Storia e gloria del motore Aprilia RSA...

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47 Storia e gloria del motore Aprilia RSA 125 Nel Motomondiale 2006 c’è una 125 cc da oltre 60 CV: è l’Aprilia RSA 125. Tutti parlano del suo motore a disco rotante frontale e molti si appropriano della paternità di questo bel progetto. Ma quando, come e perché è nato questo tipo di motore? L’ingegnere Franco Barazzutti, valente tecnico del 2 tempi da competizione, ci racconta la vera storia di questo motore, dei suoi predecessori e del suo vero papà: il geniale Jan Thiel… (PM) Sopra il motore BBFT con disco rotante sul dorso del carter (da, M. Clarke, Motori a due tempi). A sinistra Jan Thiel, vero padre del motore Aprilia RSA 125 plurivittorioso nel mondiale GP, prima di iniziare il progetto ha studiato a fondo questo propulsore, che a sua volta è stato ispirato da tanti propul- sori precedentemente impegnati nelle competizioni

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Storia e gloriadel motoreAprilia RSA 125Nel Motomondiale 2006 c’è una 125 cc da oltre 60 CV: è l’Aprilia RSA

125. Tutti parlano del suo motore a disco rotante frontale e molti si

appropriano della paternità di questo bel progetto. Ma quando, come

e perché è nato questo tipo di motore? L’ingegnere Franco Barazzutti,

valente tecnico del 2 tempi da competizione, ci racconta la vera storia

di questo motore, dei suoi predecessori e del suo vero papà: il geniale

Jan Thiel…

(PM)

Sopra il motore BBFT con disco rotante sul dorso del carter (da, M. Clarke,Motori a due tempi). A sinistra Jan Thiel, vero padre del motore Aprilia RSA125 plurivittorioso nel mondiale GP, prima di iniziare il progetto ha studiatoa fondo questo propulsore, che a sua volta è stato ispirato da tanti propul-sori precedentemente impegnati nelle competizioni

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S i è aspettato tanto, sin dai tempidella Derbi spagnola, ma oggi ilmotore RSA è una realtà molto

affermata e quasi completamente matu-ra. Nell’ assai arido panorama del duetempi avanzato, l’Aprilia ha dato una ven-tata fresca investendo finalmente in unqualcosa di veramente nuovo. Il perchèdel “nuovo” si scopre ripercorrendo un pòdi storia del due tempi. La caratteristicafondamentale che diversifica l’ormai cele-bre motore RSA 125 GP questo motore dalvecchio disco rotante veneto è il posizio-namento del sistema di distribuzionerotante: non più sul lato destro del moto-re, ma centralmente e dietro il gruppotermico. Questa soluzione comporta l’in-gresso dei gas appena sotto il terzo trava-so (in modo molto simile ad un motorelamellare ). Il sistema risolve pienamente

il classico problema del normale discorotante che, trovandosi su di un lato all’a-pertura del condotto da parte della valvo-la rotante, distribuisce in modo anomaloil carburante fra i travasi dei due lati delcilindro, causando una forte asimmetriadi carica tra destra e sinistra e una conse-guente gestione imperfetta del lavaggio edi tutti i parametri che determinano l’al-to rendimento di un due tempi moderno(soprattutto il coefficiente di intrappola-mento). Il nuovo sistema comporta delle piccolecomplicazioni, in quanto il moto di rota-zione del disco viene preso ancora dall’al-bero motore che, tramite una coppia coni-ca calettata ad un alberino ausiliario orto-gonale al primo, porta il moto nella partesuperiore del carter dove è situato ildisco.Dopo questa rapida descrizione ripren-diamo l’aspetto storico ricordando chequesto sistema fu applicato da una “pic-cola” casa produttrice di motocicli chia-mata MZ già molti anni fa.I tecnici della MZ, con a capo il leggenda-rio Walter Kaaden, sin dal 1960 idearono ecostruirono un monocilindrico orizzontaledi 125 cc con un sistema a disco rotanteorizzontale ed il medesimo meccanismodi azionamento a coppia conica delmoderno Aprilia RSA125.Successivamente il sistema viene ripresoed ampliato su di un motore nato per ifuoribordo e successivamente trapiantatosu di una moto 500 cc. Il motore in que-stione era il Koenig quattro cilindri, checome organo di trasmissione del motoredi distribuzione usava una cinghia in

