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Con orgoglio siamo lieti di presentar- vi il primo numero del giornalino scola- stico! Un giornale ricco di notizie, ag- giornato su tutto ciò che accade a scuo- la: lo speciale Area verde, i progetti, le attività, interviste a professori, studenti, e perché no bidelli, consigli su come copiare il compito in classe, la pagina sportiva, giochi e barzellette, poesie e tanto altro ancora. Sul sito della scuo- la trovate la versione a colori del giornalino, dove potete ammirare me- glio le vostre foto. Allora cosa aspettate a sfogliarlo… BUONA LETTURA!! La Redazione Il nostro Istituto ha organizzato nel me- se di febbraio la seconda settimana di Area verde/recuperi. Durante questa settimana gli allievi che hanno alcune materie insufficienti hanno la possibilità di recuperarle frequentando ore di le- zione e, alla fine, svolgendo delle verifi- che. Per gli alunni che non hanno insuf- ficienze vengono organizzate delle atti- vità che riguardano la professione, co- me vari tipi di massaggi e acconciature o il corso di intaglio, ma anche altro, come il corso di pittura o di cucina. Su questo e sul prossimo numero del gior- nalino pubblichiamo uno Speciale Area verde/recuperi con articoli, interviste e fotografie. Scriveteci anche voi e raccontateci cosa avete fatto! SPECIALE AREA VERDE Candle Massage 10 Intaglio 11 Acconciature storiche e per eventi 12 Intreccio vimini 13 Pittura 14 Body painting 15 All’interno: SPECIALE AREA VERDE/RECUPERI NUMERO 1 APRILE 2011 Giornalino scolastico dell’I.F.P. “Sandro Pertini” di Trento Istituto di Formazione Professionale Servizi alla Persona e del Legno “Sandro Pertini” (Sede legale) Viale Verona 141, Trento - tel. 0461933147 fax 0461931682 email: [email protected] Auguro una Buona Pasqua e Buone Vacanze a tutti gli studenti e alle loro famiglie. Dirigente dott. Andrea Schelfi Sandro Pertini 2 Settimana linguistica a Cambridge 3 La 4A a “Riva Benessere Hotel” 4 Noi per L’Aquila 5 Da Bressanone a Novacella 6 La scuola che non ti aspetti 7 “Primo Trofeo Cavanis” 8 Il manuale del perfetto copiatore 9 Il Progetto Ponte 16-17 La cultura rasta 18 Intervista ai bidelli Sezione Legno 19 Il digitale terrestre 20 “Se questo è un uomo” 21 La pagina sportiva 22-23 SOMMARIO POESIE, GIOCHI & BARZELLETTE Ti amo 13 Tina - stai vo- lando 17 Cruciverba 23 Barzellette 4 Barzellette 7 L’ABC della scuola 20 Barzellette 24

Transcript of SOMMARIO La Redazione - ifptrento.edulife.euifptrento.edulife.eu/j/files/Bacheca...

Con orgoglio siamo lieti di presentar-

vi il primo numero del giornalino scola-

stico! Un giornale ricco di notizie, ag-

giornato su tutto ciò che accade a scuo-

la: lo speciale Area verde, i progetti, le

attività, interviste a professori, studenti,

e perché no bidelli, consigli su come

copiare il compito in classe, la pagina

sportiva, giochi e barzellette, poesie e

tanto altro ancora. Sul sito della scuo-

la trovate la versione a colori del

giornalino, dove potete ammirare me-

glio le vostre foto. Allora cosa aspettate

a sfogliarlo… BUONA LETTURA!!

La Redazione

Il nostro Istituto ha organizzato nel me-

se di febbraio la seconda settimana di

Area verde/recuperi. Durante questa

settimana gli allievi che hanno alcune

materie insufficienti hanno la possibilità

di recuperarle frequentando ore di le-

zione e, alla fine, svolgendo delle verifi-

che. Per gli alunni che non hanno insuf-

ficienze vengono organizzate delle atti-

vità che riguardano la professione, co-

me vari tipi di massaggi e acconciature

o il corso di intaglio, ma anche altro,

come il corso di pittura o di cucina. Su

questo e sul prossimo numero del gior-

nalino pubblichiamo uno Speciale Area

verde/recuperi con articoli, interviste e

fotografie. Scriveteci anche voi e

raccontateci cosa avete fatto!

S P E C I A L E

A R E A V E R D E

Candle Massage 10

Intaglio 11

Acconciature

storiche e per

eventi

12

Intreccio vimini 13

Pittura 14

Body painting 15

All’interno: SPECIALE

AREA VERDE/RECUPERI

N U M E R O 1

A P R I L E 2 0 1 1

Giornalino scolastico dell’I.F.P. “Sandro Pertini” di Trento

Istituto di Formazione Professionale Servizi alla Persona e del Legno “Sandro Pertini”

(Sede legale) Viale Verona 141, Trento - tel. 0461933147 – fax 0461931682

email: [email protected]

Auguro una Buona Pasqua e Buone Vacanze a tutti gli studenti e

alle loro famiglie. Dirigente dott. Andrea Schelfi

Sandro Pertini 2

Settimana linguistica a Cambridge 3

La 4A a “Riva Benessere Hotel” 4

Noi per L’Aquila 5

Da Bressanone a Novacella 6

La scuola che non ti aspetti 7

“Primo Trofeo Cavanis” 8

Il manuale del perfetto copiatore 9

Il Progetto Ponte 16-17

La cultura rasta 18

Intervista ai bidelli Sezione Legno 19

Il digitale terrestre 20

“Se questo è un uomo” 21

La pagina sportiva 22-23

SOMMARIO

P O E S I E ,

G I O C H I &

B A R Z E L L E T T E

Ti amo 13

Tina - stai vo-

lando

17

Cruciverba 23

Barzellette 4

Barzellette 7

L’ABC della

scuola

20

Barzellette 24

P A G I N A 2

È stato il

settimo

presidente

della

Repubblica

Italiana ed è

spesso

ricordato come

“il presidente

più amato

dagli italiani”

Sandro Pertini… ...non è il papà di Schelfi

Cristiana, rapito e ucciso, dopo due mesi di prigionia,

da appartenenti al gruppo

terrorista denominato Bri-gate Rosse.

Gli anni Ottanta furono gli anni del terrorismo po-litico italiano. Le organiz-zazioni criminali, in partico-

lare la mafia, raggiunsero una forza e una pericolosità mai avuta prima. In alcune

aree del Sud esse sembra-rono sostituirsi allo Stato perché riuscivano a con-

trollare le amministrazioni pubbliche, le attività econo-miche, lo sviluppo urbani-

stico del territorio, gli stes-si comportamenti politici dei cittadini. L’elezione di Pertini apparve subito un

importante segno di cam-biamento per il Paese, gra-zie al carisma e alla fiducia

che esprimeva la sua figura

di eroico combattente anti-fascista. Durante gli anni

della sua presidenza, molte persone persero la vita per aver cercato di combattere a tutti i costi il sistema ma-

fioso: semplici cittadini, po-liziotti, giudici. Ricordiamo, tra gli altri, lo studente

Peppino Impastato, figlio di una famiglia mafiosa che

ne denunciò le attività e

venne assassinato con una carica di tritolo posta sotto il suo corpo adagiato sopra i binari di una ferrovia (la

sua storia è narrata nel film “I Cento Passi”); Pio La Torre, sindacalista e poi

deputato in Parlamento, che propose l’introduzione

del reato di associazione mafiosa ed una norma che

prevedeva la confisca dei

beni ai mafiosi, fu colpito da una raffica di proiettili men-

tre si recava alla sede del suo partito; il generale dei carabinieri Carlo Alberto Dalla Chiesa, che com-

batté Cosa Nostra e le Bri-gate Rosse, fu ucciso assie-me alla giovane moglie da

alcune raffiche di Kalashni-kov AK-47, che colpirono l’auto sulla quale viaggiava-

no. Altri attentati portaro-no all’uccisione di semplici cittadini. Ricordiamo la

strage di Bologna, consi-derata uno degli atti terro-ristici più gravi avvenuti in Italia nel secondo dopo-

guerra. Sabato 2 agosto 1980, nella sala d'aspetto di 2ª classe della stazione di

Bologna, affollata di turisti e

di persone in partenza o di ritorno dalle vacanze, un

ordigno a tempo, contenu-to in una valigia abbandona-ta, esplose, causando il crollo dell'ala ovest dell'edi-

ficio, la morte di 85 perso-ne ed il ferimento o la mu-tilazione di oltre 200.

Pertini assunse sempre un atteggiamento di intransi-

gente denuncia nei confron-

ti della criminalità organiz-zata, dichiarando le attività della mafia crimini contro l'umanità.

Roberto e Ivan 3A

Continua sul prossimo nu-

mero...

Pertini e i primi anni

Ottanta. Alessandro Per-

tini, detto Sandro, è nato in

provincia di Savona il 25

settembre 1896 ed è mor-to a Roma il 24 febbraio 1990, all’età di 93 anni. È

stato il settimo presidente della Repubblica Italiana, in carica dal 1978 al 1985. Prima di rivestire questa

carica, è stato politico, giornalista e antifascista italiano.

Quando Pertini fu eletto presidente della Repubblica (il 29 giugno 1978), il Paese

era scosso dalla vicenda del sequestro di Aldo Moro, politico italiano, cinque vol-te presidente del Consiglio

dei ministri e presidente del partito della Democrazia

D A C C I U N T A G L I O

«Ma chi è Sandro Pertini?» «Boh, sarà il papà di Schelfi…». Non è una barzelletta… per

questo abbiamo deciso di aprire il primo numero del giornalino con un articolo dedicato

a Sandro Pertini, il settimo presidente della Repubblica Italiana.

