Speciale Fumetto

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Reader’s Bench Tutto il mondo dei libri su una panchina Speciale Fumetto Cosa sono i fumetti per me Intervista a Elena Casagrande Come ti divento un fumettaro Interviste Articoli Recensioni

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Reader’sBench Tutto il mondo dei

libri su una panchina Speciale Fumetto

Cosa sono i fumetti per me

Intervista a Elena Casagrande

Come ti divento un fumettaro

IntervisteArticoliRecensioni

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Reader’s Bench è una rivista senza scopo di lucro, pertanto non rappresenta una testata giornalistica in quanto i contenuti vengono aggiornati senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n°62 del 07/03/2001.

Danilo Diablo Angeletti

Clara RaimondiDavide RestelliDiego RosatoEleonora Di FabioGiulia BattagliaMattia Roland Galliani

Federica FrezzaDanilo Diablo AngelettiAntonio RecuperoElena Casagrande

Le tavole realizzate da Elena Casagrande, Danilo Angeletti e Ma t t i a Ga l l i an i sono proprietà degli stessi.

Si ringraziano per la cortese partec ipaz ione Feder ica Frezza, Elena Casagrande, Antonio Recupero e Danilo Angeletti

Cover

Redazione

Partecipazioni

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Editoriale

Sbang! La porta della redazione si chiude dietro le mie spalle. “Ragazzi ho avuto un’idea, perché non realizziamo uno speciale interamente dedicato al fumetto?”. Riesco addirittura a sentire il ronzio di una mosca appena entrata nella stanza. “Ragazzi?” Giusto il tempo di deglutire l’ennesimo, amaro, boccone e tutti sono pronti a mettersi al lavoro. In fin dei conti non l’hanno presa tanto male. Forse perché non ho detto loro che cosa volevo nello specifico ... Ops! Spero che mi perdonino e che, come al solito, che diano il massimo nel realizzare gli speciali, le recensioni e le news. Slurp! Che acquolina! Questo numero speciale sarà imperdibile. Ed ora che finalmente è online, posso esclamare WOW!! Abbiamo fatto un ottimo lavoro ed è qui, gratuito, tutto dedicato a voi!

Clara Raimondi

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ndiceIIl mito prende vitaDavide Restelli 6

Cronache di GerusalemmeClara Raimondi 10

Cosa sono i fumetti per meFederica Frezza 14

Adriano OlivettiClara Raimondi

18Che il calcio torni sport Davide Restelli

19I paperi supereroi DisneyDiego Rosato

21TopolinoDiego Rosato 26

Wu Ming vs Disney: il lato oscuro dello zio WaltDiego Rosato 28

50 anni portati diabolikamenteClara Raimondi 32Le noccioline che ci piaccionoEleonora Di Fabio 34

Piazza della LoggiaClara Raimondi

36E come ti divento fumettaroAntonio Recupero 39

Basta una firmaClara Raimondi

41Intervista a Elena CasagrandeClara Raimondi 43

Cosplay un mondo da scoprireGiulia Battaglia 54

Gietz!Clara Raimondi 59

Più corposo di un osso:BoneDavide Restelli 62

Spider Man al WowClara Raimondi 65

Ultime UsciteClara Raimondi 67

Raccontare un fumetto ad un bambino? ci pensa Gud!Clara Raimondi 70

Paninidigits: la fumetteria online di fiduciaClara Raimondi 72

1975: un delitto emilianoClara Raimondi 73

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Il Giappone medioevale e il suo fascino infinito catturano milioni di persone ogni anno, attraverso film, documentari e anche grazie alla letteratura.

Uno dei primi romanzi storici ad aver varcato con s u c c e s s o l e s o g l i e dell’arcipelago nipponico, è sicuramente “Musashi” di Eiji Yoshikawa. Autore molto amato in patria, figlio di un samurai, pubblicò questo libro fra il 1935 e il 1939 sull’Asahi Shimbun c o n l o s c h e m a d e l l a serializzazione a puntate.In seguito oltre ad aver visto la luce diverse edizioni in vari paesi del mondo, si è potuto fregiare di alcune t r a s p o s i z i o n i cinematografiche e teatrali, r e n d e n d o s e m p r e p i ù Musashi Miyamoto, un icona dell’epoca samuraica.

Ma c’è una trasposizione in particolare, che ha contribuito al suo mito.

Nel 1998, dopo aver finito la serializzazione del manga dedicato al

IL MITO PRENDE VITA

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Davide Restelli

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basket più famoso di sempre, “Slam Dunk”, Takehiko Inoue si è lanciato nel l ’ impresa d i dare v i ta a l personaggio di Musashi attraverso le sue tavole inchiostrate.E’ qui che nasce “Vagabond”, uno dei manga artisticamente più ispirati degli ultimi 20 anni.

La storia, liberamente ispirata al romanzo di Yoshikawa, ci trasporta lungo la vita del più famoso samurai giapponese, a partire dal suo risveglio sul campo della battaglia di Sekigahara. Accompagneremo Takezo Shinmen, verso la sua nuova vita, che comincerà sotto il nome di Musashi Miyamoto. Tavola dopo tavola la sua crescita esteriore, ma sopratutto quella morale, fra uno scontro e un incontro, lo porteranno alla storica sfida che è diventata mito, quella con Kojiro Sasaki (nel manga ancora l ’ au to re deve arrivarci, ma lo scontro è imminente n.d.r.).

Inoue ci racconta questa storia di rinascita e crescita, con tavole dettagliatissime che rivaleggiano con quelle del miglior Kentaro Miura, autore del successo planetario “ B e r s e r k ” . N e l l a v e r s i o n e giapponese e in quella Deluxe

italiana, la storia è impreziosita da fantastiche tavole colorate ad acquerello. Con una raffinatezza tutta sua, Inoue riesce a colorare i suoi personaggi rendendoli fluidi come l’acqua, attraverso movimenti delle spade che sono un flusso unico e trasformando uno scontro fra samurai in un incontro di correnti opposte.

A contribuire al successo di questa serie e al riconoscimento di Inoue come uno dei più grandi mangaka di sempre, hanno contribuito i due art-book dedicati alla serie:Water & Sumi-EIl primo è una raccolta delle tavole ad acquerello, e ci trasporta fra i personaggi del manga con una vitalità e dei colori, difficilmente r i s c o n t r a b i l i i n a l t r e o p e r e nipponiche.Il secondo, ci propone le migliori tavole inchiostrate, esaltando ancora una volta la maniacale precisione per i dettagli di questo autore.

Inoue si è preso alcune licenze rispetto al romanzo sia nello svolgimento della trama, che nella c a r a t t e r i z z a z i o n e d i a l c u n i personaggi. Sopratutto spicca il

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cambiamento di Kojiro, reso completamente sordo, invece che non udente da un solo orecchio. Questo a mio avviso è stato fatto per dare un tocco tutto suo alla storia, rendendola un po’ più vicina agli stilemi tipici dei manga.

Ma a parte queste piccole differenze, “Vagabond” è un opera fantastica,

che mantiene intatto lo spirito del r o m a n z o d i Y o s h i k a w a , trasportandoci attraverso la crescita interiore spirituale di Musashi, in un viaggio difficilmente dimenticabile.Se non avete mai letto questo manga, ve lo consiglio. Potreste finalmente s c o p r i r e c o m e m a i q u e s t o personaggio è ancora oggi un simbolo di quell’epoca così lontana.

“Il Libro dei Cinque Anelli” di Musashi Miyamoto,

Ed BUR, 110 pagg, 5,90 euro

Consigli per la lettura

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“Musashi” di Eiji Yoshikawa

Ed BUR, 848 pagg, 10,90

“Vagabond Deluxe”di Takehiko Inoue,

Ed Planet Manga, 32 volumi (in corso), 7 euro l’uno

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CRONACHE DI GERUSALEMME

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Clara RaimondiG u y D e l i s l e è c o s t r e t t o a d accompagnare la moglie in lungo e in largo per il mondo. I suoi non sono certo viaggi di piacere perché s u a m o g l i e , N a d è g e , è nell’amministrazione di Medici Senza Frontiere. Così, con due marmocchi al seguito, Guy si ritrova a fare il casalingo disperato,

in situazioni precarie e in paesi dilaniati dalla guerra.Ma come sfruttare al meglio il poco tempo a disposizione, prima di riprendere i piccoli all’asilo? In fin dei conti, Guy, è sempre un disegnatore, un fumettista di s u c c e s s o , u n p r o f e s s i o n i s t a dell’animazione!Potrebbe organizzare corsi e

s e m i n a r i l e g a t i a l fumetto ed incontrare l e r e a l t à l e g a t e

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all’animazione dei paesi che lo ospitano o, ancor meglio, girare le città accompagnato solo da un foglio bianco e da una matita.In questo modo nascono le sue Cronache di Gerusalemme, il racconto di una anno vissuto non proprio biblicamente alla scoperta di u n a c i t t à r i c c h i s s i m a d i contraddizioni.Dall’agosto 2008 al luglio 2009, Guy, girerà in lungo e in largo la capitale dello Stato d’Israele, tra posti di blocco e check point. Tra i luoghi simbolo della Terra Santa, i quartieri degradati, i luoghi di ritrovo di tutte i rappresentanti delle associazioni umanitarie e le colonie, dei e veri e propri pianeti.Guy cercherà anche di farci capire come laici e ultraortodossi possano vivere insieme e le condizioni,

spesso disumane, in cui vivono i palestinesi in quel non luogo che la Cisgiordania.Ma nulla di scolastico o di già visto. Se, nel libro, gli approfondimenti e le schede volute da Dalisle sono un utile strumento alla comprensione quello che salta maggiormente agli occhi è l’esperienza personale del disegnatore che alterna cronaca a momenti di vita familiare.Quello che ne viene fuori è un r a c c o n t o c o m p l e t o , a t r a t t i commovente ma sicuramente capace di coinvolgere e divertire. Parole che sicuramente non riescono a definire la complessità del lavoro di Delisle a cui si aggiunge la straordinari acutezza dell’autore che riesce a narrare e a fare informazione senza distinzione di sorta.Il mondo dell’informazione è

profondamente cambiato ma s o p r a t t u t t o s e m b r a completamente diverso il modo s t e s s o d i rapportarsi alla n o t i z i a e i l modo in cui e s s a v i e n e diffusa. Internet e l a s u a versione 2.0 ha

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inaugurato una nuova stagione in cui è l’utente il principale protagonista: quello che carica i contenuti, li commenta e li condivide in una rete dalle potenzialità quasi infinite.E’ in quest’ambito che si inserisce il lavoro di Guy Delisle e del suo graphic journalism un modo nuovo di fare fumetto e cronaca allo stesso tempo.D o p o P y o n g y a n g , Cronache Bi rmane e Shenzen, l’autore è pronto a raccontarci un altro, straordinario anno, trascorso in quel di Gerusalemme e lo f a n e l s u o s t i l e inconfondibile.Situazioni imbarazzanti, disegni esemplificativi si alternano alle tavole che r iportano “Il Muro”, i l simbolo di una separazione e della volontà di non capire chi e che cosa ci sia al di là di quello che ci hanno imposto di pensare dell’altro.Cronache di Gerusalemme ci farà scoprire quanti e quali siano i punti d’contatto tra i due poli, quello israeliano e palestinese, in lotta da secoli per la supremazia di un territorio. Capiremo l’origine d i t an t a v io l enza e l e

conseguenze di scelte sbagliate ma soprattutto avremo la certezza di non riuscire a comprendere pienamente il vero motivo che sta alla base di una guerra assurda.

