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La rivista dello sport vicentino

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il 21 dicembre 2005 n.1124

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omÈ l’8 novembre 1989: Gino Soldà, il grande alpinista vicentino, muore sul suo letto di casa. Inizia dal racconto dell’ultimo giorno di vita, il più bel libro che sia stato scritto su Gino Soldà. L’autore è Tommaso Magalotti e l’editore è Nuovi Sentieri di Falcade, Belluno. Il libro è bello per tante ragioni: è scrit-to bene, è completo, ha quel tono da opera definitiva sulla vicenda umana e sportiva di Soldà che ce lo fa leggere già come un classico. Inoltre l’autore ha

il talento di raccontare, parallelamente alle vicende biografiche del protagonista, la storia del suo tempo, dall’Italia fascista degli anni Venti e Trenta a quella degli italiani che fecero la Resistenza; da quella dei grandi sogni tricolori di gloria, quale fu la conquista del K2, a quella del boom economico delle prime vacanze di massa in montagna e sulla neve. Leg-gerlo è un modo per rivisitare, attraverso le lunghe camminate di Gino, quasi un secolo della nostra storia recente. Ci sono tante cose da dire su questo libro davvero ben fatto, ma qui mi preme soffermarmi sulla sua prima pagina. Diceva Pontiggia in una sua lezione di letteratura che l’inizio di un libro è sempre il paragrafo più pensato. Magalotti ha scelto di iniziare la storia di Gino Soldà raccontando il suo ultimo giorno di vita. Partire dalla fine per raccontare l’epopea di un grande scalatore che ha sfidato la morte in infinite imprese al limite e che è spirato a 82 anni compiuti sul suo letto di casa, non lascia dubbi sulla misura del suo essere stato un vincitore. Così inizia il libro: “8 novembre 1989. Era appena suonato mezzogiorno. Nella casa di via Griffani a Recoaro, la tavola per il pranzo era già stata apparecchiata. Di lì a poco, come del resto tutti i giorni, Gino e Lena avrebbero consumato il loro pasto. Senza dir nulla, a un certo punto, Gino aveva lasciato la cucina dirigendosi verso la camera da letto. Lena, intenta al suo lavoro, sentendo improvvisamente un rumore come da stramazzo, corse nella came-ra. Gino era riverso a terra senza coscienza. Dato l’allarme, giunse Giannina, la moglie del figlio Manlio. Venne subito chiamato il medico che arrivò nel giro di pochi minuti. Praticò il massaggio cardiaco. Gino non si riprendeva… Ore 12,15. Il cuore di Gino Soldà, dopo 82 anni e 8 mesi di battiti, si era spento per sempre”. Forse è andata davvero così, ma io sapevo un’altra versione di quel mezzogiorno in via Griffani, questa: sono appena scoccate le dodici e Gino è seduto a tavola con la moglie Lena. Mangia poco, Lena non ci bada, i vecchi mangiano sempre poco. Poi Gino si alza per andare a fare un pisolino. I vecchi fanno così, anche quelli che da giovani spostavano le montagne con la loro forza. Gino raggiunge la camera ma non si corica subito sul letto, pri-ma si cambia d’abito. Toglie quello che ha addosso e si mette il suo miglior vestito, quello scuro con la camicia bianca. Quando Lena entra nella camera per vedere se dorme sereno, lo vede vestito come uno sposo. Non ho mai verificato se questa versione fosse vera o meno. Mi sarebbe stato facilissimo farlo. Manlio e Giannina sono amici, avrei potuto chiedere a loro. Non l’ho mai fatto. Non mi ha mai interessato verificare quella che per me è la sola vera morte di un uomo come Gino Soldà, un uomo che conosceva profondamente se stesso. Dopo aver passato una vita a confrontarsi con il limite estremo delle proprie possibilità fisiche e mentali, egli ha capito, in quel mezzogiorno dell’8 novembre 1989, che un battito così lento il suo cuore non lo aveva mai avuto prima, ha capito che questa volta era finita per davvero – uno sportivo sa qual è il suo limite – e allora fa quello che deve fare: raccoglie le sue ultime energie per farsi trovare pronto, come uno sposo.

La morte di Gino Soldàdi Luigi Borgo

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dentro il paesaggioKAYAK DA MARE IN CROAZIA: IL TOUR

DELL’ISOLA DI KRK, IL PERIPLO DELL’ISOLA DI RAB, 250 KM DI SEA KAYAK, un fantastico

trekking nautico dentro il paesaggio marino

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testo e fotodi Mariano Storti

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Mariano Storti in completa autonomia e in solitaria con un kayak marino

ha circumnavigato in senso an-tiorario l’isola di Krk o Veglia, l’isola più grande dell’Adriati-co, situata nel Quarnero, nelle vicinanze della città di Fiume, in Croazia.Veglia presenta il versante ovest abbastanza antropizza-to, mentre la costa est, battuta spesso dalla Bora, è una sco-gliera di 30 km a picco sul mare di una solitaria e aspra bellezza: pareti di centinaiaia di metri precipitano in un cor-ridoio marino tra i più tempe-stosi del Mediterraneo. Mariano, con un Kayak da mare in vetroresina, lungo 4.75 metri, dotato di due ga-voni stagni, carichi di tutto il necessario per sopravvivere in completa autonomia in 5 giorni, ha percorso in solitaria 130 km, in condizioni marine diverse, dal mare piatto a mare con bora di frontale e onde di due metri nel capo sud dell’i-sola, nel canale di fronte all’i-sola deserta di Prvc. La navigazione sottocosta è iniziata è si è anche conclusa nei pressi del Grande Ponte che oggi collega l’isola alla terraferma. Il ponte di Veglia,

tra l’altro, è uno dei più grandi del mondo tra quelli costruiti in cemento armato. A un montanaro come Stor-ti, che ha partecipato a varie spedizioni alpinistiche e viag-gi estremi nel mondo, che ha volato con il parapendio molti anni, mancava forse il fascino del mare e con un Kayak, la tenda e poche altre cose è en-trato in questo meraviglioso ambiente naturale. Ha scelto, ancora una volta, la strada del-la fatica fisica, pagaiare, per immergersi in una nuova di-mensione orizzontale, fatta di sole, vento, tramonti ed albe, dormendo in piccole cale a po-chi metri dal mare.Per concludere alcune interes-santi note tecniche: rispetto al trekking classico in montagna, il trekking marino permette di mantenere medie orarie mag-giori, 5 o 6 km all’ora, il peso dell’attrezzatura non grava sul-le spalle, in quanto tutto è tra-sportato dal principio di Archi-mede, rispetto alla camminata però il dispendio energetico del pagaiare è maggiore ed è necessaria una certa tecnica per rendere efficiente il gesto atletico. In mare Mariano ha utilizzato carboidrati liquidi o maltodestrine, impiegate in tutti gli sport di lunga durata. A terra, invece si è alimentato normalmente e si è permesso anche qualche scorpacciata di pesce! Rispetto alle altissime quote, il vestiario è ridotto al minimo, la tenda è un’optio-nal, Storti l’ha montata, per scelta una sola volta, per dor-mire senza nessun filtro, sotto le stelle. Ha utilizzato però le moderne tecnologie, come il gps che, inesorabile, dava la media oraria ed i chilometri percorsi. Anche nel sea kayak è presente, come nell’alpinismo, l’esposizione al rischio, esem-pio la bora oppure la lontanan-za dalla costa o le lunghissime scogliere prive di qualsiasi approdo.

L’ISOLA DI RAB:IL FILMNel periplo dell’Isola di Rab, il viaggio è più soft, mi accom-pagna con un gommone a mo-tore Eddo Dal Lago che, mu-nito di telecamera, riprende le fasi più belle di questo secondo trekkink nautico.Salpiamo dal porticciolo di Lukovo ed approdiamo, dopo una traversata di 6 chilome-tri nella desolata isola di Goli Otok, un tempo campo di con-centramento durante il regime di Tito. L’Isola Calva è priva di alberi, in quanto è spesso spazzata dai venti di bora. Qui, vicino alle baracche abbando-nate del gulag dell’ex Jugosla-via ci accampiamo per la notte. L’indomani “fuggiamo” alla volta delle selvaggia spiag-gia Sahara, sull’isola di Rab che circumnavigheremo in tre giorni.L’isola di Rab, conosciuta an-che con il nome di Arbe, è la più piccola delle quattro isole che compongono l’Arcipelago del Quarnero; i suoi circa 90 km di coste basse e frastagliate presentano un clima eccezio-nalmente mite, tanto che anche d’inverno sono rare le giornate senza sole e le temperature sotto zero.Rocciosa ad est, sul versante battuto incessantemente dai forti venti locali, è ricca di verde e di spiagge sugli altri lati, anche se spesso gli sbar-chi sono resi difficili dalla fit-ta macchia mediterranea che spesso si spinge sulle rocce bianche e taglienti fino a lam-bire le acque fredde e limpide.Rab è sicuramente la più bel-la delle isole sorelle, Lussino, Krk e Cherso; la “perla del Quarnero” è nota per almeno tre motivi: ha dato i natali a San Martino, il frate tagliapie-tre andato a lavorare lontano, fondatore dell’omonima Re-pubblica; ha ospitato ed ospita! numerosi stuoli di nudisti, sin

da quando nel 1936 Edoardo VIII e Wally Simpson prende-vano il sole in costume adami-tico nella baia di Kandarola; infine, perché il suo capoluogo, che dà il nome all’isola, non è il solito villaggio di pescatori ma una piccola città d’arte, ric-ca di case d’epoca dai portali effigiati con gli stemmi araldi-ci e dalle facciate abbellite con finestre rinascimentali. Le sue torri campanarie di pietra do-rata si stagliano sul mare come gli alberi di una nave, richiamo familiare e rassicurante dopo una lunga giornata di naviga-zione. L’indomani, l’ultimo giorno, dopo una pagaiata di 30 chilo-metri, ci accampiamo nel posto più suggestivo, l’ insenatura di Mag: un pezzo di deserto in mezzo al mare. altri 20 chilo-metri lungo la costa croata ci portano al punto di partenza, il porticciolo di Lukovo, un altro cerchio si chiude.

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Il kayak ha doti marine straordinarie che ab-binate a un’adeguata preparazione permet-tono di navigare velo-

cemente in molte condizioni di mare.

La navigazione in kayak è pro-fondamente diversa da quella a bordo di qualsiasi altra barca:• solo con un kayak si naviga con le mani sempre a contatto con l’acqua: qualsiasi cam-biamento, anche minimo, delle condizioni del mare viene per-

cepito immediatamente e mol-to distintamente.• con un kayak si può navigare anche a un solo metro dalla co-sta, infilandosi tra gli scogli e la terraferma dove nessun’al-tra barca può passare.• Il kayak è largo 60 cm, lungo 475 cm e pesca solo 8 cm • Con un kayak si naviga nel silenzio più assoluto. Si posso-no sentire i rumori più delicati come il rotolare subacqueo di un grosso sasso nella risacca di una piccola spiaggia o il fruscio generato dalle miglia-ia di tuffi ripetuti di un piccolo banco di acciughe.

• Il kayak non si inquina e per-mette il viaggio minimale in autosufficienza nella natura che tanto mi affascina.• l’intimità dell’esperienza - il kayak permette un’esperienza molto intima con il paesaggio marino. Nessun altro vi può accedere.• la libertà di rotta - il kayak permette di scegliere davve-ro una rotta: passo tra questi scogli o passo tra questi altri? Attraverso la baia al tramon-to scivolando sopra le reti già posate o sfioro il bagnasciuga osservando i sassolini della spiaggia passare nell’acqua

cristallina sotto di me? Nes-sun altro mezzo può davvero permettersi di scegliere simili rotte.• scenari memorabili - il ka-yak ci porta a contatto con luoghi, cieli, piante e anima-li, ricordandoci ogni istante la biodiversità della terra che abitiamo.