Sandro Pertini

Settimana linguistica a Cambridge

N U M E R O 1 , A P R I L E 2 0 1 1

Per il periodo da domenica 7 novembre

a sabato 13 l’Istituto di Formazione Pro-fessionale “Sandro Pertini” ha organizza-

to, in collaborazione con l’EC School di Cambridge, una settimana linguistica per

noi ragazze della classe 4A del corso di Diploma di Tecnico dei Trattamenti

Estetici. La città scelta per la nostra per-manenza è stata Cambridge, una cittadi-na della Gran Bretagna situata nella parte

orientale dell’Inghilterra. Molto famosa e rinomata per la sua università, seconda

per titolo di anzianità dopo quella di Oxford. La città è un’importante centro

culturale con diverse attrattive monu-mentali e numerosi college importanti

dal punto di vista architettonico. In pas-sato Cambridge è stata oggetto di varie

invasioni, tra le più importanti ricordia-mo quelle dei romani, dei sassoni, dei

vichinghi i quali per le loro forti abitudini commerciali portarono alla crescita la

città e quella dei normanni. Durante il periodo di invasione normanna il nome

della città diventò Grentabridge mentre il fiume che la attraversa era chiamato Granta. Successivamente il nome della

città si trasformò nell’attuale Cambridge mentre il fiume è ancora noto come

Granta. La classe è stata suddivisa in coppie e

ognuna ha vissuto per una settimana in una famiglia inglese. Io ero in coppia con

Anna. La famiglia che ci ha ospita-te abitava a venti minuti a piedi

dalla scuola, a Madingley Road. Era formata da Elizabeth, mamma e

casalinga a tempo pieno, Andrea, il papà manager finanziario e le

loro due figlie, Emma di dieci anni e Sofia di nove. Oltre a due gatti,

un porcellino d’india e alcune galli-ne. Una famiglia davvero molto carina e amichevole.

Domenica pomeriggio, dopo aver riposto i nostri bagagli nella stanza

riservata a noi ci siamo ritrovate con il resto della classe e le pro-

fessoresse Lazzeri e Pelz, nostre accompagnatrici, per vedere la

sede della scuola e orientarci un po’ nella città. Lunedì mattina

dopo la colazione in famiglia io e Anna ci siamo recate nella sede

dell’EC School, dove tutte siamo state

sottoposte ad un test, dal quale è emerso il nostro livello di conoscenza dell’inglese

e in base al quale siamo state suddivise nelle varie classi. Le classi erano formate

da ragazzi e ragazze di diverse nazionalità. Nella mia classe c’erano due ragazze fran-

cesi, una giapponese e un ragazzo cileno. Questa varietà mi ha permesso di parlare e confrontarmi con persone provenienti

da diverse parti del mondo, con pensieri e realtà a volte diversi dai miei dove

l’unico mezzo a nostra disposizione per capirci era l’inglese. Al pomeriggio il pro-

gramma prevedeva un piccolo tour della città di Cambridge. La nostra guida era un

simpatico signore che ci ha fatto vedere e spiegato molte cose interessanti anche se

il tempo non ci ha permesso di vedere tutti i posti in programma. Finito il tour

eravamo libere così ne abbiamo approfit-tato per fare un po’ di shopping. Nei gior-

ni seguenti la mattina andavamo a lezione a scuola e il pomeriggio era libero. Alla

sera cenavamo nella nostra famiglia, la mamma Elizabeth ci preparava sempre ottimi piatti anche di cucina italiana. Du-

rante la cena ci chiedeva se avevamo pas-sato una bella giornata, se avevamo impa-

rato cose e/o parole nuove ecc… Una sera Elizabeth stava aiutando la figlia mag-

giore a fare i compiti sul past simple e il

paradigma dei verbi e ha pensato di inter-

rogare anche noi! Mercoledì c’è stato il tour di Londra. Alla mattina ci siamo

ritrovate tutte vicino alla stazione di poli-zia dove abbiamo aspettato il bus che ci

avrebbe portato nella città dove avremo trascorso l’intera giornata. E’ stata una

bella giornata, abbiamo visitato anche se frettolosamente il British Museum, siamo passate davanti al quartiere di China

Town, percorso Trafalgar Square e To-wer Bridge, visitato St. James Park dove

ci sono gli scoiattoli che si avvicinano alle persone senza paura in cerca di cibo e

visto da lontano Bukingham Palace. Oltre alla sede del parlamento e il Big Ben.

Sabato mattina alle ore 8:00 è arrivato il taxi a prenderci per ritrovarci con il re-

sto della classe per dirigerci verso l’aeroporto di Londra dove abbiamo

preso l’aereo per il nostro ritorno in Italia. Questa settimana è stata molto

utile per aumentare le mie conoscenze dell’inglese, ho avuto la possibilità di par-

lare e confrontarmi con persone diverse oltre ad aver visto e visitato molti posti interessanti. Per una settimana ci siamo

immerse nella vita di una famiglia ingle-se… una bella esperienza che resterà per

sempre dentro di noi.

Martina Strazzabosco 4A

La 4A durante la settimana linguistica a Cambridge

P A G I N A 4

Trattamento

al viso

La 4A a “Riva Benessere Hotel” Nei giorni 1 e 2 febbra-io 2011 le allieve della

classe 4A di Diploma di Tecnico dei Centri be-nessere, Terme e Spa

hanno partecipato a “Riva Benessere Hotel”, che rappresenta la parte

wellness della rinomata

fiera del settore alber-ghiero. All’interno di un bellissi-

mo stand realizzato dalla

sezione Legno del no-stro Istituto, le allieve

hanno potuto ricevere clienti e dimostrare le l o ro co m pe t e n ze

nell’esecuzione dei trat-tamenti benessere. Quest’anno l’Istituto ha

proposto il tema “un

dono di benessere dalla natura”. Con prodotti naturali per trattamenti

al viso e alle mani e sva-

riate tecniche di massag-gio al corpo, come il

massaggio ayurveda e il massaggio hot stone, le allieve hanno accolto i

visitatori allo stand, in-c l u s a l ’ a s s e s s o r e all’Istruzione e Sport

Marta Dalmaso.

Prof.ssa Lidia Lazzeri

Le allieve del 4 anno con le insegnanti

Lidia Lazzeri ed Elena Weber

Visita del nostro Dirigente allo stand realizza-

to dalla sezione Legno

D A C C I U N T A G L I O

I bambini sono stati fotografati in

classe e l'insegnante tenta di persua-

derli ad acquistare una foto di gruppo.

«Pensate che bello quando guarderete

la foto e direte: "Toh, c'è Jennifer,

ora è un avvocato", oppure "guarda Mi-

chae l , ora è un med ico" . . . » .

Una vocina dal fondo dell'aula aggiunge:

«E guarda la maestra, adesso è morta».

"Pierino alzati!

E' ora di anda-

re a scuola".

"Mamma, oggi

non ho voglia di

a n d a r c i " .

"Su alzati, lo sai che ci devi an-

dare: hai 47 anni e sei il Presi-

de".

Noi per L’Aquila

P A G I N A 5 N U M E R O 1 , A P R I L E 2 0 1 1

L’Aquila. L’Aquila si trova in Abruzzo ed ha una popolazione di

circa 73.000 abitanti. Parte del territorio comunale è compresa nel parco nazionale del Gran Sas-

so, ed alcuni punti superano i duemila metri di quota. L’Aquila è

una delle città più fredde d’Italia e in inverno la temperatura può

raggiungere i -18°. In estate inve-ce si arriva a superare i 30°. La città è situata su un territorio ad

alta sismicità, dove si verificano notevoli eventi sismici anche di

gravi dimensioni.

I terremoti. Uno dei primi ter-remoti che si sono verificati e di

cui sono giunte notizie risale al 1315. Un forte terremoto si veri-ficò nel 1349: crollarono moltis-sime case e chiese; le vittime fu-

rono ottocento e, poiché allora gli abitanti di L’Aquila erano me-no di diecimila, si trattò del 10%

della popolazione. Nel 1461 la città fu colpita da uno dei più de-vastanti terremoti, a cui seguiro-

no molti eventi sismici per un

arco di due mesi: Onna, Poggio Picenze, Castelnuovo e Sant’Eusanio Forconese, frazioni

di L’Aquila, furono totalmente distrutte. Nel 1703 L’Aquila fu colpita da uno sciame sismico che

culminò con un violentissimo ter-remoto: quasi tutte le chiese e gli edifici pubblici cittadini crollarono

o riportarono gravissimi danni. I morti furono circa seimila. La

gente sopravvissuta abbandonò la

città perché era troppo pericolo-so rimanere. Fu ricostruita dalla tenace volontà dei pochi abitanti rimasti, ma non riacquistò più il

suo antico splendore. L’ultimo terremoto ha colpito la città il 6 aprile 2009: esso ha causato 308

vittime, oltre 1.500 feriti e ben 65.000 sfollati. Il sisma ha coinvol-to numerose frazioni e paesi cir-

costanti, tra i quali in particolare

Onna, Villa Sant’Angelo, Castelnuo-vo, Tempera, San Gregorio e Paga-

nica.

