concreta. Con l'industriale incomincia il piano dell’intuizione. Il sacerdote è la mente astratta. Questi sette individui fanno parte del corteo senza essere collegati tra loro, almeno sono collegati solo dal fatto di avere camminato assieme per un tratto. In ogni momento l'uomo è la sintesi di opposte analisi, non è la sintesi di una risultante unica, ma di più risultanti. L'uomo può essere contento e dolorante allo stesso tempo, può provare piacere e sentire disarmonia. Ad esempio: chi muore per un'idea può sentirsi contento e fisicamente soffrire, può cantare di gioia nel momento che è dolorante. La coscienza del manifestato non è coscienza di veglia, la vostra è coscienza di sonno anche se è chiamata di veglia. L'uomo praticamente dorme, e vive contemporaneamente svariatissimi aspetti della sua vita senza rendersene conto, mentre se fosse sveglio se ne renderebbe conto. Colui che non fa parte del corteo ,lo vede sfilare dal balcone e vede tutti gli individui che passano sotto casa sua. Li vede tutti, li vede come un perfetto svegliato! Ora: si può essere il settimo senza essere stato il primo?

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Si deve giungere ad essere settimo, ma si può anche trascendere il settimo, il sacerdote, perché voi siete lo spirito, siete essenza, siete la semplicità. La semplicità allo stato potenziale è in voi, perché allo stato potenziale la divinità è in voi. È vostro dovere esser padroni di tutti corpi e il vostro stato di coscienza dipende dallo stato di identificazione dei vostri corpi. se vi identificherete come il corpo di carne è naturale che continuerete ad disperarvi perché gli interessi della vostra casa sono compromessi, perché la vostra famiglia non va bene, perché la vostra figliola sposa un marito non di vostro gradimento. Se volete essere l'operaio specializzato renderete violente le passioni degli individui con i quali vi trovate in sintonia. Se volete essere lo studente sarete la mente direttiva di tutte le materie vibranti nel pensiero (cellula nervosa) del ricercatore e continuerete ad aumentare la vostra conoscenza. Se volete essere la buona madre di famiglia, sarete l'angelo di ogni moto gentile nobile e generoso. Se volete essere l'ufficiale sarete la forza coordinatrice di qualsiasi movimento sociale. Se volete essere l'industriale sarete la forza coordinatrice di ogni complessa organizzazione. Se volete essere il sacerdote sarete l'anima delle riforme, ma non sarete mai "Voi". Ognuno di voi è un po' di tutto quello e morendo può purtroppo rimanere, quello che io vi insegno a non rimanere. C'è di peggio, che ognuno si fissa in ognuno di questi corpi e polarizzandosi in un corpo ne segue tutte le avventure, mentre gli altri corpi, senza rimanere disabitati, vengono a formare una parte del complesso sociale di vita umana. L'Io non si divide, ma vive con il corpo con cui è più in sintonia.. Voi non siete nessuno dei sette individui, ma tutti i sette individui. Dipende da voi seguirli nelle loro pellegrinazioni o non lasciarvi da essi influenzare. Ora ognuno di questi corpi non è di alcun aiuto sulla via dell'ascesi, il sacerdote alla testa; perché anch'egli ci danneggia ? Che cos'è questo sacerdote? Questo corpo sacerdotale che riportiamo in noi? Vediamo nel sacerdote il nostro corpo mentale superiore, praticamente il mentale astratto (una lieve superficie lo separa dal corpo spirituale però è sufficiente ad impedirne interamente la visione). Ho paragonato questo corpo al sacerdote perché? Perché questo corpo mentale astratto è il creatore dei riti, delle forme rituali, nella quale si immerge la nostra vera attività psichica. L'uomo esplicando la sua attività spirituale attraverso una forma rituale crede di uscire dalla forma, invece vi si immerge sempre più. Questo corpo è il padre dei dogmi; in questo caso tutti i riti dell'uomo sono farisaici: belli di fuori, eletti, giusti, nobili, e dentro...... quel che c’è dentro! L'atteggiamento rituale dell'uomo è quello di ingannare il pubblico che in definitiva è se stesso.

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L'uomo è duale: vi è da un lato il suo spirito che è uno (e forse è uno con tutto l'universo) e dall'altro tutto il suo complesso sistema di vita ed in questo sistema l'uomo cerca di ingannarsi, da spettacolo a se stesso e tutto fa, meno che confessare la sua meschinità, la sua miseria. Il settimo corpo, che ho paragonato al sacerdote, è quello che più danneggia l'uomo sulla via dell'ascesi. Il sacerdote è l'intermediario tra Dio e l'uomo, è il diaframma che da una parte prende dall'altra da e nessuno sa quanto prende e quanto da. In una parola: nessuno è in grado di poter veramente rendersi conto quanto il suo mentale astratto riceve di luce e quanta ne trasmette agli altri corpi. Soltanto colui che sorpassasse il mentale astratto e avesse risvegliato il corpo cristico potrebbe ricevere direttamente la luce e permeare di essa tutto se stesso. Il mentale astratto è il creatore dei mondi mentali, di quelle splendide, terribili fantasmagorie che attendono l'anima umana dopo la morte del corpo fisico, cioè gli inferni e i paradisi. Tutti, dopo morti, entriamo nel mondo delle fantasmagorie, ma queste sono una via non una meta. Si può vivere nel mentale astratto per millenni, ma ad un certo punto, si uscirà perché, per nostra fortuna siamo insaziabili e tutte le ricchezze non potranno soddisfarci; noi usciremo in cerca di felicità che, solo nel mondo puro spirituale, è possibile realizzare in pieno. Vediamo ora come il sacerdote, corpo mentale astratto, sia quello che più facilmente può ingannarci, sedurci, rinchiuderci in uno dei tanti cerchi, e in quello più pericoloso dei cerchi. Il sacerdote, che è il pensiero, può influenzare il beone che è la materia. Il pensiero si nutre di idee, la materia di immagini, però l'immagine può concretare un'idea. Io stesso creo una serie di immagini per tradurre attraverso esse un'idea. Noi vediamo dunque il sacerdote influenzare il beone inviando una serie di immagini che vengono ad aggregarsi a questa o a quella memoria cellulare e a provocare degli stati di tensione particolare che vengono definiti " panico ". Il nostro corpo fisico ha paura, non ha paura di qualcosa di fisico, ma di ciò che non percepisce e che pur sente vicino. Ecco che noi abbiamo veramente l'azione del sacerdote sopra il beone: una serie di immagini che sono partite dal mentale astratto fino al corpo passionale e oltre ,al corpo cellulare, dove hanno operato un agganciamento, per sintonia, ad immagini di terrore. Ed ecco il corpo fisico reagire davanti ad un pericolo inesistente. Chi non ha provato paura in un luogo deserto appunto perché non c'era nessuno? Ecco la paura di una cosa sconosciuta! E chi non ha tremato passando dinanzi ad un cimitero? O trovandosi al buio? Analizziamo questa paura. Cosa ha provato il corpo fisico, mentre la mente era in uno stato di serenità? La prima sensazione è un brivido di freddo;

