SPECIALE NATALE - immacolatalingotto.altervista.org dicembre-2016... · di una letizia...

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COMUNITÀ PARROCCHIALE IMMACOLATA CONCEZIONE E S. G. BATTISTA via Monte Corno, 36 Torino Tel 011 3171351 stampato e distribuito in proprio DICEMBRE 2016 SPECIALENATALE Natale, fervono i preparativi Qualcosa nell'aria ci avverte che il Natale è vicino. Anche se, per ipotesi assurda, scomparissero di colpo tutti i calendari, ci sono tanti segni che accompagnano il cammino degli uomini e svelano l'ap- prossimarsi di questo evento. Di segni premonitori la ricorrenza natalizia ha sempre disposto in ab- bondanza: e per fortuna, perché sono segni di estrema gaiezza, sono forse le ultime testimonianze di una letizia incontaminata. Incontaminata, naturalmente, per chi crede ancora nel Natale vero, per chi respinge le adulterazioni che di questa luminosa festa cristiana sono state compiute lungo i se- coli e soprattutto, negli anni a noi più vicini. Esiste purtroppo tutta una tradizione natalizia "parallela" ed è quella del Natale consumistico, del Natale dei beni-rifugio, di tante commerciali "operazioni - Natale". Tutto questo, però, non deve assolutamente turbare chi non ha cessato di cullare i pensieri "di una volta" (l'espressione è manzoniana) e riesce ancora a scorgere, nella miriade di luci natali- zie, quelle che emettono splendori non mascherati. La cultura del Natale può essersi trasformata, almeno in parte, ma per i cristiani -e per tutti gli uomi- ni di buona volontà- resta sempre vivo e valido il Natale delle tradizioni più belle legate all'evento della venuta del Salvatore. E' il Natale di Gesù Bambino, che continua a radunare attorno al prese- pio le famiglie con i piccoli in testa; che non ha perduto il suo fascino di tregua dagli affanni, di giorni della bontà. E anche se i margini per le opere buone possono essersi ristretti, non è svanita certo la nostalgia, preludio di un possibile ritorno di fede, di speranza, d'amore. Ecco, dunque, riaccendersi questi benedetti segnali. Ecco su tutto il mondo - ma a noi piace pensa- re particolarmente alle città, ai paesi della nostra nazione - scorrere un vento di dolcezza che ricon- duce sogni smarriti e riapre visioni non ingannevoli che provengono direttamente dall'infanzia. Si ravvivano le tradizioni natalizie e tutta una cultura popolare riprende il suo estro e ridà il benvenu- to alla grande festa della venuta di Dio nel mondo. In ogni angolo urbano si ricreano quegli scorci misteriosi grazie ai quali i personaggi del Vangelo ri- tornano un poco a rivivere accanto a noi. Il segno dei segni è il presepe. La preparazione della scenografia è un'opera laboriosa di tentativi e di rifacimenti. Poi c'è il problema di collocare le statuine, casette, mulini, pecore, angeli, arrotini, pa- stori, cavalieri, lavandaie, falegnami e altre figure di origine incerta. Quell'opera di caotica ingegneria domestica è in realtà una svolta di riconciliazione con l'evento che celebriamo in questi giorni di cor- sa agli acquisti. Il presepe segna un punto fermo: da quel momento in poi comincia davvero l'attesa del Bambino. Ci sembra quasi che la sacra magia del presepe si estenda all'intera casa ed entri nel cuore di ciascuno. E' una catechesi semplice di gesti e di immagini, un segno di bellezza che aiuta a fare memoria dell'evento più atte- so, più misterioso, ma anche più connaturato alla dimensione fa- miliare perché di fronte al prese- pe ogni famiglia avverte il confor- tante tepore della vicinanza e della condivisione. G. B

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COMUNITÀ PARROCCHIALE IMMACOLATA CONCEZIONE E S. G. BATTISTA via Monte Corno, 36 Torino Tel 011 3171351 – stampato e distribuito in proprio

