Spazio Monti 1/2008- anno I

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M on ti M on ti spazio spazio A l via la festa della cultura a Monti. Cresciuta in numeri e pre- stigio Contemporanea Monti trasforma per due settimane Monti nel centro della cultura e dell’arte contemporanea della città con mol- ti dei suoi esercizi che mettono a disposizione i propri spazi per i gio- vani artisti emergenti. Non mancano le finalità sociali. Quest’anno il ricavato delle offerte dei visitatori sarà devoluto all’Unità Spinale del CTO di Roma. (pag. 2) APRE I BATTENTI LA V EDIZIONE DI CONTEMPORANEA MONTI. BEN TRENTASETTE LE LOCATION 2008 PER TRENTUNO ARTISTI PRONTI PARTENZA VIA Q uando tanti anni fa passai per le prime volte su via dei Serpenti in macchina mi sembrò di entrare in un paesi- no, con tante vecchie botteghe, la gente seduta fuori i “bassi”, la piazza piena di gente, i bam- bini che giocavano a pallone! Chissà per quale motivo non ho più utilizzato le strade del Rione Monti per tagliare il centro, fino ad un anno fa, quando alla ricerca di un pic- colo tavolo dell’ 800, ho pas- seggiato in lungo e in largo per Monti,ho ritrovato l’aria di un paese con le stesse caratteristi- che, ma con più traffico, molti stranieri, tanti locali, boutique particolari, enoteche, ristoranti indiani e una forte vibrazione artistica, con gallerie d’arte, scuole di musica, librerie! Eccolo Monti con i suoi forti contrasti, i suoi abitanti origi- nali “Tosti”, senza peli sulla lingua, che saputo che nasco a trastevere, mi hanno ricordato le coltellate tra Trasteverini e Monticiani, e i suoi nuovi “occupanti” tutti ai piani alti, molti stranieri, un po’ “Radical Chic”, ma felici di abitare in questo vecchio Rione; e poi ci sono i commercianti che colla- borano finalmente alla rinasci- ta di questo angolo di Roma, ma hanno la vita difficile, con ZTL senza senso che gli ha tolto tanto lavoro di giorno e di notte, con alcuni residenti che pensando di vivere in campa- gna pretenderebbero il silenzio assoluto, con certi influenti “ Lei non sa chi sono io” che alzano barriere a difesa della loro proprietà! Oggi nasce “Monti” senza nes- suna pretesa se non quella di far conoscere il Rione per quello che realmente oggi è, per quel- lo che vorrà essere in futuro, per sentire le opinioni di tutti (residenti e commercianti) per aprire le sue pagine (poche per ora) a tutti coloro che vorranno scriverci, per prestare un servi- zio promuovendo tutto quello che di buono si fa a Monti! E allora tagliamo il nastro e buona fortuna S.P. Perchè Spazio Monti MENSILE DI CULTURA, INFORMAZIONE E INTRATTENIMENTO E ’ il Vintage che nella moda a Roma è sinonimo di Rione Monti. Il nostro quartiere è pieno di boutique di abbiglia- mento e quasi tutte hanno capi vintage. Non fanno di certo eccezione neanche gli accessori a volte pezzi unici. Sei stilista di te stesso? Tutte le curiosità a pag.3 CONNUBIO FRA CLASSICO E MODERNO A ttualmente il rione Monti (super- ficie di 1650mq.) è delimitato dai seguenti confini: Porta di S. Giovan- ni, piazza di S. Giovanni in Laterano, via Merulana, piazza S. Maria Mag- giore, piazza Esquilino, via Depre- tis, via delle Quattro Fontane, via del Quirinale, piazza del Quirinale, via XXIV Maggio, via IV Novembre, via Magnanapoli, foro Traiano, via dei Fori Imperiali, via Nicola Salvi, via di S. Giovanni in Laterano, via di S. Stefano Rotondo, via della Navicella, via della Ferratella, via dei Laterani, via Amba Aradam e infine piazza di S. Giovanni in Laterano. I CONFINI anno I • # 01 GIUGNO • pubblicazione mensile gratuita

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V Contemporanea Monti, moda e vintage al Rione Monti, intervista a Lucrezia Lante Della Rovere, I Monticiani in cucina, Presi per la Gola, Musica a Monti

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Page 1: Spazio Monti 1/2008- anno I

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MontiMontis p a z i os p a z i o

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RIO

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TI

Al via la festa della cultura a Monti. Cresciuta in numeri e pre-stigio Contemporanea Monti trasforma per due settimane Monti

nel centro della cultura e dell’arte contemporanea della città con mol-ti dei suoi esercizi che mettono a disposizione i propri spazi per i gio-vani artisti emergenti. Non mancano le finalità sociali. Quest’anno il ricavato delle offerte dei visitatori sarà devoluto all’Unità Spinale del CTO di Roma. (pag. 2)

APRe I BAtteNtI LA V edIZIONe dI CONteMPORANeA MONtI. BeN tReNtASette Le LOCAtION 2008 PeR tReNtUNO ARtIStI

PRONtI PARteNZA VIA

Quando tanti anni fa passai per le prime volte su via

dei Serpenti in macchina mi sembrò di entrare in un paesi-no, con tante vecchie botteghe, la gente seduta fuori i “bassi”, la piazza piena di gente, i bam-bini che giocavano a pallone!Chissà per quale motivo non ho più utilizzato le strade del Rione Monti per tagliare il centro, fi no ad un anno fa, quando alla ricerca di un pic-colo tavolo dell’ 800, ho pas-seggiato in lungo e in largo per Monti,ho ritrovato l’aria di un paese con le stesse caratteristi-che, ma con più traffi co, molti stranieri, tanti locali, boutique particolari, enoteche, ristoranti indiani e una forte vibrazione artistica, con gallerie d’arte, scuole di musica, librerie!Eccolo Monti con i suoi forti contrasti, i suoi abitanti origi-nali “Tosti”, senza peli sulla lingua, che saputo che nasco a trastevere, mi hanno ricordato le coltellate tra Trasteverini e Monticiani, e i suoi nuovi “occupanti” tutti ai piani alti, molti stranieri, un po’ “Radical Chic”, ma felici di abitare in questo vecchio Rione; e poi ci sono i commercianti che colla-borano fi nalmente alla rinasci-ta di questo angolo di Roma, ma hanno la vita diffi cile, con ZTL senza senso che gli ha tolto tanto lavoro di giorno e di notte, con alcuni residenti che pensando di vivere in campa-gna pretenderebbero il silenzio assoluto, con certi infl uenti “ Lei non sa chi sono io” che alzano barriere a difesa della loro proprietà!Oggi nasce “Monti” senza nes-suna pretesa se non quella di far conoscere il Rione per quello che realmente oggi è, per quel-lo che vorrà essere in futuro, per sentire le opinioni di tutti (residenti e commercianti) per aprire le sue pagine (poche per ora) a tutti coloro che vorranno scriverci, per prestare un servi-zio promuovendo tutto quello che di buono si fa a Monti!E allora tagliamo il nastro e buona fortunaS.P.