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l'accapponare della pelle definiva lo stato di panico di fronte a una cosa che non poteva ledere il corpo fisico ,ma questo si è comportato come se fosse leso. Sono stati i fotogrammi proiettati dal sacerdote, cioè dal mentale astratto, che hanno provocato ciò, l'uomo nulla potrebbe riferire se fosse interrogato. Egli potrà mettersi a urlare, a piangere, potrà rimanere paralizzato da un attacco cardiaco e tutto in relazione ad un pericolo inesistente... Il che vi dimostra come in effetti il vostro corpo non è vostro. Fra voi e il vostro corpo vi è lo stesso divario che esiste fra il sommo pontefice e qualsiasi fedele. La prova più chiara l'abbiamo nel caso che vi ho descritto. Passiamo ora ad altri stati: notate che queste immagini del mentale astratto possono giungere a folgorare il corpo fisico senza passare per il mentale concreto. Un esempio? Ve ne possono citare qualche dozzina. Quello di colui che fa la bravata all'osteria dicendo di volere attraversare il cimitero nottetempo e, quando attraversa, la giacca gli si impiglia in una corona mortuaria ed una sincope lo uccide. Il suo mentale concreto annunciava che egli poteva attraversare il cimitero, l'industriale cioè " la mente coordinatrice " organizzava una decisione alla quale tutti i corpi dovevano partecipare. Il beone nell'annunciare la sua bravata, era sincero, non poteva aver paura perché le cellule del beone non potevano avere un agganciamento. Con piena sicurezza egli poteva dire: " io attraverserò il cimitero cantando! " Chiunque di voi, anche senza voler fare una bravata, può in buona fede affermare che non crede alle anime dei morti nel cimitero, ma che solo crede ai corpi che stanno trasformandosi in altre forme di vita, vi rendete conto che potreste benissimo attraversare il cimitero senza incontrare fantasmi. Quindi il fantasma non esiste che nella vostra fantasia malata! Però voi vedete che sia per una speculazione mentale o bravata in osteria quel tale asserisce di poter attraversare il cimitero. Ma allora perché muore mentre l'attraversa? Ecco il ricordo atavico di migliaia e migliaia di esseri (che ognuno di noi porta nel suo sangue) che, ricordano e tramandano immagini una più terrificante della altra. Ecco le cellule bombardate da questi fotogrammi che reagiscono e provocano la rottura di equilibri e conseguentemente la morte fisica.. mentre nel mentale concreto siete coscienti di quello che fate, qualcuno di voi a vostra insaputa, vi sta giocando un tiro birbone e questo è il mentale astratto che, in perfetta alleanza con il corpo fisico, agisce a vostro danno. Tutto questo si può paragonare a chi, assistendo ad un film di guerra, rivede se stesso nell'episodio del film e rivive dolorosamente la vicenda. Nella ricerca di cosa si incarna abbiamo già individuato due fattori. Cosa vive? Lo spirito. Cosa è l'apparenza di vivere? Il corpo fisico in quanto il suo ritmo di ritmi può essere interrotto da una interferenza del mondo mentale.

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Ora, se il corpo fisico può avere il suo ritmo di ritmi interrotto, ne consegue di logica che non vive ma che ha solo l'apparenza di vivere! Questo corpo fisico che troppo spesso identifichiamo con noi stessi, ci è estraneo come la stella Arturo, infatti, di fronte ai grandi avvenimenti che ne sconvolgono il ritmo, non possiamo comandare al nostro corpo più di quanto possiamo comandare alla stella Arturo. Anche ammettendo che la conoscenza del corpo fisico possa portare ad una maggiore conoscenza sul modo di adoperarlo noi dobbiamo vederlo anche da un altro punto di vista, cioè come la conoscenza del corpo fisico ci porti a comprendere sempre più come esso sia un ente a sé stante, con le sue leggi, con la sua precisa volontà di legge , con precise disposizioni che nulla hanno a che fare con quello che noi intimamente vogliamo . Si può quindi dire che il corpo fisico è una forma di vita dotata di intelligenza con la quale dobbiamo andare d'accordo. Ha l'intelligenza di tutti gli angeli; riassume tutti gli elementali e quindi fatalmente tutte le forze generatrici di tutte le gerarchie angeliche. Ho detto che il beone e il sacerdote parlano lo stesso linguaggio, aggiungo anche che vestono gli stessi abiti in quanto che, praticamente, vivono della esteriorizzazione del passato: il sacerdote proietta i fotogrammi che le cellule attuano e vivono.Queste cellule non potrebbero vivere se questi fotogrammi non vibrassero in loro. Riportandoci all'esempio della proiezione cinematografica si può dire che le figure dello schermo vivono già nello schermo e lì c'è l'occulta ragione di tutte le immagini del mondo. Abbiamo già compreso un piccolo punto del grande dramma: quel piccolo corpo per il quale facciamo follie, quel corpo, che ad un certo punto deponiamo in una bara e seppelliamo sotto terra, non è né noi, né gli altri esseri che noi amiamo perché, o madre, la carne del tuo figlio ti è più estranea di quanto lo sia un abitante della sconosciuta galassia! Era nel tuo seno, era la tua carne, ma nell'attimo in cui è uscito dal tuo seno è già morto e tu non hai sollevato fra le braccia che un estraneo. È tuo figlio per lo spirito e questo non si identifica né nella carne né nel sangue. Il Vangelo dice: " ciò che è nato di carne, morirà, ciò che è nato di spirito vivrà in eterno". La madre è madre per elezione dall'istante della concezione e forse anche prima e sarà madre indipendentemente dai legami del sangue. Quello che noi mettiamo in una bara e seppelliamo non è nulla di nostro, è più nostro l'abito che abbiamo voluto, esso è più nostro della carne che ci ottenebra, perché l'abito ognuno ce lo scegliamo, mentre il corpo no. Se, da un punto di vista religioso, accettate il pensiero che Dio vi abbia creato plasmandovi con la materia bruta, spiegatemi alla luce religiosa,

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come si possono far coesistere su questo piano questa divina certezza, con tutti gli aggregati ed attributi della personalità, odio compreso. I sette corpi fanno parte del corteo, ma non sono il corteo e ciò è importante, ma a qual fine? la vostra vita terrena è solo importante al fine della manifestazione di quello " Spirito libero ed immortale " che alloggia timido in voi e che dovrebbe subliminarvi. Dio creò l'uomo con il fango della terra e vi insuflò lo spirito immortale. Il corteo era tutto nel fango. Il fango è la materia, è la manifestazione, in sé stessa pura ed innocente, Immacolata; Il fango non è una realtà in sé, perché sarebbe l'immobile, viceversa continuamente si muta, quindi non è reale. Immobile è lo spirito. L'errore dell'anima umana è quello di fermarsi alle apparenze invece di giungere alla realtà. I sette corpi sono tutti nella manifestazione, cioè in ciò che muta, che cambia e che non è reale. Che cosa è che si incarna, che vive, che è reale? Lo spirito. Il mio sforzo e di portarvi nella realtà, perché quando sarete riusciti a comprenderla, sarete fuori dal gioco del bene e del male, del peccato e della materia e comprenderete come l'unica giustizia non possa essere che una misericordia infinita. Ovunque può esservi vendetta, meno che nel cuore di Dio. La giustizia, per essere tale non può essere che misericordia, compassione e infinito amore. Fino a tanto che non vi è chiaro il legame di rapporti che lega i sette personaggi del corteo al vostro vero "io", nessun rapporto ci potrà essere chiaro. Non vi potrà mai essere chiaro il veicolo della sofferenza, non vi potrà mai essere chiaro il veicolo della gioia. Rendendovi conto della differenza che esiste da corpo a corpo e da habitus mentis ad habitus mentis ed il collegamento che lega l'uomo di creta all'uomo di fiamma, voi cominciate a comprendere per quale veicolo potete incarnarvi e soffrire , purificarvi e godere. Quando attraverso i sette personaggi del corteo saremo giunti ad avere la coscienza di cos'è che si reincarna, noi seguiremo questo quid che s'incarna attraverso i molti inferni o i molti cieli. Ai personaggi del corteo, che cos'è che da il carattere dell'umanità? "E il verbo si fece carne, ed abitò in mezzo agli uomini". Credo che riuscirete con ciò a capire che cosa è che si fa carne: lo spirito. Lo spirito, in questa sua prima fatica di entrare nella carne, si addormenta; poi la supererà in una legge superiore. Lo spirito, nella partecipazione delle operazioni del corteo, patisce ed è soggiogato dalla carne ed ecco che il verbo si è fatto carne. Ricordate che il vero è poliedrico. Cerchiamo di riuscire a seguire il viaggio di Psiche che si inizia quando Psiche si rende conto di essere la controparte di qualcosa. I sette personaggi del corteo sono buoni ed innocui fino a tanto che lo spirito non si risveglia e Psiche non sente il peso della morta creta.

