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Conservazione di Lepus corsicanus De Winton, 1898 e stato delle conoscenze, de Filippo et al. (a cura di), 2007, IGF publ. 97 Status delle popolazioni di Lepus corsicanus nel territorio del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano Gabriele de Filippo 1 , Maria Filomena Caliendo 2 , Domenico Fulgione 3 , Lucilla Fusco 1 e Sabatino Rosario Troisi 1 1 Istituto di Gestione della Fauna, Via Mezzocannone 8, 80134 Napoli, Italia, email: [email protected] 2 Dipartimento delle Scienze Biologiche, Via Mezzocannone 8, 80134 Napoli, Italia, email: [email protected] 3 Dipartimento di Biologia Strutturale e Funzionale, Univ. Federico II, Via Cinthia, 80126 Napoli, Italia, email: [email protected] Abstract Lepus corsicanus is and endemic species of central and southern Italy. At present, in Cilento and Vallo di Diano National Park, lives a population showing the higher density among Italian peninsular ones. Since 1998 Park managers start a conservation plan collaborating with Istituto di Gestione della Fauna and Universities. This contribution reports the results of population monitoring and shows the status of conservation activities carried out. A research program deals with population density, habitat structure, foraging and population genetic. Introduzione Lepus corsicanus è un endemismo dell’Italia centrale e meridionale. Attualmente nel territorio del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano è presente una popolazione che presenta i valori più alti di densità rispetto a quelli registrati in altre popolazioni presenti nell’Italia peninsulare (Trocchi e Riga 2001). L’Ente Parco nel 1998 ha stipulato una convenzione con i collaboratori del prof. Milone del Dipartimento di Zoologia dell’Università di Napoli, successivamente afferiti nell’Istituto di Gestione della Fauna onlus, per elaborare ed adottare un piano di conservazione di Lepus corsicanus nell’area protetta (Milone e de Filippo 2000). Il presente lavoro espone i risultati del monitoraggio della popolazione nel territorio del PNCVD iniziato nel 1998 (de Filippo et al. 2000) e mette in luce alcuni aspetti dell’ecologia della popolazione finora emersi. I programmi di ricerca attuati hanno interessato lo studio della densità di popolazione, la struttura dell’habitat, l’alimentazione e la genetica di popolazione. Area di studio e metodi Il territorio del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano è uno dei più estesi dell’Italia peninsulare (1781 kmq) e rappresenta uno dei complessi biogeografici di notevole importanza della porzione meridionale della penisola. La posizione geografica e le condizioni climatiche favoriscono in questo territorio la presenza di ambienti di notevole complessità ed eterogenità. Il territorio interessato dalle popolazioni di Lepus corsicanus corrisponde alle aree interne montane del Parco, in corrispondenza dei complessi montuosi degli Alburni, Motola, Faiatella e Cervati. Per l’analisi della distribuzione e per stimare la densità sono stati effettuati censimenti notturni con l’uso di fari da 100 Watt, lungo strade di penetrazione forestale e tra i pascoli. La densità è stata stimata con il metodo del transetto lineare (Wilson et. al. 1984) considerando una ampiezza fissa di 200 m da entrambi i lati, corretta in determinate situazioni in cui o non era visibile uno dei lati o la distanza massima variava. Per la sola definizione della distribuzione sono stati considerati anche i rilevamenti di fatte, lungo transetti in aree poco accessibili. Ogni punto di presenza è stato georeferenziato e registrato in un database spaziale. Sono stati presi in considerazione tutti i dati raccolti tra il 1998 e il 2007.

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Conservazione di Lepus corsicanus De Winton, 1898 e stato delle conoscenze, de Filippo et al. (a cura di), 2007, IGF publ.

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Status delle popolazioni di Lepus corsicanus nel territorio del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano

Gabriele de Filippo1, Maria Filomena Caliendo2, Domenico Fulgione3, Lucilla Fusco1 e Sabatino Rosario Troisi1 1 Istituto di Gestione della Fauna, Via Mezzocannone 8, 80134 Napoli, Italia, email: [email protected] 2 Dipartimento delle Scienze Biologiche, Via Mezzocannone 8, 80134 Napoli, Italia, email: [email protected] 3 Dipartimento di Biologia Strutturale e Funzionale, Univ. Federico II, Via Cinthia, 80126 Napoli, Italia, email: [email protected]

Abstract

Lepus corsicanus is and endemic species of central and southern Italy. At present, in Cilento and Vallo di Diano National Park, lives a population showing the higher density among Italian peninsular ones. Since 1998 Park managers start a conservation plan collaborating with Istituto di Gestione della Fauna and Universities. This contribution reports the results of population monitoring and shows the status of conservation activities carried out. A research program deals with population density, habitat structure, foraging and population genetic. Introduzione