“Cronache di Gerusalemme”di Guy Delisle

Rizzoli Lizard, 336 pagg., 20 euro

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COSA SONO I FUMETTI PER ME

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Federica Frezza

Letture di serie B un corno. Romanzi illustrati, semmai, nelle parole di Will Eisner.C'è chi ha passato quarantotto ore immobile sul letto per leggere senza sosta Video Girl Ai e chi controlla le copertine in controluce perché non abbiano graffi. C'è chi compra due copie dei volumi più preziosi e chi oltre ai fumetti si procura anche le bustine trasparenti per conservarli al meglio.Credo di appartenere a tutte queste categorie anche io, e chissà quante altre manie circondano il modo in cui leggo fumetti e al momento mi sfuggono.

Ma quando penso a Cosa Siano I Fumetti Per Me mi viene in mente una cosa sola: il ricordo della prima volta che ho letto Le Eumenidi (lo so, sembra che non parli d'altro che di Neil Gaiman. In questo quello che scrivo è molto simile alla vita reale).Quel pomeriggio è stampato a fuoco nella mia mente come i racconti delle favole. Fu uno di quei giorni in cui riesci a gustarti una lettura proprio come Dio comanda, con la porta chiusa, neanche un rumore se non quello delle pagine che girano (che comunque non riesci a sentire attraverso le parole della storia che raccontano), nessuno in casa che

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possa minacciarti con un brutale risveglio dalla lettura (profonda com'è porterebbe conseguenze simili ad uno schiaffo ad un sonnambulo), una tazza calda; in pratica un rituale delicatissimo, per la lettura di quello che ad oggi è uno dei fumetti più belli che io abbia mai letto. All'epoca lavoravo in un negozio di fumetti, era difficile percepire uno stipendio perchè quasi tutta la busta paga serviva per action figures e volumi preziosi raccolti in quella che veniva definita semplicemente "la casella" (probabilmente è un rito che accomuna tutti i negozi di fumetti, ma come capita in casi come questo e con i grandi amori ti sembra sempre di essere l'unico ad aver usato quel nome o provato quell'emozione).L'uscita de Le Eumenidi era stata attesa come un parto miracoloso. Arrivò lo scatolone alla presenza

dell'intero staff del negozio, inclusi quelli che, come me, non erano in servizio.Ciascuno si prese la sua copia e se ne andò.Io me ne tornai a casa, camminando piano e gustandomi quello che potevo prevedere delle ore che mi aspettavano, come quando si guarda un dolce che si stia cuocendo in forno contando i minuti per poterlo assaggiare.Quando ripenso a quelle ore so per certo che la mia mente era altrove, ma allo stesso tempo che naso, orecchie e mani raccolsero ricordi tutti loro, l'odore della carta, il suono delle dita sulla copertina e la sensazione delle pagine a destra che calano inesorabilmente. E Le Eumenidi non è il solo volume che abbia sortito questo effetto, per fortuna. Come lettrice di fumetti sono sempre s ta ta vorace e fortunata, mi è capitato spesso di

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perdermi in disegni che si animano e sul suono di voci che non sapresti d e s c r i v e r e , m a c h e s e n t i chiaramente dietro le orecchie.Ho chiesto in giro, e verificato senza sorpresa che tanti lettori di fumetti, durante i loro viaggi astrali nelle pagine che preferiscono, rimangono tuttavia coscienti delle loro spoglie mortali; e come ogni attività della vita umana ci si divide in scuole di pensiero: chi può leggere ovunque e chi si ritaglia momenti speciali; chi si adopera in un religioso digiuno quando al cospetto dell'ultimo a m a t o n u m e r o e c h i l e g g e allegramente a tavola, senza paura di schizzi e briciole perché alla fine

di qualcosa b isognerà pur morire. C ' è c h i annusa la carta e chi s i concent ra s u l l a leggerezza del tratto. Chi si lasci c u l l a r e d a l l a m u s i c a e c h i s i i m m e r g a

nel silenzio.Eppure tutti quanti hanno qualcosa in comune, un legame in realtà molto privato con quello che leggono, passioni che malvolentieri vengono sventolate ai quattro venti, se non si è sicuri di mostrarle da lontano a chi capisca e sia in grado di ricambiare.Da questa piccola indagine ho capito un'altrettanto piccola verità: il punto è che le pagine dei fumetti, forse in modo più immediato di quelle dei libri SenzaFigure, come li chiamerebbe Alice annoiata, sono porte su mondi diversi, mondi che si muovono appena li guardi, come in una specie di nascondino al contrario, e ti risucchiano via,

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Federica Frezza è una che fugge. Ha trent'anni e qualcosa, ma portandoli abbastanza bene e mentendo spesso deve sempre fare i conti per ammettere che siamo arrivati a trentadue. Ha frequentato Lettere Moderne a Bologna dove è nata e vissuta, periodo desolato che non ricorda con piacere. Da un paio d'anni vive e lavora a Londra come giornalista musicale. Il suo primo libro, esaurito in versione cartacea, è stato recentemente rimesso in commercio in formato e-book tramite amazon e il sito www.federicafrezza.net. Una sua storia breve è uscita nel 2011 Regno Unito nella raccolta All the king's horses incontrando recensioni estremamente generose. Fuma molto, è un po' pigra e potrebbe parlare anche con un sasso

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riportandoti indietro solo quando il viaggio sia finito. Per questo gli esperti le maneggiano con tanta cura.Quelle che i più chiamano vignette in realtà sono passaporti. Si viaggia con un bagaglio leggero, le soste le scegli tu e non esistono guide, perdersi è parte del pacchetto.Così, in un clima quasi alla Hemingway, a volte puoi incrociare qualcuno che abbia percorso le stesse strade, visto gli stessi tratti di china e gli stessi balloons; vale la pena allora avvicinare la sedia e

confrontarsi, perché difficilmente le stesse vignette avranno lasciato identiche impronte in entrambi, e scambiarsi visioni è un traffico lecito quanto affascinante.Inoltre, quando si esplorino nuovi territori, si sa, le esperienze degli altri fanno sempre comodo. Chissà che la prossima volta non ci si perda insieme.

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Miriam Lo Cascio ha appena consegnato, in segreteria, la sua tesi: Adriano Olivetti. Prove di nuovo rinascimento italiano nel cuore del novecento. Siamo nell’anno domini 2060-2061, l’Italia ha appena superato una delle crisi economiche più dure che la storia ricordi e si appresta ad una rinascita culturale e

al recupero della storia dei suoi personaggi più illustri.Pe onorare gli uomini precursori di questa rinascita, si potrebbe iniziare ricordando Adriano Olivetti. Chi meglio di lui? L’uomo che non ha solo immaginato il futuro ma ha tentato, già nel 1950, di realizzarlo?Così la giovane Miriam si mette in contatto niente di meno che con

ADRIANO OLIVETTI

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Clara Raimondi

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Adriano Olivetti e riesce a realizzare un’intervista che ha dell’incredibile.Grazie alla potenza dei mezzi del futuro o dell’immaginazione degli autori, Marco Peroni e Riccardo Cecchetti, l’incontro, finalmente, avviene e quello che possiamo leggere noi ne Adriano Olivetti. Un secolo troppo presto, ne è la prova.Attraverso le pagine e soprattutto le immagini di questo libro veniamo c a t a p u l t a t i n e l l o s t u d i o dell’imprenditore italiano, per conoscere la sua visione della fabbrica, della città e della società tutta.L’industria italiana è nata in Piemonte, con la famiglia Agnelli e con l’opera degli Olivetti, che inizia con il capofamiglia Camillo, ma è

solo con Adriano che essa assume carattere internazionale.Il prodotto finale che esce dalla f abb r i ca d i I v r ea è s empre innovativo e concorrenziale e questo che sia una macchina da scrivere o u n c a l c o l a t o r e . Q u e l l o c h e differenzia lo stabilimento Olivetti sono gli spazi, i tempi e il modo di lavorare. Un luogo di produzione che si arricchisce dell’asilo nido, dagli alloggi a misura d’uomo e soprattutto di una serie di eventi collaterali che fanno della Olivetti persino un centro culturale.Scrittori, poeti, cineasti tutti al servizio dell’idea innovatrice di Olivetti che travalica i confini dell’impianto ed investe persino l’urbanistica e l’editoria.

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Un mondo intorno al pianeta Olivetti che si concluderà con la sua morte ma che lascerà dietro di sé una scia ad illuminare il futuro dell’industria mondiale.Un uomo nato forse troppo presto, in un paese in piena ricostruzione e non ancora pronto a rinnovarsi profondamente.Il potere è tutto nella narrazione e nella volontà di stupire e di trattare l’argomento Olivetti come non è mai stato fatto prima. Potenza delle immagini e della loro capacità evocativa in una biografia che merita di entrare a pieno diritto nella libreria di ogni buon lettore e che rivive nello spettacolo del trio Le voci del Tempo, dedicato ad Adriano Olivetti.Il libro esce proprio in questo difficile momento per l’Italia che vede, una a d u n a , c h i u d e r e t a n t i s s i m e r e a l t à

imprenditoriali, sovrastate dai debiti e dall’incapacità di far fronte alla mancanza di liquidità.La stessa raccontata da Nesi in Storia della mia gente e quella vissuta quotidianamente dai piccoli imprenditori.Che cosa, allora, ci ha lasciato Olivetti? Sicuramente un messaggio di speranza e di coraggio per il futuro che sta nelle mani e nella testa di chi vuole costruirlo.

“Adriano Olivetti. Un secolo troppo presto”

di Marco Peroni, Beccogiallo, 157 pagg., 19 euro

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I PAPERI SUPEREROI DISNEY

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Diego Rosato

Prendete Diabolik, Batman e Robocop, immaginate che siano dei paperi... non ci riuscite? Beh, non preoccupatevi, ci ha già pensato la Disney.

