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Ecologia – Stato delle comunità macrozoobentoniche, Relazione finale, Giugno 2016 1 Stato ambientale della Laguna di Venezia ed elementi per la pianificazione sostenibile delle attività portuali Ecologia – Stato delle comunità macrozoobentoniche Relazione finale - Giugno 2016 CNR- ISMAR Davide Tagliapietra Marco Sigovini Irene Guarneri Giugno 2016

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Stato ambientale della Laguna di Venezia ed

elementi per la pianificazione sostenibile

delle attività portuali

Ecologia – Stato delle comunità macrozoobentoniche

Relazione finale - Giugno 2016

CNR-ISMAR

Davide Tagliapietra

Marco Sigovini

Irene Guarneri

Giugno 2016

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Indice 1. Introduzione .......................................................................................................................................... 3

2. Materiali e Metodi ................................................................................................................................ 4

Scelta delle Stazioni .......................................................................................................... 4

Periodo di campionamento ................................................................................................ 4

Attività di campo ............................................................................................................... 4

Macrodescrittori ed Indici ................................................................................................. 6

Analisi Multivariata ........................................................................................................... 8

Software usati .................................................................................................................... 8

3. Risultati .................................................................................................................................................. 9

Sintesi del rinvenuto .......................................................................................................... 9

Elaborazioni ..................................................................................................................... 10

Macrodescrittori e Indici ................................................................................................. 10

Ordinamento Multivariato ............................................................................................... 11

Confronto con evidenze precedenti ................................................................................. 13

4. Discussione e Conclusioni ............................................................................................................. 16

5. Bibliografia .......................................................................................................................................... 19

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1. Introduzione

Nell'ambito del progetto per lo scavo di un nuovo canale navigabile di collegamento tra il Canale Malamocco-Marghera e la Stazione Marittima di Venezia è stato chiesto alla comunità scientifica veneziana una l'indagine sullo stato di fatto ambientale dell'area compresa tra i Canali Malamocco-Marghera, Tresse/Trezze, Vittorio Emanuele III, Fusina, area sulla quale insiste l'isola artificiale delle Tresse/Trezze.

Al laboratorio di Ecologia del benthos del CNR-ISMAR di Venezia è stato assegnato il compito di effettuare le indagini relative alle comunità macrozoobentoniche.

Il presente studio è stato condotto da Davide Tagliapietra Ricercatore e Responsabile, Marco Sigovini e Irene Guarneri, Post-Doc al CNR-ISMAR di Venezia.

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2. Materiali e Metodi

Scelta delle Stazioni

Nel mese di giugno 2015 è stato fornito il possibile tracciato del canale nella “nuova” alternativa detta “Tresse Est”.

Il giorno 8 luglio il prof. A. Sfriso ci comunicava l'ubicazione delle quattro stazioni per l'analisi delle macrofite e delle trappole di sedimentazione ubicate lungo lo svolgersi del canale in progetto, stazioni sulle quali ci è stato richiesto di effettuare una analisi dell'”EQB” macrofauna bentonica (“Elemento di Qualità” ai sensi della Direttiva Quadro sulle Acque, Water Framework Directive , WFD, CE2000/60).

A fini comparativi, gli scriventi hanno deciso di aggiungere alle quattro stazioni indicate la stazione campionata per i monitaraggi della WFD, denominata WFD_36, centrale all'area oggetto di indagine.

Il posizionamento delle stazioni è riportato in figura 1 e le coordinate effettive in tabella 1.

Periodo di campionamento

Si è deciso di effettuare il campionamento del macrozoobenthos al termine dell'estate il 10 settembre 2015, al fine di evitare la possibilità di incappare in zone ipo/anossiche, anche effimere, che avrebbero potuto svilupparsi a macchia di leopardo durante i mesi estivi a causa dell'abbondante biomassa vegetale rilevata.

Attività di campo

La metodica di campionamento adottata è la stessa usata nel corso delle indagini WFD.

L'estensione della stazione, centrata sulle coordinate indicate dal prof. Sfriso, è stata considerata pari all’intorno dell’imbarcazione, circa 25 m2.

