stimolazione del Sistema Esecutivo in Memoria...

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“Esercizi di stimolazione del Sistema Esecutivo in Memoria di Lavoro”

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“Esercizi di

stimolazione

del Sistema

Esecutivo in

Memoria di

Lavoro”

TRAINING PER LA MEMORIA DI LAVORO

VISUO – SPAZIALE

INTRODUZIONE

La memoria di lavoro visuo-spaziale appare estremamente importante nell’apprendimento ed in

particolare in compiti che richiedono di formarsi una rappresentazione dell’ambiente circostante.

Passiamo definire la memoria di lavoro visuo-spaziale come un sistema di memoria che mantiene

ed elabora informazioni che provengono direttamente dalla percezione o sono recuperate dalla

memoria a lungo termine, secondo un codice visivo o spaziale (Baddeley, 1986; Logie, 1995).

Come si può intuire questo sistema cognitivo è utilizzato in tutti quei casi in cui la mente deve

operare tenendo presenti alcuni elementi visivi o spaziali; a livello scolastico questo accade

necessariamente nel disegno geometrico, nella comprensione di una figura complessa o di una

descrizione spaziale.

Il training proposto ha lo scopo di sviluppare le diverse componenti della memoria di lavoro visuo-

spaziale: visiva (compiti che richiedono il ricordo di informazioni visive), spaziale di tipo

sequenziale (capacità di ricordare una serie di localizzazioni spaziali esperite in sequenze

temporali), spaziale di tipo simultaneo (capacità di recuperare coordinate spaziali presentate

contemporaneamente). Le suddette componenti sono a loro volta distinte secondo un livello di

elaborazione di tipo attivo o passivo: mentre i compiti passivi richiedono una semplice

memorizzazione delle informazioni, quelli attivi sono contraddistinti da un livello variabile di

manipolazione ed elaborazione degli stimoli. Per fare un esempio un bambino che deve ricordare la

figura appena vista di un oggetto è impegnato nella memoria visiva passiva, mentre un bambino che

deve immaginarsi un triangolo in base ad alcuni indici forniti da un problema è impegnato nella

memoria spaziale simultanea attiva (Cornoldi e Vecchi, 2003) (Trevisanello, Mammarella,

Cornoldi, Pazzaglia 2005)

1. MATRICI DA VISUALIZZARE (Francesco Benso – “Neuropsicologia dell’attenzione” pp. 206 – 211)

I seguenti training con uso di tabelle coinvolgono il magazzino della memoria visuo-spaziale,

l’attenzione spaziale, selettiva, sostenuta ed il Sistema Esecutivo.

Il bambino sarà allenato a crearsi “immagini mentali”. Con il termine immagine mentale in

neuropsicologia si intende l’attivazione della rappresentazione interna di un oggetto o di una scena

in assenza di uno stimolo esterno.

Pylyshyn (1973) sosteneva che le informazioni sia visive che verbali depositate in memoria

dovrebbero rappresentare un codice linguistico di tipo preposizionale; secondo Paivio (1975) invece

le informazioni visive verrebbero rappresentate in memoria anche sotto forma di rappresentazioni

visive o analogiche. Kosslyn (1980) cerca un punto di contatto tra le due teorie sopra esposte

teorizzando due tipi di strutture: visive che specificano la forma globale dell’oggetto, codificate in

formato analogico, e preposizionali, che rappresentano la conoscenza che si ha dell’oggetto.

Partendo dalla memoria a lungo termine visiva si genererebbe l’immagine nel magazzino a breve

termine visivo (buffer) , coinvolto sia nella formazione delle immagini interne che nella visione di

stimoli esterni. In tale Buffer avverrebbero le elaborazioni e le trasformazioni delle immagini.

Farah (1984; 1988) ha presentato un modello che mette in evidenza come per creare un’immagine

occorra estrarla dal magazzino di memoria a lungo termine visiva dove dovrebbe essere

immagazzinata e, attraverso un processo di generalizzazione, spostarla nel buffer visivo dove

sarebbe possibile esplorarla, ruotarla, modificarla

1) Tabella da visualizzare a breve termine

L’esercizio è costituito da tabelle nelle quali vengono posizionati più simboli, il bambino viene

invitato ad osservare la matrice per pochi secondi e a ricordare l’esatta posizione del bersaglio per

poi ricostruirne una identica senza poter guardare quella di riferimento.

La tabella viene nascosta dopo essere stata osservata dal Soggetto. Il Soggetto deve posizionare il

bersaglio disegnandolo, su una matrice vergine, nella cella corretta.

Dopo un allenamento di base è utile lavorare anche con brevissime esposizioni (tachistoscopiche).

Ciò stimola le varie componenti attentive e soprattutto la concentrazione di risorse che va tenuta

molto attivata per captare le minime variazioni nel minor tempo possibile.

Le variabili da modificare per rendere progressivo l’esercizio sono 4:

o Tempo di esposizione della matrice da ricordare

o Grandezza della matrice (2x2 3x3 ecc..)

o Numero di bersagli nella matrice

o Tipo di bersaglio: può essere un simbolo, un disegno, lettere o numeri. Nel primo caso il

compito del soggetto sarà quello di ricordare solo l’elemento spaziale (la posizione delle

immagini), nel caso invece di disegni, numeri o lettere dovrà essere ricordato anche

l’elemento visivo (le immagini rappresentate)

3

1

9

L

A

S E

2) Operazioni mentali da eseguire su una tabella memorizzata a lungo termine su input visivo

Il soggetto ha il compito di rielaborare mentalmente una tabella che è stata memorizzata in memoria

a lungo termine. Tale esercizio richiede un forte impegno del sistema esecutivo che deve mantenere

in memoria la rappresentazione che va ricordata e rielaborata.