Tutt i sanno che Paperino, p e r q u a n t o nelle sue varie vesti cambi s p e s s o carattere, è un personaggio p i u t t o s t o p i g r o , imbranato e s f o r t u n a t o , s p e s s o succube delle angherie dello Zio Paperone, de i v iz i d i P a p e r i n a , della fortuna di Gastone, d e l l e prepotenze di A n a c l e t o Mitragl ia e t a l v o l t a

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perfino dei capricci di Qui, Quo e Qua. Propr io perché spesso Paperino è incapace di difendersi, trovato il nascondiglio segreto di Fantomius, il ladro gentiluomo, il papero più sfortunato del mondo decide di prenderne il posto: era nato Paperinik, il vendicatore.Paperinik è nato in Italia nel 1969 dalla penna di Guido Martina e dalla matita di Giovan Battista Carpi e da allora ha attraversato tre fasi più o meno distinte.Dopo una fase iniziale, che potremmo definire quasi noir, Paperinik intraprende la sua carriera d a s u p e r e r o e m a s c h e r a t o , diventando più buono e generoso, ma anche più goffo ed

impacciato, un supereroe che non di rado sconfigge i suoi nemici in modo rocambolesco ed un po' fortuito, nonostante qualche storia tendente ad un ritorno alle origini noir del personaggio. La terza fase di Paperinik è quella che vede la nascita di tre albi a fumetti dedicati al supereroe, PK, PK2, e PKNA. In questi albi Paperinik è un eroe molto più vicino alla fantascienza, un eroe che lotta contro invasioni aliene e pericoli molto più seri di una scalcinata rapina della Banda Bassotti. Ciò che rende Paperinik temibile per i suoi avversari è il suo armamentario: oltre ai gadget

originali di Fantomius, il papero mascherato può c o n t a r e s u l l e g e n i a l i invenzioni di Archimede Pitagorico (di Uno in PK), a part ire dalla fantast ica dotazione della 313-X, la mitica 313 di Paperino “truccata”.E sempre dalla geniale m e n t e d i A r c h i m e d e Pitagorico nasce l'armatura tecnologica che permette a Fenton Paperconchiglia di diventare Robopap.Fenton non è un personaggio dei fumetti, quanto piuttosto

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dei cartoni animati, in particolare della serie Duck Tales, in cui, da ex dipendente di una fabbrica di fagioli di Paperopoli (la sua papera che ama lavora lì come receptionist), è diventato un ragioniere al soldo di Paperon De Paperoni: sembra infatti che l'unica cosa che Fenton sappia fare bene è contare soldi e fagioli.

Se Paperinik alle volte è un po' goffo, Robopap è a dir poco imbranato. Non a caso, l'armatura inventata da Archimede non era destinata a Fenton, ma il fatto che lui sia stato il primo a pronunciare “incantesimo”, la parola di attivazione, vicino all'armatura ha segnato la

trasformazione del timido ed impacciato ragioniere, che non sa nulla di economia, ma sa solo contare , che sogna la bel la receptionist, ma vive ancora con la madre teledipendente, nella guardia del corpo personale di Paperone.Anche Robopap non ha superpoteri, ma un'armatura ipertecnologica che p e r m e t t e i l v o l o , l a r e a l t à aumentata, la difesa e l'offesa.

Molto più stiloso, molto più dark-

fashion è invece il protettore della città di St. Canard. “Io sono il terrore che svolazza nella notte, sono...”: questa è la battuta classica del terzo supereroe di cui parleremo in questo articolo, Darkwing Duck, primo dei suoi segni distintivi, come il grido di battaglia “Dagli addosso, Duck!” ed il fatto che, caso molto raro nel mondo dei Supereroi, la sua identità pubblica, Drake Mallard, è un'identità secondaria, rispetto a quella dell 'eroe. Privo di

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famiglia, di amici e più in generale di affetti, alla sua nascita infatti egli vive esclusivamente sul suo covo/rifugio dentro un pilastro del Ponte Audubon Bay di St. Canard e non usa mai i l suo vero nome, completamente perso dopo la fine del liceo. L'incontro con Ocalina, un'orfana che decide di adottare, lo porterà a riportare alla luce la sua vera identità per dare una vita normale alla bambina.Nel primo episodio della serie animata (anche Darkwing Duck nasce come cartone animato, anche se all'estero esistono albi a fumetti) egli incontra Jet McQuack, che da

fervente ammiratore, diventa il suo fedele assistente e gli appioppa il nomignolo di “Doppia D”.

Darkwing Duck, più degli altri due supereroi presentati, ci tiene alla sua immagine di cinico e di duro, ma in realtà spesso dimostra il suo cuore d'oro e la sua bontà, non solo verso la piccola Ocalina, ma anche verso la sua fidanzata ed altri personaggi. È anche lui un po' arruffone, ma decisamente preparato e competente in moltissime discipline, nonché molto attento alla strategia ed alle entrate ad effetto. Non dotato di Superpoteri, Doppia D si sposta sul

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suo jet, il ThunderQuack e sulla sua moto, il RatCatcher, e come arma, quando non combatte corpo a corpo, usa una pistola che spara varie tipologie di gas.Oltre ad essere paperi, questi tre superoi sono accumunati dalla bontà di cuore, da una doppia vita molto al limite della schizzofrenia, da armamentari tecnologici e due di loro (Robopap e Darkwing Duck) dall'appartenenza alla lega di Paperi della Giustizia, evidente parodia della Lega della Giustizia della DC Comics. Spesso, più fortunati che abili, sono tutti a loro modo imbattibili e tutti ispirati spesso a più di un supereroe: se Paperinik è un'evidente parodia di Diabolik, è pur vero che alcune sue avventure ricalcano quelle di Indiana Jones e che il suo cinturone ed il suo armamentario lo avvicinano a Batman, come pure è vero che

Darkwing Duck si avvicina molto al Cavaliere Oscuro, ma buona parte dei suoi nemici sembrano usciti dall'universo Marvel (Toros Bulba è un alter ego perfetto di Kingpin, ad e s e m p i o ) e l a m i s t e r i o s a associazione segreta S.H.U.S.H. che ogni tanto lo manda in missione assomiglia molto allo S.H.I.E.L.D. Infine anche Robopap è un po' Robocop, un po' Ironman.

Personalmente da bambino gradivo tutti e tre, ma le mie maggiori simpatie sono sempre andate a Darkwing Duck. E voi? Quale supereroe Disney preferite?

A cura di Diego, anzi... Io sono il terrore che svolazza nella notte, sono l'autore di questo articolo, sono il Reader che fa disperare Claretta per articoli come questo... Io sono Diego!

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TOPOLINO

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Diego Rosato

Voi cosa ricordate della vostra infanzia? Quali sono i ricordi più l o n t a n i c h e a v e t e ? I o r i c o r d o v e r a m e n t e mo l to poco della mia vita pr ima de l le scuole medie, ma una cosa la so per certo: la p r i m a c o s a che ho letto, quando ancora non avevo sei anni, è stato un numero di Topolino.

S t a n d o a quando vuole l 'aneddotica, alla fine degli anni '20, un g i o v a n e produttore di nome Walt Disney si trovava in cattive acque, senza personale e senza personaggi. Pensando ai topi

che aveva visto tempo prima sulla s u a s c r i v a n i a ( s e c o n d o l e

malelingue, al gatto Felix), ebbe l'idea di u n n u o v o personaggio, c h e v o l e v a c h i a m a r e Mortimer: fu la moglie a suggerire un p i ù accat t ivante M i c k e y Mouse.T o p o l i n o nasce in realtà c o m e protagonista di “talkies”, cortometraggi di animazione con il sonoro, ma compare a n c h e i n lungometraggi,

sia animati che non, albi a fumetti, libri, giochi e videogiochi e quant'altro. Fatto sta che è stato il

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vero capostipite di un impero, quello D i s n e y, c a p a c e d i s u c c e s s i clamorosi, perfino sconfiggere le leggi americane sul copyright, dato che in teoria il personaggio di Topolino dovrebbe essere diventato di dominio pubblico, ma di fatto non lo è, per decisione di un tribunale.

Parlando più specificamente dei fumetti, sarebbe comunque riduttivo ricondurre l'albo a fumetti al solo personaggio di Topolino. Grande importanza rivestono anche la s t o r i c a f i d a n z a t a M i n n i e , l'inseparabile amico Pippo, il fedele c a n e P l u t o , i l c o m m i s s a r i o Bassettoni, Gancio il Dritto, Gambadilegno, Macchia Nera, Plottigatt e tutto il mondo dei Paperi.

I lettori di Topolino, quelli che per generazioni hanno seguito le sue vicende, hanno visto questa grande doppia famigl ia inves t igare , praticare tutti gli sport, anche alle Olimpiadi ed ai mondiali, viaggiare per mare, per terra, per cielo, nello spazio e nel tempo, praticare ogni genere di mestiere, ridere, piangere, ma mai invecchiare. Oltre all'albo “standard”, il mondo Disney offre anche una serie di fumetti dedicati agli appassionati di gialli, di supereroi o mirati ad un

pubblico femminile, ma ciò che più stuzzica il lettore sono le speciali parodie che di tanto in tanto è possibile trovare in edicola, come, ad esempio, “I promessi paperi”. Ma non pensate che Manzoni ed in generali i grandi autori siano le sole guest star presenti in Topolino: cantanti, giornalisti, attori, sportivi e perfino personaggi immaginari di altri mondi sono stati ospitati nelle p a g i n e d i To p o l i n o , c o m e personaggi, ma talvolta anche come autori.

Uno degli aspetti più gradevoli di Topolino è il linguaggio: in un'epoca in cui, purtroppo, anche nella letteratura è difficile trovare una buona scrittura, l'albo a fumetti del topo più famoso del mondo usa un l i n g u a g g i o s e m p l i c e e d estremamente corretto, i cui pochissimi refusi sono da attribuire perlopiù ad errori tipografici, ma arricchito da qualche termine più sofisticato: è stato Topolino ad insegnarmi parole come plutocrate (uno dei tanti appellativi con cui Paperino chiama suo zio Paperone).

Perché Topolino? Perché è un ottimo viatico per appassionarsi alla lettura, ma fate attenzione, perché causa dipendenza.

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WU MING vs DISNEY:IL LATO OSCURO DELLO ZIO WALT

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Diego Rosato

Nell'immaginario collettivo il mondo Disney è un invidiabile idillio. Certo, ci sono vicini fastidiosi come Anacleto Mitraglia e

c r i m i n a l i c o m e P i e t r o G a m b a d i l e g n o , m a , q u a n d o comincia una disavventura, si sa già che tutto si sistemerà, anche se il povero Paperino sarà costretto a lucidare milioni di monetine.Ma cosa accadrebbe se i personaggi del mondo Disney prendessero coscienza della loro condizione, acquistassero consapevolezza e personalità propria? Siamo sicuri che Topolino continuerebbe ad

e s s e r e u n o n e s t o e g e n t i l e investigatore, fedelissimo alla legge ed alla sua Minnie e che Paperino continuerebbe a subire le angherie dello Zio Paperone accudendo i suoi n i p o t i n i ? S t a n d o a q u a n t o ipotizzano gli scrittori del collettivo Wu Ming, no!

Nel racconto “Pantegane e sangue”, Topolino è un detective privato, ex-poliziotto radiato per corruzione. È dedito ad alcol ed anfetamine, non disdegna di tradire Minnie con le prostitute che ricatta e accetta incarichi loschi aiutato dal suo assistente eroinomane: Pippo!

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Sullo sfondo di una Topolinia corrotta e decadente, più squallida della peggiore Gotham City, il nostro eroe, razzista e cripto-nazista, si ritrova invischiato in un complotto terroristico di matrice razziale, finché non comincia a rendersi conto di alcune stranezze nella sua vita: perché anche se sa di avere almeno settant'anni non sembra vecchio? E perché il suo primo ricordo lo vede timoniere su uno strambo traghetto? E ancora perché nessuno a Topolinia muore? Uno strano monaco tibetano sembra volerlo guidare alla risoluzione dell'enigma.