Motore Komet kart bicilindrico, con disco rotante frontalesingolo comandato da asse e coppia conica. Il progenitoredell’Aprilia RSA 125.

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gomma azionata da un pignone calettatosull’albero motore.L’altra particolarità del Koenig riguardala presenza di due soli dischi rotanti perquattro cilindri, di conseguenza ognidisco gestisce due cilindri con le valvolerotanti conformate a “farfalla”e dellecamere di manovella in comune tra i duecilindri contrapposti.Altro magnifico motore che impiegò que-sta soluzione di disco rotante simmetricofu il DRB 850 del leggendario CesareBossaglia, uno splendido sei cilindri box-ser con distribuzione gestita da tre dischirotanti posizionati tra i cilindri e azionatida coppie coniche (anche in questo casoun disco gestiva due cilindri con cameradi manovella in comune).Successivamente la Java sperimentò unbicilindrico fronte marcia con distribuzio-ne piazzata in mezzo ai due cilindri con undisco che li gestiva tutti e due con angolodi scoppio a 180°. Anche in questo caso ilmoto rotatorio del disco rotante frontaleera trasmesso tramite coppia conica (la

casa cecoslovacca sperimentò molti altrisistemi di distribuzione tra cui due mec-canismi collegati all’albero tramite unapiccola biella che trasmetteva il motoalternato ad una paratia che otturava ilcondotto di aspirazione…).Negli anni 70 molti ripresero lo stessoschema di motore con disco rotante fron-tale, come il tedesco Joerg Seel, checostruì un 125 bicilindrico orizzontale condistribuzione a disco anch’esso orizzonta-le.Anche in questo caso un disco gestiva duecilindri con scoppi a 180° e il trasporto delmoto, dapprima affidato ad una cinghiadentata, arrivava ora ad una puleggiaposizionata sotto il motore attaccata adun piccolo albero che passa da parte aparte il blocco motore fino a calettarsi neldisco rotante.Questo sistema venne applicato anchealle piccolissime cilindrate: infatti unosconosciuto olandese, verso la metà deglianni ‘70, costruì un piccolo Kreidler 50 cccon disco orizzontale azionato da cinghia

dentata .In ordine ditempo un altroesempio di discorotante orizzon-tale frontale siebbe con laCagiva, nel1981, sulla 500cc da gran pre-mio. La casadell’elefant inocostruì un quat-tro cilindri fron-

Altro progenitore dell’Aprilia RSA 125: il Java 350 bicilindrico monodisco rotante. Siamo negli anni‘60. Il comando del disco rotante è con asse e coppia conica.

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temarcia con quattro dischi rotanti situatidietro ogni cilindro in modo orizzontale eazionati dalle già note coppie coniche .Con questo motore la Cagiva prese parteal campionato del mondo 1981 conVirginio Ferrarialla guida .Tra la fine degli anni ‘80 e inizio dei ’90ritroviamo in Italia un altro motore con ilsistema disco orizzontale , forse il piùsimile di tutti al RSA (il tecnico Apriliapadre del nuovo propulsore, prima dicominciare il progetto, si è recato a vede-re questo motore): è il BBFT dei fratelliTosi di Imola. Si trattava di un ottimo 125,molto moderno e compatto, con la formasimile a quella di un semplice motorelamellare ma, con al posto del pacco, ildisco rotante, leggermente inclinato ecomandato da una coppia conica .Purtroppo questo motore non ha mai par-tecipato a gare iridate, ma ha ugualmenteottenuto ottimi risultati con numeroseprove in pista.Anche nei Kart il sistema ha ottenuto ungrosso successo: negli anni ’90 laItalsistem ha costruito un piccolo 100 cccon valvola rotante posta posteriormenteal cilindro e azionata da una “cinghietta”in gomma dalla quale deriva il simpaticonomignolo attribuito al piccolo gioiellomeccanico.Con questo motore la casa italiana havinto un campionato mondiale Kart edominato per anni le scene.L’Aprilia RSA 125 ha un solo piccolo neo,non dovuto a una scelta sbagliata ma aesigenze progettuali: la coppia conica checomanda il disco rotante, che ha già di perse un basso rendimento, si scalda note-