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8hockey un portiere e la sua squadra:

emozioni tricoloriLuca Nieddu è il superportiere dell’Hockey Valdagno Under 15 che si è riconfermata la squadra più forte d’Italia in un finale di campionato da brividi, letteralmente da brividi di febbre per Luca che con abnegazione e spirito da vero campione ha superato se stesso per conquistare con i compagni il secondo consecutivo titolo tricolore

Nome: LucaCognome: NiedduNato: ad Arzignano,il 2 gennaio 1997professione: studentehobby: portiere Hockey pi-sta su rotelleinizio hobby: 2004 all’età di 7 anni palmares 2 titoli italiani e un secondo posto ai campionati italiani: ecco chi è il portiere del Val-dagno A under 15 con un attivo di circa 130 partite fatte e praticamente quasi il 99% di queste vinte.Un asso di portiere che per amore della squadra di ap-partenenza e l’amicizia che lo lega con il resto dei gioca-tori ha sacrificato molto tem-po libero per potersi allenare o per disputare le partite di campionato.Vi racconto com’è andata l’ultima finale di campionato Italiano hockey pista svoltasi tra il 2 e il 5 giugno scorso a Montebello Vicentino.Il giovedì pronto per la pri-ma partita di qualificazione , il Valdagno incontra il Roller Novara per la prima volta nella storia.La partita si conclude senza particolare difficoltà con il punteggio di 13 a 1 per i ra-gazzi del Valdagno.Il venerdì seguente Luca e il resto dei suoi compagni hanno un’altra prova da af-frontare; l’esame per con-seguire il patentino della motocicletta,se non bastasse il prof di geografia gli riserva una bella sorpresa …. Deve essere interrogato…Nessun problema per il no-stro portiere, che viene pro-mosso all’esame del patenti-no e con non pochi pensieri riesce a svolgere anche l’in-terrogazione di geografia..Questi prof !! Valli a capi-re… Invece di agevolare questi piccoli atleti, portaco-lori della città e della scuola a livello Nazionale e riman-dare gli impegni scolastici di qualche giorno, rendono tutto ancora più difficile e, quindi, a rischio d’insucces-so. Nel pomeriggio dello stesso

giorno, i ragazzi incontrano la squadra più temuta del girone di qualificazione, il Follonica.Primo tempo siamo sotto di due goal, non riusciamo a capire cosa stia capitando al nostro portiere, sembra ral-lentato da non si sa cosa… Alla fine del match vinciamo per 5 reti a 2 .. Il nostro por-tiere esce cotto dalla partita. Giornata pesante per lui che non riesce a trattenersi dallo stress e la debolezza stessa gli causa una febbre da ca-vallo.Il sabato ha la febbre alta, non sappiamo cosa fare, riu-sciamo con qualche medici-nale ad abbassare la tempe-ratura.Luca entra in campo con tutti i suoi compagni che lo assistono per affrontare il Trissino, altra squadra dif-ficile da contrastare .. Tra il primo e il secondo tempo, Luca stenta ad rientrare in campo, viene esortato a farlo e con gli applausi dei tifosi che nel frattempo vengono a conoscenza dello stato di salute del loro portiere e così lo acclamano ancora con più forza. Luca si ricarica fino alla fine partita….Gli avversari non se ne ac-corgono dello stato di sa-lute del portiere, altrimenti avrebbero sicuramente cam-biato tattica di gioco.Il Valdagno vince per 4 reti a 1. La sera stessa altra par-tita dura, durissima, il Val-dagno affronta il Breganze. Per tutta la partita il portiere del Valdagno non fa passare nemmeno un goal.I giocatori del Valdagno di-fendono porta e portiere e riescono ad avere la meglio con 5 reti a 0.Siamo in finale per il primo e il secondo posto… La notte, la passiamo quasi in bianco; si pensa che forse è bene ri-tirare Luca dall’ultima parti-ta… ma Luca non demorde, non vuole abbandonare i suoi compagni.Arriva finalmente il mattino e con questo anche la par-

tita decisiva per decretare i Campioni d’Italia… La squadra avversaria ci fa pen-sare per il peggio... Il Prato è la squadra favorita che nel loro girone ha annientato con goal a raffica le squadre avversarie.I ragazzi del Valdagno sono i più forti, il portiere è un vero CAMPIONE, non fa passare nemmeno una pal-lina. Risultato finale, 6 a 0

per il Valdagno e per la se-conda volta questi ragazzi sono Campioni d’Italia!!!! INCREDIBILE MA VERO SONO ANCORA CAM-PIONI D’ITALIA.Mi scendono le lacrime per la gioia: vedere un ragazzo di soli 14 anni, che si è reso responsabile per la propria squadra, nonostante la feb-bre alta, mi emoziona.Luca sei un Campione vero

e qualcuno della squadra regina avrebbe dovuto pren-dere esempio da te e forse adesso il titolo della serie A sarebbe rimasto a Valdagno.Ps. Luca è stato anche pre-miato dalla sua scuola, le medie Garbin di Valdagno, come “miglior atleta del triennio”.

di Carlo Nieddu

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penne nere in bici

Giovedì, 5 maggio,prima tappa,km 175,Novale (Vicenza)Orzinuovi (Brescia)Ore 7 e 15 partenza del Gruppo di Novale per Montebello, So-ave, Verona dove facciamo una breve sosta con foto davanti l’A-rena. Poi subito in sella per Pe-schiera, Desenzano con sosta a Lugana, in riva al lago di Garda per il pranzo. Ore 14 abbiamo ripreso a pedala-re alla volta di Montichiari, Ghe-di , Manerbio, sosta caffè nella piazza principale ed arrivo, verso le 17 e 30, ad Orzinuovi, dove abbiamo fatto il nostro primo pernottamento. Alla sera grande festa con i com-ponenti locali del gruppo alpini, cena, visita serale alla cittadina e poi tutti a nanna presso la nuo-vissima sede degli alpini di Or-zinuovi.

Venerdì, 6 maggio,seconda tappa km 160,Orzinuovi (Brescia)Occimiano (Alessandria)Ore 7 e 30 partenza alla volta di Lodi, S. Angelo Lodigiano, Pa-via, Cava Manara con sosta per il pranzo.Ore 14 e 40 di nuovo in strada con direzione Zinasco, Sannaz-zaro Burgondi, Meda, Torre Be-netti ed arrivo a Occimiano alle 17 e 45 dove il gruppo è stato accolto in piazza del comune alla presenza di molti bambini e adul-ti che sventolavano la bandiera italiana. A dare poi ufficialità al momento c’era il sindaco del pa-ese nonché presidente del locale gruppo alpini e il sindaco dei bambini. Ci è stato consegnato il gagliardetto del comune.Serata trascorsa in alle-gria assieme ai veci al-pini del luogo, sotto un maxi tendone allestito in centro. Pernotta-mento presso la locale palestra.

Novale (Vicenza)

Orzinuovi(Brescia)

Occimiano (Alessandria)

Superga(Torino) Torino

Il Gruppo Alpini di Novale ha partecipato all’Adunata Nazionale di Torino, raggiungendolain bici: cronaca di tre giornidi ciclismo

9bici

L’idea di andare anche all’Adunata di Tori-no in bici è maturata subito dopo l’Adu-nata Nazionale Alpi-

ni di Bergamo del maggio scor-so, quando per la prima volta partecipavamo ad una Adunata Nazionale con il nostro Gruppo Alpini Ciclisti di Novale. Se, ci siamo detti, abbiamo raggiunto Bergamo coprendo in una sola giornata 205 km, potevamo in tre giorni arrivare anche a To-rino. Tra Novale e il capoluogo del Piemonte ci sono 425 km. Fin dal mese di settembre ab-biamo cominciato a studiare il percorso e quindi ad attivare i contatti con i vari gruppi alpini delle zone in cui pensavamo di fermarci la sera per avere ospi-talità. Già a novembre 2010 tutto era pronto e concordato: percorso, gruppo dei parteci-panti, luoghi di pernottamento, tempi di marcia: in perfetto stile alpino ogni particolare era stato messo a punto. Bisognava solo allenarsi e aspettare il giorno della partenza, fissato per il 5 maggio 2011.Finalmente partiamo: Gino Cerato, Rino Pellichero, Mau-riziuo Peretto, Vittore Peseri-co, Luciano e Riccardo Ponza, Gianluca Preto. Claudio Re-niero, Ennio Zordan assistiti dagli autisti delle 2 “ammira-glie”, Luigi Asnicar e Mario Dal Lago. La partenza è fissata per le 7 davanti, ovviamente, alla sede del Gruppo Alpini di Novale. Ecco la cronaca dei 3 giorni di viaggio:

Sabato, 7 maggio,terza tappa km 90,Occimiano (Alessandria)Superga (Torino)TorinoPartenza ore 7,45 per Casale Monferrato ed attraversamento della Val Cerrina passando i pa-esi di Ozzano, Murisengo, Bro-zolo, Gassino. Quindi, dopo un breve summit tra noi, abbiamo deciso di raggiungere la collina di Superga (10 km di salita) con arrivo alle 12 e 20, visita della cattedrale, quindi alla lapide che ricorda la disgrazia del Grande Torino Calcio e poi ancora in bici per il pranzo a Torino, che lo raggiungiamo alla 13 e 15, dove incontriamo il nostro sin-daco di Valdagno, Alberto Neri, il vicesindaco, Gaincarlo Acerbi, il nostro presidente di Sezione, Nazario Campi per la foto di rito. Alla prossima Adunata… in bici

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lo sporta scuola

La scuola Media Garbin di Valdagno, un modello per l’educazione dei giovani allo sport

È un credo espresso da più parti quel-lo che reputa

l’ambiente scolastico uno dei terreni migliori per la diffusione della cultura e della pratica sportiva. Lo confermano numerosi stu-di, esperimenti sul campo e ricerche, ma a dare la te-stimonianza più importante sono gli operatori che sono chiamati ogni giorno a svol-gere il ruolo di principali promotori, gli insegnanti di educazione fisica all’interno delle scuole. A Valdagno un ottimo esempio arriva dalla Scuola Media Statale “Ita Marzotto Garbin” che da di-versi anni porta avanti attività legate alle più disparate disci-pline, dalle più conosciute fino a quelle non convenzionali. Il buon esito di questi progetti passa per il lavoro di squadra degli insegnanti coinvolti, un team che anche nell’anno scola-stico 2010-2011 ha lavorato con grande affiatamento, e riceve un primo riconoscimento nei suc-cessi ottenuti anche quest’anno. Il progetto educativo si è basato su un approfondimento degli sport di squadra, che hanno per-messo da un lato di lavorare sul coordinamento corporeo, mentre dall’altro hanno potuto inserire un importante bagaglio valoriale legato al rispetto delle regole e al concetto del fair-play. Un corretto e completo progetto educativo di questo genere, infatti, se non può esimersi dal coinvolgere il lato pret-tamente atletico non può neppure dimenticare i suoi giovani destinata-ri, che soprattutto alla loro età sono ben permeabili anche agli insegna-menti che lo sport può dare per la vita di ogni giorno. Degni di nota sono i successi della formazione femminile di calcio a 5 che ha conquistato il titolo provincia-le, seguito da quello regionale, di cui si parla nell’articolo di Martina Dogana. Non è da meno la squadra di snow-board, che a fine gennaio è salita sul primo gradino del podio al Campiona-

to Studentesco Provinciale grazie alle belle gare disputate dagli studenti Mat-teo Visonà e Andrea Cortivo. Gli stessi atleti hanno poi guadagnato un meri-tato secondo posto alla fase regionale. Sono poi approdati fino alle semifinali provinciali anche le squadre di calcio a 5 maschile e di pallavolo femminile. Non sono mancati nemmeno diversi ottimi risultati individuali nell’atletica, come nella corsa campestre, il nuoto e lo sci. Per il terzo anno consecuti-vo è proseguito infine un importante e singolare esperimento. Si tratta del laboratorio di “Gymnaestrada”, che fin dall’inizio ha riscosso un grande successo negli studenti coinvolti (26 quelli partecipanti al laboratorio nel 2010-2011). In questa novità, ancora poco diffusa nelle scuole della provin-cia, si intrecciano gli sport convenzio-nali con le pratiche “di strada” come lo skateboard, le evoluzioni sui pattini o ancora il parkour in una miscela esplo-siva ricca di energia in grado di attrarre anche e soprattutto i più scettici. Basi pensare che esistono campionati dedi-cati esclusivamente alla gymnaestrada fino a livello mondiale, molto diffusi soprattutto nel mondo anglosassone, in Spagna, Portogallo e Francia. Il progetto, sviluppato fin dal 2008 all’in-terno della Scuola media “Garbin”, prevede la costruzione di una coreo-grafia su un tema definito e nella quale confluiscono in gran parte gli spunti degli studenti partecipanti che, giorno dopo giorno, elaborano, variano, cor-reggono il prodotto finale da portare ad una manifestazione provinciale. Quest’anno, proprio la partecipazione attiva dei ragazzi e delle ragazze si è fatta preponderante occupandosi an-che della scelta delle musiche. In ogni coreografia sviluppata si è scelto di proporre l’utilizzo dei comuni attrezzi ginnici nel modo più lontano possibile dal loro consueto impiego, dalle funi di ogni genere utilizzate il primo anno, passando per i diversi tipi di palla dello scorso anno, fino ad una rivisitazione delle discipline olimpiche per l’anno da poco conclusosi. Il Dirigente del-la scuola, prof. Giorgio Trivelli, non nasconde in proposito un giustificato orgoglio. «La soddisfazione è duplice in quanto - sottolinea – da una parte gli allievi più bravi hanno saputo ottenere eccellenti risultati agonistici piazzan-

di Giulio Centomo

10calcio un ciclone

rosaLa Scuola Media “Garbin” si aggiudica

il titolo regionale dei Giochi dellaGioventù nel calcio a 5 femminile

Grande soddisfazione per la scuo-la media “Ita Marzotto Garbin” di Valdagno, che a sorpresa è riuscita a vincere la Finalis-sima Regionale dei Giochi

Sportivi Studenteschi di calcio a 5 femmi-nile a Verona con la squadra composta da Maria Bauce, Sofia Bertoldi, Elisa Calzati, Elena Celotto, Teresa Falloppi, Beatrice Gaiarsa, Alberta Peserico, Giulia Schia-vo, Benedetta Storti, Sara Zarantonello e Silvia Zordan.. Da segnalare il fatto che nessuna delle giovani calciatrici gioca a calcio. Alcune di loro ha esperienza nel basket e la loro forza è stata proprio il gioco di squadra, il far girare la palla e spiazzare le avversarie. Le ragazze, gui-date dagli insegnanti Manuela Rossi, Nadia Bernardi e Luigi Sesso, si erano aggiudicate il titolo provinciale a metà marzo giocando in casa al Palalido di Valdagno, avendo la meglio in semifi-nale contro la scuola media di Altissi-mo e vincendo in modo spettacolare la Finale contro la squadra del Longare per 5-0. Lo scorso mercoledì 11 mag-gio la Finale Regionale si è disputata a Verona, dove il sorteggio ha abbinato la scuola valdagnese alle pari età di Montebelluna (TV) e di Belluno. La prima partita con squadra della Mar-ca è andata benissimo, con una netta vittoria per 4-0. Nella partita successiva disputata con le atlete bellunesi le ragazze di Valdagno si sono portate sul 2-0, per essere poi raggiunte allo scade-re del tempo. Quindi la successiva partita tra Montebelluna e Belluno è diventata decisiva per l’acces-so delle nostre in finalissima. La vittoria è andata alle trevigiane, grazie alla buona sorte e alla loro determinazione (oltre al tifo del-le ragazze della Garbin!), con il risultato di 5-2 per cui il Monte-belluna non è riuscito a sorpas-sare, per un solo gol, la scuola di Valdagno.Scrollata di dosso la paura di non entrare in finale, le giovani atlete valdagnesi hanno messo in campo cuore e caparbietà, disputando un match davvero perfetto contro la squadra di casa veronese. Una supremazia nel gioco e nella tecnica dall’inizio alla fine, che ha portato alla vitto-ria meritatissima con il risul-tato nettissimo di 5 a 0. Le ragazze della Garbin han-no così potuto alzare la pre-stigiosa coppa come nuove campionesse regionali.

di Martina Dogana

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dosi in ambito extracomunale ai vertici di molte discipline, talora superan-do anche avversari di caratura regionale, mentre dall’altra la generalità degli alunni di tutte le classi è stata coinvolta in attività di gruppo, come i tornei e le gare interne all’istituto, che hanno puntato ad obiettivi educativi fondamen-tali quali la partecipazione, l’impegno solidale, la collaborazione e la lealtà sportiva. In più, molte ragazze e ragazzi che incontrano difficoltà e problemi di varia natura hanno avuto così l’opportunità di esprimere potenzialità nuo-ve, seguiti e condotti attraverso la pratica di questi sport e la realizzazione di progetti come “Gymnaestrada”, con l’esibizione delle loro abilità davanti alla platea formata da tutte le classi e dagli insegnanti riuniti per il momento dei saluti finali l’ultimo giorno di scuola.»