La tabella va tarata sul soggetto, nei casi più gravi può essere formata da un unico vettore (riga ) di

due caselle, per aumentare gradualmente ed arrivare a m righe, n colonne con x bersagli per i

soggetti potenti cognitivamente . In altri termini, tale esercizio, come dicevamo negli assunti, non

ha limiti né inferiori né superiori.

a) Tarare il Soggetto con la tabella di grandezza e numero di bersagli appropriati, se risponde

troppo facilmente, oppure se non riesce a memorizzare la tabella, il Soggetto è di fronte a

compiti troppo facili o troppo difficili.

b) La tabella deve essere fatta memorizzare per righe (questo è molto importante)

c) Si nascondono i bersagli mantenendo tuttavia la conformazione originaria della tabella. Il

soggetto vedrà così una matrice senza nessun bersaglio visibile, ma costituita solo da carte

bianche. Si chiede al soggetto di dire a voce come ricorda le righe, le colonne, le diagonali e

le singole celle (esempio cosa c’era nella seconda casella della prima riga).

d) Gradualmente andrà inserita una nuova modalità. Essa prevede che, dopo il processo di

memorizzazione, l'operatore tolga la matrice bianca ritirando tutte le carte. Il soggetto dovrà

quindi rievocare la matrice senza beneficiare più del supporto visivo, ma facendo ricorso

alla sola immagine mentale.

3) Operazioni mentali da eseguire su tabelle con bersagli numerici memorizzate a lungo termine su

input visivo.

1

5

4

3

6

2

Per questa tabella valgono le operazioni precedentemente descritte, cui aggiungiamo (per chi è

in grado) la somma e il prodotto dei numeri presenti nelle righe, nelle colonne, nelle diagonali, e

la somma ed il prodotto di caselle sparse.

4) Operazioni mentali da eseguire su tabelle memorizzate a lungo termine su input visivo con

gestione dell’interferenza

1

5

4

3

6

2

1. si costruisce un’altra tabella con stimoli target diversi e diversamente posizionati su cui si

faranno compiere le stesse operazioni. Inizialmente questa seconda matrice dovrà essere più

semplice della precedente, con meno caselle e/o bersagli.

Es:

7

5

9

2. si chiede al soggetto di rievocare l'immagine mentale della prima matrice presentata, sulla

quale si faranno compiere le operazioni già effettuate.

3. si danno al soggetto tutte le carte appartenenti alla prima e alla seconda tabella e gli si

chiede di ricostruire prima l’una, poi l’altra discriminando le carte giuste ed utilizzando

quelle eccedenti come carte coperte (buchi).

Un sistema esecutivo debole soggiace spesso all’interferenza e alla perseverazione pertanto si potrà

notare come facendo memorizzare prima una matrice e poi una seconda, nei momenti in cui le

richieste della seconda matrice sono particolarmente pressanti per il soggetto, possa riemergere una

risposta che apparteneva palesemente alla prima matrice, la quale interferisce palesemente con la

seconda.

5) Operazioni mentali da eseguire su una tabella “a settori” memorizzata a lungo termine su input

visivo

Costruire una tabella con carte di colori differenti disposte settorialmente.

1

5

4

3

6

2

1. Oltre a chiedere al soggetto di dire a voce come ricorda le righe, le colonne, le diagonali e le

singole celle, si chiede anche di ripetere i singoli settori (es: settore colorato: prima riga,

seconda riga, prima colonna, seconda colonna, diagonale da destra, diagonale da sinistra).

2. Si chiede poi di fare la somma e la moltiplicazione dei numeri presenti nelle righe, nelle

colonne, nel settore bianco, nel settore colorato.

3. Si costruisce un’altra tabella, uguale alla precedente come formato, o più semplice (meno

caselle e\o meno stimoli target), ma dove si evidenziano settori diversi. Su di essa si faranno

compiere le stesse operazioni.

Es:

1

5

4

3

6

2

4. si chiede al soggetto di rievocare l'immagine mentale della prima matrice presentata, sulla

quale si faranno compiere le operazioni già effettuate. (passaggio consigliato dopo un

periodo di allenamento).

6) Operazioni mentali da eseguire su tabella memorizzata a lungo termine su input visivo

(percorso)

es:

1

5

4

3

6

2

arrivo

1. Il soggetto, dopo aver operato su righe, colonne, diagonali, singole celle, dovrà seguire

mentalmente un percorso come quello sopra raffigurato. In tal caso l’operatore dovrà sempre

ricreare una tabella bianca, con le dimensioni della tabella target e l’indicazione del percorso

da effettuare

2. il percorso dovrà essere costruito seguendo indicazioni uditive, senza aver più alcun

supporto visivo. Es: spostati di una casella a destra… di una in basso… di una a sinistra…

ecc…

7) Operazioni mentali da eseguire su tale tabella memorizzata a lungo termine su imput visivo

(rotazioni mentali)

Costruire, per iniziare, una matrice 2x2 che dovrà essere ruotata a destra e poi a sinistra con

rotazioni a catena (dx, dx, dx, dx torna alla matrice originale e così sx sx sx sx) o chiedere al

soggetto di “leggere” la tabella ponendosi in posizioni diverse o secondo punti di riferimento

presenti nell’ambiente (es: finestra, porta, parete….). E’ consigliabile un passaggio preliminare con

simboli.

es:

5

4

“ora tu sei nella posizione occupata dal rettangolo blu, prova a leggere la tabella dalla posizione

del rettangolo verde…

5

4

… del rettangolo giallo

4

5

…del rettangolo rosso

4

5

Per i soggetti meno allenati l’attività può essere preceduta dal passaggio della scelta multipla:

l’operatore presenta al soggetto le 3 matrici, secondo le 3 diverse posizioni possibili, conseguenti

alle rotazioni. Il soggetto, a seconda della richiesta, sceglie la matrice corrispondente.