volmente e, per ovviare a questo proble-ma, viene lubrificata continuamente tra-mite una pompa dell’olio. Nel nuovo pro-getto sono stati impiegati tutti i compo-nenti possibili del vecchio motore Apriliacome cilindri, teste, alberi motore, cam-bio e tubi di scarico, per mantenere lo svi-luppo di 15 anni di gare concentrandosisolo sullo sviluppo del nuovo componen-te.Infatti, fonti attendibili ci dicono che lacreazione dei nuovi carter (ancora quandoil motore si chiamava Derbi) ha fattorisparmiare molto tempo nella creazionedi un motore completamente nuovo; alcontrario, invece, ha richiesto moltotempo la generazione di una curva di anti-

Due interessanti motori Java con alimentazione controllatada ghigliottina azionata da una seconda biella comandatadall’albero motore. Come il disco rotante, anche questosistema permetteva fasature fortemente asimmettriche

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cipo e di azionamento del powerjet dellacentralina elettronica programmabile chegestisce i parametri di questo motore.Nonostante si siano sentiti tanti altri nomialtisonanti che, facendo leva sulle carichedirigenziali, si sono attribuiti il meritodell’opera, il vero padre del motoreAprilia 125 RSA e ultimo vero guru del duetempi è Jan Thiel, fautore della maggiorparte delle vittorie Aprilia, che già nel ’97ideò questo progetto vincente. Jan Thiel èun tecnico che lavora nell’ombra, che pre-ferisce dedicarsi allo sviluppo dei motoripiuttosto che alle interviste televisive ealla vita mondana… Volendo fare un picco-lo riassunto dei fatti possiamo dire cheJan Thiel venne chiamato da “qualcuno”in soccorso di una Derbi scarsamentecompetitiva, si trasferì in Spagna e riuscìa risolvere il problema di potenza. Iniziòpoi a lavorare al nuovo motore a discoorizzontale frontale, intuendo il veropotenziale di questa soluzione.Successivamente la Derbi viene acquista-ta dal gruppo Piaggio, già in possessoanche dell’Aprilia, e il reparto corse vennespostato a Noale, dove Jan fece ritorno efinì lo sviluppo del nuovo motore.

Ennesimo esempio di motore a disco rotante frontale: il DRB1000S dell’Ingegnere Cesare Bossaglia. L’Aprilia RSA è arri-vato circa 40 anni dopo (Foto Bossaglia)

Ringraziamo l’Ingegnere FrancoBarazzutti, esperto nello sviluppomotore a due tempi da competizio-ne, per la consulenza offerta. Potrete contattate l’ing. Barazzuttitelefonando ai numeri 347 7116731, 06 9079674, email [email protected]

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Motore Komet a disco rotante per Kart. In questo caso ildisco rotante, come si vede nell’immagine qui sopra, è calet-tato direttamente sull’asse. E’ una soluzione meccanicamen-te più semplice del sistema con disco rotante frontale tipoJava o Aprilia RSA, ma non garantisce la stessa simmetriadei flussi a spirati e del gradiente termico del cilindro. La dif-ferenza in termini di potenza ed efficenza tra queste duesoluzioni è nettamente a vantaggio del disco rotante frontalerispetto al laterale.

