Spiritualità e alimentazione nei Veda

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MARZO 2004 Centro Studi Bhaktivedanta © www.c-s-b.org 9 G iovedì 1 aprile a Roma, presso il Centro Bibliothé, il prof. Ferrini, Ph.d. Psychology, fondatore e presidente del Centro Studi Bhaktivedanta, ha tenuto una conferenza su Spiritualità e alimentazione vegetariana nei Veda, organizzata dall’Associazione Vegetariana Animalista Armando d’Elìa. Trattare un tema simile in modo scientifico non è cosa tra le più semplici: si può rischiare di banalizzarlo o di scadere in toni sentimentali, ma l’antica saggezza dei Veda ha fornito al relatore numerosi e validi spunti per sviluppare l’argomento secondo i più solidi principi della filosofia, della psicologia e dell’etica. Come sempre, si deve anzitutto partire dalla consapevolezza della nostra reale natura: chi siamo? Qual è il nostro scopo e quello degli altri esseri viventi su questo pianeta e più in generale nell’ universo? Tale contestualizzazione a sfondo escatologico risulta necessaria per poter affrontare la questione da una prospettiva corretta. Fra una persona evoluta e una molto condizionata, fra un criminale e un santo, fra un umano e un animale non è la qualità dell’anima che differisce, ha spiegato Ferrini. L’anima è immutabile e la stessa in ogni entità vivente; la differenza consiste piuttosto nella struttura psichica individuale che può essere più o meno complessa ed equilibrata a seconda delle attività compiute e dei desideri coltivati. Uomini, animali, piante costituiscono un ecosistema che vive dell’interazione armonica di tutte le entità viventi; il fatto che gli umani siano più evoluti degli animali, non legittima il loro desiderio di sopraffazione su questi ultimi, anzi, l’uomo dovrebbe convivere pacificamente e proteggere l’animale come un fratello maggiore fa con il Spiritualità e Alimentazione nei Veda

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Un articolo del Prof. Ferrini, del Cesntro Studi Bhaktivedanta

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    Gioved 1 aprile a Roma, presso il Centro Biblioth, il prof. Ferrini, Ph.d. Psychology, fondatore e presidente del Centro Studi Bhaktivedanta, ha tenuto una conferenza su Spiritualit e alimentazione vegetariana nei Veda, organizzata dallAssociazione Vegetariana Animalista Armando dEla. Trattare un tema simile in modo scientico non cosa tra le pi semplici: si pu rischiare di banalizzarlo o di scadere in toni sentimentali, ma lantica saggezza dei Veda ha fornito al relatore numerosi e validi spunti per sviluppare largomento secondo i pi solidi principi della losoa, della psicologia e delletica.Come sempre, si deve anzitutto partire dalla consapevolezza della nostra reale natura: chi siamo? Qual il nostro scopo e quello degli altri esseri viventi su questo pianeta e pi in generale nell universo?

    Tale contestualizzazione a sfondo escatologico risulta necessaria per poter affrontare la questione da una prospettiva corretta. Fra una persona evoluta e una molto condizionata, fra un criminale e un santo, fra un umano e un animale non la qualit dellanima che differisce, ha spiegato Ferrini. Lanima immutabile e la stessa in ogni entit vivente; la differenza consiste piuttosto nella struttura psichica individuale che pu essere pi o meno complessa ed equilibrata a seconda delle attivit compiute e dei desideri coltivati.Uomini, animali, piante costituiscono un ecosistema che vive dellinterazione armonica di tutte le entit viventi; il fatto che gli umani siano pi evoluti degli animali, non legittima il loro desiderio di sopraffazione su questi ultimi, anzi, luomo dovrebbe convivere pacicamente e proteggere lanimale come un fratello maggiore fa con il

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    minore. Il problema di fondo che si afanca a quello atavico dellavidya, ha continuato il professore, quello che si congura come sua diretta conseguenza: legoismo. La tendenza allegoismo fa s che spesso si veda il nostro interlocutore come una cosa, un oggetto da sfruttare, da godere, da possedere. Ma gli animali, come gli altri esseri viventi, non sono cose,

    non sono nati per vivere in celle, n per essere allevati allo scopo di diventare cibo. Anche loro, come noi, perseguono ananda, la beatitudine, e anche loro sono in cammino nel processo evolutivo che non abbiamo il diritto di interrompere solo per soddisfare la nostra volutt. I Veda insegnano jiva jivasya jivanam: ogni essere cibo per un altro essere, intendendo con ci che allo

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    stato incarnato, nel mondo delle condizioni, impossibile evitare la violenza in toto. Questo per non signica che possiamo calpestare le leggi eterne e divine del dharma e iniggere sofferenza gratuita, che inevitabilmente si riverser su chi lha inferta; signica piuttosto utilizzare la preziosa facolt del discernimento, prerogativa dellumano, per fare il danno minore. In proposito viene in nostro aiuto uno strumento formidabile che quello del sacricio, attraverso il quale la minima violenza perpetrata (ad esempio tagliando un cespo dinsalata o un mazzo di asparagi) viene cancellata non solo dalla imprescindibile necessit dellatto, ma anche dalla potenza puricatrice e sublimante dello yajna, attraverso il quale si concretizza il principio dello yoga, connessione con il piano del divino.Lanalisi del prof. Ferrini, partita da un inquadramento dellessere umano nella sua costituzione bio-psichica-spirituale, dunque approdata al tema specico prendendone in considerazione gli aspetti di fondo, in primo luogo quelli connessi alletica in senso ampio, ovvero allordine

    cosmico (dharma). Il pubblico ha seguito con interesse e non sono mancati interventi stimolanti i quali hanno come sempre contribuito alla vivacit dellincontro.