Soricelli - Assegnazioni Graccane e Libri Coloniarum

28
 481 G S*  Assegnazioni graccane e  Libri coloniarum: il caso di  Cornium e  Sulmo.  T ra le moltepl ici dicoltà da superare per giunge re ad una corretta valuta zione delle dimensioni dell’intervento agrario graccano, non secondaria appare quella di stimare l’adabil ità, a tale ri guardo, de i Libri coloniarum che in diverse località ricordano assegnazioni avvenute lege Sempronia  o limitibus Graccanis , indicando di esse anche il modus  delle centurie e, in alcuni casi, la distanza dei cippi. L ’elenco che se ne può ricavare è decisamente più ampio 1  di quello che risulta dall’analisi della tradizione letteraria e delle testimonianze epigrache; tuttavia, sull’utilizzo in questo senso dei Libri coloniarum pesa il giudizio negativo della critica moderna che, con poche eccezioni, ha teso, a partire dal Mommsen, a considerarli nel loro comple sso scar samente adabili 2 . Per valutare questo particolare aspetto può risultare utile l’esame delle indicazioni che i due Libri  orono per il territorio dell’antica Cornium e, in particolare, per l’assegnazione avvenuta secondo una lex Sempronia . In relazione, infatti, a tale operazione agraria sono indicate sia la morfologia della divisione, in tetragonon, che le distanze intercorrenti tra i cippi, pari a 720 (6 actus ) e 860 piedi (7 actus  e 1/6). Secondo il Liber  I:  Ager Cornius lege Sempronia est assignatus. iter populo debetur ped. LXXX. Cuius agri mensura in tetragonon variis locis est collecta, et termini silicei sunt appositi, quorum distantia est in p. DCCXX, in p. DCCCLX. Hoc in locis montuosis: in quibus alii iuxta naturam loci spissiores sunt, id est sine mensura sunt appositi. Et interiectis locis muros, macherias, lacos convallium, aras, canabulis, quod tegulis construitur 3 . T ali indicazioni, in forma ridotta, sono ripetute nella sezione delle civitates Piceni  del Liber  II: Cornius ager lege Sempronia est assignatus. iter populo debetur ped. LXXX. Ager eius in tetragonon est assignatus, et silicei termini sunt appositi, qui distant a se in ped. a DCXX usque in ped. DCCCLX. et alia signa secundum * Dipartimento di Scienze umane, storiche e sociali, Università del Molise. 1  Elenco in Pais 1923, pp. 333-336; cfr. De Martino 1988; da ultimo Peyras 2006. 2  Sulla struttura e la genesi dei cd. Libri coloniarum vd. Grelle 1992, pp. 67-85; Del Lungo 2004, 299-487 e, da ultimo, Gonzales 2006. Circ a la loro scarsa adabilit à vd. Mommsen 1852; 1909; in tempi più recenti Brunt 1971, pp. 280, 307, 359; Harris 1971, pp. 152, 205 (cfr. anche De Martino 1988, pp. 166-168 ove si osserva che il giudizio del Mommsen era meno severo di quanto accreditato); Mouritsen 1998, pp. 146 s. In senso favorevole Pais 1923 e, da ultimi Gonzales 2006, p. 19; Peyras, 2006, pp. 47-48. 3  Lib. col . I 228,18-25 Lach. Cfr. Brunet - Conso - Gonzales - Guard - Guillaumin - Sensal 2008, pp . 7, I IX 1 e 34, n. 147 (con la proposta di correggere aras  in arcas .

Transcript of Soricelli - Assegnazioni Graccane e Libri Coloniarum

481Giaxiuca Soiiciiii*Assegnazioni graccane e Libri coloniarum: il caso di Cornium e Sulmo.

Tralemolteplicidi coltdasuperarepergiungereadunacorrettavalutazione delledimensionidellinterventoagrariograccano,nonsecondariaapparequelladistimare la dabilit, a tale riguardo, dei Libri coloniarum che in diverse localit ricordano assegnazioni avvenute lege Sempronia o limitibus Graccanis, indicando di esse anche il modus delle centurie e, in alcuni casi, la distanza dei cippi.Lelenco che se ne pu ricavare decisamente pi ampio1 diquellocherisultadallanalisidellatradizioneletterariaedelletestimonianzeepigrache; tuttavia, sullutilizzo in questo senso dei Libri coloniarum pesa il giudizio negativo della critica moderna che, con poche eccezioni, ha teso, a partire dal Mommsen, a considerarli nel loro complesso scarsamente a dabili2.Per valutare questo particolare aspetto pu risultare utile lesame delle indicazioni che i due Libri orono per il territorio dellantica Cornium e, in particolare, per lassegnazione avvenutasecondounalexSempronia.Inrelazione,infatti,ataleoperazioneagrariasono indicate sia la morfologia della divisione, in tetragonon, che le distanze intercorrenti tra i cippi, pari a 720 (6 actus) e 860 piedi (7 actus e 1/6). Secondo il Liber I: Ager Cornius lege Sempronia est assignatus. iter populo debetur ped. LXXX. Cuius agri mensura in tetragonon variis locis est collecta, et termini silicei sunt appositi, quorum distantia est in p. DCCXX, in p. DCCCLX. Hoc in locis montuosis: in quibus alii iuxta naturam loci spissiores sunt, id est sine mensura sunt appositi. Et interiectis locis muros, macherias, lacos convallium, aras, canabulis, quod tegulis construitur3.Taliindicazioni, in forma ridotta, sono ripetute nella sezione delle civitates Piceni del Liber II:Cornius ager lege Sempronia est assignatus. iter populo debetur ped. LXXX. Ager eius in tetragonon est assignatus, et silicei termini sunt appositi, qui distant a se in ped. a DCXX usque in ped. DCCCLX. et alia signa secundum * Dipartimento di Scienze umane, storiche e sociali, Universit del Molise.1 Elenco in Pais 1923, pp. 333-336; cfr. De Martino 1988; da ultimo Peyras 2006. 2 Sulla struttura e la genesi dei cd. Libri coloniarum vd. Grelle 1992, pp. 67-85; Del Lungo 2004, 299-487 e, da ultimo, Gonzales 2006. Circa laloro scarsa a dabilit vd. Mommsen 1852; 1909; in tempi pi recenti Brunt 1971, pp. 280, 307, 359; Harris 1971, pp. 152, 205 (cfr. anche De Martino 1988, pp. 166-168 ove si osserva che il giudizio del Mommsen era meno severo di quanto accreditato); Mouritsen 1998, pp. 146 s. In senso favorevole Pais 1923 e, da ultimi Gonzales 2006, p. 19; Peyras, 2006, pp. 47-48.3 Lib. col. I 228,18-25 Lach. Cfr. Brunet - Conso - Gonzales - Guard - Guillaumin - Sensal 2008, pp. 7, I IX 1 e 34, n. 147 (con la proposta di correggere aras in arcas.482auctorum doctrinam4.Tuttavia,secondoilMommsentralepartipicritichedeiLibricoloniarum,oltreal Liber II nel suo complesso, sarebbe da considerare anche la sezione dedicata alla Valeria nel Liber I, comprendente appunto la rubrica relativa allager Cornius. Anzi, lina dabilit dei datiivicontenutisarebbedimostratapropriodatalerubricacheriprendequasiverbatim quellarelativaaTarquiniiechedaquestultimaconsiderataderivare5:Colonia Tarquinios lege Sempronia est adsignata. cuius agri mensura in tetragonon variis locis est collecta, et termini silicei sunt adpositi. quorum mensura est deun. [SZZ G, XI]6 per longum, et distant a se in pedibus DCCXX.aliiperlongumtrien.,III,distantaseinped.DCCCXXX,DCCCLX.hocinlocis montanis:inquibusaliiiuxtalocinaturaspissioressuntsiti,idestsinemensuresuaenumero podismati sunt, inter ped. CXX, inter ped. CLX, in ped. CLXXX, in ped. CC et CCXL. nam circa regionem maritimam limites rectos censuerunt et lapidibus his conpactis cursum demonstraverunt, aliis vero locis aggeres convallium ordinari disposuerunt7. Tale derivazione sarebbe confermata anche dalla presenza nel Liber II diuna dierente versione di interventi agrimensori realizzati nel territorio di Cornium: nel paragrafo delle civitates Piceni si ricorda, infatti, che Cornius ager limitibus maritimis et montanis in iugera CC sunt assignati, lege Augustea sunt censiti, et termini Augustei ibidem nuncupatu8 e, ancora, nel paragrafo delle civitates Samnii si ricorda cheCorniusagerlimitibusmaritimisetmontanis.IncenturiissingulisiugeraCC.nitur terminis Tiburtinis et rivis, arboribus peregrinisvel ante missis, monumentis viis nymphis. Ager eius in praecisuris est assignatus9.LopinionedelMommsenstata,inseguito,accettatadalTomsenche,purnon concordandoconlostudiosotedescocircailvalorecomplessivodaattribuirealparagrafo relativoallaValeria-chenonsarebbederivatodaimanoscrittidellasecondaclasse10,come voleva il Mommsen -, ugualmente riteneva che la rubrica dellager Cornius nel Liber I fosse unaduplicazionediquelladiTarquinii.IlTomsenritenevaimprobabile,infatti,chei Gracchi avessero potuto distribuire il territorio di una citt che almeno no alla guerra sociale non aveva avuto contrasti tali con Roma da giusticare la consca di una porzione del suo territorio11 e, daltra parte, come gi aveva notato il Mommsen, il Liber II restituisce anche una dierente versione, ritenuta pi a dabile, di interventi agrimensori avvenuti nel territorio di Cornium. certo strano che la rubrica di Tarquinii possa essere stata riprodotta per