In un altro racconto, “Canard à l'orange mécanique”, è Paperino, grazie all'aiuto di Archimede, a prendere consapevolezza della sua es i s tenza come personaggio inventato e, per colpa di un distratto

impiegato di biblioteca che gli consegna tutte le opere di Karl Marx invece che di Carl Banks, sviluppa una forte ideologia comunista, incoraggiata dalla forte avve r s ione pe r i l t i r ann i co plutocrate Paperone. Il papero più sfortunato della storia inizierà una rivoluzione che coinvolgerà C.I.A., F.B.I., N.S.A. e terrorismo islamico.

Questi racconti, amari, dissacranti, volutamente provocatori e sarcastici nascono probabilmente da due aspetti poco chiari della vita di Walt Disney e della sua azienda. Innanzitutto pochi sanno che già negli anni '40 lo zio Walt fu reclutato dal governo americano come spia, incaricata di segnalare attività comuniste e, più in generale, anti-americane nel circuito di Hollywood. Senza contare che Walt

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Disney ostacolò sempre con ogni mezzo, secondo alcuni anche con l ' appoggio de l la c r imina l i tà organizzata, l'attività sindacale nel suo impero.La seconda vicenda bersagliata dal collettivo di scrittori anonimi in questi due racconti è quella del copyright. La Disney è riuscita a prolungare i suoi diri t t i sul personaggio di Topolino ben più di quanto prescrivano le leggi in merito, eppure, secondo alcuni giuristi, come l'americana Lauren Va n p e l t , l e p r a t i c h e p e r l'apposizione del copyright sul personaggio sarebbero affette da vizio procedurale e, quindi, Mickey Mouse s a r ebbe d i f a t t o un pe r sonagg io “pubb l i co” ne l completo senso del termine.

I raccont i sono scritti n e l p u r o s t i l e d e i cinque (sì, a l l ' e p o c a e r a n o a n c o r a c i n q u e ) f a n t a s t i c i scrittori del col le t t ivo,

uno stile asciutto, diretto, quantomai crudo e sboccato: in questi racconti i personaggi Disney sono talmente Pulp che sembrano usciti da un film di Tarantino.

Per chi ha lo stomaco abbastanza forte, ricordo che questi racconti sono l iberamente scar icabi l i dall'apposita sezione del sito del collettivo Wu Ming:

ñ Pantegane e sangueñ Canard à l'orange mécanique

Tra i file contenuti negli archivi Z I P p o t e t e t r o v a r e d e l l a documentazione sul Lato Oscuro dello zio Walt.

Forse sono racconti un po' forti, ma alzi la mano chi tra di voi non ha mai des idera to d i sp iumare Gastone!

Per approfondire

“Walt Disney. Il principe nero di Hollywood” di Marc Elliot,

Bompiani, 339 pagg., 9.90 euro

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50 ANNI PORTATI DIABOLIKAMENTE

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Clara RaimondiNon c’è settimana in cui il mio ragazzo non torni a casa con una copia di Diabolik ed io non perdo mai l’occasione di dare una sbriciata alla quarta di copertina per vedere la ragazza protagonista o vittima dell’avventura del genio del male. Volti spesso pensierosi che alla fine sembrano assomigliarsi tutti e che

mi danno, prima di affrontare la lettura, una certa sensazione di disagio..E si perché Diabolik tutto è tranne che un personaggio rassicurante, capace di condurti in spericolati colpi ma sicuramente non è il classico super eroe del fumetto classico americano.

L’ U o m o R a g n o e Diabolik quest’anno festeggiano i loro primi cinquant’anni ma mentre il ragazzotto di New York è ancora per tutti il simbolo d’integrità e di super poteri messi a servizio dei più deboli, il Re del Terrore non ha alcuna intenzione di cambiar vita nemmeno alla soglia del maturità.Se ne va scorrazzando in piena notte a bordo della sua Jaguar E-type per s fer rare l ’ennes imo c o l p o a i d a n n i dell’ennesimo nobile decadente che s i è arricchito illegalmente.

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Una crociata contro la società ma che non ha nessun altro scopo se non quello di permettere al genio del male di godersi la vita in compagnia di Eva Kant, compagna di vita e spalla dei suoi colpi più famosi.Donna bellissima e senza scrupoli che condivide con lui un trascorso c h e h a d e l m i t i c o m a c h e , evidentemente, non ha impedito loro di diventare avidi truffatori che non si fanno alcun problema nemmeno a lasciare dietro di loro una lunga scia di sangue.Prima della coppia diabolica nel fumetto non esisteva l’omicidio, la morte era annunciata solo raramente con titoli roboanti. Gli scontri più s a n g u i n o s i s i r i s o l v e v a n o miracolosamente senza soluzione estrema.Invece nei mitici formati 12 x 7 se ne vedono di tutti i colori persino il lancio di coltelli affilati e cerbottane p e r s p a r a r e f e n d e n t i a l cianuro. Tutte t e c n i c h e apprese durante questo passato m i s t e r i o s o dell’uomo in c a l z a m a g l i a nera che solo i più affezionati conoscono.Diabolik nasce

da un’idea di Angela e Luciana Giussani che avevano in mente qualcosa in grado di coinvolgere e divertire i lettori negli interminabili minuti di viaggio che li portavano a lavoro. Cercavano un protagonista maschile dalla vita invidiabile che esercitasse un gran fascino sulle donne e soprattutto pronto a qualunque cosa pur di raggiungere il suo scopo.Diabolik divenne questo ma anche il simbolo di un boom economico di cui abbiamo, ormai, lontanissimi ricordi e che ha saputo, con il passare del tempo, adattarsi al passare degli anni e ad interpretare i gusti dei lettori di oggi.Una serie di topoi che vedono nello scontro bene e male, nella lotta Diabolik vs Ginko, i capisaldi della narrazione stessa. Un classico che non tramonta mai.

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LE NOCCIOLINE CHE CI PIACCIONO

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Eleonora Di FabioSono davvero come le noccioline: piccole e sfiziose, non finiresti mai di mangiarle....o di leggere una striscia in più. Charlie Brown & Co. sono davvero irresistibili.

Charles M. Schultz ha iniziato a disegnare i Peanuts negli anni '50 come una striscia domenicale e ha continuato a disegnare finché ha potuto senza mai delegare la produzione ad altre persone. Muore il 12 febbraio 2000 e il giorno seguente molti giornali in più di 75 paesi pubblicarono l'ultima tavola dei suoi bambini.

Furono proprio i Peanuts negli anni '60 a far entrare i fumetti nelle case di chi leggeva solo libri “seri”, cioè senza disegni. La prima raccolta italiana “Arriva Charlie Brown”,

pubblicata nel 1963, presentava nell'introduzione una citazione di Umberto Eco: “Charles M. Schultz è un poeta”.

Sono bambini ma parlano come adulti. Sono pieni di nevrosi e difficoltà, come le avrebbero i loro genitori. Ma rimangono sempre bambini che vivono perennemente nell'oggi, senza cambiare...sono in realtà lo specchio di un adulto ma sopportabile come un qualunque bambino.La presunzione di Lucy, il disagio di Charlie Brown, l'insicurezza di Linus, l'anticonformismo di Piperita Patty sono tratti distintivi e spesso dei difetti ma sono sempre dei bambini a cui può essere perdonato tutto.

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Alcune situazioni ci sono entrate nel cuore: l'amore di Charlie per la ragazzina dai capelli rossi e la sua incapacità nel far volare gli aquiloni, il banchetto da psicologa di Lucy e il suo amore per il pianista Schroeder, Snoopy e il suo amico Woodstock e le loro avventure.

Si potrebbe parlare per ore della striscia che più ci ha fatto ridere, piangere, riflettere...ce ne è per tutti i gusti e umori. Ogni volta che si rileggono lasciano dentro di noi nuove emozioni o rinnovano pensieri e riflessioni. Abbiamo a nostra disposizione oltre 20.000 tra strisce e tavole disegnate, in cui perderci leggendo l'avventura del nostro eroe preferito.

Non c ' è un vero e p ropr io protagonista. Possiamo affezionarci a chi vogliamo, sicuri che abbia il suo spazio e ci mostri sempre un modo diverso con cui guardare la nostra vita. I Peanuts sono uno specchio della realtà ma anche un mondo a sé dove perdersi molto volentieri.

Per orientarci in questo mondo l'aiuto maggiore viene dal sito ufficiale dei Peanuts:

www.snoopy.com

d o v e c i a c c o g l i e o g n i giorno una s t r i s c i a diversa e t a n t e p i c c o l e curiosità.

In ultimo un consiglio per gli acquisti. Sono uscite miriadi di raccolte e ristampe, spesso associate a grandi quotidiani nazionali. Anche Moleskine ha prodotto una serie di agende a tema. In larga parte in libreria troviamo delle raccolte divise per anno di pubblicazione ma resta sempre degno di rilievo.

“Il libro d’oro dei Peanuts” di Charles M. Shultz,

Dalai Editore, 256 pagg., 41.32 euro

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PIAZZA DELLA LOGGIA

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Clara Raimondi

Il 28 maggio 1974 in Piazza della Logg ia , una man i fe s t az ione organizzata dai sindacati CGL CISL e U I L f i n i s c e n e l s a n g u e . Improvvisamente, da uno dei cassonetti in piazza, deflagra una bomba che farà 8 morti e un centinaio di feriti.Una strage che, come vuole la tradizione del nostro paese, finisce nel dimenticatoio se non fosse per l’ennesima sentenza shock del 14 aprile scorso in cui la Corte D’assise d’appello di Brescia conferma

l’assoluzione per gli imputati emessa il 16 novembre del 2010.Dal silenzio assordante di un processo completamente ignorato dalla stampa nazionale parte l’indagine di Fracesco Barilli e Matteo Fenoglio, già autori, sempre per Becco Giallo, di Piazza Fontana.In una sorta di documentario gli stessi autori diventano personaggi della narrazione che tra passato e presente cerca di ricostruire la storia di un attentato ma anche quella di una città e di un intero paese.

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La città dei tondini che prima di quella fatidica data non aveva conosciuto rivendicazioni sindacali o manifestazioni di sorta, è la stessa di oggi ed è quella che assiste alla protesta di un gruppo di lavoratori stranieri, condannati all’espulsione dal nostro paese. Mentre i tribunale si celebra l’ennesima farsa due eventi, apparentemente isolati, mostrano diversi punti di contatto e la città, Brescia, e i suoi abitanti oggi come allora allora scendono in piazza per difendere i diritti dei lavoratori.A fare da sfondo, come sempre, la connivenza e lo sguardo rivolto altrove dei politi e dei nostri governanti.Piazza della Loggia è un evento tragico in qualche modo voluto da quella parte p o l i t i c a c h e , s e n z a distinzioni, ha preferito la mano armata piuttosto che scendere a pat t i in un confronto democratico, la stessa che, oggi, prima ha favorito l’immigrazione ed ora se ne lava le mani, assistendo ad una protesta il cui esito è dato già per scontato.Barilli e Fenoglio sono bravissimi nell’impostare questo viaggio che t ra

flashback ed un ritorno al presente, contorna i tratti degli ultimi trent’anni del nostro paese.Di volta in volta accompagnati dagli esperti, dai famigliari delle vittime, dai testimoni di quello scempio riescono puntualmente a ricreare l’atmosfera e a darci tutte le informazioni di cui abbiamo bisogno.Tra collusioni politiche del governo con organismi para militari, alle divisioni interne della destra e s t r e m i s t a a l l a s o s t a n z i a l e

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indifferenza dello Stato pronto a cancellare ogni traccia di violenza e ristabilire l’ordine ricostituito.La narrazione procede attraverso salti temporali che per nulla invalidano la lettura che sembra sempre sollecitata, così come l ’ a t t enz ione de l l e t t o r e , da un’impostazione grafica eccellente e dai dialoghi serrati che mettono uno sopra l’altro i piani narrativi che non vengono mai compromessi o sovrapposti.Francesco Barilli e Matteo Fenoglio non hanno nessuna paura di dire la loro ed orchestrano una puntata di uno speciale dedicato a Piazza della Loggia che non ha nulla da invidiare alle blasonate produzioni televisive. Anzi, tutto il contrario.La possibilità di plasmare la narrazione arricchisce ancora di più il libro che diventa cronaca, narrazione, compendio, inchiesta su uno degli eventi più tragici della nostra storia.Il libro, come ogni titolo Becco Giallo, che si arricchisce delle note degli autori, di una cronistoria e di

un Per Saperne di più che vi darà tantissimi altri suggerimenti per la lettura.Non è di maggio cantavano i Gang, da qui il sottotitolo del libro, ma anche “Morire di maggio, ci vuole tanto troppo coraggio” cantava De André di quel suo Piero che non era riuscito a vedere la primavera della vita, l’arrivo di una nuova stagione piena di speranze.Questo è il volume numero uno, per il numero due, dedicato al processo dovremo attendere ancora qualche settimana.