Lepus corsicanus è un endemismo dell’Italia centrale e meridionale. Attualmente nel territorio del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano è presente una popolazione che presenta i valori più alti di densità rispetto a quelli registrati in altre popolazioni presenti nell’Italia peninsulare (Trocchi e Riga 2001). L’Ente Parco nel 1998 ha stipulato una convenzione con i collaboratori del prof. Milone del Dipartimento di Zoologia dell’Università di Napoli, successivamente afferiti nell’Istituto di Gestione della Fauna onlus, per elaborare ed adottare un piano di conservazione di Lepus corsicanus nell’area protetta (Milone e de Filippo 2000). Il presente lavoro espone i risultati del monitoraggio della popolazione nel territorio del PNCVD iniziato nel 1998 (de Filippo et al. 2000) e mette in luce alcuni aspetti dell’ecologia della popolazione finora emersi. I programmi di ricerca attuati hanno interessato lo studio della densità di popolazione, la struttura dell’habitat, l’alimentazione e la genetica di popolazione. Area di studio e metodi

Il territorio del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano è uno dei più estesi dell’Italia peninsulare (1781 kmq) e rappresenta uno dei complessi biogeografici di notevole importanza della porzione meridionale della penisola. La posizione geografica e le condizioni climatiche favoriscono in questo territorio la presenza di ambienti di notevole complessità ed eterogenità. Il territorio interessato dalle popolazioni di Lepus corsicanus corrisponde alle aree interne montane del Parco, in corrispondenza dei complessi montuosi degli Alburni, Motola, Faiatella e Cervati. Per l’analisi della distribuzione e per stimare la densità sono stati effettuati censimenti notturni con l’uso di fari da 100 Watt, lungo strade di penetrazione forestale e tra i pascoli. La densità è stata stimata con il metodo del transetto lineare (Wilson et. al. 1984) considerando una ampiezza fissa di 200 m da entrambi i lati, corretta in determinate situazioni in cui o non era visibile uno dei lati o la distanza massima variava. Per la sola definizione della distribuzione sono stati considerati anche i rilevamenti di fatte, lungo transetti in aree poco accessibili. Ogni punto di presenza è stato georeferenziato e registrato in un database spaziale. Sono stati presi in considerazione tutti i dati raccolti tra il 1998 e il 2007.

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Per l’analisi della struttura dell’habitat è stata considerata un’area di 500 m di raggio intorno ai punti di presenza. L’uso di specifiche funzioni di analisi GIS hanno permesso di estrarre per ogni area di presenza i valori di un insieme di variabili ambientali ricavate dalle carte orografiche dell’IGM e dalla Land Cover Corine del Parco (scala 1:25.000). Facendo riferimento alle variabili vegetazionali è stato elaborato un indice di selezione dell’habitat attraverso una modifica dell’indice di Smith (1982):

ISA = 100-Σmin[pi; qi], dove p rappresenta la percentuale di lepri nei diversi tipi i di vegetazione, q rappresenta la disponibilità della vegetazione i nell’area di studio. L’indice varia da 0 (assenza di selezione) a 100 (massima selezione) . In ciascuna area è stato anche individuato l’elenco delle specie floristiche erbacee più significative, quali potenziale disponibilità alimentare. Per l’analisi genetica sono stati sequenziati 282 nucleotides di mtDNA (Cytb); inoltre sono stati studiati 8 loci polimorfici microsatellitari. Risultati

La distribuzione delle popolazioni di L. corsicanus nel Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano presenta un’areale a macchia di leopardo, circoscritto ai comprensori montani degli Alburni, Motola, Faiatella e Cervati (fig. 1). I valori di densità sono passati da una stima media di 12 ind./km2 nel 1999 a quella attuale di 6 ind./km2 al 2006.

Figura 1 - Distribuzione di Lepus corsicanus nel territorio del Parco (1998-2007)

Il territorio occupato dalla lepre ha caratteristiche prettamente montane, per la maggior parte al di sopra dei 1000 m di quota, con pendenze moderate, prevalentemente tra 10 e 50 %. Per quanto riguarda l’esposizione dei versanti frequentati, prevalgono leggermente quelli caldi (sud e ovest) (fig. 2).