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12

il sogno del bosco

Le sorgenti del Bac-chiglione hanno il loro ambito e il loro primo tratto denominati Bac-chiglioncello e si

trovano sul confine tra i Comuni di Dueville e Villaverla in corri-spondenza della confluenza tra il fiume Bacchiglioncello e il tor-rente Timonchio.In questi giorni è stato dato il via ai lavori, finanziati dall’Unione Europea, Provincia di Vicenza e Comuni di pertinenza, di riquali-ficazione ambientale di una delle più ampie aree risorgive d’Eu-ropa, per la realizzazione di un interessante parco naturalistico che diventerà sia motivo di at-trazione turistica e in genere ri-creativa, sia di studio delle varie specie animali che in esso trove-ranno il loro ambiente naturale.

L’area di intervento ricade all’interno del comprensorio del Consorzio di Bonifica Alta Pianura Veneta, il quale gestisce lo scolo denominato “Roggia Fontanone“, che lambisce l’area d’interesse.L’area è attualmente occupata da un impianto di piscicoltura, non più in funzione, il quale, costru-ito negli anni Sessanta, risulta oggi in completo abbandono.La piscicoltura si estende per più di un chilometro da nord a sud in un susseguirsi di vasche in cemento parallele fino a con-cludersi in immediata prossimità del punto di confluenza tra Ti-monchio e Bacchiglioncello.Quando l’impianto della pisci-coltura funzionava , risultava una delle strutture per l’alleva-mento ittico di maggior esten-sione in Europa, traendo forza

dall’eccellente qualità delle acque che lo alimentavano, in quanto l’area sorge all’interno della fascia delle risorgive, dove non lontano è anche presente l’impianto di captazione che ali-menta l’acquedotto civile della città di Padova.Oltre alla stretta interazione con la Roggia Fontanone, gestita dal consorzio di bonifica, il sistema idraulico della piscicoltura è fortemente influenzato dai corsi d’acqua demaniali denomina-ti “Bacchiglioncelo”, lungo il confine orientale dell’area del “Fosso Roggiale” e del torrente Timonchio lungo il confine oc-cidentale dell’area.La costruzione dell’impianto di piscicoltura ha fortemente stra-volto l’assetto idrografico ed ambientale dell’area, mediante la creazione di vasche di ce-

mento armato di vario tipo, di forme estremamente regolare, con caratteristiche ben diverse dalla configurazione naturale, privando l’area della vegetazio-ne spontanea tipica della zone di risorgiva. Per cui a causa della creazione delle arginature dei bacini per l’allevamento ittico, l’alveo ori-ginario del Bacchiglioncello è completamente sparito.Fortunatamente resta traccia nella mappatura catastale dell’o-riginaria morfologia del corso d’acqua e delle risorgive che lo alimentavano.L’ abbandono negli anni ha favo-rito la ricolonizzazione dell’area da parte di numerose specie ani-mali e vegetali.Date le peculiarità del sito l’As-sessore provinciale all’Ambien-te, Paolo Pellizzari, ha ritenuto

Sono iniziati i lavori per il ripristino dell’area delle sorgenti del Bacchiglione: uno straordinario sito di circa 20 ettari, il primo in Europa per dimensioni,

con caratteristiche ambientali e biogenetiche uniche che lo faranno essere un importante centro di studi naturalistici oltre a una interessante attrattiva turistica

di Dorino Stocchero

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13natura

opportuno avviare un progetto che permettesse la valorizzazio-ne dell’area sia da un punto di vista ambientale –naturalistico che didattico e ricreativo.Quindi il sogno del Bosco di Dueville sta per diventare realtà: uno straordinario e unico parco naturalistico, un’area risorgiva tra le più grandi d’Europa, dove sarà possibile conoscere e stu-diare in presa diretta gli animali, in uno scenario spettacolare di notevole richiamo turistico. L’intervento in progetto, infatti, si prefigge l’obiettivo di ricreare la morfologia originaria di una parte delle sorgenti del Bacchi-glione e di portare, quindi, il sito nelle condizioni antecedenti alla realizzazione dell’impianto di piscicoltura, risalente agli anni Sessanta.Non disponendo di ulteriori in-

formazioni, il tracciato origina-rio è stato ricreato grazie alle mappe degli impianti catastali, che riportano il perimetro del-le acque pubbliche così come erano state rilevate prima della realizzazione della piscicoltura nelle quali sono pure riprodotte le aree di risorgiva con grafia di servitù idraulica.L’appuntamento per l’inizio dei lavori, che saranno realizzati dal Consorzio di Bonifica Alta Pia-nura Veneta, è stato fissato per l’8 aprile 2011 e così puntual-mente è avvenuto, presenti le autorità e tanti cittadini, tra cui anche molti ragazzi delle scuole di Novoledo, Villaverla e Due-ville, a rappresentare le genera-zioni future per cui il progetto è stato pensato. Una festosa ce-rimonia ha ufficializzato l’inizio

dei lavori che si concluderanno nell’arco di tre anni.Il Presidente della Provincia At-tilio Schneck ha annunciato che la volontà della Provincia è di riportare il Bosco com’era una quarantina di anni fa, in modo che un ambiente così singolare possa essere usufruito da tutta la popolazione.L’Assessore Paolo Pellizzari ha illustrato i dati tecnici del pro-getto, ricordando che il pregio ambientale dell’opera ha con-vinto la Comunità Europea a so-stenerlo con l’obiettivo di ricre-are gli habitat tipici della zona delle risorgive.Le ragguardevoli dimensioni del sito (circa 20 ettari) e le sue caratteristiche ambientali offro-no l’opportunità di ricavarne una zona ad alto contenuto bio-

genetico nella quale ripristina-re diversi habitat del Bosco di Dueville (aree umide, siepi e ambienti ripari , bosco planiza-le) sia con finalità ambientali che didattiche. Parallelamente, per valorizzare l’aspetto cul-turale e la centralità geografi-ca del sito rispetto al Bosco di Dueville, si ritiene di recuperare gli indirizzi del vecchio piano ambientale con la creazione di un polo di attività scientifiche e culturali connesse a servizi per la fruizione turistico ricreative dell’intero comprensorio.Il recupero ambientale di que-sta zona ridarà vita all’ambien-te naturale delle sorgenti con il pieno ripristino delle risorgive e dell’originario tracciato fluviale.

Sono iniziati i lavori per il ripristino dell’area delle sorgenti del Bacchiglione: uno straordinario sito di circa 20 ettari, il primo in Europa per dimensioni,

con caratteristiche ambientali e biogenetiche uniche che lo faranno essere un importante centro di studi naturalistici oltre a una interessante attrattiva turistica

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14calcetto

destini incrociatidi Omar Dal Maso

Sport Game Schio e Team Vicenza si sono uniti

sotto la bandiera dello Sporteam United per

vincere assieme: cronaca di una

stagione trionfale

Sport Game Schio e Team Vicenza: due destini che si uniscono. E che meno di un

anno dopo brillano, come le medaglie d’oro che ren-dono ancora più luminosi i visi delle ragazze dello Sporteam United – questa la nuova denominazione coniata nell’estate del 2010 -, laureatesi campionesse regionali fra le “signore” di serie C, e le signorine del torneo Under 18. Con tanto di “tocco”, il tipico copri-capo anglosassone dei ne-odottori, in testa al termine del campionato veneto di calcio a 5 femminile, e un tocco da “pro” del pallone del futsal nei palazzetti di tutta la regione. Risultati sul campo forse inattesi per il presidente Andrea Maz-zon e lo staff, giunti paral-lelamente all’impegno pro-fuso nel settore giovanile e che permette ora di contare

50 tesserate. La partecipa-zione delle squadre Junio-res (miglior team assoluto dopo la vittoria in regular season e nella finale-derby contro la Thienese) e delle baby Giovanissime, rende l’idea di come lo Sporteam United trovi la sua ragione di esistere prima di tutto nella promozione dello “sport del cuore”, il futsal. E rivela come logica con-seguenza il raggiungimen-to di target sportivi che si traducono per le ragazze e ragazzine in emozioni indimenticabili. L’album dei ricordi della stagione 2010/2011, insomma, è ben imbottito per la banda delle teenager soprannomina-te “Volpine”. Per la prima squadra guidata dal guru Lucio Solazzi, invece, l’av-ventura è ancora in corso, ci sarà spazio più avanti per gli highlights dell’annata: lo Sporteam rappresenterà il Veneto nella fasi finali del campionato nazionale:

in palio lo scudetto trico-lore a sfumature rosa. Con la serenità nella mente e l’adrenalina nelle gambe di chi, comunque vada, ha già raggiunto e forse oltrepas-sato i propri limiti, guada-gnando insieme alle Lupe (formazione padovana) l’accesso al primo campio-nato italiano di serie A. In-tanto le squadre principesse di Emilia, Toscana, Lom-bardia e Trentino sfideran-no le pari rango vicentine griffate Sporteam United, designando due rappresen-tanti candidate poi al trono di regina d’Italia. Di sogni si parla, è chiaro, ma le at-lete non esitano a cullarli e trasformare la propria squa-dra in Sport…Dream. Fino a fine giugno, insom-ma, sarà bagarre con la palla al centro e con il pa-lazzetto di Sarcedo sempre più incandescente. E non solo per il caldo dell’estate in arrivo…

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16volley

“Poker d’assi!” Questo è il grido di felicità che è esploso alla conclusione dell’ul-tima finale vinta a Lugo di Vicen-za il 14/ 15 maggio 2011 dalla Società SPORTING ALTO VI-CENTINOL’obiettivo della Società è stato pienamente raggiunto. 4 titoli vinti!In primis è stato fortemente volu-to il passaggio dalla 2° divisione alla 1° divisione.Il clima affiatato all’interno della squadra ha portato a questo pri-mo eccezionale risultato, ennesi-ma promozione di categoria per la Società Alto Vicentino, nato da una serie impressionante di vittorie ottenuto dalle ragazze di Walter Busato, che si sono ricon-fermate squadra da battere anche nella fase play off, dove hanno prima vinto 3 a 1 contro il team Pallavolo Costo e poi nella finale con un secco 3 a 0 contro la So-cietà Santa Croce. Ma non finisce qui! La squadra approda alla fase finale provin-ciale OPEN, vincendo ancora 3 a 0 contro il San Paolo. Approda quindi di diritto alla fase naziona-le di categoria che si disputerà a Cervia nel mese di settembre.Un onore inoltre per lo staff diri-

genziale sono stati i risultati delle altre squadre della società che per tutto l’anno hanno cercato di por-tare a casa la finale riuscendoci con un ponteggio di tre a due per entrambe le finali under 16 e un-der 18 grazie anche alla scelta di far giocare tutte le atlete in modo completo con più partite possibili in varie categorie.Un elogio va fatto in primis agli allenatori dell’under 16 Marco Zanatta e dell’under 18 Patrizia Salivatori.Con questo risultato di diritto vo-lano verso la fase regionale.L’urlo di incoraggiamento ha fat-to da cornice a queste soddisfa-zioni, 300 gli spettatori presenti fino ad arrivare ad oltre 700 per-sone per la finale OPEN. Numerose sono state comun-que le difficoltà passate durante l’anno, tra infortuni vari e diffi-coltà nella gestione delle pale-stre. Un elogio particolare va fatto alle giocatrici della prima divisione per il loro impegno e per la loro capacità a far fronte al cambio di allenatore durante la stagione. Ma la lor volontà di continuare e dare sempre il me-glio nel gioco e di portare a casa la vittoria contro tutti e tutto è stata sempre massima.La società SPORTING ALTO

