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6 28 06-11 Tradizioni Folletti pugliesi: Leggenda o realtà? 12-15 Storia e tradizioni I misteri di Monopoli 16-21 Miti e leggende Otranto tra storia e leggenda (Lecce) 22-27 Tradizione e Misteri Le Madonne Nere. Il culto della Grande Madre 28-31 Armida: la leggenda Nella Città di Trani sorge un magnifico castello in cui, secondo le leggende popolari, dimorerebbe un fantasma. 32-39 L’Italia segreta Il Santuario di Tindari si trova all'estremità orientale del promontorio, a strapiombo sul mare, in corrispondenza dell'antica acropoli, dove una piccola chiesa era stata costruita sui resti della città abbandonata. 40-49 Geografia Le Madonne Nere 42-43 Le Macabre Catacombe di Palermo e il Mistero dell’Apertura degli Occhi Il convento dei Cappuccini a Palermo, nel quartiere Cuba, è annesso alla chiesa di Santa Maria della Pace. Chiesa e convento risalgono al XVI secolo, benché edificati su strutture precedenti. 12 16 22 4 Speciale Enigmi SPECIALE NUMERO 7 Sommario

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    06-11 Tradizioni

    Folletti pugliesi: Leggenda o

    realtà?

    12-15 Storia e tradizioni

    I misteri di Monopoli

    16-21 Miti e leggende

    Otranto tra storia e leggenda

    (Lecce)

    22-27 Tradizione

    e Misteri

    Le Madonne Nere. Il culto della

    Grande Madre

    28-31 Armida:

    la leggenda

    Nella Città di Trani sorge un

    magnifico castello in cui, secondo

    le leggende popolari,

    dimorerebbe un fantasma.

    32-39 L’Italia segreta

    Il Santuario di Tindari si trova

    all'estremità orientale del

    promontorio, a strapiombo sul

    mare, in corrispondenza dell'antica

    acropoli, dove una piccola chiesa

    era stata costruita sui resti della

    città abbandonata.

    40-49 Geografia

    Le Madonne Nere

    42-43 Le Macabre

    Catacombe di Palermo

    e il Mistero dell’Apertura

    degli Occhi Il convento dei Cappuccini a

    Palermo, nel quartiere Cuba, è

    annesso alla chiesa di Santa Maria

    della Pace. Chiesa e convento

    risalgono al XVI secolo, benché

    edificati su strutture precedenti.

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    La madonna di TindariIl Santuario di Tindari si trova all'estremità orientale del promontorio, a strapiombo sul mare, in corrispondenzadell'antica acropoli, dove una piccola chiesa era statacostruita sui resti della città abbandonata.

    Fare un salto in Sicilia alla scoperta di Tindari, splendida cittadina nel golfo di Patti, in provincia di Messina,significa restare affascinati da un tratto di costa in cui arte e cultura si mescolano magicamente a miti e leggende.Fondata nel 396 a. c. da Dioniso I, tiranno di Siracusa, come colonia della Magna Grecia, al fine difronteggiare gli attacchi dei Cartaginesi, è nominata Tyndaris in onore del Re di Sparta, Tindaro. Sotto ladominazione romana l’antica Tyndaris diviene un’importante base navale; in seguito sul suo territorio siavvicendano prima i Bizantini e poi gli Arabi che la distruggono nell’836. Appena fuori dal Santuario, dallaterrazza a picco sul promontorio, una vista mozzafiato vi colpirà non appena scorgerete i laghetti di Marinello,due piccoli specchi di acqua creati dal mare insinuatosi nella baia sabbiosa, oggi Riserva naturalistica per lapresenza di un particolare ambiente salmastro di tipo lacustre.

    !Sicilia L’ITALIA SEGRETA

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    di Amanda Arena- Pubblicato in Turismo - Sicilia

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    are un salto in Sicilia alla sco-perta di Tindari, splendida cit-tadina nel golfo di Patti, inprovincia di Messina, significarestare affascinati da untratto di costa in cui arte ecultura si mescolano magica-

    mente a miti e leggende. Fondata nel 396 a.c. da Dioniso I, tiranno di Siracusa, come co-lonia della Magna Grecia, al fine di fronteg-giare gli attacchi dei Cartaginesi, è nominataTyndaris in onore del Re di Sparta, Tindaro.Sotto la dominazione romana l’antica Tynda-ris diviene un’importante base navale; in se-guito sul suo territorio si avvicendano primai Bizantini e poi gli Arabi che la distruggononell’836. La colonizzazione romana ha la-sciato meravigliose testimonianze architet-toniche che oggi si concentrano nel cuoredell’area archeologica. Sono visibili il Teatro,la Basilica, le Terme, le abitazioni e le case pa-trizie con i mosaici colorati ancora ben con-servati. In corrispondenza dell’anticaacropoli, sul versante orientale del promon-torio a strapiombo sul mare, si erge il San-

