Steve Erickson Shadowbahn - Il Saggiatore

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Steve Erickson Shadowbahn A vent’anni dal crollo, riappaiono le Torri Gemelle. Il primo a vederle è Aaron, l’autista di un camion, che le scorge die- tro una curva della Highway 44. È lì che le Torri riappaiono, identiche a prima, a margine del luogo che più di ogni al- tro rappresenta l’anima randagia degli Stati Uniti: la strada. Migliaia di persone accorrono, attratte dai due megaliti di vetro e cemento, apparentemente deserti, e dalla musica che sembrano emanare, una canzone diversa per ciascuno. Più in alto, rinchiuso nella Torre Sud, c’è Jesse Presley, il gemello nato morto di Elvis, ossessionato da una voce che è sua ma non gli appartiene. Shadowbahn è un romanzo corale in cui le storie si uniscono nel malinconico inventario delle voci d’America. Fra le Torri Gemelle, le vite vere si confondono con le vite possibili e il passato recente converge in un fu- turo prossimo e abnorme. I fantasmi di JFK, Elvis e Andy Warhol incontrano gli spiriti degli ultimi vent’anni e di oltre un secolo fa, in una comunione spettrale che è il racconto di ieri e domani: un viaggio lungo una strada d’ombra, come d’ombra è la scrittura di Erickson, capace di catturare l’ani- ma di un paese smarrito, in un tempo da ritrovare. «Un libro che colpisce al cuore.» The Washington Post «La colonna sonora della disfatta dell'America.» Los Angeles Times «Strabiliante.» Jonathan Lethem «Il primo romanzo dell'era Trump.» Chicago Tribune € 21,00 | pp. 320 Traduzione di Michele Piumini Steve Erikson è uno scrittore e giornalista sta- tunitense. Oltre a Shadowbahn, dichiarato «Best Book 2017» dal L.A. Times, ha scritto nove ro- manzi e due saggi, tradotti in dieci lingue. In Italia, per Bompiani, sono usciti Zeroville (2008), Il mare arriva a mezzanotte (2010) e Momenti perduti (2013). In libreria dal 5 luglio

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Steve EricksonShadowbahnA vent’anni dal crollo, riappaio no le Torri Gemelle. Il primo a vederle è Aaron, l’autista di un camion, che le scorge die-tro una curva della Highway 44. È lì che le Torri riappaiono, identiche a prima, a margine del luogo che più di ogni al-tro rappresenta l’anima randagia degli Stati Uniti: la strada. Migliaia di persone accorrono, attratte dai due megaliti di vetro e cemento, apparentemente deserti, e dalla musica che sembrano emanare, una canzone diversa per ciascuno. Più in alto, rin chiuso nella Torre Sud, c’è Jesse Presley, il gemello nato morto di Elvis, ossessionato da una voce che è sua ma non gli ap partiene. Shadowbahn è un romanzo corale in cui le storie si uniscono nel malinconico in ventario delle voci d’America. Fra le Torri Gemelle, le vite vere si confondono con le vite possibili e il passato re cente converge in un fu-turo prossimo e abnorme. I fantasmi di JFK, Elvis e Andy Warhol incontrano gli spiriti degli ultimi vent’anni e di oltre un secolo fa, in una comunione spettrale che è il racconto di ieri e domani: un viaggio lungo una stra da d’ombra, come d’ombra è la scrittura di Erickson, capace di catturare l’ani-ma di un paese smarrito, in un tempo da ritrovare.

«Un libro che colpisce al cuore.»The Washington Post

«La colonna sonora della disfatta dell'America.»Los Angeles Times

«Strabiliante.»Jonathan Lethem

«Il primo romanzo dell'era Trump.»Chicago Tribune

€ 21,00 | pp. 320

Traduzione di Michele Piumini

Steve Erikson è uno scrittore e giornalista sta-tunitense. Oltre a Shadowbahn, dichiarato «Best Book 2017» dal L.A. Times, ha scritto nove ro-manzi e due saggi, tradotti in dieci lingue. In Italia, per Bompiani, sono usciti Zeroville (2008), Il mare arriva a mezzanotte (2010) e Momenti perduti (2013).

In libreria dal 5 luglio

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Massimo Bocchiola Gli ultimi giorni di agostoPoema in forma di romanzo, diario e memoir, raccolta di rac-conti: Gli ultimi giorni di agosto è un’opera in cui generi e re-gistri diversi s’intrecciano per restituire suggestioni. Ultimi giorni di agosto. La luce al crepuscolo colora delle tinte più vive i fiori ancora ricchi e i frutti. Nella Bassa Pa-dana è il momento del rac colto per il riso, e più in alto per le uve mature. Eppure nulla come la fine dell’estate pro mette il declino della vecchiaia, l’approssimarsi di un dopo, il ritorno di barlumi di memoria. Un uomo vede la sua casa riem pirsi dei frantumi del passato; allo specchio, sul suo volto, osserva i volti delle generazioni che lo hanno preceduto, spettri che proliferano fino a farsi patologia, febbri a cui opporre pallia-tivi. Gli ultimi giorni di agosto ricompone quelle feb bri in un romanzo di consunzione, un canzoniere in prosa per fram-menti e presagi in cui la vita ab braccia la scrittura. Episodi minimi mostrano l’e state del tempo nel suo dissiparsi: una giornata trascorsa col padre, i corpi acerbi di un ragazzo e una ragazza che spingono le bici in mezzo alla campagna, la pelle di un serpente ritrovata sulla tomba di famiglia. In questo perdersi dell’istante nell’universale emerge l’antidoto di secondi, mi nuti, a volte interi giorni di felicità: un gol di Paolo Rossi, l’ombra di un albero lungo la strada. Massimo Bocchiola disegna nella Pianura Padana la torrida geografia di un passato e costrui sce un romanzo familiare dagli echi pascoliani.

