Stato Machiavelli

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Per la quale presa, sbito che la fusentita, si ribell tucto quello stato etrichiam el duca vechio, presa speranzanon tanto per la occupatione della rocha,quanto per la dieta della Magione, me-diante la quale e' pensavono essere aiu-tati. E quali, intesa la rebellione d'Urbi-no, pensorno che non fussi da perderequella occasione et, ragunate loro genti,si feciono innanzi per expugnare, se al-cuna terra di quello stato fussi restatain mano del duca;

Facto questo accordo, Guiduhaldo, du-ca d'Urbino, di nuovo si fugg et ri-tornossi ad Vinegia, havendo prima factoruinare tucte le forteze di quello stato,perch, confidandosi ne' populi, non vo-leva che quelle forteze, ch'egli non cre-deva potere defendere, el nimico occu-passi, et mediante quelle tenessi in frenogli amici sua.

perch ogni citt, ognistato debbe reputare inimici tucti coloroche possono sperare di poterle occupareel suo, et da chi lei non si pu difen-dere. N fu mai n signore n republicasavia che volessi tenere lo stato suo addiscretione d'altri, o che, tenendolo,gliene paressi haver securo.

Chi ha osservato CesareBorgia, detto il duca Valentino, vedeche lui, quanto a mantenere gli statich'egli ha, non ha mai disegnato farefondamento in su amicizie italiane,avendo sempre stimato poco i Vinizia-ni, e voi meno: il che quando sia vero,conviene che e' pensi di farsi tanto statoin Italia che lo faccia sicuro per se me-desimo e che faccia da un altro poten-tato l'amicizia sua desiderabile. E quan-do questo sia lo animo suo, e che egliaspiri allo imperio di Toscana, come pipropinquo ed atto a farne un regno congli stati che tiene (e che gli abbia que-sto disegno si giudica di necessit, sper le cose sopraddette, e s per l'am-bizione sua, s etiam per avervi dondo-lato in sull'accordare, e non avere maivoluto concludere con voi alcuna cosa),resta ora vedere se gli il tempo acco-modato a colorire questi suoi disegni.

empre questo statone sar o incolpato o sospecto. Pertanto,nel ritrovare e difecti di Piero, non sifaccendo reputatione ad questo stato, sifa reputatione solamente ad quelli cit-tadini che li hanno voluto male et chein Firenze apertamente l'urtavano per-ch, dove bora e' si dice che detti citta-dini volevono male a Piero per trreai popolo Io stato

Per di nuovodico che trovare e difecti di Piero nond reputatione ad Io stato de' Medicimaad particulari cittadini; et questo statone perderebbe questo, che torrebbe re-putatione ad uno che di fuora, cheno.gli pu fare male, et darebbela adchi in casa, che ogni d lo pu offen-dere et farli uno rimbocco addosso ditutto questo universale.

Di nuovo dico, per ristrignere questaconclusione meglio, che questo stato nonha per nimico Piero Soderini, ma s benel'ordine vechio; et per bisognerebbe,ad giovare ad questo stato, dire maledi quello ordine, non di Piero;

: il che non fa punto pe' Medici,anzi in tucto et per tucto cosa dan-nosissima et periculosissima per la casaet stato loro, perch cava per questomezo un freno di bocca ad molti,

Sopra questi tre membri sigira tutto il pondo del loro stato, ag-giunte quelle circostanze che particolar-mente nel ragionare di queste membrasi diranno

Il con-siglio de' Trentasei insieme con la Si-gnoria distribuiscono tutti gli onori egli utili dello stato;

Hanno, oltre i sopra-scritti ordini, tre segretari, i quali stan-no sei mesi. L'ufficio di questi , comediremmo noi, spie, o con pi onestonome, guardie dello stato. Questi pos-sono un forestiero, senza altra consulta,cacciarlo o ucciderlo; vegghiano le cosedella citt; se intendono cosa che siaper offendere Io stato,

Questi pos-sono un forestiero, senza altra consulta,cacciarlo o ucciderlo; vegghiano le cosedella citt; se intendono cosa che siaper offendere Io stato,

, che in consi-glio generale ogni anno due volte, disettembre e di marzo, tutti quelli vi sonoragunati, scrivano quale pare da confi-nare fuori del loro stato:

Minuta di provvisioneper la Riforma dello Stato di Firenze

Io credo che tucti quegli che amanouno comune vivere approverranno, de-gli stati che sono stati mai in Firenze,

E che questo sia ilvero si pu conoscere per li stati che ha avuti quella citt dal 1393 in qua.

Oltre di questo, non vi era con-stituito un timore agli uomini grandi chenon potessero far stte, le quali sono larovina di uno stato.

veva ancora laSignoria poca riputazione e troppa auto-rit, potendo disporre senza appello del-la vita e della roba dei cittadini, e po-tendo chiamare il popolo a parlamento.In modo che la veniva ad essere nondefensitrice dello stato, ma instrumentodi farlo perdere, qualunque volta uncittadino reputato la potessi o coman-dare o aggirare.