VICENTINO, ha da sempre va-lorizzato il vivaio giovanile e da questa anno con l’inserimento in più di Marco Zanatta ha portato un aumento di vivacità e profes-sionalità all’interno dello staff degli allenatori. Entusiasmo da parte del direttivo per la costanza e la continuità dei risultati e per l’arrivo di nuove atlete.La società ora si trova ad avere due prime divisioni, una terza divisione, una squadra under 18, categoria open, due squadre under 16, due under 14, due un-der 13, due under 12 e tre settori mini volley in tre comuni diversi: Valdagno, Chiampo, Nogarole Vicentino.Non va dimenticato la seconda squadra dell’ under 16 arrivata quarta in classifica finale e la un-der 12, atlete appena uscite dal miny volley tutte del 1999 che solo per differenza set non hanno raggiunto i play off.Si fa sempre più forte quindi l’i-dea di valorizzare una squadra giovanile che disputi incontri a livello regionale, capace di dare il giusto risalto a tutto il movimen-to pallavolistico che fa capo allo Sporting Alto Vicentino.

poker di vittorie

La SPORTING ALTO VICENTINO fa il bilancio di una

stagione super con le ragazze di Walter Busato promosse in

prima categoria

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PROMOZIONE 1° DIVISIONE

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17arti marziali

Il Taekwondo è un’antica arte marziale coreana che trae le sue origini dalla Corea del Sud . Il significato del termine Taekwondo è: ‘arte dei

pugni e dei calci in volo’. E’

questa la disciplina scelta nel 1972 dal Maestro Alessandro Vaccari che una volta intrapre-sa questa strada ha dedicato più della metà della sua vita per divulgare la sua passione, av-vicinando a questa magnifica disciplina migliaia di giovani.Il suo maestro coreano, Hum Ill Joeng, 9 Dan, uno dei più importanti maestri in Europa, gli ha trasmesso la qualità che serve per potere praticare così a lungo un’arte difficile e com-plessa che ha nel suo interno svariati risvolti: marziali, psi-cologici e agonistici.Proprio in campo agonistico, il Maestro Vaccari si è da subito distinto entrando già nel 1974 a far parte della squadra regio-nale del Badem Wuertenberg (Germania), essendo in quel periodo residente con i genitori a Pforzheim.Da subito si è dimostrato di es-sere l’atleta di punta del club locale conquistando 5 titoli re-gionali individuali e 5 a squa-dre. Nel 1978 il Maestro Vaccari fa ritorno in Italia e apre la sua at-tuale scuola: il taekwondo Club Schio, prima società nel veneto di questa disciplina. Nello stes-so anno partecipa ai campionati italiani vincendoli ed entra a far parte della nazionale Italiana. Nel 1979 vince per la seconda volta il titolo italiano e con la nazionale Italiana partecipa ai mondiali piazzandosi al 4° posto. Nel 1980 partecipa agli europei conquistando un ottimo 2° posto.Nel 1981 e ’82 si piazza al 2° posto ai Campionati italiani e vince tutte le competizioni or-ganizzate dalla nazionale Italia-na: triangolari, quadrangolari e tornei internazionali.Dal 1984 si dedica alla forma-zioni dei suoi agonisti, prepa-randoli talmente bene che rie-sce a centrare l’obiettivo con due atleti che vincono gli italia-ni. Una di loro, Paola Costa, si piazza al 2° posto agli europei. Da quel momento in poi si è persa la conta delle medaglie, soprattutto per quanto riguarda quelle della figlia Katia, ora 29 enne, che ha totalizzato ben 63 podi nella sua carriera.La voglia di insegnare questa

fantastica disciplina non gli è mai mancata trovando sempre dei nuovi stimoli, e nel 2000 è ritornato sul quadrato nella spe-cialità forme diventando uno dei più qualificati atleti della specialità in campo europeo.

La sua scuola ,ha mantenuto vivo l’insegnamento del suo Maestro, insegnando tutte quel-le che sono le fondamenta del taekwondo, non dimenticando che pur essendo uno sport olim-pico, la maggior parte dei suoi allievi vengono formati impa-rando l’arte marziale originaria, non solo l’aspetto agonistico. Nel corso degli anni il Maestro Vaccari ha sfornato 72 cinture nere e alcuni di essi sono anco-ra suoi allievi, che si allenano e vivono in armonia il piacere di praticare questo sport anche dopo 40 anni. Attualmente la società scledense conta 86 al-lievi dai bambini dai 6 anni fino agli adulti. Siamo certi che sentiremo par-lare ancora del Maestro Vaccari prossimamente, visto che il suo prossimo appuntamento sarà gli European Master game di forme e combattimento, dove combatterà come testa di serie negli over 50.Un curioso aneddoto avvenuto in un incontro internazionale in Germania. A metà del terzo round il maestro Vaccari sfer-ra un attacco al viso con un calcio circolare, centrando in pieno l’avversario. L’arbitro centrale ferma immediatamente l’incontro vedendo l’atleta con la faccia insanguinata. Viene chiamato il medico pronto a soccorre l’atleta, ma si sco-pre con lo stupore di tutti che non vi è alcuna ferita. Ma al-lora da dove arriva il sangue? All’angolo il Maestro Vaccari si guarda il piede, anch’esso tutto insanguinato, si scopre che l’alluce destro ha una pro-fonda ferita. Non sente alcun dolore e si fa fasciare il dito con il tape (nastro da gara) continua l’incontro di finale vincendolo. Solo allora si reca dal medico che gli constata con stupore una tripla frattura dell’alluce. Una volta portato all’ospedale è stato operato ed ingessato, per ritornare velocemente al palaz-zetto e ritirare sul podio la sua medaglia d’oro. Forse parliamo di altri tempi e altri spiriti ago-nistici, ma queste cose fanno la differenza tra uno sportivo ed un combattente.Il Maestro Vaccari nel suo tem-po libero ha coltivato anche

il Maestro AlessandroPer la serie “STORIE DI MAESTRI”, MassimoNeresini racconta IL MAESTRODI TAEKWONDO ALESSANDRO VACCARI

Il Maestro Alessandro

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Il Maestro Giuseppe Bon ha organizzato e diretto personalmente lo “STAGE AL MARE DI KUNG FU E TAI CHI CHUAN” al quale hanno partecipato tra sabato 21 e domenica 22 circa 35-40 allievi delle Scuo-le Italia Poon Zè Team di Vicenza (palestra

Axel), Schio (palestra New Gym) e Valdagno (pa-lestra Progetto Musica) ed altri allievi provenienti da palestre esterne al circuito vicentino ma dirette dal Maestro Bon. Due giornate, come sempre, nel segno del Kung Fu con tanto lavoro sotto un forte sole pre-estivo che ci ha letteralmente fatto “fon-dere sotto il caldo impressionante”. Chi vuole in-traprendere questo duro ed impegnativo percorso che ti ricambia con grandi soddisfazioni, non esiti a contattare direttamente il Maestro Bon al cell. 328-7304862 o su face book o mail al indirizzo mail [email protected]

stage al mare di Kung Fu e Tai Chi

Chuan della scuola Italia Poon Ze’ Team

altri sport, riuscendovi an-che piuttosto bene, grazie evidentemente alla prepa-razione pisco-fisica che dà il Taekwondo: sport come lo sci da discesa e lo sci da fondo portando a termine ben 10 marcelonghe e altre 12 granfondo con un ter-zo posto alla granfondo di Asiago (60 km) e altri sport come la mountan bike, wind surf e la corsa. Pro-prio con la corsa ha parteci-pato alla maratona di New York , portandola a termine

in 4 ore e 35 minuti, senza un gran allenamento Altra sua grande passione è la moto. Da sempre quella da strada (o da piega come lui la definisce) rimane la sua preferita. Negli anni 80 ha partecipato al Campionato italiano della montagna, gare in salita, concluden-do al 10° posto. Ha anche partecipato al Campionato triveneto di trial ottenendo un ottimo 11° posto. Negli ultimi tempi è ritornato alla moto da strada, facendo

lunghi viaggi: due volte ha raggiunto Capo Nord e tan-te altre mete europee.I corsi vengono diretti dal maestro in persona con l’appoggio dei suoi istrutto-ri presso la palestra il Dojo in via Pietro Maraschin di Schio. Ringrazio il Maestro Vac-cari che abbiamo già potuto conoscere qualche anno fa in un articolo su SPORTI-VISSIMO e sempre mi col-pisce la sua estrema serietà di Maestro che si unisce

alla sua umiltà di persona sempre disponibile.Io auguro buone vacanze a chi le sta facendo o pro-grammando senza dimen-ticare che le vacanze non sono un momento in cui si molla tutto bensì un mo-mento di rilassamento del corpo e dello spirito che deve rafforzare e rendere pronti ad affrontare un nuo-vo anno… qualche volta un nuovo percorso, allora pensiamo al modo cinese di rappresentare il rilassamen-

to “una gru pronta a pescare il pesce”, sembra lì rilassata con una zampa alzata, ed infatti lo è, ma nello stesso tempo è altrettanto pronta a prendere, rapidissima, un pesce…

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19una vitaper il calcioSabato 14 maggio nel-

la sede romana della F.I.G.C si è tenuta la consegna dei diplo-mi di benemerenza riservata ai Dirigenti

tesserati che si sono particolar-mente distinti per competenza, impegno e lealtà nel mondo del calcio. Alla presenza delle mas-sime autorità federali, il presiden-te federale Giancarlo Abete e il presidente del Settore Giovanile e Scolastico Gianni Rivera, Lu-ciano Berti ha conosciuto il suo momento sportivo più alto dopo una vita dedicata al calcio con serenità, umanità, grande profes-sionalità ed onestà. Un momento di grande soddisfazione persona-le ma anche di vanto per la città di Valdagno e di orgoglio per la U.S.D. Real Valdagno. Sintetiz-ziamo brevemente la lunghissi-ma carriera sportiva di Luciano:Luciano Berti è nato a Valdagno il 2.8.1949. Il suo esordio nel mondo del calcio da giocatore avviene nelle fila del settore gio-vanile del Marzotto. Si trasferi-sce alla Società Azzurra Maglio a livello di 2° categoria. Passa al Malo in serie D per poi ritornare nel Valdagno in Promozione. A soli 26 anni lascia il calcio gioca-to per problemi fisici e consegue subito il patentino di allenatore sia per il Settore Giovanile che per i Dilettanti. Lungo e presti-gioso anche il suo curriculum da allenatore e dirigente. Inizia a guidare l’Azzurra Maglio trasfe-rendosi poi alla Piana che sotto la sua guida conosce i suoi anni migliori. Ritorna all’Azzurra Maglio per poi trasferirsi a Val-dagno ad occuparsi del Settore Giovanile. Nell’Azzurra Maglio ha ricoperto la carica di Presiden-te per circa 10 anni e, in tempi di-versi, la carica di Vice Presidente e Direttore Sportivo. Una volta ritornato a Valdagno ricopre la carica di Direttore Sportivo del Settore Giovanile della Nuova Valdagno ed allena in categorie diverse numerose formazioni biancocelesti. Socio fondatore del Real Valdagno, ne è attual-mente il Direttore Sportivo ed allenatore dei Pulcini 2002 con i quali ha vinto sia il Campionato autunnale che il campionato pri-maverile. Da quattro anni dirige il progetto “Più sport a scuola” diffondendo in tutte le scuole di Valdagno il gioco del calcio e contribuendo concretamente ad avvicinare allo sport tantissimi bambini. Ideatore e direttore del Camp estivo a Cerealto che coin-volge ogni anno un centinaio di ragazzi. La Dirigenza della U.S.D. Real Valdagno e la Dirigenza della A.C. Nuova Valdagno esprimo-no a Luciano Berti le più caloro-se felicitazioni per l’importante

riconoscimento ottenuto che lo proietta ai massimi livelli del calcio italiano.(nelle foto vediamo Luciano Berti tra il Presidente della F.I.G.C Giancarlo Abete ed il Presidente del Settore Giovani-le e Scolastico Gianni Rivera)

di Silvano Bernardicalcio

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Il Presidente della F.I.G.C, Giancarlo Abete, ed il Presidente del Settore Giovanile e Scolastico, il mitico Gianni Rivera, hanno premiato il valdagnese Luciano Berti perla sua lunga e onesta attività didirigente sportivo

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20

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vigili del fuoco

A Bagno di Gavorrano

la 24 ª edizione del Campionato Italiano VV.F

Nuoto per Salvamento.