Il campionamento si è svolto in modo quanto possibile rappresentativo delle condizioni di copertura vegetale (fanerogame o macroalghe) del sedimento presso la stazione. I campioni di macrozoobenthos sono stati raccolti tramite “box-corer” (benna Ekman-Birge, in grado di penetrare il sedimento verticalmente fino a circa 15 cm) in tre repliche 15 X 15 cm (ognuna di superficie 225 cm2) per stazione, per una superficie di presa complessiva pari a 675 cm2, e successiva setacciatura a 1 mm. Il prodotto della setacciatura è stato poi immerso in soluzione di alcol etilico al 20% per il rilassamento degli organismi e quindi trasferito in alcol etilico al 70% quale soluzione conservante.

In laboratorio il campione è stato sottoposto a smistamento (“sorting”). I macroinvertebrati sono stati inizialmente suddivisi per macrogruppi tassonomici (molluschi, crostacei, policheti, etc.) e quindi sottoposti a classificazione più fine da tecnici laureati, specializzati nei diversi settori della sistematica. Per ogni campione è stato compilato un referto di laboratorio contenente una tabella

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riassuntiva riportante, per ogni unità tassonomica, i valori di abbondanza (numero di individui). Dopo lo smistamento gli esemplari sono stati conservati in alcool etilico al 70%.

I taxa sono stati denominati in accordo al sinonimo presente nella Checklist della Fauna marina italiana, pubblicata dalla Società Italiana di Biologia Marina (SIBM, 2008, 2010) ad aggiornamento della Checklist delle specie della Fauna italiana (Minelli et al., 1995). In caso di specie non contemplate dalla checklist italiana ci si è attenuti al World Register of Marine Species (WORMS, http://www.marinespecies.org/). La checklist italiana è stata utilizzata anche come riferimento sistematico.

Figura 1: Localizzazione delle stazioni di campionamento del macrozoobenthos. (Coordinate in tabella 1).

Stazione Latitude Longitude TrEst_01 (Arco Nord) 45°25'50.2" 12°15'51.1"

TrEst_02 (Arco Sud) 45°25'41.5" 12°15'58.5"

WFD_36 (Direttiva Acque) 45°26'05.3" 12°16'38.0"

TrEst_03 (Tresse Nord) 45°26'28.6" 12°16'38.0"

TrEst_04 (Tresse Sud) 45°26'10.2" 12°17'02.9"

Tabella 1: Coordinate effettive delle stazioni di campionamento del macrozoobenthos (WGS 84). Tra parentesi le denominazioni usate per il macrofitobenthos.

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Macrodescrittori ed Indici

Sono stati calcolati i seguenti macrodescrittori ed indici univariati (di diversità sensu lato):

- Abbondanza totale (N)

- Densità (N/m2)

- Ricchezza (numero di taxa, S)

- Indice di ricchezza di Margalef (d; Margalef, 1958)

- Indice di diversità di Shannon (o Shannon-Wiener, H’; Shannon & Weaver, 1949)

- Indice di omogeneità di Pielou (J’; Pielou, 1966)

- Indici di Qualità Bentonica ai sensi della WFD 2000/60, D.M. 260 del 8/11/2010

- Classe di Qualità ai sensi della WFD 2000/60, D.M. 260 del 8/11/2010

La ricchezza comprende anche i taxa individuati ad un rango superiore alla specie. L’indice di Margalef è stato introdotto al fine rendere la ricchezza indipendente dalla dimensione del campione, e segue la seguente formula: d = (S-1) / ln(N).

L’indice di Shannon-Wiener H’, come gli altri indici di diversità, tiene conto della ricchezza e della distribuzione delle abbondanze tra taxa. Può essere scomposto nelle componenti relative a ricchezza ed omogeneità (Hurlbert, 1971). È espressa come:

in cui pi = ni/N: abbondanza relativa; N: abbondanza totale; ni: abbondanza i-mo taxon. La formula originale, mantenuta nel presente calcolo, prevede il logaritmo in base 2. L’indice assume valori compresi tra 0 e ∞. Si assume un’alta numerosità del campione (N -> ∞). Esprime l’”incertezza” nel predire a quale specie appartiene un individuo selezionato casualmente. L’indice di omogeneità quantifica l’equità nella distribuzione delle abbondanze tra taxa. In particolare, l’indice di Pielou J’ è riferito alla diversità di Shannon e si esprime come H’/log2(S). Assume valori tra 0 ed 1 (valore corrispondente ad abbondanze distribuite in modo completamente omogeneo, H’ = log2(S)).

