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Iniziativa Culturale Soci Tour dell’Andalusia PERIODICO A CURA DELLA BANCA DI BEDIZZOLE TURANO VALVESTINO Numero 72 Luglio-Agosto 2015 Anno XIII w w w . b e d i z z o l e . b c c . i t Poste Italiane Spedizione in A.P. - 70% - Brescia 8 5 6 Sabato 12 SETTEMBRE 2015 Sede di Bedizzole in via Garibaldi, 6/A Ore 18.30 S. Messa di ringraziamento Dalle ore 19.30 Aperitivo del 120° anniversario Ore 20.45 Concerto della pop band TRAFFIKA 1895 Nasce la Cassa Rurale di Bedizzole La solidarietà nel mirino Bianco rosso verde on fly

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Iniziativa Culturale Soci Tour dell’Andalusia

PERIODICO A CURA DELLABANCA DI BEDIZZOLE TURANO VALVESTINO

Numero 72 Luglio-Agosto 2015

Anno XIII

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Sabato 12 SETTEmBRE 2015

Sede di Bedizzole in via Garibaldi, 6/A

Ore 18.30 S. Messa di ringraziamento

Dalle ore 19.30 Aperitivo del 120° anniversario

Ore 20.45 Concerto della pop band TRAFFIKA

1895Nasce la Cassa Rurale di Bedizzole

La solidarietà nel mirino

Bianco rosso verde on fly

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oci Giorgio Venturini

Direttore Generale

E’ una ripresa che sconta la pesante zavorra di sette anni di crisi quella che come osservatori e operatori del

nostro territorio stiamo sperimentando nella economia locale. Come un appassionato di trekking che ha appena

iniziato la sua risalita soffre il fardello di uno zaino ingombrante ed eccessivamente pesante, i passi che stanno

segnando questo periodo di timida ripresa - aumentano i consumi e le richieste di credito, e più in generale sembra

essere tornata un po’ più di fiducia negli operatori e nelle famiglie - sono contrastanti, poiché segnati da una eredità

ancora tutta da digerire. Per l’economia locale lo zaino è costituito da un livello occupazionale, soprattutto giovanile,

che come ci ricorda in questi giorni il Fondo monetario internazionale avrà bisogno di 20 anni per tornare ai livelli

pre-crisi e che dispiega i suoi effetti sulla propensione al consumo e all’investimento; oltre a ciò il nostro territorio

sconta più di altri un mercato immobiliare ancora asfittico.

Per il sistema bancario, che nonostante i suoi tanti detrattori rappresenta ancora un anello imprescindibile della

economia locale, la zavorra che frena la ripresa è rappresentata dal peso dei circa 200 miliardi di euro di sofferenze,

un importo impressionante di crediti difficilmente recuperabili accumulati nei bilanci delle banche italiane in questi

anni, che in qualche modo hanno funzionato da ammortizzatori sociali della crisi. Anche la nostra BCC che peraltro

sta cogliendo i segnali di ripresa sul fronte del credito erogato e dei servizi, e che come abbiamo avuto modo di

sperimentare nell’indagine di Customer Satisfaction gode ampiamente della fiducia di Soci e clienti, anche nei conti del

primo semestre 2015 sconterà un risultato ancora appesantito dal costo del credito, coda indigesta della crisi che ha

segnato il nostro territorio in questi anni.

Questo ultimo scorcio di estate 2015 rappresenta un momento particolare per l’intero credito cooperativo

chiamato a riformarsi. Un passaggio che dovrebbe portare il movimento delle BCC ad un radicale rinnovamento della

sua articolazione societaria, moderna, efficiente e in linea con le ormai sempre più invasive disposizioni del regolatore

comunitario europeo. La fatica manifestata dal nostro mondo in questi mesi nel trovare la quadra per una compiuta

riforma, innovativa, al passo con i tempi e che non perda i valori fondanti del credito cooperato, ma li valorizzi e gli dia

il giusto equilibrio, è giustificata dalla volontà (e difficoltà) di garantire al credito cooperativo un progetto lungimirante

e sostenibile. Una opportunità davvero storica per il nostro movimento. E pertanto da non sprecare!

Per quel che ci riguarda, il nostro impegno per mantenere insieme i nostri valori del credito cooperativo –

sostegno e sviluppo del territorio e promozione della identità cooperativa e mutualistica - con l’esigenza di una banca

sempre più efficiente e moderna, è dedicato a tutti quei soci e clienti che in questi 120 anni fino ad oggi hanno scelto

la BCC di Bedizzole Turano Valvestino come partner per la propria crescita e prosperità, che ci hanno affidato i propri

risparmi o che ci chiedono di essere sostenuti finanziariamente nei loro progetti di vita. Insieme a loro festeggiamo la

chiusura del nostro anniversario con alle spalle l’orgoglio di una storia importante e, dinnanzi, la responsabilità di un

futuro ancora più sfidante.

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ociRenata Zecchi

Presidente

Gentili Soci,

Nella serata di sabato 12 settembre 2015 festeggeremo insieme l’anniversario della costituzione della nostra Cassa

Rurale Depositi e Prestiti di Bedizzole, avvenuta il 12 settembre 1895 ad opera di sedici “pionieri”. Come ho avuto già

modo di ripetere in questi mesi la ricorrenza del 120° anniversario di fondazione della Cassa Rurale rappresenta per tutti

noi un traguardo e un nuovo punto di partenza davvero significativo, non solo anagraficamente, ma anche a concreta

dimostrazione di una realtà, la BCC, che vive un legame forte e duraturo con il proprio territorio, i suoi Soci e la sua clientela.

Dal mese di settembre 2014 si sono susseguite diverse iniziative sociali e commerciali nel segno dei 120 anni della BCC,

dalle iniziative sociali, culturali e di svago in Portogallo, a Bellaria e in crociera sul Mediterraneo, a quelle dedicate alle scuole

del territorio, agli studenti meritevoli, ai giovani soci, alle Socie BCC, ad agricoltori e artigiani. In occasione dell’anniversario

abbiamo poi lanciato una linea di prodotti e servizi ad edizione limitata con il marchio del 120°, mutui e obbligazioni speciali.

Un anno intenso e carico di soddisfazione che si può sintetizzare in un numero, quello dei nuovi Soci che sono entrati a

far parte della nostra compagine sociale dal 12 settembre 2014 ad oggi. Sono oltre 330 i nuovi Soci accolti in soli 12 mesi

per una compagine sociale che da 2.460 sfiora i 2.800 Soci, una crescita mai toccata dalla BCC e ancora una volta raggiunta

grazie all’entrata di giovani e donne.

Un anno che è stato importante anche per ascoltare i nostri soci e clienti, negli incontri sul territorio e soprattutto

attraverso l’indagine di soddisfazione della clientela che abbiamo messo in campo nei mesi invernali. I risultati della “Customer

Satisfaction”, la cui sintesi riportiamo su questo numero di Sottotraccia, ci rimandano l’immagine di una BCC che gode di

una larga fiducia e fidelizzazione, di un attaccamento difficile da trovare in una banca, costruito grazie alle relazioni e ad una

attenzione non comune al Socio/cliente. Ma l’indagine ci ha anche fornito elementi per migliorare nella nostra capacità di

rispondere sempre al meglio ai bisogni presenti e futuri della nostra clientela. Siamo già al lavoro.

Oltre ai dati economici, il 120° anniversario nel rimandarci alle nostre origini, ci lascia anche un mandato che è poi un

impegno per Amministratori, Soci e collaboratori della BCC.

“La Cassa Rurale sorta quindi con mezzi limitati, (…) poté costituirsi in modo da corrispondere in gran parte alle esigenze

del paese minacciata dalla crisi agricola, concorrendo a tale opera buona non solo con mezzi materiali, ma anche morali”.

Termina con queste parole il Manoscritto datato maggio 1904 conservato presso l’archivio storico della BCC con il

quale Angelo Morandi, primo segretario della Cassa Rurale, ci racconta la nascita e i primi anni di vita della Cassa Rurale di

Bedizzole.

Sono poche righe manoscritte che dietro la facciata di una semplice cronaca, condensano invece il manifesto della Cassa

Rurale di Bedizzole, un messaggio dal forte significato e dalla straordinaria attualità. Considerazioni che insieme a quelle

contenute nei principi ispiratori all’articolo 2 del nostro Statuto Sociale, ci devono costantemente interrogare sul senso e

sul significato della nostra istituzione in un tempo di cambiamento e attesa per il credito cooperative e in occasione di un

anniversario così significativo per la nostra BCC.

Anche oggi come 120 anni fa, la BCC è costretta dal contesto ad operare in un certo senso con mezzi più limitati di un

passato recente, anche oggi come 120 anni fa il territorio ove opera la Banca è segnato da una crisi economica, lunga e

persistente.

Ma allo stesso tempo possiamo affermare che la BCC è qui proprio per questo. Anche oggi come 120 anni fa, la BCC

di Bedizzole Turano Valvestino ha l’ambizione e la determinazione di voler “corrispondere in gran parte alle esigenze”

del proprio territorio, mettendo in campo “per tale opera buona”, oggi come allora, non solo tutti gli strumenti di tipo

economico a sua disposizione, ma anche il proprio patrimonio di relazioni e valori.

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SABATO 12 SETTEMBRE 2015

Presso la Sede di Bedizzole in via Garibaldi, 6/A

Ore 18.30 S. Messa di ringraziamento

Dalle ore 19.30 Aperitivo del 120° anniversario

Ore 20.45 Concerto della pop band TRAFFIKA*

Dalle ore 18.30 OPEN EVENING, con apertura al pubblico della Sede di Bedizzole e le piccole illusioni del MAGO RICHARD.

Sempre nel corso della serata sarà possibile effettuare uno speciale ANNULLO FILATELICO dedicato al 120° anniversario della CASSA RURALE presso lo stand delle Poste Italiane allestito per l’occasione.

*(in caso di maltempo lo spettacolo si terrà presso il Teatro don Gorini di Bedizzole)

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12 SETTEMBRE 1895. NASCE LA CASSA RURALE DI BEDIZZOLE

…“Costretti dagli incerti e scarsi raccolti a contrar mutui a condizioni molto onerose, per estinguerli dovevano spesso privarsi dell’unico campiello, cara memoria dei loro trapassati. Molto opportuna riuscì l’iniziativa del benemerito sacerdote don Francesco Gorini, il quale additò l’unica via di salvezza nella

istituzione di una Cassa Rurale che offrisse ai soci il mezzo per procurarsi un po’ di denaro senza incorrere agli usurai che paralizzavano ogni frutto della privata attività” …

… “Molti ostacoli si presentarono e per la diffidenza di alcuni, e per la reazione di chi era interessato, ma la proposta si mostrava così pratica e così feconda di ottimi risultati, che venne tosto afferrata, discussa ed accettata, e lasciate le diffidenze di partito, ogni persona di cuore concorse col buon sacerdote alla

attuazione; e questo accordo unanime fu certo la base morale saldissima ed insieme l’indirizzo saggio e praticissimo per cui tutto poté quindi riuscire” …

… “L’idea della cooperazione impressionava fortemente coloro che per censo avrebbero potuto dare maggiore impulso alla Società, perché la massima del “tutti per uno e uno per tutti”, era troppo nuova e

troppo contrastava col vecchio sistema dell’utilitarismo comune” …

…“E così molti Soci, senza brusche scosse, anzi quasi senz’accorgersene, costretti ad essere previdenti, coi soli risparmi poterono un po’ alla volta divenire proprietari di animali

e attrezzi acquistati per migliorare le proprie terre, ed alcuni anche accrescere sensibilmente l’estensione delle medesime” …

… “In modo molto superiore a quanto da principio si poteva sperare crebbero pure i Soci, in tanto modo da raggiungere i 257, numero certo rilevante per un comune di 4365 abitanti. E sempre aumentarono le domande di ammissione alla Società, perché questa qual madre benefica tutti accoglie nel proprio seno,

purché onesti e di buona volontà” …

… “La Cassa Rurale di Bedizzole sorta quindi con mezzi limitati, (…) poté costituirsi in modo da corrispondere in gran parte alle esigenze del paese minacciata dalla crisi agricola, concorrendo

a tale opera buona non solo con mezzi materiali, ma anche morali” …

(estratti del Manoscritto del primo Segretario della Cassa Rurale di Bedizzole, Angelo Morandi Stefano del 1904 conservato nell’archivio storico della BCC Bedizzole)

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ociIniziativa Culturale Soci

9-13 dicembre2015

Tour Andalusia (Spagna)

Granada - Cordoba Siviglia

Nell’ambito delle iniziative per il 120° anniversario di costituzione, la BCC propone, in collaborazione con l’Agenzia NICOLINI VIAGGI di Gavardo, una speciale iniziativa riservata ai propri Soci.

L’iniziativa culturale prevede un

tour dell’Andalusia (Spagna) che si svolgerà nei giornida mercoledì 9 dicembre a domenica 13 dicembre 2015

QUOTA DI PARTECIPAZIONE- Quota SOCIO BCC, in camera doppia € 790,00 (a persona)- Quota NON SOCIO, in camera doppia € 870,00 (a persona)• Supplemento camera singola (disponibilità limitata) € 120,00 (su richiesta) • Assicurazione Facoltativa Annullamento € 40,00

LA QUOTA COMPRENDE:

- Trasferimenti da/per l’aeroporto- Passaggi aerei da Milano in classe economy (tasse incluse – da riconfermare all’atto dell’emissione dei biglietti)- Sistemazione in hotels 4 stelle in camere doppie- Pensione completa – come da programma - con bevande incluse ai pasti- Tour in autopullman granturismo- Guida/accompagnatore parlante italiano durante il tour - Guide ufficiali nel corso delle visite - Assicurazione medico/bagaglio - Kit da viaggio- Ingressi Alhambra – Cattedrale di Granada - Moschee di Cordoba - Alcazar e Cattedrale di Siviglia

LA QUOTA NON COMPRENDE: Tutto quanto non espressamente indicato alla voce “la quota comprende”.

MODALITA’ E TERMINI DI ISCRIZIONE

Le iscrizioni si raccoglieranno a partire da giovedì 3 settembre 2015 presso gli sportelli della Banca di Bedizzole Turano Valvestino fino ad esaurimento dei posti disponibili e comunque non oltre lunedì 5 ottobre 2015 previa compilazione del modulo di prenotazione. Nel caso di disdetta dopo il termine di iscrizione, verrà addebitata una penale di annullamento secondo quanto applicato dalla agenzia viaggi. L’iniziativa verrà effettuata al raggiungimento di un numero minimo di 40 partecipanti adulti.

PER OGNI RICHIESTA DI CHIARIMENTO SU PRENOTAZIONI, CONDIZIONI, TRATTAMENTO, POLIZZA ANNULLAMENTO DAL LUNEDI’ AL SABATO, E’ DISPONIBILE UNA LINEA TELEFONICA DEDICATA AL NUMERO 0365 - 371501 int. 2 (sig.ra GIUSY) – AGENZIA NICOLINI VIAGGI DI GAVARDO dove sono disponibili le “Condizioni generali di contratto di vendita di pacchetti turistici” a norma dell’art. 35 del CODICE DEL TURISMO.

