Società Giustizia e Sicurezza - Polizia PenitenziariaGirolimoni, nonostante fosse stato scagionato...

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PoliziaPenitenziaria Società Giustizia e Sicurezza Poste italiane spa spedizione in abbonamento postale 70% Roma AUT MP-AT/C/RM/AUT.14/2008 www.poliziapenitenziaria.it anno XXIII • n. 241 • luglio-agosto 2016 2421-2121 Riordino, razionalizzazione e tortura: intervista al Presidente Gasparri

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PoliziaPenitenziariaSocietà Giustizia e Sicurezza

Poste italiane spa spedizione in abbonam

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www.poliziapenitenziaria.itanno XXIII • n.241 • luglio-agosto 2016 2421-2121

Riordino, razionalizzazione e tortura:intervista al Presidente Gasparri

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Polizia Penitenziaria n.241 • luglio-agosto 2016 • 3

Organo Ufficiale Nazionale del S.A.P.Pe.Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria

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Registrazione:Tribunale di Roma n. 330 del 18 luglio 1994

Cod. ISSN: 2421-1273 • web ISSN: 2421-2121

Stampa: Romana Editrice s.r.l.Via dell’Enopolio, 37 - 00030 S. Cesareo (Roma)

Finito di stampare: luglio 2016

Questo periodico è associato alla Unione Stampa Periodica Italiana

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Polizia Penitenziaria Società Giustizia e Sicurezzaanno XXIII • n.241 • luglio-agosto 2016

In copertina: Il Vice Presidente del Senato della Repubblica

Sen. Maurizio Gasparri

EDITORIALECarceri, torna il sovraffollamentodi Donato Capece

IL PULPITOMa se critichi tutti, non hai mai pensato di essere tu il problema?di Giovanni Battista de Blasis

IL COMMENTOAnni di piombo: no al diritto all’oblio all’ex terroristadi Roberto Martinelli

L’INTERVISTARiordino, razionalizzazione e tortura:intervista al Presidente Maurizio Gasparri

ATTUALITÀClima: il futuro dell’umanità è a rischiodi Luca Pasqualoni

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L’OSSERVATORIO POLITICOEventi critici in carcere: sempre più difficile gestire le emergenzedi Giovanni Battista Durante

CRIMINOLOGIAPolitiche di prevenzione della deviazione minoriledi Roberto Thomas e Michela Battiloro

MINORIIl recente interesse della Comunità Europeadi Ciro Borrelli

DIRITTO & DIRITTIIl trattamento rieducativo nell’Ordinamento Penitenziariodi Giovanni Passaro

LO SPORTNuoto: Oro per Ilaria Bianchi al Settecolli di Lady Oscar

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DALLE SEGRETERIERoma, Mantova, Cagliari,Parma, Cairo Montenotte

CINEMA DIETRO LE SBARREFine Pena - Il futuro oltre le sbarrea cura di G. B. de Blasis

CRIMINI & CRIMINALILa nuova camorra organizzata - Parte IIdi Pasquale Salemme

COME SCRIVEVAMOLa cronaca nera nel secondo dopoguerradi Assunta Borzacchiello

WEB E DINTORNIStati Generali Esecuzione Penale e tecnologie:se questa la chiamate innovazionedi Federico Olivo

Per ulteriori approfondimenti visita il nostro sito e blog:www.poliziapenitenziaria.it

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Il S.A.P.Pe. è il sindacato più rappresentativo del Corpo di

Polizia Penitenziaria

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riabilitazione, di riscatto deidetenuti” (altro concetto espresso dalGuardasigilli nel suo intervento alConvegno di Palermo), va detto conchiarezza che se è vero che il 95% deidetenuti sta fuori dalle celle tra le 8 ele 10 ore al giorno, è altrettanto veroche non tutti sono impegnati in attivitàlavorative e che anzi trascorrono ilgiorno a non far nulla. Ed è grave – e deve fare seriamenteriflettere - l’aumento del numero deglieventi critici nelle carceri da quandosono stati introdotti vigilanza dinamicae regime penitenziario aperto.Solamente nei primi dieci giorni diluglio si sono contati Agenti di PoliziaPenitenziaria aggrediti in varie carceri,tra le quali Salerno, Ariano Irpino,Taranto, Favignana, Potenza, atti diautolesionismo in cella a ReggioEmilia, un tentato suicidio nel carceredi Civitavecchia, l’incendio in Sezioneprovocato da un ristretto a Livorno,sangue ed escrementi lanciati contro ipoliziotti a Potenza. E si deve nondimeno registrare il suicidio di duepoliziotti penitenziari, a Trieste eCremona. E’ una situazionepenitenziaria di normalità?Io torno a sollecitare, anche da questecolonne, il Ministro della GiustiziaAndrea Orlando su un fatto specifico.Nonostante la Polizia Penitenziaria haorganici carenti per 8mila Agenti, laLegge di stabilità ha bocciato unemendamento che avrebbe permessol'assunzione di 800 nuovi Agenti, apartire dall’assunzione degli idoneinon vincitori dei precedenti concorsi,già pronti a frequentare i corsi diformazione. Credo che sia assolutamentenecessario che, almeno su questo, ilMinistro Orlando assicuri questenuove assunzioni, nell’ordine di millenuovi Agenti di Polizia Penitenziaria,assolutamente indispensabili ancheper il contrasto della criminalità e delradicalismo integralista nelle carceri.

Donato CapeceDirettore Responsabile

Segretario Generale del Sappe

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L’EDITORIALE

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l 12 luglio scorso si è tenuto aCarini, in provincia di Palermo,presso il Salone delle Feste del

Castello, un interessante convegno daltema Espiazione della pena e dirittifondamentali della persona - Unariflessione sulla situazionecarceraria italiana.Molti e qualificati gli interlocutori: traessi, il Ministro della Giustizia AndreaOrlando."Le carceri hanno subito in questianni un'evoluzione positiva, siamoriusciti a contenere un processo disovraffollamento che aveva portato acondizioni inumane. Per primo,però, ho sempre segnalato come,dopo questo traguardo, fosseimportante discutere di come farecorrispondere l'attivitàdell'esecuzione penaleall'indicazione costituzionale,ovvero come riuscire effettivamentea garantire un percorso diriabilitazione, di riscatto deidetenuti e su questo abbiamoancora moltissimo da fare. Oggi èl'occasione per discuterne e di farloanche con la Chiesa che conmaggiore determinazione nel corsodi questo pontificato si è postaquesto tema e ha aiutato tutti noi afare dei passi avanti", ha tra l’altrodetto Orlando. Che sui tempi della giustizia, haaggiunto "abbiamo incominciato adavere dei risultati significativi,vorrei ricordare cheall'insediamento di questo Governola durata media del processo civiledi primo grado era di oltre 550giorni, quest'anno chiuderà a 367giorni. Naturalmente – ha proseguito- c'è da fare un lavoro analogonell'appello e poi c'è da snellirecomplessivamente il processo. Perquesto è molto importante che ledue leggi che affrontano ilfunzionamento del processo civile epenale siano approvate al più presto.

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Confido che in questi giorni si possaandare verso un'approvazione incommissione al Senato di quella cheriguarda il penale e mi auguro che,con molti meno problemi, si possaapprovare quella sul civile che, persua natura, è assai meno divisiva emeno delicata per le tensioni tra leforze politiche".Io non sono così ottimista, come ilGuardasigilli, sulla situazionepenitenziaria. E spiego perché. E’salito infatti a quota 54.072 il numerodei detenuti presenti oggi nelle carceriitaliane, mentre ben 43mila personescontano una pena sul territorio inmisura alternativa alla detenzione(affidamento in prova, detenzionedomiciliare, messa alla prova e lavoridi pubblica utilità) e 10.773 sono lenuove istanze pendenti per messa allaprova. Sono dunque pressochéesauriti gli effetti delle leggi svuota-carceri e gli istituti di pena ritornano aessere significativamente affollati, atutto discapito del lavoro delle donne edegli uomini della PoliziaPenitenziaria.54.072 detenuti rispetto ad unacapienza regolamentare di pocosuperiore ai 44mila posti lettoeffettivamente disponibili è un segnalepreoccupante, che va a inciderepesantemente sul lavoro dei BaschiAzzurri.Le regioni più affollate sonoLombardia (7.967), Campania(6.889), Lazio (5.893) e Sicilia(5.899). Ma tutte, proprio tutte, lecarceri sono affollate oltre la capienzaordinaria.Mi sembra quindi aleatorio sostenereche il Governo è riuscito “a contenereun processo di sovraffollamento cheaveva portato a condizioniinumane”.Per il SAPPE, infatti, poco è cambiatala situazione penitenziaria del Paese.Su come “riuscire effettivamente agarantire un percorso di

Carceri, torna il sovraffollamento. Necessari almeno mille nuovi Agenti

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Giovanni Battistade BlasisDirettore EditorialeSegretario Generale Aggiunto del Sappe [email protected]

IL PULPITO

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era una volta un calzolaioincapace che, a causadella sua mal destrezza,

non aveva clienti e finì in miseria.Per non morire di fame, il calzolaioescogitò un raggiro: si trasferì in unanuova città dove era sconosciuto e,sotto falso nome, si fece passare perun famoso medico. Con argutiespedienti, e grazie all’abilitàdialettica, spacciò come sua grandespecialità un antidoto contro ogni tipodi veleno. Purtroppo per lui, però, ilRe di quella città cadde molto malatoe, sentita la sua fama, lo mandò achiamare per farsi curare.Giunto al cospetto del Re, questi vollemetterlo alla prova e lo invitò a bereun potentissimo veleno perdimostrare, poi, l’efficaciadell’antidoto su se stesso.A quel punto, terrorizzato dalla provae dalla paura di morire, il ciabattinoconfessò l’inganno e spiegò di esserediventato medico famoso non per lesue capacità ma per l’ingenuità e lacredulità della gente.Dopo la confessione, il Re convocòtutta la cittadinanza sotto al Palazzoreale.“Quanta stoltezza aleggia in questacittà” disse alla folla “se tutti hannomesso la propria vita nelle mani dicolui al quale nessuno volevaaffidare nemmeno i propri piedi. Lavostra ingenuità è davvero un affareper chi non ha scrupoli adapprofittarne”.Credo che questa favoletta di Fedro,ripresa da un precedente racconto diEsopo, rappresenti in maniera chiaraed evidente l’indole di quei personaggiche, incapaci di fare qualcosa diconcreto e costruttivo, si servono dellamistificazione, della tendenziosità e delsotterfugio per cercare di manipolarela realtà e presentare se stessi agli altriper quello che non sono e non

Girolimoni, nonostante fosse statoscagionato completamente da ogniaccusa, rimase sempre colpevolenell’immaginario collettivo, tanto cheil suo nome a Roma viene spessousato come sinonimo di mostro.La vicenda Cucchi, poi, nonostante tresentenze assolutorie e inoppugnabiliriscontri probatori, ha lasciato feriteinsanabili agli sfortunati colleghicoinvolti e ha gettato ombre sullacorrettezza e sulla onorabilità delCorpo di Polizia Penitenziaria.Ancora oggi aspettiamo le scuse diIlaria Cucchi per tutte le accuserivelatesi infondate contro i colleghi e,aggiungerei, aspettavamo anche quelledel sindacalista che si è presentatonella sua stessa lista alle elezionipolitiche del 2013.

Invece, la Cucchi ha continuato drittaper la sua strada, senza voltarsineppure un attimo a guardare qualiconseguenze avevano prodotto le sueaccuse infondate nella vita di trepersone innocenti e il sindacalista ètornato alla sua comoda poltrona,dalla quale ha ricominciato a sputaresentenze contro tutto e contro tutti,come se non fosse successo niente.Infatti, dopo un breve periodo disilenzio per decenza, ha ricominciatoa criticare a destra e a manca senzaalcun pudore.Tempo fa mi sono imbattuto in unafantastica vignetta di Mafalda (laragazzina disegnata da Quino) chesosteneva: “ … se critichi tutti nonhai mai pensato di essere tu ilproblema?”Tutto sommato, parlare del Sappe èfacile ...essere come il Sappe, invece,è molto difficile e, per qualcuno, direiproprio impossibile.

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Ma se critichi tutti, non hai mai pensato di essere tu il problema?

saranno mai. Di solito, questi individuicercano di migliorare sempre più lapropria eloquenza, per riuscire meglioad ingannare gli altri. Quasi semprecostoro sono maestri della critica,perché criticare gli altri è di gran lungapiù facile di fare qualcosa di concreto. Non a caso si dice che “la critica èl’arte di chi non sa fare”.Ingenuità e credulità della gente, poi,fanno il resto e rendono facile la vita diqueste persone."Sono tanto semplici gli uomini etanto obbediscono alle necessitàpresenti, che colui che ingannatroverà sempre chi si lasceràingannare." Diceva NiccolòMachiavelli.E il buon Totò, in uno dei suoi film piùfamosi, Totòtruffa 62, sosteneva che:“Lo so dovrei lavorare invece dicercare dei fessi da imbrogliare, manon posso, perché nella vita ci sonopiù fessi che datori di lavoro.”Purtroppo, il sindacato, così come lapolitica, è l'habitat naturale diaffabulatori, incantatori e prestigiatoridella parola. L’unico requisitonecessario a questi personaggi, è ilsaper parlare e scrivere decentementeo, quantomeno, in maniera adeguataall’arte della mistificazione.In ambito sindacale, questi soggettiricorrono continuamente alla criticaperché vorrebbero che gli altri(colleghi e organizzazioni) fosserodiversi da quello che sono, nellaconsapevolezza che loro non potrannoessere mai alla loro altezza.Non a caso, Nietzsche diceva che più ciinnalziamo e più sembriamo piccoli aquelli che non possono volare.Purtroppo, però, qualche volta lecalunnie e le maldicenze non cilasciano indenni.Basti pensare a casi come quello diGirolimoni o, per restare più vicini anoi, alla vicenda Cucchi. F

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Roberto MartinelliCapo Redattore

Segretario Generale Aggiunto del Sappe

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Anni di piombo: no al diritto all’oblio per l’ex terrorista

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nazionale, che chiamò «sedicenti» leBrigate Rosse e nascose e negòqualsiasi episodio di violenza e diestrema sinistra. Perché accadde tutto questo? Molti giornalisti agirono per fedepolitica. Ma molti altri, piùsemplicemente, si accodaronoseguendo il vento, che in quelmomento sembrava portare a unimmancabile trionfo del marxismo.Così, legioni di cronisti «borghesi» si

misero l’eskimo, confermando unavecchia battuta di Leo Longanesi, e cioèche lo stemma al centro della bandieraitaliana dovrebbe essere la scritta: «Hofamiglia». Ma la storia non si cancella. E' il principio sancito dal Garante dellaprivacy nel dichiarare infondato ilricorso di un ex terrorista che chiedevala deindicizzazione di alcuni articoli,studi, atti processuali in cui eranoriportati gravi fatti di cronaca che loavevano visto protagonista tra la finedegli anni 70 e i primi anni 80.L'interessato che, tra detenzione emisure alternative ha finito di scontarela pena nel 2009, si era rivolto inprima battuta a Google chiedendo larimozione di alcuni url e deisuggerimenti di ricerca che vengonovisualizzati dalla funzione di

"completamento automatico"digitando il nominativo nella stringa diricerca (ad es., inserendo nome ecognome dell'interessato compare laparola terrorista). Di fronte al mancatoaccoglimento delle sue richieste daparte di Google, l'interessato hapresentato un ricorso al Garantesostenendo di non essere unpersonaggio pubblico ma un liberocittadino al quale la permanenza inrete di contenuti così risalenti neltempo e fuorvianti rispetto all'attualepercorso di vita, cagiona gravi dannidal punto di vista personale eprofessionale. Nel dichiarare infondatoil ricorso, l'Autorità ha rilevato che leinformazioni di cui si chiede ladeindicizzazione fanno riferimento areati particolarmente gravi, cherientrano tra quelli indicati nelle lineeguida sull'esercizio del diritto all'oblioadottate dal Gruppo di lavoro deiGaranti privacy europei nel 2014, reatiper i quali le richieste dideindicizzazione devono essere valutatecon minor favore dalle Autorità diprotezione dei dati, pur nel rispetto diun esame caso per caso. Secondo ilGarante, poi, le informazioni hannoormai assunto una valenza storica,avendo segnato la memoria collettiva.Esse riguardano una delle pagine piùbuie della storia italiana, della quale ilricorrente non è stato un comprimario,ma un vero e proprio protagonista.Inoltre, nonostante il lungo lasso ditempo trascorso dagli eventil'attenzione del pubblico è tuttoramolto alta su quel periodo e sui fattitrascorsi, come dimostra l'attualità deiriferimenti raggiungibili mediante glistessi url. Il Garante ritenendo quindiprevalente l'interesse del pubblico adaccedere alle notizie in questione, hadichiarato infondata la richiesta dirimozione degli url indicati dalricorrente ed indicizzati da Google.L'Autorità ha inoltre dichiarato nonluogo a provvedere sulla rimozione dei

IL COMMENTO

pesso, su queste colonne, misono occupato degli “anni dipiombo”, che hanno flagellato

il nostro Paese negli anni Settanta eOttanta. Ancora oggi, c’è chivolutamente confonde le acque. Se si leggono le ricostruzioni chestorici e giornalisti fanno degli anni dipiombo, sembra che i brigatisti rossi ei loro stretti parenti siano sempre staticonsiderati dei folli, isolati da tutto ilresto del Paese.

