Storico carnevale DI IVREA - Torino Magazine · La stessa che ti insignisce Mugnaia con gli...

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Storico carnevale DI IVREA e castelli del Canavese Servizi promozionali da pag.152 a pag.163

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StoricocarnevaleDI IVREAe castelli del CanaveseServizi promozionali da pag.152 a pag.163

Carnevale, il simbolo di un’identità condivisaCare lettrici e cari lettori di Torino Magazine,

lo Storico Carnevale di Ivrea è un evento unico che si ripete ogni anno portando nelle vie e nellepiazze della Città di Ivrea storia, tradizione, spettacolo, emozioni e grandi ideali, elementi ches’intrecciano per dar vita a una sequenza spettacolare che travalica e fonde i secoli.Ivrea vive il Carnevale e i giorni che lo precedono con grande passione e orgoglio, coinvolgendonei vari ruoli migliaia di persone. Nella cura dei cavalli, nell’eleganza dei finimenti, negli allestimentidei carri da getto, nei costumi, nei piatti tradizionali traspaiono attenzione e cultura che vengonoancora oggi trasmesse nelle famiglie eporediesi.Lo Storico Carnevale di Ivrea è da sempre patrimonio d’identità e di coesione per la Città di Ivreae per il suo territorio. Allo stesso tempo, in anni più recenti il Carnevale si è affermato come unelemento cardine di attrazione di un turismo interessato alle tipicità dei luoghi e alle tradizioni, inmodo da affiancare anche il turismo alle altre vocazioni su cui il Canavese sta lavorando persostenere il proprio sviluppo economico e sociale. In tal senso, il Carnevale rappresenta unarisorsa per l’economia cittadina e sempre di più vuole diventare una vetrina delle eccellenze, nonsolo della Città di Ivrea ma di tutto il territorio eporediese.Il Carnevale per la città è una grande e coinvolgente festa civica, gestita dal 2009 dallaFondazione dello Storico Carnevale di Ivrea e già riconosciuta come manifestazione italiana dirilevanza internazionale dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri nel 1956.Il richiamo ai valori di libertà e autodeterminazione del popolo ha fatto sì che il Carnevale si siafesteggiato persino nei momenti in cui il paese ha vissuto i periodi più difficili e bui, e anchequesta edizione sarà celebrata senza perdere di vista la grave crisi economica e le sciagure chedevastano il mondo.Simboli, personaggi in divisa e in costume, aranceri, cavalli, carri, musiche, profumi, colori esapori ci attendono.

Carlo Della PepaSindaco della Città di Ivrea

L’abbraccio della mia città

Era sabato sera, un tempo davvero ingrato: freddo e forte pioggia.

Alle 20 venivo presentata in Sala Dorata, colma; ma il mio pensiero

in quel momento era focalizzato sulle 21, quando per voce del

Sostituto Gran Cancelliere sarei stata presentata alla città.

La stessa che ti insignisce Mugnaia con gli applausi e i boati.

La stessa che ti seguirà per i tre giorni successivi.

Ma la piazza era ancora vuota. Il tempo inclemente aveva forse

dissuaso tutti a riversarsi in piazza?

Invece, alle 20.30, ricordo mio marito, il Toniotto, che si avvicinava

sussurrandomi: «La Piazza è gremita!».

Gli ombrelli ammassati pian piano venivano chiusi, lasciando i

presenti in balia dell'adrenalina che solo gli eporediesi

comprendono.

Alle 21 venivo presentata alla pubblica piazza e, al braccio del mio

Generale, uscivo sul balcone del Palazzo civico.

In quel momento i miei occhi ebbero la conferma che il sentimento

che lega gli eporediesi alla loro manifestazione va oltre le crisi

economiche, le faide politiche, le vicissitudini di cronaca, e oltre il

freddo, la pioggia e la neve.

È stato un boato che ricorderò per tutta la vita.

Cristina Mondino PollonoLa Mugnaia dell’edizione 2015

Generale, un ruolo che continua a emozionare

Ci sono stati alcuni momenti, nel percorso di avvicinamento al Carnevale e durante il

Carnevale stesso, che più di altri hanno segnato e reso indimenticabile quest’esperienza per me.

Certamente il 6 gennaio, con la cerimonia del passaggio di sciabola e feluca, simboli del

potere, dal Generale precedente a me e con la piazza gremita in una fantastica giornata di

sole, è stato l'inizio di un'avventura che, subito, mi ha fatto capire cosa significhi ricoprire

questo ruolo per gli eporediesi e quali emozioni susciti.

Non è però paragonabile alle emozioni provate il Giovedì Grasso, quando, dopo la

cerimonia del passaggio dei poteri della Città dal sindaco al Generale, sono salito per la

prima volta sul mio cavallo bianco e ho sentito tutta la piazza che mi si stringeva intorno.

Un altro momento intenso è stato il sabato sera, quando ho potuto finalmente vedere e

conoscere la mia bellissima Mugnaia, fino a quel momento segreta.