PROG

RAM

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1º giorno - 9 dicembre - ITALIA/MALAGA/GRANADA Ritrovo presso piazza Europa di Bedizzole. Trasferimento in bus all’aeroporto, assistenza all’imbarco e partenza con volo di linea Alitalia/SwissAir per Malaga con scalo a Roma/Zurigo. Arrivo a Malaga, incontro con la guida/accompagnatrice che accompagnerà per tutto il tour. Pranzo in ristorante. Visita panoramica della città e continuazione per Granada. Arrivo e sistemazione presso Hotel Carmen – cat 4 stelle centrale – cena buffet e pernottamento.

2º giorno - 10 dicembre - GRANADAPensione completa con pranzo e cena a buffet in hotel. In mattinata visita guidata della meravigliosa Alhambra, la mitica “fortezza rossa”, e ai giardini del Generalife, residenza di campagna dei Re di Granada, dominanti la città. Nel pomeriggio visita al centro città con la Cattedrale, Cappelle Real e passeggiata nel caratteristico quartiere Sacromonte.

3º giorno - 11 dicembre - GRANADA/CORDOBA/SIVIGLIA (km 300 circa)Dopo la prima colazione partenza per Cordoba. All’arrivo visita guidata alla città con Moschee e Quartiere Ebraico (Juderia). Pranzo in ristorante tipico. Nel pomeriggio continuazione per Siviglia. Sistemazione in hotel Tryp Macarena – cat 4 stelle centrale - cena buffet e pernottamento.

4º giorno - 12 dicembre - SIVIGLIAPensione completa con pranzo e cena buffet in hotel. Visita guidata al mattino al Quartiere Santa Cruz con la Cattedrale / Giralkda e Alcazar. Nel pomeriggio Quartiere Triana, Giardini Murillo, Piazza di Spagna e Parco Maria Luisa.

5º giorno – 13 dicembre - SIVIGLIA/ANTEQUERA/MALAGA/ITALIA Partenza per Antequera, di antica origine (la romana Anticaria) dominata dalla bella chiesa di Santa Maria la Mayor. Sosta per visita e proseguimento per aeroporto di Malaga, assistenza all’imbarco e partenza per l’Italia con volo di linea Alitalia/SwissAir, via Roma/Zurigo. All’arrivo proseguimento in bus per la sede.

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Quando il cielo si confonde con il mare

Bianco rosso verde on flyConstatato in diretta dai soci durante la visita all’Aeroporto militare di Rivolto Udine sede ufficiale della mitica pattuglia acrobatica

La tradizionale gita dei soci artigiani ed agricoltori del 10 luglio ha fatto tappa ad Udine. I partecipanti affezionati hanno potuto visitare la base aerea di Rivolto, dove ha sede il centro di addestramento della Pattuglia Acrobatica Nazionale, che festeggia quest’anno i cinquantacinque anni di storia, guidati da Federico Abussi, alla scoperta di alcuni dei segreti delle Frecce Tricolori nascosti dietro alla apparente semplicità di un volo acrobatico dei dieci Aermacchi MB 339A. La pattuglia più numerosa al mondo è composta da nove piloti più un decimo solista in volo, chiamati tutti semplicemente Pony, e da un undicesimo non meno importante comandante a terra. Ruolo fondamentale questo, visto che i nostri acrobati pilotano “a vista”, e nelle più ardite evoluzioni riescono a tenere una distanza fra gli aerei anche di solo due metri. L’eccezionale perizia della pattuglia prevede un percorso formativo di tutto rispetto: solo dopo almeno 800 ore di volo Jet al servizio dell’Aeronautica Militare un pilota può candidarsi alla selezione effettuata dalla Frecce. La pattuglia non prevede riserve, e sono gli stessi pony in carica a scegliere ogni anno uno o due nuovi piloti, quasi sempre non durante le ore di volo, ma la sera, nel “terzo tempo”. Persino il futuro solista viene individuato da quello ancora in carica. Trattandosi solo di piloti con grande abilità tecnica, quello che veramente fa la differenza è il carattere: umiltà, lealtà, spirito di gruppo sono le caratteristiche irrinunciabili per essere ammessi fra i pony. In un lavoro in cui la tua vita è letteralmente affidata al collega che vola al tuo fianco, la fiducia in lui deve essere cieca. Tono imbarazzato quello della guida in risposta alla domanda su quale fosse il suo grado, perché fra le Frecce i gradi militari non contano. Cinque anni della propria vita dedicati al volo acrobatico: una stagione di volo che va da maggio a settembre, sempre insieme, e una stagione di addestramento negli altri mesi, forse anche più impegnativa. I biposti tricolore acquistati dall’aeronautica militare negli anni ‘80 per addestramento, volano ad una velocità di circa 350 – 400 km/h durante le evoluzioni, e colorano con pigmenti rossi e verdi il fumo creato da olio di vaselina. Udine e Codroipo come punti cardinali nei messaggi del comandante in qualsiasi luogo del mondo abbia scena lo spettacolo, con un volo solo un po’ più in alto nelle città marine, per non rischiare di confondere dopo le mille capriole effettuate il blu del cielo con quello del mare... La gita si è conclusa, dopo il sempre tradizionale lauto pasto, con una visita guidata alla città di Udine, città di poco meno di centomila abitanti di storia Veneziana, ricca di testimonianze del Tiepolo. E rientro in serata a Bedizzole, ad una velocità decisamente minore di quella che avrebbe consentito un volo sulle Frecce.

Ciliverghe in Consulta Soci

La solidarietà nel mirino Gabriele Chiarini da mazzano, commerciante di articoli per la caccia con negozio a molinetto è il rappresentante della per l’agenzia di via Venturoli. Alle spalle una storia di tradizione, impegno e confronto in favore della compagine sociale

Sguardo diretto e sorriso sincero: Gabriele Chiarini non la manda certo a dire. Il rappresen-tante di Ciliverghe alla Consulta dei soci è un uomo tutto di un pezzo. Sintetico e schietto. E come lui è la moglie, Antonella, che lo accompagna “nella gioia e nel dolore” da oltre un trentennio. A casa e sul lavoro. La coppia che scoppia, è il caso di dirlo: sono i proprietari del negozio di articoli per la caccia di Molinetto e ci lavorano insieme. Entrambi cinquantenni, hanno un figlio di 30, Alessio, che si occupa di tutt’altro e che sembra non abbia la benché minima intenzione di proseguire nell’attività di famiglia: “Non è la sua strada, non gli inte-ressa”, raccontano i due. Ma poco male, perché una volta che Gabriele andrà in pensione (“ci vorranno almeno ancora dieci anni”), “qualcuno che vorrà rilevare l’attività lo si troverà, visto che in questo settore la crisi si sente poco. Lo zoccolo duro degli appassionati non molla, per fortuna”. Tra gli “inossidabili” della caccia, ce n’è uno d’eccezione. Il cliente vip di Chiarini e consorte: Roberto Baggio. Il codino nazionale è un “cacciatore Doc - racconta Gabriele Chiarini - e spessissimo ci passa a trovare per far rifornimento e sostituire la sua attrezzatura. Sono sempre visite molto piacevoli”. Le cinque vetrine a fianco della chiesa hanno una storia lunga cinquant’anni. Sono di pro-prietà dei Chiarini dal 1953: prima il papà Giacomo ha messo in piedi l’attività, una volta un’agenzia agricola; poi, negli anni, l’evoluzione e la specializzazione in articoli per la pratica venatoria. Oltre ad abbigliamento, armi, accessori e tutto ciò che serve ai cacciatori di mezza provincia, Chiarini vende fuochi d’artificio. Mette in piedi spettacoli pirotecnici su commissione: basta fargli una visita e pensa a tutto lui. Dalle autorizzazioni agli “scoppi” veri e propri. Per fare il suo lavoro ci vuole “passione e regolarità”. Passione, perché “come tutte le occupazioni in proprio, dà molte soddisfazioni, ma ancor più preoccupazioni. Senza la passione non si potrebbe resistere tre giorni”. Regolarità perché “trattando certi prodotti, armi ed esplosivi in primis, non si può prescindere dall’essere regolari e precisi: non si sgar-ra di una virgola”. La stessa passione e la stessa regolarità le applica come rappresentante alla Consulta soci: “Sono un rompiscatole”, ammette ridendo. E spiega così il suo incarico: “Sono il rappresentante che è socio da più tempo tra i membri della Consulta e ormai ne so qualcosa. Cerco di farmi portavoce dei bisogni e del sentire di chi mi ha eletto, e spero di svolgere al meglio il mio incarico. La Consulta - per Chiarini - per gli scopi per cui è stata istituita è un organo bellissimo: è il luogo della proposta e della condivisione. Grazie alla Consulta, i soci possono far sentire la propria voce, possono confrontarsi e trasmettere ai vertici le proprie istanze. E io non mi tiro certo indietro, anche correndo il rischio di passare per rompiscatole. È grazie al confronto, magari anche molto aspro, che si può migliorare”.

di Alice scalfi di Raffaella Tavernini

Crociera del mediterraneo

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IL RISPARMIO SOLIDALE

CHE FA BENE A TUTT I

di Giovanni De marcoA macesina quello di Luna

Balsamici raggi di vita Inaugurato il centro diurno di neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza. Da Ome, il Raggio di Sole ed ora a Bedizzole, con il sostegno della BCC, il Raggio di Luna, si amplia la rete assistenziale della cooperativa Fraternità Giovani

Dopo la posa della pietra lo scorso 10 ottobre nella ricorrenza della “Giornata Mondiale della Salute Mentale”, un

raggio di luna splende nella comunità bedizzolese. Preceduto nel 2011 da “Raggio di Sole” ad Ome, “Raggio di Luna”

è il nuovo centro diurno di neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza che giovedì 30 aprile è stato inaugurato

nella frazione di Macesina, in via Quarena, con la benedizione del vescovo Monari.

«L’inaugurazione dell’edificio è un’attestazione di merito per tutti coloro che sono riusciti a portare a termine que-

sto progetto, capace di muoversi in una logica della cultura della collaborazione, in un momento in cui l’individua-

lismo più sfrenato è diventato ormai quotidianità - afferma il presidente della banca di Bedizzole Turano Valvestino

Renata Zecchi - La testimonianza di questo progetto deve far emergere quanto è importante il concetto della

cooperazione, che è anche il senso del nostro essere banca. Il sostegno della BCC è l’allargamento della rete di

questa collaborazione: abbiamo chiesto ai nostri clienti la sottoscrizione di obbligazioni etiche che, con la piccola

rinuncia di un tasso di interesse, possono costruire un fondo di beneficenza». Su un’area di 3.600 mq, circondata

da un ampio polmone verde lontano dalla città, “Raggio di Luna” ospiterà fino a venti minori di età compresa tra

i 12 e i 18 anni, per un bacino d’utenza che copre tutti i comuni della Valle Sabbia e del Lago di Garda, ampliando

l’offerta assistenziale della struttura ad Ome di solo quattordici posti. Un servizio altamente qualificato, accreditato

con la regione Lombardia e l’ASL di Brescia, coordinato scientificamente dall’azienda ospedaliera di Desenzano del

Garda che monitorerà le attività e le terapie giornaliere.

Inserita pienamente nella rete delle altre RSA preesistenti nel territorio, la nuova struttura rappresenta un aiuto

concreto per le famiglie di piccoli pazienti colpiti da patologie neuropsichiatriche in età infantile ed adolescenziale.

Tra i servizi offerti da “Raggio di Luna” trovano spazio colloqui quotidiani con staff medico - psicologico, trattamenti

riabilitativi e farmacologici, ma anche sostegno alle attività scolastiche, la formazione per tirocini di settore e nuovi

laboratori educativi, sportivi e culturali. È un progetto unico “Raggio di Luna”, frutto dell’impegno e del lavoro tra

la fondazione di Gavardo e la cooperativa di Ome, che quest’anno festeggia 15 anni di attività educativa ed assi-

stenziale per giovani in difficoltà. Nata nel 1928 la “Fondazione Quarena” nel tempo si è sempre contraddistinta

per l’impegno di pubblica assistenza e beneficienza nei confronti di giovani studenti, come l’erogazione di borse di

studio ai residenti meritevoli di Gavardo e Bedizzole, con preferenza ai più bisognosi.

Un sogno che diventa realtà. Un centro terapeutico reso possibile grazie al lavoro di squadra e alle risorse della

cooperativa sociale di Ome che, dal 2000, raccoglie 120 volontari e ben 200 dipendenti impiegati nel settore sa-

nitario e socio - educativo della persona. Un aiuto professionale e concreto per le numerose famiglie dei piccoli

pazienti, colpiti da patologie neuropsichiatriche sempre più in crescita in età infantile ed adolescenziale. Un progetto

assistenziale luminoso che è già storia della comunità.

