Storia e evoluzione Batteria Jazz

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La Batteria jazz, origini, evoluzione del time e del beat  Le origini dello strumento risalgono alla seconda metà del XIX Secolo , negli Stati Uniti, sebbene i tamburi singoli abbiano radici ben più antiche. L'attuale batteria nasce da problemi di spazio; infatti in principio, lungo le strade di New Orleans, c'erano grandi bande che suonavano per strada, in corteo, ed ogni elemento dell'attuale batteria era suonato da una singola persona. In seguito le esibizioni si spostarono dalle strade ai locali, e data l’impossibilità di ospitare sul palco cinque/sei musicisti che si dedicassero alle percussioni, si fuse la grancassa con il rullante militare, vennero in seguito aggiu nti i piatti, con lo scopo di creare un suono acuto che si contrapponesse al suono grave dei tamburi e i tom per formare linee melodiche ( i tom vennero portati dall’oriente da immigrati). In principio la grancassa era suonata con il piede, come suggerisce anche il vecchio nome inglese kick drum , successivamente venne inventato l'apposito pedale per la cassa ed il charleston (hihat) che prese il nome dal ballo che lo rese celebre di J.P.Johnson.  Il batterista Jazz scandisce il “beat” che scandisce le pulsazioni dello Swing, collegato alla sensibilità ritmica africana. Esso nacque laddove il senso ritmico africano venne applicato al metro regolare della battuta della musica europea, anche se a New Orleans tutto veniva suonato ancora tra cassa e rullo con cadenze militari.  Lo swing ha avuto una lunga evoluzione, infatti è diverso il feel  del Ragtime da quello del Bebop.  La nascita del groove è dello stile New Orleans, Dixieland ( Chicago), più precisamente dal genere second line suonato dalle marching band, dove i centri di gravità ritmici cadono sul 1° e 3° movimento, In questo modo si crea un’atmosfera ritmica vibrante e danzante da cui lo Swing prende il nome.  Lo swing non si può spiegare, non si può trascrivere, perché è un elemento ritmico ed un suono che non può essere tradotto in simboli o parole. Jo Jones dice: “ Lo Swing è una cosa molto semplice, ma ci sono cose che non possono essere descritte…il miglior modo per dire che cosa è lo Swing è quello di suonarlo, se lo senti, oppure non lo suoni del tutto. Vi è la stessa differenza tra una stretta di mano come si deve e una stretta di mano molliccia” . Pavignano Daniele - Storia della musica afromericana  2012 1

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La Batteria jazz, origini, evoluzione del time e del beat

Le origini dello strumento risalgono alla seconda metà del XIX Secolo,

negli Stati Uniti, sebbene i tamburi singoli abbiano radici ben più antiche.L'attuale batteria nasce da problemi di spazio; infatti in principio, lungo

le strade di New Orleans, c'erano grandi bande che suonavano per strada, incorteo, ed ogni elemento dell'attuale batteria era suonato da una singolapersona. In seguito le esibizioni si spostarono dalle strade ai locali, e datal’impossibilità di ospitare sul palco cinque/sei musicisti che si dedicassero allepercussioni, si fuse la grancassa con il rullante militare, vennero in seguitoaggiunti i piatti, con lo scopo di creare un suono acuto che si contrapponesse

al suono grave dei tamburi e i tom per formare linee melodiche ( i tomvennero portati dall’oriente da immigrati). In principio la grancassa erasuonata con il piede, come suggerisce anche il vecchio nome inglese kickdrum , successivamente venne inventato l'apposito pedale per la cassa ed ilcharleston (hihat) che prese il nome dal ballo che lo rese celebre diJ.P.Johnson.

Il batterista Jazz scandisce il “beat” che scandisce le pulsazioni delloSwing, collegato alla sensibilità ritmica africana. Esso nacque laddove ilsenso ritmico africano venne applicato al metro regolare della battuta dellamusica europea, anche se a New Orleans tutto veniva suonato ancora tracassa e rullo con cadenze militari.

Lo swing ha avuto una lunga evoluzione, infatti è diverso il feel delRagtime da quello del Bebop. La nascita del groove è dello stile New Orleans, Dixieland ( Chicago),più precisamente dal genere second line suonato dalle marching band, dove icentri di gravità ritmici cadono sul 1° e 3° movimento, In questo modo si creaun’atmosfera ritmica vibrante e danzante da cui lo Swing prende il nome.

Lo swing non si può spiegare, non si può trascrivere, perché è unelemento ritmico ed un suono che non può essere tradotto in simboli oparole. Jo Jones dice: “ Lo Swing è una cosa molto semplice, ma ci sonocose che non possono essere descritte…il miglior modo per dire che cosa èlo Swing è quello di suonarlo, se lo senti, oppure non lo suoni del tutto. Vi è lastessa differenza tra una stretta di mano come si deve e una stretta di manomolliccia” .

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Nelle prime forme originali di Jazz non esistevano soli per batteria. Ilbeat era un fattore d’ordine e il batterista doveva scandirlo con la massimaregolarità possibile dando quella non trascrivibile magia della danza, swing.