Con lei ho vissuto l'indimenticabile emozione dell'uscita sul balcone del Palazzo civico, con la

piazza gremita che, nonostante l'inclemenza del tempo, inneggiava alla mia Violetta.

C’è poi un momento particolare che in noi eporediesi suscita gioia e tristezza: è quello

dell'abbruciamento dello Scarlo in piazza di Città il martedì sera. In quel frangente si

realizza che il Carnevale è finito: da come brucia lo Scarlo, si colgono presagi per l'anno

seguente. Quello, però, è anche il momento in cui, con l'inevitabile calo della tensione, ci si

lascia andare, e io mi sono commosso al pensiero delle emozioni vissute e della fortuna che

ho avuto a vivere da personaggio la magnifica avventura che è il nostro Carnevale. È anche

la sera in cui ci si saluta e si rinnova l'appuntamento per l'anno successivo, con la frase

tradizionale: «Arvedze a Giobia n bot». Mai avrei immaginato, allora, che quell’arrivederci

mi avrebbe visto nuovamente protagonista nel 2016.

Pierluigi PercivalleGenerale 2015

(riconfermato per l’edizione 2016)

Carnevale, si riaccende la passione di FRANCESCO RICCARDINI

foto MARCO CARULLI, MAURIZIO GJIVOVICH, FRANCO MARINO, LUISA ROMUSSI,FONDAZIONE DELLO STORICO CARNEVALE DI IVREA e ASSOCIAZIONE DISTRETTO FOTOGRAFICO

A Ivrea fervono i preparativi per l’edizione 2016 della storica manifestazione.Un trionfo di colori e sapori per una festa che mescola riti medievali, ideali

rivoluzionari e aspirazioni alla libertà di un popolo mai domo e pronto semprealla battaglia. A colpi d’arancia, come da tradizione

di attaccamento alla libertà e l’aspirazione all’indipen-denza nazionale. Quale migliore location se non Ivrea,città gelosa della sua autonomia, per celebrare lariscossa italiana? Fu nel 1858 che apparve per laprima volta la figura della Mugnaia. Da quel momento,Violetta è diventata l’indiscussa protagonista del Car-nevale. Una festa che ha saputo reinventarsi nel tempocon l’aggiunta di nuovi riti, che ne hanno amplificato laportata e l’impatto. Anche quest’anno fervono a pieno ritmo i preparativiper l’edizione 2016. La manifestazione si svolgeràcome sempre nel periodo compreso fra l’Epifania(giorno della consegna di sciabola e feluca dal Generaleuscente a quello designato) e il Mercoledì delle Ceneri,il 10 febbraio (giorno della distribuzione della polenta edel merluzzo da parte del Comitato della Croazia). Giànoti i nomi dei protagonisti del Carnevale, a eccezionedella Mugnaia, anche se siamo sicuri che la nuovaVioletta non deluderà i suoi fan eporediesi.

Progetto Ivrea Carnevale365® A dirigere la manifestazione è la Fondazione dello StoricoCarnevale di Ivrea (www.storicocarnevaleivrea.it), enteche dal 2009 gestisce l’organizzazione della festa, curan-done gli aspetti logistici, amministrativi e comunicativi.Quest’anno la responsabilità operativa dell’evento è nellemani di tre persone in particolare: Gabriella Gianotti,responsabile del settore storico artistico, Barbara Bellardi, responsabile della comunicazione e dell’im-magine, e infine Davide Marchegiano, nuovo respon-sabile organizzazione.La Fondazione, fin dalla sua nascita, si è prefissa unobiettivo principale: rendere visibile e palpabile l’im-portanza del Carnevale per la città, non solo nei mesidi gennaio e febbraio, ma nel corso dell’intero anno.Per questo motivo è nato il progetto Ivrea Carneva-le365®, una serie d’iniziative finalizzate a «considerarelo Storico Carnevale di Ivrea quale strumento di pro-

mozione turistica della città durante tutto l’anno». Ilprimo step raggiunto è stato il bando per architetti del2010, con cui sono stati selezionati progetti di arredourbano tematizzato, inerenti piazza Castello e le viedel percorso del Carnevale, un’iniziativa in assonanzacon il Maam, il Museo a cielo aperto dell’Architetturamoderna di Ivrea.Due anni dopo è venuta l’installazione delle primeopere artistiche, ‘Le mani’. Si tratta di una coppia disculture raffiguranti un palmo gigante che stringeun’arancia prima di scagliarla. Un progetto interessantedell’architetto Silvia Barbiroglio e di Davide Morando,che hanno spiegato così lo spirito che li ha animati nelconcepirlo: «Il Carnevale è la festa dei sensi. Profumie suoni che pulsano dentro di noi, riportandoci unpo’, ogni giorno dell’anno, a quelle sensazioni forti,nostre da sempre. E poi immagini, di maschere esorrisi. E poi la mano: la mano dei bambini che gioca,