Perchè Spazio Monti

MeNSILe dI CULtURA, INFORMAZIONe e INtRAtteNIMeNtO

E’ il Vintage che nella moda a Roma è sinonimo di Rione Monti. Il nostro

quartiere è pieno di boutique di abbiglia-mento e quasi tutte hanno capi vintage. Non fanno di certo eccezione neanche gli accessori a volte pezzi unici. Sei stilista di te stesso? Tutte le curiosità a pag.3

CONNUBIO FRACLASSICO e MOdeRNO Attualmente il rione Monti (super-

fi cie di 1650mq.) è delimitato dai seguenti confi ni: Porta di S. Giovan-ni, piazza di S. Giovanni in Laterano, via Merulana, piazza S. Maria Mag-giore, piazza Esquilino, via Depre-tis, via delle Quattro Fontane, via del Quirinale, piazza del Quirinale, via

XXIV Maggio, via IV Novembre, via Magnanapoli, foro Traiano, via dei Fori Imperiali, via Nicola Salvi, via di S. Giovanni in Laterano, via di S. Stefano Rotondo, via della Navicella, via della Ferratella, via dei Laterani, via Amba Aradam e infi ne piazza di S. Giovanni in Laterano.

I CONFINI

anno I • # 01 GIUGNO • pubblicazione mensile gratuita

Page 2: Spazio Monti 1/2008- anno I

Quindici giorni interamenti dedicati all’arte, alla musica e alla cultura in un contesto unico. Questa è Contemporaneamonti che si appresta a vivere la

sua V Edizione. Il rione più antico di Roma apre le sue strade e le sue attività commerciali agli artisti diventando così una unica grande vetrina a disposizione della città de-dicata ad un target ampio che abbraccia una larga fascia di pubblico delle più svariate fasce d’età, sfruttando l’arte è come occasione di festa e di promozione di tutto il quar-tiere. Come già apprezzato in passato, attraverso la manifestazione si presenta un quartiere che ha voglia di mostrare a tutta la città il fervore del suo spirito lo-cale e la sua vocazione metropolitana e internaziona-le. Si riprende dunque il fi lo conduttore delle passate quattro edizioni, quello di un progetto culturale che ha con migliaia di visitatori e che nasce proprio qui, nel Rione, dove l’arte e lo shopping ‘tradizionale’ e di qualità sono ancora una realtà molto viva e genui-na, e che, proprio per questo rappresentano la vera l’avantgarde cittadina non contaminata dalla neces-sità di dover strizzare l’occhio a tutti costi ai turisti. La V edizione, attraverso le parole degli ideatori ed organizzatori Filippo Leserri per ContestaRockHair e Giovanna Dughera, mira a rinnovare ulteriormente l’evento facendo vivere a tutti l’atmosfera dell’arte più “moderna” in piena sinergia con la storia e le

tradizioni del luogo. Nulla cambia per quanto riguarda la formula della manifestazione che per due settimanale a giugno coinvolgerà le principali attività commerciali del quartiere che apriranno le loro porte per accogliere le espo-sizioni di artisti contemporanei. Con la quinta edizione la rete degli spazi espositivi aumenta da 18 della quarta edi-zione del 2007, a 37 location e la manifestazione propone un itinerario ancor più articolato fra le strade del quartie-re fra moda, arte e design e, quindi, ancor più variegato

nelle suggestioni. Tra le location che hanno aderito, una d’eccezione: “Open Colonna”, Ristorante all’in-terno del Palazzo delle Esposizioni, dove, giovedì 5 giugno, si inaugurerà il suo nuovo e prestigioso bar. La Direzione Artistica di questa edizione è curata da Claudio Libero Pisano, Paola D’Andrea e Piera Peri, critici e curatori che si occupano di arti visive con una particolare attenzione all’approfondimento del contesto contemporaneo in rapporto alla giovane arte italiana e straniera. Organizzano, curano e promuo-vono mostre e eventi di arte contemporanea presso spazi pubblici e privati. La scelta degli artisti presenti a Contemporaneamonti è stata indirizzata su giovani emergenti (trentuno quelli coinvolti), artisti già affer-mati, italiani e stranieri, che hanno già sviluppato una preciso codice linguistico nel panorama della ricerca contemporanea. G. R.

2 MeNSILe dI CULtURA, INFORMAZIONe e INtRAtteNIMeNtO

CONteMPORANeA MONtI AL VIA

GLI ARtIStI 2008

Alessandra FiordalisoAlessandra PedonesiAlessandro BelluccoAndrea BonaventuraAnna di ProsperoAnnabel BrigerChara CaselliChiara RapacciniChriss LemiroDavide DorminoElena NonnisFabrizio dell’ArnoFernanda VeronIrene JornoJeremy StigterLucianella CafagnaMaicol e MircoMaurizio ValdarniniMichelle DuarteNordine SajotOcilumPaolo AngelosantoPierluigi RossiRaquel GomesRatigherRocco DubbiniSerena IntiliaSilvia Garau e Massimo LiottiValentina LucariVincenzo RulliZaelia Bishop

Le LOCAtIONS

Open ColonnaRap Design

ColorsKokoro

Le GallinelleFly High

Boschetto 3Nanà

For SandergardEssenza

Casa del CachmireMiaAire

EliodoroCentoventisetteDi Vini Sputini

BIl Grappolo

Io sono un AutarchicoCaffè Leonina

La Cicala e la formicaCiuri Ciuri

SuperLol

Opifi cioCharlie’s

Urbana 47Dop

MokaDom

NovintageYu

MissContestarockhair Store

Contesta Rock HairArredamento d’Interni

Ultrasuoni Records

CONteMPORANeA

SOLIdALe

Anche per l’edizione 2008 si rinnova l’impegno nel socia-

le. L’obiettivo è quello di aiutare il Professore Claudio Pilati - Pri-mario dell’Unità Spinale del CTO di Roma - per l’acquisto di attrez-

zi necessari per la riabilitazione dei pazienti e, in particolare, per donare computer e stampanti che serviranno allo staff e ai pazien-ti. I proventi raccolti nei quindici giorni della manifestazione saran-no devoluti all’Associazione Para-tetraplegici di Roma Lazio , col-laborando con il suo Presidente,

Dott. Fabio Casadei. In ogni loca-tion che partecipa all’evento, sarà esposto, un apposito box per poter raccogliere offerte ed il 21 giugno, giorno di chiusura, grazie alla col-laborazione di Antonello Colonna, verrà organizzata una cena benefi -ca nella sede prestigiosa di “Open Colonna”

L’ASSOCIAZIONe e Le SUe FINALItÀ :