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Corre forte il propellente d’azienda. Valore globalizzato eccellente dell’impresa italiana. Tra caldo e freddo da temperare, contabilizzare, ottimizzare in termo idraulica definizione applicativa. Mentre la ricerca è continua. Con la rivoluzione magicamente inscatolata dentro Cubo Domo. Espressione funzionale, dedicata e proposta direttamente all’utente/fruitore grande e piccolo consumatore, del fai da te per accensioni, spegnimenti ed affini attivati da lontano. Poi, nelle pieghe intuitive della curiosità, che stimola e allarga i movimentati input del pensiero in attraente virtuosa concreta vantaggiosa qualificazione, ecco le collaborazioni sperimentali su innovativi motori alternativamente capaci di produrre energia. Tazebao informativo di alto livello per celebrare il trentennale di IVAR. Gruppo capitanato dal fondatore Umberto Bertolotti, oggi in costante simbiosi crescita evolutiva supportata dall’impegno al vertice anche dei figli Stefano e Paolo. Esternando le virtù di un’idea che, partendo dalla Prevalle di bresciano trend operativo, si riproduce in lungo ed in largo fra i continenti. Attuando, nel generare fattivo della volontà senza indugi, quella la specialissima identità di mini multinazionale dalla visionaria vincente duttilità imprenditoriale. Regolando a dovere la Good Ideas – Buona Idea consapevolmente definita nei numeri del gruppo nella sua interezza, che ricordano le 16 filiali dislocate per il mondo, i 60 paesi con cui vengono intrattenuti rapporti commerciali, i quasi 400 dipendenti di cui ben 40% costituito da donne. E a rinverdire i valori a bilancio del 2014 rappresentati nel felice effetto numerario di 138/milioni di fatturato, circa 41.000.000 di prodotti consegnati ed un utile di 8.400.000 euro. Però “The best is yet to come – il meglio deve ancora venire” Ottimistico ed azzeccato promo aziendale che si ritaglia nella sorridente devolution ideale a cura del management di IVAR. Sottolineato in primis dalla creatività abilmente visionaria del fondatore ingegner Umberto Bertolotti. Con la partenza datata 1985, sostenuta e coadiuvata dall’apporto della moglie Prudenza Fantoni. E in questa attualità futuribile esecutivamente illimitata in sperimentazioni e progetti a cura della laboriosità ereditaria di Stefano e Paolo Bertolotti, rispettivamente e versatilmente incaricati nel dare i tempi a marketing, commercializzazione, innovazione, ricerca e produzione. Effetti attivi di ragionamenti e riflessioni di crescita monitorati con arguta perizia dalla responsabile dell’amministrazione Daniela Ziliani. “Cubo Domo rappresenta l’entrata ufficiale del nel mercato dedicato al consumatore finale – spiega Stefano Bertolotti, anima marketing e divulgativo/promozionale di IVAR – fino ad oggi i prodotti del gruppo erano indirizzati ai professionisti del settore. Con l’avvento di Internet abbiamo pensato di sviluppare questo oggetto tecnologico che consente di regolare, interagendo con tablet, smartphone e computer, i sistemi di riscaldamento nelle loro diverse funzioni. Alla base del progetto c’è la ricerca messa in campo da Ikrotec. Giovane azienda bresciana di comprovato valore, tra l’altro vincitrice del concorso di miglior start up presente ad Expo”. Perché ricerca ed innovazione sono stati e sono, da sempre, carburanti fondamentale nella filosofia d’impresa. Da segnalare i 5.422.000 euro destinati proprio all’innovazione e i 722.000 a ricerca e sviluppo. Oltre ai 3.000.000 erogati per modernizzare macchinari e tecnologie ed i 1.700.000 spesi per l’ampliamento dell’unità produttiva. “In questi ambiti – sottolinea Paolo Bertolotti, dalla personale diretta esperienza riferita alla produzione - gli investimenti diventano indispensabili anche per garantire e dare forma coerente a scenari e opportunità collegate al futuro”. Nei report di IVAR il rigenerante talentuoso imprinting di chi è capace di osare, dando spazio al processo evolutivo dell’idea. Segmento propositivo che scaturisce in relazione all’intuitività visionaria delle origini. Segnale inconfondibile appoggiato all’ottimistica verve creativa di Umberto Bertolotti. “Nel nostro percorso – spiega il fondatore di IVAR – abbiamo affrontato molte sfide anche complesse. Molte le abbiamo superate. Altre non hanno fornito i risultati attesi. Ma fa parte del lavoro. In ogni caso il bilancio dopo trent’anni di attività è più che positivo, visto l’apprezzamento riservatoci dai mercati, in particolare quelli esteri che contribuiscono a realizzare circa l’80% del nostro fatturato. Insomma la curiosità non ci fa difetto. Ho imparato a sfruttarne i valori applicativi attraverso l’esperienza. Soprattutto quella raccolta e recepita in giro per il mondo. Opportunità eccezionale, che permette di guardare alle problematiche di ogni genere sotto vari punti di vista a diverse latitudini. Per questo la consiglio vivamente, senza retorica, alle giovani generazioni. ”. Panoramica, nella sua virtuosa apertura al funzionale di semplice uso e consumo quotidiano, è dunque quella di Cubo Domo. Oggetto che riprende ed integra l’hardware termoidraulico, in cui IVAR eccelle nel mondo attraverso la sua componentistica sapientemente assemblata. Ricordando gli elementi, visibili anche in azienda, che ne sfrutta i moderni parametri di applicazione attraverso un’attenta e scrupolosa attenzione al settore in grande espansione delle energie rinnovabili. Ma c’è dell’altro. Ed ancora torniamo a parlare di ricerca, questa volta applicata ad un particolare tipo di motore sul quale sono in atto le procedure di sperimentazione. Meccanismo speciale a pistoni rotanti, azionato, semplificando, a vapore e in grado di produrre a sua volta energia. “Si tratta di un’idea presentata per la prima volta dal suo inventore nel 1961 – racconta Umberto Bertolotti – la propose alla FIAT, ma non se ne fece nulla. Per l’epoca il prodotto sembrava troppo all’avanguardia. Tre anni fa l’ideatore me ne parlò e la cosa mi incuriosì. Così iniziammo a lavorarci sopra ed oggi stiamo

iniziando a sperimentare le potenzialità di questo progetto che abbiamo chiamato SE.OL. Sorta di motore alternativo, a suo modo rivoluzionario. Staremo a vedere. E del resto le sfide – conclude Umberto Bertolotti, riaffermando la coerente dinamica di un disegno industriale in costante itinere creativo – nei programmi di IVAR sono all’ordine del giorno”. E mentre il motore del futuro si ricarica nella sperimentale essenza di un sogno energetico sempre più economico, il progresso si fa strada nella circolarità del senso che ne determina le qualità. Ripercorrendo a ritroso, dal software del digitale di ultima generazione, alla materialità pulsante di un hardware che spinge tangibilmente il pistone rotante di nuove norme energetiche. Per poi ripartire nel dinamismo di rete alternativa di universo facilitato alla modernità dei nostri bisogni. E per non chiudersi mai, secondo i dettami di questo cerchio virtuoso segnato nella traccia vincente e visionaria di IVAR, nella staticità inespressiva della regola che non cerca emozioni. Perché il bello, sempre e comunque, deve ancora venire.

Quella di IVAR dal 1985 a Prevalle

mini multinazionalità VisionariaCompie trent’anni l’azienda fondata da Umberto Bertolotti, oggi affiancato nel management dai figli Stefano e Paolo. Il gruppo, leader mondiale nel settore idrotermosanitario, rilancia all’indirizzo diretto verso il fruitore/consumatore con Cubo Domo. Oggetto evoluto utile per regolazione termica da lontano, utilizzando tablet, pc e smartphone. Nella filosofia d’impresa, che vuole la ricerca costante della Buona Idea, è stato avviato, in fase sperimentale collegata, un innovativo progetto di motore alternativo

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di ALICE SCALFI

di Raffaella Tavernini

I 60/anni del Basket Gavardo

Futuro e storia a tiro libero Una mostra per celebrare l’associazione nata nel 1955, anno di nascita delle squadre sia maschile – all’oratorio - che femminile – dalle suore Orsoline. L’impegno innovativo del presidente Nadir Loro succeduto lo scorso anno ad Angelo Ziglioli, alla guida del sodalizio dal 1974

Canestri d’alta quota a Gavardo. Con il Basket della locale associazione sportiva che arriva a sessant’anni di attività. Momento di celebrazione rigenerativo d’intenti e programmazione futura anche attraverso il percorso della memoria. Da qui l’allestimento, lo scorso giugno nei locali dell’auditorium Cecilia Zane a Gavardo, di una mostra fotografica sul sodalizio fondato nel 1955 e presieduto da Nadir Loro, succeduto lo scorso anno ad Angelo Ziglioli, oggi presidente onorario, al vertice della società dal 1974. Le immagini arrivano però ancora più da lontano. Dagli anni Cinquanta che aprivano alle obbligate speranze post belliche. Con il basket a stelle e strisce come interessante moderno fenomeno agonistico. Le foto in rassegna ripercorrono la pionieristica azione promozionale degli appassionati del tempo a Gavardo. Per un interesse bipartisan. “E’ il parroco che nel 1955 dà il via alla nostra storia – spiega infatti il presidente Nadir Loro – è sua l’iniziativa di reclutare Sandro Castignari per insegnare ai ragazzi dell’oratorio il gioco della pallacanestro. Contemporaneamente nei locali del convento delle suore Orsoline nasce il Basket Femminile Gavardese. E’ poi datata 1957 la partecipazione del team maschile al primo campionato federale prima divisione, insieme all’equipe delle ragazze che si recano in trasferta a Brescia per affrontare la squadra di un convento cittadino”. Ritagli di passato che mettono in evidenza la concreta evoluzione del Basket Gavardo. Così negli anni Settanta l’attività si sposta dall’oratorio alla palestra. Insieme ai seniores si uniscono il settore giovanile, mentre vengono intrapresi importanti collaborazioni con Pinti Inox, fiore all’occhiello della pallacanestro bresciana. “L’inaugurazione nel 1986 del palazzetto dello sport e della nuova sede – riprende Loro – costituisce il punto di svolta. Si moltiplicano le squadre maschili e femminili e nasce l’allora quasi sconosciuto Minibasket”. La storia dunque continua. Affacciandosi alla finestra del futuro con rinnovate passioni. “Attualmente sono circa 200, fra atleti, allenatori e dirigenti – sottolinea Nadir Loro - i soggetti che dedicano parte del loro tempo al Basket Gavardo. Un complesso di tutto rispetto, dotato di bagaglio umano, competenze e professionalità, all’interno del quale speriamo di coinvolgere un sempre maggior numero di persone. Ricordando che il consiglio direttivo – conclude il presidente – manterrà più che mai al centro del progetto sportivo ed istituzionale, insieme agli altri ambiti operativi, settore giovanile e Minibasket.” Passeggiando tra i click della memoria il sapore del futuro rispolvera piaceri tradizionali. Ne riconduciamo la forza in questo passaggio di consegna tra il presidentissimo Ziglioli con Nadir Loro. Notando al fianco del presidente la presenza attenta e preziosamente competente di Francesco Filippini, giovane consigliere/dirigente del Basket Gavardo. Raccordo esemplare tra il carico dei ricordi e freschezza di tiri liberi ideali.

C’è un ritmo per tutto

Subsonica of courseEmozionale report live in concert da Piazza Loggia a Brescia. La selvaggia e scatenata animalità della musica elettronico – scientifica di un gruppo con alle spalle ormai quasi vent’anni di carriera

Mentre gli spettatori seduti sui gradoni del Vittoriale aspettavano l’arrivo di Morgan per oltre un’ora e mezza, Samuel e compagni con quindici minuti di ritardo accademico comparivano sul palco di Piazza Loggia, ambientazione non meno ricca di fascino, per la tappa bresciana del In una foresta tour. La per loro e per i fans storica Colpo di pistola ha dato il via a due ore di musica adrenalinica, durante le quali sono state messe in scena, oltre ad alcune delle canzoni dell’ultimo album Una nave in una foresta, numerosi dei loro pezzi storici. Vicini al traguardo dei vent’anni di carriera i Subsonica hanno fatto seguire il tour invernale 2014 e il tour europeo di inizio 2015, che ha toccato Lugano, Parigi, Bruxelles, Londra ed Amsterdam, da numerose nuove date in cui da metà giugno a metà settembre calcheranno i palcoscenici di tutta Italia. La loro musica elettronico - scientifica dal vivo prende una forma decisamente più selvaggia e scatenata, lasciando lo spazio a reinterpretazioni se possibile ancora più dance e rock. L’importanza della performance dal vivo è stata ribadita dai Subsonica con la recentissima pubblicazione di un cd + dvd in cui vengono riproposti suoni ed immagini raccolti nella recente tournée invernale. I tremila presenti il 04 luglio in Piazza Loggia hanno potuto apprezzarne una rappresentazione. Ignorando il gran caldo della serata, hanno ballato e saltato sulle note della band torinese dalla prima nota all’ultima, con universale ed incondizionata adesione agli inviti dell’infaticabile Samuel di agitare le mani, di piegarsi, di saltare e di cantare. Oltre ad alcuni apprezzatissimi brani dell’ultimo album, fra cui Lazzaro, Di Domenica, Specchio, I cerchi degli alberi, Una nave in una foresta, i vecchi cavalli di battaglia Strade, Discolabirinto, Liberi Tutti, Nuova Ossessione, L’odore, ed anche la reinterpretazione della Up Patriots to Arms di Battiato, hanno dimostrato un’altra volta ai fans, se ancora ce ne fosse bisogno, che non è vera la contestazione che i Subsonica ironicamente ripetono come un mantra nella loro energeticissima Benzina Ogoshi: “non siete riusciti a bissare Microchip emozionale”. Ci sono riusciti eccome in questi anni, con la loro musica originale ed inconfondibile, ed il gran talento di Samuel, Boosta, Max Casacci, Ninja e Vicio. Di grande atmosfera la versione acustica di Tutti i miei sbagli che ha concluso il concerto, cantata all’unisono da Samuel e soci e dal pubblico.

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Direttore Responsabile: Giuseppe Rocca

Progetto grafico: Graphite snc

Art Director: monica Polato

Ottimizzazione: Alberto Comini

Fotografie: Barbara CalderaHanno collaborato: Nicola Alberti, Alberto Bernardi, Paolo Caldera, marco Castellini, marco Conforti, Cristian Dolcera, Giovanni De marco, Luca Leali, Gianluca Nebbini, Alice Scalfi, Raffaella Tavernini, Valentina Zanna,

Tipografia: FDA EUROSTAmPA SRLVia molino Vecchio, 185 - 25010 Borgosatollo (BS) Tel. 030/2701606

Registrazione Tribunale di Brescia n. 3/03 del 21/01/03

Cellofanatura e Spedizione: COOP SERVICE s.c.r.l.Via Napoleonica 7 - 25080 Rezzato (BS) Tel. 030/2594360

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Grand Hotel per barche da diporto. Armonicamente integrato sotto costa al pendio occidentale della strada gardesana. Elegante rada organizzata al massimo dei servizi di assistenza tecnica, ricovero, ancoraggio e shopping. Formula consolidata che estende altra efficienza nel collegamento residenziale, utile tra l’altro anche ai proprietari delle imbarcazioni. Mentre ora è attivo e fornitissimo, a lato di banchina, il negozio di abbigliamento tematico sportivo della SLAM. La Marina di Bogliaco con i suoi oltre 100 posti barca, sia in acqua che in rimessaggio è nata da un’idea di Rino Fiori a cui è dedicata la struttura inaugurata nel 1997. Fiori, scomparso prematuramente poco prima che il suo sogno, iniziato nel 1985, venisse realizzato, era socio del gruppo Roda. L’importante holding bresciana, tuttora proprietaria della marina e oggi guidata sempre dalla famiglia Fiori a cominciare dal fratello Fermo, è attiva, oltre che nel ramo edilizio e di tracciamento linee elettriche in Italia ed all’estero, anche in numerosi altri brand d’impresa, tra i quali quello del commercio e lavorazione carni con la collegata IAB. Curriculum imprenditoriale d’eccellenza dunque quello che include il funzionale porto turistico. Subito accogliente nella sua nobiltà d’intenti qualitativamente esclusivi la hall di questo vero e proprio Grand Hotel per natanti. Dietro la serie di chiavi serra tuga appese in reception, che richiamano fasti hotelier gardesani di una mitteleuropa sempre di casa, la sorridente determinazione del direttore Michele Marinoni “ Si la nostra clientela è costituita per circa il 70% da stranieri – conferma Marinoni – principalmente tedeschi ed austriaci, che magari hanno casa sul lago, ma non mancano i connazionali. Fin dalle origini, l’idea è stata quella di fornire un servizio completo di un certo livello per chi si gode il lago in barca nelle diverse formule: vela, motore, gommone, eccetera. Vocazione che continuiamo a perseguire e migliorare. Per un modo di interpretare il lavoro molto apprezzato da chi si rivolge al nostro team”. Perché non di solo barche, porto e ricovero è fatta la Marina di Bogliaco. C’è dell’altro come contorno speciale ed esclusivo di banchina. “Insieme al normale servizio portuale, utile per il diporto – spiega Michele Marinoni – sono operative carrozzeria, officina e distributore di carburante. In particolare, oltre ad una completa professionalità nei diversi ambiti strutturali e meccanici

riferiti alle imbarcazioni, siamo specializzati in ristrutturazione, ripristino e riparazione dei prestigiosi motoscafi Riva, fiori all’occhiello della nautica internazionale”. Piccolo mondo terracqueo organizzato al richiamo di questo centro lago. Dove il vento per la vela è generoso e il fuori e dentro bordo motorizzato permette visite ed attracchi veloci in luoghi e spazi di eccezionale fascino ambientale. In questo contesto fashion elitario non poteva mancare il tocco elegante dello shopping tematico. “Il negozio all’insegna del rinomato marchio Slam – sottolinea ancora il direttore Marinoni – è l’ultima creazione realizzata qui in Marina. Si tratta come noto di abbigliamento specializzato perlopiù in sport velici, di cui riportiamo il brand sulla sponda bresciana del lago di Garda. Un servizio in più al quale si devono aggiungere gli alloggi della residenza Dolce Vita di Cecina. Angolo ospitale di soggiorno per appassionati di nautica, ma non solo, dove il lago si rivela in tutta la sua bellezza attraverso la prospettica visione dall’alto di mezza collina.” Altro punto utile alla conquista del grande slam – con il termine che si rinnova nel linguaggio sportivo senza frontiere - che raccoglie l’efficiente e programmata vitalità professionale del settore nautico gardesano. In un porto turistico dove nulla è lasciato al caso. Dall’ambiente all’organizzazione, all’accoglienza. Riflettendo un’idea preziosamente moderna in quella raffinata kermesse di sensazioni che ben si identifica nel colorato fascinoso mondo composta da barche, navigatori e diportisti. “Il nostro impegno per il futuro – ribadisce in conclusione il direttore Michele Marinoni – sarà quello di fornire agli utenti un servizio sempre più aggiornato e competente”. Da provare e approfondire nell’organizzata elegante suite del Boat Grand’Hotel Marina di Bogliaco.