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Vediamo questi personaggi, riuniti da una accidentalità, con uno scopo. Questo scopo, può essere grande o piccolo, non ha importanza, per un certo periodo cammineranno insieme e nel loro camminare assieme, saranno di sostegno o di inciampo l'uno all'altro, di riposo e di tormento, di stimolo e di freno, però , vi è lo scopo del corteo che è pur sempre vigile e presente alle coscienze dei vari personaggi; con la coscienza di ognuno di questi sette personaggi si deve formare il corpo di Psiche. Riprendiamo la favola di Psiche: "Psiche aveva tre sorelle ed una famiglia; l'oracolo aveva ordinato che Psiche venisse esposta alle voglie di una mostruosa belva. Quindi vediamo Psiche già contenuta in germe nella materia che successivamente comparirà nella sua forma peribile. Già nel fango della terra è Psiche; l'opera della plasmazione che il Demiurgo fa in un corpo, a sua immagine e somiglianza, è l'esposizione di Psiche. Quando Psiche è esposta viene Eros essa non lo vede ed egli si impossessa di lei, la feconda, la beatifica, ma non le si manifesta. Quando il frutto sarà prossimo a realizzarsi, il concetto " intelletto d'amore" darà a Psiche la forza e la capacità d'intendere ( i doni dello spirito santo). Nelle successive evoluzioni, necessariamente, l'uomo ha vissuto molte vite ed ognuna l'ha vissuta in questo più che in quello dei suoi sette corpi, ha potenziato questo o quel corpo, ha sviluppato questo più di quello; ma in nessun corpo Eros possedeva Psiche. Qual è il corpo nel quale la personalità più alberga e dove più lotta per non lasciarsi distruggere da Eros? È il mentale concreto(lo studente), è la creazione della macchina, è la forma cui è giunta la magia nera, che non può più esplicarsi che nel mentale concreto (quando esce va nella religione). Il mentale concreto, che non può sfuggire a Satana continua a dare, a potenziare le illusioni, la menzogna. L'obbiettivo di Psiche è duplice: salvare la forma ( da retta alla sorella che le dice" cerca di uccidere la belva che ti vuole uccidere") formare la personalità. Quando Psiche accende la lampada è perché l'intelletto incomincia a risvegliarsi e vuole vedere (abbiamo il ripetersi mitico di Eva che stacca il pomo fatale ) Eva e Psiche vogliono una sola cosa: sapere finalmente cos'è che le possiede, che cosa è che le tormenta e che pur da loro gioia. Ed ecco che nell'attimo in cui Psiche accende la lampada vede Amore e se ne innamora, nell'attimo in cui Eva addenta il frutto proibito conosce Dio e desidera essere Lui. Perché nella Genesi, quando Eva gusta il pomo, Dio la punisce dicendo non conviene che essi conoscano?

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Dio non punisce affatto. Con l'atto di Eva che è quello di Psiche, succede che un gioco di equilibrio si infrange e deve essere ricostruito. Geova si che è il Dio vendicatore. Psiche disperata dalla fuga di Amore si getta ai piedi degli dèi e li supplica di aiutarla a recuperare Amore allontanatosi; trasformiamo ora questi dèi nelle grandi leggi delle angelicità e vediamo "la natura" che aveva operato a costruire Adamo nella forma attuale e che si vede squilibrata nella esplicazione della superiorità di Adamo , ed ecco la Genesi: "Donna tu partorirai con dolore,uomo guadagnerai il tuo pane con la tua fatica e il tuo sforzo". Questa è una presa di posizione delle leggi di fronte a questa strana legge che è l'uomo. Poiché non possiamo ucciderti perché rappresenti una legge superiore, ti poniamo un limite che puoi ancora superare a tuo rischio. E Psiche insegue Amore fin quando lo raggiungerà attraverso Sofia. È scritto: "mandiamo via l'uomo perché avendo già gustato l'albero della vita non gusti anche quello della conoscenza ". Se al punto della conoscenza a cui era giunta, psiche avesse conosciuto Amore (risvegliato dalla lampada), non essendo psiche matura per l'intelletto d'amore, Amore si sarebbe infischiato di psiche e l'uno e l'altro sarebbero stati come mai fossero stati. Cioè, se l'uomo, non ancora scavato dalla sofferenza, fosse riuscito ad esulare dalla forma fisica, l'uomo non si sarebbe mai compiuto. Perché l'uomo non esula anzitempo dalla sofferenza? Per una di quelle meravigliose, complesse e pur semplici leggi: l'uomo plasmato vuole sì ritornare dalla materia concreta all'energia, ma sa che deve continuare il suo viaggio finchè ogni parte di materia non sia stata riassunta; perché, tutta la materia concreta ritorni nel suo giro all'energia è necessario che l'uomo sia e combatta. Ciò significa vita, non un combattimento a casaccio, ma un combattimento per un più alto scopo. È logico pensare che umanità future non avranno più sette o sei o cinque corpi ma potranno averne anche meno? È più che logico pensare che ogni sforzo, fatto nella vita della conoscenza rende sempre più evanescenti questi sette corpi. Ora voi li avete tutti svegli e adulti, tutti forti, perché praticamente vivete in ciascuno di questi corpi, tuttavia qualcuno vive meno in un dato corpo che non in un altro, purtroppo però, nelle ventiquattro ore della giornata, passate in ognuno di questi sette corpi; il primo a stancarsi è il corpo fisico, il beone, che influenzerà quindi sempre meno i sogni, per questo che i sogni di un asceta non sono quelli di un commerciante ecc....

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Pare facile capire " l'io sono voi " del Cristo, ma più difficile è pensare così del fratello, quando puoi vedere che, mentre tu soffri per un certo male, lui può godersela giulivo. Tu puoi soffrire o gioire mentre il tuo fratello gioisce, ma con quale parte soffri o gioisci? Non puoi stabilire una separazione; mentre tu soffri, con lo spirito può godere il tuo fratello? Si e no; tu puoi anche essere felicissimo, vai in una casa dove si piange, tu non hai nulla a che fare con la sofferenza di questa famiglia, ma la tua felicità sfuma, è come se un secchio d'acqua fredda la spegnesse. Vi faccio un paragone comico: in una sala se si comincia a sbadigliare tutti sbadigliano, perché? È una reazione emotiva, è una reazione che si trasmette dall'uno all'altro essere, quindi anche l'essere attento,anche se non è stanco, sbadiglia, perché questa sensazione è racchiusa in ogni corpo come una moneta in una borsa. Se dieci persone stanno attente, nessuno sbadiglia; "L’ io sono te " non è un assurdo. Prendiamo una goccia d'acqua e poi un'altra goccia, guardiamole: sono due gocce d'acqua, ma se le due superfici comunicano abbiamo una sola goccia d'acqua. Nell'attimo che una cosa comune ci unisce non siamo più separati e così è anche dei sette personaggi del corteo; ogni uomo manda ai suoi personaggi ciò che prende dagli altri personaggi. La comunione della carne e del sangue è assai più reale e corporea di quello che non si creda e non si pensi. Se così non fosse, vi sarebbero scompartimenti stagni con esseri che sono tutto gioia e tutta sofferenza, ciò non esiste: l'umanità gode e soffre in comune e tanto gode e soffre in comune che l'uomo è per definizione filosofica l'unico animale socievole della creazione. La cellula ha due modi di realizzare questa comunione. Il primo è quello del trapasso integro dal corpo morto al corpo vivente e quindi si ha la cellula che viene a prendere il suo posto assieme alle cellule viventi, o viene a sostituire una cellula morente. Si ha poi un'acquisizione dei principi spirituali delle cellule nervose del cadavere, cioè qualcosa del morto viene in voi. Adesso a chi ha esperienza di cadaveri, giovani medici, infermieri, esseri addetti anche alla lavatura e vestizione dei cadaveri, vorrei rivolgere una domanda: "dopo un certo periodo di contatto con un cadavere, non vi è mai capitato di sentirvi strani, cioè qualcosa in certi casi di euforico ed in certi casi di pensante?" ed ancora: ”a chi abbia perduto un caro e che lo abbia dovuto accudire negli ultimi istanti o, immediatamente dopo, comporlo sul letto di morte, non ha provato uno strano stato di coma superiore allo stesso dolore? Il dolore è venuto dopo, però, in quel momento c'era la calma, quasi che tutto l'essere fosse occupato ad una partecipazione intensa. Effettivamente cos'è? Nelle prime ore che seguono un decesso, forse esagero, comunque nei primi sessanta minuti che seguono un qualunque decesso, lo scambio intercellulare è intensissimo e, tutte le

