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    Stefano Arduini & Matteo Damiani

    Dizionario di retorica

    LabCom Books 2010

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    Livros LabComwww.livroslabcom.ubi.ptSrie: Estudos em ComunicaoDireco: Antnio FidalgoDesign da Capa: Madalena SenaPaginao: Marco OliveiraCovilh, 2010

    Depsito Legal: 308687/10ISBN: 978-989-654-035-7

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    Attribuzioni

    Come per ogni opera scritta a quattro mani, le conversazioni e gli scambisono stati tali e tanti che in molti casi risulta difficile ricordare chi di noidue abbia scritto, riscritto, commentato e alla fine stabilito la versione finale.

    Tuttavia abbiamo seguito questo schema: Stefano Arduini si fatto carico deilemmi compresi tra la lettera A e la lettera F. A Matteo Damiani si devono ilemmi compresi tra la lettera G e la lettera Z.

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    Indice

    A 1

    B 28

    C 29

    D 47

    E 62

    F 77

    G 84

    H 91

    I 93

    K 107

    L 107

    M 112

    N 128

    O 130

    i

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    P 136

    Q 154

    R 155

    S 161

    T 173

    U 177

    V 178

    Z 181

    ii

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    A

    abcisio [s.f.] apocope.

    ablatio [s.f.] aferesi.

    abruptum genus abruptum.

    abscissio [s.f.] apocope.

    absurdum [s.m.] Una materia a bassa credibilit, una tesi intellettualmenteassurda o chiaramente menzognera, che urta il senso di verit del giudi-ce. Loratore pu simulare di sostenere unopinione inconciliabile coni principi suoi e delluditorio, allo scopo di ottenere un effetto oppostoa questa opinione particolare: la. pu dunque anche reppresentare unasimulazione. assurdit, assurdo, paradosso, provocazione.

    abusio [s.f.] catacresi, abuso, abusione.

    abusine [s.f.] Uso di una parola al di l del suo significato proprio. Lostesso di abuso, abusio, catacresi.

    abuso [s.m.] Uso estensivo o deviato di un termine gi esistente nella lingua.Lo stesso di abusio, catacresi.

    acirologa [s.f.] Acyrologia est sine sua proprietate dictio. Lacirologia o catacresi non altro che un improprio parlare utilizzo cio im-prorprio di un vocabolo, di unespressione. Essa si realizza ad esempionellaccostamento dilocoemutoin: io venni in loco dogni luce muto(DANTE,Inf.V, 28). improprietas.

    accismo [s.m.] Rifiuto apparente di ci che in realt molto desiderato: lanegazione ha altre motivazioni da quelle che appaiono in superficie. Co-me la volpe nella favola di Esopo, e lepisodio della Cananea, Mt.15.22-26. Oltre che come artificio retorico consistente nel fingere di rifiutarequalcosa, la. pu presentarsi come una forma di ironia in cui qualcunosimula indifferenza o finge di rifiutare ci che in realt desidera. .

    accrdo [s.m.] premesse della argomentazione.

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    accrescimnto [s.m.] amplificatio, amplificazione.

    accumulazine [s.f.] Insieme enumerativo di elementi, di parole e di pensie-ri, che si susseguono in modo sindetico o asindetico. accumulo, enumerazione, frequentatio, frequentazione, congerie, congeries, coa-cervatio, accumulazione caotica, synathroismus, accumulazione coor-dinante, accumulazione subordinante.

    accumulazine catica [loc.s.f.] Accumulazione che presenta un ordine sle-

    gato di elementi, almeno in apparenza, come spesso avviene nella co-municazione informale e in quella patologica. congeries, coacerva-tio.

    accumulazine coordinante o coordinativa [loc.s.f.] Accumulazione che pre-senta un ordine logico di elementi, autonomi tra loro. Il modo in cui sisusseguono pu dar luogo al chiasmo, al parallelismo, a strutturemiste.

    accumulazine subordinante o subordinativa [loc.s.f.] Accumulazione chepresenta un ordine logico di elementi, legati da dipendenza sintattica.

    accmulo [s.m.] accumulazione.

    accuratum dicendi genus [loc.s.m.] Secondo Lausberg il tipo di ornatusche si cura della stretta osservanza dei praecepta e corrisponde pertantopi o meno al genus subtile: spesso evita lornatus in generale, inogni caso lamala affectatio. genus, ornatus.

    accusa [s.f.] 1. atto, parole o scritto mediante i quali si attribuisce una colpaa qualcuno. 2. in altra accezione, il gruppo di persone cui spetta, inatto o in potenza, lufficio di accusare durante il processo penale. controaccusa, spedire al mittente.

    actio [s.f.] Azione drammatica svolta dalloratore o anche dallattore; in-terpretazione, esecuzione, recitazione di un discorso attraverso luso digesti e movenze tesi ad evidenziare ed enfatizzare le parole: Est actioquasi sermo corporis (Cicerone,de Or. 3,222). Azione drammatica pudirsi anche la pronuntiatio, dove laccento si sposta maggiormentesullintonazione della voce, quindi sullesecuzione orale del discorso,

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    anzich sulla mimica. Rientra pertanto tra le cinque importanti attivitdella retorica insieme all inventio, alla dispositio, all elocutioed alla memoria.

    acutzza [s.f.] Espressione ingegnosa, molto spesso metaforica, che inten-de colpire luditorio con accostamenti arditi. Es. voce pennuta, suonvolante(G.B. Marino). acutum dicendi genus.

    acutum dicendi genus [loc.s.m.] lornatusprovoca straniamento e si servequindi di paradossi. Secondo Lausperg chi ascolta viene stimolato a unlavoro di raziocinio e diviene quindi complice delle idee dellautore. Lalocuzione indica anche il parlare con elegante delicatezza, con finezza. discorso acuto, discorso sottile, acutezza, sottigliezza, finezza. Altreriferimenti in genus, ornatus, pointe, traductio.

    addizine [s.f.] adiectio.

    addubitatio [s.f.] dubitatio.

    adhortatio [s.f.] esortazione, parenesi, exhortatio.

    adiectio [s.f.] Mezzo per ottenere un effetto amplificante attraverso limpiegodi due tecniche: l accumulazione, quando si succedono elementi di-versi tra loro; la ripetizione, quando si ripropone lo stesso elementoin posizioni diverse. Una successione di termini sinonimi rappresen-ta un esempio di uso retorico appartenente ad entrambi i sistemi. Vi anche ladiectio dei suoni: protesi, epentesi, paragoge. Vedi aggiunta, aggiunzione, addizione, appositio, apposizione, amplificatio.

    adnato [s.m.] adynaton.

    adiudicatio [s.f.] epicrisi.

    adiunctio [s.f.] aggiunzione, zeugma.

    adiunctum [s.m.] Lausberg lo definisce linterrogativo sullaffinit concet-tuale fra le idee. In esso possibile distinguere illocus a simili(parago-ne fra simili), illocus a contrario(paragone con lopposto) e duelocia simili impari(paragone fra simili, ma di diversa estensione): illocus

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    a maiore ad minus, ossia la deduzione, per cui il pi ristretto vieneespresso dal pi ampio, la parte dal tutto, e illocus a minore ad maius,cio linduzione, per cui il pi ampio viene espresso dal pi ristretto ,come nelladissimulatio. adiunctio.

    adnexio [s.f.] zeugma.

    admonitio [s.f.] parenesi.

    adnominatio [s.f.] agnominatio.

    adossografa [s.f.] Nelloratoria epidittica, lelogio di cose infamanti o diso-norevoli. eloquenza epidittica. Si confronti, ad esempio, il frammen-to 21 di Epitteto (in Stobeo III, VII, 16, pp. 313-314 Hense): [Agrip-pino] era un uomo siffatto, dice Epitteto che, quando gli capitavanodelle contrariet, sempre ne scriveva lelogio: se aveva la febbre, del-la febbre; se soffriva di qualche disonore, del disonore; se era esiliato,dellesilio.

    adynaton [s.m.] ancheadnatonFigura retorica che sottolinea, servendosi

    di una perfirasi a carattere iperbolico e paradossale, limpossibilit cheuna cosa avvenga, subordinando per lappunto il suo avverarsi ad unaltro fatto ritenuto impossibile. Es.lo mar potresti arompere, a ventiasemenare, / labere desto secolo tut[t]o quanto asembrare: / avereme non pteri a esto monno (Cielo dAlcamo); adinato, iperbole,paradosso, reductio ad impossibile.

    aequivocum [s.m.] Il rapporto equivoco ha luogo poich due o pi corpi dellaparola dal punto di vista del significante ma non nei contenuti concet-tuali da esso espressi. Secondo Lausberg lequivocit ( omonimia)mette in pericolo la perspicuitas del discorso, cio la comprensionedella lingua, ed perci interpretata quale fenomeno caotico. Essa puessere voluta per occultare della propria volont o per ottenere leffet-to di straniamento. Es: una vecchia porta la sbarra. equivoco,equivocit, ambiguit sintattica, anfibolia, univocum.

    afresi [s.f.] eliminazione di una vocale o di sillaba al principio di una parola;renadaarena,scurodaoscuro. ablatio.

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    affectus [s.m.] Si ha quando loratore si serve di mezzi emozionali per com-muovere larbitro della situazione. Lausberg distingue due gradi diemozione: l ethos, che il grado di emozione pi moderata, e il pathos che il grado di emozione pi violenta. emozione, ethos,pathos.

    affermazine [s.f.] Latto con cui si afferma, o conferma, ci che accadutoo che si pensa.

    affettazine [s.f.] Espressione eccessivamente ricercata. il contrario dinaturalezza.

    affictio [s.f.] paronomasia.

    aggiunta [s.f.] Addizione di elementi. epfrasi, adiectio,aggiunzione.

    aggiunzine [s.f.] adiectio,adiunctio,aggiunta, figura per adiectionem,iperbato, zeugma.

    agnominatio [s.f.] Figura retorica risultante dallaccostamento di due o pivocaboli uguali o soltanto somiglianti nel suono, ma differenti nel signi-ficato. Questo artificio stilistico viene utilizzato proprio per evidenziarelopposizione dellaccezione di tali termini contrapposti e per generareanche degli arguti giochi di parole, cos sfruttati nelle espressioni riguar-danti modi di dire e proverbi. Alcuni esempi: Chi non risica non rosica/ Chi dice donna dice danno / Fischi per fiaschi / Dalle stelle alle stalle/ Traduttore traditore. Oppure, per citare esempi illustri:laura che lverde lauro e laureo crine (Petrarca);chi fui per ritornar pi voltevlto(Dante).(Io ho fatto la paronomasia; non so se meglio puntaresu agnominatio o sulla paronomasia o sul bisticcio). annominatio,bisticcio, paronomasia.

