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Corsi di formazione STCW78/95

PERSONAL SAFETY AND SOCIAL RESPONSABILITIES (P.S.S.R)

Dispensa degli argomenti trattati e loro linee guida

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PREFAZIONE Un corso che porti un acronimo come titolo ha bisogno di qualche spiegazione. Il nostro porta quattro lettere PSSR che significa PERSONAL SAFETY and SOCIAL RESPONSABILITY. Se le due prime parole sono chiare e credo comprensibili a tutti, le due ultime forse hanno bisogno di qualche parola in pi, del perch di un corso che le preveda, di cosa si intenda con esse e di come si inseriscano nella vita di una nave. La Social Responsability, SR, per essere meglio compresa dovrebbe essere chiamata con il nome completo di responsabilit sociale d'impresa (o Corporate Social Responsibility, CSR). Con questo termine si intende l'integrazione di preoccupazioni di natura etica all'interno della visione strategica d'impresa: una manifestazione della volont delle grandi, piccole e medie imprese di gestire efficacemente le problematiche d'impatto sociale ed etico al loro interno e nelle zone di attivit. Si tratta di un concetto innovativo e molto discusso, espresso per la prima volta nel 1984 da R. Edward Freeman nel suo saggio "Strategic Management: a Stakeholder Approach", Pitman, London 1984. Ma gi nel 1969, in "Strutture integrate nel sistema distributivo italiano", si afferma che l' attivit d' impresa, pur mirando al profitto, deve tenere esplicitamente presenti una serie di istanze interne ed esterne all' impresa, anche di natura socio-economica, per la misurazione delle quali viene proposto il "metodo della scomposizione dei parametri". Un'impresa che adotti un comportamento socialmente responsabile, monitorando e rispondendo alle aspettative economiche, ambientali, sociali di tutti i portatori di interesse (stakeholders) coglie anche l'obiettivo di conseguire un vantaggio competitivo e a massimizzare gli utili di lungo periodo. Un prodotto, infatti, non apprezzato unicamente per le caratteristiche qualitative esteriori; il suo valore stimato in gran parte per le caratteristiche non materiali, quali le condizioni di fornitura, i servizi di assistenza e di personalizzazione, limmagine ed infine la storia del prodotto stesso. La consapevolezza, dei produttori e dei consumatori, circa la centralit di tali aspetti nelle dinamiche competitive e la tracciabilit storica della catena dei processi che hanno portato alla realizzazione del prodotto stanno attualmente guadagnando lattenzione dei vari attori presenti sul mercato. Risulta pertanto evidente come limpegno etico di unimpresa sia entrato direttamente nella cosiddetta catena del valore prospettando cos lutilizzo di nuovi percorsi e leve competitive coerenti con uno sviluppo sostenibile per la collettivit. Allinterno del mercato globale e locale, le imprese non hanno, infatti, unesistenza a s stante, ma sono enti che vivono e agiscono in un tessuto sociale che comprende vari soggetti, tra cui spicca sicuramente una societ civile molto attenta alloperato imprenditoriale. E, quindi, di fondamentale importanza lattivit dedicata al mantenimento delle relazioni con lesterno, verso i cosiddetti stakeholders (soggetti interessati, per es. Organizzazioni non governative, sindacati, mass-media ecc.). Nei sistemi di gestione aziendale, lattenzione agli stakeholders divenuta di importanza cruciale per le imprese e spesso lo sviluppo nel tempo di relazioni positive con tali soggetti pu diventare un elemento di valore aggiunto per limpresa. Ma il comportamento pi o meno etico di unimpresa interessa potenzialmente tutti i cittadini, ai quali non bastano astratte dichiarazioni di principi e valori: essi esigono ormai un impegno quotidiano e credibile, frutto di una precisa politica manageriale e di un sistema aziendale organizzato a tal fine. In relazione al concetto di responsabilit sociale si sono sviluppati modelli di gestione aziendale innovativi, legati al tema delletica. La Social Accountability International (SAI), organizzazione internazionale nata nel 1997, ha emanato la norma SA 8000 per assicurare nelle aziende eque condizioni di lavoro, un approvvigionamento etico di risorse ed un processo indipendente di controllo per la tutela dei lavoratori: lo standard SA 8000 (Social Accountability ovvero Responsabilit Sociale) il primo standard diffuso a livello internazionale circa la responsabilit sociale di unazienda ed applicabile ad aziende di qualsiasi settore merceologico, per valutare lottemperanza delle stesse ai requisiti

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minimi in termini di diritti umani e sociali. In particolare, lo standard prevede otto requisiti specifici collegati ai principali diritti umani ed un requisito relativo al sistema di gestione della responsabilit sociale in azienda. Gli otto requisiti vertono su tematiche fondamentali, a livello internazionale, in materia di diritto del lavoro quali lavoro infantile, lavoro forzato, salute e sicurezza, libert di associazione e diritto alla contrattazione collettiva, discriminazione, pratiche disciplinari, orario di lavoro, remunerazione. Nella fattispecie, la conformit ai predetti requisiti si concretizza nella certificazione rilasciata da un Organismo indipendente volta a dimostrare la conformit dellazienda ai requisiti di responsabilit sociale della norma, attraverso un meccanismo analogo a quello dei sistemi di gestione per la qualit ISO 9000 e per lambiente ISO 14000. Lo standard SA 8000 si caratterizza, inoltre, per la sua flessibilit. Infatti la sua versione attuale (aggiornata al 2001, scaricabile dal sito http://www.sa-intl.org/) pu essere applicata nei Paesi in via di sviluppo, nei Paesi industrializzati, nelle aziende di piccole e grandi dimensioni e negli enti del settore privato e pubblico. Naturalmente, lapplicazione della norma allinterno dellazienda da sola non sufficiente a garantire il rispetto dei diritti fondamentali dei lavoratori, se essa non accompagnata da un convinto impegno del vertice aziendale ad assumere un comportamento etico. Lo standard AA1000 (o AccountAbility 1000) uno standard di processo progettato per misurare i risultati delle imprese nel campo dell'investimento etico e sociale e dello sviluppo sostenibile. Introdotto nel 1999 dallISEA (Institute of Social and Ethical Accountabiliy), con sede in Gran Bretagna, si tratta di uno standard nato per permettere, alle organizzazioni che lo vogliano adottare, di promuovere la qualit dei processi di "social and ethical accounting, auditing and reporting" in modo da garantire il miglioramento della responsabilit sociale dellimpresa. Attraverso la AA1000 si pu dimostrare limpegno per il rispetto dei valori etici attraverso strumenti oggettivi, imparziali e trasparenti. AA 1000 un modello dinamico, cio tende al miglioramento costante e continuo dei comportamenti, attraverso un approccio progressivo che consente la sua costruzione nel tempo. Esso si articola in cinque fasi: 1. Planning: vengono definiti i valori e gli obiettivi sociali ed etici dell'organizzazione e vengono identificati gli stakeholder; 2. Accounting; viene definito lo scopo del processo, vengono raccolte ed analizzate le informazioni, identificati gli indicatori e gli obiettivi, e si sviluppa quindi un piano di miglioramento; 3. Auditing e reporting: viene realizzata una comunicazione scritta o verbale (report) da sottoporre agli stakeholder per ottenerne una condivisione; 4. Embedding: vengono istituiti sistemi (gestione e raccolta delle informazioni, implementazione dei valori, audit interna), sviluppati per rafforzare il processo e per integrarlo nel migliore dei modi; 5. Stakeholder engagement: l'Organizzazione in tutte le fasi del processo rimane in stretto collegamento con i suoi Gruppi di interesse. I benefici che lazienda ottiene adottando questo standard consistono soprattutto nel consolidamento del rapporto con gli stakeholders, migliorando la partecipazione, la fiducia e il mantenimento di buone relazioni nel tempo; inoltre, pu derivarne un miglioramento del dialogo con le Istituzioni e la Pubblica Amministrazione, riducendo le conflittualit ed instaurando un rapporto di collaborazione e arricchimento reciproco. Nei giorni 26-30 settembre 2005 si svolta a Bangkok la seconda riunione del gruppo ISO sulla Responsabilit sociale delle imprese (Working Group Social Responsibility), nel corso della quale

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sono stati fatti importanti passi avanti verso una nuova norma sulla responsabilit sociale: la ISO 26000. Uno dei principali risultati raggiunti a Bangkok stato quello di definire una prima struttura del documento per la ISO 26000: il gruppo ISO ha infatti raggiunto un accordo sull'organizzazione dei contenuti della norma. stata inoltre stabilita la data di pubblicazione di un primo progetto della norma, prevista nel novembre/dicembre 2007, mentre la pubblicazione definitiva dovr presumibilmente avvenire nell'ottobre 2008. Per coinvolgere il pi possibile tutti coloro che sono interessati al tema della responsabilit sociale, il processo di definizione della ISO 26000 prevede lattiva partecipazione dei rappresentanti di ben sei categorie di stakeholders: imprese, governi, lavoratori, consumatori, organizzazioni non governative e altri. La futura norma risponde anche a quanto auspica il Comitato economico e sociale europeo (CESE) secondo il parere sul tema "strumenti di misura e di informazione sulla responsabilit sociale delle imprese in uneconomia globalizzata": la responsabilit sociale delle imprese dovr divenire una forza di impulso nel quadro di una strategia planetaria sullo sviluppo sostenibile, e i suoi strumenti di misura dovranno rispondere a requisiti di coerenza, pertinenza ed affidabilit, attraverso un approccio che, pur ispirandosi a valori universali, sia rispettoso delle diversit. Contrariamente alle norme ISO 9000 e ISO 14000, ISO 26000 non costituir sistema di gestione e non sar certificabile. Nell'ultimo periodo nata una nuova declinazione della responsabilit sociale, non solo riferita alla singola impresa, ma a tutta la collettivit. Questa declinazione particolarmente indirizzata e calzante per la realt italiana a causa della composizione territoriale (Piccole-medie imprese, tendenzialmente raggruppate in distretti industriali collegati in forma reticolare). La strategia della Responsabilit Sociale D'impresa per stimolare le imprese ad assumere comportamenti responsabili, viene ora calata in un nuovo contesto, dove il soggetto promotore tutta la comunit, tutto il territorio nel quale vivono e operano i diversi portatori di interesse. Il passaggio da una "responsabilit singola e/o individuale" ad una "responsabilit collettiva" ha l'obbiettivo di accompagnare le istituzioni e le organizzazioni (pubbliche e private; profit e non profit) in un percorso di costruzione condivisa dove le giuste istanze economiche vanno coniugate con le attenzioni sociali e ambientali nell'ottica di uno sviluppo sostenibile. La CSR Territoriale ha come scopo quello di migliorare la qualit della vita della comunit. INTRODUZIONE Vivere e lavorare entro i confini limitati di uninstallazione o una nave richiede uno sforzo da parte di tutto lequipaggio. Per attenersi agli standard correnti di Condizioni Igienico/Salutari, Sicurezza e Protezione ambientale, che sono ormai richiesti dallindustria dei trasporti marittimi e da quella offshore richiede una preparazione ben specifica. Queste necessit sono state recepite dalle strutture internazionali. La convenzione Internazionale STCW 78/95, riguardante i livelli minimi di addestramento per il personale marittimo e la certificazione per il servizio di guardia, stabilisce le conoscenze minime di base per il personale destinato al lavoro a bordo di navi mercantili. Tali limiti sono da acquisire tramite specifico addestramento secondo quanto previsto in dettagli dal Codice STCW approvato nel l995. Laddestramento di base riguarda quattro importanti settori quali: 1. sopravvivenza e salvataggio in mare 2. antincendio di base e avanzato 3. primo soccorso

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4. sicurezza personale e responsabilit sociale I primi, ai punti 1. 2. 3, erano gi stati inseriti nella legislazione italiana, ora, con decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti datato l9 giugno 2001 stato approvato il punto 4. in attuazione a quanto previsto dalla sezione A-Vl/1 paragrafo 2.1.4 del Codice STCW 95, di cui ci occuperemo in queste pagine. Il corso, come previsto dal legislatore, si rivolge in particolare a tutti coloro che si accingono a salire su di una nave per la prima volta. Per loro necessario essere in possesso di alcune conoscenze di base circa lorganizzazione di bordo, sopratutto per quanto riguarda la sicurezza sul lavoro, quanto previsto dal comando per affrontare le varie emergenze possibili. Inoltre quanto da sapere per la prevenzione ed il controllo dellinquinamento marino come pure limportanza dei rapporti sociali, cio le buone relazioni come le corrette comunicazioni con superiori e i compagni di lavoro e, non ultimo, i pericoli connessi con luso di sostanze tossiche.

