Società Botanica italiana onluS 45 (2) 2013/391... · 2018-05-08 · prodotto preso in esame e sia...

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SEZIONE PUGLIESE Riunione Scientifica Annuale Bari, 25 Gennaio 2013 SOCIETà BOTANICA ITALIANA ONLUS SEZIONI REGIONALI E GRUPPI DI INTERESSE SCIENTIFICO E TECNICO OPERATIVO Contributi scientifici

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Sezione puglieSe

Riunione Scientifica annuale

Bari 25 gennaio 2013

Societagrave Botanica italiana onluS

Sezioni Regionali

e

gRuppi di inteReSSe Scientifico

e tecnico opeRativo

contributi scientifici

lrsquoalimentazione egrave uno dei fattori esogeni che incido-no maggiormente su accrescimento sviluppo fisico ementale rendimento e produttivitagrave degli individuiStudi epidemiologici hanno dimostrato che diete ric-che di alimenti di origine vegetale quali frutta ver-dura legumi e cereali non raffinati sono di fonda-mentale importanza nella prevenzione di numerosepatologie come malattie cardiovascolari metaboli-che neuro-degenerative cronico-degenerative einfiammatorie (McKloWn 1999 Ronco et al1999 agaRWal Rao 2000 SlatteRy et al 2000)il mondo vegetale infatti oltre a carboidrati protei-ne lipidi e micronutrienti essenziali fornisce anchenumerosi composti fitochimici o ldquophytochemicalsrdquo Sitratta di molecole appartenenti a svariate classi chi-miche che non sono sintetizzate dallrsquouomo ma chese introdotte quotidianamente con lrsquoalimentazionein dosi sufficienti esercitano potenti attivitagrave biologi-che (caRRatugrave Sanzini 2005) tra cui quella antios-sidante (giaMMaRioli et al 1998 SlatteRy et al2000 aRuoMa et al 2001) gli antiossidanti sonoindispensabili per proteggere le molecole e i sistemibiologici dallrsquoazione deleteria dei radicali liberi esoprattutto delle RoS (Reactive Oxygen Species)lrsquoorganismo umano egrave capace di contrastare lrsquoattivitagravedi tali molecole grazie a sistemi di difesa endogeni oantiossidanti ldquoenzimaticirdquo come la superossido dis-mutasi (Sod) la catalasi (cat) e la glutatione

perossidasi (gpX) (MateacuteS et al 1999) Quandoperograve il livello delle RoS supera le capacitagrave antiossi-danti della cellula egrave necessario un apporto esterno diantiossidanti definiti esogeni o ldquonon enzimaticirdquoderivati soprattutto da alimenti di origine vegetalegli antiossidanti ldquonon enzimaticirdquo comprendonofenoli flavonoidi carotenoidi vitamine (c ed e) e ilglutatione ridotto (gSH) una corretta alimentazio-ne egrave quindi di fondamentale importanza in quantogarantisce un efficace sistema di difesa antiossidante(pReneSti et al 2007 JiMeneacutez et al 2008) la dietamediterranea egrave caratterizzata da unrsquoabbondanteassunzione di alimenti di origine vegetale Studirecenti hanno tuttavia evidenziato sostanziali diffe-renze nella composizione della dieta nei diversi paesidel Mediterraneo (tRicHopoulou et al 2000tRicHopoulou 2001) Egrave comune infatti per alcu-ne popolazioni del Mediterraneo come ad esempioper quelle dellrsquoitalia meridionale e della grecia arric-chire la propria dieta quotidiana con piante sponta-nee raccolte in determinati periodi dellrsquoanno(tRicHopoulou et al 2000) tra queste pianteoccupano un ruolo importante la cicoria e il papave-ro (fig 1)la cicoria comune (Cichorium intybus l) egrave una pian-ta erbacea appartenente alla famiglia delle AsteraceaeEgrave diffusa in tutto il mondo in particolare nelle zonetemperate dellrsquoeuroasia e dellrsquoamerica del nord in

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antiossidanti in varietagrave di cicoria e in ldquopaparinerdquo del Salento

a MontefuSco g SeMitaio g piRo MS lenucci

aBStRact - Antioxidants in varieties of chicory and ldquopaparinerdquo of Salento - in this work we evaluated the hydrophilic andlipophilic antioxidant activities as well as the total phenol flavonoid tocochromanol (tocopherol and tocotrienol) andcarotenoid contents in the edible portion of wild and cultivated varieties of chicory and in the basal rosette leaves of thewild species of Papaver rhoeas known by natives as ldquopaparinardquo collected in the countryside of Salento (South apuliaitaly) Were analyzed (1) two cultivars of chicory the ldquocatalognardquo harvested in the area between S pietro vernotico andtuturano (BR) and the ldquootrantinardquo harvested in otranto (le) (2) two wild chicory ecotypes harvested in S pietrovernotico (BR) and Statte (ta) respectively (3) the ldquopaparinardquo leaves harvested in Sternatia (le) our results showed thatthe hydrophilic antioxidant activity is generally higher than the lipophilic the ldquopaparinardquo leaves exhibited both the high-est antioxidant activities and the highest concentration of total phenols and flavonoids among the extracted carotenoidslutein and β-carotene were the most abundant in all analyzed samples total carotenoid content was greater in wild thanin cultivated plants

Key words antioxidant activity carotenoids chicory ldquopaparinerdquo tocochromanols total phenols

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

italia egrave presente in tutte le regioni isole compresefino alla media montagna Egrave una specie estremamen-te polimorfa e non egrave stata ancora studiata a fondo lacicoria egrave una pianta usata in medicina fin dallrsquoanti-chitagrave era infatti conosciuta ed apprezzata per le suevirtugrave terapeutiche anche da greci e Romani Moltiusi tradizionali hanno recentemente trovato confer-ma scientifica diversi studi effettuati sulla cicoriahanno portato infatti allrsquoisolamento e allrsquoidentifica-zione di una grande varietagrave di composti fitochimicitra cui antociani (noRBaecK et al 2002) lattonisesquiterpenici (SHaH et al 2012) fruttani(tiMMeRManS et al 2001) flavonoidi (innocentiet al 2005) e cumarine (deMrsquoyanenKo dRaniK1971) nellrsquoalimentazione umana vengono utilizzate

sia la porzione aerea che le radici ma lrsquoutilizzo piugravefrequente egrave quello delle foglie e dei grossi germogli(turioni) tipici di alcune specie coltivate organi chevengono consumati sia freschi che cotti il papavero selvatico (Papaver rhoeas l) o rosolaccioegrave una pianta erbacea annuale appartenente alla fami-glia delle Papaveraceae originario delle regionimedio-orientali egrave comparso in europa con lrsquointro-duzione delle colture dei cereali Si osserva infattifrequentemente come infestante sia dei cereali siadelle colture in genere negli incolti secchi e negliambienti ruderali (tutin et al 1964) nellrsquoambitoalimentare i semi del papavero sono impiegati peraromatizzare dolci biscotti e pane mentre le foglieed in particolare le giovani rosette basali si usano per

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fig 1fotografie di alcuni degli esemplari analizzati cicoria catalogna (a) cicoria otrantina (B) cicoria spontanea di San pietrovernotico (c) cicoria spontanea di Statte (d) e ldquopaparinardquo (e) siti di raccolta nella penisola salentina (f)photos of the analyzed plants catalogna chicory (a) otrantina chicory (B) wild chicory from San pietro vernotico (c)wild chicory from Satte (d) and ldquopaparinardquo (e) sampling sites in the Salento peninsula (f)

lo piugrave cotte e vengono ampiamente utilizzate nellacucina tradizionale di molte regioni italiane (nelSalento sono note con il termine ldquopaparinerdquo)

MateRiali e Metodi

Sono state analizzate le porzioni eduli di (1) duevarietagrave coltivate di cicoria la catalogna (fig 1af)raccolta nella zona tra S pietro vernotico e tuturano(BR) e la otrantina (fig 1Bf) raccolta invece nellazona di otranto (le) (2) due ecotipi spontanei dicicoria uno (fig 1cf) raccolto nella zona di Spietro vernotico (BR) e un altro (fig 1df) nellazona di Statte (ta) (3) la specie selvatica di Papaverrhoeas nota nel Salento come ldquopaparinardquo (fig 1ef)raccolta nella zona di Sternatia (le)il materiale vegetale appena raccolto egrave stato ripulitoda eventuali residui di terra ed immediatamenteomogenato con un blender da laboratorio (Waringlaboratory Science torrington ct uSa) previocongelamento in azoto liquido aliquote di omoge-nato sono state utilizzate per il dosaggio dellrsquoattivitagraveantiossidante idrosolubile e liposolubile e di fenolitotali flavonoidi tococromanoli (tocoferoli e toco-trienoli) e carotenoidile attivitagrave antiossidanti idrofilica e lipofilica sonostate valutate mediante il metodo teac (TroloxEquivalent Antioxidant Capacity) come descritto daRe et al (1999) dalla somma delle attivitagrave antiossi-danti idrofilica e lipofilica egrave stata calcolata lrsquoattivitagraveantiossidante totalelrsquoestrazione di fenoli e flavonoidi egrave stata effettuataseguendo il metodo di cantin et al (2009) legger-mente modificato per adattarlo al materiale di par-tenza la determinazione dei composti fenoliciestratti egrave stata effettuata utilizzando il metodo ripor-tato da Xu et al (2008) per i flavonoidi si egrave utilizza-to il metodo di zHiSHen et al (1999)lrsquoestrazione dei tococromanoli (tocoferoli e tocotrie-noli) e dei carotenoidi egrave stata effettuata seguendo ilmetodo di fRaSeR et al (2000) gli estratti sono statianalizzati mediante Hplc a temperatura ambienteusando una colonna Waters yMctM carotenoid 3microm (46x250 mm) ed una fase mobile costituita dametanolo (a) ammonio acetato 02 inacquametanolo (2080 vv) (B) e tert- metil-butiletere (c) il flusso dellrsquoeluente egrave stato mantenutocostante a 1 mlmin il gradiente di eluizione usato egravestato il seguente a=95 e B=5 in maniera isocra-tica per 12 minuti (0-12 min) a=80 B=5 ec=15 a 12 minuti un gradiente lineare fino aa=30 B=5 e c=65 per 33 minuti (12-45min) un gradiente lineare fino alle concentrazioniiniziali (a=95 e B=5) per 10 minuti (45-55min) una fase di condizionamento di 10 minuti (55-65 min) alle stesse concentrazioni (a=95 e B=5)gli analiti sono stati rivelati spettrofotometricamen-te a λ=290 nm per i tocoferoli e i tocotrienoli e aλ=450 nm per i carotenoidi i campioni prima diessere sottoposti ad analisi Hplc sono stati filtratiattraverso filtri di 02 microm (gelman Supor acrodiscpall corporation port Washington ny uSa)

tutti i dati ottenuti sono stati riferiti sia al peso fre-sco (fw) sia al peso secco (dw) dei vari campioni erappresentano la media di tre determinazioni indi-pendenti plusmn deviazione standard (dS) avendo unandamento simile a quelli su base fresca i dati riferi-ti al peso secco non sono stati riportati in questolavoro

RiSultati e diScuSSione

i risultati relativi allrsquoattivitagrave antiossidante idrosolubileliposolubile e totale delle diverse piante prese in consi-derazione in questo studio sono riportate in fig 2dai dati egrave emerso che i valori relativi allrsquoattivitagraveantiossidante dei composti idrosolubili (fig 2a)sono sempre piugrave elevati rispetto a quelli relativi allrsquoat-tivitagrave antiossidante dei composti liposolubili (fig2B) nelle ldquopaparinerdquo salentine egrave stata riscontrata lapiugrave elevata attivitagrave antiossidante totale (1326plusmn23micromoli te100g fw) (fig 2c)

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fig 2attivitagrave antiossidante idrosolubile (a) liposolubile (B) etotale (c) valutate mediante il metodo teac nelle cico-rie e nelle ldquopaparinerdquo del Salento i valori sono espressi inmicromoli di trolox equivalenti (te)100 g fwHydrophilic (a) lipophilic (B) and total (c) antioxidantactivity evaluated by the teac assay in chicory andldquopaparinerdquo plants collected in Salento values areexpressed as micromol trolox equivalent (te)100 g fw

per quanto riguarda le diverse tipologie di cicoriaanalizzate la maggiore attivitagrave egrave stata riscontratanella cultivar catalogna (1056plusmn18 micromoli te100gfw) mentre la piugrave bassa nellrsquoecotipo spontaneo rac-colto nella zona di San pietro vernotico (BR)(352plusmn13 micromoli te100g fw) le differenze osser-vate sui diversi campioni possono essere legate vero-similmente al fatto che lrsquoattivitagrave antiossidante egraveinfluenzata sia da fattori varietali sia da fattoriambientali questi ultimi correlati alle condizioni col-turali e pedo-climatiche (lattanzio RuggieRo2003 caRRatugrave Sanzini 2005) anche la scelta del metodo di valutazione dellrsquoattivi-tagrave antiossidante ha la sua importanza in letteraturasono riportati diversi metodi che permettono dimisurare la capacitagrave antiossidante di frutta e verdurai risultati che si ottengono dipendono sia dal tipo diprodotto preso in esame e sia dal metodo utilizzato(peRez-JiMeacutenez et al 2008 MuumllleR et al 2010)unrsquoattenzione particolare va rivolta allrsquoapprezzabileattivitagrave antiossidante rilevata nellrsquoecotipo spontaneodi Statte che egrave stato raccolto in una zona ad altoinquinamento ambientale (ilva di taranto) in let-teratura egrave riportato che concentrazioni tossiche dimetalli pesanti come il cadmio e lo zinco sono capa-ci di alterare differenti processi metabolici e di gene-rare uno stress ossidativo lo stress ossidativo egrave a suavolta in grado di influenzare lrsquoattivitagrave di alcuni enzi-mi ad azione antiossidante quali catalasi perossidasie superossido dismutasi la cui induzione egrave conside-rata unrsquoimportante strategia di autodifesa rispetto auna condizione di stress (cHaoui et al 1997 cHenet al 2003) dalla valutazione quantitativa dei composti fenolici(fig 3a) risulta che per quanto riguarda le cicoriela maggiore quantitagrave di composti fenolici egrave stata tro-vata nella cultivar catalogna (1017plusmn29 mggae100g fw) Egrave riportato tra lrsquoaltro che la fra-zione fenolica di questa varietagrave ha unrsquoestrema stabili-tagrave chimica anche dopo la cottura (innocenti et al2005) tra i campioni analizzati la quantitagrave di feno-li estratti dalle ldquopaparinerdquo salentine egrave risultata esserein assoluto la piugrave elevata (1348plusmn06 mggae100g fw) Questi valori sono superiori del246 a quelli riscontrati nella catalognala quantitagrave di flavonoidi (fig 3B) piugrave elevata egrave statariscontrata nella cultivar catalogna (662plusmn42 mgce100g fw) mentre la quantitagrave piugrave bassa nellrsquoe-cotipo spontaneo raccolto nella zona di Statte

(111plusmn03 mg ce100g fw) la quantitagrave di flavo-noidi nelle ldquopaparinerdquo (1190plusmn14 mg ce100gfw) egrave la piugrave elevata tra quelle riscontrate nei campio-ni analizzativista lrsquoimportanza dei tococromanoli (tocoferoli etocotrienoli) e dei carotenoidi nella dieta umana inquesto lavoro egrave stato effettuato anche un dosaggiodel loro contenuto sui diversi campioni presi inesame negli estratti analizzati sono state riscontratequantitagrave non significative di tocoferoli e tocotrieno-li al contrario in tutti i campioni erano presentiquantitagrave apprezzabili di carotenoidi (tab 1) la b-criptoxantina egrave presente in basse quantitagrave in tutti icampioni presi in esame mentre piugrave alto egrave il conte-

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fig 3fenoli totali (a) e flavonoidi (B) nelle cicorie e nelleldquopaparinerdquo del Salento i valori dei fenoli totali sonoespressi in mg di acido gallico equivalenti (gae)100gfw quelli dei flavonoidi in mg di catechina equivalenti(ce)100g fwtotal phenols (a) and flavonoids (B) in chicory andldquopaparinerdquo plants collected in Salento total phenol valuesare expressed as mg gallic acid equivalent (gae)100gfw flavonoid values as mg catechin equivalent(ce)100g fw

taBella 1Quantitagrave di carotenoidi nelle cicorie e nelle ldquopaparinerdquo del Salento I valori sono espressi in microgg fwCarotenoid amounts in chicory and ldquopaparinerdquo plants collected in Salento Values are expressed as microgg fw

varietagrave di cicoria paparinecarotenoidi catalogna otrantina Spontanea Spv Spontanea Statte

luteina 1843plusmn245 802plusmn094 886plusmn093 1470plusmn325 3014plusmn449 b -criptoxantina 029plusmn002 014plusmn003 013plusmn003 028plusmn001 041plusmn005 b-carotene 890plusmn054 331plusmn061 460plusmn067 673plusmn139 1406plusmn229 Totale 2762plusmn301 1147plusmn158 1359plusmn163 2171plusmn465 4461plusmn683

nuto di luteina e di b-carotene i dati ottenuti sonoin accordo con quanto riportato in letteratura ovve-ro che luteina e b-carotene sono i due carotenoidipredominanti nei vegetali a foglia verde (calvo2005 laKSHMinaRayana et al 2005 ŽnidaRčič etal 2011) nelle cicorie i valori piugrave alti di luteinasono stati riscontrati nei due ecotipi spontaneianche la specie selvatica di papavero mostra un altocontenuto di luteina per quanto riguarda il contenuto di b-carotene ivalori oscillano tra 1406plusmn229 microgg fw (ecotipo sel-vatico raccolto nella zona di Statte) e 331plusmn061 microggfw (cultivar catalogna) i livelli di carotenoidi deivegetali a foglia verde dipendono dalla specie dallavarietagrave dalle pratiche di coltivazione dallo stadio dimaturazione ma anche dallrsquoirradiazione solare dallatemperatura e dalle caratteristiche del suolo (vanden BeRg et al 2000 ŽnidaRčič et al 2011) irisultati riportati in questo lavoro evidenziano che lepiante spontanee analizzate (cicoria di Statte cicoriadi San pietro vernotico e ldquopaparinerdquo) sono quelle chehanno mostrato un piugrave alto contenuto di carotenoi-di totali rispetto a quelle coltivate ed in particolare lacicoria spontanea di Statte (4461plusmn683 microgg fw) inun recente lavoro (Sanitagrave di toppi et al 2012) egravestato riportato che lrsquoaccumulo di cadmio a livello cel-lulare sembra indurre alterazioni nei cromoplasti incui si sintetizzano e si accumulano i carotenoidi

concluSioni

in questo lavoro si egrave evidenziato che- i valori relativi allrsquoattivitagrave antiossidante dei com-

posti idrosolubili estratti dai campioni analizzatirisultano sempre piugrave elevati rispetto a quelli rela-tivi allrsquoattivitagrave antiossidante dei composti liposo-lubili

- le ldquopaparinerdquo salentine mostrano la piugrave elevataattivitagrave antiossidante e il piugrave elevato contenuto infenoli totali e flavonoidi

- tra le cicorie analizzate la cultivar catalogna pre-senta la piugrave alta attivitagrave antiossidante e il piugrave altocontenuto di fenoli totali e di flavonoidi

- tra i carotenoidi estratti la luteina e il b-carotenesono presenti in quantitagrave piugrave elevata in tutti icampioni analizzati

- il contenuto di carotenoidi risulta maggiore nellespecie spontanee rispetto a quelle coltivate

- la varietagrave e i fattori ambientali contribuiscono ainfluenzare sia la capacitagrave antiossidante sia il con-tenuto di alcune molecole bioattive

letteRatuRa citataagaRWal S Rao av 2000 ndash Tomato lycopene and its role

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cantin cM MoReno Ma gogoRcena y 2009 ndashEvaluation of the antioxidant capacity phenolic com-pounds and vitamin C content of different peach andnectarine (prunus persica (L) Batsch) breeding proge-nies J agric food chem 57 4586-4592

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397Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

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tRicHopoulou a vaSilopoulou e HollMan pHollMan p cHaMalideS cH foufa e KaloudiStR KRoMHout d MiSKaKi pH petRocHilou ipouliMa e StafilaKiS K tHeopHilou d 2000 ndashNutritional composition and flavonoid content of ediblewild greens and green pies a potential source of antioxi-dant nutrients in the Mediterranean diet food chem70(3) 319-323

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RiaSSunto - in questo lavoro egrave stata valutata lrsquoattivitagraveantiossidante e il contenuto di fenoli flavonoidi tococro-manoli (tocoferoli e tocotrienoli) e carotenoidi in alcunevarietagrave di cicoria e nelle ldquopaparinerdquo salentine Sono stateanalizzate (1) due varietagrave coltivate di cicoria la catalognaraccolta nella zona tra S pietro vernotico e tuturano (BR)e la otrantina raccolta nella zona di otranto (le) (2) dueecotipi spontanei di cicoria uno raccolto nella zona di Spietro vernotico (BR) e un altro nella zona di Statte (ta)(3) la specie selvatica di Papaver rhoeas nota anche nelSalento come ldquopaparinardquo raccolta nella zona di Sternatia(le) Egrave stato dimostrato che lrsquoattivitagrave antiossidante idro-solubile egrave piugrave elevata di quella liposolubile le ldquopaparinerdquosalentine presentano la piugrave elevata attivitagrave antiossidante eil piugrave elevato contenuto in fenoli totali e in flavonoidi trai carotenoidi estratti la luteina e il b-carotene sono risul-tati essere quelli maggiormente presenti in tutti i campio-ni analizzati il contenuto di carotenoidi egrave maggiore nellespecie spontanee rispetto a quelle coltivate

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autoRi

Anna Montefusco (annamontefuscounisalentoit) Giuliana Semitaio (giulysemitaioliberoit) Gabriella Piro(gabriellapirounisalentoit) Marcello Salvatore Lenucci (marcellolenucciunisalentoit) DiSTeBA Universitagrave delSalento Via Provinciale Lecce-Monteroni 73100 Lecce

il maggior apporto di fibre nellrsquoalimentazione si rea-lizza con lrsquointroduzione nella dieta di vegetali fre-schi con basso contenuto calorico e alte qualitagravenutraceutiche lrsquoasparago verde (Asparagus officinalisl) egrave uno degli ortaggi piugrave apprezzati non solo dalpunto di vista culinario ma anche per le sue proprie-tagrave dietetiche lrsquoasparago egrave coltivato in oltre 60 paesinel Mondo caratterizzati da clima variabile da tempe-rato freddo a tropicale in europa la sua coltivazioneegrave realizzata su circa 61000 ettari di cui perograve il 75 destinati alla coltivazione dellrsquoasparago bianco e il 25 destinato alla produzione di turioni verdiSecondo le stime della fao lrsquoitalia occupa il terzoposto nella classifica dei produttori europei di aspa-ragi dopo la germania e la Spagna con 41100 ton-nellate di asparagi coltivati su circa 6400 ettari dis-tribuiti principalmente tra le regioni della campaniaveneto ed emilia Romagna (dati fao 2011) inrisposta anche alle esigenze dei consumatori cherichiedono un prodotto il piugrave possibile genuino gliasparagi sono sottoposti a una manipolazione mini-ma dopo la raccolta lavaggio taglio e confeziona-mento in film plastico lrsquoassenza di un qualsiasi trat-tamento chimico o fisico fa sigrave che questi tessuti vege-tali Mpv (minimally processed vegetables) siano anco-ra metabolicamente e fisiologicamente attivi durantela conservazione e la vendita ciograve comporta una rapi-da deperibilitagrave del prodotto e conseguentemente unbreve periodo di commercializzazione (shelf-life)diversi studi sono stati condotti per verificare lrsquoido-neitagrave della metodica di lavorazione e le cause di una

cosigrave breve shelf-life sia per gli asparagi bianchi cheper quelli verdi (SioMoS et al 2000 2001 ScHeeRet al 2003 alBaneSe et al 2007) i cambiamentiche si verificano durante lo stoccaggio post-raccoltariguardano diversi aspetti la perdita di acqua favori-sce la comparsa di striature lungo i giovani fusti siverifica la perdita del colore verde brillante la perdi-ta di zuccheri vitamine sapore e aroma (King et al1987) un altro evento che interessa questi ortaggidurante il periodo di conservazione e ne diminuisceil valore di mercato egrave il progressivo indurimento deiturioni associato al processo di lignificazione(SHaRMa Wolfe 1975) considerando lrsquoanatomiadei giovani fusti di asparago il processo di lignifica-zione interessa sia i fasci cribro-vascolari che la fasciasclerenchimatica che circonda il cilindro centrale ilprocesso drsquoindurimento delle punte egrave una conse-guenza del naturale sviluppo della parete secondariae della sua lignificazione (WaldRon et al 2003)prerogativa di elementi istologici come i vasi e lefibre per tutelare il consumatore durante lrsquoacquistosono state varate dalla ce norme di qualitagrave che clas-sificano i turioni di asparago bianco e verde in baseal colore alla lunghezza e diametro ad esempionelle cosigrave dette lsquopunte di asparagorsquo la lunghezza deiturioni non deve superare i dodici centimetrilrsquoobiettivo di questo lavoro egrave stato pertanto quellodi determinare alcuni parametri nutrizionali nellrsquoapi-ce e nella base del turione di asparagi verdi e control-larne durante la conservazione al buio le eventualivariazioni

399infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

analisi di alcuni parametri nutrizionali in turioni di asparagi verdi(Asparagus officinalis)

p tanzaRella c paciolla l MaStRopaSQua

aBStRact - Analysis of some nutritional parameters in green asparagus spears (asparagus officinalis) - lack of chemicaland physical treatments post-harvest in green asparagus causes physiological and morphological changes after packagingand during storage our aim was to monitor some nutritional parameters in the apical and basal portions of spear of theedible part (corresponding to 15 cm) after 9 days in the dark at 4 degc there is an huge and slight decrease in ascorbatetotal content and soluble sugars respectively total chlorophyll and carotenoid levels decrease but the anthocyanins con-tent not changes Higher lignin level is mostly present in apical than basal portion

Key words Asparagus officinalis storage

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

MATERIALI E METODITurioni di Asparagus officinalis L categoria I di cali-bro 1016 acquistati presso il locale mercato sonostati omogeneamente scelti in base allo spessore lun-ghezza e colore e sono stati utilizzati per le varie ana-lisi Considerando la parte edule dellrsquoasparago corri-spondente ai primi 15 cm circa del giovane germo-glio sono state prelevate due porzioni parte apicale(35 cm) e parte basale (3 cm) Al tempo zero perogni porzione sono stati determinati peso fresco esecco contenuto di amido e zuccheri solubili conte-nuto di acido ascorbico e lignina contenuto in pig-menti quali clorofille carotenoidi e antociani Lottidi turioni sono poi stati conservati al buio a 4 degC eprocessati dopo 3 6 e 9 giorni ripetendo sulla parteapicale e basale le stesse analisi

RISULTATI E DISCUSSIONEGli asparagi freschi cominciano a deteriorarsi dopopoche ore dalla raccolta I cambiamenti fisiologici edella componente nutritiva riducono le qualitagrave orga-nolettiche dei turioni I segmenti di asparago sia laparte apicale che la parte basale hanno un elevatocontenuto di H2O e a paritagrave di peso fresco la porzio-ne basale ha un peso secco di quasi il 50 inferiorea quello della parte apicale (Tab1) Il contenuto diacido ascorbico (AsA) egrave notevolmente piugrave alto nellaparte apicale rispetto a quella basale la stessa cosa siverifica per la lignina e gli antociani Gli zuccherisolubili D-glucosio D-fruttosio e saccarosio sonomaggiormente concentrati nella parte basale delturione in accordo con uno studio di BENKEBLIA etal (2008) dove in asparagi verdi dopo la raccolta egravestato riscontrato un gradiente di distribuzione lungo

il turione dal basso verso lrsquoalto insieme ad unrsquoattivi-tagrave dellrsquoenzima invertasi maggiore verso lrsquoapice eminore alla base Questi dati sono stati correlati adun intenso metabolismo della parte apicale che egraveanche sede di crescita per distensione Al buio dopo9 giorni si osserva una diminuzione del contenutodei tre zuccheri nella parte basale ed un incrementonellrsquoapice in accordo con una mobilizzazione degliesosi verso lrsquoapice in virtugrave di una richiesta metaboli-ca Come mostrato in Tab 2 il contenuto di amidoaumenta significativamente nel segmento basale e inquello apicale Lrsquoaumento di amido anche al buio egravesuffragato da quanto riportato per le foglie di cavolocinese in cui dopo 10 giorni si continua ad osserva-re un incremento nel contenuto di questo polisacca-ride in concomitanza con un costante valore del con-tenuto di glucosio fruttosio e saccarosio (NOICHIN-DA et al 2007) Il contenuto di AsA nei tessuti vege-tali risulta essere correlato oltre che a numerose atti-vitagrave metaboliche alla presenza di luce Quantitagrave equalitagrave della luce possono influenzare la sua sintesi(MASTROPASQUA et al 2012) e negli asparagi verdimantenuti al buio lrsquoAsA subisce un forte decremen-to Uno degli aspetti sensoriali che viene maggior-mente compromesso dalla breve shelf-life degli aspa-ragi egrave la perdita del colore verde brillante dovuto alladiminuzione della clorofilla Dopo 9 giorni al buiomentre carotenoidi e soprattutto clorofilla diminui-scono il contenuto di antociani risulta invariato Unaltro fattore importante nel determinare la qualitagravedegli asparagi poicheacute ne diminuisce il valore di mer-

400 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO 45 (2) 393-432 2013

TABELLA 1Dati nutrizionali al tempo zero di segmenti apicali e basalidi turioni di asparagi verdi (Asparagus officinalis L)Nutritional data of apical and basal segments of greenasparagus spears (Asparagus officinalis L) at time zero

Segmento Segmentoapicale basale

Peso secco 110 plusmn 33 58 plusmn 235(mg

g-1 PF)Amido 013 plusmn 002 064 plusmn 008(mg

g-1 PF)

Zuccheri solubili 281 plusmn 050 1698 plusmn 070(mg

g-1 PF)AsA totale 300 plusmn 2400 16 plusmn 096(microg

g-1 PF)Chl totale 120 plusmn 1202 48 plusmn 205(microg

g-1 PF)Carotenoidi 50 plusmn 350 30 plusmn 100(microg

g-1 PF)Antociani 038 plusmn 005 004 plusmn 008(Abs middot g-1 PF)Lignina 217 plusmn 005 125 plusmn 008(mg

g-1 PS)

TABELLA 2Dati nutrizionali di segmenti apicali e basali di turioni diasparagi verdi (Asparagus officinalis L) dopo 9 giorni diconservazione al buioNutritional data of apical and basal segments of greenasparagus spears (Asparagus officinalis L) after 9 days ofstorage in the dark

Segmento Segmentoapicale dopo basale dopo9 giorni 9 giorni

Peso secco 114 plusmn 915 48 plusmn 123(mg

g-1 di PF)Amido 072 plusmn 004 187 plusmn 015(mg

g-1 di PF)

Zuccheri solubili 744 plusmn 040 967 plusmn 030(mg

g-1 di PF)AsA totale 543 plusmn 600 257 plusmn 060(microg g-1 di PF)Chl totale 389 plusmn 080 1432 plusmn 100(microg g-1 di PF)Carotenoidi 267 plusmn 060 110 plusmn 100(microg g-1 di PF)Antociani 029 plusmn 005 004 plusmn 001(Abs middot g-1di PF)Lignina 378 plusmn 045 108 plusmn 012(mg g-1 di PS)

cato egrave il grado di lignificazionela consistenza (texture) legnosa nei turioni egrave deter-minata da una serie di proprietagrave meccaniche chesono dovute ai componenti della parete cellulare(RodRiguez et al 2006) e i dati ottenuti mettono inevidenza come lrsquoaumento nel contenuto di lignina albuio si verifichi principalmente nella parte apicaledove sono presenti brattee fogliari molto vascolariz-zate in asparagi verdi quindi lrsquoanalisi di alcuniparametri nutrizionali ha messo in evidenza differen-ze significative tra porzione apicale e porzione basalela condizione di stoccaggio al buio pur preservandolrsquoaspetto del prodotto non egrave sufficiente a mantenereinvariate alcune componenti organolettiche impor-tanti dal punto di vista nutrizionale

letteRatuRa citataalBaneSe d RuSSo l cinQuanta l BRaSiello a di

Matteo M 2007 ndash Physical and chemical changes inminimally processed green asparagus during cold-storagefood chemistry 101 274-280

BenKeBlia n yoSHida n ooi y nagaMine tonodeRa S SHioMi n 2008 ndash Variations of carbo-hydrate content and invertase activity in green and whiteasparagus spears Effects of spears length and portionacta Hort (iSHS) 776 459-464

King ga HendeRSon Kg lill Re 1987 ndash Sensoryanalysis of stored asparagus Scientia Horticolture 31(1-2) 11-16

MaStRopaSQua l BoRRaccino g Bianco lpaciolla c 2012 ndash Light qualities and dose influenceascorbate pool size in detached oat leaves plant Science183 57-64

noicHinda S BodHipadMa K MaHaMontRi cnaRongRuK t KetSa S 2007 ndash Light during storageprevents loss of ascorbic acid and increases glucose and

fructose levels in Chinese kale (Brassica oleracea varalboglabra) postharvest Biol technol 44 312-315

RodRIacuteguez R JiMeacutenez a feRnandez-BolantildeoS Jguilleacuten R HeRedia a 2006 ndash Dietary fibre fromvegetable products as source of functional ingredientstrends food Sci technol 17 3-15

ScHeeR cH ScHonHof i BRucKneR B ScHReineRM 2003 ndash Influence of a short-term storage on qualitydetermining product characteristics of white preparedasparagus acta Hort 604 437-441

SHaRMa Sc Wolfe RR 1975 ndash Evaluation of methods formeasuring asparagus texture J food Sci 5 1021-1024

SioMoS aS dogRaS c SfaKiotaKiS e 2000 ndashModified atmosphere packaging of white asparagusspears composition colour and textural quality responseto temperature and light Sci Hortic 84 1-13

mdash 2001 ndash Color development in harvest white asparagusspears in relation to carbon dioxide and oxygen concen-tration postharvest Biol technol 23 209-14

WaldRon KW paRKeR Ml SMitH ac 2003 ndash Plantcell walls and food quality comprehensive Rev foodSci Safety 4(2) 101-119

RiaSSunto - in asparagi verdi lrsquoassenza di trattamentichimici eo fisici post-raccolta fa sigrave che cambiamenti fisio-logici e morfologici si verifichino anche dopo lrsquoimpacchet-tamento e durante la loro conservazione Scopo dello stu-dio egrave stato quello di monitorare le variazioni di alcunesostanze nutritive e mettere in rilievo le differenze esisten-ti fra la parte apicale e quella basale dei primi 15 cm delturione corrispondenti alla parte commestibile dopo 9giorni di conservazione al buio a 4 degc ciograve che cala brusca-mente egrave il contenuto di acido ascorbico totale mentre ilcontenuto in zuccheri solubili subisce un minor decre-mento il livello di clorofilla totale e dei carotenoidi dimi-nuisce mentre il contenuto di antociani rimane costanteun aumento del contenuto di lignina si riscontra soprat-tutto nella parte apicale del turione

401Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

autoRi

Paola Tanzarella Costantino Paciolla Linda Mastropasqua Dipartimento di Biologia Universitagrave di Bari Aldo Moro Via EOrabona 4 70125 Bari

in questo lavoro vengono presentati i risultati otte-nuti dallo studio fitochimico di due specie della tra-dizione mediterranea Brassica oleracea var italica(mugnolo) e Capparis spinosa subsp rupestris (cappe-ro) mai studiate prima dal punto di vista del profilometabolico al fine di individuare molecole bioattivecaratterizzanti le specie il cappero ed il mugnolo appartengono alla famigliadelle Capparaceae e delle Brassicaceae rispettivamenteovvero alle due piugrave grandi famiglie dellrsquoordine delleBrassicales (o Capparales) con circa 45 generi ed 800specie le Capparaceae e 338 generi e 3700 specie leBrassicaceae Specie appartenenti a queste famigliericoprono un ruolo importante nella dietaMediterranea infatti spesso vengono consumatecotte o come insalata (cavolo cavolfiore ravanellorucola) o come condimento (mostarde e capperi)(fenWicK et al 1992)le Brassicaceae e le Capparaceae diverse da un puntodi vista morfologico sono invece simili da un puntodi vista fitochimico alcune specie appartenenti aqueste famiglie infatti sintetizzano glucosinolati(glS) che rappresentano i metaboliti secondari piugrave

studiati delle Brassicales e sono i responsabili delcaratteristico odore e sapore pungente i glS sono composti solforati di natura aminoacidi-ca Sono noti piugrave di 120 glS e tutti possiedono unastruttura chimica comune in cui si riconosce un resi-duo glucosidico legato mediante ad un atomo dizolfo ad un estere idrossimmino solfato la catenalaterale (R) di natura aminoacidica permette di clas-sificare i glS in aromatici alifatici ed indolici(faHey et al 2001) (fig 1)

402 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

Studio fitochimico di specie della tradizione mediterranea

Mp aRgentieRi p avato

aBStRact - Phytochemical study of Mediterranean traditional species - plants of Capparales (or Brassicales) are widespreadin the Mediterranean region where they are widely consumed cooked or as salad vegetables (cabbage Brussels sprouts cau-liflower broccoli) or as condiments (horseradish mustard capers) these plants are a good source of bioactive compoundssuch as glucosinolates vitamins flavonoids minerals glucosinolates are responsible for pungent and bitter taste ofBrassicaceae and are the most extensively studied bioactive compounds for their potential as anticarcinogens due to theirhydrolysis products the isothiocyanates this study describes the chemical profile of a poorly studied variety of Brassicaoleracea traditionally cultivated in Southern italy and locally called ldquomugnolordquo and of Capparis spinosa subsp rupestris itwas found that ldquomugnolordquo inflorescences are characterized by aliphatic aromatic and indole glucosinolates among themthe indole glucosinolates (768 μmolg) are predominant while aliphatic and aromatic glucosinolates are found in lowquantities 263 μmolg and 083 μmolg respectively chemical composition of seeds and aerial parts of C spinosa subsprupestris was also determined it was found that the principal glucosinolate of the seeds is the glucocapparin moreover theseeds oil is rich in unsaturated and rare lipids such as cis-vaccenic acid the aerial parts are characterized by rutin as pre-dominant flavonoid

Key words caper glucosinolates mugnolo metabolic profile

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 1Struttura dei glSglS chemical structure

Questi metaboliti sono presenti in tutti gli organidella pianta e coesistono con un enzima endogeno lamirosinasi responsabile della loro idrolisi in seguitoa danneggiamento tissutale lrsquoenzima compartimen-talizzato nel citoplasma entra in contatto con i glScontenuti nel vacuolo con conseguente produzionedi numerosi prodotti di idrolisi (quali per esempionitrili tiocianati ed isotiocianati) la cui formazionedipende da diversi fattori (pH presenza di cofattoriproteine o ioni) tra i prodotti di idrolisi gli isotio-cianati sono quelli che hanno attratto maggiormentelrsquoattenzione del mondo scientifico in quanto presen-tano numerose proprietagrave biologiche (antitumoralenematocida antibatterica) (caRtea et al 2008JeffeRy et al 2009) data lrsquoimportanza dei glS eodei loro prodotti di idrolisi sono tante le specie diBrassicaceae e Capparaceae studiate ma non risultanolavori relativi al profilo metabolico del mugnolo edella Capparis spinosa subsp rupestris due specie dellatradizione mediterranea ed oggetto del nostro studio in particolare il mugnolo egrave una varietagrave di Brassica ole-racea da sempre coltivata nel Salento solo per usodomestico pertanto egrave del tutto sconosciuto nel restodella puglia cosigrave come in tutta italia il Ministerodelle politiche agricole e forestali ha inserito ilmugnolo tra i prodotti agroalimentari della tradizio-ne pugliese la Regione puglia invece allrsquointerno delsuo pSR (piano di Sviluppo Rurale) 2007-2013 hainserito il mugnolo nellrsquoallegato 8 della Misura 214-azione 3 ldquotutela della Biodiversitagraverdquo come specie arischio di estinzione genetica

MateRiali e Metodi

Materiale vegetaleil mugnolo utilizzato per le analisi egrave stato fornitodallrsquoorto Botanico del dipartimento di Scienze etecnologie Biologiche ed ambientali universitagrave delSalento un campione (noBo1) egrave conservato pressoil laboratorio di fitochimica del dipartimento difarmacia-Scienze del farmaco universitagrave di Barildquoaldo Morordquo le piante di C spinosa subsp rupestrissono state ottenute dal Museo orto Botanicodellrsquouniversitagrave degli Studi di Bari ldquoaldo Morordquo

Estrazione e purificazione dei GLSlrsquoestrazione dei glS dalle infiorescenze del mugnoloe dai semi e parti aeree del cappero egrave stata condottasecondo la procedura riportata dal protocollo iSo(iSo Method 9167-1 1992) in particolare il mate-riale vegetale egrave stato estratto per 4 minuti con unvolume di MeoHaq al 70 pari a tre volte il pesodel campione lrsquoestratto ottenuto egrave stato poi purifi-cato mediante colonnine cromatografiche (08 x 4cm) impaccate con una resina a scambio anionico(deae-Sephadex a-25) e trattato per circa 12 h conlrsquoenzima solfatasi trascorso questo periodo di incu-bazione i glS sono stati fatti eluire nella loro formadesolfatata (dglS)

Estrazione dellrsquoolioi semi di cappero sono stati estratti in Soxhlet per 3ore (circa 20 cicli) con etere di petrolio lrsquoolio egrave stato

poi sottoposto a reazione di tert-butilazione e succes-sivamente analizzato in gas cromatografia (aRgen-tieRi et al 2012)

Analisi dei GLSi glS sono stati caratterizzati mediante analisi cro-matografiche Hplc utilizzando uno strumentoWateRS Hplc System munito di un photodiodearray detector (Waters 2998) i risultati sono statiprocessati mediante il software enpower2 la colon-na utilizzata egrave la Supelcosil lc-aBz (c18 250 x 4mm 5 μm) la fase mobile egrave costituita da acqua emetanolo al flusso di 1 mlmin in gradiente si egrave pas-sati dal 15 al 100 di metanolo in 57 min

RiSultati e diScuSSione

i risultati Hplc (fig 2) dimostrano che le infiore-scenze del mugnolo sono caratterizzate da una misce-la complessa di glS costituita da glS alifatici (glu-corafanina glucoiberina e sinigrina) aromatici (glu-cobarberina e gluconasturtina) ed indolici (gluco-brassicina neoglucobrassicina idrossiglucobrassicinae metossiglucobrassicina) in particolare egrave stato osser-vato che i glS predominanti nelle infiorescenzesono gli indolici (768 μmolg) seguiti dagli alifatici(263 μmolg) e dagli aromatici (083 μmolg)

Molta della letteratura relativa al contenuto di glSfa riferimento al materiale fresco (crudo) e questo hauna limitata rilevanza dato che la maggior parte delleBrassicaceae compreso il mugnolo vengono consu-mate cotte Quindi data lrsquoimportanza biologica deiglS e dei loro prodotti di idrolisi in questo lavoro egravestato studiato anche lrsquoeffetto della cottura sul conte-nuto in glS del mugnolo i risultati dimostrano chela cottura riduce il contenuto in glS di circa il 50in accordo con quanto riportato in letteratura per ibroccoli che invece subiscono una riduzione del 18-

403Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 2cromatogramma Hplc delle infiorescenze del mugnolo1 glucoiberina 2 Sinigrina 3 glucorafanina 4 idrossi-glucobrassicina 5 glucoerucina 6 glucobrassicina 7Metossiglucobrassicina 8 neoglucobrassicina 9 gluco-nasturtina 10 glucobarberinaHplc chromatogram of mugnolo inflorescences 1glucoiberin 2 Sinigrin 3 glucoraphanin 4 Hydroxy-glucobrassicin 5 glucoerucin 6 glucobrassicin 7Methoxyglucobrassicin 8 neoglucobrassicin 9 gluco-nasturtin 10 glucobarberin

59 a secondo del metodo di cottura (deKKeR et al2000 valleJio et al 2002) per quanto riguarda ilmugnolo inoltre i glS indolici sono quelli cherisentono maggiormente della cottura subendo unariduzione di circa il 615 in particolare la gluco-brassicina si riduce dellrsquo827 nonostante la cottu-ra nelle infiorescenze gli indolici continuano ad esse-re i glS predominanti (296 μmolg) seguiti daglialifatici (212 μmolg) e dagli aromatici (059μmolg) Se si considera il profilo metabolico delle infiorescen-ze dopo la cottura si puograve osservare che la glucorafa-nina rappresenta il 75 del contenuto totale deiglS alifatici mentre la glucobrassicina rappresenta il66 del totale degli indolici (aRgentieRi et al2011) Questi dati sono di notevole interesse se sipensa allrsquoimportanza che hanno i rispettivi prodottidi idrolisi infatti il sulforafano (prodotto di idrolisidella glucorafanina) provoca lrsquoinduzione degli enzimidi detossificazione della fase 2 del processo di carci-nogenesi mentre lrsquoindolo-3-carbinolo egrave un indutto-re degli enzimi di fase 1 e 2 (tab 1)

lrsquoaltra specie della tradizione mediterranea oggetto distudio egrave stata Capparis spinosa subsp rupestrisessendoci una relazione botanica con la famigliadelle Brassicaceae anche in questo caso sono stati stu-diati i glS lrsquoanalisi Hplc-dad ha messo in evi-denza che i semi e le foglie sono caratterizzati da unsolo glS identificato come glucocapparina moltopiugrave abbondante nei semi rispetto alle foglie lo studio della subsp rupestris egrave stato completatoanche con le analisi dellrsquoestratto metanolico dellefoglie il quale egrave risultato essere caratterizzato dallapresenza di due flavonoidi la rutina ed il kaempfe-roloEgrave stato analizzato anche lrsquoolio estratto dai semi chesi egrave mostrato essere ricco dellrsquoacido grasso raro cis-vaccenico oltre al piugrave comune acido oleico ed altriacidi grassi quali lrsquoacido laurico miristico palmiti-co stearico e linoleico (aRgentieRi et al 2012)(tab 2)

concluSioni

i risultati ottenuti consentono di dire che sia ilmugnolo che C spinosa subsp rupestris sono unaricca fonte di composti attivi di interesse salutisticocome appunto gli acidi grassi essenziali o la rutinache ha una rilevante e comprovata attivitagrave antiossi-dante numerosi sono anche i prodotti a valenzasalutistica a base di sulforafano ed altri glS ad atti-vitagrave preventiva anticarcinogenica

letteRatuRa citataaRgentieRi Mp accogli R fanizzi fp avato p

2011 ndash Glucosinolates profile of ldquomugnolordquo a variety ofBrassica oleracea L native to Southern Italy (Salento)planta Med 77(3) 287-292

aRgentieRi Mp MaccHia f papadia p fanizzi fpavato p 2012 ndash Bioactive compounds from capparisspinosa subsp rupestris ind crop prod 36 65-69

caRtea Me velaSco p 2008 ndash Glucosinolates inBrassica foods bioavailability in food and significancefor human health phytochem Rev 7 213-229

deKKeR M veRKeRK R Jongen Mf 2000 ndash Predictivemodelling of health aspects in the food production chaina case study on glucosinolates in cabbage trends foodSci technol 11 174-181

faHey JW zalcMann at talalay p 2001 ndash Thechemical diversity and distribution of glucosinolates andisothicyanates among plants phytochemistry 56 5-51

fenWicK gR Heaney RK Mullin WJ 1992 ndash Glucos-inolates and their breakdown products in food and foodplants cRc crit Rev food Sci nutr 18 123-201

iSo MetHod 1992 ndash Rapeseed-determination of glucosi-nolates content Part 1 Method using high performanceliquid chromatography Reference number iSo 9167-1

JeffeRy eH aRaya M 2009 ndash Physiological effects ofbroccoli consumption phytochem Rev 8 283-298

valleJio f toMagraveS-BaRBeRagraven fa gaRcigravea-vigueRa c2002 ndash Glucosinolates and vitamin C content in edibleparts of broccoli florets after domestic cooking eur foodRes technol 215 310-316

RiaSSunto ndash piante dellrsquoordine delle Capparales (oBrassicales) sono ampiamente diffuse nelle regioniMediterranee dove sono abbondantemente consumatecotte o nelle insalate (cavolfiori broccoli ravanelli ruco-la cavoletti di Brussell) o come condimento (mostardecapperi) esse sono una fonte molto ricca di sostanze

404 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

taBella 1GLS nelle infiorescenze crude e cotte del mugnoloGLS in raw and cooked inflorescences of mugnolo

glS crude cotte(μmolg) (μmolg)

glucorafanina 179 159glucoerucina 003 004alifatici glucoiberina 077 046Sinigrina 004 003glucobarberina 056 007aromatici gluconasturtina 027 003glucobrassicina 351 195neoglucobrassicina 313 054indolici Metossiglucobrassicina 007 005idrossiglucobrassicina 097 042

tot 1114 567

taBella 2Composizione in acidi grassi dellrsquoolio di semi di capperoComposition in fatty acids of the seeds oil of caper

ac grassi

laurico 036Miristico 068palmitico 1446palmitoleico 423Stearico 931oleico 2611Cis-vaccenico 1228linoleico 2802linolenico 084Resa 9629

bioattive come flavonoidi vitamine minerali e glucosino-lati i quali sono responsabili del caratteristico odore esapore pungente i glucosinolati sono i metaboliti piugrave stu-diati delle Brassicaceae per le proprietagrave anticarcinogenichemanifestate soprattutto dagli isotiocianati ovvero i loroprodotti di idrolisi in questo lavoro ci siamo occupatidello studio fitochimico del mugnolo una varietagrave diBrassica oleracea coltivata solo per uso domestico lrsquoaltraspecie oggetto di studio egrave stata la Capparis spinosa subsprupestris (cappero) molto diffusa nel bacino delMediterraneo entrambe queste specie mai state studiateprima dal punto di vista fitochimico sono state oggettodel nostro lavoro al fine di individuare composti bioattivi

caratterizzanti le specie in particolare egrave stato osservato chele infiorescenze del ldquomugnolordquosono caratterizzate da glSalifatici aromatici ed indolici Questi ultimi risultanoessere i piugrave abbondanti (768 μmolg) seguiti dagli alifati-ci (263 μmolg) e dagli aromatici (083 μmolg) in que-sto lavoro egrave stata determinata anche la composizione chi-mica dei semi e delle parti aeree della C spinosa subsprupestris ed egrave stato osservato che i semi cosigrave come le partiaeree sono caratterizzati da un solo glS la glucocappari-na inoltre lrsquoolio estratto dai semi egrave ricco di acidi grassiinsaturi rari come il cis-vaccenico nelle parti aeree la ruti-na rappresenta il flavonoide predominante

405Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

autoRi

Maria Pia Argentieri Pinarosa Avato Dipartimento di Farmacia-Scienze del Farmaco Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo ViaOrabona 4 70125 Bari

con il termine ldquoterre rarerdquo o lantanidi si indicano glielementi chimici compresi nella tavola periodica frail lantanio ed il lutezio inclusi lrsquoittrio e lo Scandioi quali manifestano comuni proprietagrave chimiche con-nesse ad una simile configurazione elettronica ester-na negli ultimi anni i lantanidi sono stati larga-mente impiegati in campo industriale agricolo ezootecnico in cina a partire dagli anni lsquo80 vengo-no usati in agricoltura fertilizzanti costituiti damiscele di vari elementi ma soprattutto lantanio(la) e cerio (ce) lrsquouso intensivo e su larga scala ditali composti suscita crescenti preoccupazioni per lapossibile contaminazione di suoli ecosistemi acqua-tici e derrate alimentari dal momento che gli effettidi tali elementi sulla salute non sono ben chiari lamaggior parte dei dati presenti in letteratura riguar-da la somministrazione di miscele di terre rare e dicomposti contenenti la a varie specie di vegetali inalcune piante sono stati osservati effetti positivi tra iquali la promozione della germinazione dei semi losviluppo di radici e germogli la resistenza contro glistress (ippolito et al 2007 liu et al 2012) la fio-ritura la produttivitagrave in campo (Hu et al 2004)altri studi al contrario evidenziano effetti nulli oaddirittura inibitori di tali sostanze su colture di inte-resse agrario (naRdi et al 2005 drsquoaQuino et al2009) una sintesi dei dati disponibili sugli effetti dila ce e miscele di terre rare in vari sistemi animalie vegetali egrave stata recentemente pubblicata (pagano etal 2012) i dati riportati riguardano crescita svilup-po e indicazioni di tossicitagrave in alcuni sistemi animalie vegetali numerosi dati anche contrastanti riguar-

dano gli effetti del ce sia come pro-ossidante checome antiossidante dalla letteratura emerge lrsquoesi-genza di studi che determinino gli effetti dei singolilantanidi sugli organismi animali e vegetali per valu-tarne la potenziale tossicitagrave Scopo di questo lavoro egrave stato lo studio della sommi-nistrazione di ce trivalente (ce3+) ad una speciemodello Lemna minor L pianta acquatica giagrave utiliz-zata per studi su lantanio e miscele di terre rare(ippolito et al 2010) al fine di avere informazionicirca le soglie di tolleranzatossicitagrave di L minor versoil ce3+ tale specie oltre che per il fitorimedio egraveanche utilizzata secondo la iSo 20079 (2004) neitest di biotossicitagrave per lrsquoecosistema acquatico peralcune sue caratteristiche quali elevata velocitagrave di cre-scita propagazione vegetativa e ridotte dimensioniche la rendono adatta a studi eco- tossicologici

MateRiali e Metodi

piante di L minor sono state coltivate in una soluzio-ne di mantenimento (Knop 1865) a pH 44 per 15giorni in camera di crescita alla temperatura di 24 plusmn2 degc con illuminazione a fluorescenza bianca conuna intensitagrave luminosa di 90 μe m-2 s-1 e fotoperio-do lucebuio di 1410 h in ogni cella di una piastraa pozzetti multipli sono state poste 10 fronde di Lminor in un volume di 2 ml di mezzo di crescita(testimone) a cui sono stati aggiunti nei trattatinitrato di cerio esaidrato (cen3o9 6H2o) in con-centrazioni finali di 25 - 5 - 10 - 20 μM e 1 mMoppure nitrato di calcio ca(no3)2 alla concentrazio-

406 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

note preliminari sullrsquoeffetto della somministrazione di cerio in Lemna minor

Ma zicaRi a paRadiSo f toMMaSi

aBStRact - Preliminary note on effect of Cerium administration in Lemna minor - This study aimed at investigat-ing the effects of Ce3+ on the growth of duckweed (Lemna minor L) plants as a test system (iSo 20079) L minorplants were treated with 00025 0005 0010 0020 1 mM ce(no3)3 or ca(no3)2 1 mM over a 15 day period theinfluence of Ce3+ was evaluated according to the iSo 20079 test protocol on the basis of growth parameters as relativegrowth rate (RgR) expressed as frond number and relative frond number (Rfn) compared with the control concentra-tions of ce3+ lower than 1 mM did not affect significantly the growth parameters On the contrary 1 mM ce(no3)3negatively affected the growth from 7 days to 15 days whereas 1 mM ca(no3)2 stimulated duckweed leaf growth datahere reported showed toxic effect of Ce3+ at millimolar concentrations and suggested that L minor could be a speciesuseful for Ce3+ presence biomonitoring in aquatic environment

Key words antiossidanti risposte di crescita terre rare test di tossicitagrave

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

ne finale di 1 mM per il testimone e per ogni tratta-mento sono stati allestiti 4 pozzetti le analisi sonostate eseguite in cinque repliche le piastre sono statecollocate in camera termostatata e sono stati analiz-zati i seguenti parametri di crescita tasso di crescitarelativo (RgR) numero di fronde relativo (Rfn)crescita di fronde in percentuale (fn) le misurazio-ni sono state fatte ad intervalli di 24 ore nelle provepreliminari e in seguito si egrave stabilito di effettuare leanalisi ogni 3 5 7 12 15 giorni utilizzando unostereoscopio per poter contare tutte le fronde visibi-li Seguendo la iSo 20079 RgR egrave stato calcolatocontando il numero di fronde per ogni concentrazio-ne e applicando la seguente formula (lnnn-lnn0)tndove n0 egrave il numero iniziale di fronde nn egrave il nume-ro finale di fronde tn egrave il tempo di durata dellrsquoespe-rimento Rfn egrave stato calcolato usando la formulann-n0 n0 fn egrave stato calcolato come variazionepercentuale del numero delle foglie rispetto al nume-ro delle stesse allrsquoinizio dellrsquoesperimento valore con-siderato pari al 100 ersquo stato periodicamente osser-vato lrsquoaspetto delle fronde al fine di analizzare even-tuali segni di clorosi e necrosi utilizzando un micro-scopio ottico

RiSultati e diScuSSione

nei saggi eco-tossicologici RgR egrave considerato il piugraveattendibile tra i parametri di crescita in quantoessendo basato sul conteggio delle fronde egrave indipen-dente dalle dimensioni delle fronde stesse e dalla bio-massa (Radic et al 2010) e in condizioni di tossici-tagrave piccole gemme possono protrudere ed essere con-tate come singole fronde (MoHan HoSetti 1999nauMann et al 2007) RgR egrave inoltre considerato ilparametro piugrave sensibile per valutare la tossicitagrave croni-ca (MacKenzie et al 2003) i dati ottenuti dimostra-no che in presenza di basse concentrazioni di ce3+

(25-20 μM) si verifica una crescita maggiore rispettoal testimone di 12-15 giorni anche se le variazioni diRgR Rfn (dati non mostrati) e fn (fig 1) nonsono risultate statisticamente significative

Quindi i trattamenti a concentrazioni micromolaridi ce non interferiscono con la normale crescita dellapianta che inoltre non presenta alterazioni morfolo-giche evidenti per verificare la soglia di tossicitagrave del ce le piante diL minor sono state coltivate per 15 giorni in soluzio-ne nutritiva arricchita di nitrato di cerio esaidrato aconcentrazione finale 1 mM per escludere i possibi-li effetti del nitrato alcuni campioni sono stati colti-vati con nitrato di calcio alla stessa concentrazionefinale di 1 mM in sostituzione del nitrato di ceriodopo 7 giorni di trattamento con ce3+ si osserva unasignificativa diminuzione dei parametri di crescitaanalizzati rispetto al testimone RgR in particolarediminuisce del 60 e dellrsquo 80 rispettivamentedopo 7 e 15 giorni (fig 2 a)un andamento simile si ha per fn dalla cui analisisi osserva lrsquoinibizione di crescita delle foglie del 19al settimo giorno e del 50 al quindicesimo giornorispetto al testimone (fig 2 B) inoltre le foglie cre-sciute a concentrazione di ce3+ 1 mM appaiono bru-

407Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 1crescita di fronde in percentuale (fn) di L minor incen3o9 da 25 μM a 20 μM in 15 giornifn in L minor on cen3o9 from 25 μM to 20 μM for15 days

fig 2a) RgR B) fn in Lemna minor l esposta per 15 giornia trattamenti 1 mM di ce3+e ca2+ p lt 005 secondo il t-studenta) Relative growth rate based on frond number B)growth of leaves in Lemna minor l exposed for 15 daysto treatments 1 mM ce3+ and ca2+ p lt 005 for significant differences between treatmentsand control according to t-student

nastre con aree necrotiche e clorotiche un analogoandamento si osserva per Rfn (dato non mostrato)pertanto il ce3+ 1 mM influenza negativamente lacrescita e mostra effetti tossici al contrario le frondedi L minor fatte crescere in presenza di ca(no3)2alla concentrazione finale di 1 mM mostrano unaumento della crescita rispetto al testimone pertutti i tempi di analisi ma con una differenza signi-ficativa a partire dal settimo giorno (fig 2 a 2 B) iltrattamento con nitrato di ce quindi a differenza diquello con nitrato di calcio mostra un effetto nega-tivo sulla crescita di piante di lenticchia drsquoacqualrsquoinibizione della crescita puograve essere dovuta allrsquoaccu-mulo di ce3+ analogamente a quanto descritto per imetalli che a concentrazioni tossiche inibisconolrsquoallungamento e lrsquoespansione cellulare (poScHen-RiedeR BaRcelograve 2004 SRivaStava et al 2006)oppure allrsquointerferenza con lrsquoassunzione di altri ele-menti nutritivi infatti egrave stato riportato che in pian-tine di riso il ce3+ interferisce con lrsquoaccumulo diferro potassio magnesio calcio sodio e di altri ele-menti minerali nutritivi (liu et al 2012) ulterioristudi sono necessari per valutare se e in quali tessutiil ce3+ venga accumulato e lrsquoeffetto dello stesso sualtri parametri quali i sistemi antiossidanti i livelli dispecie reattive dellrsquoossigeno ed il danno ossidativo inconclusione L minor si mostra tollerante allrsquoesposi-zione a concentrazioni micromolari di ce3+ ma nona concentrazioni piugrave elevate e pertanto potrebbe esse-re una specie utile per il biomonitoraggio della pre-senza di ce3+ in ambienti acquatici

letteRatuRa citatadrsquoaQuino l de pinto Mc naRdi l MoRgana M

toMMaSi f 2009 ndash Effect of some light rare earth ele-ments on seed germination seedling growth and antioxi-dant metabolism in triticum durum chemosphere75 900-905

Hu z RicHteR H SpaRoveK g ScHnug e 2004 ndashPhysiological and biochemical effect of rare earth elementson plants and their agricultural significance a review Jplant nutr 27 183-220

ippolito Mp faSciano c drsquoaQuino l MoRganaM toMMaSi f 2010 ndash Responses of antioxidant sys-tems after exposition to rare earths and their role in chill-ing stress in common duckweed (lemna minor L) adefensive weapon or a boomerang arch environcontam toxicol 58 42-52

ippolito Mp paciolla c drsquoaQuino l MoRganaM toMMaSi f 2007 ndash Effect of rare earth elements ongrowth and antioxidant metabolism in lemna minor Lcaryologia 60 125-128

iSodiS 20079 2004 ndash Water qualitymdashdetermination ofthe toxic effect of water constituents and wastewater onduckweed (lemna minor)mdashDuckweed growth inhibi-tion test iSo tc 147Sc 5Wg 5

Knop W 1865 ndash Quantitative Untersuchungen uumlber dieErnahrungsprozesse der Pflanzen landwirtsch versStn 7 93-107

liu d Wang X lin y 2012 ndash The effect of cerium onthe growth and some antioxidant metabolism in riceseedlings environ Sci pollut Res 19 3282-3291

MacKenzie SM Waite S Metcalfed J Joyce cB2003 ndash Landfill leachate ecotoxicity experiment usinglemna minor L Water air Soil poll focus 3 171-179

MoHan BS HoSetti BB 1999 ndash Aquatic plants fortoxicity assessment environ Res 81 259-274

naRdi l caRBoni Ma MoRgana M BaRBeSti SeRRico S zoina a drsquoaQuino l 2005 ndash Effect ofrare earth elements on the growth of agrobacterium sppand Rhizobium leguminosarum Frank cytometrypart a 69a 443-444

nauMann B eBeRiuS M appenRotH KJ 2007 ndashGrowth rate based dose-response relationships and EC-values of ten heavy metals using the duckweed growthinhibition test (ISO 20079) with lemna minor Lclone plant physiol 164 1656-1664

pagano g toMMaSi f guida M 2012 ndash Comparativetoxicity of cerium and of the other rare earth elements(REEs) in plant and invertebrate test systems inizyuMov a plaKSin g (eds) Cerium MolecularStructure Technological Applications and Health Effects107-124 nova Science publishers Hauppauge nyuSa

poScHenRiedeR c BaRcelograve J 2004 ndash Water relations inheavy metal stressed plants in pRaSad Mnv (ed)Heavy metal stress in plant from biomolecules to ecosys-tems 249-270 Springer Berlin

Radic S Stipanicev d cvJetKo p MiKelic ilRaJcic MM SiRac S pevaleK-Kozlina Bpavlica M 2010 ndash Ecotoxitological assessment ofindustrial effluent using duckweed (lemna minor L) asa test organism ecotoxicology 19 216-222

SRivaStava S MiSHRa S tRipatHi Rd 2006 ndash Copper-induced oxidative stress and responses of antioxidants andphytochelatins in Hydrilla verticillata Royle aquattoxicol 80 405-415

RiaSSunto - in questo studio sono riportati i dati pre-liminari concernenti le risposte alla somministrazione dice3+ di una specie acquatica Lemna minor l usata comebiomarker (iSo 20079) piante di L minor sono statetrattate per 15 giorni con cen3o9 6H2o a concentrazio-ni tra 25 μM e 1 mM oppure con ca(no3)2 a concentra-zione 1 mM Sono stati analizzati parametri di crescitaquali il tasso di crescita relativo basato sul numero di fron-de (RgR) il numero relativo di fronde (Rfn) e la cresci-ta di fronde in percentuale (fn) il trattamento con ce3+

1 mM ha inibito significativamente la crescita a partire dasette giorni di incubazione mentre le minori contrazioninon hanno mostrato variazioni statisticamente significati-ve la somministrazione di ca(no3)2 1 mM al contrarioha stimolato la crescita in modo significativo giagrave dal setti-mo giorno suggerendo un effetto tossico del ce3+ a parti-re da concentrazioni millimolari

408 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

autoRi

Maria Alessandra Zicari Annalisa Paradiso Franca Tommasi (francatommasiunibait) Dipartimento di BiologiaUniversitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70126 Bari

le collezioni xilologiche (xylaria) hanno da sempreassunto una notevole importanza sia per il ruolosvolto in campo didattico sia per quello svolto inambito scientifico nei settori della botanica archeo-logia etnologia tecnologia del legno ed in particola-re dove egrave richiesto il confronto tra campioni(uRBinati giove 2012) attualmente collezioni xilologiche sono presenti inquasi tutti gli stati anche se le principali per numerodi campioni sono negli uSa per quanto concernelrsquoitalia solo quattro collezioni sono state inseritenella quarta edizione dellrsquoIndex Xylariorum (lyncHgaSSon 2010) il patrimonio nazionale tuttavia egravesicuramente molto piugrave ampio ma risulta difficile sti-marlo sia sul piano qualitativo che quantitativo inquanto sino ad oggi non egrave stato effettuato un censi-mento completo una delle collezioni italiane piugrave interessanti per unaserie di peculiaritagrave che la contraddistinguono egrave laXylotomotheca Italica di adriano fiori essa fu realiz-zata nei primi anni del novecento col preciso obiet-tivo di completare ed arricchire la Flora ItalicaExsiccata (FIE) la piugrave grande raccolta italiana diexsiccata fanerogamici realizzata da fiori pampaninie Begraveguinot in particolare lo scopo degli autori fuquello di corredare gli exsiccata con le sezioni micro-tomiche del legno le schede relative alla

Xylotomotheca Italica furono pubblicate a partire dal1905 come appendice delle Schedae ad FloramItalicam Exsiccatam (fioRi et al 1905)la collezione egrave costituita da sezioni trasversali e lon-gitudinali dello spessore di circa 01 mm e con lealtre dimensioni variabili (le8 cm) (di paSQualeallevato 2007) il microtomo utilizzato per la rea-lizzazione delle sezioni fu ideato e progettato dallostesso fiori e da lui denominato ldquonuovo microtomoautomatico a doppia rotazionerdquo (fioRi 1900) nellaversione originaria della collezione le sezioni sonoconfezionate in pieghi di cartoncino contenenti unao due coppie delle sezioni trasversali e longitudinalii pieghi in cartoncino sono a loro volta inseriti inbustine di carta esse sono corredate da una etichet-ta sulla quale sono riportati il numero drsquoordine delcampione il binomio linneano la porzione anatomi-ca rappresentata dalla sezione il luogo e la data diraccolta in molti casi il riferimento al campione dellaFIE ed infine il nome del curatore al progetto col-laborarono numerosi botanici traverso pampaninigortani ferro cerica goiran vaccari MezzanaBicknell cecconi nicoli Bardi andrea fiori etrotter la collezione egrave costituita da 215 campioni corrispon-denti a 184 taxa specifici appartenenti a 113 generiSi tratta soprattutto di entitagrave della flora italiana

409infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

la Xylotomotheca Italica del Museo orto Botanico dellrsquouniversitagrave di Bari

v cavallaRo g SignoRile f caRRuggio f Mantino l foRte

aBStRact - The Xylotomotheca italica of the Botanical Garden Museum of Bari University -the Xylotomotheca Italicawhich was realized by adriano fiori at the beginning of the 20th century is a really interesting and peculiar historical col-lection it is composed of thin sections of wooden species While most of the species belong to italian flora only a few ofthem are exotic ones which are cultivated in italy fiori had the specific aim of enriching Flora Italica Exsiccata (FIE) andof supplying botanists with invaluable comparative material Moreover he designed the microtome which was used to cutthe sections the collection consists of 215 samples the sections are enclosed in bended cards which are contained insmall labelled envelopes a different version of the Xylotomotheca Italica which was produced with didactic purposes isstill conserved at the Botanical garden Museum of Bari university it was probably acquired together with some FIE exs-iccata by the Herbarium Horti Botanici Barensis (Bi) which is now part of the Botanical garden Museum in this ver-sion sections and labels are put between two rectangular pieces of glass which are sealed with a grey tape this collectionis composed of 154 samples which include 135 subgeneric taxa belonging to 93 genera it is generally fairly well con-served and some actions whose aim is restoring the collection have been started

Key words adriano fiori exsiccata Xylotomotheca Italica

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

mentre solo una piccola percentuale egrave rappresentatada esotiche (cuccuini 2002) Si ritiene che la colle-zione completa e nella sua veste originaria sia presen-te solo presso lrsquoerbario di padova (pad) elrsquoHerbarium Centrale Italicum (fi) (cuccuini2002) viceversa parti di essa o versioni diverse daquella originaria sono presenti presso numerosi erba-ri italiani ed anche presso istituzioni estere come iKew Royal Botanic Gardens (httpwwwkeworg)

RiSultati e diScuSSione

presso il Museo orto Botanico dellrsquouniversitagrave di Bariegrave presente la Xylotomotheca Italica non nella sua vesteoriginaria bensigrave in una versione realizzata per scopididattici Molto probabilmente essa fu acquisitacongiuntamente agli exsiccata della FIE dalla profssafrancini negli anni della sua permanenza pressolrsquoateneo barese (1940-1961) le sezioni sono monta-te con lrsquoetichetta tra due vetri rettangolari di 10x15cm oppure di 13x18 cm e sigillati con un nastro intela grigia (fig 1)Sia i preparati che le etichette sono del tutto uguali aquelli presenti nella versione originaria la collezione

egrave composta da 154 campioni corrispondenti a 135taxa specifici appartenenti a 93 generi la maggiorparte dei preparati proviene dalla provincia di firenzeed il curatore egrave tranne poche eccezioni adrianofiori i campioni sono a loro volta conservati in 16cofanetti di cartone rigido di colore grigio chiusimediante un nastro di cotone dello stesso colorepresso lrsquoerbario del laboratorio di Botanica agraria(fiaf) dellrsquouniversitagrave di firenze egrave conservata lamedesima versione realizzata a scopi didattici che egravecostituita da 178 campioni collocati in 18 cofanetti(cuccuini 2002)attualmente in relazione ad un rinnovato interesseverso le collezioni xilologiche dovuto ai piugrave recentiutilizzi in campo sperimentale (ManiatiS et al2011) didattico divulgativo ed alla consapevolezzache la Xylotomotheca Italica possiede tutte le caratte-ristiche di un bene culturale (d lgs n 422004 art11) sono state avviate alcune azioni tese al recuperoconservativo della collezione presente presso ilMuseo orto Botanico in primo luogo egrave stato valu-tato lo stato di conservazione dei singoli campioni alfine di evidenziare gli eventuali interventi da effet-tuare ersquo risultato che solo 3 campioni presentano ivetri rotti tuttavia le sezioni non sono danneggiateviceversa in quasi tutti i campioni il nastro che sigil-la i vetri egrave logoro e consunto pertanto egrave possibileaffermare che la collezione egrave complessivamente inun discreto stato conservativola collezione egrave stata inoltre informatizzata medianteapposito software (fileMaker pRo 12 clariscorporation) riportando nei vari campi le informa-zioni presenti sui cartellini Questo intervento hapermesso di fruire facilmente delle informazioni inessa contenute prossimamente si completeragrave il lavo-ro realizzando alcuni interventi di restauro sui cam-pioni ed effettuando lrsquoacquisizione in formato elet-tronico della loro immagine con uno scanner perdocumenti di pregio anche al fine di implementareun archivio elettronico consultabile via internet

letteRatuRa citatacuccuini p 2002 ndash La Xylotomotheca italica un caso

insolito di serie di exsiccata Catalogo e spigolature stori-che Museol Sci 19(1) 97-119

di paSQuale g allevato e 2007 ndash Collezioni di legnie carboni in Mazzoleni S pignatelli S (a cura di)I Musei delle Scienze Agrarie lrsquoevoluzione delleWunderkammern 79-81 ed universitagrave di napolifederico ii

fioRi a 1900 ndash Nuovo microtomo automatico a doppiarotazione Malpighia 14 411-424

fioRi a Beacuteguinot a paMpanini R 1905 ndash Schedae adFloram Italicam Exsiccatam n giorn Bot ital ns12(2) 143-144

lyncH aH gaSSon pe 2010 ndash Index XylariorumEdition 4 Royal Botanic gardens Kew published onthe internet

ManiatiS d Saint andReacute l teMMeRMan M MalHiy BeecKMan H 2011 ndash The potential of using xylar-ium wood samples for wood density calculations a com-parison of approaches for volume measurement forest 4150-159

uRBinati c giove M 2012 ndash Collezioni xilologiche in

410 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

fig 1un campione della Xylotomotheca Italica presente presso ilMuseo orto Botanico dellrsquouniversitagrave di Baria sample of the Xylotomotheca Italica at the Botanicalgarden Museum of Bari university

taffetani f (a cura di) Herbaria nardini editorefirenze

RiaSSunto - la Xylotomotheca Italica di adriano fiorirealizzata nei primi anni del novecento rappresenta unadelle collezioni storiche piugrave interessanti e peculiari nel suogenere Si tratta di sezioni sottili di numerose specie legno-se tra le piugrave rappresentative della flora italiana e di alcunespecie esotiche coltivate in italia lrsquoautore realizzograve la col-lezione col preciso obiettivo di arricchire la Flora ItalicaExsiccata (FIE) e pertanto di fornire un prezioso materialedi confronto per quanti svolgevano lavori botanici inoltreprogettograve il microtomo utilizzato per effettuare le sezioninella versione originaria della collezione costituita da 215

campioni le sezioni sono confezionate in pieghi di carton-cino a loro volta riposti in bustine corredate da unrsquoetichet-ta la Xylotomotheca Italica presente presso il Museo ortoBotanico dellrsquouniversitagrave di Bari fu acquisita probabil-mente insieme ai campioni della FIE presenti pressolrsquoHerbarium Horti Botanici Barensis (Bi) essa non si pre-senta nella sua veste originaria bensigrave in una versione realiz-zata per scopi didattici le sezioni con la relativa etichet-ta sono montate tra due vetri rettangolari sigillati da unnastro di tela grigia la collezione egrave composta da 154 cam-pioni comprendenti 135 taxa sub-generici appartenenti a93 generi Sono stati avviati alcuni interventi tesi al recu-pero della collezione che si presenta complessivamente inun discreto stato di conservazione

411

autoRi

Viviana Cavallaro (vivianacavallarounibait) Luigi Forte Dipartimento di Biologia e Museo Orto Botanico Universitagrave diBari ldquoAldo Morordquo Via E Orabona 4 70126 BariGiovanni Signorile Francesca Carruggio Francesca Mantino Museo Orto Botanico Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via EOrabona 4 70126 Bari

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

Malgrado siano trascorsi ben 40 anni il noto afori-sma di dobzhansky secondo cui ldquoniente in biologiaha senso se non alla luce dellrsquoevoluzionerdquo(doBzHanSKy 1973) non solo nulla ha perso dellasua straordinaria forza concettuale ma di fatto haoggi un significato ancor piugrave profondo in relazione aipiugrave recenti studi nel campo della biologia evolutivadello sviluppo (evo-devo) disciplina che estende ulte-riormente la visione unificante che negli anni lsquo30 elsquo40 del secolo scorso condusse alla sintesi evoluzioni-stica coniugando la genetica con le ldquoclassicherdquo scien-ze naturali (MuumllleR 2007)Svolgere adeguata divulgazione scientifica sulla teoriadellrsquoevoluzione appare perograve un compito estrema-mente difficile di evoluzione si parla nei contestipiugrave disparati ma non di rado i concetti basilari dellateoria darwiniana e delle sue successive elaborazionivengono travisati al punto da attribuire a darwinstesso affermazioni mai da lui pronunciate o scrittea cominciare dal famigerato rdquolrsquouomo discende dallascimmiardquo frase che manifesta la totale ignoranza dichi la pronuncia sulle tematiche in questione ersquoanche spiacevolmente frequente una volgarizzazioneerronea del concetto di evoluzione che viene inter-pretato come un ldquocammino verso la perfezionerdquo conlrsquointroduzione di elementi di teleologia del tuttoinappropriati allrsquoindirizzo httpevolutionberke-leyedu egrave disponibile un utile elenco di tipici erroriconcettuali sulla tematica dellrsquoevoluzione con relati-ve argomentazioni e note esplicative Se sono ben chiari i motivi della opportunitagrave e neces-sitagrave di insegnare i principi ed i meccanismi dellrsquoevo-luzione a tutti i livelli dellrsquoistruzione scolastica eduniversitaria non sono a tuttrsquooggi disponibili ade-

guati strumenti didattici neacute vi egrave stato se non episo-dicamente un confronto con i potenziali fruitoridegli interventi formativi per sperimentare le moda-litagrave piugrave efficaci con cui trasmettere i complessi edarticolati concetti della teoria dellrsquoevoluzione supe-rando le fin troppo diffuse inesattezze e gli erroriconcettuali precedentemente menzionatiil ruolo delle risorse museali per una efficace didatti-ca dellrsquoevoluzione egrave stato messo in rilievo da alcunistudi (Spiegel et al 2012) compiuti prevalentemen-te negli Stati uniti dove egrave piugrave avvertibile il problemadelle resistenze di tipo ideologicoreligioso in parti-colare nelle aree in cui sono particolarmente diffusi ilcreazionismo e lrsquoipotesi dellrsquoIntelligent Design che nerappresenta una versione ldquoaggiornatardquo dallrsquoesigenza di colmare questa grave lacuna nascepresso il Museo orto Botanico strutturadellrsquouniversitagrave degli Studi di Bari ldquoaldo Morordquo ilprogetto denominato e-Move (evoluzione delMondo vegetale) il progetto nasce dallrsquoidea che labiodiversitagrave vegetale vista in chiave diacronica possacostituire uno strumento molto efficace per la divul-gazione scientifica su questo tema cosigrave importante ilprogetto annuale che ha ricevuto un finanziamentodal MiuR nellrsquoambito della legge 62000 per la dif-fusione della cultura scientifica presenta alcuni ele-menti di novitagrave che verranno discussi in questo brevecontributo

aRticolazione del pRogettoil progetto si articola su 3 linee (a) allestimento nelMuseo orto Botanico di spazi espositivi sperimenta-li per elaborazione e validazione di strategie didatti-co-divulgative (B) Realizzazione di giochi interattivi

412 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

Risorse per insegnare lrsquoevoluzione dei vegetali il progetto e-Move

a gRano Mc de tullio

aBStRact - Resources for teaching plant evolution the E-MoVe project -the e-Move (evolution of the plant World)project tackles the problem of the scarcity of effective educational tools for teaching evolution in spite of the undoubtedimportance of the topic Within the Botanical garden Museum of the university of Bari methodologies for teaching evo-lution will be developed in collaboration with school teachers and other stakeholders novel teaching tools includinginteractive videogames will be made available to national and international institutions for testing and validation theproject funded by the italian Ministry of education also aims at providing training to school teachers and scientific muse-um operators

Key words plant evolution scientific museum teaching

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

(c) formazione di docenti ed operatori museali

(a) lo spazio espositivo consentiragrave di sperimentarestrategie di comunicazione e divulgazione valorizzan-do strutture attrezzature e competenze giagrave presenti esi articola in 3 parti (a phylowall b darwin e lepiante c iconografia botanica) con aula didatticaper la formazionea phyloWall la parete della filogenesi delle pianteil ldquogiardino verticalerdquo nasce a scopo decorativo-arti-stico su idea del botanico e designer p Blanc ilphyloWall avragrave una funzione scientifico-didatticaattraverso la disposizione degli organismi secondouno schema filogenetico si visualizzeragrave in manieraimmediata il concetto di evoluzione una legendacon datazione e localizzazione geografica dei repertifossili verragrave collocata accanto al phylowall per unaimmediata fruibilitagraveb darwin e le pianteverragrave allestita lrsquoipotetica ricostruzione dello studio didarwin con alcune delle immagini piugrave significativelegate allrsquoelaborazione del concetto di evoluzioneverragrave collocato uno schermo touch-screen per i giochiinterattivi c iconografia botanica localeverranno allestite teche per lrsquoesposizione di volumitra cui la flora del Regno di napoli di Micheletenore allo scopo di evidenziare il legame tra il pas-sato ed il futuro della ricerca botanica

(B) la realizzazione di materiale didattico innovativocostituisce un obiettivo fondamentale del progettoun comitato di redazione tecnico-scientifico in col-laborazione con uno studio professionale specializza-to nella comunicazione multimediale si occuperagrave diideare e realizzare materiale didattico che verragrave poidistribuito per la validazione nellrsquoambito di una retedi collaborazione nazionale ed internazionale

(c) la formazione si articoleragrave in (a) visite guidateper alunni (b) corsi per insegnanti e operatorimuseali con la collaborazione dellrsquoassociazionenazionale insegnanti di Scienze naturali (aniSn)si prevede la formazione di insegnanti sulle tematichedellrsquoevoluzione biologica utilizzando sia un approc-cio storico-didattico con lrsquouso dellrsquoerbario e dellabanca del germoplasma sia lo sviluppo di strumentiinterattivi informaticii moduli di formazione affronteranno temi che spa-ziano dallrsquoinquadramento storico della teoria dellrsquoe-voluzione allrsquouso delle moderne tecniche di sistema-tica molecolare sviluppando specifici percorsi didat-tici per i diversi livelli di approfondimento un ruolofondamentale verragrave attribuito allrsquouso delle risorsemuseali

pRoSpettive futuReil progetto ha elevate potenzialitagrave di fornire ricaduteper la diffusione della cultura scientifica sia a livellolocale sia come esperienza pilota da esportare in altrerealtagrave territoriali nazionali in particolare la collabo-razione con lrsquoaniSn consente lrsquoimplementazionedel progetto nelle ldquoscuole presidiordquo ed una piugrave ampiautilizzabilitagrave del materiale didattico sullrsquoevoluzionedelle piante che verragrave messo a disposizionela collaborazione con altre universitagrave orti Botanicie Musei della Scienza costituiragrave una rete aperta ad unbacino di utenza piugrave ampio e permetteragrave di esporta-re sul piano nazionale lrsquoesperienza maturata nellrsquoam-bito del progettole azioni connesse alla realizzazione di e-Move pro-muoveranno su scala nazionale la costituzione dinodi in una rete di comunicazione e diffusione dellacultura scientifica nel campo specifico dellrsquoevoluzio-ne delle piante con lrsquoobiettivo generale di elevare illivello di competenze degli studenti dei docentidegli operatori museali e del pubblico di non addet-ti ai lavori in ambito scientifico sostenendo la for-mazione continua la formazione di operatorimuseali guide naturalistiche ed altre figure profes-sionali per ampliare le conoscenze naturalistiche ter-ritoriali egrave un obiettivo di particolare rilevanza sia perla valorizzazione delle risorse umane sia per la tuteladei beni ambientali e dellrsquoingente patrimonio costi-tuito dalla biodiversitagrave vegetale nel nostro paese conlrsquoobiettivo di salvaguardare specie a rischio di estin-zione nella fattispecie piante che hanno rivestito unparticolare significato nel corso dellrsquoevoluzione

letteRatuRa citatadoBzHanSKy t 1973 ndash Nothing in biology makes sense

except in the light of evolution amer Biol teacher 35127-129

MuumllleR g 2007 ndash Evo-devo extending the evolutionarysynthesis nat Rev genet 8 943-949

Spiegel an evanS eM fRazieR B Hazel a taReM gRaM W diaMond J 2012 ndash Changing muse-um visitorrsquos concept of evolution evo edu outreach5 43-61

RiaSSunto ndash viene brevemente presentato il progettoe-Move (evoluzione del Mondo vegetale) attualmentein corso di realizzazione presso il Museo orto Botanicodellrsquouniversitagrave degli Studi di Bari ldquoaldo Morordquo il proget-to che ha ricevuto un finanziamento MiuR nellrsquoambitodella legge 62000 per la diffusione della cultura scientifi-ca si propone di allestire uno spazio espositivo che si poneanche come centro permanente per la ideazione realizza-zione e diffusione di efficaci strategie didattiche sui temidellrsquoevoluzione biologica attraverso la costituzione di unarete di validazione nazionale ed internazionale noncheacute larealizzazione di incontri di formazione per docenti discuole di ogni ordine e grado ed operatori museali

413Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

autoRi

Antonella Grano Museo Orto Botanico Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70126 BariMario C De Tullio (mariodetulliounibait) Dipartimento di Biologia Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70126Bari

il genere Arum l (Araceae) comprende in italia trespecie poliploidi A apulum (carano) p c Boyce Amaculatum l e A italicum Mill in questo genere itaxa poliploidi tendono ad occupare areali geograficimolto ampi rispetto alle specie diploidi (Bedalov1981) infatti A italicum egrave principalmente diffusodal caucaso attraverso la regione del Mediterraneofino alla costa atlantica (BonnieR 1931 MeuSel etal 1965 diHoRu 1970 Bedalov 1975) A macu-latum secondo MeuSel et al (1965) teRpograve (1973)e Bedalov (1981) egrave distribuito in europa centrale eoccidentale A maculatum e A italicum presentanotuberi rizomatosi al contrario del poliploide A apu-lum che ha il tubero a forma discoide (BedalovKupfeR 2005) in riferimento allrsquoorigine delle speciedel genere Arum Bedalov KupfeR (2005) suggeri-scono che la forma discoide del tubero sia da consi-derare ancestrale rispetto alla forma rizomatosaSuccessivamente questi dati sono stati confermati daindagini molecolari (eSpigravendola et al 2010) in precedenti lavori al fine di chiarire la tassonomiadel genere Arum sono stati riportati alcuni aspetticitologici e citotassonomici (goRi 1958 MaRcHi etal 1964 BeuRet 1971 1972 MaRcHi 1971Bedalov 1975 1981 Bedalov et al 1998) lamaggior parte delle specie di Arum egrave diploide connumero cromosomico 2n=28 mentre sono pochi itaxa poliploidi conosciuti A maculatum e A apulumsono tetraploidi con 2n=56 mentre A italicum egrave esa-ploide con 2n=84 le analisi cariologiche hannomostrato in dettaglio i cariotipi di quattro speciediploidi e due poliploidi i taxa analizzati inoltrehanno evidenziato un ldquocariotipo di baserdquo caratteriz-

zato dalla presenza di alcuni cromosomi marker(drsquoeMeRico et al 1993 Bianco et al 1994) il presente contributo fornisce pertanto informazio-ni sulla cariomorfometria delle suddette specie poli-ploidi

MateRiali e Metodile analisi cariologiche sono state effettuate su apiciradicali pretrattati con colchicina 03 per 2h equindi fissati per 5 min con 5111 (vv) (alcol eti-lico assoluto cloroformio acido acetico glaciale for-maldeide) successivamente sono stati idrolizzati per20 min con Hcl 55n e colorati con reattivo difeulgen la nomenclatura utilizzata per descrivere ilcariotipo segue levan et al (1964)per valutare il livello di simmetria del cariotipo sonostati utilizzati gli indici di asimmetria a1 (indiceintracromosomale) e a2 (indice intercromosomale)(RoMeRo zaRco 1986)

RiSultati e diScuSSioneArum maculatum e A italicum sono caratterizzati daun cariotipo asimmetrico comprendente numerosicromosomi submetacentrici con A italicum chemostra un indice intracromosomale (a1=043) piugraveelevato rispetto ad A maculatum (a1=039)dal punto di vista citologico egrave interessante notareche nelle specie esaminate sono state osservate coppiedi cromosomi caratterizzate dalla presenza di seg-menti telomerici debolmente colorati dal feulgenprecedentemente descritti come costrizioni seconda-rie (drsquoeMeRico et al 1993) dyeR (1963) e voSacolaSante (1995) descrivono simili segmenti

414 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

indagini cariomorfometriche in tre taxa poliploidi del genere Arum

a tuRco p Medagli a alBano S drsquoeMeRico

aBStRact - Karyomorphometry on three polyploid taxa of arum - Somatic chromosomes of three polyploid taxa of Arumhave been investigated A italicum showed 2n = 84 chromosomes and the karyotype is composed by numerous asymmet-ric chromosomes A maculatum and A apulum have shown 2n = 56 chromosomes the karyotype morphology of Aitalicum is similar to that of A maculatum but the most asymmetrical karyotype and the presence of numerous weaklyfeulgen-stained segments of the former suggest a more recent origin respect to latter differently A apulum has showed asymmetrical karyotype and few weakly feulgen-stained segments

Keywords allocyclic segments Arum karyotype asymmetry

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

denominati ldquoallocyclic segmentsrdquo in diversi gruppidi piante (Gasteria duval Iris l Aloe l) voSaBennett (1990) e Bennett gRiMSHaW (1991)inoltre suggeriscono lrsquoutilitagrave di questi segmenticome indicatori dellrsquoevoluzione del cariotipo e quin-di determinanti nellrsquoidentificazione dei cariotipidelle varie entitagrave al riguardo Arum italicum hamostrato il maggior numero di cromosomi conte-nenti i suddetti segmenti in comparazione a quelliosservati nei complementi di A maculatum A apu-lum e nei diploidi A orientale M Bieb subsp orien-tale e A cylindraceum gasp (drsquoeMeRico et al1993) differentemente A apulum egrave una specie tetraploidecon una distribuzione limitata al Sud italia (puglia)(caRano 1934 goRi 1958 Bianco et al 1994)Questrsquoultima specie mostra un cariotipo piugrave simme-trico (a1=032) considerato ancestrale rispetto allespecie con cariotipi asimmetrici (SteBBinS 1971)costituito da cromosomi prevalentemente metacen-trici e dalla presenza di pochi segmenti allociclicidrsquoaltra parte lrsquoisolamento geografico accompagnatoda variazioni ecologiche sembra supportare lrsquoattualestruttura del cariotipo di A apulum

letteRatuRa citata Bedalov M 1975 ndash Cytotaxonomical and phytogeograph-

ical investigation of the species arum italicum Mill inYugoslavia acta Bot croat 34 143-150

mdash 1981 ndash Cytotaxonomy of the genus arum (araceae) inthe Balkans and the Aegean area Bot Jahrb Syst 102183-200

Bedalov M favaRgeR c KupfeR p 1998 ndash Naturalhybrids and basic chromosome number in the genusarum acta Botanica yunnanica Suppl X 71-75

Bedalov M KupfeR p 2005 ndash Studies on the genusarum (araceae) Bull Soc neuchacirctel Sci nat 12843-70

Bennett St gRiMSHaW JM 1991 ndash Cytological stu-dies in cyclamen (primulaceae) pl Syst evol 176135-143

BeuRet e 1971 ndash Reacutepartition geacuteographique de quelquesarum des groupes maculatum L et italicum Mill BullSoc neuchacirctel Sci nat 94 29-36

mdash 1972 ndash Preacutesence drsquoun Arum diploide en Italie BullSoc neuchacirctel Sci nat 95 35-41

Bianco p drsquoeMeRico S Medagli p Bedalov M1994 ndash Indagini sistematiche su arum apulum(Carano) Bedalov (araceae) entitagrave endemica delle

Murge Pugliesi Webbia 49 (1) 43-49BonnieR g 1931 ndash Flore complegravete ilustregravee en couleurs de

France Suisse et Belgique 11 pariscaRano e 1934 ndash Un nuovo elemento della Flora meri-

dionale drsquoItalia ann Bot 20 579-585drsquoeMeRico S Bianco p Medagli p 1993 ndash

Chromosome numbers and karyotypes in arum(araceae) caryologia 46 161-170

diHoRu g 1970 ndash Morpho-taxonomische aspekte einigerArum-Arten Rev Roumaine Biol Seacuter Bot 15 71-85

dyeR af 1963 ndash Allocyclic segments of chromosomes andstructural heterozygosity that they reveal chromosoma13 545-576

eSpigravendola a BueRKi S Bedalov M KupfeR palvaRez n 2010 ndash New insights into the phylogeneticsand biogeography of arum (araceae) unravelling its evo-lutionary history Bot J linn Soc 163 14-32

goRi c 1958 ndash Il numero dei cromosomi dellrsquoarumnigrum Schott var apulum Carano caryologia 10(3) 454-456

levan a fRedga K SandBeRg aa 1964 ndashNomenclature for centromeric position on chromosomesHereditas 52 201-220

MaRcHi p 1971 ndash Numeri cromosomici per la flora italia-na 57-66 inform Bot ital 3 124-138

MaRcHi p capineRi R drsquoaMato g 1964 ndash Numericromosomici per la flora italiana 182-189 informBot ital 6 (3) 303-312

MeuSel H JaegeR e WeineRt e 1965 ndash Vergleichen-de Chorologie der zentra-europaumlischen flora 1 Jena

RoMeRo zaRco c 1986 ndash A new method for estimatingkaryotype asymmetry taxon 35 526-530

SteBBinS gl 1971 ndash Chromosomal Evolution in HigherPlants edward arnold ltd london

teRpOacute a 1973 ndash Kritische Revision der arum-Arten desKarpatenbeckens acta Bot acad Sci Hung 18216-255

voSa cg Bennett St 1990 ndash Chromosome studies inthe Southern African flora58-94 Chromosome evolutionin the genus gasteria Duval caryologia 43 235-247

voSa cg colaSante M 1995 ndash I segmenti allociclicinelle liliiflorae inform Bot ital 27 307-308

RiaSSunto gli autori riportano alcuni risultati cario-morfometrici ottenuti su tre specie poliploidi del genereArum Arum apulum (2n=56) A maculatum (2n=56) e Aitalicum (2n=84) in particolare la specie A italicum con2n=84 cromosomi ha mostrato un cariotipo con un eleva-to indice di asimmetria nel cariotipo di questa speciesono stati riscontrati numerosi ldquosegmenti allociclicirdquo incomparazione ad A maculatum e A apulum

415Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

autoRi

Alessio Turco Piero Medagli Antonella Albano Laboratorio di Botanica sistematica ed Ecologia vegetale DiSTeBAUniversitagrave del Salento Campus Ecotekne 73100 LecceSaverio DrsquoEmerico Dipartimento di Biologia Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70126 Bari

Cistus clusii dunal piccolo arbusto appartenente allafamiglia Cistaceae egrave una specie xerofila con distribu-zione mediterraneo-occidentale in italia storicamen-te presente in Sicilia (giaRdina 1988) e in puglianellrsquounica stazione di ldquoBosco isolardquo (lesina fg)(foRte et al 2002a) in questrsquoultima il contestovegetazionale egrave quello della gariga nanofanerofiticasu suolo sabbioso in associazione con Rosmarinusofficinalis l Erica multiflora l e Cistus sp pl(cHieSuRa loRenzoni et al 1976)a partire dallrsquoanno 2000 nellrsquoambito di progetti diricerca condotti dal Museo orto Botanicodellrsquouniversitagrave degli Studi di Bari sono stati indaga-ti alcuni aspetti della biologia ed ecologia di C clusii(MaccHia 2005) tali studi furono finalizzati allarealizzazione di azioni di conservazione in situ attra-verso il rafforzamento della popolazione residualepugliese giagrave allrsquoepoca gravemente esposta a pericolodi estinzione (conti et al 1997) a tale scopo furo-no infatti reintrodotti in aree ecologicamente idoneedi ldquoBosco isolardquo circa cento individui ottenuti pervia sessuale attraverso fecondazione incrociata con-trollata a partire dai pochi individui della popolazio-ne originaria (foRte et al 2002b) Successivi rilieviin campo hanno registrato la progressiva diminuzio-ne del numero di individui presenti in situ fino allaloro completa scomparsa soprattutto a causa deiripetuti incendi verificatisi tra il 2007 e il 2010(foRte et al 2009 2012) tuttavia la specie in

puglia era da ritenersi estinta solo in natura (EW) inquanto presso il Museo orto Botanico di Bari eranopresenti sia individui ottenuti da fecondazione incro-ciata e derivanti dalla popolazione spontanea origina-ria sia semi conservati presso la Banca delgermoplasma (Bg-MoBB)Questrsquoultima evenienza ha costituito la premessaindispensabile per la realizzazione di nuove azioni diconservazione di C clusii nel territorio di ldquoBoscoisolardquo tali azioni si sono concretizzate grazie ad unaconvenzione stipulata tra il Museo orto Botanico diBari e il centro Studi naturalistici onluS nellrsquoam-bito del progetto ldquointerventi per la protezione e con-servazione del patrimonio ambientalerdquo- fondi faS ndashpremialitagrave Regionale delibera cipe 202004in questo lavoro vengono presentate le attivitagrave svolteai fini della propagazione gamica di C clusii e quelleper la successiva reintroduzione degli individui pro-dotti

MateRiali e Metodi

il materiale di propagazione gamica utilizzato per leazioni di conservazione in situ egrave stato ottenuto daimpollinazione incrociata controllata eseguita su dueindividui conservati ex situ siglati come c1 e c2 peri quali era stata giagrave testata la compatibilitagrave allrsquoincro-cio (foRte et al 2012)nel mese di aprile 2010 495 fiori (437 dellrsquoindivi-duo c1 e 58 dellrsquoindividuo c2) privati degli stami

416 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

Reintroduzione di Cistus clusii a ldquoBosco isolardquo (lesina puglia)

l foRte S anifantiS f caRRuggio v cavallaRo f Mantino g MelcHioRRe

aBStRact - Reintroduction of cistus clusii to ldquoBosco Isolardquo (Lesina Apulia) - Cistus clusii dunal is very rare in italy whereits historical sites of occurrence are in Sicily and apulia (ldquoBosco isolardquo ndash lesina fg) after the extinction in the wild ofthe small apulian population the Botanical garden Museum of Bari university and the centro Studi naturalistici(onluS) made a special agreement in order to implement a reintroduction project into the site of lesina the reintro-duced plants 520 in all were obtained from the offspring of lesina C clusii spontaneous population which is conservedex situ at the Botanical garden Museum of Bari to increase the chances of a successful reintroduction the plants wereplaced in three different areas and in each of them the individuals were planted in microsites suitable for the eco-physi-ological characteristics of the lesina population already known from literature in fact only a thorough knowledge of thebio-ecological behaviour of the selected species may allow to establish self-maintaining populations in the wild and so torealize an effective conservation action

Key words apulia Cistus clusii dunal reintroduction

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

sono stati impollinati manualmente e coperti consacchetti di tessuto non tessuto (tnt) in maggioin concomitanza con lrsquoinizio dellrsquoingrossamentodegli ovari i cappucci sono stati rimossi e nel mesesuccessivo egrave stata effettuata la raccolta delle capsulemature nella primavera del 2011 i semi sono statisottoposti a pre-trattamenti di scarificazione mecca-nica manuale e di dry-heating (80 degc x 5 min) inquanto risultati i piugrave efficaci nel promuoverne la ger-minazione (foRte et al 2012) per ciascuno dei duepre-trattamenti sono stati utilizzati circa 1500 semiderivanti dallrsquoincrocio c1 x c2 e circa 400 semi pro-dotti dallrsquoincrocio c2 x c1 i semi pre-trattati sonostati posti direttamente in plateaux di polistiroloespanso riempiti con sabbia sterilizzata a granamedio-fine (50) e torba (50) dopo una primafase di accrescimento le plantule sono state trapian-tate in fitosacchi in film plastico contenenti terrenonon sterile (sabbia di fiume 40 terreno comune30 torba 30) durante tutte le fasi di crescita leplantule sono state irrigate e sottoposte a trattamen-ti fitosanitari e fertilizzanti miratiper lrsquointervento di reintroduzione oltre agli individuicosigrave ottenuti nel 2011 sono stati utilizzati ancheindividui derivanti da semi pre-germinati nellrsquoambi-to di prove sperimentali condotte tra il 2009 e il2010 su c1 e c2la scelta delle aree di reintroduzione egrave stata fattasulla base dei dati storici di presenza di C clusii alesina (cHieSuRa loRenzoni et al 1976 foRte etal 2002b) delle caratteristiche eco-fisiologiche dellapopolazione originaria (foRte et al 2005 foRtepaStoRe 2005) di quelle ecologiche dei siti di rein-troduzione e dellrsquoanalisi delle minacce

RiSultati e diScuSSione

gli individui oggetto dellrsquoazione di reintroduzioneavvenuta a fine gennaio 2013 sono stati distribuitiin tre aree principali (fig 1) Queste sono situate neltratto di cordone dunale immediatamente ad est diMarina di lesina insediamento sorto in localitagravepietramaura dove negli anni lsquo70 era ancora presen-te il piugrave esteso nucleo di individui di C clusii dellastazione di lesina (cHieSuRa loRenzoni et al1976) due delle aree di reintroduzione poste tra lelocalitagrave di acquarotta e pennacchio sono relativa-mente vicine tra loro e separate da una fascia occupa-ta da un rimboschimento a Pinus pinea l mentre laterza in localitagrave chiusa dista dalle altre circa 2 kmallrsquointerno di ciascuna area sono stati individuati piugravesiti di reintroduzione georiferiti mediante strumen-tazione gpS in ognuno dei quali egrave stato inserito unnumero di individui compreso tra 20 e 25la scelta di ripartire gli individui in tre aree di rein-troduzione differenti e allrsquointerno di queste in piugravesiti distinti egrave stata effettuata con lo scopo di ridurre ilrischio che un eventuale incendio possa interessarlecontemporaneamente compromettendo la sopravvi-venza dellrsquointera popolazione reintrodotta il numerocomplessivo di siti di intervento egrave risultato pari a 27inoltre per garantire buone probabilitagrave di successo

anche riproduttivo in ciascun sito sono stati reintro-dotti almeno 20 individui al fine di aumentare laprobabilitagrave di incrocio tra individui con alleli diincompatibilitagrave differenti indispensabile in una spe-cie allogama come C clusii (Rizzotto 1979)in ogni sito inoltre i singoli individui sono statipiantati in micro-siti individuati sulla base dellamicro-morfologia stazionale le tre aree di interven-to ricadono in un contesto vegetazionale caratterizza-to da un complesso e molto frammentato mosaicocostituito principalmente dalla gariga a R officinalisE multiflora e Cistus sp pl e dalla macchia a sclero-fille sempreverdi con presenza di Erica arborea lQuesto mosaico spesso egrave il diretto risultato delledifferenti condizioni ecologiche determinate dallamicro-morfologia stazionale (foRte et al 2002a) ealtre volte della dinamica della vegetazione in atto acausa degli incendi pertanto sono stati individuaticome idonei quei micro-siti rispondenti alle caratte-ristiche bio-ecologiche della popolazione da intro-durre (eliofilia relativa sensibilitagrave allo stress idricoecc foRte et al 2005) e comunque sempre suffi-cientemente distanti da nuclei di macchia in stato diavanzamento o da singoli cespugli in fase di resprou-tinglrsquoazione di conservazione in situ cosigrave condotta nonha richiesto pertanto ulteriori interventi quali dira-

417Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 1Mappa delle aree di reintroduzione (base cartograficaldquocarta della vegetazione reale del ldquoBosco isolardquo di lesina- foglio 1rdquo foRte 2001)Map of reintroduction areas (cartographic base ldquocartadella vegetazione reale del ldquoBosco isolardquo di lesina - foglio1rdquo foRte 2001)

damento della vegetazione preesistente rimozionedel secco ecccomplessivamente nella stazione di ldquoBosco isolardquosono stati reintrodotti 520 individui di C clusii pro-dotti mediante coltivazione ex situ 200 dei qualiderivanti da semina diretta di semi pre-trattati e 320ottenuti da impianto di semi pre-germinatiattualmente ulteriori 155 individui prodotti nel-lrsquoambito di questo progetto sono conservati presso ilMuseo orto Botanico dellrsquouniversitagrave di Bari inmodo da garantire sia la conservazione ex situ delpatrimonio genetico della popolazione di lesina e siala possibilitagrave di disporre di materiale di propagazioneper studi successivi

Ringraziamenti - gli autori ringraziano gli ldquospeciali colla-boratorirdquo che si sono prodigati durante il lavoro in campodi reintroduzione in situ in ordine alfabetico elenaBlotti nicola cillo Saverio drsquoamico Mario de tullioantonella grano Marcello Macchia Saverio Regina egianni Signorile

letteRatuRa citatacHieSuRa loRenzoni f cuRti l loRenzoni gg

MaRcHioRi S 1976 ndash cistus clusii Dunal Note dinomenclatura e di distribuzione con particolare riguardoalla stazione di Lesina (Foggia) giorn Bot ital 110259-267

conti f Manzi a pedRotti f 1997 ndash Liste rosse regio-nali delle piante drsquoItalia WWf Societagrave Botanicaitaliana universitagrave di camerino

foRte l anifantiS S Mantino f caRRuggio fcavallaRo v 2009 ndash Conservation of cistus clusiiDunal from ldquoBosco Isolardquo (Lesina - Apulia) current sta-tus and new experimental evidence in BaccHetta g(ed) Book of Abstracts Biodiversity Hotspots in theMediterranean Area 45th intern congr SiSv amp fip ndashcagliari 22-24 25-29 June 2009 280

foRte l cavallaRo v MaccHia f 2002b ndashConservazione in situ di cistus clusii Dunal (cistaceaeMagnoliophyta) nella duna di Lesina Quad Botamb appl 13 3-9

foRte l cavallaRo v pantaleo f drsquoaMico fSMaccHia f 2002a ndash The vascular Flora of the ldquoBoscoIsolardquo at Lesina (Foggia ndash Apulia) fl Medit 12 33-92

foRte l MelcHioRRe g anifantiS S caRRuggio fMantino f 2012 ndash Alcuni aspetti della biologia dellaconservazione di cistus clusii Dunal di ldquoBosco Isolardquo(Lesina Puglia) inform Bot ital 44(Suppl 2) 36-38

foRte l paStoRe d 2005 ndash Relazioni acqua-pianta inMaccHia f (ed) Biologia ed ecologia di cistus clusiiDunal 31-38 ed adda Bari

foRte l paStoRe d MaRvulli M Scatigna aMeMaccHia f 2005 ndash Analisi comparata tra eventi feno-logici e andamento dei parametri ambientali inMaccHia f (ed) Biologia ed ecologia di cistus clusiiDunal 5-13 ed adda Bari

giaRdina 1988 ndash Segnalazioni Floristiche Italiane 574-576 inform Bot ital 20(2-3) 678-679

MaccHia f (a cura di) 2005 ndash Biologia ed ecologia dicistus clusii Dunal ed adda Bari

Rizzotto M 1979 ndash Ricerche tassonomiche e corologichesulle cistaceae 1 Il genere cistus L in Italia Webbia33(2) 343-378

RiaSSunto ndash Cistus clusii dunal egrave una specie moltorara in italia storicamente presente in Sicilia e in puglianellrsquounica stazione di ldquoBosco isolardquo (lesina fg) in segui-to allrsquoestinzione della piccola popolazione residuale puglie-se il Museo orto Botanico dellrsquouniversitagrave di Bari e ilcentro Studi naturalistici onluS hanno stipulato unaapposita convenzione al fine di attuare unrsquoazione di rein-troduzione nel sito di lesina le piante reintrodotte insitu 520 in tutto sono state ottenute a partire da indivi-dui di C clusii progenie della popolazione spontanea ori-ginaria conservati ex situ presso il Museo orto Botanicoper aumentare le probabilitagrave di successo dellrsquointerventogli individui sono stati distribuiti in tre aree distinte eallrsquointerno di queste piantati in micro-siti rispondenti allecaratteristiche eco-fisiologiche della popolazione di C clu-sii di lesina giagrave note dalla letteratura infatti solo unaconoscenza approfondita del comportamento bio-ecologi-co delle entitagrave oggetto di interventi di conservazione insitu permette di programmare una concreta azione di tute-la attraverso lrsquoinsediamento di popolazioni in grado dipersistere nel tempo

418 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

autoRi

Luigi Forte (luigiforteunibait) Viviana Cavallaro Dipartimento di Biologia e Museo Orto Botanico Universitagrave di BarildquoAdo Morordquo Via E Orabona 4 70126 BariStamatia Anifantis Francesca Carruggio Francesca Mantino Giulia Melchiorre Museo Orto Botanico Universitagrave di BarildquoAldo Morordquo Via E Orabona 4 70126 Bari

Limoniastrum monopetalum (l) Boiss egrave presente inpuglia sulle rupi marittime di tricase porto (le)nellrsquoambito di una cenosi ascrivibile alla classeCrithmo-Limonietea Br-Bl 1947 in condizioni ana-loghe a quanto descritto per la Sicilia meridionale daBaRtolo et al (1982) Secondo la direttiva9243cee si tratta di un habitat di interesse comu-nitario denominato ldquoScogliere con vegetazione dellecoste mediterranee con Limonium spp endemicirdquo(aavv 2010) ersquo una specie a diffusione SW-Mediterranea in italia egrave presente in Sardegna inSicilia (conti et al 1992) nella laguna diorbetello (toMei guazzi 1993) a tricase porto(le) (accogli et al 1996) (fig1) in passato laspecie era stata segnalata ldquonei siti arenosi di tarantordquo(MaRinoSci 1870) caratterizzati da depressionicostiere con un ristagno idrico con substrato preva-lentemente costituito da argille e colonizzato da spe-cie ad elevata alofilia (tRotteR 1936) probabil-mente le antiche cenosi erano ascrivibili alla classeSarcocornetea-fruticosae Br-Bl amp tuumlxen ex a amp oBolograves 1950 tipica dei suoli inondati fangoso-argillo-si come riportato da Biondi et al (2004) per laSardegna

StatuS del popolaMento puglieSe ed eSpeRienzepRegReSSe

a tricase porto il popolamento si presenta formatoda due nuclei localizzati sulla sommitagrave di due costo-ni rocciosi distanti in linea drsquoaria circa 150 mentrambi i costoni sono occupati da abitazioni ad

uso civico ed i cespugli di limoniastro sono localizza-ti nelle loro adiacenze ma non allrsquointerno e questopotrebbe escludere unrsquointroduzione della specie perscopo ornamentale in totale si possono contarecirca 25 individui dei quali 18 si presentano comegrossi cespugli larghi 1ndash25 m alti 075ndash130 m lafioritura dura meno di un mese tra la fine di giugnoe lrsquoinizio di luglio le infiorescenze secche rimango-no sulla pianta sino a dicembre ma la maturazionedei frutti non egrave mai evidente e non egrave visibile la dei-

419infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

conservazione ex situ ed interventi di reintroduzione di Limoniastrum monopetalum in puglia

R accogli Mp BiancHi p Medagli S MaRcHioRi

aBStRact - ex situ conservation and reintroduction of limoniastrum monopetalum in Apulia region - in this paper arepresented the main actions taken by the Botanic garden of diSteBa for the protection of Limoniastrum monopetalum(l) Boiss species of high vulnerability included in the national Red list of plants of italy the specie is cultivated exsitu in the Botanic garden and it was decided to implement its reintroduction in the locality palude la vela (ta) in anarea once had been reported but no longer found propagation of L monopetalum was carried out by vegetative and gen-erative individuals obtained were reintroduced in two sites of the palude to different environmental conditions

Key words conservation moltiplication reintroduction

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 1areale di L monopetalum secondo gReuteR et al 1989 etutin et al 1981distribution area of L monopetalum according togReuteR et al 1989 and tutin et al 1981

scenza a contrastare lo sviluppo e la diffusione dinuove piante sono le estreme condizioni di povertagravedel substrato fortemente disturbato dalle attivitagraveantropiche che rimaneggiano continuamente le som-mitagrave dei costoni rocciosi (interventi di restauro edili-zio incendi e tagli indiscriminati) e la presenza diuna flora sinantropica dominata da agave pittospo-ro caprifico rovola vulnerabilitagrave della specie ha motivato la sua ripro-duzione ex situ nellrsquoorto Botanico dellrsquouniversitagravedel Salento e la messa a punto di protocolli di rein-troduzione infatti giagrave nel 2000 era stata testata lacapacitagrave di propagazione di L monopetalum sia pervia gamica che agamica senza forzature sui semi neacutedi ormoni radicanti per le talee la resa germinativaera risultata molto bassa del 2-5 mentre elevatesono state le percentuali di attecchimento delle talee(70-95) sia in primavera che agli inizi dellrsquoautun-no nel 2005 egrave stato effettuato un primo interventovolto al potenziamento del popolamento di L mono-petalum esistente a tricase porto lungo un breve trat-to costiero prospiciente il sito interessato da un inter-vento di riqualificazione attuato dallrsquoamministra-zione comunale lrsquointervento prevedeva la realizza-zione di un camminamento lungo la scogliera attra-verso i segni della storia locale ancora leggibili (trat-turi per la mena delle pecore vasche intagliate negliscogli per la concia delle pelli e per lrsquoestrazione diblocchi lapidei terrazzamenti per le colture agrarieprimaticce etc) la flora del tratto costiero annove-ra altre specie di interesse conservazionistico percheacuteincluse nella lista Rossa nazionale come Vincetoxi-cum hirundinaria Medik subsp adriaticum (Beck)Markgr o di valore fitogeografico come lrsquoendemicoLimonium japigicum (groves) pignatti Lavateraarborea l Scrophularia lucida l lrsquointervento direintroduzione era stato concordato con docenti edalunni delle Scuole Medie inferiori del comune ditricase che hanno partecipato dimostrando grandeinteresse e sensibilitagrave nellrsquoautunno 2005 egrave stataorganizzata una giornata durante la quale dopo unincontro tra autoritagrave politiche locali studiosi stu-denti e cittadini sono state messe a dimora 10 pian-te di L monopetalum (accogli et al 2006) pur-troppo lrsquointervento egrave stato inficiato da un incendioche nella primavera successiva ha distrutto buonaparte della flora spontanea ed i trapianti effettuati

MateRiali e Metodi

un secondo intervento di reintroduzione di L mono-petalum egrave stato programmato nel 2011 per il sitopalude la vela che ricade nellrsquoomonima Riservanaturale Regionale e prossima allrsquoantica salina di Sgiorgio jonico (ta) come prima fase si egrave procedu-to alla moltiplicazione della specie per ottenere indi-vidui giovani da mettere a dimora la moltiplicazio-ne ex situ egrave stata ripetuta sia per via vegetativa chegenerativa ponendosi nelle medesime condizionidegli anni precedenti ma con lrsquoaccorgimento didistinguere talee semierbacee da talee legnose ilmateriale propagativo egrave stato prelevato dagli indivi-

dui presenti a tricase porto da rami di 2 o piugrave annicon diametro del fusto maggiore di 10 mm sonostate realizzate talee lunghe 10-18 cm da rami di 1anno con diametro inferiore a 10 mm sono staterealizzate talee lunghe 7-12 cm il prelievo egrave statoeffettuato sia allrsquoinizio dellrsquoautunno (5 ottobre 2010)che alla fine della stagione invernale (5 marzo 2011) le talee sono state messe a radicare (senza aggiunta diormoni) in substrato costituito da un mixer di torbae perlite in rapporto 12 in vasi in pvc delle dimen-sioni 7x7x18 cm fatti stazionare poi in tunnel fred-do dopo 30 giorni veniva registrato lrsquoattecchimentodelle talee i risultati definitivi hanno evidenziato ilseguente andamento in autunno per quelle preleva-te da rami di 2 anni egrave stata registrata una percentua-le del 74 e per quelle prelevate da rami di 1 annodel 64 in primavera per le talee piugrave legnose egrave stataregistrata una percentuale di attecchimento pari al95 e per quelle meno legnose dellrsquo86 ancorauna volta i risultati dimostrano la facilitagrave di propaga-zione vegetativa della specie inoltre anche se i valo-ri differiscono di poco si deduce che il periodomigliore per il taleaggio di L monopetalum egrave a finestagione primaverile con rami vecchi di almeno 2anni (tab 1)

i racemi di L monopetalum dopo la fioritura persi-stono sulla pianta per lungo tempo (anche sino allrsquoin-verno) per cui sono stati effettuati periodici prelievidei frutti per lrsquoestrazione dei semi al fine di definire ilperiodo di piena maturazione un primo prelievo deifrutti egrave stato effettuato in ottobre i semi sono statiopportunamente isolati previa rottura della capsulaed una parte di essi egrave stata sottoposta a vernalizzazio-ne (4 degc per 24 h) per simulare unrsquoeventuale dor-mienza invernale la semina egrave stata effettuata in cap-sule petri sterili con carta da filtro come substratotenute in camera di crescita a 20 degc e fotoperiodo di10 h Sono state realizzate tre ripetizioni con 30 ele-menti per capsula lrsquoelaborazione dei dati registratievidenzia un andamento del potere germinativo di Lmonopetalum secondo quanto riportato dalla fig 2 il monitoraggio delle piastre ha evidenziato un pote-re germinativo dei semi molto basso (2-4) questodato egrave stato confermato dalla semina a spaglio effet-tuata in una seminiera con substrato composto datorba e agriperlite nel rapporto 12 da circa 200semi sono emerse solo 6 plantule

420 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

taBella 1Risultati della propagazione ex situResults of ex situ propagation

stagione talee di di radicazionepartenza 72 dopo 30 gg

Oslash 10 mm 64autunno Oslash 10-20 mm 74Oslash 10 mm 86primavera Oslash 10-20 mm 95

ReintRoduzione a palude la vela

i sopralluoghi effettuati a palude la vela per lrsquoindivi-duazione di siti idonei alla reintroduzione hannoindotto alla scelta di due piccole superfici simili percondizioni di substrato per copertura vegetale eparametri ambientali tali siti sono collocati su spon-de opposte dellrsquoacquitrino ed hanno unrsquoestensioneminima di 60 m2 per la messa a dimora sono stateselezionate piante vigorose e sane con unrsquoaltezzamedia di 489 plusmn526 cm e diametro di 1609plusmn304cm nel mese di novembre 2011 egrave stata effettuata laloro messa a dimoranel sito denominato ldquoardquo sono state trapiantate 15piante con un approssimativo sesto di impianto di 2x 4 m nel sito ldquoBrdquo sono state trapiantate 14 piantein ordine sparso in quanto lrsquoarea presentava nume-rose zone di erosione e continui dislivelli

concluSioni

nellrsquoarea palude la vela le condizioni ambientalisembrano piugrave confacenti allrsquoecologia di L monopeta-lum rispetto a tricase porto ed egrave positivo che tutte lepiante abbiano attecchito e siano giunte a fioriturama solo fra qualche anno si potragrave constatare la for-mazione di un eventuale popolamento con individui

fertili ed in grado di autopropagarsi e si avragrave confer-ma del successo della reintroduzione

letteRatuRa citataaavv 2010 ndash Manuale italiano interpretazione degli

habitat (Direttiva 9243 CEE) Ministero ambiente etutela territorio e Mare SBi

accogli R Medagli p MaRcHioRi S 1996 ndashlimoniastrum monopetalum (L) Boiss in Puglia(plumbaginaceae) giorn Bot ital 130 1 91degcongr SBi ancona 16-19 settembre 1996

mdash 2006 ndash Conservazione ex situ e reintroduzione dilimoniastrum monopetalum (L) Boiss sulla fasciacostiera di Tricase Porto (Lecce) inform Bot ital38(Suppl 1) 183-184

BaRtolo g BRullo S MaRcenograve c 1982 ndash La vegeta-zione costiera della Sicilia sud-orientale aQ71226cnR Roma

Biondi e BRugiapaglia e faRRiS e filigHeddu RSeccHi z 2004 ndash Halophilous vegetation of Olbia pondsystem (NE-Sardinia) fitos 41(1) Suppl 1 125-141

conti f Manzi a pedRotti f 1992 ndash Lista RossaNazionale delle Piante drsquoItalia WWf italia Roma

gReuteR W BuRdet HM long g 1989 ndashMedndashChecklist vol 4 320 pp

MaRinoSci M 1870 ndash Flora Salentina 1 22toMei pe guazzi e 1993 ndash Le zone umide della

Toscana Lista generale delle entitagrave generali atti MusStor nat grosseto 15 120-135

tRotteR a 1936 ndash Rilievi ecologici intorno alla flora edalla vegetazione della salina di SGiorgio presso Tarantoann R ist Sup agr portici III 5 120-135

tutin tg HeyWood vH BuRgeS na MooRedM valentine dH WalteRS SM WeBB da1981 ndash Flora Europaea vol 3 51

RiaSSunto - nel presente lavoro vengono esposte leprincipali azioni intraprese dallrsquoorto Botanico deldiSteBa per la salvaguardia di Limoniastrum monopeta-lum (l) Boiss specie ad alta vulnerabilitagrave inclusa nellalista Rossa nazionale delle piante drsquoitalia da anni la spe-cie viene coltivata ex situ nellrsquoorto Botanico e si egrave pensatodi attuare la sua reintroduzione in localitagrave palude la velain un ambito territoriale di antica segnalazione ma doveattualmente risulta scomparsa la propagazione di Lmonopetalum egrave stata effettuata per via vegetativa e genera-tiva e gli individui ottenuti sono stati reintrodotti in duesiti della palude a diverse condizioni ambientali

421Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 2valutazione del potere germinativoevaluation of the germinative power

autoRi

Rita Accogli (ritaaccogliunisalentoit) Maria Pia Bianchi Piero Medagli Silvano Marchiori Orto Botanico delDipartimento di Scienze e Tecnologie Biologiche ed Ambientali (DiSTeBA) Universitagrave del Salento Centro Ecotekne ViaProvinciale per Monteroni 73100 Lecce

in occasione della redazione della checklist dellepiante vascolari della puglia (a albano fBartolucci f conti p Medagli Rp Wagensommerin prep) egrave stato aggiornato lrsquoelenco delle specieminacciate in questa Regionele liste Rosse Regionali (conti et al 1997) ripor-tavano per la puglia 180 entitagrave da allora sono tras-corsi piugrave di 15 anni alcune di queste entitagrave eranoindicate in puglia per errore e altre sono considerateoggi sinonimi di entitagrave non minacciate mentrenumerose specie della lista Rossa nazionale sonostate rinvenute in puglia solo dopo il lavoro diconti et al (op cit) per questo motivo abbiamoritenuto utile aggiornare lrsquoelenco delle specie di listaRossa della Regione puglia e integrarlo con tutte leentitagrave endemiche pugliesi ed esclusive della Regione(presenti in italia solo in puglia)

RiSultati

il libro Rosso delle piante drsquoitalia (conti et al1992) riportava 458 specie e sottospecie di piantevascolari sottoposte a vari gradi di minaccia a livellonazionale di queste entitagrave 46 sono attualmentenote in puglia (tab 1) considerando anche le listeRosse Regionali (conti et al 1997) il numero ditaxa minacciati a livello nazionale e presenti in pugliasale a 89 entitagrave certamente presenti (di cui 1 dubita-tivamente alloctona) e 8 dubitativamente presentinella Regione mentre il numero di entitagrave indicatecome minacciate a livello Regionale egrave pari a 158 (dicui 1 dubitativamente alloctona) alle quali si aggiun-gono 4 entitagrave dubitativamente presenti nella Regio-ne per un totale di 188 entitagrave (tab 1)

le specie esclusive della puglia cioegrave quelle presentiin italia solo in questa Regione sono 54 di cui 2dubitativamente alloctone alle quali si aggiungono 6entitagrave la cui presenza egrave dubbia di queste 54 entitagrave35 sono endemiche pugliesi (tab 1)pertanto le specie di lista Rossa in puglia integratecon tutte le endemiche pugliesi e le esclusive dellaRegione sono 221 (tab 1) pari al 93 della floravascolare autoctona pugliese

diScuSSione

il libro Rosso e le liste Rosse delle piante drsquoitalia(conti et al 1992 1997) pur essendo stati seguitida altri lavori riguardanti le piante minacciate delnostro paese (pignatti et al 2001 ScoppolaSpaMpinato 2005) sono ancora oggi il riferimentoprincipale per le specie a rischio di estinzione initalia negli ultimi anni lrsquoimpulso alla realizzazionedi una nuova lista Rossa delle piante drsquoitalia secon-do i piugrave recenti criteri iucn (2001 2011) egrave statodato dalla rubrica pubblicata sullrsquoinformatoreBotanico italiano ldquoSchede per una lista Rossa dellaflora vascolare e crittogamica italianardquo e dal proget-to appena concluso e realizzato dalla SocietagraveBotanica italiana per conto del Ministero dellrsquoam-biente e della tutela del territorio e del Mare relati-vo alla valutazione nazionale della categoria di rischiodi estinzione per piugrave di 300 specie vegetali di interes-se conservazionistico e di ambientihabitat partico-larmente minacciati (RoSSi et al 2013) attualmen-te questi progetti hanno portato alla valutazione delgrado di minaccia di 40 specie vascolari presenti inpuglia Egrave auspicabile pertanto il contributo di tutti

422 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

piante vascolari minacciate e liste Rosse aggiornamento delle conoscenzein puglia

Rp WagenSoMMeR p Medagli ev peRRino

aBStRact - Threatened vascular plants and Red Lists an update of knowledge in Apulia -the Regional Red list of vas-cular plant species in apulia Region has been updated following recent knowledges of conservation distributional andtaxonomic interest

Key words apulia Red lists threatened species update

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

423Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

taBe

lla

1Piante vascolari endemiche esclusive e di Lista Rossa della Regione Puglia

Endemic exclusive and Red List vascular plants in Apulia Region

424 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO 45 (2) 393-432 2013(se

gue T

ab 1

)

425Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

(segue Tab 1)

426 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013(segue Tab 1)

427Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

(segue Tab 1)

i botanici pugliesi affincheacute sia possibile valutaresecondo i criteri piugrave recenti dellrsquoIUCN (op cit) unnumero molto maggiore di specieLrsquoelenco riportato in Tab 1 include tutte le specieendemiche pugliesi ed esclusive della Puglia Di que-ste entitagrave 33 non venivano indicate nelle Liste RosseRegionali (CONTI et al 1997) Esse sono state inclu-se in Tab 1 in via precauzionale ma in molti casi illoro effettivo grado di minaccia deve ancora esserevalutato Lrsquoelenco non include invece le categorie diminaccia indicate in ROSSI et al (2013) che sarannooggetto di un futuro contributo sulle specie di inte-resse conservazionistico in Puglia

CONCLUSIONILrsquoaggiornamento delle conoscenze floristiche inPuglia e le informazioni tassonomiche nomenclatu-rali e distributive pubblicate nel corso degli ultimianni hanno consentito un aggiornamento delle ListeRosse delle Piante vascolari della Regione Puglia maancora molto lavoro deve essere svolto per megliodefinire il numero di specie a rischio e il loro effetti-vo grado di minaccia secondo i piugrave recenti criteriinternazionali (IUCN op cit)

LETTERATURA CITATACONTI F MANZI A PEDROTTI F 1992 ndash Libro Rossodelle Piante drsquoItaliaMinistero Ambiente WWF Italia

Societagrave Botanica Italiana Romamdash 1997 ndash Liste Rosse Regionali delle Piante drsquoItaliaWWFItalia Societagrave Botanica Italiana CIAS Camerino

IUCN 2001 ndash IUCN Red List Categories and CriteriaVersion 31 IUCN Species Survival CommissionIUCN Gland (Switzerland) amp Cambridge (UK)II+30 pp

mdash 2011 ndash Guidelines for Using the IUCN Red ListCategories and Criteria Version 90 Prepared by theStandards and Petitions Subcommittee httpww-wiucnredlistorgdocumentsRedListGuidelinespdf

PIGNATTI S MENEGONI P GIACANELLI V (a cura di)2001 ndash Liste rosse e blu della flora italiana ANPARoma

ROSSI G MONTAGNANI C GARGANO D PERUZZI LABELI T RAVERA S COGONI A FENU G MAGRINIS GENNAI M FOGGI B WAGENSOMMER RPVENTURELLA G BLASI C RAIMONDO FMORSENIGO S (Eds) 2013 ndash Lista Rossa della FloraItaliana 1 Policy Species e altre specie minacciateComitato Italiano IUCN Ministero Ambiente eTutela Territorio e Mare Roma 54 pp

SCOPPOLA A SPAMPINATO G (Eds) 2005 ndash Atlante dellespecie a rischio di estinzione (CD-ROM) Allegato a ASCOPPOLA C BLASI (Eds) Stato delle conoscenze sullaflora vascolare drsquoItalia Palombi Ed Roma

RIASSUNTO ndash Egrave stata aggiornata la Lista RossaRegionale delle piante vascolari della Regione Pugliasecondo le piugrave recenti conoscenze in ambito conservazio-nistico distributivo e tassonomico

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AUTORI

Robert Philipp Wagensommer (robwagensommeryahooit) Scuola di Scienze Ambientali Universitagrave di Camerino - CentroRicerche Floristiche dellrsquoAppennino (Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga) San Colombo 67021 Barisciano(LrsquoAquila)Piero Medagli (pietromedagliunileit) Laboratorio di Botanica Sistematica del DiSTeBA Universitagrave del Salento ViaProvinciale Lecce-Monteroni 73100 LecceEnrico Vito Perrino (enricoperrinoyahooit) Museo Orto Botanico Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via E Orabona 4 70124Bari

Verticillium dahliae Kleb egrave un fungo tracheomicoti-co responsabile della piugrave grave malattia dellrsquoolivo(Olea europaea l) soprattutto negli oliveti dei paesimediterranei Questo fungo oltre lrsquoolivo attacca piugravedi 300 specie di piante arboree ed erbacee la malat-tia determina generalmente il disseccamento di por-zioni della chioma (BeJaRano-alcaacutezaR et al 2001pegg BRady 2002 BuBici ciRulli 2011) isolatidi V dahliae in grado di infettare cotone e olivo pos-sono essere classificati in due patotipi defogliante enon-defogliante sulla base della loro abilitagrave o menodi indurre defogliazione nelle piante infette(MeRcado-Blanco et al 2001 2003) il presentelavoro propone studi preliminari su i) alcune rispo-ste fisiologiche in due cultivar di olivo caratterizzateda differenti livelli di suscettibilitagrave alla verticilliosi ii)alcuni determinanti di patogenicitagrave potenzialmentecoinvolti nellrsquoinduzione dei sintomi fogliari prodottida patotipi diversi di V dahliae

MateRiali e Metodi

Alterazioni fisiologiche piante di olivo delle cultivar lsquofrantoiorsquo (resistente) elsquoleccinorsquo (suscettibile) sono state inoculate con gliisolati vd312d (defogliante) e vd315nd (nondefogliante) seguendo il metodo descritto da ciRulli

et al (2008) piante non trattate e piante le cui radi-ci sono state immerse per 10 minuti in acqua sonostate utilizzate come tesi di controllo Sono stati valu-tati il contenuto di fenoli carotenoidi clorofillaperossido drsquoidrogeno ascorbato e lrsquoattivitagrave delleperossidasi generiche (pod) e dellrsquoascorbato perossi-dasi (apX) in foglie delle due cultivar raccolte dopo24 72 e 240 ore dal trapianto applicando i metodiproposti da cHandleR doddS (1983) licHten-tHaleR (1987) BRuno SpaRapano (2006) toM-MaSi et al (2006) paRadiSo et al (2008) tre mesidopo lrsquoinoculazione su ogni pianta egrave stata valutata lapresenza di malattia sulla chioma utilizzando la scaladi severitagrave dei sintomi proposta da colella et al(2008) lrsquoanalisi statistica dei dati egrave stata eseguitaattraverso lrsquoanalisi della varianza (anova) le mediesono state separate con il test della minima differen-za significativa (MdS) Produzione di metaboliti secondari fitotossici colture liquide statiche degli isolati vd312d evd315nd di V dahliae sono state allestite in tredifferenti soluzioni nutritive czapek modificato(vdM) patate destrosio Broth (pdB difco ) oacqua estratto di Malto (oxoid) al 2 (eM2) perciascun isolato e substrato sono state preparate 10bottiglie di Roux della capacitagrave di 1 l contenenti

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Meccanismi di resistenza alla verticilliosi e caratterizzazione di varietagrave meridionali di olivo dati preliminari sulla fisiologia dellrsquointerazione olivoVerticillium dahliae

gl BRuno c faSciano Mp ippolito S SeRMani ad MaRSico c colella M aMenduni f toMMaSi

aBStRact - Mechanisms of resistance to olive Verticillium wilt and characterization of olive varieties from southern prelim-inary data on physiology of olive - verticillium dahliae interaction - inoculations experiment were performed with two strainsof Verticillium dahliae characterized as defoliating (vd312d) or not defoliating (vd315nd) pathotypes lsquofrantoiorsquo(resistant) and lsquoleccinorsquo (susceptible) olive plants the interaction plantpathogen was evaluated as total phenolscarotenoids chlorophylls hydrogen peroxide ascorbic acid generic peroxidases and ascorbate peroxidase activityinoculated plants showed the typical pathway associate to a stress the two pathotypes are also able to produce in vitrophytotoxins Some of these secondary metabolites should be involved on biochemical and physiological alterations asso-ciated to verticillium wilt symptoms on olive trees (leaves wilting and defoliation)

Keywords fenoli totali metaboliti secondari stato redox verticilliosi

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

150 ml di soluzione nutritiva ciascuna bottiglia egravestata inoculata con 5 ml di sospensione ottenutaomogeneizzando tre colonie (coltivate per due setti-mane in piastre petri su substrato di pda a 25 degc albuio) in 50 ml di acqua distillata sterile dopo 28giorni di coltura (25 degc al buio) il micelio egrave statorimosso mediante filtrazione su garza e centrifugazio-ne (5500 xg 20 min 4 degc) aliquote (3 ml) di cia-scun filtrato colturale (fc) integro o diluito (10100 e 1000 volte con acqua distillata) sono state uti-lizzate in saggi di tossicitagrave su rametti recisi dilsquoleccinorsquo e lsquofrantoiorsquo eseguiti in ambiente controlla-to (uR 50 t 25 degc luce 150 microe cm-2 sec-1)acqua distillata e substrato non inoculato sono statiutilizzati come controllo dal terzo giorno dopo lrsquoas-sorbimento delle soluzioni tossiche egrave stata osservatala manifestazione dei sintomi dopo 24 72 e 240 oredallrsquoassorbimento delle soluzioni saggiate le foglie diciascun rametto sono state caratterizzate in terminidi flusso traspiratorio utilizzando un porometro li-1600-licor negli stessi intervalli egrave stato valutato ilcontenuto in clorofilla e fenoli seguendo i metodiproposti in precedenza

RiSultati e diScuSSione

Alterazioni fisiologicheper entrambi i patotipi di V dahliae saggiati lrsquoindu-zione di uno stato di malessere nella pianta egrave confer-mata dalla riduzione nel contenuto di clorofillesoprattutto dopo 24 ore per la cultivar suscettibilelsquoleccinorsquo (fig 1) invece il contenuto di ascorbatoclorofille e carotenoidi ha subito un incrementosoprattutto nei campioni di foglie prelevate dopo 72e 240 ore dallrsquoinoculo con il patotipo defogliante leanalisi condotte sulle foglie di lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquohanno mostrato come la molecola segnale perossidodrsquoidrogeno risulta maggiormente presente nella cul-tivar frantoio dopo 72 ore dallrsquoinoculo con il patoti-po defogliante (fig 1) mentre lrsquoattivitagrave della apXsegna negli stessi tempi un decremento (fig 2) invece nella cultivar frantoio i sistemi antiossidan-ti non enzimatici hanno mostrato un calo rispetto aicontrolli nei livelli di ascorbato e di fenoli (fig 1) non si sono osservate variazioni nellrsquoattivitagrave dellacatalasi (fig 2) infatti come dimostrato in altrisistemi nei tessuti vegetali questo enzima svolge unruolo nel metabolismo del perossido di idrogenosecondario rispetto allrsquoapX che invece egrave lrsquoenzimachiave nel controllo della concentrazione in perossi-do di idrogeno (de gaRa et al 2003) lrsquoattivitagrave dellepod infine aumenta notevolmente nelle fasi tardi-ve dellrsquoinfezione nelle foglie di lsquofrantoiorsquo mentre inquelle di lsquoleccinorsquo un incremento egrave evidente 72 oredallrsquoinoculo (fig 2) i dati evidenziati nelle nostre condizioni sperimenta-li sono in linea con quanto riportato dalla letteraturariguardo alle interazioni pianta-patogeno e le risposteda stress abiotici (de gaRa et al 2003) infatti nellepiante resistenti si assiste a una modulazione deisistemi antiossidanti tale da causare un incremento diperossido di idrogeno a livello fogliare (de gaRa etal 2003) per contro nella varietagrave suscettibile lrsquoau-

mento dei livelli in antiossidanti non enzimatici nonegrave sufficiente a indurre resistenza la diversa rispostaai sistemi antiossidanti riscontrata nelle due varietagraveutilizzate in queste prove potrebbe essere consideratacome un marker biochimico per valutare lo stato diavanzamento dellrsquoinfezione e il suo destino primadella comparsa dei sintomi

Evoluzione dei sintomia conferma di quanto giagrave riscontrato da ciRulli etal (2008) lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo sono risultate rispet-tivamente resistenti e suscettibili ai due isolati di Vdahliae utilizzati nessun sintomo egrave stato registrato esulle piante utilizzate come controllo (piante nontrattate e piante le cui radici sono state immerse per

430 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

fig 1contenuto in fenoli carotenoidi clorofille e perossido diidrogeno in foglie di lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo dopo 24 72 e240 ore dallrsquoinoculo con vd312d () e vd315nd ()i controlli sono rappresentati da piante le cui radici sonostate immerse per 10 minuti in acqua (mdash) ciascun valo-re egrave la media di cinque piante phenols carotenoids chlorophylls and hydrogen peroxidecontent in leaves of lsquofrantoiorsquo and lsquoleccinorsquo after 24 72and 240 hours after inoculation with vd312d () andvd315nd () as controls plants were treated for 10minutes in water (mdash) each value is the mean of fiveplants

10 minuti in acqua) e sulle chiome di lsquofrantoiorsquo ino-culate con il patotipo non defogliante il patotipodefogliante ha causato su lsquofrantoiorsquo una modestadefogliazione le piante di lsquoleccinorsquo hanno espressosintomi gravi con entrambi i patotipi (generale avviz-zimento della chioma) aggravati nel caso del patoti-po defogliante da accentuata e rapida filloptosiMetaboliti secondari fitotossici gli isolati di V dahliae utilizzati in coltura liquida susubstrato vdM hanno permesso di ottenere fc chesaggiati su rametti recisi di lsquoleccinorsquo (suscettibile) elsquofrantoiorsquo (resistente) hanno riprodotto sintomi diavvizzimento e accartocciamento fogliare e defoglia-zione nessun sintomo egrave stato registrato sui ramettiche hanno assorbito acqua distillata e i substrati noninoculati lrsquoassorbimento dei 3 ml di soluzione daparte dei rametti ha richiesto 30-32 ore per acquavdM pdB e eM2 mentre i fc dei due isolati sonostati assorbiti in 17-24 ore i fc dei patotipivd312d o vd315nd di V dah-liae ottenuti su substrato vdM saggiati su entrambe

le cultivar di olivo hanno evidenziato sintomi da 7-9 giorni dopo lrsquoassorbimento i fc ottenuti su sub-strato vdM da entrambi i patotipi inducono ripiega-mento e successivo imbrunimento della laminafogliare sui rametti di lsquofrantoiorsquo Sui rametti dilsquoleccinorsquo sono stati registrati ingiallimenti della lami-na fogliare inizialmente intorno alle nervature edopo 3-5 giorni sullrsquointera superficie Sintomo fina-le dei fc di entrambi gli isolati di V dahliae dopo 28giorni di coltura su substrato di vdM egrave stata unagenerale defogliazione dei rametti Su lsquoleccinorsquo ladefogliazione egrave stata severa e si egrave avuta dopo 17 gior-ni sui rametti trattati con il fc dellrsquoisolato vd312dcf e dopo 21 giorni su lsquofrantoiorsquo i rametti trattaticon i fc di vd315nd sono stati registrati dopo 20giorni su lsquoleccinorsquo e dopo 25 giorni su lsquofrantoiorsquo isintomi sopra descritti sono stati osservati anche suirametti che hanno assorbito i fc dei due isolati dopodiluizione di 10 e 100 volte con acqua distillata i fc ottenuti dai due patotipi su substrato vdMsono stati confrontati sulle due cultivar per i loroeffetti sul flusso traspiratorio e sulle variazioni infenoli e clorofille presenti nelle foglie (fig 3)

431Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 2contenuto in ascorbato e attivitagrave delle perossidasi generi-che (pod) e dellrsquoascorbato perossidasi (apX) in foglie dilsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo dopo 24 72 e 240 ore dallrsquoinoculocon vd312d () e vd315nd () i controlli sono rap-presentati da piante le cui radici sono state immerse per10 minuti in acqua (mdash) ciascun valore egrave la media di cin-que piante ascorbic acid concentration and peroxidase (pod) andascorbate peroxidase (apX) activity in leaves of lsquofrantoiorsquoand lsquoleccinorsquo after 24 72 and 240 hours after inocula-tion with vd312d () and vd315nd () as controlsplants were treated for 10 minutes in water (mdash) eachvalue is the mean of five plants

fig 3effetti sulla traspirazione e sul contenuto in clorofille efenoli in foglie di lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo dopo 24 72 e 240ore dallrsquoassorbimento di 3 ml di filtrato colturale degli iso-lati vd312d () e vd315nd () su substrato vdM icontrolli hanno assorbito 3 ml di acqua (mdash) ciascunvalore egrave la media di cinque rametti recisi transpiration from abaxial leaf surfaces and chlorophyllsand phenols content in leaves of lsquofrantoiorsquo and lsquoleccinorsquoafter 24 72 and 240 hours after the absorbtion of 3 ml fvd312d () and vd315nd () culture filtrates onvdM as controls twigs adsorbed 3 ml of water (mdash) eachvalue is the mean of five twigs

le misure di traspirazione (fig 3) dimostrano unforte incremento nel flusso traspiratorio nei ramettirecisi che hanno assorbito i fc ottenuti dal patotipovd312d rispetto a quelli ottenuti dal vd315nd edalle tesi di controllo nessuna differenza egrave stata regi-strata nel contenuto in clorofilla Solo la concentra-zione in fenoli nelle foglie dei rametti recisi chehanno assorbito i fc ottenuti dai due isolati egrave risul-tata circa tre volte superiore rispetto ai rametti delletesi di controllo totali (fig 3)in definitiva appare chiaro che nellrsquointerazione Vdahliae e olivo entrino in gioco fattori chimici divirulenza del patogeno (fitotossine) che contribuisca-no alla patogenesi e alla manifestazione dei sintomied inducano nellrsquoospite condizioni di stress in que-sto stato la pianta ospite manifesteragrave in parte o intoto le alterazioni biochimiche e fisiologiche determi-natesi nei tessuti attraverso i sintomi

Ringraziamenti - gli autori ringraziano i collaboratoriluca Scarola valentino poliseno nicola contursi eaniello Rescigno (dipartimento di Scienze del Suolo dellapianta e degli alimenti universitagrave degli Studi di Barialdo Moro) per il valido supporto tecnico nella realizza-zione delle prove lavoro realizzato con il contributo dellafondazione cassa di Risparmio di puglia Bando 2010 ndashprogetto Meccanismi di resistenza alla verticilliosi e caratte-rizzazione di varietagrave meridionali di olivo

letteRatuRa citataBeJaRano-alcaacutezaR J peacuteRez-aRteacuteS e JiMeacutenez-dIacuteaz

RM 2001 ndash Spread of the defoliating pathotype ofverticillium dahliae to new cotton and olive growingareas in Southern Spain in Proceedings 8th Inter-national Verticillium Symposium coacuterdoba 2001 57

BRuno g SpaRapano l 2006 ndash Effects of three esca-asso-ciated fungi on vitis vinifera L II Characterization ofbiomolecules in xylem sap and leaves of healthy and dis-eased vines physiol Mol plant path 69 195-208

BuBici g ciRulli M 2011 ndash verticillium wilt inScHena l agoSteo ge cacciola So (eds)Olive diseases and disorders 191-222 transwordResearch network Kerala india

cHandleR Sf doddS JH 1983 ndash The effect of phos-phate nitrogen and sucrose on the production of pheno-lics and solasodine in callus cultures of Solanum lacinia-tum plant cell Rep 2 205

ciRulli M colella c drsquoaMico M aMenduni MBuBici g 2008 ndash Comparison of screening methods for

the evaluation of olive resistance to verticillium dahliaeKleb J plant path 90(1) 7-14

colella c Miacola c aMenduni M drsquoaMico MBuBici g ciRulli M 2008 ndash Sources of Verticilliumwilt resistance in wild olive germplasm from theMediterranean region plant path 57 533-539

de gaRa l de pinto Mc toMMaSi f 2003 ndash Theantioxidant systems vis-agrave-vis reactive oxygen species dur-ing plantndashpathogen interaction plant physiolBiochem 41 863-870

licHtentHaleR HK 1987 ndash Chlorophylls andearotenoids pigments of photosynthetic bio-membranesMethods enzymol 148 351-383

MeRcado-Blanco J collado-RoMeRo M paRRilla-aRauJo S RodRIacuteguez-JuRado d JiMeacutenez-dIacuteazRM 2003 ndash Quantitative monitoring of colonizationof olive genotypes by verticillium dahliae pathotypes withreal-time polymerase chain reaction physiol Mol plantpath 63 91-105

MeRcado-Blanco J RodRIacuteguez-JuRado d peacuteRez-aRteacuteS e JiMenez-dIacuteaz RM 2001 ndash Detection of thenondefoliating pathotype of verticillium dahliae ininfected olive plants by nested PCR plant path 50609-619

paRadiSo a BeRaRdino R de pinto Mc Sanitagrave ditoppi l StoRelli MM toMMaSi f de gaRa l2008 ndash Increase in ascorbatendashglutathione metabolism aslocal and precocious systemic responses induced by cadmi-um in durum wheat plants plant cell physiol 49362-374

pegg gf BRady Bl 2002 ndash Verticillium Wilts caBipublishing Wallingford

toMMaSi f paciolla c de pinto Mc de gaRa l2006 ndash Effects of storage temperature on viability germi-nation and antioxidant metabolism in ginkgo biloba Lseeds plant physiol Biochem 44 359-368

RiaSSunto ndash due ceppi di Verticillium dahliae caratte-rizzati come patotipo defogliante (vd312d) o non defo-gliante (vd315nd) e piante di olivo delle cultivarlsquofrantoiorsquo (resistente) e lsquoleccinorsquo (suscettibile) sono statiutilizzati in prove di inoculazione artificiale focalizzate allostudio fisiologico delle interazioni pianta patogeno ladiversa risposta riscontrata nelle due varietagrave in termini difenoli carotenoidi clorofilla perossido di idrogeno ascor-bato perossidasi generiche e ascorbato perossidasi indicauno stato di stress fitotossine prodotte in vitro dai duepatotipi sembrano essere coinvolte nelle alterazioni biochi-miche e fisiologiche alla base delle tipiche sintomatologiedella verticilliosi su olivo (avvizzimento generale dellachioma e defogliazione)

432 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

autoRi

Giovanni Luigi Bruno (giovanniluigibrunounibait) Samer Sermani Antonio Domenico Marsico Mario AmenduniDipartimento di Scienze del Suolo della Pianta e degli Alimenti (DiSSPA) Sezione di Patologia vegetale Universitagrave di BarildquoAldo Morordquo Via G Amendola 165A 70126 BariCristina Fasciano Maria Paola Ippolito Franca Tommasi (francatommasiunibait) Dipartimento di Biologia Universitagrave diBari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70125 BariCecilia Colella Dipartimento di Chimica Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70125 Bari

Page 2: Società Botanica italiana onluS 45 (2) 2013/391... · 2018-05-08 · prodotto preso in esame e sia dal metodo utilizzato (peRez-JiMénez et al., 2008; MülleR et al., 2010). un’attenzione

lrsquoalimentazione egrave uno dei fattori esogeni che incido-no maggiormente su accrescimento sviluppo fisico ementale rendimento e produttivitagrave degli individuiStudi epidemiologici hanno dimostrato che diete ric-che di alimenti di origine vegetale quali frutta ver-dura legumi e cereali non raffinati sono di fonda-mentale importanza nella prevenzione di numerosepatologie come malattie cardiovascolari metaboli-che neuro-degenerative cronico-degenerative einfiammatorie (McKloWn 1999 Ronco et al1999 agaRWal Rao 2000 SlatteRy et al 2000)il mondo vegetale infatti oltre a carboidrati protei-ne lipidi e micronutrienti essenziali fornisce anchenumerosi composti fitochimici o ldquophytochemicalsrdquo Sitratta di molecole appartenenti a svariate classi chi-miche che non sono sintetizzate dallrsquouomo ma chese introdotte quotidianamente con lrsquoalimentazionein dosi sufficienti esercitano potenti attivitagrave biologi-che (caRRatugrave Sanzini 2005) tra cui quella antios-sidante (giaMMaRioli et al 1998 SlatteRy et al2000 aRuoMa et al 2001) gli antiossidanti sonoindispensabili per proteggere le molecole e i sistemibiologici dallrsquoazione deleteria dei radicali liberi esoprattutto delle RoS (Reactive Oxygen Species)lrsquoorganismo umano egrave capace di contrastare lrsquoattivitagravedi tali molecole grazie a sistemi di difesa endogeni oantiossidanti ldquoenzimaticirdquo come la superossido dis-mutasi (Sod) la catalasi (cat) e la glutatione

perossidasi (gpX) (MateacuteS et al 1999) Quandoperograve il livello delle RoS supera le capacitagrave antiossi-danti della cellula egrave necessario un apporto esterno diantiossidanti definiti esogeni o ldquonon enzimaticirdquoderivati soprattutto da alimenti di origine vegetalegli antiossidanti ldquonon enzimaticirdquo comprendonofenoli flavonoidi carotenoidi vitamine (c ed e) e ilglutatione ridotto (gSH) una corretta alimentazio-ne egrave quindi di fondamentale importanza in quantogarantisce un efficace sistema di difesa antiossidante(pReneSti et al 2007 JiMeneacutez et al 2008) la dietamediterranea egrave caratterizzata da unrsquoabbondanteassunzione di alimenti di origine vegetale Studirecenti hanno tuttavia evidenziato sostanziali diffe-renze nella composizione della dieta nei diversi paesidel Mediterraneo (tRicHopoulou et al 2000tRicHopoulou 2001) Egrave comune infatti per alcu-ne popolazioni del Mediterraneo come ad esempioper quelle dellrsquoitalia meridionale e della grecia arric-chire la propria dieta quotidiana con piante sponta-nee raccolte in determinati periodi dellrsquoanno(tRicHopoulou et al 2000) tra queste pianteoccupano un ruolo importante la cicoria e il papave-ro (fig 1)la cicoria comune (Cichorium intybus l) egrave una pian-ta erbacea appartenente alla famiglia delle AsteraceaeEgrave diffusa in tutto il mondo in particolare nelle zonetemperate dellrsquoeuroasia e dellrsquoamerica del nord in

393infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

antiossidanti in varietagrave di cicoria e in ldquopaparinerdquo del Salento

a MontefuSco g SeMitaio g piRo MS lenucci

aBStRact - Antioxidants in varieties of chicory and ldquopaparinerdquo of Salento - in this work we evaluated the hydrophilic andlipophilic antioxidant activities as well as the total phenol flavonoid tocochromanol (tocopherol and tocotrienol) andcarotenoid contents in the edible portion of wild and cultivated varieties of chicory and in the basal rosette leaves of thewild species of Papaver rhoeas known by natives as ldquopaparinardquo collected in the countryside of Salento (South apuliaitaly) Were analyzed (1) two cultivars of chicory the ldquocatalognardquo harvested in the area between S pietro vernotico andtuturano (BR) and the ldquootrantinardquo harvested in otranto (le) (2) two wild chicory ecotypes harvested in S pietrovernotico (BR) and Statte (ta) respectively (3) the ldquopaparinardquo leaves harvested in Sternatia (le) our results showed thatthe hydrophilic antioxidant activity is generally higher than the lipophilic the ldquopaparinardquo leaves exhibited both the high-est antioxidant activities and the highest concentration of total phenols and flavonoids among the extracted carotenoidslutein and β-carotene were the most abundant in all analyzed samples total carotenoid content was greater in wild thanin cultivated plants

Key words antioxidant activity carotenoids chicory ldquopaparinerdquo tocochromanols total phenols

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

italia egrave presente in tutte le regioni isole compresefino alla media montagna Egrave una specie estremamen-te polimorfa e non egrave stata ancora studiata a fondo lacicoria egrave una pianta usata in medicina fin dallrsquoanti-chitagrave era infatti conosciuta ed apprezzata per le suevirtugrave terapeutiche anche da greci e Romani Moltiusi tradizionali hanno recentemente trovato confer-ma scientifica diversi studi effettuati sulla cicoriahanno portato infatti allrsquoisolamento e allrsquoidentifica-zione di una grande varietagrave di composti fitochimicitra cui antociani (noRBaecK et al 2002) lattonisesquiterpenici (SHaH et al 2012) fruttani(tiMMeRManS et al 2001) flavonoidi (innocentiet al 2005) e cumarine (deMrsquoyanenKo dRaniK1971) nellrsquoalimentazione umana vengono utilizzate

sia la porzione aerea che le radici ma lrsquoutilizzo piugravefrequente egrave quello delle foglie e dei grossi germogli(turioni) tipici di alcune specie coltivate organi chevengono consumati sia freschi che cotti il papavero selvatico (Papaver rhoeas l) o rosolaccioegrave una pianta erbacea annuale appartenente alla fami-glia delle Papaveraceae originario delle regionimedio-orientali egrave comparso in europa con lrsquointro-duzione delle colture dei cereali Si osserva infattifrequentemente come infestante sia dei cereali siadelle colture in genere negli incolti secchi e negliambienti ruderali (tutin et al 1964) nellrsquoambitoalimentare i semi del papavero sono impiegati peraromatizzare dolci biscotti e pane mentre le foglieed in particolare le giovani rosette basali si usano per

394 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

fig 1fotografie di alcuni degli esemplari analizzati cicoria catalogna (a) cicoria otrantina (B) cicoria spontanea di San pietrovernotico (c) cicoria spontanea di Statte (d) e ldquopaparinardquo (e) siti di raccolta nella penisola salentina (f)photos of the analyzed plants catalogna chicory (a) otrantina chicory (B) wild chicory from San pietro vernotico (c)wild chicory from Satte (d) and ldquopaparinardquo (e) sampling sites in the Salento peninsula (f)

lo piugrave cotte e vengono ampiamente utilizzate nellacucina tradizionale di molte regioni italiane (nelSalento sono note con il termine ldquopaparinerdquo)

MateRiali e Metodi

Sono state analizzate le porzioni eduli di (1) duevarietagrave coltivate di cicoria la catalogna (fig 1af)raccolta nella zona tra S pietro vernotico e tuturano(BR) e la otrantina (fig 1Bf) raccolta invece nellazona di otranto (le) (2) due ecotipi spontanei dicicoria uno (fig 1cf) raccolto nella zona di Spietro vernotico (BR) e un altro (fig 1df) nellazona di Statte (ta) (3) la specie selvatica di Papaverrhoeas nota nel Salento come ldquopaparinardquo (fig 1ef)raccolta nella zona di Sternatia (le)il materiale vegetale appena raccolto egrave stato ripulitoda eventuali residui di terra ed immediatamenteomogenato con un blender da laboratorio (Waringlaboratory Science torrington ct uSa) previocongelamento in azoto liquido aliquote di omoge-nato sono state utilizzate per il dosaggio dellrsquoattivitagraveantiossidante idrosolubile e liposolubile e di fenolitotali flavonoidi tococromanoli (tocoferoli e toco-trienoli) e carotenoidile attivitagrave antiossidanti idrofilica e lipofilica sonostate valutate mediante il metodo teac (TroloxEquivalent Antioxidant Capacity) come descritto daRe et al (1999) dalla somma delle attivitagrave antiossi-danti idrofilica e lipofilica egrave stata calcolata lrsquoattivitagraveantiossidante totalelrsquoestrazione di fenoli e flavonoidi egrave stata effettuataseguendo il metodo di cantin et al (2009) legger-mente modificato per adattarlo al materiale di par-tenza la determinazione dei composti fenoliciestratti egrave stata effettuata utilizzando il metodo ripor-tato da Xu et al (2008) per i flavonoidi si egrave utilizza-to il metodo di zHiSHen et al (1999)lrsquoestrazione dei tococromanoli (tocoferoli e tocotrie-noli) e dei carotenoidi egrave stata effettuata seguendo ilmetodo di fRaSeR et al (2000) gli estratti sono statianalizzati mediante Hplc a temperatura ambienteusando una colonna Waters yMctM carotenoid 3microm (46x250 mm) ed una fase mobile costituita dametanolo (a) ammonio acetato 02 inacquametanolo (2080 vv) (B) e tert- metil-butiletere (c) il flusso dellrsquoeluente egrave stato mantenutocostante a 1 mlmin il gradiente di eluizione usato egravestato il seguente a=95 e B=5 in maniera isocra-tica per 12 minuti (0-12 min) a=80 B=5 ec=15 a 12 minuti un gradiente lineare fino aa=30 B=5 e c=65 per 33 minuti (12-45min) un gradiente lineare fino alle concentrazioniiniziali (a=95 e B=5) per 10 minuti (45-55min) una fase di condizionamento di 10 minuti (55-65 min) alle stesse concentrazioni (a=95 e B=5)gli analiti sono stati rivelati spettrofotometricamen-te a λ=290 nm per i tocoferoli e i tocotrienoli e aλ=450 nm per i carotenoidi i campioni prima diessere sottoposti ad analisi Hplc sono stati filtratiattraverso filtri di 02 microm (gelman Supor acrodiscpall corporation port Washington ny uSa)

tutti i dati ottenuti sono stati riferiti sia al peso fre-sco (fw) sia al peso secco (dw) dei vari campioni erappresentano la media di tre determinazioni indi-pendenti plusmn deviazione standard (dS) avendo unandamento simile a quelli su base fresca i dati riferi-ti al peso secco non sono stati riportati in questolavoro

RiSultati e diScuSSione

i risultati relativi allrsquoattivitagrave antiossidante idrosolubileliposolubile e totale delle diverse piante prese in consi-derazione in questo studio sono riportate in fig 2dai dati egrave emerso che i valori relativi allrsquoattivitagraveantiossidante dei composti idrosolubili (fig 2a)sono sempre piugrave elevati rispetto a quelli relativi allrsquoat-tivitagrave antiossidante dei composti liposolubili (fig2B) nelle ldquopaparinerdquo salentine egrave stata riscontrata lapiugrave elevata attivitagrave antiossidante totale (1326plusmn23micromoli te100g fw) (fig 2c)

395Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 2attivitagrave antiossidante idrosolubile (a) liposolubile (B) etotale (c) valutate mediante il metodo teac nelle cico-rie e nelle ldquopaparinerdquo del Salento i valori sono espressi inmicromoli di trolox equivalenti (te)100 g fwHydrophilic (a) lipophilic (B) and total (c) antioxidantactivity evaluated by the teac assay in chicory andldquopaparinerdquo plants collected in Salento values areexpressed as micromol trolox equivalent (te)100 g fw

per quanto riguarda le diverse tipologie di cicoriaanalizzate la maggiore attivitagrave egrave stata riscontratanella cultivar catalogna (1056plusmn18 micromoli te100gfw) mentre la piugrave bassa nellrsquoecotipo spontaneo rac-colto nella zona di San pietro vernotico (BR)(352plusmn13 micromoli te100g fw) le differenze osser-vate sui diversi campioni possono essere legate vero-similmente al fatto che lrsquoattivitagrave antiossidante egraveinfluenzata sia da fattori varietali sia da fattoriambientali questi ultimi correlati alle condizioni col-turali e pedo-climatiche (lattanzio RuggieRo2003 caRRatugrave Sanzini 2005) anche la scelta del metodo di valutazione dellrsquoattivi-tagrave antiossidante ha la sua importanza in letteraturasono riportati diversi metodi che permettono dimisurare la capacitagrave antiossidante di frutta e verdurai risultati che si ottengono dipendono sia dal tipo diprodotto preso in esame e sia dal metodo utilizzato(peRez-JiMeacutenez et al 2008 MuumllleR et al 2010)unrsquoattenzione particolare va rivolta allrsquoapprezzabileattivitagrave antiossidante rilevata nellrsquoecotipo spontaneodi Statte che egrave stato raccolto in una zona ad altoinquinamento ambientale (ilva di taranto) in let-teratura egrave riportato che concentrazioni tossiche dimetalli pesanti come il cadmio e lo zinco sono capa-ci di alterare differenti processi metabolici e di gene-rare uno stress ossidativo lo stress ossidativo egrave a suavolta in grado di influenzare lrsquoattivitagrave di alcuni enzi-mi ad azione antiossidante quali catalasi perossidasie superossido dismutasi la cui induzione egrave conside-rata unrsquoimportante strategia di autodifesa rispetto auna condizione di stress (cHaoui et al 1997 cHenet al 2003) dalla valutazione quantitativa dei composti fenolici(fig 3a) risulta che per quanto riguarda le cicoriela maggiore quantitagrave di composti fenolici egrave stata tro-vata nella cultivar catalogna (1017plusmn29 mggae100g fw) Egrave riportato tra lrsquoaltro che la fra-zione fenolica di questa varietagrave ha unrsquoestrema stabili-tagrave chimica anche dopo la cottura (innocenti et al2005) tra i campioni analizzati la quantitagrave di feno-li estratti dalle ldquopaparinerdquo salentine egrave risultata esserein assoluto la piugrave elevata (1348plusmn06 mggae100g fw) Questi valori sono superiori del246 a quelli riscontrati nella catalognala quantitagrave di flavonoidi (fig 3B) piugrave elevata egrave statariscontrata nella cultivar catalogna (662plusmn42 mgce100g fw) mentre la quantitagrave piugrave bassa nellrsquoe-cotipo spontaneo raccolto nella zona di Statte

(111plusmn03 mg ce100g fw) la quantitagrave di flavo-noidi nelle ldquopaparinerdquo (1190plusmn14 mg ce100gfw) egrave la piugrave elevata tra quelle riscontrate nei campio-ni analizzativista lrsquoimportanza dei tococromanoli (tocoferoli etocotrienoli) e dei carotenoidi nella dieta umana inquesto lavoro egrave stato effettuato anche un dosaggiodel loro contenuto sui diversi campioni presi inesame negli estratti analizzati sono state riscontratequantitagrave non significative di tocoferoli e tocotrieno-li al contrario in tutti i campioni erano presentiquantitagrave apprezzabili di carotenoidi (tab 1) la b-criptoxantina egrave presente in basse quantitagrave in tutti icampioni presi in esame mentre piugrave alto egrave il conte-

396 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

fig 3fenoli totali (a) e flavonoidi (B) nelle cicorie e nelleldquopaparinerdquo del Salento i valori dei fenoli totali sonoespressi in mg di acido gallico equivalenti (gae)100gfw quelli dei flavonoidi in mg di catechina equivalenti(ce)100g fwtotal phenols (a) and flavonoids (B) in chicory andldquopaparinerdquo plants collected in Salento total phenol valuesare expressed as mg gallic acid equivalent (gae)100gfw flavonoid values as mg catechin equivalent(ce)100g fw

taBella 1Quantitagrave di carotenoidi nelle cicorie e nelle ldquopaparinerdquo del Salento I valori sono espressi in microgg fwCarotenoid amounts in chicory and ldquopaparinerdquo plants collected in Salento Values are expressed as microgg fw

varietagrave di cicoria paparinecarotenoidi catalogna otrantina Spontanea Spv Spontanea Statte

luteina 1843plusmn245 802plusmn094 886plusmn093 1470plusmn325 3014plusmn449 b -criptoxantina 029plusmn002 014plusmn003 013plusmn003 028plusmn001 041plusmn005 b-carotene 890plusmn054 331plusmn061 460plusmn067 673plusmn139 1406plusmn229 Totale 2762plusmn301 1147plusmn158 1359plusmn163 2171plusmn465 4461plusmn683

nuto di luteina e di b-carotene i dati ottenuti sonoin accordo con quanto riportato in letteratura ovve-ro che luteina e b-carotene sono i due carotenoidipredominanti nei vegetali a foglia verde (calvo2005 laKSHMinaRayana et al 2005 ŽnidaRčič etal 2011) nelle cicorie i valori piugrave alti di luteinasono stati riscontrati nei due ecotipi spontaneianche la specie selvatica di papavero mostra un altocontenuto di luteina per quanto riguarda il contenuto di b-carotene ivalori oscillano tra 1406plusmn229 microgg fw (ecotipo sel-vatico raccolto nella zona di Statte) e 331plusmn061 microggfw (cultivar catalogna) i livelli di carotenoidi deivegetali a foglia verde dipendono dalla specie dallavarietagrave dalle pratiche di coltivazione dallo stadio dimaturazione ma anche dallrsquoirradiazione solare dallatemperatura e dalle caratteristiche del suolo (vanden BeRg et al 2000 ŽnidaRčič et al 2011) irisultati riportati in questo lavoro evidenziano che lepiante spontanee analizzate (cicoria di Statte cicoriadi San pietro vernotico e ldquopaparinerdquo) sono quelle chehanno mostrato un piugrave alto contenuto di carotenoi-di totali rispetto a quelle coltivate ed in particolare lacicoria spontanea di Statte (4461plusmn683 microgg fw) inun recente lavoro (Sanitagrave di toppi et al 2012) egravestato riportato che lrsquoaccumulo di cadmio a livello cel-lulare sembra indurre alterazioni nei cromoplasti incui si sintetizzano e si accumulano i carotenoidi

concluSioni

in questo lavoro si egrave evidenziato che- i valori relativi allrsquoattivitagrave antiossidante dei com-

posti idrosolubili estratti dai campioni analizzatirisultano sempre piugrave elevati rispetto a quelli rela-tivi allrsquoattivitagrave antiossidante dei composti liposo-lubili

- le ldquopaparinerdquo salentine mostrano la piugrave elevataattivitagrave antiossidante e il piugrave elevato contenuto infenoli totali e flavonoidi

- tra le cicorie analizzate la cultivar catalogna pre-senta la piugrave alta attivitagrave antiossidante e il piugrave altocontenuto di fenoli totali e di flavonoidi

- tra i carotenoidi estratti la luteina e il b-carotenesono presenti in quantitagrave piugrave elevata in tutti icampioni analizzati

- il contenuto di carotenoidi risulta maggiore nellespecie spontanee rispetto a quelle coltivate

- la varietagrave e i fattori ambientali contribuiscono ainfluenzare sia la capacitagrave antiossidante sia il con-tenuto di alcune molecole bioattive

letteRatuRa citataagaRWal S Rao av 2000 ndash Tomato lycopene and its role

in human health and chronic diseases can Med assocJ 163(6) 739-744

aRuoMa oi pfannHauSeR W fenWicK gRKHoKHaR S 2001 ndash In vitro and in vivo methods forthe assessment of antioxidant activity in biologically-active phytochemicals in food Royal Soc chemSpecial publ n 269 cambridge (uK)

calvo MM 2005 ndash Lutein A valuable ingredient of fruitand vegetables cRit Rev food Sci nutr 54 671-696

cantin cM MoReno Ma gogoRcena y 2009 ndashEvaluation of the antioxidant capacity phenolic com-pounds and vitamin C content of different peach andnectarine (prunus persica (L) Batsch) breeding proge-nies J agric food chem 57 4586-4592

caRRatugrave B Sanzini e 2005 ndash Sostanze biologicamenteattive presenti negli alimenti di origine vegetale ann istSuper Sanitagrave 41(1) 7-16

cHaoui a MazHoudi S gHoRBal MH el feRJanie 1997 ndash Cadmium and zinc induction of lipid pero-xidation and effects on antioxidant enzyme activities inbean (phaseolus vulgaris L) plant Sci 127 139-147

cHen yX He yf luo yM yu yl lin Q WongMH 2003 ndash Physiological mechanism of plant rootsexposed to cadmium chemosphere 50 789-793

deMrsquoyanenKo vg dRaniK li 1971 ndash Coumarins ofracemes of cichorium intybus chem nat compd7(1) 104

fRaSeR pd pinto MeS HolloWay de BRaMleypM 2000 ndash Application of high-performance liquidchromatografy with photodiode array detection to themetabolic profiling of plant isoprenoids plant J 24(4)551-558

giaMMaRioli S fileSi c Sanzini e 1998 ndash Dannoossidativo e antiossidanti della dieta Riv Sci alim 163-76

innocenti M galloRi S giaccHeRini c ieRi fvincieRi ff Mulinacci n 2005 ndash Evaluation of thephenolic content in the aerial parts of different varieties ofcichorium intybus L J agric food chem 53(16)6497-6502

JiMeneacutez aM MaRtIacutenez-toMEgrave M egea i RoMoJaRof MuRcia Ma 2008 ndash Effect of industrial processingand storage on antioxidant activity of apricot (prunusarmeniaca v bulida) eur food Res technol 277125-134

laKSHMinaRayana R RaJu M KRiSHnaKantHa tpBaSKaRan v 2005 ndash Determination of majorcarotenoids in a few Indian leafy vegetables by High-Performance Liquid Chromatography J agric foodchem 53(8) 2838-2842

lattanzio v RuggieRo p 2003 ndash I composti fenolici diinteresse biologico in ldquoBiochimica agrariardquo 631-692patron editore Bologna

McKloWn n 1999 ndash Antioxidants and breast cancernutr Rev 57(10) 321-324

MateacuteS JM peacuteRez-gOacuteMez c nuacutentildeez de caStRo i1999 ndash Antioxidant enzymes and human disease clinBiochem 32(8) 595-603

MuumllleR l gnoyKe S popKen aM BoumlHM v 2010ndash Antioxidant capacity and related parameters of dif-ferent fruit formulation lWt food Scien thecn43 992-999

noRBaecK R nielSen K Kondo t 2002 ndashAnthocyanins from flowers of cichorium intybusphytochemistry 60(4) 357-359

peacuteRez-JiMeacutenez J aRRanz S taBeRneRo M dIacuteaz-RuBio Me SeRRano J gontildei i SauRa-caliXto f2008 ndash Updated methodology to determine antioxidantcapacity in plant foods oils and beverages Extractionmeasurement and expression of results food Res int41 274-285

pReneSti e BeRto S daniele pg toSo S 2007 ndashAntioxidant power quantification of decoction and coldinfusions of Hibiscus sabdariffa flowers food chem100(2) 433-438

Re R pellegRini n pRoteggente a pannala ayang M Rice-evanS c 1999 ndash Antioxidant activity

397Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

applying an improved ABTS radical cation decoloriza-tion assay free Radical Biol Med 26 1231-1237

Ronco a de Stefani e Boffetta p deneo-pellegRini H MendilaHaRSu M leBoRgne f1999 ndash Vegetables fruits and related nutrients and riskof breast cancer a case-control study in Uruguay nutrcancer 35(2) 111-119

Sanitagrave di toppi l vuRRo e de BenedictiS MfalaSca g zanella l MuSetti R lenucci MSdaleSSandRo g altaMuRa MM 2012 ndash A bifasicresponse to cadmium stress in carrot early acclimatorymechanisms give way to root collapse further to prolongedmetal exposure plant physiol Bioch 58 269-279

SHaH S MaHMood a Saied S MaliK a 2012 ndashAnalysis and phytotoxicity of oily fraction of aerial parts ofcichorium intybus J chem Soc pakistan 66 729

SlatteRy Ml BenSon J cuRtin K Ma K-nSHaeffeR d potteR Jd 2000 ndash Carotenoids andcolon cancer am J clin nutr 71(2) 575-582

tiMMeRManS JW SlagHeK tM ilzuKa M van denende W de RooveR J van laeRe a 2001 ndashIsolation and structural analysis of new fructans producedby chicory J carbohyd chem 20(5) 375-395

tRicHopoulou a 2001 ndash Mediterranean diet the pastand the present nutr Metab cardiovas 11(4) 1-4

tRicHopoulou a vaSilopoulou e HollMan pHollMan p cHaMalideS cH foufa e KaloudiStR KRoMHout d MiSKaKi pH petRocHilou ipouliMa e StafilaKiS K tHeopHilou d 2000 ndashNutritional composition and flavonoid content of ediblewild greens and green pies a potential source of antioxi-dant nutrients in the Mediterranean diet food chem70(3) 319-323

tutin tg HeyWood vH BuRgeS na MooReda valentine dH WalteRS SM WeBB da1964 ndash Flora Europaea 1 297-299 cambridgeuniversity press

van den BeRg H faulKS R feRnando gRanado HHiRScHBeRg J olMedilla B SandMann gSoutHon S StaHl W 2000 ndash The potential for theimprovement of carotenoid levels in foods and the likelysystemic effects J Sci food agr 80(7) 880-912

Xu g liu d cHen J ye X Ma y SHi J 2008 ndash Juicecomponents and antioxidant capacity of citrus varietiescultivated in China food chem 106 545-551

zHiSHen J MengcHeng t JianMing W 1999 ndash Thedetermination of flavonoid contents in mulberry andtheir scavenging effects on superoxide radicals foodchem 64 555-559

ŽnidaRčič d Ban d ŠiRcelJ H 2011 ndash Carotenoidand chlorophyll composition of commonly consumed leafyvegetables in Mediterranean countries food chem129 1164-1168

RiaSSunto - in questo lavoro egrave stata valutata lrsquoattivitagraveantiossidante e il contenuto di fenoli flavonoidi tococro-manoli (tocoferoli e tocotrienoli) e carotenoidi in alcunevarietagrave di cicoria e nelle ldquopaparinerdquo salentine Sono stateanalizzate (1) due varietagrave coltivate di cicoria la catalognaraccolta nella zona tra S pietro vernotico e tuturano (BR)e la otrantina raccolta nella zona di otranto (le) (2) dueecotipi spontanei di cicoria uno raccolto nella zona di Spietro vernotico (BR) e un altro nella zona di Statte (ta)(3) la specie selvatica di Papaver rhoeas nota anche nelSalento come ldquopaparinardquo raccolta nella zona di Sternatia(le) Egrave stato dimostrato che lrsquoattivitagrave antiossidante idro-solubile egrave piugrave elevata di quella liposolubile le ldquopaparinerdquosalentine presentano la piugrave elevata attivitagrave antiossidante eil piugrave elevato contenuto in fenoli totali e in flavonoidi trai carotenoidi estratti la luteina e il b-carotene sono risul-tati essere quelli maggiormente presenti in tutti i campio-ni analizzati il contenuto di carotenoidi egrave maggiore nellespecie spontanee rispetto a quelle coltivate

398 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

autoRi

Anna Montefusco (annamontefuscounisalentoit) Giuliana Semitaio (giulysemitaioliberoit) Gabriella Piro(gabriellapirounisalentoit) Marcello Salvatore Lenucci (marcellolenucciunisalentoit) DiSTeBA Universitagrave delSalento Via Provinciale Lecce-Monteroni 73100 Lecce

il maggior apporto di fibre nellrsquoalimentazione si rea-lizza con lrsquointroduzione nella dieta di vegetali fre-schi con basso contenuto calorico e alte qualitagravenutraceutiche lrsquoasparago verde (Asparagus officinalisl) egrave uno degli ortaggi piugrave apprezzati non solo dalpunto di vista culinario ma anche per le sue proprie-tagrave dietetiche lrsquoasparago egrave coltivato in oltre 60 paesinel Mondo caratterizzati da clima variabile da tempe-rato freddo a tropicale in europa la sua coltivazioneegrave realizzata su circa 61000 ettari di cui perograve il 75 destinati alla coltivazione dellrsquoasparago bianco e il 25 destinato alla produzione di turioni verdiSecondo le stime della fao lrsquoitalia occupa il terzoposto nella classifica dei produttori europei di aspa-ragi dopo la germania e la Spagna con 41100 ton-nellate di asparagi coltivati su circa 6400 ettari dis-tribuiti principalmente tra le regioni della campaniaveneto ed emilia Romagna (dati fao 2011) inrisposta anche alle esigenze dei consumatori cherichiedono un prodotto il piugrave possibile genuino gliasparagi sono sottoposti a una manipolazione mini-ma dopo la raccolta lavaggio taglio e confeziona-mento in film plastico lrsquoassenza di un qualsiasi trat-tamento chimico o fisico fa sigrave che questi tessuti vege-tali Mpv (minimally processed vegetables) siano anco-ra metabolicamente e fisiologicamente attivi durantela conservazione e la vendita ciograve comporta una rapi-da deperibilitagrave del prodotto e conseguentemente unbreve periodo di commercializzazione (shelf-life)diversi studi sono stati condotti per verificare lrsquoido-neitagrave della metodica di lavorazione e le cause di una

cosigrave breve shelf-life sia per gli asparagi bianchi cheper quelli verdi (SioMoS et al 2000 2001 ScHeeRet al 2003 alBaneSe et al 2007) i cambiamentiche si verificano durante lo stoccaggio post-raccoltariguardano diversi aspetti la perdita di acqua favori-sce la comparsa di striature lungo i giovani fusti siverifica la perdita del colore verde brillante la perdi-ta di zuccheri vitamine sapore e aroma (King et al1987) un altro evento che interessa questi ortaggidurante il periodo di conservazione e ne diminuisceil valore di mercato egrave il progressivo indurimento deiturioni associato al processo di lignificazione(SHaRMa Wolfe 1975) considerando lrsquoanatomiadei giovani fusti di asparago il processo di lignifica-zione interessa sia i fasci cribro-vascolari che la fasciasclerenchimatica che circonda il cilindro centrale ilprocesso drsquoindurimento delle punte egrave una conse-guenza del naturale sviluppo della parete secondariae della sua lignificazione (WaldRon et al 2003)prerogativa di elementi istologici come i vasi e lefibre per tutelare il consumatore durante lrsquoacquistosono state varate dalla ce norme di qualitagrave che clas-sificano i turioni di asparago bianco e verde in baseal colore alla lunghezza e diametro ad esempionelle cosigrave dette lsquopunte di asparagorsquo la lunghezza deiturioni non deve superare i dodici centimetrilrsquoobiettivo di questo lavoro egrave stato pertanto quellodi determinare alcuni parametri nutrizionali nellrsquoapi-ce e nella base del turione di asparagi verdi e control-larne durante la conservazione al buio le eventualivariazioni

399infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

analisi di alcuni parametri nutrizionali in turioni di asparagi verdi(Asparagus officinalis)

p tanzaRella c paciolla l MaStRopaSQua

aBStRact - Analysis of some nutritional parameters in green asparagus spears (asparagus officinalis) - lack of chemicaland physical treatments post-harvest in green asparagus causes physiological and morphological changes after packagingand during storage our aim was to monitor some nutritional parameters in the apical and basal portions of spear of theedible part (corresponding to 15 cm) after 9 days in the dark at 4 degc there is an huge and slight decrease in ascorbatetotal content and soluble sugars respectively total chlorophyll and carotenoid levels decrease but the anthocyanins con-tent not changes Higher lignin level is mostly present in apical than basal portion

Key words Asparagus officinalis storage

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

MATERIALI E METODITurioni di Asparagus officinalis L categoria I di cali-bro 1016 acquistati presso il locale mercato sonostati omogeneamente scelti in base allo spessore lun-ghezza e colore e sono stati utilizzati per le varie ana-lisi Considerando la parte edule dellrsquoasparago corri-spondente ai primi 15 cm circa del giovane germo-glio sono state prelevate due porzioni parte apicale(35 cm) e parte basale (3 cm) Al tempo zero perogni porzione sono stati determinati peso fresco esecco contenuto di amido e zuccheri solubili conte-nuto di acido ascorbico e lignina contenuto in pig-menti quali clorofille carotenoidi e antociani Lottidi turioni sono poi stati conservati al buio a 4 degC eprocessati dopo 3 6 e 9 giorni ripetendo sulla parteapicale e basale le stesse analisi

RISULTATI E DISCUSSIONEGli asparagi freschi cominciano a deteriorarsi dopopoche ore dalla raccolta I cambiamenti fisiologici edella componente nutritiva riducono le qualitagrave orga-nolettiche dei turioni I segmenti di asparago sia laparte apicale che la parte basale hanno un elevatocontenuto di H2O e a paritagrave di peso fresco la porzio-ne basale ha un peso secco di quasi il 50 inferiorea quello della parte apicale (Tab1) Il contenuto diacido ascorbico (AsA) egrave notevolmente piugrave alto nellaparte apicale rispetto a quella basale la stessa cosa siverifica per la lignina e gli antociani Gli zuccherisolubili D-glucosio D-fruttosio e saccarosio sonomaggiormente concentrati nella parte basale delturione in accordo con uno studio di BENKEBLIA etal (2008) dove in asparagi verdi dopo la raccolta egravestato riscontrato un gradiente di distribuzione lungo

il turione dal basso verso lrsquoalto insieme ad unrsquoattivi-tagrave dellrsquoenzima invertasi maggiore verso lrsquoapice eminore alla base Questi dati sono stati correlati adun intenso metabolismo della parte apicale che egraveanche sede di crescita per distensione Al buio dopo9 giorni si osserva una diminuzione del contenutodei tre zuccheri nella parte basale ed un incrementonellrsquoapice in accordo con una mobilizzazione degliesosi verso lrsquoapice in virtugrave di una richiesta metaboli-ca Come mostrato in Tab 2 il contenuto di amidoaumenta significativamente nel segmento basale e inquello apicale Lrsquoaumento di amido anche al buio egravesuffragato da quanto riportato per le foglie di cavolocinese in cui dopo 10 giorni si continua ad osserva-re un incremento nel contenuto di questo polisacca-ride in concomitanza con un costante valore del con-tenuto di glucosio fruttosio e saccarosio (NOICHIN-DA et al 2007) Il contenuto di AsA nei tessuti vege-tali risulta essere correlato oltre che a numerose atti-vitagrave metaboliche alla presenza di luce Quantitagrave equalitagrave della luce possono influenzare la sua sintesi(MASTROPASQUA et al 2012) e negli asparagi verdimantenuti al buio lrsquoAsA subisce un forte decremen-to Uno degli aspetti sensoriali che viene maggior-mente compromesso dalla breve shelf-life degli aspa-ragi egrave la perdita del colore verde brillante dovuto alladiminuzione della clorofilla Dopo 9 giorni al buiomentre carotenoidi e soprattutto clorofilla diminui-scono il contenuto di antociani risulta invariato Unaltro fattore importante nel determinare la qualitagravedegli asparagi poicheacute ne diminuisce il valore di mer-

400 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO 45 (2) 393-432 2013

TABELLA 1Dati nutrizionali al tempo zero di segmenti apicali e basalidi turioni di asparagi verdi (Asparagus officinalis L)Nutritional data of apical and basal segments of greenasparagus spears (Asparagus officinalis L) at time zero

Segmento Segmentoapicale basale

Peso secco 110 plusmn 33 58 plusmn 235(mg

g-1 PF)Amido 013 plusmn 002 064 plusmn 008(mg

g-1 PF)

Zuccheri solubili 281 plusmn 050 1698 plusmn 070(mg

g-1 PF)AsA totale 300 plusmn 2400 16 plusmn 096(microg

g-1 PF)Chl totale 120 plusmn 1202 48 plusmn 205(microg

g-1 PF)Carotenoidi 50 plusmn 350 30 plusmn 100(microg

g-1 PF)Antociani 038 plusmn 005 004 plusmn 008(Abs middot g-1 PF)Lignina 217 plusmn 005 125 plusmn 008(mg

g-1 PS)

TABELLA 2Dati nutrizionali di segmenti apicali e basali di turioni diasparagi verdi (Asparagus officinalis L) dopo 9 giorni diconservazione al buioNutritional data of apical and basal segments of greenasparagus spears (Asparagus officinalis L) after 9 days ofstorage in the dark

Segmento Segmentoapicale dopo basale dopo9 giorni 9 giorni

Peso secco 114 plusmn 915 48 plusmn 123(mg

g-1 di PF)Amido 072 plusmn 004 187 plusmn 015(mg

g-1 di PF)

Zuccheri solubili 744 plusmn 040 967 plusmn 030(mg

g-1 di PF)AsA totale 543 plusmn 600 257 plusmn 060(microg g-1 di PF)Chl totale 389 plusmn 080 1432 plusmn 100(microg g-1 di PF)Carotenoidi 267 plusmn 060 110 plusmn 100(microg g-1 di PF)Antociani 029 plusmn 005 004 plusmn 001(Abs middot g-1di PF)Lignina 378 plusmn 045 108 plusmn 012(mg g-1 di PS)

cato egrave il grado di lignificazionela consistenza (texture) legnosa nei turioni egrave deter-minata da una serie di proprietagrave meccaniche chesono dovute ai componenti della parete cellulare(RodRiguez et al 2006) e i dati ottenuti mettono inevidenza come lrsquoaumento nel contenuto di lignina albuio si verifichi principalmente nella parte apicaledove sono presenti brattee fogliari molto vascolariz-zate in asparagi verdi quindi lrsquoanalisi di alcuniparametri nutrizionali ha messo in evidenza differen-ze significative tra porzione apicale e porzione basalela condizione di stoccaggio al buio pur preservandolrsquoaspetto del prodotto non egrave sufficiente a mantenereinvariate alcune componenti organolettiche impor-tanti dal punto di vista nutrizionale

letteRatuRa citataalBaneSe d RuSSo l cinQuanta l BRaSiello a di

Matteo M 2007 ndash Physical and chemical changes inminimally processed green asparagus during cold-storagefood chemistry 101 274-280

BenKeBlia n yoSHida n ooi y nagaMine tonodeRa S SHioMi n 2008 ndash Variations of carbo-hydrate content and invertase activity in green and whiteasparagus spears Effects of spears length and portionacta Hort (iSHS) 776 459-464

King ga HendeRSon Kg lill Re 1987 ndash Sensoryanalysis of stored asparagus Scientia Horticolture 31(1-2) 11-16

MaStRopaSQua l BoRRaccino g Bianco lpaciolla c 2012 ndash Light qualities and dose influenceascorbate pool size in detached oat leaves plant Science183 57-64

noicHinda S BodHipadMa K MaHaMontRi cnaRongRuK t KetSa S 2007 ndash Light during storageprevents loss of ascorbic acid and increases glucose and

fructose levels in Chinese kale (Brassica oleracea varalboglabra) postharvest Biol technol 44 312-315

RodRIacuteguez R JiMeacutenez a feRnandez-BolantildeoS Jguilleacuten R HeRedia a 2006 ndash Dietary fibre fromvegetable products as source of functional ingredientstrends food Sci technol 17 3-15

ScHeeR cH ScHonHof i BRucKneR B ScHReineRM 2003 ndash Influence of a short-term storage on qualitydetermining product characteristics of white preparedasparagus acta Hort 604 437-441

SHaRMa Sc Wolfe RR 1975 ndash Evaluation of methods formeasuring asparagus texture J food Sci 5 1021-1024

SioMoS aS dogRaS c SfaKiotaKiS e 2000 ndashModified atmosphere packaging of white asparagusspears composition colour and textural quality responseto temperature and light Sci Hortic 84 1-13

mdash 2001 ndash Color development in harvest white asparagusspears in relation to carbon dioxide and oxygen concen-tration postharvest Biol technol 23 209-14

WaldRon KW paRKeR Ml SMitH ac 2003 ndash Plantcell walls and food quality comprehensive Rev foodSci Safety 4(2) 101-119

RiaSSunto - in asparagi verdi lrsquoassenza di trattamentichimici eo fisici post-raccolta fa sigrave che cambiamenti fisio-logici e morfologici si verifichino anche dopo lrsquoimpacchet-tamento e durante la loro conservazione Scopo dello stu-dio egrave stato quello di monitorare le variazioni di alcunesostanze nutritive e mettere in rilievo le differenze esisten-ti fra la parte apicale e quella basale dei primi 15 cm delturione corrispondenti alla parte commestibile dopo 9giorni di conservazione al buio a 4 degc ciograve che cala brusca-mente egrave il contenuto di acido ascorbico totale mentre ilcontenuto in zuccheri solubili subisce un minor decre-mento il livello di clorofilla totale e dei carotenoidi dimi-nuisce mentre il contenuto di antociani rimane costanteun aumento del contenuto di lignina si riscontra soprat-tutto nella parte apicale del turione

401Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

autoRi

Paola Tanzarella Costantino Paciolla Linda Mastropasqua Dipartimento di Biologia Universitagrave di Bari Aldo Moro Via EOrabona 4 70125 Bari

in questo lavoro vengono presentati i risultati otte-nuti dallo studio fitochimico di due specie della tra-dizione mediterranea Brassica oleracea var italica(mugnolo) e Capparis spinosa subsp rupestris (cappe-ro) mai studiate prima dal punto di vista del profilometabolico al fine di individuare molecole bioattivecaratterizzanti le specie il cappero ed il mugnolo appartengono alla famigliadelle Capparaceae e delle Brassicaceae rispettivamenteovvero alle due piugrave grandi famiglie dellrsquoordine delleBrassicales (o Capparales) con circa 45 generi ed 800specie le Capparaceae e 338 generi e 3700 specie leBrassicaceae Specie appartenenti a queste famigliericoprono un ruolo importante nella dietaMediterranea infatti spesso vengono consumatecotte o come insalata (cavolo cavolfiore ravanellorucola) o come condimento (mostarde e capperi)(fenWicK et al 1992)le Brassicaceae e le Capparaceae diverse da un puntodi vista morfologico sono invece simili da un puntodi vista fitochimico alcune specie appartenenti aqueste famiglie infatti sintetizzano glucosinolati(glS) che rappresentano i metaboliti secondari piugrave

studiati delle Brassicales e sono i responsabili delcaratteristico odore e sapore pungente i glS sono composti solforati di natura aminoacidi-ca Sono noti piugrave di 120 glS e tutti possiedono unastruttura chimica comune in cui si riconosce un resi-duo glucosidico legato mediante ad un atomo dizolfo ad un estere idrossimmino solfato la catenalaterale (R) di natura aminoacidica permette di clas-sificare i glS in aromatici alifatici ed indolici(faHey et al 2001) (fig 1)

402 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

Studio fitochimico di specie della tradizione mediterranea

Mp aRgentieRi p avato

aBStRact - Phytochemical study of Mediterranean traditional species - plants of Capparales (or Brassicales) are widespreadin the Mediterranean region where they are widely consumed cooked or as salad vegetables (cabbage Brussels sprouts cau-liflower broccoli) or as condiments (horseradish mustard capers) these plants are a good source of bioactive compoundssuch as glucosinolates vitamins flavonoids minerals glucosinolates are responsible for pungent and bitter taste ofBrassicaceae and are the most extensively studied bioactive compounds for their potential as anticarcinogens due to theirhydrolysis products the isothiocyanates this study describes the chemical profile of a poorly studied variety of Brassicaoleracea traditionally cultivated in Southern italy and locally called ldquomugnolordquo and of Capparis spinosa subsp rupestris itwas found that ldquomugnolordquo inflorescences are characterized by aliphatic aromatic and indole glucosinolates among themthe indole glucosinolates (768 μmolg) are predominant while aliphatic and aromatic glucosinolates are found in lowquantities 263 μmolg and 083 μmolg respectively chemical composition of seeds and aerial parts of C spinosa subsprupestris was also determined it was found that the principal glucosinolate of the seeds is the glucocapparin moreover theseeds oil is rich in unsaturated and rare lipids such as cis-vaccenic acid the aerial parts are characterized by rutin as pre-dominant flavonoid

Key words caper glucosinolates mugnolo metabolic profile

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 1Struttura dei glSglS chemical structure

Questi metaboliti sono presenti in tutti gli organidella pianta e coesistono con un enzima endogeno lamirosinasi responsabile della loro idrolisi in seguitoa danneggiamento tissutale lrsquoenzima compartimen-talizzato nel citoplasma entra in contatto con i glScontenuti nel vacuolo con conseguente produzionedi numerosi prodotti di idrolisi (quali per esempionitrili tiocianati ed isotiocianati) la cui formazionedipende da diversi fattori (pH presenza di cofattoriproteine o ioni) tra i prodotti di idrolisi gli isotio-cianati sono quelli che hanno attratto maggiormentelrsquoattenzione del mondo scientifico in quanto presen-tano numerose proprietagrave biologiche (antitumoralenematocida antibatterica) (caRtea et al 2008JeffeRy et al 2009) data lrsquoimportanza dei glS eodei loro prodotti di idrolisi sono tante le specie diBrassicaceae e Capparaceae studiate ma non risultanolavori relativi al profilo metabolico del mugnolo edella Capparis spinosa subsp rupestris due specie dellatradizione mediterranea ed oggetto del nostro studio in particolare il mugnolo egrave una varietagrave di Brassica ole-racea da sempre coltivata nel Salento solo per usodomestico pertanto egrave del tutto sconosciuto nel restodella puglia cosigrave come in tutta italia il Ministerodelle politiche agricole e forestali ha inserito ilmugnolo tra i prodotti agroalimentari della tradizio-ne pugliese la Regione puglia invece allrsquointerno delsuo pSR (piano di Sviluppo Rurale) 2007-2013 hainserito il mugnolo nellrsquoallegato 8 della Misura 214-azione 3 ldquotutela della Biodiversitagraverdquo come specie arischio di estinzione genetica

MateRiali e Metodi

Materiale vegetaleil mugnolo utilizzato per le analisi egrave stato fornitodallrsquoorto Botanico del dipartimento di Scienze etecnologie Biologiche ed ambientali universitagrave delSalento un campione (noBo1) egrave conservato pressoil laboratorio di fitochimica del dipartimento difarmacia-Scienze del farmaco universitagrave di Barildquoaldo Morordquo le piante di C spinosa subsp rupestrissono state ottenute dal Museo orto Botanicodellrsquouniversitagrave degli Studi di Bari ldquoaldo Morordquo

Estrazione e purificazione dei GLSlrsquoestrazione dei glS dalle infiorescenze del mugnoloe dai semi e parti aeree del cappero egrave stata condottasecondo la procedura riportata dal protocollo iSo(iSo Method 9167-1 1992) in particolare il mate-riale vegetale egrave stato estratto per 4 minuti con unvolume di MeoHaq al 70 pari a tre volte il pesodel campione lrsquoestratto ottenuto egrave stato poi purifi-cato mediante colonnine cromatografiche (08 x 4cm) impaccate con una resina a scambio anionico(deae-Sephadex a-25) e trattato per circa 12 h conlrsquoenzima solfatasi trascorso questo periodo di incu-bazione i glS sono stati fatti eluire nella loro formadesolfatata (dglS)

Estrazione dellrsquoolioi semi di cappero sono stati estratti in Soxhlet per 3ore (circa 20 cicli) con etere di petrolio lrsquoolio egrave stato

poi sottoposto a reazione di tert-butilazione e succes-sivamente analizzato in gas cromatografia (aRgen-tieRi et al 2012)

Analisi dei GLSi glS sono stati caratterizzati mediante analisi cro-matografiche Hplc utilizzando uno strumentoWateRS Hplc System munito di un photodiodearray detector (Waters 2998) i risultati sono statiprocessati mediante il software enpower2 la colon-na utilizzata egrave la Supelcosil lc-aBz (c18 250 x 4mm 5 μm) la fase mobile egrave costituita da acqua emetanolo al flusso di 1 mlmin in gradiente si egrave pas-sati dal 15 al 100 di metanolo in 57 min

RiSultati e diScuSSione

i risultati Hplc (fig 2) dimostrano che le infiore-scenze del mugnolo sono caratterizzate da una misce-la complessa di glS costituita da glS alifatici (glu-corafanina glucoiberina e sinigrina) aromatici (glu-cobarberina e gluconasturtina) ed indolici (gluco-brassicina neoglucobrassicina idrossiglucobrassicinae metossiglucobrassicina) in particolare egrave stato osser-vato che i glS predominanti nelle infiorescenzesono gli indolici (768 μmolg) seguiti dagli alifatici(263 μmolg) e dagli aromatici (083 μmolg)

Molta della letteratura relativa al contenuto di glSfa riferimento al materiale fresco (crudo) e questo hauna limitata rilevanza dato che la maggior parte delleBrassicaceae compreso il mugnolo vengono consu-mate cotte Quindi data lrsquoimportanza biologica deiglS e dei loro prodotti di idrolisi in questo lavoro egravestato studiato anche lrsquoeffetto della cottura sul conte-nuto in glS del mugnolo i risultati dimostrano chela cottura riduce il contenuto in glS di circa il 50in accordo con quanto riportato in letteratura per ibroccoli che invece subiscono una riduzione del 18-

403Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 2cromatogramma Hplc delle infiorescenze del mugnolo1 glucoiberina 2 Sinigrina 3 glucorafanina 4 idrossi-glucobrassicina 5 glucoerucina 6 glucobrassicina 7Metossiglucobrassicina 8 neoglucobrassicina 9 gluco-nasturtina 10 glucobarberinaHplc chromatogram of mugnolo inflorescences 1glucoiberin 2 Sinigrin 3 glucoraphanin 4 Hydroxy-glucobrassicin 5 glucoerucin 6 glucobrassicin 7Methoxyglucobrassicin 8 neoglucobrassicin 9 gluco-nasturtin 10 glucobarberin

59 a secondo del metodo di cottura (deKKeR et al2000 valleJio et al 2002) per quanto riguarda ilmugnolo inoltre i glS indolici sono quelli cherisentono maggiormente della cottura subendo unariduzione di circa il 615 in particolare la gluco-brassicina si riduce dellrsquo827 nonostante la cottu-ra nelle infiorescenze gli indolici continuano ad esse-re i glS predominanti (296 μmolg) seguiti daglialifatici (212 μmolg) e dagli aromatici (059μmolg) Se si considera il profilo metabolico delle infiorescen-ze dopo la cottura si puograve osservare che la glucorafa-nina rappresenta il 75 del contenuto totale deiglS alifatici mentre la glucobrassicina rappresenta il66 del totale degli indolici (aRgentieRi et al2011) Questi dati sono di notevole interesse se sipensa allrsquoimportanza che hanno i rispettivi prodottidi idrolisi infatti il sulforafano (prodotto di idrolisidella glucorafanina) provoca lrsquoinduzione degli enzimidi detossificazione della fase 2 del processo di carci-nogenesi mentre lrsquoindolo-3-carbinolo egrave un indutto-re degli enzimi di fase 1 e 2 (tab 1)

lrsquoaltra specie della tradizione mediterranea oggetto distudio egrave stata Capparis spinosa subsp rupestrisessendoci una relazione botanica con la famigliadelle Brassicaceae anche in questo caso sono stati stu-diati i glS lrsquoanalisi Hplc-dad ha messo in evi-denza che i semi e le foglie sono caratterizzati da unsolo glS identificato come glucocapparina moltopiugrave abbondante nei semi rispetto alle foglie lo studio della subsp rupestris egrave stato completatoanche con le analisi dellrsquoestratto metanolico dellefoglie il quale egrave risultato essere caratterizzato dallapresenza di due flavonoidi la rutina ed il kaempfe-roloEgrave stato analizzato anche lrsquoolio estratto dai semi chesi egrave mostrato essere ricco dellrsquoacido grasso raro cis-vaccenico oltre al piugrave comune acido oleico ed altriacidi grassi quali lrsquoacido laurico miristico palmiti-co stearico e linoleico (aRgentieRi et al 2012)(tab 2)

concluSioni

i risultati ottenuti consentono di dire che sia ilmugnolo che C spinosa subsp rupestris sono unaricca fonte di composti attivi di interesse salutisticocome appunto gli acidi grassi essenziali o la rutinache ha una rilevante e comprovata attivitagrave antiossi-dante numerosi sono anche i prodotti a valenzasalutistica a base di sulforafano ed altri glS ad atti-vitagrave preventiva anticarcinogenica

letteRatuRa citataaRgentieRi Mp accogli R fanizzi fp avato p

2011 ndash Glucosinolates profile of ldquomugnolordquo a variety ofBrassica oleracea L native to Southern Italy (Salento)planta Med 77(3) 287-292

aRgentieRi Mp MaccHia f papadia p fanizzi fpavato p 2012 ndash Bioactive compounds from capparisspinosa subsp rupestris ind crop prod 36 65-69

caRtea Me velaSco p 2008 ndash Glucosinolates inBrassica foods bioavailability in food and significancefor human health phytochem Rev 7 213-229

deKKeR M veRKeRK R Jongen Mf 2000 ndash Predictivemodelling of health aspects in the food production chaina case study on glucosinolates in cabbage trends foodSci technol 11 174-181

faHey JW zalcMann at talalay p 2001 ndash Thechemical diversity and distribution of glucosinolates andisothicyanates among plants phytochemistry 56 5-51

fenWicK gR Heaney RK Mullin WJ 1992 ndash Glucos-inolates and their breakdown products in food and foodplants cRc crit Rev food Sci nutr 18 123-201

iSo MetHod 1992 ndash Rapeseed-determination of glucosi-nolates content Part 1 Method using high performanceliquid chromatography Reference number iSo 9167-1

JeffeRy eH aRaya M 2009 ndash Physiological effects ofbroccoli consumption phytochem Rev 8 283-298

valleJio f toMagraveS-BaRBeRagraven fa gaRcigravea-vigueRa c2002 ndash Glucosinolates and vitamin C content in edibleparts of broccoli florets after domestic cooking eur foodRes technol 215 310-316

RiaSSunto ndash piante dellrsquoordine delle Capparales (oBrassicales) sono ampiamente diffuse nelle regioniMediterranee dove sono abbondantemente consumatecotte o nelle insalate (cavolfiori broccoli ravanelli ruco-la cavoletti di Brussell) o come condimento (mostardecapperi) esse sono una fonte molto ricca di sostanze

404 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

taBella 1GLS nelle infiorescenze crude e cotte del mugnoloGLS in raw and cooked inflorescences of mugnolo

glS crude cotte(μmolg) (μmolg)

glucorafanina 179 159glucoerucina 003 004alifatici glucoiberina 077 046Sinigrina 004 003glucobarberina 056 007aromatici gluconasturtina 027 003glucobrassicina 351 195neoglucobrassicina 313 054indolici Metossiglucobrassicina 007 005idrossiglucobrassicina 097 042

tot 1114 567

taBella 2Composizione in acidi grassi dellrsquoolio di semi di capperoComposition in fatty acids of the seeds oil of caper

ac grassi

laurico 036Miristico 068palmitico 1446palmitoleico 423Stearico 931oleico 2611Cis-vaccenico 1228linoleico 2802linolenico 084Resa 9629

bioattive come flavonoidi vitamine minerali e glucosino-lati i quali sono responsabili del caratteristico odore esapore pungente i glucosinolati sono i metaboliti piugrave stu-diati delle Brassicaceae per le proprietagrave anticarcinogenichemanifestate soprattutto dagli isotiocianati ovvero i loroprodotti di idrolisi in questo lavoro ci siamo occupatidello studio fitochimico del mugnolo una varietagrave diBrassica oleracea coltivata solo per uso domestico lrsquoaltraspecie oggetto di studio egrave stata la Capparis spinosa subsprupestris (cappero) molto diffusa nel bacino delMediterraneo entrambe queste specie mai state studiateprima dal punto di vista fitochimico sono state oggettodel nostro lavoro al fine di individuare composti bioattivi

caratterizzanti le specie in particolare egrave stato osservato chele infiorescenze del ldquomugnolordquosono caratterizzate da glSalifatici aromatici ed indolici Questi ultimi risultanoessere i piugrave abbondanti (768 μmolg) seguiti dagli alifati-ci (263 μmolg) e dagli aromatici (083 μmolg) in que-sto lavoro egrave stata determinata anche la composizione chi-mica dei semi e delle parti aeree della C spinosa subsprupestris ed egrave stato osservato che i semi cosigrave come le partiaeree sono caratterizzati da un solo glS la glucocappari-na inoltre lrsquoolio estratto dai semi egrave ricco di acidi grassiinsaturi rari come il cis-vaccenico nelle parti aeree la ruti-na rappresenta il flavonoide predominante

405Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

autoRi

Maria Pia Argentieri Pinarosa Avato Dipartimento di Farmacia-Scienze del Farmaco Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo ViaOrabona 4 70125 Bari

con il termine ldquoterre rarerdquo o lantanidi si indicano glielementi chimici compresi nella tavola periodica frail lantanio ed il lutezio inclusi lrsquoittrio e lo Scandioi quali manifestano comuni proprietagrave chimiche con-nesse ad una simile configurazione elettronica ester-na negli ultimi anni i lantanidi sono stati larga-mente impiegati in campo industriale agricolo ezootecnico in cina a partire dagli anni lsquo80 vengo-no usati in agricoltura fertilizzanti costituiti damiscele di vari elementi ma soprattutto lantanio(la) e cerio (ce) lrsquouso intensivo e su larga scala ditali composti suscita crescenti preoccupazioni per lapossibile contaminazione di suoli ecosistemi acqua-tici e derrate alimentari dal momento che gli effettidi tali elementi sulla salute non sono ben chiari lamaggior parte dei dati presenti in letteratura riguar-da la somministrazione di miscele di terre rare e dicomposti contenenti la a varie specie di vegetali inalcune piante sono stati osservati effetti positivi tra iquali la promozione della germinazione dei semi losviluppo di radici e germogli la resistenza contro glistress (ippolito et al 2007 liu et al 2012) la fio-ritura la produttivitagrave in campo (Hu et al 2004)altri studi al contrario evidenziano effetti nulli oaddirittura inibitori di tali sostanze su colture di inte-resse agrario (naRdi et al 2005 drsquoaQuino et al2009) una sintesi dei dati disponibili sugli effetti dila ce e miscele di terre rare in vari sistemi animalie vegetali egrave stata recentemente pubblicata (pagano etal 2012) i dati riportati riguardano crescita svilup-po e indicazioni di tossicitagrave in alcuni sistemi animalie vegetali numerosi dati anche contrastanti riguar-

dano gli effetti del ce sia come pro-ossidante checome antiossidante dalla letteratura emerge lrsquoesi-genza di studi che determinino gli effetti dei singolilantanidi sugli organismi animali e vegetali per valu-tarne la potenziale tossicitagrave Scopo di questo lavoro egrave stato lo studio della sommi-nistrazione di ce trivalente (ce3+) ad una speciemodello Lemna minor L pianta acquatica giagrave utiliz-zata per studi su lantanio e miscele di terre rare(ippolito et al 2010) al fine di avere informazionicirca le soglie di tolleranzatossicitagrave di L minor versoil ce3+ tale specie oltre che per il fitorimedio egraveanche utilizzata secondo la iSo 20079 (2004) neitest di biotossicitagrave per lrsquoecosistema acquatico peralcune sue caratteristiche quali elevata velocitagrave di cre-scita propagazione vegetativa e ridotte dimensioniche la rendono adatta a studi eco- tossicologici

MateRiali e Metodi

piante di L minor sono state coltivate in una soluzio-ne di mantenimento (Knop 1865) a pH 44 per 15giorni in camera di crescita alla temperatura di 24 plusmn2 degc con illuminazione a fluorescenza bianca conuna intensitagrave luminosa di 90 μe m-2 s-1 e fotoperio-do lucebuio di 1410 h in ogni cella di una piastraa pozzetti multipli sono state poste 10 fronde di Lminor in un volume di 2 ml di mezzo di crescita(testimone) a cui sono stati aggiunti nei trattatinitrato di cerio esaidrato (cen3o9 6H2o) in con-centrazioni finali di 25 - 5 - 10 - 20 μM e 1 mMoppure nitrato di calcio ca(no3)2 alla concentrazio-

406 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

note preliminari sullrsquoeffetto della somministrazione di cerio in Lemna minor

Ma zicaRi a paRadiSo f toMMaSi

aBStRact - Preliminary note on effect of Cerium administration in Lemna minor - This study aimed at investigat-ing the effects of Ce3+ on the growth of duckweed (Lemna minor L) plants as a test system (iSo 20079) L minorplants were treated with 00025 0005 0010 0020 1 mM ce(no3)3 or ca(no3)2 1 mM over a 15 day period theinfluence of Ce3+ was evaluated according to the iSo 20079 test protocol on the basis of growth parameters as relativegrowth rate (RgR) expressed as frond number and relative frond number (Rfn) compared with the control concentra-tions of ce3+ lower than 1 mM did not affect significantly the growth parameters On the contrary 1 mM ce(no3)3negatively affected the growth from 7 days to 15 days whereas 1 mM ca(no3)2 stimulated duckweed leaf growth datahere reported showed toxic effect of Ce3+ at millimolar concentrations and suggested that L minor could be a speciesuseful for Ce3+ presence biomonitoring in aquatic environment

Key words antiossidanti risposte di crescita terre rare test di tossicitagrave

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

ne finale di 1 mM per il testimone e per ogni tratta-mento sono stati allestiti 4 pozzetti le analisi sonostate eseguite in cinque repliche le piastre sono statecollocate in camera termostatata e sono stati analiz-zati i seguenti parametri di crescita tasso di crescitarelativo (RgR) numero di fronde relativo (Rfn)crescita di fronde in percentuale (fn) le misurazio-ni sono state fatte ad intervalli di 24 ore nelle provepreliminari e in seguito si egrave stabilito di effettuare leanalisi ogni 3 5 7 12 15 giorni utilizzando unostereoscopio per poter contare tutte le fronde visibi-li Seguendo la iSo 20079 RgR egrave stato calcolatocontando il numero di fronde per ogni concentrazio-ne e applicando la seguente formula (lnnn-lnn0)tndove n0 egrave il numero iniziale di fronde nn egrave il nume-ro finale di fronde tn egrave il tempo di durata dellrsquoespe-rimento Rfn egrave stato calcolato usando la formulann-n0 n0 fn egrave stato calcolato come variazionepercentuale del numero delle foglie rispetto al nume-ro delle stesse allrsquoinizio dellrsquoesperimento valore con-siderato pari al 100 ersquo stato periodicamente osser-vato lrsquoaspetto delle fronde al fine di analizzare even-tuali segni di clorosi e necrosi utilizzando un micro-scopio ottico

RiSultati e diScuSSione

nei saggi eco-tossicologici RgR egrave considerato il piugraveattendibile tra i parametri di crescita in quantoessendo basato sul conteggio delle fronde egrave indipen-dente dalle dimensioni delle fronde stesse e dalla bio-massa (Radic et al 2010) e in condizioni di tossici-tagrave piccole gemme possono protrudere ed essere con-tate come singole fronde (MoHan HoSetti 1999nauMann et al 2007) RgR egrave inoltre considerato ilparametro piugrave sensibile per valutare la tossicitagrave croni-ca (MacKenzie et al 2003) i dati ottenuti dimostra-no che in presenza di basse concentrazioni di ce3+

(25-20 μM) si verifica una crescita maggiore rispettoal testimone di 12-15 giorni anche se le variazioni diRgR Rfn (dati non mostrati) e fn (fig 1) nonsono risultate statisticamente significative

Quindi i trattamenti a concentrazioni micromolaridi ce non interferiscono con la normale crescita dellapianta che inoltre non presenta alterazioni morfolo-giche evidenti per verificare la soglia di tossicitagrave del ce le piante diL minor sono state coltivate per 15 giorni in soluzio-ne nutritiva arricchita di nitrato di cerio esaidrato aconcentrazione finale 1 mM per escludere i possibi-li effetti del nitrato alcuni campioni sono stati colti-vati con nitrato di calcio alla stessa concentrazionefinale di 1 mM in sostituzione del nitrato di ceriodopo 7 giorni di trattamento con ce3+ si osserva unasignificativa diminuzione dei parametri di crescitaanalizzati rispetto al testimone RgR in particolarediminuisce del 60 e dellrsquo 80 rispettivamentedopo 7 e 15 giorni (fig 2 a)un andamento simile si ha per fn dalla cui analisisi osserva lrsquoinibizione di crescita delle foglie del 19al settimo giorno e del 50 al quindicesimo giornorispetto al testimone (fig 2 B) inoltre le foglie cre-sciute a concentrazione di ce3+ 1 mM appaiono bru-

407Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 1crescita di fronde in percentuale (fn) di L minor incen3o9 da 25 μM a 20 μM in 15 giornifn in L minor on cen3o9 from 25 μM to 20 μM for15 days

fig 2a) RgR B) fn in Lemna minor l esposta per 15 giornia trattamenti 1 mM di ce3+e ca2+ p lt 005 secondo il t-studenta) Relative growth rate based on frond number B)growth of leaves in Lemna minor l exposed for 15 daysto treatments 1 mM ce3+ and ca2+ p lt 005 for significant differences between treatmentsand control according to t-student

nastre con aree necrotiche e clorotiche un analogoandamento si osserva per Rfn (dato non mostrato)pertanto il ce3+ 1 mM influenza negativamente lacrescita e mostra effetti tossici al contrario le frondedi L minor fatte crescere in presenza di ca(no3)2alla concentrazione finale di 1 mM mostrano unaumento della crescita rispetto al testimone pertutti i tempi di analisi ma con una differenza signi-ficativa a partire dal settimo giorno (fig 2 a 2 B) iltrattamento con nitrato di ce quindi a differenza diquello con nitrato di calcio mostra un effetto nega-tivo sulla crescita di piante di lenticchia drsquoacqualrsquoinibizione della crescita puograve essere dovuta allrsquoaccu-mulo di ce3+ analogamente a quanto descritto per imetalli che a concentrazioni tossiche inibisconolrsquoallungamento e lrsquoespansione cellulare (poScHen-RiedeR BaRcelograve 2004 SRivaStava et al 2006)oppure allrsquointerferenza con lrsquoassunzione di altri ele-menti nutritivi infatti egrave stato riportato che in pian-tine di riso il ce3+ interferisce con lrsquoaccumulo diferro potassio magnesio calcio sodio e di altri ele-menti minerali nutritivi (liu et al 2012) ulterioristudi sono necessari per valutare se e in quali tessutiil ce3+ venga accumulato e lrsquoeffetto dello stesso sualtri parametri quali i sistemi antiossidanti i livelli dispecie reattive dellrsquoossigeno ed il danno ossidativo inconclusione L minor si mostra tollerante allrsquoesposi-zione a concentrazioni micromolari di ce3+ ma nona concentrazioni piugrave elevate e pertanto potrebbe esse-re una specie utile per il biomonitoraggio della pre-senza di ce3+ in ambienti acquatici

letteRatuRa citatadrsquoaQuino l de pinto Mc naRdi l MoRgana M

toMMaSi f 2009 ndash Effect of some light rare earth ele-ments on seed germination seedling growth and antioxi-dant metabolism in triticum durum chemosphere75 900-905

Hu z RicHteR H SpaRoveK g ScHnug e 2004 ndashPhysiological and biochemical effect of rare earth elementson plants and their agricultural significance a review Jplant nutr 27 183-220

ippolito Mp faSciano c drsquoaQuino l MoRganaM toMMaSi f 2010 ndash Responses of antioxidant sys-tems after exposition to rare earths and their role in chill-ing stress in common duckweed (lemna minor L) adefensive weapon or a boomerang arch environcontam toxicol 58 42-52

ippolito Mp paciolla c drsquoaQuino l MoRganaM toMMaSi f 2007 ndash Effect of rare earth elements ongrowth and antioxidant metabolism in lemna minor Lcaryologia 60 125-128

iSodiS 20079 2004 ndash Water qualitymdashdetermination ofthe toxic effect of water constituents and wastewater onduckweed (lemna minor)mdashDuckweed growth inhibi-tion test iSo tc 147Sc 5Wg 5

Knop W 1865 ndash Quantitative Untersuchungen uumlber dieErnahrungsprozesse der Pflanzen landwirtsch versStn 7 93-107

liu d Wang X lin y 2012 ndash The effect of cerium onthe growth and some antioxidant metabolism in riceseedlings environ Sci pollut Res 19 3282-3291

MacKenzie SM Waite S Metcalfed J Joyce cB2003 ndash Landfill leachate ecotoxicity experiment usinglemna minor L Water air Soil poll focus 3 171-179

MoHan BS HoSetti BB 1999 ndash Aquatic plants fortoxicity assessment environ Res 81 259-274

naRdi l caRBoni Ma MoRgana M BaRBeSti SeRRico S zoina a drsquoaQuino l 2005 ndash Effect ofrare earth elements on the growth of agrobacterium sppand Rhizobium leguminosarum Frank cytometrypart a 69a 443-444

nauMann B eBeRiuS M appenRotH KJ 2007 ndashGrowth rate based dose-response relationships and EC-values of ten heavy metals using the duckweed growthinhibition test (ISO 20079) with lemna minor Lclone plant physiol 164 1656-1664

pagano g toMMaSi f guida M 2012 ndash Comparativetoxicity of cerium and of the other rare earth elements(REEs) in plant and invertebrate test systems inizyuMov a plaKSin g (eds) Cerium MolecularStructure Technological Applications and Health Effects107-124 nova Science publishers Hauppauge nyuSa

poScHenRiedeR c BaRcelograve J 2004 ndash Water relations inheavy metal stressed plants in pRaSad Mnv (ed)Heavy metal stress in plant from biomolecules to ecosys-tems 249-270 Springer Berlin

Radic S Stipanicev d cvJetKo p MiKelic ilRaJcic MM SiRac S pevaleK-Kozlina Bpavlica M 2010 ndash Ecotoxitological assessment ofindustrial effluent using duckweed (lemna minor L) asa test organism ecotoxicology 19 216-222

SRivaStava S MiSHRa S tRipatHi Rd 2006 ndash Copper-induced oxidative stress and responses of antioxidants andphytochelatins in Hydrilla verticillata Royle aquattoxicol 80 405-415

RiaSSunto - in questo studio sono riportati i dati pre-liminari concernenti le risposte alla somministrazione dice3+ di una specie acquatica Lemna minor l usata comebiomarker (iSo 20079) piante di L minor sono statetrattate per 15 giorni con cen3o9 6H2o a concentrazio-ni tra 25 μM e 1 mM oppure con ca(no3)2 a concentra-zione 1 mM Sono stati analizzati parametri di crescitaquali il tasso di crescita relativo basato sul numero di fron-de (RgR) il numero relativo di fronde (Rfn) e la cresci-ta di fronde in percentuale (fn) il trattamento con ce3+

1 mM ha inibito significativamente la crescita a partire dasette giorni di incubazione mentre le minori contrazioninon hanno mostrato variazioni statisticamente significati-ve la somministrazione di ca(no3)2 1 mM al contrarioha stimolato la crescita in modo significativo giagrave dal setti-mo giorno suggerendo un effetto tossico del ce3+ a parti-re da concentrazioni millimolari

408 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

autoRi

Maria Alessandra Zicari Annalisa Paradiso Franca Tommasi (francatommasiunibait) Dipartimento di BiologiaUniversitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70126 Bari

le collezioni xilologiche (xylaria) hanno da sempreassunto una notevole importanza sia per il ruolosvolto in campo didattico sia per quello svolto inambito scientifico nei settori della botanica archeo-logia etnologia tecnologia del legno ed in particola-re dove egrave richiesto il confronto tra campioni(uRBinati giove 2012) attualmente collezioni xilologiche sono presenti inquasi tutti gli stati anche se le principali per numerodi campioni sono negli uSa per quanto concernelrsquoitalia solo quattro collezioni sono state inseritenella quarta edizione dellrsquoIndex Xylariorum (lyncHgaSSon 2010) il patrimonio nazionale tuttavia egravesicuramente molto piugrave ampio ma risulta difficile sti-marlo sia sul piano qualitativo che quantitativo inquanto sino ad oggi non egrave stato effettuato un censi-mento completo una delle collezioni italiane piugrave interessanti per unaserie di peculiaritagrave che la contraddistinguono egrave laXylotomotheca Italica di adriano fiori essa fu realiz-zata nei primi anni del novecento col preciso obiet-tivo di completare ed arricchire la Flora ItalicaExsiccata (FIE) la piugrave grande raccolta italiana diexsiccata fanerogamici realizzata da fiori pampaninie Begraveguinot in particolare lo scopo degli autori fuquello di corredare gli exsiccata con le sezioni micro-tomiche del legno le schede relative alla

Xylotomotheca Italica furono pubblicate a partire dal1905 come appendice delle Schedae ad FloramItalicam Exsiccatam (fioRi et al 1905)la collezione egrave costituita da sezioni trasversali e lon-gitudinali dello spessore di circa 01 mm e con lealtre dimensioni variabili (le8 cm) (di paSQualeallevato 2007) il microtomo utilizzato per la rea-lizzazione delle sezioni fu ideato e progettato dallostesso fiori e da lui denominato ldquonuovo microtomoautomatico a doppia rotazionerdquo (fioRi 1900) nellaversione originaria della collezione le sezioni sonoconfezionate in pieghi di cartoncino contenenti unao due coppie delle sezioni trasversali e longitudinalii pieghi in cartoncino sono a loro volta inseriti inbustine di carta esse sono corredate da una etichet-ta sulla quale sono riportati il numero drsquoordine delcampione il binomio linneano la porzione anatomi-ca rappresentata dalla sezione il luogo e la data diraccolta in molti casi il riferimento al campione dellaFIE ed infine il nome del curatore al progetto col-laborarono numerosi botanici traverso pampaninigortani ferro cerica goiran vaccari MezzanaBicknell cecconi nicoli Bardi andrea fiori etrotter la collezione egrave costituita da 215 campioni corrispon-denti a 184 taxa specifici appartenenti a 113 generiSi tratta soprattutto di entitagrave della flora italiana

409infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

la Xylotomotheca Italica del Museo orto Botanico dellrsquouniversitagrave di Bari

v cavallaRo g SignoRile f caRRuggio f Mantino l foRte

aBStRact - The Xylotomotheca italica of the Botanical Garden Museum of Bari University -the Xylotomotheca Italicawhich was realized by adriano fiori at the beginning of the 20th century is a really interesting and peculiar historical col-lection it is composed of thin sections of wooden species While most of the species belong to italian flora only a few ofthem are exotic ones which are cultivated in italy fiori had the specific aim of enriching Flora Italica Exsiccata (FIE) andof supplying botanists with invaluable comparative material Moreover he designed the microtome which was used to cutthe sections the collection consists of 215 samples the sections are enclosed in bended cards which are contained insmall labelled envelopes a different version of the Xylotomotheca Italica which was produced with didactic purposes isstill conserved at the Botanical garden Museum of Bari university it was probably acquired together with some FIE exs-iccata by the Herbarium Horti Botanici Barensis (Bi) which is now part of the Botanical garden Museum in this ver-sion sections and labels are put between two rectangular pieces of glass which are sealed with a grey tape this collectionis composed of 154 samples which include 135 subgeneric taxa belonging to 93 genera it is generally fairly well con-served and some actions whose aim is restoring the collection have been started

Key words adriano fiori exsiccata Xylotomotheca Italica

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

mentre solo una piccola percentuale egrave rappresentatada esotiche (cuccuini 2002) Si ritiene che la colle-zione completa e nella sua veste originaria sia presen-te solo presso lrsquoerbario di padova (pad) elrsquoHerbarium Centrale Italicum (fi) (cuccuini2002) viceversa parti di essa o versioni diverse daquella originaria sono presenti presso numerosi erba-ri italiani ed anche presso istituzioni estere come iKew Royal Botanic Gardens (httpwwwkeworg)

RiSultati e diScuSSione

presso il Museo orto Botanico dellrsquouniversitagrave di Bariegrave presente la Xylotomotheca Italica non nella sua vesteoriginaria bensigrave in una versione realizzata per scopididattici Molto probabilmente essa fu acquisitacongiuntamente agli exsiccata della FIE dalla profssafrancini negli anni della sua permanenza pressolrsquoateneo barese (1940-1961) le sezioni sono monta-te con lrsquoetichetta tra due vetri rettangolari di 10x15cm oppure di 13x18 cm e sigillati con un nastro intela grigia (fig 1)Sia i preparati che le etichette sono del tutto uguali aquelli presenti nella versione originaria la collezione

egrave composta da 154 campioni corrispondenti a 135taxa specifici appartenenti a 93 generi la maggiorparte dei preparati proviene dalla provincia di firenzeed il curatore egrave tranne poche eccezioni adrianofiori i campioni sono a loro volta conservati in 16cofanetti di cartone rigido di colore grigio chiusimediante un nastro di cotone dello stesso colorepresso lrsquoerbario del laboratorio di Botanica agraria(fiaf) dellrsquouniversitagrave di firenze egrave conservata lamedesima versione realizzata a scopi didattici che egravecostituita da 178 campioni collocati in 18 cofanetti(cuccuini 2002)attualmente in relazione ad un rinnovato interesseverso le collezioni xilologiche dovuto ai piugrave recentiutilizzi in campo sperimentale (ManiatiS et al2011) didattico divulgativo ed alla consapevolezzache la Xylotomotheca Italica possiede tutte le caratte-ristiche di un bene culturale (d lgs n 422004 art11) sono state avviate alcune azioni tese al recuperoconservativo della collezione presente presso ilMuseo orto Botanico in primo luogo egrave stato valu-tato lo stato di conservazione dei singoli campioni alfine di evidenziare gli eventuali interventi da effet-tuare ersquo risultato che solo 3 campioni presentano ivetri rotti tuttavia le sezioni non sono danneggiateviceversa in quasi tutti i campioni il nastro che sigil-la i vetri egrave logoro e consunto pertanto egrave possibileaffermare che la collezione egrave complessivamente inun discreto stato conservativola collezione egrave stata inoltre informatizzata medianteapposito software (fileMaker pRo 12 clariscorporation) riportando nei vari campi le informa-zioni presenti sui cartellini Questo intervento hapermesso di fruire facilmente delle informazioni inessa contenute prossimamente si completeragrave il lavo-ro realizzando alcuni interventi di restauro sui cam-pioni ed effettuando lrsquoacquisizione in formato elet-tronico della loro immagine con uno scanner perdocumenti di pregio anche al fine di implementareun archivio elettronico consultabile via internet

letteRatuRa citatacuccuini p 2002 ndash La Xylotomotheca italica un caso

insolito di serie di exsiccata Catalogo e spigolature stori-che Museol Sci 19(1) 97-119

di paSQuale g allevato e 2007 ndash Collezioni di legnie carboni in Mazzoleni S pignatelli S (a cura di)I Musei delle Scienze Agrarie lrsquoevoluzione delleWunderkammern 79-81 ed universitagrave di napolifederico ii

fioRi a 1900 ndash Nuovo microtomo automatico a doppiarotazione Malpighia 14 411-424

fioRi a Beacuteguinot a paMpanini R 1905 ndash Schedae adFloram Italicam Exsiccatam n giorn Bot ital ns12(2) 143-144

lyncH aH gaSSon pe 2010 ndash Index XylariorumEdition 4 Royal Botanic gardens Kew published onthe internet

ManiatiS d Saint andReacute l teMMeRMan M MalHiy BeecKMan H 2011 ndash The potential of using xylar-ium wood samples for wood density calculations a com-parison of approaches for volume measurement forest 4150-159

uRBinati c giove M 2012 ndash Collezioni xilologiche in

410 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

fig 1un campione della Xylotomotheca Italica presente presso ilMuseo orto Botanico dellrsquouniversitagrave di Baria sample of the Xylotomotheca Italica at the Botanicalgarden Museum of Bari university

taffetani f (a cura di) Herbaria nardini editorefirenze

RiaSSunto - la Xylotomotheca Italica di adriano fiorirealizzata nei primi anni del novecento rappresenta unadelle collezioni storiche piugrave interessanti e peculiari nel suogenere Si tratta di sezioni sottili di numerose specie legno-se tra le piugrave rappresentative della flora italiana e di alcunespecie esotiche coltivate in italia lrsquoautore realizzograve la col-lezione col preciso obiettivo di arricchire la Flora ItalicaExsiccata (FIE) e pertanto di fornire un prezioso materialedi confronto per quanti svolgevano lavori botanici inoltreprogettograve il microtomo utilizzato per effettuare le sezioninella versione originaria della collezione costituita da 215

campioni le sezioni sono confezionate in pieghi di carton-cino a loro volta riposti in bustine corredate da unrsquoetichet-ta la Xylotomotheca Italica presente presso il Museo ortoBotanico dellrsquouniversitagrave di Bari fu acquisita probabil-mente insieme ai campioni della FIE presenti pressolrsquoHerbarium Horti Botanici Barensis (Bi) essa non si pre-senta nella sua veste originaria bensigrave in una versione realiz-zata per scopi didattici le sezioni con la relativa etichet-ta sono montate tra due vetri rettangolari sigillati da unnastro di tela grigia la collezione egrave composta da 154 cam-pioni comprendenti 135 taxa sub-generici appartenenti a93 generi Sono stati avviati alcuni interventi tesi al recu-pero della collezione che si presenta complessivamente inun discreto stato di conservazione

411

autoRi

Viviana Cavallaro (vivianacavallarounibait) Luigi Forte Dipartimento di Biologia e Museo Orto Botanico Universitagrave diBari ldquoAldo Morordquo Via E Orabona 4 70126 BariGiovanni Signorile Francesca Carruggio Francesca Mantino Museo Orto Botanico Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via EOrabona 4 70126 Bari

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

Malgrado siano trascorsi ben 40 anni il noto afori-sma di dobzhansky secondo cui ldquoniente in biologiaha senso se non alla luce dellrsquoevoluzionerdquo(doBzHanSKy 1973) non solo nulla ha perso dellasua straordinaria forza concettuale ma di fatto haoggi un significato ancor piugrave profondo in relazione aipiugrave recenti studi nel campo della biologia evolutivadello sviluppo (evo-devo) disciplina che estende ulte-riormente la visione unificante che negli anni lsquo30 elsquo40 del secolo scorso condusse alla sintesi evoluzioni-stica coniugando la genetica con le ldquoclassicherdquo scien-ze naturali (MuumllleR 2007)Svolgere adeguata divulgazione scientifica sulla teoriadellrsquoevoluzione appare perograve un compito estrema-mente difficile di evoluzione si parla nei contestipiugrave disparati ma non di rado i concetti basilari dellateoria darwiniana e delle sue successive elaborazionivengono travisati al punto da attribuire a darwinstesso affermazioni mai da lui pronunciate o scrittea cominciare dal famigerato rdquolrsquouomo discende dallascimmiardquo frase che manifesta la totale ignoranza dichi la pronuncia sulle tematiche in questione ersquoanche spiacevolmente frequente una volgarizzazioneerronea del concetto di evoluzione che viene inter-pretato come un ldquocammino verso la perfezionerdquo conlrsquointroduzione di elementi di teleologia del tuttoinappropriati allrsquoindirizzo httpevolutionberke-leyedu egrave disponibile un utile elenco di tipici erroriconcettuali sulla tematica dellrsquoevoluzione con relati-ve argomentazioni e note esplicative Se sono ben chiari i motivi della opportunitagrave e neces-sitagrave di insegnare i principi ed i meccanismi dellrsquoevo-luzione a tutti i livelli dellrsquoistruzione scolastica eduniversitaria non sono a tuttrsquooggi disponibili ade-

guati strumenti didattici neacute vi egrave stato se non episo-dicamente un confronto con i potenziali fruitoridegli interventi formativi per sperimentare le moda-litagrave piugrave efficaci con cui trasmettere i complessi edarticolati concetti della teoria dellrsquoevoluzione supe-rando le fin troppo diffuse inesattezze e gli erroriconcettuali precedentemente menzionatiil ruolo delle risorse museali per una efficace didatti-ca dellrsquoevoluzione egrave stato messo in rilievo da alcunistudi (Spiegel et al 2012) compiuti prevalentemen-te negli Stati uniti dove egrave piugrave avvertibile il problemadelle resistenze di tipo ideologicoreligioso in parti-colare nelle aree in cui sono particolarmente diffusi ilcreazionismo e lrsquoipotesi dellrsquoIntelligent Design che nerappresenta una versione ldquoaggiornatardquo dallrsquoesigenza di colmare questa grave lacuna nascepresso il Museo orto Botanico strutturadellrsquouniversitagrave degli Studi di Bari ldquoaldo Morordquo ilprogetto denominato e-Move (evoluzione delMondo vegetale) il progetto nasce dallrsquoidea che labiodiversitagrave vegetale vista in chiave diacronica possacostituire uno strumento molto efficace per la divul-gazione scientifica su questo tema cosigrave importante ilprogetto annuale che ha ricevuto un finanziamentodal MiuR nellrsquoambito della legge 62000 per la dif-fusione della cultura scientifica presenta alcuni ele-menti di novitagrave che verranno discussi in questo brevecontributo

aRticolazione del pRogettoil progetto si articola su 3 linee (a) allestimento nelMuseo orto Botanico di spazi espositivi sperimenta-li per elaborazione e validazione di strategie didatti-co-divulgative (B) Realizzazione di giochi interattivi

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Risorse per insegnare lrsquoevoluzione dei vegetali il progetto e-Move

a gRano Mc de tullio

aBStRact - Resources for teaching plant evolution the E-MoVe project -the e-Move (evolution of the plant World)project tackles the problem of the scarcity of effective educational tools for teaching evolution in spite of the undoubtedimportance of the topic Within the Botanical garden Museum of the university of Bari methodologies for teaching evo-lution will be developed in collaboration with school teachers and other stakeholders novel teaching tools includinginteractive videogames will be made available to national and international institutions for testing and validation theproject funded by the italian Ministry of education also aims at providing training to school teachers and scientific muse-um operators

Key words plant evolution scientific museum teaching

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

(c) formazione di docenti ed operatori museali

(a) lo spazio espositivo consentiragrave di sperimentarestrategie di comunicazione e divulgazione valorizzan-do strutture attrezzature e competenze giagrave presenti esi articola in 3 parti (a phylowall b darwin e lepiante c iconografia botanica) con aula didatticaper la formazionea phyloWall la parete della filogenesi delle pianteil ldquogiardino verticalerdquo nasce a scopo decorativo-arti-stico su idea del botanico e designer p Blanc ilphyloWall avragrave una funzione scientifico-didatticaattraverso la disposizione degli organismi secondouno schema filogenetico si visualizzeragrave in manieraimmediata il concetto di evoluzione una legendacon datazione e localizzazione geografica dei repertifossili verragrave collocata accanto al phylowall per unaimmediata fruibilitagraveb darwin e le pianteverragrave allestita lrsquoipotetica ricostruzione dello studio didarwin con alcune delle immagini piugrave significativelegate allrsquoelaborazione del concetto di evoluzioneverragrave collocato uno schermo touch-screen per i giochiinterattivi c iconografia botanica localeverranno allestite teche per lrsquoesposizione di volumitra cui la flora del Regno di napoli di Micheletenore allo scopo di evidenziare il legame tra il pas-sato ed il futuro della ricerca botanica

(B) la realizzazione di materiale didattico innovativocostituisce un obiettivo fondamentale del progettoun comitato di redazione tecnico-scientifico in col-laborazione con uno studio professionale specializza-to nella comunicazione multimediale si occuperagrave diideare e realizzare materiale didattico che verragrave poidistribuito per la validazione nellrsquoambito di una retedi collaborazione nazionale ed internazionale

(c) la formazione si articoleragrave in (a) visite guidateper alunni (b) corsi per insegnanti e operatorimuseali con la collaborazione dellrsquoassociazionenazionale insegnanti di Scienze naturali (aniSn)si prevede la formazione di insegnanti sulle tematichedellrsquoevoluzione biologica utilizzando sia un approc-cio storico-didattico con lrsquouso dellrsquoerbario e dellabanca del germoplasma sia lo sviluppo di strumentiinterattivi informaticii moduli di formazione affronteranno temi che spa-ziano dallrsquoinquadramento storico della teoria dellrsquoe-voluzione allrsquouso delle moderne tecniche di sistema-tica molecolare sviluppando specifici percorsi didat-tici per i diversi livelli di approfondimento un ruolofondamentale verragrave attribuito allrsquouso delle risorsemuseali

pRoSpettive futuReil progetto ha elevate potenzialitagrave di fornire ricaduteper la diffusione della cultura scientifica sia a livellolocale sia come esperienza pilota da esportare in altrerealtagrave territoriali nazionali in particolare la collabo-razione con lrsquoaniSn consente lrsquoimplementazionedel progetto nelle ldquoscuole presidiordquo ed una piugrave ampiautilizzabilitagrave del materiale didattico sullrsquoevoluzionedelle piante che verragrave messo a disposizionela collaborazione con altre universitagrave orti Botanicie Musei della Scienza costituiragrave una rete aperta ad unbacino di utenza piugrave ampio e permetteragrave di esporta-re sul piano nazionale lrsquoesperienza maturata nellrsquoam-bito del progettole azioni connesse alla realizzazione di e-Move pro-muoveranno su scala nazionale la costituzione dinodi in una rete di comunicazione e diffusione dellacultura scientifica nel campo specifico dellrsquoevoluzio-ne delle piante con lrsquoobiettivo generale di elevare illivello di competenze degli studenti dei docentidegli operatori museali e del pubblico di non addet-ti ai lavori in ambito scientifico sostenendo la for-mazione continua la formazione di operatorimuseali guide naturalistiche ed altre figure profes-sionali per ampliare le conoscenze naturalistiche ter-ritoriali egrave un obiettivo di particolare rilevanza sia perla valorizzazione delle risorse umane sia per la tuteladei beni ambientali e dellrsquoingente patrimonio costi-tuito dalla biodiversitagrave vegetale nel nostro paese conlrsquoobiettivo di salvaguardare specie a rischio di estin-zione nella fattispecie piante che hanno rivestito unparticolare significato nel corso dellrsquoevoluzione

letteRatuRa citatadoBzHanSKy t 1973 ndash Nothing in biology makes sense

except in the light of evolution amer Biol teacher 35127-129

MuumllleR g 2007 ndash Evo-devo extending the evolutionarysynthesis nat Rev genet 8 943-949

Spiegel an evanS eM fRazieR B Hazel a taReM gRaM W diaMond J 2012 ndash Changing muse-um visitorrsquos concept of evolution evo edu outreach5 43-61

RiaSSunto ndash viene brevemente presentato il progettoe-Move (evoluzione del Mondo vegetale) attualmentein corso di realizzazione presso il Museo orto Botanicodellrsquouniversitagrave degli Studi di Bari ldquoaldo Morordquo il proget-to che ha ricevuto un finanziamento MiuR nellrsquoambitodella legge 62000 per la diffusione della cultura scientifi-ca si propone di allestire uno spazio espositivo che si poneanche come centro permanente per la ideazione realizza-zione e diffusione di efficaci strategie didattiche sui temidellrsquoevoluzione biologica attraverso la costituzione di unarete di validazione nazionale ed internazionale noncheacute larealizzazione di incontri di formazione per docenti discuole di ogni ordine e grado ed operatori museali

413Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

autoRi

Antonella Grano Museo Orto Botanico Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70126 BariMario C De Tullio (mariodetulliounibait) Dipartimento di Biologia Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70126Bari

il genere Arum l (Araceae) comprende in italia trespecie poliploidi A apulum (carano) p c Boyce Amaculatum l e A italicum Mill in questo genere itaxa poliploidi tendono ad occupare areali geograficimolto ampi rispetto alle specie diploidi (Bedalov1981) infatti A italicum egrave principalmente diffusodal caucaso attraverso la regione del Mediterraneofino alla costa atlantica (BonnieR 1931 MeuSel etal 1965 diHoRu 1970 Bedalov 1975) A macu-latum secondo MeuSel et al (1965) teRpograve (1973)e Bedalov (1981) egrave distribuito in europa centrale eoccidentale A maculatum e A italicum presentanotuberi rizomatosi al contrario del poliploide A apu-lum che ha il tubero a forma discoide (BedalovKupfeR 2005) in riferimento allrsquoorigine delle speciedel genere Arum Bedalov KupfeR (2005) suggeri-scono che la forma discoide del tubero sia da consi-derare ancestrale rispetto alla forma rizomatosaSuccessivamente questi dati sono stati confermati daindagini molecolari (eSpigravendola et al 2010) in precedenti lavori al fine di chiarire la tassonomiadel genere Arum sono stati riportati alcuni aspetticitologici e citotassonomici (goRi 1958 MaRcHi etal 1964 BeuRet 1971 1972 MaRcHi 1971Bedalov 1975 1981 Bedalov et al 1998) lamaggior parte delle specie di Arum egrave diploide connumero cromosomico 2n=28 mentre sono pochi itaxa poliploidi conosciuti A maculatum e A apulumsono tetraploidi con 2n=56 mentre A italicum egrave esa-ploide con 2n=84 le analisi cariologiche hannomostrato in dettaglio i cariotipi di quattro speciediploidi e due poliploidi i taxa analizzati inoltrehanno evidenziato un ldquocariotipo di baserdquo caratteriz-

zato dalla presenza di alcuni cromosomi marker(drsquoeMeRico et al 1993 Bianco et al 1994) il presente contributo fornisce pertanto informazio-ni sulla cariomorfometria delle suddette specie poli-ploidi

MateRiali e Metodile analisi cariologiche sono state effettuate su apiciradicali pretrattati con colchicina 03 per 2h equindi fissati per 5 min con 5111 (vv) (alcol eti-lico assoluto cloroformio acido acetico glaciale for-maldeide) successivamente sono stati idrolizzati per20 min con Hcl 55n e colorati con reattivo difeulgen la nomenclatura utilizzata per descrivere ilcariotipo segue levan et al (1964)per valutare il livello di simmetria del cariotipo sonostati utilizzati gli indici di asimmetria a1 (indiceintracromosomale) e a2 (indice intercromosomale)(RoMeRo zaRco 1986)

RiSultati e diScuSSioneArum maculatum e A italicum sono caratterizzati daun cariotipo asimmetrico comprendente numerosicromosomi submetacentrici con A italicum chemostra un indice intracromosomale (a1=043) piugraveelevato rispetto ad A maculatum (a1=039)dal punto di vista citologico egrave interessante notareche nelle specie esaminate sono state osservate coppiedi cromosomi caratterizzate dalla presenza di seg-menti telomerici debolmente colorati dal feulgenprecedentemente descritti come costrizioni seconda-rie (drsquoeMeRico et al 1993) dyeR (1963) e voSacolaSante (1995) descrivono simili segmenti

414 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

indagini cariomorfometriche in tre taxa poliploidi del genere Arum

a tuRco p Medagli a alBano S drsquoeMeRico

aBStRact - Karyomorphometry on three polyploid taxa of arum - Somatic chromosomes of three polyploid taxa of Arumhave been investigated A italicum showed 2n = 84 chromosomes and the karyotype is composed by numerous asymmet-ric chromosomes A maculatum and A apulum have shown 2n = 56 chromosomes the karyotype morphology of Aitalicum is similar to that of A maculatum but the most asymmetrical karyotype and the presence of numerous weaklyfeulgen-stained segments of the former suggest a more recent origin respect to latter differently A apulum has showed asymmetrical karyotype and few weakly feulgen-stained segments

Keywords allocyclic segments Arum karyotype asymmetry

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

denominati ldquoallocyclic segmentsrdquo in diversi gruppidi piante (Gasteria duval Iris l Aloe l) voSaBennett (1990) e Bennett gRiMSHaW (1991)inoltre suggeriscono lrsquoutilitagrave di questi segmenticome indicatori dellrsquoevoluzione del cariotipo e quin-di determinanti nellrsquoidentificazione dei cariotipidelle varie entitagrave al riguardo Arum italicum hamostrato il maggior numero di cromosomi conte-nenti i suddetti segmenti in comparazione a quelliosservati nei complementi di A maculatum A apu-lum e nei diploidi A orientale M Bieb subsp orien-tale e A cylindraceum gasp (drsquoeMeRico et al1993) differentemente A apulum egrave una specie tetraploidecon una distribuzione limitata al Sud italia (puglia)(caRano 1934 goRi 1958 Bianco et al 1994)Questrsquoultima specie mostra un cariotipo piugrave simme-trico (a1=032) considerato ancestrale rispetto allespecie con cariotipi asimmetrici (SteBBinS 1971)costituito da cromosomi prevalentemente metacen-trici e dalla presenza di pochi segmenti allociclicidrsquoaltra parte lrsquoisolamento geografico accompagnatoda variazioni ecologiche sembra supportare lrsquoattualestruttura del cariotipo di A apulum

letteRatuRa citata Bedalov M 1975 ndash Cytotaxonomical and phytogeograph-

ical investigation of the species arum italicum Mill inYugoslavia acta Bot croat 34 143-150

mdash 1981 ndash Cytotaxonomy of the genus arum (araceae) inthe Balkans and the Aegean area Bot Jahrb Syst 102183-200

Bedalov M favaRgeR c KupfeR p 1998 ndash Naturalhybrids and basic chromosome number in the genusarum acta Botanica yunnanica Suppl X 71-75

Bedalov M KupfeR p 2005 ndash Studies on the genusarum (araceae) Bull Soc neuchacirctel Sci nat 12843-70

Bennett St gRiMSHaW JM 1991 ndash Cytological stu-dies in cyclamen (primulaceae) pl Syst evol 176135-143

BeuRet e 1971 ndash Reacutepartition geacuteographique de quelquesarum des groupes maculatum L et italicum Mill BullSoc neuchacirctel Sci nat 94 29-36

mdash 1972 ndash Preacutesence drsquoun Arum diploide en Italie BullSoc neuchacirctel Sci nat 95 35-41

Bianco p drsquoeMeRico S Medagli p Bedalov M1994 ndash Indagini sistematiche su arum apulum(Carano) Bedalov (araceae) entitagrave endemica delle

Murge Pugliesi Webbia 49 (1) 43-49BonnieR g 1931 ndash Flore complegravete ilustregravee en couleurs de

France Suisse et Belgique 11 pariscaRano e 1934 ndash Un nuovo elemento della Flora meri-

dionale drsquoItalia ann Bot 20 579-585drsquoeMeRico S Bianco p Medagli p 1993 ndash

Chromosome numbers and karyotypes in arum(araceae) caryologia 46 161-170

diHoRu g 1970 ndash Morpho-taxonomische aspekte einigerArum-Arten Rev Roumaine Biol Seacuter Bot 15 71-85

dyeR af 1963 ndash Allocyclic segments of chromosomes andstructural heterozygosity that they reveal chromosoma13 545-576

eSpigravendola a BueRKi S Bedalov M KupfeR palvaRez n 2010 ndash New insights into the phylogeneticsand biogeography of arum (araceae) unravelling its evo-lutionary history Bot J linn Soc 163 14-32

goRi c 1958 ndash Il numero dei cromosomi dellrsquoarumnigrum Schott var apulum Carano caryologia 10(3) 454-456

levan a fRedga K SandBeRg aa 1964 ndashNomenclature for centromeric position on chromosomesHereditas 52 201-220

MaRcHi p 1971 ndash Numeri cromosomici per la flora italia-na 57-66 inform Bot ital 3 124-138

MaRcHi p capineRi R drsquoaMato g 1964 ndash Numericromosomici per la flora italiana 182-189 informBot ital 6 (3) 303-312

MeuSel H JaegeR e WeineRt e 1965 ndash Vergleichen-de Chorologie der zentra-europaumlischen flora 1 Jena

RoMeRo zaRco c 1986 ndash A new method for estimatingkaryotype asymmetry taxon 35 526-530

SteBBinS gl 1971 ndash Chromosomal Evolution in HigherPlants edward arnold ltd london

teRpOacute a 1973 ndash Kritische Revision der arum-Arten desKarpatenbeckens acta Bot acad Sci Hung 18216-255

voSa cg Bennett St 1990 ndash Chromosome studies inthe Southern African flora58-94 Chromosome evolutionin the genus gasteria Duval caryologia 43 235-247

voSa cg colaSante M 1995 ndash I segmenti allociclicinelle liliiflorae inform Bot ital 27 307-308

RiaSSunto gli autori riportano alcuni risultati cario-morfometrici ottenuti su tre specie poliploidi del genereArum Arum apulum (2n=56) A maculatum (2n=56) e Aitalicum (2n=84) in particolare la specie A italicum con2n=84 cromosomi ha mostrato un cariotipo con un eleva-to indice di asimmetria nel cariotipo di questa speciesono stati riscontrati numerosi ldquosegmenti allociclicirdquo incomparazione ad A maculatum e A apulum

415Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

autoRi

Alessio Turco Piero Medagli Antonella Albano Laboratorio di Botanica sistematica ed Ecologia vegetale DiSTeBAUniversitagrave del Salento Campus Ecotekne 73100 LecceSaverio DrsquoEmerico Dipartimento di Biologia Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70126 Bari

Cistus clusii dunal piccolo arbusto appartenente allafamiglia Cistaceae egrave una specie xerofila con distribu-zione mediterraneo-occidentale in italia storicamen-te presente in Sicilia (giaRdina 1988) e in puglianellrsquounica stazione di ldquoBosco isolardquo (lesina fg)(foRte et al 2002a) in questrsquoultima il contestovegetazionale egrave quello della gariga nanofanerofiticasu suolo sabbioso in associazione con Rosmarinusofficinalis l Erica multiflora l e Cistus sp pl(cHieSuRa loRenzoni et al 1976)a partire dallrsquoanno 2000 nellrsquoambito di progetti diricerca condotti dal Museo orto Botanicodellrsquouniversitagrave degli Studi di Bari sono stati indaga-ti alcuni aspetti della biologia ed ecologia di C clusii(MaccHia 2005) tali studi furono finalizzati allarealizzazione di azioni di conservazione in situ attra-verso il rafforzamento della popolazione residualepugliese giagrave allrsquoepoca gravemente esposta a pericolodi estinzione (conti et al 1997) a tale scopo furo-no infatti reintrodotti in aree ecologicamente idoneedi ldquoBosco isolardquo circa cento individui ottenuti pervia sessuale attraverso fecondazione incrociata con-trollata a partire dai pochi individui della popolazio-ne originaria (foRte et al 2002b) Successivi rilieviin campo hanno registrato la progressiva diminuzio-ne del numero di individui presenti in situ fino allaloro completa scomparsa soprattutto a causa deiripetuti incendi verificatisi tra il 2007 e il 2010(foRte et al 2009 2012) tuttavia la specie in

puglia era da ritenersi estinta solo in natura (EW) inquanto presso il Museo orto Botanico di Bari eranopresenti sia individui ottenuti da fecondazione incro-ciata e derivanti dalla popolazione spontanea origina-ria sia semi conservati presso la Banca delgermoplasma (Bg-MoBB)Questrsquoultima evenienza ha costituito la premessaindispensabile per la realizzazione di nuove azioni diconservazione di C clusii nel territorio di ldquoBoscoisolardquo tali azioni si sono concretizzate grazie ad unaconvenzione stipulata tra il Museo orto Botanico diBari e il centro Studi naturalistici onluS nellrsquoam-bito del progetto ldquointerventi per la protezione e con-servazione del patrimonio ambientalerdquo- fondi faS ndashpremialitagrave Regionale delibera cipe 202004in questo lavoro vengono presentate le attivitagrave svolteai fini della propagazione gamica di C clusii e quelleper la successiva reintroduzione degli individui pro-dotti

MateRiali e Metodi

il materiale di propagazione gamica utilizzato per leazioni di conservazione in situ egrave stato ottenuto daimpollinazione incrociata controllata eseguita su dueindividui conservati ex situ siglati come c1 e c2 peri quali era stata giagrave testata la compatibilitagrave allrsquoincro-cio (foRte et al 2012)nel mese di aprile 2010 495 fiori (437 dellrsquoindivi-duo c1 e 58 dellrsquoindividuo c2) privati degli stami

416 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

Reintroduzione di Cistus clusii a ldquoBosco isolardquo (lesina puglia)

l foRte S anifantiS f caRRuggio v cavallaRo f Mantino g MelcHioRRe

aBStRact - Reintroduction of cistus clusii to ldquoBosco Isolardquo (Lesina Apulia) - Cistus clusii dunal is very rare in italy whereits historical sites of occurrence are in Sicily and apulia (ldquoBosco isolardquo ndash lesina fg) after the extinction in the wild ofthe small apulian population the Botanical garden Museum of Bari university and the centro Studi naturalistici(onluS) made a special agreement in order to implement a reintroduction project into the site of lesina the reintro-duced plants 520 in all were obtained from the offspring of lesina C clusii spontaneous population which is conservedex situ at the Botanical garden Museum of Bari to increase the chances of a successful reintroduction the plants wereplaced in three different areas and in each of them the individuals were planted in microsites suitable for the eco-physi-ological characteristics of the lesina population already known from literature in fact only a thorough knowledge of thebio-ecological behaviour of the selected species may allow to establish self-maintaining populations in the wild and so torealize an effective conservation action

Key words apulia Cistus clusii dunal reintroduction

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

sono stati impollinati manualmente e coperti consacchetti di tessuto non tessuto (tnt) in maggioin concomitanza con lrsquoinizio dellrsquoingrossamentodegli ovari i cappucci sono stati rimossi e nel mesesuccessivo egrave stata effettuata la raccolta delle capsulemature nella primavera del 2011 i semi sono statisottoposti a pre-trattamenti di scarificazione mecca-nica manuale e di dry-heating (80 degc x 5 min) inquanto risultati i piugrave efficaci nel promuoverne la ger-minazione (foRte et al 2012) per ciascuno dei duepre-trattamenti sono stati utilizzati circa 1500 semiderivanti dallrsquoincrocio c1 x c2 e circa 400 semi pro-dotti dallrsquoincrocio c2 x c1 i semi pre-trattati sonostati posti direttamente in plateaux di polistiroloespanso riempiti con sabbia sterilizzata a granamedio-fine (50) e torba (50) dopo una primafase di accrescimento le plantule sono state trapian-tate in fitosacchi in film plastico contenenti terrenonon sterile (sabbia di fiume 40 terreno comune30 torba 30) durante tutte le fasi di crescita leplantule sono state irrigate e sottoposte a trattamen-ti fitosanitari e fertilizzanti miratiper lrsquointervento di reintroduzione oltre agli individuicosigrave ottenuti nel 2011 sono stati utilizzati ancheindividui derivanti da semi pre-germinati nellrsquoambi-to di prove sperimentali condotte tra il 2009 e il2010 su c1 e c2la scelta delle aree di reintroduzione egrave stata fattasulla base dei dati storici di presenza di C clusii alesina (cHieSuRa loRenzoni et al 1976 foRte etal 2002b) delle caratteristiche eco-fisiologiche dellapopolazione originaria (foRte et al 2005 foRtepaStoRe 2005) di quelle ecologiche dei siti di rein-troduzione e dellrsquoanalisi delle minacce

RiSultati e diScuSSione

gli individui oggetto dellrsquoazione di reintroduzioneavvenuta a fine gennaio 2013 sono stati distribuitiin tre aree principali (fig 1) Queste sono situate neltratto di cordone dunale immediatamente ad est diMarina di lesina insediamento sorto in localitagravepietramaura dove negli anni lsquo70 era ancora presen-te il piugrave esteso nucleo di individui di C clusii dellastazione di lesina (cHieSuRa loRenzoni et al1976) due delle aree di reintroduzione poste tra lelocalitagrave di acquarotta e pennacchio sono relativa-mente vicine tra loro e separate da una fascia occupa-ta da un rimboschimento a Pinus pinea l mentre laterza in localitagrave chiusa dista dalle altre circa 2 kmallrsquointerno di ciascuna area sono stati individuati piugravesiti di reintroduzione georiferiti mediante strumen-tazione gpS in ognuno dei quali egrave stato inserito unnumero di individui compreso tra 20 e 25la scelta di ripartire gli individui in tre aree di rein-troduzione differenti e allrsquointerno di queste in piugravesiti distinti egrave stata effettuata con lo scopo di ridurre ilrischio che un eventuale incendio possa interessarlecontemporaneamente compromettendo la sopravvi-venza dellrsquointera popolazione reintrodotta il numerocomplessivo di siti di intervento egrave risultato pari a 27inoltre per garantire buone probabilitagrave di successo

anche riproduttivo in ciascun sito sono stati reintro-dotti almeno 20 individui al fine di aumentare laprobabilitagrave di incrocio tra individui con alleli diincompatibilitagrave differenti indispensabile in una spe-cie allogama come C clusii (Rizzotto 1979)in ogni sito inoltre i singoli individui sono statipiantati in micro-siti individuati sulla base dellamicro-morfologia stazionale le tre aree di interven-to ricadono in un contesto vegetazionale caratterizza-to da un complesso e molto frammentato mosaicocostituito principalmente dalla gariga a R officinalisE multiflora e Cistus sp pl e dalla macchia a sclero-fille sempreverdi con presenza di Erica arborea lQuesto mosaico spesso egrave il diretto risultato delledifferenti condizioni ecologiche determinate dallamicro-morfologia stazionale (foRte et al 2002a) ealtre volte della dinamica della vegetazione in atto acausa degli incendi pertanto sono stati individuaticome idonei quei micro-siti rispondenti alle caratte-ristiche bio-ecologiche della popolazione da intro-durre (eliofilia relativa sensibilitagrave allo stress idricoecc foRte et al 2005) e comunque sempre suffi-cientemente distanti da nuclei di macchia in stato diavanzamento o da singoli cespugli in fase di resprou-tinglrsquoazione di conservazione in situ cosigrave condotta nonha richiesto pertanto ulteriori interventi quali dira-

417Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 1Mappa delle aree di reintroduzione (base cartograficaldquocarta della vegetazione reale del ldquoBosco isolardquo di lesina- foglio 1rdquo foRte 2001)Map of reintroduction areas (cartographic base ldquocartadella vegetazione reale del ldquoBosco isolardquo di lesina - foglio1rdquo foRte 2001)

damento della vegetazione preesistente rimozionedel secco ecccomplessivamente nella stazione di ldquoBosco isolardquosono stati reintrodotti 520 individui di C clusii pro-dotti mediante coltivazione ex situ 200 dei qualiderivanti da semina diretta di semi pre-trattati e 320ottenuti da impianto di semi pre-germinatiattualmente ulteriori 155 individui prodotti nel-lrsquoambito di questo progetto sono conservati presso ilMuseo orto Botanico dellrsquouniversitagrave di Bari inmodo da garantire sia la conservazione ex situ delpatrimonio genetico della popolazione di lesina e siala possibilitagrave di disporre di materiale di propagazioneper studi successivi

Ringraziamenti - gli autori ringraziano gli ldquospeciali colla-boratorirdquo che si sono prodigati durante il lavoro in campodi reintroduzione in situ in ordine alfabetico elenaBlotti nicola cillo Saverio drsquoamico Mario de tullioantonella grano Marcello Macchia Saverio Regina egianni Signorile

letteRatuRa citatacHieSuRa loRenzoni f cuRti l loRenzoni gg

MaRcHioRi S 1976 ndash cistus clusii Dunal Note dinomenclatura e di distribuzione con particolare riguardoalla stazione di Lesina (Foggia) giorn Bot ital 110259-267

conti f Manzi a pedRotti f 1997 ndash Liste rosse regio-nali delle piante drsquoItalia WWf Societagrave Botanicaitaliana universitagrave di camerino

foRte l anifantiS S Mantino f caRRuggio fcavallaRo v 2009 ndash Conservation of cistus clusiiDunal from ldquoBosco Isolardquo (Lesina - Apulia) current sta-tus and new experimental evidence in BaccHetta g(ed) Book of Abstracts Biodiversity Hotspots in theMediterranean Area 45th intern congr SiSv amp fip ndashcagliari 22-24 25-29 June 2009 280

foRte l cavallaRo v MaccHia f 2002b ndashConservazione in situ di cistus clusii Dunal (cistaceaeMagnoliophyta) nella duna di Lesina Quad Botamb appl 13 3-9

foRte l cavallaRo v pantaleo f drsquoaMico fSMaccHia f 2002a ndash The vascular Flora of the ldquoBoscoIsolardquo at Lesina (Foggia ndash Apulia) fl Medit 12 33-92

foRte l MelcHioRRe g anifantiS S caRRuggio fMantino f 2012 ndash Alcuni aspetti della biologia dellaconservazione di cistus clusii Dunal di ldquoBosco Isolardquo(Lesina Puglia) inform Bot ital 44(Suppl 2) 36-38

foRte l paStoRe d 2005 ndash Relazioni acqua-pianta inMaccHia f (ed) Biologia ed ecologia di cistus clusiiDunal 31-38 ed adda Bari

foRte l paStoRe d MaRvulli M Scatigna aMeMaccHia f 2005 ndash Analisi comparata tra eventi feno-logici e andamento dei parametri ambientali inMaccHia f (ed) Biologia ed ecologia di cistus clusiiDunal 5-13 ed adda Bari

giaRdina 1988 ndash Segnalazioni Floristiche Italiane 574-576 inform Bot ital 20(2-3) 678-679

MaccHia f (a cura di) 2005 ndash Biologia ed ecologia dicistus clusii Dunal ed adda Bari

Rizzotto M 1979 ndash Ricerche tassonomiche e corologichesulle cistaceae 1 Il genere cistus L in Italia Webbia33(2) 343-378

RiaSSunto ndash Cistus clusii dunal egrave una specie moltorara in italia storicamente presente in Sicilia e in puglianellrsquounica stazione di ldquoBosco isolardquo (lesina fg) in segui-to allrsquoestinzione della piccola popolazione residuale puglie-se il Museo orto Botanico dellrsquouniversitagrave di Bari e ilcentro Studi naturalistici onluS hanno stipulato unaapposita convenzione al fine di attuare unrsquoazione di rein-troduzione nel sito di lesina le piante reintrodotte insitu 520 in tutto sono state ottenute a partire da indivi-dui di C clusii progenie della popolazione spontanea ori-ginaria conservati ex situ presso il Museo orto Botanicoper aumentare le probabilitagrave di successo dellrsquointerventogli individui sono stati distribuiti in tre aree distinte eallrsquointerno di queste piantati in micro-siti rispondenti allecaratteristiche eco-fisiologiche della popolazione di C clu-sii di lesina giagrave note dalla letteratura infatti solo unaconoscenza approfondita del comportamento bio-ecologi-co delle entitagrave oggetto di interventi di conservazione insitu permette di programmare una concreta azione di tute-la attraverso lrsquoinsediamento di popolazioni in grado dipersistere nel tempo

418 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

autoRi

Luigi Forte (luigiforteunibait) Viviana Cavallaro Dipartimento di Biologia e Museo Orto Botanico Universitagrave di BarildquoAdo Morordquo Via E Orabona 4 70126 BariStamatia Anifantis Francesca Carruggio Francesca Mantino Giulia Melchiorre Museo Orto Botanico Universitagrave di BarildquoAldo Morordquo Via E Orabona 4 70126 Bari

Limoniastrum monopetalum (l) Boiss egrave presente inpuglia sulle rupi marittime di tricase porto (le)nellrsquoambito di una cenosi ascrivibile alla classeCrithmo-Limonietea Br-Bl 1947 in condizioni ana-loghe a quanto descritto per la Sicilia meridionale daBaRtolo et al (1982) Secondo la direttiva9243cee si tratta di un habitat di interesse comu-nitario denominato ldquoScogliere con vegetazione dellecoste mediterranee con Limonium spp endemicirdquo(aavv 2010) ersquo una specie a diffusione SW-Mediterranea in italia egrave presente in Sardegna inSicilia (conti et al 1992) nella laguna diorbetello (toMei guazzi 1993) a tricase porto(le) (accogli et al 1996) (fig1) in passato laspecie era stata segnalata ldquonei siti arenosi di tarantordquo(MaRinoSci 1870) caratterizzati da depressionicostiere con un ristagno idrico con substrato preva-lentemente costituito da argille e colonizzato da spe-cie ad elevata alofilia (tRotteR 1936) probabil-mente le antiche cenosi erano ascrivibili alla classeSarcocornetea-fruticosae Br-Bl amp tuumlxen ex a amp oBolograves 1950 tipica dei suoli inondati fangoso-argillo-si come riportato da Biondi et al (2004) per laSardegna

StatuS del popolaMento puglieSe ed eSpeRienzepRegReSSe

a tricase porto il popolamento si presenta formatoda due nuclei localizzati sulla sommitagrave di due costo-ni rocciosi distanti in linea drsquoaria circa 150 mentrambi i costoni sono occupati da abitazioni ad

uso civico ed i cespugli di limoniastro sono localizza-ti nelle loro adiacenze ma non allrsquointerno e questopotrebbe escludere unrsquointroduzione della specie perscopo ornamentale in totale si possono contarecirca 25 individui dei quali 18 si presentano comegrossi cespugli larghi 1ndash25 m alti 075ndash130 m lafioritura dura meno di un mese tra la fine di giugnoe lrsquoinizio di luglio le infiorescenze secche rimango-no sulla pianta sino a dicembre ma la maturazionedei frutti non egrave mai evidente e non egrave visibile la dei-

419infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

conservazione ex situ ed interventi di reintroduzione di Limoniastrum monopetalum in puglia

R accogli Mp BiancHi p Medagli S MaRcHioRi

aBStRact - ex situ conservation and reintroduction of limoniastrum monopetalum in Apulia region - in this paper arepresented the main actions taken by the Botanic garden of diSteBa for the protection of Limoniastrum monopetalum(l) Boiss species of high vulnerability included in the national Red list of plants of italy the specie is cultivated exsitu in the Botanic garden and it was decided to implement its reintroduction in the locality palude la vela (ta) in anarea once had been reported but no longer found propagation of L monopetalum was carried out by vegetative and gen-erative individuals obtained were reintroduced in two sites of the palude to different environmental conditions

Key words conservation moltiplication reintroduction

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 1areale di L monopetalum secondo gReuteR et al 1989 etutin et al 1981distribution area of L monopetalum according togReuteR et al 1989 and tutin et al 1981

scenza a contrastare lo sviluppo e la diffusione dinuove piante sono le estreme condizioni di povertagravedel substrato fortemente disturbato dalle attivitagraveantropiche che rimaneggiano continuamente le som-mitagrave dei costoni rocciosi (interventi di restauro edili-zio incendi e tagli indiscriminati) e la presenza diuna flora sinantropica dominata da agave pittospo-ro caprifico rovola vulnerabilitagrave della specie ha motivato la sua ripro-duzione ex situ nellrsquoorto Botanico dellrsquouniversitagravedel Salento e la messa a punto di protocolli di rein-troduzione infatti giagrave nel 2000 era stata testata lacapacitagrave di propagazione di L monopetalum sia pervia gamica che agamica senza forzature sui semi neacutedi ormoni radicanti per le talee la resa germinativaera risultata molto bassa del 2-5 mentre elevatesono state le percentuali di attecchimento delle talee(70-95) sia in primavera che agli inizi dellrsquoautun-no nel 2005 egrave stato effettuato un primo interventovolto al potenziamento del popolamento di L mono-petalum esistente a tricase porto lungo un breve trat-to costiero prospiciente il sito interessato da un inter-vento di riqualificazione attuato dallrsquoamministra-zione comunale lrsquointervento prevedeva la realizza-zione di un camminamento lungo la scogliera attra-verso i segni della storia locale ancora leggibili (trat-turi per la mena delle pecore vasche intagliate negliscogli per la concia delle pelli e per lrsquoestrazione diblocchi lapidei terrazzamenti per le colture agrarieprimaticce etc) la flora del tratto costiero annove-ra altre specie di interesse conservazionistico percheacuteincluse nella lista Rossa nazionale come Vincetoxi-cum hirundinaria Medik subsp adriaticum (Beck)Markgr o di valore fitogeografico come lrsquoendemicoLimonium japigicum (groves) pignatti Lavateraarborea l Scrophularia lucida l lrsquointervento direintroduzione era stato concordato con docenti edalunni delle Scuole Medie inferiori del comune ditricase che hanno partecipato dimostrando grandeinteresse e sensibilitagrave nellrsquoautunno 2005 egrave stataorganizzata una giornata durante la quale dopo unincontro tra autoritagrave politiche locali studiosi stu-denti e cittadini sono state messe a dimora 10 pian-te di L monopetalum (accogli et al 2006) pur-troppo lrsquointervento egrave stato inficiato da un incendioche nella primavera successiva ha distrutto buonaparte della flora spontanea ed i trapianti effettuati

MateRiali e Metodi

un secondo intervento di reintroduzione di L mono-petalum egrave stato programmato nel 2011 per il sitopalude la vela che ricade nellrsquoomonima Riservanaturale Regionale e prossima allrsquoantica salina di Sgiorgio jonico (ta) come prima fase si egrave procedu-to alla moltiplicazione della specie per ottenere indi-vidui giovani da mettere a dimora la moltiplicazio-ne ex situ egrave stata ripetuta sia per via vegetativa chegenerativa ponendosi nelle medesime condizionidegli anni precedenti ma con lrsquoaccorgimento didistinguere talee semierbacee da talee legnose ilmateriale propagativo egrave stato prelevato dagli indivi-

dui presenti a tricase porto da rami di 2 o piugrave annicon diametro del fusto maggiore di 10 mm sonostate realizzate talee lunghe 10-18 cm da rami di 1anno con diametro inferiore a 10 mm sono staterealizzate talee lunghe 7-12 cm il prelievo egrave statoeffettuato sia allrsquoinizio dellrsquoautunno (5 ottobre 2010)che alla fine della stagione invernale (5 marzo 2011) le talee sono state messe a radicare (senza aggiunta diormoni) in substrato costituito da un mixer di torbae perlite in rapporto 12 in vasi in pvc delle dimen-sioni 7x7x18 cm fatti stazionare poi in tunnel fred-do dopo 30 giorni veniva registrato lrsquoattecchimentodelle talee i risultati definitivi hanno evidenziato ilseguente andamento in autunno per quelle preleva-te da rami di 2 anni egrave stata registrata una percentua-le del 74 e per quelle prelevate da rami di 1 annodel 64 in primavera per le talee piugrave legnose egrave stataregistrata una percentuale di attecchimento pari al95 e per quelle meno legnose dellrsquo86 ancorauna volta i risultati dimostrano la facilitagrave di propaga-zione vegetativa della specie inoltre anche se i valo-ri differiscono di poco si deduce che il periodomigliore per il taleaggio di L monopetalum egrave a finestagione primaverile con rami vecchi di almeno 2anni (tab 1)

i racemi di L monopetalum dopo la fioritura persi-stono sulla pianta per lungo tempo (anche sino allrsquoin-verno) per cui sono stati effettuati periodici prelievidei frutti per lrsquoestrazione dei semi al fine di definire ilperiodo di piena maturazione un primo prelievo deifrutti egrave stato effettuato in ottobre i semi sono statiopportunamente isolati previa rottura della capsulaed una parte di essi egrave stata sottoposta a vernalizzazio-ne (4 degc per 24 h) per simulare unrsquoeventuale dor-mienza invernale la semina egrave stata effettuata in cap-sule petri sterili con carta da filtro come substratotenute in camera di crescita a 20 degc e fotoperiodo di10 h Sono state realizzate tre ripetizioni con 30 ele-menti per capsula lrsquoelaborazione dei dati registratievidenzia un andamento del potere germinativo di Lmonopetalum secondo quanto riportato dalla fig 2 il monitoraggio delle piastre ha evidenziato un pote-re germinativo dei semi molto basso (2-4) questodato egrave stato confermato dalla semina a spaglio effet-tuata in una seminiera con substrato composto datorba e agriperlite nel rapporto 12 da circa 200semi sono emerse solo 6 plantule

420 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

taBella 1Risultati della propagazione ex situResults of ex situ propagation

stagione talee di di radicazionepartenza 72 dopo 30 gg

Oslash 10 mm 64autunno Oslash 10-20 mm 74Oslash 10 mm 86primavera Oslash 10-20 mm 95

ReintRoduzione a palude la vela

i sopralluoghi effettuati a palude la vela per lrsquoindivi-duazione di siti idonei alla reintroduzione hannoindotto alla scelta di due piccole superfici simili percondizioni di substrato per copertura vegetale eparametri ambientali tali siti sono collocati su spon-de opposte dellrsquoacquitrino ed hanno unrsquoestensioneminima di 60 m2 per la messa a dimora sono stateselezionate piante vigorose e sane con unrsquoaltezzamedia di 489 plusmn526 cm e diametro di 1609plusmn304cm nel mese di novembre 2011 egrave stata effettuata laloro messa a dimoranel sito denominato ldquoardquo sono state trapiantate 15piante con un approssimativo sesto di impianto di 2x 4 m nel sito ldquoBrdquo sono state trapiantate 14 piantein ordine sparso in quanto lrsquoarea presentava nume-rose zone di erosione e continui dislivelli

concluSioni

nellrsquoarea palude la vela le condizioni ambientalisembrano piugrave confacenti allrsquoecologia di L monopeta-lum rispetto a tricase porto ed egrave positivo che tutte lepiante abbiano attecchito e siano giunte a fioriturama solo fra qualche anno si potragrave constatare la for-mazione di un eventuale popolamento con individui

fertili ed in grado di autopropagarsi e si avragrave confer-ma del successo della reintroduzione

letteRatuRa citataaavv 2010 ndash Manuale italiano interpretazione degli

habitat (Direttiva 9243 CEE) Ministero ambiente etutela territorio e Mare SBi

accogli R Medagli p MaRcHioRi S 1996 ndashlimoniastrum monopetalum (L) Boiss in Puglia(plumbaginaceae) giorn Bot ital 130 1 91degcongr SBi ancona 16-19 settembre 1996

mdash 2006 ndash Conservazione ex situ e reintroduzione dilimoniastrum monopetalum (L) Boiss sulla fasciacostiera di Tricase Porto (Lecce) inform Bot ital38(Suppl 1) 183-184

BaRtolo g BRullo S MaRcenograve c 1982 ndash La vegeta-zione costiera della Sicilia sud-orientale aQ71226cnR Roma

Biondi e BRugiapaglia e faRRiS e filigHeddu RSeccHi z 2004 ndash Halophilous vegetation of Olbia pondsystem (NE-Sardinia) fitos 41(1) Suppl 1 125-141

conti f Manzi a pedRotti f 1992 ndash Lista RossaNazionale delle Piante drsquoItalia WWf italia Roma

gReuteR W BuRdet HM long g 1989 ndashMedndashChecklist vol 4 320 pp

MaRinoSci M 1870 ndash Flora Salentina 1 22toMei pe guazzi e 1993 ndash Le zone umide della

Toscana Lista generale delle entitagrave generali atti MusStor nat grosseto 15 120-135

tRotteR a 1936 ndash Rilievi ecologici intorno alla flora edalla vegetazione della salina di SGiorgio presso Tarantoann R ist Sup agr portici III 5 120-135

tutin tg HeyWood vH BuRgeS na MooRedM valentine dH WalteRS SM WeBB da1981 ndash Flora Europaea vol 3 51

RiaSSunto - nel presente lavoro vengono esposte leprincipali azioni intraprese dallrsquoorto Botanico deldiSteBa per la salvaguardia di Limoniastrum monopeta-lum (l) Boiss specie ad alta vulnerabilitagrave inclusa nellalista Rossa nazionale delle piante drsquoitalia da anni la spe-cie viene coltivata ex situ nellrsquoorto Botanico e si egrave pensatodi attuare la sua reintroduzione in localitagrave palude la velain un ambito territoriale di antica segnalazione ma doveattualmente risulta scomparsa la propagazione di Lmonopetalum egrave stata effettuata per via vegetativa e genera-tiva e gli individui ottenuti sono stati reintrodotti in duesiti della palude a diverse condizioni ambientali

421Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 2valutazione del potere germinativoevaluation of the germinative power

autoRi

Rita Accogli (ritaaccogliunisalentoit) Maria Pia Bianchi Piero Medagli Silvano Marchiori Orto Botanico delDipartimento di Scienze e Tecnologie Biologiche ed Ambientali (DiSTeBA) Universitagrave del Salento Centro Ecotekne ViaProvinciale per Monteroni 73100 Lecce

in occasione della redazione della checklist dellepiante vascolari della puglia (a albano fBartolucci f conti p Medagli Rp Wagensommerin prep) egrave stato aggiornato lrsquoelenco delle specieminacciate in questa Regionele liste Rosse Regionali (conti et al 1997) ripor-tavano per la puglia 180 entitagrave da allora sono tras-corsi piugrave di 15 anni alcune di queste entitagrave eranoindicate in puglia per errore e altre sono considerateoggi sinonimi di entitagrave non minacciate mentrenumerose specie della lista Rossa nazionale sonostate rinvenute in puglia solo dopo il lavoro diconti et al (op cit) per questo motivo abbiamoritenuto utile aggiornare lrsquoelenco delle specie di listaRossa della Regione puglia e integrarlo con tutte leentitagrave endemiche pugliesi ed esclusive della Regione(presenti in italia solo in puglia)

RiSultati

il libro Rosso delle piante drsquoitalia (conti et al1992) riportava 458 specie e sottospecie di piantevascolari sottoposte a vari gradi di minaccia a livellonazionale di queste entitagrave 46 sono attualmentenote in puglia (tab 1) considerando anche le listeRosse Regionali (conti et al 1997) il numero ditaxa minacciati a livello nazionale e presenti in pugliasale a 89 entitagrave certamente presenti (di cui 1 dubita-tivamente alloctona) e 8 dubitativamente presentinella Regione mentre il numero di entitagrave indicatecome minacciate a livello Regionale egrave pari a 158 (dicui 1 dubitativamente alloctona) alle quali si aggiun-gono 4 entitagrave dubitativamente presenti nella Regio-ne per un totale di 188 entitagrave (tab 1)

le specie esclusive della puglia cioegrave quelle presentiin italia solo in questa Regione sono 54 di cui 2dubitativamente alloctone alle quali si aggiungono 6entitagrave la cui presenza egrave dubbia di queste 54 entitagrave35 sono endemiche pugliesi (tab 1)pertanto le specie di lista Rossa in puglia integratecon tutte le endemiche pugliesi e le esclusive dellaRegione sono 221 (tab 1) pari al 93 della floravascolare autoctona pugliese

diScuSSione

il libro Rosso e le liste Rosse delle piante drsquoitalia(conti et al 1992 1997) pur essendo stati seguitida altri lavori riguardanti le piante minacciate delnostro paese (pignatti et al 2001 ScoppolaSpaMpinato 2005) sono ancora oggi il riferimentoprincipale per le specie a rischio di estinzione initalia negli ultimi anni lrsquoimpulso alla realizzazionedi una nuova lista Rossa delle piante drsquoitalia secon-do i piugrave recenti criteri iucn (2001 2011) egrave statodato dalla rubrica pubblicata sullrsquoinformatoreBotanico italiano ldquoSchede per una lista Rossa dellaflora vascolare e crittogamica italianardquo e dal proget-to appena concluso e realizzato dalla SocietagraveBotanica italiana per conto del Ministero dellrsquoam-biente e della tutela del territorio e del Mare relati-vo alla valutazione nazionale della categoria di rischiodi estinzione per piugrave di 300 specie vegetali di interes-se conservazionistico e di ambientihabitat partico-larmente minacciati (RoSSi et al 2013) attualmen-te questi progetti hanno portato alla valutazione delgrado di minaccia di 40 specie vascolari presenti inpuglia Egrave auspicabile pertanto il contributo di tutti

422 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

piante vascolari minacciate e liste Rosse aggiornamento delle conoscenzein puglia

Rp WagenSoMMeR p Medagli ev peRRino

aBStRact - Threatened vascular plants and Red Lists an update of knowledge in Apulia -the Regional Red list of vas-cular plant species in apulia Region has been updated following recent knowledges of conservation distributional andtaxonomic interest

Key words apulia Red lists threatened species update

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

423Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

taBe

lla

1Piante vascolari endemiche esclusive e di Lista Rossa della Regione Puglia

Endemic exclusive and Red List vascular plants in Apulia Region

424 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO 45 (2) 393-432 2013(se

gue T

ab 1

)

425Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

(segue Tab 1)

426 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013(segue Tab 1)

427Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

(segue Tab 1)

i botanici pugliesi affincheacute sia possibile valutaresecondo i criteri piugrave recenti dellrsquoIUCN (op cit) unnumero molto maggiore di specieLrsquoelenco riportato in Tab 1 include tutte le specieendemiche pugliesi ed esclusive della Puglia Di que-ste entitagrave 33 non venivano indicate nelle Liste RosseRegionali (CONTI et al 1997) Esse sono state inclu-se in Tab 1 in via precauzionale ma in molti casi illoro effettivo grado di minaccia deve ancora esserevalutato Lrsquoelenco non include invece le categorie diminaccia indicate in ROSSI et al (2013) che sarannooggetto di un futuro contributo sulle specie di inte-resse conservazionistico in Puglia

CONCLUSIONILrsquoaggiornamento delle conoscenze floristiche inPuglia e le informazioni tassonomiche nomenclatu-rali e distributive pubblicate nel corso degli ultimianni hanno consentito un aggiornamento delle ListeRosse delle Piante vascolari della Regione Puglia maancora molto lavoro deve essere svolto per megliodefinire il numero di specie a rischio e il loro effetti-vo grado di minaccia secondo i piugrave recenti criteriinternazionali (IUCN op cit)

LETTERATURA CITATACONTI F MANZI A PEDROTTI F 1992 ndash Libro Rossodelle Piante drsquoItaliaMinistero Ambiente WWF Italia

Societagrave Botanica Italiana Romamdash 1997 ndash Liste Rosse Regionali delle Piante drsquoItaliaWWFItalia Societagrave Botanica Italiana CIAS Camerino

IUCN 2001 ndash IUCN Red List Categories and CriteriaVersion 31 IUCN Species Survival CommissionIUCN Gland (Switzerland) amp Cambridge (UK)II+30 pp

mdash 2011 ndash Guidelines for Using the IUCN Red ListCategories and Criteria Version 90 Prepared by theStandards and Petitions Subcommittee httpww-wiucnredlistorgdocumentsRedListGuidelinespdf

PIGNATTI S MENEGONI P GIACANELLI V (a cura di)2001 ndash Liste rosse e blu della flora italiana ANPARoma

ROSSI G MONTAGNANI C GARGANO D PERUZZI LABELI T RAVERA S COGONI A FENU G MAGRINIS GENNAI M FOGGI B WAGENSOMMER RPVENTURELLA G BLASI C RAIMONDO FMORSENIGO S (Eds) 2013 ndash Lista Rossa della FloraItaliana 1 Policy Species e altre specie minacciateComitato Italiano IUCN Ministero Ambiente eTutela Territorio e Mare Roma 54 pp

SCOPPOLA A SPAMPINATO G (Eds) 2005 ndash Atlante dellespecie a rischio di estinzione (CD-ROM) Allegato a ASCOPPOLA C BLASI (Eds) Stato delle conoscenze sullaflora vascolare drsquoItalia Palombi Ed Roma

RIASSUNTO ndash Egrave stata aggiornata la Lista RossaRegionale delle piante vascolari della Regione Pugliasecondo le piugrave recenti conoscenze in ambito conservazio-nistico distributivo e tassonomico

428 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO 45 (2) 393-432 2013

AUTORI

Robert Philipp Wagensommer (robwagensommeryahooit) Scuola di Scienze Ambientali Universitagrave di Camerino - CentroRicerche Floristiche dellrsquoAppennino (Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga) San Colombo 67021 Barisciano(LrsquoAquila)Piero Medagli (pietromedagliunileit) Laboratorio di Botanica Sistematica del DiSTeBA Universitagrave del Salento ViaProvinciale Lecce-Monteroni 73100 LecceEnrico Vito Perrino (enricoperrinoyahooit) Museo Orto Botanico Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via E Orabona 4 70124Bari

Verticillium dahliae Kleb egrave un fungo tracheomicoti-co responsabile della piugrave grave malattia dellrsquoolivo(Olea europaea l) soprattutto negli oliveti dei paesimediterranei Questo fungo oltre lrsquoolivo attacca piugravedi 300 specie di piante arboree ed erbacee la malat-tia determina generalmente il disseccamento di por-zioni della chioma (BeJaRano-alcaacutezaR et al 2001pegg BRady 2002 BuBici ciRulli 2011) isolatidi V dahliae in grado di infettare cotone e olivo pos-sono essere classificati in due patotipi defogliante enon-defogliante sulla base della loro abilitagrave o menodi indurre defogliazione nelle piante infette(MeRcado-Blanco et al 2001 2003) il presentelavoro propone studi preliminari su i) alcune rispo-ste fisiologiche in due cultivar di olivo caratterizzateda differenti livelli di suscettibilitagrave alla verticilliosi ii)alcuni determinanti di patogenicitagrave potenzialmentecoinvolti nellrsquoinduzione dei sintomi fogliari prodottida patotipi diversi di V dahliae

MateRiali e Metodi

Alterazioni fisiologiche piante di olivo delle cultivar lsquofrantoiorsquo (resistente) elsquoleccinorsquo (suscettibile) sono state inoculate con gliisolati vd312d (defogliante) e vd315nd (nondefogliante) seguendo il metodo descritto da ciRulli

et al (2008) piante non trattate e piante le cui radi-ci sono state immerse per 10 minuti in acqua sonostate utilizzate come tesi di controllo Sono stati valu-tati il contenuto di fenoli carotenoidi clorofillaperossido drsquoidrogeno ascorbato e lrsquoattivitagrave delleperossidasi generiche (pod) e dellrsquoascorbato perossi-dasi (apX) in foglie delle due cultivar raccolte dopo24 72 e 240 ore dal trapianto applicando i metodiproposti da cHandleR doddS (1983) licHten-tHaleR (1987) BRuno SpaRapano (2006) toM-MaSi et al (2006) paRadiSo et al (2008) tre mesidopo lrsquoinoculazione su ogni pianta egrave stata valutata lapresenza di malattia sulla chioma utilizzando la scaladi severitagrave dei sintomi proposta da colella et al(2008) lrsquoanalisi statistica dei dati egrave stata eseguitaattraverso lrsquoanalisi della varianza (anova) le mediesono state separate con il test della minima differen-za significativa (MdS) Produzione di metaboliti secondari fitotossici colture liquide statiche degli isolati vd312d evd315nd di V dahliae sono state allestite in tredifferenti soluzioni nutritive czapek modificato(vdM) patate destrosio Broth (pdB difco ) oacqua estratto di Malto (oxoid) al 2 (eM2) perciascun isolato e substrato sono state preparate 10bottiglie di Roux della capacitagrave di 1 l contenenti

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Meccanismi di resistenza alla verticilliosi e caratterizzazione di varietagrave meridionali di olivo dati preliminari sulla fisiologia dellrsquointerazione olivoVerticillium dahliae

gl BRuno c faSciano Mp ippolito S SeRMani ad MaRSico c colella M aMenduni f toMMaSi

aBStRact - Mechanisms of resistance to olive Verticillium wilt and characterization of olive varieties from southern prelim-inary data on physiology of olive - verticillium dahliae interaction - inoculations experiment were performed with two strainsof Verticillium dahliae characterized as defoliating (vd312d) or not defoliating (vd315nd) pathotypes lsquofrantoiorsquo(resistant) and lsquoleccinorsquo (susceptible) olive plants the interaction plantpathogen was evaluated as total phenolscarotenoids chlorophylls hydrogen peroxide ascorbic acid generic peroxidases and ascorbate peroxidase activityinoculated plants showed the typical pathway associate to a stress the two pathotypes are also able to produce in vitrophytotoxins Some of these secondary metabolites should be involved on biochemical and physiological alterations asso-ciated to verticillium wilt symptoms on olive trees (leaves wilting and defoliation)

Keywords fenoli totali metaboliti secondari stato redox verticilliosi

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

150 ml di soluzione nutritiva ciascuna bottiglia egravestata inoculata con 5 ml di sospensione ottenutaomogeneizzando tre colonie (coltivate per due setti-mane in piastre petri su substrato di pda a 25 degc albuio) in 50 ml di acqua distillata sterile dopo 28giorni di coltura (25 degc al buio) il micelio egrave statorimosso mediante filtrazione su garza e centrifugazio-ne (5500 xg 20 min 4 degc) aliquote (3 ml) di cia-scun filtrato colturale (fc) integro o diluito (10100 e 1000 volte con acqua distillata) sono state uti-lizzate in saggi di tossicitagrave su rametti recisi dilsquoleccinorsquo e lsquofrantoiorsquo eseguiti in ambiente controlla-to (uR 50 t 25 degc luce 150 microe cm-2 sec-1)acqua distillata e substrato non inoculato sono statiutilizzati come controllo dal terzo giorno dopo lrsquoas-sorbimento delle soluzioni tossiche egrave stata osservatala manifestazione dei sintomi dopo 24 72 e 240 oredallrsquoassorbimento delle soluzioni saggiate le foglie diciascun rametto sono state caratterizzate in terminidi flusso traspiratorio utilizzando un porometro li-1600-licor negli stessi intervalli egrave stato valutato ilcontenuto in clorofilla e fenoli seguendo i metodiproposti in precedenza

RiSultati e diScuSSione

Alterazioni fisiologicheper entrambi i patotipi di V dahliae saggiati lrsquoindu-zione di uno stato di malessere nella pianta egrave confer-mata dalla riduzione nel contenuto di clorofillesoprattutto dopo 24 ore per la cultivar suscettibilelsquoleccinorsquo (fig 1) invece il contenuto di ascorbatoclorofille e carotenoidi ha subito un incrementosoprattutto nei campioni di foglie prelevate dopo 72e 240 ore dallrsquoinoculo con il patotipo defogliante leanalisi condotte sulle foglie di lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquohanno mostrato come la molecola segnale perossidodrsquoidrogeno risulta maggiormente presente nella cul-tivar frantoio dopo 72 ore dallrsquoinoculo con il patoti-po defogliante (fig 1) mentre lrsquoattivitagrave della apXsegna negli stessi tempi un decremento (fig 2) invece nella cultivar frantoio i sistemi antiossidan-ti non enzimatici hanno mostrato un calo rispetto aicontrolli nei livelli di ascorbato e di fenoli (fig 1) non si sono osservate variazioni nellrsquoattivitagrave dellacatalasi (fig 2) infatti come dimostrato in altrisistemi nei tessuti vegetali questo enzima svolge unruolo nel metabolismo del perossido di idrogenosecondario rispetto allrsquoapX che invece egrave lrsquoenzimachiave nel controllo della concentrazione in perossi-do di idrogeno (de gaRa et al 2003) lrsquoattivitagrave dellepod infine aumenta notevolmente nelle fasi tardi-ve dellrsquoinfezione nelle foglie di lsquofrantoiorsquo mentre inquelle di lsquoleccinorsquo un incremento egrave evidente 72 oredallrsquoinoculo (fig 2) i dati evidenziati nelle nostre condizioni sperimenta-li sono in linea con quanto riportato dalla letteraturariguardo alle interazioni pianta-patogeno e le risposteda stress abiotici (de gaRa et al 2003) infatti nellepiante resistenti si assiste a una modulazione deisistemi antiossidanti tale da causare un incremento diperossido di idrogeno a livello fogliare (de gaRa etal 2003) per contro nella varietagrave suscettibile lrsquoau-

mento dei livelli in antiossidanti non enzimatici nonegrave sufficiente a indurre resistenza la diversa rispostaai sistemi antiossidanti riscontrata nelle due varietagraveutilizzate in queste prove potrebbe essere consideratacome un marker biochimico per valutare lo stato diavanzamento dellrsquoinfezione e il suo destino primadella comparsa dei sintomi

Evoluzione dei sintomia conferma di quanto giagrave riscontrato da ciRulli etal (2008) lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo sono risultate rispet-tivamente resistenti e suscettibili ai due isolati di Vdahliae utilizzati nessun sintomo egrave stato registrato esulle piante utilizzate come controllo (piante nontrattate e piante le cui radici sono state immerse per

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fig 1contenuto in fenoli carotenoidi clorofille e perossido diidrogeno in foglie di lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo dopo 24 72 e240 ore dallrsquoinoculo con vd312d () e vd315nd ()i controlli sono rappresentati da piante le cui radici sonostate immerse per 10 minuti in acqua (mdash) ciascun valo-re egrave la media di cinque piante phenols carotenoids chlorophylls and hydrogen peroxidecontent in leaves of lsquofrantoiorsquo and lsquoleccinorsquo after 24 72and 240 hours after inoculation with vd312d () andvd315nd () as controls plants were treated for 10minutes in water (mdash) each value is the mean of fiveplants

10 minuti in acqua) e sulle chiome di lsquofrantoiorsquo ino-culate con il patotipo non defogliante il patotipodefogliante ha causato su lsquofrantoiorsquo una modestadefogliazione le piante di lsquoleccinorsquo hanno espressosintomi gravi con entrambi i patotipi (generale avviz-zimento della chioma) aggravati nel caso del patoti-po defogliante da accentuata e rapida filloptosiMetaboliti secondari fitotossici gli isolati di V dahliae utilizzati in coltura liquida susubstrato vdM hanno permesso di ottenere fc chesaggiati su rametti recisi di lsquoleccinorsquo (suscettibile) elsquofrantoiorsquo (resistente) hanno riprodotto sintomi diavvizzimento e accartocciamento fogliare e defoglia-zione nessun sintomo egrave stato registrato sui ramettiche hanno assorbito acqua distillata e i substrati noninoculati lrsquoassorbimento dei 3 ml di soluzione daparte dei rametti ha richiesto 30-32 ore per acquavdM pdB e eM2 mentre i fc dei due isolati sonostati assorbiti in 17-24 ore i fc dei patotipivd312d o vd315nd di V dah-liae ottenuti su substrato vdM saggiati su entrambe

le cultivar di olivo hanno evidenziato sintomi da 7-9 giorni dopo lrsquoassorbimento i fc ottenuti su sub-strato vdM da entrambi i patotipi inducono ripiega-mento e successivo imbrunimento della laminafogliare sui rametti di lsquofrantoiorsquo Sui rametti dilsquoleccinorsquo sono stati registrati ingiallimenti della lami-na fogliare inizialmente intorno alle nervature edopo 3-5 giorni sullrsquointera superficie Sintomo fina-le dei fc di entrambi gli isolati di V dahliae dopo 28giorni di coltura su substrato di vdM egrave stata unagenerale defogliazione dei rametti Su lsquoleccinorsquo ladefogliazione egrave stata severa e si egrave avuta dopo 17 gior-ni sui rametti trattati con il fc dellrsquoisolato vd312dcf e dopo 21 giorni su lsquofrantoiorsquo i rametti trattaticon i fc di vd315nd sono stati registrati dopo 20giorni su lsquoleccinorsquo e dopo 25 giorni su lsquofrantoiorsquo isintomi sopra descritti sono stati osservati anche suirametti che hanno assorbito i fc dei due isolati dopodiluizione di 10 e 100 volte con acqua distillata i fc ottenuti dai due patotipi su substrato vdMsono stati confrontati sulle due cultivar per i loroeffetti sul flusso traspiratorio e sulle variazioni infenoli e clorofille presenti nelle foglie (fig 3)

431Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 2contenuto in ascorbato e attivitagrave delle perossidasi generi-che (pod) e dellrsquoascorbato perossidasi (apX) in foglie dilsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo dopo 24 72 e 240 ore dallrsquoinoculocon vd312d () e vd315nd () i controlli sono rap-presentati da piante le cui radici sono state immerse per10 minuti in acqua (mdash) ciascun valore egrave la media di cin-que piante ascorbic acid concentration and peroxidase (pod) andascorbate peroxidase (apX) activity in leaves of lsquofrantoiorsquoand lsquoleccinorsquo after 24 72 and 240 hours after inocula-tion with vd312d () and vd315nd () as controlsplants were treated for 10 minutes in water (mdash) eachvalue is the mean of five plants

fig 3effetti sulla traspirazione e sul contenuto in clorofille efenoli in foglie di lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo dopo 24 72 e 240ore dallrsquoassorbimento di 3 ml di filtrato colturale degli iso-lati vd312d () e vd315nd () su substrato vdM icontrolli hanno assorbito 3 ml di acqua (mdash) ciascunvalore egrave la media di cinque rametti recisi transpiration from abaxial leaf surfaces and chlorophyllsand phenols content in leaves of lsquofrantoiorsquo and lsquoleccinorsquoafter 24 72 and 240 hours after the absorbtion of 3 ml fvd312d () and vd315nd () culture filtrates onvdM as controls twigs adsorbed 3 ml of water (mdash) eachvalue is the mean of five twigs

le misure di traspirazione (fig 3) dimostrano unforte incremento nel flusso traspiratorio nei ramettirecisi che hanno assorbito i fc ottenuti dal patotipovd312d rispetto a quelli ottenuti dal vd315nd edalle tesi di controllo nessuna differenza egrave stata regi-strata nel contenuto in clorofilla Solo la concentra-zione in fenoli nelle foglie dei rametti recisi chehanno assorbito i fc ottenuti dai due isolati egrave risul-tata circa tre volte superiore rispetto ai rametti delletesi di controllo totali (fig 3)in definitiva appare chiaro che nellrsquointerazione Vdahliae e olivo entrino in gioco fattori chimici divirulenza del patogeno (fitotossine) che contribuisca-no alla patogenesi e alla manifestazione dei sintomied inducano nellrsquoospite condizioni di stress in que-sto stato la pianta ospite manifesteragrave in parte o intoto le alterazioni biochimiche e fisiologiche determi-natesi nei tessuti attraverso i sintomi

Ringraziamenti - gli autori ringraziano i collaboratoriluca Scarola valentino poliseno nicola contursi eaniello Rescigno (dipartimento di Scienze del Suolo dellapianta e degli alimenti universitagrave degli Studi di Barialdo Moro) per il valido supporto tecnico nella realizza-zione delle prove lavoro realizzato con il contributo dellafondazione cassa di Risparmio di puglia Bando 2010 ndashprogetto Meccanismi di resistenza alla verticilliosi e caratte-rizzazione di varietagrave meridionali di olivo

letteRatuRa citataBeJaRano-alcaacutezaR J peacuteRez-aRteacuteS e JiMeacutenez-dIacuteaz

RM 2001 ndash Spread of the defoliating pathotype ofverticillium dahliae to new cotton and olive growingareas in Southern Spain in Proceedings 8th Inter-national Verticillium Symposium coacuterdoba 2001 57

BRuno g SpaRapano l 2006 ndash Effects of three esca-asso-ciated fungi on vitis vinifera L II Characterization ofbiomolecules in xylem sap and leaves of healthy and dis-eased vines physiol Mol plant path 69 195-208

BuBici g ciRulli M 2011 ndash verticillium wilt inScHena l agoSteo ge cacciola So (eds)Olive diseases and disorders 191-222 transwordResearch network Kerala india

cHandleR Sf doddS JH 1983 ndash The effect of phos-phate nitrogen and sucrose on the production of pheno-lics and solasodine in callus cultures of Solanum lacinia-tum plant cell Rep 2 205

ciRulli M colella c drsquoaMico M aMenduni MBuBici g 2008 ndash Comparison of screening methods for

the evaluation of olive resistance to verticillium dahliaeKleb J plant path 90(1) 7-14

colella c Miacola c aMenduni M drsquoaMico MBuBici g ciRulli M 2008 ndash Sources of Verticilliumwilt resistance in wild olive germplasm from theMediterranean region plant path 57 533-539

de gaRa l de pinto Mc toMMaSi f 2003 ndash Theantioxidant systems vis-agrave-vis reactive oxygen species dur-ing plantndashpathogen interaction plant physiolBiochem 41 863-870

licHtentHaleR HK 1987 ndash Chlorophylls andearotenoids pigments of photosynthetic bio-membranesMethods enzymol 148 351-383

MeRcado-Blanco J collado-RoMeRo M paRRilla-aRauJo S RodRIacuteguez-JuRado d JiMeacutenez-dIacuteazRM 2003 ndash Quantitative monitoring of colonizationof olive genotypes by verticillium dahliae pathotypes withreal-time polymerase chain reaction physiol Mol plantpath 63 91-105

MeRcado-Blanco J RodRIacuteguez-JuRado d peacuteRez-aRteacuteS e JiMenez-dIacuteaz RM 2001 ndash Detection of thenondefoliating pathotype of verticillium dahliae ininfected olive plants by nested PCR plant path 50609-619

paRadiSo a BeRaRdino R de pinto Mc Sanitagrave ditoppi l StoRelli MM toMMaSi f de gaRa l2008 ndash Increase in ascorbatendashglutathione metabolism aslocal and precocious systemic responses induced by cadmi-um in durum wheat plants plant cell physiol 49362-374

pegg gf BRady Bl 2002 ndash Verticillium Wilts caBipublishing Wallingford

toMMaSi f paciolla c de pinto Mc de gaRa l2006 ndash Effects of storage temperature on viability germi-nation and antioxidant metabolism in ginkgo biloba Lseeds plant physiol Biochem 44 359-368

RiaSSunto ndash due ceppi di Verticillium dahliae caratte-rizzati come patotipo defogliante (vd312d) o non defo-gliante (vd315nd) e piante di olivo delle cultivarlsquofrantoiorsquo (resistente) e lsquoleccinorsquo (suscettibile) sono statiutilizzati in prove di inoculazione artificiale focalizzate allostudio fisiologico delle interazioni pianta patogeno ladiversa risposta riscontrata nelle due varietagrave in termini difenoli carotenoidi clorofilla perossido di idrogeno ascor-bato perossidasi generiche e ascorbato perossidasi indicauno stato di stress fitotossine prodotte in vitro dai duepatotipi sembrano essere coinvolte nelle alterazioni biochi-miche e fisiologiche alla base delle tipiche sintomatologiedella verticilliosi su olivo (avvizzimento generale dellachioma e defogliazione)

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autoRi

Giovanni Luigi Bruno (giovanniluigibrunounibait) Samer Sermani Antonio Domenico Marsico Mario AmenduniDipartimento di Scienze del Suolo della Pianta e degli Alimenti (DiSSPA) Sezione di Patologia vegetale Universitagrave di BarildquoAldo Morordquo Via G Amendola 165A 70126 BariCristina Fasciano Maria Paola Ippolito Franca Tommasi (francatommasiunibait) Dipartimento di Biologia Universitagrave diBari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70125 BariCecilia Colella Dipartimento di Chimica Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70125 Bari

Page 3: Società Botanica italiana onluS 45 (2) 2013/391... · 2018-05-08 · prodotto preso in esame e sia dal metodo utilizzato (peRez-JiMénez et al., 2008; MülleR et al., 2010). un’attenzione

italia egrave presente in tutte le regioni isole compresefino alla media montagna Egrave una specie estremamen-te polimorfa e non egrave stata ancora studiata a fondo lacicoria egrave una pianta usata in medicina fin dallrsquoanti-chitagrave era infatti conosciuta ed apprezzata per le suevirtugrave terapeutiche anche da greci e Romani Moltiusi tradizionali hanno recentemente trovato confer-ma scientifica diversi studi effettuati sulla cicoriahanno portato infatti allrsquoisolamento e allrsquoidentifica-zione di una grande varietagrave di composti fitochimicitra cui antociani (noRBaecK et al 2002) lattonisesquiterpenici (SHaH et al 2012) fruttani(tiMMeRManS et al 2001) flavonoidi (innocentiet al 2005) e cumarine (deMrsquoyanenKo dRaniK1971) nellrsquoalimentazione umana vengono utilizzate

sia la porzione aerea che le radici ma lrsquoutilizzo piugravefrequente egrave quello delle foglie e dei grossi germogli(turioni) tipici di alcune specie coltivate organi chevengono consumati sia freschi che cotti il papavero selvatico (Papaver rhoeas l) o rosolaccioegrave una pianta erbacea annuale appartenente alla fami-glia delle Papaveraceae originario delle regionimedio-orientali egrave comparso in europa con lrsquointro-duzione delle colture dei cereali Si osserva infattifrequentemente come infestante sia dei cereali siadelle colture in genere negli incolti secchi e negliambienti ruderali (tutin et al 1964) nellrsquoambitoalimentare i semi del papavero sono impiegati peraromatizzare dolci biscotti e pane mentre le foglieed in particolare le giovani rosette basali si usano per

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fig 1fotografie di alcuni degli esemplari analizzati cicoria catalogna (a) cicoria otrantina (B) cicoria spontanea di San pietrovernotico (c) cicoria spontanea di Statte (d) e ldquopaparinardquo (e) siti di raccolta nella penisola salentina (f)photos of the analyzed plants catalogna chicory (a) otrantina chicory (B) wild chicory from San pietro vernotico (c)wild chicory from Satte (d) and ldquopaparinardquo (e) sampling sites in the Salento peninsula (f)

lo piugrave cotte e vengono ampiamente utilizzate nellacucina tradizionale di molte regioni italiane (nelSalento sono note con il termine ldquopaparinerdquo)