    agonstica [s.f.] particolare arte dialettica del genere inquisitivo nella logica

    antica e rosminiana: essa consiste in gare dialettiche. .aiscrologia [s.f.] Discorso osceno. escrologia.

    allegazine (dei fatti) [loc.s.f.] Lintroduzione nel ragionamento di un ele-mento fattuale o testuale sul quale ci si appiglia per confermare il ra-gionamento stesso. Es.: Se il suo gesto era accidentale. . . Ma lo ha fatto

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    di proposito! Ecco perch ho reagito violentemente. proposizione,propositio.

    allegorsi [s.f.] Nelle definizioni manualistiche prevalentemente intesa inquanto produzione, ossia in quanto ricorso allallegoria quale costru-zione narrativa (sia in letteratura che nelle arti figurative). Lallegoresicome interpretazione va riferita sia allesegesi di raffigurazioni inten-zionalmente allegoriche, sia allattribuzione di valore allegorico a testi

    e a episodi storici e mitologici.

    allegora [s.f.] Secondo Quintiliano la. consiste nellindicare una cosa conle parole e unaltra con le idee sottintese (aliud verbis, aliud sensu).La. sconfina nellironia quando si fa intendere il contrario di ci chevien detto. Si soliti parlare dellallegoria come di una metafora pro-lungata, costituita da una serie ininterrotta di metafore. La metafora per la parola singola (per ladictio) quello che lallegoria per la fra-se (per loratioosermo complexus): secondo la retorica tradizionale laprima agisce sul piano deiverba, la seconda sul piano delleres. Non cos per la retorica generale testuale e per molti approcci cognitivisti

    metafora. Il Medioevo distinse tra allegoria in verbis, riscontrabilenel significato dei testi, e allegoria in factis: fatti, entit, personeinterpretati comefiguradi altri fatti, entit, persone. Adamo figura diCristo, Gerusalemme del Regno di Dio, lAntica Alleanza della NuovaAlleanza. allegorismo.

    allegoria in factis [loc.s.f.] Si ha quando fatti, entit o persone sono inter-pretati come figura di altri fatti, entit, persone. La sua teorizzazionerisale al Medioevo. Es.: Adamo figura di Cristo, Gerusalemme delRegno di Dio, lAntica della Nuova Alleanza. Secondo Auerbach, Bea-trice figura o typos di Cristo, che lantitipo, la figura da scoprire.

    allegoria.

    allegoria in verbis [loc.s.f.] allegoria.

    allegorismo [s.m.] Serie di metafore che sfruttano elementi di un medesimocampo semantico.

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    allettare [vb.] Allettare, dilettare, procurare piacere, con la parola, con loscritto e con qualsiasi mezzo di comunicazione; corrispondente al latino delectare.

    allitterazine [s.f.] pi raramentealliterazine[s.f.] Ripetizione della stessaconsonante o della stessa sillaba. omeoteluto, homoeoprophoron,lambdacismo, iotacismo, mitacismo, polysigma, sigmatismo.

    allocuzine [s.f.] Apostrofe che si presenta in forma parentetica. Es.: Purg.,

    XVII, 1-2: Ricordati,lettor, se mai ne lalpe / ti colse nebbia. . . / Vedianche Inf 8,94 apostrofe.

    allotopa [s.f.] Rottura di isotopia.

    allusine [s.f.] Consiste nel fare cenno a qualcuno o qualcosa senza nomi-narli esplicitamente.

    alto (stile a.) stile alto.

    ambitus [s.m.] periodo.

    ambiguit [s.m.] Ci che si presta ad uninterpretazione alternativa. Essa caratteristica del discorso poetico, che pi di ogni altro discorso portatore di polisemia e ambiguit. anfibolia, ambiguit sintattica,aequivocum, indeterminazione.

    ambiguit sintttica [loc.s.f.] Collocazione non comune dei componenti sin-tattici che sono perci causa ed effetto di oscurit ambiguit, anfibo-lia, sinchisi, aequivocum, equivocit.

    ambguo [agg.] Caratterizzato da interpretazione non univoca. ambiguit,aequivocum.

    ammissine [s.f.] Concedere di aver compiuto un fatto, di essersi comportatoin un certo modo. epitrope.

    amphibolatio [s.f.] Lo stesso che anfibolia.

    ampliatio [s.f.] Terminologia latina per ampliazione, amplificatio, ampli-ficazione.

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    ampliazine [s.f.] Lo stesso che amplificazione, amplificatio, ampliatio.

    amplificatio [s.f.] Procedimento rattraverso il quale si ottiene leffetto diesaltare ed enfatizzare il contenuto di un discorso o la sua espressio-ne formale, i quali vengono investiti di particolare sostanza ed intensit.Esempi di amplificazione come ornamento stilistico possono essere for-niti da alcuni indirizzi retorico - letterari quali: l asianesimoed il barocco. Gli antichi retori avevano individuato, dal punto di vista con-

    tenutistico, quattro tipologie diamplificatio: l

    incrementum, la

    comparatio, la ratiocinatioe la congeries. Le figure di espres-sione collegate allamplificatiosono quindi: l enfasi, l iperbole,la litote, la perifrasi. La figura retorica opposta allamplificatio rappresentata dall attenuatio(o adtenuatio attenuazione). La.pu quindi essere intesa quale procedimento analogo all accumu-lazione, il cui modulo espressivo riuslterebbe per pi lineare, menocomplesso e ridondante. amplificazione, ampliatio, ampliazione,accrescimento, congerie, exaggeratio, esagerazione.

    anbasi [s.f.] In it. con significati analoghi, ma non della retorica.Opposto dicatabasi. Incremento di enfasi o di senso realizzantesi in frasi tra loro

    successive gradatio, climax ascendente, catabasi.

    anacefalesi [s.f.] la ricapitolazione degli argomenti presentati a soste-gno delle proprie tesi in una orazione (peroratio) enumerazione,complexio.

    anacensi [s.f.] Domande, molte volte in forma di richiesta di consiglio,rivolte, spesso in modo fittizio, a quegli stessi a favore di cui o contro cisi parla. Detta altrimenticommunicatio.

    anclasi [s.f.] Nella metrica classica indica la sostituzione di una sillaba lun-ga con una breve o viceversa allinterno di un piede. In retorica in-dica una figura per cui si deve comprendere lopposto della sentenzaenunciata. antanaclasi.

    anacoluto [s.m.] Mancanza di sostegno allelemento col quale si inizia unafrase, che viene lasciato senza lappoggio di una funzione sintattica con-gruente, ma nello stesso tempo viene messo in rilievo. Perdita del ri-

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    gore sintattico; sillessi. Es.:Quei che muoiono, bisogna pregar Dioper loro(Manzoni Promessi Sposi XXXVI) synesis, anapodoton,anantapodoton. Contrario di acoluto.

    anacronismo [s.m.] Tutto ci che in contrasto col proprio tempo. Si dicedellattribuzione ad altri tempi di costumi, abitudini, mentalit propri diunepoca diversa. arcaismo.

    anadiplsi [s.f.] Consite nella ripetizione dellultima parola di un verso o

    di una frase nella prima parte del segmento sintattico e metrico suc-cessivo (configurazione: ...x/x...): es. ...Noi siamo usciti fore / delmaggior corpo al ciel ch pura luce: / luce intellettal, piena damo-re(Dante,Par. XXX: vv 38-40) (anticamente ancheepanastrofe,epimone), reduplicatio, catafora.

    anfora [s.f.] Ripetizione di una o pi parole allinizio di enunciati, o di lorosegmenti, successivi (configurazione: /x.../x...). Dante: Inf, iii, 1-3:Per me si va ne la citt dolente, / per me si va ne letterno dolore, /

    per me si va tra la perduta gente. Polisindeto: Dante,Pg I, 49-51:Loduca mio allor mi di di piglio, / e con parole e con mani e con cenni /

    reverenti mi f le gambe e l ciglio, Inf, xxiv, 7-9.Terruit urbem, terruitgentes, Orazio,Car. I, 2, 4-5. polisindeto, epibol;sinonimo epanafora. antecedente, mesarchia.

    anagge [s.f.] Discorso di argomento mistico e celeste; escatologico. Lostesso significato di anagogia.

    anagoga [s.f.] Interpretazione di un testo, in particolar modo le Sacre Scrit-ture, in senso spirituale, per cui la realt terrena descritta diventa sim-bolo delle cose divine, spirituali. anagoge.

    anagramma [s.f.] Gioco di parole che consiste nella permutazione dei suonidi una parola o una frase (e delle lettere che li strasrivono) cos da otte-nere una parola o frase di diverso significato. Pseudonimo anagramma-tico: Tiziano Notizia; Spinaci Piscina; Alto Vicario Carol Voitila. metaplasmo, gioco di parola.

    analssi [s.f.] 1. In retorica essa indica la ripresa, ripetizione insistente del-la stessa parola. 2. lett. La. denota linserimento, allinterno di un

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    testo narrativo, di fatti, eventi e sim. anteriori al tempo della narra-zione: essa realizza la mancata corrispondenza tra lordine dei fatti sulpiano dellintreccio (i fatti che si susseguono nel testo) e lordine deifatti sul piano della fabula (la storia, i fatti cos come simmagina sianorealmente accaduti).

    analoga [s.f.] Rispetto di regole rigorosamente stabilite per la produzionelinguistica. A questo concetto soggiace il criterio dellimitazione di ci

    che gi stato fatto e scritto e detto. tema.

    anmnesi [s.f.] La reminiscenza, il ricordo: il passare in rassegna i dati inproprio possesso, quelli del passato e quelli del presente (in maniera pispecifica: citare un autore a memoria).

    anantapdoton [s.m.] Tipo di anacoluto in cui, di una serie correlativa ditermini, si esprime soltanto il primo elemento. Parte della manualisti-ca annulla la differenza tra apodoton e anantapodoton, riconducendoliall anacoluto.

    anapdoton [s.m.] Anacoluto consistente in una frase interrota dallinclu-sione di unincidentale. Es.: Posto che tale sia il tuo desiderio, chedesiderio bizzarro daltronde!, posto che tale sia il tuo desiderio, sar

    fatto cos come vuoi tu. Con a. pu altres intendersi la sospensionedellespressione ottenuta impiegando soltanto la protasi di un periodoipotetico (lasciando quindi in sospeso la proposizione principale, ossiaallapodosi). Es.:Se solo tu venissi con me! anacoluto.

    anstrofe [s.f.] Inversione nellordine abituale di due o pi parole o sintag-mi successivi (solitamente riguardante il complemento di specificazinee laggettivo, oppure il complemento oggetto ed il verbo), essa figuradi parola, che corrisponde allohysteron proteroncome figura di pensie-

    ro. Es.:haec inter perinter haec;fue / di cherubica luce uno splendore,Dante,Par, XI, 38-9 inversione,iperbato, parallage, metatesi.