Ottimo risultato dei

5 vicentini in gara che

centrano tutti il podio

Seppur con meno compo-nenti rispetto alle precedenti edizioni, risul-tati sempre al

massimo livello quelli ot-tenuti nella trasferta della selezione del Comando dei VV.F. di Vicenza alla 24ª edizione del Campionato Italiano VV.F. di Nuoto per Salvamento che ha visto come sede della manifesta-zione Bagno di Gavorrano (GR) dal 12 al 14 Maggio 2011.Infatti 5 sono stati i com-ponenti della compagine vicentina impegnati in questa spedizione in terra Toscana : Roberto Dec-

chino, Marco Grigoletto, Adalberto Marangoni, Bru-no Preto e Giandomenico Sartori a gareggiare per i titoli nazionali in palio con 220 atleti provenienti da 26 Comandi di ogni parte d’Italia, sfidandosi su tutte le 4 discipline natatorie e di trasporto manichino in-dividuali, 100 m ostacoli (50 m per gli M60/M65), 50 m trasporto manichino, 50 m percorso misto con manichino e 50 m trasporto manichino con pinne e nel-le due staffette a squadre, la 4x50 m ostacoli e la 4x25 m trasporto manichino. Questa disciplina del Nuo-to per Salvamento assu-me per i Vigili del fuoco

un particolare a-spetto di formazione professionale, costituendo un momento sportivo collegato diretta-mente con l’attività di soc-corso che giornalmente i Vigili del Fuoco sono tenuti a prestare sul territorio na-zionale per salvataggi negli specchi d’acqua siano essi marini, lagunari, fluviali e lacustri. Un’attività che gli atle-ti svolgono sempre fuo-ri dall’orario di lavoro e quando partecipano al-le gare nazionali come questa, si pagano di tasca propria la trasferta ed il soggiorno. Ma nessuno vi rinuncia perché questi momenti rappresentano anch’essi il modo di essere dei Vigili del fuoco.Il Comando di Vicenza non solo ha come punto di or-goglio la squadra sommoz-zatori, ma dispone anche di personale altamente prepa-rato nel settore salvamento in acqua.Una preparazione del perso-nale che non solo si manife-sta a livelli di eccellenza in caso di interventi ma anche a livello sportivo con una squadra che anche in questa occasione ha dimostrato di essere capace di primeggia-re a livello nazionale.E a questo proposito un doveroso ringraziamento

di Franco Decchino

quelli che ti salvanoè quello rivolto da tutta la Squadra Vi-centina ai re-sponsabili dell’impianto natatorio “Le Piscine” di Viale Ferrarin Vicenza per la disponibilità nel periodo di preparazione alla gara.Andando al lato prettamente sportivo, il Titolo nazionale 2011 è stato vinto dal Co-mando provinciale di Torino che ha preceduto la squadre ospite di Grosseto, quella di Genova, di Livorno e di Ca-gliari. Ricordando che la rappre-sentanza del Comando di Torino, oltre ad aver vinto il Titolo 8 volte nelle ultime 9 edizioni e consecutivamente negli ultimi 4 anni, è da sem-pre tra le prime anche nel Campionato Italiano Nuoto per Salvamento Federale, che Livorno può vantare altri 9 titoli negli ultimi 15 anni, che gli altri Coman-di provengono da città di mare (Cosa che ha una sua importanza) e che tutte que-ste hanno potuto schierare compagini di 25-30 elemen-ti contro i 5 dei berici, il 6° posto ottenuto dal Comando di Vicenza, che ha preceduto il Comando di Venezia piaz-zatosi al 7° posto, assume un valore ancora più rilevante.Bissando così il risultato della scorsa edizione di Ca-gliari ma dove 8 erano gli Atleti presenti.

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21nuotoMartini

dixitReddite quae sunt Caesaris Caesari et quae sunt Dei Deo,

Giuseppe Martini cita il Vangelo di Matteo (22, 21):

rendete a Cesare le cose che sono di Cesare e a Dio quelle che sono di

Dio, per invitarci a riflettere sulla misura dei commenti sportivi che devono

sempre considerare l’importanza della manifestazione di cui si scrive:

onore alla Leosport di Creazzo che in

dieci anni di attività ha espresso un nuoto

giovanile ai massimi livelli nazionali

Quando nei media si riporta un risultato sportivo è doveroso verso i meno esperti del set-tore indicare la valenza dello stesso onde evitare confu-sione e poca trasparenza. Le

manifestazioni sportive sono molteplici e lo spirito che le animano il livello di prepara-zione dei partecipanti e quindi l’importanza del risultato raggiunto dagli stessi può avere una portata diversa. Nel panorama sportivo natatorio le società dispongono di mezzi chi più chi meno, gestiscono un solo impianto o molti impianti operando in un bacino di utenza più o meno rilevante. Ovviamente più ampio è il numero di scuole nuoto diret-te da una stessa società più probabile è che emergano dei talenti. Le società sportive possono essere in auge per periodi di tem-po anche lunghi e spesso per motivi non da loro dipendenti spariscono o vengono no-tevolmente ridimensionate. L’aspetto eco-nomico condiziona la scelta di una società nel dare preminenza all’agonismo. Questa attività è considerata di grande valore dal punto di vista sociale ma poco remunerati-va dal punto di vista dei profitti e il ritorno di immagine non è sempre adeguato. Sono passati più di 10 anni da quando la squa-dra agonistica della Leosport, società che gestisce la piscina di Creazzo, ha fatto la sua prima apparizione ad un Campionato Italiano giovanile di nuoto. Era il lontano 2001 quando la appena 13enne Gigliola Tecchio apriva col botto la sua bella car-riera sportiva vincendo il suo primo Tito-lo Italiano giovanile. Dal quel momento, per il gruppo agonistico di Creazzo ini-ziava una serie di grandi soddisfazioni e maiuscole prestazioni che hanno con-tribuito ad elevare la Leosport a primis-simo rango sia nel Veneto che in Italia. Dal 2001 in tutte le ventuno edizioni dei Campionati Italiani Giovanili (una invernale in vasca corta e una estiva in vasca lunga) la Leosport ha portato al-meno un atleta dei suoi sul podio della più importante manifestazione giova-nile di nuoto italiana. Ben 23 ragazzi residenti nei comuni di Creazzo, Loni-go, Villafranca e limitrofi hanno potuto godere della gioia di salire su un podio nazionale, e di seguito riportiamo un po’ di numeri per rendere più chiaro il movimento:Ovviamente questo è il frutto di un grande lavoro qualitativo di base, che inizia da una solida e ben strutturata scuola nuoto con istruttori federali,

di Giuseppe Martini

78 Medaglie nazionali

22Titoli nazionali di categoria giovanili

( Tecchio, Lucatello, Biondani, Zamberlan )

25 Medaglie d’ Argento ai Campionati Italiani

di Categoria ( 5 staffette )

26 Medaglie di Bronzo ai Campionati Italiani di

Categoria ( 6 staffette )

2 Medaglie d’ Argento Campionati Italiani

Assoluti ( Tecchio )

5 Medaglie di Bronzo Campionati Italiani

Assoluti ( Tecchio )

1 Nazionale Italiana Ass. Campionati Mondiali

Roma 2009 ( Tecchio )

1 Nazionale Italiana Ass. Campionati Europei

Trieste 2005 ( Tecchio )

1 Nazionale Italiana Universitaria Universiadi

Belgrado 2009 ( Tecchio )

1 Nazionale Italiana Ass. Giochi del Mediter-

raneo Pescara 2009 ( Tecchio )

1 Nazionale Italiana Cadette Coppa Latina

2006 San Paolo del Brasile ( Tecchio )

2 Nazionali Italiana Giovanili ( Giacomuni,

Lucatello )

5 Primati Italiani di Categoria ( Lucatello )

1 Primato Italiano Assoluto Staffetta Nazionale

(Tecchio)

1 Medaglia d’Argento Giochi del Mediterraneo

( Tecchio )

2 Medaglie d’ Oro Coppa Latina (Tecchio)

3 Medaglie d’ Argento Coppa Comen (

Giacomuni )

2 Medaglia di Bronzo Coppa Comen (Lu-

catello)

2 Prossime convocazioni in Nazionale Europei

Juniores 2011 ( Lucatello) e Squadra ragazzi

( Biondani )

80 Tesserati agonisti tra Esordienti A e B, Cat-

egoria e Assoluti

50 Tesserati settore Propaganda

25 Tesserati settore Master

3 Piscine fino al 2009 ( Creazzo, Lonigo, Vil-

lafranca)

3 Piscine ad oggi ( Creazzo , Villafranca,

Dueville scoperta da 50m )

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Page 22: sportivissimo_giugno

22 PALMARES NAZIONALE per anno agonistico (C:Creazzo, L:Lonigo, V:Villafranca)

ANNO ORO ARGENTO BRONZO

2001 -1 Tecchio Gigliola C-

-1 Tecchio-

2002 -1 Baldinazzo Dawit C- -1 Staff, Baldinazzo- Rossi-Montibeller-Michelazzo C-

-2 Tecchio- -1 Staff, Baldin-azzo-Pozza- Rossi- Michelazzo Montibeller C-

2003 -1 Tecchio- -1 Staff, Baldinaz-zo-Pasqualin-Pozza Montibeller C-

2004 -2 Tecchio- -2 Tecchio- -1 Tecchio- -1 Zamberlan Laura C-

2005 -1 Giacomuni Cristiano C- -1 Giacomuni- -2 Tecchio1 Ass, 1 Giov-

2006 - 4 Tecchio--1 Zamberlan-

-1 Greta Sponza V--1 Staff, Maroccolo L- Sponza- Zamberlan- Tecchio- -1 Saff, Zamberlan-Sponza-Tecchio-Bedin C- -3 Tecchio 2 Ass 1 Giov-

-1 Giacomuni- -2 Tecchio 2Ass, 1 Giov--1 Zamberlan-

2007 -1 (Montibeller Alberto)--1 Staff Bontempo V,Cera-Mon-tanari-Costeniero C--1 (Staff Finotto L - Pozza-Baldinazzo-Montibeller)-

-1 Sponza- -1 Giacomuni- -1 Tecchio Ass.--1 Staff, Finotto-Giacomuni - Pozza-Montibeller--1 Staff, Cera -Montanari -Costeniero-Bontempo-

2008 -6 Lucatello Martino C-

-1 Lucatello--1 Staff, Bedin-Sponza-Cera-Montanari-

-Tecchio 2 Ass -1 Staff, Adami V-Sponza-Bedin-Cera- -1 Dalla Pozza Filippo C--Sponza 2- -1 Lucatello-

2009 -Lucatello 3- -Sponza 2-

2010 -3 Biondani Giorgia V-

-Lucatello 3- -1 Biondani-

2011 -Lucatello 2--Biondani 2-

-1 Barbera Alberto Maria C- -1 Lucatello- -1 Querci Beatrice C--1 Barbera Alberto Maria-

finalizzata anche alla costituzione di un ampio vivaio di giovani agonisti seguiti da allenatori professionisti. Gli Esordienti inoltre vantano innumerevoli podi regionali.

Si è svolta domenica 12 giugno la prima edizio-ne dell’Ironman 70.3 Italy a Pescara su distanza mezzo Ironman (1,9 km nuoto-90km bici- 21 km corsa), primo evento in assoluto del circuito Ironman in Italia. Ha vinto Martina Dogana con una fantastica prestazione tutta in rimonta.

“Ho vinto con il tem-po di 4h 44m davanti ad Edith Niederfrini-ger e Francesca Tibal-di dopo una gara tutta in rimonta. Sono ov-viamente molto sod-disfatta di questo ri-sultato internazionale e storico per il triath-lon italiano che mi dà molta fiducia per il prossimo appunta-mento con l’Ironman di Nizza del 26 giu-gno. Un ringrazia-mento va sicuramente a tutte le persone che da anni credono in me e ai miei sponsor!”

Una super Martina Dogana vince la prima edizione dell’Ironman 70.3 Italy

come lei, nessuna

ironman

Page 23: sportivissimo_giugno

23

Siamo nel settore da oltre 20 anni. Operiamo in gran parte della Provincia di Vicenza, tutta la vallata

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Page 24: sportivissimo_giugno

24moto

La giornata del 18esimo Motoraduno dell’Orso del Moto Club Santorso è iniziata tutti col naso all’insù e le nuvole minacciose che di prima mattina, coprivano la cima del Summano, non promettevano nulla di buono, poi, piano piano i primi rombi dei motori e le prime iscrizioni di chi come da tradizione non vuole perdersi l’appuntamento con il ritrovo all’Oasi di San-torso. Alle 10,45 salutati dalla visita del sindaco Pietro Menegozzo, e con

l’assessore allo sport Elena Zavagnin a fare da apripista sulla BMW del presidente Stefa-no Ciscato, quasi 500 bikers hanno iniziato il motogiro che dopo una settantina di km. li ha riportati a Santorso per il pranzo in allegria presso la Coopertiva Nuovi Orizzonti. La novità di quest’anno è stata la scelta del percorso che abbandonata la zona del Tretto, si è trasferita sull’Altipiano di Asiago (salendo i 17 tornati della strada del Piovan), toccando Rotzo, Roana con la pausa per il mega rinfresco offerto per l’occasione dalla comunità di Tresché Conca con un ringraziamento particolare rivolto dal presidente del Moto club Santorso Stefano Ciscato a Dino Panozzo presidente della Coldiretti, alla Latteria Vi-centina, alla Speck di Asiago, al Negozio dei Sapori dell’Altopiano e alla Baita Azzurra. “E’ stata un’edizione con una grande affluenza di bikers – sostiene il presidente Ciscato - che ci ha soddisfatto e crediamo, visti i notevoli consensi ricevuti, di ripetere anche per il prossimo anno questo itinerario per il motogiro”. “Qualsiasi attività che coinvolge il paese è sempre arricchente – afferma il primo cittadino Pietro Menegozzo – tra l’altro osservo che la passione per le moto supera anche la precarietà del tempo; credo che il successo sia legato alla capacità organizzativa degli appassionati del motoclub e un plauso va al loro impegno e alla dedizione di un gruppo forte di 180 tesserati che sa dare qualità e offrire a tutti quelli che partecipano un raduno che soddisfi le loro atte-se”. Si associa anche l’Assessore allo sport Elena Zavagnin: “Quest’anno ho voluto assaporare in pima persona il gusto del motogiro e devo fare i complimenti allo staff del motoclub Santorso per la qualità organizzativa che ha raggiunto in poco tempo”. Graditissima dai bikers, la visita del delegato F.M.I. Emiliano Barban. Premiati prima del rientro a casa, il Moto club Poleo (gruppo più numeroso), i bikers più lontani (da Ferrara e Rovigo) e il neonato gruppo di Vallà di Riese Pio XUn medaglione com-memorativo dell’evento è andato anche per la fattiva collaborazione nel la gestione della viabilità del Motogiro, al Maresciallo dei Carabinieri Vandelli e al Carabiniere Simone Lorenzato; una targa è andata al Capitano Massimo Ferrari comandante della Stazione Carabinieri di Schio per il suo operato nel territorio riferito al mondo delle due ruote.