L’Associazione Paraplegici di Roma e Lazio ONLUS (AP) na-

sce circa 30 anni orsono per salva-guardare i diritti delle persone con disabilità in particolare il diritto alla salute delle persone con para e te-traplegia. Il nostro lavoro è stato ba-sato inizialmente sulla possibilità di creare un reparto dedicato alla cura, riabilitazione e inclusione sociale del lesionato al midollo spinale, ov-vero una “Unità spinale unipolare” (Usu). Dopo 15 anni di duro e per-

vicace lavoro con e contro le istitu-zioni, in buona misura effettuato dai miei predecessori, abbiamo visto coronare il nostro sogno nel 1995 con l’apertura del reparto Usu al-l’interno del cto di Roma A. Alesini. Dopo un trauma vertebro-midollare sembrerebbe del tutto normale, per quello che riguarda l’area romana e laziale, essere ricoverati presso l’Usu del C.t.o. ed avere un tratta-mento adeguato, ma siate sicuri che ancora oggi in Italia per avere un ri-covero che risponda alle molteplici esigenze derivanti da questa pato-logia si deve essere fortunati vista

la cronica mancanza di posti letto specialmente a sud di Roma. Per un così complicato quadro clinico come la lesione al midollo spinale la differenza tra un reparto appropriato (Usu) e un reparto non adeguato si-gnifi ca ancora oggi continuare a vi-vere o morire. Ci sembrava dovero-sa una premessa del genere, perché purtroppo ancora ci sono enormi barriere culturali tra la “normalità e la disabilità” e molte persone non conoscono nulla o quasi di queste tematiche. Con questo entro nel me-rito della splendida iniziativa “con-temporaneamonti” alla quale l’Ap

ha l’onore di partecipare con la pos-sibilità di raccogliere fondi per dare più evidenza al lavoro della stessa associazione e soprattutto per dare più effi cacia ed effi cienza al lavoro già egregiamente svolto dal reparto Usu del Cto diretto dal Prof. Clau-dio Pilati. Da non dimenticare la cornice naturale in cui questa inizia-tiva prende forma, ciò darà ancora più slancio alle persone dell’Ap pre-senti all’iniziativa per colmare quel vuoto di conoscenza di cui abbiamo parlato prima, e mettere le basi per un futuro nel quale non ci saranno più barriere di nessun genere.

I PROMOtORI: Giovanna Dughera nata a Torino, responsabile di B arte moda design, laureata in marketing e comunica-zione, esperta d’arte. Filippo Leserri, responsabile di ContestaRockHair marchio italiano che si occupa di organizzare eventi nel campo della moda, arte e musica.

Super

Page 3: Spazio Monti 1/2008- anno I

GIUGNO 3

LibreriaIl locale su due piani

propone una collezione dilibri da consultare e da

acquistare, sulla storia delcinema, del teatro,

della musica, della moda.

Una libreria / Champagneriache propone le migliori mar-che di Champagne Francese,

anche al bicchiere.

Happy Hour tutti i giornidalle 18:00 in poi, conChampagne, vini e cocktailsaccompagnati da appetizer,tortine, formaggi e spiedini difrutta fresca.

Il Dom è aperto fino alle 2 di notte, con una selezione musicale soul e new jazz, e proiezioni di film classici bianco /nero anni 50.

Via degli Zingari, 49Rione Monti _ Romawww.domchampagneria.it

0645426401

MARZOMOdA e VINtAGe A RIONe MONtI

Se la moda è fatta per passare di moda, il vintage assolu-tamente no. E’ un fenome-

no sempre sulla cresta dell’onda, probabilmente perché indossare un capo vintage vuol dire avere lo scettro dell’esclusività. Si perché anche se il modello è simile a tanti altri, ci sarà sempre quel dettaglio, quella paillette o quella scucitura che fa la differenza. E allora via alle ritualizzazioni, alle riedizioni d’epoca, al costumizing e al Vinta-ge, archetipo del contrasto nuovo-vecchio. E’ questa la specialità di chi contribuisce a rendere le cose “di moda”: mettere mano su qual-cosa di vecchio, rivisitarlo in ma-niera creativa e in chiave moder-na, e innalzarlo a prodotto unico, fatto a posta per chi li indossa. Ed è questo il trend di Rione Monti, quartiere vintage (= antico lette-ralmente) per eccellenza. E vinta-ge sono quasi tutte le boutique di abbigliamento, che pullulano nel quartiere. Usato e produzione ar-tigianale, sono queste le chiavi del successo. Questo è il miele che porta le api a fare shopping qui: la chance di rivivere gli anni passati e sentirsi moderne. Dive di Hollywood, pin up o figlie dei fiori, in ogni caso, incredibilmente glamour. Come anche le ragazze di Iù, che prima di mettere le basi qui a Monti, venivano a fare shopping nel quartiere attirate proprio da questo. Se pen-so al retrò, infatti, mi viene subito in men-te la pochette che ho visto ieri nel negozio di queste nuove figlie di Via degli Zingari: Betta, Chiara e Francesca. Rimanendo fede-li allo stile del Rione, ma allo stesso tempo avendo ben fissa l’idea della donna elegante e dinamica come vuole la moda moderna, hanno soffiato freschezza in una via tanto antica, proponendo maglieria artigianale su misura, oltre che vari capi di pelletteria e beachwear. Senza parlare delle borse, pia-cere per gli occhi, non solo perchè sono in-cantevoli, ma perché nel momento in cui ne compri una, sai che sei la sola a indossarla. E non è una cosa da poco! La cliente, inol-tre, ha la possibilità di diventare la stilista

di se stessa: predendo spunto da un model-lo che è in negozio, fa la sua richiesta: “La vorrei più grande, rossa, con le frange…” per esempio. Ragazze, un sogno che si av-vera, come quando da bambine si giocava a Gira la Moda, ma ora i vestiti sono reali e le modelle siamo noi. Il motivo per cui Rione Monti è alternativo è anche grazie alla moda dunque, grazie a tutti quei nego-zi come questo e alle botteghe dell’usato, o del rivisitato, come mi piace chamarle. Tipo Pulp in Via del Boschetto, in cui Fabio e Fabrizio addirittura fanno la rivisitazione del vintage: comprano gli abiti da Napoli a Bari, li acconciano e li rendono pieni di dettagli particolari, di franzulli che diven-tano l’abito. Il negozio è sempre pieno di nuova roba perché i ragazzi riforniscono 2 volte la settimana. L’unica cosa veramente original che si può trovare sono le scarpe, giunte direttamente dagli anni 70 ai piedi delle clienti che settimanalmente vanno a vedere i nuovi arrivi. Ma se il vintage vuol dire antico, le Gallinelle sono il posto adatto

dove poterlo trovare. Sono vent’anni che è lì, è la storia, si può dire, dell’abbigliamento a Monti. Le Gallinelle è un ex-polleria che ospita gli abiti originali, colorati e dal gu-sto un po’ sartoriale-retrò della collezione omonima, firmata da Wilma Silvestri. Nel negozio di Via del Boschetto si possono tro-vare abiti da cerimonia, da cocktail, giac-che, gonne a pieghe in viscosa dalle fantasie