Per facilitare la comparazione con i risultati ottenuti dalle presenti indagini eseguite nel quadro della Direttiva 2000/60/CE si è proceduto al calcolo degli indici (biotici sensu lato), previsti dal D.M. 260 del 8/11/2010:

- M-AMBI (Borja et al., 2004; Muxika et al., 2007), obbligatorio;

- BITS (Mistri & Munari, 2008), facoltativo.

L’indice M-AMBI consiste in un’analisi multivariata dei valori di ricchezza (S), diversità di Shannon (H’) ed AMBI (BC). Ambedue gli indici AMBI (AZTI Marine Biotic Index; Borja et al., 2000; 2003) e BITS (Benthic Index based on Taxonomic Sufficiency) si fondano sul paradigma

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secondo cui la composizione tassonomica risente della qualità del sistema, in termini di rapporto quantitativo (abbondanze) tra specie identificate come sensibili ed altre tolleranti. Questi indici trovano fondamento nei modelli teorici di Pearson & Rosenberg (1978), Glémarec & Hily (1981) ed altri autori precedenti, basati principalmente sull’arricchimento in sostanza organica del sedimento (per un’analisi storica e concettuale vedi Tagliapietra et al., 2012). Il calcolo prevede in ambedue i casi l’attribuzione dei taxa ad una “classe ecologica” (cinque classi in AMBI, tre in BITS) sulla base di liste di specie associate alle procedure di calcolo. Nel caso il taxon sia assente da tali liste, dove possibile si è proceduto ad attribuire una classe sulla base di parere esperto, in alternativa alla specie non è stata assegnata alcuna classe. AMBI prevede la seguente formula:

in cui GI-GV sono le abbondanze percentuali dei cinque gruppi ecologici. Il valore calcolato BC (Biotic Coefficient) è compreso tra 0 (massimo) e 6 (minimo), 7 quando il campione è azoico.

L’indice M-AMBI è basato su un’analisi fattoriale relativa ai valori standardizzati di ricchezza (S), diversità di Shannon (H’) ed AMBI (BC), a cui vengono associati valori di riferimento predefiniti relativi a un massimo ed un minimo di qualità. Il valore minimo corrisponde a condizioni teoriche (S = 0, H’ = 0, BC = 6), quello massimo è il riferimento introdotto dal medesimo D.M. 260 del 8/11/2010 in funzione del tipo di corpo idrico (vedi Tab. 3). ENC1, in particolare, appartiene al macrotipo M-AT-3.

L’indice M-AMBI assume quindi valori compresi tra 0 e 1 (o di poco superiori ad 1), in base alla proiezione del campione lungo la retta identificata dai valori di riferimento nello spazio multi-dimensionale (a tre dimensioni) dei “fattori”. Una versione gratuita del software, assieme alla lista aggiornata delle specie, è disponibile all’indirizzo http://ambi.azti.es/. È stato dimostrato che l’indice M-AMBI è approssimato dalla media semplice delle tre metriche normalizzate nell’intervallo dei valori di riferimento (M-AMBI*(n)), e che inoltre è altamente correlato con la media normalizzata di S e BC (S-AMBI(n)) (Sigovini et al., 2013). Quest’ultimo punto permette di scomporre in due dimensioni l’indice M-AMBI, permettendo una più diretta interpretazione degli aspetti ecologici.

L’indice BITS (vedi anche http://www.bits.unife.it/) è basato sul concetto di sufficienza tassonomica, per cui la classe di sensibilità/tolleranza è associata al livello tassonomico di famiglia (o, in alcuni casi, ad un livello superiore). La formula di calcolo dell’indice è la seguente:

In cui nI, nII, nIII sono il numero di famiglie appartenenti ai tre gruppi ecologici (sensibili, tolleranti, opportuniste) e fI, fII, fIII sono le percentuali del numero di individui appartenenti alle famiglie di ciascuno dei tre gruppi ecologici rispetto all’abbondanza totale. L’indice BITS, al contrario dell’AMBI, considera quindi anche un valore di “ricchezza tassonomica” (in termini di numero di famiglie) dei gruppi ecologici. Anche il valore di BITS deve essere poi normalizzato sulla base di valori di riferimento tipo-specifici.