Il nostro contributo. Le immagi-

ni delle distruzioni provocate dal terremoto del 6 aprile 2009 erano

ogni giorno sui giornali e alla televi-

sione, e quando, l’anno scorso, i professori ci hanno proposto di collaborare alla realizzazione dell’arredo per la chiesa della Con-

cezione di Paganica (frazione di L’Aquila a circa 7 km dal capoluo-go, con una popolazione di circa 5

mila abitanti), ci siamo subito datti da fare. I ragazzi delle seconde, delle terze, e del quarto anno, sta-

vano realizzando banchi, altare, ambone e gli altri arredi liturgici, progettati dalle terze e dal quarto anno. Visto che serviva una mano,

noi che eravamo in prima abbiamo collaborato alla realizzazione dei banchi: con l’aiuto del prof. Spada li

abbiamo carteggiati e verniciati. Una volta che il lavoro è stato ter-minato, tutti i manufatti sono parti-

ti verso Paganica. Ma non è finita lì:

quest’anno stiamo realizzando l’arredo per un’altra chiesa che è stata distrutta dal quel terribile

terremoto, la chiesa di Tempera, piccola frazione di L’Aquila distante circa 5 km dal capoluogo, con una

popolazione di circa 900 abitanti.

A noi quest’anno non è toccato il lavoro di finitura, ma un lavoro più grosso: la realizzazione di tutti i banchi. Le classi terze stanno lavo-

rando alla realizzazione dell’altare, dell’acquasantiera, del fonte batte-simale, del leggio e delle sedie pre-

sbiteriali. Il quarto anno sta realiz-zando il tabernacolo. Siamo contenti di poter dare una

mano a qualcuno con il nostro

lavoro e speriamo di poter fare una gita a L’Aquila per poter vede-re l’arredo che abbiamo realizzato

sistemato nelle chiese, e per poter conoscere posti e gente nuova.

Classe 2A

L’altare per la

chiesa di Paganica

realizzato lo scor-

so anno dagli allie-

vi della sezione Le-

gno

La levigazione dell’anta del tabernacolo per la chiesa di

Paganica

P A G I N A 6

“Si cammina in

mezzo a

vigneti, meleti

e castagni,

incrociando

capitelli e

gustando un

bellissimo

panorama”

ZAINO IN SPALLA: da Bressanone a Novacella In ottobre io e la mia clas-se siamo andati a fare una

passeggiata a Bressanone e all’abbazia di Novacella. È una bellissima gita che vi

consigliamo e che si può fare in una giornata. A Bressanone si arriva con

il treno, da Trento ne par-

tono tanti e ci si mette circa un’ora. Quando arri-vate a Bressanone, che in

tedesco si chiama Brixen, potete passeggiare sotto i portici dove ci sono tanti

negozi. Poi andate a visita-re il duomo e il suo chio-stro, che è un cortile cir-

condato da un portico.

L’interno del duomo è in stile barocco e ci sono ben trentatre tipi di marmi e

tre antichi organi. Il chio-stro è gotico e ha ammira-bili affreschi che vanno dal

XIV al XVI secolo. Prima di partire per l’abbazia di Novacella vi

suggeriamo di assaggiare il brezel, che è il pane tipico

dell’area tedesca. Se avete voglia di un pasto comple-to potete assaggiare i cane-

derli, lo speck, i wurstel e lo strudel. Si percorre poi via Portici

Maggiori fino ad arrivare

all’hotel Adler. Si passa il ponte Aquila e si prende il sentiero numero 1 risalen-

do il corso del fiume Isar-co. Inizia così una passeg-giata comoda e pianeggian-

te tra antichi masi. Si cam-mina in mezzo a vigneti, meleti e castagni, incro-

ciando capitelli e gustando

un bellissimo panorama. Dopo circa 45 minuti di cammino si arriva in vista

delle mura dell’abbazia di Novacella (in tedesco “Neustift”), immersa nelle

vigne. Nell’abbazia ci sono una chiesa barocca, il pozzo

delle meraviglie, la biblio-t e c a , i l c a s t e l l o

dell’angelo. Una curiosità: se guardate l’affresco sul soffitto della navata a sini-

stra della chiesa di Santa Maria Assunta potete notare che c’è una gamba

a penzoloni in rilievo.

T u t t i i p rodo t t i dell’abbazia (vini, grappe, tisane, succo di mela e

creme) possono essere degustati o acquistati nell’ enoteca interna.

Dopo aver visitato Nova-cella si torna a Bressano-ne ripercorrendo lo stes-

so sentiero dell’andata.

Questo sentiero è pia-neggiante ed è adatto anche ad essere percorso

in bicicletta e con il pas-seggino.

Valentina Ghezzi

Bressanone

D A C C I U N T A G L I O

Tempi: un’ora e mezzo andata e

ritorno. Dislivello: nessu-no. Per informazio-

ni: www.brixen.it w w w . k l o s t e r -

neustift.it

Abbazia di Novacella

LA SCUOLA CHE NON TI ASPETTI: la mia esperienza

dall’Istituto d’Arte all’I.F.P. Pertini

P A G I N A 7 N U M E R O 1 , A P R I L E 2 0 1 1

Il passaggio da un Istituto artistico ad una Scuola professionale è sta-

to un po’ una novità per me: abi-tuato a materie pesantissime, la-

boratori dove i professori esige-

vano il meglio dai propri studenti, sono passato ad una scuola più tranquilla, ma con professori seri e tenaci.

All’Istituto d’Arte molte cose era-no diverse: si iniziava alle otto la mattina per finire alle tredici e

dieci, con due rientri pomeridiani fino alle cinque. L’orario scolasti-co, all’Istituto “Sandro Pertini”,

per me è stata una novità ed una comodità assoluta. La differenza, tra l’altro, di non andare a scuola

il sabato la apprezzo particolar-mente, perché posso avere il tempo di curare i miei interessi.

Una delle numerosissime cose che mi hanno colpito frequentan-do questo Istituto è l’impegno che questa scuola ha stimolato in

me, facendomi passare dalla per-sona che non studia e non fa nul-la, a prendere voti come nove, in

materie nelle quali prima non a-vrei mai potuto avere queste va-lutazioni. Questo grazie alla pa-

zienza e alla preparazione dei professori, che fanno in modo di farti apprendere al meglio il pro-gramma scolastico, rispiegandoti

se non hai capito e non fregando-sene come tanti altri facevano prima con me, forse perché ero

considerato un nullafacente. All’Istituto d’Arte imparavo le misure e le scale, a disegnare, ad

intarsiare ed intagliare, un po’

come qui, solo a livelli stressanti e

dopo una settimana piena, arrivavo a casa e non vedevo l’ora di stacca-

re la spina.

Tutti mi dicevano: “È una scuolet-ta!! ”

Ma vi assicuro che non è così, come non è una scuola semplice neanche L’I.F.P. Legno. Certo ha meno teori-

a e meno studio, ma almeno qui posso realizzare la passione per il legno, senza troppe pressioni per le

altre materie. Certamente servono anche quelle nella vita, ma secondo me - l’ho capito dopo gli anni persi - stando

attenti in classe, quando si arriva a casa si ha molto meno lavoro, per-ché metà delle cose le si può ap-

prendere durante la lezione, quindi

il lavoro è dimezzato. All’Istituto d’Arte era un altro mon-

do, un altro modo di vivere. C’era un ottimo rapporto tra professori ed alunni, ma questo non giovava al nostro apprendimento, anzi peggio-

rava qualora avessimo esagerato con la confidenza, ma questo bene o male è forse una caratteristica di

tutte le scuole in generale.

Fin dalle scuole medie ero portato per il disegno e per i lavori manua-

li, infatti dopo il progetto di orien-tamento ad una futura scuola su-

periore, mi sono sentito dire dal

docente incaricato: “ Ma perché la Scuola d’ Arte e non un Liceo ? La Scuola d’ Arte è per chi non ha voglia di fare nulla, è come un Isti-

tuto professionale.”

Beh, non è così, me ne sono reso conto frequentando entrambe. È

normale che non si studino le ma-terie che si farebbero in un classi-co o in un linguistico, ma il princi-

pio è quello: siamo portati per una

mansione o per l’altra, sta a noi sceglierci il destino e/o lavoro che

più ci si addice, andando per la nostra strada e, per una volta, ra-gionando con la nostra testa.

Mattia Deavi 1B

Pierino va dalla mamma e dice: Mamma! Ho 2 notizie: una

buona e una cattiva. Quella buona è che oggi ho preso un

bel voto a scuola. Quella cattiva è che ti sto dicendo una

bugia.

Papà, tu sei capace di scrivere al buio ?

Forse sì, perché ?

Ecco… allora mi firmeresti la pagella ?

“Qui posso realizzare la mia passione per il legno, senza

troppe pressioni per le altre materie, anche se servono anche quelle”.

“Siamo portati per una mansione o per l’altra, sta a noi sceglierci il destino e/o

lavoro che ci si addice,

andando per la nostra strada e ragionando con la nostra

testa”.

“Questa scuola ha stimolato in me l’impegno, facendomi

passare dalla persona che non studia a prendere voti come

nove”.

P A G I N A 8

Martina

Zeminian

Mihli Ornella

Arianna Conter

Comerci Silvia

Anna Caraus

hanno raggiunto

ottimi risultati al

“Primo Trofeo

Cavanis”

Acconciatura

maschile su

testina

PRIMI AL “PRIMO TROFEO CAVANIS” Domenica 20 febbraio 2011 si è svolto a

Chioggia il “Primo Tro-feo Cavanis”, concorso riservato ai settori ac-

conciatura ed estetica organizzato dalla Scuola professionale di Chiog-

gia.