MateRiali e Metodi

Sono state analizzate le porzioni eduli di (1) duevarietagrave coltivate di cicoria la catalogna (fig 1af)raccolta nella zona tra S pietro vernotico e tuturano(BR) e la otrantina (fig 1Bf) raccolta invece nellazona di otranto (le) (2) due ecotipi spontanei dicicoria uno (fig 1cf) raccolto nella zona di Spietro vernotico (BR) e un altro (fig 1df) nellazona di Statte (ta) (3) la specie selvatica di Papaverrhoeas nota nel Salento come ldquopaparinardquo (fig 1ef)raccolta nella zona di Sternatia (le)il materiale vegetale appena raccolto egrave stato ripulitoda eventuali residui di terra ed immediatamenteomogenato con un blender da laboratorio (Waringlaboratory Science torrington ct uSa) previocongelamento in azoto liquido aliquote di omoge-nato sono state utilizzate per il dosaggio dellrsquoattivitagraveantiossidante idrosolubile e liposolubile e di fenolitotali flavonoidi tococromanoli (tocoferoli e toco-trienoli) e carotenoidile attivitagrave antiossidanti idrofilica e lipofilica sonostate valutate mediante il metodo teac (TroloxEquivalent Antioxidant Capacity) come descritto daRe et al (1999) dalla somma delle attivitagrave antiossi-danti idrofilica e lipofilica egrave stata calcolata lrsquoattivitagraveantiossidante totalelrsquoestrazione di fenoli e flavonoidi egrave stata effettuataseguendo il metodo di cantin et al (2009) legger-mente modificato per adattarlo al materiale di par-tenza la determinazione dei composti fenoliciestratti egrave stata effettuata utilizzando il metodo ripor-tato da Xu et al (2008) per i flavonoidi si egrave utilizza-to il metodo di zHiSHen et al (1999)lrsquoestrazione dei tococromanoli (tocoferoli e tocotrie-noli) e dei carotenoidi egrave stata effettuata seguendo ilmetodo di fRaSeR et al (2000) gli estratti sono statianalizzati mediante Hplc a temperatura ambienteusando una colonna Waters yMctM carotenoid 3microm (46x250 mm) ed una fase mobile costituita dametanolo (a) ammonio acetato 02 inacquametanolo (2080 vv) (B) e tert- metil-butiletere (c) il flusso dellrsquoeluente egrave stato mantenutocostante a 1 mlmin il gradiente di eluizione usato egravestato il seguente a=95 e B=5 in maniera isocra-tica per 12 minuti (0-12 min) a=80 B=5 ec=15 a 12 minuti un gradiente lineare fino aa=30 B=5 e c=65 per 33 minuti (12-45min) un gradiente lineare fino alle concentrazioniiniziali (a=95 e B=5) per 10 minuti (45-55min) una fase di condizionamento di 10 minuti (55-65 min) alle stesse concentrazioni (a=95 e B=5)gli analiti sono stati rivelati spettrofotometricamen-te a λ=290 nm per i tocoferoli e i tocotrienoli e aλ=450 nm per i carotenoidi i campioni prima diessere sottoposti ad analisi Hplc sono stati filtratiattraverso filtri di 02 microm (gelman Supor acrodiscpall corporation port Washington ny uSa)

tutti i dati ottenuti sono stati riferiti sia al peso fre-sco (fw) sia al peso secco (dw) dei vari campioni erappresentano la media di tre determinazioni indi-pendenti plusmn deviazione standard (dS) avendo unandamento simile a quelli su base fresca i dati riferi-ti al peso secco non sono stati riportati in questolavoro

RiSultati e diScuSSione

i risultati relativi allrsquoattivitagrave antiossidante idrosolubileliposolubile e totale delle diverse piante prese in consi-derazione in questo studio sono riportate in fig 2dai dati egrave emerso che i valori relativi allrsquoattivitagraveantiossidante dei composti idrosolubili (fig 2a)sono sempre piugrave elevati rispetto a quelli relativi allrsquoat-tivitagrave antiossidante dei composti liposolubili (fig2B) nelle ldquopaparinerdquo salentine egrave stata riscontrata lapiugrave elevata attivitagrave antiossidante totale (1326plusmn23micromoli te100g fw) (fig 2c)

395Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 2attivitagrave antiossidante idrosolubile (a) liposolubile (B) etotale (c) valutate mediante il metodo teac nelle cico-rie e nelle ldquopaparinerdquo del Salento i valori sono espressi inmicromoli di trolox equivalenti (te)100 g fwHydrophilic (a) lipophilic (B) and total (c) antioxidantactivity evaluated by the teac assay in chicory andldquopaparinerdquo plants collected in Salento values areexpressed as micromol trolox equivalent (te)100 g fw

per quanto riguarda le diverse tipologie di cicoriaanalizzate la maggiore attivitagrave egrave stata riscontratanella cultivar catalogna (1056plusmn18 micromoli te100gfw) mentre la piugrave bassa nellrsquoecotipo spontaneo rac-colto nella zona di San pietro vernotico (BR)(352plusmn13 micromoli te100g fw) le differenze osser-vate sui diversi campioni possono essere legate vero-similmente al fatto che lrsquoattivitagrave antiossidante egraveinfluenzata sia da fattori varietali sia da fattoriambientali questi ultimi correlati alle condizioni col-turali e pedo-climatiche (lattanzio RuggieRo2003 caRRatugrave Sanzini 2005) anche la scelta del metodo di valutazione dellrsquoattivi-tagrave antiossidante ha la sua importanza in letteraturasono riportati diversi metodi che permettono dimisurare la capacitagrave antiossidante di frutta e verdurai risultati che si ottengono dipendono sia dal tipo diprodotto preso in esame e sia dal metodo utilizzato(peRez-JiMeacutenez et al 2008 MuumllleR et al 2010)unrsquoattenzione particolare va rivolta allrsquoapprezzabileattivitagrave antiossidante rilevata nellrsquoecotipo spontaneodi Statte che egrave stato raccolto in una zona ad altoinquinamento ambientale (ilva di taranto) in let-teratura egrave riportato che concentrazioni tossiche dimetalli pesanti come il cadmio e lo zinco sono capa-ci di alterare differenti processi metabolici e di gene-rare uno stress ossidativo lo stress ossidativo egrave a suavolta in grado di influenzare lrsquoattivitagrave di alcuni enzi-mi ad azione antiossidante quali catalasi perossidasie superossido dismutasi la cui induzione egrave conside-rata unrsquoimportante strategia di autodifesa rispetto auna condizione di stress (cHaoui et al 1997 cHenet al 2003) dalla valutazione quantitativa dei composti fenolici(fig 3a) risulta che per quanto riguarda le cicoriela maggiore quantitagrave di composti fenolici egrave stata tro-vata nella cultivar catalogna (1017plusmn29 mggae100g fw) Egrave riportato tra lrsquoaltro che la fra-zione fenolica di questa varietagrave ha unrsquoestrema stabili-tagrave chimica anche dopo la cottura (innocenti et al2005) tra i campioni analizzati la quantitagrave di feno-li estratti dalle ldquopaparinerdquo salentine egrave risultata esserein assoluto la piugrave elevata (1348plusmn06 mggae100g fw) Questi valori sono superiori del246 a quelli riscontrati nella catalognala quantitagrave di flavonoidi (fig 3B) piugrave elevata egrave statariscontrata nella cultivar catalogna (662plusmn42 mgce100g fw) mentre la quantitagrave piugrave bassa nellrsquoe-cotipo spontaneo raccolto nella zona di Statte

(111plusmn03 mg ce100g fw) la quantitagrave di flavo-noidi nelle ldquopaparinerdquo (1190plusmn14 mg ce100gfw) egrave la piugrave elevata tra quelle riscontrate nei campio-ni analizzativista lrsquoimportanza dei tococromanoli (tocoferoli etocotrienoli) e dei carotenoidi nella dieta umana inquesto lavoro egrave stato effettuato anche un dosaggiodel loro contenuto sui diversi campioni presi inesame negli estratti analizzati sono state riscontratequantitagrave non significative di tocoferoli e tocotrieno-li al contrario in tutti i campioni erano presentiquantitagrave apprezzabili di carotenoidi (tab 1) la b-criptoxantina egrave presente in basse quantitagrave in tutti icampioni presi in esame mentre piugrave alto egrave il conte-

396 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

fig 3fenoli totali (a) e flavonoidi (B) nelle cicorie e nelleldquopaparinerdquo del Salento i valori dei fenoli totali sonoespressi in mg di acido gallico equivalenti (gae)100gfw quelli dei flavonoidi in mg di catechina equivalenti(ce)100g fwtotal phenols (a) and flavonoids (B) in chicory andldquopaparinerdquo plants collected in Salento total phenol valuesare expressed as mg gallic acid equivalent (gae)100gfw flavonoid values as mg catechin equivalent(ce)100g fw

taBella 1Quantitagrave di carotenoidi nelle cicorie e nelle ldquopaparinerdquo del Salento I valori sono espressi in microgg fwCarotenoid amounts in chicory and ldquopaparinerdquo plants collected in Salento Values are expressed as microgg fw

varietagrave di cicoria paparinecarotenoidi catalogna otrantina Spontanea Spv Spontanea Statte

luteina 1843plusmn245 802plusmn094 886plusmn093 1470plusmn325 3014plusmn449 b -criptoxantina 029plusmn002 014plusmn003 013plusmn003 028plusmn001 041plusmn005 b-carotene 890plusmn054 331plusmn061 460plusmn067 673plusmn139 1406plusmn229 Totale 2762plusmn301 1147plusmn158 1359plusmn163 2171plusmn465 4461plusmn683

nuto di luteina e di b-carotene i dati ottenuti sonoin accordo con quanto riportato in letteratura ovve-ro che luteina e b-carotene sono i due carotenoidipredominanti nei vegetali a foglia verde (calvo2005 laKSHMinaRayana et al 2005 ŽnidaRčič etal 2011) nelle cicorie i valori piugrave alti di luteinasono stati riscontrati nei due ecotipi spontaneianche la specie selvatica di papavero mostra un altocontenuto di luteina per quanto riguarda il contenuto di b-carotene ivalori oscillano tra 1406plusmn229 microgg fw (ecotipo sel-vatico raccolto nella zona di Statte) e 331plusmn061 microggfw (cultivar catalogna) i livelli di carotenoidi deivegetali a foglia verde dipendono dalla specie dallavarietagrave dalle pratiche di coltivazione dallo stadio dimaturazione ma anche dallrsquoirradiazione solare dallatemperatura e dalle caratteristiche del suolo (vanden BeRg et al 2000 ŽnidaRčič et al 2011) irisultati riportati in questo lavoro evidenziano che lepiante spontanee analizzate (cicoria di Statte cicoriadi San pietro vernotico e ldquopaparinerdquo) sono quelle chehanno mostrato un piugrave alto contenuto di carotenoi-di totali rispetto a quelle coltivate ed in particolare lacicoria spontanea di Statte (4461plusmn683 microgg fw) inun recente lavoro (Sanitagrave di toppi et al 2012) egravestato riportato che lrsquoaccumulo di cadmio a livello cel-lulare sembra indurre alterazioni nei cromoplasti incui si sintetizzano e si accumulano i carotenoidi

concluSioni

in questo lavoro si egrave evidenziato che- i valori relativi allrsquoattivitagrave antiossidante dei com-

posti idrosolubili estratti dai campioni analizzatirisultano sempre piugrave elevati rispetto a quelli rela-tivi allrsquoattivitagrave antiossidante dei composti liposo-lubili

- le ldquopaparinerdquo salentine mostrano la piugrave elevataattivitagrave antiossidante e il piugrave elevato contenuto infenoli totali e flavonoidi

- tra le cicorie analizzate la cultivar catalogna pre-senta la piugrave alta attivitagrave antiossidante e il piugrave altocontenuto di fenoli totali e di flavonoidi

- tra i carotenoidi estratti la luteina e il b-carotenesono presenti in quantitagrave piugrave elevata in tutti icampioni analizzati

- il contenuto di carotenoidi risulta maggiore nellespecie spontanee rispetto a quelle coltivate

- la varietagrave e i fattori ambientali contribuiscono ainfluenzare sia la capacitagrave antiossidante sia il con-tenuto di alcune molecole bioattive

letteRatuRa citataagaRWal S Rao av 2000 ndash Tomato lycopene and its role

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cantin cM MoReno Ma gogoRcena y 2009 ndashEvaluation of the antioxidant capacity phenolic com-pounds and vitamin C content of different peach andnectarine (prunus persica (L) Batsch) breeding proge-nies J agric food chem 57 4586-4592

caRRatugrave B Sanzini e 2005 ndash Sostanze biologicamenteattive presenti negli alimenti di origine vegetale ann istSuper Sanitagrave 41(1) 7-16

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fRaSeR pd pinto MeS HolloWay de BRaMleypM 2000 ndash Application of high-performance liquidchromatografy with photodiode array detection to themetabolic profiling of plant isoprenoids plant J 24(4)551-558

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innocenti M galloRi S giaccHeRini c ieRi fvincieRi ff Mulinacci n 2005 ndash Evaluation of thephenolic content in the aerial parts of different varieties ofcichorium intybus L J agric food chem 53(16)6497-6502

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lattanzio v RuggieRo p 2003 ndash I composti fenolici diinteresse biologico in ldquoBiochimica agrariardquo 631-692patron editore Bologna

McKloWn n 1999 ndash Antioxidants and breast cancernutr Rev 57(10) 321-324

MateacuteS JM peacuteRez-gOacuteMez c nuacutentildeez de caStRo i1999 ndash Antioxidant enzymes and human disease clinBiochem 32(8) 595-603

MuumllleR l gnoyKe S popKen aM BoumlHM v 2010ndash Antioxidant capacity and related parameters of dif-ferent fruit formulation lWt food Scien thecn43 992-999

noRBaecK R nielSen K Kondo t 2002 ndashAnthocyanins from flowers of cichorium intybusphytochemistry 60(4) 357-359

peacuteRez-JiMeacutenez J aRRanz S taBeRneRo M dIacuteaz-RuBio Me SeRRano J gontildei i SauRa-caliXto f2008 ndash Updated methodology to determine antioxidantcapacity in plant foods oils and beverages Extractionmeasurement and expression of results food Res int41 274-285

pReneSti e BeRto S daniele pg toSo S 2007 ndashAntioxidant power quantification of decoction and coldinfusions of Hibiscus sabdariffa flowers food chem100(2) 433-438

Re R pellegRini n pRoteggente a pannala ayang M Rice-evanS c 1999 ndash Antioxidant activity

397Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

applying an improved ABTS radical cation decoloriza-tion assay free Radical Biol Med 26 1231-1237

Ronco a de Stefani e Boffetta p deneo-pellegRini H MendilaHaRSu M leBoRgne f1999 ndash Vegetables fruits and related nutrients and riskof breast cancer a case-control study in Uruguay nutrcancer 35(2) 111-119

Sanitagrave di toppi l vuRRo e de BenedictiS MfalaSca g zanella l MuSetti R lenucci MSdaleSSandRo g altaMuRa MM 2012 ndash A bifasicresponse to cadmium stress in carrot early acclimatorymechanisms give way to root collapse further to prolongedmetal exposure plant physiol Bioch 58 269-279

SHaH S MaHMood a Saied S MaliK a 2012 ndashAnalysis and phytotoxicity of oily fraction of aerial parts ofcichorium intybus J chem Soc pakistan 66 729

SlatteRy Ml BenSon J cuRtin K Ma K-nSHaeffeR d potteR Jd 2000 ndash Carotenoids andcolon cancer am J clin nutr 71(2) 575-582

tiMMeRManS JW SlagHeK tM ilzuKa M van denende W de RooveR J van laeRe a 2001 ndashIsolation and structural analysis of new fructans producedby chicory J carbohyd chem 20(5) 375-395

tRicHopoulou a 2001 ndash Mediterranean diet the pastand the present nutr Metab cardiovas 11(4) 1-4

tRicHopoulou a vaSilopoulou e HollMan pHollMan p cHaMalideS cH foufa e KaloudiStR KRoMHout d MiSKaKi pH petRocHilou ipouliMa e StafilaKiS K tHeopHilou d 2000 ndashNutritional composition and flavonoid content of ediblewild greens and green pies a potential source of antioxi-dant nutrients in the Mediterranean diet food chem70(3) 319-323

tutin tg HeyWood vH BuRgeS na MooReda valentine dH WalteRS SM WeBB da1964 ndash Flora Europaea 1 297-299 cambridgeuniversity press

van den BeRg H faulKS R feRnando gRanado HHiRScHBeRg J olMedilla B SandMann gSoutHon S StaHl W 2000 ndash The potential for theimprovement of carotenoid levels in foods and the likelysystemic effects J Sci food agr 80(7) 880-912

Xu g liu d cHen J ye X Ma y SHi J 2008 ndash Juicecomponents and antioxidant capacity of citrus varietiescultivated in China food chem 106 545-551

zHiSHen J MengcHeng t JianMing W 1999 ndash Thedetermination of flavonoid contents in mulberry andtheir scavenging effects on superoxide radicals foodchem 64 555-559

ŽnidaRčič d Ban d ŠiRcelJ H 2011 ndash Carotenoidand chlorophyll composition of commonly consumed leafyvegetables in Mediterranean countries food chem129 1164-1168

RiaSSunto - in questo lavoro egrave stata valutata lrsquoattivitagraveantiossidante e il contenuto di fenoli flavonoidi tococro-manoli (tocoferoli e tocotrienoli) e carotenoidi in alcunevarietagrave di cicoria e nelle ldquopaparinerdquo salentine Sono stateanalizzate (1) due varietagrave coltivate di cicoria la catalognaraccolta nella zona tra S pietro vernotico e tuturano (BR)e la otrantina raccolta nella zona di otranto (le) (2) dueecotipi spontanei di cicoria uno raccolto nella zona di Spietro vernotico (BR) e un altro nella zona di Statte (ta)(3) la specie selvatica di Papaver rhoeas nota anche nelSalento come ldquopaparinardquo raccolta nella zona di Sternatia(le) Egrave stato dimostrato che lrsquoattivitagrave antiossidante idro-solubile egrave piugrave elevata di quella liposolubile le ldquopaparinerdquosalentine presentano la piugrave elevata attivitagrave antiossidante eil piugrave elevato contenuto in fenoli totali e in flavonoidi trai carotenoidi estratti la luteina e il b-carotene sono risul-tati essere quelli maggiormente presenti in tutti i campio-ni analizzati il contenuto di carotenoidi egrave maggiore nellespecie spontanee rispetto a quelle coltivate

398 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

autoRi

Anna Montefusco (annamontefuscounisalentoit) Giuliana Semitaio (giulysemitaioliberoit) Gabriella Piro(gabriellapirounisalentoit) Marcello Salvatore Lenucci (marcellolenucciunisalentoit) DiSTeBA Universitagrave delSalento Via Provinciale Lecce-Monteroni 73100 Lecce

il maggior apporto di fibre nellrsquoalimentazione si rea-lizza con lrsquointroduzione nella dieta di vegetali fre-schi con basso contenuto calorico e alte qualitagravenutraceutiche lrsquoasparago verde (Asparagus officinalisl) egrave uno degli ortaggi piugrave apprezzati non solo dalpunto di vista culinario ma anche per le sue proprie-tagrave dietetiche lrsquoasparago egrave coltivato in oltre 60 paesinel Mondo caratterizzati da clima variabile da tempe-rato freddo a tropicale in europa la sua coltivazioneegrave realizzata su circa 61000 ettari di cui perograve il 75 destinati alla coltivazione dellrsquoasparago bianco e il 25 destinato alla produzione di turioni verdiSecondo le stime della fao lrsquoitalia occupa il terzoposto nella classifica dei produttori europei di aspa-ragi dopo la germania e la Spagna con 41100 ton-nellate di asparagi coltivati su circa 6400 ettari dis-tribuiti principalmente tra le regioni della campaniaveneto ed emilia Romagna (dati fao 2011) inrisposta anche alle esigenze dei consumatori cherichiedono un prodotto il piugrave possibile genuino gliasparagi sono sottoposti a una manipolazione mini-ma dopo la raccolta lavaggio taglio e confeziona-mento in film plastico lrsquoassenza di un qualsiasi trat-tamento chimico o fisico fa sigrave che questi tessuti vege-tali Mpv (minimally processed vegetables) siano anco-ra metabolicamente e fisiologicamente attivi durantela conservazione e la vendita ciograve comporta una rapi-da deperibilitagrave del prodotto e conseguentemente unbreve periodo di commercializzazione (shelf-life)diversi studi sono stati condotti per verificare lrsquoido-neitagrave della metodica di lavorazione e le cause di una

cosigrave breve shelf-life sia per gli asparagi bianchi cheper quelli verdi (SioMoS et al 2000 2001 ScHeeRet al 2003 alBaneSe et al 2007) i cambiamentiche si verificano durante lo stoccaggio post-raccoltariguardano diversi aspetti la perdita di acqua favori-sce la comparsa di striature lungo i giovani fusti siverifica la perdita del colore verde brillante la perdi-ta di zuccheri vitamine sapore e aroma (King et al1987) un altro evento che interessa questi ortaggidurante il periodo di conservazione e ne diminuisceil valore di mercato egrave il progressivo indurimento deiturioni associato al processo di lignificazione(SHaRMa Wolfe 1975) considerando lrsquoanatomiadei giovani fusti di asparago il processo di lignifica-zione interessa sia i fasci cribro-vascolari che la fasciasclerenchimatica che circonda il cilindro centrale ilprocesso drsquoindurimento delle punte egrave una conse-guenza del naturale sviluppo della parete secondariae della sua lignificazione (WaldRon et al 2003)prerogativa di elementi istologici come i vasi e lefibre per tutelare il consumatore durante lrsquoacquistosono state varate dalla ce norme di qualitagrave che clas-sificano i turioni di asparago bianco e verde in baseal colore alla lunghezza e diametro ad esempionelle cosigrave dette lsquopunte di asparagorsquo la lunghezza deiturioni non deve superare i dodici centimetrilrsquoobiettivo di questo lavoro egrave stato pertanto quellodi determinare alcuni parametri nutrizionali nellrsquoapi-ce e nella base del turione di asparagi verdi e control-larne durante la conservazione al buio le eventualivariazioni

399infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

analisi di alcuni parametri nutrizionali in turioni di asparagi verdi(Asparagus officinalis)

p tanzaRella c paciolla l MaStRopaSQua

aBStRact - Analysis of some nutritional parameters in green asparagus spears (asparagus officinalis) - lack of chemicaland physical treatments post-harvest in green asparagus causes physiological and morphological changes after packagingand during storage our aim was to monitor some nutritional parameters in the apical and basal portions of spear of theedible part (corresponding to 15 cm) after 9 days in the dark at 4 degc there is an huge and slight decrease in ascorbatetotal content and soluble sugars respectively total chlorophyll and carotenoid levels decrease but the anthocyanins con-tent not changes Higher lignin level is mostly present in apical than basal portion

Key words Asparagus officinalis storage

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

MATERIALI E METODITurioni di Asparagus officinalis L categoria I di cali-bro 1016 acquistati presso il locale mercato sonostati omogeneamente scelti in base allo spessore lun-ghezza e colore e sono stati utilizzati per le varie ana-lisi Considerando la parte edule dellrsquoasparago corri-spondente ai primi 15 cm circa del giovane germo-glio sono state prelevate due porzioni parte apicale(35 cm) e parte basale (3 cm) Al tempo zero perogni porzione sono stati determinati peso fresco esecco contenuto di amido e zuccheri solubili conte-nuto di acido ascorbico e lignina contenuto in pig-menti quali clorofille carotenoidi e antociani Lottidi turioni sono poi stati conservati al buio a 4 degC eprocessati dopo 3 6 e 9 giorni ripetendo sulla parteapicale e basale le stesse analisi

RISULTATI E DISCUSSIONEGli asparagi freschi cominciano a deteriorarsi dopopoche ore dalla raccolta I cambiamenti fisiologici edella componente nutritiva riducono le qualitagrave orga-nolettiche dei turioni I segmenti di asparago sia laparte apicale che la parte basale hanno un elevatocontenuto di H2O e a paritagrave di peso fresco la porzio-ne basale ha un peso secco di quasi il 50 inferiorea quello della parte apicale (Tab1) Il contenuto diacido ascorbico (AsA) egrave notevolmente piugrave alto nellaparte apicale rispetto a quella basale la stessa cosa siverifica per la lignina e gli antociani Gli zuccherisolubili D-glucosio D-fruttosio e saccarosio sonomaggiormente concentrati nella parte basale delturione in accordo con uno studio di BENKEBLIA etal (2008) dove in asparagi verdi dopo la raccolta egravestato riscontrato un gradiente di distribuzione lungo

il turione dal basso verso lrsquoalto insieme ad unrsquoattivi-tagrave dellrsquoenzima invertasi maggiore verso lrsquoapice eminore alla base Questi dati sono stati correlati adun intenso metabolismo della parte apicale che egraveanche sede di crescita per distensione Al buio dopo9 giorni si osserva una diminuzione del contenutodei tre zuccheri nella parte basale ed un incrementonellrsquoapice in accordo con una mobilizzazione degliesosi verso lrsquoapice in virtugrave di una richiesta metaboli-ca Come mostrato in Tab 2 il contenuto di amidoaumenta significativamente nel segmento basale e inquello apicale Lrsquoaumento di amido anche al buio egravesuffragato da quanto riportato per le foglie di cavolocinese in cui dopo 10 giorni si continua ad osserva-re un incremento nel contenuto di questo polisacca-ride in concomitanza con un costante valore del con-tenuto di glucosio fruttosio e saccarosio (NOICHIN-DA et al 2007) Il contenuto di AsA nei tessuti vege-tali risulta essere correlato oltre che a numerose atti-vitagrave metaboliche alla presenza di luce Quantitagrave equalitagrave della luce possono influenzare la sua sintesi(MASTROPASQUA et al 2012) e negli asparagi verdimantenuti al buio lrsquoAsA subisce un forte decremen-to Uno degli aspetti sensoriali che viene maggior-mente compromesso dalla breve shelf-life degli aspa-ragi egrave la perdita del colore verde brillante dovuto alladiminuzione della clorofilla Dopo 9 giorni al buiomentre carotenoidi e soprattutto clorofilla diminui-scono il contenuto di antociani risulta invariato Unaltro fattore importante nel determinare la qualitagravedegli asparagi poicheacute ne diminuisce il valore di mer-

400 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO 45 (2) 393-432 2013

TABELLA 1Dati nutrizionali al tempo zero di segmenti apicali e basalidi turioni di asparagi verdi (Asparagus officinalis L)Nutritional data of apical and basal segments of greenasparagus spears (Asparagus officinalis L) at time zero

Segmento Segmentoapicale basale

Peso secco 110 plusmn 33 58 plusmn 235(mg

g-1 PF)Amido 013 plusmn 002 064 plusmn 008(mg

g-1 PF)

Zuccheri solubili 281 plusmn 050 1698 plusmn 070(mg

g-1 PF)AsA totale 300 plusmn 2400 16 plusmn 096(microg

g-1 PF)Chl totale 120 plusmn 1202 48 plusmn 205(microg

g-1 PF)Carotenoidi 50 plusmn 350 30 plusmn 100(microg

g-1 PF)Antociani 038 plusmn 005 004 plusmn 008(Abs middot g-1 PF)Lignina 217 plusmn 005 125 plusmn 008(mg

g-1 PS)

TABELLA 2Dati nutrizionali di segmenti apicali e basali di turioni diasparagi verdi (Asparagus officinalis L) dopo 9 giorni diconservazione al buioNutritional data of apical and basal segments of greenasparagus spears (Asparagus officinalis L) after 9 days ofstorage in the dark

Segmento Segmentoapicale dopo basale dopo9 giorni 9 giorni

Peso secco 114 plusmn 915 48 plusmn 123(mg

g-1 di PF)Amido 072 plusmn 004 187 plusmn 015(mg

g-1 di PF)

Zuccheri solubili 744 plusmn 040 967 plusmn 030(mg

g-1 di PF)AsA totale 543 plusmn 600 257 plusmn 060(microg g-1 di PF)Chl totale 389 plusmn 080 1432 plusmn 100(microg g-1 di PF)Carotenoidi 267 plusmn 060 110 plusmn 100(microg g-1 di PF)Antociani 029 plusmn 005 004 plusmn 001(Abs middot g-1di PF)Lignina 378 plusmn 045 108 plusmn 012(mg g-1 di PS)

cato egrave il grado di lignificazionela consistenza (texture) legnosa nei turioni egrave deter-minata da una serie di proprietagrave meccaniche chesono dovute ai componenti della parete cellulare(RodRiguez et al 2006) e i dati ottenuti mettono inevidenza come lrsquoaumento nel contenuto di lignina albuio si verifichi principalmente nella parte apicaledove sono presenti brattee fogliari molto vascolariz-zate in asparagi verdi quindi lrsquoanalisi di alcuniparametri nutrizionali ha messo in evidenza differen-ze significative tra porzione apicale e porzione basalela condizione di stoccaggio al buio pur preservandolrsquoaspetto del prodotto non egrave sufficiente a mantenereinvariate alcune componenti organolettiche impor-tanti dal punto di vista nutrizionale

letteRatuRa citataalBaneSe d RuSSo l cinQuanta l BRaSiello a di

Matteo M 2007 ndash Physical and chemical changes inminimally processed green asparagus during cold-storagefood chemistry 101 274-280

BenKeBlia n yoSHida n ooi y nagaMine tonodeRa S SHioMi n 2008 ndash Variations of carbo-hydrate content and invertase activity in green and whiteasparagus spears Effects of spears length and portionacta Hort (iSHS) 776 459-464

King ga HendeRSon Kg lill Re 1987 ndash Sensoryanalysis of stored asparagus Scientia Horticolture 31(1-2) 11-16

MaStRopaSQua l BoRRaccino g Bianco lpaciolla c 2012 ndash Light qualities and dose influenceascorbate pool size in detached oat leaves plant Science183 57-64

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mdash 2001 ndash Color development in harvest white asparagusspears in relation to carbon dioxide and oxygen concen-tration postharvest Biol technol 23 209-14

WaldRon KW paRKeR Ml SMitH ac 2003 ndash Plantcell walls and food quality comprehensive Rev foodSci Safety 4(2) 101-119

RiaSSunto - in asparagi verdi lrsquoassenza di trattamentichimici eo fisici post-raccolta fa sigrave che cambiamenti fisio-logici e morfologici si verifichino anche dopo lrsquoimpacchet-tamento e durante la loro conservazione Scopo dello stu-dio egrave stato quello di monitorare le variazioni di alcunesostanze nutritive e mettere in rilievo le differenze esisten-ti fra la parte apicale e quella basale dei primi 15 cm delturione corrispondenti alla parte commestibile dopo 9giorni di conservazione al buio a 4 degc ciograve che cala brusca-mente egrave il contenuto di acido ascorbico totale mentre ilcontenuto in zuccheri solubili subisce un minor decre-mento il livello di clorofilla totale e dei carotenoidi dimi-nuisce mentre il contenuto di antociani rimane costanteun aumento del contenuto di lignina si riscontra soprat-tutto nella parte apicale del turione

401Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

autoRi

Paola Tanzarella Costantino Paciolla Linda Mastropasqua Dipartimento di Biologia Universitagrave di Bari Aldo Moro Via EOrabona 4 70125 Bari

in questo lavoro vengono presentati i risultati otte-nuti dallo studio fitochimico di due specie della tra-dizione mediterranea Brassica oleracea var italica(mugnolo) e Capparis spinosa subsp rupestris (cappe-ro) mai studiate prima dal punto di vista del profilometabolico al fine di individuare molecole bioattivecaratterizzanti le specie il cappero ed il mugnolo appartengono alla famigliadelle Capparaceae e delle Brassicaceae rispettivamenteovvero alle due piugrave grandi famiglie dellrsquoordine delleBrassicales (o Capparales) con circa 45 generi ed 800specie le Capparaceae e 338 generi e 3700 specie leBrassicaceae Specie appartenenti a queste famigliericoprono un ruolo importante nella dietaMediterranea infatti spesso vengono consumatecotte o come insalata (cavolo cavolfiore ravanellorucola) o come condimento (mostarde e capperi)(fenWicK et al 1992)le Brassicaceae e le Capparaceae diverse da un puntodi vista morfologico sono invece simili da un puntodi vista fitochimico alcune specie appartenenti aqueste famiglie infatti sintetizzano glucosinolati(glS) che rappresentano i metaboliti secondari piugrave

studiati delle Brassicales e sono i responsabili delcaratteristico odore e sapore pungente i glS sono composti solforati di natura aminoacidi-ca Sono noti piugrave di 120 glS e tutti possiedono unastruttura chimica comune in cui si riconosce un resi-duo glucosidico legato mediante ad un atomo dizolfo ad un estere idrossimmino solfato la catenalaterale (R) di natura aminoacidica permette di clas-sificare i glS in aromatici alifatici ed indolici(faHey et al 2001) (fig 1)

402 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

Studio fitochimico di specie della tradizione mediterranea

Mp aRgentieRi p avato

aBStRact - Phytochemical study of Mediterranean traditional species - plants of Capparales (or Brassicales) are widespreadin the Mediterranean region where they are widely consumed cooked or as salad vegetables (cabbage Brussels sprouts cau-liflower broccoli) or as condiments (horseradish mustard capers) these plants are a good source of bioactive compoundssuch as glucosinolates vitamins flavonoids minerals glucosinolates are responsible for pungent and bitter taste ofBrassicaceae and are the most extensively studied bioactive compounds for their potential as anticarcinogens due to theirhydrolysis products the isothiocyanates this study describes the chemical profile of a poorly studied variety of Brassicaoleracea traditionally cultivated in Southern italy and locally called ldquomugnolordquo and of Capparis spinosa subsp rupestris itwas found that ldquomugnolordquo inflorescences are characterized by aliphatic aromatic and indole glucosinolates among themthe indole glucosinolates (768 μmolg) are predominant while aliphatic and aromatic glucosinolates are found in lowquantities 263 μmolg and 083 μmolg respectively chemical composition of seeds and aerial parts of C spinosa subsprupestris was also determined it was found that the principal glucosinolate of the seeds is the glucocapparin moreover theseeds oil is rich in unsaturated and rare lipids such as cis-vaccenic acid the aerial parts are characterized by rutin as pre-dominant flavonoid

Key words caper glucosinolates mugnolo metabolic profile

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 1Struttura dei glSglS chemical structure

Questi metaboliti sono presenti in tutti gli organidella pianta e coesistono con un enzima endogeno lamirosinasi responsabile della loro idrolisi in seguitoa danneggiamento tissutale lrsquoenzima compartimen-talizzato nel citoplasma entra in contatto con i glScontenuti nel vacuolo con conseguente produzionedi numerosi prodotti di idrolisi (quali per esempionitrili tiocianati ed isotiocianati) la cui formazionedipende da diversi fattori (pH presenza di cofattoriproteine o ioni) tra i prodotti di idrolisi gli isotio-cianati sono quelli che hanno attratto maggiormentelrsquoattenzione del mondo scientifico in quanto presen-tano numerose proprietagrave biologiche (antitumoralenematocida antibatterica) (caRtea et al 2008JeffeRy et al 2009) data lrsquoimportanza dei glS eodei loro prodotti di idrolisi sono tante le specie diBrassicaceae e Capparaceae studiate ma non risultanolavori relativi al profilo metabolico del mugnolo edella Capparis spinosa subsp rupestris due specie dellatradizione mediterranea ed oggetto del nostro studio in particolare il mugnolo egrave una varietagrave di Brassica ole-racea da sempre coltivata nel Salento solo per usodomestico pertanto egrave del tutto sconosciuto nel restodella puglia cosigrave come in tutta italia il Ministerodelle politiche agricole e forestali ha inserito ilmugnolo tra i prodotti agroalimentari della tradizio-ne pugliese la Regione puglia invece allrsquointerno delsuo pSR (piano di Sviluppo Rurale) 2007-2013 hainserito il mugnolo nellrsquoallegato 8 della Misura 214-azione 3 ldquotutela della Biodiversitagraverdquo come specie arischio di estinzione genetica

MateRiali e Metodi

Materiale vegetaleil mugnolo utilizzato per le analisi egrave stato fornitodallrsquoorto Botanico del dipartimento di Scienze etecnologie Biologiche ed ambientali universitagrave delSalento un campione (noBo1) egrave conservato pressoil laboratorio di fitochimica del dipartimento difarmacia-Scienze del farmaco universitagrave di Barildquoaldo Morordquo le piante di C spinosa subsp rupestrissono state ottenute dal Museo orto Botanicodellrsquouniversitagrave degli Studi di Bari ldquoaldo Morordquo

Estrazione e purificazione dei GLSlrsquoestrazione dei glS dalle infiorescenze del mugnoloe dai semi e parti aeree del cappero egrave stata condottasecondo la procedura riportata dal protocollo iSo(iSo Method 9167-1 1992) in particolare il mate-riale vegetale egrave stato estratto per 4 minuti con unvolume di MeoHaq al 70 pari a tre volte il pesodel campione lrsquoestratto ottenuto egrave stato poi purifi-cato mediante colonnine cromatografiche (08 x 4cm) impaccate con una resina a scambio anionico(deae-Sephadex a-25) e trattato per circa 12 h conlrsquoenzima solfatasi trascorso questo periodo di incu-bazione i glS sono stati fatti eluire nella loro formadesolfatata (dglS)

Estrazione dellrsquoolioi semi di cappero sono stati estratti in Soxhlet per 3ore (circa 20 cicli) con etere di petrolio lrsquoolio egrave stato

poi sottoposto a reazione di tert-butilazione e succes-sivamente analizzato in gas cromatografia (aRgen-tieRi et al 2012)

Analisi dei GLSi glS sono stati caratterizzati mediante analisi cro-matografiche Hplc utilizzando uno strumentoWateRS Hplc System munito di un photodiodearray detector (Waters 2998) i risultati sono statiprocessati mediante il software enpower2 la colon-na utilizzata egrave la Supelcosil lc-aBz (c18 250 x 4mm 5 μm) la fase mobile egrave costituita da acqua emetanolo al flusso di 1 mlmin in gradiente si egrave pas-sati dal 15 al 100 di metanolo in 57 min

RiSultati e diScuSSione

i risultati Hplc (fig 2) dimostrano che le infiore-scenze del mugnolo sono caratterizzate da una misce-la complessa di glS costituita da glS alifatici (glu-corafanina glucoiberina e sinigrina) aromatici (glu-cobarberina e gluconasturtina) ed indolici (gluco-brassicina neoglucobrassicina idrossiglucobrassicinae metossiglucobrassicina) in particolare egrave stato osser-vato che i glS predominanti nelle infiorescenzesono gli indolici (768 μmolg) seguiti dagli alifatici(263 μmolg) e dagli aromatici (083 μmolg)

Molta della letteratura relativa al contenuto di glSfa riferimento al materiale fresco (crudo) e questo hauna limitata rilevanza dato che la maggior parte delleBrassicaceae compreso il mugnolo vengono consu-mate cotte Quindi data lrsquoimportanza biologica deiglS e dei loro prodotti di idrolisi in questo lavoro egravestato studiato anche lrsquoeffetto della cottura sul conte-nuto in glS del mugnolo i risultati dimostrano chela cottura riduce il contenuto in glS di circa il 50in accordo con quanto riportato in letteratura per ibroccoli che invece subiscono una riduzione del 18-

403Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 2cromatogramma Hplc delle infiorescenze del mugnolo1 glucoiberina 2 Sinigrina 3 glucorafanina 4 idrossi-glucobrassicina 5 glucoerucina 6 glucobrassicina 7Metossiglucobrassicina 8 neoglucobrassicina 9 gluco-nasturtina 10 glucobarberinaHplc chromatogram of mugnolo inflorescences 1glucoiberin 2 Sinigrin 3 glucoraphanin 4 Hydroxy-glucobrassicin 5 glucoerucin 6 glucobrassicin 7Methoxyglucobrassicin 8 neoglucobrassicin 9 gluco-nasturtin 10 glucobarberin

59 a secondo del metodo di cottura (deKKeR et al2000 valleJio et al 2002) per quanto riguarda ilmugnolo inoltre i glS indolici sono quelli cherisentono maggiormente della cottura subendo unariduzione di circa il 615 in particolare la gluco-brassicina si riduce dellrsquo827 nonostante la cottu-ra nelle infiorescenze gli indolici continuano ad esse-re i glS predominanti (296 μmolg) seguiti daglialifatici (212 μmolg) e dagli aromatici (059μmolg) Se si considera il profilo metabolico delle infiorescen-ze dopo la cottura si puograve osservare che la glucorafa-nina rappresenta il 75 del contenuto totale deiglS alifatici mentre la glucobrassicina rappresenta il66 del totale degli indolici (aRgentieRi et al2011) Questi dati sono di notevole interesse se sipensa allrsquoimportanza che hanno i rispettivi prodottidi idrolisi infatti il sulforafano (prodotto di idrolisidella glucorafanina) provoca lrsquoinduzione degli enzimidi detossificazione della fase 2 del processo di carci-nogenesi mentre lrsquoindolo-3-carbinolo egrave un indutto-re degli enzimi di fase 1 e 2 (tab 1)

lrsquoaltra specie della tradizione mediterranea oggetto distudio egrave stata Capparis spinosa subsp rupestrisessendoci una relazione botanica con la famigliadelle Brassicaceae anche in questo caso sono stati stu-diati i glS lrsquoanalisi Hplc-dad ha messo in evi-denza che i semi e le foglie sono caratterizzati da unsolo glS identificato come glucocapparina moltopiugrave abbondante nei semi rispetto alle foglie lo studio della subsp rupestris egrave stato completatoanche con le analisi dellrsquoestratto metanolico dellefoglie il quale egrave risultato essere caratterizzato dallapresenza di due flavonoidi la rutina ed il kaempfe-roloEgrave stato analizzato anche lrsquoolio estratto dai semi chesi egrave mostrato essere ricco dellrsquoacido grasso raro cis-vaccenico oltre al piugrave comune acido oleico ed altriacidi grassi quali lrsquoacido laurico miristico palmiti-co stearico e linoleico (aRgentieRi et al 2012)(tab 2)

concluSioni

i risultati ottenuti consentono di dire che sia ilmugnolo che C spinosa subsp rupestris sono unaricca fonte di composti attivi di interesse salutisticocome appunto gli acidi grassi essenziali o la rutinache ha una rilevante e comprovata attivitagrave antiossi-dante numerosi sono anche i prodotti a valenzasalutistica a base di sulforafano ed altri glS ad atti-vitagrave preventiva anticarcinogenica

letteRatuRa citataaRgentieRi Mp accogli R fanizzi fp avato p

2011 ndash Glucosinolates profile of ldquomugnolordquo a variety ofBrassica oleracea L native to Southern Italy (Salento)planta Med 77(3) 287-292

aRgentieRi Mp MaccHia f papadia p fanizzi fpavato p 2012 ndash Bioactive compounds from capparisspinosa subsp rupestris ind crop prod 36 65-69

caRtea Me velaSco p 2008 ndash Glucosinolates inBrassica foods bioavailability in food and significancefor human health phytochem Rev 7 213-229

deKKeR M veRKeRK R Jongen Mf 2000 ndash Predictivemodelling of health aspects in the food production chaina case study on glucosinolates in cabbage trends foodSci technol 11 174-181

faHey JW zalcMann at talalay p 2001 ndash Thechemical diversity and distribution of glucosinolates andisothicyanates among plants phytochemistry 56 5-51

fenWicK gR Heaney RK Mullin WJ 1992 ndash Glucos-inolates and their breakdown products in food and foodplants cRc crit Rev food Sci nutr 18 123-201

iSo MetHod 1992 ndash Rapeseed-determination of glucosi-nolates content Part 1 Method using high performanceliquid chromatography Reference number iSo 9167-1

JeffeRy eH aRaya M 2009 ndash Physiological effects ofbroccoli consumption phytochem Rev 8 283-298

valleJio f toMagraveS-BaRBeRagraven fa gaRcigravea-vigueRa c2002 ndash Glucosinolates and vitamin C content in edibleparts of broccoli florets after domestic cooking eur foodRes technol 215 310-316

RiaSSunto ndash piante dellrsquoordine delle Capparales (oBrassicales) sono ampiamente diffuse nelle regioniMediterranee dove sono abbondantemente consumatecotte o nelle insalate (cavolfiori broccoli ravanelli ruco-la cavoletti di Brussell) o come condimento (mostardecapperi) esse sono una fonte molto ricca di sostanze

404 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

taBella 1GLS nelle infiorescenze crude e cotte del mugnoloGLS in raw and cooked inflorescences of mugnolo

glS crude cotte(μmolg) (μmolg)

glucorafanina 179 159glucoerucina 003 004alifatici glucoiberina 077 046Sinigrina 004 003glucobarberina 056 007aromatici gluconasturtina 027 003glucobrassicina 351 195neoglucobrassicina 313 054indolici Metossiglucobrassicina 007 005idrossiglucobrassicina 097 042

tot 1114 567

taBella 2Composizione in acidi grassi dellrsquoolio di semi di capperoComposition in fatty acids of the seeds oil of caper

ac grassi

laurico 036Miristico 068palmitico 1446palmitoleico 423Stearico 931oleico 2611Cis-vaccenico 1228linoleico 2802linolenico 084Resa 9629

bioattive come flavonoidi vitamine minerali e glucosino-lati i quali sono responsabili del caratteristico odore esapore pungente i glucosinolati sono i metaboliti piugrave stu-diati delle Brassicaceae per le proprietagrave anticarcinogenichemanifestate soprattutto dagli isotiocianati ovvero i loroprodotti di idrolisi in questo lavoro ci siamo occupatidello studio fitochimico del mugnolo una varietagrave diBrassica oleracea coltivata solo per uso domestico lrsquoaltraspecie oggetto di studio egrave stata la Capparis spinosa subsprupestris (cappero) molto diffusa nel bacino delMediterraneo entrambe queste specie mai state studiateprima dal punto di vista fitochimico sono state oggettodel nostro lavoro al fine di individuare composti bioattivi

caratterizzanti le specie in particolare egrave stato osservato chele infiorescenze del ldquomugnolordquosono caratterizzate da glSalifatici aromatici ed indolici Questi ultimi risultanoessere i piugrave abbondanti (768 μmolg) seguiti dagli alifati-ci (263 μmolg) e dagli aromatici (083 μmolg) in que-sto lavoro egrave stata determinata anche la composizione chi-mica dei semi e delle parti aeree della C spinosa subsprupestris ed egrave stato osservato che i semi cosigrave come le partiaeree sono caratterizzati da un solo glS la glucocappari-na inoltre lrsquoolio estratto dai semi egrave ricco di acidi grassiinsaturi rari come il cis-vaccenico nelle parti aeree la ruti-na rappresenta il flavonoide predominante

405Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

autoRi

Maria Pia Argentieri Pinarosa Avato Dipartimento di Farmacia-Scienze del Farmaco Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo ViaOrabona 4 70125 Bari

con il termine ldquoterre rarerdquo o lantanidi si indicano glielementi chimici compresi nella tavola periodica frail lantanio ed il lutezio inclusi lrsquoittrio e lo Scandioi quali manifestano comuni proprietagrave chimiche con-nesse ad una simile configurazione elettronica ester-na negli ultimi anni i lantanidi sono stati larga-mente impiegati in campo industriale agricolo ezootecnico in cina a partire dagli anni lsquo80 vengo-no usati in agricoltura fertilizzanti costituiti damiscele di vari elementi ma soprattutto lantanio(la) e cerio (ce) lrsquouso intensivo e su larga scala ditali composti suscita crescenti preoccupazioni per lapossibile contaminazione di suoli ecosistemi acqua-tici e derrate alimentari dal momento che gli effettidi tali elementi sulla salute non sono ben chiari lamaggior parte dei dati presenti in letteratura riguar-da la somministrazione di miscele di terre rare e dicomposti contenenti la a varie specie di vegetali inalcune piante sono stati osservati effetti positivi tra iquali la promozione della germinazione dei semi losviluppo di radici e germogli la resistenza contro glistress (ippolito et al 2007 liu et al 2012) la fio-ritura la produttivitagrave in campo (Hu et al 2004)altri studi al contrario evidenziano effetti nulli oaddirittura inibitori di tali sostanze su colture di inte-resse agrario (naRdi et al 2005 drsquoaQuino et al2009) una sintesi dei dati disponibili sugli effetti dila ce e miscele di terre rare in vari sistemi animalie vegetali egrave stata recentemente pubblicata (pagano etal 2012) i dati riportati riguardano crescita svilup-po e indicazioni di tossicitagrave in alcuni sistemi animalie vegetali numerosi dati anche contrastanti riguar-

dano gli effetti del ce sia come pro-ossidante checome antiossidante dalla letteratura emerge lrsquoesi-genza di studi che determinino gli effetti dei singolilantanidi sugli organismi animali e vegetali per valu-tarne la potenziale tossicitagrave Scopo di questo lavoro egrave stato lo studio della sommi-nistrazione di ce trivalente (ce3+) ad una speciemodello Lemna minor L pianta acquatica giagrave utiliz-zata per studi su lantanio e miscele di terre rare(ippolito et al 2010) al fine di avere informazionicirca le soglie di tolleranzatossicitagrave di L minor versoil ce3+ tale specie oltre che per il fitorimedio egraveanche utilizzata secondo la iSo 20079 (2004) neitest di biotossicitagrave per lrsquoecosistema acquatico peralcune sue caratteristiche quali elevata velocitagrave di cre-scita propagazione vegetativa e ridotte dimensioniche la rendono adatta a studi eco- tossicologici

MateRiali e Metodi

piante di L minor sono state coltivate in una soluzio-ne di mantenimento (Knop 1865) a pH 44 per 15giorni in camera di crescita alla temperatura di 24 plusmn2 degc con illuminazione a fluorescenza bianca conuna intensitagrave luminosa di 90 μe m-2 s-1 e fotoperio-do lucebuio di 1410 h in ogni cella di una piastraa pozzetti multipli sono state poste 10 fronde di Lminor in un volume di 2 ml di mezzo di crescita(testimone) a cui sono stati aggiunti nei trattatinitrato di cerio esaidrato (cen3o9 6H2o) in con-centrazioni finali di 25 - 5 - 10 - 20 μM e 1 mMoppure nitrato di calcio ca(no3)2 alla concentrazio-

406 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

note preliminari sullrsquoeffetto della somministrazione di cerio in Lemna minor

Ma zicaRi a paRadiSo f toMMaSi

aBStRact - Preliminary note on effect of Cerium administration in Lemna minor - This study aimed at investigat-ing the effects of Ce3+ on the growth of duckweed (Lemna minor L) plants as a test system (iSo 20079) L minorplants were treated with 00025 0005 0010 0020 1 mM ce(no3)3 or ca(no3)2 1 mM over a 15 day period theinfluence of Ce3+ was evaluated according to the iSo 20079 test protocol on the basis of growth parameters as relativegrowth rate (RgR) expressed as frond number and relative frond number (Rfn) compared with the control concentra-tions of ce3+ lower than 1 mM did not affect significantly the growth parameters On the contrary 1 mM ce(no3)3negatively affected the growth from 7 days to 15 days whereas 1 mM ca(no3)2 stimulated duckweed leaf growth datahere reported showed toxic effect of Ce3+ at millimolar concentrations and suggested that L minor could be a speciesuseful for Ce3+ presence biomonitoring in aquatic environment

Key words antiossidanti risposte di crescita terre rare test di tossicitagrave

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

ne finale di 1 mM per il testimone e per ogni tratta-mento sono stati allestiti 4 pozzetti le analisi sonostate eseguite in cinque repliche le piastre sono statecollocate in camera termostatata e sono stati analiz-zati i seguenti parametri di crescita tasso di crescitarelativo (RgR) numero di fronde relativo (Rfn)crescita di fronde in percentuale (fn) le misurazio-ni sono state fatte ad intervalli di 24 ore nelle provepreliminari e in seguito si egrave stabilito di effettuare leanalisi ogni 3 5 7 12 15 giorni utilizzando unostereoscopio per poter contare tutte le fronde visibi-li Seguendo la iSo 20079 RgR egrave stato calcolatocontando il numero di fronde per ogni concentrazio-ne e applicando la seguente formula (lnnn-lnn0)tndove n0 egrave il numero iniziale di fronde nn egrave il nume-ro finale di fronde tn egrave il tempo di durata dellrsquoespe-rimento Rfn egrave stato calcolato usando la formulann-n0 n0 fn egrave stato calcolato come variazionepercentuale del numero delle foglie rispetto al nume-ro delle stesse allrsquoinizio dellrsquoesperimento valore con-siderato pari al 100 ersquo stato periodicamente osser-vato lrsquoaspetto delle fronde al fine di analizzare even-tuali segni di clorosi e necrosi utilizzando un micro-scopio ottico

RiSultati e diScuSSione

nei saggi eco-tossicologici RgR egrave considerato il piugraveattendibile tra i parametri di crescita in quantoessendo basato sul conteggio delle fronde egrave indipen-dente dalle dimensioni delle fronde stesse e dalla bio-massa (Radic et al 2010) e in condizioni di tossici-tagrave piccole gemme possono protrudere ed essere con-tate come singole fronde (MoHan HoSetti 1999nauMann et al 2007) RgR egrave inoltre considerato ilparametro piugrave sensibile per valutare la tossicitagrave croni-ca (MacKenzie et al 2003) i dati ottenuti dimostra-no che in presenza di basse concentrazioni di ce3+

(25-20 μM) si verifica una crescita maggiore rispettoal testimone di 12-15 giorni anche se le variazioni diRgR Rfn (dati non mostrati) e fn (fig 1) nonsono risultate statisticamente significative

Quindi i trattamenti a concentrazioni micromolaridi ce non interferiscono con la normale crescita dellapianta che inoltre non presenta alterazioni morfolo-giche evidenti per verificare la soglia di tossicitagrave del ce le piante diL minor sono state coltivate per 15 giorni in soluzio-ne nutritiva arricchita di nitrato di cerio esaidrato aconcentrazione finale 1 mM per escludere i possibi-li effetti del nitrato alcuni campioni sono stati colti-vati con nitrato di calcio alla stessa concentrazionefinale di 1 mM in sostituzione del nitrato di ceriodopo 7 giorni di trattamento con ce3+ si osserva unasignificativa diminuzione dei parametri di crescitaanalizzati rispetto al testimone RgR in particolarediminuisce del 60 e dellrsquo 80 rispettivamentedopo 7 e 15 giorni (fig 2 a)un andamento simile si ha per fn dalla cui analisisi osserva lrsquoinibizione di crescita delle foglie del 19al settimo giorno e del 50 al quindicesimo giornorispetto al testimone (fig 2 B) inoltre le foglie cre-sciute a concentrazione di ce3+ 1 mM appaiono bru-

407Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 1crescita di fronde in percentuale (fn) di L minor incen3o9 da 25 μM a 20 μM in 15 giornifn in L minor on cen3o9 from 25 μM to 20 μM for15 days

fig 2a) RgR B) fn in Lemna minor l esposta per 15 giornia trattamenti 1 mM di ce3+e ca2+ p lt 005 secondo il t-studenta) Relative growth rate based on frond number B)growth of leaves in Lemna minor l exposed for 15 daysto treatments 1 mM ce3+ and ca2+ p lt 005 for significant differences between treatmentsand control according to t-student

nastre con aree necrotiche e clorotiche un analogoandamento si osserva per Rfn (dato non mostrato)pertanto il ce3+ 1 mM influenza negativamente lacrescita e mostra effetti tossici al contrario le frondedi L minor fatte crescere in presenza di ca(no3)2alla concentrazione finale di 1 mM mostrano unaumento della crescita rispetto al testimone pertutti i tempi di analisi ma con una differenza signi-ficativa a partire dal settimo giorno (fig 2 a 2 B) iltrattamento con nitrato di ce quindi a differenza diquello con nitrato di calcio mostra un effetto nega-tivo sulla crescita di piante di lenticchia drsquoacqualrsquoinibizione della crescita puograve essere dovuta allrsquoaccu-mulo di ce3+ analogamente a quanto descritto per imetalli che a concentrazioni tossiche inibisconolrsquoallungamento e lrsquoespansione cellulare (poScHen-RiedeR BaRcelograve 2004 SRivaStava et al 2006)oppure allrsquointerferenza con lrsquoassunzione di altri ele-menti nutritivi infatti egrave stato riportato che in pian-tine di riso il ce3+ interferisce con lrsquoaccumulo diferro potassio magnesio calcio sodio e di altri ele-menti minerali nutritivi (liu et al 2012) ulterioristudi sono necessari per valutare se e in quali tessutiil ce3+ venga accumulato e lrsquoeffetto dello stesso sualtri parametri quali i sistemi antiossidanti i livelli dispecie reattive dellrsquoossigeno ed il danno ossidativo inconclusione L minor si mostra tollerante allrsquoesposi-zione a concentrazioni micromolari di ce3+ ma nona concentrazioni piugrave elevate e pertanto potrebbe esse-re una specie utile per il biomonitoraggio della pre-senza di ce3+ in ambienti acquatici

letteRatuRa citatadrsquoaQuino l de pinto Mc naRdi l MoRgana M

toMMaSi f 2009 ndash Effect of some light rare earth ele-ments on seed germination seedling growth and antioxi-dant metabolism in triticum durum chemosphere75 900-905

Hu z RicHteR H SpaRoveK g ScHnug e 2004 ndashPhysiological and biochemical effect of rare earth elementson plants and their agricultural significance a review Jplant nutr 27 183-220

ippolito Mp faSciano c drsquoaQuino l MoRganaM toMMaSi f 2010 ndash Responses of antioxidant sys-tems after exposition to rare earths and their role in chill-ing stress in common duckweed (lemna minor L) adefensive weapon or a boomerang arch environcontam toxicol 58 42-52

ippolito Mp paciolla c drsquoaQuino l MoRganaM toMMaSi f 2007 ndash Effect of rare earth elements ongrowth and antioxidant metabolism in lemna minor Lcaryologia 60 125-128

iSodiS 20079 2004 ndash Water qualitymdashdetermination ofthe toxic effect of water constituents and wastewater onduckweed (lemna minor)mdashDuckweed growth inhibi-tion test iSo tc 147Sc 5Wg 5

Knop W 1865 ndash Quantitative Untersuchungen uumlber dieErnahrungsprozesse der Pflanzen landwirtsch versStn 7 93-107

liu d Wang X lin y 2012 ndash The effect of cerium onthe growth and some antioxidant metabolism in riceseedlings environ Sci pollut Res 19 3282-3291

MacKenzie SM Waite S Metcalfed J Joyce cB2003 ndash Landfill leachate ecotoxicity experiment usinglemna minor L Water air Soil poll focus 3 171-179

MoHan BS HoSetti BB 1999 ndash Aquatic plants fortoxicity assessment environ Res 81 259-274

naRdi l caRBoni Ma MoRgana M BaRBeSti SeRRico S zoina a drsquoaQuino l 2005 ndash Effect ofrare earth elements on the growth of agrobacterium sppand Rhizobium leguminosarum Frank cytometrypart a 69a 443-444

nauMann B eBeRiuS M appenRotH KJ 2007 ndashGrowth rate based dose-response relationships and EC-values of ten heavy metals using the duckweed growthinhibition test (ISO 20079) with lemna minor Lclone plant physiol 164 1656-1664

pagano g toMMaSi f guida M 2012 ndash Comparativetoxicity of cerium and of the other rare earth elements(REEs) in plant and invertebrate test systems inizyuMov a plaKSin g (eds) Cerium MolecularStructure Technological Applications and Health Effects107-124 nova Science publishers Hauppauge nyuSa

poScHenRiedeR c BaRcelograve J 2004 ndash Water relations inheavy metal stressed plants in pRaSad Mnv (ed)Heavy metal stress in plant from biomolecules to ecosys-tems 249-270 Springer Berlin

Radic S Stipanicev d cvJetKo p MiKelic ilRaJcic MM SiRac S pevaleK-Kozlina Bpavlica M 2010 ndash Ecotoxitological assessment ofindustrial effluent using duckweed (lemna minor L) asa test organism ecotoxicology 19 216-222

SRivaStava S MiSHRa S tRipatHi Rd 2006 ndash Copper-induced oxidative stress and responses of antioxidants andphytochelatins in Hydrilla verticillata Royle aquattoxicol 80 405-415

RiaSSunto - in questo studio sono riportati i dati pre-liminari concernenti le risposte alla somministrazione dice3+ di una specie acquatica Lemna minor l usata comebiomarker (iSo 20079) piante di L minor sono statetrattate per 15 giorni con cen3o9 6H2o a concentrazio-ni tra 25 μM e 1 mM oppure con ca(no3)2 a concentra-zione 1 mM Sono stati analizzati parametri di crescitaquali il tasso di crescita relativo basato sul numero di fron-de (RgR) il numero relativo di fronde (Rfn) e la cresci-ta di fronde in percentuale (fn) il trattamento con ce3+

1 mM ha inibito significativamente la crescita a partire dasette giorni di incubazione mentre le minori contrazioninon hanno mostrato variazioni statisticamente significati-ve la somministrazione di ca(no3)2 1 mM al contrarioha stimolato la crescita in modo significativo giagrave dal setti-mo giorno suggerendo un effetto tossico del ce3+ a parti-re da concentrazioni millimolari

408 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

autoRi

Maria Alessandra Zicari Annalisa Paradiso Franca Tommasi (francatommasiunibait) Dipartimento di BiologiaUniversitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70126 Bari

le collezioni xilologiche (xylaria) hanno da sempreassunto una notevole importanza sia per il ruolosvolto in campo didattico sia per quello svolto inambito scientifico nei settori della botanica archeo-logia etnologia tecnologia del legno ed in particola-re dove egrave richiesto il confronto tra campioni(uRBinati giove 2012) attualmente collezioni xilologiche sono presenti inquasi tutti gli stati anche se le principali per numerodi campioni sono negli uSa per quanto concernelrsquoitalia solo quattro collezioni sono state inseritenella quarta edizione dellrsquoIndex Xylariorum (lyncHgaSSon 2010) il patrimonio nazionale tuttavia egravesicuramente molto piugrave ampio ma risulta difficile sti-marlo sia sul piano qualitativo che quantitativo inquanto sino ad oggi non egrave stato effettuato un censi-mento completo una delle collezioni italiane piugrave interessanti per unaserie di peculiaritagrave che la contraddistinguono egrave laXylotomotheca Italica di adriano fiori essa fu realiz-zata nei primi anni del novecento col preciso obiet-tivo di completare ed arricchire la Flora ItalicaExsiccata (FIE) la piugrave grande raccolta italiana diexsiccata fanerogamici realizzata da fiori pampaninie Begraveguinot in particolare lo scopo degli autori fuquello di corredare gli exsiccata con le sezioni micro-tomiche del legno le schede relative alla

Xylotomotheca Italica furono pubblicate a partire dal1905 come appendice delle Schedae ad FloramItalicam Exsiccatam (fioRi et al 1905)la collezione egrave costituita da sezioni trasversali e lon-gitudinali dello spessore di circa 01 mm e con lealtre dimensioni variabili (le8 cm) (di paSQualeallevato 2007) il microtomo utilizzato per la rea-lizzazione delle sezioni fu ideato e progettato dallostesso fiori e da lui denominato ldquonuovo microtomoautomatico a doppia rotazionerdquo (fioRi 1900) nellaversione originaria della collezione le sezioni sonoconfezionate in pieghi di cartoncino contenenti unao due coppie delle sezioni trasversali e longitudinalii pieghi in cartoncino sono a loro volta inseriti inbustine di carta esse sono corredate da una etichet-ta sulla quale sono riportati il numero drsquoordine delcampione il binomio linneano la porzione anatomi-ca rappresentata dalla sezione il luogo e la data diraccolta in molti casi il riferimento al campione dellaFIE ed infine il nome del curatore al progetto col-laborarono numerosi botanici traverso pampaninigortani ferro cerica goiran vaccari MezzanaBicknell cecconi nicoli Bardi andrea fiori etrotter la collezione egrave costituita da 215 campioni corrispon-denti a 184 taxa specifici appartenenti a 113 generiSi tratta soprattutto di entitagrave della flora italiana

409infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

la Xylotomotheca Italica del Museo orto Botanico dellrsquouniversitagrave di Bari

v cavallaRo g SignoRile f caRRuggio f Mantino l foRte

aBStRact - The Xylotomotheca italica of the Botanical Garden Museum of Bari University -the Xylotomotheca Italicawhich was realized by adriano fiori at the beginning of the 20th century is a really interesting and peculiar historical col-lection it is composed of thin sections of wooden species While most of the species belong to italian flora only a few ofthem are exotic ones which are cultivated in italy fiori had the specific aim of enriching Flora Italica Exsiccata (FIE) andof supplying botanists with invaluable comparative material Moreover he designed the microtome which was used to cutthe sections the collection consists of 215 samples the sections are enclosed in bended cards which are contained insmall labelled envelopes a different version of the Xylotomotheca Italica which was produced with didactic purposes isstill conserved at the Botanical garden Museum of Bari university it was probably acquired together with some FIE exs-iccata by the Herbarium Horti Botanici Barensis (Bi) which is now part of the Botanical garden Museum in this ver-sion sections and labels are put between two rectangular pieces of glass which are sealed with a grey tape this collectionis composed of 154 samples which include 135 subgeneric taxa belonging to 93 genera it is generally fairly well con-served and some actions whose aim is restoring the collection have been started

Key words adriano fiori exsiccata Xylotomotheca Italica

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

mentre solo una piccola percentuale egrave rappresentatada esotiche (cuccuini 2002) Si ritiene che la colle-zione completa e nella sua veste originaria sia presen-te solo presso lrsquoerbario di padova (pad) elrsquoHerbarium Centrale Italicum (fi) (cuccuini2002) viceversa parti di essa o versioni diverse daquella originaria sono presenti presso numerosi erba-ri italiani ed anche presso istituzioni estere come iKew Royal Botanic Gardens (httpwwwkeworg)

RiSultati e diScuSSione

presso il Museo orto Botanico dellrsquouniversitagrave di Bariegrave presente la Xylotomotheca Italica non nella sua vesteoriginaria bensigrave in una versione realizzata per scopididattici Molto probabilmente essa fu acquisitacongiuntamente agli exsiccata della FIE dalla profssafrancini negli anni della sua permanenza pressolrsquoateneo barese (1940-1961) le sezioni sono monta-te con lrsquoetichetta tra due vetri rettangolari di 10x15cm oppure di 13x18 cm e sigillati con un nastro intela grigia (fig 1)Sia i preparati che le etichette sono del tutto uguali aquelli presenti nella versione originaria la collezione

egrave composta da 154 campioni corrispondenti a 135taxa specifici appartenenti a 93 generi la maggiorparte dei preparati proviene dalla provincia di firenzeed il curatore egrave tranne poche eccezioni adrianofiori i campioni sono a loro volta conservati in 16cofanetti di cartone rigido di colore grigio chiusimediante un nastro di cotone dello stesso colorepresso lrsquoerbario del laboratorio di Botanica agraria(fiaf) dellrsquouniversitagrave di firenze egrave conservata lamedesima versione realizzata a scopi didattici che egravecostituita da 178 campioni collocati in 18 cofanetti(cuccuini 2002)attualmente in relazione ad un rinnovato interesseverso le collezioni xilologiche dovuto ai piugrave recentiutilizzi in campo sperimentale (ManiatiS et al2011) didattico divulgativo ed alla consapevolezzache la Xylotomotheca Italica possiede tutte le caratte-ristiche di un bene culturale (d lgs n 422004 art11) sono state avviate alcune azioni tese al recuperoconservativo della collezione presente presso ilMuseo orto Botanico in primo luogo egrave stato valu-tato lo stato di conservazione dei singoli campioni alfine di evidenziare gli eventuali interventi da effet-tuare ersquo risultato che solo 3 campioni presentano ivetri rotti tuttavia le sezioni non sono danneggiateviceversa in quasi tutti i campioni il nastro che sigil-la i vetri egrave logoro e consunto pertanto egrave possibileaffermare che la collezione egrave complessivamente inun discreto stato conservativola collezione egrave stata inoltre informatizzata medianteapposito software (fileMaker pRo 12 clariscorporation) riportando nei vari campi le informa-zioni presenti sui cartellini Questo intervento hapermesso di fruire facilmente delle informazioni inessa contenute prossimamente si completeragrave il lavo-ro realizzando alcuni interventi di restauro sui cam-pioni ed effettuando lrsquoacquisizione in formato elet-tronico della loro immagine con uno scanner perdocumenti di pregio anche al fine di implementareun archivio elettronico consultabile via internet

letteRatuRa citatacuccuini p 2002 ndash La Xylotomotheca italica un caso

insolito di serie di exsiccata Catalogo e spigolature stori-che Museol Sci 19(1) 97-119

di paSQuale g allevato e 2007 ndash Collezioni di legnie carboni in Mazzoleni S pignatelli S (a cura di)I Musei delle Scienze Agrarie lrsquoevoluzione delleWunderkammern 79-81 ed universitagrave di napolifederico ii

fioRi a 1900 ndash Nuovo microtomo automatico a doppiarotazione Malpighia 14 411-424

fioRi a Beacuteguinot a paMpanini R 1905 ndash Schedae adFloram Italicam Exsiccatam n giorn Bot ital ns12(2) 143-144

lyncH aH gaSSon pe 2010 ndash Index XylariorumEdition 4 Royal Botanic gardens Kew published onthe internet

ManiatiS d Saint andReacute l teMMeRMan M MalHiy BeecKMan H 2011 ndash The potential of using xylar-ium wood samples for wood density calculations a com-parison of approaches for volume measurement forest 4150-159

uRBinati c giove M 2012 ndash Collezioni xilologiche in

410 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

fig 1un campione della Xylotomotheca Italica presente presso ilMuseo orto Botanico dellrsquouniversitagrave di Baria sample of the Xylotomotheca Italica at the Botanicalgarden Museum of Bari university

taffetani f (a cura di) Herbaria nardini editorefirenze

RiaSSunto - la Xylotomotheca Italica di adriano fiorirealizzata nei primi anni del novecento rappresenta unadelle collezioni storiche piugrave interessanti e peculiari nel suogenere Si tratta di sezioni sottili di numerose specie legno-se tra le piugrave rappresentative della flora italiana e di alcunespecie esotiche coltivate in italia lrsquoautore realizzograve la col-lezione col preciso obiettivo di arricchire la Flora ItalicaExsiccata (FIE) e pertanto di fornire un prezioso materialedi confronto per quanti svolgevano lavori botanici inoltreprogettograve il microtomo utilizzato per effettuare le sezioninella versione originaria della collezione costituita da 215

campioni le sezioni sono confezionate in pieghi di carton-cino a loro volta riposti in bustine corredate da unrsquoetichet-ta la Xylotomotheca Italica presente presso il Museo ortoBotanico dellrsquouniversitagrave di Bari fu acquisita probabil-mente insieme ai campioni della FIE presenti pressolrsquoHerbarium Horti Botanici Barensis (Bi) essa non si pre-senta nella sua veste originaria bensigrave in una versione realiz-zata per scopi didattici le sezioni con la relativa etichet-ta sono montate tra due vetri rettangolari sigillati da unnastro di tela grigia la collezione egrave composta da 154 cam-pioni comprendenti 135 taxa sub-generici appartenenti a93 generi Sono stati avviati alcuni interventi tesi al recu-pero della collezione che si presenta complessivamente inun discreto stato di conservazione

411

autoRi

Viviana Cavallaro (vivianacavallarounibait) Luigi Forte Dipartimento di Biologia e Museo Orto Botanico Universitagrave diBari ldquoAldo Morordquo Via E Orabona 4 70126 BariGiovanni Signorile Francesca Carruggio Francesca Mantino Museo Orto Botanico Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via EOrabona 4 70126 Bari

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

Malgrado siano trascorsi ben 40 anni il noto afori-sma di dobzhansky secondo cui ldquoniente in biologiaha senso se non alla luce dellrsquoevoluzionerdquo(doBzHanSKy 1973) non solo nulla ha perso dellasua straordinaria forza concettuale ma di fatto haoggi un significato ancor piugrave profondo in relazione aipiugrave recenti studi nel campo della biologia evolutivadello sviluppo (evo-devo) disciplina che estende ulte-riormente la visione unificante che negli anni lsquo30 elsquo40 del secolo scorso condusse alla sintesi evoluzioni-stica coniugando la genetica con le ldquoclassicherdquo scien-ze naturali (MuumllleR 2007)Svolgere adeguata divulgazione scientifica sulla teoriadellrsquoevoluzione appare perograve un compito estrema-mente difficile di evoluzione si parla nei contestipiugrave disparati ma non di rado i concetti basilari dellateoria darwiniana e delle sue successive elaborazionivengono travisati al punto da attribuire a darwinstesso affermazioni mai da lui pronunciate o scrittea cominciare dal famigerato rdquolrsquouomo discende dallascimmiardquo frase che manifesta la totale ignoranza dichi la pronuncia sulle tematiche in questione ersquoanche spiacevolmente frequente una volgarizzazioneerronea del concetto di evoluzione che viene inter-pretato come un ldquocammino verso la perfezionerdquo conlrsquointroduzione di elementi di teleologia del tuttoinappropriati allrsquoindirizzo httpevolutionberke-leyedu egrave disponibile un utile elenco di tipici erroriconcettuali sulla tematica dellrsquoevoluzione con relati-ve argomentazioni e note esplicative Se sono ben chiari i motivi della opportunitagrave e neces-sitagrave di insegnare i principi ed i meccanismi dellrsquoevo-luzione a tutti i livelli dellrsquoistruzione scolastica eduniversitaria non sono a tuttrsquooggi disponibili ade-

guati strumenti didattici neacute vi egrave stato se non episo-dicamente un confronto con i potenziali fruitoridegli interventi formativi per sperimentare le moda-litagrave piugrave efficaci con cui trasmettere i complessi edarticolati concetti della teoria dellrsquoevoluzione supe-rando le fin troppo diffuse inesattezze e gli erroriconcettuali precedentemente menzionatiil ruolo delle risorse museali per una efficace didatti-ca dellrsquoevoluzione egrave stato messo in rilievo da alcunistudi (Spiegel et al 2012) compiuti prevalentemen-te negli Stati uniti dove egrave piugrave avvertibile il problemadelle resistenze di tipo ideologicoreligioso in parti-colare nelle aree in cui sono particolarmente diffusi ilcreazionismo e lrsquoipotesi dellrsquoIntelligent Design che nerappresenta una versione ldquoaggiornatardquo dallrsquoesigenza di colmare questa grave lacuna nascepresso il Museo orto Botanico strutturadellrsquouniversitagrave degli Studi di Bari ldquoaldo Morordquo ilprogetto denominato e-Move (evoluzione delMondo vegetale) il progetto nasce dallrsquoidea che labiodiversitagrave vegetale vista in chiave diacronica possacostituire uno strumento molto efficace per la divul-gazione scientifica su questo tema cosigrave importante ilprogetto annuale che ha ricevuto un finanziamentodal MiuR nellrsquoambito della legge 62000 per la dif-fusione della cultura scientifica presenta alcuni ele-menti di novitagrave che verranno discussi in questo brevecontributo

aRticolazione del pRogettoil progetto si articola su 3 linee (a) allestimento nelMuseo orto Botanico di spazi espositivi sperimenta-li per elaborazione e validazione di strategie didatti-co-divulgative (B) Realizzazione di giochi interattivi

412 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

Risorse per insegnare lrsquoevoluzione dei vegetali il progetto e-Move

a gRano Mc de tullio

aBStRact - Resources for teaching plant evolution the E-MoVe project -the e-Move (evolution of the plant World)project tackles the problem of the scarcity of effective educational tools for teaching evolution in spite of the undoubtedimportance of the topic Within the Botanical garden Museum of the university of Bari methodologies for teaching evo-lution will be developed in collaboration with school teachers and other stakeholders novel teaching tools includinginteractive videogames will be made available to national and international institutions for testing and validation theproject funded by the italian Ministry of education also aims at providing training to school teachers and scientific muse-um operators

Key words plant evolution scientific museum teaching

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

(c) formazione di docenti ed operatori museali

(a) lo spazio espositivo consentiragrave di sperimentarestrategie di comunicazione e divulgazione valorizzan-do strutture attrezzature e competenze giagrave presenti esi articola in 3 parti (a phylowall b darwin e lepiante c iconografia botanica) con aula didatticaper la formazionea phyloWall la parete della filogenesi delle pianteil ldquogiardino verticalerdquo nasce a scopo decorativo-arti-stico su idea del botanico e designer p Blanc ilphyloWall avragrave una funzione scientifico-didatticaattraverso la disposizione degli organismi secondouno schema filogenetico si visualizzeragrave in manieraimmediata il concetto di evoluzione una legendacon datazione e localizzazione geografica dei repertifossili verragrave collocata accanto al phylowall per unaimmediata fruibilitagraveb darwin e le pianteverragrave allestita lrsquoipotetica ricostruzione dello studio didarwin con alcune delle immagini piugrave significativelegate allrsquoelaborazione del concetto di evoluzioneverragrave collocato uno schermo touch-screen per i giochiinterattivi c iconografia botanica localeverranno allestite teche per lrsquoesposizione di volumitra cui la flora del Regno di napoli di Micheletenore allo scopo di evidenziare il legame tra il pas-sato ed il futuro della ricerca botanica

(B) la realizzazione di materiale didattico innovativocostituisce un obiettivo fondamentale del progettoun comitato di redazione tecnico-scientifico in col-laborazione con uno studio professionale specializza-to nella comunicazione multimediale si occuperagrave diideare e realizzare materiale didattico che verragrave poidistribuito per la validazione nellrsquoambito di una retedi collaborazione nazionale ed internazionale

(c) la formazione si articoleragrave in (a) visite guidateper alunni (b) corsi per insegnanti e operatorimuseali con la collaborazione dellrsquoassociazionenazionale insegnanti di Scienze naturali (aniSn)si prevede la formazione di insegnanti sulle tematichedellrsquoevoluzione biologica utilizzando sia un approc-cio storico-didattico con lrsquouso dellrsquoerbario e dellabanca del germoplasma sia lo sviluppo di strumentiinterattivi informaticii moduli di formazione affronteranno temi che spa-ziano dallrsquoinquadramento storico della teoria dellrsquoe-voluzione allrsquouso delle moderne tecniche di sistema-tica molecolare sviluppando specifici percorsi didat-tici per i diversi livelli di approfondimento un ruolofondamentale verragrave attribuito allrsquouso delle risorsemuseali

pRoSpettive futuReil progetto ha elevate potenzialitagrave di fornire ricaduteper la diffusione della cultura scientifica sia a livellolocale sia come esperienza pilota da esportare in altrerealtagrave territoriali nazionali in particolare la collabo-razione con lrsquoaniSn consente lrsquoimplementazionedel progetto nelle ldquoscuole presidiordquo ed una piugrave ampiautilizzabilitagrave del materiale didattico sullrsquoevoluzionedelle piante che verragrave messo a disposizionela collaborazione con altre universitagrave orti Botanicie Musei della Scienza costituiragrave una rete aperta ad unbacino di utenza piugrave ampio e permetteragrave di esporta-re sul piano nazionale lrsquoesperienza maturata nellrsquoam-bito del progettole azioni connesse alla realizzazione di e-Move pro-muoveranno su scala nazionale la costituzione dinodi in una rete di comunicazione e diffusione dellacultura scientifica nel campo specifico dellrsquoevoluzio-ne delle piante con lrsquoobiettivo generale di elevare illivello di competenze degli studenti dei docentidegli operatori museali e del pubblico di non addet-ti ai lavori in ambito scientifico sostenendo la for-mazione continua la formazione di operatorimuseali guide naturalistiche ed altre figure profes-sionali per ampliare le conoscenze naturalistiche ter-ritoriali egrave un obiettivo di particolare rilevanza sia perla valorizzazione delle risorse umane sia per la tuteladei beni ambientali e dellrsquoingente patrimonio costi-tuito dalla biodiversitagrave vegetale nel nostro paese conlrsquoobiettivo di salvaguardare specie a rischio di estin-zione nella fattispecie piante che hanno rivestito unparticolare significato nel corso dellrsquoevoluzione

letteRatuRa citatadoBzHanSKy t 1973 ndash Nothing in biology makes sense

except in the light of evolution amer Biol teacher 35127-129

MuumllleR g 2007 ndash Evo-devo extending the evolutionarysynthesis nat Rev genet 8 943-949

Spiegel an evanS eM fRazieR B Hazel a taReM gRaM W diaMond J 2012 ndash Changing muse-um visitorrsquos concept of evolution evo edu outreach5 43-61

RiaSSunto ndash viene brevemente presentato il progettoe-Move (evoluzione del Mondo vegetale) attualmentein corso di realizzazione presso il Museo orto Botanicodellrsquouniversitagrave degli Studi di Bari ldquoaldo Morordquo il proget-to che ha ricevuto un finanziamento MiuR nellrsquoambitodella legge 62000 per la diffusione della cultura scientifi-ca si propone di allestire uno spazio espositivo che si poneanche come centro permanente per la ideazione realizza-zione e diffusione di efficaci strategie didattiche sui temidellrsquoevoluzione biologica attraverso la costituzione di unarete di validazione nazionale ed internazionale noncheacute larealizzazione di incontri di formazione per docenti discuole di ogni ordine e grado ed operatori museali

413Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

autoRi

Antonella Grano Museo Orto Botanico Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70126 BariMario C De Tullio (mariodetulliounibait) Dipartimento di Biologia Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70126Bari

il genere Arum l (Araceae) comprende in italia trespecie poliploidi A apulum (carano) p c Boyce Amaculatum l e A italicum Mill in questo genere itaxa poliploidi tendono ad occupare areali geograficimolto ampi rispetto alle specie diploidi (Bedalov1981) infatti A italicum egrave principalmente diffusodal caucaso attraverso la regione del Mediterraneofino alla costa atlantica (BonnieR 1931 MeuSel etal 1965 diHoRu 1970 Bedalov 1975) A macu-latum secondo MeuSel et al (1965) teRpograve (1973)e Bedalov (1981) egrave distribuito in europa centrale eoccidentale A maculatum e A italicum presentanotuberi rizomatosi al contrario del poliploide A apu-lum che ha il tubero a forma discoide (BedalovKupfeR 2005) in riferimento allrsquoorigine delle speciedel genere Arum Bedalov KupfeR (2005) suggeri-scono che la forma discoide del tubero sia da consi-derare ancestrale rispetto alla forma rizomatosaSuccessivamente questi dati sono stati confermati daindagini molecolari (eSpigravendola et al 2010) in precedenti lavori al fine di chiarire la tassonomiadel genere Arum sono stati riportati alcuni aspetticitologici e citotassonomici (goRi 1958 MaRcHi etal 1964 BeuRet 1971 1972 MaRcHi 1971Bedalov 1975 1981 Bedalov et al 1998) lamaggior parte delle specie di Arum egrave diploide connumero cromosomico 2n=28 mentre sono pochi itaxa poliploidi conosciuti A maculatum e A apulumsono tetraploidi con 2n=56 mentre A italicum egrave esa-ploide con 2n=84 le analisi cariologiche hannomostrato in dettaglio i cariotipi di quattro speciediploidi e due poliploidi i taxa analizzati inoltrehanno evidenziato un ldquocariotipo di baserdquo caratteriz-

zato dalla presenza di alcuni cromosomi marker(drsquoeMeRico et al 1993 Bianco et al 1994) il presente contributo fornisce pertanto informazio-ni sulla cariomorfometria delle suddette specie poli-ploidi

MateRiali e Metodile analisi cariologiche sono state effettuate su apiciradicali pretrattati con colchicina 03 per 2h equindi fissati per 5 min con 5111 (vv) (alcol eti-lico assoluto cloroformio acido acetico glaciale for-maldeide) successivamente sono stati idrolizzati per20 min con Hcl 55n e colorati con reattivo difeulgen la nomenclatura utilizzata per descrivere ilcariotipo segue levan et al (1964)per valutare il livello di simmetria del cariotipo sonostati utilizzati gli indici di asimmetria a1 (indiceintracromosomale) e a2 (indice intercromosomale)(RoMeRo zaRco 1986)

RiSultati e diScuSSioneArum maculatum e A italicum sono caratterizzati daun cariotipo asimmetrico comprendente numerosicromosomi submetacentrici con A italicum chemostra un indice intracromosomale (a1=043) piugraveelevato rispetto ad A maculatum (a1=039)dal punto di vista citologico egrave interessante notareche nelle specie esaminate sono state osservate coppiedi cromosomi caratterizzate dalla presenza di seg-menti telomerici debolmente colorati dal feulgenprecedentemente descritti come costrizioni seconda-rie (drsquoeMeRico et al 1993) dyeR (1963) e voSacolaSante (1995) descrivono simili segmenti

414 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

indagini cariomorfometriche in tre taxa poliploidi del genere Arum

a tuRco p Medagli a alBano S drsquoeMeRico

aBStRact - Karyomorphometry on three polyploid taxa of arum - Somatic chromosomes of three polyploid taxa of Arumhave been investigated A italicum showed 2n = 84 chromosomes and the karyotype is composed by numerous asymmet-ric chromosomes A maculatum and A apulum have shown 2n = 56 chromosomes the karyotype morphology of Aitalicum is similar to that of A maculatum but the most asymmetrical karyotype and the presence of numerous weaklyfeulgen-stained segments of the former suggest a more recent origin respect to latter differently A apulum has showed asymmetrical karyotype and few weakly feulgen-stained segments

Keywords allocyclic segments Arum karyotype asymmetry

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

denominati ldquoallocyclic segmentsrdquo in diversi gruppidi piante (Gasteria duval Iris l Aloe l) voSaBennett (1990) e Bennett gRiMSHaW (1991)inoltre suggeriscono lrsquoutilitagrave di questi segmenticome indicatori dellrsquoevoluzione del cariotipo e quin-di determinanti nellrsquoidentificazione dei cariotipidelle varie entitagrave al riguardo Arum italicum hamostrato il maggior numero di cromosomi conte-nenti i suddetti segmenti in comparazione a quelliosservati nei complementi di A maculatum A apu-lum e nei diploidi A orientale M Bieb subsp orien-tale e A cylindraceum gasp (drsquoeMeRico et al1993) differentemente A apulum egrave una specie tetraploidecon una distribuzione limitata al Sud italia (puglia)(caRano 1934 goRi 1958 Bianco et al 1994)Questrsquoultima specie mostra un cariotipo piugrave simme-trico (a1=032) considerato ancestrale rispetto allespecie con cariotipi asimmetrici (SteBBinS 1971)costituito da cromosomi prevalentemente metacen-trici e dalla presenza di pochi segmenti allociclicidrsquoaltra parte lrsquoisolamento geografico accompagnatoda variazioni ecologiche sembra supportare lrsquoattualestruttura del cariotipo di A apulum

letteRatuRa citata Bedalov M 1975 ndash Cytotaxonomical and phytogeograph-

ical investigation of the species arum italicum Mill inYugoslavia acta Bot croat 34 143-150

mdash 1981 ndash Cytotaxonomy of the genus arum (araceae) inthe Balkans and the Aegean area Bot Jahrb Syst 102183-200

Bedalov M favaRgeR c KupfeR p 1998 ndash Naturalhybrids and basic chromosome number in the genusarum acta Botanica yunnanica Suppl X 71-75

Bedalov M KupfeR p 2005 ndash Studies on the genusarum (araceae) Bull Soc neuchacirctel Sci nat 12843-70

Bennett St gRiMSHaW JM 1991 ndash Cytological stu-dies in cyclamen (primulaceae) pl Syst evol 176135-143

BeuRet e 1971 ndash Reacutepartition geacuteographique de quelquesarum des groupes maculatum L et italicum Mill BullSoc neuchacirctel Sci nat 94 29-36

mdash 1972 ndash Preacutesence drsquoun Arum diploide en Italie BullSoc neuchacirctel Sci nat 95 35-41

Bianco p drsquoeMeRico S Medagli p Bedalov M1994 ndash Indagini sistematiche su arum apulum(Carano) Bedalov (araceae) entitagrave endemica delle

Murge Pugliesi Webbia 49 (1) 43-49BonnieR g 1931 ndash Flore complegravete ilustregravee en couleurs de

France Suisse et Belgique 11 pariscaRano e 1934 ndash Un nuovo elemento della Flora meri-

dionale drsquoItalia ann Bot 20 579-585drsquoeMeRico S Bianco p Medagli p 1993 ndash

Chromosome numbers and karyotypes in arum(araceae) caryologia 46 161-170

diHoRu g 1970 ndash Morpho-taxonomische aspekte einigerArum-Arten Rev Roumaine Biol Seacuter Bot 15 71-85

dyeR af 1963 ndash Allocyclic segments of chromosomes andstructural heterozygosity that they reveal chromosoma13 545-576

eSpigravendola a BueRKi S Bedalov M KupfeR palvaRez n 2010 ndash New insights into the phylogeneticsand biogeography of arum (araceae) unravelling its evo-lutionary history Bot J linn Soc 163 14-32

goRi c 1958 ndash Il numero dei cromosomi dellrsquoarumnigrum Schott var apulum Carano caryologia 10(3) 454-456

levan a fRedga K SandBeRg aa 1964 ndashNomenclature for centromeric position on chromosomesHereditas 52 201-220

MaRcHi p 1971 ndash Numeri cromosomici per la flora italia-na 57-66 inform Bot ital 3 124-138

MaRcHi p capineRi R drsquoaMato g 1964 ndash Numericromosomici per la flora italiana 182-189 informBot ital 6 (3) 303-312

MeuSel H JaegeR e WeineRt e 1965 ndash Vergleichen-de Chorologie der zentra-europaumlischen flora 1 Jena

RoMeRo zaRco c 1986 ndash A new method for estimatingkaryotype asymmetry taxon 35 526-530

SteBBinS gl 1971 ndash Chromosomal Evolution in HigherPlants edward arnold ltd london

teRpOacute a 1973 ndash Kritische Revision der arum-Arten desKarpatenbeckens acta Bot acad Sci Hung 18216-255

voSa cg Bennett St 1990 ndash Chromosome studies inthe Southern African flora58-94 Chromosome evolutionin the genus gasteria Duval caryologia 43 235-247

voSa cg colaSante M 1995 ndash I segmenti allociclicinelle liliiflorae inform Bot ital 27 307-308

RiaSSunto gli autori riportano alcuni risultati cario-morfometrici ottenuti su tre specie poliploidi del genereArum Arum apulum (2n=56) A maculatum (2n=56) e Aitalicum (2n=84) in particolare la specie A italicum con2n=84 cromosomi ha mostrato un cariotipo con un eleva-to indice di asimmetria nel cariotipo di questa speciesono stati riscontrati numerosi ldquosegmenti allociclicirdquo incomparazione ad A maculatum e A apulum

415Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

autoRi

Alessio Turco Piero Medagli Antonella Albano Laboratorio di Botanica sistematica ed Ecologia vegetale DiSTeBAUniversitagrave del Salento Campus Ecotekne 73100 LecceSaverio DrsquoEmerico Dipartimento di Biologia Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70126 Bari

Cistus clusii dunal piccolo arbusto appartenente allafamiglia Cistaceae egrave una specie xerofila con distribu-zione mediterraneo-occidentale in italia storicamen-te presente in Sicilia (giaRdina 1988) e in puglianellrsquounica stazione di ldquoBosco isolardquo (lesina fg)(foRte et al 2002a) in questrsquoultima il contestovegetazionale egrave quello della gariga nanofanerofiticasu suolo sabbioso in associazione con Rosmarinusofficinalis l Erica multiflora l e Cistus sp pl(cHieSuRa loRenzoni et al 1976)a partire dallrsquoanno 2000 nellrsquoambito di progetti diricerca condotti dal Museo orto Botanicodellrsquouniversitagrave degli Studi di Bari sono stati indaga-ti alcuni aspetti della biologia ed ecologia di C clusii(MaccHia 2005) tali studi furono finalizzati allarealizzazione di azioni di conservazione in situ attra-verso il rafforzamento della popolazione residualepugliese giagrave allrsquoepoca gravemente esposta a pericolodi estinzione (conti et al 1997) a tale scopo furo-no infatti reintrodotti in aree ecologicamente idoneedi ldquoBosco isolardquo circa cento individui ottenuti pervia sessuale attraverso fecondazione incrociata con-trollata a partire dai pochi individui della popolazio-ne originaria (foRte et al 2002b) Successivi rilieviin campo hanno registrato la progressiva diminuzio-ne del numero di individui presenti in situ fino allaloro completa scomparsa soprattutto a causa deiripetuti incendi verificatisi tra il 2007 e il 2010(foRte et al 2009 2012) tuttavia la specie in

puglia era da ritenersi estinta solo in natura (EW) inquanto presso il Museo orto Botanico di Bari eranopresenti sia individui ottenuti da fecondazione incro-ciata e derivanti dalla popolazione spontanea origina-ria sia semi conservati presso la Banca delgermoplasma (Bg-MoBB)Questrsquoultima evenienza ha costituito la premessaindispensabile per la realizzazione di nuove azioni diconservazione di C clusii nel territorio di ldquoBoscoisolardquo tali azioni si sono concretizzate grazie ad unaconvenzione stipulata tra il Museo orto Botanico diBari e il centro Studi naturalistici onluS nellrsquoam-bito del progetto ldquointerventi per la protezione e con-servazione del patrimonio ambientalerdquo- fondi faS ndashpremialitagrave Regionale delibera cipe 202004in questo lavoro vengono presentate le attivitagrave svolteai fini della propagazione gamica di C clusii e quelleper la successiva reintroduzione degli individui pro-dotti

MateRiali e Metodi

il materiale di propagazione gamica utilizzato per leazioni di conservazione in situ egrave stato ottenuto daimpollinazione incrociata controllata eseguita su dueindividui conservati ex situ siglati come c1 e c2 peri quali era stata giagrave testata la compatibilitagrave allrsquoincro-cio (foRte et al 2012)nel mese di aprile 2010 495 fiori (437 dellrsquoindivi-duo c1 e 58 dellrsquoindividuo c2) privati degli stami

416 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

Reintroduzione di Cistus clusii a ldquoBosco isolardquo (lesina puglia)

l foRte S anifantiS f caRRuggio v cavallaRo f Mantino g MelcHioRRe

aBStRact - Reintroduction of cistus clusii to ldquoBosco Isolardquo (Lesina Apulia) - Cistus clusii dunal is very rare in italy whereits historical sites of occurrence are in Sicily and apulia (ldquoBosco isolardquo ndash lesina fg) after the extinction in the wild ofthe small apulian population the Botanical garden Museum of Bari university and the centro Studi naturalistici(onluS) made a special agreement in order to implement a reintroduction project into the site of lesina the reintro-duced plants 520 in all were obtained from the offspring of lesina C clusii spontaneous population which is conservedex situ at the Botanical garden Museum of Bari to increase the chances of a successful reintroduction the plants wereplaced in three different areas and in each of them the individuals were planted in microsites suitable for the eco-physi-ological characteristics of the lesina population already known from literature in fact only a thorough knowledge of thebio-ecological behaviour of the selected species may allow to establish self-maintaining populations in the wild and so torealize an effective conservation action

Key words apulia Cistus clusii dunal reintroduction

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

sono stati impollinati manualmente e coperti consacchetti di tessuto non tessuto (tnt) in maggioin concomitanza con lrsquoinizio dellrsquoingrossamentodegli ovari i cappucci sono stati rimossi e nel mesesuccessivo egrave stata effettuata la raccolta delle capsulemature nella primavera del 2011 i semi sono statisottoposti a pre-trattamenti di scarificazione mecca-nica manuale e di dry-heating (80 degc x 5 min) inquanto risultati i piugrave efficaci nel promuoverne la ger-minazione (foRte et al 2012) per ciascuno dei duepre-trattamenti sono stati utilizzati circa 1500 semiderivanti dallrsquoincrocio c1 x c2 e circa 400 semi pro-dotti dallrsquoincrocio c2 x c1 i semi pre-trattati sonostati posti direttamente in plateaux di polistiroloespanso riempiti con sabbia sterilizzata a granamedio-fine (50) e torba (50) dopo una primafase di accrescimento le plantule sono state trapian-tate in fitosacchi in film plastico contenenti terrenonon sterile (sabbia di fiume 40 terreno comune30 torba 30) durante tutte le fasi di crescita leplantule sono state irrigate e sottoposte a trattamen-ti fitosanitari e fertilizzanti miratiper lrsquointervento di reintroduzione oltre agli individuicosigrave ottenuti nel 2011 sono stati utilizzati ancheindividui derivanti da semi pre-germinati nellrsquoambi-to di prove sperimentali condotte tra il 2009 e il2010 su c1 e c2la scelta delle aree di reintroduzione egrave stata fattasulla base dei dati storici di presenza di C clusii alesina (cHieSuRa loRenzoni et al 1976 foRte etal 2002b) delle caratteristiche eco-fisiologiche dellapopolazione originaria (foRte et al 2005 foRtepaStoRe 2005) di quelle ecologiche dei siti di rein-troduzione e dellrsquoanalisi delle minacce

RiSultati e diScuSSione

gli individui oggetto dellrsquoazione di reintroduzioneavvenuta a fine gennaio 2013 sono stati distribuitiin tre aree principali (fig 1) Queste sono situate neltratto di cordone dunale immediatamente ad est diMarina di lesina insediamento sorto in localitagravepietramaura dove negli anni lsquo70 era ancora presen-te il piugrave esteso nucleo di individui di C clusii dellastazione di lesina (cHieSuRa loRenzoni et al1976) due delle aree di reintroduzione poste tra lelocalitagrave di acquarotta e pennacchio sono relativa-mente vicine tra loro e separate da una fascia occupa-ta da un rimboschimento a Pinus pinea l mentre laterza in localitagrave chiusa dista dalle altre circa 2 kmallrsquointerno di ciascuna area sono stati individuati piugravesiti di reintroduzione georiferiti mediante strumen-tazione gpS in ognuno dei quali egrave stato inserito unnumero di individui compreso tra 20 e 25la scelta di ripartire gli individui in tre aree di rein-troduzione differenti e allrsquointerno di queste in piugravesiti distinti egrave stata effettuata con lo scopo di ridurre ilrischio che un eventuale incendio possa interessarlecontemporaneamente compromettendo la sopravvi-venza dellrsquointera popolazione reintrodotta il numerocomplessivo di siti di intervento egrave risultato pari a 27inoltre per garantire buone probabilitagrave di successo

anche riproduttivo in ciascun sito sono stati reintro-dotti almeno 20 individui al fine di aumentare laprobabilitagrave di incrocio tra individui con alleli diincompatibilitagrave differenti indispensabile in una spe-cie allogama come C clusii (Rizzotto 1979)in ogni sito inoltre i singoli individui sono statipiantati in micro-siti individuati sulla base dellamicro-morfologia stazionale le tre aree di interven-to ricadono in un contesto vegetazionale caratterizza-to da un complesso e molto frammentato mosaicocostituito principalmente dalla gariga a R officinalisE multiflora e Cistus sp pl e dalla macchia a sclero-fille sempreverdi con presenza di Erica arborea lQuesto mosaico spesso egrave il diretto risultato delledifferenti condizioni ecologiche determinate dallamicro-morfologia stazionale (foRte et al 2002a) ealtre volte della dinamica della vegetazione in atto acausa degli incendi pertanto sono stati individuaticome idonei quei micro-siti rispondenti alle caratte-ristiche bio-ecologiche della popolazione da intro-durre (eliofilia relativa sensibilitagrave allo stress idricoecc foRte et al 2005) e comunque sempre suffi-cientemente distanti da nuclei di macchia in stato diavanzamento o da singoli cespugli in fase di resprou-tinglrsquoazione di conservazione in situ cosigrave condotta nonha richiesto pertanto ulteriori interventi quali dira-

417Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 1Mappa delle aree di reintroduzione (base cartograficaldquocarta della vegetazione reale del ldquoBosco isolardquo di lesina- foglio 1rdquo foRte 2001)Map of reintroduction areas (cartographic base ldquocartadella vegetazione reale del ldquoBosco isolardquo di lesina - foglio1rdquo foRte 2001)

damento della vegetazione preesistente rimozionedel secco ecccomplessivamente nella stazione di ldquoBosco isolardquosono stati reintrodotti 520 individui di C clusii pro-dotti mediante coltivazione ex situ 200 dei qualiderivanti da semina diretta di semi pre-trattati e 320ottenuti da impianto di semi pre-germinatiattualmente ulteriori 155 individui prodotti nel-lrsquoambito di questo progetto sono conservati presso ilMuseo orto Botanico dellrsquouniversitagrave di Bari inmodo da garantire sia la conservazione ex situ delpatrimonio genetico della popolazione di lesina e siala possibilitagrave di disporre di materiale di propagazioneper studi successivi

Ringraziamenti - gli autori ringraziano gli ldquospeciali colla-boratorirdquo che si sono prodigati durante il lavoro in campodi reintroduzione in situ in ordine alfabetico elenaBlotti nicola cillo Saverio drsquoamico Mario de tullioantonella grano Marcello Macchia Saverio Regina egianni Signorile

letteRatuRa citatacHieSuRa loRenzoni f cuRti l loRenzoni gg

MaRcHioRi S 1976 ndash cistus clusii Dunal Note dinomenclatura e di distribuzione con particolare riguardoalla stazione di Lesina (Foggia) giorn Bot ital 110259-267

conti f Manzi a pedRotti f 1997 ndash Liste rosse regio-nali delle piante drsquoItalia WWf Societagrave Botanicaitaliana universitagrave di camerino

foRte l anifantiS S Mantino f caRRuggio fcavallaRo v 2009 ndash Conservation of cistus clusiiDunal from ldquoBosco Isolardquo (Lesina - Apulia) current sta-tus and new experimental evidence in BaccHetta g(ed) Book of Abstracts Biodiversity Hotspots in theMediterranean Area 45th intern congr SiSv amp fip ndashcagliari 22-24 25-29 June 2009 280

foRte l cavallaRo v MaccHia f 2002b ndashConservazione in situ di cistus clusii Dunal (cistaceaeMagnoliophyta) nella duna di Lesina Quad Botamb appl 13 3-9

foRte l cavallaRo v pantaleo f drsquoaMico fSMaccHia f 2002a ndash The vascular Flora of the ldquoBoscoIsolardquo at Lesina (Foggia ndash Apulia) fl Medit 12 33-92

foRte l MelcHioRRe g anifantiS S caRRuggio fMantino f 2012 ndash Alcuni aspetti della biologia dellaconservazione di cistus clusii Dunal di ldquoBosco Isolardquo(Lesina Puglia) inform Bot ital 44(Suppl 2) 36-38

foRte l paStoRe d 2005 ndash Relazioni acqua-pianta inMaccHia f (ed) Biologia ed ecologia di cistus clusiiDunal 31-38 ed adda Bari

foRte l paStoRe d MaRvulli M Scatigna aMeMaccHia f 2005 ndash Analisi comparata tra eventi feno-logici e andamento dei parametri ambientali inMaccHia f (ed) Biologia ed ecologia di cistus clusiiDunal 5-13 ed adda Bari

giaRdina 1988 ndash Segnalazioni Floristiche Italiane 574-576 inform Bot ital 20(2-3) 678-679

MaccHia f (a cura di) 2005 ndash Biologia ed ecologia dicistus clusii Dunal ed adda Bari

Rizzotto M 1979 ndash Ricerche tassonomiche e corologichesulle cistaceae 1 Il genere cistus L in Italia Webbia33(2) 343-378

RiaSSunto ndash Cistus clusii dunal egrave una specie moltorara in italia storicamente presente in Sicilia e in puglianellrsquounica stazione di ldquoBosco isolardquo (lesina fg) in segui-to allrsquoestinzione della piccola popolazione residuale puglie-se il Museo orto Botanico dellrsquouniversitagrave di Bari e ilcentro Studi naturalistici onluS hanno stipulato unaapposita convenzione al fine di attuare unrsquoazione di rein-troduzione nel sito di lesina le piante reintrodotte insitu 520 in tutto sono state ottenute a partire da indivi-dui di C clusii progenie della popolazione spontanea ori-ginaria conservati ex situ presso il Museo orto Botanicoper aumentare le probabilitagrave di successo dellrsquointerventogli individui sono stati distribuiti in tre aree distinte eallrsquointerno di queste piantati in micro-siti rispondenti allecaratteristiche eco-fisiologiche della popolazione di C clu-sii di lesina giagrave note dalla letteratura infatti solo unaconoscenza approfondita del comportamento bio-ecologi-co delle entitagrave oggetto di interventi di conservazione insitu permette di programmare una concreta azione di tute-la attraverso lrsquoinsediamento di popolazioni in grado dipersistere nel tempo

418 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

autoRi

Luigi Forte (luigiforteunibait) Viviana Cavallaro Dipartimento di Biologia e Museo Orto Botanico Universitagrave di BarildquoAdo Morordquo Via E Orabona 4 70126 BariStamatia Anifantis Francesca Carruggio Francesca Mantino Giulia Melchiorre Museo Orto Botanico Universitagrave di BarildquoAldo Morordquo Via E Orabona 4 70126 Bari

Limoniastrum monopetalum (l) Boiss egrave presente inpuglia sulle rupi marittime di tricase porto (le)nellrsquoambito di una cenosi ascrivibile alla classeCrithmo-Limonietea Br-Bl 1947 in condizioni ana-loghe a quanto descritto per la Sicilia meridionale daBaRtolo et al (1982) Secondo la direttiva9243cee si tratta di un habitat di interesse comu-nitario denominato ldquoScogliere con vegetazione dellecoste mediterranee con Limonium spp endemicirdquo(aavv 2010) ersquo una specie a diffusione SW-Mediterranea in italia egrave presente in Sardegna inSicilia (conti et al 1992) nella laguna diorbetello (toMei guazzi 1993) a tricase porto(le) (accogli et al 1996) (fig1) in passato laspecie era stata segnalata ldquonei siti arenosi di tarantordquo(MaRinoSci 1870) caratterizzati da depressionicostiere con un ristagno idrico con substrato preva-lentemente costituito da argille e colonizzato da spe-cie ad elevata alofilia (tRotteR 1936) probabil-mente le antiche cenosi erano ascrivibili alla classeSarcocornetea-fruticosae Br-Bl amp tuumlxen ex a amp oBolograves 1950 tipica dei suoli inondati fangoso-argillo-si come riportato da Biondi et al (2004) per laSardegna

StatuS del popolaMento puglieSe ed eSpeRienzepRegReSSe

a tricase porto il popolamento si presenta formatoda due nuclei localizzati sulla sommitagrave di due costo-ni rocciosi distanti in linea drsquoaria circa 150 mentrambi i costoni sono occupati da abitazioni ad

uso civico ed i cespugli di limoniastro sono localizza-ti nelle loro adiacenze ma non allrsquointerno e questopotrebbe escludere unrsquointroduzione della specie perscopo ornamentale in totale si possono contarecirca 25 individui dei quali 18 si presentano comegrossi cespugli larghi 1ndash25 m alti 075ndash130 m lafioritura dura meno di un mese tra la fine di giugnoe lrsquoinizio di luglio le infiorescenze secche rimango-no sulla pianta sino a dicembre ma la maturazionedei frutti non egrave mai evidente e non egrave visibile la dei-

419infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

conservazione ex situ ed interventi di reintroduzione di Limoniastrum monopetalum in puglia

R accogli Mp BiancHi p Medagli S MaRcHioRi

aBStRact - ex situ conservation and reintroduction of limoniastrum monopetalum in Apulia region - in this paper arepresented the main actions taken by the Botanic garden of diSteBa for the protection of Limoniastrum monopetalum(l) Boiss species of high vulnerability included in the national Red list of plants of italy the specie is cultivated exsitu in the Botanic garden and it was decided to implement its reintroduction in the locality palude la vela (ta) in anarea once had been reported but no longer found propagation of L monopetalum was carried out by vegetative and gen-erative individuals obtained were reintroduced in two sites of the palude to different environmental conditions

Key words conservation moltiplication reintroduction

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 1areale di L monopetalum secondo gReuteR et al 1989 etutin et al 1981distribution area of L monopetalum according togReuteR et al 1989 and tutin et al 1981

scenza a contrastare lo sviluppo e la diffusione dinuove piante sono le estreme condizioni di povertagravedel substrato fortemente disturbato dalle attivitagraveantropiche che rimaneggiano continuamente le som-mitagrave dei costoni rocciosi (interventi di restauro edili-zio incendi e tagli indiscriminati) e la presenza diuna flora sinantropica dominata da agave pittospo-ro caprifico rovola vulnerabilitagrave della specie ha motivato la sua ripro-duzione ex situ nellrsquoorto Botanico dellrsquouniversitagravedel Salento e la messa a punto di protocolli di rein-troduzione infatti giagrave nel 2000 era stata testata lacapacitagrave di propagazione di L monopetalum sia pervia gamica che agamica senza forzature sui semi neacutedi ormoni radicanti per le talee la resa germinativaera risultata molto bassa del 2-5 mentre elevatesono state le percentuali di attecchimento delle talee(70-95) sia in primavera che agli inizi dellrsquoautun-no nel 2005 egrave stato effettuato un primo interventovolto al potenziamento del popolamento di L mono-petalum esistente a tricase porto lungo un breve trat-to costiero prospiciente il sito interessato da un inter-vento di riqualificazione attuato dallrsquoamministra-zione comunale lrsquointervento prevedeva la realizza-zione di un camminamento lungo la scogliera attra-verso i segni della storia locale ancora leggibili (trat-turi per la mena delle pecore vasche intagliate negliscogli per la concia delle pelli e per lrsquoestrazione diblocchi lapidei terrazzamenti per le colture agrarieprimaticce etc) la flora del tratto costiero annove-ra altre specie di interesse conservazionistico percheacuteincluse nella lista Rossa nazionale come Vincetoxi-cum hirundinaria Medik subsp adriaticum (Beck)Markgr o di valore fitogeografico come lrsquoendemicoLimonium japigicum (groves) pignatti Lavateraarborea l Scrophularia lucida l lrsquointervento direintroduzione era stato concordato con docenti edalunni delle Scuole Medie inferiori del comune ditricase che hanno partecipato dimostrando grandeinteresse e sensibilitagrave nellrsquoautunno 2005 egrave stataorganizzata una giornata durante la quale dopo unincontro tra autoritagrave politiche locali studiosi stu-denti e cittadini sono state messe a dimora 10 pian-te di L monopetalum (accogli et al 2006) pur-troppo lrsquointervento egrave stato inficiato da un incendioche nella primavera successiva ha distrutto buonaparte della flora spontanea ed i trapianti effettuati

MateRiali e Metodi

un secondo intervento di reintroduzione di L mono-petalum egrave stato programmato nel 2011 per il sitopalude la vela che ricade nellrsquoomonima Riservanaturale Regionale e prossima allrsquoantica salina di Sgiorgio jonico (ta) come prima fase si egrave procedu-to alla moltiplicazione della specie per ottenere indi-vidui giovani da mettere a dimora la moltiplicazio-ne ex situ egrave stata ripetuta sia per via vegetativa chegenerativa ponendosi nelle medesime condizionidegli anni precedenti ma con lrsquoaccorgimento didistinguere talee semierbacee da talee legnose ilmateriale propagativo egrave stato prelevato dagli indivi-

dui presenti a tricase porto da rami di 2 o piugrave annicon diametro del fusto maggiore di 10 mm sonostate realizzate talee lunghe 10-18 cm da rami di 1anno con diametro inferiore a 10 mm sono staterealizzate talee lunghe 7-12 cm il prelievo egrave statoeffettuato sia allrsquoinizio dellrsquoautunno (5 ottobre 2010)che alla fine della stagione invernale (5 marzo 2011) le talee sono state messe a radicare (senza aggiunta diormoni) in substrato costituito da un mixer di torbae perlite in rapporto 12 in vasi in pvc delle dimen-sioni 7x7x18 cm fatti stazionare poi in tunnel fred-do dopo 30 giorni veniva registrato lrsquoattecchimentodelle talee i risultati definitivi hanno evidenziato ilseguente andamento in autunno per quelle preleva-te da rami di 2 anni egrave stata registrata una percentua-le del 74 e per quelle prelevate da rami di 1 annodel 64 in primavera per le talee piugrave legnose egrave stataregistrata una percentuale di attecchimento pari al95 e per quelle meno legnose dellrsquo86 ancorauna volta i risultati dimostrano la facilitagrave di propaga-zione vegetativa della specie inoltre anche se i valo-ri differiscono di poco si deduce che il periodomigliore per il taleaggio di L monopetalum egrave a finestagione primaverile con rami vecchi di almeno 2anni (tab 1)

i racemi di L monopetalum dopo la fioritura persi-stono sulla pianta per lungo tempo (anche sino allrsquoin-verno) per cui sono stati effettuati periodici prelievidei frutti per lrsquoestrazione dei semi al fine di definire ilperiodo di piena maturazione un primo prelievo deifrutti egrave stato effettuato in ottobre i semi sono statiopportunamente isolati previa rottura della capsulaed una parte di essi egrave stata sottoposta a vernalizzazio-ne (4 degc per 24 h) per simulare unrsquoeventuale dor-mienza invernale la semina egrave stata effettuata in cap-sule petri sterili con carta da filtro come substratotenute in camera di crescita a 20 degc e fotoperiodo di10 h Sono state realizzate tre ripetizioni con 30 ele-menti per capsula lrsquoelaborazione dei dati registratievidenzia un andamento del potere germinativo di Lmonopetalum secondo quanto riportato dalla fig 2 il monitoraggio delle piastre ha evidenziato un pote-re germinativo dei semi molto basso (2-4) questodato egrave stato confermato dalla semina a spaglio effet-tuata in una seminiera con substrato composto datorba e agriperlite nel rapporto 12 da circa 200semi sono emerse solo 6 plantule

420 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

taBella 1Risultati della propagazione ex situResults of ex situ propagation

stagione talee di di radicazionepartenza 72 dopo 30 gg

Oslash 10 mm 64autunno Oslash 10-20 mm 74Oslash 10 mm 86primavera Oslash 10-20 mm 95

ReintRoduzione a palude la vela

i sopralluoghi effettuati a palude la vela per lrsquoindivi-duazione di siti idonei alla reintroduzione hannoindotto alla scelta di due piccole superfici simili percondizioni di substrato per copertura vegetale eparametri ambientali tali siti sono collocati su spon-de opposte dellrsquoacquitrino ed hanno unrsquoestensioneminima di 60 m2 per la messa a dimora sono stateselezionate piante vigorose e sane con unrsquoaltezzamedia di 489 plusmn526 cm e diametro di 1609plusmn304cm nel mese di novembre 2011 egrave stata effettuata laloro messa a dimoranel sito denominato ldquoardquo sono state trapiantate 15piante con un approssimativo sesto di impianto di 2x 4 m nel sito ldquoBrdquo sono state trapiantate 14 piantein ordine sparso in quanto lrsquoarea presentava nume-rose zone di erosione e continui dislivelli

concluSioni

nellrsquoarea palude la vela le condizioni ambientalisembrano piugrave confacenti allrsquoecologia di L monopeta-lum rispetto a tricase porto ed egrave positivo che tutte lepiante abbiano attecchito e siano giunte a fioriturama solo fra qualche anno si potragrave constatare la for-mazione di un eventuale popolamento con individui

fertili ed in grado di autopropagarsi e si avragrave confer-ma del successo della reintroduzione

letteRatuRa citataaavv 2010 ndash Manuale italiano interpretazione degli

habitat (Direttiva 9243 CEE) Ministero ambiente etutela territorio e Mare SBi

accogli R Medagli p MaRcHioRi S 1996 ndashlimoniastrum monopetalum (L) Boiss in Puglia(plumbaginaceae) giorn Bot ital 130 1 91degcongr SBi ancona 16-19 settembre 1996

mdash 2006 ndash Conservazione ex situ e reintroduzione dilimoniastrum monopetalum (L) Boiss sulla fasciacostiera di Tricase Porto (Lecce) inform Bot ital38(Suppl 1) 183-184

BaRtolo g BRullo S MaRcenograve c 1982 ndash La vegeta-zione costiera della Sicilia sud-orientale aQ71226cnR Roma

Biondi e BRugiapaglia e faRRiS e filigHeddu RSeccHi z 2004 ndash Halophilous vegetation of Olbia pondsystem (NE-Sardinia) fitos 41(1) Suppl 1 125-141

conti f Manzi a pedRotti f 1992 ndash Lista RossaNazionale delle Piante drsquoItalia WWf italia Roma

gReuteR W BuRdet HM long g 1989 ndashMedndashChecklist vol 4 320 pp

MaRinoSci M 1870 ndash Flora Salentina 1 22toMei pe guazzi e 1993 ndash Le zone umide della

Toscana Lista generale delle entitagrave generali atti MusStor nat grosseto 15 120-135

tRotteR a 1936 ndash Rilievi ecologici intorno alla flora edalla vegetazione della salina di SGiorgio presso Tarantoann R ist Sup agr portici III 5 120-135

tutin tg HeyWood vH BuRgeS na MooRedM valentine dH WalteRS SM WeBB da1981 ndash Flora Europaea vol 3 51

RiaSSunto - nel presente lavoro vengono esposte leprincipali azioni intraprese dallrsquoorto Botanico deldiSteBa per la salvaguardia di Limoniastrum monopeta-lum (l) Boiss specie ad alta vulnerabilitagrave inclusa nellalista Rossa nazionale delle piante drsquoitalia da anni la spe-cie viene coltivata ex situ nellrsquoorto Botanico e si egrave pensatodi attuare la sua reintroduzione in localitagrave palude la velain un ambito territoriale di antica segnalazione ma doveattualmente risulta scomparsa la propagazione di Lmonopetalum egrave stata effettuata per via vegetativa e genera-tiva e gli individui ottenuti sono stati reintrodotti in duesiti della palude a diverse condizioni ambientali

421Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 2valutazione del potere germinativoevaluation of the germinative power

autoRi

Rita Accogli (ritaaccogliunisalentoit) Maria Pia Bianchi Piero Medagli Silvano Marchiori Orto Botanico delDipartimento di Scienze e Tecnologie Biologiche ed Ambientali (DiSTeBA) Universitagrave del Salento Centro Ecotekne ViaProvinciale per Monteroni 73100 Lecce

in occasione della redazione della checklist dellepiante vascolari della puglia (a albano fBartolucci f conti p Medagli Rp Wagensommerin prep) egrave stato aggiornato lrsquoelenco delle specieminacciate in questa Regionele liste Rosse Regionali (conti et al 1997) ripor-tavano per la puglia 180 entitagrave da allora sono tras-corsi piugrave di 15 anni alcune di queste entitagrave eranoindicate in puglia per errore e altre sono considerateoggi sinonimi di entitagrave non minacciate mentrenumerose specie della lista Rossa nazionale sonostate rinvenute in puglia solo dopo il lavoro diconti et al (op cit) per questo motivo abbiamoritenuto utile aggiornare lrsquoelenco delle specie di listaRossa della Regione puglia e integrarlo con tutte leentitagrave endemiche pugliesi ed esclusive della Regione(presenti in italia solo in puglia)

RiSultati

il libro Rosso delle piante drsquoitalia (conti et al1992) riportava 458 specie e sottospecie di piantevascolari sottoposte a vari gradi di minaccia a livellonazionale di queste entitagrave 46 sono attualmentenote in puglia (tab 1) considerando anche le listeRosse Regionali (conti et al 1997) il numero ditaxa minacciati a livello nazionale e presenti in pugliasale a 89 entitagrave certamente presenti (di cui 1 dubita-tivamente alloctona) e 8 dubitativamente presentinella Regione mentre il numero di entitagrave indicatecome minacciate a livello Regionale egrave pari a 158 (dicui 1 dubitativamente alloctona) alle quali si aggiun-gono 4 entitagrave dubitativamente presenti nella Regio-ne per un totale di 188 entitagrave (tab 1)

le specie esclusive della puglia cioegrave quelle presentiin italia solo in questa Regione sono 54 di cui 2dubitativamente alloctone alle quali si aggiungono 6entitagrave la cui presenza egrave dubbia di queste 54 entitagrave35 sono endemiche pugliesi (tab 1)pertanto le specie di lista Rossa in puglia integratecon tutte le endemiche pugliesi e le esclusive dellaRegione sono 221 (tab 1) pari al 93 della floravascolare autoctona pugliese

diScuSSione

il libro Rosso e le liste Rosse delle piante drsquoitalia(conti et al 1992 1997) pur essendo stati seguitida altri lavori riguardanti le piante minacciate delnostro paese (pignatti et al 2001 ScoppolaSpaMpinato 2005) sono ancora oggi il riferimentoprincipale per le specie a rischio di estinzione initalia negli ultimi anni lrsquoimpulso alla realizzazionedi una nuova lista Rossa delle piante drsquoitalia secon-do i piugrave recenti criteri iucn (2001 2011) egrave statodato dalla rubrica pubblicata sullrsquoinformatoreBotanico italiano ldquoSchede per una lista Rossa dellaflora vascolare e crittogamica italianardquo e dal proget-to appena concluso e realizzato dalla SocietagraveBotanica italiana per conto del Ministero dellrsquoam-biente e della tutela del territorio e del Mare relati-vo alla valutazione nazionale della categoria di rischiodi estinzione per piugrave di 300 specie vegetali di interes-se conservazionistico e di ambientihabitat partico-larmente minacciati (RoSSi et al 2013) attualmen-te questi progetti hanno portato alla valutazione delgrado di minaccia di 40 specie vascolari presenti inpuglia Egrave auspicabile pertanto il contributo di tutti

422 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

piante vascolari minacciate e liste Rosse aggiornamento delle conoscenzein puglia

Rp WagenSoMMeR p Medagli ev peRRino

aBStRact - Threatened vascular plants and Red Lists an update of knowledge in Apulia -the Regional Red list of vas-cular plant species in apulia Region has been updated following recent knowledges of conservation distributional andtaxonomic interest

Key words apulia Red lists threatened species update

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

423Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

taBe

lla

1Piante vascolari endemiche esclusive e di Lista Rossa della Regione Puglia

Endemic exclusive and Red List vascular plants in Apulia Region

424 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO 45 (2) 393-432 2013(se

gue T

ab 1

)

425Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

(segue Tab 1)

426 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013(segue Tab 1)

427Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

(segue Tab 1)

i botanici pugliesi affincheacute sia possibile valutaresecondo i criteri piugrave recenti dellrsquoIUCN (op cit) unnumero molto maggiore di specieLrsquoelenco riportato in Tab 1 include tutte le specieendemiche pugliesi ed esclusive della Puglia Di que-ste entitagrave 33 non venivano indicate nelle Liste RosseRegionali (CONTI et al 1997) Esse sono state inclu-se in Tab 1 in via precauzionale ma in molti casi illoro effettivo grado di minaccia deve ancora esserevalutato Lrsquoelenco non include invece le categorie diminaccia indicate in ROSSI et al (2013) che sarannooggetto di un futuro contributo sulle specie di inte-resse conservazionistico in Puglia

CONCLUSIONILrsquoaggiornamento delle conoscenze floristiche inPuglia e le informazioni tassonomiche nomenclatu-rali e distributive pubblicate nel corso degli ultimianni hanno consentito un aggiornamento delle ListeRosse delle Piante vascolari della Regione Puglia maancora molto lavoro deve essere svolto per megliodefinire il numero di specie a rischio e il loro effetti-vo grado di minaccia secondo i piugrave recenti criteriinternazionali (IUCN op cit)

LETTERATURA CITATACONTI F MANZI A PEDROTTI F 1992 ndash Libro Rossodelle Piante drsquoItaliaMinistero Ambiente WWF Italia

Societagrave Botanica Italiana Romamdash 1997 ndash Liste Rosse Regionali delle Piante drsquoItaliaWWFItalia Societagrave Botanica Italiana CIAS Camerino

IUCN 2001 ndash IUCN Red List Categories and CriteriaVersion 31 IUCN Species Survival CommissionIUCN Gland (Switzerland) amp Cambridge (UK)II+30 pp

mdash 2011 ndash Guidelines for Using the IUCN Red ListCategories and Criteria Version 90 Prepared by theStandards and Petitions Subcommittee httpww-wiucnredlistorgdocumentsRedListGuidelinespdf

PIGNATTI S MENEGONI P GIACANELLI V (a cura di)2001 ndash Liste rosse e blu della flora italiana ANPARoma

ROSSI G MONTAGNANI C GARGANO D PERUZZI LABELI T RAVERA S COGONI A FENU G MAGRINIS GENNAI M FOGGI B WAGENSOMMER RPVENTURELLA G BLASI C RAIMONDO FMORSENIGO S (Eds) 2013 ndash Lista Rossa della FloraItaliana 1 Policy Species e altre specie minacciateComitato Italiano IUCN Ministero Ambiente eTutela Territorio e Mare Roma 54 pp

SCOPPOLA A SPAMPINATO G (Eds) 2005 ndash Atlante dellespecie a rischio di estinzione (CD-ROM) Allegato a ASCOPPOLA C BLASI (Eds) Stato delle conoscenze sullaflora vascolare drsquoItalia Palombi Ed Roma

RIASSUNTO ndash Egrave stata aggiornata la Lista RossaRegionale delle piante vascolari della Regione Pugliasecondo le piugrave recenti conoscenze in ambito conservazio-nistico distributivo e tassonomico

428 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO 45 (2) 393-432 2013

AUTORI

Robert Philipp Wagensommer (robwagensommeryahooit) Scuola di Scienze Ambientali Universitagrave di Camerino - CentroRicerche Floristiche dellrsquoAppennino (Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga) San Colombo 67021 Barisciano(LrsquoAquila)Piero Medagli (pietromedagliunileit) Laboratorio di Botanica Sistematica del DiSTeBA Universitagrave del Salento ViaProvinciale Lecce-Monteroni 73100 LecceEnrico Vito Perrino (enricoperrinoyahooit) Museo Orto Botanico Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via E Orabona 4 70124Bari

Verticillium dahliae Kleb egrave un fungo tracheomicoti-co responsabile della piugrave grave malattia dellrsquoolivo(Olea europaea l) soprattutto negli oliveti dei paesimediterranei Questo fungo oltre lrsquoolivo attacca piugravedi 300 specie di piante arboree ed erbacee la malat-tia determina generalmente il disseccamento di por-zioni della chioma (BeJaRano-alcaacutezaR et al 2001pegg BRady 2002 BuBici ciRulli 2011) isolatidi V dahliae in grado di infettare cotone e olivo pos-sono essere classificati in due patotipi defogliante enon-defogliante sulla base della loro abilitagrave o menodi indurre defogliazione nelle piante infette(MeRcado-Blanco et al 2001 2003) il presentelavoro propone studi preliminari su i) alcune rispo-ste fisiologiche in due cultivar di olivo caratterizzateda differenti livelli di suscettibilitagrave alla verticilliosi ii)alcuni determinanti di patogenicitagrave potenzialmentecoinvolti nellrsquoinduzione dei sintomi fogliari prodottida patotipi diversi di V dahliae

MateRiali e Metodi

Alterazioni fisiologiche piante di olivo delle cultivar lsquofrantoiorsquo (resistente) elsquoleccinorsquo (suscettibile) sono state inoculate con gliisolati vd312d (defogliante) e vd315nd (nondefogliante) seguendo il metodo descritto da ciRulli

et al (2008) piante non trattate e piante le cui radi-ci sono state immerse per 10 minuti in acqua sonostate utilizzate come tesi di controllo Sono stati valu-tati il contenuto di fenoli carotenoidi clorofillaperossido drsquoidrogeno ascorbato e lrsquoattivitagrave delleperossidasi generiche (pod) e dellrsquoascorbato perossi-dasi (apX) in foglie delle due cultivar raccolte dopo24 72 e 240 ore dal trapianto applicando i metodiproposti da cHandleR doddS (1983) licHten-tHaleR (1987) BRuno SpaRapano (2006) toM-MaSi et al (2006) paRadiSo et al (2008) tre mesidopo lrsquoinoculazione su ogni pianta egrave stata valutata lapresenza di malattia sulla chioma utilizzando la scaladi severitagrave dei sintomi proposta da colella et al(2008) lrsquoanalisi statistica dei dati egrave stata eseguitaattraverso lrsquoanalisi della varianza (anova) le mediesono state separate con il test della minima differen-za significativa (MdS) Produzione di metaboliti secondari fitotossici colture liquide statiche degli isolati vd312d evd315nd di V dahliae sono state allestite in tredifferenti soluzioni nutritive czapek modificato(vdM) patate destrosio Broth (pdB difco ) oacqua estratto di Malto (oxoid) al 2 (eM2) perciascun isolato e substrato sono state preparate 10bottiglie di Roux della capacitagrave di 1 l contenenti

429infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

Meccanismi di resistenza alla verticilliosi e caratterizzazione di varietagrave meridionali di olivo dati preliminari sulla fisiologia dellrsquointerazione olivoVerticillium dahliae

gl BRuno c faSciano Mp ippolito S SeRMani ad MaRSico c colella M aMenduni f toMMaSi

aBStRact - Mechanisms of resistance to olive Verticillium wilt and characterization of olive varieties from southern prelim-inary data on physiology of olive - verticillium dahliae interaction - inoculations experiment were performed with two strainsof Verticillium dahliae characterized as defoliating (vd312d) or not defoliating (vd315nd) pathotypes lsquofrantoiorsquo(resistant) and lsquoleccinorsquo (susceptible) olive plants the interaction plantpathogen was evaluated as total phenolscarotenoids chlorophylls hydrogen peroxide ascorbic acid generic peroxidases and ascorbate peroxidase activityinoculated plants showed the typical pathway associate to a stress the two pathotypes are also able to produce in vitrophytotoxins Some of these secondary metabolites should be involved on biochemical and physiological alterations asso-ciated to verticillium wilt symptoms on olive trees (leaves wilting and defoliation)

Keywords fenoli totali metaboliti secondari stato redox verticilliosi

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

150 ml di soluzione nutritiva ciascuna bottiglia egravestata inoculata con 5 ml di sospensione ottenutaomogeneizzando tre colonie (coltivate per due setti-mane in piastre petri su substrato di pda a 25 degc albuio) in 50 ml di acqua distillata sterile dopo 28giorni di coltura (25 degc al buio) il micelio egrave statorimosso mediante filtrazione su garza e centrifugazio-ne (5500 xg 20 min 4 degc) aliquote (3 ml) di cia-scun filtrato colturale (fc) integro o diluito (10100 e 1000 volte con acqua distillata) sono state uti-lizzate in saggi di tossicitagrave su rametti recisi dilsquoleccinorsquo e lsquofrantoiorsquo eseguiti in ambiente controlla-to (uR 50 t 25 degc luce 150 microe cm-2 sec-1)acqua distillata e substrato non inoculato sono statiutilizzati come controllo dal terzo giorno dopo lrsquoas-sorbimento delle soluzioni tossiche egrave stata osservatala manifestazione dei sintomi dopo 24 72 e 240 oredallrsquoassorbimento delle soluzioni saggiate le foglie diciascun rametto sono state caratterizzate in terminidi flusso traspiratorio utilizzando un porometro li-1600-licor negli stessi intervalli egrave stato valutato ilcontenuto in clorofilla e fenoli seguendo i metodiproposti in precedenza

RiSultati e diScuSSione

Alterazioni fisiologicheper entrambi i patotipi di V dahliae saggiati lrsquoindu-zione di uno stato di malessere nella pianta egrave confer-mata dalla riduzione nel contenuto di clorofillesoprattutto dopo 24 ore per la cultivar suscettibilelsquoleccinorsquo (fig 1) invece il contenuto di ascorbatoclorofille e carotenoidi ha subito un incrementosoprattutto nei campioni di foglie prelevate dopo 72e 240 ore dallrsquoinoculo con il patotipo defogliante leanalisi condotte sulle foglie di lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquohanno mostrato come la molecola segnale perossidodrsquoidrogeno risulta maggiormente presente nella cul-tivar frantoio dopo 72 ore dallrsquoinoculo con il patoti-po defogliante (fig 1) mentre lrsquoattivitagrave della apXsegna negli stessi tempi un decremento (fig 2) invece nella cultivar frantoio i sistemi antiossidan-ti non enzimatici hanno mostrato un calo rispetto aicontrolli nei livelli di ascorbato e di fenoli (fig 1) non si sono osservate variazioni nellrsquoattivitagrave dellacatalasi (fig 2) infatti come dimostrato in altrisistemi nei tessuti vegetali questo enzima svolge unruolo nel metabolismo del perossido di idrogenosecondario rispetto allrsquoapX che invece egrave lrsquoenzimachiave nel controllo della concentrazione in perossi-do di idrogeno (de gaRa et al 2003) lrsquoattivitagrave dellepod infine aumenta notevolmente nelle fasi tardi-ve dellrsquoinfezione nelle foglie di lsquofrantoiorsquo mentre inquelle di lsquoleccinorsquo un incremento egrave evidente 72 oredallrsquoinoculo (fig 2) i dati evidenziati nelle nostre condizioni sperimenta-li sono in linea con quanto riportato dalla letteraturariguardo alle interazioni pianta-patogeno e le risposteda stress abiotici (de gaRa et al 2003) infatti nellepiante resistenti si assiste a una modulazione deisistemi antiossidanti tale da causare un incremento diperossido di idrogeno a livello fogliare (de gaRa etal 2003) per contro nella varietagrave suscettibile lrsquoau-

mento dei livelli in antiossidanti non enzimatici nonegrave sufficiente a indurre resistenza la diversa rispostaai sistemi antiossidanti riscontrata nelle due varietagraveutilizzate in queste prove potrebbe essere consideratacome un marker biochimico per valutare lo stato diavanzamento dellrsquoinfezione e il suo destino primadella comparsa dei sintomi

Evoluzione dei sintomia conferma di quanto giagrave riscontrato da ciRulli etal (2008) lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo sono risultate rispet-tivamente resistenti e suscettibili ai due isolati di Vdahliae utilizzati nessun sintomo egrave stato registrato esulle piante utilizzate come controllo (piante nontrattate e piante le cui radici sono state immerse per

430 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

fig 1contenuto in fenoli carotenoidi clorofille e perossido diidrogeno in foglie di lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo dopo 24 72 e240 ore dallrsquoinoculo con vd312d () e vd315nd ()i controlli sono rappresentati da piante le cui radici sonostate immerse per 10 minuti in acqua (mdash) ciascun valo-re egrave la media di cinque piante phenols carotenoids chlorophylls and hydrogen peroxidecontent in leaves of lsquofrantoiorsquo and lsquoleccinorsquo after 24 72and 240 hours after inoculation with vd312d () andvd315nd () as controls plants were treated for 10minutes in water (mdash) each value is the mean of fiveplants

10 minuti in acqua) e sulle chiome di lsquofrantoiorsquo ino-culate con il patotipo non defogliante il patotipodefogliante ha causato su lsquofrantoiorsquo una modestadefogliazione le piante di lsquoleccinorsquo hanno espressosintomi gravi con entrambi i patotipi (generale avviz-zimento della chioma) aggravati nel caso del patoti-po defogliante da accentuata e rapida filloptosiMetaboliti secondari fitotossici gli isolati di V dahliae utilizzati in coltura liquida susubstrato vdM hanno permesso di ottenere fc chesaggiati su rametti recisi di lsquoleccinorsquo (suscettibile) elsquofrantoiorsquo (resistente) hanno riprodotto sintomi diavvizzimento e accartocciamento fogliare e defoglia-zione nessun sintomo egrave stato registrato sui ramettiche hanno assorbito acqua distillata e i substrati noninoculati lrsquoassorbimento dei 3 ml di soluzione daparte dei rametti ha richiesto 30-32 ore per acquavdM pdB e eM2 mentre i fc dei due isolati sonostati assorbiti in 17-24 ore i fc dei patotipivd312d o vd315nd di V dah-liae ottenuti su substrato vdM saggiati su entrambe

le cultivar di olivo hanno evidenziato sintomi da 7-9 giorni dopo lrsquoassorbimento i fc ottenuti su sub-strato vdM da entrambi i patotipi inducono ripiega-mento e successivo imbrunimento della laminafogliare sui rametti di lsquofrantoiorsquo Sui rametti dilsquoleccinorsquo sono stati registrati ingiallimenti della lami-na fogliare inizialmente intorno alle nervature edopo 3-5 giorni sullrsquointera superficie Sintomo fina-le dei fc di entrambi gli isolati di V dahliae dopo 28giorni di coltura su substrato di vdM egrave stata unagenerale defogliazione dei rametti Su lsquoleccinorsquo ladefogliazione egrave stata severa e si egrave avuta dopo 17 gior-ni sui rametti trattati con il fc dellrsquoisolato vd312dcf e dopo 21 giorni su lsquofrantoiorsquo i rametti trattaticon i fc di vd315nd sono stati registrati dopo 20giorni su lsquoleccinorsquo e dopo 25 giorni su lsquofrantoiorsquo isintomi sopra descritti sono stati osservati anche suirametti che hanno assorbito i fc dei due isolati dopodiluizione di 10 e 100 volte con acqua distillata i fc ottenuti dai due patotipi su substrato vdMsono stati confrontati sulle due cultivar per i loroeffetti sul flusso traspiratorio e sulle variazioni infenoli e clorofille presenti nelle foglie (fig 3)

431Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 2contenuto in ascorbato e attivitagrave delle perossidasi generi-che (pod) e dellrsquoascorbato perossidasi (apX) in foglie dilsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo dopo 24 72 e 240 ore dallrsquoinoculocon vd312d () e vd315nd () i controlli sono rap-presentati da piante le cui radici sono state immerse per10 minuti in acqua (mdash) ciascun valore egrave la media di cin-que piante ascorbic acid concentration and peroxidase (pod) andascorbate peroxidase (apX) activity in leaves of lsquofrantoiorsquoand lsquoleccinorsquo after 24 72 and 240 hours after inocula-tion with vd312d () and vd315nd () as controlsplants were treated for 10 minutes in water (mdash) eachvalue is the mean of five plants

fig 3effetti sulla traspirazione e sul contenuto in clorofille efenoli in foglie di lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo dopo 24 72 e 240ore dallrsquoassorbimento di 3 ml di filtrato colturale degli iso-lati vd312d () e vd315nd () su substrato vdM icontrolli hanno assorbito 3 ml di acqua (mdash) ciascunvalore egrave la media di cinque rametti recisi transpiration from abaxial leaf surfaces and chlorophyllsand phenols content in leaves of lsquofrantoiorsquo and lsquoleccinorsquoafter 24 72 and 240 hours after the absorbtion of 3 ml fvd312d () and vd315nd () culture filtrates onvdM as controls twigs adsorbed 3 ml of water (mdash) eachvalue is the mean of five twigs

le misure di traspirazione (fig 3) dimostrano unforte incremento nel flusso traspiratorio nei ramettirecisi che hanno assorbito i fc ottenuti dal patotipovd312d rispetto a quelli ottenuti dal vd315nd edalle tesi di controllo nessuna differenza egrave stata regi-strata nel contenuto in clorofilla Solo la concentra-zione in fenoli nelle foglie dei rametti recisi chehanno assorbito i fc ottenuti dai due isolati egrave risul-tata circa tre volte superiore rispetto ai rametti delletesi di controllo totali (fig 3)in definitiva appare chiaro che nellrsquointerazione Vdahliae e olivo entrino in gioco fattori chimici divirulenza del patogeno (fitotossine) che contribuisca-no alla patogenesi e alla manifestazione dei sintomied inducano nellrsquoospite condizioni di stress in que-sto stato la pianta ospite manifesteragrave in parte o intoto le alterazioni biochimiche e fisiologiche determi-natesi nei tessuti attraverso i sintomi

Ringraziamenti - gli autori ringraziano i collaboratoriluca Scarola valentino poliseno nicola contursi eaniello Rescigno (dipartimento di Scienze del Suolo dellapianta e degli alimenti universitagrave degli Studi di Barialdo Moro) per il valido supporto tecnico nella realizza-zione delle prove lavoro realizzato con il contributo dellafondazione cassa di Risparmio di puglia Bando 2010 ndashprogetto Meccanismi di resistenza alla verticilliosi e caratte-rizzazione di varietagrave meridionali di olivo

letteRatuRa citataBeJaRano-alcaacutezaR J peacuteRez-aRteacuteS e JiMeacutenez-dIacuteaz

RM 2001 ndash Spread of the defoliating pathotype ofverticillium dahliae to new cotton and olive growingareas in Southern Spain in Proceedings 8th Inter-national Verticillium Symposium coacuterdoba 2001 57

BRuno g SpaRapano l 2006 ndash Effects of three esca-asso-ciated fungi on vitis vinifera L II Characterization ofbiomolecules in xylem sap and leaves of healthy and dis-eased vines physiol Mol plant path 69 195-208

BuBici g ciRulli M 2011 ndash verticillium wilt inScHena l agoSteo ge cacciola So (eds)Olive diseases and disorders 191-222 transwordResearch network Kerala india

cHandleR Sf doddS JH 1983 ndash The effect of phos-phate nitrogen and sucrose on the production of pheno-lics and solasodine in callus cultures of Solanum lacinia-tum plant cell Rep 2 205

ciRulli M colella c drsquoaMico M aMenduni MBuBici g 2008 ndash Comparison of screening methods for

the evaluation of olive resistance to verticillium dahliaeKleb J plant path 90(1) 7-14

colella c Miacola c aMenduni M drsquoaMico MBuBici g ciRulli M 2008 ndash Sources of Verticilliumwilt resistance in wild olive germplasm from theMediterranean region plant path 57 533-539

de gaRa l de pinto Mc toMMaSi f 2003 ndash Theantioxidant systems vis-agrave-vis reactive oxygen species dur-ing plantndashpathogen interaction plant physiolBiochem 41 863-870

licHtentHaleR HK 1987 ndash Chlorophylls andearotenoids pigments of photosynthetic bio-membranesMethods enzymol 148 351-383

MeRcado-Blanco J collado-RoMeRo M paRRilla-aRauJo S RodRIacuteguez-JuRado d JiMeacutenez-dIacuteazRM 2003 ndash Quantitative monitoring of colonizationof olive genotypes by verticillium dahliae pathotypes withreal-time polymerase chain reaction physiol Mol plantpath 63 91-105

MeRcado-Blanco J RodRIacuteguez-JuRado d peacuteRez-aRteacuteS e JiMenez-dIacuteaz RM 2001 ndash Detection of thenondefoliating pathotype of verticillium dahliae ininfected olive plants by nested PCR plant path 50609-619

paRadiSo a BeRaRdino R de pinto Mc Sanitagrave ditoppi l StoRelli MM toMMaSi f de gaRa l2008 ndash Increase in ascorbatendashglutathione metabolism aslocal and precocious systemic responses induced by cadmi-um in durum wheat plants plant cell physiol 49362-374

pegg gf BRady Bl 2002 ndash Verticillium Wilts caBipublishing Wallingford

toMMaSi f paciolla c de pinto Mc de gaRa l2006 ndash Effects of storage temperature on viability germi-nation and antioxidant metabolism in ginkgo biloba Lseeds plant physiol Biochem 44 359-368

RiaSSunto ndash due ceppi di Verticillium dahliae caratte-rizzati come patotipo defogliante (vd312d) o non defo-gliante (vd315nd) e piante di olivo delle cultivarlsquofrantoiorsquo (resistente) e lsquoleccinorsquo (suscettibile) sono statiutilizzati in prove di inoculazione artificiale focalizzate allostudio fisiologico delle interazioni pianta patogeno ladiversa risposta riscontrata nelle due varietagrave in termini difenoli carotenoidi clorofilla perossido di idrogeno ascor-bato perossidasi generiche e ascorbato perossidasi indicauno stato di stress fitotossine prodotte in vitro dai duepatotipi sembrano essere coinvolte nelle alterazioni biochi-miche e fisiologiche alla base delle tipiche sintomatologiedella verticilliosi su olivo (avvizzimento generale dellachioma e defogliazione)

432 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

autoRi

Giovanni Luigi Bruno (giovanniluigibrunounibait) Samer Sermani Antonio Domenico Marsico Mario AmenduniDipartimento di Scienze del Suolo della Pianta e degli Alimenti (DiSSPA) Sezione di Patologia vegetale Universitagrave di BarildquoAldo Morordquo Via G Amendola 165A 70126 BariCristina Fasciano Maria Paola Ippolito Franca Tommasi (francatommasiunibait) Dipartimento di Biologia Universitagrave diBari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70125 BariCecilia Colella Dipartimento di Chimica Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70125 Bari

Page 4: Società Botanica italiana onluS 45 (2) 2013/391... · 2018-05-08 · prodotto preso in esame e sia dal metodo utilizzato (peRez-JiMénez et al., 2008; MülleR et al., 2010). un’attenzione

lo piugrave cotte e vengono ampiamente utilizzate nellacucina tradizionale di molte regioni italiane (nelSalento sono note con il termine ldquopaparinerdquo)

MateRiali e Metodi

Sono state analizzate le porzioni eduli di (1) duevarietagrave coltivate di cicoria la catalogna (fig 1af)raccolta nella zona tra S pietro vernotico e tuturano(BR) e la otrantina (fig 1Bf) raccolta invece nellazona di otranto (le) (2) due ecotipi spontanei dicicoria uno (fig 1cf) raccolto nella zona di Spietro vernotico (BR) e un altro (fig 1df) nellazona di Statte (ta) (3) la specie selvatica di Papaverrhoeas nota nel Salento come ldquopaparinardquo (fig 1ef)raccolta nella zona di Sternatia (le)il materiale vegetale appena raccolto egrave stato ripulitoda eventuali residui di terra ed immediatamenteomogenato con un blender da laboratorio (Waringlaboratory Science torrington ct uSa) previocongelamento in azoto liquido aliquote di omoge-nato sono state utilizzate per il dosaggio dellrsquoattivitagraveantiossidante idrosolubile e liposolubile e di fenolitotali flavonoidi tococromanoli (tocoferoli e toco-trienoli) e carotenoidile attivitagrave antiossidanti idrofilica e lipofilica sonostate valutate mediante il metodo teac (TroloxEquivalent Antioxidant Capacity) come descritto daRe et al (1999) dalla somma delle attivitagrave antiossi-danti idrofilica e lipofilica egrave stata calcolata lrsquoattivitagraveantiossidante totalelrsquoestrazione di fenoli e flavonoidi egrave stata effettuataseguendo il metodo di cantin et al (2009) legger-mente modificato per adattarlo al materiale di par-tenza la determinazione dei composti fenoliciestratti egrave stata effettuata utilizzando il metodo ripor-tato da Xu et al (2008) per i flavonoidi si egrave utilizza-to il metodo di zHiSHen et al (1999)lrsquoestrazione dei tococromanoli (tocoferoli e tocotrie-noli) e dei carotenoidi egrave stata effettuata seguendo ilmetodo di fRaSeR et al (2000) gli estratti sono statianalizzati mediante Hplc a temperatura ambienteusando una colonna Waters yMctM carotenoid 3microm (46x250 mm) ed una fase mobile costituita dametanolo (a) ammonio acetato 02 inacquametanolo (2080 vv) (B) e tert- metil-butiletere (c) il flusso dellrsquoeluente egrave stato mantenutocostante a 1 mlmin il gradiente di eluizione usato egravestato il seguente a=95 e B=5 in maniera isocra-tica per 12 minuti (0-12 min) a=80 B=5 ec=15 a 12 minuti un gradiente lineare fino aa=30 B=5 e c=65 per 33 minuti (12-45min) un gradiente lineare fino alle concentrazioniiniziali (a=95 e B=5) per 10 minuti (45-55min) una fase di condizionamento di 10 minuti (55-65 min) alle stesse concentrazioni (a=95 e B=5)gli analiti sono stati rivelati spettrofotometricamen-te a λ=290 nm per i tocoferoli e i tocotrienoli e aλ=450 nm per i carotenoidi i campioni prima diessere sottoposti ad analisi Hplc sono stati filtratiattraverso filtri di 02 microm (gelman Supor acrodiscpall corporation port Washington ny uSa)

tutti i dati ottenuti sono stati riferiti sia al peso fre-sco (fw) sia al peso secco (dw) dei vari campioni erappresentano la media di tre determinazioni indi-pendenti plusmn deviazione standard (dS) avendo unandamento simile a quelli su base fresca i dati riferi-ti al peso secco non sono stati riportati in questolavoro

RiSultati e diScuSSione

i risultati relativi allrsquoattivitagrave antiossidante idrosolubileliposolubile e totale delle diverse piante prese in consi-derazione in questo studio sono riportate in fig 2dai dati egrave emerso che i valori relativi allrsquoattivitagraveantiossidante dei composti idrosolubili (fig 2a)sono sempre piugrave elevati rispetto a quelli relativi allrsquoat-tivitagrave antiossidante dei composti liposolubili (fig2B) nelle ldquopaparinerdquo salentine egrave stata riscontrata lapiugrave elevata attivitagrave antiossidante totale (1326plusmn23micromoli te100g fw) (fig 2c)

395Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 2attivitagrave antiossidante idrosolubile (a) liposolubile (B) etotale (c) valutate mediante il metodo teac nelle cico-rie e nelle ldquopaparinerdquo del Salento i valori sono espressi inmicromoli di trolox equivalenti (te)100 g fwHydrophilic (a) lipophilic (B) and total (c) antioxidantactivity evaluated by the teac assay in chicory andldquopaparinerdquo plants collected in Salento values areexpressed as micromol trolox equivalent (te)100 g fw

per quanto riguarda le diverse tipologie di cicoriaanalizzate la maggiore attivitagrave egrave stata riscontratanella cultivar catalogna (1056plusmn18 micromoli te100gfw) mentre la piugrave bassa nellrsquoecotipo spontaneo rac-colto nella zona di San pietro vernotico (BR)(352plusmn13 micromoli te100g fw) le differenze osser-vate sui diversi campioni possono essere legate vero-similmente al fatto che lrsquoattivitagrave antiossidante egraveinfluenzata sia da fattori varietali sia da fattoriambientali questi ultimi correlati alle condizioni col-turali e pedo-climatiche (lattanzio RuggieRo2003 caRRatugrave Sanzini 2005) anche la scelta del metodo di valutazione dellrsquoattivi-tagrave antiossidante ha la sua importanza in letteraturasono riportati diversi metodi che permettono dimisurare la capacitagrave antiossidante di frutta e verdurai risultati che si ottengono dipendono sia dal tipo diprodotto preso in esame e sia dal metodo utilizzato(peRez-JiMeacutenez et al 2008 MuumllleR et al 2010)unrsquoattenzione particolare va rivolta allrsquoapprezzabileattivitagrave antiossidante rilevata nellrsquoecotipo spontaneodi Statte che egrave stato raccolto in una zona ad altoinquinamento ambientale (ilva di taranto) in let-teratura egrave riportato che concentrazioni tossiche dimetalli pesanti come il cadmio e lo zinco sono capa-ci di alterare differenti processi metabolici e di gene-rare uno stress ossidativo lo stress ossidativo egrave a suavolta in grado di influenzare lrsquoattivitagrave di alcuni enzi-mi ad azione antiossidante quali catalasi perossidasie superossido dismutasi la cui induzione egrave conside-rata unrsquoimportante strategia di autodifesa rispetto auna condizione di stress (cHaoui et al 1997 cHenet al 2003) dalla valutazione quantitativa dei composti fenolici(fig 3a) risulta che per quanto riguarda le cicoriela maggiore quantitagrave di composti fenolici egrave stata tro-vata nella cultivar catalogna (1017plusmn29 mggae100g fw) Egrave riportato tra lrsquoaltro che la fra-zione fenolica di questa varietagrave ha unrsquoestrema stabili-tagrave chimica anche dopo la cottura (innocenti et al2005) tra i campioni analizzati la quantitagrave di feno-li estratti dalle ldquopaparinerdquo salentine egrave risultata esserein assoluto la piugrave elevata (1348plusmn06 mggae100g fw) Questi valori sono superiori del246 a quelli riscontrati nella catalognala quantitagrave di flavonoidi (fig 3B) piugrave elevata egrave statariscontrata nella cultivar catalogna (662plusmn42 mgce100g fw) mentre la quantitagrave piugrave bassa nellrsquoe-cotipo spontaneo raccolto nella zona di Statte

(111plusmn03 mg ce100g fw) la quantitagrave di flavo-noidi nelle ldquopaparinerdquo (1190plusmn14 mg ce100gfw) egrave la piugrave elevata tra quelle riscontrate nei campio-ni analizzativista lrsquoimportanza dei tococromanoli (tocoferoli etocotrienoli) e dei carotenoidi nella dieta umana inquesto lavoro egrave stato effettuato anche un dosaggiodel loro contenuto sui diversi campioni presi inesame negli estratti analizzati sono state riscontratequantitagrave non significative di tocoferoli e tocotrieno-li al contrario in tutti i campioni erano presentiquantitagrave apprezzabili di carotenoidi (tab 1) la b-criptoxantina egrave presente in basse quantitagrave in tutti icampioni presi in esame mentre piugrave alto egrave il conte-

396 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

fig 3fenoli totali (a) e flavonoidi (B) nelle cicorie e nelleldquopaparinerdquo del Salento i valori dei fenoli totali sonoespressi in mg di acido gallico equivalenti (gae)100gfw quelli dei flavonoidi in mg di catechina equivalenti(ce)100g fwtotal phenols (a) and flavonoids (B) in chicory andldquopaparinerdquo plants collected in Salento total phenol valuesare expressed as mg gallic acid equivalent (gae)100gfw flavonoid values as mg catechin equivalent(ce)100g fw

taBella 1Quantitagrave di carotenoidi nelle cicorie e nelle ldquopaparinerdquo del Salento I valori sono espressi in microgg fwCarotenoid amounts in chicory and ldquopaparinerdquo plants collected in Salento Values are expressed as microgg fw

varietagrave di cicoria paparinecarotenoidi catalogna otrantina Spontanea Spv Spontanea Statte

luteina 1843plusmn245 802plusmn094 886plusmn093 1470plusmn325 3014plusmn449 b -criptoxantina 029plusmn002 014plusmn003 013plusmn003 028plusmn001 041plusmn005 b-carotene 890plusmn054 331plusmn061 460plusmn067 673plusmn139 1406plusmn229 Totale 2762plusmn301 1147plusmn158 1359plusmn163 2171plusmn465 4461plusmn683

nuto di luteina e di b-carotene i dati ottenuti sonoin accordo con quanto riportato in letteratura ovve-ro che luteina e b-carotene sono i due carotenoidipredominanti nei vegetali a foglia verde (calvo2005 laKSHMinaRayana et al 2005 ŽnidaRčič etal 2011) nelle cicorie i valori piugrave alti di luteinasono stati riscontrati nei due ecotipi spontaneianche la specie selvatica di papavero mostra un altocontenuto di luteina per quanto riguarda il contenuto di b-carotene ivalori oscillano tra 1406plusmn229 microgg fw (ecotipo sel-vatico raccolto nella zona di Statte) e 331plusmn061 microggfw (cultivar catalogna) i livelli di carotenoidi deivegetali a foglia verde dipendono dalla specie dallavarietagrave dalle pratiche di coltivazione dallo stadio dimaturazione ma anche dallrsquoirradiazione solare dallatemperatura e dalle caratteristiche del suolo (vanden BeRg et al 2000 ŽnidaRčič et al 2011) irisultati riportati in questo lavoro evidenziano che lepiante spontanee analizzate (cicoria di Statte cicoriadi San pietro vernotico e ldquopaparinerdquo) sono quelle chehanno mostrato un piugrave alto contenuto di carotenoi-di totali rispetto a quelle coltivate ed in particolare lacicoria spontanea di Statte (4461plusmn683 microgg fw) inun recente lavoro (Sanitagrave di toppi et al 2012) egravestato riportato che lrsquoaccumulo di cadmio a livello cel-lulare sembra indurre alterazioni nei cromoplasti incui si sintetizzano e si accumulano i carotenoidi

concluSioni

in questo lavoro si egrave evidenziato che- i valori relativi allrsquoattivitagrave antiossidante dei com-

posti idrosolubili estratti dai campioni analizzatirisultano sempre piugrave elevati rispetto a quelli rela-tivi allrsquoattivitagrave antiossidante dei composti liposo-lubili

- le ldquopaparinerdquo salentine mostrano la piugrave elevataattivitagrave antiossidante e il piugrave elevato contenuto infenoli totali e flavonoidi

- tra le cicorie analizzate la cultivar catalogna pre-senta la piugrave alta attivitagrave antiossidante e il piugrave altocontenuto di fenoli totali e di flavonoidi

- tra i carotenoidi estratti la luteina e il b-carotenesono presenti in quantitagrave piugrave elevata in tutti icampioni analizzati

- il contenuto di carotenoidi risulta maggiore nellespecie spontanee rispetto a quelle coltivate

- la varietagrave e i fattori ambientali contribuiscono ainfluenzare sia la capacitagrave antiossidante sia il con-tenuto di alcune molecole bioattive

letteRatuRa citataagaRWal S Rao av 2000 ndash Tomato lycopene and its role

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cantin cM MoReno Ma gogoRcena y 2009 ndashEvaluation of the antioxidant capacity phenolic com-pounds and vitamin C content of different peach andnectarine (prunus persica (L) Batsch) breeding proge-nies J agric food chem 57 4586-4592

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Re R pellegRini n pRoteggente a pannala ayang M Rice-evanS c 1999 ndash Antioxidant activity

397Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

applying an improved ABTS radical cation decoloriza-tion assay free Radical Biol Med 26 1231-1237

Ronco a de Stefani e Boffetta p deneo-pellegRini H MendilaHaRSu M leBoRgne f1999 ndash Vegetables fruits and related nutrients and riskof breast cancer a case-control study in Uruguay nutrcancer 35(2) 111-119

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tRicHopoulou a vaSilopoulou e HollMan pHollMan p cHaMalideS cH foufa e KaloudiStR KRoMHout d MiSKaKi pH petRocHilou ipouliMa e StafilaKiS K tHeopHilou d 2000 ndashNutritional composition and flavonoid content of ediblewild greens and green pies a potential source of antioxi-dant nutrients in the Mediterranean diet food chem70(3) 319-323

tutin tg HeyWood vH BuRgeS na MooReda valentine dH WalteRS SM WeBB da1964 ndash Flora Europaea 1 297-299 cambridgeuniversity press

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ŽnidaRčič d Ban d ŠiRcelJ H 2011 ndash Carotenoidand chlorophyll composition of commonly consumed leafyvegetables in Mediterranean countries food chem129 1164-1168

RiaSSunto - in questo lavoro egrave stata valutata lrsquoattivitagraveantiossidante e il contenuto di fenoli flavonoidi tococro-manoli (tocoferoli e tocotrienoli) e carotenoidi in alcunevarietagrave di cicoria e nelle ldquopaparinerdquo salentine Sono stateanalizzate (1) due varietagrave coltivate di cicoria la catalognaraccolta nella zona tra S pietro vernotico e tuturano (BR)e la otrantina raccolta nella zona di otranto (le) (2) dueecotipi spontanei di cicoria uno raccolto nella zona di Spietro vernotico (BR) e un altro nella zona di Statte (ta)(3) la specie selvatica di Papaver rhoeas nota anche nelSalento come ldquopaparinardquo raccolta nella zona di Sternatia(le) Egrave stato dimostrato che lrsquoattivitagrave antiossidante idro-solubile egrave piugrave elevata di quella liposolubile le ldquopaparinerdquosalentine presentano la piugrave elevata attivitagrave antiossidante eil piugrave elevato contenuto in fenoli totali e in flavonoidi trai carotenoidi estratti la luteina e il b-carotene sono risul-tati essere quelli maggiormente presenti in tutti i campio-ni analizzati il contenuto di carotenoidi egrave maggiore nellespecie spontanee rispetto a quelle coltivate

398 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

autoRi

Anna Montefusco (annamontefuscounisalentoit) Giuliana Semitaio (giulysemitaioliberoit) Gabriella Piro(gabriellapirounisalentoit) Marcello Salvatore Lenucci (marcellolenucciunisalentoit) DiSTeBA Universitagrave delSalento Via Provinciale Lecce-Monteroni 73100 Lecce

il maggior apporto di fibre nellrsquoalimentazione si rea-lizza con lrsquointroduzione nella dieta di vegetali fre-schi con basso contenuto calorico e alte qualitagravenutraceutiche lrsquoasparago verde (Asparagus officinalisl) egrave uno degli ortaggi piugrave apprezzati non solo dalpunto di vista culinario ma anche per le sue proprie-tagrave dietetiche lrsquoasparago egrave coltivato in oltre 60 paesinel Mondo caratterizzati da clima variabile da tempe-rato freddo a tropicale in europa la sua coltivazioneegrave realizzata su circa 61000 ettari di cui perograve il 75 destinati alla coltivazione dellrsquoasparago bianco e il 25 destinato alla produzione di turioni verdiSecondo le stime della fao lrsquoitalia occupa il terzoposto nella classifica dei produttori europei di aspa-ragi dopo la germania e la Spagna con 41100 ton-nellate di asparagi coltivati su circa 6400 ettari dis-tribuiti principalmente tra le regioni della campaniaveneto ed emilia Romagna (dati fao 2011) inrisposta anche alle esigenze dei consumatori cherichiedono un prodotto il piugrave possibile genuino gliasparagi sono sottoposti a una manipolazione mini-ma dopo la raccolta lavaggio taglio e confeziona-mento in film plastico lrsquoassenza di un qualsiasi trat-tamento chimico o fisico fa sigrave che questi tessuti vege-tali Mpv (minimally processed vegetables) siano anco-ra metabolicamente e fisiologicamente attivi durantela conservazione e la vendita ciograve comporta una rapi-da deperibilitagrave del prodotto e conseguentemente unbreve periodo di commercializzazione (shelf-life)diversi studi sono stati condotti per verificare lrsquoido-neitagrave della metodica di lavorazione e le cause di una

cosigrave breve shelf-life sia per gli asparagi bianchi cheper quelli verdi (SioMoS et al 2000 2001 ScHeeRet al 2003 alBaneSe et al 2007) i cambiamentiche si verificano durante lo stoccaggio post-raccoltariguardano diversi aspetti la perdita di acqua favori-sce la comparsa di striature lungo i giovani fusti siverifica la perdita del colore verde brillante la perdi-ta di zuccheri vitamine sapore e aroma (King et al1987) un altro evento che interessa questi ortaggidurante il periodo di conservazione e ne diminuisceil valore di mercato egrave il progressivo indurimento deiturioni associato al processo di lignificazione(SHaRMa Wolfe 1975) considerando lrsquoanatomiadei giovani fusti di asparago il processo di lignifica-zione interessa sia i fasci cribro-vascolari che la fasciasclerenchimatica che circonda il cilindro centrale ilprocesso drsquoindurimento delle punte egrave una conse-guenza del naturale sviluppo della parete secondariae della sua lignificazione (WaldRon et al 2003)prerogativa di elementi istologici come i vasi e lefibre per tutelare il consumatore durante lrsquoacquistosono state varate dalla ce norme di qualitagrave che clas-sificano i turioni di asparago bianco e verde in baseal colore alla lunghezza e diametro ad esempionelle cosigrave dette lsquopunte di asparagorsquo la lunghezza deiturioni non deve superare i dodici centimetrilrsquoobiettivo di questo lavoro egrave stato pertanto quellodi determinare alcuni parametri nutrizionali nellrsquoapi-ce e nella base del turione di asparagi verdi e control-larne durante la conservazione al buio le eventualivariazioni

399infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

analisi di alcuni parametri nutrizionali in turioni di asparagi verdi(Asparagus officinalis)

p tanzaRella c paciolla l MaStRopaSQua

aBStRact - Analysis of some nutritional parameters in green asparagus spears (asparagus officinalis) - lack of chemicaland physical treatments post-harvest in green asparagus causes physiological and morphological changes after packagingand during storage our aim was to monitor some nutritional parameters in the apical and basal portions of spear of theedible part (corresponding to 15 cm) after 9 days in the dark at 4 degc there is an huge and slight decrease in ascorbatetotal content and soluble sugars respectively total chlorophyll and carotenoid levels decrease but the anthocyanins con-tent not changes Higher lignin level is mostly present in apical than basal portion

Key words Asparagus officinalis storage

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

MATERIALI E METODITurioni di Asparagus officinalis L categoria I di cali-bro 1016 acquistati presso il locale mercato sonostati omogeneamente scelti in base allo spessore lun-ghezza e colore e sono stati utilizzati per le varie ana-lisi Considerando la parte edule dellrsquoasparago corri-spondente ai primi 15 cm circa del giovane germo-glio sono state prelevate due porzioni parte apicale(35 cm) e parte basale (3 cm) Al tempo zero perogni porzione sono stati determinati peso fresco esecco contenuto di amido e zuccheri solubili conte-nuto di acido ascorbico e lignina contenuto in pig-menti quali clorofille carotenoidi e antociani Lottidi turioni sono poi stati conservati al buio a 4 degC eprocessati dopo 3 6 e 9 giorni ripetendo sulla parteapicale e basale le stesse analisi

RISULTATI E DISCUSSIONEGli asparagi freschi cominciano a deteriorarsi dopopoche ore dalla raccolta I cambiamenti fisiologici edella componente nutritiva riducono le qualitagrave orga-nolettiche dei turioni I segmenti di asparago sia laparte apicale che la parte basale hanno un elevatocontenuto di H2O e a paritagrave di peso fresco la porzio-ne basale ha un peso secco di quasi il 50 inferiorea quello della parte apicale (Tab1) Il contenuto diacido ascorbico (AsA) egrave notevolmente piugrave alto nellaparte apicale rispetto a quella basale la stessa cosa siverifica per la lignina e gli antociani Gli zuccherisolubili D-glucosio D-fruttosio e saccarosio sonomaggiormente concentrati nella parte basale delturione in accordo con uno studio di BENKEBLIA etal (2008) dove in asparagi verdi dopo la raccolta egravestato riscontrato un gradiente di distribuzione lungo

il turione dal basso verso lrsquoalto insieme ad unrsquoattivi-tagrave dellrsquoenzima invertasi maggiore verso lrsquoapice eminore alla base Questi dati sono stati correlati adun intenso metabolismo della parte apicale che egraveanche sede di crescita per distensione Al buio dopo9 giorni si osserva una diminuzione del contenutodei tre zuccheri nella parte basale ed un incrementonellrsquoapice in accordo con una mobilizzazione degliesosi verso lrsquoapice in virtugrave di una richiesta metaboli-ca Come mostrato in Tab 2 il contenuto di amidoaumenta significativamente nel segmento basale e inquello apicale Lrsquoaumento di amido anche al buio egravesuffragato da quanto riportato per le foglie di cavolocinese in cui dopo 10 giorni si continua ad osserva-re un incremento nel contenuto di questo polisacca-ride in concomitanza con un costante valore del con-tenuto di glucosio fruttosio e saccarosio (NOICHIN-DA et al 2007) Il contenuto di AsA nei tessuti vege-tali risulta essere correlato oltre che a numerose atti-vitagrave metaboliche alla presenza di luce Quantitagrave equalitagrave della luce possono influenzare la sua sintesi(MASTROPASQUA et al 2012) e negli asparagi verdimantenuti al buio lrsquoAsA subisce un forte decremen-to Uno degli aspetti sensoriali che viene maggior-mente compromesso dalla breve shelf-life degli aspa-ragi egrave la perdita del colore verde brillante dovuto alladiminuzione della clorofilla Dopo 9 giorni al buiomentre carotenoidi e soprattutto clorofilla diminui-scono il contenuto di antociani risulta invariato Unaltro fattore importante nel determinare la qualitagravedegli asparagi poicheacute ne diminuisce il valore di mer-

400 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO 45 (2) 393-432 2013

TABELLA 1Dati nutrizionali al tempo zero di segmenti apicali e basalidi turioni di asparagi verdi (Asparagus officinalis L)Nutritional data of apical and basal segments of greenasparagus spears (Asparagus officinalis L) at time zero

Segmento Segmentoapicale basale

Peso secco 110 plusmn 33 58 plusmn 235(mg

g-1 PF)Amido 013 plusmn 002 064 plusmn 008(mg

g-1 PF)

Zuccheri solubili 281 plusmn 050 1698 plusmn 070(mg

g-1 PF)AsA totale 300 plusmn 2400 16 plusmn 096(microg

g-1 PF)Chl totale 120 plusmn 1202 48 plusmn 205(microg

g-1 PF)Carotenoidi 50 plusmn 350 30 plusmn 100(microg

g-1 PF)Antociani 038 plusmn 005 004 plusmn 008(Abs middot g-1 PF)Lignina 217 plusmn 005 125 plusmn 008(mg

g-1 PS)

TABELLA 2Dati nutrizionali di segmenti apicali e basali di turioni diasparagi verdi (Asparagus officinalis L) dopo 9 giorni diconservazione al buioNutritional data of apical and basal segments of greenasparagus spears (Asparagus officinalis L) after 9 days ofstorage in the dark

Segmento Segmentoapicale dopo basale dopo9 giorni 9 giorni

Peso secco 114 plusmn 915 48 plusmn 123(mg

g-1 di PF)Amido 072 plusmn 004 187 plusmn 015(mg

g-1 di PF)

Zuccheri solubili 744 plusmn 040 967 plusmn 030(mg

g-1 di PF)AsA totale 543 plusmn 600 257 plusmn 060(microg g-1 di PF)Chl totale 389 plusmn 080 1432 plusmn 100(microg g-1 di PF)Carotenoidi 267 plusmn 060 110 plusmn 100(microg g-1 di PF)Antociani 029 plusmn 005 004 plusmn 001(Abs middot g-1di PF)Lignina 378 plusmn 045 108 plusmn 012(mg g-1 di PS)

cato egrave il grado di lignificazionela consistenza (texture) legnosa nei turioni egrave deter-minata da una serie di proprietagrave meccaniche chesono dovute ai componenti della parete cellulare(RodRiguez et al 2006) e i dati ottenuti mettono inevidenza come lrsquoaumento nel contenuto di lignina albuio si verifichi principalmente nella parte apicaledove sono presenti brattee fogliari molto vascolariz-zate in asparagi verdi quindi lrsquoanalisi di alcuniparametri nutrizionali ha messo in evidenza differen-ze significative tra porzione apicale e porzione basalela condizione di stoccaggio al buio pur preservandolrsquoaspetto del prodotto non egrave sufficiente a mantenereinvariate alcune componenti organolettiche impor-tanti dal punto di vista nutrizionale

letteRatuRa citataalBaneSe d RuSSo l cinQuanta l BRaSiello a di

Matteo M 2007 ndash Physical and chemical changes inminimally processed green asparagus during cold-storagefood chemistry 101 274-280

BenKeBlia n yoSHida n ooi y nagaMine tonodeRa S SHioMi n 2008 ndash Variations of carbo-hydrate content and invertase activity in green and whiteasparagus spears Effects of spears length and portionacta Hort (iSHS) 776 459-464

King ga HendeRSon Kg lill Re 1987 ndash Sensoryanalysis of stored asparagus Scientia Horticolture 31(1-2) 11-16

MaStRopaSQua l BoRRaccino g Bianco lpaciolla c 2012 ndash Light qualities and dose influenceascorbate pool size in detached oat leaves plant Science183 57-64

noicHinda S BodHipadMa K MaHaMontRi cnaRongRuK t KetSa S 2007 ndash Light during storageprevents loss of ascorbic acid and increases glucose and

fructose levels in Chinese kale (Brassica oleracea varalboglabra) postharvest Biol technol 44 312-315

RodRIacuteguez R JiMeacutenez a feRnandez-BolantildeoS Jguilleacuten R HeRedia a 2006 ndash Dietary fibre fromvegetable products as source of functional ingredientstrends food Sci technol 17 3-15

ScHeeR cH ScHonHof i BRucKneR B ScHReineRM 2003 ndash Influence of a short-term storage on qualitydetermining product characteristics of white preparedasparagus acta Hort 604 437-441

SHaRMa Sc Wolfe RR 1975 ndash Evaluation of methods formeasuring asparagus texture J food Sci 5 1021-1024

SioMoS aS dogRaS c SfaKiotaKiS e 2000 ndashModified atmosphere packaging of white asparagusspears composition colour and textural quality responseto temperature and light Sci Hortic 84 1-13

mdash 2001 ndash Color development in harvest white asparagusspears in relation to carbon dioxide and oxygen concen-tration postharvest Biol technol 23 209-14

WaldRon KW paRKeR Ml SMitH ac 2003 ndash Plantcell walls and food quality comprehensive Rev foodSci Safety 4(2) 101-119

RiaSSunto - in asparagi verdi lrsquoassenza di trattamentichimici eo fisici post-raccolta fa sigrave che cambiamenti fisio-logici e morfologici si verifichino anche dopo lrsquoimpacchet-tamento e durante la loro conservazione Scopo dello stu-dio egrave stato quello di monitorare le variazioni di alcunesostanze nutritive e mettere in rilievo le differenze esisten-ti fra la parte apicale e quella basale dei primi 15 cm delturione corrispondenti alla parte commestibile dopo 9giorni di conservazione al buio a 4 degc ciograve che cala brusca-mente egrave il contenuto di acido ascorbico totale mentre ilcontenuto in zuccheri solubili subisce un minor decre-mento il livello di clorofilla totale e dei carotenoidi dimi-nuisce mentre il contenuto di antociani rimane costanteun aumento del contenuto di lignina si riscontra soprat-tutto nella parte apicale del turione

401Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

autoRi

Paola Tanzarella Costantino Paciolla Linda Mastropasqua Dipartimento di Biologia Universitagrave di Bari Aldo Moro Via EOrabona 4 70125 Bari

in questo lavoro vengono presentati i risultati otte-nuti dallo studio fitochimico di due specie della tra-dizione mediterranea Brassica oleracea var italica(mugnolo) e Capparis spinosa subsp rupestris (cappe-ro) mai studiate prima dal punto di vista del profilometabolico al fine di individuare molecole bioattivecaratterizzanti le specie il cappero ed il mugnolo appartengono alla famigliadelle Capparaceae e delle Brassicaceae rispettivamenteovvero alle due piugrave grandi famiglie dellrsquoordine delleBrassicales (o Capparales) con circa 45 generi ed 800specie le Capparaceae e 338 generi e 3700 specie leBrassicaceae Specie appartenenti a queste famigliericoprono un ruolo importante nella dietaMediterranea infatti spesso vengono consumatecotte o come insalata (cavolo cavolfiore ravanellorucola) o come condimento (mostarde e capperi)(fenWicK et al 1992)le Brassicaceae e le Capparaceae diverse da un puntodi vista morfologico sono invece simili da un puntodi vista fitochimico alcune specie appartenenti aqueste famiglie infatti sintetizzano glucosinolati(glS) che rappresentano i metaboliti secondari piugrave

studiati delle Brassicales e sono i responsabili delcaratteristico odore e sapore pungente i glS sono composti solforati di natura aminoacidi-ca Sono noti piugrave di 120 glS e tutti possiedono unastruttura chimica comune in cui si riconosce un resi-duo glucosidico legato mediante ad un atomo dizolfo ad un estere idrossimmino solfato la catenalaterale (R) di natura aminoacidica permette di clas-sificare i glS in aromatici alifatici ed indolici(faHey et al 2001) (fig 1)

402 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

Studio fitochimico di specie della tradizione mediterranea

Mp aRgentieRi p avato

aBStRact - Phytochemical study of Mediterranean traditional species - plants of Capparales (or Brassicales) are widespreadin the Mediterranean region where they are widely consumed cooked or as salad vegetables (cabbage Brussels sprouts cau-liflower broccoli) or as condiments (horseradish mustard capers) these plants are a good source of bioactive compoundssuch as glucosinolates vitamins flavonoids minerals glucosinolates are responsible for pungent and bitter taste ofBrassicaceae and are the most extensively studied bioactive compounds for their potential as anticarcinogens due to theirhydrolysis products the isothiocyanates this study describes the chemical profile of a poorly studied variety of Brassicaoleracea traditionally cultivated in Southern italy and locally called ldquomugnolordquo and of Capparis spinosa subsp rupestris itwas found that ldquomugnolordquo inflorescences are characterized by aliphatic aromatic and indole glucosinolates among themthe indole glucosinolates (768 μmolg) are predominant while aliphatic and aromatic glucosinolates are found in lowquantities 263 μmolg and 083 μmolg respectively chemical composition of seeds and aerial parts of C spinosa subsprupestris was also determined it was found that the principal glucosinolate of the seeds is the glucocapparin moreover theseeds oil is rich in unsaturated and rare lipids such as cis-vaccenic acid the aerial parts are characterized by rutin as pre-dominant flavonoid

Key words caper glucosinolates mugnolo metabolic profile

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 1Struttura dei glSglS chemical structure

Questi metaboliti sono presenti in tutti gli organidella pianta e coesistono con un enzima endogeno lamirosinasi responsabile della loro idrolisi in seguitoa danneggiamento tissutale lrsquoenzima compartimen-talizzato nel citoplasma entra in contatto con i glScontenuti nel vacuolo con conseguente produzionedi numerosi prodotti di idrolisi (quali per esempionitrili tiocianati ed isotiocianati) la cui formazionedipende da diversi fattori (pH presenza di cofattoriproteine o ioni) tra i prodotti di idrolisi gli isotio-cianati sono quelli che hanno attratto maggiormentelrsquoattenzione del mondo scientifico in quanto presen-tano numerose proprietagrave biologiche (antitumoralenematocida antibatterica) (caRtea et al 2008JeffeRy et al 2009) data lrsquoimportanza dei glS eodei loro prodotti di idrolisi sono tante le specie diBrassicaceae e Capparaceae studiate ma non risultanolavori relativi al profilo metabolico del mugnolo edella Capparis spinosa subsp rupestris due specie dellatradizione mediterranea ed oggetto del nostro studio in particolare il mugnolo egrave una varietagrave di Brassica ole-racea da sempre coltivata nel Salento solo per usodomestico pertanto egrave del tutto sconosciuto nel restodella puglia cosigrave come in tutta italia il Ministerodelle politiche agricole e forestali ha inserito ilmugnolo tra i prodotti agroalimentari della tradizio-ne pugliese la Regione puglia invece allrsquointerno delsuo pSR (piano di Sviluppo Rurale) 2007-2013 hainserito il mugnolo nellrsquoallegato 8 della Misura 214-azione 3 ldquotutela della Biodiversitagraverdquo come specie arischio di estinzione genetica

MateRiali e Metodi

Materiale vegetaleil mugnolo utilizzato per le analisi egrave stato fornitodallrsquoorto Botanico del dipartimento di Scienze etecnologie Biologiche ed ambientali universitagrave delSalento un campione (noBo1) egrave conservato pressoil laboratorio di fitochimica del dipartimento difarmacia-Scienze del farmaco universitagrave di Barildquoaldo Morordquo le piante di C spinosa subsp rupestrissono state ottenute dal Museo orto Botanicodellrsquouniversitagrave degli Studi di Bari ldquoaldo Morordquo

Estrazione e purificazione dei GLSlrsquoestrazione dei glS dalle infiorescenze del mugnoloe dai semi e parti aeree del cappero egrave stata condottasecondo la procedura riportata dal protocollo iSo(iSo Method 9167-1 1992) in particolare il mate-riale vegetale egrave stato estratto per 4 minuti con unvolume di MeoHaq al 70 pari a tre volte il pesodel campione lrsquoestratto ottenuto egrave stato poi purifi-cato mediante colonnine cromatografiche (08 x 4cm) impaccate con una resina a scambio anionico(deae-Sephadex a-25) e trattato per circa 12 h conlrsquoenzima solfatasi trascorso questo periodo di incu-bazione i glS sono stati fatti eluire nella loro formadesolfatata (dglS)

Estrazione dellrsquoolioi semi di cappero sono stati estratti in Soxhlet per 3ore (circa 20 cicli) con etere di petrolio lrsquoolio egrave stato

poi sottoposto a reazione di tert-butilazione e succes-sivamente analizzato in gas cromatografia (aRgen-tieRi et al 2012)

Analisi dei GLSi glS sono stati caratterizzati mediante analisi cro-matografiche Hplc utilizzando uno strumentoWateRS Hplc System munito di un photodiodearray detector (Waters 2998) i risultati sono statiprocessati mediante il software enpower2 la colon-na utilizzata egrave la Supelcosil lc-aBz (c18 250 x 4mm 5 μm) la fase mobile egrave costituita da acqua emetanolo al flusso di 1 mlmin in gradiente si egrave pas-sati dal 15 al 100 di metanolo in 57 min

RiSultati e diScuSSione

i risultati Hplc (fig 2) dimostrano che le infiore-scenze del mugnolo sono caratterizzate da una misce-la complessa di glS costituita da glS alifatici (glu-corafanina glucoiberina e sinigrina) aromatici (glu-cobarberina e gluconasturtina) ed indolici (gluco-brassicina neoglucobrassicina idrossiglucobrassicinae metossiglucobrassicina) in particolare egrave stato osser-vato che i glS predominanti nelle infiorescenzesono gli indolici (768 μmolg) seguiti dagli alifatici(263 μmolg) e dagli aromatici (083 μmolg)

Molta della letteratura relativa al contenuto di glSfa riferimento al materiale fresco (crudo) e questo hauna limitata rilevanza dato che la maggior parte delleBrassicaceae compreso il mugnolo vengono consu-mate cotte Quindi data lrsquoimportanza biologica deiglS e dei loro prodotti di idrolisi in questo lavoro egravestato studiato anche lrsquoeffetto della cottura sul conte-nuto in glS del mugnolo i risultati dimostrano chela cottura riduce il contenuto in glS di circa il 50in accordo con quanto riportato in letteratura per ibroccoli che invece subiscono una riduzione del 18-

403Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 2cromatogramma Hplc delle infiorescenze del mugnolo1 glucoiberina 2 Sinigrina 3 glucorafanina 4 idrossi-glucobrassicina 5 glucoerucina 6 glucobrassicina 7Metossiglucobrassicina 8 neoglucobrassicina 9 gluco-nasturtina 10 glucobarberinaHplc chromatogram of mugnolo inflorescences 1glucoiberin 2 Sinigrin 3 glucoraphanin 4 Hydroxy-glucobrassicin 5 glucoerucin 6 glucobrassicin 7Methoxyglucobrassicin 8 neoglucobrassicin 9 gluco-nasturtin 10 glucobarberin

59 a secondo del metodo di cottura (deKKeR et al2000 valleJio et al 2002) per quanto riguarda ilmugnolo inoltre i glS indolici sono quelli cherisentono maggiormente della cottura subendo unariduzione di circa il 615 in particolare la gluco-brassicina si riduce dellrsquo827 nonostante la cottu-ra nelle infiorescenze gli indolici continuano ad esse-re i glS predominanti (296 μmolg) seguiti daglialifatici (212 μmolg) e dagli aromatici (059μmolg) Se si considera il profilo metabolico delle infiorescen-ze dopo la cottura si puograve osservare che la glucorafa-nina rappresenta il 75 del contenuto totale deiglS alifatici mentre la glucobrassicina rappresenta il66 del totale degli indolici (aRgentieRi et al2011) Questi dati sono di notevole interesse se sipensa allrsquoimportanza che hanno i rispettivi prodottidi idrolisi infatti il sulforafano (prodotto di idrolisidella glucorafanina) provoca lrsquoinduzione degli enzimidi detossificazione della fase 2 del processo di carci-nogenesi mentre lrsquoindolo-3-carbinolo egrave un indutto-re degli enzimi di fase 1 e 2 (tab 1)

lrsquoaltra specie della tradizione mediterranea oggetto distudio egrave stata Capparis spinosa subsp rupestrisessendoci una relazione botanica con la famigliadelle Brassicaceae anche in questo caso sono stati stu-diati i glS lrsquoanalisi Hplc-dad ha messo in evi-denza che i semi e le foglie sono caratterizzati da unsolo glS identificato come glucocapparina moltopiugrave abbondante nei semi rispetto alle foglie lo studio della subsp rupestris egrave stato completatoanche con le analisi dellrsquoestratto metanolico dellefoglie il quale egrave risultato essere caratterizzato dallapresenza di due flavonoidi la rutina ed il kaempfe-roloEgrave stato analizzato anche lrsquoolio estratto dai semi chesi egrave mostrato essere ricco dellrsquoacido grasso raro cis-vaccenico oltre al piugrave comune acido oleico ed altriacidi grassi quali lrsquoacido laurico miristico palmiti-co stearico e linoleico (aRgentieRi et al 2012)(tab 2)

concluSioni

i risultati ottenuti consentono di dire che sia ilmugnolo che C spinosa subsp rupestris sono unaricca fonte di composti attivi di interesse salutisticocome appunto gli acidi grassi essenziali o la rutinache ha una rilevante e comprovata attivitagrave antiossi-dante numerosi sono anche i prodotti a valenzasalutistica a base di sulforafano ed altri glS ad atti-vitagrave preventiva anticarcinogenica

letteRatuRa citataaRgentieRi Mp accogli R fanizzi fp avato p

2011 ndash Glucosinolates profile of ldquomugnolordquo a variety ofBrassica oleracea L native to Southern Italy (Salento)planta Med 77(3) 287-292

aRgentieRi Mp MaccHia f papadia p fanizzi fpavato p 2012 ndash Bioactive compounds from capparisspinosa subsp rupestris ind crop prod 36 65-69

caRtea Me velaSco p 2008 ndash Glucosinolates inBrassica foods bioavailability in food and significancefor human health phytochem Rev 7 213-229

deKKeR M veRKeRK R Jongen Mf 2000 ndash Predictivemodelling of health aspects in the food production chaina case study on glucosinolates in cabbage trends foodSci technol 11 174-181

faHey JW zalcMann at talalay p 2001 ndash Thechemical diversity and distribution of glucosinolates andisothicyanates among plants phytochemistry 56 5-51

fenWicK gR Heaney RK Mullin WJ 1992 ndash Glucos-inolates and their breakdown products in food and foodplants cRc crit Rev food Sci nutr 18 123-201

iSo MetHod 1992 ndash Rapeseed-determination of glucosi-nolates content Part 1 Method using high performanceliquid chromatography Reference number iSo 9167-1

JeffeRy eH aRaya M 2009 ndash Physiological effects ofbroccoli consumption phytochem Rev 8 283-298

valleJio f toMagraveS-BaRBeRagraven fa gaRcigravea-vigueRa c2002 ndash Glucosinolates and vitamin C content in edibleparts of broccoli florets after domestic cooking eur foodRes technol 215 310-316

RiaSSunto ndash piante dellrsquoordine delle Capparales (oBrassicales) sono ampiamente diffuse nelle regioniMediterranee dove sono abbondantemente consumatecotte o nelle insalate (cavolfiori broccoli ravanelli ruco-la cavoletti di Brussell) o come condimento (mostardecapperi) esse sono una fonte molto ricca di sostanze

404 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

taBella 1GLS nelle infiorescenze crude e cotte del mugnoloGLS in raw and cooked inflorescences of mugnolo

glS crude cotte(μmolg) (μmolg)

glucorafanina 179 159glucoerucina 003 004alifatici glucoiberina 077 046Sinigrina 004 003glucobarberina 056 007aromatici gluconasturtina 027 003glucobrassicina 351 195neoglucobrassicina 313 054indolici Metossiglucobrassicina 007 005idrossiglucobrassicina 097 042

tot 1114 567

taBella 2Composizione in acidi grassi dellrsquoolio di semi di capperoComposition in fatty acids of the seeds oil of caper

ac grassi

laurico 036Miristico 068palmitico 1446palmitoleico 423Stearico 931oleico 2611Cis-vaccenico 1228linoleico 2802linolenico 084Resa 9629

bioattive come flavonoidi vitamine minerali e glucosino-lati i quali sono responsabili del caratteristico odore esapore pungente i glucosinolati sono i metaboliti piugrave stu-diati delle Brassicaceae per le proprietagrave anticarcinogenichemanifestate soprattutto dagli isotiocianati ovvero i loroprodotti di idrolisi in questo lavoro ci siamo occupatidello studio fitochimico del mugnolo una varietagrave diBrassica oleracea coltivata solo per uso domestico lrsquoaltraspecie oggetto di studio egrave stata la Capparis spinosa subsprupestris (cappero) molto diffusa nel bacino delMediterraneo entrambe queste specie mai state studiateprima dal punto di vista fitochimico sono state oggettodel nostro lavoro al fine di individuare composti bioattivi

caratterizzanti le specie in particolare egrave stato osservato chele infiorescenze del ldquomugnolordquosono caratterizzate da glSalifatici aromatici ed indolici Questi ultimi risultanoessere i piugrave abbondanti (768 μmolg) seguiti dagli alifati-ci (263 μmolg) e dagli aromatici (083 μmolg) in que-sto lavoro egrave stata determinata anche la composizione chi-mica dei semi e delle parti aeree della C spinosa subsprupestris ed egrave stato osservato che i semi cosigrave come le partiaeree sono caratterizzati da un solo glS la glucocappari-na inoltre lrsquoolio estratto dai semi egrave ricco di acidi grassiinsaturi rari come il cis-vaccenico nelle parti aeree la ruti-na rappresenta il flavonoide predominante

405Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

autoRi

Maria Pia Argentieri Pinarosa Avato Dipartimento di Farmacia-Scienze del Farmaco Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo ViaOrabona 4 70125 Bari

con il termine ldquoterre rarerdquo o lantanidi si indicano glielementi chimici compresi nella tavola periodica frail lantanio ed il lutezio inclusi lrsquoittrio e lo Scandioi quali manifestano comuni proprietagrave chimiche con-nesse ad una simile configurazione elettronica ester-na negli ultimi anni i lantanidi sono stati larga-mente impiegati in campo industriale agricolo ezootecnico in cina a partire dagli anni lsquo80 vengo-no usati in agricoltura fertilizzanti costituiti damiscele di vari elementi ma soprattutto lantanio(la) e cerio (ce) lrsquouso intensivo e su larga scala ditali composti suscita crescenti preoccupazioni per lapossibile contaminazione di suoli ecosistemi acqua-tici e derrate alimentari dal momento che gli effettidi tali elementi sulla salute non sono ben chiari lamaggior parte dei dati presenti in letteratura riguar-da la somministrazione di miscele di terre rare e dicomposti contenenti la a varie specie di vegetali inalcune piante sono stati osservati effetti positivi tra iquali la promozione della germinazione dei semi losviluppo di radici e germogli la resistenza contro glistress (ippolito et al 2007 liu et al 2012) la fio-ritura la produttivitagrave in campo (Hu et al 2004)altri studi al contrario evidenziano effetti nulli oaddirittura inibitori di tali sostanze su colture di inte-resse agrario (naRdi et al 2005 drsquoaQuino et al2009) una sintesi dei dati disponibili sugli effetti dila ce e miscele di terre rare in vari sistemi animalie vegetali egrave stata recentemente pubblicata (pagano etal 2012) i dati riportati riguardano crescita svilup-po e indicazioni di tossicitagrave in alcuni sistemi animalie vegetali numerosi dati anche contrastanti riguar-

dano gli effetti del ce sia come pro-ossidante checome antiossidante dalla letteratura emerge lrsquoesi-genza di studi che determinino gli effetti dei singolilantanidi sugli organismi animali e vegetali per valu-tarne la potenziale tossicitagrave Scopo di questo lavoro egrave stato lo studio della sommi-nistrazione di ce trivalente (ce3+) ad una speciemodello Lemna minor L pianta acquatica giagrave utiliz-zata per studi su lantanio e miscele di terre rare(ippolito et al 2010) al fine di avere informazionicirca le soglie di tolleranzatossicitagrave di L minor versoil ce3+ tale specie oltre che per il fitorimedio egraveanche utilizzata secondo la iSo 20079 (2004) neitest di biotossicitagrave per lrsquoecosistema acquatico peralcune sue caratteristiche quali elevata velocitagrave di cre-scita propagazione vegetativa e ridotte dimensioniche la rendono adatta a studi eco- tossicologici

MateRiali e Metodi

piante di L minor sono state coltivate in una soluzio-ne di mantenimento (Knop 1865) a pH 44 per 15giorni in camera di crescita alla temperatura di 24 plusmn2 degc con illuminazione a fluorescenza bianca conuna intensitagrave luminosa di 90 μe m-2 s-1 e fotoperio-do lucebuio di 1410 h in ogni cella di una piastraa pozzetti multipli sono state poste 10 fronde di Lminor in un volume di 2 ml di mezzo di crescita(testimone) a cui sono stati aggiunti nei trattatinitrato di cerio esaidrato (cen3o9 6H2o) in con-centrazioni finali di 25 - 5 - 10 - 20 μM e 1 mMoppure nitrato di calcio ca(no3)2 alla concentrazio-

406 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

note preliminari sullrsquoeffetto della somministrazione di cerio in Lemna minor

Ma zicaRi a paRadiSo f toMMaSi

aBStRact - Preliminary note on effect of Cerium administration in Lemna minor - This study aimed at investigat-ing the effects of Ce3+ on the growth of duckweed (Lemna minor L) plants as a test system (iSo 20079) L minorplants were treated with 00025 0005 0010 0020 1 mM ce(no3)3 or ca(no3)2 1 mM over a 15 day period theinfluence of Ce3+ was evaluated according to the iSo 20079 test protocol on the basis of growth parameters as relativegrowth rate (RgR) expressed as frond number and relative frond number (Rfn) compared with the control concentra-tions of ce3+ lower than 1 mM did not affect significantly the growth parameters On the contrary 1 mM ce(no3)3negatively affected the growth from 7 days to 15 days whereas 1 mM ca(no3)2 stimulated duckweed leaf growth datahere reported showed toxic effect of Ce3+ at millimolar concentrations and suggested that L minor could be a speciesuseful for Ce3+ presence biomonitoring in aquatic environment

Key words antiossidanti risposte di crescita terre rare test di tossicitagrave

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

ne finale di 1 mM per il testimone e per ogni tratta-mento sono stati allestiti 4 pozzetti le analisi sonostate eseguite in cinque repliche le piastre sono statecollocate in camera termostatata e sono stati analiz-zati i seguenti parametri di crescita tasso di crescitarelativo (RgR) numero di fronde relativo (Rfn)crescita di fronde in percentuale (fn) le misurazio-ni sono state fatte ad intervalli di 24 ore nelle provepreliminari e in seguito si egrave stabilito di effettuare leanalisi ogni 3 5 7 12 15 giorni utilizzando unostereoscopio per poter contare tutte le fronde visibi-li Seguendo la iSo 20079 RgR egrave stato calcolatocontando il numero di fronde per ogni concentrazio-ne e applicando la seguente formula (lnnn-lnn0)tndove n0 egrave il numero iniziale di fronde nn egrave il nume-ro finale di fronde tn egrave il tempo di durata dellrsquoespe-rimento Rfn egrave stato calcolato usando la formulann-n0 n0 fn egrave stato calcolato come variazionepercentuale del numero delle foglie rispetto al nume-ro delle stesse allrsquoinizio dellrsquoesperimento valore con-siderato pari al 100 ersquo stato periodicamente osser-vato lrsquoaspetto delle fronde al fine di analizzare even-tuali segni di clorosi e necrosi utilizzando un micro-scopio ottico

RiSultati e diScuSSione

nei saggi eco-tossicologici RgR egrave considerato il piugraveattendibile tra i parametri di crescita in quantoessendo basato sul conteggio delle fronde egrave indipen-dente dalle dimensioni delle fronde stesse e dalla bio-massa (Radic et al 2010) e in condizioni di tossici-tagrave piccole gemme possono protrudere ed essere con-tate come singole fronde (MoHan HoSetti 1999nauMann et al 2007) RgR egrave inoltre considerato ilparametro piugrave sensibile per valutare la tossicitagrave croni-ca (MacKenzie et al 2003) i dati ottenuti dimostra-no che in presenza di basse concentrazioni di ce3+

(25-20 μM) si verifica una crescita maggiore rispettoal testimone di 12-15 giorni anche se le variazioni diRgR Rfn (dati non mostrati) e fn (fig 1) nonsono risultate statisticamente significative

Quindi i trattamenti a concentrazioni micromolaridi ce non interferiscono con la normale crescita dellapianta che inoltre non presenta alterazioni morfolo-giche evidenti per verificare la soglia di tossicitagrave del ce le piante diL minor sono state coltivate per 15 giorni in soluzio-ne nutritiva arricchita di nitrato di cerio esaidrato aconcentrazione finale 1 mM per escludere i possibi-li effetti del nitrato alcuni campioni sono stati colti-vati con nitrato di calcio alla stessa concentrazionefinale di 1 mM in sostituzione del nitrato di ceriodopo 7 giorni di trattamento con ce3+ si osserva unasignificativa diminuzione dei parametri di crescitaanalizzati rispetto al testimone RgR in particolarediminuisce del 60 e dellrsquo 80 rispettivamentedopo 7 e 15 giorni (fig 2 a)un andamento simile si ha per fn dalla cui analisisi osserva lrsquoinibizione di crescita delle foglie del 19al settimo giorno e del 50 al quindicesimo giornorispetto al testimone (fig 2 B) inoltre le foglie cre-sciute a concentrazione di ce3+ 1 mM appaiono bru-

407Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 1crescita di fronde in percentuale (fn) di L minor incen3o9 da 25 μM a 20 μM in 15 giornifn in L minor on cen3o9 from 25 μM to 20 μM for15 days

fig 2a) RgR B) fn in Lemna minor l esposta per 15 giornia trattamenti 1 mM di ce3+e ca2+ p lt 005 secondo il t-studenta) Relative growth rate based on frond number B)growth of leaves in Lemna minor l exposed for 15 daysto treatments 1 mM ce3+ and ca2+ p lt 005 for significant differences between treatmentsand control according to t-student

nastre con aree necrotiche e clorotiche un analogoandamento si osserva per Rfn (dato non mostrato)pertanto il ce3+ 1 mM influenza negativamente lacrescita e mostra effetti tossici al contrario le frondedi L minor fatte crescere in presenza di ca(no3)2alla concentrazione finale di 1 mM mostrano unaumento della crescita rispetto al testimone pertutti i tempi di analisi ma con una differenza signi-ficativa a partire dal settimo giorno (fig 2 a 2 B) iltrattamento con nitrato di ce quindi a differenza diquello con nitrato di calcio mostra un effetto nega-tivo sulla crescita di piante di lenticchia drsquoacqualrsquoinibizione della crescita puograve essere dovuta allrsquoaccu-mulo di ce3+ analogamente a quanto descritto per imetalli che a concentrazioni tossiche inibisconolrsquoallungamento e lrsquoespansione cellulare (poScHen-RiedeR BaRcelograve 2004 SRivaStava et al 2006)oppure allrsquointerferenza con lrsquoassunzione di altri ele-menti nutritivi infatti egrave stato riportato che in pian-tine di riso il ce3+ interferisce con lrsquoaccumulo diferro potassio magnesio calcio sodio e di altri ele-menti minerali nutritivi (liu et al 2012) ulterioristudi sono necessari per valutare se e in quali tessutiil ce3+ venga accumulato e lrsquoeffetto dello stesso sualtri parametri quali i sistemi antiossidanti i livelli dispecie reattive dellrsquoossigeno ed il danno ossidativo inconclusione L minor si mostra tollerante allrsquoesposi-zione a concentrazioni micromolari di ce3+ ma nona concentrazioni piugrave elevate e pertanto potrebbe esse-re una specie utile per il biomonitoraggio della pre-senza di ce3+ in ambienti acquatici

letteRatuRa citatadrsquoaQuino l de pinto Mc naRdi l MoRgana M

toMMaSi f 2009 ndash Effect of some light rare earth ele-ments on seed germination seedling growth and antioxi-dant metabolism in triticum durum chemosphere75 900-905

Hu z RicHteR H SpaRoveK g ScHnug e 2004 ndashPhysiological and biochemical effect of rare earth elementson plants and their agricultural significance a review Jplant nutr 27 183-220

ippolito Mp faSciano c drsquoaQuino l MoRganaM toMMaSi f 2010 ndash Responses of antioxidant sys-tems after exposition to rare earths and their role in chill-ing stress in common duckweed (lemna minor L) adefensive weapon or a boomerang arch environcontam toxicol 58 42-52

ippolito Mp paciolla c drsquoaQuino l MoRganaM toMMaSi f 2007 ndash Effect of rare earth elements ongrowth and antioxidant metabolism in lemna minor Lcaryologia 60 125-128

iSodiS 20079 2004 ndash Water qualitymdashdetermination ofthe toxic effect of water constituents and wastewater onduckweed (lemna minor)mdashDuckweed growth inhibi-tion test iSo tc 147Sc 5Wg 5

Knop W 1865 ndash Quantitative Untersuchungen uumlber dieErnahrungsprozesse der Pflanzen landwirtsch versStn 7 93-107

liu d Wang X lin y 2012 ndash The effect of cerium onthe growth and some antioxidant metabolism in riceseedlings environ Sci pollut Res 19 3282-3291

MacKenzie SM Waite S Metcalfed J Joyce cB2003 ndash Landfill leachate ecotoxicity experiment usinglemna minor L Water air Soil poll focus 3 171-179

MoHan BS HoSetti BB 1999 ndash Aquatic plants fortoxicity assessment environ Res 81 259-274

naRdi l caRBoni Ma MoRgana M BaRBeSti SeRRico S zoina a drsquoaQuino l 2005 ndash Effect ofrare earth elements on the growth of agrobacterium sppand Rhizobium leguminosarum Frank cytometrypart a 69a 443-444

nauMann B eBeRiuS M appenRotH KJ 2007 ndashGrowth rate based dose-response relationships and EC-values of ten heavy metals using the duckweed growthinhibition test (ISO 20079) with lemna minor Lclone plant physiol 164 1656-1664

pagano g toMMaSi f guida M 2012 ndash Comparativetoxicity of cerium and of the other rare earth elements(REEs) in plant and invertebrate test systems inizyuMov a plaKSin g (eds) Cerium MolecularStructure Technological Applications and Health Effects107-124 nova Science publishers Hauppauge nyuSa

poScHenRiedeR c BaRcelograve J 2004 ndash Water relations inheavy metal stressed plants in pRaSad Mnv (ed)Heavy metal stress in plant from biomolecules to ecosys-tems 249-270 Springer Berlin

Radic S Stipanicev d cvJetKo p MiKelic ilRaJcic MM SiRac S pevaleK-Kozlina Bpavlica M 2010 ndash Ecotoxitological assessment ofindustrial effluent using duckweed (lemna minor L) asa test organism ecotoxicology 19 216-222

SRivaStava S MiSHRa S tRipatHi Rd 2006 ndash Copper-induced oxidative stress and responses of antioxidants andphytochelatins in Hydrilla verticillata Royle aquattoxicol 80 405-415

RiaSSunto - in questo studio sono riportati i dati pre-liminari concernenti le risposte alla somministrazione dice3+ di una specie acquatica Lemna minor l usata comebiomarker (iSo 20079) piante di L minor sono statetrattate per 15 giorni con cen3o9 6H2o a concentrazio-ni tra 25 μM e 1 mM oppure con ca(no3)2 a concentra-zione 1 mM Sono stati analizzati parametri di crescitaquali il tasso di crescita relativo basato sul numero di fron-de (RgR) il numero relativo di fronde (Rfn) e la cresci-ta di fronde in percentuale (fn) il trattamento con ce3+

1 mM ha inibito significativamente la crescita a partire dasette giorni di incubazione mentre le minori contrazioninon hanno mostrato variazioni statisticamente significati-ve la somministrazione di ca(no3)2 1 mM al contrarioha stimolato la crescita in modo significativo giagrave dal setti-mo giorno suggerendo un effetto tossico del ce3+ a parti-re da concentrazioni millimolari

408 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

autoRi

Maria Alessandra Zicari Annalisa Paradiso Franca Tommasi (francatommasiunibait) Dipartimento di BiologiaUniversitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70126 Bari

le collezioni xilologiche (xylaria) hanno da sempreassunto una notevole importanza sia per il ruolosvolto in campo didattico sia per quello svolto inambito scientifico nei settori della botanica archeo-logia etnologia tecnologia del legno ed in particola-re dove egrave richiesto il confronto tra campioni(uRBinati giove 2012) attualmente collezioni xilologiche sono presenti inquasi tutti gli stati anche se le principali per numerodi campioni sono negli uSa per quanto concernelrsquoitalia solo quattro collezioni sono state inseritenella quarta edizione dellrsquoIndex Xylariorum (lyncHgaSSon 2010) il patrimonio nazionale tuttavia egravesicuramente molto piugrave ampio ma risulta difficile sti-marlo sia sul piano qualitativo che quantitativo inquanto sino ad oggi non egrave stato effettuato un censi-mento completo una delle collezioni italiane piugrave interessanti per unaserie di peculiaritagrave che la contraddistinguono egrave laXylotomotheca Italica di adriano fiori essa fu realiz-zata nei primi anni del novecento col preciso obiet-tivo di completare ed arricchire la Flora ItalicaExsiccata (FIE) la piugrave grande raccolta italiana diexsiccata fanerogamici realizzata da fiori pampaninie Begraveguinot in particolare lo scopo degli autori fuquello di corredare gli exsiccata con le sezioni micro-tomiche del legno le schede relative alla

Xylotomotheca Italica furono pubblicate a partire dal1905 come appendice delle Schedae ad FloramItalicam Exsiccatam (fioRi et al 1905)la collezione egrave costituita da sezioni trasversali e lon-gitudinali dello spessore di circa 01 mm e con lealtre dimensioni variabili (le8 cm) (di paSQualeallevato 2007) il microtomo utilizzato per la rea-lizzazione delle sezioni fu ideato e progettato dallostesso fiori e da lui denominato ldquonuovo microtomoautomatico a doppia rotazionerdquo (fioRi 1900) nellaversione originaria della collezione le sezioni sonoconfezionate in pieghi di cartoncino contenenti unao due coppie delle sezioni trasversali e longitudinalii pieghi in cartoncino sono a loro volta inseriti inbustine di carta esse sono corredate da una etichet-ta sulla quale sono riportati il numero drsquoordine delcampione il binomio linneano la porzione anatomi-ca rappresentata dalla sezione il luogo e la data diraccolta in molti casi il riferimento al campione dellaFIE ed infine il nome del curatore al progetto col-laborarono numerosi botanici traverso pampaninigortani ferro cerica goiran vaccari MezzanaBicknell cecconi nicoli Bardi andrea fiori etrotter la collezione egrave costituita da 215 campioni corrispon-denti a 184 taxa specifici appartenenti a 113 generiSi tratta soprattutto di entitagrave della flora italiana

409infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

la Xylotomotheca Italica del Museo orto Botanico dellrsquouniversitagrave di Bari

v cavallaRo g SignoRile f caRRuggio f Mantino l foRte

aBStRact - The Xylotomotheca italica of the Botanical Garden Museum of Bari University -the Xylotomotheca Italicawhich was realized by adriano fiori at the beginning of the 20th century is a really interesting and peculiar historical col-lection it is composed of thin sections of wooden species While most of the species belong to italian flora only a few ofthem are exotic ones which are cultivated in italy fiori had the specific aim of enriching Flora Italica Exsiccata (FIE) andof supplying botanists with invaluable comparative material Moreover he designed the microtome which was used to cutthe sections the collection consists of 215 samples the sections are enclosed in bended cards which are contained insmall labelled envelopes a different version of the Xylotomotheca Italica which was produced with didactic purposes isstill conserved at the Botanical garden Museum of Bari university it was probably acquired together with some FIE exs-iccata by the Herbarium Horti Botanici Barensis (Bi) which is now part of the Botanical garden Museum in this ver-sion sections and labels are put between two rectangular pieces of glass which are sealed with a grey tape this collectionis composed of 154 samples which include 135 subgeneric taxa belonging to 93 genera it is generally fairly well con-served and some actions whose aim is restoring the collection have been started

Key words adriano fiori exsiccata Xylotomotheca Italica

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

mentre solo una piccola percentuale egrave rappresentatada esotiche (cuccuini 2002) Si ritiene che la colle-zione completa e nella sua veste originaria sia presen-te solo presso lrsquoerbario di padova (pad) elrsquoHerbarium Centrale Italicum (fi) (cuccuini2002) viceversa parti di essa o versioni diverse daquella originaria sono presenti presso numerosi erba-ri italiani ed anche presso istituzioni estere come iKew Royal Botanic Gardens (httpwwwkeworg)

RiSultati e diScuSSione

presso il Museo orto Botanico dellrsquouniversitagrave di Bariegrave presente la Xylotomotheca Italica non nella sua vesteoriginaria bensigrave in una versione realizzata per scopididattici Molto probabilmente essa fu acquisitacongiuntamente agli exsiccata della FIE dalla profssafrancini negli anni della sua permanenza pressolrsquoateneo barese (1940-1961) le sezioni sono monta-te con lrsquoetichetta tra due vetri rettangolari di 10x15cm oppure di 13x18 cm e sigillati con un nastro intela grigia (fig 1)Sia i preparati che le etichette sono del tutto uguali aquelli presenti nella versione originaria la collezione

egrave composta da 154 campioni corrispondenti a 135taxa specifici appartenenti a 93 generi la maggiorparte dei preparati proviene dalla provincia di firenzeed il curatore egrave tranne poche eccezioni adrianofiori i campioni sono a loro volta conservati in 16cofanetti di cartone rigido di colore grigio chiusimediante un nastro di cotone dello stesso colorepresso lrsquoerbario del laboratorio di Botanica agraria(fiaf) dellrsquouniversitagrave di firenze egrave conservata lamedesima versione realizzata a scopi didattici che egravecostituita da 178 campioni collocati in 18 cofanetti(cuccuini 2002)attualmente in relazione ad un rinnovato interesseverso le collezioni xilologiche dovuto ai piugrave recentiutilizzi in campo sperimentale (ManiatiS et al2011) didattico divulgativo ed alla consapevolezzache la Xylotomotheca Italica possiede tutte le caratte-ristiche di un bene culturale (d lgs n 422004 art11) sono state avviate alcune azioni tese al recuperoconservativo della collezione presente presso ilMuseo orto Botanico in primo luogo egrave stato valu-tato lo stato di conservazione dei singoli campioni alfine di evidenziare gli eventuali interventi da effet-tuare ersquo risultato che solo 3 campioni presentano ivetri rotti tuttavia le sezioni non sono danneggiateviceversa in quasi tutti i campioni il nastro che sigil-la i vetri egrave logoro e consunto pertanto egrave possibileaffermare che la collezione egrave complessivamente inun discreto stato conservativola collezione egrave stata inoltre informatizzata medianteapposito software (fileMaker pRo 12 clariscorporation) riportando nei vari campi le informa-zioni presenti sui cartellini Questo intervento hapermesso di fruire facilmente delle informazioni inessa contenute prossimamente si completeragrave il lavo-ro realizzando alcuni interventi di restauro sui cam-pioni ed effettuando lrsquoacquisizione in formato elet-tronico della loro immagine con uno scanner perdocumenti di pregio anche al fine di implementareun archivio elettronico consultabile via internet

letteRatuRa citatacuccuini p 2002 ndash La Xylotomotheca italica un caso

insolito di serie di exsiccata Catalogo e spigolature stori-che Museol Sci 19(1) 97-119

di paSQuale g allevato e 2007 ndash Collezioni di legnie carboni in Mazzoleni S pignatelli S (a cura di)I Musei delle Scienze Agrarie lrsquoevoluzione delleWunderkammern 79-81 ed universitagrave di napolifederico ii

fioRi a 1900 ndash Nuovo microtomo automatico a doppiarotazione Malpighia 14 411-424

fioRi a Beacuteguinot a paMpanini R 1905 ndash Schedae adFloram Italicam Exsiccatam n giorn Bot ital ns12(2) 143-144

lyncH aH gaSSon pe 2010 ndash Index XylariorumEdition 4 Royal Botanic gardens Kew published onthe internet

ManiatiS d Saint andReacute l teMMeRMan M MalHiy BeecKMan H 2011 ndash The potential of using xylar-ium wood samples for wood density calculations a com-parison of approaches for volume measurement forest 4150-159

uRBinati c giove M 2012 ndash Collezioni xilologiche in

410 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

fig 1un campione della Xylotomotheca Italica presente presso ilMuseo orto Botanico dellrsquouniversitagrave di Baria sample of the Xylotomotheca Italica at the Botanicalgarden Museum of Bari university

taffetani f (a cura di) Herbaria nardini editorefirenze

RiaSSunto - la Xylotomotheca Italica di adriano fiorirealizzata nei primi anni del novecento rappresenta unadelle collezioni storiche piugrave interessanti e peculiari nel suogenere Si tratta di sezioni sottili di numerose specie legno-se tra le piugrave rappresentative della flora italiana e di alcunespecie esotiche coltivate in italia lrsquoautore realizzograve la col-lezione col preciso obiettivo di arricchire la Flora ItalicaExsiccata (FIE) e pertanto di fornire un prezioso materialedi confronto per quanti svolgevano lavori botanici inoltreprogettograve il microtomo utilizzato per effettuare le sezioninella versione originaria della collezione costituita da 215

campioni le sezioni sono confezionate in pieghi di carton-cino a loro volta riposti in bustine corredate da unrsquoetichet-ta la Xylotomotheca Italica presente presso il Museo ortoBotanico dellrsquouniversitagrave di Bari fu acquisita probabil-mente insieme ai campioni della FIE presenti pressolrsquoHerbarium Horti Botanici Barensis (Bi) essa non si pre-senta nella sua veste originaria bensigrave in una versione realiz-zata per scopi didattici le sezioni con la relativa etichet-ta sono montate tra due vetri rettangolari sigillati da unnastro di tela grigia la collezione egrave composta da 154 cam-pioni comprendenti 135 taxa sub-generici appartenenti a93 generi Sono stati avviati alcuni interventi tesi al recu-pero della collezione che si presenta complessivamente inun discreto stato di conservazione

411

autoRi

Viviana Cavallaro (vivianacavallarounibait) Luigi Forte Dipartimento di Biologia e Museo Orto Botanico Universitagrave diBari ldquoAldo Morordquo Via E Orabona 4 70126 BariGiovanni Signorile Francesca Carruggio Francesca Mantino Museo Orto Botanico Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via EOrabona 4 70126 Bari

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

Malgrado siano trascorsi ben 40 anni il noto afori-sma di dobzhansky secondo cui ldquoniente in biologiaha senso se non alla luce dellrsquoevoluzionerdquo(doBzHanSKy 1973) non solo nulla ha perso dellasua straordinaria forza concettuale ma di fatto haoggi un significato ancor piugrave profondo in relazione aipiugrave recenti studi nel campo della biologia evolutivadello sviluppo (evo-devo) disciplina che estende ulte-riormente la visione unificante che negli anni lsquo30 elsquo40 del secolo scorso condusse alla sintesi evoluzioni-stica coniugando la genetica con le ldquoclassicherdquo scien-ze naturali (MuumllleR 2007)Svolgere adeguata divulgazione scientifica sulla teoriadellrsquoevoluzione appare perograve un compito estrema-mente difficile di evoluzione si parla nei contestipiugrave disparati ma non di rado i concetti basilari dellateoria darwiniana e delle sue successive elaborazionivengono travisati al punto da attribuire a darwinstesso affermazioni mai da lui pronunciate o scrittea cominciare dal famigerato rdquolrsquouomo discende dallascimmiardquo frase che manifesta la totale ignoranza dichi la pronuncia sulle tematiche in questione ersquoanche spiacevolmente frequente una volgarizzazioneerronea del concetto di evoluzione che viene inter-pretato come un ldquocammino verso la perfezionerdquo conlrsquointroduzione di elementi di teleologia del tuttoinappropriati allrsquoindirizzo httpevolutionberke-leyedu egrave disponibile un utile elenco di tipici erroriconcettuali sulla tematica dellrsquoevoluzione con relati-ve argomentazioni e note esplicative Se sono ben chiari i motivi della opportunitagrave e neces-sitagrave di insegnare i principi ed i meccanismi dellrsquoevo-luzione a tutti i livelli dellrsquoistruzione scolastica eduniversitaria non sono a tuttrsquooggi disponibili ade-

guati strumenti didattici neacute vi egrave stato se non episo-dicamente un confronto con i potenziali fruitoridegli interventi formativi per sperimentare le moda-litagrave piugrave efficaci con cui trasmettere i complessi edarticolati concetti della teoria dellrsquoevoluzione supe-rando le fin troppo diffuse inesattezze e gli erroriconcettuali precedentemente menzionatiil ruolo delle risorse museali per una efficace didatti-ca dellrsquoevoluzione egrave stato messo in rilievo da alcunistudi (Spiegel et al 2012) compiuti prevalentemen-te negli Stati uniti dove egrave piugrave avvertibile il problemadelle resistenze di tipo ideologicoreligioso in parti-colare nelle aree in cui sono particolarmente diffusi ilcreazionismo e lrsquoipotesi dellrsquoIntelligent Design che nerappresenta una versione ldquoaggiornatardquo dallrsquoesigenza di colmare questa grave lacuna nascepresso il Museo orto Botanico strutturadellrsquouniversitagrave degli Studi di Bari ldquoaldo Morordquo ilprogetto denominato e-Move (evoluzione delMondo vegetale) il progetto nasce dallrsquoidea che labiodiversitagrave vegetale vista in chiave diacronica possacostituire uno strumento molto efficace per la divul-gazione scientifica su questo tema cosigrave importante ilprogetto annuale che ha ricevuto un finanziamentodal MiuR nellrsquoambito della legge 62000 per la dif-fusione della cultura scientifica presenta alcuni ele-menti di novitagrave che verranno discussi in questo brevecontributo

aRticolazione del pRogettoil progetto si articola su 3 linee (a) allestimento nelMuseo orto Botanico di spazi espositivi sperimenta-li per elaborazione e validazione di strategie didatti-co-divulgative (B) Realizzazione di giochi interattivi

412 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

Risorse per insegnare lrsquoevoluzione dei vegetali il progetto e-Move

a gRano Mc de tullio

aBStRact - Resources for teaching plant evolution the E-MoVe project -the e-Move (evolution of the plant World)project tackles the problem of the scarcity of effective educational tools for teaching evolution in spite of the undoubtedimportance of the topic Within the Botanical garden Museum of the university of Bari methodologies for teaching evo-lution will be developed in collaboration with school teachers and other stakeholders novel teaching tools includinginteractive videogames will be made available to national and international institutions for testing and validation theproject funded by the italian Ministry of education also aims at providing training to school teachers and scientific muse-um operators

Key words plant evolution scientific museum teaching

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

(c) formazione di docenti ed operatori museali

(a) lo spazio espositivo consentiragrave di sperimentarestrategie di comunicazione e divulgazione valorizzan-do strutture attrezzature e competenze giagrave presenti esi articola in 3 parti (a phylowall b darwin e lepiante c iconografia botanica) con aula didatticaper la formazionea phyloWall la parete della filogenesi delle pianteil ldquogiardino verticalerdquo nasce a scopo decorativo-arti-stico su idea del botanico e designer p Blanc ilphyloWall avragrave una funzione scientifico-didatticaattraverso la disposizione degli organismi secondouno schema filogenetico si visualizzeragrave in manieraimmediata il concetto di evoluzione una legendacon datazione e localizzazione geografica dei repertifossili verragrave collocata accanto al phylowall per unaimmediata fruibilitagraveb darwin e le pianteverragrave allestita lrsquoipotetica ricostruzione dello studio didarwin con alcune delle immagini piugrave significativelegate allrsquoelaborazione del concetto di evoluzioneverragrave collocato uno schermo touch-screen per i giochiinterattivi c iconografia botanica localeverranno allestite teche per lrsquoesposizione di volumitra cui la flora del Regno di napoli di Micheletenore allo scopo di evidenziare il legame tra il pas-sato ed il futuro della ricerca botanica

(B) la realizzazione di materiale didattico innovativocostituisce un obiettivo fondamentale del progettoun comitato di redazione tecnico-scientifico in col-laborazione con uno studio professionale specializza-to nella comunicazione multimediale si occuperagrave diideare e realizzare materiale didattico che verragrave poidistribuito per la validazione nellrsquoambito di una retedi collaborazione nazionale ed internazionale

(c) la formazione si articoleragrave in (a) visite guidateper alunni (b) corsi per insegnanti e operatorimuseali con la collaborazione dellrsquoassociazionenazionale insegnanti di Scienze naturali (aniSn)si prevede la formazione di insegnanti sulle tematichedellrsquoevoluzione biologica utilizzando sia un approc-cio storico-didattico con lrsquouso dellrsquoerbario e dellabanca del germoplasma sia lo sviluppo di strumentiinterattivi informaticii moduli di formazione affronteranno temi che spa-ziano dallrsquoinquadramento storico della teoria dellrsquoe-voluzione allrsquouso delle moderne tecniche di sistema-tica molecolare sviluppando specifici percorsi didat-tici per i diversi livelli di approfondimento un ruolofondamentale verragrave attribuito allrsquouso delle risorsemuseali

pRoSpettive futuReil progetto ha elevate potenzialitagrave di fornire ricaduteper la diffusione della cultura scientifica sia a livellolocale sia come esperienza pilota da esportare in altrerealtagrave territoriali nazionali in particolare la collabo-razione con lrsquoaniSn consente lrsquoimplementazionedel progetto nelle ldquoscuole presidiordquo ed una piugrave ampiautilizzabilitagrave del materiale didattico sullrsquoevoluzionedelle piante che verragrave messo a disposizionela collaborazione con altre universitagrave orti Botanicie Musei della Scienza costituiragrave una rete aperta ad unbacino di utenza piugrave ampio e permetteragrave di esporta-re sul piano nazionale lrsquoesperienza maturata nellrsquoam-bito del progettole azioni connesse alla realizzazione di e-Move pro-muoveranno su scala nazionale la costituzione dinodi in una rete di comunicazione e diffusione dellacultura scientifica nel campo specifico dellrsquoevoluzio-ne delle piante con lrsquoobiettivo generale di elevare illivello di competenze degli studenti dei docentidegli operatori museali e del pubblico di non addet-ti ai lavori in ambito scientifico sostenendo la for-mazione continua la formazione di operatorimuseali guide naturalistiche ed altre figure profes-sionali per ampliare le conoscenze naturalistiche ter-ritoriali egrave un obiettivo di particolare rilevanza sia perla valorizzazione delle risorse umane sia per la tuteladei beni ambientali e dellrsquoingente patrimonio costi-tuito dalla biodiversitagrave vegetale nel nostro paese conlrsquoobiettivo di salvaguardare specie a rischio di estin-zione nella fattispecie piante che hanno rivestito unparticolare significato nel corso dellrsquoevoluzione

letteRatuRa citatadoBzHanSKy t 1973 ndash Nothing in biology makes sense

except in the light of evolution amer Biol teacher 35127-129

MuumllleR g 2007 ndash Evo-devo extending the evolutionarysynthesis nat Rev genet 8 943-949

Spiegel an evanS eM fRazieR B Hazel a taReM gRaM W diaMond J 2012 ndash Changing muse-um visitorrsquos concept of evolution evo edu outreach5 43-61

RiaSSunto ndash viene brevemente presentato il progettoe-Move (evoluzione del Mondo vegetale) attualmentein corso di realizzazione presso il Museo orto Botanicodellrsquouniversitagrave degli Studi di Bari ldquoaldo Morordquo il proget-to che ha ricevuto un finanziamento MiuR nellrsquoambitodella legge 62000 per la diffusione della cultura scientifi-ca si propone di allestire uno spazio espositivo che si poneanche come centro permanente per la ideazione realizza-zione e diffusione di efficaci strategie didattiche sui temidellrsquoevoluzione biologica attraverso la costituzione di unarete di validazione nazionale ed internazionale noncheacute larealizzazione di incontri di formazione per docenti discuole di ogni ordine e grado ed operatori museali

413Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

autoRi

Antonella Grano Museo Orto Botanico Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70126 BariMario C De Tullio (mariodetulliounibait) Dipartimento di Biologia Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70126Bari

il genere Arum l (Araceae) comprende in italia trespecie poliploidi A apulum (carano) p c Boyce Amaculatum l e A italicum Mill in questo genere itaxa poliploidi tendono ad occupare areali geograficimolto ampi rispetto alle specie diploidi (Bedalov1981) infatti A italicum egrave principalmente diffusodal caucaso attraverso la regione del Mediterraneofino alla costa atlantica (BonnieR 1931 MeuSel etal 1965 diHoRu 1970 Bedalov 1975) A macu-latum secondo MeuSel et al (1965) teRpograve (1973)e Bedalov (1981) egrave distribuito in europa centrale eoccidentale A maculatum e A italicum presentanotuberi rizomatosi al contrario del poliploide A apu-lum che ha il tubero a forma discoide (BedalovKupfeR 2005) in riferimento allrsquoorigine delle speciedel genere Arum Bedalov KupfeR (2005) suggeri-scono che la forma discoide del tubero sia da consi-derare ancestrale rispetto alla forma rizomatosaSuccessivamente questi dati sono stati confermati daindagini molecolari (eSpigravendola et al 2010) in precedenti lavori al fine di chiarire la tassonomiadel genere Arum sono stati riportati alcuni aspetticitologici e citotassonomici (goRi 1958 MaRcHi etal 1964 BeuRet 1971 1972 MaRcHi 1971Bedalov 1975 1981 Bedalov et al 1998) lamaggior parte delle specie di Arum egrave diploide connumero cromosomico 2n=28 mentre sono pochi itaxa poliploidi conosciuti A maculatum e A apulumsono tetraploidi con 2n=56 mentre A italicum egrave esa-ploide con 2n=84 le analisi cariologiche hannomostrato in dettaglio i cariotipi di quattro speciediploidi e due poliploidi i taxa analizzati inoltrehanno evidenziato un ldquocariotipo di baserdquo caratteriz-

zato dalla presenza di alcuni cromosomi marker(drsquoeMeRico et al 1993 Bianco et al 1994) il presente contributo fornisce pertanto informazio-ni sulla cariomorfometria delle suddette specie poli-ploidi

MateRiali e Metodile analisi cariologiche sono state effettuate su apiciradicali pretrattati con colchicina 03 per 2h equindi fissati per 5 min con 5111 (vv) (alcol eti-lico assoluto cloroformio acido acetico glaciale for-maldeide) successivamente sono stati idrolizzati per20 min con Hcl 55n e colorati con reattivo difeulgen la nomenclatura utilizzata per descrivere ilcariotipo segue levan et al (1964)per valutare il livello di simmetria del cariotipo sonostati utilizzati gli indici di asimmetria a1 (indiceintracromosomale) e a2 (indice intercromosomale)(RoMeRo zaRco 1986)

RiSultati e diScuSSioneArum maculatum e A italicum sono caratterizzati daun cariotipo asimmetrico comprendente numerosicromosomi submetacentrici con A italicum chemostra un indice intracromosomale (a1=043) piugraveelevato rispetto ad A maculatum (a1=039)dal punto di vista citologico egrave interessante notareche nelle specie esaminate sono state osservate coppiedi cromosomi caratterizzate dalla presenza di seg-menti telomerici debolmente colorati dal feulgenprecedentemente descritti come costrizioni seconda-rie (drsquoeMeRico et al 1993) dyeR (1963) e voSacolaSante (1995) descrivono simili segmenti

414 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

indagini cariomorfometriche in tre taxa poliploidi del genere Arum

a tuRco p Medagli a alBano S drsquoeMeRico

aBStRact - Karyomorphometry on three polyploid taxa of arum - Somatic chromosomes of three polyploid taxa of Arumhave been investigated A italicum showed 2n = 84 chromosomes and the karyotype is composed by numerous asymmet-ric chromosomes A maculatum and A apulum have shown 2n = 56 chromosomes the karyotype morphology of Aitalicum is similar to that of A maculatum but the most asymmetrical karyotype and the presence of numerous weaklyfeulgen-stained segments of the former suggest a more recent origin respect to latter differently A apulum has showed asymmetrical karyotype and few weakly feulgen-stained segments

Keywords allocyclic segments Arum karyotype asymmetry

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

denominati ldquoallocyclic segmentsrdquo in diversi gruppidi piante (Gasteria duval Iris l Aloe l) voSaBennett (1990) e Bennett gRiMSHaW (1991)inoltre suggeriscono lrsquoutilitagrave di questi segmenticome indicatori dellrsquoevoluzione del cariotipo e quin-di determinanti nellrsquoidentificazione dei cariotipidelle varie entitagrave al riguardo Arum italicum hamostrato il maggior numero di cromosomi conte-nenti i suddetti segmenti in comparazione a quelliosservati nei complementi di A maculatum A apu-lum e nei diploidi A orientale M Bieb subsp orien-tale e A cylindraceum gasp (drsquoeMeRico et al1993) differentemente A apulum egrave una specie tetraploidecon una distribuzione limitata al Sud italia (puglia)(caRano 1934 goRi 1958 Bianco et al 1994)Questrsquoultima specie mostra un cariotipo piugrave simme-trico (a1=032) considerato ancestrale rispetto allespecie con cariotipi asimmetrici (SteBBinS 1971)costituito da cromosomi prevalentemente metacen-trici e dalla presenza di pochi segmenti allociclicidrsquoaltra parte lrsquoisolamento geografico accompagnatoda variazioni ecologiche sembra supportare lrsquoattualestruttura del cariotipo di A apulum

letteRatuRa citata Bedalov M 1975 ndash Cytotaxonomical and phytogeograph-

ical investigation of the species arum italicum Mill inYugoslavia acta Bot croat 34 143-150

mdash 1981 ndash Cytotaxonomy of the genus arum (araceae) inthe Balkans and the Aegean area Bot Jahrb Syst 102183-200

Bedalov M favaRgeR c KupfeR p 1998 ndash Naturalhybrids and basic chromosome number in the genusarum acta Botanica yunnanica Suppl X 71-75

Bedalov M KupfeR p 2005 ndash Studies on the genusarum (araceae) Bull Soc neuchacirctel Sci nat 12843-70

Bennett St gRiMSHaW JM 1991 ndash Cytological stu-dies in cyclamen (primulaceae) pl Syst evol 176135-143

BeuRet e 1971 ndash Reacutepartition geacuteographique de quelquesarum des groupes maculatum L et italicum Mill BullSoc neuchacirctel Sci nat 94 29-36

mdash 1972 ndash Preacutesence drsquoun Arum diploide en Italie BullSoc neuchacirctel Sci nat 95 35-41

Bianco p drsquoeMeRico S Medagli p Bedalov M1994 ndash Indagini sistematiche su arum apulum(Carano) Bedalov (araceae) entitagrave endemica delle

Murge Pugliesi Webbia 49 (1) 43-49BonnieR g 1931 ndash Flore complegravete ilustregravee en couleurs de

France Suisse et Belgique 11 pariscaRano e 1934 ndash Un nuovo elemento della Flora meri-

dionale drsquoItalia ann Bot 20 579-585drsquoeMeRico S Bianco p Medagli p 1993 ndash

Chromosome numbers and karyotypes in arum(araceae) caryologia 46 161-170

diHoRu g 1970 ndash Morpho-taxonomische aspekte einigerArum-Arten Rev Roumaine Biol Seacuter Bot 15 71-85

dyeR af 1963 ndash Allocyclic segments of chromosomes andstructural heterozygosity that they reveal chromosoma13 545-576

eSpigravendola a BueRKi S Bedalov M KupfeR palvaRez n 2010 ndash New insights into the phylogeneticsand biogeography of arum (araceae) unravelling its evo-lutionary history Bot J linn Soc 163 14-32

goRi c 1958 ndash Il numero dei cromosomi dellrsquoarumnigrum Schott var apulum Carano caryologia 10(3) 454-456

levan a fRedga K SandBeRg aa 1964 ndashNomenclature for centromeric position on chromosomesHereditas 52 201-220

MaRcHi p 1971 ndash Numeri cromosomici per la flora italia-na 57-66 inform Bot ital 3 124-138

MaRcHi p capineRi R drsquoaMato g 1964 ndash Numericromosomici per la flora italiana 182-189 informBot ital 6 (3) 303-312

MeuSel H JaegeR e WeineRt e 1965 ndash Vergleichen-de Chorologie der zentra-europaumlischen flora 1 Jena

RoMeRo zaRco c 1986 ndash A new method for estimatingkaryotype asymmetry taxon 35 526-530

SteBBinS gl 1971 ndash Chromosomal Evolution in HigherPlants edward arnold ltd london

teRpOacute a 1973 ndash Kritische Revision der arum-Arten desKarpatenbeckens acta Bot acad Sci Hung 18216-255

voSa cg Bennett St 1990 ndash Chromosome studies inthe Southern African flora58-94 Chromosome evolutionin the genus gasteria Duval caryologia 43 235-247

voSa cg colaSante M 1995 ndash I segmenti allociclicinelle liliiflorae inform Bot ital 27 307-308

RiaSSunto gli autori riportano alcuni risultati cario-morfometrici ottenuti su tre specie poliploidi del genereArum Arum apulum (2n=56) A maculatum (2n=56) e Aitalicum (2n=84) in particolare la specie A italicum con2n=84 cromosomi ha mostrato un cariotipo con un eleva-to indice di asimmetria nel cariotipo di questa speciesono stati riscontrati numerosi ldquosegmenti allociclicirdquo incomparazione ad A maculatum e A apulum

415Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

autoRi

Alessio Turco Piero Medagli Antonella Albano Laboratorio di Botanica sistematica ed Ecologia vegetale DiSTeBAUniversitagrave del Salento Campus Ecotekne 73100 LecceSaverio DrsquoEmerico Dipartimento di Biologia Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70126 Bari

Cistus clusii dunal piccolo arbusto appartenente allafamiglia Cistaceae egrave una specie xerofila con distribu-zione mediterraneo-occidentale in italia storicamen-te presente in Sicilia (giaRdina 1988) e in puglianellrsquounica stazione di ldquoBosco isolardquo (lesina fg)(foRte et al 2002a) in questrsquoultima il contestovegetazionale egrave quello della gariga nanofanerofiticasu suolo sabbioso in associazione con Rosmarinusofficinalis l Erica multiflora l e Cistus sp pl(cHieSuRa loRenzoni et al 1976)a partire dallrsquoanno 2000 nellrsquoambito di progetti diricerca condotti dal Museo orto Botanicodellrsquouniversitagrave degli Studi di Bari sono stati indaga-ti alcuni aspetti della biologia ed ecologia di C clusii(MaccHia 2005) tali studi furono finalizzati allarealizzazione di azioni di conservazione in situ attra-verso il rafforzamento della popolazione residualepugliese giagrave allrsquoepoca gravemente esposta a pericolodi estinzione (conti et al 1997) a tale scopo furo-no infatti reintrodotti in aree ecologicamente idoneedi ldquoBosco isolardquo circa cento individui ottenuti pervia sessuale attraverso fecondazione incrociata con-trollata a partire dai pochi individui della popolazio-ne originaria (foRte et al 2002b) Successivi rilieviin campo hanno registrato la progressiva diminuzio-ne del numero di individui presenti in situ fino allaloro completa scomparsa soprattutto a causa deiripetuti incendi verificatisi tra il 2007 e il 2010(foRte et al 2009 2012) tuttavia la specie in

puglia era da ritenersi estinta solo in natura (EW) inquanto presso il Museo orto Botanico di Bari eranopresenti sia individui ottenuti da fecondazione incro-ciata e derivanti dalla popolazione spontanea origina-ria sia semi conservati presso la Banca delgermoplasma (Bg-MoBB)Questrsquoultima evenienza ha costituito la premessaindispensabile per la realizzazione di nuove azioni diconservazione di C clusii nel territorio di ldquoBoscoisolardquo tali azioni si sono concretizzate grazie ad unaconvenzione stipulata tra il Museo orto Botanico diBari e il centro Studi naturalistici onluS nellrsquoam-bito del progetto ldquointerventi per la protezione e con-servazione del patrimonio ambientalerdquo- fondi faS ndashpremialitagrave Regionale delibera cipe 202004in questo lavoro vengono presentate le attivitagrave svolteai fini della propagazione gamica di C clusii e quelleper la successiva reintroduzione degli individui pro-dotti

MateRiali e Metodi

il materiale di propagazione gamica utilizzato per leazioni di conservazione in situ egrave stato ottenuto daimpollinazione incrociata controllata eseguita su dueindividui conservati ex situ siglati come c1 e c2 peri quali era stata giagrave testata la compatibilitagrave allrsquoincro-cio (foRte et al 2012)nel mese di aprile 2010 495 fiori (437 dellrsquoindivi-duo c1 e 58 dellrsquoindividuo c2) privati degli stami

416 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

Reintroduzione di Cistus clusii a ldquoBosco isolardquo (lesina puglia)

l foRte S anifantiS f caRRuggio v cavallaRo f Mantino g MelcHioRRe

aBStRact - Reintroduction of cistus clusii to ldquoBosco Isolardquo (Lesina Apulia) - Cistus clusii dunal is very rare in italy whereits historical sites of occurrence are in Sicily and apulia (ldquoBosco isolardquo ndash lesina fg) after the extinction in the wild ofthe small apulian population the Botanical garden Museum of Bari university and the centro Studi naturalistici(onluS) made a special agreement in order to implement a reintroduction project into the site of lesina the reintro-duced plants 520 in all were obtained from the offspring of lesina C clusii spontaneous population which is conservedex situ at the Botanical garden Museum of Bari to increase the chances of a successful reintroduction the plants wereplaced in three different areas and in each of them the individuals were planted in microsites suitable for the eco-physi-ological characteristics of the lesina population already known from literature in fact only a thorough knowledge of thebio-ecological behaviour of the selected species may allow to establish self-maintaining populations in the wild and so torealize an effective conservation action

Key words apulia Cistus clusii dunal reintroduction

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

sono stati impollinati manualmente e coperti consacchetti di tessuto non tessuto (tnt) in maggioin concomitanza con lrsquoinizio dellrsquoingrossamentodegli ovari i cappucci sono stati rimossi e nel mesesuccessivo egrave stata effettuata la raccolta delle capsulemature nella primavera del 2011 i semi sono statisottoposti a pre-trattamenti di scarificazione mecca-nica manuale e di dry-heating (80 degc x 5 min) inquanto risultati i piugrave efficaci nel promuoverne la ger-minazione (foRte et al 2012) per ciascuno dei duepre-trattamenti sono stati utilizzati circa 1500 semiderivanti dallrsquoincrocio c1 x c2 e circa 400 semi pro-dotti dallrsquoincrocio c2 x c1 i semi pre-trattati sonostati posti direttamente in plateaux di polistiroloespanso riempiti con sabbia sterilizzata a granamedio-fine (50) e torba (50) dopo una primafase di accrescimento le plantule sono state trapian-tate in fitosacchi in film plastico contenenti terrenonon sterile (sabbia di fiume 40 terreno comune30 torba 30) durante tutte le fasi di crescita leplantule sono state irrigate e sottoposte a trattamen-ti fitosanitari e fertilizzanti miratiper lrsquointervento di reintroduzione oltre agli individuicosigrave ottenuti nel 2011 sono stati utilizzati ancheindividui derivanti da semi pre-germinati nellrsquoambi-to di prove sperimentali condotte tra il 2009 e il2010 su c1 e c2la scelta delle aree di reintroduzione egrave stata fattasulla base dei dati storici di presenza di C clusii alesina (cHieSuRa loRenzoni et al 1976 foRte etal 2002b) delle caratteristiche eco-fisiologiche dellapopolazione originaria (foRte et al 2005 foRtepaStoRe 2005) di quelle ecologiche dei siti di rein-troduzione e dellrsquoanalisi delle minacce

RiSultati e diScuSSione

gli individui oggetto dellrsquoazione di reintroduzioneavvenuta a fine gennaio 2013 sono stati distribuitiin tre aree principali (fig 1) Queste sono situate neltratto di cordone dunale immediatamente ad est diMarina di lesina insediamento sorto in localitagravepietramaura dove negli anni lsquo70 era ancora presen-te il piugrave esteso nucleo di individui di C clusii dellastazione di lesina (cHieSuRa loRenzoni et al1976) due delle aree di reintroduzione poste tra lelocalitagrave di acquarotta e pennacchio sono relativa-mente vicine tra loro e separate da una fascia occupa-ta da un rimboschimento a Pinus pinea l mentre laterza in localitagrave chiusa dista dalle altre circa 2 kmallrsquointerno di ciascuna area sono stati individuati piugravesiti di reintroduzione georiferiti mediante strumen-tazione gpS in ognuno dei quali egrave stato inserito unnumero di individui compreso tra 20 e 25la scelta di ripartire gli individui in tre aree di rein-troduzione differenti e allrsquointerno di queste in piugravesiti distinti egrave stata effettuata con lo scopo di ridurre ilrischio che un eventuale incendio possa interessarlecontemporaneamente compromettendo la sopravvi-venza dellrsquointera popolazione reintrodotta il numerocomplessivo di siti di intervento egrave risultato pari a 27inoltre per garantire buone probabilitagrave di successo

anche riproduttivo in ciascun sito sono stati reintro-dotti almeno 20 individui al fine di aumentare laprobabilitagrave di incrocio tra individui con alleli diincompatibilitagrave differenti indispensabile in una spe-cie allogama come C clusii (Rizzotto 1979)in ogni sito inoltre i singoli individui sono statipiantati in micro-siti individuati sulla base dellamicro-morfologia stazionale le tre aree di interven-to ricadono in un contesto vegetazionale caratterizza-to da un complesso e molto frammentato mosaicocostituito principalmente dalla gariga a R officinalisE multiflora e Cistus sp pl e dalla macchia a sclero-fille sempreverdi con presenza di Erica arborea lQuesto mosaico spesso egrave il diretto risultato delledifferenti condizioni ecologiche determinate dallamicro-morfologia stazionale (foRte et al 2002a) ealtre volte della dinamica della vegetazione in atto acausa degli incendi pertanto sono stati individuaticome idonei quei micro-siti rispondenti alle caratte-ristiche bio-ecologiche della popolazione da intro-durre (eliofilia relativa sensibilitagrave allo stress idricoecc foRte et al 2005) e comunque sempre suffi-cientemente distanti da nuclei di macchia in stato diavanzamento o da singoli cespugli in fase di resprou-tinglrsquoazione di conservazione in situ cosigrave condotta nonha richiesto pertanto ulteriori interventi quali dira-

417Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 1Mappa delle aree di reintroduzione (base cartograficaldquocarta della vegetazione reale del ldquoBosco isolardquo di lesina- foglio 1rdquo foRte 2001)Map of reintroduction areas (cartographic base ldquocartadella vegetazione reale del ldquoBosco isolardquo di lesina - foglio1rdquo foRte 2001)

damento della vegetazione preesistente rimozionedel secco ecccomplessivamente nella stazione di ldquoBosco isolardquosono stati reintrodotti 520 individui di C clusii pro-dotti mediante coltivazione ex situ 200 dei qualiderivanti da semina diretta di semi pre-trattati e 320ottenuti da impianto di semi pre-germinatiattualmente ulteriori 155 individui prodotti nel-lrsquoambito di questo progetto sono conservati presso ilMuseo orto Botanico dellrsquouniversitagrave di Bari inmodo da garantire sia la conservazione ex situ delpatrimonio genetico della popolazione di lesina e siala possibilitagrave di disporre di materiale di propagazioneper studi successivi

Ringraziamenti - gli autori ringraziano gli ldquospeciali colla-boratorirdquo che si sono prodigati durante il lavoro in campodi reintroduzione in situ in ordine alfabetico elenaBlotti nicola cillo Saverio drsquoamico Mario de tullioantonella grano Marcello Macchia Saverio Regina egianni Signorile

letteRatuRa citatacHieSuRa loRenzoni f cuRti l loRenzoni gg

MaRcHioRi S 1976 ndash cistus clusii Dunal Note dinomenclatura e di distribuzione con particolare riguardoalla stazione di Lesina (Foggia) giorn Bot ital 110259-267

conti f Manzi a pedRotti f 1997 ndash Liste rosse regio-nali delle piante drsquoItalia WWf Societagrave Botanicaitaliana universitagrave di camerino

foRte l anifantiS S Mantino f caRRuggio fcavallaRo v 2009 ndash Conservation of cistus clusiiDunal from ldquoBosco Isolardquo (Lesina - Apulia) current sta-tus and new experimental evidence in BaccHetta g(ed) Book of Abstracts Biodiversity Hotspots in theMediterranean Area 45th intern congr SiSv amp fip ndashcagliari 22-24 25-29 June 2009 280

foRte l cavallaRo v MaccHia f 2002b ndashConservazione in situ di cistus clusii Dunal (cistaceaeMagnoliophyta) nella duna di Lesina Quad Botamb appl 13 3-9

foRte l cavallaRo v pantaleo f drsquoaMico fSMaccHia f 2002a ndash The vascular Flora of the ldquoBoscoIsolardquo at Lesina (Foggia ndash Apulia) fl Medit 12 33-92

foRte l MelcHioRRe g anifantiS S caRRuggio fMantino f 2012 ndash Alcuni aspetti della biologia dellaconservazione di cistus clusii Dunal di ldquoBosco Isolardquo(Lesina Puglia) inform Bot ital 44(Suppl 2) 36-38

foRte l paStoRe d 2005 ndash Relazioni acqua-pianta inMaccHia f (ed) Biologia ed ecologia di cistus clusiiDunal 31-38 ed adda Bari

foRte l paStoRe d MaRvulli M Scatigna aMeMaccHia f 2005 ndash Analisi comparata tra eventi feno-logici e andamento dei parametri ambientali inMaccHia f (ed) Biologia ed ecologia di cistus clusiiDunal 5-13 ed adda Bari

giaRdina 1988 ndash Segnalazioni Floristiche Italiane 574-576 inform Bot ital 20(2-3) 678-679

MaccHia f (a cura di) 2005 ndash Biologia ed ecologia dicistus clusii Dunal ed adda Bari

Rizzotto M 1979 ndash Ricerche tassonomiche e corologichesulle cistaceae 1 Il genere cistus L in Italia Webbia33(2) 343-378

RiaSSunto ndash Cistus clusii dunal egrave una specie moltorara in italia storicamente presente in Sicilia e in puglianellrsquounica stazione di ldquoBosco isolardquo (lesina fg) in segui-to allrsquoestinzione della piccola popolazione residuale puglie-se il Museo orto Botanico dellrsquouniversitagrave di Bari e ilcentro Studi naturalistici onluS hanno stipulato unaapposita convenzione al fine di attuare unrsquoazione di rein-troduzione nel sito di lesina le piante reintrodotte insitu 520 in tutto sono state ottenute a partire da indivi-dui di C clusii progenie della popolazione spontanea ori-ginaria conservati ex situ presso il Museo orto Botanicoper aumentare le probabilitagrave di successo dellrsquointerventogli individui sono stati distribuiti in tre aree distinte eallrsquointerno di queste piantati in micro-siti rispondenti allecaratteristiche eco-fisiologiche della popolazione di C clu-sii di lesina giagrave note dalla letteratura infatti solo unaconoscenza approfondita del comportamento bio-ecologi-co delle entitagrave oggetto di interventi di conservazione insitu permette di programmare una concreta azione di tute-la attraverso lrsquoinsediamento di popolazioni in grado dipersistere nel tempo

418 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

autoRi

Luigi Forte (luigiforteunibait) Viviana Cavallaro Dipartimento di Biologia e Museo Orto Botanico Universitagrave di BarildquoAdo Morordquo Via E Orabona 4 70126 BariStamatia Anifantis Francesca Carruggio Francesca Mantino Giulia Melchiorre Museo Orto Botanico Universitagrave di BarildquoAldo Morordquo Via E Orabona 4 70126 Bari

Limoniastrum monopetalum (l) Boiss egrave presente inpuglia sulle rupi marittime di tricase porto (le)nellrsquoambito di una cenosi ascrivibile alla classeCrithmo-Limonietea Br-Bl 1947 in condizioni ana-loghe a quanto descritto per la Sicilia meridionale daBaRtolo et al (1982) Secondo la direttiva9243cee si tratta di un habitat di interesse comu-nitario denominato ldquoScogliere con vegetazione dellecoste mediterranee con Limonium spp endemicirdquo(aavv 2010) ersquo una specie a diffusione SW-Mediterranea in italia egrave presente in Sardegna inSicilia (conti et al 1992) nella laguna diorbetello (toMei guazzi 1993) a tricase porto(le) (accogli et al 1996) (fig1) in passato laspecie era stata segnalata ldquonei siti arenosi di tarantordquo(MaRinoSci 1870) caratterizzati da depressionicostiere con un ristagno idrico con substrato preva-lentemente costituito da argille e colonizzato da spe-cie ad elevata alofilia (tRotteR 1936) probabil-mente le antiche cenosi erano ascrivibili alla classeSarcocornetea-fruticosae Br-Bl amp tuumlxen ex a amp oBolograves 1950 tipica dei suoli inondati fangoso-argillo-si come riportato da Biondi et al (2004) per laSardegna

StatuS del popolaMento puglieSe ed eSpeRienzepRegReSSe

a tricase porto il popolamento si presenta formatoda due nuclei localizzati sulla sommitagrave di due costo-ni rocciosi distanti in linea drsquoaria circa 150 mentrambi i costoni sono occupati da abitazioni ad

uso civico ed i cespugli di limoniastro sono localizza-ti nelle loro adiacenze ma non allrsquointerno e questopotrebbe escludere unrsquointroduzione della specie perscopo ornamentale in totale si possono contarecirca 25 individui dei quali 18 si presentano comegrossi cespugli larghi 1ndash25 m alti 075ndash130 m lafioritura dura meno di un mese tra la fine di giugnoe lrsquoinizio di luglio le infiorescenze secche rimango-no sulla pianta sino a dicembre ma la maturazionedei frutti non egrave mai evidente e non egrave visibile la dei-

419infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

conservazione ex situ ed interventi di reintroduzione di Limoniastrum monopetalum in puglia

R accogli Mp BiancHi p Medagli S MaRcHioRi

aBStRact - ex situ conservation and reintroduction of limoniastrum monopetalum in Apulia region - in this paper arepresented the main actions taken by the Botanic garden of diSteBa for the protection of Limoniastrum monopetalum(l) Boiss species of high vulnerability included in the national Red list of plants of italy the specie is cultivated exsitu in the Botanic garden and it was decided to implement its reintroduction in the locality palude la vela (ta) in anarea once had been reported but no longer found propagation of L monopetalum was carried out by vegetative and gen-erative individuals obtained were reintroduced in two sites of the palude to different environmental conditions

Key words conservation moltiplication reintroduction

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 1areale di L monopetalum secondo gReuteR et al 1989 etutin et al 1981distribution area of L monopetalum according togReuteR et al 1989 and tutin et al 1981

scenza a contrastare lo sviluppo e la diffusione dinuove piante sono le estreme condizioni di povertagravedel substrato fortemente disturbato dalle attivitagraveantropiche che rimaneggiano continuamente le som-mitagrave dei costoni rocciosi (interventi di restauro edili-zio incendi e tagli indiscriminati) e la presenza diuna flora sinantropica dominata da agave pittospo-ro caprifico rovola vulnerabilitagrave della specie ha motivato la sua ripro-duzione ex situ nellrsquoorto Botanico dellrsquouniversitagravedel Salento e la messa a punto di protocolli di rein-troduzione infatti giagrave nel 2000 era stata testata lacapacitagrave di propagazione di L monopetalum sia pervia gamica che agamica senza forzature sui semi neacutedi ormoni radicanti per le talee la resa germinativaera risultata molto bassa del 2-5 mentre elevatesono state le percentuali di attecchimento delle talee(70-95) sia in primavera che agli inizi dellrsquoautun-no nel 2005 egrave stato effettuato un primo interventovolto al potenziamento del popolamento di L mono-petalum esistente a tricase porto lungo un breve trat-to costiero prospiciente il sito interessato da un inter-vento di riqualificazione attuato dallrsquoamministra-zione comunale lrsquointervento prevedeva la realizza-zione di un camminamento lungo la scogliera attra-verso i segni della storia locale ancora leggibili (trat-turi per la mena delle pecore vasche intagliate negliscogli per la concia delle pelli e per lrsquoestrazione diblocchi lapidei terrazzamenti per le colture agrarieprimaticce etc) la flora del tratto costiero annove-ra altre specie di interesse conservazionistico percheacuteincluse nella lista Rossa nazionale come Vincetoxi-cum hirundinaria Medik subsp adriaticum (Beck)Markgr o di valore fitogeografico come lrsquoendemicoLimonium japigicum (groves) pignatti Lavateraarborea l Scrophularia lucida l lrsquointervento direintroduzione era stato concordato con docenti edalunni delle Scuole Medie inferiori del comune ditricase che hanno partecipato dimostrando grandeinteresse e sensibilitagrave nellrsquoautunno 2005 egrave stataorganizzata una giornata durante la quale dopo unincontro tra autoritagrave politiche locali studiosi stu-denti e cittadini sono state messe a dimora 10 pian-te di L monopetalum (accogli et al 2006) pur-troppo lrsquointervento egrave stato inficiato da un incendioche nella primavera successiva ha distrutto buonaparte della flora spontanea ed i trapianti effettuati

MateRiali e Metodi

un secondo intervento di reintroduzione di L mono-petalum egrave stato programmato nel 2011 per il sitopalude la vela che ricade nellrsquoomonima Riservanaturale Regionale e prossima allrsquoantica salina di Sgiorgio jonico (ta) come prima fase si egrave procedu-to alla moltiplicazione della specie per ottenere indi-vidui giovani da mettere a dimora la moltiplicazio-ne ex situ egrave stata ripetuta sia per via vegetativa chegenerativa ponendosi nelle medesime condizionidegli anni precedenti ma con lrsquoaccorgimento didistinguere talee semierbacee da talee legnose ilmateriale propagativo egrave stato prelevato dagli indivi-

dui presenti a tricase porto da rami di 2 o piugrave annicon diametro del fusto maggiore di 10 mm sonostate realizzate talee lunghe 10-18 cm da rami di 1anno con diametro inferiore a 10 mm sono staterealizzate talee lunghe 7-12 cm il prelievo egrave statoeffettuato sia allrsquoinizio dellrsquoautunno (5 ottobre 2010)che alla fine della stagione invernale (5 marzo 2011) le talee sono state messe a radicare (senza aggiunta diormoni) in substrato costituito da un mixer di torbae perlite in rapporto 12 in vasi in pvc delle dimen-sioni 7x7x18 cm fatti stazionare poi in tunnel fred-do dopo 30 giorni veniva registrato lrsquoattecchimentodelle talee i risultati definitivi hanno evidenziato ilseguente andamento in autunno per quelle preleva-te da rami di 2 anni egrave stata registrata una percentua-le del 74 e per quelle prelevate da rami di 1 annodel 64 in primavera per le talee piugrave legnose egrave stataregistrata una percentuale di attecchimento pari al95 e per quelle meno legnose dellrsquo86 ancorauna volta i risultati dimostrano la facilitagrave di propaga-zione vegetativa della specie inoltre anche se i valo-ri differiscono di poco si deduce che il periodomigliore per il taleaggio di L monopetalum egrave a finestagione primaverile con rami vecchi di almeno 2anni (tab 1)

i racemi di L monopetalum dopo la fioritura persi-stono sulla pianta per lungo tempo (anche sino allrsquoin-verno) per cui sono stati effettuati periodici prelievidei frutti per lrsquoestrazione dei semi al fine di definire ilperiodo di piena maturazione un primo prelievo deifrutti egrave stato effettuato in ottobre i semi sono statiopportunamente isolati previa rottura della capsulaed una parte di essi egrave stata sottoposta a vernalizzazio-ne (4 degc per 24 h) per simulare unrsquoeventuale dor-mienza invernale la semina egrave stata effettuata in cap-sule petri sterili con carta da filtro come substratotenute in camera di crescita a 20 degc e fotoperiodo di10 h Sono state realizzate tre ripetizioni con 30 ele-menti per capsula lrsquoelaborazione dei dati registratievidenzia un andamento del potere germinativo di Lmonopetalum secondo quanto riportato dalla fig 2 il monitoraggio delle piastre ha evidenziato un pote-re germinativo dei semi molto basso (2-4) questodato egrave stato confermato dalla semina a spaglio effet-tuata in una seminiera con substrato composto datorba e agriperlite nel rapporto 12 da circa 200semi sono emerse solo 6 plantule

420 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

taBella 1Risultati della propagazione ex situResults of ex situ propagation

stagione talee di di radicazionepartenza 72 dopo 30 gg

Oslash 10 mm 64autunno Oslash 10-20 mm 74Oslash 10 mm 86primavera Oslash 10-20 mm 95

ReintRoduzione a palude la vela

i sopralluoghi effettuati a palude la vela per lrsquoindivi-duazione di siti idonei alla reintroduzione hannoindotto alla scelta di due piccole superfici simili percondizioni di substrato per copertura vegetale eparametri ambientali tali siti sono collocati su spon-de opposte dellrsquoacquitrino ed hanno unrsquoestensioneminima di 60 m2 per la messa a dimora sono stateselezionate piante vigorose e sane con unrsquoaltezzamedia di 489 plusmn526 cm e diametro di 1609plusmn304cm nel mese di novembre 2011 egrave stata effettuata laloro messa a dimoranel sito denominato ldquoardquo sono state trapiantate 15piante con un approssimativo sesto di impianto di 2x 4 m nel sito ldquoBrdquo sono state trapiantate 14 piantein ordine sparso in quanto lrsquoarea presentava nume-rose zone di erosione e continui dislivelli

concluSioni

nellrsquoarea palude la vela le condizioni ambientalisembrano piugrave confacenti allrsquoecologia di L monopeta-lum rispetto a tricase porto ed egrave positivo che tutte lepiante abbiano attecchito e siano giunte a fioriturama solo fra qualche anno si potragrave constatare la for-mazione di un eventuale popolamento con individui

fertili ed in grado di autopropagarsi e si avragrave confer-ma del successo della reintroduzione

letteRatuRa citataaavv 2010 ndash Manuale italiano interpretazione degli

habitat (Direttiva 9243 CEE) Ministero ambiente etutela territorio e Mare SBi

accogli R Medagli p MaRcHioRi S 1996 ndashlimoniastrum monopetalum (L) Boiss in Puglia(plumbaginaceae) giorn Bot ital 130 1 91degcongr SBi ancona 16-19 settembre 1996

mdash 2006 ndash Conservazione ex situ e reintroduzione dilimoniastrum monopetalum (L) Boiss sulla fasciacostiera di Tricase Porto (Lecce) inform Bot ital38(Suppl 1) 183-184

BaRtolo g BRullo S MaRcenograve c 1982 ndash La vegeta-zione costiera della Sicilia sud-orientale aQ71226cnR Roma

Biondi e BRugiapaglia e faRRiS e filigHeddu RSeccHi z 2004 ndash Halophilous vegetation of Olbia pondsystem (NE-Sardinia) fitos 41(1) Suppl 1 125-141

conti f Manzi a pedRotti f 1992 ndash Lista RossaNazionale delle Piante drsquoItalia WWf italia Roma

gReuteR W BuRdet HM long g 1989 ndashMedndashChecklist vol 4 320 pp

MaRinoSci M 1870 ndash Flora Salentina 1 22toMei pe guazzi e 1993 ndash Le zone umide della

Toscana Lista generale delle entitagrave generali atti MusStor nat grosseto 15 120-135

tRotteR a 1936 ndash Rilievi ecologici intorno alla flora edalla vegetazione della salina di SGiorgio presso Tarantoann R ist Sup agr portici III 5 120-135

tutin tg HeyWood vH BuRgeS na MooRedM valentine dH WalteRS SM WeBB da1981 ndash Flora Europaea vol 3 51

RiaSSunto - nel presente lavoro vengono esposte leprincipali azioni intraprese dallrsquoorto Botanico deldiSteBa per la salvaguardia di Limoniastrum monopeta-lum (l) Boiss specie ad alta vulnerabilitagrave inclusa nellalista Rossa nazionale delle piante drsquoitalia da anni la spe-cie viene coltivata ex situ nellrsquoorto Botanico e si egrave pensatodi attuare la sua reintroduzione in localitagrave palude la velain un ambito territoriale di antica segnalazione ma doveattualmente risulta scomparsa la propagazione di Lmonopetalum egrave stata effettuata per via vegetativa e genera-tiva e gli individui ottenuti sono stati reintrodotti in duesiti della palude a diverse condizioni ambientali

421Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 2valutazione del potere germinativoevaluation of the germinative power

autoRi

Rita Accogli (ritaaccogliunisalentoit) Maria Pia Bianchi Piero Medagli Silvano Marchiori Orto Botanico delDipartimento di Scienze e Tecnologie Biologiche ed Ambientali (DiSTeBA) Universitagrave del Salento Centro Ecotekne ViaProvinciale per Monteroni 73100 Lecce

in occasione della redazione della checklist dellepiante vascolari della puglia (a albano fBartolucci f conti p Medagli Rp Wagensommerin prep) egrave stato aggiornato lrsquoelenco delle specieminacciate in questa Regionele liste Rosse Regionali (conti et al 1997) ripor-tavano per la puglia 180 entitagrave da allora sono tras-corsi piugrave di 15 anni alcune di queste entitagrave eranoindicate in puglia per errore e altre sono considerateoggi sinonimi di entitagrave non minacciate mentrenumerose specie della lista Rossa nazionale sonostate rinvenute in puglia solo dopo il lavoro diconti et al (op cit) per questo motivo abbiamoritenuto utile aggiornare lrsquoelenco delle specie di listaRossa della Regione puglia e integrarlo con tutte leentitagrave endemiche pugliesi ed esclusive della Regione(presenti in italia solo in puglia)

RiSultati

il libro Rosso delle piante drsquoitalia (conti et al1992) riportava 458 specie e sottospecie di piantevascolari sottoposte a vari gradi di minaccia a livellonazionale di queste entitagrave 46 sono attualmentenote in puglia (tab 1) considerando anche le listeRosse Regionali (conti et al 1997) il numero ditaxa minacciati a livello nazionale e presenti in pugliasale a 89 entitagrave certamente presenti (di cui 1 dubita-tivamente alloctona) e 8 dubitativamente presentinella Regione mentre il numero di entitagrave indicatecome minacciate a livello Regionale egrave pari a 158 (dicui 1 dubitativamente alloctona) alle quali si aggiun-gono 4 entitagrave dubitativamente presenti nella Regio-ne per un totale di 188 entitagrave (tab 1)

le specie esclusive della puglia cioegrave quelle presentiin italia solo in questa Regione sono 54 di cui 2dubitativamente alloctone alle quali si aggiungono 6entitagrave la cui presenza egrave dubbia di queste 54 entitagrave35 sono endemiche pugliesi (tab 1)pertanto le specie di lista Rossa in puglia integratecon tutte le endemiche pugliesi e le esclusive dellaRegione sono 221 (tab 1) pari al 93 della floravascolare autoctona pugliese

diScuSSione

il libro Rosso e le liste Rosse delle piante drsquoitalia(conti et al 1992 1997) pur essendo stati seguitida altri lavori riguardanti le piante minacciate delnostro paese (pignatti et al 2001 ScoppolaSpaMpinato 2005) sono ancora oggi il riferimentoprincipale per le specie a rischio di estinzione initalia negli ultimi anni lrsquoimpulso alla realizzazionedi una nuova lista Rossa delle piante drsquoitalia secon-do i piugrave recenti criteri iucn (2001 2011) egrave statodato dalla rubrica pubblicata sullrsquoinformatoreBotanico italiano ldquoSchede per una lista Rossa dellaflora vascolare e crittogamica italianardquo e dal proget-to appena concluso e realizzato dalla SocietagraveBotanica italiana per conto del Ministero dellrsquoam-biente e della tutela del territorio e del Mare relati-vo alla valutazione nazionale della categoria di rischiodi estinzione per piugrave di 300 specie vegetali di interes-se conservazionistico e di ambientihabitat partico-larmente minacciati (RoSSi et al 2013) attualmen-te questi progetti hanno portato alla valutazione delgrado di minaccia di 40 specie vascolari presenti inpuglia Egrave auspicabile pertanto il contributo di tutti

422 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

piante vascolari minacciate e liste Rosse aggiornamento delle conoscenzein puglia

Rp WagenSoMMeR p Medagli ev peRRino

aBStRact - Threatened vascular plants and Red Lists an update of knowledge in Apulia -the Regional Red list of vas-cular plant species in apulia Region has been updated following recent knowledges of conservation distributional andtaxonomic interest

Key words apulia Red lists threatened species update

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

423Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

taBe

lla

1Piante vascolari endemiche esclusive e di Lista Rossa della Regione Puglia

Endemic exclusive and Red List vascular plants in Apulia Region

424 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO 45 (2) 393-432 2013(se

gue T

ab 1

)

425Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

(segue Tab 1)

426 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013(segue Tab 1)

427Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

(segue Tab 1)

i botanici pugliesi affincheacute sia possibile valutaresecondo i criteri piugrave recenti dellrsquoIUCN (op cit) unnumero molto maggiore di specieLrsquoelenco riportato in Tab 1 include tutte le specieendemiche pugliesi ed esclusive della Puglia Di que-ste entitagrave 33 non venivano indicate nelle Liste RosseRegionali (CONTI et al 1997) Esse sono state inclu-se in Tab 1 in via precauzionale ma in molti casi illoro effettivo grado di minaccia deve ancora esserevalutato Lrsquoelenco non include invece le categorie diminaccia indicate in ROSSI et al (2013) che sarannooggetto di un futuro contributo sulle specie di inte-resse conservazionistico in Puglia

CONCLUSIONILrsquoaggiornamento delle conoscenze floristiche inPuglia e le informazioni tassonomiche nomenclatu-rali e distributive pubblicate nel corso degli ultimianni hanno consentito un aggiornamento delle ListeRosse delle Piante vascolari della Regione Puglia maancora molto lavoro deve essere svolto per megliodefinire il numero di specie a rischio e il loro effetti-vo grado di minaccia secondo i piugrave recenti criteriinternazionali (IUCN op cit)

LETTERATURA CITATACONTI F MANZI A PEDROTTI F 1992 ndash Libro Rossodelle Piante drsquoItaliaMinistero Ambiente WWF Italia

Societagrave Botanica Italiana Romamdash 1997 ndash Liste Rosse Regionali delle Piante drsquoItaliaWWFItalia Societagrave Botanica Italiana CIAS Camerino

IUCN 2001 ndash IUCN Red List Categories and CriteriaVersion 31 IUCN Species Survival CommissionIUCN Gland (Switzerland) amp Cambridge (UK)II+30 pp

mdash 2011 ndash Guidelines for Using the IUCN Red ListCategories and Criteria Version 90 Prepared by theStandards and Petitions Subcommittee httpww-wiucnredlistorgdocumentsRedListGuidelinespdf

PIGNATTI S MENEGONI P GIACANELLI V (a cura di)2001 ndash Liste rosse e blu della flora italiana ANPARoma

ROSSI G MONTAGNANI C GARGANO D PERUZZI LABELI T RAVERA S COGONI A FENU G MAGRINIS GENNAI M FOGGI B WAGENSOMMER RPVENTURELLA G BLASI C RAIMONDO FMORSENIGO S (Eds) 2013 ndash Lista Rossa della FloraItaliana 1 Policy Species e altre specie minacciateComitato Italiano IUCN Ministero Ambiente eTutela Territorio e Mare Roma 54 pp

SCOPPOLA A SPAMPINATO G (Eds) 2005 ndash Atlante dellespecie a rischio di estinzione (CD-ROM) Allegato a ASCOPPOLA C BLASI (Eds) Stato delle conoscenze sullaflora vascolare drsquoItalia Palombi Ed Roma

RIASSUNTO ndash Egrave stata aggiornata la Lista RossaRegionale delle piante vascolari della Regione Pugliasecondo le piugrave recenti conoscenze in ambito conservazio-nistico distributivo e tassonomico

428 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO 45 (2) 393-432 2013

AUTORI

Robert Philipp Wagensommer (robwagensommeryahooit) Scuola di Scienze Ambientali Universitagrave di Camerino - CentroRicerche Floristiche dellrsquoAppennino (Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga) San Colombo 67021 Barisciano(LrsquoAquila)Piero Medagli (pietromedagliunileit) Laboratorio di Botanica Sistematica del DiSTeBA Universitagrave del Salento ViaProvinciale Lecce-Monteroni 73100 LecceEnrico Vito Perrino (enricoperrinoyahooit) Museo Orto Botanico Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via E Orabona 4 70124Bari

Verticillium dahliae Kleb egrave un fungo tracheomicoti-co responsabile della piugrave grave malattia dellrsquoolivo(Olea europaea l) soprattutto negli oliveti dei paesimediterranei Questo fungo oltre lrsquoolivo attacca piugravedi 300 specie di piante arboree ed erbacee la malat-tia determina generalmente il disseccamento di por-zioni della chioma (BeJaRano-alcaacutezaR et al 2001pegg BRady 2002 BuBici ciRulli 2011) isolatidi V dahliae in grado di infettare cotone e olivo pos-sono essere classificati in due patotipi defogliante enon-defogliante sulla base della loro abilitagrave o menodi indurre defogliazione nelle piante infette(MeRcado-Blanco et al 2001 2003) il presentelavoro propone studi preliminari su i) alcune rispo-ste fisiologiche in due cultivar di olivo caratterizzateda differenti livelli di suscettibilitagrave alla verticilliosi ii)alcuni determinanti di patogenicitagrave potenzialmentecoinvolti nellrsquoinduzione dei sintomi fogliari prodottida patotipi diversi di V dahliae

MateRiali e Metodi

Alterazioni fisiologiche piante di olivo delle cultivar lsquofrantoiorsquo (resistente) elsquoleccinorsquo (suscettibile) sono state inoculate con gliisolati vd312d (defogliante) e vd315nd (nondefogliante) seguendo il metodo descritto da ciRulli

et al (2008) piante non trattate e piante le cui radi-ci sono state immerse per 10 minuti in acqua sonostate utilizzate come tesi di controllo Sono stati valu-tati il contenuto di fenoli carotenoidi clorofillaperossido drsquoidrogeno ascorbato e lrsquoattivitagrave delleperossidasi generiche (pod) e dellrsquoascorbato perossi-dasi (apX) in foglie delle due cultivar raccolte dopo24 72 e 240 ore dal trapianto applicando i metodiproposti da cHandleR doddS (1983) licHten-tHaleR (1987) BRuno SpaRapano (2006) toM-MaSi et al (2006) paRadiSo et al (2008) tre mesidopo lrsquoinoculazione su ogni pianta egrave stata valutata lapresenza di malattia sulla chioma utilizzando la scaladi severitagrave dei sintomi proposta da colella et al(2008) lrsquoanalisi statistica dei dati egrave stata eseguitaattraverso lrsquoanalisi della varianza (anova) le mediesono state separate con il test della minima differen-za significativa (MdS) Produzione di metaboliti secondari fitotossici colture liquide statiche degli isolati vd312d evd315nd di V dahliae sono state allestite in tredifferenti soluzioni nutritive czapek modificato(vdM) patate destrosio Broth (pdB difco ) oacqua estratto di Malto (oxoid) al 2 (eM2) perciascun isolato e substrato sono state preparate 10bottiglie di Roux della capacitagrave di 1 l contenenti

429infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

Meccanismi di resistenza alla verticilliosi e caratterizzazione di varietagrave meridionali di olivo dati preliminari sulla fisiologia dellrsquointerazione olivoVerticillium dahliae

gl BRuno c faSciano Mp ippolito S SeRMani ad MaRSico c colella M aMenduni f toMMaSi

aBStRact - Mechanisms of resistance to olive Verticillium wilt and characterization of olive varieties from southern prelim-inary data on physiology of olive - verticillium dahliae interaction - inoculations experiment were performed with two strainsof Verticillium dahliae characterized as defoliating (vd312d) or not defoliating (vd315nd) pathotypes lsquofrantoiorsquo(resistant) and lsquoleccinorsquo (susceptible) olive plants the interaction plantpathogen was evaluated as total phenolscarotenoids chlorophylls hydrogen peroxide ascorbic acid generic peroxidases and ascorbate peroxidase activityinoculated plants showed the typical pathway associate to a stress the two pathotypes are also able to produce in vitrophytotoxins Some of these secondary metabolites should be involved on biochemical and physiological alterations asso-ciated to verticillium wilt symptoms on olive trees (leaves wilting and defoliation)

Keywords fenoli totali metaboliti secondari stato redox verticilliosi

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

150 ml di soluzione nutritiva ciascuna bottiglia egravestata inoculata con 5 ml di sospensione ottenutaomogeneizzando tre colonie (coltivate per due setti-mane in piastre petri su substrato di pda a 25 degc albuio) in 50 ml di acqua distillata sterile dopo 28giorni di coltura (25 degc al buio) il micelio egrave statorimosso mediante filtrazione su garza e centrifugazio-ne (5500 xg 20 min 4 degc) aliquote (3 ml) di cia-scun filtrato colturale (fc) integro o diluito (10100 e 1000 volte con acqua distillata) sono state uti-lizzate in saggi di tossicitagrave su rametti recisi dilsquoleccinorsquo e lsquofrantoiorsquo eseguiti in ambiente controlla-to (uR 50 t 25 degc luce 150 microe cm-2 sec-1)acqua distillata e substrato non inoculato sono statiutilizzati come controllo dal terzo giorno dopo lrsquoas-sorbimento delle soluzioni tossiche egrave stata osservatala manifestazione dei sintomi dopo 24 72 e 240 oredallrsquoassorbimento delle soluzioni saggiate le foglie diciascun rametto sono state caratterizzate in terminidi flusso traspiratorio utilizzando un porometro li-1600-licor negli stessi intervalli egrave stato valutato ilcontenuto in clorofilla e fenoli seguendo i metodiproposti in precedenza

RiSultati e diScuSSione

Alterazioni fisiologicheper entrambi i patotipi di V dahliae saggiati lrsquoindu-zione di uno stato di malessere nella pianta egrave confer-mata dalla riduzione nel contenuto di clorofillesoprattutto dopo 24 ore per la cultivar suscettibilelsquoleccinorsquo (fig 1) invece il contenuto di ascorbatoclorofille e carotenoidi ha subito un incrementosoprattutto nei campioni di foglie prelevate dopo 72e 240 ore dallrsquoinoculo con il patotipo defogliante leanalisi condotte sulle foglie di lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquohanno mostrato come la molecola segnale perossidodrsquoidrogeno risulta maggiormente presente nella cul-tivar frantoio dopo 72 ore dallrsquoinoculo con il patoti-po defogliante (fig 1) mentre lrsquoattivitagrave della apXsegna negli stessi tempi un decremento (fig 2) invece nella cultivar frantoio i sistemi antiossidan-ti non enzimatici hanno mostrato un calo rispetto aicontrolli nei livelli di ascorbato e di fenoli (fig 1) non si sono osservate variazioni nellrsquoattivitagrave dellacatalasi (fig 2) infatti come dimostrato in altrisistemi nei tessuti vegetali questo enzima svolge unruolo nel metabolismo del perossido di idrogenosecondario rispetto allrsquoapX che invece egrave lrsquoenzimachiave nel controllo della concentrazione in perossi-do di idrogeno (de gaRa et al 2003) lrsquoattivitagrave dellepod infine aumenta notevolmente nelle fasi tardi-ve dellrsquoinfezione nelle foglie di lsquofrantoiorsquo mentre inquelle di lsquoleccinorsquo un incremento egrave evidente 72 oredallrsquoinoculo (fig 2) i dati evidenziati nelle nostre condizioni sperimenta-li sono in linea con quanto riportato dalla letteraturariguardo alle interazioni pianta-patogeno e le risposteda stress abiotici (de gaRa et al 2003) infatti nellepiante resistenti si assiste a una modulazione deisistemi antiossidanti tale da causare un incremento diperossido di idrogeno a livello fogliare (de gaRa etal 2003) per contro nella varietagrave suscettibile lrsquoau-

mento dei livelli in antiossidanti non enzimatici nonegrave sufficiente a indurre resistenza la diversa rispostaai sistemi antiossidanti riscontrata nelle due varietagraveutilizzate in queste prove potrebbe essere consideratacome un marker biochimico per valutare lo stato diavanzamento dellrsquoinfezione e il suo destino primadella comparsa dei sintomi

Evoluzione dei sintomia conferma di quanto giagrave riscontrato da ciRulli etal (2008) lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo sono risultate rispet-tivamente resistenti e suscettibili ai due isolati di Vdahliae utilizzati nessun sintomo egrave stato registrato esulle piante utilizzate come controllo (piante nontrattate e piante le cui radici sono state immerse per

430 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

fig 1contenuto in fenoli carotenoidi clorofille e perossido diidrogeno in foglie di lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo dopo 24 72 e240 ore dallrsquoinoculo con vd312d () e vd315nd ()i controlli sono rappresentati da piante le cui radici sonostate immerse per 10 minuti in acqua (mdash) ciascun valo-re egrave la media di cinque piante phenols carotenoids chlorophylls and hydrogen peroxidecontent in leaves of lsquofrantoiorsquo and lsquoleccinorsquo after 24 72and 240 hours after inoculation with vd312d () andvd315nd () as controls plants were treated for 10minutes in water (mdash) each value is the mean of fiveplants

10 minuti in acqua) e sulle chiome di lsquofrantoiorsquo ino-culate con il patotipo non defogliante il patotipodefogliante ha causato su lsquofrantoiorsquo una modestadefogliazione le piante di lsquoleccinorsquo hanno espressosintomi gravi con entrambi i patotipi (generale avviz-zimento della chioma) aggravati nel caso del patoti-po defogliante da accentuata e rapida filloptosiMetaboliti secondari fitotossici gli isolati di V dahliae utilizzati in coltura liquida susubstrato vdM hanno permesso di ottenere fc chesaggiati su rametti recisi di lsquoleccinorsquo (suscettibile) elsquofrantoiorsquo (resistente) hanno riprodotto sintomi diavvizzimento e accartocciamento fogliare e defoglia-zione nessun sintomo egrave stato registrato sui ramettiche hanno assorbito acqua distillata e i substrati noninoculati lrsquoassorbimento dei 3 ml di soluzione daparte dei rametti ha richiesto 30-32 ore per acquavdM pdB e eM2 mentre i fc dei due isolati sonostati assorbiti in 17-24 ore i fc dei patotipivd312d o vd315nd di V dah-liae ottenuti su substrato vdM saggiati su entrambe

le cultivar di olivo hanno evidenziato sintomi da 7-9 giorni dopo lrsquoassorbimento i fc ottenuti su sub-strato vdM da entrambi i patotipi inducono ripiega-mento e successivo imbrunimento della laminafogliare sui rametti di lsquofrantoiorsquo Sui rametti dilsquoleccinorsquo sono stati registrati ingiallimenti della lami-na fogliare inizialmente intorno alle nervature edopo 3-5 giorni sullrsquointera superficie Sintomo fina-le dei fc di entrambi gli isolati di V dahliae dopo 28giorni di coltura su substrato di vdM egrave stata unagenerale defogliazione dei rametti Su lsquoleccinorsquo ladefogliazione egrave stata severa e si egrave avuta dopo 17 gior-ni sui rametti trattati con il fc dellrsquoisolato vd312dcf e dopo 21 giorni su lsquofrantoiorsquo i rametti trattaticon i fc di vd315nd sono stati registrati dopo 20giorni su lsquoleccinorsquo e dopo 25 giorni su lsquofrantoiorsquo isintomi sopra descritti sono stati osservati anche suirametti che hanno assorbito i fc dei due isolati dopodiluizione di 10 e 100 volte con acqua distillata i fc ottenuti dai due patotipi su substrato vdMsono stati confrontati sulle due cultivar per i loroeffetti sul flusso traspiratorio e sulle variazioni infenoli e clorofille presenti nelle foglie (fig 3)

431Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 2contenuto in ascorbato e attivitagrave delle perossidasi generi-che (pod) e dellrsquoascorbato perossidasi (apX) in foglie dilsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo dopo 24 72 e 240 ore dallrsquoinoculocon vd312d () e vd315nd () i controlli sono rap-presentati da piante le cui radici sono state immerse per10 minuti in acqua (mdash) ciascun valore egrave la media di cin-que piante ascorbic acid concentration and peroxidase (pod) andascorbate peroxidase (apX) activity in leaves of lsquofrantoiorsquoand lsquoleccinorsquo after 24 72 and 240 hours after inocula-tion with vd312d () and vd315nd () as controlsplants were treated for 10 minutes in water (mdash) eachvalue is the mean of five plants

fig 3effetti sulla traspirazione e sul contenuto in clorofille efenoli in foglie di lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo dopo 24 72 e 240ore dallrsquoassorbimento di 3 ml di filtrato colturale degli iso-lati vd312d () e vd315nd () su substrato vdM icontrolli hanno assorbito 3 ml di acqua (mdash) ciascunvalore egrave la media di cinque rametti recisi transpiration from abaxial leaf surfaces and chlorophyllsand phenols content in leaves of lsquofrantoiorsquo and lsquoleccinorsquoafter 24 72 and 240 hours after the absorbtion of 3 ml fvd312d () and vd315nd () culture filtrates onvdM as controls twigs adsorbed 3 ml of water (mdash) eachvalue is the mean of five twigs

le misure di traspirazione (fig 3) dimostrano unforte incremento nel flusso traspiratorio nei ramettirecisi che hanno assorbito i fc ottenuti dal patotipovd312d rispetto a quelli ottenuti dal vd315nd edalle tesi di controllo nessuna differenza egrave stata regi-strata nel contenuto in clorofilla Solo la concentra-zione in fenoli nelle foglie dei rametti recisi chehanno assorbito i fc ottenuti dai due isolati egrave risul-tata circa tre volte superiore rispetto ai rametti delletesi di controllo totali (fig 3)in definitiva appare chiaro che nellrsquointerazione Vdahliae e olivo entrino in gioco fattori chimici divirulenza del patogeno (fitotossine) che contribuisca-no alla patogenesi e alla manifestazione dei sintomied inducano nellrsquoospite condizioni di stress in que-sto stato la pianta ospite manifesteragrave in parte o intoto le alterazioni biochimiche e fisiologiche determi-natesi nei tessuti attraverso i sintomi

Ringraziamenti - gli autori ringraziano i collaboratoriluca Scarola valentino poliseno nicola contursi eaniello Rescigno (dipartimento di Scienze del Suolo dellapianta e degli alimenti universitagrave degli Studi di Barialdo Moro) per il valido supporto tecnico nella realizza-zione delle prove lavoro realizzato con il contributo dellafondazione cassa di Risparmio di puglia Bando 2010 ndashprogetto Meccanismi di resistenza alla verticilliosi e caratte-rizzazione di varietagrave meridionali di olivo

letteRatuRa citataBeJaRano-alcaacutezaR J peacuteRez-aRteacuteS e JiMeacutenez-dIacuteaz

RM 2001 ndash Spread of the defoliating pathotype ofverticillium dahliae to new cotton and olive growingareas in Southern Spain in Proceedings 8th Inter-national Verticillium Symposium coacuterdoba 2001 57

BRuno g SpaRapano l 2006 ndash Effects of three esca-asso-ciated fungi on vitis vinifera L II Characterization ofbiomolecules in xylem sap and leaves of healthy and dis-eased vines physiol Mol plant path 69 195-208

BuBici g ciRulli M 2011 ndash verticillium wilt inScHena l agoSteo ge cacciola So (eds)Olive diseases and disorders 191-222 transwordResearch network Kerala india

cHandleR Sf doddS JH 1983 ndash The effect of phos-phate nitrogen and sucrose on the production of pheno-lics and solasodine in callus cultures of Solanum lacinia-tum plant cell Rep 2 205

ciRulli M colella c drsquoaMico M aMenduni MBuBici g 2008 ndash Comparison of screening methods for

the evaluation of olive resistance to verticillium dahliaeKleb J plant path 90(1) 7-14

colella c Miacola c aMenduni M drsquoaMico MBuBici g ciRulli M 2008 ndash Sources of Verticilliumwilt resistance in wild olive germplasm from theMediterranean region plant path 57 533-539

de gaRa l de pinto Mc toMMaSi f 2003 ndash Theantioxidant systems vis-agrave-vis reactive oxygen species dur-ing plantndashpathogen interaction plant physiolBiochem 41 863-870

licHtentHaleR HK 1987 ndash Chlorophylls andearotenoids pigments of photosynthetic bio-membranesMethods enzymol 148 351-383

MeRcado-Blanco J collado-RoMeRo M paRRilla-aRauJo S RodRIacuteguez-JuRado d JiMeacutenez-dIacuteazRM 2003 ndash Quantitative monitoring of colonizationof olive genotypes by verticillium dahliae pathotypes withreal-time polymerase chain reaction physiol Mol plantpath 63 91-105

MeRcado-Blanco J RodRIacuteguez-JuRado d peacuteRez-aRteacuteS e JiMenez-dIacuteaz RM 2001 ndash Detection of thenondefoliating pathotype of verticillium dahliae ininfected olive plants by nested PCR plant path 50609-619

paRadiSo a BeRaRdino R de pinto Mc Sanitagrave ditoppi l StoRelli MM toMMaSi f de gaRa l2008 ndash Increase in ascorbatendashglutathione metabolism aslocal and precocious systemic responses induced by cadmi-um in durum wheat plants plant cell physiol 49362-374

pegg gf BRady Bl 2002 ndash Verticillium Wilts caBipublishing Wallingford

toMMaSi f paciolla c de pinto Mc de gaRa l2006 ndash Effects of storage temperature on viability germi-nation and antioxidant metabolism in ginkgo biloba Lseeds plant physiol Biochem 44 359-368

RiaSSunto ndash due ceppi di Verticillium dahliae caratte-rizzati come patotipo defogliante (vd312d) o non defo-gliante (vd315nd) e piante di olivo delle cultivarlsquofrantoiorsquo (resistente) e lsquoleccinorsquo (suscettibile) sono statiutilizzati in prove di inoculazione artificiale focalizzate allostudio fisiologico delle interazioni pianta patogeno ladiversa risposta riscontrata nelle due varietagrave in termini difenoli carotenoidi clorofilla perossido di idrogeno ascor-bato perossidasi generiche e ascorbato perossidasi indicauno stato di stress fitotossine prodotte in vitro dai duepatotipi sembrano essere coinvolte nelle alterazioni biochi-miche e fisiologiche alla base delle tipiche sintomatologiedella verticilliosi su olivo (avvizzimento generale dellachioma e defogliazione)

432 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

autoRi

Giovanni Luigi Bruno (giovanniluigibrunounibait) Samer Sermani Antonio Domenico Marsico Mario AmenduniDipartimento di Scienze del Suolo della Pianta e degli Alimenti (DiSSPA) Sezione di Patologia vegetale Universitagrave di BarildquoAldo Morordquo Via G Amendola 165A 70126 BariCristina Fasciano Maria Paola Ippolito Franca Tommasi (francatommasiunibait) Dipartimento di Biologia Universitagrave diBari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70125 BariCecilia Colella Dipartimento di Chimica Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70125 Bari

Page 5: Società Botanica italiana onluS 45 (2) 2013/391... · 2018-05-08 · prodotto preso in esame e sia dal metodo utilizzato (peRez-JiMénez et al., 2008; MülleR et al., 2010). un’attenzione

per quanto riguarda le diverse tipologie di cicoriaanalizzate la maggiore attivitagrave egrave stata riscontratanella cultivar catalogna (1056plusmn18 micromoli te100gfw) mentre la piugrave bassa nellrsquoecotipo spontaneo rac-colto nella zona di San pietro vernotico (BR)(352plusmn13 micromoli te100g fw) le differenze osser-vate sui diversi campioni possono essere legate vero-similmente al fatto che lrsquoattivitagrave antiossidante egraveinfluenzata sia da fattori varietali sia da fattoriambientali questi ultimi correlati alle condizioni col-turali e pedo-climatiche (lattanzio RuggieRo2003 caRRatugrave Sanzini 2005) anche la scelta del metodo di valutazione dellrsquoattivi-tagrave antiossidante ha la sua importanza in letteraturasono riportati diversi metodi che permettono dimisurare la capacitagrave antiossidante di frutta e verdurai risultati che si ottengono dipendono sia dal tipo diprodotto preso in esame e sia dal metodo utilizzato(peRez-JiMeacutenez et al 2008 MuumllleR et al 2010)unrsquoattenzione particolare va rivolta allrsquoapprezzabileattivitagrave antiossidante rilevata nellrsquoecotipo spontaneodi Statte che egrave stato raccolto in una zona ad altoinquinamento ambientale (ilva di taranto) in let-teratura egrave riportato che concentrazioni tossiche dimetalli pesanti come il cadmio e lo zinco sono capa-ci di alterare differenti processi metabolici e di gene-rare uno stress ossidativo lo stress ossidativo egrave a suavolta in grado di influenzare lrsquoattivitagrave di alcuni enzi-mi ad azione antiossidante quali catalasi perossidasie superossido dismutasi la cui induzione egrave conside-rata unrsquoimportante strategia di autodifesa rispetto auna condizione di stress (cHaoui et al 1997 cHenet al 2003) dalla valutazione quantitativa dei composti fenolici(fig 3a) risulta che per quanto riguarda le cicoriela maggiore quantitagrave di composti fenolici egrave stata tro-vata nella cultivar catalogna (1017plusmn29 mggae100g fw) Egrave riportato tra lrsquoaltro che la fra-zione fenolica di questa varietagrave ha unrsquoestrema stabili-tagrave chimica anche dopo la cottura (innocenti et al2005) tra i campioni analizzati la quantitagrave di feno-li estratti dalle ldquopaparinerdquo salentine egrave risultata esserein assoluto la piugrave elevata (1348plusmn06 mggae100g fw) Questi valori sono superiori del246 a quelli riscontrati nella catalognala quantitagrave di flavonoidi (fig 3B) piugrave elevata egrave statariscontrata nella cultivar catalogna (662plusmn42 mgce100g fw) mentre la quantitagrave piugrave bassa nellrsquoe-cotipo spontaneo raccolto nella zona di Statte

(111plusmn03 mg ce100g fw) la quantitagrave di flavo-noidi nelle ldquopaparinerdquo (1190plusmn14 mg ce100gfw) egrave la piugrave elevata tra quelle riscontrate nei campio-ni analizzativista lrsquoimportanza dei tococromanoli (tocoferoli etocotrienoli) e dei carotenoidi nella dieta umana inquesto lavoro egrave stato effettuato anche un dosaggiodel loro contenuto sui diversi campioni presi inesame negli estratti analizzati sono state riscontratequantitagrave non significative di tocoferoli e tocotrieno-li al contrario in tutti i campioni erano presentiquantitagrave apprezzabili di carotenoidi (tab 1) la b-criptoxantina egrave presente in basse quantitagrave in tutti icampioni presi in esame mentre piugrave alto egrave il conte-

396 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

fig 3fenoli totali (a) e flavonoidi (B) nelle cicorie e nelleldquopaparinerdquo del Salento i valori dei fenoli totali sonoespressi in mg di acido gallico equivalenti (gae)100gfw quelli dei flavonoidi in mg di catechina equivalenti(ce)100g fwtotal phenols (a) and flavonoids (B) in chicory andldquopaparinerdquo plants collected in Salento total phenol valuesare expressed as mg gallic acid equivalent (gae)100gfw flavonoid values as mg catechin equivalent(ce)100g fw

taBella 1Quantitagrave di carotenoidi nelle cicorie e nelle ldquopaparinerdquo del Salento I valori sono espressi in microgg fwCarotenoid amounts in chicory and ldquopaparinerdquo plants collected in Salento Values are expressed as microgg fw

varietagrave di cicoria paparinecarotenoidi catalogna otrantina Spontanea Spv Spontanea Statte

luteina 1843plusmn245 802plusmn094 886plusmn093 1470plusmn325 3014plusmn449 b -criptoxantina 029plusmn002 014plusmn003 013plusmn003 028plusmn001 041plusmn005 b-carotene 890plusmn054 331plusmn061 460plusmn067 673plusmn139 1406plusmn229 Totale 2762plusmn301 1147plusmn158 1359plusmn163 2171plusmn465 4461plusmn683

nuto di luteina e di b-carotene i dati ottenuti sonoin accordo con quanto riportato in letteratura ovve-ro che luteina e b-carotene sono i due carotenoidipredominanti nei vegetali a foglia verde (calvo2005 laKSHMinaRayana et al 2005 ŽnidaRčič etal 2011) nelle cicorie i valori piugrave alti di luteinasono stati riscontrati nei due ecotipi spontaneianche la specie selvatica di papavero mostra un altocontenuto di luteina per quanto riguarda il contenuto di b-carotene ivalori oscillano tra 1406plusmn229 microgg fw (ecotipo sel-vatico raccolto nella zona di Statte) e 331plusmn061 microggfw (cultivar catalogna) i livelli di carotenoidi deivegetali a foglia verde dipendono dalla specie dallavarietagrave dalle pratiche di coltivazione dallo stadio dimaturazione ma anche dallrsquoirradiazione solare dallatemperatura e dalle caratteristiche del suolo (vanden BeRg et al 2000 ŽnidaRčič et al 2011) irisultati riportati in questo lavoro evidenziano che lepiante spontanee analizzate (cicoria di Statte cicoriadi San pietro vernotico e ldquopaparinerdquo) sono quelle chehanno mostrato un piugrave alto contenuto di carotenoi-di totali rispetto a quelle coltivate ed in particolare lacicoria spontanea di Statte (4461plusmn683 microgg fw) inun recente lavoro (Sanitagrave di toppi et al 2012) egravestato riportato che lrsquoaccumulo di cadmio a livello cel-lulare sembra indurre alterazioni nei cromoplasti incui si sintetizzano e si accumulano i carotenoidi

concluSioni

in questo lavoro si egrave evidenziato che- i valori relativi allrsquoattivitagrave antiossidante dei com-

posti idrosolubili estratti dai campioni analizzatirisultano sempre piugrave elevati rispetto a quelli rela-tivi allrsquoattivitagrave antiossidante dei composti liposo-lubili

- le ldquopaparinerdquo salentine mostrano la piugrave elevataattivitagrave antiossidante e il piugrave elevato contenuto infenoli totali e flavonoidi

- tra le cicorie analizzate la cultivar catalogna pre-senta la piugrave alta attivitagrave antiossidante e il piugrave altocontenuto di fenoli totali e di flavonoidi

- tra i carotenoidi estratti la luteina e il b-carotenesono presenti in quantitagrave piugrave elevata in tutti icampioni analizzati

- il contenuto di carotenoidi risulta maggiore nellespecie spontanee rispetto a quelle coltivate

- la varietagrave e i fattori ambientali contribuiscono ainfluenzare sia la capacitagrave antiossidante sia il con-tenuto di alcune molecole bioattive

letteRatuRa citataagaRWal S Rao av 2000 ndash Tomato lycopene and its role

in human health and chronic diseases can Med assocJ 163(6) 739-744

aRuoMa oi pfannHauSeR W fenWicK gRKHoKHaR S 2001 ndash In vitro and in vivo methods forthe assessment of antioxidant activity in biologically-active phytochemicals in food Royal Soc chemSpecial publ n 269 cambridge (uK)

calvo MM 2005 ndash Lutein A valuable ingredient of fruitand vegetables cRit Rev food Sci nutr 54 671-696

cantin cM MoReno Ma gogoRcena y 2009 ndashEvaluation of the antioxidant capacity phenolic com-pounds and vitamin C content of different peach andnectarine (prunus persica (L) Batsch) breeding proge-nies J agric food chem 57 4586-4592

caRRatugrave B Sanzini e 2005 ndash Sostanze biologicamenteattive presenti negli alimenti di origine vegetale ann istSuper Sanitagrave 41(1) 7-16

cHaoui a MazHoudi S gHoRBal MH el feRJanie 1997 ndash Cadmium and zinc induction of lipid pero-xidation and effects on antioxidant enzyme activities inbean (phaseolus vulgaris L) plant Sci 127 139-147

cHen yX He yf luo yM yu yl lin Q WongMH 2003 ndash Physiological mechanism of plant rootsexposed to cadmium chemosphere 50 789-793

deMrsquoyanenKo vg dRaniK li 1971 ndash Coumarins ofracemes of cichorium intybus chem nat compd7(1) 104

fRaSeR pd pinto MeS HolloWay de BRaMleypM 2000 ndash Application of high-performance liquidchromatografy with photodiode array detection to themetabolic profiling of plant isoprenoids plant J 24(4)551-558

giaMMaRioli S fileSi c Sanzini e 1998 ndash Dannoossidativo e antiossidanti della dieta Riv Sci alim 163-76

innocenti M galloRi S giaccHeRini c ieRi fvincieRi ff Mulinacci n 2005 ndash Evaluation of thephenolic content in the aerial parts of different varieties ofcichorium intybus L J agric food chem 53(16)6497-6502

JiMeneacutez aM MaRtIacutenez-toMEgrave M egea i RoMoJaRof MuRcia Ma 2008 ndash Effect of industrial processingand storage on antioxidant activity of apricot (prunusarmeniaca v bulida) eur food Res technol 277125-134

laKSHMinaRayana R RaJu M KRiSHnaKantHa tpBaSKaRan v 2005 ndash Determination of majorcarotenoids in a few Indian leafy vegetables by High-Performance Liquid Chromatography J agric foodchem 53(8) 2838-2842

lattanzio v RuggieRo p 2003 ndash I composti fenolici diinteresse biologico in ldquoBiochimica agrariardquo 631-692patron editore Bologna

McKloWn n 1999 ndash Antioxidants and breast cancernutr Rev 57(10) 321-324

MateacuteS JM peacuteRez-gOacuteMez c nuacutentildeez de caStRo i1999 ndash Antioxidant enzymes and human disease clinBiochem 32(8) 595-603

MuumllleR l gnoyKe S popKen aM BoumlHM v 2010ndash Antioxidant capacity and related parameters of dif-ferent fruit formulation lWt food Scien thecn43 992-999

noRBaecK R nielSen K Kondo t 2002 ndashAnthocyanins from flowers of cichorium intybusphytochemistry 60(4) 357-359

peacuteRez-JiMeacutenez J aRRanz S taBeRneRo M dIacuteaz-RuBio Me SeRRano J gontildei i SauRa-caliXto f2008 ndash Updated methodology to determine antioxidantcapacity in plant foods oils and beverages Extractionmeasurement and expression of results food Res int41 274-285

pReneSti e BeRto S daniele pg toSo S 2007 ndashAntioxidant power quantification of decoction and coldinfusions of Hibiscus sabdariffa flowers food chem100(2) 433-438

Re R pellegRini n pRoteggente a pannala ayang M Rice-evanS c 1999 ndash Antioxidant activity

397Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

applying an improved ABTS radical cation decoloriza-tion assay free Radical Biol Med 26 1231-1237

Ronco a de Stefani e Boffetta p deneo-pellegRini H MendilaHaRSu M leBoRgne f1999 ndash Vegetables fruits and related nutrients and riskof breast cancer a case-control study in Uruguay nutrcancer 35(2) 111-119

Sanitagrave di toppi l vuRRo e de BenedictiS MfalaSca g zanella l MuSetti R lenucci MSdaleSSandRo g altaMuRa MM 2012 ndash A bifasicresponse to cadmium stress in carrot early acclimatorymechanisms give way to root collapse further to prolongedmetal exposure plant physiol Bioch 58 269-279

SHaH S MaHMood a Saied S MaliK a 2012 ndashAnalysis and phytotoxicity of oily fraction of aerial parts ofcichorium intybus J chem Soc pakistan 66 729

SlatteRy Ml BenSon J cuRtin K Ma K-nSHaeffeR d potteR Jd 2000 ndash Carotenoids andcolon cancer am J clin nutr 71(2) 575-582

tiMMeRManS JW SlagHeK tM ilzuKa M van denende W de RooveR J van laeRe a 2001 ndashIsolation and structural analysis of new fructans producedby chicory J carbohyd chem 20(5) 375-395

tRicHopoulou a 2001 ndash Mediterranean diet the pastand the present nutr Metab cardiovas 11(4) 1-4

tRicHopoulou a vaSilopoulou e HollMan pHollMan p cHaMalideS cH foufa e KaloudiStR KRoMHout d MiSKaKi pH petRocHilou ipouliMa e StafilaKiS K tHeopHilou d 2000 ndashNutritional composition and flavonoid content of ediblewild greens and green pies a potential source of antioxi-dant nutrients in the Mediterranean diet food chem70(3) 319-323

tutin tg HeyWood vH BuRgeS na MooReda valentine dH WalteRS SM WeBB da1964 ndash Flora Europaea 1 297-299 cambridgeuniversity press

van den BeRg H faulKS R feRnando gRanado HHiRScHBeRg J olMedilla B SandMann gSoutHon S StaHl W 2000 ndash The potential for theimprovement of carotenoid levels in foods and the likelysystemic effects J Sci food agr 80(7) 880-912

Xu g liu d cHen J ye X Ma y SHi J 2008 ndash Juicecomponents and antioxidant capacity of citrus varietiescultivated in China food chem 106 545-551

zHiSHen J MengcHeng t JianMing W 1999 ndash Thedetermination of flavonoid contents in mulberry andtheir scavenging effects on superoxide radicals foodchem 64 555-559

ŽnidaRčič d Ban d ŠiRcelJ H 2011 ndash Carotenoidand chlorophyll composition of commonly consumed leafyvegetables in Mediterranean countries food chem129 1164-1168

RiaSSunto - in questo lavoro egrave stata valutata lrsquoattivitagraveantiossidante e il contenuto di fenoli flavonoidi tococro-manoli (tocoferoli e tocotrienoli) e carotenoidi in alcunevarietagrave di cicoria e nelle ldquopaparinerdquo salentine Sono stateanalizzate (1) due varietagrave coltivate di cicoria la catalognaraccolta nella zona tra S pietro vernotico e tuturano (BR)e la otrantina raccolta nella zona di otranto (le) (2) dueecotipi spontanei di cicoria uno raccolto nella zona di Spietro vernotico (BR) e un altro nella zona di Statte (ta)(3) la specie selvatica di Papaver rhoeas nota anche nelSalento come ldquopaparinardquo raccolta nella zona di Sternatia(le) Egrave stato dimostrato che lrsquoattivitagrave antiossidante idro-solubile egrave piugrave elevata di quella liposolubile le ldquopaparinerdquosalentine presentano la piugrave elevata attivitagrave antiossidante eil piugrave elevato contenuto in fenoli totali e in flavonoidi trai carotenoidi estratti la luteina e il b-carotene sono risul-tati essere quelli maggiormente presenti in tutti i campio-ni analizzati il contenuto di carotenoidi egrave maggiore nellespecie spontanee rispetto a quelle coltivate

398 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

autoRi

Anna Montefusco (annamontefuscounisalentoit) Giuliana Semitaio (giulysemitaioliberoit) Gabriella Piro(gabriellapirounisalentoit) Marcello Salvatore Lenucci (marcellolenucciunisalentoit) DiSTeBA Universitagrave delSalento Via Provinciale Lecce-Monteroni 73100 Lecce

il maggior apporto di fibre nellrsquoalimentazione si rea-lizza con lrsquointroduzione nella dieta di vegetali fre-schi con basso contenuto calorico e alte qualitagravenutraceutiche lrsquoasparago verde (Asparagus officinalisl) egrave uno degli ortaggi piugrave apprezzati non solo dalpunto di vista culinario ma anche per le sue proprie-tagrave dietetiche lrsquoasparago egrave coltivato in oltre 60 paesinel Mondo caratterizzati da clima variabile da tempe-rato freddo a tropicale in europa la sua coltivazioneegrave realizzata su circa 61000 ettari di cui perograve il 75 destinati alla coltivazione dellrsquoasparago bianco e il 25 destinato alla produzione di turioni verdiSecondo le stime della fao lrsquoitalia occupa il terzoposto nella classifica dei produttori europei di aspa-ragi dopo la germania e la Spagna con 41100 ton-nellate di asparagi coltivati su circa 6400 ettari dis-tribuiti principalmente tra le regioni della campaniaveneto ed emilia Romagna (dati fao 2011) inrisposta anche alle esigenze dei consumatori cherichiedono un prodotto il piugrave possibile genuino gliasparagi sono sottoposti a una manipolazione mini-ma dopo la raccolta lavaggio taglio e confeziona-mento in film plastico lrsquoassenza di un qualsiasi trat-tamento chimico o fisico fa sigrave che questi tessuti vege-tali Mpv (minimally processed vegetables) siano anco-ra metabolicamente e fisiologicamente attivi durantela conservazione e la vendita ciograve comporta una rapi-da deperibilitagrave del prodotto e conseguentemente unbreve periodo di commercializzazione (shelf-life)diversi studi sono stati condotti per verificare lrsquoido-neitagrave della metodica di lavorazione e le cause di una

cosigrave breve shelf-life sia per gli asparagi bianchi cheper quelli verdi (SioMoS et al 2000 2001 ScHeeRet al 2003 alBaneSe et al 2007) i cambiamentiche si verificano durante lo stoccaggio post-raccoltariguardano diversi aspetti la perdita di acqua favori-sce la comparsa di striature lungo i giovani fusti siverifica la perdita del colore verde brillante la perdi-ta di zuccheri vitamine sapore e aroma (King et al1987) un altro evento che interessa questi ortaggidurante il periodo di conservazione e ne diminuisceil valore di mercato egrave il progressivo indurimento deiturioni associato al processo di lignificazione(SHaRMa Wolfe 1975) considerando lrsquoanatomiadei giovani fusti di asparago il processo di lignifica-zione interessa sia i fasci cribro-vascolari che la fasciasclerenchimatica che circonda il cilindro centrale ilprocesso drsquoindurimento delle punte egrave una conse-guenza del naturale sviluppo della parete secondariae della sua lignificazione (WaldRon et al 2003)prerogativa di elementi istologici come i vasi e lefibre per tutelare il consumatore durante lrsquoacquistosono state varate dalla ce norme di qualitagrave che clas-sificano i turioni di asparago bianco e verde in baseal colore alla lunghezza e diametro ad esempionelle cosigrave dette lsquopunte di asparagorsquo la lunghezza deiturioni non deve superare i dodici centimetrilrsquoobiettivo di questo lavoro egrave stato pertanto quellodi determinare alcuni parametri nutrizionali nellrsquoapi-ce e nella base del turione di asparagi verdi e control-larne durante la conservazione al buio le eventualivariazioni

399infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

analisi di alcuni parametri nutrizionali in turioni di asparagi verdi(Asparagus officinalis)

p tanzaRella c paciolla l MaStRopaSQua

aBStRact - Analysis of some nutritional parameters in green asparagus spears (asparagus officinalis) - lack of chemicaland physical treatments post-harvest in green asparagus causes physiological and morphological changes after packagingand during storage our aim was to monitor some nutritional parameters in the apical and basal portions of spear of theedible part (corresponding to 15 cm) after 9 days in the dark at 4 degc there is an huge and slight decrease in ascorbatetotal content and soluble sugars respectively total chlorophyll and carotenoid levels decrease but the anthocyanins con-tent not changes Higher lignin level is mostly present in apical than basal portion

Key words Asparagus officinalis storage

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

MATERIALI E METODITurioni di Asparagus officinalis L categoria I di cali-bro 1016 acquistati presso il locale mercato sonostati omogeneamente scelti in base allo spessore lun-ghezza e colore e sono stati utilizzati per le varie ana-lisi Considerando la parte edule dellrsquoasparago corri-spondente ai primi 15 cm circa del giovane germo-glio sono state prelevate due porzioni parte apicale(35 cm) e parte basale (3 cm) Al tempo zero perogni porzione sono stati determinati peso fresco esecco contenuto di amido e zuccheri solubili conte-nuto di acido ascorbico e lignina contenuto in pig-menti quali clorofille carotenoidi e antociani Lottidi turioni sono poi stati conservati al buio a 4 degC eprocessati dopo 3 6 e 9 giorni ripetendo sulla parteapicale e basale le stesse analisi