DAL LIBRO

Si somigliano in modo così trito, il tardo agosto e il declino della nostra maturità, che a un palato impaziente il con-fronto riesce stucchevole come lo zucchero delle vigne di cui l’afa che torna a intermittenza sembra verniciare l’aria.

€ 19,00 | pp. 152

Massimo Bocchiola ha tradotto opere di al cuni dei maggiori scrittori di lingua inglese, tra cui Kipling, Beckett, Fitzgerald, Pynchon, Kerou-ac, Foer, Auster e Nabokov. Autore di numerosi inter venti critici apparsi su quotidiani e riviste lettera rie, ha pubblicato le raccolte di poesie Al ballo della clinica (Marcos y Marcos, 1997), Le ra-dici nell’aria (Guanda, 2004) e Mortalissima parte (Guanda, 2007); e vari saggi fra cui Mai più co-me ti ho visto (Einaudi, 2015). Per il Saggiatore è uscito il roman zo Il treno dell’assedio (2014).

In libreria dal 5 luglio

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Nelson MandelaLettere dal carcereA cura di Sahm Venter

Quando viene arrestato nel 1962, all’intensificarsi della bru-tale campagna contro gli oppositori politici condotta dal re-gime dell’apartheid in Sud Africa, Nelson Mandela, avvocato quarantenne e attivista del Congresso Nazionale Africano, non sa che trascorrerà i successivi ventisette anni in carce-re. Durante i suoi 10 052 giorni di prigionia, Mandela scri-ve centinaia di lettere alle irremovibili autorità carcerarie, ai compagni attivisti, agli ufficiali governativi, e ancora, le più toccanti, alla coraggiosa moglie Winnie e ai cinque figli. Oggi, 255 di queste lettere, per la maggior parte inedite, re-stituiscono il più intimo ritratto di Mandela dopo il Lungo cammino verso la libertà. Nello scrivere della morte del figlio Thembi, dopo aver visto ignorata dalle autorità la richiesta di partecipare al funerale, nel supporto incrollabile alla mo-glie, anch’essa imprigionata, nel delineare una filosofia dei diritti umani che oggi risuona forte: le Lettere dal carcere di Nelson Mandela rivelano l’eroismo e il coraggio di un uomo che ha rifiutato di sacrificare i suoi valori morali di fronte a una pena umana sbalorditiva, collocando il loro autore, in-sieme con il Mahatma Gandhi e Martin Luther King Jr., tra le figure storiche più influenti del ventesimo secolo.

€ 26,00 | pp. 640

A cura di Sahm Venter Prefazione di Zamaswazi Dlamini-Mandela Traduzione di Seba Pezzani

Nelson Mandela (1918-2013) è stato un attivi-sta anti-apartheid, politico e filantropo, primo Presidente democraticamente eletto del Suda-frica, dal 1994 al 1999.

Sahm Venter è stata reporter, coprendo la libe-razione di Mandela dalla prigione nel 1990, e ha pubblicato numerosi studi sull’argomento.

In libreria dal 12 luglio

PUBBLICAZIONE IN CONTEMPORANEA MONDIALE

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John SzwedBillie HolidayUna biografia

Billie Holiday è stata una delle più grandi cantanti jazz di tutti i tempi. La sua indimenticabile voce ha cambiato per sempre la storia della musica e influenzato tutte le succes-sive generazioni di artisti, tra cui Amy Winehouse e Ade-le. John Szwed ripercorre la sua vita tormentata e la stra-ordinaria carriera, restituendo non soltanto una inedita e definitiva biografia, ma anche un’illuminante riflessione sull’arte. Ricche di aneddoti, curiosità, documenti inediti e dettagli struggenti, queste pagine sono un omaggio alla voce di Billie Holiday, al talento innato e al- lo stile incon-fondibile che l’hanno consacrata nell’Olimpo dei più grandi artisti del Novecento.

DAL LIBRO

Sono stati scritti molti libri su Billie Holiday. Chiunque abbia provato a scrivere qualcosa su di lei ha scoperto che ci sono molte Billie Holiday: una vivace e gioiosa, un’altra amareg-giata e condannata alla tristezza; c’è una Billie dal pianto di bimba e una dal ringhio di donna matura; una prima Billie, una Billie di mezzo e un’ultima Billie; una race woman e una chanteuse di fama internazionale; una Billie da jazz band e un’altra accompagnata da eleganti violini. Finora molto di ciò che è stato scritto su di lei si è scontrato con le evidenti contraddizioni della sua enigmatica personalità. Quello che ho tentato di fare è scrivere un libro diverso, con l’intenzione di ampliare la percezione della personalità di Billie Holiday, inserendo la sua vita nella particolare cornice del mondo in cui viveva e nel contesto musicale specifico di quei tempi, senza allontanarmi dalla sua musica, dal suo stile perfor-mante, da quella parte di sé che lei aveva creato e portato nei dischi e sul palco. Non è, dunque, una biografia in senso stretto, ma piuttosto una riflessione sulla sua arte e sull’atti-nenza di questa con la sua vita.

€ 26,00 | pp. 280

Traduzione di Elena Montemaggi

John Szwed ha insegnato storia della musica e del jazz alla Columbia University ed è stato di-rettore del Center for Jazz Studies. Per il Saggia-tore è uscito So what (2015).