Sembra che il progetto di una societàcomunista, da realizzare attraverso unarivoluzione, sia stata una pazza ideanelle menti di pochi. Ma non andòcosì. Ce l’ha raccontato, e bene,Michele Brambilla nel suo libroL’eskimo in redazione. Per unadecina d’anni, diciamo dal 1968 inpoi, l’estremismo di sinistra potégodere della benevolenza, delconsenso, e a volte della complicitàdella maggior parte dei giornali e delmondo della cultura ufficiale. Ci volle il cadavere di Moro fattotrovare a metà strada fra le sedi dellaDc e del Pci per interrompere unamistificazione che i mass mediaconducevano dal tempo della scopertadei primi covi delle Brigate Rosse.Per dieci anni gli italiani furonoingannati dai nove decimi della stampa

S

Nelle foto: in alto

accanto al titoloil ritrovamentodel corpo della

Vigilatrice Penitenziaria

Germana Stefanini

sopral’agguato mortale

all’Agente di Custodia

Lorenzo Cotugno

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IL COMMENTO

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suggerimenti di ricerca nel frattempoeliminati da Google e su un url di unarticolo non più indicizzabile daquando l'archivio del quotidiano che loaveva pubblicato è divenuto unapiattaforma a pagamentoE’ una decisione importante eassolutamente condivisibile, questa delGarante della Privacy. Come ha avuto modo di evidenziarel’Associazione Italiana Vittime delTerrorismo, occorre che i ricordisociali vengano mantenuti non solocon commemorazioni e lapidi, chepure sono molto importanti per lamemoria, ma anche che sianorielaborati collettivamente perricordare, acquisire verità e quindispiegare alle nuove generazioni al finedi accrescere in loro lo sviluppo di unacoscienza critica verso il fenomeno delterrorismo e di ogni forma diintolleranza e di violenza.Sarebbero così sconfessatedefinitivamente le dichiarazioni diterroristi che, in occasione dinumerosi interviste e partecipazioni atalk show televisivi, sebbene carnefici,tendono ad accreditarsi quali unicidepositari di “verità di comodo” e diinaccettabili giustificazioni di tantaviolenza in quegli anni cupi.Vanno infatti ricordate le parole delPresidente emerito della RepubblicaGiorgio Napolitano pronunciate il 9maggio 2008, giornata della memoriadedicata a tutte le vittime delterrorismo italiane: “Vittime efamiliari colpiti due volte, prima aseguito dell'invalidità riportata odella perdita traumatica einaccettabile di un loro congiunto,poi dall'esposizione mediatica dialcuni dei terroristi tornati inlibertà. Lo stato democratico, il suosistema penale e penitenziario, si e'mostrato in tutti i casi generoso. madei benefici ottenuti gli ex terroristinon avrebbero dovuto avvalersi percercare tribune da cui esibirsi,tentare ancora subdolegiustificazioni. Chi ha regolato iconti con la giustizia, deve agire condiscrezione e misura”Le responsabilità morali non cessanoper il fatto stesso di avere espiato lapena, anche in caso di eventualeriabilitazione. E’ questo il principio allabase del pronunciamento del Garante

della Privacy! Eppure, va rilevato conamarezza che, da parte di alcuni entipubblici, viene riservataparadossalmente ai terroristi, ai qualisono spesso attribuiti incarichiprofessionali prestigiosi ancheistituzionali, attenzione econsiderazione maggiore di quellarivolta alle vittime. Il riconoscimentodei diritti della vittime e dei lorofamiliari rischiano di essere ignorati,da un burocrazia quasi immobile emiope, alla ricerca perenne delleinterpretazioni più restrittive,vanificando così una riforma di altocontenuto sociale. Eppure, si è persinoarrivati al punto di invitare, alla Scuoladella magistratura (!), gli ex brigatistirossi Adriana Faranda e FrancoBonisoli ad un incontro nell'ambito diun corso di formazione per i giudici.Ma ci rendiamo conto??? Basta. Non ne possiamo più.Questo è un Paese senza memoria, checonfonde vittime ed assassini. E non è accettabile.Faccio mie le parole del Presidenteemerito Napolitano nel richiamatointervento: “Chi abbia regolato ipropri conti con la giustizia, ha ildiritto di reinserirsi nella società, macon discrezione e misura e maidimenticando le sue responsabilitàmorali anche se non più penali. Cosìcome non dovrebbero dimenticare leloro responsabilità morali tuttiquanti abbiano contribuito ateorizzazioni aberranti e acampagne di odio e di violenza dacui sono scaturite le peggiori azioniterroristiche, o abbiano offerto alterrorismo motivazioni, attenuanti,coperture e indulgenze fatali. Questesono le ragioni per cui si doveva e sideve dar voce non a chi ha scatenatola violenza terroristica, ma a chi l'hasubita, a chi ne ha avuto la vitaspezzata, ai famigliari delle vittime eanche a quanti sono stati colpiti,feriti, sopravvivendo ma restando persempre invalidati. Si deve dar voce aracconti di verità sugli "anni dipiombo", ricordando quelle terribilivicende come sono state vissute dallaparte della legge e dello Statodemocratico, dalla parte diun'umanità dolorante”.Perché si potrà, forse, essere anche exterroristi, ma mai ex assassini! F

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residente Gasparri, èripresa in questi giorni ladiscussione

sull'introduzione del reato ditortura nell’ordinamentogiuridico italiano, cosa nepensa, qual è la posizione sua edel suo partito e qualiiniziative intendeteintraprendere sulla questione?Sulla tortura si sta facendo grandeconfusione. E’ giusto ratificare trattatiinternazionali, ma il testo della leggecosì come è stato modificato da Pd egrillini nell’Aula del Senato trasformal’adempimento ad una convenzioneinternazionale in una norma vessatorianei confronti delle forze dell’ordine eovviamente anche della PoliziaPenitenziaria perché può dare luogo adenunce pretestuose.

L’INTERVISTA

Riordino delle carriere, razionalizzazionedelle Forze di Polizia e reato di tortura: intervista esclusiva al Vice Presidente del Senato Maurizio Gasparri

8 • Polizia Penitenziaria n.241 • luglio-agosto 2016

perché prima della legge di stabilità,che verrà scritta a settembre, vogliamoche questo stanziamento siaaumentato affinché tutto il compartosicurezza-difesa, e ovviamente anchela Polizia Penitenziaria, possa disporredi risorse adeguate per dar luogo adun riordino delle carriere che possaessere supportato da stanziamentiadeguati.

Condivide la posizione delleorganizzazioni sindacali chechiedono soprattutto unriordino che riconosca percorsidi carriera semplificati,partendo dalle qualifiche piùbasse, ed eliminando tutte lesperequazioni attualmenteesistenti tra le varie forze dipolizia?

E’ una materia molto complessa. Nonc’è dubbio che vada trattata dapersone esperte anche cancellando laselva di intrecci, incroci esovrapposizioni che si sonosedimentati nel corso degli anni.

P Al di là della retorica, qualisono, secondo lei, le vereragioni che spingono una partepolitica e alcuni intellettuali achiedere l'introduzione diquesto reato?Si parla della ratifica di un trattatointernazionale ma in realtà per molti èla rivincita degli ex sessantottini sulleforze di polizia. Una vera e propriavendetta postuma di chi potrà, qualorala norma dovesse essere approvatasenza le modifiche che pretendiamo,denunciare polizia e carabinieri anchesolo per presunti abusi.

Un argomento che sta molto acuore a tutti gli appartenentialle forze di polizia e alle forzearmate è il riordino dellecarriere. Pensa che Renzistanzierà altri fondi nellaprossima legge di stabilità?Quali iniziative sta portandoavanti con il suo partito per ilriordino delle carriere?Renzi vorrebbe fare il riordino dellecarriere, il rinnovo dei contratti e tuttele meraviglie di questo mondo senzasoldi. La Corte Costituzionale hastabilito già nel giugno scorso con unasentenza l’obbligo da parte delGoverno di procedere allo sblocco deicontratti del pubblico impiego. Inrealtà sono passati oltre dodici mesima nulla è stato fatto. Quanto agli 80euro concessi, va detto che non sonoin alcun modo da intendersi comeun’alternativa al rinnovo del contrattoperché compensano solo in parte ilmancato adeguamento delleretribuzioni. Peraltro gli 80 euro sonoprevisti solo nel 2016. Che accadrà nel2017? Per quanto riguarda il riordino,i 115 milioni previsti sonoassolutamente insufficienti. Per questaragione ho chiamato la CommissioneDifesa del Senato ad esprimersi

a cura diGiovanni B. de Blasise Giovanni B. Durante

[email protected]

Nelle foto: immagini del

Presidente Maurizio Gasparri

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come nella PoliziaPenitenziaria, ci siano personegiudicate idonee in concorsi giàespletati e che potrebberoessere assunte subito. Qual è lasua posizione e quella del suopartito sulla questione?Bisogna assolutamente far scorrere legraduatorie dei concorsi e hopresentato a tal propositoun’interrogazione parlamentare peravere risposte immediate dal Governo.Serve un ricambio degli organici, unincremento degli stessi, ma anchedotare la Polizia Penitenziaria di nuovimezzi.

La Legge Madia dell’agosto 2015ha disposto ulteriori tagli agliorganici delle forze dell’ordine:la Polizia Penitenziariadovrebbe passare da unorganico complessivo di oltre44.500 unità a 40.000. Polizia,Carabinieri e Guardia diFinanza sono anche loro carentidi alcune migliaia di unità edovranno ridurre ulteriormentele dotazioni. Secondo lei, sivuole andare verso un nuovo

provvisoria che costringe coloro chene usufruiscono quasi a implorare alsovrano la gentile concessione. Non èun modo corretto di stabilire ilrapporto tra le parti. I contratti sono ilmetodo democratico e trasparente diregolamentare i rapporti di lavoro.Quindi mille volte meglio il rinnovodel contratto che le elargizionioccasionali.

Presidente Gasparri, Lei sa beneche altro grave problema è lacarenza degli organici nelleforze di polizia. Tuttavia leamministrazioni continuano abandire concorsi nonostante,

L’INTERVISTA

L’obiettivo che voi indicate dieliminare le sperequazioni esistenti èassolutamente da raggiungere.

Per il comparto sicurezza,ritiene sia più opportunostabilizzare gli ottanta euroconcessi una tantum dalGoverno oppure aprire il tavolocontrattuale, previo adeguatostanziamento di fondi nellaprossima legge di stabilità?A mio avviso è bene rinnovare ilcontratto e adeguare i trattamentieconomici tenuto contodell’andamento del costo della vita. Gli80 euro sanno tanto di concessione

Nella foto sotto: il Presidente Gasparri al Raduno Centro Italia 2016dell’Associazione Nazionale Polizia Penitenziaria tenutosi il 2 luglio ad Avezzano

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Nella foto afianco: il Presidente Gasparri con ilPresidente dellaRepubblicaGiorgio Napolitano

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L’INTERVISTA

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modello di sicurezza, oppure èsolo disattenzione politica?C’è totale disattenzione del GovernoRenzi verso la sicurezza. Si parla avanvera. Bisognerebbe piuttostochiedere all’Unione Europea diescludere l’incremento delle spese perla sicurezza, soprattutto in questomomento di gravissima emergenzalegata al terrorismo fondamentalista,dai limiti fissati dal patto di stabilità.Non si può pensare di fronteggiare leemergenze sicurezza senza risorseadeguate. Un Governo serio, e quelloRenzi non lo è, dovrebbe chiedereall’Europa la possibilità di spendere di

Nelle foto: sopra il

Presidente Gasparri al Convegno del Sappe

sull’Esecuzionepenale esterna

nella paginaaltre immagini

del Sen. Maurizio Gasparri

Maurizio GasparriMaurizio Gasparri è nato a Roma il 18 luglio 1956.Giornalista professionista, in Parlamento dal ’92. Nel 1994 durante il primo governo Berlusconi riveste la carica di Sottosegretarioall’Interno. Nel 2001 diventa Ministro delle Comunicazioni. Il Codicedelle Comunicazioni e la “Legge Gasparri” che riordina il sistemaradiotelevisivo sono tra i principali risultati della sua attività digoverno.Nell’aprile 2008 è eletto al Senato nella lista del Popolo della Libertà/ForzaItalia e diventa presidente dei senatori del Pdl.Dal 2013 riveste la carica di Vice presidente del Senato dellaRepubblica.

più per rispondere a tutte le esigenze erealizzare un moderno ed efficacesistema sicurezza.

Cosa ne pensa della confluenzadel Corpo Forestale nell'Armadei Carabinieri ? Secondo lei eraproprio necessario sciogliere ilCorpo Forestale oppure sarebbestato più logico far transitare ilpersonale in un Corpo adordinamento civile, come laPolizia di Stato? Mi pare che si aggiunga confusione aconfusione. Renzi voleva ridurre ilnumero delle forze di polizia a scopipropagandistici. Ha pensato difonderne di più vaste ma non ci èriuscito perché è un’opera inutile eimpossibile. Si è accontentato di

trasferire i settemila dipendenti delCorpo Forestale all’Arma deiCarabinieri. Mi pare una sceltaimprovvisata, propagandistica, giustoper consentire a Renzi di dire che haridotto il numero delle forze di polizia.In realtà così ha solo aumentato laconfusione e il disordine.

Peraltro, con questa operazione,di fatto, viene militarizzato uncorpo civile con il conseguentescioglimento delleorganizzazioni sindacali. Nonle pare incostituzionale epericoloso tutto questo?Tornare a uno status militare per uncorpo di polizia che è a ordinamentocivile è certamente una scelta noncondivisibile. F

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Luca PasqualoniCommissarioSegretario Nazionaledelll’ANFU [email protected]

ATTUALITÀ

Polizia Penitenziaria n.241 • luglio-agosto 2016 • 11

cambiamenti climatici stannocausando una varietà e unacomplessità di preoccupanti

fenomeni ambientali, sociali e sanitaricorrelati alle conseguenze dirette delleondate di calore, degli eventimeteorologici estremi e delle elevateconcentrazioni atmosferiche disostanze inquinanti, ma anche allemodificazioni dei processi biofisici eambientali che alterano la salubrità diacqua e cibo, favorendo la diffusionedi infezioni originariamente confinatenelle sole aree tropicali.L’aumento del rischio, generato daicambiamenti climatici, trova causaanche nella ridotta disponibilità dicibo, di acqua, delle biomasse vegetalie delle aree coltivabili, conconseguenti migrazioni, tensioni econflitti generati dalla scarsità diqueste vitali risorse naturali. Siprevede che la terra raggiungerà inove miliardi di abitanti entro il 2050,ma la disponibilità di cibo si ridurrà acausa della crisi agricola indotta daicambiamenti climatici. Stesso destino è previsto perl’industria ittica. La produttività di alcune aree marinesi ridurrà tra il 40 e il 60%, con serieconseguenze sull’economia e sulleabitudini alimentari e di vita di decinedi isole. Sono ormai ben definite leinterrelazioni causali tra incrementodella temperatura atmosferica,morbilità e mortalità (soprattutto percause respiratorie e cardiovascolari).Si prevede che, in assenza di unadrastica riduzione delle emissioni digas serra entro la fine del XXI secolo,il riscaldamento globale del pianetaaumenterà tra 1.8 e 4°C. Le concentrazioni di gas serra hannoraggiunto i livelli più alti nell’eramoderna ed è necessario ogni sforzoutile ad ottenere una riduzione delleemissioni fino al 70% entro il 2050.