RISULTATI E DISCUSSIONEGli asparagi freschi cominciano a deteriorarsi dopopoche ore dalla raccolta I cambiamenti fisiologici edella componente nutritiva riducono le qualitagrave orga-nolettiche dei turioni I segmenti di asparago sia laparte apicale che la parte basale hanno un elevatocontenuto di H2O e a paritagrave di peso fresco la porzio-ne basale ha un peso secco di quasi il 50 inferiorea quello della parte apicale (Tab1) Il contenuto diacido ascorbico (AsA) egrave notevolmente piugrave alto nellaparte apicale rispetto a quella basale la stessa cosa siverifica per la lignina e gli antociani Gli zuccherisolubili D-glucosio D-fruttosio e saccarosio sonomaggiormente concentrati nella parte basale delturione in accordo con uno studio di BENKEBLIA etal (2008) dove in asparagi verdi dopo la raccolta egravestato riscontrato un gradiente di distribuzione lungo

il turione dal basso verso lrsquoalto insieme ad unrsquoattivi-tagrave dellrsquoenzima invertasi maggiore verso lrsquoapice eminore alla base Questi dati sono stati correlati adun intenso metabolismo della parte apicale che egraveanche sede di crescita per distensione Al buio dopo9 giorni si osserva una diminuzione del contenutodei tre zuccheri nella parte basale ed un incrementonellrsquoapice in accordo con una mobilizzazione degliesosi verso lrsquoapice in virtugrave di una richiesta metaboli-ca Come mostrato in Tab 2 il contenuto di amidoaumenta significativamente nel segmento basale e inquello apicale Lrsquoaumento di amido anche al buio egravesuffragato da quanto riportato per le foglie di cavolocinese in cui dopo 10 giorni si continua ad osserva-re un incremento nel contenuto di questo polisacca-ride in concomitanza con un costante valore del con-tenuto di glucosio fruttosio e saccarosio (NOICHIN-DA et al 2007) Il contenuto di AsA nei tessuti vege-tali risulta essere correlato oltre che a numerose atti-vitagrave metaboliche alla presenza di luce Quantitagrave equalitagrave della luce possono influenzare la sua sintesi(MASTROPASQUA et al 2012) e negli asparagi verdimantenuti al buio lrsquoAsA subisce un forte decremen-to Uno degli aspetti sensoriali che viene maggior-mente compromesso dalla breve shelf-life degli aspa-ragi egrave la perdita del colore verde brillante dovuto alladiminuzione della clorofilla Dopo 9 giorni al buiomentre carotenoidi e soprattutto clorofilla diminui-scono il contenuto di antociani risulta invariato Unaltro fattore importante nel determinare la qualitagravedegli asparagi poicheacute ne diminuisce il valore di mer-

400 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO 45 (2) 393-432 2013

TABELLA 1Dati nutrizionali al tempo zero di segmenti apicali e basalidi turioni di asparagi verdi (Asparagus officinalis L)Nutritional data of apical and basal segments of greenasparagus spears (Asparagus officinalis L) at time zero

Segmento Segmentoapicale basale

Peso secco 110 plusmn 33 58 plusmn 235(mg

g-1 PF)Amido 013 plusmn 002 064 plusmn 008(mg

g-1 PF)

Zuccheri solubili 281 plusmn 050 1698 plusmn 070(mg

g-1 PF)AsA totale 300 plusmn 2400 16 plusmn 096(microg

g-1 PF)Chl totale 120 plusmn 1202 48 plusmn 205(microg

g-1 PF)Carotenoidi 50 plusmn 350 30 plusmn 100(microg

g-1 PF)Antociani 038 plusmn 005 004 plusmn 008(Abs middot g-1 PF)Lignina 217 plusmn 005 125 plusmn 008(mg

g-1 PS)

TABELLA 2Dati nutrizionali di segmenti apicali e basali di turioni diasparagi verdi (Asparagus officinalis L) dopo 9 giorni diconservazione al buioNutritional data of apical and basal segments of greenasparagus spears (Asparagus officinalis L) after 9 days ofstorage in the dark

Segmento Segmentoapicale dopo basale dopo9 giorni 9 giorni

Peso secco 114 plusmn 915 48 plusmn 123(mg

g-1 di PF)Amido 072 plusmn 004 187 plusmn 015(mg

g-1 di PF)

Zuccheri solubili 744 plusmn 040 967 plusmn 030(mg

g-1 di PF)AsA totale 543 plusmn 600 257 plusmn 060(microg g-1 di PF)Chl totale 389 plusmn 080 1432 plusmn 100(microg g-1 di PF)Carotenoidi 267 plusmn 060 110 plusmn 100(microg g-1 di PF)Antociani 029 plusmn 005 004 plusmn 001(Abs middot g-1di PF)Lignina 378 plusmn 045 108 plusmn 012(mg g-1 di PS)

cato egrave il grado di lignificazionela consistenza (texture) legnosa nei turioni egrave deter-minata da una serie di proprietagrave meccaniche chesono dovute ai componenti della parete cellulare(RodRiguez et al 2006) e i dati ottenuti mettono inevidenza come lrsquoaumento nel contenuto di lignina albuio si verifichi principalmente nella parte apicaledove sono presenti brattee fogliari molto vascolariz-zate in asparagi verdi quindi lrsquoanalisi di alcuniparametri nutrizionali ha messo in evidenza differen-ze significative tra porzione apicale e porzione basalela condizione di stoccaggio al buio pur preservandolrsquoaspetto del prodotto non egrave sufficiente a mantenereinvariate alcune componenti organolettiche impor-tanti dal punto di vista nutrizionale

letteRatuRa citataalBaneSe d RuSSo l cinQuanta l BRaSiello a di

Matteo M 2007 ndash Physical and chemical changes inminimally processed green asparagus during cold-storagefood chemistry 101 274-280

BenKeBlia n yoSHida n ooi y nagaMine tonodeRa S SHioMi n 2008 ndash Variations of carbo-hydrate content and invertase activity in green and whiteasparagus spears Effects of spears length and portionacta Hort (iSHS) 776 459-464

King ga HendeRSon Kg lill Re 1987 ndash Sensoryanalysis of stored asparagus Scientia Horticolture 31(1-2) 11-16

MaStRopaSQua l BoRRaccino g Bianco lpaciolla c 2012 ndash Light qualities and dose influenceascorbate pool size in detached oat leaves plant Science183 57-64

noicHinda S BodHipadMa K MaHaMontRi cnaRongRuK t KetSa S 2007 ndash Light during storageprevents loss of ascorbic acid and increases glucose and

fructose levels in Chinese kale (Brassica oleracea varalboglabra) postharvest Biol technol 44 312-315

RodRIacuteguez R JiMeacutenez a feRnandez-BolantildeoS Jguilleacuten R HeRedia a 2006 ndash Dietary fibre fromvegetable products as source of functional ingredientstrends food Sci technol 17 3-15

ScHeeR cH ScHonHof i BRucKneR B ScHReineRM 2003 ndash Influence of a short-term storage on qualitydetermining product characteristics of white preparedasparagus acta Hort 604 437-441

SHaRMa Sc Wolfe RR 1975 ndash Evaluation of methods formeasuring asparagus texture J food Sci 5 1021-1024

SioMoS aS dogRaS c SfaKiotaKiS e 2000 ndashModified atmosphere packaging of white asparagusspears composition colour and textural quality responseto temperature and light Sci Hortic 84 1-13

mdash 2001 ndash Color development in harvest white asparagusspears in relation to carbon dioxide and oxygen concen-tration postharvest Biol technol 23 209-14

WaldRon KW paRKeR Ml SMitH ac 2003 ndash Plantcell walls and food quality comprehensive Rev foodSci Safety 4(2) 101-119

RiaSSunto - in asparagi verdi lrsquoassenza di trattamentichimici eo fisici post-raccolta fa sigrave che cambiamenti fisio-logici e morfologici si verifichino anche dopo lrsquoimpacchet-tamento e durante la loro conservazione Scopo dello stu-dio egrave stato quello di monitorare le variazioni di alcunesostanze nutritive e mettere in rilievo le differenze esisten-ti fra la parte apicale e quella basale dei primi 15 cm delturione corrispondenti alla parte commestibile dopo 9giorni di conservazione al buio a 4 degc ciograve che cala brusca-mente egrave il contenuto di acido ascorbico totale mentre ilcontenuto in zuccheri solubili subisce un minor decre-mento il livello di clorofilla totale e dei carotenoidi dimi-nuisce mentre il contenuto di antociani rimane costanteun aumento del contenuto di lignina si riscontra soprat-tutto nella parte apicale del turione

401Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

autoRi

Paola Tanzarella Costantino Paciolla Linda Mastropasqua Dipartimento di Biologia Universitagrave di Bari Aldo Moro Via EOrabona 4 70125 Bari

in questo lavoro vengono presentati i risultati otte-nuti dallo studio fitochimico di due specie della tra-dizione mediterranea Brassica oleracea var italica(mugnolo) e Capparis spinosa subsp rupestris (cappe-ro) mai studiate prima dal punto di vista del profilometabolico al fine di individuare molecole bioattivecaratterizzanti le specie il cappero ed il mugnolo appartengono alla famigliadelle Capparaceae e delle Brassicaceae rispettivamenteovvero alle due piugrave grandi famiglie dellrsquoordine delleBrassicales (o Capparales) con circa 45 generi ed 800specie le Capparaceae e 338 generi e 3700 specie leBrassicaceae Specie appartenenti a queste famigliericoprono un ruolo importante nella dietaMediterranea infatti spesso vengono consumatecotte o come insalata (cavolo cavolfiore ravanellorucola) o come condimento (mostarde e capperi)(fenWicK et al 1992)le Brassicaceae e le Capparaceae diverse da un puntodi vista morfologico sono invece simili da un puntodi vista fitochimico alcune specie appartenenti aqueste famiglie infatti sintetizzano glucosinolati(glS) che rappresentano i metaboliti secondari piugrave

studiati delle Brassicales e sono i responsabili delcaratteristico odore e sapore pungente i glS sono composti solforati di natura aminoacidi-ca Sono noti piugrave di 120 glS e tutti possiedono unastruttura chimica comune in cui si riconosce un resi-duo glucosidico legato mediante ad un atomo dizolfo ad un estere idrossimmino solfato la catenalaterale (R) di natura aminoacidica permette di clas-sificare i glS in aromatici alifatici ed indolici(faHey et al 2001) (fig 1)

402 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

Studio fitochimico di specie della tradizione mediterranea

Mp aRgentieRi p avato

aBStRact - Phytochemical study of Mediterranean traditional species - plants of Capparales (or Brassicales) are widespreadin the Mediterranean region where they are widely consumed cooked or as salad vegetables (cabbage Brussels sprouts cau-liflower broccoli) or as condiments (horseradish mustard capers) these plants are a good source of bioactive compoundssuch as glucosinolates vitamins flavonoids minerals glucosinolates are responsible for pungent and bitter taste ofBrassicaceae and are the most extensively studied bioactive compounds for their potential as anticarcinogens due to theirhydrolysis products the isothiocyanates this study describes the chemical profile of a poorly studied variety of Brassicaoleracea traditionally cultivated in Southern italy and locally called ldquomugnolordquo and of Capparis spinosa subsp rupestris itwas found that ldquomugnolordquo inflorescences are characterized by aliphatic aromatic and indole glucosinolates among themthe indole glucosinolates (768 μmolg) are predominant while aliphatic and aromatic glucosinolates are found in lowquantities 263 μmolg and 083 μmolg respectively chemical composition of seeds and aerial parts of C spinosa subsprupestris was also determined it was found that the principal glucosinolate of the seeds is the glucocapparin moreover theseeds oil is rich in unsaturated and rare lipids such as cis-vaccenic acid the aerial parts are characterized by rutin as pre-dominant flavonoid

Key words caper glucosinolates mugnolo metabolic profile

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 1Struttura dei glSglS chemical structure

Questi metaboliti sono presenti in tutti gli organidella pianta e coesistono con un enzima endogeno lamirosinasi responsabile della loro idrolisi in seguitoa danneggiamento tissutale lrsquoenzima compartimen-talizzato nel citoplasma entra in contatto con i glScontenuti nel vacuolo con conseguente produzionedi numerosi prodotti di idrolisi (quali per esempionitrili tiocianati ed isotiocianati) la cui formazionedipende da diversi fattori (pH presenza di cofattoriproteine o ioni) tra i prodotti di idrolisi gli isotio-cianati sono quelli che hanno attratto maggiormentelrsquoattenzione del mondo scientifico in quanto presen-tano numerose proprietagrave biologiche (antitumoralenematocida antibatterica) (caRtea et al 2008JeffeRy et al 2009) data lrsquoimportanza dei glS eodei loro prodotti di idrolisi sono tante le specie diBrassicaceae e Capparaceae studiate ma non risultanolavori relativi al profilo metabolico del mugnolo edella Capparis spinosa subsp rupestris due specie dellatradizione mediterranea ed oggetto del nostro studio in particolare il mugnolo egrave una varietagrave di Brassica ole-racea da sempre coltivata nel Salento solo per usodomestico pertanto egrave del tutto sconosciuto nel restodella puglia cosigrave come in tutta italia il Ministerodelle politiche agricole e forestali ha inserito ilmugnolo tra i prodotti agroalimentari della tradizio-ne pugliese la Regione puglia invece allrsquointerno delsuo pSR (piano di Sviluppo Rurale) 2007-2013 hainserito il mugnolo nellrsquoallegato 8 della Misura 214-azione 3 ldquotutela della Biodiversitagraverdquo come specie arischio di estinzione genetica

MateRiali e Metodi

Materiale vegetaleil mugnolo utilizzato per le analisi egrave stato fornitodallrsquoorto Botanico del dipartimento di Scienze etecnologie Biologiche ed ambientali universitagrave delSalento un campione (noBo1) egrave conservato pressoil laboratorio di fitochimica del dipartimento difarmacia-Scienze del farmaco universitagrave di Barildquoaldo Morordquo le piante di C spinosa subsp rupestrissono state ottenute dal Museo orto Botanicodellrsquouniversitagrave degli Studi di Bari ldquoaldo Morordquo

Estrazione e purificazione dei GLSlrsquoestrazione dei glS dalle infiorescenze del mugnoloe dai semi e parti aeree del cappero egrave stata condottasecondo la procedura riportata dal protocollo iSo(iSo Method 9167-1 1992) in particolare il mate-riale vegetale egrave stato estratto per 4 minuti con unvolume di MeoHaq al 70 pari a tre volte il pesodel campione lrsquoestratto ottenuto egrave stato poi purifi-cato mediante colonnine cromatografiche (08 x 4cm) impaccate con una resina a scambio anionico(deae-Sephadex a-25) e trattato per circa 12 h conlrsquoenzima solfatasi trascorso questo periodo di incu-bazione i glS sono stati fatti eluire nella loro formadesolfatata (dglS)

Estrazione dellrsquoolioi semi di cappero sono stati estratti in Soxhlet per 3ore (circa 20 cicli) con etere di petrolio lrsquoolio egrave stato

poi sottoposto a reazione di tert-butilazione e succes-sivamente analizzato in gas cromatografia (aRgen-tieRi et al 2012)

Analisi dei GLSi glS sono stati caratterizzati mediante analisi cro-matografiche Hplc utilizzando uno strumentoWateRS Hplc System munito di un photodiodearray detector (Waters 2998) i risultati sono statiprocessati mediante il software enpower2 la colon-na utilizzata egrave la Supelcosil lc-aBz (c18 250 x 4mm 5 μm) la fase mobile egrave costituita da acqua emetanolo al flusso di 1 mlmin in gradiente si egrave pas-sati dal 15 al 100 di metanolo in 57 min

RiSultati e diScuSSione

i risultati Hplc (fig 2) dimostrano che le infiore-scenze del mugnolo sono caratterizzate da una misce-la complessa di glS costituita da glS alifatici (glu-corafanina glucoiberina e sinigrina) aromatici (glu-cobarberina e gluconasturtina) ed indolici (gluco-brassicina neoglucobrassicina idrossiglucobrassicinae metossiglucobrassicina) in particolare egrave stato osser-vato che i glS predominanti nelle infiorescenzesono gli indolici (768 μmolg) seguiti dagli alifatici(263 μmolg) e dagli aromatici (083 μmolg)

Molta della letteratura relativa al contenuto di glSfa riferimento al materiale fresco (crudo) e questo hauna limitata rilevanza dato che la maggior parte delleBrassicaceae compreso il mugnolo vengono consu-mate cotte Quindi data lrsquoimportanza biologica deiglS e dei loro prodotti di idrolisi in questo lavoro egravestato studiato anche lrsquoeffetto della cottura sul conte-nuto in glS del mugnolo i risultati dimostrano chela cottura riduce il contenuto in glS di circa il 50in accordo con quanto riportato in letteratura per ibroccoli che invece subiscono una riduzione del 18-

403Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 2cromatogramma Hplc delle infiorescenze del mugnolo1 glucoiberina 2 Sinigrina 3 glucorafanina 4 idrossi-glucobrassicina 5 glucoerucina 6 glucobrassicina 7Metossiglucobrassicina 8 neoglucobrassicina 9 gluco-nasturtina 10 glucobarberinaHplc chromatogram of mugnolo inflorescences 1glucoiberin 2 Sinigrin 3 glucoraphanin 4 Hydroxy-glucobrassicin 5 glucoerucin 6 glucobrassicin 7Methoxyglucobrassicin 8 neoglucobrassicin 9 gluco-nasturtin 10 glucobarberin

59 a secondo del metodo di cottura (deKKeR et al2000 valleJio et al 2002) per quanto riguarda ilmugnolo inoltre i glS indolici sono quelli cherisentono maggiormente della cottura subendo unariduzione di circa il 615 in particolare la gluco-brassicina si riduce dellrsquo827 nonostante la cottu-ra nelle infiorescenze gli indolici continuano ad esse-re i glS predominanti (296 μmolg) seguiti daglialifatici (212 μmolg) e dagli aromatici (059μmolg) Se si considera il profilo metabolico delle infiorescen-ze dopo la cottura si puograve osservare che la glucorafa-nina rappresenta il 75 del contenuto totale deiglS alifatici mentre la glucobrassicina rappresenta il66 del totale degli indolici (aRgentieRi et al2011) Questi dati sono di notevole interesse se sipensa allrsquoimportanza che hanno i rispettivi prodottidi idrolisi infatti il sulforafano (prodotto di idrolisidella glucorafanina) provoca lrsquoinduzione degli enzimidi detossificazione della fase 2 del processo di carci-nogenesi mentre lrsquoindolo-3-carbinolo egrave un indutto-re degli enzimi di fase 1 e 2 (tab 1)

lrsquoaltra specie della tradizione mediterranea oggetto distudio egrave stata Capparis spinosa subsp rupestrisessendoci una relazione botanica con la famigliadelle Brassicaceae anche in questo caso sono stati stu-diati i glS lrsquoanalisi Hplc-dad ha messo in evi-denza che i semi e le foglie sono caratterizzati da unsolo glS identificato come glucocapparina moltopiugrave abbondante nei semi rispetto alle foglie lo studio della subsp rupestris egrave stato completatoanche con le analisi dellrsquoestratto metanolico dellefoglie il quale egrave risultato essere caratterizzato dallapresenza di due flavonoidi la rutina ed il kaempfe-roloEgrave stato analizzato anche lrsquoolio estratto dai semi chesi egrave mostrato essere ricco dellrsquoacido grasso raro cis-vaccenico oltre al piugrave comune acido oleico ed altriacidi grassi quali lrsquoacido laurico miristico palmiti-co stearico e linoleico (aRgentieRi et al 2012)(tab 2)

concluSioni

i risultati ottenuti consentono di dire che sia ilmugnolo che C spinosa subsp rupestris sono unaricca fonte di composti attivi di interesse salutisticocome appunto gli acidi grassi essenziali o la rutinache ha una rilevante e comprovata attivitagrave antiossi-dante numerosi sono anche i prodotti a valenzasalutistica a base di sulforafano ed altri glS ad atti-vitagrave preventiva anticarcinogenica

letteRatuRa citataaRgentieRi Mp accogli R fanizzi fp avato p

2011 ndash Glucosinolates profile of ldquomugnolordquo a variety ofBrassica oleracea L native to Southern Italy (Salento)planta Med 77(3) 287-292

aRgentieRi Mp MaccHia f papadia p fanizzi fpavato p 2012 ndash Bioactive compounds from capparisspinosa subsp rupestris ind crop prod 36 65-69

caRtea Me velaSco p 2008 ndash Glucosinolates inBrassica foods bioavailability in food and significancefor human health phytochem Rev 7 213-229

deKKeR M veRKeRK R Jongen Mf 2000 ndash Predictivemodelling of health aspects in the food production chaina case study on glucosinolates in cabbage trends foodSci technol 11 174-181

faHey JW zalcMann at talalay p 2001 ndash Thechemical diversity and distribution of glucosinolates andisothicyanates among plants phytochemistry 56 5-51

fenWicK gR Heaney RK Mullin WJ 1992 ndash Glucos-inolates and their breakdown products in food and foodplants cRc crit Rev food Sci nutr 18 123-201

iSo MetHod 1992 ndash Rapeseed-determination of glucosi-nolates content Part 1 Method using high performanceliquid chromatography Reference number iSo 9167-1

JeffeRy eH aRaya M 2009 ndash Physiological effects ofbroccoli consumption phytochem Rev 8 283-298

valleJio f toMagraveS-BaRBeRagraven fa gaRcigravea-vigueRa c2002 ndash Glucosinolates and vitamin C content in edibleparts of broccoli florets after domestic cooking eur foodRes technol 215 310-316

RiaSSunto ndash piante dellrsquoordine delle Capparales (oBrassicales) sono ampiamente diffuse nelle regioniMediterranee dove sono abbondantemente consumatecotte o nelle insalate (cavolfiori broccoli ravanelli ruco-la cavoletti di Brussell) o come condimento (mostardecapperi) esse sono una fonte molto ricca di sostanze

404 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

taBella 1GLS nelle infiorescenze crude e cotte del mugnoloGLS in raw and cooked inflorescences of mugnolo

glS crude cotte(μmolg) (μmolg)

glucorafanina 179 159glucoerucina 003 004alifatici glucoiberina 077 046Sinigrina 004 003glucobarberina 056 007aromatici gluconasturtina 027 003glucobrassicina 351 195neoglucobrassicina 313 054indolici Metossiglucobrassicina 007 005idrossiglucobrassicina 097 042

tot 1114 567

taBella 2Composizione in acidi grassi dellrsquoolio di semi di capperoComposition in fatty acids of the seeds oil of caper

ac grassi

laurico 036Miristico 068palmitico 1446palmitoleico 423Stearico 931oleico 2611Cis-vaccenico 1228linoleico 2802linolenico 084Resa 9629

bioattive come flavonoidi vitamine minerali e glucosino-lati i quali sono responsabili del caratteristico odore esapore pungente i glucosinolati sono i metaboliti piugrave stu-diati delle Brassicaceae per le proprietagrave anticarcinogenichemanifestate soprattutto dagli isotiocianati ovvero i loroprodotti di idrolisi in questo lavoro ci siamo occupatidello studio fitochimico del mugnolo una varietagrave diBrassica oleracea coltivata solo per uso domestico lrsquoaltraspecie oggetto di studio egrave stata la Capparis spinosa subsprupestris (cappero) molto diffusa nel bacino delMediterraneo entrambe queste specie mai state studiateprima dal punto di vista fitochimico sono state oggettodel nostro lavoro al fine di individuare composti bioattivi

caratterizzanti le specie in particolare egrave stato osservato chele infiorescenze del ldquomugnolordquosono caratterizzate da glSalifatici aromatici ed indolici Questi ultimi risultanoessere i piugrave abbondanti (768 μmolg) seguiti dagli alifati-ci (263 μmolg) e dagli aromatici (083 μmolg) in que-sto lavoro egrave stata determinata anche la composizione chi-mica dei semi e delle parti aeree della C spinosa subsprupestris ed egrave stato osservato che i semi cosigrave come le partiaeree sono caratterizzati da un solo glS la glucocappari-na inoltre lrsquoolio estratto dai semi egrave ricco di acidi grassiinsaturi rari come il cis-vaccenico nelle parti aeree la ruti-na rappresenta il flavonoide predominante

405Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

autoRi

Maria Pia Argentieri Pinarosa Avato Dipartimento di Farmacia-Scienze del Farmaco Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo ViaOrabona 4 70125 Bari

con il termine ldquoterre rarerdquo o lantanidi si indicano glielementi chimici compresi nella tavola periodica frail lantanio ed il lutezio inclusi lrsquoittrio e lo Scandioi quali manifestano comuni proprietagrave chimiche con-nesse ad una simile configurazione elettronica ester-na negli ultimi anni i lantanidi sono stati larga-mente impiegati in campo industriale agricolo ezootecnico in cina a partire dagli anni lsquo80 vengo-no usati in agricoltura fertilizzanti costituiti damiscele di vari elementi ma soprattutto lantanio(la) e cerio (ce) lrsquouso intensivo e su larga scala ditali composti suscita crescenti preoccupazioni per lapossibile contaminazione di suoli ecosistemi acqua-tici e derrate alimentari dal momento che gli effettidi tali elementi sulla salute non sono ben chiari lamaggior parte dei dati presenti in letteratura riguar-da la somministrazione di miscele di terre rare e dicomposti contenenti la a varie specie di vegetali inalcune piante sono stati osservati effetti positivi tra iquali la promozione della germinazione dei semi losviluppo di radici e germogli la resistenza contro glistress (ippolito et al 2007 liu et al 2012) la fio-ritura la produttivitagrave in campo (Hu et al 2004)altri studi al contrario evidenziano effetti nulli oaddirittura inibitori di tali sostanze su colture di inte-resse agrario (naRdi et al 2005 drsquoaQuino et al2009) una sintesi dei dati disponibili sugli effetti dila ce e miscele di terre rare in vari sistemi animalie vegetali egrave stata recentemente pubblicata (pagano etal 2012) i dati riportati riguardano crescita svilup-po e indicazioni di tossicitagrave in alcuni sistemi animalie vegetali numerosi dati anche contrastanti riguar-

dano gli effetti del ce sia come pro-ossidante checome antiossidante dalla letteratura emerge lrsquoesi-genza di studi che determinino gli effetti dei singolilantanidi sugli organismi animali e vegetali per valu-tarne la potenziale tossicitagrave Scopo di questo lavoro egrave stato lo studio della sommi-nistrazione di ce trivalente (ce3+) ad una speciemodello Lemna minor L pianta acquatica giagrave utiliz-zata per studi su lantanio e miscele di terre rare(ippolito et al 2010) al fine di avere informazionicirca le soglie di tolleranzatossicitagrave di L minor versoil ce3+ tale specie oltre che per il fitorimedio egraveanche utilizzata secondo la iSo 20079 (2004) neitest di biotossicitagrave per lrsquoecosistema acquatico peralcune sue caratteristiche quali elevata velocitagrave di cre-scita propagazione vegetativa e ridotte dimensioniche la rendono adatta a studi eco- tossicologici

MateRiali e Metodi

piante di L minor sono state coltivate in una soluzio-ne di mantenimento (Knop 1865) a pH 44 per 15giorni in camera di crescita alla temperatura di 24 plusmn2 degc con illuminazione a fluorescenza bianca conuna intensitagrave luminosa di 90 μe m-2 s-1 e fotoperio-do lucebuio di 1410 h in ogni cella di una piastraa pozzetti multipli sono state poste 10 fronde di Lminor in un volume di 2 ml di mezzo di crescita(testimone) a cui sono stati aggiunti nei trattatinitrato di cerio esaidrato (cen3o9 6H2o) in con-centrazioni finali di 25 - 5 - 10 - 20 μM e 1 mMoppure nitrato di calcio ca(no3)2 alla concentrazio-

406 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

note preliminari sullrsquoeffetto della somministrazione di cerio in Lemna minor

Ma zicaRi a paRadiSo f toMMaSi

aBStRact - Preliminary note on effect of Cerium administration in Lemna minor - This study aimed at investigat-ing the effects of Ce3+ on the growth of duckweed (Lemna minor L) plants as a test system (iSo 20079) L minorplants were treated with 00025 0005 0010 0020 1 mM ce(no3)3 or ca(no3)2 1 mM over a 15 day period theinfluence of Ce3+ was evaluated according to the iSo 20079 test protocol on the basis of growth parameters as relativegrowth rate (RgR) expressed as frond number and relative frond number (Rfn) compared with the control concentra-tions of ce3+ lower than 1 mM did not affect significantly the growth parameters On the contrary 1 mM ce(no3)3negatively affected the growth from 7 days to 15 days whereas 1 mM ca(no3)2 stimulated duckweed leaf growth datahere reported showed toxic effect of Ce3+ at millimolar concentrations and suggested that L minor could be a speciesuseful for Ce3+ presence biomonitoring in aquatic environment

Key words antiossidanti risposte di crescita terre rare test di tossicitagrave

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

ne finale di 1 mM per il testimone e per ogni tratta-mento sono stati allestiti 4 pozzetti le analisi sonostate eseguite in cinque repliche le piastre sono statecollocate in camera termostatata e sono stati analiz-zati i seguenti parametri di crescita tasso di crescitarelativo (RgR) numero di fronde relativo (Rfn)crescita di fronde in percentuale (fn) le misurazio-ni sono state fatte ad intervalli di 24 ore nelle provepreliminari e in seguito si egrave stabilito di effettuare leanalisi ogni 3 5 7 12 15 giorni utilizzando unostereoscopio per poter contare tutte le fronde visibi-li Seguendo la iSo 20079 RgR egrave stato calcolatocontando il numero di fronde per ogni concentrazio-ne e applicando la seguente formula (lnnn-lnn0)tndove n0 egrave il numero iniziale di fronde nn egrave il nume-ro finale di fronde tn egrave il tempo di durata dellrsquoespe-rimento Rfn egrave stato calcolato usando la formulann-n0 n0 fn egrave stato calcolato come variazionepercentuale del numero delle foglie rispetto al nume-ro delle stesse allrsquoinizio dellrsquoesperimento valore con-siderato pari al 100 ersquo stato periodicamente osser-vato lrsquoaspetto delle fronde al fine di analizzare even-tuali segni di clorosi e necrosi utilizzando un micro-scopio ottico

RiSultati e diScuSSione

nei saggi eco-tossicologici RgR egrave considerato il piugraveattendibile tra i parametri di crescita in quantoessendo basato sul conteggio delle fronde egrave indipen-dente dalle dimensioni delle fronde stesse e dalla bio-massa (Radic et al 2010) e in condizioni di tossici-tagrave piccole gemme possono protrudere ed essere con-tate come singole fronde (MoHan HoSetti 1999nauMann et al 2007) RgR egrave inoltre considerato ilparametro piugrave sensibile per valutare la tossicitagrave croni-ca (MacKenzie et al 2003) i dati ottenuti dimostra-no che in presenza di basse concentrazioni di ce3+

(25-20 μM) si verifica una crescita maggiore rispettoal testimone di 12-15 giorni anche se le variazioni diRgR Rfn (dati non mostrati) e fn (fig 1) nonsono risultate statisticamente significative

Quindi i trattamenti a concentrazioni micromolaridi ce non interferiscono con la normale crescita dellapianta che inoltre non presenta alterazioni morfolo-giche evidenti per verificare la soglia di tossicitagrave del ce le piante diL minor sono state coltivate per 15 giorni in soluzio-ne nutritiva arricchita di nitrato di cerio esaidrato aconcentrazione finale 1 mM per escludere i possibi-li effetti del nitrato alcuni campioni sono stati colti-vati con nitrato di calcio alla stessa concentrazionefinale di 1 mM in sostituzione del nitrato di ceriodopo 7 giorni di trattamento con ce3+ si osserva unasignificativa diminuzione dei parametri di crescitaanalizzati rispetto al testimone RgR in particolarediminuisce del 60 e dellrsquo 80 rispettivamentedopo 7 e 15 giorni (fig 2 a)un andamento simile si ha per fn dalla cui analisisi osserva lrsquoinibizione di crescita delle foglie del 19al settimo giorno e del 50 al quindicesimo giornorispetto al testimone (fig 2 B) inoltre le foglie cre-sciute a concentrazione di ce3+ 1 mM appaiono bru-

407Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 1crescita di fronde in percentuale (fn) di L minor incen3o9 da 25 μM a 20 μM in 15 giornifn in L minor on cen3o9 from 25 μM to 20 μM for15 days

fig 2a) RgR B) fn in Lemna minor l esposta per 15 giornia trattamenti 1 mM di ce3+e ca2+ p lt 005 secondo il t-studenta) Relative growth rate based on frond number B)growth of leaves in Lemna minor l exposed for 15 daysto treatments 1 mM ce3+ and ca2+ p lt 005 for significant differences between treatmentsand control according to t-student

nastre con aree necrotiche e clorotiche un analogoandamento si osserva per Rfn (dato non mostrato)pertanto il ce3+ 1 mM influenza negativamente lacrescita e mostra effetti tossici al contrario le frondedi L minor fatte crescere in presenza di ca(no3)2alla concentrazione finale di 1 mM mostrano unaumento della crescita rispetto al testimone pertutti i tempi di analisi ma con una differenza signi-ficativa a partire dal settimo giorno (fig 2 a 2 B) iltrattamento con nitrato di ce quindi a differenza diquello con nitrato di calcio mostra un effetto nega-tivo sulla crescita di piante di lenticchia drsquoacqualrsquoinibizione della crescita puograve essere dovuta allrsquoaccu-mulo di ce3+ analogamente a quanto descritto per imetalli che a concentrazioni tossiche inibisconolrsquoallungamento e lrsquoespansione cellulare (poScHen-RiedeR BaRcelograve 2004 SRivaStava et al 2006)oppure allrsquointerferenza con lrsquoassunzione di altri ele-menti nutritivi infatti egrave stato riportato che in pian-tine di riso il ce3+ interferisce con lrsquoaccumulo diferro potassio magnesio calcio sodio e di altri ele-menti minerali nutritivi (liu et al 2012) ulterioristudi sono necessari per valutare se e in quali tessutiil ce3+ venga accumulato e lrsquoeffetto dello stesso sualtri parametri quali i sistemi antiossidanti i livelli dispecie reattive dellrsquoossigeno ed il danno ossidativo inconclusione L minor si mostra tollerante allrsquoesposi-zione a concentrazioni micromolari di ce3+ ma nona concentrazioni piugrave elevate e pertanto potrebbe esse-re una specie utile per il biomonitoraggio della pre-senza di ce3+ in ambienti acquatici

letteRatuRa citatadrsquoaQuino l de pinto Mc naRdi l MoRgana M

toMMaSi f 2009 ndash Effect of some light rare earth ele-ments on seed germination seedling growth and antioxi-dant metabolism in triticum durum chemosphere75 900-905

Hu z RicHteR H SpaRoveK g ScHnug e 2004 ndashPhysiological and biochemical effect of rare earth elementson plants and their agricultural significance a review Jplant nutr 27 183-220

ippolito Mp faSciano c drsquoaQuino l MoRganaM toMMaSi f 2010 ndash Responses of antioxidant sys-tems after exposition to rare earths and their role in chill-ing stress in common duckweed (lemna minor L) adefensive weapon or a boomerang arch environcontam toxicol 58 42-52

ippolito Mp paciolla c drsquoaQuino l MoRganaM toMMaSi f 2007 ndash Effect of rare earth elements ongrowth and antioxidant metabolism in lemna minor Lcaryologia 60 125-128

iSodiS 20079 2004 ndash Water qualitymdashdetermination ofthe toxic effect of water constituents and wastewater onduckweed (lemna minor)mdashDuckweed growth inhibi-tion test iSo tc 147Sc 5Wg 5

Knop W 1865 ndash Quantitative Untersuchungen uumlber dieErnahrungsprozesse der Pflanzen landwirtsch versStn 7 93-107

liu d Wang X lin y 2012 ndash The effect of cerium onthe growth and some antioxidant metabolism in riceseedlings environ Sci pollut Res 19 3282-3291

MacKenzie SM Waite S Metcalfed J Joyce cB2003 ndash Landfill leachate ecotoxicity experiment usinglemna minor L Water air Soil poll focus 3 171-179

MoHan BS HoSetti BB 1999 ndash Aquatic plants fortoxicity assessment environ Res 81 259-274

naRdi l caRBoni Ma MoRgana M BaRBeSti SeRRico S zoina a drsquoaQuino l 2005 ndash Effect ofrare earth elements on the growth of agrobacterium sppand Rhizobium leguminosarum Frank cytometrypart a 69a 443-444

nauMann B eBeRiuS M appenRotH KJ 2007 ndashGrowth rate based dose-response relationships and EC-values of ten heavy metals using the duckweed growthinhibition test (ISO 20079) with lemna minor Lclone plant physiol 164 1656-1664

pagano g toMMaSi f guida M 2012 ndash Comparativetoxicity of cerium and of the other rare earth elements(REEs) in plant and invertebrate test systems inizyuMov a plaKSin g (eds) Cerium MolecularStructure Technological Applications and Health Effects107-124 nova Science publishers Hauppauge nyuSa

poScHenRiedeR c BaRcelograve J 2004 ndash Water relations inheavy metal stressed plants in pRaSad Mnv (ed)Heavy metal stress in plant from biomolecules to ecosys-tems 249-270 Springer Berlin

Radic S Stipanicev d cvJetKo p MiKelic ilRaJcic MM SiRac S pevaleK-Kozlina Bpavlica M 2010 ndash Ecotoxitological assessment ofindustrial effluent using duckweed (lemna minor L) asa test organism ecotoxicology 19 216-222

SRivaStava S MiSHRa S tRipatHi Rd 2006 ndash Copper-induced oxidative stress and responses of antioxidants andphytochelatins in Hydrilla verticillata Royle aquattoxicol 80 405-415

RiaSSunto - in questo studio sono riportati i dati pre-liminari concernenti le risposte alla somministrazione dice3+ di una specie acquatica Lemna minor l usata comebiomarker (iSo 20079) piante di L minor sono statetrattate per 15 giorni con cen3o9 6H2o a concentrazio-ni tra 25 μM e 1 mM oppure con ca(no3)2 a concentra-zione 1 mM Sono stati analizzati parametri di crescitaquali il tasso di crescita relativo basato sul numero di fron-de (RgR) il numero relativo di fronde (Rfn) e la cresci-ta di fronde in percentuale (fn) il trattamento con ce3+

1 mM ha inibito significativamente la crescita a partire dasette giorni di incubazione mentre le minori contrazioninon hanno mostrato variazioni statisticamente significati-ve la somministrazione di ca(no3)2 1 mM al contrarioha stimolato la crescita in modo significativo giagrave dal setti-mo giorno suggerendo un effetto tossico del ce3+ a parti-re da concentrazioni millimolari

408 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

autoRi

Maria Alessandra Zicari Annalisa Paradiso Franca Tommasi (francatommasiunibait) Dipartimento di BiologiaUniversitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70126 Bari

le collezioni xilologiche (xylaria) hanno da sempreassunto una notevole importanza sia per il ruolosvolto in campo didattico sia per quello svolto inambito scientifico nei settori della botanica archeo-logia etnologia tecnologia del legno ed in particola-re dove egrave richiesto il confronto tra campioni(uRBinati giove 2012) attualmente collezioni xilologiche sono presenti inquasi tutti gli stati anche se le principali per numerodi campioni sono negli uSa per quanto concernelrsquoitalia solo quattro collezioni sono state inseritenella quarta edizione dellrsquoIndex Xylariorum (lyncHgaSSon 2010) il patrimonio nazionale tuttavia egravesicuramente molto piugrave ampio ma risulta difficile sti-marlo sia sul piano qualitativo che quantitativo inquanto sino ad oggi non egrave stato effettuato un censi-mento completo una delle collezioni italiane piugrave interessanti per unaserie di peculiaritagrave che la contraddistinguono egrave laXylotomotheca Italica di adriano fiori essa fu realiz-zata nei primi anni del novecento col preciso obiet-tivo di completare ed arricchire la Flora ItalicaExsiccata (FIE) la piugrave grande raccolta italiana diexsiccata fanerogamici realizzata da fiori pampaninie Begraveguinot in particolare lo scopo degli autori fuquello di corredare gli exsiccata con le sezioni micro-tomiche del legno le schede relative alla

Xylotomotheca Italica furono pubblicate a partire dal1905 come appendice delle Schedae ad FloramItalicam Exsiccatam (fioRi et al 1905)la collezione egrave costituita da sezioni trasversali e lon-gitudinali dello spessore di circa 01 mm e con lealtre dimensioni variabili (le8 cm) (di paSQualeallevato 2007) il microtomo utilizzato per la rea-lizzazione delle sezioni fu ideato e progettato dallostesso fiori e da lui denominato ldquonuovo microtomoautomatico a doppia rotazionerdquo (fioRi 1900) nellaversione originaria della collezione le sezioni sonoconfezionate in pieghi di cartoncino contenenti unao due coppie delle sezioni trasversali e longitudinalii pieghi in cartoncino sono a loro volta inseriti inbustine di carta esse sono corredate da una etichet-ta sulla quale sono riportati il numero drsquoordine delcampione il binomio linneano la porzione anatomi-ca rappresentata dalla sezione il luogo e la data diraccolta in molti casi il riferimento al campione dellaFIE ed infine il nome del curatore al progetto col-laborarono numerosi botanici traverso pampaninigortani ferro cerica goiran vaccari MezzanaBicknell cecconi nicoli Bardi andrea fiori etrotter la collezione egrave costituita da 215 campioni corrispon-denti a 184 taxa specifici appartenenti a 113 generiSi tratta soprattutto di entitagrave della flora italiana

409infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

la Xylotomotheca Italica del Museo orto Botanico dellrsquouniversitagrave di Bari

v cavallaRo g SignoRile f caRRuggio f Mantino l foRte

aBStRact - The Xylotomotheca italica of the Botanical Garden Museum of Bari University -the Xylotomotheca Italicawhich was realized by adriano fiori at the beginning of the 20th century is a really interesting and peculiar historical col-lection it is composed of thin sections of wooden species While most of the species belong to italian flora only a few ofthem are exotic ones which are cultivated in italy fiori had the specific aim of enriching Flora Italica Exsiccata (FIE) andof supplying botanists with invaluable comparative material Moreover he designed the microtome which was used to cutthe sections the collection consists of 215 samples the sections are enclosed in bended cards which are contained insmall labelled envelopes a different version of the Xylotomotheca Italica which was produced with didactic purposes isstill conserved at the Botanical garden Museum of Bari university it was probably acquired together with some FIE exs-iccata by the Herbarium Horti Botanici Barensis (Bi) which is now part of the Botanical garden Museum in this ver-sion sections and labels are put between two rectangular pieces of glass which are sealed with a grey tape this collectionis composed of 154 samples which include 135 subgeneric taxa belonging to 93 genera it is generally fairly well con-served and some actions whose aim is restoring the collection have been started

Key words adriano fiori exsiccata Xylotomotheca Italica

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

mentre solo una piccola percentuale egrave rappresentatada esotiche (cuccuini 2002) Si ritiene che la colle-zione completa e nella sua veste originaria sia presen-te solo presso lrsquoerbario di padova (pad) elrsquoHerbarium Centrale Italicum (fi) (cuccuini2002) viceversa parti di essa o versioni diverse daquella originaria sono presenti presso numerosi erba-ri italiani ed anche presso istituzioni estere come iKew Royal Botanic Gardens (httpwwwkeworg)

RiSultati e diScuSSione

presso il Museo orto Botanico dellrsquouniversitagrave di Bariegrave presente la Xylotomotheca Italica non nella sua vesteoriginaria bensigrave in una versione realizzata per scopididattici Molto probabilmente essa fu acquisitacongiuntamente agli exsiccata della FIE dalla profssafrancini negli anni della sua permanenza pressolrsquoateneo barese (1940-1961) le sezioni sono monta-te con lrsquoetichetta tra due vetri rettangolari di 10x15cm oppure di 13x18 cm e sigillati con un nastro intela grigia (fig 1)Sia i preparati che le etichette sono del tutto uguali aquelli presenti nella versione originaria la collezione

egrave composta da 154 campioni corrispondenti a 135taxa specifici appartenenti a 93 generi la maggiorparte dei preparati proviene dalla provincia di firenzeed il curatore egrave tranne poche eccezioni adrianofiori i campioni sono a loro volta conservati in 16cofanetti di cartone rigido di colore grigio chiusimediante un nastro di cotone dello stesso colorepresso lrsquoerbario del laboratorio di Botanica agraria(fiaf) dellrsquouniversitagrave di firenze egrave conservata lamedesima versione realizzata a scopi didattici che egravecostituita da 178 campioni collocati in 18 cofanetti(cuccuini 2002)attualmente in relazione ad un rinnovato interesseverso le collezioni xilologiche dovuto ai piugrave recentiutilizzi in campo sperimentale (ManiatiS et al2011) didattico divulgativo ed alla consapevolezzache la Xylotomotheca Italica possiede tutte le caratte-ristiche di un bene culturale (d lgs n 422004 art11) sono state avviate alcune azioni tese al recuperoconservativo della collezione presente presso ilMuseo orto Botanico in primo luogo egrave stato valu-tato lo stato di conservazione dei singoli campioni alfine di evidenziare gli eventuali interventi da effet-tuare ersquo risultato che solo 3 campioni presentano ivetri rotti tuttavia le sezioni non sono danneggiateviceversa in quasi tutti i campioni il nastro che sigil-la i vetri egrave logoro e consunto pertanto egrave possibileaffermare che la collezione egrave complessivamente inun discreto stato conservativola collezione egrave stata inoltre informatizzata medianteapposito software (fileMaker pRo 12 clariscorporation) riportando nei vari campi le informa-zioni presenti sui cartellini Questo intervento hapermesso di fruire facilmente delle informazioni inessa contenute prossimamente si completeragrave il lavo-ro realizzando alcuni interventi di restauro sui cam-pioni ed effettuando lrsquoacquisizione in formato elet-tronico della loro immagine con uno scanner perdocumenti di pregio anche al fine di implementareun archivio elettronico consultabile via internet

letteRatuRa citatacuccuini p 2002 ndash La Xylotomotheca italica un caso

insolito di serie di exsiccata Catalogo e spigolature stori-che Museol Sci 19(1) 97-119

di paSQuale g allevato e 2007 ndash Collezioni di legnie carboni in Mazzoleni S pignatelli S (a cura di)I Musei delle Scienze Agrarie lrsquoevoluzione delleWunderkammern 79-81 ed universitagrave di napolifederico ii

fioRi a 1900 ndash Nuovo microtomo automatico a doppiarotazione Malpighia 14 411-424

fioRi a Beacuteguinot a paMpanini R 1905 ndash Schedae adFloram Italicam Exsiccatam n giorn Bot ital ns12(2) 143-144

lyncH aH gaSSon pe 2010 ndash Index XylariorumEdition 4 Royal Botanic gardens Kew published onthe internet

ManiatiS d Saint andReacute l teMMeRMan M MalHiy BeecKMan H 2011 ndash The potential of using xylar-ium wood samples for wood density calculations a com-parison of approaches for volume measurement forest 4150-159

uRBinati c giove M 2012 ndash Collezioni xilologiche in

410 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

fig 1un campione della Xylotomotheca Italica presente presso ilMuseo orto Botanico dellrsquouniversitagrave di Baria sample of the Xylotomotheca Italica at the Botanicalgarden Museum of Bari university

taffetani f (a cura di) Herbaria nardini editorefirenze

RiaSSunto - la Xylotomotheca Italica di adriano fiorirealizzata nei primi anni del novecento rappresenta unadelle collezioni storiche piugrave interessanti e peculiari nel suogenere Si tratta di sezioni sottili di numerose specie legno-se tra le piugrave rappresentative della flora italiana e di alcunespecie esotiche coltivate in italia lrsquoautore realizzograve la col-lezione col preciso obiettivo di arricchire la Flora ItalicaExsiccata (FIE) e pertanto di fornire un prezioso materialedi confronto per quanti svolgevano lavori botanici inoltreprogettograve il microtomo utilizzato per effettuare le sezioninella versione originaria della collezione costituita da 215

campioni le sezioni sono confezionate in pieghi di carton-cino a loro volta riposti in bustine corredate da unrsquoetichet-ta la Xylotomotheca Italica presente presso il Museo ortoBotanico dellrsquouniversitagrave di Bari fu acquisita probabil-mente insieme ai campioni della FIE presenti pressolrsquoHerbarium Horti Botanici Barensis (Bi) essa non si pre-senta nella sua veste originaria bensigrave in una versione realiz-zata per scopi didattici le sezioni con la relativa etichet-ta sono montate tra due vetri rettangolari sigillati da unnastro di tela grigia la collezione egrave composta da 154 cam-pioni comprendenti 135 taxa sub-generici appartenenti a93 generi Sono stati avviati alcuni interventi tesi al recu-pero della collezione che si presenta complessivamente inun discreto stato di conservazione

411

autoRi

Viviana Cavallaro (vivianacavallarounibait) Luigi Forte Dipartimento di Biologia e Museo Orto Botanico Universitagrave diBari ldquoAldo Morordquo Via E Orabona 4 70126 BariGiovanni Signorile Francesca Carruggio Francesca Mantino Museo Orto Botanico Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via EOrabona 4 70126 Bari

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

Malgrado siano trascorsi ben 40 anni il noto afori-sma di dobzhansky secondo cui ldquoniente in biologiaha senso se non alla luce dellrsquoevoluzionerdquo(doBzHanSKy 1973) non solo nulla ha perso dellasua straordinaria forza concettuale ma di fatto haoggi un significato ancor piugrave profondo in relazione aipiugrave recenti studi nel campo della biologia evolutivadello sviluppo (evo-devo) disciplina che estende ulte-riormente la visione unificante che negli anni lsquo30 elsquo40 del secolo scorso condusse alla sintesi evoluzioni-stica coniugando la genetica con le ldquoclassicherdquo scien-ze naturali (MuumllleR 2007)Svolgere adeguata divulgazione scientifica sulla teoriadellrsquoevoluzione appare perograve un compito estrema-mente difficile di evoluzione si parla nei contestipiugrave disparati ma non di rado i concetti basilari dellateoria darwiniana e delle sue successive elaborazionivengono travisati al punto da attribuire a darwinstesso affermazioni mai da lui pronunciate o scrittea cominciare dal famigerato rdquolrsquouomo discende dallascimmiardquo frase che manifesta la totale ignoranza dichi la pronuncia sulle tematiche in questione ersquoanche spiacevolmente frequente una volgarizzazioneerronea del concetto di evoluzione che viene inter-pretato come un ldquocammino verso la perfezionerdquo conlrsquointroduzione di elementi di teleologia del tuttoinappropriati allrsquoindirizzo httpevolutionberke-leyedu egrave disponibile un utile elenco di tipici erroriconcettuali sulla tematica dellrsquoevoluzione con relati-ve argomentazioni e note esplicative Se sono ben chiari i motivi della opportunitagrave e neces-sitagrave di insegnare i principi ed i meccanismi dellrsquoevo-luzione a tutti i livelli dellrsquoistruzione scolastica eduniversitaria non sono a tuttrsquooggi disponibili ade-

guati strumenti didattici neacute vi egrave stato se non episo-dicamente un confronto con i potenziali fruitoridegli interventi formativi per sperimentare le moda-litagrave piugrave efficaci con cui trasmettere i complessi edarticolati concetti della teoria dellrsquoevoluzione supe-rando le fin troppo diffuse inesattezze e gli erroriconcettuali precedentemente menzionatiil ruolo delle risorse museali per una efficace didatti-ca dellrsquoevoluzione egrave stato messo in rilievo da alcunistudi (Spiegel et al 2012) compiuti prevalentemen-te negli Stati uniti dove egrave piugrave avvertibile il problemadelle resistenze di tipo ideologicoreligioso in parti-colare nelle aree in cui sono particolarmente diffusi ilcreazionismo e lrsquoipotesi dellrsquoIntelligent Design che nerappresenta una versione ldquoaggiornatardquo dallrsquoesigenza di colmare questa grave lacuna nascepresso il Museo orto Botanico strutturadellrsquouniversitagrave degli Studi di Bari ldquoaldo Morordquo ilprogetto denominato e-Move (evoluzione delMondo vegetale) il progetto nasce dallrsquoidea che labiodiversitagrave vegetale vista in chiave diacronica possacostituire uno strumento molto efficace per la divul-gazione scientifica su questo tema cosigrave importante ilprogetto annuale che ha ricevuto un finanziamentodal MiuR nellrsquoambito della legge 62000 per la dif-fusione della cultura scientifica presenta alcuni ele-menti di novitagrave che verranno discussi in questo brevecontributo

aRticolazione del pRogettoil progetto si articola su 3 linee (a) allestimento nelMuseo orto Botanico di spazi espositivi sperimenta-li per elaborazione e validazione di strategie didatti-co-divulgative (B) Realizzazione di giochi interattivi

412 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

Risorse per insegnare lrsquoevoluzione dei vegetali il progetto e-Move

a gRano Mc de tullio

aBStRact - Resources for teaching plant evolution the E-MoVe project -the e-Move (evolution of the plant World)project tackles the problem of the scarcity of effective educational tools for teaching evolution in spite of the undoubtedimportance of the topic Within the Botanical garden Museum of the university of Bari methodologies for teaching evo-lution will be developed in collaboration with school teachers and other stakeholders novel teaching tools includinginteractive videogames will be made available to national and international institutions for testing and validation theproject funded by the italian Ministry of education also aims at providing training to school teachers and scientific muse-um operators

Key words plant evolution scientific museum teaching

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

(c) formazione di docenti ed operatori museali

(a) lo spazio espositivo consentiragrave di sperimentarestrategie di comunicazione e divulgazione valorizzan-do strutture attrezzature e competenze giagrave presenti esi articola in 3 parti (a phylowall b darwin e lepiante c iconografia botanica) con aula didatticaper la formazionea phyloWall la parete della filogenesi delle pianteil ldquogiardino verticalerdquo nasce a scopo decorativo-arti-stico su idea del botanico e designer p Blanc ilphyloWall avragrave una funzione scientifico-didatticaattraverso la disposizione degli organismi secondouno schema filogenetico si visualizzeragrave in manieraimmediata il concetto di evoluzione una legendacon datazione e localizzazione geografica dei repertifossili verragrave collocata accanto al phylowall per unaimmediata fruibilitagraveb darwin e le pianteverragrave allestita lrsquoipotetica ricostruzione dello studio didarwin con alcune delle immagini piugrave significativelegate allrsquoelaborazione del concetto di evoluzioneverragrave collocato uno schermo touch-screen per i giochiinterattivi c iconografia botanica localeverranno allestite teche per lrsquoesposizione di volumitra cui la flora del Regno di napoli di Micheletenore allo scopo di evidenziare il legame tra il pas-sato ed il futuro della ricerca botanica

(B) la realizzazione di materiale didattico innovativocostituisce un obiettivo fondamentale del progettoun comitato di redazione tecnico-scientifico in col-laborazione con uno studio professionale specializza-to nella comunicazione multimediale si occuperagrave diideare e realizzare materiale didattico che verragrave poidistribuito per la validazione nellrsquoambito di una retedi collaborazione nazionale ed internazionale

(c) la formazione si articoleragrave in (a) visite guidateper alunni (b) corsi per insegnanti e operatorimuseali con la collaborazione dellrsquoassociazionenazionale insegnanti di Scienze naturali (aniSn)si prevede la formazione di insegnanti sulle tematichedellrsquoevoluzione biologica utilizzando sia un approc-cio storico-didattico con lrsquouso dellrsquoerbario e dellabanca del germoplasma sia lo sviluppo di strumentiinterattivi informaticii moduli di formazione affronteranno temi che spa-ziano dallrsquoinquadramento storico della teoria dellrsquoe-voluzione allrsquouso delle moderne tecniche di sistema-tica molecolare sviluppando specifici percorsi didat-tici per i diversi livelli di approfondimento un ruolofondamentale verragrave attribuito allrsquouso delle risorsemuseali

pRoSpettive futuReil progetto ha elevate potenzialitagrave di fornire ricaduteper la diffusione della cultura scientifica sia a livellolocale sia come esperienza pilota da esportare in altrerealtagrave territoriali nazionali in particolare la collabo-razione con lrsquoaniSn consente lrsquoimplementazionedel progetto nelle ldquoscuole presidiordquo ed una piugrave ampiautilizzabilitagrave del materiale didattico sullrsquoevoluzionedelle piante che verragrave messo a disposizionela collaborazione con altre universitagrave orti Botanicie Musei della Scienza costituiragrave una rete aperta ad unbacino di utenza piugrave ampio e permetteragrave di esporta-re sul piano nazionale lrsquoesperienza maturata nellrsquoam-bito del progettole azioni connesse alla realizzazione di e-Move pro-muoveranno su scala nazionale la costituzione dinodi in una rete di comunicazione e diffusione dellacultura scientifica nel campo specifico dellrsquoevoluzio-ne delle piante con lrsquoobiettivo generale di elevare illivello di competenze degli studenti dei docentidegli operatori museali e del pubblico di non addet-ti ai lavori in ambito scientifico sostenendo la for-mazione continua la formazione di operatorimuseali guide naturalistiche ed altre figure profes-sionali per ampliare le conoscenze naturalistiche ter-ritoriali egrave un obiettivo di particolare rilevanza sia perla valorizzazione delle risorse umane sia per la tuteladei beni ambientali e dellrsquoingente patrimonio costi-tuito dalla biodiversitagrave vegetale nel nostro paese conlrsquoobiettivo di salvaguardare specie a rischio di estin-zione nella fattispecie piante che hanno rivestito unparticolare significato nel corso dellrsquoevoluzione

letteRatuRa citatadoBzHanSKy t 1973 ndash Nothing in biology makes sense

except in the light of evolution amer Biol teacher 35127-129

MuumllleR g 2007 ndash Evo-devo extending the evolutionarysynthesis nat Rev genet 8 943-949

Spiegel an evanS eM fRazieR B Hazel a taReM gRaM W diaMond J 2012 ndash Changing muse-um visitorrsquos concept of evolution evo edu outreach5 43-61

RiaSSunto ndash viene brevemente presentato il progettoe-Move (evoluzione del Mondo vegetale) attualmentein corso di realizzazione presso il Museo orto Botanicodellrsquouniversitagrave degli Studi di Bari ldquoaldo Morordquo il proget-to che ha ricevuto un finanziamento MiuR nellrsquoambitodella legge 62000 per la diffusione della cultura scientifi-ca si propone di allestire uno spazio espositivo che si poneanche come centro permanente per la ideazione realizza-zione e diffusione di efficaci strategie didattiche sui temidellrsquoevoluzione biologica attraverso la costituzione di unarete di validazione nazionale ed internazionale noncheacute larealizzazione di incontri di formazione per docenti discuole di ogni ordine e grado ed operatori museali

413Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

autoRi

Antonella Grano Museo Orto Botanico Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70126 BariMario C De Tullio (mariodetulliounibait) Dipartimento di Biologia Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70126Bari

il genere Arum l (Araceae) comprende in italia trespecie poliploidi A apulum (carano) p c Boyce Amaculatum l e A italicum Mill in questo genere itaxa poliploidi tendono ad occupare areali geograficimolto ampi rispetto alle specie diploidi (Bedalov1981) infatti A italicum egrave principalmente diffusodal caucaso attraverso la regione del Mediterraneofino alla costa atlantica (BonnieR 1931 MeuSel etal 1965 diHoRu 1970 Bedalov 1975) A macu-latum secondo MeuSel et al (1965) teRpograve (1973)e Bedalov (1981) egrave distribuito in europa centrale eoccidentale A maculatum e A italicum presentanotuberi rizomatosi al contrario del poliploide A apu-lum che ha il tubero a forma discoide (BedalovKupfeR 2005) in riferimento allrsquoorigine delle speciedel genere Arum Bedalov KupfeR (2005) suggeri-scono che la forma discoide del tubero sia da consi-derare ancestrale rispetto alla forma rizomatosaSuccessivamente questi dati sono stati confermati daindagini molecolari (eSpigravendola et al 2010) in precedenti lavori al fine di chiarire la tassonomiadel genere Arum sono stati riportati alcuni aspetticitologici e citotassonomici (goRi 1958 MaRcHi etal 1964 BeuRet 1971 1972 MaRcHi 1971Bedalov 1975 1981 Bedalov et al 1998) lamaggior parte delle specie di Arum egrave diploide connumero cromosomico 2n=28 mentre sono pochi itaxa poliploidi conosciuti A maculatum e A apulumsono tetraploidi con 2n=56 mentre A italicum egrave esa-ploide con 2n=84 le analisi cariologiche hannomostrato in dettaglio i cariotipi di quattro speciediploidi e due poliploidi i taxa analizzati inoltrehanno evidenziato un ldquocariotipo di baserdquo caratteriz-

zato dalla presenza di alcuni cromosomi marker(drsquoeMeRico et al 1993 Bianco et al 1994) il presente contributo fornisce pertanto informazio-ni sulla cariomorfometria delle suddette specie poli-ploidi

MateRiali e Metodile analisi cariologiche sono state effettuate su apiciradicali pretrattati con colchicina 03 per 2h equindi fissati per 5 min con 5111 (vv) (alcol eti-lico assoluto cloroformio acido acetico glaciale for-maldeide) successivamente sono stati idrolizzati per20 min con Hcl 55n e colorati con reattivo difeulgen la nomenclatura utilizzata per descrivere ilcariotipo segue levan et al (1964)per valutare il livello di simmetria del cariotipo sonostati utilizzati gli indici di asimmetria a1 (indiceintracromosomale) e a2 (indice intercromosomale)(RoMeRo zaRco 1986)

RiSultati e diScuSSioneArum maculatum e A italicum sono caratterizzati daun cariotipo asimmetrico comprendente numerosicromosomi submetacentrici con A italicum chemostra un indice intracromosomale (a1=043) piugraveelevato rispetto ad A maculatum (a1=039)dal punto di vista citologico egrave interessante notareche nelle specie esaminate sono state osservate coppiedi cromosomi caratterizzate dalla presenza di seg-menti telomerici debolmente colorati dal feulgenprecedentemente descritti come costrizioni seconda-rie (drsquoeMeRico et al 1993) dyeR (1963) e voSacolaSante (1995) descrivono simili segmenti

414 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

indagini cariomorfometriche in tre taxa poliploidi del genere Arum

a tuRco p Medagli a alBano S drsquoeMeRico

aBStRact - Karyomorphometry on three polyploid taxa of arum - Somatic chromosomes of three polyploid taxa of Arumhave been investigated A italicum showed 2n = 84 chromosomes and the karyotype is composed by numerous asymmet-ric chromosomes A maculatum and A apulum have shown 2n = 56 chromosomes the karyotype morphology of Aitalicum is similar to that of A maculatum but the most asymmetrical karyotype and the presence of numerous weaklyfeulgen-stained segments of the former suggest a more recent origin respect to latter differently A apulum has showed asymmetrical karyotype and few weakly feulgen-stained segments

Keywords allocyclic segments Arum karyotype asymmetry

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

denominati ldquoallocyclic segmentsrdquo in diversi gruppidi piante (Gasteria duval Iris l Aloe l) voSaBennett (1990) e Bennett gRiMSHaW (1991)inoltre suggeriscono lrsquoutilitagrave di questi segmenticome indicatori dellrsquoevoluzione del cariotipo e quin-di determinanti nellrsquoidentificazione dei cariotipidelle varie entitagrave al riguardo Arum italicum hamostrato il maggior numero di cromosomi conte-nenti i suddetti segmenti in comparazione a quelliosservati nei complementi di A maculatum A apu-lum e nei diploidi A orientale M Bieb subsp orien-tale e A cylindraceum gasp (drsquoeMeRico et al1993) differentemente A apulum egrave una specie tetraploidecon una distribuzione limitata al Sud italia (puglia)(caRano 1934 goRi 1958 Bianco et al 1994)Questrsquoultima specie mostra un cariotipo piugrave simme-trico (a1=032) considerato ancestrale rispetto allespecie con cariotipi asimmetrici (SteBBinS 1971)costituito da cromosomi prevalentemente metacen-trici e dalla presenza di pochi segmenti allociclicidrsquoaltra parte lrsquoisolamento geografico accompagnatoda variazioni ecologiche sembra supportare lrsquoattualestruttura del cariotipo di A apulum

letteRatuRa citata Bedalov M 1975 ndash Cytotaxonomical and phytogeograph-

ical investigation of the species arum italicum Mill inYugoslavia acta Bot croat 34 143-150

mdash 1981 ndash Cytotaxonomy of the genus arum (araceae) inthe Balkans and the Aegean area Bot Jahrb Syst 102183-200

Bedalov M favaRgeR c KupfeR p 1998 ndash Naturalhybrids and basic chromosome number in the genusarum acta Botanica yunnanica Suppl X 71-75

Bedalov M KupfeR p 2005 ndash Studies on the genusarum (araceae) Bull Soc neuchacirctel Sci nat 12843-70

Bennett St gRiMSHaW JM 1991 ndash Cytological stu-dies in cyclamen (primulaceae) pl Syst evol 176135-143

BeuRet e 1971 ndash Reacutepartition geacuteographique de quelquesarum des groupes maculatum L et italicum Mill BullSoc neuchacirctel Sci nat 94 29-36

mdash 1972 ndash Preacutesence drsquoun Arum diploide en Italie BullSoc neuchacirctel Sci nat 95 35-41

Bianco p drsquoeMeRico S Medagli p Bedalov M1994 ndash Indagini sistematiche su arum apulum(Carano) Bedalov (araceae) entitagrave endemica delle

Murge Pugliesi Webbia 49 (1) 43-49BonnieR g 1931 ndash Flore complegravete ilustregravee en couleurs de

France Suisse et Belgique 11 pariscaRano e 1934 ndash Un nuovo elemento della Flora meri-

dionale drsquoItalia ann Bot 20 579-585drsquoeMeRico S Bianco p Medagli p 1993 ndash

Chromosome numbers and karyotypes in arum(araceae) caryologia 46 161-170

diHoRu g 1970 ndash Morpho-taxonomische aspekte einigerArum-Arten Rev Roumaine Biol Seacuter Bot 15 71-85

dyeR af 1963 ndash Allocyclic segments of chromosomes andstructural heterozygosity that they reveal chromosoma13 545-576

eSpigravendola a BueRKi S Bedalov M KupfeR palvaRez n 2010 ndash New insights into the phylogeneticsand biogeography of arum (araceae) unravelling its evo-lutionary history Bot J linn Soc 163 14-32

goRi c 1958 ndash Il numero dei cromosomi dellrsquoarumnigrum Schott var apulum Carano caryologia 10(3) 454-456

levan a fRedga K SandBeRg aa 1964 ndashNomenclature for centromeric position on chromosomesHereditas 52 201-220

MaRcHi p 1971 ndash Numeri cromosomici per la flora italia-na 57-66 inform Bot ital 3 124-138

MaRcHi p capineRi R drsquoaMato g 1964 ndash Numericromosomici per la flora italiana 182-189 informBot ital 6 (3) 303-312

MeuSel H JaegeR e WeineRt e 1965 ndash Vergleichen-de Chorologie der zentra-europaumlischen flora 1 Jena

RoMeRo zaRco c 1986 ndash A new method for estimatingkaryotype asymmetry taxon 35 526-530

SteBBinS gl 1971 ndash Chromosomal Evolution in HigherPlants edward arnold ltd london

teRpOacute a 1973 ndash Kritische Revision der arum-Arten desKarpatenbeckens acta Bot acad Sci Hung 18216-255

voSa cg Bennett St 1990 ndash Chromosome studies inthe Southern African flora58-94 Chromosome evolutionin the genus gasteria Duval caryologia 43 235-247

voSa cg colaSante M 1995 ndash I segmenti allociclicinelle liliiflorae inform Bot ital 27 307-308

RiaSSunto gli autori riportano alcuni risultati cario-morfometrici ottenuti su tre specie poliploidi del genereArum Arum apulum (2n=56) A maculatum (2n=56) e Aitalicum (2n=84) in particolare la specie A italicum con2n=84 cromosomi ha mostrato un cariotipo con un eleva-to indice di asimmetria nel cariotipo di questa speciesono stati riscontrati numerosi ldquosegmenti allociclicirdquo incomparazione ad A maculatum e A apulum

415Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

autoRi

Alessio Turco Piero Medagli Antonella Albano Laboratorio di Botanica sistematica ed Ecologia vegetale DiSTeBAUniversitagrave del Salento Campus Ecotekne 73100 LecceSaverio DrsquoEmerico Dipartimento di Biologia Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70126 Bari

Cistus clusii dunal piccolo arbusto appartenente allafamiglia Cistaceae egrave una specie xerofila con distribu-zione mediterraneo-occidentale in italia storicamen-te presente in Sicilia (giaRdina 1988) e in puglianellrsquounica stazione di ldquoBosco isolardquo (lesina fg)(foRte et al 2002a) in questrsquoultima il contestovegetazionale egrave quello della gariga nanofanerofiticasu suolo sabbioso in associazione con Rosmarinusofficinalis l Erica multiflora l e Cistus sp pl(cHieSuRa loRenzoni et al 1976)a partire dallrsquoanno 2000 nellrsquoambito di progetti diricerca condotti dal Museo orto Botanicodellrsquouniversitagrave degli Studi di Bari sono stati indaga-ti alcuni aspetti della biologia ed ecologia di C clusii(MaccHia 2005) tali studi furono finalizzati allarealizzazione di azioni di conservazione in situ attra-verso il rafforzamento della popolazione residualepugliese giagrave allrsquoepoca gravemente esposta a pericolodi estinzione (conti et al 1997) a tale scopo furo-no infatti reintrodotti in aree ecologicamente idoneedi ldquoBosco isolardquo circa cento individui ottenuti pervia sessuale attraverso fecondazione incrociata con-trollata a partire dai pochi individui della popolazio-ne originaria (foRte et al 2002b) Successivi rilieviin campo hanno registrato la progressiva diminuzio-ne del numero di individui presenti in situ fino allaloro completa scomparsa soprattutto a causa deiripetuti incendi verificatisi tra il 2007 e il 2010(foRte et al 2009 2012) tuttavia la specie in

puglia era da ritenersi estinta solo in natura (EW) inquanto presso il Museo orto Botanico di Bari eranopresenti sia individui ottenuti da fecondazione incro-ciata e derivanti dalla popolazione spontanea origina-ria sia semi conservati presso la Banca delgermoplasma (Bg-MoBB)Questrsquoultima evenienza ha costituito la premessaindispensabile per la realizzazione di nuove azioni diconservazione di C clusii nel territorio di ldquoBoscoisolardquo tali azioni si sono concretizzate grazie ad unaconvenzione stipulata tra il Museo orto Botanico diBari e il centro Studi naturalistici onluS nellrsquoam-bito del progetto ldquointerventi per la protezione e con-servazione del patrimonio ambientalerdquo- fondi faS ndashpremialitagrave Regionale delibera cipe 202004in questo lavoro vengono presentate le attivitagrave svolteai fini della propagazione gamica di C clusii e quelleper la successiva reintroduzione degli individui pro-dotti

MateRiali e Metodi

il materiale di propagazione gamica utilizzato per leazioni di conservazione in situ egrave stato ottenuto daimpollinazione incrociata controllata eseguita su dueindividui conservati ex situ siglati come c1 e c2 peri quali era stata giagrave testata la compatibilitagrave allrsquoincro-cio (foRte et al 2012)nel mese di aprile 2010 495 fiori (437 dellrsquoindivi-duo c1 e 58 dellrsquoindividuo c2) privati degli stami

416 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

Reintroduzione di Cistus clusii a ldquoBosco isolardquo (lesina puglia)

l foRte S anifantiS f caRRuggio v cavallaRo f Mantino g MelcHioRRe

aBStRact - Reintroduction of cistus clusii to ldquoBosco Isolardquo (Lesina Apulia) - Cistus clusii dunal is very rare in italy whereits historical sites of occurrence are in Sicily and apulia (ldquoBosco isolardquo ndash lesina fg) after the extinction in the wild ofthe small apulian population the Botanical garden Museum of Bari university and the centro Studi naturalistici(onluS) made a special agreement in order to implement a reintroduction project into the site of lesina the reintro-duced plants 520 in all were obtained from the offspring of lesina C clusii spontaneous population which is conservedex situ at the Botanical garden Museum of Bari to increase the chances of a successful reintroduction the plants wereplaced in three different areas and in each of them the individuals were planted in microsites suitable for the eco-physi-ological characteristics of the lesina population already known from literature in fact only a thorough knowledge of thebio-ecological behaviour of the selected species may allow to establish self-maintaining populations in the wild and so torealize an effective conservation action

Key words apulia Cistus clusii dunal reintroduction

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

sono stati impollinati manualmente e coperti consacchetti di tessuto non tessuto (tnt) in maggioin concomitanza con lrsquoinizio dellrsquoingrossamentodegli ovari i cappucci sono stati rimossi e nel mesesuccessivo egrave stata effettuata la raccolta delle capsulemature nella primavera del 2011 i semi sono statisottoposti a pre-trattamenti di scarificazione mecca-nica manuale e di dry-heating (80 degc x 5 min) inquanto risultati i piugrave efficaci nel promuoverne la ger-minazione (foRte et al 2012) per ciascuno dei duepre-trattamenti sono stati utilizzati circa 1500 semiderivanti dallrsquoincrocio c1 x c2 e circa 400 semi pro-dotti dallrsquoincrocio c2 x c1 i semi pre-trattati sonostati posti direttamente in plateaux di polistiroloespanso riempiti con sabbia sterilizzata a granamedio-fine (50) e torba (50) dopo una primafase di accrescimento le plantule sono state trapian-tate in fitosacchi in film plastico contenenti terrenonon sterile (sabbia di fiume 40 terreno comune30 torba 30) durante tutte le fasi di crescita leplantule sono state irrigate e sottoposte a trattamen-ti fitosanitari e fertilizzanti miratiper lrsquointervento di reintroduzione oltre agli individuicosigrave ottenuti nel 2011 sono stati utilizzati ancheindividui derivanti da semi pre-germinati nellrsquoambi-to di prove sperimentali condotte tra il 2009 e il2010 su c1 e c2la scelta delle aree di reintroduzione egrave stata fattasulla base dei dati storici di presenza di C clusii alesina (cHieSuRa loRenzoni et al 1976 foRte etal 2002b) delle caratteristiche eco-fisiologiche dellapopolazione originaria (foRte et al 2005 foRtepaStoRe 2005) di quelle ecologiche dei siti di rein-troduzione e dellrsquoanalisi delle minacce

RiSultati e diScuSSione

gli individui oggetto dellrsquoazione di reintroduzioneavvenuta a fine gennaio 2013 sono stati distribuitiin tre aree principali (fig 1) Queste sono situate neltratto di cordone dunale immediatamente ad est diMarina di lesina insediamento sorto in localitagravepietramaura dove negli anni lsquo70 era ancora presen-te il piugrave esteso nucleo di individui di C clusii dellastazione di lesina (cHieSuRa loRenzoni et al1976) due delle aree di reintroduzione poste tra lelocalitagrave di acquarotta e pennacchio sono relativa-mente vicine tra loro e separate da una fascia occupa-ta da un rimboschimento a Pinus pinea l mentre laterza in localitagrave chiusa dista dalle altre circa 2 kmallrsquointerno di ciascuna area sono stati individuati piugravesiti di reintroduzione georiferiti mediante strumen-tazione gpS in ognuno dei quali egrave stato inserito unnumero di individui compreso tra 20 e 25la scelta di ripartire gli individui in tre aree di rein-troduzione differenti e allrsquointerno di queste in piugravesiti distinti egrave stata effettuata con lo scopo di ridurre ilrischio che un eventuale incendio possa interessarlecontemporaneamente compromettendo la sopravvi-venza dellrsquointera popolazione reintrodotta il numerocomplessivo di siti di intervento egrave risultato pari a 27inoltre per garantire buone probabilitagrave di successo

anche riproduttivo in ciascun sito sono stati reintro-dotti almeno 20 individui al fine di aumentare laprobabilitagrave di incrocio tra individui con alleli diincompatibilitagrave differenti indispensabile in una spe-cie allogama come C clusii (Rizzotto 1979)in ogni sito inoltre i singoli individui sono statipiantati in micro-siti individuati sulla base dellamicro-morfologia stazionale le tre aree di interven-to ricadono in un contesto vegetazionale caratterizza-to da un complesso e molto frammentato mosaicocostituito principalmente dalla gariga a R officinalisE multiflora e Cistus sp pl e dalla macchia a sclero-fille sempreverdi con presenza di Erica arborea lQuesto mosaico spesso egrave il diretto risultato delledifferenti condizioni ecologiche determinate dallamicro-morfologia stazionale (foRte et al 2002a) ealtre volte della dinamica della vegetazione in atto acausa degli incendi pertanto sono stati individuaticome idonei quei micro-siti rispondenti alle caratte-ristiche bio-ecologiche della popolazione da intro-durre (eliofilia relativa sensibilitagrave allo stress idricoecc foRte et al 2005) e comunque sempre suffi-cientemente distanti da nuclei di macchia in stato diavanzamento o da singoli cespugli in fase di resprou-tinglrsquoazione di conservazione in situ cosigrave condotta nonha richiesto pertanto ulteriori interventi quali dira-

417Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 1Mappa delle aree di reintroduzione (base cartograficaldquocarta della vegetazione reale del ldquoBosco isolardquo di lesina- foglio 1rdquo foRte 2001)Map of reintroduction areas (cartographic base ldquocartadella vegetazione reale del ldquoBosco isolardquo di lesina - foglio1rdquo foRte 2001)

damento della vegetazione preesistente rimozionedel secco ecccomplessivamente nella stazione di ldquoBosco isolardquosono stati reintrodotti 520 individui di C clusii pro-dotti mediante coltivazione ex situ 200 dei qualiderivanti da semina diretta di semi pre-trattati e 320ottenuti da impianto di semi pre-germinatiattualmente ulteriori 155 individui prodotti nel-lrsquoambito di questo progetto sono conservati presso ilMuseo orto Botanico dellrsquouniversitagrave di Bari inmodo da garantire sia la conservazione ex situ delpatrimonio genetico della popolazione di lesina e siala possibilitagrave di disporre di materiale di propagazioneper studi successivi

Ringraziamenti - gli autori ringraziano gli ldquospeciali colla-boratorirdquo che si sono prodigati durante il lavoro in campodi reintroduzione in situ in ordine alfabetico elenaBlotti nicola cillo Saverio drsquoamico Mario de tullioantonella grano Marcello Macchia Saverio Regina egianni Signorile

letteRatuRa citatacHieSuRa loRenzoni f cuRti l loRenzoni gg

MaRcHioRi S 1976 ndash cistus clusii Dunal Note dinomenclatura e di distribuzione con particolare riguardoalla stazione di Lesina (Foggia) giorn Bot ital 110259-267

conti f Manzi a pedRotti f 1997 ndash Liste rosse regio-nali delle piante drsquoItalia WWf Societagrave Botanicaitaliana universitagrave di camerino

foRte l anifantiS S Mantino f caRRuggio fcavallaRo v 2009 ndash Conservation of cistus clusiiDunal from ldquoBosco Isolardquo (Lesina - Apulia) current sta-tus and new experimental evidence in BaccHetta g(ed) Book of Abstracts Biodiversity Hotspots in theMediterranean Area 45th intern congr SiSv amp fip ndashcagliari 22-24 25-29 June 2009 280

foRte l cavallaRo v MaccHia f 2002b ndashConservazione in situ di cistus clusii Dunal (cistaceaeMagnoliophyta) nella duna di Lesina Quad Botamb appl 13 3-9

foRte l cavallaRo v pantaleo f drsquoaMico fSMaccHia f 2002a ndash The vascular Flora of the ldquoBoscoIsolardquo at Lesina (Foggia ndash Apulia) fl Medit 12 33-92

foRte l MelcHioRRe g anifantiS S caRRuggio fMantino f 2012 ndash Alcuni aspetti della biologia dellaconservazione di cistus clusii Dunal di ldquoBosco Isolardquo(Lesina Puglia) inform Bot ital 44(Suppl 2) 36-38

foRte l paStoRe d 2005 ndash Relazioni acqua-pianta inMaccHia f (ed) Biologia ed ecologia di cistus clusiiDunal 31-38 ed adda Bari

foRte l paStoRe d MaRvulli M Scatigna aMeMaccHia f 2005 ndash Analisi comparata tra eventi feno-logici e andamento dei parametri ambientali inMaccHia f (ed) Biologia ed ecologia di cistus clusiiDunal 5-13 ed adda Bari

giaRdina 1988 ndash Segnalazioni Floristiche Italiane 574-576 inform Bot ital 20(2-3) 678-679

MaccHia f (a cura di) 2005 ndash Biologia ed ecologia dicistus clusii Dunal ed adda Bari

Rizzotto M 1979 ndash Ricerche tassonomiche e corologichesulle cistaceae 1 Il genere cistus L in Italia Webbia33(2) 343-378

RiaSSunto ndash Cistus clusii dunal egrave una specie moltorara in italia storicamente presente in Sicilia e in puglianellrsquounica stazione di ldquoBosco isolardquo (lesina fg) in segui-to allrsquoestinzione della piccola popolazione residuale puglie-se il Museo orto Botanico dellrsquouniversitagrave di Bari e ilcentro Studi naturalistici onluS hanno stipulato unaapposita convenzione al fine di attuare unrsquoazione di rein-troduzione nel sito di lesina le piante reintrodotte insitu 520 in tutto sono state ottenute a partire da indivi-dui di C clusii progenie della popolazione spontanea ori-ginaria conservati ex situ presso il Museo orto Botanicoper aumentare le probabilitagrave di successo dellrsquointerventogli individui sono stati distribuiti in tre aree distinte eallrsquointerno di queste piantati in micro-siti rispondenti allecaratteristiche eco-fisiologiche della popolazione di C clu-sii di lesina giagrave note dalla letteratura infatti solo unaconoscenza approfondita del comportamento bio-ecologi-co delle entitagrave oggetto di interventi di conservazione insitu permette di programmare una concreta azione di tute-la attraverso lrsquoinsediamento di popolazioni in grado dipersistere nel tempo

418 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

autoRi

Luigi Forte (luigiforteunibait) Viviana Cavallaro Dipartimento di Biologia e Museo Orto Botanico Universitagrave di BarildquoAdo Morordquo Via E Orabona 4 70126 BariStamatia Anifantis Francesca Carruggio Francesca Mantino Giulia Melchiorre Museo Orto Botanico Universitagrave di BarildquoAldo Morordquo Via E Orabona 4 70126 Bari

Limoniastrum monopetalum (l) Boiss egrave presente inpuglia sulle rupi marittime di tricase porto (le)nellrsquoambito di una cenosi ascrivibile alla classeCrithmo-Limonietea Br-Bl 1947 in condizioni ana-loghe a quanto descritto per la Sicilia meridionale daBaRtolo et al (1982) Secondo la direttiva9243cee si tratta di un habitat di interesse comu-nitario denominato ldquoScogliere con vegetazione dellecoste mediterranee con Limonium spp endemicirdquo(aavv 2010) ersquo una specie a diffusione SW-Mediterranea in italia egrave presente in Sardegna inSicilia (conti et al 1992) nella laguna diorbetello (toMei guazzi 1993) a tricase porto(le) (accogli et al 1996) (fig1) in passato laspecie era stata segnalata ldquonei siti arenosi di tarantordquo(MaRinoSci 1870) caratterizzati da depressionicostiere con un ristagno idrico con substrato preva-lentemente costituito da argille e colonizzato da spe-cie ad elevata alofilia (tRotteR 1936) probabil-mente le antiche cenosi erano ascrivibili alla classeSarcocornetea-fruticosae Br-Bl amp tuumlxen ex a amp oBolograves 1950 tipica dei suoli inondati fangoso-argillo-si come riportato da Biondi et al (2004) per laSardegna

StatuS del popolaMento puglieSe ed eSpeRienzepRegReSSe

a tricase porto il popolamento si presenta formatoda due nuclei localizzati sulla sommitagrave di due costo-ni rocciosi distanti in linea drsquoaria circa 150 mentrambi i costoni sono occupati da abitazioni ad

uso civico ed i cespugli di limoniastro sono localizza-ti nelle loro adiacenze ma non allrsquointerno e questopotrebbe escludere unrsquointroduzione della specie perscopo ornamentale in totale si possono contarecirca 25 individui dei quali 18 si presentano comegrossi cespugli larghi 1ndash25 m alti 075ndash130 m lafioritura dura meno di un mese tra la fine di giugnoe lrsquoinizio di luglio le infiorescenze secche rimango-no sulla pianta sino a dicembre ma la maturazionedei frutti non egrave mai evidente e non egrave visibile la dei-

419infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

conservazione ex situ ed interventi di reintroduzione di Limoniastrum monopetalum in puglia

R accogli Mp BiancHi p Medagli S MaRcHioRi

aBStRact - ex situ conservation and reintroduction of limoniastrum monopetalum in Apulia region - in this paper arepresented the main actions taken by the Botanic garden of diSteBa for the protection of Limoniastrum monopetalum(l) Boiss species of high vulnerability included in the national Red list of plants of italy the specie is cultivated exsitu in the Botanic garden and it was decided to implement its reintroduction in the locality palude la vela (ta) in anarea once had been reported but no longer found propagation of L monopetalum was carried out by vegetative and gen-erative individuals obtained were reintroduced in two sites of the palude to different environmental conditions

Key words conservation moltiplication reintroduction

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 1areale di L monopetalum secondo gReuteR et al 1989 etutin et al 1981distribution area of L monopetalum according togReuteR et al 1989 and tutin et al 1981

scenza a contrastare lo sviluppo e la diffusione dinuove piante sono le estreme condizioni di povertagravedel substrato fortemente disturbato dalle attivitagraveantropiche che rimaneggiano continuamente le som-mitagrave dei costoni rocciosi (interventi di restauro edili-zio incendi e tagli indiscriminati) e la presenza diuna flora sinantropica dominata da agave pittospo-ro caprifico rovola vulnerabilitagrave della specie ha motivato la sua ripro-duzione ex situ nellrsquoorto Botanico dellrsquouniversitagravedel Salento e la messa a punto di protocolli di rein-troduzione infatti giagrave nel 2000 era stata testata lacapacitagrave di propagazione di L monopetalum sia pervia gamica che agamica senza forzature sui semi neacutedi ormoni radicanti per le talee la resa germinativaera risultata molto bassa del 2-5 mentre elevatesono state le percentuali di attecchimento delle talee(70-95) sia in primavera che agli inizi dellrsquoautun-no nel 2005 egrave stato effettuato un primo interventovolto al potenziamento del popolamento di L mono-petalum esistente a tricase porto lungo un breve trat-to costiero prospiciente il sito interessato da un inter-vento di riqualificazione attuato dallrsquoamministra-zione comunale lrsquointervento prevedeva la realizza-zione di un camminamento lungo la scogliera attra-verso i segni della storia locale ancora leggibili (trat-turi per la mena delle pecore vasche intagliate negliscogli per la concia delle pelli e per lrsquoestrazione diblocchi lapidei terrazzamenti per le colture agrarieprimaticce etc) la flora del tratto costiero annove-ra altre specie di interesse conservazionistico percheacuteincluse nella lista Rossa nazionale come Vincetoxi-cum hirundinaria Medik subsp adriaticum (Beck)Markgr o di valore fitogeografico come lrsquoendemicoLimonium japigicum (groves) pignatti Lavateraarborea l Scrophularia lucida l lrsquointervento direintroduzione era stato concordato con docenti edalunni delle Scuole Medie inferiori del comune ditricase che hanno partecipato dimostrando grandeinteresse e sensibilitagrave nellrsquoautunno 2005 egrave stataorganizzata una giornata durante la quale dopo unincontro tra autoritagrave politiche locali studiosi stu-denti e cittadini sono state messe a dimora 10 pian-te di L monopetalum (accogli et al 2006) pur-troppo lrsquointervento egrave stato inficiato da un incendioche nella primavera successiva ha distrutto buonaparte della flora spontanea ed i trapianti effettuati

MateRiali e Metodi

un secondo intervento di reintroduzione di L mono-petalum egrave stato programmato nel 2011 per il sitopalude la vela che ricade nellrsquoomonima Riservanaturale Regionale e prossima allrsquoantica salina di Sgiorgio jonico (ta) come prima fase si egrave procedu-to alla moltiplicazione della specie per ottenere indi-vidui giovani da mettere a dimora la moltiplicazio-ne ex situ egrave stata ripetuta sia per via vegetativa chegenerativa ponendosi nelle medesime condizionidegli anni precedenti ma con lrsquoaccorgimento didistinguere talee semierbacee da talee legnose ilmateriale propagativo egrave stato prelevato dagli indivi-

dui presenti a tricase porto da rami di 2 o piugrave annicon diametro del fusto maggiore di 10 mm sonostate realizzate talee lunghe 10-18 cm da rami di 1anno con diametro inferiore a 10 mm sono staterealizzate talee lunghe 7-12 cm il prelievo egrave statoeffettuato sia allrsquoinizio dellrsquoautunno (5 ottobre 2010)che alla fine della stagione invernale (5 marzo 2011) le talee sono state messe a radicare (senza aggiunta diormoni) in substrato costituito da un mixer di torbae perlite in rapporto 12 in vasi in pvc delle dimen-sioni 7x7x18 cm fatti stazionare poi in tunnel fred-do dopo 30 giorni veniva registrato lrsquoattecchimentodelle talee i risultati definitivi hanno evidenziato ilseguente andamento in autunno per quelle preleva-te da rami di 2 anni egrave stata registrata una percentua-le del 74 e per quelle prelevate da rami di 1 annodel 64 in primavera per le talee piugrave legnose egrave stataregistrata una percentuale di attecchimento pari al95 e per quelle meno legnose dellrsquo86 ancorauna volta i risultati dimostrano la facilitagrave di propaga-zione vegetativa della specie inoltre anche se i valo-ri differiscono di poco si deduce che il periodomigliore per il taleaggio di L monopetalum egrave a finestagione primaverile con rami vecchi di almeno 2anni (tab 1)

i racemi di L monopetalum dopo la fioritura persi-stono sulla pianta per lungo tempo (anche sino allrsquoin-verno) per cui sono stati effettuati periodici prelievidei frutti per lrsquoestrazione dei semi al fine di definire ilperiodo di piena maturazione un primo prelievo deifrutti egrave stato effettuato in ottobre i semi sono statiopportunamente isolati previa rottura della capsulaed una parte di essi egrave stata sottoposta a vernalizzazio-ne (4 degc per 24 h) per simulare unrsquoeventuale dor-mienza invernale la semina egrave stata effettuata in cap-sule petri sterili con carta da filtro come substratotenute in camera di crescita a 20 degc e fotoperiodo di10 h Sono state realizzate tre ripetizioni con 30 ele-menti per capsula lrsquoelaborazione dei dati registratievidenzia un andamento del potere germinativo di Lmonopetalum secondo quanto riportato dalla fig 2 il monitoraggio delle piastre ha evidenziato un pote-re germinativo dei semi molto basso (2-4) questodato egrave stato confermato dalla semina a spaglio effet-tuata in una seminiera con substrato composto datorba e agriperlite nel rapporto 12 da circa 200semi sono emerse solo 6 plantule

420 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

taBella 1Risultati della propagazione ex situResults of ex situ propagation

stagione talee di di radicazionepartenza 72 dopo 30 gg

Oslash 10 mm 64autunno Oslash 10-20 mm 74Oslash 10 mm 86primavera Oslash 10-20 mm 95

ReintRoduzione a palude la vela

i sopralluoghi effettuati a palude la vela per lrsquoindivi-duazione di siti idonei alla reintroduzione hannoindotto alla scelta di due piccole superfici simili percondizioni di substrato per copertura vegetale eparametri ambientali tali siti sono collocati su spon-de opposte dellrsquoacquitrino ed hanno unrsquoestensioneminima di 60 m2 per la messa a dimora sono stateselezionate piante vigorose e sane con unrsquoaltezzamedia di 489 plusmn526 cm e diametro di 1609plusmn304cm nel mese di novembre 2011 egrave stata effettuata laloro messa a dimoranel sito denominato ldquoardquo sono state trapiantate 15piante con un approssimativo sesto di impianto di 2x 4 m nel sito ldquoBrdquo sono state trapiantate 14 piantein ordine sparso in quanto lrsquoarea presentava nume-rose zone di erosione e continui dislivelli

concluSioni

nellrsquoarea palude la vela le condizioni ambientalisembrano piugrave confacenti allrsquoecologia di L monopeta-lum rispetto a tricase porto ed egrave positivo che tutte lepiante abbiano attecchito e siano giunte a fioriturama solo fra qualche anno si potragrave constatare la for-mazione di un eventuale popolamento con individui

fertili ed in grado di autopropagarsi e si avragrave confer-ma del successo della reintroduzione

letteRatuRa citataaavv 2010 ndash Manuale italiano interpretazione degli

habitat (Direttiva 9243 CEE) Ministero ambiente etutela territorio e Mare SBi

accogli R Medagli p MaRcHioRi S 1996 ndashlimoniastrum monopetalum (L) Boiss in Puglia(plumbaginaceae) giorn Bot ital 130 1 91degcongr SBi ancona 16-19 settembre 1996

mdash 2006 ndash Conservazione ex situ e reintroduzione dilimoniastrum monopetalum (L) Boiss sulla fasciacostiera di Tricase Porto (Lecce) inform Bot ital38(Suppl 1) 183-184

BaRtolo g BRullo S MaRcenograve c 1982 ndash La vegeta-zione costiera della Sicilia sud-orientale aQ71226cnR Roma

Biondi e BRugiapaglia e faRRiS e filigHeddu RSeccHi z 2004 ndash Halophilous vegetation of Olbia pondsystem (NE-Sardinia) fitos 41(1) Suppl 1 125-141

conti f Manzi a pedRotti f 1992 ndash Lista RossaNazionale delle Piante drsquoItalia WWf italia Roma

gReuteR W BuRdet HM long g 1989 ndashMedndashChecklist vol 4 320 pp

MaRinoSci M 1870 ndash Flora Salentina 1 22toMei pe guazzi e 1993 ndash Le zone umide della

Toscana Lista generale delle entitagrave generali atti MusStor nat grosseto 15 120-135

tRotteR a 1936 ndash Rilievi ecologici intorno alla flora edalla vegetazione della salina di SGiorgio presso Tarantoann R ist Sup agr portici III 5 120-135

tutin tg HeyWood vH BuRgeS na MooRedM valentine dH WalteRS SM WeBB da1981 ndash Flora Europaea vol 3 51

RiaSSunto - nel presente lavoro vengono esposte leprincipali azioni intraprese dallrsquoorto Botanico deldiSteBa per la salvaguardia di Limoniastrum monopeta-lum (l) Boiss specie ad alta vulnerabilitagrave inclusa nellalista Rossa nazionale delle piante drsquoitalia da anni la spe-cie viene coltivata ex situ nellrsquoorto Botanico e si egrave pensatodi attuare la sua reintroduzione in localitagrave palude la velain un ambito territoriale di antica segnalazione ma doveattualmente risulta scomparsa la propagazione di Lmonopetalum egrave stata effettuata per via vegetativa e genera-tiva e gli individui ottenuti sono stati reintrodotti in duesiti della palude a diverse condizioni ambientali

421Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 2valutazione del potere germinativoevaluation of the germinative power

autoRi

Rita Accogli (ritaaccogliunisalentoit) Maria Pia Bianchi Piero Medagli Silvano Marchiori Orto Botanico delDipartimento di Scienze e Tecnologie Biologiche ed Ambientali (DiSTeBA) Universitagrave del Salento Centro Ecotekne ViaProvinciale per Monteroni 73100 Lecce

in occasione della redazione della checklist dellepiante vascolari della puglia (a albano fBartolucci f conti p Medagli Rp Wagensommerin prep) egrave stato aggiornato lrsquoelenco delle specieminacciate in questa Regionele liste Rosse Regionali (conti et al 1997) ripor-tavano per la puglia 180 entitagrave da allora sono tras-corsi piugrave di 15 anni alcune di queste entitagrave eranoindicate in puglia per errore e altre sono considerateoggi sinonimi di entitagrave non minacciate mentrenumerose specie della lista Rossa nazionale sonostate rinvenute in puglia solo dopo il lavoro diconti et al (op cit) per questo motivo abbiamoritenuto utile aggiornare lrsquoelenco delle specie di listaRossa della Regione puglia e integrarlo con tutte leentitagrave endemiche pugliesi ed esclusive della Regione(presenti in italia solo in puglia)

RiSultati

il libro Rosso delle piante drsquoitalia (conti et al1992) riportava 458 specie e sottospecie di piantevascolari sottoposte a vari gradi di minaccia a livellonazionale di queste entitagrave 46 sono attualmentenote in puglia (tab 1) considerando anche le listeRosse Regionali (conti et al 1997) il numero ditaxa minacciati a livello nazionale e presenti in pugliasale a 89 entitagrave certamente presenti (di cui 1 dubita-tivamente alloctona) e 8 dubitativamente presentinella Regione mentre il numero di entitagrave indicatecome minacciate a livello Regionale egrave pari a 158 (dicui 1 dubitativamente alloctona) alle quali si aggiun-gono 4 entitagrave dubitativamente presenti nella Regio-ne per un totale di 188 entitagrave (tab 1)

le specie esclusive della puglia cioegrave quelle presentiin italia solo in questa Regione sono 54 di cui 2dubitativamente alloctone alle quali si aggiungono 6entitagrave la cui presenza egrave dubbia di queste 54 entitagrave35 sono endemiche pugliesi (tab 1)pertanto le specie di lista Rossa in puglia integratecon tutte le endemiche pugliesi e le esclusive dellaRegione sono 221 (tab 1) pari al 93 della floravascolare autoctona pugliese

diScuSSione

il libro Rosso e le liste Rosse delle piante drsquoitalia(conti et al 1992 1997) pur essendo stati seguitida altri lavori riguardanti le piante minacciate delnostro paese (pignatti et al 2001 ScoppolaSpaMpinato 2005) sono ancora oggi il riferimentoprincipale per le specie a rischio di estinzione initalia negli ultimi anni lrsquoimpulso alla realizzazionedi una nuova lista Rossa delle piante drsquoitalia secon-do i piugrave recenti criteri iucn (2001 2011) egrave statodato dalla rubrica pubblicata sullrsquoinformatoreBotanico italiano ldquoSchede per una lista Rossa dellaflora vascolare e crittogamica italianardquo e dal proget-to appena concluso e realizzato dalla SocietagraveBotanica italiana per conto del Ministero dellrsquoam-biente e della tutela del territorio e del Mare relati-vo alla valutazione nazionale della categoria di rischiodi estinzione per piugrave di 300 specie vegetali di interes-se conservazionistico e di ambientihabitat partico-larmente minacciati (RoSSi et al 2013) attualmen-te questi progetti hanno portato alla valutazione delgrado di minaccia di 40 specie vascolari presenti inpuglia Egrave auspicabile pertanto il contributo di tutti

422 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

piante vascolari minacciate e liste Rosse aggiornamento delle conoscenzein puglia

Rp WagenSoMMeR p Medagli ev peRRino

aBStRact - Threatened vascular plants and Red Lists an update of knowledge in Apulia -the Regional Red list of vas-cular plant species in apulia Region has been updated following recent knowledges of conservation distributional andtaxonomic interest

Key words apulia Red lists threatened species update

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

423Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

taBe

lla

1Piante vascolari endemiche esclusive e di Lista Rossa della Regione Puglia

Endemic exclusive and Red List vascular plants in Apulia Region

424 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO 45 (2) 393-432 2013(se

gue T

ab 1

)

425Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

(segue Tab 1)

426 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013(segue Tab 1)

427Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

(segue Tab 1)

i botanici pugliesi affincheacute sia possibile valutaresecondo i criteri piugrave recenti dellrsquoIUCN (op cit) unnumero molto maggiore di specieLrsquoelenco riportato in Tab 1 include tutte le specieendemiche pugliesi ed esclusive della Puglia Di que-ste entitagrave 33 non venivano indicate nelle Liste RosseRegionali (CONTI et al 1997) Esse sono state inclu-se in Tab 1 in via precauzionale ma in molti casi illoro effettivo grado di minaccia deve ancora esserevalutato Lrsquoelenco non include invece le categorie diminaccia indicate in ROSSI et al (2013) che sarannooggetto di un futuro contributo sulle specie di inte-resse conservazionistico in Puglia

CONCLUSIONILrsquoaggiornamento delle conoscenze floristiche inPuglia e le informazioni tassonomiche nomenclatu-rali e distributive pubblicate nel corso degli ultimianni hanno consentito un aggiornamento delle ListeRosse delle Piante vascolari della Regione Puglia maancora molto lavoro deve essere svolto per megliodefinire il numero di specie a rischio e il loro effetti-vo grado di minaccia secondo i piugrave recenti criteriinternazionali (IUCN op cit)

LETTERATURA CITATACONTI F MANZI A PEDROTTI F 1992 ndash Libro Rossodelle Piante drsquoItaliaMinistero Ambiente WWF Italia

Societagrave Botanica Italiana Romamdash 1997 ndash Liste Rosse Regionali delle Piante drsquoItaliaWWFItalia Societagrave Botanica Italiana CIAS Camerino

IUCN 2001 ndash IUCN Red List Categories and CriteriaVersion 31 IUCN Species Survival CommissionIUCN Gland (Switzerland) amp Cambridge (UK)II+30 pp

mdash 2011 ndash Guidelines for Using the IUCN Red ListCategories and Criteria Version 90 Prepared by theStandards and Petitions Subcommittee httpww-wiucnredlistorgdocumentsRedListGuidelinespdf

PIGNATTI S MENEGONI P GIACANELLI V (a cura di)2001 ndash Liste rosse e blu della flora italiana ANPARoma

ROSSI G MONTAGNANI C GARGANO D PERUZZI LABELI T RAVERA S COGONI A FENU G MAGRINIS GENNAI M FOGGI B WAGENSOMMER RPVENTURELLA G BLASI C RAIMONDO FMORSENIGO S (Eds) 2013 ndash Lista Rossa della FloraItaliana 1 Policy Species e altre specie minacciateComitato Italiano IUCN Ministero Ambiente eTutela Territorio e Mare Roma 54 pp

SCOPPOLA A SPAMPINATO G (Eds) 2005 ndash Atlante dellespecie a rischio di estinzione (CD-ROM) Allegato a ASCOPPOLA C BLASI (Eds) Stato delle conoscenze sullaflora vascolare drsquoItalia Palombi Ed Roma

RIASSUNTO ndash Egrave stata aggiornata la Lista RossaRegionale delle piante vascolari della Regione Pugliasecondo le piugrave recenti conoscenze in ambito conservazio-nistico distributivo e tassonomico

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AUTORI

Robert Philipp Wagensommer (robwagensommeryahooit) Scuola di Scienze Ambientali Universitagrave di Camerino - CentroRicerche Floristiche dellrsquoAppennino (Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga) San Colombo 67021 Barisciano(LrsquoAquila)Piero Medagli (pietromedagliunileit) Laboratorio di Botanica Sistematica del DiSTeBA Universitagrave del Salento ViaProvinciale Lecce-Monteroni 73100 LecceEnrico Vito Perrino (enricoperrinoyahooit) Museo Orto Botanico Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via E Orabona 4 70124Bari

Verticillium dahliae Kleb egrave un fungo tracheomicoti-co responsabile della piugrave grave malattia dellrsquoolivo(Olea europaea l) soprattutto negli oliveti dei paesimediterranei Questo fungo oltre lrsquoolivo attacca piugravedi 300 specie di piante arboree ed erbacee la malat-tia determina generalmente il disseccamento di por-zioni della chioma (BeJaRano-alcaacutezaR et al 2001pegg BRady 2002 BuBici ciRulli 2011) isolatidi V dahliae in grado di infettare cotone e olivo pos-sono essere classificati in due patotipi defogliante enon-defogliante sulla base della loro abilitagrave o menodi indurre defogliazione nelle piante infette(MeRcado-Blanco et al 2001 2003) il presentelavoro propone studi preliminari su i) alcune rispo-ste fisiologiche in due cultivar di olivo caratterizzateda differenti livelli di suscettibilitagrave alla verticilliosi ii)alcuni determinanti di patogenicitagrave potenzialmentecoinvolti nellrsquoinduzione dei sintomi fogliari prodottida patotipi diversi di V dahliae

MateRiali e Metodi

Alterazioni fisiologiche piante di olivo delle cultivar lsquofrantoiorsquo (resistente) elsquoleccinorsquo (suscettibile) sono state inoculate con gliisolati vd312d (defogliante) e vd315nd (nondefogliante) seguendo il metodo descritto da ciRulli

et al (2008) piante non trattate e piante le cui radi-ci sono state immerse per 10 minuti in acqua sonostate utilizzate come tesi di controllo Sono stati valu-tati il contenuto di fenoli carotenoidi clorofillaperossido drsquoidrogeno ascorbato e lrsquoattivitagrave delleperossidasi generiche (pod) e dellrsquoascorbato perossi-dasi (apX) in foglie delle due cultivar raccolte dopo24 72 e 240 ore dal trapianto applicando i metodiproposti da cHandleR doddS (1983) licHten-tHaleR (1987) BRuno SpaRapano (2006) toM-MaSi et al (2006) paRadiSo et al (2008) tre mesidopo lrsquoinoculazione su ogni pianta egrave stata valutata lapresenza di malattia sulla chioma utilizzando la scaladi severitagrave dei sintomi proposta da colella et al(2008) lrsquoanalisi statistica dei dati egrave stata eseguitaattraverso lrsquoanalisi della varianza (anova) le mediesono state separate con il test della minima differen-za significativa (MdS) Produzione di metaboliti secondari fitotossici colture liquide statiche degli isolati vd312d evd315nd di V dahliae sono state allestite in tredifferenti soluzioni nutritive czapek modificato(vdM) patate destrosio Broth (pdB difco ) oacqua estratto di Malto (oxoid) al 2 (eM2) perciascun isolato e substrato sono state preparate 10bottiglie di Roux della capacitagrave di 1 l contenenti

429infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

Meccanismi di resistenza alla verticilliosi e caratterizzazione di varietagrave meridionali di olivo dati preliminari sulla fisiologia dellrsquointerazione olivoVerticillium dahliae

gl BRuno c faSciano Mp ippolito S SeRMani ad MaRSico c colella M aMenduni f toMMaSi

aBStRact - Mechanisms of resistance to olive Verticillium wilt and characterization of olive varieties from southern prelim-inary data on physiology of olive - verticillium dahliae interaction - inoculations experiment were performed with two strainsof Verticillium dahliae characterized as defoliating (vd312d) or not defoliating (vd315nd) pathotypes lsquofrantoiorsquo(resistant) and lsquoleccinorsquo (susceptible) olive plants the interaction plantpathogen was evaluated as total phenolscarotenoids chlorophylls hydrogen peroxide ascorbic acid generic peroxidases and ascorbate peroxidase activityinoculated plants showed the typical pathway associate to a stress the two pathotypes are also able to produce in vitrophytotoxins Some of these secondary metabolites should be involved on biochemical and physiological alterations asso-ciated to verticillium wilt symptoms on olive trees (leaves wilting and defoliation)

Keywords fenoli totali metaboliti secondari stato redox verticilliosi

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

150 ml di soluzione nutritiva ciascuna bottiglia egravestata inoculata con 5 ml di sospensione ottenutaomogeneizzando tre colonie (coltivate per due setti-mane in piastre petri su substrato di pda a 25 degc albuio) in 50 ml di acqua distillata sterile dopo 28giorni di coltura (25 degc al buio) il micelio egrave statorimosso mediante filtrazione su garza e centrifugazio-ne (5500 xg 20 min 4 degc) aliquote (3 ml) di cia-scun filtrato colturale (fc) integro o diluito (10100 e 1000 volte con acqua distillata) sono state uti-lizzate in saggi di tossicitagrave su rametti recisi dilsquoleccinorsquo e lsquofrantoiorsquo eseguiti in ambiente controlla-to (uR 50 t 25 degc luce 150 microe cm-2 sec-1)acqua distillata e substrato non inoculato sono statiutilizzati come controllo dal terzo giorno dopo lrsquoas-sorbimento delle soluzioni tossiche egrave stata osservatala manifestazione dei sintomi dopo 24 72 e 240 oredallrsquoassorbimento delle soluzioni saggiate le foglie diciascun rametto sono state caratterizzate in terminidi flusso traspiratorio utilizzando un porometro li-1600-licor negli stessi intervalli egrave stato valutato ilcontenuto in clorofilla e fenoli seguendo i metodiproposti in precedenza

RiSultati e diScuSSione

Alterazioni fisiologicheper entrambi i patotipi di V dahliae saggiati lrsquoindu-zione di uno stato di malessere nella pianta egrave confer-mata dalla riduzione nel contenuto di clorofillesoprattutto dopo 24 ore per la cultivar suscettibilelsquoleccinorsquo (fig 1) invece il contenuto di ascorbatoclorofille e carotenoidi ha subito un incrementosoprattutto nei campioni di foglie prelevate dopo 72e 240 ore dallrsquoinoculo con il patotipo defogliante leanalisi condotte sulle foglie di lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquohanno mostrato come la molecola segnale perossidodrsquoidrogeno risulta maggiormente presente nella cul-tivar frantoio dopo 72 ore dallrsquoinoculo con il patoti-po defogliante (fig 1) mentre lrsquoattivitagrave della apXsegna negli stessi tempi un decremento (fig 2) invece nella cultivar frantoio i sistemi antiossidan-ti non enzimatici hanno mostrato un calo rispetto aicontrolli nei livelli di ascorbato e di fenoli (fig 1) non si sono osservate variazioni nellrsquoattivitagrave dellacatalasi (fig 2) infatti come dimostrato in altrisistemi nei tessuti vegetali questo enzima svolge unruolo nel metabolismo del perossido di idrogenosecondario rispetto allrsquoapX che invece egrave lrsquoenzimachiave nel controllo della concentrazione in perossi-do di idrogeno (de gaRa et al 2003) lrsquoattivitagrave dellepod infine aumenta notevolmente nelle fasi tardi-ve dellrsquoinfezione nelle foglie di lsquofrantoiorsquo mentre inquelle di lsquoleccinorsquo un incremento egrave evidente 72 oredallrsquoinoculo (fig 2) i dati evidenziati nelle nostre condizioni sperimenta-li sono in linea con quanto riportato dalla letteraturariguardo alle interazioni pianta-patogeno e le risposteda stress abiotici (de gaRa et al 2003) infatti nellepiante resistenti si assiste a una modulazione deisistemi antiossidanti tale da causare un incremento diperossido di idrogeno a livello fogliare (de gaRa etal 2003) per contro nella varietagrave suscettibile lrsquoau-

mento dei livelli in antiossidanti non enzimatici nonegrave sufficiente a indurre resistenza la diversa rispostaai sistemi antiossidanti riscontrata nelle due varietagraveutilizzate in queste prove potrebbe essere consideratacome un marker biochimico per valutare lo stato diavanzamento dellrsquoinfezione e il suo destino primadella comparsa dei sintomi

Evoluzione dei sintomia conferma di quanto giagrave riscontrato da ciRulli etal (2008) lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo sono risultate rispet-tivamente resistenti e suscettibili ai due isolati di Vdahliae utilizzati nessun sintomo egrave stato registrato esulle piante utilizzate come controllo (piante nontrattate e piante le cui radici sono state immerse per

430 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

fig 1contenuto in fenoli carotenoidi clorofille e perossido diidrogeno in foglie di lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo dopo 24 72 e240 ore dallrsquoinoculo con vd312d () e vd315nd ()i controlli sono rappresentati da piante le cui radici sonostate immerse per 10 minuti in acqua (mdash) ciascun valo-re egrave la media di cinque piante phenols carotenoids chlorophylls and hydrogen peroxidecontent in leaves of lsquofrantoiorsquo and lsquoleccinorsquo after 24 72and 240 hours after inoculation with vd312d () andvd315nd () as controls plants were treated for 10minutes in water (mdash) each value is the mean of fiveplants

10 minuti in acqua) e sulle chiome di lsquofrantoiorsquo ino-culate con il patotipo non defogliante il patotipodefogliante ha causato su lsquofrantoiorsquo una modestadefogliazione le piante di lsquoleccinorsquo hanno espressosintomi gravi con entrambi i patotipi (generale avviz-zimento della chioma) aggravati nel caso del patoti-po defogliante da accentuata e rapida filloptosiMetaboliti secondari fitotossici gli isolati di V dahliae utilizzati in coltura liquida susubstrato vdM hanno permesso di ottenere fc chesaggiati su rametti recisi di lsquoleccinorsquo (suscettibile) elsquofrantoiorsquo (resistente) hanno riprodotto sintomi diavvizzimento e accartocciamento fogliare e defoglia-zione nessun sintomo egrave stato registrato sui ramettiche hanno assorbito acqua distillata e i substrati noninoculati lrsquoassorbimento dei 3 ml di soluzione daparte dei rametti ha richiesto 30-32 ore per acquavdM pdB e eM2 mentre i fc dei due isolati sonostati assorbiti in 17-24 ore i fc dei patotipivd312d o vd315nd di V dah-liae ottenuti su substrato vdM saggiati su entrambe

le cultivar di olivo hanno evidenziato sintomi da 7-9 giorni dopo lrsquoassorbimento i fc ottenuti su sub-strato vdM da entrambi i patotipi inducono ripiega-mento e successivo imbrunimento della laminafogliare sui rametti di lsquofrantoiorsquo Sui rametti dilsquoleccinorsquo sono stati registrati ingiallimenti della lami-na fogliare inizialmente intorno alle nervature edopo 3-5 giorni sullrsquointera superficie Sintomo fina-le dei fc di entrambi gli isolati di V dahliae dopo 28giorni di coltura su substrato di vdM egrave stata unagenerale defogliazione dei rametti Su lsquoleccinorsquo ladefogliazione egrave stata severa e si egrave avuta dopo 17 gior-ni sui rametti trattati con il fc dellrsquoisolato vd312dcf e dopo 21 giorni su lsquofrantoiorsquo i rametti trattaticon i fc di vd315nd sono stati registrati dopo 20giorni su lsquoleccinorsquo e dopo 25 giorni su lsquofrantoiorsquo isintomi sopra descritti sono stati osservati anche suirametti che hanno assorbito i fc dei due isolati dopodiluizione di 10 e 100 volte con acqua distillata i fc ottenuti dai due patotipi su substrato vdMsono stati confrontati sulle due cultivar per i loroeffetti sul flusso traspiratorio e sulle variazioni infenoli e clorofille presenti nelle foglie (fig 3)

431Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 2contenuto in ascorbato e attivitagrave delle perossidasi generi-che (pod) e dellrsquoascorbato perossidasi (apX) in foglie dilsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo dopo 24 72 e 240 ore dallrsquoinoculocon vd312d () e vd315nd () i controlli sono rap-presentati da piante le cui radici sono state immerse per10 minuti in acqua (mdash) ciascun valore egrave la media di cin-que piante ascorbic acid concentration and peroxidase (pod) andascorbate peroxidase (apX) activity in leaves of lsquofrantoiorsquoand lsquoleccinorsquo after 24 72 and 240 hours after inocula-tion with vd312d () and vd315nd () as controlsplants were treated for 10 minutes in water (mdash) eachvalue is the mean of five plants

fig 3effetti sulla traspirazione e sul contenuto in clorofille efenoli in foglie di lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo dopo 24 72 e 240ore dallrsquoassorbimento di 3 ml di filtrato colturale degli iso-lati vd312d () e vd315nd () su substrato vdM icontrolli hanno assorbito 3 ml di acqua (mdash) ciascunvalore egrave la media di cinque rametti recisi transpiration from abaxial leaf surfaces and chlorophyllsand phenols content in leaves of lsquofrantoiorsquo and lsquoleccinorsquoafter 24 72 and 240 hours after the absorbtion of 3 ml fvd312d () and vd315nd () culture filtrates onvdM as controls twigs adsorbed 3 ml of water (mdash) eachvalue is the mean of five twigs

le misure di traspirazione (fig 3) dimostrano unforte incremento nel flusso traspiratorio nei ramettirecisi che hanno assorbito i fc ottenuti dal patotipovd312d rispetto a quelli ottenuti dal vd315nd edalle tesi di controllo nessuna differenza egrave stata regi-strata nel contenuto in clorofilla Solo la concentra-zione in fenoli nelle foglie dei rametti recisi chehanno assorbito i fc ottenuti dai due isolati egrave risul-tata circa tre volte superiore rispetto ai rametti delletesi di controllo totali (fig 3)in definitiva appare chiaro che nellrsquointerazione Vdahliae e olivo entrino in gioco fattori chimici divirulenza del patogeno (fitotossine) che contribuisca-no alla patogenesi e alla manifestazione dei sintomied inducano nellrsquoospite condizioni di stress in que-sto stato la pianta ospite manifesteragrave in parte o intoto le alterazioni biochimiche e fisiologiche determi-natesi nei tessuti attraverso i sintomi

Ringraziamenti - gli autori ringraziano i collaboratoriluca Scarola valentino poliseno nicola contursi eaniello Rescigno (dipartimento di Scienze del Suolo dellapianta e degli alimenti universitagrave degli Studi di Barialdo Moro) per il valido supporto tecnico nella realizza-zione delle prove lavoro realizzato con il contributo dellafondazione cassa di Risparmio di puglia Bando 2010 ndashprogetto Meccanismi di resistenza alla verticilliosi e caratte-rizzazione di varietagrave meridionali di olivo

letteRatuRa citataBeJaRano-alcaacutezaR J peacuteRez-aRteacuteS e JiMeacutenez-dIacuteaz

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BRuno g SpaRapano l 2006 ndash Effects of three esca-asso-ciated fungi on vitis vinifera L II Characterization ofbiomolecules in xylem sap and leaves of healthy and dis-eased vines physiol Mol plant path 69 195-208

BuBici g ciRulli M 2011 ndash verticillium wilt inScHena l agoSteo ge cacciola So (eds)Olive diseases and disorders 191-222 transwordResearch network Kerala india

cHandleR Sf doddS JH 1983 ndash The effect of phos-phate nitrogen and sucrose on the production of pheno-lics and solasodine in callus cultures of Solanum lacinia-tum plant cell Rep 2 205

ciRulli M colella c drsquoaMico M aMenduni MBuBici g 2008 ndash Comparison of screening methods for

the evaluation of olive resistance to verticillium dahliaeKleb J plant path 90(1) 7-14

colella c Miacola c aMenduni M drsquoaMico MBuBici g ciRulli M 2008 ndash Sources of Verticilliumwilt resistance in wild olive germplasm from theMediterranean region plant path 57 533-539

de gaRa l de pinto Mc toMMaSi f 2003 ndash Theantioxidant systems vis-agrave-vis reactive oxygen species dur-ing plantndashpathogen interaction plant physiolBiochem 41 863-870

licHtentHaleR HK 1987 ndash Chlorophylls andearotenoids pigments of photosynthetic bio-membranesMethods enzymol 148 351-383

MeRcado-Blanco J collado-RoMeRo M paRRilla-aRauJo S RodRIacuteguez-JuRado d JiMeacutenez-dIacuteazRM 2003 ndash Quantitative monitoring of colonizationof olive genotypes by verticillium dahliae pathotypes withreal-time polymerase chain reaction physiol Mol plantpath 63 91-105

MeRcado-Blanco J RodRIacuteguez-JuRado d peacuteRez-aRteacuteS e JiMenez-dIacuteaz RM 2001 ndash Detection of thenondefoliating pathotype of verticillium dahliae ininfected olive plants by nested PCR plant path 50609-619

paRadiSo a BeRaRdino R de pinto Mc Sanitagrave ditoppi l StoRelli MM toMMaSi f de gaRa l2008 ndash Increase in ascorbatendashglutathione metabolism aslocal and precocious systemic responses induced by cadmi-um in durum wheat plants plant cell physiol 49362-374

pegg gf BRady Bl 2002 ndash Verticillium Wilts caBipublishing Wallingford

toMMaSi f paciolla c de pinto Mc de gaRa l2006 ndash Effects of storage temperature on viability germi-nation and antioxidant metabolism in ginkgo biloba Lseeds plant physiol Biochem 44 359-368

RiaSSunto ndash due ceppi di Verticillium dahliae caratte-rizzati come patotipo defogliante (vd312d) o non defo-gliante (vd315nd) e piante di olivo delle cultivarlsquofrantoiorsquo (resistente) e lsquoleccinorsquo (suscettibile) sono statiutilizzati in prove di inoculazione artificiale focalizzate allostudio fisiologico delle interazioni pianta patogeno ladiversa risposta riscontrata nelle due varietagrave in termini difenoli carotenoidi clorofilla perossido di idrogeno ascor-bato perossidasi generiche e ascorbato perossidasi indicauno stato di stress fitotossine prodotte in vitro dai duepatotipi sembrano essere coinvolte nelle alterazioni biochi-miche e fisiologiche alla base delle tipiche sintomatologiedella verticilliosi su olivo (avvizzimento generale dellachioma e defogliazione)

432 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

autoRi

Giovanni Luigi Bruno (giovanniluigibrunounibait) Samer Sermani Antonio Domenico Marsico Mario AmenduniDipartimento di Scienze del Suolo della Pianta e degli Alimenti (DiSSPA) Sezione di Patologia vegetale Universitagrave di BarildquoAldo Morordquo Via G Amendola 165A 70126 BariCristina Fasciano Maria Paola Ippolito Franca Tommasi (francatommasiunibait) Dipartimento di Biologia Universitagrave diBari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70125 BariCecilia Colella Dipartimento di Chimica Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70125 Bari

Page 6: Società Botanica italiana onluS 45 (2) 2013/391... · 2018-05-08 · prodotto preso in esame e sia dal metodo utilizzato (peRez-JiMénez et al., 2008; MülleR et al., 2010). un’attenzione

nuto di luteina e di b-carotene i dati ottenuti sonoin accordo con quanto riportato in letteratura ovve-ro che luteina e b-carotene sono i due carotenoidipredominanti nei vegetali a foglia verde (calvo2005 laKSHMinaRayana et al 2005 ŽnidaRčič etal 2011) nelle cicorie i valori piugrave alti di luteinasono stati riscontrati nei due ecotipi spontaneianche la specie selvatica di papavero mostra un altocontenuto di luteina per quanto riguarda il contenuto di b-carotene ivalori oscillano tra 1406plusmn229 microgg fw (ecotipo sel-vatico raccolto nella zona di Statte) e 331plusmn061 microggfw (cultivar catalogna) i livelli di carotenoidi deivegetali a foglia verde dipendono dalla specie dallavarietagrave dalle pratiche di coltivazione dallo stadio dimaturazione ma anche dallrsquoirradiazione solare dallatemperatura e dalle caratteristiche del suolo (vanden BeRg et al 2000 ŽnidaRčič et al 2011) irisultati riportati in questo lavoro evidenziano che lepiante spontanee analizzate (cicoria di Statte cicoriadi San pietro vernotico e ldquopaparinerdquo) sono quelle chehanno mostrato un piugrave alto contenuto di carotenoi-di totali rispetto a quelle coltivate ed in particolare lacicoria spontanea di Statte (4461plusmn683 microgg fw) inun recente lavoro (Sanitagrave di toppi et al 2012) egravestato riportato che lrsquoaccumulo di cadmio a livello cel-lulare sembra indurre alterazioni nei cromoplasti incui si sintetizzano e si accumulano i carotenoidi

concluSioni

in questo lavoro si egrave evidenziato che- i valori relativi allrsquoattivitagrave antiossidante dei com-

posti idrosolubili estratti dai campioni analizzatirisultano sempre piugrave elevati rispetto a quelli rela-tivi allrsquoattivitagrave antiossidante dei composti liposo-lubili

- le ldquopaparinerdquo salentine mostrano la piugrave elevataattivitagrave antiossidante e il piugrave elevato contenuto infenoli totali e flavonoidi

- tra le cicorie analizzate la cultivar catalogna pre-senta la piugrave alta attivitagrave antiossidante e il piugrave altocontenuto di fenoli totali e di flavonoidi

- tra i carotenoidi estratti la luteina e il b-carotenesono presenti in quantitagrave piugrave elevata in tutti icampioni analizzati

- il contenuto di carotenoidi risulta maggiore nellespecie spontanee rispetto a quelle coltivate

- la varietagrave e i fattori ambientali contribuiscono ainfluenzare sia la capacitagrave antiossidante sia il con-tenuto di alcune molecole bioattive

letteRatuRa citataagaRWal S Rao av 2000 ndash Tomato lycopene and its role

in human health and chronic diseases can Med assocJ 163(6) 739-744

aRuoMa oi pfannHauSeR W fenWicK gRKHoKHaR S 2001 ndash In vitro and in vivo methods forthe assessment of antioxidant activity in biologically-active phytochemicals in food Royal Soc chemSpecial publ n 269 cambridge (uK)

calvo MM 2005 ndash Lutein A valuable ingredient of fruitand vegetables cRit Rev food Sci nutr 54 671-696

cantin cM MoReno Ma gogoRcena y 2009 ndashEvaluation of the antioxidant capacity phenolic com-pounds and vitamin C content of different peach andnectarine (prunus persica (L) Batsch) breeding proge-nies J agric food chem 57 4586-4592

caRRatugrave B Sanzini e 2005 ndash Sostanze biologicamenteattive presenti negli alimenti di origine vegetale ann istSuper Sanitagrave 41(1) 7-16

cHaoui a MazHoudi S gHoRBal MH el feRJanie 1997 ndash Cadmium and zinc induction of lipid pero-xidation and effects on antioxidant enzyme activities inbean (phaseolus vulgaris L) plant Sci 127 139-147

cHen yX He yf luo yM yu yl lin Q WongMH 2003 ndash Physiological mechanism of plant rootsexposed to cadmium chemosphere 50 789-793

deMrsquoyanenKo vg dRaniK li 1971 ndash Coumarins ofracemes of cichorium intybus chem nat compd7(1) 104

fRaSeR pd pinto MeS HolloWay de BRaMleypM 2000 ndash Application of high-performance liquidchromatografy with photodiode array detection to themetabolic profiling of plant isoprenoids plant J 24(4)551-558

giaMMaRioli S fileSi c Sanzini e 1998 ndash Dannoossidativo e antiossidanti della dieta Riv Sci alim 163-76

innocenti M galloRi S giaccHeRini c ieRi fvincieRi ff Mulinacci n 2005 ndash Evaluation of thephenolic content in the aerial parts of different varieties ofcichorium intybus L J agric food chem 53(16)6497-6502

JiMeneacutez aM MaRtIacutenez-toMEgrave M egea i RoMoJaRof MuRcia Ma 2008 ndash Effect of industrial processingand storage on antioxidant activity of apricot (prunusarmeniaca v bulida) eur food Res technol 277125-134

laKSHMinaRayana R RaJu M KRiSHnaKantHa tpBaSKaRan v 2005 ndash Determination of majorcarotenoids in a few Indian leafy vegetables by High-Performance Liquid Chromatography J agric foodchem 53(8) 2838-2842

lattanzio v RuggieRo p 2003 ndash I composti fenolici diinteresse biologico in ldquoBiochimica agrariardquo 631-692patron editore Bologna

McKloWn n 1999 ndash Antioxidants and breast cancernutr Rev 57(10) 321-324

MateacuteS JM peacuteRez-gOacuteMez c nuacutentildeez de caStRo i1999 ndash Antioxidant enzymes and human disease clinBiochem 32(8) 595-603

MuumllleR l gnoyKe S popKen aM BoumlHM v 2010ndash Antioxidant capacity and related parameters of dif-ferent fruit formulation lWt food Scien thecn43 992-999

noRBaecK R nielSen K Kondo t 2002 ndashAnthocyanins from flowers of cichorium intybusphytochemistry 60(4) 357-359

peacuteRez-JiMeacutenez J aRRanz S taBeRneRo M dIacuteaz-RuBio Me SeRRano J gontildei i SauRa-caliXto f2008 ndash Updated methodology to determine antioxidantcapacity in plant foods oils and beverages Extractionmeasurement and expression of results food Res int41 274-285

pReneSti e BeRto S daniele pg toSo S 2007 ndashAntioxidant power quantification of decoction and coldinfusions of Hibiscus sabdariffa flowers food chem100(2) 433-438

Re R pellegRini n pRoteggente a pannala ayang M Rice-evanS c 1999 ndash Antioxidant activity

397Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

applying an improved ABTS radical cation decoloriza-tion assay free Radical Biol Med 26 1231-1237

Ronco a de Stefani e Boffetta p deneo-pellegRini H MendilaHaRSu M leBoRgne f1999 ndash Vegetables fruits and related nutrients and riskof breast cancer a case-control study in Uruguay nutrcancer 35(2) 111-119

Sanitagrave di toppi l vuRRo e de BenedictiS MfalaSca g zanella l MuSetti R lenucci MSdaleSSandRo g altaMuRa MM 2012 ndash A bifasicresponse to cadmium stress in carrot early acclimatorymechanisms give way to root collapse further to prolongedmetal exposure plant physiol Bioch 58 269-279

SHaH S MaHMood a Saied S MaliK a 2012 ndashAnalysis and phytotoxicity of oily fraction of aerial parts ofcichorium intybus J chem Soc pakistan 66 729

SlatteRy Ml BenSon J cuRtin K Ma K-nSHaeffeR d potteR Jd 2000 ndash Carotenoids andcolon cancer am J clin nutr 71(2) 575-582

tiMMeRManS JW SlagHeK tM ilzuKa M van denende W de RooveR J van laeRe a 2001 ndashIsolation and structural analysis of new fructans producedby chicory J carbohyd chem 20(5) 375-395

tRicHopoulou a 2001 ndash Mediterranean diet the pastand the present nutr Metab cardiovas 11(4) 1-4

tRicHopoulou a vaSilopoulou e HollMan pHollMan p cHaMalideS cH foufa e KaloudiStR KRoMHout d MiSKaKi pH petRocHilou ipouliMa e StafilaKiS K tHeopHilou d 2000 ndashNutritional composition and flavonoid content of ediblewild greens and green pies a potential source of antioxi-dant nutrients in the Mediterranean diet food chem70(3) 319-323

tutin tg HeyWood vH BuRgeS na MooReda valentine dH WalteRS SM WeBB da1964 ndash Flora Europaea 1 297-299 cambridgeuniversity press

van den BeRg H faulKS R feRnando gRanado HHiRScHBeRg J olMedilla B SandMann gSoutHon S StaHl W 2000 ndash The potential for theimprovement of carotenoid levels in foods and the likelysystemic effects J Sci food agr 80(7) 880-912

Xu g liu d cHen J ye X Ma y SHi J 2008 ndash Juicecomponents and antioxidant capacity of citrus varietiescultivated in China food chem 106 545-551

zHiSHen J MengcHeng t JianMing W 1999 ndash Thedetermination of flavonoid contents in mulberry andtheir scavenging effects on superoxide radicals foodchem 64 555-559

ŽnidaRčič d Ban d ŠiRcelJ H 2011 ndash Carotenoidand chlorophyll composition of commonly consumed leafyvegetables in Mediterranean countries food chem129 1164-1168

RiaSSunto - in questo lavoro egrave stata valutata lrsquoattivitagraveantiossidante e il contenuto di fenoli flavonoidi tococro-manoli (tocoferoli e tocotrienoli) e carotenoidi in alcunevarietagrave di cicoria e nelle ldquopaparinerdquo salentine Sono stateanalizzate (1) due varietagrave coltivate di cicoria la catalognaraccolta nella zona tra S pietro vernotico e tuturano (BR)e la otrantina raccolta nella zona di otranto (le) (2) dueecotipi spontanei di cicoria uno raccolto nella zona di Spietro vernotico (BR) e un altro nella zona di Statte (ta)(3) la specie selvatica di Papaver rhoeas nota anche nelSalento come ldquopaparinardquo raccolta nella zona di Sternatia(le) Egrave stato dimostrato che lrsquoattivitagrave antiossidante idro-solubile egrave piugrave elevata di quella liposolubile le ldquopaparinerdquosalentine presentano la piugrave elevata attivitagrave antiossidante eil piugrave elevato contenuto in fenoli totali e in flavonoidi trai carotenoidi estratti la luteina e il b-carotene sono risul-tati essere quelli maggiormente presenti in tutti i campio-ni analizzati il contenuto di carotenoidi egrave maggiore nellespecie spontanee rispetto a quelle coltivate

398 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

autoRi

Anna Montefusco (annamontefuscounisalentoit) Giuliana Semitaio (giulysemitaioliberoit) Gabriella Piro(gabriellapirounisalentoit) Marcello Salvatore Lenucci (marcellolenucciunisalentoit) DiSTeBA Universitagrave delSalento Via Provinciale Lecce-Monteroni 73100 Lecce

il maggior apporto di fibre nellrsquoalimentazione si rea-lizza con lrsquointroduzione nella dieta di vegetali fre-schi con basso contenuto calorico e alte qualitagravenutraceutiche lrsquoasparago verde (Asparagus officinalisl) egrave uno degli ortaggi piugrave apprezzati non solo dalpunto di vista culinario ma anche per le sue proprie-tagrave dietetiche lrsquoasparago egrave coltivato in oltre 60 paesinel Mondo caratterizzati da clima variabile da tempe-rato freddo a tropicale in europa la sua coltivazioneegrave realizzata su circa 61000 ettari di cui perograve il 75 destinati alla coltivazione dellrsquoasparago bianco e il 25 destinato alla produzione di turioni verdiSecondo le stime della fao lrsquoitalia occupa il terzoposto nella classifica dei produttori europei di aspa-ragi dopo la germania e la Spagna con 41100 ton-nellate di asparagi coltivati su circa 6400 ettari dis-tribuiti principalmente tra le regioni della campaniaveneto ed emilia Romagna (dati fao 2011) inrisposta anche alle esigenze dei consumatori cherichiedono un prodotto il piugrave possibile genuino gliasparagi sono sottoposti a una manipolazione mini-ma dopo la raccolta lavaggio taglio e confeziona-mento in film plastico lrsquoassenza di un qualsiasi trat-tamento chimico o fisico fa sigrave che questi tessuti vege-tali Mpv (minimally processed vegetables) siano anco-ra metabolicamente e fisiologicamente attivi durantela conservazione e la vendita ciograve comporta una rapi-da deperibilitagrave del prodotto e conseguentemente unbreve periodo di commercializzazione (shelf-life)diversi studi sono stati condotti per verificare lrsquoido-neitagrave della metodica di lavorazione e le cause di una

cosigrave breve shelf-life sia per gli asparagi bianchi cheper quelli verdi (SioMoS et al 2000 2001 ScHeeRet al 2003 alBaneSe et al 2007) i cambiamentiche si verificano durante lo stoccaggio post-raccoltariguardano diversi aspetti la perdita di acqua favori-sce la comparsa di striature lungo i giovani fusti siverifica la perdita del colore verde brillante la perdi-ta di zuccheri vitamine sapore e aroma (King et al1987) un altro evento che interessa questi ortaggidurante il periodo di conservazione e ne diminuisceil valore di mercato egrave il progressivo indurimento deiturioni associato al processo di lignificazione(SHaRMa Wolfe 1975) considerando lrsquoanatomiadei giovani fusti di asparago il processo di lignifica-zione interessa sia i fasci cribro-vascolari che la fasciasclerenchimatica che circonda il cilindro centrale ilprocesso drsquoindurimento delle punte egrave una conse-guenza del naturale sviluppo della parete secondariae della sua lignificazione (WaldRon et al 2003)prerogativa di elementi istologici come i vasi e lefibre per tutelare il consumatore durante lrsquoacquistosono state varate dalla ce norme di qualitagrave che clas-sificano i turioni di asparago bianco e verde in baseal colore alla lunghezza e diametro ad esempionelle cosigrave dette lsquopunte di asparagorsquo la lunghezza deiturioni non deve superare i dodici centimetrilrsquoobiettivo di questo lavoro egrave stato pertanto quellodi determinare alcuni parametri nutrizionali nellrsquoapi-ce e nella base del turione di asparagi verdi e control-larne durante la conservazione al buio le eventualivariazioni

399infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

analisi di alcuni parametri nutrizionali in turioni di asparagi verdi(Asparagus officinalis)

p tanzaRella c paciolla l MaStRopaSQua

aBStRact - Analysis of some nutritional parameters in green asparagus spears (asparagus officinalis) - lack of chemicaland physical treatments post-harvest in green asparagus causes physiological and morphological changes after packagingand during storage our aim was to monitor some nutritional parameters in the apical and basal portions of spear of theedible part (corresponding to 15 cm) after 9 days in the dark at 4 degc there is an huge and slight decrease in ascorbatetotal content and soluble sugars respectively total chlorophyll and carotenoid levels decrease but the anthocyanins con-tent not changes Higher lignin level is mostly present in apical than basal portion

Key words Asparagus officinalis storage

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

MATERIALI E METODITurioni di Asparagus officinalis L categoria I di cali-bro 1016 acquistati presso il locale mercato sonostati omogeneamente scelti in base allo spessore lun-ghezza e colore e sono stati utilizzati per le varie ana-lisi Considerando la parte edule dellrsquoasparago corri-spondente ai primi 15 cm circa del giovane germo-glio sono state prelevate due porzioni parte apicale(35 cm) e parte basale (3 cm) Al tempo zero perogni porzione sono stati determinati peso fresco esecco contenuto di amido e zuccheri solubili conte-nuto di acido ascorbico e lignina contenuto in pig-menti quali clorofille carotenoidi e antociani Lottidi turioni sono poi stati conservati al buio a 4 degC eprocessati dopo 3 6 e 9 giorni ripetendo sulla parteapicale e basale le stesse analisi

RISULTATI E DISCUSSIONEGli asparagi freschi cominciano a deteriorarsi dopopoche ore dalla raccolta I cambiamenti fisiologici edella componente nutritiva riducono le qualitagrave orga-nolettiche dei turioni I segmenti di asparago sia laparte apicale che la parte basale hanno un elevatocontenuto di H2O e a paritagrave di peso fresco la porzio-ne basale ha un peso secco di quasi il 50 inferiorea quello della parte apicale (Tab1) Il contenuto diacido ascorbico (AsA) egrave notevolmente piugrave alto nellaparte apicale rispetto a quella basale la stessa cosa siverifica per la lignina e gli antociani Gli zuccherisolubili D-glucosio D-fruttosio e saccarosio sonomaggiormente concentrati nella parte basale delturione in accordo con uno studio di BENKEBLIA etal (2008) dove in asparagi verdi dopo la raccolta egravestato riscontrato un gradiente di distribuzione lungo

il turione dal basso verso lrsquoalto insieme ad unrsquoattivi-tagrave dellrsquoenzima invertasi maggiore verso lrsquoapice eminore alla base Questi dati sono stati correlati adun intenso metabolismo della parte apicale che egraveanche sede di crescita per distensione Al buio dopo9 giorni si osserva una diminuzione del contenutodei tre zuccheri nella parte basale ed un incrementonellrsquoapice in accordo con una mobilizzazione degliesosi verso lrsquoapice in virtugrave di una richiesta metaboli-ca Come mostrato in Tab 2 il contenuto di amidoaumenta significativamente nel segmento basale e inquello apicale Lrsquoaumento di amido anche al buio egravesuffragato da quanto riportato per le foglie di cavolocinese in cui dopo 10 giorni si continua ad osserva-re un incremento nel contenuto di questo polisacca-ride in concomitanza con un costante valore del con-tenuto di glucosio fruttosio e saccarosio (NOICHIN-DA et al 2007) Il contenuto di AsA nei tessuti vege-tali risulta essere correlato oltre che a numerose atti-vitagrave metaboliche alla presenza di luce Quantitagrave equalitagrave della luce possono influenzare la sua sintesi(MASTROPASQUA et al 2012) e negli asparagi verdimantenuti al buio lrsquoAsA subisce un forte decremen-to Uno degli aspetti sensoriali che viene maggior-mente compromesso dalla breve shelf-life degli aspa-ragi egrave la perdita del colore verde brillante dovuto alladiminuzione della clorofilla Dopo 9 giorni al buiomentre carotenoidi e soprattutto clorofilla diminui-scono il contenuto di antociani risulta invariato Unaltro fattore importante nel determinare la qualitagravedegli asparagi poicheacute ne diminuisce il valore di mer-

400 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO 45 (2) 393-432 2013

TABELLA 1Dati nutrizionali al tempo zero di segmenti apicali e basalidi turioni di asparagi verdi (Asparagus officinalis L)Nutritional data of apical and basal segments of greenasparagus spears (Asparagus officinalis L) at time zero

Segmento Segmentoapicale basale

Peso secco 110 plusmn 33 58 plusmn 235(mg

g-1 PF)Amido 013 plusmn 002 064 plusmn 008(mg

g-1 PF)

Zuccheri solubili 281 plusmn 050 1698 plusmn 070(mg

g-1 PF)AsA totale 300 plusmn 2400 16 plusmn 096(microg

g-1 PF)Chl totale 120 plusmn 1202 48 plusmn 205(microg

g-1 PF)Carotenoidi 50 plusmn 350 30 plusmn 100(microg

g-1 PF)Antociani 038 plusmn 005 004 plusmn 008(Abs middot g-1 PF)Lignina 217 plusmn 005 125 plusmn 008(mg

g-1 PS)

TABELLA 2Dati nutrizionali di segmenti apicali e basali di turioni diasparagi verdi (Asparagus officinalis L) dopo 9 giorni diconservazione al buioNutritional data of apical and basal segments of greenasparagus spears (Asparagus officinalis L) after 9 days ofstorage in the dark

Segmento Segmentoapicale dopo basale dopo9 giorni 9 giorni

Peso secco 114 plusmn 915 48 plusmn 123(mg

g-1 di PF)Amido 072 plusmn 004 187 plusmn 015(mg

g-1 di PF)

Zuccheri solubili 744 plusmn 040 967 plusmn 030(mg

g-1 di PF)AsA totale 543 plusmn 600 257 plusmn 060(microg g-1 di PF)Chl totale 389 plusmn 080 1432 plusmn 100(microg g-1 di PF)Carotenoidi 267 plusmn 060 110 plusmn 100(microg g-1 di PF)Antociani 029 plusmn 005 004 plusmn 001(Abs middot g-1di PF)Lignina 378 plusmn 045 108 plusmn 012(mg g-1 di PS)

cato egrave il grado di lignificazionela consistenza (texture) legnosa nei turioni egrave deter-minata da una serie di proprietagrave meccaniche chesono dovute ai componenti della parete cellulare(RodRiguez et al 2006) e i dati ottenuti mettono inevidenza come lrsquoaumento nel contenuto di lignina albuio si verifichi principalmente nella parte apicaledove sono presenti brattee fogliari molto vascolariz-zate in asparagi verdi quindi lrsquoanalisi di alcuniparametri nutrizionali ha messo in evidenza differen-ze significative tra porzione apicale e porzione basalela condizione di stoccaggio al buio pur preservandolrsquoaspetto del prodotto non egrave sufficiente a mantenereinvariate alcune componenti organolettiche impor-tanti dal punto di vista nutrizionale

letteRatuRa citataalBaneSe d RuSSo l cinQuanta l BRaSiello a di

Matteo M 2007 ndash Physical and chemical changes inminimally processed green asparagus during cold-storagefood chemistry 101 274-280

BenKeBlia n yoSHida n ooi y nagaMine tonodeRa S SHioMi n 2008 ndash Variations of carbo-hydrate content and invertase activity in green and whiteasparagus spears Effects of spears length and portionacta Hort (iSHS) 776 459-464

King ga HendeRSon Kg lill Re 1987 ndash Sensoryanalysis of stored asparagus Scientia Horticolture 31(1-2) 11-16

MaStRopaSQua l BoRRaccino g Bianco lpaciolla c 2012 ndash Light qualities and dose influenceascorbate pool size in detached oat leaves plant Science183 57-64

noicHinda S BodHipadMa K MaHaMontRi cnaRongRuK t KetSa S 2007 ndash Light during storageprevents loss of ascorbic acid and increases glucose and

fructose levels in Chinese kale (Brassica oleracea varalboglabra) postharvest Biol technol 44 312-315

RodRIacuteguez R JiMeacutenez a feRnandez-BolantildeoS Jguilleacuten R HeRedia a 2006 ndash Dietary fibre fromvegetable products as source of functional ingredientstrends food Sci technol 17 3-15

ScHeeR cH ScHonHof i BRucKneR B ScHReineRM 2003 ndash Influence of a short-term storage on qualitydetermining product characteristics of white preparedasparagus acta Hort 604 437-441

SHaRMa Sc Wolfe RR 1975 ndash Evaluation of methods formeasuring asparagus texture J food Sci 5 1021-1024

SioMoS aS dogRaS c SfaKiotaKiS e 2000 ndashModified atmosphere packaging of white asparagusspears composition colour and textural quality responseto temperature and light Sci Hortic 84 1-13

mdash 2001 ndash Color development in harvest white asparagusspears in relation to carbon dioxide and oxygen concen-tration postharvest Biol technol 23 209-14

WaldRon KW paRKeR Ml SMitH ac 2003 ndash Plantcell walls and food quality comprehensive Rev foodSci Safety 4(2) 101-119

RiaSSunto - in asparagi verdi lrsquoassenza di trattamentichimici eo fisici post-raccolta fa sigrave che cambiamenti fisio-logici e morfologici si verifichino anche dopo lrsquoimpacchet-tamento e durante la loro conservazione Scopo dello stu-dio egrave stato quello di monitorare le variazioni di alcunesostanze nutritive e mettere in rilievo le differenze esisten-ti fra la parte apicale e quella basale dei primi 15 cm delturione corrispondenti alla parte commestibile dopo 9giorni di conservazione al buio a 4 degc ciograve che cala brusca-mente egrave il contenuto di acido ascorbico totale mentre ilcontenuto in zuccheri solubili subisce un minor decre-mento il livello di clorofilla totale e dei carotenoidi dimi-nuisce mentre il contenuto di antociani rimane costanteun aumento del contenuto di lignina si riscontra soprat-tutto nella parte apicale del turione

401Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

autoRi

Paola Tanzarella Costantino Paciolla Linda Mastropasqua Dipartimento di Biologia Universitagrave di Bari Aldo Moro Via EOrabona 4 70125 Bari

in questo lavoro vengono presentati i risultati otte-nuti dallo studio fitochimico di due specie della tra-dizione mediterranea Brassica oleracea var italica(mugnolo) e Capparis spinosa subsp rupestris (cappe-ro) mai studiate prima dal punto di vista del profilometabolico al fine di individuare molecole bioattivecaratterizzanti le specie il cappero ed il mugnolo appartengono alla famigliadelle Capparaceae e delle Brassicaceae rispettivamenteovvero alle due piugrave grandi famiglie dellrsquoordine delleBrassicales (o Capparales) con circa 45 generi ed 800specie le Capparaceae e 338 generi e 3700 specie leBrassicaceae Specie appartenenti a queste famigliericoprono un ruolo importante nella dietaMediterranea infatti spesso vengono consumatecotte o come insalata (cavolo cavolfiore ravanellorucola) o come condimento (mostarde e capperi)(fenWicK et al 1992)le Brassicaceae e le Capparaceae diverse da un puntodi vista morfologico sono invece simili da un puntodi vista fitochimico alcune specie appartenenti aqueste famiglie infatti sintetizzano glucosinolati(glS) che rappresentano i metaboliti secondari piugrave

studiati delle Brassicales e sono i responsabili delcaratteristico odore e sapore pungente i glS sono composti solforati di natura aminoacidi-ca Sono noti piugrave di 120 glS e tutti possiedono unastruttura chimica comune in cui si riconosce un resi-duo glucosidico legato mediante ad un atomo dizolfo ad un estere idrossimmino solfato la catenalaterale (R) di natura aminoacidica permette di clas-sificare i glS in aromatici alifatici ed indolici(faHey et al 2001) (fig 1)

402 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

Studio fitochimico di specie della tradizione mediterranea

Mp aRgentieRi p avato

aBStRact - Phytochemical study of Mediterranean traditional species - plants of Capparales (or Brassicales) are widespreadin the Mediterranean region where they are widely consumed cooked or as salad vegetables (cabbage Brussels sprouts cau-liflower broccoli) or as condiments (horseradish mustard capers) these plants are a good source of bioactive compoundssuch as glucosinolates vitamins flavonoids minerals glucosinolates are responsible for pungent and bitter taste ofBrassicaceae and are the most extensively studied bioactive compounds for their potential as anticarcinogens due to theirhydrolysis products the isothiocyanates this study describes the chemical profile of a poorly studied variety of Brassicaoleracea traditionally cultivated in Southern italy and locally called ldquomugnolordquo and of Capparis spinosa subsp rupestris itwas found that ldquomugnolordquo inflorescences are characterized by aliphatic aromatic and indole glucosinolates among themthe indole glucosinolates (768 μmolg) are predominant while aliphatic and aromatic glucosinolates are found in lowquantities 263 μmolg and 083 μmolg respectively chemical composition of seeds and aerial parts of C spinosa subsprupestris was also determined it was found that the principal glucosinolate of the seeds is the glucocapparin moreover theseeds oil is rich in unsaturated and rare lipids such as cis-vaccenic acid the aerial parts are characterized by rutin as pre-dominant flavonoid

Key words caper glucosinolates mugnolo metabolic profile

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 1Struttura dei glSglS chemical structure

Questi metaboliti sono presenti in tutti gli organidella pianta e coesistono con un enzima endogeno lamirosinasi responsabile della loro idrolisi in seguitoa danneggiamento tissutale lrsquoenzima compartimen-talizzato nel citoplasma entra in contatto con i glScontenuti nel vacuolo con conseguente produzionedi numerosi prodotti di idrolisi (quali per esempionitrili tiocianati ed isotiocianati) la cui formazionedipende da diversi fattori (pH presenza di cofattoriproteine o ioni) tra i prodotti di idrolisi gli isotio-cianati sono quelli che hanno attratto maggiormentelrsquoattenzione del mondo scientifico in quanto presen-tano numerose proprietagrave biologiche (antitumoralenematocida antibatterica) (caRtea et al 2008JeffeRy et al 2009) data lrsquoimportanza dei glS eodei loro prodotti di idrolisi sono tante le specie diBrassicaceae e Capparaceae studiate ma non risultanolavori relativi al profilo metabolico del mugnolo edella Capparis spinosa subsp rupestris due specie dellatradizione mediterranea ed oggetto del nostro studio in particolare il mugnolo egrave una varietagrave di Brassica ole-racea da sempre coltivata nel Salento solo per usodomestico pertanto egrave del tutto sconosciuto nel restodella puglia cosigrave come in tutta italia il Ministerodelle politiche agricole e forestali ha inserito ilmugnolo tra i prodotti agroalimentari della tradizio-ne pugliese la Regione puglia invece allrsquointerno delsuo pSR (piano di Sviluppo Rurale) 2007-2013 hainserito il mugnolo nellrsquoallegato 8 della Misura 214-azione 3 ldquotutela della Biodiversitagraverdquo come specie arischio di estinzione genetica

MateRiali e Metodi

Materiale vegetaleil mugnolo utilizzato per le analisi egrave stato fornitodallrsquoorto Botanico del dipartimento di Scienze etecnologie Biologiche ed ambientali universitagrave delSalento un campione (noBo1) egrave conservato pressoil laboratorio di fitochimica del dipartimento difarmacia-Scienze del farmaco universitagrave di Barildquoaldo Morordquo le piante di C spinosa subsp rupestrissono state ottenute dal Museo orto Botanicodellrsquouniversitagrave degli Studi di Bari ldquoaldo Morordquo

Estrazione e purificazione dei GLSlrsquoestrazione dei glS dalle infiorescenze del mugnoloe dai semi e parti aeree del cappero egrave stata condottasecondo la procedura riportata dal protocollo iSo(iSo Method 9167-1 1992) in particolare il mate-riale vegetale egrave stato estratto per 4 minuti con unvolume di MeoHaq al 70 pari a tre volte il pesodel campione lrsquoestratto ottenuto egrave stato poi purifi-cato mediante colonnine cromatografiche (08 x 4cm) impaccate con una resina a scambio anionico(deae-Sephadex a-25) e trattato per circa 12 h conlrsquoenzima solfatasi trascorso questo periodo di incu-bazione i glS sono stati fatti eluire nella loro formadesolfatata (dglS)

Estrazione dellrsquoolioi semi di cappero sono stati estratti in Soxhlet per 3ore (circa 20 cicli) con etere di petrolio lrsquoolio egrave stato

poi sottoposto a reazione di tert-butilazione e succes-sivamente analizzato in gas cromatografia (aRgen-tieRi et al 2012)

Analisi dei GLSi glS sono stati caratterizzati mediante analisi cro-matografiche Hplc utilizzando uno strumentoWateRS Hplc System munito di un photodiodearray detector (Waters 2998) i risultati sono statiprocessati mediante il software enpower2 la colon-na utilizzata egrave la Supelcosil lc-aBz (c18 250 x 4mm 5 μm) la fase mobile egrave costituita da acqua emetanolo al flusso di 1 mlmin in gradiente si egrave pas-sati dal 15 al 100 di metanolo in 57 min

RiSultati e diScuSSione

i risultati Hplc (fig 2) dimostrano che le infiore-scenze del mugnolo sono caratterizzate da una misce-la complessa di glS costituita da glS alifatici (glu-corafanina glucoiberina e sinigrina) aromatici (glu-cobarberina e gluconasturtina) ed indolici (gluco-brassicina neoglucobrassicina idrossiglucobrassicinae metossiglucobrassicina) in particolare egrave stato osser-vato che i glS predominanti nelle infiorescenzesono gli indolici (768 μmolg) seguiti dagli alifatici(263 μmolg) e dagli aromatici (083 μmolg)

Molta della letteratura relativa al contenuto di glSfa riferimento al materiale fresco (crudo) e questo hauna limitata rilevanza dato che la maggior parte delleBrassicaceae compreso il mugnolo vengono consu-mate cotte Quindi data lrsquoimportanza biologica deiglS e dei loro prodotti di idrolisi in questo lavoro egravestato studiato anche lrsquoeffetto della cottura sul conte-nuto in glS del mugnolo i risultati dimostrano chela cottura riduce il contenuto in glS di circa il 50in accordo con quanto riportato in letteratura per ibroccoli che invece subiscono una riduzione del 18-

403Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 2cromatogramma Hplc delle infiorescenze del mugnolo1 glucoiberina 2 Sinigrina 3 glucorafanina 4 idrossi-glucobrassicina 5 glucoerucina 6 glucobrassicina 7Metossiglucobrassicina 8 neoglucobrassicina 9 gluco-nasturtina 10 glucobarberinaHplc chromatogram of mugnolo inflorescences 1glucoiberin 2 Sinigrin 3 glucoraphanin 4 Hydroxy-glucobrassicin 5 glucoerucin 6 glucobrassicin 7Methoxyglucobrassicin 8 neoglucobrassicin 9 gluco-nasturtin 10 glucobarberin

59 a secondo del metodo di cottura (deKKeR et al2000 valleJio et al 2002) per quanto riguarda ilmugnolo inoltre i glS indolici sono quelli cherisentono maggiormente della cottura subendo unariduzione di circa il 615 in particolare la gluco-brassicina si riduce dellrsquo827 nonostante la cottu-ra nelle infiorescenze gli indolici continuano ad esse-re i glS predominanti (296 μmolg) seguiti daglialifatici (212 μmolg) e dagli aromatici (059μmolg) Se si considera il profilo metabolico delle infiorescen-ze dopo la cottura si puograve osservare che la glucorafa-nina rappresenta il 75 del contenuto totale deiglS alifatici mentre la glucobrassicina rappresenta il66 del totale degli indolici (aRgentieRi et al2011) Questi dati sono di notevole interesse se sipensa allrsquoimportanza che hanno i rispettivi prodottidi idrolisi infatti il sulforafano (prodotto di idrolisidella glucorafanina) provoca lrsquoinduzione degli enzimidi detossificazione della fase 2 del processo di carci-nogenesi mentre lrsquoindolo-3-carbinolo egrave un indutto-re degli enzimi di fase 1 e 2 (tab 1)

lrsquoaltra specie della tradizione mediterranea oggetto distudio egrave stata Capparis spinosa subsp rupestrisessendoci una relazione botanica con la famigliadelle Brassicaceae anche in questo caso sono stati stu-diati i glS lrsquoanalisi Hplc-dad ha messo in evi-denza che i semi e le foglie sono caratterizzati da unsolo glS identificato come glucocapparina moltopiugrave abbondante nei semi rispetto alle foglie lo studio della subsp rupestris egrave stato completatoanche con le analisi dellrsquoestratto metanolico dellefoglie il quale egrave risultato essere caratterizzato dallapresenza di due flavonoidi la rutina ed il kaempfe-roloEgrave stato analizzato anche lrsquoolio estratto dai semi chesi egrave mostrato essere ricco dellrsquoacido grasso raro cis-vaccenico oltre al piugrave comune acido oleico ed altriacidi grassi quali lrsquoacido laurico miristico palmiti-co stearico e linoleico (aRgentieRi et al 2012)(tab 2)

concluSioni

i risultati ottenuti consentono di dire che sia ilmugnolo che C spinosa subsp rupestris sono unaricca fonte di composti attivi di interesse salutisticocome appunto gli acidi grassi essenziali o la rutinache ha una rilevante e comprovata attivitagrave antiossi-dante numerosi sono anche i prodotti a valenzasalutistica a base di sulforafano ed altri glS ad atti-vitagrave preventiva anticarcinogenica

letteRatuRa citataaRgentieRi Mp accogli R fanizzi fp avato p

2011 ndash Glucosinolates profile of ldquomugnolordquo a variety ofBrassica oleracea L native to Southern Italy (Salento)planta Med 77(3) 287-292

aRgentieRi Mp MaccHia f papadia p fanizzi fpavato p 2012 ndash Bioactive compounds from capparisspinosa subsp rupestris ind crop prod 36 65-69

caRtea Me velaSco p 2008 ndash Glucosinolates inBrassica foods bioavailability in food and significancefor human health phytochem Rev 7 213-229

deKKeR M veRKeRK R Jongen Mf 2000 ndash Predictivemodelling of health aspects in the food production chaina case study on glucosinolates in cabbage trends foodSci technol 11 174-181

faHey JW zalcMann at talalay p 2001 ndash Thechemical diversity and distribution of glucosinolates andisothicyanates among plants phytochemistry 56 5-51

fenWicK gR Heaney RK Mullin WJ 1992 ndash Glucos-inolates and their breakdown products in food and foodplants cRc crit Rev food Sci nutr 18 123-201

iSo MetHod 1992 ndash Rapeseed-determination of glucosi-nolates content Part 1 Method using high performanceliquid chromatography Reference number iSo 9167-1

JeffeRy eH aRaya M 2009 ndash Physiological effects ofbroccoli consumption phytochem Rev 8 283-298

valleJio f toMagraveS-BaRBeRagraven fa gaRcigravea-vigueRa c2002 ndash Glucosinolates and vitamin C content in edibleparts of broccoli florets after domestic cooking eur foodRes technol 215 310-316

RiaSSunto ndash piante dellrsquoordine delle Capparales (oBrassicales) sono ampiamente diffuse nelle regioniMediterranee dove sono abbondantemente consumatecotte o nelle insalate (cavolfiori broccoli ravanelli ruco-la cavoletti di Brussell) o come condimento (mostardecapperi) esse sono una fonte molto ricca di sostanze

404 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

taBella 1GLS nelle infiorescenze crude e cotte del mugnoloGLS in raw and cooked inflorescences of mugnolo

glS crude cotte(μmolg) (μmolg)

glucorafanina 179 159glucoerucina 003 004alifatici glucoiberina 077 046Sinigrina 004 003glucobarberina 056 007aromatici gluconasturtina 027 003glucobrassicina 351 195neoglucobrassicina 313 054indolici Metossiglucobrassicina 007 005idrossiglucobrassicina 097 042

tot 1114 567

taBella 2Composizione in acidi grassi dellrsquoolio di semi di capperoComposition in fatty acids of the seeds oil of caper

ac grassi

laurico 036Miristico 068palmitico 1446palmitoleico 423Stearico 931oleico 2611Cis-vaccenico 1228linoleico 2802linolenico 084Resa 9629

bioattive come flavonoidi vitamine minerali e glucosino-lati i quali sono responsabili del caratteristico odore esapore pungente i glucosinolati sono i metaboliti piugrave stu-diati delle Brassicaceae per le proprietagrave anticarcinogenichemanifestate soprattutto dagli isotiocianati ovvero i loroprodotti di idrolisi in questo lavoro ci siamo occupatidello studio fitochimico del mugnolo una varietagrave diBrassica oleracea coltivata solo per uso domestico lrsquoaltraspecie oggetto di studio egrave stata la Capparis spinosa subsprupestris (cappero) molto diffusa nel bacino delMediterraneo entrambe queste specie mai state studiateprima dal punto di vista fitochimico sono state oggettodel nostro lavoro al fine di individuare composti bioattivi

caratterizzanti le specie in particolare egrave stato osservato chele infiorescenze del ldquomugnolordquosono caratterizzate da glSalifatici aromatici ed indolici Questi ultimi risultanoessere i piugrave abbondanti (768 μmolg) seguiti dagli alifati-ci (263 μmolg) e dagli aromatici (083 μmolg) in que-sto lavoro egrave stata determinata anche la composizione chi-mica dei semi e delle parti aeree della C spinosa subsprupestris ed egrave stato osservato che i semi cosigrave come le partiaeree sono caratterizzati da un solo glS la glucocappari-na inoltre lrsquoolio estratto dai semi egrave ricco di acidi grassiinsaturi rari come il cis-vaccenico nelle parti aeree la ruti-na rappresenta il flavonoide predominante

405Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

autoRi

Maria Pia Argentieri Pinarosa Avato Dipartimento di Farmacia-Scienze del Farmaco Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo ViaOrabona 4 70125 Bari

con il termine ldquoterre rarerdquo o lantanidi si indicano glielementi chimici compresi nella tavola periodica frail lantanio ed il lutezio inclusi lrsquoittrio e lo Scandioi quali manifestano comuni proprietagrave chimiche con-nesse ad una simile configurazione elettronica ester-na negli ultimi anni i lantanidi sono stati larga-mente impiegati in campo industriale agricolo ezootecnico in cina a partire dagli anni lsquo80 vengo-no usati in agricoltura fertilizzanti costituiti damiscele di vari elementi ma soprattutto lantanio(la) e cerio (ce) lrsquouso intensivo e su larga scala ditali composti suscita crescenti preoccupazioni per lapossibile contaminazione di suoli ecosistemi acqua-tici e derrate alimentari dal momento che gli effettidi tali elementi sulla salute non sono ben chiari lamaggior parte dei dati presenti in letteratura riguar-da la somministrazione di miscele di terre rare e dicomposti contenenti la a varie specie di vegetali inalcune piante sono stati osservati effetti positivi tra iquali la promozione della germinazione dei semi losviluppo di radici e germogli la resistenza contro glistress (ippolito et al 2007 liu et al 2012) la fio-ritura la produttivitagrave in campo (Hu et al 2004)altri studi al contrario evidenziano effetti nulli oaddirittura inibitori di tali sostanze su colture di inte-resse agrario (naRdi et al 2005 drsquoaQuino et al2009) una sintesi dei dati disponibili sugli effetti dila ce e miscele di terre rare in vari sistemi animalie vegetali egrave stata recentemente pubblicata (pagano etal 2012) i dati riportati riguardano crescita svilup-po e indicazioni di tossicitagrave in alcuni sistemi animalie vegetali numerosi dati anche contrastanti riguar-

dano gli effetti del ce sia come pro-ossidante checome antiossidante dalla letteratura emerge lrsquoesi-genza di studi che determinino gli effetti dei singolilantanidi sugli organismi animali e vegetali per valu-tarne la potenziale tossicitagrave Scopo di questo lavoro egrave stato lo studio della sommi-nistrazione di ce trivalente (ce3+) ad una speciemodello Lemna minor L pianta acquatica giagrave utiliz-zata per studi su lantanio e miscele di terre rare(ippolito et al 2010) al fine di avere informazionicirca le soglie di tolleranzatossicitagrave di L minor versoil ce3+ tale specie oltre che per il fitorimedio egraveanche utilizzata secondo la iSo 20079 (2004) neitest di biotossicitagrave per lrsquoecosistema acquatico peralcune sue caratteristiche quali elevata velocitagrave di cre-scita propagazione vegetativa e ridotte dimensioniche la rendono adatta a studi eco- tossicologici

MateRiali e Metodi

piante di L minor sono state coltivate in una soluzio-ne di mantenimento (Knop 1865) a pH 44 per 15giorni in camera di crescita alla temperatura di 24 plusmn2 degc con illuminazione a fluorescenza bianca conuna intensitagrave luminosa di 90 μe m-2 s-1 e fotoperio-do lucebuio di 1410 h in ogni cella di una piastraa pozzetti multipli sono state poste 10 fronde di Lminor in un volume di 2 ml di mezzo di crescita(testimone) a cui sono stati aggiunti nei trattatinitrato di cerio esaidrato (cen3o9 6H2o) in con-centrazioni finali di 25 - 5 - 10 - 20 μM e 1 mMoppure nitrato di calcio ca(no3)2 alla concentrazio-

406 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

note preliminari sullrsquoeffetto della somministrazione di cerio in Lemna minor

Ma zicaRi a paRadiSo f toMMaSi

aBStRact - Preliminary note on effect of Cerium administration in Lemna minor - This study aimed at investigat-ing the effects of Ce3+ on the growth of duckweed (Lemna minor L) plants as a test system (iSo 20079) L minorplants were treated with 00025 0005 0010 0020 1 mM ce(no3)3 or ca(no3)2 1 mM over a 15 day period theinfluence of Ce3+ was evaluated according to the iSo 20079 test protocol on the basis of growth parameters as relativegrowth rate (RgR) expressed as frond number and relative frond number (Rfn) compared with the control concentra-tions of ce3+ lower than 1 mM did not affect significantly the growth parameters On the contrary 1 mM ce(no3)3negatively affected the growth from 7 days to 15 days whereas 1 mM ca(no3)2 stimulated duckweed leaf growth datahere reported showed toxic effect of Ce3+ at millimolar concentrations and suggested that L minor could be a speciesuseful for Ce3+ presence biomonitoring in aquatic environment

Key words antiossidanti risposte di crescita terre rare test di tossicitagrave

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

ne finale di 1 mM per il testimone e per ogni tratta-mento sono stati allestiti 4 pozzetti le analisi sonostate eseguite in cinque repliche le piastre sono statecollocate in camera termostatata e sono stati analiz-zati i seguenti parametri di crescita tasso di crescitarelativo (RgR) numero di fronde relativo (Rfn)crescita di fronde in percentuale (fn) le misurazio-ni sono state fatte ad intervalli di 24 ore nelle provepreliminari e in seguito si egrave stabilito di effettuare leanalisi ogni 3 5 7 12 15 giorni utilizzando unostereoscopio per poter contare tutte le fronde visibi-li Seguendo la iSo 20079 RgR egrave stato calcolatocontando il numero di fronde per ogni concentrazio-ne e applicando la seguente formula (lnnn-lnn0)tndove n0 egrave il numero iniziale di fronde nn egrave il nume-ro finale di fronde tn egrave il tempo di durata dellrsquoespe-rimento Rfn egrave stato calcolato usando la formulann-n0 n0 fn egrave stato calcolato come variazionepercentuale del numero delle foglie rispetto al nume-ro delle stesse allrsquoinizio dellrsquoesperimento valore con-siderato pari al 100 ersquo stato periodicamente osser-vato lrsquoaspetto delle fronde al fine di analizzare even-tuali segni di clorosi e necrosi utilizzando un micro-scopio ottico

RiSultati e diScuSSione

nei saggi eco-tossicologici RgR egrave considerato il piugraveattendibile tra i parametri di crescita in quantoessendo basato sul conteggio delle fronde egrave indipen-dente dalle dimensioni delle fronde stesse e dalla bio-massa (Radic et al 2010) e in condizioni di tossici-tagrave piccole gemme possono protrudere ed essere con-tate come singole fronde (MoHan HoSetti 1999nauMann et al 2007) RgR egrave inoltre considerato ilparametro piugrave sensibile per valutare la tossicitagrave croni-ca (MacKenzie et al 2003) i dati ottenuti dimostra-no che in presenza di basse concentrazioni di ce3+

(25-20 μM) si verifica una crescita maggiore rispettoal testimone di 12-15 giorni anche se le variazioni diRgR Rfn (dati non mostrati) e fn (fig 1) nonsono risultate statisticamente significative

Quindi i trattamenti a concentrazioni micromolaridi ce non interferiscono con la normale crescita dellapianta che inoltre non presenta alterazioni morfolo-giche evidenti per verificare la soglia di tossicitagrave del ce le piante diL minor sono state coltivate per 15 giorni in soluzio-ne nutritiva arricchita di nitrato di cerio esaidrato aconcentrazione finale 1 mM per escludere i possibi-li effetti del nitrato alcuni campioni sono stati colti-vati con nitrato di calcio alla stessa concentrazionefinale di 1 mM in sostituzione del nitrato di ceriodopo 7 giorni di trattamento con ce3+ si osserva unasignificativa diminuzione dei parametri di crescitaanalizzati rispetto al testimone RgR in particolarediminuisce del 60 e dellrsquo 80 rispettivamentedopo 7 e 15 giorni (fig 2 a)un andamento simile si ha per fn dalla cui analisisi osserva lrsquoinibizione di crescita delle foglie del 19al settimo giorno e del 50 al quindicesimo giornorispetto al testimone (fig 2 B) inoltre le foglie cre-sciute a concentrazione di ce3+ 1 mM appaiono bru-

407Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 1crescita di fronde in percentuale (fn) di L minor incen3o9 da 25 μM a 20 μM in 15 giornifn in L minor on cen3o9 from 25 μM to 20 μM for15 days

fig 2a) RgR B) fn in Lemna minor l esposta per 15 giornia trattamenti 1 mM di ce3+e ca2+ p lt 005 secondo il t-studenta) Relative growth rate based on frond number B)growth of leaves in Lemna minor l exposed for 15 daysto treatments 1 mM ce3+ and ca2+ p lt 005 for significant differences between treatmentsand control according to t-student

nastre con aree necrotiche e clorotiche un analogoandamento si osserva per Rfn (dato non mostrato)pertanto il ce3+ 1 mM influenza negativamente lacrescita e mostra effetti tossici al contrario le frondedi L minor fatte crescere in presenza di ca(no3)2alla concentrazione finale di 1 mM mostrano unaumento della crescita rispetto al testimone pertutti i tempi di analisi ma con una differenza signi-ficativa a partire dal settimo giorno (fig 2 a 2 B) iltrattamento con nitrato di ce quindi a differenza diquello con nitrato di calcio mostra un effetto nega-tivo sulla crescita di piante di lenticchia drsquoacqualrsquoinibizione della crescita puograve essere dovuta allrsquoaccu-mulo di ce3+ analogamente a quanto descritto per imetalli che a concentrazioni tossiche inibisconolrsquoallungamento e lrsquoespansione cellulare (poScHen-RiedeR BaRcelograve 2004 SRivaStava et al 2006)oppure allrsquointerferenza con lrsquoassunzione di altri ele-menti nutritivi infatti egrave stato riportato che in pian-tine di riso il ce3+ interferisce con lrsquoaccumulo diferro potassio magnesio calcio sodio e di altri ele-menti minerali nutritivi (liu et al 2012) ulterioristudi sono necessari per valutare se e in quali tessutiil ce3+ venga accumulato e lrsquoeffetto dello stesso sualtri parametri quali i sistemi antiossidanti i livelli dispecie reattive dellrsquoossigeno ed il danno ossidativo inconclusione L minor si mostra tollerante allrsquoesposi-zione a concentrazioni micromolari di ce3+ ma nona concentrazioni piugrave elevate e pertanto potrebbe esse-re una specie utile per il biomonitoraggio della pre-senza di ce3+ in ambienti acquatici

letteRatuRa citatadrsquoaQuino l de pinto Mc naRdi l MoRgana M

toMMaSi f 2009 ndash Effect of some light rare earth ele-ments on seed germination seedling growth and antioxi-dant metabolism in triticum durum chemosphere75 900-905

Hu z RicHteR H SpaRoveK g ScHnug e 2004 ndashPhysiological and biochemical effect of rare earth elementson plants and their agricultural significance a review Jplant nutr 27 183-220

ippolito Mp faSciano c drsquoaQuino l MoRganaM toMMaSi f 2010 ndash Responses of antioxidant sys-tems after exposition to rare earths and their role in chill-ing stress in common duckweed (lemna minor L) adefensive weapon or a boomerang arch environcontam toxicol 58 42-52

ippolito Mp paciolla c drsquoaQuino l MoRganaM toMMaSi f 2007 ndash Effect of rare earth elements ongrowth and antioxidant metabolism in lemna minor Lcaryologia 60 125-128

iSodiS 20079 2004 ndash Water qualitymdashdetermination ofthe toxic effect of water constituents and wastewater onduckweed (lemna minor)mdashDuckweed growth inhibi-tion test iSo tc 147Sc 5Wg 5

Knop W 1865 ndash Quantitative Untersuchungen uumlber dieErnahrungsprozesse der Pflanzen landwirtsch versStn 7 93-107

liu d Wang X lin y 2012 ndash The effect of cerium onthe growth and some antioxidant metabolism in riceseedlings environ Sci pollut Res 19 3282-3291

MacKenzie SM Waite S Metcalfed J Joyce cB2003 ndash Landfill leachate ecotoxicity experiment usinglemna minor L Water air Soil poll focus 3 171-179

MoHan BS HoSetti BB 1999 ndash Aquatic plants fortoxicity assessment environ Res 81 259-274

naRdi l caRBoni Ma MoRgana M BaRBeSti SeRRico S zoina a drsquoaQuino l 2005 ndash Effect ofrare earth elements on the growth of agrobacterium sppand Rhizobium leguminosarum Frank cytometrypart a 69a 443-444

nauMann B eBeRiuS M appenRotH KJ 2007 ndashGrowth rate based dose-response relationships and EC-values of ten heavy metals using the duckweed growthinhibition test (ISO 20079) with lemna minor Lclone plant physiol 164 1656-1664

pagano g toMMaSi f guida M 2012 ndash Comparativetoxicity of cerium and of the other rare earth elements(REEs) in plant and invertebrate test systems inizyuMov a plaKSin g (eds) Cerium MolecularStructure Technological Applications and Health Effects107-124 nova Science publishers Hauppauge nyuSa

poScHenRiedeR c BaRcelograve J 2004 ndash Water relations inheavy metal stressed plants in pRaSad Mnv (ed)Heavy metal stress in plant from biomolecules to ecosys-tems 249-270 Springer Berlin

Radic S Stipanicev d cvJetKo p MiKelic ilRaJcic MM SiRac S pevaleK-Kozlina Bpavlica M 2010 ndash Ecotoxitological assessment ofindustrial effluent using duckweed (lemna minor L) asa test organism ecotoxicology 19 216-222

SRivaStava S MiSHRa S tRipatHi Rd 2006 ndash Copper-induced oxidative stress and responses of antioxidants andphytochelatins in Hydrilla verticillata Royle aquattoxicol 80 405-415

RiaSSunto - in questo studio sono riportati i dati pre-liminari concernenti le risposte alla somministrazione dice3+ di una specie acquatica Lemna minor l usata comebiomarker (iSo 20079) piante di L minor sono statetrattate per 15 giorni con cen3o9 6H2o a concentrazio-ni tra 25 μM e 1 mM oppure con ca(no3)2 a concentra-zione 1 mM Sono stati analizzati parametri di crescitaquali il tasso di crescita relativo basato sul numero di fron-de (RgR) il numero relativo di fronde (Rfn) e la cresci-ta di fronde in percentuale (fn) il trattamento con ce3+

1 mM ha inibito significativamente la crescita a partire dasette giorni di incubazione mentre le minori contrazioninon hanno mostrato variazioni statisticamente significati-ve la somministrazione di ca(no3)2 1 mM al contrarioha stimolato la crescita in modo significativo giagrave dal setti-mo giorno suggerendo un effetto tossico del ce3+ a parti-re da concentrazioni millimolari

408 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

autoRi

Maria Alessandra Zicari Annalisa Paradiso Franca Tommasi (francatommasiunibait) Dipartimento di BiologiaUniversitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70126 Bari

le collezioni xilologiche (xylaria) hanno da sempreassunto una notevole importanza sia per il ruolosvolto in campo didattico sia per quello svolto inambito scientifico nei settori della botanica archeo-logia etnologia tecnologia del legno ed in particola-re dove egrave richiesto il confronto tra campioni(uRBinati giove 2012) attualmente collezioni xilologiche sono presenti inquasi tutti gli stati anche se le principali per numerodi campioni sono negli uSa per quanto concernelrsquoitalia solo quattro collezioni sono state inseritenella quarta edizione dellrsquoIndex Xylariorum (lyncHgaSSon 2010) il patrimonio nazionale tuttavia egravesicuramente molto piugrave ampio ma risulta difficile sti-marlo sia sul piano qualitativo che quantitativo inquanto sino ad oggi non egrave stato effettuato un censi-mento completo una delle collezioni italiane piugrave interessanti per unaserie di peculiaritagrave che la contraddistinguono egrave laXylotomotheca Italica di adriano fiori essa fu realiz-zata nei primi anni del novecento col preciso obiet-tivo di completare ed arricchire la Flora ItalicaExsiccata (FIE) la piugrave grande raccolta italiana diexsiccata fanerogamici realizzata da fiori pampaninie Begraveguinot in particolare lo scopo degli autori fuquello di corredare gli exsiccata con le sezioni micro-tomiche del legno le schede relative alla

Xylotomotheca Italica furono pubblicate a partire dal1905 come appendice delle Schedae ad FloramItalicam Exsiccatam (fioRi et al 1905)la collezione egrave costituita da sezioni trasversali e lon-gitudinali dello spessore di circa 01 mm e con lealtre dimensioni variabili (le8 cm) (di paSQualeallevato 2007) il microtomo utilizzato per la rea-lizzazione delle sezioni fu ideato e progettato dallostesso fiori e da lui denominato ldquonuovo microtomoautomatico a doppia rotazionerdquo (fioRi 1900) nellaversione originaria della collezione le sezioni sonoconfezionate in pieghi di cartoncino contenenti unao due coppie delle sezioni trasversali e longitudinalii pieghi in cartoncino sono a loro volta inseriti inbustine di carta esse sono corredate da una etichet-ta sulla quale sono riportati il numero drsquoordine delcampione il binomio linneano la porzione anatomi-ca rappresentata dalla sezione il luogo e la data diraccolta in molti casi il riferimento al campione dellaFIE ed infine il nome del curatore al progetto col-laborarono numerosi botanici traverso pampaninigortani ferro cerica goiran vaccari MezzanaBicknell cecconi nicoli Bardi andrea fiori etrotter la collezione egrave costituita da 215 campioni corrispon-denti a 184 taxa specifici appartenenti a 113 generiSi tratta soprattutto di entitagrave della flora italiana

409infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

la Xylotomotheca Italica del Museo orto Botanico dellrsquouniversitagrave di Bari

v cavallaRo g SignoRile f caRRuggio f Mantino l foRte

aBStRact - The Xylotomotheca italica of the Botanical Garden Museum of Bari University -the Xylotomotheca Italicawhich was realized by adriano fiori at the beginning of the 20th century is a really interesting and peculiar historical col-lection it is composed of thin sections of wooden species While most of the species belong to italian flora only a few ofthem are exotic ones which are cultivated in italy fiori had the specific aim of enriching Flora Italica Exsiccata (FIE) andof supplying botanists with invaluable comparative material Moreover he designed the microtome which was used to cutthe sections the collection consists of 215 samples the sections are enclosed in bended cards which are contained insmall labelled envelopes a different version of the Xylotomotheca Italica which was produced with didactic purposes isstill conserved at the Botanical garden Museum of Bari university it was probably acquired together with some FIE exs-iccata by the Herbarium Horti Botanici Barensis (Bi) which is now part of the Botanical garden Museum in this ver-sion sections and labels are put between two rectangular pieces of glass which are sealed with a grey tape this collectionis composed of 154 samples which include 135 subgeneric taxa belonging to 93 genera it is generally fairly well con-served and some actions whose aim is restoring the collection have been started

Key words adriano fiori exsiccata Xylotomotheca Italica

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

mentre solo una piccola percentuale egrave rappresentatada esotiche (cuccuini 2002) Si ritiene che la colle-zione completa e nella sua veste originaria sia presen-te solo presso lrsquoerbario di padova (pad) elrsquoHerbarium Centrale Italicum (fi) (cuccuini2002) viceversa parti di essa o versioni diverse daquella originaria sono presenti presso numerosi erba-ri italiani ed anche presso istituzioni estere come iKew Royal Botanic Gardens (httpwwwkeworg)

RiSultati e diScuSSione

presso il Museo orto Botanico dellrsquouniversitagrave di Bariegrave presente la Xylotomotheca Italica non nella sua vesteoriginaria bensigrave in una versione realizzata per scopididattici Molto probabilmente essa fu acquisitacongiuntamente agli exsiccata della FIE dalla profssafrancini negli anni della sua permanenza pressolrsquoateneo barese (1940-1961) le sezioni sono monta-te con lrsquoetichetta tra due vetri rettangolari di 10x15cm oppure di 13x18 cm e sigillati con un nastro intela grigia (fig 1)Sia i preparati che le etichette sono del tutto uguali aquelli presenti nella versione originaria la collezione

egrave composta da 154 campioni corrispondenti a 135taxa specifici appartenenti a 93 generi la maggiorparte dei preparati proviene dalla provincia di firenzeed il curatore egrave tranne poche eccezioni adrianofiori i campioni sono a loro volta conservati in 16cofanetti di cartone rigido di colore grigio chiusimediante un nastro di cotone dello stesso colorepresso lrsquoerbario del laboratorio di Botanica agraria(fiaf) dellrsquouniversitagrave di firenze egrave conservata lamedesima versione realizzata a scopi didattici che egravecostituita da 178 campioni collocati in 18 cofanetti(cuccuini 2002)attualmente in relazione ad un rinnovato interesseverso le collezioni xilologiche dovuto ai piugrave recentiutilizzi in campo sperimentale (ManiatiS et al2011) didattico divulgativo ed alla consapevolezzache la Xylotomotheca Italica possiede tutte le caratte-ristiche di un bene culturale (d lgs n 422004 art11) sono state avviate alcune azioni tese al recuperoconservativo della collezione presente presso ilMuseo orto Botanico in primo luogo egrave stato valu-tato lo stato di conservazione dei singoli campioni alfine di evidenziare gli eventuali interventi da effet-tuare ersquo risultato che solo 3 campioni presentano ivetri rotti tuttavia le sezioni non sono danneggiateviceversa in quasi tutti i campioni il nastro che sigil-la i vetri egrave logoro e consunto pertanto egrave possibileaffermare che la collezione egrave complessivamente inun discreto stato conservativola collezione egrave stata inoltre informatizzata medianteapposito software (fileMaker pRo 12 clariscorporation) riportando nei vari campi le informa-zioni presenti sui cartellini Questo intervento hapermesso di fruire facilmente delle informazioni inessa contenute prossimamente si completeragrave il lavo-ro realizzando alcuni interventi di restauro sui cam-pioni ed effettuando lrsquoacquisizione in formato elet-tronico della loro immagine con uno scanner perdocumenti di pregio anche al fine di implementareun archivio elettronico consultabile via internet

letteRatuRa citatacuccuini p 2002 ndash La Xylotomotheca italica un caso

insolito di serie di exsiccata Catalogo e spigolature stori-che Museol Sci 19(1) 97-119

di paSQuale g allevato e 2007 ndash Collezioni di legnie carboni in Mazzoleni S pignatelli S (a cura di)I Musei delle Scienze Agrarie lrsquoevoluzione delleWunderkammern 79-81 ed universitagrave di napolifederico ii

fioRi a 1900 ndash Nuovo microtomo automatico a doppiarotazione Malpighia 14 411-424

fioRi a Beacuteguinot a paMpanini R 1905 ndash Schedae adFloram Italicam Exsiccatam n giorn Bot ital ns12(2) 143-144

lyncH aH gaSSon pe 2010 ndash Index XylariorumEdition 4 Royal Botanic gardens Kew published onthe internet

ManiatiS d Saint andReacute l teMMeRMan M MalHiy BeecKMan H 2011 ndash The potential of using xylar-ium wood samples for wood density calculations a com-parison of approaches for volume measurement forest 4150-159

uRBinati c giove M 2012 ndash Collezioni xilologiche in

410 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

fig 1un campione della Xylotomotheca Italica presente presso ilMuseo orto Botanico dellrsquouniversitagrave di Baria sample of the Xylotomotheca Italica at the Botanicalgarden Museum of Bari university

taffetani f (a cura di) Herbaria nardini editorefirenze

RiaSSunto - la Xylotomotheca Italica di adriano fiorirealizzata nei primi anni del novecento rappresenta unadelle collezioni storiche piugrave interessanti e peculiari nel suogenere Si tratta di sezioni sottili di numerose specie legno-se tra le piugrave rappresentative della flora italiana e di alcunespecie esotiche coltivate in italia lrsquoautore realizzograve la col-lezione col preciso obiettivo di arricchire la Flora ItalicaExsiccata (FIE) e pertanto di fornire un prezioso materialedi confronto per quanti svolgevano lavori botanici inoltreprogettograve il microtomo utilizzato per effettuare le sezioninella versione originaria della collezione costituita da 215

campioni le sezioni sono confezionate in pieghi di carton-cino a loro volta riposti in bustine corredate da unrsquoetichet-ta la Xylotomotheca Italica presente presso il Museo ortoBotanico dellrsquouniversitagrave di Bari fu acquisita probabil-mente insieme ai campioni della FIE presenti pressolrsquoHerbarium Horti Botanici Barensis (Bi) essa non si pre-senta nella sua veste originaria bensigrave in una versione realiz-zata per scopi didattici le sezioni con la relativa etichet-ta sono montate tra due vetri rettangolari sigillati da unnastro di tela grigia la collezione egrave composta da 154 cam-pioni comprendenti 135 taxa sub-generici appartenenti a93 generi Sono stati avviati alcuni interventi tesi al recu-pero della collezione che si presenta complessivamente inun discreto stato di conservazione

411

autoRi

Viviana Cavallaro (vivianacavallarounibait) Luigi Forte Dipartimento di Biologia e Museo Orto Botanico Universitagrave diBari ldquoAldo Morordquo Via E Orabona 4 70126 BariGiovanni Signorile Francesca Carruggio Francesca Mantino Museo Orto Botanico Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via EOrabona 4 70126 Bari

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

Malgrado siano trascorsi ben 40 anni il noto afori-sma di dobzhansky secondo cui ldquoniente in biologiaha senso se non alla luce dellrsquoevoluzionerdquo(doBzHanSKy 1973) non solo nulla ha perso dellasua straordinaria forza concettuale ma di fatto haoggi un significato ancor piugrave profondo in relazione aipiugrave recenti studi nel campo della biologia evolutivadello sviluppo (evo-devo) disciplina che estende ulte-riormente la visione unificante che negli anni lsquo30 elsquo40 del secolo scorso condusse alla sintesi evoluzioni-stica coniugando la genetica con le ldquoclassicherdquo scien-ze naturali (MuumllleR 2007)Svolgere adeguata divulgazione scientifica sulla teoriadellrsquoevoluzione appare perograve un compito estrema-mente difficile di evoluzione si parla nei contestipiugrave disparati ma non di rado i concetti basilari dellateoria darwiniana e delle sue successive elaborazionivengono travisati al punto da attribuire a darwinstesso affermazioni mai da lui pronunciate o scrittea cominciare dal famigerato rdquolrsquouomo discende dallascimmiardquo frase che manifesta la totale ignoranza dichi la pronuncia sulle tematiche in questione ersquoanche spiacevolmente frequente una volgarizzazioneerronea del concetto di evoluzione che viene inter-pretato come un ldquocammino verso la perfezionerdquo conlrsquointroduzione di elementi di teleologia del tuttoinappropriati allrsquoindirizzo httpevolutionberke-leyedu egrave disponibile un utile elenco di tipici erroriconcettuali sulla tematica dellrsquoevoluzione con relati-ve argomentazioni e note esplicative Se sono ben chiari i motivi della opportunitagrave e neces-sitagrave di insegnare i principi ed i meccanismi dellrsquoevo-luzione a tutti i livelli dellrsquoistruzione scolastica eduniversitaria non sono a tuttrsquooggi disponibili ade-

guati strumenti didattici neacute vi egrave stato se non episo-dicamente un confronto con i potenziali fruitoridegli interventi formativi per sperimentare le moda-litagrave piugrave efficaci con cui trasmettere i complessi edarticolati concetti della teoria dellrsquoevoluzione supe-rando le fin troppo diffuse inesattezze e gli erroriconcettuali precedentemente menzionatiil ruolo delle risorse museali per una efficace didatti-ca dellrsquoevoluzione egrave stato messo in rilievo da alcunistudi (Spiegel et al 2012) compiuti prevalentemen-te negli Stati uniti dove egrave piugrave avvertibile il problemadelle resistenze di tipo ideologicoreligioso in parti-colare nelle aree in cui sono particolarmente diffusi ilcreazionismo e lrsquoipotesi dellrsquoIntelligent Design che nerappresenta una versione ldquoaggiornatardquo dallrsquoesigenza di colmare questa grave lacuna nascepresso il Museo orto Botanico strutturadellrsquouniversitagrave degli Studi di Bari ldquoaldo Morordquo ilprogetto denominato e-Move (evoluzione delMondo vegetale) il progetto nasce dallrsquoidea che labiodiversitagrave vegetale vista in chiave diacronica possacostituire uno strumento molto efficace per la divul-gazione scientifica su questo tema cosigrave importante ilprogetto annuale che ha ricevuto un finanziamentodal MiuR nellrsquoambito della legge 62000 per la dif-fusione della cultura scientifica presenta alcuni ele-menti di novitagrave che verranno discussi in questo brevecontributo

aRticolazione del pRogettoil progetto si articola su 3 linee (a) allestimento nelMuseo orto Botanico di spazi espositivi sperimenta-li per elaborazione e validazione di strategie didatti-co-divulgative (B) Realizzazione di giochi interattivi

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Risorse per insegnare lrsquoevoluzione dei vegetali il progetto e-Move

a gRano Mc de tullio

aBStRact - Resources for teaching plant evolution the E-MoVe project -the e-Move (evolution of the plant World)project tackles the problem of the scarcity of effective educational tools for teaching evolution in spite of the undoubtedimportance of the topic Within the Botanical garden Museum of the university of Bari methodologies for teaching evo-lution will be developed in collaboration with school teachers and other stakeholders novel teaching tools includinginteractive videogames will be made available to national and international institutions for testing and validation theproject funded by the italian Ministry of education also aims at providing training to school teachers and scientific muse-um operators

Key words plant evolution scientific museum teaching

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

(c) formazione di docenti ed operatori museali

(a) lo spazio espositivo consentiragrave di sperimentarestrategie di comunicazione e divulgazione valorizzan-do strutture attrezzature e competenze giagrave presenti esi articola in 3 parti (a phylowall b darwin e lepiante c iconografia botanica) con aula didatticaper la formazionea phyloWall la parete della filogenesi delle pianteil ldquogiardino verticalerdquo nasce a scopo decorativo-arti-stico su idea del botanico e designer p Blanc ilphyloWall avragrave una funzione scientifico-didatticaattraverso la disposizione degli organismi secondouno schema filogenetico si visualizzeragrave in manieraimmediata il concetto di evoluzione una legendacon datazione e localizzazione geografica dei repertifossili verragrave collocata accanto al phylowall per unaimmediata fruibilitagraveb darwin e le pianteverragrave allestita lrsquoipotetica ricostruzione dello studio didarwin con alcune delle immagini piugrave significativelegate allrsquoelaborazione del concetto di evoluzioneverragrave collocato uno schermo touch-screen per i giochiinterattivi c iconografia botanica localeverranno allestite teche per lrsquoesposizione di volumitra cui la flora del Regno di napoli di Micheletenore allo scopo di evidenziare il legame tra il pas-sato ed il futuro della ricerca botanica

(B) la realizzazione di materiale didattico innovativocostituisce un obiettivo fondamentale del progettoun comitato di redazione tecnico-scientifico in col-laborazione con uno studio professionale specializza-to nella comunicazione multimediale si occuperagrave diideare e realizzare materiale didattico che verragrave poidistribuito per la validazione nellrsquoambito di una retedi collaborazione nazionale ed internazionale

(c) la formazione si articoleragrave in (a) visite guidateper alunni (b) corsi per insegnanti e operatorimuseali con la collaborazione dellrsquoassociazionenazionale insegnanti di Scienze naturali (aniSn)si prevede la formazione di insegnanti sulle tematichedellrsquoevoluzione biologica utilizzando sia un approc-cio storico-didattico con lrsquouso dellrsquoerbario e dellabanca del germoplasma sia lo sviluppo di strumentiinterattivi informaticii moduli di formazione affronteranno temi che spa-ziano dallrsquoinquadramento storico della teoria dellrsquoe-voluzione allrsquouso delle moderne tecniche di sistema-tica molecolare sviluppando specifici percorsi didat-tici per i diversi livelli di approfondimento un ruolofondamentale verragrave attribuito allrsquouso delle risorsemuseali

pRoSpettive futuReil progetto ha elevate potenzialitagrave di fornire ricaduteper la diffusione della cultura scientifica sia a livellolocale sia come esperienza pilota da esportare in altrerealtagrave territoriali nazionali in particolare la collabo-razione con lrsquoaniSn consente lrsquoimplementazionedel progetto nelle ldquoscuole presidiordquo ed una piugrave ampiautilizzabilitagrave del materiale didattico sullrsquoevoluzionedelle piante che verragrave messo a disposizionela collaborazione con altre universitagrave orti Botanicie Musei della Scienza costituiragrave una rete aperta ad unbacino di utenza piugrave ampio e permetteragrave di esporta-re sul piano nazionale lrsquoesperienza maturata nellrsquoam-bito del progettole azioni connesse alla realizzazione di e-Move pro-muoveranno su scala nazionale la costituzione dinodi in una rete di comunicazione e diffusione dellacultura scientifica nel campo specifico dellrsquoevoluzio-ne delle piante con lrsquoobiettivo generale di elevare illivello di competenze degli studenti dei docentidegli operatori museali e del pubblico di non addet-ti ai lavori in ambito scientifico sostenendo la for-mazione continua la formazione di operatorimuseali guide naturalistiche ed altre figure profes-sionali per ampliare le conoscenze naturalistiche ter-ritoriali egrave un obiettivo di particolare rilevanza sia perla valorizzazione delle risorse umane sia per la tuteladei beni ambientali e dellrsquoingente patrimonio costi-tuito dalla biodiversitagrave vegetale nel nostro paese conlrsquoobiettivo di salvaguardare specie a rischio di estin-zione nella fattispecie piante che hanno rivestito unparticolare significato nel corso dellrsquoevoluzione

letteRatuRa citatadoBzHanSKy t 1973 ndash Nothing in biology makes sense

except in the light of evolution amer Biol teacher 35127-129

MuumllleR g 2007 ndash Evo-devo extending the evolutionarysynthesis nat Rev genet 8 943-949

Spiegel an evanS eM fRazieR B Hazel a taReM gRaM W diaMond J 2012 ndash Changing muse-um visitorrsquos concept of evolution evo edu outreach5 43-61

RiaSSunto ndash viene brevemente presentato il progettoe-Move (evoluzione del Mondo vegetale) attualmentein corso di realizzazione presso il Museo orto Botanicodellrsquouniversitagrave degli Studi di Bari ldquoaldo Morordquo il proget-to che ha ricevuto un finanziamento MiuR nellrsquoambitodella legge 62000 per la diffusione della cultura scientifi-ca si propone di allestire uno spazio espositivo che si poneanche come centro permanente per la ideazione realizza-zione e diffusione di efficaci strategie didattiche sui temidellrsquoevoluzione biologica attraverso la costituzione di unarete di validazione nazionale ed internazionale noncheacute larealizzazione di incontri di formazione per docenti discuole di ogni ordine e grado ed operatori museali

413Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

autoRi

Antonella Grano Museo Orto Botanico Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70126 BariMario C De Tullio (mariodetulliounibait) Dipartimento di Biologia Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70126Bari

il genere Arum l (Araceae) comprende in italia trespecie poliploidi A apulum (carano) p c Boyce Amaculatum l e A italicum Mill in questo genere itaxa poliploidi tendono ad occupare areali geograficimolto ampi rispetto alle specie diploidi (Bedalov1981) infatti A italicum egrave principalmente diffusodal caucaso attraverso la regione del Mediterraneofino alla costa atlantica (BonnieR 1931 MeuSel etal 1965 diHoRu 1970 Bedalov 1975) A macu-latum secondo MeuSel et al (1965) teRpograve (1973)e Bedalov (1981) egrave distribuito in europa centrale eoccidentale A maculatum e A italicum presentanotuberi rizomatosi al contrario del poliploide A apu-lum che ha il tubero a forma discoide (BedalovKupfeR 2005) in riferimento allrsquoorigine delle speciedel genere Arum Bedalov KupfeR (2005) suggeri-scono che la forma discoide del tubero sia da consi-derare ancestrale rispetto alla forma rizomatosaSuccessivamente questi dati sono stati confermati daindagini molecolari (eSpigravendola et al 2010) in precedenti lavori al fine di chiarire la tassonomiadel genere Arum sono stati riportati alcuni aspetticitologici e citotassonomici (goRi 1958 MaRcHi etal 1964 BeuRet 1971 1972 MaRcHi 1971Bedalov 1975 1981 Bedalov et al 1998) lamaggior parte delle specie di Arum egrave diploide connumero cromosomico 2n=28 mentre sono pochi itaxa poliploidi conosciuti A maculatum e A apulumsono tetraploidi con 2n=56 mentre A italicum egrave esa-ploide con 2n=84 le analisi cariologiche hannomostrato in dettaglio i cariotipi di quattro speciediploidi e due poliploidi i taxa analizzati inoltrehanno evidenziato un ldquocariotipo di baserdquo caratteriz-

zato dalla presenza di alcuni cromosomi marker(drsquoeMeRico et al 1993 Bianco et al 1994) il presente contributo fornisce pertanto informazio-ni sulla cariomorfometria delle suddette specie poli-ploidi

MateRiali e Metodile analisi cariologiche sono state effettuate su apiciradicali pretrattati con colchicina 03 per 2h equindi fissati per 5 min con 5111 (vv) (alcol eti-lico assoluto cloroformio acido acetico glaciale for-maldeide) successivamente sono stati idrolizzati per20 min con Hcl 55n e colorati con reattivo difeulgen la nomenclatura utilizzata per descrivere ilcariotipo segue levan et al (1964)per valutare il livello di simmetria del cariotipo sonostati utilizzati gli indici di asimmetria a1 (indiceintracromosomale) e a2 (indice intercromosomale)(RoMeRo zaRco 1986)

RiSultati e diScuSSioneArum maculatum e A italicum sono caratterizzati daun cariotipo asimmetrico comprendente numerosicromosomi submetacentrici con A italicum chemostra un indice intracromosomale (a1=043) piugraveelevato rispetto ad A maculatum (a1=039)dal punto di vista citologico egrave interessante notareche nelle specie esaminate sono state osservate coppiedi cromosomi caratterizzate dalla presenza di seg-menti telomerici debolmente colorati dal feulgenprecedentemente descritti come costrizioni seconda-rie (drsquoeMeRico et al 1993) dyeR (1963) e voSacolaSante (1995) descrivono simili segmenti

414 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

indagini cariomorfometriche in tre taxa poliploidi del genere Arum

a tuRco p Medagli a alBano S drsquoeMeRico

aBStRact - Karyomorphometry on three polyploid taxa of arum - Somatic chromosomes of three polyploid taxa of Arumhave been investigated A italicum showed 2n = 84 chromosomes and the karyotype is composed by numerous asymmet-ric chromosomes A maculatum and A apulum have shown 2n = 56 chromosomes the karyotype morphology of Aitalicum is similar to that of A maculatum but the most asymmetrical karyotype and the presence of numerous weaklyfeulgen-stained segments of the former suggest a more recent origin respect to latter differently A apulum has showed asymmetrical karyotype and few weakly feulgen-stained segments

Keywords allocyclic segments Arum karyotype asymmetry

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

denominati ldquoallocyclic segmentsrdquo in diversi gruppidi piante (Gasteria duval Iris l Aloe l) voSaBennett (1990) e Bennett gRiMSHaW (1991)inoltre suggeriscono lrsquoutilitagrave di questi segmenticome indicatori dellrsquoevoluzione del cariotipo e quin-di determinanti nellrsquoidentificazione dei cariotipidelle varie entitagrave al riguardo Arum italicum hamostrato il maggior numero di cromosomi conte-nenti i suddetti segmenti in comparazione a quelliosservati nei complementi di A maculatum A apu-lum e nei diploidi A orientale M Bieb subsp orien-tale e A cylindraceum gasp (drsquoeMeRico et al1993) differentemente A apulum egrave una specie tetraploidecon una distribuzione limitata al Sud italia (puglia)(caRano 1934 goRi 1958 Bianco et al 1994)Questrsquoultima specie mostra un cariotipo piugrave simme-trico (a1=032) considerato ancestrale rispetto allespecie con cariotipi asimmetrici (SteBBinS 1971)costituito da cromosomi prevalentemente metacen-trici e dalla presenza di pochi segmenti allociclicidrsquoaltra parte lrsquoisolamento geografico accompagnatoda variazioni ecologiche sembra supportare lrsquoattualestruttura del cariotipo di A apulum

letteRatuRa citata Bedalov M 1975 ndash Cytotaxonomical and phytogeograph-

ical investigation of the species arum italicum Mill inYugoslavia acta Bot croat 34 143-150

mdash 1981 ndash Cytotaxonomy of the genus arum (araceae) inthe Balkans and the Aegean area Bot Jahrb Syst 102183-200

Bedalov M favaRgeR c KupfeR p 1998 ndash Naturalhybrids and basic chromosome number in the genusarum acta Botanica yunnanica Suppl X 71-75

Bedalov M KupfeR p 2005 ndash Studies on the genusarum (araceae) Bull Soc neuchacirctel Sci nat 12843-70

Bennett St gRiMSHaW JM 1991 ndash Cytological stu-dies in cyclamen (primulaceae) pl Syst evol 176135-143

BeuRet e 1971 ndash Reacutepartition geacuteographique de quelquesarum des groupes maculatum L et italicum Mill BullSoc neuchacirctel Sci nat 94 29-36

mdash 1972 ndash Preacutesence drsquoun Arum diploide en Italie BullSoc neuchacirctel Sci nat 95 35-41

Bianco p drsquoeMeRico S Medagli p Bedalov M1994 ndash Indagini sistematiche su arum apulum(Carano) Bedalov (araceae) entitagrave endemica delle

Murge Pugliesi Webbia 49 (1) 43-49BonnieR g 1931 ndash Flore complegravete ilustregravee en couleurs de

France Suisse et Belgique 11 pariscaRano e 1934 ndash Un nuovo elemento della Flora meri-

dionale drsquoItalia ann Bot 20 579-585drsquoeMeRico S Bianco p Medagli p 1993 ndash

Chromosome numbers and karyotypes in arum(araceae) caryologia 46 161-170

diHoRu g 1970 ndash Morpho-taxonomische aspekte einigerArum-Arten Rev Roumaine Biol Seacuter Bot 15 71-85

dyeR af 1963 ndash Allocyclic segments of chromosomes andstructural heterozygosity that they reveal chromosoma13 545-576

eSpigravendola a BueRKi S Bedalov M KupfeR palvaRez n 2010 ndash New insights into the phylogeneticsand biogeography of arum (araceae) unravelling its evo-lutionary history Bot J linn Soc 163 14-32

goRi c 1958 ndash Il numero dei cromosomi dellrsquoarumnigrum Schott var apulum Carano caryologia 10(3) 454-456

levan a fRedga K SandBeRg aa 1964 ndashNomenclature for centromeric position on chromosomesHereditas 52 201-220

MaRcHi p 1971 ndash Numeri cromosomici per la flora italia-na 57-66 inform Bot ital 3 124-138

MaRcHi p capineRi R drsquoaMato g 1964 ndash Numericromosomici per la flora italiana 182-189 informBot ital 6 (3) 303-312

MeuSel H JaegeR e WeineRt e 1965 ndash Vergleichen-de Chorologie der zentra-europaumlischen flora 1 Jena

RoMeRo zaRco c 1986 ndash A new method for estimatingkaryotype asymmetry taxon 35 526-530

SteBBinS gl 1971 ndash Chromosomal Evolution in HigherPlants edward arnold ltd london

teRpOacute a 1973 ndash Kritische Revision der arum-Arten desKarpatenbeckens acta Bot acad Sci Hung 18216-255

voSa cg Bennett St 1990 ndash Chromosome studies inthe Southern African flora58-94 Chromosome evolutionin the genus gasteria Duval caryologia 43 235-247

voSa cg colaSante M 1995 ndash I segmenti allociclicinelle liliiflorae inform Bot ital 27 307-308

RiaSSunto gli autori riportano alcuni risultati cario-morfometrici ottenuti su tre specie poliploidi del genereArum Arum apulum (2n=56) A maculatum (2n=56) e Aitalicum (2n=84) in particolare la specie A italicum con2n=84 cromosomi ha mostrato un cariotipo con un eleva-to indice di asimmetria nel cariotipo di questa speciesono stati riscontrati numerosi ldquosegmenti allociclicirdquo incomparazione ad A maculatum e A apulum

415Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

autoRi

Alessio Turco Piero Medagli Antonella Albano Laboratorio di Botanica sistematica ed Ecologia vegetale DiSTeBAUniversitagrave del Salento Campus Ecotekne 73100 LecceSaverio DrsquoEmerico Dipartimento di Biologia Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70126 Bari

Cistus clusii dunal piccolo arbusto appartenente allafamiglia Cistaceae egrave una specie xerofila con distribu-zione mediterraneo-occidentale in italia storicamen-te presente in Sicilia (giaRdina 1988) e in puglianellrsquounica stazione di ldquoBosco isolardquo (lesina fg)(foRte et al 2002a) in questrsquoultima il contestovegetazionale egrave quello della gariga nanofanerofiticasu suolo sabbioso in associazione con Rosmarinusofficinalis l Erica multiflora l e Cistus sp pl(cHieSuRa loRenzoni et al 1976)a partire dallrsquoanno 2000 nellrsquoambito di progetti diricerca condotti dal Museo orto Botanicodellrsquouniversitagrave degli Studi di Bari sono stati indaga-ti alcuni aspetti della biologia ed ecologia di C clusii(MaccHia 2005) tali studi furono finalizzati allarealizzazione di azioni di conservazione in situ attra-verso il rafforzamento della popolazione residualepugliese giagrave allrsquoepoca gravemente esposta a pericolodi estinzione (conti et al 1997) a tale scopo furo-no infatti reintrodotti in aree ecologicamente idoneedi ldquoBosco isolardquo circa cento individui ottenuti pervia sessuale attraverso fecondazione incrociata con-trollata a partire dai pochi individui della popolazio-ne originaria (foRte et al 2002b) Successivi rilieviin campo hanno registrato la progressiva diminuzio-ne del numero di individui presenti in situ fino allaloro completa scomparsa soprattutto a causa deiripetuti incendi verificatisi tra il 2007 e il 2010(foRte et al 2009 2012) tuttavia la specie in

puglia era da ritenersi estinta solo in natura (EW) inquanto presso il Museo orto Botanico di Bari eranopresenti sia individui ottenuti da fecondazione incro-ciata e derivanti dalla popolazione spontanea origina-ria sia semi conservati presso la Banca delgermoplasma (Bg-MoBB)Questrsquoultima evenienza ha costituito la premessaindispensabile per la realizzazione di nuove azioni diconservazione di C clusii nel territorio di ldquoBoscoisolardquo tali azioni si sono concretizzate grazie ad unaconvenzione stipulata tra il Museo orto Botanico diBari e il centro Studi naturalistici onluS nellrsquoam-bito del progetto ldquointerventi per la protezione e con-servazione del patrimonio ambientalerdquo- fondi faS ndashpremialitagrave Regionale delibera cipe 202004in questo lavoro vengono presentate le attivitagrave svolteai fini della propagazione gamica di C clusii e quelleper la successiva reintroduzione degli individui pro-dotti

MateRiali e Metodi

il materiale di propagazione gamica utilizzato per leazioni di conservazione in situ egrave stato ottenuto daimpollinazione incrociata controllata eseguita su dueindividui conservati ex situ siglati come c1 e c2 peri quali era stata giagrave testata la compatibilitagrave allrsquoincro-cio (foRte et al 2012)nel mese di aprile 2010 495 fiori (437 dellrsquoindivi-duo c1 e 58 dellrsquoindividuo c2) privati degli stami

416 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

Reintroduzione di Cistus clusii a ldquoBosco isolardquo (lesina puglia)

l foRte S anifantiS f caRRuggio v cavallaRo f Mantino g MelcHioRRe

aBStRact - Reintroduction of cistus clusii to ldquoBosco Isolardquo (Lesina Apulia) - Cistus clusii dunal is very rare in italy whereits historical sites of occurrence are in Sicily and apulia (ldquoBosco isolardquo ndash lesina fg) after the extinction in the wild ofthe small apulian population the Botanical garden Museum of Bari university and the centro Studi naturalistici(onluS) made a special agreement in order to implement a reintroduction project into the site of lesina the reintro-duced plants 520 in all were obtained from the offspring of lesina C clusii spontaneous population which is conservedex situ at the Botanical garden Museum of Bari to increase the chances of a successful reintroduction the plants wereplaced in three different areas and in each of them the individuals were planted in microsites suitable for the eco-physi-ological characteristics of the lesina population already known from literature in fact only a thorough knowledge of thebio-ecological behaviour of the selected species may allow to establish self-maintaining populations in the wild and so torealize an effective conservation action

Key words apulia Cistus clusii dunal reintroduction

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

sono stati impollinati manualmente e coperti consacchetti di tessuto non tessuto (tnt) in maggioin concomitanza con lrsquoinizio dellrsquoingrossamentodegli ovari i cappucci sono stati rimossi e nel mesesuccessivo egrave stata effettuata la raccolta delle capsulemature nella primavera del 2011 i semi sono statisottoposti a pre-trattamenti di scarificazione mecca-nica manuale e di dry-heating (80 degc x 5 min) inquanto risultati i piugrave efficaci nel promuoverne la ger-minazione (foRte et al 2012) per ciascuno dei duepre-trattamenti sono stati utilizzati circa 1500 semiderivanti dallrsquoincrocio c1 x c2 e circa 400 semi pro-dotti dallrsquoincrocio c2 x c1 i semi pre-trattati sonostati posti direttamente in plateaux di polistiroloespanso riempiti con sabbia sterilizzata a granamedio-fine (50) e torba (50) dopo una primafase di accrescimento le plantule sono state trapian-tate in fitosacchi in film plastico contenenti terrenonon sterile (sabbia di fiume 40 terreno comune30 torba 30) durante tutte le fasi di crescita leplantule sono state irrigate e sottoposte a trattamen-ti fitosanitari e fertilizzanti miratiper lrsquointervento di reintroduzione oltre agli individuicosigrave ottenuti nel 2011 sono stati utilizzati ancheindividui derivanti da semi pre-germinati nellrsquoambi-to di prove sperimentali condotte tra il 2009 e il2010 su c1 e c2la scelta delle aree di reintroduzione egrave stata fattasulla base dei dati storici di presenza di C clusii alesina (cHieSuRa loRenzoni et al 1976 foRte etal 2002b) delle caratteristiche eco-fisiologiche dellapopolazione originaria (foRte et al 2005 foRtepaStoRe 2005) di quelle ecologiche dei siti di rein-troduzione e dellrsquoanalisi delle minacce

RiSultati e diScuSSione

gli individui oggetto dellrsquoazione di reintroduzioneavvenuta a fine gennaio 2013 sono stati distribuitiin tre aree principali (fig 1) Queste sono situate neltratto di cordone dunale immediatamente ad est diMarina di lesina insediamento sorto in localitagravepietramaura dove negli anni lsquo70 era ancora presen-te il piugrave esteso nucleo di individui di C clusii dellastazione di lesina (cHieSuRa loRenzoni et al1976) due delle aree di reintroduzione poste tra lelocalitagrave di acquarotta e pennacchio sono relativa-mente vicine tra loro e separate da una fascia occupa-ta da un rimboschimento a Pinus pinea l mentre laterza in localitagrave chiusa dista dalle altre circa 2 kmallrsquointerno di ciascuna area sono stati individuati piugravesiti di reintroduzione georiferiti mediante strumen-tazione gpS in ognuno dei quali egrave stato inserito unnumero di individui compreso tra 20 e 25la scelta di ripartire gli individui in tre aree di rein-troduzione differenti e allrsquointerno di queste in piugravesiti distinti egrave stata effettuata con lo scopo di ridurre ilrischio che un eventuale incendio possa interessarlecontemporaneamente compromettendo la sopravvi-venza dellrsquointera popolazione reintrodotta il numerocomplessivo di siti di intervento egrave risultato pari a 27inoltre per garantire buone probabilitagrave di successo

anche riproduttivo in ciascun sito sono stati reintro-dotti almeno 20 individui al fine di aumentare laprobabilitagrave di incrocio tra individui con alleli diincompatibilitagrave differenti indispensabile in una spe-cie allogama come C clusii (Rizzotto 1979)in ogni sito inoltre i singoli individui sono statipiantati in micro-siti individuati sulla base dellamicro-morfologia stazionale le tre aree di interven-to ricadono in un contesto vegetazionale caratterizza-to da un complesso e molto frammentato mosaicocostituito principalmente dalla gariga a R officinalisE multiflora e Cistus sp pl e dalla macchia a sclero-fille sempreverdi con presenza di Erica arborea lQuesto mosaico spesso egrave il diretto risultato delledifferenti condizioni ecologiche determinate dallamicro-morfologia stazionale (foRte et al 2002a) ealtre volte della dinamica della vegetazione in atto acausa degli incendi pertanto sono stati individuaticome idonei quei micro-siti rispondenti alle caratte-ristiche bio-ecologiche della popolazione da intro-durre (eliofilia relativa sensibilitagrave allo stress idricoecc foRte et al 2005) e comunque sempre suffi-cientemente distanti da nuclei di macchia in stato diavanzamento o da singoli cespugli in fase di resprou-tinglrsquoazione di conservazione in situ cosigrave condotta nonha richiesto pertanto ulteriori interventi quali dira-

417Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 1Mappa delle aree di reintroduzione (base cartograficaldquocarta della vegetazione reale del ldquoBosco isolardquo di lesina- foglio 1rdquo foRte 2001)Map of reintroduction areas (cartographic base ldquocartadella vegetazione reale del ldquoBosco isolardquo di lesina - foglio1rdquo foRte 2001)

damento della vegetazione preesistente rimozionedel secco ecccomplessivamente nella stazione di ldquoBosco isolardquosono stati reintrodotti 520 individui di C clusii pro-dotti mediante coltivazione ex situ 200 dei qualiderivanti da semina diretta di semi pre-trattati e 320ottenuti da impianto di semi pre-germinatiattualmente ulteriori 155 individui prodotti nel-lrsquoambito di questo progetto sono conservati presso ilMuseo orto Botanico dellrsquouniversitagrave di Bari inmodo da garantire sia la conservazione ex situ delpatrimonio genetico della popolazione di lesina e siala possibilitagrave di disporre di materiale di propagazioneper studi successivi

Ringraziamenti - gli autori ringraziano gli ldquospeciali colla-boratorirdquo che si sono prodigati durante il lavoro in campodi reintroduzione in situ in ordine alfabetico elenaBlotti nicola cillo Saverio drsquoamico Mario de tullioantonella grano Marcello Macchia Saverio Regina egianni Signorile

letteRatuRa citatacHieSuRa loRenzoni f cuRti l loRenzoni gg

MaRcHioRi S 1976 ndash cistus clusii Dunal Note dinomenclatura e di distribuzione con particolare riguardoalla stazione di Lesina (Foggia) giorn Bot ital 110259-267

conti f Manzi a pedRotti f 1997 ndash Liste rosse regio-nali delle piante drsquoItalia WWf Societagrave Botanicaitaliana universitagrave di camerino

foRte l anifantiS S Mantino f caRRuggio fcavallaRo v 2009 ndash Conservation of cistus clusiiDunal from ldquoBosco Isolardquo (Lesina - Apulia) current sta-tus and new experimental evidence in BaccHetta g(ed) Book of Abstracts Biodiversity Hotspots in theMediterranean Area 45th intern congr SiSv amp fip ndashcagliari 22-24 25-29 June 2009 280

foRte l cavallaRo v MaccHia f 2002b ndashConservazione in situ di cistus clusii Dunal (cistaceaeMagnoliophyta) nella duna di Lesina Quad Botamb appl 13 3-9

foRte l cavallaRo v pantaleo f drsquoaMico fSMaccHia f 2002a ndash The vascular Flora of the ldquoBoscoIsolardquo at Lesina (Foggia ndash Apulia) fl Medit 12 33-92

foRte l MelcHioRRe g anifantiS S caRRuggio fMantino f 2012 ndash Alcuni aspetti della biologia dellaconservazione di cistus clusii Dunal di ldquoBosco Isolardquo(Lesina Puglia) inform Bot ital 44(Suppl 2) 36-38

foRte l paStoRe d 2005 ndash Relazioni acqua-pianta inMaccHia f (ed) Biologia ed ecologia di cistus clusiiDunal 31-38 ed adda Bari

foRte l paStoRe d MaRvulli M Scatigna aMeMaccHia f 2005 ndash Analisi comparata tra eventi feno-logici e andamento dei parametri ambientali inMaccHia f (ed) Biologia ed ecologia di cistus clusiiDunal 5-13 ed adda Bari

giaRdina 1988 ndash Segnalazioni Floristiche Italiane 574-576 inform Bot ital 20(2-3) 678-679

MaccHia f (a cura di) 2005 ndash Biologia ed ecologia dicistus clusii Dunal ed adda Bari

Rizzotto M 1979 ndash Ricerche tassonomiche e corologichesulle cistaceae 1 Il genere cistus L in Italia Webbia33(2) 343-378

RiaSSunto ndash Cistus clusii dunal egrave una specie moltorara in italia storicamente presente in Sicilia e in puglianellrsquounica stazione di ldquoBosco isolardquo (lesina fg) in segui-to allrsquoestinzione della piccola popolazione residuale puglie-se il Museo orto Botanico dellrsquouniversitagrave di Bari e ilcentro Studi naturalistici onluS hanno stipulato unaapposita convenzione al fine di attuare unrsquoazione di rein-troduzione nel sito di lesina le piante reintrodotte insitu 520 in tutto sono state ottenute a partire da indivi-dui di C clusii progenie della popolazione spontanea ori-ginaria conservati ex situ presso il Museo orto Botanicoper aumentare le probabilitagrave di successo dellrsquointerventogli individui sono stati distribuiti in tre aree distinte eallrsquointerno di queste piantati in micro-siti rispondenti allecaratteristiche eco-fisiologiche della popolazione di C clu-sii di lesina giagrave note dalla letteratura infatti solo unaconoscenza approfondita del comportamento bio-ecologi-co delle entitagrave oggetto di interventi di conservazione insitu permette di programmare una concreta azione di tute-la attraverso lrsquoinsediamento di popolazioni in grado dipersistere nel tempo

418 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

autoRi

Luigi Forte (luigiforteunibait) Viviana Cavallaro Dipartimento di Biologia e Museo Orto Botanico Universitagrave di BarildquoAdo Morordquo Via E Orabona 4 70126 BariStamatia Anifantis Francesca Carruggio Francesca Mantino Giulia Melchiorre Museo Orto Botanico Universitagrave di BarildquoAldo Morordquo Via E Orabona 4 70126 Bari

Limoniastrum monopetalum (l) Boiss egrave presente inpuglia sulle rupi marittime di tricase porto (le)nellrsquoambito di una cenosi ascrivibile alla classeCrithmo-Limonietea Br-Bl 1947 in condizioni ana-loghe a quanto descritto per la Sicilia meridionale daBaRtolo et al (1982) Secondo la direttiva9243cee si tratta di un habitat di interesse comu-nitario denominato ldquoScogliere con vegetazione dellecoste mediterranee con Limonium spp endemicirdquo(aavv 2010) ersquo una specie a diffusione SW-Mediterranea in italia egrave presente in Sardegna inSicilia (conti et al 1992) nella laguna diorbetello (toMei guazzi 1993) a tricase porto(le) (accogli et al 1996) (fig1) in passato laspecie era stata segnalata ldquonei siti arenosi di tarantordquo(MaRinoSci 1870) caratterizzati da depressionicostiere con un ristagno idrico con substrato preva-lentemente costituito da argille e colonizzato da spe-cie ad elevata alofilia (tRotteR 1936) probabil-mente le antiche cenosi erano ascrivibili alla classeSarcocornetea-fruticosae Br-Bl amp tuumlxen ex a amp oBolograves 1950 tipica dei suoli inondati fangoso-argillo-si come riportato da Biondi et al (2004) per laSardegna

StatuS del popolaMento puglieSe ed eSpeRienzepRegReSSe

a tricase porto il popolamento si presenta formatoda due nuclei localizzati sulla sommitagrave di due costo-ni rocciosi distanti in linea drsquoaria circa 150 mentrambi i costoni sono occupati da abitazioni ad

uso civico ed i cespugli di limoniastro sono localizza-ti nelle loro adiacenze ma non allrsquointerno e questopotrebbe escludere unrsquointroduzione della specie perscopo ornamentale in totale si possono contarecirca 25 individui dei quali 18 si presentano comegrossi cespugli larghi 1ndash25 m alti 075ndash130 m lafioritura dura meno di un mese tra la fine di giugnoe lrsquoinizio di luglio le infiorescenze secche rimango-no sulla pianta sino a dicembre ma la maturazionedei frutti non egrave mai evidente e non egrave visibile la dei-

419infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

conservazione ex situ ed interventi di reintroduzione di Limoniastrum monopetalum in puglia

R accogli Mp BiancHi p Medagli S MaRcHioRi

aBStRact - ex situ conservation and reintroduction of limoniastrum monopetalum in Apulia region - in this paper arepresented the main actions taken by the Botanic garden of diSteBa for the protection of Limoniastrum monopetalum(l) Boiss species of high vulnerability included in the national Red list of plants of italy the specie is cultivated exsitu in the Botanic garden and it was decided to implement its reintroduction in the locality palude la vela (ta) in anarea once had been reported but no longer found propagation of L monopetalum was carried out by vegetative and gen-erative individuals obtained were reintroduced in two sites of the palude to different environmental conditions

Key words conservation moltiplication reintroduction

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 1areale di L monopetalum secondo gReuteR et al 1989 etutin et al 1981distribution area of L monopetalum according togReuteR et al 1989 and tutin et al 1981

scenza a contrastare lo sviluppo e la diffusione dinuove piante sono le estreme condizioni di povertagravedel substrato fortemente disturbato dalle attivitagraveantropiche che rimaneggiano continuamente le som-mitagrave dei costoni rocciosi (interventi di restauro edili-zio incendi e tagli indiscriminati) e la presenza diuna flora sinantropica dominata da agave pittospo-ro caprifico rovola vulnerabilitagrave della specie ha motivato la sua ripro-duzione ex situ nellrsquoorto Botanico dellrsquouniversitagravedel Salento e la messa a punto di protocolli di rein-troduzione infatti giagrave nel 2000 era stata testata lacapacitagrave di propagazione di L monopetalum sia pervia gamica che agamica senza forzature sui semi neacutedi ormoni radicanti per le talee la resa germinativaera risultata molto bassa del 2-5 mentre elevatesono state le percentuali di attecchimento delle talee(70-95) sia in primavera che agli inizi dellrsquoautun-no nel 2005 egrave stato effettuato un primo interventovolto al potenziamento del popolamento di L mono-petalum esistente a tricase porto lungo un breve trat-to costiero prospiciente il sito interessato da un inter-vento di riqualificazione attuato dallrsquoamministra-zione comunale lrsquointervento prevedeva la realizza-zione di un camminamento lungo la scogliera attra-verso i segni della storia locale ancora leggibili (trat-turi per la mena delle pecore vasche intagliate negliscogli per la concia delle pelli e per lrsquoestrazione diblocchi lapidei terrazzamenti per le colture agrarieprimaticce etc) la flora del tratto costiero annove-ra altre specie di interesse conservazionistico percheacuteincluse nella lista Rossa nazionale come Vincetoxi-cum hirundinaria Medik subsp adriaticum (Beck)Markgr o di valore fitogeografico come lrsquoendemicoLimonium japigicum (groves) pignatti Lavateraarborea l Scrophularia lucida l lrsquointervento direintroduzione era stato concordato con docenti edalunni delle Scuole Medie inferiori del comune ditricase che hanno partecipato dimostrando grandeinteresse e sensibilitagrave nellrsquoautunno 2005 egrave stataorganizzata una giornata durante la quale dopo unincontro tra autoritagrave politiche locali studiosi stu-denti e cittadini sono state messe a dimora 10 pian-te di L monopetalum (accogli et al 2006) pur-troppo lrsquointervento egrave stato inficiato da un incendioche nella primavera successiva ha distrutto buonaparte della flora spontanea ed i trapianti effettuati

MateRiali e Metodi

un secondo intervento di reintroduzione di L mono-petalum egrave stato programmato nel 2011 per il sitopalude la vela che ricade nellrsquoomonima Riservanaturale Regionale e prossima allrsquoantica salina di Sgiorgio jonico (ta) come prima fase si egrave procedu-to alla moltiplicazione della specie per ottenere indi-vidui giovani da mettere a dimora la moltiplicazio-ne ex situ egrave stata ripetuta sia per via vegetativa chegenerativa ponendosi nelle medesime condizionidegli anni precedenti ma con lrsquoaccorgimento didistinguere talee semierbacee da talee legnose ilmateriale propagativo egrave stato prelevato dagli indivi-

dui presenti a tricase porto da rami di 2 o piugrave annicon diametro del fusto maggiore di 10 mm sonostate realizzate talee lunghe 10-18 cm da rami di 1anno con diametro inferiore a 10 mm sono staterealizzate talee lunghe 7-12 cm il prelievo egrave statoeffettuato sia allrsquoinizio dellrsquoautunno (5 ottobre 2010)che alla fine della stagione invernale (5 marzo 2011) le talee sono state messe a radicare (senza aggiunta diormoni) in substrato costituito da un mixer di torbae perlite in rapporto 12 in vasi in pvc delle dimen-sioni 7x7x18 cm fatti stazionare poi in tunnel fred-do dopo 30 giorni veniva registrato lrsquoattecchimentodelle talee i risultati definitivi hanno evidenziato ilseguente andamento in autunno per quelle preleva-te da rami di 2 anni egrave stata registrata una percentua-le del 74 e per quelle prelevate da rami di 1 annodel 64 in primavera per le talee piugrave legnose egrave stataregistrata una percentuale di attecchimento pari al95 e per quelle meno legnose dellrsquo86 ancorauna volta i risultati dimostrano la facilitagrave di propaga-zione vegetativa della specie inoltre anche se i valo-ri differiscono di poco si deduce che il periodomigliore per il taleaggio di L monopetalum egrave a finestagione primaverile con rami vecchi di almeno 2anni (tab 1)

i racemi di L monopetalum dopo la fioritura persi-stono sulla pianta per lungo tempo (anche sino allrsquoin-verno) per cui sono stati effettuati periodici prelievidei frutti per lrsquoestrazione dei semi al fine di definire ilperiodo di piena maturazione un primo prelievo deifrutti egrave stato effettuato in ottobre i semi sono statiopportunamente isolati previa rottura della capsulaed una parte di essi egrave stata sottoposta a vernalizzazio-ne (4 degc per 24 h) per simulare unrsquoeventuale dor-mienza invernale la semina egrave stata effettuata in cap-sule petri sterili con carta da filtro come substratotenute in camera di crescita a 20 degc e fotoperiodo di10 h Sono state realizzate tre ripetizioni con 30 ele-menti per capsula lrsquoelaborazione dei dati registratievidenzia un andamento del potere germinativo di Lmonopetalum secondo quanto riportato dalla fig 2 il monitoraggio delle piastre ha evidenziato un pote-re germinativo dei semi molto basso (2-4) questodato egrave stato confermato dalla semina a spaglio effet-tuata in una seminiera con substrato composto datorba e agriperlite nel rapporto 12 da circa 200semi sono emerse solo 6 plantule

420 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

taBella 1Risultati della propagazione ex situResults of ex situ propagation

stagione talee di di radicazionepartenza 72 dopo 30 gg

Oslash 10 mm 64autunno Oslash 10-20 mm 74Oslash 10 mm 86primavera Oslash 10-20 mm 95

ReintRoduzione a palude la vela

i sopralluoghi effettuati a palude la vela per lrsquoindivi-duazione di siti idonei alla reintroduzione hannoindotto alla scelta di due piccole superfici simili percondizioni di substrato per copertura vegetale eparametri ambientali tali siti sono collocati su spon-de opposte dellrsquoacquitrino ed hanno unrsquoestensioneminima di 60 m2 per la messa a dimora sono stateselezionate piante vigorose e sane con unrsquoaltezzamedia di 489 plusmn526 cm e diametro di 1609plusmn304cm nel mese di novembre 2011 egrave stata effettuata laloro messa a dimoranel sito denominato ldquoardquo sono state trapiantate 15piante con un approssimativo sesto di impianto di 2x 4 m nel sito ldquoBrdquo sono state trapiantate 14 piantein ordine sparso in quanto lrsquoarea presentava nume-rose zone di erosione e continui dislivelli

concluSioni

nellrsquoarea palude la vela le condizioni ambientalisembrano piugrave confacenti allrsquoecologia di L monopeta-lum rispetto a tricase porto ed egrave positivo che tutte lepiante abbiano attecchito e siano giunte a fioriturama solo fra qualche anno si potragrave constatare la for-mazione di un eventuale popolamento con individui

fertili ed in grado di autopropagarsi e si avragrave confer-ma del successo della reintroduzione

letteRatuRa citataaavv 2010 ndash Manuale italiano interpretazione degli

habitat (Direttiva 9243 CEE) Ministero ambiente etutela territorio e Mare SBi

accogli R Medagli p MaRcHioRi S 1996 ndashlimoniastrum monopetalum (L) Boiss in Puglia(plumbaginaceae) giorn Bot ital 130 1 91degcongr SBi ancona 16-19 settembre 1996

mdash 2006 ndash Conservazione ex situ e reintroduzione dilimoniastrum monopetalum (L) Boiss sulla fasciacostiera di Tricase Porto (Lecce) inform Bot ital38(Suppl 1) 183-184

BaRtolo g BRullo S MaRcenograve c 1982 ndash La vegeta-zione costiera della Sicilia sud-orientale aQ71226cnR Roma

Biondi e BRugiapaglia e faRRiS e filigHeddu RSeccHi z 2004 ndash Halophilous vegetation of Olbia pondsystem (NE-Sardinia) fitos 41(1) Suppl 1 125-141

conti f Manzi a pedRotti f 1992 ndash Lista RossaNazionale delle Piante drsquoItalia WWf italia Roma

gReuteR W BuRdet HM long g 1989 ndashMedndashChecklist vol 4 320 pp

MaRinoSci M 1870 ndash Flora Salentina 1 22toMei pe guazzi e 1993 ndash Le zone umide della

Toscana Lista generale delle entitagrave generali atti MusStor nat grosseto 15 120-135

tRotteR a 1936 ndash Rilievi ecologici intorno alla flora edalla vegetazione della salina di SGiorgio presso Tarantoann R ist Sup agr portici III 5 120-135

tutin tg HeyWood vH BuRgeS na MooRedM valentine dH WalteRS SM WeBB da1981 ndash Flora Europaea vol 3 51

RiaSSunto - nel presente lavoro vengono esposte leprincipali azioni intraprese dallrsquoorto Botanico deldiSteBa per la salvaguardia di Limoniastrum monopeta-lum (l) Boiss specie ad alta vulnerabilitagrave inclusa nellalista Rossa nazionale delle piante drsquoitalia da anni la spe-cie viene coltivata ex situ nellrsquoorto Botanico e si egrave pensatodi attuare la sua reintroduzione in localitagrave palude la velain un ambito territoriale di antica segnalazione ma doveattualmente risulta scomparsa la propagazione di Lmonopetalum egrave stata effettuata per via vegetativa e genera-tiva e gli individui ottenuti sono stati reintrodotti in duesiti della palude a diverse condizioni ambientali

421Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 2valutazione del potere germinativoevaluation of the germinative power

autoRi

Rita Accogli (ritaaccogliunisalentoit) Maria Pia Bianchi Piero Medagli Silvano Marchiori Orto Botanico delDipartimento di Scienze e Tecnologie Biologiche ed Ambientali (DiSTeBA) Universitagrave del Salento Centro Ecotekne ViaProvinciale per Monteroni 73100 Lecce

in occasione della redazione della checklist dellepiante vascolari della puglia (a albano fBartolucci f conti p Medagli Rp Wagensommerin prep) egrave stato aggiornato lrsquoelenco delle specieminacciate in questa Regionele liste Rosse Regionali (conti et al 1997) ripor-tavano per la puglia 180 entitagrave da allora sono tras-corsi piugrave di 15 anni alcune di queste entitagrave eranoindicate in puglia per errore e altre sono considerateoggi sinonimi di entitagrave non minacciate mentrenumerose specie della lista Rossa nazionale sonostate rinvenute in puglia solo dopo il lavoro diconti et al (op cit) per questo motivo abbiamoritenuto utile aggiornare lrsquoelenco delle specie di listaRossa della Regione puglia e integrarlo con tutte leentitagrave endemiche pugliesi ed esclusive della Regione(presenti in italia solo in puglia)

RiSultati

il libro Rosso delle piante drsquoitalia (conti et al1992) riportava 458 specie e sottospecie di piantevascolari sottoposte a vari gradi di minaccia a livellonazionale di queste entitagrave 46 sono attualmentenote in puglia (tab 1) considerando anche le listeRosse Regionali (conti et al 1997) il numero ditaxa minacciati a livello nazionale e presenti in pugliasale a 89 entitagrave certamente presenti (di cui 1 dubita-tivamente alloctona) e 8 dubitativamente presentinella Regione mentre il numero di entitagrave indicatecome minacciate a livello Regionale egrave pari a 158 (dicui 1 dubitativamente alloctona) alle quali si aggiun-gono 4 entitagrave dubitativamente presenti nella Regio-ne per un totale di 188 entitagrave (tab 1)

le specie esclusive della puglia cioegrave quelle presentiin italia solo in questa Regione sono 54 di cui 2dubitativamente alloctone alle quali si aggiungono 6entitagrave la cui presenza egrave dubbia di queste 54 entitagrave35 sono endemiche pugliesi (tab 1)pertanto le specie di lista Rossa in puglia integratecon tutte le endemiche pugliesi e le esclusive dellaRegione sono 221 (tab 1) pari al 93 della floravascolare autoctona pugliese

diScuSSione

il libro Rosso e le liste Rosse delle piante drsquoitalia(conti et al 1992 1997) pur essendo stati seguitida altri lavori riguardanti le piante minacciate delnostro paese (pignatti et al 2001 ScoppolaSpaMpinato 2005) sono ancora oggi il riferimentoprincipale per le specie a rischio di estinzione initalia negli ultimi anni lrsquoimpulso alla realizzazionedi una nuova lista Rossa delle piante drsquoitalia secon-do i piugrave recenti criteri iucn (2001 2011) egrave statodato dalla rubrica pubblicata sullrsquoinformatoreBotanico italiano ldquoSchede per una lista Rossa dellaflora vascolare e crittogamica italianardquo e dal proget-to appena concluso e realizzato dalla SocietagraveBotanica italiana per conto del Ministero dellrsquoam-biente e della tutela del territorio e del Mare relati-vo alla valutazione nazionale della categoria di rischiodi estinzione per piugrave di 300 specie vegetali di interes-se conservazionistico e di ambientihabitat partico-larmente minacciati (RoSSi et al 2013) attualmen-te questi progetti hanno portato alla valutazione delgrado di minaccia di 40 specie vascolari presenti inpuglia Egrave auspicabile pertanto il contributo di tutti

422 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

piante vascolari minacciate e liste Rosse aggiornamento delle conoscenzein puglia

Rp WagenSoMMeR p Medagli ev peRRino

aBStRact - Threatened vascular plants and Red Lists an update of knowledge in Apulia -the Regional Red list of vas-cular plant species in apulia Region has been updated following recent knowledges of conservation distributional andtaxonomic interest

Key words apulia Red lists threatened species update

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

423Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

taBe

lla

1Piante vascolari endemiche esclusive e di Lista Rossa della Regione Puglia

Endemic exclusive and Red List vascular plants in Apulia Region

424 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO 45 (2) 393-432 2013(se

gue T

ab 1

)

425Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

(segue Tab 1)

426 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013(segue Tab 1)

427Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

(segue Tab 1)

i botanici pugliesi affincheacute sia possibile valutaresecondo i criteri piugrave recenti dellrsquoIUCN (op cit) unnumero molto maggiore di specieLrsquoelenco riportato in Tab 1 include tutte le specieendemiche pugliesi ed esclusive della Puglia Di que-ste entitagrave 33 non venivano indicate nelle Liste RosseRegionali (CONTI et al 1997) Esse sono state inclu-se in Tab 1 in via precauzionale ma in molti casi illoro effettivo grado di minaccia deve ancora esserevalutato Lrsquoelenco non include invece le categorie diminaccia indicate in ROSSI et al (2013) che sarannooggetto di un futuro contributo sulle specie di inte-resse conservazionistico in Puglia

CONCLUSIONILrsquoaggiornamento delle conoscenze floristiche inPuglia e le informazioni tassonomiche nomenclatu-rali e distributive pubblicate nel corso degli ultimianni hanno consentito un aggiornamento delle ListeRosse delle Piante vascolari della Regione Puglia maancora molto lavoro deve essere svolto per megliodefinire il numero di specie a rischio e il loro effetti-vo grado di minaccia secondo i piugrave recenti criteriinternazionali (IUCN op cit)

LETTERATURA CITATACONTI F MANZI A PEDROTTI F 1992 ndash Libro Rossodelle Piante drsquoItaliaMinistero Ambiente WWF Italia

Societagrave Botanica Italiana Romamdash 1997 ndash Liste Rosse Regionali delle Piante drsquoItaliaWWFItalia Societagrave Botanica Italiana CIAS Camerino

IUCN 2001 ndash IUCN Red List Categories and CriteriaVersion 31 IUCN Species Survival CommissionIUCN Gland (Switzerland) amp Cambridge (UK)II+30 pp

mdash 2011 ndash Guidelines for Using the IUCN Red ListCategories and Criteria Version 90 Prepared by theStandards and Petitions Subcommittee httpww-wiucnredlistorgdocumentsRedListGuidelinespdf

PIGNATTI S MENEGONI P GIACANELLI V (a cura di)2001 ndash Liste rosse e blu della flora italiana ANPARoma

ROSSI G MONTAGNANI C GARGANO D PERUZZI LABELI T RAVERA S COGONI A FENU G MAGRINIS GENNAI M FOGGI B WAGENSOMMER RPVENTURELLA G BLASI C RAIMONDO FMORSENIGO S (Eds) 2013 ndash Lista Rossa della FloraItaliana 1 Policy Species e altre specie minacciateComitato Italiano IUCN Ministero Ambiente eTutela Territorio e Mare Roma 54 pp

SCOPPOLA A SPAMPINATO G (Eds) 2005 ndash Atlante dellespecie a rischio di estinzione (CD-ROM) Allegato a ASCOPPOLA C BLASI (Eds) Stato delle conoscenze sullaflora vascolare drsquoItalia Palombi Ed Roma

RIASSUNTO ndash Egrave stata aggiornata la Lista RossaRegionale delle piante vascolari della Regione Pugliasecondo le piugrave recenti conoscenze in ambito conservazio-nistico distributivo e tassonomico

428 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO 45 (2) 393-432 2013

AUTORI

Robert Philipp Wagensommer (robwagensommeryahooit) Scuola di Scienze Ambientali Universitagrave di Camerino - CentroRicerche Floristiche dellrsquoAppennino (Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga) San Colombo 67021 Barisciano(LrsquoAquila)Piero Medagli (pietromedagliunileit) Laboratorio di Botanica Sistematica del DiSTeBA Universitagrave del Salento ViaProvinciale Lecce-Monteroni 73100 LecceEnrico Vito Perrino (enricoperrinoyahooit) Museo Orto Botanico Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via E Orabona 4 70124Bari

Verticillium dahliae Kleb egrave un fungo tracheomicoti-co responsabile della piugrave grave malattia dellrsquoolivo(Olea europaea l) soprattutto negli oliveti dei paesimediterranei Questo fungo oltre lrsquoolivo attacca piugravedi 300 specie di piante arboree ed erbacee la malat-tia determina generalmente il disseccamento di por-zioni della chioma (BeJaRano-alcaacutezaR et al 2001pegg BRady 2002 BuBici ciRulli 2011) isolatidi V dahliae in grado di infettare cotone e olivo pos-sono essere classificati in due patotipi defogliante enon-defogliante sulla base della loro abilitagrave o menodi indurre defogliazione nelle piante infette(MeRcado-Blanco et al 2001 2003) il presentelavoro propone studi preliminari su i) alcune rispo-ste fisiologiche in due cultivar di olivo caratterizzateda differenti livelli di suscettibilitagrave alla verticilliosi ii)alcuni determinanti di patogenicitagrave potenzialmentecoinvolti nellrsquoinduzione dei sintomi fogliari prodottida patotipi diversi di V dahliae

MateRiali e Metodi

Alterazioni fisiologiche piante di olivo delle cultivar lsquofrantoiorsquo (resistente) elsquoleccinorsquo (suscettibile) sono state inoculate con gliisolati vd312d (defogliante) e vd315nd (nondefogliante) seguendo il metodo descritto da ciRulli

et al (2008) piante non trattate e piante le cui radi-ci sono state immerse per 10 minuti in acqua sonostate utilizzate come tesi di controllo Sono stati valu-tati il contenuto di fenoli carotenoidi clorofillaperossido drsquoidrogeno ascorbato e lrsquoattivitagrave delleperossidasi generiche (pod) e dellrsquoascorbato perossi-dasi (apX) in foglie delle due cultivar raccolte dopo24 72 e 240 ore dal trapianto applicando i metodiproposti da cHandleR doddS (1983) licHten-tHaleR (1987) BRuno SpaRapano (2006) toM-MaSi et al (2006) paRadiSo et al (2008) tre mesidopo lrsquoinoculazione su ogni pianta egrave stata valutata lapresenza di malattia sulla chioma utilizzando la scaladi severitagrave dei sintomi proposta da colella et al(2008) lrsquoanalisi statistica dei dati egrave stata eseguitaattraverso lrsquoanalisi della varianza (anova) le mediesono state separate con il test della minima differen-za significativa (MdS) Produzione di metaboliti secondari fitotossici colture liquide statiche degli isolati vd312d evd315nd di V dahliae sono state allestite in tredifferenti soluzioni nutritive czapek modificato(vdM) patate destrosio Broth (pdB difco ) oacqua estratto di Malto (oxoid) al 2 (eM2) perciascun isolato e substrato sono state preparate 10bottiglie di Roux della capacitagrave di 1 l contenenti

429infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

Meccanismi di resistenza alla verticilliosi e caratterizzazione di varietagrave meridionali di olivo dati preliminari sulla fisiologia dellrsquointerazione olivoVerticillium dahliae

gl BRuno c faSciano Mp ippolito S SeRMani ad MaRSico c colella M aMenduni f toMMaSi

aBStRact - Mechanisms of resistance to olive Verticillium wilt and characterization of olive varieties from southern prelim-inary data on physiology of olive - verticillium dahliae interaction - inoculations experiment were performed with two strainsof Verticillium dahliae characterized as defoliating (vd312d) or not defoliating (vd315nd) pathotypes lsquofrantoiorsquo(resistant) and lsquoleccinorsquo (susceptible) olive plants the interaction plantpathogen was evaluated as total phenolscarotenoids chlorophylls hydrogen peroxide ascorbic acid generic peroxidases and ascorbate peroxidase activityinoculated plants showed the typical pathway associate to a stress the two pathotypes are also able to produce in vitrophytotoxins Some of these secondary metabolites should be involved on biochemical and physiological alterations asso-ciated to verticillium wilt symptoms on olive trees (leaves wilting and defoliation)

Keywords fenoli totali metaboliti secondari stato redox verticilliosi

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

150 ml di soluzione nutritiva ciascuna bottiglia egravestata inoculata con 5 ml di sospensione ottenutaomogeneizzando tre colonie (coltivate per due setti-mane in piastre petri su substrato di pda a 25 degc albuio) in 50 ml di acqua distillata sterile dopo 28giorni di coltura (25 degc al buio) il micelio egrave statorimosso mediante filtrazione su garza e centrifugazio-ne (5500 xg 20 min 4 degc) aliquote (3 ml) di cia-scun filtrato colturale (fc) integro o diluito (10100 e 1000 volte con acqua distillata) sono state uti-lizzate in saggi di tossicitagrave su rametti recisi dilsquoleccinorsquo e lsquofrantoiorsquo eseguiti in ambiente controlla-to (uR 50 t 25 degc luce 150 microe cm-2 sec-1)acqua distillata e substrato non inoculato sono statiutilizzati come controllo dal terzo giorno dopo lrsquoas-sorbimento delle soluzioni tossiche egrave stata osservatala manifestazione dei sintomi dopo 24 72 e 240 oredallrsquoassorbimento delle soluzioni saggiate le foglie diciascun rametto sono state caratterizzate in terminidi flusso traspiratorio utilizzando un porometro li-1600-licor negli stessi intervalli egrave stato valutato ilcontenuto in clorofilla e fenoli seguendo i metodiproposti in precedenza

RiSultati e diScuSSione

Alterazioni fisiologicheper entrambi i patotipi di V dahliae saggiati lrsquoindu-zione di uno stato di malessere nella pianta egrave confer-mata dalla riduzione nel contenuto di clorofillesoprattutto dopo 24 ore per la cultivar suscettibilelsquoleccinorsquo (fig 1) invece il contenuto di ascorbatoclorofille e carotenoidi ha subito un incrementosoprattutto nei campioni di foglie prelevate dopo 72e 240 ore dallrsquoinoculo con il patotipo defogliante leanalisi condotte sulle foglie di lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquohanno mostrato come la molecola segnale perossidodrsquoidrogeno risulta maggiormente presente nella cul-tivar frantoio dopo 72 ore dallrsquoinoculo con il patoti-po defogliante (fig 1) mentre lrsquoattivitagrave della apXsegna negli stessi tempi un decremento (fig 2) invece nella cultivar frantoio i sistemi antiossidan-ti non enzimatici hanno mostrato un calo rispetto aicontrolli nei livelli di ascorbato e di fenoli (fig 1) non si sono osservate variazioni nellrsquoattivitagrave dellacatalasi (fig 2) infatti come dimostrato in altrisistemi nei tessuti vegetali questo enzima svolge unruolo nel metabolismo del perossido di idrogenosecondario rispetto allrsquoapX che invece egrave lrsquoenzimachiave nel controllo della concentrazione in perossi-do di idrogeno (de gaRa et al 2003) lrsquoattivitagrave dellepod infine aumenta notevolmente nelle fasi tardi-ve dellrsquoinfezione nelle foglie di lsquofrantoiorsquo mentre inquelle di lsquoleccinorsquo un incremento egrave evidente 72 oredallrsquoinoculo (fig 2) i dati evidenziati nelle nostre condizioni sperimenta-li sono in linea con quanto riportato dalla letteraturariguardo alle interazioni pianta-patogeno e le risposteda stress abiotici (de gaRa et al 2003) infatti nellepiante resistenti si assiste a una modulazione deisistemi antiossidanti tale da causare un incremento diperossido di idrogeno a livello fogliare (de gaRa etal 2003) per contro nella varietagrave suscettibile lrsquoau-

mento dei livelli in antiossidanti non enzimatici nonegrave sufficiente a indurre resistenza la diversa rispostaai sistemi antiossidanti riscontrata nelle due varietagraveutilizzate in queste prove potrebbe essere consideratacome un marker biochimico per valutare lo stato diavanzamento dellrsquoinfezione e il suo destino primadella comparsa dei sintomi

Evoluzione dei sintomia conferma di quanto giagrave riscontrato da ciRulli etal (2008) lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo sono risultate rispet-tivamente resistenti e suscettibili ai due isolati di Vdahliae utilizzati nessun sintomo egrave stato registrato esulle piante utilizzate come controllo (piante nontrattate e piante le cui radici sono state immerse per

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fig 1contenuto in fenoli carotenoidi clorofille e perossido diidrogeno in foglie di lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo dopo 24 72 e240 ore dallrsquoinoculo con vd312d () e vd315nd ()i controlli sono rappresentati da piante le cui radici sonostate immerse per 10 minuti in acqua (mdash) ciascun valo-re egrave la media di cinque piante phenols carotenoids chlorophylls and hydrogen peroxidecontent in leaves of lsquofrantoiorsquo and lsquoleccinorsquo after 24 72and 240 hours after inoculation with vd312d () andvd315nd () as controls plants were treated for 10minutes in water (mdash) each value is the mean of fiveplants

10 minuti in acqua) e sulle chiome di lsquofrantoiorsquo ino-culate con il patotipo non defogliante il patotipodefogliante ha causato su lsquofrantoiorsquo una modestadefogliazione le piante di lsquoleccinorsquo hanno espressosintomi gravi con entrambi i patotipi (generale avviz-zimento della chioma) aggravati nel caso del patoti-po defogliante da accentuata e rapida filloptosiMetaboliti secondari fitotossici gli isolati di V dahliae utilizzati in coltura liquida susubstrato vdM hanno permesso di ottenere fc chesaggiati su rametti recisi di lsquoleccinorsquo (suscettibile) elsquofrantoiorsquo (resistente) hanno riprodotto sintomi diavvizzimento e accartocciamento fogliare e defoglia-zione nessun sintomo egrave stato registrato sui ramettiche hanno assorbito acqua distillata e i substrati noninoculati lrsquoassorbimento dei 3 ml di soluzione daparte dei rametti ha richiesto 30-32 ore per acquavdM pdB e eM2 mentre i fc dei due isolati sonostati assorbiti in 17-24 ore i fc dei patotipivd312d o vd315nd di V dah-liae ottenuti su substrato vdM saggiati su entrambe

le cultivar di olivo hanno evidenziato sintomi da 7-9 giorni dopo lrsquoassorbimento i fc ottenuti su sub-strato vdM da entrambi i patotipi inducono ripiega-mento e successivo imbrunimento della laminafogliare sui rametti di lsquofrantoiorsquo Sui rametti dilsquoleccinorsquo sono stati registrati ingiallimenti della lami-na fogliare inizialmente intorno alle nervature edopo 3-5 giorni sullrsquointera superficie Sintomo fina-le dei fc di entrambi gli isolati di V dahliae dopo 28giorni di coltura su substrato di vdM egrave stata unagenerale defogliazione dei rametti Su lsquoleccinorsquo ladefogliazione egrave stata severa e si egrave avuta dopo 17 gior-ni sui rametti trattati con il fc dellrsquoisolato vd312dcf e dopo 21 giorni su lsquofrantoiorsquo i rametti trattaticon i fc di vd315nd sono stati registrati dopo 20giorni su lsquoleccinorsquo e dopo 25 giorni su lsquofrantoiorsquo isintomi sopra descritti sono stati osservati anche suirametti che hanno assorbito i fc dei due isolati dopodiluizione di 10 e 100 volte con acqua distillata i fc ottenuti dai due patotipi su substrato vdMsono stati confrontati sulle due cultivar per i loroeffetti sul flusso traspiratorio e sulle variazioni infenoli e clorofille presenti nelle foglie (fig 3)

431Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 2contenuto in ascorbato e attivitagrave delle perossidasi generi-che (pod) e dellrsquoascorbato perossidasi (apX) in foglie dilsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo dopo 24 72 e 240 ore dallrsquoinoculocon vd312d () e vd315nd () i controlli sono rap-presentati da piante le cui radici sono state immerse per10 minuti in acqua (mdash) ciascun valore egrave la media di cin-que piante ascorbic acid concentration and peroxidase (pod) andascorbate peroxidase (apX) activity in leaves of lsquofrantoiorsquoand lsquoleccinorsquo after 24 72 and 240 hours after inocula-tion with vd312d () and vd315nd () as controlsplants were treated for 10 minutes in water (mdash) eachvalue is the mean of five plants

fig 3effetti sulla traspirazione e sul contenuto in clorofille efenoli in foglie di lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo dopo 24 72 e 240ore dallrsquoassorbimento di 3 ml di filtrato colturale degli iso-lati vd312d () e vd315nd () su substrato vdM icontrolli hanno assorbito 3 ml di acqua (mdash) ciascunvalore egrave la media di cinque rametti recisi transpiration from abaxial leaf surfaces and chlorophyllsand phenols content in leaves of lsquofrantoiorsquo and lsquoleccinorsquoafter 24 72 and 240 hours after the absorbtion of 3 ml fvd312d () and vd315nd () culture filtrates onvdM as controls twigs adsorbed 3 ml of water (mdash) eachvalue is the mean of five twigs

le misure di traspirazione (fig 3) dimostrano unforte incremento nel flusso traspiratorio nei ramettirecisi che hanno assorbito i fc ottenuti dal patotipovd312d rispetto a quelli ottenuti dal vd315nd edalle tesi di controllo nessuna differenza egrave stata regi-strata nel contenuto in clorofilla Solo la concentra-zione in fenoli nelle foglie dei rametti recisi chehanno assorbito i fc ottenuti dai due isolati egrave risul-tata circa tre volte superiore rispetto ai rametti delletesi di controllo totali (fig 3)in definitiva appare chiaro che nellrsquointerazione Vdahliae e olivo entrino in gioco fattori chimici divirulenza del patogeno (fitotossine) che contribuisca-no alla patogenesi e alla manifestazione dei sintomied inducano nellrsquoospite condizioni di stress in que-sto stato la pianta ospite manifesteragrave in parte o intoto le alterazioni biochimiche e fisiologiche determi-natesi nei tessuti attraverso i sintomi

Ringraziamenti - gli autori ringraziano i collaboratoriluca Scarola valentino poliseno nicola contursi eaniello Rescigno (dipartimento di Scienze del Suolo dellapianta e degli alimenti universitagrave degli Studi di Barialdo Moro) per il valido supporto tecnico nella realizza-zione delle prove lavoro realizzato con il contributo dellafondazione cassa di Risparmio di puglia Bando 2010 ndashprogetto Meccanismi di resistenza alla verticilliosi e caratte-rizzazione di varietagrave meridionali di olivo

letteRatuRa citataBeJaRano-alcaacutezaR J peacuteRez-aRteacuteS e JiMeacutenez-dIacuteaz

RM 2001 ndash Spread of the defoliating pathotype ofverticillium dahliae to new cotton and olive growingareas in Southern Spain in Proceedings 8th Inter-national Verticillium Symposium coacuterdoba 2001 57

BRuno g SpaRapano l 2006 ndash Effects of three esca-asso-ciated fungi on vitis vinifera L II Characterization ofbiomolecules in xylem sap and leaves of healthy and dis-eased vines physiol Mol plant path 69 195-208

BuBici g ciRulli M 2011 ndash verticillium wilt inScHena l agoSteo ge cacciola So (eds)Olive diseases and disorders 191-222 transwordResearch network Kerala india

cHandleR Sf doddS JH 1983 ndash The effect of phos-phate nitrogen and sucrose on the production of pheno-lics and solasodine in callus cultures of Solanum lacinia-tum plant cell Rep 2 205

ciRulli M colella c drsquoaMico M aMenduni MBuBici g 2008 ndash Comparison of screening methods for

the evaluation of olive resistance to verticillium dahliaeKleb J plant path 90(1) 7-14

colella c Miacola c aMenduni M drsquoaMico MBuBici g ciRulli M 2008 ndash Sources of Verticilliumwilt resistance in wild olive germplasm from theMediterranean region plant path 57 533-539

de gaRa l de pinto Mc toMMaSi f 2003 ndash Theantioxidant systems vis-agrave-vis reactive oxygen species dur-ing plantndashpathogen interaction plant physiolBiochem 41 863-870

licHtentHaleR HK 1987 ndash Chlorophylls andearotenoids pigments of photosynthetic bio-membranesMethods enzymol 148 351-383

MeRcado-Blanco J collado-RoMeRo M paRRilla-aRauJo S RodRIacuteguez-JuRado d JiMeacutenez-dIacuteazRM 2003 ndash Quantitative monitoring of colonizationof olive genotypes by verticillium dahliae pathotypes withreal-time polymerase chain reaction physiol Mol plantpath 63 91-105

MeRcado-Blanco J RodRIacuteguez-JuRado d peacuteRez-aRteacuteS e JiMenez-dIacuteaz RM 2001 ndash Detection of thenondefoliating pathotype of verticillium dahliae ininfected olive plants by nested PCR plant path 50609-619

paRadiSo a BeRaRdino R de pinto Mc Sanitagrave ditoppi l StoRelli MM toMMaSi f de gaRa l2008 ndash Increase in ascorbatendashglutathione metabolism aslocal and precocious systemic responses induced by cadmi-um in durum wheat plants plant cell physiol 49362-374

pegg gf BRady Bl 2002 ndash Verticillium Wilts caBipublishing Wallingford

toMMaSi f paciolla c de pinto Mc de gaRa l2006 ndash Effects of storage temperature on viability germi-nation and antioxidant metabolism in ginkgo biloba Lseeds plant physiol Biochem 44 359-368

RiaSSunto ndash due ceppi di Verticillium dahliae caratte-rizzati come patotipo defogliante (vd312d) o non defo-gliante (vd315nd) e piante di olivo delle cultivarlsquofrantoiorsquo (resistente) e lsquoleccinorsquo (suscettibile) sono statiutilizzati in prove di inoculazione artificiale focalizzate allostudio fisiologico delle interazioni pianta patogeno ladiversa risposta riscontrata nelle due varietagrave in termini difenoli carotenoidi clorofilla perossido di idrogeno ascor-bato perossidasi generiche e ascorbato perossidasi indicauno stato di stress fitotossine prodotte in vitro dai duepatotipi sembrano essere coinvolte nelle alterazioni biochi-miche e fisiologiche alla base delle tipiche sintomatologiedella verticilliosi su olivo (avvizzimento generale dellachioma e defogliazione)

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autoRi

Giovanni Luigi Bruno (giovanniluigibrunounibait) Samer Sermani Antonio Domenico Marsico Mario AmenduniDipartimento di Scienze del Suolo della Pianta e degli Alimenti (DiSSPA) Sezione di Patologia vegetale Universitagrave di BarildquoAldo Morordquo Via G Amendola 165A 70126 BariCristina Fasciano Maria Paola Ippolito Franca Tommasi (francatommasiunibait) Dipartimento di Biologia Universitagrave diBari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70125 BariCecilia Colella Dipartimento di Chimica Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70125 Bari

Page 7: Società Botanica italiana onluS 45 (2) 2013/391... · 2018-05-08 · prodotto preso in esame e sia dal metodo utilizzato (peRez-JiMénez et al., 2008; MülleR et al., 2010). un’attenzione

applying an improved ABTS radical cation decoloriza-tion assay free Radical Biol Med 26 1231-1237

Ronco a de Stefani e Boffetta p deneo-pellegRini H MendilaHaRSu M leBoRgne f1999 ndash Vegetables fruits and related nutrients and riskof breast cancer a case-control study in Uruguay nutrcancer 35(2) 111-119

Sanitagrave di toppi l vuRRo e de BenedictiS MfalaSca g zanella l MuSetti R lenucci MSdaleSSandRo g altaMuRa MM 2012 ndash A bifasicresponse to cadmium stress in carrot early acclimatorymechanisms give way to root collapse further to prolongedmetal exposure plant physiol Bioch 58 269-279

SHaH S MaHMood a Saied S MaliK a 2012 ndashAnalysis and phytotoxicity of oily fraction of aerial parts ofcichorium intybus J chem Soc pakistan 66 729

SlatteRy Ml BenSon J cuRtin K Ma K-nSHaeffeR d potteR Jd 2000 ndash Carotenoids andcolon cancer am J clin nutr 71(2) 575-582

tiMMeRManS JW SlagHeK tM ilzuKa M van denende W de RooveR J van laeRe a 2001 ndashIsolation and structural analysis of new fructans producedby chicory J carbohyd chem 20(5) 375-395

tRicHopoulou a 2001 ndash Mediterranean diet the pastand the present nutr Metab cardiovas 11(4) 1-4

tRicHopoulou a vaSilopoulou e HollMan pHollMan p cHaMalideS cH foufa e KaloudiStR KRoMHout d MiSKaKi pH petRocHilou ipouliMa e StafilaKiS K tHeopHilou d 2000 ndashNutritional composition and flavonoid content of ediblewild greens and green pies a potential source of antioxi-dant nutrients in the Mediterranean diet food chem70(3) 319-323

tutin tg HeyWood vH BuRgeS na MooReda valentine dH WalteRS SM WeBB da1964 ndash Flora Europaea 1 297-299 cambridgeuniversity press

van den BeRg H faulKS R feRnando gRanado HHiRScHBeRg J olMedilla B SandMann gSoutHon S StaHl W 2000 ndash The potential for theimprovement of carotenoid levels in foods and the likelysystemic effects J Sci food agr 80(7) 880-912

Xu g liu d cHen J ye X Ma y SHi J 2008 ndash Juicecomponents and antioxidant capacity of citrus varietiescultivated in China food chem 106 545-551

zHiSHen J MengcHeng t JianMing W 1999 ndash Thedetermination of flavonoid contents in mulberry andtheir scavenging effects on superoxide radicals foodchem 64 555-559

ŽnidaRčič d Ban d ŠiRcelJ H 2011 ndash Carotenoidand chlorophyll composition of commonly consumed leafyvegetables in Mediterranean countries food chem129 1164-1168

RiaSSunto - in questo lavoro egrave stata valutata lrsquoattivitagraveantiossidante e il contenuto di fenoli flavonoidi tococro-manoli (tocoferoli e tocotrienoli) e carotenoidi in alcunevarietagrave di cicoria e nelle ldquopaparinerdquo salentine Sono stateanalizzate (1) due varietagrave coltivate di cicoria la catalognaraccolta nella zona tra S pietro vernotico e tuturano (BR)e la otrantina raccolta nella zona di otranto (le) (2) dueecotipi spontanei di cicoria uno raccolto nella zona di Spietro vernotico (BR) e un altro nella zona di Statte (ta)(3) la specie selvatica di Papaver rhoeas nota anche nelSalento come ldquopaparinardquo raccolta nella zona di Sternatia(le) Egrave stato dimostrato che lrsquoattivitagrave antiossidante idro-solubile egrave piugrave elevata di quella liposolubile le ldquopaparinerdquosalentine presentano la piugrave elevata attivitagrave antiossidante eil piugrave elevato contenuto in fenoli totali e in flavonoidi trai carotenoidi estratti la luteina e il b-carotene sono risul-tati essere quelli maggiormente presenti in tutti i campio-ni analizzati il contenuto di carotenoidi egrave maggiore nellespecie spontanee rispetto a quelle coltivate

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autoRi

Anna Montefusco (annamontefuscounisalentoit) Giuliana Semitaio (giulysemitaioliberoit) Gabriella Piro(gabriellapirounisalentoit) Marcello Salvatore Lenucci (marcellolenucciunisalentoit) DiSTeBA Universitagrave delSalento Via Provinciale Lecce-Monteroni 73100 Lecce

il maggior apporto di fibre nellrsquoalimentazione si rea-lizza con lrsquointroduzione nella dieta di vegetali fre-schi con basso contenuto calorico e alte qualitagravenutraceutiche lrsquoasparago verde (Asparagus officinalisl) egrave uno degli ortaggi piugrave apprezzati non solo dalpunto di vista culinario ma anche per le sue proprie-tagrave dietetiche lrsquoasparago egrave coltivato in oltre 60 paesinel Mondo caratterizzati da clima variabile da tempe-rato freddo a tropicale in europa la sua coltivazioneegrave realizzata su circa 61000 ettari di cui perograve il 75 destinati alla coltivazione dellrsquoasparago bianco e il 25 destinato alla produzione di turioni verdiSecondo le stime della fao lrsquoitalia occupa il terzoposto nella classifica dei produttori europei di aspa-ragi dopo la germania e la Spagna con 41100 ton-nellate di asparagi coltivati su circa 6400 ettari dis-tribuiti principalmente tra le regioni della campaniaveneto ed emilia Romagna (dati fao 2011) inrisposta anche alle esigenze dei consumatori cherichiedono un prodotto il piugrave possibile genuino gliasparagi sono sottoposti a una manipolazione mini-ma dopo la raccolta lavaggio taglio e confeziona-mento in film plastico lrsquoassenza di un qualsiasi trat-tamento chimico o fisico fa sigrave che questi tessuti vege-tali Mpv (minimally processed vegetables) siano anco-ra metabolicamente e fisiologicamente attivi durantela conservazione e la vendita ciograve comporta una rapi-da deperibilitagrave del prodotto e conseguentemente unbreve periodo di commercializzazione (shelf-life)diversi studi sono stati condotti per verificare lrsquoido-neitagrave della metodica di lavorazione e le cause di una

cosigrave breve shelf-life sia per gli asparagi bianchi cheper quelli verdi (SioMoS et al 2000 2001 ScHeeRet al 2003 alBaneSe et al 2007) i cambiamentiche si verificano durante lo stoccaggio post-raccoltariguardano diversi aspetti la perdita di acqua favori-sce la comparsa di striature lungo i giovani fusti siverifica la perdita del colore verde brillante la perdi-ta di zuccheri vitamine sapore e aroma (King et al1987) un altro evento che interessa questi ortaggidurante il periodo di conservazione e ne diminuisceil valore di mercato egrave il progressivo indurimento deiturioni associato al processo di lignificazione(SHaRMa Wolfe 1975) considerando lrsquoanatomiadei giovani fusti di asparago il processo di lignifica-zione interessa sia i fasci cribro-vascolari che la fasciasclerenchimatica che circonda il cilindro centrale ilprocesso drsquoindurimento delle punte egrave una conse-guenza del naturale sviluppo della parete secondariae della sua lignificazione (WaldRon et al 2003)prerogativa di elementi istologici come i vasi e lefibre per tutelare il consumatore durante lrsquoacquistosono state varate dalla ce norme di qualitagrave che clas-sificano i turioni di asparago bianco e verde in baseal colore alla lunghezza e diametro ad esempionelle cosigrave dette lsquopunte di asparagorsquo la lunghezza deiturioni non deve superare i dodici centimetrilrsquoobiettivo di questo lavoro egrave stato pertanto quellodi determinare alcuni parametri nutrizionali nellrsquoapi-ce e nella base del turione di asparagi verdi e control-larne durante la conservazione al buio le eventualivariazioni

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analisi di alcuni parametri nutrizionali in turioni di asparagi verdi(Asparagus officinalis)

p tanzaRella c paciolla l MaStRopaSQua

aBStRact - Analysis of some nutritional parameters in green asparagus spears (asparagus officinalis) - lack of chemicaland physical treatments post-harvest in green asparagus causes physiological and morphological changes after packagingand during storage our aim was to monitor some nutritional parameters in the apical and basal portions of spear of theedible part (corresponding to 15 cm) after 9 days in the dark at 4 degc there is an huge and slight decrease in ascorbatetotal content and soluble sugars respectively total chlorophyll and carotenoid levels decrease but the anthocyanins con-tent not changes Higher lignin level is mostly present in apical than basal portion

Key words Asparagus officinalis storage

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

MATERIALI E METODITurioni di Asparagus officinalis L categoria I di cali-bro 1016 acquistati presso il locale mercato sonostati omogeneamente scelti in base allo spessore lun-ghezza e colore e sono stati utilizzati per le varie ana-lisi Considerando la parte edule dellrsquoasparago corri-spondente ai primi 15 cm circa del giovane germo-glio sono state prelevate due porzioni parte apicale(35 cm) e parte basale (3 cm) Al tempo zero perogni porzione sono stati determinati peso fresco esecco contenuto di amido e zuccheri solubili conte-nuto di acido ascorbico e lignina contenuto in pig-menti quali clorofille carotenoidi e antociani Lottidi turioni sono poi stati conservati al buio a 4 degC eprocessati dopo 3 6 e 9 giorni ripetendo sulla parteapicale e basale le stesse analisi

RISULTATI E DISCUSSIONEGli asparagi freschi cominciano a deteriorarsi dopopoche ore dalla raccolta I cambiamenti fisiologici edella componente nutritiva riducono le qualitagrave orga-nolettiche dei turioni I segmenti di asparago sia laparte apicale che la parte basale hanno un elevatocontenuto di H2O e a paritagrave di peso fresco la porzio-ne basale ha un peso secco di quasi il 50 inferiorea quello della parte apicale (Tab1) Il contenuto diacido ascorbico (AsA) egrave notevolmente piugrave alto nellaparte apicale rispetto a quella basale la stessa cosa siverifica per la lignina e gli antociani Gli zuccherisolubili D-glucosio D-fruttosio e saccarosio sonomaggiormente concentrati nella parte basale delturione in accordo con uno studio di BENKEBLIA etal (2008) dove in asparagi verdi dopo la raccolta egravestato riscontrato un gradiente di distribuzione lungo

il turione dal basso verso lrsquoalto insieme ad unrsquoattivi-tagrave dellrsquoenzima invertasi maggiore verso lrsquoapice eminore alla base Questi dati sono stati correlati adun intenso metabolismo della parte apicale che egraveanche sede di crescita per distensione Al buio dopo9 giorni si osserva una diminuzione del contenutodei tre zuccheri nella parte basale ed un incrementonellrsquoapice in accordo con una mobilizzazione degliesosi verso lrsquoapice in virtugrave di una richiesta metaboli-ca Come mostrato in Tab 2 il contenuto di amidoaumenta significativamente nel segmento basale e inquello apicale Lrsquoaumento di amido anche al buio egravesuffragato da quanto riportato per le foglie di cavolocinese in cui dopo 10 giorni si continua ad osserva-re un incremento nel contenuto di questo polisacca-ride in concomitanza con un costante valore del con-tenuto di glucosio fruttosio e saccarosio (NOICHIN-DA et al 2007) Il contenuto di AsA nei tessuti vege-tali risulta essere correlato oltre che a numerose atti-vitagrave metaboliche alla presenza di luce Quantitagrave equalitagrave della luce possono influenzare la sua sintesi(MASTROPASQUA et al 2012) e negli asparagi verdimantenuti al buio lrsquoAsA subisce un forte decremen-to Uno degli aspetti sensoriali che viene maggior-mente compromesso dalla breve shelf-life degli aspa-ragi egrave la perdita del colore verde brillante dovuto alladiminuzione della clorofilla Dopo 9 giorni al buiomentre carotenoidi e soprattutto clorofilla diminui-scono il contenuto di antociani risulta invariato Unaltro fattore importante nel determinare la qualitagravedegli asparagi poicheacute ne diminuisce il valore di mer-

400 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO 45 (2) 393-432 2013

TABELLA 1Dati nutrizionali al tempo zero di segmenti apicali e basalidi turioni di asparagi verdi (Asparagus officinalis L)Nutritional data of apical and basal segments of greenasparagus spears (Asparagus officinalis L) at time zero

Segmento Segmentoapicale basale

Peso secco 110 plusmn 33 58 plusmn 235(mg

g-1 PF)Amido 013 plusmn 002 064 plusmn 008(mg

g-1 PF)

Zuccheri solubili 281 plusmn 050 1698 plusmn 070(mg

g-1 PF)AsA totale 300 plusmn 2400 16 plusmn 096(microg

g-1 PF)Chl totale 120 plusmn 1202 48 plusmn 205(microg

g-1 PF)Carotenoidi 50 plusmn 350 30 plusmn 100(microg

g-1 PF)Antociani 038 plusmn 005 004 plusmn 008(Abs middot g-1 PF)Lignina 217 plusmn 005 125 plusmn 008(mg

g-1 PS)

TABELLA 2Dati nutrizionali di segmenti apicali e basali di turioni diasparagi verdi (Asparagus officinalis L) dopo 9 giorni diconservazione al buioNutritional data of apical and basal segments of greenasparagus spears (Asparagus officinalis L) after 9 days ofstorage in the dark

Segmento Segmentoapicale dopo basale dopo9 giorni 9 giorni

Peso secco 114 plusmn 915 48 plusmn 123(mg

g-1 di PF)Amido 072 plusmn 004 187 plusmn 015(mg

g-1 di PF)

Zuccheri solubili 744 plusmn 040 967 plusmn 030(mg

g-1 di PF)AsA totale 543 plusmn 600 257 plusmn 060(microg g-1 di PF)Chl totale 389 plusmn 080 1432 plusmn 100(microg g-1 di PF)Carotenoidi 267 plusmn 060 110 plusmn 100(microg g-1 di PF)Antociani 029 plusmn 005 004 plusmn 001(Abs middot g-1di PF)Lignina 378 plusmn 045 108 plusmn 012(mg g-1 di PS)

cato egrave il grado di lignificazionela consistenza (texture) legnosa nei turioni egrave deter-minata da una serie di proprietagrave meccaniche chesono dovute ai componenti della parete cellulare(RodRiguez et al 2006) e i dati ottenuti mettono inevidenza come lrsquoaumento nel contenuto di lignina albuio si verifichi principalmente nella parte apicaledove sono presenti brattee fogliari molto vascolariz-zate in asparagi verdi quindi lrsquoanalisi di alcuniparametri nutrizionali ha messo in evidenza differen-ze significative tra porzione apicale e porzione basalela condizione di stoccaggio al buio pur preservandolrsquoaspetto del prodotto non egrave sufficiente a mantenereinvariate alcune componenti organolettiche impor-tanti dal punto di vista nutrizionale

letteRatuRa citataalBaneSe d RuSSo l cinQuanta l BRaSiello a di

Matteo M 2007 ndash Physical and chemical changes inminimally processed green asparagus during cold-storagefood chemistry 101 274-280

BenKeBlia n yoSHida n ooi y nagaMine tonodeRa S SHioMi n 2008 ndash Variations of carbo-hydrate content and invertase activity in green and whiteasparagus spears Effects of spears length and portionacta Hort (iSHS) 776 459-464

King ga HendeRSon Kg lill Re 1987 ndash Sensoryanalysis of stored asparagus Scientia Horticolture 31(1-2) 11-16

MaStRopaSQua l BoRRaccino g Bianco lpaciolla c 2012 ndash Light qualities and dose influenceascorbate pool size in detached oat leaves plant Science183 57-64

noicHinda S BodHipadMa K MaHaMontRi cnaRongRuK t KetSa S 2007 ndash Light during storageprevents loss of ascorbic acid and increases glucose and

fructose levels in Chinese kale (Brassica oleracea varalboglabra) postharvest Biol technol 44 312-315

RodRIacuteguez R JiMeacutenez a feRnandez-BolantildeoS Jguilleacuten R HeRedia a 2006 ndash Dietary fibre fromvegetable products as source of functional ingredientstrends food Sci technol 17 3-15

ScHeeR cH ScHonHof i BRucKneR B ScHReineRM 2003 ndash Influence of a short-term storage on qualitydetermining product characteristics of white preparedasparagus acta Hort 604 437-441

SHaRMa Sc Wolfe RR 1975 ndash Evaluation of methods formeasuring asparagus texture J food Sci 5 1021-1024

SioMoS aS dogRaS c SfaKiotaKiS e 2000 ndashModified atmosphere packaging of white asparagusspears composition colour and textural quality responseto temperature and light Sci Hortic 84 1-13

mdash 2001 ndash Color development in harvest white asparagusspears in relation to carbon dioxide and oxygen concen-tration postharvest Biol technol 23 209-14

WaldRon KW paRKeR Ml SMitH ac 2003 ndash Plantcell walls and food quality comprehensive Rev foodSci Safety 4(2) 101-119

RiaSSunto - in asparagi verdi lrsquoassenza di trattamentichimici eo fisici post-raccolta fa sigrave che cambiamenti fisio-logici e morfologici si verifichino anche dopo lrsquoimpacchet-tamento e durante la loro conservazione Scopo dello stu-dio egrave stato quello di monitorare le variazioni di alcunesostanze nutritive e mettere in rilievo le differenze esisten-ti fra la parte apicale e quella basale dei primi 15 cm delturione corrispondenti alla parte commestibile dopo 9giorni di conservazione al buio a 4 degc ciograve che cala brusca-mente egrave il contenuto di acido ascorbico totale mentre ilcontenuto in zuccheri solubili subisce un minor decre-mento il livello di clorofilla totale e dei carotenoidi dimi-nuisce mentre il contenuto di antociani rimane costanteun aumento del contenuto di lignina si riscontra soprat-tutto nella parte apicale del turione

401Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

autoRi

Paola Tanzarella Costantino Paciolla Linda Mastropasqua Dipartimento di Biologia Universitagrave di Bari Aldo Moro Via EOrabona 4 70125 Bari

in questo lavoro vengono presentati i risultati otte-nuti dallo studio fitochimico di due specie della tra-dizione mediterranea Brassica oleracea var italica(mugnolo) e Capparis spinosa subsp rupestris (cappe-ro) mai studiate prima dal punto di vista del profilometabolico al fine di individuare molecole bioattivecaratterizzanti le specie il cappero ed il mugnolo appartengono alla famigliadelle Capparaceae e delle Brassicaceae rispettivamenteovvero alle due piugrave grandi famiglie dellrsquoordine delleBrassicales (o Capparales) con circa 45 generi ed 800specie le Capparaceae e 338 generi e 3700 specie leBrassicaceae Specie appartenenti a queste famigliericoprono un ruolo importante nella dietaMediterranea infatti spesso vengono consumatecotte o come insalata (cavolo cavolfiore ravanellorucola) o come condimento (mostarde e capperi)(fenWicK et al 1992)le Brassicaceae e le Capparaceae diverse da un puntodi vista morfologico sono invece simili da un puntodi vista fitochimico alcune specie appartenenti aqueste famiglie infatti sintetizzano glucosinolati(glS) che rappresentano i metaboliti secondari piugrave

studiati delle Brassicales e sono i responsabili delcaratteristico odore e sapore pungente i glS sono composti solforati di natura aminoacidi-ca Sono noti piugrave di 120 glS e tutti possiedono unastruttura chimica comune in cui si riconosce un resi-duo glucosidico legato mediante ad un atomo dizolfo ad un estere idrossimmino solfato la catenalaterale (R) di natura aminoacidica permette di clas-sificare i glS in aromatici alifatici ed indolici(faHey et al 2001) (fig 1)

402 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

Studio fitochimico di specie della tradizione mediterranea

Mp aRgentieRi p avato

aBStRact - Phytochemical study of Mediterranean traditional species - plants of Capparales (or Brassicales) are widespreadin the Mediterranean region where they are widely consumed cooked or as salad vegetables (cabbage Brussels sprouts cau-liflower broccoli) or as condiments (horseradish mustard capers) these plants are a good source of bioactive compoundssuch as glucosinolates vitamins flavonoids minerals glucosinolates are responsible for pungent and bitter taste ofBrassicaceae and are the most extensively studied bioactive compounds for their potential as anticarcinogens due to theirhydrolysis products the isothiocyanates this study describes the chemical profile of a poorly studied variety of Brassicaoleracea traditionally cultivated in Southern italy and locally called ldquomugnolordquo and of Capparis spinosa subsp rupestris itwas found that ldquomugnolordquo inflorescences are characterized by aliphatic aromatic and indole glucosinolates among themthe indole glucosinolates (768 μmolg) are predominant while aliphatic and aromatic glucosinolates are found in lowquantities 263 μmolg and 083 μmolg respectively chemical composition of seeds and aerial parts of C spinosa subsprupestris was also determined it was found that the principal glucosinolate of the seeds is the glucocapparin moreover theseeds oil is rich in unsaturated and rare lipids such as cis-vaccenic acid the aerial parts are characterized by rutin as pre-dominant flavonoid

Key words caper glucosinolates mugnolo metabolic profile

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 1Struttura dei glSglS chemical structure

Questi metaboliti sono presenti in tutti gli organidella pianta e coesistono con un enzima endogeno lamirosinasi responsabile della loro idrolisi in seguitoa danneggiamento tissutale lrsquoenzima compartimen-talizzato nel citoplasma entra in contatto con i glScontenuti nel vacuolo con conseguente produzionedi numerosi prodotti di idrolisi (quali per esempionitrili tiocianati ed isotiocianati) la cui formazionedipende da diversi fattori (pH presenza di cofattoriproteine o ioni) tra i prodotti di idrolisi gli isotio-cianati sono quelli che hanno attratto maggiormentelrsquoattenzione del mondo scientifico in quanto presen-tano numerose proprietagrave biologiche (antitumoralenematocida antibatterica) (caRtea et al 2008JeffeRy et al 2009) data lrsquoimportanza dei glS eodei loro prodotti di idrolisi sono tante le specie diBrassicaceae e Capparaceae studiate ma non risultanolavori relativi al profilo metabolico del mugnolo edella Capparis spinosa subsp rupestris due specie dellatradizione mediterranea ed oggetto del nostro studio in particolare il mugnolo egrave una varietagrave di Brassica ole-racea da sempre coltivata nel Salento solo per usodomestico pertanto egrave del tutto sconosciuto nel restodella puglia cosigrave come in tutta italia il Ministerodelle politiche agricole e forestali ha inserito ilmugnolo tra i prodotti agroalimentari della tradizio-ne pugliese la Regione puglia invece allrsquointerno delsuo pSR (piano di Sviluppo Rurale) 2007-2013 hainserito il mugnolo nellrsquoallegato 8 della Misura 214-azione 3 ldquotutela della Biodiversitagraverdquo come specie arischio di estinzione genetica

MateRiali e Metodi

Materiale vegetaleil mugnolo utilizzato per le analisi egrave stato fornitodallrsquoorto Botanico del dipartimento di Scienze etecnologie Biologiche ed ambientali universitagrave delSalento un campione (noBo1) egrave conservato pressoil laboratorio di fitochimica del dipartimento difarmacia-Scienze del farmaco universitagrave di Barildquoaldo Morordquo le piante di C spinosa subsp rupestrissono state ottenute dal Museo orto Botanicodellrsquouniversitagrave degli Studi di Bari ldquoaldo Morordquo

Estrazione e purificazione dei GLSlrsquoestrazione dei glS dalle infiorescenze del mugnoloe dai semi e parti aeree del cappero egrave stata condottasecondo la procedura riportata dal protocollo iSo(iSo Method 9167-1 1992) in particolare il mate-riale vegetale egrave stato estratto per 4 minuti con unvolume di MeoHaq al 70 pari a tre volte il pesodel campione lrsquoestratto ottenuto egrave stato poi purifi-cato mediante colonnine cromatografiche (08 x 4cm) impaccate con una resina a scambio anionico(deae-Sephadex a-25) e trattato per circa 12 h conlrsquoenzima solfatasi trascorso questo periodo di incu-bazione i glS sono stati fatti eluire nella loro formadesolfatata (dglS)

Estrazione dellrsquoolioi semi di cappero sono stati estratti in Soxhlet per 3ore (circa 20 cicli) con etere di petrolio lrsquoolio egrave stato

poi sottoposto a reazione di tert-butilazione e succes-sivamente analizzato in gas cromatografia (aRgen-tieRi et al 2012)

Analisi dei GLSi glS sono stati caratterizzati mediante analisi cro-matografiche Hplc utilizzando uno strumentoWateRS Hplc System munito di un photodiodearray detector (Waters 2998) i risultati sono statiprocessati mediante il software enpower2 la colon-na utilizzata egrave la Supelcosil lc-aBz (c18 250 x 4mm 5 μm) la fase mobile egrave costituita da acqua emetanolo al flusso di 1 mlmin in gradiente si egrave pas-sati dal 15 al 100 di metanolo in 57 min

RiSultati e diScuSSione

i risultati Hplc (fig 2) dimostrano che le infiore-scenze del mugnolo sono caratterizzate da una misce-la complessa di glS costituita da glS alifatici (glu-corafanina glucoiberina e sinigrina) aromatici (glu-cobarberina e gluconasturtina) ed indolici (gluco-brassicina neoglucobrassicina idrossiglucobrassicinae metossiglucobrassicina) in particolare egrave stato osser-vato che i glS predominanti nelle infiorescenzesono gli indolici (768 μmolg) seguiti dagli alifatici(263 μmolg) e dagli aromatici (083 μmolg)

Molta della letteratura relativa al contenuto di glSfa riferimento al materiale fresco (crudo) e questo hauna limitata rilevanza dato che la maggior parte delleBrassicaceae compreso il mugnolo vengono consu-mate cotte Quindi data lrsquoimportanza biologica deiglS e dei loro prodotti di idrolisi in questo lavoro egravestato studiato anche lrsquoeffetto della cottura sul conte-nuto in glS del mugnolo i risultati dimostrano chela cottura riduce il contenuto in glS di circa il 50in accordo con quanto riportato in letteratura per ibroccoli che invece subiscono una riduzione del 18-

403Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 2cromatogramma Hplc delle infiorescenze del mugnolo1 glucoiberina 2 Sinigrina 3 glucorafanina 4 idrossi-glucobrassicina 5 glucoerucina 6 glucobrassicina 7Metossiglucobrassicina 8 neoglucobrassicina 9 gluco-nasturtina 10 glucobarberinaHplc chromatogram of mugnolo inflorescences 1glucoiberin 2 Sinigrin 3 glucoraphanin 4 Hydroxy-glucobrassicin 5 glucoerucin 6 glucobrassicin 7Methoxyglucobrassicin 8 neoglucobrassicin 9 gluco-nasturtin 10 glucobarberin

59 a secondo del metodo di cottura (deKKeR et al2000 valleJio et al 2002) per quanto riguarda ilmugnolo inoltre i glS indolici sono quelli cherisentono maggiormente della cottura subendo unariduzione di circa il 615 in particolare la gluco-brassicina si riduce dellrsquo827 nonostante la cottu-ra nelle infiorescenze gli indolici continuano ad esse-re i glS predominanti (296 μmolg) seguiti daglialifatici (212 μmolg) e dagli aromatici (059μmolg) Se si considera il profilo metabolico delle infiorescen-ze dopo la cottura si puograve osservare che la glucorafa-nina rappresenta il 75 del contenuto totale deiglS alifatici mentre la glucobrassicina rappresenta il66 del totale degli indolici (aRgentieRi et al2011) Questi dati sono di notevole interesse se sipensa allrsquoimportanza che hanno i rispettivi prodottidi idrolisi infatti il sulforafano (prodotto di idrolisidella glucorafanina) provoca lrsquoinduzione degli enzimidi detossificazione della fase 2 del processo di carci-nogenesi mentre lrsquoindolo-3-carbinolo egrave un indutto-re degli enzimi di fase 1 e 2 (tab 1)

lrsquoaltra specie della tradizione mediterranea oggetto distudio egrave stata Capparis spinosa subsp rupestrisessendoci una relazione botanica con la famigliadelle Brassicaceae anche in questo caso sono stati stu-diati i glS lrsquoanalisi Hplc-dad ha messo in evi-denza che i semi e le foglie sono caratterizzati da unsolo glS identificato come glucocapparina moltopiugrave abbondante nei semi rispetto alle foglie lo studio della subsp rupestris egrave stato completatoanche con le analisi dellrsquoestratto metanolico dellefoglie il quale egrave risultato essere caratterizzato dallapresenza di due flavonoidi la rutina ed il kaempfe-roloEgrave stato analizzato anche lrsquoolio estratto dai semi chesi egrave mostrato essere ricco dellrsquoacido grasso raro cis-vaccenico oltre al piugrave comune acido oleico ed altriacidi grassi quali lrsquoacido laurico miristico palmiti-co stearico e linoleico (aRgentieRi et al 2012)(tab 2)

concluSioni

i risultati ottenuti consentono di dire che sia ilmugnolo che C spinosa subsp rupestris sono unaricca fonte di composti attivi di interesse salutisticocome appunto gli acidi grassi essenziali o la rutinache ha una rilevante e comprovata attivitagrave antiossi-dante numerosi sono anche i prodotti a valenzasalutistica a base di sulforafano ed altri glS ad atti-vitagrave preventiva anticarcinogenica

letteRatuRa citataaRgentieRi Mp accogli R fanizzi fp avato p

2011 ndash Glucosinolates profile of ldquomugnolordquo a variety ofBrassica oleracea L native to Southern Italy (Salento)planta Med 77(3) 287-292

aRgentieRi Mp MaccHia f papadia p fanizzi fpavato p 2012 ndash Bioactive compounds from capparisspinosa subsp rupestris ind crop prod 36 65-69

caRtea Me velaSco p 2008 ndash Glucosinolates inBrassica foods bioavailability in food and significancefor human health phytochem Rev 7 213-229

deKKeR M veRKeRK R Jongen Mf 2000 ndash Predictivemodelling of health aspects in the food production chaina case study on glucosinolates in cabbage trends foodSci technol 11 174-181

faHey JW zalcMann at talalay p 2001 ndash Thechemical diversity and distribution of glucosinolates andisothicyanates among plants phytochemistry 56 5-51

fenWicK gR Heaney RK Mullin WJ 1992 ndash Glucos-inolates and their breakdown products in food and foodplants cRc crit Rev food Sci nutr 18 123-201

iSo MetHod 1992 ndash Rapeseed-determination of glucosi-nolates content Part 1 Method using high performanceliquid chromatography Reference number iSo 9167-1

JeffeRy eH aRaya M 2009 ndash Physiological effects ofbroccoli consumption phytochem Rev 8 283-298

valleJio f toMagraveS-BaRBeRagraven fa gaRcigravea-vigueRa c2002 ndash Glucosinolates and vitamin C content in edibleparts of broccoli florets after domestic cooking eur foodRes technol 215 310-316

RiaSSunto ndash piante dellrsquoordine delle Capparales (oBrassicales) sono ampiamente diffuse nelle regioniMediterranee dove sono abbondantemente consumatecotte o nelle insalate (cavolfiori broccoli ravanelli ruco-la cavoletti di Brussell) o come condimento (mostardecapperi) esse sono una fonte molto ricca di sostanze

404 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

taBella 1GLS nelle infiorescenze crude e cotte del mugnoloGLS in raw and cooked inflorescences of mugnolo

glS crude cotte(μmolg) (μmolg)

glucorafanina 179 159glucoerucina 003 004alifatici glucoiberina 077 046Sinigrina 004 003glucobarberina 056 007aromatici gluconasturtina 027 003glucobrassicina 351 195neoglucobrassicina 313 054indolici Metossiglucobrassicina 007 005idrossiglucobrassicina 097 042

tot 1114 567

taBella 2Composizione in acidi grassi dellrsquoolio di semi di capperoComposition in fatty acids of the seeds oil of caper

ac grassi

laurico 036Miristico 068palmitico 1446palmitoleico 423Stearico 931oleico 2611Cis-vaccenico 1228linoleico 2802linolenico 084Resa 9629

bioattive come flavonoidi vitamine minerali e glucosino-lati i quali sono responsabili del caratteristico odore esapore pungente i glucosinolati sono i metaboliti piugrave stu-diati delle Brassicaceae per le proprietagrave anticarcinogenichemanifestate soprattutto dagli isotiocianati ovvero i loroprodotti di idrolisi in questo lavoro ci siamo occupatidello studio fitochimico del mugnolo una varietagrave diBrassica oleracea coltivata solo per uso domestico lrsquoaltraspecie oggetto di studio egrave stata la Capparis spinosa subsprupestris (cappero) molto diffusa nel bacino delMediterraneo entrambe queste specie mai state studiateprima dal punto di vista fitochimico sono state oggettodel nostro lavoro al fine di individuare composti bioattivi

caratterizzanti le specie in particolare egrave stato osservato chele infiorescenze del ldquomugnolordquosono caratterizzate da glSalifatici aromatici ed indolici Questi ultimi risultanoessere i piugrave abbondanti (768 μmolg) seguiti dagli alifati-ci (263 μmolg) e dagli aromatici (083 μmolg) in que-sto lavoro egrave stata determinata anche la composizione chi-mica dei semi e delle parti aeree della C spinosa subsprupestris ed egrave stato osservato che i semi cosigrave come le partiaeree sono caratterizzati da un solo glS la glucocappari-na inoltre lrsquoolio estratto dai semi egrave ricco di acidi grassiinsaturi rari come il cis-vaccenico nelle parti aeree la ruti-na rappresenta il flavonoide predominante

405Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

autoRi

Maria Pia Argentieri Pinarosa Avato Dipartimento di Farmacia-Scienze del Farmaco Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo ViaOrabona 4 70125 Bari

con il termine ldquoterre rarerdquo o lantanidi si indicano glielementi chimici compresi nella tavola periodica frail lantanio ed il lutezio inclusi lrsquoittrio e lo Scandioi quali manifestano comuni proprietagrave chimiche con-nesse ad una simile configurazione elettronica ester-na negli ultimi anni i lantanidi sono stati larga-mente impiegati in campo industriale agricolo ezootecnico in cina a partire dagli anni lsquo80 vengo-no usati in agricoltura fertilizzanti costituiti damiscele di vari elementi ma soprattutto lantanio(la) e cerio (ce) lrsquouso intensivo e su larga scala ditali composti suscita crescenti preoccupazioni per lapossibile contaminazione di suoli ecosistemi acqua-tici e derrate alimentari dal momento che gli effettidi tali elementi sulla salute non sono ben chiari lamaggior parte dei dati presenti in letteratura riguar-da la somministrazione di miscele di terre rare e dicomposti contenenti la a varie specie di vegetali inalcune piante sono stati osservati effetti positivi tra iquali la promozione della germinazione dei semi losviluppo di radici e germogli la resistenza contro glistress (ippolito et al 2007 liu et al 2012) la fio-ritura la produttivitagrave in campo (Hu et al 2004)altri studi al contrario evidenziano effetti nulli oaddirittura inibitori di tali sostanze su colture di inte-resse agrario (naRdi et al 2005 drsquoaQuino et al2009) una sintesi dei dati disponibili sugli effetti dila ce e miscele di terre rare in vari sistemi animalie vegetali egrave stata recentemente pubblicata (pagano etal 2012) i dati riportati riguardano crescita svilup-po e indicazioni di tossicitagrave in alcuni sistemi animalie vegetali numerosi dati anche contrastanti riguar-

dano gli effetti del ce sia come pro-ossidante checome antiossidante dalla letteratura emerge lrsquoesi-genza di studi che determinino gli effetti dei singolilantanidi sugli organismi animali e vegetali per valu-tarne la potenziale tossicitagrave Scopo di questo lavoro egrave stato lo studio della sommi-nistrazione di ce trivalente (ce3+) ad una speciemodello Lemna minor L pianta acquatica giagrave utiliz-zata per studi su lantanio e miscele di terre rare(ippolito et al 2010) al fine di avere informazionicirca le soglie di tolleranzatossicitagrave di L minor versoil ce3+ tale specie oltre che per il fitorimedio egraveanche utilizzata secondo la iSo 20079 (2004) neitest di biotossicitagrave per lrsquoecosistema acquatico peralcune sue caratteristiche quali elevata velocitagrave di cre-scita propagazione vegetativa e ridotte dimensioniche la rendono adatta a studi eco- tossicologici

MateRiali e Metodi

piante di L minor sono state coltivate in una soluzio-ne di mantenimento (Knop 1865) a pH 44 per 15giorni in camera di crescita alla temperatura di 24 plusmn2 degc con illuminazione a fluorescenza bianca conuna intensitagrave luminosa di 90 μe m-2 s-1 e fotoperio-do lucebuio di 1410 h in ogni cella di una piastraa pozzetti multipli sono state poste 10 fronde di Lminor in un volume di 2 ml di mezzo di crescita(testimone) a cui sono stati aggiunti nei trattatinitrato di cerio esaidrato (cen3o9 6H2o) in con-centrazioni finali di 25 - 5 - 10 - 20 μM e 1 mMoppure nitrato di calcio ca(no3)2 alla concentrazio-

406 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

note preliminari sullrsquoeffetto della somministrazione di cerio in Lemna minor

Ma zicaRi a paRadiSo f toMMaSi

aBStRact - Preliminary note on effect of Cerium administration in Lemna minor - This study aimed at investigat-ing the effects of Ce3+ on the growth of duckweed (Lemna minor L) plants as a test system (iSo 20079) L minorplants were treated with 00025 0005 0010 0020 1 mM ce(no3)3 or ca(no3)2 1 mM over a 15 day period theinfluence of Ce3+ was evaluated according to the iSo 20079 test protocol on the basis of growth parameters as relativegrowth rate (RgR) expressed as frond number and relative frond number (Rfn) compared with the control concentra-tions of ce3+ lower than 1 mM did not affect significantly the growth parameters On the contrary 1 mM ce(no3)3negatively affected the growth from 7 days to 15 days whereas 1 mM ca(no3)2 stimulated duckweed leaf growth datahere reported showed toxic effect of Ce3+ at millimolar concentrations and suggested that L minor could be a speciesuseful for Ce3+ presence biomonitoring in aquatic environment

Key words antiossidanti risposte di crescita terre rare test di tossicitagrave

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

ne finale di 1 mM per il testimone e per ogni tratta-mento sono stati allestiti 4 pozzetti le analisi sonostate eseguite in cinque repliche le piastre sono statecollocate in camera termostatata e sono stati analiz-zati i seguenti parametri di crescita tasso di crescitarelativo (RgR) numero di fronde relativo (Rfn)crescita di fronde in percentuale (fn) le misurazio-ni sono state fatte ad intervalli di 24 ore nelle provepreliminari e in seguito si egrave stabilito di effettuare leanalisi ogni 3 5 7 12 15 giorni utilizzando unostereoscopio per poter contare tutte le fronde visibi-li Seguendo la iSo 20079 RgR egrave stato calcolatocontando il numero di fronde per ogni concentrazio-ne e applicando la seguente formula (lnnn-lnn0)tndove n0 egrave il numero iniziale di fronde nn egrave il nume-ro finale di fronde tn egrave il tempo di durata dellrsquoespe-rimento Rfn egrave stato calcolato usando la formulann-n0 n0 fn egrave stato calcolato come variazionepercentuale del numero delle foglie rispetto al nume-ro delle stesse allrsquoinizio dellrsquoesperimento valore con-siderato pari al 100 ersquo stato periodicamente osser-vato lrsquoaspetto delle fronde al fine di analizzare even-tuali segni di clorosi e necrosi utilizzando un micro-scopio ottico

RiSultati e diScuSSione

nei saggi eco-tossicologici RgR egrave considerato il piugraveattendibile tra i parametri di crescita in quantoessendo basato sul conteggio delle fronde egrave indipen-dente dalle dimensioni delle fronde stesse e dalla bio-massa (Radic et al 2010) e in condizioni di tossici-tagrave piccole gemme possono protrudere ed essere con-tate come singole fronde (MoHan HoSetti 1999nauMann et al 2007) RgR egrave inoltre considerato ilparametro piugrave sensibile per valutare la tossicitagrave croni-ca (MacKenzie et al 2003) i dati ottenuti dimostra-no che in presenza di basse concentrazioni di ce3+

(25-20 μM) si verifica una crescita maggiore rispettoal testimone di 12-15 giorni anche se le variazioni diRgR Rfn (dati non mostrati) e fn (fig 1) nonsono risultate statisticamente significative

Quindi i trattamenti a concentrazioni micromolaridi ce non interferiscono con la normale crescita dellapianta che inoltre non presenta alterazioni morfolo-giche evidenti per verificare la soglia di tossicitagrave del ce le piante diL minor sono state coltivate per 15 giorni in soluzio-ne nutritiva arricchita di nitrato di cerio esaidrato aconcentrazione finale 1 mM per escludere i possibi-li effetti del nitrato alcuni campioni sono stati colti-vati con nitrato di calcio alla stessa concentrazionefinale di 1 mM in sostituzione del nitrato di ceriodopo 7 giorni di trattamento con ce3+ si osserva unasignificativa diminuzione dei parametri di crescitaanalizzati rispetto al testimone RgR in particolarediminuisce del 60 e dellrsquo 80 rispettivamentedopo 7 e 15 giorni (fig 2 a)un andamento simile si ha per fn dalla cui analisisi osserva lrsquoinibizione di crescita delle foglie del 19al settimo giorno e del 50 al quindicesimo giornorispetto al testimone (fig 2 B) inoltre le foglie cre-sciute a concentrazione di ce3+ 1 mM appaiono bru-

407Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 1crescita di fronde in percentuale (fn) di L minor incen3o9 da 25 μM a 20 μM in 15 giornifn in L minor on cen3o9 from 25 μM to 20 μM for15 days

fig 2a) RgR B) fn in Lemna minor l esposta per 15 giornia trattamenti 1 mM di ce3+e ca2+ p lt 005 secondo il t-studenta) Relative growth rate based on frond number B)growth of leaves in Lemna minor l exposed for 15 daysto treatments 1 mM ce3+ and ca2+ p lt 005 for significant differences between treatmentsand control according to t-student

nastre con aree necrotiche e clorotiche un analogoandamento si osserva per Rfn (dato non mostrato)pertanto il ce3+ 1 mM influenza negativamente lacrescita e mostra effetti tossici al contrario le frondedi L minor fatte crescere in presenza di ca(no3)2alla concentrazione finale di 1 mM mostrano unaumento della crescita rispetto al testimone pertutti i tempi di analisi ma con una differenza signi-ficativa a partire dal settimo giorno (fig 2 a 2 B) iltrattamento con nitrato di ce quindi a differenza diquello con nitrato di calcio mostra un effetto nega-tivo sulla crescita di piante di lenticchia drsquoacqualrsquoinibizione della crescita puograve essere dovuta allrsquoaccu-mulo di ce3+ analogamente a quanto descritto per imetalli che a concentrazioni tossiche inibisconolrsquoallungamento e lrsquoespansione cellulare (poScHen-RiedeR BaRcelograve 2004 SRivaStava et al 2006)oppure allrsquointerferenza con lrsquoassunzione di altri ele-menti nutritivi infatti egrave stato riportato che in pian-tine di riso il ce3+ interferisce con lrsquoaccumulo diferro potassio magnesio calcio sodio e di altri ele-menti minerali nutritivi (liu et al 2012) ulterioristudi sono necessari per valutare se e in quali tessutiil ce3+ venga accumulato e lrsquoeffetto dello stesso sualtri parametri quali i sistemi antiossidanti i livelli dispecie reattive dellrsquoossigeno ed il danno ossidativo inconclusione L minor si mostra tollerante allrsquoesposi-zione a concentrazioni micromolari di ce3+ ma nona concentrazioni piugrave elevate e pertanto potrebbe esse-re una specie utile per il biomonitoraggio della pre-senza di ce3+ in ambienti acquatici

letteRatuRa citatadrsquoaQuino l de pinto Mc naRdi l MoRgana M

toMMaSi f 2009 ndash Effect of some light rare earth ele-ments on seed germination seedling growth and antioxi-dant metabolism in triticum durum chemosphere75 900-905

Hu z RicHteR H SpaRoveK g ScHnug e 2004 ndashPhysiological and biochemical effect of rare earth elementson plants and their agricultural significance a review Jplant nutr 27 183-220

ippolito Mp faSciano c drsquoaQuino l MoRganaM toMMaSi f 2010 ndash Responses of antioxidant sys-tems after exposition to rare earths and their role in chill-ing stress in common duckweed (lemna minor L) adefensive weapon or a boomerang arch environcontam toxicol 58 42-52

ippolito Mp paciolla c drsquoaQuino l MoRganaM toMMaSi f 2007 ndash Effect of rare earth elements ongrowth and antioxidant metabolism in lemna minor Lcaryologia 60 125-128

iSodiS 20079 2004 ndash Water qualitymdashdetermination ofthe toxic effect of water constituents and wastewater onduckweed (lemna minor)mdashDuckweed growth inhibi-tion test iSo tc 147Sc 5Wg 5

Knop W 1865 ndash Quantitative Untersuchungen uumlber dieErnahrungsprozesse der Pflanzen landwirtsch versStn 7 93-107

liu d Wang X lin y 2012 ndash The effect of cerium onthe growth and some antioxidant metabolism in riceseedlings environ Sci pollut Res 19 3282-3291

MacKenzie SM Waite S Metcalfed J Joyce cB2003 ndash Landfill leachate ecotoxicity experiment usinglemna minor L Water air Soil poll focus 3 171-179

MoHan BS HoSetti BB 1999 ndash Aquatic plants fortoxicity assessment environ Res 81 259-274

naRdi l caRBoni Ma MoRgana M BaRBeSti SeRRico S zoina a drsquoaQuino l 2005 ndash Effect ofrare earth elements on the growth of agrobacterium sppand Rhizobium leguminosarum Frank cytometrypart a 69a 443-444

nauMann B eBeRiuS M appenRotH KJ 2007 ndashGrowth rate based dose-response relationships and EC-values of ten heavy metals using the duckweed growthinhibition test (ISO 20079) with lemna minor Lclone plant physiol 164 1656-1664

pagano g toMMaSi f guida M 2012 ndash Comparativetoxicity of cerium and of the other rare earth elements(REEs) in plant and invertebrate test systems inizyuMov a plaKSin g (eds) Cerium MolecularStructure Technological Applications and Health Effects107-124 nova Science publishers Hauppauge nyuSa

poScHenRiedeR c BaRcelograve J 2004 ndash Water relations inheavy metal stressed plants in pRaSad Mnv (ed)Heavy metal stress in plant from biomolecules to ecosys-tems 249-270 Springer Berlin

Radic S Stipanicev d cvJetKo p MiKelic ilRaJcic MM SiRac S pevaleK-Kozlina Bpavlica M 2010 ndash Ecotoxitological assessment ofindustrial effluent using duckweed (lemna minor L) asa test organism ecotoxicology 19 216-222