“Piazza della Loggia vol1”di F.Barrili e M.Fenoglio

Beccogiallo, 233 pagg., 19.90 euro

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Mi è stato chiesto con questo articolo di parlare un po' di me, e di spiegare come sono arrivato alla scelta di scrivere fumetti.…Possiamo dire che è un argomento un po' vasto da affrontare? E poi, vale la pena di sapere cosa nella mia vita io abbia letto quando avevo 6 anni o quando ne avevo 16 per condizionarmi così tanto? Si rischia facilmente di cadere nella retorica, nell'auto incensazione, nella falsa modestia, ecc.Il punto è che io odio parlare o, peggio, scrivere di me. Non mi ritengo così interessante da dover condividere parti della mia vita col pubblico affinché vi sia una qualche forma di evoluzione e maggior c o n s a p e v o l e z z a s o c i a l e e / o spirituale.Sono una persona normale, che ha iniziato a leggere sugli albi di supereroi Marvel editi dalla Corno, che per un po' ha smesso di leggere fumetti per passare ai libri “da grandi”, e poi ci è ricascato nell'adolescenza, sempre con la

Marvel (era il periodo in cui le storie le scrivevano i vari Peter David e Jean Marc DeMatteis) e con Alan Ford , l e cu i r i s t ampe circolavano regolarmente in tutte le edicole. Non sono mai stato un grande appassionato di fumetti Bonelli, invece. Ken Parker lo avrei scoperto solo qualche tempo dopo, insieme a tantissima altra roba.Ho scelto di raccontare storie, ad un cer to punto de l la mia v i ta , semplicemente perché mi piaceva, senza chissà quali grandi aspirazioni artistiche. E visto che mi piacevano i fumetti, ho scelto di farlo anche attraverso i fumetti. Ho provato a scrivere per il teatro,ho scritto racconti ecc. Ma i fumetti erano una cosa che tornava, sempre, da sola, con costanza. E allora ho scelto di studiare per scriverli meglio. E ho scritto di tutto, storie su richiesta, storie che non ho firmato, storie che non mi sono mai state pagate (la maggiorparte...), storie di cui mi sono vergognato. E storie che mi son piaciute, che mi hanno soddisfatto. E alla fine sono

E COME TI DIVENTO UN FUMETTARO

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Antonio Recupero

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quelle di cui voglio ricordarmi, anche se qualcuno che cerca di ritirare fuori le altre c'è sempre.I fumetti che hanno segnato la mia vita e il mio modo di raccontare sono tanti e diversi: c'è stato Maus, c'è stato V for Vendetta, c'è stato Ken Parker, c'è stato l'Hulk di Peter David e le Sturielet di Andrea Pazienza, gli Alan Ford disegnati da Magnus e i Rat-Man di Leo Ortolani, e tantissimi altri. Dire che alcuni sono stati più importanti di altri è presuntuoso e falso: una storia ben raccontata ha sempre e comunque la sua dignità, e ti segna sempre e comunque, nel bene e nel male.

Nella vita non campo scrivendo, come molti, ma facendo un lavoro sottopagato e che non mi piace, come troppi. Questo è oggi.Domani? Non lo so cosa farò, ma ho imparato a non fare troppi piani. Di sicuro, cercherò sempre e comunque nuove storie da raccontare. Antonio Recupero

“Perché la mia non è una vita speciale, e per questo me la devo inventare...” Brunori Sas

Antonio Recupero nasce a Messina nel 1977, e cresce in grazia e bellezza nella provincia della cittadina Trinacriense. Nel 1997, come copertura per alcuni loschi traffici, frequenta un corso di sceneggiatura presso la Scuola Internazionale di Comics a Roma, sotto la guida illuminata e immensamente paziente di Giorgio Pedrazzi e Roberto Dal Prà. Nel 2003, con la fedina penale ancora inspiegabilmente immacolata, si laurea in Giurisprudenza a Messina, ma nel frattempo ha lasciato tracce del suo passaggio sulla e-zine Utopia, sugli albi editi dall'Ass. Culturale Perfect Trip, sulla rivista Fumettomania e su varie altre produzioni. Negli anni successivi pubblicherà alcune storie per Cronaca di Topolinia - Ass. Culturale Alex Raymond e il graphic novel "non C'è Trucco" per Tunué, qui assistito ai disegni dal complice di vecchia data Cristian Di Clemente. Attualmente vive a Roma, dove si occupa di comunicazione commerciale, marketing e altre attività moralmente riprovevoli.

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BASTA UNA FIRMA!

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Clara Raimondi

Giovanni Salsiccia è un omino senza scrupoli che sarebbe capace di v e n d e r v i q u a l s i a s i c o s a , ingannandovi, s’intende. Peccato che anche i truffatori muoiano e una volta arrivati all’inferno anche loro

debbano fare i cont i con i l D i a v o l o i n persona.Tutti , tranne G i o v a n n i Salsiccia, che r i e s c e a convincere il Diavolo che lui s a r e b b e p i ù utile come suo f u n z i o n a r i o piuttosto che c o m e c a r n e destinata alle fiamme eterne.C o s ì , p e r scappare dalla p u n i z i o n e d i a b o l i c a , scende sul la t e r r a p e r cont inuare a

f a r e q u e l l o c h e h a s e m p r e magistralmente fatto: vendere contratti.Questa volta c’è molto di più in gioco: sogni da realizzare, desideri

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inconfessabili e per ottenerli , Giovanni Salsiccia, vi dirà che basta solo una firma.Attenti! Giovanni Salsiccia potrebbe bussare alla vostra porta!Basta una firma è il primo graphic novel della collana Imaginaction di PE Editore e nasce dalla penna di Antonio Recupero, dalla matita di Salvatore Amedei e dai co lor i d i Mass imo Travaglini.Se la vostra anima è a s e r i o r i s c h i o dannazione, questo è il fumetto che fa per voi!

Antonio Recupero è lo s t e sso d i Non c ’è Trucco (Tunué, 96 pagg, 9.70 euro), è l ’ u o m o c h e c i h a parlato del mestiere di d i s e g n a t o r e n e l l a sezione Per fare un Libro ed è lo stesso che in queste pagine ci racconta di come è nata la sua passione per i fumetti.

“Basta una firma”di Recupero, Amedei e Travaglini

Primiceri editore, 68 pagg., 14.90 euro

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INTERVISTA A ELENA CASAGRANDE

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Clara Raimondi

Chi è Elena Casagrande e il suo alter ego, Lara West?

Elena Casagrande è una ragazza piuttosto chiusa e riservata che durante il Liceo Scientifico accarezza sempre di più l’idea di rendere la sua passione per il disegno e i fumetti un lavoro; così, da autodidatta, disegna, disegna e disegna, legge fumetti, guarda cartoni animati, inventa delle storie, tra cui quella di Lara West… una spy story di cui sviluppa i primi brevi capitoli e poi mette nel cassetto, consapevole che in buone mani di scrittore potrebbe avere delle buone potenzialità per un fumetto interessante.Non voglio rivelare molto

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della storia, perché dopo tanti anni, forse sono riuscita ad affidarla ad un ottimo sceneggiatore ed insieme vorremmo trasformarla in un bel progetto, quindi mentre quest’altro mio sogno si sta pian piano realizzando, sappiate che sì, il nome Lara si rifà alla più famosa archeologa dei videogames (da cui sono rimasta affascinata dal primo capitolo, primo anche videogioco che comprai in vita mia), mentre il cognome è stato semplicemente scelto per assonanza piacevole; ha i capelli rossi, lunghi e lisci ed è una bravissima tiratrice; ha una controparte maschile che diventa poi suo partner e potrebbe guidare auto di un certo livello… incrociate le dita e sperate di vederla presto nero su bianco! JNel frattempo Elena ha finito il liceo, s’è iscritta alla Scuola Internazionale di Comics e cominciando una gavetta al fianco del suo insegnante David Messina, è riuscita a realizzare quel che al liceo era soltanto una vana speranza; lavora da anni per varie case editrici americane e ogni tanto collabora con qualcuna italiana. E’ felicemente compiaciuta dell’esito delle sue battaglie per arrivare dov’è

ora, sia sul piano personale che su quello professionale.

A metà strada e sempre con la valigia in mano tra l’Italia e gli States dicci a che cosa stai lavorando e che quali sono le novità più interessanti che hai scovato ultimamente sulle sponde di questi due paesi?

Che questo lavoro mi abbia potuto portare così lontano da casa e con la testa, non l’avrei mai immaginato ed è difficile ora, riguardando indietro, trattenere la soddisfazione. La valigia in mano è sempre piena di lavoro e di piacere, perché fortunatamente il mestiere che ho scelto di intraprendere ha una vasta sfumatura tra l’uno e l’altro. Purtroppo ultimamente sto vivendo un momento di stasi, dovuto anche ad un momento di precarietà vissuto generalmente sulla sponda d’oltreoceano, ma a breve dovrei ricominciare un nuovo lavoro con una nuova (per me) casa editrice americana, che mi ha fatto molto piacere ricevere, sia perché già lo conoscevo, sia perché già ci hanno lavorato altri connazionali miei amici.

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Una delle novità più interessanti che ho visto ultimamente la sto riscontrando in casa nostra, più precisamente tra le mura di casa Bonelli, con la nuova serie a colori che uscirà nel 2013 ideata da Recchioni e Mammucari: è i n t e r e s s a n t i s s i m a , s i a narrativamente che visivamente, grazie anche alla quantità di talenti che vi ci sta lavorando.

Vuoi parlarci del p r o g e t t o Drawers?