    tuario della Madonna bruna, la principale at-trazione turistica del luogo; al suo interno ècustodita una statua di legno di cedro del Li-bano raffigurante la Vergine bizantina conBambino. L’origine della devozione a questaMadonna risale probabilmente al periododell’iconoclastia, movimento religioso sortodurante l’impero bizantino, che proibiva ilculto delle icone. Secondo la leggenda lastatua della Vergine, ben nascosta nellastiva di una nave proveniente dall’Orienteper sottrarla alle persecuzioni iconoclaste, èabbandonata qui nei pressi della baia di Tin-dari, l’odierna Marinello, durante una tempe-sta notturna. All’alba del giorno dopo imarinai sono ansiosi di ripartire, ma la navesembra essersi incagliata in quel tratto dimare e non si sposta di un millimetro. Sola-mente allorchè la statuetta è sbarcata sullaspiaggia si può riprendere il largo… Appenafuori dal Santuario, dalla terrazza a picco sulpromontorio, una vista mozzafiato vi colpirànon appena scorgerete i laghetti di Mari-nello, due piccoli specchi di acqua creati dalmare insinuatosi nella baia sabbiosa, oggi Ri-

    serva naturalistica per la presenza di un par-ticolare ambiente salmastro di tipo lacustre.Anche la creazione di questi laghetti si legaall’adorazione della Vergine nera e alla leg-genda di una bambina caduta dalle bracciadella madre miscredente. Difatti la donna,venuta ad adorare la Vergine, resta delusaalla vista del suo colorito scuro. “Sono ve-nuta da lontano per vedere una più brutta dime!”, esclama. Ma la sua bimba precipitadall’alto del monte e, solo grazie all’inter-vento della Madonna e all’ improvviso ri-trarsi delle acque fino a formare una cullasoffice di sabbia, riesce a salvarsi dal maretempestoso. A testimonianza del miracoloavvenuto, la spiaggia di Tindari si presentaoggi a foggia di donna con le braccia dellaVergine che accolgono la bimba precipitata.La celebrazione annuale in onore della Ma-donna nera culmina nella processione del 7settembre, durante la quale numerosi pelle-grini gremiscono Tindari per partecipare aisolenni festeggiamenti. Oltre ad essere terradi religione e di leggende, Tindari è terra diletteratura: qui hanno tratto ispirazione per

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  • le loro opere sia il poeta Salvatore Quasi-modo sia lo scrittore Andrea Camilleri. Tin-dari offre anche interessanti itinerarienogastronomici alla scoperta del cosid-detto Percorso Mamertino. Infatti, qui si pro-duce il Mamertino DOC, vino vetusto ecelebre, citato nel “De Bello Gallico”di GiulioCesare, il quale brindò con un calice di Ma-mertino rosso al suo terzo consolato. Questopregevole vino rosso, definito “il vino deiguerrieri” per i suoi profumi caldi e generosi, èottenuto da uve di Nero d’Avola e di Nocera;il Mamertino bianco, invece, trae origine daivitigni Grillo e Ansonica. Lo stesso poetaMarziale, riferendosi al Mamertino, scriveva:”… date al Mamertino il nome che volete, magariquello dei vini più celebri.”

    Secondo la leggenda, una donna venuta adadorare la Vergine per ringraziarla di averguarito la figlia gravemente ammalata,rimase delusa alla vista del suo coloritoscuro: “Sono venuta da lontano per vedereuna più brutta di me!”.

