STORIE DALLA TUNDRA - Jacopo Pasotti

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settembre 2009 › Qui TOURING › 55 54 › Qui TOURING › settembre 2009 Il lago Torneträsk è uno dei più ampi della Lapponia svedese, a pochi chilometri dal confine con la Norvegia. MINIERE E MIRTILLI, FIUMI E SENTIERI. IN LAPPONIA, NELLO SPETTACOLARE INTERVALLO TRA ESTATE E INVERNO { DI STEFANO BRAMBILLA FOTO DI JACOPO PASOTTI SVEZIA EU EUROPA STORIE DALLA TUNDRA

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settembre 2009 › Qui TOURING › 5554 › Qui TOURING › settembre 2009

Il lago Torneträsk è uno dei più ampi della

Lapponia svedese,a pochi chilometri dal

confine con la Norvegia.

MINIERE E MIRTILLI, FIUMI E SENTIERI.IN LAPPONIA, NELLO SPETTACOLAREINTERVALLO TRA ESTATE E INVERNO

{DI STEFANO BRAMBILLAFOTO DI JACOPO PASOTTI

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STORIE DALLATUNDRA

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bergo di ghiaccio più famoso del mondo dura dadicembre ad aprile. Poi si scioglie. E quindi oranon c’è nulla. Però possiamo vedere la fabbrica delghiaccio, in cui stanno per essere scolpiti architet-ture, suppellettili, letti e lampadari. Ogni anno di-versi, ogni anno immaginati e creati da scultori chepartecipano a un concorso internazionale. “Tuttocon l’acqua del Torne, unica al mondo, purissima,senza bolle, perfetta”. Tanto unica e tanto pura chela spediscono sotto forma di ghiaccio in tutto ilmondo per gli Icebar e per una miriade di eventi.Acqua del Torne a Tokyo e Los Angeles. Pazziedi Lapponia. Pazzie che ritornano poco lontano, aKiruna, il più grande centro della zona, 19mila abi-tanti, una vita e una storia costruite su gigantescheminiere di ferro. Già sentire all’una di notte l’ecoremota di esplosioni sotterranee non è cosa pro-prio normale (non che ti sveglino, per carità: ma faimpressione comunque). Ma scoprire che la cittàverrà totalmente traslocata nei prossimi trent’anniperché sta sprofondando a causa dell’estrazione delminerale, ecco, questo è quanto meno pazzesco.“Guarda, a una mia amica hanno già detto di pre-pararsi” dice Gunn mentre guida un gippone nelleviscere della Terra. “E sposteranno anche la vec-chia chiesa, il municipio, il centro cittadino, tuttoquanto. Ma ancora nessuno sa dove sarà costruita la

Ma io sono orgoglioso di tenere i piedi in due mon-di”. Arriva un maschio dal muso bianco, Nils glisorride, “è lui il capo”. Siamo in un museo all’ariaaperta che Nils ha costruito per spiegare ai turisti chisono i sami, come vivono, che cosa fanno. Il sami-pensiero, peraltro, va sempre in una sola direzio-ne. “Viene brutto? Penso alle renne. Viene bello?Penso alle renne. Viene dicembre? Penso alle ren-ne, devo riunirle per l’inverno”. Ora, non immagi-nate che le renne normalmente stiano in un recin-to. Le renne vagano per la tundra, annusano i pascolimigliori, poi bisogna cercarle. “Ma tanto io so dovevanno”, sorride Nils. Gli chiediamo quante renneha, si mette a ridere. “E te lo vengo a dire? Sarebbecome dirti a quanto ammonta il mio conto in ban-ca. Piuttosto, Ibrahimovic? Cosa fa Ibra?”. Eh, Ibra.A un interista, lo chiede. Di fianco al museo di Nils, le altre attrazioni diJukkasjärvi. Che sarebbero: la chiesetta più anticadi Lapponia, rossa come le foglie di mirtillo chescintillano al sole di settembre. Il fiume Torne, chescivola via portando con sé un manipolo di sfegatatisu un gommone. E uno spazio gigante che ti chie-di a che cosa possa mai servire, in un paesello dellatundra, finché ti fanno vedere una cartolina. “Iceho-tel”. Ma dai. Camilla, russa di San Pietroburgo, re-sponsabile delle comunicazioni, ci spiega che l’al-