Arancione. Basterebbe questo coloreappariscente a definire il Carnevale piùappassionante e sanguigno d’Italia, quel-lo di Ivrea. Una festa celebre per i per-sonaggi, le sfilate, i riti e la grande Bat-taglia a colpi di arance che si svolge fra

squadre di tiratori. Uno scontro dal sapore medievale,che proprio in quell’epoca ha tratto le sue origini. Èinfatti ispirato alla rivolta che oppose, nel 1194, lacomunità di Ivrea al dominio di un tiranno, tal Ranieri diBiandrate. A dare inizio all’insurrezione, racconta la leggenda, erastata la figlia di un mugnaio, Violetta, promessa aToniotto: rifiutando lo ‘ius primae noctis’ (il dirittopreteso da alcuni ‘signorotti’ di essere i primi a goderedella notte in compagnia delle novelle spose) al signoredella città, gli tagliò la testa e la espose alla finestra delsuo palazzo. Un gesto che fu come una chiamata allearmi per gli eporediesi. E che li spinse a scendere incampo per combattere i soldati del tiranno e riacquistarel’indipendenza. La situazione si ripeté oltre un secolodopo, quando Ivrea conquistò l’autonomia anche daimarchesi del Monferrato. Le due rivolte sono conden-sate in una tradizione comune, che si rinnova a ogniCarnevale. Ivrea celebra ogni anno il suo inno alla libertà fatto diriti consolidati e protagonisti codificati dalla tradizione.Un patrimonio arricchitosi nel corso dei secoli da novitàsegnate dallo ‘spirito dei tempi’, ma sempre fedeli aun ideale intramontabile. Lo Storico Carnevale di Ivrea è stato riconosciutomanifestazione italiana di rilevanza internazionale giànel 1956. Sono passati sessant’anni da quella data, eil Carnevale eporediese è ancora un punto di riferimentodella storia folcloristica nazionale. La sua tradizione,codificata nel 1808 sotto il dominio napoleonico, si èconsolidata durante gli anni del Risorgimento: un’epocain cui era fondamentale richiamare negli italiani il senso

dell’unità cittadina. Quest’anno il ruolo del Podestàsarà nuovamente affidato a Paolo Cafasso, moltoorgoglioso di tornare a essere uno dei personaggi piùsignificativi della manifestazione: «Sono lieto quantoonorato di poter interpretare per la terza volta l’impor-tante ruolo che il Podestà riveste nell’ambito dellanostra manifestazione carnascialesca, e di ciò ringraziola Fondazione tutta. Da quest’anno il personaggioavrà un ulteriore e significativo risvolto, poiché la figurapodestarile è entrata con pieno merito e titolo nel-l’ambito dell’Ordine delle Mugnaie. Colgo l’occasioneper suggerire a tutti quanti il fil rouge della mia vita:l’importanza di donare. Ringrazio le associazioni Avis,Admo e Aido, delle quali sono socio».

La Battaglia delle aranceL’immagine del Carnevale di Ivrea più significativa èquella delle piazze animate per la Battaglia dellearance, che si svolgerà come di consueto nei pomeriggidi domenica 7, lunedì 8 e martedì 9 febbraio. Untripudio di colori, profumi, suoni, voci, gesti e ritualitàche ogni anno lasciano il segno e costituiscono unvero banco di prova per gli eporediesi, e non solo, euno spettacolo imperdibile per gli ospiti e i turistiaccorsi nelle vie della città. Si può davvero affermare che non c’è Carnevale diIvrea senza la Battaglia delle arance, l’intramontabilecimento dal sapore medievale che ricorda la lottacontro il tiranno Ranieri di Biandrate e la riacquistatalibertà della città. Si scontreranno di nuovo le squadredegli aranceri a piedi, rappresentanti del popolo insorto,e le squadre degli aranceri sui carri, rappresentantidegli armigeri del tiranno. Una battaglia senza esclusionedi colpi, ma giocata con spirito di lealtà e l’aspirazionedei protagonisti a dimostrare il proprio valore. Unoscontro a tratti anche violento (non mancheranno visiammaccati e occhi gonfi), ma che regalerà emozioniintramontabili. E soprattutto rafforzerà lo spirito unitariodella comunità d’Ivrea e l’amicizia fra i partecipantisancita da una stretta di mano fra gli avversari diretti,al termine del lancio serrato fra carri e piazza.

la mano della Mugnaia e del Generale che saluta…Ma, soprattutto, la mano che stringe l’arancia. Questocrediamo sia il simbolo del nostro Carnevale, per tuttiquelli che lo guardano da fuori e per tutti quelli che,come noi, lo portano dentro».Il progetto Ivrea Carnevale365® ha regalato moltealtre sorprese. Nel 2014 è stata inaugurata la mostrapermanente ‘Lo Storico Carnevale di Ivrea dalle originiai giorni nostri’: una galleria di 18 pannelli fotografici,sistemati sotto i portici di piazza Ottinetti, nel cuoredella città, che rappresentano la storia della manife-stazione eporediese più importante. Un’iniziativa che, unita alle precedenti, sta trasformandoprogressivamente la città di Ivrea in un museo diffuso,dedicato al Carnevale.