Era ancora in quello stato un disor-dine non di poca importanza;

surse,dopo questo, lo stato di Cosimo,

gli spessi esilii, chedurante quello stato si feciono

. Et era tanto manco e di-scosto da una vera repubblica che ungonfaloniere a vita, s'egli era savio etristo, facilmente si poteva far principe;s'egli era buono e debole, facilmente nepoteva esser cacciato, con la rovina ditutto quello stato.

Restaci ora a discorrere quale sia statolo stato dal '12 a questo tempo, e qualidebolezze o gagliardie sieno state le sue

Contro a questa opinione si rispondecome uno stato cosi fatto pericolosonon per altro che per esser debole.Per-ch se lo stato di Cosimo aveva in quellitempi tante debolezze quante di soprasono allegate, n questi tempi un similestato le raddoppia, perch la citt, i cit-tadini, e' tempi sono difformi da quelloche egli erano allora; intanto che gli impossibile creare uno stato in Firenzeche possa stare, e sia simile a quello.La prima cosa, quello stato aveva peramico l'universale: e questo l'ha ini-mico.

. E se allora, comedi sopra si disse, ogni dieci anni por-torno pericolo di perdere lo stato, oralo perderebbono

Giudicano alcuni non si poter perderlo stato senza l'assalto di f uora, e cre-dono potere esser sempre in tempo a fareamicizia con chi gli assaltassi

e l'unoe l'altro perd Io stato per non potereaccordare: perch nascano mille casi chet'impediscano tali accordi.

In modo che,discorso tutto, non si pu chiamare talestato n sicuro n stabile, avendo tantecagioni d'instabilit

E quanto al confutarelo stato di Cosimo, e questo, che nes-suno stato si pu ordinare che sia sta-bile, se non o vero principato o verarepubblica, perch tutti i governi postiin tra questi dua sono defettivi, la ra-gione chiarissima: perch il princi-pato ha solo una via alla sua resolu-zione, la quale scendere verso la re-pubblica; e cosi la repubblica ha solouna via da resolversi, la quale salireverso il principato. Gli stati di mezzohanno due vie, potendo salire verso ilprincipato o scendere verso la repub-blica: donde nasce la loro instabilit.Non pu, pertanto, la Santit Vostra,se la desidera fare in Firenze uno statostabile per gloria sua e per salute degliamici suoi, ordinarvi altro che un prin-cipato vero, o una repubblica che abbile parti sue. Tutte le altre cose sonovane e di brevissima vita. E quanto alprincipato, io non lo discorrer particu-larmente s per le diflicult che ci sareb-bono a farlo, s per esser mancato lo in-strumento.

Vedesi questo in tuttigli stati di principe, e massime nel re-gno di Francia, come e' gentiluomini si-gnoreggiano i popoli, i principi e' genti-luomini, e il re i principi.

a' quali necessario nell'ordi-nare la repubblica satisfare: n per al-tra cagione rovin lo stato passato cheper non si essere a tale umore sati-sfatto.

Non possibile dare questa maesta' primi gradi dello stato di Firenze,mantenendo la Signoria e i Collegi neltermine che sono stati per lo addietro:perch, non potendo sedere in quelli,rispetto al modo che si creano, uominigravi e di reputazione se non di rado,conviene questa maest dello stato, ocollocarla pi basso, et in luoghi tran-sversali, o volgerla agli uomini privati:

gliOtto della pratica e i Collegi, che disopra si annullano: e questo, come hodetto, fusse il primo capo, e i l primomembro dello stato.

a reputa-zione al capo dello stato

Ma vegnamoora al secondo grado dello stato.

per pi sicurt dello stato edegli amici di Vostra Santit

la giustizia cri-minale in mano, le leggi in petto, et icapi dello stato tutti sua.

Non anche bene chee' cittadini che hanno Io stato in manonon abbino chi gli osservi

Signori quanto sia utile alli statiet alle republiche che i loro cittadini et

ovvero ordinare lo statoin modo, che per se medesimo si ammi-nistri,

Questa exal-t lo stato de' Greci et de' Romani;questa ha facto di molte republiche etregni felici

arete questacitt ct questo stato glorioso et perpe-tuo

lo statovostro alle armi

lo statovostro alle armi

quanto sia utile alli statiet alle republiche

Questa generanegli stati et ne' regni unione

dalle qualitd e' potenti che oggi maneggiano gli statid'Italia

fra diBorgogna e di Piccardia e d'altri statidi Francia.