In libreria dal 12 luglio

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Leonard BernsteinScoperteNel centesimo anniversario della nascita, il Saggiatore pub-blica le Scoperte di Leonard Bernstein, compositore e diret-tore d’orchestra statunitense tra i più innovativi. Bernstein esplora i continenti antichi della musica classica, le nuove città del pop e gli edifici in chiaroscuro del jazz. Affiorano storie, ricordi personali e interpretazioni collettive: memo-rie che attingono all’infanzia, alla vita famigliare e alla pre-coce educazione musicale, ai fatti di cronaca, ai drammi e alle rivoluzioni che hanno segnato la cultura dell’Occidente, e ancora analisi sui maestri di sempre, Beethoven e Mahler, Mozart e Stravinsky, ma anche Koussevitzky e Copland. Quella di Bernstein è stata un’opera di scavo nella cultura musicale durata cinquant’anni, in un mosaico eterogeneo di immagini e suoni, vite e vicende che restituiscono il volto radicale dell’America, un ritratto in cui la storia civile con-fluisce in quella musicale e la musica si fa strumento di tra-sformazione della civiltà.Scoperte è per Bernstein occasione per ripercorrere i mo-menti cruciali della propria carriera, attraverso opere di successo come Candide, On the Town e West Side Story e pietre miliari come Kaddish. E, infine, per aprire lo scrigno in cui ha accumulato documenti, lettere, poesie, scritti cri-tici, fotografie che restituiscono l’istantanea di un composi-tore eccezionale, cittadino del mondo che ci chiede di am-mirare la bellezza che si cela dietro ogni scoperta.

DAL LIBRO

Mi piacerebbe vedere aboliti tutti i confini. Bramo la fine di passaporti, permessi, dichiarazioni, tariffe, ispezioni e ban-diere. Penso che ognuno desideri questo in qualche mo-do, ma la paura fa molto. E, al momento, la paura sembra perdurare.

€ 32,00 | pp. 472

Edizione italiana a cura di Giovanni Gavazzeni

Leonard Bernstein (1918-1990) è stato un compositore, pianista e direttore d’orchestra statunitense.

In libreria dal 23 agosto

Page 6: Steve Erickson Shadowbahn - Il Saggiatore

Veronica WedgwoodLa guerra dei Trent’anni1618-1648

Praga, 23 maggio 1618: nel vuoto sottostante le finestre del castello di Hradschin non si è ancora spento l’ultimo gri-do dei governanti defenestrati dalla rabbiosa folla cittadina, che già l’Europa sta affilando le armi. Il continente è un cal-derone che ribolle di tensioni e l’episodio boemo è tutto ciò che serve per far saltare il coperchio.La guerra dei Trent’anni è il racconto dell’ultima, sangui-nosa guerra di religione dell’Occidente, un conflitto che ha coinvolto ogni potenza del vecchio continente. Di massa-cro in massacro e di devastazione in devastazione, Veronica Wedgwood ripercorre le trame di quelle tre decadi di follia e violenza, liberando i fatti da pregiudizi e stereotipi e mo-strando in quale modo il lacero scenario emerso dalla fine della guerra abbia determinato il futuro dell’Europa.

DAL LIBRO

La città di Praga era in stato di eccitazione; quando i depu-tati protestanti furono visti avviarsi verso il castello reale di Hradschin, un’immensa folla li seguì tumultando. I governa-tori Slavata e Martinitz non avevano scampo. Centinaia di mani li trascinarono verso le finestre e li precipitarono nel vuoto. “Gesù! Maria! Aiu- to!” gridò Martinitz mentre volava oltre il davanzale. Slavata si batté più a lungo, invocando la Beata Vergine e artigliando il telaio della finestra sotto una pioggia di percosse, finché un colpo gli fece perdere i sensi, e le mani insanguinate allentarono la presa.

€ 29,00 | pp. 496

Prefazione di Anthony Grafton Traduzione di Antonio Cettuzzi

Veronica Wedgwood (1910-1997) è stata una delle più illustri storiche inglesi. Si è occupata specialmente della Guerra civile inglese e della storia europea tra xvi e xvii secolo. Autrice di po-polari biografie e opere divulgative, fu insignita del prestigioso Ordine al merito del Regno Uni-to e nominata Dama dell’Impero britannico.

In libreria dal 23 agosto

Page 7: Steve Erickson Shadowbahn - Il Saggiatore

Edoardo Boncinelli e Antonio Ereditato Il cosmo della menteBreve storia di come l’uomo ha creato l’universo

Quanti anni ha la vita? Se l’atomo è fatto di vuoto, cosa so-stiene il mondo? Cosa sono pensiero e coscienza? Edoardo Boncinelli e Antonio Ereditato, mescolando fisi-ca e biologia tra idee e ipotesi con la potenza del metodo scientifico, raccontano l’avventura dell’Universo: dalle pri-me stelle alla nascita dello spaziotempo, dal sorgere della vi-ta alla coscienza umana. Tornano a 10-30 secondi dopo il Big Bang e poi si addentrano nel mistero di un cervello troppo complesso per sostenere solo la sua sopravvivenza. Spiega-no la natura ambivalente delle particelle elementari grazie a cui possiamo far rivivere in laboratorio il Cosmo ai suoi esordi, clonando il «dinosauro-Universo-appena-nato». Soprattutto, enunciano una grande verità: di tutto ciò che conosciamo, solo la nostra mente – indecifrabile computer biologico con neuroni più numerosi delle stelle che popola-no la Via Lattea – ci consente di dare una storia all’Universo in cui viviamo; di donargli, in fondo, l'esistenza.Il Cosmo della mente spazia dalle distanze siderali alle cel-lule umane fino all’infinitamente piccolo, in un viaggio at-traverso il quale avvicinarsi al luogo in cui, sul confine tra noto e ignoto, terminano le nostre certezze e ci affacciamo alla vertigine dell’oscurità.