Per soggetti già allenati con il lavoro precedentemente presentato la matrice verrà ampliata….

Es:

1

5

4

3

6

2

…. e il soggetto dovrà ricostruirla immaginando di vederla ruotata di 90° verso destra…

6

1

2

4

3

5

… ruotata di 90° verso sinistra

5

3

4

2

1

6

Con questi esercizi il soggetto viene sollecitato ad utilizzare tutti i sottosistemi necessari alla

costruzione dell’immagine mentale: deve recuperare il concetto memorizzato dalla memoria visiva

a lungo termine, deve generare l’immagine nel buffer visivo e, con le risorse dell’esecutivo,

mantenerla per esplorarla, ruotarla, ecc…. questi aspetti sono i fondamenti per alcuni tipi di calcolo

mentale, per la geometria, per la pianificazione e l’organizzazione del problem solving, per

l’esplorazione visiva.

8) Utilizzo di lettere e sillabe per promuovere la fusione nei gravi problemi di lettura

Per chi ha problemi di lettura si possono in alcune prove i numeri con lettere o sillabe. Il soggetto

inizia a ricordare la tabella, poi gli si chiede la fusione delle lettere o delle sillabe che compaiono

nella stessa riga e stessa colonna, a formare delle parole.

Es:

FA

RE

CA

NE

Prima riga: FARE Seconda colonna: CANE

Questo può essere utile per sollecitare il lessico visivo in input che sappiamo indipendente

modularmene, ma collegato in qualche modo alla memoria visuo-spaziale, specialmente in età

evolutiva nella fase di “modularizzazione”.

9) Utilizzo della linea dei numeri per stimolare la discalculia

Gli stessi esercizi vengono chiesti con la linea dei numeri. Non dimenticando però che il vero

allenamento è il sistema esecutivo ed il miglioramento del calcolo è un effetto che se ottenuto può

contribuire al rafforzamento della motivazione per gli esercizio.

9.1) Si sostituisce alla matrice un vettore con i primi numeri (ad es i primi 5, tanto per cominciare)

1 2 3 4 5

e si chiede al soggetto di operare sul vettore visibile spostandosi a destra o a sinistra (somma o

sottrazione) di una o due caselle. Quando il compito diventa di facile esecuzione si aumentano gli

spostamenti e si sostituisce la parola “avanti” prima con “a destra”, poi con “più”, e la parola

“indietro” prima con “a sinistra” poi con “meno”. Si continua con la linea dei numeri vista, che non

dovrà superare la cifra 9, finché il soggetto non diventerà sicuro negli spostamenti che esplicita

sempre toccando le caselle.

1 2 3 4 5 6 7 8 9

9.2) il soggetto inizierà ad immaginare la linea dei numeri e ad effettuare mentalmente gli

spostamenti più facili, fino ad aumentare gradualmente la difficoltà del salto. È di cruciale

importanza che l’immagine mentale sia chiara e quindi i numeri, inizialmente, dovranno essere

pochi

9.3) Quando il soggetto diventa abile con la linea “minima”, si aumentano i numeri fino ad

arrivare ad affrontare il passaggio dal 10 con brevi linee dei numeri che vanno da poche cifre prima

a poche dopo il 10. Da questo punto in poi si ripete la sequenza a partire da (g1) aumentando

gradatamente la difficoltà e il salto per arrivare a visualizzare come in (g2).

In questo caso la difficoltà è tale che non può essere affrontata se il soggetto non è riuscito ad

eseguire sottrazioni con la linea “minima”. In altri termini la sottrazione è utile per sommare numeri

che superino il dieci. Ad esempio, per eseguire mentalmente 8+3, bisogna prima raggiungere il

dieci “spendendone” 2 poi si tolgono i 2 spesi al 3 e ne rimane 1 da sommare a 10 e si dirà: undici.

9.4) da questo punto in poi si ripete la sequenza aumentando gradatamente la difficoltà ed il salto

per arrivare alla visualizzazione

10) Operazioni mentali da eseguire su una tabella memorizzata a lungo termine su input uditivo

In questo caso il Soggetto non vede mai la tabella che viene descritta e fatta memorizzare per righe

dall’Operatore attraverso il canale uditivo. La somministrazione e la fase di memorizzazione sono

identiche all’esercizio precedente.

Questo esercizio si rivela importante anche per il modello che suggerisce la traduzione dal verbale

al visivo, operazione molto utile per creare un doppio codice di memorizzazione (Paivio 1975) e per

la comprensione del testo (De Beni, Palladino, Pazzaglia, Cornoldi, 1998).

2. MATRICI DA VISUALIZZARE E RICOSTRUIRE (adattato dai trattamenti per la memoria visiva di Daniele Bergamin – Optometrista, Milano)

1) L’operatore ha una matrice su cui forma un’immagine con figure geometriche quali

quadrati, cerchi, triangoli (possono essere usati i blocchi logici) che mostra al bambino.