SRivaStava S MiSHRa S tRipatHi Rd 2006 ndash Copper-induced oxidative stress and responses of antioxidants andphytochelatins in Hydrilla verticillata Royle aquattoxicol 80 405-415

RiaSSunto - in questo studio sono riportati i dati pre-liminari concernenti le risposte alla somministrazione dice3+ di una specie acquatica Lemna minor l usata comebiomarker (iSo 20079) piante di L minor sono statetrattate per 15 giorni con cen3o9 6H2o a concentrazio-ni tra 25 μM e 1 mM oppure con ca(no3)2 a concentra-zione 1 mM Sono stati analizzati parametri di crescitaquali il tasso di crescita relativo basato sul numero di fron-de (RgR) il numero relativo di fronde (Rfn) e la cresci-ta di fronde in percentuale (fn) il trattamento con ce3+

1 mM ha inibito significativamente la crescita a partire dasette giorni di incubazione mentre le minori contrazioninon hanno mostrato variazioni statisticamente significati-ve la somministrazione di ca(no3)2 1 mM al contrarioha stimolato la crescita in modo significativo giagrave dal setti-mo giorno suggerendo un effetto tossico del ce3+ a parti-re da concentrazioni millimolari

408 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

autoRi

Maria Alessandra Zicari Annalisa Paradiso Franca Tommasi (francatommasiunibait) Dipartimento di BiologiaUniversitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70126 Bari

le collezioni xilologiche (xylaria) hanno da sempreassunto una notevole importanza sia per il ruolosvolto in campo didattico sia per quello svolto inambito scientifico nei settori della botanica archeo-logia etnologia tecnologia del legno ed in particola-re dove egrave richiesto il confronto tra campioni(uRBinati giove 2012) attualmente collezioni xilologiche sono presenti inquasi tutti gli stati anche se le principali per numerodi campioni sono negli uSa per quanto concernelrsquoitalia solo quattro collezioni sono state inseritenella quarta edizione dellrsquoIndex Xylariorum (lyncHgaSSon 2010) il patrimonio nazionale tuttavia egravesicuramente molto piugrave ampio ma risulta difficile sti-marlo sia sul piano qualitativo che quantitativo inquanto sino ad oggi non egrave stato effettuato un censi-mento completo una delle collezioni italiane piugrave interessanti per unaserie di peculiaritagrave che la contraddistinguono egrave laXylotomotheca Italica di adriano fiori essa fu realiz-zata nei primi anni del novecento col preciso obiet-tivo di completare ed arricchire la Flora ItalicaExsiccata (FIE) la piugrave grande raccolta italiana diexsiccata fanerogamici realizzata da fiori pampaninie Begraveguinot in particolare lo scopo degli autori fuquello di corredare gli exsiccata con le sezioni micro-tomiche del legno le schede relative alla

Xylotomotheca Italica furono pubblicate a partire dal1905 come appendice delle Schedae ad FloramItalicam Exsiccatam (fioRi et al 1905)la collezione egrave costituita da sezioni trasversali e lon-gitudinali dello spessore di circa 01 mm e con lealtre dimensioni variabili (le8 cm) (di paSQualeallevato 2007) il microtomo utilizzato per la rea-lizzazione delle sezioni fu ideato e progettato dallostesso fiori e da lui denominato ldquonuovo microtomoautomatico a doppia rotazionerdquo (fioRi 1900) nellaversione originaria della collezione le sezioni sonoconfezionate in pieghi di cartoncino contenenti unao due coppie delle sezioni trasversali e longitudinalii pieghi in cartoncino sono a loro volta inseriti inbustine di carta esse sono corredate da una etichet-ta sulla quale sono riportati il numero drsquoordine delcampione il binomio linneano la porzione anatomi-ca rappresentata dalla sezione il luogo e la data diraccolta in molti casi il riferimento al campione dellaFIE ed infine il nome del curatore al progetto col-laborarono numerosi botanici traverso pampaninigortani ferro cerica goiran vaccari MezzanaBicknell cecconi nicoli Bardi andrea fiori etrotter la collezione egrave costituita da 215 campioni corrispon-denti a 184 taxa specifici appartenenti a 113 generiSi tratta soprattutto di entitagrave della flora italiana

409infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

la Xylotomotheca Italica del Museo orto Botanico dellrsquouniversitagrave di Bari

v cavallaRo g SignoRile f caRRuggio f Mantino l foRte

aBStRact - The Xylotomotheca italica of the Botanical Garden Museum of Bari University -the Xylotomotheca Italicawhich was realized by adriano fiori at the beginning of the 20th century is a really interesting and peculiar historical col-lection it is composed of thin sections of wooden species While most of the species belong to italian flora only a few ofthem are exotic ones which are cultivated in italy fiori had the specific aim of enriching Flora Italica Exsiccata (FIE) andof supplying botanists with invaluable comparative material Moreover he designed the microtome which was used to cutthe sections the collection consists of 215 samples the sections are enclosed in bended cards which are contained insmall labelled envelopes a different version of the Xylotomotheca Italica which was produced with didactic purposes isstill conserved at the Botanical garden Museum of Bari university it was probably acquired together with some FIE exs-iccata by the Herbarium Horti Botanici Barensis (Bi) which is now part of the Botanical garden Museum in this ver-sion sections and labels are put between two rectangular pieces of glass which are sealed with a grey tape this collectionis composed of 154 samples which include 135 subgeneric taxa belonging to 93 genera it is generally fairly well con-served and some actions whose aim is restoring the collection have been started

Key words adriano fiori exsiccata Xylotomotheca Italica

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

mentre solo una piccola percentuale egrave rappresentatada esotiche (cuccuini 2002) Si ritiene che la colle-zione completa e nella sua veste originaria sia presen-te solo presso lrsquoerbario di padova (pad) elrsquoHerbarium Centrale Italicum (fi) (cuccuini2002) viceversa parti di essa o versioni diverse daquella originaria sono presenti presso numerosi erba-ri italiani ed anche presso istituzioni estere come iKew Royal Botanic Gardens (httpwwwkeworg)

RiSultati e diScuSSione

presso il Museo orto Botanico dellrsquouniversitagrave di Bariegrave presente la Xylotomotheca Italica non nella sua vesteoriginaria bensigrave in una versione realizzata per scopididattici Molto probabilmente essa fu acquisitacongiuntamente agli exsiccata della FIE dalla profssafrancini negli anni della sua permanenza pressolrsquoateneo barese (1940-1961) le sezioni sono monta-te con lrsquoetichetta tra due vetri rettangolari di 10x15cm oppure di 13x18 cm e sigillati con un nastro intela grigia (fig 1)Sia i preparati che le etichette sono del tutto uguali aquelli presenti nella versione originaria la collezione

egrave composta da 154 campioni corrispondenti a 135taxa specifici appartenenti a 93 generi la maggiorparte dei preparati proviene dalla provincia di firenzeed il curatore egrave tranne poche eccezioni adrianofiori i campioni sono a loro volta conservati in 16cofanetti di cartone rigido di colore grigio chiusimediante un nastro di cotone dello stesso colorepresso lrsquoerbario del laboratorio di Botanica agraria(fiaf) dellrsquouniversitagrave di firenze egrave conservata lamedesima versione realizzata a scopi didattici che egravecostituita da 178 campioni collocati in 18 cofanetti(cuccuini 2002)attualmente in relazione ad un rinnovato interesseverso le collezioni xilologiche dovuto ai piugrave recentiutilizzi in campo sperimentale (ManiatiS et al2011) didattico divulgativo ed alla consapevolezzache la Xylotomotheca Italica possiede tutte le caratte-ristiche di un bene culturale (d lgs n 422004 art11) sono state avviate alcune azioni tese al recuperoconservativo della collezione presente presso ilMuseo orto Botanico in primo luogo egrave stato valu-tato lo stato di conservazione dei singoli campioni alfine di evidenziare gli eventuali interventi da effet-tuare ersquo risultato che solo 3 campioni presentano ivetri rotti tuttavia le sezioni non sono danneggiateviceversa in quasi tutti i campioni il nastro che sigil-la i vetri egrave logoro e consunto pertanto egrave possibileaffermare che la collezione egrave complessivamente inun discreto stato conservativola collezione egrave stata inoltre informatizzata medianteapposito software (fileMaker pRo 12 clariscorporation) riportando nei vari campi le informa-zioni presenti sui cartellini Questo intervento hapermesso di fruire facilmente delle informazioni inessa contenute prossimamente si completeragrave il lavo-ro realizzando alcuni interventi di restauro sui cam-pioni ed effettuando lrsquoacquisizione in formato elet-tronico della loro immagine con uno scanner perdocumenti di pregio anche al fine di implementareun archivio elettronico consultabile via internet

letteRatuRa citatacuccuini p 2002 ndash La Xylotomotheca italica un caso

insolito di serie di exsiccata Catalogo e spigolature stori-che Museol Sci 19(1) 97-119

di paSQuale g allevato e 2007 ndash Collezioni di legnie carboni in Mazzoleni S pignatelli S (a cura di)I Musei delle Scienze Agrarie lrsquoevoluzione delleWunderkammern 79-81 ed universitagrave di napolifederico ii

fioRi a 1900 ndash Nuovo microtomo automatico a doppiarotazione Malpighia 14 411-424

fioRi a Beacuteguinot a paMpanini R 1905 ndash Schedae adFloram Italicam Exsiccatam n giorn Bot ital ns12(2) 143-144

lyncH aH gaSSon pe 2010 ndash Index XylariorumEdition 4 Royal Botanic gardens Kew published onthe internet

ManiatiS d Saint andReacute l teMMeRMan M MalHiy BeecKMan H 2011 ndash The potential of using xylar-ium wood samples for wood density calculations a com-parison of approaches for volume measurement forest 4150-159

uRBinati c giove M 2012 ndash Collezioni xilologiche in

410 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

fig 1un campione della Xylotomotheca Italica presente presso ilMuseo orto Botanico dellrsquouniversitagrave di Baria sample of the Xylotomotheca Italica at the Botanicalgarden Museum of Bari university

taffetani f (a cura di) Herbaria nardini editorefirenze

RiaSSunto - la Xylotomotheca Italica di adriano fiorirealizzata nei primi anni del novecento rappresenta unadelle collezioni storiche piugrave interessanti e peculiari nel suogenere Si tratta di sezioni sottili di numerose specie legno-se tra le piugrave rappresentative della flora italiana e di alcunespecie esotiche coltivate in italia lrsquoautore realizzograve la col-lezione col preciso obiettivo di arricchire la Flora ItalicaExsiccata (FIE) e pertanto di fornire un prezioso materialedi confronto per quanti svolgevano lavori botanici inoltreprogettograve il microtomo utilizzato per effettuare le sezioninella versione originaria della collezione costituita da 215

campioni le sezioni sono confezionate in pieghi di carton-cino a loro volta riposti in bustine corredate da unrsquoetichet-ta la Xylotomotheca Italica presente presso il Museo ortoBotanico dellrsquouniversitagrave di Bari fu acquisita probabil-mente insieme ai campioni della FIE presenti pressolrsquoHerbarium Horti Botanici Barensis (Bi) essa non si pre-senta nella sua veste originaria bensigrave in una versione realiz-zata per scopi didattici le sezioni con la relativa etichet-ta sono montate tra due vetri rettangolari sigillati da unnastro di tela grigia la collezione egrave composta da 154 cam-pioni comprendenti 135 taxa sub-generici appartenenti a93 generi Sono stati avviati alcuni interventi tesi al recu-pero della collezione che si presenta complessivamente inun discreto stato di conservazione

411

autoRi

Viviana Cavallaro (vivianacavallarounibait) Luigi Forte Dipartimento di Biologia e Museo Orto Botanico Universitagrave diBari ldquoAldo Morordquo Via E Orabona 4 70126 BariGiovanni Signorile Francesca Carruggio Francesca Mantino Museo Orto Botanico Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via EOrabona 4 70126 Bari

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

Malgrado siano trascorsi ben 40 anni il noto afori-sma di dobzhansky secondo cui ldquoniente in biologiaha senso se non alla luce dellrsquoevoluzionerdquo(doBzHanSKy 1973) non solo nulla ha perso dellasua straordinaria forza concettuale ma di fatto haoggi un significato ancor piugrave profondo in relazione aipiugrave recenti studi nel campo della biologia evolutivadello sviluppo (evo-devo) disciplina che estende ulte-riormente la visione unificante che negli anni lsquo30 elsquo40 del secolo scorso condusse alla sintesi evoluzioni-stica coniugando la genetica con le ldquoclassicherdquo scien-ze naturali (MuumllleR 2007)Svolgere adeguata divulgazione scientifica sulla teoriadellrsquoevoluzione appare perograve un compito estrema-mente difficile di evoluzione si parla nei contestipiugrave disparati ma non di rado i concetti basilari dellateoria darwiniana e delle sue successive elaborazionivengono travisati al punto da attribuire a darwinstesso affermazioni mai da lui pronunciate o scrittea cominciare dal famigerato rdquolrsquouomo discende dallascimmiardquo frase che manifesta la totale ignoranza dichi la pronuncia sulle tematiche in questione ersquoanche spiacevolmente frequente una volgarizzazioneerronea del concetto di evoluzione che viene inter-pretato come un ldquocammino verso la perfezionerdquo conlrsquointroduzione di elementi di teleologia del tuttoinappropriati allrsquoindirizzo httpevolutionberke-leyedu egrave disponibile un utile elenco di tipici erroriconcettuali sulla tematica dellrsquoevoluzione con relati-ve argomentazioni e note esplicative Se sono ben chiari i motivi della opportunitagrave e neces-sitagrave di insegnare i principi ed i meccanismi dellrsquoevo-luzione a tutti i livelli dellrsquoistruzione scolastica eduniversitaria non sono a tuttrsquooggi disponibili ade-

guati strumenti didattici neacute vi egrave stato se non episo-dicamente un confronto con i potenziali fruitoridegli interventi formativi per sperimentare le moda-litagrave piugrave efficaci con cui trasmettere i complessi edarticolati concetti della teoria dellrsquoevoluzione supe-rando le fin troppo diffuse inesattezze e gli erroriconcettuali precedentemente menzionatiil ruolo delle risorse museali per una efficace didatti-ca dellrsquoevoluzione egrave stato messo in rilievo da alcunistudi (Spiegel et al 2012) compiuti prevalentemen-te negli Stati uniti dove egrave piugrave avvertibile il problemadelle resistenze di tipo ideologicoreligioso in parti-colare nelle aree in cui sono particolarmente diffusi ilcreazionismo e lrsquoipotesi dellrsquoIntelligent Design che nerappresenta una versione ldquoaggiornatardquo dallrsquoesigenza di colmare questa grave lacuna nascepresso il Museo orto Botanico strutturadellrsquouniversitagrave degli Studi di Bari ldquoaldo Morordquo ilprogetto denominato e-Move (evoluzione delMondo vegetale) il progetto nasce dallrsquoidea che labiodiversitagrave vegetale vista in chiave diacronica possacostituire uno strumento molto efficace per la divul-gazione scientifica su questo tema cosigrave importante ilprogetto annuale che ha ricevuto un finanziamentodal MiuR nellrsquoambito della legge 62000 per la dif-fusione della cultura scientifica presenta alcuni ele-menti di novitagrave che verranno discussi in questo brevecontributo

aRticolazione del pRogettoil progetto si articola su 3 linee (a) allestimento nelMuseo orto Botanico di spazi espositivi sperimenta-li per elaborazione e validazione di strategie didatti-co-divulgative (B) Realizzazione di giochi interattivi

412 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

Risorse per insegnare lrsquoevoluzione dei vegetali il progetto e-Move

a gRano Mc de tullio

aBStRact - Resources for teaching plant evolution the E-MoVe project -the e-Move (evolution of the plant World)project tackles the problem of the scarcity of effective educational tools for teaching evolution in spite of the undoubtedimportance of the topic Within the Botanical garden Museum of the university of Bari methodologies for teaching evo-lution will be developed in collaboration with school teachers and other stakeholders novel teaching tools includinginteractive videogames will be made available to national and international institutions for testing and validation theproject funded by the italian Ministry of education also aims at providing training to school teachers and scientific muse-um operators

Key words plant evolution scientific museum teaching

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

(c) formazione di docenti ed operatori museali

(a) lo spazio espositivo consentiragrave di sperimentarestrategie di comunicazione e divulgazione valorizzan-do strutture attrezzature e competenze giagrave presenti esi articola in 3 parti (a phylowall b darwin e lepiante c iconografia botanica) con aula didatticaper la formazionea phyloWall la parete della filogenesi delle pianteil ldquogiardino verticalerdquo nasce a scopo decorativo-arti-stico su idea del botanico e designer p Blanc ilphyloWall avragrave una funzione scientifico-didatticaattraverso la disposizione degli organismi secondouno schema filogenetico si visualizzeragrave in manieraimmediata il concetto di evoluzione una legendacon datazione e localizzazione geografica dei repertifossili verragrave collocata accanto al phylowall per unaimmediata fruibilitagraveb darwin e le pianteverragrave allestita lrsquoipotetica ricostruzione dello studio didarwin con alcune delle immagini piugrave significativelegate allrsquoelaborazione del concetto di evoluzioneverragrave collocato uno schermo touch-screen per i giochiinterattivi c iconografia botanica localeverranno allestite teche per lrsquoesposizione di volumitra cui la flora del Regno di napoli di Micheletenore allo scopo di evidenziare il legame tra il pas-sato ed il futuro della ricerca botanica

(B) la realizzazione di materiale didattico innovativocostituisce un obiettivo fondamentale del progettoun comitato di redazione tecnico-scientifico in col-laborazione con uno studio professionale specializza-to nella comunicazione multimediale si occuperagrave diideare e realizzare materiale didattico che verragrave poidistribuito per la validazione nellrsquoambito di una retedi collaborazione nazionale ed internazionale

(c) la formazione si articoleragrave in (a) visite guidateper alunni (b) corsi per insegnanti e operatorimuseali con la collaborazione dellrsquoassociazionenazionale insegnanti di Scienze naturali (aniSn)si prevede la formazione di insegnanti sulle tematichedellrsquoevoluzione biologica utilizzando sia un approc-cio storico-didattico con lrsquouso dellrsquoerbario e dellabanca del germoplasma sia lo sviluppo di strumentiinterattivi informaticii moduli di formazione affronteranno temi che spa-ziano dallrsquoinquadramento storico della teoria dellrsquoe-voluzione allrsquouso delle moderne tecniche di sistema-tica molecolare sviluppando specifici percorsi didat-tici per i diversi livelli di approfondimento un ruolofondamentale verragrave attribuito allrsquouso delle risorsemuseali

pRoSpettive futuReil progetto ha elevate potenzialitagrave di fornire ricaduteper la diffusione della cultura scientifica sia a livellolocale sia come esperienza pilota da esportare in altrerealtagrave territoriali nazionali in particolare la collabo-razione con lrsquoaniSn consente lrsquoimplementazionedel progetto nelle ldquoscuole presidiordquo ed una piugrave ampiautilizzabilitagrave del materiale didattico sullrsquoevoluzionedelle piante che verragrave messo a disposizionela collaborazione con altre universitagrave orti Botanicie Musei della Scienza costituiragrave una rete aperta ad unbacino di utenza piugrave ampio e permetteragrave di esporta-re sul piano nazionale lrsquoesperienza maturata nellrsquoam-bito del progettole azioni connesse alla realizzazione di e-Move pro-muoveranno su scala nazionale la costituzione dinodi in una rete di comunicazione e diffusione dellacultura scientifica nel campo specifico dellrsquoevoluzio-ne delle piante con lrsquoobiettivo generale di elevare illivello di competenze degli studenti dei docentidegli operatori museali e del pubblico di non addet-ti ai lavori in ambito scientifico sostenendo la for-mazione continua la formazione di operatorimuseali guide naturalistiche ed altre figure profes-sionali per ampliare le conoscenze naturalistiche ter-ritoriali egrave un obiettivo di particolare rilevanza sia perla valorizzazione delle risorse umane sia per la tuteladei beni ambientali e dellrsquoingente patrimonio costi-tuito dalla biodiversitagrave vegetale nel nostro paese conlrsquoobiettivo di salvaguardare specie a rischio di estin-zione nella fattispecie piante che hanno rivestito unparticolare significato nel corso dellrsquoevoluzione

letteRatuRa citatadoBzHanSKy t 1973 ndash Nothing in biology makes sense

except in the light of evolution amer Biol teacher 35127-129

MuumllleR g 2007 ndash Evo-devo extending the evolutionarysynthesis nat Rev genet 8 943-949

Spiegel an evanS eM fRazieR B Hazel a taReM gRaM W diaMond J 2012 ndash Changing muse-um visitorrsquos concept of evolution evo edu outreach5 43-61

RiaSSunto ndash viene brevemente presentato il progettoe-Move (evoluzione del Mondo vegetale) attualmentein corso di realizzazione presso il Museo orto Botanicodellrsquouniversitagrave degli Studi di Bari ldquoaldo Morordquo il proget-to che ha ricevuto un finanziamento MiuR nellrsquoambitodella legge 62000 per la diffusione della cultura scientifi-ca si propone di allestire uno spazio espositivo che si poneanche come centro permanente per la ideazione realizza-zione e diffusione di efficaci strategie didattiche sui temidellrsquoevoluzione biologica attraverso la costituzione di unarete di validazione nazionale ed internazionale noncheacute larealizzazione di incontri di formazione per docenti discuole di ogni ordine e grado ed operatori museali

413Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

autoRi

Antonella Grano Museo Orto Botanico Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70126 BariMario C De Tullio (mariodetulliounibait) Dipartimento di Biologia Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70126Bari

il genere Arum l (Araceae) comprende in italia trespecie poliploidi A apulum (carano) p c Boyce Amaculatum l e A italicum Mill in questo genere itaxa poliploidi tendono ad occupare areali geograficimolto ampi rispetto alle specie diploidi (Bedalov1981) infatti A italicum egrave principalmente diffusodal caucaso attraverso la regione del Mediterraneofino alla costa atlantica (BonnieR 1931 MeuSel etal 1965 diHoRu 1970 Bedalov 1975) A macu-latum secondo MeuSel et al (1965) teRpograve (1973)e Bedalov (1981) egrave distribuito in europa centrale eoccidentale A maculatum e A italicum presentanotuberi rizomatosi al contrario del poliploide A apu-lum che ha il tubero a forma discoide (BedalovKupfeR 2005) in riferimento allrsquoorigine delle speciedel genere Arum Bedalov KupfeR (2005) suggeri-scono che la forma discoide del tubero sia da consi-derare ancestrale rispetto alla forma rizomatosaSuccessivamente questi dati sono stati confermati daindagini molecolari (eSpigravendola et al 2010) in precedenti lavori al fine di chiarire la tassonomiadel genere Arum sono stati riportati alcuni aspetticitologici e citotassonomici (goRi 1958 MaRcHi etal 1964 BeuRet 1971 1972 MaRcHi 1971Bedalov 1975 1981 Bedalov et al 1998) lamaggior parte delle specie di Arum egrave diploide connumero cromosomico 2n=28 mentre sono pochi itaxa poliploidi conosciuti A maculatum e A apulumsono tetraploidi con 2n=56 mentre A italicum egrave esa-ploide con 2n=84 le analisi cariologiche hannomostrato in dettaglio i cariotipi di quattro speciediploidi e due poliploidi i taxa analizzati inoltrehanno evidenziato un ldquocariotipo di baserdquo caratteriz-

zato dalla presenza di alcuni cromosomi marker(drsquoeMeRico et al 1993 Bianco et al 1994) il presente contributo fornisce pertanto informazio-ni sulla cariomorfometria delle suddette specie poli-ploidi

MateRiali e Metodile analisi cariologiche sono state effettuate su apiciradicali pretrattati con colchicina 03 per 2h equindi fissati per 5 min con 5111 (vv) (alcol eti-lico assoluto cloroformio acido acetico glaciale for-maldeide) successivamente sono stati idrolizzati per20 min con Hcl 55n e colorati con reattivo difeulgen la nomenclatura utilizzata per descrivere ilcariotipo segue levan et al (1964)per valutare il livello di simmetria del cariotipo sonostati utilizzati gli indici di asimmetria a1 (indiceintracromosomale) e a2 (indice intercromosomale)(RoMeRo zaRco 1986)

RiSultati e diScuSSioneArum maculatum e A italicum sono caratterizzati daun cariotipo asimmetrico comprendente numerosicromosomi submetacentrici con A italicum chemostra un indice intracromosomale (a1=043) piugraveelevato rispetto ad A maculatum (a1=039)dal punto di vista citologico egrave interessante notareche nelle specie esaminate sono state osservate coppiedi cromosomi caratterizzate dalla presenza di seg-menti telomerici debolmente colorati dal feulgenprecedentemente descritti come costrizioni seconda-rie (drsquoeMeRico et al 1993) dyeR (1963) e voSacolaSante (1995) descrivono simili segmenti

414 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

indagini cariomorfometriche in tre taxa poliploidi del genere Arum

a tuRco p Medagli a alBano S drsquoeMeRico

aBStRact - Karyomorphometry on three polyploid taxa of arum - Somatic chromosomes of three polyploid taxa of Arumhave been investigated A italicum showed 2n = 84 chromosomes and the karyotype is composed by numerous asymmet-ric chromosomes A maculatum and A apulum have shown 2n = 56 chromosomes the karyotype morphology of Aitalicum is similar to that of A maculatum but the most asymmetrical karyotype and the presence of numerous weaklyfeulgen-stained segments of the former suggest a more recent origin respect to latter differently A apulum has showed asymmetrical karyotype and few weakly feulgen-stained segments

Keywords allocyclic segments Arum karyotype asymmetry

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

denominati ldquoallocyclic segmentsrdquo in diversi gruppidi piante (Gasteria duval Iris l Aloe l) voSaBennett (1990) e Bennett gRiMSHaW (1991)inoltre suggeriscono lrsquoutilitagrave di questi segmenticome indicatori dellrsquoevoluzione del cariotipo e quin-di determinanti nellrsquoidentificazione dei cariotipidelle varie entitagrave al riguardo Arum italicum hamostrato il maggior numero di cromosomi conte-nenti i suddetti segmenti in comparazione a quelliosservati nei complementi di A maculatum A apu-lum e nei diploidi A orientale M Bieb subsp orien-tale e A cylindraceum gasp (drsquoeMeRico et al1993) differentemente A apulum egrave una specie tetraploidecon una distribuzione limitata al Sud italia (puglia)(caRano 1934 goRi 1958 Bianco et al 1994)Questrsquoultima specie mostra un cariotipo piugrave simme-trico (a1=032) considerato ancestrale rispetto allespecie con cariotipi asimmetrici (SteBBinS 1971)costituito da cromosomi prevalentemente metacen-trici e dalla presenza di pochi segmenti allociclicidrsquoaltra parte lrsquoisolamento geografico accompagnatoda variazioni ecologiche sembra supportare lrsquoattualestruttura del cariotipo di A apulum

letteRatuRa citata Bedalov M 1975 ndash Cytotaxonomical and phytogeograph-

ical investigation of the species arum italicum Mill inYugoslavia acta Bot croat 34 143-150

mdash 1981 ndash Cytotaxonomy of the genus arum (araceae) inthe Balkans and the Aegean area Bot Jahrb Syst 102183-200

Bedalov M favaRgeR c KupfeR p 1998 ndash Naturalhybrids and basic chromosome number in the genusarum acta Botanica yunnanica Suppl X 71-75

Bedalov M KupfeR p 2005 ndash Studies on the genusarum (araceae) Bull Soc neuchacirctel Sci nat 12843-70

Bennett St gRiMSHaW JM 1991 ndash Cytological stu-dies in cyclamen (primulaceae) pl Syst evol 176135-143

BeuRet e 1971 ndash Reacutepartition geacuteographique de quelquesarum des groupes maculatum L et italicum Mill BullSoc neuchacirctel Sci nat 94 29-36

mdash 1972 ndash Preacutesence drsquoun Arum diploide en Italie BullSoc neuchacirctel Sci nat 95 35-41

Bianco p drsquoeMeRico S Medagli p Bedalov M1994 ndash Indagini sistematiche su arum apulum(Carano) Bedalov (araceae) entitagrave endemica delle

Murge Pugliesi Webbia 49 (1) 43-49BonnieR g 1931 ndash Flore complegravete ilustregravee en couleurs de

France Suisse et Belgique 11 pariscaRano e 1934 ndash Un nuovo elemento della Flora meri-

dionale drsquoItalia ann Bot 20 579-585drsquoeMeRico S Bianco p Medagli p 1993 ndash

Chromosome numbers and karyotypes in arum(araceae) caryologia 46 161-170

diHoRu g 1970 ndash Morpho-taxonomische aspekte einigerArum-Arten Rev Roumaine Biol Seacuter Bot 15 71-85

dyeR af 1963 ndash Allocyclic segments of chromosomes andstructural heterozygosity that they reveal chromosoma13 545-576

eSpigravendola a BueRKi S Bedalov M KupfeR palvaRez n 2010 ndash New insights into the phylogeneticsand biogeography of arum (araceae) unravelling its evo-lutionary history Bot J linn Soc 163 14-32

goRi c 1958 ndash Il numero dei cromosomi dellrsquoarumnigrum Schott var apulum Carano caryologia 10(3) 454-456

levan a fRedga K SandBeRg aa 1964 ndashNomenclature for centromeric position on chromosomesHereditas 52 201-220

MaRcHi p 1971 ndash Numeri cromosomici per la flora italia-na 57-66 inform Bot ital 3 124-138

MaRcHi p capineRi R drsquoaMato g 1964 ndash Numericromosomici per la flora italiana 182-189 informBot ital 6 (3) 303-312

MeuSel H JaegeR e WeineRt e 1965 ndash Vergleichen-de Chorologie der zentra-europaumlischen flora 1 Jena

RoMeRo zaRco c 1986 ndash A new method for estimatingkaryotype asymmetry taxon 35 526-530

SteBBinS gl 1971 ndash Chromosomal Evolution in HigherPlants edward arnold ltd london

teRpOacute a 1973 ndash Kritische Revision der arum-Arten desKarpatenbeckens acta Bot acad Sci Hung 18216-255

voSa cg Bennett St 1990 ndash Chromosome studies inthe Southern African flora58-94 Chromosome evolutionin the genus gasteria Duval caryologia 43 235-247

voSa cg colaSante M 1995 ndash I segmenti allociclicinelle liliiflorae inform Bot ital 27 307-308

RiaSSunto gli autori riportano alcuni risultati cario-morfometrici ottenuti su tre specie poliploidi del genereArum Arum apulum (2n=56) A maculatum (2n=56) e Aitalicum (2n=84) in particolare la specie A italicum con2n=84 cromosomi ha mostrato un cariotipo con un eleva-to indice di asimmetria nel cariotipo di questa speciesono stati riscontrati numerosi ldquosegmenti allociclicirdquo incomparazione ad A maculatum e A apulum

415Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

autoRi

Alessio Turco Piero Medagli Antonella Albano Laboratorio di Botanica sistematica ed Ecologia vegetale DiSTeBAUniversitagrave del Salento Campus Ecotekne 73100 LecceSaverio DrsquoEmerico Dipartimento di Biologia Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70126 Bari

Cistus clusii dunal piccolo arbusto appartenente allafamiglia Cistaceae egrave una specie xerofila con distribu-zione mediterraneo-occidentale in italia storicamen-te presente in Sicilia (giaRdina 1988) e in puglianellrsquounica stazione di ldquoBosco isolardquo (lesina fg)(foRte et al 2002a) in questrsquoultima il contestovegetazionale egrave quello della gariga nanofanerofiticasu suolo sabbioso in associazione con Rosmarinusofficinalis l Erica multiflora l e Cistus sp pl(cHieSuRa loRenzoni et al 1976)a partire dallrsquoanno 2000 nellrsquoambito di progetti diricerca condotti dal Museo orto Botanicodellrsquouniversitagrave degli Studi di Bari sono stati indaga-ti alcuni aspetti della biologia ed ecologia di C clusii(MaccHia 2005) tali studi furono finalizzati allarealizzazione di azioni di conservazione in situ attra-verso il rafforzamento della popolazione residualepugliese giagrave allrsquoepoca gravemente esposta a pericolodi estinzione (conti et al 1997) a tale scopo furo-no infatti reintrodotti in aree ecologicamente idoneedi ldquoBosco isolardquo circa cento individui ottenuti pervia sessuale attraverso fecondazione incrociata con-trollata a partire dai pochi individui della popolazio-ne originaria (foRte et al 2002b) Successivi rilieviin campo hanno registrato la progressiva diminuzio-ne del numero di individui presenti in situ fino allaloro completa scomparsa soprattutto a causa deiripetuti incendi verificatisi tra il 2007 e il 2010(foRte et al 2009 2012) tuttavia la specie in

puglia era da ritenersi estinta solo in natura (EW) inquanto presso il Museo orto Botanico di Bari eranopresenti sia individui ottenuti da fecondazione incro-ciata e derivanti dalla popolazione spontanea origina-ria sia semi conservati presso la Banca delgermoplasma (Bg-MoBB)Questrsquoultima evenienza ha costituito la premessaindispensabile per la realizzazione di nuove azioni diconservazione di C clusii nel territorio di ldquoBoscoisolardquo tali azioni si sono concretizzate grazie ad unaconvenzione stipulata tra il Museo orto Botanico diBari e il centro Studi naturalistici onluS nellrsquoam-bito del progetto ldquointerventi per la protezione e con-servazione del patrimonio ambientalerdquo- fondi faS ndashpremialitagrave Regionale delibera cipe 202004in questo lavoro vengono presentate le attivitagrave svolteai fini della propagazione gamica di C clusii e quelleper la successiva reintroduzione degli individui pro-dotti

MateRiali e Metodi

il materiale di propagazione gamica utilizzato per leazioni di conservazione in situ egrave stato ottenuto daimpollinazione incrociata controllata eseguita su dueindividui conservati ex situ siglati come c1 e c2 peri quali era stata giagrave testata la compatibilitagrave allrsquoincro-cio (foRte et al 2012)nel mese di aprile 2010 495 fiori (437 dellrsquoindivi-duo c1 e 58 dellrsquoindividuo c2) privati degli stami

416 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

Reintroduzione di Cistus clusii a ldquoBosco isolardquo (lesina puglia)

l foRte S anifantiS f caRRuggio v cavallaRo f Mantino g MelcHioRRe

aBStRact - Reintroduction of cistus clusii to ldquoBosco Isolardquo (Lesina Apulia) - Cistus clusii dunal is very rare in italy whereits historical sites of occurrence are in Sicily and apulia (ldquoBosco isolardquo ndash lesina fg) after the extinction in the wild ofthe small apulian population the Botanical garden Museum of Bari university and the centro Studi naturalistici(onluS) made a special agreement in order to implement a reintroduction project into the site of lesina the reintro-duced plants 520 in all were obtained from the offspring of lesina C clusii spontaneous population which is conservedex situ at the Botanical garden Museum of Bari to increase the chances of a successful reintroduction the plants wereplaced in three different areas and in each of them the individuals were planted in microsites suitable for the eco-physi-ological characteristics of the lesina population already known from literature in fact only a thorough knowledge of thebio-ecological behaviour of the selected species may allow to establish self-maintaining populations in the wild and so torealize an effective conservation action

Key words apulia Cistus clusii dunal reintroduction

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

sono stati impollinati manualmente e coperti consacchetti di tessuto non tessuto (tnt) in maggioin concomitanza con lrsquoinizio dellrsquoingrossamentodegli ovari i cappucci sono stati rimossi e nel mesesuccessivo egrave stata effettuata la raccolta delle capsulemature nella primavera del 2011 i semi sono statisottoposti a pre-trattamenti di scarificazione mecca-nica manuale e di dry-heating (80 degc x 5 min) inquanto risultati i piugrave efficaci nel promuoverne la ger-minazione (foRte et al 2012) per ciascuno dei duepre-trattamenti sono stati utilizzati circa 1500 semiderivanti dallrsquoincrocio c1 x c2 e circa 400 semi pro-dotti dallrsquoincrocio c2 x c1 i semi pre-trattati sonostati posti direttamente in plateaux di polistiroloespanso riempiti con sabbia sterilizzata a granamedio-fine (50) e torba (50) dopo una primafase di accrescimento le plantule sono state trapian-tate in fitosacchi in film plastico contenenti terrenonon sterile (sabbia di fiume 40 terreno comune30 torba 30) durante tutte le fasi di crescita leplantule sono state irrigate e sottoposte a trattamen-ti fitosanitari e fertilizzanti miratiper lrsquointervento di reintroduzione oltre agli individuicosigrave ottenuti nel 2011 sono stati utilizzati ancheindividui derivanti da semi pre-germinati nellrsquoambi-to di prove sperimentali condotte tra il 2009 e il2010 su c1 e c2la scelta delle aree di reintroduzione egrave stata fattasulla base dei dati storici di presenza di C clusii alesina (cHieSuRa loRenzoni et al 1976 foRte etal 2002b) delle caratteristiche eco-fisiologiche dellapopolazione originaria (foRte et al 2005 foRtepaStoRe 2005) di quelle ecologiche dei siti di rein-troduzione e dellrsquoanalisi delle minacce

RiSultati e diScuSSione

gli individui oggetto dellrsquoazione di reintroduzioneavvenuta a fine gennaio 2013 sono stati distribuitiin tre aree principali (fig 1) Queste sono situate neltratto di cordone dunale immediatamente ad est diMarina di lesina insediamento sorto in localitagravepietramaura dove negli anni lsquo70 era ancora presen-te il piugrave esteso nucleo di individui di C clusii dellastazione di lesina (cHieSuRa loRenzoni et al1976) due delle aree di reintroduzione poste tra lelocalitagrave di acquarotta e pennacchio sono relativa-mente vicine tra loro e separate da una fascia occupa-ta da un rimboschimento a Pinus pinea l mentre laterza in localitagrave chiusa dista dalle altre circa 2 kmallrsquointerno di ciascuna area sono stati individuati piugravesiti di reintroduzione georiferiti mediante strumen-tazione gpS in ognuno dei quali egrave stato inserito unnumero di individui compreso tra 20 e 25la scelta di ripartire gli individui in tre aree di rein-troduzione differenti e allrsquointerno di queste in piugravesiti distinti egrave stata effettuata con lo scopo di ridurre ilrischio che un eventuale incendio possa interessarlecontemporaneamente compromettendo la sopravvi-venza dellrsquointera popolazione reintrodotta il numerocomplessivo di siti di intervento egrave risultato pari a 27inoltre per garantire buone probabilitagrave di successo

anche riproduttivo in ciascun sito sono stati reintro-dotti almeno 20 individui al fine di aumentare laprobabilitagrave di incrocio tra individui con alleli diincompatibilitagrave differenti indispensabile in una spe-cie allogama come C clusii (Rizzotto 1979)in ogni sito inoltre i singoli individui sono statipiantati in micro-siti individuati sulla base dellamicro-morfologia stazionale le tre aree di interven-to ricadono in un contesto vegetazionale caratterizza-to da un complesso e molto frammentato mosaicocostituito principalmente dalla gariga a R officinalisE multiflora e Cistus sp pl e dalla macchia a sclero-fille sempreverdi con presenza di Erica arborea lQuesto mosaico spesso egrave il diretto risultato delledifferenti condizioni ecologiche determinate dallamicro-morfologia stazionale (foRte et al 2002a) ealtre volte della dinamica della vegetazione in atto acausa degli incendi pertanto sono stati individuaticome idonei quei micro-siti rispondenti alle caratte-ristiche bio-ecologiche della popolazione da intro-durre (eliofilia relativa sensibilitagrave allo stress idricoecc foRte et al 2005) e comunque sempre suffi-cientemente distanti da nuclei di macchia in stato diavanzamento o da singoli cespugli in fase di resprou-tinglrsquoazione di conservazione in situ cosigrave condotta nonha richiesto pertanto ulteriori interventi quali dira-

417Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 1Mappa delle aree di reintroduzione (base cartograficaldquocarta della vegetazione reale del ldquoBosco isolardquo di lesina- foglio 1rdquo foRte 2001)Map of reintroduction areas (cartographic base ldquocartadella vegetazione reale del ldquoBosco isolardquo di lesina - foglio1rdquo foRte 2001)

damento della vegetazione preesistente rimozionedel secco ecccomplessivamente nella stazione di ldquoBosco isolardquosono stati reintrodotti 520 individui di C clusii pro-dotti mediante coltivazione ex situ 200 dei qualiderivanti da semina diretta di semi pre-trattati e 320ottenuti da impianto di semi pre-germinatiattualmente ulteriori 155 individui prodotti nel-lrsquoambito di questo progetto sono conservati presso ilMuseo orto Botanico dellrsquouniversitagrave di Bari inmodo da garantire sia la conservazione ex situ delpatrimonio genetico della popolazione di lesina e siala possibilitagrave di disporre di materiale di propagazioneper studi successivi

Ringraziamenti - gli autori ringraziano gli ldquospeciali colla-boratorirdquo che si sono prodigati durante il lavoro in campodi reintroduzione in situ in ordine alfabetico elenaBlotti nicola cillo Saverio drsquoamico Mario de tullioantonella grano Marcello Macchia Saverio Regina egianni Signorile

letteRatuRa citatacHieSuRa loRenzoni f cuRti l loRenzoni gg

MaRcHioRi S 1976 ndash cistus clusii Dunal Note dinomenclatura e di distribuzione con particolare riguardoalla stazione di Lesina (Foggia) giorn Bot ital 110259-267

conti f Manzi a pedRotti f 1997 ndash Liste rosse regio-nali delle piante drsquoItalia WWf Societagrave Botanicaitaliana universitagrave di camerino

foRte l anifantiS S Mantino f caRRuggio fcavallaRo v 2009 ndash Conservation of cistus clusiiDunal from ldquoBosco Isolardquo (Lesina - Apulia) current sta-tus and new experimental evidence in BaccHetta g(ed) Book of Abstracts Biodiversity Hotspots in theMediterranean Area 45th intern congr SiSv amp fip ndashcagliari 22-24 25-29 June 2009 280

foRte l cavallaRo v MaccHia f 2002b ndashConservazione in situ di cistus clusii Dunal (cistaceaeMagnoliophyta) nella duna di Lesina Quad Botamb appl 13 3-9

foRte l cavallaRo v pantaleo f drsquoaMico fSMaccHia f 2002a ndash The vascular Flora of the ldquoBoscoIsolardquo at Lesina (Foggia ndash Apulia) fl Medit 12 33-92

foRte l MelcHioRRe g anifantiS S caRRuggio fMantino f 2012 ndash Alcuni aspetti della biologia dellaconservazione di cistus clusii Dunal di ldquoBosco Isolardquo(Lesina Puglia) inform Bot ital 44(Suppl 2) 36-38

foRte l paStoRe d 2005 ndash Relazioni acqua-pianta inMaccHia f (ed) Biologia ed ecologia di cistus clusiiDunal 31-38 ed adda Bari

foRte l paStoRe d MaRvulli M Scatigna aMeMaccHia f 2005 ndash Analisi comparata tra eventi feno-logici e andamento dei parametri ambientali inMaccHia f (ed) Biologia ed ecologia di cistus clusiiDunal 5-13 ed adda Bari

giaRdina 1988 ndash Segnalazioni Floristiche Italiane 574-576 inform Bot ital 20(2-3) 678-679

MaccHia f (a cura di) 2005 ndash Biologia ed ecologia dicistus clusii Dunal ed adda Bari

Rizzotto M 1979 ndash Ricerche tassonomiche e corologichesulle cistaceae 1 Il genere cistus L in Italia Webbia33(2) 343-378

RiaSSunto ndash Cistus clusii dunal egrave una specie moltorara in italia storicamente presente in Sicilia e in puglianellrsquounica stazione di ldquoBosco isolardquo (lesina fg) in segui-to allrsquoestinzione della piccola popolazione residuale puglie-se il Museo orto Botanico dellrsquouniversitagrave di Bari e ilcentro Studi naturalistici onluS hanno stipulato unaapposita convenzione al fine di attuare unrsquoazione di rein-troduzione nel sito di lesina le piante reintrodotte insitu 520 in tutto sono state ottenute a partire da indivi-dui di C clusii progenie della popolazione spontanea ori-ginaria conservati ex situ presso il Museo orto Botanicoper aumentare le probabilitagrave di successo dellrsquointerventogli individui sono stati distribuiti in tre aree distinte eallrsquointerno di queste piantati in micro-siti rispondenti allecaratteristiche eco-fisiologiche della popolazione di C clu-sii di lesina giagrave note dalla letteratura infatti solo unaconoscenza approfondita del comportamento bio-ecologi-co delle entitagrave oggetto di interventi di conservazione insitu permette di programmare una concreta azione di tute-la attraverso lrsquoinsediamento di popolazioni in grado dipersistere nel tempo

418 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

autoRi

Luigi Forte (luigiforteunibait) Viviana Cavallaro Dipartimento di Biologia e Museo Orto Botanico Universitagrave di BarildquoAdo Morordquo Via E Orabona 4 70126 BariStamatia Anifantis Francesca Carruggio Francesca Mantino Giulia Melchiorre Museo Orto Botanico Universitagrave di BarildquoAldo Morordquo Via E Orabona 4 70126 Bari

Limoniastrum monopetalum (l) Boiss egrave presente inpuglia sulle rupi marittime di tricase porto (le)nellrsquoambito di una cenosi ascrivibile alla classeCrithmo-Limonietea Br-Bl 1947 in condizioni ana-loghe a quanto descritto per la Sicilia meridionale daBaRtolo et al (1982) Secondo la direttiva9243cee si tratta di un habitat di interesse comu-nitario denominato ldquoScogliere con vegetazione dellecoste mediterranee con Limonium spp endemicirdquo(aavv 2010) ersquo una specie a diffusione SW-Mediterranea in italia egrave presente in Sardegna inSicilia (conti et al 1992) nella laguna diorbetello (toMei guazzi 1993) a tricase porto(le) (accogli et al 1996) (fig1) in passato laspecie era stata segnalata ldquonei siti arenosi di tarantordquo(MaRinoSci 1870) caratterizzati da depressionicostiere con un ristagno idrico con substrato preva-lentemente costituito da argille e colonizzato da spe-cie ad elevata alofilia (tRotteR 1936) probabil-mente le antiche cenosi erano ascrivibili alla classeSarcocornetea-fruticosae Br-Bl amp tuumlxen ex a amp oBolograves 1950 tipica dei suoli inondati fangoso-argillo-si come riportato da Biondi et al (2004) per laSardegna

StatuS del popolaMento puglieSe ed eSpeRienzepRegReSSe

a tricase porto il popolamento si presenta formatoda due nuclei localizzati sulla sommitagrave di due costo-ni rocciosi distanti in linea drsquoaria circa 150 mentrambi i costoni sono occupati da abitazioni ad

uso civico ed i cespugli di limoniastro sono localizza-ti nelle loro adiacenze ma non allrsquointerno e questopotrebbe escludere unrsquointroduzione della specie perscopo ornamentale in totale si possono contarecirca 25 individui dei quali 18 si presentano comegrossi cespugli larghi 1ndash25 m alti 075ndash130 m lafioritura dura meno di un mese tra la fine di giugnoe lrsquoinizio di luglio le infiorescenze secche rimango-no sulla pianta sino a dicembre ma la maturazionedei frutti non egrave mai evidente e non egrave visibile la dei-

419infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

conservazione ex situ ed interventi di reintroduzione di Limoniastrum monopetalum in puglia

R accogli Mp BiancHi p Medagli S MaRcHioRi

aBStRact - ex situ conservation and reintroduction of limoniastrum monopetalum in Apulia region - in this paper arepresented the main actions taken by the Botanic garden of diSteBa for the protection of Limoniastrum monopetalum(l) Boiss species of high vulnerability included in the national Red list of plants of italy the specie is cultivated exsitu in the Botanic garden and it was decided to implement its reintroduction in the locality palude la vela (ta) in anarea once had been reported but no longer found propagation of L monopetalum was carried out by vegetative and gen-erative individuals obtained were reintroduced in two sites of the palude to different environmental conditions

Key words conservation moltiplication reintroduction

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 1areale di L monopetalum secondo gReuteR et al 1989 etutin et al 1981distribution area of L monopetalum according togReuteR et al 1989 and tutin et al 1981

scenza a contrastare lo sviluppo e la diffusione dinuove piante sono le estreme condizioni di povertagravedel substrato fortemente disturbato dalle attivitagraveantropiche che rimaneggiano continuamente le som-mitagrave dei costoni rocciosi (interventi di restauro edili-zio incendi e tagli indiscriminati) e la presenza diuna flora sinantropica dominata da agave pittospo-ro caprifico rovola vulnerabilitagrave della specie ha motivato la sua ripro-duzione ex situ nellrsquoorto Botanico dellrsquouniversitagravedel Salento e la messa a punto di protocolli di rein-troduzione infatti giagrave nel 2000 era stata testata lacapacitagrave di propagazione di L monopetalum sia pervia gamica che agamica senza forzature sui semi neacutedi ormoni radicanti per le talee la resa germinativaera risultata molto bassa del 2-5 mentre elevatesono state le percentuali di attecchimento delle talee(70-95) sia in primavera che agli inizi dellrsquoautun-no nel 2005 egrave stato effettuato un primo interventovolto al potenziamento del popolamento di L mono-petalum esistente a tricase porto lungo un breve trat-to costiero prospiciente il sito interessato da un inter-vento di riqualificazione attuato dallrsquoamministra-zione comunale lrsquointervento prevedeva la realizza-zione di un camminamento lungo la scogliera attra-verso i segni della storia locale ancora leggibili (trat-turi per la mena delle pecore vasche intagliate negliscogli per la concia delle pelli e per lrsquoestrazione diblocchi lapidei terrazzamenti per le colture agrarieprimaticce etc) la flora del tratto costiero annove-ra altre specie di interesse conservazionistico percheacuteincluse nella lista Rossa nazionale come Vincetoxi-cum hirundinaria Medik subsp adriaticum (Beck)Markgr o di valore fitogeografico come lrsquoendemicoLimonium japigicum (groves) pignatti Lavateraarborea l Scrophularia lucida l lrsquointervento direintroduzione era stato concordato con docenti edalunni delle Scuole Medie inferiori del comune ditricase che hanno partecipato dimostrando grandeinteresse e sensibilitagrave nellrsquoautunno 2005 egrave stataorganizzata una giornata durante la quale dopo unincontro tra autoritagrave politiche locali studiosi stu-denti e cittadini sono state messe a dimora 10 pian-te di L monopetalum (accogli et al 2006) pur-troppo lrsquointervento egrave stato inficiato da un incendioche nella primavera successiva ha distrutto buonaparte della flora spontanea ed i trapianti effettuati

MateRiali e Metodi

un secondo intervento di reintroduzione di L mono-petalum egrave stato programmato nel 2011 per il sitopalude la vela che ricade nellrsquoomonima Riservanaturale Regionale e prossima allrsquoantica salina di Sgiorgio jonico (ta) come prima fase si egrave procedu-to alla moltiplicazione della specie per ottenere indi-vidui giovani da mettere a dimora la moltiplicazio-ne ex situ egrave stata ripetuta sia per via vegetativa chegenerativa ponendosi nelle medesime condizionidegli anni precedenti ma con lrsquoaccorgimento didistinguere talee semierbacee da talee legnose ilmateriale propagativo egrave stato prelevato dagli indivi-

dui presenti a tricase porto da rami di 2 o piugrave annicon diametro del fusto maggiore di 10 mm sonostate realizzate talee lunghe 10-18 cm da rami di 1anno con diametro inferiore a 10 mm sono staterealizzate talee lunghe 7-12 cm il prelievo egrave statoeffettuato sia allrsquoinizio dellrsquoautunno (5 ottobre 2010)che alla fine della stagione invernale (5 marzo 2011) le talee sono state messe a radicare (senza aggiunta diormoni) in substrato costituito da un mixer di torbae perlite in rapporto 12 in vasi in pvc delle dimen-sioni 7x7x18 cm fatti stazionare poi in tunnel fred-do dopo 30 giorni veniva registrato lrsquoattecchimentodelle talee i risultati definitivi hanno evidenziato ilseguente andamento in autunno per quelle preleva-te da rami di 2 anni egrave stata registrata una percentua-le del 74 e per quelle prelevate da rami di 1 annodel 64 in primavera per le talee piugrave legnose egrave stataregistrata una percentuale di attecchimento pari al95 e per quelle meno legnose dellrsquo86 ancorauna volta i risultati dimostrano la facilitagrave di propaga-zione vegetativa della specie inoltre anche se i valo-ri differiscono di poco si deduce che il periodomigliore per il taleaggio di L monopetalum egrave a finestagione primaverile con rami vecchi di almeno 2anni (tab 1)

i racemi di L monopetalum dopo la fioritura persi-stono sulla pianta per lungo tempo (anche sino allrsquoin-verno) per cui sono stati effettuati periodici prelievidei frutti per lrsquoestrazione dei semi al fine di definire ilperiodo di piena maturazione un primo prelievo deifrutti egrave stato effettuato in ottobre i semi sono statiopportunamente isolati previa rottura della capsulaed una parte di essi egrave stata sottoposta a vernalizzazio-ne (4 degc per 24 h) per simulare unrsquoeventuale dor-mienza invernale la semina egrave stata effettuata in cap-sule petri sterili con carta da filtro come substratotenute in camera di crescita a 20 degc e fotoperiodo di10 h Sono state realizzate tre ripetizioni con 30 ele-menti per capsula lrsquoelaborazione dei dati registratievidenzia un andamento del potere germinativo di Lmonopetalum secondo quanto riportato dalla fig 2 il monitoraggio delle piastre ha evidenziato un pote-re germinativo dei semi molto basso (2-4) questodato egrave stato confermato dalla semina a spaglio effet-tuata in una seminiera con substrato composto datorba e agriperlite nel rapporto 12 da circa 200semi sono emerse solo 6 plantule

420 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

taBella 1Risultati della propagazione ex situResults of ex situ propagation

stagione talee di di radicazionepartenza 72 dopo 30 gg

Oslash 10 mm 64autunno Oslash 10-20 mm 74Oslash 10 mm 86primavera Oslash 10-20 mm 95

ReintRoduzione a palude la vela

i sopralluoghi effettuati a palude la vela per lrsquoindivi-duazione di siti idonei alla reintroduzione hannoindotto alla scelta di due piccole superfici simili percondizioni di substrato per copertura vegetale eparametri ambientali tali siti sono collocati su spon-de opposte dellrsquoacquitrino ed hanno unrsquoestensioneminima di 60 m2 per la messa a dimora sono stateselezionate piante vigorose e sane con unrsquoaltezzamedia di 489 plusmn526 cm e diametro di 1609plusmn304cm nel mese di novembre 2011 egrave stata effettuata laloro messa a dimoranel sito denominato ldquoardquo sono state trapiantate 15piante con un approssimativo sesto di impianto di 2x 4 m nel sito ldquoBrdquo sono state trapiantate 14 piantein ordine sparso in quanto lrsquoarea presentava nume-rose zone di erosione e continui dislivelli

concluSioni

nellrsquoarea palude la vela le condizioni ambientalisembrano piugrave confacenti allrsquoecologia di L monopeta-lum rispetto a tricase porto ed egrave positivo che tutte lepiante abbiano attecchito e siano giunte a fioriturama solo fra qualche anno si potragrave constatare la for-mazione di un eventuale popolamento con individui

fertili ed in grado di autopropagarsi e si avragrave confer-ma del successo della reintroduzione

letteRatuRa citataaavv 2010 ndash Manuale italiano interpretazione degli

habitat (Direttiva 9243 CEE) Ministero ambiente etutela territorio e Mare SBi

accogli R Medagli p MaRcHioRi S 1996 ndashlimoniastrum monopetalum (L) Boiss in Puglia(plumbaginaceae) giorn Bot ital 130 1 91degcongr SBi ancona 16-19 settembre 1996

mdash 2006 ndash Conservazione ex situ e reintroduzione dilimoniastrum monopetalum (L) Boiss sulla fasciacostiera di Tricase Porto (Lecce) inform Bot ital38(Suppl 1) 183-184

BaRtolo g BRullo S MaRcenograve c 1982 ndash La vegeta-zione costiera della Sicilia sud-orientale aQ71226cnR Roma

Biondi e BRugiapaglia e faRRiS e filigHeddu RSeccHi z 2004 ndash Halophilous vegetation of Olbia pondsystem (NE-Sardinia) fitos 41(1) Suppl 1 125-141

conti f Manzi a pedRotti f 1992 ndash Lista RossaNazionale delle Piante drsquoItalia WWf italia Roma

gReuteR W BuRdet HM long g 1989 ndashMedndashChecklist vol 4 320 pp

MaRinoSci M 1870 ndash Flora Salentina 1 22toMei pe guazzi e 1993 ndash Le zone umide della

Toscana Lista generale delle entitagrave generali atti MusStor nat grosseto 15 120-135

tRotteR a 1936 ndash Rilievi ecologici intorno alla flora edalla vegetazione della salina di SGiorgio presso Tarantoann R ist Sup agr portici III 5 120-135

tutin tg HeyWood vH BuRgeS na MooRedM valentine dH WalteRS SM WeBB da1981 ndash Flora Europaea vol 3 51

RiaSSunto - nel presente lavoro vengono esposte leprincipali azioni intraprese dallrsquoorto Botanico deldiSteBa per la salvaguardia di Limoniastrum monopeta-lum (l) Boiss specie ad alta vulnerabilitagrave inclusa nellalista Rossa nazionale delle piante drsquoitalia da anni la spe-cie viene coltivata ex situ nellrsquoorto Botanico e si egrave pensatodi attuare la sua reintroduzione in localitagrave palude la velain un ambito territoriale di antica segnalazione ma doveattualmente risulta scomparsa la propagazione di Lmonopetalum egrave stata effettuata per via vegetativa e genera-tiva e gli individui ottenuti sono stati reintrodotti in duesiti della palude a diverse condizioni ambientali

421Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 2valutazione del potere germinativoevaluation of the germinative power

autoRi

Rita Accogli (ritaaccogliunisalentoit) Maria Pia Bianchi Piero Medagli Silvano Marchiori Orto Botanico delDipartimento di Scienze e Tecnologie Biologiche ed Ambientali (DiSTeBA) Universitagrave del Salento Centro Ecotekne ViaProvinciale per Monteroni 73100 Lecce

in occasione della redazione della checklist dellepiante vascolari della puglia (a albano fBartolucci f conti p Medagli Rp Wagensommerin prep) egrave stato aggiornato lrsquoelenco delle specieminacciate in questa Regionele liste Rosse Regionali (conti et al 1997) ripor-tavano per la puglia 180 entitagrave da allora sono tras-corsi piugrave di 15 anni alcune di queste entitagrave eranoindicate in puglia per errore e altre sono considerateoggi sinonimi di entitagrave non minacciate mentrenumerose specie della lista Rossa nazionale sonostate rinvenute in puglia solo dopo il lavoro diconti et al (op cit) per questo motivo abbiamoritenuto utile aggiornare lrsquoelenco delle specie di listaRossa della Regione puglia e integrarlo con tutte leentitagrave endemiche pugliesi ed esclusive della Regione(presenti in italia solo in puglia)

RiSultati

il libro Rosso delle piante drsquoitalia (conti et al1992) riportava 458 specie e sottospecie di piantevascolari sottoposte a vari gradi di minaccia a livellonazionale di queste entitagrave 46 sono attualmentenote in puglia (tab 1) considerando anche le listeRosse Regionali (conti et al 1997) il numero ditaxa minacciati a livello nazionale e presenti in pugliasale a 89 entitagrave certamente presenti (di cui 1 dubita-tivamente alloctona) e 8 dubitativamente presentinella Regione mentre il numero di entitagrave indicatecome minacciate a livello Regionale egrave pari a 158 (dicui 1 dubitativamente alloctona) alle quali si aggiun-gono 4 entitagrave dubitativamente presenti nella Regio-ne per un totale di 188 entitagrave (tab 1)

le specie esclusive della puglia cioegrave quelle presentiin italia solo in questa Regione sono 54 di cui 2dubitativamente alloctone alle quali si aggiungono 6entitagrave la cui presenza egrave dubbia di queste 54 entitagrave35 sono endemiche pugliesi (tab 1)pertanto le specie di lista Rossa in puglia integratecon tutte le endemiche pugliesi e le esclusive dellaRegione sono 221 (tab 1) pari al 93 della floravascolare autoctona pugliese

diScuSSione

il libro Rosso e le liste Rosse delle piante drsquoitalia(conti et al 1992 1997) pur essendo stati seguitida altri lavori riguardanti le piante minacciate delnostro paese (pignatti et al 2001 ScoppolaSpaMpinato 2005) sono ancora oggi il riferimentoprincipale per le specie a rischio di estinzione initalia negli ultimi anni lrsquoimpulso alla realizzazionedi una nuova lista Rossa delle piante drsquoitalia secon-do i piugrave recenti criteri iucn (2001 2011) egrave statodato dalla rubrica pubblicata sullrsquoinformatoreBotanico italiano ldquoSchede per una lista Rossa dellaflora vascolare e crittogamica italianardquo e dal proget-to appena concluso e realizzato dalla SocietagraveBotanica italiana per conto del Ministero dellrsquoam-biente e della tutela del territorio e del Mare relati-vo alla valutazione nazionale della categoria di rischiodi estinzione per piugrave di 300 specie vegetali di interes-se conservazionistico e di ambientihabitat partico-larmente minacciati (RoSSi et al 2013) attualmen-te questi progetti hanno portato alla valutazione delgrado di minaccia di 40 specie vascolari presenti inpuglia Egrave auspicabile pertanto il contributo di tutti

422 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

piante vascolari minacciate e liste Rosse aggiornamento delle conoscenzein puglia

Rp WagenSoMMeR p Medagli ev peRRino

aBStRact - Threatened vascular plants and Red Lists an update of knowledge in Apulia -the Regional Red list of vas-cular plant species in apulia Region has been updated following recent knowledges of conservation distributional andtaxonomic interest

Key words apulia Red lists threatened species update

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

423Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

taBe

lla

1Piante vascolari endemiche esclusive e di Lista Rossa della Regione Puglia

Endemic exclusive and Red List vascular plants in Apulia Region

424 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO 45 (2) 393-432 2013(se

gue T

ab 1

)

425Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

(segue Tab 1)

426 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013(segue Tab 1)

427Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

(segue Tab 1)

i botanici pugliesi affincheacute sia possibile valutaresecondo i criteri piugrave recenti dellrsquoIUCN (op cit) unnumero molto maggiore di specieLrsquoelenco riportato in Tab 1 include tutte le specieendemiche pugliesi ed esclusive della Puglia Di que-ste entitagrave 33 non venivano indicate nelle Liste RosseRegionali (CONTI et al 1997) Esse sono state inclu-se in Tab 1 in via precauzionale ma in molti casi illoro effettivo grado di minaccia deve ancora esserevalutato Lrsquoelenco non include invece le categorie diminaccia indicate in ROSSI et al (2013) che sarannooggetto di un futuro contributo sulle specie di inte-resse conservazionistico in Puglia

CONCLUSIONILrsquoaggiornamento delle conoscenze floristiche inPuglia e le informazioni tassonomiche nomenclatu-rali e distributive pubblicate nel corso degli ultimianni hanno consentito un aggiornamento delle ListeRosse delle Piante vascolari della Regione Puglia maancora molto lavoro deve essere svolto per megliodefinire il numero di specie a rischio e il loro effetti-vo grado di minaccia secondo i piugrave recenti criteriinternazionali (IUCN op cit)

LETTERATURA CITATACONTI F MANZI A PEDROTTI F 1992 ndash Libro Rossodelle Piante drsquoItaliaMinistero Ambiente WWF Italia

Societagrave Botanica Italiana Romamdash 1997 ndash Liste Rosse Regionali delle Piante drsquoItaliaWWFItalia Societagrave Botanica Italiana CIAS Camerino

IUCN 2001 ndash IUCN Red List Categories and CriteriaVersion 31 IUCN Species Survival CommissionIUCN Gland (Switzerland) amp Cambridge (UK)II+30 pp

mdash 2011 ndash Guidelines for Using the IUCN Red ListCategories and Criteria Version 90 Prepared by theStandards and Petitions Subcommittee httpww-wiucnredlistorgdocumentsRedListGuidelinespdf

PIGNATTI S MENEGONI P GIACANELLI V (a cura di)2001 ndash Liste rosse e blu della flora italiana ANPARoma

ROSSI G MONTAGNANI C GARGANO D PERUZZI LABELI T RAVERA S COGONI A FENU G MAGRINIS GENNAI M FOGGI B WAGENSOMMER RPVENTURELLA G BLASI C RAIMONDO FMORSENIGO S (Eds) 2013 ndash Lista Rossa della FloraItaliana 1 Policy Species e altre specie minacciateComitato Italiano IUCN Ministero Ambiente eTutela Territorio e Mare Roma 54 pp

SCOPPOLA A SPAMPINATO G (Eds) 2005 ndash Atlante dellespecie a rischio di estinzione (CD-ROM) Allegato a ASCOPPOLA C BLASI (Eds) Stato delle conoscenze sullaflora vascolare drsquoItalia Palombi Ed Roma

RIASSUNTO ndash Egrave stata aggiornata la Lista RossaRegionale delle piante vascolari della Regione Pugliasecondo le piugrave recenti conoscenze in ambito conservazio-nistico distributivo e tassonomico

428 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO 45 (2) 393-432 2013

AUTORI

Robert Philipp Wagensommer (robwagensommeryahooit) Scuola di Scienze Ambientali Universitagrave di Camerino - CentroRicerche Floristiche dellrsquoAppennino (Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga) San Colombo 67021 Barisciano(LrsquoAquila)Piero Medagli (pietromedagliunileit) Laboratorio di Botanica Sistematica del DiSTeBA Universitagrave del Salento ViaProvinciale Lecce-Monteroni 73100 LecceEnrico Vito Perrino (enricoperrinoyahooit) Museo Orto Botanico Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via E Orabona 4 70124Bari

Verticillium dahliae Kleb egrave un fungo tracheomicoti-co responsabile della piugrave grave malattia dellrsquoolivo(Olea europaea l) soprattutto negli oliveti dei paesimediterranei Questo fungo oltre lrsquoolivo attacca piugravedi 300 specie di piante arboree ed erbacee la malat-tia determina generalmente il disseccamento di por-zioni della chioma (BeJaRano-alcaacutezaR et al 2001pegg BRady 2002 BuBici ciRulli 2011) isolatidi V dahliae in grado di infettare cotone e olivo pos-sono essere classificati in due patotipi defogliante enon-defogliante sulla base della loro abilitagrave o menodi indurre defogliazione nelle piante infette(MeRcado-Blanco et al 2001 2003) il presentelavoro propone studi preliminari su i) alcune rispo-ste fisiologiche in due cultivar di olivo caratterizzateda differenti livelli di suscettibilitagrave alla verticilliosi ii)alcuni determinanti di patogenicitagrave potenzialmentecoinvolti nellrsquoinduzione dei sintomi fogliari prodottida patotipi diversi di V dahliae

MateRiali e Metodi

Alterazioni fisiologiche piante di olivo delle cultivar lsquofrantoiorsquo (resistente) elsquoleccinorsquo (suscettibile) sono state inoculate con gliisolati vd312d (defogliante) e vd315nd (nondefogliante) seguendo il metodo descritto da ciRulli

et al (2008) piante non trattate e piante le cui radi-ci sono state immerse per 10 minuti in acqua sonostate utilizzate come tesi di controllo Sono stati valu-tati il contenuto di fenoli carotenoidi clorofillaperossido drsquoidrogeno ascorbato e lrsquoattivitagrave delleperossidasi generiche (pod) e dellrsquoascorbato perossi-dasi (apX) in foglie delle due cultivar raccolte dopo24 72 e 240 ore dal trapianto applicando i metodiproposti da cHandleR doddS (1983) licHten-tHaleR (1987) BRuno SpaRapano (2006) toM-MaSi et al (2006) paRadiSo et al (2008) tre mesidopo lrsquoinoculazione su ogni pianta egrave stata valutata lapresenza di malattia sulla chioma utilizzando la scaladi severitagrave dei sintomi proposta da colella et al(2008) lrsquoanalisi statistica dei dati egrave stata eseguitaattraverso lrsquoanalisi della varianza (anova) le mediesono state separate con il test della minima differen-za significativa (MdS) Produzione di metaboliti secondari fitotossici colture liquide statiche degli isolati vd312d evd315nd di V dahliae sono state allestite in tredifferenti soluzioni nutritive czapek modificato(vdM) patate destrosio Broth (pdB difco ) oacqua estratto di Malto (oxoid) al 2 (eM2) perciascun isolato e substrato sono state preparate 10bottiglie di Roux della capacitagrave di 1 l contenenti

429infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

Meccanismi di resistenza alla verticilliosi e caratterizzazione di varietagrave meridionali di olivo dati preliminari sulla fisiologia dellrsquointerazione olivoVerticillium dahliae

gl BRuno c faSciano Mp ippolito S SeRMani ad MaRSico c colella M aMenduni f toMMaSi

aBStRact - Mechanisms of resistance to olive Verticillium wilt and characterization of olive varieties from southern prelim-inary data on physiology of olive - verticillium dahliae interaction - inoculations experiment were performed with two strainsof Verticillium dahliae characterized as defoliating (vd312d) or not defoliating (vd315nd) pathotypes lsquofrantoiorsquo(resistant) and lsquoleccinorsquo (susceptible) olive plants the interaction plantpathogen was evaluated as total phenolscarotenoids chlorophylls hydrogen peroxide ascorbic acid generic peroxidases and ascorbate peroxidase activityinoculated plants showed the typical pathway associate to a stress the two pathotypes are also able to produce in vitrophytotoxins Some of these secondary metabolites should be involved on biochemical and physiological alterations asso-ciated to verticillium wilt symptoms on olive trees (leaves wilting and defoliation)

Keywords fenoli totali metaboliti secondari stato redox verticilliosi

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

150 ml di soluzione nutritiva ciascuna bottiglia egravestata inoculata con 5 ml di sospensione ottenutaomogeneizzando tre colonie (coltivate per due setti-mane in piastre petri su substrato di pda a 25 degc albuio) in 50 ml di acqua distillata sterile dopo 28giorni di coltura (25 degc al buio) il micelio egrave statorimosso mediante filtrazione su garza e centrifugazio-ne (5500 xg 20 min 4 degc) aliquote (3 ml) di cia-scun filtrato colturale (fc) integro o diluito (10100 e 1000 volte con acqua distillata) sono state uti-lizzate in saggi di tossicitagrave su rametti recisi dilsquoleccinorsquo e lsquofrantoiorsquo eseguiti in ambiente controlla-to (uR 50 t 25 degc luce 150 microe cm-2 sec-1)acqua distillata e substrato non inoculato sono statiutilizzati come controllo dal terzo giorno dopo lrsquoas-sorbimento delle soluzioni tossiche egrave stata osservatala manifestazione dei sintomi dopo 24 72 e 240 oredallrsquoassorbimento delle soluzioni saggiate le foglie diciascun rametto sono state caratterizzate in terminidi flusso traspiratorio utilizzando un porometro li-1600-licor negli stessi intervalli egrave stato valutato ilcontenuto in clorofilla e fenoli seguendo i metodiproposti in precedenza

RiSultati e diScuSSione

Alterazioni fisiologicheper entrambi i patotipi di V dahliae saggiati lrsquoindu-zione di uno stato di malessere nella pianta egrave confer-mata dalla riduzione nel contenuto di clorofillesoprattutto dopo 24 ore per la cultivar suscettibilelsquoleccinorsquo (fig 1) invece il contenuto di ascorbatoclorofille e carotenoidi ha subito un incrementosoprattutto nei campioni di foglie prelevate dopo 72e 240 ore dallrsquoinoculo con il patotipo defogliante leanalisi condotte sulle foglie di lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquohanno mostrato come la molecola segnale perossidodrsquoidrogeno risulta maggiormente presente nella cul-tivar frantoio dopo 72 ore dallrsquoinoculo con il patoti-po defogliante (fig 1) mentre lrsquoattivitagrave della apXsegna negli stessi tempi un decremento (fig 2) invece nella cultivar frantoio i sistemi antiossidan-ti non enzimatici hanno mostrato un calo rispetto aicontrolli nei livelli di ascorbato e di fenoli (fig 1) non si sono osservate variazioni nellrsquoattivitagrave dellacatalasi (fig 2) infatti come dimostrato in altrisistemi nei tessuti vegetali questo enzima svolge unruolo nel metabolismo del perossido di idrogenosecondario rispetto allrsquoapX che invece egrave lrsquoenzimachiave nel controllo della concentrazione in perossi-do di idrogeno (de gaRa et al 2003) lrsquoattivitagrave dellepod infine aumenta notevolmente nelle fasi tardi-ve dellrsquoinfezione nelle foglie di lsquofrantoiorsquo mentre inquelle di lsquoleccinorsquo un incremento egrave evidente 72 oredallrsquoinoculo (fig 2) i dati evidenziati nelle nostre condizioni sperimenta-li sono in linea con quanto riportato dalla letteraturariguardo alle interazioni pianta-patogeno e le risposteda stress abiotici (de gaRa et al 2003) infatti nellepiante resistenti si assiste a una modulazione deisistemi antiossidanti tale da causare un incremento diperossido di idrogeno a livello fogliare (de gaRa etal 2003) per contro nella varietagrave suscettibile lrsquoau-

mento dei livelli in antiossidanti non enzimatici nonegrave sufficiente a indurre resistenza la diversa rispostaai sistemi antiossidanti riscontrata nelle due varietagraveutilizzate in queste prove potrebbe essere consideratacome un marker biochimico per valutare lo stato diavanzamento dellrsquoinfezione e il suo destino primadella comparsa dei sintomi

Evoluzione dei sintomia conferma di quanto giagrave riscontrato da ciRulli etal (2008) lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo sono risultate rispet-tivamente resistenti e suscettibili ai due isolati di Vdahliae utilizzati nessun sintomo egrave stato registrato esulle piante utilizzate come controllo (piante nontrattate e piante le cui radici sono state immerse per

430 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

fig 1contenuto in fenoli carotenoidi clorofille e perossido diidrogeno in foglie di lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo dopo 24 72 e240 ore dallrsquoinoculo con vd312d () e vd315nd ()i controlli sono rappresentati da piante le cui radici sonostate immerse per 10 minuti in acqua (mdash) ciascun valo-re egrave la media di cinque piante phenols carotenoids chlorophylls and hydrogen peroxidecontent in leaves of lsquofrantoiorsquo and lsquoleccinorsquo after 24 72and 240 hours after inoculation with vd312d () andvd315nd () as controls plants were treated for 10minutes in water (mdash) each value is the mean of fiveplants

10 minuti in acqua) e sulle chiome di lsquofrantoiorsquo ino-culate con il patotipo non defogliante il patotipodefogliante ha causato su lsquofrantoiorsquo una modestadefogliazione le piante di lsquoleccinorsquo hanno espressosintomi gravi con entrambi i patotipi (generale avviz-zimento della chioma) aggravati nel caso del patoti-po defogliante da accentuata e rapida filloptosiMetaboliti secondari fitotossici gli isolati di V dahliae utilizzati in coltura liquida susubstrato vdM hanno permesso di ottenere fc chesaggiati su rametti recisi di lsquoleccinorsquo (suscettibile) elsquofrantoiorsquo (resistente) hanno riprodotto sintomi diavvizzimento e accartocciamento fogliare e defoglia-zione nessun sintomo egrave stato registrato sui ramettiche hanno assorbito acqua distillata e i substrati noninoculati lrsquoassorbimento dei 3 ml di soluzione daparte dei rametti ha richiesto 30-32 ore per acquavdM pdB e eM2 mentre i fc dei due isolati sonostati assorbiti in 17-24 ore i fc dei patotipivd312d o vd315nd di V dah-liae ottenuti su substrato vdM saggiati su entrambe

le cultivar di olivo hanno evidenziato sintomi da 7-9 giorni dopo lrsquoassorbimento i fc ottenuti su sub-strato vdM da entrambi i patotipi inducono ripiega-mento e successivo imbrunimento della laminafogliare sui rametti di lsquofrantoiorsquo Sui rametti dilsquoleccinorsquo sono stati registrati ingiallimenti della lami-na fogliare inizialmente intorno alle nervature edopo 3-5 giorni sullrsquointera superficie Sintomo fina-le dei fc di entrambi gli isolati di V dahliae dopo 28giorni di coltura su substrato di vdM egrave stata unagenerale defogliazione dei rametti Su lsquoleccinorsquo ladefogliazione egrave stata severa e si egrave avuta dopo 17 gior-ni sui rametti trattati con il fc dellrsquoisolato vd312dcf e dopo 21 giorni su lsquofrantoiorsquo i rametti trattaticon i fc di vd315nd sono stati registrati dopo 20giorni su lsquoleccinorsquo e dopo 25 giorni su lsquofrantoiorsquo isintomi sopra descritti sono stati osservati anche suirametti che hanno assorbito i fc dei due isolati dopodiluizione di 10 e 100 volte con acqua distillata i fc ottenuti dai due patotipi su substrato vdMsono stati confrontati sulle due cultivar per i loroeffetti sul flusso traspiratorio e sulle variazioni infenoli e clorofille presenti nelle foglie (fig 3)

431Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 2contenuto in ascorbato e attivitagrave delle perossidasi generi-che (pod) e dellrsquoascorbato perossidasi (apX) in foglie dilsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo dopo 24 72 e 240 ore dallrsquoinoculocon vd312d () e vd315nd () i controlli sono rap-presentati da piante le cui radici sono state immerse per10 minuti in acqua (mdash) ciascun valore egrave la media di cin-que piante ascorbic acid concentration and peroxidase (pod) andascorbate peroxidase (apX) activity in leaves of lsquofrantoiorsquoand lsquoleccinorsquo after 24 72 and 240 hours after inocula-tion with vd312d () and vd315nd () as controlsplants were treated for 10 minutes in water (mdash) eachvalue is the mean of five plants

fig 3effetti sulla traspirazione e sul contenuto in clorofille efenoli in foglie di lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo dopo 24 72 e 240ore dallrsquoassorbimento di 3 ml di filtrato colturale degli iso-lati vd312d () e vd315nd () su substrato vdM icontrolli hanno assorbito 3 ml di acqua (mdash) ciascunvalore egrave la media di cinque rametti recisi transpiration from abaxial leaf surfaces and chlorophyllsand phenols content in leaves of lsquofrantoiorsquo and lsquoleccinorsquoafter 24 72 and 240 hours after the absorbtion of 3 ml fvd312d () and vd315nd () culture filtrates onvdM as controls twigs adsorbed 3 ml of water (mdash) eachvalue is the mean of five twigs

le misure di traspirazione (fig 3) dimostrano unforte incremento nel flusso traspiratorio nei ramettirecisi che hanno assorbito i fc ottenuti dal patotipovd312d rispetto a quelli ottenuti dal vd315nd edalle tesi di controllo nessuna differenza egrave stata regi-strata nel contenuto in clorofilla Solo la concentra-zione in fenoli nelle foglie dei rametti recisi chehanno assorbito i fc ottenuti dai due isolati egrave risul-tata circa tre volte superiore rispetto ai rametti delletesi di controllo totali (fig 3)in definitiva appare chiaro che nellrsquointerazione Vdahliae e olivo entrino in gioco fattori chimici divirulenza del patogeno (fitotossine) che contribuisca-no alla patogenesi e alla manifestazione dei sintomied inducano nellrsquoospite condizioni di stress in que-sto stato la pianta ospite manifesteragrave in parte o intoto le alterazioni biochimiche e fisiologiche determi-natesi nei tessuti attraverso i sintomi

Ringraziamenti - gli autori ringraziano i collaboratoriluca Scarola valentino poliseno nicola contursi eaniello Rescigno (dipartimento di Scienze del Suolo dellapianta e degli alimenti universitagrave degli Studi di Barialdo Moro) per il valido supporto tecnico nella realizza-zione delle prove lavoro realizzato con il contributo dellafondazione cassa di Risparmio di puglia Bando 2010 ndashprogetto Meccanismi di resistenza alla verticilliosi e caratte-rizzazione di varietagrave meridionali di olivo

letteRatuRa citataBeJaRano-alcaacutezaR J peacuteRez-aRteacuteS e JiMeacutenez-dIacuteaz

RM 2001 ndash Spread of the defoliating pathotype ofverticillium dahliae to new cotton and olive growingareas in Southern Spain in Proceedings 8th Inter-national Verticillium Symposium coacuterdoba 2001 57

BRuno g SpaRapano l 2006 ndash Effects of three esca-asso-ciated fungi on vitis vinifera L II Characterization ofbiomolecules in xylem sap and leaves of healthy and dis-eased vines physiol Mol plant path 69 195-208

BuBici g ciRulli M 2011 ndash verticillium wilt inScHena l agoSteo ge cacciola So (eds)Olive diseases and disorders 191-222 transwordResearch network Kerala india

cHandleR Sf doddS JH 1983 ndash The effect of phos-phate nitrogen and sucrose on the production of pheno-lics and solasodine in callus cultures of Solanum lacinia-tum plant cell Rep 2 205

ciRulli M colella c drsquoaMico M aMenduni MBuBici g 2008 ndash Comparison of screening methods for

the evaluation of olive resistance to verticillium dahliaeKleb J plant path 90(1) 7-14

colella c Miacola c aMenduni M drsquoaMico MBuBici g ciRulli M 2008 ndash Sources of Verticilliumwilt resistance in wild olive germplasm from theMediterranean region plant path 57 533-539

de gaRa l de pinto Mc toMMaSi f 2003 ndash Theantioxidant systems vis-agrave-vis reactive oxygen species dur-ing plantndashpathogen interaction plant physiolBiochem 41 863-870

licHtentHaleR HK 1987 ndash Chlorophylls andearotenoids pigments of photosynthetic bio-membranesMethods enzymol 148 351-383

MeRcado-Blanco J collado-RoMeRo M paRRilla-aRauJo S RodRIacuteguez-JuRado d JiMeacutenez-dIacuteazRM 2003 ndash Quantitative monitoring of colonizationof olive genotypes by verticillium dahliae pathotypes withreal-time polymerase chain reaction physiol Mol plantpath 63 91-105

MeRcado-Blanco J RodRIacuteguez-JuRado d peacuteRez-aRteacuteS e JiMenez-dIacuteaz RM 2001 ndash Detection of thenondefoliating pathotype of verticillium dahliae ininfected olive plants by nested PCR plant path 50609-619

paRadiSo a BeRaRdino R de pinto Mc Sanitagrave ditoppi l StoRelli MM toMMaSi f de gaRa l2008 ndash Increase in ascorbatendashglutathione metabolism aslocal and precocious systemic responses induced by cadmi-um in durum wheat plants plant cell physiol 49362-374

pegg gf BRady Bl 2002 ndash Verticillium Wilts caBipublishing Wallingford

toMMaSi f paciolla c de pinto Mc de gaRa l2006 ndash Effects of storage temperature on viability germi-nation and antioxidant metabolism in ginkgo biloba Lseeds plant physiol Biochem 44 359-368

RiaSSunto ndash due ceppi di Verticillium dahliae caratte-rizzati come patotipo defogliante (vd312d) o non defo-gliante (vd315nd) e piante di olivo delle cultivarlsquofrantoiorsquo (resistente) e lsquoleccinorsquo (suscettibile) sono statiutilizzati in prove di inoculazione artificiale focalizzate allostudio fisiologico delle interazioni pianta patogeno ladiversa risposta riscontrata nelle due varietagrave in termini difenoli carotenoidi clorofilla perossido di idrogeno ascor-bato perossidasi generiche e ascorbato perossidasi indicauno stato di stress fitotossine prodotte in vitro dai duepatotipi sembrano essere coinvolte nelle alterazioni biochi-miche e fisiologiche alla base delle tipiche sintomatologiedella verticilliosi su olivo (avvizzimento generale dellachioma e defogliazione)

432 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

autoRi

Giovanni Luigi Bruno (giovanniluigibrunounibait) Samer Sermani Antonio Domenico Marsico Mario AmenduniDipartimento di Scienze del Suolo della Pianta e degli Alimenti (DiSSPA) Sezione di Patologia vegetale Universitagrave di BarildquoAldo Morordquo Via G Amendola 165A 70126 BariCristina Fasciano Maria Paola Ippolito Franca Tommasi (francatommasiunibait) Dipartimento di Biologia Universitagrave diBari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70125 BariCecilia Colella Dipartimento di Chimica Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70125 Bari

Page 8: Società Botanica italiana onluS 45 (2) 2013/391... · 2018-05-08 · prodotto preso in esame e sia dal metodo utilizzato (peRez-JiMénez et al., 2008; MülleR et al., 2010). un’attenzione

il maggior apporto di fibre nellrsquoalimentazione si rea-lizza con lrsquointroduzione nella dieta di vegetali fre-schi con basso contenuto calorico e alte qualitagravenutraceutiche lrsquoasparago verde (Asparagus officinalisl) egrave uno degli ortaggi piugrave apprezzati non solo dalpunto di vista culinario ma anche per le sue proprie-tagrave dietetiche lrsquoasparago egrave coltivato in oltre 60 paesinel Mondo caratterizzati da clima variabile da tempe-rato freddo a tropicale in europa la sua coltivazioneegrave realizzata su circa 61000 ettari di cui perograve il 75 destinati alla coltivazione dellrsquoasparago bianco e il 25 destinato alla produzione di turioni verdiSecondo le stime della fao lrsquoitalia occupa il terzoposto nella classifica dei produttori europei di aspa-ragi dopo la germania e la Spagna con 41100 ton-nellate di asparagi coltivati su circa 6400 ettari dis-tribuiti principalmente tra le regioni della campaniaveneto ed emilia Romagna (dati fao 2011) inrisposta anche alle esigenze dei consumatori cherichiedono un prodotto il piugrave possibile genuino gliasparagi sono sottoposti a una manipolazione mini-ma dopo la raccolta lavaggio taglio e confeziona-mento in film plastico lrsquoassenza di un qualsiasi trat-tamento chimico o fisico fa sigrave che questi tessuti vege-tali Mpv (minimally processed vegetables) siano anco-ra metabolicamente e fisiologicamente attivi durantela conservazione e la vendita ciograve comporta una rapi-da deperibilitagrave del prodotto e conseguentemente unbreve periodo di commercializzazione (shelf-life)diversi studi sono stati condotti per verificare lrsquoido-neitagrave della metodica di lavorazione e le cause di una

cosigrave breve shelf-life sia per gli asparagi bianchi cheper quelli verdi (SioMoS et al 2000 2001 ScHeeRet al 2003 alBaneSe et al 2007) i cambiamentiche si verificano durante lo stoccaggio post-raccoltariguardano diversi aspetti la perdita di acqua favori-sce la comparsa di striature lungo i giovani fusti siverifica la perdita del colore verde brillante la perdi-ta di zuccheri vitamine sapore e aroma (King et al1987) un altro evento che interessa questi ortaggidurante il periodo di conservazione e ne diminuisceil valore di mercato egrave il progressivo indurimento deiturioni associato al processo di lignificazione(SHaRMa Wolfe 1975) considerando lrsquoanatomiadei giovani fusti di asparago il processo di lignifica-zione interessa sia i fasci cribro-vascolari che la fasciasclerenchimatica che circonda il cilindro centrale ilprocesso drsquoindurimento delle punte egrave una conse-guenza del naturale sviluppo della parete secondariae della sua lignificazione (WaldRon et al 2003)prerogativa di elementi istologici come i vasi e lefibre per tutelare il consumatore durante lrsquoacquistosono state varate dalla ce norme di qualitagrave che clas-sificano i turioni di asparago bianco e verde in baseal colore alla lunghezza e diametro ad esempionelle cosigrave dette lsquopunte di asparagorsquo la lunghezza deiturioni non deve superare i dodici centimetrilrsquoobiettivo di questo lavoro egrave stato pertanto quellodi determinare alcuni parametri nutrizionali nellrsquoapi-ce e nella base del turione di asparagi verdi e control-larne durante la conservazione al buio le eventualivariazioni

399infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

analisi di alcuni parametri nutrizionali in turioni di asparagi verdi(Asparagus officinalis)

p tanzaRella c paciolla l MaStRopaSQua

aBStRact - Analysis of some nutritional parameters in green asparagus spears (asparagus officinalis) - lack of chemicaland physical treatments post-harvest in green asparagus causes physiological and morphological changes after packagingand during storage our aim was to monitor some nutritional parameters in the apical and basal portions of spear of theedible part (corresponding to 15 cm) after 9 days in the dark at 4 degc there is an huge and slight decrease in ascorbatetotal content and soluble sugars respectively total chlorophyll and carotenoid levels decrease but the anthocyanins con-tent not changes Higher lignin level is mostly present in apical than basal portion

Key words Asparagus officinalis storage

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

MATERIALI E METODITurioni di Asparagus officinalis L categoria I di cali-bro 1016 acquistati presso il locale mercato sonostati omogeneamente scelti in base allo spessore lun-ghezza e colore e sono stati utilizzati per le varie ana-lisi Considerando la parte edule dellrsquoasparago corri-spondente ai primi 15 cm circa del giovane germo-glio sono state prelevate due porzioni parte apicale(35 cm) e parte basale (3 cm) Al tempo zero perogni porzione sono stati determinati peso fresco esecco contenuto di amido e zuccheri solubili conte-nuto di acido ascorbico e lignina contenuto in pig-menti quali clorofille carotenoidi e antociani Lottidi turioni sono poi stati conservati al buio a 4 degC eprocessati dopo 3 6 e 9 giorni ripetendo sulla parteapicale e basale le stesse analisi

RISULTATI E DISCUSSIONEGli asparagi freschi cominciano a deteriorarsi dopopoche ore dalla raccolta I cambiamenti fisiologici edella componente nutritiva riducono le qualitagrave orga-nolettiche dei turioni I segmenti di asparago sia laparte apicale che la parte basale hanno un elevatocontenuto di H2O e a paritagrave di peso fresco la porzio-ne basale ha un peso secco di quasi il 50 inferiorea quello della parte apicale (Tab1) Il contenuto diacido ascorbico (AsA) egrave notevolmente piugrave alto nellaparte apicale rispetto a quella basale la stessa cosa siverifica per la lignina e gli antociani Gli zuccherisolubili D-glucosio D-fruttosio e saccarosio sonomaggiormente concentrati nella parte basale delturione in accordo con uno studio di BENKEBLIA etal (2008) dove in asparagi verdi dopo la raccolta egravestato riscontrato un gradiente di distribuzione lungo

il turione dal basso verso lrsquoalto insieme ad unrsquoattivi-tagrave dellrsquoenzima invertasi maggiore verso lrsquoapice eminore alla base Questi dati sono stati correlati adun intenso metabolismo della parte apicale che egraveanche sede di crescita per distensione Al buio dopo9 giorni si osserva una diminuzione del contenutodei tre zuccheri nella parte basale ed un incrementonellrsquoapice in accordo con una mobilizzazione degliesosi verso lrsquoapice in virtugrave di una richiesta metaboli-ca Come mostrato in Tab 2 il contenuto di amidoaumenta significativamente nel segmento basale e inquello apicale Lrsquoaumento di amido anche al buio egravesuffragato da quanto riportato per le foglie di cavolocinese in cui dopo 10 giorni si continua ad osserva-re un incremento nel contenuto di questo polisacca-ride in concomitanza con un costante valore del con-tenuto di glucosio fruttosio e saccarosio (NOICHIN-DA et al 2007) Il contenuto di AsA nei tessuti vege-tali risulta essere correlato oltre che a numerose atti-vitagrave metaboliche alla presenza di luce Quantitagrave equalitagrave della luce possono influenzare la sua sintesi(MASTROPASQUA et al 2012) e negli asparagi verdimantenuti al buio lrsquoAsA subisce un forte decremen-to Uno degli aspetti sensoriali che viene maggior-mente compromesso dalla breve shelf-life degli aspa-ragi egrave la perdita del colore verde brillante dovuto alladiminuzione della clorofilla Dopo 9 giorni al buiomentre carotenoidi e soprattutto clorofilla diminui-scono il contenuto di antociani risulta invariato Unaltro fattore importante nel determinare la qualitagravedegli asparagi poicheacute ne diminuisce il valore di mer-

400 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO 45 (2) 393-432 2013

TABELLA 1Dati nutrizionali al tempo zero di segmenti apicali e basalidi turioni di asparagi verdi (Asparagus officinalis L)Nutritional data of apical and basal segments of greenasparagus spears (Asparagus officinalis L) at time zero

Segmento Segmentoapicale basale

Peso secco 110 plusmn 33 58 plusmn 235(mg

g-1 PF)Amido 013 plusmn 002 064 plusmn 008(mg

g-1 PF)

Zuccheri solubili 281 plusmn 050 1698 plusmn 070(mg

g-1 PF)AsA totale 300 plusmn 2400 16 plusmn 096(microg

g-1 PF)Chl totale 120 plusmn 1202 48 plusmn 205(microg

g-1 PF)Carotenoidi 50 plusmn 350 30 plusmn 100(microg

g-1 PF)Antociani 038 plusmn 005 004 plusmn 008(Abs middot g-1 PF)Lignina 217 plusmn 005 125 plusmn 008(mg

g-1 PS)

TABELLA 2Dati nutrizionali di segmenti apicali e basali di turioni diasparagi verdi (Asparagus officinalis L) dopo 9 giorni diconservazione al buioNutritional data of apical and basal segments of greenasparagus spears (Asparagus officinalis L) after 9 days ofstorage in the dark

Segmento Segmentoapicale dopo basale dopo9 giorni 9 giorni

Peso secco 114 plusmn 915 48 plusmn 123(mg

g-1 di PF)Amido 072 plusmn 004 187 plusmn 015(mg

g-1 di PF)

Zuccheri solubili 744 plusmn 040 967 plusmn 030(mg

g-1 di PF)AsA totale 543 plusmn 600 257 plusmn 060(microg g-1 di PF)Chl totale 389 plusmn 080 1432 plusmn 100(microg g-1 di PF)Carotenoidi 267 plusmn 060 110 plusmn 100(microg g-1 di PF)Antociani 029 plusmn 005 004 plusmn 001(Abs middot g-1di PF)Lignina 378 plusmn 045 108 plusmn 012(mg g-1 di PS)

cato egrave il grado di lignificazionela consistenza (texture) legnosa nei turioni egrave deter-minata da una serie di proprietagrave meccaniche chesono dovute ai componenti della parete cellulare(RodRiguez et al 2006) e i dati ottenuti mettono inevidenza come lrsquoaumento nel contenuto di lignina albuio si verifichi principalmente nella parte apicaledove sono presenti brattee fogliari molto vascolariz-zate in asparagi verdi quindi lrsquoanalisi di alcuniparametri nutrizionali ha messo in evidenza differen-ze significative tra porzione apicale e porzione basalela condizione di stoccaggio al buio pur preservandolrsquoaspetto del prodotto non egrave sufficiente a mantenereinvariate alcune componenti organolettiche impor-tanti dal punto di vista nutrizionale

letteRatuRa citataalBaneSe d RuSSo l cinQuanta l BRaSiello a di

Matteo M 2007 ndash Physical and chemical changes inminimally processed green asparagus during cold-storagefood chemistry 101 274-280

BenKeBlia n yoSHida n ooi y nagaMine tonodeRa S SHioMi n 2008 ndash Variations of carbo-hydrate content and invertase activity in green and whiteasparagus spears Effects of spears length and portionacta Hort (iSHS) 776 459-464

King ga HendeRSon Kg lill Re 1987 ndash Sensoryanalysis of stored asparagus Scientia Horticolture 31(1-2) 11-16

MaStRopaSQua l BoRRaccino g Bianco lpaciolla c 2012 ndash Light qualities and dose influenceascorbate pool size in detached oat leaves plant Science183 57-64

noicHinda S BodHipadMa K MaHaMontRi cnaRongRuK t KetSa S 2007 ndash Light during storageprevents loss of ascorbic acid and increases glucose and

fructose levels in Chinese kale (Brassica oleracea varalboglabra) postharvest Biol technol 44 312-315

RodRIacuteguez R JiMeacutenez a feRnandez-BolantildeoS Jguilleacuten R HeRedia a 2006 ndash Dietary fibre fromvegetable products as source of functional ingredientstrends food Sci technol 17 3-15

ScHeeR cH ScHonHof i BRucKneR B ScHReineRM 2003 ndash Influence of a short-term storage on qualitydetermining product characteristics of white preparedasparagus acta Hort 604 437-441

SHaRMa Sc Wolfe RR 1975 ndash Evaluation of methods formeasuring asparagus texture J food Sci 5 1021-1024

SioMoS aS dogRaS c SfaKiotaKiS e 2000 ndashModified atmosphere packaging of white asparagusspears composition colour and textural quality responseto temperature and light Sci Hortic 84 1-13

mdash 2001 ndash Color development in harvest white asparagusspears in relation to carbon dioxide and oxygen concen-tration postharvest Biol technol 23 209-14

WaldRon KW paRKeR Ml SMitH ac 2003 ndash Plantcell walls and food quality comprehensive Rev foodSci Safety 4(2) 101-119

RiaSSunto - in asparagi verdi lrsquoassenza di trattamentichimici eo fisici post-raccolta fa sigrave che cambiamenti fisio-logici e morfologici si verifichino anche dopo lrsquoimpacchet-tamento e durante la loro conservazione Scopo dello stu-dio egrave stato quello di monitorare le variazioni di alcunesostanze nutritive e mettere in rilievo le differenze esisten-ti fra la parte apicale e quella basale dei primi 15 cm delturione corrispondenti alla parte commestibile dopo 9giorni di conservazione al buio a 4 degc ciograve che cala brusca-mente egrave il contenuto di acido ascorbico totale mentre ilcontenuto in zuccheri solubili subisce un minor decre-mento il livello di clorofilla totale e dei carotenoidi dimi-nuisce mentre il contenuto di antociani rimane costanteun aumento del contenuto di lignina si riscontra soprat-tutto nella parte apicale del turione

401Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

autoRi

Paola Tanzarella Costantino Paciolla Linda Mastropasqua Dipartimento di Biologia Universitagrave di Bari Aldo Moro Via EOrabona 4 70125 Bari

in questo lavoro vengono presentati i risultati otte-nuti dallo studio fitochimico di due specie della tra-dizione mediterranea Brassica oleracea var italica(mugnolo) e Capparis spinosa subsp rupestris (cappe-ro) mai studiate prima dal punto di vista del profilometabolico al fine di individuare molecole bioattivecaratterizzanti le specie il cappero ed il mugnolo appartengono alla famigliadelle Capparaceae e delle Brassicaceae rispettivamenteovvero alle due piugrave grandi famiglie dellrsquoordine delleBrassicales (o Capparales) con circa 45 generi ed 800specie le Capparaceae e 338 generi e 3700 specie leBrassicaceae Specie appartenenti a queste famigliericoprono un ruolo importante nella dietaMediterranea infatti spesso vengono consumatecotte o come insalata (cavolo cavolfiore ravanellorucola) o come condimento (mostarde e capperi)(fenWicK et al 1992)le Brassicaceae e le Capparaceae diverse da un puntodi vista morfologico sono invece simili da un puntodi vista fitochimico alcune specie appartenenti aqueste famiglie infatti sintetizzano glucosinolati(glS) che rappresentano i metaboliti secondari piugrave

studiati delle Brassicales e sono i responsabili delcaratteristico odore e sapore pungente i glS sono composti solforati di natura aminoacidi-ca Sono noti piugrave di 120 glS e tutti possiedono unastruttura chimica comune in cui si riconosce un resi-duo glucosidico legato mediante ad un atomo dizolfo ad un estere idrossimmino solfato la catenalaterale (R) di natura aminoacidica permette di clas-sificare i glS in aromatici alifatici ed indolici(faHey et al 2001) (fig 1)

402 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

Studio fitochimico di specie della tradizione mediterranea

Mp aRgentieRi p avato

aBStRact - Phytochemical study of Mediterranean traditional species - plants of Capparales (or Brassicales) are widespreadin the Mediterranean region where they are widely consumed cooked or as salad vegetables (cabbage Brussels sprouts cau-liflower broccoli) or as condiments (horseradish mustard capers) these plants are a good source of bioactive compoundssuch as glucosinolates vitamins flavonoids minerals glucosinolates are responsible for pungent and bitter taste ofBrassicaceae and are the most extensively studied bioactive compounds for their potential as anticarcinogens due to theirhydrolysis products the isothiocyanates this study describes the chemical profile of a poorly studied variety of Brassicaoleracea traditionally cultivated in Southern italy and locally called ldquomugnolordquo and of Capparis spinosa subsp rupestris itwas found that ldquomugnolordquo inflorescences are characterized by aliphatic aromatic and indole glucosinolates among themthe indole glucosinolates (768 μmolg) are predominant while aliphatic and aromatic glucosinolates are found in lowquantities 263 μmolg and 083 μmolg respectively chemical composition of seeds and aerial parts of C spinosa subsprupestris was also determined it was found that the principal glucosinolate of the seeds is the glucocapparin moreover theseeds oil is rich in unsaturated and rare lipids such as cis-vaccenic acid the aerial parts are characterized by rutin as pre-dominant flavonoid

Key words caper glucosinolates mugnolo metabolic profile

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 1Struttura dei glSglS chemical structure

Questi metaboliti sono presenti in tutti gli organidella pianta e coesistono con un enzima endogeno lamirosinasi responsabile della loro idrolisi in seguitoa danneggiamento tissutale lrsquoenzima compartimen-talizzato nel citoplasma entra in contatto con i glScontenuti nel vacuolo con conseguente produzionedi numerosi prodotti di idrolisi (quali per esempionitrili tiocianati ed isotiocianati) la cui formazionedipende da diversi fattori (pH presenza di cofattoriproteine o ioni) tra i prodotti di idrolisi gli isotio-cianati sono quelli che hanno attratto maggiormentelrsquoattenzione del mondo scientifico in quanto presen-tano numerose proprietagrave biologiche (antitumoralenematocida antibatterica) (caRtea et al 2008JeffeRy et al 2009) data lrsquoimportanza dei glS eodei loro prodotti di idrolisi sono tante le specie diBrassicaceae e Capparaceae studiate ma non risultanolavori relativi al profilo metabolico del mugnolo edella Capparis spinosa subsp rupestris due specie dellatradizione mediterranea ed oggetto del nostro studio in particolare il mugnolo egrave una varietagrave di Brassica ole-racea da sempre coltivata nel Salento solo per usodomestico pertanto egrave del tutto sconosciuto nel restodella puglia cosigrave come in tutta italia il Ministerodelle politiche agricole e forestali ha inserito ilmugnolo tra i prodotti agroalimentari della tradizio-ne pugliese la Regione puglia invece allrsquointerno delsuo pSR (piano di Sviluppo Rurale) 2007-2013 hainserito il mugnolo nellrsquoallegato 8 della Misura 214-azione 3 ldquotutela della Biodiversitagraverdquo come specie arischio di estinzione genetica

MateRiali e Metodi

Materiale vegetaleil mugnolo utilizzato per le analisi egrave stato fornitodallrsquoorto Botanico del dipartimento di Scienze etecnologie Biologiche ed ambientali universitagrave delSalento un campione (noBo1) egrave conservato pressoil laboratorio di fitochimica del dipartimento difarmacia-Scienze del farmaco universitagrave di Barildquoaldo Morordquo le piante di C spinosa subsp rupestrissono state ottenute dal Museo orto Botanicodellrsquouniversitagrave degli Studi di Bari ldquoaldo Morordquo

Estrazione e purificazione dei GLSlrsquoestrazione dei glS dalle infiorescenze del mugnoloe dai semi e parti aeree del cappero egrave stata condottasecondo la procedura riportata dal protocollo iSo(iSo Method 9167-1 1992) in particolare il mate-riale vegetale egrave stato estratto per 4 minuti con unvolume di MeoHaq al 70 pari a tre volte il pesodel campione lrsquoestratto ottenuto egrave stato poi purifi-cato mediante colonnine cromatografiche (08 x 4cm) impaccate con una resina a scambio anionico(deae-Sephadex a-25) e trattato per circa 12 h conlrsquoenzima solfatasi trascorso questo periodo di incu-bazione i glS sono stati fatti eluire nella loro formadesolfatata (dglS)

Estrazione dellrsquoolioi semi di cappero sono stati estratti in Soxhlet per 3ore (circa 20 cicli) con etere di petrolio lrsquoolio egrave stato

poi sottoposto a reazione di tert-butilazione e succes-sivamente analizzato in gas cromatografia (aRgen-tieRi et al 2012)

Analisi dei GLSi glS sono stati caratterizzati mediante analisi cro-matografiche Hplc utilizzando uno strumentoWateRS Hplc System munito di un photodiodearray detector (Waters 2998) i risultati sono statiprocessati mediante il software enpower2 la colon-na utilizzata egrave la Supelcosil lc-aBz (c18 250 x 4mm 5 μm) la fase mobile egrave costituita da acqua emetanolo al flusso di 1 mlmin in gradiente si egrave pas-sati dal 15 al 100 di metanolo in 57 min

RiSultati e diScuSSione

i risultati Hplc (fig 2) dimostrano che le infiore-scenze del mugnolo sono caratterizzate da una misce-la complessa di glS costituita da glS alifatici (glu-corafanina glucoiberina e sinigrina) aromatici (glu-cobarberina e gluconasturtina) ed indolici (gluco-brassicina neoglucobrassicina idrossiglucobrassicinae metossiglucobrassicina) in particolare egrave stato osser-vato che i glS predominanti nelle infiorescenzesono gli indolici (768 μmolg) seguiti dagli alifatici(263 μmolg) e dagli aromatici (083 μmolg)

Molta della letteratura relativa al contenuto di glSfa riferimento al materiale fresco (crudo) e questo hauna limitata rilevanza dato che la maggior parte delleBrassicaceae compreso il mugnolo vengono consu-mate cotte Quindi data lrsquoimportanza biologica deiglS e dei loro prodotti di idrolisi in questo lavoro egravestato studiato anche lrsquoeffetto della cottura sul conte-nuto in glS del mugnolo i risultati dimostrano chela cottura riduce il contenuto in glS di circa il 50in accordo con quanto riportato in letteratura per ibroccoli che invece subiscono una riduzione del 18-

403Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 2cromatogramma Hplc delle infiorescenze del mugnolo1 glucoiberina 2 Sinigrina 3 glucorafanina 4 idrossi-glucobrassicina 5 glucoerucina 6 glucobrassicina 7Metossiglucobrassicina 8 neoglucobrassicina 9 gluco-nasturtina 10 glucobarberinaHplc chromatogram of mugnolo inflorescences 1glucoiberin 2 Sinigrin 3 glucoraphanin 4 Hydroxy-glucobrassicin 5 glucoerucin 6 glucobrassicin 7Methoxyglucobrassicin 8 neoglucobrassicin 9 gluco-nasturtin 10 glucobarberin

59 a secondo del metodo di cottura (deKKeR et al2000 valleJio et al 2002) per quanto riguarda ilmugnolo inoltre i glS indolici sono quelli cherisentono maggiormente della cottura subendo unariduzione di circa il 615 in particolare la gluco-brassicina si riduce dellrsquo827 nonostante la cottu-ra nelle infiorescenze gli indolici continuano ad esse-re i glS predominanti (296 μmolg) seguiti daglialifatici (212 μmolg) e dagli aromatici (059μmolg) Se si considera il profilo metabolico delle infiorescen-ze dopo la cottura si puograve osservare che la glucorafa-nina rappresenta il 75 del contenuto totale deiglS alifatici mentre la glucobrassicina rappresenta il66 del totale degli indolici (aRgentieRi et al2011) Questi dati sono di notevole interesse se sipensa allrsquoimportanza che hanno i rispettivi prodottidi idrolisi infatti il sulforafano (prodotto di idrolisidella glucorafanina) provoca lrsquoinduzione degli enzimidi detossificazione della fase 2 del processo di carci-nogenesi mentre lrsquoindolo-3-carbinolo egrave un indutto-re degli enzimi di fase 1 e 2 (tab 1)

lrsquoaltra specie della tradizione mediterranea oggetto distudio egrave stata Capparis spinosa subsp rupestrisessendoci una relazione botanica con la famigliadelle Brassicaceae anche in questo caso sono stati stu-diati i glS lrsquoanalisi Hplc-dad ha messo in evi-denza che i semi e le foglie sono caratterizzati da unsolo glS identificato come glucocapparina moltopiugrave abbondante nei semi rispetto alle foglie lo studio della subsp rupestris egrave stato completatoanche con le analisi dellrsquoestratto metanolico dellefoglie il quale egrave risultato essere caratterizzato dallapresenza di due flavonoidi la rutina ed il kaempfe-roloEgrave stato analizzato anche lrsquoolio estratto dai semi chesi egrave mostrato essere ricco dellrsquoacido grasso raro cis-vaccenico oltre al piugrave comune acido oleico ed altriacidi grassi quali lrsquoacido laurico miristico palmiti-co stearico e linoleico (aRgentieRi et al 2012)(tab 2)

concluSioni

i risultati ottenuti consentono di dire che sia ilmugnolo che C spinosa subsp rupestris sono unaricca fonte di composti attivi di interesse salutisticocome appunto gli acidi grassi essenziali o la rutinache ha una rilevante e comprovata attivitagrave antiossi-dante numerosi sono anche i prodotti a valenzasalutistica a base di sulforafano ed altri glS ad atti-vitagrave preventiva anticarcinogenica

letteRatuRa citataaRgentieRi Mp accogli R fanizzi fp avato p

2011 ndash Glucosinolates profile of ldquomugnolordquo a variety ofBrassica oleracea L native to Southern Italy (Salento)planta Med 77(3) 287-292

aRgentieRi Mp MaccHia f papadia p fanizzi fpavato p 2012 ndash Bioactive compounds from capparisspinosa subsp rupestris ind crop prod 36 65-69

caRtea Me velaSco p 2008 ndash Glucosinolates inBrassica foods bioavailability in food and significancefor human health phytochem Rev 7 213-229

deKKeR M veRKeRK R Jongen Mf 2000 ndash Predictivemodelling of health aspects in the food production chaina case study on glucosinolates in cabbage trends foodSci technol 11 174-181

faHey JW zalcMann at talalay p 2001 ndash Thechemical diversity and distribution of glucosinolates andisothicyanates among plants phytochemistry 56 5-51

fenWicK gR Heaney RK Mullin WJ 1992 ndash Glucos-inolates and their breakdown products in food and foodplants cRc crit Rev food Sci nutr 18 123-201

iSo MetHod 1992 ndash Rapeseed-determination of glucosi-nolates content Part 1 Method using high performanceliquid chromatography Reference number iSo 9167-1

JeffeRy eH aRaya M 2009 ndash Physiological effects ofbroccoli consumption phytochem Rev 8 283-298

valleJio f toMagraveS-BaRBeRagraven fa gaRcigravea-vigueRa c2002 ndash Glucosinolates and vitamin C content in edibleparts of broccoli florets after domestic cooking eur foodRes technol 215 310-316

RiaSSunto ndash piante dellrsquoordine delle Capparales (oBrassicales) sono ampiamente diffuse nelle regioniMediterranee dove sono abbondantemente consumatecotte o nelle insalate (cavolfiori broccoli ravanelli ruco-la cavoletti di Brussell) o come condimento (mostardecapperi) esse sono una fonte molto ricca di sostanze

404 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

taBella 1GLS nelle infiorescenze crude e cotte del mugnoloGLS in raw and cooked inflorescences of mugnolo

glS crude cotte(μmolg) (μmolg)

glucorafanina 179 159glucoerucina 003 004alifatici glucoiberina 077 046Sinigrina 004 003glucobarberina 056 007aromatici gluconasturtina 027 003glucobrassicina 351 195neoglucobrassicina 313 054indolici Metossiglucobrassicina 007 005idrossiglucobrassicina 097 042

tot 1114 567

taBella 2Composizione in acidi grassi dellrsquoolio di semi di capperoComposition in fatty acids of the seeds oil of caper

ac grassi

laurico 036Miristico 068palmitico 1446palmitoleico 423Stearico 931oleico 2611Cis-vaccenico 1228linoleico 2802linolenico 084Resa 9629

bioattive come flavonoidi vitamine minerali e glucosino-lati i quali sono responsabili del caratteristico odore esapore pungente i glucosinolati sono i metaboliti piugrave stu-diati delle Brassicaceae per le proprietagrave anticarcinogenichemanifestate soprattutto dagli isotiocianati ovvero i loroprodotti di idrolisi in questo lavoro ci siamo occupatidello studio fitochimico del mugnolo una varietagrave diBrassica oleracea coltivata solo per uso domestico lrsquoaltraspecie oggetto di studio egrave stata la Capparis spinosa subsprupestris (cappero) molto diffusa nel bacino delMediterraneo entrambe queste specie mai state studiateprima dal punto di vista fitochimico sono state oggettodel nostro lavoro al fine di individuare composti bioattivi

caratterizzanti le specie in particolare egrave stato osservato chele infiorescenze del ldquomugnolordquosono caratterizzate da glSalifatici aromatici ed indolici Questi ultimi risultanoessere i piugrave abbondanti (768 μmolg) seguiti dagli alifati-ci (263 μmolg) e dagli aromatici (083 μmolg) in que-sto lavoro egrave stata determinata anche la composizione chi-mica dei semi e delle parti aeree della C spinosa subsprupestris ed egrave stato osservato che i semi cosigrave come le partiaeree sono caratterizzati da un solo glS la glucocappari-na inoltre lrsquoolio estratto dai semi egrave ricco di acidi grassiinsaturi rari come il cis-vaccenico nelle parti aeree la ruti-na rappresenta il flavonoide predominante

405Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

autoRi

Maria Pia Argentieri Pinarosa Avato Dipartimento di Farmacia-Scienze del Farmaco Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo ViaOrabona 4 70125 Bari

con il termine ldquoterre rarerdquo o lantanidi si indicano glielementi chimici compresi nella tavola periodica frail lantanio ed il lutezio inclusi lrsquoittrio e lo Scandioi quali manifestano comuni proprietagrave chimiche con-nesse ad una simile configurazione elettronica ester-na negli ultimi anni i lantanidi sono stati larga-mente impiegati in campo industriale agricolo ezootecnico in cina a partire dagli anni lsquo80 vengo-no usati in agricoltura fertilizzanti costituiti damiscele di vari elementi ma soprattutto lantanio(la) e cerio (ce) lrsquouso intensivo e su larga scala ditali composti suscita crescenti preoccupazioni per lapossibile contaminazione di suoli ecosistemi acqua-tici e derrate alimentari dal momento che gli effettidi tali elementi sulla salute non sono ben chiari lamaggior parte dei dati presenti in letteratura riguar-da la somministrazione di miscele di terre rare e dicomposti contenenti la a varie specie di vegetali inalcune piante sono stati osservati effetti positivi tra iquali la promozione della germinazione dei semi losviluppo di radici e germogli la resistenza contro glistress (ippolito et al 2007 liu et al 2012) la fio-ritura la produttivitagrave in campo (Hu et al 2004)altri studi al contrario evidenziano effetti nulli oaddirittura inibitori di tali sostanze su colture di inte-resse agrario (naRdi et al 2005 drsquoaQuino et al2009) una sintesi dei dati disponibili sugli effetti dila ce e miscele di terre rare in vari sistemi animalie vegetali egrave stata recentemente pubblicata (pagano etal 2012) i dati riportati riguardano crescita svilup-po e indicazioni di tossicitagrave in alcuni sistemi animalie vegetali numerosi dati anche contrastanti riguar-

dano gli effetti del ce sia come pro-ossidante checome antiossidante dalla letteratura emerge lrsquoesi-genza di studi che determinino gli effetti dei singolilantanidi sugli organismi animali e vegetali per valu-tarne la potenziale tossicitagrave Scopo di questo lavoro egrave stato lo studio della sommi-nistrazione di ce trivalente (ce3+) ad una speciemodello Lemna minor L pianta acquatica giagrave utiliz-zata per studi su lantanio e miscele di terre rare(ippolito et al 2010) al fine di avere informazionicirca le soglie di tolleranzatossicitagrave di L minor versoil ce3+ tale specie oltre che per il fitorimedio egraveanche utilizzata secondo la iSo 20079 (2004) neitest di biotossicitagrave per lrsquoecosistema acquatico peralcune sue caratteristiche quali elevata velocitagrave di cre-scita propagazione vegetativa e ridotte dimensioniche la rendono adatta a studi eco- tossicologici

MateRiali e Metodi

piante di L minor sono state coltivate in una soluzio-ne di mantenimento (Knop 1865) a pH 44 per 15giorni in camera di crescita alla temperatura di 24 plusmn2 degc con illuminazione a fluorescenza bianca conuna intensitagrave luminosa di 90 μe m-2 s-1 e fotoperio-do lucebuio di 1410 h in ogni cella di una piastraa pozzetti multipli sono state poste 10 fronde di Lminor in un volume di 2 ml di mezzo di crescita(testimone) a cui sono stati aggiunti nei trattatinitrato di cerio esaidrato (cen3o9 6H2o) in con-centrazioni finali di 25 - 5 - 10 - 20 μM e 1 mMoppure nitrato di calcio ca(no3)2 alla concentrazio-

406 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

note preliminari sullrsquoeffetto della somministrazione di cerio in Lemna minor

Ma zicaRi a paRadiSo f toMMaSi

aBStRact - Preliminary note on effect of Cerium administration in Lemna minor - This study aimed at investigat-ing the effects of Ce3+ on the growth of duckweed (Lemna minor L) plants as a test system (iSo 20079) L minorplants were treated with 00025 0005 0010 0020 1 mM ce(no3)3 or ca(no3)2 1 mM over a 15 day period theinfluence of Ce3+ was evaluated according to the iSo 20079 test protocol on the basis of growth parameters as relativegrowth rate (RgR) expressed as frond number and relative frond number (Rfn) compared with the control concentra-tions of ce3+ lower than 1 mM did not affect significantly the growth parameters On the contrary 1 mM ce(no3)3negatively affected the growth from 7 days to 15 days whereas 1 mM ca(no3)2 stimulated duckweed leaf growth datahere reported showed toxic effect of Ce3+ at millimolar concentrations and suggested that L minor could be a speciesuseful for Ce3+ presence biomonitoring in aquatic environment

Key words antiossidanti risposte di crescita terre rare test di tossicitagrave

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

ne finale di 1 mM per il testimone e per ogni tratta-mento sono stati allestiti 4 pozzetti le analisi sonostate eseguite in cinque repliche le piastre sono statecollocate in camera termostatata e sono stati analiz-zati i seguenti parametri di crescita tasso di crescitarelativo (RgR) numero di fronde relativo (Rfn)crescita di fronde in percentuale (fn) le misurazio-ni sono state fatte ad intervalli di 24 ore nelle provepreliminari e in seguito si egrave stabilito di effettuare leanalisi ogni 3 5 7 12 15 giorni utilizzando unostereoscopio per poter contare tutte le fronde visibi-li Seguendo la iSo 20079 RgR egrave stato calcolatocontando il numero di fronde per ogni concentrazio-ne e applicando la seguente formula (lnnn-lnn0)tndove n0 egrave il numero iniziale di fronde nn egrave il nume-ro finale di fronde tn egrave il tempo di durata dellrsquoespe-rimento Rfn egrave stato calcolato usando la formulann-n0 n0 fn egrave stato calcolato come variazionepercentuale del numero delle foglie rispetto al nume-ro delle stesse allrsquoinizio dellrsquoesperimento valore con-siderato pari al 100 ersquo stato periodicamente osser-vato lrsquoaspetto delle fronde al fine di analizzare even-tuali segni di clorosi e necrosi utilizzando un micro-scopio ottico

RiSultati e diScuSSione

nei saggi eco-tossicologici RgR egrave considerato il piugraveattendibile tra i parametri di crescita in quantoessendo basato sul conteggio delle fronde egrave indipen-dente dalle dimensioni delle fronde stesse e dalla bio-massa (Radic et al 2010) e in condizioni di tossici-tagrave piccole gemme possono protrudere ed essere con-tate come singole fronde (MoHan HoSetti 1999nauMann et al 2007) RgR egrave inoltre considerato ilparametro piugrave sensibile per valutare la tossicitagrave croni-ca (MacKenzie et al 2003) i dati ottenuti dimostra-no che in presenza di basse concentrazioni di ce3+

(25-20 μM) si verifica una crescita maggiore rispettoal testimone di 12-15 giorni anche se le variazioni diRgR Rfn (dati non mostrati) e fn (fig 1) nonsono risultate statisticamente significative

Quindi i trattamenti a concentrazioni micromolaridi ce non interferiscono con la normale crescita dellapianta che inoltre non presenta alterazioni morfolo-giche evidenti per verificare la soglia di tossicitagrave del ce le piante diL minor sono state coltivate per 15 giorni in soluzio-ne nutritiva arricchita di nitrato di cerio esaidrato aconcentrazione finale 1 mM per escludere i possibi-li effetti del nitrato alcuni campioni sono stati colti-vati con nitrato di calcio alla stessa concentrazionefinale di 1 mM in sostituzione del nitrato di ceriodopo 7 giorni di trattamento con ce3+ si osserva unasignificativa diminuzione dei parametri di crescitaanalizzati rispetto al testimone RgR in particolarediminuisce del 60 e dellrsquo 80 rispettivamentedopo 7 e 15 giorni (fig 2 a)un andamento simile si ha per fn dalla cui analisisi osserva lrsquoinibizione di crescita delle foglie del 19al settimo giorno e del 50 al quindicesimo giornorispetto al testimone (fig 2 B) inoltre le foglie cre-sciute a concentrazione di ce3+ 1 mM appaiono bru-

407Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 1crescita di fronde in percentuale (fn) di L minor incen3o9 da 25 μM a 20 μM in 15 giornifn in L minor on cen3o9 from 25 μM to 20 μM for15 days

fig 2a) RgR B) fn in Lemna minor l esposta per 15 giornia trattamenti 1 mM di ce3+e ca2+ p lt 005 secondo il t-studenta) Relative growth rate based on frond number B)growth of leaves in Lemna minor l exposed for 15 daysto treatments 1 mM ce3+ and ca2+ p lt 005 for significant differences between treatmentsand control according to t-student

nastre con aree necrotiche e clorotiche un analogoandamento si osserva per Rfn (dato non mostrato)pertanto il ce3+ 1 mM influenza negativamente lacrescita e mostra effetti tossici al contrario le frondedi L minor fatte crescere in presenza di ca(no3)2alla concentrazione finale di 1 mM mostrano unaumento della crescita rispetto al testimone pertutti i tempi di analisi ma con una differenza signi-ficativa a partire dal settimo giorno (fig 2 a 2 B) iltrattamento con nitrato di ce quindi a differenza diquello con nitrato di calcio mostra un effetto nega-tivo sulla crescita di piante di lenticchia drsquoacqualrsquoinibizione della crescita puograve essere dovuta allrsquoaccu-mulo di ce3+ analogamente a quanto descritto per imetalli che a concentrazioni tossiche inibisconolrsquoallungamento e lrsquoespansione cellulare (poScHen-RiedeR BaRcelograve 2004 SRivaStava et al 2006)oppure allrsquointerferenza con lrsquoassunzione di altri ele-menti nutritivi infatti egrave stato riportato che in pian-tine di riso il ce3+ interferisce con lrsquoaccumulo diferro potassio magnesio calcio sodio e di altri ele-menti minerali nutritivi (liu et al 2012) ulterioristudi sono necessari per valutare se e in quali tessutiil ce3+ venga accumulato e lrsquoeffetto dello stesso sualtri parametri quali i sistemi antiossidanti i livelli dispecie reattive dellrsquoossigeno ed il danno ossidativo inconclusione L minor si mostra tollerante allrsquoesposi-zione a concentrazioni micromolari di ce3+ ma nona concentrazioni piugrave elevate e pertanto potrebbe esse-re una specie utile per il biomonitoraggio della pre-senza di ce3+ in ambienti acquatici

letteRatuRa citatadrsquoaQuino l de pinto Mc naRdi l MoRgana M

toMMaSi f 2009 ndash Effect of some light rare earth ele-ments on seed germination seedling growth and antioxi-dant metabolism in triticum durum chemosphere75 900-905

Hu z RicHteR H SpaRoveK g ScHnug e 2004 ndashPhysiological and biochemical effect of rare earth elementson plants and their agricultural significance a review Jplant nutr 27 183-220

ippolito Mp faSciano c drsquoaQuino l MoRganaM toMMaSi f 2010 ndash Responses of antioxidant sys-tems after exposition to rare earths and their role in chill-ing stress in common duckweed (lemna minor L) adefensive weapon or a boomerang arch environcontam toxicol 58 42-52

ippolito Mp paciolla c drsquoaQuino l MoRganaM toMMaSi f 2007 ndash Effect of rare earth elements ongrowth and antioxidant metabolism in lemna minor Lcaryologia 60 125-128

iSodiS 20079 2004 ndash Water qualitymdashdetermination ofthe toxic effect of water constituents and wastewater onduckweed (lemna minor)mdashDuckweed growth inhibi-tion test iSo tc 147Sc 5Wg 5

Knop W 1865 ndash Quantitative Untersuchungen uumlber dieErnahrungsprozesse der Pflanzen landwirtsch versStn 7 93-107

liu d Wang X lin y 2012 ndash The effect of cerium onthe growth and some antioxidant metabolism in riceseedlings environ Sci pollut Res 19 3282-3291

MacKenzie SM Waite S Metcalfed J Joyce cB2003 ndash Landfill leachate ecotoxicity experiment usinglemna minor L Water air Soil poll focus 3 171-179

MoHan BS HoSetti BB 1999 ndash Aquatic plants fortoxicity assessment environ Res 81 259-274

naRdi l caRBoni Ma MoRgana M BaRBeSti SeRRico S zoina a drsquoaQuino l 2005 ndash Effect ofrare earth elements on the growth of agrobacterium sppand Rhizobium leguminosarum Frank cytometrypart a 69a 443-444

nauMann B eBeRiuS M appenRotH KJ 2007 ndashGrowth rate based dose-response relationships and EC-values of ten heavy metals using the duckweed growthinhibition test (ISO 20079) with lemna minor Lclone plant physiol 164 1656-1664

pagano g toMMaSi f guida M 2012 ndash Comparativetoxicity of cerium and of the other rare earth elements(REEs) in plant and invertebrate test systems inizyuMov a plaKSin g (eds) Cerium MolecularStructure Technological Applications and Health Effects107-124 nova Science publishers Hauppauge nyuSa

poScHenRiedeR c BaRcelograve J 2004 ndash Water relations inheavy metal stressed plants in pRaSad Mnv (ed)Heavy metal stress in plant from biomolecules to ecosys-tems 249-270 Springer Berlin

Radic S Stipanicev d cvJetKo p MiKelic ilRaJcic MM SiRac S pevaleK-Kozlina Bpavlica M 2010 ndash Ecotoxitological assessment ofindustrial effluent using duckweed (lemna minor L) asa test organism ecotoxicology 19 216-222

SRivaStava S MiSHRa S tRipatHi Rd 2006 ndash Copper-induced oxidative stress and responses of antioxidants andphytochelatins in Hydrilla verticillata Royle aquattoxicol 80 405-415

RiaSSunto - in questo studio sono riportati i dati pre-liminari concernenti le risposte alla somministrazione dice3+ di una specie acquatica Lemna minor l usata comebiomarker (iSo 20079) piante di L minor sono statetrattate per 15 giorni con cen3o9 6H2o a concentrazio-ni tra 25 μM e 1 mM oppure con ca(no3)2 a concentra-zione 1 mM Sono stati analizzati parametri di crescitaquali il tasso di crescita relativo basato sul numero di fron-de (RgR) il numero relativo di fronde (Rfn) e la cresci-ta di fronde in percentuale (fn) il trattamento con ce3+

1 mM ha inibito significativamente la crescita a partire dasette giorni di incubazione mentre le minori contrazioninon hanno mostrato variazioni statisticamente significati-ve la somministrazione di ca(no3)2 1 mM al contrarioha stimolato la crescita in modo significativo giagrave dal setti-mo giorno suggerendo un effetto tossico del ce3+ a parti-re da concentrazioni millimolari

408 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

autoRi

Maria Alessandra Zicari Annalisa Paradiso Franca Tommasi (francatommasiunibait) Dipartimento di BiologiaUniversitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70126 Bari

le collezioni xilologiche (xylaria) hanno da sempreassunto una notevole importanza sia per il ruolosvolto in campo didattico sia per quello svolto inambito scientifico nei settori della botanica archeo-logia etnologia tecnologia del legno ed in particola-re dove egrave richiesto il confronto tra campioni(uRBinati giove 2012) attualmente collezioni xilologiche sono presenti inquasi tutti gli stati anche se le principali per numerodi campioni sono negli uSa per quanto concernelrsquoitalia solo quattro collezioni sono state inseritenella quarta edizione dellrsquoIndex Xylariorum (lyncHgaSSon 2010) il patrimonio nazionale tuttavia egravesicuramente molto piugrave ampio ma risulta difficile sti-marlo sia sul piano qualitativo che quantitativo inquanto sino ad oggi non egrave stato effettuato un censi-mento completo una delle collezioni italiane piugrave interessanti per unaserie di peculiaritagrave che la contraddistinguono egrave laXylotomotheca Italica di adriano fiori essa fu realiz-zata nei primi anni del novecento col preciso obiet-tivo di completare ed arricchire la Flora ItalicaExsiccata (FIE) la piugrave grande raccolta italiana diexsiccata fanerogamici realizzata da fiori pampaninie Begraveguinot in particolare lo scopo degli autori fuquello di corredare gli exsiccata con le sezioni micro-tomiche del legno le schede relative alla

Xylotomotheca Italica furono pubblicate a partire dal1905 come appendice delle Schedae ad FloramItalicam Exsiccatam (fioRi et al 1905)la collezione egrave costituita da sezioni trasversali e lon-gitudinali dello spessore di circa 01 mm e con lealtre dimensioni variabili (le8 cm) (di paSQualeallevato 2007) il microtomo utilizzato per la rea-lizzazione delle sezioni fu ideato e progettato dallostesso fiori e da lui denominato ldquonuovo microtomoautomatico a doppia rotazionerdquo (fioRi 1900) nellaversione originaria della collezione le sezioni sonoconfezionate in pieghi di cartoncino contenenti unao due coppie delle sezioni trasversali e longitudinalii pieghi in cartoncino sono a loro volta inseriti inbustine di carta esse sono corredate da una etichet-ta sulla quale sono riportati il numero drsquoordine delcampione il binomio linneano la porzione anatomi-ca rappresentata dalla sezione il luogo e la data diraccolta in molti casi il riferimento al campione dellaFIE ed infine il nome del curatore al progetto col-laborarono numerosi botanici traverso pampaninigortani ferro cerica goiran vaccari MezzanaBicknell cecconi nicoli Bardi andrea fiori etrotter la collezione egrave costituita da 215 campioni corrispon-denti a 184 taxa specifici appartenenti a 113 generiSi tratta soprattutto di entitagrave della flora italiana

409infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

la Xylotomotheca Italica del Museo orto Botanico dellrsquouniversitagrave di Bari

v cavallaRo g SignoRile f caRRuggio f Mantino l foRte

aBStRact - The Xylotomotheca italica of the Botanical Garden Museum of Bari University -the Xylotomotheca Italicawhich was realized by adriano fiori at the beginning of the 20th century is a really interesting and peculiar historical col-lection it is composed of thin sections of wooden species While most of the species belong to italian flora only a few ofthem are exotic ones which are cultivated in italy fiori had the specific aim of enriching Flora Italica Exsiccata (FIE) andof supplying botanists with invaluable comparative material Moreover he designed the microtome which was used to cutthe sections the collection consists of 215 samples the sections are enclosed in bended cards which are contained insmall labelled envelopes a different version of the Xylotomotheca Italica which was produced with didactic purposes isstill conserved at the Botanical garden Museum of Bari university it was probably acquired together with some FIE exs-iccata by the Herbarium Horti Botanici Barensis (Bi) which is now part of the Botanical garden Museum in this ver-sion sections and labels are put between two rectangular pieces of glass which are sealed with a grey tape this collectionis composed of 154 samples which include 135 subgeneric taxa belonging to 93 genera it is generally fairly well con-served and some actions whose aim is restoring the collection have been started

Key words adriano fiori exsiccata Xylotomotheca Italica

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

mentre solo una piccola percentuale egrave rappresentatada esotiche (cuccuini 2002) Si ritiene che la colle-zione completa e nella sua veste originaria sia presen-te solo presso lrsquoerbario di padova (pad) elrsquoHerbarium Centrale Italicum (fi) (cuccuini2002) viceversa parti di essa o versioni diverse daquella originaria sono presenti presso numerosi erba-ri italiani ed anche presso istituzioni estere come iKew Royal Botanic Gardens (httpwwwkeworg)

RiSultati e diScuSSione

presso il Museo orto Botanico dellrsquouniversitagrave di Bariegrave presente la Xylotomotheca Italica non nella sua vesteoriginaria bensigrave in una versione realizzata per scopididattici Molto probabilmente essa fu acquisitacongiuntamente agli exsiccata della FIE dalla profssafrancini negli anni della sua permanenza pressolrsquoateneo barese (1940-1961) le sezioni sono monta-te con lrsquoetichetta tra due vetri rettangolari di 10x15cm oppure di 13x18 cm e sigillati con un nastro intela grigia (fig 1)Sia i preparati che le etichette sono del tutto uguali aquelli presenti nella versione originaria la collezione

egrave composta da 154 campioni corrispondenti a 135taxa specifici appartenenti a 93 generi la maggiorparte dei preparati proviene dalla provincia di firenzeed il curatore egrave tranne poche eccezioni adrianofiori i campioni sono a loro volta conservati in 16cofanetti di cartone rigido di colore grigio chiusimediante un nastro di cotone dello stesso colorepresso lrsquoerbario del laboratorio di Botanica agraria(fiaf) dellrsquouniversitagrave di firenze egrave conservata lamedesima versione realizzata a scopi didattici che egravecostituita da 178 campioni collocati in 18 cofanetti(cuccuini 2002)attualmente in relazione ad un rinnovato interesseverso le collezioni xilologiche dovuto ai piugrave recentiutilizzi in campo sperimentale (ManiatiS et al2011) didattico divulgativo ed alla consapevolezzache la Xylotomotheca Italica possiede tutte le caratte-ristiche di un bene culturale (d lgs n 422004 art11) sono state avviate alcune azioni tese al recuperoconservativo della collezione presente presso ilMuseo orto Botanico in primo luogo egrave stato valu-tato lo stato di conservazione dei singoli campioni alfine di evidenziare gli eventuali interventi da effet-tuare ersquo risultato che solo 3 campioni presentano ivetri rotti tuttavia le sezioni non sono danneggiateviceversa in quasi tutti i campioni il nastro che sigil-la i vetri egrave logoro e consunto pertanto egrave possibileaffermare che la collezione egrave complessivamente inun discreto stato conservativola collezione egrave stata inoltre informatizzata medianteapposito software (fileMaker pRo 12 clariscorporation) riportando nei vari campi le informa-zioni presenti sui cartellini Questo intervento hapermesso di fruire facilmente delle informazioni inessa contenute prossimamente si completeragrave il lavo-ro realizzando alcuni interventi di restauro sui cam-pioni ed effettuando lrsquoacquisizione in formato elet-tronico della loro immagine con uno scanner perdocumenti di pregio anche al fine di implementareun archivio elettronico consultabile via internet

letteRatuRa citatacuccuini p 2002 ndash La Xylotomotheca italica un caso

insolito di serie di exsiccata Catalogo e spigolature stori-che Museol Sci 19(1) 97-119

di paSQuale g allevato e 2007 ndash Collezioni di legnie carboni in Mazzoleni S pignatelli S (a cura di)I Musei delle Scienze Agrarie lrsquoevoluzione delleWunderkammern 79-81 ed universitagrave di napolifederico ii

fioRi a 1900 ndash Nuovo microtomo automatico a doppiarotazione Malpighia 14 411-424

fioRi a Beacuteguinot a paMpanini R 1905 ndash Schedae adFloram Italicam Exsiccatam n giorn Bot ital ns12(2) 143-144

lyncH aH gaSSon pe 2010 ndash Index XylariorumEdition 4 Royal Botanic gardens Kew published onthe internet

ManiatiS d Saint andReacute l teMMeRMan M MalHiy BeecKMan H 2011 ndash The potential of using xylar-ium wood samples for wood density calculations a com-parison of approaches for volume measurement forest 4150-159

uRBinati c giove M 2012 ndash Collezioni xilologiche in

410 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

fig 1un campione della Xylotomotheca Italica presente presso ilMuseo orto Botanico dellrsquouniversitagrave di Baria sample of the Xylotomotheca Italica at the Botanicalgarden Museum of Bari university

taffetani f (a cura di) Herbaria nardini editorefirenze

RiaSSunto - la Xylotomotheca Italica di adriano fiorirealizzata nei primi anni del novecento rappresenta unadelle collezioni storiche piugrave interessanti e peculiari nel suogenere Si tratta di sezioni sottili di numerose specie legno-se tra le piugrave rappresentative della flora italiana e di alcunespecie esotiche coltivate in italia lrsquoautore realizzograve la col-lezione col preciso obiettivo di arricchire la Flora ItalicaExsiccata (FIE) e pertanto di fornire un prezioso materialedi confronto per quanti svolgevano lavori botanici inoltreprogettograve il microtomo utilizzato per effettuare le sezioninella versione originaria della collezione costituita da 215

campioni le sezioni sono confezionate in pieghi di carton-cino a loro volta riposti in bustine corredate da unrsquoetichet-ta la Xylotomotheca Italica presente presso il Museo ortoBotanico dellrsquouniversitagrave di Bari fu acquisita probabil-mente insieme ai campioni della FIE presenti pressolrsquoHerbarium Horti Botanici Barensis (Bi) essa non si pre-senta nella sua veste originaria bensigrave in una versione realiz-zata per scopi didattici le sezioni con la relativa etichet-ta sono montate tra due vetri rettangolari sigillati da unnastro di tela grigia la collezione egrave composta da 154 cam-pioni comprendenti 135 taxa sub-generici appartenenti a93 generi Sono stati avviati alcuni interventi tesi al recu-pero della collezione che si presenta complessivamente inun discreto stato di conservazione

411

autoRi

Viviana Cavallaro (vivianacavallarounibait) Luigi Forte Dipartimento di Biologia e Museo Orto Botanico Universitagrave diBari ldquoAldo Morordquo Via E Orabona 4 70126 BariGiovanni Signorile Francesca Carruggio Francesca Mantino Museo Orto Botanico Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via EOrabona 4 70126 Bari

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

Malgrado siano trascorsi ben 40 anni il noto afori-sma di dobzhansky secondo cui ldquoniente in biologiaha senso se non alla luce dellrsquoevoluzionerdquo(doBzHanSKy 1973) non solo nulla ha perso dellasua straordinaria forza concettuale ma di fatto haoggi un significato ancor piugrave profondo in relazione aipiugrave recenti studi nel campo della biologia evolutivadello sviluppo (evo-devo) disciplina che estende ulte-riormente la visione unificante che negli anni lsquo30 elsquo40 del secolo scorso condusse alla sintesi evoluzioni-stica coniugando la genetica con le ldquoclassicherdquo scien-ze naturali (MuumllleR 2007)Svolgere adeguata divulgazione scientifica sulla teoriadellrsquoevoluzione appare perograve un compito estrema-mente difficile di evoluzione si parla nei contestipiugrave disparati ma non di rado i concetti basilari dellateoria darwiniana e delle sue successive elaborazionivengono travisati al punto da attribuire a darwinstesso affermazioni mai da lui pronunciate o scrittea cominciare dal famigerato rdquolrsquouomo discende dallascimmiardquo frase che manifesta la totale ignoranza dichi la pronuncia sulle tematiche in questione ersquoanche spiacevolmente frequente una volgarizzazioneerronea del concetto di evoluzione che viene inter-pretato come un ldquocammino verso la perfezionerdquo conlrsquointroduzione di elementi di teleologia del tuttoinappropriati allrsquoindirizzo httpevolutionberke-leyedu egrave disponibile un utile elenco di tipici erroriconcettuali sulla tematica dellrsquoevoluzione con relati-ve argomentazioni e note esplicative Se sono ben chiari i motivi della opportunitagrave e neces-sitagrave di insegnare i principi ed i meccanismi dellrsquoevo-luzione a tutti i livelli dellrsquoistruzione scolastica eduniversitaria non sono a tuttrsquooggi disponibili ade-

guati strumenti didattici neacute vi egrave stato se non episo-dicamente un confronto con i potenziali fruitoridegli interventi formativi per sperimentare le moda-litagrave piugrave efficaci con cui trasmettere i complessi edarticolati concetti della teoria dellrsquoevoluzione supe-rando le fin troppo diffuse inesattezze e gli erroriconcettuali precedentemente menzionatiil ruolo delle risorse museali per una efficace didatti-ca dellrsquoevoluzione egrave stato messo in rilievo da alcunistudi (Spiegel et al 2012) compiuti prevalentemen-te negli Stati uniti dove egrave piugrave avvertibile il problemadelle resistenze di tipo ideologicoreligioso in parti-colare nelle aree in cui sono particolarmente diffusi ilcreazionismo e lrsquoipotesi dellrsquoIntelligent Design che nerappresenta una versione ldquoaggiornatardquo dallrsquoesigenza di colmare questa grave lacuna nascepresso il Museo orto Botanico strutturadellrsquouniversitagrave degli Studi di Bari ldquoaldo Morordquo ilprogetto denominato e-Move (evoluzione delMondo vegetale) il progetto nasce dallrsquoidea che labiodiversitagrave vegetale vista in chiave diacronica possacostituire uno strumento molto efficace per la divul-gazione scientifica su questo tema cosigrave importante ilprogetto annuale che ha ricevuto un finanziamentodal MiuR nellrsquoambito della legge 62000 per la dif-fusione della cultura scientifica presenta alcuni ele-menti di novitagrave che verranno discussi in questo brevecontributo

aRticolazione del pRogettoil progetto si articola su 3 linee (a) allestimento nelMuseo orto Botanico di spazi espositivi sperimenta-li per elaborazione e validazione di strategie didatti-co-divulgative (B) Realizzazione di giochi interattivi

412 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

Risorse per insegnare lrsquoevoluzione dei vegetali il progetto e-Move

a gRano Mc de tullio

aBStRact - Resources for teaching plant evolution the E-MoVe project -the e-Move (evolution of the plant World)project tackles the problem of the scarcity of effective educational tools for teaching evolution in spite of the undoubtedimportance of the topic Within the Botanical garden Museum of the university of Bari methodologies for teaching evo-lution will be developed in collaboration with school teachers and other stakeholders novel teaching tools includinginteractive videogames will be made available to national and international institutions for testing and validation theproject funded by the italian Ministry of education also aims at providing training to school teachers and scientific muse-um operators

Key words plant evolution scientific museum teaching

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

(c) formazione di docenti ed operatori museali

(a) lo spazio espositivo consentiragrave di sperimentarestrategie di comunicazione e divulgazione valorizzan-do strutture attrezzature e competenze giagrave presenti esi articola in 3 parti (a phylowall b darwin e lepiante c iconografia botanica) con aula didatticaper la formazionea phyloWall la parete della filogenesi delle pianteil ldquogiardino verticalerdquo nasce a scopo decorativo-arti-stico su idea del botanico e designer p Blanc ilphyloWall avragrave una funzione scientifico-didatticaattraverso la disposizione degli organismi secondouno schema filogenetico si visualizzeragrave in manieraimmediata il concetto di evoluzione una legendacon datazione e localizzazione geografica dei repertifossili verragrave collocata accanto al phylowall per unaimmediata fruibilitagraveb darwin e le pianteverragrave allestita lrsquoipotetica ricostruzione dello studio didarwin con alcune delle immagini piugrave significativelegate allrsquoelaborazione del concetto di evoluzioneverragrave collocato uno schermo touch-screen per i giochiinterattivi c iconografia botanica localeverranno allestite teche per lrsquoesposizione di volumitra cui la flora del Regno di napoli di Micheletenore allo scopo di evidenziare il legame tra il pas-sato ed il futuro della ricerca botanica

(B) la realizzazione di materiale didattico innovativocostituisce un obiettivo fondamentale del progettoun comitato di redazione tecnico-scientifico in col-laborazione con uno studio professionale specializza-to nella comunicazione multimediale si occuperagrave diideare e realizzare materiale didattico che verragrave poidistribuito per la validazione nellrsquoambito di una retedi collaborazione nazionale ed internazionale

(c) la formazione si articoleragrave in (a) visite guidateper alunni (b) corsi per insegnanti e operatorimuseali con la collaborazione dellrsquoassociazionenazionale insegnanti di Scienze naturali (aniSn)si prevede la formazione di insegnanti sulle tematichedellrsquoevoluzione biologica utilizzando sia un approc-cio storico-didattico con lrsquouso dellrsquoerbario e dellabanca del germoplasma sia lo sviluppo di strumentiinterattivi informaticii moduli di formazione affronteranno temi che spa-ziano dallrsquoinquadramento storico della teoria dellrsquoe-voluzione allrsquouso delle moderne tecniche di sistema-tica molecolare sviluppando specifici percorsi didat-tici per i diversi livelli di approfondimento un ruolofondamentale verragrave attribuito allrsquouso delle risorsemuseali

pRoSpettive futuReil progetto ha elevate potenzialitagrave di fornire ricaduteper la diffusione della cultura scientifica sia a livellolocale sia come esperienza pilota da esportare in altrerealtagrave territoriali nazionali in particolare la collabo-razione con lrsquoaniSn consente lrsquoimplementazionedel progetto nelle ldquoscuole presidiordquo ed una piugrave ampiautilizzabilitagrave del materiale didattico sullrsquoevoluzionedelle piante che verragrave messo a disposizionela collaborazione con altre universitagrave orti Botanicie Musei della Scienza costituiragrave una rete aperta ad unbacino di utenza piugrave ampio e permetteragrave di esporta-re sul piano nazionale lrsquoesperienza maturata nellrsquoam-bito del progettole azioni connesse alla realizzazione di e-Move pro-muoveranno su scala nazionale la costituzione dinodi in una rete di comunicazione e diffusione dellacultura scientifica nel campo specifico dellrsquoevoluzio-ne delle piante con lrsquoobiettivo generale di elevare illivello di competenze degli studenti dei docentidegli operatori museali e del pubblico di non addet-ti ai lavori in ambito scientifico sostenendo la for-mazione continua la formazione di operatorimuseali guide naturalistiche ed altre figure profes-sionali per ampliare le conoscenze naturalistiche ter-ritoriali egrave un obiettivo di particolare rilevanza sia perla valorizzazione delle risorse umane sia per la tuteladei beni ambientali e dellrsquoingente patrimonio costi-tuito dalla biodiversitagrave vegetale nel nostro paese conlrsquoobiettivo di salvaguardare specie a rischio di estin-zione nella fattispecie piante che hanno rivestito unparticolare significato nel corso dellrsquoevoluzione

letteRatuRa citatadoBzHanSKy t 1973 ndash Nothing in biology makes sense

except in the light of evolution amer Biol teacher 35127-129

MuumllleR g 2007 ndash Evo-devo extending the evolutionarysynthesis nat Rev genet 8 943-949

Spiegel an evanS eM fRazieR B Hazel a taReM gRaM W diaMond J 2012 ndash Changing muse-um visitorrsquos concept of evolution evo edu outreach5 43-61

RiaSSunto ndash viene brevemente presentato il progettoe-Move (evoluzione del Mondo vegetale) attualmentein corso di realizzazione presso il Museo orto Botanicodellrsquouniversitagrave degli Studi di Bari ldquoaldo Morordquo il proget-to che ha ricevuto un finanziamento MiuR nellrsquoambitodella legge 62000 per la diffusione della cultura scientifi-ca si propone di allestire uno spazio espositivo che si poneanche come centro permanente per la ideazione realizza-zione e diffusione di efficaci strategie didattiche sui temidellrsquoevoluzione biologica attraverso la costituzione di unarete di validazione nazionale ed internazionale noncheacute larealizzazione di incontri di formazione per docenti discuole di ogni ordine e grado ed operatori museali

413Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

autoRi

Antonella Grano Museo Orto Botanico Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70126 BariMario C De Tullio (mariodetulliounibait) Dipartimento di Biologia Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70126Bari

il genere Arum l (Araceae) comprende in italia trespecie poliploidi A apulum (carano) p c Boyce Amaculatum l e A italicum Mill in questo genere itaxa poliploidi tendono ad occupare areali geograficimolto ampi rispetto alle specie diploidi (Bedalov1981) infatti A italicum egrave principalmente diffusodal caucaso attraverso la regione del Mediterraneofino alla costa atlantica (BonnieR 1931 MeuSel etal 1965 diHoRu 1970 Bedalov 1975) A macu-latum secondo MeuSel et al (1965) teRpograve (1973)e Bedalov (1981) egrave distribuito in europa centrale eoccidentale A maculatum e A italicum presentanotuberi rizomatosi al contrario del poliploide A apu-lum che ha il tubero a forma discoide (BedalovKupfeR 2005) in riferimento allrsquoorigine delle speciedel genere Arum Bedalov KupfeR (2005) suggeri-scono che la forma discoide del tubero sia da consi-derare ancestrale rispetto alla forma rizomatosaSuccessivamente questi dati sono stati confermati daindagini molecolari (eSpigravendola et al 2010) in precedenti lavori al fine di chiarire la tassonomiadel genere Arum sono stati riportati alcuni aspetticitologici e citotassonomici (goRi 1958 MaRcHi etal 1964 BeuRet 1971 1972 MaRcHi 1971Bedalov 1975 1981 Bedalov et al 1998) lamaggior parte delle specie di Arum egrave diploide connumero cromosomico 2n=28 mentre sono pochi itaxa poliploidi conosciuti A maculatum e A apulumsono tetraploidi con 2n=56 mentre A italicum egrave esa-ploide con 2n=84 le analisi cariologiche hannomostrato in dettaglio i cariotipi di quattro speciediploidi e due poliploidi i taxa analizzati inoltrehanno evidenziato un ldquocariotipo di baserdquo caratteriz-

zato dalla presenza di alcuni cromosomi marker(drsquoeMeRico et al 1993 Bianco et al 1994) il presente contributo fornisce pertanto informazio-ni sulla cariomorfometria delle suddette specie poli-ploidi

MateRiali e Metodile analisi cariologiche sono state effettuate su apiciradicali pretrattati con colchicina 03 per 2h equindi fissati per 5 min con 5111 (vv) (alcol eti-lico assoluto cloroformio acido acetico glaciale for-maldeide) successivamente sono stati idrolizzati per20 min con Hcl 55n e colorati con reattivo difeulgen la nomenclatura utilizzata per descrivere ilcariotipo segue levan et al (1964)per valutare il livello di simmetria del cariotipo sonostati utilizzati gli indici di asimmetria a1 (indiceintracromosomale) e a2 (indice intercromosomale)(RoMeRo zaRco 1986)

RiSultati e diScuSSioneArum maculatum e A italicum sono caratterizzati daun cariotipo asimmetrico comprendente numerosicromosomi submetacentrici con A italicum chemostra un indice intracromosomale (a1=043) piugraveelevato rispetto ad A maculatum (a1=039)dal punto di vista citologico egrave interessante notareche nelle specie esaminate sono state osservate coppiedi cromosomi caratterizzate dalla presenza di seg-menti telomerici debolmente colorati dal feulgenprecedentemente descritti come costrizioni seconda-rie (drsquoeMeRico et al 1993) dyeR (1963) e voSacolaSante (1995) descrivono simili segmenti

414 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

indagini cariomorfometriche in tre taxa poliploidi del genere Arum

a tuRco p Medagli a alBano S drsquoeMeRico

aBStRact - Karyomorphometry on three polyploid taxa of arum - Somatic chromosomes of three polyploid taxa of Arumhave been investigated A italicum showed 2n = 84 chromosomes and the karyotype is composed by numerous asymmet-ric chromosomes A maculatum and A apulum have shown 2n = 56 chromosomes the karyotype morphology of Aitalicum is similar to that of A maculatum but the most asymmetrical karyotype and the presence of numerous weaklyfeulgen-stained segments of the former suggest a more recent origin respect to latter differently A apulum has showed asymmetrical karyotype and few weakly feulgen-stained segments

Keywords allocyclic segments Arum karyotype asymmetry

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

denominati ldquoallocyclic segmentsrdquo in diversi gruppidi piante (Gasteria duval Iris l Aloe l) voSaBennett (1990) e Bennett gRiMSHaW (1991)inoltre suggeriscono lrsquoutilitagrave di questi segmenticome indicatori dellrsquoevoluzione del cariotipo e quin-di determinanti nellrsquoidentificazione dei cariotipidelle varie entitagrave al riguardo Arum italicum hamostrato il maggior numero di cromosomi conte-nenti i suddetti segmenti in comparazione a quelliosservati nei complementi di A maculatum A apu-lum e nei diploidi A orientale M Bieb subsp orien-tale e A cylindraceum gasp (drsquoeMeRico et al1993) differentemente A apulum egrave una specie tetraploidecon una distribuzione limitata al Sud italia (puglia)(caRano 1934 goRi 1958 Bianco et al 1994)Questrsquoultima specie mostra un cariotipo piugrave simme-trico (a1=032) considerato ancestrale rispetto allespecie con cariotipi asimmetrici (SteBBinS 1971)costituito da cromosomi prevalentemente metacen-trici e dalla presenza di pochi segmenti allociclicidrsquoaltra parte lrsquoisolamento geografico accompagnatoda variazioni ecologiche sembra supportare lrsquoattualestruttura del cariotipo di A apulum

letteRatuRa citata Bedalov M 1975 ndash Cytotaxonomical and phytogeograph-

ical investigation of the species arum italicum Mill inYugoslavia acta Bot croat 34 143-150

mdash 1981 ndash Cytotaxonomy of the genus arum (araceae) inthe Balkans and the Aegean area Bot Jahrb Syst 102183-200

Bedalov M favaRgeR c KupfeR p 1998 ndash Naturalhybrids and basic chromosome number in the genusarum acta Botanica yunnanica Suppl X 71-75

Bedalov M KupfeR p 2005 ndash Studies on the genusarum (araceae) Bull Soc neuchacirctel Sci nat 12843-70

Bennett St gRiMSHaW JM 1991 ndash Cytological stu-dies in cyclamen (primulaceae) pl Syst evol 176135-143

BeuRet e 1971 ndash Reacutepartition geacuteographique de quelquesarum des groupes maculatum L et italicum Mill BullSoc neuchacirctel Sci nat 94 29-36

mdash 1972 ndash Preacutesence drsquoun Arum diploide en Italie BullSoc neuchacirctel Sci nat 95 35-41

Bianco p drsquoeMeRico S Medagli p Bedalov M1994 ndash Indagini sistematiche su arum apulum(Carano) Bedalov (araceae) entitagrave endemica delle

Murge Pugliesi Webbia 49 (1) 43-49BonnieR g 1931 ndash Flore complegravete ilustregravee en couleurs de

France Suisse et Belgique 11 pariscaRano e 1934 ndash Un nuovo elemento della Flora meri-

dionale drsquoItalia ann Bot 20 579-585drsquoeMeRico S Bianco p Medagli p 1993 ndash

Chromosome numbers and karyotypes in arum(araceae) caryologia 46 161-170

diHoRu g 1970 ndash Morpho-taxonomische aspekte einigerArum-Arten Rev Roumaine Biol Seacuter Bot 15 71-85

dyeR af 1963 ndash Allocyclic segments of chromosomes andstructural heterozygosity that they reveal chromosoma13 545-576

eSpigravendola a BueRKi S Bedalov M KupfeR palvaRez n 2010 ndash New insights into the phylogeneticsand biogeography of arum (araceae) unravelling its evo-lutionary history Bot J linn Soc 163 14-32

goRi c 1958 ndash Il numero dei cromosomi dellrsquoarumnigrum Schott var apulum Carano caryologia 10(3) 454-456

levan a fRedga K SandBeRg aa 1964 ndashNomenclature for centromeric position on chromosomesHereditas 52 201-220

MaRcHi p 1971 ndash Numeri cromosomici per la flora italia-na 57-66 inform Bot ital 3 124-138

MaRcHi p capineRi R drsquoaMato g 1964 ndash Numericromosomici per la flora italiana 182-189 informBot ital 6 (3) 303-312

MeuSel H JaegeR e WeineRt e 1965 ndash Vergleichen-de Chorologie der zentra-europaumlischen flora 1 Jena

RoMeRo zaRco c 1986 ndash A new method for estimatingkaryotype asymmetry taxon 35 526-530

SteBBinS gl 1971 ndash Chromosomal Evolution in HigherPlants edward arnold ltd london

teRpOacute a 1973 ndash Kritische Revision der arum-Arten desKarpatenbeckens acta Bot acad Sci Hung 18216-255

voSa cg Bennett St 1990 ndash Chromosome studies inthe Southern African flora58-94 Chromosome evolutionin the genus gasteria Duval caryologia 43 235-247

voSa cg colaSante M 1995 ndash I segmenti allociclicinelle liliiflorae inform Bot ital 27 307-308

RiaSSunto gli autori riportano alcuni risultati cario-morfometrici ottenuti su tre specie poliploidi del genereArum Arum apulum (2n=56) A maculatum (2n=56) e Aitalicum (2n=84) in particolare la specie A italicum con2n=84 cromosomi ha mostrato un cariotipo con un eleva-to indice di asimmetria nel cariotipo di questa speciesono stati riscontrati numerosi ldquosegmenti allociclicirdquo incomparazione ad A maculatum e A apulum

415Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

autoRi

Alessio Turco Piero Medagli Antonella Albano Laboratorio di Botanica sistematica ed Ecologia vegetale DiSTeBAUniversitagrave del Salento Campus Ecotekne 73100 LecceSaverio DrsquoEmerico Dipartimento di Biologia Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70126 Bari

Cistus clusii dunal piccolo arbusto appartenente allafamiglia Cistaceae egrave una specie xerofila con distribu-zione mediterraneo-occidentale in italia storicamen-te presente in Sicilia (giaRdina 1988) e in puglianellrsquounica stazione di ldquoBosco isolardquo (lesina fg)(foRte et al 2002a) in questrsquoultima il contestovegetazionale egrave quello della gariga nanofanerofiticasu suolo sabbioso in associazione con Rosmarinusofficinalis l Erica multiflora l e Cistus sp pl(cHieSuRa loRenzoni et al 1976)a partire dallrsquoanno 2000 nellrsquoambito di progetti diricerca condotti dal Museo orto Botanicodellrsquouniversitagrave degli Studi di Bari sono stati indaga-ti alcuni aspetti della biologia ed ecologia di C clusii(MaccHia 2005) tali studi furono finalizzati allarealizzazione di azioni di conservazione in situ attra-verso il rafforzamento della popolazione residualepugliese giagrave allrsquoepoca gravemente esposta a pericolodi estinzione (conti et al 1997) a tale scopo furo-no infatti reintrodotti in aree ecologicamente idoneedi ldquoBosco isolardquo circa cento individui ottenuti pervia sessuale attraverso fecondazione incrociata con-trollata a partire dai pochi individui della popolazio-ne originaria (foRte et al 2002b) Successivi rilieviin campo hanno registrato la progressiva diminuzio-ne del numero di individui presenti in situ fino allaloro completa scomparsa soprattutto a causa deiripetuti incendi verificatisi tra il 2007 e il 2010(foRte et al 2009 2012) tuttavia la specie in

puglia era da ritenersi estinta solo in natura (EW) inquanto presso il Museo orto Botanico di Bari eranopresenti sia individui ottenuti da fecondazione incro-ciata e derivanti dalla popolazione spontanea origina-ria sia semi conservati presso la Banca delgermoplasma (Bg-MoBB)Questrsquoultima evenienza ha costituito la premessaindispensabile per la realizzazione di nuove azioni diconservazione di C clusii nel territorio di ldquoBoscoisolardquo tali azioni si sono concretizzate grazie ad unaconvenzione stipulata tra il Museo orto Botanico diBari e il centro Studi naturalistici onluS nellrsquoam-bito del progetto ldquointerventi per la protezione e con-servazione del patrimonio ambientalerdquo- fondi faS ndashpremialitagrave Regionale delibera cipe 202004in questo lavoro vengono presentate le attivitagrave svolteai fini della propagazione gamica di C clusii e quelleper la successiva reintroduzione degli individui pro-dotti

MateRiali e Metodi

il materiale di propagazione gamica utilizzato per leazioni di conservazione in situ egrave stato ottenuto daimpollinazione incrociata controllata eseguita su dueindividui conservati ex situ siglati come c1 e c2 peri quali era stata giagrave testata la compatibilitagrave allrsquoincro-cio (foRte et al 2012)nel mese di aprile 2010 495 fiori (437 dellrsquoindivi-duo c1 e 58 dellrsquoindividuo c2) privati degli stami

416 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

Reintroduzione di Cistus clusii a ldquoBosco isolardquo (lesina puglia)

l foRte S anifantiS f caRRuggio v cavallaRo f Mantino g MelcHioRRe

aBStRact - Reintroduction of cistus clusii to ldquoBosco Isolardquo (Lesina Apulia) - Cistus clusii dunal is very rare in italy whereits historical sites of occurrence are in Sicily and apulia (ldquoBosco isolardquo ndash lesina fg) after the extinction in the wild ofthe small apulian population the Botanical garden Museum of Bari university and the centro Studi naturalistici(onluS) made a special agreement in order to implement a reintroduction project into the site of lesina the reintro-duced plants 520 in all were obtained from the offspring of lesina C clusii spontaneous population which is conservedex situ at the Botanical garden Museum of Bari to increase the chances of a successful reintroduction the plants wereplaced in three different areas and in each of them the individuals were planted in microsites suitable for the eco-physi-ological characteristics of the lesina population already known from literature in fact only a thorough knowledge of thebio-ecological behaviour of the selected species may allow to establish self-maintaining populations in the wild and so torealize an effective conservation action

Key words apulia Cistus clusii dunal reintroduction

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

sono stati impollinati manualmente e coperti consacchetti di tessuto non tessuto (tnt) in maggioin concomitanza con lrsquoinizio dellrsquoingrossamentodegli ovari i cappucci sono stati rimossi e nel mesesuccessivo egrave stata effettuata la raccolta delle capsulemature nella primavera del 2011 i semi sono statisottoposti a pre-trattamenti di scarificazione mecca-nica manuale e di dry-heating (80 degc x 5 min) inquanto risultati i piugrave efficaci nel promuoverne la ger-minazione (foRte et al 2012) per ciascuno dei duepre-trattamenti sono stati utilizzati circa 1500 semiderivanti dallrsquoincrocio c1 x c2 e circa 400 semi pro-dotti dallrsquoincrocio c2 x c1 i semi pre-trattati sonostati posti direttamente in plateaux di polistiroloespanso riempiti con sabbia sterilizzata a granamedio-fine (50) e torba (50) dopo una primafase di accrescimento le plantule sono state trapian-tate in fitosacchi in film plastico contenenti terrenonon sterile (sabbia di fiume 40 terreno comune30 torba 30) durante tutte le fasi di crescita leplantule sono state irrigate e sottoposte a trattamen-ti fitosanitari e fertilizzanti miratiper lrsquointervento di reintroduzione oltre agli individuicosigrave ottenuti nel 2011 sono stati utilizzati ancheindividui derivanti da semi pre-germinati nellrsquoambi-to di prove sperimentali condotte tra il 2009 e il2010 su c1 e c2la scelta delle aree di reintroduzione egrave stata fattasulla base dei dati storici di presenza di C clusii alesina (cHieSuRa loRenzoni et al 1976 foRte etal 2002b) delle caratteristiche eco-fisiologiche dellapopolazione originaria (foRte et al 2005 foRtepaStoRe 2005) di quelle ecologiche dei siti di rein-troduzione e dellrsquoanalisi delle minacce

RiSultati e diScuSSione

gli individui oggetto dellrsquoazione di reintroduzioneavvenuta a fine gennaio 2013 sono stati distribuitiin tre aree principali (fig 1) Queste sono situate neltratto di cordone dunale immediatamente ad est diMarina di lesina insediamento sorto in localitagravepietramaura dove negli anni lsquo70 era ancora presen-te il piugrave esteso nucleo di individui di C clusii dellastazione di lesina (cHieSuRa loRenzoni et al1976) due delle aree di reintroduzione poste tra lelocalitagrave di acquarotta e pennacchio sono relativa-mente vicine tra loro e separate da una fascia occupa-ta da un rimboschimento a Pinus pinea l mentre laterza in localitagrave chiusa dista dalle altre circa 2 kmallrsquointerno di ciascuna area sono stati individuati piugravesiti di reintroduzione georiferiti mediante strumen-tazione gpS in ognuno dei quali egrave stato inserito unnumero di individui compreso tra 20 e 25la scelta di ripartire gli individui in tre aree di rein-troduzione differenti e allrsquointerno di queste in piugravesiti distinti egrave stata effettuata con lo scopo di ridurre ilrischio che un eventuale incendio possa interessarlecontemporaneamente compromettendo la sopravvi-venza dellrsquointera popolazione reintrodotta il numerocomplessivo di siti di intervento egrave risultato pari a 27inoltre per garantire buone probabilitagrave di successo

anche riproduttivo in ciascun sito sono stati reintro-dotti almeno 20 individui al fine di aumentare laprobabilitagrave di incrocio tra individui con alleli diincompatibilitagrave differenti indispensabile in una spe-cie allogama come C clusii (Rizzotto 1979)in ogni sito inoltre i singoli individui sono statipiantati in micro-siti individuati sulla base dellamicro-morfologia stazionale le tre aree di interven-to ricadono in un contesto vegetazionale caratterizza-to da un complesso e molto frammentato mosaicocostituito principalmente dalla gariga a R officinalisE multiflora e Cistus sp pl e dalla macchia a sclero-fille sempreverdi con presenza di Erica arborea lQuesto mosaico spesso egrave il diretto risultato delledifferenti condizioni ecologiche determinate dallamicro-morfologia stazionale (foRte et al 2002a) ealtre volte della dinamica della vegetazione in atto acausa degli incendi pertanto sono stati individuaticome idonei quei micro-siti rispondenti alle caratte-ristiche bio-ecologiche della popolazione da intro-durre (eliofilia relativa sensibilitagrave allo stress idricoecc foRte et al 2005) e comunque sempre suffi-cientemente distanti da nuclei di macchia in stato diavanzamento o da singoli cespugli in fase di resprou-tinglrsquoazione di conservazione in situ cosigrave condotta nonha richiesto pertanto ulteriori interventi quali dira-

417Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 1Mappa delle aree di reintroduzione (base cartograficaldquocarta della vegetazione reale del ldquoBosco isolardquo di lesina- foglio 1rdquo foRte 2001)Map of reintroduction areas (cartographic base ldquocartadella vegetazione reale del ldquoBosco isolardquo di lesina - foglio1rdquo foRte 2001)

damento della vegetazione preesistente rimozionedel secco ecccomplessivamente nella stazione di ldquoBosco isolardquosono stati reintrodotti 520 individui di C clusii pro-dotti mediante coltivazione ex situ 200 dei qualiderivanti da semina diretta di semi pre-trattati e 320ottenuti da impianto di semi pre-germinatiattualmente ulteriori 155 individui prodotti nel-lrsquoambito di questo progetto sono conservati presso ilMuseo orto Botanico dellrsquouniversitagrave di Bari inmodo da garantire sia la conservazione ex situ delpatrimonio genetico della popolazione di lesina e siala possibilitagrave di disporre di materiale di propagazioneper studi successivi

Ringraziamenti - gli autori ringraziano gli ldquospeciali colla-boratorirdquo che si sono prodigati durante il lavoro in campodi reintroduzione in situ in ordine alfabetico elenaBlotti nicola cillo Saverio drsquoamico Mario de tullioantonella grano Marcello Macchia Saverio Regina egianni Signorile

letteRatuRa citatacHieSuRa loRenzoni f cuRti l loRenzoni gg

MaRcHioRi S 1976 ndash cistus clusii Dunal Note dinomenclatura e di distribuzione con particolare riguardoalla stazione di Lesina (Foggia) giorn Bot ital 110259-267

conti f Manzi a pedRotti f 1997 ndash Liste rosse regio-nali delle piante drsquoItalia WWf Societagrave Botanicaitaliana universitagrave di camerino

foRte l anifantiS S Mantino f caRRuggio fcavallaRo v 2009 ndash Conservation of cistus clusiiDunal from ldquoBosco Isolardquo (Lesina - Apulia) current sta-tus and new experimental evidence in BaccHetta g(ed) Book of Abstracts Biodiversity Hotspots in theMediterranean Area 45th intern congr SiSv amp fip ndashcagliari 22-24 25-29 June 2009 280

foRte l cavallaRo v MaccHia f 2002b ndashConservazione in situ di cistus clusii Dunal (cistaceaeMagnoliophyta) nella duna di Lesina Quad Botamb appl 13 3-9

foRte l cavallaRo v pantaleo f drsquoaMico fSMaccHia f 2002a ndash The vascular Flora of the ldquoBoscoIsolardquo at Lesina (Foggia ndash Apulia) fl Medit 12 33-92

foRte l MelcHioRRe g anifantiS S caRRuggio fMantino f 2012 ndash Alcuni aspetti della biologia dellaconservazione di cistus clusii Dunal di ldquoBosco Isolardquo(Lesina Puglia) inform Bot ital 44(Suppl 2) 36-38

foRte l paStoRe d 2005 ndash Relazioni acqua-pianta inMaccHia f (ed) Biologia ed ecologia di cistus clusiiDunal 31-38 ed adda Bari

foRte l paStoRe d MaRvulli M Scatigna aMeMaccHia f 2005 ndash Analisi comparata tra eventi feno-logici e andamento dei parametri ambientali inMaccHia f (ed) Biologia ed ecologia di cistus clusiiDunal 5-13 ed adda Bari

giaRdina 1988 ndash Segnalazioni Floristiche Italiane 574-576 inform Bot ital 20(2-3) 678-679

MaccHia f (a cura di) 2005 ndash Biologia ed ecologia dicistus clusii Dunal ed adda Bari

Rizzotto M 1979 ndash Ricerche tassonomiche e corologichesulle cistaceae 1 Il genere cistus L in Italia Webbia33(2) 343-378

RiaSSunto ndash Cistus clusii dunal egrave una specie moltorara in italia storicamente presente in Sicilia e in puglianellrsquounica stazione di ldquoBosco isolardquo (lesina fg) in segui-to allrsquoestinzione della piccola popolazione residuale puglie-se il Museo orto Botanico dellrsquouniversitagrave di Bari e ilcentro Studi naturalistici onluS hanno stipulato unaapposita convenzione al fine di attuare unrsquoazione di rein-troduzione nel sito di lesina le piante reintrodotte insitu 520 in tutto sono state ottenute a partire da indivi-dui di C clusii progenie della popolazione spontanea ori-ginaria conservati ex situ presso il Museo orto Botanicoper aumentare le probabilitagrave di successo dellrsquointerventogli individui sono stati distribuiti in tre aree distinte eallrsquointerno di queste piantati in micro-siti rispondenti allecaratteristiche eco-fisiologiche della popolazione di C clu-sii di lesina giagrave note dalla letteratura infatti solo unaconoscenza approfondita del comportamento bio-ecologi-co delle entitagrave oggetto di interventi di conservazione insitu permette di programmare una concreta azione di tute-la attraverso lrsquoinsediamento di popolazioni in grado dipersistere nel tempo

418 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

autoRi

Luigi Forte (luigiforteunibait) Viviana Cavallaro Dipartimento di Biologia e Museo Orto Botanico Universitagrave di BarildquoAdo Morordquo Via E Orabona 4 70126 BariStamatia Anifantis Francesca Carruggio Francesca Mantino Giulia Melchiorre Museo Orto Botanico Universitagrave di BarildquoAldo Morordquo Via E Orabona 4 70126 Bari

Limoniastrum monopetalum (l) Boiss egrave presente inpuglia sulle rupi marittime di tricase porto (le)nellrsquoambito di una cenosi ascrivibile alla classeCrithmo-Limonietea Br-Bl 1947 in condizioni ana-loghe a quanto descritto per la Sicilia meridionale daBaRtolo et al (1982) Secondo la direttiva9243cee si tratta di un habitat di interesse comu-nitario denominato ldquoScogliere con vegetazione dellecoste mediterranee con Limonium spp endemicirdquo(aavv 2010) ersquo una specie a diffusione SW-Mediterranea in italia egrave presente in Sardegna inSicilia (conti et al 1992) nella laguna diorbetello (toMei guazzi 1993) a tricase porto(le) (accogli et al 1996) (fig1) in passato laspecie era stata segnalata ldquonei siti arenosi di tarantordquo(MaRinoSci 1870) caratterizzati da depressionicostiere con un ristagno idrico con substrato preva-lentemente costituito da argille e colonizzato da spe-cie ad elevata alofilia (tRotteR 1936) probabil-mente le antiche cenosi erano ascrivibili alla classeSarcocornetea-fruticosae Br-Bl amp tuumlxen ex a amp oBolograves 1950 tipica dei suoli inondati fangoso-argillo-si come riportato da Biondi et al (2004) per laSardegna

StatuS del popolaMento puglieSe ed eSpeRienzepRegReSSe

a tricase porto il popolamento si presenta formatoda due nuclei localizzati sulla sommitagrave di due costo-ni rocciosi distanti in linea drsquoaria circa 150 mentrambi i costoni sono occupati da abitazioni ad

uso civico ed i cespugli di limoniastro sono localizza-ti nelle loro adiacenze ma non allrsquointerno e questopotrebbe escludere unrsquointroduzione della specie perscopo ornamentale in totale si possono contarecirca 25 individui dei quali 18 si presentano comegrossi cespugli larghi 1ndash25 m alti 075ndash130 m lafioritura dura meno di un mese tra la fine di giugnoe lrsquoinizio di luglio le infiorescenze secche rimango-no sulla pianta sino a dicembre ma la maturazionedei frutti non egrave mai evidente e non egrave visibile la dei-

419infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

conservazione ex situ ed interventi di reintroduzione di Limoniastrum monopetalum in puglia

R accogli Mp BiancHi p Medagli S MaRcHioRi

aBStRact - ex situ conservation and reintroduction of limoniastrum monopetalum in Apulia region - in this paper arepresented the main actions taken by the Botanic garden of diSteBa for the protection of Limoniastrum monopetalum(l) Boiss species of high vulnerability included in the national Red list of plants of italy the specie is cultivated exsitu in the Botanic garden and it was decided to implement its reintroduction in the locality palude la vela (ta) in anarea once had been reported but no longer found propagation of L monopetalum was carried out by vegetative and gen-erative individuals obtained were reintroduced in two sites of the palude to different environmental conditions

Key words conservation moltiplication reintroduction

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 1areale di L monopetalum secondo gReuteR et al 1989 etutin et al 1981distribution area of L monopetalum according togReuteR et al 1989 and tutin et al 1981

scenza a contrastare lo sviluppo e la diffusione dinuove piante sono le estreme condizioni di povertagravedel substrato fortemente disturbato dalle attivitagraveantropiche che rimaneggiano continuamente le som-mitagrave dei costoni rocciosi (interventi di restauro edili-zio incendi e tagli indiscriminati) e la presenza diuna flora sinantropica dominata da agave pittospo-ro caprifico rovola vulnerabilitagrave della specie ha motivato la sua ripro-duzione ex situ nellrsquoorto Botanico dellrsquouniversitagravedel Salento e la messa a punto di protocolli di rein-troduzione infatti giagrave nel 2000 era stata testata lacapacitagrave di propagazione di L monopetalum sia pervia gamica che agamica senza forzature sui semi neacutedi ormoni radicanti per le talee la resa germinativaera risultata molto bassa del 2-5 mentre elevatesono state le percentuali di attecchimento delle talee(70-95) sia in primavera che agli inizi dellrsquoautun-no nel 2005 egrave stato effettuato un primo interventovolto al potenziamento del popolamento di L mono-petalum esistente a tricase porto lungo un breve trat-to costiero prospiciente il sito interessato da un inter-vento di riqualificazione attuato dallrsquoamministra-zione comunale lrsquointervento prevedeva la realizza-zione di un camminamento lungo la scogliera attra-verso i segni della storia locale ancora leggibili (trat-turi per la mena delle pecore vasche intagliate negliscogli per la concia delle pelli e per lrsquoestrazione diblocchi lapidei terrazzamenti per le colture agrarieprimaticce etc) la flora del tratto costiero annove-ra altre specie di interesse conservazionistico percheacuteincluse nella lista Rossa nazionale come Vincetoxi-cum hirundinaria Medik subsp adriaticum (Beck)Markgr o di valore fitogeografico come lrsquoendemicoLimonium japigicum (groves) pignatti Lavateraarborea l Scrophularia lucida l lrsquointervento direintroduzione era stato concordato con docenti edalunni delle Scuole Medie inferiori del comune ditricase che hanno partecipato dimostrando grandeinteresse e sensibilitagrave nellrsquoautunno 2005 egrave stataorganizzata una giornata durante la quale dopo unincontro tra autoritagrave politiche locali studiosi stu-denti e cittadini sono state messe a dimora 10 pian-te di L monopetalum (accogli et al 2006) pur-troppo lrsquointervento egrave stato inficiato da un incendioche nella primavera successiva ha distrutto buonaparte della flora spontanea ed i trapianti effettuati

MateRiali e Metodi

un secondo intervento di reintroduzione di L mono-petalum egrave stato programmato nel 2011 per il sitopalude la vela che ricade nellrsquoomonima Riservanaturale Regionale e prossima allrsquoantica salina di Sgiorgio jonico (ta) come prima fase si egrave procedu-to alla moltiplicazione della specie per ottenere indi-vidui giovani da mettere a dimora la moltiplicazio-ne ex situ egrave stata ripetuta sia per via vegetativa chegenerativa ponendosi nelle medesime condizionidegli anni precedenti ma con lrsquoaccorgimento didistinguere talee semierbacee da talee legnose ilmateriale propagativo egrave stato prelevato dagli indivi-

dui presenti a tricase porto da rami di 2 o piugrave annicon diametro del fusto maggiore di 10 mm sonostate realizzate talee lunghe 10-18 cm da rami di 1anno con diametro inferiore a 10 mm sono staterealizzate talee lunghe 7-12 cm il prelievo egrave statoeffettuato sia allrsquoinizio dellrsquoautunno (5 ottobre 2010)che alla fine della stagione invernale (5 marzo 2011) le talee sono state messe a radicare (senza aggiunta diormoni) in substrato costituito da un mixer di torbae perlite in rapporto 12 in vasi in pvc delle dimen-sioni 7x7x18 cm fatti stazionare poi in tunnel fred-do dopo 30 giorni veniva registrato lrsquoattecchimentodelle talee i risultati definitivi hanno evidenziato ilseguente andamento in autunno per quelle preleva-te da rami di 2 anni egrave stata registrata una percentua-le del 74 e per quelle prelevate da rami di 1 annodel 64 in primavera per le talee piugrave legnose egrave stataregistrata una percentuale di attecchimento pari al95 e per quelle meno legnose dellrsquo86 ancorauna volta i risultati dimostrano la facilitagrave di propaga-zione vegetativa della specie inoltre anche se i valo-ri differiscono di poco si deduce che il periodomigliore per il taleaggio di L monopetalum egrave a finestagione primaverile con rami vecchi di almeno 2anni (tab 1)

i racemi di L monopetalum dopo la fioritura persi-stono sulla pianta per lungo tempo (anche sino allrsquoin-verno) per cui sono stati effettuati periodici prelievidei frutti per lrsquoestrazione dei semi al fine di definire ilperiodo di piena maturazione un primo prelievo deifrutti egrave stato effettuato in ottobre i semi sono statiopportunamente isolati previa rottura della capsulaed una parte di essi egrave stata sottoposta a vernalizzazio-ne (4 degc per 24 h) per simulare unrsquoeventuale dor-mienza invernale la semina egrave stata effettuata in cap-sule petri sterili con carta da filtro come substratotenute in camera di crescita a 20 degc e fotoperiodo di10 h Sono state realizzate tre ripetizioni con 30 ele-menti per capsula lrsquoelaborazione dei dati registratievidenzia un andamento del potere germinativo di Lmonopetalum secondo quanto riportato dalla fig 2 il monitoraggio delle piastre ha evidenziato un pote-re germinativo dei semi molto basso (2-4) questodato egrave stato confermato dalla semina a spaglio effet-tuata in una seminiera con substrato composto datorba e agriperlite nel rapporto 12 da circa 200semi sono emerse solo 6 plantule

420 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

taBella 1Risultati della propagazione ex situResults of ex situ propagation

stagione talee di di radicazionepartenza 72 dopo 30 gg

Oslash 10 mm 64autunno Oslash 10-20 mm 74Oslash 10 mm 86primavera Oslash 10-20 mm 95

ReintRoduzione a palude la vela

i sopralluoghi effettuati a palude la vela per lrsquoindivi-duazione di siti idonei alla reintroduzione hannoindotto alla scelta di due piccole superfici simili percondizioni di substrato per copertura vegetale eparametri ambientali tali siti sono collocati su spon-de opposte dellrsquoacquitrino ed hanno unrsquoestensioneminima di 60 m2 per la messa a dimora sono stateselezionate piante vigorose e sane con unrsquoaltezzamedia di 489 plusmn526 cm e diametro di 1609plusmn304cm nel mese di novembre 2011 egrave stata effettuata laloro messa a dimoranel sito denominato ldquoardquo sono state trapiantate 15piante con un approssimativo sesto di impianto di 2x 4 m nel sito ldquoBrdquo sono state trapiantate 14 piantein ordine sparso in quanto lrsquoarea presentava nume-rose zone di erosione e continui dislivelli

concluSioni

nellrsquoarea palude la vela le condizioni ambientalisembrano piugrave confacenti allrsquoecologia di L monopeta-lum rispetto a tricase porto ed egrave positivo che tutte lepiante abbiano attecchito e siano giunte a fioriturama solo fra qualche anno si potragrave constatare la for-mazione di un eventuale popolamento con individui

fertili ed in grado di autopropagarsi e si avragrave confer-ma del successo della reintroduzione

letteRatuRa citataaavv 2010 ndash Manuale italiano interpretazione degli

habitat (Direttiva 9243 CEE) Ministero ambiente etutela territorio e Mare SBi

accogli R Medagli p MaRcHioRi S 1996 ndashlimoniastrum monopetalum (L) Boiss in Puglia(plumbaginaceae) giorn Bot ital 130 1 91degcongr SBi ancona 16-19 settembre 1996

mdash 2006 ndash Conservazione ex situ e reintroduzione dilimoniastrum monopetalum (L) Boiss sulla fasciacostiera di Tricase Porto (Lecce) inform Bot ital38(Suppl 1) 183-184

BaRtolo g BRullo S MaRcenograve c 1982 ndash La vegeta-zione costiera della Sicilia sud-orientale aQ71226cnR Roma

Biondi e BRugiapaglia e faRRiS e filigHeddu RSeccHi z 2004 ndash Halophilous vegetation of Olbia pondsystem (NE-Sardinia) fitos 41(1) Suppl 1 125-141

conti f Manzi a pedRotti f 1992 ndash Lista RossaNazionale delle Piante drsquoItalia WWf italia Roma

gReuteR W BuRdet HM long g 1989 ndashMedndashChecklist vol 4 320 pp

MaRinoSci M 1870 ndash Flora Salentina 1 22toMei pe guazzi e 1993 ndash Le zone umide della

Toscana Lista generale delle entitagrave generali atti MusStor nat grosseto 15 120-135

tRotteR a 1936 ndash Rilievi ecologici intorno alla flora edalla vegetazione della salina di SGiorgio presso Tarantoann R ist Sup agr portici III 5 120-135

tutin tg HeyWood vH BuRgeS na MooRedM valentine dH WalteRS SM WeBB da1981 ndash Flora Europaea vol 3 51

RiaSSunto - nel presente lavoro vengono esposte leprincipali azioni intraprese dallrsquoorto Botanico deldiSteBa per la salvaguardia di Limoniastrum monopeta-lum (l) Boiss specie ad alta vulnerabilitagrave inclusa nellalista Rossa nazionale delle piante drsquoitalia da anni la spe-cie viene coltivata ex situ nellrsquoorto Botanico e si egrave pensatodi attuare la sua reintroduzione in localitagrave palude la velain un ambito territoriale di antica segnalazione ma doveattualmente risulta scomparsa la propagazione di Lmonopetalum egrave stata effettuata per via vegetativa e genera-tiva e gli individui ottenuti sono stati reintrodotti in duesiti della palude a diverse condizioni ambientali

421Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 2valutazione del potere germinativoevaluation of the germinative power

autoRi

Rita Accogli (ritaaccogliunisalentoit) Maria Pia Bianchi Piero Medagli Silvano Marchiori Orto Botanico delDipartimento di Scienze e Tecnologie Biologiche ed Ambientali (DiSTeBA) Universitagrave del Salento Centro Ecotekne ViaProvinciale per Monteroni 73100 Lecce

in occasione della redazione della checklist dellepiante vascolari della puglia (a albano fBartolucci f conti p Medagli Rp Wagensommerin prep) egrave stato aggiornato lrsquoelenco delle specieminacciate in questa Regionele liste Rosse Regionali (conti et al 1997) ripor-tavano per la puglia 180 entitagrave da allora sono tras-corsi piugrave di 15 anni alcune di queste entitagrave eranoindicate in puglia per errore e altre sono considerateoggi sinonimi di entitagrave non minacciate mentrenumerose specie della lista Rossa nazionale sonostate rinvenute in puglia solo dopo il lavoro diconti et al (op cit) per questo motivo abbiamoritenuto utile aggiornare lrsquoelenco delle specie di listaRossa della Regione puglia e integrarlo con tutte leentitagrave endemiche pugliesi ed esclusive della Regione(presenti in italia solo in puglia)

RiSultati

il libro Rosso delle piante drsquoitalia (conti et al1992) riportava 458 specie e sottospecie di piantevascolari sottoposte a vari gradi di minaccia a livellonazionale di queste entitagrave 46 sono attualmentenote in puglia (tab 1) considerando anche le listeRosse Regionali (conti et al 1997) il numero ditaxa minacciati a livello nazionale e presenti in pugliasale a 89 entitagrave certamente presenti (di cui 1 dubita-tivamente alloctona) e 8 dubitativamente presentinella Regione mentre il numero di entitagrave indicatecome minacciate a livello Regionale egrave pari a 158 (dicui 1 dubitativamente alloctona) alle quali si aggiun-gono 4 entitagrave dubitativamente presenti nella Regio-ne per un totale di 188 entitagrave (tab 1)

le specie esclusive della puglia cioegrave quelle presentiin italia solo in questa Regione sono 54 di cui 2dubitativamente alloctone alle quali si aggiungono 6entitagrave la cui presenza egrave dubbia di queste 54 entitagrave35 sono endemiche pugliesi (tab 1)pertanto le specie di lista Rossa in puglia integratecon tutte le endemiche pugliesi e le esclusive dellaRegione sono 221 (tab 1) pari al 93 della floravascolare autoctona pugliese

diScuSSione

il libro Rosso e le liste Rosse delle piante drsquoitalia(conti et al 1992 1997) pur essendo stati seguitida altri lavori riguardanti le piante minacciate delnostro paese (pignatti et al 2001 ScoppolaSpaMpinato 2005) sono ancora oggi il riferimentoprincipale per le specie a rischio di estinzione initalia negli ultimi anni lrsquoimpulso alla realizzazionedi una nuova lista Rossa delle piante drsquoitalia secon-do i piugrave recenti criteri iucn (2001 2011) egrave statodato dalla rubrica pubblicata sullrsquoinformatoreBotanico italiano ldquoSchede per una lista Rossa dellaflora vascolare e crittogamica italianardquo e dal proget-to appena concluso e realizzato dalla SocietagraveBotanica italiana per conto del Ministero dellrsquoam-biente e della tutela del territorio e del Mare relati-vo alla valutazione nazionale della categoria di rischiodi estinzione per piugrave di 300 specie vegetali di interes-se conservazionistico e di ambientihabitat partico-larmente minacciati (RoSSi et al 2013) attualmen-te questi progetti hanno portato alla valutazione delgrado di minaccia di 40 specie vascolari presenti inpuglia Egrave auspicabile pertanto il contributo di tutti

422 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

piante vascolari minacciate e liste Rosse aggiornamento delle conoscenzein puglia

Rp WagenSoMMeR p Medagli ev peRRino

aBStRact - Threatened vascular plants and Red Lists an update of knowledge in Apulia -the Regional Red list of vas-cular plant species in apulia Region has been updated following recent knowledges of conservation distributional andtaxonomic interest

Key words apulia Red lists threatened species update

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

423Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

taBe

lla

1Piante vascolari endemiche esclusive e di Lista Rossa della Regione Puglia

Endemic exclusive and Red List vascular plants in Apulia Region

424 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO 45 (2) 393-432 2013(se

gue T

ab 1

)

425Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

(segue Tab 1)

426 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013(segue Tab 1)

427Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

(segue Tab 1)

i botanici pugliesi affincheacute sia possibile valutaresecondo i criteri piugrave recenti dellrsquoIUCN (op cit) unnumero molto maggiore di specieLrsquoelenco riportato in Tab 1 include tutte le specieendemiche pugliesi ed esclusive della Puglia Di que-ste entitagrave 33 non venivano indicate nelle Liste RosseRegionali (CONTI et al 1997) Esse sono state inclu-se in Tab 1 in via precauzionale ma in molti casi illoro effettivo grado di minaccia deve ancora esserevalutato Lrsquoelenco non include invece le categorie diminaccia indicate in ROSSI et al (2013) che sarannooggetto di un futuro contributo sulle specie di inte-resse conservazionistico in Puglia

CONCLUSIONILrsquoaggiornamento delle conoscenze floristiche inPuglia e le informazioni tassonomiche nomenclatu-rali e distributive pubblicate nel corso degli ultimianni hanno consentito un aggiornamento delle ListeRosse delle Piante vascolari della Regione Puglia maancora molto lavoro deve essere svolto per megliodefinire il numero di specie a rischio e il loro effetti-vo grado di minaccia secondo i piugrave recenti criteriinternazionali (IUCN op cit)

LETTERATURA CITATACONTI F MANZI A PEDROTTI F 1992 ndash Libro Rossodelle Piante drsquoItaliaMinistero Ambiente WWF Italia

Societagrave Botanica Italiana Romamdash 1997 ndash Liste Rosse Regionali delle Piante drsquoItaliaWWFItalia Societagrave Botanica Italiana CIAS Camerino

IUCN 2001 ndash IUCN Red List Categories and CriteriaVersion 31 IUCN Species Survival CommissionIUCN Gland (Switzerland) amp Cambridge (UK)II+30 pp

mdash 2011 ndash Guidelines for Using the IUCN Red ListCategories and Criteria Version 90 Prepared by theStandards and Petitions Subcommittee httpww-wiucnredlistorgdocumentsRedListGuidelinespdf

PIGNATTI S MENEGONI P GIACANELLI V (a cura di)2001 ndash Liste rosse e blu della flora italiana ANPARoma

ROSSI G MONTAGNANI C GARGANO D PERUZZI LABELI T RAVERA S COGONI A FENU G MAGRINIS GENNAI M FOGGI B WAGENSOMMER RPVENTURELLA G BLASI C RAIMONDO FMORSENIGO S (Eds) 2013 ndash Lista Rossa della FloraItaliana 1 Policy Species e altre specie minacciateComitato Italiano IUCN Ministero Ambiente eTutela Territorio e Mare Roma 54 pp

SCOPPOLA A SPAMPINATO G (Eds) 2005 ndash Atlante dellespecie a rischio di estinzione (CD-ROM) Allegato a ASCOPPOLA C BLASI (Eds) Stato delle conoscenze sullaflora vascolare drsquoItalia Palombi Ed Roma

RIASSUNTO ndash Egrave stata aggiornata la Lista RossaRegionale delle piante vascolari della Regione Pugliasecondo le piugrave recenti conoscenze in ambito conservazio-nistico distributivo e tassonomico

428 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO 45 (2) 393-432 2013

AUTORI

Robert Philipp Wagensommer (robwagensommeryahooit) Scuola di Scienze Ambientali Universitagrave di Camerino - CentroRicerche Floristiche dellrsquoAppennino (Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga) San Colombo 67021 Barisciano(LrsquoAquila)Piero Medagli (pietromedagliunileit) Laboratorio di Botanica Sistematica del DiSTeBA Universitagrave del Salento ViaProvinciale Lecce-Monteroni 73100 LecceEnrico Vito Perrino (enricoperrinoyahooit) Museo Orto Botanico Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via E Orabona 4 70124Bari

Verticillium dahliae Kleb egrave un fungo tracheomicoti-co responsabile della piugrave grave malattia dellrsquoolivo(Olea europaea l) soprattutto negli oliveti dei paesimediterranei Questo fungo oltre lrsquoolivo attacca piugravedi 300 specie di piante arboree ed erbacee la malat-tia determina generalmente il disseccamento di por-zioni della chioma (BeJaRano-alcaacutezaR et al 2001pegg BRady 2002 BuBici ciRulli 2011) isolatidi V dahliae in grado di infettare cotone e olivo pos-sono essere classificati in due patotipi defogliante enon-defogliante sulla base della loro abilitagrave o menodi indurre defogliazione nelle piante infette(MeRcado-Blanco et al 2001 2003) il presentelavoro propone studi preliminari su i) alcune rispo-ste fisiologiche in due cultivar di olivo caratterizzateda differenti livelli di suscettibilitagrave alla verticilliosi ii)alcuni determinanti di patogenicitagrave potenzialmentecoinvolti nellrsquoinduzione dei sintomi fogliari prodottida patotipi diversi di V dahliae

MateRiali e Metodi

Alterazioni fisiologiche piante di olivo delle cultivar lsquofrantoiorsquo (resistente) elsquoleccinorsquo (suscettibile) sono state inoculate con gliisolati vd312d (defogliante) e vd315nd (nondefogliante) seguendo il metodo descritto da ciRulli

et al (2008) piante non trattate e piante le cui radi-ci sono state immerse per 10 minuti in acqua sonostate utilizzate come tesi di controllo Sono stati valu-tati il contenuto di fenoli carotenoidi clorofillaperossido drsquoidrogeno ascorbato e lrsquoattivitagrave delleperossidasi generiche (pod) e dellrsquoascorbato perossi-dasi (apX) in foglie delle due cultivar raccolte dopo24 72 e 240 ore dal trapianto applicando i metodiproposti da cHandleR doddS (1983) licHten-tHaleR (1987) BRuno SpaRapano (2006) toM-MaSi et al (2006) paRadiSo et al (2008) tre mesidopo lrsquoinoculazione su ogni pianta egrave stata valutata lapresenza di malattia sulla chioma utilizzando la scaladi severitagrave dei sintomi proposta da colella et al(2008) lrsquoanalisi statistica dei dati egrave stata eseguitaattraverso lrsquoanalisi della varianza (anova) le mediesono state separate con il test della minima differen-za significativa (MdS) Produzione di metaboliti secondari fitotossici colture liquide statiche degli isolati vd312d evd315nd di V dahliae sono state allestite in tredifferenti soluzioni nutritive czapek modificato(vdM) patate destrosio Broth (pdB difco ) oacqua estratto di Malto (oxoid) al 2 (eM2) perciascun isolato e substrato sono state preparate 10bottiglie di Roux della capacitagrave di 1 l contenenti

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Meccanismi di resistenza alla verticilliosi e caratterizzazione di varietagrave meridionali di olivo dati preliminari sulla fisiologia dellrsquointerazione olivoVerticillium dahliae

gl BRuno c faSciano Mp ippolito S SeRMani ad MaRSico c colella M aMenduni f toMMaSi

aBStRact - Mechanisms of resistance to olive Verticillium wilt and characterization of olive varieties from southern prelim-inary data on physiology of olive - verticillium dahliae interaction - inoculations experiment were performed with two strainsof Verticillium dahliae characterized as defoliating (vd312d) or not defoliating (vd315nd) pathotypes lsquofrantoiorsquo(resistant) and lsquoleccinorsquo (susceptible) olive plants the interaction plantpathogen was evaluated as total phenolscarotenoids chlorophylls hydrogen peroxide ascorbic acid generic peroxidases and ascorbate peroxidase activityinoculated plants showed the typical pathway associate to a stress the two pathotypes are also able to produce in vitrophytotoxins Some of these secondary metabolites should be involved on biochemical and physiological alterations asso-ciated to verticillium wilt symptoms on olive trees (leaves wilting and defoliation)

Keywords fenoli totali metaboliti secondari stato redox verticilliosi

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

150 ml di soluzione nutritiva ciascuna bottiglia egravestata inoculata con 5 ml di sospensione ottenutaomogeneizzando tre colonie (coltivate per due setti-mane in piastre petri su substrato di pda a 25 degc albuio) in 50 ml di acqua distillata sterile dopo 28giorni di coltura (25 degc al buio) il micelio egrave statorimosso mediante filtrazione su garza e centrifugazio-ne (5500 xg 20 min 4 degc) aliquote (3 ml) di cia-scun filtrato colturale (fc) integro o diluito (10100 e 1000 volte con acqua distillata) sono state uti-lizzate in saggi di tossicitagrave su rametti recisi dilsquoleccinorsquo e lsquofrantoiorsquo eseguiti in ambiente controlla-to (uR 50 t 25 degc luce 150 microe cm-2 sec-1)acqua distillata e substrato non inoculato sono statiutilizzati come controllo dal terzo giorno dopo lrsquoas-sorbimento delle soluzioni tossiche egrave stata osservatala manifestazione dei sintomi dopo 24 72 e 240 oredallrsquoassorbimento delle soluzioni saggiate le foglie diciascun rametto sono state caratterizzate in terminidi flusso traspiratorio utilizzando un porometro li-1600-licor negli stessi intervalli egrave stato valutato ilcontenuto in clorofilla e fenoli seguendo i metodiproposti in precedenza

RiSultati e diScuSSione

Alterazioni fisiologicheper entrambi i patotipi di V dahliae saggiati lrsquoindu-zione di uno stato di malessere nella pianta egrave confer-mata dalla riduzione nel contenuto di clorofillesoprattutto dopo 24 ore per la cultivar suscettibilelsquoleccinorsquo (fig 1) invece il contenuto di ascorbatoclorofille e carotenoidi ha subito un incrementosoprattutto nei campioni di foglie prelevate dopo 72e 240 ore dallrsquoinoculo con il patotipo defogliante leanalisi condotte sulle foglie di lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquohanno mostrato come la molecola segnale perossidodrsquoidrogeno risulta maggiormente presente nella cul-tivar frantoio dopo 72 ore dallrsquoinoculo con il patoti-po defogliante (fig 1) mentre lrsquoattivitagrave della apXsegna negli stessi tempi un decremento (fig 2) invece nella cultivar frantoio i sistemi antiossidan-ti non enzimatici hanno mostrato un calo rispetto aicontrolli nei livelli di ascorbato e di fenoli (fig 1) non si sono osservate variazioni nellrsquoattivitagrave dellacatalasi (fig 2) infatti come dimostrato in altrisistemi nei tessuti vegetali questo enzima svolge unruolo nel metabolismo del perossido di idrogenosecondario rispetto allrsquoapX che invece egrave lrsquoenzimachiave nel controllo della concentrazione in perossi-do di idrogeno (de gaRa et al 2003) lrsquoattivitagrave dellepod infine aumenta notevolmente nelle fasi tardi-ve dellrsquoinfezione nelle foglie di lsquofrantoiorsquo mentre inquelle di lsquoleccinorsquo un incremento egrave evidente 72 oredallrsquoinoculo (fig 2) i dati evidenziati nelle nostre condizioni sperimenta-li sono in linea con quanto riportato dalla letteraturariguardo alle interazioni pianta-patogeno e le risposteda stress abiotici (de gaRa et al 2003) infatti nellepiante resistenti si assiste a una modulazione deisistemi antiossidanti tale da causare un incremento diperossido di idrogeno a livello fogliare (de gaRa etal 2003) per contro nella varietagrave suscettibile lrsquoau-

mento dei livelli in antiossidanti non enzimatici nonegrave sufficiente a indurre resistenza la diversa rispostaai sistemi antiossidanti riscontrata nelle due varietagraveutilizzate in queste prove potrebbe essere consideratacome un marker biochimico per valutare lo stato diavanzamento dellrsquoinfezione e il suo destino primadella comparsa dei sintomi

Evoluzione dei sintomia conferma di quanto giagrave riscontrato da ciRulli etal (2008) lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo sono risultate rispet-tivamente resistenti e suscettibili ai due isolati di Vdahliae utilizzati nessun sintomo egrave stato registrato esulle piante utilizzate come controllo (piante nontrattate e piante le cui radici sono state immerse per

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fig 1contenuto in fenoli carotenoidi clorofille e perossido diidrogeno in foglie di lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo dopo 24 72 e240 ore dallrsquoinoculo con vd312d () e vd315nd ()i controlli sono rappresentati da piante le cui radici sonostate immerse per 10 minuti in acqua (mdash) ciascun valo-re egrave la media di cinque piante phenols carotenoids chlorophylls and hydrogen peroxidecontent in leaves of lsquofrantoiorsquo and lsquoleccinorsquo after 24 72and 240 hours after inoculation with vd312d () andvd315nd () as controls plants were treated for 10minutes in water (mdash) each value is the mean of fiveplants

10 minuti in acqua) e sulle chiome di lsquofrantoiorsquo ino-culate con il patotipo non defogliante il patotipodefogliante ha causato su lsquofrantoiorsquo una modestadefogliazione le piante di lsquoleccinorsquo hanno espressosintomi gravi con entrambi i patotipi (generale avviz-zimento della chioma) aggravati nel caso del patoti-po defogliante da accentuata e rapida filloptosiMetaboliti secondari fitotossici gli isolati di V dahliae utilizzati in coltura liquida susubstrato vdM hanno permesso di ottenere fc chesaggiati su rametti recisi di lsquoleccinorsquo (suscettibile) elsquofrantoiorsquo (resistente) hanno riprodotto sintomi diavvizzimento e accartocciamento fogliare e defoglia-zione nessun sintomo egrave stato registrato sui ramettiche hanno assorbito acqua distillata e i substrati noninoculati lrsquoassorbimento dei 3 ml di soluzione daparte dei rametti ha richiesto 30-32 ore per acquavdM pdB e eM2 mentre i fc dei due isolati sonostati assorbiti in 17-24 ore i fc dei patotipivd312d o vd315nd di V dah-liae ottenuti su substrato vdM saggiati su entrambe

le cultivar di olivo hanno evidenziato sintomi da 7-9 giorni dopo lrsquoassorbimento i fc ottenuti su sub-strato vdM da entrambi i patotipi inducono ripiega-mento e successivo imbrunimento della laminafogliare sui rametti di lsquofrantoiorsquo Sui rametti dilsquoleccinorsquo sono stati registrati ingiallimenti della lami-na fogliare inizialmente intorno alle nervature edopo 3-5 giorni sullrsquointera superficie Sintomo fina-le dei fc di entrambi gli isolati di V dahliae dopo 28giorni di coltura su substrato di vdM egrave stata unagenerale defogliazione dei rametti Su lsquoleccinorsquo ladefogliazione egrave stata severa e si egrave avuta dopo 17 gior-ni sui rametti trattati con il fc dellrsquoisolato vd312dcf e dopo 21 giorni su lsquofrantoiorsquo i rametti trattaticon i fc di vd315nd sono stati registrati dopo 20giorni su lsquoleccinorsquo e dopo 25 giorni su lsquofrantoiorsquo isintomi sopra descritti sono stati osservati anche suirametti che hanno assorbito i fc dei due isolati dopodiluizione di 10 e 100 volte con acqua distillata i fc ottenuti dai due patotipi su substrato vdMsono stati confrontati sulle due cultivar per i loroeffetti sul flusso traspiratorio e sulle variazioni infenoli e clorofille presenti nelle foglie (fig 3)

431Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 2contenuto in ascorbato e attivitagrave delle perossidasi generi-che (pod) e dellrsquoascorbato perossidasi (apX) in foglie dilsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo dopo 24 72 e 240 ore dallrsquoinoculocon vd312d () e vd315nd () i controlli sono rap-presentati da piante le cui radici sono state immerse per10 minuti in acqua (mdash) ciascun valore egrave la media di cin-que piante ascorbic acid concentration and peroxidase (pod) andascorbate peroxidase (apX) activity in leaves of lsquofrantoiorsquoand lsquoleccinorsquo after 24 72 and 240 hours after inocula-tion with vd312d () and vd315nd () as controlsplants were treated for 10 minutes in water (mdash) eachvalue is the mean of five plants

fig 3effetti sulla traspirazione e sul contenuto in clorofille efenoli in foglie di lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo dopo 24 72 e 240ore dallrsquoassorbimento di 3 ml di filtrato colturale degli iso-lati vd312d () e vd315nd () su substrato vdM icontrolli hanno assorbito 3 ml di acqua (mdash) ciascunvalore egrave la media di cinque rametti recisi transpiration from abaxial leaf surfaces and chlorophyllsand phenols content in leaves of lsquofrantoiorsquo and lsquoleccinorsquoafter 24 72 and 240 hours after the absorbtion of 3 ml fvd312d () and vd315nd () culture filtrates onvdM as controls twigs adsorbed 3 ml of water (mdash) eachvalue is the mean of five twigs

le misure di traspirazione (fig 3) dimostrano unforte incremento nel flusso traspiratorio nei ramettirecisi che hanno assorbito i fc ottenuti dal patotipovd312d rispetto a quelli ottenuti dal vd315nd edalle tesi di controllo nessuna differenza egrave stata regi-strata nel contenuto in clorofilla Solo la concentra-zione in fenoli nelle foglie dei rametti recisi chehanno assorbito i fc ottenuti dai due isolati egrave risul-tata circa tre volte superiore rispetto ai rametti delletesi di controllo totali (fig 3)in definitiva appare chiaro che nellrsquointerazione Vdahliae e olivo entrino in gioco fattori chimici divirulenza del patogeno (fitotossine) che contribuisca-no alla patogenesi e alla manifestazione dei sintomied inducano nellrsquoospite condizioni di stress in que-sto stato la pianta ospite manifesteragrave in parte o intoto le alterazioni biochimiche e fisiologiche determi-natesi nei tessuti attraverso i sintomi

Ringraziamenti - gli autori ringraziano i collaboratoriluca Scarola valentino poliseno nicola contursi eaniello Rescigno (dipartimento di Scienze del Suolo dellapianta e degli alimenti universitagrave degli Studi di Barialdo Moro) per il valido supporto tecnico nella realizza-zione delle prove lavoro realizzato con il contributo dellafondazione cassa di Risparmio di puglia Bando 2010 ndashprogetto Meccanismi di resistenza alla verticilliosi e caratte-rizzazione di varietagrave meridionali di olivo

letteRatuRa citataBeJaRano-alcaacutezaR J peacuteRez-aRteacuteS e JiMeacutenez-dIacuteaz

RM 2001 ndash Spread of the defoliating pathotype ofverticillium dahliae to new cotton and olive growingareas in Southern Spain in Proceedings 8th Inter-national Verticillium Symposium coacuterdoba 2001 57

BRuno g SpaRapano l 2006 ndash Effects of three esca-asso-ciated fungi on vitis vinifera L II Characterization ofbiomolecules in xylem sap and leaves of healthy and dis-eased vines physiol Mol plant path 69 195-208

BuBici g ciRulli M 2011 ndash verticillium wilt inScHena l agoSteo ge cacciola So (eds)Olive diseases and disorders 191-222 transwordResearch network Kerala india

cHandleR Sf doddS JH 1983 ndash The effect of phos-phate nitrogen and sucrose on the production of pheno-lics and solasodine in callus cultures of Solanum lacinia-tum plant cell Rep 2 205

ciRulli M colella c drsquoaMico M aMenduni MBuBici g 2008 ndash Comparison of screening methods for

the evaluation of olive resistance to verticillium dahliaeKleb J plant path 90(1) 7-14

colella c Miacola c aMenduni M drsquoaMico MBuBici g ciRulli M 2008 ndash Sources of Verticilliumwilt resistance in wild olive germplasm from theMediterranean region plant path 57 533-539

de gaRa l de pinto Mc toMMaSi f 2003 ndash Theantioxidant systems vis-agrave-vis reactive oxygen species dur-ing plantndashpathogen interaction plant physiolBiochem 41 863-870

licHtentHaleR HK 1987 ndash Chlorophylls andearotenoids pigments of photosynthetic bio-membranesMethods enzymol 148 351-383

MeRcado-Blanco J collado-RoMeRo M paRRilla-aRauJo S RodRIacuteguez-JuRado d JiMeacutenez-dIacuteazRM 2003 ndash Quantitative monitoring of colonizationof olive genotypes by verticillium dahliae pathotypes withreal-time polymerase chain reaction physiol Mol plantpath 63 91-105

MeRcado-Blanco J RodRIacuteguez-JuRado d peacuteRez-aRteacuteS e JiMenez-dIacuteaz RM 2001 ndash Detection of thenondefoliating pathotype of verticillium dahliae ininfected olive plants by nested PCR plant path 50609-619

paRadiSo a BeRaRdino R de pinto Mc Sanitagrave ditoppi l StoRelli MM toMMaSi f de gaRa l2008 ndash Increase in ascorbatendashglutathione metabolism aslocal and precocious systemic responses induced by cadmi-um in durum wheat plants plant cell physiol 49362-374

pegg gf BRady Bl 2002 ndash Verticillium Wilts caBipublishing Wallingford

toMMaSi f paciolla c de pinto Mc de gaRa l2006 ndash Effects of storage temperature on viability germi-nation and antioxidant metabolism in ginkgo biloba Lseeds plant physiol Biochem 44 359-368

RiaSSunto ndash due ceppi di Verticillium dahliae caratte-rizzati come patotipo defogliante (vd312d) o non defo-gliante (vd315nd) e piante di olivo delle cultivarlsquofrantoiorsquo (resistente) e lsquoleccinorsquo (suscettibile) sono statiutilizzati in prove di inoculazione artificiale focalizzate allostudio fisiologico delle interazioni pianta patogeno ladiversa risposta riscontrata nelle due varietagrave in termini difenoli carotenoidi clorofilla perossido di idrogeno ascor-bato perossidasi generiche e ascorbato perossidasi indicauno stato di stress fitotossine prodotte in vitro dai duepatotipi sembrano essere coinvolte nelle alterazioni biochi-miche e fisiologiche alla base delle tipiche sintomatologiedella verticilliosi su olivo (avvizzimento generale dellachioma e defogliazione)

432 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

autoRi

Giovanni Luigi Bruno (giovanniluigibrunounibait) Samer Sermani Antonio Domenico Marsico Mario AmenduniDipartimento di Scienze del Suolo della Pianta e degli Alimenti (DiSSPA) Sezione di Patologia vegetale Universitagrave di BarildquoAldo Morordquo Via G Amendola 165A 70126 BariCristina Fasciano Maria Paola Ippolito Franca Tommasi (francatommasiunibait) Dipartimento di Biologia Universitagrave diBari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70125 BariCecilia Colella Dipartimento di Chimica Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70125 Bari

Page 9: Società Botanica italiana onluS 45 (2) 2013/391... · 2018-05-08 · prodotto preso in esame e sia dal metodo utilizzato (peRez-JiMénez et al., 2008; MülleR et al., 2010). un’attenzione

MATERIALI E METODITurioni di Asparagus officinalis L categoria I di cali-bro 1016 acquistati presso il locale mercato sonostati omogeneamente scelti in base allo spessore lun-ghezza e colore e sono stati utilizzati per le varie ana-lisi Considerando la parte edule dellrsquoasparago corri-spondente ai primi 15 cm circa del giovane germo-glio sono state prelevate due porzioni parte apicale(35 cm) e parte basale (3 cm) Al tempo zero perogni porzione sono stati determinati peso fresco esecco contenuto di amido e zuccheri solubili conte-nuto di acido ascorbico e lignina contenuto in pig-menti quali clorofille carotenoidi e antociani Lottidi turioni sono poi stati conservati al buio a 4 degC eprocessati dopo 3 6 e 9 giorni ripetendo sulla parteapicale e basale le stesse analisi

RISULTATI E DISCUSSIONEGli asparagi freschi cominciano a deteriorarsi dopopoche ore dalla raccolta I cambiamenti fisiologici edella componente nutritiva riducono le qualitagrave orga-nolettiche dei turioni I segmenti di asparago sia laparte apicale che la parte basale hanno un elevatocontenuto di H2O e a paritagrave di peso fresco la porzio-ne basale ha un peso secco di quasi il 50 inferiorea quello della parte apicale (Tab1) Il contenuto diacido ascorbico (AsA) egrave notevolmente piugrave alto nellaparte apicale rispetto a quella basale la stessa cosa siverifica per la lignina e gli antociani Gli zuccherisolubili D-glucosio D-fruttosio e saccarosio sonomaggiormente concentrati nella parte basale delturione in accordo con uno studio di BENKEBLIA etal (2008) dove in asparagi verdi dopo la raccolta egravestato riscontrato un gradiente di distribuzione lungo

il turione dal basso verso lrsquoalto insieme ad unrsquoattivi-tagrave dellrsquoenzima invertasi maggiore verso lrsquoapice eminore alla base Questi dati sono stati correlati adun intenso metabolismo della parte apicale che egraveanche sede di crescita per distensione Al buio dopo9 giorni si osserva una diminuzione del contenutodei tre zuccheri nella parte basale ed un incrementonellrsquoapice in accordo con una mobilizzazione degliesosi verso lrsquoapice in virtugrave di una richiesta metaboli-ca Come mostrato in Tab 2 il contenuto di amidoaumenta significativamente nel segmento basale e inquello apicale Lrsquoaumento di amido anche al buio egravesuffragato da quanto riportato per le foglie di cavolocinese in cui dopo 10 giorni si continua ad osserva-re un incremento nel contenuto di questo polisacca-ride in concomitanza con un costante valore del con-tenuto di glucosio fruttosio e saccarosio (NOICHIN-DA et al 2007) Il contenuto di AsA nei tessuti vege-tali risulta essere correlato oltre che a numerose atti-vitagrave metaboliche alla presenza di luce Quantitagrave equalitagrave della luce possono influenzare la sua sintesi(MASTROPASQUA et al 2012) e negli asparagi verdimantenuti al buio lrsquoAsA subisce un forte decremen-to Uno degli aspetti sensoriali che viene maggior-mente compromesso dalla breve shelf-life degli aspa-ragi egrave la perdita del colore verde brillante dovuto alladiminuzione della clorofilla Dopo 9 giorni al buiomentre carotenoidi e soprattutto clorofilla diminui-scono il contenuto di antociani risulta invariato Unaltro fattore importante nel determinare la qualitagravedegli asparagi poicheacute ne diminuisce il valore di mer-

400 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO 45 (2) 393-432 2013

TABELLA 1Dati nutrizionali al tempo zero di segmenti apicali e basalidi turioni di asparagi verdi (Asparagus officinalis L)Nutritional data of apical and basal segments of greenasparagus spears (Asparagus officinalis L) at time zero

Segmento Segmentoapicale basale

Peso secco 110 plusmn 33 58 plusmn 235(mg

g-1 PF)Amido 013 plusmn 002 064 plusmn 008(mg

g-1 PF)

Zuccheri solubili 281 plusmn 050 1698 plusmn 070(mg

g-1 PF)AsA totale 300 plusmn 2400 16 plusmn 096(microg

g-1 PF)Chl totale 120 plusmn 1202 48 plusmn 205(microg

g-1 PF)Carotenoidi 50 plusmn 350 30 plusmn 100(microg

g-1 PF)Antociani 038 plusmn 005 004 plusmn 008(Abs middot g-1 PF)Lignina 217 plusmn 005 125 plusmn 008(mg

g-1 PS)

TABELLA 2Dati nutrizionali di segmenti apicali e basali di turioni diasparagi verdi (Asparagus officinalis L) dopo 9 giorni diconservazione al buioNutritional data of apical and basal segments of greenasparagus spears (Asparagus officinalis L) after 9 days ofstorage in the dark

Segmento Segmentoapicale dopo basale dopo9 giorni 9 giorni

Peso secco 114 plusmn 915 48 plusmn 123(mg

g-1 di PF)Amido 072 plusmn 004 187 plusmn 015(mg

g-1 di PF)

Zuccheri solubili 744 plusmn 040 967 plusmn 030(mg

g-1 di PF)AsA totale 543 plusmn 600 257 plusmn 060(microg g-1 di PF)Chl totale 389 plusmn 080 1432 plusmn 100(microg g-1 di PF)Carotenoidi 267 plusmn 060 110 plusmn 100(microg g-1 di PF)Antociani 029 plusmn 005 004 plusmn 001(Abs middot g-1di PF)Lignina 378 plusmn 045 108 plusmn 012(mg g-1 di PS)

cato egrave il grado di lignificazionela consistenza (texture) legnosa nei turioni egrave deter-minata da una serie di proprietagrave meccaniche chesono dovute ai componenti della parete cellulare(RodRiguez et al 2006) e i dati ottenuti mettono inevidenza come lrsquoaumento nel contenuto di lignina albuio si verifichi principalmente nella parte apicaledove sono presenti brattee fogliari molto vascolariz-zate in asparagi verdi quindi lrsquoanalisi di alcuniparametri nutrizionali ha messo in evidenza differen-ze significative tra porzione apicale e porzione basalela condizione di stoccaggio al buio pur preservandolrsquoaspetto del prodotto non egrave sufficiente a mantenereinvariate alcune componenti organolettiche impor-tanti dal punto di vista nutrizionale

letteRatuRa citataalBaneSe d RuSSo l cinQuanta l BRaSiello a di

Matteo M 2007 ndash Physical and chemical changes inminimally processed green asparagus during cold-storagefood chemistry 101 274-280

BenKeBlia n yoSHida n ooi y nagaMine tonodeRa S SHioMi n 2008 ndash Variations of carbo-hydrate content and invertase activity in green and whiteasparagus spears Effects of spears length and portionacta Hort (iSHS) 776 459-464

King ga HendeRSon Kg lill Re 1987 ndash Sensoryanalysis of stored asparagus Scientia Horticolture 31(1-2) 11-16

MaStRopaSQua l BoRRaccino g Bianco lpaciolla c 2012 ndash Light qualities and dose influenceascorbate pool size in detached oat leaves plant Science183 57-64

noicHinda S BodHipadMa K MaHaMontRi cnaRongRuK t KetSa S 2007 ndash Light during storageprevents loss of ascorbic acid and increases glucose and

fructose levels in Chinese kale (Brassica oleracea varalboglabra) postharvest Biol technol 44 312-315

RodRIacuteguez R JiMeacutenez a feRnandez-BolantildeoS Jguilleacuten R HeRedia a 2006 ndash Dietary fibre fromvegetable products as source of functional ingredientstrends food Sci technol 17 3-15

ScHeeR cH ScHonHof i BRucKneR B ScHReineRM 2003 ndash Influence of a short-term storage on qualitydetermining product characteristics of white preparedasparagus acta Hort 604 437-441

SHaRMa Sc Wolfe RR 1975 ndash Evaluation of methods formeasuring asparagus texture J food Sci 5 1021-1024

SioMoS aS dogRaS c SfaKiotaKiS e 2000 ndashModified atmosphere packaging of white asparagusspears composition colour and textural quality responseto temperature and light Sci Hortic 84 1-13

mdash 2001 ndash Color development in harvest white asparagusspears in relation to carbon dioxide and oxygen concen-tration postharvest Biol technol 23 209-14

WaldRon KW paRKeR Ml SMitH ac 2003 ndash Plantcell walls and food quality comprehensive Rev foodSci Safety 4(2) 101-119

RiaSSunto - in asparagi verdi lrsquoassenza di trattamentichimici eo fisici post-raccolta fa sigrave che cambiamenti fisio-logici e morfologici si verifichino anche dopo lrsquoimpacchet-tamento e durante la loro conservazione Scopo dello stu-dio egrave stato quello di monitorare le variazioni di alcunesostanze nutritive e mettere in rilievo le differenze esisten-ti fra la parte apicale e quella basale dei primi 15 cm delturione corrispondenti alla parte commestibile dopo 9giorni di conservazione al buio a 4 degc ciograve che cala brusca-mente egrave il contenuto di acido ascorbico totale mentre ilcontenuto in zuccheri solubili subisce un minor decre-mento il livello di clorofilla totale e dei carotenoidi dimi-nuisce mentre il contenuto di antociani rimane costanteun aumento del contenuto di lignina si riscontra soprat-tutto nella parte apicale del turione

401Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

autoRi

Paola Tanzarella Costantino Paciolla Linda Mastropasqua Dipartimento di Biologia Universitagrave di Bari Aldo Moro Via EOrabona 4 70125 Bari

in questo lavoro vengono presentati i risultati otte-nuti dallo studio fitochimico di due specie della tra-dizione mediterranea Brassica oleracea var italica(mugnolo) e Capparis spinosa subsp rupestris (cappe-ro) mai studiate prima dal punto di vista del profilometabolico al fine di individuare molecole bioattivecaratterizzanti le specie il cappero ed il mugnolo appartengono alla famigliadelle Capparaceae e delle Brassicaceae rispettivamenteovvero alle due piugrave grandi famiglie dellrsquoordine delleBrassicales (o Capparales) con circa 45 generi ed 800specie le Capparaceae e 338 generi e 3700 specie leBrassicaceae Specie appartenenti a queste famigliericoprono un ruolo importante nella dietaMediterranea infatti spesso vengono consumatecotte o come insalata (cavolo cavolfiore ravanellorucola) o come condimento (mostarde e capperi)(fenWicK et al 1992)le Brassicaceae e le Capparaceae diverse da un puntodi vista morfologico sono invece simili da un puntodi vista fitochimico alcune specie appartenenti aqueste famiglie infatti sintetizzano glucosinolati(glS) che rappresentano i metaboliti secondari piugrave

studiati delle Brassicales e sono i responsabili delcaratteristico odore e sapore pungente i glS sono composti solforati di natura aminoacidi-ca Sono noti piugrave di 120 glS e tutti possiedono unastruttura chimica comune in cui si riconosce un resi-duo glucosidico legato mediante ad un atomo dizolfo ad un estere idrossimmino solfato la catenalaterale (R) di natura aminoacidica permette di clas-sificare i glS in aromatici alifatici ed indolici(faHey et al 2001) (fig 1)

402 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

Studio fitochimico di specie della tradizione mediterranea

Mp aRgentieRi p avato

aBStRact - Phytochemical study of Mediterranean traditional species - plants of Capparales (or Brassicales) are widespreadin the Mediterranean region where they are widely consumed cooked or as salad vegetables (cabbage Brussels sprouts cau-liflower broccoli) or as condiments (horseradish mustard capers) these plants are a good source of bioactive compoundssuch as glucosinolates vitamins flavonoids minerals glucosinolates are responsible for pungent and bitter taste ofBrassicaceae and are the most extensively studied bioactive compounds for their potential as anticarcinogens due to theirhydrolysis products the isothiocyanates this study describes the chemical profile of a poorly studied variety of Brassicaoleracea traditionally cultivated in Southern italy and locally called ldquomugnolordquo and of Capparis spinosa subsp rupestris itwas found that ldquomugnolordquo inflorescences are characterized by aliphatic aromatic and indole glucosinolates among themthe indole glucosinolates (768 μmolg) are predominant while aliphatic and aromatic glucosinolates are found in lowquantities 263 μmolg and 083 μmolg respectively chemical composition of seeds and aerial parts of C spinosa subsprupestris was also determined it was found that the principal glucosinolate of the seeds is the glucocapparin moreover theseeds oil is rich in unsaturated and rare lipids such as cis-vaccenic acid the aerial parts are characterized by rutin as pre-dominant flavonoid

Key words caper glucosinolates mugnolo metabolic profile

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 1Struttura dei glSglS chemical structure

Questi metaboliti sono presenti in tutti gli organidella pianta e coesistono con un enzima endogeno lamirosinasi responsabile della loro idrolisi in seguitoa danneggiamento tissutale lrsquoenzima compartimen-talizzato nel citoplasma entra in contatto con i glScontenuti nel vacuolo con conseguente produzionedi numerosi prodotti di idrolisi (quali per esempionitrili tiocianati ed isotiocianati) la cui formazionedipende da diversi fattori (pH presenza di cofattoriproteine o ioni) tra i prodotti di idrolisi gli isotio-cianati sono quelli che hanno attratto maggiormentelrsquoattenzione del mondo scientifico in quanto presen-tano numerose proprietagrave biologiche (antitumoralenematocida antibatterica) (caRtea et al 2008JeffeRy et al 2009) data lrsquoimportanza dei glS eodei loro prodotti di idrolisi sono tante le specie diBrassicaceae e Capparaceae studiate ma non risultanolavori relativi al profilo metabolico del mugnolo edella Capparis spinosa subsp rupestris due specie dellatradizione mediterranea ed oggetto del nostro studio in particolare il mugnolo egrave una varietagrave di Brassica ole-racea da sempre coltivata nel Salento solo per usodomestico pertanto egrave del tutto sconosciuto nel restodella puglia cosigrave come in tutta italia il Ministerodelle politiche agricole e forestali ha inserito ilmugnolo tra i prodotti agroalimentari della tradizio-ne pugliese la Regione puglia invece allrsquointerno delsuo pSR (piano di Sviluppo Rurale) 2007-2013 hainserito il mugnolo nellrsquoallegato 8 della Misura 214-azione 3 ldquotutela della Biodiversitagraverdquo come specie arischio di estinzione genetica

MateRiali e Metodi

Materiale vegetaleil mugnolo utilizzato per le analisi egrave stato fornitodallrsquoorto Botanico del dipartimento di Scienze etecnologie Biologiche ed ambientali universitagrave delSalento un campione (noBo1) egrave conservato pressoil laboratorio di fitochimica del dipartimento difarmacia-Scienze del farmaco universitagrave di Barildquoaldo Morordquo le piante di C spinosa subsp rupestrissono state ottenute dal Museo orto Botanicodellrsquouniversitagrave degli Studi di Bari ldquoaldo Morordquo

Estrazione e purificazione dei GLSlrsquoestrazione dei glS dalle infiorescenze del mugnoloe dai semi e parti aeree del cappero egrave stata condottasecondo la procedura riportata dal protocollo iSo(iSo Method 9167-1 1992) in particolare il mate-riale vegetale egrave stato estratto per 4 minuti con unvolume di MeoHaq al 70 pari a tre volte il pesodel campione lrsquoestratto ottenuto egrave stato poi purifi-cato mediante colonnine cromatografiche (08 x 4cm) impaccate con una resina a scambio anionico(deae-Sephadex a-25) e trattato per circa 12 h conlrsquoenzima solfatasi trascorso questo periodo di incu-bazione i glS sono stati fatti eluire nella loro formadesolfatata (dglS)

Estrazione dellrsquoolioi semi di cappero sono stati estratti in Soxhlet per 3ore (circa 20 cicli) con etere di petrolio lrsquoolio egrave stato

poi sottoposto a reazione di tert-butilazione e succes-sivamente analizzato in gas cromatografia (aRgen-tieRi et al 2012)

Analisi dei GLSi glS sono stati caratterizzati mediante analisi cro-matografiche Hplc utilizzando uno strumentoWateRS Hplc System munito di un photodiodearray detector (Waters 2998) i risultati sono statiprocessati mediante il software enpower2 la colon-na utilizzata egrave la Supelcosil lc-aBz (c18 250 x 4mm 5 μm) la fase mobile egrave costituita da acqua emetanolo al flusso di 1 mlmin in gradiente si egrave pas-sati dal 15 al 100 di metanolo in 57 min

RiSultati e diScuSSione

i risultati Hplc (fig 2) dimostrano che le infiore-scenze del mugnolo sono caratterizzate da una misce-la complessa di glS costituita da glS alifatici (glu-corafanina glucoiberina e sinigrina) aromatici (glu-cobarberina e gluconasturtina) ed indolici (gluco-brassicina neoglucobrassicina idrossiglucobrassicinae metossiglucobrassicina) in particolare egrave stato osser-vato che i glS predominanti nelle infiorescenzesono gli indolici (768 μmolg) seguiti dagli alifatici(263 μmolg) e dagli aromatici (083 μmolg)

Molta della letteratura relativa al contenuto di glSfa riferimento al materiale fresco (crudo) e questo hauna limitata rilevanza dato che la maggior parte delleBrassicaceae compreso il mugnolo vengono consu-mate cotte Quindi data lrsquoimportanza biologica deiglS e dei loro prodotti di idrolisi in questo lavoro egravestato studiato anche lrsquoeffetto della cottura sul conte-nuto in glS del mugnolo i risultati dimostrano chela cottura riduce il contenuto in glS di circa il 50in accordo con quanto riportato in letteratura per ibroccoli che invece subiscono una riduzione del 18-

403Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 2cromatogramma Hplc delle infiorescenze del mugnolo1 glucoiberina 2 Sinigrina 3 glucorafanina 4 idrossi-glucobrassicina 5 glucoerucina 6 glucobrassicina 7Metossiglucobrassicina 8 neoglucobrassicina 9 gluco-nasturtina 10 glucobarberinaHplc chromatogram of mugnolo inflorescences 1glucoiberin 2 Sinigrin 3 glucoraphanin 4 Hydroxy-glucobrassicin 5 glucoerucin 6 glucobrassicin 7Methoxyglucobrassicin 8 neoglucobrassicin 9 gluco-nasturtin 10 glucobarberin

59 a secondo del metodo di cottura (deKKeR et al2000 valleJio et al 2002) per quanto riguarda ilmugnolo inoltre i glS indolici sono quelli cherisentono maggiormente della cottura subendo unariduzione di circa il 615 in particolare la gluco-brassicina si riduce dellrsquo827 nonostante la cottu-ra nelle infiorescenze gli indolici continuano ad esse-re i glS predominanti (296 μmolg) seguiti daglialifatici (212 μmolg) e dagli aromatici (059μmolg) Se si considera il profilo metabolico delle infiorescen-ze dopo la cottura si puograve osservare che la glucorafa-nina rappresenta il 75 del contenuto totale deiglS alifatici mentre la glucobrassicina rappresenta il66 del totale degli indolici (aRgentieRi et al2011) Questi dati sono di notevole interesse se sipensa allrsquoimportanza che hanno i rispettivi prodottidi idrolisi infatti il sulforafano (prodotto di idrolisidella glucorafanina) provoca lrsquoinduzione degli enzimidi detossificazione della fase 2 del processo di carci-nogenesi mentre lrsquoindolo-3-carbinolo egrave un indutto-re degli enzimi di fase 1 e 2 (tab 1)

lrsquoaltra specie della tradizione mediterranea oggetto distudio egrave stata Capparis spinosa subsp rupestrisessendoci una relazione botanica con la famigliadelle Brassicaceae anche in questo caso sono stati stu-diati i glS lrsquoanalisi Hplc-dad ha messo in evi-denza che i semi e le foglie sono caratterizzati da unsolo glS identificato come glucocapparina moltopiugrave abbondante nei semi rispetto alle foglie lo studio della subsp rupestris egrave stato completatoanche con le analisi dellrsquoestratto metanolico dellefoglie il quale egrave risultato essere caratterizzato dallapresenza di due flavonoidi la rutina ed il kaempfe-roloEgrave stato analizzato anche lrsquoolio estratto dai semi chesi egrave mostrato essere ricco dellrsquoacido grasso raro cis-vaccenico oltre al piugrave comune acido oleico ed altriacidi grassi quali lrsquoacido laurico miristico palmiti-co stearico e linoleico (aRgentieRi et al 2012)(tab 2)

concluSioni

i risultati ottenuti consentono di dire che sia ilmugnolo che C spinosa subsp rupestris sono unaricca fonte di composti attivi di interesse salutisticocome appunto gli acidi grassi essenziali o la rutinache ha una rilevante e comprovata attivitagrave antiossi-dante numerosi sono anche i prodotti a valenzasalutistica a base di sulforafano ed altri glS ad atti-vitagrave preventiva anticarcinogenica

letteRatuRa citataaRgentieRi Mp accogli R fanizzi fp avato p

2011 ndash Glucosinolates profile of ldquomugnolordquo a variety ofBrassica oleracea L native to Southern Italy (Salento)planta Med 77(3) 287-292

aRgentieRi Mp MaccHia f papadia p fanizzi fpavato p 2012 ndash Bioactive compounds from capparisspinosa subsp rupestris ind crop prod 36 65-69

caRtea Me velaSco p 2008 ndash Glucosinolates inBrassica foods bioavailability in food and significancefor human health phytochem Rev 7 213-229

deKKeR M veRKeRK R Jongen Mf 2000 ndash Predictivemodelling of health aspects in the food production chaina case study on glucosinolates in cabbage trends foodSci technol 11 174-181

faHey JW zalcMann at talalay p 2001 ndash Thechemical diversity and distribution of glucosinolates andisothicyanates among plants phytochemistry 56 5-51

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iSo MetHod 1992 ndash Rapeseed-determination of glucosi-nolates content Part 1 Method using high performanceliquid chromatography Reference number iSo 9167-1

JeffeRy eH aRaya M 2009 ndash Physiological effects ofbroccoli consumption phytochem Rev 8 283-298

valleJio f toMagraveS-BaRBeRagraven fa gaRcigravea-vigueRa c2002 ndash Glucosinolates and vitamin C content in edibleparts of broccoli florets after domestic cooking eur foodRes technol 215 310-316

RiaSSunto ndash piante dellrsquoordine delle Capparales (oBrassicales) sono ampiamente diffuse nelle regioniMediterranee dove sono abbondantemente consumatecotte o nelle insalate (cavolfiori broccoli ravanelli ruco-la cavoletti di Brussell) o come condimento (mostardecapperi) esse sono una fonte molto ricca di sostanze

404 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

taBella 1GLS nelle infiorescenze crude e cotte del mugnoloGLS in raw and cooked inflorescences of mugnolo

glS crude cotte(μmolg) (μmolg)

glucorafanina 179 159glucoerucina 003 004alifatici glucoiberina 077 046Sinigrina 004 003glucobarberina 056 007aromatici gluconasturtina 027 003glucobrassicina 351 195neoglucobrassicina 313 054indolici Metossiglucobrassicina 007 005idrossiglucobrassicina 097 042

tot 1114 567

taBella 2Composizione in acidi grassi dellrsquoolio di semi di capperoComposition in fatty acids of the seeds oil of caper

ac grassi

laurico 036Miristico 068palmitico 1446palmitoleico 423Stearico 931oleico 2611Cis-vaccenico 1228linoleico 2802linolenico 084Resa 9629

bioattive come flavonoidi vitamine minerali e glucosino-lati i quali sono responsabili del caratteristico odore esapore pungente i glucosinolati sono i metaboliti piugrave stu-diati delle Brassicaceae per le proprietagrave anticarcinogenichemanifestate soprattutto dagli isotiocianati ovvero i loroprodotti di idrolisi in questo lavoro ci siamo occupatidello studio fitochimico del mugnolo una varietagrave diBrassica oleracea coltivata solo per uso domestico lrsquoaltraspecie oggetto di studio egrave stata la Capparis spinosa subsprupestris (cappero) molto diffusa nel bacino delMediterraneo entrambe queste specie mai state studiateprima dal punto di vista fitochimico sono state oggettodel nostro lavoro al fine di individuare composti bioattivi

caratterizzanti le specie in particolare egrave stato osservato chele infiorescenze del ldquomugnolordquosono caratterizzate da glSalifatici aromatici ed indolici Questi ultimi risultanoessere i piugrave abbondanti (768 μmolg) seguiti dagli alifati-ci (263 μmolg) e dagli aromatici (083 μmolg) in que-sto lavoro egrave stata determinata anche la composizione chi-mica dei semi e delle parti aeree della C spinosa subsprupestris ed egrave stato osservato che i semi cosigrave come le partiaeree sono caratterizzati da un solo glS la glucocappari-na inoltre lrsquoolio estratto dai semi egrave ricco di acidi grassiinsaturi rari come il cis-vaccenico nelle parti aeree la ruti-na rappresenta il flavonoide predominante

405Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

autoRi

Maria Pia Argentieri Pinarosa Avato Dipartimento di Farmacia-Scienze del Farmaco Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo ViaOrabona 4 70125 Bari

con il termine ldquoterre rarerdquo o lantanidi si indicano glielementi chimici compresi nella tavola periodica frail lantanio ed il lutezio inclusi lrsquoittrio e lo Scandioi quali manifestano comuni proprietagrave chimiche con-nesse ad una simile configurazione elettronica ester-na negli ultimi anni i lantanidi sono stati larga-mente impiegati in campo industriale agricolo ezootecnico in cina a partire dagli anni lsquo80 vengo-no usati in agricoltura fertilizzanti costituiti damiscele di vari elementi ma soprattutto lantanio(la) e cerio (ce) lrsquouso intensivo e su larga scala ditali composti suscita crescenti preoccupazioni per lapossibile contaminazione di suoli ecosistemi acqua-tici e derrate alimentari dal momento che gli effettidi tali elementi sulla salute non sono ben chiari lamaggior parte dei dati presenti in letteratura riguar-da la somministrazione di miscele di terre rare e dicomposti contenenti la a varie specie di vegetali inalcune piante sono stati osservati effetti positivi tra iquali la promozione della germinazione dei semi losviluppo di radici e germogli la resistenza contro glistress (ippolito et al 2007 liu et al 2012) la fio-ritura la produttivitagrave in campo (Hu et al 2004)altri studi al contrario evidenziano effetti nulli oaddirittura inibitori di tali sostanze su colture di inte-resse agrario (naRdi et al 2005 drsquoaQuino et al2009) una sintesi dei dati disponibili sugli effetti dila ce e miscele di terre rare in vari sistemi animalie vegetali egrave stata recentemente pubblicata (pagano etal 2012) i dati riportati riguardano crescita svilup-po e indicazioni di tossicitagrave in alcuni sistemi animalie vegetali numerosi dati anche contrastanti riguar-

dano gli effetti del ce sia come pro-ossidante checome antiossidante dalla letteratura emerge lrsquoesi-genza di studi che determinino gli effetti dei singolilantanidi sugli organismi animali e vegetali per valu-tarne la potenziale tossicitagrave Scopo di questo lavoro egrave stato lo studio della sommi-nistrazione di ce trivalente (ce3+) ad una speciemodello Lemna minor L pianta acquatica giagrave utiliz-zata per studi su lantanio e miscele di terre rare(ippolito et al 2010) al fine di avere informazionicirca le soglie di tolleranzatossicitagrave di L minor versoil ce3+ tale specie oltre che per il fitorimedio egraveanche utilizzata secondo la iSo 20079 (2004) neitest di biotossicitagrave per lrsquoecosistema acquatico peralcune sue caratteristiche quali elevata velocitagrave di cre-scita propagazione vegetativa e ridotte dimensioniche la rendono adatta a studi eco- tossicologici

MateRiali e Metodi

piante di L minor sono state coltivate in una soluzio-ne di mantenimento (Knop 1865) a pH 44 per 15giorni in camera di crescita alla temperatura di 24 plusmn2 degc con illuminazione a fluorescenza bianca conuna intensitagrave luminosa di 90 μe m-2 s-1 e fotoperio-do lucebuio di 1410 h in ogni cella di una piastraa pozzetti multipli sono state poste 10 fronde di Lminor in un volume di 2 ml di mezzo di crescita(testimone) a cui sono stati aggiunti nei trattatinitrato di cerio esaidrato (cen3o9 6H2o) in con-centrazioni finali di 25 - 5 - 10 - 20 μM e 1 mMoppure nitrato di calcio ca(no3)2 alla concentrazio-

406 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

note preliminari sullrsquoeffetto della somministrazione di cerio in Lemna minor

Ma zicaRi a paRadiSo f toMMaSi

aBStRact - Preliminary note on effect of Cerium administration in Lemna minor - This study aimed at investigat-ing the effects of Ce3+ on the growth of duckweed (Lemna minor L) plants as a test system (iSo 20079) L minorplants were treated with 00025 0005 0010 0020 1 mM ce(no3)3 or ca(no3)2 1 mM over a 15 day period theinfluence of Ce3+ was evaluated according to the iSo 20079 test protocol on the basis of growth parameters as relativegrowth rate (RgR) expressed as frond number and relative frond number (Rfn) compared with the control concentra-tions of ce3+ lower than 1 mM did not affect significantly the growth parameters On the contrary 1 mM ce(no3)3negatively affected the growth from 7 days to 15 days whereas 1 mM ca(no3)2 stimulated duckweed leaf growth datahere reported showed toxic effect of Ce3+ at millimolar concentrations and suggested that L minor could be a speciesuseful for Ce3+ presence biomonitoring in aquatic environment

Key words antiossidanti risposte di crescita terre rare test di tossicitagrave

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

ne finale di 1 mM per il testimone e per ogni tratta-mento sono stati allestiti 4 pozzetti le analisi sonostate eseguite in cinque repliche le piastre sono statecollocate in camera termostatata e sono stati analiz-zati i seguenti parametri di crescita tasso di crescitarelativo (RgR) numero di fronde relativo (Rfn)crescita di fronde in percentuale (fn) le misurazio-ni sono state fatte ad intervalli di 24 ore nelle provepreliminari e in seguito si egrave stabilito di effettuare leanalisi ogni 3 5 7 12 15 giorni utilizzando unostereoscopio per poter contare tutte le fronde visibi-li Seguendo la iSo 20079 RgR egrave stato calcolatocontando il numero di fronde per ogni concentrazio-ne e applicando la seguente formula (lnnn-lnn0)tndove n0 egrave il numero iniziale di fronde nn egrave il nume-ro finale di fronde tn egrave il tempo di durata dellrsquoespe-rimento Rfn egrave stato calcolato usando la formulann-n0 n0 fn egrave stato calcolato come variazionepercentuale del numero delle foglie rispetto al nume-ro delle stesse allrsquoinizio dellrsquoesperimento valore con-siderato pari al 100 ersquo stato periodicamente osser-vato lrsquoaspetto delle fronde al fine di analizzare even-tuali segni di clorosi e necrosi utilizzando un micro-scopio ottico

RiSultati e diScuSSione

nei saggi eco-tossicologici RgR egrave considerato il piugraveattendibile tra i parametri di crescita in quantoessendo basato sul conteggio delle fronde egrave indipen-dente dalle dimensioni delle fronde stesse e dalla bio-massa (Radic et al 2010) e in condizioni di tossici-tagrave piccole gemme possono protrudere ed essere con-tate come singole fronde (MoHan HoSetti 1999nauMann et al 2007) RgR egrave inoltre considerato ilparametro piugrave sensibile per valutare la tossicitagrave croni-ca (MacKenzie et al 2003) i dati ottenuti dimostra-no che in presenza di basse concentrazioni di ce3+

(25-20 μM) si verifica una crescita maggiore rispettoal testimone di 12-15 giorni anche se le variazioni diRgR Rfn (dati non mostrati) e fn (fig 1) nonsono risultate statisticamente significative

Quindi i trattamenti a concentrazioni micromolaridi ce non interferiscono con la normale crescita dellapianta che inoltre non presenta alterazioni morfolo-giche evidenti per verificare la soglia di tossicitagrave del ce le piante diL minor sono state coltivate per 15 giorni in soluzio-ne nutritiva arricchita di nitrato di cerio esaidrato aconcentrazione finale 1 mM per escludere i possibi-li effetti del nitrato alcuni campioni sono stati colti-vati con nitrato di calcio alla stessa concentrazionefinale di 1 mM in sostituzione del nitrato di ceriodopo 7 giorni di trattamento con ce3+ si osserva unasignificativa diminuzione dei parametri di crescitaanalizzati rispetto al testimone RgR in particolarediminuisce del 60 e dellrsquo 80 rispettivamentedopo 7 e 15 giorni (fig 2 a)un andamento simile si ha per fn dalla cui analisisi osserva lrsquoinibizione di crescita delle foglie del 19al settimo giorno e del 50 al quindicesimo giornorispetto al testimone (fig 2 B) inoltre le foglie cre-sciute a concentrazione di ce3+ 1 mM appaiono bru-

407Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 1crescita di fronde in percentuale (fn) di L minor incen3o9 da 25 μM a 20 μM in 15 giornifn in L minor on cen3o9 from 25 μM to 20 μM for15 days

fig 2a) RgR B) fn in Lemna minor l esposta per 15 giornia trattamenti 1 mM di ce3+e ca2+ p lt 005 secondo il t-studenta) Relative growth rate based on frond number B)growth of leaves in Lemna minor l exposed for 15 daysto treatments 1 mM ce3+ and ca2+ p lt 005 for significant differences between treatmentsand control according to t-student

nastre con aree necrotiche e clorotiche un analogoandamento si osserva per Rfn (dato non mostrato)pertanto il ce3+ 1 mM influenza negativamente lacrescita e mostra effetti tossici al contrario le frondedi L minor fatte crescere in presenza di ca(no3)2alla concentrazione finale di 1 mM mostrano unaumento della crescita rispetto al testimone pertutti i tempi di analisi ma con una differenza signi-ficativa a partire dal settimo giorno (fig 2 a 2 B) iltrattamento con nitrato di ce quindi a differenza diquello con nitrato di calcio mostra un effetto nega-tivo sulla crescita di piante di lenticchia drsquoacqualrsquoinibizione della crescita puograve essere dovuta allrsquoaccu-mulo di ce3+ analogamente a quanto descritto per imetalli che a concentrazioni tossiche inibisconolrsquoallungamento e lrsquoespansione cellulare (poScHen-RiedeR BaRcelograve 2004 SRivaStava et al 2006)oppure allrsquointerferenza con lrsquoassunzione di altri ele-menti nutritivi infatti egrave stato riportato che in pian-tine di riso il ce3+ interferisce con lrsquoaccumulo diferro potassio magnesio calcio sodio e di altri ele-menti minerali nutritivi (liu et al 2012) ulterioristudi sono necessari per valutare se e in quali tessutiil ce3+ venga accumulato e lrsquoeffetto dello stesso sualtri parametri quali i sistemi antiossidanti i livelli dispecie reattive dellrsquoossigeno ed il danno ossidativo inconclusione L minor si mostra tollerante allrsquoesposi-zione a concentrazioni micromolari di ce3+ ma nona concentrazioni piugrave elevate e pertanto potrebbe esse-re una specie utile per il biomonitoraggio della pre-senza di ce3+ in ambienti acquatici

letteRatuRa citatadrsquoaQuino l de pinto Mc naRdi l MoRgana M

toMMaSi f 2009 ndash Effect of some light rare earth ele-ments on seed germination seedling growth and antioxi-dant metabolism in triticum durum chemosphere75 900-905

Hu z RicHteR H SpaRoveK g ScHnug e 2004 ndashPhysiological and biochemical effect of rare earth elementson plants and their agricultural significance a review Jplant nutr 27 183-220

ippolito Mp faSciano c drsquoaQuino l MoRganaM toMMaSi f 2010 ndash Responses of antioxidant sys-tems after exposition to rare earths and their role in chill-ing stress in common duckweed (lemna minor L) adefensive weapon or a boomerang arch environcontam toxicol 58 42-52

ippolito Mp paciolla c drsquoaQuino l MoRganaM toMMaSi f 2007 ndash Effect of rare earth elements ongrowth and antioxidant metabolism in lemna minor Lcaryologia 60 125-128

iSodiS 20079 2004 ndash Water qualitymdashdetermination ofthe toxic effect of water constituents and wastewater onduckweed (lemna minor)mdashDuckweed growth inhibi-tion test iSo tc 147Sc 5Wg 5

Knop W 1865 ndash Quantitative Untersuchungen uumlber dieErnahrungsprozesse der Pflanzen landwirtsch versStn 7 93-107

liu d Wang X lin y 2012 ndash The effect of cerium onthe growth and some antioxidant metabolism in riceseedlings environ Sci pollut Res 19 3282-3291

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MoHan BS HoSetti BB 1999 ndash Aquatic plants fortoxicity assessment environ Res 81 259-274

naRdi l caRBoni Ma MoRgana M BaRBeSti SeRRico S zoina a drsquoaQuino l 2005 ndash Effect ofrare earth elements on the growth of agrobacterium sppand Rhizobium leguminosarum Frank cytometrypart a 69a 443-444

nauMann B eBeRiuS M appenRotH KJ 2007 ndashGrowth rate based dose-response relationships and EC-values of ten heavy metals using the duckweed growthinhibition test (ISO 20079) with lemna minor Lclone plant physiol 164 1656-1664

pagano g toMMaSi f guida M 2012 ndash Comparativetoxicity of cerium and of the other rare earth elements(REEs) in plant and invertebrate test systems inizyuMov a plaKSin g (eds) Cerium MolecularStructure Technological Applications and Health Effects107-124 nova Science publishers Hauppauge nyuSa

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Radic S Stipanicev d cvJetKo p MiKelic ilRaJcic MM SiRac S pevaleK-Kozlina Bpavlica M 2010 ndash Ecotoxitological assessment ofindustrial effluent using duckweed (lemna minor L) asa test organism ecotoxicology 19 216-222

SRivaStava S MiSHRa S tRipatHi Rd 2006 ndash Copper-induced oxidative stress and responses of antioxidants andphytochelatins in Hydrilla verticillata Royle aquattoxicol 80 405-415

RiaSSunto - in questo studio sono riportati i dati pre-liminari concernenti le risposte alla somministrazione dice3+ di una specie acquatica Lemna minor l usata comebiomarker (iSo 20079) piante di L minor sono statetrattate per 15 giorni con cen3o9 6H2o a concentrazio-ni tra 25 μM e 1 mM oppure con ca(no3)2 a concentra-zione 1 mM Sono stati analizzati parametri di crescitaquali il tasso di crescita relativo basato sul numero di fron-de (RgR) il numero relativo di fronde (Rfn) e la cresci-ta di fronde in percentuale (fn) il trattamento con ce3+

1 mM ha inibito significativamente la crescita a partire dasette giorni di incubazione mentre le minori contrazioninon hanno mostrato variazioni statisticamente significati-ve la somministrazione di ca(no3)2 1 mM al contrarioha stimolato la crescita in modo significativo giagrave dal setti-mo giorno suggerendo un effetto tossico del ce3+ a parti-re da concentrazioni millimolari

408 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

autoRi

Maria Alessandra Zicari Annalisa Paradiso Franca Tommasi (francatommasiunibait) Dipartimento di BiologiaUniversitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70126 Bari

le collezioni xilologiche (xylaria) hanno da sempreassunto una notevole importanza sia per il ruolosvolto in campo didattico sia per quello svolto inambito scientifico nei settori della botanica archeo-logia etnologia tecnologia del legno ed in particola-re dove egrave richiesto il confronto tra campioni(uRBinati giove 2012) attualmente collezioni xilologiche sono presenti inquasi tutti gli stati anche se le principali per numerodi campioni sono negli uSa per quanto concernelrsquoitalia solo quattro collezioni sono state inseritenella quarta edizione dellrsquoIndex Xylariorum (lyncHgaSSon 2010) il patrimonio nazionale tuttavia egravesicuramente molto piugrave ampio ma risulta difficile sti-marlo sia sul piano qualitativo che quantitativo inquanto sino ad oggi non egrave stato effettuato un censi-mento completo una delle collezioni italiane piugrave interessanti per unaserie di peculiaritagrave che la contraddistinguono egrave laXylotomotheca Italica di adriano fiori essa fu realiz-zata nei primi anni del novecento col preciso obiet-tivo di completare ed arricchire la Flora ItalicaExsiccata (FIE) la piugrave grande raccolta italiana diexsiccata fanerogamici realizzata da fiori pampaninie Begraveguinot in particolare lo scopo degli autori fuquello di corredare gli exsiccata con le sezioni micro-tomiche del legno le schede relative alla

Xylotomotheca Italica furono pubblicate a partire dal1905 come appendice delle Schedae ad FloramItalicam Exsiccatam (fioRi et al 1905)la collezione egrave costituita da sezioni trasversali e lon-gitudinali dello spessore di circa 01 mm e con lealtre dimensioni variabili (le8 cm) (di paSQualeallevato 2007) il microtomo utilizzato per la rea-lizzazione delle sezioni fu ideato e progettato dallostesso fiori e da lui denominato ldquonuovo microtomoautomatico a doppia rotazionerdquo (fioRi 1900) nellaversione originaria della collezione le sezioni sonoconfezionate in pieghi di cartoncino contenenti unao due coppie delle sezioni trasversali e longitudinalii pieghi in cartoncino sono a loro volta inseriti inbustine di carta esse sono corredate da una etichet-ta sulla quale sono riportati il numero drsquoordine delcampione il binomio linneano la porzione anatomi-ca rappresentata dalla sezione il luogo e la data diraccolta in molti casi il riferimento al campione dellaFIE ed infine il nome del curatore al progetto col-laborarono numerosi botanici traverso pampaninigortani ferro cerica goiran vaccari MezzanaBicknell cecconi nicoli Bardi andrea fiori etrotter la collezione egrave costituita da 215 campioni corrispon-denti a 184 taxa specifici appartenenti a 113 generiSi tratta soprattutto di entitagrave della flora italiana

409infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

la Xylotomotheca Italica del Museo orto Botanico dellrsquouniversitagrave di Bari

v cavallaRo g SignoRile f caRRuggio f Mantino l foRte

aBStRact - The Xylotomotheca italica of the Botanical Garden Museum of Bari University -the Xylotomotheca Italicawhich was realized by adriano fiori at the beginning of the 20th century is a really interesting and peculiar historical col-lection it is composed of thin sections of wooden species While most of the species belong to italian flora only a few ofthem are exotic ones which are cultivated in italy fiori had the specific aim of enriching Flora Italica Exsiccata (FIE) andof supplying botanists with invaluable comparative material Moreover he designed the microtome which was used to cutthe sections the collection consists of 215 samples the sections are enclosed in bended cards which are contained insmall labelled envelopes a different version of the Xylotomotheca Italica which was produced with didactic purposes isstill conserved at the Botanical garden Museum of Bari university it was probably acquired together with some FIE exs-iccata by the Herbarium Horti Botanici Barensis (Bi) which is now part of the Botanical garden Museum in this ver-sion sections and labels are put between two rectangular pieces of glass which are sealed with a grey tape this collectionis composed of 154 samples which include 135 subgeneric taxa belonging to 93 genera it is generally fairly well con-served and some actions whose aim is restoring the collection have been started

Key words adriano fiori exsiccata Xylotomotheca Italica

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

mentre solo una piccola percentuale egrave rappresentatada esotiche (cuccuini 2002) Si ritiene che la colle-zione completa e nella sua veste originaria sia presen-te solo presso lrsquoerbario di padova (pad) elrsquoHerbarium Centrale Italicum (fi) (cuccuini2002) viceversa parti di essa o versioni diverse daquella originaria sono presenti presso numerosi erba-ri italiani ed anche presso istituzioni estere come iKew Royal Botanic Gardens (httpwwwkeworg)

RiSultati e diScuSSione

presso il Museo orto Botanico dellrsquouniversitagrave di Bariegrave presente la Xylotomotheca Italica non nella sua vesteoriginaria bensigrave in una versione realizzata per scopididattici Molto probabilmente essa fu acquisitacongiuntamente agli exsiccata della FIE dalla profssafrancini negli anni della sua permanenza pressolrsquoateneo barese (1940-1961) le sezioni sono monta-te con lrsquoetichetta tra due vetri rettangolari di 10x15cm oppure di 13x18 cm e sigillati con un nastro intela grigia (fig 1)Sia i preparati che le etichette sono del tutto uguali aquelli presenti nella versione originaria la collezione

egrave composta da 154 campioni corrispondenti a 135taxa specifici appartenenti a 93 generi la maggiorparte dei preparati proviene dalla provincia di firenzeed il curatore egrave tranne poche eccezioni adrianofiori i campioni sono a loro volta conservati in 16cofanetti di cartone rigido di colore grigio chiusimediante un nastro di cotone dello stesso colorepresso lrsquoerbario del laboratorio di Botanica agraria(fiaf) dellrsquouniversitagrave di firenze egrave conservata lamedesima versione realizzata a scopi didattici che egravecostituita da 178 campioni collocati in 18 cofanetti(cuccuini 2002)attualmente in relazione ad un rinnovato interesseverso le collezioni xilologiche dovuto ai piugrave recentiutilizzi in campo sperimentale (ManiatiS et al2011) didattico divulgativo ed alla consapevolezzache la Xylotomotheca Italica possiede tutte le caratte-ristiche di un bene culturale (d lgs n 422004 art11) sono state avviate alcune azioni tese al recuperoconservativo della collezione presente presso ilMuseo orto Botanico in primo luogo egrave stato valu-tato lo stato di conservazione dei singoli campioni alfine di evidenziare gli eventuali interventi da effet-tuare ersquo risultato che solo 3 campioni presentano ivetri rotti tuttavia le sezioni non sono danneggiateviceversa in quasi tutti i campioni il nastro che sigil-la i vetri egrave logoro e consunto pertanto egrave possibileaffermare che la collezione egrave complessivamente inun discreto stato conservativola collezione egrave stata inoltre informatizzata medianteapposito software (fileMaker pRo 12 clariscorporation) riportando nei vari campi le informa-zioni presenti sui cartellini Questo intervento hapermesso di fruire facilmente delle informazioni inessa contenute prossimamente si completeragrave il lavo-ro realizzando alcuni interventi di restauro sui cam-pioni ed effettuando lrsquoacquisizione in formato elet-tronico della loro immagine con uno scanner perdocumenti di pregio anche al fine di implementareun archivio elettronico consultabile via internet

letteRatuRa citatacuccuini p 2002 ndash La Xylotomotheca italica un caso

insolito di serie di exsiccata Catalogo e spigolature stori-che Museol Sci 19(1) 97-119

di paSQuale g allevato e 2007 ndash Collezioni di legnie carboni in Mazzoleni S pignatelli S (a cura di)I Musei delle Scienze Agrarie lrsquoevoluzione delleWunderkammern 79-81 ed universitagrave di napolifederico ii

fioRi a 1900 ndash Nuovo microtomo automatico a doppiarotazione Malpighia 14 411-424

fioRi a Beacuteguinot a paMpanini R 1905 ndash Schedae adFloram Italicam Exsiccatam n giorn Bot ital ns12(2) 143-144

lyncH aH gaSSon pe 2010 ndash Index XylariorumEdition 4 Royal Botanic gardens Kew published onthe internet

ManiatiS d Saint andReacute l teMMeRMan M MalHiy BeecKMan H 2011 ndash The potential of using xylar-ium wood samples for wood density calculations a com-parison of approaches for volume measurement forest 4150-159

uRBinati c giove M 2012 ndash Collezioni xilologiche in

410 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

fig 1un campione della Xylotomotheca Italica presente presso ilMuseo orto Botanico dellrsquouniversitagrave di Baria sample of the Xylotomotheca Italica at the Botanicalgarden Museum of Bari university

taffetani f (a cura di) Herbaria nardini editorefirenze

RiaSSunto - la Xylotomotheca Italica di adriano fiorirealizzata nei primi anni del novecento rappresenta unadelle collezioni storiche piugrave interessanti e peculiari nel suogenere Si tratta di sezioni sottili di numerose specie legno-se tra le piugrave rappresentative della flora italiana e di alcunespecie esotiche coltivate in italia lrsquoautore realizzograve la col-lezione col preciso obiettivo di arricchire la Flora ItalicaExsiccata (FIE) e pertanto di fornire un prezioso materialedi confronto per quanti svolgevano lavori botanici inoltreprogettograve il microtomo utilizzato per effettuare le sezioninella versione originaria della collezione costituita da 215

campioni le sezioni sono confezionate in pieghi di carton-cino a loro volta riposti in bustine corredate da unrsquoetichet-ta la Xylotomotheca Italica presente presso il Museo ortoBotanico dellrsquouniversitagrave di Bari fu acquisita probabil-mente insieme ai campioni della FIE presenti pressolrsquoHerbarium Horti Botanici Barensis (Bi) essa non si pre-senta nella sua veste originaria bensigrave in una versione realiz-zata per scopi didattici le sezioni con la relativa etichet-ta sono montate tra due vetri rettangolari sigillati da unnastro di tela grigia la collezione egrave composta da 154 cam-pioni comprendenti 135 taxa sub-generici appartenenti a93 generi Sono stati avviati alcuni interventi tesi al recu-pero della collezione che si presenta complessivamente inun discreto stato di conservazione

411

autoRi

Viviana Cavallaro (vivianacavallarounibait) Luigi Forte Dipartimento di Biologia e Museo Orto Botanico Universitagrave diBari ldquoAldo Morordquo Via E Orabona 4 70126 BariGiovanni Signorile Francesca Carruggio Francesca Mantino Museo Orto Botanico Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via EOrabona 4 70126 Bari

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

Malgrado siano trascorsi ben 40 anni il noto afori-sma di dobzhansky secondo cui ldquoniente in biologiaha senso se non alla luce dellrsquoevoluzionerdquo(doBzHanSKy 1973) non solo nulla ha perso dellasua straordinaria forza concettuale ma di fatto haoggi un significato ancor piugrave profondo in relazione aipiugrave recenti studi nel campo della biologia evolutivadello sviluppo (evo-devo) disciplina che estende ulte-riormente la visione unificante che negli anni lsquo30 elsquo40 del secolo scorso condusse alla sintesi evoluzioni-stica coniugando la genetica con le ldquoclassicherdquo scien-ze naturali (MuumllleR 2007)Svolgere adeguata divulgazione scientifica sulla teoriadellrsquoevoluzione appare perograve un compito estrema-mente difficile di evoluzione si parla nei contestipiugrave disparati ma non di rado i concetti basilari dellateoria darwiniana e delle sue successive elaborazionivengono travisati al punto da attribuire a darwinstesso affermazioni mai da lui pronunciate o scrittea cominciare dal famigerato rdquolrsquouomo discende dallascimmiardquo frase che manifesta la totale ignoranza dichi la pronuncia sulle tematiche in questione ersquoanche spiacevolmente frequente una volgarizzazioneerronea del concetto di evoluzione che viene inter-pretato come un ldquocammino verso la perfezionerdquo conlrsquointroduzione di elementi di teleologia del tuttoinappropriati allrsquoindirizzo httpevolutionberke-leyedu egrave disponibile un utile elenco di tipici erroriconcettuali sulla tematica dellrsquoevoluzione con relati-ve argomentazioni e note esplicative Se sono ben chiari i motivi della opportunitagrave e neces-sitagrave di insegnare i principi ed i meccanismi dellrsquoevo-luzione a tutti i livelli dellrsquoistruzione scolastica eduniversitaria non sono a tuttrsquooggi disponibili ade-

guati strumenti didattici neacute vi egrave stato se non episo-dicamente un confronto con i potenziali fruitoridegli interventi formativi per sperimentare le moda-litagrave piugrave efficaci con cui trasmettere i complessi edarticolati concetti della teoria dellrsquoevoluzione supe-rando le fin troppo diffuse inesattezze e gli erroriconcettuali precedentemente menzionatiil ruolo delle risorse museali per una efficace didatti-ca dellrsquoevoluzione egrave stato messo in rilievo da alcunistudi (Spiegel et al 2012) compiuti prevalentemen-te negli Stati uniti dove egrave piugrave avvertibile il problemadelle resistenze di tipo ideologicoreligioso in parti-colare nelle aree in cui sono particolarmente diffusi ilcreazionismo e lrsquoipotesi dellrsquoIntelligent Design che nerappresenta una versione ldquoaggiornatardquo dallrsquoesigenza di colmare questa grave lacuna nascepresso il Museo orto Botanico strutturadellrsquouniversitagrave degli Studi di Bari ldquoaldo Morordquo ilprogetto denominato e-Move (evoluzione delMondo vegetale) il progetto nasce dallrsquoidea che labiodiversitagrave vegetale vista in chiave diacronica possacostituire uno strumento molto efficace per la divul-gazione scientifica su questo tema cosigrave importante ilprogetto annuale che ha ricevuto un finanziamentodal MiuR nellrsquoambito della legge 62000 per la dif-fusione della cultura scientifica presenta alcuni ele-menti di novitagrave che verranno discussi in questo brevecontributo

aRticolazione del pRogettoil progetto si articola su 3 linee (a) allestimento nelMuseo orto Botanico di spazi espositivi sperimenta-li per elaborazione e validazione di strategie didatti-co-divulgative (B) Realizzazione di giochi interattivi

412 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

Risorse per insegnare lrsquoevoluzione dei vegetali il progetto e-Move

a gRano Mc de tullio

aBStRact - Resources for teaching plant evolution the E-MoVe project -the e-Move (evolution of the plant World)project tackles the problem of the scarcity of effective educational tools for teaching evolution in spite of the undoubtedimportance of the topic Within the Botanical garden Museum of the university of Bari methodologies for teaching evo-lution will be developed in collaboration with school teachers and other stakeholders novel teaching tools includinginteractive videogames will be made available to national and international institutions for testing and validation theproject funded by the italian Ministry of education also aims at providing training to school teachers and scientific muse-um operators

Key words plant evolution scientific museum teaching

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

(c) formazione di docenti ed operatori museali

(a) lo spazio espositivo consentiragrave di sperimentarestrategie di comunicazione e divulgazione valorizzan-do strutture attrezzature e competenze giagrave presenti esi articola in 3 parti (a phylowall b darwin e lepiante c iconografia botanica) con aula didatticaper la formazionea phyloWall la parete della filogenesi delle pianteil ldquogiardino verticalerdquo nasce a scopo decorativo-arti-stico su idea del botanico e designer p Blanc ilphyloWall avragrave una funzione scientifico-didatticaattraverso la disposizione degli organismi secondouno schema filogenetico si visualizzeragrave in manieraimmediata il concetto di evoluzione una legendacon datazione e localizzazione geografica dei repertifossili verragrave collocata accanto al phylowall per unaimmediata fruibilitagraveb darwin e le pianteverragrave allestita lrsquoipotetica ricostruzione dello studio didarwin con alcune delle immagini piugrave significativelegate allrsquoelaborazione del concetto di evoluzioneverragrave collocato uno schermo touch-screen per i giochiinterattivi c iconografia botanica localeverranno allestite teche per lrsquoesposizione di volumitra cui la flora del Regno di napoli di Micheletenore allo scopo di evidenziare il legame tra il pas-sato ed il futuro della ricerca botanica

(B) la realizzazione di materiale didattico innovativocostituisce un obiettivo fondamentale del progettoun comitato di redazione tecnico-scientifico in col-laborazione con uno studio professionale specializza-to nella comunicazione multimediale si occuperagrave diideare e realizzare materiale didattico che verragrave poidistribuito per la validazione nellrsquoambito di una retedi collaborazione nazionale ed internazionale

(c) la formazione si articoleragrave in (a) visite guidateper alunni (b) corsi per insegnanti e operatorimuseali con la collaborazione dellrsquoassociazionenazionale insegnanti di Scienze naturali (aniSn)si prevede la formazione di insegnanti sulle tematichedellrsquoevoluzione biologica utilizzando sia un approc-cio storico-didattico con lrsquouso dellrsquoerbario e dellabanca del germoplasma sia lo sviluppo di strumentiinterattivi informaticii moduli di formazione affronteranno temi che spa-ziano dallrsquoinquadramento storico della teoria dellrsquoe-voluzione allrsquouso delle moderne tecniche di sistema-tica molecolare sviluppando specifici percorsi didat-tici per i diversi livelli di approfondimento un ruolofondamentale verragrave attribuito allrsquouso delle risorsemuseali

pRoSpettive futuReil progetto ha elevate potenzialitagrave di fornire ricaduteper la diffusione della cultura scientifica sia a livellolocale sia come esperienza pilota da esportare in altrerealtagrave territoriali nazionali in particolare la collabo-razione con lrsquoaniSn consente lrsquoimplementazionedel progetto nelle ldquoscuole presidiordquo ed una piugrave ampiautilizzabilitagrave del materiale didattico sullrsquoevoluzionedelle piante che verragrave messo a disposizionela collaborazione con altre universitagrave orti Botanicie Musei della Scienza costituiragrave una rete aperta ad unbacino di utenza piugrave ampio e permetteragrave di esporta-re sul piano nazionale lrsquoesperienza maturata nellrsquoam-bito del progettole azioni connesse alla realizzazione di e-Move pro-muoveranno su scala nazionale la costituzione dinodi in una rete di comunicazione e diffusione dellacultura scientifica nel campo specifico dellrsquoevoluzio-ne delle piante con lrsquoobiettivo generale di elevare illivello di competenze degli studenti dei docentidegli operatori museali e del pubblico di non addet-ti ai lavori in ambito scientifico sostenendo la for-mazione continua la formazione di operatorimuseali guide naturalistiche ed altre figure profes-sionali per ampliare le conoscenze naturalistiche ter-ritoriali egrave un obiettivo di particolare rilevanza sia perla valorizzazione delle risorse umane sia per la tuteladei beni ambientali e dellrsquoingente patrimonio costi-tuito dalla biodiversitagrave vegetale nel nostro paese conlrsquoobiettivo di salvaguardare specie a rischio di estin-zione nella fattispecie piante che hanno rivestito unparticolare significato nel corso dellrsquoevoluzione

letteRatuRa citatadoBzHanSKy t 1973 ndash Nothing in biology makes sense

except in the light of evolution amer Biol teacher 35127-129

MuumllleR g 2007 ndash Evo-devo extending the evolutionarysynthesis nat Rev genet 8 943-949

Spiegel an evanS eM fRazieR B Hazel a taReM gRaM W diaMond J 2012 ndash Changing muse-um visitorrsquos concept of evolution evo edu outreach5 43-61

RiaSSunto ndash viene brevemente presentato il progettoe-Move (evoluzione del Mondo vegetale) attualmentein corso di realizzazione presso il Museo orto Botanicodellrsquouniversitagrave degli Studi di Bari ldquoaldo Morordquo il proget-to che ha ricevuto un finanziamento MiuR nellrsquoambitodella legge 62000 per la diffusione della cultura scientifi-ca si propone di allestire uno spazio espositivo che si poneanche come centro permanente per la ideazione realizza-zione e diffusione di efficaci strategie didattiche sui temidellrsquoevoluzione biologica attraverso la costituzione di unarete di validazione nazionale ed internazionale noncheacute larealizzazione di incontri di formazione per docenti discuole di ogni ordine e grado ed operatori museali

413Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

autoRi

Antonella Grano Museo Orto Botanico Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70126 BariMario C De Tullio (mariodetulliounibait) Dipartimento di Biologia Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70126Bari

il genere Arum l (Araceae) comprende in italia trespecie poliploidi A apulum (carano) p c Boyce Amaculatum l e A italicum Mill in questo genere itaxa poliploidi tendono ad occupare areali geograficimolto ampi rispetto alle specie diploidi (Bedalov1981) infatti A italicum egrave principalmente diffusodal caucaso attraverso la regione del Mediterraneofino alla costa atlantica (BonnieR 1931 MeuSel etal 1965 diHoRu 1970 Bedalov 1975) A macu-latum secondo MeuSel et al (1965) teRpograve (1973)e Bedalov (1981) egrave distribuito in europa centrale eoccidentale A maculatum e A italicum presentanotuberi rizomatosi al contrario del poliploide A apu-lum che ha il tubero a forma discoide (BedalovKupfeR 2005) in riferimento allrsquoorigine delle speciedel genere Arum Bedalov KupfeR (2005) suggeri-scono che la forma discoide del tubero sia da consi-derare ancestrale rispetto alla forma rizomatosaSuccessivamente questi dati sono stati confermati daindagini molecolari (eSpigravendola et al 2010) in precedenti lavori al fine di chiarire la tassonomiadel genere Arum sono stati riportati alcuni aspetticitologici e citotassonomici (goRi 1958 MaRcHi etal 1964 BeuRet 1971 1972 MaRcHi 1971Bedalov 1975 1981 Bedalov et al 1998) lamaggior parte delle specie di Arum egrave diploide connumero cromosomico 2n=28 mentre sono pochi itaxa poliploidi conosciuti A maculatum e A apulumsono tetraploidi con 2n=56 mentre A italicum egrave esa-ploide con 2n=84 le analisi cariologiche hannomostrato in dettaglio i cariotipi di quattro speciediploidi e due poliploidi i taxa analizzati inoltrehanno evidenziato un ldquocariotipo di baserdquo caratteriz-

zato dalla presenza di alcuni cromosomi marker(drsquoeMeRico et al 1993 Bianco et al 1994) il presente contributo fornisce pertanto informazio-ni sulla cariomorfometria delle suddette specie poli-ploidi

MateRiali e Metodile analisi cariologiche sono state effettuate su apiciradicali pretrattati con colchicina 03 per 2h equindi fissati per 5 min con 5111 (vv) (alcol eti-lico assoluto cloroformio acido acetico glaciale for-maldeide) successivamente sono stati idrolizzati per20 min con Hcl 55n e colorati con reattivo difeulgen la nomenclatura utilizzata per descrivere ilcariotipo segue levan et al (1964)per valutare il livello di simmetria del cariotipo sonostati utilizzati gli indici di asimmetria a1 (indiceintracromosomale) e a2 (indice intercromosomale)(RoMeRo zaRco 1986)

RiSultati e diScuSSioneArum maculatum e A italicum sono caratterizzati daun cariotipo asimmetrico comprendente numerosicromosomi submetacentrici con A italicum chemostra un indice intracromosomale (a1=043) piugraveelevato rispetto ad A maculatum (a1=039)dal punto di vista citologico egrave interessante notareche nelle specie esaminate sono state osservate coppiedi cromosomi caratterizzate dalla presenza di seg-menti telomerici debolmente colorati dal feulgenprecedentemente descritti come costrizioni seconda-rie (drsquoeMeRico et al 1993) dyeR (1963) e voSacolaSante (1995) descrivono simili segmenti

414 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

indagini cariomorfometriche in tre taxa poliploidi del genere Arum

a tuRco p Medagli a alBano S drsquoeMeRico

aBStRact - Karyomorphometry on three polyploid taxa of arum - Somatic chromosomes of three polyploid taxa of Arumhave been investigated A italicum showed 2n = 84 chromosomes and the karyotype is composed by numerous asymmet-ric chromosomes A maculatum and A apulum have shown 2n = 56 chromosomes the karyotype morphology of Aitalicum is similar to that of A maculatum but the most asymmetrical karyotype and the presence of numerous weaklyfeulgen-stained segments of the former suggest a more recent origin respect to latter differently A apulum has showed asymmetrical karyotype and few weakly feulgen-stained segments

Keywords allocyclic segments Arum karyotype asymmetry

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

denominati ldquoallocyclic segmentsrdquo in diversi gruppidi piante (Gasteria duval Iris l Aloe l) voSaBennett (1990) e Bennett gRiMSHaW (1991)inoltre suggeriscono lrsquoutilitagrave di questi segmenticome indicatori dellrsquoevoluzione del cariotipo e quin-di determinanti nellrsquoidentificazione dei cariotipidelle varie entitagrave al riguardo Arum italicum hamostrato il maggior numero di cromosomi conte-nenti i suddetti segmenti in comparazione a quelliosservati nei complementi di A maculatum A apu-lum e nei diploidi A orientale M Bieb subsp orien-tale e A cylindraceum gasp (drsquoeMeRico et al1993) differentemente A apulum egrave una specie tetraploidecon una distribuzione limitata al Sud italia (puglia)(caRano 1934 goRi 1958 Bianco et al 1994)Questrsquoultima specie mostra un cariotipo piugrave simme-trico (a1=032) considerato ancestrale rispetto allespecie con cariotipi asimmetrici (SteBBinS 1971)costituito da cromosomi prevalentemente metacen-trici e dalla presenza di pochi segmenti allociclicidrsquoaltra parte lrsquoisolamento geografico accompagnatoda variazioni ecologiche sembra supportare lrsquoattualestruttura del cariotipo di A apulum

letteRatuRa citata Bedalov M 1975 ndash Cytotaxonomical and phytogeograph-

ical investigation of the species arum italicum Mill inYugoslavia acta Bot croat 34 143-150

mdash 1981 ndash Cytotaxonomy of the genus arum (araceae) inthe Balkans and the Aegean area Bot Jahrb Syst 102183-200

Bedalov M favaRgeR c KupfeR p 1998 ndash Naturalhybrids and basic chromosome number in the genusarum acta Botanica yunnanica Suppl X 71-75

Bedalov M KupfeR p 2005 ndash Studies on the genusarum (araceae) Bull Soc neuchacirctel Sci nat 12843-70

Bennett St gRiMSHaW JM 1991 ndash Cytological stu-dies in cyclamen (primulaceae) pl Syst evol 176135-143

BeuRet e 1971 ndash Reacutepartition geacuteographique de quelquesarum des groupes maculatum L et italicum Mill BullSoc neuchacirctel Sci nat 94 29-36

mdash 1972 ndash Preacutesence drsquoun Arum diploide en Italie BullSoc neuchacirctel Sci nat 95 35-41

Bianco p drsquoeMeRico S Medagli p Bedalov M1994 ndash Indagini sistematiche su arum apulum(Carano) Bedalov (araceae) entitagrave endemica delle

Murge Pugliesi Webbia 49 (1) 43-49BonnieR g 1931 ndash Flore complegravete ilustregravee en couleurs de

France Suisse et Belgique 11 pariscaRano e 1934 ndash Un nuovo elemento della Flora meri-

dionale drsquoItalia ann Bot 20 579-585drsquoeMeRico S Bianco p Medagli p 1993 ndash

Chromosome numbers and karyotypes in arum(araceae) caryologia 46 161-170

diHoRu g 1970 ndash Morpho-taxonomische aspekte einigerArum-Arten Rev Roumaine Biol Seacuter Bot 15 71-85

dyeR af 1963 ndash Allocyclic segments of chromosomes andstructural heterozygosity that they reveal chromosoma13 545-576

eSpigravendola a BueRKi S Bedalov M KupfeR palvaRez n 2010 ndash New insights into the phylogeneticsand biogeography of arum (araceae) unravelling its evo-lutionary history Bot J linn Soc 163 14-32

goRi c 1958 ndash Il numero dei cromosomi dellrsquoarumnigrum Schott var apulum Carano caryologia 10(3) 454-456

levan a fRedga K SandBeRg aa 1964 ndashNomenclature for centromeric position on chromosomesHereditas 52 201-220

MaRcHi p 1971 ndash Numeri cromosomici per la flora italia-na 57-66 inform Bot ital 3 124-138

MaRcHi p capineRi R drsquoaMato g 1964 ndash Numericromosomici per la flora italiana 182-189 informBot ital 6 (3) 303-312

MeuSel H JaegeR e WeineRt e 1965 ndash Vergleichen-de Chorologie der zentra-europaumlischen flora 1 Jena

RoMeRo zaRco c 1986 ndash A new method for estimatingkaryotype asymmetry taxon 35 526-530

SteBBinS gl 1971 ndash Chromosomal Evolution in HigherPlants edward arnold ltd london

teRpOacute a 1973 ndash Kritische Revision der arum-Arten desKarpatenbeckens acta Bot acad Sci Hung 18216-255

voSa cg Bennett St 1990 ndash Chromosome studies inthe Southern African flora58-94 Chromosome evolutionin the genus gasteria Duval caryologia 43 235-247

voSa cg colaSante M 1995 ndash I segmenti allociclicinelle liliiflorae inform Bot ital 27 307-308

RiaSSunto gli autori riportano alcuni risultati cario-morfometrici ottenuti su tre specie poliploidi del genereArum Arum apulum (2n=56) A maculatum (2n=56) e Aitalicum (2n=84) in particolare la specie A italicum con2n=84 cromosomi ha mostrato un cariotipo con un eleva-to indice di asimmetria nel cariotipo di questa speciesono stati riscontrati numerosi ldquosegmenti allociclicirdquo incomparazione ad A maculatum e A apulum

415Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

autoRi

Alessio Turco Piero Medagli Antonella Albano Laboratorio di Botanica sistematica ed Ecologia vegetale DiSTeBAUniversitagrave del Salento Campus Ecotekne 73100 LecceSaverio DrsquoEmerico Dipartimento di Biologia Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70126 Bari

Cistus clusii dunal piccolo arbusto appartenente allafamiglia Cistaceae egrave una specie xerofila con distribu-zione mediterraneo-occidentale in italia storicamen-te presente in Sicilia (giaRdina 1988) e in puglianellrsquounica stazione di ldquoBosco isolardquo (lesina fg)(foRte et al 2002a) in questrsquoultima il contestovegetazionale egrave quello della gariga nanofanerofiticasu suolo sabbioso in associazione con Rosmarinusofficinalis l Erica multiflora l e Cistus sp pl(cHieSuRa loRenzoni et al 1976)a partire dallrsquoanno 2000 nellrsquoambito di progetti diricerca condotti dal Museo orto Botanicodellrsquouniversitagrave degli Studi di Bari sono stati indaga-ti alcuni aspetti della biologia ed ecologia di C clusii(MaccHia 2005) tali studi furono finalizzati allarealizzazione di azioni di conservazione in situ attra-verso il rafforzamento della popolazione residualepugliese giagrave allrsquoepoca gravemente esposta a pericolodi estinzione (conti et al 1997) a tale scopo furo-no infatti reintrodotti in aree ecologicamente idoneedi ldquoBosco isolardquo circa cento individui ottenuti pervia sessuale attraverso fecondazione incrociata con-trollata a partire dai pochi individui della popolazio-ne originaria (foRte et al 2002b) Successivi rilieviin campo hanno registrato la progressiva diminuzio-ne del numero di individui presenti in situ fino allaloro completa scomparsa soprattutto a causa deiripetuti incendi verificatisi tra il 2007 e il 2010(foRte et al 2009 2012) tuttavia la specie in

puglia era da ritenersi estinta solo in natura (EW) inquanto presso il Museo orto Botanico di Bari eranopresenti sia individui ottenuti da fecondazione incro-ciata e derivanti dalla popolazione spontanea origina-ria sia semi conservati presso la Banca delgermoplasma (Bg-MoBB)Questrsquoultima evenienza ha costituito la premessaindispensabile per la realizzazione di nuove azioni diconservazione di C clusii nel territorio di ldquoBoscoisolardquo tali azioni si sono concretizzate grazie ad unaconvenzione stipulata tra il Museo orto Botanico diBari e il centro Studi naturalistici onluS nellrsquoam-bito del progetto ldquointerventi per la protezione e con-servazione del patrimonio ambientalerdquo- fondi faS ndashpremialitagrave Regionale delibera cipe 202004in questo lavoro vengono presentate le attivitagrave svolteai fini della propagazione gamica di C clusii e quelleper la successiva reintroduzione degli individui pro-dotti

MateRiali e Metodi

il materiale di propagazione gamica utilizzato per leazioni di conservazione in situ egrave stato ottenuto daimpollinazione incrociata controllata eseguita su dueindividui conservati ex situ siglati come c1 e c2 peri quali era stata giagrave testata la compatibilitagrave allrsquoincro-cio (foRte et al 2012)nel mese di aprile 2010 495 fiori (437 dellrsquoindivi-duo c1 e 58 dellrsquoindividuo c2) privati degli stami

416 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

Reintroduzione di Cistus clusii a ldquoBosco isolardquo (lesina puglia)

l foRte S anifantiS f caRRuggio v cavallaRo f Mantino g MelcHioRRe

aBStRact - Reintroduction of cistus clusii to ldquoBosco Isolardquo (Lesina Apulia) - Cistus clusii dunal is very rare in italy whereits historical sites of occurrence are in Sicily and apulia (ldquoBosco isolardquo ndash lesina fg) after the extinction in the wild ofthe small apulian population the Botanical garden Museum of Bari university and the centro Studi naturalistici(onluS) made a special agreement in order to implement a reintroduction project into the site of lesina the reintro-duced plants 520 in all were obtained from the offspring of lesina C clusii spontaneous population which is conservedex situ at the Botanical garden Museum of Bari to increase the chances of a successful reintroduction the plants wereplaced in three different areas and in each of them the individuals were planted in microsites suitable for the eco-physi-ological characteristics of the lesina population already known from literature in fact only a thorough knowledge of thebio-ecological behaviour of the selected species may allow to establish self-maintaining populations in the wild and so torealize an effective conservation action

Key words apulia Cistus clusii dunal reintroduction

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

sono stati impollinati manualmente e coperti consacchetti di tessuto non tessuto (tnt) in maggioin concomitanza con lrsquoinizio dellrsquoingrossamentodegli ovari i cappucci sono stati rimossi e nel mesesuccessivo egrave stata effettuata la raccolta delle capsulemature nella primavera del 2011 i semi sono statisottoposti a pre-trattamenti di scarificazione mecca-nica manuale e di dry-heating (80 degc x 5 min) inquanto risultati i piugrave efficaci nel promuoverne la ger-minazione (foRte et al 2012) per ciascuno dei duepre-trattamenti sono stati utilizzati circa 1500 semiderivanti dallrsquoincrocio c1 x c2 e circa 400 semi pro-dotti dallrsquoincrocio c2 x c1 i semi pre-trattati sonostati posti direttamente in plateaux di polistiroloespanso riempiti con sabbia sterilizzata a granamedio-fine (50) e torba (50) dopo una primafase di accrescimento le plantule sono state trapian-tate in fitosacchi in film plastico contenenti terrenonon sterile (sabbia di fiume 40 terreno comune30 torba 30) durante tutte le fasi di crescita leplantule sono state irrigate e sottoposte a trattamen-ti fitosanitari e fertilizzanti miratiper lrsquointervento di reintroduzione oltre agli individuicosigrave ottenuti nel 2011 sono stati utilizzati ancheindividui derivanti da semi pre-germinati nellrsquoambi-to di prove sperimentali condotte tra il 2009 e il2010 su c1 e c2la scelta delle aree di reintroduzione egrave stata fattasulla base dei dati storici di presenza di C clusii alesina (cHieSuRa loRenzoni et al 1976 foRte etal 2002b) delle caratteristiche eco-fisiologiche dellapopolazione originaria (foRte et al 2005 foRtepaStoRe 2005) di quelle ecologiche dei siti di rein-troduzione e dellrsquoanalisi delle minacce

RiSultati e diScuSSione

gli individui oggetto dellrsquoazione di reintroduzioneavvenuta a fine gennaio 2013 sono stati distribuitiin tre aree principali (fig 1) Queste sono situate neltratto di cordone dunale immediatamente ad est diMarina di lesina insediamento sorto in localitagravepietramaura dove negli anni lsquo70 era ancora presen-te il piugrave esteso nucleo di individui di C clusii dellastazione di lesina (cHieSuRa loRenzoni et al1976) due delle aree di reintroduzione poste tra lelocalitagrave di acquarotta e pennacchio sono relativa-mente vicine tra loro e separate da una fascia occupa-ta da un rimboschimento a Pinus pinea l mentre laterza in localitagrave chiusa dista dalle altre circa 2 kmallrsquointerno di ciascuna area sono stati individuati piugravesiti di reintroduzione georiferiti mediante strumen-tazione gpS in ognuno dei quali egrave stato inserito unnumero di individui compreso tra 20 e 25la scelta di ripartire gli individui in tre aree di rein-troduzione differenti e allrsquointerno di queste in piugravesiti distinti egrave stata effettuata con lo scopo di ridurre ilrischio che un eventuale incendio possa interessarlecontemporaneamente compromettendo la sopravvi-venza dellrsquointera popolazione reintrodotta il numerocomplessivo di siti di intervento egrave risultato pari a 27inoltre per garantire buone probabilitagrave di successo

anche riproduttivo in ciascun sito sono stati reintro-dotti almeno 20 individui al fine di aumentare laprobabilitagrave di incrocio tra individui con alleli diincompatibilitagrave differenti indispensabile in una spe-cie allogama come C clusii (Rizzotto 1979)in ogni sito inoltre i singoli individui sono statipiantati in micro-siti individuati sulla base dellamicro-morfologia stazionale le tre aree di interven-to ricadono in un contesto vegetazionale caratterizza-to da un complesso e molto frammentato mosaicocostituito principalmente dalla gariga a R officinalisE multiflora e Cistus sp pl e dalla macchia a sclero-fille sempreverdi con presenza di Erica arborea lQuesto mosaico spesso egrave il diretto risultato delledifferenti condizioni ecologiche determinate dallamicro-morfologia stazionale (foRte et al 2002a) ealtre volte della dinamica della vegetazione in atto acausa degli incendi pertanto sono stati individuaticome idonei quei micro-siti rispondenti alle caratte-ristiche bio-ecologiche della popolazione da intro-durre (eliofilia relativa sensibilitagrave allo stress idricoecc foRte et al 2005) e comunque sempre suffi-cientemente distanti da nuclei di macchia in stato diavanzamento o da singoli cespugli in fase di resprou-tinglrsquoazione di conservazione in situ cosigrave condotta nonha richiesto pertanto ulteriori interventi quali dira-

417Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 1Mappa delle aree di reintroduzione (base cartograficaldquocarta della vegetazione reale del ldquoBosco isolardquo di lesina- foglio 1rdquo foRte 2001)Map of reintroduction areas (cartographic base ldquocartadella vegetazione reale del ldquoBosco isolardquo di lesina - foglio1rdquo foRte 2001)

damento della vegetazione preesistente rimozionedel secco ecccomplessivamente nella stazione di ldquoBosco isolardquosono stati reintrodotti 520 individui di C clusii pro-dotti mediante coltivazione ex situ 200 dei qualiderivanti da semina diretta di semi pre-trattati e 320ottenuti da impianto di semi pre-germinatiattualmente ulteriori 155 individui prodotti nel-lrsquoambito di questo progetto sono conservati presso ilMuseo orto Botanico dellrsquouniversitagrave di Bari inmodo da garantire sia la conservazione ex situ delpatrimonio genetico della popolazione di lesina e siala possibilitagrave di disporre di materiale di propagazioneper studi successivi

Ringraziamenti - gli autori ringraziano gli ldquospeciali colla-boratorirdquo che si sono prodigati durante il lavoro in campodi reintroduzione in situ in ordine alfabetico elenaBlotti nicola cillo Saverio drsquoamico Mario de tullioantonella grano Marcello Macchia Saverio Regina egianni Signorile

letteRatuRa citatacHieSuRa loRenzoni f cuRti l loRenzoni gg

MaRcHioRi S 1976 ndash cistus clusii Dunal Note dinomenclatura e di distribuzione con particolare riguardoalla stazione di Lesina (Foggia) giorn Bot ital 110259-267

conti f Manzi a pedRotti f 1997 ndash Liste rosse regio-nali delle piante drsquoItalia WWf Societagrave Botanicaitaliana universitagrave di camerino

foRte l anifantiS S Mantino f caRRuggio fcavallaRo v 2009 ndash Conservation of cistus clusiiDunal from ldquoBosco Isolardquo (Lesina - Apulia) current sta-tus and new experimental evidence in BaccHetta g(ed) Book of Abstracts Biodiversity Hotspots in theMediterranean Area 45th intern congr SiSv amp fip ndashcagliari 22-24 25-29 June 2009 280

foRte l cavallaRo v MaccHia f 2002b ndashConservazione in situ di cistus clusii Dunal (cistaceaeMagnoliophyta) nella duna di Lesina Quad Botamb appl 13 3-9

foRte l cavallaRo v pantaleo f drsquoaMico fSMaccHia f 2002a ndash The vascular Flora of the ldquoBoscoIsolardquo at Lesina (Foggia ndash Apulia) fl Medit 12 33-92

foRte l MelcHioRRe g anifantiS S caRRuggio fMantino f 2012 ndash Alcuni aspetti della biologia dellaconservazione di cistus clusii Dunal di ldquoBosco Isolardquo(Lesina Puglia) inform Bot ital 44(Suppl 2) 36-38

foRte l paStoRe d 2005 ndash Relazioni acqua-pianta inMaccHia f (ed) Biologia ed ecologia di cistus clusiiDunal 31-38 ed adda Bari

foRte l paStoRe d MaRvulli M Scatigna aMeMaccHia f 2005 ndash Analisi comparata tra eventi feno-logici e andamento dei parametri ambientali inMaccHia f (ed) Biologia ed ecologia di cistus clusiiDunal 5-13 ed adda Bari

giaRdina 1988 ndash Segnalazioni Floristiche Italiane 574-576 inform Bot ital 20(2-3) 678-679

MaccHia f (a cura di) 2005 ndash Biologia ed ecologia dicistus clusii Dunal ed adda Bari

Rizzotto M 1979 ndash Ricerche tassonomiche e corologichesulle cistaceae 1 Il genere cistus L in Italia Webbia33(2) 343-378

RiaSSunto ndash Cistus clusii dunal egrave una specie moltorara in italia storicamente presente in Sicilia e in puglianellrsquounica stazione di ldquoBosco isolardquo (lesina fg) in segui-to allrsquoestinzione della piccola popolazione residuale puglie-se il Museo orto Botanico dellrsquouniversitagrave di Bari e ilcentro Studi naturalistici onluS hanno stipulato unaapposita convenzione al fine di attuare unrsquoazione di rein-troduzione nel sito di lesina le piante reintrodotte insitu 520 in tutto sono state ottenute a partire da indivi-dui di C clusii progenie della popolazione spontanea ori-ginaria conservati ex situ presso il Museo orto Botanicoper aumentare le probabilitagrave di successo dellrsquointerventogli individui sono stati distribuiti in tre aree distinte eallrsquointerno di queste piantati in micro-siti rispondenti allecaratteristiche eco-fisiologiche della popolazione di C clu-sii di lesina giagrave note dalla letteratura infatti solo unaconoscenza approfondita del comportamento bio-ecologi-co delle entitagrave oggetto di interventi di conservazione insitu permette di programmare una concreta azione di tute-la attraverso lrsquoinsediamento di popolazioni in grado dipersistere nel tempo

418 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

autoRi

Luigi Forte (luigiforteunibait) Viviana Cavallaro Dipartimento di Biologia e Museo Orto Botanico Universitagrave di BarildquoAdo Morordquo Via E Orabona 4 70126 BariStamatia Anifantis Francesca Carruggio Francesca Mantino Giulia Melchiorre Museo Orto Botanico Universitagrave di BarildquoAldo Morordquo Via E Orabona 4 70126 Bari

Limoniastrum monopetalum (l) Boiss egrave presente inpuglia sulle rupi marittime di tricase porto (le)nellrsquoambito di una cenosi ascrivibile alla classeCrithmo-Limonietea Br-Bl 1947 in condizioni ana-loghe a quanto descritto per la Sicilia meridionale daBaRtolo et al (1982) Secondo la direttiva9243cee si tratta di un habitat di interesse comu-nitario denominato ldquoScogliere con vegetazione dellecoste mediterranee con Limonium spp endemicirdquo(aavv 2010) ersquo una specie a diffusione SW-Mediterranea in italia egrave presente in Sardegna inSicilia (conti et al 1992) nella laguna diorbetello (toMei guazzi 1993) a tricase porto(le) (accogli et al 1996) (fig1) in passato laspecie era stata segnalata ldquonei siti arenosi di tarantordquo(MaRinoSci 1870) caratterizzati da depressionicostiere con un ristagno idrico con substrato preva-lentemente costituito da argille e colonizzato da spe-cie ad elevata alofilia (tRotteR 1936) probabil-mente le antiche cenosi erano ascrivibili alla classeSarcocornetea-fruticosae Br-Bl amp tuumlxen ex a amp oBolograves 1950 tipica dei suoli inondati fangoso-argillo-si come riportato da Biondi et al (2004) per laSardegna

StatuS del popolaMento puglieSe ed eSpeRienzepRegReSSe

a tricase porto il popolamento si presenta formatoda due nuclei localizzati sulla sommitagrave di due costo-ni rocciosi distanti in linea drsquoaria circa 150 mentrambi i costoni sono occupati da abitazioni ad

uso civico ed i cespugli di limoniastro sono localizza-ti nelle loro adiacenze ma non allrsquointerno e questopotrebbe escludere unrsquointroduzione della specie perscopo ornamentale in totale si possono contarecirca 25 individui dei quali 18 si presentano comegrossi cespugli larghi 1ndash25 m alti 075ndash130 m lafioritura dura meno di un mese tra la fine di giugnoe lrsquoinizio di luglio le infiorescenze secche rimango-no sulla pianta sino a dicembre ma la maturazionedei frutti non egrave mai evidente e non egrave visibile la dei-

419infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

conservazione ex situ ed interventi di reintroduzione di Limoniastrum monopetalum in puglia

R accogli Mp BiancHi p Medagli S MaRcHioRi

aBStRact - ex situ conservation and reintroduction of limoniastrum monopetalum in Apulia region - in this paper arepresented the main actions taken by the Botanic garden of diSteBa for the protection of Limoniastrum monopetalum(l) Boiss species of high vulnerability included in the national Red list of plants of italy the specie is cultivated exsitu in the Botanic garden and it was decided to implement its reintroduction in the locality palude la vela (ta) in anarea once had been reported but no longer found propagation of L monopetalum was carried out by vegetative and gen-erative individuals obtained were reintroduced in two sites of the palude to different environmental conditions

Key words conservation moltiplication reintroduction

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 1areale di L monopetalum secondo gReuteR et al 1989 etutin et al 1981distribution area of L monopetalum according togReuteR et al 1989 and tutin et al 1981

scenza a contrastare lo sviluppo e la diffusione dinuove piante sono le estreme condizioni di povertagravedel substrato fortemente disturbato dalle attivitagraveantropiche che rimaneggiano continuamente le som-mitagrave dei costoni rocciosi (interventi di restauro edili-zio incendi e tagli indiscriminati) e la presenza diuna flora sinantropica dominata da agave pittospo-ro caprifico rovola vulnerabilitagrave della specie ha motivato la sua ripro-duzione ex situ nellrsquoorto Botanico dellrsquouniversitagravedel Salento e la messa a punto di protocolli di rein-troduzione infatti giagrave nel 2000 era stata testata lacapacitagrave di propagazione di L monopetalum sia pervia gamica che agamica senza forzature sui semi neacutedi ormoni radicanti per le talee la resa germinativaera risultata molto bassa del 2-5 mentre elevatesono state le percentuali di attecchimento delle talee(70-95) sia in primavera che agli inizi dellrsquoautun-no nel 2005 egrave stato effettuato un primo interventovolto al potenziamento del popolamento di L mono-petalum esistente a tricase porto lungo un breve trat-to costiero prospiciente il sito interessato da un inter-vento di riqualificazione attuato dallrsquoamministra-zione comunale lrsquointervento prevedeva la realizza-zione di un camminamento lungo la scogliera attra-verso i segni della storia locale ancora leggibili (trat-turi per la mena delle pecore vasche intagliate negliscogli per la concia delle pelli e per lrsquoestrazione diblocchi lapidei terrazzamenti per le colture agrarieprimaticce etc) la flora del tratto costiero annove-ra altre specie di interesse conservazionistico percheacuteincluse nella lista Rossa nazionale come Vincetoxi-cum hirundinaria Medik subsp adriaticum (Beck)Markgr o di valore fitogeografico come lrsquoendemicoLimonium japigicum (groves) pignatti Lavateraarborea l Scrophularia lucida l lrsquointervento direintroduzione era stato concordato con docenti edalunni delle Scuole Medie inferiori del comune ditricase che hanno partecipato dimostrando grandeinteresse e sensibilitagrave nellrsquoautunno 2005 egrave stataorganizzata una giornata durante la quale dopo unincontro tra autoritagrave politiche locali studiosi stu-denti e cittadini sono state messe a dimora 10 pian-te di L monopetalum (accogli et al 2006) pur-troppo lrsquointervento egrave stato inficiato da un incendioche nella primavera successiva ha distrutto buonaparte della flora spontanea ed i trapianti effettuati

MateRiali e Metodi

un secondo intervento di reintroduzione di L mono-petalum egrave stato programmato nel 2011 per il sitopalude la vela che ricade nellrsquoomonima Riservanaturale Regionale e prossima allrsquoantica salina di Sgiorgio jonico (ta) come prima fase si egrave procedu-to alla moltiplicazione della specie per ottenere indi-vidui giovani da mettere a dimora la moltiplicazio-ne ex situ egrave stata ripetuta sia per via vegetativa chegenerativa ponendosi nelle medesime condizionidegli anni precedenti ma con lrsquoaccorgimento didistinguere talee semierbacee da talee legnose ilmateriale propagativo egrave stato prelevato dagli indivi-

dui presenti a tricase porto da rami di 2 o piugrave annicon diametro del fusto maggiore di 10 mm sonostate realizzate talee lunghe 10-18 cm da rami di 1anno con diametro inferiore a 10 mm sono staterealizzate talee lunghe 7-12 cm il prelievo egrave statoeffettuato sia allrsquoinizio dellrsquoautunno (5 ottobre 2010)che alla fine della stagione invernale (5 marzo 2011) le talee sono state messe a radicare (senza aggiunta diormoni) in substrato costituito da un mixer di torbae perlite in rapporto 12 in vasi in pvc delle dimen-sioni 7x7x18 cm fatti stazionare poi in tunnel fred-do dopo 30 giorni veniva registrato lrsquoattecchimentodelle talee i risultati definitivi hanno evidenziato ilseguente andamento in autunno per quelle preleva-te da rami di 2 anni egrave stata registrata una percentua-le del 74 e per quelle prelevate da rami di 1 annodel 64 in primavera per le talee piugrave legnose egrave stataregistrata una percentuale di attecchimento pari al95 e per quelle meno legnose dellrsquo86 ancorauna volta i risultati dimostrano la facilitagrave di propaga-zione vegetativa della specie inoltre anche se i valo-ri differiscono di poco si deduce che il periodomigliore per il taleaggio di L monopetalum egrave a finestagione primaverile con rami vecchi di almeno 2anni (tab 1)

i racemi di L monopetalum dopo la fioritura persi-stono sulla pianta per lungo tempo (anche sino allrsquoin-verno) per cui sono stati effettuati periodici prelievidei frutti per lrsquoestrazione dei semi al fine di definire ilperiodo di piena maturazione un primo prelievo deifrutti egrave stato effettuato in ottobre i semi sono statiopportunamente isolati previa rottura della capsulaed una parte di essi egrave stata sottoposta a vernalizzazio-ne (4 degc per 24 h) per simulare unrsquoeventuale dor-mienza invernale la semina egrave stata effettuata in cap-sule petri sterili con carta da filtro come substratotenute in camera di crescita a 20 degc e fotoperiodo di10 h Sono state realizzate tre ripetizioni con 30 ele-menti per capsula lrsquoelaborazione dei dati registratievidenzia un andamento del potere germinativo di Lmonopetalum secondo quanto riportato dalla fig 2 il monitoraggio delle piastre ha evidenziato un pote-re germinativo dei semi molto basso (2-4) questodato egrave stato confermato dalla semina a spaglio effet-tuata in una seminiera con substrato composto datorba e agriperlite nel rapporto 12 da circa 200semi sono emerse solo 6 plantule

420 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

taBella 1Risultati della propagazione ex situResults of ex situ propagation

stagione talee di di radicazionepartenza 72 dopo 30 gg

Oslash 10 mm 64autunno Oslash 10-20 mm 74Oslash 10 mm 86primavera Oslash 10-20 mm 95

ReintRoduzione a palude la vela

i sopralluoghi effettuati a palude la vela per lrsquoindivi-duazione di siti idonei alla reintroduzione hannoindotto alla scelta di due piccole superfici simili percondizioni di substrato per copertura vegetale eparametri ambientali tali siti sono collocati su spon-de opposte dellrsquoacquitrino ed hanno unrsquoestensioneminima di 60 m2 per la messa a dimora sono stateselezionate piante vigorose e sane con unrsquoaltezzamedia di 489 plusmn526 cm e diametro di 1609plusmn304cm nel mese di novembre 2011 egrave stata effettuata laloro messa a dimoranel sito denominato ldquoardquo sono state trapiantate 15piante con un approssimativo sesto di impianto di 2x 4 m nel sito ldquoBrdquo sono state trapiantate 14 piantein ordine sparso in quanto lrsquoarea presentava nume-rose zone di erosione e continui dislivelli

concluSioni

nellrsquoarea palude la vela le condizioni ambientalisembrano piugrave confacenti allrsquoecologia di L monopeta-lum rispetto a tricase porto ed egrave positivo che tutte lepiante abbiano attecchito e siano giunte a fioriturama solo fra qualche anno si potragrave constatare la for-mazione di un eventuale popolamento con individui

fertili ed in grado di autopropagarsi e si avragrave confer-ma del successo della reintroduzione

letteRatuRa citataaavv 2010 ndash Manuale italiano interpretazione degli

habitat (Direttiva 9243 CEE) Ministero ambiente etutela territorio e Mare SBi

accogli R Medagli p MaRcHioRi S 1996 ndashlimoniastrum monopetalum (L) Boiss in Puglia(plumbaginaceae) giorn Bot ital 130 1 91degcongr SBi ancona 16-19 settembre 1996

mdash 2006 ndash Conservazione ex situ e reintroduzione dilimoniastrum monopetalum (L) Boiss sulla fasciacostiera di Tricase Porto (Lecce) inform Bot ital38(Suppl 1) 183-184

BaRtolo g BRullo S MaRcenograve c 1982 ndash La vegeta-zione costiera della Sicilia sud-orientale aQ71226cnR Roma

Biondi e BRugiapaglia e faRRiS e filigHeddu RSeccHi z 2004 ndash Halophilous vegetation of Olbia pondsystem (NE-Sardinia) fitos 41(1) Suppl 1 125-141

conti f Manzi a pedRotti f 1992 ndash Lista RossaNazionale delle Piante drsquoItalia WWf italia Roma

gReuteR W BuRdet HM long g 1989 ndashMedndashChecklist vol 4 320 pp

MaRinoSci M 1870 ndash Flora Salentina 1 22toMei pe guazzi e 1993 ndash Le zone umide della

Toscana Lista generale delle entitagrave generali atti MusStor nat grosseto 15 120-135

tRotteR a 1936 ndash Rilievi ecologici intorno alla flora edalla vegetazione della salina di SGiorgio presso Tarantoann R ist Sup agr portici III 5 120-135

tutin tg HeyWood vH BuRgeS na MooRedM valentine dH WalteRS SM WeBB da1981 ndash Flora Europaea vol 3 51

