Stop al Fumo - Campo de' fiori · 21/7, Franca Scavone che compie gli anni il 17/8, Loredana...

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Campo de fiori2

P.za S. Pertini 5 - Civita Castellana (VT)

P.za Sandro Pertini, 25/2601033 Civita Castellana (VT)

Tel. 0761.51.41.63Cell. 338.47.33.774i 50 della classe 1954

Auguri a tutti i ragazzi della classe 1954 da tutti i parenti, gli amici e dalla redazione di Campo de’ fiori

M e s s a g g iCivita Castellana 3Giugno 2004 - Ho pen-sato a lungo su quelloche avrei potuto scrive-re ma poi, ho capitoche piuttosto che scri-vere con la mente,avrei dovuto scriverecon il cuore. Sul voca-bolario di lingua italia-na la “famiglia” è defi-nita come “nucleo fon-damentale della societàumana costituito dagenitori e figli”. Nelvocabolario del mio

cuore la famiglia è definita così: un insieme di ricordi, diesperienze, emozioni e sensazioni che ci hanno e vi hannoportato fino a qui, l’amore che ci date ogni giorno, leregole da seguire e gli orari da rispettare, le discussioni,le risate e le lacrime; è svegliarsi insieme la mattina percondividere un altro giorno, è la vita che ci avete dato, l’e-ducazione che ci avete insegnato, siete voi, io e Daniele,è il bene che vi voglio e quello che non vi dimostro….Questa è la mia famiglia e spero di meritarla; le famigliemoderne comunicano tramite gli avvocati e difficilmenteraggiungono mete come questa! Io e Daniele vi diciamospesso che siete vecchi e che adesso le cose sono cam-biate, credo che sia meglio avere una famiglia all’ anticaunita, che ti dia dei valori che vivere nell’incertezza dellefamiglie moderne. Ringraziandovi per tutto quello che fateper noi da sempre e ricordandoci quanto siamo fortunatia poter contare su di voi, vi auguriamo che, con l’aiuto diDio,l’amore che vi lega da 25 anni non finisca mai e chepossiate festeggiare altri mille anniversari, condividendogioie e dolori, nella buona e nella cattiva sorte, in salutee in malattia per tutti i giorni della vostra vita.

Roberta e Daniele

Alessandra Caccetta ringrazia tutte le maestre e gli ami-chetti della scuola XXV Aprile sez.C per il bellissimo annoscolastico trascorso insieme.

Auguri di Buon Compleanno a Mariella checompie gli anni il 17 Agosto dalle figlie, i

generi, i parenti e gli amici. Auguri a Mirko che compie gli anni il 23

Luglio da Simona, parenti e amici.Auguri ai nostri amici speciali:

Giampiero Gagliardi che compie gli anni il21/7, Franca Scavone che compie gli anni il

17/8, Loredana Barboni che compie gli anni il13/7, Roberto Pattini che compie gli anni il

13/8, Luca Spaccasassi che compie gli anni il18/8, da parte di tutta la redazione

di Campo de’ fiori

Paolo Panichelli e Marielena Tofanacchio

Il 24 Luglio è il giorno piùimportante della vostra vita ea noi non resta che augurarvi

un’immensa felicità !!!Andrea e Alessia

Felicitazioniper la neo laureata

Claudia Bellonicon l’augurio di un

roseo futuro professionaleda parte dei parenti, gli

amici e tutta la redazionedi Campo de’ fiori.

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Campo de fiori 3

Stop al FumoSe fumate un pacchetto di sigarette al giorno, in unmese avete speso circa € 110,00 . Basta non fumare

e, con quello che avrete risparmiato, IL BUONGUSTAIO di Moretti Simona

vi farà gustare oltre 26 Kg di fettuccineE SE FUMATE DI PIU’ ? .....

Campo de fioriPeriodico di Politica, Cultura ed attualità edito

dall’Associazione“Accademia Internazionale D’Italia”

(A.I.D.I.) - senza fini di lucroPresidente Fondatore:

Sandro AnselmiDirettore:

Sandro AnselmiDirettore Responsabile:

Sandro AnselmiSegretaria di Redazione:Cristina Evangelisti

Impaginazione e Grafica:Cristina Evangelisti

Reg. Trib. VT n. 351 del 2/6/89Stampa: Tipografia S.E.A. srl

La realizzazione di questo giornale e la stesura degliarticoli sono liberi e gratuiti ed impegnano esclusiva-

mente chi li firma. Testi, foto, lettere e disegni,anche se non pubblicati, non saranno restituiti se

non dopo preventiva ed esplicita richiesta da parte dichi li fornisce. L’editore non risponde delle informa-zioni degli inserzionisti. I diritti di riproduzione e dipubblicazione, anche parziale, sono riservati in tutti ipaesi. Direzione, amministrazione, redazione, pubbli-

cità ed abbonamenti:P.za della Liberazione, 2 - 01033 Civita Castellana

(VT) - C/C PT n. 42315580Tel. e Fax 0761.513117

e-mail: [email protected]

Cari amici tutti, siamo arrivati aldecimo numero e, se mi voltoindietro, vedo scorrere veloce-mente tutte le immagini delnostro percorso meraviglioso !Campo de’ fiori ha scosso illetargo in cui erano caduti inostri sentimenti, quelli più verie più puri e ci ha restituito lepiù belle immagini, oramaiferme nel pozzo dei ricordi. Hatentato con i suoi contenuti dinon farci affogare nel mare delconsumismo ed ha cercatoincessantemente, con amore erispetto, le nostre origini e lanostra identità. L’interessesuscitato in tutti ed ancor piùinaspettatamente nei giovani,l’aiuto delle scuole e l’appoggioprezioso dei collaboratori edegli sponsor, hanno portatoCampo de’ fiori a superare le

cinquanta pagine e distribuireoltre ventimila copie.Pervengono richieste di collabo-razione da moltissimi paesi esto cercando con ponderatezza,di far crescere ogni giorno que-sto bellissimo sogno. Si amici, ame non sembra ancora vero e,nonostante la quotidianità ed ilpeso non lieve degli impegni,prevale la soddisfazione ed ilmeraviglioso incanto di unsogno sempre più grande.L’entusiasmo che ha contagiatochiunque si è avvicinato aCampo de’ fiori, ha reso possi-bili tanti e tanti progetti. In col-laborazione con l’A.N.F.F.A.S ele altre associazioni di volonta-riato, ha realizzato concerti efeste di piazza. L’AccademiaInterna-zionale D’Italia (A.I.-D.I.), che è la proprietaria e l’e-ditore di Campo de’ fiori, hainoltre riscoperto e portato allaribalta vecchi gruppi musicaliquali gli Araldi, The Black Silver,i Riflessi del Sole, i SarannoBavosi, The I.S.V. … e nuovigruppi emergenti quali TheBreak Angels… Ha dato spaziocon la rubrica “Scopri l’Arte” amolti artisti, pittori e scultori, harealizzato importanti collettive eli ha fatti esporre in una sorta digalleria virtuale sui suoi sitiinternet www.campodefiori.biz, www.campodefiorionline.it ,www.accademiainternazionale-ditalia.it . Non ha mai dimenti-cato i nostri fratelli meno fortu-

nati e la loro presenza impre-ziosisce le pagine di Campo de’fiori e le feste alle quali hannopartecipato. Le colonie di culto-ri di Campo de’ fiori cresconoogni giorno e da ogni doveabbiamo richieste di abbona-menti e quantitativi di copiedello stesso. Campo de’ fiori èdistribuito a Civita Castellana,Fabrica di Roma, Carbognano,Caprarola, Ronciglione, Cor-chiano, Vignanello, Vallerano,Canepina, Vasanello, Sorianonel Cimino, Viterbo, Vitorchia-no, Orte, Bagnaia, Montefias-cone, Vetralla, Cura di Vetralla,Sutri, Capranica, Tarquinia(anche in edicola), Civitavec-chia, Fregene, Ostia, Anzio,Nettuno, Magliano Sabina,Collevecchio, Tarano, Torri inSabina, Calvi nell’Umbria,Stimigliano, Poggio Mirteto,Otricoli, Narni, Terni, Amelia,Nepi, Castel Sant’Elia,Monterosi, Campagnano, Sac-rofano, Faleria, RignanoFlaminio, Calcata, Sant’Oreste,Castelnuovo di Porto, Morlupo,Trevignano, Bracciano, Anguil-lara, Canale Monterano, in tuttele stazioni della Roma – Nord…… a Roma, ed inviato a mol-tissime città ed universitàItaliane ed estere. Voglio rin-graziare la colonia italianad’America , con la quale mante-niamo un contatto continuo.

Il Direttore

Sandro Anselmi

Per la vostra pubblicità suCampo de’ fiori

scrivete presso la reda-zione di Piazza della

Liberazione n. 2 - 01033Civita Castellana (VT)oppure telefonate al n.

0761-513117.Si realizzano anche

volantini e pieghevolida inserire nella rivista

o distribuire singolarmente

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4 Campo de fiori

Scopri l Arte di

Gildo Cecchini, di professione acconciatoreper uomini, ha nel cuore passioni molto piùgrandi di quella che ha per il suo lavoro.Giovanissimo, cultore della musica beat e jazz,entra a far parte dei gruppi musicali dell’epoca,esprimendo con la chitarra la sua passionemusicale e, insieme a questi, si esibisce neilocali per allietare i pomeriggi e le serate dan-zanti di un tempo. Scopre poi il fascino dellapoesia con la quale esprime in modo tutto par-ticolare e graffiante i suoi versi che, spesso,diventano testi di sue canzoni. Nel 1988 nascein lui una nuova passione. Si reca spesso, insie-me al figlio ancora piccolo, sulle rive del il fiumeTreia , nella località chiamata Legata, luogo diritrovo estivo di molti ragazzi che, negli anni ’50e ’60, vi si recavano nelle giornate estive perfare il bagno. Qui Gildo ed il figlio riscoprono il fascino di quel-la natura selvaggia e, calandosi in quell’atmo-sfera quasi amazzonica, giocano a fare i “primi-tivi”. Le forre del Treia, oltre ad offrire al visita-tore una vegetazione suggestivamente magica,lo circondano di quel materiale che, nei secoli, èstato l’elemento principe per la costruzione deinostri centri urbani: Il tufo. Piccoli pezzi di roc-cia tufacea suggeriscono a Gildo di crearne dei

ciondoli per collane, pro-prio come avrebberofatto un tempo i selvaggi.Per gioco, insieme alfiglio, comincia a creareuna collanina e poi altreed altre ancora, fino adaffinarne la tecnica dilavorazione. Più quelmateriale viene lavoratodalle mani di Gildo, piùGildo prova passione perciò che fa. E’ qui cheGildo, attratto dal fiume,dalla vegetazione e daltufo, inizia sempre più afrequentare le spondedel fiume Treia, sia nelperiodo estivo che inquello invernale, comin-ciando a scolpire figure,teste ed animali di ognimisura. Ripulisce queiluoghi, ormai abbando-nati, creandone una pic-cola oasi e scolpiscegrossi massi di tufo configure che lascia poiemergere dalle acque delfiume o spuntare dallavegetazione. La piccolaoasi di Gildo è veramentesuggestiva ed è così chediventa il suo cantierepermanente, il suo labo-

ratorio personale dove poter scolpire ed espri-mere la sua arte, sempre restando a contattocon la natura. Le sculture di Gildo (alcune diqueste raggiungono i 25 quintali di peso) sonooggi richiestissime e visi Incas e Tibetani (macon uno stile tutto personale) abbelliscono erendono particolari i giardini di bellissime ville diproprietà di professionisti, medici e personaggidello spettacolo.In questa sta-gione, recandocisul fiume Treia,possiamo trova-re Gildo Cec-chini che, sedu-to nell’acqua econ un enormemasso davanti ase, esprime tu-tto il suo spiritoselvaggio in unasimbiosi perfet-ta con la naturache lo rendeanacronistico ainostri occhi.

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Voglio regalarvi in questapagina le immagini dellaNobile Contrada dell’Ondaa Siena, che mi ha invita-to, nella persona del suoCapitano Avv. AndreaSorge Pasqui, alla cena delprimo Luglio, alla vigiliadel Palio. E’ stata un’esperienza indi-menticabile ed il fascino el’emozione che ho vissuto,me le porterò per sempre.Ho ricambiato tanta corte-sia con l’invito doverosoall’ Avvocato Sorge Pasquied al Dott. Noello Inglesi,Capitano dell’epoca dellavittoria di Mauro Matteucci(Marasma), qui nellenostre terre. L’inno solenne cantato inpiedi, prima della cena datutti i contradaioli giovanie vecchi, commossi, fieridelle loro tradizioni, i cantiche riecheggiano nellamagica notte senese dirimando fra una contradae l’altra… Siena è una delle città piùbelle del mondo ed i sene-si conservano unici, le tra-dizioni, la cultura e la lorostoria. Dovremmo imparare tuttie Campo de’ fiori vuolefarlo e promuoverà esosterrà ogni iniziativa.Quante volte m’incanto adammirare le foto dell’archi-vio di Campo de’ fiori,quelle pubblicate e quelleancora da pubblicare ecerco di immaginare lestorie, le gioie e le speran-ze di tutte quelle personeche ormai sono passate.Non dimentichiamoci maile nostre origini, la nostrastoria, le nostre tradizionie la nostra cultura.Bisogna amarle, perchénoi siamo fatti di ieri efaremo il domani.