    anesis Laggiunta di una frase conclusiva che diminuisce leffetto di ci che stato detto in precedenza. 2 Re,5.1: Naaman, capo dellesercito del redellAram, era un uomo ragguardevole e onorato presso il suo sovrano,

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    perch per opera sua il Signore aveva salvato lAram; ma questuomo,valente e ricco, era lebbroso. Lopposto di epitasi.

    anfibolia [s.f.] una proposizione ambigua, cio variamente interpretabilesia dal punto di vista sintattico che semantico, a causa della compre-senza di termini omofoni o omonimi, che tendono a generare un effettoequivoco, alle volte espressamente ricercato soprattutto in poesia. Es.:Quel cane ha ululato sul palcoscenico; una vecchia porta la sbarra.

    ambiguit, aequivocum.annominatio [s.f.] agnominatio, annominazione, paronomasia.

    antanagge [s.f.] Tecnica retorica per cui si risponde ad una accusa conunaltra accusa. recriminazione, anticategoria, controaccusa.

    antapdosi [s.f.] Seconda parte di una similitudine o di un periodo corri-spondente nei suoi singoli elementi alla prima parte. epanadiplosi,redditio.

    anticategora [s.f.] controaccusa mediante la quale limputato accusa lac-cusatore o il giudice di una mancanza che rende giuridicamente nullao non valida la loro funzione di accusatore o di giudice. Quanto alsuo contenuto la controaccusa pu riguardare la stessa colpa che lac-cusatore aveva rimproverato allaccusato antanagoge, controaccusa,metastasi.

    anticiceronianismo [s.m.] Stile che si oppone al ciceronianismo.

    anticipatio [s.f.] anticipazione.

    anticipazine [s.f.] Figura tramite cui si suggerisce di sostituire una qualificacon unaltra che potrebbe sollevare obiezioni.Es.:Non una punizionema un mezzo per prevenire il crimine. Si aggiungono forme come lesitazione e la correzione. / Inserimento nella narrazione di unascena che ha avuto luogo pi tardi. prolessi.

    anticlmax [s.m. o s.f.] Attenuazione progressiva delle idee comunicate dauna serie di parole. Corrisponde ad un climax discendenteograda-

    zione discendenteed lopposto del climax ascendente. Es.: E mi

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    dicono, Dormi / mi cantano, Dormi! sussurrano, Dormi! / bisbigliano,Dormi!Pascoli,La mia sera. catacosmesis.

    antfora [s.f.] antipofora, ipofora.

    antifrasi [s.f.] Figura retorica (la forma pi aggressiva di ironia) in base al-la quale una parola, una espressione assume un significato opposto aquello proprio. Figura di pensiero. Sei bello, tu! sei pericoloso, sei ilcontrario di quello che sembri. enantiosemia, permutazione.

    antiloga [s.f.] Procedimento di congiunzione di due idee incompatibili. Es.:In materia di cappelli, io non sono affatto difficile. Mi accontento dici che c di meglio. Essa si sostanzia quale tecnica del contraddire:apporto innovativo della retorica sofistica. ossimoro.

    antimera [s.f.] Uso di una parola in una funzione sintattica differente daquella che le propria. enallage.

    antimetbole [s.f.] Permutazione nellordine delle parole, tale da produrreun capovolgimento del senso. Detta anche chiasmo complicato o an-timetatesi. Ltat de conscience est la conscience dun tat (Sartre).

    O cul es ms de culpar, / aunque cualquiera mal haga, / la que pecapor la paga / o el que paga por pecar? (Sor Juana Ins de la Cruz). es.En este pas no se lee porqu no se escribe, o no se escribe porqu nose lee (Larra). Isaia, 5.20: Guai a coloro che chiamano bene il male emale il bene, che cambiano le tenebre in luce e la luce in tenebre, chednno lamaro per dolce e il dolce per amaro! chiasmo, chiasmocomplicato, antimetatesi.

    antimetalssi o antimetalpsi [s.f.] Figura retorica che consiste nel ripeteredue volte le stesse parole, ma con diverso significato. antanaclasi,diafora, reflexio.

    antimettesi [s.f.] Secondo la manualistica, sia nel significato di antime-tabole, sia come successione di due parole costituite dalle stesse letterema disposte in altro ordine, sia come parallelo tra due termini dallesonorit simili ma in ordine inverso. Anche nellaccezione di inver-sione dei membri di un antithesis. diafora, chiasmo complicato,antimetabole.

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    antipllage [s.f.] Figura retorica realizzata tramite lo scambio dei casi delnome o dei modi del verbo. .

    antipersonificazine [s.f.] Lo stesso che antiprosopopea.

    antipfora [s.f.] Tecnica retorica che cerca di prevenire le obiezioni dellav-versario. antfora,ipfora, dianoia.

    antiprosopopa [s.f.] antipersonificazione, prosopopea.

    antiptsi [s.f.] tipologia di enallage che consiste in uno scambio di casi:per es. Luso dellacc. di relazione (sparsa le trecce... anzich con letrecce sparse). casus pro casu, enallage.

    antisagge [s.f.] Artificio retorico che consiste nel dedurre da unafferma-zione che si ammette vera una conseguenza diversa da quella che logi-camente attesa.

    antstasi [s.f.] Ripetizione di una parola in senso contrario. Spesso sem-plicemente sinonimo di antanaclasis. Anche figura retorica per cuiloratore ammette il fatto di cui costituita unimputazione, ma per

    dimostrare che ne derivato un bene.antstrofe o antstrofa [s.f.] Figura ottenuta dalla permutazione di sillabe o

    loro gruppi nella stessa parola o in parole diverse. contre-petterie.

    anttesi [s.f.] Consiste nella contrapposizione di idee in espressioni di varia-bile estensione sintattica messe in corrispondenza tra loro. Incarnazionedellantitesi sono gli antonimio contrari, come le opposizioni: tutto/ nulla; semplice / complesso; anima / corpo; ombra / luce; lungo / bre-ve. Es.:Pace non trovo, et non da far guerra [. . . ] et nulla stringo,et tutto l mondo abbraccio(Petrarca). Dante,Purg., VI.78:Non donnadi province, ma bordello! Non fronda verde, ma di color fosco; / non

    rami schietti, ma nodosi e nvolti; / non pomi veran, ma stecchi contsca(Inf., XIII, 4-6). Lantitesi uno dei sei campi figurali ( cam-po figurale) entro i quali Arduini comprende tutto luniverso figurale;a questarea sono riconducibili la negazione, il rovesciamento, lironia,lossimoro e il paradosso. comparatio,comparazione, polarit. enantiosi.

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    antitopa o antitopia [s.f.] Figura retorica in base alla quale una persona figurata in un luogo dove non si trova topotesia.

    antonima [s.f.] antitesi.

    antnimo [s.m.] parola di significato contrario ad unaltra contrario: lincarnazione dell anttesisul piano delle unit lessicali (piano les-sematico). Opposto a sinonimo. Vedi le opposizioni tutto/nulla;

    semplice/complesso; anima/corpo; ombra/luce; lungo/breve.

    antonomsia [s.f.] Figura consistente nel designare una persona, invece cheattraverso il nome proprio, mediante un epiteto (o un nome proprio usa-to come epiteto) o una perifrasi che esprime una qualit caratterizzantelindividuo nominato. Es.disse l cantor de bucolici carmi perVirgilioDante,Pg, XXII, 57.

    antonomsia vossinica [loc.s.f.] Tipologia di antonomasia in cui un no-me proprio funge da nome comune: un Demostene per un grandeOratore. Cos chiamata dal nome del grammatico e retore G.I. Vossio

    (XVI-XVII sec.)antorismo [s.m.] Lo stesso che controdefinizione.

    antropomorfismo [s.m.] lattribuire aspetto, facolt e destini umani a figureimmaginarie, animali e cose., in particolare lattribuzione di caratteriumani alla divinit. Anche nellacezione di spiegazione che applicaa dottrine non concernenti direttamente luomo nozioni dedotte dallanatura o condotta umana. personificazione, idolopea.

    antropopata [s.f.] Attribuire agli dei o a Dio i sentimenti e le caratteristicheumane. personificazione, idolopea.

    apagoga o apagge [s.f.] La dimostrazione per assurdo secondo Aristotele,detta dagli Scolastici deductio ad impossibile.

    apagoresis [s.f.] Dichiarazione minacciosa tesa ad inibire qualcuno di farequalcosa. .

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    apllage [s.f.] Figura retorica che consiste nellalterazione dellordine logicodi successione dei concetti o nellinterposizione di una proposizione nelcostrutto (per es.: vorrei, ma non possibile, spiegare la situazione)..

    aplologa [s.f.] Caduta, in una parola che etimologicamente dovrebbe averedue sillabe consecutive simili od uguali, di unintera sillaba, sotto lin-fluenza della sillaba vicina, identica nella consonante e vocale, o nella

    sola consonante:mineralogia, per aplologia dimineralo-logia.

    .apcope [s.f.] Soppressione di uno o pi elementi alla fine di una parola. La-

    pocope un metaplasmoper soppressione. Pu essere chiamataanche troncamento.

    apodioxis Ricusare qualcuno o qualcosa (ad esempio gli argomenti dellav-versario) in quanto impertinente, inutile, assurdo, falso o immorale. La.pu sostanziarsi nel rifiuto di argomentare le proprie tesi, sia in nomedella propria superiorit, sia dellinferiorit delluditorio. Es.:Non devoricevere lezioni da nessuno, io! reiezione.

    apodissi [s.f.] Dimostrazione, prova assoluta. In particolare, aristotelica di-mostrazione indicante la validit di una proposizione dimostrazione.

    apdosi [s.f.] Proposizione principale del periodo ipotetico, essa esprime unaconseguenza o una conclusione a ci che viene enunciato nella subor-dinata condizionale, detta protasi, che ne rappresenta perci la pre-messa, lipotesi della reggente. Ad esempio:se mangiassi molti dolci(protasi)/ingrasserei(apodosi);se fossi in pericolo(protasi)/ti aiuterei(apodosi).

    apdoton [s.m.] anantapodoton.

    apfasi [s.f.] Lo stesso che preterizione, ossia figura in base alla quale sifinge di non voler dire o di negare ci che poi in realt si dice o si affer-ma. Altres nella accezione di negazione, dichiarazione negativa; in teo-logia essa si sostanzia ad esempio nellenunciazione di ci che Dio non, contrapponendosi in tal senso alla catafasi, ossia allenumerazionedegli attributi di Dio. praeteritio; contr. catafasi.