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L’attribuzione del campione ad una classe di qualità (ELEVATO, BUONO, SUFFICIENTE, SCARSO, CATTIVO) secondo ambedue gli indici avviene poi sulla base di intervalli definiti sempre dal D.M. 260 del 8/11/2010. Il valore degli indici di qualità M-AMBI e BITS (nonché della ricchezza tassonomica e degli indici di diversità) è funzione non lineare della superficie campionata. Nelle normative, regolamenti e pubblicazioni scientifiche consultate non è esplicitato se il calcolo degli indici debba essere svolto a livello di stazione o di replica (in questo caso seguito da media delle repliche). Ambedue gli indici danno risultati differenti nei due approcci. La questione riveste una notevole importanza in particolare se messa in relazione con le procedure di intercalibrazione e definizione dei valori di riferimento e intervalli di classe. Si è deciso di applicare il calcolo dopo accorpamento delle tre repliche in unica stazione: i due indici risentono, infatti, del numero di taxa, ed è consigliabile, e nello spirito degli indici, avere una maggiore superficie campionata in modo da avvicinarsi quanto possibile all’”area minima” rappresentativa della ricchezza tassonomica del sito indagato.

Ai sensi del D.M. 260 del 8/11/2010 la classificazione relativa all’indice M-AMBI ha la precedenza su quella relativa al BITS in quanto quest’ultimo indice è definito opzionale.

Analisi Multivariata

La struttura della comunità è stata inoltre descritta tramite tecniche di ordinamento. In particolare, è stata svolta un’analisi nMDS (non-metric Multidimensional Scaling; Shepard, 1962), la quale considera unicamente il rango di (dis-)similarità tra campioni, e proietta le stazioni in uno spazio con dimensioni ridotte, solitamente bidimensionale, tramite una procedura iterativa che minimizza una funzione di stress (considerata misura della “bontà” della rappresentazione).

A tal scopo, le matrici di abbondanza sono state trasformate per ridurre l’asimmetria della distribuzione e non sottovalutare il ruolo delle specie rare. Si è scelto di trasformare i dati tramite radice quadrata, in modo di poter favorire la distinzione tra un’ampia serie di condizioni ambientali e di qualità.

Software usati

Le analisi statistiche, sono state prodotte tramite il software statistico e linguaggio di programmazione R (versione 3.0.3; R Development Core Team, 2015; http://www.r-project.org/). Il calcolo di M-AMBI e degli indici derivati utilizzano lo script open access in R allegato a Sigovini et al. (2013). L'ordinamento multivariato è stato condotto tramite il software Primer 6.

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3. Risultati

Sintesi del rinvenuto

I risultati relativi alle abbondanze numeriche rinvenute nelle quattro stazioni (675 cm2), ripartiti nei principali gruppi tassonomici, sono sintetizzati in tabella 2, mentre in tabella 3 sono riportati i dati ad relativi ogni replica (225 cm2).

In appendice è riportata la lista delle specie, mente il foglio di conte è riportato in uno spreadsheet a parte. Il data set è stato organizzato in forma di matrice di composizione della comunità (n campioni x m taxa) in termini di abbondanza.

Tabella 2: Risultati sintetici relativi ai maggiori gruppi tassonomici, presentati per Stazione (675 cm2)

Tabella 3: Risultati sintetici relativi ai maggiori gruppi tassonomici, presentati per repliche separate (225 cm2)