Sandro Anselmi

La Siena di

Capitano Avv. Andrea Sorge Pasqui Capitano Dott. Noello Inglesi

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Come eravamodi Alessandro Soli

Beata Gioventù….”quanno se ballava llì ccasa cò aporta aperta e a luce ‘ccesa”

Erano gli anni ’60-70, noi maschietti aveva-mo lasciato ammucchiati da una parte, lepalline di vetro, le figurine degli album,il piccolo, la fionda, le femminucce lebambole di pezza, il cerchio, la cordaper saltare. Avevamo cioè lasciato da partela nostra infanzia, stava arrivando la nostragioventù. I primi “amori”, che nascevanosui banchi di scuola, tra un bigliettino scrit-to in fretta e furia e allungato al vicino dibanco, per il passamano che faceva giunge-re a lei quel cuore trafitto con le iniziali,inconfondibile emblema di un amore “eter-no”.Erano le classiche “cotte” che ti facevanosentire un po’ ”strano”, pensavi perenne-mente ad una sola cosa, eri irascibile, sgar-bato, eri soprattutto geloso di lei, insomma,eri innamorato! Ma allora, erano altritempi, non esistevano punti di incontro,posti dove potevi familiarizzare, parlare,

magari da soli, non c’erano le discoteche, ipubs, eppoi, le ragazze non erano quelle dioggi, così smaliziate, così autonome, cosìcariche di sex-appeal. Dopo la scuola, dopoaver fatto i compiti e studiato, nel tardopomeriggio, dove potevi incontrare la tuafiamma? A passeggio, su e giù tra piazzaMatteotti, corso B. Buozzi, via Garibaldi e lamagica Via Roma. Da soli? Magari, lei erasempre rigorosamente accompagnata dallasua amichetta del cuore, e tu prendendo lapalla al balzo, come si suol dire, cercavi difarti accompagnare da qualche tuo amico cuiinteressava l’altra, riuscivi così a formaredue coppie, che per esigenze viarie, eranocostrette a camminare per due. Avevi raggiunto il tuo scopo, potevi parlareda solo con lei! Che discorsi! Non parlavicerto di Vasco Rossi, dei mega concerti, deicd appena usciti, dei dvd con Brad Pitt e DiCaprio, ma più semplicemente di NicoFidenco, dei Giganti, dell’Equipe 84, o diquel complesso inglese ancora semi scono-sciuto i Beatles. Intanto pian piano arrivavisotto il Forte Sangallo, ed imboccavi ViaRoma, era il massimo, perché i platani e lepanchine, sulle quali insistevi per sederti,

creavano, soprattutto nellabella stagione, quell’atmosfe-ra che tutti gli adolescenti,credo, sognano ed hannosognato. Era allora che cercavi di sfrut-tare al massimo quei momen-ti, perché sapevi che alle19,30 finiva per lei “la liberauscita”,acceleravi tutto, proponevi alvolo, la festicciola casalingaper la domenica successiva;c’era tempo per organizzarladicevi : oggi è lunedì, domaniin classe sentiamo gli altri,cerchiamo di essere pari,cioè accoppiati, casa la caccioio, Franco porta il giradischi,qualche disco di quelli più lentili porta Peppe, ce ne vorrebbequalcuno che ho sentito lì alJuke Box in pasticceria,oppure quello gajardo delJuke Box su da Ughetto, eriun fiume in piena, eri inna-morato. Non era facile orga-nizzare il tutto, perché non erafacile reperire il materialeumano, che era quello cuitenevi di più. Mi spiego dove-vi convincere prima di tuttotua madre, che doveva prepa-rare qualche panino e bibitaper la festa, dovevi ribadirecon lei che se ballava cò aluce ‘ccesa e cò ‘a portaaperta, dovevi elencare tuttigli intervenuti specialmentequelli del gentil sesso, e dopoil suo ok, cominciavi ad invita-re gli amici. Qui cominciavanole dolenti note, se per caso i

genitori di lei tentennavano a dare il permes-so, allora col gruppetto di amici, andavi diret-tamente a fare opera di convinzione, magarimettendo in mezzo tua madre. “Signora, nonfacciamo tardi, ci conosciamo tutti, c’èmamma a casa, eppoi ballamo cò ‘a portaaperta e cò ‘a luce ‘ccesa”. Passavi l’inte-ra settimana con l’ansia e la smania di arri-vare al pomeriggio della domenica, quandofinalmente avresti potuto, dopo qualchetwist, hully gully o surf iniziale tanto perscaldare l’ambiente (in genere ‘a sala decasa), stringerla un po’, (poco però), met-tendo sul piatto del giradischi, Sapore disale o Legata a un granello di sabbia,dischi che allora andavano per la maggioreed erano come si diceva “da pomiciamen-to”. Beata gioventù ci bastava poco, per noiera tanto,oggi a distanza di tanti anni, quan-do ci ripenso, forse sorrido, con un po’ dinostalgia, perchè sono ricordi felici che nondanno adito al rimpianto, ma che fanno tantobene alla mente , al cuore, e all’anima…… amà , Franco nun à fatto apposta, àsmorzato a luce un momento, ( aò, iol’ò baciata !)

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Campo de fiori8

01033 Civita Castellana (VT)Via Falisca, 89 Tel. 0761.598182

Fax 0761.591579P.za Matteotti, 16 Tel. 0761.518145

L oggetto misteriosoVi invitiamo ad indovinare l’oggetto misterioso riprodottonella foto sotto.I primi cinque che lo identificheranno e ne daranno comu-nicazione in redazione, avranno diritto a ricevere un pre-mio offerto dalla Profumeria Paolo e Concetta:

Vita Treja

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a Cup SpecialIl 4 Luglio si è svolta la “corsa più pazza del mondo”

sul fiume Treia nel tratto di Civita Castellana con partenza dalla Legata ed arrivo al Passo della Signora.

La corsa si è svolta a bordo di gommoni (camere d’aria di autotreni)

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Ronci- Poker di

Una rosa per AnnaRonciglione offre scenari veramente sug-gestivi. L’antico tufo sorregge delicata-mente un millennio di storia. Edifici delcinquecento creano una linea di continui-tà tra case dell’anno mille e il grigio delmoderno cemento armato. La vegetazio-ne composta da vivaci policromie dà ilbenvenuto a tutti coloro che arrivanonella cittadina da sud. Un fantastico scor-cio naturalistico e’ offerto a chi, prove-nendo da nord, attraversa quei MontiCimini che abbracciano serenamente ilLago di Vico. Questi sfondi fanno si cheRonciglione sia da sempre patria di gran-di nomi dello spettacolo, della cultura,della storia e della moda. Proprio in que-sti giorni nel paese tanto caro ad EttorePetrolini, si e’ svolta la manifestazione “Balcone in fiore ”. Nel corso dell’evento e’

stato annunciato un bellissimo riconosci-mento a colei che oramai e’ consideratauna rappresentante di Ronciglione nelmondo, Anna Fendi. Vittorio Barni, appar-tenente ad una famiglia di vivaisti daquattro generazioni, rivela che e’ natanella sua azienda una rosa dal color gial-lo pesca. Egli camminando tra le suecreazioni conosciute in tutto il mondo,si e’immerso nelle innumerevoli e suggestivefragranze dei campi. Lungo il cammino hanotato un fiore profumato di dolcezza. Ilsuo sguardo e’ stato catturato da unaluce particolarmente pura. I colori decisie affascinanti di quella rosa lo hannoindotto a dedicare lo stupendo fiore aduna donna solare, gioiosa, decisa e inten-sa nei sentimenti. Le note limpide efestose della Banda “ Alceo Cantiani ” diRonciglione hanno accompagnato il suobattesimo. Da qualche giorno questofiore si chiama “Rosa Anna Fendi”.

Ronciglione in Giugno assume un aspettomolto allegro. Tra le strette strade medievalie le larghe vie farnesiane si verifica un affa-scinante rincorrersi di colori. Il grigio asfaltoilluminato dal sole fa risaltare palazzi confinestre valorizzate da stucchi. Quei muriassumono un’aria più vivace del solito. Odoriinebrianti ubriacano persone che, con losguardo rivolto verso l’alto, ammirano fiori diogni genere esposti sui balconi. Più in bassole entrate dei negozi sono vere e proprieopere d’arte floreali. Per il quarto anno con-secutivo va di scena la manifestazione “Balcone in fiore” organizzata e fortementevoluta da Anna Fendi con il patrocinio delComune di Ronciglione e della Provincia diViterbo e in collaborazione con MariaMangani, Flaviano Fabbri e numerosi citta-dini. Negozianti e privati cittadini sono pron-ti a mostrare con orgoglio il loro “polliceverde” e a farsi vanto della cura dedicata adogni piccola pianta messa a disposizione deipassanti. Dai loro occhi pieni di soddisfazio-ne si capisce l’amore con cui durante tuttol’anno hanno seminato, annaffiato e fattocrescere quei fiori. Le ore che hanno impe-gnato a concimare e curare quei loro piccolitesori, sono ripagate da un caloroso, conti-nuo susseguirsi di complimenti. Gerani,orchidee,ortensie, escallonie e tante altrepiante diventano primi attori tra le vie citta-dine in attesa che una giuria attenta li valutiper la loro bellezza. E proprio il sedici giugnola commissione, nella quale spicca il nome diGillo Pontecorvo, ha emesso il suo verdettofinale. Alla presenza del Sindaco GiancarloBianchini e delPresidente dellaProvincia GiulioMarini, dalla vocearmoniosa di MaraCarfagna sonousciti i nomi deivincitori. Al primoposto si sono clas-sificati ad ex equoArmando Marini,Luigi Mucedero,

Giomma Bruna. Non vanno dimenticati glialtri due piazzamenti. Infatti questa classifi-ca vede al secondo posto alla pari AdeleDella Mora, Luigi Anitori e Carmela Partenzi.Sul successivo gradino del podio troviamoLina Capodimonte, Elsa Livia Sisti e VincenzaCrispino . Va ricordato il premio a VincenzoQuadraroli che da sempre ha un intensoamore floreale. Anche coloro che non hannoricevuto premi sono sorridenti. La cura perquelle piante ha dato loro tante gratificazio-ni: splendidi fiori frutto di un immensoamore per il verde. Per il quarto anno con-secutivo questa manifestazione ha avutomolti consensi e si e’ visto sempre un cre-scendo di partecipazione. Questo poker dianni ha portato bene all’evento che hadato e continuerà a donare colori vivaci edelicati profumi a tutti.

la stilista Anna Fendi

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ValleranoLa Madonna del Ruscello

Prof. Arch. Enea Cisbani

L’edificazione nel 1609 delSantuario della Madonna delRuscello, (1609-1648), costitui-sce, nell’ambito delle realizzazioniFarnesiane, uno degli episodiarchitettonici più importanti esignificativi, sia per le evidentiimplicazioni religiose e simboliche,che per le ambizioni culturali dellaFamiglia Farnese, committentedell’opera, dominata dal cultodella Storia e dalla propensioneartistica. La critica ufficiale attri-buisce il progetto generale delSantuario a Jacopo Barozzidetto il Vignola, (1507-1573),architetto della Casata. Nuove erecenti acquisizioni documentariepermettono una nuova lettura delcomplesso e con essa la paternitàdell’opera frutto dell’ingegno delcelebre Girolamo Rainaldi,grande e dimenticato protagonistadel Barocco Romano, che nel 1605diventa Architetto Soprastantedelle Fabbriche Farnesiane, non-ché regista e progettista delle ope-razioni architettoniche più signifi-cative dell’architettura Viterbesecome il Duomo di Ronciglione ela Chiesa di Santa Teresa degliScalzi in Caprarola. L’edificazionedella Chiesa è legata ad un mira-colo avvenuto a Vallerano il 5Luglio 1604: un pittore del luogoStefano Menicucci viene incari-cato dal Parroco del paese DonVittore Petrucci di restaurare unaffresco della Vergine con ilBambino, facente parte dell’anticachiesa medioevale sulle cui fonda-menta fu poi realizzato ilSantuario. Intento al restauro e alconsolidamento di alcune fratturesuperficiali del dipinto, vide uscire dalla sacrelabbra della Vergine Maria alcune gocce di san-gue. Il Reverendo Don Pietro Janni, arcipretedi Vallerano, avvertì il Vescovo di CivitaCastellana Mons. Andrea Longo dell’accadu-to, il quale, recatosi sul luogo, potè constatarepersonalmente quanto avvenuto compilandouna nota legale dell’avvenimento poi inviata aRoma all’ Autorità Papale. Il CardinaleOdoardo Farnese finanziò l’intera costruzioneed incaricò Girolamo Rainaldi del progetto.Nel Santuario il Rainaldi rielabora i temi e moti-vi architettonici tipici della sua architettura:l’impianto a croce latina dell’ampia navata cen-trale e dall’accentuato asse longitudinale, l’am-pia scalinata esterna, le sculture a coronamen-to degli ordini, il timpano maestoso e imponen-te e la cupola parzialmente nascosta dallaFacciata. Analogo impianto tipologico lo trovia-mo nel Duomo di Ronciglione poi completatodal figlio di Rainaldi, il celebre Carlo. IlSantuario della Madonna del Ruscello si carat-terizza per la pianta a croce latina con un’unicanavata centrale e sei cappelle laterali, tre per

ogni lato, di cui due sono adibite a passaggi siaverso l’esterno che per accedere a locali internidella chiesa. Altra novità tipologica introdottadal Rainaldi è l’uso del Quadrato per regolareritmi e proporzioni della geometria dell’impian-to architettonico. Nell’architettura Barocca ilQuadrato viene utilizzato quale schema geome-trico di base nell’edificazione delle Chiese dedi-cate al culto dei Martiri Cristiani e della VergineMaria con il Bambino. La navata culmina con untransetto caratterizzato nella parte centraledalla cupola e dall’imponente Altare Maggiorecon lo spazio riservato al coro. Gli ordini deiprospetti interni della navata sono formati daparaste con capitelli jonici superiori dal fortedisegno e chiaroscuro. La facciata è l’episodiopiù significativo: il piazzale esterno è contraddi-stinto da due corpi di fabbrica molto bassi, for-temente accentuati da un punto di vista pro-spettico, in origine botteghe artigiane e venditageneri legati al culto mariano del Santuario. Lazona basamentale presenta sei eleganti lese-ne culminanti con capitelli corinzi e sorreggentiun architrave finemente modellato con fregi

scultorei formati da festoni di frut-ta e cherubini alternati a gigli,simbolo della Famiglia Farnese. Alcentro troviamo il maestoso porta-le ligneo, riccamente modellato,dal timpano superiore spezzato. Ilpiano superiore della facciata,posto al di sopra dell’imponentecornicione, è dominato dalleampie volute corrispondenti allecappelle laterali, da quattro lese-ne con ordine corinzio e dal mae-stoso finestrone centrale ai lati delquale troviamo, nei riquadri dellelesene, quattro Stemmi o Armiappartenenti alla Famiglia Farnesee a San Vittore, Patrono diVallerano. Superiormente la fac-ciata viene conclusa da un signifi-cativo cornicione e da un enormetimpano, al centro del quale èposto in posizione ieratica l’EternoPadre Benedicente attorniato daquattro Angeli. Le statue di SanPietro e San Paolo, poste ai latidella facciata in corrispondenzadelle ampie volute, chiudono inmaniera significativa l’intero siste-ma. Il tema del quadrato, “ilnumero Quattro” , con le evi-denti implicazioni simboliche ereligiose, permea l’intero comples-so in ogni partitura architettonica:una soluzione magistrale delRainaldi che poi adotterà a Romanel progetto iniziale della Chiesadi Santa Agnese in Agone inPiazza Navona. La facciata sicaratterizza per l’uso sapiente ecombinato del peperino, per lelesene e gli apparati decorativi, ilmattone o laterizio, per i riquadriinterni. L’interno del Santuario,con L’Altare Maggiore e le