lo sapevi che il primo contatto tra sami e civiltà oc-cidentale risale all’anno 800? Figurati, chi ci ha vi-sto per la prima volta pensava che i nostri sci fosse-ro lunghe scarpe, e che fossimo pelosissimi! Ov-viamente erano le pelli di renna”. Già, le renne.Quelle che adesso ci circondano aspettando il man-gime – curioso sentire il clic dei loro tendini, inuti-le provare ad accarezzarle, mica sono pecore o muc-che, basta guardarle negli occhi –, quelle che se-gnano la vita di Nils come di tutti i sami, oggi comeieri, “anche se ieri eravamo nomadi, oggi usiamole motoslitte, ieri nessuno ci dava fastidio, oggi ab-biamo un parlamento per far valere i nostri diritti.

“Ma c’è ancoraQuelli cheil calcio? Che ridere, erano venuti da me per festeg-giare lo scudetto della Lazio di Eriksson”. Ecco,una domanda del genere non sarebbe poi così stra-na se non fossimo in mezzo alla Lapponia svedese,se non la ponesse un sami vestito in abiti tradizionalie se intorno non ci fossero un branco di renne affa-mate, il sole che tramonta dietro le betulle e un nu-golo di moscerini incattiviti che continua a ronzar-ci sopra la testa. Ma Nils Nutti non è un personag-gio qualunque. Inglese perfetto, sorriso gioviale,grande voglia di far partecipe lo straniero del suomondo, Nils è il volto della Lapponia di oggi. “Ma

NEL MUSEO ALL’APERTO DI NILS NUTTI,SCOPRIAMO CHE I SAMI

HANNO IN TESTA SOLO LE RENNE

Sopra, Nils Nutti con ilcostume sami e una dellesue renne, a Jukkasjärvi.A sinistra, panoramalungo la strada perAbisko. A fronte, mirtilli e il lago Torneträsk.

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ghiaccio, berretto nero sempre in testa, guida dimontagna, ci accompagna su per il Nuolja, belve-dere naturale sul Torneträsk – enorme lago da cuinasce indovinate quale fiume? – il parco nazionale diAbisko e la Lapporten, porta naturale tra due mon-ti che sembra un morso di un gigante a una fettadi torta. “Togliete il giallo e metteteci il bianco. Epoi il buio. E poi l’aurora boreale”. Già, l’aurora:pubblicizzano Abisko come il luogo migliore delmondo per vederla, nelle lunghe notti di gennaio.Tanto che sul Nuolja hanno costruito un osserva-torio ad hoc, con tanto di webcam e telescopi.“L’aria è tersa, poche nuvole, grande visibilità: sevolete tentare l’aurora il posto giusto è qui”. Noi tentiamo altro, per ora: un trekking lungo ilprimo tratto del Kungsleden, il Sentiero del re chepercorre mezza Svezia per chilometri e chilometri,spazi sconfinati che non sembrano neppure Europa,nessuno in giro se non qualche svedese con gli im-mancabili stivali ai piedi (bisognerebbe dirglielo,che gli scarponcini sono più comodi) che ti salutacon l’immancabile, gioioso “hey!”. Ad Abiskojau-re, prima tappa del sentiero, primo rifugio: Anders,28 anni, di Stoccolma, gestore volontario per unpaio di settimane insieme alla sua ragazza (“appenaho saputo, mi sono precipitato”), ci mostra i secchiper l’acqua da attingere al fiume, le stufe a legna (gli