Il progetto Drawers è nato prima che io ne facessi parte, dalla voglia di a l c u n i disegnatori amici, tipo Luca Maresca, Fabrizio Galliccia e Andrea Del Campo, di formare un gruppo vario di artisti che potessero condividere idee, opinioni, stili e passione sia tra di loro che principalmente con il pubblico durante le fiere, proponendo di volta in volta prodotti che ci

rappresentassero e accattivassero i fan. Il gruppo è stato numeroso e vario durante tutti gli anni, dando l’opportunità a molti artisti di affacciarsi per la prima volta all’esperienza fieristica. Ha subito diversi cambi di formazione ma sempre nella completa libertà e comprensione da parte di tutti i

componenti. Anche se composto da persone diverse o in diverso numero, il gruppo continuerà ad esistere per mandare avanti una bella esperienza personale, di divertimento e confronto, sia lavorativa per il rapporto ormai instaurato con il pubblico che ci segue.

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E’ in uscita The Avengers, il nuovo kolossal cinematografico della Marvel, scommetto che sarai dalla parte di Hulk,o mi sbaglio?

Ahimè sbagli, perché io sono pro-Stark…sempre! Ahahah! A parte le fazioni sui personaggi preferiti, io sto dalla parte di un buon film, che diverta, che abbia una solida trama, che abbia dei dialoghi brillanti, degli ottimi effetti visivi e speciali, che anche se tratti di supereroi risulti verosimile (perché la sospensione della realtà funziona ma fino ad un certo punto)… ed in questo sono abbastanza fiduciosa in Joss Whedon, essendo uno dei miei reg is t i / sceneggia tor i /c rea tor i

preferiti… sono molto ansiosa di andarlo a vedere e spero vivamente non deluda le mie aspettative e le aspettative di quei fan che attendono una pellicola del genere da decenni. Non mi spoilerate che ancora non l’ho visto! ^^’

Fiere, incontri e laboratori. Quali sono le dimensioni ideali per incontrare i lettori per permettere ai nuovi disegnatori di farsi avanti?

Le fiere sono un ottima occasione, se ben organizzate, sia da parte degli standisti che da parte del pubblico, di entrare in contatto con i fan e i fan con i propri autori preferiti: tale scambio è importante

sia per avvicinare le persone a quelle che immaginano siano figure irraggiungibili (soprattutto gli autori esteri) sia per rendere più umano e interessante un rapporto che nasce e viene mediato solo dalle storie a fumetti e a tratti da internet coi social network. Per i nuovi disegnatori avere la possibilità di parlare a tu per tu con i loro potenziali datori di lavoro è importante

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e soprattutto è una prima occasione di rapportarsi con quello che potrebbe essere la loro vita lavorativa; è cosa buona che ultimamente si organizzi alle fiere i portfolio review con gli editori ma è sempre cosa buona da parte dei “novizi” non demordere mai ed essere ingordi di imparare da qualsiasi cosa, da qualsiasi esperienza e da qualsiasi persona essi incontrino che abbia più esperienza di loro.

Ottima occasione anche i laboratori, che però personalmente non ho mai frequentato quindi conosco poco a riguardo; penso possano essere una buona occasione sempre di imparare … basta che abbiano un buon rapporto col prezzo perché ahimè è una cosa da non sottovalutare.

In un articolo, uscito per D di Repubblica, di qualche tempo fa Tiziana Lo Porto si dedicava alle ragazze del fumetto. Che cosa vuol

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dire essere donna e lavorare nel mondo dei fumetti? Quanto sono importanti i blog e i social network per imporsi in questo mondo?

Essere donna nel mondo del fumetto è essere donna come in qualsiasi altro lavoro. Anche in questo mestiere si ha una predominanza maschile ma la maggior parte delle volte, almeno per quanto mi riguarda, non comporta un ostacolo per il sesso opposto. La prima cosa per evitare ogni tipo di discriminazione in qualsiasi ambito è non sottolinearla e non crearla: io non sono una donna nel mondo del fumetto, sono una disegnatrice nel mondo del fumetto, con una desinenza diversa da disegnatore imposta soltanto dal genere della lingua italiana. Ognuno di noi ha le stesse difficoltà e soddisfazioni in base ai propri traguardi; evitare le differenze significa anche non porsele certe domande, a meno che non sia il datore di lavoro ad evidenziare tale “problema” … allora lì è un altro paio di maniche.Ultimamente blog e social network, forse più quest’ultimi, sono diventati quasi fondamentali, per aprirsi una finestra costantemente

consultabile da tutto il mondo, per tenere vivi i contatti e quindi l’interesse del pubblico e degli editori e per non lasciarsi indietro nessuna possibilità di visione. Internet è il vero veicolo di informazione ormai, non c’è scampo e non c’è modo di sfuggire alle opportunità che si hanno sfruttandolo al massimo piuttosto che rimanere sulle vie più tradizionali.

A proposito dove potremo incontrarti, virtualmente e non, prossimamente?

Prossimamente aggiornerò costantemente il mio Twitter (e di conseguenza il mio FaceBook) e il mio profilo DevianArt, mentre tramite il blog potrete vedere anche a quali fiere sarò presente; la prossima sarà a Pordenone Comics, il 13 maggio per tutta la giornata di domenica.

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Elena Casagrande (classe 1983): dopo aver frequentato il Liceo Scientifico decide di seguire definitivamente la sua principale passione, il disegno, iscrivendosi così alla Scuola Internazionale di Comics di Roma, dove frequenta un corso incentrato sul mondo del fumetto e tutto quello che ne ruota intorno. La dedizione e la perseveranza vengono premiate quando, diventando assistente di un insegnate, David Messina, comincia a lavorare nella casa editrice americana IDW Publishing. Da allora la collaborazione con la IDW è rimasta costante, tant'è che Elena è stata una dei disegnatori di una delle testate di punta, Angel – 6 season; con loro ha lavorato su serie come Star Trek (Klingons: Blood will tell, Orions, Q, Spock: Reflections), Ghost Whisperer (The haunted), Angel (Auld Lang Syne, Doyle, Smiletime, A hole in the world, Illyria: Haunted), Infestation e attualmente True Blood.

Sempre in America ha pubblicato con la Marvel, lavorando con personaggi come Spiderman (Marvel Heartbreakers – A chemical romance, Ultimate Spiderman #157), Magik (cover New Mutant #4), Spitfire (Women in Marvel) e Hulk Rosso.

In Italia ha avuto brevi collaborazioni con case editrici come Cronaca di Topolinia (Avalonia Special #3, Sol Mirror #2), Star Comics (La Stirpe di Elan, Jonathan Steel), Tunuè (Mono #2 e #6) e Renoir (Tales of Avalon).

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COSPLAY, UN MONDO DA SCOPRIRE

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Giulia Battaglia

Quanti di voi hanno mai sentito parlare di “cosplay”? No, non è il nome di una strana malattia, si tratta di un hobby che da qualche anno a

q u e s t a p a r t e s i s t a diffondendo anche nel nostro paese. Ma partiamo dal pr incipio . Questa pratica nasce negli anni '80 nel paese del Sol Levante e consiste nel travestirsi e i n t e r p r e t a r e u n personaggio, che sia di manga, anime, cartoons, film, libri e chi più ne ha più ne metta; il termine cosplay è proprio una fusione delle due parole inglesi “costume” e “play” che stanno ad indicare appunto le caratteristiche salienti di questo hobby, il ricreare un personaggio non solo nel costume ma anche nella personalità. In Giappone da diversi anni è c o n s i d e r a t a u n a sottocultura, ma una volta diffuso all'estero il cosplay

si è arricchito di nuovi scenari e prospettive, appassionando migliaia di persone e diventando una sorta di mondo alternativo colorato e

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variegato.

Vi starete chiedendo come e perchè si diventa cosplayer; beh non c'è una singola risposta, principalmente lo si fa per pura passione verso un personaggio,per staccare la spina dal m o n d o r e a l e , p e r p u r o divertimento,ma c'è anche da dire che c'è una grande voglia di imparare nuove cose e mettersi in gioco; si perché come potrete i m m a g i n a r e , i c o s t u m i d e i personaggi di fantasia non si possono acquistare come se niente fosse ai grandi magazzini, alcuni li commissionano a delle sarte o li comprano, o li fanno fare dalla mamma..ma la maggior parte dei

cosplayers crea con le proprie mani abiti e accessori. “Una cosa da Carnevale” potreste pensare, ebbene niente di più sbagliato, il livello raggiunto da alcuni esponenti di questo hobby, è quello di veri e propri propri artigiani, molti hanno addirittura trasformato questa passione in una vera e propria professione, diventando sarti, costumisti teatrali o armaioli. Non c'è limite alla fantasia, ogni materiale può tornare utile, bisogna ingegnarsi in ogni modo per riuscire a riprodurre l'accessorio o l'abito del nostro beniamino.

Ma in quale occasione un cosplayer può sfoggiare questa stravagante

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mise? Non di certo per andare a fare la spesa, starete pensando..ebbene le occasioni giuste sono le Fiere del fumetto e dei comics, che al loro interno ospitano appunto contest dedicati ai cosplayers e aree dedicate alle foto; si stanno moltiplicando tuttavia anche gli eventi dedicati unicamente al cosplay, con tanto di premi succulenti per i più capaci, come viaggi e opportunità di poter gareggiare con i propri costumi in manifestazioni all'estero, la più importante è il World Cosplay Summit, che si tiene ogni anno a Nagoya, in Giappone; è un vero e proprio campionato mondiale a cui partecipano due rappresentanti per una ventina di nazioni. (E forse vi sarà piacere sapere che gli italiani hanno tenuto alto il loro nome vincendo per ben due volte il titolo mondiale, l'ultima nel 2010 :P )

Nel tunnel del cosplay

Eh sì avete capito bene, si tratta di un vero e proprio tunnel quello in cui mi sono inoltrata ormai 6 anni or sono, quando decisi di fare cosplay per la prima volta. Essendo da sempre appassionata di manga e Giappone, alla fine del liceo misi piede per la prima volta ad una fiera

del fumetto, ero come un bambino in un negozio di caramelle, affascinata da tutto ciò che vedevo; ma la cosa che mi colpì più di tutte fu senza dubbio la presenza di questi strani individui vestiti come Goku di D r a g o n B a l l o R o s s a n a dell'omonimo cartone. “Che figata” pensai “quanto mi piacerebbe farlo.” E così dopo qualche anno, avendo trovato all'università un gruppetto di persone che condivideva le mie stesse pazze idee, eccomi al Lucca Comics indossare i panni del mio primo personaggio, Rukia del

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manga Bleach; fu una giornata memorabile, la gente che ti fermava chiedendoti foto, il ricreare pose ed espressioni e scene dal manga, l'interagire con tantissime persone sconosciute accomunati dalla passione per il fumetto; da allora non mi sono più fermata. Pian piano son passata dal commissionare i costumi a crearli con le mie mani, il vederli nascere dalle proprie possibilità è una delle soddisfazioni

più grandi per chi pratica questo hobby.Certo ai comuni mortali questa pratica può sembrare strana e a n o r m a l e , m o l t i f a t i c a n o a comprendere che un cosplayer è in realtà una persona comunissima che studia o lavora o che non sia un'asociale. In realtà è incredibile il numero di persone con cui si entra in contatto grazie a questo hobby, si p u ò d i r e c h e p o r t i a d u n a

soc i a l i z zaz ione quas i estrema, i cosplayer si conoscono a l l e f i e re , magari scambiandosi una b a t t u t a s u i r e c i p r o c i p e r s o n a g g i , o i m p r o v v i s a n d o d e l l e scenette divertenti, ci si conosce sui social network, si organizzano cene , eventi, incontri o sessioni fotografiche, è un mondo sempre in fermento a cui si aggiunge sempre gente n u o v a ; “ c o s p l a y ” e “asocialità” sono due parole lontanissime, nessuno fa cosplay per stare solo, si fa cosplay per interloquire con gli amici, con gli altri cosplayers che non si conosce, con il pubblico delle fiere.E' tutto sommato un gioco,