La sezione Servizi alla Persona ha partecipato al concorso con 5 stu-

dentesse di acconciatura e 2 di estetica del terzo anno, accompagnate dai

docenti Paola Brugnara, Elena Weber e Mario Miorandi. Le prove han-

no riguardato: acconcia-

tura maschile su testina, acconciatura femminile su testina, taglio e ac-

conciatura femminile su modella, trucco artistico

su modella. Le allieve hanno raggiun-

to ottimi risultati. Marti-na Zeminian si è aggiudi-cata il primo posto sia

per l’acconciatura ma-schile che femminile. Un altro primo posto è an-

dato a Mihli Ornella per

taglio e acconciatura femminile. Arianna Con-ter si è posizionata se-

conda per taglio e ac-conciatura femminile e terza per acconciatura

maschile. Il terzo posto per acconciatura femmi-nile è andato a Comerci

Silvia. Anna Caraus si è

posizionata terza per il trucco artistico. La preparazione al con-

corso è stata condotta dai docenti Giorgio Pe-

dri, Sabrina Brugnara e Paola Brugnara per

l’acconciatura, da Elena Weber per l’estetica. Le allieve hanno accettato

di buon grado la scom-messa e si sono impe-gnate molto nelle setti-

mane antecedenti al

concorso per prepararsi ad un’esperienza che ha sicuramente arricchito il

loro bagaglio culturale e professionale. La scuola professionale

di Chioggia, con cui por-tiamo avanti una rappor-to di collaborazione che

ci lega ormai da anni, ci

ha accolto molto calo-rosamente.

Trucco artistico

D A C C I U N T A G L I O

Acconciatura maschile su testina

Trucco artistico Prof.ssa Paola Brugnara

P A G I N A 9 N U M E R O 1 , A P R I L E 2 0 1 1

IL MANUALE DEL PERFETTO COPIATORE

Corso di copiatura scolastica

OVVERO

Come, dove e quando copiare!

Prefazione

Copiare durante le verifiche non è proprio semplice e richiede impegno, diciamo che è una vera e propria ARTE.

Ecco perché abbiamo pensato di suggerirvi delle tecniche di copiatura, adeguate ad ogni materia e ad ogni profes-sore. Seguite i nostri consigli e non sarete mai “sgamati”!!!

Lez. 1: I BIGLIETTINI La copiatura dai bigliettini è il metodo più utilizzato perché è facile e veloce. Una volta fatti i bigliettini basta trovare un posto ideale anti “sgamatura” dove nasconderli. La cosa più semplice è metterli all'interno del foglio protocollo

di brutta copia. Nel caso in cui il prof. riesca a beccarvi mentre copiate, potrete sempre dirgli che il foglio non era il vostro ma del compagno che vi sta più antipatico.

Lez. 2: IL CERCHIETTO (solo per ragazze) Comprate un cerchietto di quelli stile anni '60, un po’ spesso; inserite bigliettini piccolissimi con lo scotch nella par-

te sotto. A metà compito toglietelo perché vi dà fastidio e appoggiatelo sul banco… potrete copiare liberamente! Lato positivo: chi andrebbe a cercare lì sotto?

Lato negativo: è solo per donne. E comunque lo spazio a disposizione è poco!

Lez. 3: IL COMPAGNO ROBUSTO

Un metodo che è difficile da fare perche ci vuole molta fortuna e un prof. che non si alza mai dalla cattedra. Co-munque basta avere un compagno robusto davanti, gli attacchi sulla schiena un intero foglio e inizi a copiare, però ripeto: la prof non si deve alzare mai, il compagno robusto deve acconsentire (altrimenti capita che si alza per do-

mandare chiarimenti alla prof e… beh, immaginate!) ed è un metodo estremo, ad alto rischio, solo per i pazzi!!! :-) Ma se vi riesce dopo vi sentirete veramente fieri!

Lez. 4: LAVAGNA AMICA

Sempre la migliore. Prima dell'arrivo del prof. scrivete sulla lavagna appunti di altre materie, esempio se la verifica è di storia mettete delle espressioni di matematica, e nascoste tra i numeri inserite quelle date che non siete riusciti a studiare. Il prof. non se ne accorgerà mai!

Lato positivo: non dovrete fare gesti strani, basterà alzare lo sguardo per copiare. Lato negativo: se il prof. è sgamato arriva in classe e lava la lavagna per sicurezza!

Lez. 5: FOGLIO BIANCO Questo è geniale: prendete due fogli bianchi e metteteli uno sopra all’altro, poi sul primo scrivete tutto quello che vi serve per la verifica con una penna a sfera (calcate bene); al momento della verifica prendete il secondo foglio e

mettetelo sul banco: all’apparenza sembra bianco ma in controluce si vedranno benissimo le scritte calcate fatte da voi. Roba da 007!

Flavio, Adrea, Federico, Michele

Altri preziosi consigli sul

prossimo numero del giornalino. Inviateci anche voi le vostre tecniche di copiatura

all’indirizzo di posta elettronica [email protected], le più belle saranno

pubblicate!!!

Studiare può porta-

re a forti crisi fino

alla morte cerebra-

le. Non vorrai mica

ridurti come loro?

P A G I N A 1 0

Lara mentre effettua

il massaggio

Candele a base di

burro di karitè, alle

essenze profumate,

per effettuare il

massaggio

CANDLE MASSAGE: una coccola molto scenografica

SPECIALE AREA VERDE

energizzante e anticellulite;

ylangh ylangh, azione ridu-

cente.

Spiega come avviene il mas-

saggio.

Innanzitutto – dice – si trat-

ta di un massaggio molto

avvolgente che viene fatto

prevalentemente sulla

schiena, ha azione rilassante

sia per il corpo che per la

mente e azione idratane e

nutriente per la pelle, per-

ché viene utilizzato il burro

di karité.

La cliente viene fata acco-

modare in cabina, dove le si

fa scegliere la candela. Si

accende la candela e si esce

dalla cabina, in modo che

inizi a crearsi un’atmosfera

rilassante. Quando la can-

dela ha iniziato a sciogliersi,

la si prende in mano e si fa

un movimento circolare in

modo che lo stoppino pos-

sa bruciare tutto il contor-

no della candela e non solo

il centro. In un’atmosfera

semibuia, si fa accomodare

la cliente a pancia in giù e le

si chiede di fare una respi-

razione profonda. Molto

lentamente, mentre si muo-

ve la candela in modo cir-

colare, si fa scivolare l’olio

sulla schiena. Mentre una

mano tiene la candela,

l’altra spalma l’olio su tutto

il corpo. Si inizia poi il mas-

saggio, partendo dalla schie-

na e passando di seguito

alle gambe. Le manovre

sono molto avvolgenti; la

pressione si personalizza in

base alla cliente. Terminata

la parte dietro si fa girare la

cliente e si ripete il massag-

gio con manovre incrociate

su gambe e addome. Infine

viene trattato il viso, dove

vengono premuti i chakra,

dei punti energetici secon-

dari che stimolano un ulte-

riore rilassamento.

Dopo aver ripetuto le ma-

novre per tre volte, la clien-

te è completamente rilassa-

ta ed ha una sensazione

ipnotica. Il massaggio dura

dai 40 ai 50 minuti.

Lara ci spiega che questo

massaggio è molto richiesto

perché è una novità. Lei lo

definisce una “coccola mol-

to scenografica” che lavora

su tre sensi: la vista perché

la luce della candela crea

un’atmosfera molto partico-

lare; l’olfatto perché tutte le

candele hanno l’aggiunta

delle essenze profumate, e il

tatto per il contatto che si

crea con il massaggio.

Lara è una ex studentessa

del nostro Istituto. Ci rac-

conta che dopo aver fre-

quentato il liceo ed aver

lavorato per 4 anni, si è

iscritta come drop out al

terzo anno, sezione estetica,

della nostra scuola; è stata

promossa e la sua passione

per l’estetica l’ha spinta ad

iscriversi al quarto anno,

ottenendo il Diploma di

Tecnico dei trattamenti

estetici. Ora lavora come

estetista. “Sono molto sod-

disfatta del mio lavoro” ci

dice “e questa esperienza di

insegnamento è molto bella;

all’inizio mi sembrava strano

essere circondata da tutte

queste ragazze che mi ascol-

tano e guardano molto at-

tentamente, ma dopo il pri-

mo attimo non ho più senti-

to gli occhi addosso; è il mio

lavoro e lo svolgo con pas-

sione”.

A cura della Redazione

Il lunedì mattina, primo gior-

no di Area verde, nel salone

di estetica un gruppo di a-

lunne sta attentamente a-

scoltando le spiegazioni di

Lara, un’estetista esterna

che sta mostrando loro co-

me si esegue il Candle

Massage.

Lara spiega che il Candle

Massage, come dice il nome

stesso, viene fatto con una

candela a base di burro di

karité, contenente delle

essenze profumate. La cera

della candela, bruciando si

trasforma in un olio che

viene utilizzato per fare il

massaggio.

Ogni linea ha delle tipologie

di candela con essenze di-

verse. Lara ha portato la

candela con essenza al coto-

ne, ad azione lenitiva, profu-

mo delicato e neutro;

all’uva, antiage; al cioccolato,

Didascalia dell'immagine o della fotografia

D A C C I U N T A G L I O

Corso di avvicinamento all’intaglio

P A G I N A 1 1 N U M E R O 1 , A P R I L E 2 0 1 1

Nei giorni di Area Verde abbiamo frequentato il cor-

so di intaglio. Questo corso è stato molto interessante perché ci ha fatto capire di

quanta manualità siamo do-

tati. I professori ci hanno fornito dei disegni in foto-copia, perché potessimo

scegliere la figura da realiz-zare. Abbiamo deciso di realizzare un bassorilievo

raffigurante un fiore. Sulla tavola di cirmolo abbiamo disegnato il fiore usando

metro, squadretto e com-passo. Poi ci siamo dotati di

sgorbie e abbiamo iniziato

ad intagliare. Questo tipo di lavoro richiede molta pa-zienza, precisione e cono-

scenza delle caratteristiche del legno; la conoscenza del

legno è molto importante perché quando si incide con la sgorbia bisogna ricono-

scere il verso giusto della

vena. È molto importante non confondere l’intaglio con l’intarsio perché il pri-

mo è una lavorazione arti-stica di un materiale inciden-dolo e scavandolo per rea-

lizzare un disegno, mentre il secondo è un tipo di deco-razione che si realizza met-

tendo vicini piccoli pezzi di legno di colori diversi.