PROCEDURE PER LA SICUREZZA SUL LAVORO 1.2 IMPORTANZA DEL CORSO Non esistono attivit lavorative che non presentino rischi. Per fronteggiare questi, qualunque emergenza avvenga, a terra si pu contare sullassistenza di enti specificatamente preposti a tali incombenze quali Pronto Soccorso Sanitario ,Vigili del Fuoco, Protezione Civile. A bordo di una nave, in navigazione, lequipaggio pu contare solo su se stesso. E pertanto di primaria importanza che ognuno sia opportunamente inserito nei piani di emergenza esistenti, abbia le conoscenze appropriate per eseguire i compiti affidatogli con efficienza e competenza. Tutto questo allo scopo di prevenire e fronteggiare emergenze che potrebbero non solo risultare fatali per la propria vita, ma a quella dei compagni, alla sicurezza della nave. Inoltre essere preparato a mettere in atto tutte le misure necessarie alla salvaguardia dellambiente marino. In questottica e necessario ognuno riconosca i rischi connessi con lesecuzione del lavoro affidatogli e sappia utilizzare tutte le procedure di sicurezza previste. Da tener presente come nel caso si debba interagire con altre persone, le quali non osservino in modo dovuto le norme di sicurezza, sia opportuno richiedere lintervento dei supervisori. 1.3 FAMILIARIZZAZIONE CON LA NAVE Bench quanto segue possa apparire a chiunque abbia un po di dimestichezza con il mare delle banalit, doveroso puntualizzare alcune definizioni fondamentali. In un ambiente in cui la terminologia inglese sta diventando di uso comune cercheremo di affiancare alle parole italiane le corrispondenti in tale lingua. Generalmente in una nave distinguiamo: lo scafo (hull) e le sovrastrutture (super structures). La parte anteriore dello scafo chiamata prora (bow, stem) quella posteriore chiamata poppa (poop, stern). La parte normalmente immersa si chiama opera viva (submerged part, draft), quella emersa, opera morta (exposed part, freeboard) . Il lato destro,guardando la prora la dritta (starboard), quello a sinistra la sinistra (portside, port). Gli spazi interni sono delimitati da strutture piane orizzontali dette ponti (decks) e strutture verticali dette paratie (bulkheads). Le sovrastrutture sono le strutture che si elevano al disopra del ponte di coperta (main deck); la sovrastruttura pi alta generalmente costituita dal fumaiolo (tunnel) o dallalberetto (mast).

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Da qualsiasi punto della nave la direzione verso prora si indica con il termine proravia (forward), quella verso poppa con il termine poppavia (aft, abaft, after). La numerazione distintiva di tutti locali (alloggi, cabine), imbarcazioni di salvataggio e dotazioni varie, procede da prua verso poppa con numeri i pari sul lato sinistro e numeri dispari su quello di dritta. Es. limbarcazione di salvataggio n. 2 si trova a sinistra, la zattera n . 1 si trova a dritta. Sotto la voce di questo capitolo si dovrebbe inserire quelle che da sempre alcune marinerie portano come notizie da apprendere appena si mette il piede a bordo. E quello che su molti terminals offshore viene chiamato arrival safety meeting. E il primo indottrinamento che si deve ricevere su quelle che sono le informazioni di primaria importanza per una safe life on board. E sono - Ruolo dappello - Piano Antincendio, Piano di abbandono nave - Ubicazione mezzi di emergenza e loro impiego Altre informazioni saranno date in seguito e specificatamente su - Turni/posti di lavoro - Politiche societarie su Alcool e Droga, - Protezione ambientale TIPOLOGIE DI NAVI La tipologia di una imbarcazione o nave, caratterizzata dallimpiego cui essa destinata. Una prima divisione pu essere quella classica di - Navi passeggeri (passengers ships), caratterizzate da grandi sovrastrutture suddivise da molti ponti dove sono ubicate gli alloggi per i passeggeri oltre ad ampi locali destinati alla ristorazione ed intrattenimento. Al giorno doggi le navi passeggeri, gli steamers o i liners di un tempo, sono utilizzate per le crociere (cruiser ships) . - Navi da carico (cargo ships) . A loro volta queste si potranno dividere in altre classi, quali da carico secco o carichi liquidi. Anche questi hanno altre sottodivisioni. Solamente per una panoramica veloce vengono qui riportate alcune. Ad esempio: -Navi Ro-Ro/Ro-RoPax (roll on/roll off ferries) sono destinate al trasporto di veicoli e semirimorchi piccoli e grandi, e passeggeri. Sono caratterizzate da ponti che suddividono gli spazi interni dello scafo in ampi garages cui si accede mediante rampe ed elevatori. Possono portare anche passeggeri in tal caso hanno anche ampie sovrastrutture. I ro-ro destinati al servizio per le isole si chiamano comunemente traghetti (ferry boat). -Navi rinfusiere per carico secco (bulk carrier) destinate al trasporto di materie prime (minerali,carbone) e granaglie. Lo scafo suddiviso, da paratie, in ampi spazi destinati al carico, stive (holds, hatches). Hanno sovrastrutture limitate destinate ad ospitare solo lequipaggio. Le operazioni di carico e scarico si eseguono con mezzi di terra quali gru (cranes), nastri trasportatori (endless belt conveyors), aspiratori (elevators)etc. -Navi cisterna (tankers) suddivise in : petroliere (oil tankers) gassiere (gas tanker, or gas carriers) chemichiere (chemical tankers) Piccole navi cisterna vengono utilizzate anche per il trasporto di acqua per le isole, e per il trasporto di vino o vinacciere. Tutti i prodotti trasportati dalle navi cisterna sono allo stato liquido e vengono movimentati, ai fini della caricazione e scaricazione, tramite un complesso sistema di tubazioni e valvole e pompe. Gli impianti possono variare in base allo specifico prodotto e a qualche particolare terminal di terra. -Navi portacontenitori (containers ships),che hanno rimpiazzato le vecchie navi da carico generale. Il carico viene sistemato in grossi contenitori metallici (containers) da venti e quaranta piedi di lunghezza che vengono imbarcati nelle stive ed in coperta. Le operazioni di caricazione e

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scaricazione vengono effettuate molto rapidamente con speciali gru di terra (extensible booms) e ci ,unitamente allalta velocit che possono sviluppare queste navi, ha reso possibile tempi di consegna molto contenuti a prezzi convenienti. Ci sono ancora navi veloci come gli aliscafi (hydrofoils), destinati al servizio di linea su percorsi a medio o piccolo raggio, altre destinate a servizi specifici quali posacavi (cable layer ships), navi stalla per il trasporto di bestiame vivo (livestock transport ships),e navi dotate di mezzi di sollevamento particolari destinate al trasporto di carichi speciali o ancora quelle usate nel lavoro dei campi petroliferi (supply vessels, tender ships, diving support vessels etc.). Si voluto fare una rapida panoramica su le varie tipologie in quanto la sicurezza in mare assumer particolari aspetti collegati al tipo di merce alla quale la nave dedicata. Un esempio immediato quello del personale imbarcato sulle navi cisterna, il quale deve avere delle conoscenze specifiche connesse con la pericolosit del trasporto. Proprio a questo riferimento negli ultimi anni si sviluppato il concetto di familiarizzazione e alla conseguente nascita di corsi obbligatori relativi alla specifica sicurezza per navi petroliere, gassiere e chemichiere. A partire dagli anni 70 la sicurezza diventata via via con il passare del tempo un tema di primaria importanza inserendosi in tutti i campi del shipping business. Un esempio sono le recenti normative internazionali che hanno reso obbligatorio il doppio scafo per le petroliere di nuova costruzione. Una innovazione intesa a ridurre i rischi di inquinamento a seguito di sinistri quali incagli e collisioni. 1.4 NATURA DEI PERICOLI A BORDO In un corso in cui si fa sempre riferimento alla sicurezza personale la natura dei pericoli possibili nellambiente di bordo comprensibile come sia vista sotto una particolare angolatura. In tal modo gli incidenti possono essere statisticamente raggruppati come segue: Scivolate e cadute dovute a superfici rese sdrucciolevoli da oli e grassi od ostruite da tubolature,cavi elettrici,cavi di ormeggio etc. Ferite alla testa per caduta di pesi od attrezzi non convenientemente rizzati Caduta attraverso un passo duomo aperto e non protetto o per mancanza non segnalata di grigliato di calpestio Indumenti o dita catturati da macchinari in movimento Scottature da tubi o macchinari caldi,o da scintille di saldatura Corpi estranei nellocchio per schegge di molatura, saldatura, picchettaggio, prodotti chimici Conseguenze di temperature ambientali molto basse ,molto alte o eccesso di umidit Mancanza di ossigeno in spazi chiusi e/o presenza di gas tossici Lesioni a seguito di incauto maneggio di prodotti chimici Fermo restando che ci sono anche una categoria di incidenti nei quali una persona pu rimanere coinvolta pur essendo questi tanto grandi da includere lintera struttura (nave, installazione etc.). Sono quelli che si possono chiamare le situazioni demergenza a bordo. E sono Avarie al sistema di propulsione/ di governo/dellequipaggiamento (strumentazione) essenziale (Propulsion/Steering/Essential Equipment Failure) Incendio (Fire) Collisione (Imminent Collision,Collision) Incaglio (Grounding) Allagamento (Flooding) Affondamento (Sinking) Uomo a mare (Man Overboard)