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facoltà, quindi tutti i sette corpi, sono talmente impegnati a collocare queste cellule in soprannumero e nel disporre che queste cellule facciano bene e non male, che le altre facoltà di sentimento sono come assopite. Il dolore esploderà dopo la prima ora del trapasso ma la prima ora del trapasso, per cara e amata sia stata la creatura, è un'ora di intontimento. In quello stato di intontimento si agisce, si fa quello che si deve fare, si è stranamente lucidi, si sa che quella creatura è morta però non si soffre, tutte le facoltà sono sospese, poi il dolore esploderà. In quel momento vi è una vera e propria comunione, il vivo , in un certo qual modo, è talmente preoccupato a partecipare all'intensa vita del morto che non può pensare "io ho perduto quest'essere", in quanto che, in quel momento, sta talmente assumendo quell'essere in se da non rendersi conto di nessuna perdita. Quando questo flusso cessa, di colpo, il dolore esplode. Ancora una cosa, per gli studenti di medicina e per gli infermieri. Vi sono anche dei cadaveri simpatici ed altri antipatici. Vi sono dei cadaveri accanto ai quali si sta volentieri ed altri che non si vede l'ora di mettere sotto terra. Vi sono pure delle autopsie che riescono bene, quasi facilitate dal cadavere stesso ed altre dove sembra che il cadavere si chiuda al bisturi. Questi particolari macabri li elenco solo per farvi comprendere che la morte non interrompe immediatamente i rapporti fra il corpo fisico ed i corpi sottili senzienti. Si presentano poi parecchi casi interessanti. Vi sono stati delitti scoperti dopo dieci, dodici mesi, qualche volta più, mediante l'esumazione della salma e la necroscopia dei resti; ora, voi tutti sapete che alcuni veleni, specialmente i veleni alcaloidi, hanno una strana facilità a dissolversi o a combinarsi con gli elementi chimici del corpo in modo da non essere più distinti; altri veleni hanno la capacità di distruggere i tessuti con cui vengono a contatto ma , tanto nell'uno quanto nell'altro caso, questi tessuti o questi veleni, non si sono lasciati distruggere e ciò è dato da una vera volontà del disincarnato e soprattutto per una volontà del residuo vitale incapsulato in quelle cellule condannate a morte fuori orario e decise in tutti i casi a gridare la verità. Ora il mio scopo di farvi questi macabri racconti, è quello di portarvi a queste considerazioni: se una goccia di sangue umano, una piccola minuscola parte cioè di un essere che fu uomo, ha ancora tanto potere; quale sarà in realtà il potere di quel quid spirituale che è l'uomo stesso nel suo complesso spirituale o intellettuale-psichico? Esso ha più potere da morto che da vivo, ma perché? E in che cosa si esplica questo potere? Vedete, nella realtà, l'uomo come figlio di Dio è tale nella sua assoluta e completa integrità. L'uomo vivente è Dio vivente, ogni parte dell'uomo è Sacra; non vi è nulla nell'uomo di impuro, di

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basso, di abbietto, di meschino: una goccia di sudore contiene l'uomo come lo contiene una goccia di sangue. Ne viene di logica conseguenza che non si può macchiare parte alcuna dell'uomo senza macchiare tutto l'uomo ed anche che l'uomo, pur appartenendo per la parte fisica completamente ai tre regni della natura (minerale, vegetale, animale) se ne stacca in modo da formare un quarto regno della natura: " l'umano " e se ne stacca per la mente. Quindi, mentre con i suoi tre corpi inferiori, corpo fisico-cellulare, corpo passionale o sistema sanguigno e corpo intellettivo o cellula nervosa (che è la culla del pensiero) appartiene rispettivamente al regno minerale (per il corpo cellulare) al regno vegetale (per il corpo passionale), al regno animale (per la cellula nervosa), con i suoi altri quattro corpi domina questi regni ed è " nel tutto "sostanzialmente l'uomo; quindi è la forza del sentimento creativo, l'idealità e la sapienza coordinatrice, è l'idea, è la volontà di disposizione, è, infine, la coscienza del venerare che si muta anche in adorazione, è il sacerdote! E questo solo nella sua parte inferiore, cioè nei sette corpi dell'Adamo di fuoco; che cosa non è l'uomo figlioli miei, fuori da questi sette corpi? Che cosa non è l'uomo nella sua divina essenzialità spirituale ? E allora vi rendete conto come la vita sia effettivamente la tenuta in cui ognuno è il "fattore infedele" e bella o brutta, buona o cattiva, piacevole da vivere o dolorosissima, la vita è un dono ma non è un dono gratuito, è un prestito, è un deposito che l'uomo ha fatto a se stesso perché in fondo, all'origine della vita voi trovate l'uomo come lo trovate alla fine della vita. Non è vero che l'uomo non sappia che cosa sia e cosa voglia, lo sa. Ma non è comodo dire " lo so" ed allora preferisce, in perfetta buona fede (dice lui), in malafede (diciamo noi), dire che non lo sa. Basta un attimo di riflessione cosciente perché l'uomo veda aprirsi davanti a lui il mondo meraviglioso in cui egli è al contempo il signore e lo schiavo, il Cristo che spezza il pane e il Cristo che lava i piedi ai discepoli. Durante il raggiungimento degli Stati di estasi mistica, tra i sette corpi dell'uomo avviene un collegamento fra il mentale e il sacerdote; le sue visioni sono però tutte corporee e concrete; 'Gesù bambino sposa Santa Caterina mettendogli un anello al dito ". Per audace che fosse la forza immaginativa di Santa Caterina aveva bisogno di una corporalità per vedere l'unione dell'anima col suo alter ego; l'unione di Psiche con Eros doveva ancora avere un carattere figurativo. San Giovanni della croce, il più grande mistico che abbia avuto la cristianità, superiore a San Francesco, giunge nei suoi trasporti al punto in cui sinceramente

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dice: non pretendiate che io vi racconti cosa vedo o cosa sento perché vedo senza vedere e nulla sapendo tutto intendo. Sembrano i soliti giochi di parole, ma come si fa a esprimere il mondo senza forme e senza immagini che pur esiste non appena, servendosi del ''Sacerdote ", lo spirito si invola nel suo vero regno? San Paolo dice: " mente umana non può comprendere ciò che lo spirito gode nel riunirsi al primo principio. San Pietro, il più bonario, si contenta di descrivere " un grande lenzuolo pieno di angeli ". E’ appunto per il ''Sacerdote ” che si raggiunge quell'estasi corporea per cui il miste può ricevere l'impronta delle piaghe nelle mani e nel costato. Può accadere che avvenga invece il collegamento tra il corpo " mentale " di un uomo e il corpo ''Sacerdote " di un altro uomo con lo stesso effetto dell'estasi? Questo accade molto sovente e non vi è nessuna diversificazione, in quanto che il sacerdote è uguale per tutti e il " beone " è uguale per tutti. Il tuo ''Sacerdote " e il ''Sacerdote" del fratello la all'angolo, sono fratelli gemelli, ma più ancora sono il riflesso e il riflettente... così come l'uomo è uno nella simbiosi che attraverso la vita cerebrale lo lega al suo morto, così è uno per la simbiosi psichica. Come si deve fare per non restare sempre abitanti nei membri del "corteo"? Abbandonarlo coscientemente e attraverso di esso " corteo " assistere alla fantasmagoria e sapere che assistete ad una fantasmagoria. Quindi in questa realizzazione voi comprendente quello stato che Krisna descriveva ad Arjuna, quando afferma che il fuoco non può distruggerlo, ne l'acqua bagnarlo! Lo spirito ha a disposizione sette strumenti identici per tutti. È lo spirito che sceglie il modo di vivere la vita, scegliendo l'abbondare più in questo che in quello strumento, di agire più in basso o più in alto. Che cos'è che decide dove e come? è la libertà dell'uomo che è una per tutti. Lo spirito sceglie il bene o il male, la luce o la tenebra. L'uomo è l'unico essere dotato di libertà in un mondo legato a leggi fisse. Si può decidere una strada più di un'altra per gioco della relatività. A questo gioco l'uomo può aderire o non aderire. In genere l'uomo cosciente non vi aderisce, l'uomo incosciente invece vi aderisce. Chi mi ha seguito attraverso l'avventura di Psiche, mi comprende facilmente quando io dico che: " solo dopo aver veduto amore, Psiche si innamora di Amore " quindi il vedere Amore è il risveglio della coscienza, ma quando la coscienza vede la verità, la verità fugge davanti a lei. Fino all'ora del risveglio l'uomo porta in sè questa verità come Psiche porta in sè il frutto di Amore.

