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STORIA BREVE DELLA CHITARRA E DEI SUOI AUTORI. Il nome chitarra deriva dal sanscrito (lingua indiana antichissima) car : quattro e tar: corda (dotar: due corde, e setar: tre corde, sono due strumenti indiani). in greco diventa Kithàra Primo antenato della chitarra rappresentato in un affresco di una tomba egizia databile 2000-1500 a.C. Altre testimonianze ci pervengono dagli Ittiti (un bassorilievo in un antica città dell’Anatolia) 1300 a.C. (forma ad otto)

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STORIA BREVE DELLA CHITARRA E DEI SUOI AUTORI.

Il nome chitarra deriva dal sanscrito (lingua indiana antichissima) car : quattro e tar: corda (dotar:

due corde, e setar: tre corde, sono due strumenti indiani).

in greco diventa Kithàra

Primo antenato della chitarra rappresentato in un affresco di una tomba egizia databile 2000-1500

a.C.

Altre testimonianze ci pervengono dagli Ittiti (un bassorilievo in un antica città dell’Anatolia)

1300 a.C. (forma ad otto)

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Attualmente gli storici, in mancanza di dati sufficienti, si orientano su queste ipotesi per spiegare

l’entrata dello strumento nella nostra cultura europea:

Ipotesi 1) Fu introdotta in Italia dai Romani e successivamente diffusa in Europa

Ipotesi 2) Nell’800 d.C. introduzione dello strumento in Europa tramite i Mori (razza discendente

dai Berberi1 e dagli Arabi) che lo portarono in Spagna.

Ipotesi 3) le due ipotesi sono tutte e due valide e nel medioevo i due tipi di chitarra quella latina e

quella morisca si fondono insieme per dar vita ad un nuovo strumento.

Dal medioevo in poi avverrà un costante accrescimento dello strumento ed un estensione verso il

basso con aggiunte di corde.

LA CHITARRA NEL RINASCIMENTO E GLI STRUMENTI SIMILARI.

Nel Rinascimento la chitarra era a quattro cori2 (raddoppi a parte sono le odierne prime quattro

corde della chitarra): il primo coro era semplice, il secondo e terzo doppiati all’unisono e il quarto coro doppiato all’ottava.

Si sviluppò soprattutto in Francia grazie a due editori: i soci Le Roy-Ballard e Granjon-Fezandat.

La scrittura musicale è prelevalentemente legata alle danze popolari dell’epoca, nella quale prevale

il carattere ritmico-armonico degli schemi accordali 3con l’arricchimento di passaggi melodici.

I Migliori esempi sono forniti da autori come Adrien Le Roy, Gregoire Brayssing , Guillame

Morlaye.

Simile alla chitarra si sviluppò in Spagna uno strumento, dalle stesse origini della chitarra, chiamato

vihuela I vihuelisti dell’epoca come Luys Milàn, Miguel de Fuenllana, Alonso de Mudarra,

Luys de Narvaèz scrissero per questo strumento opere a carattere contrappuntistico molto

interessanti. La vihuela era simile alla chitarra ma era dotata di 5 o 6 cori doppiati all’unisono. L’accordatura era uguale a quella del Liuto in mi: (mi) la, re,fa#,si,mi

Lo strumento che dominava sul panorama europeo musicale però era il Liuto. Rispetto ai primi due

strumenti trattati i quali avevano il fondo piatto, il liuto aveva il fondo concavo. Le Origini del Liuto sono diverse da quelle della chitarra . I Primi liuti sono rintracciabili nell’antica Persia (zona

Iran attuale). La parola liuto deriva dalla parola araba Al ud: il legno e arrivò in Italia attraverso la Spagna e la Sicilia.

1 Sono le popolazioni originarie del Nord Africa.

2 Per coro s’intende la vicinanza di due corde, accordate all’unisono o all’ottava, che sono pizzicate

contemporaneamente. 3 Chiamate botte

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antico liuto egizio.

Il Liuto rinascimentale aveva generalmente 6 cori accordati all’unisono con l’accordatura : mi, la , re, fa#, si, mi (come la chitarra odierna tranne l’altezza sulla terza corda). Veniva usato sia per

l’accompagnamento sia per brani solistici originali di natura contrappuntistica molto elaborata, era a quel tempo molto in voga la trascrizione di brani polifonici corali. I brani originali erano

prevalentemente delle fantasie, dei ricercari o delle danze. Nel barocco si affermano le suites (serie

di danze ordinate e collegate tra loro). I maggiori autori rinascimentali e barocchi di questo

strumento sono: Francesco da Milano, Marco da L’Aquila, Alberto da Ripa,Vincenzo Galilei

(padre di Galileo), Franciscus Bossinensis, Hans Newsidler, Simone Molinaro, John Dowland, Sylvius Weiss, Johann Sebastian Bach che scrisse quattro suite dedicate al liuto.

LA CHITARRA BAROCCA

La chitarra barocca aggiunge un quinto coro al basso rispetto alla chitarra rinascimentale. Il quinto

coro è il La all’unisono o all’ottava.

Si hanno quattro tipi di accordature:

A) tutto raddoppiato all’ unisono

B) quarto e quinto coro doppiato all’ottava superiore

C) quarto coro doppiato all’ottava superiore e quinto coro all’unisono ma un’ottava sopra

D) tutto all’unisono ma con il quarto coro un ottava sopra.

