SOLIDARIET T ra la sete di amore e la fame di...

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+ SPECIALE 3 GIORNALE del POPOLO VENERDÌ 9 FEBBRAIO 2018 SOLIDARIETÀ Nella periferia di Calcutta un centro si dedica alla cura dei bambini disabili Tra la sete di amore e la fame di dignità Fondato da Dominique Lapierre nel 2002 e sostenuto dall’Associazione ticinese, oggi l’Asha Bavan Center vive una grave crisi finanziaria. Nella periferia di Calcutta, mega- lopoli indiana di 14 milioni di abi- tanti, tra la miseria più totale e la ric- chezza più elitaria, tra le 250mila persone nate e cresciute in mezzo alla strada senza identità e senza qualcosa di cui vivere, c’è un luogo particolarmente importante per i piccoli indiani che crescono con u- na speranza di un futuro migliore e per alcuni ticinesi che in questo luo- go credono e spendono energie, tempo e denaro. ABC, ovvero Centro Asha Bavan “Casa dell’accoglienza”, è un istituto dove quotidianamente vengono seguiti bambini e bambine con gravi disabilità di varia natura, fisica e cerebrale in un contesto di aiuto globale. A sognare e fondare il centro fu nel 2002 Dominique La- pierre, noto giornalista francese e autore di molti best sellers interna- zionali, primo fra tutti La città della gioia. Dopo l’incontro sconvolgente con Madre Teresa, Lapierre decide di devolvere tutti i guadagni dei suoi libri per le opere in India. Negli anni, sostenuto dalla moglie Dominique, arriva a fondare una quindicina di centri, molti dei quali autosufficien- ti, altri destinati a scomparire, altri ancora salvati da diverse realtà. La prima opera, ad esempio, era un centro per lebbrosi che è stato poi rilevato da un gruppo di inglesi. Sono Marialuisa e Giovanni Pe- drazzini a parlarci della realtà dell’i- stituto di Calcutta, tanto lontana e diversa dal Ticino, ma che ha segna- to i loro cuori per sempre, tanto che nel 2011 hanno fondato l’Associa- zione “Amici di Dominique Lapier- re in Ticino” con l’obiettivo di soste- nere il centro. « All’ABC - spiega Giovanni -ven- gono presi a ca- rico centinaia di bambini: i me- no gravi vengo- no reinseriti nella società; gli altri vengono seguiti da fisio- terapisti ed er- goterapisti. Ne- gli anni è diven- tata una realtà e st re ma m e nte importante per le aree rurali di Cal- cutta: questo Centro sta infatti di- ventando una struttura di eccellen- za per la presa a carico dei disabili in India ed è per questo che ce lo siamo presi tanto a cuore». L ’ABC è oggi un centro molto complesso, formato da molteplici attività: oltre all’istituto per disabili con al suo interno un la- boratorio ortopedico d’eccellenza che fabbrica protesi non solo per i bambini del centro, ma anche per gli esterni e gli adulti, vi sono l’attività a favore delle donne maltrat- tate e abbando- nate, i centri diurni e diverse scuole nelle a- ree remote del nord del Benga- la. La t t i v i t à dell’Associazio- ne ticinese è mi- rata al Centro di Calcutta che «fi- no a un paio di anni fa - raccontano i coniugi Pedrazzini - accoglieva 300 bambini e ne seguiva in regime diur- no fino a 500. Recentemente, a se- guito di un’importante crisi finan- ziaria, si è vista la necessità di dimi- nuire i posti disponibili nell’istituto. Sono dunque stati dimessi i bambini maschi, scegliendo in questo modo di tenere solamente le bambine che nella società indiana rimangono an- cora oggi molto vulnerabili, ancor di più se portatrici di handicap. Per i bambini ma- schi sono stati a- perti dei centri diurni in diversi villaggi». Fino al 2017, il Centro è stato fi- nanziato per i tre quarti dai co- niugi Lapierre e per un quarto da vari donatori europei. Ora