TrE

st_

1A

TrE

st_

1B

TrE

st_

1C

TrE

st_

2A

TrE

st_

2B

TrE

st_

2C

TrE

st_

3A

TrE

st_

3B

TrE

st_

3C

TrE

st_

4A

TrE

st_

4B

TrE

st_

4C

TrE

st_

WF

D_36A

TrE

st_

WF

D_36B

TrE

st_

WF

D_36C

Totale Numero Items (taxa) 18 15 9 5 6 3 24 16 11 13 22 13 17 35 17

Somma individui 57 74 31 6 41 9 1041 489 383 47 106 37 209 1153 163

Policheti Numero Items (taxa) 7 1 1 2 1 0 6 5 3 6 13 4 6 11 7

Somma individui 21 7 2 2 2 0 63 26 9 15 57 5 7 44 11

Anfipodi Numero Items (taxa) 2 2 1 1 1 0 5 3 3 2 2 4 3 6 3

Somma individui 2 2 2 1 1 0 892 376 348 9 22 20 176 956 73

Isopodi Numero Items (taxa) 2 3 1 1 1 1 3 1 0 0 0 0 2 2 2

Somma individui 19 48 9 1 25 6 28 1 0 0 0 0 2 42 7

Gastropodi Numero Items (taxa) 2 1 0 0 1 0 2 2 0 2 2 1 2 2 1

Somma individui 2 1 0 0 2 0 3 2 0 4 4 1 3 7 1

Bivalvi Numero Items (taxa) 1 3 3 0 1 1 7 5 5 3 5 3 4 8 4

Somma individui 3 5 5 0 10 1 51 84 26 19 23 10 21 55 71

TrE

st_

1to

t

TrE

st_

2to

t

TrE

st_

3to

t

TrE

st_

4to

t

TrE

st_

WF

D36to

t

Totale

Totale Numero Items (taxa) 27 10 30 29 43 61

Somma individui 162 56 1913 190 1525 3846

Policheti Numero Items (taxa) 7 3 10 16 16 25

Somma individui 30 4 98 77 62 271

Anfipodi Numero Items (taxa) 12 5 14 19 24 35

Somma individui 50 6 1700 124 1296 3176

Isopodi Numero Items (taxa) 3 1 3 0 3 3

Somma individui 76 32 29 0 51 188

Gastropodi Numero Items (taxa) 3 1 4 3 4 8

Somma individui 3 2 5 9 11 30

Bivalvi Numero Items (taxa) 5 1 7 5 8 9

Somma individui 13 11 161 52 147 384

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Si sono rinvenuti oltre 60 taxa il maggior numero dei quali appartiene agli Anfipodi, seguiti da Policheti, Bivalvi e Gasteropodi. La maggior parte degli individui appartengono al gruppo tassonomico degli anfipodi.

Elaborazioni

In questa sezione sono riportati i dati relativi alle elaborazioni ottenute lasciando, per semplicità, la discusione degli stessi e le conclusioni alla sezione finale.

Il numero S di taxa nelle diverse e laborazioni può differire leggermente in quanto alcune specie possono essere state accorpate a livello gerarchico superiore per questioni di compatibilità con le liste pubblicate.

Macrodescrittori e Indici

In tabella 4 sono riportati i risultati sintetici relativi ai macrodescrittori ed agli indici calcolati. Agli indici biotici prescritti per la WFD è satata affiancata la relativa classe di qualità.

Tabella 4: Risultati sintetici relativi ai Macrodescrittori e Indici prodotti

N N_mq S d ES50

H'(lo

g2)

J' BC

(A

MBI)

MA

MBI

BIT

S

MA

MBI_

cl

BIT

S_c

l

MA

MBI_

n

SA

MBI_

n

HA

MBI_

n

TrEst_1 162 2400 29 5,5 15,5 3,3 0,7 1,3 1,1 0,69 ELEVATO BUONO 1,1 1,1 1,1

TrEst_2 56 830 10 2,2 9,4 2,1 0,6 0,7 0,8 0,82 BUONO BUONO 0,8 0,9 1,0

TrEst_3 1913 28341 31 4,0 7,8 2,1 0,4 2,1 0,9 0,96 BUONO ELEVATO 0,9 1,1 0,8

TrEst_4 190 2815 29 5,3 16,5 3,8 0,8 1,7 1,1 1,13 ELEVATO ELEVATO 1,1 1,1 1,1

36_WFD15 1525 22593 45 6,0 9,9 2,5 0,5 2,0 1,1 0,98 ELEVATO ELEVATO 1,1 1,3 0,9

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In figura 2 è presentata la comparazione grafica tra la composizione in taxa sensibili alla saprobicità ed agli impatti antropici, sintetizzati dal Biotic Coefficient dell'indice AMBI e la ricchezza specifica.

Figura 2: Comparazione tra Ricchezza specifica e Biotic Coefficient (AMBI)

La rappresentazione sinottica delle due maggiori componenti della qualità bentonica secondo le direttive europee, ossia biodiversità e rapporto tra specie sensibili/tolleranti agli impatti antropici, permette di valutare meglio il loro contributo nella attribuzione delle classi di qualità ottenute da M-AMBI.

Ricordiamo che a bassi valori di Biotic Coefficient l'indice AMBI fa corrispondere una qualità più alta.