di Giovanni De MarcoAlla marina di Bogliaco

Suite Boat Grand HotelL’efficiente novero di servizi delle struttura portuale turistica realizzata nel 1997 dal Gruppo Roda grazie alla felice intuizione di Rino Fiori. Nell’organizzazione generale - officina, carrozzeria, distributore carburante, ancoraggio, insieme a posti barca in acqua e rimessaggio, oltre al residence Dolce Vita di Cecina - si aggiunge oggi un fornissimo punto shop abbigliamento con il marchio SLAm

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Gradevole immersione nel contesto accogliente di bomboniera biologica. Tra le molteplicità esclusive delle tipologie di nettare. Dalla tradizionale gradevolezza del vino, alle squisita innovativa fresca emozione del succo estratto dall’uva di primo raccolto. Alla Cascina Belmonte di Moniga del Bosco a Muscoline, il compendio piacevole d’ingredienti originali. Con interessanti Tra classico e nuovo reinterpretato con professionale e scrupolosa attenzione da Enrico Di Martino. Valori assoluti e certificati in autentica definizione di crescita sostenibile. Tratteggio in beni e servizi di terra madre dai favorevoli sviluppi produttivi. Riscatto dell’uso e consuetudine agricolo tramandato da generazione, in ragione di moderna efficienza ecocompatibile. Elementi oggi apprezzati e riconosciuti attraverso collaborazioni, progetti e rapporti di lavoro con importanti istituzioni dell’agroalimentare biologico ed il mondo accademico. Senza dimenticare la presenza ad Expo. “Sono ormai circa dieci anni che mi occupo imprenditorialmente di Cascina Belmonte – racconta Enrico Di Martino, 33 anni, studi classici ed una laurea in tecnologie agrarie conseguita all’Università di Padova - mio padre Vittorio, avvocato l’aveva acquistata perché appassionato di cavalli. In estate e nei momenti di tempo libero, insieme a lui, a mia madre Laura ed a mio fratello Mario lasciavamo Brescia e ne frequentavamo in lungo ed in largo gli spazi. In sostanza era un luogo di vacanza. A poco a poco l’interesse per l’equitazione diminuì e verso la fine degli anni Novanta i miei genitori decisero di piantare un ettaro di vigneto. Personalmente – continua Enrico – mi piaceva l’agricoltura, anche se non avevo ancora fatto progetti precisi. In ogni caso mi iscrissi ad Agraria, specializzandomi successivamente in sistemi di gestione ambientali a Brescia ed in agricoltura ecologica a Copenaghen. L’idea era un po’ quella di girare un po’ il mondo per fare esperienza. Cascina Belmonte però necessitava di sempre maggiori attenzioni. La sfida era lì, a portata di mano e la accettai”. Da quel momento l’impegno di Enrico nella conduzione d’azienda divenne costante. “Non avevo più molto tempo per viaggiare – sorride Enrico – però ho continuato ad aggiornarmi, mettendo a frutto tutte le esperienze vissute, soprattutto riferita all’agricoltura bio. Ed oggi l’azienda ospita per stage, incontri e attività, sperimentali e lavorative in genere, persone, soprattutto giovani, provenienti da tutto il mondo. Attuando concretamente un interscambio di idee progettuali di grande utilità. Io mi muovo meno, ma in molti vengono e collaborano alle nostre produzione”. Appoggiata a questo tratto boscoso morenico La Cascina Belmonte riflette, nel microcosmo locale, un’organizzazione specialistica di alto livello qualitativo. Rappresentando proprio nell’attività sperimentale un marchio d’impresa eccellente. “La

Alla Cascina Belmonte di muscoline

Ecce bomboniera biologica

A moniga del Bosco, nella terra di mezzo morenica, Enrico Di martino ha allestito un microcosmo/laboratorio ecosostenibile di produzione e ricerca agro alimentare. Con succhi d’uva dalle certificate proprietà nutrizionali ed il vino buono e sano da bere tutti i giorni. La presenza ad Expo ed il riconosciuto interesse di importanti istituzioni del bio, oltre che del mondo accademico

ricerca fa parte del nostro modo di essere – conferma il dottor Di Martino – i succhi d’uva ne sono un esempio evidente. Siamo arrivati al prodotto attuale, attraverso un processo molto innovativo. Nessun tipo di pastorizzazione, ma usando il freddo e le alte pressioni invece del calore. In questo modo la bevanda garantisce sicurezza, virtù nutrizionali ed autenticità del gusto. Sempre basandoci sull’uva abbiamo poi effettuato alcune integrazioni con altri ingredienti. Aggiungendo al 100% d’uva dei classici succhi di Merlot e Barbera, anche quelli ibridati con Zenzero – Lemongrass e Anice – Liquirizia. Ognuno di essi ha una sua caratteristica. Ma la ricerca non si ferma perché stiamo lavorando ad altre ricette”. Materia vive e pulita dunque quella in primo piano alla Cascina Belmonte. Che nel sistema produttivo non poteva far mancare il vino, nelle sue diramazioni di rosso, bianco e rosato. Ciclicamente determinato in una progettualità stagionale che evolve nello stretto raccordo ancora collegato alla biodiversità. “Anche per il vino – sottolinea Di Martino – lavoriamo in questa direzione sostenibile. Laviamo ed asciughiamo con cura le uve coltivate con passione da una rete di piccoli produttori locali dell’entroterra gardesano. Tra le vigne lasciamo fiorire prati, seminando altresì scarpate con fiori selvatici e piatumiamo con siepi l’ambiente circostante. Inoltre applichiamo tecniche di lotta biologica contro i parassiti eliminando i trattamenti chimici.” Tutto questo si concretizza nella preziosa modernissima unicità di Cascina Belmonte. Evidenziati da concept promozionali quali il vino buonissimo da bere tutti i giorni, raccolto in funzionali, pratici ed ecologici Bag in Box da asporto. Tra Progetto Stagioni e incantevole autenticità del sapore da succo D’Uva, rilegati da una grafica comunicativo relazionale dall’attraente ed elegante, l’attivo progredire di Enrico Di Martino e del suo staff ha già riscosso l’apprezzabile interessamento di numerosi circuiti del benessere agroalimentare a varie latitudini. Da Slow Food a Terra Madre, fino alle Università. “Con gli atenei di Padova e Bologna – annuncia con soddisfazione il giovane produttore bresciano – stiamo lavorando ad un interessante progetto di sviluppo ad hoc dedicato al comparto dei succhi. Inoltre segnalo la presenza dei nostri prodotti ad Expo al supermarket Natura Si, nel padiglione caffè associato ad Hilly. Mentre per il futuro – conclude Enrico Di Martino – l’idea è quella di trasformare sempre di più Cascina Belmonte in uno spazio dove coltivare idee innovative per qualità, lavorazione ed ecosostenibilità, sviluppandone le caratteristiche attraverso la realizzazione di prodotti originali”. Tutto questo a Moniga del Bosco. Terra di mezzo morenica appoggiata a Muscoline. Dove la bomboniera biologica di Cascina Belmonte raccoglie ed espone aromi ed estratti essenziali dell’essere/benessere.

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Nel diario della Tridentina

Il russo in fronteBruno Festa redige per la prima volta, in esclusiva, le vicende della gloriosa divisione alpina dal luglio al dicembre del 1942. Lo scrittore e giornalista gargnanese ricorda la sintonia di quegli eventi con il territorio, vista la presenza dell’epoca proprio a Bo-gliaco di una caserma del Sesto Reggimento Alpini. La suggestiva narrazione diaristica, la minuziosa raccolta di documenti e l’incontro con gli ultimi sopravvissuti

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Bruno Festa, professore di storia e corrispondente di Bresciaoggi prima e del Corriere della Sera poi, ha scritto un libro intitolato: “ Divisione Tridentina luglio-dicembre 1942”. Il libro è destinato ad un pubblico di nicchia, ma costituisce un tassello prezioso per tutti coloro che amano la storia patria o militare. Chi vuole conservare nelle proprie librerie una tessera di un mosaico indispensabile per capire e conoscere meglio il valore della Tridentina e quindi dei soldati italiani in terra russa, deve procurarsi questo libro. “ Divisione Tridentina luglio- dicembre 1942” si trova in distribuzione a Toscolano, Gargnano e Desenzano, ma presto arriverà anche in città pubblicato dalla Grafica Cinque di Arco. “ L’interesse per la Tridentina nasce - spiega Bruno Festa che ha insegnato per ben 43 anni nella scuola di Gargnano - dal fatto che gli Alpini del Vestone, del Chiese e del Verona facenti parti del sesto reggimento Alpini della divisione Tridentina avevano una caserma, qui vicino a Bogliaco”. Bruno Festa ama la Storia, la conosce bene e va a cercare negli archivi storici cosa c’è, dati oggettivi che forniscono a chi vuole approfondire spunti preziosi ed elementi per saperne di più. “ Negli archivi - racconta Festa- ho trovato un faldone, una borsa, come la chiamano loro...non molto per una Divisione che, non sbandandosi, consentì anche ad altri di tornare a casa.

di Nicola Alberti

Sintesi, passione e inimitabile ascesi del colore a definire un cammino d’arte. Fruttuoso trittico estetico rap-presentativo degli oltre quarant’anni di carriera di Giovanni Mora. Celebrati con giusta e calibrato dettaglio interpretativo riferito all’opera del pittore bedizzolese nella recente personale allestita alla Galleria Civica “Gian Battista Bosio di Desenzano del Garda”. Evento top intitolato proprio “Cammino d’arte” che illumina questo cammino discreto, ma deciso, verso vertici espressivi sempre utili a riclassificare gli ambienti in emo-zioni. L’elegante catalogo di rassegna, scaturito dalla professionalità della Scuola di Grafica, Accademia di Belle Arti di Brescia Santa Giulia diretta da Riccardo Romagnoli – quest’ultima istituzione scolastica dove Giovanni Mora insegna Tecniche pittoriche – con grafica, impaginazione e fotografia a cura di Eleonora Costa, Debora Giacomini e Marco Schiesaro, sotto il coordinamento di Claudio Gobbi – affranca con sigillo di qualità una storia di lavoro e ricerca dentro le modalità di rappresentazione dell’universo sensibile. “Fin da ragazzino amavo mettere insieme matite, pennelli e colori – ci spiega sorridendo Giovanni – e non ho mai smesso. Mi è sempre piaciuto approfondire e studiare le diverse tecniche. Per questo credo che il mio sia stato un vero e proprio un cammino nell’arte”. Con risultati molto apprezzati che comunque non arrivano per caso. Dopo il diploma di Perito Agrario Mora frequenta per tre anni la Scuola d’Arte dell’Associazione Artisti Bresciani. Contemporaneamente segue i corsi di Disegno e Pittura del Liceo Artistico Franciscanum, sempre a Brescia. Non manca nel suo curriculum l’insegnamento. Nei primi anni Ottanta insegna ancora in città Pittura alla Scuola d’Arte WINS ed attualmente, come si diceva, è docente di Tecniche pittoriche all’Accademia Santa Giulia. Infine ricordiamo il suo impegno, nella divulgazione artistica locale, come presidente dell’Associazione “Andrea Celesti” di Bedizzole, dove altresì tiene corsi e lezioni. Insieme a tutto questo, costantemente, senza alcuna flessione in intensità ed applicazione, c’è stata e c’è la pittura. Verificata in varie dimensioni. Poi rivelata nell’eccellenza del contatto in plein air capace di carpire il colore. “Il disegno è stata la base di partenza – sot-tolinea Giovanni di cui, tra i circa 40 quadri in mostra, spicca un riuscitissimo autoritratto, datato ai suoi appena superati vent’anni, che rivela qualità di segno anche in ambiti diversi da ambiente e natura – poi sono arrivato al colore. E lì l’attrazione è stata forte. Quando dipingo cerco inizialmente la sintesi, per poi procedere alla costruzione del tema o del paesaggio. Ogni quadro ha così le proprie esclusività/sensazioni e naturalmente i propri colori”. Nel rapporto quasi estatico di Giovanni Mora dentro tinte, sfumature, tonalità, gradazioni si connota autorevolmente la forza espressiva della sua pittura. Condizione verificata dalla generalità attrattiva d’impatto di fronte al quadro. Funzione subito reagente in un piacere alla vista di variegata derivazione cul-turale. In quei colori, dalle leggerezze che imprimono tonalità spontanee che includono riflessioni profonde su terre, terreni, territori luoghi, strutture, flora e natura in generale, la forza penetrante di attrazione gravi-tazionale sui generis oculare. Quando lo sguardo si pianta e non si smuove. Per vedere al di là dell’esteriore ed al di qua dell’intimo. Prendendo un bel respiro di fragrante, colorato, trasparente incantesimo emozionale “Le piante che dipingo – ci fa notare in conclusione Giovanni Mora – non invadono, ma invitano visioni in trasparenza che evidenziano ulteriori immagini ed aprono ad altre dimensioni”. In un traspirante trasparire che riclassifica l’ambiente in emozione.