la carica dei 500Successone per il Motoraduno dell’Orso con 500 bikers a sfrecciare sulle strade di Santoroso

di Enzo Casarotto

Page 25: sportivissimo_giugno

25

sottomondoÈ uno spettacolo realizzato

da un gruppo vicentino di danza acrobatica: i Ki-lim lab di Torri di Quar-tesolo.Ne abbiamo ammirato

alcune sequenze, pochi giorni fa, alla località Stanga di Vicenza, in occa-sione della tradizionale festa “Stanga assieme” tenuta ogni anno, ai primi di giugno, negli spazi della parrocchia della pace.Le acrobazie degli atleti hanno rappre-sentato il mondo sottomarino guidati da un racconto imperniato sulla storia di un naufragio ed il successivo incon-tro dei marinai con gli abitanti marini, fino al loro successivo salvataggio.Tutte le coreografie sono state il frutto di un lavoro di ricerca compiuto ana-lizzando caratteristiche e movenze del mondo che popola l’ambiente subac-queo (delfini, pesci palla, mante, stelle marine, un polpo e perfino alghe).Da qui l’interpretazione e la trasfor-mazione in gesti e combinazioni mo-torie delle movenze degli abitanti ma-rini che gli atleti hanno sperimentato fino alla loro stessa totale immersione.Non è facile ricreare in superficie un mondo dove tutto si svolge con ritmi lenti ed ovattati, per cui bisogna dar merito principalmente alle nostre atle-te di aver saputo rendere armoniosa-

mente i loro movimenti armonici col il ritmo delle onde e delle maree.Equilibrio, forza, eleganza, dinami-smo sono state le caratteristiche che hanno colpito durante le scene, ma anche coreografie ricche di forme espressive e moduli motori in cui im-maginazione e movimento si fondeva-no perfettamente.Pur portato in scena circa un anno fa, “Sottomondo” si è subito distinto per una felice e coinvolgente sintesi tra ginnastica, danza e spettacolo.Tale progetto porta, ogni volta, gli spettatori alla scoperta di un universo marino, talvolta sconosciuto e miste-rioso, ma armonico e complesso: nel suo insieme perfettamente equilibrato. Una risorsa preziosa da preservare, ri-spettare e dalla quale apprendere.Una dimensione sommersa, contrap-posta alla terra, ma infinitamente ricca di elementi e di esseri viventi, in cui idealmente immergersi, trasformarsi e vivere.

Una spettacolare danza per rappresentare il mondo sottomarino: “SOTTOMONDO” è lo spettacolo di successo firmato dai Kilim lab di Torri di Quartesolo

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di Antonio Rossofoto di Paolo Romio

Page 26: sportivissimo_giugno

26

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Chi sonoi “Kilim lab”E’ la Compagnia di danza acrobatica del Gruppo Sportivo Audace di Torri di Quartesolo.Il gruppo è costituito da 15 giovani atleti/danzatori che possiedono una carriera agonistica di tutto rispetto. La maggior parte di loro ha partecipato nel campionato italiano di serie A e B di ginnastica artistica, maschile e femminile e di ginnastica ritmica rag-giungendo numerosi successi anche a livello internazionale (Fiuggi, l’Aqui-la, Lisbona).Si allenano tre volte alla settimana presso gli impianti sportivi di Torri di Quartesolo sotto l’occhio atten-to dell’attuale coreografa, Elisabetta Docimo che, sulla spinta di alcuni ex compagni, componenti come lei, dei Kilim e del Gruppo Sportivo Audace, ha ripreso le fila del gruppo sia dal punto di vista creativo che atletico.Lo spettacolo è disponibile a richiesta per eventi sportivi ed altre manifesta-zioni. Per informazioni contattare 348 6627583 (Elisabetta) e, via mail, [email protected]

Page 27: sportivissimo_giugno

Osanna!!! È la pri-ma volta della quattro edizioni del Trofeo del Pre-sidente in memo-ria di Franco Cal-

garo, che non piove. A San Vito di Leguzzano il presidente del Carving Club, Giudo Lanaro, ha convocato duecento cicloamatori per l’appuntamento che ricorda l’indimenticato Franco Calgaro che se n’è andato prematuramente qualche anno fa investito in bici da un’automobilista su una rotato-ria. La gara di 83,400 km. è solo un pretesto per ricordare lo sfortu-nato presidente; quel che conta è che nonostante le tre concomitanti gare in Veneto, molte società han-no scelto di correre a San Vito di Leguzzano ospiti di Guido Lanaro e del suo staff appunto per ono-rare “Franco”. A Franco Calgaro piacevano le corse impegnative e il Carving Club lo ha accontentato proponendo non il solito circuito piatto intorno al campanile ma una gara impegnativa con un fi-nale comprendente la salita della Guizza, la discesa tecnica verso Pianezze e l’arrivo in salita posto a Cà Trenta in località Castellon: un finale davvero interessante. Non conta chi ha vinto (Davide

Graziani di Thiene n.d.r.), conta chi ha partecipato e non ha voluto mancare! “A pensare alla sua vita si pensa che Franco l’ha dedicata tutta al ciclismo - afferma Calearo il presidente provinciale Udace – aveva una grande volontà ed era una persona eccezionale”. Anche Guido Lanaro si presta ad una sua testimonianza: “Ha lasciato un vuoto enorme, era sempre at-tivo e oggi chi gli ha voluto bene non è potuto mancare a questo appuntamento. Abbiamo pensato ad un percorso selettivo e così è

Grande successo di partecipazione al 4° Trofeo del Presidente, “Memorial Franco Calgaro”

27ciclismo

il trofeo del Presidente

Page 28: sportivissimo_giugno

stato e mi sembra che tutti abbia-no apprezzato questa scelta. Non è facile organizzare una gara del genere, le responsabilità ricadono tutte sul presidente della società per cui dietro c’è un gran lavoro di preparazione e ci vuole mol-ta attenzione e tanti amici per mettere in sicurezza il circuito affinché tutto vada bene. Franco era una persona stimata da tutto l’ambiente e la notevole parte-cipazione al suo Memorial ci ha gratificato oltremodo di tutti quei sacrifici che abbiamo affrontato per allestire la gara, un grazie va anche a chi ci ha dato una mano sotto tutti gli aspetti, da quello

logistico a quello organizzativo”. La buona riuscita dell’evento è un buon viatico per il Carving Club per proseguire l’attività ciclistica che permetterà al gruppo di rica-ricare le pile ed affrontare anche la stagione invernale sugli sci con i vari impegni che vedono in prima linea i suoi tesserati anche tra gli impianti sciistici di Folga-ria e di Lavarone. Per chi fosse interessato all’attività di questo gruppo, il presidente Guido La-naro è reperibile al 347.1962556 ma lo potete trovare anche il 10 agosto a Schio nell’organizzazio-ne di una delle tappe del Giro del Veneto per amatori 2011.

28

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Page 31: sportivissimo_giugno

31motocrossmoto, salti e libertà

Il 29 maggio si è svolta a Brogliano la III edizione della Festa delle Associazioni: giornata riuscitissima grazie al sole splen-dente e all’ottima efficienza e coordinamento fra Pro Loco Brogliano, Motoclub Brogliano, il patrocinio del Comune e la Massignani Racing School che ha assoldato alcuni piloti dell’e-splosivo gruppo Daboot, professionista nel motocross freestyle.

Durante tutta la giornata, fra un ottimo galletto alla brace e una bir-ra fresca, i visitatori hanno potuto ammirare il sontuoso allestimento dell’hospitality della Max Racing School, team composto da professio-nisti del motocross impegnato con i suoi piloti in gare di vario livello professionistico (Campionato Italiano Under 18, Triveneto Top Rider ed Europeo) e che per l’occasione ha allestito anche un mini-tracciato cross per far provare ai bambini più temerari questo sport tanto impe-gnativo quanto divertente ed appassionante. Tra i gazebi esposti delle varie associazioni di arte e musica, fa da padrone quello dello storico Motoclub Brogliano che ha esposto alcune “vecchie glorie” del cross, la Ducati ufficiale di Riccardo Chiarello pilota della Superbike CIV e le pit bike di Roberto e Michele Cracco, pilota del triveneto pit bike cross.Ad attirare gli sguardi di tutti i presenti ci hanno poi pensato Michele Rigo, Vanni Oddera e tutto lo staff della Daboot che con le loro funam-boliche evoluzioni hanno lasciato a bocca aperta il pubblico brogliane-se. Proveniente dagli Stati Uniti, il freestyle motocross è approdato in Italia contagiando anno dopo anno diversi piloti, alcuni diventati ormai dei professionisti a tutti gli effetti. La scena nazionale è composta da riders che lasciano con il fiato sospeso il pubblico durante le manife-stazioni e gironzolando nei paddock, la domanda che risuona più fre-quente è: “ma come fanno quelli lì??”...la risposta è molto semplice, per riuscire in qualcosa, innanzitutto bisogna crederci ed impegnarsi fino ad ottenere il risultato tanto atteso...Non è facile, il freestyle moto-cross è come un’arte e come tale deve rimanere, “non è per tutti”. Per un freestyler la competizione non è così importante, è lo spettacolo che conta; l’elemento caratterizzante è il carisma, e questi personaggi ne hanno da vendere!Dopo aver assistito a questo interessante evento, MCR Race Team si è trasferita con il suo staff a Chignolo Po in provincia di Pavia dove sul circuito “maggiore” ha organizzato una prova del Trofeo Endurance a squadre Pit Bike. Anche se al suo esordio, questa manifestazione ha attirato una buona partecipazione fra i piloti di pit bike motard: formu-la con partenza stile “Le Mans” con piloti di corsa e turni a staffetta fra i vari componenti degli equipaggi. A questa manifestazione hanno potuto partecipare anche piloti neofiti, che hanno ottenuto una licenza conduttore appositamente creata la mattina stessa della gara. Si spera di riuscire ad organizzare altre prove di questo tipo in quanto molto diver-tenti e alla portata di tutti sia per i costi contenuti che per la mancanza di requisiti tecnici particolarmente rilevanti.Vi ricordo il prossimo evento due ruote nella nostra zona che si terrà il 20 e 21 agosto in località Peschiera Dei Muzzi a Sovizzo: 14° Trofeo Mirco Rigon e 2° memorial Mino Picco. Una entusiasmante manifesta-zione targata Motoclub Brogliano con un sacco di agguerrite manches fra piloti di tutte le età e di tutti i livelli su circuito sterrato: non man-cate!

A Brogliano grande festa delle associazioni in vero freestyle!

di monica voltolina

Page 32: sportivissimo_giugno

sempre più bellaLo spostamento della

Valleogra Mtb Race alla fine di maggio ha por-tato bene all’Alto Vi-centino Mtb di Andrea Lucchin con quasi 1400

bikers al via e una manifestazione

baciata dal sole con una temperatura

adeguata per affrontare una gara così

impegnativa, vuoi per il dislivello,

vuoi per il tracciato in certi tratti tec-

nico ed in altri scorrevole con disce-

se altrettanto mozzafiato. Una cosa è

certa: la bellezza della Valleogra non

passa inosservata ai più siano essi

concorrenti che semplici visitatori

dell’Alto vicentino. Delle classifiche

si sa tutto, e pure della foratura di uno

sfortunato Nedvedev, il russo della

(Elettroveneta Corratec) che fino a 5

km. dal termine ha dominato la gara,

poi un l’imprevisto ha consegnato

la vittoria al campione italiano della

Marathon Mirco Celestino (Axevo

Haibike Semperlux). Diamo spazio

pertanto alle interviste del dopo gara

dei due vincitori del percorso Mara-

thon (Celestino), di quello Classic

Nereo Canale (Scavezzon squadra

corse), della vincitrice del Marathon

al femminile Alessia Ghezzo e del

presidente dell’Alto Vicentino Mtb

Andrea Lucchin.

Siamo sempre rimasti intorno allo

stesso distacco – afferma il vincitore

della Marathon Mirko Celestino – in-

torno al 1’ – 1’10” guadagnavo, per-

devo, guadagnavo, in discesa ho cer-

cato di dare il tutto per tutto ma non

riuscivo a guadagnare poi Nedvedev

a 5 km. dal traguardo ha forato e mi

è andata bene; anche questa è la mtb!

Per me è stato un buon allenamento

in vista dell’appuntamento mondiale

a cui tengo molto. Lo scorso anno ho

raccolto molti bei secondi posti sia

all’Europeo che nel Mondiale, terzo

al campionato italiano; belle vitto-

rie ma negli obiettivi che contavano

secondi posti importanti però sono

sempre secondi posti!”. – Nel 2012

questo sarà il percorso del tricolore;

un tuo giudizio su questo percorso.

“Il percorso è ottimo, bello, d’altron-

de nelle gare così io riesco ad emer-

gere bene, oggi sono stato fortunato

perché il russo che era davanti ha

bucato e mi è andata bene”. “A metà ho perso qualche metro

prima di arrivare al Cerbaro –affer-

ma Nereo Canale secondo arrivato

nel 2010 - poi la discesa la cono-

scevo molto bene e sono rientrato

prima delle Piane e siamo arrivi sul

traguardo praticamente assieme e

sapevo, essendo veloce, di potermi

Page 33: sportivissimo_giugno

La Valleogra mtb Race 2011, prova generale per l’appuntamento tricolore del 2012.

Soddisfazione tra gli organizzatori

ciclismo

giocare tutto in volata e così è stato.