I personaggiCome da tradizione, lo Storico Carnevale si animeràgrazie ai suoi personaggi più importanti, quali laMugnaia, il Generale, il Sostituto del Gran Cancellieree il Podestà. E a loro si aggiungeranno gli altri prota-gonisti, ovvero gli Abbà, lo Stato Maggiore, i Pifferi eTamburi, gli Alfieri, la Scorta d’Onore della Mugnaia, iCredendari, che contribuiranno di nuovo, insieme aicittadini partecipanti, a rendere speciale la festa diIvrea. La Vezzosa Mugnaia, che interpreta l’artefice dellarivolta medievale contro il tiranno, è la grande prota-gonista della manifestazione. Figura introdotta nel1858, è diventata il simbolo dell’aspirazione alla libertàdegli eporediesi. Dopo la presentazione dalla loggiadel Palazzo Civico il sabato sera, sfilerà sul suo cocchiodorato rispondendo agli applausi del popolo festantecon il tradizionale getto di mimose e caramelle.Il suo nome non può ancora essere annunciato: la suaidentità è segretissima e sarà svelata dopo l’uscita inedicola del magazine, ma vi assicuriamo che sapràfarsi onore come tutte le Violette che l’hanno preceduta. Altro protagonista del Carnevale sarà il Generale, per-sonaggio nato nel periodo napoleonico, quando Ivreaera stata scelta come capoluogo del Dipartimento

della Dora. Fu introdotto come figura di garanzia, percontrollare che le rivalità carnevalesche dei rioni epo-rediesi non sfociassero in aperte violenze e la manife-stazione si conservasse nei limiti consentiti dalla leggee dai regolamenti. Nel ruolo di Generale, nel 2016 èstato riconfermato Pierluigi Percivalle, che durante laconferenza stampa di presentazione ha dichiarato conpalpabile emozione: «Ho accettato di vestire nuova-mente i panni del Generale non per fare quello chel’anno scorso, per i motivi che tutti sappiamo (erainfluenzato, ndr), mi sono perso, ma perché desideroprincipalmente ricambiare la Città di Ivrea e tutta lasua gente del sostegno, della vicinanza, della gioia edi tutto quell’affetto che mi hanno donato nel corsodella passata edizione. Insomma, è semplicementeun grazie alla Città per tutti quei sentimenti che mi hafatto vivere».Stesso entusiasmo per Marco Adriano, il riconfermatoSostituto del Gran Cancelliere, ovvero il custode delLibro dei Verbali del Carnevale (la memoria documentaledei giorni della manifestazione): «La mia riconfermanel ruolo di Sostituto del Gran Cancelliere mi permettedi ribadire un pensiero che l’anno scorso è stato il mioprincipio guida: vivere il nostro Carnevale in mezzo allagente, con le genti del Carnevale, per far sì che ognisingola parola che va a comporre i Processi Verbaliscritti sul grande Libro dei Verbali contenga le voci, icolori, i suoni, i profumi e le emozioni che rendono loStorico Carnevale di Ivrea una festa veramente unicae irripetibile. Nel 2016 voglio approfondire con ulterioreattenzione i dettagli che compongono le tante cerimoniedella manifestazione (senza perdere di vista la storia ele tradizioni del Carnevale stesso), con la consapevolezzache il ruolo per cui sono stato chiamato mi permetteràdi vivere un’ulteriore esperienza indimenticabile». E non sarebbe un vero Carnevale, quello del 2016,senza la presenza del Magnifico Podestà. Questafigura impersona il supremo comandante del Consigliodella Credenza del libero Comune medievale. Venivascelto fra i personaggi illustri estranei alla città, restavain carica un anno e rappresentava un vero simbolo

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raccolta delle arance, o per meglio dire della poltigliarimanente, che viene conferita a un centro di compo-staggio di biomasse e reimpiegata nella produzione dicompost e di biogas.La Battaglia delle arance sarà come sempre unagrande sfida sportiva, in cui vincerà la squadra migliore:quella che tirerà più arance con maggior intensità.Perché ciò che stupisce sempre è che il duello tra itiratori a piedi e sul carro spesso assume i tratti di unasfida individuale: ritrovandosi avversari, due amici moltostretti vorranno tirare il più forte possibile le arancecontro il proprio avversario diretto. Un modo per dimo-strare rispetto verso un conoscente e onorare la famosaBattaglia. Sarà poi una stretta di mano finale a sancirela ritrovata amicizia.