I pochi che sono tornati devono gran parte del merito del loro ritorno alla Tridentina” . Bruno Festa ha anche incontrato gli Alpini sopravvissuti, “ anziani, ma lucidi nei loro racconti”. Il libro è diviso in due parti, la prima è il diario bimestrale della Tridentina, scritto senza mediazioni o filtri con il trasferimento degli Alpini dal Piemonte alla Russia. Un viaggio interminabile visto da dentro le divise. La seconda è costituita dagli allegati che, con pazienza e scrupolosità tipica di chi la storia la vuol far conoscere per davvero, il professor Bruno Festa ha saputo mettere insieme. “ È la prima volta - conclude con legittima soddisfazione Bruno Festa- che viene trascritto il diario storico della Tridentina. Questo è quanto mi ha detto l’ufficio storico dell’ esercito”.

Con il trasparente trasparire dei colori

Riclassificando i luoghi in emozioniL’attraente stile pittorico di Giovanni mora come originale Cammino d’arte. Oltre quarant’anni di carriera onorati con una mostra alla Galleria Civica di Desenzano e impreziositi da un elegante catalogo. Il costante impegno creativo dell’artista bedizzolese, insieme all’insegnamento all’Accademia di Belle Arti Santa Giulia

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di Alice Scalfi

Dal 2013, rapporti sempre più stretti

Allons fratelli d’Italia e Francia Tra la Valtenesi e la Normandia, un gemellaggio che piace e che cre-sce di mese in mese, grazie all’accordo siglato tra 6 amministrazioni comunali locali e 16 comuni francesi del Plateau Est di Rouen. Il grande successo ottenuto dalle appassionate iniziative di interscambio cul-turale e di progetti futuri già allo studio a cura dello staff di Teresa monetti, Presidente del Comitato per il Gemellaggio

La parola chiave del gemellaggio tra Bedizzole, alcuni Comuni della Valtenesi e i cugini francesi del Plateau Est di Rouen è “entusiasmo”: degli organizzatori e di chi sceglie di prendere parte direttamente alle iniziative collegate. Bisogna dirlo, spesso i “gemellaggi” sono di facciata: una sorta di bacheca promozionale che poco o nulla porta a chi vi aderisce. Questo no. Qui lo scambio è palpabile, si respira a ogni occasione utile: sia che siano “i nostri” a recarsi in terra di Francia, sia che i cugini vengano in visita da noi. L’atmosfera è di festa, il desiderio è davvero di conoscersi, di mostrare il meglio di sé. Il gemellaggio tra Bedizzole, Polpenazze, Manerba, Moniga, Soiano e Padenghe con i 16 Comuni del Plateau Est di Rouen è stato siglato il 4 di-cembre del 2013. Sono trascorsi ormai quasi due anni e molta strada è stata percorsa. Molta ne resta davanti. Da allora i rapporti sono costanti: come una tela da tessere continuamente, ci si scambia visite, cortesie o semplicemente telefonate. Ci si tiene aggiornati, insomma, e non si finisce mai di andare alla ricerca di opportunità comuni, idee e iniziative che possano arricchire entrambe le parti. L’obiettivo è di creare le basi per crescere insieme: a livello cultu-rale ed economico (con scambi che riguardano e riguarderanno anche le attività produttive), sportivo e gastronomico. Prima la visita “di cortesia”, per sondare un po’ il terreno, dei fran-cesi. Poi i nostri, che con un minibus a noleggio (rigorosamente pagato “alla romana”, dalle tasche dei partecipanti) hanno raggiunto Rouen per la firma ufficiale dell’accordo. Ancora, la scorsa estate, la magnifica esperienza dei Giochi senza frontiere: un nostro squadrone ha trionfato, portando a casa la medaglia d’oro, in tutta una serie di prove dal sapore tradizionale e goliardico, giochi magari dimenticati, ma che hanno creato un clima di condivisione e di comunione che i 25 partecipanti di casa nostra ancora non hanno dimenticato. Un’esperienza internazionale che verrà ripetuta tra qualche anno: nel 2017, infatti, i Giochi si terranno in Val-tenesi. A maggio, infine, una delegazione di cinquanta francesi ci ha raggiunti: si sono trattenuti una settimana, impegnati in tutta una serie di attività messe a punto con scrupolo e impegno dal presidente del comitato promotore del gemellaggio, Teresa Monetti e da tutto il suo staff, sostenuto da tutta una serie di sponsor privati, tra cui anche la Bcc. “Suoni e sapori” il titolo del ricco programma predisposto, con i cugini ospitati in casa, da alcune famiglie resesi disponibili: lo scambio, insomma, iniziava con il primo caffè del mattino e terminava con la buonanotte. Nel mezzo, quella settimana, gite sul Garda e in Valtenesi, per conoscere le bellezze e le ric-chezze enogastronomiche di quei territori ormai “gemelli”, oltre che a Brescia, Verona e pure all’Expo, tanto per non farsi mancare nulla. La sera, poi, concerti e spettacoli di gruppi locali, per allietare al massimo la permanenza dei francesi. Nulla in quei sette giorni è stato lasciato al caso: tutto perfettamente organizzato e pianificato. Il risultato? Un successo. Ora i nostri si stanno preparando per tornare in Francia, per Pasqua: ci andrà per certo il sindaco di Bediz-zole Giovanni Cottini e non mancherà neppure stavolta l’habitué delle visite ai cugini Andrea Dal Prete, sindaco di Polpenazze: sin dall’inizio, Dal Prete si è mostrato forte ed entusiasta sostenitore del progetto. Prima, però, un momento per “ricordarsi”: i francesi stanno organiz-zando per il 25 settembre una giornata dedicata all’Italia, con cibo, arte e musica della penisola, e della Valtenesi in particolare. Lo stesso vorrebbe organizzare qui il presidente Monetti: una serata francese, i cui dettagli però sono ancora da definire.Insomma, il gemellaggio piace sempre di più e gli obiettivi, pian piano, si stanno raggiungendo. Finalità alte, quelle espresse da Monetti: “Favorire e sviluppare le condizioni per il rispetto della dignità dell’individuo, liberare inventiva, creatività, scambiare esperienze. Dalla reciproca conoscenza e dal reciproco rispetto deriva la piena realizzazione dell’essere umano”.

Convegno e tre giorni di festa

Cospiratori di soccorsoIl sodalizio presieduto da Luigi Apostoli festeggia 30 anni di attività: tra “codici rossi” e formazione, il Centro Operativo di Pubblico Soc-corso è tra le associazioni più apprezzate dalla comunità. Numero unico europeo 112 e defibrillatori tra gli argomenti trattati al Teatro Don Gorini

1985-2015: trent’anni al servizio della comunità. il Cosp spegne quest’anno trenta candeline e l’importantissimo traguardo è stato celebrato con una tre giorni di festa aperta da un convegno cui hanno preso parte nomi noti del pubblico soccorso bresciano e lombardo: un momento serio di riflessione sulla situazione attuale e sul futuro del settore che vede in prima linea l’associazione bedizzolese. La storia del Centro operativo di pubblico soccorso è lunga e sempre in crescendo: negli anni, il Cosp bedizzolese è giunto a essere punto di riferimento, esempio ed eccellenza tra le associazioni del genere. Un vanto e un motivo di orgoglio per tutta la comunità. Tutto ebbe inizio nel 1985. All’epoca nulla di simile esisteva in paese: la “croce bianca” si faceva attendere ore prima di arrivare sul posto. In caso di incidente, i feriti rimanevano in strada ben oltre la rimozione dei veicoli prima che i sanitari arrivassero in zona. Per i casi più gravi, il destino era segnato. Tutto all’epoca era diverso, anche il soccorso in emergenza. La situazione, però, non era tollerabile: a un gruppo di volonterosi attivi alla casa di riposo venne l’idea di inaugurare un sodalizio che si occupasse proprio di prestare soccorso. La Bcc diede forma concreta alla loro idea, regalando a quel gruppetto la prima autoambulanza: anche Bedizzole aveva a quel punto la “croce bianca”. Il primo passo di una strada talvolta in salita, ma ricca di soddisfazioni. Di anno in anno è aumentato il numero dei mezzi, così come quello dei volontari: nel 1986, già erano una cinquantina. Oggi, sono più del doppio. Dalla casa di riposo il gruppo è stato spostato nel palazzo dei padri missionari, nel pieno centro del paese, per poi essere nuovamente trasferito, in anni recenti, nel nuovo “centro medico”. Presidente da oltre 18 anni l’inossidabile e quanto mai concreto Luigi Apo-stoli: un signore tutto di un pezzo che non si perde certo in chiacchiere perché alle parole, preferisce i fatti. Apostoli ha cominciato a prendersi cura del Cosp in un momento non certo felice per il gruppo, momento da cui però si è presto risollevato. Oggi Apostoli può contare su un direttivo giovane e dinamico: è infatti affiancato dalla vice Michela Laffranchi e dalla segretaria Valentina Perlotti, con Isabella Cargnoni nel ruolo di tesoriere. Matteo Bertè, Andrea Biemmi e Claudio Bottarelli sono invece i consiglieri. Il sodalizio conta oggi cinque ambulanze, un’unità logistica, un’auto medica e una macchina di servizio. In più, le biciclette: un servizio innovativo, quello del soccorso a due ruote, che consente di arrivare presto dove serve, so-prattutto in occasione di fiere e manifestazioni. In totale, il Cosp conta la bellezza di 2.500 interventi all’anno, un terzo dei quali a Bedizzole. Gli altri, in Comuni più o meno vicini, oltre alle trasferte eccezionali in mezza Italia. Più della metà dei servizi che vedono impegnati i vo-lontari del Cosp è in emergenza: i cosiddetti codici rossi. Il resto riguarda i “servizi secondari”, assistenza alle manifestazioni e trasporti alle strutture sanitarie. Poi, le attività nelle scuole e la formazione: il Cosp è infatti uno dei centri formativi autorizzati in Lombardia per l’utilizzo del Pad, il defibrillatore obbligatorio in ogni luogo dove si pratica attività fisica. Ma il Cosp è, soprattutto, parte della comunità: alla tre giorni di festa per i trent’anni (in campo dal 10 al 12 luglio al parco del laghetto) migliaia di persone si sono strette attorno alla loro associa-zione: tutti, in un modo o nell’altro, avevano da dire “grazie” al Cosp. E buona è stata anche la partecipazione al convegno di apertura, organizzato con la Banca di Bedizzole Turano Valvestino che ha ospitato l’evento al Teatro Don Gorini, e centrato sulle novità nel campo del primo soccorso: dall’introduzione del numero unico europeo di emergenza, il 112, all’uso del defibrillatore. In cattedra al Don Gorini il presidente della Federazione volontari del soccorso Lombardia Sergio Facchetti, il direttore del 118 Claudio Mare e il coordinatore Rainiero Rizzi-ni, oltre all’infermiere Salvatore Compatti. Tutti a riconoscere l’impegno e gli ottimi risultati del sodalizio. Tutti, insomma, a far gli auguri al Cosp.

di Asca

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Ufficio [email protected] la Sede l’Ufficio Soci è a disposizione per richieste di chiarimento e informazioni su servizi e iniziative

Iniziativa culturale di Primavera Soci Artigiani e AgricoltoriGiornata che prevede la visita a realtà di particolare interesse tecnico/culturale

Iniziativa Sociale Soggiorno Mare Soggiorno tutto compreso in località marina in Italia. Riduzione di Euro 300,00 per i Soci oltre i 70 anniCrociera per il 120º AnniversarioSpeciali condizioni riservate al Soci Iniziativa Culturale Dicembre Soggiorni in località di interesse culturale in Italia e all’Estero. Speciali condizioni riservate al Socio

Iniziativa Culturale Giovani Soci Iniziativa Culturale Socie BCCXXIV Premio allo Studio 2015 n. 40 Premi allo Studio riservati ai Soci e Figli di Soci

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Rilevazione Euribor 3 mesi. Risultante da “Il Sole 24 Ore”, dell’ultimo giorno lavorativo del mese di dicembre, marzo, giugno e settembre immediatamente antecedente il trimestre di applicazione

MESAGGIO PUBBLICITARIO. Il presente annuncio è un messaggio pubblicitario con finalità promozionale. Per le condizioni contrattuali ed economiche fare riferimento ai fogli informativi disponibili presso le filiali e sul sito internet www.bedizzole.bcc.it. La presente offerta è valida per tutte le richieste delle persone fisiche e giuridiche che fanno parte della compagine sociale della Banca di Bedizzole Turano Valvestino, entro il 12/09/2015. La richiesta di ammissione a nuovo Socio è soggetta a valutazione ed approvazione da parte della Banca. L’acquisito di quote sociali non da automaticamente diritto alla conces-sione del fido di cassa che resta soggetto ad una valutazione sul merito di credito ed alla approvazione da parte della Banca.

In occasione del 120º Anniversario la BCC offre ai propri Soci un Fido agevolato rapportato al numero delle azioni

SOCI AZIENDAMinimo 80 azioni per € 30,00 pari ad € 2.400,00

NR. AZIONI IMPORTO FIDO TASSO TAEG Da 0 a 79 € 10.000,00 3,25% + EURIBOR 3 MESI 3,39% da 80 a 99 € 25.000,00 3,00% + EURIBOR 3 MESI 3,14% Da 100 e più € 50.000,00 2,75% + EURIBOR 3 MESI 2,88%

SOCI PERSONE FISIChESOCIO SENIOR - Minimo 50 azioni - € 30,00 cadauna - pari ad € 1.500,00

NUOVI GIOVANI SOCI - Minimo 16 azioni - € 30,00 cadauna - pari ad € 480,00

NR. AZIONI IMPORTO FIDO TASSO TAEG Da 1 a 19 € 2.000,00 3,25% + EURIBOR 3 MESI 3,39% da 20 a 29 € 5.000,00 3,25% + EURIBOR 3 MESI 3,39% da 30 a 49 € 10.000,00 3,00% + EURIBOR 3 MESI 3,14% Da 50 e più € 20.000,00 2,75% + EURIBOR 3 MESI 2,88%

La richiesta di ammissione a nuovo Socio è soggetta a valutazione ed approvazione da parte della Banca. L’acquisito di quote sociali non da automaticamente diritto alla concessione del fido di cassa che resta soggetto ad una valutazione sul merito di credito ed alla approvazione da parte della Banca.