Il percorso l’ho trovato interessante;

l’ho provato la settimana scorsa ma

era troppo asciutto, si scivolava un

po’ troppo, oggi invece dopo la piog-

gia di venerdì era perfetto. Non mi

aspettavo di andare così forte perché

in settimana ho avuto la febbre inve-

ce è andata bene”. “Nella prima parte siamo rimaste in

tre – sostiene Alessia Ghezzo vin-

citrice al femminile del Marathon

donne 2011 alla sua quinta vittoria

stagionale – poi sulla salita impegna-

tiva sono riuscita ad andare via e ho

fatto la gara col mio passo con molta

attenzione nelle discese, un po’ pe-

ricolose perché molto veloci; oggi

mi sono veramente divertita, oggi

stavo bene, il percorso si addice alle

mie caratteristiche perché sono una

scalatrice, il percorso è molto bello

perché salire in quota partendo dai

200 metri non è cosa di tutti giorni.

E’ stato bellissimo!”. – In vista del

campionato italiano Marathon cosa

pensi del percorso di oggi? “Trovo

che sia un percorso adatto ad una

Marathon, trovo che sia adatto a doti

di scalatore quindi sono completa-

mente favorevole a questa scelta”.

La parola per ultimo al presiden-

te Andrea Lucchin: “Penso che

quest’anno abbiamo fatto il salto di

qualità con persone molto valide e

siamo riusciti a gestire bene la sicu-

rezza che è la cosa più importante a

cui tenevamo e la soddisfazione per

aver portato più di 1300 persone a ga-

reggiare qui nello spettacolare scena-

rio dell’anfiteatro che si erge nell’Al-

to vicentino, dieri un bel successo in

previsione ovviamente degli italiani

Marathon del 2012 dove ci mettiamo

in gioco per un altro traguardo pre-

stigioso con la gara prevista per il 30

di maggio”. – Questa quindi è stata la

prova generale? “E’ una verifica che

ritengo ampiamente positiva che ci

serve per completare quell’esperien-

za che ormai abbiamo acquisito nel

corso degli anni; l’importante è dare

un servizio che possa soddisfare tut-

ti i concorrenti e gli ospiti di questo

evento. Quest’anno hanno lavorato

circa 300 addetti che devo ringrazia-

re personalmente come tutti gli oltre

1300 partecipanti che si sono divisi

tra i percorsi Marathon e Classic”. –

La chiave di volta di questa scelta da

parte della Federazione è un territo-

rio incantevole ma anche una società

che s’impegna strenuamente non la-

sciando nulla al caso. “I nostri posti

sono assolutamente stupendi e hanno

dei panorami e degli scenari difficil-

mente comparabili con altre realtà,

passiamo dalla città alla collina, alla

montagna con discese facili, poi più

tecniche, un percorso molto vario e

la presenza di tutti i top team dimo-

stra che la gara merita la loro atten-

zione; per quanto riguarda la nostra

capacità organizzativa, il giudizio lo

lasciamo agli atleti e siamo sicuri che

il loro parere sarà favorevole”. – La

società si rivolge ai giovani per cre-

are una scuola per le ruote grasse e

magari nel futuro avere anche nel

territorio qualche atleta in grado di

primeggiare. “Il Team Alto vicentino

Mtb da quest’anno ha diversi obietti-

vi tra cui uno di questi è far crescere

i giovani che ora sono 10 seguiti da

Gianni De Marchi e per creare un

domani magari qualcuno di loro che

possa entrare nel top delle ruote gras-

se; un altro nostro obbiettivo è rivolto

al territorio per sfruttare tutte quelle

potenzialità che la conformazione e

la bellezza del terreno in cui viviamo

ci offre magari allargando l’opportu-

nità di abbinare a tutti quei prodotti a

chilometro zero che l’economia del

posto ci offre; bisogna sfruttare l’am-

biente anche sotto l’aspetto turistico

e noi ci muoveremo in questa dire-

zione perché è una delle cose a cui

crediamo di più”.

di Enzo Casarotto

Page 34: sportivissimo_giugno

di Enzo Casarotto

34nuoto

Una due giorni di grande sport quella che ha fatto da giusto corollario alla 10ª edizione

del “Trofeo Città di Schio” nella piscina comunale a fine maggio. L’importante meeting natatorio festeggia il primo decennale da quando nel 2001 su pressione di tecnici, atleti e genitori, all’allo-ra dirigenza societaria, si decise di organizzare una manifestazio-ne che sotto lo slogan “un tuffo al cuore” servisse a mantenere vivo negli anni il ricordo di chi non c’è più. Da allora, il Trofeo è divenuto un appuntamento classico per il nuoto nazionale, (che per il Veneto segna anche l’inizio della stagione in vasca lunga). Sempre in crescita sono state anno dopo anno le parte-cipazioni di società e atleti e tra questi, nelle precedenti 9 edi-zioni, hanno messo il loro nome nell’elenco delle migliori presta-zioni atleti nazionali ed olimpio-nici del calibro di Francesco Do-nin, Paolo Facchinelli, Cristian Galenda, Mauro Gallo, Mirko ed Elena Gemo, Rudy Goldin, Klaus Lanzarini, Laura Letrari, Elisa Pasini, Francesca Segat, Maria Laura Simonetto, Rena-ta Spagnolo, Gigliola Tecchio, Alessandro Terrin e Giacomo Vassanelli per citare i più cono-

sciuti. Con il solo stop del 2009 dovuto per l’evento dei mondiali di Roma la manifestazione, da un inizio a carattere regionale, è passata in ambito interregio-nale cambiando dal 2008 anche la connotazione originaria aperta anche alle categorie “Esordien-ti”, con la formula che vede gare riservate ai soli “Ragazzi”, “Ju-niores” ed “Unica Cadetti/Se-nior” disputate in 2 giornate an-ziché in 3 come originariamente. I numeri di questa edizione sono stati degni dell’evento con la presenza di 507 atleti in rappre-sentanza di 34 società tra le più importanti e blasonate del Vene-to come il Plain Team Veneto e la Fondazione Bentegodi, del Trentino Alto Adige (Bolzano Nuoto), del Friuli Venezia Giu-lia (Gymnasium Pordenone), della Lombardia con il Team Lombardia e con le rappresenta-tive delle laziali Aniene e Larus ed una del G.S. Esercito; il tutto per oltre 1.500 presenze in gara. Non sono mancati i nomi più importanti del panorama natato-rio nazionale come la stella del Bolzano Nuoto Laura Letrari 6 volte oro ai Campionati Mon-diale Militari, il nazionale della Fondazione Bentegodi Luca Pizzini e la nazionale tesserata Aniene Gigliola Tecchio.Con il cronometraggio elettroni-co curato dalla F.I.Cr. di Venezia la classifica finale a squadre,

compilata con i punti assegna-ti alle prime 8 posizioni nella sola classifica Assoluta prevista per i 400 m stile libero e 200 m misti ed in quelle per categoria nelle altre specialità, ha visto la vittoria del Plain Team Vene-to che ha preceduto il Bolzano Nuoto e la Fondazione Bente-godi. Il 4° posto, visto le squa-dre che l’hanno preceduta, del Famila Schio Nuoto giunto ad una manciata di punti dal bron-zo ma anche dall’argento, ha ampiamente soddisfatto il team organizzatore: questo risultato di prestigio è scaturito dai seguenti risultati assoluti : i 6 ori vinti da Matteo Greselin nei 50 e 100 m stile libero (23”60 / 52”22), nei 50 m delfino (25”39) e nei 50 e 100 m dorso (27”48 / 1’00”41) a e quello di Nicola Retis nei 100 m delfino (56”81); dall’argen-to della staffetta mista “Schio 1” nei 4 x 50 m misti “Asso-

luta” composta da Alessan-dra Abbenite, Marta Fontana, Matteo Greselin e Nicola Retis (1’53”75), dai 2 bronzi ancora di Retis nei 200 m misti (2’15”56) e nei 50 m delfino (25”96). A livello assoluto per la Famila Nuoto sono stati preziosi, an-che i piazzamenti ottenuti dal 4° all’8° posto di Alessandra Abbe-nite, Marta Fontana, Filippo Ga-sparin, Matteo Greselin, Nicola Retis, Jacopo Sambo e Matteo Zampese. a cui si vanno som-mati i punti per i piazzamenti di categoria.A vivacizzare l’even-to anche le migliori prestazioni assolute maschile e femminile ottenute dai nazionali Luca Piz-zini nei 100 m rana e da Laura Letrari nei 50 m dorso gratificate con un premio in denaro, contri-buto degli sponsor che hanno sostenuto la manifestazione. A premiare gli atleti e le squadre meritorie, l’Assessore allo Sport del Comune di Schio Gabriele

Terragin, i vertici societari, importanti rappresentan-

ti dello sport vicentino tra cui la campionessa

di Triathlon Martina Dogana.

La Famila Schio Nuoto sfiora il podio nella gara di casa

trofeo cittàdi Schio

Page 35: sportivissimo_giugno

35primi in regioneVicenza vince i Giochidel Veneto di ciclismo

Il Coni Regionale Veneto ha orga-nizzato il mese scorso i Giochi del Veneto under 16 con una trentina

di discipline in program-ma. La manifestazione, con cadenza biennale, con tanto di sfilata d’apertura (presenti Sara Simeoni e Paola Pezzo per accedere il tripode), e di cerimonia conclusiva di premiazio-ne, ha coinvolto 16 comu-ni veronesi con Bardolino che ha ospitato il Villag-gio Olimpico che ha ac-colto 3619 atleti under 16 nella tre gironi di gare. Per il ciclismo la rappre-sentativa vicentina segui-ta da Paolo Serman e Iris Zorzetto con Roberto Dal-

la Valle e Giordano Zana a seguire la logistica, era composta da 14 ragazzi provenienti dalla Scuola di ciclismo Piovene Cicli Rampon, dalla Bicisport, dal Sossano, dal Montec-chio Precalcino, dal Villa-verla e dal Cassola 2000. La classifica finale ha vi-sto Vicenza primeggiare con 173 punti davanti a Verona (116) e a Treviso (98), grazie alle 7 vittorie sulle 12 prove in calen-dario ottenute da Giulia Bonaguro (Piovene) nella gimkana, nei primi sprint e nell’Off Road, Tomma-so Dalla Valle (Cassola) nella gimkana e nell’Off Road , Thomas Bizzotto (Bicisport) gimkana G6, Carlotta Zanin (Villa-

verla) primi sprint, con ben 16 atleti vicentini sul podio. Tre le specialità in programma: la gimka-na, i primi sprint e l’off Road per le categorie G5 e G6 M/F con la parteci-pazione nel ciclismo di 80 ragazzi/e. “E’ stato piacevole vedere come i ragazzi – afferma Paolo Serman - tifavano i loro compagni vicentini anche se impegnati con maglie di altre società e per loro è stata un’esperienza del tutto positiva perché han-no consolidato l’amicizia tra di loro e per qualcuno è stata la prima esperienza dormire lontano da casa”. Il presidente della Scuola di ciclismo Piovene Roc-chette Cicli Rampon An-

tonino Cannata nel corso di una serata alla Trattoria all’Isola di Velo d’Astico, ha consegnato il trofeo dei Giochi del Veneto al rap-presentante FCI provin-ciale Stefano Melison che ricevendo il premio del Coni Regionale dopo es-

sersi complimentato con i ragazzi, ha speso parole di elogio per il modo con cui le società della rappresen-tativa interpretano la cre-scita sportiva e umana dei loro ragazzi.

di Enzo Casarotto

bici

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Al via il 31 luglio, in concomitanza con la tradizionale Festa dell’estate di Altissimo (dal 29 luglio al 1° agosto), la 1° edizione di ROKO-LANDO, manifestazione del tutto ludica, che si addentrerà nei territori di Altissimo attraversando alcune delle contrade più storiche. Nessu-na difficoltà particolare durante il percorso, perciò davvero tutti sono invitati a partecipare: adulti, giovani, meno giovani e famiglie con i

bambini, per trascorrere una giornata all’aria aperta e in compagnia, alla scoperta della natura che ci circonda. Durante il percorso numerosi punti di ristoro offriranno ai par-tecipanti i prodotti locali tipici. Ma non solo: per far rivivere le vecchie tradizioni di un tempo, la Contrada Zerbati mostrerà “la biancheria della nonna” con indumenti e oggetti anche centenari. A dare un tocco d’arte lungo il percorso, lo scultore locale “Cianelo” esporrà le proprie opere in legno. All’arrivo in piazza ad Altissimo i partecipanti avranno la possibilità di pranzare.

Alla scoperta dei roccoli e delle vecchie tradizioni rurali e alpestri,

Una camminata naturalistica aperta a tutti, in particolare alle famiglie

rokolando

La manifestazione sportiva che ha visto la parteci-pazione di ben 85 iscritti, si è artico-lata in tre giornate

durante quali gli atleti parteci-panti, per guadagnare la propria qualifica, sono stati messi a dura prova con lezioni teoriche e pratiche molto impegnative. I corsi, suddivisi in 1°, 2° e 3° livello, hanno avuto l’obiettivo di abilitare esperti nella condu-zione di gruppi per escursioni cicloturistiche offrendo ai futuri istruttori la possibilità di un’uti-lissima preparazione tecnica e metodologica. Hanno ottenuto il diploma con la qualifica di Istruttore S.I.M.B di 1° livello quattro atleti della Geko Bike: Lino Zarantonello, Filippo Dal Maso, Omar Ravazzolo e Vito Nicoli. Mentre ad aggiudicarsi la qualifica di 2° livello è stato l’Istruttore Giuliano Vencato. Ad affiancare gli insegnanti S.I.M.B., Mevio provenien-te da Bormio e Dalla Mora da Trento, il presidente della Geko Bike Marco Cracco che, oltre a rivestire la carica di Istruttore di 3° livello, appartiene allo staff della Scuola Italiana Mountain Bike della regione Veneto. Il primo giorno ha seguito gli at-leti del 1° livello, dalle selezio-ni durante la mattinata ai corsi pratici del pomeriggio, il sabato ha insegnato ai bikers del 2° livello, ha diretto le lezioni di meccanica a quelli del 1° e per concludere la giornata si è occu-pato del rinnovo dei 2° e dei 3° livelli, che per chi non lo sapes-se avvengono ogni 2 anni. E per concludere domenica 29 giugno Marco Cracco ha seguito per l’intera giornata gli allievi del 3° livello. Ma vediamo sommaria-mente le caratteristiche dei corsi suddivisi per livelli.Corso S.I.M.B. di 1° livel-lo:• durata: 3 gironi;• 11 ore di teoria che hanno trattato argomenti di fisiologia, anatomia, preparazione atleti-ca, alimentazione, cartografia, meccanica, pronto soccorso, tecnica e normative;• 13 ore circa di pratica in

congratulazioni ai nuovi

istruttori S.I.M.B.!