questo luogo rischia di chiudere: i fondi dei Lapierre sono infatti esau- riti e il Governo indiano, nonostante le buone intenzioni e la recente a- pertura al problema della disabilità, non è ancora pronto a farsi carico e- conomicamente di tale realtà. Così, l’“Associazione Amici di Do- minique Lapierre Ticino” si è presa l’impegno di sostenere il centro e in- tende tenerlo in vita almeno fino a quando arriveranno gli aiuti da par- te del Governo Centrale dell’India e del Bengala. «Oltre ai dona- tori che da di- versi anni ci aiu- tano con picco- le e grandi do- nazioni - spiega Marialuisa -, ora l ’Ass ociazione ha bisogno di al- tre persone che l’aiutino a supe- rare questa dif- ficilissima fase, fino a quando giun- geranno i finanziamenti statali e dunque la stabilità economica. I bambini del Centro ABC ora hanno bisogno dell’aiuto di ciascuno di noi, piccolo o grande che sia». Giovanni e Marialuisa Pedrazzini accolti dai bambini del centro ABC di Calcutta. Per continuare ad essere segno concreto di speranza, ora il Centro ABC ha bisogno dell’aiuto di ciascuno di noi, piccolo o grande che sia «L’ABC sta diventando una struttura di eccellenza per la presa a carico dei disabili in India ed è per questo che ce lo siamo presi tanto a cuore» Quella passione per la “Città della gioia” Dominique Lapierre nasce in Francia nel 1931 e, complici i suoi ge- nitori, due grandi viaggiatori, a 17 an- ni lascia Parigi con soli 30 dollari in tasca e s’imbarca per gli Stati Uniti. Dalle 30mila miglia percorse lungo il continente americano nasce il suo primo bestseller, Un Dollaro Mille Chilometri. Nel 1954, al termine del servizio militare, incontra un soldato americano di nome Larry Collins e da quest’incontro nasce una duratu- ra amicizia e un proficuo sodalizio. Anni dopo collaborano, infatti, in al- cuni dei libri più memorabili del ‘900, incluso Parigi brucia?, Alle 5 della se- ra, Gerusalemme Gerusalemme, Sta- notte la libertà, Il quinto cavaliere. Per anni reporter del “Paris Mat- ch”, racconta i suoi viaggi in ogni an- golo del Pianeta, sui fronti più caldi dell’attualità. Nel 1981, conosce Madre Teresa: un incontro che gli sconvolge la vita. Fonda insieme a James Steven un’as - sociazione umanitaria a favore dei bambini affetti da lebbra nei sobbor- ghi di Calcutta, sostenuta anche dai diritti d’autore dei suoi successi lette- rari. Vive per più di due anni negli slums (le baraccopoli) della megalo- poli indiana e narra quest’esperien- za in La città della gioia, bestseller che racconta la storia della sopravvi- venza della popolazione di uno dei sobborghi più poveri dell’India. Que- sto libro, diventato anche un film, ha venduto oltre 10 milioni di copie. I diritti d’autore dei suoi libri han- no contribuito a finanziare l’associa- zione “La cité de la Joie de Domini- que Lapierre” fondata con sua mo- glie Dominique, per sostenere i nu- merosi suoi progetti che si occupano «dei più poveri tra i poveri». Dal 10 giugno 2012, Lapierre com- batte contro la malattia: un trauma cranico causato da una caduta lo ha fermato sulla strada di Ramatuelle, nel sud della Francia, a due passi da Saint-Tropez. A seguito dell’inciden - te, lo scrittore francese ha a poco a poco lasciato la gestione di tutti i suoi centri per i quali, insieme alla moglie Dominique, ha speso tutta la sua esi- stenza. Una bella immagine dei coniugi Lapierre, fondatori del Centro ABC di Calcutta. INTERVISTA Federica e Simona, studentesse alla SUPSI «In India, una realtà che ci ha cambiate» Tra le attività promosse dall’Asso- ciazione ticinese a sostegno del cen- tro ABC vi è il progetto avviato qual- che anno fa con la