Nella foto: effetto delriscaldamentoglobale

È stato stimato che il tempo utile aprevenire la catastrofe ambientale, ladevastazione degli ecosistemi biologicie la morte degli organismi viventiammonti a pochi anni. In questo breve arco di tempo diventaessenziale operare profondicambiamenti: recenti evidenzescientifiche hanno evidenziato come ilprocesso di fusione del ghiaccio delPolo nord e di quello del Polo sudabbia assunto un’accelerazioneallarmante. In caso di inattività noi,Homo sapiens, la specie dominante,non saremo più in grado di salvarcidal disastro ambientale che stiamocausando: nessuno, in questo mondo,può considerarsi immune dal rischiogenerato dai cambiamenti climatici dinatura prevalentemente se nonesclusivamente antropica. In quanto cittadini del pianetapossiamo e dobbiamo agireindividualmente cambiando il nostromodus vivendi, per renderlo, perquanto possibile, ecocompatibile, mail vero prioritario obiettivo a cui tuttidobbiamo tendere è quello diesercitare una convinta e fermapressione nei confronti dei nostrirappresentanti politici affinché siassumano immediatamente accordispecifici e ambiziosi per salvare ilclima della Terra e il nostro comunefuturo. Le cause principalidell’incremento dei gas serra e delriscaldamento globale sono le

Futuro dell’umanità a rischio:imperativo è cambiare subito rotta sul climaI

deforestazioni, i combustibili fossili,allevamenti intensivi e un insostenibilemodello di consumo e di crescitaincontrollata, che inizia con losfruttamento estremo delle risorsenaturali che il Pianeta mette adisposizione, che oggi sappiamoessere limitate, e termina concrescenti quantità di emissioni, scoriee rifiuti dotati di effetti tossicisull’ambiente nel suo insieme, sugliesseri umani, sugli animali e sullepiante. Per le ragioni esposte è daconsiderare obiettivo primario perl’intera popolazione mondiale unarapida inversione di rotta. Vi è un urgente bisogno di uninnovativo ed alternativo modello disviluppo basato sulla sostenibilitàeconomica e sociale, che riducadrasticamente l’utilizzo deicombustibili fossili e che introducatecnologie basate sull’efficienzaenergetica e su forme di energiarinnovabile e pulita, che promuovapolitiche per la riduzione dellaproduzione di rifiuti e per il recuperoe il riciclo di materia di scarto, quantomai da valorizzare e riutilizzare in unalogica di irrinunciabile economiacircolare.Un sapiente proverbio indianoammonisce: “Il mondo non loereditiamo dai nostri padri ma loprendiamo in prestito dai nostrifigli“. F

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denunciato l’accaduto alla stampa,facendo a sua volta un comunicatostampa. La situazione nelle carceri italiane èsempre più difficile, anche a causa diuna organizzazione che negli ultimianni ha tenuto in scarsaconsiderazione la sicurezza, lasciandoampia libertà di movimento anche aidetenuti che non rispettano le regole.Infatti, gli eventi critici (aggressioni alpersonale di Polizia Penitenziaria,danneggiamenti ai benidell’amministrazione, gesti diautolesionismo, tentativi di suicidioecc.) crescono in manieraesponenziale. Nel corso del 2015, nelle carceriitaliane, ci sono stati 7.029 atti diautolesionismo, 69 decessi per causenaturali, 39 suicidi, 4.688colluttazioni, 921 ferimenti, 7 tentatividi omicidio, 956 tentativi di suicidio.Quest’ultimo dato deve far rifletteremolto sulla professionalità dellaPolizia Penitenziaria, spesso accusataingiustamente di maltrattamenti epercosse verso i detenuti. Infatti, quei956 detenuti, senza l’interventoimmediato della Polizia Penitenziaria,avrebbero portato a termine la lorovolontà suicidaria. E’ pur vero, però, che a fronte didifficoltà derivanti da carenzestrutturali, da carenze di uomini emezzi, ci sono situazioni imputabiliesclusivamente alle responsabilità deivertici delle strutture periferiche e,spesso, anche regionali. In Calabria, per esempio, ilProvveditore ha rivisto le pianteorganiche, riducendo sensibilmentequello di Crotone, e alle lamentele delsindacato ha sempre risposto chel’organico era più che adeguato, salvo,poi, chiudere il Nucleo Traduzioni ePiantonamenti fino a settembreprossimo, col sopraggiungere

L’OSSERVATORIO POLITICO

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Eventi critici in carcere: semprepiù difficile gestire le emergenze

Giovanni BattistaDurante

Redazione PoliticaSegretario Generale Aggiunto del Sappe [email protected]

l 28 giugno il Sappe ha tenuto unamanifestazione presso ilProvveditorato Regionale

dell’Amministrazione Penitenziaria aBologna, per denunciare le gravicriticità che ci sono in regione, conparticolare riferimento agli istituti diPiacenza, Reggio Emilia e Modena,anche se pure negli altri la situazionenon è molto migliore.

Per esempio, a Rimini, Ferrara e Forlìmanca un direttore titolare da moltotempo, ma l’amministrazione sembranon curarsene molto, continuando amandare in missione a Rimini ildirettore di Reggio Emilia, il quale fagià fatica a gestire l’istituto di cui ètitolare, non tanto per le difficoltàinsite nell’istituto stesso, ma per lescelte a volte discutibili. A Ferrara viene inviata in missione ladirettrice di Ravenna, mentre a Forlì lavice direttrice di Bologna, dove latitolare è costretta a svolgere la suadelicata funzione senza neanche unsostituto, ovvero un altro dirigente chepossa coadiuvarla nella sua quotidiana

attività. E pensare che al Dipartimento ci sonocirca venti dirigenti in esubero. A segnare il livello di guardia negliistituti emiliano romagnoli sonosenz’altro gli eventi critici. Infatti, nel corso del 2015, si sonoverificati 828 gesti di autolesionismo,117 tentativi di suicidio, 435aggressioni, 98 ferimenti, 2 tentativi diomicidio, 109 danneggiamenti a benidell’Amministrazione, 5 suicidi e 4decessi per cause naturali tra idetenuti. Certo, la situazione, da questo punto divista, in generale, non è migliore inmolti altri istituti del Paese, ma ci sonopunte che devono far riflettere,soprattutto l’amministrazione.Abbiamo denunciato più volte lasituazione di Verona, dove sono statetrovate decine di telefoni cellulari, ecosì tante altre. L’amministrazione, regionale ecentrale, però, non può continuare anascondere la testa sotto la sabbia,fingendo che non stia succedendonulla di grave, perché così non fa altroche rendersi corresponsabile dellegravi inefficienze che ci sono in alcunerealtà, piuttosto che in altre. Non si tratta di affrontare il solito, purgrave, problema della carenza diorganico, ma di dare un assettofunzionale e funzionante ad alcunestrutture, dove i vertici farebbero benea cambiare mestiere, o professione,considerato che si sono dimostrati, anostro giudizio, a dir poco inadeguati.Come non ricordare l’episodio diPiacenza dove la direttrice, in presenzadi una relazione di servizio di unassistente capo che riferiva di aversentito inneggiare all’ISIS durante unarivolta in carcere, invece di limitarsi atrasmettere gli atti agli organicompetenti, ha cercato di smentire leorganizzazioni sindacali che avevano

I

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dell’estate, in presenza della necessitàdi fare il piano ferie. Delle due l’una: o l’organico eraadeguato, come lui stesso ha più voltesostenuto, per non smentire se stesso,oppure non lo era, come dimostra ilprovvedimento di chiusura del Nucleo,per consentire al personale di andarein ferie. A Modena ci riferiscono che circa 100colleghi stanno per presentaredomanda di distacco in altre sedi,perché la situazione è diventata ormaiintollerabile, sia per i rapporti con ivertici, sia per l’ingestibilità di unapopolazione detenuta ormaiincontrollabile, che aggredisce ognigiorno, anche più volte al giorno, ilpersonale. Tutto questo è anche frutto dellascellerata politica degli ultimi anni,che ha allentato pericolosamente ilregime disciplinare e sanzionatorio, afavore di una illusoriaresponsabilizzazione degli stessidetenuti che dovrebberoautoregolamentarsi ed autogestirsi, manon mancano gravi responsabilità inambito locale. Pura illusione, quelladell’autoregolamentazione, visto che sitratta di persone che non sono state ingrado di autoregolamentarsi edautogestirsi fuori, figuriamoci sepossono farlo in carcere, terrenofertile per ogni tipo di culturacriminale. In carcere possono rispettare le regolenella misura in cui c’è qualcuno cheglielo impone, con le buone o con lecattive maniere, intese non comeprevaricazione, ma come regimedisciplinare e sanzionatorio adeguatoal comportamento tenuto. A Reggio Emilia, per esempio, si sonoinventati i massaggi shiatsu, per farrilassare i detenuti, mentre ilpersonale di Polizia Penitenziariaschiatta dal caldo nelle garitte.Questi sono alcuni dei tanti esempiche riguardano i nostri istitutipenitenziari e rispetto ai qualil’amministrazione ed il Ministrodovrebbero intervenire. Altro che Stati Generalidell’Esecuzione Penale, qui mancal’ABC del buon governo.F

MASTER DI II LIVELLOStudi Penitenziari

e dell’Esecuzione Penale

Il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPe, in collaborazione conl’Accademia Europea Studi Penitenziari, ha contribuito alla realizzazione di unMASTER di II Livello in Studi Penitenziari e dell’Esecuzione Penale pressol'Università Telematica Pegaso.Il Master Universitario di II Livello in Studi Penitenziari e dell’Esecuzione Penalesi pone l’obiettivo di fornire gli strumenti giuridici necessari per affrontare leproblematiche connesse alla gestione dei criminali ed è indirizzato, inparticolare, ad appartenenti alle forze dell’ordine e a personale del sistemagiudiziario e dell’esecuzione penale.Il programma del Master, partendo dall’analisi del fenomeno criminale, esaminal’evoluzione della normativa in materia, senza perdere mai di vista l’aspettopratico, per garantire un continuo scambio tra teoria e prassi attraverso lostudio di casi pratici, per fornire quelle specifiche competenze necessarie perinteragire con soggetti sottoposti a provvedimenti di restrizione della libertàpersonale.Il Master si articola in più moduli che analizzano sia gli aspetti giuridici che quelliapplicativi, con l’analisi dei casi pratici.Le materie di insegnamento ed i moduli didattici sono svolti da docentiuniversitari, professionisti ed organi istituzionali operanti nei settori diriferimento tra i quali il Cons. Riccardo Turrini Vita, Direttore Generale dellaFormazione del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, il dott. PietroBuffa, Direttore Generale del Personale del Dipartimento dell’AmministrazionePenitenziaria e il dott. Antonio Fullone Direttore della C.C. di Napoli Poggioreale.Il Master si svolgerà in modalità e-learning, con piattaforma accessibile 24ore/24 e avrà una durata di studio pari a 1.500 ore (60 CFU). Il sistema e-learning adottato prevede l’apprendimento assistito con unpercorso formativo predeterminato, con accesso a materiali didattici sviluppatiappositamente e fruibili in rete con un repertorio di attività didatticheinterattive, individuali e di gruppo, mediate dal computer con la guida ditutor/esperti tecnologici e di contenuto, in grado di interagire con i corsisti erispondere alle loro domande. è richiesto come titolo di ammissione diploma di laurea quadriennale delprevigente ordinamento o diploma di laurea specialistica e/o magistrale.

La quota di iscrizione è di 1.000 euro + 50 euro spese di bollo.

Per gli iscritti Sappe la quota d’iscrizione in convenzioneè di 600 euro + 50 euro spese di bollo.

info: [email protected][email protected] • tel. 063975901

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Michela BattiloroAvvocato

Roberto ThomasDocente del Master

di criminologia pressol’Università di Roma

La Sapienza Già Magistrato minorile

[email protected]

CRIMINOLOGIA

Politiche di prevenzione della devianza minorile

14 • Polizia Penitenziaria n.241 • luglio-agosto 2016

Organizzazione delle NazioniUnite (ONU), nel settembredel 2015, ha stabilito i

diciassette obiettivi prioritari daperseguire nei prossimi quindici anninelle singole politiche degli StatiMembri, fra i quali emergono, per laloro specifica rilevanza, quello dellapriorità di una adeguata istruzione-educazione, quello dell'eliminazionedella povertà e quello di dare unlavoro dignitoso soprattutto aigiovani.

Per quanto concerne il primo,considerato che l'organizzazionescolastica costituisce sicuramente unostrumento importantissimo diprevenzione della devianza minorile,in Italia il Governo Renzi ha stanziatogià fondi rilevanti per il restauro degliedifici scolastici talora poco agibili ein condizioni di pericolosità per lasicurezza degli utenti.Di più il 23 novembre 2015 haannunciato il finanziamento di unmiliardo di euro per sopperire allemaggiori esigenze di sicurezza econtrollo del territorio in seguitoall'incremento inquietante edevastante dei fenomeni di terrorismo

promossi dal cosiddetto califfato (isiso daesh) unitamente ad una parisomma per finanziare la cultura el'istruzione, riconoscendovi in essaun'arma potente per contrastare la“cultura” della violenza criminale nonsolo terroristica ma anche generale,in cui è sicuramente compresa ladevianza minorile.Invero l'intervento della scuola - e ditutte le altre strutture educative - èsicuramente prioritario per unaeducazione alla legalità dei nostri

giovani, costituendo il nerbo di unaformazione alla solidarietà concretaverso il più debole, e rispetto dei dirittiumani inviolabili, come sancitosolennemente dall'articolo 2 dellaCostituzione, e conseguentemente, inparticolare, una seria e concretaprevenzione alla devianza-criminalitàdei minori.Già gli antichi romani usavanoaffermare “mens sana in corporesano”- seguendo l'insegnamento diGiovenale nelle Satire, X, 356 -sottolineando, in tal modo, la necessitàdi una educazione integrata per laformazione del buon e onestocittadino (“cives romanus sum”,

frase che affermava una coscienzacivica piena di solennità , coscienzache purtroppo abbiamo bisogno diriaffermare, soprattutto da parte deigiovani, in questi tempi oscuri, comeargine per la percepita violenzadilagante). Per quanto concerne la povertà,soprattutto della famiglia, checostituisce sicuramente la primissimafonte educativa, si devono segnalare,in Italia, varie politiche proposte percombatterla, almeno parzialmente, dalpunto di vista economico e sociale.In particolare si dovrebbe, a mioparere, approvare una legge sulcosiddetto quoziente familiare (su cuisono state presentate varie proposte dilegge, da ultimo, il disegno di leggepresentato dai senatori Zeller, Bergere Fravezzi il 15 marzo 2013) al fine diriconoscere un giusto sollievoeconomico alle famiglie piùnumerose, tale da poter ancheincidere sull'eventuale abbassamentodella soglia della commissione di reatiper finalità economiche da parte deisuoi membri minorenni.Indubbiamente poi, dal punto di vistasociale, l'obbligo dell'assistenzamorale verso i figli, introdotto daldecreto legislativo n. 154 del 2013, vasicuramente nella giusta direzione diresponsabilizzare maggiormente igenitori a seguire con la massimaattenzione l'evoluzione psico-fisica esociale dei loro minori, facendoparticolare attenzione a sensibilizzarlosul “pericoloso” uso del computer ovequesto fosse indiscriminato .Per quanto concerne il terzo obiettivoprecitato indicato dalle Nazioni Unite,appare utile proseguire, con unmiglioramento del decreto legislativon. 81 del 2015, sulla riformadell'organizzazione del lavoro in Italia(cosiddetto “jobs act”), una nuova

L’

Nella foto:l’interno della

sede ONU

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CRIMINOLOGIA

Polizia Penitenziaria n.241 • luglio-agosto 2016 • 15

politica sul lavoro idonea a garantiread ogni persona, soprattutto aigiovani, un onesto e dignitoso lavoro,che costituisce una barrieraimportante alla devianza e allaprevenzione della deriva criminale ingenerale.Oltre alle politiche concernenti gliobiettivi ONU, si devono indicareanche le politiche d'incremento delnumero e delle qualità dei servizisociali e delle case famiglia diaccoglienza per minori abbandonati,che possono costituire unagrandissima risorsa per la prevenzionee il recupero del crimine minorile.Sicuramente da rafforzare è poi lafigura dell'Autorità Garante perl'infanzia e l'adolescenza a livellonazionale, istituita con legge 12 luglio2011 n. 112, nominato ogni quattroanni d'intesa fra i presidenti di Camerae Senato della Repubblica, conrilevanti e delicati compiti diprevenzione, controllo e garanzia per iminori, al fine di dare attuazione alleprecitate Convenzioni ONU di NewYork del 1989 e quella europea del1996 sui diritti dei fanciulli, “conpoteri autonomi di organizzazione,con indipendenza amministrativa esenza vincoli di subordinazionegerarchica”.Invero la lettera E) del primo commasottolinea la particolare attenzione allatutela del diritto alla salute del minore,impegnando l'Autorità a “garantirepari opportunità all'accesso allecure nell'esercizio del loro dirittoalla salute” assicurando , inoltre“pari opportunità nell'accessoall'istruzione anche durante ladegenza e nei periodi di cura”.Nella lettera G), sempre del primocomma, la legge prevede un potere distimolo e di suggerimento chel'Autorità Garante dovrebbe esercitareverso qualunque istanzaamministrativa o di Governo. Nella lettera H), l'Autorità Garante“segnala, in casi di emergenza,all'autorità giudiziaria e alle forzedell'ordine la presenza di minorenniin stato di abbandono”.Nella lettera I) “formula osservazionie proposte sull'individuazione deilivelli essenziali delle prestazioni

concernenti i diritti civili e socialirelativi alle persone minori d'età” e“vigila” sul loro rispetto (ai sensidell'art. 117, comma secondo lett. M)della Costituzione). Il comma 9 della predetta leggeprevede che l'Autorità Garante devesegnalare “situazioni di disagio...oabusi che abbiano rilevanza penale”alla Procura della Repubblica presso ilTribunale per i minorenni ovvero alTribunale Ordinario.L'Autorità Garante per l'infanzia el'adolescenza deve presentare ognianno, entro il 30 aprile, una relazioneal Parlamento sull'attività svolta. Chiaramente gli importanti ed estesiincarichi di garanzia (che talorapossono invadere il campo,sovrapponendosi, ai compiti dellaCommissione ParlamentareBicamerale sull'infanzia el'adolescenza, presieduta dall'on.