Cappelle laterali in stucco bianco e oro, è visi-vamente dominato dall’Organo e dalla Cantorialignea, poste sul transetto una di fronte all’altra,di superba fattura e incomparabile bellezza.Autori dell’Opera i Maestri intagliatoriAlessandro Vibani e Giovan BattistaChiuccia che, tra il 1643 e il 1647, portarono acompimento l’intero complesso ligneo. Al cen-tro del transetto l’Altare Maggiore custodisce lapreziosa immagine della Madonna del Ruscelloa cui la Chiesa è dedicata. Ricco di intarsi e rilie-vi marmorei presenta quattro colonne dimarmo nero con il timpano superiore spezzato,secondo modelli formali e geometrici delBarocco Romano. La Cupola, tonda interna-mente e ottagonale nella parte esterna, e laLanterna venne realizzata nel 1620, sotto ladirezione di Giovanni Maria Benazzini,architetto della scuola del Rainaldi. Il 30Gennaio 1648, con una solenne cerimonia, ilSantuario venne benedetto e consegnato alculto Mariano e, nel 1724, Mons. Tenderini,Vescovo di Civita Castellana, consacrò ilSantuario alla Madonna del Ruscello.

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13Campo de fiori

American Legion - Tre civitonici soldati Americanidi Alessandro Soli

Compagnia 67^ fanteria Camp Sheridan Ale. 30.11.1918

Nelle foto ritratte a fianco sono seduti inuno dei tanti convegni che il “theAmerican Legion department of italy”organizzava per i reduci della prima guer-ra mondiale, i tre civitonici , che prestaro-no servizio per le truppe U.S.A. essendoemigrati in America ancora giovanis-simi,ed arruolati allo scoppio del conflittobellico. La loro è una storia parallela,amici per la pelle, partiti come tanti allaricerca di un lavoro verso quel paese cheallora rappresentava il massimo per leaspirazioni di un giovane in cerca di “for-tuna”. Essi erano : Stefanini Ugo, MoscioniSalvatore e Agostinelli Giuliano. StefaniniUgo , mio nonno materno e MoscioniSalvatore, padre di Moscioni Fabrizio enonno di Roberto e Michele. Salvatorepartì per l’America in tenera età, appog-giandosi presso un suo parente che lofece studiare e quì imparò quattro lingue.Dopo Salvatore partì anche suo fratelloMario, padre di quell’Alberto Moscioni dicui abbiamo parlato sul 9° numero diCampo de’ fiori. Una storia parallela,dicevo, in quanto appena rientrati negliStati uniti alla fine della guerra, di frontealla scelta più importante della loro vita:cioè quella di stabilirsi definitivamente inAmerica, come tantissimi altri loro conna-zionali e “civitonici”, fecero rientro in Italiaperché le “signore” che vedete nella foto,allora “fidanzate” dei nostri “combattenti”,non li acconsentirono per vari motivi, epreferirono un normalissimo matrimonioitaliano all’avventura americana. SoltantoSalvatore, dopo aver messo su famiglia inItalia, continuò a lavorare in America perparecchi anni e divise la sua vita fra que-ste due nazioni. Quell’ America, però,non si è mai dimenticata di loro, perchéper anni li ha invitati ai congressi chel’American Legion ha tenuto in Italia edinoltre hanno usufruito del vitalizio spet-tante a tutti i reduci della prima guerramondiale.

da sx Ugo Stefanini, Giuliano Agostinelli e la moglie Dina, Luisa e Salvatore Moscioni, seminascosta Giovanna Dottorini moglie di Stefanini

a sx Salvatore Moscioniattestato rilasciato a Salvatore Moscioni per il servizio

militare svolto negli Stati Uniti 1911 - Ugo Stefanini

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Campo de fiori14

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Il Personaggio MisteriosoVi invitiamo ad indovinare il personaggio misterioso riprodotto nella foto sotto.

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Anche gli abitanti di Via Rio Maggiore (Civita Castellana) ci hanno segnalato deglialberi secchi che, oltre a rischiare di cadere, non abbelliscono il quartiere.

Inoltre segnalano la totale assenza di panchine lungo tutta la via.

...e invitano gli ambulanti del mercato del Sabato a collaborare con l’amministrazione comunale per mantenere pulita l’area loro assegnata.

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Alcuni lettori di Campo de’ fiorihanno riscontrato un eccessivo movi-

mento delle lastre di ferro al passaggiodei pedoni, sul “ponticello” che collega

Via Falisca a Via Mazzini (CivitaCastellana).

Consigliano a chi di dovere di verificarnelo stato d’uso.

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Campo de fiori 15

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L’A.I.D.I. e Campo de’ fiori organizzano il concorso di bellezza “Miss e MisterCampo de’ fiori” finalizzato alla realizzazione di un calendario speciale.Per partecipare basta avere una età compresa tra i 18 e i 40 anni - inviare due fotoa colori (primo piano e figura intera) alla nostra redazione. La selezione verrà cura-ta da una giuria di esperti del settore. L’iscrizione è gratuita

Dati Personali

Cognome.......................................................................Nome........................................................

nato/a a....................................................................il..................................................................

nazionalità.............................................................stato civile.........................................................

Via................................................................Città..........................................Tel............................

Caratteristiche fisiche

Altezza....................Peso...................Taglia...................Occhi...................Capelli.............................

Voglio partecipare perchè................................................................................................................

.....................................................................................................................................................

Interessi

() Canto () Ballo () Teatro () Fotoromanzi () Televisione

() Cinema () Pubblicità () Sfilate di moda () Cabaret

Informativa legge 675/96 per il trattamento dei dati personali ( Art. 10/13/22 )La informiamo che la legge 675/96 prevede la tutela delle persone e altri soggetti per il trattamento dei dati perso-nali. Ai sensi della legge suindicata, tale trattamento seguirà i principi di correttezza, lucidità e trasparenza e tuteleràla sua riservatezza e i suoi diritti (art. 22). Ai sensi di legge la informiamo che il trattamento dei suoi dati personaliha per finalità, oltre all’uso interno o di archivio, la promozione e la diffusione ad aziende interessate alle sue carat-teristiche professionali e/o artistiche, al solo fine di inserla nei campi specifici. La promozione di cui sopra sarà effet-tuata con mezzi fotovideografici, informatici, internet. Il titolare del trattamento è Campo de’ fiori P.za dellaLiberazione n.2 - 01033 Civita Castellana (VT) al quale potrà rivolgersi per far valere i suoi diritti come previsto dall’Art.13. Il / La sottoscritt... acquisite le informazioni di cui sopra (art.li 3/22 Legge 675/96) acconsente al trattamento deidati personali e alla loro promozione anche da parte di altre società per scopi esclusivamente legati alla comunica-zione a mezzo foto, video, informatica e internet, delle proprie qualità professionali ed artistiche.

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Pubblichiamo con piacere la foto del nostro amico Paoloche è un affezionato lettore di

Campo de’ fiori

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Album de

Se vi riconoscete in queste foto venite in redazione e riceverete un simpatico omaggio. Se desiderate vedere p

Civita C

astellana 3^ elementare - anno scolastico 1936

nati nel 1927 - foto data dal Sig. Silvano Roscioli

Civita CastellanaCostanzo Camponi

“così piccolo e già dedito al lavoro”

Civita Castellana - Officina Mancini Lollino e Antonio e Spadiglia. Nella foto sono ritratti da sx Francesco Barboni, Massimo Micheli, Enrico Alessandri e Flavio Cesarini.

La foto ci è stata data dal Sig. Francesco Barboni.

16

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dei ricordi

pubblicate le vostre foto, portatele presso la redazione di Campo de’ fiori, esse vi verranno subito restituite.

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Campo de fiori18

Del Priore Luigi (Giggetto)Una vita di corsa.....

di Alessandro Soli

Quando sono entrato nel suo piccolo apparta-mento, per mantenere una promessa fatta aGiggi ormai da anni, il suo viso si è illuminato diuna strana luce, i suoi occhi brillavano, mentredalla sua bocca uscivano a valanga i ricordi diuna vita fatta di gesta atletiche, che, per esserenarrate, non basterebbero dieci numeri di Campode’ fiori. Una vita strana la sua, ora che è rima-sto solo, solo con i suoi ricordi, solo con le suecentinaia di medaglie, coppe, attestati, magliettedi partecipazioni, solo con le sue foto, che testi-moniano gli ultimi 30 anni della sua ultima pas-sione: LA CORSA. A proposito Luigi Del Prioreè nato a Civita Castellana il 07/11/1919 haquindi 85 anni, e dopo essere stato ciclista,motociclista, amante delle due ruote, all’età di54 anni comincia a correre. E’ questo l’unicogrande amore della sua vita, lui che è stato sem-pre solo (un single come si direbbe oggi), siaggrappa a questo amore travolgente, appassio-nato, e, come tutti gli amori, ricco di gioie e didisperazioni. Che strano, in quegli anni ha un fisi-co ancora integro, malgrado il congelamentodi 3° grado agli arti inferiori rimediato appenaventenne, sul fronte Greco-Albanese (1940-41). Voglio iniziare la sua storia atletica parlandodelle sue 9 (sì, avete letto bene: 9) parteci-pazioni alla 100 KM del Passatore, definita lacorsa più affascinante del mondo, che porta gliatleti da Piazza della Signoria a Firenze, a Piazzadel Popolo a Faenza; ebbene Giggetto (di cuivedete la foto della sua ultima partecipazione nel1991 a 72 anni suonati), è sempre partito,spinto da quell’amore che dicevo sopra, con ogni

mezzo: in treno , in auto, a volte anche a piedi,senza soldi, e senza sponsors, per raggiungerela sua amata: LA CORSA. Altre 100 KM impor-tanti che hanno visto la sua partecipazione: LaTorino-Saint Vincent (2 volte, 1977 e1979), La Marcialonga Veneta aMontagnana (2 volte) e si aggiudicò il“CRITERIUM” dei 100 Km nel 1975, premiodato a chi, nello stesso anno, aveva partecipatoad almeno 4 gare della 100 Km, la 100 Km deiGladiatori, a S.Maria Capua Vetere (nel1986 dove arrivò 2° nella sua categoria gliA.M. 65), inoltre La Perugia-Terni (44°assoluto su più di 700 concorrenti), LaPistoia-Abetone di Km. 53, che lui definiscetra le corse piu massacranti (7 volte), infineil massimo : Il Giro del Lago di Garda 150Km (2 volte) dove arrivò 37° assoluto. Nonmenzionerò di proposito le varie maratone emaratonine, anche locali, alle quali il nostro“eroe” ha partecipato, ma che sono tutte docu-mentate e gelosamente custodite nei cassettidella sua casa, ma soprattutto nel suo cuore. La

cosa incredibile, e questo ve lo posso affermareio, che ho fatto atletica fino a 18 anni (correvoperò i 100 mt piani), è che Giggetto ha fattotutto questo a 55 anni, quando un fisico “nor-male”, non può reggere a quegli sforzi.Anche in pista è stato un “grande” il culmine loraggiunse nel 1994, ai Campionati EuropeiVeterani di Atene, dove arrivò 2° nei 2000siepi nella categoria Masters 70, lui che dianni ne aveva già 75. “Sandro, sapessi chegioia vedere il mio nome scritto sul tabel-lone luminoso dello Stadio Olimpico diAtene, tutte quelle lucette che formavano :DEL PRIORE LUIGI”.

Continua sul prossimo numero.....

La 100 Km del Passatore nel 1991 - Giggetto Del Priore aveva 72 anni

Campionati Europei Veterani di Atene - 19942^ posto nei 2000 Siepi

Gli attrezzi del mestiere ... le sue amate scarpette

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Album ricoCampo de fiori

Se vi riconoscete in queste foto venite in redazione e riceverete un simpatico omaggio. Se desiderate vedere p

Civita C

astellana 1917 Scuola materna

foto data dal Sig. Enzo Tribolati

Anni ‘50 - giovani civitoniche durante una scampagnatafoto data dalle Sig.re Luigia e Fernanda Conti

Civita C

astellana Anni ‘40 Paola Stinchelli e Pierina N

atili, giovanibraccianti del C

onte Feroldi - Foto data dal Sig. Massim

o Perazzoni20

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deiordiCampo de fiori

pubblicate le vostre foto, portatele presso la redazione di Campo de’ fiori, esse vi verranno subito restituite.

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Fabrica di Roma anni ‘70 G

iochi senza frontiere - Premiazione

Foto data dal Sig. Furio Fabris

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Campo de fiori22

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Via M.Masci,19

Civita Castellana (VT)

T.0761.513182 Ab.T.0761.517601

Nella foto sopra è riportata una via di CivitaCastellana. I primi tre che la identificheranno

e ne daranno comunicazione in redazioneavranno diritto a ricevere un premio offerto

dalla Vinicola Mancini

Pillole di sapienza popolare

Da cosa deriva il detto “ avere il san-

gue blu”?

Fino agli inizi del ventesimo secolo,

c’era una netta distinzione di classi

sociali.

Si era o contadini o titolati.