SUPSI, attraverso il quale gli studenti della scuola di in- fermeria e di fisioterapia hanno la possibilità di fare uno stage di tre mesi (dei quattro previsti dal percor- so) al Centro ABC attraverso un pro- gramma di cooperazione interna- zionale in India. A raccontarci di questa esperienza unica sono Federica Sussegan, in- fermiera, e Simona Bacciarini, er- goterapista, che hanno vissuto e la- vorato al Centro di Calcutta dal set- tembre al dicembre del 2016. En- trambe parlano dei mesi trascorsi all’ABC come di un’esperienza fon- damentale per il loro percorso non solo professionale, ma anche e so- prattutto personale: «per me - ci confida Federica, diventata infer- miera lo scorso settembre - i tre mesi a Calcutta sono stati un punto di svolta durante i quali ho avuto modo di affinare tantissime competenze professionali. Prima fra tutte, la ca- pacità di adattarsi e di trovare solu- zione ai problemi che ti si presenta- no, con pochi mezzi e poco tempo. Il fatto di conoscere altre realtà porta sempre nuove cose positive». Federica e Simona si sono trovate a lavorare in un universo completa- mente diverso da quello ticinese, ma nonostante ciò si sono sentite fin da subito accolte nella «grande e bella famiglia dell’ABC». È qui che, a con- tatto con centinaia di bambini disa- bili, si sono messe in gioco in diverse attività. «Dal lunedì al venerdì - rac- conta Federica - alloggiavamo al centro dove trascorrevamo tutto il giorno. Nel weekend, con il bus ci trasferivamo a Calcutta, dove abbia- mo scoperto una realtà molto lonta- na dalla nostra, ma davvero molto af- fascinante. Gente, odori, colori, clacson, rumori dappertutto: era il caos più totale, ma alla fine per noi era diventata come casa». Se Federica ha avuto modo di am- pliare le proprie competenze infer- mieristiche, Simona ha fatto pratica per la sua futura professione di ergo- terapista, una figura che cerca di mi- gliorare o mantenere l’indipenden- za delle persone nella loro vita quoti- diana. «Insieme ai pazienti - ci spiega - si lavora nella promozione dell’in- dipendenza e della qualità della vita tramite delle attività legate alla quo- tidianità. Quello vissuto a Calcutta è stato uno stage molto speciale, per i pazienti con cui mi sono trovata ad operare e per le attività che con Fede- rica abbiamo studiato e realizzato. È stata un’esperienza utile professio- nalmente, ma ancora di più per una crescita personale ed umana. Ora, all’inizio di un nuovo percorso lavo- rativo, riconosco che quanto vissuto a Calcutta mi aiuta ad affrontare gli imprevisti quotidiani». Federica e Simona ci confermano che l’ABC è un centro «all’avanguar- dia all’interno del contesto indiano: per i bambini è una grandissima op- portunità per poter vivere in un am- biente sereno. Nella società indiana, i disabili vengono visti ancora oggi come il livello più basso della casta: all’interno del centro hanno invece la possibilità di sentirsi vivi ed amati. L’attività dell’ABC, inoltre, non si fer- ma solamente alla cura dei pazienti, ma si estende nella regione del Ben- gala con conferenze e un’azione di prevenzione». Una realtà, dunque, troppo importante per rischiare di non avere futuro. Federica (a sinistra) e Simona a Calcutta con i tipici abiti indiani. per un aiuto concreto Ecco i riferimenti utili per chiedere informazioni sull’Associazione “Amici di Lapierre in Ticino e per effettuare donazioni a sostegno dell’ABC di Calcutta: [email protected]; tel. 079/301.68.21; www.amicidilapierre.ch Coordinate bancarie: Banca Raiffeisen del Cassarate, 6950 Tesserete – Cto. 69- 3514-1 – IBAN CH96 8036 6000 0069 6761 6 Silvia Guggiari PAGINA A CURA DI