RiaSSunto - nel presente lavoro vengono esposte leprincipali azioni intraprese dallrsquoorto Botanico deldiSteBa per la salvaguardia di Limoniastrum monopeta-lum (l) Boiss specie ad alta vulnerabilitagrave inclusa nellalista Rossa nazionale delle piante drsquoitalia da anni la spe-cie viene coltivata ex situ nellrsquoorto Botanico e si egrave pensatodi attuare la sua reintroduzione in localitagrave palude la velain un ambito territoriale di antica segnalazione ma doveattualmente risulta scomparsa la propagazione di Lmonopetalum egrave stata effettuata per via vegetativa e genera-tiva e gli individui ottenuti sono stati reintrodotti in duesiti della palude a diverse condizioni ambientali

421Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 2valutazione del potere germinativoevaluation of the germinative power

autoRi

Rita Accogli (ritaaccogliunisalentoit) Maria Pia Bianchi Piero Medagli Silvano Marchiori Orto Botanico delDipartimento di Scienze e Tecnologie Biologiche ed Ambientali (DiSTeBA) Universitagrave del Salento Centro Ecotekne ViaProvinciale per Monteroni 73100 Lecce

in occasione della redazione della checklist dellepiante vascolari della puglia (a albano fBartolucci f conti p Medagli Rp Wagensommerin prep) egrave stato aggiornato lrsquoelenco delle specieminacciate in questa Regionele liste Rosse Regionali (conti et al 1997) ripor-tavano per la puglia 180 entitagrave da allora sono tras-corsi piugrave di 15 anni alcune di queste entitagrave eranoindicate in puglia per errore e altre sono considerateoggi sinonimi di entitagrave non minacciate mentrenumerose specie della lista Rossa nazionale sonostate rinvenute in puglia solo dopo il lavoro diconti et al (op cit) per questo motivo abbiamoritenuto utile aggiornare lrsquoelenco delle specie di listaRossa della Regione puglia e integrarlo con tutte leentitagrave endemiche pugliesi ed esclusive della Regione(presenti in italia solo in puglia)

RiSultati

il libro Rosso delle piante drsquoitalia (conti et al1992) riportava 458 specie e sottospecie di piantevascolari sottoposte a vari gradi di minaccia a livellonazionale di queste entitagrave 46 sono attualmentenote in puglia (tab 1) considerando anche le listeRosse Regionali (conti et al 1997) il numero ditaxa minacciati a livello nazionale e presenti in pugliasale a 89 entitagrave certamente presenti (di cui 1 dubita-tivamente alloctona) e 8 dubitativamente presentinella Regione mentre il numero di entitagrave indicatecome minacciate a livello Regionale egrave pari a 158 (dicui 1 dubitativamente alloctona) alle quali si aggiun-gono 4 entitagrave dubitativamente presenti nella Regio-ne per un totale di 188 entitagrave (tab 1)

le specie esclusive della puglia cioegrave quelle presentiin italia solo in questa Regione sono 54 di cui 2dubitativamente alloctone alle quali si aggiungono 6entitagrave la cui presenza egrave dubbia di queste 54 entitagrave35 sono endemiche pugliesi (tab 1)pertanto le specie di lista Rossa in puglia integratecon tutte le endemiche pugliesi e le esclusive dellaRegione sono 221 (tab 1) pari al 93 della floravascolare autoctona pugliese

diScuSSione

il libro Rosso e le liste Rosse delle piante drsquoitalia(conti et al 1992 1997) pur essendo stati seguitida altri lavori riguardanti le piante minacciate delnostro paese (pignatti et al 2001 ScoppolaSpaMpinato 2005) sono ancora oggi il riferimentoprincipale per le specie a rischio di estinzione initalia negli ultimi anni lrsquoimpulso alla realizzazionedi una nuova lista Rossa delle piante drsquoitalia secon-do i piugrave recenti criteri iucn (2001 2011) egrave statodato dalla rubrica pubblicata sullrsquoinformatoreBotanico italiano ldquoSchede per una lista Rossa dellaflora vascolare e crittogamica italianardquo e dal proget-to appena concluso e realizzato dalla SocietagraveBotanica italiana per conto del Ministero dellrsquoam-biente e della tutela del territorio e del Mare relati-vo alla valutazione nazionale della categoria di rischiodi estinzione per piugrave di 300 specie vegetali di interes-se conservazionistico e di ambientihabitat partico-larmente minacciati (RoSSi et al 2013) attualmen-te questi progetti hanno portato alla valutazione delgrado di minaccia di 40 specie vascolari presenti inpuglia Egrave auspicabile pertanto il contributo di tutti

422 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

piante vascolari minacciate e liste Rosse aggiornamento delle conoscenzein puglia

Rp WagenSoMMeR p Medagli ev peRRino

aBStRact - Threatened vascular plants and Red Lists an update of knowledge in Apulia -the Regional Red list of vas-cular plant species in apulia Region has been updated following recent knowledges of conservation distributional andtaxonomic interest

Key words apulia Red lists threatened species update

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

423Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

taBe

lla

1Piante vascolari endemiche esclusive e di Lista Rossa della Regione Puglia

Endemic exclusive and Red List vascular plants in Apulia Region

424 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO 45 (2) 393-432 2013(se

gue T

ab 1

)

425Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

(segue Tab 1)

426 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013(segue Tab 1)

427Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

(segue Tab 1)

i botanici pugliesi affincheacute sia possibile valutaresecondo i criteri piugrave recenti dellrsquoIUCN (op cit) unnumero molto maggiore di specieLrsquoelenco riportato in Tab 1 include tutte le specieendemiche pugliesi ed esclusive della Puglia Di que-ste entitagrave 33 non venivano indicate nelle Liste RosseRegionali (CONTI et al 1997) Esse sono state inclu-se in Tab 1 in via precauzionale ma in molti casi illoro effettivo grado di minaccia deve ancora esserevalutato Lrsquoelenco non include invece le categorie diminaccia indicate in ROSSI et al (2013) che sarannooggetto di un futuro contributo sulle specie di inte-resse conservazionistico in Puglia

CONCLUSIONILrsquoaggiornamento delle conoscenze floristiche inPuglia e le informazioni tassonomiche nomenclatu-rali e distributive pubblicate nel corso degli ultimianni hanno consentito un aggiornamento delle ListeRosse delle Piante vascolari della Regione Puglia maancora molto lavoro deve essere svolto per megliodefinire il numero di specie a rischio e il loro effetti-vo grado di minaccia secondo i piugrave recenti criteriinternazionali (IUCN op cit)

LETTERATURA CITATACONTI F MANZI A PEDROTTI F 1992 ndash Libro Rossodelle Piante drsquoItaliaMinistero Ambiente WWF Italia

Societagrave Botanica Italiana Romamdash 1997 ndash Liste Rosse Regionali delle Piante drsquoItaliaWWFItalia Societagrave Botanica Italiana CIAS Camerino

IUCN 2001 ndash IUCN Red List Categories and CriteriaVersion 31 IUCN Species Survival CommissionIUCN Gland (Switzerland) amp Cambridge (UK)II+30 pp

mdash 2011 ndash Guidelines for Using the IUCN Red ListCategories and Criteria Version 90 Prepared by theStandards and Petitions Subcommittee httpww-wiucnredlistorgdocumentsRedListGuidelinespdf

PIGNATTI S MENEGONI P GIACANELLI V (a cura di)2001 ndash Liste rosse e blu della flora italiana ANPARoma

ROSSI G MONTAGNANI C GARGANO D PERUZZI LABELI T RAVERA S COGONI A FENU G MAGRINIS GENNAI M FOGGI B WAGENSOMMER RPVENTURELLA G BLASI C RAIMONDO FMORSENIGO S (Eds) 2013 ndash Lista Rossa della FloraItaliana 1 Policy Species e altre specie minacciateComitato Italiano IUCN Ministero Ambiente eTutela Territorio e Mare Roma 54 pp

SCOPPOLA A SPAMPINATO G (Eds) 2005 ndash Atlante dellespecie a rischio di estinzione (CD-ROM) Allegato a ASCOPPOLA C BLASI (Eds) Stato delle conoscenze sullaflora vascolare drsquoItalia Palombi Ed Roma

RIASSUNTO ndash Egrave stata aggiornata la Lista RossaRegionale delle piante vascolari della Regione Pugliasecondo le piugrave recenti conoscenze in ambito conservazio-nistico distributivo e tassonomico

428 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO 45 (2) 393-432 2013

AUTORI

Robert Philipp Wagensommer (robwagensommeryahooit) Scuola di Scienze Ambientali Universitagrave di Camerino - CentroRicerche Floristiche dellrsquoAppennino (Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga) San Colombo 67021 Barisciano(LrsquoAquila)Piero Medagli (pietromedagliunileit) Laboratorio di Botanica Sistematica del DiSTeBA Universitagrave del Salento ViaProvinciale Lecce-Monteroni 73100 LecceEnrico Vito Perrino (enricoperrinoyahooit) Museo Orto Botanico Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via E Orabona 4 70124Bari

Verticillium dahliae Kleb egrave un fungo tracheomicoti-co responsabile della piugrave grave malattia dellrsquoolivo(Olea europaea l) soprattutto negli oliveti dei paesimediterranei Questo fungo oltre lrsquoolivo attacca piugravedi 300 specie di piante arboree ed erbacee la malat-tia determina generalmente il disseccamento di por-zioni della chioma (BeJaRano-alcaacutezaR et al 2001pegg BRady 2002 BuBici ciRulli 2011) isolatidi V dahliae in grado di infettare cotone e olivo pos-sono essere classificati in due patotipi defogliante enon-defogliante sulla base della loro abilitagrave o menodi indurre defogliazione nelle piante infette(MeRcado-Blanco et al 2001 2003) il presentelavoro propone studi preliminari su i) alcune rispo-ste fisiologiche in due cultivar di olivo caratterizzateda differenti livelli di suscettibilitagrave alla verticilliosi ii)alcuni determinanti di patogenicitagrave potenzialmentecoinvolti nellrsquoinduzione dei sintomi fogliari prodottida patotipi diversi di V dahliae

MateRiali e Metodi

Alterazioni fisiologiche piante di olivo delle cultivar lsquofrantoiorsquo (resistente) elsquoleccinorsquo (suscettibile) sono state inoculate con gliisolati vd312d (defogliante) e vd315nd (nondefogliante) seguendo il metodo descritto da ciRulli

et al (2008) piante non trattate e piante le cui radi-ci sono state immerse per 10 minuti in acqua sonostate utilizzate come tesi di controllo Sono stati valu-tati il contenuto di fenoli carotenoidi clorofillaperossido drsquoidrogeno ascorbato e lrsquoattivitagrave delleperossidasi generiche (pod) e dellrsquoascorbato perossi-dasi (apX) in foglie delle due cultivar raccolte dopo24 72 e 240 ore dal trapianto applicando i metodiproposti da cHandleR doddS (1983) licHten-tHaleR (1987) BRuno SpaRapano (2006) toM-MaSi et al (2006) paRadiSo et al (2008) tre mesidopo lrsquoinoculazione su ogni pianta egrave stata valutata lapresenza di malattia sulla chioma utilizzando la scaladi severitagrave dei sintomi proposta da colella et al(2008) lrsquoanalisi statistica dei dati egrave stata eseguitaattraverso lrsquoanalisi della varianza (anova) le mediesono state separate con il test della minima differen-za significativa (MdS) Produzione di metaboliti secondari fitotossici colture liquide statiche degli isolati vd312d evd315nd di V dahliae sono state allestite in tredifferenti soluzioni nutritive czapek modificato(vdM) patate destrosio Broth (pdB difco ) oacqua estratto di Malto (oxoid) al 2 (eM2) perciascun isolato e substrato sono state preparate 10bottiglie di Roux della capacitagrave di 1 l contenenti

429infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

Meccanismi di resistenza alla verticilliosi e caratterizzazione di varietagrave meridionali di olivo dati preliminari sulla fisiologia dellrsquointerazione olivoVerticillium dahliae

gl BRuno c faSciano Mp ippolito S SeRMani ad MaRSico c colella M aMenduni f toMMaSi

aBStRact - Mechanisms of resistance to olive Verticillium wilt and characterization of olive varieties from southern prelim-inary data on physiology of olive - verticillium dahliae interaction - inoculations experiment were performed with two strainsof Verticillium dahliae characterized as defoliating (vd312d) or not defoliating (vd315nd) pathotypes lsquofrantoiorsquo(resistant) and lsquoleccinorsquo (susceptible) olive plants the interaction plantpathogen was evaluated as total phenolscarotenoids chlorophylls hydrogen peroxide ascorbic acid generic peroxidases and ascorbate peroxidase activityinoculated plants showed the typical pathway associate to a stress the two pathotypes are also able to produce in vitrophytotoxins Some of these secondary metabolites should be involved on biochemical and physiological alterations asso-ciated to verticillium wilt symptoms on olive trees (leaves wilting and defoliation)

Keywords fenoli totali metaboliti secondari stato redox verticilliosi

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

150 ml di soluzione nutritiva ciascuna bottiglia egravestata inoculata con 5 ml di sospensione ottenutaomogeneizzando tre colonie (coltivate per due setti-mane in piastre petri su substrato di pda a 25 degc albuio) in 50 ml di acqua distillata sterile dopo 28giorni di coltura (25 degc al buio) il micelio egrave statorimosso mediante filtrazione su garza e centrifugazio-ne (5500 xg 20 min 4 degc) aliquote (3 ml) di cia-scun filtrato colturale (fc) integro o diluito (10100 e 1000 volte con acqua distillata) sono state uti-lizzate in saggi di tossicitagrave su rametti recisi dilsquoleccinorsquo e lsquofrantoiorsquo eseguiti in ambiente controlla-to (uR 50 t 25 degc luce 150 microe cm-2 sec-1)acqua distillata e substrato non inoculato sono statiutilizzati come controllo dal terzo giorno dopo lrsquoas-sorbimento delle soluzioni tossiche egrave stata osservatala manifestazione dei sintomi dopo 24 72 e 240 oredallrsquoassorbimento delle soluzioni saggiate le foglie diciascun rametto sono state caratterizzate in terminidi flusso traspiratorio utilizzando un porometro li-1600-licor negli stessi intervalli egrave stato valutato ilcontenuto in clorofilla e fenoli seguendo i metodiproposti in precedenza

RiSultati e diScuSSione

Alterazioni fisiologicheper entrambi i patotipi di V dahliae saggiati lrsquoindu-zione di uno stato di malessere nella pianta egrave confer-mata dalla riduzione nel contenuto di clorofillesoprattutto dopo 24 ore per la cultivar suscettibilelsquoleccinorsquo (fig 1) invece il contenuto di ascorbatoclorofille e carotenoidi ha subito un incrementosoprattutto nei campioni di foglie prelevate dopo 72e 240 ore dallrsquoinoculo con il patotipo defogliante leanalisi condotte sulle foglie di lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquohanno mostrato come la molecola segnale perossidodrsquoidrogeno risulta maggiormente presente nella cul-tivar frantoio dopo 72 ore dallrsquoinoculo con il patoti-po defogliante (fig 1) mentre lrsquoattivitagrave della apXsegna negli stessi tempi un decremento (fig 2) invece nella cultivar frantoio i sistemi antiossidan-ti non enzimatici hanno mostrato un calo rispetto aicontrolli nei livelli di ascorbato e di fenoli (fig 1) non si sono osservate variazioni nellrsquoattivitagrave dellacatalasi (fig 2) infatti come dimostrato in altrisistemi nei tessuti vegetali questo enzima svolge unruolo nel metabolismo del perossido di idrogenosecondario rispetto allrsquoapX che invece egrave lrsquoenzimachiave nel controllo della concentrazione in perossi-do di idrogeno (de gaRa et al 2003) lrsquoattivitagrave dellepod infine aumenta notevolmente nelle fasi tardi-ve dellrsquoinfezione nelle foglie di lsquofrantoiorsquo mentre inquelle di lsquoleccinorsquo un incremento egrave evidente 72 oredallrsquoinoculo (fig 2) i dati evidenziati nelle nostre condizioni sperimenta-li sono in linea con quanto riportato dalla letteraturariguardo alle interazioni pianta-patogeno e le risposteda stress abiotici (de gaRa et al 2003) infatti nellepiante resistenti si assiste a una modulazione deisistemi antiossidanti tale da causare un incremento diperossido di idrogeno a livello fogliare (de gaRa etal 2003) per contro nella varietagrave suscettibile lrsquoau-

mento dei livelli in antiossidanti non enzimatici nonegrave sufficiente a indurre resistenza la diversa rispostaai sistemi antiossidanti riscontrata nelle due varietagraveutilizzate in queste prove potrebbe essere consideratacome un marker biochimico per valutare lo stato diavanzamento dellrsquoinfezione e il suo destino primadella comparsa dei sintomi

Evoluzione dei sintomia conferma di quanto giagrave riscontrato da ciRulli etal (2008) lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo sono risultate rispet-tivamente resistenti e suscettibili ai due isolati di Vdahliae utilizzati nessun sintomo egrave stato registrato esulle piante utilizzate come controllo (piante nontrattate e piante le cui radici sono state immerse per

430 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

fig 1contenuto in fenoli carotenoidi clorofille e perossido diidrogeno in foglie di lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo dopo 24 72 e240 ore dallrsquoinoculo con vd312d () e vd315nd ()i controlli sono rappresentati da piante le cui radici sonostate immerse per 10 minuti in acqua (mdash) ciascun valo-re egrave la media di cinque piante phenols carotenoids chlorophylls and hydrogen peroxidecontent in leaves of lsquofrantoiorsquo and lsquoleccinorsquo after 24 72and 240 hours after inoculation with vd312d () andvd315nd () as controls plants were treated for 10minutes in water (mdash) each value is the mean of fiveplants

10 minuti in acqua) e sulle chiome di lsquofrantoiorsquo ino-culate con il patotipo non defogliante il patotipodefogliante ha causato su lsquofrantoiorsquo una modestadefogliazione le piante di lsquoleccinorsquo hanno espressosintomi gravi con entrambi i patotipi (generale avviz-zimento della chioma) aggravati nel caso del patoti-po defogliante da accentuata e rapida filloptosiMetaboliti secondari fitotossici gli isolati di V dahliae utilizzati in coltura liquida susubstrato vdM hanno permesso di ottenere fc chesaggiati su rametti recisi di lsquoleccinorsquo (suscettibile) elsquofrantoiorsquo (resistente) hanno riprodotto sintomi diavvizzimento e accartocciamento fogliare e defoglia-zione nessun sintomo egrave stato registrato sui ramettiche hanno assorbito acqua distillata e i substrati noninoculati lrsquoassorbimento dei 3 ml di soluzione daparte dei rametti ha richiesto 30-32 ore per acquavdM pdB e eM2 mentre i fc dei due isolati sonostati assorbiti in 17-24 ore i fc dei patotipivd312d o vd315nd di V dah-liae ottenuti su substrato vdM saggiati su entrambe

le cultivar di olivo hanno evidenziato sintomi da 7-9 giorni dopo lrsquoassorbimento i fc ottenuti su sub-strato vdM da entrambi i patotipi inducono ripiega-mento e successivo imbrunimento della laminafogliare sui rametti di lsquofrantoiorsquo Sui rametti dilsquoleccinorsquo sono stati registrati ingiallimenti della lami-na fogliare inizialmente intorno alle nervature edopo 3-5 giorni sullrsquointera superficie Sintomo fina-le dei fc di entrambi gli isolati di V dahliae dopo 28giorni di coltura su substrato di vdM egrave stata unagenerale defogliazione dei rametti Su lsquoleccinorsquo ladefogliazione egrave stata severa e si egrave avuta dopo 17 gior-ni sui rametti trattati con il fc dellrsquoisolato vd312dcf e dopo 21 giorni su lsquofrantoiorsquo i rametti trattaticon i fc di vd315nd sono stati registrati dopo 20giorni su lsquoleccinorsquo e dopo 25 giorni su lsquofrantoiorsquo isintomi sopra descritti sono stati osservati anche suirametti che hanno assorbito i fc dei due isolati dopodiluizione di 10 e 100 volte con acqua distillata i fc ottenuti dai due patotipi su substrato vdMsono stati confrontati sulle due cultivar per i loroeffetti sul flusso traspiratorio e sulle variazioni infenoli e clorofille presenti nelle foglie (fig 3)

431Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 2contenuto in ascorbato e attivitagrave delle perossidasi generi-che (pod) e dellrsquoascorbato perossidasi (apX) in foglie dilsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo dopo 24 72 e 240 ore dallrsquoinoculocon vd312d () e vd315nd () i controlli sono rap-presentati da piante le cui radici sono state immerse per10 minuti in acqua (mdash) ciascun valore egrave la media di cin-que piante ascorbic acid concentration and peroxidase (pod) andascorbate peroxidase (apX) activity in leaves of lsquofrantoiorsquoand lsquoleccinorsquo after 24 72 and 240 hours after inocula-tion with vd312d () and vd315nd () as controlsplants were treated for 10 minutes in water (mdash) eachvalue is the mean of five plants

fig 3effetti sulla traspirazione e sul contenuto in clorofille efenoli in foglie di lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo dopo 24 72 e 240ore dallrsquoassorbimento di 3 ml di filtrato colturale degli iso-lati vd312d () e vd315nd () su substrato vdM icontrolli hanno assorbito 3 ml di acqua (mdash) ciascunvalore egrave la media di cinque rametti recisi transpiration from abaxial leaf surfaces and chlorophyllsand phenols content in leaves of lsquofrantoiorsquo and lsquoleccinorsquoafter 24 72 and 240 hours after the absorbtion of 3 ml fvd312d () and vd315nd () culture filtrates onvdM as controls twigs adsorbed 3 ml of water (mdash) eachvalue is the mean of five twigs

le misure di traspirazione (fig 3) dimostrano unforte incremento nel flusso traspiratorio nei ramettirecisi che hanno assorbito i fc ottenuti dal patotipovd312d rispetto a quelli ottenuti dal vd315nd edalle tesi di controllo nessuna differenza egrave stata regi-strata nel contenuto in clorofilla Solo la concentra-zione in fenoli nelle foglie dei rametti recisi chehanno assorbito i fc ottenuti dai due isolati egrave risul-tata circa tre volte superiore rispetto ai rametti delletesi di controllo totali (fig 3)in definitiva appare chiaro che nellrsquointerazione Vdahliae e olivo entrino in gioco fattori chimici divirulenza del patogeno (fitotossine) che contribuisca-no alla patogenesi e alla manifestazione dei sintomied inducano nellrsquoospite condizioni di stress in que-sto stato la pianta ospite manifesteragrave in parte o intoto le alterazioni biochimiche e fisiologiche determi-natesi nei tessuti attraverso i sintomi

Ringraziamenti - gli autori ringraziano i collaboratoriluca Scarola valentino poliseno nicola contursi eaniello Rescigno (dipartimento di Scienze del Suolo dellapianta e degli alimenti universitagrave degli Studi di Barialdo Moro) per il valido supporto tecnico nella realizza-zione delle prove lavoro realizzato con il contributo dellafondazione cassa di Risparmio di puglia Bando 2010 ndashprogetto Meccanismi di resistenza alla verticilliosi e caratte-rizzazione di varietagrave meridionali di olivo

letteRatuRa citataBeJaRano-alcaacutezaR J peacuteRez-aRteacuteS e JiMeacutenez-dIacuteaz

RM 2001 ndash Spread of the defoliating pathotype ofverticillium dahliae to new cotton and olive growingareas in Southern Spain in Proceedings 8th Inter-national Verticillium Symposium coacuterdoba 2001 57

BRuno g SpaRapano l 2006 ndash Effects of three esca-asso-ciated fungi on vitis vinifera L II Characterization ofbiomolecules in xylem sap and leaves of healthy and dis-eased vines physiol Mol plant path 69 195-208

BuBici g ciRulli M 2011 ndash verticillium wilt inScHena l agoSteo ge cacciola So (eds)Olive diseases and disorders 191-222 transwordResearch network Kerala india

cHandleR Sf doddS JH 1983 ndash The effect of phos-phate nitrogen and sucrose on the production of pheno-lics and solasodine in callus cultures of Solanum lacinia-tum plant cell Rep 2 205

ciRulli M colella c drsquoaMico M aMenduni MBuBici g 2008 ndash Comparison of screening methods for

the evaluation of olive resistance to verticillium dahliaeKleb J plant path 90(1) 7-14

colella c Miacola c aMenduni M drsquoaMico MBuBici g ciRulli M 2008 ndash Sources of Verticilliumwilt resistance in wild olive germplasm from theMediterranean region plant path 57 533-539

de gaRa l de pinto Mc toMMaSi f 2003 ndash Theantioxidant systems vis-agrave-vis reactive oxygen species dur-ing plantndashpathogen interaction plant physiolBiochem 41 863-870

licHtentHaleR HK 1987 ndash Chlorophylls andearotenoids pigments of photosynthetic bio-membranesMethods enzymol 148 351-383

MeRcado-Blanco J collado-RoMeRo M paRRilla-aRauJo S RodRIacuteguez-JuRado d JiMeacutenez-dIacuteazRM 2003 ndash Quantitative monitoring of colonizationof olive genotypes by verticillium dahliae pathotypes withreal-time polymerase chain reaction physiol Mol plantpath 63 91-105

MeRcado-Blanco J RodRIacuteguez-JuRado d peacuteRez-aRteacuteS e JiMenez-dIacuteaz RM 2001 ndash Detection of thenondefoliating pathotype of verticillium dahliae ininfected olive plants by nested PCR plant path 50609-619

paRadiSo a BeRaRdino R de pinto Mc Sanitagrave ditoppi l StoRelli MM toMMaSi f de gaRa l2008 ndash Increase in ascorbatendashglutathione metabolism aslocal and precocious systemic responses induced by cadmi-um in durum wheat plants plant cell physiol 49362-374

pegg gf BRady Bl 2002 ndash Verticillium Wilts caBipublishing Wallingford

toMMaSi f paciolla c de pinto Mc de gaRa l2006 ndash Effects of storage temperature on viability germi-nation and antioxidant metabolism in ginkgo biloba Lseeds plant physiol Biochem 44 359-368

RiaSSunto ndash due ceppi di Verticillium dahliae caratte-rizzati come patotipo defogliante (vd312d) o non defo-gliante (vd315nd) e piante di olivo delle cultivarlsquofrantoiorsquo (resistente) e lsquoleccinorsquo (suscettibile) sono statiutilizzati in prove di inoculazione artificiale focalizzate allostudio fisiologico delle interazioni pianta patogeno ladiversa risposta riscontrata nelle due varietagrave in termini difenoli carotenoidi clorofilla perossido di idrogeno ascor-bato perossidasi generiche e ascorbato perossidasi indicauno stato di stress fitotossine prodotte in vitro dai duepatotipi sembrano essere coinvolte nelle alterazioni biochi-miche e fisiologiche alla base delle tipiche sintomatologiedella verticilliosi su olivo (avvizzimento generale dellachioma e defogliazione)

432 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

autoRi

Giovanni Luigi Bruno (giovanniluigibrunounibait) Samer Sermani Antonio Domenico Marsico Mario AmenduniDipartimento di Scienze del Suolo della Pianta e degli Alimenti (DiSSPA) Sezione di Patologia vegetale Universitagrave di BarildquoAldo Morordquo Via G Amendola 165A 70126 BariCristina Fasciano Maria Paola Ippolito Franca Tommasi (francatommasiunibait) Dipartimento di Biologia Universitagrave diBari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70125 BariCecilia Colella Dipartimento di Chimica Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70125 Bari

Page 10: Società Botanica italiana onluS 45 (2) 2013/391... · 2018-05-08 · prodotto preso in esame e sia dal metodo utilizzato (peRez-JiMénez et al., 2008; MülleR et al., 2010). un’attenzione

cato egrave il grado di lignificazionela consistenza (texture) legnosa nei turioni egrave deter-minata da una serie di proprietagrave meccaniche chesono dovute ai componenti della parete cellulare(RodRiguez et al 2006) e i dati ottenuti mettono inevidenza come lrsquoaumento nel contenuto di lignina albuio si verifichi principalmente nella parte apicaledove sono presenti brattee fogliari molto vascolariz-zate in asparagi verdi quindi lrsquoanalisi di alcuniparametri nutrizionali ha messo in evidenza differen-ze significative tra porzione apicale e porzione basalela condizione di stoccaggio al buio pur preservandolrsquoaspetto del prodotto non egrave sufficiente a mantenereinvariate alcune componenti organolettiche impor-tanti dal punto di vista nutrizionale

letteRatuRa citataalBaneSe d RuSSo l cinQuanta l BRaSiello a di

Matteo M 2007 ndash Physical and chemical changes inminimally processed green asparagus during cold-storagefood chemistry 101 274-280

BenKeBlia n yoSHida n ooi y nagaMine tonodeRa S SHioMi n 2008 ndash Variations of carbo-hydrate content and invertase activity in green and whiteasparagus spears Effects of spears length and portionacta Hort (iSHS) 776 459-464

King ga HendeRSon Kg lill Re 1987 ndash Sensoryanalysis of stored asparagus Scientia Horticolture 31(1-2) 11-16

MaStRopaSQua l BoRRaccino g Bianco lpaciolla c 2012 ndash Light qualities and dose influenceascorbate pool size in detached oat leaves plant Science183 57-64

noicHinda S BodHipadMa K MaHaMontRi cnaRongRuK t KetSa S 2007 ndash Light during storageprevents loss of ascorbic acid and increases glucose and

fructose levels in Chinese kale (Brassica oleracea varalboglabra) postharvest Biol technol 44 312-315

RodRIacuteguez R JiMeacutenez a feRnandez-BolantildeoS Jguilleacuten R HeRedia a 2006 ndash Dietary fibre fromvegetable products as source of functional ingredientstrends food Sci technol 17 3-15

ScHeeR cH ScHonHof i BRucKneR B ScHReineRM 2003 ndash Influence of a short-term storage on qualitydetermining product characteristics of white preparedasparagus acta Hort 604 437-441

SHaRMa Sc Wolfe RR 1975 ndash Evaluation of methods formeasuring asparagus texture J food Sci 5 1021-1024

SioMoS aS dogRaS c SfaKiotaKiS e 2000 ndashModified atmosphere packaging of white asparagusspears composition colour and textural quality responseto temperature and light Sci Hortic 84 1-13

mdash 2001 ndash Color development in harvest white asparagusspears in relation to carbon dioxide and oxygen concen-tration postharvest Biol technol 23 209-14

WaldRon KW paRKeR Ml SMitH ac 2003 ndash Plantcell walls and food quality comprehensive Rev foodSci Safety 4(2) 101-119

RiaSSunto - in asparagi verdi lrsquoassenza di trattamentichimici eo fisici post-raccolta fa sigrave che cambiamenti fisio-logici e morfologici si verifichino anche dopo lrsquoimpacchet-tamento e durante la loro conservazione Scopo dello stu-dio egrave stato quello di monitorare le variazioni di alcunesostanze nutritive e mettere in rilievo le differenze esisten-ti fra la parte apicale e quella basale dei primi 15 cm delturione corrispondenti alla parte commestibile dopo 9giorni di conservazione al buio a 4 degc ciograve che cala brusca-mente egrave il contenuto di acido ascorbico totale mentre ilcontenuto in zuccheri solubili subisce un minor decre-mento il livello di clorofilla totale e dei carotenoidi dimi-nuisce mentre il contenuto di antociani rimane costanteun aumento del contenuto di lignina si riscontra soprat-tutto nella parte apicale del turione

401Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

autoRi

Paola Tanzarella Costantino Paciolla Linda Mastropasqua Dipartimento di Biologia Universitagrave di Bari Aldo Moro Via EOrabona 4 70125 Bari

in questo lavoro vengono presentati i risultati otte-nuti dallo studio fitochimico di due specie della tra-dizione mediterranea Brassica oleracea var italica(mugnolo) e Capparis spinosa subsp rupestris (cappe-ro) mai studiate prima dal punto di vista del profilometabolico al fine di individuare molecole bioattivecaratterizzanti le specie il cappero ed il mugnolo appartengono alla famigliadelle Capparaceae e delle Brassicaceae rispettivamenteovvero alle due piugrave grandi famiglie dellrsquoordine delleBrassicales (o Capparales) con circa 45 generi ed 800specie le Capparaceae e 338 generi e 3700 specie leBrassicaceae Specie appartenenti a queste famigliericoprono un ruolo importante nella dietaMediterranea infatti spesso vengono consumatecotte o come insalata (cavolo cavolfiore ravanellorucola) o come condimento (mostarde e capperi)(fenWicK et al 1992)le Brassicaceae e le Capparaceae diverse da un puntodi vista morfologico sono invece simili da un puntodi vista fitochimico alcune specie appartenenti aqueste famiglie infatti sintetizzano glucosinolati(glS) che rappresentano i metaboliti secondari piugrave

studiati delle Brassicales e sono i responsabili delcaratteristico odore e sapore pungente i glS sono composti solforati di natura aminoacidi-ca Sono noti piugrave di 120 glS e tutti possiedono unastruttura chimica comune in cui si riconosce un resi-duo glucosidico legato mediante ad un atomo dizolfo ad un estere idrossimmino solfato la catenalaterale (R) di natura aminoacidica permette di clas-sificare i glS in aromatici alifatici ed indolici(faHey et al 2001) (fig 1)

402 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

Studio fitochimico di specie della tradizione mediterranea

Mp aRgentieRi p avato

aBStRact - Phytochemical study of Mediterranean traditional species - plants of Capparales (or Brassicales) are widespreadin the Mediterranean region where they are widely consumed cooked or as salad vegetables (cabbage Brussels sprouts cau-liflower broccoli) or as condiments (horseradish mustard capers) these plants are a good source of bioactive compoundssuch as glucosinolates vitamins flavonoids minerals glucosinolates are responsible for pungent and bitter taste ofBrassicaceae and are the most extensively studied bioactive compounds for their potential as anticarcinogens due to theirhydrolysis products the isothiocyanates this study describes the chemical profile of a poorly studied variety of Brassicaoleracea traditionally cultivated in Southern italy and locally called ldquomugnolordquo and of Capparis spinosa subsp rupestris itwas found that ldquomugnolordquo inflorescences are characterized by aliphatic aromatic and indole glucosinolates among themthe indole glucosinolates (768 μmolg) are predominant while aliphatic and aromatic glucosinolates are found in lowquantities 263 μmolg and 083 μmolg respectively chemical composition of seeds and aerial parts of C spinosa subsprupestris was also determined it was found that the principal glucosinolate of the seeds is the glucocapparin moreover theseeds oil is rich in unsaturated and rare lipids such as cis-vaccenic acid the aerial parts are characterized by rutin as pre-dominant flavonoid

Key words caper glucosinolates mugnolo metabolic profile

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 1Struttura dei glSglS chemical structure

Questi metaboliti sono presenti in tutti gli organidella pianta e coesistono con un enzima endogeno lamirosinasi responsabile della loro idrolisi in seguitoa danneggiamento tissutale lrsquoenzima compartimen-talizzato nel citoplasma entra in contatto con i glScontenuti nel vacuolo con conseguente produzionedi numerosi prodotti di idrolisi (quali per esempionitrili tiocianati ed isotiocianati) la cui formazionedipende da diversi fattori (pH presenza di cofattoriproteine o ioni) tra i prodotti di idrolisi gli isotio-cianati sono quelli che hanno attratto maggiormentelrsquoattenzione del mondo scientifico in quanto presen-tano numerose proprietagrave biologiche (antitumoralenematocida antibatterica) (caRtea et al 2008JeffeRy et al 2009) data lrsquoimportanza dei glS eodei loro prodotti di idrolisi sono tante le specie diBrassicaceae e Capparaceae studiate ma non risultanolavori relativi al profilo metabolico del mugnolo edella Capparis spinosa subsp rupestris due specie dellatradizione mediterranea ed oggetto del nostro studio in particolare il mugnolo egrave una varietagrave di Brassica ole-racea da sempre coltivata nel Salento solo per usodomestico pertanto egrave del tutto sconosciuto nel restodella puglia cosigrave come in tutta italia il Ministerodelle politiche agricole e forestali ha inserito ilmugnolo tra i prodotti agroalimentari della tradizio-ne pugliese la Regione puglia invece allrsquointerno delsuo pSR (piano di Sviluppo Rurale) 2007-2013 hainserito il mugnolo nellrsquoallegato 8 della Misura 214-azione 3 ldquotutela della Biodiversitagraverdquo come specie arischio di estinzione genetica

MateRiali e Metodi

Materiale vegetaleil mugnolo utilizzato per le analisi egrave stato fornitodallrsquoorto Botanico del dipartimento di Scienze etecnologie Biologiche ed ambientali universitagrave delSalento un campione (noBo1) egrave conservato pressoil laboratorio di fitochimica del dipartimento difarmacia-Scienze del farmaco universitagrave di Barildquoaldo Morordquo le piante di C spinosa subsp rupestrissono state ottenute dal Museo orto Botanicodellrsquouniversitagrave degli Studi di Bari ldquoaldo Morordquo

Estrazione e purificazione dei GLSlrsquoestrazione dei glS dalle infiorescenze del mugnoloe dai semi e parti aeree del cappero egrave stata condottasecondo la procedura riportata dal protocollo iSo(iSo Method 9167-1 1992) in particolare il mate-riale vegetale egrave stato estratto per 4 minuti con unvolume di MeoHaq al 70 pari a tre volte il pesodel campione lrsquoestratto ottenuto egrave stato poi purifi-cato mediante colonnine cromatografiche (08 x 4cm) impaccate con una resina a scambio anionico(deae-Sephadex a-25) e trattato per circa 12 h conlrsquoenzima solfatasi trascorso questo periodo di incu-bazione i glS sono stati fatti eluire nella loro formadesolfatata (dglS)

Estrazione dellrsquoolioi semi di cappero sono stati estratti in Soxhlet per 3ore (circa 20 cicli) con etere di petrolio lrsquoolio egrave stato

poi sottoposto a reazione di tert-butilazione e succes-sivamente analizzato in gas cromatografia (aRgen-tieRi et al 2012)

Analisi dei GLSi glS sono stati caratterizzati mediante analisi cro-matografiche Hplc utilizzando uno strumentoWateRS Hplc System munito di un photodiodearray detector (Waters 2998) i risultati sono statiprocessati mediante il software enpower2 la colon-na utilizzata egrave la Supelcosil lc-aBz (c18 250 x 4mm 5 μm) la fase mobile egrave costituita da acqua emetanolo al flusso di 1 mlmin in gradiente si egrave pas-sati dal 15 al 100 di metanolo in 57 min

RiSultati e diScuSSione

i risultati Hplc (fig 2) dimostrano che le infiore-scenze del mugnolo sono caratterizzate da una misce-la complessa di glS costituita da glS alifatici (glu-corafanina glucoiberina e sinigrina) aromatici (glu-cobarberina e gluconasturtina) ed indolici (gluco-brassicina neoglucobrassicina idrossiglucobrassicinae metossiglucobrassicina) in particolare egrave stato osser-vato che i glS predominanti nelle infiorescenzesono gli indolici (768 μmolg) seguiti dagli alifatici(263 μmolg) e dagli aromatici (083 μmolg)

Molta della letteratura relativa al contenuto di glSfa riferimento al materiale fresco (crudo) e questo hauna limitata rilevanza dato che la maggior parte delleBrassicaceae compreso il mugnolo vengono consu-mate cotte Quindi data lrsquoimportanza biologica deiglS e dei loro prodotti di idrolisi in questo lavoro egravestato studiato anche lrsquoeffetto della cottura sul conte-nuto in glS del mugnolo i risultati dimostrano chela cottura riduce il contenuto in glS di circa il 50in accordo con quanto riportato in letteratura per ibroccoli che invece subiscono una riduzione del 18-

403Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 2cromatogramma Hplc delle infiorescenze del mugnolo1 glucoiberina 2 Sinigrina 3 glucorafanina 4 idrossi-glucobrassicina 5 glucoerucina 6 glucobrassicina 7Metossiglucobrassicina 8 neoglucobrassicina 9 gluco-nasturtina 10 glucobarberinaHplc chromatogram of mugnolo inflorescences 1glucoiberin 2 Sinigrin 3 glucoraphanin 4 Hydroxy-glucobrassicin 5 glucoerucin 6 glucobrassicin 7Methoxyglucobrassicin 8 neoglucobrassicin 9 gluco-nasturtin 10 glucobarberin

59 a secondo del metodo di cottura (deKKeR et al2000 valleJio et al 2002) per quanto riguarda ilmugnolo inoltre i glS indolici sono quelli cherisentono maggiormente della cottura subendo unariduzione di circa il 615 in particolare la gluco-brassicina si riduce dellrsquo827 nonostante la cottu-ra nelle infiorescenze gli indolici continuano ad esse-re i glS predominanti (296 μmolg) seguiti daglialifatici (212 μmolg) e dagli aromatici (059μmolg) Se si considera il profilo metabolico delle infiorescen-ze dopo la cottura si puograve osservare che la glucorafa-nina rappresenta il 75 del contenuto totale deiglS alifatici mentre la glucobrassicina rappresenta il66 del totale degli indolici (aRgentieRi et al2011) Questi dati sono di notevole interesse se sipensa allrsquoimportanza che hanno i rispettivi prodottidi idrolisi infatti il sulforafano (prodotto di idrolisidella glucorafanina) provoca lrsquoinduzione degli enzimidi detossificazione della fase 2 del processo di carci-nogenesi mentre lrsquoindolo-3-carbinolo egrave un indutto-re degli enzimi di fase 1 e 2 (tab 1)

lrsquoaltra specie della tradizione mediterranea oggetto distudio egrave stata Capparis spinosa subsp rupestrisessendoci una relazione botanica con la famigliadelle Brassicaceae anche in questo caso sono stati stu-diati i glS lrsquoanalisi Hplc-dad ha messo in evi-denza che i semi e le foglie sono caratterizzati da unsolo glS identificato come glucocapparina moltopiugrave abbondante nei semi rispetto alle foglie lo studio della subsp rupestris egrave stato completatoanche con le analisi dellrsquoestratto metanolico dellefoglie il quale egrave risultato essere caratterizzato dallapresenza di due flavonoidi la rutina ed il kaempfe-roloEgrave stato analizzato anche lrsquoolio estratto dai semi chesi egrave mostrato essere ricco dellrsquoacido grasso raro cis-vaccenico oltre al piugrave comune acido oleico ed altriacidi grassi quali lrsquoacido laurico miristico palmiti-co stearico e linoleico (aRgentieRi et al 2012)(tab 2)

concluSioni

i risultati ottenuti consentono di dire che sia ilmugnolo che C spinosa subsp rupestris sono unaricca fonte di composti attivi di interesse salutisticocome appunto gli acidi grassi essenziali o la rutinache ha una rilevante e comprovata attivitagrave antiossi-dante numerosi sono anche i prodotti a valenzasalutistica a base di sulforafano ed altri glS ad atti-vitagrave preventiva anticarcinogenica

letteRatuRa citataaRgentieRi Mp accogli R fanizzi fp avato p

2011 ndash Glucosinolates profile of ldquomugnolordquo a variety ofBrassica oleracea L native to Southern Italy (Salento)planta Med 77(3) 287-292

aRgentieRi Mp MaccHia f papadia p fanizzi fpavato p 2012 ndash Bioactive compounds from capparisspinosa subsp rupestris ind crop prod 36 65-69

caRtea Me velaSco p 2008 ndash Glucosinolates inBrassica foods bioavailability in food and significancefor human health phytochem Rev 7 213-229

deKKeR M veRKeRK R Jongen Mf 2000 ndash Predictivemodelling of health aspects in the food production chaina case study on glucosinolates in cabbage trends foodSci technol 11 174-181

faHey JW zalcMann at talalay p 2001 ndash Thechemical diversity and distribution of glucosinolates andisothicyanates among plants phytochemistry 56 5-51

fenWicK gR Heaney RK Mullin WJ 1992 ndash Glucos-inolates and their breakdown products in food and foodplants cRc crit Rev food Sci nutr 18 123-201

iSo MetHod 1992 ndash Rapeseed-determination of glucosi-nolates content Part 1 Method using high performanceliquid chromatography Reference number iSo 9167-1

JeffeRy eH aRaya M 2009 ndash Physiological effects ofbroccoli consumption phytochem Rev 8 283-298

valleJio f toMagraveS-BaRBeRagraven fa gaRcigravea-vigueRa c2002 ndash Glucosinolates and vitamin C content in edibleparts of broccoli florets after domestic cooking eur foodRes technol 215 310-316

RiaSSunto ndash piante dellrsquoordine delle Capparales (oBrassicales) sono ampiamente diffuse nelle regioniMediterranee dove sono abbondantemente consumatecotte o nelle insalate (cavolfiori broccoli ravanelli ruco-la cavoletti di Brussell) o come condimento (mostardecapperi) esse sono una fonte molto ricca di sostanze

404 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

taBella 1GLS nelle infiorescenze crude e cotte del mugnoloGLS in raw and cooked inflorescences of mugnolo

glS crude cotte(μmolg) (μmolg)

glucorafanina 179 159glucoerucina 003 004alifatici glucoiberina 077 046Sinigrina 004 003glucobarberina 056 007aromatici gluconasturtina 027 003glucobrassicina 351 195neoglucobrassicina 313 054indolici Metossiglucobrassicina 007 005idrossiglucobrassicina 097 042

tot 1114 567

taBella 2Composizione in acidi grassi dellrsquoolio di semi di capperoComposition in fatty acids of the seeds oil of caper

ac grassi

laurico 036Miristico 068palmitico 1446palmitoleico 423Stearico 931oleico 2611Cis-vaccenico 1228linoleico 2802linolenico 084Resa 9629

bioattive come flavonoidi vitamine minerali e glucosino-lati i quali sono responsabili del caratteristico odore esapore pungente i glucosinolati sono i metaboliti piugrave stu-diati delle Brassicaceae per le proprietagrave anticarcinogenichemanifestate soprattutto dagli isotiocianati ovvero i loroprodotti di idrolisi in questo lavoro ci siamo occupatidello studio fitochimico del mugnolo una varietagrave diBrassica oleracea coltivata solo per uso domestico lrsquoaltraspecie oggetto di studio egrave stata la Capparis spinosa subsprupestris (cappero) molto diffusa nel bacino delMediterraneo entrambe queste specie mai state studiateprima dal punto di vista fitochimico sono state oggettodel nostro lavoro al fine di individuare composti bioattivi

caratterizzanti le specie in particolare egrave stato osservato chele infiorescenze del ldquomugnolordquosono caratterizzate da glSalifatici aromatici ed indolici Questi ultimi risultanoessere i piugrave abbondanti (768 μmolg) seguiti dagli alifati-ci (263 μmolg) e dagli aromatici (083 μmolg) in que-sto lavoro egrave stata determinata anche la composizione chi-mica dei semi e delle parti aeree della C spinosa subsprupestris ed egrave stato osservato che i semi cosigrave come le partiaeree sono caratterizzati da un solo glS la glucocappari-na inoltre lrsquoolio estratto dai semi egrave ricco di acidi grassiinsaturi rari come il cis-vaccenico nelle parti aeree la ruti-na rappresenta il flavonoide predominante

405Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

autoRi

Maria Pia Argentieri Pinarosa Avato Dipartimento di Farmacia-Scienze del Farmaco Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo ViaOrabona 4 70125 Bari

con il termine ldquoterre rarerdquo o lantanidi si indicano glielementi chimici compresi nella tavola periodica frail lantanio ed il lutezio inclusi lrsquoittrio e lo Scandioi quali manifestano comuni proprietagrave chimiche con-nesse ad una simile configurazione elettronica ester-na negli ultimi anni i lantanidi sono stati larga-mente impiegati in campo industriale agricolo ezootecnico in cina a partire dagli anni lsquo80 vengo-no usati in agricoltura fertilizzanti costituiti damiscele di vari elementi ma soprattutto lantanio(la) e cerio (ce) lrsquouso intensivo e su larga scala ditali composti suscita crescenti preoccupazioni per lapossibile contaminazione di suoli ecosistemi acqua-tici e derrate alimentari dal momento che gli effettidi tali elementi sulla salute non sono ben chiari lamaggior parte dei dati presenti in letteratura riguar-da la somministrazione di miscele di terre rare e dicomposti contenenti la a varie specie di vegetali inalcune piante sono stati osservati effetti positivi tra iquali la promozione della germinazione dei semi losviluppo di radici e germogli la resistenza contro glistress (ippolito et al 2007 liu et al 2012) la fio-ritura la produttivitagrave in campo (Hu et al 2004)altri studi al contrario evidenziano effetti nulli oaddirittura inibitori di tali sostanze su colture di inte-resse agrario (naRdi et al 2005 drsquoaQuino et al2009) una sintesi dei dati disponibili sugli effetti dila ce e miscele di terre rare in vari sistemi animalie vegetali egrave stata recentemente pubblicata (pagano etal 2012) i dati riportati riguardano crescita svilup-po e indicazioni di tossicitagrave in alcuni sistemi animalie vegetali numerosi dati anche contrastanti riguar-

dano gli effetti del ce sia come pro-ossidante checome antiossidante dalla letteratura emerge lrsquoesi-genza di studi che determinino gli effetti dei singolilantanidi sugli organismi animali e vegetali per valu-tarne la potenziale tossicitagrave Scopo di questo lavoro egrave stato lo studio della sommi-nistrazione di ce trivalente (ce3+) ad una speciemodello Lemna minor L pianta acquatica giagrave utiliz-zata per studi su lantanio e miscele di terre rare(ippolito et al 2010) al fine di avere informazionicirca le soglie di tolleranzatossicitagrave di L minor versoil ce3+ tale specie oltre che per il fitorimedio egraveanche utilizzata secondo la iSo 20079 (2004) neitest di biotossicitagrave per lrsquoecosistema acquatico peralcune sue caratteristiche quali elevata velocitagrave di cre-scita propagazione vegetativa e ridotte dimensioniche la rendono adatta a studi eco- tossicologici

MateRiali e Metodi

piante di L minor sono state coltivate in una soluzio-ne di mantenimento (Knop 1865) a pH 44 per 15giorni in camera di crescita alla temperatura di 24 plusmn2 degc con illuminazione a fluorescenza bianca conuna intensitagrave luminosa di 90 μe m-2 s-1 e fotoperio-do lucebuio di 1410 h in ogni cella di una piastraa pozzetti multipli sono state poste 10 fronde di Lminor in un volume di 2 ml di mezzo di crescita(testimone) a cui sono stati aggiunti nei trattatinitrato di cerio esaidrato (cen3o9 6H2o) in con-centrazioni finali di 25 - 5 - 10 - 20 μM e 1 mMoppure nitrato di calcio ca(no3)2 alla concentrazio-

406 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

note preliminari sullrsquoeffetto della somministrazione di cerio in Lemna minor

Ma zicaRi a paRadiSo f toMMaSi

aBStRact - Preliminary note on effect of Cerium administration in Lemna minor - This study aimed at investigat-ing the effects of Ce3+ on the growth of duckweed (Lemna minor L) plants as a test system (iSo 20079) L minorplants were treated with 00025 0005 0010 0020 1 mM ce(no3)3 or ca(no3)2 1 mM over a 15 day period theinfluence of Ce3+ was evaluated according to the iSo 20079 test protocol on the basis of growth parameters as relativegrowth rate (RgR) expressed as frond number and relative frond number (Rfn) compared with the control concentra-tions of ce3+ lower than 1 mM did not affect significantly the growth parameters On the contrary 1 mM ce(no3)3negatively affected the growth from 7 days to 15 days whereas 1 mM ca(no3)2 stimulated duckweed leaf growth datahere reported showed toxic effect of Ce3+ at millimolar concentrations and suggested that L minor could be a speciesuseful for Ce3+ presence biomonitoring in aquatic environment

Key words antiossidanti risposte di crescita terre rare test di tossicitagrave

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

ne finale di 1 mM per il testimone e per ogni tratta-mento sono stati allestiti 4 pozzetti le analisi sonostate eseguite in cinque repliche le piastre sono statecollocate in camera termostatata e sono stati analiz-zati i seguenti parametri di crescita tasso di crescitarelativo (RgR) numero di fronde relativo (Rfn)crescita di fronde in percentuale (fn) le misurazio-ni sono state fatte ad intervalli di 24 ore nelle provepreliminari e in seguito si egrave stabilito di effettuare leanalisi ogni 3 5 7 12 15 giorni utilizzando unostereoscopio per poter contare tutte le fronde visibi-li Seguendo la iSo 20079 RgR egrave stato calcolatocontando il numero di fronde per ogni concentrazio-ne e applicando la seguente formula (lnnn-lnn0)tndove n0 egrave il numero iniziale di fronde nn egrave il nume-ro finale di fronde tn egrave il tempo di durata dellrsquoespe-rimento Rfn egrave stato calcolato usando la formulann-n0 n0 fn egrave stato calcolato come variazionepercentuale del numero delle foglie rispetto al nume-ro delle stesse allrsquoinizio dellrsquoesperimento valore con-siderato pari al 100 ersquo stato periodicamente osser-vato lrsquoaspetto delle fronde al fine di analizzare even-tuali segni di clorosi e necrosi utilizzando un micro-scopio ottico

RiSultati e diScuSSione

nei saggi eco-tossicologici RgR egrave considerato il piugraveattendibile tra i parametri di crescita in quantoessendo basato sul conteggio delle fronde egrave indipen-dente dalle dimensioni delle fronde stesse e dalla bio-massa (Radic et al 2010) e in condizioni di tossici-tagrave piccole gemme possono protrudere ed essere con-tate come singole fronde (MoHan HoSetti 1999nauMann et al 2007) RgR egrave inoltre considerato ilparametro piugrave sensibile per valutare la tossicitagrave croni-ca (MacKenzie et al 2003) i dati ottenuti dimostra-no che in presenza di basse concentrazioni di ce3+

(25-20 μM) si verifica una crescita maggiore rispettoal testimone di 12-15 giorni anche se le variazioni diRgR Rfn (dati non mostrati) e fn (fig 1) nonsono risultate statisticamente significative

Quindi i trattamenti a concentrazioni micromolaridi ce non interferiscono con la normale crescita dellapianta che inoltre non presenta alterazioni morfolo-giche evidenti per verificare la soglia di tossicitagrave del ce le piante diL minor sono state coltivate per 15 giorni in soluzio-ne nutritiva arricchita di nitrato di cerio esaidrato aconcentrazione finale 1 mM per escludere i possibi-li effetti del nitrato alcuni campioni sono stati colti-vati con nitrato di calcio alla stessa concentrazionefinale di 1 mM in sostituzione del nitrato di ceriodopo 7 giorni di trattamento con ce3+ si osserva unasignificativa diminuzione dei parametri di crescitaanalizzati rispetto al testimone RgR in particolarediminuisce del 60 e dellrsquo 80 rispettivamentedopo 7 e 15 giorni (fig 2 a)un andamento simile si ha per fn dalla cui analisisi osserva lrsquoinibizione di crescita delle foglie del 19al settimo giorno e del 50 al quindicesimo giornorispetto al testimone (fig 2 B) inoltre le foglie cre-sciute a concentrazione di ce3+ 1 mM appaiono bru-

407Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 1crescita di fronde in percentuale (fn) di L minor incen3o9 da 25 μM a 20 μM in 15 giornifn in L minor on cen3o9 from 25 μM to 20 μM for15 days

fig 2a) RgR B) fn in Lemna minor l esposta per 15 giornia trattamenti 1 mM di ce3+e ca2+ p lt 005 secondo il t-studenta) Relative growth rate based on frond number B)growth of leaves in Lemna minor l exposed for 15 daysto treatments 1 mM ce3+ and ca2+ p lt 005 for significant differences between treatmentsand control according to t-student

nastre con aree necrotiche e clorotiche un analogoandamento si osserva per Rfn (dato non mostrato)pertanto il ce3+ 1 mM influenza negativamente lacrescita e mostra effetti tossici al contrario le frondedi L minor fatte crescere in presenza di ca(no3)2alla concentrazione finale di 1 mM mostrano unaumento della crescita rispetto al testimone pertutti i tempi di analisi ma con una differenza signi-ficativa a partire dal settimo giorno (fig 2 a 2 B) iltrattamento con nitrato di ce quindi a differenza diquello con nitrato di calcio mostra un effetto nega-tivo sulla crescita di piante di lenticchia drsquoacqualrsquoinibizione della crescita puograve essere dovuta allrsquoaccu-mulo di ce3+ analogamente a quanto descritto per imetalli che a concentrazioni tossiche inibisconolrsquoallungamento e lrsquoespansione cellulare (poScHen-RiedeR BaRcelograve 2004 SRivaStava et al 2006)oppure allrsquointerferenza con lrsquoassunzione di altri ele-menti nutritivi infatti egrave stato riportato che in pian-tine di riso il ce3+ interferisce con lrsquoaccumulo diferro potassio magnesio calcio sodio e di altri ele-menti minerali nutritivi (liu et al 2012) ulterioristudi sono necessari per valutare se e in quali tessutiil ce3+ venga accumulato e lrsquoeffetto dello stesso sualtri parametri quali i sistemi antiossidanti i livelli dispecie reattive dellrsquoossigeno ed il danno ossidativo inconclusione L minor si mostra tollerante allrsquoesposi-zione a concentrazioni micromolari di ce3+ ma nona concentrazioni piugrave elevate e pertanto potrebbe esse-re una specie utile per il biomonitoraggio della pre-senza di ce3+ in ambienti acquatici

letteRatuRa citatadrsquoaQuino l de pinto Mc naRdi l MoRgana M

toMMaSi f 2009 ndash Effect of some light rare earth ele-ments on seed germination seedling growth and antioxi-dant metabolism in triticum durum chemosphere75 900-905

Hu z RicHteR H SpaRoveK g ScHnug e 2004 ndashPhysiological and biochemical effect of rare earth elementson plants and their agricultural significance a review Jplant nutr 27 183-220

ippolito Mp faSciano c drsquoaQuino l MoRganaM toMMaSi f 2010 ndash Responses of antioxidant sys-tems after exposition to rare earths and their role in chill-ing stress in common duckweed (lemna minor L) adefensive weapon or a boomerang arch environcontam toxicol 58 42-52

ippolito Mp paciolla c drsquoaQuino l MoRganaM toMMaSi f 2007 ndash Effect of rare earth elements ongrowth and antioxidant metabolism in lemna minor Lcaryologia 60 125-128

iSodiS 20079 2004 ndash Water qualitymdashdetermination ofthe toxic effect of water constituents and wastewater onduckweed (lemna minor)mdashDuckweed growth inhibi-tion test iSo tc 147Sc 5Wg 5

Knop W 1865 ndash Quantitative Untersuchungen uumlber dieErnahrungsprozesse der Pflanzen landwirtsch versStn 7 93-107

liu d Wang X lin y 2012 ndash The effect of cerium onthe growth and some antioxidant metabolism in riceseedlings environ Sci pollut Res 19 3282-3291

MacKenzie SM Waite S Metcalfed J Joyce cB2003 ndash Landfill leachate ecotoxicity experiment usinglemna minor L Water air Soil poll focus 3 171-179

MoHan BS HoSetti BB 1999 ndash Aquatic plants fortoxicity assessment environ Res 81 259-274

naRdi l caRBoni Ma MoRgana M BaRBeSti SeRRico S zoina a drsquoaQuino l 2005 ndash Effect ofrare earth elements on the growth of agrobacterium sppand Rhizobium leguminosarum Frank cytometrypart a 69a 443-444

nauMann B eBeRiuS M appenRotH KJ 2007 ndashGrowth rate based dose-response relationships and EC-values of ten heavy metals using the duckweed growthinhibition test (ISO 20079) with lemna minor Lclone plant physiol 164 1656-1664

pagano g toMMaSi f guida M 2012 ndash Comparativetoxicity of cerium and of the other rare earth elements(REEs) in plant and invertebrate test systems inizyuMov a plaKSin g (eds) Cerium MolecularStructure Technological Applications and Health Effects107-124 nova Science publishers Hauppauge nyuSa

poScHenRiedeR c BaRcelograve J 2004 ndash Water relations inheavy metal stressed plants in pRaSad Mnv (ed)Heavy metal stress in plant from biomolecules to ecosys-tems 249-270 Springer Berlin

Radic S Stipanicev d cvJetKo p MiKelic ilRaJcic MM SiRac S pevaleK-Kozlina Bpavlica M 2010 ndash Ecotoxitological assessment ofindustrial effluent using duckweed (lemna minor L) asa test organism ecotoxicology 19 216-222

SRivaStava S MiSHRa S tRipatHi Rd 2006 ndash Copper-induced oxidative stress and responses of antioxidants andphytochelatins in Hydrilla verticillata Royle aquattoxicol 80 405-415

RiaSSunto - in questo studio sono riportati i dati pre-liminari concernenti le risposte alla somministrazione dice3+ di una specie acquatica Lemna minor l usata comebiomarker (iSo 20079) piante di L minor sono statetrattate per 15 giorni con cen3o9 6H2o a concentrazio-ni tra 25 μM e 1 mM oppure con ca(no3)2 a concentra-zione 1 mM Sono stati analizzati parametri di crescitaquali il tasso di crescita relativo basato sul numero di fron-de (RgR) il numero relativo di fronde (Rfn) e la cresci-ta di fronde in percentuale (fn) il trattamento con ce3+

1 mM ha inibito significativamente la crescita a partire dasette giorni di incubazione mentre le minori contrazioninon hanno mostrato variazioni statisticamente significati-ve la somministrazione di ca(no3)2 1 mM al contrarioha stimolato la crescita in modo significativo giagrave dal setti-mo giorno suggerendo un effetto tossico del ce3+ a parti-re da concentrazioni millimolari

408 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

autoRi

Maria Alessandra Zicari Annalisa Paradiso Franca Tommasi (francatommasiunibait) Dipartimento di BiologiaUniversitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70126 Bari

le collezioni xilologiche (xylaria) hanno da sempreassunto una notevole importanza sia per il ruolosvolto in campo didattico sia per quello svolto inambito scientifico nei settori della botanica archeo-logia etnologia tecnologia del legno ed in particola-re dove egrave richiesto il confronto tra campioni(uRBinati giove 2012) attualmente collezioni xilologiche sono presenti inquasi tutti gli stati anche se le principali per numerodi campioni sono negli uSa per quanto concernelrsquoitalia solo quattro collezioni sono state inseritenella quarta edizione dellrsquoIndex Xylariorum (lyncHgaSSon 2010) il patrimonio nazionale tuttavia egravesicuramente molto piugrave ampio ma risulta difficile sti-marlo sia sul piano qualitativo che quantitativo inquanto sino ad oggi non egrave stato effettuato un censi-mento completo una delle collezioni italiane piugrave interessanti per unaserie di peculiaritagrave che la contraddistinguono egrave laXylotomotheca Italica di adriano fiori essa fu realiz-zata nei primi anni del novecento col preciso obiet-tivo di completare ed arricchire la Flora ItalicaExsiccata (FIE) la piugrave grande raccolta italiana diexsiccata fanerogamici realizzata da fiori pampaninie Begraveguinot in particolare lo scopo degli autori fuquello di corredare gli exsiccata con le sezioni micro-tomiche del legno le schede relative alla

Xylotomotheca Italica furono pubblicate a partire dal1905 come appendice delle Schedae ad FloramItalicam Exsiccatam (fioRi et al 1905)la collezione egrave costituita da sezioni trasversali e lon-gitudinali dello spessore di circa 01 mm e con lealtre dimensioni variabili (le8 cm) (di paSQualeallevato 2007) il microtomo utilizzato per la rea-lizzazione delle sezioni fu ideato e progettato dallostesso fiori e da lui denominato ldquonuovo microtomoautomatico a doppia rotazionerdquo (fioRi 1900) nellaversione originaria della collezione le sezioni sonoconfezionate in pieghi di cartoncino contenenti unao due coppie delle sezioni trasversali e longitudinalii pieghi in cartoncino sono a loro volta inseriti inbustine di carta esse sono corredate da una etichet-ta sulla quale sono riportati il numero drsquoordine delcampione il binomio linneano la porzione anatomi-ca rappresentata dalla sezione il luogo e la data diraccolta in molti casi il riferimento al campione dellaFIE ed infine il nome del curatore al progetto col-laborarono numerosi botanici traverso pampaninigortani ferro cerica goiran vaccari MezzanaBicknell cecconi nicoli Bardi andrea fiori etrotter la collezione egrave costituita da 215 campioni corrispon-denti a 184 taxa specifici appartenenti a 113 generiSi tratta soprattutto di entitagrave della flora italiana

409infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

la Xylotomotheca Italica del Museo orto Botanico dellrsquouniversitagrave di Bari

v cavallaRo g SignoRile f caRRuggio f Mantino l foRte

aBStRact - The Xylotomotheca italica of the Botanical Garden Museum of Bari University -the Xylotomotheca Italicawhich was realized by adriano fiori at the beginning of the 20th century is a really interesting and peculiar historical col-lection it is composed of thin sections of wooden species While most of the species belong to italian flora only a few ofthem are exotic ones which are cultivated in italy fiori had the specific aim of enriching Flora Italica Exsiccata (FIE) andof supplying botanists with invaluable comparative material Moreover he designed the microtome which was used to cutthe sections the collection consists of 215 samples the sections are enclosed in bended cards which are contained insmall labelled envelopes a different version of the Xylotomotheca Italica which was produced with didactic purposes isstill conserved at the Botanical garden Museum of Bari university it was probably acquired together with some FIE exs-iccata by the Herbarium Horti Botanici Barensis (Bi) which is now part of the Botanical garden Museum in this ver-sion sections and labels are put between two rectangular pieces of glass which are sealed with a grey tape this collectionis composed of 154 samples which include 135 subgeneric taxa belonging to 93 genera it is generally fairly well con-served and some actions whose aim is restoring the collection have been started

Key words adriano fiori exsiccata Xylotomotheca Italica

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

mentre solo una piccola percentuale egrave rappresentatada esotiche (cuccuini 2002) Si ritiene che la colle-zione completa e nella sua veste originaria sia presen-te solo presso lrsquoerbario di padova (pad) elrsquoHerbarium Centrale Italicum (fi) (cuccuini2002) viceversa parti di essa o versioni diverse daquella originaria sono presenti presso numerosi erba-ri italiani ed anche presso istituzioni estere come iKew Royal Botanic Gardens (httpwwwkeworg)

RiSultati e diScuSSione

presso il Museo orto Botanico dellrsquouniversitagrave di Bariegrave presente la Xylotomotheca Italica non nella sua vesteoriginaria bensigrave in una versione realizzata per scopididattici Molto probabilmente essa fu acquisitacongiuntamente agli exsiccata della FIE dalla profssafrancini negli anni della sua permanenza pressolrsquoateneo barese (1940-1961) le sezioni sono monta-te con lrsquoetichetta tra due vetri rettangolari di 10x15cm oppure di 13x18 cm e sigillati con un nastro intela grigia (fig 1)Sia i preparati che le etichette sono del tutto uguali aquelli presenti nella versione originaria la collezione

egrave composta da 154 campioni corrispondenti a 135taxa specifici appartenenti a 93 generi la maggiorparte dei preparati proviene dalla provincia di firenzeed il curatore egrave tranne poche eccezioni adrianofiori i campioni sono a loro volta conservati in 16cofanetti di cartone rigido di colore grigio chiusimediante un nastro di cotone dello stesso colorepresso lrsquoerbario del laboratorio di Botanica agraria(fiaf) dellrsquouniversitagrave di firenze egrave conservata lamedesima versione realizzata a scopi didattici che egravecostituita da 178 campioni collocati in 18 cofanetti(cuccuini 2002)attualmente in relazione ad un rinnovato interesseverso le collezioni xilologiche dovuto ai piugrave recentiutilizzi in campo sperimentale (ManiatiS et al2011) didattico divulgativo ed alla consapevolezzache la Xylotomotheca Italica possiede tutte le caratte-ristiche di un bene culturale (d lgs n 422004 art11) sono state avviate alcune azioni tese al recuperoconservativo della collezione presente presso ilMuseo orto Botanico in primo luogo egrave stato valu-tato lo stato di conservazione dei singoli campioni alfine di evidenziare gli eventuali interventi da effet-tuare ersquo risultato che solo 3 campioni presentano ivetri rotti tuttavia le sezioni non sono danneggiateviceversa in quasi tutti i campioni il nastro che sigil-la i vetri egrave logoro e consunto pertanto egrave possibileaffermare che la collezione egrave complessivamente inun discreto stato conservativola collezione egrave stata inoltre informatizzata medianteapposito software (fileMaker pRo 12 clariscorporation) riportando nei vari campi le informa-zioni presenti sui cartellini Questo intervento hapermesso di fruire facilmente delle informazioni inessa contenute prossimamente si completeragrave il lavo-ro realizzando alcuni interventi di restauro sui cam-pioni ed effettuando lrsquoacquisizione in formato elet-tronico della loro immagine con uno scanner perdocumenti di pregio anche al fine di implementareun archivio elettronico consultabile via internet

letteRatuRa citatacuccuini p 2002 ndash La Xylotomotheca italica un caso

insolito di serie di exsiccata Catalogo e spigolature stori-che Museol Sci 19(1) 97-119

di paSQuale g allevato e 2007 ndash Collezioni di legnie carboni in Mazzoleni S pignatelli S (a cura di)I Musei delle Scienze Agrarie lrsquoevoluzione delleWunderkammern 79-81 ed universitagrave di napolifederico ii

fioRi a 1900 ndash Nuovo microtomo automatico a doppiarotazione Malpighia 14 411-424

fioRi a Beacuteguinot a paMpanini R 1905 ndash Schedae adFloram Italicam Exsiccatam n giorn Bot ital ns12(2) 143-144

lyncH aH gaSSon pe 2010 ndash Index XylariorumEdition 4 Royal Botanic gardens Kew published onthe internet

ManiatiS d Saint andReacute l teMMeRMan M MalHiy BeecKMan H 2011 ndash The potential of using xylar-ium wood samples for wood density calculations a com-parison of approaches for volume measurement forest 4150-159

uRBinati c giove M 2012 ndash Collezioni xilologiche in

410 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

fig 1un campione della Xylotomotheca Italica presente presso ilMuseo orto Botanico dellrsquouniversitagrave di Baria sample of the Xylotomotheca Italica at the Botanicalgarden Museum of Bari university

taffetani f (a cura di) Herbaria nardini editorefirenze

RiaSSunto - la Xylotomotheca Italica di adriano fiorirealizzata nei primi anni del novecento rappresenta unadelle collezioni storiche piugrave interessanti e peculiari nel suogenere Si tratta di sezioni sottili di numerose specie legno-se tra le piugrave rappresentative della flora italiana e di alcunespecie esotiche coltivate in italia lrsquoautore realizzograve la col-lezione col preciso obiettivo di arricchire la Flora ItalicaExsiccata (FIE) e pertanto di fornire un prezioso materialedi confronto per quanti svolgevano lavori botanici inoltreprogettograve il microtomo utilizzato per effettuare le sezioninella versione originaria della collezione costituita da 215

campioni le sezioni sono confezionate in pieghi di carton-cino a loro volta riposti in bustine corredate da unrsquoetichet-ta la Xylotomotheca Italica presente presso il Museo ortoBotanico dellrsquouniversitagrave di Bari fu acquisita probabil-mente insieme ai campioni della FIE presenti pressolrsquoHerbarium Horti Botanici Barensis (Bi) essa non si pre-senta nella sua veste originaria bensigrave in una versione realiz-zata per scopi didattici le sezioni con la relativa etichet-ta sono montate tra due vetri rettangolari sigillati da unnastro di tela grigia la collezione egrave composta da 154 cam-pioni comprendenti 135 taxa sub-generici appartenenti a93 generi Sono stati avviati alcuni interventi tesi al recu-pero della collezione che si presenta complessivamente inun discreto stato di conservazione

411

autoRi

Viviana Cavallaro (vivianacavallarounibait) Luigi Forte Dipartimento di Biologia e Museo Orto Botanico Universitagrave diBari ldquoAldo Morordquo Via E Orabona 4 70126 BariGiovanni Signorile Francesca Carruggio Francesca Mantino Museo Orto Botanico Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via EOrabona 4 70126 Bari

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

Malgrado siano trascorsi ben 40 anni il noto afori-sma di dobzhansky secondo cui ldquoniente in biologiaha senso se non alla luce dellrsquoevoluzionerdquo(doBzHanSKy 1973) non solo nulla ha perso dellasua straordinaria forza concettuale ma di fatto haoggi un significato ancor piugrave profondo in relazione aipiugrave recenti studi nel campo della biologia evolutivadello sviluppo (evo-devo) disciplina che estende ulte-riormente la visione unificante che negli anni lsquo30 elsquo40 del secolo scorso condusse alla sintesi evoluzioni-stica coniugando la genetica con le ldquoclassicherdquo scien-ze naturali (MuumllleR 2007)Svolgere adeguata divulgazione scientifica sulla teoriadellrsquoevoluzione appare perograve un compito estrema-mente difficile di evoluzione si parla nei contestipiugrave disparati ma non di rado i concetti basilari dellateoria darwiniana e delle sue successive elaborazionivengono travisati al punto da attribuire a darwinstesso affermazioni mai da lui pronunciate o scrittea cominciare dal famigerato rdquolrsquouomo discende dallascimmiardquo frase che manifesta la totale ignoranza dichi la pronuncia sulle tematiche in questione ersquoanche spiacevolmente frequente una volgarizzazioneerronea del concetto di evoluzione che viene inter-pretato come un ldquocammino verso la perfezionerdquo conlrsquointroduzione di elementi di teleologia del tuttoinappropriati allrsquoindirizzo httpevolutionberke-leyedu egrave disponibile un utile elenco di tipici erroriconcettuali sulla tematica dellrsquoevoluzione con relati-ve argomentazioni e note esplicative Se sono ben chiari i motivi della opportunitagrave e neces-sitagrave di insegnare i principi ed i meccanismi dellrsquoevo-luzione a tutti i livelli dellrsquoistruzione scolastica eduniversitaria non sono a tuttrsquooggi disponibili ade-

guati strumenti didattici neacute vi egrave stato se non episo-dicamente un confronto con i potenziali fruitoridegli interventi formativi per sperimentare le moda-litagrave piugrave efficaci con cui trasmettere i complessi edarticolati concetti della teoria dellrsquoevoluzione supe-rando le fin troppo diffuse inesattezze e gli erroriconcettuali precedentemente menzionatiil ruolo delle risorse museali per una efficace didatti-ca dellrsquoevoluzione egrave stato messo in rilievo da alcunistudi (Spiegel et al 2012) compiuti prevalentemen-te negli Stati uniti dove egrave piugrave avvertibile il problemadelle resistenze di tipo ideologicoreligioso in parti-colare nelle aree in cui sono particolarmente diffusi ilcreazionismo e lrsquoipotesi dellrsquoIntelligent Design che nerappresenta una versione ldquoaggiornatardquo dallrsquoesigenza di colmare questa grave lacuna nascepresso il Museo orto Botanico strutturadellrsquouniversitagrave degli Studi di Bari ldquoaldo Morordquo ilprogetto denominato e-Move (evoluzione delMondo vegetale) il progetto nasce dallrsquoidea che labiodiversitagrave vegetale vista in chiave diacronica possacostituire uno strumento molto efficace per la divul-gazione scientifica su questo tema cosigrave importante ilprogetto annuale che ha ricevuto un finanziamentodal MiuR nellrsquoambito della legge 62000 per la dif-fusione della cultura scientifica presenta alcuni ele-menti di novitagrave che verranno discussi in questo brevecontributo

aRticolazione del pRogettoil progetto si articola su 3 linee (a) allestimento nelMuseo orto Botanico di spazi espositivi sperimenta-li per elaborazione e validazione di strategie didatti-co-divulgative (B) Realizzazione di giochi interattivi

412 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

Risorse per insegnare lrsquoevoluzione dei vegetali il progetto e-Move

a gRano Mc de tullio

aBStRact - Resources for teaching plant evolution the E-MoVe project -the e-Move (evolution of the plant World)project tackles the problem of the scarcity of effective educational tools for teaching evolution in spite of the undoubtedimportance of the topic Within the Botanical garden Museum of the university of Bari methodologies for teaching evo-lution will be developed in collaboration with school teachers and other stakeholders novel teaching tools includinginteractive videogames will be made available to national and international institutions for testing and validation theproject funded by the italian Ministry of education also aims at providing training to school teachers and scientific muse-um operators

Key words plant evolution scientific museum teaching

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

(c) formazione di docenti ed operatori museali

(a) lo spazio espositivo consentiragrave di sperimentarestrategie di comunicazione e divulgazione valorizzan-do strutture attrezzature e competenze giagrave presenti esi articola in 3 parti (a phylowall b darwin e lepiante c iconografia botanica) con aula didatticaper la formazionea phyloWall la parete della filogenesi delle pianteil ldquogiardino verticalerdquo nasce a scopo decorativo-arti-stico su idea del botanico e designer p Blanc ilphyloWall avragrave una funzione scientifico-didatticaattraverso la disposizione degli organismi secondouno schema filogenetico si visualizzeragrave in manieraimmediata il concetto di evoluzione una legendacon datazione e localizzazione geografica dei repertifossili verragrave collocata accanto al phylowall per unaimmediata fruibilitagraveb darwin e le pianteverragrave allestita lrsquoipotetica ricostruzione dello studio didarwin con alcune delle immagini piugrave significativelegate allrsquoelaborazione del concetto di evoluzioneverragrave collocato uno schermo touch-screen per i giochiinterattivi c iconografia botanica localeverranno allestite teche per lrsquoesposizione di volumitra cui la flora del Regno di napoli di Micheletenore allo scopo di evidenziare il legame tra il pas-sato ed il futuro della ricerca botanica

(B) la realizzazione di materiale didattico innovativocostituisce un obiettivo fondamentale del progettoun comitato di redazione tecnico-scientifico in col-laborazione con uno studio professionale specializza-to nella comunicazione multimediale si occuperagrave diideare e realizzare materiale didattico che verragrave poidistribuito per la validazione nellrsquoambito di una retedi collaborazione nazionale ed internazionale

(c) la formazione si articoleragrave in (a) visite guidateper alunni (b) corsi per insegnanti e operatorimuseali con la collaborazione dellrsquoassociazionenazionale insegnanti di Scienze naturali (aniSn)si prevede la formazione di insegnanti sulle tematichedellrsquoevoluzione biologica utilizzando sia un approc-cio storico-didattico con lrsquouso dellrsquoerbario e dellabanca del germoplasma sia lo sviluppo di strumentiinterattivi informaticii moduli di formazione affronteranno temi che spa-ziano dallrsquoinquadramento storico della teoria dellrsquoe-voluzione allrsquouso delle moderne tecniche di sistema-tica molecolare sviluppando specifici percorsi didat-tici per i diversi livelli di approfondimento un ruolofondamentale verragrave attribuito allrsquouso delle risorsemuseali

pRoSpettive futuReil progetto ha elevate potenzialitagrave di fornire ricaduteper la diffusione della cultura scientifica sia a livellolocale sia come esperienza pilota da esportare in altrerealtagrave territoriali nazionali in particolare la collabo-razione con lrsquoaniSn consente lrsquoimplementazionedel progetto nelle ldquoscuole presidiordquo ed una piugrave ampiautilizzabilitagrave del materiale didattico sullrsquoevoluzionedelle piante che verragrave messo a disposizionela collaborazione con altre universitagrave orti Botanicie Musei della Scienza costituiragrave una rete aperta ad unbacino di utenza piugrave ampio e permetteragrave di esporta-re sul piano nazionale lrsquoesperienza maturata nellrsquoam-bito del progettole azioni connesse alla realizzazione di e-Move pro-muoveranno su scala nazionale la costituzione dinodi in una rete di comunicazione e diffusione dellacultura scientifica nel campo specifico dellrsquoevoluzio-ne delle piante con lrsquoobiettivo generale di elevare illivello di competenze degli studenti dei docentidegli operatori museali e del pubblico di non addet-ti ai lavori in ambito scientifico sostenendo la for-mazione continua la formazione di operatorimuseali guide naturalistiche ed altre figure profes-sionali per ampliare le conoscenze naturalistiche ter-ritoriali egrave un obiettivo di particolare rilevanza sia perla valorizzazione delle risorse umane sia per la tuteladei beni ambientali e dellrsquoingente patrimonio costi-tuito dalla biodiversitagrave vegetale nel nostro paese conlrsquoobiettivo di salvaguardare specie a rischio di estin-zione nella fattispecie piante che hanno rivestito unparticolare significato nel corso dellrsquoevoluzione

letteRatuRa citatadoBzHanSKy t 1973 ndash Nothing in biology makes sense

except in the light of evolution amer Biol teacher 35127-129

MuumllleR g 2007 ndash Evo-devo extending the evolutionarysynthesis nat Rev genet 8 943-949

Spiegel an evanS eM fRazieR B Hazel a taReM gRaM W diaMond J 2012 ndash Changing muse-um visitorrsquos concept of evolution evo edu outreach5 43-61

RiaSSunto ndash viene brevemente presentato il progettoe-Move (evoluzione del Mondo vegetale) attualmentein corso di realizzazione presso il Museo orto Botanicodellrsquouniversitagrave degli Studi di Bari ldquoaldo Morordquo il proget-to che ha ricevuto un finanziamento MiuR nellrsquoambitodella legge 62000 per la diffusione della cultura scientifi-ca si propone di allestire uno spazio espositivo che si poneanche come centro permanente per la ideazione realizza-zione e diffusione di efficaci strategie didattiche sui temidellrsquoevoluzione biologica attraverso la costituzione di unarete di validazione nazionale ed internazionale noncheacute larealizzazione di incontri di formazione per docenti discuole di ogni ordine e grado ed operatori museali

413Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

autoRi

Antonella Grano Museo Orto Botanico Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70126 BariMario C De Tullio (mariodetulliounibait) Dipartimento di Biologia Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70126Bari

il genere Arum l (Araceae) comprende in italia trespecie poliploidi A apulum (carano) p c Boyce Amaculatum l e A italicum Mill in questo genere itaxa poliploidi tendono ad occupare areali geograficimolto ampi rispetto alle specie diploidi (Bedalov1981) infatti A italicum egrave principalmente diffusodal caucaso attraverso la regione del Mediterraneofino alla costa atlantica (BonnieR 1931 MeuSel etal 1965 diHoRu 1970 Bedalov 1975) A macu-latum secondo MeuSel et al (1965) teRpograve (1973)e Bedalov (1981) egrave distribuito in europa centrale eoccidentale A maculatum e A italicum presentanotuberi rizomatosi al contrario del poliploide A apu-lum che ha il tubero a forma discoide (BedalovKupfeR 2005) in riferimento allrsquoorigine delle speciedel genere Arum Bedalov KupfeR (2005) suggeri-scono che la forma discoide del tubero sia da consi-derare ancestrale rispetto alla forma rizomatosaSuccessivamente questi dati sono stati confermati daindagini molecolari (eSpigravendola et al 2010) in precedenti lavori al fine di chiarire la tassonomiadel genere Arum sono stati riportati alcuni aspetticitologici e citotassonomici (goRi 1958 MaRcHi etal 1964 BeuRet 1971 1972 MaRcHi 1971Bedalov 1975 1981 Bedalov et al 1998) lamaggior parte delle specie di Arum egrave diploide connumero cromosomico 2n=28 mentre sono pochi itaxa poliploidi conosciuti A maculatum e A apulumsono tetraploidi con 2n=56 mentre A italicum egrave esa-ploide con 2n=84 le analisi cariologiche hannomostrato in dettaglio i cariotipi di quattro speciediploidi e due poliploidi i taxa analizzati inoltrehanno evidenziato un ldquocariotipo di baserdquo caratteriz-

zato dalla presenza di alcuni cromosomi marker(drsquoeMeRico et al 1993 Bianco et al 1994) il presente contributo fornisce pertanto informazio-ni sulla cariomorfometria delle suddette specie poli-ploidi

MateRiali e Metodile analisi cariologiche sono state effettuate su apiciradicali pretrattati con colchicina 03 per 2h equindi fissati per 5 min con 5111 (vv) (alcol eti-lico assoluto cloroformio acido acetico glaciale for-maldeide) successivamente sono stati idrolizzati per20 min con Hcl 55n e colorati con reattivo difeulgen la nomenclatura utilizzata per descrivere ilcariotipo segue levan et al (1964)per valutare il livello di simmetria del cariotipo sonostati utilizzati gli indici di asimmetria a1 (indiceintracromosomale) e a2 (indice intercromosomale)(RoMeRo zaRco 1986)

RiSultati e diScuSSioneArum maculatum e A italicum sono caratterizzati daun cariotipo asimmetrico comprendente numerosicromosomi submetacentrici con A italicum chemostra un indice intracromosomale (a1=043) piugraveelevato rispetto ad A maculatum (a1=039)dal punto di vista citologico egrave interessante notareche nelle specie esaminate sono state osservate coppiedi cromosomi caratterizzate dalla presenza di seg-menti telomerici debolmente colorati dal feulgenprecedentemente descritti come costrizioni seconda-rie (drsquoeMeRico et al 1993) dyeR (1963) e voSacolaSante (1995) descrivono simili segmenti

414 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

indagini cariomorfometriche in tre taxa poliploidi del genere Arum

a tuRco p Medagli a alBano S drsquoeMeRico

aBStRact - Karyomorphometry on three polyploid taxa of arum - Somatic chromosomes of three polyploid taxa of Arumhave been investigated A italicum showed 2n = 84 chromosomes and the karyotype is composed by numerous asymmet-ric chromosomes A maculatum and A apulum have shown 2n = 56 chromosomes the karyotype morphology of Aitalicum is similar to that of A maculatum but the most asymmetrical karyotype and the presence of numerous weaklyfeulgen-stained segments of the former suggest a more recent origin respect to latter differently A apulum has showed asymmetrical karyotype and few weakly feulgen-stained segments

Keywords allocyclic segments Arum karyotype asymmetry

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

denominati ldquoallocyclic segmentsrdquo in diversi gruppidi piante (Gasteria duval Iris l Aloe l) voSaBennett (1990) e Bennett gRiMSHaW (1991)inoltre suggeriscono lrsquoutilitagrave di questi segmenticome indicatori dellrsquoevoluzione del cariotipo e quin-di determinanti nellrsquoidentificazione dei cariotipidelle varie entitagrave al riguardo Arum italicum hamostrato il maggior numero di cromosomi conte-nenti i suddetti segmenti in comparazione a quelliosservati nei complementi di A maculatum A apu-lum e nei diploidi A orientale M Bieb subsp orien-tale e A cylindraceum gasp (drsquoeMeRico et al1993) differentemente A apulum egrave una specie tetraploidecon una distribuzione limitata al Sud italia (puglia)(caRano 1934 goRi 1958 Bianco et al 1994)Questrsquoultima specie mostra un cariotipo piugrave simme-trico (a1=032) considerato ancestrale rispetto allespecie con cariotipi asimmetrici (SteBBinS 1971)costituito da cromosomi prevalentemente metacen-trici e dalla presenza di pochi segmenti allociclicidrsquoaltra parte lrsquoisolamento geografico accompagnatoda variazioni ecologiche sembra supportare lrsquoattualestruttura del cariotipo di A apulum

letteRatuRa citata Bedalov M 1975 ndash Cytotaxonomical and phytogeograph-

ical investigation of the species arum italicum Mill inYugoslavia acta Bot croat 34 143-150

mdash 1981 ndash Cytotaxonomy of the genus arum (araceae) inthe Balkans and the Aegean area Bot Jahrb Syst 102183-200

Bedalov M favaRgeR c KupfeR p 1998 ndash Naturalhybrids and basic chromosome number in the genusarum acta Botanica yunnanica Suppl X 71-75

Bedalov M KupfeR p 2005 ndash Studies on the genusarum (araceae) Bull Soc neuchacirctel Sci nat 12843-70

Bennett St gRiMSHaW JM 1991 ndash Cytological stu-dies in cyclamen (primulaceae) pl Syst evol 176135-143

BeuRet e 1971 ndash Reacutepartition geacuteographique de quelquesarum des groupes maculatum L et italicum Mill BullSoc neuchacirctel Sci nat 94 29-36

mdash 1972 ndash Preacutesence drsquoun Arum diploide en Italie BullSoc neuchacirctel Sci nat 95 35-41

Bianco p drsquoeMeRico S Medagli p Bedalov M1994 ndash Indagini sistematiche su arum apulum(Carano) Bedalov (araceae) entitagrave endemica delle

Murge Pugliesi Webbia 49 (1) 43-49BonnieR g 1931 ndash Flore complegravete ilustregravee en couleurs de

France Suisse et Belgique 11 pariscaRano e 1934 ndash Un nuovo elemento della Flora meri-

dionale drsquoItalia ann Bot 20 579-585drsquoeMeRico S Bianco p Medagli p 1993 ndash

Chromosome numbers and karyotypes in arum(araceae) caryologia 46 161-170

diHoRu g 1970 ndash Morpho-taxonomische aspekte einigerArum-Arten Rev Roumaine Biol Seacuter Bot 15 71-85

dyeR af 1963 ndash Allocyclic segments of chromosomes andstructural heterozygosity that they reveal chromosoma13 545-576

eSpigravendola a BueRKi S Bedalov M KupfeR palvaRez n 2010 ndash New insights into the phylogeneticsand biogeography of arum (araceae) unravelling its evo-lutionary history Bot J linn Soc 163 14-32

goRi c 1958 ndash Il numero dei cromosomi dellrsquoarumnigrum Schott var apulum Carano caryologia 10(3) 454-456

levan a fRedga K SandBeRg aa 1964 ndashNomenclature for centromeric position on chromosomesHereditas 52 201-220

MaRcHi p 1971 ndash Numeri cromosomici per la flora italia-na 57-66 inform Bot ital 3 124-138

MaRcHi p capineRi R drsquoaMato g 1964 ndash Numericromosomici per la flora italiana 182-189 informBot ital 6 (3) 303-312

MeuSel H JaegeR e WeineRt e 1965 ndash Vergleichen-de Chorologie der zentra-europaumlischen flora 1 Jena

RoMeRo zaRco c 1986 ndash A new method for estimatingkaryotype asymmetry taxon 35 526-530

SteBBinS gl 1971 ndash Chromosomal Evolution in HigherPlants edward arnold ltd london

teRpOacute a 1973 ndash Kritische Revision der arum-Arten desKarpatenbeckens acta Bot acad Sci Hung 18216-255

voSa cg Bennett St 1990 ndash Chromosome studies inthe Southern African flora58-94 Chromosome evolutionin the genus gasteria Duval caryologia 43 235-247

voSa cg colaSante M 1995 ndash I segmenti allociclicinelle liliiflorae inform Bot ital 27 307-308

RiaSSunto gli autori riportano alcuni risultati cario-morfometrici ottenuti su tre specie poliploidi del genereArum Arum apulum (2n=56) A maculatum (2n=56) e Aitalicum (2n=84) in particolare la specie A italicum con2n=84 cromosomi ha mostrato un cariotipo con un eleva-to indice di asimmetria nel cariotipo di questa speciesono stati riscontrati numerosi ldquosegmenti allociclicirdquo incomparazione ad A maculatum e A apulum

415Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

autoRi

Alessio Turco Piero Medagli Antonella Albano Laboratorio di Botanica sistematica ed Ecologia vegetale DiSTeBAUniversitagrave del Salento Campus Ecotekne 73100 LecceSaverio DrsquoEmerico Dipartimento di Biologia Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70126 Bari

Cistus clusii dunal piccolo arbusto appartenente allafamiglia Cistaceae egrave una specie xerofila con distribu-zione mediterraneo-occidentale in italia storicamen-te presente in Sicilia (giaRdina 1988) e in puglianellrsquounica stazione di ldquoBosco isolardquo (lesina fg)(foRte et al 2002a) in questrsquoultima il contestovegetazionale egrave quello della gariga nanofanerofiticasu suolo sabbioso in associazione con Rosmarinusofficinalis l Erica multiflora l e Cistus sp pl(cHieSuRa loRenzoni et al 1976)a partire dallrsquoanno 2000 nellrsquoambito di progetti diricerca condotti dal Museo orto Botanicodellrsquouniversitagrave degli Studi di Bari sono stati indaga-ti alcuni aspetti della biologia ed ecologia di C clusii(MaccHia 2005) tali studi furono finalizzati allarealizzazione di azioni di conservazione in situ attra-verso il rafforzamento della popolazione residualepugliese giagrave allrsquoepoca gravemente esposta a pericolodi estinzione (conti et al 1997) a tale scopo furo-no infatti reintrodotti in aree ecologicamente idoneedi ldquoBosco isolardquo circa cento individui ottenuti pervia sessuale attraverso fecondazione incrociata con-trollata a partire dai pochi individui della popolazio-ne originaria (foRte et al 2002b) Successivi rilieviin campo hanno registrato la progressiva diminuzio-ne del numero di individui presenti in situ fino allaloro completa scomparsa soprattutto a causa deiripetuti incendi verificatisi tra il 2007 e il 2010(foRte et al 2009 2012) tuttavia la specie in

puglia era da ritenersi estinta solo in natura (EW) inquanto presso il Museo orto Botanico di Bari eranopresenti sia individui ottenuti da fecondazione incro-ciata e derivanti dalla popolazione spontanea origina-ria sia semi conservati presso la Banca delgermoplasma (Bg-MoBB)Questrsquoultima evenienza ha costituito la premessaindispensabile per la realizzazione di nuove azioni diconservazione di C clusii nel territorio di ldquoBoscoisolardquo tali azioni si sono concretizzate grazie ad unaconvenzione stipulata tra il Museo orto Botanico diBari e il centro Studi naturalistici onluS nellrsquoam-bito del progetto ldquointerventi per la protezione e con-servazione del patrimonio ambientalerdquo- fondi faS ndashpremialitagrave Regionale delibera cipe 202004in questo lavoro vengono presentate le attivitagrave svolteai fini della propagazione gamica di C clusii e quelleper la successiva reintroduzione degli individui pro-dotti

MateRiali e Metodi

il materiale di propagazione gamica utilizzato per leazioni di conservazione in situ egrave stato ottenuto daimpollinazione incrociata controllata eseguita su dueindividui conservati ex situ siglati come c1 e c2 peri quali era stata giagrave testata la compatibilitagrave allrsquoincro-cio (foRte et al 2012)nel mese di aprile 2010 495 fiori (437 dellrsquoindivi-duo c1 e 58 dellrsquoindividuo c2) privati degli stami

416 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

Reintroduzione di Cistus clusii a ldquoBosco isolardquo (lesina puglia)

l foRte S anifantiS f caRRuggio v cavallaRo f Mantino g MelcHioRRe

aBStRact - Reintroduction of cistus clusii to ldquoBosco Isolardquo (Lesina Apulia) - Cistus clusii dunal is very rare in italy whereits historical sites of occurrence are in Sicily and apulia (ldquoBosco isolardquo ndash lesina fg) after the extinction in the wild ofthe small apulian population the Botanical garden Museum of Bari university and the centro Studi naturalistici(onluS) made a special agreement in order to implement a reintroduction project into the site of lesina the reintro-duced plants 520 in all were obtained from the offspring of lesina C clusii spontaneous population which is conservedex situ at the Botanical garden Museum of Bari to increase the chances of a successful reintroduction the plants wereplaced in three different areas and in each of them the individuals were planted in microsites suitable for the eco-physi-ological characteristics of the lesina population already known from literature in fact only a thorough knowledge of thebio-ecological behaviour of the selected species may allow to establish self-maintaining populations in the wild and so torealize an effective conservation action

Key words apulia Cistus clusii dunal reintroduction

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

sono stati impollinati manualmente e coperti consacchetti di tessuto non tessuto (tnt) in maggioin concomitanza con lrsquoinizio dellrsquoingrossamentodegli ovari i cappucci sono stati rimossi e nel mesesuccessivo egrave stata effettuata la raccolta delle capsulemature nella primavera del 2011 i semi sono statisottoposti a pre-trattamenti di scarificazione mecca-nica manuale e di dry-heating (80 degc x 5 min) inquanto risultati i piugrave efficaci nel promuoverne la ger-minazione (foRte et al 2012) per ciascuno dei duepre-trattamenti sono stati utilizzati circa 1500 semiderivanti dallrsquoincrocio c1 x c2 e circa 400 semi pro-dotti dallrsquoincrocio c2 x c1 i semi pre-trattati sonostati posti direttamente in plateaux di polistiroloespanso riempiti con sabbia sterilizzata a granamedio-fine (50) e torba (50) dopo una primafase di accrescimento le plantule sono state trapian-tate in fitosacchi in film plastico contenenti terrenonon sterile (sabbia di fiume 40 terreno comune30 torba 30) durante tutte le fasi di crescita leplantule sono state irrigate e sottoposte a trattamen-ti fitosanitari e fertilizzanti miratiper lrsquointervento di reintroduzione oltre agli individuicosigrave ottenuti nel 2011 sono stati utilizzati ancheindividui derivanti da semi pre-germinati nellrsquoambi-to di prove sperimentali condotte tra il 2009 e il2010 su c1 e c2la scelta delle aree di reintroduzione egrave stata fattasulla base dei dati storici di presenza di C clusii alesina (cHieSuRa loRenzoni et al 1976 foRte etal 2002b) delle caratteristiche eco-fisiologiche dellapopolazione originaria (foRte et al 2005 foRtepaStoRe 2005) di quelle ecologiche dei siti di rein-troduzione e dellrsquoanalisi delle minacce

RiSultati e diScuSSione

gli individui oggetto dellrsquoazione di reintroduzioneavvenuta a fine gennaio 2013 sono stati distribuitiin tre aree principali (fig 1) Queste sono situate neltratto di cordone dunale immediatamente ad est diMarina di lesina insediamento sorto in localitagravepietramaura dove negli anni lsquo70 era ancora presen-te il piugrave esteso nucleo di individui di C clusii dellastazione di lesina (cHieSuRa loRenzoni et al1976) due delle aree di reintroduzione poste tra lelocalitagrave di acquarotta e pennacchio sono relativa-mente vicine tra loro e separate da una fascia occupa-ta da un rimboschimento a Pinus pinea l mentre laterza in localitagrave chiusa dista dalle altre circa 2 kmallrsquointerno di ciascuna area sono stati individuati piugravesiti di reintroduzione georiferiti mediante strumen-tazione gpS in ognuno dei quali egrave stato inserito unnumero di individui compreso tra 20 e 25la scelta di ripartire gli individui in tre aree di rein-troduzione differenti e allrsquointerno di queste in piugravesiti distinti egrave stata effettuata con lo scopo di ridurre ilrischio che un eventuale incendio possa interessarlecontemporaneamente compromettendo la sopravvi-venza dellrsquointera popolazione reintrodotta il numerocomplessivo di siti di intervento egrave risultato pari a 27inoltre per garantire buone probabilitagrave di successo

anche riproduttivo in ciascun sito sono stati reintro-dotti almeno 20 individui al fine di aumentare laprobabilitagrave di incrocio tra individui con alleli diincompatibilitagrave differenti indispensabile in una spe-cie allogama come C clusii (Rizzotto 1979)in ogni sito inoltre i singoli individui sono statipiantati in micro-siti individuati sulla base dellamicro-morfologia stazionale le tre aree di interven-to ricadono in un contesto vegetazionale caratterizza-to da un complesso e molto frammentato mosaicocostituito principalmente dalla gariga a R officinalisE multiflora e Cistus sp pl e dalla macchia a sclero-fille sempreverdi con presenza di Erica arborea lQuesto mosaico spesso egrave il diretto risultato delledifferenti condizioni ecologiche determinate dallamicro-morfologia stazionale (foRte et al 2002a) ealtre volte della dinamica della vegetazione in atto acausa degli incendi pertanto sono stati individuaticome idonei quei micro-siti rispondenti alle caratte-ristiche bio-ecologiche della popolazione da intro-durre (eliofilia relativa sensibilitagrave allo stress idricoecc foRte et al 2005) e comunque sempre suffi-cientemente distanti da nuclei di macchia in stato diavanzamento o da singoli cespugli in fase di resprou-tinglrsquoazione di conservazione in situ cosigrave condotta nonha richiesto pertanto ulteriori interventi quali dira-

417Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 1Mappa delle aree di reintroduzione (base cartograficaldquocarta della vegetazione reale del ldquoBosco isolardquo di lesina- foglio 1rdquo foRte 2001)Map of reintroduction areas (cartographic base ldquocartadella vegetazione reale del ldquoBosco isolardquo di lesina - foglio1rdquo foRte 2001)

damento della vegetazione preesistente rimozionedel secco ecccomplessivamente nella stazione di ldquoBosco isolardquosono stati reintrodotti 520 individui di C clusii pro-dotti mediante coltivazione ex situ 200 dei qualiderivanti da semina diretta di semi pre-trattati e 320ottenuti da impianto di semi pre-germinatiattualmente ulteriori 155 individui prodotti nel-lrsquoambito di questo progetto sono conservati presso ilMuseo orto Botanico dellrsquouniversitagrave di Bari inmodo da garantire sia la conservazione ex situ delpatrimonio genetico della popolazione di lesina e siala possibilitagrave di disporre di materiale di propagazioneper studi successivi

Ringraziamenti - gli autori ringraziano gli ldquospeciali colla-boratorirdquo che si sono prodigati durante il lavoro in campodi reintroduzione in situ in ordine alfabetico elenaBlotti nicola cillo Saverio drsquoamico Mario de tullioantonella grano Marcello Macchia Saverio Regina egianni Signorile

letteRatuRa citatacHieSuRa loRenzoni f cuRti l loRenzoni gg

MaRcHioRi S 1976 ndash cistus clusii Dunal Note dinomenclatura e di distribuzione con particolare riguardoalla stazione di Lesina (Foggia) giorn Bot ital 110259-267

conti f Manzi a pedRotti f 1997 ndash Liste rosse regio-nali delle piante drsquoItalia WWf Societagrave Botanicaitaliana universitagrave di camerino

foRte l anifantiS S Mantino f caRRuggio fcavallaRo v 2009 ndash Conservation of cistus clusiiDunal from ldquoBosco Isolardquo (Lesina - Apulia) current sta-tus and new experimental evidence in BaccHetta g(ed) Book of Abstracts Biodiversity Hotspots in theMediterranean Area 45th intern congr SiSv amp fip ndashcagliari 22-24 25-29 June 2009 280

foRte l cavallaRo v MaccHia f 2002b ndashConservazione in situ di cistus clusii Dunal (cistaceaeMagnoliophyta) nella duna di Lesina Quad Botamb appl 13 3-9

foRte l cavallaRo v pantaleo f drsquoaMico fSMaccHia f 2002a ndash The vascular Flora of the ldquoBoscoIsolardquo at Lesina (Foggia ndash Apulia) fl Medit 12 33-92

foRte l MelcHioRRe g anifantiS S caRRuggio fMantino f 2012 ndash Alcuni aspetti della biologia dellaconservazione di cistus clusii Dunal di ldquoBosco Isolardquo(Lesina Puglia) inform Bot ital 44(Suppl 2) 36-38

foRte l paStoRe d 2005 ndash Relazioni acqua-pianta inMaccHia f (ed) Biologia ed ecologia di cistus clusiiDunal 31-38 ed adda Bari

foRte l paStoRe d MaRvulli M Scatigna aMeMaccHia f 2005 ndash Analisi comparata tra eventi feno-logici e andamento dei parametri ambientali inMaccHia f (ed) Biologia ed ecologia di cistus clusiiDunal 5-13 ed adda Bari

giaRdina 1988 ndash Segnalazioni Floristiche Italiane 574-576 inform Bot ital 20(2-3) 678-679

MaccHia f (a cura di) 2005 ndash Biologia ed ecologia dicistus clusii Dunal ed adda Bari

Rizzotto M 1979 ndash Ricerche tassonomiche e corologichesulle cistaceae 1 Il genere cistus L in Italia Webbia33(2) 343-378

RiaSSunto ndash Cistus clusii dunal egrave una specie moltorara in italia storicamente presente in Sicilia e in puglianellrsquounica stazione di ldquoBosco isolardquo (lesina fg) in segui-to allrsquoestinzione della piccola popolazione residuale puglie-se il Museo orto Botanico dellrsquouniversitagrave di Bari e ilcentro Studi naturalistici onluS hanno stipulato unaapposita convenzione al fine di attuare unrsquoazione di rein-troduzione nel sito di lesina le piante reintrodotte insitu 520 in tutto sono state ottenute a partire da indivi-dui di C clusii progenie della popolazione spontanea ori-ginaria conservati ex situ presso il Museo orto Botanicoper aumentare le probabilitagrave di successo dellrsquointerventogli individui sono stati distribuiti in tre aree distinte eallrsquointerno di queste piantati in micro-siti rispondenti allecaratteristiche eco-fisiologiche della popolazione di C clu-sii di lesina giagrave note dalla letteratura infatti solo unaconoscenza approfondita del comportamento bio-ecologi-co delle entitagrave oggetto di interventi di conservazione insitu permette di programmare una concreta azione di tute-la attraverso lrsquoinsediamento di popolazioni in grado dipersistere nel tempo

418 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

autoRi

Luigi Forte (luigiforteunibait) Viviana Cavallaro Dipartimento di Biologia e Museo Orto Botanico Universitagrave di BarildquoAdo Morordquo Via E Orabona 4 70126 BariStamatia Anifantis Francesca Carruggio Francesca Mantino Giulia Melchiorre Museo Orto Botanico Universitagrave di BarildquoAldo Morordquo Via E Orabona 4 70126 Bari

Limoniastrum monopetalum (l) Boiss egrave presente inpuglia sulle rupi marittime di tricase porto (le)nellrsquoambito di una cenosi ascrivibile alla classeCrithmo-Limonietea Br-Bl 1947 in condizioni ana-loghe a quanto descritto per la Sicilia meridionale daBaRtolo et al (1982) Secondo la direttiva9243cee si tratta di un habitat di interesse comu-nitario denominato ldquoScogliere con vegetazione dellecoste mediterranee con Limonium spp endemicirdquo(aavv 2010) ersquo una specie a diffusione SW-Mediterranea in italia egrave presente in Sardegna inSicilia (conti et al 1992) nella laguna diorbetello (toMei guazzi 1993) a tricase porto(le) (accogli et al 1996) (fig1) in passato laspecie era stata segnalata ldquonei siti arenosi di tarantordquo(MaRinoSci 1870) caratterizzati da depressionicostiere con un ristagno idrico con substrato preva-lentemente costituito da argille e colonizzato da spe-cie ad elevata alofilia (tRotteR 1936) probabil-mente le antiche cenosi erano ascrivibili alla classeSarcocornetea-fruticosae Br-Bl amp tuumlxen ex a amp oBolograves 1950 tipica dei suoli inondati fangoso-argillo-si come riportato da Biondi et al (2004) per laSardegna

StatuS del popolaMento puglieSe ed eSpeRienzepRegReSSe

a tricase porto il popolamento si presenta formatoda due nuclei localizzati sulla sommitagrave di due costo-ni rocciosi distanti in linea drsquoaria circa 150 mentrambi i costoni sono occupati da abitazioni ad

uso civico ed i cespugli di limoniastro sono localizza-ti nelle loro adiacenze ma non allrsquointerno e questopotrebbe escludere unrsquointroduzione della specie perscopo ornamentale in totale si possono contarecirca 25 individui dei quali 18 si presentano comegrossi cespugli larghi 1ndash25 m alti 075ndash130 m lafioritura dura meno di un mese tra la fine di giugnoe lrsquoinizio di luglio le infiorescenze secche rimango-no sulla pianta sino a dicembre ma la maturazionedei frutti non egrave mai evidente e non egrave visibile la dei-

419infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

conservazione ex situ ed interventi di reintroduzione di Limoniastrum monopetalum in puglia

R accogli Mp BiancHi p Medagli S MaRcHioRi

aBStRact - ex situ conservation and reintroduction of limoniastrum monopetalum in Apulia region - in this paper arepresented the main actions taken by the Botanic garden of diSteBa for the protection of Limoniastrum monopetalum(l) Boiss species of high vulnerability included in the national Red list of plants of italy the specie is cultivated exsitu in the Botanic garden and it was decided to implement its reintroduction in the locality palude la vela (ta) in anarea once had been reported but no longer found propagation of L monopetalum was carried out by vegetative and gen-erative individuals obtained were reintroduced in two sites of the palude to different environmental conditions

Key words conservation moltiplication reintroduction

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 1areale di L monopetalum secondo gReuteR et al 1989 etutin et al 1981distribution area of L monopetalum according togReuteR et al 1989 and tutin et al 1981

scenza a contrastare lo sviluppo e la diffusione dinuove piante sono le estreme condizioni di povertagravedel substrato fortemente disturbato dalle attivitagraveantropiche che rimaneggiano continuamente le som-mitagrave dei costoni rocciosi (interventi di restauro edili-zio incendi e tagli indiscriminati) e la presenza diuna flora sinantropica dominata da agave pittospo-ro caprifico rovola vulnerabilitagrave della specie ha motivato la sua ripro-duzione ex situ nellrsquoorto Botanico dellrsquouniversitagravedel Salento e la messa a punto di protocolli di rein-troduzione infatti giagrave nel 2000 era stata testata lacapacitagrave di propagazione di L monopetalum sia pervia gamica che agamica senza forzature sui semi neacutedi ormoni radicanti per le talee la resa germinativaera risultata molto bassa del 2-5 mentre elevatesono state le percentuali di attecchimento delle talee(70-95) sia in primavera che agli inizi dellrsquoautun-no nel 2005 egrave stato effettuato un primo interventovolto al potenziamento del popolamento di L mono-petalum esistente a tricase porto lungo un breve trat-to costiero prospiciente il sito interessato da un inter-vento di riqualificazione attuato dallrsquoamministra-zione comunale lrsquointervento prevedeva la realizza-zione di un camminamento lungo la scogliera attra-verso i segni della storia locale ancora leggibili (trat-turi per la mena delle pecore vasche intagliate negliscogli per la concia delle pelli e per lrsquoestrazione diblocchi lapidei terrazzamenti per le colture agrarieprimaticce etc) la flora del tratto costiero annove-ra altre specie di interesse conservazionistico percheacuteincluse nella lista Rossa nazionale come Vincetoxi-cum hirundinaria Medik subsp adriaticum (Beck)Markgr o di valore fitogeografico come lrsquoendemicoLimonium japigicum (groves) pignatti Lavateraarborea l Scrophularia lucida l lrsquointervento direintroduzione era stato concordato con docenti edalunni delle Scuole Medie inferiori del comune ditricase che hanno partecipato dimostrando grandeinteresse e sensibilitagrave nellrsquoautunno 2005 egrave stataorganizzata una giornata durante la quale dopo unincontro tra autoritagrave politiche locali studiosi stu-denti e cittadini sono state messe a dimora 10 pian-te di L monopetalum (accogli et al 2006) pur-troppo lrsquointervento egrave stato inficiato da un incendioche nella primavera successiva ha distrutto buonaparte della flora spontanea ed i trapianti effettuati

MateRiali e Metodi

un secondo intervento di reintroduzione di L mono-petalum egrave stato programmato nel 2011 per il sitopalude la vela che ricade nellrsquoomonima Riservanaturale Regionale e prossima allrsquoantica salina di Sgiorgio jonico (ta) come prima fase si egrave procedu-to alla moltiplicazione della specie per ottenere indi-vidui giovani da mettere a dimora la moltiplicazio-ne ex situ egrave stata ripetuta sia per via vegetativa chegenerativa ponendosi nelle medesime condizionidegli anni precedenti ma con lrsquoaccorgimento didistinguere talee semierbacee da talee legnose ilmateriale propagativo egrave stato prelevato dagli indivi-

dui presenti a tricase porto da rami di 2 o piugrave annicon diametro del fusto maggiore di 10 mm sonostate realizzate talee lunghe 10-18 cm da rami di 1anno con diametro inferiore a 10 mm sono staterealizzate talee lunghe 7-12 cm il prelievo egrave statoeffettuato sia allrsquoinizio dellrsquoautunno (5 ottobre 2010)che alla fine della stagione invernale (5 marzo 2011) le talee sono state messe a radicare (senza aggiunta diormoni) in substrato costituito da un mixer di torbae perlite in rapporto 12 in vasi in pvc delle dimen-sioni 7x7x18 cm fatti stazionare poi in tunnel fred-do dopo 30 giorni veniva registrato lrsquoattecchimentodelle talee i risultati definitivi hanno evidenziato ilseguente andamento in autunno per quelle preleva-te da rami di 2 anni egrave stata registrata una percentua-le del 74 e per quelle prelevate da rami di 1 annodel 64 in primavera per le talee piugrave legnose egrave stataregistrata una percentuale di attecchimento pari al95 e per quelle meno legnose dellrsquo86 ancorauna volta i risultati dimostrano la facilitagrave di propaga-zione vegetativa della specie inoltre anche se i valo-ri differiscono di poco si deduce che il periodomigliore per il taleaggio di L monopetalum egrave a finestagione primaverile con rami vecchi di almeno 2anni (tab 1)

i racemi di L monopetalum dopo la fioritura persi-stono sulla pianta per lungo tempo (anche sino allrsquoin-verno) per cui sono stati effettuati periodici prelievidei frutti per lrsquoestrazione dei semi al fine di definire ilperiodo di piena maturazione un primo prelievo deifrutti egrave stato effettuato in ottobre i semi sono statiopportunamente isolati previa rottura della capsulaed una parte di essi egrave stata sottoposta a vernalizzazio-ne (4 degc per 24 h) per simulare unrsquoeventuale dor-mienza invernale la semina egrave stata effettuata in cap-sule petri sterili con carta da filtro come substratotenute in camera di crescita a 20 degc e fotoperiodo di10 h Sono state realizzate tre ripetizioni con 30 ele-menti per capsula lrsquoelaborazione dei dati registratievidenzia un andamento del potere germinativo di Lmonopetalum secondo quanto riportato dalla fig 2 il monitoraggio delle piastre ha evidenziato un pote-re germinativo dei semi molto basso (2-4) questodato egrave stato confermato dalla semina a spaglio effet-tuata in una seminiera con substrato composto datorba e agriperlite nel rapporto 12 da circa 200semi sono emerse solo 6 plantule

420 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

taBella 1Risultati della propagazione ex situResults of ex situ propagation

stagione talee di di radicazionepartenza 72 dopo 30 gg

Oslash 10 mm 64autunno Oslash 10-20 mm 74Oslash 10 mm 86primavera Oslash 10-20 mm 95

ReintRoduzione a palude la vela

i sopralluoghi effettuati a palude la vela per lrsquoindivi-duazione di siti idonei alla reintroduzione hannoindotto alla scelta di due piccole superfici simili percondizioni di substrato per copertura vegetale eparametri ambientali tali siti sono collocati su spon-de opposte dellrsquoacquitrino ed hanno unrsquoestensioneminima di 60 m2 per la messa a dimora sono stateselezionate piante vigorose e sane con unrsquoaltezzamedia di 489 plusmn526 cm e diametro di 1609plusmn304cm nel mese di novembre 2011 egrave stata effettuata laloro messa a dimoranel sito denominato ldquoardquo sono state trapiantate 15piante con un approssimativo sesto di impianto di 2x 4 m nel sito ldquoBrdquo sono state trapiantate 14 piantein ordine sparso in quanto lrsquoarea presentava nume-rose zone di erosione e continui dislivelli

concluSioni

nellrsquoarea palude la vela le condizioni ambientalisembrano piugrave confacenti allrsquoecologia di L monopeta-lum rispetto a tricase porto ed egrave positivo che tutte lepiante abbiano attecchito e siano giunte a fioriturama solo fra qualche anno si potragrave constatare la for-mazione di un eventuale popolamento con individui

fertili ed in grado di autopropagarsi e si avragrave confer-ma del successo della reintroduzione

letteRatuRa citataaavv 2010 ndash Manuale italiano interpretazione degli

habitat (Direttiva 9243 CEE) Ministero ambiente etutela territorio e Mare SBi

accogli R Medagli p MaRcHioRi S 1996 ndashlimoniastrum monopetalum (L) Boiss in Puglia(plumbaginaceae) giorn Bot ital 130 1 91degcongr SBi ancona 16-19 settembre 1996

mdash 2006 ndash Conservazione ex situ e reintroduzione dilimoniastrum monopetalum (L) Boiss sulla fasciacostiera di Tricase Porto (Lecce) inform Bot ital38(Suppl 1) 183-184

BaRtolo g BRullo S MaRcenograve c 1982 ndash La vegeta-zione costiera della Sicilia sud-orientale aQ71226cnR Roma

Biondi e BRugiapaglia e faRRiS e filigHeddu RSeccHi z 2004 ndash Halophilous vegetation of Olbia pondsystem (NE-Sardinia) fitos 41(1) Suppl 1 125-141

conti f Manzi a pedRotti f 1992 ndash Lista RossaNazionale delle Piante drsquoItalia WWf italia Roma

gReuteR W BuRdet HM long g 1989 ndashMedndashChecklist vol 4 320 pp

MaRinoSci M 1870 ndash Flora Salentina 1 22toMei pe guazzi e 1993 ndash Le zone umide della

Toscana Lista generale delle entitagrave generali atti MusStor nat grosseto 15 120-135

tRotteR a 1936 ndash Rilievi ecologici intorno alla flora edalla vegetazione della salina di SGiorgio presso Tarantoann R ist Sup agr portici III 5 120-135

tutin tg HeyWood vH BuRgeS na MooRedM valentine dH WalteRS SM WeBB da1981 ndash Flora Europaea vol 3 51

RiaSSunto - nel presente lavoro vengono esposte leprincipali azioni intraprese dallrsquoorto Botanico deldiSteBa per la salvaguardia di Limoniastrum monopeta-lum (l) Boiss specie ad alta vulnerabilitagrave inclusa nellalista Rossa nazionale delle piante drsquoitalia da anni la spe-cie viene coltivata ex situ nellrsquoorto Botanico e si egrave pensatodi attuare la sua reintroduzione in localitagrave palude la velain un ambito territoriale di antica segnalazione ma doveattualmente risulta scomparsa la propagazione di Lmonopetalum egrave stata effettuata per via vegetativa e genera-tiva e gli individui ottenuti sono stati reintrodotti in duesiti della palude a diverse condizioni ambientali

421Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 2valutazione del potere germinativoevaluation of the germinative power

autoRi

Rita Accogli (ritaaccogliunisalentoit) Maria Pia Bianchi Piero Medagli Silvano Marchiori Orto Botanico delDipartimento di Scienze e Tecnologie Biologiche ed Ambientali (DiSTeBA) Universitagrave del Salento Centro Ecotekne ViaProvinciale per Monteroni 73100 Lecce

in occasione della redazione della checklist dellepiante vascolari della puglia (a albano fBartolucci f conti p Medagli Rp Wagensommerin prep) egrave stato aggiornato lrsquoelenco delle specieminacciate in questa Regionele liste Rosse Regionali (conti et al 1997) ripor-tavano per la puglia 180 entitagrave da allora sono tras-corsi piugrave di 15 anni alcune di queste entitagrave eranoindicate in puglia per errore e altre sono considerateoggi sinonimi di entitagrave non minacciate mentrenumerose specie della lista Rossa nazionale sonostate rinvenute in puglia solo dopo il lavoro diconti et al (op cit) per questo motivo abbiamoritenuto utile aggiornare lrsquoelenco delle specie di listaRossa della Regione puglia e integrarlo con tutte leentitagrave endemiche pugliesi ed esclusive della Regione(presenti in italia solo in puglia)

RiSultati

il libro Rosso delle piante drsquoitalia (conti et al1992) riportava 458 specie e sottospecie di piantevascolari sottoposte a vari gradi di minaccia a livellonazionale di queste entitagrave 46 sono attualmentenote in puglia (tab 1) considerando anche le listeRosse Regionali (conti et al 1997) il numero ditaxa minacciati a livello nazionale e presenti in pugliasale a 89 entitagrave certamente presenti (di cui 1 dubita-tivamente alloctona) e 8 dubitativamente presentinella Regione mentre il numero di entitagrave indicatecome minacciate a livello Regionale egrave pari a 158 (dicui 1 dubitativamente alloctona) alle quali si aggiun-gono 4 entitagrave dubitativamente presenti nella Regio-ne per un totale di 188 entitagrave (tab 1)

le specie esclusive della puglia cioegrave quelle presentiin italia solo in questa Regione sono 54 di cui 2dubitativamente alloctone alle quali si aggiungono 6entitagrave la cui presenza egrave dubbia di queste 54 entitagrave35 sono endemiche pugliesi (tab 1)pertanto le specie di lista Rossa in puglia integratecon tutte le endemiche pugliesi e le esclusive dellaRegione sono 221 (tab 1) pari al 93 della floravascolare autoctona pugliese

diScuSSione

il libro Rosso e le liste Rosse delle piante drsquoitalia(conti et al 1992 1997) pur essendo stati seguitida altri lavori riguardanti le piante minacciate delnostro paese (pignatti et al 2001 ScoppolaSpaMpinato 2005) sono ancora oggi il riferimentoprincipale per le specie a rischio di estinzione initalia negli ultimi anni lrsquoimpulso alla realizzazionedi una nuova lista Rossa delle piante drsquoitalia secon-do i piugrave recenti criteri iucn (2001 2011) egrave statodato dalla rubrica pubblicata sullrsquoinformatoreBotanico italiano ldquoSchede per una lista Rossa dellaflora vascolare e crittogamica italianardquo e dal proget-to appena concluso e realizzato dalla SocietagraveBotanica italiana per conto del Ministero dellrsquoam-biente e della tutela del territorio e del Mare relati-vo alla valutazione nazionale della categoria di rischiodi estinzione per piugrave di 300 specie vegetali di interes-se conservazionistico e di ambientihabitat partico-larmente minacciati (RoSSi et al 2013) attualmen-te questi progetti hanno portato alla valutazione delgrado di minaccia di 40 specie vascolari presenti inpuglia Egrave auspicabile pertanto il contributo di tutti

422 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

piante vascolari minacciate e liste Rosse aggiornamento delle conoscenzein puglia

Rp WagenSoMMeR p Medagli ev peRRino

aBStRact - Threatened vascular plants and Red Lists an update of knowledge in Apulia -the Regional Red list of vas-cular plant species in apulia Region has been updated following recent knowledges of conservation distributional andtaxonomic interest

Key words apulia Red lists threatened species update

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

423Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

taBe

lla

1Piante vascolari endemiche esclusive e di Lista Rossa della Regione Puglia

Endemic exclusive and Red List vascular plants in Apulia Region

424 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO 45 (2) 393-432 2013(se

gue T

ab 1

)

425Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

(segue Tab 1)

426 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013(segue Tab 1)

427Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

(segue Tab 1)

i botanici pugliesi affincheacute sia possibile valutaresecondo i criteri piugrave recenti dellrsquoIUCN (op cit) unnumero molto maggiore di specieLrsquoelenco riportato in Tab 1 include tutte le specieendemiche pugliesi ed esclusive della Puglia Di que-ste entitagrave 33 non venivano indicate nelle Liste RosseRegionali (CONTI et al 1997) Esse sono state inclu-se in Tab 1 in via precauzionale ma in molti casi illoro effettivo grado di minaccia deve ancora esserevalutato Lrsquoelenco non include invece le categorie diminaccia indicate in ROSSI et al (2013) che sarannooggetto di un futuro contributo sulle specie di inte-resse conservazionistico in Puglia

CONCLUSIONILrsquoaggiornamento delle conoscenze floristiche inPuglia e le informazioni tassonomiche nomenclatu-rali e distributive pubblicate nel corso degli ultimianni hanno consentito un aggiornamento delle ListeRosse delle Piante vascolari della Regione Puglia maancora molto lavoro deve essere svolto per megliodefinire il numero di specie a rischio e il loro effetti-vo grado di minaccia secondo i piugrave recenti criteriinternazionali (IUCN op cit)

LETTERATURA CITATACONTI F MANZI A PEDROTTI F 1992 ndash Libro Rossodelle Piante drsquoItaliaMinistero Ambiente WWF Italia

Societagrave Botanica Italiana Romamdash 1997 ndash Liste Rosse Regionali delle Piante drsquoItaliaWWFItalia Societagrave Botanica Italiana CIAS Camerino

IUCN 2001 ndash IUCN Red List Categories and CriteriaVersion 31 IUCN Species Survival CommissionIUCN Gland (Switzerland) amp Cambridge (UK)II+30 pp

mdash 2011 ndash Guidelines for Using the IUCN Red ListCategories and Criteria Version 90 Prepared by theStandards and Petitions Subcommittee httpww-wiucnredlistorgdocumentsRedListGuidelinespdf

PIGNATTI S MENEGONI P GIACANELLI V (a cura di)2001 ndash Liste rosse e blu della flora italiana ANPARoma

ROSSI G MONTAGNANI C GARGANO D PERUZZI LABELI T RAVERA S COGONI A FENU G MAGRINIS GENNAI M FOGGI B WAGENSOMMER RPVENTURELLA G BLASI C RAIMONDO FMORSENIGO S (Eds) 2013 ndash Lista Rossa della FloraItaliana 1 Policy Species e altre specie minacciateComitato Italiano IUCN Ministero Ambiente eTutela Territorio e Mare Roma 54 pp

SCOPPOLA A SPAMPINATO G (Eds) 2005 ndash Atlante dellespecie a rischio di estinzione (CD-ROM) Allegato a ASCOPPOLA C BLASI (Eds) Stato delle conoscenze sullaflora vascolare drsquoItalia Palombi Ed Roma

RIASSUNTO ndash Egrave stata aggiornata la Lista RossaRegionale delle piante vascolari della Regione Pugliasecondo le piugrave recenti conoscenze in ambito conservazio-nistico distributivo e tassonomico

428 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO 45 (2) 393-432 2013

AUTORI

Robert Philipp Wagensommer (robwagensommeryahooit) Scuola di Scienze Ambientali Universitagrave di Camerino - CentroRicerche Floristiche dellrsquoAppennino (Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga) San Colombo 67021 Barisciano(LrsquoAquila)Piero Medagli (pietromedagliunileit) Laboratorio di Botanica Sistematica del DiSTeBA Universitagrave del Salento ViaProvinciale Lecce-Monteroni 73100 LecceEnrico Vito Perrino (enricoperrinoyahooit) Museo Orto Botanico Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via E Orabona 4 70124Bari

Verticillium dahliae Kleb egrave un fungo tracheomicoti-co responsabile della piugrave grave malattia dellrsquoolivo(Olea europaea l) soprattutto negli oliveti dei paesimediterranei Questo fungo oltre lrsquoolivo attacca piugravedi 300 specie di piante arboree ed erbacee la malat-tia determina generalmente il disseccamento di por-zioni della chioma (BeJaRano-alcaacutezaR et al 2001pegg BRady 2002 BuBici ciRulli 2011) isolatidi V dahliae in grado di infettare cotone e olivo pos-sono essere classificati in due patotipi defogliante enon-defogliante sulla base della loro abilitagrave o menodi indurre defogliazione nelle piante infette(MeRcado-Blanco et al 2001 2003) il presentelavoro propone studi preliminari su i) alcune rispo-ste fisiologiche in due cultivar di olivo caratterizzateda differenti livelli di suscettibilitagrave alla verticilliosi ii)alcuni determinanti di patogenicitagrave potenzialmentecoinvolti nellrsquoinduzione dei sintomi fogliari prodottida patotipi diversi di V dahliae

MateRiali e Metodi

Alterazioni fisiologiche piante di olivo delle cultivar lsquofrantoiorsquo (resistente) elsquoleccinorsquo (suscettibile) sono state inoculate con gliisolati vd312d (defogliante) e vd315nd (nondefogliante) seguendo il metodo descritto da ciRulli

et al (2008) piante non trattate e piante le cui radi-ci sono state immerse per 10 minuti in acqua sonostate utilizzate come tesi di controllo Sono stati valu-tati il contenuto di fenoli carotenoidi clorofillaperossido drsquoidrogeno ascorbato e lrsquoattivitagrave delleperossidasi generiche (pod) e dellrsquoascorbato perossi-dasi (apX) in foglie delle due cultivar raccolte dopo24 72 e 240 ore dal trapianto applicando i metodiproposti da cHandleR doddS (1983) licHten-tHaleR (1987) BRuno SpaRapano (2006) toM-MaSi et al (2006) paRadiSo et al (2008) tre mesidopo lrsquoinoculazione su ogni pianta egrave stata valutata lapresenza di malattia sulla chioma utilizzando la scaladi severitagrave dei sintomi proposta da colella et al(2008) lrsquoanalisi statistica dei dati egrave stata eseguitaattraverso lrsquoanalisi della varianza (anova) le mediesono state separate con il test della minima differen-za significativa (MdS) Produzione di metaboliti secondari fitotossici colture liquide statiche degli isolati vd312d evd315nd di V dahliae sono state allestite in tredifferenti soluzioni nutritive czapek modificato(vdM) patate destrosio Broth (pdB difco ) oacqua estratto di Malto (oxoid) al 2 (eM2) perciascun isolato e substrato sono state preparate 10bottiglie di Roux della capacitagrave di 1 l contenenti

429infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

Meccanismi di resistenza alla verticilliosi e caratterizzazione di varietagrave meridionali di olivo dati preliminari sulla fisiologia dellrsquointerazione olivoVerticillium dahliae

gl BRuno c faSciano Mp ippolito S SeRMani ad MaRSico c colella M aMenduni f toMMaSi

aBStRact - Mechanisms of resistance to olive Verticillium wilt and characterization of olive varieties from southern prelim-inary data on physiology of olive - verticillium dahliae interaction - inoculations experiment were performed with two strainsof Verticillium dahliae characterized as defoliating (vd312d) or not defoliating (vd315nd) pathotypes lsquofrantoiorsquo(resistant) and lsquoleccinorsquo (susceptible) olive plants the interaction plantpathogen was evaluated as total phenolscarotenoids chlorophylls hydrogen peroxide ascorbic acid generic peroxidases and ascorbate peroxidase activityinoculated plants showed the typical pathway associate to a stress the two pathotypes are also able to produce in vitrophytotoxins Some of these secondary metabolites should be involved on biochemical and physiological alterations asso-ciated to verticillium wilt symptoms on olive trees (leaves wilting and defoliation)

Keywords fenoli totali metaboliti secondari stato redox verticilliosi

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

150 ml di soluzione nutritiva ciascuna bottiglia egravestata inoculata con 5 ml di sospensione ottenutaomogeneizzando tre colonie (coltivate per due setti-mane in piastre petri su substrato di pda a 25 degc albuio) in 50 ml di acqua distillata sterile dopo 28giorni di coltura (25 degc al buio) il micelio egrave statorimosso mediante filtrazione su garza e centrifugazio-ne (5500 xg 20 min 4 degc) aliquote (3 ml) di cia-scun filtrato colturale (fc) integro o diluito (10100 e 1000 volte con acqua distillata) sono state uti-lizzate in saggi di tossicitagrave su rametti recisi dilsquoleccinorsquo e lsquofrantoiorsquo eseguiti in ambiente controlla-to (uR 50 t 25 degc luce 150 microe cm-2 sec-1)acqua distillata e substrato non inoculato sono statiutilizzati come controllo dal terzo giorno dopo lrsquoas-sorbimento delle soluzioni tossiche egrave stata osservatala manifestazione dei sintomi dopo 24 72 e 240 oredallrsquoassorbimento delle soluzioni saggiate le foglie diciascun rametto sono state caratterizzate in terminidi flusso traspiratorio utilizzando un porometro li-1600-licor negli stessi intervalli egrave stato valutato ilcontenuto in clorofilla e fenoli seguendo i metodiproposti in precedenza

RiSultati e diScuSSione

Alterazioni fisiologicheper entrambi i patotipi di V dahliae saggiati lrsquoindu-zione di uno stato di malessere nella pianta egrave confer-mata dalla riduzione nel contenuto di clorofillesoprattutto dopo 24 ore per la cultivar suscettibilelsquoleccinorsquo (fig 1) invece il contenuto di ascorbatoclorofille e carotenoidi ha subito un incrementosoprattutto nei campioni di foglie prelevate dopo 72e 240 ore dallrsquoinoculo con il patotipo defogliante leanalisi condotte sulle foglie di lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquohanno mostrato come la molecola segnale perossidodrsquoidrogeno risulta maggiormente presente nella cul-tivar frantoio dopo 72 ore dallrsquoinoculo con il patoti-po defogliante (fig 1) mentre lrsquoattivitagrave della apXsegna negli stessi tempi un decremento (fig 2) invece nella cultivar frantoio i sistemi antiossidan-ti non enzimatici hanno mostrato un calo rispetto aicontrolli nei livelli di ascorbato e di fenoli (fig 1) non si sono osservate variazioni nellrsquoattivitagrave dellacatalasi (fig 2) infatti come dimostrato in altrisistemi nei tessuti vegetali questo enzima svolge unruolo nel metabolismo del perossido di idrogenosecondario rispetto allrsquoapX che invece egrave lrsquoenzimachiave nel controllo della concentrazione in perossi-do di idrogeno (de gaRa et al 2003) lrsquoattivitagrave dellepod infine aumenta notevolmente nelle fasi tardi-ve dellrsquoinfezione nelle foglie di lsquofrantoiorsquo mentre inquelle di lsquoleccinorsquo un incremento egrave evidente 72 oredallrsquoinoculo (fig 2) i dati evidenziati nelle nostre condizioni sperimenta-li sono in linea con quanto riportato dalla letteraturariguardo alle interazioni pianta-patogeno e le risposteda stress abiotici (de gaRa et al 2003) infatti nellepiante resistenti si assiste a una modulazione deisistemi antiossidanti tale da causare un incremento diperossido di idrogeno a livello fogliare (de gaRa etal 2003) per contro nella varietagrave suscettibile lrsquoau-

mento dei livelli in antiossidanti non enzimatici nonegrave sufficiente a indurre resistenza la diversa rispostaai sistemi antiossidanti riscontrata nelle due varietagraveutilizzate in queste prove potrebbe essere consideratacome un marker biochimico per valutare lo stato diavanzamento dellrsquoinfezione e il suo destino primadella comparsa dei sintomi

Evoluzione dei sintomia conferma di quanto giagrave riscontrato da ciRulli etal (2008) lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo sono risultate rispet-tivamente resistenti e suscettibili ai due isolati di Vdahliae utilizzati nessun sintomo egrave stato registrato esulle piante utilizzate come controllo (piante nontrattate e piante le cui radici sono state immerse per

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fig 1contenuto in fenoli carotenoidi clorofille e perossido diidrogeno in foglie di lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo dopo 24 72 e240 ore dallrsquoinoculo con vd312d () e vd315nd ()i controlli sono rappresentati da piante le cui radici sonostate immerse per 10 minuti in acqua (mdash) ciascun valo-re egrave la media di cinque piante phenols carotenoids chlorophylls and hydrogen peroxidecontent in leaves of lsquofrantoiorsquo and lsquoleccinorsquo after 24 72and 240 hours after inoculation with vd312d () andvd315nd () as controls plants were treated for 10minutes in water (mdash) each value is the mean of fiveplants

10 minuti in acqua) e sulle chiome di lsquofrantoiorsquo ino-culate con il patotipo non defogliante il patotipodefogliante ha causato su lsquofrantoiorsquo una modestadefogliazione le piante di lsquoleccinorsquo hanno espressosintomi gravi con entrambi i patotipi (generale avviz-zimento della chioma) aggravati nel caso del patoti-po defogliante da accentuata e rapida filloptosiMetaboliti secondari fitotossici gli isolati di V dahliae utilizzati in coltura liquida susubstrato vdM hanno permesso di ottenere fc chesaggiati su rametti recisi di lsquoleccinorsquo (suscettibile) elsquofrantoiorsquo (resistente) hanno riprodotto sintomi diavvizzimento e accartocciamento fogliare e defoglia-zione nessun sintomo egrave stato registrato sui ramettiche hanno assorbito acqua distillata e i substrati noninoculati lrsquoassorbimento dei 3 ml di soluzione daparte dei rametti ha richiesto 30-32 ore per acquavdM pdB e eM2 mentre i fc dei due isolati sonostati assorbiti in 17-24 ore i fc dei patotipivd312d o vd315nd di V dah-liae ottenuti su substrato vdM saggiati su entrambe

le cultivar di olivo hanno evidenziato sintomi da 7-9 giorni dopo lrsquoassorbimento i fc ottenuti su sub-strato vdM da entrambi i patotipi inducono ripiega-mento e successivo imbrunimento della laminafogliare sui rametti di lsquofrantoiorsquo Sui rametti dilsquoleccinorsquo sono stati registrati ingiallimenti della lami-na fogliare inizialmente intorno alle nervature edopo 3-5 giorni sullrsquointera superficie Sintomo fina-le dei fc di entrambi gli isolati di V dahliae dopo 28giorni di coltura su substrato di vdM egrave stata unagenerale defogliazione dei rametti Su lsquoleccinorsquo ladefogliazione egrave stata severa e si egrave avuta dopo 17 gior-ni sui rametti trattati con il fc dellrsquoisolato vd312dcf e dopo 21 giorni su lsquofrantoiorsquo i rametti trattaticon i fc di vd315nd sono stati registrati dopo 20giorni su lsquoleccinorsquo e dopo 25 giorni su lsquofrantoiorsquo isintomi sopra descritti sono stati osservati anche suirametti che hanno assorbito i fc dei due isolati dopodiluizione di 10 e 100 volte con acqua distillata i fc ottenuti dai due patotipi su substrato vdMsono stati confrontati sulle due cultivar per i loroeffetti sul flusso traspiratorio e sulle variazioni infenoli e clorofille presenti nelle foglie (fig 3)

431Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 2contenuto in ascorbato e attivitagrave delle perossidasi generi-che (pod) e dellrsquoascorbato perossidasi (apX) in foglie dilsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo dopo 24 72 e 240 ore dallrsquoinoculocon vd312d () e vd315nd () i controlli sono rap-presentati da piante le cui radici sono state immerse per10 minuti in acqua (mdash) ciascun valore egrave la media di cin-que piante ascorbic acid concentration and peroxidase (pod) andascorbate peroxidase (apX) activity in leaves of lsquofrantoiorsquoand lsquoleccinorsquo after 24 72 and 240 hours after inocula-tion with vd312d () and vd315nd () as controlsplants were treated for 10 minutes in water (mdash) eachvalue is the mean of five plants

fig 3effetti sulla traspirazione e sul contenuto in clorofille efenoli in foglie di lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo dopo 24 72 e 240ore dallrsquoassorbimento di 3 ml di filtrato colturale degli iso-lati vd312d () e vd315nd () su substrato vdM icontrolli hanno assorbito 3 ml di acqua (mdash) ciascunvalore egrave la media di cinque rametti recisi transpiration from abaxial leaf surfaces and chlorophyllsand phenols content in leaves of lsquofrantoiorsquo and lsquoleccinorsquoafter 24 72 and 240 hours after the absorbtion of 3 ml fvd312d () and vd315nd () culture filtrates onvdM as controls twigs adsorbed 3 ml of water (mdash) eachvalue is the mean of five twigs

le misure di traspirazione (fig 3) dimostrano unforte incremento nel flusso traspiratorio nei ramettirecisi che hanno assorbito i fc ottenuti dal patotipovd312d rispetto a quelli ottenuti dal vd315nd edalle tesi di controllo nessuna differenza egrave stata regi-strata nel contenuto in clorofilla Solo la concentra-zione in fenoli nelle foglie dei rametti recisi chehanno assorbito i fc ottenuti dai due isolati egrave risul-tata circa tre volte superiore rispetto ai rametti delletesi di controllo totali (fig 3)in definitiva appare chiaro che nellrsquointerazione Vdahliae e olivo entrino in gioco fattori chimici divirulenza del patogeno (fitotossine) che contribuisca-no alla patogenesi e alla manifestazione dei sintomied inducano nellrsquoospite condizioni di stress in que-sto stato la pianta ospite manifesteragrave in parte o intoto le alterazioni biochimiche e fisiologiche determi-natesi nei tessuti attraverso i sintomi

Ringraziamenti - gli autori ringraziano i collaboratoriluca Scarola valentino poliseno nicola contursi eaniello Rescigno (dipartimento di Scienze del Suolo dellapianta e degli alimenti universitagrave degli Studi di Barialdo Moro) per il valido supporto tecnico nella realizza-zione delle prove lavoro realizzato con il contributo dellafondazione cassa di Risparmio di puglia Bando 2010 ndashprogetto Meccanismi di resistenza alla verticilliosi e caratte-rizzazione di varietagrave meridionali di olivo

letteRatuRa citataBeJaRano-alcaacutezaR J peacuteRez-aRteacuteS e JiMeacutenez-dIacuteaz

RM 2001 ndash Spread of the defoliating pathotype ofverticillium dahliae to new cotton and olive growingareas in Southern Spain in Proceedings 8th Inter-national Verticillium Symposium coacuterdoba 2001 57

BRuno g SpaRapano l 2006 ndash Effects of three esca-asso-ciated fungi on vitis vinifera L II Characterization ofbiomolecules in xylem sap and leaves of healthy and dis-eased vines physiol Mol plant path 69 195-208

BuBici g ciRulli M 2011 ndash verticillium wilt inScHena l agoSteo ge cacciola So (eds)Olive diseases and disorders 191-222 transwordResearch network Kerala india

cHandleR Sf doddS JH 1983 ndash The effect of phos-phate nitrogen and sucrose on the production of pheno-lics and solasodine in callus cultures of Solanum lacinia-tum plant cell Rep 2 205

ciRulli M colella c drsquoaMico M aMenduni MBuBici g 2008 ndash Comparison of screening methods for

the evaluation of olive resistance to verticillium dahliaeKleb J plant path 90(1) 7-14

colella c Miacola c aMenduni M drsquoaMico MBuBici g ciRulli M 2008 ndash Sources of Verticilliumwilt resistance in wild olive germplasm from theMediterranean region plant path 57 533-539

de gaRa l de pinto Mc toMMaSi f 2003 ndash Theantioxidant systems vis-agrave-vis reactive oxygen species dur-ing plantndashpathogen interaction plant physiolBiochem 41 863-870

licHtentHaleR HK 1987 ndash Chlorophylls andearotenoids pigments of photosynthetic bio-membranesMethods enzymol 148 351-383

MeRcado-Blanco J collado-RoMeRo M paRRilla-aRauJo S RodRIacuteguez-JuRado d JiMeacutenez-dIacuteazRM 2003 ndash Quantitative monitoring of colonizationof olive genotypes by verticillium dahliae pathotypes withreal-time polymerase chain reaction physiol Mol plantpath 63 91-105

MeRcado-Blanco J RodRIacuteguez-JuRado d peacuteRez-aRteacuteS e JiMenez-dIacuteaz RM 2001 ndash Detection of thenondefoliating pathotype of verticillium dahliae ininfected olive plants by nested PCR plant path 50609-619

paRadiSo a BeRaRdino R de pinto Mc Sanitagrave ditoppi l StoRelli MM toMMaSi f de gaRa l2008 ndash Increase in ascorbatendashglutathione metabolism aslocal and precocious systemic responses induced by cadmi-um in durum wheat plants plant cell physiol 49362-374

pegg gf BRady Bl 2002 ndash Verticillium Wilts caBipublishing Wallingford

toMMaSi f paciolla c de pinto Mc de gaRa l2006 ndash Effects of storage temperature on viability germi-nation and antioxidant metabolism in ginkgo biloba Lseeds plant physiol Biochem 44 359-368

RiaSSunto ndash due ceppi di Verticillium dahliae caratte-rizzati come patotipo defogliante (vd312d) o non defo-gliante (vd315nd) e piante di olivo delle cultivarlsquofrantoiorsquo (resistente) e lsquoleccinorsquo (suscettibile) sono statiutilizzati in prove di inoculazione artificiale focalizzate allostudio fisiologico delle interazioni pianta patogeno ladiversa risposta riscontrata nelle due varietagrave in termini difenoli carotenoidi clorofilla perossido di idrogeno ascor-bato perossidasi generiche e ascorbato perossidasi indicauno stato di stress fitotossine prodotte in vitro dai duepatotipi sembrano essere coinvolte nelle alterazioni biochi-miche e fisiologiche alla base delle tipiche sintomatologiedella verticilliosi su olivo (avvizzimento generale dellachioma e defogliazione)

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autoRi

Giovanni Luigi Bruno (giovanniluigibrunounibait) Samer Sermani Antonio Domenico Marsico Mario AmenduniDipartimento di Scienze del Suolo della Pianta e degli Alimenti (DiSSPA) Sezione di Patologia vegetale Universitagrave di BarildquoAldo Morordquo Via G Amendola 165A 70126 BariCristina Fasciano Maria Paola Ippolito Franca Tommasi (francatommasiunibait) Dipartimento di Biologia Universitagrave diBari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70125 BariCecilia Colella Dipartimento di Chimica Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70125 Bari

Page 11: Società Botanica italiana onluS 45 (2) 2013/391... · 2018-05-08 · prodotto preso in esame e sia dal metodo utilizzato (peRez-JiMénez et al., 2008; MülleR et al., 2010). un’attenzione

in questo lavoro vengono presentati i risultati otte-nuti dallo studio fitochimico di due specie della tra-dizione mediterranea Brassica oleracea var italica(mugnolo) e Capparis spinosa subsp rupestris (cappe-ro) mai studiate prima dal punto di vista del profilometabolico al fine di individuare molecole bioattivecaratterizzanti le specie il cappero ed il mugnolo appartengono alla famigliadelle Capparaceae e delle Brassicaceae rispettivamenteovvero alle due piugrave grandi famiglie dellrsquoordine delleBrassicales (o Capparales) con circa 45 generi ed 800specie le Capparaceae e 338 generi e 3700 specie leBrassicaceae Specie appartenenti a queste famigliericoprono un ruolo importante nella dietaMediterranea infatti spesso vengono consumatecotte o come insalata (cavolo cavolfiore ravanellorucola) o come condimento (mostarde e capperi)(fenWicK et al 1992)le Brassicaceae e le Capparaceae diverse da un puntodi vista morfologico sono invece simili da un puntodi vista fitochimico alcune specie appartenenti aqueste famiglie infatti sintetizzano glucosinolati(glS) che rappresentano i metaboliti secondari piugrave

studiati delle Brassicales e sono i responsabili delcaratteristico odore e sapore pungente i glS sono composti solforati di natura aminoacidi-ca Sono noti piugrave di 120 glS e tutti possiedono unastruttura chimica comune in cui si riconosce un resi-duo glucosidico legato mediante ad un atomo dizolfo ad un estere idrossimmino solfato la catenalaterale (R) di natura aminoacidica permette di clas-sificare i glS in aromatici alifatici ed indolici(faHey et al 2001) (fig 1)

402 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

Studio fitochimico di specie della tradizione mediterranea

Mp aRgentieRi p avato

aBStRact - Phytochemical study of Mediterranean traditional species - plants of Capparales (or Brassicales) are widespreadin the Mediterranean region where they are widely consumed cooked or as salad vegetables (cabbage Brussels sprouts cau-liflower broccoli) or as condiments (horseradish mustard capers) these plants are a good source of bioactive compoundssuch as glucosinolates vitamins flavonoids minerals glucosinolates are responsible for pungent and bitter taste ofBrassicaceae and are the most extensively studied bioactive compounds for their potential as anticarcinogens due to theirhydrolysis products the isothiocyanates this study describes the chemical profile of a poorly studied variety of Brassicaoleracea traditionally cultivated in Southern italy and locally called ldquomugnolordquo and of Capparis spinosa subsp rupestris itwas found that ldquomugnolordquo inflorescences are characterized by aliphatic aromatic and indole glucosinolates among themthe indole glucosinolates (768 μmolg) are predominant while aliphatic and aromatic glucosinolates are found in lowquantities 263 μmolg and 083 μmolg respectively chemical composition of seeds and aerial parts of C spinosa subsprupestris was also determined it was found that the principal glucosinolate of the seeds is the glucocapparin moreover theseeds oil is rich in unsaturated and rare lipids such as cis-vaccenic acid the aerial parts are characterized by rutin as pre-dominant flavonoid

Key words caper glucosinolates mugnolo metabolic profile

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 1Struttura dei glSglS chemical structure

Questi metaboliti sono presenti in tutti gli organidella pianta e coesistono con un enzima endogeno lamirosinasi responsabile della loro idrolisi in seguitoa danneggiamento tissutale lrsquoenzima compartimen-talizzato nel citoplasma entra in contatto con i glScontenuti nel vacuolo con conseguente produzionedi numerosi prodotti di idrolisi (quali per esempionitrili tiocianati ed isotiocianati) la cui formazionedipende da diversi fattori (pH presenza di cofattoriproteine o ioni) tra i prodotti di idrolisi gli isotio-cianati sono quelli che hanno attratto maggiormentelrsquoattenzione del mondo scientifico in quanto presen-tano numerose proprietagrave biologiche (antitumoralenematocida antibatterica) (caRtea et al 2008JeffeRy et al 2009) data lrsquoimportanza dei glS eodei loro prodotti di idrolisi sono tante le specie diBrassicaceae e Capparaceae studiate ma non risultanolavori relativi al profilo metabolico del mugnolo edella Capparis spinosa subsp rupestris due specie dellatradizione mediterranea ed oggetto del nostro studio in particolare il mugnolo egrave una varietagrave di Brassica ole-racea da sempre coltivata nel Salento solo per usodomestico pertanto egrave del tutto sconosciuto nel restodella puglia cosigrave come in tutta italia il Ministerodelle politiche agricole e forestali ha inserito ilmugnolo tra i prodotti agroalimentari della tradizio-ne pugliese la Regione puglia invece allrsquointerno delsuo pSR (piano di Sviluppo Rurale) 2007-2013 hainserito il mugnolo nellrsquoallegato 8 della Misura 214-azione 3 ldquotutela della Biodiversitagraverdquo come specie arischio di estinzione genetica

MateRiali e Metodi

Materiale vegetaleil mugnolo utilizzato per le analisi egrave stato fornitodallrsquoorto Botanico del dipartimento di Scienze etecnologie Biologiche ed ambientali universitagrave delSalento un campione (noBo1) egrave conservato pressoil laboratorio di fitochimica del dipartimento difarmacia-Scienze del farmaco universitagrave di Barildquoaldo Morordquo le piante di C spinosa subsp rupestrissono state ottenute dal Museo orto Botanicodellrsquouniversitagrave degli Studi di Bari ldquoaldo Morordquo

Estrazione e purificazione dei GLSlrsquoestrazione dei glS dalle infiorescenze del mugnoloe dai semi e parti aeree del cappero egrave stata condottasecondo la procedura riportata dal protocollo iSo(iSo Method 9167-1 1992) in particolare il mate-riale vegetale egrave stato estratto per 4 minuti con unvolume di MeoHaq al 70 pari a tre volte il pesodel campione lrsquoestratto ottenuto egrave stato poi purifi-cato mediante colonnine cromatografiche (08 x 4cm) impaccate con una resina a scambio anionico(deae-Sephadex a-25) e trattato per circa 12 h conlrsquoenzima solfatasi trascorso questo periodo di incu-bazione i glS sono stati fatti eluire nella loro formadesolfatata (dglS)

Estrazione dellrsquoolioi semi di cappero sono stati estratti in Soxhlet per 3ore (circa 20 cicli) con etere di petrolio lrsquoolio egrave stato

poi sottoposto a reazione di tert-butilazione e succes-sivamente analizzato in gas cromatografia (aRgen-tieRi et al 2012)

Analisi dei GLSi glS sono stati caratterizzati mediante analisi cro-matografiche Hplc utilizzando uno strumentoWateRS Hplc System munito di un photodiodearray detector (Waters 2998) i risultati sono statiprocessati mediante il software enpower2 la colon-na utilizzata egrave la Supelcosil lc-aBz (c18 250 x 4mm 5 μm) la fase mobile egrave costituita da acqua emetanolo al flusso di 1 mlmin in gradiente si egrave pas-sati dal 15 al 100 di metanolo in 57 min

RiSultati e diScuSSione

i risultati Hplc (fig 2) dimostrano che le infiore-scenze del mugnolo sono caratterizzate da una misce-la complessa di glS costituita da glS alifatici (glu-corafanina glucoiberina e sinigrina) aromatici (glu-cobarberina e gluconasturtina) ed indolici (gluco-brassicina neoglucobrassicina idrossiglucobrassicinae metossiglucobrassicina) in particolare egrave stato osser-vato che i glS predominanti nelle infiorescenzesono gli indolici (768 μmolg) seguiti dagli alifatici(263 μmolg) e dagli aromatici (083 μmolg)

Molta della letteratura relativa al contenuto di glSfa riferimento al materiale fresco (crudo) e questo hauna limitata rilevanza dato che la maggior parte delleBrassicaceae compreso il mugnolo vengono consu-mate cotte Quindi data lrsquoimportanza biologica deiglS e dei loro prodotti di idrolisi in questo lavoro egravestato studiato anche lrsquoeffetto della cottura sul conte-nuto in glS del mugnolo i risultati dimostrano chela cottura riduce il contenuto in glS di circa il 50in accordo con quanto riportato in letteratura per ibroccoli che invece subiscono una riduzione del 18-

403Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 2cromatogramma Hplc delle infiorescenze del mugnolo1 glucoiberina 2 Sinigrina 3 glucorafanina 4 idrossi-glucobrassicina 5 glucoerucina 6 glucobrassicina 7Metossiglucobrassicina 8 neoglucobrassicina 9 gluco-nasturtina 10 glucobarberinaHplc chromatogram of mugnolo inflorescences 1glucoiberin 2 Sinigrin 3 glucoraphanin 4 Hydroxy-glucobrassicin 5 glucoerucin 6 glucobrassicin 7Methoxyglucobrassicin 8 neoglucobrassicin 9 gluco-nasturtin 10 glucobarberin

59 a secondo del metodo di cottura (deKKeR et al2000 valleJio et al 2002) per quanto riguarda ilmugnolo inoltre i glS indolici sono quelli cherisentono maggiormente della cottura subendo unariduzione di circa il 615 in particolare la gluco-brassicina si riduce dellrsquo827 nonostante la cottu-ra nelle infiorescenze gli indolici continuano ad esse-re i glS predominanti (296 μmolg) seguiti daglialifatici (212 μmolg) e dagli aromatici (059μmolg) Se si considera il profilo metabolico delle infiorescen-ze dopo la cottura si puograve osservare che la glucorafa-nina rappresenta il 75 del contenuto totale deiglS alifatici mentre la glucobrassicina rappresenta il66 del totale degli indolici (aRgentieRi et al2011) Questi dati sono di notevole interesse se sipensa allrsquoimportanza che hanno i rispettivi prodottidi idrolisi infatti il sulforafano (prodotto di idrolisidella glucorafanina) provoca lrsquoinduzione degli enzimidi detossificazione della fase 2 del processo di carci-nogenesi mentre lrsquoindolo-3-carbinolo egrave un indutto-re degli enzimi di fase 1 e 2 (tab 1)

lrsquoaltra specie della tradizione mediterranea oggetto distudio egrave stata Capparis spinosa subsp rupestrisessendoci una relazione botanica con la famigliadelle Brassicaceae anche in questo caso sono stati stu-diati i glS lrsquoanalisi Hplc-dad ha messo in evi-denza che i semi e le foglie sono caratterizzati da unsolo glS identificato come glucocapparina moltopiugrave abbondante nei semi rispetto alle foglie lo studio della subsp rupestris egrave stato completatoanche con le analisi dellrsquoestratto metanolico dellefoglie il quale egrave risultato essere caratterizzato dallapresenza di due flavonoidi la rutina ed il kaempfe-roloEgrave stato analizzato anche lrsquoolio estratto dai semi chesi egrave mostrato essere ricco dellrsquoacido grasso raro cis-vaccenico oltre al piugrave comune acido oleico ed altriacidi grassi quali lrsquoacido laurico miristico palmiti-co stearico e linoleico (aRgentieRi et al 2012)(tab 2)

concluSioni

i risultati ottenuti consentono di dire che sia ilmugnolo che C spinosa subsp rupestris sono unaricca fonte di composti attivi di interesse salutisticocome appunto gli acidi grassi essenziali o la rutinache ha una rilevante e comprovata attivitagrave antiossi-dante numerosi sono anche i prodotti a valenzasalutistica a base di sulforafano ed altri glS ad atti-vitagrave preventiva anticarcinogenica

letteRatuRa citataaRgentieRi Mp accogli R fanizzi fp avato p

2011 ndash Glucosinolates profile of ldquomugnolordquo a variety ofBrassica oleracea L native to Southern Italy (Salento)planta Med 77(3) 287-292

aRgentieRi Mp MaccHia f papadia p fanizzi fpavato p 2012 ndash Bioactive compounds from capparisspinosa subsp rupestris ind crop prod 36 65-69

caRtea Me velaSco p 2008 ndash Glucosinolates inBrassica foods bioavailability in food and significancefor human health phytochem Rev 7 213-229

deKKeR M veRKeRK R Jongen Mf 2000 ndash Predictivemodelling of health aspects in the food production chaina case study on glucosinolates in cabbage trends foodSci technol 11 174-181

faHey JW zalcMann at talalay p 2001 ndash Thechemical diversity and distribution of glucosinolates andisothicyanates among plants phytochemistry 56 5-51

fenWicK gR Heaney RK Mullin WJ 1992 ndash Glucos-inolates and their breakdown products in food and foodplants cRc crit Rev food Sci nutr 18 123-201

iSo MetHod 1992 ndash Rapeseed-determination of glucosi-nolates content Part 1 Method using high performanceliquid chromatography Reference number iSo 9167-1

JeffeRy eH aRaya M 2009 ndash Physiological effects ofbroccoli consumption phytochem Rev 8 283-298

valleJio f toMagraveS-BaRBeRagraven fa gaRcigravea-vigueRa c2002 ndash Glucosinolates and vitamin C content in edibleparts of broccoli florets after domestic cooking eur foodRes technol 215 310-316

RiaSSunto ndash piante dellrsquoordine delle Capparales (oBrassicales) sono ampiamente diffuse nelle regioniMediterranee dove sono abbondantemente consumatecotte o nelle insalate (cavolfiori broccoli ravanelli ruco-la cavoletti di Brussell) o come condimento (mostardecapperi) esse sono una fonte molto ricca di sostanze

404 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

taBella 1GLS nelle infiorescenze crude e cotte del mugnoloGLS in raw and cooked inflorescences of mugnolo

glS crude cotte(μmolg) (μmolg)

glucorafanina 179 159glucoerucina 003 004alifatici glucoiberina 077 046Sinigrina 004 003glucobarberina 056 007aromatici gluconasturtina 027 003glucobrassicina 351 195neoglucobrassicina 313 054indolici Metossiglucobrassicina 007 005idrossiglucobrassicina 097 042

tot 1114 567

taBella 2Composizione in acidi grassi dellrsquoolio di semi di capperoComposition in fatty acids of the seeds oil of caper

ac grassi

laurico 036Miristico 068palmitico 1446palmitoleico 423Stearico 931oleico 2611Cis-vaccenico 1228linoleico 2802linolenico 084Resa 9629

bioattive come flavonoidi vitamine minerali e glucosino-lati i quali sono responsabili del caratteristico odore esapore pungente i glucosinolati sono i metaboliti piugrave stu-diati delle Brassicaceae per le proprietagrave anticarcinogenichemanifestate soprattutto dagli isotiocianati ovvero i loroprodotti di idrolisi in questo lavoro ci siamo occupatidello studio fitochimico del mugnolo una varietagrave diBrassica oleracea coltivata solo per uso domestico lrsquoaltraspecie oggetto di studio egrave stata la Capparis spinosa subsprupestris (cappero) molto diffusa nel bacino delMediterraneo entrambe queste specie mai state studiateprima dal punto di vista fitochimico sono state oggettodel nostro lavoro al fine di individuare composti bioattivi

caratterizzanti le specie in particolare egrave stato osservato chele infiorescenze del ldquomugnolordquosono caratterizzate da glSalifatici aromatici ed indolici Questi ultimi risultanoessere i piugrave abbondanti (768 μmolg) seguiti dagli alifati-ci (263 μmolg) e dagli aromatici (083 μmolg) in que-sto lavoro egrave stata determinata anche la composizione chi-mica dei semi e delle parti aeree della C spinosa subsprupestris ed egrave stato osservato che i semi cosigrave come le partiaeree sono caratterizzati da un solo glS la glucocappari-na inoltre lrsquoolio estratto dai semi egrave ricco di acidi grassiinsaturi rari come il cis-vaccenico nelle parti aeree la ruti-na rappresenta il flavonoide predominante

405Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

autoRi

Maria Pia Argentieri Pinarosa Avato Dipartimento di Farmacia-Scienze del Farmaco Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo ViaOrabona 4 70125 Bari

con il termine ldquoterre rarerdquo o lantanidi si indicano glielementi chimici compresi nella tavola periodica frail lantanio ed il lutezio inclusi lrsquoittrio e lo Scandioi quali manifestano comuni proprietagrave chimiche con-nesse ad una simile configurazione elettronica ester-na negli ultimi anni i lantanidi sono stati larga-mente impiegati in campo industriale agricolo ezootecnico in cina a partire dagli anni lsquo80 vengo-no usati in agricoltura fertilizzanti costituiti damiscele di vari elementi ma soprattutto lantanio(la) e cerio (ce) lrsquouso intensivo e su larga scala ditali composti suscita crescenti preoccupazioni per lapossibile contaminazione di suoli ecosistemi acqua-tici e derrate alimentari dal momento che gli effettidi tali elementi sulla salute non sono ben chiari lamaggior parte dei dati presenti in letteratura riguar-da la somministrazione di miscele di terre rare e dicomposti contenenti la a varie specie di vegetali inalcune piante sono stati osservati effetti positivi tra iquali la promozione della germinazione dei semi losviluppo di radici e germogli la resistenza contro glistress (ippolito et al 2007 liu et al 2012) la fio-ritura la produttivitagrave in campo (Hu et al 2004)altri studi al contrario evidenziano effetti nulli oaddirittura inibitori di tali sostanze su colture di inte-resse agrario (naRdi et al 2005 drsquoaQuino et al2009) una sintesi dei dati disponibili sugli effetti dila ce e miscele di terre rare in vari sistemi animalie vegetali egrave stata recentemente pubblicata (pagano etal 2012) i dati riportati riguardano crescita svilup-po e indicazioni di tossicitagrave in alcuni sistemi animalie vegetali numerosi dati anche contrastanti riguar-

dano gli effetti del ce sia come pro-ossidante checome antiossidante dalla letteratura emerge lrsquoesi-genza di studi che determinino gli effetti dei singolilantanidi sugli organismi animali e vegetali per valu-tarne la potenziale tossicitagrave Scopo di questo lavoro egrave stato lo studio della sommi-nistrazione di ce trivalente (ce3+) ad una speciemodello Lemna minor L pianta acquatica giagrave utiliz-zata per studi su lantanio e miscele di terre rare(ippolito et al 2010) al fine di avere informazionicirca le soglie di tolleranzatossicitagrave di L minor versoil ce3+ tale specie oltre che per il fitorimedio egraveanche utilizzata secondo la iSo 20079 (2004) neitest di biotossicitagrave per lrsquoecosistema acquatico peralcune sue caratteristiche quali elevata velocitagrave di cre-scita propagazione vegetativa e ridotte dimensioniche la rendono adatta a studi eco- tossicologici

MateRiali e Metodi

piante di L minor sono state coltivate in una soluzio-ne di mantenimento (Knop 1865) a pH 44 per 15giorni in camera di crescita alla temperatura di 24 plusmn2 degc con illuminazione a fluorescenza bianca conuna intensitagrave luminosa di 90 μe m-2 s-1 e fotoperio-do lucebuio di 1410 h in ogni cella di una piastraa pozzetti multipli sono state poste 10 fronde di Lminor in un volume di 2 ml di mezzo di crescita(testimone) a cui sono stati aggiunti nei trattatinitrato di cerio esaidrato (cen3o9 6H2o) in con-centrazioni finali di 25 - 5 - 10 - 20 μM e 1 mMoppure nitrato di calcio ca(no3)2 alla concentrazio-

406 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

note preliminari sullrsquoeffetto della somministrazione di cerio in Lemna minor

Ma zicaRi a paRadiSo f toMMaSi

aBStRact - Preliminary note on effect of Cerium administration in Lemna minor - This study aimed at investigat-ing the effects of Ce3+ on the growth of duckweed (Lemna minor L) plants as a test system (iSo 20079) L minorplants were treated with 00025 0005 0010 0020 1 mM ce(no3)3 or ca(no3)2 1 mM over a 15 day period theinfluence of Ce3+ was evaluated according to the iSo 20079 test protocol on the basis of growth parameters as relativegrowth rate (RgR) expressed as frond number and relative frond number (Rfn) compared with the control concentra-tions of ce3+ lower than 1 mM did not affect significantly the growth parameters On the contrary 1 mM ce(no3)3negatively affected the growth from 7 days to 15 days whereas 1 mM ca(no3)2 stimulated duckweed leaf growth datahere reported showed toxic effect of Ce3+ at millimolar concentrations and suggested that L minor could be a speciesuseful for Ce3+ presence biomonitoring in aquatic environment

Key words antiossidanti risposte di crescita terre rare test di tossicitagrave

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

ne finale di 1 mM per il testimone e per ogni tratta-mento sono stati allestiti 4 pozzetti le analisi sonostate eseguite in cinque repliche le piastre sono statecollocate in camera termostatata e sono stati analiz-zati i seguenti parametri di crescita tasso di crescitarelativo (RgR) numero di fronde relativo (Rfn)crescita di fronde in percentuale (fn) le misurazio-ni sono state fatte ad intervalli di 24 ore nelle provepreliminari e in seguito si egrave stabilito di effettuare leanalisi ogni 3 5 7 12 15 giorni utilizzando unostereoscopio per poter contare tutte le fronde visibi-li Seguendo la iSo 20079 RgR egrave stato calcolatocontando il numero di fronde per ogni concentrazio-ne e applicando la seguente formula (lnnn-lnn0)tndove n0 egrave il numero iniziale di fronde nn egrave il nume-ro finale di fronde tn egrave il tempo di durata dellrsquoespe-rimento Rfn egrave stato calcolato usando la formulann-n0 n0 fn egrave stato calcolato come variazionepercentuale del numero delle foglie rispetto al nume-ro delle stesse allrsquoinizio dellrsquoesperimento valore con-siderato pari al 100 ersquo stato periodicamente osser-vato lrsquoaspetto delle fronde al fine di analizzare even-tuali segni di clorosi e necrosi utilizzando un micro-scopio ottico

RiSultati e diScuSSione

nei saggi eco-tossicologici RgR egrave considerato il piugraveattendibile tra i parametri di crescita in quantoessendo basato sul conteggio delle fronde egrave indipen-dente dalle dimensioni delle fronde stesse e dalla bio-massa (Radic et al 2010) e in condizioni di tossici-tagrave piccole gemme possono protrudere ed essere con-tate come singole fronde (MoHan HoSetti 1999nauMann et al 2007) RgR egrave inoltre considerato ilparametro piugrave sensibile per valutare la tossicitagrave croni-ca (MacKenzie et al 2003) i dati ottenuti dimostra-no che in presenza di basse concentrazioni di ce3+

(25-20 μM) si verifica una crescita maggiore rispettoal testimone di 12-15 giorni anche se le variazioni diRgR Rfn (dati non mostrati) e fn (fig 1) nonsono risultate statisticamente significative

Quindi i trattamenti a concentrazioni micromolaridi ce non interferiscono con la normale crescita dellapianta che inoltre non presenta alterazioni morfolo-giche evidenti per verificare la soglia di tossicitagrave del ce le piante diL minor sono state coltivate per 15 giorni in soluzio-ne nutritiva arricchita di nitrato di cerio esaidrato aconcentrazione finale 1 mM per escludere i possibi-li effetti del nitrato alcuni campioni sono stati colti-vati con nitrato di calcio alla stessa concentrazionefinale di 1 mM in sostituzione del nitrato di ceriodopo 7 giorni di trattamento con ce3+ si osserva unasignificativa diminuzione dei parametri di crescitaanalizzati rispetto al testimone RgR in particolarediminuisce del 60 e dellrsquo 80 rispettivamentedopo 7 e 15 giorni (fig 2 a)un andamento simile si ha per fn dalla cui analisisi osserva lrsquoinibizione di crescita delle foglie del 19al settimo giorno e del 50 al quindicesimo giornorispetto al testimone (fig 2 B) inoltre le foglie cre-sciute a concentrazione di ce3+ 1 mM appaiono bru-

407Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 1crescita di fronde in percentuale (fn) di L minor incen3o9 da 25 μM a 20 μM in 15 giornifn in L minor on cen3o9 from 25 μM to 20 μM for15 days

fig 2a) RgR B) fn in Lemna minor l esposta per 15 giornia trattamenti 1 mM di ce3+e ca2+ p lt 005 secondo il t-studenta) Relative growth rate based on frond number B)growth of leaves in Lemna minor l exposed for 15 daysto treatments 1 mM ce3+ and ca2+ p lt 005 for significant differences between treatmentsand control according to t-student

nastre con aree necrotiche e clorotiche un analogoandamento si osserva per Rfn (dato non mostrato)pertanto il ce3+ 1 mM influenza negativamente lacrescita e mostra effetti tossici al contrario le frondedi L minor fatte crescere in presenza di ca(no3)2alla concentrazione finale di 1 mM mostrano unaumento della crescita rispetto al testimone pertutti i tempi di analisi ma con una differenza signi-ficativa a partire dal settimo giorno (fig 2 a 2 B) iltrattamento con nitrato di ce quindi a differenza diquello con nitrato di calcio mostra un effetto nega-tivo sulla crescita di piante di lenticchia drsquoacqualrsquoinibizione della crescita puograve essere dovuta allrsquoaccu-mulo di ce3+ analogamente a quanto descritto per imetalli che a concentrazioni tossiche inibisconolrsquoallungamento e lrsquoespansione cellulare (poScHen-RiedeR BaRcelograve 2004 SRivaStava et al 2006)oppure allrsquointerferenza con lrsquoassunzione di altri ele-menti nutritivi infatti egrave stato riportato che in pian-tine di riso il ce3+ interferisce con lrsquoaccumulo diferro potassio magnesio calcio sodio e di altri ele-menti minerali nutritivi (liu et al 2012) ulterioristudi sono necessari per valutare se e in quali tessutiil ce3+ venga accumulato e lrsquoeffetto dello stesso sualtri parametri quali i sistemi antiossidanti i livelli dispecie reattive dellrsquoossigeno ed il danno ossidativo inconclusione L minor si mostra tollerante allrsquoesposi-zione a concentrazioni micromolari di ce3+ ma nona concentrazioni piugrave elevate e pertanto potrebbe esse-re una specie utile per il biomonitoraggio della pre-senza di ce3+ in ambienti acquatici

letteRatuRa citatadrsquoaQuino l de pinto Mc naRdi l MoRgana M

toMMaSi f 2009 ndash Effect of some light rare earth ele-ments on seed germination seedling growth and antioxi-dant metabolism in triticum durum chemosphere75 900-905

Hu z RicHteR H SpaRoveK g ScHnug e 2004 ndashPhysiological and biochemical effect of rare earth elementson plants and their agricultural significance a review Jplant nutr 27 183-220

ippolito Mp faSciano c drsquoaQuino l MoRganaM toMMaSi f 2010 ndash Responses of antioxidant sys-tems after exposition to rare earths and their role in chill-ing stress in common duckweed (lemna minor L) adefensive weapon or a boomerang arch environcontam toxicol 58 42-52

ippolito Mp paciolla c drsquoaQuino l MoRganaM toMMaSi f 2007 ndash Effect of rare earth elements ongrowth and antioxidant metabolism in lemna minor Lcaryologia 60 125-128

iSodiS 20079 2004 ndash Water qualitymdashdetermination ofthe toxic effect of water constituents and wastewater onduckweed (lemna minor)mdashDuckweed growth inhibi-tion test iSo tc 147Sc 5Wg 5

Knop W 1865 ndash Quantitative Untersuchungen uumlber dieErnahrungsprozesse der Pflanzen landwirtsch versStn 7 93-107

liu d Wang X lin y 2012 ndash The effect of cerium onthe growth and some antioxidant metabolism in riceseedlings environ Sci pollut Res 19 3282-3291

MacKenzie SM Waite S Metcalfed J Joyce cB2003 ndash Landfill leachate ecotoxicity experiment usinglemna minor L Water air Soil poll focus 3 171-179

MoHan BS HoSetti BB 1999 ndash Aquatic plants fortoxicity assessment environ Res 81 259-274

naRdi l caRBoni Ma MoRgana M BaRBeSti SeRRico S zoina a drsquoaQuino l 2005 ndash Effect ofrare earth elements on the growth of agrobacterium sppand Rhizobium leguminosarum Frank cytometrypart a 69a 443-444

nauMann B eBeRiuS M appenRotH KJ 2007 ndashGrowth rate based dose-response relationships and EC-values of ten heavy metals using the duckweed growthinhibition test (ISO 20079) with lemna minor Lclone plant physiol 164 1656-1664

pagano g toMMaSi f guida M 2012 ndash Comparativetoxicity of cerium and of the other rare earth elements(REEs) in plant and invertebrate test systems inizyuMov a plaKSin g (eds) Cerium MolecularStructure Technological Applications and Health Effects107-124 nova Science publishers Hauppauge nyuSa

poScHenRiedeR c BaRcelograve J 2004 ndash Water relations inheavy metal stressed plants in pRaSad Mnv (ed)Heavy metal stress in plant from biomolecules to ecosys-tems 249-270 Springer Berlin

Radic S Stipanicev d cvJetKo p MiKelic ilRaJcic MM SiRac S pevaleK-Kozlina Bpavlica M 2010 ndash Ecotoxitological assessment ofindustrial effluent using duckweed (lemna minor L) asa test organism ecotoxicology 19 216-222

SRivaStava S MiSHRa S tRipatHi Rd 2006 ndash Copper-induced oxidative stress and responses of antioxidants andphytochelatins in Hydrilla verticillata Royle aquattoxicol 80 405-415

RiaSSunto - in questo studio sono riportati i dati pre-liminari concernenti le risposte alla somministrazione dice3+ di una specie acquatica Lemna minor l usata comebiomarker (iSo 20079) piante di L minor sono statetrattate per 15 giorni con cen3o9 6H2o a concentrazio-ni tra 25 μM e 1 mM oppure con ca(no3)2 a concentra-zione 1 mM Sono stati analizzati parametri di crescitaquali il tasso di crescita relativo basato sul numero di fron-de (RgR) il numero relativo di fronde (Rfn) e la cresci-ta di fronde in percentuale (fn) il trattamento con ce3+

1 mM ha inibito significativamente la crescita a partire dasette giorni di incubazione mentre le minori contrazioninon hanno mostrato variazioni statisticamente significati-ve la somministrazione di ca(no3)2 1 mM al contrarioha stimolato la crescita in modo significativo giagrave dal setti-mo giorno suggerendo un effetto tossico del ce3+ a parti-re da concentrazioni millimolari

408 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

autoRi

Maria Alessandra Zicari Annalisa Paradiso Franca Tommasi (francatommasiunibait) Dipartimento di BiologiaUniversitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70126 Bari

le collezioni xilologiche (xylaria) hanno da sempreassunto una notevole importanza sia per il ruolosvolto in campo didattico sia per quello svolto inambito scientifico nei settori della botanica archeo-logia etnologia tecnologia del legno ed in particola-re dove egrave richiesto il confronto tra campioni(uRBinati giove 2012) attualmente collezioni xilologiche sono presenti inquasi tutti gli stati anche se le principali per numerodi campioni sono negli uSa per quanto concernelrsquoitalia solo quattro collezioni sono state inseritenella quarta edizione dellrsquoIndex Xylariorum (lyncHgaSSon 2010) il patrimonio nazionale tuttavia egravesicuramente molto piugrave ampio ma risulta difficile sti-marlo sia sul piano qualitativo che quantitativo inquanto sino ad oggi non egrave stato effettuato un censi-mento completo una delle collezioni italiane piugrave interessanti per unaserie di peculiaritagrave che la contraddistinguono egrave laXylotomotheca Italica di adriano fiori essa fu realiz-zata nei primi anni del novecento col preciso obiet-tivo di completare ed arricchire la Flora ItalicaExsiccata (FIE) la piugrave grande raccolta italiana diexsiccata fanerogamici realizzata da fiori pampaninie Begraveguinot in particolare lo scopo degli autori fuquello di corredare gli exsiccata con le sezioni micro-tomiche del legno le schede relative alla

Xylotomotheca Italica furono pubblicate a partire dal1905 come appendice delle Schedae ad FloramItalicam Exsiccatam (fioRi et al 1905)la collezione egrave costituita da sezioni trasversali e lon-gitudinali dello spessore di circa 01 mm e con lealtre dimensioni variabili (le8 cm) (di paSQualeallevato 2007) il microtomo utilizzato per la rea-lizzazione delle sezioni fu ideato e progettato dallostesso fiori e da lui denominato ldquonuovo microtomoautomatico a doppia rotazionerdquo (fioRi 1900) nellaversione originaria della collezione le sezioni sonoconfezionate in pieghi di cartoncino contenenti unao due coppie delle sezioni trasversali e longitudinalii pieghi in cartoncino sono a loro volta inseriti inbustine di carta esse sono corredate da una etichet-ta sulla quale sono riportati il numero drsquoordine delcampione il binomio linneano la porzione anatomi-ca rappresentata dalla sezione il luogo e la data diraccolta in molti casi il riferimento al campione dellaFIE ed infine il nome del curatore al progetto col-laborarono numerosi botanici traverso pampaninigortani ferro cerica goiran vaccari MezzanaBicknell cecconi nicoli Bardi andrea fiori etrotter la collezione egrave costituita da 215 campioni corrispon-denti a 184 taxa specifici appartenenti a 113 generiSi tratta soprattutto di entitagrave della flora italiana

409infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

la Xylotomotheca Italica del Museo orto Botanico dellrsquouniversitagrave di Bari

v cavallaRo g SignoRile f caRRuggio f Mantino l foRte

aBStRact - The Xylotomotheca italica of the Botanical Garden Museum of Bari University -the Xylotomotheca Italicawhich was realized by adriano fiori at the beginning of the 20th century is a really interesting and peculiar historical col-lection it is composed of thin sections of wooden species While most of the species belong to italian flora only a few ofthem are exotic ones which are cultivated in italy fiori had the specific aim of enriching Flora Italica Exsiccata (FIE) andof supplying botanists with invaluable comparative material Moreover he designed the microtome which was used to cutthe sections the collection consists of 215 samples the sections are enclosed in bended cards which are contained insmall labelled envelopes a different version of the Xylotomotheca Italica which was produced with didactic purposes isstill conserved at the Botanical garden Museum of Bari university it was probably acquired together with some FIE exs-iccata by the Herbarium Horti Botanici Barensis (Bi) which is now part of the Botanical garden Museum in this ver-sion sections and labels are put between two rectangular pieces of glass which are sealed with a grey tape this collectionis composed of 154 samples which include 135 subgeneric taxa belonging to 93 genera it is generally fairly well con-served and some actions whose aim is restoring the collection have been started

Key words adriano fiori exsiccata Xylotomotheca Italica

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

mentre solo una piccola percentuale egrave rappresentatada esotiche (cuccuini 2002) Si ritiene che la colle-zione completa e nella sua veste originaria sia presen-te solo presso lrsquoerbario di padova (pad) elrsquoHerbarium Centrale Italicum (fi) (cuccuini2002) viceversa parti di essa o versioni diverse daquella originaria sono presenti presso numerosi erba-ri italiani ed anche presso istituzioni estere come iKew Royal Botanic Gardens (httpwwwkeworg)

RiSultati e diScuSSione

presso il Museo orto Botanico dellrsquouniversitagrave di Bariegrave presente la Xylotomotheca Italica non nella sua vesteoriginaria bensigrave in una versione realizzata per scopididattici Molto probabilmente essa fu acquisitacongiuntamente agli exsiccata della FIE dalla profssafrancini negli anni della sua permanenza pressolrsquoateneo barese (1940-1961) le sezioni sono monta-te con lrsquoetichetta tra due vetri rettangolari di 10x15cm oppure di 13x18 cm e sigillati con un nastro intela grigia (fig 1)Sia i preparati che le etichette sono del tutto uguali aquelli presenti nella versione originaria la collezione

egrave composta da 154 campioni corrispondenti a 135taxa specifici appartenenti a 93 generi la maggiorparte dei preparati proviene dalla provincia di firenzeed il curatore egrave tranne poche eccezioni adrianofiori i campioni sono a loro volta conservati in 16cofanetti di cartone rigido di colore grigio chiusimediante un nastro di cotone dello stesso colorepresso lrsquoerbario del laboratorio di Botanica agraria(fiaf) dellrsquouniversitagrave di firenze egrave conservata lamedesima versione realizzata a scopi didattici che egravecostituita da 178 campioni collocati in 18 cofanetti(cuccuini 2002)attualmente in relazione ad un rinnovato interesseverso le collezioni xilologiche dovuto ai piugrave recentiutilizzi in campo sperimentale (ManiatiS et al2011) didattico divulgativo ed alla consapevolezzache la Xylotomotheca Italica possiede tutte le caratte-ristiche di un bene culturale (d lgs n 422004 art11) sono state avviate alcune azioni tese al recuperoconservativo della collezione presente presso ilMuseo orto Botanico in primo luogo egrave stato valu-tato lo stato di conservazione dei singoli campioni alfine di evidenziare gli eventuali interventi da effet-tuare ersquo risultato che solo 3 campioni presentano ivetri rotti tuttavia le sezioni non sono danneggiateviceversa in quasi tutti i campioni il nastro che sigil-la i vetri egrave logoro e consunto pertanto egrave possibileaffermare che la collezione egrave complessivamente inun discreto stato conservativola collezione egrave stata inoltre informatizzata medianteapposito software (fileMaker pRo 12 clariscorporation) riportando nei vari campi le informa-zioni presenti sui cartellini Questo intervento hapermesso di fruire facilmente delle informazioni inessa contenute prossimamente si completeragrave il lavo-ro realizzando alcuni interventi di restauro sui cam-pioni ed effettuando lrsquoacquisizione in formato elet-tronico della loro immagine con uno scanner perdocumenti di pregio anche al fine di implementareun archivio elettronico consultabile via internet

letteRatuRa citatacuccuini p 2002 ndash La Xylotomotheca italica un caso

insolito di serie di exsiccata Catalogo e spigolature stori-che Museol Sci 19(1) 97-119

di paSQuale g allevato e 2007 ndash Collezioni di legnie carboni in Mazzoleni S pignatelli S (a cura di)I Musei delle Scienze Agrarie lrsquoevoluzione delleWunderkammern 79-81 ed universitagrave di napolifederico ii

fioRi a 1900 ndash Nuovo microtomo automatico a doppiarotazione Malpighia 14 411-424

fioRi a Beacuteguinot a paMpanini R 1905 ndash Schedae adFloram Italicam Exsiccatam n giorn Bot ital ns12(2) 143-144

lyncH aH gaSSon pe 2010 ndash Index XylariorumEdition 4 Royal Botanic gardens Kew published onthe internet

ManiatiS d Saint andReacute l teMMeRMan M MalHiy BeecKMan H 2011 ndash The potential of using xylar-ium wood samples for wood density calculations a com-parison of approaches for volume measurement forest 4150-159

uRBinati c giove M 2012 ndash Collezioni xilologiche in

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fig 1un campione della Xylotomotheca Italica presente presso ilMuseo orto Botanico dellrsquouniversitagrave di Baria sample of the Xylotomotheca Italica at the Botanicalgarden Museum of Bari university

taffetani f (a cura di) Herbaria nardini editorefirenze

RiaSSunto - la Xylotomotheca Italica di adriano fiorirealizzata nei primi anni del novecento rappresenta unadelle collezioni storiche piugrave interessanti e peculiari nel suogenere Si tratta di sezioni sottili di numerose specie legno-se tra le piugrave rappresentative della flora italiana e di alcunespecie esotiche coltivate in italia lrsquoautore realizzograve la col-lezione col preciso obiettivo di arricchire la Flora ItalicaExsiccata (FIE) e pertanto di fornire un prezioso materialedi confronto per quanti svolgevano lavori botanici inoltreprogettograve il microtomo utilizzato per effettuare le sezioninella versione originaria della collezione costituita da 215

campioni le sezioni sono confezionate in pieghi di carton-cino a loro volta riposti in bustine corredate da unrsquoetichet-ta la Xylotomotheca Italica presente presso il Museo ortoBotanico dellrsquouniversitagrave di Bari fu acquisita probabil-mente insieme ai campioni della FIE presenti pressolrsquoHerbarium Horti Botanici Barensis (Bi) essa non si pre-senta nella sua veste originaria bensigrave in una versione realiz-zata per scopi didattici le sezioni con la relativa etichet-ta sono montate tra due vetri rettangolari sigillati da unnastro di tela grigia la collezione egrave composta da 154 cam-pioni comprendenti 135 taxa sub-generici appartenenti a93 generi Sono stati avviati alcuni interventi tesi al recu-pero della collezione che si presenta complessivamente inun discreto stato di conservazione

411

autoRi

Viviana Cavallaro (vivianacavallarounibait) Luigi Forte Dipartimento di Biologia e Museo Orto Botanico Universitagrave diBari ldquoAldo Morordquo Via E Orabona 4 70126 BariGiovanni Signorile Francesca Carruggio Francesca Mantino Museo Orto Botanico Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via EOrabona 4 70126 Bari

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

Malgrado siano trascorsi ben 40 anni il noto afori-sma di dobzhansky secondo cui ldquoniente in biologiaha senso se non alla luce dellrsquoevoluzionerdquo(doBzHanSKy 1973) non solo nulla ha perso dellasua straordinaria forza concettuale ma di fatto haoggi un significato ancor piugrave profondo in relazione aipiugrave recenti studi nel campo della biologia evolutivadello sviluppo (evo-devo) disciplina che estende ulte-riormente la visione unificante che negli anni lsquo30 elsquo40 del secolo scorso condusse alla sintesi evoluzioni-stica coniugando la genetica con le ldquoclassicherdquo scien-ze naturali (MuumllleR 2007)Svolgere adeguata divulgazione scientifica sulla teoriadellrsquoevoluzione appare perograve un compito estrema-mente difficile di evoluzione si parla nei contestipiugrave disparati ma non di rado i concetti basilari dellateoria darwiniana e delle sue successive elaborazionivengono travisati al punto da attribuire a darwinstesso affermazioni mai da lui pronunciate o scrittea cominciare dal famigerato rdquolrsquouomo discende dallascimmiardquo frase che manifesta la totale ignoranza dichi la pronuncia sulle tematiche in questione ersquoanche spiacevolmente frequente una volgarizzazioneerronea del concetto di evoluzione che viene inter-pretato come un ldquocammino verso la perfezionerdquo conlrsquointroduzione di elementi di teleologia del tuttoinappropriati allrsquoindirizzo httpevolutionberke-leyedu egrave disponibile un utile elenco di tipici erroriconcettuali sulla tematica dellrsquoevoluzione con relati-ve argomentazioni e note esplicative Se sono ben chiari i motivi della opportunitagrave e neces-sitagrave di insegnare i principi ed i meccanismi dellrsquoevo-luzione a tutti i livelli dellrsquoistruzione scolastica eduniversitaria non sono a tuttrsquooggi disponibili ade-

guati strumenti didattici neacute vi egrave stato se non episo-dicamente un confronto con i potenziali fruitoridegli interventi formativi per sperimentare le moda-litagrave piugrave efficaci con cui trasmettere i complessi edarticolati concetti della teoria dellrsquoevoluzione supe-rando le fin troppo diffuse inesattezze e gli erroriconcettuali precedentemente menzionatiil ruolo delle risorse museali per una efficace didatti-ca dellrsquoevoluzione egrave stato messo in rilievo da alcunistudi (Spiegel et al 2012) compiuti prevalentemen-te negli Stati uniti dove egrave piugrave avvertibile il problemadelle resistenze di tipo ideologicoreligioso in parti-colare nelle aree in cui sono particolarmente diffusi ilcreazionismo e lrsquoipotesi dellrsquoIntelligent Design che nerappresenta una versione ldquoaggiornatardquo dallrsquoesigenza di colmare questa grave lacuna nascepresso il Museo orto Botanico strutturadellrsquouniversitagrave degli Studi di Bari ldquoaldo Morordquo ilprogetto denominato e-Move (evoluzione delMondo vegetale) il progetto nasce dallrsquoidea che labiodiversitagrave vegetale vista in chiave diacronica possacostituire uno strumento molto efficace per la divul-gazione scientifica su questo tema cosigrave importante ilprogetto annuale che ha ricevuto un finanziamentodal MiuR nellrsquoambito della legge 62000 per la dif-fusione della cultura scientifica presenta alcuni ele-menti di novitagrave che verranno discussi in questo brevecontributo

aRticolazione del pRogettoil progetto si articola su 3 linee (a) allestimento nelMuseo orto Botanico di spazi espositivi sperimenta-li per elaborazione e validazione di strategie didatti-co-divulgative (B) Realizzazione di giochi interattivi

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Risorse per insegnare lrsquoevoluzione dei vegetali il progetto e-Move

a gRano Mc de tullio

aBStRact - Resources for teaching plant evolution the E-MoVe project -the e-Move (evolution of the plant World)project tackles the problem of the scarcity of effective educational tools for teaching evolution in spite of the undoubtedimportance of the topic Within the Botanical garden Museum of the university of Bari methodologies for teaching evo-lution will be developed in collaboration with school teachers and other stakeholders novel teaching tools includinginteractive videogames will be made available to national and international institutions for testing and validation theproject funded by the italian Ministry of education also aims at providing training to school teachers and scientific muse-um operators

Key words plant evolution scientific museum teaching

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

(c) formazione di docenti ed operatori museali

(a) lo spazio espositivo consentiragrave di sperimentarestrategie di comunicazione e divulgazione valorizzan-do strutture attrezzature e competenze giagrave presenti esi articola in 3 parti (a phylowall b darwin e lepiante c iconografia botanica) con aula didatticaper la formazionea phyloWall la parete della filogenesi delle pianteil ldquogiardino verticalerdquo nasce a scopo decorativo-arti-stico su idea del botanico e designer p Blanc ilphyloWall avragrave una funzione scientifico-didatticaattraverso la disposizione degli organismi secondouno schema filogenetico si visualizzeragrave in manieraimmediata il concetto di evoluzione una legendacon datazione e localizzazione geografica dei repertifossili verragrave collocata accanto al phylowall per unaimmediata fruibilitagraveb darwin e le pianteverragrave allestita lrsquoipotetica ricostruzione dello studio didarwin con alcune delle immagini piugrave significativelegate allrsquoelaborazione del concetto di evoluzioneverragrave collocato uno schermo touch-screen per i giochiinterattivi c iconografia botanica localeverranno allestite teche per lrsquoesposizione di volumitra cui la flora del Regno di napoli di Micheletenore allo scopo di evidenziare il legame tra il pas-sato ed il futuro della ricerca botanica

(B) la realizzazione di materiale didattico innovativocostituisce un obiettivo fondamentale del progettoun comitato di redazione tecnico-scientifico in col-laborazione con uno studio professionale specializza-to nella comunicazione multimediale si occuperagrave diideare e realizzare materiale didattico che verragrave poidistribuito per la validazione nellrsquoambito di una retedi collaborazione nazionale ed internazionale

(c) la formazione si articoleragrave in (a) visite guidateper alunni (b) corsi per insegnanti e operatorimuseali con la collaborazione dellrsquoassociazionenazionale insegnanti di Scienze naturali (aniSn)si prevede la formazione di insegnanti sulle tematichedellrsquoevoluzione biologica utilizzando sia un approc-cio storico-didattico con lrsquouso dellrsquoerbario e dellabanca del germoplasma sia lo sviluppo di strumentiinterattivi informaticii moduli di formazione affronteranno temi che spa-ziano dallrsquoinquadramento storico della teoria dellrsquoe-voluzione allrsquouso delle moderne tecniche di sistema-tica molecolare sviluppando specifici percorsi didat-tici per i diversi livelli di approfondimento un ruolofondamentale verragrave attribuito allrsquouso delle risorsemuseali

pRoSpettive futuReil progetto ha elevate potenzialitagrave di fornire ricaduteper la diffusione della cultura scientifica sia a livellolocale sia come esperienza pilota da esportare in altrerealtagrave territoriali nazionali in particolare la collabo-razione con lrsquoaniSn consente lrsquoimplementazionedel progetto nelle ldquoscuole presidiordquo ed una piugrave ampiautilizzabilitagrave del materiale didattico sullrsquoevoluzionedelle piante che verragrave messo a disposizionela collaborazione con altre universitagrave orti Botanicie Musei della Scienza costituiragrave una rete aperta ad unbacino di utenza piugrave ampio e permetteragrave di esporta-re sul piano nazionale lrsquoesperienza maturata nellrsquoam-bito del progettole azioni connesse alla realizzazione di e-Move pro-muoveranno su scala nazionale la costituzione dinodi in una rete di comunicazione e diffusione dellacultura scientifica nel campo specifico dellrsquoevoluzio-ne delle piante con lrsquoobiettivo generale di elevare illivello di competenze degli studenti dei docentidegli operatori museali e del pubblico di non addet-ti ai lavori in ambito scientifico sostenendo la for-mazione continua la formazione di operatorimuseali guide naturalistiche ed altre figure profes-sionali per ampliare le conoscenze naturalistiche ter-ritoriali egrave un obiettivo di particolare rilevanza sia perla valorizzazione delle risorse umane sia per la tuteladei beni ambientali e dellrsquoingente patrimonio costi-tuito dalla biodiversitagrave vegetale nel nostro paese conlrsquoobiettivo di salvaguardare specie a rischio di estin-zione nella fattispecie piante che hanno rivestito unparticolare significato nel corso dellrsquoevoluzione

letteRatuRa citatadoBzHanSKy t 1973 ndash Nothing in biology makes sense

except in the light of evolution amer Biol teacher 35127-129

MuumllleR g 2007 ndash Evo-devo extending the evolutionarysynthesis nat Rev genet 8 943-949

Spiegel an evanS eM fRazieR B Hazel a taReM gRaM W diaMond J 2012 ndash Changing muse-um visitorrsquos concept of evolution evo edu outreach5 43-61

RiaSSunto ndash viene brevemente presentato il progettoe-Move (evoluzione del Mondo vegetale) attualmentein corso di realizzazione presso il Museo orto Botanicodellrsquouniversitagrave degli Studi di Bari ldquoaldo Morordquo il proget-to che ha ricevuto un finanziamento MiuR nellrsquoambitodella legge 62000 per la diffusione della cultura scientifi-ca si propone di allestire uno spazio espositivo che si poneanche come centro permanente per la ideazione realizza-zione e diffusione di efficaci strategie didattiche sui temidellrsquoevoluzione biologica attraverso la costituzione di unarete di validazione nazionale ed internazionale noncheacute larealizzazione di incontri di formazione per docenti discuole di ogni ordine e grado ed operatori museali

413Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

autoRi

Antonella Grano Museo Orto Botanico Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70126 BariMario C De Tullio (mariodetulliounibait) Dipartimento di Biologia Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70126Bari

il genere Arum l (Araceae) comprende in italia trespecie poliploidi A apulum (carano) p c Boyce Amaculatum l e A italicum Mill in questo genere itaxa poliploidi tendono ad occupare areali geograficimolto ampi rispetto alle specie diploidi (Bedalov1981) infatti A italicum egrave principalmente diffusodal caucaso attraverso la regione del Mediterraneofino alla costa atlantica (BonnieR 1931 MeuSel etal 1965 diHoRu 1970 Bedalov 1975) A macu-latum secondo MeuSel et al (1965) teRpograve (1973)e Bedalov (1981) egrave distribuito in europa centrale eoccidentale A maculatum e A italicum presentanotuberi rizomatosi al contrario del poliploide A apu-lum che ha il tubero a forma discoide (BedalovKupfeR 2005) in riferimento allrsquoorigine delle speciedel genere Arum Bedalov KupfeR (2005) suggeri-scono che la forma discoide del tubero sia da consi-derare ancestrale rispetto alla forma rizomatosaSuccessivamente questi dati sono stati confermati daindagini molecolari (eSpigravendola et al 2010) in precedenti lavori al fine di chiarire la tassonomiadel genere Arum sono stati riportati alcuni aspetticitologici e citotassonomici (goRi 1958 MaRcHi etal 1964 BeuRet 1971 1972 MaRcHi 1971Bedalov 1975 1981 Bedalov et al 1998) lamaggior parte delle specie di Arum egrave diploide connumero cromosomico 2n=28 mentre sono pochi itaxa poliploidi conosciuti A maculatum e A apulumsono tetraploidi con 2n=56 mentre A italicum egrave esa-ploide con 2n=84 le analisi cariologiche hannomostrato in dettaglio i cariotipi di quattro speciediploidi e due poliploidi i taxa analizzati inoltrehanno evidenziato un ldquocariotipo di baserdquo caratteriz-

zato dalla presenza di alcuni cromosomi marker(drsquoeMeRico et al 1993 Bianco et al 1994) il presente contributo fornisce pertanto informazio-ni sulla cariomorfometria delle suddette specie poli-ploidi

MateRiali e Metodile analisi cariologiche sono state effettuate su apiciradicali pretrattati con colchicina 03 per 2h equindi fissati per 5 min con 5111 (vv) (alcol eti-lico assoluto cloroformio acido acetico glaciale for-maldeide) successivamente sono stati idrolizzati per20 min con Hcl 55n e colorati con reattivo difeulgen la nomenclatura utilizzata per descrivere ilcariotipo segue levan et al (1964)per valutare il livello di simmetria del cariotipo sonostati utilizzati gli indici di asimmetria a1 (indiceintracromosomale) e a2 (indice intercromosomale)(RoMeRo zaRco 1986)

RiSultati e diScuSSioneArum maculatum e A italicum sono caratterizzati daun cariotipo asimmetrico comprendente numerosicromosomi submetacentrici con A italicum chemostra un indice intracromosomale (a1=043) piugraveelevato rispetto ad A maculatum (a1=039)dal punto di vista citologico egrave interessante notareche nelle specie esaminate sono state osservate coppiedi cromosomi caratterizzate dalla presenza di seg-menti telomerici debolmente colorati dal feulgenprecedentemente descritti come costrizioni seconda-rie (drsquoeMeRico et al 1993) dyeR (1963) e voSacolaSante (1995) descrivono simili segmenti

414 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

indagini cariomorfometriche in tre taxa poliploidi del genere Arum

a tuRco p Medagli a alBano S drsquoeMeRico

aBStRact - Karyomorphometry on three polyploid taxa of arum - Somatic chromosomes of three polyploid taxa of Arumhave been investigated A italicum showed 2n = 84 chromosomes and the karyotype is composed by numerous asymmet-ric chromosomes A maculatum and A apulum have shown 2n = 56 chromosomes the karyotype morphology of Aitalicum is similar to that of A maculatum but the most asymmetrical karyotype and the presence of numerous weaklyfeulgen-stained segments of the former suggest a more recent origin respect to latter differently A apulum has showed asymmetrical karyotype and few weakly feulgen-stained segments

Keywords allocyclic segments Arum karyotype asymmetry

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

denominati ldquoallocyclic segmentsrdquo in diversi gruppidi piante (Gasteria duval Iris l Aloe l) voSaBennett (1990) e Bennett gRiMSHaW (1991)inoltre suggeriscono lrsquoutilitagrave di questi segmenticome indicatori dellrsquoevoluzione del cariotipo e quin-di determinanti nellrsquoidentificazione dei cariotipidelle varie entitagrave al riguardo Arum italicum hamostrato il maggior numero di cromosomi conte-nenti i suddetti segmenti in comparazione a quelliosservati nei complementi di A maculatum A apu-lum e nei diploidi A orientale M Bieb subsp orien-tale e A cylindraceum gasp (drsquoeMeRico et al1993) differentemente A apulum egrave una specie tetraploidecon una distribuzione limitata al Sud italia (puglia)(caRano 1934 goRi 1958 Bianco et al 1994)Questrsquoultima specie mostra un cariotipo piugrave simme-trico (a1=032) considerato ancestrale rispetto allespecie con cariotipi asimmetrici (SteBBinS 1971)costituito da cromosomi prevalentemente metacen-trici e dalla presenza di pochi segmenti allociclicidrsquoaltra parte lrsquoisolamento geografico accompagnatoda variazioni ecologiche sembra supportare lrsquoattualestruttura del cariotipo di A apulum

letteRatuRa citata Bedalov M 1975 ndash Cytotaxonomical and phytogeograph-

ical investigation of the species arum italicum Mill inYugoslavia acta Bot croat 34 143-150

mdash 1981 ndash Cytotaxonomy of the genus arum (araceae) inthe Balkans and the Aegean area Bot Jahrb Syst 102183-200

Bedalov M favaRgeR c KupfeR p 1998 ndash Naturalhybrids and basic chromosome number in the genusarum acta Botanica yunnanica Suppl X 71-75

Bedalov M KupfeR p 2005 ndash Studies on the genusarum (araceae) Bull Soc neuchacirctel Sci nat 12843-70

Bennett St gRiMSHaW JM 1991 ndash Cytological stu-dies in cyclamen (primulaceae) pl Syst evol 176135-143

BeuRet e 1971 ndash Reacutepartition geacuteographique de quelquesarum des groupes maculatum L et italicum Mill BullSoc neuchacirctel Sci nat 94 29-36

mdash 1972 ndash Preacutesence drsquoun Arum diploide en Italie BullSoc neuchacirctel Sci nat 95 35-41

Bianco p drsquoeMeRico S Medagli p Bedalov M1994 ndash Indagini sistematiche su arum apulum(Carano) Bedalov (araceae) entitagrave endemica delle

Murge Pugliesi Webbia 49 (1) 43-49BonnieR g 1931 ndash Flore complegravete ilustregravee en couleurs de

France Suisse et Belgique 11 pariscaRano e 1934 ndash Un nuovo elemento della Flora meri-

dionale drsquoItalia ann Bot 20 579-585drsquoeMeRico S Bianco p Medagli p 1993 ndash

Chromosome numbers and karyotypes in arum(araceae) caryologia 46 161-170

diHoRu g 1970 ndash Morpho-taxonomische aspekte einigerArum-Arten Rev Roumaine Biol Seacuter Bot 15 71-85

dyeR af 1963 ndash Allocyclic segments of chromosomes andstructural heterozygosity that they reveal chromosoma13 545-576

eSpigravendola a BueRKi S Bedalov M KupfeR palvaRez n 2010 ndash New insights into the phylogeneticsand biogeography of arum (araceae) unravelling its evo-lutionary history Bot J linn Soc 163 14-32

goRi c 1958 ndash Il numero dei cromosomi dellrsquoarumnigrum Schott var apulum Carano caryologia 10(3) 454-456

levan a fRedga K SandBeRg aa 1964 ndashNomenclature for centromeric position on chromosomesHereditas 52 201-220

MaRcHi p 1971 ndash Numeri cromosomici per la flora italia-na 57-66 inform Bot ital 3 124-138

MaRcHi p capineRi R drsquoaMato g 1964 ndash Numericromosomici per la flora italiana 182-189 informBot ital 6 (3) 303-312

MeuSel H JaegeR e WeineRt e 1965 ndash Vergleichen-de Chorologie der zentra-europaumlischen flora 1 Jena

RoMeRo zaRco c 1986 ndash A new method for estimatingkaryotype asymmetry taxon 35 526-530

SteBBinS gl 1971 ndash Chromosomal Evolution in HigherPlants edward arnold ltd london

teRpOacute a 1973 ndash Kritische Revision der arum-Arten desKarpatenbeckens acta Bot acad Sci Hung 18216-255

voSa cg Bennett St 1990 ndash Chromosome studies inthe Southern African flora58-94 Chromosome evolutionin the genus gasteria Duval caryologia 43 235-247

voSa cg colaSante M 1995 ndash I segmenti allociclicinelle liliiflorae inform Bot ital 27 307-308

RiaSSunto gli autori riportano alcuni risultati cario-morfometrici ottenuti su tre specie poliploidi del genereArum Arum apulum (2n=56) A maculatum (2n=56) e Aitalicum (2n=84) in particolare la specie A italicum con2n=84 cromosomi ha mostrato un cariotipo con un eleva-to indice di asimmetria nel cariotipo di questa speciesono stati riscontrati numerosi ldquosegmenti allociclicirdquo incomparazione ad A maculatum e A apulum

415Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

autoRi

Alessio Turco Piero Medagli Antonella Albano Laboratorio di Botanica sistematica ed Ecologia vegetale DiSTeBAUniversitagrave del Salento Campus Ecotekne 73100 LecceSaverio DrsquoEmerico Dipartimento di Biologia Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70126 Bari

Cistus clusii dunal piccolo arbusto appartenente allafamiglia Cistaceae egrave una specie xerofila con distribu-zione mediterraneo-occidentale in italia storicamen-te presente in Sicilia (giaRdina 1988) e in puglianellrsquounica stazione di ldquoBosco isolardquo (lesina fg)(foRte et al 2002a) in questrsquoultima il contestovegetazionale egrave quello della gariga nanofanerofiticasu suolo sabbioso in associazione con Rosmarinusofficinalis l Erica multiflora l e Cistus sp pl(cHieSuRa loRenzoni et al 1976)a partire dallrsquoanno 2000 nellrsquoambito di progetti diricerca condotti dal Museo orto Botanicodellrsquouniversitagrave degli Studi di Bari sono stati indaga-ti alcuni aspetti della biologia ed ecologia di C clusii(MaccHia 2005) tali studi furono finalizzati allarealizzazione di azioni di conservazione in situ attra-verso il rafforzamento della popolazione residualepugliese giagrave allrsquoepoca gravemente esposta a pericolodi estinzione (conti et al 1997) a tale scopo furo-no infatti reintrodotti in aree ecologicamente idoneedi ldquoBosco isolardquo circa cento individui ottenuti pervia sessuale attraverso fecondazione incrociata con-trollata a partire dai pochi individui della popolazio-ne originaria (foRte et al 2002b) Successivi rilieviin campo hanno registrato la progressiva diminuzio-ne del numero di individui presenti in situ fino allaloro completa scomparsa soprattutto a causa deiripetuti incendi verificatisi tra il 2007 e il 2010(foRte et al 2009 2012) tuttavia la specie in

puglia era da ritenersi estinta solo in natura (EW) inquanto presso il Museo orto Botanico di Bari eranopresenti sia individui ottenuti da fecondazione incro-ciata e derivanti dalla popolazione spontanea origina-ria sia semi conservati presso la Banca delgermoplasma (Bg-MoBB)Questrsquoultima evenienza ha costituito la premessaindispensabile per la realizzazione di nuove azioni diconservazione di C clusii nel territorio di ldquoBoscoisolardquo tali azioni si sono concretizzate grazie ad unaconvenzione stipulata tra il Museo orto Botanico diBari e il centro Studi naturalistici onluS nellrsquoam-bito del progetto ldquointerventi per la protezione e con-servazione del patrimonio ambientalerdquo- fondi faS ndashpremialitagrave Regionale delibera cipe 202004in questo lavoro vengono presentate le attivitagrave svolteai fini della propagazione gamica di C clusii e quelleper la successiva reintroduzione degli individui pro-dotti

MateRiali e Metodi

il materiale di propagazione gamica utilizzato per leazioni di conservazione in situ egrave stato ottenuto daimpollinazione incrociata controllata eseguita su dueindividui conservati ex situ siglati come c1 e c2 peri quali era stata giagrave testata la compatibilitagrave allrsquoincro-cio (foRte et al 2012)nel mese di aprile 2010 495 fiori (437 dellrsquoindivi-duo c1 e 58 dellrsquoindividuo c2) privati degli stami

416 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

Reintroduzione di Cistus clusii a ldquoBosco isolardquo (lesina puglia)

l foRte S anifantiS f caRRuggio v cavallaRo f Mantino g MelcHioRRe

aBStRact - Reintroduction of cistus clusii to ldquoBosco Isolardquo (Lesina Apulia) - Cistus clusii dunal is very rare in italy whereits historical sites of occurrence are in Sicily and apulia (ldquoBosco isolardquo ndash lesina fg) after the extinction in the wild ofthe small apulian population the Botanical garden Museum of Bari university and the centro Studi naturalistici(onluS) made a special agreement in order to implement a reintroduction project into the site of lesina the reintro-duced plants 520 in all were obtained from the offspring of lesina C clusii spontaneous population which is conservedex situ at the Botanical garden Museum of Bari to increase the chances of a successful reintroduction the plants wereplaced in three different areas and in each of them the individuals were planted in microsites suitable for the eco-physi-ological characteristics of the lesina population already known from literature in fact only a thorough knowledge of thebio-ecological behaviour of the selected species may allow to establish self-maintaining populations in the wild and so torealize an effective conservation action

Key words apulia Cistus clusii dunal reintroduction

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

sono stati impollinati manualmente e coperti consacchetti di tessuto non tessuto (tnt) in maggioin concomitanza con lrsquoinizio dellrsquoingrossamentodegli ovari i cappucci sono stati rimossi e nel mesesuccessivo egrave stata effettuata la raccolta delle capsulemature nella primavera del 2011 i semi sono statisottoposti a pre-trattamenti di scarificazione mecca-nica manuale e di dry-heating (80 degc x 5 min) inquanto risultati i piugrave efficaci nel promuoverne la ger-minazione (foRte et al 2012) per ciascuno dei duepre-trattamenti sono stati utilizzati circa 1500 semiderivanti dallrsquoincrocio c1 x c2 e circa 400 semi pro-dotti dallrsquoincrocio c2 x c1 i semi pre-trattati sonostati posti direttamente in plateaux di polistiroloespanso riempiti con sabbia sterilizzata a granamedio-fine (50) e torba (50) dopo una primafase di accrescimento le plantule sono state trapian-tate in fitosacchi in film plastico contenenti terrenonon sterile (sabbia di fiume 40 terreno comune30 torba 30) durante tutte le fasi di crescita leplantule sono state irrigate e sottoposte a trattamen-ti fitosanitari e fertilizzanti miratiper lrsquointervento di reintroduzione oltre agli individuicosigrave ottenuti nel 2011 sono stati utilizzati ancheindividui derivanti da semi pre-germinati nellrsquoambi-to di prove sperimentali condotte tra il 2009 e il2010 su c1 e c2la scelta delle aree di reintroduzione egrave stata fattasulla base dei dati storici di presenza di C clusii alesina (cHieSuRa loRenzoni et al 1976 foRte etal 2002b) delle caratteristiche eco-fisiologiche dellapopolazione originaria (foRte et al 2005 foRtepaStoRe 2005) di quelle ecologiche dei siti di rein-troduzione e dellrsquoanalisi delle minacce

RiSultati e diScuSSione

gli individui oggetto dellrsquoazione di reintroduzioneavvenuta a fine gennaio 2013 sono stati distribuitiin tre aree principali (fig 1) Queste sono situate neltratto di cordone dunale immediatamente ad est diMarina di lesina insediamento sorto in localitagravepietramaura dove negli anni lsquo70 era ancora presen-te il piugrave esteso nucleo di individui di C clusii dellastazione di lesina (cHieSuRa loRenzoni et al1976) due delle aree di reintroduzione poste tra lelocalitagrave di acquarotta e pennacchio sono relativa-mente vicine tra loro e separate da una fascia occupa-ta da un rimboschimento a Pinus pinea l mentre laterza in localitagrave chiusa dista dalle altre circa 2 kmallrsquointerno di ciascuna area sono stati individuati piugravesiti di reintroduzione georiferiti mediante strumen-tazione gpS in ognuno dei quali egrave stato inserito unnumero di individui compreso tra 20 e 25la scelta di ripartire gli individui in tre aree di rein-troduzione differenti e allrsquointerno di queste in piugravesiti distinti egrave stata effettuata con lo scopo di ridurre ilrischio che un eventuale incendio possa interessarlecontemporaneamente compromettendo la sopravvi-venza dellrsquointera popolazione reintrodotta il numerocomplessivo di siti di intervento egrave risultato pari a 27inoltre per garantire buone probabilitagrave di successo

anche riproduttivo in ciascun sito sono stati reintro-dotti almeno 20 individui al fine di aumentare laprobabilitagrave di incrocio tra individui con alleli diincompatibilitagrave differenti indispensabile in una spe-cie allogama come C clusii (Rizzotto 1979)in ogni sito inoltre i singoli individui sono statipiantati in micro-siti individuati sulla base dellamicro-morfologia stazionale le tre aree di interven-to ricadono in un contesto vegetazionale caratterizza-to da un complesso e molto frammentato mosaicocostituito principalmente dalla gariga a R officinalisE multiflora e Cistus sp pl e dalla macchia a sclero-fille sempreverdi con presenza di Erica arborea lQuesto mosaico spesso egrave il diretto risultato delledifferenti condizioni ecologiche determinate dallamicro-morfologia stazionale (foRte et al 2002a) ealtre volte della dinamica della vegetazione in atto acausa degli incendi pertanto sono stati individuaticome idonei quei micro-siti rispondenti alle caratte-ristiche bio-ecologiche della popolazione da intro-durre (eliofilia relativa sensibilitagrave allo stress idricoecc foRte et al 2005) e comunque sempre suffi-cientemente distanti da nuclei di macchia in stato diavanzamento o da singoli cespugli in fase di resprou-tinglrsquoazione di conservazione in situ cosigrave condotta nonha richiesto pertanto ulteriori interventi quali dira-

417Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 1Mappa delle aree di reintroduzione (base cartograficaldquocarta della vegetazione reale del ldquoBosco isolardquo di lesina- foglio 1rdquo foRte 2001)Map of reintroduction areas (cartographic base ldquocartadella vegetazione reale del ldquoBosco isolardquo di lesina - foglio1rdquo foRte 2001)

damento della vegetazione preesistente rimozionedel secco ecccomplessivamente nella stazione di ldquoBosco isolardquosono stati reintrodotti 520 individui di C clusii pro-dotti mediante coltivazione ex situ 200 dei qualiderivanti da semina diretta di semi pre-trattati e 320ottenuti da impianto di semi pre-germinatiattualmente ulteriori 155 individui prodotti nel-lrsquoambito di questo progetto sono conservati presso ilMuseo orto Botanico dellrsquouniversitagrave di Bari inmodo da garantire sia la conservazione ex situ delpatrimonio genetico della popolazione di lesina e siala possibilitagrave di disporre di materiale di propagazioneper studi successivi

Ringraziamenti - gli autori ringraziano gli ldquospeciali colla-boratorirdquo che si sono prodigati durante il lavoro in campodi reintroduzione in situ in ordine alfabetico elenaBlotti nicola cillo Saverio drsquoamico Mario de tullioantonella grano Marcello Macchia Saverio Regina egianni Signorile

letteRatuRa citatacHieSuRa loRenzoni f cuRti l loRenzoni gg

MaRcHioRi S 1976 ndash cistus clusii Dunal Note dinomenclatura e di distribuzione con particolare riguardoalla stazione di Lesina (Foggia) giorn Bot ital 110259-267

conti f Manzi a pedRotti f 1997 ndash Liste rosse regio-nali delle piante drsquoItalia WWf Societagrave Botanicaitaliana universitagrave di camerino

foRte l anifantiS S Mantino f caRRuggio fcavallaRo v 2009 ndash Conservation of cistus clusiiDunal from ldquoBosco Isolardquo (Lesina - Apulia) current sta-tus and new experimental evidence in BaccHetta g(ed) Book of Abstracts Biodiversity Hotspots in theMediterranean Area 45th intern congr SiSv amp fip ndashcagliari 22-24 25-29 June 2009 280

foRte l cavallaRo v MaccHia f 2002b ndashConservazione in situ di cistus clusii Dunal (cistaceaeMagnoliophyta) nella duna di Lesina Quad Botamb appl 13 3-9

foRte l cavallaRo v pantaleo f drsquoaMico fSMaccHia f 2002a ndash The vascular Flora of the ldquoBoscoIsolardquo at Lesina (Foggia ndash Apulia) fl Medit 12 33-92

foRte l MelcHioRRe g anifantiS S caRRuggio fMantino f 2012 ndash Alcuni aspetti della biologia dellaconservazione di cistus clusii Dunal di ldquoBosco Isolardquo(Lesina Puglia) inform Bot ital 44(Suppl 2) 36-38

foRte l paStoRe d 2005 ndash Relazioni acqua-pianta inMaccHia f (ed) Biologia ed ecologia di cistus clusiiDunal 31-38 ed adda Bari

foRte l paStoRe d MaRvulli M Scatigna aMeMaccHia f 2005 ndash Analisi comparata tra eventi feno-logici e andamento dei parametri ambientali inMaccHia f (ed) Biologia ed ecologia di cistus clusiiDunal 5-13 ed adda Bari

giaRdina 1988 ndash Segnalazioni Floristiche Italiane 574-576 inform Bot ital 20(2-3) 678-679

MaccHia f (a cura di) 2005 ndash Biologia ed ecologia dicistus clusii Dunal ed adda Bari

Rizzotto M 1979 ndash Ricerche tassonomiche e corologichesulle cistaceae 1 Il genere cistus L in Italia Webbia33(2) 343-378

RiaSSunto ndash Cistus clusii dunal egrave una specie moltorara in italia storicamente presente in Sicilia e in puglianellrsquounica stazione di ldquoBosco isolardquo (lesina fg) in segui-to allrsquoestinzione della piccola popolazione residuale puglie-se il Museo orto Botanico dellrsquouniversitagrave di Bari e ilcentro Studi naturalistici onluS hanno stipulato unaapposita convenzione al fine di attuare unrsquoazione di rein-troduzione nel sito di lesina le piante reintrodotte insitu 520 in tutto sono state ottenute a partire da indivi-dui di C clusii progenie della popolazione spontanea ori-ginaria conservati ex situ presso il Museo orto Botanicoper aumentare le probabilitagrave di successo dellrsquointerventogli individui sono stati distribuiti in tre aree distinte eallrsquointerno di queste piantati in micro-siti rispondenti allecaratteristiche eco-fisiologiche della popolazione di C clu-sii di lesina giagrave note dalla letteratura infatti solo unaconoscenza approfondita del comportamento bio-ecologi-co delle entitagrave oggetto di interventi di conservazione insitu permette di programmare una concreta azione di tute-la attraverso lrsquoinsediamento di popolazioni in grado dipersistere nel tempo

418 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

autoRi

Luigi Forte (luigiforteunibait) Viviana Cavallaro Dipartimento di Biologia e Museo Orto Botanico Universitagrave di BarildquoAdo Morordquo Via E Orabona 4 70126 BariStamatia Anifantis Francesca Carruggio Francesca Mantino Giulia Melchiorre Museo Orto Botanico Universitagrave di BarildquoAldo Morordquo Via E Orabona 4 70126 Bari

Limoniastrum monopetalum (l) Boiss egrave presente inpuglia sulle rupi marittime di tricase porto (le)nellrsquoambito di una cenosi ascrivibile alla classeCrithmo-Limonietea Br-Bl 1947 in condizioni ana-loghe a quanto descritto per la Sicilia meridionale daBaRtolo et al (1982) Secondo la direttiva9243cee si tratta di un habitat di interesse comu-nitario denominato ldquoScogliere con vegetazione dellecoste mediterranee con Limonium spp endemicirdquo(aavv 2010) ersquo una specie a diffusione SW-Mediterranea in italia egrave presente in Sardegna inSicilia (conti et al 1992) nella laguna diorbetello (toMei guazzi 1993) a tricase porto(le) (accogli et al 1996) (fig1) in passato laspecie era stata segnalata ldquonei siti arenosi di tarantordquo(MaRinoSci 1870) caratterizzati da depressionicostiere con un ristagno idrico con substrato preva-lentemente costituito da argille e colonizzato da spe-cie ad elevata alofilia (tRotteR 1936) probabil-mente le antiche cenosi erano ascrivibili alla classeSarcocornetea-fruticosae Br-Bl amp tuumlxen ex a amp oBolograves 1950 tipica dei suoli inondati fangoso-argillo-si come riportato da Biondi et al (2004) per laSardegna

StatuS del popolaMento puglieSe ed eSpeRienzepRegReSSe

a tricase porto il popolamento si presenta formatoda due nuclei localizzati sulla sommitagrave di due costo-ni rocciosi distanti in linea drsquoaria circa 150 mentrambi i costoni sono occupati da abitazioni ad

uso civico ed i cespugli di limoniastro sono localizza-ti nelle loro adiacenze ma non allrsquointerno e questopotrebbe escludere unrsquointroduzione della specie perscopo ornamentale in totale si possono contarecirca 25 individui dei quali 18 si presentano comegrossi cespugli larghi 1ndash25 m alti 075ndash130 m lafioritura dura meno di un mese tra la fine di giugnoe lrsquoinizio di luglio le infiorescenze secche rimango-no sulla pianta sino a dicembre ma la maturazionedei frutti non egrave mai evidente e non egrave visibile la dei-

419infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

conservazione ex situ ed interventi di reintroduzione di Limoniastrum monopetalum in puglia

R accogli Mp BiancHi p Medagli S MaRcHioRi

aBStRact - ex situ conservation and reintroduction of limoniastrum monopetalum in Apulia region - in this paper arepresented the main actions taken by the Botanic garden of diSteBa for the protection of Limoniastrum monopetalum(l) Boiss species of high vulnerability included in the national Red list of plants of italy the specie is cultivated exsitu in the Botanic garden and it was decided to implement its reintroduction in the locality palude la vela (ta) in anarea once had been reported but no longer found propagation of L monopetalum was carried out by vegetative and gen-erative individuals obtained were reintroduced in two sites of the palude to different environmental conditions

Key words conservation moltiplication reintroduction

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 1areale di L monopetalum secondo gReuteR et al 1989 etutin et al 1981distribution area of L monopetalum according togReuteR et al 1989 and tutin et al 1981

scenza a contrastare lo sviluppo e la diffusione dinuove piante sono le estreme condizioni di povertagravedel substrato fortemente disturbato dalle attivitagraveantropiche che rimaneggiano continuamente le som-mitagrave dei costoni rocciosi (interventi di restauro edili-zio incendi e tagli indiscriminati) e la presenza diuna flora sinantropica dominata da agave pittospo-ro caprifico rovola vulnerabilitagrave della specie ha motivato la sua ripro-duzione ex situ nellrsquoorto Botanico dellrsquouniversitagravedel Salento e la messa a punto di protocolli di rein-troduzione infatti giagrave nel 2000 era stata testata lacapacitagrave di propagazione di L monopetalum sia pervia gamica che agamica senza forzature sui semi neacutedi ormoni radicanti per le talee la resa germinativaera risultata molto bassa del 2-5 mentre elevatesono state le percentuali di attecchimento delle talee(70-95) sia in primavera che agli inizi dellrsquoautun-no nel 2005 egrave stato effettuato un primo interventovolto al potenziamento del popolamento di L mono-petalum esistente a tricase porto lungo un breve trat-to costiero prospiciente il sito interessato da un inter-vento di riqualificazione attuato dallrsquoamministra-zione comunale lrsquointervento prevedeva la realizza-zione di un camminamento lungo la scogliera attra-verso i segni della storia locale ancora leggibili (trat-turi per la mena delle pecore vasche intagliate negliscogli per la concia delle pelli e per lrsquoestrazione diblocchi lapidei terrazzamenti per le colture agrarieprimaticce etc) la flora del tratto costiero annove-ra altre specie di interesse conservazionistico percheacuteincluse nella lista Rossa nazionale come Vincetoxi-cum hirundinaria Medik subsp adriaticum (Beck)Markgr o di valore fitogeografico come lrsquoendemicoLimonium japigicum (groves) pignatti Lavateraarborea l Scrophularia lucida l lrsquointervento direintroduzione era stato concordato con docenti edalunni delle Scuole Medie inferiori del comune ditricase che hanno partecipato dimostrando grandeinteresse e sensibilitagrave nellrsquoautunno 2005 egrave stataorganizzata una giornata durante la quale dopo unincontro tra autoritagrave politiche locali studiosi stu-denti e cittadini sono state messe a dimora 10 pian-te di L monopetalum (accogli et al 2006) pur-troppo lrsquointervento egrave stato inficiato da un incendioche nella primavera successiva ha distrutto buonaparte della flora spontanea ed i trapianti effettuati

MateRiali e Metodi

un secondo intervento di reintroduzione di L mono-petalum egrave stato programmato nel 2011 per il sitopalude la vela che ricade nellrsquoomonima Riservanaturale Regionale e prossima allrsquoantica salina di Sgiorgio jonico (ta) come prima fase si egrave procedu-to alla moltiplicazione della specie per ottenere indi-vidui giovani da mettere a dimora la moltiplicazio-ne ex situ egrave stata ripetuta sia per via vegetativa chegenerativa ponendosi nelle medesime condizionidegli anni precedenti ma con lrsquoaccorgimento didistinguere talee semierbacee da talee legnose ilmateriale propagativo egrave stato prelevato dagli indivi-

dui presenti a tricase porto da rami di 2 o piugrave annicon diametro del fusto maggiore di 10 mm sonostate realizzate talee lunghe 10-18 cm da rami di 1anno con diametro inferiore a 10 mm sono staterealizzate talee lunghe 7-12 cm il prelievo egrave statoeffettuato sia allrsquoinizio dellrsquoautunno (5 ottobre 2010)che alla fine della stagione invernale (5 marzo 2011) le talee sono state messe a radicare (senza aggiunta diormoni) in substrato costituito da un mixer di torbae perlite in rapporto 12 in vasi in pvc delle dimen-sioni 7x7x18 cm fatti stazionare poi in tunnel fred-do dopo 30 giorni veniva registrato lrsquoattecchimentodelle talee i risultati definitivi hanno evidenziato ilseguente andamento in autunno per quelle preleva-te da rami di 2 anni egrave stata registrata una percentua-le del 74 e per quelle prelevate da rami di 1 annodel 64 in primavera per le talee piugrave legnose egrave stataregistrata una percentuale di attecchimento pari al95 e per quelle meno legnose dellrsquo86 ancorauna volta i risultati dimostrano la facilitagrave di propaga-zione vegetativa della specie inoltre anche se i valo-ri differiscono di poco si deduce che il periodomigliore per il taleaggio di L monopetalum egrave a finestagione primaverile con rami vecchi di almeno 2anni (tab 1)

i racemi di L monopetalum dopo la fioritura persi-stono sulla pianta per lungo tempo (anche sino allrsquoin-verno) per cui sono stati effettuati periodici prelievidei frutti per lrsquoestrazione dei semi al fine di definire ilperiodo di piena maturazione un primo prelievo deifrutti egrave stato effettuato in ottobre i semi sono statiopportunamente isolati previa rottura della capsulaed una parte di essi egrave stata sottoposta a vernalizzazio-ne (4 degc per 24 h) per simulare unrsquoeventuale dor-mienza invernale la semina egrave stata effettuata in cap-sule petri sterili con carta da filtro come substratotenute in camera di crescita a 20 degc e fotoperiodo di10 h Sono state realizzate tre ripetizioni con 30 ele-menti per capsula lrsquoelaborazione dei dati registratievidenzia un andamento del potere germinativo di Lmonopetalum secondo quanto riportato dalla fig 2 il monitoraggio delle piastre ha evidenziato un pote-re germinativo dei semi molto basso (2-4) questodato egrave stato confermato dalla semina a spaglio effet-tuata in una seminiera con substrato composto datorba e agriperlite nel rapporto 12 da circa 200semi sono emerse solo 6 plantule

420 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

taBella 1Risultati della propagazione ex situResults of ex situ propagation

stagione talee di di radicazionepartenza 72 dopo 30 gg

Oslash 10 mm 64autunno Oslash 10-20 mm 74Oslash 10 mm 86primavera Oslash 10-20 mm 95

ReintRoduzione a palude la vela

i sopralluoghi effettuati a palude la vela per lrsquoindivi-duazione di siti idonei alla reintroduzione hannoindotto alla scelta di due piccole superfici simili percondizioni di substrato per copertura vegetale eparametri ambientali tali siti sono collocati su spon-de opposte dellrsquoacquitrino ed hanno unrsquoestensioneminima di 60 m2 per la messa a dimora sono stateselezionate piante vigorose e sane con unrsquoaltezzamedia di 489 plusmn526 cm e diametro di 1609plusmn304cm nel mese di novembre 2011 egrave stata effettuata laloro messa a dimoranel sito denominato ldquoardquo sono state trapiantate 15piante con un approssimativo sesto di impianto di 2x 4 m nel sito ldquoBrdquo sono state trapiantate 14 piantein ordine sparso in quanto lrsquoarea presentava nume-rose zone di erosione e continui dislivelli

concluSioni

nellrsquoarea palude la vela le condizioni ambientalisembrano piugrave confacenti allrsquoecologia di L monopeta-lum rispetto a tricase porto ed egrave positivo che tutte lepiante abbiano attecchito e siano giunte a fioriturama solo fra qualche anno si potragrave constatare la for-mazione di un eventuale popolamento con individui

fertili ed in grado di autopropagarsi e si avragrave confer-ma del successo della reintroduzione

letteRatuRa citataaavv 2010 ndash Manuale italiano interpretazione degli

habitat (Direttiva 9243 CEE) Ministero ambiente etutela territorio e Mare SBi

accogli R Medagli p MaRcHioRi S 1996 ndashlimoniastrum monopetalum (L) Boiss in Puglia(plumbaginaceae) giorn Bot ital 130 1 91degcongr SBi ancona 16-19 settembre 1996

mdash 2006 ndash Conservazione ex situ e reintroduzione dilimoniastrum monopetalum (L) Boiss sulla fasciacostiera di Tricase Porto (Lecce) inform Bot ital38(Suppl 1) 183-184

BaRtolo g BRullo S MaRcenograve c 1982 ndash La vegeta-zione costiera della Sicilia sud-orientale aQ71226cnR Roma

Biondi e BRugiapaglia e faRRiS e filigHeddu RSeccHi z 2004 ndash Halophilous vegetation of Olbia pondsystem (NE-Sardinia) fitos 41(1) Suppl 1 125-141

conti f Manzi a pedRotti f 1992 ndash Lista RossaNazionale delle Piante drsquoItalia WWf italia Roma

gReuteR W BuRdet HM long g 1989 ndashMedndashChecklist vol 4 320 pp

MaRinoSci M 1870 ndash Flora Salentina 1 22toMei pe guazzi e 1993 ndash Le zone umide della

Toscana Lista generale delle entitagrave generali atti MusStor nat grosseto 15 120-135

tRotteR a 1936 ndash Rilievi ecologici intorno alla flora edalla vegetazione della salina di SGiorgio presso Tarantoann R ist Sup agr portici III 5 120-135

tutin tg HeyWood vH BuRgeS na MooRedM valentine dH WalteRS SM WeBB da1981 ndash Flora Europaea vol 3 51

RiaSSunto - nel presente lavoro vengono esposte leprincipali azioni intraprese dallrsquoorto Botanico deldiSteBa per la salvaguardia di Limoniastrum monopeta-lum (l) Boiss specie ad alta vulnerabilitagrave inclusa nellalista Rossa nazionale delle piante drsquoitalia da anni la spe-cie viene coltivata ex situ nellrsquoorto Botanico e si egrave pensatodi attuare la sua reintroduzione in localitagrave palude la velain un ambito territoriale di antica segnalazione ma doveattualmente risulta scomparsa la propagazione di Lmonopetalum egrave stata effettuata per via vegetativa e genera-tiva e gli individui ottenuti sono stati reintrodotti in duesiti della palude a diverse condizioni ambientali

421Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 2valutazione del potere germinativoevaluation of the germinative power

autoRi

Rita Accogli (ritaaccogliunisalentoit) Maria Pia Bianchi Piero Medagli Silvano Marchiori Orto Botanico delDipartimento di Scienze e Tecnologie Biologiche ed Ambientali (DiSTeBA) Universitagrave del Salento Centro Ecotekne ViaProvinciale per Monteroni 73100 Lecce

in occasione della redazione della checklist dellepiante vascolari della puglia (a albano fBartolucci f conti p Medagli Rp Wagensommerin prep) egrave stato aggiornato lrsquoelenco delle specieminacciate in questa Regionele liste Rosse Regionali (conti et al 1997) ripor-tavano per la puglia 180 entitagrave da allora sono tras-corsi piugrave di 15 anni alcune di queste entitagrave eranoindicate in puglia per errore e altre sono considerateoggi sinonimi di entitagrave non minacciate mentrenumerose specie della lista Rossa nazionale sonostate rinvenute in puglia solo dopo il lavoro diconti et al (op cit) per questo motivo abbiamoritenuto utile aggiornare lrsquoelenco delle specie di listaRossa della Regione puglia e integrarlo con tutte leentitagrave endemiche pugliesi ed esclusive della Regione(presenti in italia solo in puglia)

RiSultati

il libro Rosso delle piante drsquoitalia (conti et al1992) riportava 458 specie e sottospecie di piantevascolari sottoposte a vari gradi di minaccia a livellonazionale di queste entitagrave 46 sono attualmentenote in puglia (tab 1) considerando anche le listeRosse Regionali (conti et al 1997) il numero ditaxa minacciati a livello nazionale e presenti in pugliasale a 89 entitagrave certamente presenti (di cui 1 dubita-tivamente alloctona) e 8 dubitativamente presentinella Regione mentre il numero di entitagrave indicatecome minacciate a livello Regionale egrave pari a 158 (dicui 1 dubitativamente alloctona) alle quali si aggiun-gono 4 entitagrave dubitativamente presenti nella Regio-ne per un totale di 188 entitagrave (tab 1)

le specie esclusive della puglia cioegrave quelle presentiin italia solo in questa Regione sono 54 di cui 2dubitativamente alloctone alle quali si aggiungono 6entitagrave la cui presenza egrave dubbia di queste 54 entitagrave35 sono endemiche pugliesi (tab 1)pertanto le specie di lista Rossa in puglia integratecon tutte le endemiche pugliesi e le esclusive dellaRegione sono 221 (tab 1) pari al 93 della floravascolare autoctona pugliese

diScuSSione

il libro Rosso e le liste Rosse delle piante drsquoitalia(conti et al 1992 1997) pur essendo stati seguitida altri lavori riguardanti le piante minacciate delnostro paese (pignatti et al 2001 ScoppolaSpaMpinato 2005) sono ancora oggi il riferimentoprincipale per le specie a rischio di estinzione initalia negli ultimi anni lrsquoimpulso alla realizzazionedi una nuova lista Rossa delle piante drsquoitalia secon-do i piugrave recenti criteri iucn (2001 2011) egrave statodato dalla rubrica pubblicata sullrsquoinformatoreBotanico italiano ldquoSchede per una lista Rossa dellaflora vascolare e crittogamica italianardquo e dal proget-to appena concluso e realizzato dalla SocietagraveBotanica italiana per conto del Ministero dellrsquoam-biente e della tutela del territorio e del Mare relati-vo alla valutazione nazionale della categoria di rischiodi estinzione per piugrave di 300 specie vegetali di interes-se conservazionistico e di ambientihabitat partico-larmente minacciati (RoSSi et al 2013) attualmen-te questi progetti hanno portato alla valutazione delgrado di minaccia di 40 specie vascolari presenti inpuglia Egrave auspicabile pertanto il contributo di tutti

422 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

piante vascolari minacciate e liste Rosse aggiornamento delle conoscenzein puglia

Rp WagenSoMMeR p Medagli ev peRRino

aBStRact - Threatened vascular plants and Red Lists an update of knowledge in Apulia -the Regional Red list of vas-cular plant species in apulia Region has been updated following recent knowledges of conservation distributional andtaxonomic interest

Key words apulia Red lists threatened species update

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

423Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

taBe

lla

1Piante vascolari endemiche esclusive e di Lista Rossa della Regione Puglia

Endemic exclusive and Red List vascular plants in Apulia Region

424 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO 45 (2) 393-432 2013(se

gue T

ab 1

)

425Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

(segue Tab 1)

426 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013(segue Tab 1)

427Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

(segue Tab 1)

i botanici pugliesi affincheacute sia possibile valutaresecondo i criteri piugrave recenti dellrsquoIUCN (op cit) unnumero molto maggiore di specieLrsquoelenco riportato in Tab 1 include tutte le specieendemiche pugliesi ed esclusive della Puglia Di que-ste entitagrave 33 non venivano indicate nelle Liste RosseRegionali (CONTI et al 1997) Esse sono state inclu-se in Tab 1 in via precauzionale ma in molti casi illoro effettivo grado di minaccia deve ancora esserevalutato Lrsquoelenco non include invece le categorie diminaccia indicate in ROSSI et al (2013) che sarannooggetto di un futuro contributo sulle specie di inte-resse conservazionistico in Puglia

CONCLUSIONILrsquoaggiornamento delle conoscenze floristiche inPuglia e le informazioni tassonomiche nomenclatu-rali e distributive pubblicate nel corso degli ultimianni hanno consentito un aggiornamento delle ListeRosse delle Piante vascolari della Regione Puglia maancora molto lavoro deve essere svolto per megliodefinire il numero di specie a rischio e il loro effetti-vo grado di minaccia secondo i piugrave recenti criteriinternazionali (IUCN op cit)

LETTERATURA CITATACONTI F MANZI A PEDROTTI F 1992 ndash Libro Rossodelle Piante drsquoItaliaMinistero Ambiente WWF Italia

Societagrave Botanica Italiana Romamdash 1997 ndash Liste Rosse Regionali delle Piante drsquoItaliaWWFItalia Societagrave Botanica Italiana CIAS Camerino

IUCN 2001 ndash IUCN Red List Categories and CriteriaVersion 31 IUCN Species Survival CommissionIUCN Gland (Switzerland) amp Cambridge (UK)II+30 pp

mdash 2011 ndash Guidelines for Using the IUCN Red ListCategories and Criteria Version 90 Prepared by theStandards and Petitions Subcommittee httpww-wiucnredlistorgdocumentsRedListGuidelinespdf

PIGNATTI S MENEGONI P GIACANELLI V (a cura di)2001 ndash Liste rosse e blu della flora italiana ANPARoma

ROSSI G MONTAGNANI C GARGANO D PERUZZI LABELI T RAVERA S COGONI A FENU G MAGRINIS GENNAI M FOGGI B WAGENSOMMER RPVENTURELLA G BLASI C RAIMONDO FMORSENIGO S (Eds) 2013 ndash Lista Rossa della FloraItaliana 1 Policy Species e altre specie minacciateComitato Italiano IUCN Ministero Ambiente eTutela Territorio e Mare Roma 54 pp

SCOPPOLA A SPAMPINATO G (Eds) 2005 ndash Atlante dellespecie a rischio di estinzione (CD-ROM) Allegato a ASCOPPOLA C BLASI (Eds) Stato delle conoscenze sullaflora vascolare drsquoItalia Palombi Ed Roma

RIASSUNTO ndash Egrave stata aggiornata la Lista RossaRegionale delle piante vascolari della Regione Pugliasecondo le piugrave recenti conoscenze in ambito conservazio-nistico distributivo e tassonomico

428 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO 45 (2) 393-432 2013

AUTORI

Robert Philipp Wagensommer (robwagensommeryahooit) Scuola di Scienze Ambientali Universitagrave di Camerino - CentroRicerche Floristiche dellrsquoAppennino (Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga) San Colombo 67021 Barisciano(LrsquoAquila)Piero Medagli (pietromedagliunileit) Laboratorio di Botanica Sistematica del DiSTeBA Universitagrave del Salento ViaProvinciale Lecce-Monteroni 73100 LecceEnrico Vito Perrino (enricoperrinoyahooit) Museo Orto Botanico Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via E Orabona 4 70124Bari

Verticillium dahliae Kleb egrave un fungo tracheomicoti-co responsabile della piugrave grave malattia dellrsquoolivo(Olea europaea l) soprattutto negli oliveti dei paesimediterranei Questo fungo oltre lrsquoolivo attacca piugravedi 300 specie di piante arboree ed erbacee la malat-tia determina generalmente il disseccamento di por-zioni della chioma (BeJaRano-alcaacutezaR et al 2001pegg BRady 2002 BuBici ciRulli 2011) isolatidi V dahliae in grado di infettare cotone e olivo pos-sono essere classificati in due patotipi defogliante enon-defogliante sulla base della loro abilitagrave o menodi indurre defogliazione nelle piante infette(MeRcado-Blanco et al 2001 2003) il presentelavoro propone studi preliminari su i) alcune rispo-ste fisiologiche in due cultivar di olivo caratterizzateda differenti livelli di suscettibilitagrave alla verticilliosi ii)alcuni determinanti di patogenicitagrave potenzialmentecoinvolti nellrsquoinduzione dei sintomi fogliari prodottida patotipi diversi di V dahliae

MateRiali e Metodi

Alterazioni fisiologiche piante di olivo delle cultivar lsquofrantoiorsquo (resistente) elsquoleccinorsquo (suscettibile) sono state inoculate con gliisolati vd312d (defogliante) e vd315nd (nondefogliante) seguendo il metodo descritto da ciRulli

et al (2008) piante non trattate e piante le cui radi-ci sono state immerse per 10 minuti in acqua sonostate utilizzate come tesi di controllo Sono stati valu-tati il contenuto di fenoli carotenoidi clorofillaperossido drsquoidrogeno ascorbato e lrsquoattivitagrave delleperossidasi generiche (pod) e dellrsquoascorbato perossi-dasi (apX) in foglie delle due cultivar raccolte dopo24 72 e 240 ore dal trapianto applicando i metodiproposti da cHandleR doddS (1983) licHten-tHaleR (1987) BRuno SpaRapano (2006) toM-MaSi et al (2006) paRadiSo et al (2008) tre mesidopo lrsquoinoculazione su ogni pianta egrave stata valutata lapresenza di malattia sulla chioma utilizzando la scaladi severitagrave dei sintomi proposta da colella et al(2008) lrsquoanalisi statistica dei dati egrave stata eseguitaattraverso lrsquoanalisi della varianza (anova) le mediesono state separate con il test della minima differen-za significativa (MdS) Produzione di metaboliti secondari fitotossici colture liquide statiche degli isolati vd312d evd315nd di V dahliae sono state allestite in tredifferenti soluzioni nutritive czapek modificato(vdM) patate destrosio Broth (pdB difco ) oacqua estratto di Malto (oxoid) al 2 (eM2) perciascun isolato e substrato sono state preparate 10bottiglie di Roux della capacitagrave di 1 l contenenti

429infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

Meccanismi di resistenza alla verticilliosi e caratterizzazione di varietagrave meridionali di olivo dati preliminari sulla fisiologia dellrsquointerazione olivoVerticillium dahliae

gl BRuno c faSciano Mp ippolito S SeRMani ad MaRSico c colella M aMenduni f toMMaSi

aBStRact - Mechanisms of resistance to olive Verticillium wilt and characterization of olive varieties from southern prelim-inary data on physiology of olive - verticillium dahliae interaction - inoculations experiment were performed with two strainsof Verticillium dahliae characterized as defoliating (vd312d) or not defoliating (vd315nd) pathotypes lsquofrantoiorsquo(resistant) and lsquoleccinorsquo (susceptible) olive plants the interaction plantpathogen was evaluated as total phenolscarotenoids chlorophylls hydrogen peroxide ascorbic acid generic peroxidases and ascorbate peroxidase activityinoculated plants showed the typical pathway associate to a stress the two pathotypes are also able to produce in vitrophytotoxins Some of these secondary metabolites should be involved on biochemical and physiological alterations asso-ciated to verticillium wilt symptoms on olive trees (leaves wilting and defoliation)

Keywords fenoli totali metaboliti secondari stato redox verticilliosi

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

150 ml di soluzione nutritiva ciascuna bottiglia egravestata inoculata con 5 ml di sospensione ottenutaomogeneizzando tre colonie (coltivate per due setti-mane in piastre petri su substrato di pda a 25 degc albuio) in 50 ml di acqua distillata sterile dopo 28giorni di coltura (25 degc al buio) il micelio egrave statorimosso mediante filtrazione su garza e centrifugazio-ne (5500 xg 20 min 4 degc) aliquote (3 ml) di cia-scun filtrato colturale (fc) integro o diluito (10100 e 1000 volte con acqua distillata) sono state uti-lizzate in saggi di tossicitagrave su rametti recisi dilsquoleccinorsquo e lsquofrantoiorsquo eseguiti in ambiente controlla-to (uR 50 t 25 degc luce 150 microe cm-2 sec-1)acqua distillata e substrato non inoculato sono statiutilizzati come controllo dal terzo giorno dopo lrsquoas-sorbimento delle soluzioni tossiche egrave stata osservatala manifestazione dei sintomi dopo 24 72 e 240 oredallrsquoassorbimento delle soluzioni saggiate le foglie diciascun rametto sono state caratterizzate in terminidi flusso traspiratorio utilizzando un porometro li-1600-licor negli stessi intervalli egrave stato valutato ilcontenuto in clorofilla e fenoli seguendo i metodiproposti in precedenza

RiSultati e diScuSSione

Alterazioni fisiologicheper entrambi i patotipi di V dahliae saggiati lrsquoindu-zione di uno stato di malessere nella pianta egrave confer-mata dalla riduzione nel contenuto di clorofillesoprattutto dopo 24 ore per la cultivar suscettibilelsquoleccinorsquo (fig 1) invece il contenuto di ascorbatoclorofille e carotenoidi ha subito un incrementosoprattutto nei campioni di foglie prelevate dopo 72e 240 ore dallrsquoinoculo con il patotipo defogliante leanalisi condotte sulle foglie di lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquohanno mostrato come la molecola segnale perossidodrsquoidrogeno risulta maggiormente presente nella cul-tivar frantoio dopo 72 ore dallrsquoinoculo con il patoti-po defogliante (fig 1) mentre lrsquoattivitagrave della apXsegna negli stessi tempi un decremento (fig 2) invece nella cultivar frantoio i sistemi antiossidan-ti non enzimatici hanno mostrato un calo rispetto aicontrolli nei livelli di ascorbato e di fenoli (fig 1) non si sono osservate variazioni nellrsquoattivitagrave dellacatalasi (fig 2) infatti come dimostrato in altrisistemi nei tessuti vegetali questo enzima svolge unruolo nel metabolismo del perossido di idrogenosecondario rispetto allrsquoapX che invece egrave lrsquoenzimachiave nel controllo della concentrazione in perossi-do di idrogeno (de gaRa et al 2003) lrsquoattivitagrave dellepod infine aumenta notevolmente nelle fasi tardi-ve dellrsquoinfezione nelle foglie di lsquofrantoiorsquo mentre inquelle di lsquoleccinorsquo un incremento egrave evidente 72 oredallrsquoinoculo (fig 2) i dati evidenziati nelle nostre condizioni sperimenta-li sono in linea con quanto riportato dalla letteraturariguardo alle interazioni pianta-patogeno e le risposteda stress abiotici (de gaRa et al 2003) infatti nellepiante resistenti si assiste a una modulazione deisistemi antiossidanti tale da causare un incremento diperossido di idrogeno a livello fogliare (de gaRa etal 2003) per contro nella varietagrave suscettibile lrsquoau-

mento dei livelli in antiossidanti non enzimatici nonegrave sufficiente a indurre resistenza la diversa rispostaai sistemi antiossidanti riscontrata nelle due varietagraveutilizzate in queste prove potrebbe essere consideratacome un marker biochimico per valutare lo stato diavanzamento dellrsquoinfezione e il suo destino primadella comparsa dei sintomi

Evoluzione dei sintomia conferma di quanto giagrave riscontrato da ciRulli etal (2008) lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo sono risultate rispet-tivamente resistenti e suscettibili ai due isolati di Vdahliae utilizzati nessun sintomo egrave stato registrato esulle piante utilizzate come controllo (piante nontrattate e piante le cui radici sono state immerse per

430 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

fig 1contenuto in fenoli carotenoidi clorofille e perossido diidrogeno in foglie di lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo dopo 24 72 e240 ore dallrsquoinoculo con vd312d () e vd315nd ()i controlli sono rappresentati da piante le cui radici sonostate immerse per 10 minuti in acqua (mdash) ciascun valo-re egrave la media di cinque piante phenols carotenoids chlorophylls and hydrogen peroxidecontent in leaves of lsquofrantoiorsquo and lsquoleccinorsquo after 24 72and 240 hours after inoculation with vd312d () andvd315nd () as controls plants were treated for 10minutes in water (mdash) each value is the mean of fiveplants

10 minuti in acqua) e sulle chiome di lsquofrantoiorsquo ino-culate con il patotipo non defogliante il patotipodefogliante ha causato su lsquofrantoiorsquo una modestadefogliazione le piante di lsquoleccinorsquo hanno espressosintomi gravi con entrambi i patotipi (generale avviz-zimento della chioma) aggravati nel caso del patoti-po defogliante da accentuata e rapida filloptosiMetaboliti secondari fitotossici gli isolati di V dahliae utilizzati in coltura liquida susubstrato vdM hanno permesso di ottenere fc chesaggiati su rametti recisi di lsquoleccinorsquo (suscettibile) elsquofrantoiorsquo (resistente) hanno riprodotto sintomi diavvizzimento e accartocciamento fogliare e defoglia-zione nessun sintomo egrave stato registrato sui ramettiche hanno assorbito acqua distillata e i substrati noninoculati lrsquoassorbimento dei 3 ml di soluzione daparte dei rametti ha richiesto 30-32 ore per acquavdM pdB e eM2 mentre i fc dei due isolati sonostati assorbiti in 17-24 ore i fc dei patotipivd312d o vd315nd di V dah-liae ottenuti su substrato vdM saggiati su entrambe

le cultivar di olivo hanno evidenziato sintomi da 7-9 giorni dopo lrsquoassorbimento i fc ottenuti su sub-strato vdM da entrambi i patotipi inducono ripiega-mento e successivo imbrunimento della laminafogliare sui rametti di lsquofrantoiorsquo Sui rametti dilsquoleccinorsquo sono stati registrati ingiallimenti della lami-na fogliare inizialmente intorno alle nervature edopo 3-5 giorni sullrsquointera superficie Sintomo fina-le dei fc di entrambi gli isolati di V dahliae dopo 28giorni di coltura su substrato di vdM egrave stata unagenerale defogliazione dei rametti Su lsquoleccinorsquo ladefogliazione egrave stata severa e si egrave avuta dopo 17 gior-ni sui rametti trattati con il fc dellrsquoisolato vd312dcf e dopo 21 giorni su lsquofrantoiorsquo i rametti trattaticon i fc di vd315nd sono stati registrati dopo 20giorni su lsquoleccinorsquo e dopo 25 giorni su lsquofrantoiorsquo isintomi sopra descritti sono stati osservati anche suirametti che hanno assorbito i fc dei due isolati dopodiluizione di 10 e 100 volte con acqua distillata i fc ottenuti dai due patotipi su substrato vdMsono stati confrontati sulle due cultivar per i loroeffetti sul flusso traspiratorio e sulle variazioni infenoli e clorofille presenti nelle foglie (fig 3)

431Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 2contenuto in ascorbato e attivitagrave delle perossidasi generi-che (pod) e dellrsquoascorbato perossidasi (apX) in foglie dilsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo dopo 24 72 e 240 ore dallrsquoinoculocon vd312d () e vd315nd () i controlli sono rap-presentati da piante le cui radici sono state immerse per10 minuti in acqua (mdash) ciascun valore egrave la media di cin-que piante ascorbic acid concentration and peroxidase (pod) andascorbate peroxidase (apX) activity in leaves of lsquofrantoiorsquoand lsquoleccinorsquo after 24 72 and 240 hours after inocula-tion with vd312d () and vd315nd () as controlsplants were treated for 10 minutes in water (mdash) eachvalue is the mean of five plants

fig 3effetti sulla traspirazione e sul contenuto in clorofille efenoli in foglie di lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo dopo 24 72 e 240ore dallrsquoassorbimento di 3 ml di filtrato colturale degli iso-lati vd312d () e vd315nd () su substrato vdM icontrolli hanno assorbito 3 ml di acqua (mdash) ciascunvalore egrave la media di cinque rametti recisi transpiration from abaxial leaf surfaces and chlorophyllsand phenols content in leaves of lsquofrantoiorsquo and lsquoleccinorsquoafter 24 72 and 240 hours after the absorbtion of 3 ml fvd312d () and vd315nd () culture filtrates onvdM as controls twigs adsorbed 3 ml of water (mdash) eachvalue is the mean of five twigs

le misure di traspirazione (fig 3) dimostrano unforte incremento nel flusso traspiratorio nei ramettirecisi che hanno assorbito i fc ottenuti dal patotipovd312d rispetto a quelli ottenuti dal vd315nd edalle tesi di controllo nessuna differenza egrave stata regi-strata nel contenuto in clorofilla Solo la concentra-zione in fenoli nelle foglie dei rametti recisi chehanno assorbito i fc ottenuti dai due isolati egrave risul-tata circa tre volte superiore rispetto ai rametti delletesi di controllo totali (fig 3)in definitiva appare chiaro che nellrsquointerazione Vdahliae e olivo entrino in gioco fattori chimici divirulenza del patogeno (fitotossine) che contribuisca-no alla patogenesi e alla manifestazione dei sintomied inducano nellrsquoospite condizioni di stress in que-sto stato la pianta ospite manifesteragrave in parte o intoto le alterazioni biochimiche e fisiologiche determi-natesi nei tessuti attraverso i sintomi

Ringraziamenti - gli autori ringraziano i collaboratoriluca Scarola valentino poliseno nicola contursi eaniello Rescigno (dipartimento di Scienze del Suolo dellapianta e degli alimenti universitagrave degli Studi di Barialdo Moro) per il valido supporto tecnico nella realizza-zione delle prove lavoro realizzato con il contributo dellafondazione cassa di Risparmio di puglia Bando 2010 ndashprogetto Meccanismi di resistenza alla verticilliosi e caratte-rizzazione di varietagrave meridionali di olivo

letteRatuRa citataBeJaRano-alcaacutezaR J peacuteRez-aRteacuteS e JiMeacutenez-dIacuteaz

RM 2001 ndash Spread of the defoliating pathotype ofverticillium dahliae to new cotton and olive growingareas in Southern Spain in Proceedings 8th Inter-national Verticillium Symposium coacuterdoba 2001 57

BRuno g SpaRapano l 2006 ndash Effects of three esca-asso-ciated fungi on vitis vinifera L II Characterization ofbiomolecules in xylem sap and leaves of healthy and dis-eased vines physiol Mol plant path 69 195-208

BuBici g ciRulli M 2011 ndash verticillium wilt inScHena l agoSteo ge cacciola So (eds)Olive diseases and disorders 191-222 transwordResearch network Kerala india

cHandleR Sf doddS JH 1983 ndash The effect of phos-phate nitrogen and sucrose on the production of pheno-lics and solasodine in callus cultures of Solanum lacinia-tum plant cell Rep 2 205

ciRulli M colella c drsquoaMico M aMenduni MBuBici g 2008 ndash Comparison of screening methods for

the evaluation of olive resistance to verticillium dahliaeKleb J plant path 90(1) 7-14

colella c Miacola c aMenduni M drsquoaMico MBuBici g ciRulli M 2008 ndash Sources of Verticilliumwilt resistance in wild olive germplasm from theMediterranean region plant path 57 533-539

de gaRa l de pinto Mc toMMaSi f 2003 ndash Theantioxidant systems vis-agrave-vis reactive oxygen species dur-ing plantndashpathogen interaction plant physiolBiochem 41 863-870

licHtentHaleR HK 1987 ndash Chlorophylls andearotenoids pigments of photosynthetic bio-membranesMethods enzymol 148 351-383

MeRcado-Blanco J collado-RoMeRo M paRRilla-aRauJo S RodRIacuteguez-JuRado d JiMeacutenez-dIacuteazRM 2003 ndash Quantitative monitoring of colonizationof olive genotypes by verticillium dahliae pathotypes withreal-time polymerase chain reaction physiol Mol plantpath 63 91-105

MeRcado-Blanco J RodRIacuteguez-JuRado d peacuteRez-aRteacuteS e JiMenez-dIacuteaz RM 2001 ndash Detection of thenondefoliating pathotype of verticillium dahliae ininfected olive plants by nested PCR plant path 50609-619

paRadiSo a BeRaRdino R de pinto Mc Sanitagrave ditoppi l StoRelli MM toMMaSi f de gaRa l2008 ndash Increase in ascorbatendashglutathione metabolism aslocal and precocious systemic responses induced by cadmi-um in durum wheat plants plant cell physiol 49362-374

pegg gf BRady Bl 2002 ndash Verticillium Wilts caBipublishing Wallingford

toMMaSi f paciolla c de pinto Mc de gaRa l2006 ndash Effects of storage temperature on viability germi-nation and antioxidant metabolism in ginkgo biloba Lseeds plant physiol Biochem 44 359-368

RiaSSunto ndash due ceppi di Verticillium dahliae caratte-rizzati come patotipo defogliante (vd312d) o non defo-gliante (vd315nd) e piante di olivo delle cultivarlsquofrantoiorsquo (resistente) e lsquoleccinorsquo (suscettibile) sono statiutilizzati in prove di inoculazione artificiale focalizzate allostudio fisiologico delle interazioni pianta patogeno ladiversa risposta riscontrata nelle due varietagrave in termini difenoli carotenoidi clorofilla perossido di idrogeno ascor-bato perossidasi generiche e ascorbato perossidasi indicauno stato di stress fitotossine prodotte in vitro dai duepatotipi sembrano essere coinvolte nelle alterazioni biochi-miche e fisiologiche alla base delle tipiche sintomatologiedella verticilliosi su olivo (avvizzimento generale dellachioma e defogliazione)

432 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

autoRi

Giovanni Luigi Bruno (giovanniluigibrunounibait) Samer Sermani Antonio Domenico Marsico Mario AmenduniDipartimento di Scienze del Suolo della Pianta e degli Alimenti (DiSSPA) Sezione di Patologia vegetale Universitagrave di BarildquoAldo Morordquo Via G Amendola 165A 70126 BariCristina Fasciano Maria Paola Ippolito Franca Tommasi (francatommasiunibait) Dipartimento di Biologia Universitagrave diBari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70125 BariCecilia Colella Dipartimento di Chimica Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70125 Bari

Page 12: Società Botanica italiana onluS 45 (2) 2013/391... · 2018-05-08 · prodotto preso in esame e sia dal metodo utilizzato (peRez-JiMénez et al., 2008; MülleR et al., 2010). un’attenzione

Questi metaboliti sono presenti in tutti gli organidella pianta e coesistono con un enzima endogeno lamirosinasi responsabile della loro idrolisi in seguitoa danneggiamento tissutale lrsquoenzima compartimen-talizzato nel citoplasma entra in contatto con i glScontenuti nel vacuolo con conseguente produzionedi numerosi prodotti di idrolisi (quali per esempionitrili tiocianati ed isotiocianati) la cui formazionedipende da diversi fattori (pH presenza di cofattoriproteine o ioni) tra i prodotti di idrolisi gli isotio-cianati sono quelli che hanno attratto maggiormentelrsquoattenzione del mondo scientifico in quanto presen-tano numerose proprietagrave biologiche (antitumoralenematocida antibatterica) (caRtea et al 2008JeffeRy et al 2009) data lrsquoimportanza dei glS eodei loro prodotti di idrolisi sono tante le specie diBrassicaceae e Capparaceae studiate ma non risultanolavori relativi al profilo metabolico del mugnolo edella Capparis spinosa subsp rupestris due specie dellatradizione mediterranea ed oggetto del nostro studio in particolare il mugnolo egrave una varietagrave di Brassica ole-racea da sempre coltivata nel Salento solo per usodomestico pertanto egrave del tutto sconosciuto nel restodella puglia cosigrave come in tutta italia il Ministerodelle politiche agricole e forestali ha inserito ilmugnolo tra i prodotti agroalimentari della tradizio-ne pugliese la Regione puglia invece allrsquointerno delsuo pSR (piano di Sviluppo Rurale) 2007-2013 hainserito il mugnolo nellrsquoallegato 8 della Misura 214-azione 3 ldquotutela della Biodiversitagraverdquo come specie arischio di estinzione genetica

MateRiali e Metodi

Materiale vegetaleil mugnolo utilizzato per le analisi egrave stato fornitodallrsquoorto Botanico del dipartimento di Scienze etecnologie Biologiche ed ambientali universitagrave delSalento un campione (noBo1) egrave conservato pressoil laboratorio di fitochimica del dipartimento difarmacia-Scienze del farmaco universitagrave di Barildquoaldo Morordquo le piante di C spinosa subsp rupestrissono state ottenute dal Museo orto Botanicodellrsquouniversitagrave degli Studi di Bari ldquoaldo Morordquo

Estrazione e purificazione dei GLSlrsquoestrazione dei glS dalle infiorescenze del mugnoloe dai semi e parti aeree del cappero egrave stata condottasecondo la procedura riportata dal protocollo iSo(iSo Method 9167-1 1992) in particolare il mate-riale vegetale egrave stato estratto per 4 minuti con unvolume di MeoHaq al 70 pari a tre volte il pesodel campione lrsquoestratto ottenuto egrave stato poi purifi-cato mediante colonnine cromatografiche (08 x 4cm) impaccate con una resina a scambio anionico(deae-Sephadex a-25) e trattato per circa 12 h conlrsquoenzima solfatasi trascorso questo periodo di incu-bazione i glS sono stati fatti eluire nella loro formadesolfatata (dglS)

Estrazione dellrsquoolioi semi di cappero sono stati estratti in Soxhlet per 3ore (circa 20 cicli) con etere di petrolio lrsquoolio egrave stato

poi sottoposto a reazione di tert-butilazione e succes-sivamente analizzato in gas cromatografia (aRgen-tieRi et al 2012)

Analisi dei GLSi glS sono stati caratterizzati mediante analisi cro-matografiche Hplc utilizzando uno strumentoWateRS Hplc System munito di un photodiodearray detector (Waters 2998) i risultati sono statiprocessati mediante il software enpower2 la colon-na utilizzata egrave la Supelcosil lc-aBz (c18 250 x 4mm 5 μm) la fase mobile egrave costituita da acqua emetanolo al flusso di 1 mlmin in gradiente si egrave pas-sati dal 15 al 100 di metanolo in 57 min

RiSultati e diScuSSione

i risultati Hplc (fig 2) dimostrano che le infiore-scenze del mugnolo sono caratterizzate da una misce-la complessa di glS costituita da glS alifatici (glu-corafanina glucoiberina e sinigrina) aromatici (glu-cobarberina e gluconasturtina) ed indolici (gluco-brassicina neoglucobrassicina idrossiglucobrassicinae metossiglucobrassicina) in particolare egrave stato osser-vato che i glS predominanti nelle infiorescenzesono gli indolici (768 μmolg) seguiti dagli alifatici(263 μmolg) e dagli aromatici (083 μmolg)

Molta della letteratura relativa al contenuto di glSfa riferimento al materiale fresco (crudo) e questo hauna limitata rilevanza dato che la maggior parte delleBrassicaceae compreso il mugnolo vengono consu-mate cotte Quindi data lrsquoimportanza biologica deiglS e dei loro prodotti di idrolisi in questo lavoro egravestato studiato anche lrsquoeffetto della cottura sul conte-nuto in glS del mugnolo i risultati dimostrano chela cottura riduce il contenuto in glS di circa il 50in accordo con quanto riportato in letteratura per ibroccoli che invece subiscono una riduzione del 18-

403Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 2cromatogramma Hplc delle infiorescenze del mugnolo1 glucoiberina 2 Sinigrina 3 glucorafanina 4 idrossi-glucobrassicina 5 glucoerucina 6 glucobrassicina 7Metossiglucobrassicina 8 neoglucobrassicina 9 gluco-nasturtina 10 glucobarberinaHplc chromatogram of mugnolo inflorescences 1glucoiberin 2 Sinigrin 3 glucoraphanin 4 Hydroxy-glucobrassicin 5 glucoerucin 6 glucobrassicin 7Methoxyglucobrassicin 8 neoglucobrassicin 9 gluco-nasturtin 10 glucobarberin

59 a secondo del metodo di cottura (deKKeR et al2000 valleJio et al 2002) per quanto riguarda ilmugnolo inoltre i glS indolici sono quelli cherisentono maggiormente della cottura subendo unariduzione di circa il 615 in particolare la gluco-brassicina si riduce dellrsquo827 nonostante la cottu-ra nelle infiorescenze gli indolici continuano ad esse-re i glS predominanti (296 μmolg) seguiti daglialifatici (212 μmolg) e dagli aromatici (059μmolg) Se si considera il profilo metabolico delle infiorescen-ze dopo la cottura si puograve osservare che la glucorafa-nina rappresenta il 75 del contenuto totale deiglS alifatici mentre la glucobrassicina rappresenta il66 del totale degli indolici (aRgentieRi et al2011) Questi dati sono di notevole interesse se sipensa allrsquoimportanza che hanno i rispettivi prodottidi idrolisi infatti il sulforafano (prodotto di idrolisidella glucorafanina) provoca lrsquoinduzione degli enzimidi detossificazione della fase 2 del processo di carci-nogenesi mentre lrsquoindolo-3-carbinolo egrave un indutto-re degli enzimi di fase 1 e 2 (tab 1)

lrsquoaltra specie della tradizione mediterranea oggetto distudio egrave stata Capparis spinosa subsp rupestrisessendoci una relazione botanica con la famigliadelle Brassicaceae anche in questo caso sono stati stu-diati i glS lrsquoanalisi Hplc-dad ha messo in evi-denza che i semi e le foglie sono caratterizzati da unsolo glS identificato come glucocapparina moltopiugrave abbondante nei semi rispetto alle foglie lo studio della subsp rupestris egrave stato completatoanche con le analisi dellrsquoestratto metanolico dellefoglie il quale egrave risultato essere caratterizzato dallapresenza di due flavonoidi la rutina ed il kaempfe-roloEgrave stato analizzato anche lrsquoolio estratto dai semi chesi egrave mostrato essere ricco dellrsquoacido grasso raro cis-vaccenico oltre al piugrave comune acido oleico ed altriacidi grassi quali lrsquoacido laurico miristico palmiti-co stearico e linoleico (aRgentieRi et al 2012)(tab 2)

concluSioni

i risultati ottenuti consentono di dire che sia ilmugnolo che C spinosa subsp rupestris sono unaricca fonte di composti attivi di interesse salutisticocome appunto gli acidi grassi essenziali o la rutinache ha una rilevante e comprovata attivitagrave antiossi-dante numerosi sono anche i prodotti a valenzasalutistica a base di sulforafano ed altri glS ad atti-vitagrave preventiva anticarcinogenica

letteRatuRa citataaRgentieRi Mp accogli R fanizzi fp avato p

2011 ndash Glucosinolates profile of ldquomugnolordquo a variety ofBrassica oleracea L native to Southern Italy (Salento)planta Med 77(3) 287-292

aRgentieRi Mp MaccHia f papadia p fanizzi fpavato p 2012 ndash Bioactive compounds from capparisspinosa subsp rupestris ind crop prod 36 65-69

caRtea Me velaSco p 2008 ndash Glucosinolates inBrassica foods bioavailability in food and significancefor human health phytochem Rev 7 213-229

deKKeR M veRKeRK R Jongen Mf 2000 ndash Predictivemodelling of health aspects in the food production chaina case study on glucosinolates in cabbage trends foodSci technol 11 174-181

faHey JW zalcMann at talalay p 2001 ndash Thechemical diversity and distribution of glucosinolates andisothicyanates among plants phytochemistry 56 5-51

fenWicK gR Heaney RK Mullin WJ 1992 ndash Glucos-inolates and their breakdown products in food and foodplants cRc crit Rev food Sci nutr 18 123-201

iSo MetHod 1992 ndash Rapeseed-determination of glucosi-nolates content Part 1 Method using high performanceliquid chromatography Reference number iSo 9167-1

JeffeRy eH aRaya M 2009 ndash Physiological effects ofbroccoli consumption phytochem Rev 8 283-298

valleJio f toMagraveS-BaRBeRagraven fa gaRcigravea-vigueRa c2002 ndash Glucosinolates and vitamin C content in edibleparts of broccoli florets after domestic cooking eur foodRes technol 215 310-316

RiaSSunto ndash piante dellrsquoordine delle Capparales (oBrassicales) sono ampiamente diffuse nelle regioniMediterranee dove sono abbondantemente consumatecotte o nelle insalate (cavolfiori broccoli ravanelli ruco-la cavoletti di Brussell) o come condimento (mostardecapperi) esse sono una fonte molto ricca di sostanze

404 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

taBella 1GLS nelle infiorescenze crude e cotte del mugnoloGLS in raw and cooked inflorescences of mugnolo

glS crude cotte(μmolg) (μmolg)

glucorafanina 179 159glucoerucina 003 004alifatici glucoiberina 077 046Sinigrina 004 003glucobarberina 056 007aromatici gluconasturtina 027 003glucobrassicina 351 195neoglucobrassicina 313 054indolici Metossiglucobrassicina 007 005idrossiglucobrassicina 097 042

tot 1114 567

taBella 2Composizione in acidi grassi dellrsquoolio di semi di capperoComposition in fatty acids of the seeds oil of caper

ac grassi

laurico 036Miristico 068palmitico 1446palmitoleico 423Stearico 931oleico 2611Cis-vaccenico 1228linoleico 2802linolenico 084Resa 9629

bioattive come flavonoidi vitamine minerali e glucosino-lati i quali sono responsabili del caratteristico odore esapore pungente i glucosinolati sono i metaboliti piugrave stu-diati delle Brassicaceae per le proprietagrave anticarcinogenichemanifestate soprattutto dagli isotiocianati ovvero i loroprodotti di idrolisi in questo lavoro ci siamo occupatidello studio fitochimico del mugnolo una varietagrave diBrassica oleracea coltivata solo per uso domestico lrsquoaltraspecie oggetto di studio egrave stata la Capparis spinosa subsprupestris (cappero) molto diffusa nel bacino delMediterraneo entrambe queste specie mai state studiateprima dal punto di vista fitochimico sono state oggettodel nostro lavoro al fine di individuare composti bioattivi

caratterizzanti le specie in particolare egrave stato osservato chele infiorescenze del ldquomugnolordquosono caratterizzate da glSalifatici aromatici ed indolici Questi ultimi risultanoessere i piugrave abbondanti (768 μmolg) seguiti dagli alifati-ci (263 μmolg) e dagli aromatici (083 μmolg) in que-sto lavoro egrave stata determinata anche la composizione chi-mica dei semi e delle parti aeree della C spinosa subsprupestris ed egrave stato osservato che i semi cosigrave come le partiaeree sono caratterizzati da un solo glS la glucocappari-na inoltre lrsquoolio estratto dai semi egrave ricco di acidi grassiinsaturi rari come il cis-vaccenico nelle parti aeree la ruti-na rappresenta il flavonoide predominante

405Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

autoRi

Maria Pia Argentieri Pinarosa Avato Dipartimento di Farmacia-Scienze del Farmaco Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo ViaOrabona 4 70125 Bari

con il termine ldquoterre rarerdquo o lantanidi si indicano glielementi chimici compresi nella tavola periodica frail lantanio ed il lutezio inclusi lrsquoittrio e lo Scandioi quali manifestano comuni proprietagrave chimiche con-nesse ad una simile configurazione elettronica ester-na negli ultimi anni i lantanidi sono stati larga-mente impiegati in campo industriale agricolo ezootecnico in cina a partire dagli anni lsquo80 vengo-no usati in agricoltura fertilizzanti costituiti damiscele di vari elementi ma soprattutto lantanio(la) e cerio (ce) lrsquouso intensivo e su larga scala ditali composti suscita crescenti preoccupazioni per lapossibile contaminazione di suoli ecosistemi acqua-tici e derrate alimentari dal momento che gli effettidi tali elementi sulla salute non sono ben chiari lamaggior parte dei dati presenti in letteratura riguar-da la somministrazione di miscele di terre rare e dicomposti contenenti la a varie specie di vegetali inalcune piante sono stati osservati effetti positivi tra iquali la promozione della germinazione dei semi losviluppo di radici e germogli la resistenza contro glistress (ippolito et al 2007 liu et al 2012) la fio-ritura la produttivitagrave in campo (Hu et al 2004)altri studi al contrario evidenziano effetti nulli oaddirittura inibitori di tali sostanze su colture di inte-resse agrario (naRdi et al 2005 drsquoaQuino et al2009) una sintesi dei dati disponibili sugli effetti dila ce e miscele di terre rare in vari sistemi animalie vegetali egrave stata recentemente pubblicata (pagano etal 2012) i dati riportati riguardano crescita svilup-po e indicazioni di tossicitagrave in alcuni sistemi animalie vegetali numerosi dati anche contrastanti riguar-

dano gli effetti del ce sia come pro-ossidante checome antiossidante dalla letteratura emerge lrsquoesi-genza di studi che determinino gli effetti dei singolilantanidi sugli organismi animali e vegetali per valu-tarne la potenziale tossicitagrave Scopo di questo lavoro egrave stato lo studio della sommi-nistrazione di ce trivalente (ce3+) ad una speciemodello Lemna minor L pianta acquatica giagrave utiliz-zata per studi su lantanio e miscele di terre rare(ippolito et al 2010) al fine di avere informazionicirca le soglie di tolleranzatossicitagrave di L minor versoil ce3+ tale specie oltre che per il fitorimedio egraveanche utilizzata secondo la iSo 20079 (2004) neitest di biotossicitagrave per lrsquoecosistema acquatico peralcune sue caratteristiche quali elevata velocitagrave di cre-scita propagazione vegetativa e ridotte dimensioniche la rendono adatta a studi eco- tossicologici

MateRiali e Metodi

piante di L minor sono state coltivate in una soluzio-ne di mantenimento (Knop 1865) a pH 44 per 15giorni in camera di crescita alla temperatura di 24 plusmn2 degc con illuminazione a fluorescenza bianca conuna intensitagrave luminosa di 90 μe m-2 s-1 e fotoperio-do lucebuio di 1410 h in ogni cella di una piastraa pozzetti multipli sono state poste 10 fronde di Lminor in un volume di 2 ml di mezzo di crescita(testimone) a cui sono stati aggiunti nei trattatinitrato di cerio esaidrato (cen3o9 6H2o) in con-centrazioni finali di 25 - 5 - 10 - 20 μM e 1 mMoppure nitrato di calcio ca(no3)2 alla concentrazio-

406 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

note preliminari sullrsquoeffetto della somministrazione di cerio in Lemna minor

Ma zicaRi a paRadiSo f toMMaSi

aBStRact - Preliminary note on effect of Cerium administration in Lemna minor - This study aimed at investigat-ing the effects of Ce3+ on the growth of duckweed (Lemna minor L) plants as a test system (iSo 20079) L minorplants were treated with 00025 0005 0010 0020 1 mM ce(no3)3 or ca(no3)2 1 mM over a 15 day period theinfluence of Ce3+ was evaluated according to the iSo 20079 test protocol on the basis of growth parameters as relativegrowth rate (RgR) expressed as frond number and relative frond number (Rfn) compared with the control concentra-tions of ce3+ lower than 1 mM did not affect significantly the growth parameters On the contrary 1 mM ce(no3)3negatively affected the growth from 7 days to 15 days whereas 1 mM ca(no3)2 stimulated duckweed leaf growth datahere reported showed toxic effect of Ce3+ at millimolar concentrations and suggested that L minor could be a speciesuseful for Ce3+ presence biomonitoring in aquatic environment

Key words antiossidanti risposte di crescita terre rare test di tossicitagrave

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

ne finale di 1 mM per il testimone e per ogni tratta-mento sono stati allestiti 4 pozzetti le analisi sonostate eseguite in cinque repliche le piastre sono statecollocate in camera termostatata e sono stati analiz-zati i seguenti parametri di crescita tasso di crescitarelativo (RgR) numero di fronde relativo (Rfn)crescita di fronde in percentuale (fn) le misurazio-ni sono state fatte ad intervalli di 24 ore nelle provepreliminari e in seguito si egrave stabilito di effettuare leanalisi ogni 3 5 7 12 15 giorni utilizzando unostereoscopio per poter contare tutte le fronde visibi-li Seguendo la iSo 20079 RgR egrave stato calcolatocontando il numero di fronde per ogni concentrazio-ne e applicando la seguente formula (lnnn-lnn0)tndove n0 egrave il numero iniziale di fronde nn egrave il nume-ro finale di fronde tn egrave il tempo di durata dellrsquoespe-rimento Rfn egrave stato calcolato usando la formulann-n0 n0 fn egrave stato calcolato come variazionepercentuale del numero delle foglie rispetto al nume-ro delle stesse allrsquoinizio dellrsquoesperimento valore con-siderato pari al 100 ersquo stato periodicamente osser-vato lrsquoaspetto delle fronde al fine di analizzare even-tuali segni di clorosi e necrosi utilizzando un micro-scopio ottico

RiSultati e diScuSSione

nei saggi eco-tossicologici RgR egrave considerato il piugraveattendibile tra i parametri di crescita in quantoessendo basato sul conteggio delle fronde egrave indipen-dente dalle dimensioni delle fronde stesse e dalla bio-massa (Radic et al 2010) e in condizioni di tossici-tagrave piccole gemme possono protrudere ed essere con-tate come singole fronde (MoHan HoSetti 1999nauMann et al 2007) RgR egrave inoltre considerato ilparametro piugrave sensibile per valutare la tossicitagrave croni-ca (MacKenzie et al 2003) i dati ottenuti dimostra-no che in presenza di basse concentrazioni di ce3+

(25-20 μM) si verifica una crescita maggiore rispettoal testimone di 12-15 giorni anche se le variazioni diRgR Rfn (dati non mostrati) e fn (fig 1) nonsono risultate statisticamente significative

Quindi i trattamenti a concentrazioni micromolaridi ce non interferiscono con la normale crescita dellapianta che inoltre non presenta alterazioni morfolo-giche evidenti per verificare la soglia di tossicitagrave del ce le piante diL minor sono state coltivate per 15 giorni in soluzio-ne nutritiva arricchita di nitrato di cerio esaidrato aconcentrazione finale 1 mM per escludere i possibi-li effetti del nitrato alcuni campioni sono stati colti-vati con nitrato di calcio alla stessa concentrazionefinale di 1 mM in sostituzione del nitrato di ceriodopo 7 giorni di trattamento con ce3+ si osserva unasignificativa diminuzione dei parametri di crescitaanalizzati rispetto al testimone RgR in particolarediminuisce del 60 e dellrsquo 80 rispettivamentedopo 7 e 15 giorni (fig 2 a)un andamento simile si ha per fn dalla cui analisisi osserva lrsquoinibizione di crescita delle foglie del 19al settimo giorno e del 50 al quindicesimo giornorispetto al testimone (fig 2 B) inoltre le foglie cre-sciute a concentrazione di ce3+ 1 mM appaiono bru-

407Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 1crescita di fronde in percentuale (fn) di L minor incen3o9 da 25 μM a 20 μM in 15 giornifn in L minor on cen3o9 from 25 μM to 20 μM for15 days

fig 2a) RgR B) fn in Lemna minor l esposta per 15 giornia trattamenti 1 mM di ce3+e ca2+ p lt 005 secondo il t-studenta) Relative growth rate based on frond number B)growth of leaves in Lemna minor l exposed for 15 daysto treatments 1 mM ce3+ and ca2+ p lt 005 for significant differences between treatmentsand control according to t-student

nastre con aree necrotiche e clorotiche un analogoandamento si osserva per Rfn (dato non mostrato)pertanto il ce3+ 1 mM influenza negativamente lacrescita e mostra effetti tossici al contrario le frondedi L minor fatte crescere in presenza di ca(no3)2alla concentrazione finale di 1 mM mostrano unaumento della crescita rispetto al testimone pertutti i tempi di analisi ma con una differenza signi-ficativa a partire dal settimo giorno (fig 2 a 2 B) iltrattamento con nitrato di ce quindi a differenza diquello con nitrato di calcio mostra un effetto nega-tivo sulla crescita di piante di lenticchia drsquoacqualrsquoinibizione della crescita puograve essere dovuta allrsquoaccu-mulo di ce3+ analogamente a quanto descritto per imetalli che a concentrazioni tossiche inibisconolrsquoallungamento e lrsquoespansione cellulare (poScHen-RiedeR BaRcelograve 2004 SRivaStava et al 2006)oppure allrsquointerferenza con lrsquoassunzione di altri ele-menti nutritivi infatti egrave stato riportato che in pian-tine di riso il ce3+ interferisce con lrsquoaccumulo diferro potassio magnesio calcio sodio e di altri ele-menti minerali nutritivi (liu et al 2012) ulterioristudi sono necessari per valutare se e in quali tessutiil ce3+ venga accumulato e lrsquoeffetto dello stesso sualtri parametri quali i sistemi antiossidanti i livelli dispecie reattive dellrsquoossigeno ed il danno ossidativo inconclusione L minor si mostra tollerante allrsquoesposi-zione a concentrazioni micromolari di ce3+ ma nona concentrazioni piugrave elevate e pertanto potrebbe esse-re una specie utile per il biomonitoraggio della pre-senza di ce3+ in ambienti acquatici

letteRatuRa citatadrsquoaQuino l de pinto Mc naRdi l MoRgana M

toMMaSi f 2009 ndash Effect of some light rare earth ele-ments on seed germination seedling growth and antioxi-dant metabolism in triticum durum chemosphere75 900-905

Hu z RicHteR H SpaRoveK g ScHnug e 2004 ndashPhysiological and biochemical effect of rare earth elementson plants and their agricultural significance a review Jplant nutr 27 183-220

ippolito Mp faSciano c drsquoaQuino l MoRganaM toMMaSi f 2010 ndash Responses of antioxidant sys-tems after exposition to rare earths and their role in chill-ing stress in common duckweed (lemna minor L) adefensive weapon or a boomerang arch environcontam toxicol 58 42-52

ippolito Mp paciolla c drsquoaQuino l MoRganaM toMMaSi f 2007 ndash Effect of rare earth elements ongrowth and antioxidant metabolism in lemna minor Lcaryologia 60 125-128

iSodiS 20079 2004 ndash Water qualitymdashdetermination ofthe toxic effect of water constituents and wastewater onduckweed (lemna minor)mdashDuckweed growth inhibi-tion test iSo tc 147Sc 5Wg 5

Knop W 1865 ndash Quantitative Untersuchungen uumlber dieErnahrungsprozesse der Pflanzen landwirtsch versStn 7 93-107

liu d Wang X lin y 2012 ndash The effect of cerium onthe growth and some antioxidant metabolism in riceseedlings environ Sci pollut Res 19 3282-3291

MacKenzie SM Waite S Metcalfed J Joyce cB2003 ndash Landfill leachate ecotoxicity experiment usinglemna minor L Water air Soil poll focus 3 171-179

MoHan BS HoSetti BB 1999 ndash Aquatic plants fortoxicity assessment environ Res 81 259-274

naRdi l caRBoni Ma MoRgana M BaRBeSti SeRRico S zoina a drsquoaQuino l 2005 ndash Effect ofrare earth elements on the growth of agrobacterium sppand Rhizobium leguminosarum Frank cytometrypart a 69a 443-444

nauMann B eBeRiuS M appenRotH KJ 2007 ndashGrowth rate based dose-response relationships and EC-values of ten heavy metals using the duckweed growthinhibition test (ISO 20079) with lemna minor Lclone plant physiol 164 1656-1664

pagano g toMMaSi f guida M 2012 ndash Comparativetoxicity of cerium and of the other rare earth elements(REEs) in plant and invertebrate test systems inizyuMov a plaKSin g (eds) Cerium MolecularStructure Technological Applications and Health Effects107-124 nova Science publishers Hauppauge nyuSa

poScHenRiedeR c BaRcelograve J 2004 ndash Water relations inheavy metal stressed plants in pRaSad Mnv (ed)Heavy metal stress in plant from biomolecules to ecosys-tems 249-270 Springer Berlin

Radic S Stipanicev d cvJetKo p MiKelic ilRaJcic MM SiRac S pevaleK-Kozlina Bpavlica M 2010 ndash Ecotoxitological assessment ofindustrial effluent using duckweed (lemna minor L) asa test organism ecotoxicology 19 216-222

SRivaStava S MiSHRa S tRipatHi Rd 2006 ndash Copper-induced oxidative stress and responses of antioxidants andphytochelatins in Hydrilla verticillata Royle aquattoxicol 80 405-415

RiaSSunto - in questo studio sono riportati i dati pre-liminari concernenti le risposte alla somministrazione dice3+ di una specie acquatica Lemna minor l usata comebiomarker (iSo 20079) piante di L minor sono statetrattate per 15 giorni con cen3o9 6H2o a concentrazio-ni tra 25 μM e 1 mM oppure con ca(no3)2 a concentra-zione 1 mM Sono stati analizzati parametri di crescitaquali il tasso di crescita relativo basato sul numero di fron-de (RgR) il numero relativo di fronde (Rfn) e la cresci-ta di fronde in percentuale (fn) il trattamento con ce3+

1 mM ha inibito significativamente la crescita a partire dasette giorni di incubazione mentre le minori contrazioninon hanno mostrato variazioni statisticamente significati-ve la somministrazione di ca(no3)2 1 mM al contrarioha stimolato la crescita in modo significativo giagrave dal setti-mo giorno suggerendo un effetto tossico del ce3+ a parti-re da concentrazioni millimolari

408 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

autoRi

Maria Alessandra Zicari Annalisa Paradiso Franca Tommasi (francatommasiunibait) Dipartimento di BiologiaUniversitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70126 Bari

le collezioni xilologiche (xylaria) hanno da sempreassunto una notevole importanza sia per il ruolosvolto in campo didattico sia per quello svolto inambito scientifico nei settori della botanica archeo-logia etnologia tecnologia del legno ed in particola-re dove egrave richiesto il confronto tra campioni(uRBinati giove 2012) attualmente collezioni xilologiche sono presenti inquasi tutti gli stati anche se le principali per numerodi campioni sono negli uSa per quanto concernelrsquoitalia solo quattro collezioni sono state inseritenella quarta edizione dellrsquoIndex Xylariorum (lyncHgaSSon 2010) il patrimonio nazionale tuttavia egravesicuramente molto piugrave ampio ma risulta difficile sti-marlo sia sul piano qualitativo che quantitativo inquanto sino ad oggi non egrave stato effettuato un censi-mento completo una delle collezioni italiane piugrave interessanti per unaserie di peculiaritagrave che la contraddistinguono egrave laXylotomotheca Italica di adriano fiori essa fu realiz-zata nei primi anni del novecento col preciso obiet-tivo di completare ed arricchire la Flora ItalicaExsiccata (FIE) la piugrave grande raccolta italiana diexsiccata fanerogamici realizzata da fiori pampaninie Begraveguinot in particolare lo scopo degli autori fuquello di corredare gli exsiccata con le sezioni micro-tomiche del legno le schede relative alla

Xylotomotheca Italica furono pubblicate a partire dal1905 come appendice delle Schedae ad FloramItalicam Exsiccatam (fioRi et al 1905)la collezione egrave costituita da sezioni trasversali e lon-gitudinali dello spessore di circa 01 mm e con lealtre dimensioni variabili (le8 cm) (di paSQualeallevato 2007) il microtomo utilizzato per la rea-lizzazione delle sezioni fu ideato e progettato dallostesso fiori e da lui denominato ldquonuovo microtomoautomatico a doppia rotazionerdquo (fioRi 1900) nellaversione originaria della collezione le sezioni sonoconfezionate in pieghi di cartoncino contenenti unao due coppie delle sezioni trasversali e longitudinalii pieghi in cartoncino sono a loro volta inseriti inbustine di carta esse sono corredate da una etichet-ta sulla quale sono riportati il numero drsquoordine delcampione il binomio linneano la porzione anatomi-ca rappresentata dalla sezione il luogo e la data diraccolta in molti casi il riferimento al campione dellaFIE ed infine il nome del curatore al progetto col-laborarono numerosi botanici traverso pampaninigortani ferro cerica goiran vaccari MezzanaBicknell cecconi nicoli Bardi andrea fiori etrotter la collezione egrave costituita da 215 campioni corrispon-denti a 184 taxa specifici appartenenti a 113 generiSi tratta soprattutto di entitagrave della flora italiana

409infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

la Xylotomotheca Italica del Museo orto Botanico dellrsquouniversitagrave di Bari

v cavallaRo g SignoRile f caRRuggio f Mantino l foRte

aBStRact - The Xylotomotheca italica of the Botanical Garden Museum of Bari University -the Xylotomotheca Italicawhich was realized by adriano fiori at the beginning of the 20th century is a really interesting and peculiar historical col-lection it is composed of thin sections of wooden species While most of the species belong to italian flora only a few ofthem are exotic ones which are cultivated in italy fiori had the specific aim of enriching Flora Italica Exsiccata (FIE) andof supplying botanists with invaluable comparative material Moreover he designed the microtome which was used to cutthe sections the collection consists of 215 samples the sections are enclosed in bended cards which are contained insmall labelled envelopes a different version of the Xylotomotheca Italica which was produced with didactic purposes isstill conserved at the Botanical garden Museum of Bari university it was probably acquired together with some FIE exs-iccata by the Herbarium Horti Botanici Barensis (Bi) which is now part of the Botanical garden Museum in this ver-sion sections and labels are put between two rectangular pieces of glass which are sealed with a grey tape this collectionis composed of 154 samples which include 135 subgeneric taxa belonging to 93 genera it is generally fairly well con-served and some actions whose aim is restoring the collection have been started

Key words adriano fiori exsiccata Xylotomotheca Italica

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

mentre solo una piccola percentuale egrave rappresentatada esotiche (cuccuini 2002) Si ritiene che la colle-zione completa e nella sua veste originaria sia presen-te solo presso lrsquoerbario di padova (pad) elrsquoHerbarium Centrale Italicum (fi) (cuccuini2002) viceversa parti di essa o versioni diverse daquella originaria sono presenti presso numerosi erba-ri italiani ed anche presso istituzioni estere come iKew Royal Botanic Gardens (httpwwwkeworg)

RiSultati e diScuSSione

presso il Museo orto Botanico dellrsquouniversitagrave di Bariegrave presente la Xylotomotheca Italica non nella sua vesteoriginaria bensigrave in una versione realizzata per scopididattici Molto probabilmente essa fu acquisitacongiuntamente agli exsiccata della FIE dalla profssafrancini negli anni della sua permanenza pressolrsquoateneo barese (1940-1961) le sezioni sono monta-te con lrsquoetichetta tra due vetri rettangolari di 10x15cm oppure di 13x18 cm e sigillati con un nastro intela grigia (fig 1)Sia i preparati che le etichette sono del tutto uguali aquelli presenti nella versione originaria la collezione

egrave composta da 154 campioni corrispondenti a 135taxa specifici appartenenti a 93 generi la maggiorparte dei preparati proviene dalla provincia di firenzeed il curatore egrave tranne poche eccezioni adrianofiori i campioni sono a loro volta conservati in 16cofanetti di cartone rigido di colore grigio chiusimediante un nastro di cotone dello stesso colorepresso lrsquoerbario del laboratorio di Botanica agraria(fiaf) dellrsquouniversitagrave di firenze egrave conservata lamedesima versione realizzata a scopi didattici che egravecostituita da 178 campioni collocati in 18 cofanetti(cuccuini 2002)attualmente in relazione ad un rinnovato interesseverso le collezioni xilologiche dovuto ai piugrave recentiutilizzi in campo sperimentale (ManiatiS et al2011) didattico divulgativo ed alla consapevolezzache la Xylotomotheca Italica possiede tutte le caratte-ristiche di un bene culturale (d lgs n 422004 art11) sono state avviate alcune azioni tese al recuperoconservativo della collezione presente presso ilMuseo orto Botanico in primo luogo egrave stato valu-tato lo stato di conservazione dei singoli campioni alfine di evidenziare gli eventuali interventi da effet-tuare ersquo risultato che solo 3 campioni presentano ivetri rotti tuttavia le sezioni non sono danneggiateviceversa in quasi tutti i campioni il nastro che sigil-la i vetri egrave logoro e consunto pertanto egrave possibileaffermare che la collezione egrave complessivamente inun discreto stato conservativola collezione egrave stata inoltre informatizzata medianteapposito software (fileMaker pRo 12 clariscorporation) riportando nei vari campi le informa-zioni presenti sui cartellini Questo intervento hapermesso di fruire facilmente delle informazioni inessa contenute prossimamente si completeragrave il lavo-ro realizzando alcuni interventi di restauro sui cam-pioni ed effettuando lrsquoacquisizione in formato elet-tronico della loro immagine con uno scanner perdocumenti di pregio anche al fine di implementareun archivio elettronico consultabile via internet

letteRatuRa citatacuccuini p 2002 ndash La Xylotomotheca italica un caso

insolito di serie di exsiccata Catalogo e spigolature stori-che Museol Sci 19(1) 97-119

di paSQuale g allevato e 2007 ndash Collezioni di legnie carboni in Mazzoleni S pignatelli S (a cura di)I Musei delle Scienze Agrarie lrsquoevoluzione delleWunderkammern 79-81 ed universitagrave di napolifederico ii

fioRi a 1900 ndash Nuovo microtomo automatico a doppiarotazione Malpighia 14 411-424

fioRi a Beacuteguinot a paMpanini R 1905 ndash Schedae adFloram Italicam Exsiccatam n giorn Bot ital ns12(2) 143-144

lyncH aH gaSSon pe 2010 ndash Index XylariorumEdition 4 Royal Botanic gardens Kew published onthe internet

ManiatiS d Saint andReacute l teMMeRMan M MalHiy BeecKMan H 2011 ndash The potential of using xylar-ium wood samples for wood density calculations a com-parison of approaches for volume measurement forest 4150-159

uRBinati c giove M 2012 ndash Collezioni xilologiche in

410 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

fig 1un campione della Xylotomotheca Italica presente presso ilMuseo orto Botanico dellrsquouniversitagrave di Baria sample of the Xylotomotheca Italica at the Botanicalgarden Museum of Bari university

taffetani f (a cura di) Herbaria nardini editorefirenze

RiaSSunto - la Xylotomotheca Italica di adriano fiorirealizzata nei primi anni del novecento rappresenta unadelle collezioni storiche piugrave interessanti e peculiari nel suogenere Si tratta di sezioni sottili di numerose specie legno-se tra le piugrave rappresentative della flora italiana e di alcunespecie esotiche coltivate in italia lrsquoautore realizzograve la col-lezione col preciso obiettivo di arricchire la Flora ItalicaExsiccata (FIE) e pertanto di fornire un prezioso materialedi confronto per quanti svolgevano lavori botanici inoltreprogettograve il microtomo utilizzato per effettuare le sezioninella versione originaria della collezione costituita da 215

campioni le sezioni sono confezionate in pieghi di carton-cino a loro volta riposti in bustine corredate da unrsquoetichet-ta la Xylotomotheca Italica presente presso il Museo ortoBotanico dellrsquouniversitagrave di Bari fu acquisita probabil-mente insieme ai campioni della FIE presenti pressolrsquoHerbarium Horti Botanici Barensis (Bi) essa non si pre-senta nella sua veste originaria bensigrave in una versione realiz-zata per scopi didattici le sezioni con la relativa etichet-ta sono montate tra due vetri rettangolari sigillati da unnastro di tela grigia la collezione egrave composta da 154 cam-pioni comprendenti 135 taxa sub-generici appartenenti a93 generi Sono stati avviati alcuni interventi tesi al recu-pero della collezione che si presenta complessivamente inun discreto stato di conservazione

411

autoRi

Viviana Cavallaro (vivianacavallarounibait) Luigi Forte Dipartimento di Biologia e Museo Orto Botanico Universitagrave diBari ldquoAldo Morordquo Via E Orabona 4 70126 BariGiovanni Signorile Francesca Carruggio Francesca Mantino Museo Orto Botanico Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via EOrabona 4 70126 Bari

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

Malgrado siano trascorsi ben 40 anni il noto afori-sma di dobzhansky secondo cui ldquoniente in biologiaha senso se non alla luce dellrsquoevoluzionerdquo(doBzHanSKy 1973) non solo nulla ha perso dellasua straordinaria forza concettuale ma di fatto haoggi un significato ancor piugrave profondo in relazione aipiugrave recenti studi nel campo della biologia evolutivadello sviluppo (evo-devo) disciplina che estende ulte-riormente la visione unificante che negli anni lsquo30 elsquo40 del secolo scorso condusse alla sintesi evoluzioni-stica coniugando la genetica con le ldquoclassicherdquo scien-ze naturali (MuumllleR 2007)Svolgere adeguata divulgazione scientifica sulla teoriadellrsquoevoluzione appare perograve un compito estrema-mente difficile di evoluzione si parla nei contestipiugrave disparati ma non di rado i concetti basilari dellateoria darwiniana e delle sue successive elaborazionivengono travisati al punto da attribuire a darwinstesso affermazioni mai da lui pronunciate o scrittea cominciare dal famigerato rdquolrsquouomo discende dallascimmiardquo frase che manifesta la totale ignoranza dichi la pronuncia sulle tematiche in questione ersquoanche spiacevolmente frequente una volgarizzazioneerronea del concetto di evoluzione che viene inter-pretato come un ldquocammino verso la perfezionerdquo conlrsquointroduzione di elementi di teleologia del tuttoinappropriati allrsquoindirizzo httpevolutionberke-leyedu egrave disponibile un utile elenco di tipici erroriconcettuali sulla tematica dellrsquoevoluzione con relati-ve argomentazioni e note esplicative Se sono ben chiari i motivi della opportunitagrave e neces-sitagrave di insegnare i principi ed i meccanismi dellrsquoevo-luzione a tutti i livelli dellrsquoistruzione scolastica eduniversitaria non sono a tuttrsquooggi disponibili ade-

guati strumenti didattici neacute vi egrave stato se non episo-dicamente un confronto con i potenziali fruitoridegli interventi formativi per sperimentare le moda-litagrave piugrave efficaci con cui trasmettere i complessi edarticolati concetti della teoria dellrsquoevoluzione supe-rando le fin troppo diffuse inesattezze e gli erroriconcettuali precedentemente menzionatiil ruolo delle risorse museali per una efficace didatti-ca dellrsquoevoluzione egrave stato messo in rilievo da alcunistudi (Spiegel et al 2012) compiuti prevalentemen-te negli Stati uniti dove egrave piugrave avvertibile il problemadelle resistenze di tipo ideologicoreligioso in parti-colare nelle aree in cui sono particolarmente diffusi ilcreazionismo e lrsquoipotesi dellrsquoIntelligent Design che nerappresenta una versione ldquoaggiornatardquo dallrsquoesigenza di colmare questa grave lacuna nascepresso il Museo orto Botanico strutturadellrsquouniversitagrave degli Studi di Bari ldquoaldo Morordquo ilprogetto denominato e-Move (evoluzione delMondo vegetale) il progetto nasce dallrsquoidea che labiodiversitagrave vegetale vista in chiave diacronica possacostituire uno strumento molto efficace per la divul-gazione scientifica su questo tema cosigrave importante ilprogetto annuale che ha ricevuto un finanziamentodal MiuR nellrsquoambito della legge 62000 per la dif-fusione della cultura scientifica presenta alcuni ele-menti di novitagrave che verranno discussi in questo brevecontributo

aRticolazione del pRogettoil progetto si articola su 3 linee (a) allestimento nelMuseo orto Botanico di spazi espositivi sperimenta-li per elaborazione e validazione di strategie didatti-co-divulgative (B) Realizzazione di giochi interattivi

412 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

Risorse per insegnare lrsquoevoluzione dei vegetali il progetto e-Move

a gRano Mc de tullio

aBStRact - Resources for teaching plant evolution the E-MoVe project -the e-Move (evolution of the plant World)project tackles the problem of the scarcity of effective educational tools for teaching evolution in spite of the undoubtedimportance of the topic Within the Botanical garden Museum of the university of Bari methodologies for teaching evo-lution will be developed in collaboration with school teachers and other stakeholders novel teaching tools includinginteractive videogames will be made available to national and international institutions for testing and validation theproject funded by the italian Ministry of education also aims at providing training to school teachers and scientific muse-um operators

Key words plant evolution scientific museum teaching

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

(c) formazione di docenti ed operatori museali

(a) lo spazio espositivo consentiragrave di sperimentarestrategie di comunicazione e divulgazione valorizzan-do strutture attrezzature e competenze giagrave presenti esi articola in 3 parti (a phylowall b darwin e lepiante c iconografia botanica) con aula didatticaper la formazionea phyloWall la parete della filogenesi delle pianteil ldquogiardino verticalerdquo nasce a scopo decorativo-arti-stico su idea del botanico e designer p Blanc ilphyloWall avragrave una funzione scientifico-didatticaattraverso la disposizione degli organismi secondouno schema filogenetico si visualizzeragrave in manieraimmediata il concetto di evoluzione una legendacon datazione e localizzazione geografica dei repertifossili verragrave collocata accanto al phylowall per unaimmediata fruibilitagraveb darwin e le pianteverragrave allestita lrsquoipotetica ricostruzione dello studio didarwin con alcune delle immagini piugrave significativelegate allrsquoelaborazione del concetto di evoluzioneverragrave collocato uno schermo touch-screen per i giochiinterattivi c iconografia botanica localeverranno allestite teche per lrsquoesposizione di volumitra cui la flora del Regno di napoli di Micheletenore allo scopo di evidenziare il legame tra il pas-sato ed il futuro della ricerca botanica

(B) la realizzazione di materiale didattico innovativocostituisce un obiettivo fondamentale del progettoun comitato di redazione tecnico-scientifico in col-laborazione con uno studio professionale specializza-to nella comunicazione multimediale si occuperagrave diideare e realizzare materiale didattico che verragrave poidistribuito per la validazione nellrsquoambito di una retedi collaborazione nazionale ed internazionale

(c) la formazione si articoleragrave in (a) visite guidateper alunni (b) corsi per insegnanti e operatorimuseali con la collaborazione dellrsquoassociazionenazionale insegnanti di Scienze naturali (aniSn)si prevede la formazione di insegnanti sulle tematichedellrsquoevoluzione biologica utilizzando sia un approc-cio storico-didattico con lrsquouso dellrsquoerbario e dellabanca del germoplasma sia lo sviluppo di strumentiinterattivi informaticii moduli di formazione affronteranno temi che spa-ziano dallrsquoinquadramento storico della teoria dellrsquoe-voluzione allrsquouso delle moderne tecniche di sistema-tica molecolare sviluppando specifici percorsi didat-tici per i diversi livelli di approfondimento un ruolofondamentale verragrave attribuito allrsquouso delle risorsemuseali

pRoSpettive futuReil progetto ha elevate potenzialitagrave di fornire ricaduteper la diffusione della cultura scientifica sia a livellolocale sia come esperienza pilota da esportare in altrerealtagrave territoriali nazionali in particolare la collabo-razione con lrsquoaniSn consente lrsquoimplementazionedel progetto nelle ldquoscuole presidiordquo ed una piugrave ampiautilizzabilitagrave del materiale didattico sullrsquoevoluzionedelle piante che verragrave messo a disposizionela collaborazione con altre universitagrave orti Botanicie Musei della Scienza costituiragrave una rete aperta ad unbacino di utenza piugrave ampio e permetteragrave di esporta-re sul piano nazionale lrsquoesperienza maturata nellrsquoam-bito del progettole azioni connesse alla realizzazione di e-Move pro-muoveranno su scala nazionale la costituzione dinodi in una rete di comunicazione e diffusione dellacultura scientifica nel campo specifico dellrsquoevoluzio-ne delle piante con lrsquoobiettivo generale di elevare illivello di competenze degli studenti dei docentidegli operatori museali e del pubblico di non addet-ti ai lavori in ambito scientifico sostenendo la for-mazione continua la formazione di operatorimuseali guide naturalistiche ed altre figure profes-sionali per ampliare le conoscenze naturalistiche ter-ritoriali egrave un obiettivo di particolare rilevanza sia perla valorizzazione delle risorse umane sia per la tuteladei beni ambientali e dellrsquoingente patrimonio costi-tuito dalla biodiversitagrave vegetale nel nostro paese conlrsquoobiettivo di salvaguardare specie a rischio di estin-zione nella fattispecie piante che hanno rivestito unparticolare significato nel corso dellrsquoevoluzione

letteRatuRa citatadoBzHanSKy t 1973 ndash Nothing in biology makes sense

except in the light of evolution amer Biol teacher 35127-129

MuumllleR g 2007 ndash Evo-devo extending the evolutionarysynthesis nat Rev genet 8 943-949

Spiegel an evanS eM fRazieR B Hazel a taReM gRaM W diaMond J 2012 ndash Changing muse-um visitorrsquos concept of evolution evo edu outreach5 43-61

RiaSSunto ndash viene brevemente presentato il progettoe-Move (evoluzione del Mondo vegetale) attualmentein corso di realizzazione presso il Museo orto Botanicodellrsquouniversitagrave degli Studi di Bari ldquoaldo Morordquo il proget-to che ha ricevuto un finanziamento MiuR nellrsquoambitodella legge 62000 per la diffusione della cultura scientifi-ca si propone di allestire uno spazio espositivo che si poneanche come centro permanente per la ideazione realizza-zione e diffusione di efficaci strategie didattiche sui temidellrsquoevoluzione biologica attraverso la costituzione di unarete di validazione nazionale ed internazionale noncheacute larealizzazione di incontri di formazione per docenti discuole di ogni ordine e grado ed operatori museali

413Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

autoRi

Antonella Grano Museo Orto Botanico Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70126 BariMario C De Tullio (mariodetulliounibait) Dipartimento di Biologia Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70126Bari

il genere Arum l (Araceae) comprende in italia trespecie poliploidi A apulum (carano) p c Boyce Amaculatum l e A italicum Mill in questo genere itaxa poliploidi tendono ad occupare areali geograficimolto ampi rispetto alle specie diploidi (Bedalov1981) infatti A italicum egrave principalmente diffusodal caucaso attraverso la regione del Mediterraneofino alla costa atlantica (BonnieR 1931 MeuSel etal 1965 diHoRu 1970 Bedalov 1975) A macu-latum secondo MeuSel et al (1965) teRpograve (1973)e Bedalov (1981) egrave distribuito in europa centrale eoccidentale A maculatum e A italicum presentanotuberi rizomatosi al contrario del poliploide A apu-lum che ha il tubero a forma discoide (BedalovKupfeR 2005) in riferimento allrsquoorigine delle speciedel genere Arum Bedalov KupfeR (2005) suggeri-scono che la forma discoide del tubero sia da consi-derare ancestrale rispetto alla forma rizomatosaSuccessivamente questi dati sono stati confermati daindagini molecolari (eSpigravendola et al 2010) in precedenti lavori al fine di chiarire la tassonomiadel genere Arum sono stati riportati alcuni aspetticitologici e citotassonomici (goRi 1958 MaRcHi etal 1964 BeuRet 1971 1972 MaRcHi 1971Bedalov 1975 1981 Bedalov et al 1998) lamaggior parte delle specie di Arum egrave diploide connumero cromosomico 2n=28 mentre sono pochi itaxa poliploidi conosciuti A maculatum e A apulumsono tetraploidi con 2n=56 mentre A italicum egrave esa-ploide con 2n=84 le analisi cariologiche hannomostrato in dettaglio i cariotipi di quattro speciediploidi e due poliploidi i taxa analizzati inoltrehanno evidenziato un ldquocariotipo di baserdquo caratteriz-

zato dalla presenza di alcuni cromosomi marker(drsquoeMeRico et al 1993 Bianco et al 1994) il presente contributo fornisce pertanto informazio-ni sulla cariomorfometria delle suddette specie poli-ploidi

MateRiali e Metodile analisi cariologiche sono state effettuate su apiciradicali pretrattati con colchicina 03 per 2h equindi fissati per 5 min con 5111 (vv) (alcol eti-lico assoluto cloroformio acido acetico glaciale for-maldeide) successivamente sono stati idrolizzati per20 min con Hcl 55n e colorati con reattivo difeulgen la nomenclatura utilizzata per descrivere ilcariotipo segue levan et al (1964)per valutare il livello di simmetria del cariotipo sonostati utilizzati gli indici di asimmetria a1 (indiceintracromosomale) e a2 (indice intercromosomale)(RoMeRo zaRco 1986)

RiSultati e diScuSSioneArum maculatum e A italicum sono caratterizzati daun cariotipo asimmetrico comprendente numerosicromosomi submetacentrici con A italicum chemostra un indice intracromosomale (a1=043) piugraveelevato rispetto ad A maculatum (a1=039)dal punto di vista citologico egrave interessante notareche nelle specie esaminate sono state osservate coppiedi cromosomi caratterizzate dalla presenza di seg-menti telomerici debolmente colorati dal feulgenprecedentemente descritti come costrizioni seconda-rie (drsquoeMeRico et al 1993) dyeR (1963) e voSacolaSante (1995) descrivono simili segmenti

414 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

indagini cariomorfometriche in tre taxa poliploidi del genere Arum

a tuRco p Medagli a alBano S drsquoeMeRico

aBStRact - Karyomorphometry on three polyploid taxa of arum - Somatic chromosomes of three polyploid taxa of Arumhave been investigated A italicum showed 2n = 84 chromosomes and the karyotype is composed by numerous asymmet-ric chromosomes A maculatum and A apulum have shown 2n = 56 chromosomes the karyotype morphology of Aitalicum is similar to that of A maculatum but the most asymmetrical karyotype and the presence of numerous weaklyfeulgen-stained segments of the former suggest a more recent origin respect to latter differently A apulum has showed asymmetrical karyotype and few weakly feulgen-stained segments

Keywords allocyclic segments Arum karyotype asymmetry

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

denominati ldquoallocyclic segmentsrdquo in diversi gruppidi piante (Gasteria duval Iris l Aloe l) voSaBennett (1990) e Bennett gRiMSHaW (1991)inoltre suggeriscono lrsquoutilitagrave di questi segmenticome indicatori dellrsquoevoluzione del cariotipo e quin-di determinanti nellrsquoidentificazione dei cariotipidelle varie entitagrave al riguardo Arum italicum hamostrato il maggior numero di cromosomi conte-nenti i suddetti segmenti in comparazione a quelliosservati nei complementi di A maculatum A apu-lum e nei diploidi A orientale M Bieb subsp orien-tale e A cylindraceum gasp (drsquoeMeRico et al1993) differentemente A apulum egrave una specie tetraploidecon una distribuzione limitata al Sud italia (puglia)(caRano 1934 goRi 1958 Bianco et al 1994)Questrsquoultima specie mostra un cariotipo piugrave simme-trico (a1=032) considerato ancestrale rispetto allespecie con cariotipi asimmetrici (SteBBinS 1971)costituito da cromosomi prevalentemente metacen-trici e dalla presenza di pochi segmenti allociclicidrsquoaltra parte lrsquoisolamento geografico accompagnatoda variazioni ecologiche sembra supportare lrsquoattualestruttura del cariotipo di A apulum

letteRatuRa citata Bedalov M 1975 ndash Cytotaxonomical and phytogeograph-

ical investigation of the species arum italicum Mill inYugoslavia acta Bot croat 34 143-150

mdash 1981 ndash Cytotaxonomy of the genus arum (araceae) inthe Balkans and the Aegean area Bot Jahrb Syst 102183-200

Bedalov M favaRgeR c KupfeR p 1998 ndash Naturalhybrids and basic chromosome number in the genusarum acta Botanica yunnanica Suppl X 71-75

Bedalov M KupfeR p 2005 ndash Studies on the genusarum (araceae) Bull Soc neuchacirctel Sci nat 12843-70

Bennett St gRiMSHaW JM 1991 ndash Cytological stu-dies in cyclamen (primulaceae) pl Syst evol 176135-143

BeuRet e 1971 ndash Reacutepartition geacuteographique de quelquesarum des groupes maculatum L et italicum Mill BullSoc neuchacirctel Sci nat 94 29-36

mdash 1972 ndash Preacutesence drsquoun Arum diploide en Italie BullSoc neuchacirctel Sci nat 95 35-41

Bianco p drsquoeMeRico S Medagli p Bedalov M1994 ndash Indagini sistematiche su arum apulum(Carano) Bedalov (araceae) entitagrave endemica delle

Murge Pugliesi Webbia 49 (1) 43-49BonnieR g 1931 ndash Flore complegravete ilustregravee en couleurs de

France Suisse et Belgique 11 pariscaRano e 1934 ndash Un nuovo elemento della Flora meri-

dionale drsquoItalia ann Bot 20 579-585drsquoeMeRico S Bianco p Medagli p 1993 ndash

Chromosome numbers and karyotypes in arum(araceae) caryologia 46 161-170

diHoRu g 1970 ndash Morpho-taxonomische aspekte einigerArum-Arten Rev Roumaine Biol Seacuter Bot 15 71-85

dyeR af 1963 ndash Allocyclic segments of chromosomes andstructural heterozygosity that they reveal chromosoma13 545-576

eSpigravendola a BueRKi S Bedalov M KupfeR palvaRez n 2010 ndash New insights into the phylogeneticsand biogeography of arum (araceae) unravelling its evo-lutionary history Bot J linn Soc 163 14-32

goRi c 1958 ndash Il numero dei cromosomi dellrsquoarumnigrum Schott var apulum Carano caryologia 10(3) 454-456

levan a fRedga K SandBeRg aa 1964 ndashNomenclature for centromeric position on chromosomesHereditas 52 201-220

MaRcHi p 1971 ndash Numeri cromosomici per la flora italia-na 57-66 inform Bot ital 3 124-138

MaRcHi p capineRi R drsquoaMato g 1964 ndash Numericromosomici per la flora italiana 182-189 informBot ital 6 (3) 303-312

MeuSel H JaegeR e WeineRt e 1965 ndash Vergleichen-de Chorologie der zentra-europaumlischen flora 1 Jena

RoMeRo zaRco c 1986 ndash A new method for estimatingkaryotype asymmetry taxon 35 526-530

SteBBinS gl 1971 ndash Chromosomal Evolution in HigherPlants edward arnold ltd london

teRpOacute a 1973 ndash Kritische Revision der arum-Arten desKarpatenbeckens acta Bot acad Sci Hung 18216-255

voSa cg Bennett St 1990 ndash Chromosome studies inthe Southern African flora58-94 Chromosome evolutionin the genus gasteria Duval caryologia 43 235-247

voSa cg colaSante M 1995 ndash I segmenti allociclicinelle liliiflorae inform Bot ital 27 307-308

RiaSSunto gli autori riportano alcuni risultati cario-morfometrici ottenuti su tre specie poliploidi del genereArum Arum apulum (2n=56) A maculatum (2n=56) e Aitalicum (2n=84) in particolare la specie A italicum con2n=84 cromosomi ha mostrato un cariotipo con un eleva-to indice di asimmetria nel cariotipo di questa speciesono stati riscontrati numerosi ldquosegmenti allociclicirdquo incomparazione ad A maculatum e A apulum

415Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

autoRi

Alessio Turco Piero Medagli Antonella Albano Laboratorio di Botanica sistematica ed Ecologia vegetale DiSTeBAUniversitagrave del Salento Campus Ecotekne 73100 LecceSaverio DrsquoEmerico Dipartimento di Biologia Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70126 Bari

Cistus clusii dunal piccolo arbusto appartenente allafamiglia Cistaceae egrave una specie xerofila con distribu-zione mediterraneo-occidentale in italia storicamen-te presente in Sicilia (giaRdina 1988) e in puglianellrsquounica stazione di ldquoBosco isolardquo (lesina fg)(foRte et al 2002a) in questrsquoultima il contestovegetazionale egrave quello della gariga nanofanerofiticasu suolo sabbioso in associazione con Rosmarinusofficinalis l Erica multiflora l e Cistus sp pl(cHieSuRa loRenzoni et al 1976)a partire dallrsquoanno 2000 nellrsquoambito di progetti diricerca condotti dal Museo orto Botanicodellrsquouniversitagrave degli Studi di Bari sono stati indaga-ti alcuni aspetti della biologia ed ecologia di C clusii(MaccHia 2005) tali studi furono finalizzati allarealizzazione di azioni di conservazione in situ attra-verso il rafforzamento della popolazione residualepugliese giagrave allrsquoepoca gravemente esposta a pericolodi estinzione (conti et al 1997) a tale scopo furo-no infatti reintrodotti in aree ecologicamente idoneedi ldquoBosco isolardquo circa cento individui ottenuti pervia sessuale attraverso fecondazione incrociata con-trollata a partire dai pochi individui della popolazio-ne originaria (foRte et al 2002b) Successivi rilieviin campo hanno registrato la progressiva diminuzio-ne del numero di individui presenti in situ fino allaloro completa scomparsa soprattutto a causa deiripetuti incendi verificatisi tra il 2007 e il 2010(foRte et al 2009 2012) tuttavia la specie in

puglia era da ritenersi estinta solo in natura (EW) inquanto presso il Museo orto Botanico di Bari eranopresenti sia individui ottenuti da fecondazione incro-ciata e derivanti dalla popolazione spontanea origina-ria sia semi conservati presso la Banca delgermoplasma (Bg-MoBB)Questrsquoultima evenienza ha costituito la premessaindispensabile per la realizzazione di nuove azioni diconservazione di C clusii nel territorio di ldquoBoscoisolardquo tali azioni si sono concretizzate grazie ad unaconvenzione stipulata tra il Museo orto Botanico diBari e il centro Studi naturalistici onluS nellrsquoam-bito del progetto ldquointerventi per la protezione e con-servazione del patrimonio ambientalerdquo- fondi faS ndashpremialitagrave Regionale delibera cipe 202004in questo lavoro vengono presentate le attivitagrave svolteai fini della propagazione gamica di C clusii e quelleper la successiva reintroduzione degli individui pro-dotti

MateRiali e Metodi

il materiale di propagazione gamica utilizzato per leazioni di conservazione in situ egrave stato ottenuto daimpollinazione incrociata controllata eseguita su dueindividui conservati ex situ siglati come c1 e c2 peri quali era stata giagrave testata la compatibilitagrave allrsquoincro-cio (foRte et al 2012)nel mese di aprile 2010 495 fiori (437 dellrsquoindivi-duo c1 e 58 dellrsquoindividuo c2) privati degli stami

416 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

Reintroduzione di Cistus clusii a ldquoBosco isolardquo (lesina puglia)

l foRte S anifantiS f caRRuggio v cavallaRo f Mantino g MelcHioRRe

aBStRact - Reintroduction of cistus clusii to ldquoBosco Isolardquo (Lesina Apulia) - Cistus clusii dunal is very rare in italy whereits historical sites of occurrence are in Sicily and apulia (ldquoBosco isolardquo ndash lesina fg) after the extinction in the wild ofthe small apulian population the Botanical garden Museum of Bari university and the centro Studi naturalistici(onluS) made a special agreement in order to implement a reintroduction project into the site of lesina the reintro-duced plants 520 in all were obtained from the offspring of lesina C clusii spontaneous population which is conservedex situ at the Botanical garden Museum of Bari to increase the chances of a successful reintroduction the plants wereplaced in three different areas and in each of them the individuals were planted in microsites suitable for the eco-physi-ological characteristics of the lesina population already known from literature in fact only a thorough knowledge of thebio-ecological behaviour of the selected species may allow to establish self-maintaining populations in the wild and so torealize an effective conservation action

Key words apulia Cistus clusii dunal reintroduction

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

sono stati impollinati manualmente e coperti consacchetti di tessuto non tessuto (tnt) in maggioin concomitanza con lrsquoinizio dellrsquoingrossamentodegli ovari i cappucci sono stati rimossi e nel mesesuccessivo egrave stata effettuata la raccolta delle capsulemature nella primavera del 2011 i semi sono statisottoposti a pre-trattamenti di scarificazione mecca-nica manuale e di dry-heating (80 degc x 5 min) inquanto risultati i piugrave efficaci nel promuoverne la ger-minazione (foRte et al 2012) per ciascuno dei duepre-trattamenti sono stati utilizzati circa 1500 semiderivanti dallrsquoincrocio c1 x c2 e circa 400 semi pro-dotti dallrsquoincrocio c2 x c1 i semi pre-trattati sonostati posti direttamente in plateaux di polistiroloespanso riempiti con sabbia sterilizzata a granamedio-fine (50) e torba (50) dopo una primafase di accrescimento le plantule sono state trapian-tate in fitosacchi in film plastico contenenti terrenonon sterile (sabbia di fiume 40 terreno comune30 torba 30) durante tutte le fasi di crescita leplantule sono state irrigate e sottoposte a trattamen-ti fitosanitari e fertilizzanti miratiper lrsquointervento di reintroduzione oltre agli individuicosigrave ottenuti nel 2011 sono stati utilizzati ancheindividui derivanti da semi pre-germinati nellrsquoambi-to di prove sperimentali condotte tra il 2009 e il2010 su c1 e c2la scelta delle aree di reintroduzione egrave stata fattasulla base dei dati storici di presenza di C clusii alesina (cHieSuRa loRenzoni et al 1976 foRte etal 2002b) delle caratteristiche eco-fisiologiche dellapopolazione originaria (foRte et al 2005 foRtepaStoRe 2005) di quelle ecologiche dei siti di rein-troduzione e dellrsquoanalisi delle minacce

RiSultati e diScuSSione

gli individui oggetto dellrsquoazione di reintroduzioneavvenuta a fine gennaio 2013 sono stati distribuitiin tre aree principali (fig 1) Queste sono situate neltratto di cordone dunale immediatamente ad est diMarina di lesina insediamento sorto in localitagravepietramaura dove negli anni lsquo70 era ancora presen-te il piugrave esteso nucleo di individui di C clusii dellastazione di lesina (cHieSuRa loRenzoni et al1976) due delle aree di reintroduzione poste tra lelocalitagrave di acquarotta e pennacchio sono relativa-mente vicine tra loro e separate da una fascia occupa-ta da un rimboschimento a Pinus pinea l mentre laterza in localitagrave chiusa dista dalle altre circa 2 kmallrsquointerno di ciascuna area sono stati individuati piugravesiti di reintroduzione georiferiti mediante strumen-tazione gpS in ognuno dei quali egrave stato inserito unnumero di individui compreso tra 20 e 25la scelta di ripartire gli individui in tre aree di rein-troduzione differenti e allrsquointerno di queste in piugravesiti distinti egrave stata effettuata con lo scopo di ridurre ilrischio che un eventuale incendio possa interessarlecontemporaneamente compromettendo la sopravvi-venza dellrsquointera popolazione reintrodotta il numerocomplessivo di siti di intervento egrave risultato pari a 27inoltre per garantire buone probabilitagrave di successo

anche riproduttivo in ciascun sito sono stati reintro-dotti almeno 20 individui al fine di aumentare laprobabilitagrave di incrocio tra individui con alleli diincompatibilitagrave differenti indispensabile in una spe-cie allogama come C clusii (Rizzotto 1979)in ogni sito inoltre i singoli individui sono statipiantati in micro-siti individuati sulla base dellamicro-morfologia stazionale le tre aree di interven-to ricadono in un contesto vegetazionale caratterizza-to da un complesso e molto frammentato mosaicocostituito principalmente dalla gariga a R officinalisE multiflora e Cistus sp pl e dalla macchia a sclero-fille sempreverdi con presenza di Erica arborea lQuesto mosaico spesso egrave il diretto risultato delledifferenti condizioni ecologiche determinate dallamicro-morfologia stazionale (foRte et al 2002a) ealtre volte della dinamica della vegetazione in atto acausa degli incendi pertanto sono stati individuaticome idonei quei micro-siti rispondenti alle caratte-ristiche bio-ecologiche della popolazione da intro-durre (eliofilia relativa sensibilitagrave allo stress idricoecc foRte et al 2005) e comunque sempre suffi-cientemente distanti da nuclei di macchia in stato diavanzamento o da singoli cespugli in fase di resprou-tinglrsquoazione di conservazione in situ cosigrave condotta nonha richiesto pertanto ulteriori interventi quali dira-

417Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 1Mappa delle aree di reintroduzione (base cartograficaldquocarta della vegetazione reale del ldquoBosco isolardquo di lesina- foglio 1rdquo foRte 2001)Map of reintroduction areas (cartographic base ldquocartadella vegetazione reale del ldquoBosco isolardquo di lesina - foglio1rdquo foRte 2001)

damento della vegetazione preesistente rimozionedel secco ecccomplessivamente nella stazione di ldquoBosco isolardquosono stati reintrodotti 520 individui di C clusii pro-dotti mediante coltivazione ex situ 200 dei qualiderivanti da semina diretta di semi pre-trattati e 320ottenuti da impianto di semi pre-germinatiattualmente ulteriori 155 individui prodotti nel-lrsquoambito di questo progetto sono conservati presso ilMuseo orto Botanico dellrsquouniversitagrave di Bari inmodo da garantire sia la conservazione ex situ delpatrimonio genetico della popolazione di lesina e siala possibilitagrave di disporre di materiale di propagazioneper studi successivi

Ringraziamenti - gli autori ringraziano gli ldquospeciali colla-boratorirdquo che si sono prodigati durante il lavoro in campodi reintroduzione in situ in ordine alfabetico elenaBlotti nicola cillo Saverio drsquoamico Mario de tullioantonella grano Marcello Macchia Saverio Regina egianni Signorile

letteRatuRa citatacHieSuRa loRenzoni f cuRti l loRenzoni gg

MaRcHioRi S 1976 ndash cistus clusii Dunal Note dinomenclatura e di distribuzione con particolare riguardoalla stazione di Lesina (Foggia) giorn Bot ital 110259-267

conti f Manzi a pedRotti f 1997 ndash Liste rosse regio-nali delle piante drsquoItalia WWf Societagrave Botanicaitaliana universitagrave di camerino

foRte l anifantiS S Mantino f caRRuggio fcavallaRo v 2009 ndash Conservation of cistus clusiiDunal from ldquoBosco Isolardquo (Lesina - Apulia) current sta-tus and new experimental evidence in BaccHetta g(ed) Book of Abstracts Biodiversity Hotspots in theMediterranean Area 45th intern congr SiSv amp fip ndashcagliari 22-24 25-29 June 2009 280

foRte l cavallaRo v MaccHia f 2002b ndashConservazione in situ di cistus clusii Dunal (cistaceaeMagnoliophyta) nella duna di Lesina Quad Botamb appl 13 3-9

foRte l cavallaRo v pantaleo f drsquoaMico fSMaccHia f 2002a ndash The vascular Flora of the ldquoBoscoIsolardquo at Lesina (Foggia ndash Apulia) fl Medit 12 33-92

foRte l MelcHioRRe g anifantiS S caRRuggio fMantino f 2012 ndash Alcuni aspetti della biologia dellaconservazione di cistus clusii Dunal di ldquoBosco Isolardquo(Lesina Puglia) inform Bot ital 44(Suppl 2) 36-38

foRte l paStoRe d 2005 ndash Relazioni acqua-pianta inMaccHia f (ed) Biologia ed ecologia di cistus clusiiDunal 31-38 ed adda Bari

foRte l paStoRe d MaRvulli M Scatigna aMeMaccHia f 2005 ndash Analisi comparata tra eventi feno-logici e andamento dei parametri ambientali inMaccHia f (ed) Biologia ed ecologia di cistus clusiiDunal 5-13 ed adda Bari

giaRdina 1988 ndash Segnalazioni Floristiche Italiane 574-576 inform Bot ital 20(2-3) 678-679

MaccHia f (a cura di) 2005 ndash Biologia ed ecologia dicistus clusii Dunal ed adda Bari

Rizzotto M 1979 ndash Ricerche tassonomiche e corologichesulle cistaceae 1 Il genere cistus L in Italia Webbia33(2) 343-378

RiaSSunto ndash Cistus clusii dunal egrave una specie moltorara in italia storicamente presente in Sicilia e in puglianellrsquounica stazione di ldquoBosco isolardquo (lesina fg) in segui-to allrsquoestinzione della piccola popolazione residuale puglie-se il Museo orto Botanico dellrsquouniversitagrave di Bari e ilcentro Studi naturalistici onluS hanno stipulato unaapposita convenzione al fine di attuare unrsquoazione di rein-troduzione nel sito di lesina le piante reintrodotte insitu 520 in tutto sono state ottenute a partire da indivi-dui di C clusii progenie della popolazione spontanea ori-ginaria conservati ex situ presso il Museo orto Botanicoper aumentare le probabilitagrave di successo dellrsquointerventogli individui sono stati distribuiti in tre aree distinte eallrsquointerno di queste piantati in micro-siti rispondenti allecaratteristiche eco-fisiologiche della popolazione di C clu-sii di lesina giagrave note dalla letteratura infatti solo unaconoscenza approfondita del comportamento bio-ecologi-co delle entitagrave oggetto di interventi di conservazione insitu permette di programmare una concreta azione di tute-la attraverso lrsquoinsediamento di popolazioni in grado dipersistere nel tempo

418 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

autoRi

Luigi Forte (luigiforteunibait) Viviana Cavallaro Dipartimento di Biologia e Museo Orto Botanico Universitagrave di BarildquoAdo Morordquo Via E Orabona 4 70126 BariStamatia Anifantis Francesca Carruggio Francesca Mantino Giulia Melchiorre Museo Orto Botanico Universitagrave di BarildquoAldo Morordquo Via E Orabona 4 70126 Bari

Limoniastrum monopetalum (l) Boiss egrave presente inpuglia sulle rupi marittime di tricase porto (le)nellrsquoambito di una cenosi ascrivibile alla classeCrithmo-Limonietea Br-Bl 1947 in condizioni ana-loghe a quanto descritto per la Sicilia meridionale daBaRtolo et al (1982) Secondo la direttiva9243cee si tratta di un habitat di interesse comu-nitario denominato ldquoScogliere con vegetazione dellecoste mediterranee con Limonium spp endemicirdquo(aavv 2010) ersquo una specie a diffusione SW-Mediterranea in italia egrave presente in Sardegna inSicilia (conti et al 1992) nella laguna diorbetello (toMei guazzi 1993) a tricase porto(le) (accogli et al 1996) (fig1) in passato laspecie era stata segnalata ldquonei siti arenosi di tarantordquo(MaRinoSci 1870) caratterizzati da depressionicostiere con un ristagno idrico con substrato preva-lentemente costituito da argille e colonizzato da spe-cie ad elevata alofilia (tRotteR 1936) probabil-mente le antiche cenosi erano ascrivibili alla classeSarcocornetea-fruticosae Br-Bl amp tuumlxen ex a amp oBolograves 1950 tipica dei suoli inondati fangoso-argillo-si come riportato da Biondi et al (2004) per laSardegna

StatuS del popolaMento puglieSe ed eSpeRienzepRegReSSe

a tricase porto il popolamento si presenta formatoda due nuclei localizzati sulla sommitagrave di due costo-ni rocciosi distanti in linea drsquoaria circa 150 mentrambi i costoni sono occupati da abitazioni ad

uso civico ed i cespugli di limoniastro sono localizza-ti nelle loro adiacenze ma non allrsquointerno e questopotrebbe escludere unrsquointroduzione della specie perscopo ornamentale in totale si possono contarecirca 25 individui dei quali 18 si presentano comegrossi cespugli larghi 1ndash25 m alti 075ndash130 m lafioritura dura meno di un mese tra la fine di giugnoe lrsquoinizio di luglio le infiorescenze secche rimango-no sulla pianta sino a dicembre ma la maturazionedei frutti non egrave mai evidente e non egrave visibile la dei-

419infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

conservazione ex situ ed interventi di reintroduzione di Limoniastrum monopetalum in puglia

R accogli Mp BiancHi p Medagli S MaRcHioRi

aBStRact - ex situ conservation and reintroduction of limoniastrum monopetalum in Apulia region - in this paper arepresented the main actions taken by the Botanic garden of diSteBa for the protection of Limoniastrum monopetalum(l) Boiss species of high vulnerability included in the national Red list of plants of italy the specie is cultivated exsitu in the Botanic garden and it was decided to implement its reintroduction in the locality palude la vela (ta) in anarea once had been reported but no longer found propagation of L monopetalum was carried out by vegetative and gen-erative individuals obtained were reintroduced in two sites of the palude to different environmental conditions

Key words conservation moltiplication reintroduction

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 1areale di L monopetalum secondo gReuteR et al 1989 etutin et al 1981distribution area of L monopetalum according togReuteR et al 1989 and tutin et al 1981

scenza a contrastare lo sviluppo e la diffusione dinuove piante sono le estreme condizioni di povertagravedel substrato fortemente disturbato dalle attivitagraveantropiche che rimaneggiano continuamente le som-mitagrave dei costoni rocciosi (interventi di restauro edili-zio incendi e tagli indiscriminati) e la presenza diuna flora sinantropica dominata da agave pittospo-ro caprifico rovola vulnerabilitagrave della specie ha motivato la sua ripro-duzione ex situ nellrsquoorto Botanico dellrsquouniversitagravedel Salento e la messa a punto di protocolli di rein-troduzione infatti giagrave nel 2000 era stata testata lacapacitagrave di propagazione di L monopetalum sia pervia gamica che agamica senza forzature sui semi neacutedi ormoni radicanti per le talee la resa germinativaera risultata molto bassa del 2-5 mentre elevatesono state le percentuali di attecchimento delle talee(70-95) sia in primavera che agli inizi dellrsquoautun-no nel 2005 egrave stato effettuato un primo interventovolto al potenziamento del popolamento di L mono-petalum esistente a tricase porto lungo un breve trat-to costiero prospiciente il sito interessato da un inter-vento di riqualificazione attuato dallrsquoamministra-zione comunale lrsquointervento prevedeva la realizza-zione di un camminamento lungo la scogliera attra-verso i segni della storia locale ancora leggibili (trat-turi per la mena delle pecore vasche intagliate negliscogli per la concia delle pelli e per lrsquoestrazione diblocchi lapidei terrazzamenti per le colture agrarieprimaticce etc) la flora del tratto costiero annove-ra altre specie di interesse conservazionistico percheacuteincluse nella lista Rossa nazionale come Vincetoxi-cum hirundinaria Medik subsp adriaticum (Beck)Markgr o di valore fitogeografico come lrsquoendemicoLimonium japigicum (groves) pignatti Lavateraarborea l Scrophularia lucida l lrsquointervento direintroduzione era stato concordato con docenti edalunni delle Scuole Medie inferiori del comune ditricase che hanno partecipato dimostrando grandeinteresse e sensibilitagrave nellrsquoautunno 2005 egrave stataorganizzata una giornata durante la quale dopo unincontro tra autoritagrave politiche locali studiosi stu-denti e cittadini sono state messe a dimora 10 pian-te di L monopetalum (accogli et al 2006) pur-troppo lrsquointervento egrave stato inficiato da un incendioche nella primavera successiva ha distrutto buonaparte della flora spontanea ed i trapianti effettuati

MateRiali e Metodi

un secondo intervento di reintroduzione di L mono-petalum egrave stato programmato nel 2011 per il sitopalude la vela che ricade nellrsquoomonima Riservanaturale Regionale e prossima allrsquoantica salina di Sgiorgio jonico (ta) come prima fase si egrave procedu-to alla moltiplicazione della specie per ottenere indi-vidui giovani da mettere a dimora la moltiplicazio-ne ex situ egrave stata ripetuta sia per via vegetativa chegenerativa ponendosi nelle medesime condizionidegli anni precedenti ma con lrsquoaccorgimento didistinguere talee semierbacee da talee legnose ilmateriale propagativo egrave stato prelevato dagli indivi-

dui presenti a tricase porto da rami di 2 o piugrave annicon diametro del fusto maggiore di 10 mm sonostate realizzate talee lunghe 10-18 cm da rami di 1anno con diametro inferiore a 10 mm sono staterealizzate talee lunghe 7-12 cm il prelievo egrave statoeffettuato sia allrsquoinizio dellrsquoautunno (5 ottobre 2010)che alla fine della stagione invernale (5 marzo 2011) le talee sono state messe a radicare (senza aggiunta diormoni) in substrato costituito da un mixer di torbae perlite in rapporto 12 in vasi in pvc delle dimen-sioni 7x7x18 cm fatti stazionare poi in tunnel fred-do dopo 30 giorni veniva registrato lrsquoattecchimentodelle talee i risultati definitivi hanno evidenziato ilseguente andamento in autunno per quelle preleva-te da rami di 2 anni egrave stata registrata una percentua-le del 74 e per quelle prelevate da rami di 1 annodel 64 in primavera per le talee piugrave legnose egrave stataregistrata una percentuale di attecchimento pari al95 e per quelle meno legnose dellrsquo86 ancorauna volta i risultati dimostrano la facilitagrave di propaga-zione vegetativa della specie inoltre anche se i valo-ri differiscono di poco si deduce che il periodomigliore per il taleaggio di L monopetalum egrave a finestagione primaverile con rami vecchi di almeno 2anni (tab 1)

i racemi di L monopetalum dopo la fioritura persi-stono sulla pianta per lungo tempo (anche sino allrsquoin-verno) per cui sono stati effettuati periodici prelievidei frutti per lrsquoestrazione dei semi al fine di definire ilperiodo di piena maturazione un primo prelievo deifrutti egrave stato effettuato in ottobre i semi sono statiopportunamente isolati previa rottura della capsulaed una parte di essi egrave stata sottoposta a vernalizzazio-ne (4 degc per 24 h) per simulare unrsquoeventuale dor-mienza invernale la semina egrave stata effettuata in cap-sule petri sterili con carta da filtro come substratotenute in camera di crescita a 20 degc e fotoperiodo di10 h Sono state realizzate tre ripetizioni con 30 ele-menti per capsula lrsquoelaborazione dei dati registratievidenzia un andamento del potere germinativo di Lmonopetalum secondo quanto riportato dalla fig 2 il monitoraggio delle piastre ha evidenziato un pote-re germinativo dei semi molto basso (2-4) questodato egrave stato confermato dalla semina a spaglio effet-tuata in una seminiera con substrato composto datorba e agriperlite nel rapporto 12 da circa 200semi sono emerse solo 6 plantule

420 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

taBella 1Risultati della propagazione ex situResults of ex situ propagation

stagione talee di di radicazionepartenza 72 dopo 30 gg

Oslash 10 mm 64autunno Oslash 10-20 mm 74Oslash 10 mm 86primavera Oslash 10-20 mm 95

ReintRoduzione a palude la vela

i sopralluoghi effettuati a palude la vela per lrsquoindivi-duazione di siti idonei alla reintroduzione hannoindotto alla scelta di due piccole superfici simili percondizioni di substrato per copertura vegetale eparametri ambientali tali siti sono collocati su spon-de opposte dellrsquoacquitrino ed hanno unrsquoestensioneminima di 60 m2 per la messa a dimora sono stateselezionate piante vigorose e sane con unrsquoaltezzamedia di 489 plusmn526 cm e diametro di 1609plusmn304cm nel mese di novembre 2011 egrave stata effettuata laloro messa a dimoranel sito denominato ldquoardquo sono state trapiantate 15piante con un approssimativo sesto di impianto di 2x 4 m nel sito ldquoBrdquo sono state trapiantate 14 piantein ordine sparso in quanto lrsquoarea presentava nume-rose zone di erosione e continui dislivelli

concluSioni

nellrsquoarea palude la vela le condizioni ambientalisembrano piugrave confacenti allrsquoecologia di L monopeta-lum rispetto a tricase porto ed egrave positivo che tutte lepiante abbiano attecchito e siano giunte a fioriturama solo fra qualche anno si potragrave constatare la for-mazione di un eventuale popolamento con individui

fertili ed in grado di autopropagarsi e si avragrave confer-ma del successo della reintroduzione

letteRatuRa citataaavv 2010 ndash Manuale italiano interpretazione degli

habitat (Direttiva 9243 CEE) Ministero ambiente etutela territorio e Mare SBi

accogli R Medagli p MaRcHioRi S 1996 ndashlimoniastrum monopetalum (L) Boiss in Puglia(plumbaginaceae) giorn Bot ital 130 1 91degcongr SBi ancona 16-19 settembre 1996

mdash 2006 ndash Conservazione ex situ e reintroduzione dilimoniastrum monopetalum (L) Boiss sulla fasciacostiera di Tricase Porto (Lecce) inform Bot ital38(Suppl 1) 183-184

BaRtolo g BRullo S MaRcenograve c 1982 ndash La vegeta-zione costiera della Sicilia sud-orientale aQ71226cnR Roma

Biondi e BRugiapaglia e faRRiS e filigHeddu RSeccHi z 2004 ndash Halophilous vegetation of Olbia pondsystem (NE-Sardinia) fitos 41(1) Suppl 1 125-141

conti f Manzi a pedRotti f 1992 ndash Lista RossaNazionale delle Piante drsquoItalia WWf italia Roma

gReuteR W BuRdet HM long g 1989 ndashMedndashChecklist vol 4 320 pp

MaRinoSci M 1870 ndash Flora Salentina 1 22toMei pe guazzi e 1993 ndash Le zone umide della

Toscana Lista generale delle entitagrave generali atti MusStor nat grosseto 15 120-135

tRotteR a 1936 ndash Rilievi ecologici intorno alla flora edalla vegetazione della salina di SGiorgio presso Tarantoann R ist Sup agr portici III 5 120-135

tutin tg HeyWood vH BuRgeS na MooRedM valentine dH WalteRS SM WeBB da1981 ndash Flora Europaea vol 3 51

RiaSSunto - nel presente lavoro vengono esposte leprincipali azioni intraprese dallrsquoorto Botanico deldiSteBa per la salvaguardia di Limoniastrum monopeta-lum (l) Boiss specie ad alta vulnerabilitagrave inclusa nellalista Rossa nazionale delle piante drsquoitalia da anni la spe-cie viene coltivata ex situ nellrsquoorto Botanico e si egrave pensatodi attuare la sua reintroduzione in localitagrave palude la velain un ambito territoriale di antica segnalazione ma doveattualmente risulta scomparsa la propagazione di Lmonopetalum egrave stata effettuata per via vegetativa e genera-tiva e gli individui ottenuti sono stati reintrodotti in duesiti della palude a diverse condizioni ambientali

421Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 2valutazione del potere germinativoevaluation of the germinative power

autoRi

Rita Accogli (ritaaccogliunisalentoit) Maria Pia Bianchi Piero Medagli Silvano Marchiori Orto Botanico delDipartimento di Scienze e Tecnologie Biologiche ed Ambientali (DiSTeBA) Universitagrave del Salento Centro Ecotekne ViaProvinciale per Monteroni 73100 Lecce

in occasione della redazione della checklist dellepiante vascolari della puglia (a albano fBartolucci f conti p Medagli Rp Wagensommerin prep) egrave stato aggiornato lrsquoelenco delle specieminacciate in questa Regionele liste Rosse Regionali (conti et al 1997) ripor-tavano per la puglia 180 entitagrave da allora sono tras-corsi piugrave di 15 anni alcune di queste entitagrave eranoindicate in puglia per errore e altre sono considerateoggi sinonimi di entitagrave non minacciate mentrenumerose specie della lista Rossa nazionale sonostate rinvenute in puglia solo dopo il lavoro diconti et al (op cit) per questo motivo abbiamoritenuto utile aggiornare lrsquoelenco delle specie di listaRossa della Regione puglia e integrarlo con tutte leentitagrave endemiche pugliesi ed esclusive della Regione(presenti in italia solo in puglia)

RiSultati

il libro Rosso delle piante drsquoitalia (conti et al1992) riportava 458 specie e sottospecie di piantevascolari sottoposte a vari gradi di minaccia a livellonazionale di queste entitagrave 46 sono attualmentenote in puglia (tab 1) considerando anche le listeRosse Regionali (conti et al 1997) il numero ditaxa minacciati a livello nazionale e presenti in pugliasale a 89 entitagrave certamente presenti (di cui 1 dubita-tivamente alloctona) e 8 dubitativamente presentinella Regione mentre il numero di entitagrave indicatecome minacciate a livello Regionale egrave pari a 158 (dicui 1 dubitativamente alloctona) alle quali si aggiun-gono 4 entitagrave dubitativamente presenti nella Regio-ne per un totale di 188 entitagrave (tab 1)

le specie esclusive della puglia cioegrave quelle presentiin italia solo in questa Regione sono 54 di cui 2dubitativamente alloctone alle quali si aggiungono 6entitagrave la cui presenza egrave dubbia di queste 54 entitagrave35 sono endemiche pugliesi (tab 1)pertanto le specie di lista Rossa in puglia integratecon tutte le endemiche pugliesi e le esclusive dellaRegione sono 221 (tab 1) pari al 93 della floravascolare autoctona pugliese

diScuSSione

il libro Rosso e le liste Rosse delle piante drsquoitalia(conti et al 1992 1997) pur essendo stati seguitida altri lavori riguardanti le piante minacciate delnostro paese (pignatti et al 2001 ScoppolaSpaMpinato 2005) sono ancora oggi il riferimentoprincipale per le specie a rischio di estinzione initalia negli ultimi anni lrsquoimpulso alla realizzazionedi una nuova lista Rossa delle piante drsquoitalia secon-do i piugrave recenti criteri iucn (2001 2011) egrave statodato dalla rubrica pubblicata sullrsquoinformatoreBotanico italiano ldquoSchede per una lista Rossa dellaflora vascolare e crittogamica italianardquo e dal proget-to appena concluso e realizzato dalla SocietagraveBotanica italiana per conto del Ministero dellrsquoam-biente e della tutela del territorio e del Mare relati-vo alla valutazione nazionale della categoria di rischiodi estinzione per piugrave di 300 specie vegetali di interes-se conservazionistico e di ambientihabitat partico-larmente minacciati (RoSSi et al 2013) attualmen-te questi progetti hanno portato alla valutazione delgrado di minaccia di 40 specie vascolari presenti inpuglia Egrave auspicabile pertanto il contributo di tutti

422 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

piante vascolari minacciate e liste Rosse aggiornamento delle conoscenzein puglia

Rp WagenSoMMeR p Medagli ev peRRino

aBStRact - Threatened vascular plants and Red Lists an update of knowledge in Apulia -the Regional Red list of vas-cular plant species in apulia Region has been updated following recent knowledges of conservation distributional andtaxonomic interest

Key words apulia Red lists threatened species update

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

423Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

taBe

lla

1Piante vascolari endemiche esclusive e di Lista Rossa della Regione Puglia

Endemic exclusive and Red List vascular plants in Apulia Region

424 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO 45 (2) 393-432 2013(se

gue T

ab 1

)

425Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

(segue Tab 1)

426 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013(segue Tab 1)

427Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

(segue Tab 1)

i botanici pugliesi affincheacute sia possibile valutaresecondo i criteri piugrave recenti dellrsquoIUCN (op cit) unnumero molto maggiore di specieLrsquoelenco riportato in Tab 1 include tutte le specieendemiche pugliesi ed esclusive della Puglia Di que-ste entitagrave 33 non venivano indicate nelle Liste RosseRegionali (CONTI et al 1997) Esse sono state inclu-se in Tab 1 in via precauzionale ma in molti casi illoro effettivo grado di minaccia deve ancora esserevalutato Lrsquoelenco non include invece le categorie diminaccia indicate in ROSSI et al (2013) che sarannooggetto di un futuro contributo sulle specie di inte-resse conservazionistico in Puglia

CONCLUSIONILrsquoaggiornamento delle conoscenze floristiche inPuglia e le informazioni tassonomiche nomenclatu-rali e distributive pubblicate nel corso degli ultimianni hanno consentito un aggiornamento delle ListeRosse delle Piante vascolari della Regione Puglia maancora molto lavoro deve essere svolto per megliodefinire il numero di specie a rischio e il loro effetti-vo grado di minaccia secondo i piugrave recenti criteriinternazionali (IUCN op cit)

LETTERATURA CITATACONTI F MANZI A PEDROTTI F 1992 ndash Libro Rossodelle Piante drsquoItaliaMinistero Ambiente WWF Italia

Societagrave Botanica Italiana Romamdash 1997 ndash Liste Rosse Regionali delle Piante drsquoItaliaWWFItalia Societagrave Botanica Italiana CIAS Camerino

IUCN 2001 ndash IUCN Red List Categories and CriteriaVersion 31 IUCN Species Survival CommissionIUCN Gland (Switzerland) amp Cambridge (UK)II+30 pp

mdash 2011 ndash Guidelines for Using the IUCN Red ListCategories and Criteria Version 90 Prepared by theStandards and Petitions Subcommittee httpww-wiucnredlistorgdocumentsRedListGuidelinespdf

PIGNATTI S MENEGONI P GIACANELLI V (a cura di)2001 ndash Liste rosse e blu della flora italiana ANPARoma

ROSSI G MONTAGNANI C GARGANO D PERUZZI LABELI T RAVERA S COGONI A FENU G MAGRINIS GENNAI M FOGGI B WAGENSOMMER RPVENTURELLA G BLASI C RAIMONDO FMORSENIGO S (Eds) 2013 ndash Lista Rossa della FloraItaliana 1 Policy Species e altre specie minacciateComitato Italiano IUCN Ministero Ambiente eTutela Territorio e Mare Roma 54 pp

SCOPPOLA A SPAMPINATO G (Eds) 2005 ndash Atlante dellespecie a rischio di estinzione (CD-ROM) Allegato a ASCOPPOLA C BLASI (Eds) Stato delle conoscenze sullaflora vascolare drsquoItalia Palombi Ed Roma

RIASSUNTO ndash Egrave stata aggiornata la Lista RossaRegionale delle piante vascolari della Regione Pugliasecondo le piugrave recenti conoscenze in ambito conservazio-nistico distributivo e tassonomico

428 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO 45 (2) 393-432 2013

AUTORI

Robert Philipp Wagensommer (robwagensommeryahooit) Scuola di Scienze Ambientali Universitagrave di Camerino - CentroRicerche Floristiche dellrsquoAppennino (Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga) San Colombo 67021 Barisciano(LrsquoAquila)Piero Medagli (pietromedagliunileit) Laboratorio di Botanica Sistematica del DiSTeBA Universitagrave del Salento ViaProvinciale Lecce-Monteroni 73100 LecceEnrico Vito Perrino (enricoperrinoyahooit) Museo Orto Botanico Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via E Orabona 4 70124Bari

Verticillium dahliae Kleb egrave un fungo tracheomicoti-co responsabile della piugrave grave malattia dellrsquoolivo(Olea europaea l) soprattutto negli oliveti dei paesimediterranei Questo fungo oltre lrsquoolivo attacca piugravedi 300 specie di piante arboree ed erbacee la malat-tia determina generalmente il disseccamento di por-zioni della chioma (BeJaRano-alcaacutezaR et al 2001pegg BRady 2002 BuBici ciRulli 2011) isolatidi V dahliae in grado di infettare cotone e olivo pos-sono essere classificati in due patotipi defogliante enon-defogliante sulla base della loro abilitagrave o menodi indurre defogliazione nelle piante infette(MeRcado-Blanco et al 2001 2003) il presentelavoro propone studi preliminari su i) alcune rispo-ste fisiologiche in due cultivar di olivo caratterizzateda differenti livelli di suscettibilitagrave alla verticilliosi ii)alcuni determinanti di patogenicitagrave potenzialmentecoinvolti nellrsquoinduzione dei sintomi fogliari prodottida patotipi diversi di V dahliae

MateRiali e Metodi

Alterazioni fisiologiche piante di olivo delle cultivar lsquofrantoiorsquo (resistente) elsquoleccinorsquo (suscettibile) sono state inoculate con gliisolati vd312d (defogliante) e vd315nd (nondefogliante) seguendo il metodo descritto da ciRulli

et al (2008) piante non trattate e piante le cui radi-ci sono state immerse per 10 minuti in acqua sonostate utilizzate come tesi di controllo Sono stati valu-tati il contenuto di fenoli carotenoidi clorofillaperossido drsquoidrogeno ascorbato e lrsquoattivitagrave delleperossidasi generiche (pod) e dellrsquoascorbato perossi-dasi (apX) in foglie delle due cultivar raccolte dopo24 72 e 240 ore dal trapianto applicando i metodiproposti da cHandleR doddS (1983) licHten-tHaleR (1987) BRuno SpaRapano (2006) toM-MaSi et al (2006) paRadiSo et al (2008) tre mesidopo lrsquoinoculazione su ogni pianta egrave stata valutata lapresenza di malattia sulla chioma utilizzando la scaladi severitagrave dei sintomi proposta da colella et al(2008) lrsquoanalisi statistica dei dati egrave stata eseguitaattraverso lrsquoanalisi della varianza (anova) le mediesono state separate con il test della minima differen-za significativa (MdS) Produzione di metaboliti secondari fitotossici colture liquide statiche degli isolati vd312d evd315nd di V dahliae sono state allestite in tredifferenti soluzioni nutritive czapek modificato(vdM) patate destrosio Broth (pdB difco ) oacqua estratto di Malto (oxoid) al 2 (eM2) perciascun isolato e substrato sono state preparate 10bottiglie di Roux della capacitagrave di 1 l contenenti

429infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

Meccanismi di resistenza alla verticilliosi e caratterizzazione di varietagrave meridionali di olivo dati preliminari sulla fisiologia dellrsquointerazione olivoVerticillium dahliae

gl BRuno c faSciano Mp ippolito S SeRMani ad MaRSico c colella M aMenduni f toMMaSi

aBStRact - Mechanisms of resistance to olive Verticillium wilt and characterization of olive varieties from southern prelim-inary data on physiology of olive - verticillium dahliae interaction - inoculations experiment were performed with two strainsof Verticillium dahliae characterized as defoliating (vd312d) or not defoliating (vd315nd) pathotypes lsquofrantoiorsquo(resistant) and lsquoleccinorsquo (susceptible) olive plants the interaction plantpathogen was evaluated as total phenolscarotenoids chlorophylls hydrogen peroxide ascorbic acid generic peroxidases and ascorbate peroxidase activityinoculated plants showed the typical pathway associate to a stress the two pathotypes are also able to produce in vitrophytotoxins Some of these secondary metabolites should be involved on biochemical and physiological alterations asso-ciated to verticillium wilt symptoms on olive trees (leaves wilting and defoliation)

Keywords fenoli totali metaboliti secondari stato redox verticilliosi

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

150 ml di soluzione nutritiva ciascuna bottiglia egravestata inoculata con 5 ml di sospensione ottenutaomogeneizzando tre colonie (coltivate per due setti-mane in piastre petri su substrato di pda a 25 degc albuio) in 50 ml di acqua distillata sterile dopo 28giorni di coltura (25 degc al buio) il micelio egrave statorimosso mediante filtrazione su garza e centrifugazio-ne (5500 xg 20 min 4 degc) aliquote (3 ml) di cia-scun filtrato colturale (fc) integro o diluito (10100 e 1000 volte con acqua distillata) sono state uti-lizzate in saggi di tossicitagrave su rametti recisi dilsquoleccinorsquo e lsquofrantoiorsquo eseguiti in ambiente controlla-to (uR 50 t 25 degc luce 150 microe cm-2 sec-1)acqua distillata e substrato non inoculato sono statiutilizzati come controllo dal terzo giorno dopo lrsquoas-sorbimento delle soluzioni tossiche egrave stata osservatala manifestazione dei sintomi dopo 24 72 e 240 oredallrsquoassorbimento delle soluzioni saggiate le foglie diciascun rametto sono state caratterizzate in terminidi flusso traspiratorio utilizzando un porometro li-1600-licor negli stessi intervalli egrave stato valutato ilcontenuto in clorofilla e fenoli seguendo i metodiproposti in precedenza

RiSultati e diScuSSione

Alterazioni fisiologicheper entrambi i patotipi di V dahliae saggiati lrsquoindu-zione di uno stato di malessere nella pianta egrave confer-mata dalla riduzione nel contenuto di clorofillesoprattutto dopo 24 ore per la cultivar suscettibilelsquoleccinorsquo (fig 1) invece il contenuto di ascorbatoclorofille e carotenoidi ha subito un incrementosoprattutto nei campioni di foglie prelevate dopo 72e 240 ore dallrsquoinoculo con il patotipo defogliante leanalisi condotte sulle foglie di lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquohanno mostrato come la molecola segnale perossidodrsquoidrogeno risulta maggiormente presente nella cul-tivar frantoio dopo 72 ore dallrsquoinoculo con il patoti-po defogliante (fig 1) mentre lrsquoattivitagrave della apXsegna negli stessi tempi un decremento (fig 2) invece nella cultivar frantoio i sistemi antiossidan-ti non enzimatici hanno mostrato un calo rispetto aicontrolli nei livelli di ascorbato e di fenoli (fig 1) non si sono osservate variazioni nellrsquoattivitagrave dellacatalasi (fig 2) infatti come dimostrato in altrisistemi nei tessuti vegetali questo enzima svolge unruolo nel metabolismo del perossido di idrogenosecondario rispetto allrsquoapX che invece egrave lrsquoenzimachiave nel controllo della concentrazione in perossi-do di idrogeno (de gaRa et al 2003) lrsquoattivitagrave dellepod infine aumenta notevolmente nelle fasi tardi-ve dellrsquoinfezione nelle foglie di lsquofrantoiorsquo mentre inquelle di lsquoleccinorsquo un incremento egrave evidente 72 oredallrsquoinoculo (fig 2) i dati evidenziati nelle nostre condizioni sperimenta-li sono in linea con quanto riportato dalla letteraturariguardo alle interazioni pianta-patogeno e le risposteda stress abiotici (de gaRa et al 2003) infatti nellepiante resistenti si assiste a una modulazione deisistemi antiossidanti tale da causare un incremento diperossido di idrogeno a livello fogliare (de gaRa etal 2003) per contro nella varietagrave suscettibile lrsquoau-

mento dei livelli in antiossidanti non enzimatici nonegrave sufficiente a indurre resistenza la diversa rispostaai sistemi antiossidanti riscontrata nelle due varietagraveutilizzate in queste prove potrebbe essere consideratacome un marker biochimico per valutare lo stato diavanzamento dellrsquoinfezione e il suo destino primadella comparsa dei sintomi

Evoluzione dei sintomia conferma di quanto giagrave riscontrato da ciRulli etal (2008) lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo sono risultate rispet-tivamente resistenti e suscettibili ai due isolati di Vdahliae utilizzati nessun sintomo egrave stato registrato esulle piante utilizzate come controllo (piante nontrattate e piante le cui radici sono state immerse per

430 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

fig 1contenuto in fenoli carotenoidi clorofille e perossido diidrogeno in foglie di lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo dopo 24 72 e240 ore dallrsquoinoculo con vd312d () e vd315nd ()i controlli sono rappresentati da piante le cui radici sonostate immerse per 10 minuti in acqua (mdash) ciascun valo-re egrave la media di cinque piante phenols carotenoids chlorophylls and hydrogen peroxidecontent in leaves of lsquofrantoiorsquo and lsquoleccinorsquo after 24 72and 240 hours after inoculation with vd312d () andvd315nd () as controls plants were treated for 10minutes in water (mdash) each value is the mean of fiveplants

10 minuti in acqua) e sulle chiome di lsquofrantoiorsquo ino-culate con il patotipo non defogliante il patotipodefogliante ha causato su lsquofrantoiorsquo una modestadefogliazione le piante di lsquoleccinorsquo hanno espressosintomi gravi con entrambi i patotipi (generale avviz-zimento della chioma) aggravati nel caso del patoti-po defogliante da accentuata e rapida filloptosiMetaboliti secondari fitotossici gli isolati di V dahliae utilizzati in coltura liquida susubstrato vdM hanno permesso di ottenere fc chesaggiati su rametti recisi di lsquoleccinorsquo (suscettibile) elsquofrantoiorsquo (resistente) hanno riprodotto sintomi diavvizzimento e accartocciamento fogliare e defoglia-zione nessun sintomo egrave stato registrato sui ramettiche hanno assorbito acqua distillata e i substrati noninoculati lrsquoassorbimento dei 3 ml di soluzione daparte dei rametti ha richiesto 30-32 ore per acquavdM pdB e eM2 mentre i fc dei due isolati sonostati assorbiti in 17-24 ore i fc dei patotipivd312d o vd315nd di V dah-liae ottenuti su substrato vdM saggiati su entrambe

le cultivar di olivo hanno evidenziato sintomi da 7-9 giorni dopo lrsquoassorbimento i fc ottenuti su sub-strato vdM da entrambi i patotipi inducono ripiega-mento e successivo imbrunimento della laminafogliare sui rametti di lsquofrantoiorsquo Sui rametti dilsquoleccinorsquo sono stati registrati ingiallimenti della lami-na fogliare inizialmente intorno alle nervature edopo 3-5 giorni sullrsquointera superficie Sintomo fina-le dei fc di entrambi gli isolati di V dahliae dopo 28giorni di coltura su substrato di vdM egrave stata unagenerale defogliazione dei rametti Su lsquoleccinorsquo ladefogliazione egrave stata severa e si egrave avuta dopo 17 gior-ni sui rametti trattati con il fc dellrsquoisolato vd312dcf e dopo 21 giorni su lsquofrantoiorsquo i rametti trattaticon i fc di vd315nd sono stati registrati dopo 20giorni su lsquoleccinorsquo e dopo 25 giorni su lsquofrantoiorsquo isintomi sopra descritti sono stati osservati anche suirametti che hanno assorbito i fc dei due isolati dopodiluizione di 10 e 100 volte con acqua distillata i fc ottenuti dai due patotipi su substrato vdMsono stati confrontati sulle due cultivar per i loroeffetti sul flusso traspiratorio e sulle variazioni infenoli e clorofille presenti nelle foglie (fig 3)

431Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 2contenuto in ascorbato e attivitagrave delle perossidasi generi-che (pod) e dellrsquoascorbato perossidasi (apX) in foglie dilsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo dopo 24 72 e 240 ore dallrsquoinoculocon vd312d () e vd315nd () i controlli sono rap-presentati da piante le cui radici sono state immerse per10 minuti in acqua (mdash) ciascun valore egrave la media di cin-que piante ascorbic acid concentration and peroxidase (pod) andascorbate peroxidase (apX) activity in leaves of lsquofrantoiorsquoand lsquoleccinorsquo after 24 72 and 240 hours after inocula-tion with vd312d () and vd315nd () as controlsplants were treated for 10 minutes in water (mdash) eachvalue is the mean of five plants

fig 3effetti sulla traspirazione e sul contenuto in clorofille efenoli in foglie di lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo dopo 24 72 e 240ore dallrsquoassorbimento di 3 ml di filtrato colturale degli iso-lati vd312d () e vd315nd () su substrato vdM icontrolli hanno assorbito 3 ml di acqua (mdash) ciascunvalore egrave la media di cinque rametti recisi transpiration from abaxial leaf surfaces and chlorophyllsand phenols content in leaves of lsquofrantoiorsquo and lsquoleccinorsquoafter 24 72 and 240 hours after the absorbtion of 3 ml fvd312d () and vd315nd () culture filtrates onvdM as controls twigs adsorbed 3 ml of water (mdash) eachvalue is the mean of five twigs

le misure di traspirazione (fig 3) dimostrano unforte incremento nel flusso traspiratorio nei ramettirecisi che hanno assorbito i fc ottenuti dal patotipovd312d rispetto a quelli ottenuti dal vd315nd edalle tesi di controllo nessuna differenza egrave stata regi-strata nel contenuto in clorofilla Solo la concentra-zione in fenoli nelle foglie dei rametti recisi chehanno assorbito i fc ottenuti dai due isolati egrave risul-tata circa tre volte superiore rispetto ai rametti delletesi di controllo totali (fig 3)in definitiva appare chiaro che nellrsquointerazione Vdahliae e olivo entrino in gioco fattori chimici divirulenza del patogeno (fitotossine) che contribuisca-no alla patogenesi e alla manifestazione dei sintomied inducano nellrsquoospite condizioni di stress in que-sto stato la pianta ospite manifesteragrave in parte o intoto le alterazioni biochimiche e fisiologiche determi-natesi nei tessuti attraverso i sintomi

Ringraziamenti - gli autori ringraziano i collaboratoriluca Scarola valentino poliseno nicola contursi eaniello Rescigno (dipartimento di Scienze del Suolo dellapianta e degli alimenti universitagrave degli Studi di Barialdo Moro) per il valido supporto tecnico nella realizza-zione delle prove lavoro realizzato con il contributo dellafondazione cassa di Risparmio di puglia Bando 2010 ndashprogetto Meccanismi di resistenza alla verticilliosi e caratte-rizzazione di varietagrave meridionali di olivo

letteRatuRa citataBeJaRano-alcaacutezaR J peacuteRez-aRteacuteS e JiMeacutenez-dIacuteaz

RM 2001 ndash Spread of the defoliating pathotype ofverticillium dahliae to new cotton and olive growingareas in Southern Spain in Proceedings 8th Inter-national Verticillium Symposium coacuterdoba 2001 57

BRuno g SpaRapano l 2006 ndash Effects of three esca-asso-ciated fungi on vitis vinifera L II Characterization ofbiomolecules in xylem sap and leaves of healthy and dis-eased vines physiol Mol plant path 69 195-208

BuBici g ciRulli M 2011 ndash verticillium wilt inScHena l agoSteo ge cacciola So (eds)Olive diseases and disorders 191-222 transwordResearch network Kerala india

cHandleR Sf doddS JH 1983 ndash The effect of phos-phate nitrogen and sucrose on the production of pheno-lics and solasodine in callus cultures of Solanum lacinia-tum plant cell Rep 2 205

ciRulli M colella c drsquoaMico M aMenduni MBuBici g 2008 ndash Comparison of screening methods for

the evaluation of olive resistance to verticillium dahliaeKleb J plant path 90(1) 7-14

colella c Miacola c aMenduni M drsquoaMico MBuBici g ciRulli M 2008 ndash Sources of Verticilliumwilt resistance in wild olive germplasm from theMediterranean region plant path 57 533-539

de gaRa l de pinto Mc toMMaSi f 2003 ndash Theantioxidant systems vis-agrave-vis reactive oxygen species dur-ing plantndashpathogen interaction plant physiolBiochem 41 863-870

licHtentHaleR HK 1987 ndash Chlorophylls andearotenoids pigments of photosynthetic bio-membranesMethods enzymol 148 351-383

MeRcado-Blanco J collado-RoMeRo M paRRilla-aRauJo S RodRIacuteguez-JuRado d JiMeacutenez-dIacuteazRM 2003 ndash Quantitative monitoring of colonizationof olive genotypes by verticillium dahliae pathotypes withreal-time polymerase chain reaction physiol Mol plantpath 63 91-105

MeRcado-Blanco J RodRIacuteguez-JuRado d peacuteRez-aRteacuteS e JiMenez-dIacuteaz RM 2001 ndash Detection of thenondefoliating pathotype of verticillium dahliae ininfected olive plants by nested PCR plant path 50609-619

paRadiSo a BeRaRdino R de pinto Mc Sanitagrave ditoppi l StoRelli MM toMMaSi f de gaRa l2008 ndash Increase in ascorbatendashglutathione metabolism aslocal and precocious systemic responses induced by cadmi-um in durum wheat plants plant cell physiol 49362-374

pegg gf BRady Bl 2002 ndash Verticillium Wilts caBipublishing Wallingford

toMMaSi f paciolla c de pinto Mc de gaRa l2006 ndash Effects of storage temperature on viability germi-nation and antioxidant metabolism in ginkgo biloba Lseeds plant physiol Biochem 44 359-368

RiaSSunto ndash due ceppi di Verticillium dahliae caratte-rizzati come patotipo defogliante (vd312d) o non defo-gliante (vd315nd) e piante di olivo delle cultivarlsquofrantoiorsquo (resistente) e lsquoleccinorsquo (suscettibile) sono statiutilizzati in prove di inoculazione artificiale focalizzate allostudio fisiologico delle interazioni pianta patogeno ladiversa risposta riscontrata nelle due varietagrave in termini difenoli carotenoidi clorofilla perossido di idrogeno ascor-bato perossidasi generiche e ascorbato perossidasi indicauno stato di stress fitotossine prodotte in vitro dai duepatotipi sembrano essere coinvolte nelle alterazioni biochi-miche e fisiologiche alla base delle tipiche sintomatologiedella verticilliosi su olivo (avvizzimento generale dellachioma e defogliazione)

432 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

autoRi

Giovanni Luigi Bruno (giovanniluigibrunounibait) Samer Sermani Antonio Domenico Marsico Mario AmenduniDipartimento di Scienze del Suolo della Pianta e degli Alimenti (DiSSPA) Sezione di Patologia vegetale Universitagrave di BarildquoAldo Morordquo Via G Amendola 165A 70126 BariCristina Fasciano Maria Paola Ippolito Franca Tommasi (francatommasiunibait) Dipartimento di Biologia Universitagrave diBari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70125 BariCecilia Colella Dipartimento di Chimica Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70125 Bari

Page 13: Società Botanica italiana onluS 45 (2) 2013/391... · 2018-05-08 · prodotto preso in esame e sia dal metodo utilizzato (peRez-JiMénez et al., 2008; MülleR et al., 2010). un’attenzione

59 a secondo del metodo di cottura (deKKeR et al2000 valleJio et al 2002) per quanto riguarda ilmugnolo inoltre i glS indolici sono quelli cherisentono maggiormente della cottura subendo unariduzione di circa il 615 in particolare la gluco-brassicina si riduce dellrsquo827 nonostante la cottu-ra nelle infiorescenze gli indolici continuano ad esse-re i glS predominanti (296 μmolg) seguiti daglialifatici (212 μmolg) e dagli aromatici (059μmolg) Se si considera il profilo metabolico delle infiorescen-ze dopo la cottura si puograve osservare che la glucorafa-nina rappresenta il 75 del contenuto totale deiglS alifatici mentre la glucobrassicina rappresenta il66 del totale degli indolici (aRgentieRi et al2011) Questi dati sono di notevole interesse se sipensa allrsquoimportanza che hanno i rispettivi prodottidi idrolisi infatti il sulforafano (prodotto di idrolisidella glucorafanina) provoca lrsquoinduzione degli enzimidi detossificazione della fase 2 del processo di carci-nogenesi mentre lrsquoindolo-3-carbinolo egrave un indutto-re degli enzimi di fase 1 e 2 (tab 1)

lrsquoaltra specie della tradizione mediterranea oggetto distudio egrave stata Capparis spinosa subsp rupestrisessendoci una relazione botanica con la famigliadelle Brassicaceae anche in questo caso sono stati stu-diati i glS lrsquoanalisi Hplc-dad ha messo in evi-denza che i semi e le foglie sono caratterizzati da unsolo glS identificato come glucocapparina moltopiugrave abbondante nei semi rispetto alle foglie lo studio della subsp rupestris egrave stato completatoanche con le analisi dellrsquoestratto metanolico dellefoglie il quale egrave risultato essere caratterizzato dallapresenza di due flavonoidi la rutina ed il kaempfe-roloEgrave stato analizzato anche lrsquoolio estratto dai semi chesi egrave mostrato essere ricco dellrsquoacido grasso raro cis-vaccenico oltre al piugrave comune acido oleico ed altriacidi grassi quali lrsquoacido laurico miristico palmiti-co stearico e linoleico (aRgentieRi et al 2012)(tab 2)

concluSioni

i risultati ottenuti consentono di dire che sia ilmugnolo che C spinosa subsp rupestris sono unaricca fonte di composti attivi di interesse salutisticocome appunto gli acidi grassi essenziali o la rutinache ha una rilevante e comprovata attivitagrave antiossi-dante numerosi sono anche i prodotti a valenzasalutistica a base di sulforafano ed altri glS ad atti-vitagrave preventiva anticarcinogenica

letteRatuRa citataaRgentieRi Mp accogli R fanizzi fp avato p

2011 ndash Glucosinolates profile of ldquomugnolordquo a variety ofBrassica oleracea L native to Southern Italy (Salento)planta Med 77(3) 287-292

aRgentieRi Mp MaccHia f papadia p fanizzi fpavato p 2012 ndash Bioactive compounds from capparisspinosa subsp rupestris ind crop prod 36 65-69

caRtea Me velaSco p 2008 ndash Glucosinolates inBrassica foods bioavailability in food and significancefor human health phytochem Rev 7 213-229

deKKeR M veRKeRK R Jongen Mf 2000 ndash Predictivemodelling of health aspects in the food production chaina case study on glucosinolates in cabbage trends foodSci technol 11 174-181

faHey JW zalcMann at talalay p 2001 ndash Thechemical diversity and distribution of glucosinolates andisothicyanates among plants phytochemistry 56 5-51

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iSo MetHod 1992 ndash Rapeseed-determination of glucosi-nolates content Part 1 Method using high performanceliquid chromatography Reference number iSo 9167-1

JeffeRy eH aRaya M 2009 ndash Physiological effects ofbroccoli consumption phytochem Rev 8 283-298

valleJio f toMagraveS-BaRBeRagraven fa gaRcigravea-vigueRa c2002 ndash Glucosinolates and vitamin C content in edibleparts of broccoli florets after domestic cooking eur foodRes technol 215 310-316

RiaSSunto ndash piante dellrsquoordine delle Capparales (oBrassicales) sono ampiamente diffuse nelle regioniMediterranee dove sono abbondantemente consumatecotte o nelle insalate (cavolfiori broccoli ravanelli ruco-la cavoletti di Brussell) o come condimento (mostardecapperi) esse sono una fonte molto ricca di sostanze

404 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

taBella 1GLS nelle infiorescenze crude e cotte del mugnoloGLS in raw and cooked inflorescences of mugnolo

glS crude cotte(μmolg) (μmolg)

glucorafanina 179 159glucoerucina 003 004alifatici glucoiberina 077 046Sinigrina 004 003glucobarberina 056 007aromatici gluconasturtina 027 003glucobrassicina 351 195neoglucobrassicina 313 054indolici Metossiglucobrassicina 007 005idrossiglucobrassicina 097 042

tot 1114 567

taBella 2Composizione in acidi grassi dellrsquoolio di semi di capperoComposition in fatty acids of the seeds oil of caper

ac grassi

laurico 036Miristico 068palmitico 1446palmitoleico 423Stearico 931oleico 2611Cis-vaccenico 1228linoleico 2802linolenico 084Resa 9629

bioattive come flavonoidi vitamine minerali e glucosino-lati i quali sono responsabili del caratteristico odore esapore pungente i glucosinolati sono i metaboliti piugrave stu-diati delle Brassicaceae per le proprietagrave anticarcinogenichemanifestate soprattutto dagli isotiocianati ovvero i loroprodotti di idrolisi in questo lavoro ci siamo occupatidello studio fitochimico del mugnolo una varietagrave diBrassica oleracea coltivata solo per uso domestico lrsquoaltraspecie oggetto di studio egrave stata la Capparis spinosa subsprupestris (cappero) molto diffusa nel bacino delMediterraneo entrambe queste specie mai state studiateprima dal punto di vista fitochimico sono state oggettodel nostro lavoro al fine di individuare composti bioattivi

caratterizzanti le specie in particolare egrave stato osservato chele infiorescenze del ldquomugnolordquosono caratterizzate da glSalifatici aromatici ed indolici Questi ultimi risultanoessere i piugrave abbondanti (768 μmolg) seguiti dagli alifati-ci (263 μmolg) e dagli aromatici (083 μmolg) in que-sto lavoro egrave stata determinata anche la composizione chi-mica dei semi e delle parti aeree della C spinosa subsprupestris ed egrave stato osservato che i semi cosigrave come le partiaeree sono caratterizzati da un solo glS la glucocappari-na inoltre lrsquoolio estratto dai semi egrave ricco di acidi grassiinsaturi rari come il cis-vaccenico nelle parti aeree la ruti-na rappresenta il flavonoide predominante

405Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

autoRi

Maria Pia Argentieri Pinarosa Avato Dipartimento di Farmacia-Scienze del Farmaco Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo ViaOrabona 4 70125 Bari

con il termine ldquoterre rarerdquo o lantanidi si indicano glielementi chimici compresi nella tavola periodica frail lantanio ed il lutezio inclusi lrsquoittrio e lo Scandioi quali manifestano comuni proprietagrave chimiche con-nesse ad una simile configurazione elettronica ester-na negli ultimi anni i lantanidi sono stati larga-mente impiegati in campo industriale agricolo ezootecnico in cina a partire dagli anni lsquo80 vengo-no usati in agricoltura fertilizzanti costituiti damiscele di vari elementi ma soprattutto lantanio(la) e cerio (ce) lrsquouso intensivo e su larga scala ditali composti suscita crescenti preoccupazioni per lapossibile contaminazione di suoli ecosistemi acqua-tici e derrate alimentari dal momento che gli effettidi tali elementi sulla salute non sono ben chiari lamaggior parte dei dati presenti in letteratura riguar-da la somministrazione di miscele di terre rare e dicomposti contenenti la a varie specie di vegetali inalcune piante sono stati osservati effetti positivi tra iquali la promozione della germinazione dei semi losviluppo di radici e germogli la resistenza contro glistress (ippolito et al 2007 liu et al 2012) la fio-ritura la produttivitagrave in campo (Hu et al 2004)altri studi al contrario evidenziano effetti nulli oaddirittura inibitori di tali sostanze su colture di inte-resse agrario (naRdi et al 2005 drsquoaQuino et al2009) una sintesi dei dati disponibili sugli effetti dila ce e miscele di terre rare in vari sistemi animalie vegetali egrave stata recentemente pubblicata (pagano etal 2012) i dati riportati riguardano crescita svilup-po e indicazioni di tossicitagrave in alcuni sistemi animalie vegetali numerosi dati anche contrastanti riguar-

dano gli effetti del ce sia come pro-ossidante checome antiossidante dalla letteratura emerge lrsquoesi-genza di studi che determinino gli effetti dei singolilantanidi sugli organismi animali e vegetali per valu-tarne la potenziale tossicitagrave Scopo di questo lavoro egrave stato lo studio della sommi-nistrazione di ce trivalente (ce3+) ad una speciemodello Lemna minor L pianta acquatica giagrave utiliz-zata per studi su lantanio e miscele di terre rare(ippolito et al 2010) al fine di avere informazionicirca le soglie di tolleranzatossicitagrave di L minor versoil ce3+ tale specie oltre che per il fitorimedio egraveanche utilizzata secondo la iSo 20079 (2004) neitest di biotossicitagrave per lrsquoecosistema acquatico peralcune sue caratteristiche quali elevata velocitagrave di cre-scita propagazione vegetativa e ridotte dimensioniche la rendono adatta a studi eco- tossicologici

MateRiali e Metodi

piante di L minor sono state coltivate in una soluzio-ne di mantenimento (Knop 1865) a pH 44 per 15giorni in camera di crescita alla temperatura di 24 plusmn2 degc con illuminazione a fluorescenza bianca conuna intensitagrave luminosa di 90 μe m-2 s-1 e fotoperio-do lucebuio di 1410 h in ogni cella di una piastraa pozzetti multipli sono state poste 10 fronde di Lminor in un volume di 2 ml di mezzo di crescita(testimone) a cui sono stati aggiunti nei trattatinitrato di cerio esaidrato (cen3o9 6H2o) in con-centrazioni finali di 25 - 5 - 10 - 20 μM e 1 mMoppure nitrato di calcio ca(no3)2 alla concentrazio-

406 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

note preliminari sullrsquoeffetto della somministrazione di cerio in Lemna minor

Ma zicaRi a paRadiSo f toMMaSi

aBStRact - Preliminary note on effect of Cerium administration in Lemna minor - This study aimed at investigat-ing the effects of Ce3+ on the growth of duckweed (Lemna minor L) plants as a test system (iSo 20079) L minorplants were treated with 00025 0005 0010 0020 1 mM ce(no3)3 or ca(no3)2 1 mM over a 15 day period theinfluence of Ce3+ was evaluated according to the iSo 20079 test protocol on the basis of growth parameters as relativegrowth rate (RgR) expressed as frond number and relative frond number (Rfn) compared with the control concentra-tions of ce3+ lower than 1 mM did not affect significantly the growth parameters On the contrary 1 mM ce(no3)3negatively affected the growth from 7 days to 15 days whereas 1 mM ca(no3)2 stimulated duckweed leaf growth datahere reported showed toxic effect of Ce3+ at millimolar concentrations and suggested that L minor could be a speciesuseful for Ce3+ presence biomonitoring in aquatic environment

Key words antiossidanti risposte di crescita terre rare test di tossicitagrave

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

ne finale di 1 mM per il testimone e per ogni tratta-mento sono stati allestiti 4 pozzetti le analisi sonostate eseguite in cinque repliche le piastre sono statecollocate in camera termostatata e sono stati analiz-zati i seguenti parametri di crescita tasso di crescitarelativo (RgR) numero di fronde relativo (Rfn)crescita di fronde in percentuale (fn) le misurazio-ni sono state fatte ad intervalli di 24 ore nelle provepreliminari e in seguito si egrave stabilito di effettuare leanalisi ogni 3 5 7 12 15 giorni utilizzando unostereoscopio per poter contare tutte le fronde visibi-li Seguendo la iSo 20079 RgR egrave stato calcolatocontando il numero di fronde per ogni concentrazio-ne e applicando la seguente formula (lnnn-lnn0)tndove n0 egrave il numero iniziale di fronde nn egrave il nume-ro finale di fronde tn egrave il tempo di durata dellrsquoespe-rimento Rfn egrave stato calcolato usando la formulann-n0 n0 fn egrave stato calcolato come variazionepercentuale del numero delle foglie rispetto al nume-ro delle stesse allrsquoinizio dellrsquoesperimento valore con-siderato pari al 100 ersquo stato periodicamente osser-vato lrsquoaspetto delle fronde al fine di analizzare even-tuali segni di clorosi e necrosi utilizzando un micro-scopio ottico

RiSultati e diScuSSione

nei saggi eco-tossicologici RgR egrave considerato il piugraveattendibile tra i parametri di crescita in quantoessendo basato sul conteggio delle fronde egrave indipen-dente dalle dimensioni delle fronde stesse e dalla bio-massa (Radic et al 2010) e in condizioni di tossici-tagrave piccole gemme possono protrudere ed essere con-tate come singole fronde (MoHan HoSetti 1999nauMann et al 2007) RgR egrave inoltre considerato ilparametro piugrave sensibile per valutare la tossicitagrave croni-ca (MacKenzie et al 2003) i dati ottenuti dimostra-no che in presenza di basse concentrazioni di ce3+

(25-20 μM) si verifica una crescita maggiore rispettoal testimone di 12-15 giorni anche se le variazioni diRgR Rfn (dati non mostrati) e fn (fig 1) nonsono risultate statisticamente significative

Quindi i trattamenti a concentrazioni micromolaridi ce non interferiscono con la normale crescita dellapianta che inoltre non presenta alterazioni morfolo-giche evidenti per verificare la soglia di tossicitagrave del ce le piante diL minor sono state coltivate per 15 giorni in soluzio-ne nutritiva arricchita di nitrato di cerio esaidrato aconcentrazione finale 1 mM per escludere i possibi-li effetti del nitrato alcuni campioni sono stati colti-vati con nitrato di calcio alla stessa concentrazionefinale di 1 mM in sostituzione del nitrato di ceriodopo 7 giorni di trattamento con ce3+ si osserva unasignificativa diminuzione dei parametri di crescitaanalizzati rispetto al testimone RgR in particolarediminuisce del 60 e dellrsquo 80 rispettivamentedopo 7 e 15 giorni (fig 2 a)un andamento simile si ha per fn dalla cui analisisi osserva lrsquoinibizione di crescita delle foglie del 19al settimo giorno e del 50 al quindicesimo giornorispetto al testimone (fig 2 B) inoltre le foglie cre-sciute a concentrazione di ce3+ 1 mM appaiono bru-

407Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 1crescita di fronde in percentuale (fn) di L minor incen3o9 da 25 μM a 20 μM in 15 giornifn in L minor on cen3o9 from 25 μM to 20 μM for15 days

fig 2a) RgR B) fn in Lemna minor l esposta per 15 giornia trattamenti 1 mM di ce3+e ca2+ p lt 005 secondo il t-studenta) Relative growth rate based on frond number B)growth of leaves in Lemna minor l exposed for 15 daysto treatments 1 mM ce3+ and ca2+ p lt 005 for significant differences between treatmentsand control according to t-student

nastre con aree necrotiche e clorotiche un analogoandamento si osserva per Rfn (dato non mostrato)pertanto il ce3+ 1 mM influenza negativamente lacrescita e mostra effetti tossici al contrario le frondedi L minor fatte crescere in presenza di ca(no3)2alla concentrazione finale di 1 mM mostrano unaumento della crescita rispetto al testimone pertutti i tempi di analisi ma con una differenza signi-ficativa a partire dal settimo giorno (fig 2 a 2 B) iltrattamento con nitrato di ce quindi a differenza diquello con nitrato di calcio mostra un effetto nega-tivo sulla crescita di piante di lenticchia drsquoacqualrsquoinibizione della crescita puograve essere dovuta allrsquoaccu-mulo di ce3+ analogamente a quanto descritto per imetalli che a concentrazioni tossiche inibisconolrsquoallungamento e lrsquoespansione cellulare (poScHen-RiedeR BaRcelograve 2004 SRivaStava et al 2006)oppure allrsquointerferenza con lrsquoassunzione di altri ele-menti nutritivi infatti egrave stato riportato che in pian-tine di riso il ce3+ interferisce con lrsquoaccumulo diferro potassio magnesio calcio sodio e di altri ele-menti minerali nutritivi (liu et al 2012) ulterioristudi sono necessari per valutare se e in quali tessutiil ce3+ venga accumulato e lrsquoeffetto dello stesso sualtri parametri quali i sistemi antiossidanti i livelli dispecie reattive dellrsquoossigeno ed il danno ossidativo inconclusione L minor si mostra tollerante allrsquoesposi-zione a concentrazioni micromolari di ce3+ ma nona concentrazioni piugrave elevate e pertanto potrebbe esse-re una specie utile per il biomonitoraggio della pre-senza di ce3+ in ambienti acquatici

letteRatuRa citatadrsquoaQuino l de pinto Mc naRdi l MoRgana M

toMMaSi f 2009 ndash Effect of some light rare earth ele-ments on seed germination seedling growth and antioxi-dant metabolism in triticum durum chemosphere75 900-905

Hu z RicHteR H SpaRoveK g ScHnug e 2004 ndashPhysiological and biochemical effect of rare earth elementson plants and their agricultural significance a review Jplant nutr 27 183-220

ippolito Mp faSciano c drsquoaQuino l MoRganaM toMMaSi f 2010 ndash Responses of antioxidant sys-tems after exposition to rare earths and their role in chill-ing stress in common duckweed (lemna minor L) adefensive weapon or a boomerang arch environcontam toxicol 58 42-52

ippolito Mp paciolla c drsquoaQuino l MoRganaM toMMaSi f 2007 ndash Effect of rare earth elements ongrowth and antioxidant metabolism in lemna minor Lcaryologia 60 125-128

iSodiS 20079 2004 ndash Water qualitymdashdetermination ofthe toxic effect of water constituents and wastewater onduckweed (lemna minor)mdashDuckweed growth inhibi-tion test iSo tc 147Sc 5Wg 5

Knop W 1865 ndash Quantitative Untersuchungen uumlber dieErnahrungsprozesse der Pflanzen landwirtsch versStn 7 93-107

liu d Wang X lin y 2012 ndash The effect of cerium onthe growth and some antioxidant metabolism in riceseedlings environ Sci pollut Res 19 3282-3291

MacKenzie SM Waite S Metcalfed J Joyce cB2003 ndash Landfill leachate ecotoxicity experiment usinglemna minor L Water air Soil poll focus 3 171-179

MoHan BS HoSetti BB 1999 ndash Aquatic plants fortoxicity assessment environ Res 81 259-274

naRdi l caRBoni Ma MoRgana M BaRBeSti SeRRico S zoina a drsquoaQuino l 2005 ndash Effect ofrare earth elements on the growth of agrobacterium sppand Rhizobium leguminosarum Frank cytometrypart a 69a 443-444

nauMann B eBeRiuS M appenRotH KJ 2007 ndashGrowth rate based dose-response relationships and EC-values of ten heavy metals using the duckweed growthinhibition test (ISO 20079) with lemna minor Lclone plant physiol 164 1656-1664

pagano g toMMaSi f guida M 2012 ndash Comparativetoxicity of cerium and of the other rare earth elements(REEs) in plant and invertebrate test systems inizyuMov a plaKSin g (eds) Cerium MolecularStructure Technological Applications and Health Effects107-124 nova Science publishers Hauppauge nyuSa

poScHenRiedeR c BaRcelograve J 2004 ndash Water relations inheavy metal stressed plants in pRaSad Mnv (ed)Heavy metal stress in plant from biomolecules to ecosys-tems 249-270 Springer Berlin

Radic S Stipanicev d cvJetKo p MiKelic ilRaJcic MM SiRac S pevaleK-Kozlina Bpavlica M 2010 ndash Ecotoxitological assessment ofindustrial effluent using duckweed (lemna minor L) asa test organism ecotoxicology 19 216-222

SRivaStava S MiSHRa S tRipatHi Rd 2006 ndash Copper-induced oxidative stress and responses of antioxidants andphytochelatins in Hydrilla verticillata Royle aquattoxicol 80 405-415

RiaSSunto - in questo studio sono riportati i dati pre-liminari concernenti le risposte alla somministrazione dice3+ di una specie acquatica Lemna minor l usata comebiomarker (iSo 20079) piante di L minor sono statetrattate per 15 giorni con cen3o9 6H2o a concentrazio-ni tra 25 μM e 1 mM oppure con ca(no3)2 a concentra-zione 1 mM Sono stati analizzati parametri di crescitaquali il tasso di crescita relativo basato sul numero di fron-de (RgR) il numero relativo di fronde (Rfn) e la cresci-ta di fronde in percentuale (fn) il trattamento con ce3+

1 mM ha inibito significativamente la crescita a partire dasette giorni di incubazione mentre le minori contrazioninon hanno mostrato variazioni statisticamente significati-ve la somministrazione di ca(no3)2 1 mM al contrarioha stimolato la crescita in modo significativo giagrave dal setti-mo giorno suggerendo un effetto tossico del ce3+ a parti-re da concentrazioni millimolari

408 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

autoRi

Maria Alessandra Zicari Annalisa Paradiso Franca Tommasi (francatommasiunibait) Dipartimento di BiologiaUniversitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70126 Bari

le collezioni xilologiche (xylaria) hanno da sempreassunto una notevole importanza sia per il ruolosvolto in campo didattico sia per quello svolto inambito scientifico nei settori della botanica archeo-logia etnologia tecnologia del legno ed in particola-re dove egrave richiesto il confronto tra campioni(uRBinati giove 2012) attualmente collezioni xilologiche sono presenti inquasi tutti gli stati anche se le principali per numerodi campioni sono negli uSa per quanto concernelrsquoitalia solo quattro collezioni sono state inseritenella quarta edizione dellrsquoIndex Xylariorum (lyncHgaSSon 2010) il patrimonio nazionale tuttavia egravesicuramente molto piugrave ampio ma risulta difficile sti-marlo sia sul piano qualitativo che quantitativo inquanto sino ad oggi non egrave stato effettuato un censi-mento completo una delle collezioni italiane piugrave interessanti per unaserie di peculiaritagrave che la contraddistinguono egrave laXylotomotheca Italica di adriano fiori essa fu realiz-zata nei primi anni del novecento col preciso obiet-tivo di completare ed arricchire la Flora ItalicaExsiccata (FIE) la piugrave grande raccolta italiana diexsiccata fanerogamici realizzata da fiori pampaninie Begraveguinot in particolare lo scopo degli autori fuquello di corredare gli exsiccata con le sezioni micro-tomiche del legno le schede relative alla

Xylotomotheca Italica furono pubblicate a partire dal1905 come appendice delle Schedae ad FloramItalicam Exsiccatam (fioRi et al 1905)la collezione egrave costituita da sezioni trasversali e lon-gitudinali dello spessore di circa 01 mm e con lealtre dimensioni variabili (le8 cm) (di paSQualeallevato 2007) il microtomo utilizzato per la rea-lizzazione delle sezioni fu ideato e progettato dallostesso fiori e da lui denominato ldquonuovo microtomoautomatico a doppia rotazionerdquo (fioRi 1900) nellaversione originaria della collezione le sezioni sonoconfezionate in pieghi di cartoncino contenenti unao due coppie delle sezioni trasversali e longitudinalii pieghi in cartoncino sono a loro volta inseriti inbustine di carta esse sono corredate da una etichet-ta sulla quale sono riportati il numero drsquoordine delcampione il binomio linneano la porzione anatomi-ca rappresentata dalla sezione il luogo e la data diraccolta in molti casi il riferimento al campione dellaFIE ed infine il nome del curatore al progetto col-laborarono numerosi botanici traverso pampaninigortani ferro cerica goiran vaccari MezzanaBicknell cecconi nicoli Bardi andrea fiori etrotter la collezione egrave costituita da 215 campioni corrispon-denti a 184 taxa specifici appartenenti a 113 generiSi tratta soprattutto di entitagrave della flora italiana

409infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

la Xylotomotheca Italica del Museo orto Botanico dellrsquouniversitagrave di Bari

v cavallaRo g SignoRile f caRRuggio f Mantino l foRte

aBStRact - The Xylotomotheca italica of the Botanical Garden Museum of Bari University -the Xylotomotheca Italicawhich was realized by adriano fiori at the beginning of the 20th century is a really interesting and peculiar historical col-lection it is composed of thin sections of wooden species While most of the species belong to italian flora only a few ofthem are exotic ones which are cultivated in italy fiori had the specific aim of enriching Flora Italica Exsiccata (FIE) andof supplying botanists with invaluable comparative material Moreover he designed the microtome which was used to cutthe sections the collection consists of 215 samples the sections are enclosed in bended cards which are contained insmall labelled envelopes a different version of the Xylotomotheca Italica which was produced with didactic purposes isstill conserved at the Botanical garden Museum of Bari university it was probably acquired together with some FIE exs-iccata by the Herbarium Horti Botanici Barensis (Bi) which is now part of the Botanical garden Museum in this ver-sion sections and labels are put between two rectangular pieces of glass which are sealed with a grey tape this collectionis composed of 154 samples which include 135 subgeneric taxa belonging to 93 genera it is generally fairly well con-served and some actions whose aim is restoring the collection have been started

Key words adriano fiori exsiccata Xylotomotheca Italica

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

mentre solo una piccola percentuale egrave rappresentatada esotiche (cuccuini 2002) Si ritiene che la colle-zione completa e nella sua veste originaria sia presen-te solo presso lrsquoerbario di padova (pad) elrsquoHerbarium Centrale Italicum (fi) (cuccuini2002) viceversa parti di essa o versioni diverse daquella originaria sono presenti presso numerosi erba-ri italiani ed anche presso istituzioni estere come iKew Royal Botanic Gardens (httpwwwkeworg)

RiSultati e diScuSSione

presso il Museo orto Botanico dellrsquouniversitagrave di Bariegrave presente la Xylotomotheca Italica non nella sua vesteoriginaria bensigrave in una versione realizzata per scopididattici Molto probabilmente essa fu acquisitacongiuntamente agli exsiccata della FIE dalla profssafrancini negli anni della sua permanenza pressolrsquoateneo barese (1940-1961) le sezioni sono monta-te con lrsquoetichetta tra due vetri rettangolari di 10x15cm oppure di 13x18 cm e sigillati con un nastro intela grigia (fig 1)Sia i preparati che le etichette sono del tutto uguali aquelli presenti nella versione originaria la collezione

egrave composta da 154 campioni corrispondenti a 135taxa specifici appartenenti a 93 generi la maggiorparte dei preparati proviene dalla provincia di firenzeed il curatore egrave tranne poche eccezioni adrianofiori i campioni sono a loro volta conservati in 16cofanetti di cartone rigido di colore grigio chiusimediante un nastro di cotone dello stesso colorepresso lrsquoerbario del laboratorio di Botanica agraria(fiaf) dellrsquouniversitagrave di firenze egrave conservata lamedesima versione realizzata a scopi didattici che egravecostituita da 178 campioni collocati in 18 cofanetti(cuccuini 2002)attualmente in relazione ad un rinnovato interesseverso le collezioni xilologiche dovuto ai piugrave recentiutilizzi in campo sperimentale (ManiatiS et al2011) didattico divulgativo ed alla consapevolezzache la Xylotomotheca Italica possiede tutte le caratte-ristiche di un bene culturale (d lgs n 422004 art11) sono state avviate alcune azioni tese al recuperoconservativo della collezione presente presso ilMuseo orto Botanico in primo luogo egrave stato valu-tato lo stato di conservazione dei singoli campioni alfine di evidenziare gli eventuali interventi da effet-tuare ersquo risultato che solo 3 campioni presentano ivetri rotti tuttavia le sezioni non sono danneggiateviceversa in quasi tutti i campioni il nastro che sigil-la i vetri egrave logoro e consunto pertanto egrave possibileaffermare che la collezione egrave complessivamente inun discreto stato conservativola collezione egrave stata inoltre informatizzata medianteapposito software (fileMaker pRo 12 clariscorporation) riportando nei vari campi le informa-zioni presenti sui cartellini Questo intervento hapermesso di fruire facilmente delle informazioni inessa contenute prossimamente si completeragrave il lavo-ro realizzando alcuni interventi di restauro sui cam-pioni ed effettuando lrsquoacquisizione in formato elet-tronico della loro immagine con uno scanner perdocumenti di pregio anche al fine di implementareun archivio elettronico consultabile via internet

letteRatuRa citatacuccuini p 2002 ndash La Xylotomotheca italica un caso

insolito di serie di exsiccata Catalogo e spigolature stori-che Museol Sci 19(1) 97-119

di paSQuale g allevato e 2007 ndash Collezioni di legnie carboni in Mazzoleni S pignatelli S (a cura di)I Musei delle Scienze Agrarie lrsquoevoluzione delleWunderkammern 79-81 ed universitagrave di napolifederico ii

fioRi a 1900 ndash Nuovo microtomo automatico a doppiarotazione Malpighia 14 411-424

fioRi a Beacuteguinot a paMpanini R 1905 ndash Schedae adFloram Italicam Exsiccatam n giorn Bot ital ns12(2) 143-144

lyncH aH gaSSon pe 2010 ndash Index XylariorumEdition 4 Royal Botanic gardens Kew published onthe internet

ManiatiS d Saint andReacute l teMMeRMan M MalHiy BeecKMan H 2011 ndash The potential of using xylar-ium wood samples for wood density calculations a com-parison of approaches for volume measurement forest 4150-159

uRBinati c giove M 2012 ndash Collezioni xilologiche in

410 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

fig 1un campione della Xylotomotheca Italica presente presso ilMuseo orto Botanico dellrsquouniversitagrave di Baria sample of the Xylotomotheca Italica at the Botanicalgarden Museum of Bari university

taffetani f (a cura di) Herbaria nardini editorefirenze

RiaSSunto - la Xylotomotheca Italica di adriano fiorirealizzata nei primi anni del novecento rappresenta unadelle collezioni storiche piugrave interessanti e peculiari nel suogenere Si tratta di sezioni sottili di numerose specie legno-se tra le piugrave rappresentative della flora italiana e di alcunespecie esotiche coltivate in italia lrsquoautore realizzograve la col-lezione col preciso obiettivo di arricchire la Flora ItalicaExsiccata (FIE) e pertanto di fornire un prezioso materialedi confronto per quanti svolgevano lavori botanici inoltreprogettograve il microtomo utilizzato per effettuare le sezioninella versione originaria della collezione costituita da 215

campioni le sezioni sono confezionate in pieghi di carton-cino a loro volta riposti in bustine corredate da unrsquoetichet-ta la Xylotomotheca Italica presente presso il Museo ortoBotanico dellrsquouniversitagrave di Bari fu acquisita probabil-mente insieme ai campioni della FIE presenti pressolrsquoHerbarium Horti Botanici Barensis (Bi) essa non si pre-senta nella sua veste originaria bensigrave in una versione realiz-zata per scopi didattici le sezioni con la relativa etichet-ta sono montate tra due vetri rettangolari sigillati da unnastro di tela grigia la collezione egrave composta da 154 cam-pioni comprendenti 135 taxa sub-generici appartenenti a93 generi Sono stati avviati alcuni interventi tesi al recu-pero della collezione che si presenta complessivamente inun discreto stato di conservazione

411

autoRi

Viviana Cavallaro (vivianacavallarounibait) Luigi Forte Dipartimento di Biologia e Museo Orto Botanico Universitagrave diBari ldquoAldo Morordquo Via E Orabona 4 70126 BariGiovanni Signorile Francesca Carruggio Francesca Mantino Museo Orto Botanico Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via EOrabona 4 70126 Bari

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

Malgrado siano trascorsi ben 40 anni il noto afori-sma di dobzhansky secondo cui ldquoniente in biologiaha senso se non alla luce dellrsquoevoluzionerdquo(doBzHanSKy 1973) non solo nulla ha perso dellasua straordinaria forza concettuale ma di fatto haoggi un significato ancor piugrave profondo in relazione aipiugrave recenti studi nel campo della biologia evolutivadello sviluppo (evo-devo) disciplina che estende ulte-riormente la visione unificante che negli anni lsquo30 elsquo40 del secolo scorso condusse alla sintesi evoluzioni-stica coniugando la genetica con le ldquoclassicherdquo scien-ze naturali (MuumllleR 2007)Svolgere adeguata divulgazione scientifica sulla teoriadellrsquoevoluzione appare perograve un compito estrema-mente difficile di evoluzione si parla nei contestipiugrave disparati ma non di rado i concetti basilari dellateoria darwiniana e delle sue successive elaborazionivengono travisati al punto da attribuire a darwinstesso affermazioni mai da lui pronunciate o scrittea cominciare dal famigerato rdquolrsquouomo discende dallascimmiardquo frase che manifesta la totale ignoranza dichi la pronuncia sulle tematiche in questione ersquoanche spiacevolmente frequente una volgarizzazioneerronea del concetto di evoluzione che viene inter-pretato come un ldquocammino verso la perfezionerdquo conlrsquointroduzione di elementi di teleologia del tuttoinappropriati allrsquoindirizzo httpevolutionberke-leyedu egrave disponibile un utile elenco di tipici erroriconcettuali sulla tematica dellrsquoevoluzione con relati-ve argomentazioni e note esplicative Se sono ben chiari i motivi della opportunitagrave e neces-sitagrave di insegnare i principi ed i meccanismi dellrsquoevo-luzione a tutti i livelli dellrsquoistruzione scolastica eduniversitaria non sono a tuttrsquooggi disponibili ade-

guati strumenti didattici neacute vi egrave stato se non episo-dicamente un confronto con i potenziali fruitoridegli interventi formativi per sperimentare le moda-litagrave piugrave efficaci con cui trasmettere i complessi edarticolati concetti della teoria dellrsquoevoluzione supe-rando le fin troppo diffuse inesattezze e gli erroriconcettuali precedentemente menzionatiil ruolo delle risorse museali per una efficace didatti-ca dellrsquoevoluzione egrave stato messo in rilievo da alcunistudi (Spiegel et al 2012) compiuti prevalentemen-te negli Stati uniti dove egrave piugrave avvertibile il problemadelle resistenze di tipo ideologicoreligioso in parti-colare nelle aree in cui sono particolarmente diffusi ilcreazionismo e lrsquoipotesi dellrsquoIntelligent Design che nerappresenta una versione ldquoaggiornatardquo dallrsquoesigenza di colmare questa grave lacuna nascepresso il Museo orto Botanico strutturadellrsquouniversitagrave degli Studi di Bari ldquoaldo Morordquo ilprogetto denominato e-Move (evoluzione delMondo vegetale) il progetto nasce dallrsquoidea che labiodiversitagrave vegetale vista in chiave diacronica possacostituire uno strumento molto efficace per la divul-gazione scientifica su questo tema cosigrave importante ilprogetto annuale che ha ricevuto un finanziamentodal MiuR nellrsquoambito della legge 62000 per la dif-fusione della cultura scientifica presenta alcuni ele-menti di novitagrave che verranno discussi in questo brevecontributo

aRticolazione del pRogettoil progetto si articola su 3 linee (a) allestimento nelMuseo orto Botanico di spazi espositivi sperimenta-li per elaborazione e validazione di strategie didatti-co-divulgative (B) Realizzazione di giochi interattivi

412 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

Risorse per insegnare lrsquoevoluzione dei vegetali il progetto e-Move

a gRano Mc de tullio

aBStRact - Resources for teaching plant evolution the E-MoVe project -the e-Move (evolution of the plant World)project tackles the problem of the scarcity of effective educational tools for teaching evolution in spite of the undoubtedimportance of the topic Within the Botanical garden Museum of the university of Bari methodologies for teaching evo-lution will be developed in collaboration with school teachers and other stakeholders novel teaching tools includinginteractive videogames will be made available to national and international institutions for testing and validation theproject funded by the italian Ministry of education also aims at providing training to school teachers and scientific muse-um operators

Key words plant evolution scientific museum teaching

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

(c) formazione di docenti ed operatori museali

(a) lo spazio espositivo consentiragrave di sperimentarestrategie di comunicazione e divulgazione valorizzan-do strutture attrezzature e competenze giagrave presenti esi articola in 3 parti (a phylowall b darwin e lepiante c iconografia botanica) con aula didatticaper la formazionea phyloWall la parete della filogenesi delle pianteil ldquogiardino verticalerdquo nasce a scopo decorativo-arti-stico su idea del botanico e designer p Blanc ilphyloWall avragrave una funzione scientifico-didatticaattraverso la disposizione degli organismi secondouno schema filogenetico si visualizzeragrave in manieraimmediata il concetto di evoluzione una legendacon datazione e localizzazione geografica dei repertifossili verragrave collocata accanto al phylowall per unaimmediata fruibilitagraveb darwin e le pianteverragrave allestita lrsquoipotetica ricostruzione dello studio didarwin con alcune delle immagini piugrave significativelegate allrsquoelaborazione del concetto di evoluzioneverragrave collocato uno schermo touch-screen per i giochiinterattivi c iconografia botanica localeverranno allestite teche per lrsquoesposizione di volumitra cui la flora del Regno di napoli di Micheletenore allo scopo di evidenziare il legame tra il pas-sato ed il futuro della ricerca botanica

(B) la realizzazione di materiale didattico innovativocostituisce un obiettivo fondamentale del progettoun comitato di redazione tecnico-scientifico in col-laborazione con uno studio professionale specializza-to nella comunicazione multimediale si occuperagrave diideare e realizzare materiale didattico che verragrave poidistribuito per la validazione nellrsquoambito di una retedi collaborazione nazionale ed internazionale

(c) la formazione si articoleragrave in (a) visite guidateper alunni (b) corsi per insegnanti e operatorimuseali con la collaborazione dellrsquoassociazionenazionale insegnanti di Scienze naturali (aniSn)si prevede la formazione di insegnanti sulle tematichedellrsquoevoluzione biologica utilizzando sia un approc-cio storico-didattico con lrsquouso dellrsquoerbario e dellabanca del germoplasma sia lo sviluppo di strumentiinterattivi informaticii moduli di formazione affronteranno temi che spa-ziano dallrsquoinquadramento storico della teoria dellrsquoe-voluzione allrsquouso delle moderne tecniche di sistema-tica molecolare sviluppando specifici percorsi didat-tici per i diversi livelli di approfondimento un ruolofondamentale verragrave attribuito allrsquouso delle risorsemuseali

pRoSpettive futuReil progetto ha elevate potenzialitagrave di fornire ricaduteper la diffusione della cultura scientifica sia a livellolocale sia come esperienza pilota da esportare in altrerealtagrave territoriali nazionali in particolare la collabo-razione con lrsquoaniSn consente lrsquoimplementazionedel progetto nelle ldquoscuole presidiordquo ed una piugrave ampiautilizzabilitagrave del materiale didattico sullrsquoevoluzionedelle piante che verragrave messo a disposizionela collaborazione con altre universitagrave orti Botanicie Musei della Scienza costituiragrave una rete aperta ad unbacino di utenza piugrave ampio e permetteragrave di esporta-re sul piano nazionale lrsquoesperienza maturata nellrsquoam-bito del progettole azioni connesse alla realizzazione di e-Move pro-muoveranno su scala nazionale la costituzione dinodi in una rete di comunicazione e diffusione dellacultura scientifica nel campo specifico dellrsquoevoluzio-ne delle piante con lrsquoobiettivo generale di elevare illivello di competenze degli studenti dei docentidegli operatori museali e del pubblico di non addet-ti ai lavori in ambito scientifico sostenendo la for-mazione continua la formazione di operatorimuseali guide naturalistiche ed altre figure profes-sionali per ampliare le conoscenze naturalistiche ter-ritoriali egrave un obiettivo di particolare rilevanza sia perla valorizzazione delle risorse umane sia per la tuteladei beni ambientali e dellrsquoingente patrimonio costi-tuito dalla biodiversitagrave vegetale nel nostro paese conlrsquoobiettivo di salvaguardare specie a rischio di estin-zione nella fattispecie piante che hanno rivestito unparticolare significato nel corso dellrsquoevoluzione

letteRatuRa citatadoBzHanSKy t 1973 ndash Nothing in biology makes sense

except in the light of evolution amer Biol teacher 35127-129

MuumllleR g 2007 ndash Evo-devo extending the evolutionarysynthesis nat Rev genet 8 943-949

Spiegel an evanS eM fRazieR B Hazel a taReM gRaM W diaMond J 2012 ndash Changing muse-um visitorrsquos concept of evolution evo edu outreach5 43-61

RiaSSunto ndash viene brevemente presentato il progettoe-Move (evoluzione del Mondo vegetale) attualmentein corso di realizzazione presso il Museo orto Botanicodellrsquouniversitagrave degli Studi di Bari ldquoaldo Morordquo il proget-to che ha ricevuto un finanziamento MiuR nellrsquoambitodella legge 62000 per la diffusione della cultura scientifi-ca si propone di allestire uno spazio espositivo che si poneanche come centro permanente per la ideazione realizza-zione e diffusione di efficaci strategie didattiche sui temidellrsquoevoluzione biologica attraverso la costituzione di unarete di validazione nazionale ed internazionale noncheacute larealizzazione di incontri di formazione per docenti discuole di ogni ordine e grado ed operatori museali

413Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

autoRi

Antonella Grano Museo Orto Botanico Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70126 BariMario C De Tullio (mariodetulliounibait) Dipartimento di Biologia Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70126Bari

il genere Arum l (Araceae) comprende in italia trespecie poliploidi A apulum (carano) p c Boyce Amaculatum l e A italicum Mill in questo genere itaxa poliploidi tendono ad occupare areali geograficimolto ampi rispetto alle specie diploidi (Bedalov1981) infatti A italicum egrave principalmente diffusodal caucaso attraverso la regione del Mediterraneofino alla costa atlantica (BonnieR 1931 MeuSel etal 1965 diHoRu 1970 Bedalov 1975) A macu-latum secondo MeuSel et al (1965) teRpograve (1973)e Bedalov (1981) egrave distribuito in europa centrale eoccidentale A maculatum e A italicum presentanotuberi rizomatosi al contrario del poliploide A apu-lum che ha il tubero a forma discoide (BedalovKupfeR 2005) in riferimento allrsquoorigine delle speciedel genere Arum Bedalov KupfeR (2005) suggeri-scono che la forma discoide del tubero sia da consi-derare ancestrale rispetto alla forma rizomatosaSuccessivamente questi dati sono stati confermati daindagini molecolari (eSpigravendola et al 2010) in precedenti lavori al fine di chiarire la tassonomiadel genere Arum sono stati riportati alcuni aspetticitologici e citotassonomici (goRi 1958 MaRcHi etal 1964 BeuRet 1971 1972 MaRcHi 1971Bedalov 1975 1981 Bedalov et al 1998) lamaggior parte delle specie di Arum egrave diploide connumero cromosomico 2n=28 mentre sono pochi itaxa poliploidi conosciuti A maculatum e A apulumsono tetraploidi con 2n=56 mentre A italicum egrave esa-ploide con 2n=84 le analisi cariologiche hannomostrato in dettaglio i cariotipi di quattro speciediploidi e due poliploidi i taxa analizzati inoltrehanno evidenziato un ldquocariotipo di baserdquo caratteriz-

zato dalla presenza di alcuni cromosomi marker(drsquoeMeRico et al 1993 Bianco et al 1994) il presente contributo fornisce pertanto informazio-ni sulla cariomorfometria delle suddette specie poli-ploidi

MateRiali e Metodile analisi cariologiche sono state effettuate su apiciradicali pretrattati con colchicina 03 per 2h equindi fissati per 5 min con 5111 (vv) (alcol eti-lico assoluto cloroformio acido acetico glaciale for-maldeide) successivamente sono stati idrolizzati per20 min con Hcl 55n e colorati con reattivo difeulgen la nomenclatura utilizzata per descrivere ilcariotipo segue levan et al (1964)per valutare il livello di simmetria del cariotipo sonostati utilizzati gli indici di asimmetria a1 (indiceintracromosomale) e a2 (indice intercromosomale)(RoMeRo zaRco 1986)

RiSultati e diScuSSioneArum maculatum e A italicum sono caratterizzati daun cariotipo asimmetrico comprendente numerosicromosomi submetacentrici con A italicum chemostra un indice intracromosomale (a1=043) piugraveelevato rispetto ad A maculatum (a1=039)dal punto di vista citologico egrave interessante notareche nelle specie esaminate sono state osservate coppiedi cromosomi caratterizzate dalla presenza di seg-menti telomerici debolmente colorati dal feulgenprecedentemente descritti come costrizioni seconda-rie (drsquoeMeRico et al 1993) dyeR (1963) e voSacolaSante (1995) descrivono simili segmenti

414 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

indagini cariomorfometriche in tre taxa poliploidi del genere Arum

a tuRco p Medagli a alBano S drsquoeMeRico

aBStRact - Karyomorphometry on three polyploid taxa of arum - Somatic chromosomes of three polyploid taxa of Arumhave been investigated A italicum showed 2n = 84 chromosomes and the karyotype is composed by numerous asymmet-ric chromosomes A maculatum and A apulum have shown 2n = 56 chromosomes the karyotype morphology of Aitalicum is similar to that of A maculatum but the most asymmetrical karyotype and the presence of numerous weaklyfeulgen-stained segments of the former suggest a more recent origin respect to latter differently A apulum has showed asymmetrical karyotype and few weakly feulgen-stained segments

Keywords allocyclic segments Arum karyotype asymmetry

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

denominati ldquoallocyclic segmentsrdquo in diversi gruppidi piante (Gasteria duval Iris l Aloe l) voSaBennett (1990) e Bennett gRiMSHaW (1991)inoltre suggeriscono lrsquoutilitagrave di questi segmenticome indicatori dellrsquoevoluzione del cariotipo e quin-di determinanti nellrsquoidentificazione dei cariotipidelle varie entitagrave al riguardo Arum italicum hamostrato il maggior numero di cromosomi conte-nenti i suddetti segmenti in comparazione a quelliosservati nei complementi di A maculatum A apu-lum e nei diploidi A orientale M Bieb subsp orien-tale e A cylindraceum gasp (drsquoeMeRico et al1993) differentemente A apulum egrave una specie tetraploidecon una distribuzione limitata al Sud italia (puglia)(caRano 1934 goRi 1958 Bianco et al 1994)Questrsquoultima specie mostra un cariotipo piugrave simme-trico (a1=032) considerato ancestrale rispetto allespecie con cariotipi asimmetrici (SteBBinS 1971)costituito da cromosomi prevalentemente metacen-trici e dalla presenza di pochi segmenti allociclicidrsquoaltra parte lrsquoisolamento geografico accompagnatoda variazioni ecologiche sembra supportare lrsquoattualestruttura del cariotipo di A apulum

letteRatuRa citata Bedalov M 1975 ndash Cytotaxonomical and phytogeograph-

ical investigation of the species arum italicum Mill inYugoslavia acta Bot croat 34 143-150

mdash 1981 ndash Cytotaxonomy of the genus arum (araceae) inthe Balkans and the Aegean area Bot Jahrb Syst 102183-200

Bedalov M favaRgeR c KupfeR p 1998 ndash Naturalhybrids and basic chromosome number in the genusarum acta Botanica yunnanica Suppl X 71-75

Bedalov M KupfeR p 2005 ndash Studies on the genusarum (araceae) Bull Soc neuchacirctel Sci nat 12843-70

Bennett St gRiMSHaW JM 1991 ndash Cytological stu-dies in cyclamen (primulaceae) pl Syst evol 176135-143

BeuRet e 1971 ndash Reacutepartition geacuteographique de quelquesarum des groupes maculatum L et italicum Mill BullSoc neuchacirctel Sci nat 94 29-36

mdash 1972 ndash Preacutesence drsquoun Arum diploide en Italie BullSoc neuchacirctel Sci nat 95 35-41

Bianco p drsquoeMeRico S Medagli p Bedalov M1994 ndash Indagini sistematiche su arum apulum(Carano) Bedalov (araceae) entitagrave endemica delle

Murge Pugliesi Webbia 49 (1) 43-49BonnieR g 1931 ndash Flore complegravete ilustregravee en couleurs de

France Suisse et Belgique 11 pariscaRano e 1934 ndash Un nuovo elemento della Flora meri-

dionale drsquoItalia ann Bot 20 579-585drsquoeMeRico S Bianco p Medagli p 1993 ndash

Chromosome numbers and karyotypes in arum(araceae) caryologia 46 161-170

diHoRu g 1970 ndash Morpho-taxonomische aspekte einigerArum-Arten Rev Roumaine Biol Seacuter Bot 15 71-85

dyeR af 1963 ndash Allocyclic segments of chromosomes andstructural heterozygosity that they reveal chromosoma13 545-576

eSpigravendola a BueRKi S Bedalov M KupfeR palvaRez n 2010 ndash New insights into the phylogeneticsand biogeography of arum (araceae) unravelling its evo-lutionary history Bot J linn Soc 163 14-32

goRi c 1958 ndash Il numero dei cromosomi dellrsquoarumnigrum Schott var apulum Carano caryologia 10(3) 454-456

levan a fRedga K SandBeRg aa 1964 ndashNomenclature for centromeric position on chromosomesHereditas 52 201-220

MaRcHi p 1971 ndash Numeri cromosomici per la flora italia-na 57-66 inform Bot ital 3 124-138

MaRcHi p capineRi R drsquoaMato g 1964 ndash Numericromosomici per la flora italiana 182-189 informBot ital 6 (3) 303-312

MeuSel H JaegeR e WeineRt e 1965 ndash Vergleichen-de Chorologie der zentra-europaumlischen flora 1 Jena

RoMeRo zaRco c 1986 ndash A new method for estimatingkaryotype asymmetry taxon 35 526-530

SteBBinS gl 1971 ndash Chromosomal Evolution in HigherPlants edward arnold ltd london

teRpOacute a 1973 ndash Kritische Revision der arum-Arten desKarpatenbeckens acta Bot acad Sci Hung 18216-255

voSa cg Bennett St 1990 ndash Chromosome studies inthe Southern African flora58-94 Chromosome evolutionin the genus gasteria Duval caryologia 43 235-247

voSa cg colaSante M 1995 ndash I segmenti allociclicinelle liliiflorae inform Bot ital 27 307-308

RiaSSunto gli autori riportano alcuni risultati cario-morfometrici ottenuti su tre specie poliploidi del genereArum Arum apulum (2n=56) A maculatum (2n=56) e Aitalicum (2n=84) in particolare la specie A italicum con2n=84 cromosomi ha mostrato un cariotipo con un eleva-to indice di asimmetria nel cariotipo di questa speciesono stati riscontrati numerosi ldquosegmenti allociclicirdquo incomparazione ad A maculatum e A apulum

415Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

autoRi

Alessio Turco Piero Medagli Antonella Albano Laboratorio di Botanica sistematica ed Ecologia vegetale DiSTeBAUniversitagrave del Salento Campus Ecotekne 73100 LecceSaverio DrsquoEmerico Dipartimento di Biologia Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70126 Bari

Cistus clusii dunal piccolo arbusto appartenente allafamiglia Cistaceae egrave una specie xerofila con distribu-zione mediterraneo-occidentale in italia storicamen-te presente in Sicilia (giaRdina 1988) e in puglianellrsquounica stazione di ldquoBosco isolardquo (lesina fg)(foRte et al 2002a) in questrsquoultima il contestovegetazionale egrave quello della gariga nanofanerofiticasu suolo sabbioso in associazione con Rosmarinusofficinalis l Erica multiflora l e Cistus sp pl(cHieSuRa loRenzoni et al 1976)a partire dallrsquoanno 2000 nellrsquoambito di progetti diricerca condotti dal Museo orto Botanicodellrsquouniversitagrave degli Studi di Bari sono stati indaga-ti alcuni aspetti della biologia ed ecologia di C clusii(MaccHia 2005) tali studi furono finalizzati allarealizzazione di azioni di conservazione in situ attra-verso il rafforzamento della popolazione residualepugliese giagrave allrsquoepoca gravemente esposta a pericolodi estinzione (conti et al 1997) a tale scopo furo-no infatti reintrodotti in aree ecologicamente idoneedi ldquoBosco isolardquo circa cento individui ottenuti pervia sessuale attraverso fecondazione incrociata con-trollata a partire dai pochi individui della popolazio-ne originaria (foRte et al 2002b) Successivi rilieviin campo hanno registrato la progressiva diminuzio-ne del numero di individui presenti in situ fino allaloro completa scomparsa soprattutto a causa deiripetuti incendi verificatisi tra il 2007 e il 2010(foRte et al 2009 2012) tuttavia la specie in

puglia era da ritenersi estinta solo in natura (EW) inquanto presso il Museo orto Botanico di Bari eranopresenti sia individui ottenuti da fecondazione incro-ciata e derivanti dalla popolazione spontanea origina-ria sia semi conservati presso la Banca delgermoplasma (Bg-MoBB)Questrsquoultima evenienza ha costituito la premessaindispensabile per la realizzazione di nuove azioni diconservazione di C clusii nel territorio di ldquoBoscoisolardquo tali azioni si sono concretizzate grazie ad unaconvenzione stipulata tra il Museo orto Botanico diBari e il centro Studi naturalistici onluS nellrsquoam-bito del progetto ldquointerventi per la protezione e con-servazione del patrimonio ambientalerdquo- fondi faS ndashpremialitagrave Regionale delibera cipe 202004in questo lavoro vengono presentate le attivitagrave svolteai fini della propagazione gamica di C clusii e quelleper la successiva reintroduzione degli individui pro-dotti

MateRiali e Metodi

il materiale di propagazione gamica utilizzato per leazioni di conservazione in situ egrave stato ottenuto daimpollinazione incrociata controllata eseguita su dueindividui conservati ex situ siglati come c1 e c2 peri quali era stata giagrave testata la compatibilitagrave allrsquoincro-cio (foRte et al 2012)nel mese di aprile 2010 495 fiori (437 dellrsquoindivi-duo c1 e 58 dellrsquoindividuo c2) privati degli stami

416 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

Reintroduzione di Cistus clusii a ldquoBosco isolardquo (lesina puglia)

l foRte S anifantiS f caRRuggio v cavallaRo f Mantino g MelcHioRRe

aBStRact - Reintroduction of cistus clusii to ldquoBosco Isolardquo (Lesina Apulia) - Cistus clusii dunal is very rare in italy whereits historical sites of occurrence are in Sicily and apulia (ldquoBosco isolardquo ndash lesina fg) after the extinction in the wild ofthe small apulian population the Botanical garden Museum of Bari university and the centro Studi naturalistici(onluS) made a special agreement in order to implement a reintroduction project into the site of lesina the reintro-duced plants 520 in all were obtained from the offspring of lesina C clusii spontaneous population which is conservedex situ at the Botanical garden Museum of Bari to increase the chances of a successful reintroduction the plants wereplaced in three different areas and in each of them the individuals were planted in microsites suitable for the eco-physi-ological characteristics of the lesina population already known from literature in fact only a thorough knowledge of thebio-ecological behaviour of the selected species may allow to establish self-maintaining populations in the wild and so torealize an effective conservation action

Key words apulia Cistus clusii dunal reintroduction

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

sono stati impollinati manualmente e coperti consacchetti di tessuto non tessuto (tnt) in maggioin concomitanza con lrsquoinizio dellrsquoingrossamentodegli ovari i cappucci sono stati rimossi e nel mesesuccessivo egrave stata effettuata la raccolta delle capsulemature nella primavera del 2011 i semi sono statisottoposti a pre-trattamenti di scarificazione mecca-nica manuale e di dry-heating (80 degc x 5 min) inquanto risultati i piugrave efficaci nel promuoverne la ger-minazione (foRte et al 2012) per ciascuno dei duepre-trattamenti sono stati utilizzati circa 1500 semiderivanti dallrsquoincrocio c1 x c2 e circa 400 semi pro-dotti dallrsquoincrocio c2 x c1 i semi pre-trattati sonostati posti direttamente in plateaux di polistiroloespanso riempiti con sabbia sterilizzata a granamedio-fine (50) e torba (50) dopo una primafase di accrescimento le plantule sono state trapian-tate in fitosacchi in film plastico contenenti terrenonon sterile (sabbia di fiume 40 terreno comune30 torba 30) durante tutte le fasi di crescita leplantule sono state irrigate e sottoposte a trattamen-ti fitosanitari e fertilizzanti miratiper lrsquointervento di reintroduzione oltre agli individuicosigrave ottenuti nel 2011 sono stati utilizzati ancheindividui derivanti da semi pre-germinati nellrsquoambi-to di prove sperimentali condotte tra il 2009 e il2010 su c1 e c2la scelta delle aree di reintroduzione egrave stata fattasulla base dei dati storici di presenza di C clusii alesina (cHieSuRa loRenzoni et al 1976 foRte etal 2002b) delle caratteristiche eco-fisiologiche dellapopolazione originaria (foRte et al 2005 foRtepaStoRe 2005) di quelle ecologiche dei siti di rein-troduzione e dellrsquoanalisi delle minacce

RiSultati e diScuSSione

gli individui oggetto dellrsquoazione di reintroduzioneavvenuta a fine gennaio 2013 sono stati distribuitiin tre aree principali (fig 1) Queste sono situate neltratto di cordone dunale immediatamente ad est diMarina di lesina insediamento sorto in localitagravepietramaura dove negli anni lsquo70 era ancora presen-te il piugrave esteso nucleo di individui di C clusii dellastazione di lesina (cHieSuRa loRenzoni et al1976) due delle aree di reintroduzione poste tra lelocalitagrave di acquarotta e pennacchio sono relativa-mente vicine tra loro e separate da una fascia occupa-ta da un rimboschimento a Pinus pinea l mentre laterza in localitagrave chiusa dista dalle altre circa 2 kmallrsquointerno di ciascuna area sono stati individuati piugravesiti di reintroduzione georiferiti mediante strumen-tazione gpS in ognuno dei quali egrave stato inserito unnumero di individui compreso tra 20 e 25la scelta di ripartire gli individui in tre aree di rein-troduzione differenti e allrsquointerno di queste in piugravesiti distinti egrave stata effettuata con lo scopo di ridurre ilrischio che un eventuale incendio possa interessarlecontemporaneamente compromettendo la sopravvi-venza dellrsquointera popolazione reintrodotta il numerocomplessivo di siti di intervento egrave risultato pari a 27inoltre per garantire buone probabilitagrave di successo

anche riproduttivo in ciascun sito sono stati reintro-dotti almeno 20 individui al fine di aumentare laprobabilitagrave di incrocio tra individui con alleli diincompatibilitagrave differenti indispensabile in una spe-cie allogama come C clusii (Rizzotto 1979)in ogni sito inoltre i singoli individui sono statipiantati in micro-siti individuati sulla base dellamicro-morfologia stazionale le tre aree di interven-to ricadono in un contesto vegetazionale caratterizza-to da un complesso e molto frammentato mosaicocostituito principalmente dalla gariga a R officinalisE multiflora e Cistus sp pl e dalla macchia a sclero-fille sempreverdi con presenza di Erica arborea lQuesto mosaico spesso egrave il diretto risultato delledifferenti condizioni ecologiche determinate dallamicro-morfologia stazionale (foRte et al 2002a) ealtre volte della dinamica della vegetazione in atto acausa degli incendi pertanto sono stati individuaticome idonei quei micro-siti rispondenti alle caratte-ristiche bio-ecologiche della popolazione da intro-durre (eliofilia relativa sensibilitagrave allo stress idricoecc foRte et al 2005) e comunque sempre suffi-cientemente distanti da nuclei di macchia in stato diavanzamento o da singoli cespugli in fase di resprou-tinglrsquoazione di conservazione in situ cosigrave condotta nonha richiesto pertanto ulteriori interventi quali dira-

417Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 1Mappa delle aree di reintroduzione (base cartograficaldquocarta della vegetazione reale del ldquoBosco isolardquo di lesina- foglio 1rdquo foRte 2001)Map of reintroduction areas (cartographic base ldquocartadella vegetazione reale del ldquoBosco isolardquo di lesina - foglio1rdquo foRte 2001)

damento della vegetazione preesistente rimozionedel secco ecccomplessivamente nella stazione di ldquoBosco isolardquosono stati reintrodotti 520 individui di C clusii pro-dotti mediante coltivazione ex situ 200 dei qualiderivanti da semina diretta di semi pre-trattati e 320ottenuti da impianto di semi pre-germinatiattualmente ulteriori 155 individui prodotti nel-lrsquoambito di questo progetto sono conservati presso ilMuseo orto Botanico dellrsquouniversitagrave di Bari inmodo da garantire sia la conservazione ex situ delpatrimonio genetico della popolazione di lesina e siala possibilitagrave di disporre di materiale di propagazioneper studi successivi

Ringraziamenti - gli autori ringraziano gli ldquospeciali colla-boratorirdquo che si sono prodigati durante il lavoro in campodi reintroduzione in situ in ordine alfabetico elenaBlotti nicola cillo Saverio drsquoamico Mario de tullioantonella grano Marcello Macchia Saverio Regina egianni Signorile

letteRatuRa citatacHieSuRa loRenzoni f cuRti l loRenzoni gg

MaRcHioRi S 1976 ndash cistus clusii Dunal Note dinomenclatura e di distribuzione con particolare riguardoalla stazione di Lesina (Foggia) giorn Bot ital 110259-267

conti f Manzi a pedRotti f 1997 ndash Liste rosse regio-nali delle piante drsquoItalia WWf Societagrave Botanicaitaliana universitagrave di camerino

foRte l anifantiS S Mantino f caRRuggio fcavallaRo v 2009 ndash Conservation of cistus clusiiDunal from ldquoBosco Isolardquo (Lesina - Apulia) current sta-tus and new experimental evidence in BaccHetta g(ed) Book of Abstracts Biodiversity Hotspots in theMediterranean Area 45th intern congr SiSv amp fip ndashcagliari 22-24 25-29 June 2009 280

foRte l cavallaRo v MaccHia f 2002b ndashConservazione in situ di cistus clusii Dunal (cistaceaeMagnoliophyta) nella duna di Lesina Quad Botamb appl 13 3-9

foRte l cavallaRo v pantaleo f drsquoaMico fSMaccHia f 2002a ndash The vascular Flora of the ldquoBoscoIsolardquo at Lesina (Foggia ndash Apulia) fl Medit 12 33-92

foRte l MelcHioRRe g anifantiS S caRRuggio fMantino f 2012 ndash Alcuni aspetti della biologia dellaconservazione di cistus clusii Dunal di ldquoBosco Isolardquo(Lesina Puglia) inform Bot ital 44(Suppl 2) 36-38

foRte l paStoRe d 2005 ndash Relazioni acqua-pianta inMaccHia f (ed) Biologia ed ecologia di cistus clusiiDunal 31-38 ed adda Bari

foRte l paStoRe d MaRvulli M Scatigna aMeMaccHia f 2005 ndash Analisi comparata tra eventi feno-logici e andamento dei parametri ambientali inMaccHia f (ed) Biologia ed ecologia di cistus clusiiDunal 5-13 ed adda Bari

giaRdina 1988 ndash Segnalazioni Floristiche Italiane 574-576 inform Bot ital 20(2-3) 678-679

MaccHia f (a cura di) 2005 ndash Biologia ed ecologia dicistus clusii Dunal ed adda Bari

Rizzotto M 1979 ndash Ricerche tassonomiche e corologichesulle cistaceae 1 Il genere cistus L in Italia Webbia33(2) 343-378

RiaSSunto ndash Cistus clusii dunal egrave una specie moltorara in italia storicamente presente in Sicilia e in puglianellrsquounica stazione di ldquoBosco isolardquo (lesina fg) in segui-to allrsquoestinzione della piccola popolazione residuale puglie-se il Museo orto Botanico dellrsquouniversitagrave di Bari e ilcentro Studi naturalistici onluS hanno stipulato unaapposita convenzione al fine di attuare unrsquoazione di rein-troduzione nel sito di lesina le piante reintrodotte insitu 520 in tutto sono state ottenute a partire da indivi-dui di C clusii progenie della popolazione spontanea ori-ginaria conservati ex situ presso il Museo orto Botanicoper aumentare le probabilitagrave di successo dellrsquointerventogli individui sono stati distribuiti in tre aree distinte eallrsquointerno di queste piantati in micro-siti rispondenti allecaratteristiche eco-fisiologiche della popolazione di C clu-sii di lesina giagrave note dalla letteratura infatti solo unaconoscenza approfondita del comportamento bio-ecologi-co delle entitagrave oggetto di interventi di conservazione insitu permette di programmare una concreta azione di tute-la attraverso lrsquoinsediamento di popolazioni in grado dipersistere nel tempo

418 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

autoRi

Luigi Forte (luigiforteunibait) Viviana Cavallaro Dipartimento di Biologia e Museo Orto Botanico Universitagrave di BarildquoAdo Morordquo Via E Orabona 4 70126 BariStamatia Anifantis Francesca Carruggio Francesca Mantino Giulia Melchiorre Museo Orto Botanico Universitagrave di BarildquoAldo Morordquo Via E Orabona 4 70126 Bari

Limoniastrum monopetalum (l) Boiss egrave presente inpuglia sulle rupi marittime di tricase porto (le)nellrsquoambito di una cenosi ascrivibile alla classeCrithmo-Limonietea Br-Bl 1947 in condizioni ana-loghe a quanto descritto per la Sicilia meridionale daBaRtolo et al (1982) Secondo la direttiva9243cee si tratta di un habitat di interesse comu-nitario denominato ldquoScogliere con vegetazione dellecoste mediterranee con Limonium spp endemicirdquo(aavv 2010) ersquo una specie a diffusione SW-Mediterranea in italia egrave presente in Sardegna inSicilia (conti et al 1992) nella laguna diorbetello (toMei guazzi 1993) a tricase porto(le) (accogli et al 1996) (fig1) in passato laspecie era stata segnalata ldquonei siti arenosi di tarantordquo(MaRinoSci 1870) caratterizzati da depressionicostiere con un ristagno idrico con substrato preva-lentemente costituito da argille e colonizzato da spe-cie ad elevata alofilia (tRotteR 1936) probabil-mente le antiche cenosi erano ascrivibili alla classeSarcocornetea-fruticosae Br-Bl amp tuumlxen ex a amp oBolograves 1950 tipica dei suoli inondati fangoso-argillo-si come riportato da Biondi et al (2004) per laSardegna

StatuS del popolaMento puglieSe ed eSpeRienzepRegReSSe

a tricase porto il popolamento si presenta formatoda due nuclei localizzati sulla sommitagrave di due costo-ni rocciosi distanti in linea drsquoaria circa 150 mentrambi i costoni sono occupati da abitazioni ad

uso civico ed i cespugli di limoniastro sono localizza-ti nelle loro adiacenze ma non allrsquointerno e questopotrebbe escludere unrsquointroduzione della specie perscopo ornamentale in totale si possono contarecirca 25 individui dei quali 18 si presentano comegrossi cespugli larghi 1ndash25 m alti 075ndash130 m lafioritura dura meno di un mese tra la fine di giugnoe lrsquoinizio di luglio le infiorescenze secche rimango-no sulla pianta sino a dicembre ma la maturazionedei frutti non egrave mai evidente e non egrave visibile la dei-

419infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

conservazione ex situ ed interventi di reintroduzione di Limoniastrum monopetalum in puglia

R accogli Mp BiancHi p Medagli S MaRcHioRi

aBStRact - ex situ conservation and reintroduction of limoniastrum monopetalum in Apulia region - in this paper arepresented the main actions taken by the Botanic garden of diSteBa for the protection of Limoniastrum monopetalum(l) Boiss species of high vulnerability included in the national Red list of plants of italy the specie is cultivated exsitu in the Botanic garden and it was decided to implement its reintroduction in the locality palude la vela (ta) in anarea once had been reported but no longer found propagation of L monopetalum was carried out by vegetative and gen-erative individuals obtained were reintroduced in two sites of the palude to different environmental conditions

Key words conservation moltiplication reintroduction

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 1areale di L monopetalum secondo gReuteR et al 1989 etutin et al 1981distribution area of L monopetalum according togReuteR et al 1989 and tutin et al 1981

scenza a contrastare lo sviluppo e la diffusione dinuove piante sono le estreme condizioni di povertagravedel substrato fortemente disturbato dalle attivitagraveantropiche che rimaneggiano continuamente le som-mitagrave dei costoni rocciosi (interventi di restauro edili-zio incendi e tagli indiscriminati) e la presenza diuna flora sinantropica dominata da agave pittospo-ro caprifico rovola vulnerabilitagrave della specie ha motivato la sua ripro-duzione ex situ nellrsquoorto Botanico dellrsquouniversitagravedel Salento e la messa a punto di protocolli di rein-troduzione infatti giagrave nel 2000 era stata testata lacapacitagrave di propagazione di L monopetalum sia pervia gamica che agamica senza forzature sui semi neacutedi ormoni radicanti per le talee la resa germinativaera risultata molto bassa del 2-5 mentre elevatesono state le percentuali di attecchimento delle talee(70-95) sia in primavera che agli inizi dellrsquoautun-no nel 2005 egrave stato effettuato un primo interventovolto al potenziamento del popolamento di L mono-petalum esistente a tricase porto lungo un breve trat-to costiero prospiciente il sito interessato da un inter-vento di riqualificazione attuato dallrsquoamministra-zione comunale lrsquointervento prevedeva la realizza-zione di un camminamento lungo la scogliera attra-verso i segni della storia locale ancora leggibili (trat-turi per la mena delle pecore vasche intagliate negliscogli per la concia delle pelli e per lrsquoestrazione diblocchi lapidei terrazzamenti per le colture agrarieprimaticce etc) la flora del tratto costiero annove-ra altre specie di interesse conservazionistico percheacuteincluse nella lista Rossa nazionale come Vincetoxi-cum hirundinaria Medik subsp adriaticum (Beck)Markgr o di valore fitogeografico come lrsquoendemicoLimonium japigicum (groves) pignatti Lavateraarborea l Scrophularia lucida l lrsquointervento direintroduzione era stato concordato con docenti edalunni delle Scuole Medie inferiori del comune ditricase che hanno partecipato dimostrando grandeinteresse e sensibilitagrave nellrsquoautunno 2005 egrave stataorganizzata una giornata durante la quale dopo unincontro tra autoritagrave politiche locali studiosi stu-denti e cittadini sono state messe a dimora 10 pian-te di L monopetalum (accogli et al 2006) pur-troppo lrsquointervento egrave stato inficiato da un incendioche nella primavera successiva ha distrutto buonaparte della flora spontanea ed i trapianti effettuati

MateRiali e Metodi

un secondo intervento di reintroduzione di L mono-petalum egrave stato programmato nel 2011 per il sitopalude la vela che ricade nellrsquoomonima Riservanaturale Regionale e prossima allrsquoantica salina di Sgiorgio jonico (ta) come prima fase si egrave procedu-to alla moltiplicazione della specie per ottenere indi-vidui giovani da mettere a dimora la moltiplicazio-ne ex situ egrave stata ripetuta sia per via vegetativa chegenerativa ponendosi nelle medesime condizionidegli anni precedenti ma con lrsquoaccorgimento didistinguere talee semierbacee da talee legnose ilmateriale propagativo egrave stato prelevato dagli indivi-

dui presenti a tricase porto da rami di 2 o piugrave annicon diametro del fusto maggiore di 10 mm sonostate realizzate talee lunghe 10-18 cm da rami di 1anno con diametro inferiore a 10 mm sono staterealizzate talee lunghe 7-12 cm il prelievo egrave statoeffettuato sia allrsquoinizio dellrsquoautunno (5 ottobre 2010)che alla fine della stagione invernale (5 marzo 2011) le talee sono state messe a radicare (senza aggiunta diormoni) in substrato costituito da un mixer di torbae perlite in rapporto 12 in vasi in pvc delle dimen-sioni 7x7x18 cm fatti stazionare poi in tunnel fred-do dopo 30 giorni veniva registrato lrsquoattecchimentodelle talee i risultati definitivi hanno evidenziato ilseguente andamento in autunno per quelle preleva-te da rami di 2 anni egrave stata registrata una percentua-le del 74 e per quelle prelevate da rami di 1 annodel 64 in primavera per le talee piugrave legnose egrave stataregistrata una percentuale di attecchimento pari al95 e per quelle meno legnose dellrsquo86 ancorauna volta i risultati dimostrano la facilitagrave di propaga-zione vegetativa della specie inoltre anche se i valo-ri differiscono di poco si deduce che il periodomigliore per il taleaggio di L monopetalum egrave a finestagione primaverile con rami vecchi di almeno 2anni (tab 1)

i racemi di L monopetalum dopo la fioritura persi-stono sulla pianta per lungo tempo (anche sino allrsquoin-verno) per cui sono stati effettuati periodici prelievidei frutti per lrsquoestrazione dei semi al fine di definire ilperiodo di piena maturazione un primo prelievo deifrutti egrave stato effettuato in ottobre i semi sono statiopportunamente isolati previa rottura della capsulaed una parte di essi egrave stata sottoposta a vernalizzazio-ne (4 degc per 24 h) per simulare unrsquoeventuale dor-mienza invernale la semina egrave stata effettuata in cap-sule petri sterili con carta da filtro come substratotenute in camera di crescita a 20 degc e fotoperiodo di10 h Sono state realizzate tre ripetizioni con 30 ele-menti per capsula lrsquoelaborazione dei dati registratievidenzia un andamento del potere germinativo di Lmonopetalum secondo quanto riportato dalla fig 2 il monitoraggio delle piastre ha evidenziato un pote-re germinativo dei semi molto basso (2-4) questodato egrave stato confermato dalla semina a spaglio effet-tuata in una seminiera con substrato composto datorba e agriperlite nel rapporto 12 da circa 200semi sono emerse solo 6 plantule

420 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

taBella 1Risultati della propagazione ex situResults of ex situ propagation

stagione talee di di radicazionepartenza 72 dopo 30 gg

Oslash 10 mm 64autunno Oslash 10-20 mm 74Oslash 10 mm 86primavera Oslash 10-20 mm 95

ReintRoduzione a palude la vela

i sopralluoghi effettuati a palude la vela per lrsquoindivi-duazione di siti idonei alla reintroduzione hannoindotto alla scelta di due piccole superfici simili percondizioni di substrato per copertura vegetale eparametri ambientali tali siti sono collocati su spon-de opposte dellrsquoacquitrino ed hanno unrsquoestensioneminima di 60 m2 per la messa a dimora sono stateselezionate piante vigorose e sane con unrsquoaltezzamedia di 489 plusmn526 cm e diametro di 1609plusmn304cm nel mese di novembre 2011 egrave stata effettuata laloro messa a dimoranel sito denominato ldquoardquo sono state trapiantate 15piante con un approssimativo sesto di impianto di 2x 4 m nel sito ldquoBrdquo sono state trapiantate 14 piantein ordine sparso in quanto lrsquoarea presentava nume-rose zone di erosione e continui dislivelli

concluSioni

nellrsquoarea palude la vela le condizioni ambientalisembrano piugrave confacenti allrsquoecologia di L monopeta-lum rispetto a tricase porto ed egrave positivo che tutte lepiante abbiano attecchito e siano giunte a fioriturama solo fra qualche anno si potragrave constatare la for-mazione di un eventuale popolamento con individui

fertili ed in grado di autopropagarsi e si avragrave confer-ma del successo della reintroduzione

letteRatuRa citataaavv 2010 ndash Manuale italiano interpretazione degli

habitat (Direttiva 9243 CEE) Ministero ambiente etutela territorio e Mare SBi

accogli R Medagli p MaRcHioRi S 1996 ndashlimoniastrum monopetalum (L) Boiss in Puglia(plumbaginaceae) giorn Bot ital 130 1 91degcongr SBi ancona 16-19 settembre 1996

mdash 2006 ndash Conservazione ex situ e reintroduzione dilimoniastrum monopetalum (L) Boiss sulla fasciacostiera di Tricase Porto (Lecce) inform Bot ital38(Suppl 1) 183-184

BaRtolo g BRullo S MaRcenograve c 1982 ndash La vegeta-zione costiera della Sicilia sud-orientale aQ71226cnR Roma

Biondi e BRugiapaglia e faRRiS e filigHeddu RSeccHi z 2004 ndash Halophilous vegetation of Olbia pondsystem (NE-Sardinia) fitos 41(1) Suppl 1 125-141

conti f Manzi a pedRotti f 1992 ndash Lista RossaNazionale delle Piante drsquoItalia WWf italia Roma

gReuteR W BuRdet HM long g 1989 ndashMedndashChecklist vol 4 320 pp

MaRinoSci M 1870 ndash Flora Salentina 1 22toMei pe guazzi e 1993 ndash Le zone umide della

Toscana Lista generale delle entitagrave generali atti MusStor nat grosseto 15 120-135

tRotteR a 1936 ndash Rilievi ecologici intorno alla flora edalla vegetazione della salina di SGiorgio presso Tarantoann R ist Sup agr portici III 5 120-135

tutin tg HeyWood vH BuRgeS na MooRedM valentine dH WalteRS SM WeBB da1981 ndash Flora Europaea vol 3 51

RiaSSunto - nel presente lavoro vengono esposte leprincipali azioni intraprese dallrsquoorto Botanico deldiSteBa per la salvaguardia di Limoniastrum monopeta-lum (l) Boiss specie ad alta vulnerabilitagrave inclusa nellalista Rossa nazionale delle piante drsquoitalia da anni la spe-cie viene coltivata ex situ nellrsquoorto Botanico e si egrave pensatodi attuare la sua reintroduzione in localitagrave palude la velain un ambito territoriale di antica segnalazione ma doveattualmente risulta scomparsa la propagazione di Lmonopetalum egrave stata effettuata per via vegetativa e genera-tiva e gli individui ottenuti sono stati reintrodotti in duesiti della palude a diverse condizioni ambientali

421Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 2valutazione del potere germinativoevaluation of the germinative power

autoRi

Rita Accogli (ritaaccogliunisalentoit) Maria Pia Bianchi Piero Medagli Silvano Marchiori Orto Botanico delDipartimento di Scienze e Tecnologie Biologiche ed Ambientali (DiSTeBA) Universitagrave del Salento Centro Ecotekne ViaProvinciale per Monteroni 73100 Lecce

in occasione della redazione della checklist dellepiante vascolari della puglia (a albano fBartolucci f conti p Medagli Rp Wagensommerin prep) egrave stato aggiornato lrsquoelenco delle specieminacciate in questa Regionele liste Rosse Regionali (conti et al 1997) ripor-tavano per la puglia 180 entitagrave da allora sono tras-corsi piugrave di 15 anni alcune di queste entitagrave eranoindicate in puglia per errore e altre sono considerateoggi sinonimi di entitagrave non minacciate mentrenumerose specie della lista Rossa nazionale sonostate rinvenute in puglia solo dopo il lavoro diconti et al (op cit) per questo motivo abbiamoritenuto utile aggiornare lrsquoelenco delle specie di listaRossa della Regione puglia e integrarlo con tutte leentitagrave endemiche pugliesi ed esclusive della Regione(presenti in italia solo in puglia)

RiSultati

il libro Rosso delle piante drsquoitalia (conti et al1992) riportava 458 specie e sottospecie di piantevascolari sottoposte a vari gradi di minaccia a livellonazionale di queste entitagrave 46 sono attualmentenote in puglia (tab 1) considerando anche le listeRosse Regionali (conti et al 1997) il numero ditaxa minacciati a livello nazionale e presenti in pugliasale a 89 entitagrave certamente presenti (di cui 1 dubita-tivamente alloctona) e 8 dubitativamente presentinella Regione mentre il numero di entitagrave indicatecome minacciate a livello Regionale egrave pari a 158 (dicui 1 dubitativamente alloctona) alle quali si aggiun-gono 4 entitagrave dubitativamente presenti nella Regio-ne per un totale di 188 entitagrave (tab 1)

le specie esclusive della puglia cioegrave quelle presentiin italia solo in questa Regione sono 54 di cui 2dubitativamente alloctone alle quali si aggiungono 6entitagrave la cui presenza egrave dubbia di queste 54 entitagrave35 sono endemiche pugliesi (tab 1)pertanto le specie di lista Rossa in puglia integratecon tutte le endemiche pugliesi e le esclusive dellaRegione sono 221 (tab 1) pari al 93 della floravascolare autoctona pugliese

diScuSSione

il libro Rosso e le liste Rosse delle piante drsquoitalia(conti et al 1992 1997) pur essendo stati seguitida altri lavori riguardanti le piante minacciate delnostro paese (pignatti et al 2001 ScoppolaSpaMpinato 2005) sono ancora oggi il riferimentoprincipale per le specie a rischio di estinzione initalia negli ultimi anni lrsquoimpulso alla realizzazionedi una nuova lista Rossa delle piante drsquoitalia secon-do i piugrave recenti criteri iucn (2001 2011) egrave statodato dalla rubrica pubblicata sullrsquoinformatoreBotanico italiano ldquoSchede per una lista Rossa dellaflora vascolare e crittogamica italianardquo e dal proget-to appena concluso e realizzato dalla SocietagraveBotanica italiana per conto del Ministero dellrsquoam-biente e della tutela del territorio e del Mare relati-vo alla valutazione nazionale della categoria di rischiodi estinzione per piugrave di 300 specie vegetali di interes-se conservazionistico e di ambientihabitat partico-larmente minacciati (RoSSi et al 2013) attualmen-te questi progetti hanno portato alla valutazione delgrado di minaccia di 40 specie vascolari presenti inpuglia Egrave auspicabile pertanto il contributo di tutti

422 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

piante vascolari minacciate e liste Rosse aggiornamento delle conoscenzein puglia

Rp WagenSoMMeR p Medagli ev peRRino

aBStRact - Threatened vascular plants and Red Lists an update of knowledge in Apulia -the Regional Red list of vas-cular plant species in apulia Region has been updated following recent knowledges of conservation distributional andtaxonomic interest

Key words apulia Red lists threatened species update

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

423Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

taBe

lla

1Piante vascolari endemiche esclusive e di Lista Rossa della Regione Puglia

Endemic exclusive and Red List vascular plants in Apulia Region

424 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO 45 (2) 393-432 2013(se

gue T

ab 1

)

425Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

(segue Tab 1)

426 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013(segue Tab 1)

427Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

(segue Tab 1)

i botanici pugliesi affincheacute sia possibile valutaresecondo i criteri piugrave recenti dellrsquoIUCN (op cit) unnumero molto maggiore di specieLrsquoelenco riportato in Tab 1 include tutte le specieendemiche pugliesi ed esclusive della Puglia Di que-ste entitagrave 33 non venivano indicate nelle Liste RosseRegionali (CONTI et al 1997) Esse sono state inclu-se in Tab 1 in via precauzionale ma in molti casi illoro effettivo grado di minaccia deve ancora esserevalutato Lrsquoelenco non include invece le categorie diminaccia indicate in ROSSI et al (2013) che sarannooggetto di un futuro contributo sulle specie di inte-resse conservazionistico in Puglia

CONCLUSIONILrsquoaggiornamento delle conoscenze floristiche inPuglia e le informazioni tassonomiche nomenclatu-rali e distributive pubblicate nel corso degli ultimianni hanno consentito un aggiornamento delle ListeRosse delle Piante vascolari della Regione Puglia maancora molto lavoro deve essere svolto per megliodefinire il numero di specie a rischio e il loro effetti-vo grado di minaccia secondo i piugrave recenti criteriinternazionali (IUCN op cit)

LETTERATURA CITATACONTI F MANZI A PEDROTTI F 1992 ndash Libro Rossodelle Piante drsquoItaliaMinistero Ambiente WWF Italia

Societagrave Botanica Italiana Romamdash 1997 ndash Liste Rosse Regionali delle Piante drsquoItaliaWWFItalia Societagrave Botanica Italiana CIAS Camerino

IUCN 2001 ndash IUCN Red List Categories and CriteriaVersion 31 IUCN Species Survival CommissionIUCN Gland (Switzerland) amp Cambridge (UK)II+30 pp

mdash 2011 ndash Guidelines for Using the IUCN Red ListCategories and Criteria Version 90 Prepared by theStandards and Petitions Subcommittee httpww-wiucnredlistorgdocumentsRedListGuidelinespdf

PIGNATTI S MENEGONI P GIACANELLI V (a cura di)2001 ndash Liste rosse e blu della flora italiana ANPARoma

ROSSI G MONTAGNANI C GARGANO D PERUZZI LABELI T RAVERA S COGONI A FENU G MAGRINIS GENNAI M FOGGI B WAGENSOMMER RPVENTURELLA G BLASI C RAIMONDO FMORSENIGO S (Eds) 2013 ndash Lista Rossa della FloraItaliana 1 Policy Species e altre specie minacciateComitato Italiano IUCN Ministero Ambiente eTutela Territorio e Mare Roma 54 pp

SCOPPOLA A SPAMPINATO G (Eds) 2005 ndash Atlante dellespecie a rischio di estinzione (CD-ROM) Allegato a ASCOPPOLA C BLASI (Eds) Stato delle conoscenze sullaflora vascolare drsquoItalia Palombi Ed Roma

RIASSUNTO ndash Egrave stata aggiornata la Lista RossaRegionale delle piante vascolari della Regione Pugliasecondo le piugrave recenti conoscenze in ambito conservazio-nistico distributivo e tassonomico

428 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO 45 (2) 393-432 2013

AUTORI

Robert Philipp Wagensommer (robwagensommeryahooit) Scuola di Scienze Ambientali Universitagrave di Camerino - CentroRicerche Floristiche dellrsquoAppennino (Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga) San Colombo 67021 Barisciano(LrsquoAquila)Piero Medagli (pietromedagliunileit) Laboratorio di Botanica Sistematica del DiSTeBA Universitagrave del Salento ViaProvinciale Lecce-Monteroni 73100 LecceEnrico Vito Perrino (enricoperrinoyahooit) Museo Orto Botanico Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via E Orabona 4 70124Bari

Verticillium dahliae Kleb egrave un fungo tracheomicoti-co responsabile della piugrave grave malattia dellrsquoolivo(Olea europaea l) soprattutto negli oliveti dei paesimediterranei Questo fungo oltre lrsquoolivo attacca piugravedi 300 specie di piante arboree ed erbacee la malat-tia determina generalmente il disseccamento di por-zioni della chioma (BeJaRano-alcaacutezaR et al 2001pegg BRady 2002 BuBici ciRulli 2011) isolatidi V dahliae in grado di infettare cotone e olivo pos-sono essere classificati in due patotipi defogliante enon-defogliante sulla base della loro abilitagrave o menodi indurre defogliazione nelle piante infette(MeRcado-Blanco et al 2001 2003) il presentelavoro propone studi preliminari su i) alcune rispo-ste fisiologiche in due cultivar di olivo caratterizzateda differenti livelli di suscettibilitagrave alla verticilliosi ii)alcuni determinanti di patogenicitagrave potenzialmentecoinvolti nellrsquoinduzione dei sintomi fogliari prodottida patotipi diversi di V dahliae

MateRiali e Metodi

Alterazioni fisiologiche piante di olivo delle cultivar lsquofrantoiorsquo (resistente) elsquoleccinorsquo (suscettibile) sono state inoculate con gliisolati vd312d (defogliante) e vd315nd (nondefogliante) seguendo il metodo descritto da ciRulli

et al (2008) piante non trattate e piante le cui radi-ci sono state immerse per 10 minuti in acqua sonostate utilizzate come tesi di controllo Sono stati valu-tati il contenuto di fenoli carotenoidi clorofillaperossido drsquoidrogeno ascorbato e lrsquoattivitagrave delleperossidasi generiche (pod) e dellrsquoascorbato perossi-dasi (apX) in foglie delle due cultivar raccolte dopo24 72 e 240 ore dal trapianto applicando i metodiproposti da cHandleR doddS (1983) licHten-tHaleR (1987) BRuno SpaRapano (2006) toM-MaSi et al (2006) paRadiSo et al (2008) tre mesidopo lrsquoinoculazione su ogni pianta egrave stata valutata lapresenza di malattia sulla chioma utilizzando la scaladi severitagrave dei sintomi proposta da colella et al(2008) lrsquoanalisi statistica dei dati egrave stata eseguitaattraverso lrsquoanalisi della varianza (anova) le mediesono state separate con il test della minima differen-za significativa (MdS) Produzione di metaboliti secondari fitotossici colture liquide statiche degli isolati vd312d evd315nd di V dahliae sono state allestite in tredifferenti soluzioni nutritive czapek modificato(vdM) patate destrosio Broth (pdB difco ) oacqua estratto di Malto (oxoid) al 2 (eM2) perciascun isolato e substrato sono state preparate 10bottiglie di Roux della capacitagrave di 1 l contenenti

429infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

Meccanismi di resistenza alla verticilliosi e caratterizzazione di varietagrave meridionali di olivo dati preliminari sulla fisiologia dellrsquointerazione olivoVerticillium dahliae

gl BRuno c faSciano Mp ippolito S SeRMani ad MaRSico c colella M aMenduni f toMMaSi

aBStRact - Mechanisms of resistance to olive Verticillium wilt and characterization of olive varieties from southern prelim-inary data on physiology of olive - verticillium dahliae interaction - inoculations experiment were performed with two strainsof Verticillium dahliae characterized as defoliating (vd312d) or not defoliating (vd315nd) pathotypes lsquofrantoiorsquo(resistant) and lsquoleccinorsquo (susceptible) olive plants the interaction plantpathogen was evaluated as total phenolscarotenoids chlorophylls hydrogen peroxide ascorbic acid generic peroxidases and ascorbate peroxidase activityinoculated plants showed the typical pathway associate to a stress the two pathotypes are also able to produce in vitrophytotoxins Some of these secondary metabolites should be involved on biochemical and physiological alterations asso-ciated to verticillium wilt symptoms on olive trees (leaves wilting and defoliation)

Keywords fenoli totali metaboliti secondari stato redox verticilliosi

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

150 ml di soluzione nutritiva ciascuna bottiglia egravestata inoculata con 5 ml di sospensione ottenutaomogeneizzando tre colonie (coltivate per due setti-mane in piastre petri su substrato di pda a 25 degc albuio) in 50 ml di acqua distillata sterile dopo 28giorni di coltura (25 degc al buio) il micelio egrave statorimosso mediante filtrazione su garza e centrifugazio-ne (5500 xg 20 min 4 degc) aliquote (3 ml) di cia-scun filtrato colturale (fc) integro o diluito (10100 e 1000 volte con acqua distillata) sono state uti-lizzate in saggi di tossicitagrave su rametti recisi dilsquoleccinorsquo e lsquofrantoiorsquo eseguiti in ambiente controlla-to (uR 50 t 25 degc luce 150 microe cm-2 sec-1)acqua distillata e substrato non inoculato sono statiutilizzati come controllo dal terzo giorno dopo lrsquoas-sorbimento delle soluzioni tossiche egrave stata osservatala manifestazione dei sintomi dopo 24 72 e 240 oredallrsquoassorbimento delle soluzioni saggiate le foglie diciascun rametto sono state caratterizzate in terminidi flusso traspiratorio utilizzando un porometro li-1600-licor negli stessi intervalli egrave stato valutato ilcontenuto in clorofilla e fenoli seguendo i metodiproposti in precedenza

RiSultati e diScuSSione

Alterazioni fisiologicheper entrambi i patotipi di V dahliae saggiati lrsquoindu-zione di uno stato di malessere nella pianta egrave confer-mata dalla riduzione nel contenuto di clorofillesoprattutto dopo 24 ore per la cultivar suscettibilelsquoleccinorsquo (fig 1) invece il contenuto di ascorbatoclorofille e carotenoidi ha subito un incrementosoprattutto nei campioni di foglie prelevate dopo 72e 240 ore dallrsquoinoculo con il patotipo defogliante leanalisi condotte sulle foglie di lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquohanno mostrato come la molecola segnale perossidodrsquoidrogeno risulta maggiormente presente nella cul-tivar frantoio dopo 72 ore dallrsquoinoculo con il patoti-po defogliante (fig 1) mentre lrsquoattivitagrave della apXsegna negli stessi tempi un decremento (fig 2) invece nella cultivar frantoio i sistemi antiossidan-ti non enzimatici hanno mostrato un calo rispetto aicontrolli nei livelli di ascorbato e di fenoli (fig 1) non si sono osservate variazioni nellrsquoattivitagrave dellacatalasi (fig 2) infatti come dimostrato in altrisistemi nei tessuti vegetali questo enzima svolge unruolo nel metabolismo del perossido di idrogenosecondario rispetto allrsquoapX che invece egrave lrsquoenzimachiave nel controllo della concentrazione in perossi-do di idrogeno (de gaRa et al 2003) lrsquoattivitagrave dellepod infine aumenta notevolmente nelle fasi tardi-ve dellrsquoinfezione nelle foglie di lsquofrantoiorsquo mentre inquelle di lsquoleccinorsquo un incremento egrave evidente 72 oredallrsquoinoculo (fig 2) i dati evidenziati nelle nostre condizioni sperimenta-li sono in linea con quanto riportato dalla letteraturariguardo alle interazioni pianta-patogeno e le risposteda stress abiotici (de gaRa et al 2003) infatti nellepiante resistenti si assiste a una modulazione deisistemi antiossidanti tale da causare un incremento diperossido di idrogeno a livello fogliare (de gaRa etal 2003) per contro nella varietagrave suscettibile lrsquoau-

mento dei livelli in antiossidanti non enzimatici nonegrave sufficiente a indurre resistenza la diversa rispostaai sistemi antiossidanti riscontrata nelle due varietagraveutilizzate in queste prove potrebbe essere consideratacome un marker biochimico per valutare lo stato diavanzamento dellrsquoinfezione e il suo destino primadella comparsa dei sintomi

Evoluzione dei sintomia conferma di quanto giagrave riscontrato da ciRulli etal (2008) lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo sono risultate rispet-tivamente resistenti e suscettibili ai due isolati di Vdahliae utilizzati nessun sintomo egrave stato registrato esulle piante utilizzate come controllo (piante nontrattate e piante le cui radici sono state immerse per

430 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

fig 1contenuto in fenoli carotenoidi clorofille e perossido diidrogeno in foglie di lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo dopo 24 72 e240 ore dallrsquoinoculo con vd312d () e vd315nd ()i controlli sono rappresentati da piante le cui radici sonostate immerse per 10 minuti in acqua (mdash) ciascun valo-re egrave la media di cinque piante phenols carotenoids chlorophylls and hydrogen peroxidecontent in leaves of lsquofrantoiorsquo and lsquoleccinorsquo after 24 72and 240 hours after inoculation with vd312d () andvd315nd () as controls plants were treated for 10minutes in water (mdash) each value is the mean of fiveplants

10 minuti in acqua) e sulle chiome di lsquofrantoiorsquo ino-culate con il patotipo non defogliante il patotipodefogliante ha causato su lsquofrantoiorsquo una modestadefogliazione le piante di lsquoleccinorsquo hanno espressosintomi gravi con entrambi i patotipi (generale avviz-zimento della chioma) aggravati nel caso del patoti-po defogliante da accentuata e rapida filloptosiMetaboliti secondari fitotossici gli isolati di V dahliae utilizzati in coltura liquida susubstrato vdM hanno permesso di ottenere fc chesaggiati su rametti recisi di lsquoleccinorsquo (suscettibile) elsquofrantoiorsquo (resistente) hanno riprodotto sintomi diavvizzimento e accartocciamento fogliare e defoglia-zione nessun sintomo egrave stato registrato sui ramettiche hanno assorbito acqua distillata e i substrati noninoculati lrsquoassorbimento dei 3 ml di soluzione daparte dei rametti ha richiesto 30-32 ore per acquavdM pdB e eM2 mentre i fc dei due isolati sonostati assorbiti in 17-24 ore i fc dei patotipivd312d o vd315nd di V dah-liae ottenuti su substrato vdM saggiati su entrambe

le cultivar di olivo hanno evidenziato sintomi da 7-9 giorni dopo lrsquoassorbimento i fc ottenuti su sub-strato vdM da entrambi i patotipi inducono ripiega-mento e successivo imbrunimento della laminafogliare sui rametti di lsquofrantoiorsquo Sui rametti dilsquoleccinorsquo sono stati registrati ingiallimenti della lami-na fogliare inizialmente intorno alle nervature edopo 3-5 giorni sullrsquointera superficie Sintomo fina-le dei fc di entrambi gli isolati di V dahliae dopo 28giorni di coltura su substrato di vdM egrave stata unagenerale defogliazione dei rametti Su lsquoleccinorsquo ladefogliazione egrave stata severa e si egrave avuta dopo 17 gior-ni sui rametti trattati con il fc dellrsquoisolato vd312dcf e dopo 21 giorni su lsquofrantoiorsquo i rametti trattaticon i fc di vd315nd sono stati registrati dopo 20giorni su lsquoleccinorsquo e dopo 25 giorni su lsquofrantoiorsquo isintomi sopra descritti sono stati osservati anche suirametti che hanno assorbito i fc dei due isolati dopodiluizione di 10 e 100 volte con acqua distillata i fc ottenuti dai due patotipi su substrato vdMsono stati confrontati sulle due cultivar per i loroeffetti sul flusso traspiratorio e sulle variazioni infenoli e clorofille presenti nelle foglie (fig 3)

431Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 2contenuto in ascorbato e attivitagrave delle perossidasi generi-che (pod) e dellrsquoascorbato perossidasi (apX) in foglie dilsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo dopo 24 72 e 240 ore dallrsquoinoculocon vd312d () e vd315nd () i controlli sono rap-presentati da piante le cui radici sono state immerse per10 minuti in acqua (mdash) ciascun valore egrave la media di cin-que piante ascorbic acid concentration and peroxidase (pod) andascorbate peroxidase (apX) activity in leaves of lsquofrantoiorsquoand lsquoleccinorsquo after 24 72 and 240 hours after inocula-tion with vd312d () and vd315nd () as controlsplants were treated for 10 minutes in water (mdash) eachvalue is the mean of five plants

fig 3effetti sulla traspirazione e sul contenuto in clorofille efenoli in foglie di lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo dopo 24 72 e 240ore dallrsquoassorbimento di 3 ml di filtrato colturale degli iso-lati vd312d () e vd315nd () su substrato vdM icontrolli hanno assorbito 3 ml di acqua (mdash) ciascunvalore egrave la media di cinque rametti recisi transpiration from abaxial leaf surfaces and chlorophyllsand phenols content in leaves of lsquofrantoiorsquo and lsquoleccinorsquoafter 24 72 and 240 hours after the absorbtion of 3 ml fvd312d () and vd315nd () culture filtrates onvdM as controls twigs adsorbed 3 ml of water (mdash) eachvalue is the mean of five twigs

le misure di traspirazione (fig 3) dimostrano unforte incremento nel flusso traspiratorio nei ramettirecisi che hanno assorbito i fc ottenuti dal patotipovd312d rispetto a quelli ottenuti dal vd315nd edalle tesi di controllo nessuna differenza egrave stata regi-strata nel contenuto in clorofilla Solo la concentra-zione in fenoli nelle foglie dei rametti recisi chehanno assorbito i fc ottenuti dai due isolati egrave risul-tata circa tre volte superiore rispetto ai rametti delletesi di controllo totali (fig 3)in definitiva appare chiaro che nellrsquointerazione Vdahliae e olivo entrino in gioco fattori chimici divirulenza del patogeno (fitotossine) che contribuisca-no alla patogenesi e alla manifestazione dei sintomied inducano nellrsquoospite condizioni di stress in que-sto stato la pianta ospite manifesteragrave in parte o intoto le alterazioni biochimiche e fisiologiche determi-natesi nei tessuti attraverso i sintomi

Ringraziamenti - gli autori ringraziano i collaboratoriluca Scarola valentino poliseno nicola contursi eaniello Rescigno (dipartimento di Scienze del Suolo dellapianta e degli alimenti universitagrave degli Studi di Barialdo Moro) per il valido supporto tecnico nella realizza-zione delle prove lavoro realizzato con il contributo dellafondazione cassa di Risparmio di puglia Bando 2010 ndashprogetto Meccanismi di resistenza alla verticilliosi e caratte-rizzazione di varietagrave meridionali di olivo

letteRatuRa citataBeJaRano-alcaacutezaR J peacuteRez-aRteacuteS e JiMeacutenez-dIacuteaz

RM 2001 ndash Spread of the defoliating pathotype ofverticillium dahliae to new cotton and olive growingareas in Southern Spain in Proceedings 8th Inter-national Verticillium Symposium coacuterdoba 2001 57

BRuno g SpaRapano l 2006 ndash Effects of three esca-asso-ciated fungi on vitis vinifera L II Characterization ofbiomolecules in xylem sap and leaves of healthy and dis-eased vines physiol Mol plant path 69 195-208

BuBici g ciRulli M 2011 ndash verticillium wilt inScHena l agoSteo ge cacciola So (eds)Olive diseases and disorders 191-222 transwordResearch network Kerala india

cHandleR Sf doddS JH 1983 ndash The effect of phos-phate nitrogen and sucrose on the production of pheno-lics and solasodine in callus cultures of Solanum lacinia-tum plant cell Rep 2 205

ciRulli M colella c drsquoaMico M aMenduni MBuBici g 2008 ndash Comparison of screening methods for

the evaluation of olive resistance to verticillium dahliaeKleb J plant path 90(1) 7-14

colella c Miacola c aMenduni M drsquoaMico MBuBici g ciRulli M 2008 ndash Sources of Verticilliumwilt resistance in wild olive germplasm from theMediterranean region plant path 57 533-539

de gaRa l de pinto Mc toMMaSi f 2003 ndash Theantioxidant systems vis-agrave-vis reactive oxygen species dur-ing plantndashpathogen interaction plant physiolBiochem 41 863-870

licHtentHaleR HK 1987 ndash Chlorophylls andearotenoids pigments of photosynthetic bio-membranesMethods enzymol 148 351-383

MeRcado-Blanco J collado-RoMeRo M paRRilla-aRauJo S RodRIacuteguez-JuRado d JiMeacutenez-dIacuteazRM 2003 ndash Quantitative monitoring of colonizationof olive genotypes by verticillium dahliae pathotypes withreal-time polymerase chain reaction physiol Mol plantpath 63 91-105

MeRcado-Blanco J RodRIacuteguez-JuRado d peacuteRez-aRteacuteS e JiMenez-dIacuteaz RM 2001 ndash Detection of thenondefoliating pathotype of verticillium dahliae ininfected olive plants by nested PCR plant path 50609-619

paRadiSo a BeRaRdino R de pinto Mc Sanitagrave ditoppi l StoRelli MM toMMaSi f de gaRa l2008 ndash Increase in ascorbatendashglutathione metabolism aslocal and precocious systemic responses induced by cadmi-um in durum wheat plants plant cell physiol 49362-374

pegg gf BRady Bl 2002 ndash Verticillium Wilts caBipublishing Wallingford

toMMaSi f paciolla c de pinto Mc de gaRa l2006 ndash Effects of storage temperature on viability germi-nation and antioxidant metabolism in ginkgo biloba Lseeds plant physiol Biochem 44 359-368

RiaSSunto ndash due ceppi di Verticillium dahliae caratte-rizzati come patotipo defogliante (vd312d) o non defo-gliante (vd315nd) e piante di olivo delle cultivarlsquofrantoiorsquo (resistente) e lsquoleccinorsquo (suscettibile) sono statiutilizzati in prove di inoculazione artificiale focalizzate allostudio fisiologico delle interazioni pianta patogeno ladiversa risposta riscontrata nelle due varietagrave in termini difenoli carotenoidi clorofilla perossido di idrogeno ascor-bato perossidasi generiche e ascorbato perossidasi indicauno stato di stress fitotossine prodotte in vitro dai duepatotipi sembrano essere coinvolte nelle alterazioni biochi-miche e fisiologiche alla base delle tipiche sintomatologiedella verticilliosi su olivo (avvizzimento generale dellachioma e defogliazione)

432 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

autoRi

Giovanni Luigi Bruno (giovanniluigibrunounibait) Samer Sermani Antonio Domenico Marsico Mario AmenduniDipartimento di Scienze del Suolo della Pianta e degli Alimenti (DiSSPA) Sezione di Patologia vegetale Universitagrave di BarildquoAldo Morordquo Via G Amendola 165A 70126 BariCristina Fasciano Maria Paola Ippolito Franca Tommasi (francatommasiunibait) Dipartimento di Biologia Universitagrave diBari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70125 BariCecilia Colella Dipartimento di Chimica Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70125 Bari

Page 14: Società Botanica italiana onluS 45 (2) 2013/391... · 2018-05-08 · prodotto preso in esame e sia dal metodo utilizzato (peRez-JiMénez et al., 2008; MülleR et al., 2010). un’attenzione

bioattive come flavonoidi vitamine minerali e glucosino-lati i quali sono responsabili del caratteristico odore esapore pungente i glucosinolati sono i metaboliti piugrave stu-diati delle Brassicaceae per le proprietagrave anticarcinogenichemanifestate soprattutto dagli isotiocianati ovvero i loroprodotti di idrolisi in questo lavoro ci siamo occupatidello studio fitochimico del mugnolo una varietagrave diBrassica oleracea coltivata solo per uso domestico lrsquoaltraspecie oggetto di studio egrave stata la Capparis spinosa subsprupestris (cappero) molto diffusa nel bacino delMediterraneo entrambe queste specie mai state studiateprima dal punto di vista fitochimico sono state oggettodel nostro lavoro al fine di individuare composti bioattivi

caratterizzanti le specie in particolare egrave stato osservato chele infiorescenze del ldquomugnolordquosono caratterizzate da glSalifatici aromatici ed indolici Questi ultimi risultanoessere i piugrave abbondanti (768 μmolg) seguiti dagli alifati-ci (263 μmolg) e dagli aromatici (083 μmolg) in que-sto lavoro egrave stata determinata anche la composizione chi-mica dei semi e delle parti aeree della C spinosa subsprupestris ed egrave stato osservato che i semi cosigrave come le partiaeree sono caratterizzati da un solo glS la glucocappari-na inoltre lrsquoolio estratto dai semi egrave ricco di acidi grassiinsaturi rari come il cis-vaccenico nelle parti aeree la ruti-na rappresenta il flavonoide predominante

405Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

autoRi

Maria Pia Argentieri Pinarosa Avato Dipartimento di Farmacia-Scienze del Farmaco Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo ViaOrabona 4 70125 Bari

con il termine ldquoterre rarerdquo o lantanidi si indicano glielementi chimici compresi nella tavola periodica frail lantanio ed il lutezio inclusi lrsquoittrio e lo Scandioi quali manifestano comuni proprietagrave chimiche con-nesse ad una simile configurazione elettronica ester-na negli ultimi anni i lantanidi sono stati larga-mente impiegati in campo industriale agricolo ezootecnico in cina a partire dagli anni lsquo80 vengo-no usati in agricoltura fertilizzanti costituiti damiscele di vari elementi ma soprattutto lantanio(la) e cerio (ce) lrsquouso intensivo e su larga scala ditali composti suscita crescenti preoccupazioni per lapossibile contaminazione di suoli ecosistemi acqua-tici e derrate alimentari dal momento che gli effettidi tali elementi sulla salute non sono ben chiari lamaggior parte dei dati presenti in letteratura riguar-da la somministrazione di miscele di terre rare e dicomposti contenenti la a varie specie di vegetali inalcune piante sono stati osservati effetti positivi tra iquali la promozione della germinazione dei semi losviluppo di radici e germogli la resistenza contro glistress (ippolito et al 2007 liu et al 2012) la fio-ritura la produttivitagrave in campo (Hu et al 2004)altri studi al contrario evidenziano effetti nulli oaddirittura inibitori di tali sostanze su colture di inte-resse agrario (naRdi et al 2005 drsquoaQuino et al2009) una sintesi dei dati disponibili sugli effetti dila ce e miscele di terre rare in vari sistemi animalie vegetali egrave stata recentemente pubblicata (pagano etal 2012) i dati riportati riguardano crescita svilup-po e indicazioni di tossicitagrave in alcuni sistemi animalie vegetali numerosi dati anche contrastanti riguar-

dano gli effetti del ce sia come pro-ossidante checome antiossidante dalla letteratura emerge lrsquoesi-genza di studi che determinino gli effetti dei singolilantanidi sugli organismi animali e vegetali per valu-tarne la potenziale tossicitagrave Scopo di questo lavoro egrave stato lo studio della sommi-nistrazione di ce trivalente (ce3+) ad una speciemodello Lemna minor L pianta acquatica giagrave utiliz-zata per studi su lantanio e miscele di terre rare(ippolito et al 2010) al fine di avere informazionicirca le soglie di tolleranzatossicitagrave di L minor versoil ce3+ tale specie oltre che per il fitorimedio egraveanche utilizzata secondo la iSo 20079 (2004) neitest di biotossicitagrave per lrsquoecosistema acquatico peralcune sue caratteristiche quali elevata velocitagrave di cre-scita propagazione vegetativa e ridotte dimensioniche la rendono adatta a studi eco- tossicologici

MateRiali e Metodi

piante di L minor sono state coltivate in una soluzio-ne di mantenimento (Knop 1865) a pH 44 per 15giorni in camera di crescita alla temperatura di 24 plusmn2 degc con illuminazione a fluorescenza bianca conuna intensitagrave luminosa di 90 μe m-2 s-1 e fotoperio-do lucebuio di 1410 h in ogni cella di una piastraa pozzetti multipli sono state poste 10 fronde di Lminor in un volume di 2 ml di mezzo di crescita(testimone) a cui sono stati aggiunti nei trattatinitrato di cerio esaidrato (cen3o9 6H2o) in con-centrazioni finali di 25 - 5 - 10 - 20 μM e 1 mMoppure nitrato di calcio ca(no3)2 alla concentrazio-

406 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

note preliminari sullrsquoeffetto della somministrazione di cerio in Lemna minor

Ma zicaRi a paRadiSo f toMMaSi

aBStRact - Preliminary note on effect of Cerium administration in Lemna minor - This study aimed at investigat-ing the effects of Ce3+ on the growth of duckweed (Lemna minor L) plants as a test system (iSo 20079) L minorplants were treated with 00025 0005 0010 0020 1 mM ce(no3)3 or ca(no3)2 1 mM over a 15 day period theinfluence of Ce3+ was evaluated according to the iSo 20079 test protocol on the basis of growth parameters as relativegrowth rate (RgR) expressed as frond number and relative frond number (Rfn) compared with the control concentra-tions of ce3+ lower than 1 mM did not affect significantly the growth parameters On the contrary 1 mM ce(no3)3negatively affected the growth from 7 days to 15 days whereas 1 mM ca(no3)2 stimulated duckweed leaf growth datahere reported showed toxic effect of Ce3+ at millimolar concentrations and suggested that L minor could be a speciesuseful for Ce3+ presence biomonitoring in aquatic environment

Key words antiossidanti risposte di crescita terre rare test di tossicitagrave

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

ne finale di 1 mM per il testimone e per ogni tratta-mento sono stati allestiti 4 pozzetti le analisi sonostate eseguite in cinque repliche le piastre sono statecollocate in camera termostatata e sono stati analiz-zati i seguenti parametri di crescita tasso di crescitarelativo (RgR) numero di fronde relativo (Rfn)crescita di fronde in percentuale (fn) le misurazio-ni sono state fatte ad intervalli di 24 ore nelle provepreliminari e in seguito si egrave stabilito di effettuare leanalisi ogni 3 5 7 12 15 giorni utilizzando unostereoscopio per poter contare tutte le fronde visibi-li Seguendo la iSo 20079 RgR egrave stato calcolatocontando il numero di fronde per ogni concentrazio-ne e applicando la seguente formula (lnnn-lnn0)tndove n0 egrave il numero iniziale di fronde nn egrave il nume-ro finale di fronde tn egrave il tempo di durata dellrsquoespe-rimento Rfn egrave stato calcolato usando la formulann-n0 n0 fn egrave stato calcolato come variazionepercentuale del numero delle foglie rispetto al nume-ro delle stesse allrsquoinizio dellrsquoesperimento valore con-siderato pari al 100 ersquo stato periodicamente osser-vato lrsquoaspetto delle fronde al fine di analizzare even-tuali segni di clorosi e necrosi utilizzando un micro-scopio ottico

RiSultati e diScuSSione

nei saggi eco-tossicologici RgR egrave considerato il piugraveattendibile tra i parametri di crescita in quantoessendo basato sul conteggio delle fronde egrave indipen-dente dalle dimensioni delle fronde stesse e dalla bio-massa (Radic et al 2010) e in condizioni di tossici-tagrave piccole gemme possono protrudere ed essere con-tate come singole fronde (MoHan HoSetti 1999nauMann et al 2007) RgR egrave inoltre considerato ilparametro piugrave sensibile per valutare la tossicitagrave croni-ca (MacKenzie et al 2003) i dati ottenuti dimostra-no che in presenza di basse concentrazioni di ce3+

(25-20 μM) si verifica una crescita maggiore rispettoal testimone di 12-15 giorni anche se le variazioni diRgR Rfn (dati non mostrati) e fn (fig 1) nonsono risultate statisticamente significative

Quindi i trattamenti a concentrazioni micromolaridi ce non interferiscono con la normale crescita dellapianta che inoltre non presenta alterazioni morfolo-giche evidenti per verificare la soglia di tossicitagrave del ce le piante diL minor sono state coltivate per 15 giorni in soluzio-ne nutritiva arricchita di nitrato di cerio esaidrato aconcentrazione finale 1 mM per escludere i possibi-li effetti del nitrato alcuni campioni sono stati colti-vati con nitrato di calcio alla stessa concentrazionefinale di 1 mM in sostituzione del nitrato di ceriodopo 7 giorni di trattamento con ce3+ si osserva unasignificativa diminuzione dei parametri di crescitaanalizzati rispetto al testimone RgR in particolarediminuisce del 60 e dellrsquo 80 rispettivamentedopo 7 e 15 giorni (fig 2 a)un andamento simile si ha per fn dalla cui analisisi osserva lrsquoinibizione di crescita delle foglie del 19al settimo giorno e del 50 al quindicesimo giornorispetto al testimone (fig 2 B) inoltre le foglie cre-sciute a concentrazione di ce3+ 1 mM appaiono bru-

407Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 1crescita di fronde in percentuale (fn) di L minor incen3o9 da 25 μM a 20 μM in 15 giornifn in L minor on cen3o9 from 25 μM to 20 μM for15 days

fig 2a) RgR B) fn in Lemna minor l esposta per 15 giornia trattamenti 1 mM di ce3+e ca2+ p lt 005 secondo il t-studenta) Relative growth rate based on frond number B)growth of leaves in Lemna minor l exposed for 15 daysto treatments 1 mM ce3+ and ca2+ p lt 005 for significant differences between treatmentsand control according to t-student

nastre con aree necrotiche e clorotiche un analogoandamento si osserva per Rfn (dato non mostrato)pertanto il ce3+ 1 mM influenza negativamente lacrescita e mostra effetti tossici al contrario le frondedi L minor fatte crescere in presenza di ca(no3)2alla concentrazione finale di 1 mM mostrano unaumento della crescita rispetto al testimone pertutti i tempi di analisi ma con una differenza signi-ficativa a partire dal settimo giorno (fig 2 a 2 B) iltrattamento con nitrato di ce quindi a differenza diquello con nitrato di calcio mostra un effetto nega-tivo sulla crescita di piante di lenticchia drsquoacqualrsquoinibizione della crescita puograve essere dovuta allrsquoaccu-mulo di ce3+ analogamente a quanto descritto per imetalli che a concentrazioni tossiche inibisconolrsquoallungamento e lrsquoespansione cellulare (poScHen-RiedeR BaRcelograve 2004 SRivaStava et al 2006)oppure allrsquointerferenza con lrsquoassunzione di altri ele-menti nutritivi infatti egrave stato riportato che in pian-tine di riso il ce3+ interferisce con lrsquoaccumulo diferro potassio magnesio calcio sodio e di altri ele-menti minerali nutritivi (liu et al 2012) ulterioristudi sono necessari per valutare se e in quali tessutiil ce3+ venga accumulato e lrsquoeffetto dello stesso sualtri parametri quali i sistemi antiossidanti i livelli dispecie reattive dellrsquoossigeno ed il danno ossidativo inconclusione L minor si mostra tollerante allrsquoesposi-zione a concentrazioni micromolari di ce3+ ma nona concentrazioni piugrave elevate e pertanto potrebbe esse-re una specie utile per il biomonitoraggio della pre-senza di ce3+ in ambienti acquatici

letteRatuRa citatadrsquoaQuino l de pinto Mc naRdi l MoRgana M

toMMaSi f 2009 ndash Effect of some light rare earth ele-ments on seed germination seedling growth and antioxi-dant metabolism in triticum durum chemosphere75 900-905

Hu z RicHteR H SpaRoveK g ScHnug e 2004 ndashPhysiological and biochemical effect of rare earth elementson plants and their agricultural significance a review Jplant nutr 27 183-220

ippolito Mp faSciano c drsquoaQuino l MoRganaM toMMaSi f 2010 ndash Responses of antioxidant sys-tems after exposition to rare earths and their role in chill-ing stress in common duckweed (lemna minor L) adefensive weapon or a boomerang arch environcontam toxicol 58 42-52

ippolito Mp paciolla c drsquoaQuino l MoRganaM toMMaSi f 2007 ndash Effect of rare earth elements ongrowth and antioxidant metabolism in lemna minor Lcaryologia 60 125-128

iSodiS 20079 2004 ndash Water qualitymdashdetermination ofthe toxic effect of water constituents and wastewater onduckweed (lemna minor)mdashDuckweed growth inhibi-tion test iSo tc 147Sc 5Wg 5

Knop W 1865 ndash Quantitative Untersuchungen uumlber dieErnahrungsprozesse der Pflanzen landwirtsch versStn 7 93-107

liu d Wang X lin y 2012 ndash The effect of cerium onthe growth and some antioxidant metabolism in riceseedlings environ Sci pollut Res 19 3282-3291

MacKenzie SM Waite S Metcalfed J Joyce cB2003 ndash Landfill leachate ecotoxicity experiment usinglemna minor L Water air Soil poll focus 3 171-179

MoHan BS HoSetti BB 1999 ndash Aquatic plants fortoxicity assessment environ Res 81 259-274

naRdi l caRBoni Ma MoRgana M BaRBeSti SeRRico S zoina a drsquoaQuino l 2005 ndash Effect ofrare earth elements on the growth of agrobacterium sppand Rhizobium leguminosarum Frank cytometrypart a 69a 443-444

nauMann B eBeRiuS M appenRotH KJ 2007 ndashGrowth rate based dose-response relationships and EC-values of ten heavy metals using the duckweed growthinhibition test (ISO 20079) with lemna minor Lclone plant physiol 164 1656-1664

pagano g toMMaSi f guida M 2012 ndash Comparativetoxicity of cerium and of the other rare earth elements(REEs) in plant and invertebrate test systems inizyuMov a plaKSin g (eds) Cerium MolecularStructure Technological Applications and Health Effects107-124 nova Science publishers Hauppauge nyuSa

poScHenRiedeR c BaRcelograve J 2004 ndash Water relations inheavy metal stressed plants in pRaSad Mnv (ed)Heavy metal stress in plant from biomolecules to ecosys-tems 249-270 Springer Berlin

Radic S Stipanicev d cvJetKo p MiKelic ilRaJcic MM SiRac S pevaleK-Kozlina Bpavlica M 2010 ndash Ecotoxitological assessment ofindustrial effluent using duckweed (lemna minor L) asa test organism ecotoxicology 19 216-222

SRivaStava S MiSHRa S tRipatHi Rd 2006 ndash Copper-induced oxidative stress and responses of antioxidants andphytochelatins in Hydrilla verticillata Royle aquattoxicol 80 405-415

RiaSSunto - in questo studio sono riportati i dati pre-liminari concernenti le risposte alla somministrazione dice3+ di una specie acquatica Lemna minor l usata comebiomarker (iSo 20079) piante di L minor sono statetrattate per 15 giorni con cen3o9 6H2o a concentrazio-ni tra 25 μM e 1 mM oppure con ca(no3)2 a concentra-zione 1 mM Sono stati analizzati parametri di crescitaquali il tasso di crescita relativo basato sul numero di fron-de (RgR) il numero relativo di fronde (Rfn) e la cresci-ta di fronde in percentuale (fn) il trattamento con ce3+

1 mM ha inibito significativamente la crescita a partire dasette giorni di incubazione mentre le minori contrazioninon hanno mostrato variazioni statisticamente significati-ve la somministrazione di ca(no3)2 1 mM al contrarioha stimolato la crescita in modo significativo giagrave dal setti-mo giorno suggerendo un effetto tossico del ce3+ a parti-re da concentrazioni millimolari

408 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

autoRi

Maria Alessandra Zicari Annalisa Paradiso Franca Tommasi (francatommasiunibait) Dipartimento di BiologiaUniversitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70126 Bari

le collezioni xilologiche (xylaria) hanno da sempreassunto una notevole importanza sia per il ruolosvolto in campo didattico sia per quello svolto inambito scientifico nei settori della botanica archeo-logia etnologia tecnologia del legno ed in particola-re dove egrave richiesto il confronto tra campioni(uRBinati giove 2012) attualmente collezioni xilologiche sono presenti inquasi tutti gli stati anche se le principali per numerodi campioni sono negli uSa per quanto concernelrsquoitalia solo quattro collezioni sono state inseritenella quarta edizione dellrsquoIndex Xylariorum (lyncHgaSSon 2010) il patrimonio nazionale tuttavia egravesicuramente molto piugrave ampio ma risulta difficile sti-marlo sia sul piano qualitativo che quantitativo inquanto sino ad oggi non egrave stato effettuato un censi-mento completo una delle collezioni italiane piugrave interessanti per unaserie di peculiaritagrave che la contraddistinguono egrave laXylotomotheca Italica di adriano fiori essa fu realiz-zata nei primi anni del novecento col preciso obiet-tivo di completare ed arricchire la Flora ItalicaExsiccata (FIE) la piugrave grande raccolta italiana diexsiccata fanerogamici realizzata da fiori pampaninie Begraveguinot in particolare lo scopo degli autori fuquello di corredare gli exsiccata con le sezioni micro-tomiche del legno le schede relative alla

Xylotomotheca Italica furono pubblicate a partire dal1905 come appendice delle Schedae ad FloramItalicam Exsiccatam (fioRi et al 1905)la collezione egrave costituita da sezioni trasversali e lon-gitudinali dello spessore di circa 01 mm e con lealtre dimensioni variabili (le8 cm) (di paSQualeallevato 2007) il microtomo utilizzato per la rea-lizzazione delle sezioni fu ideato e progettato dallostesso fiori e da lui denominato ldquonuovo microtomoautomatico a doppia rotazionerdquo (fioRi 1900) nellaversione originaria della collezione le sezioni sonoconfezionate in pieghi di cartoncino contenenti unao due coppie delle sezioni trasversali e longitudinalii pieghi in cartoncino sono a loro volta inseriti inbustine di carta esse sono corredate da una etichet-ta sulla quale sono riportati il numero drsquoordine delcampione il binomio linneano la porzione anatomi-ca rappresentata dalla sezione il luogo e la data diraccolta in molti casi il riferimento al campione dellaFIE ed infine il nome del curatore al progetto col-laborarono numerosi botanici traverso pampaninigortani ferro cerica goiran vaccari MezzanaBicknell cecconi nicoli Bardi andrea fiori etrotter la collezione egrave costituita da 215 campioni corrispon-denti a 184 taxa specifici appartenenti a 113 generiSi tratta soprattutto di entitagrave della flora italiana

409infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

la Xylotomotheca Italica del Museo orto Botanico dellrsquouniversitagrave di Bari

v cavallaRo g SignoRile f caRRuggio f Mantino l foRte

aBStRact - The Xylotomotheca italica of the Botanical Garden Museum of Bari University -the Xylotomotheca Italicawhich was realized by adriano fiori at the beginning of the 20th century is a really interesting and peculiar historical col-lection it is composed of thin sections of wooden species While most of the species belong to italian flora only a few ofthem are exotic ones which are cultivated in italy fiori had the specific aim of enriching Flora Italica Exsiccata (FIE) andof supplying botanists with invaluable comparative material Moreover he designed the microtome which was used to cutthe sections the collection consists of 215 samples the sections are enclosed in bended cards which are contained insmall labelled envelopes a different version of the Xylotomotheca Italica which was produced with didactic purposes isstill conserved at the Botanical garden Museum of Bari university it was probably acquired together with some FIE exs-iccata by the Herbarium Horti Botanici Barensis (Bi) which is now part of the Botanical garden Museum in this ver-sion sections and labels are put between two rectangular pieces of glass which are sealed with a grey tape this collectionis composed of 154 samples which include 135 subgeneric taxa belonging to 93 genera it is generally fairly well con-served and some actions whose aim is restoring the collection have been started

Key words adriano fiori exsiccata Xylotomotheca Italica

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

mentre solo una piccola percentuale egrave rappresentatada esotiche (cuccuini 2002) Si ritiene che la colle-zione completa e nella sua veste originaria sia presen-te solo presso lrsquoerbario di padova (pad) elrsquoHerbarium Centrale Italicum (fi) (cuccuini2002) viceversa parti di essa o versioni diverse daquella originaria sono presenti presso numerosi erba-ri italiani ed anche presso istituzioni estere come iKew Royal Botanic Gardens (httpwwwkeworg)

RiSultati e diScuSSione

presso il Museo orto Botanico dellrsquouniversitagrave di Bariegrave presente la Xylotomotheca Italica non nella sua vesteoriginaria bensigrave in una versione realizzata per scopididattici Molto probabilmente essa fu acquisitacongiuntamente agli exsiccata della FIE dalla profssafrancini negli anni della sua permanenza pressolrsquoateneo barese (1940-1961) le sezioni sono monta-te con lrsquoetichetta tra due vetri rettangolari di 10x15cm oppure di 13x18 cm e sigillati con un nastro intela grigia (fig 1)Sia i preparati che le etichette sono del tutto uguali aquelli presenti nella versione originaria la collezione

egrave composta da 154 campioni corrispondenti a 135taxa specifici appartenenti a 93 generi la maggiorparte dei preparati proviene dalla provincia di firenzeed il curatore egrave tranne poche eccezioni adrianofiori i campioni sono a loro volta conservati in 16cofanetti di cartone rigido di colore grigio chiusimediante un nastro di cotone dello stesso colorepresso lrsquoerbario del laboratorio di Botanica agraria(fiaf) dellrsquouniversitagrave di firenze egrave conservata lamedesima versione realizzata a scopi didattici che egravecostituita da 178 campioni collocati in 18 cofanetti(cuccuini 2002)attualmente in relazione ad un rinnovato interesseverso le collezioni xilologiche dovuto ai piugrave recentiutilizzi in campo sperimentale (ManiatiS et al2011) didattico divulgativo ed alla consapevolezzache la Xylotomotheca Italica possiede tutte le caratte-ristiche di un bene culturale (d lgs n 422004 art11) sono state avviate alcune azioni tese al recuperoconservativo della collezione presente presso ilMuseo orto Botanico in primo luogo egrave stato valu-tato lo stato di conservazione dei singoli campioni alfine di evidenziare gli eventuali interventi da effet-tuare ersquo risultato che solo 3 campioni presentano ivetri rotti tuttavia le sezioni non sono danneggiateviceversa in quasi tutti i campioni il nastro che sigil-la i vetri egrave logoro e consunto pertanto egrave possibileaffermare che la collezione egrave complessivamente inun discreto stato conservativola collezione egrave stata inoltre informatizzata medianteapposito software (fileMaker pRo 12 clariscorporation) riportando nei vari campi le informa-zioni presenti sui cartellini Questo intervento hapermesso di fruire facilmente delle informazioni inessa contenute prossimamente si completeragrave il lavo-ro realizzando alcuni interventi di restauro sui cam-pioni ed effettuando lrsquoacquisizione in formato elet-tronico della loro immagine con uno scanner perdocumenti di pregio anche al fine di implementareun archivio elettronico consultabile via internet

letteRatuRa citatacuccuini p 2002 ndash La Xylotomotheca italica un caso

insolito di serie di exsiccata Catalogo e spigolature stori-che Museol Sci 19(1) 97-119

di paSQuale g allevato e 2007 ndash Collezioni di legnie carboni in Mazzoleni S pignatelli S (a cura di)I Musei delle Scienze Agrarie lrsquoevoluzione delleWunderkammern 79-81 ed universitagrave di napolifederico ii

fioRi a 1900 ndash Nuovo microtomo automatico a doppiarotazione Malpighia 14 411-424

fioRi a Beacuteguinot a paMpanini R 1905 ndash Schedae adFloram Italicam Exsiccatam n giorn Bot ital ns12(2) 143-144

lyncH aH gaSSon pe 2010 ndash Index XylariorumEdition 4 Royal Botanic gardens Kew published onthe internet

ManiatiS d Saint andReacute l teMMeRMan M MalHiy BeecKMan H 2011 ndash The potential of using xylar-ium wood samples for wood density calculations a com-parison of approaches for volume measurement forest 4150-159

uRBinati c giove M 2012 ndash Collezioni xilologiche in

410 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

fig 1un campione della Xylotomotheca Italica presente presso ilMuseo orto Botanico dellrsquouniversitagrave di Baria sample of the Xylotomotheca Italica at the Botanicalgarden Museum of Bari university

taffetani f (a cura di) Herbaria nardini editorefirenze

RiaSSunto - la Xylotomotheca Italica di adriano fiorirealizzata nei primi anni del novecento rappresenta unadelle collezioni storiche piugrave interessanti e peculiari nel suogenere Si tratta di sezioni sottili di numerose specie legno-se tra le piugrave rappresentative della flora italiana e di alcunespecie esotiche coltivate in italia lrsquoautore realizzograve la col-lezione col preciso obiettivo di arricchire la Flora ItalicaExsiccata (FIE) e pertanto di fornire un prezioso materialedi confronto per quanti svolgevano lavori botanici inoltreprogettograve il microtomo utilizzato per effettuare le sezioninella versione originaria della collezione costituita da 215

campioni le sezioni sono confezionate in pieghi di carton-cino a loro volta riposti in bustine corredate da unrsquoetichet-ta la Xylotomotheca Italica presente presso il Museo ortoBotanico dellrsquouniversitagrave di Bari fu acquisita probabil-mente insieme ai campioni della FIE presenti pressolrsquoHerbarium Horti Botanici Barensis (Bi) essa non si pre-senta nella sua veste originaria bensigrave in una versione realiz-zata per scopi didattici le sezioni con la relativa etichet-ta sono montate tra due vetri rettangolari sigillati da unnastro di tela grigia la collezione egrave composta da 154 cam-pioni comprendenti 135 taxa sub-generici appartenenti a93 generi Sono stati avviati alcuni interventi tesi al recu-pero della collezione che si presenta complessivamente inun discreto stato di conservazione

411

autoRi

Viviana Cavallaro (vivianacavallarounibait) Luigi Forte Dipartimento di Biologia e Museo Orto Botanico Universitagrave diBari ldquoAldo Morordquo Via E Orabona 4 70126 BariGiovanni Signorile Francesca Carruggio Francesca Mantino Museo Orto Botanico Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via EOrabona 4 70126 Bari

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

Malgrado siano trascorsi ben 40 anni il noto afori-sma di dobzhansky secondo cui ldquoniente in biologiaha senso se non alla luce dellrsquoevoluzionerdquo(doBzHanSKy 1973) non solo nulla ha perso dellasua straordinaria forza concettuale ma di fatto haoggi un significato ancor piugrave profondo in relazione aipiugrave recenti studi nel campo della biologia evolutivadello sviluppo (evo-devo) disciplina che estende ulte-riormente la visione unificante che negli anni lsquo30 elsquo40 del secolo scorso condusse alla sintesi evoluzioni-stica coniugando la genetica con le ldquoclassicherdquo scien-ze naturali (MuumllleR 2007)Svolgere adeguata divulgazione scientifica sulla teoriadellrsquoevoluzione appare perograve un compito estrema-mente difficile di evoluzione si parla nei contestipiugrave disparati ma non di rado i concetti basilari dellateoria darwiniana e delle sue successive elaborazionivengono travisati al punto da attribuire a darwinstesso affermazioni mai da lui pronunciate o scrittea cominciare dal famigerato rdquolrsquouomo discende dallascimmiardquo frase che manifesta la totale ignoranza dichi la pronuncia sulle tematiche in questione ersquoanche spiacevolmente frequente una volgarizzazioneerronea del concetto di evoluzione che viene inter-pretato come un ldquocammino verso la perfezionerdquo conlrsquointroduzione di elementi di teleologia del tuttoinappropriati allrsquoindirizzo httpevolutionberke-leyedu egrave disponibile un utile elenco di tipici erroriconcettuali sulla tematica dellrsquoevoluzione con relati-ve argomentazioni e note esplicative Se sono ben chiari i motivi della opportunitagrave e neces-sitagrave di insegnare i principi ed i meccanismi dellrsquoevo-luzione a tutti i livelli dellrsquoistruzione scolastica eduniversitaria non sono a tuttrsquooggi disponibili ade-

guati strumenti didattici neacute vi egrave stato se non episo-dicamente un confronto con i potenziali fruitoridegli interventi formativi per sperimentare le moda-litagrave piugrave efficaci con cui trasmettere i complessi edarticolati concetti della teoria dellrsquoevoluzione supe-rando le fin troppo diffuse inesattezze e gli erroriconcettuali precedentemente menzionatiil ruolo delle risorse museali per una efficace didatti-ca dellrsquoevoluzione egrave stato messo in rilievo da alcunistudi (Spiegel et al 2012) compiuti prevalentemen-te negli Stati uniti dove egrave piugrave avvertibile il problemadelle resistenze di tipo ideologicoreligioso in parti-colare nelle aree in cui sono particolarmente diffusi ilcreazionismo e lrsquoipotesi dellrsquoIntelligent Design che nerappresenta una versione ldquoaggiornatardquo dallrsquoesigenza di colmare questa grave lacuna nascepresso il Museo orto Botanico strutturadellrsquouniversitagrave degli Studi di Bari ldquoaldo Morordquo ilprogetto denominato e-Move (evoluzione delMondo vegetale) il progetto nasce dallrsquoidea che labiodiversitagrave vegetale vista in chiave diacronica possacostituire uno strumento molto efficace per la divul-gazione scientifica su questo tema cosigrave importante ilprogetto annuale che ha ricevuto un finanziamentodal MiuR nellrsquoambito della legge 62000 per la dif-fusione della cultura scientifica presenta alcuni ele-menti di novitagrave che verranno discussi in questo brevecontributo

aRticolazione del pRogettoil progetto si articola su 3 linee (a) allestimento nelMuseo orto Botanico di spazi espositivi sperimenta-li per elaborazione e validazione di strategie didatti-co-divulgative (B) Realizzazione di giochi interattivi

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Risorse per insegnare lrsquoevoluzione dei vegetali il progetto e-Move

a gRano Mc de tullio

aBStRact - Resources for teaching plant evolution the E-MoVe project -the e-Move (evolution of the plant World)project tackles the problem of the scarcity of effective educational tools for teaching evolution in spite of the undoubtedimportance of the topic Within the Botanical garden Museum of the university of Bari methodologies for teaching evo-lution will be developed in collaboration with school teachers and other stakeholders novel teaching tools includinginteractive videogames will be made available to national and international institutions for testing and validation theproject funded by the italian Ministry of education also aims at providing training to school teachers and scientific muse-um operators

Key words plant evolution scientific museum teaching

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

(c) formazione di docenti ed operatori museali

(a) lo spazio espositivo consentiragrave di sperimentarestrategie di comunicazione e divulgazione valorizzan-do strutture attrezzature e competenze giagrave presenti esi articola in 3 parti (a phylowall b darwin e lepiante c iconografia botanica) con aula didatticaper la formazionea phyloWall la parete della filogenesi delle pianteil ldquogiardino verticalerdquo nasce a scopo decorativo-arti-stico su idea del botanico e designer p Blanc ilphyloWall avragrave una funzione scientifico-didatticaattraverso la disposizione degli organismi secondouno schema filogenetico si visualizzeragrave in manieraimmediata il concetto di evoluzione una legendacon datazione e localizzazione geografica dei repertifossili verragrave collocata accanto al phylowall per unaimmediata fruibilitagraveb darwin e le pianteverragrave allestita lrsquoipotetica ricostruzione dello studio didarwin con alcune delle immagini piugrave significativelegate allrsquoelaborazione del concetto di evoluzioneverragrave collocato uno schermo touch-screen per i giochiinterattivi c iconografia botanica localeverranno allestite teche per lrsquoesposizione di volumitra cui la flora del Regno di napoli di Micheletenore allo scopo di evidenziare il legame tra il pas-sato ed il futuro della ricerca botanica

(B) la realizzazione di materiale didattico innovativocostituisce un obiettivo fondamentale del progettoun comitato di redazione tecnico-scientifico in col-laborazione con uno studio professionale specializza-to nella comunicazione multimediale si occuperagrave diideare e realizzare materiale didattico che verragrave poidistribuito per la validazione nellrsquoambito di una retedi collaborazione nazionale ed internazionale

(c) la formazione si articoleragrave in (a) visite guidateper alunni (b) corsi per insegnanti e operatorimuseali con la collaborazione dellrsquoassociazionenazionale insegnanti di Scienze naturali (aniSn)si prevede la formazione di insegnanti sulle tematichedellrsquoevoluzione biologica utilizzando sia un approc-cio storico-didattico con lrsquouso dellrsquoerbario e dellabanca del germoplasma sia lo sviluppo di strumentiinterattivi informaticii moduli di formazione affronteranno temi che spa-ziano dallrsquoinquadramento storico della teoria dellrsquoe-voluzione allrsquouso delle moderne tecniche di sistema-tica molecolare sviluppando specifici percorsi didat-tici per i diversi livelli di approfondimento un ruolofondamentale verragrave attribuito allrsquouso delle risorsemuseali

pRoSpettive futuReil progetto ha elevate potenzialitagrave di fornire ricaduteper la diffusione della cultura scientifica sia a livellolocale sia come esperienza pilota da esportare in altrerealtagrave territoriali nazionali in particolare la collabo-razione con lrsquoaniSn consente lrsquoimplementazionedel progetto nelle ldquoscuole presidiordquo ed una piugrave ampiautilizzabilitagrave del materiale didattico sullrsquoevoluzionedelle piante che verragrave messo a disposizionela collaborazione con altre universitagrave orti Botanicie Musei della Scienza costituiragrave una rete aperta ad unbacino di utenza piugrave ampio e permetteragrave di esporta-re sul piano nazionale lrsquoesperienza maturata nellrsquoam-bito del progettole azioni connesse alla realizzazione di e-Move pro-muoveranno su scala nazionale la costituzione dinodi in una rete di comunicazione e diffusione dellacultura scientifica nel campo specifico dellrsquoevoluzio-ne delle piante con lrsquoobiettivo generale di elevare illivello di competenze degli studenti dei docentidegli operatori museali e del pubblico di non addet-ti ai lavori in ambito scientifico sostenendo la for-mazione continua la formazione di operatorimuseali guide naturalistiche ed altre figure profes-sionali per ampliare le conoscenze naturalistiche ter-ritoriali egrave un obiettivo di particolare rilevanza sia perla valorizzazione delle risorse umane sia per la tuteladei beni ambientali e dellrsquoingente patrimonio costi-tuito dalla biodiversitagrave vegetale nel nostro paese conlrsquoobiettivo di salvaguardare specie a rischio di estin-zione nella fattispecie piante che hanno rivestito unparticolare significato nel corso dellrsquoevoluzione

letteRatuRa citatadoBzHanSKy t 1973 ndash Nothing in biology makes sense

except in the light of evolution amer Biol teacher 35127-129

MuumllleR g 2007 ndash Evo-devo extending the evolutionarysynthesis nat Rev genet 8 943-949

Spiegel an evanS eM fRazieR B Hazel a taReM gRaM W diaMond J 2012 ndash Changing muse-um visitorrsquos concept of evolution evo edu outreach5 43-61

RiaSSunto ndash viene brevemente presentato il progettoe-Move (evoluzione del Mondo vegetale) attualmentein corso di realizzazione presso il Museo orto Botanicodellrsquouniversitagrave degli Studi di Bari ldquoaldo Morordquo il proget-to che ha ricevuto un finanziamento MiuR nellrsquoambitodella legge 62000 per la diffusione della cultura scientifi-ca si propone di allestire uno spazio espositivo che si poneanche come centro permanente per la ideazione realizza-zione e diffusione di efficaci strategie didattiche sui temidellrsquoevoluzione biologica attraverso la costituzione di unarete di validazione nazionale ed internazionale noncheacute larealizzazione di incontri di formazione per docenti discuole di ogni ordine e grado ed operatori museali

413Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

autoRi

Antonella Grano Museo Orto Botanico Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70126 BariMario C De Tullio (mariodetulliounibait) Dipartimento di Biologia Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70126Bari

il genere Arum l (Araceae) comprende in italia trespecie poliploidi A apulum (carano) p c Boyce Amaculatum l e A italicum Mill in questo genere itaxa poliploidi tendono ad occupare areali geograficimolto ampi rispetto alle specie diploidi (Bedalov1981) infatti A italicum egrave principalmente diffusodal caucaso attraverso la regione del Mediterraneofino alla costa atlantica (BonnieR 1931 MeuSel etal 1965 diHoRu 1970 Bedalov 1975) A macu-latum secondo MeuSel et al (1965) teRpograve (1973)e Bedalov (1981) egrave distribuito in europa centrale eoccidentale A maculatum e A italicum presentanotuberi rizomatosi al contrario del poliploide A apu-lum che ha il tubero a forma discoide (BedalovKupfeR 2005) in riferimento allrsquoorigine delle speciedel genere Arum Bedalov KupfeR (2005) suggeri-scono che la forma discoide del tubero sia da consi-derare ancestrale rispetto alla forma rizomatosaSuccessivamente questi dati sono stati confermati daindagini molecolari (eSpigravendola et al 2010) in precedenti lavori al fine di chiarire la tassonomiadel genere Arum sono stati riportati alcuni aspetticitologici e citotassonomici (goRi 1958 MaRcHi etal 1964 BeuRet 1971 1972 MaRcHi 1971Bedalov 1975 1981 Bedalov et al 1998) lamaggior parte delle specie di Arum egrave diploide connumero cromosomico 2n=28 mentre sono pochi itaxa poliploidi conosciuti A maculatum e A apulumsono tetraploidi con 2n=56 mentre A italicum egrave esa-ploide con 2n=84 le analisi cariologiche hannomostrato in dettaglio i cariotipi di quattro speciediploidi e due poliploidi i taxa analizzati inoltrehanno evidenziato un ldquocariotipo di baserdquo caratteriz-

zato dalla presenza di alcuni cromosomi marker(drsquoeMeRico et al 1993 Bianco et al 1994) il presente contributo fornisce pertanto informazio-ni sulla cariomorfometria delle suddette specie poli-ploidi

MateRiali e Metodile analisi cariologiche sono state effettuate su apiciradicali pretrattati con colchicina 03 per 2h equindi fissati per 5 min con 5111 (vv) (alcol eti-lico assoluto cloroformio acido acetico glaciale for-maldeide) successivamente sono stati idrolizzati per20 min con Hcl 55n e colorati con reattivo difeulgen la nomenclatura utilizzata per descrivere ilcariotipo segue levan et al (1964)per valutare il livello di simmetria del cariotipo sonostati utilizzati gli indici di asimmetria a1 (indiceintracromosomale) e a2 (indice intercromosomale)(RoMeRo zaRco 1986)

RiSultati e diScuSSioneArum maculatum e A italicum sono caratterizzati daun cariotipo asimmetrico comprendente numerosicromosomi submetacentrici con A italicum chemostra un indice intracromosomale (a1=043) piugraveelevato rispetto ad A maculatum (a1=039)dal punto di vista citologico egrave interessante notareche nelle specie esaminate sono state osservate coppiedi cromosomi caratterizzate dalla presenza di seg-menti telomerici debolmente colorati dal feulgenprecedentemente descritti come costrizioni seconda-rie (drsquoeMeRico et al 1993) dyeR (1963) e voSacolaSante (1995) descrivono simili segmenti

414 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

indagini cariomorfometriche in tre taxa poliploidi del genere Arum

a tuRco p Medagli a alBano S drsquoeMeRico

aBStRact - Karyomorphometry on three polyploid taxa of arum - Somatic chromosomes of three polyploid taxa of Arumhave been investigated A italicum showed 2n = 84 chromosomes and the karyotype is composed by numerous asymmet-ric chromosomes A maculatum and A apulum have shown 2n = 56 chromosomes the karyotype morphology of Aitalicum is similar to that of A maculatum but the most asymmetrical karyotype and the presence of numerous weaklyfeulgen-stained segments of the former suggest a more recent origin respect to latter differently A apulum has showed asymmetrical karyotype and few weakly feulgen-stained segments

Keywords allocyclic segments Arum karyotype asymmetry

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

denominati ldquoallocyclic segmentsrdquo in diversi gruppidi piante (Gasteria duval Iris l Aloe l) voSaBennett (1990) e Bennett gRiMSHaW (1991)inoltre suggeriscono lrsquoutilitagrave di questi segmenticome indicatori dellrsquoevoluzione del cariotipo e quin-di determinanti nellrsquoidentificazione dei cariotipidelle varie entitagrave al riguardo Arum italicum hamostrato il maggior numero di cromosomi conte-nenti i suddetti segmenti in comparazione a quelliosservati nei complementi di A maculatum A apu-lum e nei diploidi A orientale M Bieb subsp orien-tale e A cylindraceum gasp (drsquoeMeRico et al1993) differentemente A apulum egrave una specie tetraploidecon una distribuzione limitata al Sud italia (puglia)(caRano 1934 goRi 1958 Bianco et al 1994)Questrsquoultima specie mostra un cariotipo piugrave simme-trico (a1=032) considerato ancestrale rispetto allespecie con cariotipi asimmetrici (SteBBinS 1971)costituito da cromosomi prevalentemente metacen-trici e dalla presenza di pochi segmenti allociclicidrsquoaltra parte lrsquoisolamento geografico accompagnatoda variazioni ecologiche sembra supportare lrsquoattualestruttura del cariotipo di A apulum

letteRatuRa citata Bedalov M 1975 ndash Cytotaxonomical and phytogeograph-

ical investigation of the species arum italicum Mill inYugoslavia acta Bot croat 34 143-150

mdash 1981 ndash Cytotaxonomy of the genus arum (araceae) inthe Balkans and the Aegean area Bot Jahrb Syst 102183-200

Bedalov M favaRgeR c KupfeR p 1998 ndash Naturalhybrids and basic chromosome number in the genusarum acta Botanica yunnanica Suppl X 71-75

Bedalov M KupfeR p 2005 ndash Studies on the genusarum (araceae) Bull Soc neuchacirctel Sci nat 12843-70

Bennett St gRiMSHaW JM 1991 ndash Cytological stu-dies in cyclamen (primulaceae) pl Syst evol 176135-143

BeuRet e 1971 ndash Reacutepartition geacuteographique de quelquesarum des groupes maculatum L et italicum Mill BullSoc neuchacirctel Sci nat 94 29-36

mdash 1972 ndash Preacutesence drsquoun Arum diploide en Italie BullSoc neuchacirctel Sci nat 95 35-41

Bianco p drsquoeMeRico S Medagli p Bedalov M1994 ndash Indagini sistematiche su arum apulum(Carano) Bedalov (araceae) entitagrave endemica delle

Murge Pugliesi Webbia 49 (1) 43-49BonnieR g 1931 ndash Flore complegravete ilustregravee en couleurs de

France Suisse et Belgique 11 pariscaRano e 1934 ndash Un nuovo elemento della Flora meri-

dionale drsquoItalia ann Bot 20 579-585drsquoeMeRico S Bianco p Medagli p 1993 ndash

Chromosome numbers and karyotypes in arum(araceae) caryologia 46 161-170

diHoRu g 1970 ndash Morpho-taxonomische aspekte einigerArum-Arten Rev Roumaine Biol Seacuter Bot 15 71-85

dyeR af 1963 ndash Allocyclic segments of chromosomes andstructural heterozygosity that they reveal chromosoma13 545-576

eSpigravendola a BueRKi S Bedalov M KupfeR palvaRez n 2010 ndash New insights into the phylogeneticsand biogeography of arum (araceae) unravelling its evo-lutionary history Bot J linn Soc 163 14-32

goRi c 1958 ndash Il numero dei cromosomi dellrsquoarumnigrum Schott var apulum Carano caryologia 10(3) 454-456

levan a fRedga K SandBeRg aa 1964 ndashNomenclature for centromeric position on chromosomesHereditas 52 201-220

MaRcHi p 1971 ndash Numeri cromosomici per la flora italia-na 57-66 inform Bot ital 3 124-138

MaRcHi p capineRi R drsquoaMato g 1964 ndash Numericromosomici per la flora italiana 182-189 informBot ital 6 (3) 303-312

MeuSel H JaegeR e WeineRt e 1965 ndash Vergleichen-de Chorologie der zentra-europaumlischen flora 1 Jena

RoMeRo zaRco c 1986 ndash A new method for estimatingkaryotype asymmetry taxon 35 526-530

SteBBinS gl 1971 ndash Chromosomal Evolution in HigherPlants edward arnold ltd london

teRpOacute a 1973 ndash Kritische Revision der arum-Arten desKarpatenbeckens acta Bot acad Sci Hung 18216-255

voSa cg Bennett St 1990 ndash Chromosome studies inthe Southern African flora58-94 Chromosome evolutionin the genus gasteria Duval caryologia 43 235-247

voSa cg colaSante M 1995 ndash I segmenti allociclicinelle liliiflorae inform Bot ital 27 307-308

RiaSSunto gli autori riportano alcuni risultati cario-morfometrici ottenuti su tre specie poliploidi del genereArum Arum apulum (2n=56) A maculatum (2n=56) e Aitalicum (2n=84) in particolare la specie A italicum con2n=84 cromosomi ha mostrato un cariotipo con un eleva-to indice di asimmetria nel cariotipo di questa speciesono stati riscontrati numerosi ldquosegmenti allociclicirdquo incomparazione ad A maculatum e A apulum

415Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

autoRi

Alessio Turco Piero Medagli Antonella Albano Laboratorio di Botanica sistematica ed Ecologia vegetale DiSTeBAUniversitagrave del Salento Campus Ecotekne 73100 LecceSaverio DrsquoEmerico Dipartimento di Biologia Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70126 Bari

Cistus clusii dunal piccolo arbusto appartenente allafamiglia Cistaceae egrave una specie xerofila con distribu-zione mediterraneo-occidentale in italia storicamen-te presente in Sicilia (giaRdina 1988) e in puglianellrsquounica stazione di ldquoBosco isolardquo (lesina fg)(foRte et al 2002a) in questrsquoultima il contestovegetazionale egrave quello della gariga nanofanerofiticasu suolo sabbioso in associazione con Rosmarinusofficinalis l Erica multiflora l e Cistus sp pl(cHieSuRa loRenzoni et al 1976)a partire dallrsquoanno 2000 nellrsquoambito di progetti diricerca condotti dal Museo orto Botanicodellrsquouniversitagrave degli Studi di Bari sono stati indaga-ti alcuni aspetti della biologia ed ecologia di C clusii(MaccHia 2005) tali studi furono finalizzati allarealizzazione di azioni di conservazione in situ attra-verso il rafforzamento della popolazione residualepugliese giagrave allrsquoepoca gravemente esposta a pericolodi estinzione (conti et al 1997) a tale scopo furo-no infatti reintrodotti in aree ecologicamente idoneedi ldquoBosco isolardquo circa cento individui ottenuti pervia sessuale attraverso fecondazione incrociata con-trollata a partire dai pochi individui della popolazio-ne originaria (foRte et al 2002b) Successivi rilieviin campo hanno registrato la progressiva diminuzio-ne del numero di individui presenti in situ fino allaloro completa scomparsa soprattutto a causa deiripetuti incendi verificatisi tra il 2007 e il 2010(foRte et al 2009 2012) tuttavia la specie in

puglia era da ritenersi estinta solo in natura (EW) inquanto presso il Museo orto Botanico di Bari eranopresenti sia individui ottenuti da fecondazione incro-ciata e derivanti dalla popolazione spontanea origina-ria sia semi conservati presso la Banca delgermoplasma (Bg-MoBB)Questrsquoultima evenienza ha costituito la premessaindispensabile per la realizzazione di nuove azioni diconservazione di C clusii nel territorio di ldquoBoscoisolardquo tali azioni si sono concretizzate grazie ad unaconvenzione stipulata tra il Museo orto Botanico diBari e il centro Studi naturalistici onluS nellrsquoam-bito del progetto ldquointerventi per la protezione e con-servazione del patrimonio ambientalerdquo- fondi faS ndashpremialitagrave Regionale delibera cipe 202004in questo lavoro vengono presentate le attivitagrave svolteai fini della propagazione gamica di C clusii e quelleper la successiva reintroduzione degli individui pro-dotti

MateRiali e Metodi

il materiale di propagazione gamica utilizzato per leazioni di conservazione in situ egrave stato ottenuto daimpollinazione incrociata controllata eseguita su dueindividui conservati ex situ siglati come c1 e c2 peri quali era stata giagrave testata la compatibilitagrave allrsquoincro-cio (foRte et al 2012)nel mese di aprile 2010 495 fiori (437 dellrsquoindivi-duo c1 e 58 dellrsquoindividuo c2) privati degli stami

416 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

Reintroduzione di Cistus clusii a ldquoBosco isolardquo (lesina puglia)

l foRte S anifantiS f caRRuggio v cavallaRo f Mantino g MelcHioRRe

aBStRact - Reintroduction of cistus clusii to ldquoBosco Isolardquo (Lesina Apulia) - Cistus clusii dunal is very rare in italy whereits historical sites of occurrence are in Sicily and apulia (ldquoBosco isolardquo ndash lesina fg) after the extinction in the wild ofthe small apulian population the Botanical garden Museum of Bari university and the centro Studi naturalistici(onluS) made a special agreement in order to implement a reintroduction project into the site of lesina the reintro-duced plants 520 in all were obtained from the offspring of lesina C clusii spontaneous population which is conservedex situ at the Botanical garden Museum of Bari to increase the chances of a successful reintroduction the plants wereplaced in three different areas and in each of them the individuals were planted in microsites suitable for the eco-physi-ological characteristics of the lesina population already known from literature in fact only a thorough knowledge of thebio-ecological behaviour of the selected species may allow to establish self-maintaining populations in the wild and so torealize an effective conservation action

Key words apulia Cistus clusii dunal reintroduction

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

sono stati impollinati manualmente e coperti consacchetti di tessuto non tessuto (tnt) in maggioin concomitanza con lrsquoinizio dellrsquoingrossamentodegli ovari i cappucci sono stati rimossi e nel mesesuccessivo egrave stata effettuata la raccolta delle capsulemature nella primavera del 2011 i semi sono statisottoposti a pre-trattamenti di scarificazione mecca-nica manuale e di dry-heating (80 degc x 5 min) inquanto risultati i piugrave efficaci nel promuoverne la ger-minazione (foRte et al 2012) per ciascuno dei duepre-trattamenti sono stati utilizzati circa 1500 semiderivanti dallrsquoincrocio c1 x c2 e circa 400 semi pro-dotti dallrsquoincrocio c2 x c1 i semi pre-trattati sonostati posti direttamente in plateaux di polistiroloespanso riempiti con sabbia sterilizzata a granamedio-fine (50) e torba (50) dopo una primafase di accrescimento le plantule sono state trapian-tate in fitosacchi in film plastico contenenti terrenonon sterile (sabbia di fiume 40 terreno comune30 torba 30) durante tutte le fasi di crescita leplantule sono state irrigate e sottoposte a trattamen-ti fitosanitari e fertilizzanti miratiper lrsquointervento di reintroduzione oltre agli individuicosigrave ottenuti nel 2011 sono stati utilizzati ancheindividui derivanti da semi pre-germinati nellrsquoambi-to di prove sperimentali condotte tra il 2009 e il2010 su c1 e c2la scelta delle aree di reintroduzione egrave stata fattasulla base dei dati storici di presenza di C clusii alesina (cHieSuRa loRenzoni et al 1976 foRte etal 2002b) delle caratteristiche eco-fisiologiche dellapopolazione originaria (foRte et al 2005 foRtepaStoRe 2005) di quelle ecologiche dei siti di rein-troduzione e dellrsquoanalisi delle minacce

RiSultati e diScuSSione

gli individui oggetto dellrsquoazione di reintroduzioneavvenuta a fine gennaio 2013 sono stati distribuitiin tre aree principali (fig 1) Queste sono situate neltratto di cordone dunale immediatamente ad est diMarina di lesina insediamento sorto in localitagravepietramaura dove negli anni lsquo70 era ancora presen-te il piugrave esteso nucleo di individui di C clusii dellastazione di lesina (cHieSuRa loRenzoni et al1976) due delle aree di reintroduzione poste tra lelocalitagrave di acquarotta e pennacchio sono relativa-mente vicine tra loro e separate da una fascia occupa-ta da un rimboschimento a Pinus pinea l mentre laterza in localitagrave chiusa dista dalle altre circa 2 kmallrsquointerno di ciascuna area sono stati individuati piugravesiti di reintroduzione georiferiti mediante strumen-tazione gpS in ognuno dei quali egrave stato inserito unnumero di individui compreso tra 20 e 25la scelta di ripartire gli individui in tre aree di rein-troduzione differenti e allrsquointerno di queste in piugravesiti distinti egrave stata effettuata con lo scopo di ridurre ilrischio che un eventuale incendio possa interessarlecontemporaneamente compromettendo la sopravvi-venza dellrsquointera popolazione reintrodotta il numerocomplessivo di siti di intervento egrave risultato pari a 27inoltre per garantire buone probabilitagrave di successo

anche riproduttivo in ciascun sito sono stati reintro-dotti almeno 20 individui al fine di aumentare laprobabilitagrave di incrocio tra individui con alleli diincompatibilitagrave differenti indispensabile in una spe-cie allogama come C clusii (Rizzotto 1979)in ogni sito inoltre i singoli individui sono statipiantati in micro-siti individuati sulla base dellamicro-morfologia stazionale le tre aree di interven-to ricadono in un contesto vegetazionale caratterizza-to da un complesso e molto frammentato mosaicocostituito principalmente dalla gariga a R officinalisE multiflora e Cistus sp pl e dalla macchia a sclero-fille sempreverdi con presenza di Erica arborea lQuesto mosaico spesso egrave il diretto risultato delledifferenti condizioni ecologiche determinate dallamicro-morfologia stazionale (foRte et al 2002a) ealtre volte della dinamica della vegetazione in atto acausa degli incendi pertanto sono stati individuaticome idonei quei micro-siti rispondenti alle caratte-ristiche bio-ecologiche della popolazione da intro-durre (eliofilia relativa sensibilitagrave allo stress idricoecc foRte et al 2005) e comunque sempre suffi-cientemente distanti da nuclei di macchia in stato diavanzamento o da singoli cespugli in fase di resprou-tinglrsquoazione di conservazione in situ cosigrave condotta nonha richiesto pertanto ulteriori interventi quali dira-

417Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 1Mappa delle aree di reintroduzione (base cartograficaldquocarta della vegetazione reale del ldquoBosco isolardquo di lesina- foglio 1rdquo foRte 2001)Map of reintroduction areas (cartographic base ldquocartadella vegetazione reale del ldquoBosco isolardquo di lesina - foglio1rdquo foRte 2001)

damento della vegetazione preesistente rimozionedel secco ecccomplessivamente nella stazione di ldquoBosco isolardquosono stati reintrodotti 520 individui di C clusii pro-dotti mediante coltivazione ex situ 200 dei qualiderivanti da semina diretta di semi pre-trattati e 320ottenuti da impianto di semi pre-germinatiattualmente ulteriori 155 individui prodotti nel-lrsquoambito di questo progetto sono conservati presso ilMuseo orto Botanico dellrsquouniversitagrave di Bari inmodo da garantire sia la conservazione ex situ delpatrimonio genetico della popolazione di lesina e siala possibilitagrave di disporre di materiale di propagazioneper studi successivi

Ringraziamenti - gli autori ringraziano gli ldquospeciali colla-boratorirdquo che si sono prodigati durante il lavoro in campodi reintroduzione in situ in ordine alfabetico elenaBlotti nicola cillo Saverio drsquoamico Mario de tullioantonella grano Marcello Macchia Saverio Regina egianni Signorile

letteRatuRa citatacHieSuRa loRenzoni f cuRti l loRenzoni gg

MaRcHioRi S 1976 ndash cistus clusii Dunal Note dinomenclatura e di distribuzione con particolare riguardoalla stazione di Lesina (Foggia) giorn Bot ital 110259-267

conti f Manzi a pedRotti f 1997 ndash Liste rosse regio-nali delle piante drsquoItalia WWf Societagrave Botanicaitaliana universitagrave di camerino

foRte l anifantiS S Mantino f caRRuggio fcavallaRo v 2009 ndash Conservation of cistus clusiiDunal from ldquoBosco Isolardquo (Lesina - Apulia) current sta-tus and new experimental evidence in BaccHetta g(ed) Book of Abstracts Biodiversity Hotspots in theMediterranean Area 45th intern congr SiSv amp fip ndashcagliari 22-24 25-29 June 2009 280

foRte l cavallaRo v MaccHia f 2002b ndashConservazione in situ di cistus clusii Dunal (cistaceaeMagnoliophyta) nella duna di Lesina Quad Botamb appl 13 3-9

foRte l cavallaRo v pantaleo f drsquoaMico fSMaccHia f 2002a ndash The vascular Flora of the ldquoBoscoIsolardquo at Lesina (Foggia ndash Apulia) fl Medit 12 33-92

foRte l MelcHioRRe g anifantiS S caRRuggio fMantino f 2012 ndash Alcuni aspetti della biologia dellaconservazione di cistus clusii Dunal di ldquoBosco Isolardquo(Lesina Puglia) inform Bot ital 44(Suppl 2) 36-38

foRte l paStoRe d 2005 ndash Relazioni acqua-pianta inMaccHia f (ed) Biologia ed ecologia di cistus clusiiDunal 31-38 ed adda Bari

foRte l paStoRe d MaRvulli M Scatigna aMeMaccHia f 2005 ndash Analisi comparata tra eventi feno-logici e andamento dei parametri ambientali inMaccHia f (ed) Biologia ed ecologia di cistus clusiiDunal 5-13 ed adda Bari

giaRdina 1988 ndash Segnalazioni Floristiche Italiane 574-576 inform Bot ital 20(2-3) 678-679

MaccHia f (a cura di) 2005 ndash Biologia ed ecologia dicistus clusii Dunal ed adda Bari

Rizzotto M 1979 ndash Ricerche tassonomiche e corologichesulle cistaceae 1 Il genere cistus L in Italia Webbia33(2) 343-378

RiaSSunto ndash Cistus clusii dunal egrave una specie moltorara in italia storicamente presente in Sicilia e in puglianellrsquounica stazione di ldquoBosco isolardquo (lesina fg) in segui-to allrsquoestinzione della piccola popolazione residuale puglie-se il Museo orto Botanico dellrsquouniversitagrave di Bari e ilcentro Studi naturalistici onluS hanno stipulato unaapposita convenzione al fine di attuare unrsquoazione di rein-troduzione nel sito di lesina le piante reintrodotte insitu 520 in tutto sono state ottenute a partire da indivi-dui di C clusii progenie della popolazione spontanea ori-ginaria conservati ex situ presso il Museo orto Botanicoper aumentare le probabilitagrave di successo dellrsquointerventogli individui sono stati distribuiti in tre aree distinte eallrsquointerno di queste piantati in micro-siti rispondenti allecaratteristiche eco-fisiologiche della popolazione di C clu-sii di lesina giagrave note dalla letteratura infatti solo unaconoscenza approfondita del comportamento bio-ecologi-co delle entitagrave oggetto di interventi di conservazione insitu permette di programmare una concreta azione di tute-la attraverso lrsquoinsediamento di popolazioni in grado dipersistere nel tempo

418 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

autoRi

Luigi Forte (luigiforteunibait) Viviana Cavallaro Dipartimento di Biologia e Museo Orto Botanico Universitagrave di BarildquoAdo Morordquo Via E Orabona 4 70126 BariStamatia Anifantis Francesca Carruggio Francesca Mantino Giulia Melchiorre Museo Orto Botanico Universitagrave di BarildquoAldo Morordquo Via E Orabona 4 70126 Bari

Limoniastrum monopetalum (l) Boiss egrave presente inpuglia sulle rupi marittime di tricase porto (le)nellrsquoambito di una cenosi ascrivibile alla classeCrithmo-Limonietea Br-Bl 1947 in condizioni ana-loghe a quanto descritto per la Sicilia meridionale daBaRtolo et al (1982) Secondo la direttiva9243cee si tratta di un habitat di interesse comu-nitario denominato ldquoScogliere con vegetazione dellecoste mediterranee con Limonium spp endemicirdquo(aavv 2010) ersquo una specie a diffusione SW-Mediterranea in italia egrave presente in Sardegna inSicilia (conti et al 1992) nella laguna diorbetello (toMei guazzi 1993) a tricase porto(le) (accogli et al 1996) (fig1) in passato laspecie era stata segnalata ldquonei siti arenosi di tarantordquo(MaRinoSci 1870) caratterizzati da depressionicostiere con un ristagno idrico con substrato preva-lentemente costituito da argille e colonizzato da spe-cie ad elevata alofilia (tRotteR 1936) probabil-mente le antiche cenosi erano ascrivibili alla classeSarcocornetea-fruticosae Br-Bl amp tuumlxen ex a amp oBolograves 1950 tipica dei suoli inondati fangoso-argillo-si come riportato da Biondi et al (2004) per laSardegna

StatuS del popolaMento puglieSe ed eSpeRienzepRegReSSe

a tricase porto il popolamento si presenta formatoda due nuclei localizzati sulla sommitagrave di due costo-ni rocciosi distanti in linea drsquoaria circa 150 mentrambi i costoni sono occupati da abitazioni ad

uso civico ed i cespugli di limoniastro sono localizza-ti nelle loro adiacenze ma non allrsquointerno e questopotrebbe escludere unrsquointroduzione della specie perscopo ornamentale in totale si possono contarecirca 25 individui dei quali 18 si presentano comegrossi cespugli larghi 1ndash25 m alti 075ndash130 m lafioritura dura meno di un mese tra la fine di giugnoe lrsquoinizio di luglio le infiorescenze secche rimango-no sulla pianta sino a dicembre ma la maturazionedei frutti non egrave mai evidente e non egrave visibile la dei-

419infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

conservazione ex situ ed interventi di reintroduzione di Limoniastrum monopetalum in puglia

R accogli Mp BiancHi p Medagli S MaRcHioRi

aBStRact - ex situ conservation and reintroduction of limoniastrum monopetalum in Apulia region - in this paper arepresented the main actions taken by the Botanic garden of diSteBa for the protection of Limoniastrum monopetalum(l) Boiss species of high vulnerability included in the national Red list of plants of italy the specie is cultivated exsitu in the Botanic garden and it was decided to implement its reintroduction in the locality palude la vela (ta) in anarea once had been reported but no longer found propagation of L monopetalum was carried out by vegetative and gen-erative individuals obtained were reintroduced in two sites of the palude to different environmental conditions

Key words conservation moltiplication reintroduction

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 1areale di L monopetalum secondo gReuteR et al 1989 etutin et al 1981distribution area of L monopetalum according togReuteR et al 1989 and tutin et al 1981

scenza a contrastare lo sviluppo e la diffusione dinuove piante sono le estreme condizioni di povertagravedel substrato fortemente disturbato dalle attivitagraveantropiche che rimaneggiano continuamente le som-mitagrave dei costoni rocciosi (interventi di restauro edili-zio incendi e tagli indiscriminati) e la presenza diuna flora sinantropica dominata da agave pittospo-ro caprifico rovola vulnerabilitagrave della specie ha motivato la sua ripro-duzione ex situ nellrsquoorto Botanico dellrsquouniversitagravedel Salento e la messa a punto di protocolli di rein-troduzione infatti giagrave nel 2000 era stata testata lacapacitagrave di propagazione di L monopetalum sia pervia gamica che agamica senza forzature sui semi neacutedi ormoni radicanti per le talee la resa germinativaera risultata molto bassa del 2-5 mentre elevatesono state le percentuali di attecchimento delle talee(70-95) sia in primavera che agli inizi dellrsquoautun-no nel 2005 egrave stato effettuato un primo interventovolto al potenziamento del popolamento di L mono-petalum esistente a tricase porto lungo un breve trat-to costiero prospiciente il sito interessato da un inter-vento di riqualificazione attuato dallrsquoamministra-zione comunale lrsquointervento prevedeva la realizza-zione di un camminamento lungo la scogliera attra-verso i segni della storia locale ancora leggibili (trat-turi per la mena delle pecore vasche intagliate negliscogli per la concia delle pelli e per lrsquoestrazione diblocchi lapidei terrazzamenti per le colture agrarieprimaticce etc) la flora del tratto costiero annove-ra altre specie di interesse conservazionistico percheacuteincluse nella lista Rossa nazionale come Vincetoxi-cum hirundinaria Medik subsp adriaticum (Beck)Markgr o di valore fitogeografico come lrsquoendemicoLimonium japigicum (groves) pignatti Lavateraarborea l Scrophularia lucida l lrsquointervento direintroduzione era stato concordato con docenti edalunni delle Scuole Medie inferiori del comune ditricase che hanno partecipato dimostrando grandeinteresse e sensibilitagrave nellrsquoautunno 2005 egrave stataorganizzata una giornata durante la quale dopo unincontro tra autoritagrave politiche locali studiosi stu-denti e cittadini sono state messe a dimora 10 pian-te di L monopetalum (accogli et al 2006) pur-troppo lrsquointervento egrave stato inficiato da un incendioche nella primavera successiva ha distrutto buonaparte della flora spontanea ed i trapianti effettuati

MateRiali e Metodi

un secondo intervento di reintroduzione di L mono-petalum egrave stato programmato nel 2011 per il sitopalude la vela che ricade nellrsquoomonima Riservanaturale Regionale e prossima allrsquoantica salina di Sgiorgio jonico (ta) come prima fase si egrave procedu-to alla moltiplicazione della specie per ottenere indi-vidui giovani da mettere a dimora la moltiplicazio-ne ex situ egrave stata ripetuta sia per via vegetativa chegenerativa ponendosi nelle medesime condizionidegli anni precedenti ma con lrsquoaccorgimento didistinguere talee semierbacee da talee legnose ilmateriale propagativo egrave stato prelevato dagli indivi-

dui presenti a tricase porto da rami di 2 o piugrave annicon diametro del fusto maggiore di 10 mm sonostate realizzate talee lunghe 10-18 cm da rami di 1anno con diametro inferiore a 10 mm sono staterealizzate talee lunghe 7-12 cm il prelievo egrave statoeffettuato sia allrsquoinizio dellrsquoautunno (5 ottobre 2010)che alla fine della stagione invernale (5 marzo 2011) le talee sono state messe a radicare (senza aggiunta diormoni) in substrato costituito da un mixer di torbae perlite in rapporto 12 in vasi in pvc delle dimen-sioni 7x7x18 cm fatti stazionare poi in tunnel fred-do dopo 30 giorni veniva registrato lrsquoattecchimentodelle talee i risultati definitivi hanno evidenziato ilseguente andamento in autunno per quelle preleva-te da rami di 2 anni egrave stata registrata una percentua-le del 74 e per quelle prelevate da rami di 1 annodel 64 in primavera per le talee piugrave legnose egrave stataregistrata una percentuale di attecchimento pari al95 e per quelle meno legnose dellrsquo86 ancorauna volta i risultati dimostrano la facilitagrave di propaga-zione vegetativa della specie inoltre anche se i valo-ri differiscono di poco si deduce che il periodomigliore per il taleaggio di L monopetalum egrave a finestagione primaverile con rami vecchi di almeno 2anni (tab 1)

i racemi di L monopetalum dopo la fioritura persi-stono sulla pianta per lungo tempo (anche sino allrsquoin-verno) per cui sono stati effettuati periodici prelievidei frutti per lrsquoestrazione dei semi al fine di definire ilperiodo di piena maturazione un primo prelievo deifrutti egrave stato effettuato in ottobre i semi sono statiopportunamente isolati previa rottura della capsulaed una parte di essi egrave stata sottoposta a vernalizzazio-ne (4 degc per 24 h) per simulare unrsquoeventuale dor-mienza invernale la semina egrave stata effettuata in cap-sule petri sterili con carta da filtro come substratotenute in camera di crescita a 20 degc e fotoperiodo di10 h Sono state realizzate tre ripetizioni con 30 ele-menti per capsula lrsquoelaborazione dei dati registratievidenzia un andamento del potere germinativo di Lmonopetalum secondo quanto riportato dalla fig 2 il monitoraggio delle piastre ha evidenziato un pote-re germinativo dei semi molto basso (2-4) questodato egrave stato confermato dalla semina a spaglio effet-tuata in una seminiera con substrato composto datorba e agriperlite nel rapporto 12 da circa 200semi sono emerse solo 6 plantule

420 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

taBella 1Risultati della propagazione ex situResults of ex situ propagation

stagione talee di di radicazionepartenza 72 dopo 30 gg

Oslash 10 mm 64autunno Oslash 10-20 mm 74Oslash 10 mm 86primavera Oslash 10-20 mm 95

ReintRoduzione a palude la vela

i sopralluoghi effettuati a palude la vela per lrsquoindivi-duazione di siti idonei alla reintroduzione hannoindotto alla scelta di due piccole superfici simili percondizioni di substrato per copertura vegetale eparametri ambientali tali siti sono collocati su spon-de opposte dellrsquoacquitrino ed hanno unrsquoestensioneminima di 60 m2 per la messa a dimora sono stateselezionate piante vigorose e sane con unrsquoaltezzamedia di 489 plusmn526 cm e diametro di 1609plusmn304cm nel mese di novembre 2011 egrave stata effettuata laloro messa a dimoranel sito denominato ldquoardquo sono state trapiantate 15piante con un approssimativo sesto di impianto di 2x 4 m nel sito ldquoBrdquo sono state trapiantate 14 piantein ordine sparso in quanto lrsquoarea presentava nume-rose zone di erosione e continui dislivelli

concluSioni

nellrsquoarea palude la vela le condizioni ambientalisembrano piugrave confacenti allrsquoecologia di L monopeta-lum rispetto a tricase porto ed egrave positivo che tutte lepiante abbiano attecchito e siano giunte a fioriturama solo fra qualche anno si potragrave constatare la for-mazione di un eventuale popolamento con individui

fertili ed in grado di autopropagarsi e si avragrave confer-ma del successo della reintroduzione

letteRatuRa citataaavv 2010 ndash Manuale italiano interpretazione degli

habitat (Direttiva 9243 CEE) Ministero ambiente etutela territorio e Mare SBi

accogli R Medagli p MaRcHioRi S 1996 ndashlimoniastrum monopetalum (L) Boiss in Puglia(plumbaginaceae) giorn Bot ital 130 1 91degcongr SBi ancona 16-19 settembre 1996

mdash 2006 ndash Conservazione ex situ e reintroduzione dilimoniastrum monopetalum (L) Boiss sulla fasciacostiera di Tricase Porto (Lecce) inform Bot ital38(Suppl 1) 183-184

BaRtolo g BRullo S MaRcenograve c 1982 ndash La vegeta-zione costiera della Sicilia sud-orientale aQ71226cnR Roma

Biondi e BRugiapaglia e faRRiS e filigHeddu RSeccHi z 2004 ndash Halophilous vegetation of Olbia pondsystem (NE-Sardinia) fitos 41(1) Suppl 1 125-141

conti f Manzi a pedRotti f 1992 ndash Lista RossaNazionale delle Piante drsquoItalia WWf italia Roma

gReuteR W BuRdet HM long g 1989 ndashMedndashChecklist vol 4 320 pp

MaRinoSci M 1870 ndash Flora Salentina 1 22toMei pe guazzi e 1993 ndash Le zone umide della

Toscana Lista generale delle entitagrave generali atti MusStor nat grosseto 15 120-135

tRotteR a 1936 ndash Rilievi ecologici intorno alla flora edalla vegetazione della salina di SGiorgio presso Tarantoann R ist Sup agr portici III 5 120-135

tutin tg HeyWood vH BuRgeS na MooRedM valentine dH WalteRS SM WeBB da1981 ndash Flora Europaea vol 3 51

RiaSSunto - nel presente lavoro vengono esposte leprincipali azioni intraprese dallrsquoorto Botanico deldiSteBa per la salvaguardia di Limoniastrum monopeta-lum (l) Boiss specie ad alta vulnerabilitagrave inclusa nellalista Rossa nazionale delle piante drsquoitalia da anni la spe-cie viene coltivata ex situ nellrsquoorto Botanico e si egrave pensatodi attuare la sua reintroduzione in localitagrave palude la velain un ambito territoriale di antica segnalazione ma doveattualmente risulta scomparsa la propagazione di Lmonopetalum egrave stata effettuata per via vegetativa e genera-tiva e gli individui ottenuti sono stati reintrodotti in duesiti della palude a diverse condizioni ambientali

421Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 2valutazione del potere germinativoevaluation of the germinative power

autoRi

Rita Accogli (ritaaccogliunisalentoit) Maria Pia Bianchi Piero Medagli Silvano Marchiori Orto Botanico delDipartimento di Scienze e Tecnologie Biologiche ed Ambientali (DiSTeBA) Universitagrave del Salento Centro Ecotekne ViaProvinciale per Monteroni 73100 Lecce

in occasione della redazione della checklist dellepiante vascolari della puglia (a albano fBartolucci f conti p Medagli Rp Wagensommerin prep) egrave stato aggiornato lrsquoelenco delle specieminacciate in questa Regionele liste Rosse Regionali (conti et al 1997) ripor-tavano per la puglia 180 entitagrave da allora sono tras-corsi piugrave di 15 anni alcune di queste entitagrave eranoindicate in puglia per errore e altre sono considerateoggi sinonimi di entitagrave non minacciate mentrenumerose specie della lista Rossa nazionale sonostate rinvenute in puglia solo dopo il lavoro diconti et al (op cit) per questo motivo abbiamoritenuto utile aggiornare lrsquoelenco delle specie di listaRossa della Regione puglia e integrarlo con tutte leentitagrave endemiche pugliesi ed esclusive della Regione(presenti in italia solo in puglia)

RiSultati

il libro Rosso delle piante drsquoitalia (conti et al1992) riportava 458 specie e sottospecie di piantevascolari sottoposte a vari gradi di minaccia a livellonazionale di queste entitagrave 46 sono attualmentenote in puglia (tab 1) considerando anche le listeRosse Regionali (conti et al 1997) il numero ditaxa minacciati a livello nazionale e presenti in pugliasale a 89 entitagrave certamente presenti (di cui 1 dubita-tivamente alloctona) e 8 dubitativamente presentinella Regione mentre il numero di entitagrave indicatecome minacciate a livello Regionale egrave pari a 158 (dicui 1 dubitativamente alloctona) alle quali si aggiun-gono 4 entitagrave dubitativamente presenti nella Regio-ne per un totale di 188 entitagrave (tab 1)

le specie esclusive della puglia cioegrave quelle presentiin italia solo in questa Regione sono 54 di cui 2dubitativamente alloctone alle quali si aggiungono 6entitagrave la cui presenza egrave dubbia di queste 54 entitagrave35 sono endemiche pugliesi (tab 1)pertanto le specie di lista Rossa in puglia integratecon tutte le endemiche pugliesi e le esclusive dellaRegione sono 221 (tab 1) pari al 93 della floravascolare autoctona pugliese

diScuSSione

il libro Rosso e le liste Rosse delle piante drsquoitalia(conti et al 1992 1997) pur essendo stati seguitida altri lavori riguardanti le piante minacciate delnostro paese (pignatti et al 2001 ScoppolaSpaMpinato 2005) sono ancora oggi il riferimentoprincipale per le specie a rischio di estinzione initalia negli ultimi anni lrsquoimpulso alla realizzazionedi una nuova lista Rossa delle piante drsquoitalia secon-do i piugrave recenti criteri iucn (2001 2011) egrave statodato dalla rubrica pubblicata sullrsquoinformatoreBotanico italiano ldquoSchede per una lista Rossa dellaflora vascolare e crittogamica italianardquo e dal proget-to appena concluso e realizzato dalla SocietagraveBotanica italiana per conto del Ministero dellrsquoam-biente e della tutela del territorio e del Mare relati-vo alla valutazione nazionale della categoria di rischiodi estinzione per piugrave di 300 specie vegetali di interes-se conservazionistico e di ambientihabitat partico-larmente minacciati (RoSSi et al 2013) attualmen-te questi progetti hanno portato alla valutazione delgrado di minaccia di 40 specie vascolari presenti inpuglia Egrave auspicabile pertanto il contributo di tutti

422 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

piante vascolari minacciate e liste Rosse aggiornamento delle conoscenzein puglia

Rp WagenSoMMeR p Medagli ev peRRino

aBStRact - Threatened vascular plants and Red Lists an update of knowledge in Apulia -the Regional Red list of vas-cular plant species in apulia Region has been updated following recent knowledges of conservation distributional andtaxonomic interest

Key words apulia Red lists threatened species update

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

423Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

taBe

lla

1Piante vascolari endemiche esclusive e di Lista Rossa della Regione Puglia

Endemic exclusive and Red List vascular plants in Apulia Region

424 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO 45 (2) 393-432 2013(se

gue T

ab 1

)

425Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

(segue Tab 1)

426 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013(segue Tab 1)

427Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

(segue Tab 1)

i botanici pugliesi affincheacute sia possibile valutaresecondo i criteri piugrave recenti dellrsquoIUCN (op cit) unnumero molto maggiore di specieLrsquoelenco riportato in Tab 1 include tutte le specieendemiche pugliesi ed esclusive della Puglia Di que-ste entitagrave 33 non venivano indicate nelle Liste RosseRegionali (CONTI et al 1997) Esse sono state inclu-se in Tab 1 in via precauzionale ma in molti casi illoro effettivo grado di minaccia deve ancora esserevalutato Lrsquoelenco non include invece le categorie diminaccia indicate in ROSSI et al (2013) che sarannooggetto di un futuro contributo sulle specie di inte-resse conservazionistico in Puglia

CONCLUSIONILrsquoaggiornamento delle conoscenze floristiche inPuglia e le informazioni tassonomiche nomenclatu-rali e distributive pubblicate nel corso degli ultimianni hanno consentito un aggiornamento delle ListeRosse delle Piante vascolari della Regione Puglia maancora molto lavoro deve essere svolto per megliodefinire il numero di specie a rischio e il loro effetti-vo grado di minaccia secondo i piugrave recenti criteriinternazionali (IUCN op cit)

LETTERATURA CITATACONTI F MANZI A PEDROTTI F 1992 ndash Libro Rossodelle Piante drsquoItaliaMinistero Ambiente WWF Italia

Societagrave Botanica Italiana Romamdash 1997 ndash Liste Rosse Regionali delle Piante drsquoItaliaWWFItalia Societagrave Botanica Italiana CIAS Camerino

IUCN 2001 ndash IUCN Red List Categories and CriteriaVersion 31 IUCN Species Survival CommissionIUCN Gland (Switzerland) amp Cambridge (UK)II+30 pp

mdash 2011 ndash Guidelines for Using the IUCN Red ListCategories and Criteria Version 90 Prepared by theStandards and Petitions Subcommittee httpww-wiucnredlistorgdocumentsRedListGuidelinespdf

PIGNATTI S MENEGONI P GIACANELLI V (a cura di)2001 ndash Liste rosse e blu della flora italiana ANPARoma

ROSSI G MONTAGNANI C GARGANO D PERUZZI LABELI T RAVERA S COGONI A FENU G MAGRINIS GENNAI M FOGGI B WAGENSOMMER RPVENTURELLA G BLASI C RAIMONDO FMORSENIGO S (Eds) 2013 ndash Lista Rossa della FloraItaliana 1 Policy Species e altre specie minacciateComitato Italiano IUCN Ministero Ambiente eTutela Territorio e Mare Roma 54 pp

SCOPPOLA A SPAMPINATO G (Eds) 2005 ndash Atlante dellespecie a rischio di estinzione (CD-ROM) Allegato a ASCOPPOLA C BLASI (Eds) Stato delle conoscenze sullaflora vascolare drsquoItalia Palombi Ed Roma

RIASSUNTO ndash Egrave stata aggiornata la Lista RossaRegionale delle piante vascolari della Regione Pugliasecondo le piugrave recenti conoscenze in ambito conservazio-nistico distributivo e tassonomico

428 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO 45 (2) 393-432 2013

AUTORI

Robert Philipp Wagensommer (robwagensommeryahooit) Scuola di Scienze Ambientali Universitagrave di Camerino - CentroRicerche Floristiche dellrsquoAppennino (Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga) San Colombo 67021 Barisciano(LrsquoAquila)Piero Medagli (pietromedagliunileit) Laboratorio di Botanica Sistematica del DiSTeBA Universitagrave del Salento ViaProvinciale Lecce-Monteroni 73100 LecceEnrico Vito Perrino (enricoperrinoyahooit) Museo Orto Botanico Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via E Orabona 4 70124Bari

Verticillium dahliae Kleb egrave un fungo tracheomicoti-co responsabile della piugrave grave malattia dellrsquoolivo(Olea europaea l) soprattutto negli oliveti dei paesimediterranei Questo fungo oltre lrsquoolivo attacca piugravedi 300 specie di piante arboree ed erbacee la malat-tia determina generalmente il disseccamento di por-zioni della chioma (BeJaRano-alcaacutezaR et al 2001pegg BRady 2002 BuBici ciRulli 2011) isolatidi V dahliae in grado di infettare cotone e olivo pos-sono essere classificati in due patotipi defogliante enon-defogliante sulla base della loro abilitagrave o menodi indurre defogliazione nelle piante infette(MeRcado-Blanco et al 2001 2003) il presentelavoro propone studi preliminari su i) alcune rispo-ste fisiologiche in due cultivar di olivo caratterizzateda differenti livelli di suscettibilitagrave alla verticilliosi ii)alcuni determinanti di patogenicitagrave potenzialmentecoinvolti nellrsquoinduzione dei sintomi fogliari prodottida patotipi diversi di V dahliae

MateRiali e Metodi

Alterazioni fisiologiche piante di olivo delle cultivar lsquofrantoiorsquo (resistente) elsquoleccinorsquo (suscettibile) sono state inoculate con gliisolati vd312d (defogliante) e vd315nd (nondefogliante) seguendo il metodo descritto da ciRulli

et al (2008) piante non trattate e piante le cui radi-ci sono state immerse per 10 minuti in acqua sonostate utilizzate come tesi di controllo Sono stati valu-tati il contenuto di fenoli carotenoidi clorofillaperossido drsquoidrogeno ascorbato e lrsquoattivitagrave delleperossidasi generiche (pod) e dellrsquoascorbato perossi-dasi (apX) in foglie delle due cultivar raccolte dopo24 72 e 240 ore dal trapianto applicando i metodiproposti da cHandleR doddS (1983) licHten-tHaleR (1987) BRuno SpaRapano (2006) toM-MaSi et al (2006) paRadiSo et al (2008) tre mesidopo lrsquoinoculazione su ogni pianta egrave stata valutata lapresenza di malattia sulla chioma utilizzando la scaladi severitagrave dei sintomi proposta da colella et al(2008) lrsquoanalisi statistica dei dati egrave stata eseguitaattraverso lrsquoanalisi della varianza (anova) le mediesono state separate con il test della minima differen-za significativa (MdS) Produzione di metaboliti secondari fitotossici colture liquide statiche degli isolati vd312d evd315nd di V dahliae sono state allestite in tredifferenti soluzioni nutritive czapek modificato(vdM) patate destrosio Broth (pdB difco ) oacqua estratto di Malto (oxoid) al 2 (eM2) perciascun isolato e substrato sono state preparate 10bottiglie di Roux della capacitagrave di 1 l contenenti

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Meccanismi di resistenza alla verticilliosi e caratterizzazione di varietagrave meridionali di olivo dati preliminari sulla fisiologia dellrsquointerazione olivoVerticillium dahliae

gl BRuno c faSciano Mp ippolito S SeRMani ad MaRSico c colella M aMenduni f toMMaSi

aBStRact - Mechanisms of resistance to olive Verticillium wilt and characterization of olive varieties from southern prelim-inary data on physiology of olive - verticillium dahliae interaction - inoculations experiment were performed with two strainsof Verticillium dahliae characterized as defoliating (vd312d) or not defoliating (vd315nd) pathotypes lsquofrantoiorsquo(resistant) and lsquoleccinorsquo (susceptible) olive plants the interaction plantpathogen was evaluated as total phenolscarotenoids chlorophylls hydrogen peroxide ascorbic acid generic peroxidases and ascorbate peroxidase activityinoculated plants showed the typical pathway associate to a stress the two pathotypes are also able to produce in vitrophytotoxins Some of these secondary metabolites should be involved on biochemical and physiological alterations asso-ciated to verticillium wilt symptoms on olive trees (leaves wilting and defoliation)

Keywords fenoli totali metaboliti secondari stato redox verticilliosi

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

150 ml di soluzione nutritiva ciascuna bottiglia egravestata inoculata con 5 ml di sospensione ottenutaomogeneizzando tre colonie (coltivate per due setti-mane in piastre petri su substrato di pda a 25 degc albuio) in 50 ml di acqua distillata sterile dopo 28giorni di coltura (25 degc al buio) il micelio egrave statorimosso mediante filtrazione su garza e centrifugazio-ne (5500 xg 20 min 4 degc) aliquote (3 ml) di cia-scun filtrato colturale (fc) integro o diluito (10100 e 1000 volte con acqua distillata) sono state uti-lizzate in saggi di tossicitagrave su rametti recisi dilsquoleccinorsquo e lsquofrantoiorsquo eseguiti in ambiente controlla-to (uR 50 t 25 degc luce 150 microe cm-2 sec-1)acqua distillata e substrato non inoculato sono statiutilizzati come controllo dal terzo giorno dopo lrsquoas-sorbimento delle soluzioni tossiche egrave stata osservatala manifestazione dei sintomi dopo 24 72 e 240 oredallrsquoassorbimento delle soluzioni saggiate le foglie diciascun rametto sono state caratterizzate in terminidi flusso traspiratorio utilizzando un porometro li-1600-licor negli stessi intervalli egrave stato valutato ilcontenuto in clorofilla e fenoli seguendo i metodiproposti in precedenza

RiSultati e diScuSSione

Alterazioni fisiologicheper entrambi i patotipi di V dahliae saggiati lrsquoindu-zione di uno stato di malessere nella pianta egrave confer-mata dalla riduzione nel contenuto di clorofillesoprattutto dopo 24 ore per la cultivar suscettibilelsquoleccinorsquo (fig 1) invece il contenuto di ascorbatoclorofille e carotenoidi ha subito un incrementosoprattutto nei campioni di foglie prelevate dopo 72e 240 ore dallrsquoinoculo con il patotipo defogliante leanalisi condotte sulle foglie di lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquohanno mostrato come la molecola segnale perossidodrsquoidrogeno risulta maggiormente presente nella cul-tivar frantoio dopo 72 ore dallrsquoinoculo con il patoti-po defogliante (fig 1) mentre lrsquoattivitagrave della apXsegna negli stessi tempi un decremento (fig 2) invece nella cultivar frantoio i sistemi antiossidan-ti non enzimatici hanno mostrato un calo rispetto aicontrolli nei livelli di ascorbato e di fenoli (fig 1) non si sono osservate variazioni nellrsquoattivitagrave dellacatalasi (fig 2) infatti come dimostrato in altrisistemi nei tessuti vegetali questo enzima svolge unruolo nel metabolismo del perossido di idrogenosecondario rispetto allrsquoapX che invece egrave lrsquoenzimachiave nel controllo della concentrazione in perossi-do di idrogeno (de gaRa et al 2003) lrsquoattivitagrave dellepod infine aumenta notevolmente nelle fasi tardi-ve dellrsquoinfezione nelle foglie di lsquofrantoiorsquo mentre inquelle di lsquoleccinorsquo un incremento egrave evidente 72 oredallrsquoinoculo (fig 2) i dati evidenziati nelle nostre condizioni sperimenta-li sono in linea con quanto riportato dalla letteraturariguardo alle interazioni pianta-patogeno e le risposteda stress abiotici (de gaRa et al 2003) infatti nellepiante resistenti si assiste a una modulazione deisistemi antiossidanti tale da causare un incremento diperossido di idrogeno a livello fogliare (de gaRa etal 2003) per contro nella varietagrave suscettibile lrsquoau-

mento dei livelli in antiossidanti non enzimatici nonegrave sufficiente a indurre resistenza la diversa rispostaai sistemi antiossidanti riscontrata nelle due varietagraveutilizzate in queste prove potrebbe essere consideratacome un marker biochimico per valutare lo stato diavanzamento dellrsquoinfezione e il suo destino primadella comparsa dei sintomi

Evoluzione dei sintomia conferma di quanto giagrave riscontrato da ciRulli etal (2008) lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo sono risultate rispet-tivamente resistenti e suscettibili ai due isolati di Vdahliae utilizzati nessun sintomo egrave stato registrato esulle piante utilizzate come controllo (piante nontrattate e piante le cui radici sono state immerse per

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fig 1contenuto in fenoli carotenoidi clorofille e perossido diidrogeno in foglie di lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo dopo 24 72 e240 ore dallrsquoinoculo con vd312d () e vd315nd ()i controlli sono rappresentati da piante le cui radici sonostate immerse per 10 minuti in acqua (mdash) ciascun valo-re egrave la media di cinque piante phenols carotenoids chlorophylls and hydrogen peroxidecontent in leaves of lsquofrantoiorsquo and lsquoleccinorsquo after 24 72and 240 hours after inoculation with vd312d () andvd315nd () as controls plants were treated for 10minutes in water (mdash) each value is the mean of fiveplants

10 minuti in acqua) e sulle chiome di lsquofrantoiorsquo ino-culate con il patotipo non defogliante il patotipodefogliante ha causato su lsquofrantoiorsquo una modestadefogliazione le piante di lsquoleccinorsquo hanno espressosintomi gravi con entrambi i patotipi (generale avviz-zimento della chioma) aggravati nel caso del patoti-po defogliante da accentuata e rapida filloptosiMetaboliti secondari fitotossici gli isolati di V dahliae utilizzati in coltura liquida susubstrato vdM hanno permesso di ottenere fc chesaggiati su rametti recisi di lsquoleccinorsquo (suscettibile) elsquofrantoiorsquo (resistente) hanno riprodotto sintomi diavvizzimento e accartocciamento fogliare e defoglia-zione nessun sintomo egrave stato registrato sui ramettiche hanno assorbito acqua distillata e i substrati noninoculati lrsquoassorbimento dei 3 ml di soluzione daparte dei rametti ha richiesto 30-32 ore per acquavdM pdB e eM2 mentre i fc dei due isolati sonostati assorbiti in 17-24 ore i fc dei patotipivd312d o vd315nd di V dah-liae ottenuti su substrato vdM saggiati su entrambe

le cultivar di olivo hanno evidenziato sintomi da 7-9 giorni dopo lrsquoassorbimento i fc ottenuti su sub-strato vdM da entrambi i patotipi inducono ripiega-mento e successivo imbrunimento della laminafogliare sui rametti di lsquofrantoiorsquo Sui rametti dilsquoleccinorsquo sono stati registrati ingiallimenti della lami-na fogliare inizialmente intorno alle nervature edopo 3-5 giorni sullrsquointera superficie Sintomo fina-le dei fc di entrambi gli isolati di V dahliae dopo 28giorni di coltura su substrato di vdM egrave stata unagenerale defogliazione dei rametti Su lsquoleccinorsquo ladefogliazione egrave stata severa e si egrave avuta dopo 17 gior-ni sui rametti trattati con il fc dellrsquoisolato vd312dcf e dopo 21 giorni su lsquofrantoiorsquo i rametti trattaticon i fc di vd315nd sono stati registrati dopo 20giorni su lsquoleccinorsquo e dopo 25 giorni su lsquofrantoiorsquo isintomi sopra descritti sono stati osservati anche suirametti che hanno assorbito i fc dei due isolati dopodiluizione di 10 e 100 volte con acqua distillata i fc ottenuti dai due patotipi su substrato vdMsono stati confrontati sulle due cultivar per i loroeffetti sul flusso traspiratorio e sulle variazioni infenoli e clorofille presenti nelle foglie (fig 3)

431Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 2contenuto in ascorbato e attivitagrave delle perossidasi generi-che (pod) e dellrsquoascorbato perossidasi (apX) in foglie dilsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo dopo 24 72 e 240 ore dallrsquoinoculocon vd312d () e vd315nd () i controlli sono rap-presentati da piante le cui radici sono state immerse per10 minuti in acqua (mdash) ciascun valore egrave la media di cin-que piante ascorbic acid concentration and peroxidase (pod) andascorbate peroxidase (apX) activity in leaves of lsquofrantoiorsquoand lsquoleccinorsquo after 24 72 and 240 hours after inocula-tion with vd312d () and vd315nd () as controlsplants were treated for 10 minutes in water (mdash) eachvalue is the mean of five plants

fig 3effetti sulla traspirazione e sul contenuto in clorofille efenoli in foglie di lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo dopo 24 72 e 240ore dallrsquoassorbimento di 3 ml di filtrato colturale degli iso-lati vd312d () e vd315nd () su substrato vdM icontrolli hanno assorbito 3 ml di acqua (mdash) ciascunvalore egrave la media di cinque rametti recisi transpiration from abaxial leaf surfaces and chlorophyllsand phenols content in leaves of lsquofrantoiorsquo and lsquoleccinorsquoafter 24 72 and 240 hours after the absorbtion of 3 ml fvd312d () and vd315nd () culture filtrates onvdM as controls twigs adsorbed 3 ml of water (mdash) eachvalue is the mean of five twigs

le misure di traspirazione (fig 3) dimostrano unforte incremento nel flusso traspiratorio nei ramettirecisi che hanno assorbito i fc ottenuti dal patotipovd312d rispetto a quelli ottenuti dal vd315nd edalle tesi di controllo nessuna differenza egrave stata regi-strata nel contenuto in clorofilla Solo la concentra-zione in fenoli nelle foglie dei rametti recisi chehanno assorbito i fc ottenuti dai due isolati egrave risul-tata circa tre volte superiore rispetto ai rametti delletesi di controllo totali (fig 3)in definitiva appare chiaro che nellrsquointerazione Vdahliae e olivo entrino in gioco fattori chimici divirulenza del patogeno (fitotossine) che contribuisca-no alla patogenesi e alla manifestazione dei sintomied inducano nellrsquoospite condizioni di stress in que-sto stato la pianta ospite manifesteragrave in parte o intoto le alterazioni biochimiche e fisiologiche determi-natesi nei tessuti attraverso i sintomi

Ringraziamenti - gli autori ringraziano i collaboratoriluca Scarola valentino poliseno nicola contursi eaniello Rescigno (dipartimento di Scienze del Suolo dellapianta e degli alimenti universitagrave degli Studi di Barialdo Moro) per il valido supporto tecnico nella realizza-zione delle prove lavoro realizzato con il contributo dellafondazione cassa di Risparmio di puglia Bando 2010 ndashprogetto Meccanismi di resistenza alla verticilliosi e caratte-rizzazione di varietagrave meridionali di olivo

letteRatuRa citataBeJaRano-alcaacutezaR J peacuteRez-aRteacuteS e JiMeacutenez-dIacuteaz

RM 2001 ndash Spread of the defoliating pathotype ofverticillium dahliae to new cotton and olive growingareas in Southern Spain in Proceedings 8th Inter-national Verticillium Symposium coacuterdoba 2001 57

BRuno g SpaRapano l 2006 ndash Effects of three esca-asso-ciated fungi on vitis vinifera L II Characterization ofbiomolecules in xylem sap and leaves of healthy and dis-eased vines physiol Mol plant path 69 195-208

BuBici g ciRulli M 2011 ndash verticillium wilt inScHena l agoSteo ge cacciola So (eds)Olive diseases and disorders 191-222 transwordResearch network Kerala india

cHandleR Sf doddS JH 1983 ndash The effect of phos-phate nitrogen and sucrose on the production of pheno-lics and solasodine in callus cultures of Solanum lacinia-tum plant cell Rep 2 205

ciRulli M colella c drsquoaMico M aMenduni MBuBici g 2008 ndash Comparison of screening methods for

the evaluation of olive resistance to verticillium dahliaeKleb J plant path 90(1) 7-14

colella c Miacola c aMenduni M drsquoaMico MBuBici g ciRulli M 2008 ndash Sources of Verticilliumwilt resistance in wild olive germplasm from theMediterranean region plant path 57 533-539

de gaRa l de pinto Mc toMMaSi f 2003 ndash Theantioxidant systems vis-agrave-vis reactive oxygen species dur-ing plantndashpathogen interaction plant physiolBiochem 41 863-870

licHtentHaleR HK 1987 ndash Chlorophylls andearotenoids pigments of photosynthetic bio-membranesMethods enzymol 148 351-383

MeRcado-Blanco J collado-RoMeRo M paRRilla-aRauJo S RodRIacuteguez-JuRado d JiMeacutenez-dIacuteazRM 2003 ndash Quantitative monitoring of colonizationof olive genotypes by verticillium dahliae pathotypes withreal-time polymerase chain reaction physiol Mol plantpath 63 91-105

MeRcado-Blanco J RodRIacuteguez-JuRado d peacuteRez-aRteacuteS e JiMenez-dIacuteaz RM 2001 ndash Detection of thenondefoliating pathotype of verticillium dahliae ininfected olive plants by nested PCR plant path 50609-619

paRadiSo a BeRaRdino R de pinto Mc Sanitagrave ditoppi l StoRelli MM toMMaSi f de gaRa l2008 ndash Increase in ascorbatendashglutathione metabolism aslocal and precocious systemic responses induced by cadmi-um in durum wheat plants plant cell physiol 49362-374

pegg gf BRady Bl 2002 ndash Verticillium Wilts caBipublishing Wallingford

toMMaSi f paciolla c de pinto Mc de gaRa l2006 ndash Effects of storage temperature on viability germi-nation and antioxidant metabolism in ginkgo biloba Lseeds plant physiol Biochem 44 359-368

RiaSSunto ndash due ceppi di Verticillium dahliae caratte-rizzati come patotipo defogliante (vd312d) o non defo-gliante (vd315nd) e piante di olivo delle cultivarlsquofrantoiorsquo (resistente) e lsquoleccinorsquo (suscettibile) sono statiutilizzati in prove di inoculazione artificiale focalizzate allostudio fisiologico delle interazioni pianta patogeno ladiversa risposta riscontrata nelle due varietagrave in termini difenoli carotenoidi clorofilla perossido di idrogeno ascor-bato perossidasi generiche e ascorbato perossidasi indicauno stato di stress fitotossine prodotte in vitro dai duepatotipi sembrano essere coinvolte nelle alterazioni biochi-miche e fisiologiche alla base delle tipiche sintomatologiedella verticilliosi su olivo (avvizzimento generale dellachioma e defogliazione)

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autoRi

Giovanni Luigi Bruno (giovanniluigibrunounibait) Samer Sermani Antonio Domenico Marsico Mario AmenduniDipartimento di Scienze del Suolo della Pianta e degli Alimenti (DiSSPA) Sezione di Patologia vegetale Universitagrave di BarildquoAldo Morordquo Via G Amendola 165A 70126 BariCristina Fasciano Maria Paola Ippolito Franca Tommasi (francatommasiunibait) Dipartimento di Biologia Universitagrave diBari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70125 BariCecilia Colella Dipartimento di Chimica Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70125 Bari

Page 15: Società Botanica italiana onluS 45 (2) 2013/391... · 2018-05-08 · prodotto preso in esame e sia dal metodo utilizzato (peRez-JiMénez et al., 2008; MülleR et al., 2010). un’attenzione

con il termine ldquoterre rarerdquo o lantanidi si indicano glielementi chimici compresi nella tavola periodica frail lantanio ed il lutezio inclusi lrsquoittrio e lo Scandioi quali manifestano comuni proprietagrave chimiche con-nesse ad una simile configurazione elettronica ester-na negli ultimi anni i lantanidi sono stati larga-mente impiegati in campo industriale agricolo ezootecnico in cina a partire dagli anni lsquo80 vengo-no usati in agricoltura fertilizzanti costituiti damiscele di vari elementi ma soprattutto lantanio(la) e cerio (ce) lrsquouso intensivo e su larga scala ditali composti suscita crescenti preoccupazioni per lapossibile contaminazione di suoli ecosistemi acqua-tici e derrate alimentari dal momento che gli effettidi tali elementi sulla salute non sono ben chiari lamaggior parte dei dati presenti in letteratura riguar-da la somministrazione di miscele di terre rare e dicomposti contenenti la a varie specie di vegetali inalcune piante sono stati osservati effetti positivi tra iquali la promozione della germinazione dei semi losviluppo di radici e germogli la resistenza contro glistress (ippolito et al 2007 liu et al 2012) la fio-ritura la produttivitagrave in campo (Hu et al 2004)altri studi al contrario evidenziano effetti nulli oaddirittura inibitori di tali sostanze su colture di inte-resse agrario (naRdi et al 2005 drsquoaQuino et al2009) una sintesi dei dati disponibili sugli effetti dila ce e miscele di terre rare in vari sistemi animalie vegetali egrave stata recentemente pubblicata (pagano etal 2012) i dati riportati riguardano crescita svilup-po e indicazioni di tossicitagrave in alcuni sistemi animalie vegetali numerosi dati anche contrastanti riguar-

dano gli effetti del ce sia come pro-ossidante checome antiossidante dalla letteratura emerge lrsquoesi-genza di studi che determinino gli effetti dei singolilantanidi sugli organismi animali e vegetali per valu-tarne la potenziale tossicitagrave Scopo di questo lavoro egrave stato lo studio della sommi-nistrazione di ce trivalente (ce3+) ad una speciemodello Lemna minor L pianta acquatica giagrave utiliz-zata per studi su lantanio e miscele di terre rare(ippolito et al 2010) al fine di avere informazionicirca le soglie di tolleranzatossicitagrave di L minor versoil ce3+ tale specie oltre che per il fitorimedio egraveanche utilizzata secondo la iSo 20079 (2004) neitest di biotossicitagrave per lrsquoecosistema acquatico peralcune sue caratteristiche quali elevata velocitagrave di cre-scita propagazione vegetativa e ridotte dimensioniche la rendono adatta a studi eco- tossicologici

MateRiali e Metodi

piante di L minor sono state coltivate in una soluzio-ne di mantenimento (Knop 1865) a pH 44 per 15giorni in camera di crescita alla temperatura di 24 plusmn2 degc con illuminazione a fluorescenza bianca conuna intensitagrave luminosa di 90 μe m-2 s-1 e fotoperio-do lucebuio di 1410 h in ogni cella di una piastraa pozzetti multipli sono state poste 10 fronde di Lminor in un volume di 2 ml di mezzo di crescita(testimone) a cui sono stati aggiunti nei trattatinitrato di cerio esaidrato (cen3o9 6H2o) in con-centrazioni finali di 25 - 5 - 10 - 20 μM e 1 mMoppure nitrato di calcio ca(no3)2 alla concentrazio-

406 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

note preliminari sullrsquoeffetto della somministrazione di cerio in Lemna minor

Ma zicaRi a paRadiSo f toMMaSi

aBStRact - Preliminary note on effect of Cerium administration in Lemna minor - This study aimed at investigat-ing the effects of Ce3+ on the growth of duckweed (Lemna minor L) plants as a test system (iSo 20079) L minorplants were treated with 00025 0005 0010 0020 1 mM ce(no3)3 or ca(no3)2 1 mM over a 15 day period theinfluence of Ce3+ was evaluated according to the iSo 20079 test protocol on the basis of growth parameters as relativegrowth rate (RgR) expressed as frond number and relative frond number (Rfn) compared with the control concentra-tions of ce3+ lower than 1 mM did not affect significantly the growth parameters On the contrary 1 mM ce(no3)3negatively affected the growth from 7 days to 15 days whereas 1 mM ca(no3)2 stimulated duckweed leaf growth datahere reported showed toxic effect of Ce3+ at millimolar concentrations and suggested that L minor could be a speciesuseful for Ce3+ presence biomonitoring in aquatic environment

Key words antiossidanti risposte di crescita terre rare test di tossicitagrave

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

ne finale di 1 mM per il testimone e per ogni tratta-mento sono stati allestiti 4 pozzetti le analisi sonostate eseguite in cinque repliche le piastre sono statecollocate in camera termostatata e sono stati analiz-zati i seguenti parametri di crescita tasso di crescitarelativo (RgR) numero di fronde relativo (Rfn)crescita di fronde in percentuale (fn) le misurazio-ni sono state fatte ad intervalli di 24 ore nelle provepreliminari e in seguito si egrave stabilito di effettuare leanalisi ogni 3 5 7 12 15 giorni utilizzando unostereoscopio per poter contare tutte le fronde visibi-li Seguendo la iSo 20079 RgR egrave stato calcolatocontando il numero di fronde per ogni concentrazio-ne e applicando la seguente formula (lnnn-lnn0)tndove n0 egrave il numero iniziale di fronde nn egrave il nume-ro finale di fronde tn egrave il tempo di durata dellrsquoespe-rimento Rfn egrave stato calcolato usando la formulann-n0 n0 fn egrave stato calcolato come variazionepercentuale del numero delle foglie rispetto al nume-ro delle stesse allrsquoinizio dellrsquoesperimento valore con-siderato pari al 100 ersquo stato periodicamente osser-vato lrsquoaspetto delle fronde al fine di analizzare even-tuali segni di clorosi e necrosi utilizzando un micro-scopio ottico

RiSultati e diScuSSione

nei saggi eco-tossicologici RgR egrave considerato il piugraveattendibile tra i parametri di crescita in quantoessendo basato sul conteggio delle fronde egrave indipen-dente dalle dimensioni delle fronde stesse e dalla bio-massa (Radic et al 2010) e in condizioni di tossici-tagrave piccole gemme possono protrudere ed essere con-tate come singole fronde (MoHan HoSetti 1999nauMann et al 2007) RgR egrave inoltre considerato ilparametro piugrave sensibile per valutare la tossicitagrave croni-ca (MacKenzie et al 2003) i dati ottenuti dimostra-no che in presenza di basse concentrazioni di ce3+

(25-20 μM) si verifica una crescita maggiore rispettoal testimone di 12-15 giorni anche se le variazioni diRgR Rfn (dati non mostrati) e fn (fig 1) nonsono risultate statisticamente significative

Quindi i trattamenti a concentrazioni micromolaridi ce non interferiscono con la normale crescita dellapianta che inoltre non presenta alterazioni morfolo-giche evidenti per verificare la soglia di tossicitagrave del ce le piante diL minor sono state coltivate per 15 giorni in soluzio-ne nutritiva arricchita di nitrato di cerio esaidrato aconcentrazione finale 1 mM per escludere i possibi-li effetti del nitrato alcuni campioni sono stati colti-vati con nitrato di calcio alla stessa concentrazionefinale di 1 mM in sostituzione del nitrato di ceriodopo 7 giorni di trattamento con ce3+ si osserva unasignificativa diminuzione dei parametri di crescitaanalizzati rispetto al testimone RgR in particolarediminuisce del 60 e dellrsquo 80 rispettivamentedopo 7 e 15 giorni (fig 2 a)un andamento simile si ha per fn dalla cui analisisi osserva lrsquoinibizione di crescita delle foglie del 19al settimo giorno e del 50 al quindicesimo giornorispetto al testimone (fig 2 B) inoltre le foglie cre-sciute a concentrazione di ce3+ 1 mM appaiono bru-

407Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 1crescita di fronde in percentuale (fn) di L minor incen3o9 da 25 μM a 20 μM in 15 giornifn in L minor on cen3o9 from 25 μM to 20 μM for15 days

fig 2a) RgR B) fn in Lemna minor l esposta per 15 giornia trattamenti 1 mM di ce3+e ca2+ p lt 005 secondo il t-studenta) Relative growth rate based on frond number B)growth of leaves in Lemna minor l exposed for 15 daysto treatments 1 mM ce3+ and ca2+ p lt 005 for significant differences between treatmentsand control according to t-student

nastre con aree necrotiche e clorotiche un analogoandamento si osserva per Rfn (dato non mostrato)pertanto il ce3+ 1 mM influenza negativamente lacrescita e mostra effetti tossici al contrario le frondedi L minor fatte crescere in presenza di ca(no3)2alla concentrazione finale di 1 mM mostrano unaumento della crescita rispetto al testimone pertutti i tempi di analisi ma con una differenza signi-ficativa a partire dal settimo giorno (fig 2 a 2 B) iltrattamento con nitrato di ce quindi a differenza diquello con nitrato di calcio mostra un effetto nega-tivo sulla crescita di piante di lenticchia drsquoacqualrsquoinibizione della crescita puograve essere dovuta allrsquoaccu-mulo di ce3+ analogamente a quanto descritto per imetalli che a concentrazioni tossiche inibisconolrsquoallungamento e lrsquoespansione cellulare (poScHen-RiedeR BaRcelograve 2004 SRivaStava et al 2006)oppure allrsquointerferenza con lrsquoassunzione di altri ele-menti nutritivi infatti egrave stato riportato che in pian-tine di riso il ce3+ interferisce con lrsquoaccumulo diferro potassio magnesio calcio sodio e di altri ele-menti minerali nutritivi (liu et al 2012) ulterioristudi sono necessari per valutare se e in quali tessutiil ce3+ venga accumulato e lrsquoeffetto dello stesso sualtri parametri quali i sistemi antiossidanti i livelli dispecie reattive dellrsquoossigeno ed il danno ossidativo inconclusione L minor si mostra tollerante allrsquoesposi-zione a concentrazioni micromolari di ce3+ ma nona concentrazioni piugrave elevate e pertanto potrebbe esse-re una specie utile per il biomonitoraggio della pre-senza di ce3+ in ambienti acquatici

letteRatuRa citatadrsquoaQuino l de pinto Mc naRdi l MoRgana M

toMMaSi f 2009 ndash Effect of some light rare earth ele-ments on seed germination seedling growth and antioxi-dant metabolism in triticum durum chemosphere75 900-905

Hu z RicHteR H SpaRoveK g ScHnug e 2004 ndashPhysiological and biochemical effect of rare earth elementson plants and their agricultural significance a review Jplant nutr 27 183-220

ippolito Mp faSciano c drsquoaQuino l MoRganaM toMMaSi f 2010 ndash Responses of antioxidant sys-tems after exposition to rare earths and their role in chill-ing stress in common duckweed (lemna minor L) adefensive weapon or a boomerang arch environcontam toxicol 58 42-52

ippolito Mp paciolla c drsquoaQuino l MoRganaM toMMaSi f 2007 ndash Effect of rare earth elements ongrowth and antioxidant metabolism in lemna minor Lcaryologia 60 125-128

iSodiS 20079 2004 ndash Water qualitymdashdetermination ofthe toxic effect of water constituents and wastewater onduckweed (lemna minor)mdashDuckweed growth inhibi-tion test iSo tc 147Sc 5Wg 5

Knop W 1865 ndash Quantitative Untersuchungen uumlber dieErnahrungsprozesse der Pflanzen landwirtsch versStn 7 93-107

liu d Wang X lin y 2012 ndash The effect of cerium onthe growth and some antioxidant metabolism in riceseedlings environ Sci pollut Res 19 3282-3291

MacKenzie SM Waite S Metcalfed J Joyce cB2003 ndash Landfill leachate ecotoxicity experiment usinglemna minor L Water air Soil poll focus 3 171-179

MoHan BS HoSetti BB 1999 ndash Aquatic plants fortoxicity assessment environ Res 81 259-274

naRdi l caRBoni Ma MoRgana M BaRBeSti SeRRico S zoina a drsquoaQuino l 2005 ndash Effect ofrare earth elements on the growth of agrobacterium sppand Rhizobium leguminosarum Frank cytometrypart a 69a 443-444

nauMann B eBeRiuS M appenRotH KJ 2007 ndashGrowth rate based dose-response relationships and EC-values of ten heavy metals using the duckweed growthinhibition test (ISO 20079) with lemna minor Lclone plant physiol 164 1656-1664

pagano g toMMaSi f guida M 2012 ndash Comparativetoxicity of cerium and of the other rare earth elements(REEs) in plant and invertebrate test systems inizyuMov a plaKSin g (eds) Cerium MolecularStructure Technological Applications and Health Effects107-124 nova Science publishers Hauppauge nyuSa

poScHenRiedeR c BaRcelograve J 2004 ndash Water relations inheavy metal stressed plants in pRaSad Mnv (ed)Heavy metal stress in plant from biomolecules to ecosys-tems 249-270 Springer Berlin

Radic S Stipanicev d cvJetKo p MiKelic ilRaJcic MM SiRac S pevaleK-Kozlina Bpavlica M 2010 ndash Ecotoxitological assessment ofindustrial effluent using duckweed (lemna minor L) asa test organism ecotoxicology 19 216-222

SRivaStava S MiSHRa S tRipatHi Rd 2006 ndash Copper-induced oxidative stress and responses of antioxidants andphytochelatins in Hydrilla verticillata Royle aquattoxicol 80 405-415

RiaSSunto - in questo studio sono riportati i dati pre-liminari concernenti le risposte alla somministrazione dice3+ di una specie acquatica Lemna minor l usata comebiomarker (iSo 20079) piante di L minor sono statetrattate per 15 giorni con cen3o9 6H2o a concentrazio-ni tra 25 μM e 1 mM oppure con ca(no3)2 a concentra-zione 1 mM Sono stati analizzati parametri di crescitaquali il tasso di crescita relativo basato sul numero di fron-de (RgR) il numero relativo di fronde (Rfn) e la cresci-ta di fronde in percentuale (fn) il trattamento con ce3+

1 mM ha inibito significativamente la crescita a partire dasette giorni di incubazione mentre le minori contrazioninon hanno mostrato variazioni statisticamente significati-ve la somministrazione di ca(no3)2 1 mM al contrarioha stimolato la crescita in modo significativo giagrave dal setti-mo giorno suggerendo un effetto tossico del ce3+ a parti-re da concentrazioni millimolari

408 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

autoRi

Maria Alessandra Zicari Annalisa Paradiso Franca Tommasi (francatommasiunibait) Dipartimento di BiologiaUniversitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70126 Bari

le collezioni xilologiche (xylaria) hanno da sempreassunto una notevole importanza sia per il ruolosvolto in campo didattico sia per quello svolto inambito scientifico nei settori della botanica archeo-logia etnologia tecnologia del legno ed in particola-re dove egrave richiesto il confronto tra campioni(uRBinati giove 2012) attualmente collezioni xilologiche sono presenti inquasi tutti gli stati anche se le principali per numerodi campioni sono negli uSa per quanto concernelrsquoitalia solo quattro collezioni sono state inseritenella quarta edizione dellrsquoIndex Xylariorum (lyncHgaSSon 2010) il patrimonio nazionale tuttavia egravesicuramente molto piugrave ampio ma risulta difficile sti-marlo sia sul piano qualitativo che quantitativo inquanto sino ad oggi non egrave stato effettuato un censi-mento completo una delle collezioni italiane piugrave interessanti per unaserie di peculiaritagrave che la contraddistinguono egrave laXylotomotheca Italica di adriano fiori essa fu realiz-zata nei primi anni del novecento col preciso obiet-tivo di completare ed arricchire la Flora ItalicaExsiccata (FIE) la piugrave grande raccolta italiana diexsiccata fanerogamici realizzata da fiori pampaninie Begraveguinot in particolare lo scopo degli autori fuquello di corredare gli exsiccata con le sezioni micro-tomiche del legno le schede relative alla

Xylotomotheca Italica furono pubblicate a partire dal1905 come appendice delle Schedae ad FloramItalicam Exsiccatam (fioRi et al 1905)la collezione egrave costituita da sezioni trasversali e lon-gitudinali dello spessore di circa 01 mm e con lealtre dimensioni variabili (le8 cm) (di paSQualeallevato 2007) il microtomo utilizzato per la rea-lizzazione delle sezioni fu ideato e progettato dallostesso fiori e da lui denominato ldquonuovo microtomoautomatico a doppia rotazionerdquo (fioRi 1900) nellaversione originaria della collezione le sezioni sonoconfezionate in pieghi di cartoncino contenenti unao due coppie delle sezioni trasversali e longitudinalii pieghi in cartoncino sono a loro volta inseriti inbustine di carta esse sono corredate da una etichet-ta sulla quale sono riportati il numero drsquoordine delcampione il binomio linneano la porzione anatomi-ca rappresentata dalla sezione il luogo e la data diraccolta in molti casi il riferimento al campione dellaFIE ed infine il nome del curatore al progetto col-laborarono numerosi botanici traverso pampaninigortani ferro cerica goiran vaccari MezzanaBicknell cecconi nicoli Bardi andrea fiori etrotter la collezione egrave costituita da 215 campioni corrispon-denti a 184 taxa specifici appartenenti a 113 generiSi tratta soprattutto di entitagrave della flora italiana

409infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

la Xylotomotheca Italica del Museo orto Botanico dellrsquouniversitagrave di Bari

v cavallaRo g SignoRile f caRRuggio f Mantino l foRte

aBStRact - The Xylotomotheca italica of the Botanical Garden Museum of Bari University -the Xylotomotheca Italicawhich was realized by adriano fiori at the beginning of the 20th century is a really interesting and peculiar historical col-lection it is composed of thin sections of wooden species While most of the species belong to italian flora only a few ofthem are exotic ones which are cultivated in italy fiori had the specific aim of enriching Flora Italica Exsiccata (FIE) andof supplying botanists with invaluable comparative material Moreover he designed the microtome which was used to cutthe sections the collection consists of 215 samples the sections are enclosed in bended cards which are contained insmall labelled envelopes a different version of the Xylotomotheca Italica which was produced with didactic purposes isstill conserved at the Botanical garden Museum of Bari university it was probably acquired together with some FIE exs-iccata by the Herbarium Horti Botanici Barensis (Bi) which is now part of the Botanical garden Museum in this ver-sion sections and labels are put between two rectangular pieces of glass which are sealed with a grey tape this collectionis composed of 154 samples which include 135 subgeneric taxa belonging to 93 genera it is generally fairly well con-served and some actions whose aim is restoring the collection have been started

Key words adriano fiori exsiccata Xylotomotheca Italica

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

mentre solo una piccola percentuale egrave rappresentatada esotiche (cuccuini 2002) Si ritiene che la colle-zione completa e nella sua veste originaria sia presen-te solo presso lrsquoerbario di padova (pad) elrsquoHerbarium Centrale Italicum (fi) (cuccuini2002) viceversa parti di essa o versioni diverse daquella originaria sono presenti presso numerosi erba-ri italiani ed anche presso istituzioni estere come iKew Royal Botanic Gardens (httpwwwkeworg)

RiSultati e diScuSSione

presso il Museo orto Botanico dellrsquouniversitagrave di Bariegrave presente la Xylotomotheca Italica non nella sua vesteoriginaria bensigrave in una versione realizzata per scopididattici Molto probabilmente essa fu acquisitacongiuntamente agli exsiccata della FIE dalla profssafrancini negli anni della sua permanenza pressolrsquoateneo barese (1940-1961) le sezioni sono monta-te con lrsquoetichetta tra due vetri rettangolari di 10x15cm oppure di 13x18 cm e sigillati con un nastro intela grigia (fig 1)Sia i preparati che le etichette sono del tutto uguali aquelli presenti nella versione originaria la collezione

egrave composta da 154 campioni corrispondenti a 135taxa specifici appartenenti a 93 generi la maggiorparte dei preparati proviene dalla provincia di firenzeed il curatore egrave tranne poche eccezioni adrianofiori i campioni sono a loro volta conservati in 16cofanetti di cartone rigido di colore grigio chiusimediante un nastro di cotone dello stesso colorepresso lrsquoerbario del laboratorio di Botanica agraria(fiaf) dellrsquouniversitagrave di firenze egrave conservata lamedesima versione realizzata a scopi didattici che egravecostituita da 178 campioni collocati in 18 cofanetti(cuccuini 2002)attualmente in relazione ad un rinnovato interesseverso le collezioni xilologiche dovuto ai piugrave recentiutilizzi in campo sperimentale (ManiatiS et al2011) didattico divulgativo ed alla consapevolezzache la Xylotomotheca Italica possiede tutte le caratte-ristiche di un bene culturale (d lgs n 422004 art11) sono state avviate alcune azioni tese al recuperoconservativo della collezione presente presso ilMuseo orto Botanico in primo luogo egrave stato valu-tato lo stato di conservazione dei singoli campioni alfine di evidenziare gli eventuali interventi da effet-tuare ersquo risultato che solo 3 campioni presentano ivetri rotti tuttavia le sezioni non sono danneggiateviceversa in quasi tutti i campioni il nastro che sigil-la i vetri egrave logoro e consunto pertanto egrave possibileaffermare che la collezione egrave complessivamente inun discreto stato conservativola collezione egrave stata inoltre informatizzata medianteapposito software (fileMaker pRo 12 clariscorporation) riportando nei vari campi le informa-zioni presenti sui cartellini Questo intervento hapermesso di fruire facilmente delle informazioni inessa contenute prossimamente si completeragrave il lavo-ro realizzando alcuni interventi di restauro sui cam-pioni ed effettuando lrsquoacquisizione in formato elet-tronico della loro immagine con uno scanner perdocumenti di pregio anche al fine di implementareun archivio elettronico consultabile via internet

letteRatuRa citatacuccuini p 2002 ndash La Xylotomotheca italica un caso

insolito di serie di exsiccata Catalogo e spigolature stori-che Museol Sci 19(1) 97-119

di paSQuale g allevato e 2007 ndash Collezioni di legnie carboni in Mazzoleni S pignatelli S (a cura di)I Musei delle Scienze Agrarie lrsquoevoluzione delleWunderkammern 79-81 ed universitagrave di napolifederico ii

fioRi a 1900 ndash Nuovo microtomo automatico a doppiarotazione Malpighia 14 411-424

fioRi a Beacuteguinot a paMpanini R 1905 ndash Schedae adFloram Italicam Exsiccatam n giorn Bot ital ns12(2) 143-144

lyncH aH gaSSon pe 2010 ndash Index XylariorumEdition 4 Royal Botanic gardens Kew published onthe internet

ManiatiS d Saint andReacute l teMMeRMan M MalHiy BeecKMan H 2011 ndash The potential of using xylar-ium wood samples for wood density calculations a com-parison of approaches for volume measurement forest 4150-159

uRBinati c giove M 2012 ndash Collezioni xilologiche in

410 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

fig 1un campione della Xylotomotheca Italica presente presso ilMuseo orto Botanico dellrsquouniversitagrave di Baria sample of the Xylotomotheca Italica at the Botanicalgarden Museum of Bari university

taffetani f (a cura di) Herbaria nardini editorefirenze

RiaSSunto - la Xylotomotheca Italica di adriano fiorirealizzata nei primi anni del novecento rappresenta unadelle collezioni storiche piugrave interessanti e peculiari nel suogenere Si tratta di sezioni sottili di numerose specie legno-se tra le piugrave rappresentative della flora italiana e di alcunespecie esotiche coltivate in italia lrsquoautore realizzograve la col-lezione col preciso obiettivo di arricchire la Flora ItalicaExsiccata (FIE) e pertanto di fornire un prezioso materialedi confronto per quanti svolgevano lavori botanici inoltreprogettograve il microtomo utilizzato per effettuare le sezioninella versione originaria della collezione costituita da 215

campioni le sezioni sono confezionate in pieghi di carton-cino a loro volta riposti in bustine corredate da unrsquoetichet-ta la Xylotomotheca Italica presente presso il Museo ortoBotanico dellrsquouniversitagrave di Bari fu acquisita probabil-mente insieme ai campioni della FIE presenti pressolrsquoHerbarium Horti Botanici Barensis (Bi) essa non si pre-senta nella sua veste originaria bensigrave in una versione realiz-zata per scopi didattici le sezioni con la relativa etichet-ta sono montate tra due vetri rettangolari sigillati da unnastro di tela grigia la collezione egrave composta da 154 cam-pioni comprendenti 135 taxa sub-generici appartenenti a93 generi Sono stati avviati alcuni interventi tesi al recu-pero della collezione che si presenta complessivamente inun discreto stato di conservazione

411

autoRi

Viviana Cavallaro (vivianacavallarounibait) Luigi Forte Dipartimento di Biologia e Museo Orto Botanico Universitagrave diBari ldquoAldo Morordquo Via E Orabona 4 70126 BariGiovanni Signorile Francesca Carruggio Francesca Mantino Museo Orto Botanico Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via EOrabona 4 70126 Bari

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

Malgrado siano trascorsi ben 40 anni il noto afori-sma di dobzhansky secondo cui ldquoniente in biologiaha senso se non alla luce dellrsquoevoluzionerdquo(doBzHanSKy 1973) non solo nulla ha perso dellasua straordinaria forza concettuale ma di fatto haoggi un significato ancor piugrave profondo in relazione aipiugrave recenti studi nel campo della biologia evolutivadello sviluppo (evo-devo) disciplina che estende ulte-riormente la visione unificante che negli anni lsquo30 elsquo40 del secolo scorso condusse alla sintesi evoluzioni-stica coniugando la genetica con le ldquoclassicherdquo scien-ze naturali (MuumllleR 2007)Svolgere adeguata divulgazione scientifica sulla teoriadellrsquoevoluzione appare perograve un compito estrema-mente difficile di evoluzione si parla nei contestipiugrave disparati ma non di rado i concetti basilari dellateoria darwiniana e delle sue successive elaborazionivengono travisati al punto da attribuire a darwinstesso affermazioni mai da lui pronunciate o scrittea cominciare dal famigerato rdquolrsquouomo discende dallascimmiardquo frase che manifesta la totale ignoranza dichi la pronuncia sulle tematiche in questione ersquoanche spiacevolmente frequente una volgarizzazioneerronea del concetto di evoluzione che viene inter-pretato come un ldquocammino verso la perfezionerdquo conlrsquointroduzione di elementi di teleologia del tuttoinappropriati allrsquoindirizzo httpevolutionberke-leyedu egrave disponibile un utile elenco di tipici erroriconcettuali sulla tematica dellrsquoevoluzione con relati-ve argomentazioni e note esplicative Se sono ben chiari i motivi della opportunitagrave e neces-sitagrave di insegnare i principi ed i meccanismi dellrsquoevo-luzione a tutti i livelli dellrsquoistruzione scolastica eduniversitaria non sono a tuttrsquooggi disponibili ade-

guati strumenti didattici neacute vi egrave stato se non episo-dicamente un confronto con i potenziali fruitoridegli interventi formativi per sperimentare le moda-litagrave piugrave efficaci con cui trasmettere i complessi edarticolati concetti della teoria dellrsquoevoluzione supe-rando le fin troppo diffuse inesattezze e gli erroriconcettuali precedentemente menzionatiil ruolo delle risorse museali per una efficace didatti-ca dellrsquoevoluzione egrave stato messo in rilievo da alcunistudi (Spiegel et al 2012) compiuti prevalentemen-te negli Stati uniti dove egrave piugrave avvertibile il problemadelle resistenze di tipo ideologicoreligioso in parti-colare nelle aree in cui sono particolarmente diffusi ilcreazionismo e lrsquoipotesi dellrsquoIntelligent Design che nerappresenta una versione ldquoaggiornatardquo dallrsquoesigenza di colmare questa grave lacuna nascepresso il Museo orto Botanico strutturadellrsquouniversitagrave degli Studi di Bari ldquoaldo Morordquo ilprogetto denominato e-Move (evoluzione delMondo vegetale) il progetto nasce dallrsquoidea che labiodiversitagrave vegetale vista in chiave diacronica possacostituire uno strumento molto efficace per la divul-gazione scientifica su questo tema cosigrave importante ilprogetto annuale che ha ricevuto un finanziamentodal MiuR nellrsquoambito della legge 62000 per la dif-fusione della cultura scientifica presenta alcuni ele-menti di novitagrave che verranno discussi in questo brevecontributo

aRticolazione del pRogettoil progetto si articola su 3 linee (a) allestimento nelMuseo orto Botanico di spazi espositivi sperimenta-li per elaborazione e validazione di strategie didatti-co-divulgative (B) Realizzazione di giochi interattivi

412 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

Risorse per insegnare lrsquoevoluzione dei vegetali il progetto e-Move

a gRano Mc de tullio

aBStRact - Resources for teaching plant evolution the E-MoVe project -the e-Move (evolution of the plant World)project tackles the problem of the scarcity of effective educational tools for teaching evolution in spite of the undoubtedimportance of the topic Within the Botanical garden Museum of the university of Bari methodologies for teaching evo-lution will be developed in collaboration with school teachers and other stakeholders novel teaching tools includinginteractive videogames will be made available to national and international institutions for testing and validation theproject funded by the italian Ministry of education also aims at providing training to school teachers and scientific muse-um operators

Key words plant evolution scientific museum teaching

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

(c) formazione di docenti ed operatori museali

(a) lo spazio espositivo consentiragrave di sperimentarestrategie di comunicazione e divulgazione valorizzan-do strutture attrezzature e competenze giagrave presenti esi articola in 3 parti (a phylowall b darwin e lepiante c iconografia botanica) con aula didatticaper la formazionea phyloWall la parete della filogenesi delle pianteil ldquogiardino verticalerdquo nasce a scopo decorativo-arti-stico su idea del botanico e designer p Blanc ilphyloWall avragrave una funzione scientifico-didatticaattraverso la disposizione degli organismi secondouno schema filogenetico si visualizzeragrave in manieraimmediata il concetto di evoluzione una legendacon datazione e localizzazione geografica dei repertifossili verragrave collocata accanto al phylowall per unaimmediata fruibilitagraveb darwin e le pianteverragrave allestita lrsquoipotetica ricostruzione dello studio didarwin con alcune delle immagini piugrave significativelegate allrsquoelaborazione del concetto di evoluzioneverragrave collocato uno schermo touch-screen per i giochiinterattivi c iconografia botanica localeverranno allestite teche per lrsquoesposizione di volumitra cui la flora del Regno di napoli di Micheletenore allo scopo di evidenziare il legame tra il pas-sato ed il futuro della ricerca botanica

(B) la realizzazione di materiale didattico innovativocostituisce un obiettivo fondamentale del progettoun comitato di redazione tecnico-scientifico in col-laborazione con uno studio professionale specializza-to nella comunicazione multimediale si occuperagrave diideare e realizzare materiale didattico che verragrave poidistribuito per la validazione nellrsquoambito di una retedi collaborazione nazionale ed internazionale

(c) la formazione si articoleragrave in (a) visite guidateper alunni (b) corsi per insegnanti e operatorimuseali con la collaborazione dellrsquoassociazionenazionale insegnanti di Scienze naturali (aniSn)si prevede la formazione di insegnanti sulle tematichedellrsquoevoluzione biologica utilizzando sia un approc-cio storico-didattico con lrsquouso dellrsquoerbario e dellabanca del germoplasma sia lo sviluppo di strumentiinterattivi informaticii moduli di formazione affronteranno temi che spa-ziano dallrsquoinquadramento storico della teoria dellrsquoe-voluzione allrsquouso delle moderne tecniche di sistema-tica molecolare sviluppando specifici percorsi didat-tici per i diversi livelli di approfondimento un ruolofondamentale verragrave attribuito allrsquouso delle risorsemuseali

pRoSpettive futuReil progetto ha elevate potenzialitagrave di fornire ricaduteper la diffusione della cultura scientifica sia a livellolocale sia come esperienza pilota da esportare in altrerealtagrave territoriali nazionali in particolare la collabo-razione con lrsquoaniSn consente lrsquoimplementazionedel progetto nelle ldquoscuole presidiordquo ed una piugrave ampiautilizzabilitagrave del materiale didattico sullrsquoevoluzionedelle piante che verragrave messo a disposizionela collaborazione con altre universitagrave orti Botanicie Musei della Scienza costituiragrave una rete aperta ad unbacino di utenza piugrave ampio e permetteragrave di esporta-re sul piano nazionale lrsquoesperienza maturata nellrsquoam-bito del progettole azioni connesse alla realizzazione di e-Move pro-muoveranno su scala nazionale la costituzione dinodi in una rete di comunicazione e diffusione dellacultura scientifica nel campo specifico dellrsquoevoluzio-ne delle piante con lrsquoobiettivo generale di elevare illivello di competenze degli studenti dei docentidegli operatori museali e del pubblico di non addet-ti ai lavori in ambito scientifico sostenendo la for-mazione continua la formazione di operatorimuseali guide naturalistiche ed altre figure profes-sionali per ampliare le conoscenze naturalistiche ter-ritoriali egrave un obiettivo di particolare rilevanza sia perla valorizzazione delle risorse umane sia per la tuteladei beni ambientali e dellrsquoingente patrimonio costi-tuito dalla biodiversitagrave vegetale nel nostro paese conlrsquoobiettivo di salvaguardare specie a rischio di estin-zione nella fattispecie piante che hanno rivestito unparticolare significato nel corso dellrsquoevoluzione

letteRatuRa citatadoBzHanSKy t 1973 ndash Nothing in biology makes sense

except in the light of evolution amer Biol teacher 35127-129

MuumllleR g 2007 ndash Evo-devo extending the evolutionarysynthesis nat Rev genet 8 943-949

Spiegel an evanS eM fRazieR B Hazel a taReM gRaM W diaMond J 2012 ndash Changing muse-um visitorrsquos concept of evolution evo edu outreach5 43-61

RiaSSunto ndash viene brevemente presentato il progettoe-Move (evoluzione del Mondo vegetale) attualmentein corso di realizzazione presso il Museo orto Botanicodellrsquouniversitagrave degli Studi di Bari ldquoaldo Morordquo il proget-to che ha ricevuto un finanziamento MiuR nellrsquoambitodella legge 62000 per la diffusione della cultura scientifi-ca si propone di allestire uno spazio espositivo che si poneanche come centro permanente per la ideazione realizza-zione e diffusione di efficaci strategie didattiche sui temidellrsquoevoluzione biologica attraverso la costituzione di unarete di validazione nazionale ed internazionale noncheacute larealizzazione di incontri di formazione per docenti discuole di ogni ordine e grado ed operatori museali

413Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

autoRi

Antonella Grano Museo Orto Botanico Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70126 BariMario C De Tullio (mariodetulliounibait) Dipartimento di Biologia Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70126Bari

il genere Arum l (Araceae) comprende in italia trespecie poliploidi A apulum (carano) p c Boyce Amaculatum l e A italicum Mill in questo genere itaxa poliploidi tendono ad occupare areali geograficimolto ampi rispetto alle specie diploidi (Bedalov1981) infatti A italicum egrave principalmente diffusodal caucaso attraverso la regione del Mediterraneofino alla costa atlantica (BonnieR 1931 MeuSel etal 1965 diHoRu 1970 Bedalov 1975) A macu-latum secondo MeuSel et al (1965) teRpograve (1973)e Bedalov (1981) egrave distribuito in europa centrale eoccidentale A maculatum e A italicum presentanotuberi rizomatosi al contrario del poliploide A apu-lum che ha il tubero a forma discoide (BedalovKupfeR 2005) in riferimento allrsquoorigine delle speciedel genere Arum Bedalov KupfeR (2005) suggeri-scono che la forma discoide del tubero sia da consi-derare ancestrale rispetto alla forma rizomatosaSuccessivamente questi dati sono stati confermati daindagini molecolari (eSpigravendola et al 2010) in precedenti lavori al fine di chiarire la tassonomiadel genere Arum sono stati riportati alcuni aspetticitologici e citotassonomici (goRi 1958 MaRcHi etal 1964 BeuRet 1971 1972 MaRcHi 1971Bedalov 1975 1981 Bedalov et al 1998) lamaggior parte delle specie di Arum egrave diploide connumero cromosomico 2n=28 mentre sono pochi itaxa poliploidi conosciuti A maculatum e A apulumsono tetraploidi con 2n=56 mentre A italicum egrave esa-ploide con 2n=84 le analisi cariologiche hannomostrato in dettaglio i cariotipi di quattro speciediploidi e due poliploidi i taxa analizzati inoltrehanno evidenziato un ldquocariotipo di baserdquo caratteriz-

zato dalla presenza di alcuni cromosomi marker(drsquoeMeRico et al 1993 Bianco et al 1994) il presente contributo fornisce pertanto informazio-ni sulla cariomorfometria delle suddette specie poli-ploidi

MateRiali e Metodile analisi cariologiche sono state effettuate su apiciradicali pretrattati con colchicina 03 per 2h equindi fissati per 5 min con 5111 (vv) (alcol eti-lico assoluto cloroformio acido acetico glaciale for-maldeide) successivamente sono stati idrolizzati per20 min con Hcl 55n e colorati con reattivo difeulgen la nomenclatura utilizzata per descrivere ilcariotipo segue levan et al (1964)per valutare il livello di simmetria del cariotipo sonostati utilizzati gli indici di asimmetria a1 (indiceintracromosomale) e a2 (indice intercromosomale)(RoMeRo zaRco 1986)

RiSultati e diScuSSioneArum maculatum e A italicum sono caratterizzati daun cariotipo asimmetrico comprendente numerosicromosomi submetacentrici con A italicum chemostra un indice intracromosomale (a1=043) piugraveelevato rispetto ad A maculatum (a1=039)dal punto di vista citologico egrave interessante notareche nelle specie esaminate sono state osservate coppiedi cromosomi caratterizzate dalla presenza di seg-menti telomerici debolmente colorati dal feulgenprecedentemente descritti come costrizioni seconda-rie (drsquoeMeRico et al 1993) dyeR (1963) e voSacolaSante (1995) descrivono simili segmenti

414 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

indagini cariomorfometriche in tre taxa poliploidi del genere Arum

a tuRco p Medagli a alBano S drsquoeMeRico

aBStRact - Karyomorphometry on three polyploid taxa of arum - Somatic chromosomes of three polyploid taxa of Arumhave been investigated A italicum showed 2n = 84 chromosomes and the karyotype is composed by numerous asymmet-ric chromosomes A maculatum and A apulum have shown 2n = 56 chromosomes the karyotype morphology of Aitalicum is similar to that of A maculatum but the most asymmetrical karyotype and the presence of numerous weaklyfeulgen-stained segments of the former suggest a more recent origin respect to latter differently A apulum has showed asymmetrical karyotype and few weakly feulgen-stained segments

Keywords allocyclic segments Arum karyotype asymmetry

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

denominati ldquoallocyclic segmentsrdquo in diversi gruppidi piante (Gasteria duval Iris l Aloe l) voSaBennett (1990) e Bennett gRiMSHaW (1991)inoltre suggeriscono lrsquoutilitagrave di questi segmenticome indicatori dellrsquoevoluzione del cariotipo e quin-di determinanti nellrsquoidentificazione dei cariotipidelle varie entitagrave al riguardo Arum italicum hamostrato il maggior numero di cromosomi conte-nenti i suddetti segmenti in comparazione a quelliosservati nei complementi di A maculatum A apu-lum e nei diploidi A orientale M Bieb subsp orien-tale e A cylindraceum gasp (drsquoeMeRico et al1993) differentemente A apulum egrave una specie tetraploidecon una distribuzione limitata al Sud italia (puglia)(caRano 1934 goRi 1958 Bianco et al 1994)Questrsquoultima specie mostra un cariotipo piugrave simme-trico (a1=032) considerato ancestrale rispetto allespecie con cariotipi asimmetrici (SteBBinS 1971)costituito da cromosomi prevalentemente metacen-trici e dalla presenza di pochi segmenti allociclicidrsquoaltra parte lrsquoisolamento geografico accompagnatoda variazioni ecologiche sembra supportare lrsquoattualestruttura del cariotipo di A apulum

letteRatuRa citata Bedalov M 1975 ndash Cytotaxonomical and phytogeograph-

ical investigation of the species arum italicum Mill inYugoslavia acta Bot croat 34 143-150