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Lo spirito non abita un corpo piuttosto di un altro. Lo spirito è Uno e in realtà abita in tutti i sette corpi appunto perché questi sette elementi del corteo sono ai suoi occhi uguali, sincroni, ugualmente necessari, potenziare l'uno o l'altro per lo spirito Uno è la stessa cosa. La grandezza dello spirito è tanto nell'abbinare l'armonia cellulare, quanto nel creare le più alte fantasmagorie dell'intelletto. L'esperienza collettiva che fa lo spirito uno è fatta di milioni e di miliardi di esperienze singole. Lo spirito uno ha bisogno di esperienze! L'artista non ha bisogno di dipingere o di scolpire perché il quadro o la statua è in lui; l'artista esteriorizza in mezzo alla sofferenza dell'urto con la materia la cosa bella che vive in lui in stato di Idea, l'artista è immobile e l'esteriorizzazione che l'artista fa dell'opera sua è mobile. " Nell'assoluta realtà, tutto è immobile, compreso il vostro stesso tormento. La mobilità è drammatizzazione del mondo sensibile, cioè il tentativo di distruggere ciò che vive, ciò che È!... Ora qual'è lo scopo del ritorno che l'uomo fa, attraverso la materia, alla virtù? Lo scopo è uno solo: raggiungere attraverso la ragione la coscienza di questa immobilità, cioè ritornare all'immobilità coscienti, mentre se ne è partiti incoscienti! È un apporto che si da ed è un apporto che si riceve! L'unita non è scissa: è solo " l'illusione " che fa si che uno dica che è iscritto a un registro anagrafico. È solo l'illusione che vi fa impazzire, è solo l'illusione che ha creato l'amore per la personalità. Nella realtà queste belle, stupende parole per le quali gli uomini si sgozzano, non esistono.E qual'è lo scopo della mia venuta in mezzo a voi? Ricordatevi ciò, nient'altro! Non riuscite a rompere questo velo perché avete paura di rompere il giocattolo; perchè soltanto l'Amore può lacerare il velo di Iside, ma l'Amore implicherebbe la rinuncia a tutto quello che vi fa essere uomini. Di quale dei sette corpi fa parte il nostro " sistema respiratorio "? Il sistema respiratorio fa parte del sistema circolatorio ed è collegato al sangue, è un lavoro fatto in cooperativa tra il sistema nervoso e il sistema sanguigno, a servizio del sistema circolatorio per il mantenimento del fuoco della vita. Avete visto come si comporta il corpo fisico dopo la morte e avete visto che è più vivo di prima, perché, mentre nel suo complesso (forse si intende da vivo NDR) non potrebbe far fermare dieci minuti di più una persona decisa ad andarsene, da cadavere, riesce a permanere in quella persona per ben più di cinque minuti. Vediamo che questo corpo, riesce a vendicarsi del suo assassino, riesce a gridare, anche a un anno di distanza dalla morte, la verità ai giudici.

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Qui vediamo questa volontà cellulare, del tutto indifferente a quello che può pensare il quid animico che lo aveva fino allora abitato, agire per conto suo come una entità a sé stante, e con questo noi abbiamo il diritto di domandarci: "che cosa deponiamo nella bara?” Per quanto tempo,l’IO rimane in collegamento con la volontà di questo corpo cellulare? Rimane in collegamento con questo corpo quanto la passione di questo corpo e tanto più rimane in collegamento con questo corpo quanto più la passionalità serve da punto di richiamo di questo spirito. Il culto dei morti di tutti tempi e di tutti i luoghi non è stato altro che un egoistico impossessamento della libertà psichica del morto stesso. L'invocazione cristiana " requiescant in pace... " non è purtroppo applicata da gente che pure si vanta di essere cristiana; il morto deve essere deposto nella terra e dovrebbero essere incendiati i suoi indumenti, i suoi ritratti, i suoi scritti, perché essi sono un richiamo, un'invocazione spiritica. Che il tenere questi ritratti possa essere piacevole, sono d'accordo; che questo sia un bene per il defunto, no! Immaginate il piacere che fate e i vostri morti quando continuate a inondare con le vostre lacrime una fossa e continuate a evocare quel disgraziato che sta avviandosi alla pace eterna e l’obbligate a guardare le sue ossa! L'invocazione è più potente della volontà del defunto? E chi dice che la volontà del defunto sia disinteressata a questo mondo? O il defunto è un iniziato e allora tutta l'umanità in coro non potrebbe farlo tornare indietro, o il defunto era un uomo o una donna normale e allora certamente è attratto dalle evocazioni fatte intorno al suo cadavere. Il vostro morto lo avete con voi finché lo volete avere, finché non vi stancate di lui, o lui si stanca di voi. È più facile che vi stanchiate prima voi, perché il tempo e gli affanni calmano il più esacerbato dolore. Perfino la madre riesce a dimenticare il figlio morto, per vivo e tragico che sia il dolore di una madre questo dolore si placa e allora è soltanto un ricordo d'amore che fa bene. Ritorniamo ai sette personaggi del corteo. Oggi nell'uomo normale i sette personaggi sono tutti (a guisa di sfere concentriche) contenuti nell'essere fisico. Anticamente nell'uomo primitivo cinque dei sette personaggi erano fuori; i 5 più alti. L'uomo era un ammasso di cellule alimentate dal sangue (il corpo passionale) il quale, occupato a “cuocere” il cibo che digeriva crudo, era distolto dall'occuparsi del cervello. Il suo sistema nervoso praticamente non esisteva col compito attuale. L'uomo fossile poteva indifferentemente perdere un membro mentre cacciava senza fermare per ciò la sua corsa; l'uomo fossile

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molto probabilmente non conosceva il dolore fisico, come oggi ancora il pesce. Egli non aveva la chiusura delle fontanelle della scatola cranica; siccome però aveva un compito altissimo, la parte umana, lo dirigeva dall’esterno verso la sua evoluzione. Il mito di prometeo è da intendere in questa forza attiva che guidava l’uomo stesso alla conquista dei mezzi atti a renderlo evoluto. Quale sarà il futuro dell'uomo? Come la cottura degli alimenti ha grandemente ridotto la mascella e l'apparato digerente, la chimicizzazione degli alimenti stessi, potrebbe portare alla completa scomparsa della parte mascellare e dell'apparato digerente. Il pancreas e la milza oggi ridotti ad organi poco importanti, verranno a prendere il primo posto. La parte inferiore dell'uomo sarà quasi atrofizzata e sarà sviluppato armonicamente il " microtheos" cioè il capo. L'uomo dal cranio potente, dalla grande fronte, avrà un cervello quattro volte maggiore all'attuale e in questo cervello il cervelletto sarà assorbito. Quindi tutta la parte animale dell'uomo scomparirà e l'uomo stabilirà il suo regno sulla natura. Questa enorme massa cerebrale svilupperà dei sensi dei quali il più sottile strumento scientifico non può che, pallidamente, darci l'immagine . I sensi fisici scompariranno, così l'uomo incomincerà a liberare alcuni dei suoi sette corpi. Vivrà in una civiltà che voi non potete immaginare e che non sarà affatto una civiltà meccanica. L'uomo trasporterà sé stesso, leggerà nei raggi cosmici non vivrà più prigioniero della legge di gravità, assumerà le forme e le qualità fisiche necessarie a vivere in altri pianeti.

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RAPPORTO FRA I SETTE PERSONAGGI E

I SETTE CERVELLI (O CIAKRA)

Incominciando la meravigliosa avventura dello spirito io debbo per forza di cose rifarmi all’unico e solo principio, l’Uno, l’E’ per eccellenza, l’Assoluto, da questo “Assoluto”, si diparte l’avventura dello spirito umano che è un’avventura di andata e di ritorno che ognuno di voi sta facendo, vogliamo dire senza necessità? Si, perché solo questo è il lusso dello Spirito: essere partito da Dio per tornare in Dio essendo passato in tutte le creature. È una Superba avventura, un’avventura degna dell’uomo. Ripartiamo dall'inizio: nel seno della donna avviene lo stesso mistero che è avvenuto millenni e millenni or sono nel seno dell'etere cioè da una parte vi è il caos che si chiama ovulo con tutte le possibilità e dall'altra vi è una virilità impulsante e ideatrice che si chiama zoosperma. Nell'attimo in cui lo zoosperma si congiunge con l'ovulo, si produce il miracolo della creazione: da una parte il caos e dall'altra una volontà ordinatrice. Nell’ovulo sono tutte le possibilità della materia, nello zoosperma tutte le capacità dello spirito. Nell'attimo in cui l'ovulo e lo zoosperma divengono una sola cosa, il caos si ordina e l'ovulo assume la classica forma di lampone o morula. La morula è suddivisa in sette segmenti corrispondenti alle sette successive manifestazioni che l'embrione assumerà nel seno materno. Nell'ovulo non vi è ancora un ordinamento, vi sono tutte le possibilità di un ordinamento che avviene col contatto dello zoosperma. Non è detto che il caos non abbia già delle parti distinte e ordinate, solo che queste parti ordinate sono per se stesse inerti e senza capacità espressive. Nel caos erano già contenuti tutti gli elementi ed erano già in loro stessi ordinati, solo che la funzionalità del caos dipende dalla ordinazione dello spirito. Nell’attimo in cui avviene la fecondazione, avviene una polarizzazione di potenza ( si vengono a stabilire il polo magnetico ed il polo elettrico), ma si può anche dire che la manifestazione immediata è nulla, essa avverrà solo nel tempo, se non nello spazio. Il primo segmento che si verificherà nel frutto di mora corrisponde automaticamente al cervello pubico (il plesso lombo - sacrale) e quindi al corpo cellulare (la prima manifestazione di vita è unicamente e essenzialmente cellulare) tende all’azione di scissione delle cellule, cioè alla moltiplicazione delle stesse. Nel primo stadio il frutto di mora

