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NEL 1981 È STATO IL PRIMO CALCIATORE ITALIANO BECCATO CON LA POLVERE BIANCA. POI L’EX DIFENSORE DI INTER E ASCOLI È STATO ASSOLTO CON FORMULA PIENA. E OGGI LAVORA PER UNA COMUNITÀ DI RECUPERO DI RAGAZZI TOSSICODIPENDENTI. TRA I VIGNETI E I SUOI ADORATI CAVALLI di Gianfelice Facchetti ~ foto di Fabrizio Annibali IO CAVALCO CONTRO LA COCA Angiolino Gasparini LA STORIA/ Il calcio che aiuta IN MAGLIA INTER Angiolino Gasparini, oggi 61 anni. In A, tra il ’70 e l’83, giocò anche con Brescia e Ascoli. Per lui, 205 gare e un gol. 75

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Former football player Angiolino Gasparini is now president of a drug rehabilitation center.

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nel 1981 è stato il primo calciatore italiano beccato con la polvere bianca. poi l’ex difensore di inter e ascoli è stato assolto con formula

piena. e oggi lavora per una comunità di recupero di ragazzi tossicodipendenti. tra i vigneti e i suoi adorati cavalli

di gianfelice facchetti ~ foto di fabrizio annibali

io cavalco contro la coca

Angiolino Gasparini

la Storia/Il calcio che aiuta in maglia inter angiolino gasparini,

oggi 61 anni. in a, tra il ’70 e l’83, giocò anche

con brescia e ascoli. per lui, 205 gare e un gol.

75

Il primo incontro con Angiolino Gaspari-ni fu nel bel mezzo dei festeggiamenti per i cent’anni dell’Inter, squadra in cui gio-cò tra il ’75 e il ’78; arrivò a Milano dopo aver mosso i primi passi nel calcio a Bre-scia e Verona e vi trascorse tre stagioni, poi via, all’Ascoli. L’abbiamo ritrovato a margine di un anniversario altrettanto importante: i vent’anni della “Lautari”, comunità che si occupa del recupero di persone tossicodipendenti. «Il fondatore, Angelo Bonomelli, è un amico d’infanzia; nel ’96 mi chiese se avessi avuto voglia di dargli una mano. Io, una volta smesso di giocare, volevo voltare pagina, così per un po’ lavorai con mio suocero. Facevo calze. Quando chiusi l’attività m’imbar-cai in quest’avventura emozionante. Guardati intorno, i ragazzi arrivano da tutta Italia, dalle nostre sedi nate un po’ ovunque dopo tante fatiche». Gasparini fu il primo calciatore arresta-to per cocaina in Italia, nel 1981. Questo non gli impedì di giocare l’intera stagio-ne che stava per iniziare: il processo glielo fecero nel ’90: 8 mesi con la condi-zionale per detenzione di stupefacenti. E nel ’95 fu assolto in appello con formula piena perché il fatto non sussiste. Ne è trascorso di tempo da allora. Oggi siamo nel “Borgo la Caccia” a Pozzolengo, dove s’incrociano le province di Brescia, Verona e Mantova. Ci accolgono un mat-tino tiepido e un vociare sommesso all’in-domani della baldoria. I ragazzi e le ra-gazze pian piano popolano la piazzetta; ogni due passi è un “Ciao Angelo. Buon-giorno. Bella festa, vero? A dopo”. Tutti lo salutano, magari ci scambiano una bat-tuta e, in quel darsi conto semplice e schietto, ci si legge dentro il sapore della terra su cui camminano destini che s’in-

davanti alle stalle; ovunque l’occhio si posi, qui dentro si respira bellezza, primo passo per aprire nuovi scenari a sguardi che il dolore l’hanno visto da vicino. «Cer-chiamo di offrire un’opportunità a questi giovani per ricominciare. Chi viene qui lo sceglie, non potrai mai trattenerlo a forza, non servirebbe a nulla. Giorno do-po giorno, andiamo avanti grazie al frut-to del nostro lavoro e nulla più, tra le bot-ti e la stalla... È dura, ma si resiste». Difficilmente chi esce dal calcio ha il co-raggio di aprire un nuovo capitolo nella propria vita. Quasi tutti vivono di ricor-di, aspettano una chiamata dal campo