Micaela Vittoria Brambilla, nonché aquelli delle forze di polizia e dellamagistratura minorile) non possonocertamente essere adeguatamentesvolti, sull'intero territorio nazionale,da un ufficio composto da novefunzionari più un dirigente e dal purbravo presidente, il giovane dottorVincenzo Spadafora, ed un bilancioannuo di previsione della spesa per il2016 pari a un milione settecentodiciassette mila euro !Pertanto, per prima cosa,occorrerebbe potenziareconcretamente la rete dei collegamenticon i Garanti per l'infanzia regionali ,non limitandosi a sfornare meri dati

Nella foto:minore e uso del computer

statistici (contenuti nelle varierelazioni annuali) che, seppur utili perla conoscenza dei fenomeni inquestione, sono tratti da una sintesiragionata di quelli già prodottidall'Istat, dal Ministero della Giustizia,da quello della salute, dal Ministerodella pubblica istruzione, da quello dellavoro e da altri organi privati diricerca.Inoltre l'Autorità Garante in oggettodovrebbe rivestire un ruoloassolutamente autonomo di organo diultima istanza, cui ricorrere insituazioni concrete di conflittid'interessi degli adulti chedanneggiano gravemente i minorenniche sono costretti a subirle.Solo in tal maniera sarà possibile unfunzionamento veramente utiledell'Autorità Garante per l'infanzia el'adolescenza a livello nazionale,altrimenti, se dovesse restare nella

situazione attuale, probabilmenteavrebbero ragioni quelle voci, levatesitalora dagli stessi ambientiparlamentari, circa la sua inutilità,quale duplicazione dell'attività giàsvolta da altri enti quali laCommissione ParlamentareBicamerale già citata e l'Osservatorionazionale per l'infanzia e l'adolescenza(che coordina amministrazionicentrali e periferiche, ordiniprofessionali e associazioni che sioccupano d'infanzia ed è presieduto,ai sensi del DPR 14 maggio 2007 n.103, dai Ministri del lavoro e da quellocon Delega per le Politiche dellaFamiglia).F

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IL LIBRO DEL MESE

16 • Polizia Penitenziaria n.241 • luglio-agosto 2016

oberto Thomas è un valido eprezioso collaboratore dellanostra Rivista, componente il

Comitato Scientifico.

Già magistrato minorile, autore dimolti qualificati libri e di numerosiarticoli sui minorenni, docente delMaster di Criminologia e ScienzeForensi dell’Università La Sapienza diRoma, dà ora alle stampe per i tipidelle Edizioni Ianua questo Manualedi criminologia minorile, preziosoper studenti universitari, frequentatoridi master in criminologia e per tutti gliaddetti ai lavori nel campo dei minori.Nelle oltre 300 pagine, che sidistinguono per una scrittura

Nel box: la copertina

del libro diRoberto Thomas

coinvolgente e chiara, l’Autore citaanche molti ricordi personali della sualunghissima esperienza di magistratominorile (circa quarant’anni nel corsodei quali ha trattato oltre 40mila casiconcreti di minori problematici!).E’ stato recentemente evidenziato - aragione! - che criminalità e devianzagiovanile sono fenomeni conosciuti dadiverso tempo anche se,periodicamente, tornano alla ribalta,soprattutto sui media, a causa di fattidi cronaca giudiziaria che coinvolgonoin modo sempre più preoccupantegiovani e minori. Si tratta di forme di aggressività, diprevaricazione e di violenza chepossono nascere all’interno delcontesto scolastico, ma che non sonosolo limitate ad esso. In molti casidiventano particolarmente dannoseper chi le subisce, la vittima, ealtrettanto problematiche per chi lemette in atto a causa del rilievogiuridico-penale che ne puòconseguire.Thomas, con questo suo Manuale,favorisce una comprensione organicadelle tematiche relative al disagiogiovanile, alla devianza e allacriminalità minorile, tutti fenomenisociali che possono avereripercussioni oltre che da un punto divista socio-educativo anche sul pianogiudiziario. E lo fa con una scrittura semplice ecoinvolgente, che consente anche allettore non avvezzo a questi temi diapprocciarvisi con naturalezza.Last but not least, la dedicadell’Autore: “...a tutti i componentidella Polizia Penitenziaria... per laloro quotidiana, essenziale opera diassistenza ai minorenni detenuti,svolta con grande senso di umanità,professionalità e abnegazione”.Solo per questo meriterebbe di essereacquistato...

* l’Autore ha inteso riservare unosconto particolare agli iscritti SAPPEed ai lettori della nostra Rivista:euro 22 invece del prezzo dicopertina di euro32. Gli interessati possono prenotare lacopia inviando una mail [email protected].

R

ino al 2009, la materiaprocessuale penale,compresa la protezione dei

diritti dell’imputato e delcondannato, non rientrava tra lespecifiche competenze dell’Unione equindi non poteva essere presa inconsiderazione, se nonindirettamente o incidentalmente.Il Trattato di Lisbona ha messo inprimo piano come la promozione ela tutela dei diritti dei minori sia unobiettivo dell’Unione peraltrosancito anche nella Carta dei DirittiFondamentali dell’Unione Europea(2010) che all’art. 24 riconosce iminori in quanto titolari di dirittiindipendenti e autonomi e prevedeche negli atti compiuti da autoritàpubbliche e istituzioni privatel’interesse superiore del minoredebba prevalere. In questo nuovoclima legislativo la CommissioneEuropea ha presentato il 15.2.2011un programma UE per i diritti deiminori che esprime la volontà el’impegno dell’Unione Europea nellarealizzazione di tali diritti in tutte lesue politiche e quindi non solonell’ambito penale ma anche civile eamministrativo.La Commissione evidenzia come iragazzi condannati a scontare penedetentive in strutture carcerariesiano particolarmente esposti alrischio di violenze e maltrattamentie perciò come tale intervento debbacostituire l’ultima risorsa e avere ladurata più breve possibile.Molti sono stati gli interventi delConsiglio d’Europa in materia,come dimostra il preambolodell’ultimo documento che inmaniera puntuale richiama tutti idocumenti che l’hanno preceduto.In questa sede è necessarioricordare che le Raccomandazionidel Consiglio d’Europa nonrivestono carattere vincolante. E’ doveroso però riconoscere lavalenza di stimolo e di monitorivolto ai singoli legislatori affinchéassumano adeguate iniziative voltead attuare, nelle forme ritenute piùopportune, i principi enunciati.Il primo documento di notevoleimportanza è la Raccomandazione

FRoberto ThomasMANUALE CRIMINOLOGIA MINORILEIANUA Edizionipagg. 320 - euro 32,00iscritti Sappe euro 22,00

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Ciro BorrelliDirigente Sappe Scuole e Formazione Minori [email protected]

GIUSTIZIA MINORILE

Il recente interesse della Comunità Europea e gli interventidel Consiglio d’Europa

Polizia Penitenziaria n.241 • luglio-agosto 2016 • 17

20 dedicata alle “Reazioni socialialla delinquenza minorile”.Il 3° capoverso del preamboloesprime la convinzione che: “ilsistema penale dei minori debbacontinuare a caratterizzarsi per ilsuo obiettivo di educazione e diinserimento sociale e che inconseguenza, deve, nei limiti delpossibile, sopprimere lacarcerazione dei minori”. Le linee che emergono dal testo sonomolto simili a quelle che hannocaratterizzato pochi anni prima leRegole c.d. di Pechino: ridurre ilricorso al sistema penale e se ciò nonè possibile offrire una strategiasanzionatoria alternativa alla penadetentiva.Espressione di tale spirito è senzadubbio l’art. 2 che incoraggia “losviluppo di procedure di diversion edi mediazione da parte dell’organoche esercita l’azione penale, al finedi evitare ai minori la presa incarico da parte del sistema dellagiustizia penale e le conseguenzeche ne derivano”.Al punto 15 della Raccomandazione sifa menzione a mezzi alternativi,rientranti in una strategiasanzionatoria volta ad utilizzare ladetenzione come ultima ratioesortando gli stati membri a guardarecon interesse a quelle misure checomportano una sorveglianza e unaffidamento in prova, che miglioranole attitudine sociali per mezzo diun’azione educativa intensiva(trattamento intensivo intermedio). Si suggerisce, inoltre, l’utilizzo dellemisure che comportano la riparazionedel danno causato o che prevedono unlavoro nell’interesse della comunità,adatto all’età del giovane ed allefinalità educative dell’intervento.Ma è sicuramente l’art. 16 cheinteressa ai fini della nostra indagine

Nella foto: l’Aula delConsiglio d’Europa

in quanto prospetta l’opportunità didisegnare un autonomo sistema dellepene minorili, che si caratterizzi nonsolo per le modalità di esecuzione e diapplicazione più favorevoli rispetto aquelle previste per gli adulti, masoprattutto per flessibilità ed elasticità.

Il documento esprime in manieraconvincente la necessità che lostato detentivo non rechi pregiudizioalla dignità umana e offra occupazionicostruttive che permettano lapreparazione al reinserimento insocietà. A tal scopo interviene condelle regole che dovrebbero guidaregli Stati membri nella proprialegislazione, politica e prassipenitenziaria. Tali regole sono valideper il trattamento di qualsiasi soggettodetenuto, quindi, a differenza delleprecedenti raccomandazioni questanon si occupa in maniera specificadella detenzione minorile.Il Consiglio però non manca, neppurein questa occasione, di ricordare la specificità della condizione minorilee soprattutto la necessità che i minorisiano separati dagli adulti attraverso la

predisposizione di istituti appositi(evidentemente senza la presenza digiovani adulti con età fino a 25 anni). Ai minori deve essere offerta, secondola regola 35, la possibilità di accedereai servizi sociali, psicologici eeducativi, ad un insegnamento

religioso e a programmi ricreativiequivalenti a quelli offerti ai coetaneiin libertà. Questo testo torna quindi ad affermarel’importanza di un intervento miratosulla popolazione detenuta di minoreetà ma, come già detto, è indirizzata almondo detentivo nel suo complesso,quindi, per i principi enunciati e per ilcarattere generale ha un’ importanzafondamentale. Le regole penitenziarieeuropee, pur non essendo vincolanti,rappresentano un contributoimportante ed autorevole nellapromozione dei valori sociali edemocratici che l’Organizzazionepersegue. Primo fra tutti il rispetto deidiritti umani che dovranno essererispettati anche nel corso delladetenzione conseguente allacommissione di un reato. F

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Giovanni PassaroVice Segretario Regionale Lazio

[email protected]

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Il trattamento rieducativonell’Ordinamento Penitenziario

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l trattamento penitenziario,considerandolo nella sua piùvasta accezione, comprende quel

complesso di norme e di attività cheregolano ed assistono la privazionedella libertà per l’esecuzione di unasanzione penale; regole contenute inquel corpo principaledell’ordinamento penitenziariocostituito dalla Legge del 26 Luglio,1975, n.354 e dal Regolamentod’esecuzione del 30 Giugno 2000,n.230. I principi portanti del trattamentopenitenziario, sono frutto di una vastaelaborazione dottrinale e scientificatendente a unificare l’acquisizionedella scienza criminologica,l’evoluzione del pensiero filosofico ele statuizioni della nostra CartaCostituzionale. La normativa vigente, influenzata datali elementi, li ha accolti e fatti propriin enunciazioni di carattereprogrammatico. L’art. 1 Ord. Pen. infatti, sancisceche:“Il trattamento penitenziariodeve essere conforme ad umanità edeve assicurare il rispetto delladignità della persona. Il trattamentoè improntato ad assolutaimparzialità, senza discriminazioniin ordine a nazionalità, razza econdizioni economiche e sociali, aopinioni politiche e a credenzereligiose. Negli istituti devono esseremantenuti l’ordine e la disciplina.Non possono essere adottaterestrizioni non giustificabili con leesigenze predette o, nei confrontidegli imputati, non indispensabili aifini giudiziari. I detenuti e gliinternati sono chiamati con il loronome. Il trattamento degli imputatideve essere rigorosamenteinformato al principio che essi nonsono considerati colpevoli sino allacondanna definitiva. Nei confronti

dei condannati e degli internatideve essere attuato un trattamentorieducativo che tenda, ancheattraverso i contatti con l’ambienteesterno, al reinserimento socialedegli stessi. Il trattamento è attuatosecondo un criterio diindividualizzazione in rapporto allespecifiche condizioni dei soggetti”.Alla luce della norma citata è possibilenon solo cogliere i caratteri deltrattamento penitenziario (conformead umanità, rispettoso della dignitàdella persona, imparziale e uguale...),ma soprattutto le finalità deltrattamento medesimo, quali adesempio: evitare gli effettidesocializzanti e criminogeni insitinella pena, favorendo l’accesso allemisure alternative alla detenzione,sanzioni sostitutive o miglioramentidella vita carceraria; ricostruire unascala di valori socialmente rilevantiche il detenuto ha perduto con lacommissione del reato e risocializzareil condannato, riportando la suacondotta all’interno di canoni cheregolano la civile convivenza. Il trattamento penitenziario, così comeè stato tracciato, non deve essereconfuso con il trattamento rieducativodei condannati o degli internati.Quest’ultimo costituisce una parterispetto al tutto nel senso che, nelquadro generale e nei principi digestione che regolano le modalitàdella privazione della libertàpersonale, si inserisce il dovere delloStato di attuare l’esecuzione della penao della misura di sicurezza in modo da“tendere alla rieducazione” delsoggetto.Il trattamento penitenziario, infatti,stabilisce le regole da applicarsi a tuttele categorie di soggetti, che siano essidefinitivi, internati, imputati o personesottoposte alle indagini, mentre iltrattamento rieducativo è destinato

esclusivamente ai condannati definitivie agli internati. Sebbene le regole sancite daltrattamento penitenziario sianoassoggettate anche all’imputato, lanormativa penitenziaria in più partiprecisa ed opera una distinzione tra laposizione di quest’ultimo rispetto aquella dei condannati. Ciò si desumenon solo partendo dal già citato art. 1comma 5 Ord. Pen. che lega iltrattamento alla presunzione di noncolpevolezza sancita anche dall’art. 27della Costituzione, ma da altre normequali l’art. 15 Ord Pen., che sanciscenel suo terzo comma che: gli imputatisono ammessi, a loro richiesta, apartecipare ad attività educative,culturali e ricreative e, salvogiustificati motivi o contrariedisposizioni dell’autorità giudiziaria, asvolgere attività lavorativa o diformazione professionale,possibilmente di loro scelta e,comunque, in condizioni adeguate allaloro posizione giuridica. Evidenziaancora l’art. 1 Reg. Esec. che, iltrattamento degli imputati sottoposti amisure privative della libertà consistenell’offerta di interventi diretti asostenere i loro interessi umani,culturali e professionali. Escludendo le norme di cui l’imputatonon può essere destinatario, quali lenorme sul trattamento rieducativo,queste costituiscono le disposizioniche regolano, in via specifica, ilrapporto tra l’amministrazionepenitenziaria e coloro che sono statirinchiusi a titolo di custodia cautelare. Più corposa e dettagliata appareinvece la regolamentazione che sioccupa del trattamento dei condannatie degli internati, in merito sia agliinterventi di osservazione, sia inrelazione alle attività di trattamentorieducativo. Iniziando l’esame dall’art.1, comma 2, Reg. Esec., si evince cheil trattamento dei condannati e degliinternati è diretto a promuovere unprocesso di modificazione dellecondizioni e degli atteggiamentipersonali, nonché delle relazionifamiliari e sociali che sono di ostacoloa una costruttiva partecipazionesociale. Più dettagliatamente invece,l’art.15 Ord. Pen. che si occupa degli