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Contest Armoniche a Bocca

Capo Valley harmonyGrande successo per la prima rassegna nazionale organizzata nel comune valsabbino che lambisce il territorio della Valvestino. Tre giorni in compagnia del popolare strumento a fiato, incro-ciando swing e melodie del soffio musicale con la leggerezza incontaminata delle brezze di montagna

di Nicola Alberti

Diego Graziotti 40 di BCC e 50 di montagna

Appassionato service montanaro Con la medaglia d’oro dedicata al socio si riassume anche il premio per tutta una vita dedicata a lavoro, sostegno e promozione dentro il territorio che da Capovalle sconfina verso la Valvestino. Dalle esperienza giovanili in Australia al ritorno a casa con la riuscita volontà di rimanerci facendo vivere e conoscere attivamente le produzioni locali

Quarant’anni come socio della Banca. Più di cinquanta a servizio della montagna per lavoro e come promotore di iniziative in ambiente Valle Sabbia - Valvestino. Prima, negli anni della gioventù che fa capo ai vent’anni, l’esperienza dell’emigrazione nella lontanissima Australia. Diego Graziotti, meglio conosciuto come El Gabi’ de Capovale onora a pieno titolo la medaglia d’oro conferitagli per i cinque lustri di appartenenza alla Banca di Bedizzole Turano Valvestino. Diego, 80 anni a novembre, merita dunque l’encomio che riconosce i tanti anni di lavoro realizzato per la sua Capovalle, iniziando fin da giovane ad interessarsi e sostenere il territorio delle sue origini. Da principio, al ritorno dall’Australia, dove risiedette e lavorò dai 20 ai 27 anni, esperienza obbligata dalle ristrette possibilità economiche e lavorative del primo dopoguerra, Diego collaborò a Capovalle nella macelleria di famiglia. Ma non solo. La bottega veniva e viene infatti rifornita da carni provenienti da bestiame da lui stesso allevato e foraggiato dalla diretta coltivazione dei terreni di proprietà. Ma la massima esaltazione dell’attività di Diego Graziotti, sta nell’aver messo a disposizione dei cittadini della valle le sue produzioni che, con la maestria della moglie Beatrice, sua fedelissima collaboratrice, fatti così conoscere in tutta la loro genuinità e qualità vendendoli direttamente dentro il territorio di appartenenza. Personaggi come il nostro El Gabi’ vanno dunque ringraziati per la loro applicazione nel creare servizi in zone impervie, lontano dalle città e più frequentate direttrici commerciali. Un ruolo interpretato con passione e qualità mai date per scontate, vista la complessità residenziale di luoghi e spazi che attraversano il faticoso, incantato fascino della montagna.

Il 15-18 nell’Alto Garda

microcosmo grande guerraNel quinto volume della collana per le edizioni dedicata al Primo Conflitto mondiale il diario del 7° Reggimento Bersaglieri di stanza tra Gargnano, Valvestino e Lago di Ledro. Gli eventi drammatici e di contatto con la comunità si raffrontano al cospetto della complessa universalità dell’evento bellico Ambienti e luoghi alto gardesani di grande storia. Fucina rigogliosa di ricordi del mito patriottico 1915 – 1918 locale da ripercorrere, comparandone situazioni e significati all’universo complessivo di tutto il conflitto. Ultimo arrivato nella libreria della ricerca di nicchia riferita alla Prima Guerra Mondiale questo “Diario Storico militare del Comando del 7° Reggimento Bersaglieri 20 maggio 1915 – 12 novembre 1916”. Quinto volume all’interno della raccolta intitolata “La grande guerra nell’Alto Garda” per le edizioni de Il Sommolago di Arco e dell’Associazione Storico Archeologica della Riviera del Garda di Salò. Con già in cantiere il sesto lavoro che riguarderà l’attività epocale di Guardia di Finanza, Genio e Artiglieria. Curatori dell’interessante volume, che analizza le vicende belliche dei bersaglieri nella zona che va da Gargnano verso la Valvestino, l’entroterra di Tremosine e la Valle di Ledro, sono Domenico Fava, Antonio Foglio, Mauro Grazioli e Gianfranco Ligasacchi. “L’idea era nata nel 1998 – racconta Domenico Fava, che insieme ai colleghi Foglio, Grazioli e Ligasacchi, ha dato forma a questo staff di consolidata ed apprezzata esperienza sulla ricerca storica locale – l’ho spunto arrivò dalla visione dell’archivio fotrografico del tenente piacentino Giuseppe Cipelli che comandò reparto di stanza in Val di Ledro e dintorni. Da lì la nostra voglia di approfondire la conoscenza sfociata con l’uscita nel 2008 del primo volume della collana che raccontava le vicende alto gardesane del Battaglione Vestone dal 23 maggio 1915 al 16 marzo 2016”. Via via le altre pubblicazioni. Nel 2010 sul Comando di Settore del Monte Altissimo, a cui si accompagna quella sul Battaglione Valchiese. Nel 2013 si riportano su carta gli Atti tematici del Convegno

realizzato il 19 ottobre dello stesso anno a Toscolano Maderno. “L’interesse per questo tipo di ricerca – aggiunge Domenico Fava – è giustificato dal fatto che nell’Alto Garda durante il primo conflitto mondiale transitarono circa 40/mila soldati. Situazione determinata dall’importanza strategica del luogo. In particolare il 7° Reggimento Bersaglieri, di cui si riportano appunto i diari di campo, era composto da oltre 2.500 militari”. Nella minuziosa ricostruzione degli autori si ripercorrono i percorsi geografici ed umani delle modalità dell’essere militari in guerra nel primo Novecento. Pezzi di vita che, allo scandire inesorabile delle azioni/argomenti di battaglia, associano momenti di vissuto tanto normale quanto particolare e drammatico. Perché il tessuto narrativo argomenta di arresti ed addirittura di esecuzioni. Non mancano le descrizione dei contatti con la popolazione. E il diffidente atteggiamento dei militari verso i residenti, esemplificato nell’obbligare il parroco a bere l’acqua per accertarne la non velenosità. Ed ancora il sofferente mondo dei feriti da curare e dei morti da seppellire, con prese di coscienza tra il drammatico ed il fatalista dell’avvenuto decesso. Fino alla spiritualità rituale delle messe da campo, trasferimento mistico collettiva di sentimenti ed emozioni reinterpretate con il linguaggio della preghiera nonostante tutto. “La collana proseguirà – annuncia in conclusione Domenico Fava – con la ricostruzione, sempre attraverso la documentazione storica, delle attività nell’Alto Garda di Genio Militare ed Artiglieria durante la Grande Guerra”. Altra occasione importante per raffrontare le peculiarità localistiche al complesso universo di quella che fu la Prima – oltre che Grande - Guerra Mondiale.

Il 19,20 e 21 giugno sono date speciali nella storia di Capovalle, nel 2015 vi è stata la prima edizione del Festival Nazionale dell’Armonica a Bocca. Capovalle è un piccolo e bel paese di montagna, a 1000 metri sul livello del mare. Per raggiungerlo bisogna raggiungere Idro, svoltare a destra nella località Pieve, proseguire per una decina di chilometri fino al passo San Rocco dove, come per incanto, si apre una vallata coronata da tre monti: Stino a Nord, Manos e Carzen a Sud. “ L’iniziativa - spiega Riccardo Cadamuro, che si è adoperato per la realizzazione dell’iniziativa- è cominciata con un concerto tenutosi nella chiesa parrocchiale di Santo Albertini, accompagnato all’arpa da Silvia Cagol .L’idea è nata da una proposta dell’associazione musi-cale Bartolomeo Bertolazzi, che ha in Sergio Bertasio il direttore artistico e che ha trovato terreno fertile nell’amministrazione comunale e nelle associazioni locali». Tra coloro che si sono esibiti spiccavano almeno tre nomi ben noti agli armonicisti: il maestro Santo Albertini, un pioniere nello studio dell’armonica a bocca, con la quale esegue soprattutto brani classici; Max De Aloe, strumentista di Gallarate, che da anni viene considerato il miglior jazzista italiano; il palermitano Leonardo Triassi, esperto e cultore dell’armonia diatonica; Santo Albertini che ha suonato e raccontato la storia dell’armonica a bocca. Per le vie del paese le “armoniche itineranti” hanno deliziato residenti ed ospiti accorsi per l’occasione. La sera Leonardo Triassi e la sua armonica diatonica accompagnato da Davide Citrolo alla chitarra hanno rapito l’attenzione di coloro che hanno saputo scegliere questo, tra i tanti eventi dell’estate bresciana. Domenica è stata la giornata clou, sul Monte Stino, raggiungibile con un bus navetta attivato ad hoc. Capovalle ha offerto uno stage sull’armonica a bocca, con i docenti Leonardo Triassi per la “diatonica” e Maz De Aloe per la “cromatica”. Agli studenti sono state offerte una cinquantina di armoniche da studio. Alle 13 vi è stato il rancio alpino, per almeno 180 persone. Dalle 16 il concerto di conclusione, con Max De Aloe e la sua armonica cromatica, Sergio Bertasio al mandolino e Giorgio Bertanza alla chitarra. “ A Capovalle - conclude Riccardo Cadamuro- sono arrivate persone da tutta Italia, ricordo persone di Bologna, Milano e Genova. Visto il successo ottenuto l’anno prossimo bisse-remo l’iniziativa ed è probabile che altri artisti famosi si uniranno a quelli già presenti quest’anno”.

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SOTTO TRACCIA | luglio agosto20

Il consorzio albergatori e ristoratori di Sirmione e l’Amministrazione comunale hanno voluto coniugare cortesia e legalità mettendo a disposizione degli ospiti degli alberghi sirmionesi un servizio in più: un’hostess che li accolga prima del ponte scaligero. Chi vuole pernottare nel centro storico di una delle penisole più belle d’Italia, quando arriva in prossimità del ponte scaligero trova, da almeno 4 decadi, una postazione fissa della Polizia Locale che ne verifica la legittimità all’ingresso con l’auto nella zona a traffico limitato. Dall’estate 2015 i poliziotti della Locale saranno affiancati dalle ho-stess, ragazze preparate che conoscono bene le lingue straniere ed informeranno, con cortesia e puntualità, gli ospiti degli alberghi delle regole e delle possibilità di soggiorno. Gli ospiti che lo vorranno, potranno ricevere ulteriori approfondimenti nell’ufficio informazioni, che rimane prezioso punto di riferimento per i turisti. Le hostess sono state dotate di un tablet che consente di verificare all’istante la prenotazione in albergo dei nuovi arrivi. Alexandra, Cristina, Patricia e Monica si alternano nel servizio garan-tendolo dalle 10 alle 20. Le ragazze, così come i poliziotti della Locale, adempiono al loro servizio in modo efficiente, tanto da avere già ricevuto numerosi apprezzamenti dagli ospiti. Chi arriva a Sirmione potrà quindi beneficiare sia della sicurezza fornita dalla costante presenza degli agenti della Polizia Locale sirmionese che dalla cortesia delle hostess fortemente volute sia dall’Amministrazione Comunale guidata dal sinda-co Alessandro Mattinzoli, sia dal nuovo direttivo del consorzio albergatori e ristoratori che quotidianamente si adopera per garantire un’offerta turistica al passo con i tempi.

Ladri, come proteggerci?

Prontuario antifurtoPiccola disincantata guida estiva, ma non solo, alla prevenzione di cose, case e persone

“Ho paura dei ladri, come posso difendermi ? “. Questa è una delle domande più frequenti che vengono rivolte ai “ ragazzi in divisa” dai cittadini, duramente colpiti, soprattutto nei mesi invernali, dai furti in abitazione. Innanzitutto la sicurezza assoluta non esiste, quante volte abbiamo sentito dire, puoi fare quello che vuoi, puoi mettere quello che vuoi, ma se vogliono entrare entrano lo stesso. Nella realtà è bene precisare che i ladri non sono tutti uguali ed i furti non sono tutti uguali. Per i furti potremmo distinguere almeno 5 categorie: i furti in abitazione, quelli in auto, quelli per strada, quelli frutto di raggiri, quelli sul web. I ladri li distinguerei tra chi ruba per mangiare o drogarsi (il furto di questi balordi è giornaliero e se non rubano o si arrabattano con qualche espediente non otterrebbero la loro dose giornaliera), chi ne fa una professione, chi è al soldo della criminalità organizzata. Non tutti i ladri sono Arsenio Lupin, così come non tutti gli investi-gatori sono Sherlock Holmes. Ogni ostacolo che noi poniamo al ladro, diminuisce le probabilità di successo del furto, eliminando intere categorie di ladri. Il cane, dentro casa rimane, per me, il rimedio più efficace. Poi vengono allarmi, grate, telecamere, collegamenti con le centrali operative. Utilissimo è il buon rapporto con i vicini, se si crea una rete di controllo e di supporto. Insomma se ci si aiuta, non c’è ladro che tenga. Se tutti noi guardiamo il Mondo solo dal buco della nostra serratura, non ce la faremo mai... Anzi è probabilissimo che prima o poi quella serratura venga forzata. In un’abitazione la prima sicurezza è la luce. Quando un ladro entra in un giardino, la prima cosa che cerca di eliminare è la luce. Spesso prima o dopo un furto in abitazione constatiamo che un lampioncino esterno all’abitazione non funziona. Il ladro è passato di lì, è stato lui a disattivarlo (niente di complicato, svita la lampadina). Anche lasciare una luce accesa all’interno di un’abitazione dissuaderà certi ladri, altri no, ma comunque il ladro si troverà di fronte al primo ostacolo. Se la luce non ha illuminato la mente ottenebrata del ladro, dissuadendolo, un cane all’interno dell’abitazione è davvero efficace. Andrebbe bene anche in esterno, ma certi ladri li avvelenano. Se anche il vicino o più di un vicino ha il cane avrete una rete di protezione efficacissima, quando abbaia il primo

abbaieranno tutti. Anche le grate funzionano non tutti i ladri girano con l’attrezzatura, ma sono consapevole dell’effetto prigioniero che determinano in chi le mette. L’allarme va inserito, è una fatica in più, ma la

stragrande maggioranza dei ladri non perde tempo a disattivarlo, scappa e ci prova in un’altra casa. Le telecamere private sono utilissime dal punto di vista investigativo (inutile aspettare la scientifica, non siamo in un film americano, la scientifica c’è e funziona, ma interverrà solo per fatti di sangue ...) , spesso è da quelle che si ricavano gli elementi essenziali per le indagini. Solitamente persino i giudici più garantisti, vedendo quello che succede nel filmato, condannano senza sconti i cattivi di turno. I ladri tendono a girare le telecamere o a travisarsi il volto, mettendo fuori uso una telecamera si sentono al sicuro, ma spesso incappano in una telecamera vicina di cui non si sono accorti. Le più utili rimangono quelle perimetrali, ma vanno a cozzare con le normative sulla privacy. Le immagini dovrebbero essere immediatamente visibili per consentire ai ragazzi di avere immediatamente una traccia investigativa su cui lavorare. Se il tecnico arriva dopo due giorni e se poi ti dice che per questo o quel motivo non andavano, consiglio di cambiare impianto... E tecnico. Nelle nostre zone i ladri hanno privilegiato per tutto il periodo invernale le case che confinano con i campi... Usa-vano i fossi per acquattarsi. Ci abbiamo messo un po’ (noi ragazzi in divisa) poi abbiamo capito e deciso che nei campi dovevamo andarci anche noi... Ovviamente accrescendo ancora di più i nostri rischi. Non bisogna scoraggiarsi e bisogna continuare a denunciare i furti. Pur capendo lo scoramento dei cittadini (non è che quando li condannano e poi dicono pena sospesa, quindi li lasciano liberi... I ragazzi in divisa fanno i salti di gioia...) la denuncia fornisce dati che messi insieme ad altri possono essere utili ad individuare i colpevoli. Inoltre con il fatto

che le persone non denuncino i tentati furti, c’ è sempre qualcuno che si vanta del fatto che i furti siano in calo....Ma se il ladro è in casa, cosa bisogna fare? Mettersi nel luogo

più sicuro della casa, chiamare il 112 (ormai in Lombardia esiste, finalmente, un solo numero d’emergenza), azionare l’allarme (che sicuramente avremo dimenticato di

inserire), aspettare l’arrivo dei ragazzi in divisa... Sperando che l’ennesimo taglio alla pubblica amministrazione non abbia tagliato proprio quella pattuglia.

