Stati Generali della Green Economy generali/26_giugno... · APEA, Simbiosi industriale, “smart...

22
Ricerca e Innovazione tecnologica per lo sviluppo di un’economia verde Roberto Morabito Unità Tecnica Tecnologie Ambientali ENEA 1° riunione GdL1, Roma, 26 giugno 2012 Stati Generali della Green Economy GdL1 Sviluppo dell’ecoinnovazione

Transcript of Stati Generali della Green Economy generali/26_giugno... · APEA, Simbiosi industriale, “smart...

RicercaeInnovazionetecnologicaperlosviluppodiun’economiaverde

Roberto Morabito Unità Tecnica Tecnologie Ambientali ENEA

1° riunione GdL1, Roma, 26 giugno 2012

Stati Generali della Green Economy GdL1 Sviluppo dell’ecoinnovazione

GdL1 – Sviluppo dell’ecoinnovazione

 Quadro e strategie di riferimento

 Sviluppo dell’ecoinnovazione in Italia e impatto economico sui settori produttivi

 Ostacoli e Barriere allo sviluppo e diffusione dell’ecoinnovazione

 Politiche e misure per facilitare lo sviluppo e diffusione dell’ecoinnovazione

Struttura proposta

 Environmental Technologies Action Plan (ETAP)[COM(2004) 38 definitivo]

 Innovation for a sustainable Future - The Eco-innovation Action Plan (Eco AP) [COM(2011) 899 definitivo]

 Sustainable consumption and production Action Plan (SCP) (COM (2008) 397)

 Europe 2020 Flagship Initiative: Innovation Union [COM(2011) 21 e COM(2010) 546]

 Roadmap to a Resource Efficient Europe [COM(2011) 571 definitivo]

Quadro e strategie di riferimento quadro delle strategie europeo

 Strumento di Green Economy  Obiettivo: radicale cambiamento verso sistemi di produzione e

consumo sostenibili basati su un approvvigionamento ed utilizzo sostenibile delle risorse e una riduzione/eliminazione delle emissioni e dei conseguenti impatti per un disaccoppiamento totale di crescita, risorse, impatti.

 Effetti: su ambiente, economia e società.

[..] la produzione, l’utilizzo di un prodotto, di un servizio o di un metodo di gestione o business, che è nuovo per l'organizzazione (in via di sviluppo o sviluppato) e attraverso cui si consegue, lungo tutto il ciclo di vita, una riduzione del rischio ambientale, dell'inquinamento e di altri effetti negativi associati all'utilizzo delle risorse (compreso l'uso di energia) rispetto alle alternative rilevanti creando valore e soddisfacendo i bisogni dei consumatori.

Quadro e strategie di riferimento cosa è l’ecoinnovazione

Ecoinnovazionedi

processo

Ecoinnovazionediprodo7oedi

servizi

Ecoinnovazionetrasversale

Ecoinnovazione

macroorganizza8va

Contribuiscono a ridurre gli impatti ambientali (end of pipe), a ridurre il consumo di risorse e la produzione di rifiuti (lean tech) e ad ottimizzare il processo produttivo rendendolo più “green” e a migliorare l’eco efficienza dei prodotti (clean tech). Le clean tech, inoltre, sono considerate un primo esempio di ecoinnovazione integrata.

Possono rappresentare una discontinuità tecnologica radicale sull’intero ciclo di vita del prodotto (LCA, Eco-progettazione) e nuovi servizi (es. dematerializzazione nella PA, car sharing, telelavoro).

Implementazione di tecnologie “generaliste”, quali ad esempio ICT, biotecnologie, nanotecnologie

Nuove strutture e infrastrutture organizzative. Comporta nuovi modi di organizzare la produzione e i comportamenti di consumo al più alto livello sistemico (es. APEA, Simbiosi industriale, “smart cities”).