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    La statua della Madonna nera di Tindari sitrova all’interno del famoso santuario co-struito nel XVI secolo ( e poi ampliato intempi più recenti ) sui resti di una chiesettadistrutta dai pirati algerini. L’edificio sorgesu un suggestivo promontorio a strapiombosul mare, nella zona del messinese, dove sitrovava l’acropoli della città antica. Il mira-coloso simulacro risalirebbe all’VIII-IX se-colo d.C. e, secondo la leggenda, provieneda Bisanzio, da dove fu portato via per mareallo scopo di salvarlo durante l’iconoclastia.Sembra proprio che la Madonna abbia“scelto” di fermarsi a Tindari durante il viag-gio: la nave che la trasportava, sorpresa dauna tempesta, si rifugiò nella baia e riuscì ariprendere il mare solo dopo che i marinaiebbero posata a terra la statua. Da alloraalla Madonna di Tindari sono attribuiti moltimiracoli. Una delle più famose leggende ri-guarda una delle prime pellegrine che sirecò a vedere la statua : a causa dell’incar-nato scuro del simulacro, fatto interamentein legno di cedro, la donna dubitò del suopotere e disse con disprezzo: “Vinni di lun-tana via ppi vidiri una cchiu brutta di mia! “. Inquell’attimo si accorse che la sua bambinasi era allontanata ed era caduta dalla ter-razza del santuario. Sarebbe morta anne-gata nelle acque sottostanti se il mare,miracolosamente, non si fosse ritirato. Alsuo posto rimase la spiaggia di Marinello,che oggi è alla base del promontorio. Forseproprio in riferimento a quella leggenda labase della statua reca ancor oggi l’iscri-zione: Nigra sum sed formosa, sono nera mabella. Lo stile della scultura non è intera-mente orientale, ma risulta dalla mesco-lanza di elementi latini, romanici e arabi, eciò fa supporre che sia stata realizzata nel-l’impero bizantino; non mancano però, pur-troppo, rimaneggiamentisette-ottocenteschi che ne hanno cambiatoin parte l’aspetto.

    !Sicilia L’ITALIA SEGRETA

    Il santuario ha una storia travagliata. Nel luglio 1544 l'assalto dell'armata corsara turco -ottomana capitanata dall'ammiraglio Khayr al-Din Barbarossa insidia la costa tirrenica siciliana:incendia la cattedrale di San Bartolomeo di Lipari, assedia l'abitato protetto dal castello diSanta Lucia del Mela, minaccia la cittadella fortificata di Milazzo, devasta la chiesa che èricostruita tra il 1552 e il 1598. Il vescovo Giovanni Previtera fonda il santuario di Tindari. Costruisce e finanzia la cattedralecon gli edifici annessi, i cui lavori furono completati dopo la sua morte grazie alle donazioni dellafamiglia Previtera alla diocesi di Patti. Il santuario è ampliato dal vescovo Giuseppe Pullano con la costruzione di una nuova chiesa piùgrande consacrata nel 1979. Come la Porziuncola di San Francesco a Santa Maria degli Angeli ad Assisi, o il santuario dellaCasa Santa della Madonna inglobata nella basilica-fortezza di Loreto, allo stesso modo dentro lemura degli edifici che attorniano il santuario di Tindari, nella parte esterna a ridosso delpresbiterio, vi si trova l'originaria chiesa della Madonna nera, venendo a costituire dunque unasorta di chiesa nella chiesa, accessibile solo in determinati periodi dell'anno e in determinatiorari giornalieri. Sulla cantoria in controfacciata, si trova il grande organo a canne, costruito da GiuseppeRuffatti nel 1978, con 78 registri su cinque manuali e pedale.

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    !Sicilia L’ITALIA SEGRETA

    Il NUOVO SANTUARIO

    La costruzione del nuovo Santuario della Ma-donna del Tindari ha costituito il programmaprincipale dell’episcopato di S.E. Mons. Giu-seppe Pullano (1953-1977).Nel 1953, il Santuario esistente era diventatoincapace di accogliere i pellegrini. Si eranoanche fatti diversi progetti che, oltre a preve-dere la distruzione della vecchia chiesa, nonavrebbero offerto una soluzione adeguata.Mons. Pullano individuò come soluzione piùidonea la costruzione della nuova chiesa nellavilla del Santuario, che previde lo sbanca-mento della roccia e la demolizione di alcunilocali, ma lasciò intatta l’antica chiesetta. Ilgiorno 8 dicembre 1957 viene posta la primapietra, proveniente dalle antichità greco-ro-mane, già benedetta da Papa Pio XII il 30 di-cembre 1956. Nel pomeriggio del 6 settembre1975, Mons. Pullano benedice l’interno delnuovo Santuario e il trono della Madonna.L’Icona della Madonna viene così portata nelnuovo Tempio e collocata dal Vescovo sul-l’artistico, prezioso trono, posto sotto l’arcocentrale del nuovo Tempio. Subito dopo cele-bra la prima S. Messa sul nuovo altare delSantuario e rivolge la sua calda e appassio-nata parola ai numerosi devoti convenuti perl’occasione. Il giorno dopo ha luogo la so-lenne concelebrazione presieduta da S. Em.zail Cardinale Salvatore Pappalardo, Arcive-scovo di Palermo, il quale nella omelia defini-sce il Santuario “maestosa Basilica eanticamera del Paradiso”. Il 1° maggio 1979viene solennemente consacrato il nuovo San-tuario da S. Em.za il Cardinale Salvatore Pap-palardo, assistito dal nuovo Vescovo di PattiS. E. Mons. Carmelo Ferraro e da tutti i Ve-scovi di Sicilia. All’omelia il Card. Pappalardo