A e B usate soprattutto per accompagnare

C e D per brani solistici, soprattutto la C è stata preferita dai maestri più importanti.

Autori maggiori: Francesco Corbetta, Gaspar Sanz, Ludovico Roncalli, Robert De Viseè

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Anche Luigi XIV( Re Sole) amava suonare la chitarra e il suo chitarrista di corte era Corbetta a cui

successe dopo la sua morte il suo allievo Robert De Viseè . In Francia, nel periodo barocco la

chitarra fu molto diffusa.

L’ETA’ NEOCLASSICA – L’INIZIO DELLO STRUMENTO MODERNO

In questo periodo si assiste all’aggiunta della sesta corda al basso, le corde diventano singole. Si

stabilizza l’accordatura odierna: mi. la, re, sol,si, mi. Aumenta, con aggiunta di tasti, l’estensione

anche all’acuto. La musica non viene più scritta sulle intavolature ma con notazione su

pentagramma.

Gli Autori maggiori di questo periodo sono: Mauro Giuliani, Ferdinando Carulli, Fernando Sor,

Dionisio Aguado, Matteo Carcassi, Napoleon Coste, Joannh Kaspar Mertz.

LA CHITARRA DEL NOVECENTO - IL MODELLO TORRES

Si ha un ampliamento delle dimensioni con conseguente aumento della sonorità.

Il modello definitivo della chitarra “classica” fu costruito in Spagna dal liutaio Antonio Torres.

Proprio dalla Spagna infatti inizia la rinascita della chitarra che dopo l’età d’oro vissuta dalla fine

del ‘700 alla metà dell’’800 era stata messa in un angolo della vita musicale a favore delle sonorità

prorompenti del pianoforte che rispondevano meglio allo spirito romantico dei compositori di

quell’epoca.

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I maggiori chitarristi compositori che fecero rinascere l’interesse verso la chitarra, che nel frattempo

aveva aumentato il volume della sua sonorità grazie al liutaio Torres, furono: Francisco Tarrega e

Miguel Llobet a cui seguì Andrès Segovia, il chitarrista che diffuse nel mondo lo strumento,

ammaliando compositori e vaste platee di pubblico e che aprì la nuova era al repertorio

chitarristico.

SEGOVIA E IL NUOVO REPERTORIO PER CHITARRA

Segovia, oltre a formare una folta schiera di esecutori, a far entrare la chitarra nei circuiti musicali

ufficiali, seppe anche riunire attorno a se un nutrito gruppo di compositori che in maniera sistematica composero opere di alto valore artistico per la chitarra e a lui dedicate, dotando lo

strumento di un nuovo e interessante repertorio. I compositori principali dell’area segoviana sono: Manuel M. Ponce (Messico), J. Rodrigo

(Spagna), Moreno Torroba (Spagna), Joaquin Turina(Spagna), Mario Castelnuovo-Tedesco (Italia), Alexander Tansmann (Polonia).

Lo stile prediletto da Segovia e dai compositori da lui prescelti fu uno stile che che rifuggì

dall’avanguardia incarnata dall’ atonalità della Scuola Viennese ( Shonberg, Berg e Webern) che in

a quel tempo si andava imponendo, ma fu piuttosto una nuova musica basata su concezioni estetiche

del passato: neoromanticismo, neoimpressionismo, neoclassicismo.

LE AVANGUARDIE CHITARRISTICHE

Il chitarrista che seppe incanalare la musica per chitarra su un linguaggio d’avanguardia ed in linea

con le tendenze artistiche più avanzate fu Julian Bream. Sollecitando vari compositori alla scrittura

di un repertorio di questo genere ebbe il merito di bilanciare l’operato di Segovia che andava verso

una concezione estetica di forte legame col passato. I maggiori compositori che si mossero in tale

ambito furono: Benjamin Britten, WilliamWalton, Hans Werner Henze, Stephan Dodgson,

Reginald Smith-Brindle.

In Italia si avvicinarono illustri compositori d’avanguardia che donarono allo strumenti pezzi di

indiscusso valore artistico e che spinsero il linguaggio strumentale verso nuovi orizzonti come:

Goffredo Petrassi, Bruno Maderna, Franco Donatoni, Luciano Berio, Aldo Clementi, Bruno Bettinelli, interessante anche il linguaggio di Franco Margola che non è d’avanguarda ma

recupera la scrittura modale in una concezione estetica moderna.

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LA CHITARRA NELL’AMERICA LATINA

Nell’America Latina la chitarra, importata dagli spagnoli durante la loro dominazione, fu molto

coltivata, ma solo nel Novecento la chitarra riuscì a staccarsi dall’impiego esclusivamente popolare

a cui era stata affidata per elevarsi verso una scrittura colta, seppur mantenendo gli elementi

musicali legati alle proprie origini. I maggiori compositori sono: In Brasile, Heitor Villa- Lobos, il

più importante di tutti, quello che seppe influenzare in modo consistente la scrittura per chitarra del

Novecento e Radames Gnattali. In Venezuela, Antonio Lauro. In Paraguay Augustin Barrios

detto Mangorè. In Argentina Julio Sagreras e successivamente Abel Carlevaro importante anche

se limitato quantitativamente il contributo del compositore Astor Piazzolla. In Messico il già citato

Manuel M. Ponce. A Cuba Lèo Brouwer e a Porto Rico Ernesto Cordero.