Il simbolo del Carnevale e l’ideale di libertàSe il Carnevale di Ivrea ha un senso profondo, eaccende cuori e passioni che si rinnovano ogni anno,il motivo più importante è uno, e uno solo. Perchéricorda a tutti ciò per cui davvero vale la pena vivere,lottare, soffrire e gioire: la libertà. «Libertà va cercando, ch’è sì cara, come sa chi per leivita rifiuta», scriveva Dante Alighieri nella ‘Divina Com-media’ (Purgatorio, Canto I). Forse l’inno più bello edefficace che sia mai stato scritto a un principio cardinedella vita pubblica eporediese, italiana ed europea. Unmonito, quello del poeta fiorentino, che riecheggia dasecoli e ci ricorda l’importanza della libertà, un idealeconcreto da continuare a sostenere e in difesa delquale bisogna essere disposti a lottare. La libertà che rende i cittadini uguali di fronte allalegge. La libertà che permette a ciascuno d’interpretareil ruolo più adatto nella società di appartenenza, con-servando l’equilibrio fra le aspirazioni personali e le

Quella della Battaglia delle arance è una tradizione svi-luppatasi da lontane usanze ottocentesche. Le arance,frutto esotico non comune nel XIX secolo, venivanousate come segno di omaggio. Erano lanciate insiemeai fiori, in maniera garbata, durante il Corso di Galadelle vetture (carrozze inghirlandate), dei carri allegoricidelle maschere. Da questa tradizione innocua, si passòvelocemente a un tiro più deciso, e poi a una vera bat-taglia a proiettili arancioni. Nel manifesto del Carnevaledel 1854 il Generale Panietti aveva ordinato che «per ilbuon andamento della festa, negli ultimi tre giorni èvietato gettare aranci o altro simile con veemenza».Ma il divieto nei tempi successivi è rimasto letteramorta. Dal secondo dopoguerra la Battaglia ha presoforma organizzata, con la nascita della prima squadradi aranceri. E la tradizione si è consolidata nel corsodei decenni.Anche nel Carnevale 2016 saranno nove le squadre diaranceri a piedi coinvolte nella Battaglia: gli aranceridell’Asso di Picche (nati nel 1947), gli aranceri dellaMorte (nati nel 1954), i Tuchini del Borghetto (nati nel1964), gli Scacchi (nati nel 1964), gli Scorpioni diArduino (nati nel 1966), gli aranceri della Pantera Nera(nati 1966), i Diavoli (nati nel 1973), i Mercenari (natinel 1974), i Credendari (nati nel 1989). A loro si con-trapporranno 54 carri da getto, suddivisi in carri trainati

da due cavalli – le pariglie – e carri trainati da quattrocavalli – i ‘tiri a quattro’. Grandi i numeri della Battaglia, che negli ultimi anni haassunto proporzioni colossali: più di 5mila tiratori apiedi oltre a quelli sui carri, per un totale di circa 6milapersone coinvolte e una media di 6mila quintali diarance utilizzate.I frutti della Battaglia sono prodotti appositamente peril Carnevale da aziende per lo più calabresi, realtàimprenditoriali che rispondono a specifici criteri di sele-zione (aziende solide e gestite con criteri di professio-nalità e onestà), creando un indotto con ricadutepositive sull’economia. Le arance che arrivano a Ivreasono di tipo Navel o Biondo, di pezzatura mediogrande, forma ovale, colore giallo arancio; ma ciò chepiù conta è che siano ‘calibrate’, cioè selezionate peravere una dimensione idonea all’uso: non troppo grandiné troppo piccole. Hanno solitamente la buccia spessa,in modo da non rompersi subito al primo lancio epoter essere raccolte da terra e riutilizzate almeno unavolta. La filiera delle arance usate durante la manife-stazione segue un ‘protocollo etico’ a garanzia di unpercorso di legalità recentemente sostenuto anchedall’associazione antimafia Libera in accordo con ilComune di Ivrea e la Prefettura di Torino. Il ciclovirtuoso al termine della Battaglia si completa con la

Lo Storico Carnevale di Ivrea in numeri• 9 giornate distribuite tra l’Epifania e il Martedì

grasso• 120mila spettatori• 200 figuranti in costumi d’epoca e oltre 50 cavalli

nel Corteo storico• Battaglia delle arance: 6mila aranceri, 100 cavalli,

6mila quintali di arance lanciate• 500 persone tra organizzazione e volontari• 7400 persone coinvolte, più del 30% della popola-

zione• 2 milioni e 200mila euro il valore generato in attività

commerciali e artigianali nei giorni della manifesta-zione

• Web e social network: 12mila visite giornalierenei giorni clou, oltre un milione di account raggiunticon le pagine ufficiali

• Un milione di euro tra costi diretti e indiretti, soste-nuti da Componenti, Fondazione dello StoricoCarnevale di Ivrea e Comune di Ivrea

• Un milione e 500mila euro il valore generato inattività commerciali e artigianali nelle giornate disvolgimento della manifestazione