very seventies e pezzi della colle-zione “Le Gallinelle” che Wilma realizza ex novo con le sue figlie Giorgia e Carlotta, spesso con ori-ginali tessuti vintage. Poi ci sono gli accessori: sugli scaffali del negozio di via del Boschetto c’è anche una bella serie di vecchie borse di Gucci, cinture di Valenti-no, occhiali Dior, selezionati con gusto da Wilma, che del genere è grande appassionata ed esperta. Tanto per curiosare, il nome del negozio, oltre a fare riferimento alla vecchia polleria, della quale rimane un bancone di marmo con decoro di pollo in rilievo, richia-ma quello della costellazione delle Pleaidi, dette anche le Gallinelle. Non voglio dilungarmi troppo in recensioni in questa prima rubrica, perché altrimenti diventerebbe un bottone pubblicitario che non ha intenzione di diventare. Senz al-tro di posti dove fare shopping a Monti ce ne sono tanti, e tutti più o meno trattano il vintage. A mio avviso, la realtà di Monti

non è modaiola, bensì uno spazio che fa la moda, che produce tendenze. Può es-sere dunque considerato un osservatorio privilegiato per cogliere il cambiamento di un’epoca, che soprattutto in questi tem-pi, porta con se l’incertezza del futuro. Da qui la voglia di guardare a un passato ricco di glamour. E alla storia del Rione, che di mode ne ha viste e ne ha fatte a bizzeffe.

B moda

arte

design

Piazza Madonna dei Monti uno Tel. 06 47826335

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4 MeNSILe dI CULtURA, INFORMAZIONe e INtRAtteNIMeNtO

MUSeI/GALLeRIe

Ashanti Galleria Via del boschetto 117

Complesso dei dioscuri al QuirinaleVia Piacenza, 1

Galleria Acta InternationalVia Panisperna, 83

Galleria Aurora PallaviciniVia XXIV Maggio, 43

Galleria Autori CambiVia di San Martino ai Monti, 21 a/b

Galleria Forum InterartVia della Madonnaai Monti, 30

Galleria Il BulinoVia Urbana, 148

Palazzo delle esposizioniVia Nazionale, 194

Museo della Società Geografi ca ItalianaVia della Navicella, 12

Mercati di traianoVia IV Novembre, 94

Utopia Viadegli Zingari, 39

Neoartgallery

Via Urbana, 122

INTERVISTA A LUCReZIA LANte deLLA ROVeRe

Come prima intervista per questo nume-ro 1 di Spazio Monti abbiamo scelto un personaggio cardine del Rione, che

più di tutti, forse, vive il quartiere. Un perso-naggio con uno charme invidiabile, una gem-ma di Monti. Lucrezia Lante della Rovere è un personaggio mediatico a 360 gradi, che nella sua lunga e nobile carriera ha percorso le varie tappe del cinema, della televisione e del teatro. Un’attrice talentuosa, oltre che mamma di due gemelle e monticiana aquisita. Ben felice di scambiare due chiacchiere con lei, l’ho trovata inaspettatamente di-sponibile.da quanto tempo vivi a Monti?Sono circa 3 anni, forse poco meno, che vivo in questa casa sen-za ascensore. Si perché a Monti le case sono tutte così, bellissime, ma poco pratiche.Perché hai scelto Rione Monti come dimora fi ssa?In realtà non sono stata io a sce-gliere il quartiere, ma è il quartie-re che ha scelto me. La verità è che avevo comprato questa casa come investimento, per sistemar-la e successivamente darla in af-fi tto. Ma in poco tempo mi sono innamorata del Rione e non sono più voluta andar via. Non avrei mai pensato di vivere qui! E so-prattutto non avrei mai pensato di vivere senza ascensore!Cos’è che ti ha trattenuta qui?Beh sai, in questo periodo, nono-stante i continui spostamenti per motivi di lavoro, mi sento molto svincolata: le fi glie sono grandi e io sono sola e Monti è il posto adatto a farti rivivere quel senso di spensieratezza che hanno le ragazzine. Mi sento una ragazzi-na qui e questo mi rende felice. Diciamo che in questo periodo di piena autonomia, il quartiere si plasma bene ai miei bisogni e desideri.

La cosa che ti ha colpito subito di questo quartiere quale è stata?Una cosa che mi ha colpito è la semplicità delle persone, il contatto immediato che hai con loro, come se vivessi in un paesello. Ho conosciuto tanta gente simpatica, a partire da Philippe, quel ragazzo del negozio di antiquario, che un gior-no, mentre facevamo i lavori a casa, mi prestò tutte le lampade che aveva in negozio. Tutti mi viziano e questo non può che far piacere come puoi immaginare.Come si è evoluto secondo te il quartiere ne-gli ultimi anni?Direi che si è evoluto molto. Da quartiere popo-lare è diventato radical-chic, stra-ambito e an-

che molto vivo. Tutti vorrebbero avere una casa qui, è una fortuna non da poco.Quando non lavori, capita che trascorri l’in-tera giornata nel Rione?Si, spesso. Tante volte ho rischiato di essere assorbita fi n troppo, perdendo di vista anche i doveri!Amo passeggiare per le stradine e per i vicoli di Monti, fermarmi nei negozi, fare due chiac-chiere con le persone che incontro, pranzare al baretto in piazza. Amo l’aria di storia che si re-spira qui e quando posso ne approfi tto.Insomma Lucrezia, è chiaro che Monti ti pia-ce, ma ci sarà qualcosa che non ti va a genio, qualcosa che cambieresti? O addirittura che

odi?Odio nulla. Ma forse una cosa che eliminerei è il traffi co: renderei la zona esclusivamente pedonale, per-ché è una parte di Roma che merita davvero di essere scoperta a piedi, di essere passeggiata e non inquinata dai fumi e dai rumori delle macchi-ne. Beh, in questo potresti fare la porta-voce della circoscrizione visto che è un problema che affl igge un po’ tutti gli abitanti e i commercianti!Bene, siamo giunti al termine di questo back to back davvero inte-ressante. L’ultima curiosità prima di congedarti, non riguarda Mon-ti, ma te. A cosa stai lavorando in questo periodo, in cosa ti stai ci-mentando?Ho appena fi nito di girare un fi lm per la Rai in Thailandia “Ovunque tu sia”. E’ la storia di una madre che va a cercare le prove per scagionare il fi glio che è stato arrestato per dro-ga. Cosa molto comune dalle quelle parti. Uscirà in ottobre.Beh, non male direi, sembra una sorta di denuncia a un sistema un po’ troppo crudele e intransigente… Speriamo dunque che oltre a riscuo-tere un grosso successo, possa esse-re di buon auspicio per futuri cam-biamenti. tante grazie Lucrezia, ci vediamo in giro per il Rione!