DICEMBRE 2016

SPECIALE NATALE Natale, fervono i preparativi

Qualcosa nell'aria ci avverte che il Natale è vicino. Anche se, per ipotesi assurda, scomparissero di colpo tutti i calendari, ci sono tanti segni che accompagnano il cammino degli uomini e svelano l'ap-prossimarsi di questo evento. Di segni premonitori la ricorrenza natalizia ha sempre disposto in ab-bondanza: e per fortuna, perché sono segni di estrema gaiezza, sono forse le ultime testimonianze di una letizia incontaminata. Incontaminata, naturalmente, per chi crede ancora nel Natale vero, per chi respinge le adulterazioni che di questa luminosa festa cristiana sono state compiute lungo i se-coli e soprattutto, negli anni a noi più vicini. Esiste purtroppo tutta una tradizione natalizia "parallela" ed è quella del Natale consumistico, del Natale dei beni-rifugio, di tante commerciali "operazioni - Natale". Tutto questo, però, non deve assolutamente turbare chi non ha cessato di cullare i pensieri "di una volta" (l'espressione è manzoniana) e riesce ancora a scorgere, nella miriade di luci natali-zie, quelle che emettono splendori non mascherati. La cultura del Natale può essersi trasformata, almeno in parte, ma per i cristiani -e per tutti gli uomi-ni di buona volontà- resta sempre vivo e valido il Natale delle tradizioni più belle legate all'evento della venuta del Salvatore. E' il Natale di Gesù Bambino, che continua a radunare attorno al prese-pio le famiglie con i piccoli in testa; che non ha perduto il suo fascino di tregua dagli affanni, di giorni della bontà. E anche se i margini per le opere buone possono essersi ristretti, non è svanita certo la nostalgia, preludio di un possibile ritorno di fede, di speranza, d'amore. Ecco, dunque, riaccendersi questi benedetti segnali. Ecco su tutto il mondo - ma a noi piace pensa-re particolarmente alle città, ai paesi della nostra nazione - scorrere un vento di dolcezza che ricon-duce sogni smarriti e riapre visioni non ingannevoli che provengono direttamente dall'infanzia. Si ravvivano le tradizioni natalizie e tutta una cultura popolare riprende il suo estro e ridà il benvenu-to alla grande festa della venuta di Dio nel mondo. In ogni angolo urbano si ricreano quegli scorci misteriosi grazie ai quali i personaggi del Vangelo ri-tornano un poco a rivivere accanto a noi. Il segno dei segni è il presepe. La preparazione della scenografia è un'opera laboriosa di tentativi e di rifacimenti. Poi c'è il problema di collocare le statuine, casette, mulini, pecore, angeli, arrotini, pa-stori, cavalieri, lavandaie, falegnami e altre figure di origine incerta. Quell'opera di caotica ingegneria domestica è in realtà una svolta di riconciliazione con l'evento che celebriamo in questi giorni di cor-sa agli acquisti. Il presepe segna un punto fermo: da quel momento in poi comincia davvero l'attesa del Bambino. Ci sembra quasi che la sacra magia del presepe si estenda all'intera casa ed entri nel cuore di ciascuno. E' una catechesi semplice di gesti e di immagini, un segno di bellezza che aiuta a

fare memoria dell'evento più atte-so, più misterioso, ma anche più connaturato alla dimensione fa-miliare perché di fronte al prese-pe ogni famiglia avverte il confor-tante tepore della vicinanza e della condivisione.

G. B

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2 INCAMMINO

Le nostre sacre famiglie

Natale è una festa dolce e familiare.

Gesù è nato in una famiglia che somigliava a tante altre famiglie di allora e di oggi: povera ma dignitosa che os-servava le leggi dello Stato e le tradizioni religiose. Da sempre la chiamiamo "sacra famiglia" e ha tutte le carte in regola per esserlo a pieno titolo perché c'è di mezzo niente meno che il figlio di Dio con un "accordo matrimo-niale" condiviso tra un'ignota ragazzina della Galilea e Di-o in persona, complice lo Spirito Santo. Per cui è sacra nella sua origine, ma lo è poi in tutto il suo svolgersi. E' sacra, insomma, perché risponde a un autentico progetto divino. E' sacra perché, intuiamo, che è una faccenda più grande di noi, ci supera, fatichiamo a coglierne i contorni umani, immaginarsi quelli divini. La liquidiamo perciò co-me sacra, che è come marcare con un pennarello indelebile la distanza insuperabile tra noi, le no-stre famiglie e la loro.