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ma un g ioco che per mol t i cosplayers è ormai diventato parte della quotidianità soprattutto per i forti legami di amicizia stretti con persone conosciute in questo ambiente. Raramente il cosplay esce dal contesto che gli appartiene, cioè quello delle fiere e degli eventi dedicati, ma può capitare di tornare magari a casa con mezzo costume addosso o il doversi spostare trasportando un accessorio o u n ' a r m a p a r t i c o l a r m e n t e ingombrante. Ovviamente in questi casi battutine o le situazioni tragi-comiche si sprecano, come per esempio l'addetto della metro che ti ferma per trasporto di oggetti

pericolosi (magari stai trasportando una bella falce o un cannone in plastica) o un gruppo di ragazzini che mentre torni dalla fiera ti apostrofa con un bel “Cenerentola”o meglio ancora il vedere le facce sbigottite delle persone sedute in un bar mentre un perfetto Capitan Jack Sparrow sorseggia tranquillo il caffè al bancone prima di tornare sul pullman che lo porterà in fiera; ma tutto sommato superato l'imbarazzo iniziale, ci si abitua e si cominciano a t r o v a r e q u e s t e s i t u a z i o n i particolarmente esilaranti, in fondo il giorno dopo si torna alla vita reale e nessuno più ti riconoscerà, fa parte del gioco.

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GIETZ!

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Clara Raimondi

Nell’aprile del 1945 La Spezia è invasa non solo dalle forze armate statunitensi ma anche da una strana musica che Nico, prima di quel momento, non aveva mai sentito. Anche nel buio del bunker, fino a qualche mese prima, aveva sempre suonato pezzi come Parlami d’amore Mariù ma non si sarebbe mai immaginato che potesse esistere un altro modo di fare musica.Una musica completamente diversa, capace di contenere un energia nuova, di parlare di rinnovamento e

di azzardare un ritmo capace di riportare alla mente la gioia di vivere.E’ questo che colpisce Nicola Bertini e che lo spinge prima a metter su un primo gruppo e poi a lunghe tournée in provincia.Da qui, ancora oggi, spira il vento del Gietz! se è vero che proprio nella provincia italiana si tengono i migliori festival (quello di La Spezia è uno dei più antichi) capaci di r i c h i a m a r e i g r a n d i n o m i internazionali.

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Un genere poco diffuso nel nostro paese e che per troppo tempo si è ritenuto solo per estimatori e che ha in Italia le sue radici proprio nel dopoguerra.Andrea Campanella e Hannes Pasqualini raccontano la storia della musica italiana ma anche la vicenda biografica di Nicola Bertini e come una musica di accompagnamento ci conducono nei moment i p iù importanti nella vita d’entrambe.Dalle stelle alle stalle seguiamo il p e r c o r s o d e l m u s i c i s t a c h e conoscerà un esordio folgorante ma

anche il lato oscuro del successo. Una parabola ascendente che lo vedrà autore, anche di colonne s o n o r e c i n e m a t o g r a f i c h e , e musicista di Miles Davis per oltre quattro anni.Una storia affidata a due autori che sono anche due musicisti e che segna luna nuova fase di produzione in casa Tunué tutta legata alla musica.Il libro si arricchisce degli studi preparatori, degli story boards, di note a margine e di un’ottima bibliografia da cui prendere spunto.

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La postfazione a cura di Elisabetta Umiliani, aggiunge lustro alla pubblicazione ma è sicuramente la pena di Paolo Fresu che fa la differenza. Nel suo scritto infatti troviamo tutta una serie d’informazioni non solo su Nicola Bertini ma anche su altri musicisti e poi date, locali, aneddoti che sicuramente avrebbero trovato p o s t o a l l ’ i n t e r n o d e l l a

narrazione.Se infatti si deve trovare un difetto è solo in questo piccolo particolare che tuttavia svanisce dato il successo di una pubblicazione già alla prima ristampa.Un libro ed una storia da non perdere e da leggere, rigorosamente, a tempo di Gietz!

“Giètz!di A.Campanella &

H.Pasqualini, Tunué, 135 pagg, 12.50 euro

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PIU’ CORPOSO DI UN OSSO: BONE

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Davide Restelli

Nel 1991 quando decise di creare la casa editrice Cartoon Books, Jeff Smith non si sarebbe mai aspettato un successo immediato. Il suo obiettivo era dar la possibilità a tanti piccoli autori, come lui, di potersi esprimere portando idee nuove. Ed invece, in poco tempo la sua casa editrice è diventata una delle più importanti degli Stati Unit i , riuscendo ad accaparrarsi una fetta di pubblico in un mercato fra i più competitivi.

Il merito maggiore di questo successo va sicuramente attribuito a l l o s t e s so Smi th e a l suo capolavoro: BONE

BONE è un fumetto che attraverso molta ironia, ci racconta un mondo fantastico, con una storia ad ampio respiro. I protagonisti della vicenda sono i tre cugini Bone: Fone Bone, Phoney Bone e Smiley Bone. A causa dell’ennesimo raggiro da parte

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d i P h o n e y a i danni dei suoi concittadini, i tre s i v e d o n o costretti a fuggire d i c o r s a d a Boneville, la loro c i t t à n a t a l e , perdendosi nel grande deserto. Nel tentativo di ritrovare la via di casa, arriveranno nella valle, dove s i t r o v e r a n n o invischiati, loro malgrado, in una guerra fra umani e creature ratto. Una guerra le cui radici sono più antiche di quanto si possa immaginare. Ma perché le creature ratto hanno preso di mira i cugini Bone? E sopratutto cosa vogliono da Phoney?

In quest’opera, pubblicata in albi fra il 1991 e il 2004, si ha l’unione di un tratto semplice e diretto, tipico delle strip umoristiche statunitensi, con una narrazione continuata, che riesce a fondere la comicità ad un avvincente storia epica. Prova della bontà dell’opera è data anche dai 10 Eisner Award, fra i premi più i m p o r t a n t i d e l p a n o r a m a fumettistico mondiale.

La trama è strutturata in maniera metodica, lasciando al lettore piano piano piccoli pezzi del puzzle, che con l’andare delle pagine si va componendo, creando un mosaico degno dei migliori autori fantasy.

In Italia la pubblicazione di questa serie è stata abbastanza travagliata. La prima edizione risale al 1996 e si concluse nel 2006. Inizialmente pubblicato in edicola dalla casa editrice Macchia Nera, venne portato avanti dalla Lexy Production dopo il suo fallimento.Ma la Lexy s tessa r iusc ì a pubblicarne un solo volume, prima di dover chiudere anche lei i

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battenti. Successivamente la Panini Comics ha recuperato e ripubblicato la serie. Sopratutto gli ultimi tre volumi mancanti, dando anche alle stampe nel 2007 un edizione in 10 volumi a colori.

Nonostante la sua ultima versione, quella completa proposta da Bao Publishing, sia di ben 1344 pagine, queste vi scorreranno sotto gli occhi senza battere ciglio. Fin dalle prime battute verrete catapultati nella valle con i cugini Bone, cercando, come loro di saperne di più, con il rischio di rimanere con l’amaro in bocca per la voglia di averne ancora........-fame che potrete calmare, perché proprio la Bao ha dato alle stampe il

prologo di Bone, intitolato “La Promessa di Rose”.

Non fatevi scappare una delle più grandi opere a fumetti degli ultimi anni, perché un edizione integrale così, vale la pena averla in ogni libreria.

“BONE” di Jeff Smith,

Ed Bao, 1344 pagg, 35 euro

“BONE: La Principessa Rose” di Jeff Smith & Charles Vess,

Ed Bao, 142 pagg, 17 euro

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SPIDER MAN AL WOW

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Clara Raimondi

Avere cinquant’anni e non dimostrarli; è questo che sembra unire due miti del fumetto: Diabolik e l ’ U o m o R a g n o c h e proprio nel 1962 faceva la sua prima comparsa.

Per l’occasione, Wow Spazio Fumetto-Museo del Fumetto di Milano, organizza una mostra che accompagnerà i visitatori alla scoperta di un mito dal al.

Tutto questo mentre sta per arrivare in tutte le sale The Amazing Spider Man e Ultimate Spider-Man, una serie animata targata Disney.

Una mostra, un evento nel quale si ripercorrerà la storia del personaggio attraverso le tavole, gli a l b i , i m a n i f e s t i cinematografici ed una serie di

eventi collaterali: incontri laboratori e proiezioni.

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Un percorso alla scoperta di curiosità ed aneddoti per un personaggio non di certo comune per l’epoca: m i n g h e r l i n o , p o c o p i ù c h e adolescente, vittima dei bulli, solo al mondo se non fosse per una zia malata.

Una vita da riscattare grazie all’uso del suo super potere che farà la fortuna sua e quella della Marvel e darà l’avvio ad una carriera f u m e t t i s t i c a c h e l o v e d r à protagonista di film, serie animate e video giochi.

Nella mostra saranno esposte tavole originale di autori come: Steve Ditko, John Romita Sr., John Romita Jr., Larry Lieber, Ross Andru, Keith Giffen, Sam Kieth, Jae Lee, Erik Larsen, Rick Leonardi, Tim Sale, Todd McFarlane, Sal Buscema, Lee Weeks, Humberto Ramos e Esad Ribic.

Un evento da non perdere!

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ULTIME USCITE

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Clara Raimondi

Murin sconfigge Demon King strappandogli via anche l'arcano demoniaco. Mentre Demon King sta per andare incontro alla morte, fa la sua comparsa un anziano individuo avvolto da un'aura misteriosa! Riuscirà il nostro eroe a sopravvivere, ora che si trova in bilico tra la vita e la morte?!

Demon king: 35, Kim Jae-Hwan e Ra In-Soo,

Edizioni BD, 5.50 euro

Sono giovani, belli, disposti a morire per uno scatto in prima pagina. Ma sembra che anche i membri di X-Force possano sviluppare una coscienza. Mentre il gruppo è preda di tensioni interne e viene messo a rischio dalle ambizioni del manager Spike Freeman, non manca la solita dose di tragedie e di grande avventura. In quesbo volume gli autori Peber Milligan e Mike Allred vengono affiancati da altri due artisti di alto livello: Darwyn Cooke (DC: The New Frontier, Spirit) e Duncan Fegredo (Hellboy).