da cui non sono mai usciti del tutto. «Io non ho mai avuto nostalgia di quel mon-do, ho tanti amici che rivedo volentieri, però il mio posto è qui». Gasparini sui campi di calcio è stato uno stopper di qualità, bravo nel gioco aereo e nell’anticipo, ha collezionato da profes-sionista 481 presenze, mica bruscolini. «Il calcio mi ha dato tutto, mi sono sempre divertito... Se ho dei ricordi? La memoria non è il mio forte, però quando arrivai all’Inter mi misero in stanza con un certo Facchetti; ero giovane, un po’ insonne, lui invece alle 9 si tirava la coperta sugli oc-chi e spegneva la luce... Mi aveva preso in simpatia. A Milano, per me interista da sempre, fu il sogno di una vita, ma ad Ascoli conservo i ricordi più cari: città, amici, compagni. E Costantino Rozzi, il presidente: una persona speciale. Sapeva bene quando farsi vivo con la squadra; se tutto filava compariva la domenica, in

crociano: un ex calciatore di Serie A e tanti giovani in rincorsa sul domani. Su questa crosta scura di Lombardia ven-gono allevati cavalli e cresce la vite, prin-cipali attività della cooperativa agricola “la Caccia”, di cui Angelo è presidente da dieci anni. «Siamo della stessa famiglia. Noi ci occupiamo di alcune attività, dalla cantina a quegli animali per cui tanti an-ni fa persi la testa. Il mio sabato e la mia domenica? Se mi cerchi, mi trovi a spasso, in sella. Qualche giorno fa, alla Fiera di Verona, abbiamo raccolto parecchie sod-disfazioni...». Poco distanti da noi tre stal-loni al passo escono a farsi spazzolare

caso contrario caricava tutti a molla». Parlando di Ascoli, riportiamo la memo-ria al 29 luglio 1981. Che cosa accadde quel mattino (erano le 5) quando due po-liziotti arrivarono nel ritiro della squa-dra e bussarono alla sua porta? Silenzio. Poi: «Ne dobbiamo riparlare? Ho fatto una grossa... Ehm... Ho provato. Ci ho voluto mettere il muso di mio e ho paga-to». Gasparini venne arrestato per pos-sesso di cocaina; trascorse una settima-na in carcere. «Tutti mi furono molto vicini, da Rozzi in giù». Pochi giorni pri-ma di quell’episodio aveva incontrato Giovanna, la donna con cui da allora condivide la vita e che gli ha regalato due figli: Alessandra e Paolo. «Non c’è un filo diretto che lega me qui oggi a quel che accadde allora, un amico mi ha solo chiesto aiuto e io ho scelto di esserci. Co-sa faccio? Tengo i contatti con l’esterno, clienti, banche, sono queste piccole fac-cende quotidiane a farmi stare bene. Sono contento di aver vissuto e continua-re a far parte di questa storia meraviglio-sa. La felicità: è qui, no?».

La lista dei calciatori che hanno avuto problemi con la giustizia ordinaria o sportiva per la cocaina è lunga e illustre (un nome su tutti: Maradona, positivo nel ‘91). Dopo il caso Gasparini l’elenco si allunga tra Anni 80 e 90 con Caniggia e Bortolotti (suicidatosi nel ’95), ma è negli ultimi 15 anni che la lista è diventata davvero corposa. Oltre a stranieri (Aguilera, Shalimov, Mutu) ed ex azzurri (Iuliano, Carnevale, Bachini, Pagotto, Padovano) e a tanti atleti di B e C, di recente è toccato a Flachi e Carrozzieri. Nomi famosi anche all’estero, dagli inglesi Fowler, Gascoigne e Merson a Higuita (Colombia) e agli iridati argentini Tarantini e Batista.

Quanti big finiti nella “polvere”

calcio e cocaina

la Storia/Calcio e coca

Andiamo avanti grazie al frutto del nostro lavoro e nulla più, tra le botti e la stalla. È dura, ma si resiste

piacere quotidianolavoro, stalle, animali (come la capra-mascotte nuvoletta) e incontri in piazzetta: è la vita della comunità “lautari” di pozzolengo (bs).

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