Si sono disputati

il 27, 28 e 29

maggio scorsi

a Folgaria

i corsi per la

qualifica di

Istruttore di

Mountain Bike

organizzati dalla

S.I.M.B.

(Scuola Italiana

Mountain Bike)

della Regione

Veneto.

Informazioni utiliIscrizioni: presso il campo da calcio di Altissimo dalle 8:00 alle 9:00

Quota di partecipazione: 5€ (gratis per i bambini di età inferiore ai 7 anni)Partenza libera dalle 8:00 alle 9:00Lunghezza del percorso: 10 km

Arrivo: intorno alle 12:00Per maggiori informazioni: 333.9209627

tempo libero

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Corso S.I.M.B. di 3° livello:• durata: 2 giorni;• 5 ore di teoria sulla fauna, le norme forestali ed ambientali con la partecipazione delle Guar-die Forestali e dei Vigili del Fuoco;• 8 ore di pratica in mountain bike con guide cicloturistiche dello staff S.I.M.B. per acquisire in modo completo la tecnica e la conduzione di gruppo con varie tipologie di percorso, su stra-da, sterrati e discese impegnative;• prova d’esame scritta a conclusione dei 2 gior-ni.

“I miei atleti della Geko Bike sono stati molto soddisfatti dei corsi svolti in Folgaria -ha com-mentato Cracco- Per tutti è stata una bellissima esperienza che è servita anche e soprattutto per migliorare certe lacune in discesa di alcuni, e per correggere il posizionamento in sella di altri. Tra le materie più interessanti -prosegue il leader della Geko- di certo la cartografia e la rianima-zione”.

mountain bike con gli Istruttori S.I.M.B. che hanno trattato ar-gomenti come il corretto posizio-namento della sella, l’utilizzo dei rapporti del cambio, la manuten-zione e le riparazioni della bici, le tecniche per affrontare salite, di-scese, slalom, superamento osta-coli, e la conduzione di gruppi;

• prova d’esame scritta a conclu-sione dei tre giorni.Corso S.I.M.B. di 2° livello:• durata: 2 giorni;• 7 ore di teoria che hanno ri-guardato argomenti quali la ria-nimazione BLS (grazie alla par-tecipazione del personale medico della Croce Rossa di Folgaria), la

di Chiara Guiotto

mountain bike

metodologia dell’allenamento, l’organizzazione delle escur-sioni, e molto altro ancora;• 6 ore di pratica in mountain bike con gli istruttori S.I.M.B. con lo scopo di migliorare la tecnica e la conduzione di gruppi;• prova d’esame scritta a con-clusione dei 2 giorni.

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piva verso il bis

A. Smiderle E. Favaro

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3939moto

Un’altra stagione al vertice per il pilota trevigiano Matteo Piva, impegnato nel campionato triveneto supermoto FMI nella massima categoria, la TOP-CLASS.

Conquistata la tabel-la numero uno lo scorso anno, Matteo Piva vuole bissare il successo anche in questo 2011, dopo

aver cambiato squadra e mezzo affidandosi all’assistenza del vi-centino Andrea Censi proprietario dell’officina CENSI MOTO, e all’ HONDA CRF450, moto di riferi-mento della categoria.Ci troviamo ora al giro di boa del campionato dove il forte Matteo Piva, ventinovenne operaio pres-so la ditta di famiglia, è riuscito a vincere due delle tre gare e ben tre manches delle sei fino ad ora disputate, riuscendo a prendere un piccolo margine in campiona-to, anche se non sufficiente per dormire sonni tranquilli. Da anni infatti non si vedeva una categoria TOP-CLASS così combattuta ed entusiasmante ed il risultato finale sarà una lotta all’ultima staccata fino alla gara conclusiva di questo campionato.La moto, un HONDA CRF 450, è ormai da molti anni considerata una tra le migliori, e prova ne è che i primi tre piloti del campiona-to, si danno battaglia con lo stesso mezzo. Grande differenza la fa la preparazione, dove gli svariati ac-cessori quali centralina, scarico, sospensioni, preparazione motore e molto altro, sono a discrezione e soprattutto ad affinamento del preparatore, che nel nostro caso è Censi Andrea, che con questa moto ci lavora dalla prima nata del 2002.Il campionato, organizzato dalla CUONI, si dimostra all’altezza delle aspettative, con molti piloti iscritti e categorie suddivise a se-conda delle capacità di ogni sin-golo corridore, che si trova a ga-reggiare con avversari dello stesso livello.

di Alessio Sitran

A. Smiderle E. Favaro

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40arbitri

interwalld i M a r c o L o r e n z i & M i c h e l e R e n i e r o

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Battesimo in grande stile per la rin-novata sede dell’asso-c i a z i o n e

arbitri di Schio. Il nuovo sito della sezione intitola-ta ad Aldo Frezza Ë stato inaugurato ufficialmente lo scorso 10 giugno con il taglio del nastro affidato al presidente dell’Asso-ciazione Italiana Arbitri Marcello Nicchi e all’as-sessore regionale alle Politiche dell’istruzione Elena Donazzan.Nel nuovo stabile di via Marconi 25, situato in pie-no centro, troveranno spa-zio gli uffici dirigenziali, un’area tecnica adatta alla formazione dei direttori di gara ed un’area ricreativa per tutti gli associati.In occasione dell’inaugu-razione si è anche festeg-giato il trentennale d’atti-vità della sezione dell’alto Vicentino, la cui gloriosa attività, iniziata nel lonta-no 1981, ha regalato fama e grandi soddisfazioni alla città scledense. Indimen-ticabili in primo luogo i recenti esordi in serie A di due fischietti locali come Daniele Orsato e Seba-stiano Peruzzo, entrambi presenti durante l’inaugu-razione ed applauditissimi dalle nuove leve della se-zione. L’affollata cerimonia d’a-pertura ha visto interveni-re anche importanti auto-rità locali tra cui il sindaco Luigi Dalla Via, l’asseso-re allo sport Paolo Terra-gin e Monsignor Bruno Stenco che ha benedetto la nuova struttura.

L’aula magna della nuova sede della sezione scle-dense È stata dedicata all’arbitro Giacomo Bor-go, nato a Schio e scom-parso prematuramente nel 2003.Durante la breve confe-renza di presentazione organizzata a margine dell’inaugurazione il pre-sidente dell’AIA Nicchi ha espresso il proprio plauso al lavoro della sede di Schio: “Sono piacevol-mente sorpreso dall’orga-nizzazione e l’entusiasmo dimostrati dalla sezione di Schio. In un momento di grande difficoltà per il calcio italiano È proprio grazie al lavoro e la pas-sione di sedi AIA come queste che si possono ri-uscire trasmettere ai gio-vani i valori più puri dello sport.”Grande la soddisfazion-ne espressa nelle parole dell’attuale presidente di sezione Giampietro Maino: “L’apertura della nuova sede rappresenta un momento significativo per l’intero territorio ed un nuovo punto di parten-za per la sezione dopo 30 anni di storia e successi”.La conferenza si Ë chiusa con la firma di un proto-collo di intesa tra l’AIA e l’ufficio scolastico regio-nale per il Veneto in previ-sione di una serie di corsi di formazione per arbitri nelle scuole secondarie.Oltre ai corsi patrocinati dalle scuole ogni anno la sezione di Schio organiz-za un corso per consegui-re la qualifica di arbitro effettivo aperto a tutti i ragazzi e le ragazze di

una nuova casa per i f ischietti scledensiArbitri in festa per l’apertura del nuovo centro funzionale

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41golf

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Stazione di servizioBorga Luigi sas

età compresa tra i 15 e i 35 anni. Al termine del corso i partecipanti otten-gono il brevetto di arbitro e possono cominciare a dirigere dirigere le gare nei campionati di calcio organizzati dalla F.I.G.C. (cominciando dalla cate-goria Giovanissimi ).Tale corso, completamen-te gratuito, inizia nel mese di novembre per conclu-dersi, con un esame fina-le, nel mese di dicembre. Le lezioni si svolgono presso i locali sezionali solitamente due sere alla settimana e sono tenute da diversi associati che illu-strano il regolamento del gioco del calcio. Oggi la sezione scledense è giunta a toccare l’incre-dibile record di 161 asso-ciati, uno dei traguardi più significativi nei suoi 30 anni di vita.Per qualsiasi informazio-ne è possibile rivolgersi alla segreteria di sezio-ne al numero telefonico 0445/530277 oppure in-viando un mail all’indiriz-zo: [email protected]

una nuova casa per i f ischietti scledensi Mercedes TrophyTrivellatoSi è tenuta domenica 12 giugno, nella splendida cornice del GOLF

CLUB di ASIAGO, la “Mercedes Trophy - Trivellato”, una stable-ford 3 categorie. Da circa un trentennio questa classica è presente nel calendario gare del Golf Club Asiago ed anche quest’anno non

ha disatteso le aspettative, richiamando un folto numero di giocatori da tutto il Triveneto ed oltre. Da segnalare la folta pattuglia asiaghese che ha ottenuto ottimi piazzamenti.

Questi i risultati:

1° netto 1^ cat. Rigoni Vittorio 37

1° lordo Stori Mauro 34

1° netto 2^ cat. Bendazzoli Ciro 36

1° netto 3^ cat. Cottignola Marco 43

2° netto 1^ cat. Sartori Giovanni 37

2° netto 2^ cat. Favero Anna 35

2° netto 3^ cat. Laverda Eugenio 36

1° LADY Boschetti Margherita 34

1° SENIOR Stefani Mariano 32

1° poss. Mercedes Favero Anna --

DRIVING CONTEST Rigoni Vittorio --

NEAREST TO THE PIN Stefani Mariano 0.52 mt

Asiago, 13 giugno 2011

di Sergio Veller

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Potete scrivere al Senatore Alberto Filippiinviando le vostre e-mail a:

[email protected]

lettere

uomini e cani

Le vostre lettere possono essere letteanche nel sito: albertofilippi.it

Caro Senatore,

in uno scorso numero di Sportivissimo, ho letto un appello a non abbandonare i cani quando arriva il tempo di partire per le vacanze. Purtroppo abbandonare i cani è un malcostume per nulla raro della nostra società, che prima sceglie di avere il cane a casa ma poi alla prima difficoltà se ne priva senza alcun problema di coscienza. Il cane allora, prima voluto e amato, diventa improvvisamente un impedimento o un costo aggiun-tivo al viaggio estivo e quindi qualcosa di cui al più presto sbarazzarsi: lo si fa salire in macchina, lo si porta in qualche posto in montagna, si apre la portiera, lo si fa scendere e poi lo si lascia lì, magari pensando di aver fatto una cosa in fondo giusta, cioè di avergli dato quella libertà, in cui ogni animale dovrebbe vivere; di averlo restituito al mondo della natura, a cui ogni animale da sempre appartiene e così, scrollarsi di dosso il peso di un’azione malvagia e crudele. So che lei è sensibile a questo tema e che si è dato da fare al riguardo: le ho scritto perché parlarne una volta di più, fa sempre bene.

Grazie, Licia Severi

Cara Licia,

quella di abbandonare i cani, ma tutti gli animali con cui si è instaurato un rapporto affettivo, è una cosa orribile che ren-de l’uomo che lo fa, peggiore di un animale. Perché un cane non tradirebbe mai, per proprio interesse, il suo padrone. Un cane abbandonato impazzisce, altro che sentire il richiamo primordiale della foresta e della libertà; impazzisce perché il suo sistema di valori improvvisamente viene a mancare. Quell’uomo che prima gli dava da mangiare, con cui andava a passeggio, da cui spesso si faceva accarezzare; quell’uomo che lo chiamava e a cui lui correva, a un certo punto fa un’a-zione che non capisce. I cani muoiono, se muore il loro padro-ne; se il loro padrone li abbandona, si lasciano morire. Eppure è così facile risolvere il problema delle vacanze: se proprio non si possono portare con sé, basta trovare qualche amico che li tenga in cambio di restituire il favore quando sarà lui a partire per le vacanze; e se non si trova nessuno disponibile, esistono ottimi canili, seri e puliti dove i nostri cani possono star bene. Ma il punto è un altro. Quando si prende un cane o un altro animale e lo si rende parte della propria vita, bisogna avere la piena responsabilità di questa scelta, sapere, cioè, che un cane lo si ha per sempre e che quindi l’abbandono non è affatto un’opzione praticabile ma un atto malvagio che va perseguito per legge.Grazie a te, Licia, per aver dato spunto a una riflessione di civiltà, Alberto.

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Gli attimi più preziosisono quelli trascosi assieme...

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