I primi si alzavano al sorgere del sole

e si spaccavano le ossa. Versavano

lacrime, sudore e sangue su terreni

non loro. Quando la luce si nasconde-

va dietro l’orizzonte tornavano nei

giacigli, stanchi per la dura giornata.

I secondi si alzavano quando il gallo

già da un po’ di tempo aveva cantato

e la sera si divertivano tra danze e

banchetti. In quegli anni il mare non

era un luogo di divertimento, ma

approdo per navi di mercanti e predo-

ni.

Gli agricoltori passavano tutta la gior-

nata a lavorare nei campi quindi

erano abbronzati. I nobili, al contra-

rio, non prendevano il sole. Per

distinguersi da chi si dedicava ai ter-

reni, facevano del tutto per non avere

la pelle dorata. Avevano una carnagione così chiara che si potevano distinguere

nettamente le vene. Il loro colore e’ tendente al blu. Erminio Quadraroli

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Campo de fiori23

CivitaBriciole di storia cittadina

Il PonteClementinodi Raniero Pedica

Molti artisti e pittori, tra cui particolarmenteespressivo è il quadro di Edward Lear del1844, nelle loro opere, hanno rappresentatoquest’importante tratto viario che, sin dallasua costruzione ha avuto un ruolo decisivoper la crescita urbanistica, commerciale esociale di Civita, in virtù soprattutto dei mag-giori collegamenti viari verso la consolareFlaminia e Cassia. L’opera, alta circa 50metri, è situata in corrispondenza dei costo-ni tufacei di confluenza dei fossi RioMaggiore e del Rio Purgatorio nel loro cam-mino verso il Treia. I lavori iniziati nel 1702furono terminati nell’arco di sette anni.“Clementino” perché deriva da PapaClemente XI, committente dell’opera, la cuirealizzazione fu affidata all’architetto FilippoBarigioni ( realizzò anche l’acquedotto diNepi) per rendere più agevole ai pellegrini ilviaggio verso il Santuario di Loreto ed accor-ciare la strada verso Ponte Felice sul Tevere.Il primitivo impianto, composto da sei archie due ordini d’arcate sovrapposte crollò rovi-nosamente il 29 ottobre 1861. I cedimentistrutturali furono causati dall’impiego nellacostruzione di manodopera locale (poco spe-cializzata) e alle conseguenze di una disa-strosa alluvione, dopo giorni e giorni di vio-lenti temporali, che determinarono il crollo ditutti i maggiori ponti cittadini. Nel 1862 ini-ziarono i lavori di ricostruzione di PonteClementino, rinnovato con un solo arco cen-trale come nell’assetto attuale. Papa Pio IXfinanziò il consolidamento e la ricostruzione.

Un’iscrizione posta anticamente sulla portad’accesso al Ponte recitava “lo rese sicuro ailati con imponenti rinforzi- lo fornì di un’ar-cata più larga onde sostenere l’impeto d’ac-que fluviali- allargò la strada, la rese dritta,la spianò con materiali di riporto-restaurò laporta arricchendola di abbellimenti”). Talilavori furono completati nel 1870 sotto lasovrintendenza del Ministro dei lavori pubbli-ci Card. Giuseppe Bernardo. I lavori per l’a-

pertura della tratta ferroviaria CivitaCastellana - Fabrica di Roma-Vignanello, ter-minati nel 1912 determinarono purtroppol’abbattimento della monumentale Porta diPonte Clementino, ad arco centrale e dueporte laterali. Il territorio a sinistra di PonteClementino era chiamato Campo di fiera,poiché ivi si svolgeva un’imponente fiera dibestiame che richiamava viandanti ed acqui-renti da tutti i paesi limitrofi.

Stampa - Ponte Clementino ritratto prima del crollo del 1861

Stampa - Ponte Clementino ritratto dopo i lavori di ricostruzione

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Campo de fiori24

Tra le numerosepoesie pervenu-teci in redazionein questi giorniho voluto con-centrare l’atten-zione su quelledi un poeta pur-troppo non piùin vita, LoretoTerra, che con lasemplicità deisuoi versi èriuscito a donare

alle composizioni liricità e musicalità. LoretoTerra nasce a Lecce nei Marsi, in provinciadell’Aquila, il 2 luglio 1907 e trascorre la sua vitain questo piccolo paese che deve il suo nome alfitonimo latino “Quecus Ilex”, ovvero la piantadel leccio, di cui era piena la valle sottostante l’a-bitato originario. Il paese, sorto nell’altoMedioevo, fu ricostruito completamente dopo ilterribile terremoto del 1915. E’ qui che trascorrela sua giovinezza Loreto, tra l’amore dei suoi carie l’attaccamento alle tradizioni della sua cittadi-na.Sarà proprio questo forte legame con la suaterra che porterà Loreto, in età adulta, a scrive-re versi in rima dedicandoli, gran parte, a quegliabitanti più conosciuti che ormai erano soliti farsichiamare solo con i loro soprannomi. Durante glianni travagliati e dolorosi della seconda guerramondiale, Loreto aiutò intere famiglie del paesea sopravvivere alla fame e agli stenti, grazie almestiere che esercitava, vale a dire quello dimugnaio.Era questo un mestiere che nel novecento, soli-tamente, veniva tramandato di padre in figlio eche era ricco di fascino, soprattutto per i tantisegreti riguardanti la macinatura dei cereali.Famiglie intere portavano a macinare il grano dalmugnaio Loreto e lui, di animo nobile e alquan-to sensibile, non si tirò indietro nel momento piùdifficile vissuto dalla sua terra e aiutò tante per-sone sfamandole in tempo di carestia. Oggi cheLoreto è scomparso (è morto il 23 Dicembre1987) suo figlio Mario, che dei quattro figli èquello che ha ereditato la vena poetica delpadre, ha voluto omaggiarlo regalandoci una trale sue più belle liriche che egli scrisse nel 1975dedicandola alla Madonna delle Grazie. Leggendo questo componimento ci si immergecompletamente nell’armonia dei versi scorrevolimessi in rima che rendono la lirica piena di emo-tività.E’ come se si stesse leggendo un inno, unapreghiera intensa rivolta alla Madonna che,come una Musa, Ispira a Loreto i versi più com-moventi e più veri. Leggendo lentamente ogni parola si coglieimmediatamente una richiesta disperata di aiutoda parte di un uomo che vive in un mondo dovela cieca ambizione dei potenti e la corsa alla arminucleari offusca la bellezza di una pace che sem-bra non arrivare mai. Con parole colme di amore e di rispetto il poetasi congeda chiedendo alla Madonna di riportaretutta l’umanità sotto il suo bel manto per fare inmodo che il dolore, il pianto e i mali della vitapossano per sempre scomparire. Con nostalgia ed emozione Mario Terra, figlio diLoreto, ha consegnato in redazione questa poe-sia che noi pubblichiamo in questo numero edha voluto lasciarci anche un suo componimentoche ripercorre, con animo malinconico, i giornilieti trascorsi nella sua cara terra natia. Ricordi diun tempo, rumori lontani e ormai svaniti, emo-zioni fugaci ritornano vivi nella mente di unpadre e di un figlio accomunati da un’unica, verae grande passione, quella cioè dell’arte poetica.

Barbara Pastorelli

Il gusto di riscoprire“Il magico mondo della poesia”

di Barbara Pastorelli

PREGHIERA ALLAMADONNA DELLE GRAZIE(Loreto Terra, Lecce nei Marzi 1975)

Per un poeta la più bella cosa

è se dall’alto lo ispira la Musa,

specie se il canto, l’inno o la preghiera

è rivolta a colei che è dispensiera,

di grazie, di favori e di consigli

è sempre generosa con i suoi figli.

O Madre delle Grazie Madre nostra

ascolta chi ai tuoi piedi ti si prostra.

Se Maggio ridà vita a tutti i fiori,

tu ridai speranza a tutti i cuori.

Madonna delle Grazie ti preghiamo

di far sentire al mondo il tuo richiamo.

Illumina la mente ai governanti

di tutti i cinque continenti:

che facciano un fioretto ed un omaggio

a questo tuo mese di Maggio

inviando la colomba della pace

che a tutto il mondo piace.

E la terribile arma nucleare

pensaci tu a non farla scoppiare.

Se avverrà così, l’anno Mariano

ci farà riprender per mano

e ritornare sotto il tuo bel manto

senza più lacrime, né pianto.

Con queste mie parole senza ingegno,

ti ho voluto dare un segno

del mio amore e del mio affetto

e te li offro per fioretto.

IL MIO PAESE(Mario Terra, Lecce nei Marsi 1960)

Povero,abbandonato,con strade fangose, rotte

è il mio paese.All’alba il cigolio del carro,

l’incedere dei cavallis’ode.

A scuotere dal teporedonne e fanciulli

è l’uomo della frutta secca.Strepitio, poi,

di voci femminilie di svariati suoni.

Talvolta una literinnova la vita.

Una donna sulla soglia di casail bianco, gonfio seno

porge all’ultimo neonato.Il giovinetto lancia

uno sguardo furtivoe turbato nell’animo resta.

Di notte, sempre,un miagolio di gatti,

un’abbaiar di cani.

Foto pubblicata sul n. 8 di Campo de’ fiori. Sono stati riconosciuti: 1°fila in basso dadx Filippo Tontoni, Eraldo Bruzziches, AlfioBarboni, Seno Arrigoni, Pietro Parroccini,Irmo Soli, la maestra Cremonini, ArnaldoCossio, Cancilla, Enzo Vaselli, SilvanoRossini, Osvaldo Pescitelli, Ettore Tuia.2°fila da dx Ilario Pelinga, Fausto Conti,Vincenzo Del Frate, Luigi Trastulli, AlfonsoCimarra, Vasco Costantini, GiacomoCamponi, Piramo Scorcella, MarioMezzanotte, Attilio Mancini.

Foto pubblicata sul n. 8 di Campo de’ fiori. Sono stati riconosciu-ti: 1 Carlo Beccio, 2 Zuchi, 3 Piero Basili, 4 Mariotti, 5 Corradi,

7 Angelo Santoro, 8 Aldo Del Priore, 9 Grilli, 10 Fabri, 11 DiMattia, 12 Conti, 13 Giorgio Sorichetti, 14 Pizzi, 15 GianniCalisti, 16 Sergio Smargiassi, 17 Guido Spinelli, 18 MarcoMarchetti, 19 Leonardo Ciavarella, 20 Mauro Mancini,21

Ermanno Lemme 22 Carlo Ilarioni, 23 Mario Quadraccia, 24Pedica, 25 Gianfranco Roncio, 26 Mariano Ghirichini, 27Sandro Anselmi, 28 Fabio Finesi, 29 Serafino Ercolini.

Foto pubblicata sul n. 8 di Campo de’ fiori. Sono stati riconosciuti:1 Maria Silvia Cipriani 2 Adriana Cipriani, 3 Sandra Angeletti, 4 Maria DelPriore, 5 Giuseppina Ercolini, 6 Crestoni, 7 Anna Conti, 8 Pierina Pistola,9 Luigina Corazza, 10 Maria Fantera, 11 Anna Oddi, 12 Gianni Cavalieri(D’Artagnan), 13 Rita Galatini, 14 Pistola, 15 Pietro Arrigoni, 16 FrancoDe Santis, 17 Antonio Giovannini, 18 Dottorini, 19 Adriana Tomei, 20Ferruccio Annesi, 21 Avv. Lucio Angius, 22 Giancarlo Cavalieri, 23Domenico Del Priore (insegnante di violino), 25 Franco Bonini, 26Mozzicarelli, 27 Isa Costantini, 28 Anna Maria Rossi,29 Elisa Bernardi.

Loreto Terra

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Campo de fiori25

Cari amici la storia di

Noel siarricchiscesempre più

di nuoveavventure.Conservategli inserti

e........buona lettu-ra dai vostri

Cecilia eFederico.

Ronci- Antichi

Carissimi Lettori Ronciglionesi,Vi porgo tutto il mio affetto per l’amore mostrato verso questo giornale e nei confronti dei miei articoli. AbbracciandoVi tutti, rin-grazio coloro che da più parti mi hanno fatto i complimenti. Questi elogi mi colmano di gioia.Un ringraziamento particolare va a tutti i negozianti del Paese che mi permettono di effettuare una distribuzione capillare e cheattivamente contribuiscono con il loro impegno a far crescere i contenuti delle pagine ronciglionesi. Infine, vorrei invitare chiun-que abbia foto vecchie della nostra bella cittadina e dei suoi abitanti a contattarmi all’indirizzo e-mail [email protected] ,oppure al numero 0761.513117, per poterle inserire sul giornale. Vi ringrazio di nuovo e Vi porto nel cuore. Erminio Quadraroli

Le sere d’estate, nelle campagneronciglionesi, i grilli con il loro cantoaccompagnano il sonno di chi anco-ra sembra non essersi accorto delloscorrere del tempo. Fuori dallemura tufacee di casolari oramaiabbandonati, lustrori antichi scalda-no i racconti di anziani non curantidel frenetico vivere di oggi. Tramaiali silenziosi e carretti dei quali,dopo la morte del mulo, si sonoimpadronite le sterpaglie, si tra-mandano oralmente storie ora fan-tasticamente inquinate dal tempo eda leggende. Questa linea leggerache solca verità e fantasia appassio-na i piccoli nipoti stretti nell’abbrac-cio dei loro nonni. Le loro boccheilluminate da “ fascine” scoppiettan-ti sono intente nel mangiare salsic-ce bruciacchiate che conservanosapori di una volta. Tra un danzaredi vino rosso e di braciole si aspettache nel “callaro” sia pronta la ricot-ta. Intanto iniziano i racconti…Nonno Mario esordisce puntando ilsuo dito indice esile e tremante incielo verso il Grande Carro: << Abordo di quel carro giunse a