Viene quindi inserito un separatore, l’operatore toglie una delle figure e mostra nuovamente

al bambino l’immagine così modificata. A quel punto viene nuovamente inserito il

separatore e il bambino dovrà riprodurre su una griglia vuota la seconda matrice vista, e,

contemporaneamente, dire che figura manca rispetto alla prima presentazione e dove manca.

Es:

Prima presentazione Seconda presentazione

Poi il terapista modifica la matrice e la mostra, così modificata, per alcuni secondi, posiziona il

solito separatore e toglie un'altra figura. A quel punto il bambino dovrà sopra la figura del

bambino riprodurre la modifica e dire cosa manca e dove.

Prima riproduzione

“Manca il triangolo nella casella al centro”

della tabella”

Terza presentazione Quarta presentazione

In seguito potranno essere inserite le variabili colore, dimensione, spessore, oltre alla già citata

forma, purché ciò avvenga in maniera graduale. Questo aspetto è non trascurabile: ai fini di un

corretto allenamento è necessario che le difficoltà siano introdotte in modo crescente e sempre

tarate sulle capacità del soggetto.

3. TABELLE DA VISUALIZZARE A BREVE TERMINE (VERSIONE

ATTIVA) (adattato dal Visual pattern test di Della Sala, Baddeley e Wilson 1997)

Costruire due matrici identiche il cui numero di caselle varia da 9 in poi (il numero massimo dovrà

essere tarato sul soggetto e continuamente aumentato). La matrice presentata riporta una serie di

caselle annerite mentre quella di risposta è completamente bianca. Nessuna casella dell’ultima riga

risulta mai annerita. Il bambino dovrà annerire, nella matrice vuota, le caselle spostate di una riga in

basso rispetto a quelle colorate di nero nella matrice mostrata in precedenza.

Es:

Seconda riproduzione

“Manca il cerchio nella casella in alto a

destra”

4. SCACCHIERA DI CORSI (adattato dal test di Milner 1971)

Costruire una matrice di 9 cubetti, numerati dal lato dell’operatore. L’operatore toccherà con

l’indice sequenze di cubetti di lunghezza progressivamente crescente, partendo da 2, se il soggetto

sbaglia l’operatore ripete una sequenza di posizioni che abbia la stessa lunghezza, in caso di

successo procede con la sequenza successiva (il numero massimo di span deve essere tarato sul

soggetto e continuamente aumentato)

Il soggetto dovrà:

1. riprodurre la sequenza appena mostrata

2. riprodurre la sequenza al contrario

Partiamo da uno span di 2 per andare avanti…

Es: 1) 3-6 5-7 1-9

2) 1-4-6 8-5-9 3-4-7

3) 8-7-6-1 7-3-4-9 5-7-2-9

3. l’operatore nomina il numero corrispondente ai cubetti che tocca e il soggetto riprodurre la

sequenza toccando i cubetti e nominando, a sua volta, i numeri. Prima in avanti, poi indietro.

4. il soggetto tocca e nomina solo gli ultimi 2\3 numeri della sequenza proposta dall’operatore,

sia in avanti che indietro

Nella scacchiera i cubi sono disposti irregolarmente per evitare che il soggetto tenda ad organizzare

in modo regolare le posizioni.

Al Contrario della prova di test, in cui i cubi sono incollati sul piano di supporto, per i trattamenti è

bene disporre i blocchi in ordine diverso prova dopo prova, ciò per evitare che il soggetto

memorizzi le posizioni associandole ai numeri ai punti 3 e 4.

5. COUNTING SPAN (adattato dal test di Case, Kurkland, Golberg, 1982 – Siegel e Ryan, 1989)

Il bambino deve contare (puntando il dito su ogni cerchio) alcuni cerchi colorati(neri nella figura)

disposti irregolarmente su un cartoncino, assieme ad altri di un altro colore (i cerchi bianchi nella

figura) e contemporaneamente memorizzare il numero dei cerchi contati. (da 2 cerchi colorati in

poi). Le prove sono previste per crescenti livelli di span: si presentano più cartoncini (da 2 in poi),

uno dopo l’altro, nascondendo quelli precedenti, alla fine della presentazione, si chiede al soggetto

il numero di cerchi contati su ogni cartoncino.

6. TRIS (adattato dai trattamenti per la memoria visiva di Daniele Bergamin – Optometrista, Milano)

Terapista e bambino hanno una matrice per il gioco del tris ognuno (si devono pensare sovrapposte

a formare un unico campo). E’ inserito un separatore.

Il gioco lo comincia sempre il bambino, ad ogni mossa il terapista alza il separatore per uno/due

secondi per esporre la mossa effettuata.

Il bambino vince se: non muove in posizione occupate, fa tris, in caso di “patta” riproduce

esattamente le mosse del terapista

Obiettivo del gioco (per il bambino): non muovere in postazioni occupate, fare tris, evitare di subire

il tris, memorizzare le mosse del terapista per riprodurle in caso di “patta”

Obiettivo del terapista: stimolare la memoria visiva mentre sono attive altre attività cognitive di

livello alto, strategie di gioco offensivo e difensivo, abilità visuo-spaziali.

Lo stesso gioco può essere proposto utilizzando i blocchi logici al posto dei simboli. In tal caso il

bambino non deve usare la stessa pedina utilizzata dal terapista (per forma, colore, dimensione,

spessore), nel caso di rombo, triangolo e rettangolo anche per posizione.