X-Force: capitolo finale. X-Statix: 2,

Peter Milligan e Mike Allred, Panini Comics, 168 pagg, 15 euro

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Era l'agosto del 1961 e si respirava aria di cambiamenti. Nelle edicole una nuova collana faceva da apripista alla "Marvel Age", l'epoca dei fumetti Marvel. "Fantastic Four 1" non proponeva i soliti eroi tutti d'un pezzo, con costumi sgargianti e celati da identità segrete: Reed, Sue, Ben e Johnny erano personaggi reali inseriti in un contesto s t raordinar io . Vivevano assieme, litigavano tra loro e potevano essere sconfitti in battaglia. Tutto questo rappresentò l'inizio di qualcosa di diverso. Grazie ad autori come Stan Lee. Jack Kirby e Steve Ditko, il treno in corsa della Marvel accelerò e un'interminabile lista di eroi fece seguito ai Fantastici Quattro: l'Uomo Ragno, Thor, Hulk, Devil, Iron Man, gli X-Men... Sono gli

eroi Marvel, scissi tra vita umana e responsabilità superumane. I Masterworks sono stati ideati per offrire ai lettori di fumetti in tutto il mondo la possibilità di vivere in prima persona la creazione dell'Universo Marvel. Le opere ospitate in questo volume pulsano della stessa vitalità, della stessa originalità e della stessa genialità di un tempo.

C'è una minaccia mortale da qualche parte a Empire City e Fixer ha solo fino all'alba per salvare la sua città... e il mondo come lo conosciamo. "Sacro terrore" racconta la disperata missione di un eroe costretto ad affrontare un esercito di fanatici per poter impedire un terribile crimine contro l'umanità.

Sacro terrore, Frank Miller,

Bao Publishing, 120 pagg, 19 euro

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"Tex contro Mefisto" ripropone, nell'arco di cinque volumi, tutte le avventure che hanno visto il celebre Ranger dar battaglia al suo acerrimo nemico e all'altrettanto insidioso figlio Yama. Un ciclo di storie popolarissime, strettamente interconnesse tra loro e per la prima volta pubblicate di seguito, in ordine cronologico, in un'unica serie.

La gola della morte. Tex contro Mefisto, Gianluigi Bonelli,

Mondadori, 394 pagg, 9.90 euro

Cento anni fa la razza umana rischiò l'estinzione a causa dei giganti. Oggi, i pochi sopravvissuti si sono ritirati all'interno di mura così alte che nemmeno i giganti possono violarle. Ma è davvero così? Eren Jaeger e sua sorella Mikasa sono pronti a combattere la battaglia per il futuro dell'umanità. Unisciti a loro!

L'attacco dei giganti, Hajime Hisayama,

Panini Comics, 200 pagg, 3.90 euro

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RACCONTARE UN FUMETTO AD UN BAMBINO? CI PENSA GUD!

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Clara RaimondiNella mia vita professionale ne ho viste di presentazioni, credetemi, m a n i e n t e d i l o n t a n a m e n t e paragonabile a quella a cui ho assistito al Map (museo dell’Agro pontino) a Pontinia, lo scorso 6 maggio.Eravamo lì per saperne di più su La notte dei giocattoli l’ultimo libro della collana Tipitondi di Tunué. Un libro ispirato ad un racconto di Dacia Maraini, già divenuto uno spettacolo teatrale ed ora un fumetto grazie all’opera di Gud.Gud, al secolo Daniele Bonomo, già conosciuto per Gaia Blues, il libro che lo ha accompagnato in una missione speciale con i bambini del Vietnam, è l ’ a u t o r e d e i bellissimi disegni e del riadattamento di questo capolavoro di Dacia Maraini.In una presentazione l’obbiettivo centrale è catturare l’attenzione del lettore, ancora di più se questa avviene davanti ad un pubblico

scalpitante di decine di piccole coccinelle e lupetti.I bambini, come si sa, hanno d i f f i c o l t à a m a n t e n e r e l a concen t raz ione e cap i scono immediatamente se quello che gli viene presentato è fatto o meno al caso loro. Ancora più difficile diventa parlare di fumetti se non altro di quelli al di fuori del canale da loro più conosciuto e quello che è avvenuto in quella piovosa m a t t i n a t a d i m a g g i o h a dell’incredibile.Gud è il Pifferaio Magico, l’uomo che fa al caso vostra qualora

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vogliate organizzare un evento dedicato ai più piccoli.Con il suo tono di voce squillante e potente ha saputo raccontare la s tor ia del la piccola Giulia e coinvolgere i b a m b i n i n e l l a realizzazione dei disegni dei singoli personaggi.E c o s ì , i b a m b i n i presenti ed io, che la testa della protagonista, Giulia, ha le stesse d i m e n s i o n i d e i personaggi dei Peanuts, che i suoi capelli sono ispirati niente di meno che all’Ape Maya e che le macchie sul suo p i g i a m a n o n s o n o s e m p l i c i p o i s m a riferimenti voluti alle magiche sfere del drago di Dragon Ball.I l so lda t ino , suo compagno d’avventure, nasconde nel berretto tantissime sorprese e nel cuore un amore viscerale per Giuppa, la bambola di pezza anch’essa contenuta nel magico baule dei giocattoli che una sera prendono magicamente vita.Ma questi sono solo due degli straordinari che Gud ha avuto la

pazienza di presentare e di far disegnare ai bambini. Gli stessi che ogni sera potrete trovare leggendo questo libro ai vostri bambini o alla prossima presentazione.

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PANINIDIGITS: LA FUMETTERIA ONLINE DI FIDUCIA

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Clara Raimondi

Panini ha appena inaugurato la sua fumetteria digitale e lo fa alla grande con un sito che promette di stupirvi. G r a f i c a s u p e r c o l o r a t a e d accattivante per quello che, sono sicura, diventerà un a p p u n t a m e n t o settimanale per tutti gli appassionati.Ancora più facile da c o n s u l t a r e s e s i possiede un iPhone, un iPod Touch o un i P a d a t t r a v e r s o l ’ a p p l i c a z i o n e s t u d i a t a i n collaborazione con Panini ma anche con il PC la navigazione sarà tutt’altro che difficile.I l s i t o , d i v i s o i n sempl ic i sezioni , presenta le novità, tutte le categorie e i numeri più venduti.Sullo store potrete trovare il meglio delle serie più famose dell’editore:

Takio, Rage, Starborn, Haunt, Conan e Wanted ad un prezzo più che abbordabile che va dai 0.79 a 1.59 euro.Come si fa ad accedere? E’ semplice

basta registrarsi e creare il proprio account e per testare la validità delle p r o p o s t e c ’ è u n ’ i n t e r a , interessantissima, sezione: GratisChe cosa state aspettando?

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1975 UN DELITTO EMILIANO

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Clara Raimondi

I l 1 2 g i u g n o 1 9 7 5 Alceste Campanile viene ritrovato cadavere lungo i bordi di una strada poco d i s t a n t e d a R e g g i o Emilia, l’analisi del medico legale non lascia dubbi: si tratta di una vera e propria esecuzione contro un ragazzo caduto nella trappola di gente che conosceva e di cui si fidava.Fin qui la cronaca, mentre da 1975. Un delitto emiliano inizia il r accon to s t ruggen te dell’ultimo anno di vita di Alceste, che diventa Adelchi e che condivide, insieme al personaggio manzoniano, la stessa s o r t e e r o i c a e l a consapevolezza di essere un ingranaggio della ciclicità della storia.Alceste-Adelchi non sarà né la prima né l’ultima vittima degli anni di piombo, poco prima era avvenuto

l’attentato di Piazza della Loggia, ed è il simbolo dell’assurdità di una g u e r r a f r a t r i c i d a c h e v i d e c o m b a t t e r s i p e r a n n i d u e

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schieramenti contrapposti, in una g u e r r a s o t t a c i u t a e d o g g i dimenticata.A lbe r to Guarn ie r i e Emi l io Laguardia ci accompagnano per mano e non ci mollano per un attimo portandoci dietro ogni singolo attimo della vita di Adelchi: nella sua stanza inondata di musica, nel letto in cui fa l’amore con Sofia, nelle stanze del Circolo Ottobre dove avverrà la sua conversione politica.E così pagina dopo pagina, nel tratto sicuro di Laguardia, la storia del ragazzo diventa anche quella di una

generazione e veniamo catapultati nel mezzo del compromesso storico, tra le Impressione di settembre della Pfm e gli spettacoli di Dario Fo.Un ritratto completo che permette d’immergersi nella storia e di uscirne completamente invischiati, ricoperti di quella strana sensazione che ti fa dire: perché?Perché in un’epoca in cui per la prima volta l’unione avrebbe potuto fare la differenza, l’odio politico ha permesso l’ennesima separazione all’interno della società?E soprattutto che cosa rimane di quell’unione, di quella mobilitazione

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di coscienze, di quelle masse pronte a sacrificare la propria vita per un ideale?Adesso che gli ideali non esistono più e le persone preferiscono insultarsi virtualmente e la piazza è solo sfogo di una rabbia repressa.Era così anche nel 1975? Forse, anche perché come ammette Lucio Dalla: nell’immensità della folla potevi sentirti anche tremendamente solo, soprattutto se non rientravi negli schemi in cui il tuo gruppo d’appartenenza voleva costringerti.Chissà come si sarà sentito e che cosa avrà provato Alceste negli at t imi precedenti al la sua esecuzione; tutti i suoi compagni erano al concerto, Lucio Dalla era da poco salito sul palco per inforcare il suo clarinetto mentre su di lui calava un oblio lungo più di trent’anni.A far scendere il sipario erano stati proprio loro, i ragazzi che fino a pochi mesi prima lo avevano accompagnato in scorribande senza senso, animate solo dalla noia e dalla rabbia.Una rabbia cieca e feroce che ti spinge ad uccidere tuo fratello in nome di una presunta fede politica. Una rabbia che deriva dal profondo rifiuto per la generazione dei propri genitori che nella guerra c’erano entrati,

loro malgrado.Un graphic novel che diventa romanzo epico perché narra le avventure di un eroe e di un’epoca che non tornerà e che racchiude dentro di sé il potere ineguagliabile delle idee e della libertà che nessuna g u e r r a o r i v o l u z i o n e p u ò distruggere.Un utile strumento per capire il nos t ro pa s sa to r ecen t e , pe r comprendere il legame che legava la gente alla politica, per dare un senso alle fotografie delle manifestazioni in bianco e in nero dei nostri genitori.

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Diplomato al Liceo Artistico di Latina nel 1990Subito dopo inserito nel mondo dell'illustrazione come ritrattista e ritoccatore fotograficocon l'esclusivo uso dell'aerografo e pennelli ( no Photoshop, a quei tempi ancora non aveva fatto danni, ahahah )Stringe amicizia e fa un breve tirocinio con Il Maestro Enzo Sciot t i , i l lus t ra tore di fama i n t e r n a z i o n a l e n e l c a m p o dell'illustrazione cinematografica.Negli anni che seguiranno lavorare per privati e ditte di vario tipo, r e a l i z z a n d o p e r v a r i a n n i illustrazioni e scenografie per parchi a tema e giostre viaggianti , incastrando nei ritagli murales per locali, camerette per bambini, insegne e disegni di ogni tipo.Negli ultimi anni si occupa anche di animazione 2d e ideazione di disegni per tattoo.Insegna dal 2011 corsi di Fumetto e illustrazione per il Tunuèlab in collaborazione con Tunuè-Editori dell'immaginario, casa editrice di Latina. Gran parte di tutte queste esperienze fatte esclusivamente come autodidatta al tavolo da disegno, e spero con buoni risultati.

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DANILO DIABLO ANGELETTI

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