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Durante la discussione di questi temi, una delle prime domande quella sulla o meglio le possibili cause che creano gli incidenti. Il trattamento di questa tematica un capitolo e dal quale nessuno pu evadere. 1.5 DOTAZIONI DI SICUREZZA E DI EMERGENZA DOTAZIONI DI PROTEZIONE INDIVIDUALI Per Dispositivo di Protezione Individuale (DPI) si intende (art.40 D.L. 626/94): qualsiasi attrezzatura destinata ad essere indossata e tenuta dal lavoratore allo scopo di proteggerlo contro uno o pi rischi suscettibili di minacciare la sicurezza o la salute durante il lavoro, nonch ogni completamento o accessorio destinato a tale scopo. Ogni altro normale indumento di lavoro o attrezzatura che non sia specificatamente adibita alla protezione del lavoratore non un DPI. Nella lingua inglese i DPI sono chiamati con il termine di Personal Protection Equipment o PPE) I DPI: - devono essere impiegati quando i rischi non possono essere eliminati o ridotti in maniera sufficiente dalla prevenzione, dallorganizzazione del lavoro e dai dispositivi di protezione collettiva. - non possono essere alternativi ai sistemi di prevenzione tecnicamente fattibili, ma solo integrativi per i rischi residui o occasionali, quali ad esempio la manutenzione straordinaria. - devono essere marcati con la sigla CE Qua sotto un breve elenco, non esaustivo, dei pi comuni DPI usati a bordo Elmetto metallico (Helmets, protective hats) Occhiali di assicurazione normali o con schermi laterali per lavori alla mola, picchettaggio e maneggio prodotti chimici (safety glasses, safety goggles) Guanti di pelle e tela per lavori pesanti (Leather gloves) Guanti di plastica per maneggio prodotti chimici Chemical resistant gloves) Scarpe di sicurezza antisdrucciolevoli e con punta protettiva metallica (safety shoes and boots) Mascherine protettive da usare quando si pittura, si picchetta, si sabbia o si maneggiano liquidi volatili (protective masks) Indumenti protettivi, tute ignifughe elmi e parannanze per saldatori Protezione per orecchi possono essere tappi o cuffie da utilizzare quando la rumorosit ambientale supera i 90 decibel (hearing protection devices) Respiratore ad aria con maschera e manichetta di 45 metri collegata a pompa a mano azionata da un operatore (respirator supplied air type) Autorespiratore con maschera e bombola di aria compressa (C.A.B.A., self contained breathing apparatus)) Cintura di sicurezza (safety belt) con 45 metri di cavo guida ignifugo DOTAZIONI DI SALVATAGGIO Giubbotti di salvataggio individuali (lifevest, life jackets, life preservers) Salvagenti anulari con sagola e boetta fumogena/luminosa (liferings w/lifeline, life lightbuoy, Manoverboard signal) Zattere di salvataggio gonfiabili (inflatable liferafts) Zattere di salvataggio rigide (rigid rafts) Imbarcazioni di salvataggio (lifeboats) Fast rescue boat (recupero naufraghi)

Attacco di pirati (Pirates Assault) Clandestini (Stowaways)

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Apparato lancia sagole (line throwing apparatus) Segnali luminosi di emergenza (razzi, fuochi a mano, boette fumogene) (rockets, handflares, smoke signals) Tenute da immersione e tute per protezione termica (survival suit, thermal suit) Apparati radio di emergenza (EPIRB SART)

DOTAZIONI DI EMERGENZA ANTINCENDIO Sistema antincendio idrico principale (main firefighting system) con manichette (fire hoses) ed idranti di vario tipo (all-purpose nozze) Estintori portatili (hand portable fire extinguishers) di vario tipo (schiuma, CO2, polvere chimica) (foam, carbon dioxide, dry chemical) Ascie (axes) Sistemi fissi di estinzione incendi (sprinkler, CO2, schiuma) Sistemi fissi di rivelazione incendi (fire/gas alarmi) ed i vari loro sensori (temperatura o fumo) (rising temperature, smoke detector) Dotazioni speciali per squadra pompieri (tute ignifughe, autorespiratori, cinture di sicurezza) (protecting suits, compressed air apparatus, safety belts) Impianto di allarme sonoro (alarm bells) con pulsanti sotto vetro (fire pull stations)

DOTAZIONI SANITARIE DI EMERGENZA Respiratore ad ossigeno (resuscitator, pulmonator) Barella (stretcher) Medicine di pronto soccorso (come da normative) ( first aid medicine chest) Lacci emostatici,bendaggi (tourniquets, dressings, bendages, slings) Coperte (blankets)

MATERIALE PER IL CONTROLLO DELLINQUINAMENTO DEL MARE Panne galleggianti (self inflating, or floating booms) Materiale assorbente (oil absorbent material) Dispersanti chimici (dispersants) Segatura, scope, pale e contenitori (per spillamenti di liquidi inquinanti a bordo) (various equipment for small oil spills on board, i. e. sawdust, brooms, portable tank)

Ogni nave di 400 GRT ed oltre o ogni tanker da 150 GRT, dal 1 gennaio 2003, per regolamento IMO, deve tenere a bordo un piano di emergenza contro possibilit di inquinamento chiamato SOPEP (Shipboard Oil Pollution Emergency Plan), nel quale vengono specificatamente indicate tutte le misure pronte a bordo, persona responsabile, dati nave, procedure da seguire, autorit da avvisare etc. Le modalit duso di parte delle suddette dotazioni vengono trattate in dettaglio nei programma dei corsi obbligatori specifici quali Antincendio, Sopravvivenza, Primo soccorso, MAMS ed a bordo nei SAFETY MEETINGS e durante le esercitazioni di emergenza.

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1.6 USO DELLE DOTAZIONI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (D.P.I.) La fornitura delle dotazioni di protezione individuale un dovere legale dellarmatore, ed dovere legale di ogni componente lequipaggio il saperle utilizzare in modo proprio ogni qual volta le circostanze lo richiedono. Se ci dovessero essere dubbi circa le modalit di utilizzo o le condizioni di efficienza, bisogna rivolgersi ai propri supervisori sul posto di lavoro o ai responsabili. Se dovessero sussistere condizioni di inadeguatezza circa indumenti e dotazioni protettive RIFIUTARSI DI INIZIARE il lavoro. Ricordarsi che a bordo, in navigazione, non disponibile unassistenza sanitaria completa per cui un infortunio anche non grave, pu avere conseguenze spiacevoli.

Dispositivi di Protezione Individuali Elementi informativi PROTEZIONI DELLE PARTI DEL CORPO protezione testa-capelli Elmetto Frequentemente, durante lo svolgimento del lavoro, la testa sottoposta a numerose occasioni di pericolo, come ad esempio urti vari. cadute di materiale dall'alto, etc. di conseguenza necessario proteggere la testa con un elmetto idoneo. Gli elmetti per la protezione della testa sono di materiale plastico resistente (policarbonato termoplastico) o rinforzato (fibra di vetro) o metallico (alluminio o lega leggera). Gli elmetti devono possedere le seguenti caratteristiche: assorbimento dell'urto; resistenza alla perforazione; resistenza alla luce solare ed alla pioggia; non infiammabilit; propriet dielettriche (la tensione di perforazione deve essere superiore a 10 Kv); disinfettabilit e lavabilit: il peso non deve superare i 425 gr (elmetti solo con la visiera) 475 gr (elmetti con falda anulare) e 550 gr (elmetti speciali), esclusi i possibili accessori. Per garantire la massima efficacia protettiva di un elmetto, necessario seguire le seguenti modalit d'uso:

tenere l'elmetto ben saldo al capo, allacciando l'apposita fibbia sotto la gola verificare giornalmente l'integrit di tutte le parti costituenti l'elmetto; pulire periodicamente l'elmetto, rispettando le modalit di pulizia indicate dal costruttore dello stesso, evitando l'uso di solventi cd altri prodotti chimici che potrebbero deteriorarne la struttura.

In linea generale, poich risulta non sempre possibile escludere a priori i rischi di danni alla testa, consigliato fare un uso continuativo dell'elmetto di protezione in determinate tipologie di lavoro.

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La cuffia La cuffia serve a racchiudere i capelli, soprattutto quelli lunghi, sia per motivi igienici (settore alimentare) sia per evitare una serie di pericoli al lavoratore, come i seguenti:

incastro con successivo strappo dei capelli, e anche del cuoio capelluto, da parte di organi in movimento e/o in rotazione: bruciatura dei capelli a causa di fiamme o corpi incandescenti: insudiciatura dei capelli dovuta a vari agenti. come le polveri.

Guanti per protezione da agenti fisici (meccanici, termici ed elettrici) Agenti fisici meccanici e termici In caso di lavorazioni pesanti, logoranti a livello fisico, in processi termici, etc, necessario l'uso di guanti molto robusti, realizzati in vari materiali come il kevlar. cuoio, cotone. etc. Possono essere anche rinforzati con metallo e altri materiali robusti. Esistono anche protezioni solo per il palmo della mano o solo per il dorso. Nel caso soprattutto di lavorazioni che espongono le mani a elevate temperature. possono essere utilizzati guanti in fibra aramidica, che ha un'eccezionale resistenza al taglio, all' usura, al calore (resiste circa 6 minuti a 220C, prima che la temperatura interna del guanto raggiunga il livello di ustione di 78C). Elettricit Nei confronti del rischio di contatto con apparecchi in tensione (elettrocuzione) fondamentale utilizzare guanti isolanti, realizzati in lattice di gomma, sui quali deve essere scritta la tensione massima sopportabile che pu variare da 5.000 a 30.000 V. E' necessario seguire i seguenti comportamenti: non lavorare mai su apparecchi con tensione superiore a quella indicata sui guanti utilizzati; pulire costantemente i guanti secondo le modalit indicate dai produttore; conservare i guanti in luogo idoneo; controllare l'integrit dei guanti prima dell'utilizzo. Guanti per protezione da agenti chimici In caso di lavorazioni che comportino il contatto con agenti chimici. come solventi, sostanze corrosive e chimiche in genere, necessario utilizzare dei guanti di protezione. che devono essere idonei al prodotto chimico maneggiato (non corrodibili, impermeabili ai fluidi, etc.). come di seguito indicato (elenco non esaustivo) Tabella 2. E' necessario seguire i seguenti comportamenti: pulire costantemente i guanti secondo le modalit indicate dal produttore: conservare i guanti in luogo idoneo:

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controllare l'integrit dei guanti prima dell'utilizzo. Guanti per protezione da agenti biologici Ib caso di lavorazioni che comportino il contatto con agenti biologici come colture di batteri o altro, necessario utilizzare dei guanti idonei di protezione. E necessario seguire i seguenti comportamenti: pulire costantemente i guanti secondo le modalit indicate dal produttore conservare i guanti in luogo opportuno controllare lintegrit dei guanti prima dellutilizzo NB. Le norme europee guidano alla scelta del guanto adatto ad un determinato agente di rischio attraverso pittogrammi, ognuno con diversi livelli di protezione

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PROTEZIONE PIEDI GAMBE Considerazioni generali In caso di lavorazioni che comportino rischi per i piedi e le gambe devono essere utilizzate le scarpe di sicurezza, che possono avere varie caratteristiche tecniche in funzione del tipo di pericolo possibile da fronteggiare. I rischi per i piedi e le gambe possono essere molteplici, qui di sotto un elenco di alcuni di essi: schiacciamento perforazione della suola contatto con materiali incandescenti caduta di oggetti urti con ostacoli fissi scariche elettriche contatto con prodotti chimici scivolamento Scarpe di sicurezza Le scarpe di sicurezza possono presentare varie caratteristiche in funzione della protezione ad esse richiesta: il puntale della scarpa rinforzato in metallo in caso di rischio di schiacciamento, e tutte le sue superfici, bordi e spigoli devono essere arrotondati e lisci le scarpe possono essere a sfilatura rapida la suola della scarpa dotata di lamina antiforo, in caso di rischio di perforazione della pianta del piede in alcune situazioni pu essere necessario installare una protezione metatarsiale nel caso di lavorazioni che comportino il rischio di vibrazioni, possono essere utilizzate suole con potere smorzante In alcune lavorazioni, come ad esempio in quelle di saldatura e/o taglio del metallo, necessario fare uso di ghette e/o gambali per la protezione delle gambe.