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diventa una specie di cancro; si ha una proliferazione abnorme cellulare, ed è per questo che la parte cellulare è tanto importante nella vita fisica dell'uomo, cioè l'uomo è nel corpo fisico, in quanto che il suo corpo fisico è più o meno corrispondente alle sue possibilità spirituali. Il " beone " (1° corpo) sta al " Sacerdote " (7° corpo); l'uomo è cioè il prodotto delle sue cellule, quando non è il prodotto del suo spirito. L'accrescimento nell'uno o nell'altro campo del mondo cellulare implicherà automaticamente una preponderanza della materia sullo spirito o dello spirito sulla materia. È logico che il corpo cellulare tenderà a sviluppare potenzialmente gli organi che più serviranno a lui e in modo particolare tenderà a sviluppare gli organi produttivi di sangue, quindi svilupperà per primo il midollo spinale, il fegato e la milza, il cuore e i polmoni saranno gli ultimi organi e il cervello encefalico sarà l'ultimissimo. Il corpo cellulare tenderà a potenziare quella parte che è per lui più importante, che è quella che permette il formarsi e il mantenersi della materia. Il corpo cellulare tenderà soprattutto a una cosa molto importante, ma alla quale voi non date abbastanza importanza: la pelle, che è la prima cosa che si viene a determinare e a costruire nell'embrione. La pelle è contemporaneamente il primo polmone che permette, attraverso la placenta, la respirazione; la sua sensibilità è quella che permette la costruzione dell'ego separato. Dall'istante del concepimento al quarantesimo giorno l'embrione ripete automaticamente le fasi della creazione dal caos all'uomo. Fino al quarantesimo giorno il “Deus ex machina " dell'embrione è il cervello pubico, il quale presiede al mantenimento della vita cellulare. Solo quando questa vita si è perfettamente compiuta la creta è plasmata e il bacio dello spirito viene dato; cioè, fino al quarantesimo giorno l'embrione non è un uomo; fino a quel momento si ha una vita vegetativa, dopo al quarantesimo giorno incomincia la vita animica. Giunti a superare il quarantesimo giorno, al cervello pubico segue il cervello addomico o plesso solare. Naturalmente questi cervelli si rispecchieranno poi nel cervello cerebrale che ne è la sintetica espressione coordinatrice. Riassumendo: al cervello pubico e al cervello addomico corrispondono i due primi personaggi del corteo; all'uno il corpo cellulare o senziente (beone), all'altro il corpo emozionale o sanguigno (operaio specializzato). Siccome la sensorietà è un insieme di facoltà dei sette corpi, ne viene di logica conseguenza che il beone ( cervello pubico ) ha " solamente " il compito di coordinare e disporre i componenti cellulari secondo un traliccio archetipico che darà come risultato il corpo dell'uomo. Questa è la funzione del " beone " quindi, rifugiarsi in esso, non significa rifarsi in una vita di godimento e di piacere perché per questo occorre tutto il settuplice complesso, un essere che fosse solo il " beone " non

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soffrirebbe e non godrebbe perché sarebbe incapace di stimoli sia di piacere che di sofferenza; ci sarebbe solo l'azione di tropismo della cellula che si accresce e si scinde. Il carcinoma è il "beone". Il carcinoma è un anarchico nel corpo che lo circonda, coordinatissimo però in sè stesso. Esiste tutta un'istituzione di sette corpi nel carcinoma però, dei sette corpi spogliati della loro corrispondenza superiore; manca della sensorietà (ossia del cervello) il carcinoma non è più il regno vegetale e non è ancora il regno animale. Ritornando al nostro embrione quello che vorrei soprattutto dire è questo: fino al quarantesimo giorno si trova in una condizione di aggregato di cellule, allo stato primigenio cioè in potenza vi sono quelli che saranno poi i "sette personaggi del corteo" già espressi da quei piccoli engrammi disegnati nella cellula da quelle piccole pieghe che si tradurranno poi in organi e membra . Al dodicesimo giorno dopo il terzo mese l'embrione prende nome feto e allora noi abbiamo una circolazione sanguigna separata dalla circolazione della madre, un rudimento di plasma sanguigno a sé stante ed incominciamo ad avere una specie di ribellione nello stabilirsi del secondo cervello che è il cervello corrispondente alla circolazione del sangue (2° corpo). Solo allora cominciamo ad avere un embrione di sensorietà, cioè non vi è più solo la vita della cellula a sé stante ma incomincia ad esserci una vita capace di ricevere impressioni. Il quarto mese è il mese più delicato per il feto e per la portatrice perché è il mese in cui, gradatamente, l'anima del figlio viene cacciata dall'anima della madre e incomincia a incubare la "salma " cioè: nel quarto mese si ha gradualmente un passaggio dell'anima in quel corpo attraverso il sangue. È appunto nel quarto mese che l'anima può non essere soddisfatta del suo " alloggio " e manifestare la sua repulsione con delle scosse interne che portano all'espulsione del feto. Il momento del insufflazione nella materia è il momento che l'anima sceglie per troncare questa dolorosa esperienza. Il prevalere di uno o dell'altro personaggio non accade nell'embrione. È nel corso della vita che si rivela e che si manifesta questo prevalere e precisamente dopo il 7° anno, quando cioè incomincia la possibilità della libera scelta, quella scelta cioè attuata dal " Signore Dio tuo " faccio un esempio: è nel periodo della libera scelta che l'uomo può abbandonarsi ad alcune passioni piuttosto che ad altre; può allora essere pigro, lussurioso, avaro, goloso. Mentre le passioni spirituali tendono a sviluppare un maggior numero di cellule nervose, le passioni primitive tendono a sviluppare una maggiore quantità di cellule non nervose, cioè di cellule epiteliali che permettono appunto l'accrescersi

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dei libidi stessi. Da qui anche disfunzioni organiche, ormoniche, nell'uno come nell'altro senso che danno luogo a un rapido dimagramento o ingrassamento a seconda del prevalere dell'una o dell'altra passione Fra i vari incidenti che minacciano la vita dell'embrione ve n'è uno particolarissimo e terribile: la fusione di due gemelli, che può dare origine ai famosi fratelli siamesi ma che può anche dare origine a delle anomalie per cui può nascere una creatura con tre gambe, tre braccia, tre occhi, con due teste, o con una testa sullo sterno. Questo viene nel periodo embrionale in cui due gemelli si sviluppano dallo stesso ovulo. Ora (nel caso di ovulo gemellare) la domanda che uno si può porre è questa: sono due anime separate e distinte quelle che si incarnano o non è un'anima unica che si riflette in due aspetti? La straordinaria somiglianza psichica, più ancora che fisica, le possibilità di comunicazione telepatica, e anche i casi abbastanza frequenti di morte contemporanea dei due gemelli, o a breve distanza una dall'altra, starebbe a dimostrare come, in effetti, un'unica anima si sia separata in due principi. Noi dobbiamo vedere quali sono i principi animici scissi nei gemelli; se nell'uno prevale la parte maschia e nell'altro la parte femminea, si avrà nell'uno non tanto la caratteristica maschia quanto l'aspetto spirituale più spinto, nell'altro non si avrà tanto la caratteristica femminea quanto l'aspetto materiale e sentimentale più spinto. Nei due gemelli cioè si avrà, scissa nelle due manifestazioni quella serie di fenomeni mentali che avvenivano generalmente nella stessa persona fisica; cioè mentre ogni uomo ha generalmente in sè un principio astratto e un principio concreto, nel caso dei gemelli ovulari, abbiamo generalmente uno che è tutto concreto e l'altro che è tutto astrazione. Per principi animici intendo appunto i sette personaggi i quali nel loro insieme costituiscono l'anima umana, ogni anima ha in sé la prevalenza di uno o della altro di questi personaggi ed è questo che differenzia l’una dall'altra personalità; nei gemelli ovulari invece i sette personaggi vengono divisi. Naturalmente con l'esame della vita uterina abbiamo conosciuto solo i primi tre personaggi del corteo e con la nascita del feto si individua la nascita di un quarto personaggio che è la madre di famiglia. Dopo la nascita agiranno poi gli ultimi tre personaggi del corteo. Effettivamente l'uomo nasce con tutti i suoi sette chacra, ma potenzia la sua anima nei quattro chacra, cioè l'uomo volontariamente si colloca nel sensorio, collocandosi nel sensorio, è logico che egli non potenzia gli altri tre chacra, però, pur non potenziandoli, è dal funzionamento di questi ultimi tre cervelli che egli riceverà la sua possibilità di vita,