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    apoftgma [s.m.] Detto memorabile nellaneddotica classica. Es.:Mio caro,sono stato impeccabile, come disse Cesare: veni, vidi, vici.

    apologa [s.f.] Scritto argomentativo volto alla difesa (ma anche, a volte,allesaltazione) dello scrivente, di una determinata idea o concezione.

    apologismo [s.m.] Giustificazione; esposizione delle circostanze e delle mo-tivazioni.

    aplogo [s.m.] Breve racconto in prosa (o in versi) avente fini morali. Es.:la. di Menenio Agrippa allegoria, favola, parabola.

    aporma [s.m.] il sillogismo dubitativo che ginge alla contraddizione,dimostrando lugual valore di duer ragionamenti contrari.

    apora [s.f.] Difficolt interpretativa che si manifesta in presenza di ragio-namenti logici contrari ma del medesimo valore. Anche intesa qualeprocedimento finalizzato a dimostrare la falsit di una tesi mettendoin evidenza un caso che la tesi in questione renderebbe insolubile. dubitatio.

    aposiopsi [s.f.] Interruzione improvvisa del discorso (essa si realizza dun-que nelle forme dell ellissi), solitamente tesa a dimostrare di esse-re sopraffatti dallemozione, dunque eufemistica o minacciosa. Es.:ego te, furcifer, si vivo. . . ! (Terenzio). Sin. reticenza, interruptio,sospensione.

    apstrofe [s.f.] Solitamente intesa a suscitare pathos, essa si realizza nellaimprovvisa svolta prodotta dallatto di chi inaspettatamente rivolge ildiscorso, in maniera viva e diretta, a persona altra rispetto al destinatario(naturale o convenzionale) del discorso stesso. Essa caratterizzatadalla presenza di vocativo e/o imperativo. Es.: Godi, Fiorenza, poi chese s grande / che per mare e per terra butti lali / e per lo nferno tuo

    nome si spande! (Dante, Inf. XXVI).Allocuzione: Ricordati, lettor,se mai ne lalpe / ti colse nebbia (Purg. XVII).Invocazione: Ancor tipriego, regina, che puoi / ci che tu vuoli, che conservi sani, / dopo tantoveder, li affetti suoi (Par., XXXIII).Esecrazione: O Simon mago, omiseri seguaci...(Inf. XIX). allocuzione, invocazione, esecrazione,exsuscitatio.

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    apozugma [s.m.] Figura per cui verbi di significato analogo reggono picostrutti che potrebbero essere retti da uno solo di essi. Raddoppio e

    pianti e rinnuovo e sospiri(POLIZIANO) zeugma, iperzeugma.

    appositio [s.f.] Elemento nuovo, finora escluso, aggiunto allinsieme dato. adiectio, apposizione.

    appropriatzza [s.f.] La prima delle quattro caratteristiche delle virtuteselocutionis.

    approssimazine [s.f.] Uso non preciso delle parole, per pigrizia, per scarsaconoscenza. Abuso di termini troppo vaghi e di significato esteso. Es.:Dammi quelcoso, ho incontrato ilcoso; da cui il verbocosare.

    approvativo [agg.] Di discorso, che esprime approvazione. impprobativo.

    aptum [s.m.] Lavirtus dispositionis o aptum, indica ci che risulta con-veniente sia nella sfera esterna che in quella interna allopera, ossialappropriatezza del discorso alla situazione ed al raggiungimento deifini prefissi, da un lato, la sua conformit alle regole, dallaltro. conveniente, convenienza.

    rbitro della situazine [loc.s.m.] Entit concepita impersonalmente (il fa-to; il caso) o personalmente (Dio; un uomo) che interviene a modificarela situazione con lazione (ad es. un omicidio), oppure con il discorso(ad es. la lettura della sentenza di un processo). situazione.

    arcaismo [s.m.] Forma linguistica non pi attuale e contrastante con le con-suetudini vigenti, sovente non utilizzata senza giustificato motivo qua-le ad esempio un intenzione di preziosismo stilistico anacronismo,vetustas.

    argomentazine [s.f.] Discorso che consta di una serie di proposizioni ten-

    denti, quale conseguenza logica, ad una conclusione argumentatio,prova, dimostrazione. /Allinterno del quadro teorico elaborato da Pe-relman, l argomentazionepu essere propriamente definita in con-trapposizione alla concezione classica delladimostrazione, e pi in par-ticolare alla logica formale che si limita allesame dei mezzi dimostra-tivi di prova. Mentre per questultima sufficiente indicare in base a

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    quali procedimenti la proposizione da dimostrare possa essere ottenutacome espressione ultima di un seguito di deduzioni, i cui primi ele-menti sono forniti da chi ha costruito il sistema assiomatico allinternodel quale la dimostrazione viene effettuata (e non importa, al logicoformalista, da dove provengano questi elementi, se siano verit imper-sonali, pensieri divini, risultati dellesperienza o postulati dellautore),ogniargomentazionemira alladesione delle menti e presuppone per-ci lesistenza di un contatto intellettuale: argomentare, cio, significa

    anzitutto prendere in considerazione le condizioni psichiche e socialisenza le quali largomentazione rimarrebbe senza oggetto o senza risul-tato, al fine, dunque, di favorire ladesione di un uditorio a determinatetesi. In particolare, la nuova retorica di Perelman, definita cometeoria dellargomentazione, completa lalogica, restrittivamente in-tesa cometeoria della dimostrazione. argomenti,nuova retorica,

    premesse della argomentazione. (Cham Perelman, Lucie Olbrechts-Tyteca,Trattato dellargomentazione, trad. it. di C. Schick, M. Mayer,E. Barassi, Einaudi, Torino, 1966, vol. I, pp. 15 16).

    argomnti [s.m.pl.] La argomentazione, cos come concepita nel quadro

    della nuova retorica di Perelman, pu avvalersi di tre tipologie diargomenti: 1.Argomenti quasi-logici, costruiti a immagine dei principilogici: a. incompatibilit: modellata sul principio logico dellanon-contraddizione(se la proposizione A vera la sua negazione [A]

    falsa e viceversa) e stabilisce la necessit di opzione tra due asserzioni(ad esempio le disposizioni legali che impongono di scegliere fra inca-richi pubblici e proseguimento di attivit private). Naturalmente per, adifferenza della logica, qui non si ha a che fare con asserzioni univoche,prive di ambiguit (le premesse dellargomentazionedifficilmente sidefiniscono in maniera univoca); b. definizione: largomento retori-co corrispondente al principio logico dellaidentit(A A). Mentre

    una identificazione logica non oggettivamente soggetta a discussio-ne, questo non il caso di un argomento retorico. Nellargomentazionelidentit posta attraverso la definizione che stabilisce sia lidentit dici che definito, sia quella di ci che lo definisce. Quando ad esempioun dirigente comunista definisce il proprio partito come il partito dellaclasse operaia sta identificando il partito con la classe degli operai, de-

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    terminando che lessenza stessa di tale organizzazione politica risiede insuddetta classe. Luso argomentativo delladefinizionepresuppone perla possibilit di una pluralit di definizioni: lo stesso dirigente comu-nista definir il proprio partito come partito democratico. Il dibattitosorge allorquando abbiamo a che fare con differenti definizioni di unmedesimo termine. Cos, ad esempio, il termine democrazia uti-lizzato diversamente in una argomentazione a seconda della definizioneche gli presupposta: la democrazia s comunemente identificata con

    la libert, ma la definizione di libert diverge a seconda dellinterlocuto-re (antico il dibattito circa il contenuto della libert: libert formale oconcreta?). Un caso particolare di argomento fondato sullidentit puessere considerato il principio tutti i cittadini sono uguali (identici) difronte alla legge opp. a lavoro uguale, salario uguale: si tratta inquesti casi di una identit parziale, postulata relativamente a determina-ti aspetti (la legge, nel primo caso; il lavoro ed il salario, nel secondo);c.reciprocit: largomento direciprocitsi fonda nello stabilire una re-lazione di simmetria tra due situazioni. largomento frequentementeutilizzato, ad esempio, nella relazione tra il contribuente e lo Stato perci che concerne il pagamento delle imposte. Quando il cittadino ritar-

    da il pagamento, lo Stato lo obbliga per legge; il cittadino, viceversa,utilizza questo argomento quando lo Stato che ritarda un pagamento;d. transitivit: Perelman definisce latransitivit come una proprietformale di certe relazioni la quale permette di passare dall affermazio-ne che la medesima relazione esiste fra i terminia e b, e fra i terminibe c, alla conclusione che suddetta relazione esiste tra i terminia e c.Ad esempio: gli amici dei miei amici sono miei amici; gli alleati deimiei alleati sono i miei alleati; d. inclusione,divisione: la relazionetra un tutto e le sue parti sta alla base di due tipi di argomenti che ope-rano enfatizzando ora linclusione delle parti nel tutto, ora ladivisionedel tutto nelle sue parti. Cos, quando ad esempio si vuole argomen-

    tare a favore del centralismo e contro il processo di regionalizzazione,si accentua la inclusione delle diverse regioni nel tutto costituito dallanazione. Di contro, quando qualcuno difende la regionalizzazione, fanotare che il tutto nazionale si divide in parti con le loro proprie identite differenze rispetto al tutto; e.comparazione: l argomento che ponea confronto realt differenti per sostenerne una in relazione ad unaltra.

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    Ad esempio, quando si dice che Aveiro la Venezia del Portogallo sistanno comparando due citt al fine di ottenere la valorizzazione del-lelemento pi debole della comparazione. 2. Gliargomenti fondatisulla struttura del reale, che si costruiscono non a partire dal fonda-mento ontologico della realt, bens da ci che luditorio ritiene esserereale, utilizzano la struttura del reale per istituire un legame tra opinionistabilite circa suddetta struttura ed altre, a proposito delle quali si ten-ta di convincere linterlocutore. Essi si suddividono in due gruppi: a.

    gli argomenti che si applicano alle relazioni di successione che leganoun avvenimento alle sue cause ed alle sue conseguenze. La relazio-ne causale (causa-effetto) , per cos dire, il prototipo della relazionedi successione. Dato un avvenimento (ad esempio il problema dellacriminalit) si cercano cio di individuare una o pi cause che lo deter-minano (quando si mette in relazione la criminalit [effetto] alla droga[causa]) o, viceversa, si rivolge lattenzione agli effetti che esso produ-ce (quando dalla criminalit [causa] si discende allinsicurezza sociale[effetto]); b. gli argomenti che usano una relazione di coesistenza trauna essenza e le sue manifestazioni. Mentre nella relazione di succes-sione gli elementi si situano al medesimo livello dentro una relazione

    temporale, nella relazione di coesistenza gli elementi stanno su livellidistinti e la dimensione temporale irrilevante. questo il caso delleargomentazioni per cui gli atti compiuti coesistono con la persona che licompie (un politico stabilir cos una relazione di coesistenza tra la suapersona e gli atti che gli converr porre in risalto come manifestazionedi s: strade, ponti, buone leggi ecc; con lo stesso argomento si stabiliruna relazione di coesistenza tra un criminale e i suoi atti criminosi, ameno che egli non sia considerato non imputabile: in questo caso lar-gomentazione consister proprio nel dimostrare che la coesistenza nonesiste, ossia che, nel momento del crimine, lindividuo in questione nonera nel pieno uso delle proprie facolt mentali, vale a dire che latto

    commesso non era manifestazione della sua essenza in quanto personacosciente e libera). 3. Gliargomenti che fondano la struttura del realecontraddistinguono una argomentazione che opera come per induzione,stabilendo generalizzazioni e regolarit che fondano ci che si accredi-ta essere la struttura del realesocialmente costruito, ossia proponendomodelli,esempi,illustrazioni, a partire da casi particolari: a. esempio:

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    lesempiopretende di operare una generalizzazione stabilendo una re-gola a partire da un caso concreto. Il caso concreto di un immigrato im-plicato in un crimine cos utilizzato come argomento per generalizzaree stabilire una regola secondo la quale tutti gli immigrati sono criminali;b. illustrazione: l argomento che rinforza ladesione nella credenzain una regola gi stabilita. Significa illustrare la regola con casi partico-lari che possano renderla viva, chiara. Perelman: gli esempi servonoper provare la regola, le illustrazioni per renderla chiara; c. modello:

    luso delmodelloallinterno dellargomentazione mira a sollecitare li-mitazione del modello stesso. Il comportamento di un grande uomo frequentemente utilizzato come modello che si pretende susciti imita-zione. Perelman: il valore di una persona, previamente riconosciuto,costituir la premessa da cui si trarr una conclusione preconizzando uncomportamento particolare. premesse della argomentazione.

    argomnto [s.m.] Ci di cui si parla; equivale a tema e si contrappone a rema.

    argomnto ad hominem [loc.s.m.] Ragionamento che si basa sulle caratte-ristiche, le debolezze, le manchevolezze, i difetti e anche i pregi del-lavversario, o della persona alla quale ci si rivolge.

    argomnto dautorit [loc.s.m.] Ragionamento in base al quale si attribui-sce valore probante allopinione di una figura autorevole (unesperto, diun maestro, di un personaggio illustre, ecc.) .

    argomnto probante [loc.s.m.] Rappresenta la dimostrazione della validitdi una tesi. San Tommaso definiva la prova come: ci che convince lamente a dare a qualcuno il proprio assenso. Leprovedovevano esse-re esibite dal retore nel corso della fase centrale del discorso oratorio,durante lademonstratio, a dimostrazione appunto delle argomentazioni

    presentate allauditorio, a sostegno delle proprie tesi. Tale operazionesi componeva di due passaggi: nel primo momento della confirmatioo probatio, lautore adduceva le prove con le quali avvalorava il suodiscorso persuasivo; in seguito loratore era portato a contrastare e con-trobattere le tesi del suo avversario in una seconda fase detta appuntoconfutatioo reprehensio. Leprovesi presentavano sotto forma di due

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    tipologie: a)prove tecniche, che derivavano dalla capacit argomenta-tiva delloratore, quindi erano costruite secondo le regole dellarte re-torica. Queste potevano essere: 1. di fatto (signa) necessarie o nonnecessarie, incontrovertibili o congetturali, dedotte da indizi o tracce;2. ricavate per via induttiva (exempla), si riferivano a fatti reali o fittizi,purch considerati verosimili; 3. ricavate per via deduttiva (argumenta),si fondavano sulla costruzione logica deduttiva del sillogismoo entimemaed erano concepite per portare il pubblico non al vero bens al

    verosimile: loratore partiva cos da un punto che non aveva bisogno diessere provato, quindi da una premessa probabile, per giungere invecead uno che ne aveva bisogno. b) prove non tecniche o extra-tecniche:non erano frutto della retorica e comprendevano linsieme delle testi-monianze, confessioni, sentenze precedentemente emesse dal tribuna-le. Vedi anche argumentatio/argomentazione; confermazione;dimostrazione; confutazione. prova.

    argumenta [s.m.pl.] Essi corrispondono ai loci, o luoghi della memoriadove si trovano le idee ( res) o pensieri.

    argumentatio [s.f.] Designa un discorso composto da una serie di proposi-zioni, che portano ad una conclusione come loro logica conseguenza.Secondo Aristotele, le argomentazioni potevano essere classificate inbase alla plausibilit o alla certezza delle premesse, identificando comepuro esercizio dialettico la prima tipologia ed attribuendo invece valorescientifico alle corrette deduzioni. Tale distinzione rimane valida per lalogica moderna.

    armona imitativa [loc.s.f.] Cercare di rendere col suono delle parole ilsuono o la voce di ci che si vuol rappresentare. onomatopea.

    ars [s.f.] Quintiliano definisce la retorica comears bene dicendi. Rappre-senta linsieme delle conoscenze e competenze tecnico-linguistiche chedeve possedere loratore (vir bonus dicendi peritusuomo onesto esper-to nelleloquenza, Catone) assieme allingenium, inteso come qualitinnata, per poter organizzare e presentare efficacemente il suo discorsoretorico, ai fini della persuasione del destinatario. tecnica retorica.

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    ars dictandi [loc.s.f.] Lars dictandi(conosciuta anche comeSummaeoRa-tiones dictaminum), rappresentava nel basso periodo medievale una sor-ta di guida alla retorica ad uso scolastico, contenente teorie e modellidi stile oratorio, anche inerenti allutilizzo dellinterpunzione; proprioquestultima indicazione, ha permesso agli studiosi di poter interpreta-re in maniera pi precisa i manoscritti medievali. Tra gli autori illustridi questa tipologia di composizione rammentiamo: Gaufrido di Vene-sauf, inglese, attivo nei secoli XII XIII e proveniente dallautorevole

    Scuola di retorica di Bologna, autore di unars dictaminumin esame-tri latini. Particolarmente interessante inoltre lopera di Alberico daMontecassino: Flores rethorici o Dictaminum radii.

    ars dictaminis, lett. arte del dettare, cio del nostro comporre;

    ars memorativa [loc.s.f.] Terminologia latina per mnemotecnica.

    ars praedicandi [loc.s.f.] La predicazione cristiana, assunta nel tardo me-dievo tra le arti del trivium e fondata sulla eredit clssica e sulleseguenti acquisizioni delloratoria cristiana. In essa le prove vengonochiamate, a seconda se si basano su argomenti razionali o legati alle

    Sacre Scritture,

    confirmatio rationalis, confirmatio scripturalis.ars recte loquendi [loc.s.f.] Terminologia latina per grammatica.

    arsi [s.f.] Sillaba su cui cade laccento principale o secondario di una paro-la, convenzionalmente indicato mediante accento acuto. Nella metricagreca, il tempo debole del piede, mentre in quella latina il tempo forte. tesi.

    arte [s.f.] Facolt ( facultas), fondata sullo studio e sullesperienza, propriaa chi con successo svolge attivit convenzionalmente ritenute rilevantiper la societ, mirando alla perfezione ( virtus) nellespletamento di

    pratiche non governate n dal naturale processo fisico ( natura) n dalcaso ( casus). Larte diventa oggetto dinsegnamento, trasmettendolail maestro alle nuove generazioni, ai discepoli. .

    arte mnemnica [loc.s.f.] mnemotecnica.

    artes poetriae [loc.s.f.pl.] artes sermocinales, ars dictandi.

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    artes sermocinales [loc.s.f.pl.] Le arti cosiddette sermocinali, oartes poe-triae, di importanza capitale nel Medioevo per la formazione culturaledi intellettuali e funzionari, si identificavano con quella branca delle artiliberali, che prendeva il nome di trivio ( trivium): vi appartenevanotutte quelle discipline che riguardavano lo studio del linguaggio, quindila grammatica, la dialettica ( dialectica) e la retorica. Faceva-no invece parte del quadrivio ( quadrivium) le arti della misura, dettereali, quali: laritmetica, la geometria, la musica, lastronomia.

    artificialis ordo ordo artificialis.

    artifcio retrico [loc.s.m.] Ricercatezza, artificiosit del dire.

    ascensus [s.m.] Lo stesso che gradatio, climax.

    asiansimo [s.m.] Fenomeno coinvolgente sia la sfera letteraria che linguisti-ca, che si imposto a partire dal III sec. a.C. quando ha inizio, nellam-bito della cultura greca, a seguito delle conquiste di Alessandro Magno,il processo di inserimento delle popolazioni dOriente. Questo evento

    ha portato, in campo letterario, allaffermazione di un nuovo indirizzodella retorica, che sostiene luso di uno stile che mira al pathos ed allamusicalit, esuberante, libero dal rigore e dalla estrema purezza dellalingua greca, dove abbondano gli artifici e le figure retoriche e dove sisostengono le teorie dell anomalia, proprie della Scuola di Pergamo,quindi la libert, levasione dai rigidi schemi di simmetrie, uguaglianzee proporzioni linguistiche, in favore di forme ed espressioni che sfuggo-no alle regole ed esaltano lispirazione. Nellambito linguistico greco,ci ha portato allintroduzione di nuovi vocaboli e costruzioni, preva-lentemente usati nella lingua quotidiana. Egesia di Magnesia, retore delIII sec.a.C., stato tra gli iniziatori di tale corrente, che ha conosciuto

    a Roma il favore di personaggi illustri come Q. Ortensio Ortalo, com-petitore di Cicerone. LAsianesimo sfiorito nel I sec. a.C., quando si imposto un altro indirizzo letterario, quello dell atticismo. NB:Una voce un po da enciclopedia storica. asiano.

    asiano, asitico (stile a.) stile asiano, stile asiatico.

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    asndeto [s.m.] Indica lassenza di congiunzioni tra frasi o loro membri.Nella sistematizzazione operata da Lausberg, lasindeto pu tipologica-mente differenziarsi in asindeto additivo, la. avversativo, la. cau-sale, la. conclusivo o consecutivo, la. disgiuntivo, la. esplicativo, la.sommativo.

    asndeto additivo [loc.s.m.] Lasindeto per semplice somma di membri. asindeto.

    asndeto avversativo [loc.s.m.] Lasindeto i cui membri esprimono fra diloro un contrasto, trovandosi in antitesi di pensiero. asindeto.

    asndeto causale [loc.s.m.] Lasindeto la concatenazione dei cui membri atta a spiegare i motivi di unazione. asindeto, asindeto esplicativo.

    asndeto conclusivo o consecutivo [loc.s.m.] Introdotto da avverbi come per-ci, quindi, lasindeto il cui lultimo membro rappresenti altres laconclusione del pensiero espresso. asindeto.

    asndeto disgiuntivo [loc.s.m.] Lasindeto i cui membri rappresentano altret-tante alternative. asindeto.

    asndeto esplicativo [loc.s.m.] Variante dell asindeto causale finalizzataad incrementare la chiarezza e la comprensibilit di unespressione. asindeto.

    asndeto sommativo [loc.s.m.] Lasindeto in cui, il primo o lultimo deimembri fungono rispettivamente da introduzione o da ricapitolazione. asindeto.

    asphalia Offrire garanzia, spesso a vantaggio di altri.

    associazine [s.f.] Pratica per cui loratore si associa a coloro ai quali si

    rivolge, o dei quali parla.assonanza [s.f.] Identit nelle vocali di due lessemi vicini nel periodo o in

    fine di versi successivi. Forma di rima imperfetta. Es. fame pane,soldato ubriaco; amore dolere, umile simile.

    assurdo [s.m.] assurdit, paradosso.