Luca e Michele 2A

Il prof. Pedrotti Ruggero ci spiega che il pino cimbro o

cirmolo è il legno che più si adatta all’intaglio perché è un legno tenero, con pochi

nodi e molto morbidi, che si possono lavorare. Con altri tipi di legno, ad esempio l’abete, i nodi salterebbero

e resterebbero dei buchi. Gli attrezzi per incidere il legno si chiamano “sgorbie”,

sono simili a degli scalpelli ma hanno la punta diversa. Vi sono diversi tipi di sgor-

bie, che permettono di ef-

fettuare diverse forme di intaglio.

Una volta terminato l’intaglio, questo andrebbe cerato, ma il cirmolo si può lasciare anche così, al natu-

rale. Federico ha partecipato al

corso di intaglio e gli è pia-ciuto molto: «Non è stato molto difficile. È indispensa-

bile avere tanta pazienza per non rischiare di rovina-re il lavoro, stare calmi e non agitarsi». Il prof. Pe-

drotti spiega che è necessa-rio individuare il verso della venatura per non far saltare

il legno. Riguardo ad Area Verde, Federico dice: «La ritengo

molto utile perché se hai

delle materie insufficienti hai la possibilità di recuperarle,

altrimenti ti puoi divertire facendo altre attività e im-parando cose nuove».

«Questo corso ci ha fatto capire di quanta

manualità siamo dotati”. Nella foto,

l’intaglio realizzato.

Le sgorbie, attrezzi per incidere il legno

“L’Area Verde è molto utile perché se hai delle

materie insufficienti hai la possibilità di

recuperarle, altrimenti ti puoi divertire facendo

altre attività e imparando cose nuove”.

Federico Alcuni allievi hanno realizzato un intarsio

P A G I N A 1 2

Cristina Malagoli, esperta in acconciature d’epoca, con due allieve

durante le attività di Area verde.

Acconciatura

dove il motivo

storico è rivisi-

tato in chiave

moderna

Acconciature storiche e per eventi Il Dipartimento di

TPO acconciatura

ha organizzato per

tutta la settimana di

Area verde un la-

boratorio di accon-

ciature storiche e

per eventi. I ragazzi

hanno imparato,

innanzitutto, a fare

le basi per il raccol-

to; poi, lavorando su

testina o sui loro com-

pagni hanno realizzato

interpretazioni personali

del raccolto. Il lunedì

mattina gli allievi hanno

avuto l’opportunità di

avvalersi degli insegna-

menti di Marisa Malagoli,

la parrucchiera di Cen-

to, in provincia di Ferra-

ra, che ha realizzato le

acconciature d’epoca

esposte nell’Aula Magna

del nostro Istituto. Con

i suoi preziosi consigli i

ragazzi hanno realizzato

acconciature dove il

motivo storico è rivisita-

to in chiave moderna. La

prof.ssa Enrica Pilati ci fa

vedere, ad esempio, uno

c h i g n o n b a s s o

(acconciatura storica)

con degli agganci al mo-

derno, rappresentati da

ciocche esterne e spetti-

nate e torchon (foto a

fianco). La signora Mala-

goli nel 2009 ha vinto il

Guinness dei primati

realizzando la parrucca

più alta del mondo: ben

6,57 metri di capelli veri

pettinati e intrecciati in

modo tale da dar vita a

una vera e propria

''scultura'': decine di co-

lori e una decorazione a

fasce orizzontali dedica-

ta ai vari elementi natu-

rali (aria, acqua, terra e

fuoco).

A cura della Redazione

La signora Mala-

goli nel 2009 ha

vinto il Guinnes

dei primati rea-

lizzando la par-

rucca più alta

del mondo, ben

6,75 metri di al-

tezza!

D A C C I U N T A G L I O

INTRECCIAMO I VIMINI

P A G I N A 1 3 N U M E R O 1 , A P R I L E 2 0 1 1

Durante l’Area verde, chi aveva scelto di partecipare al laboratorio

di intreccio con i vimini si doveva trovare il martedì mattina alla sta-

zione di Trento - Male per le 08:15.

Ci siamo ritrovati in otto. Tra que-sti c’erano Anacleto, Giorgio, An-drea, Daniele, io, e altri tre ragazzi che non conoscevo ma li avevo già

visti perché frequentano la scuola del Legno. Dovevamo essere accompagnati dal

prof. di matematica Francesco Bor-rello, in treno, fino al Museo degli usi e costumi di San Michele

all’Adige. Il prof. è arrivato più tardi del pre-visto, noi intanto pensavamo che ci avesse abbandonati, ma quando

finalmente è arrivato ci siamo avvia-ti verso i binari. Il treno era antico, non troppo anti-

co come penserete voi, non era a vapore e non c’era il caminetto, ma aveva i sedili come una volta, dispo-

sti diversamente da come sono a-

desso e anche i colori non erano nuovissimi. Al prof. questo treno piaceva, e anche ad uno dei miei

compagni. Quando il treno è partito, un mio compagno di classe ha acceso il

Nintendo DS e ha iniziato a giocare a FIFA. Dato che il prof. tifa Lecce (è anche

un leccese di provenienza) e dato che la sua squadra aveva vinto con-

tro la Juve, e dato che - anche nel

gioco Nintendo - era davanti

all’Inter, era contentissimo. Visto che un mio compagno è inte-

rista ripeteva che l’Inter sarebbe arrivata prima in campionato, e tutti gli altri che sono milanisti, lo pren-

devano in giro.

Quando siamo arrivati a San Miche-le, ci siamo incamminati fino al mu-seo. Siamo entrati in un’aula molto

riscaldata e piena di cesti di legno. Quella che da adesso in poi sarebbe diventata la nostra insegnante, si

presentò e ci spiegò un po’ di teori-a. Poi diede a tutti un dischetto di

compensato con dei fori, dove do-vevamo poi inserire i bastoncini di

vimini.

Quando avevi preso la mano era semplicissimo perché bastava pren-dere il filo e passarlo prima verso l’esterno, poi verso interno, e così

via. Non volevamo più smettere perché era troppo bello e divertente. Alla

fine ci siamo dovuti arrendere perché la nostra insegnante ci

voleva portare vicino al castello dove potevamo osservare come si lavorava una volta, come girava

il mulino ad acqua, come si colti-

vava il mais, ecc... Alla fine dovevamo ritornare a scuola, il bello è che potevamo

portarci i lavoretti a casa! Siamo ritornati con un treno nuovissimo, dove c’erano dise-

gnati dei graffiti sui vetri, che permettevano di vedere fuori dalla finestra, mentre chi stava

fuori non poteva vedere dentro; i poggiatesta dei sedili per dormi-

re erano un po’ scomodi.

È stata una bellissima giornata e con il prof. di mate che è stato molto simpatico, la giornata è stata ancora più bella.

Tobias Sartori 1A

TI AMO

Ti amo,

ti amo perché non riesco ad odiarti,

ti odio,

ti odio perché dall’odio può nascere un profondo amore.

Ti amo perché sai dare un senso a questa vita,

perché mi consoli quando vivo la tempesta che c’è dentro di me.

Ti amo perché sei la luce che illumina la mia vita.

Ti amo,

non serve a molto dirlo;

spero solo di riuscire a fartelo capire.

Ti amo perché sei l’unico che riesce a prendermi,

sei l’unico in cui mi riesca a perdere.

Amo i tuoi teneri abbracci pieni di passione,

dove ogni tuo respiro ricorda noi.

Katia Cagol 1D digitale terrestre. Meglio prima o meglio adesso?

L’angolo della poesia

Il cestello in vimini realizzato

P A G I N A 1 4

Pannello

realizzato da

Angela,

Beatrice, Linda

e Viviana sul

tema della

sostenibilità

ambientale

I colori acrilici

utilizzati per la

realizzazione

dei pannelli

CORSO DI PITTURA I ragazzi che hanno parte-cipato al corso di pittura

sono stati impegnati tutta la settimana nella realizza-zione di alcuni pannelli

colorati. Ogni gruppo ha scelto di rappresentare uno tra i seguenti obbiet-

tivi del millennio: elimina-

re la povertà e la fame, assicurare un’istruzione a tutti, promuovere

l’uguaglianza di genere (uomo-donna), diminuire la mortalità infantile, mi-

gliorare la salute delle

donne in gravidanza, combattere la diffusione

delle malattie infettive, lavorare insieme per lo sviluppo umano, assicura-

re la sostenibilità ambien-tale. Inizialmente hanno realizzato un progetto

con matita e pennarelli su

dei fogli di carta, poi han-no riportato il disegno sul pannello in compen-

sato e lo hanno dipinto con i colori acrilici. La prima vera e propria

opera d’arte ad essere

terminata è stata quella di Angela, Beatrice, Linda

e Viviana, che hanno scelto come tema la sostenibilità ambientale.