• 70 partner coinvolti

La Battaglia delle aranceLa Battaglia delle arance rievoca l’affrancamentodal giogo feudale e la nascita dell’età comunale.Il popolo, rappresentato dagli aranceri a piedi,combatte a colpi di arance contro le armate delfeudatario, rappresentate dai tiratori sui carri, trainatida cavalli, che indossano protezioni e maschereche ricordano le antiche armature. Perché le arance?La spiegazione può essere ricercata nella storiastessa del Carnevale: tra gli anni Trenta e Sessantadell’Ottocento, quando la festa aveva una configura-

zione più borghese, le arance – un frutto esotico noncomune a Ivrea a quei tempi – venivano usate comesegno di omaggio e lanciate garbatamente durante ilCorso di Gala delle vetture (carrozze inghirlandate),dei carri allegorici delle maschere. Da lì a farli diventarei proiettili della Battaglia il passo fu breve.Dal dopoguerra la Battaglia prese forma organizzata,con la nascita della prima squadra di aranceri. AllaBattaglia oggi prendono parte oltre 5mila tiratori apiedi suddivisi in nove squadre (Picche, Morte,Tuchini, Scacchi, Arduini, Pantere, Diavoli, Mercenari,Credendari) e oltre 50 carri trainati da cavalli (parigliecon a bordo dieci tiratori e tiri a quattro con abordo 12 tiratori) per un totale di circa 5mila personecoinvolte.Il Carnevale è un grande gioco di ruolo ed è ancheuna straordinaria lezione di educazione civica:migliaia di persone che scendono pacificamente inpiazza a celebrare una festa di libertà, in un clima‘agonistico’ come quello della Battaglia delle arance,nel rispetto di regole implicite, sono un grandeesempio di civiltà che la città può orgogliosamentevantare e deve ‘difendere’.La Battaglia si basa su regole cavalleresche nonscritte condivise da tutti i partecipanti, che garan-tiscono l’incolumità generale (a parte qualche ine-vitabile occhio nero) e mantengono il confronto sullivello di una vera e propria sfida ‘sportiva’, nellaquale alla fine chi è più bravo (e tira più arance conmaggior intensità) vince. Il duello tra i tiratori a piedie sul carro, che spesso assume i contorni di unasfida individuale pur nella moltitudine, è tanto piùaspro quanto più è stretto il rapporto tra chi loingaggia: tirare il più forte possibile è un segno dirispetto verso un conoscente, per onorare insiemela Battaglia. Alla fine, una stretta di mano sanciscela ritrovata amicizia.

Il berretto frigioIl berretto frigio è un simbolo di libertà che ha unatradizione radicata in tempi remoti: nell’arte grecadel periodo ellenistico appare come indumentotipico degli orientali. Fu uno degli attributi del dioMitra, poi adottato dai soldati dell’esercito persianoe più tardi, nell’Antica Roma, divenne il copricapoche veniva donato dal padrone agli schiavi liberati,i liberti; molto probabilmente, quindi, fu in epocaromana che il berretto frigio (chiamato ‘pileus’)assunse il suo valore simbolico di libertà.Nel Canavese già si ritrova alla fine del 1300, nellarivolta popolare del Tuchinaggio; nelle antiche stam-pe che raffigurano gli abitanti dei dintorni di Ivrea, icontadini sono rappresentati con in capo il berrettofrigio rosso. Entra nell’ufficialità del Carnevale nelperiodo della dominazione napoleonica e si caricadi ulteriori significati libertari.A Carnevale il berretto frigio rappresenta un vero eproprio marchio di eporediesità. Lo si deve indossarea partire dalle 14.30 del Giovedì Grasso non soltantoper evitare, nei tre giorni della Battaglia delle arance,di essere fatti oggetto di lancio – proprio comevogliono la tradizione e l’Ordinanza del Generale –ma anche e soprattutto come espressione di par-tecipazione attiva alla manifestazione.

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torino magazine carnevale di ivreav

regole della convivenza civile. Proprio l’aggettivo civilederiva dal termine ‘cives’, che in latino significa cittadino.Un ruolo che comporta diritti e doveri stabiliti dallalegge, nel rispetto della collettività. Secondo la leggenda gli eporediesi, dopo il rifiuto dellaMugnaia allo ‘ius primae noctis’, si ribellarono al tirannoe lo cacciarono. È una leggenda che mescola fantasiae realtà, ma che, al di là delle ragioni specifiche deldissenso che causò l’insurrezione, testimonia comedurante il Medioevo si sia attuata effettivamente laribellione della città contro il signorotto locale, fino adallora unica e assoluta autorità. Ed è questo quel checonta. Perché nel momento stesso in cui decisero dilottare per la loro libertà, gli eporediesi si trasformaronoda sudditi in cittadini, acquisendo un nuovo status.Infatti il suddito obbedisce, mentre il cittadino partecipaalla vita politica e sociale della comunità. Come cantava Giorgio Gaber in un suo celebre suc-cesso del 1972, «La libertà non è star sopra un albero,non è neanche il volo di un moscone. La libertà non èuno spazio libero, libertà è partecipazione». E la parte-cipazione dei cittadini di Ivrea al Carnevale, con indossoil berretto frigio (un berretto rosso a forma di calza), èla testimonianza di una comunità che della libertà hafatto la sua parola d’ordine, la sua bussola esistenziale.Lo sanno bene quelli che, nei giorni che vanno dalGiovedì al Martedì Grasso, si presentano nelle straded’Ivrea privi del copricapo che fu simbolo della Rivolu-zione francese. Possono essere da un momento all’altrobersagliati di arance, perché considerati dagli eporediesiestranei allo spirito della manifestazione.