Cornium, tuttaviacipotevaesseredipeso,secondoilTomsen,dallesomiglianzepaleograchetrai 4 Lib. col. II 255,12-16 Lach. Cfr. Brunet - Conso - Gonzales - Guard - Guillaumin - Sensal 2008, p. 15, II I 25.5 Lib. col. I 219,1-12 Lach. Cfr. Brunet - Conso - Gonzales - Guard - Guillaumin - Sensal 2008, p.4, I VI 18.6 Per la resa graca delle frazioni di piede si seguito Del Lungo 2004, 325.7 Mommsen 1852, pp. 166-167; 1895,p.281.8 Lib. col. II 255,3-5 Lach. Cfr. Brunet - Conso - Gonzales - Guard - Guillaumin - Sensal 2008, p. 14, II I 22.9 Lib. col. II 260,3-6 Lach. Cfr. Brunet - Conso - Gonzales - Guard - Guillaumin - Sensal 2008, pp. 17, II II 5 e 44, n. 290 (per la correzione di nymphis in nympheis).10 Tomsen 1947, p. 280.11 Resta, tuttavia, la notizia controversa di Diod. 20,90,3 da cui parrebbe trarsi che i Romani, nel 305 a.C., avrebbero scon-tto i Paeligni e conscato una parte del loro territorio (per poi concedere lanno successivo un foedus, Diod. 20,101,5; Liv. 9,45,18); sul luogo diodoreo e le diverse soluzioni prospettate cfr. van Wonterghem 1984, pp. 24-26.483due poleonimi12. Non diversa appare la posizione, espressa in anni pi recenti, dallo Hinrichs, cheintendeugualmenteleindicazionisullagerCorniuseleassegnazionelegeSempronia duplicazionedellarubricarelativaaTarquinii13,edalFirpo,chepureavanzaseridubbi sullattendibilit della notizia14.Diverso avviso stato invece espresso dal Paisnel quadro di una pi ampia rivalutazione del valore deiLibri coloniarum. Lo studioso notava la coincidenza delle rubriche di Tarquinii e Cornium, ma piuttosto che considerarle luna duplicazione dellaltra, sembrava ritenere che i rispettivi dati agrimensori fossero stati tratti da documenti u ciali15; inoltre, dal confronto conlealtreoccorrenzediCorniumnelLiberII,ricavavachelamenzionedeiCCiugera fossedariferirealleassegnazionigraccane.Purconcludendoconlosservazionechenonvi sarebbero elementi per confermare o negare un intervento agrimensorio dei Gracchinella citt peligna16, al termine della sua analisi comprendeva Cornium tra le citt italiche interessate dalle assegnazioni graccane17. da rilevare,a questo proposito,che per quanto esistano evidenti coincidenze tra le rubriche di Tarquinii e Cornium, pure sono ravvisabili elementi che ne potrebbero dimostrare la sostanziale indipendenza. Gi il Tomsen aveva osservato come per Cornium fosse data indicazione delliter, assente invece nella rubrica di Tarquinii, ricavando da ci una prova della derivazione del paragrafo della Valeria da una sezione, perduta, dei manoscritti della prima e non della seconda classe18. A ci si pu aggiungere la sostanziale dierenza nel sistema di terminazione dei loca montuosa, che a Tarquinii risulterebbe realizzata con lutilizzo esclusivo di cippi dispostia distanze variabili tra i 120 ed i 240 piedi, a Cornium mediante lutilizzo di cippi intervallati ad altre opere muri, macheriae, lacus convallium, arae (o arcae), canabulae. Pu essere rilevante che tra queste ultime siano ricordate canabulae e lacus convallium19, che ben si comprendono inun paesaggio ricco di acque quale quello della conca peligna, ci contribuendoaraorzarelipotesichelarubricadiCorniumpossaessereautenticaenon mera duplicazione della rubrica di Tarquinii. Se cos,i Libri coloniarumfarebbero fede di assegnazioni mediante unalex Sempronia nellagro di Cornium; tuttavia di cile chetali assegnazionipossano essere identicate, come vuole il Pais, con la divisione agraria realizzata limitibus maritimis et montanis20 ricordata nel Liber II,considerato che non sembrerebbero coincidereglielementiutilizzatiperlaterminazione.Citroveremmodinanzi,piuttosto,a 12 Tomsen 1947, pp. 279-281.13 Hinrichs 1974, pp. 32 s., nn. 57 e 62, 59.14 Cfr. Firpo 1991, pp. 213-215.15 Pais 1923, p. 304, n. 1.16 Pais 1923, pp. 277 s.17 Pais 1923, p. 334. La possibilit di assegnazioni graccane in area peligna era accettata anche dal Carcopino (1929), che in esse vedeva la causa sociale della rivolta italica del 91 a.C. (considerato il sovrapporsi tra larea delle assegnazioni graccane secondo i Libri coloniarum e quella degli insorti italici) seguito, ancora di recente, da altri studiosi (cfr. van Wonterghem 1984, p. 50 e Chouquer - Clavel Levque - Favory - Vallat 1987, pp. 134-136).18 Tomsen 1947, p. 280.19 Sulle canabulae e ilacus cfr. nellordine Guillaumin 2004, pp. 105 s.; 2007, p. 91.20 Sui limites maritimi et montani cfr. ora Guillaumin 2007, pp. 137-155.484seguire i testi, ad almeno due dierenti operazioni catastali. Adunatalesoluzionegiungono,peraltravia,G.ChouquereFr.Favory,secondo cuiilpaesaggiodellaconcapelignaancoraconserverebbetraccediduedivisioniagrariedi et romana (g. 1): Cornium-Sulmo I, una centuriazione del modulo di 15 x 15 actus, orientata 3845 W, e Cornium-Sulmo II, del modulo di 20 x 20 actus, orientata 3930 E21. Combinando i dati desunti dallo studio del paesaggio con le indicazioni dei Libricoloniarum, i due ricercatori identicano lintervento agrimensorio lege Sempronia con il primo dei due sistemi centuriali da loro individuati22. Tale identicazione si fonda essenzialmente sullassunto che lespressione in tetragonon utilizzata nei Libri coloniarum sia lequivalente diager tetragonus e che questultima indichi una ben determinata supercie agraria. Negli scritti gromatici lespressione ager tetragonus presente nellindice dei nomina agrorum e, ancora, in un luogo del de iugeribus metiundis. proprio partendo da questo luogo che i ricercatori francesi risalgono al suo supposto valore di supercie: si ergo fuerit ager tetragonus isopleurus, habens per latus unum perticas L, ita eum metiri oportet ut sciamus quot iugera habeat intra se. Duco unum latus per aliud: unt perticae II(milia)D, quae faciunt iugera VIII, tabulas II, perticas LII23.Sulla base di queste indicazioni e attribuendo alla pertica una misura di 12 piedi, calcolano che un quadrato di 2500 perticae quadrate debba misurare 12,5 iugerie non 8 iugeri come indicato nel testo; per tale motivo ipotizzano errori commessi dai copistidei due manoscritti che riportano il de iugeribus e concludono ritenendoche lager tetragonus si caratterizzi come frazione,delledimensionidi5x5actus-paria12,5iugeri-diunacenturiaquadrata. Osservano, anzi,come proprio la gura che accompagna il testo nelledizione del Lachmann confermerebbe che ci si trova dinanzi ad una centuriazione per maglie quadrate24.Allinternodiquestoschemanonovviamentepossibilealcunacorrispondenzatra la dimensione delle unit in cui viene ad essere frazionata la centuria e la distanza dei cippi indicata dai Libri coloniarum per lager Cornius: nessuna di esse, infatti, pari esattamente a 5 actus o alla frazione di un suo multiplo. Di conseguenza, o simmagina che la distanza dei cippi fosse svincolata dalla morfologia della maglia centuriale, e che, ad esempio, marcasse la divisione dei lotti assegnati25, oppure che le cifre tramandate sianodel tutto inattendibili.Diversi motivi, tuttavia, rendono non del tutto soddisfacenti tali conclusioni. Innanzi tutto da osservare che non vi alcun motivo per credere che ager tetragonus abbia avuto il valore disupercie quadrata delle dimensioni di 12,5 iugeri n vi alcun motivo di sospettare 21 Chouquer - Clavel Levque - Favory - Vallat 1987, pp. 134-136 e g. 28. 22 In questo senso anche Van Wonterghem 1989-1990, pp. 45-48 eSchubert 1996, pp. 56 s. Diversamente Tuteri 1999, pp. 368-370, che pur non escludendo la possibilit che una centuriazione possa essere stata realizzata in et graccana, riferisce le tracce visibili alla sistemazione agraria della prima et imperiale.23 De iug. met. 354,5-9 Lach. (Guillaumin 1996, pp. 200 s.; cfr. Martin - Grlois 1991, p. 272, 2).24 Chouquer - Clavel Levque - Favory - Vallat 1987, p. 135; Blume - Lachmann - Rudor 1848, g. 333.25 Il problema non arontato da Chouquer - Clavel Levque - Favory - Vallat 1987, anche perch, nella loro ricostruzio-ne, non viene esclusa leventualit che i lotti assegnatipotessero coincidere con lager tetragonus e dunque misurare 12,5 iugera.485erroriredazionalinelluogodeldeiugeribusmetiundis.Ledimensioniindicateneltesto, infatti, sono perfettamente coerenti con lutilizzo di una pertica di 10 piedi e se si considera la tabula pari a di iugero26. Ancora, da osservare che, almeno per lautore del luogo in questione, lespressione ager tetragonus non doveva necessariamente indicare una supercie di formaquadrata poich se cos fosse stato, costui non avrebbe ritenuto necessario specicare che lager tetragonus di cui si voleva calcolare la supercie era isopleurus. Tale