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+ SPECIALE 3G I O R NA L E delPOPOLOVENERDÌ 9 FEBBRAIO 2018

SOLIDARIETÀ Nella periferia di Calcutta un centro si dedica alla cura dei bambini disabili

Tra la sete di amore e la fame di dignitàFondato da Dominique Lapierre nel 2002 e sostenuto dall’Ass o c i a z i o n eticinese, oggi l’Asha Bavan Center vive una grave crisi finanziaria.

Nella periferia di Calcutta, mega-lopoli indiana di 14 milioni di abi-tanti, tra la miseria più totale e la ric-chezza più elitaria, tra le 250milapersone nate e cresciute in mezzoalla strada senza identità e senzaqualcosa di cui vivere, c’è un luogoparticolarmente importante per ipiccoli indiani che crescono con u-na speranza di un futuro migliore eper alcuni ticinesi che in questo luo-go credono e spendono energie,tempo e denaro. ABC, ovvero CentroAsha Bavan “Casa dell’acco glienza”,è un istituto dove quotidianamentevengono seguiti bambini e bambinecon gravi disabilità di varia natura,fisica e cerebrale in un contesto diaiuto globale. A sognare e fondare ilcentro fu nel 2002 Dominique La-pierre, noto giornalista francese eautore di molti best sellers interna-zionali, primo fra tutti La città dellagioi a. Dopo l’incontro sconvolgentecon Madre Teresa, Lapierre decidedi devolvere tutti i guadagni dei suoilibri per le opere in India. Negli anni,sostenuto dalla moglie Dominique,arriva a fondare una quindicina dicentri, molti dei quali autosufficien-ti, altri destinati a scomparire, altriancora salvati da diverse realtà. Laprima opera, ad esempio, era uncentro per lebbrosi che è stato poirilevato da un gruppo di inglesi.

Sono Marialuisa e Giovanni Pe-draz zini a parlarci della realtà dell’i-stituto di Calcutta, tanto lontana ediversa dal Ticino, ma che ha segna-to i loro cuori per sempre, tanto chenel 2011 hanno fondato l’Ass ocia-zione “Amici di Dominique Lapier-re in Ticino” con l’obiettivo di soste-nere il centro.

« All’ABC - spiega Giovanni -ven-gono presi a ca-rico centinaia dibambini: i me-no gravi vengo-n o r e i n s e r i t inella società; glialtr i vengonoseguiti da fisio-terapisti ed er-goterapisti. Ne-gli anni è diven-tata una realtàe st re ma m e nteimportante per le aree rurali di Cal-cutta: questo Centro sta infatti di-ventando una struttura di eccellen-za per la presa a carico dei disabili inIndia ed è per questo che ce lo siamopresi tanto a cuore». L’ABC è oggi un

centro molto complesso, formato damolteplici attività: oltre all’isti tu toper disabili con al suo interno un la-boratorio ortopedico d’e ccellenzache fabbrica protesi non solo per ibambini del centro, ma anche per gliesterni e gli adulti, vi sono l’attività a

f a v o r e d e l l edonne maltrat-tate e abbando-n a t e, i c e n t r idiurni e diversescuole nelle a-ree remote delnord del Benga-l a . L’ a t t i v i t àdel l’Ass ociazio-ne ticinese è mi-rata al Centro diCalcutta che «fi-

no a un paio di anni fa - raccontano iconiugi Pedrazzini - accoglieva 300bambini e ne seguiva in regime diur-no fino a 500. Recentemente, a se-guito di un’importante crisi finan-ziaria, si è vista la necessità di dimi-

nuire i posti disponibili nell’i st i tu to.Sono dunque stati dimessi i bambinimaschi, scegliendo in questo mododi tenere solamente le bambine chenella società indiana rimangono an-cora oggi molto vulnerabili, ancor dipiù se portatrici di handicap. Per ib a m b i n i m a-schi sono stati a-perti dei centridiurni in diversiv i l lag g i » .

