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Liceo Artistico Renato Cottini di Torino 5M - Indirizzo Audiovisivo e Multimediale Seconda prova esame di Stato Prof. Gian Carlo Povero La poesia di Giuseppe Ungaretti offre spunto ad una serie d’immagini e sensazioni che costituiscono il tema del lavoro. L’allievo produrrà un sistema ostensivo inserito in una mostra tematica sull’Opera del poeta dove l’esposizione di numerose poesie sarà accompagnata da un impianto visivo che solleciti il visitatore. Il progetto vedrà immagini, suoni e testo rafforzarsi e dialogare tra loro dando vita ad un’opera nuova, diversa dalla somma dei suoi elementi. La mostra sarà ospitata negli spazi industriali della ex OGR di Torino richieste Tempi di lavoro Data consegne schizzi progettuali e note tematiche sulle scelte emotive e comunicative. Indicazione delle figure retoriche utilizzate. 6 ore Storyboard della sequenza di presentazione con l’indicazione dei tempi e della colonna sonora. 6 ore Layout con un esempio del sistema ostensivo collocato negli spazi OGR. 6 ore Esempio del sistema ostensivo (video, immagine, proiezione, pannello, stand, ecc.) 6 ore Ungaretti, Giuseppe - Sono una creatura (da L’Allegria) (Valloncello di Cima Quattro, 5 agosto 1916) Come questa pietra del S. Michele così fredda così dura così prosciugata così refrattaria così totalmente disanimata Come questa pietra e il mio pianto che non si vede La morte si sconta vivendo

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Liceo Artistico Renato Cottini di Torino 5M - Indirizzo Audiovisivo e Multimediale Seconda prova esame di Stato Prof. Gian Carlo Povero La poesia di Giuseppe Ungaretti offre spunto ad una serie d’immagini e sensazioni che costituiscono il tema del lavoro. L’allievo produrrà un sistema ostensivo inserito in una mostra tematica sull’Opera del poeta dove l’esposizione di numerose poesie sarà accompagnata da un impianto visivo che solleciti il visitatore. Il progetto vedrà immagini, suoni e testo rafforzarsi e dialogare tra loro dando vita ad un’opera nuova, diversa dalla somma dei suoi elementi. La mostra sarà ospitata negli spazi industriali della ex OGR di Torino richieste Tempi di lavoro Data consegne

schizzi progettuali e note tematiche sulle scelte emotive e comunicative. Indicazione delle figure retoriche utilizzate.

6 ore

Storyboard della sequenza di presentazione con l’indicazione dei tempi e della colonna sonora.

6 ore

Layout con un esempio del sistema ostensivo collocato negli spazi OGR. 6 ore

Esempio del sistema ostensivo (video, immagine, proiezione, pannello, stand, ecc.)

6 ore

Ungaretti, Giuseppe - Sono una creatura (da L’Allegria)

(Valloncello di Cima Quattro, 5 agosto 1916) Come questa pietra del S. Michele così fredda così dura così prosciugata così refrattaria così totalmente disanimata Come questa pietra e il mio pianto che non si vede La morte si sconta vivendo

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Note al testo:

Come…come: i due come stabiliscono un rapporto di somiglianza tra il paesaggio arido del San Michele e il pianto del fante-poeta che non si vede, perché è un pianto interiore, prosciugato ancora prima di sgorgare sotto forma di lacrime.

San Michele: altura del Carso, a sud ovest di Gorizia, oggetto di ripetuti attacchi italiani e conquistata definitivamente il 6 agosto 1916, nel corso della sesta battaglia dell’Isonzo.

Prosciugata: arida, priva di umidità come gli occhi del soldato Giuseppe.

Refrattaria: che respinge ogni forma di vita, come il dolore del poeta che rifugge da ogni conforto.

Disanimata: senza palpito di vita.

La morte si sconta vivendo: la pace che ci aspetta con la morte deve essere pagata con le sofferenze della vita.

Struttura: la lirica è formata da tre strofe di varia lunghezza di versi liberi. Varia il numero dei versi nelle strofe e varia anche la misura dei versi, che sono senari, quinari, quaternari e ternari. La lirica è costruita secondo una struttura, che, nella sua rigorosa semplicità, rivela un attento dosaggio degli effetti, in modo da ottenere il massimo risultato espressivo con il minimo dispendio di parole poetiche. Due sono i procedimenti adottati dal poeta: il primo è quello dell’accumulazione ascendente, che tende, attraverso una serie di immagini in successione, a culminare in un vertice emotivo (climax) costituito da totalmente disanimata. Il secondo procedimento consiste nell’uso della figura retorica dell’anafora: ancora una volta si raggiunge il vertice emotivo (climax) attraverso quattro versi costituiti da aggettivi di spessore semantico crescente (fredda, dura, prosciugata, refrattaria) introdotti dall’avverbio così, ripetuto all’inizio di ognuno dei quattro versi e anche del penultimo verso della strofe, seguito dall’avverbio totalmente, così perentorio, il quale, a sua volta, introduce l’ultimo verso della strofe, che è formato da una sola parola: l’aggettivo disanimata. L’altra anafora è costituita da Come questa pietra: serve a mettere in rapporto di comparazione le prime due strofe (comparativo di uguaglianza). La terzina finale costituisce un aforisma, come in "Veglia". Ancora una volta i punti sono sostituiti dagli spazi bianchi e la cadenza del ritmo sostituisce le virgole, segnando le pause per una lettura espressiva.

Temi: l’esperienza del dolore e della morte si traduce, in questa lirica, in una identificazione con la natura aspra , scabra e arida del paesaggio carsico, nel quale la roccia è porosa e l’acqua che cade dal cielo sparisce e sprofonda nel terreno permeabile. Pare che il fante-poeta stia descrivendo una metamorfosi. Da un punto di vista formale è un processo panico, ma a nessuno può sfuggire l’abissale differenza tra l’"impietramento" ungarettiano e il panismo vitalistico dannunziano di poesie come "La pioggia nel pineto". Il fante-poeta, infatti, attraverso la metamorfosi, non conquista una condizione esistenziale sovrumana, bensì si riduce a oggetto inanimato: siamo di fronte alla degradazione dell’uomo ad oggetto per trovare una via di scampo alla sofferenza. Simile a quell’acqua che subito scompare, quasi risucchiata dalla roccia, è il pianto del poeta, un pianto senza lacrime, un dolore interiore che prosciuga l’anima. La pace di questa "morte" si sconta con le sofferenze della vita del soldato, caratterizzata da quel dolore freddo, duro, aspro, totalmente privo di possibilità di consolazione.

"Soltanto la poesia – l’ho imparato terribilmente, lo so – la poesia sola può recuperare l’uomo, persino quando ogni occhio si accorge, per l’accumularsi delle disgrazie, che la natura domina la ragione e che l’uomo è molto meno regolato dalla propria opera che non sia alla mercé dell’elemento".

Giuseppe Ungaretti

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