puntualizzazione, infatti, sarebbe stata evidentemente superua se con tetragonus si fosse voluto sempre e soltanto intendere un quadrato, necessaria invece se il termine fosse stato usato per indicare anche un pi generico quadrilatero. anche discutibile che la vignetta che accompagna il testo ra guri una centuriazione per maglie quadrate: le cifre indicate ai lati del reticolo consentono infatti diricostruireunrettangolodi18x16lacuiareaparia288:sitratta,evidentemente, della resa graca dello iugero castrense, che lautore del de iugeribus tratta immediatamente prima dellager tetragonus isopleurus e che specica misurare appunto 288 perticae quadrate27; secos,ladivisioneinquattrosettori,piuttostochealludereadunamagliacenturialecon lindicazionedeidueassiprincipalimostrerpisemplicementeladivisionedelloiugero castrense in quattro tabulae di 72 perticae quadrate (come precisato nel testo28). Vi peraltro anche un ulteriore elemento che induce a riutare un valore di unit di supercie allager tetragonus e cio la sua posizione nellindice dei nomina agrorum. Allinterno di questo indice, infatti, i nomina agrorum sono organizzati per categorie omogenee e lager tetragonus apre lelencazione di una serie di agri il cui nomen sembra dipendere dallarticolazione sulterreno(coscomeperquellidelgruppoimmediatamenteprecedenteeradeterminato dalla posizione rispetto agli assi principali del sistema centuriato); lindice cita anche agri che presentano una specica della dimensione, ma essi sono collocati in coda allelenco, dopo una serie di altri agri che traggono la loro denominazione dai personaggi a cui risale loperazione agrimensoria29. daescludere,dunque,checonlalocuzioneagertetragonussisiaindicatauna determinataunitdisuperciee,delresto,nonneppuredettocheagertetragonusein tetragononvoglianodenirenecessariamentelastessarealt.Questultimaespressione potrebbe essere stata utilizzataper indicare semplicemente la forma delle divisioni centuriali, 26 Guillaumin 1996, pp. 201 s., nn. 134 e 136.27 De iug. met. 354,2-5 Lach.: Kastrensis iugerus quadratus habet perticas CCLXXXVIII pedes autem quadratos XXVIII(milia)DCCC, id est per latus unum perticas XVIII quae in quattuor latera faciunt perticas LXXII habet itaque tabula una quadratas per-ticas LXXII. Cfr. anche, con diversa ricostruzione del testo, Martin - Grlois 1991, pp. 269, 272, 1 (che ritengono tutta la frase id est per latus unum perticas XVIII quae in quattruor latera faciunt LXXII una glossa da espungere dal testo); Guillaumin 1996, pp. 198 s. Sul rapporto tra questo testo e la g. 333 Lach. concordano ora anche Chouquer - Favory 2001, p. 271.28 Si vd., riguardo la g. 333 Lach., le osservazioni di Martin - Grlois 1991, p. 269 circa le alterazioni subite dalla gura primitiva nei diversi passaggi e, ancora, Guillaumin 1996, p. 199, n. 133, che intendendo lo iugero castrense come quadrato, osserva come il suo lato dovrebbe misurare non 18 bens 17 perticae: lerrore sarebbe da imputare allautore che, tratto in inganno dalla coincidenza del perimetro dello iugero di 240 x 120 piedi (72 perticae) con il perimetro di un quadrato di 18 perticae, non si sarebbe accorto che la supercie di un quadrato di 18 perticae di lato pari a 324 e non a 288perticae quadrate. 29 Nom. agr., 246-247 Lach.486per unit non quadrate ma quadrangolari o, meglio, rettangolari30 e, se cos fosse, le distanze dei cippi potrebbero restituire le dimensioni delle unit-base della divisione centurialeoppure larticolazioneinternadellesingolecenturie.Restadavedere,naturalmente,setalicifresi possano o meno considerare a dabili: a tale riguardo da osservare che mentre intervalli di 720 piedi tra i cippi sono ricordatinel Liber I anche per altre localit della Tuscia31, non sono invece menzionati intervalli di 860 piedi32.Unulterioreproblema,nellaricostruzionedeiricercatorifrancesi,rappresentato dallidenticazionedelsecondocatastodaloroindividuatosulterreno,Cornium-Sulmo II,conloperazionecatastalecheilLiberII,nelparagrafodellecivitatesPiceni(255,3-5 Lach.), aerma essere stata realizzata limitibus maritimis et montanis. Secondo costoro, infatti, il riferimento nel testo ad una lex Augustea e allimpiego di termini Augustei permetterebbe di datare tale intervento appunto in et augustea33. possibile, tuttavia, che questa rubrica rechi il ricordo di due distinti interventi - una divisione limitibus maritimis et montanis con centurie di 200 iugera ed unoperazione agraria lege Augustea) - e non di un unico intervento deliberato in et augustea. Ci, infatti, quanto potrebbe ricavarsi dal confrontocon la rubrica inseritanellelencodellecivitatesSamnii(260,3-6Lach.)chepurrisultandopicompleta nelladescrizionedellecaratteristichemorfologicheedeisistemiditerminazioneutilizzati per la divisione limitibus montanis et maritimis pure non fa alcun accenno allintervento lege Augustea; un altro elemento che induce a prospettare due diversi interventi agrari oerto dal lessico impiegato nella rubrica delle civitates Piceni, considerato che per loperazione agraria realizzata limitibus montanis et maritimis si parla di agri assignati, mentre in relazione alla lex Augustea si utilizza il verbo censire. Per quanto riguarda laltra citt della conca peligna, Sulmo, i dati gromatici che orono i Libri coloniarum sono assai scarni. Nel Liber I il lemma relativo alla citt, denita erroneamente colonia34,vieneachiuderelelencodellecivitatesdellaValeriaesilimitaaricordareche assegnazioni avevano avuto luogo ea lege qua et Cornius, eventualmente sottintendendo larealizzazionediassegnazionigraccanecomenellasuccitatarubricacorniese35.Nuovi interventi, secondo il Liber II, avrebbero interessato ancora Sulmo al pi tardi in et augustea; anche in questo caso non abbiamo una descrizione puntuale del dispositivo adottato maun semplice rimando alla rubrica relativa ad Aeserniae36. Le ricerche condotte G. Chouquer e Fr. Favory mostrano, dal canto loro, che il suo territorio venne strutturato da entrambe le divisioni 30 In questo senso anche Trotta 2004, pp. 252 s. 31 Lib. col. I 214,6 Lach. (Fida Tuder); 218,12 Lach. (Campi Tiberiani); cfr. anche 243,8 Lach.32 Brunet - Conso - Gonzales - Guard - Guillaumin - Sensal 2008, p. 34, n. 146 ritengono la cifra corrotta e da correggere in 840 piedi (pari a 7 actus) o 960 (pari a 8 actus).33 Chouquer - Clavel Levque - Favory - Vallat 1987, p. 136.34 Cfr. infra n. 70.35 Lib. col. I 229,8-9 Lach.: Colonia Solomontina ea lege est assignata qua et Cornius. Sul luogo vd. Firpo 1991, p. 286.36 Lib. col. II 260,16 Lach.:Solmona ea lege est assignata qua et ager Eserniae; Lib. col. II 260,7-9 Lach.: Esernia, oppidum mu-rum ductum. Iussu Neronis est deductum. Iter populo debetur ped L in centuriis et Augusteis terminis est assignatus. Sul luogo vd. Firpo 1991, pp. 286-288; secondo Chouquer - Clavel Levque - Favory - Vallat 1987, p. 143, g. 34) il territorio di Aeserniae conserverebbe tracce di una centuriazione, di et augustea, di 16 x 16 actus (cfr. ariguardo le obiezioni di Firpo 1991). 487agrariericonosciute nella conca peligna e che, dunque, sul piano gromatico questultima era considerata come un insiemeunitario.Inassenzadialtridatiutilioertidallatradizioneletterariaoricavabilidalla documentazioneepigraca,lasolavia,almomento,pervericarela dabilitdeidati gromatici oerti per Cornium dai Libri coloniarum resta lapproccio utilizzato dai ricercatori francesi. A riguardo da osservare che lanalisi del parcellare rurale odierno potrebbe consentire diricostruireunquadrodegliinterventifondiaridietromanapiarticolatodiquanto suppostoprecedentemente.Inaggiunta,infatti,alleduedivisioniagrariegiriconosciute, se ne pu aggiungere una terza, ancora piuttosto bene impressa nel paesaggio odierno (g. 2). Anchessa sembra strutturare lintera conca peligna, risultando ancora relativamente ben marcatanellareacircostanteSulmona,alquantopidegradataneidintornidiCornium. Uno degli assi principali N-S di questo sistema - in seguito indicato come Cornio-Sulmona A - costituito da un lungo troncone dellattuale Statale 17, tra Sulmona e Pratola Peligna, il cui tracciato coincide sostanzialmente con quello della Via Regia dAbruzzo, progettata negli anni 80 del XVIII secolo e realizzata riutilizzando e ponendo in collegamento tra loro viecavalcabilietratturigiinuso.IltronconecheunivaSulmonaconPopoliviaPratola Peligna, rilevato nel 1808 nellAtlante del Rizzi Zannoni (g. 3)37, sembra essere stato appunto unadiquesteviegiprecedentementeinusoeintegratenellarteriasenzalarealizzazione