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    asteismo [s.m.] In generale la. unarguzia ingegnosa atta a far intenderelopposto di ci che si dice; in particolare esso si concretizza nella lodeo lusinga celate sotto lapparenza del biasimo o del rimprovero. antifrasi.

    astratto [agg.] Pertinente alla quaestio infinita, il riferimento ad unoggetto astratto, dunque non considerato nella sua concretezza ed indi-vidualit, ma relazionato ad una classe di persone o circostanze tipiche

    di un contesto spaziotemporale. concreto.

    astruso [agg.] Di testo difficile a comprendersi in quanto eccessivamneteastratto, complicato, oscuro, tortuoso. sinchisi, astratto

    attenuatio [s.f.] Il contrario dell amplificazione. Diminuire in ampiezzae in intensit sia la materia di un discorso sia lespressione. Sinonimo attenuazione, conciliatio, litote. minutio.

    atticismo [s.m.] Corrente stilistica opposta all asianesimo, affermatasinel I sec. d.C., fautrice di una tendenza che sostiene limportanzadel ritorno, in ambito linguistico, alla purezza e razionalit dello stilegreco proprio del periodo attico, sullesempio di Lisia, influente ora-tore ateniese. Tale indirizzo ha ripreso dai grammatici alessandrini ilconcetto di analogia(opposto a quello dell anomalia), che rac-chiude in s lidea della proporzione, della simmetria e della regolaritdelle espressioni e segue i criteri della semplicit, dellordine e dellachiarezza dello stile. Ha suscitato notevole interesse a Roma, dove si imposto per secoli allattenzione di autorevoli scrittori, oratori e in-fluenti personaggi della vita politica, tra i quali spicca Giulio Cesare,che ha aderito alle regole attiche nelle Orazioni, nei Commentari,sino alla composizione del trattato De analogia.

    atto perlocutrio [loc.s.m.] Atto linguistico che vuole provocare un effettosullascoltatore, tale da determinare una sua reazione: es.: coraggio,riprova!. perlocuzione.

    attrazine paronmica [loc.s.f.] Lattrazione di significato fra paronimi ched luogo alla paronomasia.

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    auctoritas [s.f.] Uso della lingua orientato alla consuetudo storicamentefissata nella tradizione letteraria (gli autori noti: i classici), spesso con-cretizzantesi in un giudizio di condanna delluso empirico attuale dellalingua. autorit, analogia, anomalia.

    audcia [s.f.] Eccessiva ricerca di originalit cercata dalloratore rispetto al-lambiente e al genere del discorso. Essa corrisponde all audaciorornatus. Loratore se ne pu scusare con la correctio, praecedens

    correctio, superioris rei correctio.

    audacior ornatus [loc.s.m.] Eccesso di straniamento quale ad esempio siriscontra in una metafora non abituale riguspetto laconsuetudo, ilgenuselocutioniso lambiente sociale (simile longe ductum: metafora attintadi lontano). ornatus, audacia.

    autoapstrofe [s.f.] Lapostrofe diretta a s stesso, dopo aver fallito la con-vinzione dellavversario.

    autofaga [s.f.] Fra quelli presentati da Perelman, un caso speciale di in-

    compatibilit come contraddizione. Nellautofagialincompatibilitnon contrappone fra loro regole differenti, ma una regola alle conse-guenze derivanti dalla sua stessa affermazione. L a. si realizza neldubbio integrale, che porta a dubitare del dubbio stesso, o nello slogan:vietato vietare. Il ragionamento si ritorce su se stesso, come accadeanche nellespressione:so di non sapere.

    autorit [s.f.] Il prestigio di cui gode una persona derivante da una rico-nosciuta eccellenza delle idee, del modo di esprimersi, del modo discrivere, ecc. Lo stesso che auctoritas.

    autoschediasma o autoschediasmo [s.m.] Costruzione evanescente basatasu uninvenzione aneddotica. Improvvisazione. Discorso improvvisato. improvvisazione.

    aversio [s.f.] Apostrofe rivolta dalloratore a soggetti che non siano quellipresenti. Lo stesso che apostrofe.

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    aversio a materia [loc.s.f.] Si produce quando loratore, al fine di rivolgersia possibili conseguenze (riferite ad un tempo futuro) degli avvenimentinarrati, si distacca da una materia trattata, operando una digressione.

    avversine [s.f.] Sentimento sfavorevole alloratore da lui suscitato nel suouditorio: disgusto, ripugnanza, antipatia. fastidium.

    B

    barbarismo [s.m.] Impiego di parole fonologicamente e/o morfologicamen-te malformate in relazione alle regole di una lingua data. Parole contra-rie al buon gusto. Implica un giudizio negativo barbarolessi.

    barbarolssi [s.f.] Lo stesso di barbarismo.

    battologa [s.f.] Ripetizione inutile, spesso noiosa e pedante, di una stessaparola, frase o idea. Es.:Siccome non cera posto, alcuni non si so-no potuti sedere e sono rimasti in piedi. perissologia, pleonasmo,omeologia, polulogia, tautologia.

    benevolentia [s.f.] Atteggiamento favorevole del giudice e delluditorio, ri-cercato dalloratore soprattutto allinizio del discorso. captatio be-nevolentiae.

    bipartizine [s.f.] Suddivisione in due parti le quali, trovandosi in opposi-zione luna allaltra pur rimanendo legate alla totalit, consentono diaccentuare la tensione e la forza dellintero sistema. tripartizione,isocolo, antitesi, periodo.

    bistccio [s.m.] [lat. mediev.bischicium(sec.XIV) che significa inganno].Artificio stilistico e retorico che si basa su giochi di parola e consente

    di raggiungere particolari effeti fonici o comici e satirici. Es.:amoreamaro; chi non risica non rosica. Apre la porta e porta inaspettataguerra(Tasso). Annominazione, calembour, paronomasia.

    brachifona [s.f.] Pronuncia abbreviata; abbreviazione di una parola o di unnome.

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    brachiloga [s.f.] Appartiene, assieme all ellissied all asindeto, allecosiddette figure di omissione o soppressione, poich in essa avvieneleliminazione di elementi propri dellenunciato, comunque facilmen-te comprensibili nellinsieme del contesto. Si presenta nella forma dicostrutti sintattici concisi, che hanno la capacit di produrre un effettoquasi oscuro, alle volte volutamente indecifrabile, come nel linguaggiodellermetismo: E subito riprende / il viaggio / come / dopo il naufra-gio / un superstite / lupo di mare. (G. Ungaretti, Allegria di naufragi,

    versi liberi). Con una diversa intenzione, si esprimono, nel panoramaculturale contemporaneo, le numerose comunicazioni pubblicitarie, cheaffidano proprio allimmediatezza e concisione del testo la validit delmessaggio che intendono trasmettere. Alcuni esempi: un abito: une-mozone; partecipa anche tu al grande concorso: in palio 100 fantasti-che Vespa; no logo, no comment; no Martini, no party. figura perdetractionem.

    brevitas [s.f.] Riduzione del discorso allessenziale, attraverso la soppres-sione di alcune sue parti ( figura per detractionem), per risultaremaggiormente efficace ed incisivo, come particolarmente visibile in

    alcune tipologie di enunciati: motti, aforismi, sentenze, ecc. Esempiillustri dello stile laconico e conciso sono le opere di Cesare, ma soprat-tutto di Tacito. brachilogia, brevit, imperatoria brevitas, laconicabrevitas, concisione.

    C

    cacenfaton, cacenphaton Espressione fastidiosa, per lorecchio e/o per lospirito, che si sostanzia in una modalit despressione deliberatamen-

    te oscena (come in alcune forme di linguaggio triviale) o cacofonica(ad es. forme eccessivamente allitteranti). Rientra in questa secondapossibilit il caso in cui pi parole possano essere associate o dissociateoriginando confusione di significato. Es.: Chi vuole accompagnare iragazzi in gita? Soffre(che pu essere intesosoffre)il prof. Rossi. aiscrologia, escrologia, cacofonia.

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    cacofona [s.f.] Occorrenza di suoni che per la loro ripetizione, o cattiva col-locazione, producono un cattivo effetto sullascoltatore. escrologia,dissonanza.

    cacologa [s.f.] Esposizione difettosa, sciatta e confusa, o comunque in con-trasto con labituale logica discorsiva.

    cacosnteto [s.m.] ant. Incongruenza di costruzione sintattica o logica. vitium.

    cacozela [s.f.] Affettazione stilistica, o smania imitativa (in cui si incorrequando ad esempio ci si esprime utilizzando termini stranieri per sem-brare dotti/e). Anche cattivo gusto nella scelta dei termini o delle meta-fore, sia con lintento di fare apparire i fatti peggiori di quello che nonsiano, che al fine di disgustare luditorio.

    calembour [s.m.] Lo stesso che gioco di parole, bisticcio.

    campo figurale [loc.s.m.] Area entro cui collocare parte delluniverso figu-rale. Secondo Vico i campi figurali sono quattro: metafora, metonimia,sineddoche e ironia. Arduini ne individua sei: metafora, metonimia,sineddoche, antitesi, ripetizione ed ellissi.

    campo retrico [loc.s.m.] definito da Arduini come il territorio che rendepossibile il singolo fatto retorico(il singolo evento retorico-comu-nicativo), ossia come la vasta area delle esperienze e delle conoscenzetrasformata in comportamento retorico-comunicativo acquisita dallin-dividuo, dalla societ e dalla cultura nel corso della propria storia. IlCR costituisce al tempo stesso la memoria retorico-comunicativa di unacultura ed il suo identikit. In questo senso una cultura non solo il pro-dotto di una serie di fatti e processi, ma anche di una serie di strategiee comportamenti comunicativi che rendono leggibili questi eventi. Il

    mondo comprensibile solo attraverso tali strategie e comportamenti ela difficolt ad accettare altri mondi deriva dalla difficolt ad adattarli aquelli che ci sembrano strategie e comportamenti comunicativi norma-li. Oltre a CR generali, propri di una determinata cultura, va osservatalesistenza di CR locali, concernenti ognuno un singolo settore di quellamedesima cultura.