    ebbe un particolare ricordo per Mons. Pul-lano: “L’8 settembre del 1975, festa della Nati-vità di Maria, un gruppo di Vescovi qui presentiavemmo la gioia di celebrare la prima Messa so-lenne in questo Santuario che proprio in quelgiorno veniva aperto ai fedeli. Era con noi, edera raggiante, il venerato Mons. Pullano, disanta memoria, che vedeva così raggiunta unaprima meta del suo impegno di innalzare unnuovo e splendido tempio in onore di Maria; eglipregustava già il giorno in cui ne avrebbe fattola solenne dedicazione”. Illustrò quindi il signifi-cato della cerimonia ed evidenziò la Dedica-zione del nuovo tempio come punto di lancioper nuove mete: “Avanti con fiducia, verso l’av-venire di questo Santuario. L’invocazione “MadreMia, Fiducia Mia”, che il vescovo innalza e alla

    La statua della Madonna Nera, scolpita inlegno di cedro, è di epoca imprecisata, forsegiunta qui dall'Oriente in seguito alfenomeno dell'iconoclastia, nell'VIII-IXsecolo. La Madonna, una Theotókos Odigitriaseduta nella posizione della Basilissa("Regina in trono"), regge in braccio ilBambino Gesù, ha una corona in testa, epresenta la caratteristica inconfondibile delvolto lungo - lo si nota soprattutto nellegrandi proporzioni del naso, ma anche dallaconformazione della parte inferiore del voltostranamente allungato verso il bassomantenendo comunque proporzioniaggraziate e davvero molto armoniose anchedal punto di vista artistico.

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    quale tutti noi facciamo coro, ci dia il santo ardi-mento che accompagna le opere benedette daDio e protette da Maria”.Il nuovo Santuario ha pianta a sviluppo basi-licale, a croce latina, a tre navate, con tran-setto quadrato e abside semicircolare. Lachiesa è lunga m. 64 e larga m. 24. Il basa-mento è in marmo billiemi e le falde della co-pertura sono rivestite di ceramiche azzurre.Sul fianco settentrionale, adiacente alla na-vata sinistra, è stato costruito un gran log-giato (lungo 76 metri e largo 8), che permette diammirare il suggestivo panorama dei laghettidi Marinello. Sotto il loggiato è ricavato unampio locale che, collegato alla cripta, formala Penitenzieria del Santuario. La facciata, incorpo avanzato, si innalza sulla piazza, so-

    praelevandosi per lo sviluppo della torrecampanaria. Le porte sono in bronzo ed ai latidi quella centrale sono collocate le statue deisanti Pietro e Paolo. Entrando nel Santuarioci si immette in un atrio decorato da nume-rose vetrate istoriate, al disopra del quale èsituato un grande organo a canne. La navatacentrale è delimitata da colonne ottagonalicon basi di marmo bianco, e sulla volta sitrova un grandioso quadro di 75 mq. che raf-figura “Il Trionfo della Madonna” opera delpittore Fausto Conti. Sulle navate laterali, ingrandi mosaici, sono rappresentati i misteridel Rosario. Il grande altare, al centro deltransetto, poggia su stipiti di marmo giallo alcui interno è posta una scultura in marmobianco che rappresenta l’Ultima Cena. Alle

    sue spalle spicca l’agile e artistico trono sucui è collocata l’immagine della Madonna delTindari. Collocati su basi di bronzo, che hannoforma di nuvole, si ergono 4 maestosi an-geli (alti 2,10 m.), anch’essi di bronzo, che sullemani protese sorreggono il trono della Ma-donna. Dietro il colonnato dell’abside, è unampio emiciclo le cui pareti sono decorate daalcuni mosaici che rappresentano i momentipiù salienti della storia del Santuario.

    Il Santuario di Tindari si trova all'estremitàorientale del promontorio, a strapiombo sulmare, in corrispondenza dell'antica acropoli,dove una piccola chiesa era stata costruita

    sui resti della città abbandonata.

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