Ecoinnovazionedi

consumo

Volta a favorire consumi più consapevoli e rispettosi di risorse e impatti privilegiando la qualità dei consumi rispetto alla quantità (es. slow food, GAS, Km zero)

Quadro e strategie di riferimento cosa è l’ecoinnovazione

Tecnologie Impatti ambientali Impatti economici End of pipe Riduzione delle

emissioni Costi evitati

Lean Riduzione ed efficienza nel prelievo ed uso delle risorse

Costi risparmiati

Clean Riduzione ed efficienza nel prelievo ed uso delle risorse – Riduzione della produzione di rifiuti e delle emissioni

Costi risparmiati – costi evitati – nuovi mercati

Quadro e strategie di riferimento ecoinnovazione di processo

 Scarsità di dati quantitativi, omogenei e non contradditori

 Evidenze qualitative  Miglioramento dell’efficienza nell’utilizzo di materiali e risorse

 Comporta riduzioni significative dei costi. Il “business case” è aumentato in funzione dei costi di materie prime ed energia. Impatti associati specialmente all’ecoinnovazione di processo con tecnologie “clean e lean”

 Sviluppo di prodotti e servizi ecoinnovativi  Crea nuovo profitto con l’apertura di nuovi mercati

 Dati “semi quantitativi” da altri Paesi

Impatto economico dell’ecoinnovazione in Italia

Rispetto della normativa per la tutela ambientale ed obiettivi aziendali in termini di Responsabilità Sociale dell’Impresa

Ottimizzazione dei processi ed efficienza dei processi produttivi

Opportunità di maggiori ricavi tramite differenziazione dei prodotti e ingresso in nuovi settori/mercati Principali motivazioni per investire in

Cleantech

Fonte: Ernst&Young

Perchè si investe in eco-innovazione

Impatto economico dell’ecoinnovazione low hanging fruits

Fonte: DEMEA (German Material Efficiency Agency) 2011

Sviluppo dell’ecoinnovazione in Italia posizionamento

Eco-Innovation Scoreboard composite index - Dati da Eco Innovation Observatory 2011

Eco innovation scoreboard synthetic index dettaglio

Sviluppo dell’ecoinnovazione in Italia posizionamento

Sviluppo dell’ecoinnovazione in Italia posizionamento

  Input dal GdL1 e dalla larga consultazione (evitando però l’effetto “lista della spesa”)

 Esempi per i vari tipi di ecoinnovazione

 Progetti Italiani ammessi a finanziamento CIP

 Ecoinnovazione nei distretti italiani

 ………………..

Sviluppo dell’ecoinnovazione in Italia esperienze

Le difficoltà nell’accesso ai finanziamenti (accesso al credito, o agevolazioni finanziarie pubbliche) sono tra i principali ostacoli, insieme all’incertezza della domanda, allo sviluppo di progetti eco innovativi all’interno delle aziende in Europa Fonte: Eurobarometer 2011

Ostacoli e barriere (a livello europeo)

Il costo delle materie prime e dell’energia sono i principali drivers, seguiti da incentivi, capacità tecnologica e gestionale delle imprese, aumento della domanda di mercato per prodotti verdi. Fonte: Eurobarometer 2011

Drivers (a livello europeo)

Ostacoli e barriere (a livello italiano)

 Input dal GdL1 e dalla larga consultazione

 Questionario insieme al documento?????

Italy

Politiche e misure (implementazione a livello europeo)

Fonte: EIO 2012

Ita

ly

Politiche e misure (implementazione a livello europeo)

Fonte: EIO 2012

Politiche e misure (implementazione a livello europeo)

Fonte: EIO 2012

Politiche e misure (a livello italiano)

  Un programma nazionale per lo sviluppo, la diffusione, l’implementazione di tecnologie ambientali per l’ecoinnovazione nei settori pubblico e privato.

  Una politica ambientale che offra un quadro normativo coerente che promuova l’ecoinnovazione tramite l’applicazione di nome esistenti riviste e il varo di nuove norme che indirizzino anche le attività di ricerca e sviluppo.

  Progetti dimostrativi e partenariati per l’implementazione a fini ecoinnovativi di tecnologie ambientali mature.

  Promozione di nuovi marchi, etichette, etc di prestazione di prodotti e servizi favorendo mercati ecoinnovati e nuovi mercati e aumentando la percezione dell’ecoinnovazione.

  Formazione di nuove competenze e nuove professionalità, favorendo un ricambio generazionale adeguato a fornire alle imprese una capacità di ecoinnovazione e una forza lavoro adeguatamente qualificata.

  Diffusione di appalti “verdi”, pubblici e privati, per la promozione dell’ecoinnovazione.