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PRETEZIONE DEGLI ORGANI E DELLE PARTI SENSIBILI. PROTEZIONE OCCHI VOLTO Considerazioni generali Nelle lavorazioni in cui sia possibile un danneggiamento degli occhi e/o del volto, necessario utilizzare particolari protezioni, come occhiali e visiere. Gli agenti di rischio che possono creare danni agli occhi ed al volto possono essere: Agenti meccanici Schegge, urti con materiali soldi, aria compressa, etc. Agenti ottici. Raggi infrarossi, raggi laser, raggi ultravioletti, luce molto intensa. Agenti termici. Sostanze liquide e solide calde, calore radiante. Agenti chimici. Sostanze fluide (gas e liquidi), sostanze solide. Nellutilizzo dei mezzi di protezione per occhi e volto necessario seguire i seguenti comportamenti: pulire costantemente gli occhiali e le visiere secondo le modalit indicate dal produttore conservare ngli occhiali e le visiere in luogo opportuno utilizzare sistematicamente le protezioni. I materiali costituenti le lenti degli occhiali possono essere il policarbonato, il vetro temperato o il CR39. Il policarbonato fornisce unottima protezione allimpatto, il vetro temperato offre buone propriet di resistenza a prodotti chimici e ai graffi, il CR39 offre resistenza a prodotti chimici, allabrasione, allimpatto e al contatto con particelle di metallo fuso. Tutte le tipologie di lenti possono essere sottoposte a trattamenti superficiali e possedere determinati tipi di filtri. I principali trattamenti superficiali sono lantigraffio per la protezione da particelle abrasive e lantiappanamento per lutilizzo in ambienti di lavoro in cui siano presenti rapidi cambiamenti di temperatura. I filtri servono per eliminare le bande dello spettro elettromagnetico potenzialmente dannose, come gli infrarossi, gli UVA, ecc. Le dimensioni delle lenti sono perlomeno di 40 mm daltezza e 50 mm di larghezza. Le tipologie strutturali di vetri sono: vetri di sicurezza, cio resistenti alla rottura vetri composti, nei quali la parte di vetro verso gli occhi rimane intatta in quanto trattenuta da una pellicola plastica totalmente trasparente vetri temperati, nei quali i vetri si disperdono in parti microscopiche non taglienti, a seguito della rottura La forma degli occhiali deve essere il pi avvolgente possibile. Occhiali per la protezione da polveri, spruzzi e liquidi Nel caso di lavorazioni che comportano lutilizzo di fluidi in pressione e/o di composti chimici che possono produrre spruzzi, come ad esempio lavori su tubazioni o travasi di liquidi, necessario utilizzare degli occhiali a completa protezione degli occhi come gli occhiali a mascherina Tale tipo di protezione, generalmente, pu anche essere utilizzato diretta,mente sopra gli occhiali da vista. Occhiali per protezione da schegge. Nel caso di lavorazioni che comportano la formazione di schegge (battitura pezzi metallici, ecc.), necessario utilizzare appositi occhiali antischeggia, che devono avere una protezione laterale o essere a mascherina.

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Occhiali e schermi per saldatori Nel caso di lavorazioni di saldatura indispensabile lutilizzo di occhiali e schermi particolari, sia per il rischio di spruzzi di metallo incandescente sia per i vari tipi di radiazioni emesse durante tale lavorazione. I mezzi di protezione sono diversi in funzione del tipo di saldatura, che pu essere ossiacetilenica ed elettrica. E assolutamente fondamentale utilizzare la protezione idonea al tipo di saldatura effettuata. Visiere per protezione del volto. Le visiere sono utilizzate nel caso di proiezione di materiale per proteggersi da fiammate, ecc. Le visiere non possono fornire una protezione laterale, pertanto in caso di lavorazioni che possono sviluppare spruzzi e/o sostanze aerodisperse, necessario utilizzare anche gli occhiali a mascherina. Le visiere forniscono una protezione del volto e degli occhi, dando anche una buona aerazione. In linea generale, le visiere possono essere fissate allelmetto di protezione del capo, o direttamente con una bardatura alla testa. Di norma sono leggere, di uso e regolazione facilissimi.

PROTEZIONE DELLUDITO Considerazioni generali Molte attivit lavorative producono rumore che pu causare, alla lunga, danni alla capacit uditiva dellorecchio. La riduzione di tale capacit funzione dellintensit, della durata e della frequenza dellonda sonora. Inoltre i danni uditivi non sono curabili. I mezzi di protezione delludito sono di varie tipologie, ed necessario identificare quello pi adatto in funzione del tipo di rumore e delle caratteristiche della persona esposta. Nellutilizzo dei mezzi di protezione per lorecchio necessario seguire i seguenti comportamenti: pulire costantemente le protezioni secondo le modalit indicate dal produttore

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la sostituzione delle protezioni devessere effettuata secondo lo stesso principio conservare le protezioni in luogo opportuno controllare lintegrit e la funzionalit della protezione prima dellutilizzo fare un utilizzo sistematico delle protezioni. Tappi I tappi proteggono lorecchio da rumori non di elevata intensit, quando vengono inseriti nel modo corretto nei canali uditivi. Le tipologie di tappi per orecchie sono tre: 1. Tappi modellabili per tutte le orecchie. Questi tappi sono prevalentemente usa e getta, sono comodi, igienici ed economici. 2. Tappi su misura. Questi tappi sono modellabili in base alla precisa forma dellorecchio. Sono riusabili, igienici, durevoli e necessitano di cura e pulizia costante. 3. Tappi pre-modellati. Questi tappi sono realizzati in silicone morbido, gomma o plastica, e si adattano praticamente a tutti i tipi di orecchio. Sono riusabili, igienici, durevoli e necessitano di cura e pulizia costante. Capsule canalari Le capsule canali servono per chiudere lapertura dei canali uditivi. Vengono realizzate con un materiale gommoso, con al centro unanima di materiale rigido per mantenere la forma. In linea generale, le capsule canalari possono essere usate da chi deve entrare ed uscire spesso da un locale rumoroso. Cuffie acustiche Le cuffie sono costituite da: Coppe di plastica riempite di materiale gommoso Cuscinetti coperti di plastica e riempiti di schiuma Fascia di raccordo che contrappesata mantiene aderenti alle orecchie le coppe e pu passare sotto il mento, sopra e dietro il capo. Numerose sono le tipologie di cuffie esistenti, in funzione del tipo di rumore e del tipo di lavoro in cui vengono utilizzate, e costituiscono lunica protezione acustica per il lavoratore che non pu utilizzare i tappi. Le cuffie, abbinate ai tappi per le orecchie, forniscono la massima protezione acustica possibile. Le sole cuffie possono dare un abbattimento acustico da 15 a 30 dB.

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PROTEZIONE DELLE VIE RESPIRATORIE In caso di ambienti di lavoro in cui sia presente il rischio di inalare gas, polveri o qualunque altro inquinante aerodisperso, assolutamente fondamentale utilizzare degli idonei mezzi di protezione delle vie respiratorie. E' evidente che necessario utilizzare un determinato DPI in funzione del tipo di pericolo presente. Inoltre, tutti i mezzi di protezione delle vie respiratorie devono essere verificati prima dell'utilizzo, devono essere usati solamente da personale formato ed addestrato e il loro uso strettamente personale. In linea generale, i gas nocivi alla respirazione sono: TOSSICI Modificano il normale funzionamento del sangue e del sistema nervoso.

SOFFOCANTI- IRRITANTI

Producono danni ai polmoni ed alle vie respiratorie. ASFISSIANTI Rendono impossibile la respirazione, sostituendosi all'ossigeno dell'aria. Classificazione DPI per protezione delle vie respiratorie I mezzi di protezione delle vie respiratorie possono essenzialmente essere classificati in tre gruppi:

1. Mezzi filtranti. Questi mezzi protettivi servono per filtrare l'aria prelevata dall'ambiente incui si trova il lavoratore (facciali filtranti, maschere a filtro anche a ventilazione forzata,

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ecc).

2. Mezzi prelevanti aria da bombola o cartuccia. . In ambienti di lavoro nei quali non sianecessaria una lunga presenza dei lavoratore, e in cui sia carente I'ossigeno e ci sia presenza di gas nocivi, si fa uso di mezzi prelevanti aria da una bombola o da una cartuccia (autorespiratori).

3. Mezzi prelevanti aria da atmosfera non inquinata. Questi mezzi di protezione vengonoutilizzati in ambienti di lavoro con carenza di ossigeno, con necessit di una lunga presenza del lavoratore, ma con facilit di collegamento con un ambiente da cui prelevare aria non inquinata (respiratori a presa d'aria). Le principali tipologie di DPI per la protezione delle vie respiratorie sono le seguenti: FACCIALI FILTRANTI MONOUSO ANTIPOLVERE Questo tipo di protezione efficace contro le polveri non tossiche, e in alcuni casi anche contro le polveri tossiche e nocive. L' uso corretto prevede un viso pulito e senza barba. Maschere a filtro antipolvere Questo tipo di protezione, che pu essere a semimaschera o a maschera facciale intera con o senza ventilazione assistita, serve per depurare Varia inspirata, tramite apposito filtro, dalle particelle di polvere pi fini e pericolose. come per esempio quelle di silice e di altri minerali dannosi.

Maschere a filtro antigas momo/poli valente Questo tipo di protezione, che in genere a facciale intero proteggendo cos anche occhi e viso, serve per depurare laria inspirata, tramite apposito filtro, da gas e vapori tossici e nocivi. I filtri antigas sono classificati in base al tipo di gas che possono filtrare e sono contraddistinti da un colore specifico relativo al gas filtrato come previsto dalle apposite normative.

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I principali limiti all'uso delle maschere antigas sono i seguenti: la percentuale di ossigeno nell'aria deve essere almeno del 17%; le percentuali di gas, vapori e particelle nell'aria non devono essere superiori a quelle indicate sul filtro; in caso di presenza contemporanea dubbia di gas ed aerosol, necessario utilizzare un filtro combinato (infatti, in caso di uso di un filtro a gas in aria non ci devono essere aerosol, e viceversa): per garantire la massima tenuta, le maschere antigas devono essere usate solo con viso senza barba: in linea generale, le maschere a filtro antigas non devono essere utilizzate in ambienti confinati (fognature, cunicoli, etc.). STRUMENTI RESPIRATORI A PRESA D'ARIA Questi mezzi di protezione aspirano l'aria da zone assolutamente non inquinate e la mandano negli ambienti in cui il lavoratore chiamato ad operare per un lasso di tempo abbastanza lungo, e in cui ci sia carenza di ossigeno. Questi respiratori sono costituiti da ventilatori o da impianti per aria compressa. AUTORESPIRATORI Questi strumenti consentono al lavoratore di intervenire in ambienti con aria inquinata e povera di ossigeno, per un periodo di tempo non molto esteso, e funzione della riserva di ossigeno della bombola portatile o della cartuccia annessa all'autorespiratore. In linea di massima, gli autorespiratori sono gli strumenti di lavoro pi agili ed efficaci in caso di emergenza. Durante lutilizzo di questi strumenti, inoltre, necessario sempre usare unimbracatura di sicurezza con fune di salvataggio, e il lavoratore impegnato nellintervento demergenza devessere in costante contatto con altro personale addetto alla sorveglianza allesterno dellarea di intervento.