di interventi strutturali al tracciato, cos come ricorda ilColletta, responsabile del Corpo Reale di Ponti e Strade negli anni del governo murattiano, in una relazione del 181338. Tale viapotrebbeidenticarsiconlaviaSalara(oSalaria),cheladocumentazionearchivistica permettediseguirenelsuousoapartirealmenodagliultimiannidelXIIIsecolo39.Che 37 Rizzi Zannoni - Guerra 1788-1812, foglio 4. Limmagine stata riprodotta dal foglio conservato presso il Gabinetto dei Disegni del Museo di San Martino (n. inv. 5262/4); ringrazio il soprintendente, prof. Nicola Spinosa, per aver concesso le au-torizzazioni necessarie e le dott.sse Ileana Creazzo (responsabile dellu cio) ed Emma Gavotti per aver facilitato laccesso.38 Scrive il Colletta che il tratto tra Sulmona e Popoli sarebbe stato non costruito giammai perch supplito da antica traccia, or degradata no al segno di interrompere il passaggio in alcuni giorni dinverno e da renderlo incommodo in tutti i tempi dellanno (cit. in Bulgarelli Lucaks 1979, p. 330). Osservazioni analoghe erano state svolte dal Camilli (1790, p. 77), quan-do nel pianicare la via Regia dAbruzzo si eraposto il problema se potenziare il tratto Sulmona-Popoli oppure il tratto Sulmona-Raiano; il Camilli, che riteneva preferibile far passare la strada per Raiano, osservavainfatti come il tratto Sulmona-Popoli fosse soggetto a fenomeni di impaludamento. 39 Faraglia 1888, pp. 81-83, nr. LXV (1273) e pp. 87 s., nr. LXIX (1275);Pansa - Piccirilli 1891, p. 2, fasc. 2, nr. 13 (1292) e fasc. 2, nr. 17 (1297). Del tracciato della via Salara sono state proposte dierenti ricostruzioni, pur riconoscendosi la sua sostanziale coincidenza con il tracciato della Statale 17. Secondo il De Nino (1897, p. 67), che si fondava sul persistere del toponimo, la via Salara da riconoscere nella strada (di cui allepoca restavano scarse tracce ma che comunque risulta ancora leggibile nella cartograa odierna), che si stacca dalla Statale 17 allaltezza della chiesa di S. Brigida (3 km circa a nord di Sul-mona) e prosegue verso Sulmona con un tracciato grosso modo parallelo alla Statale; il van Wonterghem (1984, g. 306 e tav. II), riprendendo ilDe Nino, ipotizza che la via superasse il Vella poco prima della sua conuenza nel Gizio equindi risalisse verso la citt entrando per la Porta di S. Panlo ed in questi termini si esprime anche la Tuteri (1999, p. 365); diversamente, il Mattiocco (1994, pp. 157,g. 19, e 169 s.) propone un tracciato pressoch coincidente con la Statale 17. In particolare, da osservare come si parli, in documenti del XIII secolo, di una Ecclesia Sancti Catalli de via Salara che, per quanto ormai scomparsa, sulla base di altri documenti seriorI stata localizzata sul sito dellattuale chiesa della Madonna delle Grazie, sulla riva destra del Vella, nei pressi del ponte di S. Panlo, immediatamente a nord-est della citt (Mattiocco 1994, pp. 169-170). Se tale localizzazione corretta, da ritenere che la via Salara raggiungesse Sulmona mantenendosi sulla riva destra del Vella ed entrasse in citt attraverso il ponte di S. Panlo seguendo un tracciatoche sostanzialmente deve coincidere conlasse viariorilevato nellAtlante del Rizzi Zannoni. 488tale tracciato possa comunque risalire ad et romana suggerito dai rapporti geometrici che intercorronotraquestoeleduedivisioniagrarieginote,rapporticheanziparrebbero indicare lanteriorit del primo sulle seconde. In ogni caso, lesistenza, in et romana, di un parcellare cos orientato, almeno nellimmediato suburbio di Cornium, parrebbe testimoniato dal mausoleo rinvenuto nei pressi della chiesa della Madonna delle Grazie, tipologicamente databile agli inizi del I d.C.,parallelo al quale, a giudicare dalle planimetrie degli scavi Di Nino, a est correva una strada basolata mentre a ovest vi erano altre strutture, e di un secondo mausoleo, rinvenuto un centinaio di metri pi a sud, che trova i suoi confronti nella seconda met del I a.C.40 Per quanto riguarda il modulo di questo reticolo catastale, gli assi N-S, che risultano essere quelli meglio conservati, sembrano rispettare un intervallo di ca. 18 actus mentre gli assiE-W,perquantorisultinobenpidegradati,sembrerebberorispettareunintervallodi 21,5 actus. Si tratta di valori decisamente inusuali, come del resto poco usuale sembrerebbe la morfologia della maglia con centurie rettangolari, ma che ben si adattano alle cifre che i Libri coloniarumtramandanoperlagerCornius,consideratoche18e21,5actussonomultipli, rispettivamente, di 720 e di 860 piedi. da osservare, a tale riguardo, che soprattutto intorno aSulmonasembrapossibilericonoscereunadivisioneinterzidellecenturie:secos,idati cifrati dei Libri potrebbero riferirsi alla partizione interna delle centurie (gg. 4-5). Lacircostanzacheletraccediquestosistemasianobenconservatesoprattuttonel territoriodiSulmopiuttostocheinquellodiCorniumnonsembracostituireunostacolo poich, come si detto, secondo le indicazioni del Liber I,il territorio di Sulmo sarebbe stato assegnato mediante la stessa lex con cui era stato assegnato lager Cornius. Piuttosto, se questa loperazione agrimensoria realizzata lege Sempronia, resta da provare che sia stata eettivamente realizzata in et graccana poich, come notava il Mommsen, il riferimento alla lex Sempronia potrebbe voler dire che lintervento agrimensorio stato compiuto secondo le norme di tale leggemacipuessereavvenutoancheinetposterioreenonnecessariamentenelbreve periodo graccano41. Si tratta dunque di vedere se e come questo intervento agrimensorio pu essere datato.necessario,atalne,riconsiderarelericostruzioniproposteperleduedivisioni agrarie gi note, per le quali paiono opportune alcune modiche relativamenteai moduli. Perquantoriguardalaprima,Cornium-SulmoI,ladistanzatragliassiN-Ssembra calcolabile in 25 e non in 15 actus (gg. 6-7). Utilizzando tale misura si ottiene una migliore coincidenza tragli elementi superstiti del sistema, soprattuttonelle immediate vicinanze di Sulmona; inoltre, allinterno di tale maglia possibile integrare anche lasse principale della 40 Van Wonterghem 1984, pp. 137-141, nrr. 28 e 31, gg. 139, 144, 155.41 Mommsen 1852, p. 189, n. 55 (Rudor 1852, p. 333, sembra limitare ci ai solilimites, centuriae e termini); cfr. anche Ti-biletti 1978, p. 318. Firpo 1991, p. 215 ritiene che, volendo mantenere il parallelo tra la testimonianza dei Libri coloniarum e quanto stato osservato sul terreno da Chouquer e Favory, sarebbe preferibile porre lintervento lege Sempronia in rapporto con la fase di municipalizzazione delle comunit italiche allindomani della guerra sociale piuttosto checon la legislazione graccana; in questi termini anche Mouritsen 1998, p. 147, n. 54.489trama urbana della Sulmo romana, pressoch coincidente con lattuale corso Ovidio42. , anzi, interessantenotarecheproprioillimesteoricoacuisisovrapponecorsoOvidiopotrebbe aver costituito lasse principale N-S dellintero sistema: materializzato al suolo anche da altri elementi della viabilit secondaria, sia a sud che a nord di Sulmona, esso coincide esattamente con la linea ideale che unisce il centro diSulmo con il centro di Cornium. La distanza tra gli assi E-W, di cui quello meglio conservato visibile immediatamente a sud-est di Sulmona43, sembrainvececalcolabilein16actusedforsepossibilericostruireduecenturiedi16x25 actusimmediatamenteanord-estdiSulmona44.Lutilizzodiunmodulodi16x25actus potrebbe essere confermato dai rapporti geometrici che sembrano sussistere tra Cornium-Sulmo I ed il limesteorico di Cornio-Sulmona A a cui si sovrappone la Statale 17. Se, come sembra, lasse principale di Cornium-Sulmo I stato progettato in modo da unire i due centri urbani, necessario cheil puntoda cui lo si traguardato e da cui possono avere avuto inizio le operazioni di misurazione (ed in cui sar da riconoscere il locus gromae) sia stato scelto a sud di Sulmo, in una posizione rilevata che permettesse di mirare dallalto la piana sottostante e le due citt. Questo punto potrebbe essere posizionato ca. 2 km a sud di Sulmo, allintersezione con il succitato limes teorico di Cornio-Sulmona A, qui materializzato al suolodaunsentierocheperennizzauntracciatoviariodietromana45.Questopuntodi intersezione costituisce anche il vertice di una centuria di Cornium-Sulmo I a partire dal quale il limes di Cornio-Sulmona A viene a costituire la diagonale di una serie di rettangoli di 1 x 10 centurie (= 25 x 160 actus) di Cornium-Sulmo I (g. 8).La relazione geometrica che sussiste tra le due matrici sembra indicare