  Promozione di un più forte consenso sociale verso le tecnologie, i processi, i servizi e i prodotti ecoinnovativi anche ai fini di una stabilizzazione della domanda del mercato.

Iniziative pubbliche a sostegno della eco innovazione: DEMEA - Germania

Nel 2006 il Ministero dell’Economia e della Tecnologia (BMWi) tedesco ha creato l’agenzia DEMEA per supportare, tramite un servizio di consulenze, le aziende, specialmente le PMI, ad identificare le opportunità per il miglioramento dell’efficienza delle risorse e dei materiali. L’azione non si limita ai soli materiali presenti direttamente nel prodotto finito ma anche a tutti i materiali di consumi e alle risorse utilizzate nel processo produttivo.

DEMEA ha un pool di oltre 200 consulenti che, nella maggior parte dei casi, promuovono l’iniziativa direttamente presso le aziende. Il consulente, nell’arco di due mesi, predispone un piano di massima sull’efficienza potenziale dell’azienda e con tale studio presenta una richiesta di finanziamento. L’implementazione reale delle diverse misure proposte ha una durata massima di 9 mesi con il coinvolgimento diretto e costante dei consulenti DEMEA. Il finanziamento, basato su un modello voucher, “rimborsa” sino al 50% dei costi sostenuti dall’azienda (sino ad un massimo di 50mila €) per l’attività di consulenza con l’esclusione degli investimenti (es. acquisto macchinari, cambiamenti processo produttivo).

Cosaè

Comefunziona

Irisulta2o3enu2

Al 2011 DEMEA ha avviato oltre 1000 iniziative. Il beneficio economico medio derivante dal miglioramento nella gestione delle risorse/materiali è stato stimato in circa 200mila€ per azienda pari al 2% fatturato a fronte di un investimento medio inferiore ai 100mila€. Nel 75% dei casi il ritorno dell’investimento è stato inferiore ai 12 mesi.

Iniziative pubbliche a sostegno della eco innovazione: NISP - Regno Unito

Il Programma Nazionale di Simbiosi Industriale (NISP) è stato lanciato in UK nel 2005. Obiettivo del NISP è stimolare un cambiamento culturale radicale nella gestione dei materiali: essi sono risorse che debbono essere sempre valorizzate e mai sprecate o messe in discariche. L’approccio, che intende portare benefici ambientali ed economici, è quello della simbiosi industriale: la simbiosi industriale coinvolge industrie tradizionalmente separate e altre organizzazioni in una rete per promuovere strategie innovative per un uso più sostenibile delle risorse. Attraverso la rete, vengono identificate opportunità di business che consentono di realizzare scambi reciprocamente vantaggiosi. La simbiosi industriale, inoltre, innesca meccanismi di trasferimento di buone pratiche e conoscenze, provocando cambiamenti culturali e di processo

Il NISP è basato su una rete di associati, circa 12’500 aziende, che, attraverso l’interlocuzione tecnica ed economica implementata a livello dei nodi centrali dai referenti del NISP, trovano le opportunità tecnologiche e commerciali per scambiare risorse, materiali, energia, acqua, logistica ed expertise. La rete del NISP è dotata di 60 referenti organizzati in 12 gruppi di lavoro regionali. Il NISP è un programma pubblico finanziato dalla tassa sulle discariche industriali, l’associazione al programma è gratuita. l’attività del NISP si realizza attraverso la risoluzione di specifici casi, cioè il NISP opera secondo l’approccio “working with the willing”.

Cosaè

Comefunziona

Irisulta2o3enu2

Dal 2005 al 2010 il NISP ha ottenuto i seguenti risultati aggregati per i suoi associati: Economici (milioni £): fatturato addizionale per circa 176 MIL, costi ridotti per 156 MIL, nuovi investimenti privati in innovazione di processo e riciclo materie per 131 MIL. Ambientali: riduzione di 6 MIL ton di CO2, abbattimento uso risorse vergini per 9,7 MIL ton, riduzione acqua neil ciclo industriale per 9,6 Mil ton, ridotto uso discariche grazie a riuso/ricilo materiali per 7 Mil ton, abbattuto i rifiuti pericolosi di 363.000 ton.