Successivamente si scoprì che dall’individualità del batterista si potevaricavare uno di quei momenti di tensione, senza che questo andasse adiscapito del fattore d’ordine. Batteristi come Kenny Clarke, Iniziarono a scandire i “breaks” dovenacquero gli assoli per batteria. La batteria “bianca” si sviluppò in un’altra direzione, quella delvirtuosismo ritmico. Tra questi batteristi troviamo Gene Krupa che fu unbatterista molto virtuoso, che fu il primo ad impiegare la grancassa durante le

incisioni, in precedenza vietata poiché si correva il rischio che i colpi diquesto strumento facessero uscire l’ago dalle matrici di cera dellaapparecchiature di registrazione e fu il primo a inserire i primi soli durante leperformance dell’orchestra di Benny Goodman. S’inizia a vedere la batteria come una tavolozza ritmica, gettando glispunti per il modo di suonare la batteria nel Jazz moderno.

Papa Jo Jones crea un beat trascinante e legato che sorregge tutto,

alzando i suoni dalla ‘‘terra’’ ai piatti, rendendo quindi celebre e necessario loswing sul piatto Ride. Kenny Clarke ha tratto logica conseguenza da questo modo di pensarecreando una regolarità dei quattro beats facendoli diventare un suonocontinuo: il ritmo di fondo fu spostato dalla pesante grancassa ai piatti, tenutiin un continuo stato di risonanza. Successivamente Max Roach ha sviluppato maggiormente il concettodi musicalità, facendola diventare uno strumento melodico, senza rinunciare

per nessun motivo alla sua funzione ritmica.Ai batteristi Jazz iniziarono ad afancarsi percussionisti cubani con unarsenale di strumenti ritmici latino-americani. Art Blakey ha introdotto molte di queste gurazioni afro-cubane nel suomodo di suonare la batteria Jazz, come clavi e ritmi inesplorati come Son,Salsa, Mambo, che portarono una nuova interazione con il beat swing.

Blakey è il batterista jazz moderno impetuoso e spontaneo, con i suoi

rolls e le sue esplosioni, Max Roach ha un forte sensos musicale. Jo Jonessta nel mezzo fondendo questi due elementi.

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Contemporaneamente ci sono altri batteristi che nascono in altri generi,Buddy Rich (1937), il non plus ultra della tecnica virtuosa e dello swingsolido, Louie Bellson era anche un ottimo arrangiatore oltre che un ottimo

batterista swing. Egli fu il primo a utilizzare due grancasse suonando conl’agilità che hanno gli organisti quando muovono i pedali, aggiungendoimportanza al ruolo della grancassa.Il modo di suonare si evolve sempre più, il concetto di suonare il tempo‘‘partendo dal basso’’ si sposta nel tempo sui piatti con feel nervosi o rilassatia seconda del batterista o del contesto. In big band il groove è maggiormentestaccato e dinamico mentre nelle piccole formazioni, il feel può varare versoun maggior riempimento e più elasticità sul time.

Intorno al 1945 Inizia l’era del BeBop che portò enormi cambiamenti, l’assedella musica, sinora dedicata ad un pubblico danzante ed alle sale da ballo,si sposta verso altre direzioni. I musicisti BeBop sentivano il desiderio di cambiare, di ribellarsi alsistema e cambiarono le consuetudini sinora conosciuto.Cambiò il registro, cambio il repertorio, e cambiò soprattutto il modo disuonare. Il feel si velocizza, a tratti nervoso, si porta la musica allo stremo

tecnico e armonico, alternando momenti tensivi a stati di trance.La batteria assume sempre più importanza e con l’arrivo di Elvin Jonescambia radicalmente l’approccio ed il modo di suonare, le linee spezzate deltime diventano un suono continuo, un usso incalzante incastrato tra tutti gliarti, ogni parte del corpo è ora considerata parte integrante del groove.

Nel 1963 Miles Davis chiamò nel suo quintetto il diciassettenne TonyWilliams. Egli fu un grande innovatore per lo strumento inserendo concetti

tuttora attuali prescindendo dal solo fraseggio jazz, espandendosi in lidi nonancora esplorati. Successivamente inizia l’epoca dei batteristi Free Jazz (1960), dove alposto del Beat subentra una pulsazione rapida, nervosa e sempre diversa incontinua evoluzione, in cui vengono impiegate tutte le formule ritmichepossibili, unendo ritmi provenienti da musica africana, araba, indiana e inaltre musiche esotiche...

Molti musicisti preferiscono l’elemento africano con un senso di orgoglio

della tradizione della propria razza, poiché la libertà del Free jazz non è soloquella della liberazione dalle leggi dell’Armonia, ma anche razziale, sociale epolitica.

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Nasceva nel frattempo il Jazz Rock. Il ritmo Rock non era un ritmomolto mobile ma chiaro e inequivocabile. Per il nuovo batterista si trattava diunire l’emotività e la comunicabilità del Rock alla mobilità e alla versatilità del

Jazz. I primi batteristi ad attuare questa fusione furono Tony Williams, BillyCobham eccetera.

Successivamente vanno citati I batteristi contemporanei di Jazz\Fusion:Steve Gadd, Peter Erskine, Dave Weckl, Vinnie Colaiuta, JackDeJohnnette,Roy Haynes e altri, che hanno apportano innovazioni e ulteriorievoluzioni allo strumento, come le ditteggiature, il pensare in maniera lineare,gli odd times, e altri importanti concetti.

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