Fu poi usurpato quel-lo stato da questi Sforzeschi, illegittima-mente, ut dicun

gli stati suoigli danno di entrata seicentomila forinisenza porre dazio alcuno

nello ordinarele republiche, nel mantenere li stati, nelgovernare e' regni, nello ordinare la mi-lizia ed amministrare la guerra

dicono essere inquelle uno de' tre stati, chiamati da loroPrincipato, Ottimati, e Popolare

perch il Prin-cipato facilmente diventa tirannico; gliOttimati con facilit diventano stato dipochi; il Popolare sanza diflicult inlicenzioso si converte Talmente che, seuno ordinatore di republica ordina inuna citt uno di quelli tre stati, ve loordina per poco tempo; perch nessunorimedio pu farvi, a fare che non sdruc-cioli nel suo contrario, per la similitu-dine che ha in questo caso la virtute edil vizio.Nacquono queste variazioni de' go-verni

disfatto lo stato de' pochi e non volendorifare quel del principe, si volsero allostato popolare

Ma beneinterviene che, nel travagliare, una re-publica, mancandole sempre consiglio eforze, diventa suddita d'uno stato pro-pinquo, che sia meglio ordinato di lei:

Intra quelli che hanno per simili con-stituzioni meritato pi laude, Licurgo;il quale ordin in modo le sue leggi inSparta, che, dando le parti sue ai Re,in ItaDISCORSI - LIBRO Iagli Ottimati e al Popolo, fece uno statoche dur pi che ottocento anni, consomma laude sua e quiete di quella cittAl contrario intervenne a Solone, il qua-le ordin le leggi in Atene; che, perordinarvi solo lo stato popolare, lo fecedi s breve vita, che, avanti morisse, vivide nata la tirannide di Pisistrato

E cos nacque la creazione de'Tribuni della plebe, dopo la quale crea-zione venne a essere pi stabilito lo statodi quella republica, avendovi tutte le trequalit di governo la parte sua. E

Se in Roma si poteva ordinare uno statoche togliesse via le inimicizieintra il Popolo ed il Senato

quando pec-cassono in alcuna cosa contro allo statolibero

o gli stati e lerepubliche cristiane pi unite, pi feliciassai,

ini-mici gli diventono tutti coloro che dellostato tirannico si prevalevano, pascendosidelle ricchezze del princip

si assicura di coloro che a quell'ordinenuovo sono inimici, fa uno stato di pocavita. Vero che io giudico infelici quelliprincipi che, per assicurare lo stato loro,hanno a tenere vie straordinarie, avendoper nimici la moltitudine:

In che modo nelle citt corrottesi potesse mantenere uno stato libero,essendovi; o, non vi essendo,ordinarvelo

meglio que-sta parte, dico come in Roma era l'ordinedel governo, o vero dello stato

man-tenere, sarebbe necessario ridurla piverso lo stato regio, che verso lo statopopolare;

Chi vuole riformare uno stato anticatoin una citt libera,ritenga almeno l'ombra de' modi antichi

Qualunque diventa principe o d'unacitt o d'uno stato,

ercha' Romani torn bene questo partito, fuperch Io stato era nuovo

nellostato della nostra citt

pareva loro per-dere lo stato.

. I Viniziani, po-chi anni sono, avendo ancora lo erarioloro pieno di tesoro, perderno tuttolo stato, sanza potere essere difesi daquello.

perd lo stato e lavita.

Gli stati debolisempre llano ambigui nel risolversi:e sempre le &liberazioni lentesono nocive

Il che cost alla citt di Firenzeassai danari, e fu per perdere lo stato:

11 quale disordine nato per lamalignit de' capi, e per la ignoranzadi coloro che tenevano stato.

milizia d'una provincia od'uno stato,

restituire al regnoil ducato di Milano, stato, pochi annidavanti, occupato da' Svizzeri

Iam Latio is status erat rerum, ut neque pacem neque bellum paci possent . Di tutti gli stati infelici, infe-licissimo quello d'uno principe d'unarepublica che ridotto in termine che [Ormai la situazione del Lazio era tale, che non potevano sopportare n la pace n la guerra: per la guerra mancavano i me

Di che nascano le spesse ribellioni,e le rovine degli stati.

diche insuperbito il popolo di Firenze, nonlo accett; donde ne nacque la perditadi Prato, e la rovina di quello stato.

perch la intenzione di quelloesercito era mutare Io stato in Firenze,levarlo dalla divozione di Francia, e trar-re da lui danari

Ed in-tra gli altri segni per gli quali si cono-sce la potenza d'uno stato forte, ve-dere come egli vive con gli vicini suoi.

rotta solagli potessi terre il regno e lo stato

E chi piglia una tiran-nide e non ammazza Bruto, e chi fa unostato libero e non ammazza i figliuoli diBruto, si mantiene poco tempo.

E di questa sorte fu lostato di Roma, e la cacciata de' Tarqui-nii; come fu ancora in Firenze lo statode' Medici, che poi nelle rovine loro, nel1494, non furono offesi altri che loro.

Come per cagione di feminesi rovina uno stato

il fondamento di tutti gli stati la buo-na milizia

Dico, pertanto, che questi stati,quali acquistandosi si aggiungono a unostato antiquo di quello che acquista, o e'sono della medesima provincia e dellamedesima lingua, o non sono.

quando si acquista stati in unaprovincia disforme di lingua, di costumie di ordini, qui sono le difficult

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