Il dipinto rappresenta la natura: un paesaggio ver-de e pulito con un cielo

azzurro dove splendono i

raggi del sole. Sul davanti hanno applicato a collage i contenitori della raccol-

ta differenziata.

A cura della Redazione

D A C C I U N T A G L I O

B P

O A

D I

Y N

T

I

N

G

Nella foto a fianco, la

modella Valentina ha

posato con pazienza

per una compagna che

ha dipinto un calzare

sul suo piede, utilizzan-

do la tecnica del body

painting.

BODY PAINTING

P A G I N A 1 5 N U M E R O 1 , A P R I L E 2 0 1 1

Martedì e giovedì mattina. Nel sa-lone di estetica un gruppo di allievi

sta imparando la tecnica del body painting, una tecnica pittorica uti-lizzata per dipingere sul corpo.

Come spiega la prof.ssa Elena Weber, le allieve utilizzano un co-lore ad acqua in base cremosa, che si può togliere con un semplice

detergente. Il colore si può diluire molto, oppure lasciare più denso se si necessita di una pasta più co-

prente. Per fare gli invecchiamenti, ad esempio, si utilizza un colore più cremoso.

«È come dipingere un quadro, anzi-ché la tela abbiamo la pelle, che risponde diversamente. Inoltre il

corpo umano ha dei volumi, di cui bisogna tener conto. Si può dipin-

gere un volto considerando i volu-mi naturali come naso e bocca e

valorizzarli, ma si può anche ap-piattire completamente il fondo con un colore chiaro o neutro e

poi lavorarci sopra. Si possono addirittura ridisegnare i volumi, ad esempio fare in modo che il naso

appaia spostato su un lato, oppure si possono dipingere paesaggi, ele-menti floreali, disegni astratti».

Per i loro disegni i ragazzi stanno

prendendo spunto da alcune rivi-ste specializzate. «Inizialmente faci-

lita il lavoro copiare, bisogna fare molta pratica prima di riuscire a realizzare un disegno autonoma-

mente. È necessario prima di tutto

acquisire le basi: come preparare il colore, come applicarlo, come realizzare le sfumature, ecc... Per

avere una maggior preparazione di fondo, sarebbe utile realizzare un laboratorio dove gli allievi si im-

pratichiscano prima sulla carta, disegnando e dipingendo con tem-pere e colori ad acqua; poi, in

stretta collaborazione con l’insegnante di Linguaggi, il disegno

scelto andrebbe realizzato prima

su carta e poi riportato sulla pel-le». Secondo la prof.ssa Weber è ne-cessario che i ragazzi lavorino fin

da subito con i colori ed appren-dano le tecniche del chiaroscuro. «Si potrebbero organizzare dei

moduli dalle prime alle quarte sul

body painting, per gruppi di allievi dotati e interessati. Al terzo anno,

il ragazzo dotato, può arrivare ad essere autonomo e mettere in pra-tica le proprie competenze fuori

dalla scuola. Le occasioni non man-

cano; penso al carnevale, alle feste, alle manifestazioni teatrali, ecc...». Ma non è solo la bravura

dell’artista a garantire buoni risulta-ti. «È importante anche la pazienza del modello, la bravura di chi sta

sotto il nostro tocco, fermo, senza muoversi. Disegnare su una perso-na viva è molto emozionante».

Desiree sta dipingendo il viso di una sua compagna, con ottimi risul-

tati. «È riuscita subito a fare un

buon lavoro perché è dotata; è uscita la sua dote. Quando fai que-sto lavoro con passione, esprimi quello che hai dentro, è un mo-

mento intimo con la tua energia interiore».

A cura della Redazione

Nelle foto: alcuni dipinti realizzati con la tecnica del body pain-

ting nelle giornate di Area verde

P A G I N A 1 6

Base per il

cavallino a

dondolo

Il Progetto Ponte: la mia esperienza Il 15 ottobre del 2008 ho iniziato una bellissima

esperienza presso que-sta scuola, il Progetto Ponte, chiamato con

questo nome perché questo percorso mi ha permesso di capire e

sperimentare la scuola

superiore che adesso frequento da 2 anni. Nel mio percorso mi ha se-

guito il prof. Torresani che mi ha aiutato a co-noscere tecniche di la-

vorazione del legno e macchinari che non co-noscevo e che oggi, in-

vece, mi sono familiari.

Alcune macchine le ave-vo già usate nel labora-torio di falegnameria di

mio padre. Durante il Progetto Ponte ho realizzato di-

versi manufatti. Il primo

lavoro che ho completa-to è stata una scatola

porta gioie in abete. An-che il Dirigente della scuola ha apprezzato il

risultato. Un altro lavo-ro è stato la preparazio-ne dei battiscopa che

sono stati utilizzati per

allestire lo stand dell’Expo di Riva. L’ultima “fatica”, che

però non ho completa-to, è stato un cavallo a dondolo che speravo di

terminare in prima. Il cavallo è stato progetta-to su compensato e poi

portato sul legno. La

realizzazione di questo manufatto è stata molto faticosa e, allo stesso

tempo, divertente. In realtà sono riuscito a fare solo alcune parti del

cavallo. I macchinari che

ho utilizzato per fare questi lavori sono stati:

la squadratrice, la tron-catrice, la toupie, la pial-la a filo e a spessore e la

sega a nastro. All’epoca mi era piaciuto molto usare questi macchinari.

Adesso che sono al se-

condo anno di scuola, ho perso un po’ dell’entusiasmo che ave-

vo in prima, ma la voglia di continuare è tanta. Secondo me è cambiato

un po’ il mio modo di vedere questa scuola in confronto a come la

vedevo durante il Pro-

getto Ponte, ma penso che se una persona ha passione per quello che

studia arriva a fare quel-lo che vuole.

Simone Marinoni 2A

Cavallino a dondo-

lo realizzato da

Simone durante il

Progetto Ponte

D A C C I U N T A G L I O

Questo percorso

mi ha permesso

di sperimentare,

durante la terza

media, la scuola

superiore che

adesso frequen-

to.

Il Progetto Ponte alla sezione Legno

P A G I N A 1 7 N U M E R O 1 , A P R I L E 2 0 1 1

In accordo con le Scuole Medie del territorio, da pa-

recchi anni, l’Istituto orga-nizza dei Progetti-Ponte rivolti agli allievi delle terze

classi. La scelta di una scuo-

la superiore non è sempre facile: per molti studenti la scuola professionale offre le

basi, solide, per imparare un mestiere e per riuscire, un domani, ad entrare con

consapevolezza e prepara-zione nel modo del lavoro. Per verificare le proprie

attitudini e la validità della scelta operata, il Progetto-

Ponte è un momento im-

portante: durante il terzo

anno i ragazzi della scuola media frequentano, da un

minimo di 32 ad un massi-mo di 100 ore, il laborato-rio di falegnameria del no-

stro Istituto, una mattina in

settimana. Seguiti da un do-cente-tutor si avvicinano, un po’ alla volta, alla professio-

ne del falegname, imparano a riconoscere l’attrezzatura manuale e alcune specie

legnose e ad utilizzare cor-rettamente gli strumenti nel rispetto delle norme antin-

fortunistiche. Durante il Progetto realizzano un pic-

colo manufatto che potran-

no tenere per sé e che co-

stituirà oggetto di discussio-ne in sede di esame di Li-

cenza media. Tale esperien-ze si è rivelata, e continua a rivelarsi, estremamente im-

portante sia per confermare

una scelta professionale sia per limitare la dispersione scolastica di allievi, magari

poco motivati ad uno studio teorico, ma inclini ad un indirizzo più pratico e pro-

fessionale. Nell’ anno formativo 2010-2011 l’Istituto ha attuato 29

Progetti-Ponte.

Prof.ssa Patrizia Pacher

TINA – STAI VOLANDO

Ragazza, vuoi volare?

Non serve crearsi strane idee,

non occorre prendere l’aereo per volare.

Ragazza, metti la tua canzone preferita,

quella canzone che riesce a distaccarti dal mondo.

E ora vai,

localizza un parco, e mettiti sull’altalena.

Chiudi gli occhi, libera la mente,

e comincia a spingerti con le gambe,

lasciati andare, stai prendendo quota.

Ed ora, sei pronta?

Ragazza mia, apri gli occhi e guarda il cielo.

Stai volando.

Valentina Widmann

L’angolo della poesia

Durante il terzo

anno i ragazzi

della scuola me-

dia coinvolti nel

Progetto Ponte

frequentano, da

un minimo di 32

ad un massimo

di 100 ore, il la-

boratorio di fa-

legnameria del

nostro Istituto.

P A G I N A 1 8

LA CULTURA RASTA Il Rastafarianesimo è un

movimento che predica

il ritorno dei neri che

sono stati portati via

come schiavi dall’Africa,

nel loro continente. In

Giamaica, attorno agli

anni '30 il predicatore

Marcus Mosiah Garvey,

che è anche fondatore

dell’organizzazione a

tutela dei diritti dei neri

chiamata "United Negro

Improvement Associa-

tion", profetizzò il ritor-

no in Africa (più precisa-

mente nel cuore dell'A-

frica: in Etiopia) da parte

di tutti i neri africani, il

ritorno alla loro terra

natale a seguito della

venuta di un nuovo re.

Secondo la religione

rasta, l’Etiopia è la terra

promessa. I rasta adora-

no il Dio chiamato Jah.