in Cornio-Sulmona A il sistema pi antico, in rapporto al quale (o meglio, in rapporto ad unlimes del quale) stato successivamente realizzato Cornium-Sulmo I46.AncheperlamagliadiCornium-SulmoII,forseipotizzabilelimpiegodiun modulo diverso da quello (20 x 20 actus) suggerito dai ricercatori francesi, considerato che agli elementi superstiti del sistema si adatta ugualmente bene una maglia di 15 x 15 actus (g. 9). Sembra inoltre sussistere una relazione geometrica tra questa maglia e lasse principale N-S di Cornium-Sulmo I che, difatti, viene a costituire la diagonale di una serie di rettangoli di 1 x 5 centurie (15 x 75 actus) di Cornium-Sulmo II e, ancora, con lasse principale di Cornio-Sulmona A che viene a costituire la diagonale di rettangoli di 4 x 11 centurie (60 x 165 actus) (g. 10). Lattenzione posta nella pianicazione del progetto agrimensorio (e nella scelta dello scarto angolare tra i due sistemi) resa evidente dagli ulteriori rapporti geometrici che legano Cornium-Sulmo I e Cornium-Sulmo II: ogni due limites a partire dallasse 42 Cfr. Tuteri 1999, p. 373.43 Questo asse E-W lattuale via dei Cappuccini,documentata come via Alta a partire almeno dal X secolo, vd. Mattiocco 1994, pp. 149 e 247.44 Tale modulo esplicitamente indicato per Velia (Lib. col. I 209,10 Lach.), Vibo Valentia (Lib. col. I 209,19-20 Lach.) e Benevento (Lib. col. I 210,1-2 Lach.; Sic. Flacc. de cond. agr., 159,20-25 Lach.). 45 De Nino 1886; cfr. Van Wonterghem 1984, pp. 54, g. 16, itin. F e 281, n. 198.46 Sulla costruzione di maglie centuriali a partire da un limes di una precedente divisione agraria o da un troncone stradale preesistente vd. Perez 1995, pp. 51-65 e Roth-Congs 1996, pp. 332-345.490principale N-S di Cornium-Sulmo I, si osserva la medesima relazione geometrica (il limes costituisce la diagonale di una successione di rettangoli di 1 x 5 centurie di Cornium-Sulmo II) e lo stesso vale per gli assi orientati E-W; i punti cos deniti vengono a costituire i vertici opposti di rettangoli di 2 x 3 o 1 x 2 centurie diCornium-Sulmo II. A giudicare da tali relazioni,daritenerecheCornium-SulmoIIsiaposterioreaCornium-SulmoIe costruito a partire da questultimo. SedunquepossibilepostularelasuccessioneCornium-SulmoA/Cornium-SulmoI/Cornium-SulmoII,interminidicronologiaassolutaunprecisoterminus ante/post quem pu essere costituito dalla realizzazione di Cornium-Sulmo I, collocabile agli inizi del I secolo a.C. Come si detto, lorientamento e la maglia della divisione agraria sembrano guidare anche lo sviluppo urbanistico di Sulmo, il cui kardo maximus coincide con lasse principale del sistema centuriale. I rinvenimenti archeologici n qui eettuati sembrano indicare che la maglia urbana di Sulmo venne realizzata nella prima met del I secolo a.C., probabilmente in et post-sillana47 se la Sulmo distrutta da Silla identicabile con la citt peligna48.Diconseguenza,nonpitardidellanedelIIsecoloa.C.andrcollocatala realizzazione di Cornium-Sulmo A, mentre quelladi Cornium-Sulmo II andr posta tralasecondametdelIa.C.elaprimametdelIsec.d.C.,costituendoneilterminus ante quem la costruzione della via Claudia Valeria, negli anni 48-49 d.C., un cui troncone si sovrappone ad un limes del sistema centuriale. Standocoslecose,allorapossibilenonsoloidenticareCornium-SulmonaA conloperazioneagrimensoriacheiLibricoloniarumdichiaranoesserestatarealizzatalege Sempronia ma ancheritenere che essa risalga eettivamente ad et graccana e, soprattutto, che la notizia ad essa relativa registrata nel Liber I sia autentica e non duplicazione della rubrica di Tarquinii.Per quanto riguarda, invece, Cornium-Sulmo I, essa potr essere identicata con loperazione agrimensoria che il Liber II dichiara realizzata mediante limites maritimi et montani tenuto conto che il modulo impiegato - 16 x 25 actus - coinciderebbe perfettamente con le dimensioni che il Liberattribuisce alla sua centuria (200 iugera). Cornium-Sulmo II, inne, potridenticarsi conlintervento augusteo qualora la ricognizionefondiaria a cui allude la rubrica del Liber II abbia comportato anche una riorganizzazione agrimensoria dei suoli.Sembrerebbe dunque possibile aggiungere con relativa sicurezza anche la conca peligna a quelle aree dellItalia centro-meridionale che furono interessate dalla legislazione graccana. Ataleriguardodarilevarelampiezzaeladensitdelletraccedelcatasto,soprattutto nellimmediato suburbio di Sulmo, elemento che induce a postulare un intervento radicale di riorganizzazione fondiaria. Ci sembrato incompatibile con le vicende politiche delle due citt peligne che, almeno no allo scoppio della guerra sociale, non avrebbero avuto conitti 47 Tuteri 1999, pp. 367 e 371.48 Flor. 2,9,28. Circa lidenticazione della Sulmo citata da Floro con la Sulmopeligna vd. Gabba 1973 e cfr. Firpo 1991, pp. 281 s. Diversamente, il Mommsen (1882, p. 45), seguitoda altri, la identicava con la Sulmo volsca (cfr. Van Wonterghem 1984, p. 224,n. 12).491con Roma tali da giusticare la consca e la trasformazione in ager publicus di una cos ampia porzionediterritorio49.ILibricoloniarum,tuttavia,ricordanolinterventograccanoanche interritoridialtrecittfederate,aTarquinii,aVerulaeeaFerentium50.Perspiegaretali provvedimenti stato ipotizzato che essi abbiano interessato aree disabitate o ancora incolte al ne di ripopolarle51. Sebbene sia stato osservato che un tale intervento avr in ogni caso interessatosolopartideiterritorialleati,laddovenelcasodiCorniumeSulmosembrano essere stati oggetto di intervento i rispettivi agri nel loro complesso o, quanto meno, le loro parti pianeggianti e pi fertili52, forse possibile spiegare proprio in questa chiave lintervento nella valle peligna.innanzituttodaricordarecheunintensofenomenomigratoriosembrerebbeavere interessato larea peligna nella prima parte del II secolo a.C.: nel 177 a.C. Sanniti e Peligni lamentavano la partenza di 4.000 famiglie trasferitesi a Fregellae53. Lepisodio non deve essere stato isolato e, sia pure in forme meno eclatanti, verosimile immaginare ulteriori migrazioni dallarea peligna in altre citt dellItalia centrale54, determinando un vuoto demograco che di cilmente sar stato colmato nei decenni successivi55. 49 In questo senso Tomsen 1947, p. 279; cfr. Humbert 1978, pp.226 s.; Van Wonterghem 1984, pp. 23-26; Firpo 1991, p. 214.50 Tarquinii: vd. supra e n. 5; Verulae (Lib. col. I 239,11-13 Lach.): Verulae, oppidum murum ductum. ager eius limitibus Grac-chanis in nominibus est adsignatus, ab imp. Nerva colonis est redditus; Ferentium: vd. infra, n. 69. Il foedus tra Roma e Tarquinii variamentecollocato,nel 281 o nel 268 a.C., cfr. Sordi 1986, p. 168, e dovette comportare per la citt etrusca la perdita di unalarga parte del suo territorio, utilizzata - tutta o in parte - per la deduzione della colonia latina di Graviscae, nel 181 a.C. (Liv. 40,29,1) e di Forum Cassii, cfr. Torelli 1997, p. 262. Il foedus con Verulaerisale al 306 a.C., quando la citt ernica, in-sieme ad Aletrium e Ferentinum, scelse di non seguire Anagnia nella guerra contro Roma, vd. Humbert 1978, p. 212. Pesanti consche territoriali avevano colpito qualche decennio prima gli Ernici, nel 358 a.C., consche che avevano reso possibile, in quello stesso anno, la creazione di una nuova trib, la Poblilia (Taylor 1960, pp. 50-53; cfr. Humbert 1978, p. 212, n. 21); Chouquer - Clavel Levque - Favory - Vallat 1987, p. 121 ipotizzano un possibile legame di Flor. 1,5,19-20 (secondo cui de Verulis et Bovillis pudet, sed triumphavimus) con una attiva partecipazione di Verulae agli avvenimenti del 361-358 a.C., dalla quale sarebbero potute derivare consche nel suo territorio; in ogni caso Verulae dopo la guerra sociale verr iscritta nella trib Cornelia, diversamente da Alatrium e Ferentinum, iscritte come Anagnianella trib Poblilia.51 Humbert 1978, pp. 306 s., n. 76 (cfr. anche p. 213, n. 22 a proposito di Verulae). Almeno per Verulae, tuttavia, lipotesi di una crisi demograca che si rietterebbe in una contrazione della cinta muraria nel I secolo a.C., formulata da Coarelli 1982, pp. 201 s., seguito da Chouquer - Clavel Levque - Favory - Vallat 1987, p. 121, n. 114, sembra da respingere, vd.Quilici -Quilici Gigli 1998, pp. 194 e 222. Tracce di due divisioni agrarie, la seconda delle quali posta in relazione con la notizia del Lib. col. Isono state riconosciute nel territorio di Veroli da Chouquer - Clavel Levque - Favory - Vallat 1987, pp. 119-123 (assai cauti, a tale riguardo,simostranoQuilici - Quilici Gigli 1998, p. 