PeRSONAGGI

editore e redazioneGruppo Peroni Race srlVia E. Pessina 1 - 00196 Romatel. 06 45441335 - fax 06 45441336

direttore editoriale: Sergio Peroni

direttore responsabile: Marco Dela Monica

Vice diretore: Giulio Rizzo

Art director: Laura Del Valle

Responsabile Commerciale: Marzio Papi

Collaboratori: Desirè Nardone,Ilaria Riccardi

Autorizz. Trib. Roma n. 189/2008del 02/05/2008

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GIUGNO 5

Forse sarà a causa dell’ombra che i Mercati Traianei gettano, idealmen-te, sul primo Rione di Roma. Forse

sarà perché i turisti vi si affacciano senza invaderlo, mentre i romani ci vivono e lo assaporano con spirito libero. Forse non è nemmeno tanto importante saperlo, fatto sta che quando cibo e gastronomia fi niscono nella stessa frase assieme con Rione Monti, a completare il discorso non può che essere una parola moderna: fusion.Sì perché, se da una parte il quartiere che fu l’antico rivale di Trastevere, è costellato di caratteristiche osterie, bottiglierie e locali più o meno popolari; dall’altra non gli sono estranei raffi nati ristorantini internaziona-li, dove si può andare alla ricerca di sapori meno tipici. È peculiare di Monti, questo es-sere un luogo che galleggia tranquillo e beato sulle sue contraddizioni, dove la vita accade; e fermarsi a mangiare non è mai, solo, una questione di fame. Forse c’è, come dicevo in apertura, un retaggio storico nel fatto che i locali più antichi e gli alimentari più tipici spicchino, da queste parti, per l’incredibile scelta di salumi, formaggi e prodotti essen-ziali, basici. È una questione da ricercare nel-la Roma dei Cesari, ai tempi della Suburra, quando Monti era un quartiere popolato da lupanari e plebei. Allora, i carri provenienti

dai Castelli rifornivano le locande del Rione, o i banchi del Mercato di Traiano. Oggi, que-gli odori prima ancora che i sapori, vengono serviti in grandi piatti candidi, mescolati tra di loro e accompagnati, sempre, da un buon bicchiere di vino. D’altronde i proprietari delle osterie monticiane sono spesso quegli stessi personaggi, dal sapore mitico, che han-no vissuto in famiglie “ruspanti”, dove non si usava bere altro che vino, durante i pasti. Racconti di uomini che giocavano a zecchi-netta in taverna bevendo er vino de li Castelli in effetti, riempiono i libri di Pasolini quanto le cronache dei nostri nonni; e quindi ecco svelato un altro importante punto, quando si parla di gastronomia a Monti: non c’è cibo senza vino. Ma se l’oste vi consiglia “quello della casa che è er mejo”, date retta a me, glissate e domandate una bottiglia della vo-stra etichetta preferita. Noi, al contrario dei vecchi romani, accusiamo quel nettare case-reccio con potenti e devastanti mal di testa del giorno dopo. Hangover, dicono i turisti. Non di solo salame vive il popolo, questo è chiaro. A Monti troviamo anche mozzarelle di bufala portata direttamente da Fondi (si sa che la bufala migliore è quella “burina”); pasta all’uovo come se ne mangerebbe solo ar paesello e piatti caldi da lacrime di com-

mozione e stomaco d’amianto: dagli enormi involtini al sugo, alle zuppe di baccalà, alle lasagne, alla porchetta al sugo. Spesse fette di pane casereccio sempre fresco, e croccanti taralli, completano il pasto. Perché sebbene Monti sia divenuta una zona raffi nata e po-polata prevalentemente da artisti e studenti di architettura; siamo pur sempre a Roma, e non c’è sugo senza scarpetta! Non manca ovviamente, il pesce fresco cu-cinato secondo tradizione, come i calamari in umido o ripieni; gli immarcescibili fi letti di baccalà, che ti lasciano l’unto addosso per tre giorni. E tutte le rivisitazioni del caso, variazioni attuali sul tema del piatto classico. Dolce, poi, è il lavoro delle piccole botteghe; che in ambito di gusto si esprimono al me-glio quando sfornano il cioccolato artigiana-le o qualche dolcetto tipico. Immancabili i classici maritozzi con la panna, che fanno tanto pranzo della domenica. E poi c’è la facciata fusion, che non rappresenta di cer-to né la Capitale né le sue tradizioni; ma lo spirito dei monticiani, quello sì. Lungo via dei Serpenti e stradine limitrofe, ci si imbat-

te facilmente in un raffi nato ristorante giap-ponese, come nel più puzzolente e gustoso venditore di kebab take away; si trovano l’indiano e il cinese; e si fi nisce con un bic-chiere di champagne (francesissimo) poco più in là. Terminando il nostro viaggio nei sapori monticiani, sempre in ordine crono-logico, segnalo l’ultima scoperta del Rione: l’erboristeria. Sarà un caso, ma dopo secoli di pantagrueliche scorpacciate, le botteghe odierne più in voga sono quelle che vendono tisane, tè e caffè artigianali. In fondo è bello, dopo mangiato, entrare in questi piccoli tem-pli pagani della salute e rimettersi in pace con il fi sico; scegliere la tisana digestiva, il caffè aromatico o il tè deteinato rilassante. Tornare a casa, mettere su il pentolino con l’acqua e infi ne porre in infusione (come fa-cevano le nonne!) le erbette acquistate. Un convincente effetto placebo vi illuderà che state dando una mano alla digestione. Insomma, siamo arrivati in fondo, è ora di chiudere. Perché, come si dice, “la panza è fatta pe’ i maccheroni, e le chiacchiere pe’ i minchioni”! I. R

I MONtICIANI IN CUCINA

VOI e RIONe MONtI

La prima volta che arrivai a Monti fu quasi un caso. Ero ar-

rivata a Roma da due settimane per un nuovo lavoro ed ero alla ricerca di un tetto da mettere sulla testa. Essendo da sola e lavorando in cen-tro cercavo qualcosa di non troppo lontano dal mio uffi cio così da po-termi muovere facilmente. Degli amici mi segnalarono un mini ap-partamento su Via Urbana. Arrivai a piedi dal centro percorrendo via Panisperna prima nel suo tratto in salita e poi in discesa, ma il mo-mento che mai scorderò fu quella sospensione tra il salire e lo scen-dere, quel prendere fi ato che mi la-sciò senza respiro con il rampicante d’edera che attraversava la strada e il sole calante che illuminava in un modo del tutto particolare il fi anco della Basilica di Santa Maria Mag-giore in lontananza. Sono passati cinque anni da quel giorno e ogni volta che percorro quel tratto di strada il mio sguardo corre lontano al fi anco della Basilica e ogni volta è un’emozione nuova che si colora di una sfumatura mai notata prima. Il bello di Monti è che accoglie tutti senza storcere tanto il naso. Cam-minando per le stradine sganghe-rate si percepisce una commistione di età, razze, estrazioni sociali, pro-

fessioni diverse, ma tutte perfetta-mente integrate. Il vecchio e il nuo-vo, le botteghe artigiane e i negozi di tendenza, le botteghe alimentari storiche e quelle rivisitate in chiave extracomunitaria, una piazza sem-pre uguale, ma ogni volta diversa nell’accogliere set pubblicitari e ci-nematografi ci, feste popolari e co-mizi politici o semplicemente gente dedita all’ozio. Se mi chiedessero di defi nire Monti, direi che è una bella sorpresa, come quelle che trovi ina-spettatamente in un uovo di pasqua industriale fatto in serie, da cui non ti aspetteresti più del solito ciondo-lo in fi nto silver. Così, tra due vie importanti come Via Cavour e Via Nazionale, che conducono dritto al cuore della Capitale, ecco che si trova ben nascosto questo intreccio irregolare di piccole vie capace di regalare scorci unici senza far sen-tire il peso dell’importanza storica del luogo in cui ci si trova. Anche a monti però c’è un neo. La bellezza architettonica e l’atmosfera piace-vole sono in parte rovinati dal catti-vo stato in cui sono tenute le strade, soprattutto dal punto di vista della pulizia. Sarebbe troppo provare a rendere Monti un insieme di sentie-ri e aiuole prive di sporcizia?A. P.