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Murge Pugliesi Webbia 49 (1) 43-49BonnieR g 1931 ndash Flore complegravete ilustregravee en couleurs de

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eSpigravendola a BueRKi S Bedalov M KupfeR palvaRez n 2010 ndash New insights into the phylogeneticsand biogeography of arum (araceae) unravelling its evo-lutionary history Bot J linn Soc 163 14-32

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MaRcHi p 1971 ndash Numeri cromosomici per la flora italia-na 57-66 inform Bot ital 3 124-138

MaRcHi p capineRi R drsquoaMato g 1964 ndash Numericromosomici per la flora italiana 182-189 informBot ital 6 (3) 303-312

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RoMeRo zaRco c 1986 ndash A new method for estimatingkaryotype asymmetry taxon 35 526-530

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voSa cg colaSante M 1995 ndash I segmenti allociclicinelle liliiflorae inform Bot ital 27 307-308

RiaSSunto gli autori riportano alcuni risultati cario-morfometrici ottenuti su tre specie poliploidi del genereArum Arum apulum (2n=56) A maculatum (2n=56) e Aitalicum (2n=84) in particolare la specie A italicum con2n=84 cromosomi ha mostrato un cariotipo con un eleva-to indice di asimmetria nel cariotipo di questa speciesono stati riscontrati numerosi ldquosegmenti allociclicirdquo incomparazione ad A maculatum e A apulum

415Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

autoRi

Alessio Turco Piero Medagli Antonella Albano Laboratorio di Botanica sistematica ed Ecologia vegetale DiSTeBAUniversitagrave del Salento Campus Ecotekne 73100 LecceSaverio DrsquoEmerico Dipartimento di Biologia Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70126 Bari

Cistus clusii dunal piccolo arbusto appartenente allafamiglia Cistaceae egrave una specie xerofila con distribu-zione mediterraneo-occidentale in italia storicamen-te presente in Sicilia (giaRdina 1988) e in puglianellrsquounica stazione di ldquoBosco isolardquo (lesina fg)(foRte et al 2002a) in questrsquoultima il contestovegetazionale egrave quello della gariga nanofanerofiticasu suolo sabbioso in associazione con Rosmarinusofficinalis l Erica multiflora l e Cistus sp pl(cHieSuRa loRenzoni et al 1976)a partire dallrsquoanno 2000 nellrsquoambito di progetti diricerca condotti dal Museo orto Botanicodellrsquouniversitagrave degli Studi di Bari sono stati indaga-ti alcuni aspetti della biologia ed ecologia di C clusii(MaccHia 2005) tali studi furono finalizzati allarealizzazione di azioni di conservazione in situ attra-verso il rafforzamento della popolazione residualepugliese giagrave allrsquoepoca gravemente esposta a pericolodi estinzione (conti et al 1997) a tale scopo furo-no infatti reintrodotti in aree ecologicamente idoneedi ldquoBosco isolardquo circa cento individui ottenuti pervia sessuale attraverso fecondazione incrociata con-trollata a partire dai pochi individui della popolazio-ne originaria (foRte et al 2002b) Successivi rilieviin campo hanno registrato la progressiva diminuzio-ne del numero di individui presenti in situ fino allaloro completa scomparsa soprattutto a causa deiripetuti incendi verificatisi tra il 2007 e il 2010(foRte et al 2009 2012) tuttavia la specie in

puglia era da ritenersi estinta solo in natura (EW) inquanto presso il Museo orto Botanico di Bari eranopresenti sia individui ottenuti da fecondazione incro-ciata e derivanti dalla popolazione spontanea origina-ria sia semi conservati presso la Banca delgermoplasma (Bg-MoBB)Questrsquoultima evenienza ha costituito la premessaindispensabile per la realizzazione di nuove azioni diconservazione di C clusii nel territorio di ldquoBoscoisolardquo tali azioni si sono concretizzate grazie ad unaconvenzione stipulata tra il Museo orto Botanico diBari e il centro Studi naturalistici onluS nellrsquoam-bito del progetto ldquointerventi per la protezione e con-servazione del patrimonio ambientalerdquo- fondi faS ndashpremialitagrave Regionale delibera cipe 202004in questo lavoro vengono presentate le attivitagrave svolteai fini della propagazione gamica di C clusii e quelleper la successiva reintroduzione degli individui pro-dotti

MateRiali e Metodi

il materiale di propagazione gamica utilizzato per leazioni di conservazione in situ egrave stato ottenuto daimpollinazione incrociata controllata eseguita su dueindividui conservati ex situ siglati come c1 e c2 peri quali era stata giagrave testata la compatibilitagrave allrsquoincro-cio (foRte et al 2012)nel mese di aprile 2010 495 fiori (437 dellrsquoindivi-duo c1 e 58 dellrsquoindividuo c2) privati degli stami

416 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

Reintroduzione di Cistus clusii a ldquoBosco isolardquo (lesina puglia)

l foRte S anifantiS f caRRuggio v cavallaRo f Mantino g MelcHioRRe

aBStRact - Reintroduction of cistus clusii to ldquoBosco Isolardquo (Lesina Apulia) - Cistus clusii dunal is very rare in italy whereits historical sites of occurrence are in Sicily and apulia (ldquoBosco isolardquo ndash lesina fg) after the extinction in the wild ofthe small apulian population the Botanical garden Museum of Bari university and the centro Studi naturalistici(onluS) made a special agreement in order to implement a reintroduction project into the site of lesina the reintro-duced plants 520 in all were obtained from the offspring of lesina C clusii spontaneous population which is conservedex situ at the Botanical garden Museum of Bari to increase the chances of a successful reintroduction the plants wereplaced in three different areas and in each of them the individuals were planted in microsites suitable for the eco-physi-ological characteristics of the lesina population already known from literature in fact only a thorough knowledge of thebio-ecological behaviour of the selected species may allow to establish self-maintaining populations in the wild and so torealize an effective conservation action

Key words apulia Cistus clusii dunal reintroduction

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

sono stati impollinati manualmente e coperti consacchetti di tessuto non tessuto (tnt) in maggioin concomitanza con lrsquoinizio dellrsquoingrossamentodegli ovari i cappucci sono stati rimossi e nel mesesuccessivo egrave stata effettuata la raccolta delle capsulemature nella primavera del 2011 i semi sono statisottoposti a pre-trattamenti di scarificazione mecca-nica manuale e di dry-heating (80 degc x 5 min) inquanto risultati i piugrave efficaci nel promuoverne la ger-minazione (foRte et al 2012) per ciascuno dei duepre-trattamenti sono stati utilizzati circa 1500 semiderivanti dallrsquoincrocio c1 x c2 e circa 400 semi pro-dotti dallrsquoincrocio c2 x c1 i semi pre-trattati sonostati posti direttamente in plateaux di polistiroloespanso riempiti con sabbia sterilizzata a granamedio-fine (50) e torba (50) dopo una primafase di accrescimento le plantule sono state trapian-tate in fitosacchi in film plastico contenenti terrenonon sterile (sabbia di fiume 40 terreno comune30 torba 30) durante tutte le fasi di crescita leplantule sono state irrigate e sottoposte a trattamen-ti fitosanitari e fertilizzanti miratiper lrsquointervento di reintroduzione oltre agli individuicosigrave ottenuti nel 2011 sono stati utilizzati ancheindividui derivanti da semi pre-germinati nellrsquoambi-to di prove sperimentali condotte tra il 2009 e il2010 su c1 e c2la scelta delle aree di reintroduzione egrave stata fattasulla base dei dati storici di presenza di C clusii alesina (cHieSuRa loRenzoni et al 1976 foRte etal 2002b) delle caratteristiche eco-fisiologiche dellapopolazione originaria (foRte et al 2005 foRtepaStoRe 2005) di quelle ecologiche dei siti di rein-troduzione e dellrsquoanalisi delle minacce

RiSultati e diScuSSione

gli individui oggetto dellrsquoazione di reintroduzioneavvenuta a fine gennaio 2013 sono stati distribuitiin tre aree principali (fig 1) Queste sono situate neltratto di cordone dunale immediatamente ad est diMarina di lesina insediamento sorto in localitagravepietramaura dove negli anni lsquo70 era ancora presen-te il piugrave esteso nucleo di individui di C clusii dellastazione di lesina (cHieSuRa loRenzoni et al1976) due delle aree di reintroduzione poste tra lelocalitagrave di acquarotta e pennacchio sono relativa-mente vicine tra loro e separate da una fascia occupa-ta da un rimboschimento a Pinus pinea l mentre laterza in localitagrave chiusa dista dalle altre circa 2 kmallrsquointerno di ciascuna area sono stati individuati piugravesiti di reintroduzione georiferiti mediante strumen-tazione gpS in ognuno dei quali egrave stato inserito unnumero di individui compreso tra 20 e 25la scelta di ripartire gli individui in tre aree di rein-troduzione differenti e allrsquointerno di queste in piugravesiti distinti egrave stata effettuata con lo scopo di ridurre ilrischio che un eventuale incendio possa interessarlecontemporaneamente compromettendo la sopravvi-venza dellrsquointera popolazione reintrodotta il numerocomplessivo di siti di intervento egrave risultato pari a 27inoltre per garantire buone probabilitagrave di successo

anche riproduttivo in ciascun sito sono stati reintro-dotti almeno 20 individui al fine di aumentare laprobabilitagrave di incrocio tra individui con alleli diincompatibilitagrave differenti indispensabile in una spe-cie allogama come C clusii (Rizzotto 1979)in ogni sito inoltre i singoli individui sono statipiantati in micro-siti individuati sulla base dellamicro-morfologia stazionale le tre aree di interven-to ricadono in un contesto vegetazionale caratterizza-to da un complesso e molto frammentato mosaicocostituito principalmente dalla gariga a R officinalisE multiflora e Cistus sp pl e dalla macchia a sclero-fille sempreverdi con presenza di Erica arborea lQuesto mosaico spesso egrave il diretto risultato delledifferenti condizioni ecologiche determinate dallamicro-morfologia stazionale (foRte et al 2002a) ealtre volte della dinamica della vegetazione in atto acausa degli incendi pertanto sono stati individuaticome idonei quei micro-siti rispondenti alle caratte-ristiche bio-ecologiche della popolazione da intro-durre (eliofilia relativa sensibilitagrave allo stress idricoecc foRte et al 2005) e comunque sempre suffi-cientemente distanti da nuclei di macchia in stato diavanzamento o da singoli cespugli in fase di resprou-tinglrsquoazione di conservazione in situ cosigrave condotta nonha richiesto pertanto ulteriori interventi quali dira-

417Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 1Mappa delle aree di reintroduzione (base cartograficaldquocarta della vegetazione reale del ldquoBosco isolardquo di lesina- foglio 1rdquo foRte 2001)Map of reintroduction areas (cartographic base ldquocartadella vegetazione reale del ldquoBosco isolardquo di lesina - foglio1rdquo foRte 2001)

damento della vegetazione preesistente rimozionedel secco ecccomplessivamente nella stazione di ldquoBosco isolardquosono stati reintrodotti 520 individui di C clusii pro-dotti mediante coltivazione ex situ 200 dei qualiderivanti da semina diretta di semi pre-trattati e 320ottenuti da impianto di semi pre-germinatiattualmente ulteriori 155 individui prodotti nel-lrsquoambito di questo progetto sono conservati presso ilMuseo orto Botanico dellrsquouniversitagrave di Bari inmodo da garantire sia la conservazione ex situ delpatrimonio genetico della popolazione di lesina e siala possibilitagrave di disporre di materiale di propagazioneper studi successivi

Ringraziamenti - gli autori ringraziano gli ldquospeciali colla-boratorirdquo che si sono prodigati durante il lavoro in campodi reintroduzione in situ in ordine alfabetico elenaBlotti nicola cillo Saverio drsquoamico Mario de tullioantonella grano Marcello Macchia Saverio Regina egianni Signorile

letteRatuRa citatacHieSuRa loRenzoni f cuRti l loRenzoni gg

MaRcHioRi S 1976 ndash cistus clusii Dunal Note dinomenclatura e di distribuzione con particolare riguardoalla stazione di Lesina (Foggia) giorn Bot ital 110259-267

conti f Manzi a pedRotti f 1997 ndash Liste rosse regio-nali delle piante drsquoItalia WWf Societagrave Botanicaitaliana universitagrave di camerino

foRte l anifantiS S Mantino f caRRuggio fcavallaRo v 2009 ndash Conservation of cistus clusiiDunal from ldquoBosco Isolardquo (Lesina - Apulia) current sta-tus and new experimental evidence in BaccHetta g(ed) Book of Abstracts Biodiversity Hotspots in theMediterranean Area 45th intern congr SiSv amp fip ndashcagliari 22-24 25-29 June 2009 280

foRte l cavallaRo v MaccHia f 2002b ndashConservazione in situ di cistus clusii Dunal (cistaceaeMagnoliophyta) nella duna di Lesina Quad Botamb appl 13 3-9

foRte l cavallaRo v pantaleo f drsquoaMico fSMaccHia f 2002a ndash The vascular Flora of the ldquoBoscoIsolardquo at Lesina (Foggia ndash Apulia) fl Medit 12 33-92

foRte l MelcHioRRe g anifantiS S caRRuggio fMantino f 2012 ndash Alcuni aspetti della biologia dellaconservazione di cistus clusii Dunal di ldquoBosco Isolardquo(Lesina Puglia) inform Bot ital 44(Suppl 2) 36-38

foRte l paStoRe d 2005 ndash Relazioni acqua-pianta inMaccHia f (ed) Biologia ed ecologia di cistus clusiiDunal 31-38 ed adda Bari

foRte l paStoRe d MaRvulli M Scatigna aMeMaccHia f 2005 ndash Analisi comparata tra eventi feno-logici e andamento dei parametri ambientali inMaccHia f (ed) Biologia ed ecologia di cistus clusiiDunal 5-13 ed adda Bari

giaRdina 1988 ndash Segnalazioni Floristiche Italiane 574-576 inform Bot ital 20(2-3) 678-679

MaccHia f (a cura di) 2005 ndash Biologia ed ecologia dicistus clusii Dunal ed adda Bari

Rizzotto M 1979 ndash Ricerche tassonomiche e corologichesulle cistaceae 1 Il genere cistus L in Italia Webbia33(2) 343-378

RiaSSunto ndash Cistus clusii dunal egrave una specie moltorara in italia storicamente presente in Sicilia e in puglianellrsquounica stazione di ldquoBosco isolardquo (lesina fg) in segui-to allrsquoestinzione della piccola popolazione residuale puglie-se il Museo orto Botanico dellrsquouniversitagrave di Bari e ilcentro Studi naturalistici onluS hanno stipulato unaapposita convenzione al fine di attuare unrsquoazione di rein-troduzione nel sito di lesina le piante reintrodotte insitu 520 in tutto sono state ottenute a partire da indivi-dui di C clusii progenie della popolazione spontanea ori-ginaria conservati ex situ presso il Museo orto Botanicoper aumentare le probabilitagrave di successo dellrsquointerventogli individui sono stati distribuiti in tre aree distinte eallrsquointerno di queste piantati in micro-siti rispondenti allecaratteristiche eco-fisiologiche della popolazione di C clu-sii di lesina giagrave note dalla letteratura infatti solo unaconoscenza approfondita del comportamento bio-ecologi-co delle entitagrave oggetto di interventi di conservazione insitu permette di programmare una concreta azione di tute-la attraverso lrsquoinsediamento di popolazioni in grado dipersistere nel tempo

418 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

autoRi

Luigi Forte (luigiforteunibait) Viviana Cavallaro Dipartimento di Biologia e Museo Orto Botanico Universitagrave di BarildquoAdo Morordquo Via E Orabona 4 70126 BariStamatia Anifantis Francesca Carruggio Francesca Mantino Giulia Melchiorre Museo Orto Botanico Universitagrave di BarildquoAldo Morordquo Via E Orabona 4 70126 Bari

Limoniastrum monopetalum (l) Boiss egrave presente inpuglia sulle rupi marittime di tricase porto (le)nellrsquoambito di una cenosi ascrivibile alla classeCrithmo-Limonietea Br-Bl 1947 in condizioni ana-loghe a quanto descritto per la Sicilia meridionale daBaRtolo et al (1982) Secondo la direttiva9243cee si tratta di un habitat di interesse comu-nitario denominato ldquoScogliere con vegetazione dellecoste mediterranee con Limonium spp endemicirdquo(aavv 2010) ersquo una specie a diffusione SW-Mediterranea in italia egrave presente in Sardegna inSicilia (conti et al 1992) nella laguna diorbetello (toMei guazzi 1993) a tricase porto(le) (accogli et al 1996) (fig1) in passato laspecie era stata segnalata ldquonei siti arenosi di tarantordquo(MaRinoSci 1870) caratterizzati da depressionicostiere con un ristagno idrico con substrato preva-lentemente costituito da argille e colonizzato da spe-cie ad elevata alofilia (tRotteR 1936) probabil-mente le antiche cenosi erano ascrivibili alla classeSarcocornetea-fruticosae Br-Bl amp tuumlxen ex a amp oBolograves 1950 tipica dei suoli inondati fangoso-argillo-si come riportato da Biondi et al (2004) per laSardegna

StatuS del popolaMento puglieSe ed eSpeRienzepRegReSSe

a tricase porto il popolamento si presenta formatoda due nuclei localizzati sulla sommitagrave di due costo-ni rocciosi distanti in linea drsquoaria circa 150 mentrambi i costoni sono occupati da abitazioni ad

uso civico ed i cespugli di limoniastro sono localizza-ti nelle loro adiacenze ma non allrsquointerno e questopotrebbe escludere unrsquointroduzione della specie perscopo ornamentale in totale si possono contarecirca 25 individui dei quali 18 si presentano comegrossi cespugli larghi 1ndash25 m alti 075ndash130 m lafioritura dura meno di un mese tra la fine di giugnoe lrsquoinizio di luglio le infiorescenze secche rimango-no sulla pianta sino a dicembre ma la maturazionedei frutti non egrave mai evidente e non egrave visibile la dei-

419infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

conservazione ex situ ed interventi di reintroduzione di Limoniastrum monopetalum in puglia

R accogli Mp BiancHi p Medagli S MaRcHioRi

aBStRact - ex situ conservation and reintroduction of limoniastrum monopetalum in Apulia region - in this paper arepresented the main actions taken by the Botanic garden of diSteBa for the protection of Limoniastrum monopetalum(l) Boiss species of high vulnerability included in the national Red list of plants of italy the specie is cultivated exsitu in the Botanic garden and it was decided to implement its reintroduction in the locality palude la vela (ta) in anarea once had been reported but no longer found propagation of L monopetalum was carried out by vegetative and gen-erative individuals obtained were reintroduced in two sites of the palude to different environmental conditions

Key words conservation moltiplication reintroduction

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 1areale di L monopetalum secondo gReuteR et al 1989 etutin et al 1981distribution area of L monopetalum according togReuteR et al 1989 and tutin et al 1981

scenza a contrastare lo sviluppo e la diffusione dinuove piante sono le estreme condizioni di povertagravedel substrato fortemente disturbato dalle attivitagraveantropiche che rimaneggiano continuamente le som-mitagrave dei costoni rocciosi (interventi di restauro edili-zio incendi e tagli indiscriminati) e la presenza diuna flora sinantropica dominata da agave pittospo-ro caprifico rovola vulnerabilitagrave della specie ha motivato la sua ripro-duzione ex situ nellrsquoorto Botanico dellrsquouniversitagravedel Salento e la messa a punto di protocolli di rein-troduzione infatti giagrave nel 2000 era stata testata lacapacitagrave di propagazione di L monopetalum sia pervia gamica che agamica senza forzature sui semi neacutedi ormoni radicanti per le talee la resa germinativaera risultata molto bassa del 2-5 mentre elevatesono state le percentuali di attecchimento delle talee(70-95) sia in primavera che agli inizi dellrsquoautun-no nel 2005 egrave stato effettuato un primo interventovolto al potenziamento del popolamento di L mono-petalum esistente a tricase porto lungo un breve trat-to costiero prospiciente il sito interessato da un inter-vento di riqualificazione attuato dallrsquoamministra-zione comunale lrsquointervento prevedeva la realizza-zione di un camminamento lungo la scogliera attra-verso i segni della storia locale ancora leggibili (trat-turi per la mena delle pecore vasche intagliate negliscogli per la concia delle pelli e per lrsquoestrazione diblocchi lapidei terrazzamenti per le colture agrarieprimaticce etc) la flora del tratto costiero annove-ra altre specie di interesse conservazionistico percheacuteincluse nella lista Rossa nazionale come Vincetoxi-cum hirundinaria Medik subsp adriaticum (Beck)Markgr o di valore fitogeografico come lrsquoendemicoLimonium japigicum (groves) pignatti Lavateraarborea l Scrophularia lucida l lrsquointervento direintroduzione era stato concordato con docenti edalunni delle Scuole Medie inferiori del comune ditricase che hanno partecipato dimostrando grandeinteresse e sensibilitagrave nellrsquoautunno 2005 egrave stataorganizzata una giornata durante la quale dopo unincontro tra autoritagrave politiche locali studiosi stu-denti e cittadini sono state messe a dimora 10 pian-te di L monopetalum (accogli et al 2006) pur-troppo lrsquointervento egrave stato inficiato da un incendioche nella primavera successiva ha distrutto buonaparte della flora spontanea ed i trapianti effettuati

MateRiali e Metodi

un secondo intervento di reintroduzione di L mono-petalum egrave stato programmato nel 2011 per il sitopalude la vela che ricade nellrsquoomonima Riservanaturale Regionale e prossima allrsquoantica salina di Sgiorgio jonico (ta) come prima fase si egrave procedu-to alla moltiplicazione della specie per ottenere indi-vidui giovani da mettere a dimora la moltiplicazio-ne ex situ egrave stata ripetuta sia per via vegetativa chegenerativa ponendosi nelle medesime condizionidegli anni precedenti ma con lrsquoaccorgimento didistinguere talee semierbacee da talee legnose ilmateriale propagativo egrave stato prelevato dagli indivi-

dui presenti a tricase porto da rami di 2 o piugrave annicon diametro del fusto maggiore di 10 mm sonostate realizzate talee lunghe 10-18 cm da rami di 1anno con diametro inferiore a 10 mm sono staterealizzate talee lunghe 7-12 cm il prelievo egrave statoeffettuato sia allrsquoinizio dellrsquoautunno (5 ottobre 2010)che alla fine della stagione invernale (5 marzo 2011) le talee sono state messe a radicare (senza aggiunta diormoni) in substrato costituito da un mixer di torbae perlite in rapporto 12 in vasi in pvc delle dimen-sioni 7x7x18 cm fatti stazionare poi in tunnel fred-do dopo 30 giorni veniva registrato lrsquoattecchimentodelle talee i risultati definitivi hanno evidenziato ilseguente andamento in autunno per quelle preleva-te da rami di 2 anni egrave stata registrata una percentua-le del 74 e per quelle prelevate da rami di 1 annodel 64 in primavera per le talee piugrave legnose egrave stataregistrata una percentuale di attecchimento pari al95 e per quelle meno legnose dellrsquo86 ancorauna volta i risultati dimostrano la facilitagrave di propaga-zione vegetativa della specie inoltre anche se i valo-ri differiscono di poco si deduce che il periodomigliore per il taleaggio di L monopetalum egrave a finestagione primaverile con rami vecchi di almeno 2anni (tab 1)

i racemi di L monopetalum dopo la fioritura persi-stono sulla pianta per lungo tempo (anche sino allrsquoin-verno) per cui sono stati effettuati periodici prelievidei frutti per lrsquoestrazione dei semi al fine di definire ilperiodo di piena maturazione un primo prelievo deifrutti egrave stato effettuato in ottobre i semi sono statiopportunamente isolati previa rottura della capsulaed una parte di essi egrave stata sottoposta a vernalizzazio-ne (4 degc per 24 h) per simulare unrsquoeventuale dor-mienza invernale la semina egrave stata effettuata in cap-sule petri sterili con carta da filtro come substratotenute in camera di crescita a 20 degc e fotoperiodo di10 h Sono state realizzate tre ripetizioni con 30 ele-menti per capsula lrsquoelaborazione dei dati registratievidenzia un andamento del potere germinativo di Lmonopetalum secondo quanto riportato dalla fig 2 il monitoraggio delle piastre ha evidenziato un pote-re germinativo dei semi molto basso (2-4) questodato egrave stato confermato dalla semina a spaglio effet-tuata in una seminiera con substrato composto datorba e agriperlite nel rapporto 12 da circa 200semi sono emerse solo 6 plantule

420 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

taBella 1Risultati della propagazione ex situResults of ex situ propagation

stagione talee di di radicazionepartenza 72 dopo 30 gg

Oslash 10 mm 64autunno Oslash 10-20 mm 74Oslash 10 mm 86primavera Oslash 10-20 mm 95

ReintRoduzione a palude la vela

i sopralluoghi effettuati a palude la vela per lrsquoindivi-duazione di siti idonei alla reintroduzione hannoindotto alla scelta di due piccole superfici simili percondizioni di substrato per copertura vegetale eparametri ambientali tali siti sono collocati su spon-de opposte dellrsquoacquitrino ed hanno unrsquoestensioneminima di 60 m2 per la messa a dimora sono stateselezionate piante vigorose e sane con unrsquoaltezzamedia di 489 plusmn526 cm e diametro di 1609plusmn304cm nel mese di novembre 2011 egrave stata effettuata laloro messa a dimoranel sito denominato ldquoardquo sono state trapiantate 15piante con un approssimativo sesto di impianto di 2x 4 m nel sito ldquoBrdquo sono state trapiantate 14 piantein ordine sparso in quanto lrsquoarea presentava nume-rose zone di erosione e continui dislivelli

concluSioni

nellrsquoarea palude la vela le condizioni ambientalisembrano piugrave confacenti allrsquoecologia di L monopeta-lum rispetto a tricase porto ed egrave positivo che tutte lepiante abbiano attecchito e siano giunte a fioriturama solo fra qualche anno si potragrave constatare la for-mazione di un eventuale popolamento con individui

fertili ed in grado di autopropagarsi e si avragrave confer-ma del successo della reintroduzione

letteRatuRa citataaavv 2010 ndash Manuale italiano interpretazione degli

habitat (Direttiva 9243 CEE) Ministero ambiente etutela territorio e Mare SBi

accogli R Medagli p MaRcHioRi S 1996 ndashlimoniastrum monopetalum (L) Boiss in Puglia(plumbaginaceae) giorn Bot ital 130 1 91degcongr SBi ancona 16-19 settembre 1996

mdash 2006 ndash Conservazione ex situ e reintroduzione dilimoniastrum monopetalum (L) Boiss sulla fasciacostiera di Tricase Porto (Lecce) inform Bot ital38(Suppl 1) 183-184

BaRtolo g BRullo S MaRcenograve c 1982 ndash La vegeta-zione costiera della Sicilia sud-orientale aQ71226cnR Roma

Biondi e BRugiapaglia e faRRiS e filigHeddu RSeccHi z 2004 ndash Halophilous vegetation of Olbia pondsystem (NE-Sardinia) fitos 41(1) Suppl 1 125-141

conti f Manzi a pedRotti f 1992 ndash Lista RossaNazionale delle Piante drsquoItalia WWf italia Roma

gReuteR W BuRdet HM long g 1989 ndashMedndashChecklist vol 4 320 pp

MaRinoSci M 1870 ndash Flora Salentina 1 22toMei pe guazzi e 1993 ndash Le zone umide della

Toscana Lista generale delle entitagrave generali atti MusStor nat grosseto 15 120-135

tRotteR a 1936 ndash Rilievi ecologici intorno alla flora edalla vegetazione della salina di SGiorgio presso Tarantoann R ist Sup agr portici III 5 120-135

tutin tg HeyWood vH BuRgeS na MooRedM valentine dH WalteRS SM WeBB da1981 ndash Flora Europaea vol 3 51

RiaSSunto - nel presente lavoro vengono esposte leprincipali azioni intraprese dallrsquoorto Botanico deldiSteBa per la salvaguardia di Limoniastrum monopeta-lum (l) Boiss specie ad alta vulnerabilitagrave inclusa nellalista Rossa nazionale delle piante drsquoitalia da anni la spe-cie viene coltivata ex situ nellrsquoorto Botanico e si egrave pensatodi attuare la sua reintroduzione in localitagrave palude la velain un ambito territoriale di antica segnalazione ma doveattualmente risulta scomparsa la propagazione di Lmonopetalum egrave stata effettuata per via vegetativa e genera-tiva e gli individui ottenuti sono stati reintrodotti in duesiti della palude a diverse condizioni ambientali

421Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 2valutazione del potere germinativoevaluation of the germinative power

autoRi

Rita Accogli (ritaaccogliunisalentoit) Maria Pia Bianchi Piero Medagli Silvano Marchiori Orto Botanico delDipartimento di Scienze e Tecnologie Biologiche ed Ambientali (DiSTeBA) Universitagrave del Salento Centro Ecotekne ViaProvinciale per Monteroni 73100 Lecce

in occasione della redazione della checklist dellepiante vascolari della puglia (a albano fBartolucci f conti p Medagli Rp Wagensommerin prep) egrave stato aggiornato lrsquoelenco delle specieminacciate in questa Regionele liste Rosse Regionali (conti et al 1997) ripor-tavano per la puglia 180 entitagrave da allora sono tras-corsi piugrave di 15 anni alcune di queste entitagrave eranoindicate in puglia per errore e altre sono considerateoggi sinonimi di entitagrave non minacciate mentrenumerose specie della lista Rossa nazionale sonostate rinvenute in puglia solo dopo il lavoro diconti et al (op cit) per questo motivo abbiamoritenuto utile aggiornare lrsquoelenco delle specie di listaRossa della Regione puglia e integrarlo con tutte leentitagrave endemiche pugliesi ed esclusive della Regione(presenti in italia solo in puglia)

RiSultati

il libro Rosso delle piante drsquoitalia (conti et al1992) riportava 458 specie e sottospecie di piantevascolari sottoposte a vari gradi di minaccia a livellonazionale di queste entitagrave 46 sono attualmentenote in puglia (tab 1) considerando anche le listeRosse Regionali (conti et al 1997) il numero ditaxa minacciati a livello nazionale e presenti in pugliasale a 89 entitagrave certamente presenti (di cui 1 dubita-tivamente alloctona) e 8 dubitativamente presentinella Regione mentre il numero di entitagrave indicatecome minacciate a livello Regionale egrave pari a 158 (dicui 1 dubitativamente alloctona) alle quali si aggiun-gono 4 entitagrave dubitativamente presenti nella Regio-ne per un totale di 188 entitagrave (tab 1)

le specie esclusive della puglia cioegrave quelle presentiin italia solo in questa Regione sono 54 di cui 2dubitativamente alloctone alle quali si aggiungono 6entitagrave la cui presenza egrave dubbia di queste 54 entitagrave35 sono endemiche pugliesi (tab 1)pertanto le specie di lista Rossa in puglia integratecon tutte le endemiche pugliesi e le esclusive dellaRegione sono 221 (tab 1) pari al 93 della floravascolare autoctona pugliese

diScuSSione

il libro Rosso e le liste Rosse delle piante drsquoitalia(conti et al 1992 1997) pur essendo stati seguitida altri lavori riguardanti le piante minacciate delnostro paese (pignatti et al 2001 ScoppolaSpaMpinato 2005) sono ancora oggi il riferimentoprincipale per le specie a rischio di estinzione initalia negli ultimi anni lrsquoimpulso alla realizzazionedi una nuova lista Rossa delle piante drsquoitalia secon-do i piugrave recenti criteri iucn (2001 2011) egrave statodato dalla rubrica pubblicata sullrsquoinformatoreBotanico italiano ldquoSchede per una lista Rossa dellaflora vascolare e crittogamica italianardquo e dal proget-to appena concluso e realizzato dalla SocietagraveBotanica italiana per conto del Ministero dellrsquoam-biente e della tutela del territorio e del Mare relati-vo alla valutazione nazionale della categoria di rischiodi estinzione per piugrave di 300 specie vegetali di interes-se conservazionistico e di ambientihabitat partico-larmente minacciati (RoSSi et al 2013) attualmen-te questi progetti hanno portato alla valutazione delgrado di minaccia di 40 specie vascolari presenti inpuglia Egrave auspicabile pertanto il contributo di tutti

422 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

piante vascolari minacciate e liste Rosse aggiornamento delle conoscenzein puglia

Rp WagenSoMMeR p Medagli ev peRRino

aBStRact - Threatened vascular plants and Red Lists an update of knowledge in Apulia -the Regional Red list of vas-cular plant species in apulia Region has been updated following recent knowledges of conservation distributional andtaxonomic interest

Key words apulia Red lists threatened species update

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

423Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

taBe

lla

1Piante vascolari endemiche esclusive e di Lista Rossa della Regione Puglia

Endemic exclusive and Red List vascular plants in Apulia Region

424 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO 45 (2) 393-432 2013(se

gue T

ab 1

)

425Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

(segue Tab 1)

426 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013(segue Tab 1)

427Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

(segue Tab 1)

i botanici pugliesi affincheacute sia possibile valutaresecondo i criteri piugrave recenti dellrsquoIUCN (op cit) unnumero molto maggiore di specieLrsquoelenco riportato in Tab 1 include tutte le specieendemiche pugliesi ed esclusive della Puglia Di que-ste entitagrave 33 non venivano indicate nelle Liste RosseRegionali (CONTI et al 1997) Esse sono state inclu-se in Tab 1 in via precauzionale ma in molti casi illoro effettivo grado di minaccia deve ancora esserevalutato Lrsquoelenco non include invece le categorie diminaccia indicate in ROSSI et al (2013) che sarannooggetto di un futuro contributo sulle specie di inte-resse conservazionistico in Puglia

CONCLUSIONILrsquoaggiornamento delle conoscenze floristiche inPuglia e le informazioni tassonomiche nomenclatu-rali e distributive pubblicate nel corso degli ultimianni hanno consentito un aggiornamento delle ListeRosse delle Piante vascolari della Regione Puglia maancora molto lavoro deve essere svolto per megliodefinire il numero di specie a rischio e il loro effetti-vo grado di minaccia secondo i piugrave recenti criteriinternazionali (IUCN op cit)

LETTERATURA CITATACONTI F MANZI A PEDROTTI F 1992 ndash Libro Rossodelle Piante drsquoItaliaMinistero Ambiente WWF Italia

Societagrave Botanica Italiana Romamdash 1997 ndash Liste Rosse Regionali delle Piante drsquoItaliaWWFItalia Societagrave Botanica Italiana CIAS Camerino

IUCN 2001 ndash IUCN Red List Categories and CriteriaVersion 31 IUCN Species Survival CommissionIUCN Gland (Switzerland) amp Cambridge (UK)II+30 pp

mdash 2011 ndash Guidelines for Using the IUCN Red ListCategories and Criteria Version 90 Prepared by theStandards and Petitions Subcommittee httpww-wiucnredlistorgdocumentsRedListGuidelinespdf

PIGNATTI S MENEGONI P GIACANELLI V (a cura di)2001 ndash Liste rosse e blu della flora italiana ANPARoma

ROSSI G MONTAGNANI C GARGANO D PERUZZI LABELI T RAVERA S COGONI A FENU G MAGRINIS GENNAI M FOGGI B WAGENSOMMER RPVENTURELLA G BLASI C RAIMONDO FMORSENIGO S (Eds) 2013 ndash Lista Rossa della FloraItaliana 1 Policy Species e altre specie minacciateComitato Italiano IUCN Ministero Ambiente eTutela Territorio e Mare Roma 54 pp

SCOPPOLA A SPAMPINATO G (Eds) 2005 ndash Atlante dellespecie a rischio di estinzione (CD-ROM) Allegato a ASCOPPOLA C BLASI (Eds) Stato delle conoscenze sullaflora vascolare drsquoItalia Palombi Ed Roma

RIASSUNTO ndash Egrave stata aggiornata la Lista RossaRegionale delle piante vascolari della Regione Pugliasecondo le piugrave recenti conoscenze in ambito conservazio-nistico distributivo e tassonomico

428 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO 45 (2) 393-432 2013

AUTORI

Robert Philipp Wagensommer (robwagensommeryahooit) Scuola di Scienze Ambientali Universitagrave di Camerino - CentroRicerche Floristiche dellrsquoAppennino (Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga) San Colombo 67021 Barisciano(LrsquoAquila)Piero Medagli (pietromedagliunileit) Laboratorio di Botanica Sistematica del DiSTeBA Universitagrave del Salento ViaProvinciale Lecce-Monteroni 73100 LecceEnrico Vito Perrino (enricoperrinoyahooit) Museo Orto Botanico Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via E Orabona 4 70124Bari

Verticillium dahliae Kleb egrave un fungo tracheomicoti-co responsabile della piugrave grave malattia dellrsquoolivo(Olea europaea l) soprattutto negli oliveti dei paesimediterranei Questo fungo oltre lrsquoolivo attacca piugravedi 300 specie di piante arboree ed erbacee la malat-tia determina generalmente il disseccamento di por-zioni della chioma (BeJaRano-alcaacutezaR et al 2001pegg BRady 2002 BuBici ciRulli 2011) isolatidi V dahliae in grado di infettare cotone e olivo pos-sono essere classificati in due patotipi defogliante enon-defogliante sulla base della loro abilitagrave o menodi indurre defogliazione nelle piante infette(MeRcado-Blanco et al 2001 2003) il presentelavoro propone studi preliminari su i) alcune rispo-ste fisiologiche in due cultivar di olivo caratterizzateda differenti livelli di suscettibilitagrave alla verticilliosi ii)alcuni determinanti di patogenicitagrave potenzialmentecoinvolti nellrsquoinduzione dei sintomi fogliari prodottida patotipi diversi di V dahliae

MateRiali e Metodi

Alterazioni fisiologiche piante di olivo delle cultivar lsquofrantoiorsquo (resistente) elsquoleccinorsquo (suscettibile) sono state inoculate con gliisolati vd312d (defogliante) e vd315nd (nondefogliante) seguendo il metodo descritto da ciRulli

et al (2008) piante non trattate e piante le cui radi-ci sono state immerse per 10 minuti in acqua sonostate utilizzate come tesi di controllo Sono stati valu-tati il contenuto di fenoli carotenoidi clorofillaperossido drsquoidrogeno ascorbato e lrsquoattivitagrave delleperossidasi generiche (pod) e dellrsquoascorbato perossi-dasi (apX) in foglie delle due cultivar raccolte dopo24 72 e 240 ore dal trapianto applicando i metodiproposti da cHandleR doddS (1983) licHten-tHaleR (1987) BRuno SpaRapano (2006) toM-MaSi et al (2006) paRadiSo et al (2008) tre mesidopo lrsquoinoculazione su ogni pianta egrave stata valutata lapresenza di malattia sulla chioma utilizzando la scaladi severitagrave dei sintomi proposta da colella et al(2008) lrsquoanalisi statistica dei dati egrave stata eseguitaattraverso lrsquoanalisi della varianza (anova) le mediesono state separate con il test della minima differen-za significativa (MdS) Produzione di metaboliti secondari fitotossici colture liquide statiche degli isolati vd312d evd315nd di V dahliae sono state allestite in tredifferenti soluzioni nutritive czapek modificato(vdM) patate destrosio Broth (pdB difco ) oacqua estratto di Malto (oxoid) al 2 (eM2) perciascun isolato e substrato sono state preparate 10bottiglie di Roux della capacitagrave di 1 l contenenti

429infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

Meccanismi di resistenza alla verticilliosi e caratterizzazione di varietagrave meridionali di olivo dati preliminari sulla fisiologia dellrsquointerazione olivoVerticillium dahliae

gl BRuno c faSciano Mp ippolito S SeRMani ad MaRSico c colella M aMenduni f toMMaSi

aBStRact - Mechanisms of resistance to olive Verticillium wilt and characterization of olive varieties from southern prelim-inary data on physiology of olive - verticillium dahliae interaction - inoculations experiment were performed with two strainsof Verticillium dahliae characterized as defoliating (vd312d) or not defoliating (vd315nd) pathotypes lsquofrantoiorsquo(resistant) and lsquoleccinorsquo (susceptible) olive plants the interaction plantpathogen was evaluated as total phenolscarotenoids chlorophylls hydrogen peroxide ascorbic acid generic peroxidases and ascorbate peroxidase activityinoculated plants showed the typical pathway associate to a stress the two pathotypes are also able to produce in vitrophytotoxins Some of these secondary metabolites should be involved on biochemical and physiological alterations asso-ciated to verticillium wilt symptoms on olive trees (leaves wilting and defoliation)

Keywords fenoli totali metaboliti secondari stato redox verticilliosi

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

150 ml di soluzione nutritiva ciascuna bottiglia egravestata inoculata con 5 ml di sospensione ottenutaomogeneizzando tre colonie (coltivate per due setti-mane in piastre petri su substrato di pda a 25 degc albuio) in 50 ml di acqua distillata sterile dopo 28giorni di coltura (25 degc al buio) il micelio egrave statorimosso mediante filtrazione su garza e centrifugazio-ne (5500 xg 20 min 4 degc) aliquote (3 ml) di cia-scun filtrato colturale (fc) integro o diluito (10100 e 1000 volte con acqua distillata) sono state uti-lizzate in saggi di tossicitagrave su rametti recisi dilsquoleccinorsquo e lsquofrantoiorsquo eseguiti in ambiente controlla-to (uR 50 t 25 degc luce 150 microe cm-2 sec-1)acqua distillata e substrato non inoculato sono statiutilizzati come controllo dal terzo giorno dopo lrsquoas-sorbimento delle soluzioni tossiche egrave stata osservatala manifestazione dei sintomi dopo 24 72 e 240 oredallrsquoassorbimento delle soluzioni saggiate le foglie diciascun rametto sono state caratterizzate in terminidi flusso traspiratorio utilizzando un porometro li-1600-licor negli stessi intervalli egrave stato valutato ilcontenuto in clorofilla e fenoli seguendo i metodiproposti in precedenza

RiSultati e diScuSSione

Alterazioni fisiologicheper entrambi i patotipi di V dahliae saggiati lrsquoindu-zione di uno stato di malessere nella pianta egrave confer-mata dalla riduzione nel contenuto di clorofillesoprattutto dopo 24 ore per la cultivar suscettibilelsquoleccinorsquo (fig 1) invece il contenuto di ascorbatoclorofille e carotenoidi ha subito un incrementosoprattutto nei campioni di foglie prelevate dopo 72e 240 ore dallrsquoinoculo con il patotipo defogliante leanalisi condotte sulle foglie di lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquohanno mostrato come la molecola segnale perossidodrsquoidrogeno risulta maggiormente presente nella cul-tivar frantoio dopo 72 ore dallrsquoinoculo con il patoti-po defogliante (fig 1) mentre lrsquoattivitagrave della apXsegna negli stessi tempi un decremento (fig 2) invece nella cultivar frantoio i sistemi antiossidan-ti non enzimatici hanno mostrato un calo rispetto aicontrolli nei livelli di ascorbato e di fenoli (fig 1) non si sono osservate variazioni nellrsquoattivitagrave dellacatalasi (fig 2) infatti come dimostrato in altrisistemi nei tessuti vegetali questo enzima svolge unruolo nel metabolismo del perossido di idrogenosecondario rispetto allrsquoapX che invece egrave lrsquoenzimachiave nel controllo della concentrazione in perossi-do di idrogeno (de gaRa et al 2003) lrsquoattivitagrave dellepod infine aumenta notevolmente nelle fasi tardi-ve dellrsquoinfezione nelle foglie di lsquofrantoiorsquo mentre inquelle di lsquoleccinorsquo un incremento egrave evidente 72 oredallrsquoinoculo (fig 2) i dati evidenziati nelle nostre condizioni sperimenta-li sono in linea con quanto riportato dalla letteraturariguardo alle interazioni pianta-patogeno e le risposteda stress abiotici (de gaRa et al 2003) infatti nellepiante resistenti si assiste a una modulazione deisistemi antiossidanti tale da causare un incremento diperossido di idrogeno a livello fogliare (de gaRa etal 2003) per contro nella varietagrave suscettibile lrsquoau-

mento dei livelli in antiossidanti non enzimatici nonegrave sufficiente a indurre resistenza la diversa rispostaai sistemi antiossidanti riscontrata nelle due varietagraveutilizzate in queste prove potrebbe essere consideratacome un marker biochimico per valutare lo stato diavanzamento dellrsquoinfezione e il suo destino primadella comparsa dei sintomi

Evoluzione dei sintomia conferma di quanto giagrave riscontrato da ciRulli etal (2008) lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo sono risultate rispet-tivamente resistenti e suscettibili ai due isolati di Vdahliae utilizzati nessun sintomo egrave stato registrato esulle piante utilizzate come controllo (piante nontrattate e piante le cui radici sono state immerse per

430 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

fig 1contenuto in fenoli carotenoidi clorofille e perossido diidrogeno in foglie di lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo dopo 24 72 e240 ore dallrsquoinoculo con vd312d () e vd315nd ()i controlli sono rappresentati da piante le cui radici sonostate immerse per 10 minuti in acqua (mdash) ciascun valo-re egrave la media di cinque piante phenols carotenoids chlorophylls and hydrogen peroxidecontent in leaves of lsquofrantoiorsquo and lsquoleccinorsquo after 24 72and 240 hours after inoculation with vd312d () andvd315nd () as controls plants were treated for 10minutes in water (mdash) each value is the mean of fiveplants

10 minuti in acqua) e sulle chiome di lsquofrantoiorsquo ino-culate con il patotipo non defogliante il patotipodefogliante ha causato su lsquofrantoiorsquo una modestadefogliazione le piante di lsquoleccinorsquo hanno espressosintomi gravi con entrambi i patotipi (generale avviz-zimento della chioma) aggravati nel caso del patoti-po defogliante da accentuata e rapida filloptosiMetaboliti secondari fitotossici gli isolati di V dahliae utilizzati in coltura liquida susubstrato vdM hanno permesso di ottenere fc chesaggiati su rametti recisi di lsquoleccinorsquo (suscettibile) elsquofrantoiorsquo (resistente) hanno riprodotto sintomi diavvizzimento e accartocciamento fogliare e defoglia-zione nessun sintomo egrave stato registrato sui ramettiche hanno assorbito acqua distillata e i substrati noninoculati lrsquoassorbimento dei 3 ml di soluzione daparte dei rametti ha richiesto 30-32 ore per acquavdM pdB e eM2 mentre i fc dei due isolati sonostati assorbiti in 17-24 ore i fc dei patotipivd312d o vd315nd di V dah-liae ottenuti su substrato vdM saggiati su entrambe

le cultivar di olivo hanno evidenziato sintomi da 7-9 giorni dopo lrsquoassorbimento i fc ottenuti su sub-strato vdM da entrambi i patotipi inducono ripiega-mento e successivo imbrunimento della laminafogliare sui rametti di lsquofrantoiorsquo Sui rametti dilsquoleccinorsquo sono stati registrati ingiallimenti della lami-na fogliare inizialmente intorno alle nervature edopo 3-5 giorni sullrsquointera superficie Sintomo fina-le dei fc di entrambi gli isolati di V dahliae dopo 28giorni di coltura su substrato di vdM egrave stata unagenerale defogliazione dei rametti Su lsquoleccinorsquo ladefogliazione egrave stata severa e si egrave avuta dopo 17 gior-ni sui rametti trattati con il fc dellrsquoisolato vd312dcf e dopo 21 giorni su lsquofrantoiorsquo i rametti trattaticon i fc di vd315nd sono stati registrati dopo 20giorni su lsquoleccinorsquo e dopo 25 giorni su lsquofrantoiorsquo isintomi sopra descritti sono stati osservati anche suirametti che hanno assorbito i fc dei due isolati dopodiluizione di 10 e 100 volte con acqua distillata i fc ottenuti dai due patotipi su substrato vdMsono stati confrontati sulle due cultivar per i loroeffetti sul flusso traspiratorio e sulle variazioni infenoli e clorofille presenti nelle foglie (fig 3)

431Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 2contenuto in ascorbato e attivitagrave delle perossidasi generi-che (pod) e dellrsquoascorbato perossidasi (apX) in foglie dilsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo dopo 24 72 e 240 ore dallrsquoinoculocon vd312d () e vd315nd () i controlli sono rap-presentati da piante le cui radici sono state immerse per10 minuti in acqua (mdash) ciascun valore egrave la media di cin-que piante ascorbic acid concentration and peroxidase (pod) andascorbate peroxidase (apX) activity in leaves of lsquofrantoiorsquoand lsquoleccinorsquo after 24 72 and 240 hours after inocula-tion with vd312d () and vd315nd () as controlsplants were treated for 10 minutes in water (mdash) eachvalue is the mean of five plants

fig 3effetti sulla traspirazione e sul contenuto in clorofille efenoli in foglie di lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo dopo 24 72 e 240ore dallrsquoassorbimento di 3 ml di filtrato colturale degli iso-lati vd312d () e vd315nd () su substrato vdM icontrolli hanno assorbito 3 ml di acqua (mdash) ciascunvalore egrave la media di cinque rametti recisi transpiration from abaxial leaf surfaces and chlorophyllsand phenols content in leaves of lsquofrantoiorsquo and lsquoleccinorsquoafter 24 72 and 240 hours after the absorbtion of 3 ml fvd312d () and vd315nd () culture filtrates onvdM as controls twigs adsorbed 3 ml of water (mdash) eachvalue is the mean of five twigs

le misure di traspirazione (fig 3) dimostrano unforte incremento nel flusso traspiratorio nei ramettirecisi che hanno assorbito i fc ottenuti dal patotipovd312d rispetto a quelli ottenuti dal vd315nd edalle tesi di controllo nessuna differenza egrave stata regi-strata nel contenuto in clorofilla Solo la concentra-zione in fenoli nelle foglie dei rametti recisi chehanno assorbito i fc ottenuti dai due isolati egrave risul-tata circa tre volte superiore rispetto ai rametti delletesi di controllo totali (fig 3)in definitiva appare chiaro che nellrsquointerazione Vdahliae e olivo entrino in gioco fattori chimici divirulenza del patogeno (fitotossine) che contribuisca-no alla patogenesi e alla manifestazione dei sintomied inducano nellrsquoospite condizioni di stress in que-sto stato la pianta ospite manifesteragrave in parte o intoto le alterazioni biochimiche e fisiologiche determi-natesi nei tessuti attraverso i sintomi

Ringraziamenti - gli autori ringraziano i collaboratoriluca Scarola valentino poliseno nicola contursi eaniello Rescigno (dipartimento di Scienze del Suolo dellapianta e degli alimenti universitagrave degli Studi di Barialdo Moro) per il valido supporto tecnico nella realizza-zione delle prove lavoro realizzato con il contributo dellafondazione cassa di Risparmio di puglia Bando 2010 ndashprogetto Meccanismi di resistenza alla verticilliosi e caratte-rizzazione di varietagrave meridionali di olivo

letteRatuRa citataBeJaRano-alcaacutezaR J peacuteRez-aRteacuteS e JiMeacutenez-dIacuteaz

RM 2001 ndash Spread of the defoliating pathotype ofverticillium dahliae to new cotton and olive growingareas in Southern Spain in Proceedings 8th Inter-national Verticillium Symposium coacuterdoba 2001 57

BRuno g SpaRapano l 2006 ndash Effects of three esca-asso-ciated fungi on vitis vinifera L II Characterization ofbiomolecules in xylem sap and leaves of healthy and dis-eased vines physiol Mol plant path 69 195-208

BuBici g ciRulli M 2011 ndash verticillium wilt inScHena l agoSteo ge cacciola So (eds)Olive diseases and disorders 191-222 transwordResearch network Kerala india

cHandleR Sf doddS JH 1983 ndash The effect of phos-phate nitrogen and sucrose on the production of pheno-lics and solasodine in callus cultures of Solanum lacinia-tum plant cell Rep 2 205

ciRulli M colella c drsquoaMico M aMenduni MBuBici g 2008 ndash Comparison of screening methods for

the evaluation of olive resistance to verticillium dahliaeKleb J plant path 90(1) 7-14

colella c Miacola c aMenduni M drsquoaMico MBuBici g ciRulli M 2008 ndash Sources of Verticilliumwilt resistance in wild olive germplasm from theMediterranean region plant path 57 533-539

de gaRa l de pinto Mc toMMaSi f 2003 ndash Theantioxidant systems vis-agrave-vis reactive oxygen species dur-ing plantndashpathogen interaction plant physiolBiochem 41 863-870

licHtentHaleR HK 1987 ndash Chlorophylls andearotenoids pigments of photosynthetic bio-membranesMethods enzymol 148 351-383

MeRcado-Blanco J collado-RoMeRo M paRRilla-aRauJo S RodRIacuteguez-JuRado d JiMeacutenez-dIacuteazRM 2003 ndash Quantitative monitoring of colonizationof olive genotypes by verticillium dahliae pathotypes withreal-time polymerase chain reaction physiol Mol plantpath 63 91-105

MeRcado-Blanco J RodRIacuteguez-JuRado d peacuteRez-aRteacuteS e JiMenez-dIacuteaz RM 2001 ndash Detection of thenondefoliating pathotype of verticillium dahliae ininfected olive plants by nested PCR plant path 50609-619

paRadiSo a BeRaRdino R de pinto Mc Sanitagrave ditoppi l StoRelli MM toMMaSi f de gaRa l2008 ndash Increase in ascorbatendashglutathione metabolism aslocal and precocious systemic responses induced by cadmi-um in durum wheat plants plant cell physiol 49362-374

pegg gf BRady Bl 2002 ndash Verticillium Wilts caBipublishing Wallingford

toMMaSi f paciolla c de pinto Mc de gaRa l2006 ndash Effects of storage temperature on viability germi-nation and antioxidant metabolism in ginkgo biloba Lseeds plant physiol Biochem 44 359-368

RiaSSunto ndash due ceppi di Verticillium dahliae caratte-rizzati come patotipo defogliante (vd312d) o non defo-gliante (vd315nd) e piante di olivo delle cultivarlsquofrantoiorsquo (resistente) e lsquoleccinorsquo (suscettibile) sono statiutilizzati in prove di inoculazione artificiale focalizzate allostudio fisiologico delle interazioni pianta patogeno ladiversa risposta riscontrata nelle due varietagrave in termini difenoli carotenoidi clorofilla perossido di idrogeno ascor-bato perossidasi generiche e ascorbato perossidasi indicauno stato di stress fitotossine prodotte in vitro dai duepatotipi sembrano essere coinvolte nelle alterazioni biochi-miche e fisiologiche alla base delle tipiche sintomatologiedella verticilliosi su olivo (avvizzimento generale dellachioma e defogliazione)

432 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

autoRi

Giovanni Luigi Bruno (giovanniluigibrunounibait) Samer Sermani Antonio Domenico Marsico Mario AmenduniDipartimento di Scienze del Suolo della Pianta e degli Alimenti (DiSSPA) Sezione di Patologia vegetale Universitagrave di BarildquoAldo Morordquo Via G Amendola 165A 70126 BariCristina Fasciano Maria Paola Ippolito Franca Tommasi (francatommasiunibait) Dipartimento di Biologia Universitagrave diBari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70125 BariCecilia Colella Dipartimento di Chimica Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70125 Bari

Page 16: Società Botanica italiana onluS 45 (2) 2013/391... · 2018-05-08 · prodotto preso in esame e sia dal metodo utilizzato (peRez-JiMénez et al., 2008; MülleR et al., 2010). un’attenzione

ne finale di 1 mM per il testimone e per ogni tratta-mento sono stati allestiti 4 pozzetti le analisi sonostate eseguite in cinque repliche le piastre sono statecollocate in camera termostatata e sono stati analiz-zati i seguenti parametri di crescita tasso di crescitarelativo (RgR) numero di fronde relativo (Rfn)crescita di fronde in percentuale (fn) le misurazio-ni sono state fatte ad intervalli di 24 ore nelle provepreliminari e in seguito si egrave stabilito di effettuare leanalisi ogni 3 5 7 12 15 giorni utilizzando unostereoscopio per poter contare tutte le fronde visibi-li Seguendo la iSo 20079 RgR egrave stato calcolatocontando il numero di fronde per ogni concentrazio-ne e applicando la seguente formula (lnnn-lnn0)tndove n0 egrave il numero iniziale di fronde nn egrave il nume-ro finale di fronde tn egrave il tempo di durata dellrsquoespe-rimento Rfn egrave stato calcolato usando la formulann-n0 n0 fn egrave stato calcolato come variazionepercentuale del numero delle foglie rispetto al nume-ro delle stesse allrsquoinizio dellrsquoesperimento valore con-siderato pari al 100 ersquo stato periodicamente osser-vato lrsquoaspetto delle fronde al fine di analizzare even-tuali segni di clorosi e necrosi utilizzando un micro-scopio ottico

RiSultati e diScuSSione

nei saggi eco-tossicologici RgR egrave considerato il piugraveattendibile tra i parametri di crescita in quantoessendo basato sul conteggio delle fronde egrave indipen-dente dalle dimensioni delle fronde stesse e dalla bio-massa (Radic et al 2010) e in condizioni di tossici-tagrave piccole gemme possono protrudere ed essere con-tate come singole fronde (MoHan HoSetti 1999nauMann et al 2007) RgR egrave inoltre considerato ilparametro piugrave sensibile per valutare la tossicitagrave croni-ca (MacKenzie et al 2003) i dati ottenuti dimostra-no che in presenza di basse concentrazioni di ce3+

(25-20 μM) si verifica una crescita maggiore rispettoal testimone di 12-15 giorni anche se le variazioni diRgR Rfn (dati non mostrati) e fn (fig 1) nonsono risultate statisticamente significative

Quindi i trattamenti a concentrazioni micromolaridi ce non interferiscono con la normale crescita dellapianta che inoltre non presenta alterazioni morfolo-giche evidenti per verificare la soglia di tossicitagrave del ce le piante diL minor sono state coltivate per 15 giorni in soluzio-ne nutritiva arricchita di nitrato di cerio esaidrato aconcentrazione finale 1 mM per escludere i possibi-li effetti del nitrato alcuni campioni sono stati colti-vati con nitrato di calcio alla stessa concentrazionefinale di 1 mM in sostituzione del nitrato di ceriodopo 7 giorni di trattamento con ce3+ si osserva unasignificativa diminuzione dei parametri di crescitaanalizzati rispetto al testimone RgR in particolarediminuisce del 60 e dellrsquo 80 rispettivamentedopo 7 e 15 giorni (fig 2 a)un andamento simile si ha per fn dalla cui analisisi osserva lrsquoinibizione di crescita delle foglie del 19al settimo giorno e del 50 al quindicesimo giornorispetto al testimone (fig 2 B) inoltre le foglie cre-sciute a concentrazione di ce3+ 1 mM appaiono bru-

407Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 1crescita di fronde in percentuale (fn) di L minor incen3o9 da 25 μM a 20 μM in 15 giornifn in L minor on cen3o9 from 25 μM to 20 μM for15 days

fig 2a) RgR B) fn in Lemna minor l esposta per 15 giornia trattamenti 1 mM di ce3+e ca2+ p lt 005 secondo il t-studenta) Relative growth rate based on frond number B)growth of leaves in Lemna minor l exposed for 15 daysto treatments 1 mM ce3+ and ca2+ p lt 005 for significant differences between treatmentsand control according to t-student

nastre con aree necrotiche e clorotiche un analogoandamento si osserva per Rfn (dato non mostrato)pertanto il ce3+ 1 mM influenza negativamente lacrescita e mostra effetti tossici al contrario le frondedi L minor fatte crescere in presenza di ca(no3)2alla concentrazione finale di 1 mM mostrano unaumento della crescita rispetto al testimone pertutti i tempi di analisi ma con una differenza signi-ficativa a partire dal settimo giorno (fig 2 a 2 B) iltrattamento con nitrato di ce quindi a differenza diquello con nitrato di calcio mostra un effetto nega-tivo sulla crescita di piante di lenticchia drsquoacqualrsquoinibizione della crescita puograve essere dovuta allrsquoaccu-mulo di ce3+ analogamente a quanto descritto per imetalli che a concentrazioni tossiche inibisconolrsquoallungamento e lrsquoespansione cellulare (poScHen-RiedeR BaRcelograve 2004 SRivaStava et al 2006)oppure allrsquointerferenza con lrsquoassunzione di altri ele-menti nutritivi infatti egrave stato riportato che in pian-tine di riso il ce3+ interferisce con lrsquoaccumulo diferro potassio magnesio calcio sodio e di altri ele-menti minerali nutritivi (liu et al 2012) ulterioristudi sono necessari per valutare se e in quali tessutiil ce3+ venga accumulato e lrsquoeffetto dello stesso sualtri parametri quali i sistemi antiossidanti i livelli dispecie reattive dellrsquoossigeno ed il danno ossidativo inconclusione L minor si mostra tollerante allrsquoesposi-zione a concentrazioni micromolari di ce3+ ma nona concentrazioni piugrave elevate e pertanto potrebbe esse-re una specie utile per il biomonitoraggio della pre-senza di ce3+ in ambienti acquatici

letteRatuRa citatadrsquoaQuino l de pinto Mc naRdi l MoRgana M

toMMaSi f 2009 ndash Effect of some light rare earth ele-ments on seed germination seedling growth and antioxi-dant metabolism in triticum durum chemosphere75 900-905

Hu z RicHteR H SpaRoveK g ScHnug e 2004 ndashPhysiological and biochemical effect of rare earth elementson plants and their agricultural significance a review Jplant nutr 27 183-220

ippolito Mp faSciano c drsquoaQuino l MoRganaM toMMaSi f 2010 ndash Responses of antioxidant sys-tems after exposition to rare earths and their role in chill-ing stress in common duckweed (lemna minor L) adefensive weapon or a boomerang arch environcontam toxicol 58 42-52

ippolito Mp paciolla c drsquoaQuino l MoRganaM toMMaSi f 2007 ndash Effect of rare earth elements ongrowth and antioxidant metabolism in lemna minor Lcaryologia 60 125-128

iSodiS 20079 2004 ndash Water qualitymdashdetermination ofthe toxic effect of water constituents and wastewater onduckweed (lemna minor)mdashDuckweed growth inhibi-tion test iSo tc 147Sc 5Wg 5

Knop W 1865 ndash Quantitative Untersuchungen uumlber dieErnahrungsprozesse der Pflanzen landwirtsch versStn 7 93-107

liu d Wang X lin y 2012 ndash The effect of cerium onthe growth and some antioxidant metabolism in riceseedlings environ Sci pollut Res 19 3282-3291

MacKenzie SM Waite S Metcalfed J Joyce cB2003 ndash Landfill leachate ecotoxicity experiment usinglemna minor L Water air Soil poll focus 3 171-179

MoHan BS HoSetti BB 1999 ndash Aquatic plants fortoxicity assessment environ Res 81 259-274

naRdi l caRBoni Ma MoRgana M BaRBeSti SeRRico S zoina a drsquoaQuino l 2005 ndash Effect ofrare earth elements on the growth of agrobacterium sppand Rhizobium leguminosarum Frank cytometrypart a 69a 443-444

nauMann B eBeRiuS M appenRotH KJ 2007 ndashGrowth rate based dose-response relationships and EC-values of ten heavy metals using the duckweed growthinhibition test (ISO 20079) with lemna minor Lclone plant physiol 164 1656-1664

pagano g toMMaSi f guida M 2012 ndash Comparativetoxicity of cerium and of the other rare earth elements(REEs) in plant and invertebrate test systems inizyuMov a plaKSin g (eds) Cerium MolecularStructure Technological Applications and Health Effects107-124 nova Science publishers Hauppauge nyuSa

poScHenRiedeR c BaRcelograve J 2004 ndash Water relations inheavy metal stressed plants in pRaSad Mnv (ed)Heavy metal stress in plant from biomolecules to ecosys-tems 249-270 Springer Berlin

Radic S Stipanicev d cvJetKo p MiKelic ilRaJcic MM SiRac S pevaleK-Kozlina Bpavlica M 2010 ndash Ecotoxitological assessment ofindustrial effluent using duckweed (lemna minor L) asa test organism ecotoxicology 19 216-222

SRivaStava S MiSHRa S tRipatHi Rd 2006 ndash Copper-induced oxidative stress and responses of antioxidants andphytochelatins in Hydrilla verticillata Royle aquattoxicol 80 405-415

RiaSSunto - in questo studio sono riportati i dati pre-liminari concernenti le risposte alla somministrazione dice3+ di una specie acquatica Lemna minor l usata comebiomarker (iSo 20079) piante di L minor sono statetrattate per 15 giorni con cen3o9 6H2o a concentrazio-ni tra 25 μM e 1 mM oppure con ca(no3)2 a concentra-zione 1 mM Sono stati analizzati parametri di crescitaquali il tasso di crescita relativo basato sul numero di fron-de (RgR) il numero relativo di fronde (Rfn) e la cresci-ta di fronde in percentuale (fn) il trattamento con ce3+

1 mM ha inibito significativamente la crescita a partire dasette giorni di incubazione mentre le minori contrazioninon hanno mostrato variazioni statisticamente significati-ve la somministrazione di ca(no3)2 1 mM al contrarioha stimolato la crescita in modo significativo giagrave dal setti-mo giorno suggerendo un effetto tossico del ce3+ a parti-re da concentrazioni millimolari

408 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

autoRi

Maria Alessandra Zicari Annalisa Paradiso Franca Tommasi (francatommasiunibait) Dipartimento di BiologiaUniversitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70126 Bari

le collezioni xilologiche (xylaria) hanno da sempreassunto una notevole importanza sia per il ruolosvolto in campo didattico sia per quello svolto inambito scientifico nei settori della botanica archeo-logia etnologia tecnologia del legno ed in particola-re dove egrave richiesto il confronto tra campioni(uRBinati giove 2012) attualmente collezioni xilologiche sono presenti inquasi tutti gli stati anche se le principali per numerodi campioni sono negli uSa per quanto concernelrsquoitalia solo quattro collezioni sono state inseritenella quarta edizione dellrsquoIndex Xylariorum (lyncHgaSSon 2010) il patrimonio nazionale tuttavia egravesicuramente molto piugrave ampio ma risulta difficile sti-marlo sia sul piano qualitativo che quantitativo inquanto sino ad oggi non egrave stato effettuato un censi-mento completo una delle collezioni italiane piugrave interessanti per unaserie di peculiaritagrave che la contraddistinguono egrave laXylotomotheca Italica di adriano fiori essa fu realiz-zata nei primi anni del novecento col preciso obiet-tivo di completare ed arricchire la Flora ItalicaExsiccata (FIE) la piugrave grande raccolta italiana diexsiccata fanerogamici realizzata da fiori pampaninie Begraveguinot in particolare lo scopo degli autori fuquello di corredare gli exsiccata con le sezioni micro-tomiche del legno le schede relative alla

Xylotomotheca Italica furono pubblicate a partire dal1905 come appendice delle Schedae ad FloramItalicam Exsiccatam (fioRi et al 1905)la collezione egrave costituita da sezioni trasversali e lon-gitudinali dello spessore di circa 01 mm e con lealtre dimensioni variabili (le8 cm) (di paSQualeallevato 2007) il microtomo utilizzato per la rea-lizzazione delle sezioni fu ideato e progettato dallostesso fiori e da lui denominato ldquonuovo microtomoautomatico a doppia rotazionerdquo (fioRi 1900) nellaversione originaria della collezione le sezioni sonoconfezionate in pieghi di cartoncino contenenti unao due coppie delle sezioni trasversali e longitudinalii pieghi in cartoncino sono a loro volta inseriti inbustine di carta esse sono corredate da una etichet-ta sulla quale sono riportati il numero drsquoordine delcampione il binomio linneano la porzione anatomi-ca rappresentata dalla sezione il luogo e la data diraccolta in molti casi il riferimento al campione dellaFIE ed infine il nome del curatore al progetto col-laborarono numerosi botanici traverso pampaninigortani ferro cerica goiran vaccari MezzanaBicknell cecconi nicoli Bardi andrea fiori etrotter la collezione egrave costituita da 215 campioni corrispon-denti a 184 taxa specifici appartenenti a 113 generiSi tratta soprattutto di entitagrave della flora italiana

409infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

la Xylotomotheca Italica del Museo orto Botanico dellrsquouniversitagrave di Bari

v cavallaRo g SignoRile f caRRuggio f Mantino l foRte

aBStRact - The Xylotomotheca italica of the Botanical Garden Museum of Bari University -the Xylotomotheca Italicawhich was realized by adriano fiori at the beginning of the 20th century is a really interesting and peculiar historical col-lection it is composed of thin sections of wooden species While most of the species belong to italian flora only a few ofthem are exotic ones which are cultivated in italy fiori had the specific aim of enriching Flora Italica Exsiccata (FIE) andof supplying botanists with invaluable comparative material Moreover he designed the microtome which was used to cutthe sections the collection consists of 215 samples the sections are enclosed in bended cards which are contained insmall labelled envelopes a different version of the Xylotomotheca Italica which was produced with didactic purposes isstill conserved at the Botanical garden Museum of Bari university it was probably acquired together with some FIE exs-iccata by the Herbarium Horti Botanici Barensis (Bi) which is now part of the Botanical garden Museum in this ver-sion sections and labels are put between two rectangular pieces of glass which are sealed with a grey tape this collectionis composed of 154 samples which include 135 subgeneric taxa belonging to 93 genera it is generally fairly well con-served and some actions whose aim is restoring the collection have been started

Key words adriano fiori exsiccata Xylotomotheca Italica

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

mentre solo una piccola percentuale egrave rappresentatada esotiche (cuccuini 2002) Si ritiene che la colle-zione completa e nella sua veste originaria sia presen-te solo presso lrsquoerbario di padova (pad) elrsquoHerbarium Centrale Italicum (fi) (cuccuini2002) viceversa parti di essa o versioni diverse daquella originaria sono presenti presso numerosi erba-ri italiani ed anche presso istituzioni estere come iKew Royal Botanic Gardens (httpwwwkeworg)

RiSultati e diScuSSione

presso il Museo orto Botanico dellrsquouniversitagrave di Bariegrave presente la Xylotomotheca Italica non nella sua vesteoriginaria bensigrave in una versione realizzata per scopididattici Molto probabilmente essa fu acquisitacongiuntamente agli exsiccata della FIE dalla profssafrancini negli anni della sua permanenza pressolrsquoateneo barese (1940-1961) le sezioni sono monta-te con lrsquoetichetta tra due vetri rettangolari di 10x15cm oppure di 13x18 cm e sigillati con un nastro intela grigia (fig 1)Sia i preparati che le etichette sono del tutto uguali aquelli presenti nella versione originaria la collezione

egrave composta da 154 campioni corrispondenti a 135taxa specifici appartenenti a 93 generi la maggiorparte dei preparati proviene dalla provincia di firenzeed il curatore egrave tranne poche eccezioni adrianofiori i campioni sono a loro volta conservati in 16cofanetti di cartone rigido di colore grigio chiusimediante un nastro di cotone dello stesso colorepresso lrsquoerbario del laboratorio di Botanica agraria(fiaf) dellrsquouniversitagrave di firenze egrave conservata lamedesima versione realizzata a scopi didattici che egravecostituita da 178 campioni collocati in 18 cofanetti(cuccuini 2002)attualmente in relazione ad un rinnovato interesseverso le collezioni xilologiche dovuto ai piugrave recentiutilizzi in campo sperimentale (ManiatiS et al2011) didattico divulgativo ed alla consapevolezzache la Xylotomotheca Italica possiede tutte le caratte-ristiche di un bene culturale (d lgs n 422004 art11) sono state avviate alcune azioni tese al recuperoconservativo della collezione presente presso ilMuseo orto Botanico in primo luogo egrave stato valu-tato lo stato di conservazione dei singoli campioni alfine di evidenziare gli eventuali interventi da effet-tuare ersquo risultato che solo 3 campioni presentano ivetri rotti tuttavia le sezioni non sono danneggiateviceversa in quasi tutti i campioni il nastro che sigil-la i vetri egrave logoro e consunto pertanto egrave possibileaffermare che la collezione egrave complessivamente inun discreto stato conservativola collezione egrave stata inoltre informatizzata medianteapposito software (fileMaker pRo 12 clariscorporation) riportando nei vari campi le informa-zioni presenti sui cartellini Questo intervento hapermesso di fruire facilmente delle informazioni inessa contenute prossimamente si completeragrave il lavo-ro realizzando alcuni interventi di restauro sui cam-pioni ed effettuando lrsquoacquisizione in formato elet-tronico della loro immagine con uno scanner perdocumenti di pregio anche al fine di implementareun archivio elettronico consultabile via internet

letteRatuRa citatacuccuini p 2002 ndash La Xylotomotheca italica un caso

insolito di serie di exsiccata Catalogo e spigolature stori-che Museol Sci 19(1) 97-119

di paSQuale g allevato e 2007 ndash Collezioni di legnie carboni in Mazzoleni S pignatelli S (a cura di)I Musei delle Scienze Agrarie lrsquoevoluzione delleWunderkammern 79-81 ed universitagrave di napolifederico ii

fioRi a 1900 ndash Nuovo microtomo automatico a doppiarotazione Malpighia 14 411-424

fioRi a Beacuteguinot a paMpanini R 1905 ndash Schedae adFloram Italicam Exsiccatam n giorn Bot ital ns12(2) 143-144

lyncH aH gaSSon pe 2010 ndash Index XylariorumEdition 4 Royal Botanic gardens Kew published onthe internet

ManiatiS d Saint andReacute l teMMeRMan M MalHiy BeecKMan H 2011 ndash The potential of using xylar-ium wood samples for wood density calculations a com-parison of approaches for volume measurement forest 4150-159

uRBinati c giove M 2012 ndash Collezioni xilologiche in

410 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

fig 1un campione della Xylotomotheca Italica presente presso ilMuseo orto Botanico dellrsquouniversitagrave di Baria sample of the Xylotomotheca Italica at the Botanicalgarden Museum of Bari university

taffetani f (a cura di) Herbaria nardini editorefirenze

RiaSSunto - la Xylotomotheca Italica di adriano fiorirealizzata nei primi anni del novecento rappresenta unadelle collezioni storiche piugrave interessanti e peculiari nel suogenere Si tratta di sezioni sottili di numerose specie legno-se tra le piugrave rappresentative della flora italiana e di alcunespecie esotiche coltivate in italia lrsquoautore realizzograve la col-lezione col preciso obiettivo di arricchire la Flora ItalicaExsiccata (FIE) e pertanto di fornire un prezioso materialedi confronto per quanti svolgevano lavori botanici inoltreprogettograve il microtomo utilizzato per effettuare le sezioninella versione originaria della collezione costituita da 215

campioni le sezioni sono confezionate in pieghi di carton-cino a loro volta riposti in bustine corredate da unrsquoetichet-ta la Xylotomotheca Italica presente presso il Museo ortoBotanico dellrsquouniversitagrave di Bari fu acquisita probabil-mente insieme ai campioni della FIE presenti pressolrsquoHerbarium Horti Botanici Barensis (Bi) essa non si pre-senta nella sua veste originaria bensigrave in una versione realiz-zata per scopi didattici le sezioni con la relativa etichet-ta sono montate tra due vetri rettangolari sigillati da unnastro di tela grigia la collezione egrave composta da 154 cam-pioni comprendenti 135 taxa sub-generici appartenenti a93 generi Sono stati avviati alcuni interventi tesi al recu-pero della collezione che si presenta complessivamente inun discreto stato di conservazione

411

autoRi

Viviana Cavallaro (vivianacavallarounibait) Luigi Forte Dipartimento di Biologia e Museo Orto Botanico Universitagrave diBari ldquoAldo Morordquo Via E Orabona 4 70126 BariGiovanni Signorile Francesca Carruggio Francesca Mantino Museo Orto Botanico Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via EOrabona 4 70126 Bari

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

Malgrado siano trascorsi ben 40 anni il noto afori-sma di dobzhansky secondo cui ldquoniente in biologiaha senso se non alla luce dellrsquoevoluzionerdquo(doBzHanSKy 1973) non solo nulla ha perso dellasua straordinaria forza concettuale ma di fatto haoggi un significato ancor piugrave profondo in relazione aipiugrave recenti studi nel campo della biologia evolutivadello sviluppo (evo-devo) disciplina che estende ulte-riormente la visione unificante che negli anni lsquo30 elsquo40 del secolo scorso condusse alla sintesi evoluzioni-stica coniugando la genetica con le ldquoclassicherdquo scien-ze naturali (MuumllleR 2007)Svolgere adeguata divulgazione scientifica sulla teoriadellrsquoevoluzione appare perograve un compito estrema-mente difficile di evoluzione si parla nei contestipiugrave disparati ma non di rado i concetti basilari dellateoria darwiniana e delle sue successive elaborazionivengono travisati al punto da attribuire a darwinstesso affermazioni mai da lui pronunciate o scrittea cominciare dal famigerato rdquolrsquouomo discende dallascimmiardquo frase che manifesta la totale ignoranza dichi la pronuncia sulle tematiche in questione ersquoanche spiacevolmente frequente una volgarizzazioneerronea del concetto di evoluzione che viene inter-pretato come un ldquocammino verso la perfezionerdquo conlrsquointroduzione di elementi di teleologia del tuttoinappropriati allrsquoindirizzo httpevolutionberke-leyedu egrave disponibile un utile elenco di tipici erroriconcettuali sulla tematica dellrsquoevoluzione con relati-ve argomentazioni e note esplicative Se sono ben chiari i motivi della opportunitagrave e neces-sitagrave di insegnare i principi ed i meccanismi dellrsquoevo-luzione a tutti i livelli dellrsquoistruzione scolastica eduniversitaria non sono a tuttrsquooggi disponibili ade-

guati strumenti didattici neacute vi egrave stato se non episo-dicamente un confronto con i potenziali fruitoridegli interventi formativi per sperimentare le moda-litagrave piugrave efficaci con cui trasmettere i complessi edarticolati concetti della teoria dellrsquoevoluzione supe-rando le fin troppo diffuse inesattezze e gli erroriconcettuali precedentemente menzionatiil ruolo delle risorse museali per una efficace didatti-ca dellrsquoevoluzione egrave stato messo in rilievo da alcunistudi (Spiegel et al 2012) compiuti prevalentemen-te negli Stati uniti dove egrave piugrave avvertibile il problemadelle resistenze di tipo ideologicoreligioso in parti-colare nelle aree in cui sono particolarmente diffusi ilcreazionismo e lrsquoipotesi dellrsquoIntelligent Design che nerappresenta una versione ldquoaggiornatardquo dallrsquoesigenza di colmare questa grave lacuna nascepresso il Museo orto Botanico strutturadellrsquouniversitagrave degli Studi di Bari ldquoaldo Morordquo ilprogetto denominato e-Move (evoluzione delMondo vegetale) il progetto nasce dallrsquoidea che labiodiversitagrave vegetale vista in chiave diacronica possacostituire uno strumento molto efficace per la divul-gazione scientifica su questo tema cosigrave importante ilprogetto annuale che ha ricevuto un finanziamentodal MiuR nellrsquoambito della legge 62000 per la dif-fusione della cultura scientifica presenta alcuni ele-menti di novitagrave che verranno discussi in questo brevecontributo

aRticolazione del pRogettoil progetto si articola su 3 linee (a) allestimento nelMuseo orto Botanico di spazi espositivi sperimenta-li per elaborazione e validazione di strategie didatti-co-divulgative (B) Realizzazione di giochi interattivi

412 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

Risorse per insegnare lrsquoevoluzione dei vegetali il progetto e-Move

a gRano Mc de tullio

aBStRact - Resources for teaching plant evolution the E-MoVe project -the e-Move (evolution of the plant World)project tackles the problem of the scarcity of effective educational tools for teaching evolution in spite of the undoubtedimportance of the topic Within the Botanical garden Museum of the university of Bari methodologies for teaching evo-lution will be developed in collaboration with school teachers and other stakeholders novel teaching tools includinginteractive videogames will be made available to national and international institutions for testing and validation theproject funded by the italian Ministry of education also aims at providing training to school teachers and scientific muse-um operators

Key words plant evolution scientific museum teaching

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

(c) formazione di docenti ed operatori museali

(a) lo spazio espositivo consentiragrave di sperimentarestrategie di comunicazione e divulgazione valorizzan-do strutture attrezzature e competenze giagrave presenti esi articola in 3 parti (a phylowall b darwin e lepiante c iconografia botanica) con aula didatticaper la formazionea phyloWall la parete della filogenesi delle pianteil ldquogiardino verticalerdquo nasce a scopo decorativo-arti-stico su idea del botanico e designer p Blanc ilphyloWall avragrave una funzione scientifico-didatticaattraverso la disposizione degli organismi secondouno schema filogenetico si visualizzeragrave in manieraimmediata il concetto di evoluzione una legendacon datazione e localizzazione geografica dei repertifossili verragrave collocata accanto al phylowall per unaimmediata fruibilitagraveb darwin e le pianteverragrave allestita lrsquoipotetica ricostruzione dello studio didarwin con alcune delle immagini piugrave significativelegate allrsquoelaborazione del concetto di evoluzioneverragrave collocato uno schermo touch-screen per i giochiinterattivi c iconografia botanica localeverranno allestite teche per lrsquoesposizione di volumitra cui la flora del Regno di napoli di Micheletenore allo scopo di evidenziare il legame tra il pas-sato ed il futuro della ricerca botanica

(B) la realizzazione di materiale didattico innovativocostituisce un obiettivo fondamentale del progettoun comitato di redazione tecnico-scientifico in col-laborazione con uno studio professionale specializza-to nella comunicazione multimediale si occuperagrave diideare e realizzare materiale didattico che verragrave poidistribuito per la validazione nellrsquoambito di una retedi collaborazione nazionale ed internazionale

(c) la formazione si articoleragrave in (a) visite guidateper alunni (b) corsi per insegnanti e operatorimuseali con la collaborazione dellrsquoassociazionenazionale insegnanti di Scienze naturali (aniSn)si prevede la formazione di insegnanti sulle tematichedellrsquoevoluzione biologica utilizzando sia un approc-cio storico-didattico con lrsquouso dellrsquoerbario e dellabanca del germoplasma sia lo sviluppo di strumentiinterattivi informaticii moduli di formazione affronteranno temi che spa-ziano dallrsquoinquadramento storico della teoria dellrsquoe-voluzione allrsquouso delle moderne tecniche di sistema-tica molecolare sviluppando specifici percorsi didat-tici per i diversi livelli di approfondimento un ruolofondamentale verragrave attribuito allrsquouso delle risorsemuseali

pRoSpettive futuReil progetto ha elevate potenzialitagrave di fornire ricaduteper la diffusione della cultura scientifica sia a livellolocale sia come esperienza pilota da esportare in altrerealtagrave territoriali nazionali in particolare la collabo-razione con lrsquoaniSn consente lrsquoimplementazionedel progetto nelle ldquoscuole presidiordquo ed una piugrave ampiautilizzabilitagrave del materiale didattico sullrsquoevoluzionedelle piante che verragrave messo a disposizionela collaborazione con altre universitagrave orti Botanicie Musei della Scienza costituiragrave una rete aperta ad unbacino di utenza piugrave ampio e permetteragrave di esporta-re sul piano nazionale lrsquoesperienza maturata nellrsquoam-bito del progettole azioni connesse alla realizzazione di e-Move pro-muoveranno su scala nazionale la costituzione dinodi in una rete di comunicazione e diffusione dellacultura scientifica nel campo specifico dellrsquoevoluzio-ne delle piante con lrsquoobiettivo generale di elevare illivello di competenze degli studenti dei docentidegli operatori museali e del pubblico di non addet-ti ai lavori in ambito scientifico sostenendo la for-mazione continua la formazione di operatorimuseali guide naturalistiche ed altre figure profes-sionali per ampliare le conoscenze naturalistiche ter-ritoriali egrave un obiettivo di particolare rilevanza sia perla valorizzazione delle risorse umane sia per la tuteladei beni ambientali e dellrsquoingente patrimonio costi-tuito dalla biodiversitagrave vegetale nel nostro paese conlrsquoobiettivo di salvaguardare specie a rischio di estin-zione nella fattispecie piante che hanno rivestito unparticolare significato nel corso dellrsquoevoluzione

letteRatuRa citatadoBzHanSKy t 1973 ndash Nothing in biology makes sense

except in the light of evolution amer Biol teacher 35127-129

MuumllleR g 2007 ndash Evo-devo extending the evolutionarysynthesis nat Rev genet 8 943-949

Spiegel an evanS eM fRazieR B Hazel a taReM gRaM W diaMond J 2012 ndash Changing muse-um visitorrsquos concept of evolution evo edu outreach5 43-61

RiaSSunto ndash viene brevemente presentato il progettoe-Move (evoluzione del Mondo vegetale) attualmentein corso di realizzazione presso il Museo orto Botanicodellrsquouniversitagrave degli Studi di Bari ldquoaldo Morordquo il proget-to che ha ricevuto un finanziamento MiuR nellrsquoambitodella legge 62000 per la diffusione della cultura scientifi-ca si propone di allestire uno spazio espositivo che si poneanche come centro permanente per la ideazione realizza-zione e diffusione di efficaci strategie didattiche sui temidellrsquoevoluzione biologica attraverso la costituzione di unarete di validazione nazionale ed internazionale noncheacute larealizzazione di incontri di formazione per docenti discuole di ogni ordine e grado ed operatori museali

413Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

autoRi

Antonella Grano Museo Orto Botanico Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70126 BariMario C De Tullio (mariodetulliounibait) Dipartimento di Biologia Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70126Bari

il genere Arum l (Araceae) comprende in italia trespecie poliploidi A apulum (carano) p c Boyce Amaculatum l e A italicum Mill in questo genere itaxa poliploidi tendono ad occupare areali geograficimolto ampi rispetto alle specie diploidi (Bedalov1981) infatti A italicum egrave principalmente diffusodal caucaso attraverso la regione del Mediterraneofino alla costa atlantica (BonnieR 1931 MeuSel etal 1965 diHoRu 1970 Bedalov 1975) A macu-latum secondo MeuSel et al (1965) teRpograve (1973)e Bedalov (1981) egrave distribuito in europa centrale eoccidentale A maculatum e A italicum presentanotuberi rizomatosi al contrario del poliploide A apu-lum che ha il tubero a forma discoide (BedalovKupfeR 2005) in riferimento allrsquoorigine delle speciedel genere Arum Bedalov KupfeR (2005) suggeri-scono che la forma discoide del tubero sia da consi-derare ancestrale rispetto alla forma rizomatosaSuccessivamente questi dati sono stati confermati daindagini molecolari (eSpigravendola et al 2010) in precedenti lavori al fine di chiarire la tassonomiadel genere Arum sono stati riportati alcuni aspetticitologici e citotassonomici (goRi 1958 MaRcHi etal 1964 BeuRet 1971 1972 MaRcHi 1971Bedalov 1975 1981 Bedalov et al 1998) lamaggior parte delle specie di Arum egrave diploide connumero cromosomico 2n=28 mentre sono pochi itaxa poliploidi conosciuti A maculatum e A apulumsono tetraploidi con 2n=56 mentre A italicum egrave esa-ploide con 2n=84 le analisi cariologiche hannomostrato in dettaglio i cariotipi di quattro speciediploidi e due poliploidi i taxa analizzati inoltrehanno evidenziato un ldquocariotipo di baserdquo caratteriz-

zato dalla presenza di alcuni cromosomi marker(drsquoeMeRico et al 1993 Bianco et al 1994) il presente contributo fornisce pertanto informazio-ni sulla cariomorfometria delle suddette specie poli-ploidi

MateRiali e Metodile analisi cariologiche sono state effettuate su apiciradicali pretrattati con colchicina 03 per 2h equindi fissati per 5 min con 5111 (vv) (alcol eti-lico assoluto cloroformio acido acetico glaciale for-maldeide) successivamente sono stati idrolizzati per20 min con Hcl 55n e colorati con reattivo difeulgen la nomenclatura utilizzata per descrivere ilcariotipo segue levan et al (1964)per valutare il livello di simmetria del cariotipo sonostati utilizzati gli indici di asimmetria a1 (indiceintracromosomale) e a2 (indice intercromosomale)(RoMeRo zaRco 1986)

RiSultati e diScuSSioneArum maculatum e A italicum sono caratterizzati daun cariotipo asimmetrico comprendente numerosicromosomi submetacentrici con A italicum chemostra un indice intracromosomale (a1=043) piugraveelevato rispetto ad A maculatum (a1=039)dal punto di vista citologico egrave interessante notareche nelle specie esaminate sono state osservate coppiedi cromosomi caratterizzate dalla presenza di seg-menti telomerici debolmente colorati dal feulgenprecedentemente descritti come costrizioni seconda-rie (drsquoeMeRico et al 1993) dyeR (1963) e voSacolaSante (1995) descrivono simili segmenti

414 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

indagini cariomorfometriche in tre taxa poliploidi del genere Arum

a tuRco p Medagli a alBano S drsquoeMeRico

aBStRact - Karyomorphometry on three polyploid taxa of arum - Somatic chromosomes of three polyploid taxa of Arumhave been investigated A italicum showed 2n = 84 chromosomes and the karyotype is composed by numerous asymmet-ric chromosomes A maculatum and A apulum have shown 2n = 56 chromosomes the karyotype morphology of Aitalicum is similar to that of A maculatum but the most asymmetrical karyotype and the presence of numerous weaklyfeulgen-stained segments of the former suggest a more recent origin respect to latter differently A apulum has showed asymmetrical karyotype and few weakly feulgen-stained segments

Keywords allocyclic segments Arum karyotype asymmetry

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

denominati ldquoallocyclic segmentsrdquo in diversi gruppidi piante (Gasteria duval Iris l Aloe l) voSaBennett (1990) e Bennett gRiMSHaW (1991)inoltre suggeriscono lrsquoutilitagrave di questi segmenticome indicatori dellrsquoevoluzione del cariotipo e quin-di determinanti nellrsquoidentificazione dei cariotipidelle varie entitagrave al riguardo Arum italicum hamostrato il maggior numero di cromosomi conte-nenti i suddetti segmenti in comparazione a quelliosservati nei complementi di A maculatum A apu-lum e nei diploidi A orientale M Bieb subsp orien-tale e A cylindraceum gasp (drsquoeMeRico et al1993) differentemente A apulum egrave una specie tetraploidecon una distribuzione limitata al Sud italia (puglia)(caRano 1934 goRi 1958 Bianco et al 1994)Questrsquoultima specie mostra un cariotipo piugrave simme-trico (a1=032) considerato ancestrale rispetto allespecie con cariotipi asimmetrici (SteBBinS 1971)costituito da cromosomi prevalentemente metacen-trici e dalla presenza di pochi segmenti allociclicidrsquoaltra parte lrsquoisolamento geografico accompagnatoda variazioni ecologiche sembra supportare lrsquoattualestruttura del cariotipo di A apulum

letteRatuRa citata Bedalov M 1975 ndash Cytotaxonomical and phytogeograph-

ical investigation of the species arum italicum Mill inYugoslavia acta Bot croat 34 143-150

mdash 1981 ndash Cytotaxonomy of the genus arum (araceae) inthe Balkans and the Aegean area Bot Jahrb Syst 102183-200

Bedalov M favaRgeR c KupfeR p 1998 ndash Naturalhybrids and basic chromosome number in the genusarum acta Botanica yunnanica Suppl X 71-75

Bedalov M KupfeR p 2005 ndash Studies on the genusarum (araceae) Bull Soc neuchacirctel Sci nat 12843-70

Bennett St gRiMSHaW JM 1991 ndash Cytological stu-dies in cyclamen (primulaceae) pl Syst evol 176135-143

BeuRet e 1971 ndash Reacutepartition geacuteographique de quelquesarum des groupes maculatum L et italicum Mill BullSoc neuchacirctel Sci nat 94 29-36

mdash 1972 ndash Preacutesence drsquoun Arum diploide en Italie BullSoc neuchacirctel Sci nat 95 35-41

Bianco p drsquoeMeRico S Medagli p Bedalov M1994 ndash Indagini sistematiche su arum apulum(Carano) Bedalov (araceae) entitagrave endemica delle

Murge Pugliesi Webbia 49 (1) 43-49BonnieR g 1931 ndash Flore complegravete ilustregravee en couleurs de

France Suisse et Belgique 11 pariscaRano e 1934 ndash Un nuovo elemento della Flora meri-

dionale drsquoItalia ann Bot 20 579-585drsquoeMeRico S Bianco p Medagli p 1993 ndash

Chromosome numbers and karyotypes in arum(araceae) caryologia 46 161-170

diHoRu g 1970 ndash Morpho-taxonomische aspekte einigerArum-Arten Rev Roumaine Biol Seacuter Bot 15 71-85

dyeR af 1963 ndash Allocyclic segments of chromosomes andstructural heterozygosity that they reveal chromosoma13 545-576

eSpigravendola a BueRKi S Bedalov M KupfeR palvaRez n 2010 ndash New insights into the phylogeneticsand biogeography of arum (araceae) unravelling its evo-lutionary history Bot J linn Soc 163 14-32

goRi c 1958 ndash Il numero dei cromosomi dellrsquoarumnigrum Schott var apulum Carano caryologia 10(3) 454-456

levan a fRedga K SandBeRg aa 1964 ndashNomenclature for centromeric position on chromosomesHereditas 52 201-220

MaRcHi p 1971 ndash Numeri cromosomici per la flora italia-na 57-66 inform Bot ital 3 124-138

MaRcHi p capineRi R drsquoaMato g 1964 ndash Numericromosomici per la flora italiana 182-189 informBot ital 6 (3) 303-312

MeuSel H JaegeR e WeineRt e 1965 ndash Vergleichen-de Chorologie der zentra-europaumlischen flora 1 Jena

RoMeRo zaRco c 1986 ndash A new method for estimatingkaryotype asymmetry taxon 35 526-530

SteBBinS gl 1971 ndash Chromosomal Evolution in HigherPlants edward arnold ltd london

teRpOacute a 1973 ndash Kritische Revision der arum-Arten desKarpatenbeckens acta Bot acad Sci Hung 18216-255

voSa cg Bennett St 1990 ndash Chromosome studies inthe Southern African flora58-94 Chromosome evolutionin the genus gasteria Duval caryologia 43 235-247

voSa cg colaSante M 1995 ndash I segmenti allociclicinelle liliiflorae inform Bot ital 27 307-308

RiaSSunto gli autori riportano alcuni risultati cario-morfometrici ottenuti su tre specie poliploidi del genereArum Arum apulum (2n=56) A maculatum (2n=56) e Aitalicum (2n=84) in particolare la specie A italicum con2n=84 cromosomi ha mostrato un cariotipo con un eleva-to indice di asimmetria nel cariotipo di questa speciesono stati riscontrati numerosi ldquosegmenti allociclicirdquo incomparazione ad A maculatum e A apulum

415Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

autoRi

Alessio Turco Piero Medagli Antonella Albano Laboratorio di Botanica sistematica ed Ecologia vegetale DiSTeBAUniversitagrave del Salento Campus Ecotekne 73100 LecceSaverio DrsquoEmerico Dipartimento di Biologia Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70126 Bari

Cistus clusii dunal piccolo arbusto appartenente allafamiglia Cistaceae egrave una specie xerofila con distribu-zione mediterraneo-occidentale in italia storicamen-te presente in Sicilia (giaRdina 1988) e in puglianellrsquounica stazione di ldquoBosco isolardquo (lesina fg)(foRte et al 2002a) in questrsquoultima il contestovegetazionale egrave quello della gariga nanofanerofiticasu suolo sabbioso in associazione con Rosmarinusofficinalis l Erica multiflora l e Cistus sp pl(cHieSuRa loRenzoni et al 1976)a partire dallrsquoanno 2000 nellrsquoambito di progetti diricerca condotti dal Museo orto Botanicodellrsquouniversitagrave degli Studi di Bari sono stati indaga-ti alcuni aspetti della biologia ed ecologia di C clusii(MaccHia 2005) tali studi furono finalizzati allarealizzazione di azioni di conservazione in situ attra-verso il rafforzamento della popolazione residualepugliese giagrave allrsquoepoca gravemente esposta a pericolodi estinzione (conti et al 1997) a tale scopo furo-no infatti reintrodotti in aree ecologicamente idoneedi ldquoBosco isolardquo circa cento individui ottenuti pervia sessuale attraverso fecondazione incrociata con-trollata a partire dai pochi individui della popolazio-ne originaria (foRte et al 2002b) Successivi rilieviin campo hanno registrato la progressiva diminuzio-ne del numero di individui presenti in situ fino allaloro completa scomparsa soprattutto a causa deiripetuti incendi verificatisi tra il 2007 e il 2010(foRte et al 2009 2012) tuttavia la specie in

puglia era da ritenersi estinta solo in natura (EW) inquanto presso il Museo orto Botanico di Bari eranopresenti sia individui ottenuti da fecondazione incro-ciata e derivanti dalla popolazione spontanea origina-ria sia semi conservati presso la Banca delgermoplasma (Bg-MoBB)Questrsquoultima evenienza ha costituito la premessaindispensabile per la realizzazione di nuove azioni diconservazione di C clusii nel territorio di ldquoBoscoisolardquo tali azioni si sono concretizzate grazie ad unaconvenzione stipulata tra il Museo orto Botanico diBari e il centro Studi naturalistici onluS nellrsquoam-bito del progetto ldquointerventi per la protezione e con-servazione del patrimonio ambientalerdquo- fondi faS ndashpremialitagrave Regionale delibera cipe 202004in questo lavoro vengono presentate le attivitagrave svolteai fini della propagazione gamica di C clusii e quelleper la successiva reintroduzione degli individui pro-dotti

MateRiali e Metodi

il materiale di propagazione gamica utilizzato per leazioni di conservazione in situ egrave stato ottenuto daimpollinazione incrociata controllata eseguita su dueindividui conservati ex situ siglati come c1 e c2 peri quali era stata giagrave testata la compatibilitagrave allrsquoincro-cio (foRte et al 2012)nel mese di aprile 2010 495 fiori (437 dellrsquoindivi-duo c1 e 58 dellrsquoindividuo c2) privati degli stami

416 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

Reintroduzione di Cistus clusii a ldquoBosco isolardquo (lesina puglia)

l foRte S anifantiS f caRRuggio v cavallaRo f Mantino g MelcHioRRe

aBStRact - Reintroduction of cistus clusii to ldquoBosco Isolardquo (Lesina Apulia) - Cistus clusii dunal is very rare in italy whereits historical sites of occurrence are in Sicily and apulia (ldquoBosco isolardquo ndash lesina fg) after the extinction in the wild ofthe small apulian population the Botanical garden Museum of Bari university and the centro Studi naturalistici(onluS) made a special agreement in order to implement a reintroduction project into the site of lesina the reintro-duced plants 520 in all were obtained from the offspring of lesina C clusii spontaneous population which is conservedex situ at the Botanical garden Museum of Bari to increase the chances of a successful reintroduction the plants wereplaced in three different areas and in each of them the individuals were planted in microsites suitable for the eco-physi-ological characteristics of the lesina population already known from literature in fact only a thorough knowledge of thebio-ecological behaviour of the selected species may allow to establish self-maintaining populations in the wild and so torealize an effective conservation action

Key words apulia Cistus clusii dunal reintroduction

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

sono stati impollinati manualmente e coperti consacchetti di tessuto non tessuto (tnt) in maggioin concomitanza con lrsquoinizio dellrsquoingrossamentodegli ovari i cappucci sono stati rimossi e nel mesesuccessivo egrave stata effettuata la raccolta delle capsulemature nella primavera del 2011 i semi sono statisottoposti a pre-trattamenti di scarificazione mecca-nica manuale e di dry-heating (80 degc x 5 min) inquanto risultati i piugrave efficaci nel promuoverne la ger-minazione (foRte et al 2012) per ciascuno dei duepre-trattamenti sono stati utilizzati circa 1500 semiderivanti dallrsquoincrocio c1 x c2 e circa 400 semi pro-dotti dallrsquoincrocio c2 x c1 i semi pre-trattati sonostati posti direttamente in plateaux di polistiroloespanso riempiti con sabbia sterilizzata a granamedio-fine (50) e torba (50) dopo una primafase di accrescimento le plantule sono state trapian-tate in fitosacchi in film plastico contenenti terrenonon sterile (sabbia di fiume 40 terreno comune30 torba 30) durante tutte le fasi di crescita leplantule sono state irrigate e sottoposte a trattamen-ti fitosanitari e fertilizzanti miratiper lrsquointervento di reintroduzione oltre agli individuicosigrave ottenuti nel 2011 sono stati utilizzati ancheindividui derivanti da semi pre-germinati nellrsquoambi-to di prove sperimentali condotte tra il 2009 e il2010 su c1 e c2la scelta delle aree di reintroduzione egrave stata fattasulla base dei dati storici di presenza di C clusii alesina (cHieSuRa loRenzoni et al 1976 foRte etal 2002b) delle caratteristiche eco-fisiologiche dellapopolazione originaria (foRte et al 2005 foRtepaStoRe 2005) di quelle ecologiche dei siti di rein-troduzione e dellrsquoanalisi delle minacce

RiSultati e diScuSSione

gli individui oggetto dellrsquoazione di reintroduzioneavvenuta a fine gennaio 2013 sono stati distribuitiin tre aree principali (fig 1) Queste sono situate neltratto di cordone dunale immediatamente ad est diMarina di lesina insediamento sorto in localitagravepietramaura dove negli anni lsquo70 era ancora presen-te il piugrave esteso nucleo di individui di C clusii dellastazione di lesina (cHieSuRa loRenzoni et al1976) due delle aree di reintroduzione poste tra lelocalitagrave di acquarotta e pennacchio sono relativa-mente vicine tra loro e separate da una fascia occupa-ta da un rimboschimento a Pinus pinea l mentre laterza in localitagrave chiusa dista dalle altre circa 2 kmallrsquointerno di ciascuna area sono stati individuati piugravesiti di reintroduzione georiferiti mediante strumen-tazione gpS in ognuno dei quali egrave stato inserito unnumero di individui compreso tra 20 e 25la scelta di ripartire gli individui in tre aree di rein-troduzione differenti e allrsquointerno di queste in piugravesiti distinti egrave stata effettuata con lo scopo di ridurre ilrischio che un eventuale incendio possa interessarlecontemporaneamente compromettendo la sopravvi-venza dellrsquointera popolazione reintrodotta il numerocomplessivo di siti di intervento egrave risultato pari a 27inoltre per garantire buone probabilitagrave di successo

anche riproduttivo in ciascun sito sono stati reintro-dotti almeno 20 individui al fine di aumentare laprobabilitagrave di incrocio tra individui con alleli diincompatibilitagrave differenti indispensabile in una spe-cie allogama come C clusii (Rizzotto 1979)in ogni sito inoltre i singoli individui sono statipiantati in micro-siti individuati sulla base dellamicro-morfologia stazionale le tre aree di interven-to ricadono in un contesto vegetazionale caratterizza-to da un complesso e molto frammentato mosaicocostituito principalmente dalla gariga a R officinalisE multiflora e Cistus sp pl e dalla macchia a sclero-fille sempreverdi con presenza di Erica arborea lQuesto mosaico spesso egrave il diretto risultato delledifferenti condizioni ecologiche determinate dallamicro-morfologia stazionale (foRte et al 2002a) ealtre volte della dinamica della vegetazione in atto acausa degli incendi pertanto sono stati individuaticome idonei quei micro-siti rispondenti alle caratte-ristiche bio-ecologiche della popolazione da intro-durre (eliofilia relativa sensibilitagrave allo stress idricoecc foRte et al 2005) e comunque sempre suffi-cientemente distanti da nuclei di macchia in stato diavanzamento o da singoli cespugli in fase di resprou-tinglrsquoazione di conservazione in situ cosigrave condotta nonha richiesto pertanto ulteriori interventi quali dira-

417Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 1Mappa delle aree di reintroduzione (base cartograficaldquocarta della vegetazione reale del ldquoBosco isolardquo di lesina- foglio 1rdquo foRte 2001)Map of reintroduction areas (cartographic base ldquocartadella vegetazione reale del ldquoBosco isolardquo di lesina - foglio1rdquo foRte 2001)

damento della vegetazione preesistente rimozionedel secco ecccomplessivamente nella stazione di ldquoBosco isolardquosono stati reintrodotti 520 individui di C clusii pro-dotti mediante coltivazione ex situ 200 dei qualiderivanti da semina diretta di semi pre-trattati e 320ottenuti da impianto di semi pre-germinatiattualmente ulteriori 155 individui prodotti nel-lrsquoambito di questo progetto sono conservati presso ilMuseo orto Botanico dellrsquouniversitagrave di Bari inmodo da garantire sia la conservazione ex situ delpatrimonio genetico della popolazione di lesina e siala possibilitagrave di disporre di materiale di propagazioneper studi successivi

Ringraziamenti - gli autori ringraziano gli ldquospeciali colla-boratorirdquo che si sono prodigati durante il lavoro in campodi reintroduzione in situ in ordine alfabetico elenaBlotti nicola cillo Saverio drsquoamico Mario de tullioantonella grano Marcello Macchia Saverio Regina egianni Signorile

letteRatuRa citatacHieSuRa loRenzoni f cuRti l loRenzoni gg

MaRcHioRi S 1976 ndash cistus clusii Dunal Note dinomenclatura e di distribuzione con particolare riguardoalla stazione di Lesina (Foggia) giorn Bot ital 110259-267

conti f Manzi a pedRotti f 1997 ndash Liste rosse regio-nali delle piante drsquoItalia WWf Societagrave Botanicaitaliana universitagrave di camerino

foRte l anifantiS S Mantino f caRRuggio fcavallaRo v 2009 ndash Conservation of cistus clusiiDunal from ldquoBosco Isolardquo (Lesina - Apulia) current sta-tus and new experimental evidence in BaccHetta g(ed) Book of Abstracts Biodiversity Hotspots in theMediterranean Area 45th intern congr SiSv amp fip ndashcagliari 22-24 25-29 June 2009 280

foRte l cavallaRo v MaccHia f 2002b ndashConservazione in situ di cistus clusii Dunal (cistaceaeMagnoliophyta) nella duna di Lesina Quad Botamb appl 13 3-9

foRte l cavallaRo v pantaleo f drsquoaMico fSMaccHia f 2002a ndash The vascular Flora of the ldquoBoscoIsolardquo at Lesina (Foggia ndash Apulia) fl Medit 12 33-92

foRte l MelcHioRRe g anifantiS S caRRuggio fMantino f 2012 ndash Alcuni aspetti della biologia dellaconservazione di cistus clusii Dunal di ldquoBosco Isolardquo(Lesina Puglia) inform Bot ital 44(Suppl 2) 36-38

foRte l paStoRe d 2005 ndash Relazioni acqua-pianta inMaccHia f (ed) Biologia ed ecologia di cistus clusiiDunal 31-38 ed adda Bari

foRte l paStoRe d MaRvulli M Scatigna aMeMaccHia f 2005 ndash Analisi comparata tra eventi feno-logici e andamento dei parametri ambientali inMaccHia f (ed) Biologia ed ecologia di cistus clusiiDunal 5-13 ed adda Bari

giaRdina 1988 ndash Segnalazioni Floristiche Italiane 574-576 inform Bot ital 20(2-3) 678-679

MaccHia f (a cura di) 2005 ndash Biologia ed ecologia dicistus clusii Dunal ed adda Bari

Rizzotto M 1979 ndash Ricerche tassonomiche e corologichesulle cistaceae 1 Il genere cistus L in Italia Webbia33(2) 343-378

RiaSSunto ndash Cistus clusii dunal egrave una specie moltorara in italia storicamente presente in Sicilia e in puglianellrsquounica stazione di ldquoBosco isolardquo (lesina fg) in segui-to allrsquoestinzione della piccola popolazione residuale puglie-se il Museo orto Botanico dellrsquouniversitagrave di Bari e ilcentro Studi naturalistici onluS hanno stipulato unaapposita convenzione al fine di attuare unrsquoazione di rein-troduzione nel sito di lesina le piante reintrodotte insitu 520 in tutto sono state ottenute a partire da indivi-dui di C clusii progenie della popolazione spontanea ori-ginaria conservati ex situ presso il Museo orto Botanicoper aumentare le probabilitagrave di successo dellrsquointerventogli individui sono stati distribuiti in tre aree distinte eallrsquointerno di queste piantati in micro-siti rispondenti allecaratteristiche eco-fisiologiche della popolazione di C clu-sii di lesina giagrave note dalla letteratura infatti solo unaconoscenza approfondita del comportamento bio-ecologi-co delle entitagrave oggetto di interventi di conservazione insitu permette di programmare una concreta azione di tute-la attraverso lrsquoinsediamento di popolazioni in grado dipersistere nel tempo

418 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

autoRi

Luigi Forte (luigiforteunibait) Viviana Cavallaro Dipartimento di Biologia e Museo Orto Botanico Universitagrave di BarildquoAdo Morordquo Via E Orabona 4 70126 BariStamatia Anifantis Francesca Carruggio Francesca Mantino Giulia Melchiorre Museo Orto Botanico Universitagrave di BarildquoAldo Morordquo Via E Orabona 4 70126 Bari

Limoniastrum monopetalum (l) Boiss egrave presente inpuglia sulle rupi marittime di tricase porto (le)nellrsquoambito di una cenosi ascrivibile alla classeCrithmo-Limonietea Br-Bl 1947 in condizioni ana-loghe a quanto descritto per la Sicilia meridionale daBaRtolo et al (1982) Secondo la direttiva9243cee si tratta di un habitat di interesse comu-nitario denominato ldquoScogliere con vegetazione dellecoste mediterranee con Limonium spp endemicirdquo(aavv 2010) ersquo una specie a diffusione SW-Mediterranea in italia egrave presente in Sardegna inSicilia (conti et al 1992) nella laguna diorbetello (toMei guazzi 1993) a tricase porto(le) (accogli et al 1996) (fig1) in passato laspecie era stata segnalata ldquonei siti arenosi di tarantordquo(MaRinoSci 1870) caratterizzati da depressionicostiere con un ristagno idrico con substrato preva-lentemente costituito da argille e colonizzato da spe-cie ad elevata alofilia (tRotteR 1936) probabil-mente le antiche cenosi erano ascrivibili alla classeSarcocornetea-fruticosae Br-Bl amp tuumlxen ex a amp oBolograves 1950 tipica dei suoli inondati fangoso-argillo-si come riportato da Biondi et al (2004) per laSardegna

StatuS del popolaMento puglieSe ed eSpeRienzepRegReSSe

a tricase porto il popolamento si presenta formatoda due nuclei localizzati sulla sommitagrave di due costo-ni rocciosi distanti in linea drsquoaria circa 150 mentrambi i costoni sono occupati da abitazioni ad

uso civico ed i cespugli di limoniastro sono localizza-ti nelle loro adiacenze ma non allrsquointerno e questopotrebbe escludere unrsquointroduzione della specie perscopo ornamentale in totale si possono contarecirca 25 individui dei quali 18 si presentano comegrossi cespugli larghi 1ndash25 m alti 075ndash130 m lafioritura dura meno di un mese tra la fine di giugnoe lrsquoinizio di luglio le infiorescenze secche rimango-no sulla pianta sino a dicembre ma la maturazionedei frutti non egrave mai evidente e non egrave visibile la dei-

419infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

conservazione ex situ ed interventi di reintroduzione di Limoniastrum monopetalum in puglia

R accogli Mp BiancHi p Medagli S MaRcHioRi

aBStRact - ex situ conservation and reintroduction of limoniastrum monopetalum in Apulia region - in this paper arepresented the main actions taken by the Botanic garden of diSteBa for the protection of Limoniastrum monopetalum(l) Boiss species of high vulnerability included in the national Red list of plants of italy the specie is cultivated exsitu in the Botanic garden and it was decided to implement its reintroduction in the locality palude la vela (ta) in anarea once had been reported but no longer found propagation of L monopetalum was carried out by vegetative and gen-erative individuals obtained were reintroduced in two sites of the palude to different environmental conditions

Key words conservation moltiplication reintroduction

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 1areale di L monopetalum secondo gReuteR et al 1989 etutin et al 1981distribution area of L monopetalum according togReuteR et al 1989 and tutin et al 1981

scenza a contrastare lo sviluppo e la diffusione dinuove piante sono le estreme condizioni di povertagravedel substrato fortemente disturbato dalle attivitagraveantropiche che rimaneggiano continuamente le som-mitagrave dei costoni rocciosi (interventi di restauro edili-zio incendi e tagli indiscriminati) e la presenza diuna flora sinantropica dominata da agave pittospo-ro caprifico rovola vulnerabilitagrave della specie ha motivato la sua ripro-duzione ex situ nellrsquoorto Botanico dellrsquouniversitagravedel Salento e la messa a punto di protocolli di rein-troduzione infatti giagrave nel 2000 era stata testata lacapacitagrave di propagazione di L monopetalum sia pervia gamica che agamica senza forzature sui semi neacutedi ormoni radicanti per le talee la resa germinativaera risultata molto bassa del 2-5 mentre elevatesono state le percentuali di attecchimento delle talee(70-95) sia in primavera che agli inizi dellrsquoautun-no nel 2005 egrave stato effettuato un primo interventovolto al potenziamento del popolamento di L mono-petalum esistente a tricase porto lungo un breve trat-to costiero prospiciente il sito interessato da un inter-vento di riqualificazione attuato dallrsquoamministra-zione comunale lrsquointervento prevedeva la realizza-zione di un camminamento lungo la scogliera attra-verso i segni della storia locale ancora leggibili (trat-turi per la mena delle pecore vasche intagliate negliscogli per la concia delle pelli e per lrsquoestrazione diblocchi lapidei terrazzamenti per le colture agrarieprimaticce etc) la flora del tratto costiero annove-ra altre specie di interesse conservazionistico percheacuteincluse nella lista Rossa nazionale come Vincetoxi-cum hirundinaria Medik subsp adriaticum (Beck)Markgr o di valore fitogeografico come lrsquoendemicoLimonium japigicum (groves) pignatti Lavateraarborea l Scrophularia lucida l lrsquointervento direintroduzione era stato concordato con docenti edalunni delle Scuole Medie inferiori del comune ditricase che hanno partecipato dimostrando grandeinteresse e sensibilitagrave nellrsquoautunno 2005 egrave stataorganizzata una giornata durante la quale dopo unincontro tra autoritagrave politiche locali studiosi stu-denti e cittadini sono state messe a dimora 10 pian-te di L monopetalum (accogli et al 2006) pur-troppo lrsquointervento egrave stato inficiato da un incendioche nella primavera successiva ha distrutto buonaparte della flora spontanea ed i trapianti effettuati

MateRiali e Metodi

un secondo intervento di reintroduzione di L mono-petalum egrave stato programmato nel 2011 per il sitopalude la vela che ricade nellrsquoomonima Riservanaturale Regionale e prossima allrsquoantica salina di Sgiorgio jonico (ta) come prima fase si egrave procedu-to alla moltiplicazione della specie per ottenere indi-vidui giovani da mettere a dimora la moltiplicazio-ne ex situ egrave stata ripetuta sia per via vegetativa chegenerativa ponendosi nelle medesime condizionidegli anni precedenti ma con lrsquoaccorgimento didistinguere talee semierbacee da talee legnose ilmateriale propagativo egrave stato prelevato dagli indivi-

dui presenti a tricase porto da rami di 2 o piugrave annicon diametro del fusto maggiore di 10 mm sonostate realizzate talee lunghe 10-18 cm da rami di 1anno con diametro inferiore a 10 mm sono staterealizzate talee lunghe 7-12 cm il prelievo egrave statoeffettuato sia allrsquoinizio dellrsquoautunno (5 ottobre 2010)che alla fine della stagione invernale (5 marzo 2011) le talee sono state messe a radicare (senza aggiunta diormoni) in substrato costituito da un mixer di torbae perlite in rapporto 12 in vasi in pvc delle dimen-sioni 7x7x18 cm fatti stazionare poi in tunnel fred-do dopo 30 giorni veniva registrato lrsquoattecchimentodelle talee i risultati definitivi hanno evidenziato ilseguente andamento in autunno per quelle preleva-te da rami di 2 anni egrave stata registrata una percentua-le del 74 e per quelle prelevate da rami di 1 annodel 64 in primavera per le talee piugrave legnose egrave stataregistrata una percentuale di attecchimento pari al95 e per quelle meno legnose dellrsquo86 ancorauna volta i risultati dimostrano la facilitagrave di propaga-zione vegetativa della specie inoltre anche se i valo-ri differiscono di poco si deduce che il periodomigliore per il taleaggio di L monopetalum egrave a finestagione primaverile con rami vecchi di almeno 2anni (tab 1)

i racemi di L monopetalum dopo la fioritura persi-stono sulla pianta per lungo tempo (anche sino allrsquoin-verno) per cui sono stati effettuati periodici prelievidei frutti per lrsquoestrazione dei semi al fine di definire ilperiodo di piena maturazione un primo prelievo deifrutti egrave stato effettuato in ottobre i semi sono statiopportunamente isolati previa rottura della capsulaed una parte di essi egrave stata sottoposta a vernalizzazio-ne (4 degc per 24 h) per simulare unrsquoeventuale dor-mienza invernale la semina egrave stata effettuata in cap-sule petri sterili con carta da filtro come substratotenute in camera di crescita a 20 degc e fotoperiodo di10 h Sono state realizzate tre ripetizioni con 30 ele-menti per capsula lrsquoelaborazione dei dati registratievidenzia un andamento del potere germinativo di Lmonopetalum secondo quanto riportato dalla fig 2 il monitoraggio delle piastre ha evidenziato un pote-re germinativo dei semi molto basso (2-4) questodato egrave stato confermato dalla semina a spaglio effet-tuata in una seminiera con substrato composto datorba e agriperlite nel rapporto 12 da circa 200semi sono emerse solo 6 plantule

420 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

taBella 1Risultati della propagazione ex situResults of ex situ propagation

stagione talee di di radicazionepartenza 72 dopo 30 gg

Oslash 10 mm 64autunno Oslash 10-20 mm 74Oslash 10 mm 86primavera Oslash 10-20 mm 95

ReintRoduzione a palude la vela

i sopralluoghi effettuati a palude la vela per lrsquoindivi-duazione di siti idonei alla reintroduzione hannoindotto alla scelta di due piccole superfici simili percondizioni di substrato per copertura vegetale eparametri ambientali tali siti sono collocati su spon-de opposte dellrsquoacquitrino ed hanno unrsquoestensioneminima di 60 m2 per la messa a dimora sono stateselezionate piante vigorose e sane con unrsquoaltezzamedia di 489 plusmn526 cm e diametro di 1609plusmn304cm nel mese di novembre 2011 egrave stata effettuata laloro messa a dimoranel sito denominato ldquoardquo sono state trapiantate 15piante con un approssimativo sesto di impianto di 2x 4 m nel sito ldquoBrdquo sono state trapiantate 14 piantein ordine sparso in quanto lrsquoarea presentava nume-rose zone di erosione e continui dislivelli

concluSioni

nellrsquoarea palude la vela le condizioni ambientalisembrano piugrave confacenti allrsquoecologia di L monopeta-lum rispetto a tricase porto ed egrave positivo che tutte lepiante abbiano attecchito e siano giunte a fioriturama solo fra qualche anno si potragrave constatare la for-mazione di un eventuale popolamento con individui

fertili ed in grado di autopropagarsi e si avragrave confer-ma del successo della reintroduzione

letteRatuRa citataaavv 2010 ndash Manuale italiano interpretazione degli

habitat (Direttiva 9243 CEE) Ministero ambiente etutela territorio e Mare SBi

accogli R Medagli p MaRcHioRi S 1996 ndashlimoniastrum monopetalum (L) Boiss in Puglia(plumbaginaceae) giorn Bot ital 130 1 91degcongr SBi ancona 16-19 settembre 1996

mdash 2006 ndash Conservazione ex situ e reintroduzione dilimoniastrum monopetalum (L) Boiss sulla fasciacostiera di Tricase Porto (Lecce) inform Bot ital38(Suppl 1) 183-184

BaRtolo g BRullo S MaRcenograve c 1982 ndash La vegeta-zione costiera della Sicilia sud-orientale aQ71226cnR Roma

Biondi e BRugiapaglia e faRRiS e filigHeddu RSeccHi z 2004 ndash Halophilous vegetation of Olbia pondsystem (NE-Sardinia) fitos 41(1) Suppl 1 125-141

conti f Manzi a pedRotti f 1992 ndash Lista RossaNazionale delle Piante drsquoItalia WWf italia Roma

gReuteR W BuRdet HM long g 1989 ndashMedndashChecklist vol 4 320 pp

MaRinoSci M 1870 ndash Flora Salentina 1 22toMei pe guazzi e 1993 ndash Le zone umide della

Toscana Lista generale delle entitagrave generali atti MusStor nat grosseto 15 120-135

tRotteR a 1936 ndash Rilievi ecologici intorno alla flora edalla vegetazione della salina di SGiorgio presso Tarantoann R ist Sup agr portici III 5 120-135

tutin tg HeyWood vH BuRgeS na MooRedM valentine dH WalteRS SM WeBB da1981 ndash Flora Europaea vol 3 51

RiaSSunto - nel presente lavoro vengono esposte leprincipali azioni intraprese dallrsquoorto Botanico deldiSteBa per la salvaguardia di Limoniastrum monopeta-lum (l) Boiss specie ad alta vulnerabilitagrave inclusa nellalista Rossa nazionale delle piante drsquoitalia da anni la spe-cie viene coltivata ex situ nellrsquoorto Botanico e si egrave pensatodi attuare la sua reintroduzione in localitagrave palude la velain un ambito territoriale di antica segnalazione ma doveattualmente risulta scomparsa la propagazione di Lmonopetalum egrave stata effettuata per via vegetativa e genera-tiva e gli individui ottenuti sono stati reintrodotti in duesiti della palude a diverse condizioni ambientali

421Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 2valutazione del potere germinativoevaluation of the germinative power

autoRi

Rita Accogli (ritaaccogliunisalentoit) Maria Pia Bianchi Piero Medagli Silvano Marchiori Orto Botanico delDipartimento di Scienze e Tecnologie Biologiche ed Ambientali (DiSTeBA) Universitagrave del Salento Centro Ecotekne ViaProvinciale per Monteroni 73100 Lecce

in occasione della redazione della checklist dellepiante vascolari della puglia (a albano fBartolucci f conti p Medagli Rp Wagensommerin prep) egrave stato aggiornato lrsquoelenco delle specieminacciate in questa Regionele liste Rosse Regionali (conti et al 1997) ripor-tavano per la puglia 180 entitagrave da allora sono tras-corsi piugrave di 15 anni alcune di queste entitagrave eranoindicate in puglia per errore e altre sono considerateoggi sinonimi di entitagrave non minacciate mentrenumerose specie della lista Rossa nazionale sonostate rinvenute in puglia solo dopo il lavoro diconti et al (op cit) per questo motivo abbiamoritenuto utile aggiornare lrsquoelenco delle specie di listaRossa della Regione puglia e integrarlo con tutte leentitagrave endemiche pugliesi ed esclusive della Regione(presenti in italia solo in puglia)

RiSultati

il libro Rosso delle piante drsquoitalia (conti et al1992) riportava 458 specie e sottospecie di piantevascolari sottoposte a vari gradi di minaccia a livellonazionale di queste entitagrave 46 sono attualmentenote in puglia (tab 1) considerando anche le listeRosse Regionali (conti et al 1997) il numero ditaxa minacciati a livello nazionale e presenti in pugliasale a 89 entitagrave certamente presenti (di cui 1 dubita-tivamente alloctona) e 8 dubitativamente presentinella Regione mentre il numero di entitagrave indicatecome minacciate a livello Regionale egrave pari a 158 (dicui 1 dubitativamente alloctona) alle quali si aggiun-gono 4 entitagrave dubitativamente presenti nella Regio-ne per un totale di 188 entitagrave (tab 1)

le specie esclusive della puglia cioegrave quelle presentiin italia solo in questa Regione sono 54 di cui 2dubitativamente alloctone alle quali si aggiungono 6entitagrave la cui presenza egrave dubbia di queste 54 entitagrave35 sono endemiche pugliesi (tab 1)pertanto le specie di lista Rossa in puglia integratecon tutte le endemiche pugliesi e le esclusive dellaRegione sono 221 (tab 1) pari al 93 della floravascolare autoctona pugliese

diScuSSione

il libro Rosso e le liste Rosse delle piante drsquoitalia(conti et al 1992 1997) pur essendo stati seguitida altri lavori riguardanti le piante minacciate delnostro paese (pignatti et al 2001 ScoppolaSpaMpinato 2005) sono ancora oggi il riferimentoprincipale per le specie a rischio di estinzione initalia negli ultimi anni lrsquoimpulso alla realizzazionedi una nuova lista Rossa delle piante drsquoitalia secon-do i piugrave recenti criteri iucn (2001 2011) egrave statodato dalla rubrica pubblicata sullrsquoinformatoreBotanico italiano ldquoSchede per una lista Rossa dellaflora vascolare e crittogamica italianardquo e dal proget-to appena concluso e realizzato dalla SocietagraveBotanica italiana per conto del Ministero dellrsquoam-biente e della tutela del territorio e del Mare relati-vo alla valutazione nazionale della categoria di rischiodi estinzione per piugrave di 300 specie vegetali di interes-se conservazionistico e di ambientihabitat partico-larmente minacciati (RoSSi et al 2013) attualmen-te questi progetti hanno portato alla valutazione delgrado di minaccia di 40 specie vascolari presenti inpuglia Egrave auspicabile pertanto il contributo di tutti

422 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

piante vascolari minacciate e liste Rosse aggiornamento delle conoscenzein puglia

Rp WagenSoMMeR p Medagli ev peRRino

aBStRact - Threatened vascular plants and Red Lists an update of knowledge in Apulia -the Regional Red list of vas-cular plant species in apulia Region has been updated following recent knowledges of conservation distributional andtaxonomic interest

Key words apulia Red lists threatened species update

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

423Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

taBe

lla

1Piante vascolari endemiche esclusive e di Lista Rossa della Regione Puglia

Endemic exclusive and Red List vascular plants in Apulia Region

424 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO 45 (2) 393-432 2013(se

gue T

ab 1

)

425Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

(segue Tab 1)

426 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013(segue Tab 1)

427Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

(segue Tab 1)

i botanici pugliesi affincheacute sia possibile valutaresecondo i criteri piugrave recenti dellrsquoIUCN (op cit) unnumero molto maggiore di specieLrsquoelenco riportato in Tab 1 include tutte le specieendemiche pugliesi ed esclusive della Puglia Di que-ste entitagrave 33 non venivano indicate nelle Liste RosseRegionali (CONTI et al 1997) Esse sono state inclu-se in Tab 1 in via precauzionale ma in molti casi illoro effettivo grado di minaccia deve ancora esserevalutato Lrsquoelenco non include invece le categorie diminaccia indicate in ROSSI et al (2013) che sarannooggetto di un futuro contributo sulle specie di inte-resse conservazionistico in Puglia

CONCLUSIONILrsquoaggiornamento delle conoscenze floristiche inPuglia e le informazioni tassonomiche nomenclatu-rali e distributive pubblicate nel corso degli ultimianni hanno consentito un aggiornamento delle ListeRosse delle Piante vascolari della Regione Puglia maancora molto lavoro deve essere svolto per megliodefinire il numero di specie a rischio e il loro effetti-vo grado di minaccia secondo i piugrave recenti criteriinternazionali (IUCN op cit)

LETTERATURA CITATACONTI F MANZI A PEDROTTI F 1992 ndash Libro Rossodelle Piante drsquoItaliaMinistero Ambiente WWF Italia

Societagrave Botanica Italiana Romamdash 1997 ndash Liste Rosse Regionali delle Piante drsquoItaliaWWFItalia Societagrave Botanica Italiana CIAS Camerino

IUCN 2001 ndash IUCN Red List Categories and CriteriaVersion 31 IUCN Species Survival CommissionIUCN Gland (Switzerland) amp Cambridge (UK)II+30 pp

mdash 2011 ndash Guidelines for Using the IUCN Red ListCategories and Criteria Version 90 Prepared by theStandards and Petitions Subcommittee httpww-wiucnredlistorgdocumentsRedListGuidelinespdf

PIGNATTI S MENEGONI P GIACANELLI V (a cura di)2001 ndash Liste rosse e blu della flora italiana ANPARoma

ROSSI G MONTAGNANI C GARGANO D PERUZZI LABELI T RAVERA S COGONI A FENU G MAGRINIS GENNAI M FOGGI B WAGENSOMMER RPVENTURELLA G BLASI C RAIMONDO FMORSENIGO S (Eds) 2013 ndash Lista Rossa della FloraItaliana 1 Policy Species e altre specie minacciateComitato Italiano IUCN Ministero Ambiente eTutela Territorio e Mare Roma 54 pp

SCOPPOLA A SPAMPINATO G (Eds) 2005 ndash Atlante dellespecie a rischio di estinzione (CD-ROM) Allegato a ASCOPPOLA C BLASI (Eds) Stato delle conoscenze sullaflora vascolare drsquoItalia Palombi Ed Roma

RIASSUNTO ndash Egrave stata aggiornata la Lista RossaRegionale delle piante vascolari della Regione Pugliasecondo le piugrave recenti conoscenze in ambito conservazio-nistico distributivo e tassonomico

428 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO 45 (2) 393-432 2013

AUTORI

Robert Philipp Wagensommer (robwagensommeryahooit) Scuola di Scienze Ambientali Universitagrave di Camerino - CentroRicerche Floristiche dellrsquoAppennino (Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga) San Colombo 67021 Barisciano(LrsquoAquila)Piero Medagli (pietromedagliunileit) Laboratorio di Botanica Sistematica del DiSTeBA Universitagrave del Salento ViaProvinciale Lecce-Monteroni 73100 LecceEnrico Vito Perrino (enricoperrinoyahooit) Museo Orto Botanico Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via E Orabona 4 70124Bari

Verticillium dahliae Kleb egrave un fungo tracheomicoti-co responsabile della piugrave grave malattia dellrsquoolivo(Olea europaea l) soprattutto negli oliveti dei paesimediterranei Questo fungo oltre lrsquoolivo attacca piugravedi 300 specie di piante arboree ed erbacee la malat-tia determina generalmente il disseccamento di por-zioni della chioma (BeJaRano-alcaacutezaR et al 2001pegg BRady 2002 BuBici ciRulli 2011) isolatidi V dahliae in grado di infettare cotone e olivo pos-sono essere classificati in due patotipi defogliante enon-defogliante sulla base della loro abilitagrave o menodi indurre defogliazione nelle piante infette(MeRcado-Blanco et al 2001 2003) il presentelavoro propone studi preliminari su i) alcune rispo-ste fisiologiche in due cultivar di olivo caratterizzateda differenti livelli di suscettibilitagrave alla verticilliosi ii)alcuni determinanti di patogenicitagrave potenzialmentecoinvolti nellrsquoinduzione dei sintomi fogliari prodottida patotipi diversi di V dahliae

MateRiali e Metodi

Alterazioni fisiologiche piante di olivo delle cultivar lsquofrantoiorsquo (resistente) elsquoleccinorsquo (suscettibile) sono state inoculate con gliisolati vd312d (defogliante) e vd315nd (nondefogliante) seguendo il metodo descritto da ciRulli

et al (2008) piante non trattate e piante le cui radi-ci sono state immerse per 10 minuti in acqua sonostate utilizzate come tesi di controllo Sono stati valu-tati il contenuto di fenoli carotenoidi clorofillaperossido drsquoidrogeno ascorbato e lrsquoattivitagrave delleperossidasi generiche (pod) e dellrsquoascorbato perossi-dasi (apX) in foglie delle due cultivar raccolte dopo24 72 e 240 ore dal trapianto applicando i metodiproposti da cHandleR doddS (1983) licHten-tHaleR (1987) BRuno SpaRapano (2006) toM-MaSi et al (2006) paRadiSo et al (2008) tre mesidopo lrsquoinoculazione su ogni pianta egrave stata valutata lapresenza di malattia sulla chioma utilizzando la scaladi severitagrave dei sintomi proposta da colella et al(2008) lrsquoanalisi statistica dei dati egrave stata eseguitaattraverso lrsquoanalisi della varianza (anova) le mediesono state separate con il test della minima differen-za significativa (MdS) Produzione di metaboliti secondari fitotossici colture liquide statiche degli isolati vd312d evd315nd di V dahliae sono state allestite in tredifferenti soluzioni nutritive czapek modificato(vdM) patate destrosio Broth (pdB difco ) oacqua estratto di Malto (oxoid) al 2 (eM2) perciascun isolato e substrato sono state preparate 10bottiglie di Roux della capacitagrave di 1 l contenenti

429infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

Meccanismi di resistenza alla verticilliosi e caratterizzazione di varietagrave meridionali di olivo dati preliminari sulla fisiologia dellrsquointerazione olivoVerticillium dahliae

gl BRuno c faSciano Mp ippolito S SeRMani ad MaRSico c colella M aMenduni f toMMaSi

aBStRact - Mechanisms of resistance to olive Verticillium wilt and characterization of olive varieties from southern prelim-inary data on physiology of olive - verticillium dahliae interaction - inoculations experiment were performed with two strainsof Verticillium dahliae characterized as defoliating (vd312d) or not defoliating (vd315nd) pathotypes lsquofrantoiorsquo(resistant) and lsquoleccinorsquo (susceptible) olive plants the interaction plantpathogen was evaluated as total phenolscarotenoids chlorophylls hydrogen peroxide ascorbic acid generic peroxidases and ascorbate peroxidase activityinoculated plants showed the typical pathway associate to a stress the two pathotypes are also able to produce in vitrophytotoxins Some of these secondary metabolites should be involved on biochemical and physiological alterations asso-ciated to verticillium wilt symptoms on olive trees (leaves wilting and defoliation)

Keywords fenoli totali metaboliti secondari stato redox verticilliosi

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

150 ml di soluzione nutritiva ciascuna bottiglia egravestata inoculata con 5 ml di sospensione ottenutaomogeneizzando tre colonie (coltivate per due setti-mane in piastre petri su substrato di pda a 25 degc albuio) in 50 ml di acqua distillata sterile dopo 28giorni di coltura (25 degc al buio) il micelio egrave statorimosso mediante filtrazione su garza e centrifugazio-ne (5500 xg 20 min 4 degc) aliquote (3 ml) di cia-scun filtrato colturale (fc) integro o diluito (10100 e 1000 volte con acqua distillata) sono state uti-lizzate in saggi di tossicitagrave su rametti recisi dilsquoleccinorsquo e lsquofrantoiorsquo eseguiti in ambiente controlla-to (uR 50 t 25 degc luce 150 microe cm-2 sec-1)acqua distillata e substrato non inoculato sono statiutilizzati come controllo dal terzo giorno dopo lrsquoas-sorbimento delle soluzioni tossiche egrave stata osservatala manifestazione dei sintomi dopo 24 72 e 240 oredallrsquoassorbimento delle soluzioni saggiate le foglie diciascun rametto sono state caratterizzate in terminidi flusso traspiratorio utilizzando un porometro li-1600-licor negli stessi intervalli egrave stato valutato ilcontenuto in clorofilla e fenoli seguendo i metodiproposti in precedenza

RiSultati e diScuSSione

Alterazioni fisiologicheper entrambi i patotipi di V dahliae saggiati lrsquoindu-zione di uno stato di malessere nella pianta egrave confer-mata dalla riduzione nel contenuto di clorofillesoprattutto dopo 24 ore per la cultivar suscettibilelsquoleccinorsquo (fig 1) invece il contenuto di ascorbatoclorofille e carotenoidi ha subito un incrementosoprattutto nei campioni di foglie prelevate dopo 72e 240 ore dallrsquoinoculo con il patotipo defogliante leanalisi condotte sulle foglie di lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquohanno mostrato come la molecola segnale perossidodrsquoidrogeno risulta maggiormente presente nella cul-tivar frantoio dopo 72 ore dallrsquoinoculo con il patoti-po defogliante (fig 1) mentre lrsquoattivitagrave della apXsegna negli stessi tempi un decremento (fig 2) invece nella cultivar frantoio i sistemi antiossidan-ti non enzimatici hanno mostrato un calo rispetto aicontrolli nei livelli di ascorbato e di fenoli (fig 1) non si sono osservate variazioni nellrsquoattivitagrave dellacatalasi (fig 2) infatti come dimostrato in altrisistemi nei tessuti vegetali questo enzima svolge unruolo nel metabolismo del perossido di idrogenosecondario rispetto allrsquoapX che invece egrave lrsquoenzimachiave nel controllo della concentrazione in perossi-do di idrogeno (de gaRa et al 2003) lrsquoattivitagrave dellepod infine aumenta notevolmente nelle fasi tardi-ve dellrsquoinfezione nelle foglie di lsquofrantoiorsquo mentre inquelle di lsquoleccinorsquo un incremento egrave evidente 72 oredallrsquoinoculo (fig 2) i dati evidenziati nelle nostre condizioni sperimenta-li sono in linea con quanto riportato dalla letteraturariguardo alle interazioni pianta-patogeno e le risposteda stress abiotici (de gaRa et al 2003) infatti nellepiante resistenti si assiste a una modulazione deisistemi antiossidanti tale da causare un incremento diperossido di idrogeno a livello fogliare (de gaRa etal 2003) per contro nella varietagrave suscettibile lrsquoau-

mento dei livelli in antiossidanti non enzimatici nonegrave sufficiente a indurre resistenza la diversa rispostaai sistemi antiossidanti riscontrata nelle due varietagraveutilizzate in queste prove potrebbe essere consideratacome un marker biochimico per valutare lo stato diavanzamento dellrsquoinfezione e il suo destino primadella comparsa dei sintomi

Evoluzione dei sintomia conferma di quanto giagrave riscontrato da ciRulli etal (2008) lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo sono risultate rispet-tivamente resistenti e suscettibili ai due isolati di Vdahliae utilizzati nessun sintomo egrave stato registrato esulle piante utilizzate come controllo (piante nontrattate e piante le cui radici sono state immerse per

430 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

fig 1contenuto in fenoli carotenoidi clorofille e perossido diidrogeno in foglie di lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo dopo 24 72 e240 ore dallrsquoinoculo con vd312d () e vd315nd ()i controlli sono rappresentati da piante le cui radici sonostate immerse per 10 minuti in acqua (mdash) ciascun valo-re egrave la media di cinque piante phenols carotenoids chlorophylls and hydrogen peroxidecontent in leaves of lsquofrantoiorsquo and lsquoleccinorsquo after 24 72and 240 hours after inoculation with vd312d () andvd315nd () as controls plants were treated for 10minutes in water (mdash) each value is the mean of fiveplants

10 minuti in acqua) e sulle chiome di lsquofrantoiorsquo ino-culate con il patotipo non defogliante il patotipodefogliante ha causato su lsquofrantoiorsquo una modestadefogliazione le piante di lsquoleccinorsquo hanno espressosintomi gravi con entrambi i patotipi (generale avviz-zimento della chioma) aggravati nel caso del patoti-po defogliante da accentuata e rapida filloptosiMetaboliti secondari fitotossici gli isolati di V dahliae utilizzati in coltura liquida susubstrato vdM hanno permesso di ottenere fc chesaggiati su rametti recisi di lsquoleccinorsquo (suscettibile) elsquofrantoiorsquo (resistente) hanno riprodotto sintomi diavvizzimento e accartocciamento fogliare e defoglia-zione nessun sintomo egrave stato registrato sui ramettiche hanno assorbito acqua distillata e i substrati noninoculati lrsquoassorbimento dei 3 ml di soluzione daparte dei rametti ha richiesto 30-32 ore per acquavdM pdB e eM2 mentre i fc dei due isolati sonostati assorbiti in 17-24 ore i fc dei patotipivd312d o vd315nd di V dah-liae ottenuti su substrato vdM saggiati su entrambe

le cultivar di olivo hanno evidenziato sintomi da 7-9 giorni dopo lrsquoassorbimento i fc ottenuti su sub-strato vdM da entrambi i patotipi inducono ripiega-mento e successivo imbrunimento della laminafogliare sui rametti di lsquofrantoiorsquo Sui rametti dilsquoleccinorsquo sono stati registrati ingiallimenti della lami-na fogliare inizialmente intorno alle nervature edopo 3-5 giorni sullrsquointera superficie Sintomo fina-le dei fc di entrambi gli isolati di V dahliae dopo 28giorni di coltura su substrato di vdM egrave stata unagenerale defogliazione dei rametti Su lsquoleccinorsquo ladefogliazione egrave stata severa e si egrave avuta dopo 17 gior-ni sui rametti trattati con il fc dellrsquoisolato vd312dcf e dopo 21 giorni su lsquofrantoiorsquo i rametti trattaticon i fc di vd315nd sono stati registrati dopo 20giorni su lsquoleccinorsquo e dopo 25 giorni su lsquofrantoiorsquo isintomi sopra descritti sono stati osservati anche suirametti che hanno assorbito i fc dei due isolati dopodiluizione di 10 e 100 volte con acqua distillata i fc ottenuti dai due patotipi su substrato vdMsono stati confrontati sulle due cultivar per i loroeffetti sul flusso traspiratorio e sulle variazioni infenoli e clorofille presenti nelle foglie (fig 3)

431Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 2contenuto in ascorbato e attivitagrave delle perossidasi generi-che (pod) e dellrsquoascorbato perossidasi (apX) in foglie dilsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo dopo 24 72 e 240 ore dallrsquoinoculocon vd312d () e vd315nd () i controlli sono rap-presentati da piante le cui radici sono state immerse per10 minuti in acqua (mdash) ciascun valore egrave la media di cin-que piante ascorbic acid concentration and peroxidase (pod) andascorbate peroxidase (apX) activity in leaves of lsquofrantoiorsquoand lsquoleccinorsquo after 24 72 and 240 hours after inocula-tion with vd312d () and vd315nd () as controlsplants were treated for 10 minutes in water (mdash) eachvalue is the mean of five plants

fig 3effetti sulla traspirazione e sul contenuto in clorofille efenoli in foglie di lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo dopo 24 72 e 240ore dallrsquoassorbimento di 3 ml di filtrato colturale degli iso-lati vd312d () e vd315nd () su substrato vdM icontrolli hanno assorbito 3 ml di acqua (mdash) ciascunvalore egrave la media di cinque rametti recisi transpiration from abaxial leaf surfaces and chlorophyllsand phenols content in leaves of lsquofrantoiorsquo and lsquoleccinorsquoafter 24 72 and 240 hours after the absorbtion of 3 ml fvd312d () and vd315nd () culture filtrates onvdM as controls twigs adsorbed 3 ml of water (mdash) eachvalue is the mean of five twigs

le misure di traspirazione (fig 3) dimostrano unforte incremento nel flusso traspiratorio nei ramettirecisi che hanno assorbito i fc ottenuti dal patotipovd312d rispetto a quelli ottenuti dal vd315nd edalle tesi di controllo nessuna differenza egrave stata regi-strata nel contenuto in clorofilla Solo la concentra-zione in fenoli nelle foglie dei rametti recisi chehanno assorbito i fc ottenuti dai due isolati egrave risul-tata circa tre volte superiore rispetto ai rametti delletesi di controllo totali (fig 3)in definitiva appare chiaro che nellrsquointerazione Vdahliae e olivo entrino in gioco fattori chimici divirulenza del patogeno (fitotossine) che contribuisca-no alla patogenesi e alla manifestazione dei sintomied inducano nellrsquoospite condizioni di stress in que-sto stato la pianta ospite manifesteragrave in parte o intoto le alterazioni biochimiche e fisiologiche determi-natesi nei tessuti attraverso i sintomi

Ringraziamenti - gli autori ringraziano i collaboratoriluca Scarola valentino poliseno nicola contursi eaniello Rescigno (dipartimento di Scienze del Suolo dellapianta e degli alimenti universitagrave degli Studi di Barialdo Moro) per il valido supporto tecnico nella realizza-zione delle prove lavoro realizzato con il contributo dellafondazione cassa di Risparmio di puglia Bando 2010 ndashprogetto Meccanismi di resistenza alla verticilliosi e caratte-rizzazione di varietagrave meridionali di olivo

letteRatuRa citataBeJaRano-alcaacutezaR J peacuteRez-aRteacuteS e JiMeacutenez-dIacuteaz

RM 2001 ndash Spread of the defoliating pathotype ofverticillium dahliae to new cotton and olive growingareas in Southern Spain in Proceedings 8th Inter-national Verticillium Symposium coacuterdoba 2001 57

BRuno g SpaRapano l 2006 ndash Effects of three esca-asso-ciated fungi on vitis vinifera L II Characterization ofbiomolecules in xylem sap and leaves of healthy and dis-eased vines physiol Mol plant path 69 195-208

BuBici g ciRulli M 2011 ndash verticillium wilt inScHena l agoSteo ge cacciola So (eds)Olive diseases and disorders 191-222 transwordResearch network Kerala india

cHandleR Sf doddS JH 1983 ndash The effect of phos-phate nitrogen and sucrose on the production of pheno-lics and solasodine in callus cultures of Solanum lacinia-tum plant cell Rep 2 205

ciRulli M colella c drsquoaMico M aMenduni MBuBici g 2008 ndash Comparison of screening methods for

the evaluation of olive resistance to verticillium dahliaeKleb J plant path 90(1) 7-14

colella c Miacola c aMenduni M drsquoaMico MBuBici g ciRulli M 2008 ndash Sources of Verticilliumwilt resistance in wild olive germplasm from theMediterranean region plant path 57 533-539

de gaRa l de pinto Mc toMMaSi f 2003 ndash Theantioxidant systems vis-agrave-vis reactive oxygen species dur-ing plantndashpathogen interaction plant physiolBiochem 41 863-870

licHtentHaleR HK 1987 ndash Chlorophylls andearotenoids pigments of photosynthetic bio-membranesMethods enzymol 148 351-383

MeRcado-Blanco J collado-RoMeRo M paRRilla-aRauJo S RodRIacuteguez-JuRado d JiMeacutenez-dIacuteazRM 2003 ndash Quantitative monitoring of colonizationof olive genotypes by verticillium dahliae pathotypes withreal-time polymerase chain reaction physiol Mol plantpath 63 91-105

MeRcado-Blanco J RodRIacuteguez-JuRado d peacuteRez-aRteacuteS e JiMenez-dIacuteaz RM 2001 ndash Detection of thenondefoliating pathotype of verticillium dahliae ininfected olive plants by nested PCR plant path 50609-619

paRadiSo a BeRaRdino R de pinto Mc Sanitagrave ditoppi l StoRelli MM toMMaSi f de gaRa l2008 ndash Increase in ascorbatendashglutathione metabolism aslocal and precocious systemic responses induced by cadmi-um in durum wheat plants plant cell physiol 49362-374

pegg gf BRady Bl 2002 ndash Verticillium Wilts caBipublishing Wallingford

toMMaSi f paciolla c de pinto Mc de gaRa l2006 ndash Effects of storage temperature on viability germi-nation and antioxidant metabolism in ginkgo biloba Lseeds plant physiol Biochem 44 359-368

RiaSSunto ndash due ceppi di Verticillium dahliae caratte-rizzati come patotipo defogliante (vd312d) o non defo-gliante (vd315nd) e piante di olivo delle cultivarlsquofrantoiorsquo (resistente) e lsquoleccinorsquo (suscettibile) sono statiutilizzati in prove di inoculazione artificiale focalizzate allostudio fisiologico delle interazioni pianta patogeno ladiversa risposta riscontrata nelle due varietagrave in termini difenoli carotenoidi clorofilla perossido di idrogeno ascor-bato perossidasi generiche e ascorbato perossidasi indicauno stato di stress fitotossine prodotte in vitro dai duepatotipi sembrano essere coinvolte nelle alterazioni biochi-miche e fisiologiche alla base delle tipiche sintomatologiedella verticilliosi su olivo (avvizzimento generale dellachioma e defogliazione)

432 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

autoRi

Giovanni Luigi Bruno (giovanniluigibrunounibait) Samer Sermani Antonio Domenico Marsico Mario AmenduniDipartimento di Scienze del Suolo della Pianta e degli Alimenti (DiSSPA) Sezione di Patologia vegetale Universitagrave di BarildquoAldo Morordquo Via G Amendola 165A 70126 BariCristina Fasciano Maria Paola Ippolito Franca Tommasi (francatommasiunibait) Dipartimento di Biologia Universitagrave diBari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70125 BariCecilia Colella Dipartimento di Chimica Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70125 Bari

Page 17: Società Botanica italiana onluS 45 (2) 2013/391... · 2018-05-08 · prodotto preso in esame e sia dal metodo utilizzato (peRez-JiMénez et al., 2008; MülleR et al., 2010). un’attenzione

nastre con aree necrotiche e clorotiche un analogoandamento si osserva per Rfn (dato non mostrato)pertanto il ce3+ 1 mM influenza negativamente lacrescita e mostra effetti tossici al contrario le frondedi L minor fatte crescere in presenza di ca(no3)2alla concentrazione finale di 1 mM mostrano unaumento della crescita rispetto al testimone pertutti i tempi di analisi ma con una differenza signi-ficativa a partire dal settimo giorno (fig 2 a 2 B) iltrattamento con nitrato di ce quindi a differenza diquello con nitrato di calcio mostra un effetto nega-tivo sulla crescita di piante di lenticchia drsquoacqualrsquoinibizione della crescita puograve essere dovuta allrsquoaccu-mulo di ce3+ analogamente a quanto descritto per imetalli che a concentrazioni tossiche inibisconolrsquoallungamento e lrsquoespansione cellulare (poScHen-RiedeR BaRcelograve 2004 SRivaStava et al 2006)oppure allrsquointerferenza con lrsquoassunzione di altri ele-menti nutritivi infatti egrave stato riportato che in pian-tine di riso il ce3+ interferisce con lrsquoaccumulo diferro potassio magnesio calcio sodio e di altri ele-menti minerali nutritivi (liu et al 2012) ulterioristudi sono necessari per valutare se e in quali tessutiil ce3+ venga accumulato e lrsquoeffetto dello stesso sualtri parametri quali i sistemi antiossidanti i livelli dispecie reattive dellrsquoossigeno ed il danno ossidativo inconclusione L minor si mostra tollerante allrsquoesposi-zione a concentrazioni micromolari di ce3+ ma nona concentrazioni piugrave elevate e pertanto potrebbe esse-re una specie utile per il biomonitoraggio della pre-senza di ce3+ in ambienti acquatici

letteRatuRa citatadrsquoaQuino l de pinto Mc naRdi l MoRgana M

toMMaSi f 2009 ndash Effect of some light rare earth ele-ments on seed germination seedling growth and antioxi-dant metabolism in triticum durum chemosphere75 900-905

Hu z RicHteR H SpaRoveK g ScHnug e 2004 ndashPhysiological and biochemical effect of rare earth elementson plants and their agricultural significance a review Jplant nutr 27 183-220

ippolito Mp faSciano c drsquoaQuino l MoRganaM toMMaSi f 2010 ndash Responses of antioxidant sys-tems after exposition to rare earths and their role in chill-ing stress in common duckweed (lemna minor L) adefensive weapon or a boomerang arch environcontam toxicol 58 42-52

ippolito Mp paciolla c drsquoaQuino l MoRganaM toMMaSi f 2007 ndash Effect of rare earth elements ongrowth and antioxidant metabolism in lemna minor Lcaryologia 60 125-128

iSodiS 20079 2004 ndash Water qualitymdashdetermination ofthe toxic effect of water constituents and wastewater onduckweed (lemna minor)mdashDuckweed growth inhibi-tion test iSo tc 147Sc 5Wg 5

Knop W 1865 ndash Quantitative Untersuchungen uumlber dieErnahrungsprozesse der Pflanzen landwirtsch versStn 7 93-107

liu d Wang X lin y 2012 ndash The effect of cerium onthe growth and some antioxidant metabolism in riceseedlings environ Sci pollut Res 19 3282-3291

MacKenzie SM Waite S Metcalfed J Joyce cB2003 ndash Landfill leachate ecotoxicity experiment usinglemna minor L Water air Soil poll focus 3 171-179

MoHan BS HoSetti BB 1999 ndash Aquatic plants fortoxicity assessment environ Res 81 259-274

naRdi l caRBoni Ma MoRgana M BaRBeSti SeRRico S zoina a drsquoaQuino l 2005 ndash Effect ofrare earth elements on the growth of agrobacterium sppand Rhizobium leguminosarum Frank cytometrypart a 69a 443-444

nauMann B eBeRiuS M appenRotH KJ 2007 ndashGrowth rate based dose-response relationships and EC-values of ten heavy metals using the duckweed growthinhibition test (ISO 20079) with lemna minor Lclone plant physiol 164 1656-1664

pagano g toMMaSi f guida M 2012 ndash Comparativetoxicity of cerium and of the other rare earth elements(REEs) in plant and invertebrate test systems inizyuMov a plaKSin g (eds) Cerium MolecularStructure Technological Applications and Health Effects107-124 nova Science publishers Hauppauge nyuSa

poScHenRiedeR c BaRcelograve J 2004 ndash Water relations inheavy metal stressed plants in pRaSad Mnv (ed)Heavy metal stress in plant from biomolecules to ecosys-tems 249-270 Springer Berlin

Radic S Stipanicev d cvJetKo p MiKelic ilRaJcic MM SiRac S pevaleK-Kozlina Bpavlica M 2010 ndash Ecotoxitological assessment ofindustrial effluent using duckweed (lemna minor L) asa test organism ecotoxicology 19 216-222

SRivaStava S MiSHRa S tRipatHi Rd 2006 ndash Copper-induced oxidative stress and responses of antioxidants andphytochelatins in Hydrilla verticillata Royle aquattoxicol 80 405-415

RiaSSunto - in questo studio sono riportati i dati pre-liminari concernenti le risposte alla somministrazione dice3+ di una specie acquatica Lemna minor l usata comebiomarker (iSo 20079) piante di L minor sono statetrattate per 15 giorni con cen3o9 6H2o a concentrazio-ni tra 25 μM e 1 mM oppure con ca(no3)2 a concentra-zione 1 mM Sono stati analizzati parametri di crescitaquali il tasso di crescita relativo basato sul numero di fron-de (RgR) il numero relativo di fronde (Rfn) e la cresci-ta di fronde in percentuale (fn) il trattamento con ce3+

1 mM ha inibito significativamente la crescita a partire dasette giorni di incubazione mentre le minori contrazioninon hanno mostrato variazioni statisticamente significati-ve la somministrazione di ca(no3)2 1 mM al contrarioha stimolato la crescita in modo significativo giagrave dal setti-mo giorno suggerendo un effetto tossico del ce3+ a parti-re da concentrazioni millimolari

408 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

autoRi

Maria Alessandra Zicari Annalisa Paradiso Franca Tommasi (francatommasiunibait) Dipartimento di BiologiaUniversitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70126 Bari

le collezioni xilologiche (xylaria) hanno da sempreassunto una notevole importanza sia per il ruolosvolto in campo didattico sia per quello svolto inambito scientifico nei settori della botanica archeo-logia etnologia tecnologia del legno ed in particola-re dove egrave richiesto il confronto tra campioni(uRBinati giove 2012) attualmente collezioni xilologiche sono presenti inquasi tutti gli stati anche se le principali per numerodi campioni sono negli uSa per quanto concernelrsquoitalia solo quattro collezioni sono state inseritenella quarta edizione dellrsquoIndex Xylariorum (lyncHgaSSon 2010) il patrimonio nazionale tuttavia egravesicuramente molto piugrave ampio ma risulta difficile sti-marlo sia sul piano qualitativo che quantitativo inquanto sino ad oggi non egrave stato effettuato un censi-mento completo una delle collezioni italiane piugrave interessanti per unaserie di peculiaritagrave che la contraddistinguono egrave laXylotomotheca Italica di adriano fiori essa fu realiz-zata nei primi anni del novecento col preciso obiet-tivo di completare ed arricchire la Flora ItalicaExsiccata (FIE) la piugrave grande raccolta italiana diexsiccata fanerogamici realizzata da fiori pampaninie Begraveguinot in particolare lo scopo degli autori fuquello di corredare gli exsiccata con le sezioni micro-tomiche del legno le schede relative alla

Xylotomotheca Italica furono pubblicate a partire dal1905 come appendice delle Schedae ad FloramItalicam Exsiccatam (fioRi et al 1905)la collezione egrave costituita da sezioni trasversali e lon-gitudinali dello spessore di circa 01 mm e con lealtre dimensioni variabili (le8 cm) (di paSQualeallevato 2007) il microtomo utilizzato per la rea-lizzazione delle sezioni fu ideato e progettato dallostesso fiori e da lui denominato ldquonuovo microtomoautomatico a doppia rotazionerdquo (fioRi 1900) nellaversione originaria della collezione le sezioni sonoconfezionate in pieghi di cartoncino contenenti unao due coppie delle sezioni trasversali e longitudinalii pieghi in cartoncino sono a loro volta inseriti inbustine di carta esse sono corredate da una etichet-ta sulla quale sono riportati il numero drsquoordine delcampione il binomio linneano la porzione anatomi-ca rappresentata dalla sezione il luogo e la data diraccolta in molti casi il riferimento al campione dellaFIE ed infine il nome del curatore al progetto col-laborarono numerosi botanici traverso pampaninigortani ferro cerica goiran vaccari MezzanaBicknell cecconi nicoli Bardi andrea fiori etrotter la collezione egrave costituita da 215 campioni corrispon-denti a 184 taxa specifici appartenenti a 113 generiSi tratta soprattutto di entitagrave della flora italiana

409infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

la Xylotomotheca Italica del Museo orto Botanico dellrsquouniversitagrave di Bari

v cavallaRo g SignoRile f caRRuggio f Mantino l foRte

aBStRact - The Xylotomotheca italica of the Botanical Garden Museum of Bari University -the Xylotomotheca Italicawhich was realized by adriano fiori at the beginning of the 20th century is a really interesting and peculiar historical col-lection it is composed of thin sections of wooden species While most of the species belong to italian flora only a few ofthem are exotic ones which are cultivated in italy fiori had the specific aim of enriching Flora Italica Exsiccata (FIE) andof supplying botanists with invaluable comparative material Moreover he designed the microtome which was used to cutthe sections the collection consists of 215 samples the sections are enclosed in bended cards which are contained insmall labelled envelopes a different version of the Xylotomotheca Italica which was produced with didactic purposes isstill conserved at the Botanical garden Museum of Bari university it was probably acquired together with some FIE exs-iccata by the Herbarium Horti Botanici Barensis (Bi) which is now part of the Botanical garden Museum in this ver-sion sections and labels are put between two rectangular pieces of glass which are sealed with a grey tape this collectionis composed of 154 samples which include 135 subgeneric taxa belonging to 93 genera it is generally fairly well con-served and some actions whose aim is restoring the collection have been started

Key words adriano fiori exsiccata Xylotomotheca Italica

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

mentre solo una piccola percentuale egrave rappresentatada esotiche (cuccuini 2002) Si ritiene che la colle-zione completa e nella sua veste originaria sia presen-te solo presso lrsquoerbario di padova (pad) elrsquoHerbarium Centrale Italicum (fi) (cuccuini2002) viceversa parti di essa o versioni diverse daquella originaria sono presenti presso numerosi erba-ri italiani ed anche presso istituzioni estere come iKew Royal Botanic Gardens (httpwwwkeworg)

RiSultati e diScuSSione

presso il Museo orto Botanico dellrsquouniversitagrave di Bariegrave presente la Xylotomotheca Italica non nella sua vesteoriginaria bensigrave in una versione realizzata per scopididattici Molto probabilmente essa fu acquisitacongiuntamente agli exsiccata della FIE dalla profssafrancini negli anni della sua permanenza pressolrsquoateneo barese (1940-1961) le sezioni sono monta-te con lrsquoetichetta tra due vetri rettangolari di 10x15cm oppure di 13x18 cm e sigillati con un nastro intela grigia (fig 1)Sia i preparati che le etichette sono del tutto uguali aquelli presenti nella versione originaria la collezione

egrave composta da 154 campioni corrispondenti a 135taxa specifici appartenenti a 93 generi la maggiorparte dei preparati proviene dalla provincia di firenzeed il curatore egrave tranne poche eccezioni adrianofiori i campioni sono a loro volta conservati in 16cofanetti di cartone rigido di colore grigio chiusimediante un nastro di cotone dello stesso colorepresso lrsquoerbario del laboratorio di Botanica agraria(fiaf) dellrsquouniversitagrave di firenze egrave conservata lamedesima versione realizzata a scopi didattici che egravecostituita da 178 campioni collocati in 18 cofanetti(cuccuini 2002)attualmente in relazione ad un rinnovato interesseverso le collezioni xilologiche dovuto ai piugrave recentiutilizzi in campo sperimentale (ManiatiS et al2011) didattico divulgativo ed alla consapevolezzache la Xylotomotheca Italica possiede tutte le caratte-ristiche di un bene culturale (d lgs n 422004 art11) sono state avviate alcune azioni tese al recuperoconservativo della collezione presente presso ilMuseo orto Botanico in primo luogo egrave stato valu-tato lo stato di conservazione dei singoli campioni alfine di evidenziare gli eventuali interventi da effet-tuare ersquo risultato che solo 3 campioni presentano ivetri rotti tuttavia le sezioni non sono danneggiateviceversa in quasi tutti i campioni il nastro che sigil-la i vetri egrave logoro e consunto pertanto egrave possibileaffermare che la collezione egrave complessivamente inun discreto stato conservativola collezione egrave stata inoltre informatizzata medianteapposito software (fileMaker pRo 12 clariscorporation) riportando nei vari campi le informa-zioni presenti sui cartellini Questo intervento hapermesso di fruire facilmente delle informazioni inessa contenute prossimamente si completeragrave il lavo-ro realizzando alcuni interventi di restauro sui cam-pioni ed effettuando lrsquoacquisizione in formato elet-tronico della loro immagine con uno scanner perdocumenti di pregio anche al fine di implementareun archivio elettronico consultabile via internet

letteRatuRa citatacuccuini p 2002 ndash La Xylotomotheca italica un caso

insolito di serie di exsiccata Catalogo e spigolature stori-che Museol Sci 19(1) 97-119

di paSQuale g allevato e 2007 ndash Collezioni di legnie carboni in Mazzoleni S pignatelli S (a cura di)I Musei delle Scienze Agrarie lrsquoevoluzione delleWunderkammern 79-81 ed universitagrave di napolifederico ii

fioRi a 1900 ndash Nuovo microtomo automatico a doppiarotazione Malpighia 14 411-424

fioRi a Beacuteguinot a paMpanini R 1905 ndash Schedae adFloram Italicam Exsiccatam n giorn Bot ital ns12(2) 143-144

lyncH aH gaSSon pe 2010 ndash Index XylariorumEdition 4 Royal Botanic gardens Kew published onthe internet

ManiatiS d Saint andReacute l teMMeRMan M MalHiy BeecKMan H 2011 ndash The potential of using xylar-ium wood samples for wood density calculations a com-parison of approaches for volume measurement forest 4150-159

uRBinati c giove M 2012 ndash Collezioni xilologiche in

410 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

fig 1un campione della Xylotomotheca Italica presente presso ilMuseo orto Botanico dellrsquouniversitagrave di Baria sample of the Xylotomotheca Italica at the Botanicalgarden Museum of Bari university

taffetani f (a cura di) Herbaria nardini editorefirenze

RiaSSunto - la Xylotomotheca Italica di adriano fiorirealizzata nei primi anni del novecento rappresenta unadelle collezioni storiche piugrave interessanti e peculiari nel suogenere Si tratta di sezioni sottili di numerose specie legno-se tra le piugrave rappresentative della flora italiana e di alcunespecie esotiche coltivate in italia lrsquoautore realizzograve la col-lezione col preciso obiettivo di arricchire la Flora ItalicaExsiccata (FIE) e pertanto di fornire un prezioso materialedi confronto per quanti svolgevano lavori botanici inoltreprogettograve il microtomo utilizzato per effettuare le sezioninella versione originaria della collezione costituita da 215

campioni le sezioni sono confezionate in pieghi di carton-cino a loro volta riposti in bustine corredate da unrsquoetichet-ta la Xylotomotheca Italica presente presso il Museo ortoBotanico dellrsquouniversitagrave di Bari fu acquisita probabil-mente insieme ai campioni della FIE presenti pressolrsquoHerbarium Horti Botanici Barensis (Bi) essa non si pre-senta nella sua veste originaria bensigrave in una versione realiz-zata per scopi didattici le sezioni con la relativa etichet-ta sono montate tra due vetri rettangolari sigillati da unnastro di tela grigia la collezione egrave composta da 154 cam-pioni comprendenti 135 taxa sub-generici appartenenti a93 generi Sono stati avviati alcuni interventi tesi al recu-pero della collezione che si presenta complessivamente inun discreto stato di conservazione

411

autoRi

Viviana Cavallaro (vivianacavallarounibait) Luigi Forte Dipartimento di Biologia e Museo Orto Botanico Universitagrave diBari ldquoAldo Morordquo Via E Orabona 4 70126 BariGiovanni Signorile Francesca Carruggio Francesca Mantino Museo Orto Botanico Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via EOrabona 4 70126 Bari

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

Malgrado siano trascorsi ben 40 anni il noto afori-sma di dobzhansky secondo cui ldquoniente in biologiaha senso se non alla luce dellrsquoevoluzionerdquo(doBzHanSKy 1973) non solo nulla ha perso dellasua straordinaria forza concettuale ma di fatto haoggi un significato ancor piugrave profondo in relazione aipiugrave recenti studi nel campo della biologia evolutivadello sviluppo (evo-devo) disciplina che estende ulte-riormente la visione unificante che negli anni lsquo30 elsquo40 del secolo scorso condusse alla sintesi evoluzioni-stica coniugando la genetica con le ldquoclassicherdquo scien-ze naturali (MuumllleR 2007)Svolgere adeguata divulgazione scientifica sulla teoriadellrsquoevoluzione appare perograve un compito estrema-mente difficile di evoluzione si parla nei contestipiugrave disparati ma non di rado i concetti basilari dellateoria darwiniana e delle sue successive elaborazionivengono travisati al punto da attribuire a darwinstesso affermazioni mai da lui pronunciate o scrittea cominciare dal famigerato rdquolrsquouomo discende dallascimmiardquo frase che manifesta la totale ignoranza dichi la pronuncia sulle tematiche in questione ersquoanche spiacevolmente frequente una volgarizzazioneerronea del concetto di evoluzione che viene inter-pretato come un ldquocammino verso la perfezionerdquo conlrsquointroduzione di elementi di teleologia del tuttoinappropriati allrsquoindirizzo httpevolutionberke-leyedu egrave disponibile un utile elenco di tipici erroriconcettuali sulla tematica dellrsquoevoluzione con relati-ve argomentazioni e note esplicative Se sono ben chiari i motivi della opportunitagrave e neces-sitagrave di insegnare i principi ed i meccanismi dellrsquoevo-luzione a tutti i livelli dellrsquoistruzione scolastica eduniversitaria non sono a tuttrsquooggi disponibili ade-

guati strumenti didattici neacute vi egrave stato se non episo-dicamente un confronto con i potenziali fruitoridegli interventi formativi per sperimentare le moda-litagrave piugrave efficaci con cui trasmettere i complessi edarticolati concetti della teoria dellrsquoevoluzione supe-rando le fin troppo diffuse inesattezze e gli erroriconcettuali precedentemente menzionatiil ruolo delle risorse museali per una efficace didatti-ca dellrsquoevoluzione egrave stato messo in rilievo da alcunistudi (Spiegel et al 2012) compiuti prevalentemen-te negli Stati uniti dove egrave piugrave avvertibile il problemadelle resistenze di tipo ideologicoreligioso in parti-colare nelle aree in cui sono particolarmente diffusi ilcreazionismo e lrsquoipotesi dellrsquoIntelligent Design che nerappresenta una versione ldquoaggiornatardquo dallrsquoesigenza di colmare questa grave lacuna nascepresso il Museo orto Botanico strutturadellrsquouniversitagrave degli Studi di Bari ldquoaldo Morordquo ilprogetto denominato e-Move (evoluzione delMondo vegetale) il progetto nasce dallrsquoidea che labiodiversitagrave vegetale vista in chiave diacronica possacostituire uno strumento molto efficace per la divul-gazione scientifica su questo tema cosigrave importante ilprogetto annuale che ha ricevuto un finanziamentodal MiuR nellrsquoambito della legge 62000 per la dif-fusione della cultura scientifica presenta alcuni ele-menti di novitagrave che verranno discussi in questo brevecontributo

aRticolazione del pRogettoil progetto si articola su 3 linee (a) allestimento nelMuseo orto Botanico di spazi espositivi sperimenta-li per elaborazione e validazione di strategie didatti-co-divulgative (B) Realizzazione di giochi interattivi

412 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

Risorse per insegnare lrsquoevoluzione dei vegetali il progetto e-Move

a gRano Mc de tullio

aBStRact - Resources for teaching plant evolution the E-MoVe project -the e-Move (evolution of the plant World)project tackles the problem of the scarcity of effective educational tools for teaching evolution in spite of the undoubtedimportance of the topic Within the Botanical garden Museum of the university of Bari methodologies for teaching evo-lution will be developed in collaboration with school teachers and other stakeholders novel teaching tools includinginteractive videogames will be made available to national and international institutions for testing and validation theproject funded by the italian Ministry of education also aims at providing training to school teachers and scientific muse-um operators

Key words plant evolution scientific museum teaching

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

(c) formazione di docenti ed operatori museali

(a) lo spazio espositivo consentiragrave di sperimentarestrategie di comunicazione e divulgazione valorizzan-do strutture attrezzature e competenze giagrave presenti esi articola in 3 parti (a phylowall b darwin e lepiante c iconografia botanica) con aula didatticaper la formazionea phyloWall la parete della filogenesi delle pianteil ldquogiardino verticalerdquo nasce a scopo decorativo-arti-stico su idea del botanico e designer p Blanc ilphyloWall avragrave una funzione scientifico-didatticaattraverso la disposizione degli organismi secondouno schema filogenetico si visualizzeragrave in manieraimmediata il concetto di evoluzione una legendacon datazione e localizzazione geografica dei repertifossili verragrave collocata accanto al phylowall per unaimmediata fruibilitagraveb darwin e le pianteverragrave allestita lrsquoipotetica ricostruzione dello studio didarwin con alcune delle immagini piugrave significativelegate allrsquoelaborazione del concetto di evoluzioneverragrave collocato uno schermo touch-screen per i giochiinterattivi c iconografia botanica localeverranno allestite teche per lrsquoesposizione di volumitra cui la flora del Regno di napoli di Micheletenore allo scopo di evidenziare il legame tra il pas-sato ed il futuro della ricerca botanica

(B) la realizzazione di materiale didattico innovativocostituisce un obiettivo fondamentale del progettoun comitato di redazione tecnico-scientifico in col-laborazione con uno studio professionale specializza-to nella comunicazione multimediale si occuperagrave diideare e realizzare materiale didattico che verragrave poidistribuito per la validazione nellrsquoambito di una retedi collaborazione nazionale ed internazionale

(c) la formazione si articoleragrave in (a) visite guidateper alunni (b) corsi per insegnanti e operatorimuseali con la collaborazione dellrsquoassociazionenazionale insegnanti di Scienze naturali (aniSn)si prevede la formazione di insegnanti sulle tematichedellrsquoevoluzione biologica utilizzando sia un approc-cio storico-didattico con lrsquouso dellrsquoerbario e dellabanca del germoplasma sia lo sviluppo di strumentiinterattivi informaticii moduli di formazione affronteranno temi che spa-ziano dallrsquoinquadramento storico della teoria dellrsquoe-voluzione allrsquouso delle moderne tecniche di sistema-tica molecolare sviluppando specifici percorsi didat-tici per i diversi livelli di approfondimento un ruolofondamentale verragrave attribuito allrsquouso delle risorsemuseali

pRoSpettive futuReil progetto ha elevate potenzialitagrave di fornire ricaduteper la diffusione della cultura scientifica sia a livellolocale sia come esperienza pilota da esportare in altrerealtagrave territoriali nazionali in particolare la collabo-razione con lrsquoaniSn consente lrsquoimplementazionedel progetto nelle ldquoscuole presidiordquo ed una piugrave ampiautilizzabilitagrave del materiale didattico sullrsquoevoluzionedelle piante che verragrave messo a disposizionela collaborazione con altre universitagrave orti Botanicie Musei della Scienza costituiragrave una rete aperta ad unbacino di utenza piugrave ampio e permetteragrave di esporta-re sul piano nazionale lrsquoesperienza maturata nellrsquoam-bito del progettole azioni connesse alla realizzazione di e-Move pro-muoveranno su scala nazionale la costituzione dinodi in una rete di comunicazione e diffusione dellacultura scientifica nel campo specifico dellrsquoevoluzio-ne delle piante con lrsquoobiettivo generale di elevare illivello di competenze degli studenti dei docentidegli operatori museali e del pubblico di non addet-ti ai lavori in ambito scientifico sostenendo la for-mazione continua la formazione di operatorimuseali guide naturalistiche ed altre figure profes-sionali per ampliare le conoscenze naturalistiche ter-ritoriali egrave un obiettivo di particolare rilevanza sia perla valorizzazione delle risorse umane sia per la tuteladei beni ambientali e dellrsquoingente patrimonio costi-tuito dalla biodiversitagrave vegetale nel nostro paese conlrsquoobiettivo di salvaguardare specie a rischio di estin-zione nella fattispecie piante che hanno rivestito unparticolare significato nel corso dellrsquoevoluzione

letteRatuRa citatadoBzHanSKy t 1973 ndash Nothing in biology makes sense

except in the light of evolution amer Biol teacher 35127-129

MuumllleR g 2007 ndash Evo-devo extending the evolutionarysynthesis nat Rev genet 8 943-949

Spiegel an evanS eM fRazieR B Hazel a taReM gRaM W diaMond J 2012 ndash Changing muse-um visitorrsquos concept of evolution evo edu outreach5 43-61

RiaSSunto ndash viene brevemente presentato il progettoe-Move (evoluzione del Mondo vegetale) attualmentein corso di realizzazione presso il Museo orto Botanicodellrsquouniversitagrave degli Studi di Bari ldquoaldo Morordquo il proget-to che ha ricevuto un finanziamento MiuR nellrsquoambitodella legge 62000 per la diffusione della cultura scientifi-ca si propone di allestire uno spazio espositivo che si poneanche come centro permanente per la ideazione realizza-zione e diffusione di efficaci strategie didattiche sui temidellrsquoevoluzione biologica attraverso la costituzione di unarete di validazione nazionale ed internazionale noncheacute larealizzazione di incontri di formazione per docenti discuole di ogni ordine e grado ed operatori museali

413Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

autoRi

Antonella Grano Museo Orto Botanico Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70126 BariMario C De Tullio (mariodetulliounibait) Dipartimento di Biologia Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70126Bari

il genere Arum l (Araceae) comprende in italia trespecie poliploidi A apulum (carano) p c Boyce Amaculatum l e A italicum Mill in questo genere itaxa poliploidi tendono ad occupare areali geograficimolto ampi rispetto alle specie diploidi (Bedalov1981) infatti A italicum egrave principalmente diffusodal caucaso attraverso la regione del Mediterraneofino alla costa atlantica (BonnieR 1931 MeuSel etal 1965 diHoRu 1970 Bedalov 1975) A macu-latum secondo MeuSel et al (1965) teRpograve (1973)e Bedalov (1981) egrave distribuito in europa centrale eoccidentale A maculatum e A italicum presentanotuberi rizomatosi al contrario del poliploide A apu-lum che ha il tubero a forma discoide (BedalovKupfeR 2005) in riferimento allrsquoorigine delle speciedel genere Arum Bedalov KupfeR (2005) suggeri-scono che la forma discoide del tubero sia da consi-derare ancestrale rispetto alla forma rizomatosaSuccessivamente questi dati sono stati confermati daindagini molecolari (eSpigravendola et al 2010) in precedenti lavori al fine di chiarire la tassonomiadel genere Arum sono stati riportati alcuni aspetticitologici e citotassonomici (goRi 1958 MaRcHi etal 1964 BeuRet 1971 1972 MaRcHi 1971Bedalov 1975 1981 Bedalov et al 1998) lamaggior parte delle specie di Arum egrave diploide connumero cromosomico 2n=28 mentre sono pochi itaxa poliploidi conosciuti A maculatum e A apulumsono tetraploidi con 2n=56 mentre A italicum egrave esa-ploide con 2n=84 le analisi cariologiche hannomostrato in dettaglio i cariotipi di quattro speciediploidi e due poliploidi i taxa analizzati inoltrehanno evidenziato un ldquocariotipo di baserdquo caratteriz-

zato dalla presenza di alcuni cromosomi marker(drsquoeMeRico et al 1993 Bianco et al 1994) il presente contributo fornisce pertanto informazio-ni sulla cariomorfometria delle suddette specie poli-ploidi

MateRiali e Metodile analisi cariologiche sono state effettuate su apiciradicali pretrattati con colchicina 03 per 2h equindi fissati per 5 min con 5111 (vv) (alcol eti-lico assoluto cloroformio acido acetico glaciale for-maldeide) successivamente sono stati idrolizzati per20 min con Hcl 55n e colorati con reattivo difeulgen la nomenclatura utilizzata per descrivere ilcariotipo segue levan et al (1964)per valutare il livello di simmetria del cariotipo sonostati utilizzati gli indici di asimmetria a1 (indiceintracromosomale) e a2 (indice intercromosomale)(RoMeRo zaRco 1986)

RiSultati e diScuSSioneArum maculatum e A italicum sono caratterizzati daun cariotipo asimmetrico comprendente numerosicromosomi submetacentrici con A italicum chemostra un indice intracromosomale (a1=043) piugraveelevato rispetto ad A maculatum (a1=039)dal punto di vista citologico egrave interessante notareche nelle specie esaminate sono state osservate coppiedi cromosomi caratterizzate dalla presenza di seg-menti telomerici debolmente colorati dal feulgenprecedentemente descritti come costrizioni seconda-rie (drsquoeMeRico et al 1993) dyeR (1963) e voSacolaSante (1995) descrivono simili segmenti

414 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

indagini cariomorfometriche in tre taxa poliploidi del genere Arum

a tuRco p Medagli a alBano S drsquoeMeRico

aBStRact - Karyomorphometry on three polyploid taxa of arum - Somatic chromosomes of three polyploid taxa of Arumhave been investigated A italicum showed 2n = 84 chromosomes and the karyotype is composed by numerous asymmet-ric chromosomes A maculatum and A apulum have shown 2n = 56 chromosomes the karyotype morphology of Aitalicum is similar to that of A maculatum but the most asymmetrical karyotype and the presence of numerous weaklyfeulgen-stained segments of the former suggest a more recent origin respect to latter differently A apulum has showed asymmetrical karyotype and few weakly feulgen-stained segments

Keywords allocyclic segments Arum karyotype asymmetry

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

denominati ldquoallocyclic segmentsrdquo in diversi gruppidi piante (Gasteria duval Iris l Aloe l) voSaBennett (1990) e Bennett gRiMSHaW (1991)inoltre suggeriscono lrsquoutilitagrave di questi segmenticome indicatori dellrsquoevoluzione del cariotipo e quin-di determinanti nellrsquoidentificazione dei cariotipidelle varie entitagrave al riguardo Arum italicum hamostrato il maggior numero di cromosomi conte-nenti i suddetti segmenti in comparazione a quelliosservati nei complementi di A maculatum A apu-lum e nei diploidi A orientale M Bieb subsp orien-tale e A cylindraceum gasp (drsquoeMeRico et al1993) differentemente A apulum egrave una specie tetraploidecon una distribuzione limitata al Sud italia (puglia)(caRano 1934 goRi 1958 Bianco et al 1994)Questrsquoultima specie mostra un cariotipo piugrave simme-trico (a1=032) considerato ancestrale rispetto allespecie con cariotipi asimmetrici (SteBBinS 1971)costituito da cromosomi prevalentemente metacen-trici e dalla presenza di pochi segmenti allociclicidrsquoaltra parte lrsquoisolamento geografico accompagnatoda variazioni ecologiche sembra supportare lrsquoattualestruttura del cariotipo di A apulum

letteRatuRa citata Bedalov M 1975 ndash Cytotaxonomical and phytogeograph-

ical investigation of the species arum italicum Mill inYugoslavia acta Bot croat 34 143-150

mdash 1981 ndash Cytotaxonomy of the genus arum (araceae) inthe Balkans and the Aegean area Bot Jahrb Syst 102183-200

Bedalov M favaRgeR c KupfeR p 1998 ndash Naturalhybrids and basic chromosome number in the genusarum acta Botanica yunnanica Suppl X 71-75

Bedalov M KupfeR p 2005 ndash Studies on the genusarum (araceae) Bull Soc neuchacirctel Sci nat 12843-70

Bennett St gRiMSHaW JM 1991 ndash Cytological stu-dies in cyclamen (primulaceae) pl Syst evol 176135-143

BeuRet e 1971 ndash Reacutepartition geacuteographique de quelquesarum des groupes maculatum L et italicum Mill BullSoc neuchacirctel Sci nat 94 29-36

mdash 1972 ndash Preacutesence drsquoun Arum diploide en Italie BullSoc neuchacirctel Sci nat 95 35-41

Bianco p drsquoeMeRico S Medagli p Bedalov M1994 ndash Indagini sistematiche su arum apulum(Carano) Bedalov (araceae) entitagrave endemica delle

Murge Pugliesi Webbia 49 (1) 43-49BonnieR g 1931 ndash Flore complegravete ilustregravee en couleurs de

France Suisse et Belgique 11 pariscaRano e 1934 ndash Un nuovo elemento della Flora meri-

dionale drsquoItalia ann Bot 20 579-585drsquoeMeRico S Bianco p Medagli p 1993 ndash

Chromosome numbers and karyotypes in arum(araceae) caryologia 46 161-170

diHoRu g 1970 ndash Morpho-taxonomische aspekte einigerArum-Arten Rev Roumaine Biol Seacuter Bot 15 71-85

dyeR af 1963 ndash Allocyclic segments of chromosomes andstructural heterozygosity that they reveal chromosoma13 545-576

eSpigravendola a BueRKi S Bedalov M KupfeR palvaRez n 2010 ndash New insights into the phylogeneticsand biogeography of arum (araceae) unravelling its evo-lutionary history Bot J linn Soc 163 14-32

goRi c 1958 ndash Il numero dei cromosomi dellrsquoarumnigrum Schott var apulum Carano caryologia 10(3) 454-456

levan a fRedga K SandBeRg aa 1964 ndashNomenclature for centromeric position on chromosomesHereditas 52 201-220

MaRcHi p 1971 ndash Numeri cromosomici per la flora italia-na 57-66 inform Bot ital 3 124-138

MaRcHi p capineRi R drsquoaMato g 1964 ndash Numericromosomici per la flora italiana 182-189 informBot ital 6 (3) 303-312

MeuSel H JaegeR e WeineRt e 1965 ndash Vergleichen-de Chorologie der zentra-europaumlischen flora 1 Jena

RoMeRo zaRco c 1986 ndash A new method for estimatingkaryotype asymmetry taxon 35 526-530

SteBBinS gl 1971 ndash Chromosomal Evolution in HigherPlants edward arnold ltd london

teRpOacute a 1973 ndash Kritische Revision der arum-Arten desKarpatenbeckens acta Bot acad Sci Hung 18216-255

voSa cg Bennett St 1990 ndash Chromosome studies inthe Southern African flora58-94 Chromosome evolutionin the genus gasteria Duval caryologia 43 235-247

voSa cg colaSante M 1995 ndash I segmenti allociclicinelle liliiflorae inform Bot ital 27 307-308

RiaSSunto gli autori riportano alcuni risultati cario-morfometrici ottenuti su tre specie poliploidi del genereArum Arum apulum (2n=56) A maculatum (2n=56) e Aitalicum (2n=84) in particolare la specie A italicum con2n=84 cromosomi ha mostrato un cariotipo con un eleva-to indice di asimmetria nel cariotipo di questa speciesono stati riscontrati numerosi ldquosegmenti allociclicirdquo incomparazione ad A maculatum e A apulum

415Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

autoRi

Alessio Turco Piero Medagli Antonella Albano Laboratorio di Botanica sistematica ed Ecologia vegetale DiSTeBAUniversitagrave del Salento Campus Ecotekne 73100 LecceSaverio DrsquoEmerico Dipartimento di Biologia Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70126 Bari

Cistus clusii dunal piccolo arbusto appartenente allafamiglia Cistaceae egrave una specie xerofila con distribu-zione mediterraneo-occidentale in italia storicamen-te presente in Sicilia (giaRdina 1988) e in puglianellrsquounica stazione di ldquoBosco isolardquo (lesina fg)(foRte et al 2002a) in questrsquoultima il contestovegetazionale egrave quello della gariga nanofanerofiticasu suolo sabbioso in associazione con Rosmarinusofficinalis l Erica multiflora l e Cistus sp pl(cHieSuRa loRenzoni et al 1976)a partire dallrsquoanno 2000 nellrsquoambito di progetti diricerca condotti dal Museo orto Botanicodellrsquouniversitagrave degli Studi di Bari sono stati indaga-ti alcuni aspetti della biologia ed ecologia di C clusii(MaccHia 2005) tali studi furono finalizzati allarealizzazione di azioni di conservazione in situ attra-verso il rafforzamento della popolazione residualepugliese giagrave allrsquoepoca gravemente esposta a pericolodi estinzione (conti et al 1997) a tale scopo furo-no infatti reintrodotti in aree ecologicamente idoneedi ldquoBosco isolardquo circa cento individui ottenuti pervia sessuale attraverso fecondazione incrociata con-trollata a partire dai pochi individui della popolazio-ne originaria (foRte et al 2002b) Successivi rilieviin campo hanno registrato la progressiva diminuzio-ne del numero di individui presenti in situ fino allaloro completa scomparsa soprattutto a causa deiripetuti incendi verificatisi tra il 2007 e il 2010(foRte et al 2009 2012) tuttavia la specie in

puglia era da ritenersi estinta solo in natura (EW) inquanto presso il Museo orto Botanico di Bari eranopresenti sia individui ottenuti da fecondazione incro-ciata e derivanti dalla popolazione spontanea origina-ria sia semi conservati presso la Banca delgermoplasma (Bg-MoBB)Questrsquoultima evenienza ha costituito la premessaindispensabile per la realizzazione di nuove azioni diconservazione di C clusii nel territorio di ldquoBoscoisolardquo tali azioni si sono concretizzate grazie ad unaconvenzione stipulata tra il Museo orto Botanico diBari e il centro Studi naturalistici onluS nellrsquoam-bito del progetto ldquointerventi per la protezione e con-servazione del patrimonio ambientalerdquo- fondi faS ndashpremialitagrave Regionale delibera cipe 202004in questo lavoro vengono presentate le attivitagrave svolteai fini della propagazione gamica di C clusii e quelleper la successiva reintroduzione degli individui pro-dotti

MateRiali e Metodi

il materiale di propagazione gamica utilizzato per leazioni di conservazione in situ egrave stato ottenuto daimpollinazione incrociata controllata eseguita su dueindividui conservati ex situ siglati come c1 e c2 peri quali era stata giagrave testata la compatibilitagrave allrsquoincro-cio (foRte et al 2012)nel mese di aprile 2010 495 fiori (437 dellrsquoindivi-duo c1 e 58 dellrsquoindividuo c2) privati degli stami

416 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

Reintroduzione di Cistus clusii a ldquoBosco isolardquo (lesina puglia)

l foRte S anifantiS f caRRuggio v cavallaRo f Mantino g MelcHioRRe

aBStRact - Reintroduction of cistus clusii to ldquoBosco Isolardquo (Lesina Apulia) - Cistus clusii dunal is very rare in italy whereits historical sites of occurrence are in Sicily and apulia (ldquoBosco isolardquo ndash lesina fg) after the extinction in the wild ofthe small apulian population the Botanical garden Museum of Bari university and the centro Studi naturalistici(onluS) made a special agreement in order to implement a reintroduction project into the site of lesina the reintro-duced plants 520 in all were obtained from the offspring of lesina C clusii spontaneous population which is conservedex situ at the Botanical garden Museum of Bari to increase the chances of a successful reintroduction the plants wereplaced in three different areas and in each of them the individuals were planted in microsites suitable for the eco-physi-ological characteristics of the lesina population already known from literature in fact only a thorough knowledge of thebio-ecological behaviour of the selected species may allow to establish self-maintaining populations in the wild and so torealize an effective conservation action

Key words apulia Cistus clusii dunal reintroduction

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

sono stati impollinati manualmente e coperti consacchetti di tessuto non tessuto (tnt) in maggioin concomitanza con lrsquoinizio dellrsquoingrossamentodegli ovari i cappucci sono stati rimossi e nel mesesuccessivo egrave stata effettuata la raccolta delle capsulemature nella primavera del 2011 i semi sono statisottoposti a pre-trattamenti di scarificazione mecca-nica manuale e di dry-heating (80 degc x 5 min) inquanto risultati i piugrave efficaci nel promuoverne la ger-minazione (foRte et al 2012) per ciascuno dei duepre-trattamenti sono stati utilizzati circa 1500 semiderivanti dallrsquoincrocio c1 x c2 e circa 400 semi pro-dotti dallrsquoincrocio c2 x c1 i semi pre-trattati sonostati posti direttamente in plateaux di polistiroloespanso riempiti con sabbia sterilizzata a granamedio-fine (50) e torba (50) dopo una primafase di accrescimento le plantule sono state trapian-tate in fitosacchi in film plastico contenenti terrenonon sterile (sabbia di fiume 40 terreno comune30 torba 30) durante tutte le fasi di crescita leplantule sono state irrigate e sottoposte a trattamen-ti fitosanitari e fertilizzanti miratiper lrsquointervento di reintroduzione oltre agli individuicosigrave ottenuti nel 2011 sono stati utilizzati ancheindividui derivanti da semi pre-germinati nellrsquoambi-to di prove sperimentali condotte tra il 2009 e il2010 su c1 e c2la scelta delle aree di reintroduzione egrave stata fattasulla base dei dati storici di presenza di C clusii alesina (cHieSuRa loRenzoni et al 1976 foRte etal 2002b) delle caratteristiche eco-fisiologiche dellapopolazione originaria (foRte et al 2005 foRtepaStoRe 2005) di quelle ecologiche dei siti di rein-troduzione e dellrsquoanalisi delle minacce

RiSultati e diScuSSione

gli individui oggetto dellrsquoazione di reintroduzioneavvenuta a fine gennaio 2013 sono stati distribuitiin tre aree principali (fig 1) Queste sono situate neltratto di cordone dunale immediatamente ad est diMarina di lesina insediamento sorto in localitagravepietramaura dove negli anni lsquo70 era ancora presen-te il piugrave esteso nucleo di individui di C clusii dellastazione di lesina (cHieSuRa loRenzoni et al1976) due delle aree di reintroduzione poste tra lelocalitagrave di acquarotta e pennacchio sono relativa-mente vicine tra loro e separate da una fascia occupa-ta da un rimboschimento a Pinus pinea l mentre laterza in localitagrave chiusa dista dalle altre circa 2 kmallrsquointerno di ciascuna area sono stati individuati piugravesiti di reintroduzione georiferiti mediante strumen-tazione gpS in ognuno dei quali egrave stato inserito unnumero di individui compreso tra 20 e 25la scelta di ripartire gli individui in tre aree di rein-troduzione differenti e allrsquointerno di queste in piugravesiti distinti egrave stata effettuata con lo scopo di ridurre ilrischio che un eventuale incendio possa interessarlecontemporaneamente compromettendo la sopravvi-venza dellrsquointera popolazione reintrodotta il numerocomplessivo di siti di intervento egrave risultato pari a 27inoltre per garantire buone probabilitagrave di successo

anche riproduttivo in ciascun sito sono stati reintro-dotti almeno 20 individui al fine di aumentare laprobabilitagrave di incrocio tra individui con alleli diincompatibilitagrave differenti indispensabile in una spe-cie allogama come C clusii (Rizzotto 1979)in ogni sito inoltre i singoli individui sono statipiantati in micro-siti individuati sulla base dellamicro-morfologia stazionale le tre aree di interven-to ricadono in un contesto vegetazionale caratterizza-to da un complesso e molto frammentato mosaicocostituito principalmente dalla gariga a R officinalisE multiflora e Cistus sp pl e dalla macchia a sclero-fille sempreverdi con presenza di Erica arborea lQuesto mosaico spesso egrave il diretto risultato delledifferenti condizioni ecologiche determinate dallamicro-morfologia stazionale (foRte et al 2002a) ealtre volte della dinamica della vegetazione in atto acausa degli incendi pertanto sono stati individuaticome idonei quei micro-siti rispondenti alle caratte-ristiche bio-ecologiche della popolazione da intro-durre (eliofilia relativa sensibilitagrave allo stress idricoecc foRte et al 2005) e comunque sempre suffi-cientemente distanti da nuclei di macchia in stato diavanzamento o da singoli cespugli in fase di resprou-tinglrsquoazione di conservazione in situ cosigrave condotta nonha richiesto pertanto ulteriori interventi quali dira-

417Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 1Mappa delle aree di reintroduzione (base cartograficaldquocarta della vegetazione reale del ldquoBosco isolardquo di lesina- foglio 1rdquo foRte 2001)Map of reintroduction areas (cartographic base ldquocartadella vegetazione reale del ldquoBosco isolardquo di lesina - foglio1rdquo foRte 2001)

damento della vegetazione preesistente rimozionedel secco ecccomplessivamente nella stazione di ldquoBosco isolardquosono stati reintrodotti 520 individui di C clusii pro-dotti mediante coltivazione ex situ 200 dei qualiderivanti da semina diretta di semi pre-trattati e 320ottenuti da impianto di semi pre-germinatiattualmente ulteriori 155 individui prodotti nel-lrsquoambito di questo progetto sono conservati presso ilMuseo orto Botanico dellrsquouniversitagrave di Bari inmodo da garantire sia la conservazione ex situ delpatrimonio genetico della popolazione di lesina e siala possibilitagrave di disporre di materiale di propagazioneper studi successivi

Ringraziamenti - gli autori ringraziano gli ldquospeciali colla-boratorirdquo che si sono prodigati durante il lavoro in campodi reintroduzione in situ in ordine alfabetico elenaBlotti nicola cillo Saverio drsquoamico Mario de tullioantonella grano Marcello Macchia Saverio Regina egianni Signorile

letteRatuRa citatacHieSuRa loRenzoni f cuRti l loRenzoni gg

MaRcHioRi S 1976 ndash cistus clusii Dunal Note dinomenclatura e di distribuzione con particolare riguardoalla stazione di Lesina (Foggia) giorn Bot ital 110259-267

conti f Manzi a pedRotti f 1997 ndash Liste rosse regio-nali delle piante drsquoItalia WWf Societagrave Botanicaitaliana universitagrave di camerino

foRte l anifantiS S Mantino f caRRuggio fcavallaRo v 2009 ndash Conservation of cistus clusiiDunal from ldquoBosco Isolardquo (Lesina - Apulia) current sta-tus and new experimental evidence in BaccHetta g(ed) Book of Abstracts Biodiversity Hotspots in theMediterranean Area 45th intern congr SiSv amp fip ndashcagliari 22-24 25-29 June 2009 280

foRte l cavallaRo v MaccHia f 2002b ndashConservazione in situ di cistus clusii Dunal (cistaceaeMagnoliophyta) nella duna di Lesina Quad Botamb appl 13 3-9

foRte l cavallaRo v pantaleo f drsquoaMico fSMaccHia f 2002a ndash The vascular Flora of the ldquoBoscoIsolardquo at Lesina (Foggia ndash Apulia) fl Medit 12 33-92

foRte l MelcHioRRe g anifantiS S caRRuggio fMantino f 2012 ndash Alcuni aspetti della biologia dellaconservazione di cistus clusii Dunal di ldquoBosco Isolardquo(Lesina Puglia) inform Bot ital 44(Suppl 2) 36-38

foRte l paStoRe d 2005 ndash Relazioni acqua-pianta inMaccHia f (ed) Biologia ed ecologia di cistus clusiiDunal 31-38 ed adda Bari

foRte l paStoRe d MaRvulli M Scatigna aMeMaccHia f 2005 ndash Analisi comparata tra eventi feno-logici e andamento dei parametri ambientali inMaccHia f (ed) Biologia ed ecologia di cistus clusiiDunal 5-13 ed adda Bari

giaRdina 1988 ndash Segnalazioni Floristiche Italiane 574-576 inform Bot ital 20(2-3) 678-679

MaccHia f (a cura di) 2005 ndash Biologia ed ecologia dicistus clusii Dunal ed adda Bari

Rizzotto M 1979 ndash Ricerche tassonomiche e corologichesulle cistaceae 1 Il genere cistus L in Italia Webbia33(2) 343-378

RiaSSunto ndash Cistus clusii dunal egrave una specie moltorara in italia storicamente presente in Sicilia e in puglianellrsquounica stazione di ldquoBosco isolardquo (lesina fg) in segui-to allrsquoestinzione della piccola popolazione residuale puglie-se il Museo orto Botanico dellrsquouniversitagrave di Bari e ilcentro Studi naturalistici onluS hanno stipulato unaapposita convenzione al fine di attuare unrsquoazione di rein-troduzione nel sito di lesina le piante reintrodotte insitu 520 in tutto sono state ottenute a partire da indivi-dui di C clusii progenie della popolazione spontanea ori-ginaria conservati ex situ presso il Museo orto Botanicoper aumentare le probabilitagrave di successo dellrsquointerventogli individui sono stati distribuiti in tre aree distinte eallrsquointerno di queste piantati in micro-siti rispondenti allecaratteristiche eco-fisiologiche della popolazione di C clu-sii di lesina giagrave note dalla letteratura infatti solo unaconoscenza approfondita del comportamento bio-ecologi-co delle entitagrave oggetto di interventi di conservazione insitu permette di programmare una concreta azione di tute-la attraverso lrsquoinsediamento di popolazioni in grado dipersistere nel tempo

418 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

autoRi

Luigi Forte (luigiforteunibait) Viviana Cavallaro Dipartimento di Biologia e Museo Orto Botanico Universitagrave di BarildquoAdo Morordquo Via E Orabona 4 70126 BariStamatia Anifantis Francesca Carruggio Francesca Mantino Giulia Melchiorre Museo Orto Botanico Universitagrave di BarildquoAldo Morordquo Via E Orabona 4 70126 Bari

Limoniastrum monopetalum (l) Boiss egrave presente inpuglia sulle rupi marittime di tricase porto (le)nellrsquoambito di una cenosi ascrivibile alla classeCrithmo-Limonietea Br-Bl 1947 in condizioni ana-loghe a quanto descritto per la Sicilia meridionale daBaRtolo et al (1982) Secondo la direttiva9243cee si tratta di un habitat di interesse comu-nitario denominato ldquoScogliere con vegetazione dellecoste mediterranee con Limonium spp endemicirdquo(aavv 2010) ersquo una specie a diffusione SW-Mediterranea in italia egrave presente in Sardegna inSicilia (conti et al 1992) nella laguna diorbetello (toMei guazzi 1993) a tricase porto(le) (accogli et al 1996) (fig1) in passato laspecie era stata segnalata ldquonei siti arenosi di tarantordquo(MaRinoSci 1870) caratterizzati da depressionicostiere con un ristagno idrico con substrato preva-lentemente costituito da argille e colonizzato da spe-cie ad elevata alofilia (tRotteR 1936) probabil-mente le antiche cenosi erano ascrivibili alla classeSarcocornetea-fruticosae Br-Bl amp tuumlxen ex a amp oBolograves 1950 tipica dei suoli inondati fangoso-argillo-si come riportato da Biondi et al (2004) per laSardegna

StatuS del popolaMento puglieSe ed eSpeRienzepRegReSSe

a tricase porto il popolamento si presenta formatoda due nuclei localizzati sulla sommitagrave di due costo-ni rocciosi distanti in linea drsquoaria circa 150 mentrambi i costoni sono occupati da abitazioni ad

uso civico ed i cespugli di limoniastro sono localizza-ti nelle loro adiacenze ma non allrsquointerno e questopotrebbe escludere unrsquointroduzione della specie perscopo ornamentale in totale si possono contarecirca 25 individui dei quali 18 si presentano comegrossi cespugli larghi 1ndash25 m alti 075ndash130 m lafioritura dura meno di un mese tra la fine di giugnoe lrsquoinizio di luglio le infiorescenze secche rimango-no sulla pianta sino a dicembre ma la maturazionedei frutti non egrave mai evidente e non egrave visibile la dei-

419infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

conservazione ex situ ed interventi di reintroduzione di Limoniastrum monopetalum in puglia

R accogli Mp BiancHi p Medagli S MaRcHioRi

aBStRact - ex situ conservation and reintroduction of limoniastrum monopetalum in Apulia region - in this paper arepresented the main actions taken by the Botanic garden of diSteBa for the protection of Limoniastrum monopetalum(l) Boiss species of high vulnerability included in the national Red list of plants of italy the specie is cultivated exsitu in the Botanic garden and it was decided to implement its reintroduction in the locality palude la vela (ta) in anarea once had been reported but no longer found propagation of L monopetalum was carried out by vegetative and gen-erative individuals obtained were reintroduced in two sites of the palude to different environmental conditions

Key words conservation moltiplication reintroduction

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 1areale di L monopetalum secondo gReuteR et al 1989 etutin et al 1981distribution area of L monopetalum according togReuteR et al 1989 and tutin et al 1981

scenza a contrastare lo sviluppo e la diffusione dinuove piante sono le estreme condizioni di povertagravedel substrato fortemente disturbato dalle attivitagraveantropiche che rimaneggiano continuamente le som-mitagrave dei costoni rocciosi (interventi di restauro edili-zio incendi e tagli indiscriminati) e la presenza diuna flora sinantropica dominata da agave pittospo-ro caprifico rovola vulnerabilitagrave della specie ha motivato la sua ripro-duzione ex situ nellrsquoorto Botanico dellrsquouniversitagravedel Salento e la messa a punto di protocolli di rein-troduzione infatti giagrave nel 2000 era stata testata lacapacitagrave di propagazione di L monopetalum sia pervia gamica che agamica senza forzature sui semi neacutedi ormoni radicanti per le talee la resa germinativaera risultata molto bassa del 2-5 mentre elevatesono state le percentuali di attecchimento delle talee(70-95) sia in primavera che agli inizi dellrsquoautun-no nel 2005 egrave stato effettuato un primo interventovolto al potenziamento del popolamento di L mono-petalum esistente a tricase porto lungo un breve trat-to costiero prospiciente il sito interessato da un inter-vento di riqualificazione attuato dallrsquoamministra-zione comunale lrsquointervento prevedeva la realizza-zione di un camminamento lungo la scogliera attra-verso i segni della storia locale ancora leggibili (trat-turi per la mena delle pecore vasche intagliate negliscogli per la concia delle pelli e per lrsquoestrazione diblocchi lapidei terrazzamenti per le colture agrarieprimaticce etc) la flora del tratto costiero annove-ra altre specie di interesse conservazionistico percheacuteincluse nella lista Rossa nazionale come Vincetoxi-cum hirundinaria Medik subsp adriaticum (Beck)Markgr o di valore fitogeografico come lrsquoendemicoLimonium japigicum (groves) pignatti Lavateraarborea l Scrophularia lucida l lrsquointervento direintroduzione era stato concordato con docenti edalunni delle Scuole Medie inferiori del comune ditricase che hanno partecipato dimostrando grandeinteresse e sensibilitagrave nellrsquoautunno 2005 egrave stataorganizzata una giornata durante la quale dopo unincontro tra autoritagrave politiche locali studiosi stu-denti e cittadini sono state messe a dimora 10 pian-te di L monopetalum (accogli et al 2006) pur-troppo lrsquointervento egrave stato inficiato da un incendioche nella primavera successiva ha distrutto buonaparte della flora spontanea ed i trapianti effettuati

MateRiali e Metodi

un secondo intervento di reintroduzione di L mono-petalum egrave stato programmato nel 2011 per il sitopalude la vela che ricade nellrsquoomonima Riservanaturale Regionale e prossima allrsquoantica salina di Sgiorgio jonico (ta) come prima fase si egrave procedu-to alla moltiplicazione della specie per ottenere indi-vidui giovani da mettere a dimora la moltiplicazio-ne ex situ egrave stata ripetuta sia per via vegetativa chegenerativa ponendosi nelle medesime condizionidegli anni precedenti ma con lrsquoaccorgimento didistinguere talee semierbacee da talee legnose ilmateriale propagativo egrave stato prelevato dagli indivi-

dui presenti a tricase porto da rami di 2 o piugrave annicon diametro del fusto maggiore di 10 mm sonostate realizzate talee lunghe 10-18 cm da rami di 1anno con diametro inferiore a 10 mm sono staterealizzate talee lunghe 7-12 cm il prelievo egrave statoeffettuato sia allrsquoinizio dellrsquoautunno (5 ottobre 2010)che alla fine della stagione invernale (5 marzo 2011) le talee sono state messe a radicare (senza aggiunta diormoni) in substrato costituito da un mixer di torbae perlite in rapporto 12 in vasi in pvc delle dimen-sioni 7x7x18 cm fatti stazionare poi in tunnel fred-do dopo 30 giorni veniva registrato lrsquoattecchimentodelle talee i risultati definitivi hanno evidenziato ilseguente andamento in autunno per quelle preleva-te da rami di 2 anni egrave stata registrata una percentua-le del 74 e per quelle prelevate da rami di 1 annodel 64 in primavera per le talee piugrave legnose egrave stataregistrata una percentuale di attecchimento pari al95 e per quelle meno legnose dellrsquo86 ancorauna volta i risultati dimostrano la facilitagrave di propaga-zione vegetativa della specie inoltre anche se i valo-ri differiscono di poco si deduce che il periodomigliore per il taleaggio di L monopetalum egrave a finestagione primaverile con rami vecchi di almeno 2anni (tab 1)

i racemi di L monopetalum dopo la fioritura persi-stono sulla pianta per lungo tempo (anche sino allrsquoin-verno) per cui sono stati effettuati periodici prelievidei frutti per lrsquoestrazione dei semi al fine di definire ilperiodo di piena maturazione un primo prelievo deifrutti egrave stato effettuato in ottobre i semi sono statiopportunamente isolati previa rottura della capsulaed una parte di essi egrave stata sottoposta a vernalizzazio-ne (4 degc per 24 h) per simulare unrsquoeventuale dor-mienza invernale la semina egrave stata effettuata in cap-sule petri sterili con carta da filtro come substratotenute in camera di crescita a 20 degc e fotoperiodo di10 h Sono state realizzate tre ripetizioni con 30 ele-menti per capsula lrsquoelaborazione dei dati registratievidenzia un andamento del potere germinativo di Lmonopetalum secondo quanto riportato dalla fig 2 il monitoraggio delle piastre ha evidenziato un pote-re germinativo dei semi molto basso (2-4) questodato egrave stato confermato dalla semina a spaglio effet-tuata in una seminiera con substrato composto datorba e agriperlite nel rapporto 12 da circa 200semi sono emerse solo 6 plantule

420 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

taBella 1Risultati della propagazione ex situResults of ex situ propagation

stagione talee di di radicazionepartenza 72 dopo 30 gg

Oslash 10 mm 64autunno Oslash 10-20 mm 74Oslash 10 mm 86primavera Oslash 10-20 mm 95

ReintRoduzione a palude la vela

i sopralluoghi effettuati a palude la vela per lrsquoindivi-duazione di siti idonei alla reintroduzione hannoindotto alla scelta di due piccole superfici simili percondizioni di substrato per copertura vegetale eparametri ambientali tali siti sono collocati su spon-de opposte dellrsquoacquitrino ed hanno unrsquoestensioneminima di 60 m2 per la messa a dimora sono stateselezionate piante vigorose e sane con unrsquoaltezzamedia di 489 plusmn526 cm e diametro di 1609plusmn304cm nel mese di novembre 2011 egrave stata effettuata laloro messa a dimoranel sito denominato ldquoardquo sono state trapiantate 15piante con un approssimativo sesto di impianto di 2x 4 m nel sito ldquoBrdquo sono state trapiantate 14 piantein ordine sparso in quanto lrsquoarea presentava nume-rose zone di erosione e continui dislivelli

concluSioni

nellrsquoarea palude la vela le condizioni ambientalisembrano piugrave confacenti allrsquoecologia di L monopeta-lum rispetto a tricase porto ed egrave positivo che tutte lepiante abbiano attecchito e siano giunte a fioriturama solo fra qualche anno si potragrave constatare la for-mazione di un eventuale popolamento con individui

fertili ed in grado di autopropagarsi e si avragrave confer-ma del successo della reintroduzione

letteRatuRa citataaavv 2010 ndash Manuale italiano interpretazione degli

habitat (Direttiva 9243 CEE) Ministero ambiente etutela territorio e Mare SBi

accogli R Medagli p MaRcHioRi S 1996 ndashlimoniastrum monopetalum (L) Boiss in Puglia(plumbaginaceae) giorn Bot ital 130 1 91degcongr SBi ancona 16-19 settembre 1996

mdash 2006 ndash Conservazione ex situ e reintroduzione dilimoniastrum monopetalum (L) Boiss sulla fasciacostiera di Tricase Porto (Lecce) inform Bot ital38(Suppl 1) 183-184

BaRtolo g BRullo S MaRcenograve c 1982 ndash La vegeta-zione costiera della Sicilia sud-orientale aQ71226cnR Roma

Biondi e BRugiapaglia e faRRiS e filigHeddu RSeccHi z 2004 ndash Halophilous vegetation of Olbia pondsystem (NE-Sardinia) fitos 41(1) Suppl 1 125-141

conti f Manzi a pedRotti f 1992 ndash Lista RossaNazionale delle Piante drsquoItalia WWf italia Roma

gReuteR W BuRdet HM long g 1989 ndashMedndashChecklist vol 4 320 pp

MaRinoSci M 1870 ndash Flora Salentina 1 22toMei pe guazzi e 1993 ndash Le zone umide della

Toscana Lista generale delle entitagrave generali atti MusStor nat grosseto 15 120-135

tRotteR a 1936 ndash Rilievi ecologici intorno alla flora edalla vegetazione della salina di SGiorgio presso Tarantoann R ist Sup agr portici III 5 120-135

tutin tg HeyWood vH BuRgeS na MooRedM valentine dH WalteRS SM WeBB da1981 ndash Flora Europaea vol 3 51

RiaSSunto - nel presente lavoro vengono esposte leprincipali azioni intraprese dallrsquoorto Botanico deldiSteBa per la salvaguardia di Limoniastrum monopeta-lum (l) Boiss specie ad alta vulnerabilitagrave inclusa nellalista Rossa nazionale delle piante drsquoitalia da anni la spe-cie viene coltivata ex situ nellrsquoorto Botanico e si egrave pensatodi attuare la sua reintroduzione in localitagrave palude la velain un ambito territoriale di antica segnalazione ma doveattualmente risulta scomparsa la propagazione di Lmonopetalum egrave stata effettuata per via vegetativa e genera-tiva e gli individui ottenuti sono stati reintrodotti in duesiti della palude a diverse condizioni ambientali

421Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 2valutazione del potere germinativoevaluation of the germinative power

autoRi

Rita Accogli (ritaaccogliunisalentoit) Maria Pia Bianchi Piero Medagli Silvano Marchiori Orto Botanico delDipartimento di Scienze e Tecnologie Biologiche ed Ambientali (DiSTeBA) Universitagrave del Salento Centro Ecotekne ViaProvinciale per Monteroni 73100 Lecce

in occasione della redazione della checklist dellepiante vascolari della puglia (a albano fBartolucci f conti p Medagli Rp Wagensommerin prep) egrave stato aggiornato lrsquoelenco delle specieminacciate in questa Regionele liste Rosse Regionali (conti et al 1997) ripor-tavano per la puglia 180 entitagrave da allora sono tras-corsi piugrave di 15 anni alcune di queste entitagrave eranoindicate in puglia per errore e altre sono considerateoggi sinonimi di entitagrave non minacciate mentrenumerose specie della lista Rossa nazionale sonostate rinvenute in puglia solo dopo il lavoro diconti et al (op cit) per questo motivo abbiamoritenuto utile aggiornare lrsquoelenco delle specie di listaRossa della Regione puglia e integrarlo con tutte leentitagrave endemiche pugliesi ed esclusive della Regione(presenti in italia solo in puglia)

RiSultati

il libro Rosso delle piante drsquoitalia (conti et al1992) riportava 458 specie e sottospecie di piantevascolari sottoposte a vari gradi di minaccia a livellonazionale di queste entitagrave 46 sono attualmentenote in puglia (tab 1) considerando anche le listeRosse Regionali (conti et al 1997) il numero ditaxa minacciati a livello nazionale e presenti in pugliasale a 89 entitagrave certamente presenti (di cui 1 dubita-tivamente alloctona) e 8 dubitativamente presentinella Regione mentre il numero di entitagrave indicatecome minacciate a livello Regionale egrave pari a 158 (dicui 1 dubitativamente alloctona) alle quali si aggiun-gono 4 entitagrave dubitativamente presenti nella Regio-ne per un totale di 188 entitagrave (tab 1)

le specie esclusive della puglia cioegrave quelle presentiin italia solo in questa Regione sono 54 di cui 2dubitativamente alloctone alle quali si aggiungono 6entitagrave la cui presenza egrave dubbia di queste 54 entitagrave35 sono endemiche pugliesi (tab 1)pertanto le specie di lista Rossa in puglia integratecon tutte le endemiche pugliesi e le esclusive dellaRegione sono 221 (tab 1) pari al 93 della floravascolare autoctona pugliese

diScuSSione

il libro Rosso e le liste Rosse delle piante drsquoitalia(conti et al 1992 1997) pur essendo stati seguitida altri lavori riguardanti le piante minacciate delnostro paese (pignatti et al 2001 ScoppolaSpaMpinato 2005) sono ancora oggi il riferimentoprincipale per le specie a rischio di estinzione initalia negli ultimi anni lrsquoimpulso alla realizzazionedi una nuova lista Rossa delle piante drsquoitalia secon-do i piugrave recenti criteri iucn (2001 2011) egrave statodato dalla rubrica pubblicata sullrsquoinformatoreBotanico italiano ldquoSchede per una lista Rossa dellaflora vascolare e crittogamica italianardquo e dal proget-to appena concluso e realizzato dalla SocietagraveBotanica italiana per conto del Ministero dellrsquoam-biente e della tutela del territorio e del Mare relati-vo alla valutazione nazionale della categoria di rischiodi estinzione per piugrave di 300 specie vegetali di interes-se conservazionistico e di ambientihabitat partico-larmente minacciati (RoSSi et al 2013) attualmen-te questi progetti hanno portato alla valutazione delgrado di minaccia di 40 specie vascolari presenti inpuglia Egrave auspicabile pertanto il contributo di tutti

422 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

piante vascolari minacciate e liste Rosse aggiornamento delle conoscenzein puglia

Rp WagenSoMMeR p Medagli ev peRRino

aBStRact - Threatened vascular plants and Red Lists an update of knowledge in Apulia -the Regional Red list of vas-cular plant species in apulia Region has been updated following recent knowledges of conservation distributional andtaxonomic interest

Key words apulia Red lists threatened species update

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

423Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

taBe

lla

1Piante vascolari endemiche esclusive e di Lista Rossa della Regione Puglia

Endemic exclusive and Red List vascular plants in Apulia Region

424 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO 45 (2) 393-432 2013(se

gue T

ab 1

)

425Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

(segue Tab 1)

426 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013(segue Tab 1)

427Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

(segue Tab 1)

i botanici pugliesi affincheacute sia possibile valutaresecondo i criteri piugrave recenti dellrsquoIUCN (op cit) unnumero molto maggiore di specieLrsquoelenco riportato in Tab 1 include tutte le specieendemiche pugliesi ed esclusive della Puglia Di que-ste entitagrave 33 non venivano indicate nelle Liste RosseRegionali (CONTI et al 1997) Esse sono state inclu-se in Tab 1 in via precauzionale ma in molti casi illoro effettivo grado di minaccia deve ancora esserevalutato Lrsquoelenco non include invece le categorie diminaccia indicate in ROSSI et al (2013) che sarannooggetto di un futuro contributo sulle specie di inte-resse conservazionistico in Puglia

CONCLUSIONILrsquoaggiornamento delle conoscenze floristiche inPuglia e le informazioni tassonomiche nomenclatu-rali e distributive pubblicate nel corso degli ultimianni hanno consentito un aggiornamento delle ListeRosse delle Piante vascolari della Regione Puglia maancora molto lavoro deve essere svolto per megliodefinire il numero di specie a rischio e il loro effetti-vo grado di minaccia secondo i piugrave recenti criteriinternazionali (IUCN op cit)

LETTERATURA CITATACONTI F MANZI A PEDROTTI F 1992 ndash Libro Rossodelle Piante drsquoItaliaMinistero Ambiente WWF Italia

Societagrave Botanica Italiana Romamdash 1997 ndash Liste Rosse Regionali delle Piante drsquoItaliaWWFItalia Societagrave Botanica Italiana CIAS Camerino

IUCN 2001 ndash IUCN Red List Categories and CriteriaVersion 31 IUCN Species Survival CommissionIUCN Gland (Switzerland) amp Cambridge (UK)II+30 pp

mdash 2011 ndash Guidelines for Using the IUCN Red ListCategories and Criteria Version 90 Prepared by theStandards and Petitions Subcommittee httpww-wiucnredlistorgdocumentsRedListGuidelinespdf

PIGNATTI S MENEGONI P GIACANELLI V (a cura di)2001 ndash Liste rosse e blu della flora italiana ANPARoma

ROSSI G MONTAGNANI C GARGANO D PERUZZI LABELI T RAVERA S COGONI A FENU G MAGRINIS GENNAI M FOGGI B WAGENSOMMER RPVENTURELLA G BLASI C RAIMONDO FMORSENIGO S (Eds) 2013 ndash Lista Rossa della FloraItaliana 1 Policy Species e altre specie minacciateComitato Italiano IUCN Ministero Ambiente eTutela Territorio e Mare Roma 54 pp

SCOPPOLA A SPAMPINATO G (Eds) 2005 ndash Atlante dellespecie a rischio di estinzione (CD-ROM) Allegato a ASCOPPOLA C BLASI (Eds) Stato delle conoscenze sullaflora vascolare drsquoItalia Palombi Ed Roma

RIASSUNTO ndash Egrave stata aggiornata la Lista RossaRegionale delle piante vascolari della Regione Pugliasecondo le piugrave recenti conoscenze in ambito conservazio-nistico distributivo e tassonomico

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AUTORI

Robert Philipp Wagensommer (robwagensommeryahooit) Scuola di Scienze Ambientali Universitagrave di Camerino - CentroRicerche Floristiche dellrsquoAppennino (Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga) San Colombo 67021 Barisciano(LrsquoAquila)Piero Medagli (pietromedagliunileit) Laboratorio di Botanica Sistematica del DiSTeBA Universitagrave del Salento ViaProvinciale Lecce-Monteroni 73100 LecceEnrico Vito Perrino (enricoperrinoyahooit) Museo Orto Botanico Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via E Orabona 4 70124Bari

Verticillium dahliae Kleb egrave un fungo tracheomicoti-co responsabile della piugrave grave malattia dellrsquoolivo(Olea europaea l) soprattutto negli oliveti dei paesimediterranei Questo fungo oltre lrsquoolivo attacca piugravedi 300 specie di piante arboree ed erbacee la malat-tia determina generalmente il disseccamento di por-zioni della chioma (BeJaRano-alcaacutezaR et al 2001pegg BRady 2002 BuBici ciRulli 2011) isolatidi V dahliae in grado di infettare cotone e olivo pos-sono essere classificati in due patotipi defogliante enon-defogliante sulla base della loro abilitagrave o menodi indurre defogliazione nelle piante infette(MeRcado-Blanco et al 2001 2003) il presentelavoro propone studi preliminari su i) alcune rispo-ste fisiologiche in due cultivar di olivo caratterizzateda differenti livelli di suscettibilitagrave alla verticilliosi ii)alcuni determinanti di patogenicitagrave potenzialmentecoinvolti nellrsquoinduzione dei sintomi fogliari prodottida patotipi diversi di V dahliae

MateRiali e Metodi

Alterazioni fisiologiche piante di olivo delle cultivar lsquofrantoiorsquo (resistente) elsquoleccinorsquo (suscettibile) sono state inoculate con gliisolati vd312d (defogliante) e vd315nd (nondefogliante) seguendo il metodo descritto da ciRulli

et al (2008) piante non trattate e piante le cui radi-ci sono state immerse per 10 minuti in acqua sonostate utilizzate come tesi di controllo Sono stati valu-tati il contenuto di fenoli carotenoidi clorofillaperossido drsquoidrogeno ascorbato e lrsquoattivitagrave delleperossidasi generiche (pod) e dellrsquoascorbato perossi-dasi (apX) in foglie delle due cultivar raccolte dopo24 72 e 240 ore dal trapianto applicando i metodiproposti da cHandleR doddS (1983) licHten-tHaleR (1987) BRuno SpaRapano (2006) toM-MaSi et al (2006) paRadiSo et al (2008) tre mesidopo lrsquoinoculazione su ogni pianta egrave stata valutata lapresenza di malattia sulla chioma utilizzando la scaladi severitagrave dei sintomi proposta da colella et al(2008) lrsquoanalisi statistica dei dati egrave stata eseguitaattraverso lrsquoanalisi della varianza (anova) le mediesono state separate con il test della minima differen-za significativa (MdS) Produzione di metaboliti secondari fitotossici colture liquide statiche degli isolati vd312d evd315nd di V dahliae sono state allestite in tredifferenti soluzioni nutritive czapek modificato(vdM) patate destrosio Broth (pdB difco ) oacqua estratto di Malto (oxoid) al 2 (eM2) perciascun isolato e substrato sono state preparate 10bottiglie di Roux della capacitagrave di 1 l contenenti

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Meccanismi di resistenza alla verticilliosi e caratterizzazione di varietagrave meridionali di olivo dati preliminari sulla fisiologia dellrsquointerazione olivoVerticillium dahliae

gl BRuno c faSciano Mp ippolito S SeRMani ad MaRSico c colella M aMenduni f toMMaSi

aBStRact - Mechanisms of resistance to olive Verticillium wilt and characterization of olive varieties from southern prelim-inary data on physiology of olive - verticillium dahliae interaction - inoculations experiment were performed with two strainsof Verticillium dahliae characterized as defoliating (vd312d) or not defoliating (vd315nd) pathotypes lsquofrantoiorsquo(resistant) and lsquoleccinorsquo (susceptible) olive plants the interaction plantpathogen was evaluated as total phenolscarotenoids chlorophylls hydrogen peroxide ascorbic acid generic peroxidases and ascorbate peroxidase activityinoculated plants showed the typical pathway associate to a stress the two pathotypes are also able to produce in vitrophytotoxins Some of these secondary metabolites should be involved on biochemical and physiological alterations asso-ciated to verticillium wilt symptoms on olive trees (leaves wilting and defoliation)

Keywords fenoli totali metaboliti secondari stato redox verticilliosi

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

150 ml di soluzione nutritiva ciascuna bottiglia egravestata inoculata con 5 ml di sospensione ottenutaomogeneizzando tre colonie (coltivate per due setti-mane in piastre petri su substrato di pda a 25 degc albuio) in 50 ml di acqua distillata sterile dopo 28giorni di coltura (25 degc al buio) il micelio egrave statorimosso mediante filtrazione su garza e centrifugazio-ne (5500 xg 20 min 4 degc) aliquote (3 ml) di cia-scun filtrato colturale (fc) integro o diluito (10100 e 1000 volte con acqua distillata) sono state uti-lizzate in saggi di tossicitagrave su rametti recisi dilsquoleccinorsquo e lsquofrantoiorsquo eseguiti in ambiente controlla-to (uR 50 t 25 degc luce 150 microe cm-2 sec-1)acqua distillata e substrato non inoculato sono statiutilizzati come controllo dal terzo giorno dopo lrsquoas-sorbimento delle soluzioni tossiche egrave stata osservatala manifestazione dei sintomi dopo 24 72 e 240 oredallrsquoassorbimento delle soluzioni saggiate le foglie diciascun rametto sono state caratterizzate in terminidi flusso traspiratorio utilizzando un porometro li-1600-licor negli stessi intervalli egrave stato valutato ilcontenuto in clorofilla e fenoli seguendo i metodiproposti in precedenza

RiSultati e diScuSSione

Alterazioni fisiologicheper entrambi i patotipi di V dahliae saggiati lrsquoindu-zione di uno stato di malessere nella pianta egrave confer-mata dalla riduzione nel contenuto di clorofillesoprattutto dopo 24 ore per la cultivar suscettibilelsquoleccinorsquo (fig 1) invece il contenuto di ascorbatoclorofille e carotenoidi ha subito un incrementosoprattutto nei campioni di foglie prelevate dopo 72e 240 ore dallrsquoinoculo con il patotipo defogliante leanalisi condotte sulle foglie di lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquohanno mostrato come la molecola segnale perossidodrsquoidrogeno risulta maggiormente presente nella cul-tivar frantoio dopo 72 ore dallrsquoinoculo con il patoti-po defogliante (fig 1) mentre lrsquoattivitagrave della apXsegna negli stessi tempi un decremento (fig 2) invece nella cultivar frantoio i sistemi antiossidan-ti non enzimatici hanno mostrato un calo rispetto aicontrolli nei livelli di ascorbato e di fenoli (fig 1) non si sono osservate variazioni nellrsquoattivitagrave dellacatalasi (fig 2) infatti come dimostrato in altrisistemi nei tessuti vegetali questo enzima svolge unruolo nel metabolismo del perossido di idrogenosecondario rispetto allrsquoapX che invece egrave lrsquoenzimachiave nel controllo della concentrazione in perossi-do di idrogeno (de gaRa et al 2003) lrsquoattivitagrave dellepod infine aumenta notevolmente nelle fasi tardi-ve dellrsquoinfezione nelle foglie di lsquofrantoiorsquo mentre inquelle di lsquoleccinorsquo un incremento egrave evidente 72 oredallrsquoinoculo (fig 2) i dati evidenziati nelle nostre condizioni sperimenta-li sono in linea con quanto riportato dalla letteraturariguardo alle interazioni pianta-patogeno e le risposteda stress abiotici (de gaRa et al 2003) infatti nellepiante resistenti si assiste a una modulazione deisistemi antiossidanti tale da causare un incremento diperossido di idrogeno a livello fogliare (de gaRa etal 2003) per contro nella varietagrave suscettibile lrsquoau-

mento dei livelli in antiossidanti non enzimatici nonegrave sufficiente a indurre resistenza la diversa rispostaai sistemi antiossidanti riscontrata nelle due varietagraveutilizzate in queste prove potrebbe essere consideratacome un marker biochimico per valutare lo stato diavanzamento dellrsquoinfezione e il suo destino primadella comparsa dei sintomi

Evoluzione dei sintomia conferma di quanto giagrave riscontrato da ciRulli etal (2008) lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo sono risultate rispet-tivamente resistenti e suscettibili ai due isolati di Vdahliae utilizzati nessun sintomo egrave stato registrato esulle piante utilizzate come controllo (piante nontrattate e piante le cui radici sono state immerse per

430 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

fig 1contenuto in fenoli carotenoidi clorofille e perossido diidrogeno in foglie di lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo dopo 24 72 e240 ore dallrsquoinoculo con vd312d () e vd315nd ()i controlli sono rappresentati da piante le cui radici sonostate immerse per 10 minuti in acqua (mdash) ciascun valo-re egrave la media di cinque piante phenols carotenoids chlorophylls and hydrogen peroxidecontent in leaves of lsquofrantoiorsquo and lsquoleccinorsquo after 24 72and 240 hours after inoculation with vd312d () andvd315nd () as controls plants were treated for 10minutes in water (mdash) each value is the mean of fiveplants

10 minuti in acqua) e sulle chiome di lsquofrantoiorsquo ino-culate con il patotipo non defogliante il patotipodefogliante ha causato su lsquofrantoiorsquo una modestadefogliazione le piante di lsquoleccinorsquo hanno espressosintomi gravi con entrambi i patotipi (generale avviz-zimento della chioma) aggravati nel caso del patoti-po defogliante da accentuata e rapida filloptosiMetaboliti secondari fitotossici gli isolati di V dahliae utilizzati in coltura liquida susubstrato vdM hanno permesso di ottenere fc chesaggiati su rametti recisi di lsquoleccinorsquo (suscettibile) elsquofrantoiorsquo (resistente) hanno riprodotto sintomi diavvizzimento e accartocciamento fogliare e defoglia-zione nessun sintomo egrave stato registrato sui ramettiche hanno assorbito acqua distillata e i substrati noninoculati lrsquoassorbimento dei 3 ml di soluzione daparte dei rametti ha richiesto 30-32 ore per acquavdM pdB e eM2 mentre i fc dei due isolati sonostati assorbiti in 17-24 ore i fc dei patotipivd312d o vd315nd di V dah-liae ottenuti su substrato vdM saggiati su entrambe

le cultivar di olivo hanno evidenziato sintomi da 7-9 giorni dopo lrsquoassorbimento i fc ottenuti su sub-strato vdM da entrambi i patotipi inducono ripiega-mento e successivo imbrunimento della laminafogliare sui rametti di lsquofrantoiorsquo Sui rametti dilsquoleccinorsquo sono stati registrati ingiallimenti della lami-na fogliare inizialmente intorno alle nervature edopo 3-5 giorni sullrsquointera superficie Sintomo fina-le dei fc di entrambi gli isolati di V dahliae dopo 28giorni di coltura su substrato di vdM egrave stata unagenerale defogliazione dei rametti Su lsquoleccinorsquo ladefogliazione egrave stata severa e si egrave avuta dopo 17 gior-ni sui rametti trattati con il fc dellrsquoisolato vd312dcf e dopo 21 giorni su lsquofrantoiorsquo i rametti trattaticon i fc di vd315nd sono stati registrati dopo 20giorni su lsquoleccinorsquo e dopo 25 giorni su lsquofrantoiorsquo isintomi sopra descritti sono stati osservati anche suirametti che hanno assorbito i fc dei due isolati dopodiluizione di 10 e 100 volte con acqua distillata i fc ottenuti dai due patotipi su substrato vdMsono stati confrontati sulle due cultivar per i loroeffetti sul flusso traspiratorio e sulle variazioni infenoli e clorofille presenti nelle foglie (fig 3)

431Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 2contenuto in ascorbato e attivitagrave delle perossidasi generi-che (pod) e dellrsquoascorbato perossidasi (apX) in foglie dilsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo dopo 24 72 e 240 ore dallrsquoinoculocon vd312d () e vd315nd () i controlli sono rap-presentati da piante le cui radici sono state immerse per10 minuti in acqua (mdash) ciascun valore egrave la media di cin-que piante ascorbic acid concentration and peroxidase (pod) andascorbate peroxidase (apX) activity in leaves of lsquofrantoiorsquoand lsquoleccinorsquo after 24 72 and 240 hours after inocula-tion with vd312d () and vd315nd () as controlsplants were treated for 10 minutes in water (mdash) eachvalue is the mean of five plants

fig 3effetti sulla traspirazione e sul contenuto in clorofille efenoli in foglie di lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo dopo 24 72 e 240ore dallrsquoassorbimento di 3 ml di filtrato colturale degli iso-lati vd312d () e vd315nd () su substrato vdM icontrolli hanno assorbito 3 ml di acqua (mdash) ciascunvalore egrave la media di cinque rametti recisi transpiration from abaxial leaf surfaces and chlorophyllsand phenols content in leaves of lsquofrantoiorsquo and lsquoleccinorsquoafter 24 72 and 240 hours after the absorbtion of 3 ml fvd312d () and vd315nd () culture filtrates onvdM as controls twigs adsorbed 3 ml of water (mdash) eachvalue is the mean of five twigs

le misure di traspirazione (fig 3) dimostrano unforte incremento nel flusso traspiratorio nei ramettirecisi che hanno assorbito i fc ottenuti dal patotipovd312d rispetto a quelli ottenuti dal vd315nd edalle tesi di controllo nessuna differenza egrave stata regi-strata nel contenuto in clorofilla Solo la concentra-zione in fenoli nelle foglie dei rametti recisi chehanno assorbito i fc ottenuti dai due isolati egrave risul-tata circa tre volte superiore rispetto ai rametti delletesi di controllo totali (fig 3)in definitiva appare chiaro che nellrsquointerazione Vdahliae e olivo entrino in gioco fattori chimici divirulenza del patogeno (fitotossine) che contribuisca-no alla patogenesi e alla manifestazione dei sintomied inducano nellrsquoospite condizioni di stress in que-sto stato la pianta ospite manifesteragrave in parte o intoto le alterazioni biochimiche e fisiologiche determi-natesi nei tessuti attraverso i sintomi

Ringraziamenti - gli autori ringraziano i collaboratoriluca Scarola valentino poliseno nicola contursi eaniello Rescigno (dipartimento di Scienze del Suolo dellapianta e degli alimenti universitagrave degli Studi di Barialdo Moro) per il valido supporto tecnico nella realizza-zione delle prove lavoro realizzato con il contributo dellafondazione cassa di Risparmio di puglia Bando 2010 ndashprogetto Meccanismi di resistenza alla verticilliosi e caratte-rizzazione di varietagrave meridionali di olivo

letteRatuRa citataBeJaRano-alcaacutezaR J peacuteRez-aRteacuteS e JiMeacutenez-dIacuteaz

RM 2001 ndash Spread of the defoliating pathotype ofverticillium dahliae to new cotton and olive growingareas in Southern Spain in Proceedings 8th Inter-national Verticillium Symposium coacuterdoba 2001 57

BRuno g SpaRapano l 2006 ndash Effects of three esca-asso-ciated fungi on vitis vinifera L II Characterization ofbiomolecules in xylem sap and leaves of healthy and dis-eased vines physiol Mol plant path 69 195-208

BuBici g ciRulli M 2011 ndash verticillium wilt inScHena l agoSteo ge cacciola So (eds)Olive diseases and disorders 191-222 transwordResearch network Kerala india

cHandleR Sf doddS JH 1983 ndash The effect of phos-phate nitrogen and sucrose on the production of pheno-lics and solasodine in callus cultures of Solanum lacinia-tum plant cell Rep 2 205

ciRulli M colella c drsquoaMico M aMenduni MBuBici g 2008 ndash Comparison of screening methods for

the evaluation of olive resistance to verticillium dahliaeKleb J plant path 90(1) 7-14

colella c Miacola c aMenduni M drsquoaMico MBuBici g ciRulli M 2008 ndash Sources of Verticilliumwilt resistance in wild olive germplasm from theMediterranean region plant path 57 533-539

de gaRa l de pinto Mc toMMaSi f 2003 ndash Theantioxidant systems vis-agrave-vis reactive oxygen species dur-ing plantndashpathogen interaction plant physiolBiochem 41 863-870

licHtentHaleR HK 1987 ndash Chlorophylls andearotenoids pigments of photosynthetic bio-membranesMethods enzymol 148 351-383

MeRcado-Blanco J collado-RoMeRo M paRRilla-aRauJo S RodRIacuteguez-JuRado d JiMeacutenez-dIacuteazRM 2003 ndash Quantitative monitoring of colonizationof olive genotypes by verticillium dahliae pathotypes withreal-time polymerase chain reaction physiol Mol plantpath 63 91-105

MeRcado-Blanco J RodRIacuteguez-JuRado d peacuteRez-aRteacuteS e JiMenez-dIacuteaz RM 2001 ndash Detection of thenondefoliating pathotype of verticillium dahliae ininfected olive plants by nested PCR plant path 50609-619

paRadiSo a BeRaRdino R de pinto Mc Sanitagrave ditoppi l StoRelli MM toMMaSi f de gaRa l2008 ndash Increase in ascorbatendashglutathione metabolism aslocal and precocious systemic responses induced by cadmi-um in durum wheat plants plant cell physiol 49362-374

pegg gf BRady Bl 2002 ndash Verticillium Wilts caBipublishing Wallingford

toMMaSi f paciolla c de pinto Mc de gaRa l2006 ndash Effects of storage temperature on viability germi-nation and antioxidant metabolism in ginkgo biloba Lseeds plant physiol Biochem 44 359-368

RiaSSunto ndash due ceppi di Verticillium dahliae caratte-rizzati come patotipo defogliante (vd312d) o non defo-gliante (vd315nd) e piante di olivo delle cultivarlsquofrantoiorsquo (resistente) e lsquoleccinorsquo (suscettibile) sono statiutilizzati in prove di inoculazione artificiale focalizzate allostudio fisiologico delle interazioni pianta patogeno ladiversa risposta riscontrata nelle due varietagrave in termini difenoli carotenoidi clorofilla perossido di idrogeno ascor-bato perossidasi generiche e ascorbato perossidasi indicauno stato di stress fitotossine prodotte in vitro dai duepatotipi sembrano essere coinvolte nelle alterazioni biochi-miche e fisiologiche alla base delle tipiche sintomatologiedella verticilliosi su olivo (avvizzimento generale dellachioma e defogliazione)

432 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

autoRi

Giovanni Luigi Bruno (giovanniluigibrunounibait) Samer Sermani Antonio Domenico Marsico Mario AmenduniDipartimento di Scienze del Suolo della Pianta e degli Alimenti (DiSSPA) Sezione di Patologia vegetale Universitagrave di BarildquoAldo Morordquo Via G Amendola 165A 70126 BariCristina Fasciano Maria Paola Ippolito Franca Tommasi (francatommasiunibait) Dipartimento di Biologia Universitagrave diBari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70125 BariCecilia Colella Dipartimento di Chimica Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70125 Bari

Page 18: Società Botanica italiana onluS 45 (2) 2013/391... · 2018-05-08 · prodotto preso in esame e sia dal metodo utilizzato (peRez-JiMénez et al., 2008; MülleR et al., 2010). un’attenzione

le collezioni xilologiche (xylaria) hanno da sempreassunto una notevole importanza sia per il ruolosvolto in campo didattico sia per quello svolto inambito scientifico nei settori della botanica archeo-logia etnologia tecnologia del legno ed in particola-re dove egrave richiesto il confronto tra campioni(uRBinati giove 2012) attualmente collezioni xilologiche sono presenti inquasi tutti gli stati anche se le principali per numerodi campioni sono negli uSa per quanto concernelrsquoitalia solo quattro collezioni sono state inseritenella quarta edizione dellrsquoIndex Xylariorum (lyncHgaSSon 2010) il patrimonio nazionale tuttavia egravesicuramente molto piugrave ampio ma risulta difficile sti-marlo sia sul piano qualitativo che quantitativo inquanto sino ad oggi non egrave stato effettuato un censi-mento completo una delle collezioni italiane piugrave interessanti per unaserie di peculiaritagrave che la contraddistinguono egrave laXylotomotheca Italica di adriano fiori essa fu realiz-zata nei primi anni del novecento col preciso obiet-tivo di completare ed arricchire la Flora ItalicaExsiccata (FIE) la piugrave grande raccolta italiana diexsiccata fanerogamici realizzata da fiori pampaninie Begraveguinot in particolare lo scopo degli autori fuquello di corredare gli exsiccata con le sezioni micro-tomiche del legno le schede relative alla

Xylotomotheca Italica furono pubblicate a partire dal1905 come appendice delle Schedae ad FloramItalicam Exsiccatam (fioRi et al 1905)la collezione egrave costituita da sezioni trasversali e lon-gitudinali dello spessore di circa 01 mm e con lealtre dimensioni variabili (le8 cm) (di paSQualeallevato 2007) il microtomo utilizzato per la rea-lizzazione delle sezioni fu ideato e progettato dallostesso fiori e da lui denominato ldquonuovo microtomoautomatico a doppia rotazionerdquo (fioRi 1900) nellaversione originaria della collezione le sezioni sonoconfezionate in pieghi di cartoncino contenenti unao due coppie delle sezioni trasversali e longitudinalii pieghi in cartoncino sono a loro volta inseriti inbustine di carta esse sono corredate da una etichet-ta sulla quale sono riportati il numero drsquoordine delcampione il binomio linneano la porzione anatomi-ca rappresentata dalla sezione il luogo e la data diraccolta in molti casi il riferimento al campione dellaFIE ed infine il nome del curatore al progetto col-laborarono numerosi botanici traverso pampaninigortani ferro cerica goiran vaccari MezzanaBicknell cecconi nicoli Bardi andrea fiori etrotter la collezione egrave costituita da 215 campioni corrispon-denti a 184 taxa specifici appartenenti a 113 generiSi tratta soprattutto di entitagrave della flora italiana

409infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

la Xylotomotheca Italica del Museo orto Botanico dellrsquouniversitagrave di Bari

v cavallaRo g SignoRile f caRRuggio f Mantino l foRte

aBStRact - The Xylotomotheca italica of the Botanical Garden Museum of Bari University -the Xylotomotheca Italicawhich was realized by adriano fiori at the beginning of the 20th century is a really interesting and peculiar historical col-lection it is composed of thin sections of wooden species While most of the species belong to italian flora only a few ofthem are exotic ones which are cultivated in italy fiori had the specific aim of enriching Flora Italica Exsiccata (FIE) andof supplying botanists with invaluable comparative material Moreover he designed the microtome which was used to cutthe sections the collection consists of 215 samples the sections are enclosed in bended cards which are contained insmall labelled envelopes a different version of the Xylotomotheca Italica which was produced with didactic purposes isstill conserved at the Botanical garden Museum of Bari university it was probably acquired together with some FIE exs-iccata by the Herbarium Horti Botanici Barensis (Bi) which is now part of the Botanical garden Museum in this ver-sion sections and labels are put between two rectangular pieces of glass which are sealed with a grey tape this collectionis composed of 154 samples which include 135 subgeneric taxa belonging to 93 genera it is generally fairly well con-served and some actions whose aim is restoring the collection have been started

Key words adriano fiori exsiccata Xylotomotheca Italica

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

mentre solo una piccola percentuale egrave rappresentatada esotiche (cuccuini 2002) Si ritiene che la colle-zione completa e nella sua veste originaria sia presen-te solo presso lrsquoerbario di padova (pad) elrsquoHerbarium Centrale Italicum (fi) (cuccuini2002) viceversa parti di essa o versioni diverse daquella originaria sono presenti presso numerosi erba-ri italiani ed anche presso istituzioni estere come iKew Royal Botanic Gardens (httpwwwkeworg)

RiSultati e diScuSSione

presso il Museo orto Botanico dellrsquouniversitagrave di Bariegrave presente la Xylotomotheca Italica non nella sua vesteoriginaria bensigrave in una versione realizzata per scopididattici Molto probabilmente essa fu acquisitacongiuntamente agli exsiccata della FIE dalla profssafrancini negli anni della sua permanenza pressolrsquoateneo barese (1940-1961) le sezioni sono monta-te con lrsquoetichetta tra due vetri rettangolari di 10x15cm oppure di 13x18 cm e sigillati con un nastro intela grigia (fig 1)Sia i preparati che le etichette sono del tutto uguali aquelli presenti nella versione originaria la collezione

egrave composta da 154 campioni corrispondenti a 135taxa specifici appartenenti a 93 generi la maggiorparte dei preparati proviene dalla provincia di firenzeed il curatore egrave tranne poche eccezioni adrianofiori i campioni sono a loro volta conservati in 16cofanetti di cartone rigido di colore grigio chiusimediante un nastro di cotone dello stesso colorepresso lrsquoerbario del laboratorio di Botanica agraria(fiaf) dellrsquouniversitagrave di firenze egrave conservata lamedesima versione realizzata a scopi didattici che egravecostituita da 178 campioni collocati in 18 cofanetti(cuccuini 2002)attualmente in relazione ad un rinnovato interesseverso le collezioni xilologiche dovuto ai piugrave recentiutilizzi in campo sperimentale (ManiatiS et al2011) didattico divulgativo ed alla consapevolezzache la Xylotomotheca Italica possiede tutte le caratte-ristiche di un bene culturale (d lgs n 422004 art11) sono state avviate alcune azioni tese al recuperoconservativo della collezione presente presso ilMuseo orto Botanico in primo luogo egrave stato valu-tato lo stato di conservazione dei singoli campioni alfine di evidenziare gli eventuali interventi da effet-tuare ersquo risultato che solo 3 campioni presentano ivetri rotti tuttavia le sezioni non sono danneggiateviceversa in quasi tutti i campioni il nastro che sigil-la i vetri egrave logoro e consunto pertanto egrave possibileaffermare che la collezione egrave complessivamente inun discreto stato conservativola collezione egrave stata inoltre informatizzata medianteapposito software (fileMaker pRo 12 clariscorporation) riportando nei vari campi le informa-zioni presenti sui cartellini Questo intervento hapermesso di fruire facilmente delle informazioni inessa contenute prossimamente si completeragrave il lavo-ro realizzando alcuni interventi di restauro sui cam-pioni ed effettuando lrsquoacquisizione in formato elet-tronico della loro immagine con uno scanner perdocumenti di pregio anche al fine di implementareun archivio elettronico consultabile via internet

letteRatuRa citatacuccuini p 2002 ndash La Xylotomotheca italica un caso

insolito di serie di exsiccata Catalogo e spigolature stori-che Museol Sci 19(1) 97-119

di paSQuale g allevato e 2007 ndash Collezioni di legnie carboni in Mazzoleni S pignatelli S (a cura di)I Musei delle Scienze Agrarie lrsquoevoluzione delleWunderkammern 79-81 ed universitagrave di napolifederico ii

fioRi a 1900 ndash Nuovo microtomo automatico a doppiarotazione Malpighia 14 411-424

fioRi a Beacuteguinot a paMpanini R 1905 ndash Schedae adFloram Italicam Exsiccatam n giorn Bot ital ns12(2) 143-144

lyncH aH gaSSon pe 2010 ndash Index XylariorumEdition 4 Royal Botanic gardens Kew published onthe internet

ManiatiS d Saint andReacute l teMMeRMan M MalHiy BeecKMan H 2011 ndash The potential of using xylar-ium wood samples for wood density calculations a com-parison of approaches for volume measurement forest 4150-159

uRBinati c giove M 2012 ndash Collezioni xilologiche in

410 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

fig 1un campione della Xylotomotheca Italica presente presso ilMuseo orto Botanico dellrsquouniversitagrave di Baria sample of the Xylotomotheca Italica at the Botanicalgarden Museum of Bari university

taffetani f (a cura di) Herbaria nardini editorefirenze

RiaSSunto - la Xylotomotheca Italica di adriano fiorirealizzata nei primi anni del novecento rappresenta unadelle collezioni storiche piugrave interessanti e peculiari nel suogenere Si tratta di sezioni sottili di numerose specie legno-se tra le piugrave rappresentative della flora italiana e di alcunespecie esotiche coltivate in italia lrsquoautore realizzograve la col-lezione col preciso obiettivo di arricchire la Flora ItalicaExsiccata (FIE) e pertanto di fornire un prezioso materialedi confronto per quanti svolgevano lavori botanici inoltreprogettograve il microtomo utilizzato per effettuare le sezioninella versione originaria della collezione costituita da 215

campioni le sezioni sono confezionate in pieghi di carton-cino a loro volta riposti in bustine corredate da unrsquoetichet-ta la Xylotomotheca Italica presente presso il Museo ortoBotanico dellrsquouniversitagrave di Bari fu acquisita probabil-mente insieme ai campioni della FIE presenti pressolrsquoHerbarium Horti Botanici Barensis (Bi) essa non si pre-senta nella sua veste originaria bensigrave in una versione realiz-zata per scopi didattici le sezioni con la relativa etichet-ta sono montate tra due vetri rettangolari sigillati da unnastro di tela grigia la collezione egrave composta da 154 cam-pioni comprendenti 135 taxa sub-generici appartenenti a93 generi Sono stati avviati alcuni interventi tesi al recu-pero della collezione che si presenta complessivamente inun discreto stato di conservazione

411

autoRi

Viviana Cavallaro (vivianacavallarounibait) Luigi Forte Dipartimento di Biologia e Museo Orto Botanico Universitagrave diBari ldquoAldo Morordquo Via E Orabona 4 70126 BariGiovanni Signorile Francesca Carruggio Francesca Mantino Museo Orto Botanico Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via EOrabona 4 70126 Bari

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

Malgrado siano trascorsi ben 40 anni il noto afori-sma di dobzhansky secondo cui ldquoniente in biologiaha senso se non alla luce dellrsquoevoluzionerdquo(doBzHanSKy 1973) non solo nulla ha perso dellasua straordinaria forza concettuale ma di fatto haoggi un significato ancor piugrave profondo in relazione aipiugrave recenti studi nel campo della biologia evolutivadello sviluppo (evo-devo) disciplina che estende ulte-riormente la visione unificante che negli anni lsquo30 elsquo40 del secolo scorso condusse alla sintesi evoluzioni-stica coniugando la genetica con le ldquoclassicherdquo scien-ze naturali (MuumllleR 2007)Svolgere adeguata divulgazione scientifica sulla teoriadellrsquoevoluzione appare perograve un compito estrema-mente difficile di evoluzione si parla nei contestipiugrave disparati ma non di rado i concetti basilari dellateoria darwiniana e delle sue successive elaborazionivengono travisati al punto da attribuire a darwinstesso affermazioni mai da lui pronunciate o scrittea cominciare dal famigerato rdquolrsquouomo discende dallascimmiardquo frase che manifesta la totale ignoranza dichi la pronuncia sulle tematiche in questione ersquoanche spiacevolmente frequente una volgarizzazioneerronea del concetto di evoluzione che viene inter-pretato come un ldquocammino verso la perfezionerdquo conlrsquointroduzione di elementi di teleologia del tuttoinappropriati allrsquoindirizzo httpevolutionberke-leyedu egrave disponibile un utile elenco di tipici erroriconcettuali sulla tematica dellrsquoevoluzione con relati-ve argomentazioni e note esplicative Se sono ben chiari i motivi della opportunitagrave e neces-sitagrave di insegnare i principi ed i meccanismi dellrsquoevo-luzione a tutti i livelli dellrsquoistruzione scolastica eduniversitaria non sono a tuttrsquooggi disponibili ade-

guati strumenti didattici neacute vi egrave stato se non episo-dicamente un confronto con i potenziali fruitoridegli interventi formativi per sperimentare le moda-litagrave piugrave efficaci con cui trasmettere i complessi edarticolati concetti della teoria dellrsquoevoluzione supe-rando le fin troppo diffuse inesattezze e gli erroriconcettuali precedentemente menzionatiil ruolo delle risorse museali per una efficace didatti-ca dellrsquoevoluzione egrave stato messo in rilievo da alcunistudi (Spiegel et al 2012) compiuti prevalentemen-te negli Stati uniti dove egrave piugrave avvertibile il problemadelle resistenze di tipo ideologicoreligioso in parti-colare nelle aree in cui sono particolarmente diffusi ilcreazionismo e lrsquoipotesi dellrsquoIntelligent Design che nerappresenta una versione ldquoaggiornatardquo dallrsquoesigenza di colmare questa grave lacuna nascepresso il Museo orto Botanico strutturadellrsquouniversitagrave degli Studi di Bari ldquoaldo Morordquo ilprogetto denominato e-Move (evoluzione delMondo vegetale) il progetto nasce dallrsquoidea che labiodiversitagrave vegetale vista in chiave diacronica possacostituire uno strumento molto efficace per la divul-gazione scientifica su questo tema cosigrave importante ilprogetto annuale che ha ricevuto un finanziamentodal MiuR nellrsquoambito della legge 62000 per la dif-fusione della cultura scientifica presenta alcuni ele-menti di novitagrave che verranno discussi in questo brevecontributo

aRticolazione del pRogettoil progetto si articola su 3 linee (a) allestimento nelMuseo orto Botanico di spazi espositivi sperimenta-li per elaborazione e validazione di strategie didatti-co-divulgative (B) Realizzazione di giochi interattivi

412 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

Risorse per insegnare lrsquoevoluzione dei vegetali il progetto e-Move

a gRano Mc de tullio

aBStRact - Resources for teaching plant evolution the E-MoVe project -the e-Move (evolution of the plant World)project tackles the problem of the scarcity of effective educational tools for teaching evolution in spite of the undoubtedimportance of the topic Within the Botanical garden Museum of the university of Bari methodologies for teaching evo-lution will be developed in collaboration with school teachers and other stakeholders novel teaching tools includinginteractive videogames will be made available to national and international institutions for testing and validation theproject funded by the italian Ministry of education also aims at providing training to school teachers and scientific muse-um operators

Key words plant evolution scientific museum teaching

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

(c) formazione di docenti ed operatori museali

(a) lo spazio espositivo consentiragrave di sperimentarestrategie di comunicazione e divulgazione valorizzan-do strutture attrezzature e competenze giagrave presenti esi articola in 3 parti (a phylowall b darwin e lepiante c iconografia botanica) con aula didatticaper la formazionea phyloWall la parete della filogenesi delle pianteil ldquogiardino verticalerdquo nasce a scopo decorativo-arti-stico su idea del botanico e designer p Blanc ilphyloWall avragrave una funzione scientifico-didatticaattraverso la disposizione degli organismi secondouno schema filogenetico si visualizzeragrave in manieraimmediata il concetto di evoluzione una legendacon datazione e localizzazione geografica dei repertifossili verragrave collocata accanto al phylowall per unaimmediata fruibilitagraveb darwin e le pianteverragrave allestita lrsquoipotetica ricostruzione dello studio didarwin con alcune delle immagini piugrave significativelegate allrsquoelaborazione del concetto di evoluzioneverragrave collocato uno schermo touch-screen per i giochiinterattivi c iconografia botanica localeverranno allestite teche per lrsquoesposizione di volumitra cui la flora del Regno di napoli di Micheletenore allo scopo di evidenziare il legame tra il pas-sato ed il futuro della ricerca botanica

(B) la realizzazione di materiale didattico innovativocostituisce un obiettivo fondamentale del progettoun comitato di redazione tecnico-scientifico in col-laborazione con uno studio professionale specializza-to nella comunicazione multimediale si occuperagrave diideare e realizzare materiale didattico che verragrave poidistribuito per la validazione nellrsquoambito di una retedi collaborazione nazionale ed internazionale

(c) la formazione si articoleragrave in (a) visite guidateper alunni (b) corsi per insegnanti e operatorimuseali con la collaborazione dellrsquoassociazionenazionale insegnanti di Scienze naturali (aniSn)si prevede la formazione di insegnanti sulle tematichedellrsquoevoluzione biologica utilizzando sia un approc-cio storico-didattico con lrsquouso dellrsquoerbario e dellabanca del germoplasma sia lo sviluppo di strumentiinterattivi informaticii moduli di formazione affronteranno temi che spa-ziano dallrsquoinquadramento storico della teoria dellrsquoe-voluzione allrsquouso delle moderne tecniche di sistema-tica molecolare sviluppando specifici percorsi didat-tici per i diversi livelli di approfondimento un ruolofondamentale verragrave attribuito allrsquouso delle risorsemuseali

pRoSpettive futuReil progetto ha elevate potenzialitagrave di fornire ricaduteper la diffusione della cultura scientifica sia a livellolocale sia come esperienza pilota da esportare in altrerealtagrave territoriali nazionali in particolare la collabo-razione con lrsquoaniSn consente lrsquoimplementazionedel progetto nelle ldquoscuole presidiordquo ed una piugrave ampiautilizzabilitagrave del materiale didattico sullrsquoevoluzionedelle piante che verragrave messo a disposizionela collaborazione con altre universitagrave orti Botanicie Musei della Scienza costituiragrave una rete aperta ad unbacino di utenza piugrave ampio e permetteragrave di esporta-re sul piano nazionale lrsquoesperienza maturata nellrsquoam-bito del progettole azioni connesse alla realizzazione di e-Move pro-muoveranno su scala nazionale la costituzione dinodi in una rete di comunicazione e diffusione dellacultura scientifica nel campo specifico dellrsquoevoluzio-ne delle piante con lrsquoobiettivo generale di elevare illivello di competenze degli studenti dei docentidegli operatori museali e del pubblico di non addet-ti ai lavori in ambito scientifico sostenendo la for-mazione continua la formazione di operatorimuseali guide naturalistiche ed altre figure profes-sionali per ampliare le conoscenze naturalistiche ter-ritoriali egrave un obiettivo di particolare rilevanza sia perla valorizzazione delle risorse umane sia per la tuteladei beni ambientali e dellrsquoingente patrimonio costi-tuito dalla biodiversitagrave vegetale nel nostro paese conlrsquoobiettivo di salvaguardare specie a rischio di estin-zione nella fattispecie piante che hanno rivestito unparticolare significato nel corso dellrsquoevoluzione

letteRatuRa citatadoBzHanSKy t 1973 ndash Nothing in biology makes sense

except in the light of evolution amer Biol teacher 35127-129

MuumllleR g 2007 ndash Evo-devo extending the evolutionarysynthesis nat Rev genet 8 943-949

Spiegel an evanS eM fRazieR B Hazel a taReM gRaM W diaMond J 2012 ndash Changing muse-um visitorrsquos concept of evolution evo edu outreach5 43-61

RiaSSunto ndash viene brevemente presentato il progettoe-Move (evoluzione del Mondo vegetale) attualmentein corso di realizzazione presso il Museo orto Botanicodellrsquouniversitagrave degli Studi di Bari ldquoaldo Morordquo il proget-to che ha ricevuto un finanziamento MiuR nellrsquoambitodella legge 62000 per la diffusione della cultura scientifi-ca si propone di allestire uno spazio espositivo che si poneanche come centro permanente per la ideazione realizza-zione e diffusione di efficaci strategie didattiche sui temidellrsquoevoluzione biologica attraverso la costituzione di unarete di validazione nazionale ed internazionale noncheacute larealizzazione di incontri di formazione per docenti discuole di ogni ordine e grado ed operatori museali

413Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

autoRi

Antonella Grano Museo Orto Botanico Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70126 BariMario C De Tullio (mariodetulliounibait) Dipartimento di Biologia Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70126Bari

il genere Arum l (Araceae) comprende in italia trespecie poliploidi A apulum (carano) p c Boyce Amaculatum l e A italicum Mill in questo genere itaxa poliploidi tendono ad occupare areali geograficimolto ampi rispetto alle specie diploidi (Bedalov1981) infatti A italicum egrave principalmente diffusodal caucaso attraverso la regione del Mediterraneofino alla costa atlantica (BonnieR 1931 MeuSel etal 1965 diHoRu 1970 Bedalov 1975) A macu-latum secondo MeuSel et al (1965) teRpograve (1973)e Bedalov (1981) egrave distribuito in europa centrale eoccidentale A maculatum e A italicum presentanotuberi rizomatosi al contrario del poliploide A apu-lum che ha il tubero a forma discoide (BedalovKupfeR 2005) in riferimento allrsquoorigine delle speciedel genere Arum Bedalov KupfeR (2005) suggeri-scono che la forma discoide del tubero sia da consi-derare ancestrale rispetto alla forma rizomatosaSuccessivamente questi dati sono stati confermati daindagini molecolari (eSpigravendola et al 2010) in precedenti lavori al fine di chiarire la tassonomiadel genere Arum sono stati riportati alcuni aspetticitologici e citotassonomici (goRi 1958 MaRcHi etal 1964 BeuRet 1971 1972 MaRcHi 1971Bedalov 1975 1981 Bedalov et al 1998) lamaggior parte delle specie di Arum egrave diploide connumero cromosomico 2n=28 mentre sono pochi itaxa poliploidi conosciuti A maculatum e A apulumsono tetraploidi con 2n=56 mentre A italicum egrave esa-ploide con 2n=84 le analisi cariologiche hannomostrato in dettaglio i cariotipi di quattro speciediploidi e due poliploidi i taxa analizzati inoltrehanno evidenziato un ldquocariotipo di baserdquo caratteriz-

zato dalla presenza di alcuni cromosomi marker(drsquoeMeRico et al 1993 Bianco et al 1994) il presente contributo fornisce pertanto informazio-ni sulla cariomorfometria delle suddette specie poli-ploidi

MateRiali e Metodile analisi cariologiche sono state effettuate su apiciradicali pretrattati con colchicina 03 per 2h equindi fissati per 5 min con 5111 (vv) (alcol eti-lico assoluto cloroformio acido acetico glaciale for-maldeide) successivamente sono stati idrolizzati per20 min con Hcl 55n e colorati con reattivo difeulgen la nomenclatura utilizzata per descrivere ilcariotipo segue levan et al (1964)per valutare il livello di simmetria del cariotipo sonostati utilizzati gli indici di asimmetria a1 (indiceintracromosomale) e a2 (indice intercromosomale)(RoMeRo zaRco 1986)

RiSultati e diScuSSioneArum maculatum e A italicum sono caratterizzati daun cariotipo asimmetrico comprendente numerosicromosomi submetacentrici con A italicum chemostra un indice intracromosomale (a1=043) piugraveelevato rispetto ad A maculatum (a1=039)dal punto di vista citologico egrave interessante notareche nelle specie esaminate sono state osservate coppiedi cromosomi caratterizzate dalla presenza di seg-menti telomerici debolmente colorati dal feulgenprecedentemente descritti come costrizioni seconda-rie (drsquoeMeRico et al 1993) dyeR (1963) e voSacolaSante (1995) descrivono simili segmenti

414 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

indagini cariomorfometriche in tre taxa poliploidi del genere Arum

a tuRco p Medagli a alBano S drsquoeMeRico

aBStRact - Karyomorphometry on three polyploid taxa of arum - Somatic chromosomes of three polyploid taxa of Arumhave been investigated A italicum showed 2n = 84 chromosomes and the karyotype is composed by numerous asymmet-ric chromosomes A maculatum and A apulum have shown 2n = 56 chromosomes the karyotype morphology of Aitalicum is similar to that of A maculatum but the most asymmetrical karyotype and the presence of numerous weaklyfeulgen-stained segments of the former suggest a more recent origin respect to latter differently A apulum has showed asymmetrical karyotype and few weakly feulgen-stained segments

Keywords allocyclic segments Arum karyotype asymmetry

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

denominati ldquoallocyclic segmentsrdquo in diversi gruppidi piante (Gasteria duval Iris l Aloe l) voSaBennett (1990) e Bennett gRiMSHaW (1991)inoltre suggeriscono lrsquoutilitagrave di questi segmenticome indicatori dellrsquoevoluzione del cariotipo e quin-di determinanti nellrsquoidentificazione dei cariotipidelle varie entitagrave al riguardo Arum italicum hamostrato il maggior numero di cromosomi conte-nenti i suddetti segmenti in comparazione a quelliosservati nei complementi di A maculatum A apu-lum e nei diploidi A orientale M Bieb subsp orien-tale e A cylindraceum gasp (drsquoeMeRico et al1993) differentemente A apulum egrave una specie tetraploidecon una distribuzione limitata al Sud italia (puglia)(caRano 1934 goRi 1958 Bianco et al 1994)Questrsquoultima specie mostra un cariotipo piugrave simme-trico (a1=032) considerato ancestrale rispetto allespecie con cariotipi asimmetrici (SteBBinS 1971)costituito da cromosomi prevalentemente metacen-trici e dalla presenza di pochi segmenti allociclicidrsquoaltra parte lrsquoisolamento geografico accompagnatoda variazioni ecologiche sembra supportare lrsquoattualestruttura del cariotipo di A apulum

letteRatuRa citata Bedalov M 1975 ndash Cytotaxonomical and phytogeograph-

ical investigation of the species arum italicum Mill inYugoslavia acta Bot croat 34 143-150

mdash 1981 ndash Cytotaxonomy of the genus arum (araceae) inthe Balkans and the Aegean area Bot Jahrb Syst 102183-200

Bedalov M favaRgeR c KupfeR p 1998 ndash Naturalhybrids and basic chromosome number in the genusarum acta Botanica yunnanica Suppl X 71-75

Bedalov M KupfeR p 2005 ndash Studies on the genusarum (araceae) Bull Soc neuchacirctel Sci nat 12843-70

Bennett St gRiMSHaW JM 1991 ndash Cytological stu-dies in cyclamen (primulaceae) pl Syst evol 176135-143

BeuRet e 1971 ndash Reacutepartition geacuteographique de quelquesarum des groupes maculatum L et italicum Mill BullSoc neuchacirctel Sci nat 94 29-36

mdash 1972 ndash Preacutesence drsquoun Arum diploide en Italie BullSoc neuchacirctel Sci nat 95 35-41

Bianco p drsquoeMeRico S Medagli p Bedalov M1994 ndash Indagini sistematiche su arum apulum(Carano) Bedalov (araceae) entitagrave endemica delle

Murge Pugliesi Webbia 49 (1) 43-49BonnieR g 1931 ndash Flore complegravete ilustregravee en couleurs de

France Suisse et Belgique 11 pariscaRano e 1934 ndash Un nuovo elemento della Flora meri-

dionale drsquoItalia ann Bot 20 579-585drsquoeMeRico S Bianco p Medagli p 1993 ndash

Chromosome numbers and karyotypes in arum(araceae) caryologia 46 161-170

diHoRu g 1970 ndash Morpho-taxonomische aspekte einigerArum-Arten Rev Roumaine Biol Seacuter Bot 15 71-85

dyeR af 1963 ndash Allocyclic segments of chromosomes andstructural heterozygosity that they reveal chromosoma13 545-576

eSpigravendola a BueRKi S Bedalov M KupfeR palvaRez n 2010 ndash New insights into the phylogeneticsand biogeography of arum (araceae) unravelling its evo-lutionary history Bot J linn Soc 163 14-32

goRi c 1958 ndash Il numero dei cromosomi dellrsquoarumnigrum Schott var apulum Carano caryologia 10(3) 454-456

levan a fRedga K SandBeRg aa 1964 ndashNomenclature for centromeric position on chromosomesHereditas 52 201-220

MaRcHi p 1971 ndash Numeri cromosomici per la flora italia-na 57-66 inform Bot ital 3 124-138

MaRcHi p capineRi R drsquoaMato g 1964 ndash Numericromosomici per la flora italiana 182-189 informBot ital 6 (3) 303-312

MeuSel H JaegeR e WeineRt e 1965 ndash Vergleichen-de Chorologie der zentra-europaumlischen flora 1 Jena

RoMeRo zaRco c 1986 ndash A new method for estimatingkaryotype asymmetry taxon 35 526-530

SteBBinS gl 1971 ndash Chromosomal Evolution in HigherPlants edward arnold ltd london

teRpOacute a 1973 ndash Kritische Revision der arum-Arten desKarpatenbeckens acta Bot acad Sci Hung 18216-255

voSa cg Bennett St 1990 ndash Chromosome studies inthe Southern African flora58-94 Chromosome evolutionin the genus gasteria Duval caryologia 43 235-247

voSa cg colaSante M 1995 ndash I segmenti allociclicinelle liliiflorae inform Bot ital 27 307-308

RiaSSunto gli autori riportano alcuni risultati cario-morfometrici ottenuti su tre specie poliploidi del genereArum Arum apulum (2n=56) A maculatum (2n=56) e Aitalicum (2n=84) in particolare la specie A italicum con2n=84 cromosomi ha mostrato un cariotipo con un eleva-to indice di asimmetria nel cariotipo di questa speciesono stati riscontrati numerosi ldquosegmenti allociclicirdquo incomparazione ad A maculatum e A apulum

415Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

autoRi

Alessio Turco Piero Medagli Antonella Albano Laboratorio di Botanica sistematica ed Ecologia vegetale DiSTeBAUniversitagrave del Salento Campus Ecotekne 73100 LecceSaverio DrsquoEmerico Dipartimento di Biologia Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70126 Bari

Cistus clusii dunal piccolo arbusto appartenente allafamiglia Cistaceae egrave una specie xerofila con distribu-zione mediterraneo-occidentale in italia storicamen-te presente in Sicilia (giaRdina 1988) e in puglianellrsquounica stazione di ldquoBosco isolardquo (lesina fg)(foRte et al 2002a) in questrsquoultima il contestovegetazionale egrave quello della gariga nanofanerofiticasu suolo sabbioso in associazione con Rosmarinusofficinalis l Erica multiflora l e Cistus sp pl(cHieSuRa loRenzoni et al 1976)a partire dallrsquoanno 2000 nellrsquoambito di progetti diricerca condotti dal Museo orto Botanicodellrsquouniversitagrave degli Studi di Bari sono stati indaga-ti alcuni aspetti della biologia ed ecologia di C clusii(MaccHia 2005) tali studi furono finalizzati allarealizzazione di azioni di conservazione in situ attra-verso il rafforzamento della popolazione residualepugliese giagrave allrsquoepoca gravemente esposta a pericolodi estinzione (conti et al 1997) a tale scopo furo-no infatti reintrodotti in aree ecologicamente idoneedi ldquoBosco isolardquo circa cento individui ottenuti pervia sessuale attraverso fecondazione incrociata con-trollata a partire dai pochi individui della popolazio-ne originaria (foRte et al 2002b) Successivi rilieviin campo hanno registrato la progressiva diminuzio-ne del numero di individui presenti in situ fino allaloro completa scomparsa soprattutto a causa deiripetuti incendi verificatisi tra il 2007 e il 2010(foRte et al 2009 2012) tuttavia la specie in

puglia era da ritenersi estinta solo in natura (EW) inquanto presso il Museo orto Botanico di Bari eranopresenti sia individui ottenuti da fecondazione incro-ciata e derivanti dalla popolazione spontanea origina-ria sia semi conservati presso la Banca delgermoplasma (Bg-MoBB)Questrsquoultima evenienza ha costituito la premessaindispensabile per la realizzazione di nuove azioni diconservazione di C clusii nel territorio di ldquoBoscoisolardquo tali azioni si sono concretizzate grazie ad unaconvenzione stipulata tra il Museo orto Botanico diBari e il centro Studi naturalistici onluS nellrsquoam-bito del progetto ldquointerventi per la protezione e con-servazione del patrimonio ambientalerdquo- fondi faS ndashpremialitagrave Regionale delibera cipe 202004in questo lavoro vengono presentate le attivitagrave svolteai fini della propagazione gamica di C clusii e quelleper la successiva reintroduzione degli individui pro-dotti

MateRiali e Metodi

il materiale di propagazione gamica utilizzato per leazioni di conservazione in situ egrave stato ottenuto daimpollinazione incrociata controllata eseguita su dueindividui conservati ex situ siglati come c1 e c2 peri quali era stata giagrave testata la compatibilitagrave allrsquoincro-cio (foRte et al 2012)nel mese di aprile 2010 495 fiori (437 dellrsquoindivi-duo c1 e 58 dellrsquoindividuo c2) privati degli stami

416 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

Reintroduzione di Cistus clusii a ldquoBosco isolardquo (lesina puglia)

l foRte S anifantiS f caRRuggio v cavallaRo f Mantino g MelcHioRRe

aBStRact - Reintroduction of cistus clusii to ldquoBosco Isolardquo (Lesina Apulia) - Cistus clusii dunal is very rare in italy whereits historical sites of occurrence are in Sicily and apulia (ldquoBosco isolardquo ndash lesina fg) after the extinction in the wild ofthe small apulian population the Botanical garden Museum of Bari university and the centro Studi naturalistici(onluS) made a special agreement in order to implement a reintroduction project into the site of lesina the reintro-duced plants 520 in all were obtained from the offspring of lesina C clusii spontaneous population which is conservedex situ at the Botanical garden Museum of Bari to increase the chances of a successful reintroduction the plants wereplaced in three different areas and in each of them the individuals were planted in microsites suitable for the eco-physi-ological characteristics of the lesina population already known from literature in fact only a thorough knowledge of thebio-ecological behaviour of the selected species may allow to establish self-maintaining populations in the wild and so torealize an effective conservation action

Key words apulia Cistus clusii dunal reintroduction

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

sono stati impollinati manualmente e coperti consacchetti di tessuto non tessuto (tnt) in maggioin concomitanza con lrsquoinizio dellrsquoingrossamentodegli ovari i cappucci sono stati rimossi e nel mesesuccessivo egrave stata effettuata la raccolta delle capsulemature nella primavera del 2011 i semi sono statisottoposti a pre-trattamenti di scarificazione mecca-nica manuale e di dry-heating (80 degc x 5 min) inquanto risultati i piugrave efficaci nel promuoverne la ger-minazione (foRte et al 2012) per ciascuno dei duepre-trattamenti sono stati utilizzati circa 1500 semiderivanti dallrsquoincrocio c1 x c2 e circa 400 semi pro-dotti dallrsquoincrocio c2 x c1 i semi pre-trattati sonostati posti direttamente in plateaux di polistiroloespanso riempiti con sabbia sterilizzata a granamedio-fine (50) e torba (50) dopo una primafase di accrescimento le plantule sono state trapian-tate in fitosacchi in film plastico contenenti terrenonon sterile (sabbia di fiume 40 terreno comune30 torba 30) durante tutte le fasi di crescita leplantule sono state irrigate e sottoposte a trattamen-ti fitosanitari e fertilizzanti miratiper lrsquointervento di reintroduzione oltre agli individuicosigrave ottenuti nel 2011 sono stati utilizzati ancheindividui derivanti da semi pre-germinati nellrsquoambi-to di prove sperimentali condotte tra il 2009 e il2010 su c1 e c2la scelta delle aree di reintroduzione egrave stata fattasulla base dei dati storici di presenza di C clusii alesina (cHieSuRa loRenzoni et al 1976 foRte etal 2002b) delle caratteristiche eco-fisiologiche dellapopolazione originaria (foRte et al 2005 foRtepaStoRe 2005) di quelle ecologiche dei siti di rein-troduzione e dellrsquoanalisi delle minacce

RiSultati e diScuSSione

gli individui oggetto dellrsquoazione di reintroduzioneavvenuta a fine gennaio 2013 sono stati distribuitiin tre aree principali (fig 1) Queste sono situate neltratto di cordone dunale immediatamente ad est diMarina di lesina insediamento sorto in localitagravepietramaura dove negli anni lsquo70 era ancora presen-te il piugrave esteso nucleo di individui di C clusii dellastazione di lesina (cHieSuRa loRenzoni et al1976) due delle aree di reintroduzione poste tra lelocalitagrave di acquarotta e pennacchio sono relativa-mente vicine tra loro e separate da una fascia occupa-ta da un rimboschimento a Pinus pinea l mentre laterza in localitagrave chiusa dista dalle altre circa 2 kmallrsquointerno di ciascuna area sono stati individuati piugravesiti di reintroduzione georiferiti mediante strumen-tazione gpS in ognuno dei quali egrave stato inserito unnumero di individui compreso tra 20 e 25la scelta di ripartire gli individui in tre aree di rein-troduzione differenti e allrsquointerno di queste in piugravesiti distinti egrave stata effettuata con lo scopo di ridurre ilrischio che un eventuale incendio possa interessarlecontemporaneamente compromettendo la sopravvi-venza dellrsquointera popolazione reintrodotta il numerocomplessivo di siti di intervento egrave risultato pari a 27inoltre per garantire buone probabilitagrave di successo

anche riproduttivo in ciascun sito sono stati reintro-dotti almeno 20 individui al fine di aumentare laprobabilitagrave di incrocio tra individui con alleli diincompatibilitagrave differenti indispensabile in una spe-cie allogama come C clusii (Rizzotto 1979)in ogni sito inoltre i singoli individui sono statipiantati in micro-siti individuati sulla base dellamicro-morfologia stazionale le tre aree di interven-to ricadono in un contesto vegetazionale caratterizza-to da un complesso e molto frammentato mosaicocostituito principalmente dalla gariga a R officinalisE multiflora e Cistus sp pl e dalla macchia a sclero-fille sempreverdi con presenza di Erica arborea lQuesto mosaico spesso egrave il diretto risultato delledifferenti condizioni ecologiche determinate dallamicro-morfologia stazionale (foRte et al 2002a) ealtre volte della dinamica della vegetazione in atto acausa degli incendi pertanto sono stati individuaticome idonei quei micro-siti rispondenti alle caratte-ristiche bio-ecologiche della popolazione da intro-durre (eliofilia relativa sensibilitagrave allo stress idricoecc foRte et al 2005) e comunque sempre suffi-cientemente distanti da nuclei di macchia in stato diavanzamento o da singoli cespugli in fase di resprou-tinglrsquoazione di conservazione in situ cosigrave condotta nonha richiesto pertanto ulteriori interventi quali dira-

417Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 1Mappa delle aree di reintroduzione (base cartograficaldquocarta della vegetazione reale del ldquoBosco isolardquo di lesina- foglio 1rdquo foRte 2001)Map of reintroduction areas (cartographic base ldquocartadella vegetazione reale del ldquoBosco isolardquo di lesina - foglio1rdquo foRte 2001)

damento della vegetazione preesistente rimozionedel secco ecccomplessivamente nella stazione di ldquoBosco isolardquosono stati reintrodotti 520 individui di C clusii pro-dotti mediante coltivazione ex situ 200 dei qualiderivanti da semina diretta di semi pre-trattati e 320ottenuti da impianto di semi pre-germinatiattualmente ulteriori 155 individui prodotti nel-lrsquoambito di questo progetto sono conservati presso ilMuseo orto Botanico dellrsquouniversitagrave di Bari inmodo da garantire sia la conservazione ex situ delpatrimonio genetico della popolazione di lesina e siala possibilitagrave di disporre di materiale di propagazioneper studi successivi

Ringraziamenti - gli autori ringraziano gli ldquospeciali colla-boratorirdquo che si sono prodigati durante il lavoro in campodi reintroduzione in situ in ordine alfabetico elenaBlotti nicola cillo Saverio drsquoamico Mario de tullioantonella grano Marcello Macchia Saverio Regina egianni Signorile

letteRatuRa citatacHieSuRa loRenzoni f cuRti l loRenzoni gg

MaRcHioRi S 1976 ndash cistus clusii Dunal Note dinomenclatura e di distribuzione con particolare riguardoalla stazione di Lesina (Foggia) giorn Bot ital 110259-267

conti f Manzi a pedRotti f 1997 ndash Liste rosse regio-nali delle piante drsquoItalia WWf Societagrave Botanicaitaliana universitagrave di camerino

foRte l anifantiS S Mantino f caRRuggio fcavallaRo v 2009 ndash Conservation of cistus clusiiDunal from ldquoBosco Isolardquo (Lesina - Apulia) current sta-tus and new experimental evidence in BaccHetta g(ed) Book of Abstracts Biodiversity Hotspots in theMediterranean Area 45th intern congr SiSv amp fip ndashcagliari 22-24 25-29 June 2009 280

foRte l cavallaRo v MaccHia f 2002b ndashConservazione in situ di cistus clusii Dunal (cistaceaeMagnoliophyta) nella duna di Lesina Quad Botamb appl 13 3-9

foRte l cavallaRo v pantaleo f drsquoaMico fSMaccHia f 2002a ndash The vascular Flora of the ldquoBoscoIsolardquo at Lesina (Foggia ndash Apulia) fl Medit 12 33-92

foRte l MelcHioRRe g anifantiS S caRRuggio fMantino f 2012 ndash Alcuni aspetti della biologia dellaconservazione di cistus clusii Dunal di ldquoBosco Isolardquo(Lesina Puglia) inform Bot ital 44(Suppl 2) 36-38

foRte l paStoRe d 2005 ndash Relazioni acqua-pianta inMaccHia f (ed) Biologia ed ecologia di cistus clusiiDunal 31-38 ed adda Bari

foRte l paStoRe d MaRvulli M Scatigna aMeMaccHia f 2005 ndash Analisi comparata tra eventi feno-logici e andamento dei parametri ambientali inMaccHia f (ed) Biologia ed ecologia di cistus clusiiDunal 5-13 ed adda Bari

giaRdina 1988 ndash Segnalazioni Floristiche Italiane 574-576 inform Bot ital 20(2-3) 678-679

MaccHia f (a cura di) 2005 ndash Biologia ed ecologia dicistus clusii Dunal ed adda Bari

Rizzotto M 1979 ndash Ricerche tassonomiche e corologichesulle cistaceae 1 Il genere cistus L in Italia Webbia33(2) 343-378

RiaSSunto ndash Cistus clusii dunal egrave una specie moltorara in italia storicamente presente in Sicilia e in puglianellrsquounica stazione di ldquoBosco isolardquo (lesina fg) in segui-to allrsquoestinzione della piccola popolazione residuale puglie-se il Museo orto Botanico dellrsquouniversitagrave di Bari e ilcentro Studi naturalistici onluS hanno stipulato unaapposita convenzione al fine di attuare unrsquoazione di rein-troduzione nel sito di lesina le piante reintrodotte insitu 520 in tutto sono state ottenute a partire da indivi-dui di C clusii progenie della popolazione spontanea ori-ginaria conservati ex situ presso il Museo orto Botanicoper aumentare le probabilitagrave di successo dellrsquointerventogli individui sono stati distribuiti in tre aree distinte eallrsquointerno di queste piantati in micro-siti rispondenti allecaratteristiche eco-fisiologiche della popolazione di C clu-sii di lesina giagrave note dalla letteratura infatti solo unaconoscenza approfondita del comportamento bio-ecologi-co delle entitagrave oggetto di interventi di conservazione insitu permette di programmare una concreta azione di tute-la attraverso lrsquoinsediamento di popolazioni in grado dipersistere nel tempo

418 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

autoRi

Luigi Forte (luigiforteunibait) Viviana Cavallaro Dipartimento di Biologia e Museo Orto Botanico Universitagrave di BarildquoAdo Morordquo Via E Orabona 4 70126 BariStamatia Anifantis Francesca Carruggio Francesca Mantino Giulia Melchiorre Museo Orto Botanico Universitagrave di BarildquoAldo Morordquo Via E Orabona 4 70126 Bari

Limoniastrum monopetalum (l) Boiss egrave presente inpuglia sulle rupi marittime di tricase porto (le)nellrsquoambito di una cenosi ascrivibile alla classeCrithmo-Limonietea Br-Bl 1947 in condizioni ana-loghe a quanto descritto per la Sicilia meridionale daBaRtolo et al (1982) Secondo la direttiva9243cee si tratta di un habitat di interesse comu-nitario denominato ldquoScogliere con vegetazione dellecoste mediterranee con Limonium spp endemicirdquo(aavv 2010) ersquo una specie a diffusione SW-Mediterranea in italia egrave presente in Sardegna inSicilia (conti et al 1992) nella laguna diorbetello (toMei guazzi 1993) a tricase porto(le) (accogli et al 1996) (fig1) in passato laspecie era stata segnalata ldquonei siti arenosi di tarantordquo(MaRinoSci 1870) caratterizzati da depressionicostiere con un ristagno idrico con substrato preva-lentemente costituito da argille e colonizzato da spe-cie ad elevata alofilia (tRotteR 1936) probabil-mente le antiche cenosi erano ascrivibili alla classeSarcocornetea-fruticosae Br-Bl amp tuumlxen ex a amp oBolograves 1950 tipica dei suoli inondati fangoso-argillo-si come riportato da Biondi et al (2004) per laSardegna

StatuS del popolaMento puglieSe ed eSpeRienzepRegReSSe

a tricase porto il popolamento si presenta formatoda due nuclei localizzati sulla sommitagrave di due costo-ni rocciosi distanti in linea drsquoaria circa 150 mentrambi i costoni sono occupati da abitazioni ad

uso civico ed i cespugli di limoniastro sono localizza-ti nelle loro adiacenze ma non allrsquointerno e questopotrebbe escludere unrsquointroduzione della specie perscopo ornamentale in totale si possono contarecirca 25 individui dei quali 18 si presentano comegrossi cespugli larghi 1ndash25 m alti 075ndash130 m lafioritura dura meno di un mese tra la fine di giugnoe lrsquoinizio di luglio le infiorescenze secche rimango-no sulla pianta sino a dicembre ma la maturazionedei frutti non egrave mai evidente e non egrave visibile la dei-

419infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

conservazione ex situ ed interventi di reintroduzione di Limoniastrum monopetalum in puglia

R accogli Mp BiancHi p Medagli S MaRcHioRi

aBStRact - ex situ conservation and reintroduction of limoniastrum monopetalum in Apulia region - in this paper arepresented the main actions taken by the Botanic garden of diSteBa for the protection of Limoniastrum monopetalum(l) Boiss species of high vulnerability included in the national Red list of plants of italy the specie is cultivated exsitu in the Botanic garden and it was decided to implement its reintroduction in the locality palude la vela (ta) in anarea once had been reported but no longer found propagation of L monopetalum was carried out by vegetative and gen-erative individuals obtained were reintroduced in two sites of the palude to different environmental conditions

Key words conservation moltiplication reintroduction

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 1areale di L monopetalum secondo gReuteR et al 1989 etutin et al 1981distribution area of L monopetalum according togReuteR et al 1989 and tutin et al 1981

scenza a contrastare lo sviluppo e la diffusione dinuove piante sono le estreme condizioni di povertagravedel substrato fortemente disturbato dalle attivitagraveantropiche che rimaneggiano continuamente le som-mitagrave dei costoni rocciosi (interventi di restauro edili-zio incendi e tagli indiscriminati) e la presenza diuna flora sinantropica dominata da agave pittospo-ro caprifico rovola vulnerabilitagrave della specie ha motivato la sua ripro-duzione ex situ nellrsquoorto Botanico dellrsquouniversitagravedel Salento e la messa a punto di protocolli di rein-troduzione infatti giagrave nel 2000 era stata testata lacapacitagrave di propagazione di L monopetalum sia pervia gamica che agamica senza forzature sui semi neacutedi ormoni radicanti per le talee la resa germinativaera risultata molto bassa del 2-5 mentre elevatesono state le percentuali di attecchimento delle talee(70-95) sia in primavera che agli inizi dellrsquoautun-no nel 2005 egrave stato effettuato un primo interventovolto al potenziamento del popolamento di L mono-petalum esistente a tricase porto lungo un breve trat-to costiero prospiciente il sito interessato da un inter-vento di riqualificazione attuato dallrsquoamministra-zione comunale lrsquointervento prevedeva la realizza-zione di un camminamento lungo la scogliera attra-verso i segni della storia locale ancora leggibili (trat-turi per la mena delle pecore vasche intagliate negliscogli per la concia delle pelli e per lrsquoestrazione diblocchi lapidei terrazzamenti per le colture agrarieprimaticce etc) la flora del tratto costiero annove-ra altre specie di interesse conservazionistico percheacuteincluse nella lista Rossa nazionale come Vincetoxi-cum hirundinaria Medik subsp adriaticum (Beck)Markgr o di valore fitogeografico come lrsquoendemicoLimonium japigicum (groves) pignatti Lavateraarborea l Scrophularia lucida l lrsquointervento direintroduzione era stato concordato con docenti edalunni delle Scuole Medie inferiori del comune ditricase che hanno partecipato dimostrando grandeinteresse e sensibilitagrave nellrsquoautunno 2005 egrave stataorganizzata una giornata durante la quale dopo unincontro tra autoritagrave politiche locali studiosi stu-denti e cittadini sono state messe a dimora 10 pian-te di L monopetalum (accogli et al 2006) pur-troppo lrsquointervento egrave stato inficiato da un incendioche nella primavera successiva ha distrutto buonaparte della flora spontanea ed i trapianti effettuati

MateRiali e Metodi

un secondo intervento di reintroduzione di L mono-petalum egrave stato programmato nel 2011 per il sitopalude la vela che ricade nellrsquoomonima Riservanaturale Regionale e prossima allrsquoantica salina di Sgiorgio jonico (ta) come prima fase si egrave procedu-to alla moltiplicazione della specie per ottenere indi-vidui giovani da mettere a dimora la moltiplicazio-ne ex situ egrave stata ripetuta sia per via vegetativa chegenerativa ponendosi nelle medesime condizionidegli anni precedenti ma con lrsquoaccorgimento didistinguere talee semierbacee da talee legnose ilmateriale propagativo egrave stato prelevato dagli indivi-

dui presenti a tricase porto da rami di 2 o piugrave annicon diametro del fusto maggiore di 10 mm sonostate realizzate talee lunghe 10-18 cm da rami di 1anno con diametro inferiore a 10 mm sono staterealizzate talee lunghe 7-12 cm il prelievo egrave statoeffettuato sia allrsquoinizio dellrsquoautunno (5 ottobre 2010)che alla fine della stagione invernale (5 marzo 2011) le talee sono state messe a radicare (senza aggiunta diormoni) in substrato costituito da un mixer di torbae perlite in rapporto 12 in vasi in pvc delle dimen-sioni 7x7x18 cm fatti stazionare poi in tunnel fred-do dopo 30 giorni veniva registrato lrsquoattecchimentodelle talee i risultati definitivi hanno evidenziato ilseguente andamento in autunno per quelle preleva-te da rami di 2 anni egrave stata registrata una percentua-le del 74 e per quelle prelevate da rami di 1 annodel 64 in primavera per le talee piugrave legnose egrave stataregistrata una percentuale di attecchimento pari al95 e per quelle meno legnose dellrsquo86 ancorauna volta i risultati dimostrano la facilitagrave di propaga-zione vegetativa della specie inoltre anche se i valo-ri differiscono di poco si deduce che il periodomigliore per il taleaggio di L monopetalum egrave a finestagione primaverile con rami vecchi di almeno 2anni (tab 1)

i racemi di L monopetalum dopo la fioritura persi-stono sulla pianta per lungo tempo (anche sino allrsquoin-verno) per cui sono stati effettuati periodici prelievidei frutti per lrsquoestrazione dei semi al fine di definire ilperiodo di piena maturazione un primo prelievo deifrutti egrave stato effettuato in ottobre i semi sono statiopportunamente isolati previa rottura della capsulaed una parte di essi egrave stata sottoposta a vernalizzazio-ne (4 degc per 24 h) per simulare unrsquoeventuale dor-mienza invernale la semina egrave stata effettuata in cap-sule petri sterili con carta da filtro come substratotenute in camera di crescita a 20 degc e fotoperiodo di10 h Sono state realizzate tre ripetizioni con 30 ele-menti per capsula lrsquoelaborazione dei dati registratievidenzia un andamento del potere germinativo di Lmonopetalum secondo quanto riportato dalla fig 2 il monitoraggio delle piastre ha evidenziato un pote-re germinativo dei semi molto basso (2-4) questodato egrave stato confermato dalla semina a spaglio effet-tuata in una seminiera con substrato composto datorba e agriperlite nel rapporto 12 da circa 200semi sono emerse solo 6 plantule

420 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

taBella 1Risultati della propagazione ex situResults of ex situ propagation

stagione talee di di radicazionepartenza 72 dopo 30 gg

Oslash 10 mm 64autunno Oslash 10-20 mm 74Oslash 10 mm 86primavera Oslash 10-20 mm 95

ReintRoduzione a palude la vela

i sopralluoghi effettuati a palude la vela per lrsquoindivi-duazione di siti idonei alla reintroduzione hannoindotto alla scelta di due piccole superfici simili percondizioni di substrato per copertura vegetale eparametri ambientali tali siti sono collocati su spon-de opposte dellrsquoacquitrino ed hanno unrsquoestensioneminima di 60 m2 per la messa a dimora sono stateselezionate piante vigorose e sane con unrsquoaltezzamedia di 489 plusmn526 cm e diametro di 1609plusmn304cm nel mese di novembre 2011 egrave stata effettuata laloro messa a dimoranel sito denominato ldquoardquo sono state trapiantate 15piante con un approssimativo sesto di impianto di 2x 4 m nel sito ldquoBrdquo sono state trapiantate 14 piantein ordine sparso in quanto lrsquoarea presentava nume-rose zone di erosione e continui dislivelli

concluSioni

nellrsquoarea palude la vela le condizioni ambientalisembrano piugrave confacenti allrsquoecologia di L monopeta-lum rispetto a tricase porto ed egrave positivo che tutte lepiante abbiano attecchito e siano giunte a fioriturama solo fra qualche anno si potragrave constatare la for-mazione di un eventuale popolamento con individui

fertili ed in grado di autopropagarsi e si avragrave confer-ma del successo della reintroduzione

letteRatuRa citataaavv 2010 ndash Manuale italiano interpretazione degli

habitat (Direttiva 9243 CEE) Ministero ambiente etutela territorio e Mare SBi

accogli R Medagli p MaRcHioRi S 1996 ndashlimoniastrum monopetalum (L) Boiss in Puglia(plumbaginaceae) giorn Bot ital 130 1 91degcongr SBi ancona 16-19 settembre 1996

mdash 2006 ndash Conservazione ex situ e reintroduzione dilimoniastrum monopetalum (L) Boiss sulla fasciacostiera di Tricase Porto (Lecce) inform Bot ital38(Suppl 1) 183-184

BaRtolo g BRullo S MaRcenograve c 1982 ndash La vegeta-zione costiera della Sicilia sud-orientale aQ71226cnR Roma

Biondi e BRugiapaglia e faRRiS e filigHeddu RSeccHi z 2004 ndash Halophilous vegetation of Olbia pondsystem (NE-Sardinia) fitos 41(1) Suppl 1 125-141

conti f Manzi a pedRotti f 1992 ndash Lista RossaNazionale delle Piante drsquoItalia WWf italia Roma

gReuteR W BuRdet HM long g 1989 ndashMedndashChecklist vol 4 320 pp

MaRinoSci M 1870 ndash Flora Salentina 1 22toMei pe guazzi e 1993 ndash Le zone umide della

Toscana Lista generale delle entitagrave generali atti MusStor nat grosseto 15 120-135

tRotteR a 1936 ndash Rilievi ecologici intorno alla flora edalla vegetazione della salina di SGiorgio presso Tarantoann R ist Sup agr portici III 5 120-135

tutin tg HeyWood vH BuRgeS na MooRedM valentine dH WalteRS SM WeBB da1981 ndash Flora Europaea vol 3 51

RiaSSunto - nel presente lavoro vengono esposte leprincipali azioni intraprese dallrsquoorto Botanico deldiSteBa per la salvaguardia di Limoniastrum monopeta-lum (l) Boiss specie ad alta vulnerabilitagrave inclusa nellalista Rossa nazionale delle piante drsquoitalia da anni la spe-cie viene coltivata ex situ nellrsquoorto Botanico e si egrave pensatodi attuare la sua reintroduzione in localitagrave palude la velain un ambito territoriale di antica segnalazione ma doveattualmente risulta scomparsa la propagazione di Lmonopetalum egrave stata effettuata per via vegetativa e genera-tiva e gli individui ottenuti sono stati reintrodotti in duesiti della palude a diverse condizioni ambientali

421Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 2valutazione del potere germinativoevaluation of the germinative power

autoRi

Rita Accogli (ritaaccogliunisalentoit) Maria Pia Bianchi Piero Medagli Silvano Marchiori Orto Botanico delDipartimento di Scienze e Tecnologie Biologiche ed Ambientali (DiSTeBA) Universitagrave del Salento Centro Ecotekne ViaProvinciale per Monteroni 73100 Lecce

in occasione della redazione della checklist dellepiante vascolari della puglia (a albano fBartolucci f conti p Medagli Rp Wagensommerin prep) egrave stato aggiornato lrsquoelenco delle specieminacciate in questa Regionele liste Rosse Regionali (conti et al 1997) ripor-tavano per la puglia 180 entitagrave da allora sono tras-corsi piugrave di 15 anni alcune di queste entitagrave eranoindicate in puglia per errore e altre sono considerateoggi sinonimi di entitagrave non minacciate mentrenumerose specie della lista Rossa nazionale sonostate rinvenute in puglia solo dopo il lavoro diconti et al (op cit) per questo motivo abbiamoritenuto utile aggiornare lrsquoelenco delle specie di listaRossa della Regione puglia e integrarlo con tutte leentitagrave endemiche pugliesi ed esclusive della Regione(presenti in italia solo in puglia)

RiSultati

il libro Rosso delle piante drsquoitalia (conti et al1992) riportava 458 specie e sottospecie di piantevascolari sottoposte a vari gradi di minaccia a livellonazionale di queste entitagrave 46 sono attualmentenote in puglia (tab 1) considerando anche le listeRosse Regionali (conti et al 1997) il numero ditaxa minacciati a livello nazionale e presenti in pugliasale a 89 entitagrave certamente presenti (di cui 1 dubita-tivamente alloctona) e 8 dubitativamente presentinella Regione mentre il numero di entitagrave indicatecome minacciate a livello Regionale egrave pari a 158 (dicui 1 dubitativamente alloctona) alle quali si aggiun-gono 4 entitagrave dubitativamente presenti nella Regio-ne per un totale di 188 entitagrave (tab 1)

le specie esclusive della puglia cioegrave quelle presentiin italia solo in questa Regione sono 54 di cui 2dubitativamente alloctone alle quali si aggiungono 6entitagrave la cui presenza egrave dubbia di queste 54 entitagrave35 sono endemiche pugliesi (tab 1)pertanto le specie di lista Rossa in puglia integratecon tutte le endemiche pugliesi e le esclusive dellaRegione sono 221 (tab 1) pari al 93 della floravascolare autoctona pugliese

diScuSSione

il libro Rosso e le liste Rosse delle piante drsquoitalia(conti et al 1992 1997) pur essendo stati seguitida altri lavori riguardanti le piante minacciate delnostro paese (pignatti et al 2001 ScoppolaSpaMpinato 2005) sono ancora oggi il riferimentoprincipale per le specie a rischio di estinzione initalia negli ultimi anni lrsquoimpulso alla realizzazionedi una nuova lista Rossa delle piante drsquoitalia secon-do i piugrave recenti criteri iucn (2001 2011) egrave statodato dalla rubrica pubblicata sullrsquoinformatoreBotanico italiano ldquoSchede per una lista Rossa dellaflora vascolare e crittogamica italianardquo e dal proget-to appena concluso e realizzato dalla SocietagraveBotanica italiana per conto del Ministero dellrsquoam-biente e della tutela del territorio e del Mare relati-vo alla valutazione nazionale della categoria di rischiodi estinzione per piugrave di 300 specie vegetali di interes-se conservazionistico e di ambientihabitat partico-larmente minacciati (RoSSi et al 2013) attualmen-te questi progetti hanno portato alla valutazione delgrado di minaccia di 40 specie vascolari presenti inpuglia Egrave auspicabile pertanto il contributo di tutti

422 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

piante vascolari minacciate e liste Rosse aggiornamento delle conoscenzein puglia

Rp WagenSoMMeR p Medagli ev peRRino

aBStRact - Threatened vascular plants and Red Lists an update of knowledge in Apulia -the Regional Red list of vas-cular plant species in apulia Region has been updated following recent knowledges of conservation distributional andtaxonomic interest

Key words apulia Red lists threatened species update

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

423Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

taBe

lla

1Piante vascolari endemiche esclusive e di Lista Rossa della Regione Puglia

Endemic exclusive and Red List vascular plants in Apulia Region

424 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO 45 (2) 393-432 2013(se

gue T

ab 1

)

425Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

(segue Tab 1)

426 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013(segue Tab 1)

427Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

(segue Tab 1)

i botanici pugliesi affincheacute sia possibile valutaresecondo i criteri piugrave recenti dellrsquoIUCN (op cit) unnumero molto maggiore di specieLrsquoelenco riportato in Tab 1 include tutte le specieendemiche pugliesi ed esclusive della Puglia Di que-ste entitagrave 33 non venivano indicate nelle Liste RosseRegionali (CONTI et al 1997) Esse sono state inclu-se in Tab 1 in via precauzionale ma in molti casi illoro effettivo grado di minaccia deve ancora esserevalutato Lrsquoelenco non include invece le categorie diminaccia indicate in ROSSI et al (2013) che sarannooggetto di un futuro contributo sulle specie di inte-resse conservazionistico in Puglia

CONCLUSIONILrsquoaggiornamento delle conoscenze floristiche inPuglia e le informazioni tassonomiche nomenclatu-rali e distributive pubblicate nel corso degli ultimianni hanno consentito un aggiornamento delle ListeRosse delle Piante vascolari della Regione Puglia maancora molto lavoro deve essere svolto per megliodefinire il numero di specie a rischio e il loro effetti-vo grado di minaccia secondo i piugrave recenti criteriinternazionali (IUCN op cit)

LETTERATURA CITATACONTI F MANZI A PEDROTTI F 1992 ndash Libro Rossodelle Piante drsquoItaliaMinistero Ambiente WWF Italia

Societagrave Botanica Italiana Romamdash 1997 ndash Liste Rosse Regionali delle Piante drsquoItaliaWWFItalia Societagrave Botanica Italiana CIAS Camerino

IUCN 2001 ndash IUCN Red List Categories and CriteriaVersion 31 IUCN Species Survival CommissionIUCN Gland (Switzerland) amp Cambridge (UK)II+30 pp

mdash 2011 ndash Guidelines for Using the IUCN Red ListCategories and Criteria Version 90 Prepared by theStandards and Petitions Subcommittee httpww-wiucnredlistorgdocumentsRedListGuidelinespdf

PIGNATTI S MENEGONI P GIACANELLI V (a cura di)2001 ndash Liste rosse e blu della flora italiana ANPARoma

ROSSI G MONTAGNANI C GARGANO D PERUZZI LABELI T RAVERA S COGONI A FENU G MAGRINIS GENNAI M FOGGI B WAGENSOMMER RPVENTURELLA G BLASI C RAIMONDO FMORSENIGO S (Eds) 2013 ndash Lista Rossa della FloraItaliana 1 Policy Species e altre specie minacciateComitato Italiano IUCN Ministero Ambiente eTutela Territorio e Mare Roma 54 pp

SCOPPOLA A SPAMPINATO G (Eds) 2005 ndash Atlante dellespecie a rischio di estinzione (CD-ROM) Allegato a ASCOPPOLA C BLASI (Eds) Stato delle conoscenze sullaflora vascolare drsquoItalia Palombi Ed Roma

RIASSUNTO ndash Egrave stata aggiornata la Lista RossaRegionale delle piante vascolari della Regione Pugliasecondo le piugrave recenti conoscenze in ambito conservazio-nistico distributivo e tassonomico

428 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO 45 (2) 393-432 2013

AUTORI

Robert Philipp Wagensommer (robwagensommeryahooit) Scuola di Scienze Ambientali Universitagrave di Camerino - CentroRicerche Floristiche dellrsquoAppennino (Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga) San Colombo 67021 Barisciano(LrsquoAquila)Piero Medagli (pietromedagliunileit) Laboratorio di Botanica Sistematica del DiSTeBA Universitagrave del Salento ViaProvinciale Lecce-Monteroni 73100 LecceEnrico Vito Perrino (enricoperrinoyahooit) Museo Orto Botanico Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via E Orabona 4 70124Bari

Verticillium dahliae Kleb egrave un fungo tracheomicoti-co responsabile della piugrave grave malattia dellrsquoolivo(Olea europaea l) soprattutto negli oliveti dei paesimediterranei Questo fungo oltre lrsquoolivo attacca piugravedi 300 specie di piante arboree ed erbacee la malat-tia determina generalmente il disseccamento di por-zioni della chioma (BeJaRano-alcaacutezaR et al 2001pegg BRady 2002 BuBici ciRulli 2011) isolatidi V dahliae in grado di infettare cotone e olivo pos-sono essere classificati in due patotipi defogliante enon-defogliante sulla base della loro abilitagrave o menodi indurre defogliazione nelle piante infette(MeRcado-Blanco et al 2001 2003) il presentelavoro propone studi preliminari su i) alcune rispo-ste fisiologiche in due cultivar di olivo caratterizzateda differenti livelli di suscettibilitagrave alla verticilliosi ii)alcuni determinanti di patogenicitagrave potenzialmentecoinvolti nellrsquoinduzione dei sintomi fogliari prodottida patotipi diversi di V dahliae

MateRiali e Metodi

Alterazioni fisiologiche piante di olivo delle cultivar lsquofrantoiorsquo (resistente) elsquoleccinorsquo (suscettibile) sono state inoculate con gliisolati vd312d (defogliante) e vd315nd (nondefogliante) seguendo il metodo descritto da ciRulli

et al (2008) piante non trattate e piante le cui radi-ci sono state immerse per 10 minuti in acqua sonostate utilizzate come tesi di controllo Sono stati valu-tati il contenuto di fenoli carotenoidi clorofillaperossido drsquoidrogeno ascorbato e lrsquoattivitagrave delleperossidasi generiche (pod) e dellrsquoascorbato perossi-dasi (apX) in foglie delle due cultivar raccolte dopo24 72 e 240 ore dal trapianto applicando i metodiproposti da cHandleR doddS (1983) licHten-tHaleR (1987) BRuno SpaRapano (2006) toM-MaSi et al (2006) paRadiSo et al (2008) tre mesidopo lrsquoinoculazione su ogni pianta egrave stata valutata lapresenza di malattia sulla chioma utilizzando la scaladi severitagrave dei sintomi proposta da colella et al(2008) lrsquoanalisi statistica dei dati egrave stata eseguitaattraverso lrsquoanalisi della varianza (anova) le mediesono state separate con il test della minima differen-za significativa (MdS) Produzione di metaboliti secondari fitotossici colture liquide statiche degli isolati vd312d evd315nd di V dahliae sono state allestite in tredifferenti soluzioni nutritive czapek modificato(vdM) patate destrosio Broth (pdB difco ) oacqua estratto di Malto (oxoid) al 2 (eM2) perciascun isolato e substrato sono state preparate 10bottiglie di Roux della capacitagrave di 1 l contenenti

429infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

Meccanismi di resistenza alla verticilliosi e caratterizzazione di varietagrave meridionali di olivo dati preliminari sulla fisiologia dellrsquointerazione olivoVerticillium dahliae

gl BRuno c faSciano Mp ippolito S SeRMani ad MaRSico c colella M aMenduni f toMMaSi

aBStRact - Mechanisms of resistance to olive Verticillium wilt and characterization of olive varieties from southern prelim-inary data on physiology of olive - verticillium dahliae interaction - inoculations experiment were performed with two strainsof Verticillium dahliae characterized as defoliating (vd312d) or not defoliating (vd315nd) pathotypes lsquofrantoiorsquo(resistant) and lsquoleccinorsquo (susceptible) olive plants the interaction plantpathogen was evaluated as total phenolscarotenoids chlorophylls hydrogen peroxide ascorbic acid generic peroxidases and ascorbate peroxidase activityinoculated plants showed the typical pathway associate to a stress the two pathotypes are also able to produce in vitrophytotoxins Some of these secondary metabolites should be involved on biochemical and physiological alterations asso-ciated to verticillium wilt symptoms on olive trees (leaves wilting and defoliation)