7. RICONOSCIMENTO DI FIGURE (A BREVE TERMINE)

Si utilizzano più schede: la prima con una figura di riferimento molto semplice, altre (da 3 in poi)

con figure tra cui è presente quella della prima scheda, le altre immagini differiscono da questa per

un particolare.

Si mostra al bambino prima la figura stimolo per breve tempo (cioè quella disegnata da sola), questa

poi viene nascosta e vengono presentate al bambino le schede con gli altri disegni simili allo

stimolo precedente. Si chiede quindi al bambino di riconoscere il disegno uguale a quello visto

prima (che dovrà poi essere tolto) e poi di indicare le differenze presenti nei restanti disegni rispetto

al target. (es: “cosa manca?” “cosa c’è di diverso?”)

Il compito può essere reso più o meno complesso a seconda dei numeri di disegni che vengono

presentati simultaneamente ed alle differenze più o meno evidenti.

8. COMPRENSIONE SPAZIALE (adattato dal test di Cornoldi et al.)

L’operatore legge al bambino frasi descrittive di difficoltà crescente. Le frasi riguardano alcuni

oggetti comuni e la loro relativa collocazione nello spazio di riferimento.

(es: sul fiore rosso c’è una farfalla blu

sull’albero ci sono due nidi, dentro ogni nido ci sono due uccellini

sul monte c’è una casetta che ha a destra un pino, dietro la casetta c’è una croce….).

Compito del bambino è rappresentare graficamente le situazioni delle frasi dopo averle ascoltate.

TRAINING PER LA MEMORIA DI LAVORO UDITIVA

INTRODUZIONE: PROVE DI “UPDATING” (AGGIORNAMENTO) (Passolunghi, De Beni 2001)

Dato che la memoria di lavoro ha una capacità limitata, l’aggiornamento delle informazioni è molto

importante per il suo corretto funzionamento. Questo progetto di aggiornamento consiste nel

sostituire continuamente, con velocità e precisione, informazioni già presenti nella memoria con

nuove informazioni in ingresso. Non si tratta di una semplice sostituzione di informazioni vecchie

con le nuove; l’aggiornamento coinvolge i processi di attivazione ed inibizione, ma in più richiede

una scelta ed una sostituzione costante degli items che devono essere mantenuti attivi. Questa

abilità è fondamentale nelle situazioni di apprendimento in cui viene richiesto di comprendere vari

tipi di testi, risolvere problemi, seguire trattazioni logiche. Tutte queste attività richiedono infatti

una continua ed efficace attività, in cui solo un limitato numero di informazioni viene scelto e

mantenuto attivo tra tutte quelle in ingresso nel sistema.

Si è osservato che la difficoltà di updating è connessa con la carenza nei processi inibitori. I soggetti

con disabilità d’apprendimento hanno difficoltà a sopprimere le informazioni irrilevanti e compiono

un maggior numero di errori d’intrusione.

1. LISTE DI NUMERI E PAROLE

costruire liste di numeri (la lunghezza della lista va tarata sul soggetto) da leggere al soggetto

dopo avergli specificato che dovrà ricordare i numeri più piccoli, o i numeri più grandi (anche la

quantità di numeri da tenere in memoria va tarata sul singolo).

es: 5 – 7 – 2 – 1 – 9 – 4 ……

ripetere i 3 numeri più piccoli: 2 – 1 – 4

21 – 34 – 43 – 27 – 12 – 17…………

ripetere i 3 numeri più grandi: 27 – 34 – 43

117 – 171 – 701 – 170 – 710 – 174………………

ripetere i 3 numeri più piccoli: 117 – 170 – 171

costruire liste di lettere, numeri o parole di span sempre più lungo da leggere al soggetto che

dovrà ripetere sempre le ultime tre ascoltate. (Morris e Jones, 1990). Il bambino, che non è a

conoscenza della lunghezza della lista presentata, è forzato ad aggiornare continuamente il

ricordo delle ultime parole.

Es: Operatore: 1, 5, 7, 4, 9, 2

Soggetto: 4, 9, 2

Operatore:8, 4, 3, 27, 32, 16, 5, 10, 14

Soggetto: 5, 10, 14

Operatore:45, 21, 16, 92, 53, 40, 8, 98, 9, 0, 65

Soggetto: 9, 0, 65

costruire liste di nomi (la lunghezza della lista va tarata sul soggetto) da leggere al soggetto che

dovrà ricordare solo i 3, 4, 5….. nomi di oggetti, o animali, che sono i più piccoli (o i più grandi)

fra quelli presentati (Palladino, Passolunghi, Pazzaglia)

es “i 2 oggetti più piccoli”: operatore: chiave, ombra, azione, scrivania, forno, valore, baule,

pila, scusa.

bambino: chiave, pila

“i 3 animali più piccoli”: operatore: scherzo, termine, capra, pace, biscotto, bruco, canguro,

festa, mosca, bambino, mucca, pulcino.

bambino: bruco, mosca, pulcino

“Alpha span” costruire liste di parole (la lunghezza della lista va tarata sul soggetto) da leggere

al soggetto che le dovrà memorizzare e poi ripetere:

1. così come gli sono state lette (per creare un’interferenza al compito successivo)