223, n. 222, che suggeriscono la possibilit di un invio di coloni in et sillana).52 Cfr. Firpo 1991, pp. 214 s. (ma con riferimento alla sistemazione di et sillana).53 Liv. 41,8,6-8; vd. Coarelli 1991.54Cfr.ariguardoCoarelli1991apropositodeiSamnitesinquolaediAesernianeiqualiriconosceungruppodiSanniti emigrati nella colonia latina (contro lipotesi tradizionale che nei Samnites esernini riconosce loriginale popolazione sannita trasformata in incolae allatto della deduzione della colonia latina; in questo senso, ad es., Buonocore 2003, nr. 8 con altri riferimenti)55 Il trend demograco della penisola tra la ne del III e la ne del I secolo a.C. materia controversa: contro lipotesi di una sensibile diminuzione del numero dei liberi, sostenuta dal Brunt (1971) e, in ultimo, dallo Hopkins (1984, cfr. in part. la ta-bella alle pp. 77 s.), si avanza ora lipotesi di una popolazione libera in crescita (ad es., Lo Cascio - Malanima 2005), con una conseguente pressione sulle risorse ed un correlato impoverimento dei ceti rurali (da cui dipenderebbe il calo sensibile che si osserva nelle cifre dei censimenti nei decenni centrali del II secolo, vd. de Ligt 2004; 2007, pp. 168-170). Per quanto riguarda larea peligna e lepisodio ricordato da Livio, lesodo verso Fregellae, quali fossero stati i motivi a determinarlo, avrebbe posto in seria di colt la comunit, a suo dire incapace di far fronte agli obblighi militari cui era tenuta nei confronti di Roma. 492Ancora, la toponomasticamedievale e modernasuggerisce la presenza diusanella pianadi zone acquitrinose e di palude formatesi verosimilmente in et alto-medievale, quando dovette venire meno la regolare manutenzione delle opere di terrazzamento e del sistema di canalizzazioni che regimavano il usso delle acque56; interventi di bonica furono intrapresi inetnormanno-svevae,ancora,nelXIXsecolo,riattivandoeampliandoilsistemadi canalizzazioni che permetteva il deusso delle acque e, soprattutto, assicurandone la continua manutenzione57. Se, dunque, la presenza di opere idrauliche per il deusso delle acque o, pi in generale, dioperedisistemazionedeisuolichepermettelabonicadelleareeoccupatedapaludie acquitrini,nonchunapirazionaledistribuzionedelleacquemedesime,verosimileche inetrepubblicana,primadelleoperedisistemazioneagrimensoriadeisuoli,ilpaesaggio della valle non fosse molto dissimile da quello di et alto-medievale e che i terreni della piana, potenzialmentefertilimasoggettiaimpaludamento,fosserosoloparzialmentecoltivati.Se cos fosse, gli agrimensori graccani potrebbero avere operato, recuperandoli e valorizzandoli, su terrenise non marginali, quanto meno sottoutilizzati e le dimensioni dellintervento, esteso a tutta la piana, si giusticherebbero con la necessit di regolare il deusso e la distribuzione delleacquelungolinteroassevallivo.daosservare,ataleriguardo,lostrettolegame chesembrerebbesussisteretralamagliacenturialegraccanaepartedelleopereidrauliche ancora oggi in funzione: ad esempio, il tracciato della Forma Grande, canale di irrigazione documentatodaltardomedioevomachesiipotizzatopossaricalcareunsistemairriguo dietromana,risultaperalcunisuoitrattiisoclineallagrigliacenturialementreelementi delle derivazioni secondarie paiono coincidere con il tracciato dei limites teorici. Ci sembra valere anche per alcuni tratti dei corsi uviali del Gizio e del Sagittario, che o risulterebbero isocliniallagrigliacenturiale,oppureverrebberoacoincidereconiltracciatoteoricodei limites principali o con quello degli intercisivi a un terzo di centuria (cfr. g. 5). Se nel primo caso il coincidere degli orientamenti potrebbe eventualmente dipendere dalla scelta operata dagliagrimensoridiallineareilreticolocenturialerispettoalcorsouvialeeaquelleche erano le linee di deusso naturale delleacque della valle, nel secondo la coincidenza tra corso uviale e tracciato teorico dei limites principale e degli intercisivi potrebbe piuttosto suggerire una regolarizzazione del primo in funzione dei secondi58. altres da sottolineare lo stretto rapporto che sussisterebbe tra la maglia centuriale e La documentazione archeologica nota, da parte sua, non consente di avanzare ipotesi riguardo allevolversi del popolamento nellarea peligna tra III e I secolo a.C., se cio vi sia stata una regressione o, al contrario, una crescita demograca (cfr. van Wonterghem 1984, pp. 41-44 ove comunque si nota la crescente importanza, anche demica, dei due centri urbani), anche se segni di crescita nel territorio sembrerebbero cogliersi soprattutto a partire dal I secolo a.C. 56 Cfr. Mattiocco - Van Wonterghem 1995.57 Mattiocco - Van Wonterghem 1995, pp. 197-199.58 Sullo stretto legame esistente tra centuriazione e organizzazione idraulica di un territorio vd. Quilici Gigli 1997, con altra bibl. Per ulteriori esempi cfr. Manconi - Camerieri - Cruciani 1997, pp. 417 s.; Manconi 1998 ove si riscontrano a nord delle Fonti del Clitumno i resti di una maglia centuriale (di 10 x 10 actus), al cui interno sono integrati il torrente Marroggia, dal corso perfettamente rettilineo e isocline alla pertica ed il ume Clitumno, parallelo al Marroggia e da esso distante circa 10 actus.493la viabilit che serviva la conca. Il coincidere dellasse principale del sistema con un troncone della strada che attraversava da nord a sud la valle, suggerisce che tra gli obiettivi dellintervento agrimensorio vi sia stato anche il miglioramento della viabilit principale di questarea. Un tale obiettivo, in termini pi generali, stato certamente perseguito dai Gracchi e in particolare da Gaio che, secondoAppiano e Plutarco, avrebbe curato la realizzazione di strade o attraverso unapposita lex Sempronia viaria (del 123-122 a.C.) o mediante disposizioni contenute nella leggeagrariafattadaluiapprovarenellaprimametdel123a.C.59Lostrettolegametra assegnazionigraccaneeviabilitsembradimostratodallastradafattacostruiredalconsole del 126 a.C. M. Emilio Lepido a partire dal forum graccano di Fioccaglia di Flumeri, in area irpina60 o ancora dallattivit svolta dal console graccano del 125 a.C., M. Fulvio Flacco, che nel 124 a.C. avrebbe curato la realizzazione della via Fulvia e di una serie di insediamenti, tra i quali un Forum Fulvi61. E, daltra parte, una certa attenzione verso la razionalizzazione ed il potenziamento della rete stradale tradito, per gli anni che immediatamente precedono lattivit dei Gracchi, dalle parole che Scipione Emiliano pronuncia, probabilmente nel 140 a.C.,controTiberioClaudioAsello,accusandolodiaveralteratopreesistentisistemazioni agrarieper regolarizzare il tracciato delle vie e descrivendo, sia purrapidamente, la procedura tecnicaseguitadalsuoavversario,chedalocoexcelsissimotraguardavalapianasottostante62 perscegliereevidentementeiltracciatopiidoneoallambientenaturaleeagliscopichesi preggeva. La ricostruzione proposta, se coglie nel vero, rende possibili alcune altre considerazioni. Innanzi tutto, il modulo utilizzato per la griglia centuriale, 18 x 21,5 actus, per quanto possa sembrareinusuale,richiamaunluogodegliExcerptaexdemonstrationeartisgeometricaeove sono indicate, espresse in piedi, le distanze acui potevano essere collocatii limites di una divisioneagraria;nontuttetalidistanzecorrispondonoadunnumerointerodiactus63. LarubricadelLiberIrelativaallagerAtteiatisoreunulterioreesempiointalsenso,con lindicazione di limites distanti 1400 (11,66 actus), 1600 (13,33 actus), 2200 (18,33 actus), 2400 e 2500 (20,83 actus) piedi64. 59 Plut. Gr. 27,3 e 28; App. civ. 1,23,98. Cfr. Gabba 1958, p. 78; Camodeca 1997, pp. 265 s.60 Camodeca 1997.61 Fraccaro 1953. Contro tale ipotesi largamente accolta Radke 1981, p. 268 che attribuisce la realizzazione della via e del forum al console del 159 a.C., M. Fulvio Nobiliore impegnato contro i Ligures Eleates.62 Gell.,NA,2,20,6(=ORF129,frg.20):VerbaexorationeeiuscontraClaudiumAsellumquintahaecsunt:Ubiagros optime cultos atque villas expolitissimas vidisset, in his regionibus excelsissimo loco grumam statuere aiebat; inde corrigere viam, aliis per vineas medias, aliis per roborarium atque piscinam, aliis per villam.Il luogo stato posto in relazione con il processo intentato da Claudio Asello a Scipione Emiliano nel 140 a.C., vd. Astin 1967, pp. 175-177, 257-258 n. 27.63 Boeth. demon. 