Raccontateci il vostro rapporto con questo angolo della Capitale. Scrivete a: [email protected] INFO

IL MUNICIPIO

Uffi cio Relazioni con il PubblicoVia Petroselli, 50 - Piano Terra tel.: 0669601332-3Fax: 0669601334 e-mail: [email protected] Responsabile: Tiziana Piersimoni Orari:

Lunedì, Mercoledì e Venerdì dalle 8:30 alle 12:30

Martedì dalle 8:30 alle 12:30 e dalle 14:30 alle 17:00

Giovedì dalle 8:30 alle 17:00

UFFICIO POStALe

Via Cavour, 277 00184 06.46207427

FARMACIe

Via dei Serpenti 177 (no stop)

Via dei Serpenti 125

Via Nazionale 72 (no stop)

Via Urbana 11c

Via dello Statuto 35° (no stop)

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Cucina internazionale e cucina romana, tradizionale e moderna: qual’è il connubbio?Prima di tutto dobbiamo intenderci sui termini. Partiamo dalla cucina romana. La mia è una romanità tradita a ogni istante. Per me il tradimento è l’unico modo per conserva-re, preservare, purifi care e far rivivere tutto ciò che mi è stato consegnato dalle mie radici profondamente romane. La romanità sta nel desiderio di trasmettere con i miei piat-ti l’emozione di cose perdute o dimenticate, di profumi e sapori antichi. Internazionalità è, invece, la ricerca, la co-noscenza, la curiosità e l’anarchia, la capacità di aprirsi al nuovo restando se stessi. Non sono internazionale se uso la salsa di soia ma se, dopo un viaggio in Giappone ne assorbo una fi losofi a, che può essere quella della lentezza del rito e poi gioco con i miei ingredienti per farti rivivere la stessa emozione. La tradizione a volte diventa abitudine e spesso cattiva abitudine, mentre la si fa rivitalizza e perpetua se si riesce a tornare al passato con tutte le potenzialità che offre il presente. E ancora, la romanità è nei miei ingredienti, l’in-ternazionalità in quell’alchimia che viene dalla ricerca ma anche dall’esperienza fatta di viaggi e volti, capacità ludica ed estro creativo. Romanità e internazionalità, modernità e tradizione, non vanno distinte, non sono scelte alternati-ve e rivali. Assistiamo al continuo scontro tra fautori della globalizzazione e sostenitori del campanilismo e localismo, tra fanatici dell’innovazione a qualsiasi costo e difensori di radici e tradizione. Ecco, io sono per una sintesi felice. Che signifi ca abbattere gli spazi e nello stesso tempo ricostruirli attraverso l’emozione e il riconoscimento; essere nel pre-sente e allo stesso tempo far sì che ricordi, storia, racconti galleggino in una sorta di magma senza spazio e tempo. La creatività, la modernità non stanno nell’esasperare la diver-sità e rinnegare la propria storia ma nel reinterpretarle. È creativo e moderno chi riesce a immaginare qualcosa che gli altri non riescono a vedere e e renderlo prodotto, ogget-to che non perde la sua funzione reale, che nel mio caso è quella del gusto pieno e opulento. La mia è una battaglia di anarchico per l’identità.

Qualche esempio di questo connubbio nella sua cucina? Sono i miei piatti moderni dal sapore antico, ricette nate dal gioco e dalla ricerca, che recuperano cibi dimenticati. Le faccio un esempio: i ravioli di trippa. Da una parte il raviolo, la pasta ripiena che non è propriamente laziale ma appartiene più alla tradizione piemontese o emiliana. Poi la trippa, ingrediente della tradizione romanesca. Avrei potuto fare dei ravioli ripieni di trippa con una salsa al pecorino. Scontato. Io non ripropongo, non rivisito, per me quel che conta è restituire la percezione, il ricordo legato a quel sa-pore, a quel profumo. E allora ho fatto il contrario di quello che ci si aspetta e ho messo il pecorino dentro e la trippa fuori. La cucina è artigianato, guidata da storia, territorio, ingredienti ma poi c’è anche la destrutturazione per caso. Così si sublima il passaggio alla modernità e all’internazio-nalità passando per le radici. Il risultato è una “cucina per non vedenti”: sapori schietti, veri, freschi e al tempo stesso incisivi e complessi, ancestrali.

Cosa mangiano i monticiani?Purtroppo o per fortuna io sono uno chef anarchico, contro-corrente, che non segue le mode ma, al contrario, cerca gli strappi, le provocazioni. Oggi esiste un consumo disegnato, ossia un cliente modellato dalle tendenze, strutturato dalle mode. Io non ci sto, non l’ho mai fatto e ho sempre vinto, sfi dando mercato e consumatore. I miei piatti non assomi-gliano a nessun altro piatto. Chi mangia una mia creazione deve avere l’espressione certa di ciò che io voglio dire. Poi

farà viaggiare dentro di sè aromi e sapori, li interpreterà e incasellerà nella sua storia. Le mie armi di seduzione sono nel mettere in ogni mio piatto la mia visione del mondo, non tento di sedurre assecondando, di dare ciò che il cliente si aspetta. Poi, certo, le idee e i concetti, anche in cucina, si formano e trasformano nel contatto con la gente, nelle stesse passeggiate tra i vicoli del Rione Monti. E l’affi nità con i gusti monticiani è innata, naturale. Perché con loro condivi-do i caratteri della romanità verace, l’anima profondamente romanesca. L’indole po’ sbruffona, istrionesca e allo stesso tempo burbera, l’estro empirico ed empatico. I monticiani conservano e fanno rivivere tutti gli elementi dell’identità terrigna di questa città moderna ed eterna allo stesso tempo, leggera e pesante, colta e ignorante, nobile e popolare, po’ ciarliera e ciarlatana ma anche saggia a profonda.