Nel Rastafarianesimo si

fa largo uso di ganjah (=

erba divina), marijuana,

cioè le sommità fiorite

della Cannabis sativa,

conosciuta come canapa

indiana, che cresce

spontaneamente. La

"sigaretta" prende il

nome di spliff. L'erba è

intesa come sacramento

e aiuto mentale per la

meditazione, per entra-

re in contatto con Jah e

con la verità del mondo;

per questo viene ritenu-

ta l'erba della saggezza.

Per diffondere la parola

di Jah, le speranze e le

sofferenze della comuni-

tà nera, i rasta usano

generi musicali come il

Reggae e lo Ska.

In questo, Robert Nesta

Marley ha avuto un ruo-

lo fondamentale. Più

comunemente noto con

il nome di Bob Marley, è

stato un autentico pro-

feta della cultura rasta. È

stato probabilmente il

più famoso musicista

reggae di sempre, colui

che ha reso popolare

questo genere anche al

di fuori della Giamaica.

Gran parte delle sue

canzoni parlano delle

lotte dei poveri e degli

emarginati dal potere.

Oltre che come musici-

sta viene ricordato an-

che per le sue celebri

frasi pacifiste e anti-

razziste.

Come ogni cultura, an-

che quella rasta ha le

sue regole. Per esempio

i rasta non possono ta-

gliarsi capelli né barba

fino alla loro liberazione

e sono vegetariani, in

quanto possono nutrirsi

e curarsi solo con pro-

dotti direttamente deri-

vanti dalla terra (in par-

ticolare: no alla carne di

maiale e ai molluschi).

I dreadlocks (delle lun-

ghe e dure trecce che

caratterizzano la chioma

dei rasta) sono quindi

imposti dalla religione

stessa; infatti oltre a

essere la netta conse-

guenza della non cura

dei propri capelli, ri-

specchiano la criniera

del leone, che era il sim-

bolo della tribù di Giu-

da.

La bandiera rasta (verde,

gialla e rossa con al cen-

tro un leone) ha un alto

valore simbolico: il ros-

so rappresenta il sangue

che è stato sparso, il

verde la terra in cui cre-

scono tutti i loro ali-

menti, il giallo il colore

dell'oro d'Africa, il nero

il colore della pelle; al

centro vi è il leone, sim-

bolo della della tribù di

Giuda.

La bandiera rasta

Rielaborazione del lavoro

di un’allieva del 4 anno di

Diploma di Tecnico

d’Immagine nel Settore

Acconciatura

D A C C I U N T A G L I O

Bob

Marley

I dreadlocks

Intervista ai bidelli della Sezione Legno

P A G I N A 1 9 N U M E R O 1 , A P R I L E 2 0 1 1

C’è chi è più espansivo e chi più riservato e

sintetico, ma… il mondo è bello perché è va-

rio!!!

UN GRAZIE AI NOSTRI BIDELLI!

I bidelli, figure mitiche, colonne portanti della nostra scuola. Quale scuola potrebbe funzionare senza di loro? So-no le prime persone che al mattino ci accolgono con il sorriso, quando siamo giù di morale cercano di tirarci su,

se stiamo male si occupano di noi e… ci osservano sempre! Abbiamo intervistato i bidelli della nostra scuola.

Da quanto tempo lavora qui? Che lavoro faceva prima?

Signora Franca: lavoro qui da 4 anni, prima lavoravo come commessa in un negozio di frutta e verdura e mi piace-va perché avevo l’opportunità di conoscere sempre gente nuova. Signor Nicola: lavoro qui da 3 anni.

Le piace il suo lavoro? Lo cambierebbe con un altro?

Signora Franca: sì, mi piace il mio lavoro perché ogni anno conosco nuovi allievi e nuovi professori. Se avessi la possibilità cambierei anche lavoro, perché è bello cambiare. Mi piacerebbe lavorare in una agenzia di viaggi, per avere la possibilità di viaggiare molto.

Signor Nicola: sì, mi piace. Non so se cambierei lavoro, perché sono vecchio. Le sembra più comodo avere la segreteria in Viale Verona? Signora Franca: a me non cambia.

Signor Nicola: no. Qual è il suo compito qui? Signora Franca: le mie mansioni sono rispondere al telefono, fare fotocopie, sorvegliare i ragazzi e distribuire e

ritirare gli avvisi firmati. Inoltre, ho cura di riordinare l’archivio, il sottoscala, i libri, i registri e i documenti. Quan-

do qualche ragazzo sta poco bene mi occupo di lui e, se necessario, avviso i genitori. Signor Nicola: apro la porta. Trova simpatici gli alunni di questa scuola? E i professori?

Signora Franca: sì, perché i ragazzi di questa scuola sono bravi, simpatici, educati e mi fanno sempre sorridere. I professori sono molto simpatici e mi tengono occupata. Signor Nicola: sì.

Le piace lavorare con il suo/a collega il signor\a Nicola\Franca? Signora Franca: sì, mi piace molto lavorare con il signor Nicola perché con lui non ci si annoia mai, ti fa sempre sorridere.

Signor Nicola: sì. Cosa fa nel suo tempo libero?

Signora Franca: sono amante della montagna, dove vado a fare lunghe camminate, mi piace andare in bicicletta, passeggiare in città, trovarmi con gli amici, fare shopping, e amo molto leggere.

Signor Nicola: ho sempre qualcosa da fare. Daniele e Manuel 1A

P A G I N A 2 0

IL DIGITALE TERRESTRE… un problema?

Sicuramente prima non c’era bisogno di ben due

telecomandi e di sintonizza-re canali ed altro. Prima ba-stava accendere la spina del-

la tv e con un telecomando cambiavi canale come e quando volevi. C’è da dire però che ora

come ora abbiamo un’ampia possibilità di guardare molti più canali interessanti, che

solo con le prime antenne Sky si potevano vedere. Questa invenzione si è inte-

grata e diffusa con il tempo

iniziando dalle regioni auto-nome d’Italia, togliendo a

poco a poco i canali dalla normale televisione, quindi di conseguenza “obbligando” le persone ad

acquistare il digitale terre-stre. La provincia, nel nostro ca-

so quella di Trento, ha cer-cato di aiutare le persone

anziane offrendo loro il decoder gratis. Personal-mente io non so se stare a

favore o contro il digitale terrestre, certo è che esso ha aperto il mondo della televisione.

Credo che molte persone, me compreso, si siano tro-vate in difficoltà e magari

anche abbastanza impazienti ed arrabbiate, quando ad un certo punto, questo

decoder incominciava ad

avere problemi, soprattutto sui canali, e in quel momen-

to non desideravamo avere altro che la vecchia e sem-plicissima televisione… Negli ultimi tempi i

decoder più avanzati per-mettono di utilizzare una scheda, comunemente det-

ta “tessera”, la quale va inserita nei decoder nell’

apposito spazio. Queste tessere vengono acquista-te per poter accedere a

programmi a pagamento (i cosiddetti pay-per view) come ad esempio Mediaset Premium o Sky. Questi

programmi offrono una vasta quantità e qualità di canali, serie tv e spettacoli

del mondo dello sport. Ovviamente tra esse c’è grande rivalità e concor-

renza. Nonostante questo,

tutti e due sono apprezzati da tutte le persone, chi più

e chi meno, che non vo-gliono per nessun motivo perdersi le news del mon-do del calcio, del cinema e

delle serie tv.

Flavio Zeni 1A

Molte sono le opinioni su questa nuova invenzione ormai diffusa. Era meglio

prima? O è meglio adesso?

Una vasta

quantità di

canali in più

con il digitale

terrestre.

Meglio prima

o meglio a-

desso?

D A C C I U N T A G L I O

L’ABC della Scuola

La scuola: il campo di concentramento

L’entrata a scuola: la porta dell’inferno

La sala dei professori: la fossa dei serpenti

L’aula: il forno crematorio

L’appello: la lista dei condannati

L'interrogazione: il silenzio degli innocenti

L’interrogazione della prima ora: delitto all’alba

Il compito in classe: spionaggio industriale

Le ore di ginnastica: la danza degli elefanti

Le ore di inglese: io no speak english

L’ultima ora: la città che dorme

L’uscita dalla scuola: la carica dei 101

La media del 9: Mission Impossible

I promossi: la leggenda degli uomini straordinari

La qualifica: THE ENDasta

Adnan e Stefano 1Aquantità

INVITO ALLA LETTURA: Se questo è un uomo, di Primo Levi

P A G I N A 2 1 N U M E R O 1 , A P R I L E 2 0 1 1

Edizione:

Giulio Ei-naudi edito-re, Torino

1947, pag. 209

G e n e r e : S t o r i c o –

autobiogra-fico

Autore: Primo Levi è nato a Torino nel 1919, da una famiglia di origine

ebraica. Dopo essersi laureato in chimica, si unisce a una banda di partigiani. Catturato dai tedeschi a 25 anni, fu deportato ad Au-

schwitz nel 1944 e sopravvisse fino al gennaio dell’ anno seguente, quando il campo fu liberato dalle

truppe Sovietiche. Il viaggio di ri-torno in Italia, narrato nel suo secondo romanzo “ La Tregua”,

sarà lungo e travagliato. Primo

Levi venne trovato morto sotto casa sua nell’aprile del 1987. Contenuto e trama:

Primo Levi è stato catturato dai nazisti nel 1944 e successivamente deportato nel campo di concen-

tramento Auschwitz. Dopo un lungo viaggio, Primo arriva al cam-po, viene spogliato di tutti i suoi

averi, i suoi capelli vengono rasati e per essere riconosciuto gli viene

tatuato sul braccio il numero 174517.