Ordinamento Multivariato

La figura 3 presenta un ordinamento multivariato (MDS) che sintetizza i rapporti di la similarità nella composizione specifica delle stazioni investigate.

5 10 15 20 25 30 35 40 45 50

0

0,5

1

1,5

2

2,5

TrEst_1

TrEst_2

TrEst_3

TrEst_4

36_WFD15

Species

BC

(A

MB

I)

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Figura 3: Ordinamento multivariato (MDS) raffigurante la similarità nella composizione specifica delle stazioni investigate.

Transform: Square root

Resemblance: S17 Bray Curtis similarity

36_WFD15

TrEst_1

TrEst_2

TrEst_3

TrEst_4

2D Stress: 0

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Confronto con evidenze precedenti

I risultati del presente monitora ggio sono stati confrontati tramite analisi univariate e multivariate con i risultati relativi ai monitoraggi WFD (2011 e 2014, ARPAV, CORILA) , del tutto comparabili per procedura, le stazioni della WFD gravitanti nell'area delle Tresse (figura 4).

Le stazioni WFD_35, WFD_36 e WFD_43 sono state campionate nella primavera del 2011 e nella primavera del 2014, la stazione WFD_37 solo nella primavera 2011 mentre la stazione WFD_43 + stata campionata anche nell'autunno 2011. Figura 4: Posizione delle stazioni campionate nel 2011 e 2014 per la Direttiva 2000/60 (in rosso). In arancione l'ultimo tracciato del canale.

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Tabella 5: Risultati sintetici relativi ai Macrodescrittori e Indici per le stazioni della WFD gravitanti nell'area delle Tresse.

Figura 5: Comparazione tra Ricchezza specifica e Biotic Coefficient (AMBI) per le stazioni della WFD gravitanti nell'area delle Tresse.

N N_mq S d ES50

H'(lo

g2)

J' BC

(A

MBI)

MA

MBI

BIT

S

MA

MBI_

cl

BIT

S_c

l

MA

MBI_

n

SA

MBI_

n

HA

MBI_

n

35_WFD11P 75 1111 6 1,2 4,9 1,0 0,4 0,5 0,6 1,03 SCARSO ELEVATO

35_WFD14P 395 5852 13 2,0 6,6 2,1 0,6 1,9 0,7 0,58 SUFFICIENTE SUFFICIENTE 0,7 0,8 0,8

36_WFD11P 43 637 11 2,7 11,0 2,8 0,8 1,7 0,7 0,66 SUFFICIENTE SUFFICIENTE

36_WFD14P 85 1259 9 1,8 7,5 2,3 0,7 1,9 0,6 0,64 SUFFICIENTE SUFFICIENTE 0,7 0,7 0,9

36_WFD15 1525 22593 45 6,0 9,9 2,5 0,5 2,0 1,1 0,98ELEVATO ELEVATO 1,1 1,3 0,9

37_WFD11P 100 1482 8 1,5 6,3 1,8 0,6 2,8 0,5 0,57 SCARSO SUFFICIENTE

43_WFD11P 106 1570 12 2,4 8,8 2,1 0,6 1,5 0,7 0,62 SUFFICIENTE SUFFICIENTE

43_WFD11A 81 1200 12 2,5 10,2 2,6 0,7 3,5 0,6 0,57 SUFFICIENTE SUFFICIENTE

43_WFD14P 133 1970 13 2,5 10,2 2,6 0,7 2,2 0,7 0,73 SUFFICIENTE BUONO 0,7 0,7 0,9

0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 50

0

0,5

1

1,5

2

2,5

3

3,5

4

35_11P

35_14P36_11P

36_14P36_15

37_11P

43_11P

43_11A

43_14P

Species

BC

(A

MB

I)

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Figura 6: Ordinamento multivariato (MDS) raffigurante la similarità nella composizione specifica delle stazioni investigate durante il presente studio e quelle investigate nel corso del monitoraggio per la WFD.

Transform: Square root

Resemblance: S17 Bray Curtis similarity

35_WFD11P

35_WFD14P

36_WFD11P36_WFD14P

36_WFD15

37_WFD11P

43_WFD11P

43_WFD14A

43_WFD14P

TrEst_1

TrEst_2

TrEst_3

TrEst_4

2D Stress: 0,16

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4. Discussione e Conclusioni

Le stazioni delle Tresse da noi investigate presentano, per questi indici , valori che vanno dal buono all'elevato, soprattutto in virtù dell'alto numero di specie rinvenute.