di Nicola Alberti

Al Ponte Scaligero

Hostess in Hospes Estate 2015 sempre più accogliente a Sirmione con la presenza all’entrata del centro storico di Alexandra, Cristina, Patricia e monica. Insieme a cortesia e professionalità un tablet per verificare le prenotazione dei nuovi arrivi in albergo

Quando Alice Piga inforca lo scooter

Drag acceleration

queenLa giovanissima centaura mazza-nese si distingue nel drag – ra-cing, originale disciplina, ancora poco conosciuta in Italia, che

misura la partenza da fermo con la motocicletta. I già ottimi risultati ottenuti e la particolarità della lo-cation delle gare spesso organiz-zate su piste di decollo per aerei

Alice Piga, diciannovenne di Mazzano, è l’unica ragazza in Italia a fare gare di accelerazione con partenza da ferma su scooter in quello sport che viene chiamato drag- racing. “È uno sport poco conosciuto in Italia- racconta spigliata Alice- mi ci sono avvicinata diventando la fotografa ufficiale in varie competizioni maschili, poi, vista la passione di coloro che vi partecipavano, ho cominciato anch’io e adesso competo con loro nella categoria 70cc”. Alice fa parte del team scooterdragaly team ed ha una squadra europea scooterdraggirls, da lei fondata con l’intento di raccogliere nume-rose ragazze in tutta Europa. “ Ho corso per tre anni con un F 12, ma ora uso un F10, cilindrata 70cc. In realtà dello scooter originale non è rimasto nulla. Per la parte del motore una grossa mano mi è arriva-ta da Team Simone racing, mentre per la parte relativa alla carrozzeria l’aiuto mi è arrivato Team Desana Racing. Devo anche ringraziare il G.B. Racing per alcuni pezzi particolari, la Bottega Fotografica e lo sco-otfast di Francia”. Gli atleti corrono sulle piste di decollo degli aerei, hanno bisogno di almeno 150 metri di rettilinei più 300 di frenata, si lanciano da fermi velocissimi, una sorta di cento o duecentometristi con gli scooter. “ Vorrei anche ringraziare - continua Alice- il mio ragazzo ed i miei genitori Mau-ro e Carla che mi hanno sempre sostenuto. I miei genitori sono entrambi motociclisti e mi hanno trasmesso la passione”. Genitori che hanno saputo assecondare la passione del-la figlia coniugando velocità e sicurezza nel modo giusto, rigorosamente lì dove si può fare, non è certo un caso che il papà di Alice lavori nell’Arma dei Carabinieri e la mamma nella Polizia Locale. Alice si è classificata terza a Marzaglia (Bg), così come è terza nella sua categoria. Reduce da una sfortu-nata trasferta in Germania (guai al motore e ad un dito) è già pronta a volare verso nuovi traguardi. Chi volesse saperne di più può contattare Alice sulla pagina Facebook ALY#28 o alla mail [email protected].

di Nicola Alberti

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Ascoltando con altri sensi le note di Pasticceria Riva a Desenzano del Garda. Proprio una dolce officina del gusto quella organizzata da Rodolfo Ganzer nel rione di Capolaterra sull’importante direttrice fronte chiesa di Via Garibaldi. Affrontando con piacere la rappresentazione eccellente di golosità creativamente in originali, gradevoli sweetvalvole. Impreziosite dalla passione capace di renderne il sapore ancor più carico di sensazionalità emozionali. Basta lo sguardo, che si mette all’ascolto contraddicendo la regola del mestiere percettivo. E subito la voglia ti prende di speri-mentarne l’assaggio. Così, la confusa, alternativa, irregolarità di questo senso comune, addomestica il suo impeto nel mare delicatamente organizzato di dolcezze. Ganzer, maestro pasticcere di talentuosa originalità, osserva, da sopravetro trasparente di bancone, con il disincanto senza fronzoli dell’esperienza che si fa essenza produttiva. Al suo fianco, in tutti le direttrici di vita fra matrimonio, famiglia e lavoro, il sorriso gentile e versatile all’accoglienza della moglie Marilena. L’orizzonte si allarga verso il laboratorio di pasticceria vero e proprio. Qui il movimento operativo rivendica l’atto esecutivo determinante per l’offerta di tale ben di Dio. Nell’andirivieni valvolare gustoso a pistoni aromatici da dolce officina gli altri interpreti d’azienda. Con i figli Cristian e Giordan a garantire continuità d’azione alle soffici Ganzer fragranze. Mentre altre leccornie, in un porta a porta affian-cato strutturalmente come nell’ideale di bontà, inseriscono i valori companatici del salato di classe nel gemellato ultimo arrivo produttivo di famiglia intitolato a Bottega di Via Garibaldi. Bacheche trasparenti di gastronomia per antipasti, primi piatti e pietanze, supportati da verace condivisione appetitosa. E sollecitate dall’abilità balistico corroborante della cucina di Fiona, presentata, disposta e offerta dalla verve raffinata di salumiera da banco affidata ad Elisa. Ma tornando alle origini dolcificate da dessert, colazione, merenda eccetera, ovvero alla passione primaria di Rodolfo, il viaggio inizia da lontano incrociando territori diversi. “Sono nato in provincia di Belluno – racconta Ganzer, ripercorrendo il lunghissimo curriculum di una carriera profes-sionale ancora in grande divenire – fin da bambino ho sognato di fare questo mestiere. Un’idea precisa che non mi ha mai abbandonato. Il trasferimento in Liguria ad Alassio e Sanremo, mi offrì l’opportunità di sperimentare una fruttuosa esperienza nel settore. Da quelle parti la pasticceria è molto rino-mata. Complice la vicinanza con la Francia, molti sono i qualificati maestri che agiscono nei laboratori liguri. Ebbi la fortuna di incontrarne alcuni che contribuirono sensibilmente alla mia formazione. Fare la gavetta in un am-biente esperto è sicuramente un valore aggiunto. Poi però viene il momento di prendere la propria strada.” E il nuovo percorso portava a Desenzano. Dal mare al lago, in un territorio altresì votato all’accoglienza ed al turismo, per dare concretezza al proprio sogno. “ Erano gli anni Settanta– riprende Ganzer – e le terre gardesane erano abbastanza fertili per il mio settore, con spazi interessanti

Con i fiori delle sorelle Girelli

Sortilegi vista olfattoNel negozio di Via Garibaldi a Desenzano Patrizia e maria Gabriella continuano l’esperienza partita quel lontano 17 maggio 1957 grazie all’impegno intuitivo di mamma Ida maria. Il valore dell’esperienza nel proporre e confezionare piante e bouquet fin da bambine. Con la capacità di inserire in ogni mazzo un’emozione

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Alla Pasticceria Riva a Desenzano

Pistoni e valvole da dolce officinaRodolfo Ganzer, maestro pasticcere di indiscutibile talento, trasferisce da oltre trent’anni gustose fragranze in Via Garibaldi, con la collaborazione della moglie marilena e dei figli Cristian e Giordan. Le esperienze con i maestri pasticceri in Liguria, fino al coronamento del sogno di lavorare in proprio. Il valore aggiunto di qualità degli ingredienti e creatività

Rappresentazione e descrizione dei sentimenti. Raccontati con il linguaggio del colore che interseca valori e sensazioni profumate. Evidenziando i ricordi e proponendo, nella coreografia rifiorita nel verde, nuove emozioni. Patrizia e Maria Gabriella Girelli, riflettono la specialistica in relazioni e varia umanità, con articolata perizia nella quotidiana messa in opera del mestiere di fioriste. Adottando le sottili armi di un’esperienza ormai consolidata nel aggiungere toni e qualità alle esigenze del cliente. “Il negozio è nato nel 1957 – raccontano con orgogliosa consapevolezza dal temperato, ma deciso, timbro al femminile – precisamente il 17 maggio. Fu un’idea di nostra madre, Ida Maria Cisi che ha appena compiuto 89 anni. Una decisione dettata dalla necessità, vista la scomparsa del marito Carlo Girelli, agricoltore con radici di provenienza da San Martino della Battaglia. Così si rimboccò le maniche ed avviò questo spazio in Via Garibaldi in prossimità del Cimitero. L’intuizione era giusta, visto che l’omaggio floreale cominciava a diventare di uso comune”. Da queste basi, strutturate sulla necessità che evolve in inventiva, il negozio consolida un marchio d’autore che ancora oggi ne caratterizza l’immagine. “In pratica siamo cresciute in mezzo ai fiori – ricordano ancora le sorelle Girelli – aiutavamo la mamma pur continuando e concludendo i nostri studi. In questo modo abbiamo acquisito l’esperienza direttamente sul campo. Un modo di apprendere diverso da quello dell’attualità. In sostanza un tempo non erano ancora stati istituiti i corsi di formazione – spiegano Patrizia e Maria Gabriella – la proposta di vendita e confezionamento di fiori e piante derivava appunto da esperienza diretta, capacità di capire le necessità del singolo cliente in relazione all’evento. Il tutto ricondotto ad una gestione sensibile ed intuitiva del lavoro di fiorista. Che è quello di offrire anche un’emozione e non solo un elemento scenografico”. Mini trattato di estetica

di assoluto valore didattico. Elemento trainante di quel fare organizzato e creativo che apprezziamo nel vedere all’opera quelle mani abili al nodo e riannodo esecutivo di fiocchi calibrati in colore e profumo. “Oggi questo mestiere – interviene Patrizia Girelli – c’è molta omologazione. Però lo spazio per aggiungere qualcosa in più esiste ancora. Basta saperlo cogliere. Soprattutto prestando ascolto a quello che chiede la gente. La richiesta del presente è per fiori semplici, raccolti in bei mazzi nei quali inserire quel supporto emozionale di cui si diceva”. Ma quali sono le categorie del regalo floreale? E chi regala a chi il bouquet o la corona dedicata? Domande che attraversano il periplo sovente misterioso del linguaggio dei fiori. “Uomini e donne continuano ad acquistarne in eguale misura– risponde Maria Gabriella Girelli – per un omaggio, un dono, una ricorrenza o un incontro. Insomma la lingua è sempre la stessa. Un tempo le persone erano meno esigenti, oggi la ricerca di raffinatezza e qualità, visto l’assortimento, è sicuramente maggiore. E per quanto riguarda i significati simbolici dei colori o della tipologia vegetale, non esistono più particolari classificazioni tematiche”. Insomma il rosso passione e giallo gelosia non sembrano alimentare troppi interessi e superstizioni. Altro discorso quello legato al magico ed all’ignoto, a loro volta misteriose e seducenti attrattive inserite nel fiore come segnale espressivo di previsioni e destini. “Qui il ragionamento diventa più articolato e complesso – sorridono le Girelli flower sister – ci sono molti libri e riflessioni, anche interessanti, sul tema che però necessitano di opportuni ed adeguati approfondimenti. Per noi la magia – concludono le sorelle Girelli, con comune verace e sensibile concretezza – è insita nella bellezza e nel profumo di un fiore. E il nostro compito è divulgarne e trasferirne fascino e sensazioni”. Decodificando il piacere di vista ed olfatto alla percezione/sortilegio appagante per tutti gli altri sensi.

di crescita e sviluppo. Dopo un periodo ulteriori collaborazioni sempre a Desenzano, si presentò l’occasione di aprire una pasticceria in proprio”. Nel frattempo l’intercalare della vita si intensifica con l’arrivo dei sentimenti. “Ci siamo sposati nel 1976 – interviene la moglie Marilena Saccuman, preziosa e valente collaboratrice di Rodolfo nel proporre e promuovere, dai banchi fornitissimi della Pasticceria Riva, questa raffinata armonia di dolci sensazioni – il mio lavoro era sempre stato quello di commessa, un’occupazione che mi è sempre piaciuta. Così, quando nel 1982 abbiamo aperto il negozio, allora ubicato nella vicina Via Castello, è stato automatico, oltre che stimolante, contribuire al lancio dell’attività”. Nel 1986 il trasferimento negli attuali locali di Via Garibaldi, aperti in un dei salotti classici di Desenzano. Ma quali sono i segreti di Rodolfo Ganzer, quelli che fanno apprezzare la qualità dei suoi prodotti? “Niente di particolare – risponde il maestro pasticcere, con la modestia che evita i toni aulici preferendo far parlare i risultati concreti – prima di tutto riservo un’atten-zione particolare al prodotto. Li non ci sono dubbi. E da questo non derogo. Poi c’è la lavorazione che, come dicevo, ho imparato sul campo grazie all’insegnamento di grandi maestri per evolverne successivamente i contenuti. Aggiungo che una certa dose di creatività non può mancare. Insomma credo che un pasticcere, come uno chef, sia un po’ un artista con capacità organizzativo funzionali tipiche dell’artigiano”. Concetto chiaro. Come chiarissimi sono i sapori di paste, più o meno mignon, brioches, gelati, torte assortite dedicate alle diverse occasioni di festeggiamento, intrattenimento o regalo ed ancora, nella stagionalità appropriata, colombe, panettoni. “Mi piace fare di tutto – sot-tolinea Ganzer – non c’è un dolce in particolare che privilegio e preferisco nella preparazione . Mi fa invece molto piacere che la gente apprezzi. Devo dire che molto gradita risulta la Torta Chantilly.

Anche le brioche hanno un connotato particolare, vista la richiesta e la considera-zione da parte della clientela. Però sono solo piccoli esempi. Perché alla fine

per tutta la gamma di dolci constato da sempre una certa soddisfazione generale”. L’assaggio obbligato fa frullare vivacità gastriche che allie-

tano lo spirito. Denti e palato si soffermano su un piacevolissimo di tutto un po’ “La Torta di Mandorle è una mia creazione piut-tosto riuscita – evidenzia con riservato, ma consapevole orgoglio Rodolfo Ganzer in conclusione e gli assaggiatori del momento confermano, mulinando la sorpresa degli occhi al movimento delle labbra – è un impasto, sperimentato da me la prima volta più

di trent’anni fa, realizzato con dosaggi e lavorazioni particolari su una base classica chiamata olandese”. Non chiediamo di più per

non rovinare la magia di una storia di lavoro, passione, creatività e prospettive. In movimento, suono e sensazione come morbidi, gradevoli

pistoni da dolce officina.

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Lavoro di ascolto e consulenza che evolve in progettualità sostenibile. Dedicato all’assistenza di chi è in difficoltà. Prevenendo e aiutando a risolvere le diverse tipologie di problematica economica. Al fine di evitare pericolosi tragitti che portano alle maligne tentazioni dell’usura. La Fondazione Beato Giuseppe Tovini, istituzione diocesana con sede a Verona nata nel 1999, persegue appunto questa finalità come “fondo di solidarietà per il prestito di soccorso per la prevenzione dell’usura”. Così, in collaborazione con gli istituti di credito, analizza i casi di necessità e, in fase successiva presta eventuale garanzia per l’erogazione di piccoli finanziamenti (Microcredito di soccorso). Da oltre 5 anni anche nella la zona bresciana della diocesi di Verona è operativo a Maguzzano di Lonato il Centro di Ascolto della Fondazione Beato Giuseppe Tovini - con 24 parrocchie attive fra Sirmione, Desenzano, Lonato,  Pozzolengo e altre località della Valtenesi - dove anche la Banca di Bedizzole Turano Valvestino interviene sulla base delle richieste che arrivano appunto dalle informazioni a cura dell’ente solidale.