Nei primi mesi passati nel campo riesce a conservare le energie e a svolgere abbastanza facilmente i

compiti a lui assegnati, ma col il passare del tempo le forze lo ab-bandonano a causa della cattiva

alimentazione, delle pessime con-dizioni igieniche e del troppo lavo-ro, che non gli consentono di re-

cuperare le forze. Da quel mo-

mento, Primo ha perso ogni suo diritto e inizia a lavorare come se

fosse uno schiavo. Mentre traspor-tava delle traversine si ferisce ad un piede e viene ricoverato in Ka-

Be, che è l’infermeria del campo. Quando viene dimesso viene asse-

gnato a un’altra baracca nella quale incontra il suo migliore amico, Al-

berto, ma non riesce a dividere con lui la stessa cuccetta. Durante la giornata lavorativa fa amicizia

con Reisnyk, il suo nuovo compa-gno di cuccetta. Dopo un breve periodo Primo viene scelto, insie-

me ad atri prigionieri, per andare a far parte del kommando chimico, ma prima deve sostenere un esa-

me: superato l’esame di chimica, viene scelto per andare a lavorare nel laboratorio. I russi bombardano il campo. Primo è malato e viene

ricoverato in Ka-Be insieme ad altri prigionieri. Il campo viene evacua-to, Alberto fugge via, gli ufficiali e le

guardie delle SS fuggono. Primo riesce a sopravvivere con i suoi compagni fino all’arrivo dei

russi, i quali provvedono alla libera-

zione dei prigionieri rimasti. Aspetti tecnici e stilistici: Primo Levi narra in prima persona,

quindi racconta l’intera vicenda dal suo punto di vista. Le frasi sono

spesso brevi e semplici. Utilizza un linguaggio comune. Ci sono molti dialoghi, che risultano molto im-

portanti per capire il punto di vista, i pensieri e le emozioni degli altri

personaggi. Intenzioni dell’autore:

L’obiettivo dello scrittore è far sa-pere ciò che è accaduto nei campi di concentramento perché non si

dimentichi e non si ripetano gli er-rori del passato. Ciò che ha spinto Primo Levi a scrivere è stata

l’esigenza di documentare una vi-cenda incredibilmente drammatica e disumana.

Giudizio e commento perso-nali sull’opera: Quello che mi ha sconvolto nel leggere questo libro è come un

uomo possa decidere della vita di un altro uomo. Inoltre mi ha colpi-to come l’essere umano all’interno

del campo di concentramento vie-ne annullato come persona, privato della sua personalità e dignità, e

trattato peggio di un animale.

Leonardo Terzi 1C

Copertina del libro

Con la legge n. 211 del 20 luglio 2000 il Parlamento italiano ha aderi-

to alla proposta internazionale di dichiarare il 27 gennaio giornata

in commemorazione delle vittime del nazismo e del fascismo,

dell'Olocausto e in onore di coloro che a rischio della propria vita

hanno protetto i perseguitati.

P A G I N A 2 2

Dal 7 al 29 maggio

si svolgeranno le

tappe del Giro

d’Italia

Che mondo sarebbe senza il calcio?

LA PAGINA SPORTIVA

Lo sapevate che...

Il Giro d’Italia ebbe inizio nel lontano 1909. Prima

tappa Milano–Bologna, segnata dalla caduta ed abbandono di Lucien Ma-

zan detto “Petit Breton”. Il 13 maggio 1909, alle ore 3:00 del mattino, sono partiti 127 ciclisti e

ne sono arrivati (sempre a Milano) in 49, alla me-

dia di 27,260 Km/h. Il

vincitore della prima tap-

pa fu Dario Beni, men-tre il vincitore del Giro

fu Luigi Ganna, che gua-

dagnò 5.325 lire (l’ultimo 300 lire). È sta-

to il primo vincitore del primo Giro d'Italia della storia: 2448 chilometri suddivisi in otto tappe.

Dal 7 al 29 maggio 2011 si svolgeranno le tappe del Giro d’Italia: 23 gior-

ni in totale, di cui 21 di gare, 1 giorno di riposo/

trasferimento, 1 giorno

di riposo completo. Si attraversano 17 delle 20

regioni italiane. La parten-

za è da Torino-Reggia di Venaria Reale e la conclu-

sione a Milano–Piazza

Duomo.

Anacleto Zampedri 1A

occhi. Non si può spiega-re perché si tratta di e-

sperienze che non pos-

sono essere comprese da chi sta fuori. Per il

tifoso si tratta di mo-menti di estasi durante cui scaricare tutti gli stress del quotidiano, gli

attimi più belli della setti-mana. Ma c’è sempre un “MA”

che rovina la favola: ad esempio, gli scontri sugli

stadi, i giocatori pagati

100 volte più dei ricerca-tori delle malattie incura-bili, gli arbitri corrotti, le

“calciopoli” e il razzismo urlato. Sono proprio queste cose a rovinare la

“favola”, non possiamo aggiungere altro: i fatti

In Italia per molti tifosi il calcio sembra essere una

questione di vita o di

morte. Vincere o perdere una partita è importante

tanto quanto vincere o perdere una guerra. Queste idee fanno capire quanto è importante que-

sto sport che forse, per alcuni, sembra quasi poco definire solo “sport”.

Per molte persone in tut-to il mondo il calcio è una

passione, è uno stile di

vita, è una questione di vita o di morte. Non si può descrivere cosa pro-

va uno vero tifoso nel vedere quella palla che supera la linea di porta e vedere il giocatore prefe-

rito che esulta come un dannato sotto i propri

sono questi. Possiamo solo sperare che il calcio

ritorni quello dei bei

tempi in cui gli stadi era-no senza gli ultras e i

delinquenti, ma solo i tifosissimi e le famiglie, che vivevano insieme qualcosa di cui tutti sen-

tiamo la nostalgia.

Vorremmo di nuovo la

magia di quelle urla dei

bambini, dei lavoratori

che ogni domenica si go-

devano i loro 90 minuti

di puro divertimento.

Giorgio 1A

I mondiali di calcio

si terranno nel 2014

in Brasile

D A C C I U N T A G L I O

CICLISMO: Giro d’Italia 2011

COPPA ITALIA

P A G I N A 2 3 N U M E R O 1 , A P R I L E 2 0 1 1

La Coppa Italia, chiamata ufficial-mente Tim Cup, è la coppa nazio-

nale calcistica italiana. La prima edizione si svolse nel 1922. La squadra che vince ottiene la

qualificazione ai play-off dell’Europa

League per la stagione seguente. Qualora la squadra vincitrice abbia ottenuto la qualificazione al-

la Champions League o all'Europa League tramite posizione in cam-pionato, è la finalista perdente ad

accedervi di diritto.

Ultime partite di Coppa Italia

Risultati quarti di finale: Palermo-Parma 5-4 (d.c.r.) Sampdoria-Milan 1-2

Napoli-Inter 4-5 (d.c.r.) Juventus-Roma 0-2

Le semifinali di andata si giocano ad aprile e sono: Palermo-Milan Inter-Roma

Nicholas Prevedel 1A

Verticali:

2. Il nome della regina d’Inghilterra

3. Animale bianco e peloso che si trova al Polo Nord

4. Uno degli stati in cui si trova il monte Everest

10. Città emiliana famosa per le lasagne

14. Ha dipinto il celebre quadro “L’urlo”

La coppa per la squadra

vincitrice

Cruciverba di Ornella Calovi 1 2

3 4

5

6

7

8

9

10

11

12

13 14

15

Orizzontali:

1. L’artista che ha dipinto la Gioconda

5. Regione della Cina in cui si trova il monte Everest 6. La regione dei trulli 7. Uno dei primi fiori della

primavera 8. Il dio della guerra 9. Il cognome dell’attore che

recita nel ruolo di Harry Pot-ter 11. Il significato di questa pa-

rola è “giorno del Signore” 12. Il numero delle caselle del gioco “Tris” 13. Fungo velenoso

15. Capitale della Finlandia

Le soluzioni sul prossimo

numero del giornalino!

Dacci un Taglio è un giornale scolastico esclusivamente ad uso interno, concesso e visio-

nato dal Dirigente dott. Andrea Schelfi.

REDAZIONE

Redattori RICCARDO ECCHER FEDERICO MALUSÀ

MICHELE MARTINI

GIORGIO PECORARO NICHOLAS PREVEDEL

TOBIAS SARTORI

STEFANO TOLOTTI ANACLETO ZAMPEDRI

FLAVIO ZENI

Grafico

RUDY ZADRA ANDREA PINTARELLI

Photo Reporter ADNAN GUSANI

Inviati DANIELE ANTONIOLLI

MANUEL VITTI

Docenti referenti

DANIELA BARALDI

ANTONELLA FRANZOI

IL GIORNALINO CONTINUA…

uscirà infatti verso fine maggio il se-

condo numero, con la seconda parte

dello SPECIALE AREA VERDE!

La redazione cambierà, ma potete in-

viare i vostri articoli sempre

all’indirizzo e-mail:

[email protected]

Falegnami/Parrucchiere

MEGLIO VICINI... O MEGLIO LONTANI?

Immaginate cosa accadreb-

be se ci mettessero nella

stessa sede…

Adnan Gusani

Un ringraziamento per le interviste e il

servizio fotografico realizzati durante le attività di Area verde a Pasqualina Be-nincasa, Katia Duensing, Simona Zap-

palà, Samanta Cristan, Marta Marzo-li, Maria Tarantino, Maria Romano e Francesco Sorrentino dei Servizi alla Persona. Un grazie a Mattia Deavi per

il contributo alla realizzazione grafica

della testata.

SUL SITO DELLA

SCUOLA LA VERSIO-

NE A COLORI DEL

GIORNALINO!