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Figura 2 – Caratteristiche orografiche dei territori di L. corsicanus nel Parco

Per quanto riguarda la vegetazione, il territorio è un mosaico in cui si alternano coperture di prateria con aree boscate. Le vegetazioni di prateria sono costituite da formazioni naturali, prevalentemente secondarie, xeriche, carsiche e da prachipodieti. Una piccola quota dei pascoli è riferite a vegetazioni di tipo agricolo legate ai foraggi. Importante la presenza di formazioni boschive, prevalentemente montane, e in particolare delle faggete (fig. 3). Il confronto tra la frequenza delle vegetazioni negli territori della lepre con quella sull’intera area del parco mostra un significativo livello di selezione (ISA = 63,6). In particolare, le vegetazioni selezionate positivamente sono le diverse forme di praterie e quelle boschive montane. Risultano selezionate negativamente i cedui di castagno e le cerrete.

Figura 3 – Composizione vegetazionale dei territori di L. corsicanus nel Parco Sono contrassegnate con il segno + le vegetazioni selezionate positivamente,

con il segno – quelle selezionate negativamente

La tabella 1 elenca per ogni vegetazione le specie erbacee più importanti, che costituiscono una potenziale fonte alimentare. L’analisi genetica è stata effettuata sia sul DNA mitocondrale che sul microsatellite. Sono stati sequenziati 282 nucleotidi di mtDNA (Cytb), che includono 32 (11,3%) siti variabili e 6 (2%) polimorfici in 7 campioni; il loro confronto identifica 3 differenti aplotipi. Il valore di divergenza intraspecifica della sequenza di Cytb è π = 0.0072. L’analisi del microsatellite ha permesso di rilevare la presenza di 35 alleli usando 8 loci polimorfici. Il numero medio di alleli è MNA = 4.4. L’eterozigosi attesa è He = 0.449; tale valore suggerisce un deficit di eterozigosi e un significativo livello di inbreeding nella popolazione.

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Tabella 1 –Principali specie floristiche per ciascun tipo di vegetazione

Vegetazione Piante erbacee

Praterie xeriche dei versanti carbonatici

Bromus erectus, Koeleria splendens, Bromus hordeaceus, Phleum ambiguum, Cynosurus echinatus, Festuca circummediterranea, Onobrychis alba, Teucrium montanum, Teucrium chamaedrys, Thymus longicaulis, Trifolium campestre, Crepis rubra, Satureja montana, Salvia officinalis, Lavandula officinalis.

Praterie a copertura continua Brachypodium rupestre, Cynosurus cristatus, Lolium perenne, Agropyron repens, Galactites tomentosa.

Praterie di dolina Lolium perenne, Cynosurus cristatus, Phleum bertolonii, Agrostis capillaris, Poa trivialis, Poa pratensis, Festuca circummediterranea, Bromus hordeaceus, Plantago major, Trifolium repens, Trifolium pratense, Trifolium campestre, Bellis perennis, Trifolium micranthum.

Boschi di faggio con agrifoglio Mercurialis perennis, Arum italicum, Cardamine chelidonia, Allium pendulinum, Scilla bifolia, Corydalis cava.

Praterie discontinue altomontane (>1600 m)

Laserpitium garganicum, Thlaspi praecox, Globularia meridionalis, Hippocrepis comosa, Anthyllis montana, Leontodon hirtus, Carex macrolepis, Pimpinella tragium, Sesleria tenuifolia, Senecio doronicum.

Aree agricole collinari e montane in rotazione o intervallate a prati-pascoli

Non identificate

Boschi a dominanza di ontano napoletano

Pteridium aquilinum, Geum urbanum, Brachypodium sylvaticum, Ranunculus lanuginosus, Stellaria media.

Prateria a Brachypodium rupestre Dactylis glomerata, Festuca pratensis, Cynosurus cristatus, Phleum bertolonii, Anthoxantum odoratum, Brixa media, Dorycnium pentaphyllum, Lotus tenuis, Plantago lanceolata, Trifolium pratense, Ononis spinosa, Medicago lupulina, Centaurea bracteata.

Cedui di castagno Lamium flexuosum, Viola reichembachiana, Carex sylvatica, Digitalis micrantha, Teucrium siculum, Melittis albida, Crepis leontodontoides.

Boschi a dominanza di cerro Cardamine bulbifera, Geranium versicolor, Thalictrum aquilegifolium, Oenanthe pimpinelloides, Lathyrus jordanii, Teucrium siculum, Ptilostemon strictus.

Boschi misti a dominanza di carpino nero

Sesleria autunnalis, Lilium bulbiferum, Luzula forsteri, Digitalis micrantha, Lathyrus venetus, Festuca heterophylla.