DAL LIBRO

Con noi, col nostro complesso cervello e i suoi neuroni, l’U-niverso si è destato dalla propria incoscienza e, almeno qui sul pianeta Terra, ha cominciato a riflettere su se stesso e a farsi raccontare dagli uomini di scienza l’affascinante storia della sua nascita e della sua lunga vita.

€ 12,00 | pp. 216

Edoardo Boncinelli è il più importante gene-tista italiano. All’attività di ricerca affianca da sempre quella di divulgatore scientifico.

Antonio Ereditato è professore di Fisica delle particelle elementari presso l’Università di Ber-na e direttore del Laboratory for High Energy Physics e dell’Albert Einstein Centre for Funda-mental Physics di Berna. Con il Saggiatore ha pubblicato Le particelle elementari (2017).

In libreria dal 30 agosto

Page 8: Steve Erickson Shadowbahn - Il Saggiatore

Mark CousinsStoria dello sguardoAlbum di fotografie e galleria d’arte, road movie e gramma-tica del linguaggio visuale: Storia dello sguardo è un viaggio per parole e immagini che attraversa l’arte e la letteratura, il cinema e la fotografia, la tecnologia e la scienza. Mark Cousins compie un vero e proprio montaggio dei mo-menti più significativi della nostra storia visiva e ci racconta come e perché sia cambiato il nostro modo di guardare nel corso dei secoli. Assistiamo così allo spettacolo della gran-de eruzione del Vesuvio; insieme a Newton vediamo cade-re la mela che lo porta a formulare la legge di gravitazione universale; penetriamo l’espressione carica di sofferenza di uno schiavo incatenato su una nave diretta in Brasile; ipo-tizziamo l’occhiata di rimprovero lanciata a Cézanne dalla moglie durante un’estenuante seduta di posa; siamo accanto a Howard Carter quando scopre la tomba di Tutankhamon. Dal Pleistocene all’era digitale, il modo in cui costruiamo le immagini e quello in cui recepiamo l’oggetto della visione è radicalmente mutato: ed esplorare l’evoluzione del processo visivo equivale a ripercorrere la storia dell’uomo.

DAL LIBRO

Uno sguardo può essere un atto di empatia o di aggressio-ne. Può provocare desiderio o esprimerlo. Dal mondo sfoca-to in cui abitiamo da piccoli al paesaggio in alta definizione dei nostri schermi, guardare fa di noi ciò che siamo.

€ 35,00 | pp. 552

Traduzione di B. Alessandro D’Onofrio

Mark Cousins è uno scrittore, critico cinema- tografico e regista irlandese. Il suo documen-tario The Story of Film: An Odyssey, trasmesso in Italia da Sky, è stato presentato al Toronto International Film Festival nel 2011. Nel 2018 il suo nuovo film, The Eyes of Orson Welles, è stato proiettato al Festival di Cannes.

In libreria dal 30 agosto

Page 9: Steve Erickson Shadowbahn - Il Saggiatore

Daniele Giglioli All’ordine del giorno è il terroreI cattivi pensieri della democrazia

Il terrore è lo specchio scuro della democrazia, il suo dop-pio segreto e insostituibile. Nulla come il terrore genera assetti politici, costruisce identità e immaginario. Eppure nessuno si definisce terrorista: il terrorismo è sempre la vio-lenza dell’altro. Nessuna definizione permette di carpirne la natura. Al centro c’è un vuoto. Calando i personaggi in quel vuoto, la letteratura non spiega cos’è o come funziona: ci mostra cosa succede ad abitarlo. Non chiarisce com’è fatto il terrore ma – grazie alla sua capacità di metterci nei panni dell’altro – ci permette di farne esperienza. È quello che fanno gli autori attorno a cui si snoda quest’o-pera, da Artaud a Ballard, da Dostoevskij a Updike, da Sade a Ellroy. Con All’ordine del giorno è il terrore, che il Saggia-tore riporta in libreria, Daniele Giglioli decostruisce la più potente macchina narrativa contemporanea, mostrando co-me tra i suoi fumi si celi l’impotenza del soggetto moderno, la fragilità dei nessi sociali, l’espropriazione dell’individuo dalla sfera pubblica. Il terrorista è uno di noi: vittima, spet-tatore. Questo sembra dirci il killer per caso, l’emarginato Oswald in Libra di Don DeLillo, finalmente inquadrato dal-la telecamera nel momento della morte: «Requisito nel cielo senza atmosfera della gloria mediatica, il suo quarto d’ora di celebrità durerà in eterno».

DAL LIBRO

Perché il terrore, un congegno discorsivo tanto mal artico-lato da lasciarsi smontare in una sola mossa, si rivela in-vece così potente, capace non solo di occultare ma anche di generare realtà, assetti istituzionali, ordinamenti civili e soprattutto intensità affettive, fino a diventare il territorio privilegiato dell’apparizione perturbante dell’altro assoluto, del male radicale, dell’estraneità irriducibile?

€ 23,00 | pp. 224

Daniele Giglioli, scrittore, giornalista e critico, insegna Letterature comparate all’Università di Bergamo. Tra le sue opere ricordiamo Tema (La Nuova Italia, 2001), Il pedagogo e il libertino (Se-stante, 2002), Senza trauma (Quodlibet, 2011), Critica della vittima (Nottetempo, 2014), Stato di minorità (Laterza, 2015).