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PROTEZIONI PER SPECIFICHE ESIGENZE DI LAVORO. PROTEZIONI ANTICADUTA (lavorazioni su ponteggi, scale etc.) Nel caso di lavorazioni che comportano rischio di caduta (ponteggi, scale, etc.) necessario utilizzare particolari protezioni, come cinture di sicurezza per stazionamento, imbracature di sicurezza per sollevamento, cinture ed imbracature anticaduta. Cintura di sicurezza per stazionamento. Questa cintura realizzata da una fascia in fibra tessile ed in cuoio, ed collegata a due grossi anelli tramite una corda in fibra tessile e una catena. Questo tipo di cintura serve per assicurare loperatore al livello del lavoro, in caso di lavorazioni in livelli sopraelevati.

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Cintura di sicurezza anticaduta Questa imbracatura costituita da bretelle e cosciali, ed collegata ad una fune di sicurezza, a sua volta collegata ad una altra fune tesa, in grado di limitare la caduta a non oltre 1,5 m. Serve per arrestare la caduta di lavoratori dallalto o dentro cavit.

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Imbracatura di sicurezza per sollevamento Questa imbracatura costituita da bretelle, cosciali e da un anello per l'aggancio della fune posto fra le scapole del lavoratore. Questo tipo di imbracatura serve per sollevare i lavoratori che hanno subito dei malori, e che non possono essere portati via dal luogo di lavoro in nessun altro modo. Tale imbracatura deve essere sicura, non deve creare eccessive sollecitazioni al lavoratore e deve consentire il sollevamento del corpo dello stesso in posizione verticale. INDUMENTI DISPOSITIVI AD ALTA VISIBILITA' (lavorazioni in notturna) Nel caso di lavorazioni in notturna, ma anche in alcune lavorazioni diurne in cui sia necessaria un'alta visibilit del lavoratore, necessario utilizzare particolari indumenti e dispositivi di lavoro: CAPI DI VESTIARIO AD ALTA VISIBILITA'. Sono indumenti realizzati completamente o in parte con materiali fluorescenti, sui quali sono presenti in modo fisso degli inserti in tessuto rifrangente. DISPOSITIVI AUTONOMI AD ALTA VISIBILITA'. Sono dispositivi come bretelle, corpetti, giubbotti, o altro, realizzati in materiale fluorescente e rifrangente, che devono essere indossati direttamente sui normali indumenti di vestiario. INDUMENTI MONOUSO Durante alcune attivit o nellesecuzione di occasionali, pu essere necessario utilizzare degli indumenti usa e getta. Questi indumenti possono essere tute intere, giacche e pantaloni, ecc. E necessario scegliere il tipo di indumento adatto in base al tipo di rischio presente. In linea generale, gli indumenti usa e getta limitano il problema della pulizia dei normali indumenti di lavoro usati dai lavoratori e impediscono la contaminazione di aree esterne alle zone di lavoro, alluscita delle quali vengono tolti con idonee procedure tali indumenti

LA SEGNALETICA DI SICUREZZA La segnaletica di sicurezza non sostituisce, in nessun caso, le misure di protezione e prevenzione. II suo impiego d'ausilio affinch tutte le indicazioni attinenti la sicurezza, messe in atto e fornite all'operatore volgano a buon fine, con maggiore incisivit. Occorre fare ricorso alla segnaletica di sicurezza allo scopo di: limitare i pericoli per le persone esposte (cartelli di avvertimento. simboli ed indicazioni di pericolo); vietare comportamenti pericolosi (cartelli di divieto); prescrivere comportamenti necessari (cartelli di prescrizione): fornire indicazioni di soccorso, di salvataggio e di prevenzione (cartelli di salvataggio, di prevenzione incendi e di primo soccorso). Nella segnaletica necessario utilizzare i colori di sicurezza e di contrasto come da apposita normativa. In linea generale, i cartelli di sicurezza devono essere ben visibili, e in caso di necessit devono essere illuminati. Anche le loro dimensioni devono rispecchiare quanto richiesto dalle normative in vigore.

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ALCUNE TRA LE PRINCIPALI NORMATIVE DI RIFERIMENTO PER QUANTO RIGUARDA I DPI

DPR n 547/7955 Norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro DPR n303/1956 Nonne generali sull'igiene del Iavoro D.Lgs. n475/1992 Attuazione della Direttiva CEE n 89/686 in materia di riavvicinamento delle legislazioni degli stati membri relative ai dispositivi di protezione individuali; D.Lgs. n626/1994 Attuazione delle direttive 89/391/CEE, 89/654/CEE, 89/655/CEE, 89/656/CEE, 90/269/CEE, 90/270/CEE. 90/394/CEE e 90/679/CEE riguardanti il miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori sul luogo di lavoro;

Circolare n 101/1995 Prime direttive per l'applicazione del D.Lgs 626/1994 D.Lgs. n. 242/1996 Modifiche ed integrazioni al D.Lgs 626/1994 D.Lgs. n493/7996 Attuazione della direttiva 92/57/CEE concernente le prescrizioni minime per la segnaletica di sicurezza e/o di salute sul luogo di lavoro

Norme UNI e CEI varie norme tecniche

1.7 ELENCO DI OPERAZIONI DI BORDO POTENZIALMENTE PERICOLOSE Le attivit di bordo durante le quali statisticamente pi facile si possano verificare incidenti sono:

Caricazione, scaricazione, spostamento del carico Operazioni di ormeggio e disormeggio o di forza con cavi. Lavori sopraelevati Maneggio di sostanze chimiche Lavori nel locale macchina/ locale pompe per manutenzione/riparazione macchinari Sollevamento pesi manuale e meccanico Operazioni di bunkeraggio oppure lavaggio/pulizia cisterne/serbatoi Entrare in locali normalmente chiusi Lavori a caldo Operazioni di salvataggio/soccorso Operazioni antipirateria e anticlandestini

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In generale gran parte di tali operazioni sono descritte in particolari e procedure nei Manuali Operativi di una nave, che devono sempre essere disponibili a bordo. Molte compagnie sono use a seguire la procedura dei Permessi di Lavoro (Work Permits), siano esse generali (General Work Permits) o particolari come ad esempio per lavori a caldo (Hot Work Permits), lavori in alto o fuoribordo, ingresso in spazi chiusi, lavori su circuiti elettrici, su linee a pressione etc. (Special Work Permits). Questi Permessi di lavoro richiedono la compilazione di Check Lists con analisi dei possibili rischi e precauzioni prese. Tutto devessere firmato dalla persona responsabile/ ufficiale alla sicurezza (safety officer), capo dipartimento e comandante. In questottica devessere considerato il sistema adottato da molte compagnie, soprattutto nel campo petrolifero, di quello che viene chiamato Management of Change. Questo sistema ha lo scopo di controllare qualsiasi lavoro di riparazione che possa in qualche modo alterare lo status quo di un sistema nel qual caso il tutto devessere approvato a vari livelli, i rischi analizzati e i cambiamenti apportati inseriti nei disegni e liste di procedura. 1.8 CARICAZIONE E SCARICAZIONE DEL CARICO

Abbiamo gi trattato nel paragrafo riguardante le TIPOLOGIE DI NAVI come viene movimentato il carico sui vari tipi di navi. Si ribadisce,comunque, lopportunit di mantenersi sempre lontano dalle aree di lavoro in particolar modo quando si tratta di movimentazioni con gru o picchi di carico,trattori e fork lift. Sulle navi Ro/Ro mantenersi lontano dagli elevatori e dalle rampe di accesso ai garages dove i veicoli vengono manovrati ad alta velocit per ridurre i tempi di sosta. Ai fini del corso si forniranno informazioni generali sulla pericolosit di tali manovre e sulle misure di prevenzione da adottare per annullare i pericoli in esse insiti. Qualora i partecipanti prevedono un loro impiego su particolari navi o siano gi impiegati su di un particolare tipo di nave, allora si potr andare nello specifico. In generale tali operazioni sono descritte nel Manuale di impiego delle apparecchiature e nel Manuale Operativo (Operational Manual) dell'unit che deve essere disponibile a bordo e scritto a cura della Compagnia di appartenenza.

1.9 ORMEGGIO E DISORMEGGIO Per ormeggiare una nave in una data posizione lungo un pontile o una banchina (ormeggio di fianco) si utilizzano cavi di ormeggio che possono essere sintetici(nylon,polipropilene) o metallici le cui dimensioni dipendono dalla grandezza della nave . I cavi di ormeggio sono lunghi generalmente 200 metri ed hanno le estremit ad anello dette gasse. La gassa ha un diametro di circa 2 mt. Una gassa viene inviata a terra tramite una barca o un cavo messaggero (sacchetto o heaving line) ed incappellata in una bitta di terra. A questo punto entrano in funzione i verricelli che tesando opportunamente i cavi portano la nave in posizione. Questa operazione detta tonneggio pu essere molto pericolosa se effettuata con vento forte o con risacca. Il tonneggio deve essere eseguito da personale esperto poich la rottura o lo scivolamento dalla campana di un cavo pu causare incidenti molto seri. Normalmente per lormeggio di fianco si utilizzano : Cavi alla lunga a prua e a poppa (head, poop lines)