Fino al 2017, ilCentro è stato fi-nanziato per itre quarti dai co-niugi Lapierre eper un quartoda vari donatorie u r o p e i . O r aquesto luogo rischia di chiudere: ifondi dei Lapierre sono infatti esau-riti e il Governo indiano, nonostantele buone intenzioni e la recente a-pertura al problema della disabilità,non è ancora pronto a farsi carico e-

conomicamente di tale realtà.Così, l’“Associazione Amici di Do-

minique Lapierre Ticino” si è presal’impegno di sostenere il centro e in-tende tenerlo in vita almeno fino aquando arriveranno gli aiuti da par-te del Governo Centrale dell’India e

d e l B e n g a l a .«Oltre ai dona-tori che da di-versi anni ci aiu-tano con picco-le e grandi do-nazioni - spiegaMarialuisa -, oral’Ass ociazioneha bisogno di al-tre persone chel’aiutino a supe-rare questa dif-

ficilissima fase, fino a quando giun-geranno i finanziamenti statali edunque la stabilità economica. Ibambini del Centro ABC ora hannobisogno dell’aiuto di ciascuno dinoi, piccolo o grande che sia».

Giovanni e Marialuisa Pedrazzini accolti dai bambini del centro ABC di Calcutta.

Per continuare adessere segno concretodi speranza, ora ilCentro ABC ha bisognod e l l’aiuto di ciascunodi noi, piccolo o grandeche sia

« L’ABC sta diventandouna struttura dieccellenza per la presaa carico dei disabili inIndia ed è per questoche ce lo siamo presitanto a cuore»

Quella passioneper la “Città della gioia”

Dominique Lapierre nasce inFrancia nel 1931 e, complici i suoi ge-nitori, due grandi viaggiatori, a 17 an-ni lascia Parigi con soli 30 dollari intasca e s’imbarca per gli Stati Uniti.Dalle 30mila miglia percorse lungo ilcontinente americano nasce il suoprimo bestseller, Un Dollaro MilleChilometr i. Nel 1954, al termine delservizio militare, incontra un soldatoamericano di nome Larry Collins eda quest’incontro nasce una duratu-ra amicizia e un proficuo sodalizio.Anni dopo collaborano, infatti, in al-cuni dei libri più memorabili del ‘900,incluso Parigi brucia?, Alle 5 della se-ra, Gerusalemme Gerusalemme, St a-notte la libertà, Il quinto cavaliere.

Per anni reporter del “Paris Mat-c h”, racconta i suoi viaggi in ogni an-golo del Pianeta, sui fronti più caldid e l l’attu a l i t à .

Nel 1981, conosce Madre Teresa:un incontro che gli sconvolge la vita.Fonda insieme a James Steven un’as -sociazione umanitaria a favore deibambini affetti da lebbra nei sobbor-ghi di Calcutta, sostenuta anche daidiritti d’autore dei suoi successi lette-rari. Vive per più di due anni neglislums (le baraccopoli) della megalo-poli indiana e narra quest’esper ien-za in La città della gioia, bestsellerche racconta la storia della sopravvi-venza della popolazione di uno deisobborghi più poveri dell’India. Que-sto libro, diventato anche un film, havenduto oltre 10 milioni di copie.

I diritti d’autore dei suoi libri han-no contribuito a finanziare l’ass ocia-zione “La cité de la Joie de Domini-que Lapierre” fondata con sua mo-glie Dominique, per sostenere i nu-merosi suoi progetti che si occupano«dei più poveri tra i poveri».

Dal 10 giugno 2012, Lapierre com-batte contro la malattia: un traumacranico causato da una caduta lo hafermato sulla strada di Ramatuelle,nel sud della Francia, a due passi daSaint-Tropez. A seguito dell’inciden -te, lo scrittore francese ha a poco apoco lasciato la gestione di tutti i suoicentri per i quali, insieme alla moglieDominique, ha speso tutta la sua esi-ste n z a.

Una bella immagine dei coniugi Lapierre,fondatori del Centro ABC di Calcutta.