397,7-14 Lach.: Plerumque sunt agri quam multi assignati. Quorum mensura limitum licet diversa sit, tamen distant a se alius ad alio in pedes C, in pedes CL, in pedes CCXL, in pedes CCC, in pedes CCCXC, in pedes CCCCXX, in pedes CCCCLXXX, in pedes DC, in pedes DCC, in pedes DCCCXL, in pedes DCCCCLXII et in pedes I(mille)XX, in pedes I(mille)CC, in pedes I(mille)CCCCXL, in pedes mille DC, in pedes I(mille)DCC, in pedes I(mille)DCCC, in pedes II(milia)CC; se alcune delle distanze indicate possono essere riferibili alla suddivisione interna di una centuria, le altre devono fare riferimento ai limites principali. 64 Lib. col. I 240,10-15 Lach.: ager Atteiatis. oppidum. populo iter non debetur. nam agri eorum intercisivis limitibus sunt assi-gnati et in centuriis. per quorum limitum sunt ped. XCCCC DC II(milia)CCII(milia)CCCC II(milia)D. eorum cursus est per 494Lacoincidenzatraledistanzeacuieranodispostiicippi,coscomeindicatedai Libri coloniarum, e quanto deducibile dallanalisi della cartograa odierna stata peraltro recentementerilevataperlagerSpellatinus,65ovesonoricordateassegnazioniinmodum iugerationis, con termini distanti 1200 (10 actus), 1920 (16 actus), 2100 (17,5 actus) e 2400 (20 actus) piedi; tali indicazioni verrebbero confermate dalla persistenza, nel tessuto agrario attuale di resti di divisioni agrarie basate su tali moduli, tra cuianche17,5 actus66.Ancora, limpiego di un modulo decisamente inusuale,1020 (8 actus e 1/2) x 1400 (11 actus e 2/3) piedi stato suggerito per la divisione agraria che organizzava, in area picena, il territorio tra Sarnano e Amandola. A supporto della ricostruzione che di essa stata proposta vi anche il rinvenimento di un cippo gromatico le cui coordinate bene si concilierebbero con le tracce centuriali ancora visibili sul terreno67.La genuinit dei dati tramandati daiLibri coloniarum per Cornium, pone il problema di valutarne la validitanche in relazione a Tarquinii. Se, infatti, derivazione o confusione tra i dati gromatici delle due citt vi fosse stata, potrebbe adesso essere la rubrica di Tarquinii a derivare da quella di Cornium e non viceversa. Ora, lanalisi (sia pure preliminare) del tessuto rurale attuale parrebbe restituire anche nel territorio di Tarquinii, ed in particolare nellarea a sud-ovest della citt antica, i resti di una divisione agraria basata su un modulo di 18 x 21,5 actus,confermandoidatiriportatidalLiberI;comenelcasodiCornium,sembrerebbe rilevabile una divisione in terzi delle centurie, suddivise in unit di 720 x 860 piedi68. Se tale datodovesseessereconfermato,sipotrebbeconcluderecheiLibricoloniarum,almenoin relazione a Cornium e Tarquinii conservino un nucleo autentico di dati gromatici relativi ad assegnazioni realizzate in et graccana nei loro territori. A questi due centri potrebbe essere aggiunta anche Ferentium, unaltra delle civitates foederatae che, secondo il Liber I, sarebbe stata oggetto di assegnazioni lege Sempronia. Per Ferentium sono ugualmente indicate le distanze dei cippi, posti a 1440 (= 12 actus), 480 (= 4 actus) e 600 (5 actus) piedi69. Appare signicativo, in questo contesto, il primo valore (1440 piedi), multiplo dei 720 piedi a cui eranodisposti i cippi di Cornium e Tarquinii70.Le distanze dei cippi, cos come indicate per Cornium e Tarquinii nei Libri coloniarum, potrebbero forse restituire le dimensioni dei lotti assegnati ai beneciari della distribuzione rationem arcarum riparum canabularum vel novercarum. et variis locis terminos Augusteos. 65 Lib. col. I 224,6-10 Lach.66 Manconi - Camerieri - Cruciani 1997; Manconi 1998.67 Moscatelli 1991; 1995, p. 303.68 Su tale argomento si torner in altra sede.69 Lib. col. I 216, 3-10 Lach.: Colonia Ferentinensis lege Sempronia est adsignata. Sed quod ante limitibus centuriatis fuit adsi-gnata, postea decientibus veteranis iuxta dem possessionis est recensita, sed numeris uncialibus termini sunt constituti. Id est alii siliceI crassi p. IZ, ZZ longI qui distant a sein pd. CCCCXL. Alii albi, ZZ [IIII] longI distant a se pd. CCCCLXXX. Alii longi dodrant. distant a se pd. DC. Ceteros prout natura locoruminvenit, positi sunt.70 Va rilevato che sia Tarquinii che Ferentium sono indicate nel Liber I come coloniae. Tale errore rietterebbe la perdita della distinzione tra deduzione di colonia e assegnazioni viritane, vd. Grelle 1992, p. 81; cfr. anche Mommsen 1852, p. 185; Pais 1923, pp. 327-331. La deduzione eettiva di una colonia, sia a Tarquinii che a Ferentium, sostenuta, sulla base delle testimo-nianze del Liber coloniarum I, da P g 1966, pp. 43 e 58(ripreso da Sordi 1986, p. 168 per quanto riguarda Tarquinii).495agraria71. Com noto, le fonti non indicano le dimensioni dei lotti concessi agli assegnatari graccanieciperch,probabilmente,talidimensionidovetterovariaresecondolearee geograchee/olecaratteristichepedologichedeiterreniassegnati72.SecondoilMommsen, i lotti sarebbero stati di 30 iugera e ci sulla base di una clausola contenuta nella lex agraria epigraca che ssa appunto in tale estensione la terra posseduta che poteva diventare privata73. Tuttavia, com stato osservato, tale clausola - quandanche dovesse riferirsi alle assegnazioni graccane74 - sserebbe solo un limite ed anzi da essa potrebbe ricavarsi che vi potevano essere possessiexlegeSemproniasuperioriai30iugera75.Qualechesia,almenoagiudicaredai dati oerti dai Libri coloniarum, gli agrimensori graccani avrebbero privilegiato maglie con centuriequadratedi20x20actus. Vienedunquedachiedersiperchavrebberocompiuto uneccezione per i territori di Cornium e di Tarquinii scegliendo una maglia rettangolare di 18 x 21,5 actus. Se si esclude che ci possa essere dipeso dalle caratteristiche geomorfologiche di queste aree, non tali da escludere anche limpiego di un modulo di 20 x 20 actus, allora possibile che ci sia dipeso dal risultato nale che si intendeva ottenere sul terreno, e cio che le dimensioni della centuria siano state denite in funzione delle dimensioni dei lotti che si intendeva distribuire. Se cos fosse, le distanze dei cippi potrebbero restituire le dimensioni del singolo lotto e dunque larticolazione interna della centuria, suddivisa in nove unit fondiarie; inquestocaso,nellaconcapelignagliassegnatariavrebberoottenutolottidi21,5iugera mentreaTarquinii,dovesecondoilLiberIavremmoavutocippicollocatialledistanzedi 830 e 860 piedi, vi sarebbero state due tipologie di lotti, da20,75 e da 21,5 iugera. Due serie di lotti, inne, da 24 (1440 x 480 piedi) e 30 iugera (1440 x 600 piedi), potrebbero essere stati distribuiti a Ferentium, se si dovesse accertare anche per questo centro lautenticit dei dati gromatici. La dierente dimensione dei lotti potrebbe dipendere, qui come altrove, dalla diversa qualit o posizione dei suoli assegnati76.71Lopinioneprevalentevuolechesoloicittadiniromaniabbianopartecipatoalleassegnazioni;nonmancano,tuttavia, studiosi secondo cuI vista la vivace partecipazione di latini e alleati allintero episodio graccano e la loro divisione tra ric-chi e poveri, cos come risulta dalla versione appianea, anche i proletari italici siano stati ammessi al programma agrario nellambito delle loro comunit, cfr. Gabba 1990, pp. 675-676, n. 9 con altri riferimenti; tuttavia, Mouritsen 1998, pp. 15-18 considera il tono italico del racconto appianeo come una costruzione letteraria priva di fondamento.72 Cfr. Lintott 1992, p. 217.73 CIL I, 585 (= Crawford 1996, nr. 2), ll. 13-14.Su questo testo vd. Lintott 1992, Crawford 1996, pp. 113-180 e, da ultimo, Sacchi 2006. Sulla legislazione graccana vd. anche de Ligt 2001.74 Cfr. Lintott 1992, pp. 216 s.; Crawford 1996, p. 161.75 De Martino 1988, pp. 184 s.76 Le ricostruzioni qui presentate migliorano e rendono superate quelle edite in Soricelli 2006.496 BiniiociaiiaAstin 1967Astin, A.E., Scipio Aemilianus, Oxford 1967Blume - Lachmann - Rudor 1848Blume,F.-Lachmann,K.-Rudor,A.,DieSchriftenderrmischenFeldmesserI,Berlin 1848Blume - Lachmann - Rudor 1852 Blume,F.-Lachmann,K.-Rudor,A.,DieSchriftenderrmischenFeldmesserII,Berlin 1852Brunet - Conso - Gonzales - Guard - Guillaumin - Sensal 2008Libri coloniarum (Livres des Colonies). Corpus Agrimensorum VII,dd. C. Brunet - D. Conso - A. Gonzales - T. Guard - J.-Y. Guillaumin - C. Sensal, Besanon 2008Brunt 1971 Brunt, P.A., Italian Manpower, 225 B.C.