In libreria dal 30 agosto

Page 10: Steve Erickson Shadowbahn - Il Saggiatore

Riccardo Cucchi RadiogolTrentacinque anni di calcio minuto per minuto

La voce di Riccardo Cucchi è stata il cuore di ogni dome-nica per circa trent’anni. Dalla sua postazione ha riempito i nostri pomeriggi di emozioni narrando da testimone di-retto decine di campionati, centinaia di partite, migliaia di minuti di calcio. Quando in una notte d’estate ha gridato al suo microfono per quattro volte «Campioni del mondo» è iniziata la festa di tutti, da Berlino all’Italia intera. Ha ac-compagnato vittorie impossibili da dimenticare: la Cham-pions League dell’Inter nel 2010, lo scudetto della Roma nel 2001, quello del riscatto bianconero nel 2012. Oggi la voce che ha trasformato quegli attimi in racconto radiofonico, dando vita a una piccola epica dell’istante, ab-bandona il microfono e si riversa in un libro ancora entusia-smante, più intimo. Radiogol è un memoir in cui scorrono trent’anni di calcio perduto e ritrovato; è un atto d’amore per la radio e i suoi protagonisti, che rivivono in aneddoti carichi di umanità: le partite a scopa di Enrico Ameri, le mille sigarette di Alfredo Provenzali, il biliardo notturno di Sandro Ciotti. Attraverso le sfide a cui ha assistito in pri-ma persona, i ricordi di un’infanzia trasognata e gli incontri con fuoriclasse come Carlo Ancelotti, i fratelli Abbagnale e Diego Armando Maradona, Cucchi ci sintonizza su un’e-poca e un calcio che sono parte di noi. Minuto per minuto.

DAL LIBRO

Tutti eravamo fermi insieme a Grosso qualche metro fuori dall’area di rigore; tutti corremmo verso il pallone che atten-deva di essere calciato; tutti lo fissammo mentre ci avvici-navamo; tutti lo colpimmo con la forza e la precisione di cui eravamo capaci… «Reetee! Reetee! Campioni del mondo, campioni del mondo, campioni del mondo, campioni del mondo…»

€ 17,00 | pp. 252

Riccardo Cucchi è un giornalista, conduttore e radiocronista italiano. È stato una delle voci di Tutto il calcio minuto per minuto per più di trent’anni. Per la Rai ha seguito otto Olimpiadi e sette Mondiali di calcio.

In libreria dal 6 settembre

Page 11: Steve Erickson Shadowbahn - Il Saggiatore

Piero CamporesiLa casa dell’eternitàIl Saggiatore prosegue la ripubblicazione del corpus delle opere di Piero Camporesi con La casa dell’eternità, capola-voro che sonda le delizie dell’aldilà celeste e le malvagità de-gli inferi. Con la consueta maestria, Camporesi scava nelle fonti letterarie e documentarie più disparate e traccia l’evo-luzione degli oltremondi immaginati e anticipatamente vis-suti dalle genti che nei secoli hanno popolato la Terra. Fino ad arrivare a oggi, tempo in cui la casa del diavolo sembra rimasta senza inquilini e altre sono le fantasie che sconvol-gono l’ordinato lavoro della mente umana.

DALLA PREFAZIONE DI GIAN MARIO ANSELMI

Camporesi è magistrale nel dipingere gli apparati infernali e diavoleschi inscenati nell’Ancien Régime. La parola retorica-mente barocca di predicatori e gerarchie ecclesiastiche vie-ne come amplificata e mimata dalla scrittura immaginifica e accumulativa di Camporesi, che fornisce in questo volume una delle sue prove migliori di storico e di scrittore al tempo stesso: attraverso le pagine dedicate agli orrori infernali, al brulicame di corpi schiacciati e dolenti nelle cavità infernali, al buio terribile di un’eternità di sofferenze, penetriamo in un immaginario religioso e rituale mai esplorato in precedenza in modo così efficace.

€ 26,00 | pp. 312

Prefazione di Gian Mario Anselmi

Piero Camporesi (Forlì 1926 - Bologna 1997) è stato un filologo, storico e antropologo italiano. Ha insegnato Letteratura italiana nella facoltà di Lettere dell’Università di Bologna. Tra i saggisti italiani più conosciuti al mondo, i suoi libri sono stati tradotti nei principali paesi europei, negli Stati Uniti, in Brasile e in Giappone. Il Saggiatore ha pubblicato Il pane selvaggio (2016), Le belle contrade (2016), Il sugo della vita (2017) e Il bro-do indiano (2017).

In libreria dal 6 settembre

Page 12: Steve Erickson Shadowbahn - Il Saggiatore

Geoff Dyer ZonaUn libro su un film su un viaggio verso una stanza

Nebbia, edifici abbandonati. Tre uomini attraversano un territorio anonimo diretti alla Zona, luogo misterioso quan-to il passato dei viaggiatori. Non si sa cosa spinga sin là il Professore, né lo Scrittore; solo per la loro guida, lo Stalker, quel viaggio rappresenta un ritorno a casa: la Zona è un luo-go magico. In quel luogo si trova una Stanza, e nella Stanza ciò che più desideriamo…Quella provata da Geoff Dyer per Stalker, uno dei film più complessi e onirici di Tarkovskij, è una fascinazione che du-ra da una vita. Scoperto e riscoperto a ogni visione, per lui è diventato uno specchio su pellicola dell’esistenza, un uni-verso in cui trovarsi, perdersi e riscoprirsi. Zona è per Dyer l’occasione per tornare a quel luogo misterioso, per tentare, attraverso la scrittura, di regolare i conti con la sua aura ip-notica. Ma la Stanza ci mette di fronte non a ciò che pensia-mo di volere, bensì a ciò che più segretamente desideriamo. Sequenza dopo sequenza, l’analisi del film si trasforma nel ricordo dei genitori, nelle immagini della giovinezza, nella confessione delle occasioni perse e delle proprie ipocrisie. In Zona Dyer si inabissa in una riflessione intima sul tempo e sul desiderio. Un viaggio nella memoria verso quella Zona primigenia dell’anima al cui interno poter dire, come il pro-tagonista di Stalker, «Eccoci qui, finalmente a casa».