2. ripeterle secondo l’ordine alfabetico

inizialmente le parole della lista avranno iniziali diverse, poi la stessa iniziale

es:

mare, lato

prima ripetizione: mare, lato

seconda ripetizione: lato, mare

sole, foglio, dado

prima ripetizione: sole, foglio, dado

seconda ripetizione: dado, foglio, sole

parola, raggio, gatto, dente, erba

prima ripetizione: parola, raggio, gatto, dente, erba

seconda ripetizione: dente, erba, gatto, parola, raggio

costruire una lista di parole (la lunghezza della lista va tarata sul soggetto, partire da 2) da

leggere al soggetto che dovrà memorizzarla e ripetere solo uno degli items proposti. L’operatore

quindi le ripeterà mischiate e il soggetto dovrà ripeterne un altro diverso dal precedente e così

via fino all’esaurimento degli items.

es: Operatore:pesce, bolla, luna, sasso

Soggetto: bolla

Operatore:luna, pesce, sasso, bolla

Soggetto: pesce

Operatore: bolla sasso luna pesce

Soggetto: luna

Operatore: sasso luna bolla pesce

Soggetto: sasso

2. LISTENING SPAN (adattato dal test di Daneman e Carpenter, 1980 – 1983)

Costruire una serie di frasi (partendo da 2 ed aumentando sempre di una) da leggere al soggetto che

dovrà: ascoltare le frasi, decidere se ognuna è vera o falsa e ricordare l’ultima parola di ogni frase. Il

compito è quindi caratterizzato da una richiesta di elaborazione delle informazioni (decisione vero –

falso) e da una di ricordo ( il ricordo dell’ultima parola della frase).

es: “il burro e la marmellata vanno bene con il pane” vero

“il leone è un animale domestico come il gatto” falso

pane - gatto

“il calcio è uno sport che si pratica solo in montagna” falso

“quando fa freddo si usano la sciarpa e i guanti” vero

“delle banane si mangia solo la buccia” falso

montagna - guanti – buccia

TRAINING PER IL SISTEMA ESECUTIVO

1. SPAN DI CIFRE INDIETRO

(adattato dal test WISC-R - 1989)

Al soggetto vengono lette serie crescenti di cifre, da un minimo di 3, che egli dovrà ripetere

nell’ordine inverso.

3. TRATTAMENTO METODO “BENSO” TIPO “PASAT” (“Neuropsicologia dell’attenzione- teoria e trattamenti nei disturbi di apprendimento” Del Cerro

2004. pp:199, 201)

Nel Trattamento metodo “Benso” tipo PASAT vengono utilizzate carte con numeri, per eseguire

somme e moltiplicazioni.

Le fasi del trattamento:

Verifica dei “fatti matematici” con ‘più’ e ‘per’

In questa fase è necessario verificare gli “automatismi” del soggetto. Bisogna tarare il test e quindi

sapere quello che il soggetto ha automatizzato nel “modulo”: moltiplicazioni e somme a mente. Ad

esempio: se il soggetto conta sulle dita o non risponde entro un secondo e mezzo circa alla domanda

(4x3; 3+4 ecc) vuol dire che non ha i acquisito i fatti matematici di tali moltiplicazioni e somme .

Dovremmo cominciare con le cifre che sa sommare o moltiplicare automaticamente. Capita spesso

qualche soggetto non in grado di fare 1+1 come fatto matematico, si inizia allora una pre-fase di

apprendimento con le somme di 0 e 1 e poi si comincia il trattamento con queste due sole cifre.

Non è detto che i fatti matematici della somma e della moltiplicazione coincidano.

b) Preparare una trentina di carte con i numeri che corrispondono ai fatti matematici indagati nel

punto ‘a’ .

Le carte vanno presentate girate verso il soggetto una sopra l’altra e il soggetto secondo la regola

del PASAT dovrà sommare o moltiplicare le ultime due carte che sono uscite.

Esempio della regola del PASAT eseguita con le carte

Nel caso di figura il soggetto, se somma dirà: ‘5’ e poi ‘4’; se moltiplica dirà: ‘6’ e poi ‘3’.

b bis) Stesso esercizio con le carte che vanno però girate subito dalla parte “coperta” in modo

che il soggetto non abbia la possibilità di continuare a vedere l’ultima carta come nell’esercizio

precedente. Questo esercizio è più difficile del precedente perché coinvolge la memoria in quanto il

soggetto non ha più sotto lo sguardo i numeri da sommare o da moltiplicare.

Tabella con numeri sparsi (aumentare la velocità e il salto).

Esempio di tabella per un soggetto che ha acquisito i “fatti matematici” fino al 3

Vengono posizionati i numeri corrispondenti ai “fatti matematici” in una tabella grande (anche 2

volte un foglio A4) e sparsi in caselle 2,5 per 2,5. Le dimensione sono date a titolo orientativo,

trattandosi di un trattamento e non di un test standardizzato, l’operatore può gestire le grandezze in

base alle diverse esigenze dei soggetti. L’operatore con la matita tocca i numeri scegliendo a caso le

caselle, il soggetto dovrà sommare o moltiplicare gli ultimi due numeri toccati secondo la regola del

PASAT. Avvertenza: l’operatore dovrà, all’inizio, “agganciare” il soggetto rimanendo sui numeri

con la punta della matita, poi piano piano, dovrà incalzare fino ad arrivare a staccare quasi

immediatamente la punta dal riquadro che indica il numero. In questo caso il soggetto sarà

sollecitato a tenere viva l’attenzione sostenuta (altrimenti perde il numero da sommare o

moltiplicare) dovrà spostare velocemente nello spazio l’attenzione seguendo la matita in mano

all’operatore (attenzione spaziale) dovrà focalizzare la casella prima aiutato dalla posizione fissa

della matita e in un secondo tempo solo dal ricordo di dove si era “brevemente “ posata la matita,

nonché selezionare la cifra in questione (attenzione selettiva e dimensionamento del fuoco

attentivo). Tutto dovrà essere fatto gradualmente, come correre tenendo per mano un bambino

piccolo: si accelera progressivamente fino a portarlo alla massima velocità per lui possibile. E’

importante, però, per sviluppare i vari processi attentivi che gli esercizi vengano eseguiti sempre più

velocemente.