Discussione

La conoscenza della distribuzione delle popolazioni di L. corsicanus nel Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano è stata notevolmente migliorata dall’ attività di monitoraggio promossa dall’Ente Parco. Tuttavia restano ancora vuoti di conoscenze dove non è stato possibile avviare monitoraggi estensivi, preferendo ottimizzare le risorse disponibili in aree prioritarie. In particolare, risultano ancora scarse le conoscenze ai margini dell’areale distributivo, ma anche in zone relitte, come il bacino del Bussento e l’area costiera di Camerota, dove le uniche segnalazioni di lepre sono attribuite alla specie alloctona L. europaeus (de Filippo et al. 2000). La stima della densità delle popolazioni è risultata sensibilmente minore negli ultimi anni di indagine. Tale situazione può essere dovuta in parte all’area di studio più estesa, che comprende anche habitat secondari con minore densità. Tuttavia, confrontando i dati di singole aree nei diversi anni, si osserva comunque una riduzione delle stime di oltre il 50 %, che costituisce un segnale di allarme per lo stato delle popolazioni del Parco.

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Per quanto riguarda l’habitat, i territori della specie hanno caratteristiche prettamente montane, sia per quanto riguarda gli aspetti orografici , sia per quelli vegetazionali. Questa distribuzione non sembra essere dovuta a reali preferenze per gli habitat montani, nonostante non sia casuale. Infatti, nel resto dell’Italia, le popolazioni di L. corsicanus, abitano tanto le zone costiere a bassa quota, quanto quelle montane, con un massimo di 2400 m sull’Etna (Trocchi e Riga 2001). Inoltre, anche nel Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano sono state raccolte testimonianze, anche documentali, della presenza della specie autoctona a quote più basse sia in aree interne che montane (Angelici com. pers., Passarelli com. pers.). Pertanto la presenza nel Parco limitata alle quote più alte deve essere spiegata con motivi storici legati alla pressione antropica più recente, non ultima quella venatoria.

Figura 4 – Carniere di Lepus corsicanus catturate il 24 agosto 1937 in località Perillo di Montesano (per gentile concessione di Gaetano Passarelli)

Il mosaico vegetazionale, con alternanza di praterie e aree boscate, è da mettere in relazione alle esigenze alimentari, soddisfatte in particolare tra la vegetazione erbacea, e di rifugio da predatori e per il riposo diurno. Rispetto a quanto riscontrato in L. europaeus, una maggiore importanza delle formazioni boschive nell’habitat di L. corsicanus è stata osservata anche in altre zone d’Italia (Trocchi e Riga 2001) e distingue le due specie (Fusco et al. 2007). Infine, i risultati ottenuti con le indagini genetiche hanno messo in luce una scarsa variabilità genetica che richiede una verifica da un campionamento più numeroso, al fine di verificare l’esistenza di fenomeni di inbreeding che potrebbero mettere a rischio la vitalità della popolazione (Fulgione et al. 2007).

Bibliografia

de Filippo G., Esposito G., Fusco L., Fulgione D., Kalby M., Troisi S.R. e Milone M. 2000. Primi dati sullo status della lepre appenninica (Lepus corsicanus) nel parco nazionale del cilento e vallo di diano. Conv. Biol. Selv. INFS, in stampa. Fulgione D., Pavarese G., Maselli V. e de Filippo G. 2007. Population viability analysis and genetic features in Lepus corsicanus and Lepus europaeus living simpatrically. V European Congress of Mammalogy, Siena, 21-26 settembre 2007, Hystrix (N.S.) II, Supp.: 87.

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Fusco L., Trosi S. R., Accardo Y., Vaccaro L., Caliendo M.F. e de Filippo G. 2007. Iterspecific habitat selection between Italic and European Hares sympatric populations. V European Congress of Mammalogy, Siena, 21-26 settembre 2007, Hystrix (N.S.) II, Supp.: 88. Milone M. e de Filippo G. 2000. Progetto per la conservazione della lepre appenninica Lepus corsicanus, Relazione finale e strategie per la conservazione. PNCVD, documenti tecnici. Smith E.P. 1982. Niche breath, resource availability, and inference. Ecology 63: 1675-1681. Trocchi W. e Riga F. (eds.) 2001. Piano d'azione nazionale per la Lepre italica : (Lepus corsicanus). Quaderni di conservazione della natura n. 9, Ozzano dell’Emilia (BO). Wilson D. E., Cole R. F., Nichols J. D., Rudran R. e Foster M. S. 1984. Measuring and monitoring biological diversità: standards methods for mammals. Smithsonian Institution Press, Washington and London. I dati di questa ricerca sono ricavati dal “Progetto di conservazione della lepre italica nel Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano”, lavoro eseguito per conto dell’Ente Parco.