DAL LIBRO

Una delle ragioni per cui, nei lunghi anni passati da quando ho visto Stalker per la prima volta, ho avuto sempre biso-gno della Zona e dei suoi prodigi proprio come i tre uomini seduti sul vagoncino mentre il pae saggio gli scorre confuso accanto: la Zona è il luogo di un valore puro e incontamina-to, scevro da com promessi.

€ 24,00 | pp. 192

Traduzione di Katia Bagnoli

Geoff Dyer è considerato uno dei più importan-ti scrittori inglesi contemporanei. Le sue opere di narrativa e saggistica sono state tradotte in ventiquattro lingue. Il Saggiatore ha pubblicato Sabbie bianche (2017) e Il colore della memoria (2017).

In libreria dal 13 settembre

Page 13: Steve Erickson Shadowbahn - Il Saggiatore

Piero De MartiniLe case della musicaCi sono case abitate da voci, note imprigionate nella luce o nella stoffa che ricopre antiche poltrone. Piero De Martini vi entra compiendo un pellegrinaggio nelle dimore che hanno visto nascere e crescere i più importanti compositori classici. Dalla casa a Eisenach di Bach a quella di Mozart a Salisbur-go, dalla Vienna di Schubert e Berg alla Weimar di Liszt: sono queste, e molte altre, le «case della musica» visitate da Piero De Martini. Luoghi che nelle loro suppellettili e archi-tetture – muri, camere, cucine, oggetti, libri – conservano ancora tracce della carne e dello spirito dei maestri che le hanno abitate, impronte invisibili di quelle presenze crea-trici. Tra quelle pareti sopravvissute agli anni, talvolta ai se-coli, si dipana tutta la vicenda del Romanticismo musicale; sotto quella tappezzeria brulica un mondo di emozioni, di nostalgie, di melanconie, di gioie violente e dolori profondi, di collere ataviche e tenerezze disperate che di questi grandi musicisti raccontano le storie più intime, gli stati d’animo più intangibili. Un percorso circolare, quello di Le case della musica, che invita a entrare per la prima volta nelle stanze che hanno ispirato le opere più monumentali e visionarie della storia musicale, e a scoprirne gli angoli rimasti fino a oggi inesplorati.

€ 23,00 | pp. 352

Piero De Martini è nato a Milano nel 1939. Fra le sue opere ricordiamo Il conservatorio delle Alpi. Il coro della Sat (Bruno Mondadori, 2009) e Mozart a Praga (Bruno Mondadori, 2013). Il Sag-giatore ha pubblicato Chopin. Le estati a Nohant (2016).

In libreria dal 13 settembre

Page 14: Steve Erickson Shadowbahn - Il Saggiatore

Jason HickelThe DivideGuida per risolvere la disuguaglianza globale

C’è una frattura che sta crescendo attorno a noi. L’abbiamo ignorata, creduta lontana, eppure da più di cinquant’anni al-larga i suoi confini, spalancando voragini invisibili tra con-tinenti, nazioni e cittadini. È «the Divide», il divario econo-mico tra ricchi e poveri del mondo: 4,3 miliardi di persone vivono con meno di 5 dollari al giorno mentre gli otto uo-mini più ricchi del pianeta possiedono lo stesso patrimonio della metà più indigente della popolazione globale. Per decenni economisti, politici, agenzie per lo sviluppo ci hanno raccontato che l’origine del problema sarebbe «tec-nica», legata a difficoltà interne dei paesi più poveri, e che tutto potrebbe essere risolto se questi adottassero istituzioni politiche e piani di intervento adeguati. Che, anzi, con l’aiu-to dell’Occidente la povertà sarà sconfitta nel 2030. Solo che non è così. Jason Hickel ripercorre la storia dello squilibrio economico globale, smontando una dopo l’altra le bugie che ne hanno accompagnato la narrazione e mettendo in luce le responsabilità dai paesi più ricchi, ricostruendo, attraver-so una scrittura chiara e documentata, il complesso quadro storico dei problemi economici del cosiddetto «terzo Mon-do» ipotizzando soluzioni possibili.

DAL LIBRO

Quello che ho imparato strada facendo è che la storia che ci hanno raccontato sui paesi ricchi e sui paesi poveri non è del tutto vera. Esiste una versione molto diversa, se siamo disposti ad ascoltarla. Una versione che cambierà comple-tamente il nostro modo di concepire il mondo. Cambierà il nostro modo di concepire le cause della povertà. Cambierà il nostro modo di concepire il progresso.

€ 24,00 | pp. 326

Traduzione di Fabio Galimberti

Jason Hickel è un antropologo e scrittore, ori-ginario dello Swaziland. Ha insegnato presso la London School of Economics, la University of Virginia e la Goldsmiths, University Of London ed è membro della Royal Society of Art. Oltre agli studi etnografici si è occupato di sviluppo, diseguaglianza e politica economica mondiale. Collabora con il Guardian, Al Jazeera e numero-se testate online. The Divide è il suo primo libro tradotto in Italia.