1 1 3 0 0 1 2 2 3 0 3 2 1

0 2 2 0 1 2 3 0 1 1 3 1 0

2 2 3 3 0 1 2 3 0 0 3 2 1

1 1 3 1 0 2 3 3 1 2 3 0 1

1 3 0 3 2 1 2 3 0 1 2 2 3

1 2 2 3 0 3 2 0 0 2 2 0 1

d) Tabella con numeri sparsi con caselle di diverse dimensioni.

L’esercizio è identico al precedente, cambiano solo le dimensioni della caselle e dei numeri scritti

dentro, in modo da costringere il soggetto a ridimensionare ogni volta il fuoco dell’attenzione

visiva. A casella piccola può corrispondere un numero grande o viceversa.

Dopo questa prima fase di velocizzazione di ciò che il soggetto sa già fare (i fatti matematici, che ha

già modularizzato), dove vengono messi in gioco i diversi tipi di attenzione viene aumentato

l’allenamento per il sistema esecutivo introducendo l’interferenza. Il sistema esecutivo anche in

questa prima fase è già ampiamente sollecitato dal fatto che deve sostenere l’attenzione e deve

organizzare continuamente switch di tipo spaziale.

e) Tabella con numeri sparsi con interferenza uditiva congruente

Si utilizzano le tabelle di prima con la differenza che l’operatore nomina ad alta voce i numeri che

tocca questo è propedeutico alla fase ‘f ‘, infatti dopo un po’ il soggetto si accorge che la voce non è

interferente, ma coerente col numero toccato e può cominciare ad agganciarsi all’informazione

uditiva. Nei casi meno gravi, che sono in grado di eseguire il compito, passare alla fase ‘e bis’.

e bis) Tabella con numeri sparsi con interferenza uditiva incongruente

Tutto come nella fase precedente con la differenza che l’operatore nomina dei numeri a caso che

non coincidono con quello che sta toccando con la matita. In questo caso il soggetto non può più

“agganciarsi” e sente i numeri letti ad alta voce dall’operatore solo come interferenza.

f) Esercizio tipo PASAT uditivo tarato sul tempo di risposta

L’operatore non darà più alcun appoggio visivo al soggetto e nominerà i numeri a cui si dovrà

rispondere sempre con la regola del PASAT. Abbiamo portato il soggetto praticamente ad

affrontare il test PASAT anche se vi è ancora la grossa differenza che non vi è il fattore incalzante

ed ansiogeno del nastro registrato. L’operatore avrà l’avvertenza anche in questo caso di

“agganciare” la velocità del soggetto, rispettando il suo ritmo, per incalzarlo e velocizzarlo

gradualmente. Notare che è importante che l’operatore si prepari scritta la lista dei numeri da

somministrare con le somme già fatte per poter controllare, sempre con la massima efficienza, la

prestazione del soggetto

g) Esercizio tipo PASAT uditivo con nastro registrato

Questo vale solo per i casi che dimostrano di poter sopportare l’esercizio, perché porta a dover

gestire l’ansia di un incalzare “meccanico”. Le cifre in questione vanno registrate su nastro a

cadenze sempre più incalzanti (si può partire da tre secondi e mezzo per arrivare a 1 secondo e

mezzo di intervallo tra una cifra e l’altra). Naturalmente l’operatore valuterà quando utilizzare il

nastro e la scelta degli intervalli di tempo.

h) Esercizio tipo PASAT visivo con interferenza visiva.

Tabella per autosomministrazione con la regola: “salto di uno”

h1) Il soggetto si autosomministra il PASAT (partendo dalla sinistra in alto con l’andamento

direzionale della lettura) della tabella di figura IV.4 (sempre con + o x) percorrendo le tabelle grigie

o quelle bianche (la regola è: “salto di una”), toccandole una ad una con una punta. L’operatore

registra tempi ed eventuali errori (quanto impiega il soggetto a percorrere l’intera tabella e quanti

errori fa). La tabella viene cambiata spesso (ovviamente si mantengono sempre le stesse cifre dei

fatti matematici e si cambia l’ordine).

Quando il soggetto si sarà velocizzato in questo esercizio presentare le seguenti tabelle:

Tabella per il “salto di uno” senza guida e con interferenza visiva

1 1 3 0 0 1 2 2 3 0 3 2 1

0 2 2 0 1 2 3 0 1 1 3 1 0

2 2 3 3 0 1 2 3 0 0 3 2 1

1 1 3 1 0 2 3 3 1 2 3 0 1

1 3 0 3 2 1 2 3 0 1 2 2 3

1 2 2 3 0 3 2 0 0 2 2 0 1

1 1 3 0 0 1 2 2 3 0 3 2 1

0 2 2 0 1 2 3 0 1 1 3 1 0

2 2 3 3 0 1 2 3 0 0 3 2 1

1 1 3 1 0 2 3 3 1 2 3 0 1

1 3 0 3 2 1 2 3 0 1 2 2 3

1 2 2 3 0 3 2 0 0 2 2 0 1

h2) Tabella con interferenza visiva.