nuova città”. Mentre parliamo, il tunnel sprofonda,per fortuna in senso figurato. Quattrocento chilo-metri di labirintici reticoli sotterranei: i claustrofo-bici non apprezzerebbero. Però il museo Lkab ameno 540 metri (una bazzecola, l’ultimo livello èa meno 1040) è davvero interessante, e Gunn un’ot-tima guida che sa tutto di Kiruna e della sua epopea.“Ecco la prima ferrovia per trasportare il ferro aNarvik”, spiega mentre fa vedere una foto del 1902.Ancora oggi, i vagoni che trasportano pellet – ovveropallette di minerali di ferro – fino in Norvegia sonouno dei tratti costanti della vita a Kiruna. Ognigiorno, ogni ora, una locomotiva e 52 vagonciniche paiono usciti da una confezione di Lego sfer-ragliano verso nord carichi di palle. “Saranno 68con i treni più moderni” dice orgogliosa Gunn.La ferrovia va a ovest, il Torne viene da ovest, co-sì anche noi andiamo verso ovest. L’autunno ri-veste la tundra di gialli, rossi e marroni, intervalla-ti dall’azzurro dei laghi. Spettacolo che non rimarràa lungo: se c’è una cosa che capisci subito da questeparti è che la parola chiave per entrare nell’animadella Lapponia svedese – insieme a pellet, renne,zanzare, betulle – è stagione. Fossimo venuti quiun mese fa, sarebbe stato tutto diverso. Così cometra un mese, o tra qualche settimana. “Ah, dovetetornare. L’inverno è magico”. Markus, occhi di

OLTRE IL CIRCOLO POLARE ARTICO,L’AUTUNNO ARRIVA GIÀ A SETTEMBRE.

E IN UN ATTIMO SE NE VA

Sopra, la Lapporten e la miniera Lkab di Kiruna.A fronte, tra le foto,negozio di carne di renna;la fabbrica del ghiacciodell’Icehotel; la seggioviache porta sul monteNuolja; ricovero sami;la chiesa di Kiruna; la ricercatrice MargaretaJohansson sul campo.

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Bump! La stanga conficcata nel terreno si ferma50 centimetri sotto la superficie. Rumore sordo.Che c’è sotto, un sasso? “Macché, è il perma-frost!”. Ride, Margareta Johansson, 35 anni, alme-no da cinque pendolare tra nord e sud della Sve-zia, ovvero tra lavoro sul campo e famiglia/univer-sità (quella di Lund). “Va sotto la tundra per 15metri, il permafrost: 15 metri di suolo ghiacciato.Forse meno: si sta sciogliendo e io devo capire aquale ritmo. E perché”. Margareta estrae un misu-ratore di temperatura, fa il download dei dati sulportatile, cambia le pile e lo rimette al suo posto,sotto una zolla di terra; poi prepara alcune reti per

ospiti sono pregati di spaccarla), i letti a castello, i lo-cali per i rifiuti – tutto si ricicla, perbacco, siamo inSvezia. Di rifugio in rifugio, si può andare avanticosì per settimane. “Ma ad Abisko uno svedese de-ve venire almeno una volta nella vita”, ci saluta An-ders. Tre ore dopo, dopo aver riempito la pancia dimirtilli che definire stratosferici è dir poco, siamodi nuovo alla Mountain Station di Abisko, grandechalet dove una volta soggiornavano i borghesi e inobili, oggi gli sportivi e gli amanti dell’outdoor.Dalla vetrata sul Torneträsk, un bagliore nel cielonotturno. Vuoi che...? Ci precipitiamo fuori. Non cisono parole, davvero, per descriverla.