Ascoltando, sostenendo, informando

Pronto intervento antiusuraLa capillare azione preventiva della Fondazione Beato Giuseppe Tovini della diocesi di Verona, operativa anche nel Basso Garda bresciano religiosamente veronese. L’attività del centro di ascolto di maguzzano e la collaborazione della Banca di Bedizzole Turano Valvestino

“La Fondazione “Beato Giuseppe Tovini – spiega Ernesto Petrella, imprenditore aperto ed attivo alle ragioni della solidarietà, responsabile della gestione amministratore banche, che insieme a Franco Amadori, dirigente bancario in pensione capace di mettere a disposizione la sua esperienza al cospetto intricato di casi spesso molto difficili, svolge l’attività volontaria di ascoltatore nel Basso Garda bresciano monitorato dal centro di ascolto di Maguzzano – è stata istituita dalla Diocesi di Verona alla fine del 1999. Uno degli artefici, Monsignor Giancarlo Agnolini tuttora impegnato all’interno dell’ente, per anni esercitò il suo incarico pastorale prima a Desenzano e poi a Soiano del lago, proprio di quel Basso Garda bresciano da sempre religiosamente veronese. Da una sua intuizione si concretizzò l’idea di questo ente che vuole essere risposta concreta a situazioni di oggettiva difficoltà economica”. Per evitare quello che spesso si trasforma, o già è vissuto, in e come stato di disperazione da persone, famiglie, piccole imprese. “I motivi di difficoltà possono essere molteplici

– interviene Franco Amadori - disgrazie, malattie, dissesti economici causati dalla crisi. Il nostro compito è quello di ascolto, consulenza, informazione e prevenzione. A volte può servire solo un consiglio. In altri casi serve la prestazione di garanzie agli istituti di credito per ottenere un finanziamento per impedire il ricorso al credito illegale. In sostanza tutti i nostri interventi, prestati volontariamente e senza alcun fine di lucro, si basano sulla finalità di solidarietà sociale, intesa a promuovere e diffondere la cultura della legalità sostenendo gratuitamente chi si trova in stato di bisogno”. La capillare diffusione dei centri di ascolto – oltre trenta in territorio perlopiù veronese – con più di settanta ascoltatori, certifica la professionale applicazione dell’ente riferito alle complesse problematiche trattate. “Negli anni – riprende Ernesto Petrella – sono stati erogati, attraverso le nostre indicazioni ai vari istituti di credito che collaborano, oltre 5 milioni e mezzo di finanziamenti solidali a tassi agevolati”. Come sempre sono i fatti a dare spessore sostanziale al valore dell’iniziativa. Per un progetto che, oltre all’aspetto funzionale, mostra attitudini apprezzabili anche a livello di corretta divulgazione preventiva per non incappare come si diceva nelle pericolose spire dell’usura. “La conoscenza della nostra attività – sottolinea in conclusione Franco Amadori – da parte dei servizi sociali del territorio, rappresenta un tassello importante di collaborazione sinergica per affrontare con sempre maggiore efficacia i diversi e a volte non percepiti stati di bisogno”. Conoscenza ed aiuto sull’onda della solidarietà. Strumenti utili per tornare a vivere scongiurando il logorante patibolo dell’usura.

Chiuse le scuole a fine giugno, per molti ragazzi della provincia è tempo di divertimento e relax, mettendo da parte cattivi pensieri e preoccupazioni riguardo la scuola. Per molti genitori, invece, sor-ge il problema opposto ovvero di come far trascorrere ai propri figli il periodo estivo in maniera propositiva, unendo impegno e leggerezza. Da sempre una valida soluzione ricreativa estiva per le famiglie di Ciliverghe di Mazzano, e dintorni, è il Grest della parrocchia di san Filippo Neri, realtà locale dove quest’anno non è mancato l’apporto del Credito Cooperativo di Bedizzole. Ciliverghe può contare sulle numerose attività ludiche ed educative messe in campo dalla parrocchia e dalle associazioni locali, unite nella gestione quotidiana di un’offerta che si arricchisce di edizione in edizione, guidata da don Roberto Rovaris. «Il tema di quest’edizio-ne non nasce a caso ma arriva in concomitanza con l’evento di portata mondiale dell’EXPO, che si concentra sull’importanza del cibo come nutrimento - afferma il parroco - Slogan di questa edi-zione è “Tutti a Tavola”, perché il bisogno di mangiare pone l’uomo in una rete di relazione e rapporti con gli altri, anche con coloro che sono diversi da noi». Salvaguardata da san Filippo Neri, protet-tore dei giovani e degli insegnanti, quest’anno la frazione festeggia il cinquecentesimo anniversario dalla nascita del santo al quale è intitolato l’oratorio. Dal lontano 1969, l’oratorio di Ciliverghe è punto di riferimento per tutti coloro che animano la comunità: la struttura, fornita di bar, varie aule ed un ampio salone, all’esterno

è accompagnata da un lungo porticato, dall’immancabile campo da calcio e da un nuovo campo da beach volley. «Dal 9 al 27 giugno, il nostro Grest ha visto la partecipazione di oltre duecento ragazzi ed una squadra di quaranta animatori, quest’ultimi a lungo impegnati nelle fasi preparative. Diverse sono state le uscite set-timanili di svago, una al parco divertimenti Leolandia di Bergamo e l’altra al parco acquatico Le Vele di San Gervasio - conclude il parroco - La gioia più grande è stato vedere i bambini più piccoli partecipare fin da subito al progetto estivo, e vederli ritornare con entusiasmo per le iscrizioni alle settimane successive». Nuovi ambiti di socializzazione estiva hanno così permesso ai ragazzi di capire l’importanza del rispetto delle regole, dell’amicizia e del gioco di squadra, anche lontano dalla scuola. Lavoro di squadra in-teso non solo come risorsa ma vero e proprio momento di crescita.Un concetto questo sottolineato anche dall’adozione di una nuova divisa del Grest per i ragazzi: delle magliette acquistate con il supporto della BCC di Bedizzole, un gesto simbolo di condivisione di valori e progettualità per una missione estiva altamente riusci-ta. Nel tempo l’esperienza del Grest di Ciliverghe di Mazzano è diventata la risposta concreta, e su misura, alle diverse esigenze organizzative delle famiglie del paese e delle comunità circostanti. È sicuramente un appuntamento all’anno prossimo con la convin-zione che anche in estate crescere divertendosi, con leggerezza e responsabilità, è ancora possibile.

Sapore d’estate a Ciliverghe di mazzano

Vacanziero ruggito del grr…estIl sostegno della BCC per l’iniziativa della parrocchia San Filippo Neri

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Il comitato di zona, composto da 15 imprenditori, svolge una funzione operativa di collegamento, stimolo e collaborazione fra impresa associate e istituzioni locali attive nell’area geografica di riferimento. Anche per favorire la conoscenza delle possibilità di sfruttare i servizi forniti dall’Associazione Industriali Brescia. Dall’assistenza legale, fiscale, societaria a quella sindacale e di studio e collaborazione tra scuola ed impresa. Perché forse non tutti sanno che AIB ha creato a Brescia il Liceo Internazionale “Guido Carli”, che consente di ottenere un diploma in 4 anni frequentando lezioni in inglese e che ogni azienda iscritta dispone di un tutor come riferimento professionale di ascolto e consulenza. Breve e non esaustivo riassunto delle opportunità offerte da AIB. Compendio di eccellenze operativo/funzionale per le quali Michele Lancellotti, di concerto con il comitato di zona Vallesabbia/Lago di Garda di AIB, trasferisce e promuove sul territorio in chiave concretamente divulgativa la qualificata importanza di essere associati. Lancellotti, noto imprenditore prevallese alla guida del Gruppo Imbal Carton, leader nel settore degli imballaggi in cartone ondulato ed accoppiato, con sede storica a Prevalle e diramazioni d’impresa collegate a Drizzona (Cr) e Chiari, rappresenta, con appassionato movimento d’intenti aggreganti, l’importante e produttivo territorio del nord est bresciano. “Il compito principale delle zone – spiega il dottor Lancellotti, laurea in Economia e Commercio con un passato di impronta manageriale anche in altri settori produttivi come quello informatico – è quello di trasferire sul territorio il valore esclusivo di essere associati ad AIB, avvicinando la presenza dell’Associazione, e svolgendo attività di sensibilizzazione circa le necessità delle aziende verso gli Enti locali e le scuole medie secondarie e le scuole superiori. L’istituzione delle sei zone, in cui è stata divisa la Provincia di Brescia, arriva da un’intuizione, datata anni Novanta, dell’allora Presidente Ugo Gussali Beretta. Insieme al comparto Vallesabbia/Lago di Garda si aggiungono dunque quelli di Vallecamonica, Valletrompia/Lumezzane, Iseo/Franciacorta, Bassa Bresciana Orientale e Bassa Bresciana Occidentale”. Nell’articolato movimento di relazioni ed iniziative, si inseriscono così i cardini esecutivi di un’associazione sempre attenta a sviluppare sinergie e attivare progetti. “Di fondamentale importanza – insiste Lancellotti – sono i rapporti, insieme naturalmente a quelli che intercorrono con le aziende associate, con le istituzioni pubbliche. Nella area Vallesabbia/Lago di Garda, a cui sono associate più di 130 imprese sulle quasi 1300 di tutta la provincia, intratteniamo relazioni, scambi di opinioni e collaborazioni con circa 40 amministrazioni comunali, oltre che con la Comunità Montana Valle Sabbia. Verso fine settembre organizzeremo incontri con i sindaci della nostra zona. Le problematiche sul tappeto sono molte. Lavoro, infrastrutture, edilizia pubblica. Gli argomenti non mancano nella variegata e vivace tipologia imprenditoriale del nostro territorio. Esempio del dinamismo locale, il primato assoluto

della Vallesabbia nell’avere a disposizione la rete in fibra ottica grazie alla lungimiranza della Comunità Montana ed all’investimento di Intred, azienda bresciana associata AIB che ha vinto il bando per la stesura della stessa. L’autostrada virtuale rappresenta un’opportunità strategica per utilizzare e sfruttare a dovere le potenzialità del web”.La presenza di AIB, in sostanza, rappresenta quel valore aggiunto aggregante che trasferisce in atti concreti singoli e collettivi progetti di sviluppo. “Segnalo a questo proposito – sottolinea il Lancellotti – la qualità dei nostri servizi offerti agli associati. Oltre all’assistenza legale, fiscale e societaria ricordo che le aziende hanno a disposizione un tutor dedicato all’approfondimento della consulenza per la singola azienda. Settanta figure professionali, in pratica una ogni dieci soci AIB, interpretano con disponibilità e metodo questo delicato e propositivo incarico”. Ma è anche sul versante di ricerca, nuove tecnologie e rapporti con la scuola che l’Associazione Industriale Bresciana recita un ruolo di primissimo piano. “Oltre a facilitare nella zona l’orientamento scolastico degli studenti di terza media (organizziamo incontri serali con genitori e ragazzi) ed a contribuire alla focalizzazione formativa delle scuole superiori (abbiamo nostri delegati nei Comitati Tecnico Scientifici), mi piace ricordare che AIB – conferma Michele Lancellotti - ha reso possibile l’istituzione a Brescia del primo Liceo Internazionale, intitolato a Guido Carli. All’interno di questa struttura scolastica, voluta e realizzata soprattutto per merito di Paola Artioli, vice presidente AIB e prima donna bresciana nominata, recentemente, Cavaliere del Lavoro, si frequentano lezioni tenute per il 50% in lingua inglese e la durata riconosciuta del corso, con possibilità successiva di iscrizione all’università, è di 4 anni. Il tutto formulato in un’ottica di eccellenza didattica per formare la classe dirigente del futuro. Attualmente il “Guido Carli” è ubicato nei locali Isfor 2000 – Istituto Superiore di Formazione e Ricerca, sempre collegato ad AIB - ma è in progetto l’individuazione di una nuova sede”. Lo scambio fra realtà produttive, ambiti accademici e della ricerca si manifesta poi in altri indirizzi tematico operativi legati all’associazione. “Sono quelli riferiti all’innovazione – prosegue Lancellotti – ovvero il saper tradurre l’innovazione in applicazione. Mission ed obiettivo primario del CSMT - Centro Servizi Multisettoriale e Tecnologico -, ulteriore tassello interagente con l’organizzazione AIB. Ed elemento, sia concreto che simbolico, del rendere realizzabile e possibile l’originalità di un’idea. Per tutta questa serie di attività – conclude Michele Lancellotti – che vanno dalla diffusione della cultura d’impresa, allo sviluppo delle relazioni con i Comuni, fino all’impegno di gruppo su formazione ed innovazione, da far conoscere tramite incontri e convegni cui partecipano non solamente le aziende associate, la funzione di coordinamento zonale è incarico di grandi, ma suggestive e stimolanti responsabilità”. A disposizione e cura della fertile esuberante imprenditorialità di terreni economici e territori di questo inossidabile nord est bresciano.

di Alberto BernardiAll’assemblea 2015 di AIB

Vetrina Brescia Industria Nonostante la forzata assenza di marchionne, intervento live di Ferrari e maserati insieme all’ultimo modello di Alfa Romeo Giulia. La relazione del presidente marco Bonometti a fianco di Sergio Squinzi, connota presagi possibili di successione al vertice di Confindustria. La presenza all’evento delle BCC ne certifica il ruolo sempre attivo dentro l’universo industriale ed artigianale targato Brescia

Quest’anno la riunione degli Stati Maggiori dell’AIB, Associazione Industriale Bresciana, si è svolta nell’area espositiva della Fiera di Brescia; i relatori sono stati Marco Bonometti e Giorgio Squinzi rispettivamente Presidente di AIB e Confindustria. E’ mancato all’ultimo momento Sergio Marchionne di Fiat, causa problemi di salute. All’entrata della zona conferenza erano schierate le ultime Ferrari e Maserati prodotte, come immagine di tecnologia e design italiani e la grande sorpresa è stata la presentazione della nuova Alfa Romeo Giulia, scoperta dal telo che la nascondeva dai due Presidenti e immediatamente presa d’assalto dagli ospiti, con foto e filmati. La relazione anticipa le idee di quello che potrebbe essere un candidato di peso quando Squinzi terminerà il suo periodo in Confindustria. La presenza della banca di Bedizzole Turano Valvestino e quelle delle consorelle, con i loro rappresentanti, è perché il mondo cooperativo è e rimane protagonista all’interno di industria e artigianato bresciano.

A disposizione del territorio

Aib d’azione e vantaggiomichele Lancellotti, coordinatore per la zona Vallesabbia/Lago di Garda di AIB – Associazione Industriale Bresciana -, traccia la diversificata gamma di servizi offerti dall’associazione. Soprattutto consulenza, formazione, relazioni istituzionali/accademiche ma anche impulso all’innovazione “per rendere realizzabile l’originalità di un’idea”, da far conoscere e divulgare adeguatamente.

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