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anche per vivere la più modesta delle vite vegetative; sarebbe impossibile infatti realizzarla senza l'ausilio dei tre chacra superiori cioè, senza l'ausilio " dell'Ufficiale,dell'Industriale, del Sacerdote " che sono Il quinto il sesto e il settimo personaggio del corteo. Ora mentre l'uomo sente potentemente nella sua vita l'influenza dei quattro corpi inferiori, crede di non sentire altrettanto potentemente l'influenza dei tre corpi superiori; in realtà così non è. Cercate di vedere cosa sarebbe la vita affettiva senza l'intervento dell'Ufficiale, esso ha una funzione coordinatrice ed è questa funzione che regola la vostra vita affettiva. Tutta l'affettività di un essere umano segue una gerarchia; non si ama la madre come si ama la moglie, non si ama la sorella come si ama l'amica. Il sentimento è in sè stesso disordinato; il sentimento "la Madre di famiglia " si preoccupa di una sola cosa, di sentire, sentire fortemente. Ogni qualvolta " l'Ufficiale " non funziona noi abbiamo un disordine affettivo, oppure abbiamo un'introversione dell'affetto, cioè, noi non possiamo amare altri che noi stessi, ed abbiamo allora l'esasperazione dell'egoismo. Tutto quello che è affetto disordinato implica regolarmente un trionfo della “Madre di famiglia” non controllata e non dominata "dall'Ufficiale". Ora, mentre le affettività guidate dal quinto corpo seguono una gerarchia ed hanno un senso di equilibrio, di pace piena e possono portare l'individuo a estrinsecarsi fuori di sè, (l'altruismo più puro è guidato appunto dall'Ufficiale), queste manifestazioni affettive si traducono invece in un amore disordinato, in un senso di gelosia o di spaventevole egoismo in assenza di questa guida coordinatrice ed è per pigrizia (ecco perché la pigrizia è duramente bollata), per una pigrizia dell'anima ad uscire dalla comoda falsariga della vita cellulare che non si potenzia questo quinto corpo. Per questo io definisco gli esseri che si trovano in questa condizione: " non nati ". Vi rendete conto che questi esseri non sono veri " nati "? Tutte le razze, tutti gli uomini hanno i sette chacra, hanno cioè i sette cervelli, che sono appunto il centro genetico o cervello pubico, il centro addomico o plesso solare, il centro tiroideo, il centro encefalico, il centro del principale sistema coordinatorio nervoso, che si trova all’incirca all'altezza delle ghiandole surrenali, ed il centro ipertiroideo. Ora, nel successivo svilupparsi dell'embrione in feto, si ha un successivo svilupparsi di questi centri che vengono a costituire come tante tappe che la vita percorre e in cui si fissa per costruire di organi corrispondenti. Proseguiamo nello studio della funzionalità dei sette personaggi del corteo; dal primo al terzo anno il bambino è abbandonato alla " madre di famiglia ". Al compiersi del terzo anno " l'ufficiale " prende il sopravvento: i movimenti, le tendenze, i capricci del bambino non sono allora più caotici e disordinati, non si tratta ancora di mostrare tendenze particolari, si tratta semplicemente di porre ordine. Fino al

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terzo anno il bambino esplode in capricci, in furori che non hanno altra ragione di essere se non quella di sfogare un quantitativo energetico residuo; dal compiersi del terzo anno questi capricci hanno invece una ragione definita: una contrarietà, un desiderio. Ossia il bambino di un anno urlerà e strillerà perché avrà delle energie da consumare, il bambino di tre anni urlerà perché avrà una ragione da urlare, ma questa ragione è già l'ufficiale che la stabilisce. Per il bambino di un anno, la madre, la balia o quella bottiglia del biberon, sono la stessa identica cosa, perché per il bambino fino a un anno tutta la vita è una vita vegetativa; il bambino di tre anni, invece, avrà già la sua amicizia, la sua preferenza e questa amicizia non si rivolgerà soltanto verso la madre o la balia o chi ha cura di lui, ma verso quel particolare giocattolo o colore, avrà la predilezione di quel dato angolo della casa o per quella data camera, è già la capacità di libera scelta ed è soprattutto già la capacità di coordinazione e di sensazione che incominciano ad affermarsi in una forma di DNA, è l'insieme del “io sono” che si rivela con l'inizio della vita tiroidea (o quinto corpo). Entro i sette anni si ha la manifestazione dell’ ufficiale, dell'industriale e del sacerdote . È appunto verso il 6° è in 7° anno che nel bambino incomincia a rivelarsi un senso religioso e anche l'amore per la fantasia per le favole. In fondo, la religione non è niente altro che una bella favola che ognuno sogna. Il termine religione dovrebbe venire da " rilegare ", dovrebbe essere " ciò che rilega l'anima al principio divino ". Questo dovrebbe essere, nel più alto puro concetto, la religione. Ma l'uomo non ha affatto questo concetto; il suo concetto religioso e sempre legato a un concetto di fantasia. Così confonde il concetto liturgico con la cerimonia nei vari templi e soprattutto, incomincia a fantasticare sugli dei buoni e cattivi, sulle forze buone e cattive. È facile collegare il concetto di fata e di gnomo con l'angelo e il diavolo e creare la favola e alla favola bella il bambino sempre si interessa. Noi vediamo come le parti più nobili dell'anima non risiedono nel sangue, nè nelle fibre muscolari e neppure nelle ossa, ma risiedono in modo particolare nel quantum spirituale che è emesso dal secernere delle ghiandole a funzionamento interno. Chiaramente ad un esame chimico e biologico nulla di tutto ciò appare ed è giusto che si è così. La materia grigia rivela sensoriamente le facoltà dell'anima, ma l'anima da che cosa è composta? Da che cosa è animata? Questo grado di eccitabilità, di perfezionamento di un grado superiore risiede nelle secrezioni delle ghiandole di tutto il complesso ghiandolare endocrino: i "gheni" che sono nell'interno dei cromosomi sono espressi, germinati dagli ormoni.