-A.D.14, New York-Oxford 1971Bulgarelli Lucaks 1979Bulgarelli Lucaks, A., La rete stradale ed opere pubbliche durante il decennio francese e un inedito rapporto di Pietro Colletta, Archivio Storico per le Province Napoletane 18, 1979Buonocore 2003Buonocore, M., Molise. Repertorio delle iscrizioni latine. Le iscrizioni di Aesernia, Campobasso 2003Camilli 1790 Camilli, F.S., Su la strada regia da costruirsi per lAbruzzo Ultra, LAquila 1790Camodeca 1997Camodeca, G., M. Aemilius Lepidus, cos. 126 a.C., le assegnazioni graccane e la via Aemilia in Hirpinia, Zeitschrift fr Papyrologie und Epigraphik 115, 1997, pp. 263-270Carcopino 1929Carcopino,J.,LesloisagrairesdesGracquesetlaguerresociale,BulletindelAssociation Guillaume Bud22, 1929, pp. 3-23497Chouquer - Clavel Levque - Favory - Vallat 1987Chouquer, G. - Clavel Levque, M. - Favory, F. - Vallat, J.P., Structures agraires en Italie centro-mridionale: cadastres et paysages ruraux, Rome 1987Chouquer - Favory 2001Chouquer, G. - Favory, F.,Larpentage romain, Paris 2001Coarelli 1982Coarelli, F., Lazio, Roma-Bari 1982Coarelli 1991Coarelli, F., I Sanniti a Fregellae, in La romanisation du Samnium aux IIe et Ier sicles av. J.-Ch. Actes du Colloque (Naples, 4-5 novembre 1988), Naples 1991, pp. 177-185Crawford 1996Crawford, M.,et alii, Roman Statutes I, London 1996de Ligt 2001 de Ligt, L., Studies in Legal and Agrarian History. III. Appian and the Lex Toria, Athenaeum 89, 2001, pp. 21-144de Ligt 2004 de Ligt, L., Poverty and Demography: the Case of the Gracchan Land Reforms, Mnemosyne 57 (2004) pp. 725-757de Ligt 2007 de Ligt, L., Some oughts on the Nature of the Demographic Crisis of the Second Century B.C., in Crises and the Roman Empire, edd. O. Hekster - G. de Kleijn - D. Slootjes,Leiden-Boston 2007, pp. 167-181Del Lungo 2004Del Lungo, S., La pratica agrimensoria nella tarda antichit e nellalto medioevo, Spoleto 2004De Martino 1988 De Martino, F., Gromatici e questioni graccane, in Id., Nuovi studi di economia e diritto romano, Roma 1988, pp. 163-188De Nino 1886De Nino, A., Pettorano, Notizie degli Scavi 1886, pp. 431-432498De Nino 1897De Nino, A., Sulmona - Tomba arcaica scoperta nel territorio del comune, Notizie degli Scavi 1897, pp. 67-68.Faraglia 1888 Faraglia G., Codice Diplomatico Sulmonese, Lanciano 1888Firpo 1991 Buonocore,M.-Firpo,G.,FontilatineegrecheperlastoriadellAbruzzoanticoI,Padova 1991 Fraccaro 1953Fraccaro,P.,UnepisodiodelleagitazioniagrariedeiGracchi,inStudiespresentedtoD.M. Robinson II, St. Louis 1953, pp. 884-892Gabba 1958 Gabba, E. (a cura di), Appiani bellorum civilium liber primus, Firenze 1958Gabba 1973 Gabba E., Commento a Floro, II 9, 27-28, in Id., Esercito e societ nella tarda repubblica romana, Firenze 1973, pp. 361-367Gonzales 2006 Gonzales, A., Autour dun palimpseste de lhistoire gromatique: les Libri coloniarum, inGonzales - Guillaumin 2006, pp. 13-22Gonzales - Guillaumin 2006Autour des Libri coloniarum. Colonisation et colonies dans le monde romain, dd. A. Gonzales - J.-Y. Guillaumin, Besanon 2006Grelle 1992 Grelle, F. Struttura e genesi dei Libri coloniarum, in Die rmische Feldmesskunst, a cura di O. Beherends - L. Capogrossi Colognesi, Gttingen 1992, pp. 67-85Guillaumin 1996 Guillaumin, J.-Y, Corpus agrimensorum Romanorum. II. Balbus, Prsentation systmatique de toutes les gures. III. Podismus et textes connexes, Napoli 1996Guillaumin 2004 Guillaumin,J.-Y.,SurquelquesmarqueursdelimitedanslesLibricoloniarum,Dialogues 499dHistoire Ancienne 30 (2004) pp. 101-113Guillaumin 2007 Guillaumin, J.-Y., Sur quelques notices des arpenteurs romains, Besanon 2007Harris 1971 Harris, W.V., Rome in Etruria and Umbria, Oxford 1971Hinrichs 1974Hinrichs, T.F., Die Geschichte der gromatischen Institutionen, Wiesbaden 1974Hopkins 1984Hopkins, K., Conquistatori e schiavi, Torino 1984Humbert 1978Humbert,M.Municipiumetcivitassinesuragio.Lorganisationdelaconqutejusqula guerre sociale, Rome 1978Lintott 1992 Lintott A., Judicial Reform and Land Reform in the Roman Republic, Cambridge 1992Lo Cascio - Malanima 2005Lo Cascio, E. - Malanima, P., Cycles and Stability. Italian Population before the Demographic Transition (225 B.C. A.D. 1900), Rivista diStoria Economica 21 (2005), pp. 5-40Manconi 1998Manconi,D.,Rseaucenturidu ValdOmbrieNord:lacoloniedHispellumetlesterritoires attribus,inAtlasHistoriquedesCadastresdEurope,dd.M.ClavelLvque-A.Vignot, Luxeuil-les-Bains 1998, Italie, dossier II 8Manconi - Camerieri - Cruciani 1997Manconi,D.-Camerieri,P.-Cruciani,W.,Hispellum.Pianicazioneurbanaeterritoriale, in Assisi e gli Umbri nellantichit. Atti del Convegno Internazionale (Assisi, 18-21 dicembre 1991), a cura di G. Bonamente -F. Coarelli, Assisi 1997, pp. 375-423Martin - Grlois 1991Martin, J.-M. - Grlois, J.P., Le trait de iugeribus metiundis, in Gometries du sc byzantin, dd. J. Lefort - R. Bondoux - J.-Cl. Cheynet - J.-P. Grlois - V. Kravari, Paris 1991, pp. 267-281500Mattiocco 1994 Mattiocco, E., Sulmona. Citt e contado nel catasto del 1376, Pescara 1994Mattiocco- Van Wonterghem 1995Mattiocco,E.- Van Wonterghem,F.,SistemiirriguinelterritoriodeiPelignitraantichite medioevo, ATTA 4, 1995, pp. 198-209Mommsen 1852 Mommsen, T., Die Libri coloniarum, in Blume et alii 1852, pp. 143-220Mommsen 1882 Mommsen, T., Die untergangenen Ortschaften im eigentlichen Latium, Hermes 17,1882, pp. 42-58Mommsen 1909 Mommsen,T.,DieInterpolationendesGromatischenCorpus,inId.,GesammelteSchriften VII, Berlin 1909, pp. 464-482Moscatelli 1991Moscatelli, U., Resti di divisioni agrarie nel territorio tra Amandola e Sarnano in et romana, Annali della Facolt di Lettere e Filosoa dellUniversit di Macerata 24, 1991, pp. 529-550Moscatelli 1995Moscatelli, U., e Evolution of Rural Settlement in Regiones V and VI: from the Roman tothe Early Medieval Period, in Settlement and Economy in Italy 1500 BCto AD 1500. Papers of the Fifth Conference of Italian Archaeology, ed. N. Christie, Oxford 1995, pp. 303-309Pais 1923Pais, E., Storia della colonizzazione di Roma antica, Roma 1923Pansa - Piccirilli 1891 Pansa G. - Piccirilli P., Elenco cronologico delle pergamene e carte bambagine pertinenti allArchivio della Pia Casa della SS. Annunziata di Sulmona, Lanciano 1891Perez 1995 Perez,A.,LescadastresantiquesenNarbonnaiseoccidentale.Essaisurlapolitiquecoloniale romaine en Gaule du Sud (IIe s. av. J.-C. IIe s. ap. J.-C.), Paris 1995501Peyras 2006 Peyras, J., Libri coloniarum et luvre gracchienne, in Gonzales -Guillaumin 2006, pp. 47-63P g 1966 P g, A.J., Die Ausbreitung des rmischen Stdtewesen in Etrurien, Firenze 1966Quilici - Quilici Gigli 1998 Quilici, L. - Quilici Gigli, St., Ricerche di topograa per la forma urbana di Veroli, ATTA 7, 1998, pp. 157-224Quilici Gigli 1997QuiliciGigli,St.,Lirregimentazionedelleacquenellatrasformazionedelpaesaggioagrario dellItalia centro-tirrenica,in Uomo Acqua e Paesaggio, Atlante Tematico di Topograa Antica II Suppl., Roma 1997, pp. 193-212

Radke 1981Radke, G., Viae publicae Romanae, Bologna 1981Rizzi Zanoni - Guerra 1788 - 1812Rizzi Zanoni, G.A. - Guerra, G., Atlante geograco del Regno di Napoli, Napoli 1788-1812Roth-Congs1996 Roth-Congs,A.,Modalitspratiquesdimplantationdescadastresromains:quelquesaspects, Mlanges de lcole Franaise de Rome - Antiquit 108, 1996, pp. 299-421Rudor 1852 Rudor A., Gromatische Institutionen, in Blume et alii 1852, pp. 227-464Sacchi 2006Sacchi, O., Regime della terra e imposizione fondiaria nellet dei Gracchi, Napoli 2006Schubert 1996Schubert,C.,LandundRauminderrmischenRepublik.DerKunstdes Teilens,Darmstadt 1996Sordi 1986 Sordi,M.,TarquiniaeRoma,in Tarquinia:ricerche,scavieprospettive.AttidelConvegno Internazionale di Studi La Lombardia per gli Etruschi (Milano, 24-25 giugno 1986), a cura di M. Bonghi Iovino - C. Chiaramonti Trer, Milano 1986, pp. 159-169.502Soricelli 2006Soricelli,G.,DivisionsagrairesromainesdanslesterritoiresdeCorniumetSulmo(Concade Sulmona, Abruzzes), in Journeys trough European Landscapes. Voyages dans le paysages europens, edd. L. Lvque et alii, Ponferrada 2006, pp. 203-206Taylor 1960Taylor, L.R., e Voting Districts of the Roman Republic, Rome 1960Tomsen 1947 Tomsen R., e Italic Regions, Copenhagen 1947Tibiletti 1978Tibiletti, G., Storie locali dellItalia romana, Pavia 1978Torelli 1997 Torelli, M., Storia degli Etruschi, Roma-Bari 1997Trotta 2004Trotta,S.,LedivisioniagrariedellagerAveias,inLAppenninoinetromanaenelprimo medioevo. Viabilit e popolamento nelle Marche e nellItalia centro-settentrionale, a cura di M. Destro - E. Giorgi, Bologna 2004, pp. 252-253Tuteri 1999 Tuteri, R., Sulmona, in Luoghi e tradizioni dItalia. Abruzzo, Roma 1999, pp. 361-376Van Wonterghem 1984 VanWonterghem,F.,FormaItaliae.RegioIV.1.SuperaequumCorniumSulmo,Firenze 1984Van Wonterghem 1989-90VanWonterghem,F.,NotesualcunedivisioniagrarieromanenellItaliacentrale,Acta Archaeologica Lovanensia, 28-29, 1989-1990, pp. 35-48503Fig. 1504Fig. 2Fig. 3505Fig. 4Fig. 5506Fig. 6Fig. 7507Fig. 8Fig. 9508Fig. 10