Perchè Open Colonna a Monti? L’ennesima scommessa. Vede, credo che oggi il lusso non sia il caviale ma lusso è star bene e farsi del bene e io vo-levo offrire questa mia interpretazione del lusso a una pla-tea più ampia di “gaudenti”. Per questo dal mio rifugio di Labico sono sbarcato a Monti, al Palazzo dell’Esposizioni. Qui offro il “prêt-à-porter”. Voglio dimostrare ai romani che esiste un’etica del mangiar bene, che può essere quella di poter vivere un’esperienza fuori dal comune a 15 euro. E poi Open mi consente di vivere a piene mani la mia indole di ristoratore. All’Open, per esempio, ho riprodotto il mio concetto di “anarchitettura”: un luogo che viene dall’istinto dell’immaginario, che diventa e si trasforma, si consegna al desiderio e alla concretezza, che non stupisce con la banalità degli eccessi ma dà la sensazione di essere interpretati; un ambiente dove tutti i sensi sono attenti ma non violentati e si resta quasi sospesi tra l’ospitalità di un abbraccio e la fran-chezza di una stretta di mano. Il 5 giugno presento Open Colonna ai romani e non è un caso che abbia scelto questa data. È il mio omaggio ai monticia-ni, visto che il 5 giugno si apre Contemporanemonti, a cui ho aderito sin da subito con entusiasmo. Lo slogan che ho pensato per l’occasione è: “Sorry We Are Open”. Uno claim semplice ma in cui sta tutto il senso di questo posto: spazio aperto in tutti i sensi. Open dal punto di vista architettonico: cosa di più luminoso, arioso, liquidamente trasparente di una serra circondata da terrazze che dominano i tetti di Roma? Ecco, Open è tutto questo è molto altro, è una habitat menta-le in moto perpetuo, che i monticiani ameranno, perché è lo specchio della loro identità in eterno e immobile divenire.

6 MeNSILe dI CULtURA, INFORMAZIONe e INtRAtteNIMeNtO

MARZOPReSI PeR LA GOLA

OPeN COLONNA

“Open Colonna” è il Ristorante+Bar frutto del genio crea-tivo, della ventennale ricerca, esperienza e fi losofi a di uno chef di fama internazionale come Antonello Colonna. Open Colonna è il “luogo-non luogo” polivalente ed eclet-tico che campeggia nello spazio serra, nuovo e avvenieri-stico segno architettonico del Palazzo delle Esposizioni di Roma. Dettagli di design e spirito cosmopolita e d’avan-guardia sono la cifra stilistica di un’atmosfera che fonde impalpabile eleganza e contagiosa informalità. Verace ro-manità e disinvolta internazionalità, sono il marchio di una proposta gastronomica che spazia dall’alta ristorazione a un “mozzichi e bocconi” di rara raffi natezza e creatività. L’Ambientazione deve il suo grande effetto scenografi co allo spazio serra, ideato dall’architetto Paolo Desideri: una copertura in travi metalliche ad arco ribassato, completa-mente trasparente. Un effetto sorprendente d’inversione luminosa e simbolica tra il funzionamento diurno e not-turno. Di giorno, la trasparenza dei materiali offre inedite possibilità percettive. Di sera, il prisma smaterializzato e luminescente della serra vetrata diventa una sorprendente “lanterna urbana”, che amplifi ca le funzioni espositive e le potenzialità comunicative del Palazzo delle Esposizioni. La scenografi a di suggestivo impatto emotivo trova subli-mazione nella sicura mano di Antonello Colonna, che si rivela in ogni particolare: dall’arredo minimalista fi no ai dettagli di una cucina fi rmata in cui la romanità si sposa con la modernità, la tradizione con l’internazionalità, in un matrimonio di eterno appagamento dei sensi. Open Colonna è il “prêt-à-porter di un brand di lusso, un luogo dove scoprire una pienezza percettiva low cost, dove fa riposare gli occhi e appagare il palato, riscoprendo le emo-zioni di una Roma dimenticata e moderna, l’anima di una città eterna e cosmopolita.Open Colonna è aperto 7 giorni su 7, dalle 12 alle 24.Open Colonna è una colazione d’autore, un city lunch low cost o un brunch “molto italiano”, un happy hour fuori dagli schemi, una cena ricercata, in pieno stile Colonna, un dopocena al chiaro di luna. Open Colonna è un mondo, un universo, un microcosmo che si fa macro, da scoprire e inventare. Open ColonnaPalazzo delle EsposizioniScalinata di Via Milano 9

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GIUGNO 7

IL CUORe JAZZ dI ROMA PULSA A MONtI (I PARTE)

Nel 1976 l’Umbria Jazz è alla sua III edizione. Sui palchi salgono mostri

sacri come George Coleman, Art Blakey e Dizzy Gillespie. Arrivano migliaia di persone, il clima è infl uenzato dalla con-testazione crescente, dalla tensione degli anni di piombo: disordini, pranzi socia-li, fi schi ai jazzisti bianchi e borghesi. Il

jazz ha ormai oltrepassato le barriere degli intenditori colti ed è diventato oggetto di ascolto diffuso, soprattutto tra le fasce più giovani della popolazione, quelle che nei licei e nelle università parlano di lotta e rivoluzione. Nel 1976 Mario Ciampà sta camminando per il centro di Roma, tra la stazione Termini e via dei Fori Imperiali, nel Rione Monti. Ha un appuntamento in via del Cardello, lì lo aspettano alcune per-sone per mostrargli uno stabile da rilevare: è un teatro ridotto in pessime condizioni

da un incendio. Ne vogliono fare un jazz club: c‘è da rimboccarsi le maniche. Negli anni ’50 e ’60, molti grandi del jazz erano passati per Roma: Louis Armstrong, Ella Fitzgerald, Johnny Griffi n, Don Byas. Si esibivano al Brancaccio, al Sistina dove gli spettacoli potevano arrivare ad avere un pubblico di duemila paganti, inferociti quando le jam session venivano interrotte perché andate oltre i tempi previsti. Spes-so la polizia è costretta ad intervenire per raffreddare gli animi. Poi ci furono i con-certi radiofonici alla Sala A di via Asia-go, i corsi all’Accademia di Santa Cecilia (sospesi dopo poche settimane) e infi ne i primi locali dedicati alla musica Jazz. Era-no la cooperativa Murales a Trastevere, Il Mississippi, vicino il Vaticano e infi ne il Music Inn di Pepito Pignatelli, il più frequentato di tutti. Si trattava per lo più di locali piccoli, umidi, si ascoltavano i concerti stando seduti su delle panche di cemento o delle sedie fradice. Non erano nient’altro che scantinati riadattati a club per venire incontro alla domanda sempre crescente di esibizioni live. Mario Ciam-pà è un architetto, ascolta jazz, ma non è un patito, sente però che quello del Saint Louis è un progetto che può andare in por-to come siti positivi. I suoi compagni di avventura, quelli che invece di jazz se ne intendono, non hanno i soldi per pagarlo, così in cambio del suo lavoro gli offrono di diventare socio. Ci sono subito dispu-te sulla direzione artistica: jazz classico in stile New Orleans o d’avanguardia, orien-tato verso il bop e l’hard bop. Liti, crisi, pausa. Il Louis chiude, anzi, non apre, fi no a quando Ciampà decide di rilevare le altre quote e di mettere su una programmazione che copra tutte le diverse correnti chiaman-do musicisti si nazionali che internaziona-li. Funziona. Il Saint Louis Jazz Club è il

primo club ad avere un spazio ampio, ben arredato e con un buon impianto. A molti sembra quasi un miracolo poter vedere un esibizione sprofondando in una poltronci-na, senza dover rischiare contratture mu-scolari per essere rimasto un paio di ore su dei gradini umidi in calcestruzzo… I. R.