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    captatio benevolentiae [loc.s.f.]Tentativo di guadagnarsi la benevolenza,cercare di accattivarsi la favorevole disposizione e la benevolenza delgiudice alla causa di parte rappresentata nel discorso. Locuzione altresimpegata nel linguaggio giuridico a proposito di colui che con raggirie blandizie, tenti di suggestionare a suo favore la volont del testato-re. Nel linguaggio corrente la locuzione denota il tentativo di guada-gnarsi un atteggiamento benevolo da parte di determinate persone. benevolentia, filofronesi.

    carientismo [s.m.] Un tipo di allegoria consistente in una facezia, in unoscherno, che pu ad esempio realizzarsi allorquando sotto la grettez-za dellespressione voglia celarsi un complimento ( asteismo). An-che intesa quale risposta beffarda ed accattivante, avente lo scopo diaddolcire parole piuttosto ruvide.

    casus pro casu [loc.s.m.] o schema per casus [loc.s.m.] Scambio di casi.Una delle deviazioni dalla sintassi corretta. antiptosi.

    catbasi [s.f.] Lopposto di anabasi. Utilizzata per enfatizzare umiliza-zione, dolore, ecc. gradatio, climax discendente, anabasi.

    catacosmesis Si ottiene ordinando i termini in serie decrescente per impor-tanza. (Il concetto di c. si estende fino ad includere lenunciazione nelcorretto ordine cronologico).Es.: Il sole e la luna; la vita e la morte;Per prima cosa egli pianific lomicidio, poi lo port a compimento. anticlimax, climax, ordo.

    catacrsi o catcresi [s.f.] Uso estensivo di un termine gi esistente nellalingua, solitamente per ovviare a lacune del sistema; cos, nella locu-zione collo di bottiglia, il termine collo non significa, come verbumproprium: parte del corpo che nelluomo ed in alcuni vertebrati unisce

    il capo al torace, bens, quale catacresi: parte superiore e assottigliatadella bottiglia. Es. Ilcollodella bottiglia, legambedel tavolo, illettodel fiume. abusio, abuso, abusione, acirologia.

    catfasi [s.f.] Forma di preterizione, nella quale si enunciano esplicitamentele qualit negative sulle quali poi loratore sorvoler. In teologia essa

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    consiste nellenumerazione degli attributi di Dio, e si contrappone al-lapofasi, ossia allenunciazione di ci che Dio non . praeteritio,apofasi.

    catfora [s.f.] Figura retorica che consiste nel ripetere la parola o le parolefinali del verso precedente nei versi succcessivi; si contrappone allanafora. anadiplosi, ellissi cataforica.

    cataplexis [s.f.] Intimidazione. Minaccia. Cos, parole come Scusa ?!,Come ?!, se pronunciate con un certo tono, assumono un effettointimidatorio. ominatio, minaccia.

    catstasi [s.f.] Momento ritardante dellepitasi, o parte di un pezzo di teatroin cui il nodo dellintrigo nel suo punto massimo. epitasi.

    catena [s.f.] climax, concatenazione.

    causa [s.f.] loggetto di un processo. Rappresenta la controversia, la quaestio finita(ohypothesis), la quale, sottoposta allesame dellorato-re durante la fase preliminare di intellectio,diviene oggetto peculia-

    re del discorso retorico. Loratore deve essere in grado di analizzare lacausa nei suoi diversi aspetti, quindi ne deve innanzitutto determinare latipologia, stabilire cio se essa appartiene al genere epidittico, delibera-tivo o giudiziario, nonch lostatus quaestionis( status causae), che stato classificato in quattro categorie: status coniecturae, status

    finitionis, status qualitatis, status translationis; occorre inoltrecomprendere il carattere della causa, il suo stato di credibilit e la suastruttura, che pu esseresimplex,coniuncta,concertativa.

    chiarzza [s.f.] La terza delle quattro caratteristiche delle virtutes elocu-tionis, perspicuitas.

    chiasmo [s.m.] Sequenza di almeno quattro elementi, correlati fra loro, chesi dispongono secondo uno schema del tipo AB-BA, formando pertantouna specie di incrocio a ics (che risulterebbe pi evidente se AB e BAfossero collocati su due righe sovrapposte). Gli elementi (AA o BB)possono essere uguali (cento figli cento figli), o correlati in ripetizionipi o meno sinonimiche (i cavallier larme), o in forti antitesi (pace

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    guerra, molto - poco). Gli effetti stilistici del chiasmo si manifestanonellavvicinare, a mo di sincope, elementi che ci aspetteremmo posti inparallelo: del resto il chiasmo si oppone proprio al parallelismo che haper schema AB-AB. Chiasmo o antimetbole. Es.: 1.Pacenon trovoenon da farguerra(Petrarca,CXXXIV, 1). 2. Le donne,i cavallier,larme, gli amori (Ariosto,Orlando fur., I, 1-2). Per lampiezza deisuoi componenti, il chiasmo si divide in vari tipi: il chiasmo piccolo,ove la corrispondenza riguarda parole e sintagmi (come nellesempio

    ariostesco); ilchiasmo grande, con incrocio di intere frasi (es 1). Perla complessit sintattica e semantica, abbiamo: a. il chiasmo semplice:elementi con identiche funzioni sintattiche (o appartenenti alle stesseclassi grammaticali di parole) sono collocati in posizione speculare, co-me in questo esempio: satiseloquentiae,sapientiaeparum(Sallustio,

    Bellum Catilinae) b. il chiasmo complicato (o antimetabole o antimetatesi), definito come permutazione nellordine delle parole, taleda produrre un capovolgimento del senso. L "incrocio" pu portare:b.1. il chiasmo semantico: con parallelismo sintattico (e delle clas-si di parole) e specularit delle corrispondenze di significato: chi hapane(protasi)non ha denti (apodosi) echi ha denti (protasi)non ha

    pane(apodosi); Non si vive per mangiare/ masi mangia per vivereb.2. il chiasmo sintattico: con specularit delle funzioni sintattiche eparallelismo delle corrispondenze di significato: Se corto (protasi)(aggettivo)allungalo(apodosi) (verbo) /accorcialo (apodosi) (verbo)se lungo(protasi) (aggettivo). Potremmo da ultimo individuare ancheilchiasmo fonetico: con specularit delle sole funzioni fonetiche (ben-ch, come afferma Jakobson: La rima implica necessariamente unarelazione semantica fra le unit che rimano tra loro). praeoccursio.

    chiasmo complicato [loc.s.m.] Incrocio con scambi nellordine delle paroleche pu provocare un capovolgimento di senso. chiasmo, antimeta-

    bole.

    chiasmo fontico [loc.s.m.] Incrocio di elementi fonetici. chiasmo.

    chiasmo grande [loc.s.m.] Incrocio che pu coinvolgere intere frasi. chiasmo.

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    chiasmo pccolo [loc.s.m.] Incrocio di elementi semplici, come parole e suo-ni, che si contrappongono in modo speculare. chiasmo.

    chiasmo semntico [loc.s.m.] Incrocio delle funzioni semantiche. chia-smo.

    chiasmo smplice [loc.s.m.] Incrocio che dal punto di vista sintattico noncomporta complessit di costruzione. chiasmo.

    chiasmo sintttico [loc.s.m.] Incrocio delle funzioni sintattiche. chiasmo.chironoma o cheironoma [s.f.] Tecnica del gestire in modo appropriato

    mentre si declama o si recita.

    ciceroniansimo, ciceronianismo, ciceronismo [s.m.] Fenomeno letterario,linguistico e stilistico che prende il nome da Marco Tullio Cicerone(106- 43 a.C.) Ilciceronianismo si identifica come una tendenza chesi manifesta in molta letteratura del periodo umanistico latino e volga-re, che mira a plasmare lo stile e la lingua esclusivamente sui modelliretorici e sintattici forniti dal grande scrittore latino. Il principio delli-mitazione dei migliori scrittori antichi, sul quale si basa principalmente

    la letteratura quattro - cinquecentesca, eleva Cicerone a massimo espo-nente della prosa classica e lo pone come modello indiscusso per i let-terati umanisti. Pietro Bembo, famoso erudito, propugn con vigore ilciceronianismoromano cinquecentesco, che vide cos affermato il suotrionfo proprio nellultimo Umanesimo. La tradizione delciceroniani-smonon fu accolta da tutti ed incontr anzi numerosi avversari, provo-cando vere e proprie polemiche letterarie: la tendenza contrastante fuanche chiamata anticiceronianismo.

    ciclo [s.m., rar.] Ripetizione di una o di pi parole allinizio e alla fine di unfrase. epanadiplsi.

    crcolo viziso [loc.s.m.] Quando la conclusione tratta da qualcosa che lapresuppone petizione di principio.

    circonlocuzine [s.f.] Sostituzione di un verbum proprium con altri che rap-presentino, nella sostanza, le caratteristiche della cosa che si vuole in-tendere. circumlocutio, perifrasi

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    circostanze [s.f.] pl. ocircostanze della narrazine[loc.s.f.pl.] Elementi efattori della narrazione (la cui idazione veniva fatta risalire al greco Er-magora) che i trattatisti medievali ricavarono dalDe inventionedi Cice-rone. Le c. furono codificate nelle due serie degli attributi (ricavati dai loci o argomenti, argumenta) e delle domande relative a questi,in modo da costiutire una sorta di memorandum per verificare la com-piutezza dellesposizione: persona quis? chi,factum quid? checosa,causa cur? perch,locus ubi? dove ,tempus quando?

    quando, modus quemadmodum? in che modo,facultas quibusadminiculis?con quali mezzi o aiuti. esposizione dei fatti.

    citazine [s.f.] M. La citazione consiste nel riportare parole proprie o altrui;essa pu essere ironica oppure una citazione-allusione. Una forma dicitazione rappresentata dalluso dei proverbi e dei modi di dire fissatiin stereotipi. Essa pu veicolare largomento di autorit quando chila adduce ne fa uso come garante delle proprie opinioni. pericope,allusione, iterazione.

    clusola [s.f.] La fine del periodo, considerata di particolare importanza dalpunto di vista ritmico e perci sottoposta alle leggi del numerus. Diver-

    se tipologie di piedi (come lo spondeo, il trocheo, il dattilo, il creticoe il peone) concorrevano alla composizione delle clausole antiche. clausula sententiae.

    clausula sententiae o sententiae clausula [loc.s.f.] In un periodo costitui-to di vari pensieri, lelemento apodosi che, seguendo lelemento protasi ( pendens oratio), ne risolve la tensione. Di solito es-sa rapprresenta lultimo colo del periodo. apodosi, clausola, colo,periodo.

    climax [s.m. o s.f.] Lo schema pi antico di climax si identifica con la struttu-ra di unanadiplosi continuata (. . . x/x. . . y/y. . . ). Come afferma Quinti-

    liano, tale procedimento si realizza procedendo per scalini, fermandosisu ognuno di essi prima di salire il gradino seguente; es. da Dante,Par. XXX, 38-42: Noi siamo usciti fore / del maggior corpo al cielch pura luce: / luce intellettual, piena damore / amor di vero ben,

    pien di letizia; / letizia che trascende ogni dolzore. In italiano, il ter-mine di genere maschile, definendosi come il momento culminante