Ronciglione un uomo con il coraggiodi un leone e il cuore tenero di unbambino: Ercole! Con la forza deisuoi muscoli tolse la clava da unaroccia e nacque il Lago di Vico…>>.Le sue parole rapiscono lo sguardodei bambini mentre il vecchio ritor-na alla realtà narrando come graziea quello specchio d’acqua hannotrovato lavoro i suoi avi sin dal cin-quecento. In quegli anni i Farneseresero la piccola cittadina cimina unpolo industriale di spicco. Sorseroferriere lungo tutto l’emissario dellago, il Rio Vicano. Così i suoi ante-nati, maestri nel forgiare, scesi dallaLombardia richiamati da Papa PaoloIII insegnarono la loro arte allapopolazione. Questi “artisti ferraz-zoli” producevano utensili per l’agri-coltura e l’industria. Le creazionironciglionesi erano presenti in tuttolo Stato Pontificio, grazie anche adun editto che a cavallo tra diciasset-tesimo e diciottesimo secolo proibi-va l’entrata e il commercio nellazona di manufatti in ferro prove-nienti da altre regioni. Nacqueronumerose ferriere….<<…ma un

giorno…>>, prosegue così nonnoMario riportando alla memoria l’in-cendio di Ronciglione da parte delletruppe napoleoniche guidate dalgenerale Valterre, <<… arrivaronocavalli dalle ali di fuoco e uomini diferro. Assordanti ferraglie segnaro-no il declino di una industria cheaveva dominato incontrastata…>>.Nel silenzio della sera e degli spet-tatori affascinati, si ode uno scorrerdi acque. E’ quel Rio che porta conse le anime di coloro che sotto icolpi di un maglio si sono adoperaticonsumandosi pian piano. Questogrosso martello solo poco tempo faha smesso di riecheg-giare tra la vita cittadi-na. Con nostalgia e convoce tremante narra diquando lui con la suabicicletta si recava làdove il ferro incande-scente aspettava i suoicolpi per nascere adesistenza rinnovata. Suquelle strade sterratenon si sentiva nient’al-tro che ligneo rumore

di carri e trottare di zoccoli. <<…lin-gue di fuoco mi hanno colpito>>,così dice mentre mostra i segnidelle unghiate del ferro, << ma hosempre sottomesso il duro metal-lo…>>. Quel fuoco che illumina lanotte lo porta a ricordare quandodavanti alla fornace il sudore siimpregnava di denso fumo e lo ren-deva irriconoscibile anche agli occhidei suoi cari. Nel rivivere questimomenti lascia spazio ad altri rac-conti congedandosi nella consape-volezza di essere l’ultimo testimonedi quel timido colpo di maglio.

Il maglio

Continua.....

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Campo de fiori26

Castel San

- Ricordi militari di unottantasettenne paracadutista per caso

di Riccardo Pieralisi

Il protagonista di questa storia precisa che il suo e quello dei suoi compagni non fu un atto eroico ouna dimostrazione di coraggio, ma fu un atto dovuto in quei momenti di storia italiana.

AntefattoSiamo ai primi dell’Aprile1938, viene costituita, intutta fretta, la prima scuolaparacadutisti d’Italia pressol’Aeroporto di Tripoli. Ne fanno parte come primonucleo alcuni ufficialidell’Esercito Italiano ed unbattaglione di ascari (solda-ti coloniali).Il 15 Maggio 1938, dopo

aver frequentato un corsoteorico, avviene il battesimodell’aria. Cinque aerei trimotore informazione di volo per laprima volta in Libia, effet-tuano un lancio di paraca-dutisti. L’esito non è buono:due ufficiali e sette ascari sischiantano al suolo. Una commissione d’inchie-sta rivelerà che l’incidente èdovuto alla formazione trop-po serrata. Intanto panico e malconten-to invadono i superstiti del

15 Maggio 1938 - Tripoli - formazione del 15^ stormo Capitano Maddalena e Sergenti Maggiori Nevelli, Andreotti, Cammillucci e FerraraIl giorno 5 Giugno 1938, alleore 8:30, un aereo S81 tri-motore del 15° stormo aero-plani da bombardamentosorvola verticalmente l’aero-porto Castel Benito di Tripoli.Sette paracaduti, in rapidasuccessione, costellano l’areasovrastante il campo d’atter-raggio. Appeso ad uno diquesti sette paracaduti c’èl’Aviere Scelto AzelioCammillucci di CastelSant’Elia in servizio presso la21° squadriglia equipaggio divolo numero 5.L’atterraggio è perfetto.Congratulazioni delle autoritàpresenti, si sciolgono lerighe.

lancio e quelli che successi-vamente dovranno effet-tuarlo. I paracadute sonosicuri (vallo a far capire aquei poveretti!) : occorreuna forte dimostrazione cherassicuri tutti ! Il comandan-te della scuola paracadutisticonvoca tutti gli equipaggidi volo e chiede sette volon-tari che eseguano, da 500metri, un lancio con gli stes-si paracaduti già usati. Il lancio è perfetto. Fugatigli ultimi timori e dubbi,l’addestramento riprendecon ottimi risultati.

Castel Sant’Elia - Scuola Materna 1940

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Campo de fiori

I Torre e le noccioledi Sandro Anselmi

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Chi non ha piegato la schiena a raccogliere lenocciole, sia perché figlio di contadini, o perchéamico dei figli di contadini ? Perfino i villeggian-ti romani, che a Fabrica d’estate , per pura ami-cizia o per voglia di racimolare un po’ di soldi,facevano quell’esperienza non proprio leggera.Agli inizi le nocciole venivano colte direttamen-te dagli alberi che, lasciati crescere a dismisura,per via di una potatura a quei tempi primordia-

le, dovevano essere “scalati” dagli operai piùgiovani e più atletici che poi, appesi ai rami piùalti, si facevano cadere con essi, vincendo cosìla loro resistenza. Qui erano pronte le donne ditutte le età che, al grido di – “sotto alle punte”-, acciuffavano le “cimate”, per spogliarle delloro prezioso frutto. Esso veniva riposto incapienti “sinali” legati alla vita e ripiegati, conun sistema arcaico, a formare una sacca. C’erala gara a chi riempiva per primo il “sinale” che,una volta pieno, veniva svuotato dentro i sacchi(balle) di iuta che emanavano quel loro caratte-ristico odore. Siccome i sacchi erano spessopochi e sempre vecchi e rammendati, perchécostavano, essi venivano pigiati ben bene perfarli riempire al massimo, sicché quando dove-vano poi “incollarli” sulle spalle (tra collo e spal-la), era un bel discorso percorrerci quei sentieriinterminabili ed accidentati. Ma agli uomini diun tempo, la volontà e la forza non mancavanomai, semmai non vedevano mai un quattrino e,per riempire lo stomaco, perennemente affama-

to, quelle scodelle, sempre avare di contenuto,venivano rimpinzate di tozzi di pane raffermoche si gonfiava con le brodaglie lisce e forte-mente profumate (il profumo era sempre l’acer-rimo nemico tentatore). Il caldo insopportabiledi quei giorni (le nocciole venivano colte alloraad Agosto), minava la resistenza di tutti e quan-d’era il momento di mangiare sul campo un po’di pane e pomodoro (ma strofinato sopra cosi

da “macchiare”tante e tante fette)con un pizzico disale e, non sem-pre, un filo d’olio.Si sdraiavano perun po’ all’ombra,direttamente interra o, magari, seerano fortunati, suisacchi semi pieni dinocciole. Questo,dopo che si eranotolti di dosso laterra e quella male-detta polvereappiccicaticcia del-

le nocciole, con l’acqua allora limpida del fosso,dove erano stati messi al fresco i“barilozzi” dell’acqua e del vino.Mentre mangiavano però, nonmancavano mai i discorsi deigrandi sulla quantità e sulla qua-lità del prodotto e sul sognato edagognato ricavato che ne avreb-bero avuto con la vendita aiTorre. Lì c’erano tutti i progetti ele speranze di vita per l’anno avenire. I sacchi venivano svuota-ti sulle aie (are) e le noccioleerano sapientemente battute emescolate per poterle essiccareal sole. Le bucce che conteneva-no ancora le nocciole non uscitespontaneamente, venivano poiraccolte con delle ceste (panare)o recipienti di legno scavato(capestrino – appunto da capare)e le persone più anziane ed i

bambini che magari non erano adatti alla rac-colta sui campi, le capavano recuperando queifrutti che erano rimasti attaccati al guscio. Aibambini, per quel lavoro veniva promesso ungelato per le feste patronali di S. Matteo.Spesso, vista la necessità e la forte povertà,cercavano di far passare per buone anche lenocciole vuote e cioè quelle senza frutto all’in-terno, raschiandone magari il fondo con leunghie o con un coltellino, sperando poi cheTorre non se ne accorgesse. In quegli anni,infatti, i sensali che lavoravano per Torre nonpraticavano la “resa” come oggi, sicchè un po’complici forse di quei poveri contadini, chiude-vano spesso un occhio sulla qualità del prodot-to che andava così, tutto al peso. Nel frattempol’azienda Torre lavorava per valorizzare al mas-simo il prodotto e proporlo ai preziosi consuma-tori e, tutta la professionalità e l’abilità presta-ta nel mantenere i rapporti commerciali conaziende serie e di prim’ordine, dava quellenecessarie garanzie che, a caduta, portavano alpopolo quella sicurezza e quella crescente,costante ricchezza, che avrebbe negli annimigliorato la qualità stessa della vita dell’interopaese.

... continua sul prossimo numeroOperai della ditta Torre che controllano la riempitura di sacchi

anni ‘50 - Il Cav.Carlo Torre nel suo stabilimento

Fabrica di

operaie intente alla cernita delle nocciole

Gruppo di contadini durante la raccolta

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Campo de fiori 29

La storia diMax

...La simpatia e l’amicizia di Otello Narduzzi,storico chitarrista, maestro di tanti allievi e vir-tuoso alla chitarra awajana, da lui stessocostruita, nonché degno padre del MaestroNicola Narduzzi, eccellente violinista, convinceMax a cantare con l’orchesta “Brazil” (dellaquale narreremo la storia in un prossimo nume-ro di Campo de’ fiori). Inizia così una nuova sta-gione con un nuovo repertorio ed un generemusicale decisamente diverso. I componentidell’orchestra Brazil, al momento della parteci-pazione di Max erano appunto Otello alla chi-tarra, Francesco Alessandrini al sax tenore eclarino, Remo Morelli al sax contralto e LuigiCensi alla batteria, cosicché Max ne diveniva lavoce e suonava la chitarra basso. Non era infre-quente però, vista l’amicizia con altri gruppimusicali, la partecipazione di altri valenti musi-cisti provenienti dalla famosa orchestra deiFarnesi di Caprarola come Vincenzo alla tromba,Fernando al basso, Paolo alle tastiere e, daiMenestrelli di Carbognano il tastierista Mario.Anche questa sarà una stagione piena di suc-cessi e di innumerevoli impegni musicali. A que-sto punto Max ricorda con commozione la peri-zia musicale dei compianti amici Remo eChecchetto e la profonda amicizia che lo legavaa loro. Ricorda che, tornato dall’Università, pas-sava spesso i pomeriggi a suonare sulla soffittadi Remo, dove erano sistemati gli strumenti.Passava poi nel “salotto” della bottega da calzo-laio di Remo, dove si ritrovavano tra un paio disuole e tacchi, i personaggi più estrosi delmomento: Romolo Malatesta , ErnestoMalatesta, Bruno Pucci, Matteo Sciosci, SilvanoPolidori, Valerio Giovagnoli, Enrico Capitoni,Nando Cianchi, Ermanno Rattini. Si parlava ditutto, di musica, di donne… Remo trattava, ineffetti, Max come un figlio e gli diceva “mettitiun foulard attorno al collo altrimenti ti va via lavoce…” e ancora “...tu hai la voce adatta per leorchestre, non per i complessi...”.Max ricorda ancora con nostalgia i veglioni chefinivano all’alba e le serenate fatte alle ragazzedel momento e, su tutto, quella stupenda atmo-

sfera che regnava nel gruppo sempre allegro epieno di amicizie. Nel Settembre del 1970 Maxsi esibisce in piazza con i “Falisci” (vedi Campode’ fiori n. 7) durante le feste patronali fabri-chesi. Nell’inverno successivo sono insieme pertutta la stagione carnevalesca nel prestigiosolocale “Cinque Stelle” allora bar-albergo-risto-rante. Il “Cinque Stelle” è stato testimone deimaggiori successi dell’epoca e si riempiva all’in-verosimile, da dover usare addirittura le cameredel piano superiore. Così pure quell’anno, comein quelli precedenti, i complessi che suonavanonei locali di altri paesi e finivano prima, o nonavevano avuto pubblico, raggiungevano poi il“Cinque Stelle” per esibirsi in qualche pezzocome faceva Franco Mechilli di Caprarola e gliSquali di Viterbo che avevano cercato inoltre diingaggiare Max per una tournè all’estero, rice-vendo però un diniego dal padre, il quale vede-va per lui un futuro di studi ed un posto di lavo-ro sicuro…

...continua sul prossimo numero

Max con l’orchestra “Brazil” ed altri elementi

Max con l’orchestra “Brazil”

Max e le mitiche lambretta e mini

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Campo de fiori30

Tullio TaliaDirettore artistico

Via Garibaldi, 14 - Civita Castellana (VT)Tel./Fax +39.0761.513183

Amarcord Gli uomini passano ed i luoghi cambiano,ma Fabrizio Moscioni e Massimo Conti siavventurano lungo il fiume Treia con lasperanza di ritrovare in quei luoghi la lorogioventù, i loro giochi e quei fantasticimomenti trascorsi insieme alle “bande” diamici.Alla “legata”, (sbarramento sul fiumeTreia, a sud-ovest di Civita Castellana, cheserviva ad alimentare una mola che sorge-va a valle e, precisamente, dove era lalocanda dei “Tre Re”) si riunivano, nelperiodo estivo, tutti i ragazzini di untempo. Quella era la loro meta di villeggia-tura, l’ambita spiaggia dalla quale potersituffare e rinfrescare nelle chiare acque (untempo non inquinate) durante le afosegiornate estive. I gruppi di ragazzi che sirecavano in questi luoghi erano in preva-lenza maschili e sfoggiavano elegantissimicostumi (mutande spesso anche rattoppa-te) che avrebbero fatto invidia a quelliindossati dai primitivi. Questi luoghi, nel periodo estivo, si anda-vano così popolando che, i proprietari ter-rieri confinanti con la “legata”, decideva-no spesso di chiudere i passi per evitarneil passaggio. Di conseguenza i giovani bagnanti si river-savano nel tratto appena prima della“legata” chiamato “brecciara”, nel puntodove il Rio Filetto si getta nel Fiume Treia;La “Brecciara” diventava meta ancor piùambita da parte dei nostri giovani civitoni-ci in quanto, vicina al ponte sul Treia, vierano dei crateri formatisi durante i bom-bardamenti degli alleati, per distruggere ilponte stesso, nei quali i giovani si cimen-tavano in gare di ciclo-cross. Successiva-mente veniva scoperto un altro luogo doveandare a giocare: il “Cavò” . Qui le pieneinvernali del fiume Treia creavano delleprofonde forre dove l’acqua diventava piùprofonda e le spiaggette che costeggiava-no il fiume permettevano ai giovanibagnanti di sdraiarsi al sole come autenti-ci villeggianti. I fiumi venivano presi d’as-