In libreria dal 20 settembre

Page 15: Steve Erickson Shadowbahn - Il Saggiatore

Marco LupoHamburgLa sabbia del tempo scomparso

Ogni giorno, a ogni ora, uomini e donne si riparano in una libreria, cercando qualcosa o nulla, mentre il libraio li os-serva. Poco lontano, ogni lunedì, alla stessa ora, un gruppo di sconosciuti si incontra per leggere frammenti di libri che stanno scrivendo mentre bevono e fumano abbottonati nel loro anonimato. Una volta usciti dal locale, nessuno cono-sce più nessuno. Un giorno uno degli uomini porta con sé alcuni romanzi di uno scrittore di cui si sono perse le tracce, scovati in una libreria, con le pagine stralciate. Appena ini-ziano a leggere, l’autore li inghiotte nell’universo delle ma-cerie di Amburgo 1943, nella tempesta di fuoco precipita-ta dal ventre dei bombardieri; nell’universo di un bambino ingrigito dalla polvere in un bunker e destinato a diventare presto un orfano, che pochi anni dopo deciderà di racco-gliere tutte le schegge esiliate di questa drammatica storia.Nel suo romanzo d’esordio, tra Bolaño e Sebald, Marco Lu-po dà vita a un’opera che sfuma continuamente i contorni della narrazione. Hamburg sfugge alla linearità del racconto per mutarsi, tra finzione e realtà, incubo e ricordo, in un coro di vite e memorie al centro del quale pulsano voci rotte dalla fame, braccia rose dalla rabbia e spettri inceneriti. Una storia in cui la memoria non è mai una cronaca fedele, ma il frutto amaro dell’immaginazione.

DAL LIBRO

Ho appuntamento con le macerie, ma non riesco a fermar-mi. Non riesco a scendere da quest’insonnia. Sento il mio odore sulla schiena, impresso come una scia di sudore sul lenzuolo. Sono invecchiato e non guardo mai lo specchio. Potrei dimenticare tutto, lasciare il comando al demente che naviga di nascosto nel canale di scolo. Prima o poi salirà in superficie e mi renderà un uomo migliore. Senza passato. Come un bambino a cui hanno bruciato la stanza, la casa, i giochi, le fotografie, i documenti di nascita, la città.

€ 21,00 | pp. 248

Marco Lupo è nato a Heidelberg e vive a Torino.Fa parte del collettivo di scrittori TerraNullius.

In libreria dal 20 settembre

Page 16: Steve Erickson Shadowbahn - Il Saggiatore

Aldo RossiL'architettura della cittàDalla sua prima edizione nel 1966, L’architettura della città è stato il testo che più ha influenzato la riflessione sul fenome-no urbano, donando nuova centralità alla grande questione rimossa della forma. Ogni città è forma, e non è sufficiente la mera somma delle sue funzioni a comprenderla. Nella for-ma, l’idea che una comunità ha di sé entra in risonanza con le necessità pratiche che agiscono al suo interno: l’architettura diventa così un atto collettivo in cui due urgenze umane come l’intenzionalità estetica e la necessità di costruire un ambiente propizio alla vita si intrecciano in un nodo inestricabile. Que-sta città, così animata e così umana, emerge dal tempo, cresce su se stessa, acquista coscienza e memoria divenendo l’agone in cui istanze opposte si scontrano e si sintetizzano: particolare e universale, individuale e collettivo, progettazione razionale e locus, edificio e contesto. Solo abbracciando la complessità di questo campo di forze eterogenee è possibile un approccio ar-chitettonico alla città che sia nel contempo estetico e politico.Attraverso una rassegna di città ideali e di luoghi reali, che vanno da Berlino a Stoccolma, da Atene al teatro romano di Arles divenuto un quartiere abitato, Aldo Rossi costru-isce un testo spartiacque della letteratura architettonica. L’architettura della città è un saggio scritto con rigore rina-scimentale e insieme la dichiarazione di poetica di uno dei più grandi architetti e intellettuali italiani; un testo che si dischiude a interpretazioni sempre fertili e nuove, con la profondità e il fascino di un’opera aperta.

DAL LIBRO

L’architettura è la scena fissa delle vicende dell’uomo; carica di sentimenti di generazioni, di eventi pubblici, di tragedie private, di fatti nuovi e antichi. L’elemento collettivo e quello privato, società e individuo, si contrappongono e si confon-dono nella città; che è fatta di tanti piccoli esseri che cerca-no una loro sistemazione e insieme a questa, tutt’uno con questa, un loro piccolo ambiente.

In libreria dal 20 settembre

€ 25,00 | pp. 256

Aldo Rossi (1931-1997), architetto italiano, ha insegnato nelle università di Milano, Zurigo, Ve-nezia, Yale, Harvard e Cranbrook. Ha progettato e realizzato importanti opere in Italia, Europa, Giappone e Stati Uniti. Tra le sue opere il Sag-giatore ha pubblicato Autobiografia scientifica (2009).

Page 17: Steve Erickson Shadowbahn - Il Saggiatore

George Prochnik L’esilio impossibileStefan Zweig alla fine del mondo

«Non avrei mai creduto che a sessant’anni mi sarei trovato a sedere in un piccolo villaggio brasiliano, servito da una giovane nera scalza, a decine di migliaia di chilometri da quella che una volta era la mia vita: libri, concerti, amici, conversazioni.» Chi scrive non è un antropologo, un medico filantropo o un cineasta d’avanguardia. È Stefan Zweig, autore straor-dinariamente prolifico, intellettuale celebrato come una star, attorno al quale si stringeva un cenacolo frequentato da Freud, Mann, Einstein, catalizzatore di alcune fra le cor-renti artistiche e filosofiche più importanti del Novecento. Finché Hitler non ne mise al bando i libri e lo costrinse ad abbandonare il suo Olimpo glorioso per abbracciare le mil-le esistenze dell’esule. L’esilio impossibile racconta la vita tormentata, l’allontanamento forzato e il triste epilogo di un grande scrittore, morto suicida. E attraverso il suo ritratto scandaglia la tragedia che il popolo ebraico e la generazione degli émigrés contemporanea a Zweig dovettero affrontare: spogliato della propria identità, l’esule è condannato a erra-re in bilico tra senso di appartenenza e slancio cosmopolita, tra impegno politico e desiderio di trascendenza.