Proviamo allora a farci compagni di strada di Gesù, Giuseppe e Maria, a seguirli da vicino in alcuni loro spostamenti, fisici e umani, su e giù per la Palestina e per le mai scontate vicende familiari. E ci pare evidente che la loro santità di famiglia non solo non si svilisca, ma persino ci guadagni. Con-statiamo che è una famiglia nata tra i pettegolezzi, dubbi pesanti, senza la benedizione delle loro famiglie d'origine. E' una famiglia in cui, umanamente parlando, la madre è certa, ma il dubbio su chi sia il padre rimane nell'aria. Prendiamo atto che è una coppia di genitori che fa nascere il loro figlio in una "sala parto" che non è un granché. Per non parlare degli strani personaggi che quella notte e nei giorni successivi bussano alla porta di quella casupola in mezzo ai campi. Ritroviamo il "trio" qualche giorno dopo migrante che si lascia alle spalle una strage di innocenti, per "colpa" di quel fi-glio.

Saltando negli anni, vediamo un dodicenne che per tre giorni scompare e che, alle preoccupate ri-mostranze della mamma, risponde per le rime: Come, d'altronde, fanno anche oggi molti giovani a-dolescenti.

Ritroviamo questo figlio, ormai cresciuto, preso un po’ per matto anche dai suoi familiari preoccupati per le frequentazioni poco plausibili di cattive compagnie, prostitute, peccatori pubblici. Ma allora -tornando alle considerazioni iniziali- è proprio questa la famiglia che noi definiamo sacra? E' ancora più evidente, a questo punto, che non è una famiglia sacra perché in essa tutto va bene, perché preservata da fatiche, da errori, perché senza problemi e preoccupazioni. E' sacra perché è norma-

le, perché scommette su Dio nella propria storia di ogni giorno. Perché Dio ha deciso che in essa si sarebbe dovuta rispecchiare, almeno nella speranza, ognuna delle no-stre famiglie, bella o brutta che sia. E' sacra perché ci consegna la bella notizia che o-gni nostra famiglia è un frammento della santità della famiglia di Nazareth.

E allora... buon Natale a tutte le nostre "sacre" famiglie!

G. B

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3 INCAMMINO

Che cosa resta del Giubileo

Con la chiusura della Porta Santa della Basilica di San Pietro si è concluso il 21 novembre scorso il Giubileo straordinario della misericordia che ha visto in un anno la partecipazione, nella sola Roma, di oltre 21 milioni di pellegrini. Non si dimentichi, inoltre, che questo Anno Santo aveva una caratte-rizzazione universale e che questo Giubileo "ha viaggiato" anche su internet con un sito scritto in sette lingue diverse e visitato da oltre 6.500000 utenti.

Per comprendere il valore che ha avuto nella vita della Chiesa, le finalità che erano state proposte e gli effetti che dovranno continuare per le comunità cristiane, è necessario, però, avere tra le mani due documenti programmatici: la Bolla di indizione dell'Anno Santo, Misericordiae vultus e la Lettera Apostolica Misericordia et misera, firmata sul sagrato di San Pietro da Papa Francesco proprio a conclusione del Giubileo.

Nel primo documento il desiderio del Papa era espressamente questo: far compiere ai credenti l'e-sperienza della misericordia per far diventare essi stessi strumenti di misericordia. Fare in modo, cioè, che nella vita della Chiesa la misericordia diventasse di nuovo qualcosa di straordinariamente propulsivo ed efficace. Non si può nascondere che la misericordia, a partire dall'uso stesso del ter-mine, fosse diventata qualcosa di desueta, relegata maggiormente alla pietà popolare e senza un vero valore nello stile di vita dei cristiani. Con questo Giubileo invece, la misericordia è diventata la protagonista, almeno per un anno, del vivere quotidiano dei credenti.