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Cavi spring a prua ed a poppa (lo spring di poppa detto anche batticulo) Il numero di cavi da utilizzare per un ormeggio sicuro stabilito in base alle condizioni meteo ed alle variazioni di marea e relative correnti. Durante la sosta in banchina i cavi di ormeggio devono essere mantenuti sempre tesi in tutte le fasi della caricazione/scaricazione. Le navi traghetto che effettuano le operazioni di carico/scarico autoveicoli tramite il portellone di poppa, ormeggiano normalmente di punta ossia con la poppa a terra e la prora trattenuta dalle ancore . Un ormeggio di fianco con poppa a terra si definisce a bandiera. In questo caso le ancore possono non essere necessarie. Oltre ai verricelli le dotazioni per lormeggio prevedono rulli di rinvio,passacavi e bitte. I verricelli sono macchine di potenza ad asse orizzontale che porta alle estremit due campane con le quali si effettuano le operazioni di tonneggio. I verricelli salpancore che si trovano sul castello di prora,oltre alle campane esterne sono dotati di due rulli interni detti barbotin,opportunamente sagomati per virare/ammainare le catene delle ancore. Attualmente sono molto diffusi verricelli oleodinamici automatici che portano il cavo di ormeggio, sia sintetico che metallico, permanentemente avvolto su un grosso tamburo centrale. In tal modo le operazioni di tonneggio si svolgono in modo molto pi sicuro in quanto non richiedono lintervento manuale a parte linvio della gassa a terra. Inoltre, una volta in posizione, senza spegnere limpianto, si inserisce un controllo automatico che consente al verricello di filare il cavo quando la tensione supera il valore prefissato, che, comunque, sempre inferiore al carico di rottura,e di virarlo quando la tensione diminuisce. In tal modo la nave rester sempre ormeggiata alla banchina in qualunque situazione di marea,corrente e variazione di pescaggio. 1.10 LOCALI CHIUSI Per locali chiusi si intendono tutti quei locali o spazi non permanentemente aperti e ventilati, e nei quali, comunque, non si svolgono attivit lavorative abitudinarie. Si tratta essenzialmente di depositi destinati a contenere sostanze liquide (acqua,oli,combustibili) o destinati a rimanere vuoti, come ad esempio: Gavoni di prora e poppa Pozzi catene Cofferdams Cisterne per il carico Cisterne per la zavorra Depositi per combustibili e olii Depositi per acqua dolce Depositi di liquami (bonza) Lentrata in questi locali disciplinata da apposite procedure obbligatorie con rilascio preventivo di autorizzazione scritta da parte di persona responsabile. La mancata osservanza di queste procedure stata causa di molti incidenti alcuni dei quali con esito fatale. Il rischio maggiore che si corre entrando in questi spazi quello dovuto a difficolt respiratorie per presenza di gas tossici che eliminano lossigeno dallatmosfera rendendola irrespirabile.La percentuale di ossigeno necessaria affinch laria si mantenga respirabile del 21%. I gas tossici possono originarsi da perdite nel sistema di tubazioni del carico,oppure da vecchie sedimentazioni di carico o altri prodotti oppure da: entrata accidentale di gas inerte (azoto o CO2) processi di ossidazione del ferro (ruggine)

Cavi traversini a prua e a poppa (breast lines)

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asciugatura di pitture o altri prodotti protettivi a base chimica evaporazione di solventi saldatura o taglio con fiamma senza adeguata ventilazione motore a combustione interna in moto eccesso di idrogeno putrefazione di materiale organico(frutta,grano,melassa,carne)

Inoltre nei locali chiusi ci possono essere anche altri problemi relativi a difficolt fisiche ambientali dovute a : oscurit- ostruzioni-allagamento scale di accesso non sicure-oggetti sparsi lasciati da precedenti visitatori pertanto lufficiale responsabile dopo aver rilasciato lautorizzazione allentrata previo controllo della respirabilit dellatmosfera con idonei strumenti, dovr accertarsi che loperatore sia comunque munito di autorespiratore, di cintura di sicurezza con cavo guida, di torcia elettrica e radio portatile. Dovr inoltre assicurarsi che sia stata attivata idonea ventilazione ed illuminazione, che esternamente ci sia sempre una persona in contatto radio con loperatore con ulteriore materiale di emergenza come estintori,un respiratore con cintura di sicurezza, materiale di pronto soccorso . 1.11 LAVORO A CALDO Si definisce lavoro a caldo qualsiasi lavoro che generi calore e scintille in grado di provocare laccensione di una miscela daria od altro materiale infiammabile. I lavori a caldo pi comuni sono: Saldatura o taglio a gas o elettrico Uso di fiamme libere Uso di utensili che generano calore Cucine e forni elettrici ad alta temperatura I possibili rischi connessi con i lavori a caldo sono: Incendi esplosioni scottature danni agli occhi per esposizione ai raggi ultravioletti Anche lesecuzione di lavori a caldo disciplinata da idonee procedure di sicurezza che tutti gli operatori abituali (operai saldatori) devono conoscere e rispettare. Oltre allutilizzo di indumenti protettivi idonei, ci si dovr accertare che la zona di lavoro sia opportunamente ventilata e che non ci siano materiali infiammabili nelle vicinanze. Anche uno straccio imbevuto di grasso o olio pu essere pericoloso. Tenere sempre un estintore a portata di mano.Gli addetti alla cucina devono controllare che cucine e forni siano sempre in perfetta efficienza. In porto i lavori a caldo si possono eseguire solo dopo aver ottenuto il permesso dellAutorit Marittima.

1.12 LAVORO SOPRAELEVATO

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Si definisce lavoro sopraelevato il lavoro che si effettua ad una altezza al disopra del sottostante ponte tale da causare infortuni fisici in caso di caduta. Anche il lavoro che si effettua fuori bordo deve essere considerato lavoro sopraelevato. I lavori che normalmente si effettuano in posizione sopraelevata sono: Pitturazione al frontale del cassero di poppa,agli alberi,al fumaiolo Pulizia e pitturazione nelle zone alte del locale macchina Manutenzione e riparazione alle antenne radar Picchettaggio e pitturazione di stive e cisterne Pitturazione del fuoribordo e dei cieli delle alette del ponte Gli incidenti che si possono verificare durante i lavoro sopraelevati sono: caduta per perdita di equilibrio,rottura di cavi etc. incidenti a seguito di caduta di materiali o attrezzi scottature per contatti con tubi o superfici calde (fumaiolo,tubi di vapore) intossicazione per emissione di gas tossici o residui di combustione dal fumaiolo malessere per esposizione prolungata al caldo o al freddo rischi di radiazioni dovuti alla vicinanza con antenne radar o radio

Prima dellinizio del lavoro bisogna avvertire la persona responsabile ossia: lufficiale di guardia in macchina in caso di lavori al fumaiolo, in modo da evitare la fuoriuscita di residui di combustione e di intercettare il vapore alle tubazioni del fischio lufficiale di guardia sul ponte per lavori in prossimit di antenne il 1ufficiale per lavori sulle sovrastrutture gli impianti che non devono essere utilizzati durante il lavoro devono essere opportunamente targhettati Il lavoro sopraelevato deve essere sempre supervisionato ed inoltre: le dotazioni di sicurezza previsti per i lavori sopraelevati ossia cordami,cinture di sicurezza,banzighi,tavole di ponte devono essere conservati in apposito locale lontano da pitture e prodotti chimici. Detto materiale non deve essere usato per altri lavori e prima delluso deve essere ispezionato da persona esperta. i cavi non devono toccare spigoli o superfici calde. Se le circostanze lo consentono adoperare sempre una rete di sicurezza al disotto della zona di lavoro non effettuare lavori sopraelevati con condizioni marine avverse. Non effettuare lavori fuori bordo in navigazione i minori di 18 anni non possono essere impiegati in lavori sopraelevati attrezzi e materiali devono essere movimentati con secchi e non lanciati. Inoltre devono essere opportunamente assicurati in modo da evitare cadute oltre ai normali indumenti di sicurezza loperatore dovr indossare il giubbotto salvagente individuale.Inoltre un salvagente anulare con boetta fumogena deve essere tenuto pronto alluso di emergenza.

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1.13 TENUTA DELLA GUARDIA IN MACCHINA E MANUTENZIONE Il personale della sezione macchina impiegato nel servizio di guardia e manutenzione dei macchinari, deve conoscere perfettamente lubicazione di tutti i locali e la sistemazione dei macchinari che sono: i motori principali i generatori di potenza elettrica le caldaie i compressori le pompe i depuratori la timoneria il/i locali delle eliche di manovra le vie di sfuggita di emergenza

Durante la normale attivit lavorativa il personale pu essere oggetto di: scottature ferite alla testa per cadute di attrezzi o materiale scivolate su superfici unte ferite per contatti con macchinari in movimento danni alludito per eccesso di rumorosit pertanto luso di indumenti e dotazioni protettive essenziale. Per la prevenzione degli incidenti importante mantenere i locali ordinati e puliti osservando scrupolosamente le seguenti norme : perdite di olio o altri liquidi devono essere immediatamente eliminate stracci di pulizia sporchi devono essere depositati negli appositi contenitori gli attrezzi di lavoro,dopo luso,devono essere conservati e non lasciati in giro tutte le zone devono essere illuminate le sentine devono essere tenute asciutte e pulite le grate di calpestio non devono essere rimosse se non dopo opportuna segnalazione e recinzione macchinari in riparazione devono essere opportunamente segnalati laccesso alle dotazioni di sicurezza ed alle vie di sfuggita non deve essere ostacolato da materiali vari gli attrezzi fissi da sollevamento (carri ponte) devono essere provati prima delluso usare per ogni lavoro gli attrezzi idonei gli utensili di misura devono essere sempre ben calibrati

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1. IMPIEGO DELLE RISORSE UMANE A BORDO SVILUPPO DELLE RELAZIONI UMANE A BORDO 2.1 R a p p o r t i i n t e r p e r s o n a l i La vita di bordo prevede che persone di differente cultura, ed oggigiorno spesso anche di differente etnia, debbano convivere in zone comunque ristrette. Le condizioni di lavoro spesso sono rese estremamente dure da condizioni ambientali e climatiche avverse che tendono a rendere le persone insoddisfatte ed aggressive, per cui dispute e conflitti possono facilmente nascere tra i vari componenti lequipaggio. Il luogo di lavoro ristretto in un ambiente che non consente variet di azioni tende ad esasperare eventuali discrepanze fra i membri dell'equipaggio. Pertanto della massima importanza sviluppare ed adottare certe regole universali di tolleranza che consentano a tutti una vita, per quanto possibile, confortevole. E importante che ognuno rispetti lindividualit, la cultura ed il lavoro altrui abbattendo ogni pregiudizio circa le diversit culturali ed etniche. I ruoli devono essere ben definiti e rispettati. I rapporti devono sempre essere improntati a reciproca collaborazione come si conviene a persone che sono sulla stessa barca. Ogni sforzo deve essere fatto per mantenere nei confronti degli altri sempre unattitudine positiva . Unatmosfera negativa crea sempre inutili stress ed insicurezza : coloro che sono perennemente pessimisti in qualsiasi situazione generalmente creano conflitti. La Compagnia di Armamento ed ancor di pi il Comandante, in quanto presente sul posto, sono gli unici che possono gestire questi rapporti interpersonali eliminando eventuali contrasti, fornendo anche eventuali motivazioni che, uniche, possono far abortire i contrasti al loro sorgere. In particolare si dovr: porre obiettivi chiari, compresi e condivisi dall'equipaggio essere sempre pronti a negoziare situazioni coni membri del gruppo tenere sotto controllo eventuali tendenze al lavoro singolo e promuovere solo e soltanto lavori di gruppo cercar di mantenere sempre un ottimo livello di comunicazione fra i membri dell'equipaggio avere sulle navi un management (staff degli Ufficiali) in grado di gestire i conflitti

2.2 C r e a z i o n e d e l g r u p p o Con la parola gruppo si intende un insieme di tre o pi persone che operano con un obiettivo comune interagendo fra di loro; i membri di un equipaggio costituiscono un gruppo. Le attivit di gruppo, a bordo, prevedono che il lavoro venga organizzato per ottimizzare il risultato, ricordando che efficienza di lavoro dipende dallefficienza dei singoli componenti. Il lavoro di gruppo consente di prendere sempre le decisioni migliori con riflessi positivi circa lefficienza e la sicurezza. Nellambito del gruppo occorre definire, oltre agli obiettivi, anche il ruolo dei singoli componenti. Il ruolo riflette la posizione di ognuno nel sistema sociale, con relativi diritti, obblighi, poteri e responsabilit.