MUSICA A MONtI

Dai battiti del jazz passiamo a quelli mol-to più veloci dell’elettronica. Monti è

soprattutto questo: contaminazione di gene-ri. E Via degli Zingari ne è davvero la con-ferma, se si pensa che poco più di un anno fa, accanto ad Antonio, un falegname che è lì da 30 anni, è nato un record shop che vende musica elettronica techno e house. Ultrasuo-ni Records Roma è una realtà ormai afferma-ta nella capitale e conosciutissima nel rione, che si è dovuto abituare ad una musica un

po’ diversa dai canoni, sia da quelli dell’Ac-cademia Sant Louis, sia delle varie realtà musicali che ogni tanto bazzicano lì attorno. Parlo dei live del Dom o della fi sarmonica del ragazzo della piazzetta che gira a chiede-re l’elemosina. Marcolino e Max Lsp sono i 2 proprietari di questo negozio di vinili, appassionati di bit elettronici da una vita e fedeli ad un’idea già nata a Torino: quella di vendere musica di qualità e soprattutto aver-la prima degli altri, grazie ad un’effi ciente

distribuzione. Proprio perché Ultrasuoni bat-te nei tempi gli altri mezzi di reperire l’ulti-ma traccia uscita, e anche grazie alla cultura musicale e alla simpatia dei proprietari, il vinyl shop monticiano è diventato la meta preferita da tutti i dj romani e anche di quelli che passano per Roma per suonare nei club. Da Locodice a Pedro Radoo e Raresh, da Martin Buttrich a Tania Vulcano a tanti altri, che affettuosamente hanno anche fi rmato e lasciato dediche sui muri del negozio. Ultra-

suoni, oltre che un record shop, è anche un ritrovo per molti ragazzi, per i dj-promessa e per gli amici che a casa hanno una consol-le da strimpellare. Ed è anche il mio posto, diciamo la base da dove parte la mia vita monticiana, o talvolta la mia sala d’attesa di Contesta Rock. Sono davvero felice che questo quartiere sia tanto bello quanto aperto a nuove prospettive, persino a nuove realtà musicali come questa. Innovazione e tradi-zione, un’altra volta a braccetto.

ULtRASUONI NeL RIONe

VIABILItA’ A MONtI

Orari e controllo degli accessi nellaZtL (diurna) La Zona a Traffi co Limitato (ZTL) del centro storico è chiusa alle automobili nei seguenti orari: nei giorni feriali dal lunedì al venerdì dalle 6.30 alle 18.00 - il sabato dalle 14.00 alle 18.00Moto e ciclomotori hanno libero accesso alla ZTL tutti i giorni, in tutte le ore del giorno e della notte, e possono sostare al suo interno negli spazi per i veicoli a due ruote.Orari e controllo degli accessi nellaZtL (Notturna)la notte di venerdì e sabato dalle 21.00 alle 3.00 (dal 10 al 22 dicembre dalle 23.00 alle 3.00) Divieto di transito per le autovetture nel-l’area all’interno dell’area delimitata dalle seguenti strade e piazze:

via Nazionale via Milanovia Panisperna via Cesare Balbovia Agostino De Pretis via Cavourpiazza dell’Esquilino Foro Traianolargo Corrado Ricci via Magnanapolivia dei Fori Imperiali via IV Novembre largo Magnanapoli

Sono esclusi dal divieto di transito: le cate-gorie di legge, i taxi, le auto a noleggio con conducente (NCC), i residenti possessori di contrassegno ZTL Centro Storico.I permessi per le ZTL Centro StoricoI residenti ed altre categorie aventi diritto al permesso per la ZTL, nonché le persone con disabilità in possesso di contrassegno speciale di circolazione, possono accede-re liberamente utilizzando le automobili autorizzate ed esponendo il contrassegno in evidenza sul parabrezza o sul lunotto

posteriore dell’autoveicolo. I contrassegni per persone con disabilità danno diritto alla circolazione in tutta la ZTL e alla sosta nei posti auto risevati e in tutti gli altri spazi consentiti. I contrassegni per la ZTL danno diritto al transito (solo attraversamento del-la ZTL) o alla circolazione (accesso nella ZTL e sosta su strada negli spazi consentiti) secondo le diverse tipologie di permesso.La sosta sulle strisce blu nelle ZTL Centro Storico.La sosta tariffata nelle Strisce Blu è in vigore da lunedì a sabato dalle 18.00 alle 23.00, esclusi i festivi. I residenti del settore F (Monti) possono parcheggiare li-beramente e gratuitamente, 24 ore su 24, indistintamente in tutte le strade dei settori B-C-D-E-F in cui sia consentita la sosta, comprese quelle tariffate, ad eccezione del-l’area del settore A (Tridente) dove possono sostare solo i residenti del settore A.

LINee BUSC3. Urbana. Cimitero Flaminio – Stazione Tiburtina16. Urbana. Costamagna (Tuscolano) – Via XX Settembre40. Espressa. Termini – Castel Sant’Angelo60. Espressa. L.go Pugliese (Nomentana) – P.le Partigiani (Testaccio)84. Urbana. Baseggio (Prati Fiscali) – Piazza Venezia70. Urbana. Piazzale Clodio – Via Giolitti71. Urbana. Staz. Tirburtina – San Silvestro75. Urbana. Piazza Indipendenza – Poerio (Portuense)117. Urbana (elettrica). P.zza San Giovanni – P.zza del Popolo714. Urbana. Palazzetto dello Sport - Termini

Page 8: Spazio Monti 1/2008- anno I

MocaPiazza degli Zingari 1064742764www.mocaroma.org

LolPiazza degli Zingari 1106 4814160

Libreria Caffè BohèmienVia degli Zingari 36339 7224622

domVia degli Zingari 4906 45426401

NovintageVia degli Zingari 51/b392 24667571

YuVia degli Zingari 5406 4742737

Miss Via degli Zingari 54/A06 486769

Arredamento d’interni Filip Vucevic Via degli Zingari 58 393/8520786

UltrasuoniVia degli Zingari 61/A06 4745485

Misty BeethovenVia degli Zingari 1206 4881878www.mistybeethooven.it

Contesta rockVia degli Zingari 1006 48906975www.contestarockhair.com

Pizzeria Chicco Di granoVia degli Zingari 5/6/7/806 47825033