Il berretto frigio è solo la traccia esteriore di un principiospirituale riconosciuto collettivamente: nei giorni delCarnevale tutti i cittadini di Ivrea si levano le maschereche indossano normalmente per rispettare le conven-zioni sociali. Si trovano per qualche giorno gli uni difronte agli altri, lealmente e senza sovrastrutture. Sidanno del ‘tu’ guardandosi negli occhi, con franchezza.Si tirano le arance, ma alla fine si stringono la mano esi applaudono vicendevolmente. E finiscono col man-giare e divertirsi gomito a gomito, come fratelli. A Carnevale gli eporediesi riaffermano con forza il col-lante che li tiene uniti da sempre, nonostante le diffe-renze personali: la libertà. Una libertà che è varietà,vita, bellezza. Anche se messa in discussione in moltiluoghi, allo Storico Carnevale di Ivrea sarà riaffermatacon forza. Signore e signori, che la festa abbia inizio. wwI

Carnevale di Ivrea: per saperne di più

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CALENDARIO DELLO STORICO CARNEVALE DI IVREAMercoledì 6 gennaioAl mattino uscita dei Pifferi e dei Tamburi,marcia di apertura del Carnevale 2016 einvestitura ufficiale del Generale. Nel pome-riggio saluto del gruppo storico I Credendarial Magnifico Podestà e lettura del giura-mento, a seguire Santa Messa in Duomo eCerimonia dei Ceri.

Domenica 24 gennaio (Terzultima domenica di Carnevale)Dal mattino, distribuzione dei fagioli grassipresso le Fagiolate di Bellavista e San Gio-vanni; in piazza Ottinetti ‘Storia e storie diCarnevale – Bambini al Centro’; passaggiodel Libro dei Verbali dal Gran Cancelliere alSostituto e antica cerimonia militare della‘Prise du Drapeau’. Nel pomeriggio Alzatadegli Abbà (Rioni di San Grato, San Maurizio,Sant’Ulderico, San Lorenzo e San Salvatore)e sfilata del Corteo storico.Alle 10 appuntamento allo Shop del Carnevalein piazza Ottinetti per i Luoghi dello StoricoCarnevale di Ivrea in un percorso a tema. Un progetto in collaborazione con studenti edocenti del Liceo Botta. Prenotazioni: TurismoTorino e Provincia – Tel. 0125.618131.

Da domenica 24 a domenica 31 gennaio Mostra ‘Terra e genti di Carnevale’ in SalaSanta Marta. La famosa terra rossa diCastellamonte dà corpo alla tradizione delCarnevale. I personaggi, gli oggetti simbolici,i colori, gli animali, la gente di Carnevaleche animano il Corteo storico sono i soggettidelle opere che un gruppo selezionato diartisti ha creato con un mix di stili e tecniche

diverse, al centro dell’esposizione organiz-zata per la prima volta dall’AssociazioneArtisti della Ceramica di Castellamonte.Inaugurazione il 24 gennaio alle 18. Lamostra resterà aperta il 31 gennaio dalle10 alle 19, il 30 gennaio dalle 15 alle 19,dal 25 al 29 gennaio dalle 10 alle 18.

Domenica 31 gennaio(Penultima domenica di Carnevale)Dal mattino, distribuzione dei fagioli grassipresso le Fagiolate di Montenavale, Cuj dijVigne, Torre Balfredo e Santi Pietro e Donato;mercatino degli aranceri e presentazionedei carri da getto, vere e proprie opered’arte: gli oltre 50 carri da getto sarannoschierati all’inquadramento alle 10 in corsoMassimo d’Azeglio; sfilata nelle vie delcentro (via Palestro, piazza di Città, corsoCavour, Borghetto, Porta Torino, corso Nigra,lungo Dora); alle 10.30 presentazione uffi-ciale in piazza del Rondolino.Sempre in mattinata, cerimonia di Riappa-cificazione degli abitanti dei rioni di SanMaurizio e del Borghetto sul Ponte Vecchio;nel pomeriggio Alzata degli Abbà (Rioni diSan Grato, San Maurizio, Sant’Ulderico, SanLorenzo e San Salvatore) e sfilata del Corteostorico.Alle 10 appuntamento allo Shop del Car-nevale in piazza Ottinetti per i Luoghi delloStorico Carnevale di Ivrea in un percorsoa tema. Un progetto in collaborazione constudenti e docenti del Liceo Botta. Preno-tazioni: Turismo Torino e Provincia – Tel.0125.618131.