guardia del Paese, realizzato già neiprimi anni del Novecento (come ilparco nazionale, merito del treno,quello dei pellet, che aprì una stradanella tundra), famoso per l’inegua-gliata collezione di dati meteorologi-ci e climatici. Dalla biblioteca si vedeil lago – chi non verrebbe a studiarequi? –, in bacheca, all’ingresso, i rita-gli dei giornali locali con le foto dellaprincipessa Vittoria in visita (la futu-ra regina, si sa, è attenta ai temi scien-tifici), accanto ad appelli per l’indivi-duazione di nidi di girfalco e ad allar-manti articoli scientifici della serie“not so perma-frost”. “Il Governo sve-dese ci ha chiesto un report su per-mafrost e cambiamento climatico per

il 2010”, spiega Margareta. “Sai, se scompare il per-mafrost tutto diventa un grande acquitrino. E allo-ra via con i gas serra, e i problemi alle infrastruttu-re, e...”. Non c’è bisogno di aggiungere altro: lungavita al permafrost, ad Abisko e a tutto il resto. l

intrappolare la neve, quando inizierà a fioccare, traqualche settimana (“più neve, più calore sul terreno,meno permafrost: stiamo studiando”). E dopo qual-che ora ritorna al suo ufficio. Perché Abisko signi-fica anche un centro di ricerca tra i più all’avan-

ArrivareKiruna è raggiungibile via Stoccolma con Sas(www.flysas.com). Per arrivare ad Abisko, è co-modo il treno (www.sj.se): 1 ora e 15’ di viaggio;in alternativa, noleggio auto. Da sapereClima: a inizio settembre temperature miti eassenza di zanzare. L’estate (alta stagione) vadal 15/6 al 15/8; numerose le zanzare; climamutevole. Il sole di mezzanotte va da fine mag-gio a metà luglio (temperatura media 12 °C). Af-fascinante il pieno inverno (dicembre-marzo):aurora boreale, molte ore di buio, attività suneve e laghi ghiacciati (temperatura media -13 °C). Valuta: corona svedese (Sek). 1 € = 10,6 Sek.Telefono: prefisso dall’Italia 0046.Fuso orario: due ore avanti rispetto all’Italia.Dormire e mangiareIcehotel, Jukkasjärvi, tel. 980.66800; www.icehotel.com. La fantastica struttura di ghiaccio èaperta da dicembre ad aprile. Negli altri me-si, ottimi chalet; tutto l’anno, attività sportive (in

estate il rafting) e visite alla fabbrica del ghiac-cio. Camere invernali da 230 €.Hotel Rallaren, Kiruna, tel. 980.61126; www.hotelrallaren.se. Camere semplici e ristoranteeccellente, con prodotti locali. Doppia da 120 €.Björkliden, tel. 980.64100; www.bjorkliden.com. Presso Abisko. Hotel, ristorante, sport.Abisko Mountain Station, tel. 980.40200;www. abisko.nu. L’indirizzo migliore per par-tire alla scoperta di Abisko. Alloggio di varie ti-pologie, ristorante, shop, museo del parco,

mappe dettagliate,escursioni guidate; lettoda 20 €. Poco lontano,parte la seggiovia per ilmonte Nuolja, dove sitrova l’Aurora Sky Sta-tion (www.auroraskysta-tion.se), punto ottimalein estate per il panora-ma e in inverno per am-mirare l’aurora boreale(possibilità di dormireall’interno della struttu-ra). Dalla Mountain Sta-tion inizia il Kungsleden,

il Sentiero del re, che percorre tutta la Lapponia;capanni e rifugi sono gestiti dalla Swedish Tou-rist Association (www.stfturist.se). Altre infoVisitSweden, via Gonzaga 7, Milano, tel. 02.72001144; www.visitsweden.com. Nutti SamiSiida (campo Sami) a Jukkasjärvi: www.nut-ti.se. Ufficio turismo di Kiruna (anche per mi-niera Lkab): www.lappland.se. Centro infor-mazioni sami: www.samer.se. Abisko scientificresearch station: www.ans.kiruna.se.

Guidaal viaggioL A P P O N I A S V E D E S E

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Sopra, mountain bike ad Abisko e rafting sul fiume Torne. A sinistra, la tundrasettembrina lungo ilSentiero del re. A fronte,gli abeti della taiga.

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