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Campo de fiori31

d i luoghi dell’infanziadi Cristina Evangelisti

salto dalla mattina alla sera da tutta la gio-ventù di Civita Castellana che, per le oretrascorse in acqua a giocare, ne usciva afine giornata con le labbra violacee. Legiornate trascorse nelle acque della“Legata”, della “Brecciata” e del “Cavò”,non valgono per Fabrizio e Massimo (eforse per molti di quei ragazzi di untempo) meno di un bagno alle Maldive oalle Canarie. E’ incredibile pensare come oggi ognuno dinoi si possa far condizionare dal problemadi dove andare a trascorrere le ferie.L’ansia di cercare luoghi e lussi sempremigliori di quelli dei nostri amici o cono-scenti, ci fa perdere di vista il vero signifi-cato del “riposo” e della parola “vacanza”.Negli anni 50 per i ragazzi la “vacanza” era“vacanza” e basta. Non importava il luogodove si andava a trascorrere, anche per-ché ci si doveva arrangiare con ciò che lanatura offriva nei dintorni di casa; ma lacosa importante era vivere quei momentidi libertà dal lavoro o dalla scuola insiemeagli amici, farne di nuove e e gustarsi ciòche la vita ti offriva. Spesso non ci accor-giamo che ciò che cerchiamo nel periododelle ferie non lo troviamo in luoghi lonta-ni, anzi questi spesso ci deludono proprioperché non abbiamo le compagnie giusteper poterci andare. Il problema non è dove andare, ma con chiandare e, questo Fabrizio e Massimo e iragazzi che, come loro, frequentavanoquei posti lo avevano capito bene. In queiposti si sono strette grandi amicizie forti esincere. Con grande stupore, i nostri due avventu-rieri, hanno scoperto che la “legata” è dinuovo frequentata proprio da quei ragazzidi un tempo. Ormai grandi e con i figli, ladomenica, con un panino ed una bottigliad’acqua fresca, portano le loro famiglie ariscoprire quei luoghi e, nelle acque forsenon troppo pulite, cercano di ricreare, contanta nostalgia, quell’atmosfera che li haresi felici.

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Campo de fiori32

N ATI Matrimoni Morti19.6.04 Abati Barbara/Carrisi Massimiliano

2.6.04 Abati Roberto/Vecchiotti Barbara

12.6.04 Angeletti Valentina/Romano Luca

26.6.04 Angeli Andrea/Cavallari Eleonora

25.6.04 Antonelli Francesca/Carosi Roberto

12.6.04 Antonelli Nello/Di Clemente Angela

19.6.04 Braconi Lucia/Mazzolini Franco

06.6.04 Ceccani Enrico/Mascioli Silvia

13.6.04 Di Bernardino Francesca/Baiocco

Fabrizio

12.6.04 Fanicchia Luca/Ferri Antonietta

19.6.04 Gavrila Victor/Manta Daniela Claudia

13.6.04 Leonardi Emanuele/Roscioli Vanessa

20.6.04 Liberali Serenella/Vincenzi Pietro

06.6.04 Mariani Larissa/Rompietti Giampiero

14.6.2004 Basso Eleonora

29.6.2004 Bobboni Leonardo

28.6.2004 Brandi Flavio

11.6.2004 Capaldi Lorenzo

07.6.2004 De Antonis Daniel

15.6.2004 khattab Omar

18.6.2004 Patrizi Riccardo

11.6.2004 Piacentini Federico

10.6.2004 Profili Gaia

03.6.2004 Sorge Claudia

05.6.2004 Tombolini Thomas

Audia Anna Maria 07.06.2004

Cernetti Adino 18.06.2004

Feliciani Elio 30.06.2004

Mariani Angela 13.06.2004

Mariani Riziero 07.06.2004

Molinari Liliana 11.06.2004

Rita Francesco 12.06.2004

Rosellini Bernardina 24.06.2004

Tribolati Enzo 12.06.2004

Civi

ta C

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llana

Giu

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2004 Civita Castellana G

iugno 2004

CARTOLINA DI ABBONAMENTO ANNUALESI desidero abbonarmi a :

- Campo de’ fiori (12 numeri) a € 25,00I miei datiNome Cognome__________________________

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N ATI Matrimoni MortiJaff Lara

Bracci Federico

Benassi Jacopo

Frabotta Tommaso

Mecucci Gabriele

Mecucci Matteo

Deltoso Aurora

Capaldi Francesca

Meloni Arcangelo/ Pana Anisoara

Molini Renzo/Pelli Elisabetta

Fabretti Riccardo/Lucaroni Sara

Casasole Alessandro/Mecucci Elisabetta

Marani Claudio/Vettori Barbara

Bondini Marco/Antonangeli Laura

Lotti Riccardo/De Silvestri Gabriella

Casini Paolo/Cabresa Sunilda

Fabrini Luigia

Federici Ida

Lazzaroni Ruggero Marino

Moretti Vittoria

Carloni GiuseppaRonc

iglio

ne

Giu

gno

2004

Ronciglione Giugno 2004

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Campo de fiori33

19 Marzo 1957 - Ceramisti di Civita Castellana in udienza da Papa Pio XII - foto data dal Sig. Bruno Fontana

1910 Allieve ricamatrici di Civita Castellana - foto data dalla Sig.ra Lucia Vaselli

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Campo de fiori34

C.so Bruno Buozzi , 42 - 44Civita Castellana (VT)

Tel. 0761.513231

01033 Civita Castellana (VT)Via Falisca,89 Tel.0761.598182

Fax 0761.591579P.zza Matteotti,16 Tel. 0761.518145

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Agente GeneraleCristiana Barduani

Via della Repubblica, 401033 Civita Castellana (VT)

Tel. 0761.513733

Telefoni CellulariRicariche

Attivazioni Telefonicheaccessori - telefonia fissa - cordless - fax

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Orario di Aperturatutti i giorni dalle 9 alle 13 e dalle 16 alle 20Sabato e Domenica dalle 9 alle 20 - non stop

Trevignano RomanoVia della Rena 5 (di fronte Bar Chalet)

Tel. 06.9999576 Fax 06.9999870

Perizie e Stimedi

Zenoni MarcoVia Madonna delle Rose, 1/BCivita Castellana (VT)

Tel.0761.599066

Cell.

Poe

una classe degli anni ‘60 col Maestro Costanzelli - foto data dal Sig. Carlo Andreucci

C’è una bambinain questo mondo,ma così brava,ma così buona,che, anche quandofa i capriccitutto le si perdona.

Ha il nome di una fata,e principi, regine e re,li ha tutti quanti attorno a sè:

la mamma ed il papài nonni, gli zii di ogniforma e specie...

A scuola, studiae canta,ed è convintadi andare ancora meglio,quando frequenteràla classe quinta.

Ama il mare, i montie la campagna,e in ogni doveha tanti amici cari.

Chi è questa bambinacon pregi e con virtù?

Ylenia, ti riconosci tu? Roberto Costanzelli

YleniaYlenia

Vogliamo ricordare la sensibilità dell’amico poeta,Maestro Roberto Costanzelli, con una suapoesia dedicata ad Ylenia

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Campo de fiori 35

Vivai Piante

“Sabina”Piante da Frutto-d’appartamento

Ornamentali-da giardino

Via Lambruschina sncLoc. Borghetto

Civita Castellana (VT)Tel. 0761. 540 733

GiacintoIl giacinto all’origine era probabil-mente di colore rosso (dal greco

Giak significa rosso cupo). InItalia il bulbo del Giacinto giunse

per la prima volta alla fine del1500 dall’Asia Occidentale. Moltopreziosa è la sua essenza con la

quale si ricava un profumo prezio-sissimo e ricercato.

Significati: giacinto rosso=dolore,giacinto blu=coerenza. Il giacinto in genere rappre-

senta il gioco ed il divertimento.

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sie

Settant’anni ormaivecchi ricordi del tempo remotofu mio padre incaricato a tagliar legna per il fuoco

Le querce da tagliare in località La Cesasegnavano i confinitra le famiglie dei Ruggieri e dei Sebastianini

Che fatica, quanto sudoretagliare con l’accettasegare col troncatorenon bastava il fazzolettoa poter tergere il sudore

A lavoro già finitomi fu chiesto visualizzarese era rimasta qualche piantanecessaria da tagliare

Si, c’era qualche piantama tanto piccolinache non valeva la penam’inventai una bugia

Oggi suddetta pianta ci passo per guardarlaripenso alla bugiache feci bene a dirla

S’è fatta rigogliosa si bella è dire pocoin fondo a Viale Italiaè sita su quel luogo

E’ bella la naturaIddio la fece bellacerchiamo rispettarlaio lo feci con quella

Cav. Pedica Temistocle

La quercia salvata a Fabrica di Roma

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Campo de fiori36

Gentile Dottoresono un uomo di 40 anni e mi è scoppiataun’improvvisa allergia all’acaro della polvereprocurandomi non pochi fastidi. Quali sono leultime cure al riguardo?

Per allergia si intende una risposta immunita-ria dal nostro organismo a determinati stimo-li ambientali conosciuti come allergeni.Quando un allergene — come ad esempio ilpolline — entra in contatto con il nostro orga-nismo, a livello di alcune cellule specializzatedenominate mastociti si verifica il rilascio diuna sostanza denominata istamina. È l’istami-na a determinare le manifestazioni tipiche diuna reazione di natura allergica. Questemanifestazioni possono aversi a livello cuta-neo (eczema, dermatite atopica), a livellonaso-faringeo (rinite allergica) a livello pol-monare (tosse, asma bronchiale) a livellooculare (congiuntivite) a livello gastrointesti-nale (diarrea, distrurbi dell’assorbimento). Lagravità delle manifestazioni dipende da moltifattori, primo fra tutti il grado di sensibilitàspecifico per singolo paziente ad un determi-nato allergene e la quantità di allergene a cuiè esposto. La allergia da acari rientra nellecosidette allergie per via inalatoria ed è unadelle allergie più frequenti, specie fra le per-sone adulte, ed in netto aumento. Gli acari

sono parassiti non visibili all’occhio umano, didimensioni dell’ordine di 200-300 micron(visibili solo al microscopio elettronico), il cuihabitat naturale è costituito dalla polveredomestica, dai materassi e cuscini di lana,dagli abiti, dalle piume, dai tappeti posti susuperfici di cemento. Le zone ad alta umidità(umidità relativa superiore al 50%) costitui-scono l’habitat ideale per gli acari domestici,analogamente ai funghi.La fonte di alimenta-zione è rappresentata essenzialmente dalladesquamazione cutanea (forfora umana), daresidui alimentari, da funghi (aspergilli). Lefeci di questi parassiti sono la maggiore fontedi allergeni della polvere di casa. I due tipiprincipali sono: Dermatophagoides pterony-nissinus ed il dermatofagoide della farina. Nelsuo caso quindi lei dovrebbe risultare positivoalle prove cutanee (prick test) o di ricerca nelsangue (rast test). Le manifestazioni clinicheinfatti pongono solo il sospetto di una proba-bile allergia ma c’è poi bisogno di test speci-fici per individuare gli allergeni e stabilire ilgrado di sensibilità quello specifico allergene.Dal punto di vista della cura esistono due tipidi approccio medico al problema, ma non sipuò certo parlare di ritrovati innovativi. Comeho già detto, molto importante nella gravitàdell’allergia è il contatto con l’allergene, ènaturale che una volta individuato questodeve essere ridotto o tenuto il più lontanopossibile dalla persona allergica. Perciò nellacura dell’allergia è di fondamentale importan-za la profilassi ambientale, cioè il mettere inatto tutte quelle strategie ambientali che ridu-cano o allontanino l’allergene. Per quantoriguarda l’acaro della polvere esso si trovanelle più alte concentrazioni nella camera daletto. Una delle misure più utili per ridurne laconcentrazione è quella di usare delle fodereantiacaro, di lavare lenzuola, federe, coperte,cuscini e imbottitura dei materassi almeno

una volta alla settimana. Facendo questoriduciamo la presenza degli acari di 100-1000volte in un mese. Il lavaggio riduce la con-centrazione degli acari di 100 volte, ma in duesettimane gli acari avranno di nuovo raggiun-to il livello precedente. Un’altra cosa utile èquella di abbassare l’umidità interna mante-nendola entro il 50%. Per quanto riguarda gliacaricidi non ci sono dimostrazioni scientifi-che definitive sulla loro efficacia. Una dellecause di aumento della presenza degli acaripuò essere la presenza degli animali domesti-ci: è stato dimostrato che dopo l’allontana-mento dell’animale, la concentrazione degliacari si riduce da 10 a 100 volte nei 6 mesisuccessivi. L’uso regolare dell’aspirapolveredotato di filtri HEPA (antiacaro) e’ determi-nante per la riduzione del numero di particel-le allergizzanti. Inoltre è da evitare l’uso dimaterassi in lana, cuscini in lana o in piumed’oca, coperte in lana o in piume d’oca. Sulversante farmacologico esistono molti ediversi farmaci che hanno però soltanto uneffetto sintomatico mirato sia a ridurre l’in-fiammazione che a bloccare la risposta immu-nitaria che ne costituisce la causa. I farmacipiù utilizzati a questo scopo sono gli antista-minici, vale a dire quei principi attivi in gradodi inibire l’azione dell’istamina liberata a livel-lo dei mastociti a seguito della reazione aller-gica. In caso di reazioni allergiche particolar-mente gravi è possibile ricorrere anche ai cor-ticosteroidi per la loro spiccata azione antin-fiammatoria. Altre categorie di farmaci comu-nemente impiegati per il trattamento delleallergie includono i decongestionanti nasali, icromoni ed i broncodilatatori. Nei casi piùgravi, è inoltre possibile desensibilizzare ilnostro organismo nei confronti di un partico-lare allergene ricorrendo alla immunoterapia,che prevede però lunghi tempi e diversità dirisultati da persona a persona.