Nella Lettera Apostolica Misericordia et misera si legge espressamente: "La misericordia non può essere una parentesi nella vita della Chiesa, ma costituisce la sua stessa esistenza che rende mani-festa e tangibile la verità profonda del Vangelo. Tutto si rivela nella misericordia; tutto si risolve nell'amore misericordioso del Padre". Partendo dall'immagine biblica, narrata nel capitolo 8 del Van-gelo di Giovanni, che narra dell'incontro tra Gesù e la donna colta in adulterio, Papa Francesco deli-nea il percorso della vita futura della Chiesa perché possa essere sempre strumento di misericordia nei confronti di tutti senza escludere mai nessuno. Le due colonne su cui si regge l'impianto della Lettera sono:

il fatto che la misericordia richiede di essere celebrata e vissuta

e le linee pastorali che, a partire da qui, si danno e che saranno molto utili per la progettazione della vita delle comunità cristiane sparse per il mondo.

G. B.

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Immacolata Concezione e San Giovanni Battista

Via Monte Corno, 36 Tel. 011.3171351 – Fax 011.6165595 Parroco:

10127 TORINO e-mail: [email protected] Don Fabrizio Fassino

Sito: www.immacolatalingotto.altervista.org

4 INCAMMINO

ORARIO UFFICIO

martedì e giovedì dalle 9.00 alle 11.00

dal lunedì al venerdì dalle 16.30 alle 18.30

PRATICHE MATRIMONIALI

primo e terzo martedì del mese ore 18.00-19.30

ORARIO SS. MESSE

FERIALE: • martedì mercoledì venerdì ore 18.00

• giovedì in via Amari ore 8.30

PREFESTIVO: ore 18.00

FESTIVO: ore 10.00

ore 11.15

COLORO CHE DESIDERANO LA BENEDIZIONE DELLA CASA E DELLA FAMIGLIA CONTATTINO IL PARROCO

Celebrazioni

di Natale

Dal 16 dicembre novena di Natale:

Ragazzi ore 17,00 Adulti ore 18,00

Sabato 24 dicembre

S. Messa vespertina ore 18,00

Veglia di Natale ore 23,15 animata dai giovani

S. Messa di mezzanotte animata dal coro

Domenica 25 dicembre

S.S. Messe ore 10,00 ore 11,15

Lunedì 26 dicembre S. Stefano

S. Messa ore 10,00

Sabato 31 dicembre

S. Messa ore 18,00 Con Te Deum in ringraziamento

Domenica 1 gennaio 2014

S.S. Messe ore 10,00 ore 11,15

Giovedì 5 gennaio si celebra la

S. Messa prefestiva dell’Epifania

Venerdì 6 gennaio Epifania

S.S. Messe ore 10,00 ore 11,15

Confessioni giovedì

24 dicembre e prefestivi

ore 17,00

Ormai manca poco a Natale si avvicina la nascita

del nostro Bambino Gesù, volevamo proporvi due

poesie di due Santi importanti del secolo scorso

Bambino Gesù, asciuga

ogni lacrima

Asciuga, Bambino Gesù, le lacri-me dei fanciulli! Accarezza il malato e l’anziano! Spingi gli uomini a deporre le armi e a stringersi in un universale ab-braccio di pace! Invita i popoli, misericordioso Gesù, ad abbattere i muri creati dalla miseria e dalla disoccupazione, dall’ignoranza e dall’indifferenza, dalla discriminazione e dall’intolleranza. Sei tu, Divino Bambino di Betlemme, che ci salvi, liberandoci dal peccato. Sei tu il vero e unico Salvatore, che l’umanità spesso cerca a ten-toni. Dio della pace, dono di pace per l’intera umanità, vieni a vivere nel cuore di ogni uomo e di ogni famiglia. Sii tu la nostra pace e la nostra gioia!

Giovanni Paolo II

E' Natale

E’ Natale ogni volta che sorridi a un fratello e gli tendi la mano. E’ Natale ogni volta che rimani in silenzio per ascoltare l’altro. E’ Natale ogni volta che non accetti quei principi che relegano gli oppressi ai margini della società. E’ Natale ogni volta che speri con quelli che disperano nella povertà fisica e spirituale. E’ Natale ogni volta che riconosci con umiltà i tuoi limiti e la tua debolezza. E’ Natale ogni volta che permetti al Signore di rinascere per donarlo agli altri.

Madre Teresa di Calcutta

Buon

Natale