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DIRITTO E DIRITTI

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elementi del trattamento, nel primocomma stabilisce che il trattamentodel condannato e dell’internato èsvolto avvalendosi principalmentedell’istruzione, del lavoro, dellareligione, delle attività culturali,ricreative e sportive e agevolandoopportuni contatti con il mondoesterno ed i rapporti con la famiglia;ai fini del trattamento rieducativo,salvo casi d’impossibilità, alcondannato e all’internato è assicuratoil lavoro. Eppure, la caratteristicadegna di nota del trattamentopenitenziario è costituita dallaformazione di un trattamento che sia ilpiù conforme possibile allapersonalità del condannato, comefedelmente sancisce l’ultimo commadel già citato art. 1 Ord. Pen. Data lapeculiarità di tale obiettivo, nel CapoIII della L. 354/75, rubricato“modalità del trattamento”, vienededicato interamente un articolosull’individualizzazione deltrattamento. E’ espressamente previsto nell’art. 13Ord. Pen., che il trattamentopenitenziario deve rispondere aiparticolari bisogni della personalità diciascun soggetto. Nei confronti deicondannati e degli internati èpredisposta l’osservazione scientificadella personalità per rilevare lecarenze fisiopsichiche e le altre causedel disadattamento sociale.L’osservazione è compiuta all’iniziodell’esecuzione e proseguita nel corsodi essa. Da ciò discende che, perciascun condannato e internato, inbase ai risultati dell’osservazione,sono formulate indicazioni di meritoal trattamento rieducativo da effettuareed è compilato il relativo programma,che è integrato o modificato secondole esigenze che si prospettano nelcorso dell’esecuzione. Le indicazionigenerali e particolari del trattamentosono inserite, unitamente ai datigiudiziari, biografici e sanitari, nellacartella personale, nella quale sonosuccessivamente annotati gli sviluppidel trattamento pratico e i suoirisultati. Deve essere favorita lacollaborazione dei condannati e degliinternati alle attività di osservazione edi trattamento. Occorre precisare che

la normativa vigente non prevede lapossibilità di effettuare l’osservazionedella personalità del condannato inappositi centri specializzati,prevedendo all’art. 28 Reg. Esec. chel’osservazione scientifica dellapersonalità è espletata, di regola,presso gli stessi istituti dove sieseguono le pene e le misure disicurezza; quando si ravvisa lanecessità di procedere a particolariapprofondimenti, i soggetti daosservare sono assegnati, su motivataproposta della direzione, ai centri diosservazione. Tali centri nascono,come istituti autonomi o anche comesezioni distaccate di altri istituti, con ilcompito di svolgere quelle attività diosservazione indicate nell’art. 13summenzionato.L’attività di osservazione è svolta daglieducatori, dal personale incaricatogiornaliero e dagli assistenti sociali. Ilgruppo per l’osservazione scientificadella personalità, coordinando lapropria azione con quella di tutto ilpersonale addetto alle attività dirieducazione perviene, sotto la guidadel direttore, alla compilazione delprogramma di trattamento ed alle sueeventuali variazioni.L’opera svolta dalgruppo di osservazione e trattamento,sebbene strumento nonistituzionalizzato dalla legge maprevisto dal regolamento, assumeparticolare rilevanza, costituendo unorgano di verifica delle condizioni deldetenuto e di un suo costanteaggiornamento. Inoltre, per agevolarel’individualizzazione del trattamento,l’art.14 Ord. Pen. sancisce che ilnumero dei detenuti e degli internatinegli istituti e nelle sezioni deve esserelimitato, che l’assegnazione deicondannati e degli internati ai singoliistituti e il raggruppamento nellesezioni di ciascun istituto sono disposticon particolare riguardo allapossibilità di procedere ad untrattamento rieducativo comune eall’esigenza di evitare influenze nocivereciproche. La norma prosegue,assicurando la separazione degliimputati dai condannati e internati, deigiovani al disotto di venticinque annidagli adulti, dei condannati dagliinternati e dei condannati all’arresto

dai condannati alla reclusione.Sebbene le disposizioni ora citate,costituiscano norme dal carattereimperativo, non trovano tutt’oggiconcreta applicazionenell’organizzazione penitenziaria,poiché i ristretti continuano ad essereassegnati in maniera del tutto casualee senza alcun criterio logico diassegnazione.L’organizzazione deltrattamento penitenziario in ciascunistituto è rimessa alle direttivedell’amministrazione penitenziaria,mentre le modalità concrete vengonostabilite dal regolamento interno di cuiogni istituto si dota. Il regolamentointerno può essere considerato comevera fonte normativa poiché è al suointerno che vengono recepiti e attuati iprincipi generali sanciti dalla legge edal regolamento d’esecuzione.

Dall’esame della normativa in materia,possiamo concludere evidenziandocome il trattamento rieducativorappresenta un vero obbligo giuridicodi fare per l’amministrazionepenitenziaria affinché predispongainterventi trattamentali verso tutti idetenuti, secondo i canonidell’assoluta imparzialità e senzadiscriminazione alcuna per razza,nazionalità, credenze religiose oopinioni politiche. A tale obbligo giuridico dello Stato fafronte un diritto, e non un obbligo,per il detenuto di giovarsi dei vantaggirieducativi, come tale rinunciabili enon sanzionabili attraverso interventidi rieducazione coatta.L’ordinamento penitenziario riconosceal detenuto il diritto di scegliereliberamente e consapevolmente diassoggettarsi o meno al trattamentorieducativo. F

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Nuoto: Oro nei 100mfarfalla per Ilaria Bianchi al Settecolli di Roma

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Szilagyi (59”04 - 59”04 - 59”10); perla gioia del pubblico che l’ha accoltacon un boato all’annuncio del suonome dallo speaker. Ilaria ha poi raccontato la vigilia dellagara al Foro Italico con un pensierospeciale rivolto al futuro ed ai GiochiOlimpici di Rio: «Ieri ho avuto unmale incredibile alla spalla, oggiinvece tutto ok. “La gara” sarà il 6agosto e devo dire che leavversarie non sono imbattibili.Sono stracarica e questo mi daancora più sicurezza. Nel nuoto nonbisogna mai dare nulla per scontato,ma è la terza olimpiade e non èstato un caso. Ce la mettiamotutta».

L’altro rappresentante della PoliziaPenitenziaria, l’aretino MicheleSantucci, ha raggiunto a Roma lafinale B dei 100 stile nuotando in49”62 nella gara vinta dal franceseFlorent Manadou davanti a FilippoMagnini e al russo Sergey Fesikov(48”55 - 48”71 - 48”76). Con il suo tempo, il terzo migliortempo del meeting romano, ancheMichele si è conquistato il pass per iGiochi di Rio, terza partecipazioneolimpica anche per lui. Il campione toscano si era giàdimostrato come uno dei piùaffidabili specialisti nel corsodell’intera stagione, soprattutto nellegare con la staffetta veloce azzurra. Nel meeting di Bergen (27/29maggio), un mese prima delSettecolli, Michele aveva dimostratodi meritare una chance olimpica. giàil 2015 era stato caratterizzato dallamedaglia di bronzo al campionatomondiale di Kazan con la staffetta4x100 stile libero insieme a Dotto,Orsi e Magnini, ora l’obiettivo sono leOlimpiadi di Rio e le premesse sonodunque buone. Così rispondeva qualche tempo primadi ottenere l’ambito pass brasiliano:«Darò il massimo per parteciparealla mia terza Olimpiadeconsecutiva, sarebbe una grandesoddisfazione. A Rio, peraltro, diecianni fa vinsi due ori ai mondiali

Nelle foto: sopra,

accanto al titoloIlaria Bianchi

a fiancoMichele Santucci

Lady [email protected]

LO SPORT

L’obiettivo di oggi eranuotare sui 58”2 - 58”3,

perché non era facile conquesto caldo fare uno sforzo che imiei muscoli dovevano fare. Peròbene, perché ottenere 58”3 ad unmese o poco più da Rio va bene.Ovviamente sto lavorando molto etanti atleti non hanno fatto le lorogare o hanno rinunciato. Tutto staandando per il verso giusto».Raggiante e soddisfatta, così IlariaBianchi, portacolori delle FiammeAzzurre, si è espressa dopo aver vintoin modo autoritario i “suoi” 100farfalla (58”36) al Settecolli di Roma.La rassegna romana dello Stadio delNuoto (24-26 giugno), è arrivataquest’anno al cinquantatreesimoappuntamento dalla sua creazione. Sin dagli esordi ha conosciuto alti equalificati tassi di partecipazione datutto il mondo e anche nella kermessedell’edizione 2016 non è stata di certoinferiore ai suoi elevati standard infatto di atleti che l’hanno onorata.Ilaria Bianchi, campionessa europea emondiale, la donna da battere nellafarfalla pur venendo da un periodoagonistico non semplice(caratterizzato purtroppo dal lentorecupero dai problemi alla spalla chela affliggono da diverso tempo), hadominato i suoi 100m lasciando amezzo secondo le ungheresi EvelynVerraszto, Zsuzsanna Jakabos e Liliana

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LO SPORT

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giovanili in staffetta. Poi lapossibilità di conquistare o menouna medaglia dipende da tantifattori». In Brasile la nazionale di nuoto saràimpegnata dal 6 al 13 agosto,praticamente in apertura dei Giochi diRio. Sicuramente i nostri portacoloridaranno il massimo per onorare almeglio l’impegno e, perché no,portare a casa una medaglia.

BERGEN Swim Festival – 50m sl:(1) MICHELE SANTUCCI 22”79 (2r123”26, 1r2 23”95, 1fA 23”83), (2) Isak Eliasson SWE 23”04, (3) Niksja Stojkovski SWE 23”36;

100m sl: (1) Isak Eliasson SWE 49”40, (2) MICHELE SANTUCCI 49”43(2Q/50”31), (3) Markus Lie NOR 49”84

ROMA Trofeo Settecolli - 50m sl F(24/6): (31) ILARIA BIANCHI (8b7) 26”33;100m sl F (25/6): F

(51) ILARIA BIANCHI (9b4) 58”65;50m dorso (24/6): (27) ILARIA BIANCHI (5b2) 30”21;

50m farfalla F (26/6): (1) Therese Alshammer SWE 25”94,(2) Penny Oleksiak CAN 26”08, (3) Silvia Di Pietro ITA 26”32, (8) ILARIA BIANCHI 27”30 (10b/4b527”33);

100m farfalla F (25/6): (1) ILARIA BIANCHI 58”36 (6b/2b459”58), (2) Penny Oleksiak CAN 58”41, (3) Liliana Szilagyi HUN 58”42;

50m sl M (24/6): (1) Ben OProud GBR 22”07,

n appuntamento sportivomolto atteso per i praticantidi Jiu Jitsu Brasiliano,

affascinante disciplina sud-americanain forte crescita nel campo delle artimarziali. Nella suggestiva città diFirenze presso il Palascandicci, nelmese di maggio 2016, si è svolto ilconsueto appuntamento sportivo, ilCampionato Italiano Jiu JitsuBrasiliano 2016, organizzato dallaFederazione Italiana Jiu Jitsu (UIJJ)con la presenza di oltre 800 atletisuddivisi in categorie d’appartenenzae cinture. L’atleta veterano StefanoPressello nella categoria Pesato, haconquistato, dopo il titolo europeovinto a Lisbona nella faixa marrone,un prezioso oro al campionatoitaliano di Jiu Jitsu Brasiliano.Una organizzazione e una location di

tutto rispetto e ben organizzata, dagliorari dei singoli incontri per ognipartecipante, alla gestione tecnicadegli arbitri durante le fasi di lotta.La conquista dell’oro è stata realizzatagrazie al lavoro tecnico e allapreparazione fisica, che, perl’Assistente Capo Stefano Pressello èuna priorità per il raggiungimento dideterminati obbiettivi sportivi. Questaprova, tra l’altro,è stata fondamentalein vista della partecipazione aicampionati mondiali della (BJJF)presso Las Vegas (USA), dove siregistrano, come ogni anno,numerosissimi partecipanti.Si coglie l’occasione per ringraziare lafederazione Italiana (UIJJ) per ilsostegno al nostro atleta, e peraugurare un in bocca al lupo a lui peril prossimo appuntamento mondiale .

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Oro di Stefano Pressello ai Campionati Mondiali di Jiu Jitsu brasiliano della UIJJ

(2) Luca Dotto ITA 22”29, (3) Shinri Shioura JPN 22”30, (14/6fB)MICHELE SANTUCCI 22”78 (9b/4b822”64);

100m sl M (26/6): (1) Jeremy Stravius FRA 48”79, (2) Luca Dotto ITA 49”18, (3) Filippo Magnini ITA 49”51, (9/1fB)MICHELE SANTUCCI 49”48 (10b/2b849”66);

50m farfalla M (26/6): (23) FEDERICO BUSSOLIN (2b4) 24”90;

100m farfalla M (24/6): (1) Laszlo Cseh HUN 52”21, (2) Adam Telegdy HUN 52”74, (3) Adam Barrett GBR 52”91, (NP/fA) FEDERICO BUSSOLIN (6b/2b453”49);

200m farfalla M (25/6): (1) Laszlo Cseh HUN 1’54”69, (2) Bence Biczo HUN 1’57”30, (3) Stefanos Dimitriadis GRE 1’57”58,(5) FEDERICO BUSSOLIN 1’58”07(2b/2b3 1’58”48).

Nelle foto: sopraFederico Bussolin

sottoStefano Pressello

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[email protected]

l caro collega, amico esindacalista Euplio GiuseppePagliarulo in servizio a Mantova,

dove svolgeva anche attività sindacaleda tanti anni per il Sappe, dopo unalunga e sofferta malattia ci ha lasciato. Euplio, arruolato nel 1992, aveva 47anni, nato ad Avellino, ma viveva datanti anni a Mantova ed era sposatocon Katia. Persona davvero preparata edisponibile con tutti, era un vero eproprio punto di riferimento per icolleghi. Negli ultimi tempi erapreposto all'Ufficio conti correnti.Requiescant in pace amico nostro...

Mantova

Euplio Giuseppe Pagliarulo ci ha lasciato

SEGRETERIE

Cagliari

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Festa del Corpo2016

Roma

Il Consiglio LocaleSappe a Regina Coeli

l 22 giugno scorso si è svolto ilConsiglio Locale Sappe, pressol'istituto Regina Coeli di Roma,

durante il quale sono stati formati irappresentanti con un corso in dirittosindacale tenuto dall’avv. Giulia Sforza

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(Assessorato Lavoro, Pari Opportunitàe Personale della Regione Lazio ).I partecipanti hanno eletto amaggioranza il SegretarioLocale Alessandro Piacentini e i ViceSegretari Raffaele Preziosi e AndreaMaggi. Complimenti ragazzi e buonlavoro! Giovanni Passaro

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i è svolto l’8 giugno scorso,alla presenza di autorità civilie militari l’Annuale del Corpo

di Polizia Penitenziaria presso la CasaCircondariale di Cagliari UTA.Folta la partecipazione del personalein servizio e in quiescenza, soprattutoper la degustazione di piatti tipicipreparati per l'occasione dallo chefAssistente Capo Luciano Massa.Luca Loi

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si contenevano i curiosi cheimpedivano agli operatori libertà dimovimento e verso le 10 del mattinoveniva liberata parte della carreggiatache consentiva alle unità cinofile diproseguire verso la propriadestinazione, dove, nonostante ilritardo riuscivano ad effettuarecontrolli presso la sala ingressocolloqui e rinvenire della sostanzastupefacente del tipo eroina su unfamiliare, riportando anche in questocaso un risultato positivo.

Polizia Penitenziaria n.241 • luglio-agosto 2016 • 23

Cairo Montenotte

Gara podistica competitivai è svolta in data 7 luglio a Cairo Montenotte, latradizionale gara podistica competitiva alla qualepartecipano atleti proveniente da varie parti del

mondo. Per la prima volta ha partecipato una piccolarappresentanza del Sappe Liguria formata dal collegaBennardo Sanfilippo di Marassi e dal collega in quiescenzaAngelo Ferrara (oggi Anppe).Trecentocinquanta i concorrenti al nastro di partenza, ilduro percorso che si articolava sul circuito cittadino delcentro sorico ha comunque consentito un ottimopiazzamento dei nostri colleghi considerando la naturaprofessionistica dei partecipanti.Quindi un 73° posto per Ferrara e 100° per Sanfilippo.Archiviata questa edizione, quella del 2017 vedrà larappresentanza del Sappe più nutrita e competitiva aquesto importante evento nazionale.Complimenti anche da parte della Segreteria Generale conla presenza del nostro Segretario Generale Donato Capeceche non si è perso un attimo dell’avvincente gara.