Dott. Maurizio Martini

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Arti e MestieriLa levatrice

In tempi lontani le levatrici veniva-no considerate al pari dei medici. La levatrice, quasi sempre unicafigura atta ad assistere le parto-rienti , si vedeva costretta a corre-re da un punto all’altro del paese apiedi, col calesse, in bicicletta eperfino a dorso d’asino.Nella non remota eventualità di piùnascite nello stesso giorno essadoveva compiere un vero e propriotour de force. Non di rado la leva-trice doveva essere supportata daimezzi delle forze dell’ordine comela bicicletta del marescello deiCarabinieri in una famosa scenettadel film “Pane, amore e fantasia”con De Sica e la Merlini. I bambiniappena nati, in tempi privi di cullee paracolpi, venivano addiritturaadagiati in scatole o cassetti vuotie questo non pregiudicava il lorosviluppo, anzi la loro crescita erapiù genuina e ruspante.

Riso sorriso

Con questa prelibatezza tuvedrai,molto meglio starai.Prendi aglio, carota e cipolla,uovo fresco olio e mozzarella.Una padella ed un pentolino,sedano, pomodoro e parmigia-no genuino.Di sale se ne prende quantobasta,col riso abbonda come se fosseuna festa.Con sul capo dello chef il cap-pello,inizi a preparare della cucina ilgioiello.Mentre che l’acqua a bollire sta,nella padella versa pomodoro inquantità.Metti olio e aglio prelibati,aggiungi sedano, carota e cipol-la ben tagliati.Divertiti ora ad assaggiare,all’occorrenza sale devi versare.Porgi lo sguardo verso il pento-lino,

l’acqua bolle e metti il riso digran pregio.Il cuoco con la rima non ti hadato una mano,ma ti consiglia di porre inpadella il parmigiano.Adesso hai esaltato i sapori,quel riso prendi e versa tra gliodori.Voglia di mangiar si legge suituoi occhi,aggiungi un uovo e mozzarellaa tocchi.Dell’ultima mi raccomandopochetta,inizia a mescolar con la forchet-ta.Quando tutto si è sciolto il più e’fatto,siediti e con calma assaggialonel piatto.Un bicchiere di vinello bene cista,buon appetito e non “ te strafo-ga’ ”.

Erminio Quadraroli

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Campo de fiori 37

Ciak si giraNino Manfredi a Civita Castellana

di Roberto Moscioni

Era l’estate del 1961 quando alcuni civitonicivennero avvicinati da un uomo ben vestito conabito scuro, con l’intento di offrire loro un lavo-ro ben pagato e fuori dall’ordinario.E fu così che anziani, giovani ceramisti, falegna-mi e “stagnari” si ritrovarono chiusi in un carce-re, ognuno vestito con la divisa a strisce larghe,bianche e marroni.Truffa ? Raggiro ? Ma no…! Anche se può sem-brare strano, queste persone furono molto for-tunate, visto che vennero scritturate come com-parse per il film “A cavallo della Tigre” dallaFilm 5/TITANUS, con Nino Manfredi, Gian MariaVolontè, Mario Adorf e Valeria Moriconi, per laregia di Luigi Comencini, illustre regista dellacommedia all’Italiana, autore di grandi successicome: “Pane amore e fantasia”, “Pane, amore egelosia”, “Tutti a casa”, “Le avventure diPinocchio”…. e molti altri. Il film è un’esilarante commedia che offrì a NinoManfredi il primo ruolo drammatico. E’ la storiadi Giacinto Rossi (Nino Manfredi) che, in carce-re per simulazione di reato, è costretto a scon-tare tre anni di reclusione. Qui fa conoscenzacon tre detenuti che lo coinvolgeranno, suomalgrado, nel loro piano di evasione verso lalibertà. Il film, gran parte girato a Civita Castellana nelForte Sangallo e nelle campagne limitrofe,conta la presenza di molti cittadini civitonici,improvvisati attori e protagonisti delle più diver-tenti gags del film. Nel film troviamo la presenza di GuidoMenichelli, Angelo Bertolini (o Frangese), SorGiuseppe (o baffò), Umberto Manoni, che inuna scena all’interno del carcere tira la propriascarpa a Giacinto (Nino Manfredi), colpendolo intesta, nell’intento di farlo smettere di cantare lafamosa canzone “Il mare” di Sergio Bruni.

Poi c’era Angelo Angelini in arte Furmine che, inun’altra scena, nega una sigaretta a Manfredialitandogli una boccata di fumo in faccia.

Poi troviamo Battista Lerin (o Sellaro), nel ruolodel brigadiere che, con la sua bicicletta, va allaricerca degli evasi; Sergio Conti e Sardelli (opugile) nelle vesti di guardie carcerarie. Ci rac-conta Nello Sugoni, che vestì i polverosi panni didetenuto, che la paga giornaliera era di 1.500lire, una paga molto alta per quel periodo.Poi ci racconta di un episodio molto divertenteche lo vide come protagonista. –“ Un giornodurante una pausa, obbligatoriamente passatasotto il sole cocente, senza neanche la possibi-lità di bere un bicchiere d’acqua, mi arrabbiaimolto nel vedere che il personale della troupemangiava, senza che nessuno si curasse di noicomparse. Anzi ci era stata negata anche l’usci-ta dal set per andare a mangiare. Allora presi lamia lambretta e, vestito da detenuto, me neandai a casa per pranzo. Quando tornai sul setfui cacciato perché non avevo rispettato le lorodisposizioni. ….Nessun problema….! Intascai lemie 1.500 lire e me ne ritornai subito in cera-mica, dove un mio amico mi stava sostituendo.Verso sera il produttore del film mi venne a cer-care in ceramica, chiedendomi di ritornare sulset, visto che io ero una figura molto importan-te per la scena che bisognava girare. Io nonaccettai, visti i modi con cui ero stato cacciato emandai via il produttore. Dopo circa mezz’ora siripresentò il produttore con il regista LuigiComencini, accompagnati da due veri carabinie-ri venuti per prelevarmi con la forza. A questopunto non esitai a ribadire quello che avevodetto poco prima, cioè NO… Ma quando il regi-sta mi disse che erano disposti a darmi 50.000

lire se avessi accettato…beh…avrei sfidatochiunque a non accettare. Così ritornai sul seted indossai di nuovo quei luridi abiti. Se nonavessi accettato avrebbero dovuto girare nuo-vamente delle scene, dove io ero stato inqua-drato dalla macchina da presa, operazione trop-po costosa per la produzione. Mi divertii molto,fu un’esperienza indimenticabile”- Con questo breve articolo abbiamo voluto ricor-dare questo grande avvenimento, i suoi prota-gonisti ed in particolare il grande SaturninoManfredi (detto Nino) che, con la sua recentescomparsa, all’età di 83 anni, ha segnato il crol-lo dell’ultima colonna imperiale della commediaall’Italiana.

a dx Nello Sugoni

a sx Angelo Angelini (Furmine)

a dx Umberto Manoni

la scenografia all’interno del Forte Sangallo

a sx Sor Giuseppe (o Baffò)Rossi Giacinto (Nino Manfredi)

“Il mare...è la voce del mio cuore, i tuoi baci ame, i miei baci a te, ce li porta il mare...”

un detenuto (Umberto Manoni)si toglie la scarpa, la tira a Giacinto colpendolo

in testa:”.... a svociato !! Se ce fai er bissebecchi pure l’artra scarpa!!!”

Grazie Nino

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Album dei ricordi

1979 i ragazzi del ‘29 festeggiano 50 anni - foto data da Pietro Morzelli (zi Pio)

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Campo de fiori 43A

nno

1956

Dalla rubrica “BIMBI NOSTRI”Chi si riconosce in queste foto pubblicate su “Numero Unico” del 1956 ?

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Troppo piccoTroppo piccoI suoi compagni lo hanno soprannominato“kodogo”,che in lingua kiswahili significa“piccolo”, per il fisico minuto,troppo esile peressere impiegato in qualsiasi guerra .Ci tro-viamo in un campo situato a Bunia,cittànord-orientale della Repubblica Democraticadel Congo.Un paese dilaniato da conflitti chevedono coinvolte diverse fazioni in un verostato di anarchia assoluta.”Kodogo” già all’e-tà di dodici anni era un veterano di una mal-vagia guerra fra milizie etniche della DRC.ecome lui,anche il resto dei bambini delcampo profughi era vittima di una praticache ha ottenuto la condanna unanime ditutte le organizzazioni umanitariemondiali,inclusa l’Unicef, ovvero il coinvolgi-mento diretto dei bambini nei violenti con-flitti del mondo .Sono più di cinquecentomila i minorennireclutati tra le fila dei vari gruppi armati eaddirittura tra gli eserciti regolari in ottanta-cinque nazioni del mondo.La maggior partedei “bambini-soldato” ha un’ età compresatra i quindici e i diciotto anni,ma si scendeaddirittura anche ai sette .Essi vengono usatinelle più disparate situazioni belliche o fattioggetto delle più raccapriccianti violenze,fisi-che e psicologiche.Solitamente essi vengonorapiti alle loro famiglie,nei poveri villaggi fattidi fango e paglia,scuole o comunità ecostretti a combattere senza scrupoli.Qualche volta i bambini sono accettati come“volontari”,sebbene l’Unicef sostenga chepochi di essi lo fanno di propriainiziativa.Tutti questi piccoli innocenticostretti ad entrare nell’inferno dei conflittiarmati come “soldati” provengono da zonerurali molto povere o da comunità di zoneremote.In queste circostanze, l’arruolamen-to può sembrare la via d’uscita alla dura eagghiacciante realtà della loro vita quotidia-na.

Zoran,14 anni,un bambino “poliziotto” diKandahar (Afghanistan)ha raccontato che lasua vita era molto dura e quindi si e’ dovutoarruolare per guadagnare del denaro per lasua povera famiglia. Egli e’ uno degli ottomi-la bambini “sotto le armi”nell’Afghanistan.L’unicef ritiene che dare educazione ed istru-zione a questi bambini sia l’arma vincenteper debellare questa vergognosa piaga uma-nitaria.Del “popolo” dei piccoli quelli più vul-nerabili sono gli orfani e le femminucce. Leviolenze sessuali non risparmiano quasi nes-suno,lasciando devastanti conseguenze fisi-che e psicologiche che tutti noi possiamoimmaginare.Quando vengono rapiti,moltospesso, sono costretti a commettere terribiliatrocità e uccisi o torturati se tentano discappare dai loro aguzzini.La loro adole-scenza e’ annientata anche dalle brutali pra-tiche di iniziazione,dal duro lavoro di “schia-vi” e torture. A molti vengono fatte assume-re droghe per indebolirli ulteriormente alfine di poterli meglio controllare. Susan,16anni,una ragazza caduta nelle mani dellaLord’s resistence army (un gruppo combat-tente del nord Uganda) racconta: “durantela prigionia un ragazzo cercò di scappare mavenne riacciuffato ,gli furono legate le manied io,insieme ad altri ragazzi,sotto minacciasiamo stati costretti ad ucciderlo con i basto-ni.Mi sentivo male perché lo conoscevo inquanto provenivamo dallo stesso villaggio.Miero rifiutata di farlo ma gli uomini minaccia-rono di uccidermi, puntandomi una pistolacontro.Tutte le notti sogno quelragazzo,svegliandomi sudata e spaventata.Piango,piango.”Particolare preoccupazione e’ stata espressadall’Onu ,nei primi mesi del 2003, riguardoagli orrendi episodi di terrore”contro i bam-bini-soldato nella DRC,Uganda settentriona-le,Liberia,nella provincia di Aceh in

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oli per combattereoli per combattereV.A.

Indonesia,Iraq e nei territori occupati dellaPalestina.Anche in Asia,specialmente nelMyanmar/Burma e Sri Lanka la situazione e’preoccupante.L’Unicef ed altre organizzazioni per la difesadei bambini hanno stimato che negli stati diEl Salvador,Etiopia e Uganda un terzo deibambini-soldato sono di sesso femminile.La risoluzione del duemila numero 1325dell’Onu afferma che la comunità internazio-nale deve prestare una speciale attenzionealla particolare vulnerabilità delle donne,neiteatri di guerra e conflitti vari,proprio per isistematici abusi sessuali.Nel Gennaio2003,Kofi Annan,segretario generale delleNazioni Unite,ricordava alcuni paesi(Burundi,DRC,Liberia) dove era praticato ilreclutamento e l’uso dei bambini sia da partedei gruppi armati che da parte dei gover-ni.Questo ignobile sfruttamento vedevacoinvolti anche altri paesi dove i conflittisono ormai cessati,come ad esempiol’Angola,il Kossovo, la Repubblica delCongo,Sierra Leone e Guinea Bissao .“I bambini non sono merce da combatti-mento,essi ‘appartengono’ alla scuola e allaloro famiglia. E’ nostra responsabilità assicu-rare che siano sempre protetti dagli orroridelle guerre” (Carol Bellamy,direttore esecu-tivo dell’UNICEF).