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Ruoli e compiti ben definiti contribuiscono ad evitare inutili conflitti e facilitano a raggiungere la necessaria coesione di gruppo. 2.3 L a v o r o d i g r u p p o Il lavoro di gruppo essenziale per lorganizzazione di bordo che prevede un ciclo operativo di 24 ore al giorno per cui il personale deve operare su turni che prevedono periodi di riposo ben definiti, necessari per garantire un servizio efficiente e continuo. Lequipaggio, inoltre, deve essere in grado di operare con un alto grado di efficienza e flessibilit onde rendere possibile lo svolgimento simultaneo delle principali attivit quali: operazioni di caricazione/scaricazione manutenzioni servizio di guardia imbarco provviste e bunkeraggio procedure di sicurezza ed emergenza comunicazioni nave/terra La mancanza di comunicazione fra i membri del gruppo, la tendenza di ciascuno a lavorare individualmente invece che per obiettivi, la mancanza di elementi capaci a gestire i conflitti sono tutti elementi che tendono ad inficiare l'attivit del gruppo ed i suoi obiettivi finali.

TEORIA DI BASE DELLA COMUNICAZIONE Non si pu parlare di una cosa senza avere un minimo bagaglio dati su questa. Lo stesso ragionamento vale quando parliamo di comunicazione Vediamo cos alcune informazioni di base su quella che viene definita : la comunicazione interpersonale. Comunicazione interpersonale La comunicazione interpersonale definita dagli studiosi in molti modi, sebbene la maggior parte di questi parla di participants (partecipanti,parti) interdipendenti lun laltro con una storia condivisa. I canali di comunicazione sono il mezzo scelto per inviare il messaggio da chi invia a colui che riceve. I canali di comunicazione possono essere raccolti in due grandi classi: canali di comunicazione Diretta ed Indiretta. I canali diretti sono quelli ovvi e che possono essere facilmente riconosciuti dal ricevitore. Essi sono anche sotto il diretto controllo di chi invia. In questa categoria sono i canali di comunicazione verbale e non-verbale. I canali di comunicazione verbale sono quelli che usano parole in modo, sia scritto che parlato. I canali di comunicazione non-verbale sono quelli che non richiedono parole, come certe espressioni facciali, movimenti controllati del corpo (come quelli fatti da un poliziotto addetto al controllo del traffico ad un incrocio), colori (rosso per pericolo, verde per via libera,etc.) suoni( sirene, allarmi etc.). Canali indiretti sono quei canali che sono usualmente riconosciuti a livello sublimale o inconscio dal ricevitore, e non sono sotto il diretto controllo da chi invia. Questo include la kinesics (cinesica),o linguaggio del corpo, che riflette le emozioni e motivazioni interiori, piuttosto che il messaggio consegnato al momento. Esso include anche dei termini vaghi quail gut feeling

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(termine inglese da tradurre in forma gergale come sensazioni viscerali o chiamati anche in forma impropria intelligenza dell inconscio), hunches(sensazioni, presagi, sospetti)o premonizioni. Canali sono il modo di comunicare i messaggi Participants partecipanti sono i comunicatori che possono essere ambedue mittenti e ricevitori Context(contesto, testo) si riferisce alla correlate condizione di comunicazione. Consiste di fattori, come : il physical Milieu (mezzo fisico). La presenza di molti termini inglesi semplicemente dovuta al fatto che questi problemi hanno trovato nellambiente anglosassone una grande risonanza.

Rapporto della comunicazione interpersonale Il modello della finestra Johari mette bene a fuoco il rapporto della comunicazione interpersonale. Questa racchiude Discorso di comunicazione Comunicazione non verbale Comunicazione inconscia Ricapitolare, riassumere parafrasare ascoltare domandare, chiedere Iniziare: dichiarare un intento, idea, di conversazione invitando il consenso da un possibile partner della conversazione Turn-taking (Turno di parola): coordinare il flusso di informazioni che passano tra i partners in una conversazione, alternando i ruoli di ruoli di parlatore ed ascoltatore

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Una buona comunicazione interpersonale presuppone conoscenza dei processi quali: parenting intimate relationship management selling counseling coaching mentoring and co-mentoring, which is mentoring in groups conflict management La comunicazione interpersonale soggetta ad un certo numero di discipline nel campo della psicologia particolarmente lAnalisi transazionale Pu essere influenzata da disordini di comunicazione, o da arroganza, vergogna etc Ora con questi presupposti pi facile comprendere la tematica inserita nellambiente di bordo. La ripetizione di alcuni argomenti il pi delle volte voluta per dare forza al concetto espresso

3-COMPRENSIONE E COMUNICAZIONE DEGLI ORDINI

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3.1 I fondamenti della comunicazione a bordo

La comunicazione latto di passare un messaggio da una persona che trasmette (trasmittente) ad unaltra che riceve (ricevente). Nella sua forma pi semplice la comunicazione consiste in un trasferimento verbale di informazioni tra due persone, ma essa pu essere anche pi complessa e coinvolgere pi persone con vari metodi. In ogni tipo di organizzazione sociale la comunicazione della massima importanza . In particolare sulle navi, in considerazione del particolare tipo di lavoro ed i rischi connessi, lesigenza per una efficiente comunicazione particolarmente sentita. Inoltre, oggigiorno, con limpiego di equipaggi multinazionali con differenti culture e linguaggi possono sorgere seri problemi di comunicazione, per cui necessaria una buona organizzazione che superi le difficolt di comprensione ed assicuri un efficiente interscambio di informazioni sia per lefficienza del lavoro sia per assicurare che le procedure di emergenza siano correttamente comprese. 3.2 M e t o d i d i c o m u n i c a z i o n e I metodi di comunicazione pi comuni sono: verbale, quando vengono usate parole sia parlate che scritte non verbale, quando vengono usati gesti e mimiche (body language) visuale, quando vengono usati disegni, foto, video, slides

Studi hanno dimostrato che i messaggi che inviamo non sono costituiti solo da parole. Anche il tono, il volume ed il linguaggio del corpo (gesti,mimiche) hanno la loro importanza nel trasferimento di informazioni. Infatti la percentuale attribuita ad ogni componente la seguente: 7% alle parole 38% al tono ed al volume 55% al linguaggio del corpo Tutti metodi devono essere usati nel modo migliore per garantire una corretta comunicazione. La comunicazione pu essere diretta ad una persona, a pi persone o ad un gruppo. Pu prevedere o meno una risposta (feed back).

3.3 B a r r i e r e n e l l a

comunicazione

Una barriera nella comunicazione un ostacolo che limita il regolare flusso di informazioni, e pu dar luogo ad incomprensioni. Le barriere possono essere presenti in tutte le fasi della comunicazione ossia nella trasmissione,nella ricezione ed in quella di eventuale feed-back (risposta). Le cause pi comuni che possono creare barriere sono:

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personali : quando sussistono pregiudizi e prevenzioni nei riguardi dellaltra persona per cui si stabilisce un istintivo desiderio di non sentire semantiche: quando ad una stessa parola o frase le persone danno un significato differente fisiche : rumori e distanza possono ostacolare una corretta informazione

3.4 A b i l i t e f f e t t i v a d i c o m u n i c a z i o n e Per poter ascoltare bene bisogna anche che chi trasmette sappia trasmettere bene; allo stesso modo chi riceve dovr ascoltare per capire bene, comprendere e tenere a mente. In sostanza bisogna: saper ascoltare voler ascoltare poter ascoltare Cominciamo allora con il dire come lefficienza di una comunicazione sia compito primario del trasmittente il quale deve : definire chiaramente lo scopo della comunicazione scegliere il momento ed il luogo adatto trattare un argomento alla volta usare una corretta terminologia nota e comprensibile usare il tono giusto e, se necessario, idonea gestualit essere chiaro e conciso,evitando parole inutili Nella comunicazione non bisogna usare parole che possono avere lo stesso suono ma significati decisamente diversi. A esempio le parole virare e filare possono essere facilmente confuse, pertanto opportuno molte volte usare ammainare invece di filare. La consapevolezza di possibili barriere aiuta a migliorare la comunicazione. E opportuno stimolare la risposta (feed-back) o la ripetizione del messaggio che provano lefficiente passaggio di informazioni. 3.5 A b i l i t e f f e t t i v a d i a s c o l t o Anche il ricevente deve dimostrare non solo la sua capacit di udire ma anche quella di ascoltare . Anche in questo caso la consapevolezza di possibili barriere pu migliorare la capacit di ascolto del ricevente il quale deve: focalizzare la sua attenzione sul messaggio guardando il trasmittente dimostrare la giusta comprensione con una risposta adeguata (feed-back)

3.6 Effetti e conseguenze di una errata comunicazione Gli effetti di una errata comunicazione intesa come trasmissione di ordini od informazioni relative a procedure di emergenza possono essere disastrosi ai fini della salvaguardia delle persone, della nave, e dellambiente. Anche nei rapporti interpersonali un errato modo di comunicare pu avere effetti negativi sulla vita sociale a bordo, poich pu essere origine di stress, perdite di tempo ed incomprensioni. 3.7 Riassunto della comunicazione

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La comunicazione uno scambio di informazioni, idee, sensazioni effettuato in modo chiaro e comprensibile. Essa necessaria a bordo per rendere il lavoro sempre pi efficiente e sicuro. Gli elementi principali di una buona comunicazione possono essere riassunti come segue: Chiarezza Precisione Brevit Uso di terminologia nota Abilit nel trasmettere Abilit nellascolto Risposta (feed-back)

4. PROCEDURE DI EMERGENZA 4.1 Definizione dello stato di emergenza

Con il termine EMERGENZA si vuole indicare qualsiasi situazione di pericolo imminente per : la vita delle persone la sicurezza della nave la salvaguardia dellambiente che richiede una immediata azione per annullarne gli effetti. Le EMERGENZE pi gravi che possono verificarsi a bordo sono : incendio collisione incaglio affondamento allagamento cattivo tempo

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inquinamento del mare da idrocarburi incidenti gravi alle persone

Lorganizzazione di bordo prevede per ognuno dei suddetti casi un piano di emergenza nel quale vengono fissati i compiti per ogni partecipante e le dotazioni e i materiali da utilizzare. Tutte le navi sono dotate di efficienti sistemi di allarme che utilizzano un sistema di campanelli elettrici (allarme generale) il fischio a vapore e la sirena elettrica. Le caratteristiche del segnale emesso indica il tipo di emergenza : . INCENDIO - Due fischi lunghi e suono continuo dei campanelli di allarme EMERGENZA GENERALE 7 fischi brevi seguiti da uno lungo e suono continuo dei campanelli per almeno 10 s UOMO A MARE Un fischio lungo (che pu essere ripetuto) ABBANDONO NAVE Lordine di ABBANDONARE LA NAVE verr dato alla voce dal Comandante Un fischio breve ha una durata massima di 2 s Uno lungo oltre 6 s

4.2 Procedure e compiti dellequipaggio in emergenza Il RUOLO DAPPELLO (Muster list) un piano di emergenza dove sono specificati : I segnali di emergenza I compiti di ognuno nelle varie emergenze Limbarcazione (lancia di salvataggio, zattera o liferaft) assegnata in caso di abbandono nave Per le emergenze di incendio o uomo in mare lequipaggio organizzato in squadre . Oltre al RUOLO DAPPELLO ad ogni componente lequipaggio, allatto dellimbarco, viene consegnato un cartellino individuale che riporta fedelmente quanto previsto dal RUOLO . Allo sbarco il cartellino deve essere riconsegnato allufficiale responsabile della sicurezza. Ogni persona che scopre linizio di un incendio deve immediatamente dare lallarme ed attendere larrivo della squadra alla quale riferire. Se lincendio di piccole proporzioni pu iniziare a combatterlo con luso di estintori. Ogni persona che assiste alla caduta in mare di un compagno o di un passeggero deve dare immediatamente lallarme alla voce indicando il lato di caduta. Quindi provveder a lanciare in mare un salvagente o altro oggetto galleggiante e rimarr di vedetta sino allarrivo della squadra, quindi raggiunger la sua destinazione .