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    in un succedersi ascensionale di effetti in vari ambiti: emotivo, musi-cale, letterario. . . ; mantiene il genere femminile, che ha in greco, nelcampo specifico della retorica e della stilistica, con il significato di gradazione ascendente. Si evidenzia come un crescendo progressivodi parole, concetti, immagini, allinterno di un enunciato, gradualmentepi specifici o pi forti per intensit e valore. Leffetto emozionale chene scaturisce particolarmente incisivo nelle composizioni poetiche. Inrealt, ilclimaxpu avere due andamenti fra loro contrari: uno ascen-

    dente (it. gradazione ascendente) ed uno discendente, anche detto anticlimax(it. gradazione discendente). Climaxed anticlimaxrappresentano quindi due fenomeni opposti di una stessa figura retoricae sono entrambi dei procedimenti amplificanti, che rientrano tra le figu-re dell accumulazione, in particolare, ciascuno dei due costituisceuna figura per adiectionem. Alcuni esempi diclimaxascendente:1. Vastus animus immoderata, incredibilia, nimis alta semper cupie-bat(Sallustio), Trad.: Il suo animo insaziabile desiderava sempre cosesmisurate, incredibili, troppo alte. 2. un reato imprigionare un cit-tadino romano, un delitto frustarlo, quasi un parricidio ucciderlo(Cicerone); 3. Urta, apre, caccia, taglia, fende(Ariosto); 4. E dun

    pestifero angue ascolto i sibili che mi addenta, e mi attosca e squarciail cuore(Alfieri); 5.. . . tutto tacendo dintorno a lui, cominci a sentireun rumore, un mormorio, un mormorio dacqua corrente. Sta in orec-chi: n certo; esclama: lAdda! (Manzoni,I Promessi Sposi, . . . ).Alcuni esempi diclimaxdiscendente (anticlimax): 1.Certo, certissimo,anzi probabile(E. Flaiano); 2. A notte il vento rugge, urla: poi cade(Pascoli). gradatio, catacosmesis.

    clmax ascendnte [loc.s.m. o s.f.] Amplificazione, crescendo di senso oenfasi in parole poste in successione climax.

    clmax discendnte [loc.s.m. o s.f.] Il succedersi di parole che rappresentinounattenuazione progressiva delle idee communicate. climax.

    coacervatio [s.f.] accumulazione.

    clon [s.m.inv.] La principale suddivisione di un periodo o di un testo inprosa. comma.

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    colre [s.m.] Ornamento che si d ad un discorso, ad uno scritto. Lo stessoche colore retorico.

    colre retrico [loc.s.m.] Ornamento poetico. color, ornatus.

    commnto [s.m.] Ci che si dice sul tema, ed equivale a rema.

    comminatio [s.f.] Minaccia. intimidazione, minaccia, cataplexis, perclu-sio.

    commiseratio [s.f.] Parte della perorazione nella quale loratore provocala compassione degli ascoltatori. I luoghi comuni dellacommiseratio(circostanze gravose, sorte contraria, infermit, ecc.) sono riconducibiliai casi di fortuna. epilogo, conquestio, indignatio.

    commoratio [s.f.] Consiste nellindugio attuato tramite Interpretatioo parafrasi interpretativa, ossia accostando ad un enunciato, al finedi chiarire e/o arricchire il pensiero, un altro enunciato equivalente (siconsidere quale esempio luso di sinonimi). LaCommoratio pu al-trimenti essere intesa quale Expolitio, ritocco: in questo caso essaconsiste nel ritornare sullo stesso tema, o sul nucleo di questo, ag-giungendo informazioni complementari e variando lespressione. commorazione.

    commovere [vb.] movere.

    communio [s.f.] complexio, sinonimia.

    commutatio [s.f.] antimetabole, chiasmo complicato.

    comparatio [s.f.] Specie di antitesi, essa consta di due concetti messi aconfronto in forma sindetica o asindetica: Es.: Richelieu, grand, subli-me, implacabile ennemi; Mazarin, souple, adroit, et dangereux ami. comparazione.

    comparazine [s.f.] Specie di paragone, caratterizzato da reversibilit: idue termini della comparazione possono cio scambiarsi di ruolo. Es.Mario alto come Piergiacomo / Piergiacomo alto come Mario. paragne1. Correlata: lasimilitudine. comparatio.

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    compensatio [s.f.] antanagoge.

    competnza retrica [loc.s.f.] Una delle due costituenti del modello bipar-tito secondo cui Plett, con evidente riferimento alla strutturalista discri-minazione tra i piani dilanguee parole, ha ridistribuito le parti dellaretorica classica. Suddetto modello, la stlistica retorica (rethoricalstylistics), comprende gli aspetti dellacompetence, riguardanti la strut-tura discorsiva, e quelli dellaperformance, riguardanti gli effetti del-la comunicazione retorica. Nellipotesi di Plett la competenza reto-rica si suddivide nelle cinque tradizionali sezioni, ribattezzate quali,per lappunto, competenze: argomentativa (linventio), strutturale (ladispositio), stilistica (lelocutio,), mnemonica (lamemoria), mediale,cio la capacit di servirsi efficacemente dei mezzi di comunicazione(lactio/pronuntiatio). .

    complessine [s.f.] Artificio consistente nellordinare parallelamente pi mem-bri successivi di un periodo, aventi tutti la medesima parola iniziale.Sin. complexio, simploche, anacefalesi.

    complexio [s.f.] Combinazione dellanafora con lepifora. Il tipo della figura

    quindi /x.. . y/x.. . y/. Quanto al contenuto la figura pu presentarsicome exquisitio. simploche, complessione.

    compositio [s.f.] Lacompositioconcerne l ornatus e consiste nel formaresintatticamente e foneticamente gruppi di parole, frasi e successione difrasi: il gusto nel saper costruire linsieme si chiama aptum. Perquanto riguarda la fonetica, lacompositio cura larmonia dei suoni edel ritmo. Nella conformazione sintattica dellacompositiosi possonodistinguere tre tipi: oratio soluta, oratio perpetua e il periodo. sintesi, struttura.

    comprobatio [s.f.] Piena approvazione delle tesi altrui. Simile alla conci-

    liatio.concatenazine [s.f.] Una gradazione in cui una parola si ripete da un mem-

    bro in quello seguente, e li incatena gli uni agli altri. gradatio,climax.

    conceptio [s.f.] sineddoche, zeugma.

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    concessio [s.f.] Consiste nel fare una concessione, nell ammettere le buo-ne ragioni dellavversario (o dellinterlocutore in genere), cui si con-trappongono, per, obiezioni riguardo allimportanza delle medesime erilievi relativi al maggior peso di circostanze, opinioni, fatti, prove infavore della tesi di chi parla (quello che staato detto vero, pero. . . ) paromologia.

    conciliare [vb.] delectare.

    conciliatio [s.f.] Consiste nel partigianamente attenuare il significato di unaccusa pronunziata dallavversario, in maniera tale da moderare, da di-minuire la gravit dellaccusa stessa, forzando una riduzione delle dif-ferenze di significato tra parole. Esempi: Tu dici che un rapinato-re: diciamo invece che soltanto un ladro. Non sono avaro, sono unrisparmiatore. attenuazione, comprobatio.

    concinnitas [s.f.] Leleganza e lequilibrio ottenuti ponendo particolare att-nezione, nella disposizione delle parole e nella architettura composi-tiva, alla realizzazione di una compositio gradevole, soprattutto inrelazione agli aspetti fonetici. ornatus, genus, elegantia.

    concisa brevitas [loc.s.f.] percursio.

    concisa (oratio c.) oratio concisa.

    concisine [s.f.] Riduzione al minimo indispensabile dei passaggi di un ra-gionamento o di un discorso, in modo per che la comunicazione siacompleta, ma non ridondante o ricercata. brachilogia, brevitas.

    conclusio [s.f.] Parte conclusiva dellorazione, peroratio, recapitulatio.In essa, dato per certo quanto provato nell argumentatio, si chie-de al giudice di formulare un giudizio favorevole alla parte dellorato-

    re. Anche parte finale di un sillogismo. conclusione, recapitulatio,epilogo.

    concrto [agg.] Nella quaestio finita, ci che fa riferimento a una mate-ria concreta (dunque a persone individualizzate e a precise circostanzespazio-temporali ). astratto.

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    40 Dizionario di retorica

    condescensio [s.f.] antropopatia.

    condimentum [s.m.] Il terminecondimentumcondimento rimanda, ram-mentando il cibo degustato a tavola, ad un ornatus ricco di motti dispirito, nel quale si palesi l acutum dicendi genus. sale.

    conexa series [loc.s.f.] periodo.

    conexio [s.f.] gradatio, climax, complexio, simploche.

    conexum [s.m.] complexio.

    confessum [s.m.] Loratore pensa realmente quello che dice. Ad esempio,confessa la sua audacia e prega il pubblico di scusare ( correctio)lo straniamento che ha preteso; in un certo senso ammette ( conces-sio) la sua debolezza o ammette di aver sbagliato o esagerato: in generelo fa per ingraziarsi il pubblico. sinceritas.

    confirmatio [s.f.] Terminologia latina per confermazione.

    confirmatio rationalis [loc.s.f.] In Albaladejo: Prove di tipo razionale prova, argumentatio, probatio.

    confirmatio scripturalis [loc.s.f.] In Albaladejo: Prove basate sulle SacreScritture o sugli autori classici prova, argumentatio, probatio.

    conformatio [s.f.] personificazione.

    confutatio [s.f.] Una delle parti classiche del discorso, in cui si respingono leargomentazioni dellavversario, dimostrandole errate. confutazione,refutatio, reprehensio.

    congettura [s.f.] In un processo, linsieme delle domande sulla realt delfatto. coniectura, status coniecturae, status causae.

    congrunza [s.f.] La prima delle quattro caratteristiche delle virtuteselocutionis.

    coniectura [s.f.] congettura, status causae.

    coniuncta (c. verba) verba coniuncta.

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    coniunctio [s.f.] zeugma.

    connexa series [loc.s.f.] periodo.

    conquestio [s.f.] Parte della perorazione nella quale loratore riesce aprovocare il coinvolgimento emotivo, la compassione degli ascoltatori. epilogo, commiseratio, indignatio

    consecutivo asindeto conclusivo o consecutivo.

    consilium [s.m.] la tattica adottata dalloratore nella scelta ( voluntas)dei mezzi linguistici utili al raggiungimento del suo scopo: l utilitascausae. Essa si realizza nella dispositio esterna dei mezzi semanticiatti ad ottenere leffetto prefissa