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l 23 giugno l’unità cinofila dellaPolizia Penitenziaria con sede nella2ª Casa di Reclusione di Milano

Bollate, era diretta presso gli IstitutiPenitenziari di Parma per un interventostraordinario.Durante il percorso, alle 7,30 circa delmattino, sull’autostrada A1, dopo aversuperato l’uscita di Fiorenzuola dicirca 4 km direzione Bologna,incontravano una lunga coda diautomezzi causata da un incidente.Percorrendo la corsia di emergenzagiungevano sul luogo dell’impatto fraun pullman di turisti ed un camion conbilico. L’impatto fra i due mezzi avevacompletamente chiuso l’accesso allaviabilità e sul luogo si trovava già unmezzo del 118.Gli Assistenti capo Gerardo Rega,Marcello Marino e Paola Minettti,l’Assistente Vincenzo Mandarano el’Agente scelto Salvatore Minardi, dopo

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aver posto i propri mezzi di servizio insicurezza, prestavano immediatamentesoccorso agli occupanti del pullman,alcuni dei quali feriti, coadiuvando glioperatori del 118 che prestavano leprime cure in emergenza.Si provvedeva a regolare il traffico nelsenso opposto della carreggiata dove sierano formati grossi rallentamenti percuriosi e si tenevano a debita distanzapersone in coda nella corsiainteressata dall’impatto che cercavanodi fotografare l’accaduto, in attesa cheil resto dei soccorsi sopraggiungessein loco. Si estraevano dai finestrini delpullman turistico circa venticinquepersone, tra adulti e anziani, portandoloro i primi aiuti, coadiuvando i Vigilidel Fuoco sopraggiunti, dopo circauna mezz’ora, ad estrarre due personeincastrate nell’abitacolo del pullman.Sopraggiunta la Polizia stradale e ilservizio tecnico delle Autostrade Spa,

Parma

Intervento dell’unitàcinofila di Milano inun incidente sull’A1

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a cura diGiovanni Battista

de BlasisCINEMA DIETRO LE SBARRE

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ratto da storie vere. Vito è in attesa dellascarcerazione. Erica, in questi

anni, non lo ha mai abbandonato e losta aspettando. Insieme possonosperare in una vita migliore. Micheledeve ancora scontare due dei suoitredici anni di pena; l’ottenimentodell’articolo 21 sembra un’opportunitàsempre più concreta, ma potrebberivelarsi l’ennesima illusione...Antonio,invece, una volta fuori sogna diraggiungere l’America e intanto, nellostretto perimetro della sua cella,ripensa a tutti gli errori commessi.Peppe è già uscito e ha ricominciatoda capo, con il teatro, il cinema, la

Nelle foto: la locandina

e alcune scenedel film

scrittura. Riuscire a vincere sulproprio passato è la sfida più grandeche ogni giorno dovrà affrontare.Quattro storie, altrettanti limiti dasuperare. Sullo sfondo il Carcere, con i suoiritmi ripetitivi, interrotti solo daicolloqui con i familiari o dalle attivitàtrattamentali. Proprio una di queste, il laboratorioteatrale, ha unito le storie deiprotagonisti e, in qualche modo, hadeterminato la crescita e ilcambiamento in ognuno di loro.Rieducativo ogni qual volta riesce aridefinire il rapporto con il proprio ioe con il mondo esterno, il teatro,nell’arco di sei mesi li ha fatti sentirevivi, ha interrotto la routinequotidiana, ha profilato la speranza diuna vita diversa. Per Vito, Michele,Antonio e Peppe, oltre quelle sbarre,ora, c’è un futuro ad attenderli.Il film è dedicato all’Avv. AlbertoSimeone (1943-2016), che comparenel ruolo di se stesso, già deputatodella Repubblica, padre dell’omonimalegge (5/98) che ha portato

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Regia: Michele Salvezza

Soggetto e Sceneggiatura:Celeste Mervoglino, MicheleSalvezza, Marialaura SimeoneFotografia: Enzo FucciMontaggio: Chiara Rigione Musica: Mauro Di DomenicoScenografia: AssociazioneFactory Costume

Produzione:Ats Motus/Solot cofinanziato dalla Presidenza delConsiglio dei MinistriOrganizzazione generale Celeste Mervoglino

Distribuzione:Il progetto è visionabile sul sitohttp://www.solot.it/nella sezione Progetti: Limiti.

Personaggi e interpreti:attori non professionisti

Genere: DocufilmDurata: 75 minuti, Origine: Italia 2016

la scheda del film

Fine pena Il futuro oltre le sbarre

significative modifichenell’ordinamento penitenziario inun’ottica più favorevole allarieducazione e alla risocializzazionedel condannato. Il film è frutto del progetto dell'ATSMotus/Solot “Limiti”, svoltosi pressola Casa Circondariale di Benevento efinanziato dalla Presidenza delConsiglio dei Ministri, Dipartimentodella Gioventù e del Servizio CivileNazionale, vincitore dell’avvisopubblico del 30 ottobre 2012“Giovani per il sociale”. F

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SanRaffaeleTermini - Poliambulatorio Specialistico

La San Raffaele Spa opera ormai da anni nel settore sanitario ponendosi all’avanguardia sia a livello regionale che nazionale;gestisce IRCCS, Case di Cura accreditate che rappresentano un autentico punto di riferimento nel campo della Riabilitazione,oltre a Presidi Ospedalieri e Poliambulatori .Le attività sanitarie ambulatoriali sono erogate presso i nostri Poliambulatori “San Raffaele Termini” sito all’interno dellaStazione Termini, altezza di Via Giolitti, 16 – 00185 Roma e presso l’ IRCCS Istituto di Ricerca a Cura a Carattere Scientifico“San Raffaele Pisana” sito in via della Pisana, 235 - Roma. I Poliambulatori sono in grado di offrire un servizio altamente specializzato sia in termini di strumentazione che in terminidi equipe di specialisti di cui si avvalgono. In particolare, il San Raffaele Termini è disposto su due piani per complessivi1.200 mq, dove sono attive le seguenti specialità diagnostiche:Allergologia, Angiologia, Cardiologia, Chirurgia Generale, Chirurgia Vascolare, Dermatologia, Epiluminescenza, EcografiaCardiovascolare, Ecografia Generale, Ecografia ginecologica / Ostetricia, Ecografia Urologica, Endocrinologia, Fisiatria,Gastroenterologia, Ginecologia, Laboratorio analisi, Medicina del Lavoro, Neurologia, Oculistica, Ortopedia/Traumatologia,Otorinolaringoiatria, Radiologia, Senologia, Urologia.Orario prelievi: dal lunedì al sabato dalle ore 7:00 alle ore 10:30 (esclusi festivi)NB: il laboratorio analisi è attivo tutte le mattine (festivi esclusi) ed è erogabile in convenzione con il ServizioSanitario Regionale in entrambe le Sedi (Termini e Pisana).

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Pasquale SalemmeSegretario Nazionale

del Sappe [email protected]

CRIMINI E CRIMINALI

La nuova camorraorganizzata - ParteII

26 • Polizia Penitenziaria n.241 • luglio-agosto 2016

Tra il 1978 ed il 1983 laNuova Camorra Organizzataraggiunse l’apice della sua

potenza criminale e poteva contare suuna milizia di circa duemila uomini. La conquista di sempre maggiori spaziall’interno delle attività illecite,soprattutto del contrabbando e delladroga, in particolar modo nella città diNapoli e della sua provincia,portarono la N.C. a scontrarsi con igruppi criminali “storici” presenti sulterritorio campano.

La strategia dei cutoliani mirava adegemonizzare l’intera regioneCampania, mediante l’annessione-arruolamento delle famiglie malavitosepreesistenti, per avere così il controllocompleto di tutti i traffici illegali.Inoltre, il controllo totale del territoriocampano, avrebbe così comportatoanche una gestione incondizionata deltraffico internazionale di droga, conepicentro Napoli, con conseguenteespansione dei profitti ma, soprattutto,avrebbe aperto nuovi mercati suterritori più ampi e legittimatol’organizzazione stessa come unicainterlocutrice delle potenti famigliemafiose di cosa nostra. I clan che non aderivano

Nelle foto: sopra

Luigi Giuliano

sotto Raffaele Cutolo

all’affiliazione o che non sottostavanoalle regole imposte dalla NCO, eranosottoposti a continue rappresaglie:numerosi furono gli omicidi diappartenenti ai gruppi opposti. La situazione assunse una svoltaimportante, portando le diversefamiglie criminali di Napoli e provinciaa stringere un vero patto di alleanzatra loro, quando la NCO richiese a tuttii clan che gestivano il contrabbando ilpagamento di una percentuale ditrentamila lire, per ogni cassa disigarette estere che arrivava inCampania. L’8 dicembre del 1978, in un garage diForcella, quartiere storico di Napoli,Luigi Giuliano (esponente di spiccodell’omonimo clan), convoca unsummit con le maggiori famigliedelinquenziali della Campania: circa200 clan partecipano all’incontro. E’ la nascita di una nuovaorganizzazione federata di famiglie percontrastare le pretese di egemoniadella N.C.O. Alla “nuova famiglia o anticafratellanza”, questo è il nome cheassunse l’alleanza, aderirono: iGiuliani di Forcella; Michele Zaza,boss “mafioso”, uno dei pochi adessere affiliato a cosa nostra; il clanGionta di Torre Annunziata; i Nuvolettadi Marano, anch’essi legati allafamiglia mafiosa dei Corleonesi; iBardellino di San Cipriano e Casal diPrincipe (i famosi casalesi); iD'Alessandro di Castellammare diStabia; gli Alfieri di Nola, capeggiati daCarmine Alfieri; i Galasso diPoggiomarino, guidati da PasqualeGalasso; i Vollaro di Portici e gliAmmaturo di Castellammare di Stabia.Tale alleanza segna l’inizio di unaguerra senza esclusione di colpi tra laNCO e la NF che, solo nel corso deglianni immediatamente successivi (dal1979 al 1982), causò circa 700

vittime: 62 omicidi nel 1979, 148 nel1980, 235 nel 1981 e 265 nel 1982. La sera del 23 novembre 1980, laCampania, in particolare modol'Irpinia, e la Basilicata viene colpitada un sisma di magnitudo 6.8all'epicentro (nono-decimo gradodella scala Mercalli). Il bilancio è di oltre 2.500 morti, 8mila feriti e circa 300mila senza tetto. Se tale evento porta morte edistruzione in tutta la Regione, allostesso tempo rappresenta un grandeaffare per la camorra, grazie alredditizio mercato della ricostruzionee dei finanziamenti per le zoneterremotate: partecipazione direttacon società fittizie, alla ricostruzione;tangenti sui lavori e sui finanziamenti;riciclaggio di denaro sporco nelleattività di ricostruzione. Ma, la sera del terremoto è anchel’occasione per i cutoliani disbarazzarsi di alcuni appartenenti allanuova famiglia. Nel carcere di Poggioreale la violentascossa crea il panico tra i detenuti el’allora personale degli Agenti diCustodia è costretto ad aprire le celleper far defluire i detenuti nei cortilidei passeggi. L’occasione è propizia per i cutolianidi vendicarsi di alcuni esponenti deiclan avversari. Vengono uccisi tredetenuti e otto rimangono feriti, traquesti anche il medico del carcere,Umberto Racioppoli, che avevacercato di aiutare i feriti. E’ la risposta di Cutolo alla nuovafamiglia, accompagnata da una nuovaprova di forza: la richiesta dipagamento di una percentuale dicinquantamila lire (prima dellacostituzione dell’alleanza era di trentamila) su ogni cassa di sigarettescaricata in Campania, accompagnata,inoltre, da una richiesta di esborso di500 milioni di lire per ristabilire lapace. Pace, peraltro, realizzata allafine del mese di gennaio del 1981,seppur per un lasso di tempobrevissimo. Infatti, il 14 febbraio del 1981, unaseconda scossa di terremoto investe laCampania e, anche questa volta, ilcarcere di Poggioreale si trasforma inun teatro di guerra: i cutoliani

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CRIMINI E CRIMINALI

Polizia Penitenziaria n.241 • luglio-agosto 2016 • 27

ammazzano altri tre traditori. A seguito di questi eventi, RaffaeleCutolo, che aveva ordinato la mattanza,viene trasferito dal carcere diPoggioreale a quello di massimasicurezza di Ascoli Piceno. Non prima di aver ordinato un altroomicidio eccellente, quello del vicedirettore del carcere di Poggioreale,Giuseppe Salvia. Il 14 aprile del 1981 Giuseppe Salviaviene ammazzato da un commando disei uomini legati a Cutolo, nel mentresi trovava a bordo della sua FIATRitmo, sulla tangenziale di Napoli, allosvincolo dell’Arenella, mentre tornavaa casa. Quel giorno il vice direttore era uscitoverso le ore 14,00 dal carcere,peraltro in anticipo rispetto agli altrigiorni. Il Direttore aveva una moglie ditrentatré anni e due bambini,rispettivamente di cinque e tre anni.Probabilmente a scatenare larappresaglia di Cutolo ful’atteggiamento che il Dirigente ebbe alritorno di Cutolo in cella aPoggioreale, allorquando al rientro daun’udienza dibattimentale (7novembre del 1980) pretese che ilboss fosse perquisito come daregolamento carcerario. Cutolo tentò di colpire con un schiaffoil vice direttore, ma questi inflessibilee coerente con le regole carcerariefece perquisire il boss. Il terremoto, come già detto, accrebbeulteriormente la potenza criminale edeconomica della NCO, graziesoprattutto alle connessioni tracamorra e partiti politici neifinanziamenti, nei pagamenti e neglistati di avanzamento dei lavori chegarantivano guadagni stratosferici. Se il terremoto rappresentò per la NCOuna fonte inesauribile di ricchezza,molti degli eventi in qualche modoconnessi al sisma, che sisuccederanno nei mesi successivi, nedecreteranno per sempre la suascomparsa. Il 27 aprile del 1981 un commandodelle brigate rosse irrompe nei pressidell’abitazione di Ciro Cirillo, nelcomune di Torre del Greco, uccidendol’autista Mario Cancello, il brigadiere

Nelle foto: in altoGiuseppe Salvia

sopraCiro Cirillodopo la liberazione

di polizia che lo scortava, LuigiCarbone e ferendo gravemente allegambe il suo segretario Ciro Fiorillo.Ciro Cirillo è un esponente dellaDemocrazia Cristiana campana esoprattutto è stato nominato,immediatamente dopo il terremoto,assessore ai lavori pubblici dellaRegione Campania. Il giorno successivo le brigate rosserivendicarono in un lungo comunicatoil sequestro dell'assessoredemocristiano, simbolo a loro dire,della "ricostruzione imperialista eantiproletaria".Nei giorni seguenti al sequestro,uomini del Sisde (il Servizio per leinformazioni e la sicurezzademocratica è stato un servizio segretoitaliano in attività fino alla riformadell'intelligence italiana del 2007,quando fu sostituito dall'Agenziainformazioni e sicurezza interna,AISI), si recano nel carcere di AscoliPiceno per parlare con RaffaeleCutolo: lo invitano ad intercedere conle brigate rosse, che era il gruppoterrorista che aveva operato ilsequestro, al fine di trovare unaccordo per la liberazione del Cirillo.Il boss si dichiara disponibile, mavuole delle garanzie anche da parte diesponenti politici e, così, sempre incarcere riceve in un colloquio ilsindaco doroteo di Giugliano, GiulianoGranata, che affiancava già Cirilloquando questi era assessoreall’urbanistica della Regione, e che, aseguito del terremoto, si dimise dallacarica il 2 dicembre del 1980 perdiventare capo della segreteriadell'assessore ai lavori pubblici. Per aprire un dialogo con i brigatisti,Cutolo chiede di interloquire conalcuni dei suoi santisti. Così, sempre nel carcere di AscoliPiceno, arrivano Enzo Casillo eCorrado Iacolare, uomini di fiduciadel boss, muniti di falsi tesserini delSisde, nonché Giorgio Criscuolo,Adalberto Titta e Giuseppe Belmonte,funzionari dei Servizi. Cutolo ordina loro di recarsi nelcarcere di Palmi, dove erano detenutimolti esponenti delle BR, perconvincerli a stipulare un accordo perla liberazione dell’esponente politico

democristiano (1).La mediazione inizia ad intavolarsi, masono necessari altri incontri in altricarceri italiani e soprattutto iltrasferimento di alcuni detenuti(brigatisti e camorristi). Di questi incontri in carcere è datacomunicazione anche a Ugo Sisti,allora Direttore Generale degli Istitutidi Prevenzione e Pena (2). Il sequestro si conclude il 24 lugliodel 1981, dopo ottantanove giorni,con la liberazione del Cirillo a seguitodel pagamento di un riscatto di duemiliardi di lire, anche se ai terroristiarrivarono solo un miliardo e mezzo(tale dato risulterà dagli attiprocessuali). La liberazione dell’esponente politicorappresenta la legittimazione diRaffaele Cutolo quale interlocutoredello Stato.