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L'ormone sta alla massa endocrina dell'uomo come l'elettrone sta alla massa nucleare dell'atomo, ne è cioè il componente; tanto è vero che quando il corpo umano si trova in crisi estrema è dall'ultimo atto secrettivo delle ghiandole che vengono espresse le acroagonine: le acro combattitrici. Però, che cosa sono in realtà queste acroagonine se non degli ormoni, oserei dire, potenziati alla ennesima potenza e trasformati in "orgoni", orgoni sprigionatori delle supreme forze. La ghiandola timo, la tiroide, l'ipofisi esprimono l'ultimo residuo della loro potenza di vita e lo esprimono non solo in un attimo di lotta crisica provocata dalla lotta del male fisico, ma in tutti i momenti in cui il corpo fisico si trova in grave pericolo. Proviene dalle acroagonine la lucidità estrema che coglie certi uomini in momenti di pericolo e permette loro di uscirne vivi. Gli ormoni stanno alle ghiandole come la potenza generatrice sta all'uomo. Dal momento in cui dalla ghiandola viene espresso l'ormone si crea ex novo il proto plasma, il principio di vita! L'ormone è proprio quel quid inscindibile in cui la materia è già energia ed è ancora spirito; l'ormone è l'ordinatore del caos e non erra del tutto chi lo vede come " l'atomo fisico ultimo ". Quindi noi esaminando le funzioni della ghiandola timo siamo arrivati all'Industriale, al supremo organizzatore, all'economizzatore di tutta la vita. Si arriva ora al Sacerdote cioè a quel punto in cui la vita si affaccia e si concretizza. Abbiamo visto come il corteo è formato, dal Beone all'Industriale; come il corpo fisico e in un certo qual modo il corpo fisio-psichico o psicosomatico, ha la sua base ed esplicazione in questi sei cervelli corrispondenti ad altrettanti corpi. Che cosa è che fa del feto l'uomo? Qual è la potenza che riunisce in un tutto rispondente, funzionante in ogni parte ed esprimente un'unica complessa volontà? Il Sacerdote e la sede del Sacerdote è la ghiandola pineale (corrispondente al fior di loto dai mille petali ). Qualsiasi alterazione nella ghiandola pineale porta un'alterazione nelle facoltà coordinative dell'anima, quindi porta alla disassociazione di personalità, si può addirittura giungere ad una vera e propria disassociazione di principi animici. Per l’alterazione della ghiandola pineale un individuo sano e normale, funzionante normalmente in ogni suo aspetto, diverrebbe un cretino integrale, cioè si troverebbe nell'impossibilità di realizzare una coordinazione fra i sei cervelli inferiori, diverrebbe come un animale anzi, in un certo senso, peggiore perchè senza istinto e senza la facoltà di servirsi di tutti i suoi corpi, vera disassociazione di personalità.Con la disassociazione di personalità si ha una risoluzione della personalità animica di un dato individuo negli elementi costitutivi della personalità

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stessa. La personalità in ogni singolo individuo è formata potentemente da quattro elementi: l'ambiente, la cultura, la suggestione religiosa e l' influenza familiare o nazionale. L'ambiente è il mezzo fisico nel quale vive un essere fisico, perchè è indubbio che non si pensa allo stesso modo al livello del mare o a duemila metri. Non si hanno le stesse reazioni nell'ambiente caldo e nell'ambiente freddo, molte cose cambiano se l'uomo vive al nord o al sud. La cultura poi influisce moltissimo. Un essere muterà, peggiorerà, migliorerà la sua personalità a seconda della sua cultura. (Nel testo originale manca la descrizione degli altri due elementi sopra citati: la suggestione religiosa e l’influenza familiare o nazionale.NDR) Quattro elementi concorrono quindi a potenziare la personalità separante l'uomo dall'uomo. Sopra questi quattro pilastri viene costruita tutta la parte architettonica della personalità. La disassociazione della personalità può essere totale o parziale; si ha una disassociazione totale quando si ha mutazione di carattere, di temperamento, una disassociazione parziale quando si mutano alcune caratteristiche mentali, come avviene nei casi di pazzia particolarmente portata dagli eccessi di lavoro mentale, da sforzi, da spavento, da traumi in cui non si ha una vera disassociazione di personalità, ma solo un prevalere di un aspetto della personalità su tutti gli altri aspetti. La pineale, che è la sede del Sacerdote, è la sede di quelle facoltà animiche che particolarmente distinguono uomo da uomo e che mentre formano la somiglianza dell'uomo con l'uomo e dell'uomo con Dio li differenziano gli uni dagli altri. Ma che cosa è il Sacerdote? È l'intermediario tra l'uomo e Dio; la specifica funzione del sacerdote è quella di amministrare i sacramenti e questo in qualunque religione; egli cioè compie degli atti sacrali. Ebbene, la ghiandola pineale compie proprio questa funzione: mettere in collegamento gli uomini con Dio, cioè con la potenza organizzatrice,con il verbo. Amministra i sacramenti, cioè dispensa i caratteri di grazia; è essa stessa la potenza organizzatrice dei sei cervelli inferiori o dei sei personaggi del corteo. Nella vita sociale, al sacerdote ricorre il beone, il semplice popolano, il magnate dell'industria e l'imperatore; così i sei cervelli inferiori ricorrono concordemente per il loro soccorso al loro sacerdote che è la ghiandola pineale. Gli animali hanno una ghiandola pineale più sviluppata degli uomini tanto che, alcuni scienziati, ritengono che nell'uomo essa sia in regresso. Orbene, gli animali hanno questa ghiandola pineale più sviluppata perchè, l'animale non ha un'anima, una coscienza, una volontà separate, poiché questa fa parte dell'anima gruppo e facendo parte di un'anima gruppo, ha in sè le facoltà e le potenze dell'anima

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gruppo tanto è vero che per l'animale non esiste il fenomeno morte.Il fatto di un organo apparentemente più grosso implica non una perfezione dell’organo stesso, ma quasi un rudimento di quello;In questo organo vediamo che la natura segue le stesse leggi delle primitive forme; tanto più questo organo viene a rispondere a funzioni più squisite,tanto più l’organo si involve. La massa cerebrale viene ad essere come la sintesi di tutti i cervelli inferiori o, se preferiamo un altro paragone,viene ad essere come l’aula magna dell’Università. Inoltre la massa encefalica risponde ad una necessità di ricordi e di rapporti di memorie (engrammi) e, per questa necessità di memorie e di ricordi, viene a condensare e a riservare tutte quelle funzioni che nell’animale sono devolute ai cervelli inferiori.Il cerebro viene ad essere come la sede di tutti gli altri cervelli.Vediamo che l’animale si serve della lingua e tutte le sue necessità le esprime con la lingua. L’uomo ha trasformato in lingua la sua mano. L’animale ferito si lecca la ferita, l’uomo comprime la ferita con la mano. Noi possiamo vedere l’evoluzione di taluni aspetti dei sei cervelli inferiori che ad un certo puntosi sono espressi nell’uomo trasformando la mano in cervello.Anzi oggi sta tornando di moda la chiroterapia,cioè la terapia con la mano. Abbiamo anche un punto strano di rapporto: la mano è incisa come lo è il cervello. La mano del pensatore è più complicata di quella del contadino che non pensa, la mano del vecchio è più densa di linee della mano del neonato, il quale nasce già con delle linee segnate, ma a questi segni primitivi se ne aggiungeranno degli altri. Il bisogno di esteriorizzare se stesso dell’uomo è espresso con la mano; l’animale si esprime invece con la lingua. Abbiamo anche un altro aspetto: la mano è raccordata direttamente al cervello, mentre la lingua dell’animale più che alla massa cerebrale e raccordato alla massa ghiandolare. L'animale vive, agisce ed opera con i suoi cervelli inferiori ognuno dei quali è legato a specifiche funzioni, la somma dei quali esprime gli istinti che mai deviano. Nell'uomo, il cervelli inferiori vengono gradualmente a compiere una confusione, abbiamo le passioni che sono la corruzione degli istinti, un tentativo di evadere dalla legge degli istinti. Nell’uomo c'è la prima coppia,il primo Adamo che è la ghiandola pineale, cioè il ponte per giungere al secondo Adamo. Tutta la funzionalità della ghiandola pineale permette all'uomo di percepire, extrasensoriamente il mondo che lo circonda, è la sede delle ispirazioni, delle intuizioni, delle paure, delle manie, delle fobie; è la sede delle confuse memorie cellulari, ma è anche la sorgente delle aspirazioni, delle incoercibili nostalgie dello spirito. Quanto più la ghiandola pineale di taluni animali sarà espansa tanto meno questi animali saranno addomesticabili. In casi anormali dalla ghiandola pineale si hanno manifestazioni medianiche, per cui si può leggere in un libro chiuso; anche il

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fenomeno della telecinesi è dovuto ad una alterazione della ghiandola pineale. Cioè ad un certo punto la ghiandola pineale può emettere vibrazioni così intense da alterare campi magnetici, da rendere visibile l'invisibile, è la causa dei fenomeni della telecinesi, è quindi capace di operare sopra la materia concreta effettuando la scomposizione della materia, la materializzazione, la condensazione, i vari fenomeni di apporti ecc. che per il 99% viene interpretato come l'intervento sempre discutibile di spiriti, invece che da vere e proprie forze emanate dalla pineale del medium o da coloro che fanno catena attorno a lui. I.S.

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