Bisogna notare però come le stazioni più ricche in specie, con maggiore biodiversità quindi, come la 36_WFD, presentino molte specie tolleranti all'impatto antropico ed alla saprobicità.

Al contrario, la stazione meno ricca in specie, la TrEst_2, che possiede meno di un quarto delle specie della stazione 36_WFD e un terzo delle specie delle altre tre stazioni, è attribuita alla classe di qualità "buono" in quanto presenta una alta proporzione di specie sensibili all'impatto antropico.

Per comprendere meglio le dinamiche di attribuzione della qualità da parte degli indici comunemente usati, bisogna tener conto che il benthos, ottenuto con i classici metodi di campionamento da noi usati, presenta specie che vivono sì in prossimità del fondale, ma con un diverso grado di contatto con il sedimento, l'infauna bentonica che vive immersa nei sedimenti, l'epibenthos che vive alla superficie del sedimento, e l'iperbenthos che vive più "staccato" dai sedimenti, avedo buona mobilità oppure vivendo addirittura sui vegetali o sulle concrezioni che si staccano dal fondo. Molte specie bentoniche considerate "tolleranti" sono specie infaunali, caratterizzate dalla capacità di vivere in sedimenti fini e spesso ricchi in sostanza organica, saprobici, mentre tra l'iperbenthos troviamo molti taxa considerati "sensibili" (Tagliapietra et al., 2012).

Ambienti particolari potrebbero presentare sedimenti di "bassa qualità" sovrastati da una colonna d'acqua con alto ricambio oppure con strutture biologiche che si staccano da esso, in questo caso potremmo avere una componente infaunale molto ridotta e un epi-iperbenthos relativamente florido. I rapporti tra componente "tollerante" e "sensibile" verrebbero falsati dalla ridotta presenza di specie appartenenti di un intero settore bentonico.

Una rapida occhiata alla tabella 2 , dove sono stati riportati i maggiori gruppi tassonomici ci fanno comprendere come il giudizio di qualità della stazione TrEst_2 sia artificiosamente alto, non tanto in virtù dei taxa che contribuiscono sensibili ad innalzare la qualità, quanto alla generale assenza di taxa tolleranti tipici dell'infauna.

In parole povere ci sono poche specie che vivono nel sedimento, nemmeno quelle tolleranti, mentre nello strato superficiale o al di sopra di esso vivono specie (bivalvi e isopodi) più sensibili all'impatto antropico.

Un discorso simile può essere fatto per la stazione TrEst_1, per la quale solo la prima delle tre repliche (TrEst_1A, tabella 3) presenta un sedimento più vitale. Questa stazione raggiunge un giudizio migliore ("Elevato") della stazione TrEst_2 ("Buono") solo in virtù del maggior numero di specie presenti nella prima replica. Alcuni elementi del macrozoobenthos, quali gli anfipodi, e i gasteropodi, possono quindi avere risentito positivamente della copertura macrofitica e di bioclasti emergenti dal sedimento.

In caso di forte impatto sui sedimenti, come per esempio nei periodi post-distrofici o in caso di impatti rilevanti. gli indici di diversità sono poco applicabili in quanto la loro lettura può essere falsata dai pochi esemplari per specie oppure da esplosioni di specie opportuniste.

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La concomitante presenza di individui di piccole dimensioni, la scarsità di individui adulti associata al gran numero di juvenili, fanno propendere per l'ipotesi che precedentemente al campionamento (un mese?) si siano verificati uno o più periodi anossici con forte impatto sulla fauna bentonica, soprattutto l'infauna. Allo stesso tempo la carenza di infauna associata alla presenza delle altre componenti bentoniche potrebbero indicare una cattiva qualità dei sedimenti, soprattutto in staz TrEst_2 e TrEst_1.

L'impatto sull'infauna sembra essere quindi più severa, nelle stazioni TrEst_2 ed TrEst_1. Seguono la stazione TrEst_3 più ricca delle precedenti in policheti. Nella

TrEst_4 sono presenti anfipodi e bivalvi compreso un buon numeo di Ruditapes philinarum adulti, questa stazione è caratterizzata da forte presenza di frammenti conchigliari minuti , segno di una forte turbazione meccanica del fondale in tempi anche non necessariamente vicini alla data del campionamento. Peculiarità di questa stazione è la completa assenza di isopodi. Attorno alla stazione sono presenti delle reti a serraglia. La stazione sembra quindi essere soggetta a forte disturbo antropico di origine fisica. La stazione TrEst_4 presenta un fondale più sabbioso rispetto alle atre indice di un maggior idrodinamismo.