Nel caso rappresentato dalla figura, non avendo più la guida del colore, ma dovendo sempre saltare

di uno, il soggetto sarà catturato dai “fiancheggiatori” e dovrà gestire l’interferenza rinforzando la

configurazione necessaria alla ricerca stimolando, perciò, le risorse dell’esecutivo perché vi sarà

anche il compito concomitante di sommare o moltiplicare. L’esercizio precedente sarà propedeutico

a questo, che sarà presentato solo se il soggetto avrà dimostrato di muoversi bene sul tracciato a due

colori. Questo esercizio diventa l’ideale non solo per l’attenzione, ma anche per allenare il salto

saccadico resistendo ai distrattori, che comunque sappiamo dipendere strettamente dall’attenzione.

L’operatore dovrà registrare tempi ed errori durante tutta la fase h, per valutare i progressi

comparando gli esercizi equivalenti.

h3) Nelle prime somministrazioni della tabella monocolore è bene che i numeri siano messi nello

stesso ordine rispetto a quello utilizzato nella situazione bicolore, per facilitare il soggetto, in

seguito, se il soggetto si adatta alla difficoltà, le tabelle monocolori potranno essere formate

indipendentemente dall’ordine utilizzato per quelle bicolori.

h4) In un ulteriore passaggio dove l’esercizio “salto di uno” viene fatto con numeri sempre più

piccoli in modo che il soggetto sia costretto a centrare il più possibile sulla fovea il numero per

riuscire a sfruttare al massimo l’acuità visiva. La dimensione delle tabelle nel testo è puramente

indicativa e inutilizzabile per i training; è necessario preparare fogli di dimensioni di base A4 che

possono essere ingranditi o rimpiccioliti tenendo conto delle difficoltà del soggetto; dovranno essere

utilizzate tabelle sempre più fitte e sempre più piccole con cifre scritte a fino a dimensione 8 o

minore. Meglio ancora se si maschera leggermente il numero come si vede in figura con sfondi che

lo fanno risaltare meno. Il soggetto dovrà toccare con la punta di una penna la casella e il più

velocemente possibile eseguire la regola del PASAT con il salto di uno.

Tabelle con numeri sempre più piccoli per centrare il più possibile la “foveazione” dopo il salto di uno. Notare che le

dimensioni delle tabelle del testo sono inutilizzabili per il training, sono puramente indicative.

1 1 3 0 0 1 2 2 3 0 3 2 1

0 2 2 0 1 2 3 0 1 1 3 1 0

2 2 3 3 0 1 2 3 0 0 3 2 1

1 1 3 1 0 2 3 3 1 2 3 0 1

1 3 0 3 2 1 2 3 0 1 2 2 3

1 2 2 3 0 3 2 0 0 2 2 0 1

1 1 3 0 0 1 2 2 3 0 3 2 1

0 2 2 0 1 2 3 0 1 1 3 1 0

2 2 3 3 0 1 2 3 0 0 3 2 1

1 1 3 1 0 2 3 3 1 2 3 0 1

1 3 0 3 2 1 2 3 0 1 2 2 3

1 2 2 3 0 3 2 0 0 2 2 0 1

h5) Volendo aumentare le difficoltà, i passaggi h1…h4, si possono ripetere con le seguenti tabelle

che illustreremo solo nella versione bicolore sapendo che poi dovranno diventare uniformi

(monocolori come sopra).

Tabella bicolore col “salto di due”. L’esercizio tende ad aumentare l’ampiezza del salto saccadico.

Si possono aggiungere altre tabelle con questa logica: prima una via tracciata da due colori diversi e

poi un unico colore che fa nascere interferenza dai fiancheggiatori.

Tabella bicolore con la regola del “su e giù”. Il soggetto seguirà il percorso indicato dalle frecce bianche

Ricordo che si è giunti a questa fase sempre con le stesse cifre per la somma e la moltiplicazione

(non per forza uguali). A questo punto, quando il soggetto dimostra poche incertezze negli esercizi

(questo può accadere dopo settimane o mesi dipende dalla gravità del disturbo) e i tempi e gli errori

presi durante l’autosomministrazione delle tabelle sono notevolmente diminuiti scatta la fase

successiva.

i) Aumentare di una cifra, rallentare e ripartire dal punto ‘b’ripercorrendo tutte le fasi.

Il consiglio è quello di tralasciare le fasi precedenti una volta arrivati allo step successivo. Sembra

però che il gioco con le carte possa servire per settare l’attenzione sul compito, è quindi utile

riprenderlo all’inizio della seduta giornaliera.

1 1 3 0 0 1 2 2 3 0 3 2

0 2 2 0 1 2 3 0 1 1 3 1

2 2 3 3 0 1 2 3 0 0 3 2

1 1 3 1 0 2 3 3 1 2 3 0

1 3 0 3 2 1 2 3 0 1 2 2

1 2 2 3 0 3 2 0 0 2 2 0

2 2 0 1 2 3 0 1 1 3 1 0

1 1 3 0 0 1 2 2 3 0 3 2 1

2 3 3 0 1 2 3 0 0 3 2 1

1 1 3 1 0 2 3 3 1 2 3 0 1

3 0 3 2 1 2 3 0 1 2 2 3

1 2 2 3 0 3 2 0 0 2 2 0 1