STORIA E GLORIA DELL’ITALSISTEMCINGHIETTA

Anche se il vero nome del 100 cc a disco rotan-te frontale che ha permesso alla Italsistem disbaragliare la concorrenza era Saetta Valvola SV21E, questo motore è stato conosciuto, e temu-to, col nomignolo “cinghietta”. Il moto al discorotante frontale, infatti, era trasmesso medianteuna cinghia dentata che girava su appositi rinviimontati su speciali cuscinetti. La cinghia dentata, realizzata da una ditta giappo-nese specializzata in questo tipo di componenti-stica, ha richiesto un certo periodo di sviluppoper garantire la giusta affidabilità, così come ilcomplesso sistema di rinvio studiato per questomotore. La potenza massima, per la versione raf-freddata ad aria, era di 35 CV, contro i 30 dellemigliori realizzazioni della concorrenza: facileintuire come i piloti ufficiali Italsistem potesserostravincere le corse con facilità. Il cinghietta eraavvantaggiato da una distribuzione simmetrica,che permetteva di unire i vantaggi della distribu-zione frontale di un lamellare ai forti anticipi diapertura dell’aspirazione tipici del valvola rotan-te. Oltre ad avere una potenza massima nettamentesuperiore a quella della concorrenza, il Saettaaveva una coppia e un’accelerazione degne di unmotore di cilindrata maggiore. La successiva evo-luzione del motore fu quella dotata di cilindro raf-freddato a liquido, che continuò a mietere suc-cessi come il suo predecessore. La politica, si sa, conta anche nello sport e il cin-ghietta fu messo KO dai regolamenti, voluti daglialtri costruttori meno fantasiosi, che imposerocarburatori sempre più piccoli fino al punto dimettere fuori gioco i motori alimentati a discorotante: questi motori richiedevano infatti unagrande sensibilità del pilota nella messa a puntodella carburazione, perizia da parte dei tecnici

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1. Un’immagine del Saetta SV21E, il favoloso motore 100cc a disco rotante frontale che, negli anni ’90, mise allecorde tutta la concorrenza. La superiorità fu talmenteschiacciante che, grazie ad astute mosse politiche, fumesso al bando dal karting.

2. Un’immagine del gruppo di rinvio della cinghia dentatasu cuscinetti. Un pezzo di gomma, che arrivò tra la cinghiae l’ingranaggio, fece andare fuori fase il motore in una sfor-tunata finale mondiale…

3. Un’altra immagine del Cinghietta: vincente primadell’Aprilia RSA.

4. Un dettaglio del comando del disco rotante comandatodalla cinghia dentata. La messa in fase non era così sempli-ce da effettuare…

5. Immagine del coperchio disco rotante del cinghietta.

6. Ecco il disco rotante montatonella sua sede.

7. Il complessivo disco rotantepronto per essere montato sulmotore. Con un po’ di fantasia,potrebbe finire anche su un moto-re scooter, o su una moto 125cc…

Saetta SV21EAlesaggio: 50 mm

Corsa: 50,65 mmPotenza massima: 35 CV

Produttore: Italsistem, tel. 0541 629904, www.italsistem.com

nella messa in fase della valvola rotante euna certa malizia per evitare di imbrattarela candela nei giri di lancio delle gare,quando era necessario stringere tra le ditail tubo della benzina per evitare che ilmotore potesse ingolfarsi. Dire a un papà che aveva sborsato milionidell’epoca che suo figlio non aveva potutofare la finale del mondiale perché si eraimbrattata la candela era sempre una cosa

molto difficile… E poi, all’enorme vantag-gio di potenza del cinghietta, si contrappo-neva la necessità di una guida in grado ditenere sempre alto il motore: cosa che siimpara con anni di esperienza. Anni che oggi i piloti non hanno più a dispo-sizione, visto che a 16 anni corrono già inmonoposto e a 20 sono già vecchi…

(PM)