4.3 Valutazione e necessit delle esercitazioni e delladdestramento

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Per controllare che le procedure di emergenza stabilite siano tali da garantire risposte operazionali adeguate, sono necessarie periodiche esercitazioni intese a valutare lefficienza dellorganizzazione e laddestramento dellequipaggio. Dette esercitazioni devono essere effettuate in modo regolare e realistico cosi come prevede la SOLAS, lSTCW e lISM . Se una emergenza dovesse realmente presentarsi, e lequipaggio non sufficientemente addestrato, si verifica nervosismo e confusione con il conseguente calo della capacit di reazione. Solo con Safety Meeting regolari ed un programma di esercitazioni, si potr raggiungere uno standard che dia sufficiente sicurezza. 4.4 COMUNICAZIONI INTERNE Un efficiente sistema di comunicazione interna essenziale per gestire nel modo migliore unemergenza. Detto sistema si basa generalmente su : Rete telefonica Rete telefonica di emergenza (magnetofonica) Rete interfonica (altoparlanti) VHF di emergenza (GMDSS) Walkie-talkie Allarmi di emergenza (pulsanti sotto vetro)

Le procedure per un corretto uso del sistema di comunicazione interno sono oggetto di argomenti trattati nei safety meeting. Tutte le zone di lavoro sottostanti quali : locale macchine,locale timoneria, locali pompe, sono fornite di sfuggite di sicurezza da utilizzare nelle emergenze nei casi in cui le vie principali fossero ostruite o comunque impraticabili. E opportuno che gli addetti ai lavori in queste zone utilizzino saltuariamente queste sfuggite sia per addestramento sia per controllare la loro percorribilit. 5. PRECAUZIONI DA PRENDERE INQUINAMENTO MARINO 5.1 Definizione di inquinamento marino Per inquinamento marino si intende qualsiasi contaminazione del mare con sostanze o materiale tossico che producono gravi danni alla fauna ed alla flora. Negli ultimi 25 anni linquinamento dei mari ha assunto proporzioni allarmanti tali da richiamare lattenzione di tutti i Paesi. Linquinamento causato, per lo pi, da scarichi terrestri contenenti rifiuti industriali e pesticidi agricoli, e scarichi sanitari provenienti dalle aree urbane. Comunque, parte dellinquinamento dovuto anche allesercizio commerciale della navigazione. Il maggior elemento inquinante proveniente dalle navi indubbiamente il petrolio e suoi derivati (idrocarburi). 5.2 Effetti dellinquinamento funzionale o accidentale dellambiente marino PER LA PREVENZIONE DEL RISCHIO DI

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Linquinamento pu essere causato intenzionalmente o accidentalmente. Esempi di inquinamento intenzionale sono : Discarica a mare di zavorra proveniente di cisterne del carico o combustibile Discarica a mare di acqua di lavaggio cisterne del carico Discarica a mare di sedimenti di carico Discarica a mare di acqua sporca di sentina di macchina Discarica in mare di liquami in aree non consentite Getto in mare di rifiuti entro le aree non consentite Esempi di inquinamento accidentale sono: Fuoriuscita di carico per troppo pieno Errore nella manovra di valvole del sistema di carico Avarie alle apparecchiature di controllo Sinistri quali incaglio,collisione,esplosione Purtroppo gli effetti dellinquinamento marino sulla fauna e sulla flora possono essere devastanti. Le comunit turistiche costiere devono sostenere costi enormi per il ripristino delle proprie attivit, senza parlare dei danni enormi causati allindustria della pesca . Anche la discarica intenzionale e accidentale di sostanze tossiche e materiale radioattivo costituisce motivo di serie preoccupazioni. Linquinamento marino una seria minaccia per lesistenza di tutto il genere umano .

5.3 Misure internazionali per prevenire, evitare linquinamento e contenimento dei prodottiinquinanti La gravit delle conseguenze dellinquinamento marino, ha indotto tutte le nazioni ad adottare normative intese a disciplinare e limitare gli scarichi in mare. Dette normative hanno dato vita ad una convenzione internazionale denominata MARPOL (Marine pollution) 73/78. La MARPOL consta di due protocolli e 5 annessi ognuno dei quali riguarda: Annesso 1 - Prevenzione di inquinamento da idrocarburi Annesso 2 - Prevenzione di inquinamento da sostanze liquide nocive Annesso 3 Prevenzione di inquinamento da merci pericolose in colli Annesso 4 - Prevenzione di inquinamento da acque nere sanitarie Annesso 5 - Prevenzione di inquinamento da rifiuti solidi Annesso 6 - Prevenzione di inquinamento atmosferico La MARPOL da inoltre precise istruzioni circa: cisterne destinate al solo uso di zavorra pulita costruzione di navi petroliere a doppio scafo adozione di piani di prevenzione inquinamento da idrocarburi (SOPEP) obbligo di informare gli stati costieri in caso di inquinamento accidentale obbligo per le navi di collaborare con gli enti terrestri mantenimento a bordo di quantitativi di materiale antinquinamento periodiche esercitazioni della squadra antinquinamento

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adozioni di idonee apparecchiature (oil separator) per garantire che la concentrazione di olio non superi i valori consentiti tenuta del Registro Idrocarburi parte 1 per tutte le navi (acqua di zavorra e sentine) e parte 2 per navi petroliere (carico e zavorra ) adozione di un piano per lo smaltimento dei liquami (acque nere) adozione di un piano per lo smaltimento di rifiuti solidi e relativo Registro La MARPOL fissa, inoltre, per ogni annesso delle aree speciali nelle quali,per riconosciute ragioni tecniche in relazione alle condizioni oceanografiche ed ecologiche ed al particolare tipo di traffico che vi transita,occorre osservare normative particolari. Sono aree speciali per lannesso 1 (idrocarburi): Mar Mediterraneo-Mar Baltico-Mar Nero-Mar Rosso-Golfo Persico-Golfo di Oman-Golfo di Aden-Regione Antartica (a sud di 60). Per lannesso 2 (sostanze liquide nocive alla rinfusa) Mar Baltico-Mar Nero Per lannesso 3 (sostanze pericolose in colli o contenitori) nessuna Per lannesso 4 (liquami,acque nere) 3 miglia dalla costa Per lannesso 5 (rifiuti solidi) Mare Mediterraneo-Mar Baltico-Mar Nero-Mar Rosso-Golfo PersicoGolfo di Oman-MardelNord-Antartico Regione caraibica Sono sempre possibili ovunque discariche per sicurezza nave e salvaguardia delle persone 5.4 Inquinamento da liquami Si intendono per liquami essenzialmente gli scarichi sanitari provenienti da W.C.orinatoidispensari-ambulatori-spazi destinati al trasporto di animali vivi. La discarica in mare dei liquami disciplinata dallannesso 4 della MARPOLe dipende dagli impianti di cui fornita la nave che possono essere: Impianto di tipo approvato per il trattamento delle acque sanitarie. Consente la discarica in mare ovunque. Impianto di tipo approvato di sminuzzamento e disinfezione dei liquami. Consente la discarica oltre 3 miglia dalla costa . Cisterna raccolta liquami (bonza)dalla quale i liquami possono essere scaricati in mare lentamente ad una distanza dalla costa superiore alle 12 miglia ed a una velocit superiore ai 4 nodi. 5.5 Inquinamento da rifiuti solidi scaricati in mare dalle navi Si intendono per rifiuti solidi ogni tipo di avanzi di cibo e rifiuti domestici generati durante la normale gestione della nave, e dei quali occorre liberarsi in maniera continuativa o saltuaria. Linquinamento da rifiuti solidi disciplinato dallannesso 5 della MARPOL che prevede per detti rifiuti aree speciali gi menzionate. Nelle aree speciali consentita la discarica di residui di cibo alla distanza di 12 miglia dalla costa o di 3 se sminuzzati e macinati. Al di fuori delle aree speciali consentita la discarica di: rifiuti galleggianti ad una distanza dalla costa di 25 miglia carta,stracci non oleosi,vetro metallo ad una distanza di 12 miglia suddetti rifiuti sminuzzati e macinati ad una distanza di 3 miglia residui di cibo ad una distanza di 12 miglia residui di cibo sminuzzati e macinati ad una distanza di 3 miglia LA DISCARICA DI MATERIALE PLASTICO E SEVERAMENTE PROIBITA OVUNQUE.

5.6 Controllo dello scarico di olio minerale dalla zona macchine e depositi di carburante 39

La discarica di acqua contaminata proveniente dalle sentine del locale macchine o dai depositi di carburante pu avvenire,dove consentito, solo attraverso separatori di olio di tipo approvato che consentono il passaggio solo ad una miscela contenente non pi di 15 ppm (partpermilion) di olio. Qualora questo valore venga superato , la discarica si blocca automaticamente.

5.7 Contenuto del Registro degli Idrocarburi Il registro degli idrocarburi (oil record book) formato di due parti : la parte 1 che deve essere tenuta da tutte le navi e riguarda la discarica di acque provenienti dalla zona macchine e dai depositi di carburante (vedi 5.6) e la parte 2 che deve essere tenuta dalle petroliere e dove vanno annotate tutte le operazioni attinenti al carico e alla zavorra. 5.8 Controllo dello scarico di oli minerali ed aree speciali Nelle aree speciali previste dallannesso 1, proibita la discarica di miscele oleose da tutte le petroliere e da tutte le navi superiori a 4oo tsl. Le navi inferiori alle 400 tsl possono versare in mare miscele contenenti al massimo 15 ppm di olio. Per le acque provenienti dalle sentine di macchine consentita la discarica solo attraverso un idoneo separatore che non consenta il passaggio di miscele contenenti pi di 15 ppm.

NORMATIVA INTERNAZIONALE , COMUNITARIA E NAZIONALE Sguardo dinsieme, loro applicazione ed attuazione Normativa internazionale La consapevolezza che le modalit di costruzione delle navi costituiscano elemento necessario ai fini della prevenzione dellinquinamento marino (oltre che della tutela della vita umana in mare) ha indotto lIMO a fissare appositi standard e a far s che i medesimi, inseriti in convenzioni internazionali, siano obbligatori per gli Stati che ad esse aderiscono. Per quanto qui interessa, si rappresenta che la disciplina fondamentale va rinvenuta nella Convenzione di Londra del 2 novembre 1973, emendata dal Protocollo adottato nella stessa citt