Oramai Cutolo si sente onnipotente epuò ambire a scalare i vertici dellacriminalità rafforzando l’alleanza concosa nostra. E’ in questo contesto che vainquadrato anche l’omicidio di FrankTuratello, boss della mala milanese,figlio del "padrino" Frank Coppola,soprannominato “Frank tre dita”. Il 17 agosto 1981 Cutolo ordina lacondanna a morte dell’esponente dispicco della mafia americana in Italia.Il boss viene ucciso nei “passeggi” delcarcere di Badu' e Carros, da quattrouomini, tra cui Pasquale Barra,santista della NCO. Con l’uccisione, il primo aprile del1982, di Aldo Semerari, famoso

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CRIMINI

28 • Polizia Penitenziaria n.241 • luglio-agosto 2016

criminologo nonché docente dipsichiatria forense e militantedell'estrema destra, lo Stato decidedi intervenire definitivamente perarrestare la guerra di camorra esoprattutto l’egemonia della NCO. Il corpo del criminologo, privo ditesta, è racchiuso nel bagagliaio diun auto ad Ottaviano (NA),parcheggiata di fronteall’abitazione di Vincenzo Casillo,santista di Cutolo. Semerari fu ucciso dal bossUmberto Ammaturo,probabilmente perché faceva ildoppio gioco: perizie psichiatrichecompiacenti sia a lui che al suonemico, Raffaele Cutolo. Il 1982 è l’anno in cui la guerratra il clan di Raffaele Cutolo e lanuova famiglia si decide per viadell’intervento dello Stato e nonsolo. I casi Semerari avevano dato ladimostrazione della grande forzadella camorra e della sua capacitàdi trattare con lo Stato. Proprio per questo motivo, lo Statodecise di intervenire. Non potendo più tollerare che unuomo in carcere potesse riuscire aguidare, dall’interno,un’organizzazione criminale. La decisione fu presa graziesoprattutto alla volontà dell’alloraPresidente della RepubblicaSandro Pertini che pretese cheRaffaele Cutolo fosse trasferito daAscoli Piceno, dove trascorrevauna reclusione dorata eintratteneva rapporti con l’esterno,al carcere di massima sicurezzadell’Asinara, rendendogli, di fatto,difficilissimo continuare a dirigereil suo impero criminale da lidentro. E’ un duro colpo non solo per ilboss ma per tutta la suaorganizzazione. Continua...

(1) www.mafieitaliane.it/ciro-cirillo-tra-br-servizi-camorra-e-politica.

(2) La Camorra e le sue storie,Gigi Di Fiore, UTET, pag. 193.

Nelle foto: alcuni dipinti

della pittrice/CommissarioGiulia Perrini

na vita divisa tra la “divisa” diComandante di Reparto dellaC.R. di Porto Azzurro e

l’azzurro dei cieli dei paesaggi dei suoidipinti. E’ forse l’azzurro il filo rossoche unisce le due anime della pittrice-comandate Giulia Perrini.In amministrazione sin dal 1988, forsel’unico caso di ex-Vigilatricepenitenziaria ad aver superato il primoconcorso pubblico di Commissario delruolo ordinario, la Perrini, quando èpartita per il corso di formazionerinvestiva il grado di IspettoreSuperiore e lavorava nella CasaCircondariale di Taranto ove haprestato servizio per 20 anni.

La Perrini dipinge da circa 35 anni edè una paesaggista del filoneimpressionista: le sue opere ritraggonopaesaggi attraverso delle tecnicheparticolari affinate nel tempo e conl’esperienza. Nel corso della suacarriera ha esposto in numerose“personali” .«La passione per la pittura nasce sindall’infanzia» ci confida ilComandante Perrini «a scuola ero unadelle più brave in disegno anche sepoi per diversi motivi la miapassione artistica non si èconcretizzata come attivitàprevalente, sebbene per tantissimianni abbia studiato pitturaprendendo lezioni privatamenteinfatti, gli studi “ufficiali” intrapresinulla hanno a che fare con le mieattitudini artistiche. Il lavoro dicomandante di reparto , i mieicolleghi lo sanno benissimo è unlavoro duro, gravoso con un altocarico di responsabilità e dipingendotrovo i miei equilibri interiori , laricerca infinita del senso estetico,delle geometrie cromatiche che si

U

Mostra pittorica della CommissarioGiulia Perrini

rincorrono nei miei dipinti, mirigenera dandomi nuove e rinnovateenergie». Un talento artisticoimportante che l’ha portata ben oltrei confini di Crispiano la cittadinapugliese dov’è nata se si pensa al fattoche la Perrini ha conseguito nella sualunga carriera artistica diversi premi ericonoscimenti anche di livellointernazionale nonché significativiapporti critici e di pubblico. L’ultima esposizione artistica è statarealizzata a giugno scorso presso lasala comunale “Gran guardia” diPortoferraio cittadina dell’isola d’Elbadove la Perrini si trova, come abbiamodetto, in qualità di Comandante dalgennaio del 2015, del carcere di PortoAzzurro, dopo essere stata tre anni emezzo in Sardegna con funzioni diComandante di Reparto della C.C. diLanusei. Nell’esposizione artistica diPortoferraio “itinerari paesaggistici:sulle orme di cromatismi erratici”sono stati esposti 26 dipinti alcuniottenuti con tecnica mista, altri dipintidirettamente su portali, finestre eimposte recuperati da vecchi ruderiabbandonati nel territorio pugliese. Il prossimo appuntamento è fissato adagosto quando esporrà le sue opere inuna sala espositiva nel Comune diMarina di Campo.

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LE RECENSIONI

Polizia Penitenziaria n.241 • luglio-agosto 2016 • 29

uarta edizione per questotesto, edito dalla LaurusRobuffo, che affronta inmaniera completa ed

esauriente il programma di esamedelle materie professionali oggetto delconcorso a Vice Ispettore e IspettoreSuperiore della Polizia di Stato. Talune di quelle trattate sono materieidonee anche alla preparazione diconcorsi pubblici e interni del Corpodi Polizia Penitenziaria. Questa nuova edizione, aggiornata conle ultime innovazioni legislative, sicontraddistingue per la praticitàdomanda-risposta sugli argomentitrattati, seguendo un percorsodidattico estremamente utile peraffrontare i concorsi.

afia Capitale, l'inchiestache ha travolto Roma. Le intercettazioni, gli

arresti, la cronaca, e le implicazionipolitiche delle indagini sul malaffarein città. A parlarne, in questo libro, è GianniAlemanno, discusso ex Sindaco dellaCapitale, che coglie l’occasione ditogliersi più di un sassolino dallescarpe per raccontare la suaesperienza di primo cittadino diRoma. In una recente presentazione

del libro, che ha fatto e fa discutereperché rimodula le inchieste dellamagistratura su intrallazzi a suo direprecedenti la sua salita alCampidoglio, Alemanno ha avutomodo di sostenere: «La mia veritàcapitale? Innanzitutto che Roma haproblemi antichi cominciati nel1870 e che si sono aggravati con lacrisi economica, e poi che la sinistradopo 30 anni di governo ha lasciatouna pesante eredità che nonsoltanto ha causato il debito dibilancio, ma ci ha fatto trovare unCampidoglio veramente difficile dagovernare anche dal punto di vistaorganizzativo». Va letto, questo libro di Alemanno,perché fa comunque comprendere aquali bassi livelli fosse giunta lapolitica e la intrallazzopoli nellaCapitale d’Italia.

luogo comune pensare che lostress lavorativo siaappannaggio solamente delle

persone fragili e indifese mentre ilfenomeno, colpisce inevitabilmenteanche quelle categorie di lavoratoriche almeno nell’immaginario collettivone sarebbero esenti, ci riferiamo inmodo particolare alle cosiddette“professioni di aiuto”, dove glioperatori sono costantemente espostia situazioni stressogene alle qualiognuno di loro reagisce in base alruolo ricoperto e alle specificità delgruppo di appartenenza. Il riferimento è, ad esempio, a tutticoloro che nell’ambitodell’Amministrazione di appartenenzaspesso si ritrovano soli con i lorovissuti, demotivati e sottoposti adinnumerevoli rischi e ad occuparsi divari stati di disagio familiare, diproblemi sociali di infanzia maltrattata

ovvero tutto quel mondo dellamarginalità che ha bisogno,soprattutto, di un aiuto immediatosulla strada per sopravvivere. La SIPISS – Società Italiana diPsicoterapia Integrata per loSviluppo Sociale – in collaborazionecon il Provveditorato RegionaleAmministrazione Penitenziaria delTriveneto ha avviato un ambiziosoprogetto di ricerca, il primo in Italiaper numero di soggetticoinvolti, all’internodell’AmministrazionePenitenziaria sul temadel disagio psicosocialedei propri lavoratori. Un lavoro approfondito,che ha coinvolto 1.120poliziotti penitenziari inservizio nelle carceri delTriveneto ai quali è statosomministrato, dalmarzo al settembre2015, un questionarioself-report, il PSrQ-p,Police Stress riskQuestionnaire –Prison, che valuta ilrischio stress lavoro-correlato. Un lavoro prezioso,perché fa emergereconcretamente soluzioniper il contrasto deldisagio lavorativo delPersonale di PoliziaPenitenziaria. La SIPISS, infatti,descrive tra l’altro lanecessità di strutturareun’apposita direzionemedica della PoliziaPenitenziaria, compostada medici e da psicologiimpegnati a tutelare epromuovere la salute ditutti i dipendentidell’AmministrazionePenitenziaria. L’auspicio è che questaimportante ricercavenga tenuta nel debito conto dacoloro i quali hanno il dovere dipredisporre efficaci strumenti diintervento per il contrasto del nostrodisagio lavorativo.

È

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a cura diGiovanni Battista

de BlasisCOME SCRIVEVAMO

30 • Polizia Penitenziaria n.241 • luglio-agosto 2016

Ila fine della Seconda Guerramondiale l'Italia è un paese daricostruire non solo

materialmente. La stampa di regime aveva presentatoall'opinione pubblica un Paesefalsamente ordinato e tranquillo, ilfascismo aveva imposto una fortecensura sulla libertà di stampa, checolpiva anche i fatti di cronaca nera.Omicidi, suicidi, scandali, delitti graviscompaiono totalmente dalle paginedei giornali italiani, da cui dovevaemergere il volto di un Paese overegnava ordine e disciplina. Il carcere, la delinquenza, erano realtàche sembravano appartenere alleclassi sociali più umili, in altre parole,secondo una concezione di stampolombrosiano, a individui predisposti aldelitto, scaricando la società da ogniresponsabilità in merito al delitto.La fine della guerra mostra agli occhidi tutti un paese ridotto ad un cumulodi macerie e riscopre una parte di sefatta di miserie, dolori, violenze edelitti. E' questo lo scenario su cui siconsumano omicidi sanguinosi che,abolita ormai la censura, riempiono lepagine dei giornali per mesi interi.La stampa, svegliata dal lungo sonnoventennale, riscopre il fascinoperverso del delitto di sangue, delle

Più di venti annidi pubblicazionihanno conferito

al mensilePolizia

Penitenziaria -Società Giustizia& Sicurezza la

dignità diqualificata fonte

storica, oltrequella di

autorevole vocedi opinione.

Laconsapevolezzadi aver acquisitoquesto ruolo ci

ha convintodell’opportunitàdi introdurre unarubrica - ComeScrivevamo -che contenga

una copiaanastatica

di un articolo diparticolare

interesse storicopubblicato tantianni addietro.

A corredodell’articolo

abbiamoritenuto di

riprodurre lacopertina,l’indice e lavignetta del

numerooriginale della

Rivista nel qualefu pubblicato.

stragi, dei volti allucinati deiprotagonisti, delle foto riproducenti lefattezze degli assassini e le scenecruente dei delitti. Grandi firme del giornalismo italiano(come Dino Buzzati e Vasco Pratolini)scrivono a più riprese d'efferatiomicidi, per lettori particolarmentecuriosi e partecipativi. Il linguaggio adoperato dai cronistiper descrivere i fatti è molto forte edelinea profili di mostri da sbattere inprima pagina, (per usareun'espressione tornata di moda ainostri giorni). I volti fissati dagliobiettivi dei reporter sembranoesprimere l'ambiente sociale da cuiprovengono. Fame e miseria.Ignoranza e disoccupazione. S'uccide per pochi soldi, per qualchevestito, per una pelliccia di volpe (lesorelle Lidia e Franca Cataldi, sfollateda Colleferro, nel 1945 a Roma,uccisero una loro conoscente e il figliodi sei anni, per impossessarsi dibiancheria e, appunto, di una pellicciadi volpe argentata).Uccidono per disperazione donnesedotte da fatue promesse di un amoreinesistente, come Lidia Cirillo, unacalabrese accusata di avere ucciso ilsuo amante, il capitano inglese Lash,che a suo dire l'aveva sedotta.Dopo soli tre anni di carcere Lidia

A Cirillo ottenne la grazia dal Presidentedella Repubblica.Caterina Fort, detta Rina, fu laprotagonista di uno dei primi delittiche emersero dalla coltre di silenzio.Il primo dicembre 1946, a Milano, alnumero 40 di via San Gregorio, vienescoperta la scena agghiacciante di unastrage compiuta il giorno prima.Un'emigrante siciliana di 40 anni,Franca Pappalardo e i suoi tre figli,Giovanni di sette anni, Giuseppe didieci e Antonio di dieci mesi, sonorinvenuti massacrati a colpi di sbarranel loro appartamento, un ambientedomestico reso macabro da questiquattro corpi straziati. Il piccolo Antonio è ancora nelseggiolone con la testa spappolata. Gli investigatori impiegano pocotempo per identificare l'assassina. E' Rina Fort, una friulana di 31 anni,una donna provata dalla vita findall'infanzia. Durante la guerra s'innamora di unuomo che non conoscepersonalmente, con cui intrattiene unrapporto epistolare, mentre l'uomo èprigioniero di guerra.Al ritorno dalla prigionia lo sposa mal'uomo è malato di mente e finisce inmanicomio. Rina Fort sopravvive con piccoli lavori,a volte si prostituisce.

La cronaca nera nel secondo dopoguerraRina Fort “la belva di San Gregorio” e Pia Bellentani “la contessa triste” due casi emblematicidi Assunta Borzacchiello

maggiori quotidiani e settimanali degli anniCinquanta seguivano i processi famosi con ampiresoconti delle udienze, riportando nei minimi

particolari la mimica degli imputati, il loroabbigliamento, gli umori del pubblico che semprenumeroso assisteva. Milena Milani incontrò Rina Fort lamattina dell'ultima udienza del processo d'Appello,giorno in cui venne emesso il verdetto. La giornalista, adifferenza degli altri cronisti che si occuparono del caso,scrisse dell'incontro con l'assassina manifestandocomprensione per l'imputata e rimase colpita dalleparole dette dall'avvocato Marsico, difensore della Fort.

Sul “Tempo” del 28 gennaio 1950, Milena Milani scriveva:«Questa è un'assassina, - dicevo e con grande pietàguardavo lei e guardavo tutti: le parole di Marsico(avvocato difensore della Fort, n.d.r.) mi sembravanogiuste, umane e profonde ...Io ebbi un brivido di gelo emi sembrava inumano stare a discutere, tutto era unafarsa, quelle quattro persone erano morte, un'altrapersona viva era dietro le sbarre e tutti si accanivanocontro di lei, perchè pagasse, scontasse il suo debitoverso la società ... Ma io vedevo al di là del sentimentodella società offesa, volevo guardare negli occbi di RinaFort».