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Le CeramichLa civiltà tremillenaria della nostra città è testi-moniata soprattutto dalla produzione e ripro-duzione ceramica. Poco interessa la sua origi-ne, sia Greca che Etrusca, ma molto vale pen-sare come, con essa, noi possiamo conoscereoggi la storia, o quasi tutta la storia, dei nostriavi. La ceramica ha lasciato segni tangibili delmodo di vivere e dell’alto grado di civiltà daloro raggiunto e, grazie alle pitture delle qualispesso essa è arricchita, “leggiamo” chiara-mente le varie epoche vissute come se, taglia-to un tronco di un albero, ne contassimo glianni attraverso gli anelli concentrici. La suaproduzione non è mai cessata e, con un volopindarico, possiamo passare sopra i tempi adarrivare ai valenti, grandi artisti del secoloappena scorso quali i Cassieri, i Brunelli, iRovinetti, i Tomassoni, i Marcantoni, gliSbordoni, i Profili, i Vincenti, i Vaselli, i Coletta.Tra i pionieri spunta una famiglia degna di par-ticolare attenzione, quella dei Coramusi oCornamusi. Il primo membro della famigliaCoramusi ad occuparsi dell’attività ceramica èFrancesco, nativo di Firenze, che nel 1806 rile-va l’attività di Angelo Mizzelli per l’estrazionedell’argilla bianca e l’affitto della fabbrica dimaioliche e terraglie dette dei “Tre Re” di pro-prietà della famiglia Buonaccorsi, poi dellaReverenda Camera Apostolica. E’ imprenditorecapace, stimato ed esperto nella lavorazionedella Terraglia all’uso Inglese ed estrae in unproprio fondo l’argilla per la lavorazione. Laproduzione Coramusi riceve, grazie alla suaqualità, una medaglia d’argento all’esposizione

d’Arte a Roma nel 1810 con grandi vasi evasellami di terraglia a prova di fuoco.Succedono i figli Giovan Battista e Giuseppe,che proseguono l’attività fino all’anno 1826,allorquando la fabbrica, cambiata ripetuta-mente di mano a causa del coinvolgimentodella Reverenda Camera Apostolica nella crisidello Stato Pontificio, impegnato in numerosevicende belliche, viene ceduta in enfiteusi adAngelo Volpato. Passa più di un secolo duran-te il quale non si ha nota dell’impegno dellafamiglia Coramusi nell’Arte ceramica ma, nelGennaio 1920, Antonio Coramusi (1872-1949)suo figlio Alberto (1898-1969) e Tullio Bazzotti,costituiscono la società denominata “FabbricaCeramiche Artistiche Bazzotti e Coramusi” e siinsediano in contrada Catalano. Solo un annodopo, il Bazzotti esce dalla società che assumeuna nuova denominazione “Maioliche d’ArteAntonio Coramusi e Figlio” ed inizia allora unafeconda stagione costellata da premi e ricono-scimenti a livello nazionale ed internazionale:1923 Medaglia d’argento alla Prima MostraRomana; 1924 Medaglia di bronzo alla MostraNazionale Ceramica di Pesaro; 1925 GranPremio con Medaglia d’oro all’EsposizioneInternazionale di Bruxelles; 1925 Grand Prixcon Placca d’Onore e Medaglia d’oroall’Esposizione Internazionale di Parigi.Vengo-no poi gli anni della guerra e la tristeeredità di quel periodo è una crisi profonda,irreversibile che investe le piccole aziende eprime, quelle che non producono beni essen-ziali, necessari a soddisfare i beni primari. L’

Formella raffigurante la Vergine i

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he Coramusidi Sandro Anselmi

Eldorado degli anni ’60 è ancora troppo lonta-no perché queste, svuotate di ogni energia,vipossano approdare ed inesorabilmente naufra-ga tutta una tradizione artistica che, a mioparere, non si ripeterà. La morte di Antonio,nel 1949, è il colpo decisivo per i Coramusi chechiudono definitivamente la ceramica. Nonfinisce però la loro arte perché il figlio Albertocontinuerà a creare pregevoli opere fino allamorte che lo coglie il 1° ottobre 1969. Leopere dei Coramusi sono una ricerca ed una“nuova” riproduzione dei modelli rinascimenta-li, magistralmente disegnati ed elegantementedecorati. Il sapiente equilibrio fra gli ornati e legrottesche, imprigionati e poi liberati dallalucentezza degli smalti, che tuttavia s’attenua-no di lievi sfumature, allontanano ogni ipotesidi imitazione formale o manieristica. L’arte deiCoramusi e, di più quella di Alberto, è splendi-da e sensibile e non è, a mio parere, ricondu-cibile a stretti paragoni o povere similitudini. Ilfiglio Francesco mi ha concesso il privilegio dipoter ammirare le bellissime opere oggi in suopossesso, che hanno portato tanto onore alsuo nome e vi assicuro che ho apprezzatoappieno questo grande dono.

Piatti in maiolica dipinti con motivi a grottesche

in preghiera

La strage degli innocenti Pannello monocromato in maiolica

Centrotavola in mezzamaiolica

Vaso in maiolica dipinto con motivi fitomorfiCentrotavola in mezzamaiolica graffito su ingobbio

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Ronci- Tranquillità e armonia

di Erminio Quadraroli

Salendo lungo Corso Umberto I, si posso-no notare palazzi che ancora conservano il

fascino della vita fernesiana. Edifici dalcarattere ancora signorile, sono spettatorieterni di un frenetico scorrere di macchi-ne. Risalendo lungo la salita diMontecavallo si nota, sulla sinistra, unaChiesa esteticamente raffinata, oramaisconsacrata. La sua semplicità interna èstata resa più vivace e solare dalle armo-niose note della valente Annalisa Sodini.Nata nel 1978, sin da bambina, per diver-timento, amava immergersi nel mondodella musica. Tanto che all’età di undicianni decide di iniziare a capire il mondoche si nascondeva dietro il pentagramma.Sotto la guida attenta della ProfessoressaFausta Moretti capisce che l’arte di sotto-mettere i suoni non è un gioco e proseguegli studi di pianoforte con l’aiuto dell’abileProfessor Giorgio Cozzolino. Nella consa-pevolezza che per raggiungere il successobisogna sottoporsi a prove dure e faticose,dopo svariati concerti come accompagna-trice pianistica ed innumerevoli sacrifici,Annalisa è oramai giunta all’ultimo esame.Il diciannove Giugno scorso, nella ex chie-sa del Collegio, questa graziosa ragazza havoluto esibirsi nel suo primo concerto,magnificamente riuscito,da pianista solistadavanti agli abitanti del suo paese natale.

A Ronciglione, si sono gettate le basi perun successo futuro.La popolazione ha partecipato numerosaed ha saputo apprezzare con occhio clini-co, la cura messa nel preparare il palco econ orecchio attento le note entusiasman-ti magicamente suonate. Il profumo dicolorati fiori estivi, si è mescolato con lemusiche di Annalisa che ha saputo creareuna geniale linea di continuità tra branicontemporanei e quelli del periodo roman-tico e classico.Con questo concerto, patrocinato dalComune di Ronciglione, dall’Istituzione“Progetto Musica” e sponsorizzato dallaBanca di Credito Cooperativo, Annalisa hasaputo regalare emozioni intense aglispettatori che l’hanno premiata con oltretre minuti di applausi.

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PianoforPianoforti - Strumenti - Edizioni Musicaliti - Strumenti - Edizioni MusicaliVia Palazzina, 109 - 01100 Viterbo - Tel. 0761.309095

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La banda musicale di CollevecchioLa banda musicale di Collevecchiodal 1830 ad oggi...dal 1830 ad oggi...

di Veronica Sorato

...continua dal n. 9 di Campo de fioriIl fenomeno culturale era molto diffuso in Sabina inquell’epoca, lo si deduce da un invito di partecipa-zione rivolto al Sindaco di Collevecchio dalPresidente del comitato dei festeggiamenti inonore di S.Antonio di Padova,Carlo MarcheseCanali di Rieti,in cui si evince che maestri di bandemusicali Sabine richiedevano che i premi assegnatial concorso fossero elevati. Il prestigio della Bandaviene segnato da due note di ringraziamento: unadal Sindaco di Ponzano in data 11 giugno 1892,l’altra dal sindaco di Monteflavio datata 29 agosto1892, dove si manifestano le doti di raffinatezzaesecutiva raggiunte dalla Banda e dagli allievi. Nel1895 un documento della prefettura di Rieti disap-prova il riconoscimento della Società di MutuoSoccorso ai sensi di legge del regime di allora. Daquesto momento c’è stato il declino dell’attivitàdella società infatti già nei primi del novecento nonsi trovano documenti in archivio, solo grazie allememorie degli anziani si è ritrovata una traccia chetestimonia, agli inizi del 1900 ,che la Banda fuoggetto di una scissione trasformandosi in“Fanfara” pur avendo breve durata (1910). LaBanda ritrova la sua efficienza in un documento del21 febbraio 1923 dove si tratta la “ ripartizione delfondo cassa dei soci firmatari della ferma trienna-le”. Nel 1926 compare un nuovo regolamento com-posto da 37 articoli. Foto della Banda del 1938incorniciano la vita politica del periodo fascista(foto a Rieti). Registri di presenze ,servizi svoltidalla Banda ,verbali e bilanci conservati gelosa-mente confermano la lunga esistenza della stessa.Ancora oggi possiamo leggere di bilanci annuali eservizi quasi sempre gli stessi, per le festeComunali e non.

Direttori della Banda in ordine cronologico dal 1900ad oggi:- Santori Benedetto di Montebuono,- Campi Noè di Bari,- Guglielmi Ignazio di Lecce,- Santori Cesare di Montebuono,- Celestino Armando di Tarano,- Mattei Francesco di Collevecchio,- Leonardi Roberto di Monterotondo,- Catallo Antonio di Grottaminarda l’unico rimastoin Banda per 18 anni, ed infine l’attuale M° FinucciRoberto di Magliano S alla direzione della Banda diCollevecchio dal 2000. Attualmente la BandaMusicale Cittadina di Collevecchio è legalmentericonosciuta come Associazione Culturale con unPresidente ,(nonché componente DominicisPietro), un Consiglio Direttivo ed un’assemblea deisoci (gli stessi musicanti).Tra i soci onorari tengo anominare un precedente Presidente (BiancheriaNello) che rimase tale per metà della sua vita van-tando una collaborazione con la Banda per più di50 anni! Regolarmente festeggiati e mai dimenti-cati!! Per la realtà del paese la Banda ha rappre-sentato l’inizio per chi voleva poi fare della musicauna professione. Professionisti diplomati del mio

paese hanno mosso i primi passi nel campo dellamusica grazie alla scuola allievi, che nei fiorentianni ‘80 si è avvalsa dell’insegnamento di grandimaestri. Il mio piccolo paese meta turistica di fore-stieri si è adeguato ai tempi, ma la Banda è rima-sta sempre ferma li: negli stessi locali in viaEugenio Polzoni n°2, facenti parte di una donazio-ne fatta al comune dallo stesso Polzoni . Gli stessilocali sono stati per diversi anni, quando la tradi-zione portava ad una maggiore convivialità di beimomenti, punto di ritrovo per festeggiamenti ,sera-te danzanti e cene prelibate!! La Banda ha semprerappresentato il punto di unione tra amici, un hob-bies di squadra con sacrifici e rinuncie, che ha por-tato però a grandi soddisfazioni. Tanti sono i nomiche hanno segnato la vita della Banda e facendoun semplice calcolo non c’è famiglia di Collevecchioche non abbia avuto un elemento “musicante”, chesia stato parte della Banda o che ne faccia ancoraparte. La lunga tradizione ha portato la Banda agirare e a farsi conoscere in tutta la Sabina otte-nendo anche ottimi riconoscimenti per i concertipubblici. Il ricco archivio conserva partiture scrittea mano, oggetto anche di furti da persone cheapprofittando della semplicità dei musicanti e sco-prendo il valore di quei testi hanno privato la Bandadel proprio valore storico. Fogli ingialliti con gliangoli consumati, le note quasi scolorite, a toccar-li trasmettono una grande emozione…quanta vitac’è passata quanta musica suonata! La Banda si èsempre fregiata di grandi meriti per la capacità,negli anni, di migliorarsi soprattutto nell’esecuzionedi brani anche moderni, rivoluzionando e adeguan-do ai tempi questa lunga tradizione che sempre hasaputo incuriosire. Attualmente il suo archivio rac-coglie migliaia di brani che con orgoglio vengonoproposti, scelti,vissuti per il piacere di suonare e lasoddisfazione d’ascoltare. Ricorrenza annuale sonoi festeggiamenti di Santa Cecilia il 22 di novem-bre,in occasione dei quali la Banda ha sempreofferto concerti mantenendo sempre uno strettolegame tra nuovo e tradizione. Per unire infine ilsacro al profano è proprietà della Banda un origi-nale ritratto su tela raffigurante S. Cecilia di inesti-mabile valore di età e autori sconosciuti.Da aggiungere la collaborazione a periodi alterni digruppi di majorettes, gestiti autonomamente checontribuiscono a manifestazioni folcloristiche. La Banda nel 2004 è composta da:M° Finucci Roberto, Angelini Giovanni,BelloniConsuelo, Bernardini Mauro, Bonifazi Federico,Bonifazi Giannicola, Camilli Marco, De AngelisChristian, Della Ciana Arianna, Di Basilio Riccardo,Dominicis Aldo, Dominicis Ermanno, DominicisPietro, Fabbri Francesca, Fabbri Marco, GelsominiFrancesco, Lausdei Carlo, Loreti Enrico, MatticariGloria, Merlini Ermanno, Nesta Alessia, PaolettiMatteo, Paoletti Paolo, Pavan Giorgia, PavanMaurizio, Petrucci Alessandro, Petrucci Alessio,Petrucci Angelo, Petrucci Paolo, Placidi Romina,Proietti Sandro, Scribboni Diego, Scucchia Elisa,Scucchia Fabiana, Sorato Remo, Sorato Veronica,Todini Domenico, Todini Simone.

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Campo de fiori50

L’ A.I.D.I. e Campo de’ fioriinsieme ai vecchi gruppi musicali hanno organizzato una

compagnia delle serenateper informazioni telefonate allo 0761.513117 o mandate

una e-mail a [email protected]

Un allegro gruppo di giovani di Fabrica di Roma - anni ‘70 Foto data dal Sig. Furio Fabris

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