I N T E R V I S TA Federica e Simona, studentesse alla SUPSI

«In India, una realtàche ci ha cambiate»

Tra le attività promosse dall’Ass o-ciazione ticinese a sostegno del cen-tro ABC vi è il progetto avviato qual-che anno fa con la SUPSI, attraversoil quale gli studenti della scuola di in-fermeria e di fisioterapia hanno lapossibilità di fare uno stage di tremesi (dei quattro previsti dal percor-so) al Centro ABC attraverso un pro-gramma di cooperazione interna-zionale in India.

A raccontarci di questa esperienzaunica sono Federica Sussegan, in-fermiera, e Simona Bacciarini, er-goterapista, che hanno vissuto e la-vorato al Centro di Calcutta dal set-tembre al dicembre del 2016. En-trambe parlano dei mesi trascorsia l l’ABC come di un’esperienza fon-damentale per il loro percorso nonsolo professionale, ma anche e so-prattutto personale: «per me - ciconfida Federica, diventata infer-miera lo scorso settembre - i tre mesia Calcutta sono stati un punto disvolta durante i quali ho avuto modo

di affinare tantissime competenzeprofessionali. Prima fra tutte, la ca-pacità di adattarsi e di trovare solu-zione ai problemi che ti si presenta-no, con pochi mezzi e poco tempo. Ilfatto di conoscere altre realtà portasempre nuove cose positive».

Federica e Simona si sono trovate alavorare in un universo completa-mente diverso da quello ticinese, manonostante ciò si sono sentite fin dasubito accolte nella «grande e bellafamiglia dell’ABC». È qui che, a con-tatto con centinaia di bambini disa-bili, si sono messe in gioco in diverseattività. «Dal lunedì al venerdì - rac-conta Federica - alloggiavamo alcentro dove trascorrevamo tutto ilgiorno. Nel weekend, con il bus citrasferivamo a Calcutta, dove abbia-mo scoperto una realtà molto lonta-na dalla nostra, ma davvero molto af-fascinante. Gente, odori, colori,clacson, rumori dappertutto: era ilcaos più totale, ma alla fine per noiera diventata come casa».

Se Federica ha avuto modo di am-pliare le proprie competenze infer-mieristiche, Simona ha fatto praticaper la sua futura professione di ergo-terapista, una figura che cerca di mi-gliorare o mantenere l’indipenden -za delle persone nella loro vita quoti-diana. «Insieme ai pazienti - ci spiega- si lavora nella promozione dell’in -dipendenza e della qualità della vitatramite delle attività legate alla quo-tidianità. Quello vissuto a Calcutta èstato uno stage molto speciale, per ipazienti con cui mi sono trovata adoperare e per le attività che con Fede-rica abbiamo studiato e realizzato. Èstata un’esperienza utile professio-nalmente, ma ancora di più per unacrescita personale ed umana. Ora,a l l’inizio di un nuovo percorso lavo-

rativo, riconosco che quanto vissutoa Calcutta mi aiuta ad affrontare gliimprevisti quotidiani».

Federica e Simona ci confermanoche l’ABC è un centro «all’avanguar -dia all’interno del contesto indiano:per i bambini è una grandissima op-portunità per poter vivere in un am-biente sereno. Nella società indiana,i disabili vengono visti ancora oggicome il livello più basso della casta:a l l’interno del centro hanno invecela possibilità di sentirsi vivi ed amati.L’attività dell’ABC, inoltre, non si fer-ma solamente alla cura dei pazienti,ma si estende nella regione del Ben-gala con conferenze e un’azione diprevenzione». Una realtà, dunque,troppo importante per rischiare dinon avere futuro.

Fe d e r i c a(a sinistra)e Simonaa Calcuttacon i tipiciabiti indiani.

per un aiuto concreto

Ecco i riferimenti utili per chiedereinformazioni sull’Associazione “Amicidi Lapierre in Ticino e per effettuaredonazioni a sostegno dell’ABC diCalcutta: [email protected];tel. 079/301.68.21;www.amicidilapier re.chCoordinate bancarie: Banca Raiffeisendel Cassarate, 6950 Tesserete – Cto. 69-3514-1 – IBAN CH96 8036 6000 00696761 6

Silvia GuggiariPAGINA A CURA DI