La stazione 36 della WFD sembra poco impattata, come mostra l'alto numero di specie di policheti. Gli indici di diversità più bassi nelle stazioni più ricche in specie sono dovuti alla sovradominanza numerica di alcune specie, soprattutto di anfipodi

L'ordinamento MDS di figura 3 mostra chiaramente la similarità tra le stazioni TrEst_1 e TrEst_2, ed allo stesso tempo sottolinea la similarità tra le stazioni 36_WFD e TrEst_3 quasi come se quest'ultima fosse un sottinsieme bilanciato della prima . Come sopra espresso la stazione TrEst_4 è peculiare, probabilmente a causa dell'impatto meccanico storico esercitato sui sui sedimenti che ne hanno fortemente cambiato la tessitura e per l'assenza di isopodi .

Un altro fatto degno di nota è la abbondanza di specie non-indigene (NIS), come per esempio l'isopode Paracerceis sculpta, che denota sia una probabile zona di ingresso ed acclimatazione delle NIS in laguna sia un ambiente con forte disturbo in grado di favorire specie marine con forti capacità adattative.

I risultati del presente monitoraggio sono stati confrontati tramite analisi univariate e multivariate con i risultati relativi ai monitoraggi WFD (2011 e 2014) effettuati da CORILA per conto della Regione Veneto, ISPRA/ARPAV , del tutto comparabili per procedura, le le stazioni della WFD gravitanti nell'area delle Tresse

Nel 2011 e 2014, nell'ambito dei monitoraggi per la Direttiva Europea 2000/60 sono state campionate alcune stazioni area delle Tresse.

La maggior parte dei campioni dell'area prossima alle Tresse ottenuti durante i monitoraggi 2011 e 2014 indicano un numero di specie inferiore di almeno un terzo a quello della stazione WFD_36 campionata nel 2015 e circa la metà delle altre campionate durante queto studio, ad eccezione della stazione TrEs_2 che è comparabile con esse.

Per la maggior parte presentano valori dell'indice BC (AMBI) elevati a significare una alta componente di specie tolleranti che, associate alla bassa biodiversità producono indici biotici di qualità (M-AMBI-BITS) molto bassi (vedi tabella 6 e figura 7). Gli indici di diversità risentono del più basso numero di specie.

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L'ordinamento multivariato raggruppa le stazioni in piccoli clusters, che vedono da una parte le stazioni TrEst_3, TrEst_4 e WFD 36 del 2015, affiancate ad una certa distanza dalle stazioni WFD_36 della primavera 2011 e 2014. Questo gruppo è distinto da TrEst_1 e TrEst_2 la cui comunità si avvicina a quella della stazione WFD_43 campionata nell'autunno di un anno prima (2014) . Le stazioni WFD_35 e WFD_43 clusterizzano a parte. Ciò sta ad indicare una differenza nella struttura delle comunità nei diversi anni e forse anche un effetto stagionale.

L'area delle Tresse si presenta come un'area altamente modificata dall'uomo con dinamiche del compartimento macrozoobentonico la cui interpretazione non è lineare e non affrontabile tramite i soli “indici di qualità biologica” proposti dalla Direttiva quadro sulle acque. Le classi di qualità ottenute dall'applicazione di M-AMBI e BITS sovrastimano a nostro avviso la qualità soprattutto quando la carenza della componente infaunale priva gli indici delle specie più tolleranti e considerate di “bassa qualità” facendo aumentare il peso dell'epibenthos e dell'iperbenthos. Le stazioni TrEst_1 e TrEst_2 presentano problemi di abitabilità per l'infauna,mentre epifauna e iperfauna sono avantaggiate dal forte idrodinamismo. In queste stazioni l'alta proporzione di individui giovanili e la scarsità di adulti farebbe supporre impatti dovuti a crisi io/anossiche estive ma non è da escludere un possibile effetto tossico dei sedimenti. L'aumento del confinamento di quest'area acuirebbe di molto le problematiche esistenti.

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