DAL LIBRO

Per tutta la vita, Stefan Zweig ha venerato due cose: il so-gno di un’umanità unita sulla Terra e la capacità dell’arte di indurre un senso di trascendenza dalle cose terrene, subli-mando ogni sofferenza e ogni futile nazionalismo nell’estasi estetica.

€ 29,00 | pp. 336

Traduzione di Camilla Pieretti

George Prochnik è un giornalista e scrittore statunitense. Collabora con la rivista Cabinet ed è autore di Putnam Camp (2006), In Pursuit of Si-lence (2011) e Stranger in a Strange Land (2017).

In libreria dal 27 settembre

Page 18: Steve Erickson Shadowbahn - Il Saggiatore

Charles Wright Mills L’immaginazione sociologicaArricchito della prefazione di Giorgio Marsiglia – tra i prin-cipali studiosi italiani del pensiero di Wright Mills –, il Sag-giatore ripropone un classico della sociologia mondiale. Uscito per la prima volta nel 1959, L’immaginazione sociolo-gica di Wright Mills ha rivoluzionato il modo di intendere le scienze sociali: partendo dall’analisi di storia, biografia e strutture sociali ha aiutato a liberarsi delle influenze che condizionavano comportamenti e valutazioni. Per Wright Mills l’immaginazione sociologica è infatti l’atteggiamento mentale che permette di vedere oltre il proprio ambiente e la propria personalità, quindi di comprendere al meglio le relazioni di cui una società si sostanzia. Una visione che è anche un metodo: per isolare i punti in comune tra le varie categorie di persone, connettere questioni private a proble-mi pubblici, analizzarne le ragioni, confrontarsi con il pas-sato. Un’opera sempre attuale che porta il discorso sociolo-gico sul piano politico.

DAL LIBRO

L’immaginazione sociologica permette di districare, nel ca-os dell’esistenza quotidiana, le grandi linee, l’ordito della so-cietà moderna, e di seguire su di esso la trama psicologica di tutta una gamma di uomini e di donne. Riconduce in tal modo il disagio personale dei singoli a turbamenti oggettivi della società e trasforma la pubblica indifferenza in interes-se per i problemi collettivi.

€ 26,00 | pp. 312

Prefazione di Giorgio Marsiglia Traduzione di Quirino Maffi

Charles Wright Mills (1916-1962) è conside- rato il massimo sociologo del suo tempo. Ha insegnato presso il dipartimento di Sociologia della Columbia University di New York, studian-do in particolare il rapporto tra élite e massa e l’ascesa della nuova classe media americana. Tra le sue opere ricordiamo La élite del potere (Feltrinelli, 1973), I marxisti (Feltrinelli, 1975) e Colletti bianchi (Edizioni di Comunità, 2001).

In libreria dal 27 settembre

Page 19: Steve Erickson Shadowbahn - Il Saggiatore

Mike McCormackOssa di soleCi sono istanti in cui la vita scorre tutta intera davanti agli occhi, come una visione. Ossa di sole cattura quella visione e la trasforma in romanzo. Gli occhi e la vita appartengono a Marcus Conway, marito, padre, ingegnere che abita in un lembo rurale d’Irlanda. È il 2 novembre, giorno dei morti. Marcus sente il rintocco della campana dell’Angelus. Quel suono risveglia in lui il ricordo, i nodi irrisolti, le ferite, gli amori non riconciliati: la moglie che ama e ha tradito, il fi-glio lontano, la figlia artista che scrive un’invettiva sui muri usando il proprio sangue come pittura. Lo sguardo fanta-sma di Marcus si solleva fino ad abbracciare la contea, il paese, i tormenti del suo tempo. A interrogarlo è la trama sottile del reale, i fili invisibili che corrono sotto la pelle del-la terra come ossa di sole. Scritto in un’unica frase che si rompe e ricompone al ritmo di un respiro, Ossa di sole è il flusso di una coscienza in cui si imprime un riflesso del tutto. Mike McCormack convoca nella sua scrittura la tradizione irlandese di Beckett e Joyce per costruire la parabola eccezionale di una vita come tante, la solitudine e l’amore di un uomo capace di provare meravi-glia e sconcerto per l’esistente. Un monologo in cui la morte e il vuoto metafisico del presente sono raccontati con il rac-coglimento della preghiera, con il furore della bestemmia.

DAL LIBRO

una tremenda bestemmia, che scaglierò dalla mia bocca nera oltre i vasti acri dello spazio, la scaglierò fino al suo orizzonte estremo e oltre, a scalpellare un nuovo confine dell’universo, ad articolarsi nelle profondità sfalsate del vuoto dove in questo momento forse Dio mi sente e verrà a cercarmi, perché riconosce un collega ingegnere

€ 24,00 | pp. 248

Traduzione di Luca Fusari

Mike McCormack è uno scrittore irlandese, au- tore di due raccolte di racconti e tre romanzi, tra cui si segnalano Notes from a Coma (2005) e Forensic Songs (2012). Con Ossa di sole ha vinto l’International Dublin Literary Award ed è stato selezionato per il Man Booker Prize.

In libreria dal 4 ottobre