Alle 8, nel piazzale della stazione di TorinoPorta Susa, partenza del bus ErbaluceExpress per ‘A Ivrea un aperitivo di Carne-vale’. Una full immersion nel Carnevale conpranzo tipico, visita a una cantina del Con-sorzio per la Tutela e la Valorizzazione deivini Docg Caluso e Doc Carema e Canavesee degustazione di vini. Info: Turismo Torinoe Provincia – Tel. 0125.618131.

Giovedì 4 febbraio (Giovedì Grasso) Nel pomeriggio, passaggio simbolico deipoteri civili della piazza di Ivrea dal sindacoal Generale; a seguire calzata del berrettofrigio, marcia del Corteo storico, Festa deibambini in piazza Ottinetti, Fagiolata Cujd’via Palma, visita del Corteo storico alVescovo e degli Abbà al sindaco, investituradegli Oditori e Intendenti generali delleMilizie e Genti da Guerra del Canavese; inserata ‘Città in festa’.

Venerdì 5 febbraioNel tardo pomeriggio, convegno e dibattitoin Sala Santa Marta organizzati dal ClubPapillon di Ivrea e del Canavese e dalleConfraternite enogastronomiche eporediesisul tema ‘I piatti della tradizione carnevalescarivisitati in chiave moderna’; a seguire Con-vivio delle Confraternite enogastronomicheall’Istituto Alberghiero F Prat. Sempre in serata, CarnevalGustando, cenacarnevalesca itinerante a tappe, in abito d’epo-ca e con accompagnamento musicale, orga-nizzata dai Citoyens de la Ville d’Ivrée 1798.

Sabato 6 febbraio (Sabato Grasso)In mattinata presentazione della Scortad’Onore della Mugnaia. Alle 21 si entra nelclou della manifestazione con la presenta-zione della Vezzosa Mugnaia dalla loggiadel palazzo municipale. A seguire marciadel Corteo storico, fiaccolata goliardica esfilata delle squadre degli aranceri a piedi inlungo Dora, in onore della Vezzosa Mugnaia.Serata di gala con gran ballo in onore dellaVezzosa Mugnaia al Teatro Giacosa e Festedegli aranceri nelle piazze cittadine.

Domenica 7 febbraio(Domenica di Carnevale)Appuntamenti sin dal mattino con le tradi-zionali Fagiolate del Castellazzo, di SanLorenzo, via Dora Baltea e San Bernardo;cerimonia della ‘Preda in Dora’ alle 10.30sul Ponte Vecchio. Il pomeriggio, alle 13inquadramento dei carri da getto in corsoMassimo d’Azeglio per verifiche veterinariedei cavalli e norme corrispondenti al rego-lamento; alle 14 in tutte le piazze avrà iniziola prima delle tre giornate di Battaglia,durante la quale le squadre a piedi si sfide-ranno contro i carri da getto. Contempora-neamente, partirà anche il Corteo storicoche sfilerà lungo le vie della città. Alle 21.30spettacolo pirotecnico con musica in onoredella Vezzosa Mugnaia sul lungo Dora.

Lunedì 8 febbraio(Lunedì di Carnevale)In mattinata, nelle piazze ove avverranno

gli abbracciamenti degli Scarli, cerimoniadelle Zappate degli Scarli ‘As pianta ’l pich al’uso antic’. Nel pomeriggio, alle 13 inqua-dramento dei carri da getto in corso Massimod’Azeglio per verifiche veterinarie dei cavallie norme corrispondenti al regolamento; alle14 in tutte le piazze prenderà il via la secondagiornata di Battaglia; contemporaneamente,per le vie cittadine si snoderà il Corteo storicoa piedi. In serata degustazione di merluzzo concipolle appena fritti nella sede del Comitatodella Croazia.

Martedì 9 febbraio (Martedì Grasso) Alle 13 inquadramento dei carri da getto incorso Massimo d’Azeglio per verifiche vete-rinarie dei cavalli e norme corrispondential regolamento; alle 14 avrà inizio l’ultimadelle tre giornate di Battaglia e, contempo-raneamente, il Corteo storico si muoveràper le vie della città. Alle 17 premiazionedei carri da getto e delle squadre a piedi. Apartire dalle 20 cerimonie di abbruciamentodegli Scarli nei rioni.

Mercoledì 18 febbraio (Mercoledì delle Ceneri) La manifestazione si concluderà mercoledìcon la tradizionale distribuzione di polentae merluzzo in piazza Lamarmora.

Per ulteriori informazioni, consultare il sitoufficiale: www.storicocarnevaleivrea.it