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COME SCRIVEVAMO

31 • Polizia Penitenziaria n.241 • luglio-agosto 2016

Poi incontra l'uomo che sembrarestituirle la fiducia nella vita.L'uomo dei suoi sogni di ragazza ha ilvolto di Giuseppe Ricciardi, uncatanese di professione magliaro,emigrato a Milano, nonché maritodella Pappalardo. I due mettono su un negozio di stoffe evanno a vivere insieme. Ricciardi, però, non prende ledistanze dalla famiglia che ha lasciatogiù in Sicilia, anzi, dopo averapprofittato delle risorse economichee della forza di volontà di Rina peravviare l'attività commerciale, si faraggiungere a Milano dalla moglie edai figli. A questo punto Rina, amantee quindi "puttana", oltre ad avere "lacolpa" d'essere sterile, è cacciata concinismo dal suo amante.Rina Fort, sfruttata, oltraggiata, feritanei sentimenti e nelle speranze, si recaa casa dei Ricciardi, in via SanGregorio e uccide senza pietà lequattro vittime inconsapevoli.S'azzardano ipotesi su ipotesi pertrovare un complice che possa averaiutato la Fort a compiere lacarneficina.

Nella casa delle vittime erano statitrovati tre bicchieri sporchi di liquore.Si pensa che potrebbero aver bevuto laFort, la Pappalardo e ... il terzo uomo,un eventuale complice di Rina, chenon fu trovato.Forse l'ipotesi più semplice era quellache avevano bevuto parenti ed amicirecatisi in visita dalla Pappalardoprima della tragedia.La Fort, definita dai giornali la belva diSan Gregorio, confessa che s'erarecata dalla rivale per chiarire lasituazione e s'era azzuffata con essa.La vittima aveva battuto la testa controil muro ed era morta, ma i bambinino, non era stata lei ad ucciderli. Dei tre delitti dei bambini accusa uncerto Carmelo Zappulla, un magliaroamico del Ricciardi.Il Zappulla, secondo la versione dellaFort, l'aveva accompagnata in via SanGregorio e, perso il controllo dellasituazione, aveva infierito sui bambini.Il presunto complice finisce incarcere, ma viene prosciolto dopodiciotto mesi, poco dopo muore.Anche Giuseppe Ricciardi, su cui laFort cercò di gettare dei sospetti,passò diciotto mesi in carcere peressere poi prosciolto.Si fece pure un tentativo di "provadella verità", per ottenere la pienaconfessione dell'omicida,sottoponendola all'ipnosi di FerruccioIrone "il fachiro bianco", ma la Fortnon cadde nel sonno ipnotico econtinuò a ripetere la sua estraneitàagli omicidi dei tre bambini. Nel 1949 Rina Fort fu giudicatacolpevole dei quattro omicidi econdannata dalla Corte d'Assise diMilano all'ergastolo.

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Nelle foto:Rina Fortal processo

sotto: la scena del crimine

A fiancola copertina del numero di febbraio 1996

Nel 1952 la Corte d'Appello di Bolognaconfermò l'ergastolo; stesso verdettofu emesso dalla Cassazione. Rina Fortuscirà dal carcere dopo 28 anni inlibertà vigilata, per buona condotta.Muore a Milano nel 1991.S'erano appena spente le luci sullastrage di via San Gregorio, quando unaltro fatto di cronaca nera catturòl'attenzione dei lettori dei giornali: ildelitto commesso dalla contessa PiaBellentani, moglie del conteBellentani, produttore di salumi, inpersona del proprio amante,l'industriale Carlo Sacchi, anch'egli

sposato e padre di due bambine.La cornice nella quale si consuma ildelitto è la mondanità animata deiricchi industriali del "generonecomasco". A Villa d'Este, sul lago di Como,durante una festa, la contessa, stancadel trattamento riservatoledall'amante, gli s'avvicina, prende lapistola lasciata dal marito nelguardaroba, la estrae dalla borsetta espara a bruciapelo.

Tutt'altro tenore la cronaca del processo Bellentani che,come in una festa mondana, era seguito da «alcunesignore fra le più rappresentative della migliore societàcomasca» che «attendevano con ansia febbrilel'ingresso di Lilian Sacchi Willinger (vedova di CarloSacchi, n.d.r.)». Il settimanale "Tempo" del 25 ottobre 1956 riporta ilbrano di una conversazione tra le "spettatrici" delprocesso: «Non vedo l'ora di che arrivi!» esclamòun'elegante signora « Anch'io non vedo l'ora, perchè lavedova Sacchi è una delle figure più interessanti dellatragedia di Villa d'Este» disse un'altra. «Oh, no, non è

per questo!» riprese la prima: «Sono terribilmenteansiosa di vedere Lilian perchè ho saputo che si è fattafare in gran segreto un cappellino apposta per ilprocesso». Un attimo dopo, la vedova entrava con passodisinvolto nell'aula. «E' un amore!» commentò consincera ammirazione quella signora alludendo al deliziosocappellino in velluto nero che adornava la bionda edelicata Lilian Sacchi Willinger, di cui molto si ammiravaanche il tailleur nero di taglio perfetto.In assenza dell'imputato, tutto l'interesse convergeva sullafigura alta e piacente della vedova dell'industrialecomasco. A.B.

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Stati Generali Esecuzione Penale e tecnologie: se questa la chiamate innovazione...

Nella fotola contessa

Pia Bellentani

Nessuno sembra meravigliarsi perquanto è accaduto. La Bellentani è pur sempreun'aristocratica, il suo gesto non hanulla a che vedere con lo scenario difame e miseria della Milano di RinaFort. La stampa userà nei confronti dellaBellentani toni soft, come le parole

pronunciate da un ospite della serata,Robert Bouyerure, marito della sartaBiki, della famiglia proprietaria del

"Corriere della Sera”: ilquale, avvicinandosi allasignora le disse: «Andiamo,madame, è chiaro che sitratta di un incidente».Alla contessa Bellentani laCorte riconoscerà il vizio dimente e la condannerà adieci anni di manicomiogiudiziario, ridotti poi a sette,trascorsi nel manicomiogiudiziario di Aversa, doveper un certo periodo aveva

"soggiornato" anche Rina Fort,sottoposta a perizia psichiatrica daFilippo Saporito, all'epoca direttoredel manicomio.Nell'ospedale psichiatrico di Aversa siconserva ancora il pianoforte che laBellentani aveva portato con sè, con ilbeneplacito del dott. Saporito, atestimonianza di un'epoca.

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Collegamenti audio-video per ildiritto al mantenimento deirapporti con il mondo esternoIl detenuto deve scontare la pena nelluogo più vicino alla famiglia e a ciòdeve aggiungersi il diritto di difesa, ilcui esercizio sarebbe resooggettivamente più difficoltoso,qualora l’avvocato del detenuto avessela sede di attività in luogo distante daquello dell’espiazione della pena. Permigliorare le condizioni attuali, daglistati generali è emerso l’auspicio che,qualora non sia possibile allocare ildetenuto nella stessa regione dovevivono i familiari, si preveda l’utilizzodei collegamenti audio-video contecnologia digitale, previa modificadell’art. 18 dell’ordinamentopenitenziario.Per quanto riguarda lacorrispondenza, gli Stati Generaliraccomandano l’estensione dellebuone prassi in uso in alcuni istituti,che hanno realizzato un servizio diposta elettronica in partenza e inarrivo per i detenuti. Il Comitato inoltre propone unaintegrazione dell’art. 18 O.P. perconsentire l’utilizzo di programmi diconversazione visiva, sonora e dimessaggistica istantanea chepresuppongono l’accesso alla reteinternet.

Salute: cartelle cliniche digitali etelemedicinaIl Comitato sottolinea l’opportunità diadottare un sistema informaticoomogeneo che raccolga i diari clinicidei pazienti detenuti in formatodigitale, al fine di assicurare sia ildiritto alla continuità terapeutica siauna maggiore efficienza del sistema(evitando ripetizioni di esami clinici egarantendo rapidità di consultazione edi aggiornamento). In un’ottica dimodernizzazione, si raccomanda divalorizzare l’utilizzo della telemedicinaF

WEB E DINTORNI

i sono da poco conclusi gliStati Generali dell’EsecuzionePenale che sono stati anche

l’occasione per discutere dellepossibilità offerte dalle nuovetecnologie da utilizzare in carcere.Vediamo a quali conclusioni sonoarrivati gli esperti dei 18 tavoli perquanto riguarda il settore tecnologico.Nella premessa del documento finale,pubblicato sul sito giustizia.it, ilComitato di esperti ha indicato dasubito i buoni propositi degli statigenerali: “Con il presenteDocumento il Comitato, avvalendosidel prezioso lavoro dei Tavoli,intende offrire un compendio dellelinee di intervento che ritiene piùqualificanti per dare un volto nuovoall’esecuzione penale, pienamenterispettoso dei principi costituzionaliche informano questa materia eattento a nuove problematiche e anuove potenzialità, inimmaginabilisino a non molto tempo fa” e ancorapiù esplicitamente poco dopo: “Sipensi all’evoluzione tecnologica chepuò consentire, attraverso unaccorto e diffuso ricorso allatelematica, se non di risolvere,almeno di rendere meno acuti iproblemi legati alla scarsità dicontatti affettivi, alle carenzedell’assistenza sanitaria, alle sempreinsufficienti opportunità diacculturamento e di aggiornamento,alla penuria di lavoro intramurario,alle eventuali difficoltà di colloquiode visu con il difensore. Si pensiquanto le videoconferenze,ovviamente assistite dalle necessariecautele, possano risultare prezioseper attenuare lo sradicamentoculturale e affettivo del detenuto,soprattutto straniero”. Quindi, nuove potenzialità offertedall’evoluzione tecnologica. Vediamoleuna ad una quelle individuate dai 18Tavoli e dal Comitato di esperti.

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WEB E DINTORNI

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all’interno degli istituti penitenziari,sottolineando come la stessa potrebbeda un lato ridurre il numero delletraduzioni ed i relativi costi, e,dall’altro, assicurare le prestazionisanitarie in tempi più rapidi.

Movimento dei detenutiall’interno del carcerePer quanto riguarda i movimenti deidetenuti all’interno della strutturadetentiva e sull’utilizzo dellavideosorveglianza, il documento finalestabilisce: è auspicabile che, grazieanche ad un ricorso più intenso allatecnica della videosorveglianza, vengaprogressivamente abbandonato ilsistema dell’accompagnamento deldetenuto nei suoi spostamentiall’interno della struttura.

Formazione dei detenutiIl Comitato ritiene che è quasisuperfluo rammentare l’importanzadella teledidattica e, con riferimentoalle prove di esame, dellavideoconferenza.

Formazione del personaleIl Comitato considera come necessitàprioritaria l’investimento iniziale sullapredisposizione di materiali per corsibasati sull’e-learning, destinati a unafruizione continuata nel tempo esoggetta a progressivi aggiornamenti.

Se queste sono le potenzialità che ilComitato e i 18 Tavoli composti daoltre 200 tra studiosi ed esperti, hannoindividuato tra quelle messe adisposizione dalle nuove tecnologie“inimmaginabili sino a non moltotempo fa”, per dare un nuovo voltoall’esecuzione penale, allora,francamente, sembrano più dellepotenzialità a cui è stato applicato il41-bis (tanto per rimanere in tema).Quello che balza agli occhi diqualunque osservatore, anche nonnecessariamente esperto di nuovetecnologie, è sicuramente il fatto che ipartecipanti hanno sostanzialmentecircoscritto l’ambito di opportunità,alla trattazione di singoli strumentiquali le videoconferenze, lavideosorveglianza e l’e-learning. Forse un po’ pochino rispetto allenuove tecnologie “inimmaginabili

sino a non molto tempo fa” ...Ma quel che è peggio, è che gli espertidi esecuzione penale hannocontinuato a considerare la tecnologiacome singoli strumenti da adottare permigliorare singoli aspetti circoscritti.Quel che invece è emersoprepotentemente in questi ultimidecenni, è che la tecnologia non solosi è fusa nell’informazione e nellacomunicazione andando a costituireappunto la galassia dell’ICT(Information and CommunicationsTechnology), ma ha cambiato, di fatto,l’intero approccio alle relazioni congli altri e alle modalità diapprendimento e lavoro. Si pensi ad esempio quanti e qualicambiamenti ha determinato laconvergenza tra smartphone, socialnetwork, banda larga e video instreaming, nelle nostre vite quotidiane.Presi singolarmente sono singolimiglioramenti del telefono, dellatelevisione, dell’agenda degliappuntamenti, ma utilizzati insieme,hanno cambiato il nostro linguaggio,la nostra percezione del tempo e dellospazio, hanno spostato i nostriequilibri di relazioni personali e anchela nostra stessa auto-percezione.Ognuno potrà decidere se sono staticambiamenti in meglio o in peggio,ma è innegabile che c’è stato uncambiamento di fondo, un nuovomodo di agire e anche di pensare.Se l’intento degli stati generali eraquello di introdurre una nuova culturadelle pena (così come più volteribadito nella relazione finale), alloramolto probabilmente si è persal’occasione di porre al centro lapersona detenuta e le potenzialità dimiglioramento/reinserimento offertaledalle nuove tecnologie, intese nontanto come singoli “gadgets”migliorativi, ma come un substrato sucui tessere quelle reti di relazioni,azioni e informazioni, indispensabiliper attuare tutti quei buoni propositiemersi dagli Stati Generalidell’Esecuzione Penale.Soprattutto non si è sfruttatal’esperienza fin qui raggiunta da tantealtre amministrazioni penitenziarieeuropee che da anni si confrontano inun Gruppo appositamente creato. Il Gruppo si chiama “ICT in Prison”

ed è una nicchia di esperti diEUROPRIS (www.europris.org),l’organizzazione europea cheraggruppa quasi tutti i Ministeri dellaGiustizia e le Amministrazionipenitenziarie europee e dei Paesiconfinanti: Austria, Belgio, Catalogna,Croazia, Danimarca, Francia,Inghilterra, Galles, Germania,Finlandia, Georgia, Irlanda, Lituania,Lussemburgo, Olanda, Irlanda delNord, Norvegia, Romania, Scozia,Slovenia, Svezia. L’ICT Group per“tecnologia” non intende solo cancelliautomatizzati e videosorveglianzacome avviene da noi qui in Italia, ma siriunisce per: definire degli standardeuropei, il riconoscimento biometrico,le tecnologie per scoprire le nuovedroghe, comunicazioni tra operatori,e-mail per i detenuti, utilizzo ditelefonia mobile sicura in carcere,sicurezza dei detenuti e personalepenitenziario, riduzione dei costi,postazioni informatiche per leinformazioni ai detenuti, sistemi divideoconferenza all’interno delcarcere, utilizzo di tablet per servizi eformazione scolastica e professionaledei detenuti, etc.Le discussioni non sono accademiche,ma mostrano i vantaggi e gli insuccessidi applicazioni pratiche che gli altriPaesi hanno già adottato. Ci si confronta per diffondere le“buone pratiche” ed eventualmentecorreggere il tiro con l’esperienza diciascun Paese.I recenti stati generali avranno pureindividuato nuove migliorie perl’esecuzione penale (anche se forseandavano pure individuati gli ostacolialla mancata attuazione della riformadel 1975), ma se ancora oggi non siriesce a dotare il personale di unaproprio indirizzo e-mail “aziendale” esi fa fatica a pubblicaretempestivamente dati minimi quali lecircolari o i dati statistici, dubito che ibuoni propositi scritti su una relazionefinale che vogliono introdurre qualchetelecamera in più nelle carceri per lavideosorveglianza e qualchepostazione in più per utilizzare Skype,possano davvero migliorare lecondizioni detentive delle personeristrette e degli operatori che incarcere ci lavorano.

Federico OlivoCoordinatore areainformatica [email protected]

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L’ULTIMA PAGINA

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Il mondo dell’appuntato Caputodi Mario Caputi eGiovanni Battista

de Blasis© 1992-2016

[email protected] "CIAo EsPo' ...lA sAI lA novItà?CorrE voCE ChE CI rIEntrIAmo PurE noInEllA lEggE sullA torturA ...ComE vIttImEdEllo stAto !!?!??(...E quAlCuno dICE PurE ChE PossIAmo rIEntrArE nEI rIsArCImEntI dEllA sEntEnzAtorrEggIAnI: 8 Euro PEr ognI gIorno dIsErvIzIo!)

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Raccolta antologica delle vignette dell’Appuntato Caputo

pubblicate dal 1994 al 2014 sulla Rivista mensile Polizia Penitenziaria - Società Giustizia & Sicurezza

Per oraé uscitoil libro!

Formato 15 x 23 cm Copertina morbida240 pagine a coloriISBN: 9788891092052

Da che parte é l’uscita? si puo’ acquistare in tutte le librerie laFeltrinelli oppure sui siti www.lafeltrinelli.it e www.ilmiolibro.it

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