Keywords fenoli totali metaboliti secondari stato redox verticilliosi

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

150 ml di soluzione nutritiva ciascuna bottiglia egravestata inoculata con 5 ml di sospensione ottenutaomogeneizzando tre colonie (coltivate per due setti-mane in piastre petri su substrato di pda a 25 degc albuio) in 50 ml di acqua distillata sterile dopo 28giorni di coltura (25 degc al buio) il micelio egrave statorimosso mediante filtrazione su garza e centrifugazio-ne (5500 xg 20 min 4 degc) aliquote (3 ml) di cia-scun filtrato colturale (fc) integro o diluito (10100 e 1000 volte con acqua distillata) sono state uti-lizzate in saggi di tossicitagrave su rametti recisi dilsquoleccinorsquo e lsquofrantoiorsquo eseguiti in ambiente controlla-to (uR 50 t 25 degc luce 150 microe cm-2 sec-1)acqua distillata e substrato non inoculato sono statiutilizzati come controllo dal terzo giorno dopo lrsquoas-sorbimento delle soluzioni tossiche egrave stata osservatala manifestazione dei sintomi dopo 24 72 e 240 oredallrsquoassorbimento delle soluzioni saggiate le foglie diciascun rametto sono state caratterizzate in terminidi flusso traspiratorio utilizzando un porometro li-1600-licor negli stessi intervalli egrave stato valutato ilcontenuto in clorofilla e fenoli seguendo i metodiproposti in precedenza

RiSultati e diScuSSione

Alterazioni fisiologicheper entrambi i patotipi di V dahliae saggiati lrsquoindu-zione di uno stato di malessere nella pianta egrave confer-mata dalla riduzione nel contenuto di clorofillesoprattutto dopo 24 ore per la cultivar suscettibilelsquoleccinorsquo (fig 1) invece il contenuto di ascorbatoclorofille e carotenoidi ha subito un incrementosoprattutto nei campioni di foglie prelevate dopo 72e 240 ore dallrsquoinoculo con il patotipo defogliante leanalisi condotte sulle foglie di lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquohanno mostrato come la molecola segnale perossidodrsquoidrogeno risulta maggiormente presente nella cul-tivar frantoio dopo 72 ore dallrsquoinoculo con il patoti-po defogliante (fig 1) mentre lrsquoattivitagrave della apXsegna negli stessi tempi un decremento (fig 2) invece nella cultivar frantoio i sistemi antiossidan-ti non enzimatici hanno mostrato un calo rispetto aicontrolli nei livelli di ascorbato e di fenoli (fig 1) non si sono osservate variazioni nellrsquoattivitagrave dellacatalasi (fig 2) infatti come dimostrato in altrisistemi nei tessuti vegetali questo enzima svolge unruolo nel metabolismo del perossido di idrogenosecondario rispetto allrsquoapX che invece egrave lrsquoenzimachiave nel controllo della concentrazione in perossi-do di idrogeno (de gaRa et al 2003) lrsquoattivitagrave dellepod infine aumenta notevolmente nelle fasi tardi-ve dellrsquoinfezione nelle foglie di lsquofrantoiorsquo mentre inquelle di lsquoleccinorsquo un incremento egrave evidente 72 oredallrsquoinoculo (fig 2) i dati evidenziati nelle nostre condizioni sperimenta-li sono in linea con quanto riportato dalla letteraturariguardo alle interazioni pianta-patogeno e le risposteda stress abiotici (de gaRa et al 2003) infatti nellepiante resistenti si assiste a una modulazione deisistemi antiossidanti tale da causare un incremento diperossido di idrogeno a livello fogliare (de gaRa etal 2003) per contro nella varietagrave suscettibile lrsquoau-

mento dei livelli in antiossidanti non enzimatici nonegrave sufficiente a indurre resistenza la diversa rispostaai sistemi antiossidanti riscontrata nelle due varietagraveutilizzate in queste prove potrebbe essere consideratacome un marker biochimico per valutare lo stato diavanzamento dellrsquoinfezione e il suo destino primadella comparsa dei sintomi

Evoluzione dei sintomia conferma di quanto giagrave riscontrato da ciRulli etal (2008) lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo sono risultate rispet-tivamente resistenti e suscettibili ai due isolati di Vdahliae utilizzati nessun sintomo egrave stato registrato esulle piante utilizzate come controllo (piante nontrattate e piante le cui radici sono state immerse per

430 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

fig 1contenuto in fenoli carotenoidi clorofille e perossido diidrogeno in foglie di lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo dopo 24 72 e240 ore dallrsquoinoculo con vd312d () e vd315nd ()i controlli sono rappresentati da piante le cui radici sonostate immerse per 10 minuti in acqua (mdash) ciascun valo-re egrave la media di cinque piante phenols carotenoids chlorophylls and hydrogen peroxidecontent in leaves of lsquofrantoiorsquo and lsquoleccinorsquo after 24 72and 240 hours after inoculation with vd312d () andvd315nd () as controls plants were treated for 10minutes in water (mdash) each value is the mean of fiveplants

10 minuti in acqua) e sulle chiome di lsquofrantoiorsquo ino-culate con il patotipo non defogliante il patotipodefogliante ha causato su lsquofrantoiorsquo una modestadefogliazione le piante di lsquoleccinorsquo hanno espressosintomi gravi con entrambi i patotipi (generale avviz-zimento della chioma) aggravati nel caso del patoti-po defogliante da accentuata e rapida filloptosiMetaboliti secondari fitotossici gli isolati di V dahliae utilizzati in coltura liquida susubstrato vdM hanno permesso di ottenere fc chesaggiati su rametti recisi di lsquoleccinorsquo (suscettibile) elsquofrantoiorsquo (resistente) hanno riprodotto sintomi diavvizzimento e accartocciamento fogliare e defoglia-zione nessun sintomo egrave stato registrato sui ramettiche hanno assorbito acqua distillata e i substrati noninoculati lrsquoassorbimento dei 3 ml di soluzione daparte dei rametti ha richiesto 30-32 ore per acquavdM pdB e eM2 mentre i fc dei due isolati sonostati assorbiti in 17-24 ore i fc dei patotipivd312d o vd315nd di V dah-liae ottenuti su substrato vdM saggiati su entrambe

le cultivar di olivo hanno evidenziato sintomi da 7-9 giorni dopo lrsquoassorbimento i fc ottenuti su sub-strato vdM da entrambi i patotipi inducono ripiega-mento e successivo imbrunimento della laminafogliare sui rametti di lsquofrantoiorsquo Sui rametti dilsquoleccinorsquo sono stati registrati ingiallimenti della lami-na fogliare inizialmente intorno alle nervature edopo 3-5 giorni sullrsquointera superficie Sintomo fina-le dei fc di entrambi gli isolati di V dahliae dopo 28giorni di coltura su substrato di vdM egrave stata unagenerale defogliazione dei rametti Su lsquoleccinorsquo ladefogliazione egrave stata severa e si egrave avuta dopo 17 gior-ni sui rametti trattati con il fc dellrsquoisolato vd312dcf e dopo 21 giorni su lsquofrantoiorsquo i rametti trattaticon i fc di vd315nd sono stati registrati dopo 20giorni su lsquoleccinorsquo e dopo 25 giorni su lsquofrantoiorsquo isintomi sopra descritti sono stati osservati anche suirametti che hanno assorbito i fc dei due isolati dopodiluizione di 10 e 100 volte con acqua distillata i fc ottenuti dai due patotipi su substrato vdMsono stati confrontati sulle due cultivar per i loroeffetti sul flusso traspiratorio e sulle variazioni infenoli e clorofille presenti nelle foglie (fig 3)

431Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 2contenuto in ascorbato e attivitagrave delle perossidasi generi-che (pod) e dellrsquoascorbato perossidasi (apX) in foglie dilsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo dopo 24 72 e 240 ore dallrsquoinoculocon vd312d () e vd315nd () i controlli sono rap-presentati da piante le cui radici sono state immerse per10 minuti in acqua (mdash) ciascun valore egrave la media di cin-que piante ascorbic acid concentration and peroxidase (pod) andascorbate peroxidase (apX) activity in leaves of lsquofrantoiorsquoand lsquoleccinorsquo after 24 72 and 240 hours after inocula-tion with vd312d () and vd315nd () as controlsplants were treated for 10 minutes in water (mdash) eachvalue is the mean of five plants

fig 3effetti sulla traspirazione e sul contenuto in clorofille efenoli in foglie di lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo dopo 24 72 e 240ore dallrsquoassorbimento di 3 ml di filtrato colturale degli iso-lati vd312d () e vd315nd () su substrato vdM icontrolli hanno assorbito 3 ml di acqua (mdash) ciascunvalore egrave la media di cinque rametti recisi transpiration from abaxial leaf surfaces and chlorophyllsand phenols content in leaves of lsquofrantoiorsquo and lsquoleccinorsquoafter 24 72 and 240 hours after the absorbtion of 3 ml fvd312d () and vd315nd () culture filtrates onvdM as controls twigs adsorbed 3 ml of water (mdash) eachvalue is the mean of five twigs

le misure di traspirazione (fig 3) dimostrano unforte incremento nel flusso traspiratorio nei ramettirecisi che hanno assorbito i fc ottenuti dal patotipovd312d rispetto a quelli ottenuti dal vd315nd edalle tesi di controllo nessuna differenza egrave stata regi-strata nel contenuto in clorofilla Solo la concentra-zione in fenoli nelle foglie dei rametti recisi chehanno assorbito i fc ottenuti dai due isolati egrave risul-tata circa tre volte superiore rispetto ai rametti delletesi di controllo totali (fig 3)in definitiva appare chiaro che nellrsquointerazione Vdahliae e olivo entrino in gioco fattori chimici divirulenza del patogeno (fitotossine) che contribuisca-no alla patogenesi e alla manifestazione dei sintomied inducano nellrsquoospite condizioni di stress in que-sto stato la pianta ospite manifesteragrave in parte o intoto le alterazioni biochimiche e fisiologiche determi-natesi nei tessuti attraverso i sintomi

Ringraziamenti - gli autori ringraziano i collaboratoriluca Scarola valentino poliseno nicola contursi eaniello Rescigno (dipartimento di Scienze del Suolo dellapianta e degli alimenti universitagrave degli Studi di Barialdo Moro) per il valido supporto tecnico nella realizza-zione delle prove lavoro realizzato con il contributo dellafondazione cassa di Risparmio di puglia Bando 2010 ndashprogetto Meccanismi di resistenza alla verticilliosi e caratte-rizzazione di varietagrave meridionali di olivo

letteRatuRa citataBeJaRano-alcaacutezaR J peacuteRez-aRteacuteS e JiMeacutenez-dIacuteaz

RM 2001 ndash Spread of the defoliating pathotype ofverticillium dahliae to new cotton and olive growingareas in Southern Spain in Proceedings 8th Inter-national Verticillium Symposium coacuterdoba 2001 57

BRuno g SpaRapano l 2006 ndash Effects of three esca-asso-ciated fungi on vitis vinifera L II Characterization ofbiomolecules in xylem sap and leaves of healthy and dis-eased vines physiol Mol plant path 69 195-208

BuBici g ciRulli M 2011 ndash verticillium wilt inScHena l agoSteo ge cacciola So (eds)Olive diseases and disorders 191-222 transwordResearch network Kerala india

cHandleR Sf doddS JH 1983 ndash The effect of phos-phate nitrogen and sucrose on the production of pheno-lics and solasodine in callus cultures of Solanum lacinia-tum plant cell Rep 2 205

ciRulli M colella c drsquoaMico M aMenduni MBuBici g 2008 ndash Comparison of screening methods for

the evaluation of olive resistance to verticillium dahliaeKleb J plant path 90(1) 7-14

colella c Miacola c aMenduni M drsquoaMico MBuBici g ciRulli M 2008 ndash Sources of Verticilliumwilt resistance in wild olive germplasm from theMediterranean region plant path 57 533-539

de gaRa l de pinto Mc toMMaSi f 2003 ndash Theantioxidant systems vis-agrave-vis reactive oxygen species dur-ing plantndashpathogen interaction plant physiolBiochem 41 863-870

licHtentHaleR HK 1987 ndash Chlorophylls andearotenoids pigments of photosynthetic bio-membranesMethods enzymol 148 351-383

MeRcado-Blanco J collado-RoMeRo M paRRilla-aRauJo S RodRIacuteguez-JuRado d JiMeacutenez-dIacuteazRM 2003 ndash Quantitative monitoring of colonizationof olive genotypes by verticillium dahliae pathotypes withreal-time polymerase chain reaction physiol Mol plantpath 63 91-105

MeRcado-Blanco J RodRIacuteguez-JuRado d peacuteRez-aRteacuteS e JiMenez-dIacuteaz RM 2001 ndash Detection of thenondefoliating pathotype of verticillium dahliae ininfected olive plants by nested PCR plant path 50609-619

paRadiSo a BeRaRdino R de pinto Mc Sanitagrave ditoppi l StoRelli MM toMMaSi f de gaRa l2008 ndash Increase in ascorbatendashglutathione metabolism aslocal and precocious systemic responses induced by cadmi-um in durum wheat plants plant cell physiol 49362-374

pegg gf BRady Bl 2002 ndash Verticillium Wilts caBipublishing Wallingford

toMMaSi f paciolla c de pinto Mc de gaRa l2006 ndash Effects of storage temperature on viability germi-nation and antioxidant metabolism in ginkgo biloba Lseeds plant physiol Biochem 44 359-368

RiaSSunto ndash due ceppi di Verticillium dahliae caratte-rizzati come patotipo defogliante (vd312d) o non defo-gliante (vd315nd) e piante di olivo delle cultivarlsquofrantoiorsquo (resistente) e lsquoleccinorsquo (suscettibile) sono statiutilizzati in prove di inoculazione artificiale focalizzate allostudio fisiologico delle interazioni pianta patogeno ladiversa risposta riscontrata nelle due varietagrave in termini difenoli carotenoidi clorofilla perossido di idrogeno ascor-bato perossidasi generiche e ascorbato perossidasi indicauno stato di stress fitotossine prodotte in vitro dai duepatotipi sembrano essere coinvolte nelle alterazioni biochi-miche e fisiologiche alla base delle tipiche sintomatologiedella verticilliosi su olivo (avvizzimento generale dellachioma e defogliazione)

432 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

autoRi

Giovanni Luigi Bruno (giovanniluigibrunounibait) Samer Sermani Antonio Domenico Marsico Mario AmenduniDipartimento di Scienze del Suolo della Pianta e degli Alimenti (DiSSPA) Sezione di Patologia vegetale Universitagrave di BarildquoAldo Morordquo Via G Amendola 165A 70126 BariCristina Fasciano Maria Paola Ippolito Franca Tommasi (francatommasiunibait) Dipartimento di Biologia Universitagrave diBari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70125 BariCecilia Colella Dipartimento di Chimica Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70125 Bari

Page 19: Società Botanica italiana onluS 45 (2) 2013/391... · 2018-05-08 · prodotto preso in esame e sia dal metodo utilizzato (peRez-JiMénez et al., 2008; MülleR et al., 2010). un’attenzione

mentre solo una piccola percentuale egrave rappresentatada esotiche (cuccuini 2002) Si ritiene che la colle-zione completa e nella sua veste originaria sia presen-te solo presso lrsquoerbario di padova (pad) elrsquoHerbarium Centrale Italicum (fi) (cuccuini2002) viceversa parti di essa o versioni diverse daquella originaria sono presenti presso numerosi erba-ri italiani ed anche presso istituzioni estere come iKew Royal Botanic Gardens (httpwwwkeworg)

RiSultati e diScuSSione

presso il Museo orto Botanico dellrsquouniversitagrave di Bariegrave presente la Xylotomotheca Italica non nella sua vesteoriginaria bensigrave in una versione realizzata per scopididattici Molto probabilmente essa fu acquisitacongiuntamente agli exsiccata della FIE dalla profssafrancini negli anni della sua permanenza pressolrsquoateneo barese (1940-1961) le sezioni sono monta-te con lrsquoetichetta tra due vetri rettangolari di 10x15cm oppure di 13x18 cm e sigillati con un nastro intela grigia (fig 1)Sia i preparati che le etichette sono del tutto uguali aquelli presenti nella versione originaria la collezione

egrave composta da 154 campioni corrispondenti a 135taxa specifici appartenenti a 93 generi la maggiorparte dei preparati proviene dalla provincia di firenzeed il curatore egrave tranne poche eccezioni adrianofiori i campioni sono a loro volta conservati in 16cofanetti di cartone rigido di colore grigio chiusimediante un nastro di cotone dello stesso colorepresso lrsquoerbario del laboratorio di Botanica agraria(fiaf) dellrsquouniversitagrave di firenze egrave conservata lamedesima versione realizzata a scopi didattici che egravecostituita da 178 campioni collocati in 18 cofanetti(cuccuini 2002)attualmente in relazione ad un rinnovato interesseverso le collezioni xilologiche dovuto ai piugrave recentiutilizzi in campo sperimentale (ManiatiS et al2011) didattico divulgativo ed alla consapevolezzache la Xylotomotheca Italica possiede tutte le caratte-ristiche di un bene culturale (d lgs n 422004 art11) sono state avviate alcune azioni tese al recuperoconservativo della collezione presente presso ilMuseo orto Botanico in primo luogo egrave stato valu-tato lo stato di conservazione dei singoli campioni alfine di evidenziare gli eventuali interventi da effet-tuare ersquo risultato che solo 3 campioni presentano ivetri rotti tuttavia le sezioni non sono danneggiateviceversa in quasi tutti i campioni il nastro che sigil-la i vetri egrave logoro e consunto pertanto egrave possibileaffermare che la collezione egrave complessivamente inun discreto stato conservativola collezione egrave stata inoltre informatizzata medianteapposito software (fileMaker pRo 12 clariscorporation) riportando nei vari campi le informa-zioni presenti sui cartellini Questo intervento hapermesso di fruire facilmente delle informazioni inessa contenute prossimamente si completeragrave il lavo-ro realizzando alcuni interventi di restauro sui cam-pioni ed effettuando lrsquoacquisizione in formato elet-tronico della loro immagine con uno scanner perdocumenti di pregio anche al fine di implementareun archivio elettronico consultabile via internet

letteRatuRa citatacuccuini p 2002 ndash La Xylotomotheca italica un caso

insolito di serie di exsiccata Catalogo e spigolature stori-che Museol Sci 19(1) 97-119

di paSQuale g allevato e 2007 ndash Collezioni di legnie carboni in Mazzoleni S pignatelli S (a cura di)I Musei delle Scienze Agrarie lrsquoevoluzione delleWunderkammern 79-81 ed universitagrave di napolifederico ii

fioRi a 1900 ndash Nuovo microtomo automatico a doppiarotazione Malpighia 14 411-424

fioRi a Beacuteguinot a paMpanini R 1905 ndash Schedae adFloram Italicam Exsiccatam n giorn Bot ital ns12(2) 143-144

lyncH aH gaSSon pe 2010 ndash Index XylariorumEdition 4 Royal Botanic gardens Kew published onthe internet

ManiatiS d Saint andReacute l teMMeRMan M MalHiy BeecKMan H 2011 ndash The potential of using xylar-ium wood samples for wood density calculations a com-parison of approaches for volume measurement forest 4150-159

uRBinati c giove M 2012 ndash Collezioni xilologiche in

410 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

fig 1un campione della Xylotomotheca Italica presente presso ilMuseo orto Botanico dellrsquouniversitagrave di Baria sample of the Xylotomotheca Italica at the Botanicalgarden Museum of Bari university

taffetani f (a cura di) Herbaria nardini editorefirenze

RiaSSunto - la Xylotomotheca Italica di adriano fiorirealizzata nei primi anni del novecento rappresenta unadelle collezioni storiche piugrave interessanti e peculiari nel suogenere Si tratta di sezioni sottili di numerose specie legno-se tra le piugrave rappresentative della flora italiana e di alcunespecie esotiche coltivate in italia lrsquoautore realizzograve la col-lezione col preciso obiettivo di arricchire la Flora ItalicaExsiccata (FIE) e pertanto di fornire un prezioso materialedi confronto per quanti svolgevano lavori botanici inoltreprogettograve il microtomo utilizzato per effettuare le sezioninella versione originaria della collezione costituita da 215

campioni le sezioni sono confezionate in pieghi di carton-cino a loro volta riposti in bustine corredate da unrsquoetichet-ta la Xylotomotheca Italica presente presso il Museo ortoBotanico dellrsquouniversitagrave di Bari fu acquisita probabil-mente insieme ai campioni della FIE presenti pressolrsquoHerbarium Horti Botanici Barensis (Bi) essa non si pre-senta nella sua veste originaria bensigrave in una versione realiz-zata per scopi didattici le sezioni con la relativa etichet-ta sono montate tra due vetri rettangolari sigillati da unnastro di tela grigia la collezione egrave composta da 154 cam-pioni comprendenti 135 taxa sub-generici appartenenti a93 generi Sono stati avviati alcuni interventi tesi al recu-pero della collezione che si presenta complessivamente inun discreto stato di conservazione

411

autoRi

Viviana Cavallaro (vivianacavallarounibait) Luigi Forte Dipartimento di Biologia e Museo Orto Botanico Universitagrave diBari ldquoAldo Morordquo Via E Orabona 4 70126 BariGiovanni Signorile Francesca Carruggio Francesca Mantino Museo Orto Botanico Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via EOrabona 4 70126 Bari

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

Malgrado siano trascorsi ben 40 anni il noto afori-sma di dobzhansky secondo cui ldquoniente in biologiaha senso se non alla luce dellrsquoevoluzionerdquo(doBzHanSKy 1973) non solo nulla ha perso dellasua straordinaria forza concettuale ma di fatto haoggi un significato ancor piugrave profondo in relazione aipiugrave recenti studi nel campo della biologia evolutivadello sviluppo (evo-devo) disciplina che estende ulte-riormente la visione unificante che negli anni lsquo30 elsquo40 del secolo scorso condusse alla sintesi evoluzioni-stica coniugando la genetica con le ldquoclassicherdquo scien-ze naturali (MuumllleR 2007)Svolgere adeguata divulgazione scientifica sulla teoriadellrsquoevoluzione appare perograve un compito estrema-mente difficile di evoluzione si parla nei contestipiugrave disparati ma non di rado i concetti basilari dellateoria darwiniana e delle sue successive elaborazionivengono travisati al punto da attribuire a darwinstesso affermazioni mai da lui pronunciate o scrittea cominciare dal famigerato rdquolrsquouomo discende dallascimmiardquo frase che manifesta la totale ignoranza dichi la pronuncia sulle tematiche in questione ersquoanche spiacevolmente frequente una volgarizzazioneerronea del concetto di evoluzione che viene inter-pretato come un ldquocammino verso la perfezionerdquo conlrsquointroduzione di elementi di teleologia del tuttoinappropriati allrsquoindirizzo httpevolutionberke-leyedu egrave disponibile un utile elenco di tipici erroriconcettuali sulla tematica dellrsquoevoluzione con relati-ve argomentazioni e note esplicative Se sono ben chiari i motivi della opportunitagrave e neces-sitagrave di insegnare i principi ed i meccanismi dellrsquoevo-luzione a tutti i livelli dellrsquoistruzione scolastica eduniversitaria non sono a tuttrsquooggi disponibili ade-

guati strumenti didattici neacute vi egrave stato se non episo-dicamente un confronto con i potenziali fruitoridegli interventi formativi per sperimentare le moda-litagrave piugrave efficaci con cui trasmettere i complessi edarticolati concetti della teoria dellrsquoevoluzione supe-rando le fin troppo diffuse inesattezze e gli erroriconcettuali precedentemente menzionatiil ruolo delle risorse museali per una efficace didatti-ca dellrsquoevoluzione egrave stato messo in rilievo da alcunistudi (Spiegel et al 2012) compiuti prevalentemen-te negli Stati uniti dove egrave piugrave avvertibile il problemadelle resistenze di tipo ideologicoreligioso in parti-colare nelle aree in cui sono particolarmente diffusi ilcreazionismo e lrsquoipotesi dellrsquoIntelligent Design che nerappresenta una versione ldquoaggiornatardquo dallrsquoesigenza di colmare questa grave lacuna nascepresso il Museo orto Botanico strutturadellrsquouniversitagrave degli Studi di Bari ldquoaldo Morordquo ilprogetto denominato e-Move (evoluzione delMondo vegetale) il progetto nasce dallrsquoidea che labiodiversitagrave vegetale vista in chiave diacronica possacostituire uno strumento molto efficace per la divul-gazione scientifica su questo tema cosigrave importante ilprogetto annuale che ha ricevuto un finanziamentodal MiuR nellrsquoambito della legge 62000 per la dif-fusione della cultura scientifica presenta alcuni ele-menti di novitagrave che verranno discussi in questo brevecontributo

aRticolazione del pRogettoil progetto si articola su 3 linee (a) allestimento nelMuseo orto Botanico di spazi espositivi sperimenta-li per elaborazione e validazione di strategie didatti-co-divulgative (B) Realizzazione di giochi interattivi

412 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

Risorse per insegnare lrsquoevoluzione dei vegetali il progetto e-Move

a gRano Mc de tullio

aBStRact - Resources for teaching plant evolution the E-MoVe project -the e-Move (evolution of the plant World)project tackles the problem of the scarcity of effective educational tools for teaching evolution in spite of the undoubtedimportance of the topic Within the Botanical garden Museum of the university of Bari methodologies for teaching evo-lution will be developed in collaboration with school teachers and other stakeholders novel teaching tools includinginteractive videogames will be made available to national and international institutions for testing and validation theproject funded by the italian Ministry of education also aims at providing training to school teachers and scientific muse-um operators

Key words plant evolution scientific museum teaching

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

(c) formazione di docenti ed operatori museali

(a) lo spazio espositivo consentiragrave di sperimentarestrategie di comunicazione e divulgazione valorizzan-do strutture attrezzature e competenze giagrave presenti esi articola in 3 parti (a phylowall b darwin e lepiante c iconografia botanica) con aula didatticaper la formazionea phyloWall la parete della filogenesi delle pianteil ldquogiardino verticalerdquo nasce a scopo decorativo-arti-stico su idea del botanico e designer p Blanc ilphyloWall avragrave una funzione scientifico-didatticaattraverso la disposizione degli organismi secondouno schema filogenetico si visualizzeragrave in manieraimmediata il concetto di evoluzione una legendacon datazione e localizzazione geografica dei repertifossili verragrave collocata accanto al phylowall per unaimmediata fruibilitagraveb darwin e le pianteverragrave allestita lrsquoipotetica ricostruzione dello studio didarwin con alcune delle immagini piugrave significativelegate allrsquoelaborazione del concetto di evoluzioneverragrave collocato uno schermo touch-screen per i giochiinterattivi c iconografia botanica localeverranno allestite teche per lrsquoesposizione di volumitra cui la flora del Regno di napoli di Micheletenore allo scopo di evidenziare il legame tra il pas-sato ed il futuro della ricerca botanica

(B) la realizzazione di materiale didattico innovativocostituisce un obiettivo fondamentale del progettoun comitato di redazione tecnico-scientifico in col-laborazione con uno studio professionale specializza-to nella comunicazione multimediale si occuperagrave diideare e realizzare materiale didattico che verragrave poidistribuito per la validazione nellrsquoambito di una retedi collaborazione nazionale ed internazionale

(c) la formazione si articoleragrave in (a) visite guidateper alunni (b) corsi per insegnanti e operatorimuseali con la collaborazione dellrsquoassociazionenazionale insegnanti di Scienze naturali (aniSn)si prevede la formazione di insegnanti sulle tematichedellrsquoevoluzione biologica utilizzando sia un approc-cio storico-didattico con lrsquouso dellrsquoerbario e dellabanca del germoplasma sia lo sviluppo di strumentiinterattivi informaticii moduli di formazione affronteranno temi che spa-ziano dallrsquoinquadramento storico della teoria dellrsquoe-voluzione allrsquouso delle moderne tecniche di sistema-tica molecolare sviluppando specifici percorsi didat-tici per i diversi livelli di approfondimento un ruolofondamentale verragrave attribuito allrsquouso delle risorsemuseali

pRoSpettive futuReil progetto ha elevate potenzialitagrave di fornire ricaduteper la diffusione della cultura scientifica sia a livellolocale sia come esperienza pilota da esportare in altrerealtagrave territoriali nazionali in particolare la collabo-razione con lrsquoaniSn consente lrsquoimplementazionedel progetto nelle ldquoscuole presidiordquo ed una piugrave ampiautilizzabilitagrave del materiale didattico sullrsquoevoluzionedelle piante che verragrave messo a disposizionela collaborazione con altre universitagrave orti Botanicie Musei della Scienza costituiragrave una rete aperta ad unbacino di utenza piugrave ampio e permetteragrave di esporta-re sul piano nazionale lrsquoesperienza maturata nellrsquoam-bito del progettole azioni connesse alla realizzazione di e-Move pro-muoveranno su scala nazionale la costituzione dinodi in una rete di comunicazione e diffusione dellacultura scientifica nel campo specifico dellrsquoevoluzio-ne delle piante con lrsquoobiettivo generale di elevare illivello di competenze degli studenti dei docentidegli operatori museali e del pubblico di non addet-ti ai lavori in ambito scientifico sostenendo la for-mazione continua la formazione di operatorimuseali guide naturalistiche ed altre figure profes-sionali per ampliare le conoscenze naturalistiche ter-ritoriali egrave un obiettivo di particolare rilevanza sia perla valorizzazione delle risorse umane sia per la tuteladei beni ambientali e dellrsquoingente patrimonio costi-tuito dalla biodiversitagrave vegetale nel nostro paese conlrsquoobiettivo di salvaguardare specie a rischio di estin-zione nella fattispecie piante che hanno rivestito unparticolare significato nel corso dellrsquoevoluzione

letteRatuRa citatadoBzHanSKy t 1973 ndash Nothing in biology makes sense

except in the light of evolution amer Biol teacher 35127-129

MuumllleR g 2007 ndash Evo-devo extending the evolutionarysynthesis nat Rev genet 8 943-949

Spiegel an evanS eM fRazieR B Hazel a taReM gRaM W diaMond J 2012 ndash Changing muse-um visitorrsquos concept of evolution evo edu outreach5 43-61

RiaSSunto ndash viene brevemente presentato il progettoe-Move (evoluzione del Mondo vegetale) attualmentein corso di realizzazione presso il Museo orto Botanicodellrsquouniversitagrave degli Studi di Bari ldquoaldo Morordquo il proget-to che ha ricevuto un finanziamento MiuR nellrsquoambitodella legge 62000 per la diffusione della cultura scientifi-ca si propone di allestire uno spazio espositivo che si poneanche come centro permanente per la ideazione realizza-zione e diffusione di efficaci strategie didattiche sui temidellrsquoevoluzione biologica attraverso la costituzione di unarete di validazione nazionale ed internazionale noncheacute larealizzazione di incontri di formazione per docenti discuole di ogni ordine e grado ed operatori museali

413Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

autoRi

Antonella Grano Museo Orto Botanico Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70126 BariMario C De Tullio (mariodetulliounibait) Dipartimento di Biologia Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70126Bari

il genere Arum l (Araceae) comprende in italia trespecie poliploidi A apulum (carano) p c Boyce Amaculatum l e A italicum Mill in questo genere itaxa poliploidi tendono ad occupare areali geograficimolto ampi rispetto alle specie diploidi (Bedalov1981) infatti A italicum egrave principalmente diffusodal caucaso attraverso la regione del Mediterraneofino alla costa atlantica (BonnieR 1931 MeuSel etal 1965 diHoRu 1970 Bedalov 1975) A macu-latum secondo MeuSel et al (1965) teRpograve (1973)e Bedalov (1981) egrave distribuito in europa centrale eoccidentale A maculatum e A italicum presentanotuberi rizomatosi al contrario del poliploide A apu-lum che ha il tubero a forma discoide (BedalovKupfeR 2005) in riferimento allrsquoorigine delle speciedel genere Arum Bedalov KupfeR (2005) suggeri-scono che la forma discoide del tubero sia da consi-derare ancestrale rispetto alla forma rizomatosaSuccessivamente questi dati sono stati confermati daindagini molecolari (eSpigravendola et al 2010) in precedenti lavori al fine di chiarire la tassonomiadel genere Arum sono stati riportati alcuni aspetticitologici e citotassonomici (goRi 1958 MaRcHi etal 1964 BeuRet 1971 1972 MaRcHi 1971Bedalov 1975 1981 Bedalov et al 1998) lamaggior parte delle specie di Arum egrave diploide connumero cromosomico 2n=28 mentre sono pochi itaxa poliploidi conosciuti A maculatum e A apulumsono tetraploidi con 2n=56 mentre A italicum egrave esa-ploide con 2n=84 le analisi cariologiche hannomostrato in dettaglio i cariotipi di quattro speciediploidi e due poliploidi i taxa analizzati inoltrehanno evidenziato un ldquocariotipo di baserdquo caratteriz-

zato dalla presenza di alcuni cromosomi marker(drsquoeMeRico et al 1993 Bianco et al 1994) il presente contributo fornisce pertanto informazio-ni sulla cariomorfometria delle suddette specie poli-ploidi

MateRiali e Metodile analisi cariologiche sono state effettuate su apiciradicali pretrattati con colchicina 03 per 2h equindi fissati per 5 min con 5111 (vv) (alcol eti-lico assoluto cloroformio acido acetico glaciale for-maldeide) successivamente sono stati idrolizzati per20 min con Hcl 55n e colorati con reattivo difeulgen la nomenclatura utilizzata per descrivere ilcariotipo segue levan et al (1964)per valutare il livello di simmetria del cariotipo sonostati utilizzati gli indici di asimmetria a1 (indiceintracromosomale) e a2 (indice intercromosomale)(RoMeRo zaRco 1986)

RiSultati e diScuSSioneArum maculatum e A italicum sono caratterizzati daun cariotipo asimmetrico comprendente numerosicromosomi submetacentrici con A italicum chemostra un indice intracromosomale (a1=043) piugraveelevato rispetto ad A maculatum (a1=039)dal punto di vista citologico egrave interessante notareche nelle specie esaminate sono state osservate coppiedi cromosomi caratterizzate dalla presenza di seg-menti telomerici debolmente colorati dal feulgenprecedentemente descritti come costrizioni seconda-rie (drsquoeMeRico et al 1993) dyeR (1963) e voSacolaSante (1995) descrivono simili segmenti

414 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

indagini cariomorfometriche in tre taxa poliploidi del genere Arum

a tuRco p Medagli a alBano S drsquoeMeRico

aBStRact - Karyomorphometry on three polyploid taxa of arum - Somatic chromosomes of three polyploid taxa of Arumhave been investigated A italicum showed 2n = 84 chromosomes and the karyotype is composed by numerous asymmet-ric chromosomes A maculatum and A apulum have shown 2n = 56 chromosomes the karyotype morphology of Aitalicum is similar to that of A maculatum but the most asymmetrical karyotype and the presence of numerous weaklyfeulgen-stained segments of the former suggest a more recent origin respect to latter differently A apulum has showed asymmetrical karyotype and few weakly feulgen-stained segments

Keywords allocyclic segments Arum karyotype asymmetry

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

denominati ldquoallocyclic segmentsrdquo in diversi gruppidi piante (Gasteria duval Iris l Aloe l) voSaBennett (1990) e Bennett gRiMSHaW (1991)inoltre suggeriscono lrsquoutilitagrave di questi segmenticome indicatori dellrsquoevoluzione del cariotipo e quin-di determinanti nellrsquoidentificazione dei cariotipidelle varie entitagrave al riguardo Arum italicum hamostrato il maggior numero di cromosomi conte-nenti i suddetti segmenti in comparazione a quelliosservati nei complementi di A maculatum A apu-lum e nei diploidi A orientale M Bieb subsp orien-tale e A cylindraceum gasp (drsquoeMeRico et al1993) differentemente A apulum egrave una specie tetraploidecon una distribuzione limitata al Sud italia (puglia)(caRano 1934 goRi 1958 Bianco et al 1994)Questrsquoultima specie mostra un cariotipo piugrave simme-trico (a1=032) considerato ancestrale rispetto allespecie con cariotipi asimmetrici (SteBBinS 1971)costituito da cromosomi prevalentemente metacen-trici e dalla presenza di pochi segmenti allociclicidrsquoaltra parte lrsquoisolamento geografico accompagnatoda variazioni ecologiche sembra supportare lrsquoattualestruttura del cariotipo di A apulum

letteRatuRa citata Bedalov M 1975 ndash Cytotaxonomical and phytogeograph-

ical investigation of the species arum italicum Mill inYugoslavia acta Bot croat 34 143-150

mdash 1981 ndash Cytotaxonomy of the genus arum (araceae) inthe Balkans and the Aegean area Bot Jahrb Syst 102183-200

Bedalov M favaRgeR c KupfeR p 1998 ndash Naturalhybrids and basic chromosome number in the genusarum acta Botanica yunnanica Suppl X 71-75

Bedalov M KupfeR p 2005 ndash Studies on the genusarum (araceae) Bull Soc neuchacirctel Sci nat 12843-70

Bennett St gRiMSHaW JM 1991 ndash Cytological stu-dies in cyclamen (primulaceae) pl Syst evol 176135-143

BeuRet e 1971 ndash Reacutepartition geacuteographique de quelquesarum des groupes maculatum L et italicum Mill BullSoc neuchacirctel Sci nat 94 29-36

mdash 1972 ndash Preacutesence drsquoun Arum diploide en Italie BullSoc neuchacirctel Sci nat 95 35-41

Bianco p drsquoeMeRico S Medagli p Bedalov M1994 ndash Indagini sistematiche su arum apulum(Carano) Bedalov (araceae) entitagrave endemica delle

Murge Pugliesi Webbia 49 (1) 43-49BonnieR g 1931 ndash Flore complegravete ilustregravee en couleurs de

France Suisse et Belgique 11 pariscaRano e 1934 ndash Un nuovo elemento della Flora meri-

dionale drsquoItalia ann Bot 20 579-585drsquoeMeRico S Bianco p Medagli p 1993 ndash

Chromosome numbers and karyotypes in arum(araceae) caryologia 46 161-170

diHoRu g 1970 ndash Morpho-taxonomische aspekte einigerArum-Arten Rev Roumaine Biol Seacuter Bot 15 71-85

dyeR af 1963 ndash Allocyclic segments of chromosomes andstructural heterozygosity that they reveal chromosoma13 545-576

eSpigravendola a BueRKi S Bedalov M KupfeR palvaRez n 2010 ndash New insights into the phylogeneticsand biogeography of arum (araceae) unravelling its evo-lutionary history Bot J linn Soc 163 14-32

goRi c 1958 ndash Il numero dei cromosomi dellrsquoarumnigrum Schott var apulum Carano caryologia 10(3) 454-456

levan a fRedga K SandBeRg aa 1964 ndashNomenclature for centromeric position on chromosomesHereditas 52 201-220

MaRcHi p 1971 ndash Numeri cromosomici per la flora italia-na 57-66 inform Bot ital 3 124-138

MaRcHi p capineRi R drsquoaMato g 1964 ndash Numericromosomici per la flora italiana 182-189 informBot ital 6 (3) 303-312

MeuSel H JaegeR e WeineRt e 1965 ndash Vergleichen-de Chorologie der zentra-europaumlischen flora 1 Jena

RoMeRo zaRco c 1986 ndash A new method for estimatingkaryotype asymmetry taxon 35 526-530

SteBBinS gl 1971 ndash Chromosomal Evolution in HigherPlants edward arnold ltd london

teRpOacute a 1973 ndash Kritische Revision der arum-Arten desKarpatenbeckens acta Bot acad Sci Hung 18216-255

voSa cg Bennett St 1990 ndash Chromosome studies inthe Southern African flora58-94 Chromosome evolutionin the genus gasteria Duval caryologia 43 235-247

voSa cg colaSante M 1995 ndash I segmenti allociclicinelle liliiflorae inform Bot ital 27 307-308

RiaSSunto gli autori riportano alcuni risultati cario-morfometrici ottenuti su tre specie poliploidi del genereArum Arum apulum (2n=56) A maculatum (2n=56) e Aitalicum (2n=84) in particolare la specie A italicum con2n=84 cromosomi ha mostrato un cariotipo con un eleva-to indice di asimmetria nel cariotipo di questa speciesono stati riscontrati numerosi ldquosegmenti allociclicirdquo incomparazione ad A maculatum e A apulum

415Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

autoRi

Alessio Turco Piero Medagli Antonella Albano Laboratorio di Botanica sistematica ed Ecologia vegetale DiSTeBAUniversitagrave del Salento Campus Ecotekne 73100 LecceSaverio DrsquoEmerico Dipartimento di Biologia Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70126 Bari

Cistus clusii dunal piccolo arbusto appartenente allafamiglia Cistaceae egrave una specie xerofila con distribu-zione mediterraneo-occidentale in italia storicamen-te presente in Sicilia (giaRdina 1988) e in puglianellrsquounica stazione di ldquoBosco isolardquo (lesina fg)(foRte et al 2002a) in questrsquoultima il contestovegetazionale egrave quello della gariga nanofanerofiticasu suolo sabbioso in associazione con Rosmarinusofficinalis l Erica multiflora l e Cistus sp pl(cHieSuRa loRenzoni et al 1976)a partire dallrsquoanno 2000 nellrsquoambito di progetti diricerca condotti dal Museo orto Botanicodellrsquouniversitagrave degli Studi di Bari sono stati indaga-ti alcuni aspetti della biologia ed ecologia di C clusii(MaccHia 2005) tali studi furono finalizzati allarealizzazione di azioni di conservazione in situ attra-verso il rafforzamento della popolazione residualepugliese giagrave allrsquoepoca gravemente esposta a pericolodi estinzione (conti et al 1997) a tale scopo furo-no infatti reintrodotti in aree ecologicamente idoneedi ldquoBosco isolardquo circa cento individui ottenuti pervia sessuale attraverso fecondazione incrociata con-trollata a partire dai pochi individui della popolazio-ne originaria (foRte et al 2002b) Successivi rilieviin campo hanno registrato la progressiva diminuzio-ne del numero di individui presenti in situ fino allaloro completa scomparsa soprattutto a causa deiripetuti incendi verificatisi tra il 2007 e il 2010(foRte et al 2009 2012) tuttavia la specie in

puglia era da ritenersi estinta solo in natura (EW) inquanto presso il Museo orto Botanico di Bari eranopresenti sia individui ottenuti da fecondazione incro-ciata e derivanti dalla popolazione spontanea origina-ria sia semi conservati presso la Banca delgermoplasma (Bg-MoBB)Questrsquoultima evenienza ha costituito la premessaindispensabile per la realizzazione di nuove azioni diconservazione di C clusii nel territorio di ldquoBoscoisolardquo tali azioni si sono concretizzate grazie ad unaconvenzione stipulata tra il Museo orto Botanico diBari e il centro Studi naturalistici onluS nellrsquoam-bito del progetto ldquointerventi per la protezione e con-servazione del patrimonio ambientalerdquo- fondi faS ndashpremialitagrave Regionale delibera cipe 202004in questo lavoro vengono presentate le attivitagrave svolteai fini della propagazione gamica di C clusii e quelleper la successiva reintroduzione degli individui pro-dotti

MateRiali e Metodi

il materiale di propagazione gamica utilizzato per leazioni di conservazione in situ egrave stato ottenuto daimpollinazione incrociata controllata eseguita su dueindividui conservati ex situ siglati come c1 e c2 peri quali era stata giagrave testata la compatibilitagrave allrsquoincro-cio (foRte et al 2012)nel mese di aprile 2010 495 fiori (437 dellrsquoindivi-duo c1 e 58 dellrsquoindividuo c2) privati degli stami

416 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

Reintroduzione di Cistus clusii a ldquoBosco isolardquo (lesina puglia)

l foRte S anifantiS f caRRuggio v cavallaRo f Mantino g MelcHioRRe

aBStRact - Reintroduction of cistus clusii to ldquoBosco Isolardquo (Lesina Apulia) - Cistus clusii dunal is very rare in italy whereits historical sites of occurrence are in Sicily and apulia (ldquoBosco isolardquo ndash lesina fg) after the extinction in the wild ofthe small apulian population the Botanical garden Museum of Bari university and the centro Studi naturalistici(onluS) made a special agreement in order to implement a reintroduction project into the site of lesina the reintro-duced plants 520 in all were obtained from the offspring of lesina C clusii spontaneous population which is conservedex situ at the Botanical garden Museum of Bari to increase the chances of a successful reintroduction the plants wereplaced in three different areas and in each of them the individuals were planted in microsites suitable for the eco-physi-ological characteristics of the lesina population already known from literature in fact only a thorough knowledge of thebio-ecological behaviour of the selected species may allow to establish self-maintaining populations in the wild and so torealize an effective conservation action

Key words apulia Cistus clusii dunal reintroduction

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

sono stati impollinati manualmente e coperti consacchetti di tessuto non tessuto (tnt) in maggioin concomitanza con lrsquoinizio dellrsquoingrossamentodegli ovari i cappucci sono stati rimossi e nel mesesuccessivo egrave stata effettuata la raccolta delle capsulemature nella primavera del 2011 i semi sono statisottoposti a pre-trattamenti di scarificazione mecca-nica manuale e di dry-heating (80 degc x 5 min) inquanto risultati i piugrave efficaci nel promuoverne la ger-minazione (foRte et al 2012) per ciascuno dei duepre-trattamenti sono stati utilizzati circa 1500 semiderivanti dallrsquoincrocio c1 x c2 e circa 400 semi pro-dotti dallrsquoincrocio c2 x c1 i semi pre-trattati sonostati posti direttamente in plateaux di polistiroloespanso riempiti con sabbia sterilizzata a granamedio-fine (50) e torba (50) dopo una primafase di accrescimento le plantule sono state trapian-tate in fitosacchi in film plastico contenenti terrenonon sterile (sabbia di fiume 40 terreno comune30 torba 30) durante tutte le fasi di crescita leplantule sono state irrigate e sottoposte a trattamen-ti fitosanitari e fertilizzanti miratiper lrsquointervento di reintroduzione oltre agli individuicosigrave ottenuti nel 2011 sono stati utilizzati ancheindividui derivanti da semi pre-germinati nellrsquoambi-to di prove sperimentali condotte tra il 2009 e il2010 su c1 e c2la scelta delle aree di reintroduzione egrave stata fattasulla base dei dati storici di presenza di C clusii alesina (cHieSuRa loRenzoni et al 1976 foRte etal 2002b) delle caratteristiche eco-fisiologiche dellapopolazione originaria (foRte et al 2005 foRtepaStoRe 2005) di quelle ecologiche dei siti di rein-troduzione e dellrsquoanalisi delle minacce

RiSultati e diScuSSione

gli individui oggetto dellrsquoazione di reintroduzioneavvenuta a fine gennaio 2013 sono stati distribuitiin tre aree principali (fig 1) Queste sono situate neltratto di cordone dunale immediatamente ad est diMarina di lesina insediamento sorto in localitagravepietramaura dove negli anni lsquo70 era ancora presen-te il piugrave esteso nucleo di individui di C clusii dellastazione di lesina (cHieSuRa loRenzoni et al1976) due delle aree di reintroduzione poste tra lelocalitagrave di acquarotta e pennacchio sono relativa-mente vicine tra loro e separate da una fascia occupa-ta da un rimboschimento a Pinus pinea l mentre laterza in localitagrave chiusa dista dalle altre circa 2 kmallrsquointerno di ciascuna area sono stati individuati piugravesiti di reintroduzione georiferiti mediante strumen-tazione gpS in ognuno dei quali egrave stato inserito unnumero di individui compreso tra 20 e 25la scelta di ripartire gli individui in tre aree di rein-troduzione differenti e allrsquointerno di queste in piugravesiti distinti egrave stata effettuata con lo scopo di ridurre ilrischio che un eventuale incendio possa interessarlecontemporaneamente compromettendo la sopravvi-venza dellrsquointera popolazione reintrodotta il numerocomplessivo di siti di intervento egrave risultato pari a 27inoltre per garantire buone probabilitagrave di successo

anche riproduttivo in ciascun sito sono stati reintro-dotti almeno 20 individui al fine di aumentare laprobabilitagrave di incrocio tra individui con alleli diincompatibilitagrave differenti indispensabile in una spe-cie allogama come C clusii (Rizzotto 1979)in ogni sito inoltre i singoli individui sono statipiantati in micro-siti individuati sulla base dellamicro-morfologia stazionale le tre aree di interven-to ricadono in un contesto vegetazionale caratterizza-to da un complesso e molto frammentato mosaicocostituito principalmente dalla gariga a R officinalisE multiflora e Cistus sp pl e dalla macchia a sclero-fille sempreverdi con presenza di Erica arborea lQuesto mosaico spesso egrave il diretto risultato delledifferenti condizioni ecologiche determinate dallamicro-morfologia stazionale (foRte et al 2002a) ealtre volte della dinamica della vegetazione in atto acausa degli incendi pertanto sono stati individuaticome idonei quei micro-siti rispondenti alle caratte-ristiche bio-ecologiche della popolazione da intro-durre (eliofilia relativa sensibilitagrave allo stress idricoecc foRte et al 2005) e comunque sempre suffi-cientemente distanti da nuclei di macchia in stato diavanzamento o da singoli cespugli in fase di resprou-tinglrsquoazione di conservazione in situ cosigrave condotta nonha richiesto pertanto ulteriori interventi quali dira-

417Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 1Mappa delle aree di reintroduzione (base cartograficaldquocarta della vegetazione reale del ldquoBosco isolardquo di lesina- foglio 1rdquo foRte 2001)Map of reintroduction areas (cartographic base ldquocartadella vegetazione reale del ldquoBosco isolardquo di lesina - foglio1rdquo foRte 2001)

damento della vegetazione preesistente rimozionedel secco ecccomplessivamente nella stazione di ldquoBosco isolardquosono stati reintrodotti 520 individui di C clusii pro-dotti mediante coltivazione ex situ 200 dei qualiderivanti da semina diretta di semi pre-trattati e 320ottenuti da impianto di semi pre-germinatiattualmente ulteriori 155 individui prodotti nel-lrsquoambito di questo progetto sono conservati presso ilMuseo orto Botanico dellrsquouniversitagrave di Bari inmodo da garantire sia la conservazione ex situ delpatrimonio genetico della popolazione di lesina e siala possibilitagrave di disporre di materiale di propagazioneper studi successivi

Ringraziamenti - gli autori ringraziano gli ldquospeciali colla-boratorirdquo che si sono prodigati durante il lavoro in campodi reintroduzione in situ in ordine alfabetico elenaBlotti nicola cillo Saverio drsquoamico Mario de tullioantonella grano Marcello Macchia Saverio Regina egianni Signorile

letteRatuRa citatacHieSuRa loRenzoni f cuRti l loRenzoni gg

MaRcHioRi S 1976 ndash cistus clusii Dunal Note dinomenclatura e di distribuzione con particolare riguardoalla stazione di Lesina (Foggia) giorn Bot ital 110259-267

conti f Manzi a pedRotti f 1997 ndash Liste rosse regio-nali delle piante drsquoItalia WWf Societagrave Botanicaitaliana universitagrave di camerino

foRte l anifantiS S Mantino f caRRuggio fcavallaRo v 2009 ndash Conservation of cistus clusiiDunal from ldquoBosco Isolardquo (Lesina - Apulia) current sta-tus and new experimental evidence in BaccHetta g(ed) Book of Abstracts Biodiversity Hotspots in theMediterranean Area 45th intern congr SiSv amp fip ndashcagliari 22-24 25-29 June 2009 280

foRte l cavallaRo v MaccHia f 2002b ndashConservazione in situ di cistus clusii Dunal (cistaceaeMagnoliophyta) nella duna di Lesina Quad Botamb appl 13 3-9

foRte l cavallaRo v pantaleo f drsquoaMico fSMaccHia f 2002a ndash The vascular Flora of the ldquoBoscoIsolardquo at Lesina (Foggia ndash Apulia) fl Medit 12 33-92

foRte l MelcHioRRe g anifantiS S caRRuggio fMantino f 2012 ndash Alcuni aspetti della biologia dellaconservazione di cistus clusii Dunal di ldquoBosco Isolardquo(Lesina Puglia) inform Bot ital 44(Suppl 2) 36-38

foRte l paStoRe d 2005 ndash Relazioni acqua-pianta inMaccHia f (ed) Biologia ed ecologia di cistus clusiiDunal 31-38 ed adda Bari

foRte l paStoRe d MaRvulli M Scatigna aMeMaccHia f 2005 ndash Analisi comparata tra eventi feno-logici e andamento dei parametri ambientali inMaccHia f (ed) Biologia ed ecologia di cistus clusiiDunal 5-13 ed adda Bari

giaRdina 1988 ndash Segnalazioni Floristiche Italiane 574-576 inform Bot ital 20(2-3) 678-679

MaccHia f (a cura di) 2005 ndash Biologia ed ecologia dicistus clusii Dunal ed adda Bari

Rizzotto M 1979 ndash Ricerche tassonomiche e corologichesulle cistaceae 1 Il genere cistus L in Italia Webbia33(2) 343-378

RiaSSunto ndash Cistus clusii dunal egrave una specie moltorara in italia storicamente presente in Sicilia e in puglianellrsquounica stazione di ldquoBosco isolardquo (lesina fg) in segui-to allrsquoestinzione della piccola popolazione residuale puglie-se il Museo orto Botanico dellrsquouniversitagrave di Bari e ilcentro Studi naturalistici onluS hanno stipulato unaapposita convenzione al fine di attuare unrsquoazione di rein-troduzione nel sito di lesina le piante reintrodotte insitu 520 in tutto sono state ottenute a partire da indivi-dui di C clusii progenie della popolazione spontanea ori-ginaria conservati ex situ presso il Museo orto Botanicoper aumentare le probabilitagrave di successo dellrsquointerventogli individui sono stati distribuiti in tre aree distinte eallrsquointerno di queste piantati in micro-siti rispondenti allecaratteristiche eco-fisiologiche della popolazione di C clu-sii di lesina giagrave note dalla letteratura infatti solo unaconoscenza approfondita del comportamento bio-ecologi-co delle entitagrave oggetto di interventi di conservazione insitu permette di programmare una concreta azione di tute-la attraverso lrsquoinsediamento di popolazioni in grado dipersistere nel tempo

418 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

autoRi

Luigi Forte (luigiforteunibait) Viviana Cavallaro Dipartimento di Biologia e Museo Orto Botanico Universitagrave di BarildquoAdo Morordquo Via E Orabona 4 70126 BariStamatia Anifantis Francesca Carruggio Francesca Mantino Giulia Melchiorre Museo Orto Botanico Universitagrave di BarildquoAldo Morordquo Via E Orabona 4 70126 Bari

Limoniastrum monopetalum (l) Boiss egrave presente inpuglia sulle rupi marittime di tricase porto (le)nellrsquoambito di una cenosi ascrivibile alla classeCrithmo-Limonietea Br-Bl 1947 in condizioni ana-loghe a quanto descritto per la Sicilia meridionale daBaRtolo et al (1982) Secondo la direttiva9243cee si tratta di un habitat di interesse comu-nitario denominato ldquoScogliere con vegetazione dellecoste mediterranee con Limonium spp endemicirdquo(aavv 2010) ersquo una specie a diffusione SW-Mediterranea in italia egrave presente in Sardegna inSicilia (conti et al 1992) nella laguna diorbetello (toMei guazzi 1993) a tricase porto(le) (accogli et al 1996) (fig1) in passato laspecie era stata segnalata ldquonei siti arenosi di tarantordquo(MaRinoSci 1870) caratterizzati da depressionicostiere con un ristagno idrico con substrato preva-lentemente costituito da argille e colonizzato da spe-cie ad elevata alofilia (tRotteR 1936) probabil-mente le antiche cenosi erano ascrivibili alla classeSarcocornetea-fruticosae Br-Bl amp tuumlxen ex a amp oBolograves 1950 tipica dei suoli inondati fangoso-argillo-si come riportato da Biondi et al (2004) per laSardegna

StatuS del popolaMento puglieSe ed eSpeRienzepRegReSSe

a tricase porto il popolamento si presenta formatoda due nuclei localizzati sulla sommitagrave di due costo-ni rocciosi distanti in linea drsquoaria circa 150 mentrambi i costoni sono occupati da abitazioni ad

uso civico ed i cespugli di limoniastro sono localizza-ti nelle loro adiacenze ma non allrsquointerno e questopotrebbe escludere unrsquointroduzione della specie perscopo ornamentale in totale si possono contarecirca 25 individui dei quali 18 si presentano comegrossi cespugli larghi 1ndash25 m alti 075ndash130 m lafioritura dura meno di un mese tra la fine di giugnoe lrsquoinizio di luglio le infiorescenze secche rimango-no sulla pianta sino a dicembre ma la maturazionedei frutti non egrave mai evidente e non egrave visibile la dei-

419infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

conservazione ex situ ed interventi di reintroduzione di Limoniastrum monopetalum in puglia

R accogli Mp BiancHi p Medagli S MaRcHioRi

aBStRact - ex situ conservation and reintroduction of limoniastrum monopetalum in Apulia region - in this paper arepresented the main actions taken by the Botanic garden of diSteBa for the protection of Limoniastrum monopetalum(l) Boiss species of high vulnerability included in the national Red list of plants of italy the specie is cultivated exsitu in the Botanic garden and it was decided to implement its reintroduction in the locality palude la vela (ta) in anarea once had been reported but no longer found propagation of L monopetalum was carried out by vegetative and gen-erative individuals obtained were reintroduced in two sites of the palude to different environmental conditions

Key words conservation moltiplication reintroduction

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 1areale di L monopetalum secondo gReuteR et al 1989 etutin et al 1981distribution area of L monopetalum according togReuteR et al 1989 and tutin et al 1981

scenza a contrastare lo sviluppo e la diffusione dinuove piante sono le estreme condizioni di povertagravedel substrato fortemente disturbato dalle attivitagraveantropiche che rimaneggiano continuamente le som-mitagrave dei costoni rocciosi (interventi di restauro edili-zio incendi e tagli indiscriminati) e la presenza diuna flora sinantropica dominata da agave pittospo-ro caprifico rovola vulnerabilitagrave della specie ha motivato la sua ripro-duzione ex situ nellrsquoorto Botanico dellrsquouniversitagravedel Salento e la messa a punto di protocolli di rein-troduzione infatti giagrave nel 2000 era stata testata lacapacitagrave di propagazione di L monopetalum sia pervia gamica che agamica senza forzature sui semi neacutedi ormoni radicanti per le talee la resa germinativaera risultata molto bassa del 2-5 mentre elevatesono state le percentuali di attecchimento delle talee(70-95) sia in primavera che agli inizi dellrsquoautun-no nel 2005 egrave stato effettuato un primo interventovolto al potenziamento del popolamento di L mono-petalum esistente a tricase porto lungo un breve trat-to costiero prospiciente il sito interessato da un inter-vento di riqualificazione attuato dallrsquoamministra-zione comunale lrsquointervento prevedeva la realizza-zione di un camminamento lungo la scogliera attra-verso i segni della storia locale ancora leggibili (trat-turi per la mena delle pecore vasche intagliate negliscogli per la concia delle pelli e per lrsquoestrazione diblocchi lapidei terrazzamenti per le colture agrarieprimaticce etc) la flora del tratto costiero annove-ra altre specie di interesse conservazionistico percheacuteincluse nella lista Rossa nazionale come Vincetoxi-cum hirundinaria Medik subsp adriaticum (Beck)Markgr o di valore fitogeografico come lrsquoendemicoLimonium japigicum (groves) pignatti Lavateraarborea l Scrophularia lucida l lrsquointervento direintroduzione era stato concordato con docenti edalunni delle Scuole Medie inferiori del comune ditricase che hanno partecipato dimostrando grandeinteresse e sensibilitagrave nellrsquoautunno 2005 egrave stataorganizzata una giornata durante la quale dopo unincontro tra autoritagrave politiche locali studiosi stu-denti e cittadini sono state messe a dimora 10 pian-te di L monopetalum (accogli et al 2006) pur-troppo lrsquointervento egrave stato inficiato da un incendioche nella primavera successiva ha distrutto buonaparte della flora spontanea ed i trapianti effettuati

MateRiali e Metodi

un secondo intervento di reintroduzione di L mono-petalum egrave stato programmato nel 2011 per il sitopalude la vela che ricade nellrsquoomonima Riservanaturale Regionale e prossima allrsquoantica salina di Sgiorgio jonico (ta) come prima fase si egrave procedu-to alla moltiplicazione della specie per ottenere indi-vidui giovani da mettere a dimora la moltiplicazio-ne ex situ egrave stata ripetuta sia per via vegetativa chegenerativa ponendosi nelle medesime condizionidegli anni precedenti ma con lrsquoaccorgimento didistinguere talee semierbacee da talee legnose ilmateriale propagativo egrave stato prelevato dagli indivi-

dui presenti a tricase porto da rami di 2 o piugrave annicon diametro del fusto maggiore di 10 mm sonostate realizzate talee lunghe 10-18 cm da rami di 1anno con diametro inferiore a 10 mm sono staterealizzate talee lunghe 7-12 cm il prelievo egrave statoeffettuato sia allrsquoinizio dellrsquoautunno (5 ottobre 2010)che alla fine della stagione invernale (5 marzo 2011) le talee sono state messe a radicare (senza aggiunta diormoni) in substrato costituito da un mixer di torbae perlite in rapporto 12 in vasi in pvc delle dimen-sioni 7x7x18 cm fatti stazionare poi in tunnel fred-do dopo 30 giorni veniva registrato lrsquoattecchimentodelle talee i risultati definitivi hanno evidenziato ilseguente andamento in autunno per quelle preleva-te da rami di 2 anni egrave stata registrata una percentua-le del 74 e per quelle prelevate da rami di 1 annodel 64 in primavera per le talee piugrave legnose egrave stataregistrata una percentuale di attecchimento pari al95 e per quelle meno legnose dellrsquo86 ancorauna volta i risultati dimostrano la facilitagrave di propaga-zione vegetativa della specie inoltre anche se i valo-ri differiscono di poco si deduce che il periodomigliore per il taleaggio di L monopetalum egrave a finestagione primaverile con rami vecchi di almeno 2anni (tab 1)

i racemi di L monopetalum dopo la fioritura persi-stono sulla pianta per lungo tempo (anche sino allrsquoin-verno) per cui sono stati effettuati periodici prelievidei frutti per lrsquoestrazione dei semi al fine di definire ilperiodo di piena maturazione un primo prelievo deifrutti egrave stato effettuato in ottobre i semi sono statiopportunamente isolati previa rottura della capsulaed una parte di essi egrave stata sottoposta a vernalizzazio-ne (4 degc per 24 h) per simulare unrsquoeventuale dor-mienza invernale la semina egrave stata effettuata in cap-sule petri sterili con carta da filtro come substratotenute in camera di crescita a 20 degc e fotoperiodo di10 h Sono state realizzate tre ripetizioni con 30 ele-menti per capsula lrsquoelaborazione dei dati registratievidenzia un andamento del potere germinativo di Lmonopetalum secondo quanto riportato dalla fig 2 il monitoraggio delle piastre ha evidenziato un pote-re germinativo dei semi molto basso (2-4) questodato egrave stato confermato dalla semina a spaglio effet-tuata in una seminiera con substrato composto datorba e agriperlite nel rapporto 12 da circa 200semi sono emerse solo 6 plantule

420 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

taBella 1Risultati della propagazione ex situResults of ex situ propagation

stagione talee di di radicazionepartenza 72 dopo 30 gg

Oslash 10 mm 64autunno Oslash 10-20 mm 74Oslash 10 mm 86primavera Oslash 10-20 mm 95

ReintRoduzione a palude la vela

i sopralluoghi effettuati a palude la vela per lrsquoindivi-duazione di siti idonei alla reintroduzione hannoindotto alla scelta di due piccole superfici simili percondizioni di substrato per copertura vegetale eparametri ambientali tali siti sono collocati su spon-de opposte dellrsquoacquitrino ed hanno unrsquoestensioneminima di 60 m2 per la messa a dimora sono stateselezionate piante vigorose e sane con unrsquoaltezzamedia di 489 plusmn526 cm e diametro di 1609plusmn304cm nel mese di novembre 2011 egrave stata effettuata laloro messa a dimoranel sito denominato ldquoardquo sono state trapiantate 15piante con un approssimativo sesto di impianto di 2x 4 m nel sito ldquoBrdquo sono state trapiantate 14 piantein ordine sparso in quanto lrsquoarea presentava nume-rose zone di erosione e continui dislivelli

concluSioni

nellrsquoarea palude la vela le condizioni ambientalisembrano piugrave confacenti allrsquoecologia di L monopeta-lum rispetto a tricase porto ed egrave positivo che tutte lepiante abbiano attecchito e siano giunte a fioriturama solo fra qualche anno si potragrave constatare la for-mazione di un eventuale popolamento con individui

fertili ed in grado di autopropagarsi e si avragrave confer-ma del successo della reintroduzione

letteRatuRa citataaavv 2010 ndash Manuale italiano interpretazione degli

habitat (Direttiva 9243 CEE) Ministero ambiente etutela territorio e Mare SBi

accogli R Medagli p MaRcHioRi S 1996 ndashlimoniastrum monopetalum (L) Boiss in Puglia(plumbaginaceae) giorn Bot ital 130 1 91degcongr SBi ancona 16-19 settembre 1996

mdash 2006 ndash Conservazione ex situ e reintroduzione dilimoniastrum monopetalum (L) Boiss sulla fasciacostiera di Tricase Porto (Lecce) inform Bot ital38(Suppl 1) 183-184

BaRtolo g BRullo S MaRcenograve c 1982 ndash La vegeta-zione costiera della Sicilia sud-orientale aQ71226cnR Roma

Biondi e BRugiapaglia e faRRiS e filigHeddu RSeccHi z 2004 ndash Halophilous vegetation of Olbia pondsystem (NE-Sardinia) fitos 41(1) Suppl 1 125-141

conti f Manzi a pedRotti f 1992 ndash Lista RossaNazionale delle Piante drsquoItalia WWf italia Roma

gReuteR W BuRdet HM long g 1989 ndashMedndashChecklist vol 4 320 pp

MaRinoSci M 1870 ndash Flora Salentina 1 22toMei pe guazzi e 1993 ndash Le zone umide della

Toscana Lista generale delle entitagrave generali atti MusStor nat grosseto 15 120-135

tRotteR a 1936 ndash Rilievi ecologici intorno alla flora edalla vegetazione della salina di SGiorgio presso Tarantoann R ist Sup agr portici III 5 120-135

tutin tg HeyWood vH BuRgeS na MooRedM valentine dH WalteRS SM WeBB da1981 ndash Flora Europaea vol 3 51

RiaSSunto - nel presente lavoro vengono esposte leprincipali azioni intraprese dallrsquoorto Botanico deldiSteBa per la salvaguardia di Limoniastrum monopeta-lum (l) Boiss specie ad alta vulnerabilitagrave inclusa nellalista Rossa nazionale delle piante drsquoitalia da anni la spe-cie viene coltivata ex situ nellrsquoorto Botanico e si egrave pensatodi attuare la sua reintroduzione in localitagrave palude la velain un ambito territoriale di antica segnalazione ma doveattualmente risulta scomparsa la propagazione di Lmonopetalum egrave stata effettuata per via vegetativa e genera-tiva e gli individui ottenuti sono stati reintrodotti in duesiti della palude a diverse condizioni ambientali

421Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 2valutazione del potere germinativoevaluation of the germinative power

autoRi

Rita Accogli (ritaaccogliunisalentoit) Maria Pia Bianchi Piero Medagli Silvano Marchiori Orto Botanico delDipartimento di Scienze e Tecnologie Biologiche ed Ambientali (DiSTeBA) Universitagrave del Salento Centro Ecotekne ViaProvinciale per Monteroni 73100 Lecce

in occasione della redazione della checklist dellepiante vascolari della puglia (a albano fBartolucci f conti p Medagli Rp Wagensommerin prep) egrave stato aggiornato lrsquoelenco delle specieminacciate in questa Regionele liste Rosse Regionali (conti et al 1997) ripor-tavano per la puglia 180 entitagrave da allora sono tras-corsi piugrave di 15 anni alcune di queste entitagrave eranoindicate in puglia per errore e altre sono considerateoggi sinonimi di entitagrave non minacciate mentrenumerose specie della lista Rossa nazionale sonostate rinvenute in puglia solo dopo il lavoro diconti et al (op cit) per questo motivo abbiamoritenuto utile aggiornare lrsquoelenco delle specie di listaRossa della Regione puglia e integrarlo con tutte leentitagrave endemiche pugliesi ed esclusive della Regione(presenti in italia solo in puglia)

RiSultati

il libro Rosso delle piante drsquoitalia (conti et al1992) riportava 458 specie e sottospecie di piantevascolari sottoposte a vari gradi di minaccia a livellonazionale di queste entitagrave 46 sono attualmentenote in puglia (tab 1) considerando anche le listeRosse Regionali (conti et al 1997) il numero ditaxa minacciati a livello nazionale e presenti in pugliasale a 89 entitagrave certamente presenti (di cui 1 dubita-tivamente alloctona) e 8 dubitativamente presentinella Regione mentre il numero di entitagrave indicatecome minacciate a livello Regionale egrave pari a 158 (dicui 1 dubitativamente alloctona) alle quali si aggiun-gono 4 entitagrave dubitativamente presenti nella Regio-ne per un totale di 188 entitagrave (tab 1)

le specie esclusive della puglia cioegrave quelle presentiin italia solo in questa Regione sono 54 di cui 2dubitativamente alloctone alle quali si aggiungono 6entitagrave la cui presenza egrave dubbia di queste 54 entitagrave35 sono endemiche pugliesi (tab 1)pertanto le specie di lista Rossa in puglia integratecon tutte le endemiche pugliesi e le esclusive dellaRegione sono 221 (tab 1) pari al 93 della floravascolare autoctona pugliese

diScuSSione

il libro Rosso e le liste Rosse delle piante drsquoitalia(conti et al 1992 1997) pur essendo stati seguitida altri lavori riguardanti le piante minacciate delnostro paese (pignatti et al 2001 ScoppolaSpaMpinato 2005) sono ancora oggi il riferimentoprincipale per le specie a rischio di estinzione initalia negli ultimi anni lrsquoimpulso alla realizzazionedi una nuova lista Rossa delle piante drsquoitalia secon-do i piugrave recenti criteri iucn (2001 2011) egrave statodato dalla rubrica pubblicata sullrsquoinformatoreBotanico italiano ldquoSchede per una lista Rossa dellaflora vascolare e crittogamica italianardquo e dal proget-to appena concluso e realizzato dalla SocietagraveBotanica italiana per conto del Ministero dellrsquoam-biente e della tutela del territorio e del Mare relati-vo alla valutazione nazionale della categoria di rischiodi estinzione per piugrave di 300 specie vegetali di interes-se conservazionistico e di ambientihabitat partico-larmente minacciati (RoSSi et al 2013) attualmen-te questi progetti hanno portato alla valutazione delgrado di minaccia di 40 specie vascolari presenti inpuglia Egrave auspicabile pertanto il contributo di tutti

422 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

piante vascolari minacciate e liste Rosse aggiornamento delle conoscenzein puglia

Rp WagenSoMMeR p Medagli ev peRRino

aBStRact - Threatened vascular plants and Red Lists an update of knowledge in Apulia -the Regional Red list of vas-cular plant species in apulia Region has been updated following recent knowledges of conservation distributional andtaxonomic interest

Key words apulia Red lists threatened species update

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

423Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

taBe

lla

1Piante vascolari endemiche esclusive e di Lista Rossa della Regione Puglia

Endemic exclusive and Red List vascular plants in Apulia Region

424 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO 45 (2) 393-432 2013(se

gue T

ab 1

)

425Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

(segue Tab 1)

426 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013(segue Tab 1)

427Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

(segue Tab 1)

i botanici pugliesi affincheacute sia possibile valutaresecondo i criteri piugrave recenti dellrsquoIUCN (op cit) unnumero molto maggiore di specieLrsquoelenco riportato in Tab 1 include tutte le specieendemiche pugliesi ed esclusive della Puglia Di que-ste entitagrave 33 non venivano indicate nelle Liste RosseRegionali (CONTI et al 1997) Esse sono state inclu-se in Tab 1 in via precauzionale ma in molti casi illoro effettivo grado di minaccia deve ancora esserevalutato Lrsquoelenco non include invece le categorie diminaccia indicate in ROSSI et al (2013) che sarannooggetto di un futuro contributo sulle specie di inte-resse conservazionistico in Puglia

CONCLUSIONILrsquoaggiornamento delle conoscenze floristiche inPuglia e le informazioni tassonomiche nomenclatu-rali e distributive pubblicate nel corso degli ultimianni hanno consentito un aggiornamento delle ListeRosse delle Piante vascolari della Regione Puglia maancora molto lavoro deve essere svolto per megliodefinire il numero di specie a rischio e il loro effetti-vo grado di minaccia secondo i piugrave recenti criteriinternazionali (IUCN op cit)

LETTERATURA CITATACONTI F MANZI A PEDROTTI F 1992 ndash Libro Rossodelle Piante drsquoItaliaMinistero Ambiente WWF Italia

Societagrave Botanica Italiana Romamdash 1997 ndash Liste Rosse Regionali delle Piante drsquoItaliaWWFItalia Societagrave Botanica Italiana CIAS Camerino

IUCN 2001 ndash IUCN Red List Categories and CriteriaVersion 31 IUCN Species Survival CommissionIUCN Gland (Switzerland) amp Cambridge (UK)II+30 pp

mdash 2011 ndash Guidelines for Using the IUCN Red ListCategories and Criteria Version 90 Prepared by theStandards and Petitions Subcommittee httpww-wiucnredlistorgdocumentsRedListGuidelinespdf

PIGNATTI S MENEGONI P GIACANELLI V (a cura di)2001 ndash Liste rosse e blu della flora italiana ANPARoma

ROSSI G MONTAGNANI C GARGANO D PERUZZI LABELI T RAVERA S COGONI A FENU G MAGRINIS GENNAI M FOGGI B WAGENSOMMER RPVENTURELLA G BLASI C RAIMONDO FMORSENIGO S (Eds) 2013 ndash Lista Rossa della FloraItaliana 1 Policy Species e altre specie minacciateComitato Italiano IUCN Ministero Ambiente eTutela Territorio e Mare Roma 54 pp

SCOPPOLA A SPAMPINATO G (Eds) 2005 ndash Atlante dellespecie a rischio di estinzione (CD-ROM) Allegato a ASCOPPOLA C BLASI (Eds) Stato delle conoscenze sullaflora vascolare drsquoItalia Palombi Ed Roma

RIASSUNTO ndash Egrave stata aggiornata la Lista RossaRegionale delle piante vascolari della Regione Pugliasecondo le piugrave recenti conoscenze in ambito conservazio-nistico distributivo e tassonomico

428 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO 45 (2) 393-432 2013

AUTORI

Robert Philipp Wagensommer (robwagensommeryahooit) Scuola di Scienze Ambientali Universitagrave di Camerino - CentroRicerche Floristiche dellrsquoAppennino (Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga) San Colombo 67021 Barisciano(LrsquoAquila)Piero Medagli (pietromedagliunileit) Laboratorio di Botanica Sistematica del DiSTeBA Universitagrave del Salento ViaProvinciale Lecce-Monteroni 73100 LecceEnrico Vito Perrino (enricoperrinoyahooit) Museo Orto Botanico Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via E Orabona 4 70124Bari

Verticillium dahliae Kleb egrave un fungo tracheomicoti-co responsabile della piugrave grave malattia dellrsquoolivo(Olea europaea l) soprattutto negli oliveti dei paesimediterranei Questo fungo oltre lrsquoolivo attacca piugravedi 300 specie di piante arboree ed erbacee la malat-tia determina generalmente il disseccamento di por-zioni della chioma (BeJaRano-alcaacutezaR et al 2001pegg BRady 2002 BuBici ciRulli 2011) isolatidi V dahliae in grado di infettare cotone e olivo pos-sono essere classificati in due patotipi defogliante enon-defogliante sulla base della loro abilitagrave o menodi indurre defogliazione nelle piante infette(MeRcado-Blanco et al 2001 2003) il presentelavoro propone studi preliminari su i) alcune rispo-ste fisiologiche in due cultivar di olivo caratterizzateda differenti livelli di suscettibilitagrave alla verticilliosi ii)alcuni determinanti di patogenicitagrave potenzialmentecoinvolti nellrsquoinduzione dei sintomi fogliari prodottida patotipi diversi di V dahliae

MateRiali e Metodi

Alterazioni fisiologiche piante di olivo delle cultivar lsquofrantoiorsquo (resistente) elsquoleccinorsquo (suscettibile) sono state inoculate con gliisolati vd312d (defogliante) e vd315nd (nondefogliante) seguendo il metodo descritto da ciRulli

et al (2008) piante non trattate e piante le cui radi-ci sono state immerse per 10 minuti in acqua sonostate utilizzate come tesi di controllo Sono stati valu-tati il contenuto di fenoli carotenoidi clorofillaperossido drsquoidrogeno ascorbato e lrsquoattivitagrave delleperossidasi generiche (pod) e dellrsquoascorbato perossi-dasi (apX) in foglie delle due cultivar raccolte dopo24 72 e 240 ore dal trapianto applicando i metodiproposti da cHandleR doddS (1983) licHten-tHaleR (1987) BRuno SpaRapano (2006) toM-MaSi et al (2006) paRadiSo et al (2008) tre mesidopo lrsquoinoculazione su ogni pianta egrave stata valutata lapresenza di malattia sulla chioma utilizzando la scaladi severitagrave dei sintomi proposta da colella et al(2008) lrsquoanalisi statistica dei dati egrave stata eseguitaattraverso lrsquoanalisi della varianza (anova) le mediesono state separate con il test della minima differen-za significativa (MdS) Produzione di metaboliti secondari fitotossici colture liquide statiche degli isolati vd312d evd315nd di V dahliae sono state allestite in tredifferenti soluzioni nutritive czapek modificato(vdM) patate destrosio Broth (pdB difco ) oacqua estratto di Malto (oxoid) al 2 (eM2) perciascun isolato e substrato sono state preparate 10bottiglie di Roux della capacitagrave di 1 l contenenti

429infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

Meccanismi di resistenza alla verticilliosi e caratterizzazione di varietagrave meridionali di olivo dati preliminari sulla fisiologia dellrsquointerazione olivoVerticillium dahliae

gl BRuno c faSciano Mp ippolito S SeRMani ad MaRSico c colella M aMenduni f toMMaSi

aBStRact - Mechanisms of resistance to olive Verticillium wilt and characterization of olive varieties from southern prelim-inary data on physiology of olive - verticillium dahliae interaction - inoculations experiment were performed with two strainsof Verticillium dahliae characterized as defoliating (vd312d) or not defoliating (vd315nd) pathotypes lsquofrantoiorsquo(resistant) and lsquoleccinorsquo (susceptible) olive plants the interaction plantpathogen was evaluated as total phenolscarotenoids chlorophylls hydrogen peroxide ascorbic acid generic peroxidases and ascorbate peroxidase activityinoculated plants showed the typical pathway associate to a stress the two pathotypes are also able to produce in vitrophytotoxins Some of these secondary metabolites should be involved on biochemical and physiological alterations asso-ciated to verticillium wilt symptoms on olive trees (leaves wilting and defoliation)

Keywords fenoli totali metaboliti secondari stato redox verticilliosi

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

150 ml di soluzione nutritiva ciascuna bottiglia egravestata inoculata con 5 ml di sospensione ottenutaomogeneizzando tre colonie (coltivate per due setti-mane in piastre petri su substrato di pda a 25 degc albuio) in 50 ml di acqua distillata sterile dopo 28giorni di coltura (25 degc al buio) il micelio egrave statorimosso mediante filtrazione su garza e centrifugazio-ne (5500 xg 20 min 4 degc) aliquote (3 ml) di cia-scun filtrato colturale (fc) integro o diluito (10100 e 1000 volte con acqua distillata) sono state uti-lizzate in saggi di tossicitagrave su rametti recisi dilsquoleccinorsquo e lsquofrantoiorsquo eseguiti in ambiente controlla-to (uR 50 t 25 degc luce 150 microe cm-2 sec-1)acqua distillata e substrato non inoculato sono statiutilizzati come controllo dal terzo giorno dopo lrsquoas-sorbimento delle soluzioni tossiche egrave stata osservatala manifestazione dei sintomi dopo 24 72 e 240 oredallrsquoassorbimento delle soluzioni saggiate le foglie diciascun rametto sono state caratterizzate in terminidi flusso traspiratorio utilizzando un porometro li-1600-licor negli stessi intervalli egrave stato valutato ilcontenuto in clorofilla e fenoli seguendo i metodiproposti in precedenza

RiSultati e diScuSSione

Alterazioni fisiologicheper entrambi i patotipi di V dahliae saggiati lrsquoindu-zione di uno stato di malessere nella pianta egrave confer-mata dalla riduzione nel contenuto di clorofillesoprattutto dopo 24 ore per la cultivar suscettibilelsquoleccinorsquo (fig 1) invece il contenuto di ascorbatoclorofille e carotenoidi ha subito un incrementosoprattutto nei campioni di foglie prelevate dopo 72e 240 ore dallrsquoinoculo con il patotipo defogliante leanalisi condotte sulle foglie di lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquohanno mostrato come la molecola segnale perossidodrsquoidrogeno risulta maggiormente presente nella cul-tivar frantoio dopo 72 ore dallrsquoinoculo con il patoti-po defogliante (fig 1) mentre lrsquoattivitagrave della apXsegna negli stessi tempi un decremento (fig 2) invece nella cultivar frantoio i sistemi antiossidan-ti non enzimatici hanno mostrato un calo rispetto aicontrolli nei livelli di ascorbato e di fenoli (fig 1) non si sono osservate variazioni nellrsquoattivitagrave dellacatalasi (fig 2) infatti come dimostrato in altrisistemi nei tessuti vegetali questo enzima svolge unruolo nel metabolismo del perossido di idrogenosecondario rispetto allrsquoapX che invece egrave lrsquoenzimachiave nel controllo della concentrazione in perossi-do di idrogeno (de gaRa et al 2003) lrsquoattivitagrave dellepod infine aumenta notevolmente nelle fasi tardi-ve dellrsquoinfezione nelle foglie di lsquofrantoiorsquo mentre inquelle di lsquoleccinorsquo un incremento egrave evidente 72 oredallrsquoinoculo (fig 2) i dati evidenziati nelle nostre condizioni sperimenta-li sono in linea con quanto riportato dalla letteraturariguardo alle interazioni pianta-patogeno e le risposteda stress abiotici (de gaRa et al 2003) infatti nellepiante resistenti si assiste a una modulazione deisistemi antiossidanti tale da causare un incremento diperossido di idrogeno a livello fogliare (de gaRa etal 2003) per contro nella varietagrave suscettibile lrsquoau-

mento dei livelli in antiossidanti non enzimatici nonegrave sufficiente a indurre resistenza la diversa rispostaai sistemi antiossidanti riscontrata nelle due varietagraveutilizzate in queste prove potrebbe essere consideratacome un marker biochimico per valutare lo stato diavanzamento dellrsquoinfezione e il suo destino primadella comparsa dei sintomi

Evoluzione dei sintomia conferma di quanto giagrave riscontrato da ciRulli etal (2008) lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo sono risultate rispet-tivamente resistenti e suscettibili ai due isolati di Vdahliae utilizzati nessun sintomo egrave stato registrato esulle piante utilizzate come controllo (piante nontrattate e piante le cui radici sono state immerse per

430 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

fig 1contenuto in fenoli carotenoidi clorofille e perossido diidrogeno in foglie di lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo dopo 24 72 e240 ore dallrsquoinoculo con vd312d () e vd315nd ()i controlli sono rappresentati da piante le cui radici sonostate immerse per 10 minuti in acqua (mdash) ciascun valo-re egrave la media di cinque piante phenols carotenoids chlorophylls and hydrogen peroxidecontent in leaves of lsquofrantoiorsquo and lsquoleccinorsquo after 24 72and 240 hours after inoculation with vd312d () andvd315nd () as controls plants were treated for 10minutes in water (mdash) each value is the mean of fiveplants

10 minuti in acqua) e sulle chiome di lsquofrantoiorsquo ino-culate con il patotipo non defogliante il patotipodefogliante ha causato su lsquofrantoiorsquo una modestadefogliazione le piante di lsquoleccinorsquo hanno espressosintomi gravi con entrambi i patotipi (generale avviz-zimento della chioma) aggravati nel caso del patoti-po defogliante da accentuata e rapida filloptosiMetaboliti secondari fitotossici gli isolati di V dahliae utilizzati in coltura liquida susubstrato vdM hanno permesso di ottenere fc chesaggiati su rametti recisi di lsquoleccinorsquo (suscettibile) elsquofrantoiorsquo (resistente) hanno riprodotto sintomi diavvizzimento e accartocciamento fogliare e defoglia-zione nessun sintomo egrave stato registrato sui ramettiche hanno assorbito acqua distillata e i substrati noninoculati lrsquoassorbimento dei 3 ml di soluzione daparte dei rametti ha richiesto 30-32 ore per acquavdM pdB e eM2 mentre i fc dei due isolati sonostati assorbiti in 17-24 ore i fc dei patotipivd312d o vd315nd di V dah-liae ottenuti su substrato vdM saggiati su entrambe

le cultivar di olivo hanno evidenziato sintomi da 7-9 giorni dopo lrsquoassorbimento i fc ottenuti su sub-strato vdM da entrambi i patotipi inducono ripiega-mento e successivo imbrunimento della laminafogliare sui rametti di lsquofrantoiorsquo Sui rametti dilsquoleccinorsquo sono stati registrati ingiallimenti della lami-na fogliare inizialmente intorno alle nervature edopo 3-5 giorni sullrsquointera superficie Sintomo fina-le dei fc di entrambi gli isolati di V dahliae dopo 28giorni di coltura su substrato di vdM egrave stata unagenerale defogliazione dei rametti Su lsquoleccinorsquo ladefogliazione egrave stata severa e si egrave avuta dopo 17 gior-ni sui rametti trattati con il fc dellrsquoisolato vd312dcf e dopo 21 giorni su lsquofrantoiorsquo i rametti trattaticon i fc di vd315nd sono stati registrati dopo 20giorni su lsquoleccinorsquo e dopo 25 giorni su lsquofrantoiorsquo isintomi sopra descritti sono stati osservati anche suirametti che hanno assorbito i fc dei due isolati dopodiluizione di 10 e 100 volte con acqua distillata i fc ottenuti dai due patotipi su substrato vdMsono stati confrontati sulle due cultivar per i loroeffetti sul flusso traspiratorio e sulle variazioni infenoli e clorofille presenti nelle foglie (fig 3)

431Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 2contenuto in ascorbato e attivitagrave delle perossidasi generi-che (pod) e dellrsquoascorbato perossidasi (apX) in foglie dilsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo dopo 24 72 e 240 ore dallrsquoinoculocon vd312d () e vd315nd () i controlli sono rap-presentati da piante le cui radici sono state immerse per10 minuti in acqua (mdash) ciascun valore egrave la media di cin-que piante ascorbic acid concentration and peroxidase (pod) andascorbate peroxidase (apX) activity in leaves of lsquofrantoiorsquoand lsquoleccinorsquo after 24 72 and 240 hours after inocula-tion with vd312d () and vd315nd () as controlsplants were treated for 10 minutes in water (mdash) eachvalue is the mean of five plants

fig 3effetti sulla traspirazione e sul contenuto in clorofille efenoli in foglie di lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo dopo 24 72 e 240ore dallrsquoassorbimento di 3 ml di filtrato colturale degli iso-lati vd312d () e vd315nd () su substrato vdM icontrolli hanno assorbito 3 ml di acqua (mdash) ciascunvalore egrave la media di cinque rametti recisi transpiration from abaxial leaf surfaces and chlorophyllsand phenols content in leaves of lsquofrantoiorsquo and lsquoleccinorsquoafter 24 72 and 240 hours after the absorbtion of 3 ml fvd312d () and vd315nd () culture filtrates onvdM as controls twigs adsorbed 3 ml of water (mdash) eachvalue is the mean of five twigs

le misure di traspirazione (fig 3) dimostrano unforte incremento nel flusso traspiratorio nei ramettirecisi che hanno assorbito i fc ottenuti dal patotipovd312d rispetto a quelli ottenuti dal vd315nd edalle tesi di controllo nessuna differenza egrave stata regi-strata nel contenuto in clorofilla Solo la concentra-zione in fenoli nelle foglie dei rametti recisi chehanno assorbito i fc ottenuti dai due isolati egrave risul-tata circa tre volte superiore rispetto ai rametti delletesi di controllo totali (fig 3)in definitiva appare chiaro che nellrsquointerazione Vdahliae e olivo entrino in gioco fattori chimici divirulenza del patogeno (fitotossine) che contribuisca-no alla patogenesi e alla manifestazione dei sintomied inducano nellrsquoospite condizioni di stress in que-sto stato la pianta ospite manifesteragrave in parte o intoto le alterazioni biochimiche e fisiologiche determi-natesi nei tessuti attraverso i sintomi

Ringraziamenti - gli autori ringraziano i collaboratoriluca Scarola valentino poliseno nicola contursi eaniello Rescigno (dipartimento di Scienze del Suolo dellapianta e degli alimenti universitagrave degli Studi di Barialdo Moro) per il valido supporto tecnico nella realizza-zione delle prove lavoro realizzato con il contributo dellafondazione cassa di Risparmio di puglia Bando 2010 ndashprogetto Meccanismi di resistenza alla verticilliosi e caratte-rizzazione di varietagrave meridionali di olivo

letteRatuRa citataBeJaRano-alcaacutezaR J peacuteRez-aRteacuteS e JiMeacutenez-dIacuteaz

RM 2001 ndash Spread of the defoliating pathotype ofverticillium dahliae to new cotton and olive growingareas in Southern Spain in Proceedings 8th Inter-national Verticillium Symposium coacuterdoba 2001 57

BRuno g SpaRapano l 2006 ndash Effects of three esca-asso-ciated fungi on vitis vinifera L II Characterization ofbiomolecules in xylem sap and leaves of healthy and dis-eased vines physiol Mol plant path 69 195-208

BuBici g ciRulli M 2011 ndash verticillium wilt inScHena l agoSteo ge cacciola So (eds)Olive diseases and disorders 191-222 transwordResearch network Kerala india

cHandleR Sf doddS JH 1983 ndash The effect of phos-phate nitrogen and sucrose on the production of pheno-lics and solasodine in callus cultures of Solanum lacinia-tum plant cell Rep 2 205

ciRulli M colella c drsquoaMico M aMenduni MBuBici g 2008 ndash Comparison of screening methods for

the evaluation of olive resistance to verticillium dahliaeKleb J plant path 90(1) 7-14

colella c Miacola c aMenduni M drsquoaMico MBuBici g ciRulli M 2008 ndash Sources of Verticilliumwilt resistance in wild olive germplasm from theMediterranean region plant path 57 533-539

de gaRa l de pinto Mc toMMaSi f 2003 ndash Theantioxidant systems vis-agrave-vis reactive oxygen species dur-ing plantndashpathogen interaction plant physiolBiochem 41 863-870

licHtentHaleR HK 1987 ndash Chlorophylls andearotenoids pigments of photosynthetic bio-membranesMethods enzymol 148 351-383

MeRcado-Blanco J collado-RoMeRo M paRRilla-aRauJo S RodRIacuteguez-JuRado d JiMeacutenez-dIacuteazRM 2003 ndash Quantitative monitoring of colonizationof olive genotypes by verticillium dahliae pathotypes withreal-time polymerase chain reaction physiol Mol plantpath 63 91-105

MeRcado-Blanco J RodRIacuteguez-JuRado d peacuteRez-aRteacuteS e JiMenez-dIacuteaz RM 2001 ndash Detection of thenondefoliating pathotype of verticillium dahliae ininfected olive plants by nested PCR plant path 50609-619

paRadiSo a BeRaRdino R de pinto Mc Sanitagrave ditoppi l StoRelli MM toMMaSi f de gaRa l2008 ndash Increase in ascorbatendashglutathione metabolism aslocal and precocious systemic responses induced by cadmi-um in durum wheat plants plant cell physiol 49362-374

pegg gf BRady Bl 2002 ndash Verticillium Wilts caBipublishing Wallingford

toMMaSi f paciolla c de pinto Mc de gaRa l2006 ndash Effects of storage temperature on viability germi-nation and antioxidant metabolism in ginkgo biloba Lseeds plant physiol Biochem 44 359-368

RiaSSunto ndash due ceppi di Verticillium dahliae caratte-rizzati come patotipo defogliante (vd312d) o non defo-gliante (vd315nd) e piante di olivo delle cultivarlsquofrantoiorsquo (resistente) e lsquoleccinorsquo (suscettibile) sono statiutilizzati in prove di inoculazione artificiale focalizzate allostudio fisiologico delle interazioni pianta patogeno ladiversa risposta riscontrata nelle due varietagrave in termini difenoli carotenoidi clorofilla perossido di idrogeno ascor-bato perossidasi generiche e ascorbato perossidasi indicauno stato di stress fitotossine prodotte in vitro dai duepatotipi sembrano essere coinvolte nelle alterazioni biochi-miche e fisiologiche alla base delle tipiche sintomatologiedella verticilliosi su olivo (avvizzimento generale dellachioma e defogliazione)

432 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

autoRi

Giovanni Luigi Bruno (giovanniluigibrunounibait) Samer Sermani Antonio Domenico Marsico Mario AmenduniDipartimento di Scienze del Suolo della Pianta e degli Alimenti (DiSSPA) Sezione di Patologia vegetale Universitagrave di BarildquoAldo Morordquo Via G Amendola 165A 70126 BariCristina Fasciano Maria Paola Ippolito Franca Tommasi (francatommasiunibait) Dipartimento di Biologia Universitagrave diBari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70125 BariCecilia Colella Dipartimento di Chimica Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70125 Bari

Page 20: Società Botanica italiana onluS 45 (2) 2013/391... · 2018-05-08 · prodotto preso in esame e sia dal metodo utilizzato (peRez-JiMénez et al., 2008; MülleR et al., 2010). un’attenzione

taffetani f (a cura di) Herbaria nardini editorefirenze

RiaSSunto - la Xylotomotheca Italica di adriano fiorirealizzata nei primi anni del novecento rappresenta unadelle collezioni storiche piugrave interessanti e peculiari nel suogenere Si tratta di sezioni sottili di numerose specie legno-se tra le piugrave rappresentative della flora italiana e di alcunespecie esotiche coltivate in italia lrsquoautore realizzograve la col-lezione col preciso obiettivo di arricchire la Flora ItalicaExsiccata (FIE) e pertanto di fornire un prezioso materialedi confronto per quanti svolgevano lavori botanici inoltreprogettograve il microtomo utilizzato per effettuare le sezioninella versione originaria della collezione costituita da 215

campioni le sezioni sono confezionate in pieghi di carton-cino a loro volta riposti in bustine corredate da unrsquoetichet-ta la Xylotomotheca Italica presente presso il Museo ortoBotanico dellrsquouniversitagrave di Bari fu acquisita probabil-mente insieme ai campioni della FIE presenti pressolrsquoHerbarium Horti Botanici Barensis (Bi) essa non si pre-senta nella sua veste originaria bensigrave in una versione realiz-zata per scopi didattici le sezioni con la relativa etichet-ta sono montate tra due vetri rettangolari sigillati da unnastro di tela grigia la collezione egrave composta da 154 cam-pioni comprendenti 135 taxa sub-generici appartenenti a93 generi Sono stati avviati alcuni interventi tesi al recu-pero della collezione che si presenta complessivamente inun discreto stato di conservazione

411

autoRi

Viviana Cavallaro (vivianacavallarounibait) Luigi Forte Dipartimento di Biologia e Museo Orto Botanico Universitagrave diBari ldquoAldo Morordquo Via E Orabona 4 70126 BariGiovanni Signorile Francesca Carruggio Francesca Mantino Museo Orto Botanico Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via EOrabona 4 70126 Bari

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

Malgrado siano trascorsi ben 40 anni il noto afori-sma di dobzhansky secondo cui ldquoniente in biologiaha senso se non alla luce dellrsquoevoluzionerdquo(doBzHanSKy 1973) non solo nulla ha perso dellasua straordinaria forza concettuale ma di fatto haoggi un significato ancor piugrave profondo in relazione aipiugrave recenti studi nel campo della biologia evolutivadello sviluppo (evo-devo) disciplina che estende ulte-riormente la visione unificante che negli anni lsquo30 elsquo40 del secolo scorso condusse alla sintesi evoluzioni-stica coniugando la genetica con le ldquoclassicherdquo scien-ze naturali (MuumllleR 2007)Svolgere adeguata divulgazione scientifica sulla teoriadellrsquoevoluzione appare perograve un compito estrema-mente difficile di evoluzione si parla nei contestipiugrave disparati ma non di rado i concetti basilari dellateoria darwiniana e delle sue successive elaborazionivengono travisati al punto da attribuire a darwinstesso affermazioni mai da lui pronunciate o scrittea cominciare dal famigerato rdquolrsquouomo discende dallascimmiardquo frase che manifesta la totale ignoranza dichi la pronuncia sulle tematiche in questione ersquoanche spiacevolmente frequente una volgarizzazioneerronea del concetto di evoluzione che viene inter-pretato come un ldquocammino verso la perfezionerdquo conlrsquointroduzione di elementi di teleologia del tuttoinappropriati allrsquoindirizzo httpevolutionberke-leyedu egrave disponibile un utile elenco di tipici erroriconcettuali sulla tematica dellrsquoevoluzione con relati-ve argomentazioni e note esplicative Se sono ben chiari i motivi della opportunitagrave e neces-sitagrave di insegnare i principi ed i meccanismi dellrsquoevo-luzione a tutti i livelli dellrsquoistruzione scolastica eduniversitaria non sono a tuttrsquooggi disponibili ade-

guati strumenti didattici neacute vi egrave stato se non episo-dicamente un confronto con i potenziali fruitoridegli interventi formativi per sperimentare le moda-litagrave piugrave efficaci con cui trasmettere i complessi edarticolati concetti della teoria dellrsquoevoluzione supe-rando le fin troppo diffuse inesattezze e gli erroriconcettuali precedentemente menzionatiil ruolo delle risorse museali per una efficace didatti-ca dellrsquoevoluzione egrave stato messo in rilievo da alcunistudi (Spiegel et al 2012) compiuti prevalentemen-te negli Stati uniti dove egrave piugrave avvertibile il problemadelle resistenze di tipo ideologicoreligioso in parti-colare nelle aree in cui sono particolarmente diffusi ilcreazionismo e lrsquoipotesi dellrsquoIntelligent Design che nerappresenta una versione ldquoaggiornatardquo dallrsquoesigenza di colmare questa grave lacuna nascepresso il Museo orto Botanico strutturadellrsquouniversitagrave degli Studi di Bari ldquoaldo Morordquo ilprogetto denominato e-Move (evoluzione delMondo vegetale) il progetto nasce dallrsquoidea che labiodiversitagrave vegetale vista in chiave diacronica possacostituire uno strumento molto efficace per la divul-gazione scientifica su questo tema cosigrave importante ilprogetto annuale che ha ricevuto un finanziamentodal MiuR nellrsquoambito della legge 62000 per la dif-fusione della cultura scientifica presenta alcuni ele-menti di novitagrave che verranno discussi in questo brevecontributo

aRticolazione del pRogettoil progetto si articola su 3 linee (a) allestimento nelMuseo orto Botanico di spazi espositivi sperimenta-li per elaborazione e validazione di strategie didatti-co-divulgative (B) Realizzazione di giochi interattivi

412 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

Risorse per insegnare lrsquoevoluzione dei vegetali il progetto e-Move

a gRano Mc de tullio

aBStRact - Resources for teaching plant evolution the E-MoVe project -the e-Move (evolution of the plant World)project tackles the problem of the scarcity of effective educational tools for teaching evolution in spite of the undoubtedimportance of the topic Within the Botanical garden Museum of the university of Bari methodologies for teaching evo-lution will be developed in collaboration with school teachers and other stakeholders novel teaching tools includinginteractive videogames will be made available to national and international institutions for testing and validation theproject funded by the italian Ministry of education also aims at providing training to school teachers and scientific muse-um operators

Key words plant evolution scientific museum teaching

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

(c) formazione di docenti ed operatori museali

(a) lo spazio espositivo consentiragrave di sperimentarestrategie di comunicazione e divulgazione valorizzan-do strutture attrezzature e competenze giagrave presenti esi articola in 3 parti (a phylowall b darwin e lepiante c iconografia botanica) con aula didatticaper la formazionea phyloWall la parete della filogenesi delle pianteil ldquogiardino verticalerdquo nasce a scopo decorativo-arti-stico su idea del botanico e designer p Blanc ilphyloWall avragrave una funzione scientifico-didatticaattraverso la disposizione degli organismi secondouno schema filogenetico si visualizzeragrave in manieraimmediata il concetto di evoluzione una legendacon datazione e localizzazione geografica dei repertifossili verragrave collocata accanto al phylowall per unaimmediata fruibilitagraveb darwin e le pianteverragrave allestita lrsquoipotetica ricostruzione dello studio didarwin con alcune delle immagini piugrave significativelegate allrsquoelaborazione del concetto di evoluzioneverragrave collocato uno schermo touch-screen per i giochiinterattivi c iconografia botanica localeverranno allestite teche per lrsquoesposizione di volumitra cui la flora del Regno di napoli di Micheletenore allo scopo di evidenziare il legame tra il pas-sato ed il futuro della ricerca botanica

(B) la realizzazione di materiale didattico innovativocostituisce un obiettivo fondamentale del progettoun comitato di redazione tecnico-scientifico in col-laborazione con uno studio professionale specializza-to nella comunicazione multimediale si occuperagrave diideare e realizzare materiale didattico che verragrave poidistribuito per la validazione nellrsquoambito di una retedi collaborazione nazionale ed internazionale

(c) la formazione si articoleragrave in (a) visite guidateper alunni (b) corsi per insegnanti e operatorimuseali con la collaborazione dellrsquoassociazionenazionale insegnanti di Scienze naturali (aniSn)si prevede la formazione di insegnanti sulle tematichedellrsquoevoluzione biologica utilizzando sia un approc-cio storico-didattico con lrsquouso dellrsquoerbario e dellabanca del germoplasma sia lo sviluppo di strumentiinterattivi informaticii moduli di formazione affronteranno temi che spa-ziano dallrsquoinquadramento storico della teoria dellrsquoe-voluzione allrsquouso delle moderne tecniche di sistema-tica molecolare sviluppando specifici percorsi didat-tici per i diversi livelli di approfondimento un ruolofondamentale verragrave attribuito allrsquouso delle risorsemuseali

pRoSpettive futuReil progetto ha elevate potenzialitagrave di fornire ricaduteper la diffusione della cultura scientifica sia a livellolocale sia come esperienza pilota da esportare in altrerealtagrave territoriali nazionali in particolare la collabo-razione con lrsquoaniSn consente lrsquoimplementazionedel progetto nelle ldquoscuole presidiordquo ed una piugrave ampiautilizzabilitagrave del materiale didattico sullrsquoevoluzionedelle piante che verragrave messo a disposizionela collaborazione con altre universitagrave orti Botanicie Musei della Scienza costituiragrave una rete aperta ad unbacino di utenza piugrave ampio e permetteragrave di esporta-re sul piano nazionale lrsquoesperienza maturata nellrsquoam-bito del progettole azioni connesse alla realizzazione di e-Move pro-muoveranno su scala nazionale la costituzione dinodi in una rete di comunicazione e diffusione dellacultura scientifica nel campo specifico dellrsquoevoluzio-ne delle piante con lrsquoobiettivo generale di elevare illivello di competenze degli studenti dei docentidegli operatori museali e del pubblico di non addet-ti ai lavori in ambito scientifico sostenendo la for-mazione continua la formazione di operatorimuseali guide naturalistiche ed altre figure profes-sionali per ampliare le conoscenze naturalistiche ter-ritoriali egrave un obiettivo di particolare rilevanza sia perla valorizzazione delle risorse umane sia per la tuteladei beni ambientali e dellrsquoingente patrimonio costi-tuito dalla biodiversitagrave vegetale nel nostro paese conlrsquoobiettivo di salvaguardare specie a rischio di estin-zione nella fattispecie piante che hanno rivestito unparticolare significato nel corso dellrsquoevoluzione

letteRatuRa citatadoBzHanSKy t 1973 ndash Nothing in biology makes sense

except in the light of evolution amer Biol teacher 35127-129

MuumllleR g 2007 ndash Evo-devo extending the evolutionarysynthesis nat Rev genet 8 943-949

Spiegel an evanS eM fRazieR B Hazel a taReM gRaM W diaMond J 2012 ndash Changing muse-um visitorrsquos concept of evolution evo edu outreach5 43-61

RiaSSunto ndash viene brevemente presentato il progettoe-Move (evoluzione del Mondo vegetale) attualmentein corso di realizzazione presso il Museo orto Botanicodellrsquouniversitagrave degli Studi di Bari ldquoaldo Morordquo il proget-to che ha ricevuto un finanziamento MiuR nellrsquoambitodella legge 62000 per la diffusione della cultura scientifi-ca si propone di allestire uno spazio espositivo che si poneanche come centro permanente per la ideazione realizza-zione e diffusione di efficaci strategie didattiche sui temidellrsquoevoluzione biologica attraverso la costituzione di unarete di validazione nazionale ed internazionale noncheacute larealizzazione di incontri di formazione per docenti discuole di ogni ordine e grado ed operatori museali

413Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

autoRi

Antonella Grano Museo Orto Botanico Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70126 BariMario C De Tullio (mariodetulliounibait) Dipartimento di Biologia Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70126Bari

il genere Arum l (Araceae) comprende in italia trespecie poliploidi A apulum (carano) p c Boyce Amaculatum l e A italicum Mill in questo genere itaxa poliploidi tendono ad occupare areali geograficimolto ampi rispetto alle specie diploidi (Bedalov1981) infatti A italicum egrave principalmente diffusodal caucaso attraverso la regione del Mediterraneofino alla costa atlantica (BonnieR 1931 MeuSel etal 1965 diHoRu 1970 Bedalov 1975) A macu-latum secondo MeuSel et al (1965) teRpograve (1973)e Bedalov (1981) egrave distribuito in europa centrale eoccidentale A maculatum e A italicum presentanotuberi rizomatosi al contrario del poliploide A apu-lum che ha il tubero a forma discoide (BedalovKupfeR 2005) in riferimento allrsquoorigine delle speciedel genere Arum Bedalov KupfeR (2005) suggeri-scono che la forma discoide del tubero sia da consi-derare ancestrale rispetto alla forma rizomatosaSuccessivamente questi dati sono stati confermati daindagini molecolari (eSpigravendola et al 2010) in precedenti lavori al fine di chiarire la tassonomiadel genere Arum sono stati riportati alcuni aspetticitologici e citotassonomici (goRi 1958 MaRcHi etal 1964 BeuRet 1971 1972 MaRcHi 1971Bedalov 1975 1981 Bedalov et al 1998) lamaggior parte delle specie di Arum egrave diploide connumero cromosomico 2n=28 mentre sono pochi itaxa poliploidi conosciuti A maculatum e A apulumsono tetraploidi con 2n=56 mentre A italicum egrave esa-ploide con 2n=84 le analisi cariologiche hannomostrato in dettaglio i cariotipi di quattro speciediploidi e due poliploidi i taxa analizzati inoltrehanno evidenziato un ldquocariotipo di baserdquo caratteriz-

zato dalla presenza di alcuni cromosomi marker(drsquoeMeRico et al 1993 Bianco et al 1994) il presente contributo fornisce pertanto informazio-ni sulla cariomorfometria delle suddette specie poli-ploidi

MateRiali e Metodile analisi cariologiche sono state effettuate su apiciradicali pretrattati con colchicina 03 per 2h equindi fissati per 5 min con 5111 (vv) (alcol eti-lico assoluto cloroformio acido acetico glaciale for-maldeide) successivamente sono stati idrolizzati per20 min con Hcl 55n e colorati con reattivo difeulgen la nomenclatura utilizzata per descrivere ilcariotipo segue levan et al (1964)per valutare il livello di simmetria del cariotipo sonostati utilizzati gli indici di asimmetria a1 (indiceintracromosomale) e a2 (indice intercromosomale)(RoMeRo zaRco 1986)

RiSultati e diScuSSioneArum maculatum e A italicum sono caratterizzati daun cariotipo asimmetrico comprendente numerosicromosomi submetacentrici con A italicum chemostra un indice intracromosomale (a1=043) piugraveelevato rispetto ad A maculatum (a1=039)dal punto di vista citologico egrave interessante notareche nelle specie esaminate sono state osservate coppiedi cromosomi caratterizzate dalla presenza di seg-menti telomerici debolmente colorati dal feulgenprecedentemente descritti come costrizioni seconda-rie (drsquoeMeRico et al 1993) dyeR (1963) e voSacolaSante (1995) descrivono simili segmenti

414 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

indagini cariomorfometriche in tre taxa poliploidi del genere Arum

a tuRco p Medagli a alBano S drsquoeMeRico

aBStRact - Karyomorphometry on three polyploid taxa of arum - Somatic chromosomes of three polyploid taxa of Arumhave been investigated A italicum showed 2n = 84 chromosomes and the karyotype is composed by numerous asymmet-ric chromosomes A maculatum and A apulum have shown 2n = 56 chromosomes the karyotype morphology of Aitalicum is similar to that of A maculatum but the most asymmetrical karyotype and the presence of numerous weaklyfeulgen-stained segments of the former suggest a more recent origin respect to latter differently A apulum has showed asymmetrical karyotype and few weakly feulgen-stained segments

Keywords allocyclic segments Arum karyotype asymmetry

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

denominati ldquoallocyclic segmentsrdquo in diversi gruppidi piante (Gasteria duval Iris l Aloe l) voSaBennett (1990) e Bennett gRiMSHaW (1991)inoltre suggeriscono lrsquoutilitagrave di questi segmenticome indicatori dellrsquoevoluzione del cariotipo e quin-di determinanti nellrsquoidentificazione dei cariotipidelle varie entitagrave al riguardo Arum italicum hamostrato il maggior numero di cromosomi conte-nenti i suddetti segmenti in comparazione a quelliosservati nei complementi di A maculatum A apu-lum e nei diploidi A orientale M Bieb subsp orien-tale e A cylindraceum gasp (drsquoeMeRico et al1993) differentemente A apulum egrave una specie tetraploidecon una distribuzione limitata al Sud italia (puglia)(caRano 1934 goRi 1958 Bianco et al 1994)Questrsquoultima specie mostra un cariotipo piugrave simme-trico (a1=032) considerato ancestrale rispetto allespecie con cariotipi asimmetrici (SteBBinS 1971)costituito da cromosomi prevalentemente metacen-trici e dalla presenza di pochi segmenti allociclicidrsquoaltra parte lrsquoisolamento geografico accompagnatoda variazioni ecologiche sembra supportare lrsquoattualestruttura del cariotipo di A apulum

letteRatuRa citata Bedalov M 1975 ndash Cytotaxonomical and phytogeograph-

ical investigation of the species arum italicum Mill inYugoslavia acta Bot croat 34 143-150

mdash 1981 ndash Cytotaxonomy of the genus arum (araceae) inthe Balkans and the Aegean area Bot Jahrb Syst 102183-200

Bedalov M favaRgeR c KupfeR p 1998 ndash Naturalhybrids and basic chromosome number in the genusarum acta Botanica yunnanica Suppl X 71-75

Bedalov M KupfeR p 2005 ndash Studies on the genusarum (araceae) Bull Soc neuchacirctel Sci nat 12843-70

Bennett St gRiMSHaW JM 1991 ndash Cytological stu-dies in cyclamen (primulaceae) pl Syst evol 176135-143

BeuRet e 1971 ndash Reacutepartition geacuteographique de quelquesarum des groupes maculatum L et italicum Mill BullSoc neuchacirctel Sci nat 94 29-36

mdash 1972 ndash Preacutesence drsquoun Arum diploide en Italie BullSoc neuchacirctel Sci nat 95 35-41

Bianco p drsquoeMeRico S Medagli p Bedalov M1994 ndash Indagini sistematiche su arum apulum(Carano) Bedalov (araceae) entitagrave endemica delle

Murge Pugliesi Webbia 49 (1) 43-49BonnieR g 1931 ndash Flore complegravete ilustregravee en couleurs de

France Suisse et Belgique 11 pariscaRano e 1934 ndash Un nuovo elemento della Flora meri-

dionale drsquoItalia ann Bot 20 579-585drsquoeMeRico S Bianco p Medagli p 1993 ndash

Chromosome numbers and karyotypes in arum(araceae) caryologia 46 161-170

diHoRu g 1970 ndash Morpho-taxonomische aspekte einigerArum-Arten Rev Roumaine Biol Seacuter Bot 15 71-85

dyeR af 1963 ndash Allocyclic segments of chromosomes andstructural heterozygosity that they reveal chromosoma13 545-576

eSpigravendola a BueRKi S Bedalov M KupfeR palvaRez n 2010 ndash New insights into the phylogeneticsand biogeography of arum (araceae) unravelling its evo-lutionary history Bot J linn Soc 163 14-32

goRi c 1958 ndash Il numero dei cromosomi dellrsquoarumnigrum Schott var apulum Carano caryologia 10(3) 454-456

levan a fRedga K SandBeRg aa 1964 ndashNomenclature for centromeric position on chromosomesHereditas 52 201-220

MaRcHi p 1971 ndash Numeri cromosomici per la flora italia-na 57-66 inform Bot ital 3 124-138

MaRcHi p capineRi R drsquoaMato g 1964 ndash Numericromosomici per la flora italiana 182-189 informBot ital 6 (3) 303-312

MeuSel H JaegeR e WeineRt e 1965 ndash Vergleichen-de Chorologie der zentra-europaumlischen flora 1 Jena

RoMeRo zaRco c 1986 ndash A new method for estimatingkaryotype asymmetry taxon 35 526-530

SteBBinS gl 1971 ndash Chromosomal Evolution in HigherPlants edward arnold ltd london

teRpOacute a 1973 ndash Kritische Revision der arum-Arten desKarpatenbeckens acta Bot acad Sci Hung 18216-255

voSa cg Bennett St 1990 ndash Chromosome studies inthe Southern African flora58-94 Chromosome evolutionin the genus gasteria Duval caryologia 43 235-247

voSa cg colaSante M 1995 ndash I segmenti allociclicinelle liliiflorae inform Bot ital 27 307-308

RiaSSunto gli autori riportano alcuni risultati cario-morfometrici ottenuti su tre specie poliploidi del genereArum Arum apulum (2n=56) A maculatum (2n=56) e Aitalicum (2n=84) in particolare la specie A italicum con2n=84 cromosomi ha mostrato un cariotipo con un eleva-to indice di asimmetria nel cariotipo di questa speciesono stati riscontrati numerosi ldquosegmenti allociclicirdquo incomparazione ad A maculatum e A apulum

415Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

autoRi

Alessio Turco Piero Medagli Antonella Albano Laboratorio di Botanica sistematica ed Ecologia vegetale DiSTeBAUniversitagrave del Salento Campus Ecotekne 73100 LecceSaverio DrsquoEmerico Dipartimento di Biologia Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70126 Bari

Cistus clusii dunal piccolo arbusto appartenente allafamiglia Cistaceae egrave una specie xerofila con distribu-zione mediterraneo-occidentale in italia storicamen-te presente in Sicilia (giaRdina 1988) e in puglianellrsquounica stazione di ldquoBosco isolardquo (lesina fg)(foRte et al 2002a) in questrsquoultima il contestovegetazionale egrave quello della gariga nanofanerofiticasu suolo sabbioso in associazione con Rosmarinusofficinalis l Erica multiflora l e Cistus sp pl(cHieSuRa loRenzoni et al 1976)a partire dallrsquoanno 2000 nellrsquoambito di progetti diricerca condotti dal Museo orto Botanicodellrsquouniversitagrave degli Studi di Bari sono stati indaga-ti alcuni aspetti della biologia ed ecologia di C clusii(MaccHia 2005) tali studi furono finalizzati allarealizzazione di azioni di conservazione in situ attra-verso il rafforzamento della popolazione residualepugliese giagrave allrsquoepoca gravemente esposta a pericolodi estinzione (conti et al 1997) a tale scopo furo-no infatti reintrodotti in aree ecologicamente idoneedi ldquoBosco isolardquo circa cento individui ottenuti pervia sessuale attraverso fecondazione incrociata con-trollata a partire dai pochi individui della popolazio-ne originaria (foRte et al 2002b) Successivi rilieviin campo hanno registrato la progressiva diminuzio-ne del numero di individui presenti in situ fino allaloro completa scomparsa soprattutto a causa deiripetuti incendi verificatisi tra il 2007 e il 2010(foRte et al 2009 2012) tuttavia la specie in

puglia era da ritenersi estinta solo in natura (EW) inquanto presso il Museo orto Botanico di Bari eranopresenti sia individui ottenuti da fecondazione incro-ciata e derivanti dalla popolazione spontanea origina-ria sia semi conservati presso la Banca delgermoplasma (Bg-MoBB)Questrsquoultima evenienza ha costituito la premessaindispensabile per la realizzazione di nuove azioni diconservazione di C clusii nel territorio di ldquoBoscoisolardquo tali azioni si sono concretizzate grazie ad unaconvenzione stipulata tra il Museo orto Botanico diBari e il centro Studi naturalistici onluS nellrsquoam-bito del progetto ldquointerventi per la protezione e con-servazione del patrimonio ambientalerdquo- fondi faS ndashpremialitagrave Regionale delibera cipe 202004in questo lavoro vengono presentate le attivitagrave svolteai fini della propagazione gamica di C clusii e quelleper la successiva reintroduzione degli individui pro-dotti

MateRiali e Metodi

il materiale di propagazione gamica utilizzato per leazioni di conservazione in situ egrave stato ottenuto daimpollinazione incrociata controllata eseguita su dueindividui conservati ex situ siglati come c1 e c2 peri quali era stata giagrave testata la compatibilitagrave allrsquoincro-cio (foRte et al 2012)nel mese di aprile 2010 495 fiori (437 dellrsquoindivi-duo c1 e 58 dellrsquoindividuo c2) privati degli stami

416 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

Reintroduzione di Cistus clusii a ldquoBosco isolardquo (lesina puglia)

l foRte S anifantiS f caRRuggio v cavallaRo f Mantino g MelcHioRRe

aBStRact - Reintroduction of cistus clusii to ldquoBosco Isolardquo (Lesina Apulia) - Cistus clusii dunal is very rare in italy whereits historical sites of occurrence are in Sicily and apulia (ldquoBosco isolardquo ndash lesina fg) after the extinction in the wild ofthe small apulian population the Botanical garden Museum of Bari university and the centro Studi naturalistici(onluS) made a special agreement in order to implement a reintroduction project into the site of lesina the reintro-duced plants 520 in all were obtained from the offspring of lesina C clusii spontaneous population which is conservedex situ at the Botanical garden Museum of Bari to increase the chances of a successful reintroduction the plants wereplaced in three different areas and in each of them the individuals were planted in microsites suitable for the eco-physi-ological characteristics of the lesina population already known from literature in fact only a thorough knowledge of thebio-ecological behaviour of the selected species may allow to establish self-maintaining populations in the wild and so torealize an effective conservation action

Key words apulia Cistus clusii dunal reintroduction

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

sono stati impollinati manualmente e coperti consacchetti di tessuto non tessuto (tnt) in maggioin concomitanza con lrsquoinizio dellrsquoingrossamentodegli ovari i cappucci sono stati rimossi e nel mesesuccessivo egrave stata effettuata la raccolta delle capsulemature nella primavera del 2011 i semi sono statisottoposti a pre-trattamenti di scarificazione mecca-nica manuale e di dry-heating (80 degc x 5 min) inquanto risultati i piugrave efficaci nel promuoverne la ger-minazione (foRte et al 2012) per ciascuno dei duepre-trattamenti sono stati utilizzati circa 1500 semiderivanti dallrsquoincrocio c1 x c2 e circa 400 semi pro-dotti dallrsquoincrocio c2 x c1 i semi pre-trattati sonostati posti direttamente in plateaux di polistiroloespanso riempiti con sabbia sterilizzata a granamedio-fine (50) e torba (50) dopo una primafase di accrescimento le plantule sono state trapian-tate in fitosacchi in film plastico contenenti terrenonon sterile (sabbia di fiume 40 terreno comune30 torba 30) durante tutte le fasi di crescita leplantule sono state irrigate e sottoposte a trattamen-ti fitosanitari e fertilizzanti miratiper lrsquointervento di reintroduzione oltre agli individuicosigrave ottenuti nel 2011 sono stati utilizzati ancheindividui derivanti da semi pre-germinati nellrsquoambi-to di prove sperimentali condotte tra il 2009 e il2010 su c1 e c2la scelta delle aree di reintroduzione egrave stata fattasulla base dei dati storici di presenza di C clusii alesina (cHieSuRa loRenzoni et al 1976 foRte etal 2002b) delle caratteristiche eco-fisiologiche dellapopolazione originaria (foRte et al 2005 foRtepaStoRe 2005) di quelle ecologiche dei siti di rein-troduzione e dellrsquoanalisi delle minacce

RiSultati e diScuSSione

gli individui oggetto dellrsquoazione di reintroduzioneavvenuta a fine gennaio 2013 sono stati distribuitiin tre aree principali (fig 1) Queste sono situate neltratto di cordone dunale immediatamente ad est diMarina di lesina insediamento sorto in localitagravepietramaura dove negli anni lsquo70 era ancora presen-te il piugrave esteso nucleo di individui di C clusii dellastazione di lesina (cHieSuRa loRenzoni et al1976) due delle aree di reintroduzione poste tra lelocalitagrave di acquarotta e pennacchio sono relativa-mente vicine tra loro e separate da una fascia occupa-ta da un rimboschimento a Pinus pinea l mentre laterza in localitagrave chiusa dista dalle altre circa 2 kmallrsquointerno di ciascuna area sono stati individuati piugravesiti di reintroduzione georiferiti mediante strumen-tazione gpS in ognuno dei quali egrave stato inserito unnumero di individui compreso tra 20 e 25la scelta di ripartire gli individui in tre aree di rein-troduzione differenti e allrsquointerno di queste in piugravesiti distinti egrave stata effettuata con lo scopo di ridurre ilrischio che un eventuale incendio possa interessarlecontemporaneamente compromettendo la sopravvi-venza dellrsquointera popolazione reintrodotta il numerocomplessivo di siti di intervento egrave risultato pari a 27inoltre per garantire buone probabilitagrave di successo

anche riproduttivo in ciascun sito sono stati reintro-dotti almeno 20 individui al fine di aumentare laprobabilitagrave di incrocio tra individui con alleli diincompatibilitagrave differenti indispensabile in una spe-cie allogama come C clusii (Rizzotto 1979)in ogni sito inoltre i singoli individui sono statipiantati in micro-siti individuati sulla base dellamicro-morfologia stazionale le tre aree di interven-to ricadono in un contesto vegetazionale caratterizza-to da un complesso e molto frammentato mosaicocostituito principalmente dalla gariga a R officinalisE multiflora e Cistus sp pl e dalla macchia a sclero-fille sempreverdi con presenza di Erica arborea lQuesto mosaico spesso egrave il diretto risultato delledifferenti condizioni ecologiche determinate dallamicro-morfologia stazionale (foRte et al 2002a) ealtre volte della dinamica della vegetazione in atto acausa degli incendi pertanto sono stati individuaticome idonei quei micro-siti rispondenti alle caratte-ristiche bio-ecologiche della popolazione da intro-durre (eliofilia relativa sensibilitagrave allo stress idricoecc foRte et al 2005) e comunque sempre suffi-cientemente distanti da nuclei di macchia in stato diavanzamento o da singoli cespugli in fase di resprou-tinglrsquoazione di conservazione in situ cosigrave condotta nonha richiesto pertanto ulteriori interventi quali dira-

417Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 1Mappa delle aree di reintroduzione (base cartograficaldquocarta della vegetazione reale del ldquoBosco isolardquo di lesina- foglio 1rdquo foRte 2001)Map of reintroduction areas (cartographic base ldquocartadella vegetazione reale del ldquoBosco isolardquo di lesina - foglio1rdquo foRte 2001)

damento della vegetazione preesistente rimozionedel secco ecccomplessivamente nella stazione di ldquoBosco isolardquosono stati reintrodotti 520 individui di C clusii pro-dotti mediante coltivazione ex situ 200 dei qualiderivanti da semina diretta di semi pre-trattati e 320ottenuti da impianto di semi pre-germinatiattualmente ulteriori 155 individui prodotti nel-lrsquoambito di questo progetto sono conservati presso ilMuseo orto Botanico dellrsquouniversitagrave di Bari inmodo da garantire sia la conservazione ex situ delpatrimonio genetico della popolazione di lesina e siala possibilitagrave di disporre di materiale di propagazioneper studi successivi

Ringraziamenti - gli autori ringraziano gli ldquospeciali colla-boratorirdquo che si sono prodigati durante il lavoro in campodi reintroduzione in situ in ordine alfabetico elenaBlotti nicola cillo Saverio drsquoamico Mario de tullioantonella grano Marcello Macchia Saverio Regina egianni Signorile

letteRatuRa citatacHieSuRa loRenzoni f cuRti l loRenzoni gg

MaRcHioRi S 1976 ndash cistus clusii Dunal Note dinomenclatura e di distribuzione con particolare riguardoalla stazione di Lesina (Foggia) giorn Bot ital 110259-267

conti f Manzi a pedRotti f 1997 ndash Liste rosse regio-nali delle piante drsquoItalia WWf Societagrave Botanicaitaliana universitagrave di camerino

foRte l anifantiS S Mantino f caRRuggio fcavallaRo v 2009 ndash Conservation of cistus clusiiDunal from ldquoBosco Isolardquo (Lesina - Apulia) current sta-tus and new experimental evidence in BaccHetta g(ed) Book of Abstracts Biodiversity Hotspots in theMediterranean Area 45th intern congr SiSv amp fip ndashcagliari 22-24 25-29 June 2009 280

foRte l cavallaRo v MaccHia f 2002b ndashConservazione in situ di cistus clusii Dunal (cistaceaeMagnoliophyta) nella duna di Lesina Quad Botamb appl 13 3-9

foRte l cavallaRo v pantaleo f drsquoaMico fSMaccHia f 2002a ndash The vascular Flora of the ldquoBoscoIsolardquo at Lesina (Foggia ndash Apulia) fl Medit 12 33-92

foRte l MelcHioRRe g anifantiS S caRRuggio fMantino f 2012 ndash Alcuni aspetti della biologia dellaconservazione di cistus clusii Dunal di ldquoBosco Isolardquo(Lesina Puglia) inform Bot ital 44(Suppl 2) 36-38

foRte l paStoRe d 2005 ndash Relazioni acqua-pianta inMaccHia f (ed) Biologia ed ecologia di cistus clusiiDunal 31-38 ed adda Bari

foRte l paStoRe d MaRvulli M Scatigna aMeMaccHia f 2005 ndash Analisi comparata tra eventi feno-logici e andamento dei parametri ambientali inMaccHia f (ed) Biologia ed ecologia di cistus clusiiDunal 5-13 ed adda Bari

giaRdina 1988 ndash Segnalazioni Floristiche Italiane 574-576 inform Bot ital 20(2-3) 678-679

MaccHia f (a cura di) 2005 ndash Biologia ed ecologia dicistus clusii Dunal ed adda Bari

Rizzotto M 1979 ndash Ricerche tassonomiche e corologichesulle cistaceae 1 Il genere cistus L in Italia Webbia33(2) 343-378

RiaSSunto ndash Cistus clusii dunal egrave una specie moltorara in italia storicamente presente in Sicilia e in puglianellrsquounica stazione di ldquoBosco isolardquo (lesina fg) in segui-to allrsquoestinzione della piccola popolazione residuale puglie-se il Museo orto Botanico dellrsquouniversitagrave di Bari e ilcentro Studi naturalistici onluS hanno stipulato unaapposita convenzione al fine di attuare unrsquoazione di rein-troduzione nel sito di lesina le piante reintrodotte insitu 520 in tutto sono state ottenute a partire da indivi-dui di C clusii progenie della popolazione spontanea ori-ginaria conservati ex situ presso il Museo orto Botanicoper aumentare le probabilitagrave di successo dellrsquointerventogli individui sono stati distribuiti in tre aree distinte eallrsquointerno di queste piantati in micro-siti rispondenti allecaratteristiche eco-fisiologiche della popolazione di C clu-sii di lesina giagrave note dalla letteratura infatti solo unaconoscenza approfondita del comportamento bio-ecologi-co delle entitagrave oggetto di interventi di conservazione insitu permette di programmare una concreta azione di tute-la attraverso lrsquoinsediamento di popolazioni in grado dipersistere nel tempo

418 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

autoRi

Luigi Forte (luigiforteunibait) Viviana Cavallaro Dipartimento di Biologia e Museo Orto Botanico Universitagrave di BarildquoAdo Morordquo Via E Orabona 4 70126 BariStamatia Anifantis Francesca Carruggio Francesca Mantino Giulia Melchiorre Museo Orto Botanico Universitagrave di BarildquoAldo Morordquo Via E Orabona 4 70126 Bari

Limoniastrum monopetalum (l) Boiss egrave presente inpuglia sulle rupi marittime di tricase porto (le)nellrsquoambito di una cenosi ascrivibile alla classeCrithmo-Limonietea Br-Bl 1947 in condizioni ana-loghe a quanto descritto per la Sicilia meridionale daBaRtolo et al (1982) Secondo la direttiva9243cee si tratta di un habitat di interesse comu-nitario denominato ldquoScogliere con vegetazione dellecoste mediterranee con Limonium spp endemicirdquo(aavv 2010) ersquo una specie a diffusione SW-Mediterranea in italia egrave presente in Sardegna inSicilia (conti et al 1992) nella laguna diorbetello (toMei guazzi 1993) a tricase porto(le) (accogli et al 1996) (fig1) in passato laspecie era stata segnalata ldquonei siti arenosi di tarantordquo(MaRinoSci 1870) caratterizzati da depressionicostiere con un ristagno idrico con substrato preva-lentemente costituito da argille e colonizzato da spe-cie ad elevata alofilia (tRotteR 1936) probabil-mente le antiche cenosi erano ascrivibili alla classeSarcocornetea-fruticosae Br-Bl amp tuumlxen ex a amp oBolograves 1950 tipica dei suoli inondati fangoso-argillo-si come riportato da Biondi et al (2004) per laSardegna

StatuS del popolaMento puglieSe ed eSpeRienzepRegReSSe

a tricase porto il popolamento si presenta formatoda due nuclei localizzati sulla sommitagrave di due costo-ni rocciosi distanti in linea drsquoaria circa 150 mentrambi i costoni sono occupati da abitazioni ad

uso civico ed i cespugli di limoniastro sono localizza-ti nelle loro adiacenze ma non allrsquointerno e questopotrebbe escludere unrsquointroduzione della specie perscopo ornamentale in totale si possono contarecirca 25 individui dei quali 18 si presentano comegrossi cespugli larghi 1ndash25 m alti 075ndash130 m lafioritura dura meno di un mese tra la fine di giugnoe lrsquoinizio di luglio le infiorescenze secche rimango-no sulla pianta sino a dicembre ma la maturazionedei frutti non egrave mai evidente e non egrave visibile la dei-

419infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

conservazione ex situ ed interventi di reintroduzione di Limoniastrum monopetalum in puglia

R accogli Mp BiancHi p Medagli S MaRcHioRi

aBStRact - ex situ conservation and reintroduction of limoniastrum monopetalum in Apulia region - in this paper arepresented the main actions taken by the Botanic garden of diSteBa for the protection of Limoniastrum monopetalum(l) Boiss species of high vulnerability included in the national Red list of plants of italy the specie is cultivated exsitu in the Botanic garden and it was decided to implement its reintroduction in the locality palude la vela (ta) in anarea once had been reported but no longer found propagation of L monopetalum was carried out by vegetative and gen-erative individuals obtained were reintroduced in two sites of the palude to different environmental conditions

Key words conservation moltiplication reintroduction

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 1areale di L monopetalum secondo gReuteR et al 1989 etutin et al 1981distribution area of L monopetalum according togReuteR et al 1989 and tutin et al 1981

scenza a contrastare lo sviluppo e la diffusione dinuove piante sono le estreme condizioni di povertagravedel substrato fortemente disturbato dalle attivitagraveantropiche che rimaneggiano continuamente le som-mitagrave dei costoni rocciosi (interventi di restauro edili-zio incendi e tagli indiscriminati) e la presenza diuna flora sinantropica dominata da agave pittospo-ro caprifico rovola vulnerabilitagrave della specie ha motivato la sua ripro-duzione ex situ nellrsquoorto Botanico dellrsquouniversitagravedel Salento e la messa a punto di protocolli di rein-troduzione infatti giagrave nel 2000 era stata testata lacapacitagrave di propagazione di L monopetalum sia pervia gamica che agamica senza forzature sui semi neacutedi ormoni radicanti per le talee la resa germinativaera risultata molto bassa del 2-5 mentre elevatesono state le percentuali di attecchimento delle talee(70-95) sia in primavera che agli inizi dellrsquoautun-no nel 2005 egrave stato effettuato un primo interventovolto al potenziamento del popolamento di L mono-petalum esistente a tricase porto lungo un breve trat-to costiero prospiciente il sito interessato da un inter-vento di riqualificazione attuato dallrsquoamministra-zione comunale lrsquointervento prevedeva la realizza-zione di un camminamento lungo la scogliera attra-verso i segni della storia locale ancora leggibili (trat-turi per la mena delle pecore vasche intagliate negliscogli per la concia delle pelli e per lrsquoestrazione diblocchi lapidei terrazzamenti per le colture agrarieprimaticce etc) la flora del tratto costiero annove-ra altre specie di interesse conservazionistico percheacuteincluse nella lista Rossa nazionale come Vincetoxi-cum hirundinaria Medik subsp adriaticum (Beck)Markgr o di valore fitogeografico come lrsquoendemicoLimonium japigicum (groves) pignatti Lavateraarborea l Scrophularia lucida l lrsquointervento direintroduzione era stato concordato con docenti edalunni delle Scuole Medie inferiori del comune ditricase che hanno partecipato dimostrando grandeinteresse e sensibilitagrave nellrsquoautunno 2005 egrave stataorganizzata una giornata durante la quale dopo unincontro tra autoritagrave politiche locali studiosi stu-denti e cittadini sono state messe a dimora 10 pian-te di L monopetalum (accogli et al 2006) pur-troppo lrsquointervento egrave stato inficiato da un incendioche nella primavera successiva ha distrutto buonaparte della flora spontanea ed i trapianti effettuati

MateRiali e Metodi

un secondo intervento di reintroduzione di L mono-petalum egrave stato programmato nel 2011 per il sitopalude la vela che ricade nellrsquoomonima Riservanaturale Regionale e prossima allrsquoantica salina di Sgiorgio jonico (ta) come prima fase si egrave procedu-to alla moltiplicazione della specie per ottenere indi-vidui giovani da mettere a dimora la moltiplicazio-ne ex situ egrave stata ripetuta sia per via vegetativa chegenerativa ponendosi nelle medesime condizionidegli anni precedenti ma con lrsquoaccorgimento didistinguere talee semierbacee da talee legnose ilmateriale propagativo egrave stato prelevato dagli indivi-

dui presenti a tricase porto da rami di 2 o piugrave annicon diametro del fusto maggiore di 10 mm sonostate realizzate talee lunghe 10-18 cm da rami di 1anno con diametro inferiore a 10 mm sono staterealizzate talee lunghe 7-12 cm il prelievo egrave statoeffettuato sia allrsquoinizio dellrsquoautunno (5 ottobre 2010)che alla fine della stagione invernale (5 marzo 2011) le talee sono state messe a radicare (senza aggiunta diormoni) in substrato costituito da un mixer di torbae perlite in rapporto 12 in vasi in pvc delle dimen-sioni 7x7x18 cm fatti stazionare poi in tunnel fred-do dopo 30 giorni veniva registrato lrsquoattecchimentodelle talee i risultati definitivi hanno evidenziato ilseguente andamento in autunno per quelle preleva-te da rami di 2 anni egrave stata registrata una percentua-le del 74 e per quelle prelevate da rami di 1 annodel 64 in primavera per le talee piugrave legnose egrave stataregistrata una percentuale di attecchimento pari al95 e per quelle meno legnose dellrsquo86 ancorauna volta i risultati dimostrano la facilitagrave di propaga-zione vegetativa della specie inoltre anche se i valo-ri differiscono di poco si deduce che il periodomigliore per il taleaggio di L monopetalum egrave a finestagione primaverile con rami vecchi di almeno 2anni (tab 1)

i racemi di L monopetalum dopo la fioritura persi-stono sulla pianta per lungo tempo (anche sino allrsquoin-verno) per cui sono stati effettuati periodici prelievidei frutti per lrsquoestrazione dei semi al fine di definire ilperiodo di piena maturazione un primo prelievo deifrutti egrave stato effettuato in ottobre i semi sono statiopportunamente isolati previa rottura della capsulaed una parte di essi egrave stata sottoposta a vernalizzazio-ne (4 degc per 24 h) per simulare unrsquoeventuale dor-mienza invernale la semina egrave stata effettuata in cap-sule petri sterili con carta da filtro come substratotenute in camera di crescita a 20 degc e fotoperiodo di10 h Sono state realizzate tre ripetizioni con 30 ele-menti per capsula lrsquoelaborazione dei dati registratievidenzia un andamento del potere germinativo di Lmonopetalum secondo quanto riportato dalla fig 2 il monitoraggio delle piastre ha evidenziato un pote-re germinativo dei semi molto basso (2-4) questodato egrave stato confermato dalla semina a spaglio effet-tuata in una seminiera con substrato composto datorba e agriperlite nel rapporto 12 da circa 200semi sono emerse solo 6 plantule

420 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

taBella 1Risultati della propagazione ex situResults of ex situ propagation

stagione talee di di radicazionepartenza 72 dopo 30 gg

Oslash 10 mm 64autunno Oslash 10-20 mm 74Oslash 10 mm 86primavera Oslash 10-20 mm 95

ReintRoduzione a palude la vela

i sopralluoghi effettuati a palude la vela per lrsquoindivi-duazione di siti idonei alla reintroduzione hannoindotto alla scelta di due piccole superfici simili percondizioni di substrato per copertura vegetale eparametri ambientali tali siti sono collocati su spon-de opposte dellrsquoacquitrino ed hanno unrsquoestensioneminima di 60 m2 per la messa a dimora sono stateselezionate piante vigorose e sane con unrsquoaltezzamedia di 489 plusmn526 cm e diametro di 1609plusmn304cm nel mese di novembre 2011 egrave stata effettuata laloro messa a dimoranel sito denominato ldquoardquo sono state trapiantate 15piante con un approssimativo sesto di impianto di 2x 4 m nel sito ldquoBrdquo sono state trapiantate 14 piantein ordine sparso in quanto lrsquoarea presentava nume-rose zone di erosione e continui dislivelli

concluSioni

nellrsquoarea palude la vela le condizioni ambientalisembrano piugrave confacenti allrsquoecologia di L monopeta-lum rispetto a tricase porto ed egrave positivo che tutte lepiante abbiano attecchito e siano giunte a fioriturama solo fra qualche anno si potragrave constatare la for-mazione di un eventuale popolamento con individui

fertili ed in grado di autopropagarsi e si avragrave confer-ma del successo della reintroduzione

letteRatuRa citataaavv 2010 ndash Manuale italiano interpretazione degli

habitat (Direttiva 9243 CEE) Ministero ambiente etutela territorio e Mare SBi

accogli R Medagli p MaRcHioRi S 1996 ndashlimoniastrum monopetalum (L) Boiss in Puglia(plumbaginaceae) giorn Bot ital 130 1 91degcongr SBi ancona 16-19 settembre 1996

mdash 2006 ndash Conservazione ex situ e reintroduzione dilimoniastrum monopetalum (L) Boiss sulla fasciacostiera di Tricase Porto (Lecce) inform Bot ital38(Suppl 1) 183-184

BaRtolo g BRullo S MaRcenograve c 1982 ndash La vegeta-zione costiera della Sicilia sud-orientale aQ71226cnR Roma

Biondi e BRugiapaglia e faRRiS e filigHeddu RSeccHi z 2004 ndash Halophilous vegetation of Olbia pondsystem (NE-Sardinia) fitos 41(1) Suppl 1 125-141

conti f Manzi a pedRotti f 1992 ndash Lista RossaNazionale delle Piante drsquoItalia WWf italia Roma

gReuteR W BuRdet HM long g 1989 ndashMedndashChecklist vol 4 320 pp

MaRinoSci M 1870 ndash Flora Salentina 1 22toMei pe guazzi e 1993 ndash Le zone umide della

Toscana Lista generale delle entitagrave generali atti MusStor nat grosseto 15 120-135

tRotteR a 1936 ndash Rilievi ecologici intorno alla flora edalla vegetazione della salina di SGiorgio presso Tarantoann R ist Sup agr portici III 5 120-135

tutin tg HeyWood vH BuRgeS na MooRedM valentine dH WalteRS SM WeBB da1981 ndash Flora Europaea vol 3 51

RiaSSunto - nel presente lavoro vengono esposte leprincipali azioni intraprese dallrsquoorto Botanico deldiSteBa per la salvaguardia di Limoniastrum monopeta-lum (l) Boiss specie ad alta vulnerabilitagrave inclusa nellalista Rossa nazionale delle piante drsquoitalia da anni la spe-cie viene coltivata ex situ nellrsquoorto Botanico e si egrave pensatodi attuare la sua reintroduzione in localitagrave palude la velain un ambito territoriale di antica segnalazione ma doveattualmente risulta scomparsa la propagazione di Lmonopetalum egrave stata effettuata per via vegetativa e genera-tiva e gli individui ottenuti sono stati reintrodotti in duesiti della palude a diverse condizioni ambientali

421Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 2valutazione del potere germinativoevaluation of the germinative power

autoRi

Rita Accogli (ritaaccogliunisalentoit) Maria Pia Bianchi Piero Medagli Silvano Marchiori Orto Botanico delDipartimento di Scienze e Tecnologie Biologiche ed Ambientali (DiSTeBA) Universitagrave del Salento Centro Ecotekne ViaProvinciale per Monteroni 73100 Lecce

in occasione della redazione della checklist dellepiante vascolari della puglia (a albano fBartolucci f conti p Medagli Rp Wagensommerin prep) egrave stato aggiornato lrsquoelenco delle specieminacciate in questa Regionele liste Rosse Regionali (conti et al 1997) ripor-tavano per la puglia 180 entitagrave da allora sono tras-corsi piugrave di 15 anni alcune di queste entitagrave eranoindicate in puglia per errore e altre sono considerateoggi sinonimi di entitagrave non minacciate mentrenumerose specie della lista Rossa nazionale sonostate rinvenute in puglia solo dopo il lavoro diconti et al (op cit) per questo motivo abbiamoritenuto utile aggiornare lrsquoelenco delle specie di listaRossa della Regione puglia e integrarlo con tutte leentitagrave endemiche pugliesi ed esclusive della Regione(presenti in italia solo in puglia)

RiSultati

il libro Rosso delle piante drsquoitalia (conti et al1992) riportava 458 specie e sottospecie di piantevascolari sottoposte a vari gradi di minaccia a livellonazionale di queste entitagrave 46 sono attualmentenote in puglia (tab 1) considerando anche le listeRosse Regionali (conti et al 1997) il numero ditaxa minacciati a livello nazionale e presenti in pugliasale a 89 entitagrave certamente presenti (di cui 1 dubita-tivamente alloctona) e 8 dubitativamente presentinella Regione mentre il numero di entitagrave indicatecome minacciate a livello Regionale egrave pari a 158 (dicui 1 dubitativamente alloctona) alle quali si aggiun-gono 4 entitagrave dubitativamente presenti nella Regio-ne per un totale di 188 entitagrave (tab 1)

le specie esclusive della puglia cioegrave quelle presentiin italia solo in questa Regione sono 54 di cui 2dubitativamente alloctone alle quali si aggiungono 6entitagrave la cui presenza egrave dubbia di queste 54 entitagrave35 sono endemiche pugliesi (tab 1)pertanto le specie di lista Rossa in puglia integratecon tutte le endemiche pugliesi e le esclusive dellaRegione sono 221 (tab 1) pari al 93 della floravascolare autoctona pugliese

diScuSSione

il libro Rosso e le liste Rosse delle piante drsquoitalia(conti et al 1992 1997) pur essendo stati seguitida altri lavori riguardanti le piante minacciate delnostro paese (pignatti et al 2001 ScoppolaSpaMpinato 2005) sono ancora oggi il riferimentoprincipale per le specie a rischio di estinzione initalia negli ultimi anni lrsquoimpulso alla realizzazionedi una nuova lista Rossa delle piante drsquoitalia secon-do i piugrave recenti criteri iucn (2001 2011) egrave statodato dalla rubrica pubblicata sullrsquoinformatoreBotanico italiano ldquoSchede per una lista Rossa dellaflora vascolare e crittogamica italianardquo e dal proget-to appena concluso e realizzato dalla SocietagraveBotanica italiana per conto del Ministero dellrsquoam-biente e della tutela del territorio e del Mare relati-vo alla valutazione nazionale della categoria di rischiodi estinzione per piugrave di 300 specie vegetali di interes-se conservazionistico e di ambientihabitat partico-larmente minacciati (RoSSi et al 2013) attualmen-te questi progetti hanno portato alla valutazione delgrado di minaccia di 40 specie vascolari presenti inpuglia Egrave auspicabile pertanto il contributo di tutti

422 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

piante vascolari minacciate e liste Rosse aggiornamento delle conoscenzein puglia

Rp WagenSoMMeR p Medagli ev peRRino

aBStRact - Threatened vascular plants and Red Lists an update of knowledge in Apulia -the Regional Red list of vas-cular plant species in apulia Region has been updated following recent knowledges of conservation distributional andtaxonomic interest

Key words apulia Red lists threatened species update

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

423Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

taBe

lla

1Piante vascolari endemiche esclusive e di Lista Rossa della Regione Puglia

Endemic exclusive and Red List vascular plants in Apulia Region

424 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO 45 (2) 393-432 2013(se

gue T

ab 1

)

425Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

(segue Tab 1)

426 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013(segue Tab 1)

427Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

(segue Tab 1)

i botanici pugliesi affincheacute sia possibile valutaresecondo i criteri piugrave recenti dellrsquoIUCN (op cit) unnumero molto maggiore di specieLrsquoelenco riportato in Tab 1 include tutte le specieendemiche pugliesi ed esclusive della Puglia Di que-ste entitagrave 33 non venivano indicate nelle Liste RosseRegionali (CONTI et al 1997) Esse sono state inclu-se in Tab 1 in via precauzionale ma in molti casi illoro effettivo grado di minaccia deve ancora esserevalutato Lrsquoelenco non include invece le categorie diminaccia indicate in ROSSI et al (2013) che sarannooggetto di un futuro contributo sulle specie di inte-resse conservazionistico in Puglia

CONCLUSIONILrsquoaggiornamento delle conoscenze floristiche inPuglia e le informazioni tassonomiche nomenclatu-rali e distributive pubblicate nel corso degli ultimianni hanno consentito un aggiornamento delle ListeRosse delle Piante vascolari della Regione Puglia maancora molto lavoro deve essere svolto per megliodefinire il numero di specie a rischio e il loro effetti-vo grado di minaccia secondo i piugrave recenti criteriinternazionali (IUCN op cit)

LETTERATURA CITATACONTI F MANZI A PEDROTTI F 1992 ndash Libro Rossodelle Piante drsquoItaliaMinistero Ambiente WWF Italia

Societagrave Botanica Italiana Romamdash 1997 ndash Liste Rosse Regionali delle Piante drsquoItaliaWWFItalia Societagrave Botanica Italiana CIAS Camerino

IUCN 2001 ndash IUCN Red List Categories and CriteriaVersion 31 IUCN Species Survival CommissionIUCN Gland (Switzerland) amp Cambridge (UK)II+30 pp

mdash 2011 ndash Guidelines for Using the IUCN Red ListCategories and Criteria Version 90 Prepared by theStandards and Petitions Subcommittee httpww-wiucnredlistorgdocumentsRedListGuidelinespdf

PIGNATTI S MENEGONI P GIACANELLI V (a cura di)2001 ndash Liste rosse e blu della flora italiana ANPARoma

ROSSI G MONTAGNANI C GARGANO D PERUZZI LABELI T RAVERA S COGONI A FENU G MAGRINIS GENNAI M FOGGI B WAGENSOMMER RPVENTURELLA G BLASI C RAIMONDO FMORSENIGO S (Eds) 2013 ndash Lista Rossa della FloraItaliana 1 Policy Species e altre specie minacciateComitato Italiano IUCN Ministero Ambiente eTutela Territorio e Mare Roma 54 pp

SCOPPOLA A SPAMPINATO G (Eds) 2005 ndash Atlante dellespecie a rischio di estinzione (CD-ROM) Allegato a ASCOPPOLA C BLASI (Eds) Stato delle conoscenze sullaflora vascolare drsquoItalia Palombi Ed Roma

RIASSUNTO ndash Egrave stata aggiornata la Lista RossaRegionale delle piante vascolari della Regione Pugliasecondo le piugrave recenti conoscenze in ambito conservazio-nistico distributivo e tassonomico

428 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO 45 (2) 393-432 2013

AUTORI

Robert Philipp Wagensommer (robwagensommeryahooit) Scuola di Scienze Ambientali Universitagrave di Camerino - CentroRicerche Floristiche dellrsquoAppennino (Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga) San Colombo 67021 Barisciano(LrsquoAquila)Piero Medagli (pietromedagliunileit) Laboratorio di Botanica Sistematica del DiSTeBA Universitagrave del Salento ViaProvinciale Lecce-Monteroni 73100 LecceEnrico Vito Perrino (enricoperrinoyahooit) Museo Orto Botanico Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via E Orabona 4 70124Bari

Verticillium dahliae Kleb egrave un fungo tracheomicoti-co responsabile della piugrave grave malattia dellrsquoolivo(Olea europaea l) soprattutto negli oliveti dei paesimediterranei Questo fungo oltre lrsquoolivo attacca piugravedi 300 specie di piante arboree ed erbacee la malat-tia determina generalmente il disseccamento di por-zioni della chioma (BeJaRano-alcaacutezaR et al 2001pegg BRady 2002 BuBici ciRulli 2011) isolatidi V dahliae in grado di infettare cotone e olivo pos-sono essere classificati in due patotipi defogliante enon-defogliante sulla base della loro abilitagrave o menodi indurre defogliazione nelle piante infette(MeRcado-Blanco et al 2001 2003) il presentelavoro propone studi preliminari su i) alcune rispo-ste fisiologiche in due cultivar di olivo caratterizzateda differenti livelli di suscettibilitagrave alla verticilliosi ii)alcuni determinanti di patogenicitagrave potenzialmentecoinvolti nellrsquoinduzione dei sintomi fogliari prodottida patotipi diversi di V dahliae

MateRiali e Metodi

Alterazioni fisiologiche piante di olivo delle cultivar lsquofrantoiorsquo (resistente) elsquoleccinorsquo (suscettibile) sono state inoculate con gliisolati vd312d (defogliante) e vd315nd (nondefogliante) seguendo il metodo descritto da ciRulli

et al (2008) piante non trattate e piante le cui radi-ci sono state immerse per 10 minuti in acqua sonostate utilizzate come tesi di controllo Sono stati valu-tati il contenuto di fenoli carotenoidi clorofillaperossido drsquoidrogeno ascorbato e lrsquoattivitagrave delleperossidasi generiche (pod) e dellrsquoascorbato perossi-dasi (apX) in foglie delle due cultivar raccolte dopo24 72 e 240 ore dal trapianto applicando i metodiproposti da cHandleR doddS (1983) licHten-tHaleR (1987) BRuno SpaRapano (2006) toM-MaSi et al (2006) paRadiSo et al (2008) tre mesidopo lrsquoinoculazione su ogni pianta egrave stata valutata lapresenza di malattia sulla chioma utilizzando la scaladi severitagrave dei sintomi proposta da colella et al(2008) lrsquoanalisi statistica dei dati egrave stata eseguitaattraverso lrsquoanalisi della varianza (anova) le mediesono state separate con il test della minima differen-za significativa (MdS) Produzione di metaboliti secondari fitotossici colture liquide statiche degli isolati vd312d evd315nd di V dahliae sono state allestite in tredifferenti soluzioni nutritive czapek modificato(vdM) patate destrosio Broth (pdB difco ) oacqua estratto di Malto (oxoid) al 2 (eM2) perciascun isolato e substrato sono state preparate 10bottiglie di Roux della capacitagrave di 1 l contenenti

429infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

Meccanismi di resistenza alla verticilliosi e caratterizzazione di varietagrave meridionali di olivo dati preliminari sulla fisiologia dellrsquointerazione olivoVerticillium dahliae

gl BRuno c faSciano Mp ippolito S SeRMani ad MaRSico c colella M aMenduni f toMMaSi

aBStRact - Mechanisms of resistance to olive Verticillium wilt and characterization of olive varieties from southern prelim-inary data on physiology of olive - verticillium dahliae interaction - inoculations experiment were performed with two strainsof Verticillium dahliae characterized as defoliating (vd312d) or not defoliating (vd315nd) pathotypes lsquofrantoiorsquo(resistant) and lsquoleccinorsquo (susceptible) olive plants the interaction plantpathogen was evaluated as total phenolscarotenoids chlorophylls hydrogen peroxide ascorbic acid generic peroxidases and ascorbate peroxidase activityinoculated plants showed the typical pathway associate to a stress the two pathotypes are also able to produce in vitrophytotoxins Some of these secondary metabolites should be involved on biochemical and physiological alterations asso-ciated to verticillium wilt symptoms on olive trees (leaves wilting and defoliation)

Keywords fenoli totali metaboliti secondari stato redox verticilliosi

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

150 ml di soluzione nutritiva ciascuna bottiglia egravestata inoculata con 5 ml di sospensione ottenutaomogeneizzando tre colonie (coltivate per due setti-mane in piastre petri su substrato di pda a 25 degc albuio) in 50 ml di acqua distillata sterile dopo 28giorni di coltura (25 degc al buio) il micelio egrave statorimosso mediante filtrazione su garza e centrifugazio-ne (5500 xg 20 min 4 degc) aliquote (3 ml) di cia-scun filtrato colturale (fc) integro o diluito (10100 e 1000 volte con acqua distillata) sono state uti-lizzate in saggi di tossicitagrave su rametti recisi dilsquoleccinorsquo e lsquofrantoiorsquo eseguiti in ambiente controlla-to (uR 50 t 25 degc luce 150 microe cm-2 sec-1)acqua distillata e substrato non inoculato sono statiutilizzati come controllo dal terzo giorno dopo lrsquoas-sorbimento delle soluzioni tossiche egrave stata osservatala manifestazione dei sintomi dopo 24 72 e 240 oredallrsquoassorbimento delle soluzioni saggiate le foglie diciascun rametto sono state caratterizzate in terminidi flusso traspiratorio utilizzando un porometro li-1600-licor negli stessi intervalli egrave stato valutato ilcontenuto in clorofilla e fenoli seguendo i metodiproposti in precedenza

RiSultati e diScuSSione

Alterazioni fisiologicheper entrambi i patotipi di V dahliae saggiati lrsquoindu-zione di uno stato di malessere nella pianta egrave confer-mata dalla riduzione nel contenuto di clorofillesoprattutto dopo 24 ore per la cultivar suscettibilelsquoleccinorsquo (fig 1) invece il contenuto di ascorbatoclorofille e carotenoidi ha subito un incrementosoprattutto nei campioni di foglie prelevate dopo 72e 240 ore dallrsquoinoculo con il patotipo defogliante leanalisi condotte sulle foglie di lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquohanno mostrato come la molecola segnale perossidodrsquoidrogeno risulta maggiormente presente nella cul-tivar frantoio dopo 72 ore dallrsquoinoculo con il patoti-po defogliante (fig 1) mentre lrsquoattivitagrave della apXsegna negli stessi tempi un decremento (fig 2) invece nella cultivar frantoio i sistemi antiossidan-ti non enzimatici hanno mostrato un calo rispetto aicontrolli nei livelli di ascorbato e di fenoli (fig 1) non si sono osservate variazioni nellrsquoattivitagrave dellacatalasi (fig 2) infatti come dimostrato in altrisistemi nei tessuti vegetali questo enzima svolge unruolo nel metabolismo del perossido di idrogenosecondario rispetto allrsquoapX che invece egrave lrsquoenzimachiave nel controllo della concentrazione in perossi-do di idrogeno (de gaRa et al 2003) lrsquoattivitagrave dellepod infine aumenta notevolmente nelle fasi tardi-ve dellrsquoinfezione nelle foglie di lsquofrantoiorsquo mentre inquelle di lsquoleccinorsquo un incremento egrave evidente 72 oredallrsquoinoculo (fig 2) i dati evidenziati nelle nostre condizioni sperimenta-li sono in linea con quanto riportato dalla letteraturariguardo alle interazioni pianta-patogeno e le risposteda stress abiotici (de gaRa et al 2003) infatti nellepiante resistenti si assiste a una modulazione deisistemi antiossidanti tale da causare un incremento diperossido di idrogeno a livello fogliare (de gaRa etal 2003) per contro nella varietagrave suscettibile lrsquoau-

mento dei livelli in antiossidanti non enzimatici nonegrave sufficiente a indurre resistenza la diversa rispostaai sistemi antiossidanti riscontrata nelle due varietagraveutilizzate in queste prove potrebbe essere consideratacome un marker biochimico per valutare lo stato diavanzamento dellrsquoinfezione e il suo destino primadella comparsa dei sintomi

Evoluzione dei sintomia conferma di quanto giagrave riscontrato da ciRulli etal (2008) lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo sono risultate rispet-tivamente resistenti e suscettibili ai due isolati di Vdahliae utilizzati nessun sintomo egrave stato registrato esulle piante utilizzate come controllo (piante nontrattate e piante le cui radici sono state immerse per

430 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

fig 1contenuto in fenoli carotenoidi clorofille e perossido diidrogeno in foglie di lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo dopo 24 72 e240 ore dallrsquoinoculo con vd312d () e vd315nd ()i controlli sono rappresentati da piante le cui radici sonostate immerse per 10 minuti in acqua (mdash) ciascun valo-re egrave la media di cinque piante phenols carotenoids chlorophylls and hydrogen peroxidecontent in leaves of lsquofrantoiorsquo and lsquoleccinorsquo after 24 72and 240 hours after inoculation with vd312d () andvd315nd () as controls plants were treated for 10minutes in water (mdash) each value is the mean of fiveplants

10 minuti in acqua) e sulle chiome di lsquofrantoiorsquo ino-culate con il patotipo non defogliante il patotipodefogliante ha causato su lsquofrantoiorsquo una modestadefogliazione le piante di lsquoleccinorsquo hanno espressosintomi gravi con entrambi i patotipi (generale avviz-zimento della chioma) aggravati nel caso del patoti-po defogliante da accentuata e rapida filloptosiMetaboliti secondari fitotossici gli isolati di V dahliae utilizzati in coltura liquida susubstrato vdM hanno permesso di ottenere fc chesaggiati su rametti recisi di lsquoleccinorsquo (suscettibile) elsquofrantoiorsquo (resistente) hanno riprodotto sintomi diavvizzimento e accartocciamento fogliare e defoglia-zione nessun sintomo egrave stato registrato sui ramettiche hanno assorbito acqua distillata e i substrati noninoculati lrsquoassorbimento dei 3 ml di soluzione daparte dei rametti ha richiesto 30-32 ore per acquavdM pdB e eM2 mentre i fc dei due isolati sonostati assorbiti in 17-24 ore i fc dei patotipivd312d o vd315nd di V dah-liae ottenuti su substrato vdM saggiati su entrambe

le cultivar di olivo hanno evidenziato sintomi da 7-9 giorni dopo lrsquoassorbimento i fc ottenuti su sub-strato vdM da entrambi i patotipi inducono ripiega-mento e successivo imbrunimento della laminafogliare sui rametti di lsquofrantoiorsquo Sui rametti dilsquoleccinorsquo sono stati registrati ingiallimenti della lami-na fogliare inizialmente intorno alle nervature edopo 3-5 giorni sullrsquointera superficie Sintomo fina-le dei fc di entrambi gli isolati di V dahliae dopo 28giorni di coltura su substrato di vdM egrave stata unagenerale defogliazione dei rametti Su lsquoleccinorsquo ladefogliazione egrave stata severa e si egrave avuta dopo 17 gior-ni sui rametti trattati con il fc dellrsquoisolato vd312dcf e dopo 21 giorni su lsquofrantoiorsquo i rametti trattaticon i fc di vd315nd sono stati registrati dopo 20giorni su lsquoleccinorsquo e dopo 25 giorni su lsquofrantoiorsquo isintomi sopra descritti sono stati osservati anche suirametti che hanno assorbito i fc dei due isolati dopodiluizione di 10 e 100 volte con acqua distillata i fc ottenuti dai due patotipi su substrato vdMsono stati confrontati sulle due cultivar per i loroeffetti sul flusso traspiratorio e sulle variazioni infenoli e clorofille presenti nelle foglie (fig 3)

431Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 2contenuto in ascorbato e attivitagrave delle perossidasi generi-che (pod) e dellrsquoascorbato perossidasi (apX) in foglie dilsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo dopo 24 72 e 240 ore dallrsquoinoculocon vd312d () e vd315nd () i controlli sono rap-presentati da piante le cui radici sono state immerse per10 minuti in acqua (mdash) ciascun valore egrave la media di cin-que piante ascorbic acid concentration and peroxidase (pod) andascorbate peroxidase (apX) activity in leaves of lsquofrantoiorsquoand lsquoleccinorsquo after 24 72 and 240 hours after inocula-tion with vd312d () and vd315nd () as controlsplants were treated for 10 minutes in water (mdash) eachvalue is the mean of five plants

fig 3effetti sulla traspirazione e sul contenuto in clorofille efenoli in foglie di lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo dopo 24 72 e 240ore dallrsquoassorbimento di 3 ml di filtrato colturale degli iso-lati vd312d () e vd315nd () su substrato vdM icontrolli hanno assorbito 3 ml di acqua (mdash) ciascunvalore egrave la media di cinque rametti recisi transpiration from abaxial leaf surfaces and chlorophyllsand phenols content in leaves of lsquofrantoiorsquo and lsquoleccinorsquoafter 24 72 and 240 hours after the absorbtion of 3 ml fvd312d () and vd315nd () culture filtrates onvdM as controls twigs adsorbed 3 ml of water (mdash) eachvalue is the mean of five twigs

le misure di traspirazione (fig 3) dimostrano unforte incremento nel flusso traspiratorio nei ramettirecisi che hanno assorbito i fc ottenuti dal patotipovd312d rispetto a quelli ottenuti dal vd315nd edalle tesi di controllo nessuna differenza egrave stata regi-strata nel contenuto in clorofilla Solo la concentra-zione in fenoli nelle foglie dei rametti recisi chehanno assorbito i fc ottenuti dai due isolati egrave risul-tata circa tre volte superiore rispetto ai rametti delletesi di controllo totali (fig 3)in definitiva appare chiaro che nellrsquointerazione Vdahliae e olivo entrino in gioco fattori chimici divirulenza del patogeno (fitotossine) che contribuisca-no alla patogenesi e alla manifestazione dei sintomied inducano nellrsquoospite condizioni di stress in que-sto stato la pianta ospite manifesteragrave in parte o intoto le alterazioni biochimiche e fisiologiche determi-natesi nei tessuti attraverso i sintomi

Ringraziamenti - gli autori ringraziano i collaboratoriluca Scarola valentino poliseno nicola contursi eaniello Rescigno (dipartimento di Scienze del Suolo dellapianta e degli alimenti universitagrave degli Studi di Barialdo Moro) per il valido supporto tecnico nella realizza-zione delle prove lavoro realizzato con il contributo dellafondazione cassa di Risparmio di puglia Bando 2010 ndashprogetto Meccanismi di resistenza alla verticilliosi e caratte-rizzazione di varietagrave meridionali di olivo

letteRatuRa citataBeJaRano-alcaacutezaR J peacuteRez-aRteacuteS e JiMeacutenez-dIacuteaz

RM 2001 ndash Spread of the defoliating pathotype ofverticillium dahliae to new cotton and olive growingareas in Southern Spain in Proceedings 8th Inter-national Verticillium Symposium coacuterdoba 2001 57

BRuno g SpaRapano l 2006 ndash Effects of three esca-asso-ciated fungi on vitis vinifera L II Characterization ofbiomolecules in xylem sap and leaves of healthy and dis-eased vines physiol Mol plant path 69 195-208

BuBici g ciRulli M 2011 ndash verticillium wilt inScHena l agoSteo ge cacciola So (eds)Olive diseases and disorders 191-222 transwordResearch network Kerala india

cHandleR Sf doddS JH 1983 ndash The effect of phos-phate nitrogen and sucrose on the production of pheno-lics and solasodine in callus cultures of Solanum lacinia-tum plant cell Rep 2 205

ciRulli M colella c drsquoaMico M aMenduni MBuBici g 2008 ndash Comparison of screening methods for

the evaluation of olive resistance to verticillium dahliaeKleb J plant path 90(1) 7-14

colella c Miacola c aMenduni M drsquoaMico MBuBici g ciRulli M 2008 ndash Sources of Verticilliumwilt resistance in wild olive germplasm from theMediterranean region plant path 57 533-539

de gaRa l de pinto Mc toMMaSi f 2003 ndash Theantioxidant systems vis-agrave-vis reactive oxygen species dur-ing plantndashpathogen interaction plant physiolBiochem 41 863-870

licHtentHaleR HK 1987 ndash Chlorophylls andearotenoids pigments of photosynthetic bio-membranesMethods enzymol 148 351-383

MeRcado-Blanco J collado-RoMeRo M paRRilla-aRauJo S RodRIacuteguez-JuRado d JiMeacutenez-dIacuteazRM 2003 ndash Quantitative monitoring of colonizationof olive genotypes by verticillium dahliae pathotypes withreal-time polymerase chain reaction physiol Mol plantpath 63 91-105

MeRcado-Blanco J RodRIacuteguez-JuRado d peacuteRez-aRteacuteS e JiMenez-dIacuteaz RM 2001 ndash Detection of thenondefoliating pathotype of verticillium dahliae ininfected olive plants by nested PCR plant path 50609-619

paRadiSo a BeRaRdino R de pinto Mc Sanitagrave ditoppi l StoRelli MM toMMaSi f de gaRa l2008 ndash Increase in ascorbatendashglutathione metabolism aslocal and precocious systemic responses induced by cadmi-um in durum wheat plants plant cell physiol 49362-374

pegg gf BRady Bl 2002 ndash Verticillium Wilts caBipublishing Wallingford

toMMaSi f paciolla c de pinto Mc de gaRa l2006 ndash Effects of storage temperature on viability germi-nation and antioxidant metabolism in ginkgo biloba Lseeds plant physiol Biochem 44 359-368

RiaSSunto ndash due ceppi di Verticillium dahliae caratte-rizzati come patotipo defogliante (vd312d) o non defo-gliante (vd315nd) e piante di olivo delle cultivarlsquofrantoiorsquo (resistente) e lsquoleccinorsquo (suscettibile) sono statiutilizzati in prove di inoculazione artificiale focalizzate allostudio fisiologico delle interazioni pianta patogeno ladiversa risposta riscontrata nelle due varietagrave in termini difenoli carotenoidi clorofilla perossido di idrogeno ascor-bato perossidasi generiche e ascorbato perossidasi indicauno stato di stress fitotossine prodotte in vitro dai duepatotipi sembrano essere coinvolte nelle alterazioni biochi-miche e fisiologiche alla base delle tipiche sintomatologiedella verticilliosi su olivo (avvizzimento generale dellachioma e defogliazione)

432 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

autoRi

Giovanni Luigi Bruno (giovanniluigibrunounibait) Samer Sermani Antonio Domenico Marsico Mario AmenduniDipartimento di Scienze del Suolo della Pianta e degli Alimenti (DiSSPA) Sezione di Patologia vegetale Universitagrave di BarildquoAldo Morordquo Via G Amendola 165A 70126 BariCristina Fasciano Maria Paola Ippolito Franca Tommasi (francatommasiunibait) Dipartimento di Biologia Universitagrave diBari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70125 BariCecilia Colella Dipartimento di Chimica Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70125 Bari

Page 21: Società Botanica italiana onluS 45 (2) 2013/391... · 2018-05-08 · prodotto preso in esame e sia dal metodo utilizzato (peRez-JiMénez et al., 2008; MülleR et al., 2010). un’attenzione

Malgrado siano trascorsi ben 40 anni il noto afori-sma di dobzhansky secondo cui ldquoniente in biologiaha senso se non alla luce dellrsquoevoluzionerdquo(doBzHanSKy 1973) non solo nulla ha perso dellasua straordinaria forza concettuale ma di fatto haoggi un significato ancor piugrave profondo in relazione aipiugrave recenti studi nel campo della biologia evolutivadello sviluppo (evo-devo) disciplina che estende ulte-riormente la visione unificante che negli anni lsquo30 elsquo40 del secolo scorso condusse alla sintesi evoluzioni-stica coniugando la genetica con le ldquoclassicherdquo scien-ze naturali (MuumllleR 2007)Svolgere adeguata divulgazione scientifica sulla teoriadellrsquoevoluzione appare perograve un compito estrema-mente difficile di evoluzione si parla nei contestipiugrave disparati ma non di rado i concetti basilari dellateoria darwiniana e delle sue successive elaborazionivengono travisati al punto da attribuire a darwinstesso affermazioni mai da lui pronunciate o scrittea cominciare dal famigerato rdquolrsquouomo discende dallascimmiardquo frase che manifesta la totale ignoranza dichi la pronuncia sulle tematiche in questione ersquoanche spiacevolmente frequente una volgarizzazioneerronea del concetto di evoluzione che viene inter-pretato come un ldquocammino verso la perfezionerdquo conlrsquointroduzione di elementi di teleologia del tuttoinappropriati allrsquoindirizzo httpevolutionberke-leyedu egrave disponibile un utile elenco di tipici erroriconcettuali sulla tematica dellrsquoevoluzione con relati-ve argomentazioni e note esplicative Se sono ben chiari i motivi della opportunitagrave e neces-sitagrave di insegnare i principi ed i meccanismi dellrsquoevo-luzione a tutti i livelli dellrsquoistruzione scolastica eduniversitaria non sono a tuttrsquooggi disponibili ade-

guati strumenti didattici neacute vi egrave stato se non episo-dicamente un confronto con i potenziali fruitoridegli interventi formativi per sperimentare le moda-litagrave piugrave efficaci con cui trasmettere i complessi edarticolati concetti della teoria dellrsquoevoluzione supe-rando le fin troppo diffuse inesattezze e gli erroriconcettuali precedentemente menzionatiil ruolo delle risorse museali per una efficace didatti-ca dellrsquoevoluzione egrave stato messo in rilievo da alcunistudi (Spiegel et al 2012) compiuti prevalentemen-te negli Stati uniti dove egrave piugrave avvertibile il problemadelle resistenze di tipo ideologicoreligioso in parti-colare nelle aree in cui sono particolarmente diffusi ilcreazionismo e lrsquoipotesi dellrsquoIntelligent Design che nerappresenta una versione ldquoaggiornatardquo dallrsquoesigenza di colmare questa grave lacuna nascepresso il Museo orto Botanico strutturadellrsquouniversitagrave degli Studi di Bari ldquoaldo Morordquo ilprogetto denominato e-Move (evoluzione delMondo vegetale) il progetto nasce dallrsquoidea che labiodiversitagrave vegetale vista in chiave diacronica possacostituire uno strumento molto efficace per la divul-gazione scientifica su questo tema cosigrave importante ilprogetto annuale che ha ricevuto un finanziamentodal MiuR nellrsquoambito della legge 62000 per la dif-fusione della cultura scientifica presenta alcuni ele-menti di novitagrave che verranno discussi in questo brevecontributo

aRticolazione del pRogettoil progetto si articola su 3 linee (a) allestimento nelMuseo orto Botanico di spazi espositivi sperimenta-li per elaborazione e validazione di strategie didatti-co-divulgative (B) Realizzazione di giochi interattivi

412 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

Risorse per insegnare lrsquoevoluzione dei vegetali il progetto e-Move

a gRano Mc de tullio

aBStRact - Resources for teaching plant evolution the E-MoVe project -the e-Move (evolution of the plant World)project tackles the problem of the scarcity of effective educational tools for teaching evolution in spite of the undoubtedimportance of the topic Within the Botanical garden Museum of the university of Bari methodologies for teaching evo-lution will be developed in collaboration with school teachers and other stakeholders novel teaching tools includinginteractive videogames will be made available to national and international institutions for testing and validation theproject funded by the italian Ministry of education also aims at providing training to school teachers and scientific muse-um operators

Key words plant evolution scientific museum teaching

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

(c) formazione di docenti ed operatori museali

(a) lo spazio espositivo consentiragrave di sperimentarestrategie di comunicazione e divulgazione valorizzan-do strutture attrezzature e competenze giagrave presenti esi articola in 3 parti (a phylowall b darwin e lepiante c iconografia botanica) con aula didatticaper la formazionea phyloWall la parete della filogenesi delle pianteil ldquogiardino verticalerdquo nasce a scopo decorativo-arti-stico su idea del botanico e designer p Blanc ilphyloWall avragrave una funzione scientifico-didatticaattraverso la disposizione degli organismi secondouno schema filogenetico si visualizzeragrave in manieraimmediata il concetto di evoluzione una legendacon datazione e localizzazione geografica dei repertifossili verragrave collocata accanto al phylowall per unaimmediata fruibilitagraveb darwin e le pianteverragrave allestita lrsquoipotetica ricostruzione dello studio didarwin con alcune delle immagini piugrave significativelegate allrsquoelaborazione del concetto di evoluzioneverragrave collocato uno schermo touch-screen per i giochiinterattivi c iconografia botanica localeverranno allestite teche per lrsquoesposizione di volumitra cui la flora del Regno di napoli di Micheletenore allo scopo di evidenziare il legame tra il pas-sato ed il futuro della ricerca botanica

(B) la realizzazione di materiale didattico innovativocostituisce un obiettivo fondamentale del progettoun comitato di redazione tecnico-scientifico in col-laborazione con uno studio professionale specializza-to nella comunicazione multimediale si occuperagrave diideare e realizzare materiale didattico che verragrave poidistribuito per la validazione nellrsquoambito di una retedi collaborazione nazionale ed internazionale

(c) la formazione si articoleragrave in (a) visite guidateper alunni (b) corsi per insegnanti e operatorimuseali con la collaborazione dellrsquoassociazionenazionale insegnanti di Scienze naturali (aniSn)si prevede la formazione di insegnanti sulle tematichedellrsquoevoluzione biologica utilizzando sia un approc-cio storico-didattico con lrsquouso dellrsquoerbario e dellabanca del germoplasma sia lo sviluppo di strumentiinterattivi informaticii moduli di formazione affronteranno temi che spa-ziano dallrsquoinquadramento storico della teoria dellrsquoe-voluzione allrsquouso delle moderne tecniche di sistema-tica molecolare sviluppando specifici percorsi didat-tici per i diversi livelli di approfondimento un ruolofondamentale verragrave attribuito allrsquouso delle risorsemuseali

pRoSpettive futuReil progetto ha elevate potenzialitagrave di fornire ricaduteper la diffusione della cultura scientifica sia a livellolocale sia come esperienza pilota da esportare in altrerealtagrave territoriali nazionali in particolare la collabo-razione con lrsquoaniSn consente lrsquoimplementazionedel progetto nelle ldquoscuole presidiordquo ed una piugrave ampiautilizzabilitagrave del materiale didattico sullrsquoevoluzionedelle piante che verragrave messo a disposizionela collaborazione con altre universitagrave orti Botanicie Musei della Scienza costituiragrave una rete aperta ad unbacino di utenza piugrave ampio e permetteragrave di esporta-re sul piano nazionale lrsquoesperienza maturata nellrsquoam-bito del progettole azioni connesse alla realizzazione di e-Move pro-muoveranno su scala nazionale la costituzione dinodi in una rete di comunicazione e diffusione dellacultura scientifica nel campo specifico dellrsquoevoluzio-ne delle piante con lrsquoobiettivo generale di elevare illivello di competenze degli studenti dei docentidegli operatori museali e del pubblico di non addet-ti ai lavori in ambito scientifico sostenendo la for-mazione continua la formazione di operatorimuseali guide naturalistiche ed altre figure profes-sionali per ampliare le conoscenze naturalistiche ter-ritoriali egrave un obiettivo di particolare rilevanza sia perla valorizzazione delle risorse umane sia per la tuteladei beni ambientali e dellrsquoingente patrimonio costi-tuito dalla biodiversitagrave vegetale nel nostro paese conlrsquoobiettivo di salvaguardare specie a rischio di estin-zione nella fattispecie piante che hanno rivestito unparticolare significato nel corso dellrsquoevoluzione

letteRatuRa citatadoBzHanSKy t 1973 ndash Nothing in biology makes sense

except in the light of evolution amer Biol teacher 35127-129

MuumllleR g 2007 ndash Evo-devo extending the evolutionarysynthesis nat Rev genet 8 943-949

Spiegel an evanS eM fRazieR B Hazel a taReM gRaM W diaMond J 2012 ndash Changing muse-um visitorrsquos concept of evolution evo edu outreach5 43-61

RiaSSunto ndash viene brevemente presentato il progettoe-Move (evoluzione del Mondo vegetale) attualmentein corso di realizzazione presso il Museo orto Botanicodellrsquouniversitagrave degli Studi di Bari ldquoaldo Morordquo il proget-to che ha ricevuto un finanziamento MiuR nellrsquoambitodella legge 62000 per la diffusione della cultura scientifi-ca si propone di allestire uno spazio espositivo che si poneanche come centro permanente per la ideazione realizza-zione e diffusione di efficaci strategie didattiche sui temidellrsquoevoluzione biologica attraverso la costituzione di unarete di validazione nazionale ed internazionale noncheacute larealizzazione di incontri di formazione per docenti discuole di ogni ordine e grado ed operatori museali

413Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

autoRi

Antonella Grano Museo Orto Botanico Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70126 BariMario C De Tullio (mariodetulliounibait) Dipartimento di Biologia Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70126Bari

il genere Arum l (Araceae) comprende in italia trespecie poliploidi A apulum (carano) p c Boyce Amaculatum l e A italicum Mill in questo genere itaxa poliploidi tendono ad occupare areali geograficimolto ampi rispetto alle specie diploidi (Bedalov1981) infatti A italicum egrave principalmente diffusodal caucaso attraverso la regione del Mediterraneofino alla costa atlantica (BonnieR 1931 MeuSel etal 1965 diHoRu 1970 Bedalov 1975) A macu-latum secondo MeuSel et al (1965) teRpograve (1973)e Bedalov (1981) egrave distribuito in europa centrale eoccidentale A maculatum e A italicum presentanotuberi rizomatosi al contrario del poliploide A apu-lum che ha il tubero a forma discoide (BedalovKupfeR 2005) in riferimento allrsquoorigine delle speciedel genere Arum Bedalov KupfeR (2005) suggeri-scono che la forma discoide del tubero sia da consi-derare ancestrale rispetto alla forma rizomatosaSuccessivamente questi dati sono stati confermati daindagini molecolari (eSpigravendola et al 2010) in precedenti lavori al fine di chiarire la tassonomiadel genere Arum sono stati riportati alcuni aspetticitologici e citotassonomici (goRi 1958 MaRcHi etal 1964 BeuRet 1971 1972 MaRcHi 1971Bedalov 1975 1981 Bedalov et al 1998) lamaggior parte delle specie di Arum egrave diploide connumero cromosomico 2n=28 mentre sono pochi itaxa poliploidi conosciuti A maculatum e A apulumsono tetraploidi con 2n=56 mentre A italicum egrave esa-ploide con 2n=84 le analisi cariologiche hannomostrato in dettaglio i cariotipi di quattro speciediploidi e due poliploidi i taxa analizzati inoltrehanno evidenziato un ldquocariotipo di baserdquo caratteriz-

zato dalla presenza di alcuni cromosomi marker(drsquoeMeRico et al 1993 Bianco et al 1994) il presente contributo fornisce pertanto informazio-ni sulla cariomorfometria delle suddette specie poli-ploidi

MateRiali e Metodile analisi cariologiche sono state effettuate su apiciradicali pretrattati con colchicina 03 per 2h equindi fissati per 5 min con 5111 (vv) (alcol eti-lico assoluto cloroformio acido acetico glaciale for-maldeide) successivamente sono stati idrolizzati per20 min con Hcl 55n e colorati con reattivo difeulgen la nomenclatura utilizzata per descrivere ilcariotipo segue levan et al (1964)per valutare il livello di simmetria del cariotipo sonostati utilizzati gli indici di asimmetria a1 (indiceintracromosomale) e a2 (indice intercromosomale)(RoMeRo zaRco 1986)

RiSultati e diScuSSioneArum maculatum e A italicum sono caratterizzati daun cariotipo asimmetrico comprendente numerosicromosomi submetacentrici con A italicum chemostra un indice intracromosomale (a1=043) piugraveelevato rispetto ad A maculatum (a1=039)dal punto di vista citologico egrave interessante notareche nelle specie esaminate sono state osservate coppiedi cromosomi caratterizzate dalla presenza di seg-menti telomerici debolmente colorati dal feulgenprecedentemente descritti come costrizioni seconda-rie (drsquoeMeRico et al 1993) dyeR (1963) e voSacolaSante (1995) descrivono simili segmenti

414 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

indagini cariomorfometriche in tre taxa poliploidi del genere Arum

a tuRco p Medagli a alBano S drsquoeMeRico

aBStRact - Karyomorphometry on three polyploid taxa of arum - Somatic chromosomes of three polyploid taxa of Arumhave been investigated A italicum showed 2n = 84 chromosomes and the karyotype is composed by numerous asymmet-ric chromosomes A maculatum and A apulum have shown 2n = 56 chromosomes the karyotype morphology of Aitalicum is similar to that of A maculatum but the most asymmetrical karyotype and the presence of numerous weaklyfeulgen-stained segments of the former suggest a more recent origin respect to latter differently A apulum has showed asymmetrical karyotype and few weakly feulgen-stained segments

Keywords allocyclic segments Arum karyotype asymmetry

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

denominati ldquoallocyclic segmentsrdquo in diversi gruppidi piante (Gasteria duval Iris l Aloe l) voSaBennett (1990) e Bennett gRiMSHaW (1991)inoltre suggeriscono lrsquoutilitagrave di questi segmenticome indicatori dellrsquoevoluzione del cariotipo e quin-di determinanti nellrsquoidentificazione dei cariotipidelle varie entitagrave al riguardo Arum italicum hamostrato il maggior numero di cromosomi conte-nenti i suddetti segmenti in comparazione a quelliosservati nei complementi di A maculatum A apu-lum e nei diploidi A orientale M Bieb subsp orien-tale e A cylindraceum gasp (drsquoeMeRico et al1993) differentemente A apulum egrave una specie tetraploidecon una distribuzione limitata al Sud italia (puglia)(caRano 1934 goRi 1958 Bianco et al 1994)Questrsquoultima specie mostra un cariotipo piugrave simme-trico (a1=032) considerato ancestrale rispetto allespecie con cariotipi asimmetrici (SteBBinS 1971)costituito da cromosomi prevalentemente metacen-trici e dalla presenza di pochi segmenti allociclicidrsquoaltra parte lrsquoisolamento geografico accompagnatoda variazioni ecologiche sembra supportare lrsquoattualestruttura del cariotipo di A apulum

letteRatuRa citata Bedalov M 1975 ndash Cytotaxonomical and phytogeograph-

ical investigation of the species arum italicum Mill inYugoslavia acta Bot croat 34 143-150

mdash 1981 ndash Cytotaxonomy of the genus arum (araceae) inthe Balkans and the Aegean area Bot Jahrb Syst 102183-200

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mdash 1972 ndash Preacutesence drsquoun Arum diploide en Italie BullSoc neuchacirctel Sci nat 95 35-41

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Murge Pugliesi Webbia 49 (1) 43-49BonnieR g 1931 ndash Flore complegravete ilustregravee en couleurs de

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eSpigravendola a BueRKi S Bedalov M KupfeR palvaRez n 2010 ndash New insights into the phylogeneticsand biogeography of arum (araceae) unravelling its evo-lutionary history Bot J linn Soc 163 14-32

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MaRcHi p capineRi R drsquoaMato g 1964 ndash Numericromosomici per la flora italiana 182-189 informBot ital 6 (3) 303-312

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voSa cg colaSante M 1995 ndash I segmenti allociclicinelle liliiflorae inform Bot ital 27 307-308

RiaSSunto gli autori riportano alcuni risultati cario-morfometrici ottenuti su tre specie poliploidi del genereArum Arum apulum (2n=56) A maculatum (2n=56) e Aitalicum (2n=84) in particolare la specie A italicum con2n=84 cromosomi ha mostrato un cariotipo con un eleva-to indice di asimmetria nel cariotipo di questa speciesono stati riscontrati numerosi ldquosegmenti allociclicirdquo incomparazione ad A maculatum e A apulum

415Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

autoRi

Alessio Turco Piero Medagli Antonella Albano Laboratorio di Botanica sistematica ed Ecologia vegetale DiSTeBAUniversitagrave del Salento Campus Ecotekne 73100 LecceSaverio DrsquoEmerico Dipartimento di Biologia Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70126 Bari

Cistus clusii dunal piccolo arbusto appartenente allafamiglia Cistaceae egrave una specie xerofila con distribu-zione mediterraneo-occidentale in italia storicamen-te presente in Sicilia (giaRdina 1988) e in puglianellrsquounica stazione di ldquoBosco isolardquo (lesina fg)(foRte et al 2002a) in questrsquoultima il contestovegetazionale egrave quello della gariga nanofanerofiticasu suolo sabbioso in associazione con Rosmarinusofficinalis l Erica multiflora l e Cistus sp pl(cHieSuRa loRenzoni et al 1976)a partire dallrsquoanno 2000 nellrsquoambito di progetti diricerca condotti dal Museo orto Botanicodellrsquouniversitagrave degli Studi di Bari sono stati indaga-ti alcuni aspetti della biologia ed ecologia di C clusii(MaccHia 2005) tali studi furono finalizzati allarealizzazione di azioni di conservazione in situ attra-verso il rafforzamento della popolazione residualepugliese giagrave allrsquoepoca gravemente esposta a pericolodi estinzione (conti et al 1997) a tale scopo furo-no infatti reintrodotti in aree ecologicamente idoneedi ldquoBosco isolardquo circa cento individui ottenuti pervia sessuale attraverso fecondazione incrociata con-trollata a partire dai pochi individui della popolazio-ne originaria (foRte et al 2002b) Successivi rilieviin campo hanno registrato la progressiva diminuzio-ne del numero di individui presenti in situ fino allaloro completa scomparsa soprattutto a causa deiripetuti incendi verificatisi tra il 2007 e il 2010(foRte et al 2009 2012) tuttavia la specie in

puglia era da ritenersi estinta solo in natura (EW) inquanto presso il Museo orto Botanico di Bari eranopresenti sia individui ottenuti da fecondazione incro-ciata e derivanti dalla popolazione spontanea origina-ria sia semi conservati presso la Banca delgermoplasma (Bg-MoBB)Questrsquoultima evenienza ha costituito la premessaindispensabile per la realizzazione di nuove azioni diconservazione di C clusii nel territorio di ldquoBoscoisolardquo tali azioni si sono concretizzate grazie ad unaconvenzione stipulata tra il Museo orto Botanico diBari e il centro Studi naturalistici onluS nellrsquoam-bito del progetto ldquointerventi per la protezione e con-servazione del patrimonio ambientalerdquo- fondi faS ndashpremialitagrave Regionale delibera cipe 202004in questo lavoro vengono presentate le attivitagrave svolteai fini della propagazione gamica di C clusii e quelleper la successiva reintroduzione degli individui pro-dotti

MateRiali e Metodi

il materiale di propagazione gamica utilizzato per leazioni di conservazione in situ egrave stato ottenuto daimpollinazione incrociata controllata eseguita su dueindividui conservati ex situ siglati come c1 e c2 peri quali era stata giagrave testata la compatibilitagrave allrsquoincro-cio (foRte et al 2012)nel mese di aprile 2010 495 fiori (437 dellrsquoindivi-duo c1 e 58 dellrsquoindividuo c2) privati degli stami

416 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

Reintroduzione di Cistus clusii a ldquoBosco isolardquo (lesina puglia)

l foRte S anifantiS f caRRuggio v cavallaRo f Mantino g MelcHioRRe

aBStRact - Reintroduction of cistus clusii to ldquoBosco Isolardquo (Lesina Apulia) - Cistus clusii dunal is very rare in italy whereits historical sites of occurrence are in Sicily and apulia (ldquoBosco isolardquo ndash lesina fg) after the extinction in the wild ofthe small apulian population the Botanical garden Museum of Bari university and the centro Studi naturalistici(onluS) made a special agreement in order to implement a reintroduction project into the site of lesina the reintro-duced plants 520 in all were obtained from the offspring of lesina C clusii spontaneous population which is conservedex situ at the Botanical garden Museum of Bari to increase the chances of a successful reintroduction the plants wereplaced in three different areas and in each of them the individuals were planted in microsites suitable for the eco-physi-ological characteristics of the lesina population already known from literature in fact only a thorough knowledge of thebio-ecological behaviour of the selected species may allow to establish self-maintaining populations in the wild and so torealize an effective conservation action

Key words apulia Cistus clusii dunal reintroduction

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

sono stati impollinati manualmente e coperti consacchetti di tessuto non tessuto (tnt) in maggioin concomitanza con lrsquoinizio dellrsquoingrossamentodegli ovari i cappucci sono stati rimossi e nel mesesuccessivo egrave stata effettuata la raccolta delle capsulemature nella primavera del 2011 i semi sono statisottoposti a pre-trattamenti di scarificazione mecca-nica manuale e di dry-heating (80 degc x 5 min) inquanto risultati i piugrave efficaci nel promuoverne la ger-minazione (foRte et al 2012) per ciascuno dei duepre-trattamenti sono stati utilizzati circa 1500 semiderivanti dallrsquoincrocio c1 x c2 e circa 400 semi pro-dotti dallrsquoincrocio c2 x c1 i semi pre-trattati sonostati posti direttamente in plateaux di polistiroloespanso riempiti con sabbia sterilizzata a granamedio-fine (50) e torba (50) dopo una primafase di accrescimento le plantule sono state trapian-tate in fitosacchi in film plastico contenenti terrenonon sterile (sabbia di fiume 40 terreno comune30 torba 30) durante tutte le fasi di crescita leplantule sono state irrigate e sottoposte a trattamen-ti fitosanitari e fertilizzanti miratiper lrsquointervento di reintroduzione oltre agli individuicosigrave ottenuti nel 2011 sono stati utilizzati ancheindividui derivanti da semi pre-germinati nellrsquoambi-to di prove sperimentali condotte tra il 2009 e il2010 su c1 e c2la scelta delle aree di reintroduzione egrave stata fattasulla base dei dati storici di presenza di C clusii alesina (cHieSuRa loRenzoni et al 1976 foRte etal 2002b) delle caratteristiche eco-fisiologiche dellapopolazione originaria (foRte et al 2005 foRtepaStoRe 2005) di quelle ecologiche dei siti di rein-troduzione e dellrsquoanalisi delle minacce

RiSultati e diScuSSione

gli individui oggetto dellrsquoazione di reintroduzioneavvenuta a fine gennaio 2013 sono stati distribuitiin tre aree principali (fig 1) Queste sono situate neltratto di cordone dunale immediatamente ad est diMarina di lesina insediamento sorto in localitagravepietramaura dove negli anni lsquo70 era ancora presen-te il piugrave esteso nucleo di individui di C clusii dellastazione di lesina (cHieSuRa loRenzoni et al1976) due delle aree di reintroduzione poste tra lelocalitagrave di acquarotta e pennacchio sono relativa-mente vicine tra loro e separate da una fascia occupa-ta da un rimboschimento a Pinus pinea l mentre laterza in localitagrave chiusa dista dalle altre circa 2 kmallrsquointerno di ciascuna area sono stati individuati piugravesiti di reintroduzione georiferiti mediante strumen-tazione gpS in ognuno dei quali egrave stato inserito unnumero di individui compreso tra 20 e 25la scelta di ripartire gli individui in tre aree di rein-troduzione differenti e allrsquointerno di queste in piugravesiti distinti egrave stata effettuata con lo scopo di ridurre ilrischio che un eventuale incendio possa interessarlecontemporaneamente compromettendo la sopravvi-venza dellrsquointera popolazione reintrodotta il numerocomplessivo di siti di intervento egrave risultato pari a 27inoltre per garantire buone probabilitagrave di successo

anche riproduttivo in ciascun sito sono stati reintro-dotti almeno 20 individui al fine di aumentare laprobabilitagrave di incrocio tra individui con alleli diincompatibilitagrave differenti indispensabile in una spe-cie allogama come C clusii (Rizzotto 1979)in ogni sito inoltre i singoli individui sono statipiantati in micro-siti individuati sulla base dellamicro-morfologia stazionale le tre aree di interven-to ricadono in un contesto vegetazionale caratterizza-to da un complesso e molto frammentato mosaicocostituito principalmente dalla gariga a R officinalisE multiflora e Cistus sp pl e dalla macchia a sclero-fille sempreverdi con presenza di Erica arborea lQuesto mosaico spesso egrave il diretto risultato delledifferenti condizioni ecologiche determinate dallamicro-morfologia stazionale (foRte et al 2002a) ealtre volte della dinamica della vegetazione in atto acausa degli incendi pertanto sono stati individuaticome idonei quei micro-siti rispondenti alle caratte-ristiche bio-ecologiche della popolazione da intro-durre (eliofilia relativa sensibilitagrave allo stress idricoecc foRte et al 2005) e comunque sempre suffi-cientemente distanti da nuclei di macchia in stato diavanzamento o da singoli cespugli in fase di resprou-tinglrsquoazione di conservazione in situ cosigrave condotta nonha richiesto pertanto ulteriori interventi quali dira-

417Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 1Mappa delle aree di reintroduzione (base cartograficaldquocarta della vegetazione reale del ldquoBosco isolardquo di lesina- foglio 1rdquo foRte 2001)Map of reintroduction areas (cartographic base ldquocartadella vegetazione reale del ldquoBosco isolardquo di lesina - foglio1rdquo foRte 2001)

damento della vegetazione preesistente rimozionedel secco ecccomplessivamente nella stazione di ldquoBosco isolardquosono stati reintrodotti 520 individui di C clusii pro-dotti mediante coltivazione ex situ 200 dei qualiderivanti da semina diretta di semi pre-trattati e 320ottenuti da impianto di semi pre-germinatiattualmente ulteriori 155 individui prodotti nel-lrsquoambito di questo progetto sono conservati presso ilMuseo orto Botanico dellrsquouniversitagrave di Bari inmodo da garantire sia la conservazione ex situ delpatrimonio genetico della popolazione di lesina e siala possibilitagrave di disporre di materiale di propagazioneper studi successivi

Ringraziamenti - gli autori ringraziano gli ldquospeciali colla-boratorirdquo che si sono prodigati durante il lavoro in campodi reintroduzione in situ in ordine alfabetico elenaBlotti nicola cillo Saverio drsquoamico Mario de tullioantonella grano Marcello Macchia Saverio Regina egianni Signorile

letteRatuRa citatacHieSuRa loRenzoni f cuRti l loRenzoni gg

MaRcHioRi S 1976 ndash cistus clusii Dunal Note dinomenclatura e di distribuzione con particolare riguardoalla stazione di Lesina (Foggia) giorn Bot ital 110259-267

conti f Manzi a pedRotti f 1997 ndash Liste rosse regio-nali delle piante drsquoItalia WWf Societagrave Botanicaitaliana universitagrave di camerino

foRte l anifantiS S Mantino f caRRuggio fcavallaRo v 2009 ndash Conservation of cistus clusiiDunal from ldquoBosco Isolardquo (Lesina - Apulia) current sta-tus and new experimental evidence in BaccHetta g(ed) Book of Abstracts Biodiversity Hotspots in theMediterranean Area 45th intern congr SiSv amp fip ndashcagliari 22-24 25-29 June 2009 280

foRte l cavallaRo v MaccHia f 2002b ndashConservazione in situ di cistus clusii Dunal (cistaceaeMagnoliophyta) nella duna di Lesina Quad Botamb appl 13 3-9

foRte l cavallaRo v pantaleo f drsquoaMico fSMaccHia f 2002a ndash The vascular Flora of the ldquoBoscoIsolardquo at Lesina (Foggia ndash Apulia) fl Medit 12 33-92

foRte l MelcHioRRe g anifantiS S caRRuggio fMantino f 2012 ndash Alcuni aspetti della biologia dellaconservazione di cistus clusii Dunal di ldquoBosco Isolardquo(Lesina Puglia) inform Bot ital 44(Suppl 2) 36-38

foRte l paStoRe d 2005 ndash Relazioni acqua-pianta inMaccHia f (ed) Biologia ed ecologia di cistus clusiiDunal 31-38 ed adda Bari

foRte l paStoRe d MaRvulli M Scatigna aMeMaccHia f 2005 ndash Analisi comparata tra eventi feno-logici e andamento dei parametri ambientali inMaccHia f (ed) Biologia ed ecologia di cistus clusiiDunal 5-13 ed adda Bari

giaRdina 1988 ndash Segnalazioni Floristiche Italiane 574-576 inform Bot ital 20(2-3) 678-679

MaccHia f (a cura di) 2005 ndash Biologia ed ecologia dicistus clusii Dunal ed adda Bari

Rizzotto M 1979 ndash Ricerche tassonomiche e corologichesulle cistaceae 1 Il genere cistus L in Italia Webbia33(2) 343-378

RiaSSunto ndash Cistus clusii dunal egrave una specie moltorara in italia storicamente presente in Sicilia e in puglianellrsquounica stazione di ldquoBosco isolardquo (lesina fg) in segui-to allrsquoestinzione della piccola popolazione residuale puglie-se il Museo orto Botanico dellrsquouniversitagrave di Bari e ilcentro Studi naturalistici onluS hanno stipulato unaapposita convenzione al fine di attuare unrsquoazione di rein-troduzione nel sito di lesina le piante reintrodotte insitu 520 in tutto sono state ottenute a partire da indivi-dui di C clusii progenie della popolazione spontanea ori-ginaria conservati ex situ presso il Museo orto Botanicoper aumentare le probabilitagrave di successo dellrsquointerventogli individui sono stati distribuiti in tre aree distinte eallrsquointerno di queste piantati in micro-siti rispondenti allecaratteristiche eco-fisiologiche della popolazione di C clu-sii di lesina giagrave note dalla letteratura infatti solo unaconoscenza approfondita del comportamento bio-ecologi-co delle entitagrave oggetto di interventi di conservazione insitu permette di programmare una concreta azione di tute-la attraverso lrsquoinsediamento di popolazioni in grado dipersistere nel tempo

418 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

autoRi

Luigi Forte (luigiforteunibait) Viviana Cavallaro Dipartimento di Biologia e Museo Orto Botanico Universitagrave di BarildquoAdo Morordquo Via E Orabona 4 70126 BariStamatia Anifantis Francesca Carruggio Francesca Mantino Giulia Melchiorre Museo Orto Botanico Universitagrave di BarildquoAldo Morordquo Via E Orabona 4 70126 Bari

Limoniastrum monopetalum (l) Boiss egrave presente inpuglia sulle rupi marittime di tricase porto (le)nellrsquoambito di una cenosi ascrivibile alla classeCrithmo-Limonietea Br-Bl 1947 in condizioni ana-loghe a quanto descritto per la Sicilia meridionale daBaRtolo et al (1982) Secondo la direttiva9243cee si tratta di un habitat di interesse comu-nitario denominato ldquoScogliere con vegetazione dellecoste mediterranee con Limonium spp endemicirdquo(aavv 2010) ersquo una specie a diffusione SW-Mediterranea in italia egrave presente in Sardegna inSicilia (conti et al 1992) nella laguna diorbetello (toMei guazzi 1993) a tricase porto(le) (accogli et al 1996) (fig1) in passato laspecie era stata segnalata ldquonei siti arenosi di tarantordquo(MaRinoSci 1870) caratterizzati da depressionicostiere con un ristagno idrico con substrato preva-lentemente costituito da argille e colonizzato da spe-cie ad elevata alofilia (tRotteR 1936) probabil-mente le antiche cenosi erano ascrivibili alla classeSarcocornetea-fruticosae Br-Bl amp tuumlxen ex a amp oBolograves 1950 tipica dei suoli inondati fangoso-argillo-si come riportato da Biondi et al (2004) per laSardegna

StatuS del popolaMento puglieSe ed eSpeRienzepRegReSSe

a tricase porto il popolamento si presenta formatoda due nuclei localizzati sulla sommitagrave di due costo-ni rocciosi distanti in linea drsquoaria circa 150 mentrambi i costoni sono occupati da abitazioni ad

uso civico ed i cespugli di limoniastro sono localizza-ti nelle loro adiacenze ma non allrsquointerno e questopotrebbe escludere unrsquointroduzione della specie perscopo ornamentale in totale si possono contarecirca 25 individui dei quali 18 si presentano comegrossi cespugli larghi 1ndash25 m alti 075ndash130 m lafioritura dura meno di un mese tra la fine di giugnoe lrsquoinizio di luglio le infiorescenze secche rimango-no sulla pianta sino a dicembre ma la maturazionedei frutti non egrave mai evidente e non egrave visibile la dei-

419infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

conservazione ex situ ed interventi di reintroduzione di Limoniastrum monopetalum in puglia

R accogli Mp BiancHi p Medagli S MaRcHioRi

aBStRact - ex situ conservation and reintroduction of limoniastrum monopetalum in Apulia region - in this paper arepresented the main actions taken by the Botanic garden of diSteBa for the protection of Limoniastrum monopetalum(l) Boiss species of high vulnerability included in the national Red list of plants of italy the specie is cultivated exsitu in the Botanic garden and it was decided to implement its reintroduction in the locality palude la vela (ta) in anarea once had been reported but no longer found propagation of L monopetalum was carried out by vegetative and gen-erative individuals obtained were reintroduced in two sites of the palude to different environmental conditions

Key words conservation moltiplication reintroduction

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 1areale di L monopetalum secondo gReuteR et al 1989 etutin et al 1981distribution area of L monopetalum according togReuteR et al 1989 and tutin et al 1981

scenza a contrastare lo sviluppo e la diffusione dinuove piante sono le estreme condizioni di povertagravedel substrato fortemente disturbato dalle attivitagraveantropiche che rimaneggiano continuamente le som-mitagrave dei costoni rocciosi (interventi di restauro edili-zio incendi e tagli indiscriminati) e la presenza diuna flora sinantropica dominata da agave pittospo-ro caprifico rovola vulnerabilitagrave della specie ha motivato la sua ripro-duzione ex situ nellrsquoorto Botanico dellrsquouniversitagravedel Salento e la messa a punto di protocolli di rein-troduzione infatti giagrave nel 2000 era stata testata lacapacitagrave di propagazione di L monopetalum sia pervia gamica che agamica senza forzature sui semi neacutedi ormoni radicanti per le talee la resa germinativaera risultata molto bassa del 2-5 mentre elevatesono state le percentuali di attecchimento delle talee(70-95) sia in primavera che agli inizi dellrsquoautun-no nel 2005 egrave stato effettuato un primo interventovolto al potenziamento del popolamento di L mono-petalum esistente a tricase porto lungo un breve trat-to costiero prospiciente il sito interessato da un inter-vento di riqualificazione attuato dallrsquoamministra-zione comunale lrsquointervento prevedeva la realizza-zione di un camminamento lungo la scogliera attra-verso i segni della storia locale ancora leggibili (trat-turi per la mena delle pecore vasche intagliate negliscogli per la concia delle pelli e per lrsquoestrazione diblocchi lapidei terrazzamenti per le colture agrarieprimaticce etc) la flora del tratto costiero annove-ra altre specie di interesse conservazionistico percheacuteincluse nella lista Rossa nazionale come Vincetoxi-cum hirundinaria Medik subsp adriaticum (Beck)Markgr o di valore fitogeografico come lrsquoendemicoLimonium japigicum (groves) pignatti Lavateraarborea l Scrophularia lucida l lrsquointervento direintroduzione era stato concordato con docenti edalunni delle Scuole Medie inferiori del comune ditricase che hanno partecipato dimostrando grandeinteresse e sensibilitagrave nellrsquoautunno 2005 egrave stataorganizzata una giornata durante la quale dopo unincontro tra autoritagrave politiche locali studiosi stu-denti e cittadini sono state messe a dimora 10 pian-te di L monopetalum (accogli et al 2006) pur-troppo lrsquointervento egrave stato inficiato da un incendioche nella primavera successiva ha distrutto buonaparte della flora spontanea ed i trapianti effettuati

MateRiali e Metodi

un secondo intervento di reintroduzione di L mono-petalum egrave stato programmato nel 2011 per il sitopalude la vela che ricade nellrsquoomonima Riservanaturale Regionale e prossima allrsquoantica salina di Sgiorgio jonico (ta) come prima fase si egrave procedu-to alla moltiplicazione della specie per ottenere indi-vidui giovani da mettere a dimora la moltiplicazio-ne ex situ egrave stata ripetuta sia per via vegetativa chegenerativa ponendosi nelle medesime condizionidegli anni precedenti ma con lrsquoaccorgimento didistinguere talee semierbacee da talee legnose ilmateriale propagativo egrave stato prelevato dagli indivi-

dui presenti a tricase porto da rami di 2 o piugrave annicon diametro del fusto maggiore di 10 mm sonostate realizzate talee lunghe 10-18 cm da rami di 1anno con diametro inferiore a 10 mm sono staterealizzate talee lunghe 7-12 cm il prelievo egrave statoeffettuato sia allrsquoinizio dellrsquoautunno (5 ottobre 2010)che alla fine della stagione invernale (5 marzo 2011) le talee sono state messe a radicare (senza aggiunta diormoni) in substrato costituito da un mixer di torbae perlite in rapporto 12 in vasi in pvc delle dimen-sioni 7x7x18 cm fatti stazionare poi in tunnel fred-do dopo 30 giorni veniva registrato lrsquoattecchimentodelle talee i risultati definitivi hanno evidenziato ilseguente andamento in autunno per quelle preleva-te da rami di 2 anni egrave stata registrata una percentua-le del 74 e per quelle prelevate da rami di 1 annodel 64 in primavera per le talee piugrave legnose egrave stataregistrata una percentuale di attecchimento pari al95 e per quelle meno legnose dellrsquo86 ancorauna volta i risultati dimostrano la facilitagrave di propaga-zione vegetativa della specie inoltre anche se i valo-ri differiscono di poco si deduce che il periodomigliore per il taleaggio di L monopetalum egrave a finestagione primaverile con rami vecchi di almeno 2anni (tab 1)

i racemi di L monopetalum dopo la fioritura persi-stono sulla pianta per lungo tempo (anche sino allrsquoin-verno) per cui sono stati effettuati periodici prelievidei frutti per lrsquoestrazione dei semi al fine di definire ilperiodo di piena maturazione un primo prelievo deifrutti egrave stato effettuato in ottobre i semi sono statiopportunamente isolati previa rottura della capsulaed una parte di essi egrave stata sottoposta a vernalizzazio-ne (4 degc per 24 h) per simulare unrsquoeventuale dor-mienza invernale la semina egrave stata effettuata in cap-sule petri sterili con carta da filtro come substratotenute in camera di crescita a 20 degc e fotoperiodo di10 h Sono state realizzate tre ripetizioni con 30 ele-menti per capsula lrsquoelaborazione dei dati registratievidenzia un andamento del potere germinativo di Lmonopetalum secondo quanto riportato dalla fig 2 il monitoraggio delle piastre ha evidenziato un pote-re germinativo dei semi molto basso (2-4) questodato egrave stato confermato dalla semina a spaglio effet-tuata in una seminiera con substrato composto datorba e agriperlite nel rapporto 12 da circa 200semi sono emerse solo 6 plantule

420 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

taBella 1Risultati della propagazione ex situResults of ex situ propagation

stagione talee di di radicazionepartenza 72 dopo 30 gg

Oslash 10 mm 64autunno Oslash 10-20 mm 74Oslash 10 mm 86primavera Oslash 10-20 mm 95

ReintRoduzione a palude la vela

i sopralluoghi effettuati a palude la vela per lrsquoindivi-duazione di siti idonei alla reintroduzione hannoindotto alla scelta di due piccole superfici simili percondizioni di substrato per copertura vegetale eparametri ambientali tali siti sono collocati su spon-de opposte dellrsquoacquitrino ed hanno unrsquoestensioneminima di 60 m2 per la messa a dimora sono stateselezionate piante vigorose e sane con unrsquoaltezzamedia di 489 plusmn526 cm e diametro di 1609plusmn304cm nel mese di novembre 2011 egrave stata effettuata laloro messa a dimoranel sito denominato ldquoardquo sono state trapiantate 15piante con un approssimativo sesto di impianto di 2x 4 m nel sito ldquoBrdquo sono state trapiantate 14 piantein ordine sparso in quanto lrsquoarea presentava nume-rose zone di erosione e continui dislivelli

concluSioni

nellrsquoarea palude la vela le condizioni ambientalisembrano piugrave confacenti allrsquoecologia di L monopeta-lum rispetto a tricase porto ed egrave positivo che tutte lepiante abbiano attecchito e siano giunte a fioriturama solo fra qualche anno si potragrave constatare la for-mazione di un eventuale popolamento con individui

fertili ed in grado di autopropagarsi e si avragrave confer-ma del successo della reintroduzione

letteRatuRa citataaavv 2010 ndash Manuale italiano interpretazione degli

habitat (Direttiva 9243 CEE) Ministero ambiente etutela territorio e Mare SBi

accogli R Medagli p MaRcHioRi S 1996 ndashlimoniastrum monopetalum (L) Boiss in Puglia(plumbaginaceae) giorn Bot ital 130 1 91degcongr SBi ancona 16-19 settembre 1996

mdash 2006 ndash Conservazione ex situ e reintroduzione dilimoniastrum monopetalum (L) Boiss sulla fasciacostiera di Tricase Porto (Lecce) inform Bot ital38(Suppl 1) 183-184

BaRtolo g BRullo S MaRcenograve c 1982 ndash La vegeta-zione costiera della Sicilia sud-orientale aQ71226cnR Roma

Biondi e BRugiapaglia e faRRiS e filigHeddu RSeccHi z 2004 ndash Halophilous vegetation of Olbia pondsystem (NE-Sardinia) fitos 41(1) Suppl 1 125-141

conti f Manzi a pedRotti f 1992 ndash Lista RossaNazionale delle Piante drsquoItalia WWf italia Roma

gReuteR W BuRdet HM long g 1989 ndashMedndashChecklist vol 4 320 pp

MaRinoSci M 1870 ndash Flora Salentina 1 22toMei pe guazzi e 1993 ndash Le zone umide della

Toscana Lista generale delle entitagrave generali atti MusStor nat grosseto 15 120-135

tRotteR a 1936 ndash Rilievi ecologici intorno alla flora edalla vegetazione della salina di SGiorgio presso Tarantoann R ist Sup agr portici III 5 120-135

tutin tg HeyWood vH BuRgeS na MooRedM valentine dH WalteRS SM WeBB da1981 ndash Flora Europaea vol 3 51

RiaSSunto - nel presente lavoro vengono esposte leprincipali azioni intraprese dallrsquoorto Botanico deldiSteBa per la salvaguardia di Limoniastrum monopeta-lum (l) Boiss specie ad alta vulnerabilitagrave inclusa nellalista Rossa nazionale delle piante drsquoitalia da anni la spe-cie viene coltivata ex situ nellrsquoorto Botanico e si egrave pensatodi attuare la sua reintroduzione in localitagrave palude la velain un ambito territoriale di antica segnalazione ma doveattualmente risulta scomparsa la propagazione di Lmonopetalum egrave stata effettuata per via vegetativa e genera-tiva e gli individui ottenuti sono stati reintrodotti in duesiti della palude a diverse condizioni ambientali

421Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 2valutazione del potere germinativoevaluation of the germinative power

autoRi

Rita Accogli (ritaaccogliunisalentoit) Maria Pia Bianchi Piero Medagli Silvano Marchiori Orto Botanico delDipartimento di Scienze e Tecnologie Biologiche ed Ambientali (DiSTeBA) Universitagrave del Salento Centro Ecotekne ViaProvinciale per Monteroni 73100 Lecce

in occasione della redazione della checklist dellepiante vascolari della puglia (a albano fBartolucci f conti p Medagli Rp Wagensommerin prep) egrave stato aggiornato lrsquoelenco delle specieminacciate in questa Regionele liste Rosse Regionali (conti et al 1997) ripor-tavano per la puglia 180 entitagrave da allora sono tras-corsi piugrave di 15 anni alcune di queste entitagrave eranoindicate in puglia per errore e altre sono considerateoggi sinonimi di entitagrave non minacciate mentrenumerose specie della lista Rossa nazionale sonostate rinvenute in puglia solo dopo il lavoro diconti et al (op cit) per questo motivo abbiamoritenuto utile aggiornare lrsquoelenco delle specie di listaRossa della Regione puglia e integrarlo con tutte leentitagrave endemiche pugliesi ed esclusive della Regione(presenti in italia solo in puglia)

RiSultati

il libro Rosso delle piante drsquoitalia (conti et al1992) riportava 458 specie e sottospecie di piantevascolari sottoposte a vari gradi di minaccia a livellonazionale di queste entitagrave 46 sono attualmentenote in puglia (tab 1) considerando anche le listeRosse Regionali (conti et al 1997) il numero ditaxa minacciati a livello nazionale e presenti in pugliasale a 89 entitagrave certamente presenti (di cui 1 dubita-tivamente alloctona) e 8 dubitativamente presentinella Regione mentre il numero di entitagrave indicatecome minacciate a livello Regionale egrave pari a 158 (dicui 1 dubitativamente alloctona) alle quali si aggiun-gono 4 entitagrave dubitativamente presenti nella Regio-ne per un totale di 188 entitagrave (tab 1)

le specie esclusive della puglia cioegrave quelle presentiin italia solo in questa Regione sono 54 di cui 2dubitativamente alloctone alle quali si aggiungono 6entitagrave la cui presenza egrave dubbia di queste 54 entitagrave35 sono endemiche pugliesi (tab 1)pertanto le specie di lista Rossa in puglia integratecon tutte le endemiche pugliesi e le esclusive dellaRegione sono 221 (tab 1) pari al 93 della floravascolare autoctona pugliese

diScuSSione

il libro Rosso e le liste Rosse delle piante drsquoitalia(conti et al 1992 1997) pur essendo stati seguitida altri lavori riguardanti le piante minacciate delnostro paese (pignatti et al 2001 ScoppolaSpaMpinato 2005) sono ancora oggi il riferimentoprincipale per le specie a rischio di estinzione initalia negli ultimi anni lrsquoimpulso alla realizzazionedi una nuova lista Rossa delle piante drsquoitalia secon-do i piugrave recenti criteri iucn (2001 2011) egrave statodato dalla rubrica pubblicata sullrsquoinformatoreBotanico italiano ldquoSchede per una lista Rossa dellaflora vascolare e crittogamica italianardquo e dal proget-to appena concluso e realizzato dalla SocietagraveBotanica italiana per conto del Ministero dellrsquoam-biente e della tutela del territorio e del Mare relati-vo alla valutazione nazionale della categoria di rischiodi estinzione per piugrave di 300 specie vegetali di interes-se conservazionistico e di ambientihabitat partico-larmente minacciati (RoSSi et al 2013) attualmen-te questi progetti hanno portato alla valutazione delgrado di minaccia di 40 specie vascolari presenti inpuglia Egrave auspicabile pertanto il contributo di tutti

422 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

piante vascolari minacciate e liste Rosse aggiornamento delle conoscenzein puglia

Rp WagenSoMMeR p Medagli ev peRRino

aBStRact - Threatened vascular plants and Red Lists an update of knowledge in Apulia -the Regional Red list of vas-cular plant species in apulia Region has been updated following recent knowledges of conservation distributional andtaxonomic interest

Key words apulia Red lists threatened species update

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

423Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

taBe

lla

1Piante vascolari endemiche esclusive e di Lista Rossa della Regione Puglia

Endemic exclusive and Red List vascular plants in Apulia Region

424 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO 45 (2) 393-432 2013(se

gue T

ab 1

)

425Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

(segue Tab 1)

426 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013(segue Tab 1)

427Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

(segue Tab 1)

i botanici pugliesi affincheacute sia possibile valutaresecondo i criteri piugrave recenti dellrsquoIUCN (op cit) unnumero molto maggiore di specieLrsquoelenco riportato in Tab 1 include tutte le specieendemiche pugliesi ed esclusive della Puglia Di que-ste entitagrave 33 non venivano indicate nelle Liste RosseRegionali (CONTI et al 1997) Esse sono state inclu-se in Tab 1 in via precauzionale ma in molti casi illoro effettivo grado di minaccia deve ancora esserevalutato Lrsquoelenco non include invece le categorie diminaccia indicate in ROSSI et al (2013) che sarannooggetto di un futuro contributo sulle specie di inte-resse conservazionistico in Puglia

CONCLUSIONILrsquoaggiornamento delle conoscenze floristiche inPuglia e le informazioni tassonomiche nomenclatu-rali e distributive pubblicate nel corso degli ultimianni hanno consentito un aggiornamento delle ListeRosse delle Piante vascolari della Regione Puglia maancora molto lavoro deve essere svolto per megliodefinire il numero di specie a rischio e il loro effetti-vo grado di minaccia secondo i piugrave recenti criteriinternazionali (IUCN op cit)

LETTERATURA CITATACONTI F MANZI A PEDROTTI F 1992 ndash Libro Rossodelle Piante drsquoItaliaMinistero Ambiente WWF Italia

Societagrave Botanica Italiana Romamdash 1997 ndash Liste Rosse Regionali delle Piante drsquoItaliaWWFItalia Societagrave Botanica Italiana CIAS Camerino

IUCN 2001 ndash IUCN Red List Categories and CriteriaVersion 31 IUCN Species Survival CommissionIUCN Gland (Switzerland) amp Cambridge (UK)II+30 pp

mdash 2011 ndash Guidelines for Using the IUCN Red ListCategories and Criteria Version 90 Prepared by theStandards and Petitions Subcommittee httpww-wiucnredlistorgdocumentsRedListGuidelinespdf

PIGNATTI S MENEGONI P GIACANELLI V (a cura di)2001 ndash Liste rosse e blu della flora italiana ANPARoma

ROSSI G MONTAGNANI C GARGANO D PERUZZI LABELI T RAVERA S COGONI A FENU G MAGRINIS GENNAI M FOGGI B WAGENSOMMER RPVENTURELLA G BLASI C RAIMONDO FMORSENIGO S (Eds) 2013 ndash Lista Rossa della FloraItaliana 1 Policy Species e altre specie minacciateComitato Italiano IUCN Ministero Ambiente eTutela Territorio e Mare Roma 54 pp

SCOPPOLA A SPAMPINATO G (Eds) 2005 ndash Atlante dellespecie a rischio di estinzione (CD-ROM) Allegato a ASCOPPOLA C BLASI (Eds) Stato delle conoscenze sullaflora vascolare drsquoItalia Palombi Ed Roma

RIASSUNTO ndash Egrave stata aggiornata la Lista RossaRegionale delle piante vascolari della Regione Pugliasecondo le piugrave recenti conoscenze in ambito conservazio-nistico distributivo e tassonomico

428 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO 45 (2) 393-432 2013

AUTORI

Robert Philipp Wagensommer (robwagensommeryahooit) Scuola di Scienze Ambientali Universitagrave di Camerino - CentroRicerche Floristiche dellrsquoAppennino (Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga) San Colombo 67021 Barisciano(LrsquoAquila)Piero Medagli (pietromedagliunileit) Laboratorio di Botanica Sistematica del DiSTeBA Universitagrave del Salento ViaProvinciale Lecce-Monteroni 73100 LecceEnrico Vito Perrino (enricoperrinoyahooit) Museo Orto Botanico Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via E Orabona 4 70124Bari

Verticillium dahliae Kleb egrave un fungo tracheomicoti-co responsabile della piugrave grave malattia dellrsquoolivo(Olea europaea l) soprattutto negli oliveti dei paesimediterranei Questo fungo oltre lrsquoolivo attacca piugravedi 300 specie di piante arboree ed erbacee la malat-tia determina generalmente il disseccamento di por-zioni della chioma (BeJaRano-alcaacutezaR et al 2001pegg BRady 2002 BuBici ciRulli 2011) isolatidi V dahliae in grado di infettare cotone e olivo pos-sono essere classificati in due patotipi defogliante enon-defogliante sulla base della loro abilitagrave o menodi indurre defogliazione nelle piante infette(MeRcado-Blanco et al 2001 2003) il presentelavoro propone studi preliminari su i) alcune rispo-ste fisiologiche in due cultivar di olivo caratterizzateda differenti livelli di suscettibilitagrave alla verticilliosi ii)alcuni determinanti di patogenicitagrave potenzialmentecoinvolti nellrsquoinduzione dei sintomi fogliari prodottida patotipi diversi di V dahliae

MateRiali e Metodi

Alterazioni fisiologiche piante di olivo delle cultivar lsquofrantoiorsquo (resistente) elsquoleccinorsquo (suscettibile) sono state inoculate con gliisolati vd312d (defogliante) e vd315nd (nondefogliante) seguendo il metodo descritto da ciRulli

et al (2008) piante non trattate e piante le cui radi-ci sono state immerse per 10 minuti in acqua sonostate utilizzate come tesi di controllo Sono stati valu-tati il contenuto di fenoli carotenoidi clorofillaperossido drsquoidrogeno ascorbato e lrsquoattivitagrave delleperossidasi generiche (pod) e dellrsquoascorbato perossi-dasi (apX) in foglie delle due cultivar raccolte dopo24 72 e 240 ore dal trapianto applicando i metodiproposti da cHandleR doddS (1983) licHten-tHaleR (1987) BRuno SpaRapano (2006) toM-MaSi et al (2006) paRadiSo et al (2008) tre mesidopo lrsquoinoculazione su ogni pianta egrave stata valutata lapresenza di malattia sulla chioma utilizzando la scaladi severitagrave dei sintomi proposta da colella et al(2008) lrsquoanalisi statistica dei dati egrave stata eseguitaattraverso lrsquoanalisi della varianza (anova) le mediesono state separate con il test della minima differen-za significativa (MdS) Produzione di metaboliti secondari fitotossici colture liquide statiche degli isolati vd312d evd315nd di V dahliae sono state allestite in tredifferenti soluzioni nutritive czapek modificato(vdM) patate destrosio Broth (pdB difco ) oacqua estratto di Malto (oxoid) al 2 (eM2) perciascun isolato e substrato sono state preparate 10bottiglie di Roux della capacitagrave di 1 l contenenti

429infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

Meccanismi di resistenza alla verticilliosi e caratterizzazione di varietagrave meridionali di olivo dati preliminari sulla fisiologia dellrsquointerazione olivoVerticillium dahliae

gl BRuno c faSciano Mp ippolito S SeRMani ad MaRSico c colella M aMenduni f toMMaSi

aBStRact - Mechanisms of resistance to olive Verticillium wilt and characterization of olive varieties from southern prelim-inary data on physiology of olive - verticillium dahliae interaction - inoculations experiment were performed with two strainsof Verticillium dahliae characterized as defoliating (vd312d) or not defoliating (vd315nd) pathotypes lsquofrantoiorsquo(resistant) and lsquoleccinorsquo (susceptible) olive plants the interaction plantpathogen was evaluated as total phenolscarotenoids chlorophylls hydrogen peroxide ascorbic acid generic peroxidases and ascorbate peroxidase activityinoculated plants showed the typical pathway associate to a stress the two pathotypes are also able to produce in vitrophytotoxins Some of these secondary metabolites should be involved on biochemical and physiological alterations asso-ciated to verticillium wilt symptoms on olive trees (leaves wilting and defoliation)

Keywords fenoli totali metaboliti secondari stato redox verticilliosi

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

150 ml di soluzione nutritiva ciascuna bottiglia egravestata inoculata con 5 ml di sospensione ottenutaomogeneizzando tre colonie (coltivate per due setti-mane in piastre petri su substrato di pda a 25 degc albuio) in 50 ml di acqua distillata sterile dopo 28giorni di coltura (25 degc al buio) il micelio egrave statorimosso mediante filtrazione su garza e centrifugazio-ne (5500 xg 20 min 4 degc) aliquote (3 ml) di cia-scun filtrato colturale (fc) integro o diluito (10100 e 1000 volte con acqua distillata) sono state uti-lizzate in saggi di tossicitagrave su rametti recisi dilsquoleccinorsquo e lsquofrantoiorsquo eseguiti in ambiente controlla-to (uR 50 t 25 degc luce 150 microe cm-2 sec-1)acqua distillata e substrato non inoculato sono statiutilizzati come controllo dal terzo giorno dopo lrsquoas-sorbimento delle soluzioni tossiche egrave stata osservatala manifestazione dei sintomi dopo 24 72 e 240 oredallrsquoassorbimento delle soluzioni saggiate le foglie diciascun rametto sono state caratterizzate in terminidi flusso traspiratorio utilizzando un porometro li-1600-licor negli stessi intervalli egrave stato valutato ilcontenuto in clorofilla e fenoli seguendo i metodiproposti in precedenza

RiSultati e diScuSSione

Alterazioni fisiologicheper entrambi i patotipi di V dahliae saggiati lrsquoindu-zione di uno stato di malessere nella pianta egrave confer-mata dalla riduzione nel contenuto di clorofillesoprattutto dopo 24 ore per la cultivar suscettibilelsquoleccinorsquo (fig 1) invece il contenuto di ascorbatoclorofille e carotenoidi ha subito un incrementosoprattutto nei campioni di foglie prelevate dopo 72e 240 ore dallrsquoinoculo con il patotipo defogliante leanalisi condotte sulle foglie di lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquohanno mostrato come la molecola segnale perossidodrsquoidrogeno risulta maggiormente presente nella cul-tivar frantoio dopo 72 ore dallrsquoinoculo con il patoti-po defogliante (fig 1) mentre lrsquoattivitagrave della apXsegna negli stessi tempi un decremento (fig 2) invece nella cultivar frantoio i sistemi antiossidan-ti non enzimatici hanno mostrato un calo rispetto aicontrolli nei livelli di ascorbato e di fenoli (fig 1) non si sono osservate variazioni nellrsquoattivitagrave dellacatalasi (fig 2) infatti come dimostrato in altrisistemi nei tessuti vegetali questo enzima svolge unruolo nel metabolismo del perossido di idrogenosecondario rispetto allrsquoapX che invece egrave lrsquoenzimachiave nel controllo della concentrazione in perossi-do di idrogeno (de gaRa et al 2003) lrsquoattivitagrave dellepod infine aumenta notevolmente nelle fasi tardi-ve dellrsquoinfezione nelle foglie di lsquofrantoiorsquo mentre inquelle di lsquoleccinorsquo un incremento egrave evidente 72 oredallrsquoinoculo (fig 2) i dati evidenziati nelle nostre condizioni sperimenta-li sono in linea con quanto riportato dalla letteraturariguardo alle interazioni pianta-patogeno e le risposteda stress abiotici (de gaRa et al 2003) infatti nellepiante resistenti si assiste a una modulazione deisistemi antiossidanti tale da causare un incremento diperossido di idrogeno a livello fogliare (de gaRa etal 2003) per contro nella varietagrave suscettibile lrsquoau-

mento dei livelli in antiossidanti non enzimatici nonegrave sufficiente a indurre resistenza la diversa rispostaai sistemi antiossidanti riscontrata nelle due varietagraveutilizzate in queste prove potrebbe essere consideratacome un marker biochimico per valutare lo stato diavanzamento dellrsquoinfezione e il suo destino primadella comparsa dei sintomi

Evoluzione dei sintomia conferma di quanto giagrave riscontrato da ciRulli etal (2008) lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo sono risultate rispet-tivamente resistenti e suscettibili ai due isolati di Vdahliae utilizzati nessun sintomo egrave stato registrato esulle piante utilizzate come controllo (piante nontrattate e piante le cui radici sono state immerse per

430 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

fig 1contenuto in fenoli carotenoidi clorofille e perossido diidrogeno in foglie di lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo dopo 24 72 e240 ore dallrsquoinoculo con vd312d () e vd315nd ()i controlli sono rappresentati da piante le cui radici sonostate immerse per 10 minuti in acqua (mdash) ciascun valo-re egrave la media di cinque piante phenols carotenoids chlorophylls and hydrogen peroxidecontent in leaves of lsquofrantoiorsquo and lsquoleccinorsquo after 24 72and 240 hours after inoculation with vd312d () andvd315nd () as controls plants were treated for 10minutes in water (mdash) each value is the mean of fiveplants

10 minuti in acqua) e sulle chiome di lsquofrantoiorsquo ino-culate con il patotipo non defogliante il patotipodefogliante ha causato su lsquofrantoiorsquo una modestadefogliazione le piante di lsquoleccinorsquo hanno espressosintomi gravi con entrambi i patotipi (generale avviz-zimento della chioma) aggravati nel caso del patoti-po defogliante da accentuata e rapida filloptosiMetaboliti secondari fitotossici gli isolati di V dahliae utilizzati in coltura liquida susubstrato vdM hanno permesso di ottenere fc chesaggiati su rametti recisi di lsquoleccinorsquo (suscettibile) elsquofrantoiorsquo (resistente) hanno riprodotto sintomi diavvizzimento e accartocciamento fogliare e defoglia-zione nessun sintomo egrave stato registrato sui ramettiche hanno assorbito acqua distillata e i substrati noninoculati lrsquoassorbimento dei 3 ml di soluzione daparte dei rametti ha richiesto 30-32 ore per acquavdM pdB e eM2 mentre i fc dei due isolati sonostati assorbiti in 17-24 ore i fc dei patotipivd312d o vd315nd di V dah-liae ottenuti su substrato vdM saggiati su entrambe

le cultivar di olivo hanno evidenziato sintomi da 7-9 giorni dopo lrsquoassorbimento i fc ottenuti su sub-strato vdM da entrambi i patotipi inducono ripiega-mento e successivo imbrunimento della laminafogliare sui rametti di lsquofrantoiorsquo Sui rametti dilsquoleccinorsquo sono stati registrati ingiallimenti della lami-na fogliare inizialmente intorno alle nervature edopo 3-5 giorni sullrsquointera superficie Sintomo fina-le dei fc di entrambi gli isolati di V dahliae dopo 28giorni di coltura su substrato di vdM egrave stata unagenerale defogliazione dei rametti Su lsquoleccinorsquo ladefogliazione egrave stata severa e si egrave avuta dopo 17 gior-ni sui rametti trattati con il fc dellrsquoisolato vd312dcf e dopo 21 giorni su lsquofrantoiorsquo i rametti trattaticon i fc di vd315nd sono stati registrati dopo 20giorni su lsquoleccinorsquo e dopo 25 giorni su lsquofrantoiorsquo isintomi sopra descritti sono stati osservati anche suirametti che hanno assorbito i fc dei due isolati dopodiluizione di 10 e 100 volte con acqua distillata i fc ottenuti dai due patotipi su substrato vdMsono stati confrontati sulle due cultivar per i loroeffetti sul flusso traspiratorio e sulle variazioni infenoli e clorofille presenti nelle foglie (fig 3)

431Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 2contenuto in ascorbato e attivitagrave delle perossidasi generi-che (pod) e dellrsquoascorbato perossidasi (apX) in foglie dilsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo dopo 24 72 e 240 ore dallrsquoinoculocon vd312d () e vd315nd () i controlli sono rap-presentati da piante le cui radici sono state immerse per10 minuti in acqua (mdash) ciascun valore egrave la media di cin-que piante ascorbic acid concentration and peroxidase (pod) andascorbate peroxidase (apX) activity in leaves of lsquofrantoiorsquoand lsquoleccinorsquo after 24 72 and 240 hours after inocula-tion with vd312d () and vd315nd () as controlsplants were treated for 10 minutes in water (mdash) eachvalue is the mean of five plants

fig 3effetti sulla traspirazione e sul contenuto in clorofille efenoli in foglie di lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo dopo 24 72 e 240ore dallrsquoassorbimento di 3 ml di filtrato colturale degli iso-lati vd312d () e vd315nd () su substrato vdM icontrolli hanno assorbito 3 ml di acqua (mdash) ciascunvalore egrave la media di cinque rametti recisi transpiration from abaxial leaf surfaces and chlorophyllsand phenols content in leaves of lsquofrantoiorsquo and lsquoleccinorsquoafter 24 72 and 240 hours after the absorbtion of 3 ml fvd312d () and vd315nd () culture filtrates onvdM as controls twigs adsorbed 3 ml of water (mdash) eachvalue is the mean of five twigs

le misure di traspirazione (fig 3) dimostrano unforte incremento nel flusso traspiratorio nei ramettirecisi che hanno assorbito i fc ottenuti dal patotipovd312d rispetto a quelli ottenuti dal vd315nd edalle tesi di controllo nessuna differenza egrave stata regi-strata nel contenuto in clorofilla Solo la concentra-zione in fenoli nelle foglie dei rametti recisi chehanno assorbito i fc ottenuti dai due isolati egrave risul-tata circa tre volte superiore rispetto ai rametti delletesi di controllo totali (fig 3)in definitiva appare chiaro che nellrsquointerazione Vdahliae e olivo entrino in gioco fattori chimici divirulenza del patogeno (fitotossine) che contribuisca-no alla patogenesi e alla manifestazione dei sintomied inducano nellrsquoospite condizioni di stress in que-sto stato la pianta ospite manifesteragrave in parte o intoto le alterazioni biochimiche e fisiologiche determi-natesi nei tessuti attraverso i sintomi

Ringraziamenti - gli autori ringraziano i collaboratoriluca Scarola valentino poliseno nicola contursi eaniello Rescigno (dipartimento di Scienze del Suolo dellapianta e degli alimenti universitagrave degli Studi di Barialdo Moro) per il valido supporto tecnico nella realizza-zione delle prove lavoro realizzato con il contributo dellafondazione cassa di Risparmio di puglia Bando 2010 ndashprogetto Meccanismi di resistenza alla verticilliosi e caratte-rizzazione di varietagrave meridionali di olivo

letteRatuRa citataBeJaRano-alcaacutezaR J peacuteRez-aRteacuteS e JiMeacutenez-dIacuteaz

RM 2001 ndash Spread of the defoliating pathotype ofverticillium dahliae to new cotton and olive growingareas in Southern Spain in Proceedings 8th Inter-national Verticillium Symposium coacuterdoba 2001 57

BRuno g SpaRapano l 2006 ndash Effects of three esca-asso-ciated fungi on vitis vinifera L II Characterization ofbiomolecules in xylem sap and leaves of healthy and dis-eased vines physiol Mol plant path 69 195-208

BuBici g ciRulli M 2011 ndash verticillium wilt inScHena l agoSteo ge cacciola So (eds)Olive diseases and disorders 191-222 transwordResearch network Kerala india

cHandleR Sf doddS JH 1983 ndash The effect of phos-phate nitrogen and sucrose on the production of pheno-lics and solasodine in callus cultures of Solanum lacinia-tum plant cell Rep 2 205

ciRulli M colella c drsquoaMico M aMenduni MBuBici g 2008 ndash Comparison of screening methods for

the evaluation of olive resistance to verticillium dahliaeKleb J plant path 90(1) 7-14

colella c Miacola c aMenduni M drsquoaMico MBuBici g ciRulli M 2008 ndash Sources of Verticilliumwilt resistance in wild olive germplasm from theMediterranean region plant path 57 533-539

de gaRa l de pinto Mc toMMaSi f 2003 ndash Theantioxidant systems vis-agrave-vis reactive oxygen species dur-ing plantndashpathogen interaction plant physiolBiochem 41 863-870

licHtentHaleR HK 1987 ndash Chlorophylls andearotenoids pigments of photosynthetic bio-membranesMethods enzymol 148 351-383

MeRcado-Blanco J collado-RoMeRo M paRRilla-aRauJo S RodRIacuteguez-JuRado d JiMeacutenez-dIacuteazRM 2003 ndash Quantitative monitoring of colonizationof olive genotypes by verticillium dahliae pathotypes withreal-time polymerase chain reaction physiol Mol plantpath 63 91-105

MeRcado-Blanco J RodRIacuteguez-JuRado d peacuteRez-aRteacuteS e JiMenez-dIacuteaz RM 2001 ndash Detection of thenondefoliating pathotype of verticillium dahliae ininfected olive plants by nested PCR plant path 50609-619

paRadiSo a BeRaRdino R de pinto Mc Sanitagrave ditoppi l StoRelli MM toMMaSi f de gaRa l2008 ndash Increase in ascorbatendashglutathione metabolism aslocal and precocious systemic responses induced by cadmi-um in durum wheat plants plant cell physiol 49362-374

pegg gf BRady Bl 2002 ndash Verticillium Wilts caBipublishing Wallingford

toMMaSi f paciolla c de pinto Mc de gaRa l2006 ndash Effects of storage temperature on viability germi-nation and antioxidant metabolism in ginkgo biloba Lseeds plant physiol Biochem 44 359-368

RiaSSunto ndash due ceppi di Verticillium dahliae caratte-rizzati come patotipo defogliante (vd312d) o non defo-gliante (vd315nd) e piante di olivo delle cultivarlsquofrantoiorsquo (resistente) e lsquoleccinorsquo (suscettibile) sono statiutilizzati in prove di inoculazione artificiale focalizzate allostudio fisiologico delle interazioni pianta patogeno ladiversa risposta riscontrata nelle due varietagrave in termini difenoli carotenoidi clorofilla perossido di idrogeno ascor-bato perossidasi generiche e ascorbato perossidasi indicauno stato di stress fitotossine prodotte in vitro dai duepatotipi sembrano essere coinvolte nelle alterazioni biochi-miche e fisiologiche alla base delle tipiche sintomatologiedella verticilliosi su olivo (avvizzimento generale dellachioma e defogliazione)

432 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

autoRi

Giovanni Luigi Bruno (giovanniluigibrunounibait) Samer Sermani Antonio Domenico Marsico Mario AmenduniDipartimento di Scienze del Suolo della Pianta e degli Alimenti (DiSSPA) Sezione di Patologia vegetale Universitagrave di BarildquoAldo Morordquo Via G Amendola 165A 70126 BariCristina Fasciano Maria Paola Ippolito Franca Tommasi (francatommasiunibait) Dipartimento di Biologia Universitagrave diBari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70125 BariCecilia Colella Dipartimento di Chimica Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70125 Bari

Page 22: Società Botanica italiana onluS 45 (2) 2013/391... · 2018-05-08 · prodotto preso in esame e sia dal metodo utilizzato (peRez-JiMénez et al., 2008; MülleR et al., 2010). un’attenzione

(c) formazione di docenti ed operatori museali

(a) lo spazio espositivo consentiragrave di sperimentarestrategie di comunicazione e divulgazione valorizzan-do strutture attrezzature e competenze giagrave presenti esi articola in 3 parti (a phylowall b darwin e lepiante c iconografia botanica) con aula didatticaper la formazionea phyloWall la parete della filogenesi delle pianteil ldquogiardino verticalerdquo nasce a scopo decorativo-arti-stico su idea del botanico e designer p Blanc ilphyloWall avragrave una funzione scientifico-didatticaattraverso la disposizione degli organismi secondouno schema filogenetico si visualizzeragrave in manieraimmediata il concetto di evoluzione una legendacon datazione e localizzazione geografica dei repertifossili verragrave collocata accanto al phylowall per unaimmediata fruibilitagraveb darwin e le pianteverragrave allestita lrsquoipotetica ricostruzione dello studio didarwin con alcune delle immagini piugrave significativelegate allrsquoelaborazione del concetto di evoluzioneverragrave collocato uno schermo touch-screen per i giochiinterattivi c iconografia botanica localeverranno allestite teche per lrsquoesposizione di volumitra cui la flora del Regno di napoli di Micheletenore allo scopo di evidenziare il legame tra il pas-sato ed il futuro della ricerca botanica

(B) la realizzazione di materiale didattico innovativocostituisce un obiettivo fondamentale del progettoun comitato di redazione tecnico-scientifico in col-laborazione con uno studio professionale specializza-to nella comunicazione multimediale si occuperagrave diideare e realizzare materiale didattico che verragrave poidistribuito per la validazione nellrsquoambito di una retedi collaborazione nazionale ed internazionale

(c) la formazione si articoleragrave in (a) visite guidateper alunni (b) corsi per insegnanti e operatorimuseali con la collaborazione dellrsquoassociazionenazionale insegnanti di Scienze naturali (aniSn)si prevede la formazione di insegnanti sulle tematichedellrsquoevoluzione biologica utilizzando sia un approc-cio storico-didattico con lrsquouso dellrsquoerbario e dellabanca del germoplasma sia lo sviluppo di strumentiinterattivi informaticii moduli di formazione affronteranno temi che spa-ziano dallrsquoinquadramento storico della teoria dellrsquoe-voluzione allrsquouso delle moderne tecniche di sistema-tica molecolare sviluppando specifici percorsi didat-tici per i diversi livelli di approfondimento un ruolofondamentale verragrave attribuito allrsquouso delle risorsemuseali

pRoSpettive futuReil progetto ha elevate potenzialitagrave di fornire ricaduteper la diffusione della cultura scientifica sia a livellolocale sia come esperienza pilota da esportare in altrerealtagrave territoriali nazionali in particolare la collabo-razione con lrsquoaniSn consente lrsquoimplementazionedel progetto nelle ldquoscuole presidiordquo ed una piugrave ampiautilizzabilitagrave del materiale didattico sullrsquoevoluzionedelle piante che verragrave messo a disposizionela collaborazione con altre universitagrave orti Botanicie Musei della Scienza costituiragrave una rete aperta ad unbacino di utenza piugrave ampio e permetteragrave di esporta-re sul piano nazionale lrsquoesperienza maturata nellrsquoam-bito del progettole azioni connesse alla realizzazione di e-Move pro-muoveranno su scala nazionale la costituzione dinodi in una rete di comunicazione e diffusione dellacultura scientifica nel campo specifico dellrsquoevoluzio-ne delle piante con lrsquoobiettivo generale di elevare illivello di competenze degli studenti dei docentidegli operatori museali e del pubblico di non addet-ti ai lavori in ambito scientifico sostenendo la for-mazione continua la formazione di operatorimuseali guide naturalistiche ed altre figure profes-sionali per ampliare le conoscenze naturalistiche ter-ritoriali egrave un obiettivo di particolare rilevanza sia perla valorizzazione delle risorse umane sia per la tuteladei beni ambientali e dellrsquoingente patrimonio costi-tuito dalla biodiversitagrave vegetale nel nostro paese conlrsquoobiettivo di salvaguardare specie a rischio di estin-zione nella fattispecie piante che hanno rivestito unparticolare significato nel corso dellrsquoevoluzione

letteRatuRa citatadoBzHanSKy t 1973 ndash Nothing in biology makes sense

except in the light of evolution amer Biol teacher 35127-129

MuumllleR g 2007 ndash Evo-devo extending the evolutionarysynthesis nat Rev genet 8 943-949

Spiegel an evanS eM fRazieR B Hazel a taReM gRaM W diaMond J 2012 ndash Changing muse-um visitorrsquos concept of evolution evo edu outreach5 43-61

RiaSSunto ndash viene brevemente presentato il progettoe-Move (evoluzione del Mondo vegetale) attualmentein corso di realizzazione presso il Museo orto Botanicodellrsquouniversitagrave degli Studi di Bari ldquoaldo Morordquo il proget-to che ha ricevuto un finanziamento MiuR nellrsquoambitodella legge 62000 per la diffusione della cultura scientifi-ca si propone di allestire uno spazio espositivo che si poneanche come centro permanente per la ideazione realizza-zione e diffusione di efficaci strategie didattiche sui temidellrsquoevoluzione biologica attraverso la costituzione di unarete di validazione nazionale ed internazionale noncheacute larealizzazione di incontri di formazione per docenti discuole di ogni ordine e grado ed operatori museali

413Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

autoRi

Antonella Grano Museo Orto Botanico Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70126 BariMario C De Tullio (mariodetulliounibait) Dipartimento di Biologia Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70126Bari

il genere Arum l (Araceae) comprende in italia trespecie poliploidi A apulum (carano) p c Boyce Amaculatum l e A italicum Mill in questo genere itaxa poliploidi tendono ad occupare areali geograficimolto ampi rispetto alle specie diploidi (Bedalov1981) infatti A italicum egrave principalmente diffusodal caucaso attraverso la regione del Mediterraneofino alla costa atlantica (BonnieR 1931 MeuSel etal 1965 diHoRu 1970 Bedalov 1975) A macu-latum secondo MeuSel et al (1965) teRpograve (1973)e Bedalov (1981) egrave distribuito in europa centrale eoccidentale A maculatum e A italicum presentanotuberi rizomatosi al contrario del poliploide A apu-lum che ha il tubero a forma discoide (BedalovKupfeR 2005) in riferimento allrsquoorigine delle speciedel genere Arum Bedalov KupfeR (2005) suggeri-scono che la forma discoide del tubero sia da consi-derare ancestrale rispetto alla forma rizomatosaSuccessivamente questi dati sono stati confermati daindagini molecolari (eSpigravendola et al 2010) in precedenti lavori al fine di chiarire la tassonomiadel genere Arum sono stati riportati alcuni aspetticitologici e citotassonomici (goRi 1958 MaRcHi etal 1964 BeuRet 1971 1972 MaRcHi 1971Bedalov 1975 1981 Bedalov et al 1998) lamaggior parte delle specie di Arum egrave diploide connumero cromosomico 2n=28 mentre sono pochi itaxa poliploidi conosciuti A maculatum e A apulumsono tetraploidi con 2n=56 mentre A italicum egrave esa-ploide con 2n=84 le analisi cariologiche hannomostrato in dettaglio i cariotipi di quattro speciediploidi e due poliploidi i taxa analizzati inoltrehanno evidenziato un ldquocariotipo di baserdquo caratteriz-

zato dalla presenza di alcuni cromosomi marker(drsquoeMeRico et al 1993 Bianco et al 1994) il presente contributo fornisce pertanto informazio-ni sulla cariomorfometria delle suddette specie poli-ploidi

MateRiali e Metodile analisi cariologiche sono state effettuate su apiciradicali pretrattati con colchicina 03 per 2h equindi fissati per 5 min con 5111 (vv) (alcol eti-lico assoluto cloroformio acido acetico glaciale for-maldeide) successivamente sono stati idrolizzati per20 min con Hcl 55n e colorati con reattivo difeulgen la nomenclatura utilizzata per descrivere ilcariotipo segue levan et al (1964)per valutare il livello di simmetria del cariotipo sonostati utilizzati gli indici di asimmetria a1 (indiceintracromosomale) e a2 (indice intercromosomale)(RoMeRo zaRco 1986)

RiSultati e diScuSSioneArum maculatum e A italicum sono caratterizzati daun cariotipo asimmetrico comprendente numerosicromosomi submetacentrici con A italicum chemostra un indice intracromosomale (a1=043) piugraveelevato rispetto ad A maculatum (a1=039)dal punto di vista citologico egrave interessante notareche nelle specie esaminate sono state osservate coppiedi cromosomi caratterizzate dalla presenza di seg-menti telomerici debolmente colorati dal feulgenprecedentemente descritti come costrizioni seconda-rie (drsquoeMeRico et al 1993) dyeR (1963) e voSacolaSante (1995) descrivono simili segmenti

414 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

indagini cariomorfometriche in tre taxa poliploidi del genere Arum

a tuRco p Medagli a alBano S drsquoeMeRico

aBStRact - Karyomorphometry on three polyploid taxa of arum - Somatic chromosomes of three polyploid taxa of Arumhave been investigated A italicum showed 2n = 84 chromosomes and the karyotype is composed by numerous asymmet-ric chromosomes A maculatum and A apulum have shown 2n = 56 chromosomes the karyotype morphology of Aitalicum is similar to that of A maculatum but the most asymmetrical karyotype and the presence of numerous weaklyfeulgen-stained segments of the former suggest a more recent origin respect to latter differently A apulum has showed asymmetrical karyotype and few weakly feulgen-stained segments

Keywords allocyclic segments Arum karyotype asymmetry

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

denominati ldquoallocyclic segmentsrdquo in diversi gruppidi piante (Gasteria duval Iris l Aloe l) voSaBennett (1990) e Bennett gRiMSHaW (1991)inoltre suggeriscono lrsquoutilitagrave di questi segmenticome indicatori dellrsquoevoluzione del cariotipo e quin-di determinanti nellrsquoidentificazione dei cariotipidelle varie entitagrave al riguardo Arum italicum hamostrato il maggior numero di cromosomi conte-nenti i suddetti segmenti in comparazione a quelliosservati nei complementi di A maculatum A apu-lum e nei diploidi A orientale M Bieb subsp orien-tale e A cylindraceum gasp (drsquoeMeRico et al1993) differentemente A apulum egrave una specie tetraploidecon una distribuzione limitata al Sud italia (puglia)(caRano 1934 goRi 1958 Bianco et al 1994)Questrsquoultima specie mostra un cariotipo piugrave simme-trico (a1=032) considerato ancestrale rispetto allespecie con cariotipi asimmetrici (SteBBinS 1971)costituito da cromosomi prevalentemente metacen-trici e dalla presenza di pochi segmenti allociclicidrsquoaltra parte lrsquoisolamento geografico accompagnatoda variazioni ecologiche sembra supportare lrsquoattualestruttura del cariotipo di A apulum

letteRatuRa citata Bedalov M 1975 ndash Cytotaxonomical and phytogeograph-

ical investigation of the species arum italicum Mill inYugoslavia acta Bot croat 34 143-150

mdash 1981 ndash Cytotaxonomy of the genus arum (araceae) inthe Balkans and the Aegean area Bot Jahrb Syst 102183-200

Bedalov M favaRgeR c KupfeR p 1998 ndash Naturalhybrids and basic chromosome number in the genusarum acta Botanica yunnanica Suppl X 71-75

Bedalov M KupfeR p 2005 ndash Studies on the genusarum (araceae) Bull Soc neuchacirctel Sci nat 12843-70

Bennett St gRiMSHaW JM 1991 ndash Cytological stu-dies in cyclamen (primulaceae) pl Syst evol 176135-143

BeuRet e 1971 ndash Reacutepartition geacuteographique de quelquesarum des groupes maculatum L et italicum Mill BullSoc neuchacirctel Sci nat 94 29-36

mdash 1972 ndash Preacutesence drsquoun Arum diploide en Italie BullSoc neuchacirctel Sci nat 95 35-41

Bianco p drsquoeMeRico S Medagli p Bedalov M1994 ndash Indagini sistematiche su arum apulum(Carano) Bedalov (araceae) entitagrave endemica delle

Murge Pugliesi Webbia 49 (1) 43-49BonnieR g 1931 ndash Flore complegravete ilustregravee en couleurs de

France Suisse et Belgique 11 pariscaRano e 1934 ndash Un nuovo elemento della Flora meri-

dionale drsquoItalia ann Bot 20 579-585drsquoeMeRico S Bianco p Medagli p 1993 ndash

Chromosome numbers and karyotypes in arum(araceae) caryologia 46 161-170

diHoRu g 1970 ndash Morpho-taxonomische aspekte einigerArum-Arten Rev Roumaine Biol Seacuter Bot 15 71-85

dyeR af 1963 ndash Allocyclic segments of chromosomes andstructural heterozygosity that they reveal chromosoma13 545-576

eSpigravendola a BueRKi S Bedalov M KupfeR palvaRez n 2010 ndash New insights into the phylogeneticsand biogeography of arum (araceae) unravelling its evo-lutionary history Bot J linn Soc 163 14-32

goRi c 1958 ndash Il numero dei cromosomi dellrsquoarumnigrum Schott var apulum Carano caryologia 10(3) 454-456

levan a fRedga K SandBeRg aa 1964 ndashNomenclature for centromeric position on chromosomesHereditas 52 201-220

MaRcHi p 1971 ndash Numeri cromosomici per la flora italia-na 57-66 inform Bot ital 3 124-138

MaRcHi p capineRi R drsquoaMato g 1964 ndash Numericromosomici per la flora italiana 182-189 informBot ital 6 (3) 303-312

MeuSel H JaegeR e WeineRt e 1965 ndash Vergleichen-de Chorologie der zentra-europaumlischen flora 1 Jena

RoMeRo zaRco c 1986 ndash A new method for estimatingkaryotype asymmetry taxon 35 526-530

SteBBinS gl 1971 ndash Chromosomal Evolution in HigherPlants edward arnold ltd london

teRpOacute a 1973 ndash Kritische Revision der arum-Arten desKarpatenbeckens acta Bot acad Sci Hung 18216-255

voSa cg Bennett St 1990 ndash Chromosome studies inthe Southern African flora58-94 Chromosome evolutionin the genus gasteria Duval caryologia 43 235-247

voSa cg colaSante M 1995 ndash I segmenti allociclicinelle liliiflorae inform Bot ital 27 307-308

RiaSSunto gli autori riportano alcuni risultati cario-morfometrici ottenuti su tre specie poliploidi del genereArum Arum apulum (2n=56) A maculatum (2n=56) e Aitalicum (2n=84) in particolare la specie A italicum con2n=84 cromosomi ha mostrato un cariotipo con un eleva-to indice di asimmetria nel cariotipo di questa speciesono stati riscontrati numerosi ldquosegmenti allociclicirdquo incomparazione ad A maculatum e A apulum

415Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

autoRi

Alessio Turco Piero Medagli Antonella Albano Laboratorio di Botanica sistematica ed Ecologia vegetale DiSTeBAUniversitagrave del Salento Campus Ecotekne 73100 LecceSaverio DrsquoEmerico Dipartimento di Biologia Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70126 Bari

Cistus clusii dunal piccolo arbusto appartenente allafamiglia Cistaceae egrave una specie xerofila con distribu-zione mediterraneo-occidentale in italia storicamen-te presente in Sicilia (giaRdina 1988) e in puglianellrsquounica stazione di ldquoBosco isolardquo (lesina fg)(foRte et al 2002a) in questrsquoultima il contestovegetazionale egrave quello della gariga nanofanerofiticasu suolo sabbioso in associazione con Rosmarinusofficinalis l Erica multiflora l e Cistus sp pl(cHieSuRa loRenzoni et al 1976)a partire dallrsquoanno 2000 nellrsquoambito di progetti diricerca condotti dal Museo orto Botanicodellrsquouniversitagrave degli Studi di Bari sono stati indaga-ti alcuni aspetti della biologia ed ecologia di C clusii(MaccHia 2005) tali studi furono finalizzati allarealizzazione di azioni di conservazione in situ attra-verso il rafforzamento della popolazione residualepugliese giagrave allrsquoepoca gravemente esposta a pericolodi estinzione (conti et al 1997) a tale scopo furo-no infatti reintrodotti in aree ecologicamente idoneedi ldquoBosco isolardquo circa cento individui ottenuti pervia sessuale attraverso fecondazione incrociata con-trollata a partire dai pochi individui della popolazio-ne originaria (foRte et al 2002b) Successivi rilieviin campo hanno registrato la progressiva diminuzio-ne del numero di individui presenti in situ fino allaloro completa scomparsa soprattutto a causa deiripetuti incendi verificatisi tra il 2007 e il 2010(foRte et al 2009 2012) tuttavia la specie in

puglia era da ritenersi estinta solo in natura (EW) inquanto presso il Museo orto Botanico di Bari eranopresenti sia individui ottenuti da fecondazione incro-ciata e derivanti dalla popolazione spontanea origina-ria sia semi conservati presso la Banca delgermoplasma (Bg-MoBB)Questrsquoultima evenienza ha costituito la premessaindispensabile per la realizzazione di nuove azioni diconservazione di C clusii nel territorio di ldquoBoscoisolardquo tali azioni si sono concretizzate grazie ad unaconvenzione stipulata tra il Museo orto Botanico diBari e il centro Studi naturalistici onluS nellrsquoam-bito del progetto ldquointerventi per la protezione e con-servazione del patrimonio ambientalerdquo- fondi faS ndashpremialitagrave Regionale delibera cipe 202004in questo lavoro vengono presentate le attivitagrave svolteai fini della propagazione gamica di C clusii e quelleper la successiva reintroduzione degli individui pro-dotti

MateRiali e Metodi

il materiale di propagazione gamica utilizzato per leazioni di conservazione in situ egrave stato ottenuto daimpollinazione incrociata controllata eseguita su dueindividui conservati ex situ siglati come c1 e c2 peri quali era stata giagrave testata la compatibilitagrave allrsquoincro-cio (foRte et al 2012)nel mese di aprile 2010 495 fiori (437 dellrsquoindivi-duo c1 e 58 dellrsquoindividuo c2) privati degli stami

416 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

Reintroduzione di Cistus clusii a ldquoBosco isolardquo (lesina puglia)

l foRte S anifantiS f caRRuggio v cavallaRo f Mantino g MelcHioRRe

aBStRact - Reintroduction of cistus clusii to ldquoBosco Isolardquo (Lesina Apulia) - Cistus clusii dunal is very rare in italy whereits historical sites of occurrence are in Sicily and apulia (ldquoBosco isolardquo ndash lesina fg) after the extinction in the wild ofthe small apulian population the Botanical garden Museum of Bari university and the centro Studi naturalistici(onluS) made a special agreement in order to implement a reintroduction project into the site of lesina the reintro-duced plants 520 in all were obtained from the offspring of lesina C clusii spontaneous population which is conservedex situ at the Botanical garden Museum of Bari to increase the chances of a successful reintroduction the plants wereplaced in three different areas and in each of them the individuals were planted in microsites suitable for the eco-physi-ological characteristics of the lesina population already known from literature in fact only a thorough knowledge of thebio-ecological behaviour of the selected species may allow to establish self-maintaining populations in the wild and so torealize an effective conservation action

Key words apulia Cistus clusii dunal reintroduction

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

sono stati impollinati manualmente e coperti consacchetti di tessuto non tessuto (tnt) in maggioin concomitanza con lrsquoinizio dellrsquoingrossamentodegli ovari i cappucci sono stati rimossi e nel mesesuccessivo egrave stata effettuata la raccolta delle capsulemature nella primavera del 2011 i semi sono statisottoposti a pre-trattamenti di scarificazione mecca-nica manuale e di dry-heating (80 degc x 5 min) inquanto risultati i piugrave efficaci nel promuoverne la ger-minazione (foRte et al 2012) per ciascuno dei duepre-trattamenti sono stati utilizzati circa 1500 semiderivanti dallrsquoincrocio c1 x c2 e circa 400 semi pro-dotti dallrsquoincrocio c2 x c1 i semi pre-trattati sonostati posti direttamente in plateaux di polistiroloespanso riempiti con sabbia sterilizzata a granamedio-fine (50) e torba (50) dopo una primafase di accrescimento le plantule sono state trapian-tate in fitosacchi in film plastico contenenti terrenonon sterile (sabbia di fiume 40 terreno comune30 torba 30) durante tutte le fasi di crescita leplantule sono state irrigate e sottoposte a trattamen-ti fitosanitari e fertilizzanti miratiper lrsquointervento di reintroduzione oltre agli individuicosigrave ottenuti nel 2011 sono stati utilizzati ancheindividui derivanti da semi pre-germinati nellrsquoambi-to di prove sperimentali condotte tra il 2009 e il2010 su c1 e c2la scelta delle aree di reintroduzione egrave stata fattasulla base dei dati storici di presenza di C clusii alesina (cHieSuRa loRenzoni et al 1976 foRte etal 2002b) delle caratteristiche eco-fisiologiche dellapopolazione originaria (foRte et al 2005 foRtepaStoRe 2005) di quelle ecologiche dei siti di rein-troduzione e dellrsquoanalisi delle minacce

RiSultati e diScuSSione

gli individui oggetto dellrsquoazione di reintroduzioneavvenuta a fine gennaio 2013 sono stati distribuitiin tre aree principali (fig 1) Queste sono situate neltratto di cordone dunale immediatamente ad est diMarina di lesina insediamento sorto in localitagravepietramaura dove negli anni lsquo70 era ancora presen-te il piugrave esteso nucleo di individui di C clusii dellastazione di lesina (cHieSuRa loRenzoni et al1976) due delle aree di reintroduzione poste tra lelocalitagrave di acquarotta e pennacchio sono relativa-mente vicine tra loro e separate da una fascia occupa-ta da un rimboschimento a Pinus pinea l mentre laterza in localitagrave chiusa dista dalle altre circa 2 kmallrsquointerno di ciascuna area sono stati individuati piugravesiti di reintroduzione georiferiti mediante strumen-tazione gpS in ognuno dei quali egrave stato inserito unnumero di individui compreso tra 20 e 25la scelta di ripartire gli individui in tre aree di rein-troduzione differenti e allrsquointerno di queste in piugravesiti distinti egrave stata effettuata con lo scopo di ridurre ilrischio che un eventuale incendio possa interessarlecontemporaneamente compromettendo la sopravvi-venza dellrsquointera popolazione reintrodotta il numerocomplessivo di siti di intervento egrave risultato pari a 27inoltre per garantire buone probabilitagrave di successo

anche riproduttivo in ciascun sito sono stati reintro-dotti almeno 20 individui al fine di aumentare laprobabilitagrave di incrocio tra individui con alleli diincompatibilitagrave differenti indispensabile in una spe-cie allogama come C clusii (Rizzotto 1979)in ogni sito inoltre i singoli individui sono statipiantati in micro-siti individuati sulla base dellamicro-morfologia stazionale le tre aree di interven-to ricadono in un contesto vegetazionale caratterizza-to da un complesso e molto frammentato mosaicocostituito principalmente dalla gariga a R officinalisE multiflora e Cistus sp pl e dalla macchia a sclero-fille sempreverdi con presenza di Erica arborea lQuesto mosaico spesso egrave il diretto risultato delledifferenti condizioni ecologiche determinate dallamicro-morfologia stazionale (foRte et al 2002a) ealtre volte della dinamica della vegetazione in atto acausa degli incendi pertanto sono stati individuaticome idonei quei micro-siti rispondenti alle caratte-ristiche bio-ecologiche della popolazione da intro-durre (eliofilia relativa sensibilitagrave allo stress idricoecc foRte et al 2005) e comunque sempre suffi-cientemente distanti da nuclei di macchia in stato diavanzamento o da singoli cespugli in fase di resprou-tinglrsquoazione di conservazione in situ cosigrave condotta nonha richiesto pertanto ulteriori interventi quali dira-

417Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 1Mappa delle aree di reintroduzione (base cartograficaldquocarta della vegetazione reale del ldquoBosco isolardquo di lesina- foglio 1rdquo foRte 2001)Map of reintroduction areas (cartographic base ldquocartadella vegetazione reale del ldquoBosco isolardquo di lesina - foglio1rdquo foRte 2001)

damento della vegetazione preesistente rimozionedel secco ecccomplessivamente nella stazione di ldquoBosco isolardquosono stati reintrodotti 520 individui di C clusii pro-dotti mediante coltivazione ex situ 200 dei qualiderivanti da semina diretta di semi pre-trattati e 320ottenuti da impianto di semi pre-germinatiattualmente ulteriori 155 individui prodotti nel-lrsquoambito di questo progetto sono conservati presso ilMuseo orto Botanico dellrsquouniversitagrave di Bari inmodo da garantire sia la conservazione ex situ delpatrimonio genetico della popolazione di lesina e siala possibilitagrave di disporre di materiale di propagazioneper studi successivi

Ringraziamenti - gli autori ringraziano gli ldquospeciali colla-boratorirdquo che si sono prodigati durante il lavoro in campodi reintroduzione in situ in ordine alfabetico elenaBlotti nicola cillo Saverio drsquoamico Mario de tullioantonella grano Marcello Macchia Saverio Regina egianni Signorile

letteRatuRa citatacHieSuRa loRenzoni f cuRti l loRenzoni gg

MaRcHioRi S 1976 ndash cistus clusii Dunal Note dinomenclatura e di distribuzione con particolare riguardoalla stazione di Lesina (Foggia) giorn Bot ital 110259-267

conti f Manzi a pedRotti f 1997 ndash Liste rosse regio-nali delle piante drsquoItalia WWf Societagrave Botanicaitaliana universitagrave di camerino

foRte l anifantiS S Mantino f caRRuggio fcavallaRo v 2009 ndash Conservation of cistus clusiiDunal from ldquoBosco Isolardquo (Lesina - Apulia) current sta-tus and new experimental evidence in BaccHetta g(ed) Book of Abstracts Biodiversity Hotspots in theMediterranean Area 45th intern congr SiSv amp fip ndashcagliari 22-24 25-29 June 2009 280

foRte l cavallaRo v MaccHia f 2002b ndashConservazione in situ di cistus clusii Dunal (cistaceaeMagnoliophyta) nella duna di Lesina Quad Botamb appl 13 3-9

foRte l cavallaRo v pantaleo f drsquoaMico fSMaccHia f 2002a ndash The vascular Flora of the ldquoBoscoIsolardquo at Lesina (Foggia ndash Apulia) fl Medit 12 33-92

foRte l MelcHioRRe g anifantiS S caRRuggio fMantino f 2012 ndash Alcuni aspetti della biologia dellaconservazione di cistus clusii Dunal di ldquoBosco Isolardquo(Lesina Puglia) inform Bot ital 44(Suppl 2) 36-38

foRte l paStoRe d 2005 ndash Relazioni acqua-pianta inMaccHia f (ed) Biologia ed ecologia di cistus clusiiDunal 31-38 ed adda Bari

foRte l paStoRe d MaRvulli M Scatigna aMeMaccHia f 2005 ndash Analisi comparata tra eventi feno-logici e andamento dei parametri ambientali inMaccHia f (ed) Biologia ed ecologia di cistus clusiiDunal 5-13 ed adda Bari

giaRdina 1988 ndash Segnalazioni Floristiche Italiane 574-576 inform Bot ital 20(2-3) 678-679

MaccHia f (a cura di) 2005 ndash Biologia ed ecologia dicistus clusii Dunal ed adda Bari

Rizzotto M 1979 ndash Ricerche tassonomiche e corologichesulle cistaceae 1 Il genere cistus L in Italia Webbia33(2) 343-378

RiaSSunto ndash Cistus clusii dunal egrave una specie moltorara in italia storicamente presente in Sicilia e in puglianellrsquounica stazione di ldquoBosco isolardquo (lesina fg) in segui-to allrsquoestinzione della piccola popolazione residuale puglie-se il Museo orto Botanico dellrsquouniversitagrave di Bari e ilcentro Studi naturalistici onluS hanno stipulato unaapposita convenzione al fine di attuare unrsquoazione di rein-troduzione nel sito di lesina le piante reintrodotte insitu 520 in tutto sono state ottenute a partire da indivi-dui di C clusii progenie della popolazione spontanea ori-ginaria conservati ex situ presso il Museo orto Botanicoper aumentare le probabilitagrave di successo dellrsquointerventogli individui sono stati distribuiti in tre aree distinte eallrsquointerno di queste piantati in micro-siti rispondenti allecaratteristiche eco-fisiologiche della popolazione di C clu-sii di lesina giagrave note dalla letteratura infatti solo unaconoscenza approfondita del comportamento bio-ecologi-co delle entitagrave oggetto di interventi di conservazione insitu permette di programmare una concreta azione di tute-la attraverso lrsquoinsediamento di popolazioni in grado dipersistere nel tempo

418 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

autoRi

Luigi Forte (luigiforteunibait) Viviana Cavallaro Dipartimento di Biologia e Museo Orto Botanico Universitagrave di BarildquoAdo Morordquo Via E Orabona 4 70126 BariStamatia Anifantis Francesca Carruggio Francesca Mantino Giulia Melchiorre Museo Orto Botanico Universitagrave di BarildquoAldo Morordquo Via E Orabona 4 70126 Bari

Limoniastrum monopetalum (l) Boiss egrave presente inpuglia sulle rupi marittime di tricase porto (le)nellrsquoambito di una cenosi ascrivibile alla classeCrithmo-Limonietea Br-Bl 1947 in condizioni ana-loghe a quanto descritto per la Sicilia meridionale daBaRtolo et al (1982) Secondo la direttiva9243cee si tratta di un habitat di interesse comu-nitario denominato ldquoScogliere con vegetazione dellecoste mediterranee con Limonium spp endemicirdquo(aavv 2010) ersquo una specie a diffusione SW-Mediterranea in italia egrave presente in Sardegna inSicilia (conti et al 1992) nella laguna diorbetello (toMei guazzi 1993) a tricase porto(le) (accogli et al 1996) (fig1) in passato laspecie era stata segnalata ldquonei siti arenosi di tarantordquo(MaRinoSci 1870) caratterizzati da depressionicostiere con un ristagno idrico con substrato preva-lentemente costituito da argille e colonizzato da spe-cie ad elevata alofilia (tRotteR 1936) probabil-mente le antiche cenosi erano ascrivibili alla classeSarcocornetea-fruticosae Br-Bl amp tuumlxen ex a amp oBolograves 1950 tipica dei suoli inondati fangoso-argillo-si come riportato da Biondi et al (2004) per laSardegna

StatuS del popolaMento puglieSe ed eSpeRienzepRegReSSe

a tricase porto il popolamento si presenta formatoda due nuclei localizzati sulla sommitagrave di due costo-ni rocciosi distanti in linea drsquoaria circa 150 mentrambi i costoni sono occupati da abitazioni ad

uso civico ed i cespugli di limoniastro sono localizza-ti nelle loro adiacenze ma non allrsquointerno e questopotrebbe escludere unrsquointroduzione della specie perscopo ornamentale in totale si possono contarecirca 25 individui dei quali 18 si presentano comegrossi cespugli larghi 1ndash25 m alti 075ndash130 m lafioritura dura meno di un mese tra la fine di giugnoe lrsquoinizio di luglio le infiorescenze secche rimango-no sulla pianta sino a dicembre ma la maturazionedei frutti non egrave mai evidente e non egrave visibile la dei-

419infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

conservazione ex situ ed interventi di reintroduzione di Limoniastrum monopetalum in puglia

R accogli Mp BiancHi p Medagli S MaRcHioRi

aBStRact - ex situ conservation and reintroduction of limoniastrum monopetalum in Apulia region - in this paper arepresented the main actions taken by the Botanic garden of diSteBa for the protection of Limoniastrum monopetalum(l) Boiss species of high vulnerability included in the national Red list of plants of italy the specie is cultivated exsitu in the Botanic garden and it was decided to implement its reintroduction in the locality palude la vela (ta) in anarea once had been reported but no longer found propagation of L monopetalum was carried out by vegetative and gen-erative individuals obtained were reintroduced in two sites of the palude to different environmental conditions

Key words conservation moltiplication reintroduction

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 1areale di L monopetalum secondo gReuteR et al 1989 etutin et al 1981distribution area of L monopetalum according togReuteR et al 1989 and tutin et al 1981

scenza a contrastare lo sviluppo e la diffusione dinuove piante sono le estreme condizioni di povertagravedel substrato fortemente disturbato dalle attivitagraveantropiche che rimaneggiano continuamente le som-mitagrave dei costoni rocciosi (interventi di restauro edili-zio incendi e tagli indiscriminati) e la presenza diuna flora sinantropica dominata da agave pittospo-ro caprifico rovola vulnerabilitagrave della specie ha motivato la sua ripro-duzione ex situ nellrsquoorto Botanico dellrsquouniversitagravedel Salento e la messa a punto di protocolli di rein-troduzione infatti giagrave nel 2000 era stata testata lacapacitagrave di propagazione di L monopetalum sia pervia gamica che agamica senza forzature sui semi neacutedi ormoni radicanti per le talee la resa germinativaera risultata molto bassa del 2-5 mentre elevatesono state le percentuali di attecchimento delle talee(70-95) sia in primavera che agli inizi dellrsquoautun-no nel 2005 egrave stato effettuato un primo interventovolto al potenziamento del popolamento di L mono-petalum esistente a tricase porto lungo un breve trat-to costiero prospiciente il sito interessato da un inter-vento di riqualificazione attuato dallrsquoamministra-zione comunale lrsquointervento prevedeva la realizza-zione di un camminamento lungo la scogliera attra-verso i segni della storia locale ancora leggibili (trat-turi per la mena delle pecore vasche intagliate negliscogli per la concia delle pelli e per lrsquoestrazione diblocchi lapidei terrazzamenti per le colture agrarieprimaticce etc) la flora del tratto costiero annove-ra altre specie di interesse conservazionistico percheacuteincluse nella lista Rossa nazionale come Vincetoxi-cum hirundinaria Medik subsp adriaticum (Beck)Markgr o di valore fitogeografico come lrsquoendemicoLimonium japigicum (groves) pignatti Lavateraarborea l Scrophularia lucida l lrsquointervento direintroduzione era stato concordato con docenti edalunni delle Scuole Medie inferiori del comune ditricase che hanno partecipato dimostrando grandeinteresse e sensibilitagrave nellrsquoautunno 2005 egrave stataorganizzata una giornata durante la quale dopo unincontro tra autoritagrave politiche locali studiosi stu-denti e cittadini sono state messe a dimora 10 pian-te di L monopetalum (accogli et al 2006) pur-troppo lrsquointervento egrave stato inficiato da un incendioche nella primavera successiva ha distrutto buonaparte della flora spontanea ed i trapianti effettuati

MateRiali e Metodi

un secondo intervento di reintroduzione di L mono-petalum egrave stato programmato nel 2011 per il sitopalude la vela che ricade nellrsquoomonima Riservanaturale Regionale e prossima allrsquoantica salina di Sgiorgio jonico (ta) come prima fase si egrave procedu-to alla moltiplicazione della specie per ottenere indi-vidui giovani da mettere a dimora la moltiplicazio-ne ex situ egrave stata ripetuta sia per via vegetativa chegenerativa ponendosi nelle medesime condizionidegli anni precedenti ma con lrsquoaccorgimento didistinguere talee semierbacee da talee legnose ilmateriale propagativo egrave stato prelevato dagli indivi-

dui presenti a tricase porto da rami di 2 o piugrave annicon diametro del fusto maggiore di 10 mm sonostate realizzate talee lunghe 10-18 cm da rami di 1anno con diametro inferiore a 10 mm sono staterealizzate talee lunghe 7-12 cm il prelievo egrave statoeffettuato sia allrsquoinizio dellrsquoautunno (5 ottobre 2010)che alla fine della stagione invernale (5 marzo 2011) le talee sono state messe a radicare (senza aggiunta diormoni) in substrato costituito da un mixer di torbae perlite in rapporto 12 in vasi in pvc delle dimen-sioni 7x7x18 cm fatti stazionare poi in tunnel fred-do dopo 30 giorni veniva registrato lrsquoattecchimentodelle talee i risultati definitivi hanno evidenziato ilseguente andamento in autunno per quelle preleva-te da rami di 2 anni egrave stata registrata una percentua-le del 74 e per quelle prelevate da rami di 1 annodel 64 in primavera per le talee piugrave legnose egrave stataregistrata una percentuale di attecchimento pari al95 e per quelle meno legnose dellrsquo86 ancorauna volta i risultati dimostrano la facilitagrave di propaga-zione vegetativa della specie inoltre anche se i valo-ri differiscono di poco si deduce che il periodomigliore per il taleaggio di L monopetalum egrave a finestagione primaverile con rami vecchi di almeno 2anni (tab 1)

i racemi di L monopetalum dopo la fioritura persi-stono sulla pianta per lungo tempo (anche sino allrsquoin-verno) per cui sono stati effettuati periodici prelievidei frutti per lrsquoestrazione dei semi al fine di definire ilperiodo di piena maturazione un primo prelievo deifrutti egrave stato effettuato in ottobre i semi sono statiopportunamente isolati previa rottura della capsulaed una parte di essi egrave stata sottoposta a vernalizzazio-ne (4 degc per 24 h) per simulare unrsquoeventuale dor-mienza invernale la semina egrave stata effettuata in cap-sule petri sterili con carta da filtro come substratotenute in camera di crescita a 20 degc e fotoperiodo di10 h Sono state realizzate tre ripetizioni con 30 ele-menti per capsula lrsquoelaborazione dei dati registratievidenzia un andamento del potere germinativo di Lmonopetalum secondo quanto riportato dalla fig 2 il monitoraggio delle piastre ha evidenziato un pote-re germinativo dei semi molto basso (2-4) questodato egrave stato confermato dalla semina a spaglio effet-tuata in una seminiera con substrato composto datorba e agriperlite nel rapporto 12 da circa 200semi sono emerse solo 6 plantule

420 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

taBella 1Risultati della propagazione ex situResults of ex situ propagation

stagione talee di di radicazionepartenza 72 dopo 30 gg

Oslash 10 mm 64autunno Oslash 10-20 mm 74Oslash 10 mm 86primavera Oslash 10-20 mm 95

ReintRoduzione a palude la vela

i sopralluoghi effettuati a palude la vela per lrsquoindivi-duazione di siti idonei alla reintroduzione hannoindotto alla scelta di due piccole superfici simili percondizioni di substrato per copertura vegetale eparametri ambientali tali siti sono collocati su spon-de opposte dellrsquoacquitrino ed hanno unrsquoestensioneminima di 60 m2 per la messa a dimora sono stateselezionate piante vigorose e sane con unrsquoaltezzamedia di 489 plusmn526 cm e diametro di 1609plusmn304cm nel mese di novembre 2011 egrave stata effettuata laloro messa a dimoranel sito denominato ldquoardquo sono state trapiantate 15piante con un approssimativo sesto di impianto di 2x 4 m nel sito ldquoBrdquo sono state trapiantate 14 piantein ordine sparso in quanto lrsquoarea presentava nume-rose zone di erosione e continui dislivelli

concluSioni

nellrsquoarea palude la vela le condizioni ambientalisembrano piugrave confacenti allrsquoecologia di L monopeta-lum rispetto a tricase porto ed egrave positivo che tutte lepiante abbiano attecchito e siano giunte a fioriturama solo fra qualche anno si potragrave constatare la for-mazione di un eventuale popolamento con individui

fertili ed in grado di autopropagarsi e si avragrave confer-ma del successo della reintroduzione

letteRatuRa citataaavv 2010 ndash Manuale italiano interpretazione degli

habitat (Direttiva 9243 CEE) Ministero ambiente etutela territorio e Mare SBi

accogli R Medagli p MaRcHioRi S 1996 ndashlimoniastrum monopetalum (L) Boiss in Puglia(plumbaginaceae) giorn Bot ital 130 1 91degcongr SBi ancona 16-19 settembre 1996

mdash 2006 ndash Conservazione ex situ e reintroduzione dilimoniastrum monopetalum (L) Boiss sulla fasciacostiera di Tricase Porto (Lecce) inform Bot ital38(Suppl 1) 183-184

BaRtolo g BRullo S MaRcenograve c 1982 ndash La vegeta-zione costiera della Sicilia sud-orientale aQ71226cnR Roma

Biondi e BRugiapaglia e faRRiS e filigHeddu RSeccHi z 2004 ndash Halophilous vegetation of Olbia pondsystem (NE-Sardinia) fitos 41(1) Suppl 1 125-141

conti f Manzi a pedRotti f 1992 ndash Lista RossaNazionale delle Piante drsquoItalia WWf italia Roma

gReuteR W BuRdet HM long g 1989 ndashMedndashChecklist vol 4 320 pp

MaRinoSci M 1870 ndash Flora Salentina 1 22toMei pe guazzi e 1993 ndash Le zone umide della

Toscana Lista generale delle entitagrave generali atti MusStor nat grosseto 15 120-135

tRotteR a 1936 ndash Rilievi ecologici intorno alla flora edalla vegetazione della salina di SGiorgio presso Tarantoann R ist Sup agr portici III 5 120-135

tutin tg HeyWood vH BuRgeS na MooRedM valentine dH WalteRS SM WeBB da1981 ndash Flora Europaea vol 3 51

RiaSSunto - nel presente lavoro vengono esposte leprincipali azioni intraprese dallrsquoorto Botanico deldiSteBa per la salvaguardia di Limoniastrum monopeta-lum (l) Boiss specie ad alta vulnerabilitagrave inclusa nellalista Rossa nazionale delle piante drsquoitalia da anni la spe-cie viene coltivata ex situ nellrsquoorto Botanico e si egrave pensatodi attuare la sua reintroduzione in localitagrave palude la velain un ambito territoriale di antica segnalazione ma doveattualmente risulta scomparsa la propagazione di Lmonopetalum egrave stata effettuata per via vegetativa e genera-tiva e gli individui ottenuti sono stati reintrodotti in duesiti della palude a diverse condizioni ambientali

421Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 2valutazione del potere germinativoevaluation of the germinative power

autoRi

Rita Accogli (ritaaccogliunisalentoit) Maria Pia Bianchi Piero Medagli Silvano Marchiori Orto Botanico delDipartimento di Scienze e Tecnologie Biologiche ed Ambientali (DiSTeBA) Universitagrave del Salento Centro Ecotekne ViaProvinciale per Monteroni 73100 Lecce

in occasione della redazione della checklist dellepiante vascolari della puglia (a albano fBartolucci f conti p Medagli Rp Wagensommerin prep) egrave stato aggiornato lrsquoelenco delle specieminacciate in questa Regionele liste Rosse Regionali (conti et al 1997) ripor-tavano per la puglia 180 entitagrave da allora sono tras-corsi piugrave di 15 anni alcune di queste entitagrave eranoindicate in puglia per errore e altre sono considerateoggi sinonimi di entitagrave non minacciate mentrenumerose specie della lista Rossa nazionale sonostate rinvenute in puglia solo dopo il lavoro diconti et al (op cit) per questo motivo abbiamoritenuto utile aggiornare lrsquoelenco delle specie di listaRossa della Regione puglia e integrarlo con tutte leentitagrave endemiche pugliesi ed esclusive della Regione(presenti in italia solo in puglia)

RiSultati

il libro Rosso delle piante drsquoitalia (conti et al1992) riportava 458 specie e sottospecie di piantevascolari sottoposte a vari gradi di minaccia a livellonazionale di queste entitagrave 46 sono attualmentenote in puglia (tab 1) considerando anche le listeRosse Regionali (conti et al 1997) il numero ditaxa minacciati a livello nazionale e presenti in pugliasale a 89 entitagrave certamente presenti (di cui 1 dubita-tivamente alloctona) e 8 dubitativamente presentinella Regione mentre il numero di entitagrave indicatecome minacciate a livello Regionale egrave pari a 158 (dicui 1 dubitativamente alloctona) alle quali si aggiun-gono 4 entitagrave dubitativamente presenti nella Regio-ne per un totale di 188 entitagrave (tab 1)

le specie esclusive della puglia cioegrave quelle presentiin italia solo in questa Regione sono 54 di cui 2dubitativamente alloctone alle quali si aggiungono 6entitagrave la cui presenza egrave dubbia di queste 54 entitagrave35 sono endemiche pugliesi (tab 1)pertanto le specie di lista Rossa in puglia integratecon tutte le endemiche pugliesi e le esclusive dellaRegione sono 221 (tab 1) pari al 93 della floravascolare autoctona pugliese

diScuSSione

il libro Rosso e le liste Rosse delle piante drsquoitalia(conti et al 1992 1997) pur essendo stati seguitida altri lavori riguardanti le piante minacciate delnostro paese (pignatti et al 2001 ScoppolaSpaMpinato 2005) sono ancora oggi il riferimentoprincipale per le specie a rischio di estinzione initalia negli ultimi anni lrsquoimpulso alla realizzazionedi una nuova lista Rossa delle piante drsquoitalia secon-do i piugrave recenti criteri iucn (2001 2011) egrave statodato dalla rubrica pubblicata sullrsquoinformatoreBotanico italiano ldquoSchede per una lista Rossa dellaflora vascolare e crittogamica italianardquo e dal proget-to appena concluso e realizzato dalla SocietagraveBotanica italiana per conto del Ministero dellrsquoam-biente e della tutela del territorio e del Mare relati-vo alla valutazione nazionale della categoria di rischiodi estinzione per piugrave di 300 specie vegetali di interes-se conservazionistico e di ambientihabitat partico-larmente minacciati (RoSSi et al 2013) attualmen-te questi progetti hanno portato alla valutazione delgrado di minaccia di 40 specie vascolari presenti inpuglia Egrave auspicabile pertanto il contributo di tutti

422 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

piante vascolari minacciate e liste Rosse aggiornamento delle conoscenzein puglia

Rp WagenSoMMeR p Medagli ev peRRino

aBStRact - Threatened vascular plants and Red Lists an update of knowledge in Apulia -the Regional Red list of vas-cular plant species in apulia Region has been updated following recent knowledges of conservation distributional andtaxonomic interest

Key words apulia Red lists threatened species update

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

423Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

taBe

lla

1Piante vascolari endemiche esclusive e di Lista Rossa della Regione Puglia

Endemic exclusive and Red List vascular plants in Apulia Region

424 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO 45 (2) 393-432 2013(se

gue T

ab 1

)

425Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

(segue Tab 1)

426 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013(segue Tab 1)

427Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

(segue Tab 1)

i botanici pugliesi affincheacute sia possibile valutaresecondo i criteri piugrave recenti dellrsquoIUCN (op cit) unnumero molto maggiore di specieLrsquoelenco riportato in Tab 1 include tutte le specieendemiche pugliesi ed esclusive della Puglia Di que-ste entitagrave 33 non venivano indicate nelle Liste RosseRegionali (CONTI et al 1997) Esse sono state inclu-se in Tab 1 in via precauzionale ma in molti casi illoro effettivo grado di minaccia deve ancora esserevalutato Lrsquoelenco non include invece le categorie diminaccia indicate in ROSSI et al (2013) che sarannooggetto di un futuro contributo sulle specie di inte-resse conservazionistico in Puglia

CONCLUSIONILrsquoaggiornamento delle conoscenze floristiche inPuglia e le informazioni tassonomiche nomenclatu-rali e distributive pubblicate nel corso degli ultimianni hanno consentito un aggiornamento delle ListeRosse delle Piante vascolari della Regione Puglia maancora molto lavoro deve essere svolto per megliodefinire il numero di specie a rischio e il loro effetti-vo grado di minaccia secondo i piugrave recenti criteriinternazionali (IUCN op cit)

LETTERATURA CITATACONTI F MANZI A PEDROTTI F 1992 ndash Libro Rossodelle Piante drsquoItaliaMinistero Ambiente WWF Italia

Societagrave Botanica Italiana Romamdash 1997 ndash Liste Rosse Regionali delle Piante drsquoItaliaWWFItalia Societagrave Botanica Italiana CIAS Camerino

IUCN 2001 ndash IUCN Red List Categories and CriteriaVersion 31 IUCN Species Survival CommissionIUCN Gland (Switzerland) amp Cambridge (UK)II+30 pp

mdash 2011 ndash Guidelines for Using the IUCN Red ListCategories and Criteria Version 90 Prepared by theStandards and Petitions Subcommittee httpww-wiucnredlistorgdocumentsRedListGuidelinespdf

PIGNATTI S MENEGONI P GIACANELLI V (a cura di)2001 ndash Liste rosse e blu della flora italiana ANPARoma

ROSSI G MONTAGNANI C GARGANO D PERUZZI LABELI T RAVERA S COGONI A FENU G MAGRINIS GENNAI M FOGGI B WAGENSOMMER RPVENTURELLA G BLASI C RAIMONDO FMORSENIGO S (Eds) 2013 ndash Lista Rossa della FloraItaliana 1 Policy Species e altre specie minacciateComitato Italiano IUCN Ministero Ambiente eTutela Territorio e Mare Roma 54 pp

SCOPPOLA A SPAMPINATO G (Eds) 2005 ndash Atlante dellespecie a rischio di estinzione (CD-ROM) Allegato a ASCOPPOLA C BLASI (Eds) Stato delle conoscenze sullaflora vascolare drsquoItalia Palombi Ed Roma

RIASSUNTO ndash Egrave stata aggiornata la Lista RossaRegionale delle piante vascolari della Regione Pugliasecondo le piugrave recenti conoscenze in ambito conservazio-nistico distributivo e tassonomico

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AUTORI

Robert Philipp Wagensommer (robwagensommeryahooit) Scuola di Scienze Ambientali Universitagrave di Camerino - CentroRicerche Floristiche dellrsquoAppennino (Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga) San Colombo 67021 Barisciano(LrsquoAquila)Piero Medagli (pietromedagliunileit) Laboratorio di Botanica Sistematica del DiSTeBA Universitagrave del Salento ViaProvinciale Lecce-Monteroni 73100 LecceEnrico Vito Perrino (enricoperrinoyahooit) Museo Orto Botanico Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via E Orabona 4 70124Bari

Verticillium dahliae Kleb egrave un fungo tracheomicoti-co responsabile della piugrave grave malattia dellrsquoolivo(Olea europaea l) soprattutto negli oliveti dei paesimediterranei Questo fungo oltre lrsquoolivo attacca piugravedi 300 specie di piante arboree ed erbacee la malat-tia determina generalmente il disseccamento di por-zioni della chioma (BeJaRano-alcaacutezaR et al 2001pegg BRady 2002 BuBici ciRulli 2011) isolatidi V dahliae in grado di infettare cotone e olivo pos-sono essere classificati in due patotipi defogliante enon-defogliante sulla base della loro abilitagrave o menodi indurre defogliazione nelle piante infette(MeRcado-Blanco et al 2001 2003) il presentelavoro propone studi preliminari su i) alcune rispo-ste fisiologiche in due cultivar di olivo caratterizzateda differenti livelli di suscettibilitagrave alla verticilliosi ii)alcuni determinanti di patogenicitagrave potenzialmentecoinvolti nellrsquoinduzione dei sintomi fogliari prodottida patotipi diversi di V dahliae

MateRiali e Metodi

Alterazioni fisiologiche piante di olivo delle cultivar lsquofrantoiorsquo (resistente) elsquoleccinorsquo (suscettibile) sono state inoculate con gliisolati vd312d (defogliante) e vd315nd (nondefogliante) seguendo il metodo descritto da ciRulli

et al (2008) piante non trattate e piante le cui radi-ci sono state immerse per 10 minuti in acqua sonostate utilizzate come tesi di controllo Sono stati valu-tati il contenuto di fenoli carotenoidi clorofillaperossido drsquoidrogeno ascorbato e lrsquoattivitagrave delleperossidasi generiche (pod) e dellrsquoascorbato perossi-dasi (apX) in foglie delle due cultivar raccolte dopo24 72 e 240 ore dal trapianto applicando i metodiproposti da cHandleR doddS (1983) licHten-tHaleR (1987) BRuno SpaRapano (2006) toM-MaSi et al (2006) paRadiSo et al (2008) tre mesidopo lrsquoinoculazione su ogni pianta egrave stata valutata lapresenza di malattia sulla chioma utilizzando la scaladi severitagrave dei sintomi proposta da colella et al(2008) lrsquoanalisi statistica dei dati egrave stata eseguitaattraverso lrsquoanalisi della varianza (anova) le mediesono state separate con il test della minima differen-za significativa (MdS) Produzione di metaboliti secondari fitotossici colture liquide statiche degli isolati vd312d evd315nd di V dahliae sono state allestite in tredifferenti soluzioni nutritive czapek modificato(vdM) patate destrosio Broth (pdB difco ) oacqua estratto di Malto (oxoid) al 2 (eM2) perciascun isolato e substrato sono state preparate 10bottiglie di Roux della capacitagrave di 1 l contenenti

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Meccanismi di resistenza alla verticilliosi e caratterizzazione di varietagrave meridionali di olivo dati preliminari sulla fisiologia dellrsquointerazione olivoVerticillium dahliae

gl BRuno c faSciano Mp ippolito S SeRMani ad MaRSico c colella M aMenduni f toMMaSi

aBStRact - Mechanisms of resistance to olive Verticillium wilt and characterization of olive varieties from southern prelim-inary data on physiology of olive - verticillium dahliae interaction - inoculations experiment were performed with two strainsof Verticillium dahliae characterized as defoliating (vd312d) or not defoliating (vd315nd) pathotypes lsquofrantoiorsquo(resistant) and lsquoleccinorsquo (susceptible) olive plants the interaction plantpathogen was evaluated as total phenolscarotenoids chlorophylls hydrogen peroxide ascorbic acid generic peroxidases and ascorbate peroxidase activityinoculated plants showed the typical pathway associate to a stress the two pathotypes are also able to produce in vitrophytotoxins Some of these secondary metabolites should be involved on biochemical and physiological alterations asso-ciated to verticillium wilt symptoms on olive trees (leaves wilting and defoliation)

Keywords fenoli totali metaboliti secondari stato redox verticilliosi

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

150 ml di soluzione nutritiva ciascuna bottiglia egravestata inoculata con 5 ml di sospensione ottenutaomogeneizzando tre colonie (coltivate per due setti-mane in piastre petri su substrato di pda a 25 degc albuio) in 50 ml di acqua distillata sterile dopo 28giorni di coltura (25 degc al buio) il micelio egrave statorimosso mediante filtrazione su garza e centrifugazio-ne (5500 xg 20 min 4 degc) aliquote (3 ml) di cia-scun filtrato colturale (fc) integro o diluito (10100 e 1000 volte con acqua distillata) sono state uti-lizzate in saggi di tossicitagrave su rametti recisi dilsquoleccinorsquo e lsquofrantoiorsquo eseguiti in ambiente controlla-to (uR 50 t 25 degc luce 150 microe cm-2 sec-1)acqua distillata e substrato non inoculato sono statiutilizzati come controllo dal terzo giorno dopo lrsquoas-sorbimento delle soluzioni tossiche egrave stata osservatala manifestazione dei sintomi dopo 24 72 e 240 oredallrsquoassorbimento delle soluzioni saggiate le foglie diciascun rametto sono state caratterizzate in terminidi flusso traspiratorio utilizzando un porometro li-1600-licor negli stessi intervalli egrave stato valutato ilcontenuto in clorofilla e fenoli seguendo i metodiproposti in precedenza

RiSultati e diScuSSione

Alterazioni fisiologicheper entrambi i patotipi di V dahliae saggiati lrsquoindu-zione di uno stato di malessere nella pianta egrave confer-mata dalla riduzione nel contenuto di clorofillesoprattutto dopo 24 ore per la cultivar suscettibilelsquoleccinorsquo (fig 1) invece il contenuto di ascorbatoclorofille e carotenoidi ha subito un incrementosoprattutto nei campioni di foglie prelevate dopo 72e 240 ore dallrsquoinoculo con il patotipo defogliante leanalisi condotte sulle foglie di lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquohanno mostrato come la molecola segnale perossidodrsquoidrogeno risulta maggiormente presente nella cul-tivar frantoio dopo 72 ore dallrsquoinoculo con il patoti-po defogliante (fig 1) mentre lrsquoattivitagrave della apXsegna negli stessi tempi un decremento (fig 2) invece nella cultivar frantoio i sistemi antiossidan-ti non enzimatici hanno mostrato un calo rispetto aicontrolli nei livelli di ascorbato e di fenoli (fig 1) non si sono osservate variazioni nellrsquoattivitagrave dellacatalasi (fig 2) infatti come dimostrato in altrisistemi nei tessuti vegetali questo enzima svolge unruolo nel metabolismo del perossido di idrogenosecondario rispetto allrsquoapX che invece egrave lrsquoenzimachiave nel controllo della concentrazione in perossi-do di idrogeno (de gaRa et al 2003) lrsquoattivitagrave dellepod infine aumenta notevolmente nelle fasi tardi-ve dellrsquoinfezione nelle foglie di lsquofrantoiorsquo mentre inquelle di lsquoleccinorsquo un incremento egrave evidente 72 oredallrsquoinoculo (fig 2) i dati evidenziati nelle nostre condizioni sperimenta-li sono in linea con quanto riportato dalla letteraturariguardo alle interazioni pianta-patogeno e le risposteda stress abiotici (de gaRa et al 2003) infatti nellepiante resistenti si assiste a una modulazione deisistemi antiossidanti tale da causare un incremento diperossido di idrogeno a livello fogliare (de gaRa etal 2003) per contro nella varietagrave suscettibile lrsquoau-

mento dei livelli in antiossidanti non enzimatici nonegrave sufficiente a indurre resistenza la diversa rispostaai sistemi antiossidanti riscontrata nelle due varietagraveutilizzate in queste prove potrebbe essere consideratacome un marker biochimico per valutare lo stato diavanzamento dellrsquoinfezione e il suo destino primadella comparsa dei sintomi

Evoluzione dei sintomia conferma di quanto giagrave riscontrato da ciRulli etal (2008) lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo sono risultate rispet-tivamente resistenti e suscettibili ai due isolati di Vdahliae utilizzati nessun sintomo egrave stato registrato esulle piante utilizzate come controllo (piante nontrattate e piante le cui radici sono state immerse per

430 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

fig 1contenuto in fenoli carotenoidi clorofille e perossido diidrogeno in foglie di lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo dopo 24 72 e240 ore dallrsquoinoculo con vd312d () e vd315nd ()i controlli sono rappresentati da piante le cui radici sonostate immerse per 10 minuti in acqua (mdash) ciascun valo-re egrave la media di cinque piante phenols carotenoids chlorophylls and hydrogen peroxidecontent in leaves of lsquofrantoiorsquo and lsquoleccinorsquo after 24 72and 240 hours after inoculation with vd312d () andvd315nd () as controls plants were treated for 10minutes in water (mdash) each value is the mean of fiveplants

10 minuti in acqua) e sulle chiome di lsquofrantoiorsquo ino-culate con il patotipo non defogliante il patotipodefogliante ha causato su lsquofrantoiorsquo una modestadefogliazione le piante di lsquoleccinorsquo hanno espressosintomi gravi con entrambi i patotipi (generale avviz-zimento della chioma) aggravati nel caso del patoti-po defogliante da accentuata e rapida filloptosiMetaboliti secondari fitotossici gli isolati di V dahliae utilizzati in coltura liquida susubstrato vdM hanno permesso di ottenere fc chesaggiati su rametti recisi di lsquoleccinorsquo (suscettibile) elsquofrantoiorsquo (resistente) hanno riprodotto sintomi diavvizzimento e accartocciamento fogliare e defoglia-zione nessun sintomo egrave stato registrato sui ramettiche hanno assorbito acqua distillata e i substrati noninoculati lrsquoassorbimento dei 3 ml di soluzione daparte dei rametti ha richiesto 30-32 ore per acquavdM pdB e eM2 mentre i fc dei due isolati sonostati assorbiti in 17-24 ore i fc dei patotipivd312d o vd315nd di V dah-liae ottenuti su substrato vdM saggiati su entrambe

le cultivar di olivo hanno evidenziato sintomi da 7-9 giorni dopo lrsquoassorbimento i fc ottenuti su sub-strato vdM da entrambi i patotipi inducono ripiega-mento e successivo imbrunimento della laminafogliare sui rametti di lsquofrantoiorsquo Sui rametti dilsquoleccinorsquo sono stati registrati ingiallimenti della lami-na fogliare inizialmente intorno alle nervature edopo 3-5 giorni sullrsquointera superficie Sintomo fina-le dei fc di entrambi gli isolati di V dahliae dopo 28giorni di coltura su substrato di vdM egrave stata unagenerale defogliazione dei rametti Su lsquoleccinorsquo ladefogliazione egrave stata severa e si egrave avuta dopo 17 gior-ni sui rametti trattati con il fc dellrsquoisolato vd312dcf e dopo 21 giorni su lsquofrantoiorsquo i rametti trattaticon i fc di vd315nd sono stati registrati dopo 20giorni su lsquoleccinorsquo e dopo 25 giorni su lsquofrantoiorsquo isintomi sopra descritti sono stati osservati anche suirametti che hanno assorbito i fc dei due isolati dopodiluizione di 10 e 100 volte con acqua distillata i fc ottenuti dai due patotipi su substrato vdMsono stati confrontati sulle due cultivar per i loroeffetti sul flusso traspiratorio e sulle variazioni infenoli e clorofille presenti nelle foglie (fig 3)

431Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 2contenuto in ascorbato e attivitagrave delle perossidasi generi-che (pod) e dellrsquoascorbato perossidasi (apX) in foglie dilsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo dopo 24 72 e 240 ore dallrsquoinoculocon vd312d () e vd315nd () i controlli sono rap-presentati da piante le cui radici sono state immerse per10 minuti in acqua (mdash) ciascun valore egrave la media di cin-que piante ascorbic acid concentration and peroxidase (pod) andascorbate peroxidase (apX) activity in leaves of lsquofrantoiorsquoand lsquoleccinorsquo after 24 72 and 240 hours after inocula-tion with vd312d () and vd315nd () as controlsplants were treated for 10 minutes in water (mdash) eachvalue is the mean of five plants

fig 3effetti sulla traspirazione e sul contenuto in clorofille efenoli in foglie di lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo dopo 24 72 e 240ore dallrsquoassorbimento di 3 ml di filtrato colturale degli iso-lati vd312d () e vd315nd () su substrato vdM icontrolli hanno assorbito 3 ml di acqua (mdash) ciascunvalore egrave la media di cinque rametti recisi transpiration from abaxial leaf surfaces and chlorophyllsand phenols content in leaves of lsquofrantoiorsquo and lsquoleccinorsquoafter 24 72 and 240 hours after the absorbtion of 3 ml fvd312d () and vd315nd () culture filtrates onvdM as controls twigs adsorbed 3 ml of water (mdash) eachvalue is the mean of five twigs

le misure di traspirazione (fig 3) dimostrano unforte incremento nel flusso traspiratorio nei ramettirecisi che hanno assorbito i fc ottenuti dal patotipovd312d rispetto a quelli ottenuti dal vd315nd edalle tesi di controllo nessuna differenza egrave stata regi-strata nel contenuto in clorofilla Solo la concentra-zione in fenoli nelle foglie dei rametti recisi chehanno assorbito i fc ottenuti dai due isolati egrave risul-tata circa tre volte superiore rispetto ai rametti delletesi di controllo totali (fig 3)in definitiva appare chiaro che nellrsquointerazione Vdahliae e olivo entrino in gioco fattori chimici divirulenza del patogeno (fitotossine) che contribuisca-no alla patogenesi e alla manifestazione dei sintomied inducano nellrsquoospite condizioni di stress in que-sto stato la pianta ospite manifesteragrave in parte o intoto le alterazioni biochimiche e fisiologiche determi-natesi nei tessuti attraverso i sintomi

Ringraziamenti - gli autori ringraziano i collaboratoriluca Scarola valentino poliseno nicola contursi eaniello Rescigno (dipartimento di Scienze del Suolo dellapianta e degli alimenti universitagrave degli Studi di Barialdo Moro) per il valido supporto tecnico nella realizza-zione delle prove lavoro realizzato con il contributo dellafondazione cassa di Risparmio di puglia Bando 2010 ndashprogetto Meccanismi di resistenza alla verticilliosi e caratte-rizzazione di varietagrave meridionali di olivo

letteRatuRa citataBeJaRano-alcaacutezaR J peacuteRez-aRteacuteS e JiMeacutenez-dIacuteaz

RM 2001 ndash Spread of the defoliating pathotype ofverticillium dahliae to new cotton and olive growingareas in Southern Spain in Proceedings 8th Inter-national Verticillium Symposium coacuterdoba 2001 57

BRuno g SpaRapano l 2006 ndash Effects of three esca-asso-ciated fungi on vitis vinifera L II Characterization ofbiomolecules in xylem sap and leaves of healthy and dis-eased vines physiol Mol plant path 69 195-208

BuBici g ciRulli M 2011 ndash verticillium wilt inScHena l agoSteo ge cacciola So (eds)Olive diseases and disorders 191-222 transwordResearch network Kerala india

cHandleR Sf doddS JH 1983 ndash The effect of phos-phate nitrogen and sucrose on the production of pheno-lics and solasodine in callus cultures of Solanum lacinia-tum plant cell Rep 2 205

ciRulli M colella c drsquoaMico M aMenduni MBuBici g 2008 ndash Comparison of screening methods for

the evaluation of olive resistance to verticillium dahliaeKleb J plant path 90(1) 7-14

colella c Miacola c aMenduni M drsquoaMico MBuBici g ciRulli M 2008 ndash Sources of Verticilliumwilt resistance in wild olive germplasm from theMediterranean region plant path 57 533-539

de gaRa l de pinto Mc toMMaSi f 2003 ndash Theantioxidant systems vis-agrave-vis reactive oxygen species dur-ing plantndashpathogen interaction plant physiolBiochem 41 863-870

licHtentHaleR HK 1987 ndash Chlorophylls andearotenoids pigments of photosynthetic bio-membranesMethods enzymol 148 351-383

MeRcado-Blanco J collado-RoMeRo M paRRilla-aRauJo S RodRIacuteguez-JuRado d JiMeacutenez-dIacuteazRM 2003 ndash Quantitative monitoring of colonizationof olive genotypes by verticillium dahliae pathotypes withreal-time polymerase chain reaction physiol Mol plantpath 63 91-105

MeRcado-Blanco J RodRIacuteguez-JuRado d peacuteRez-aRteacuteS e JiMenez-dIacuteaz RM 2001 ndash Detection of thenondefoliating pathotype of verticillium dahliae ininfected olive plants by nested PCR plant path 50609-619

paRadiSo a BeRaRdino R de pinto Mc Sanitagrave ditoppi l StoRelli MM toMMaSi f de gaRa l2008 ndash Increase in ascorbatendashglutathione metabolism aslocal and precocious systemic responses induced by cadmi-um in durum wheat plants plant cell physiol 49362-374

pegg gf BRady Bl 2002 ndash Verticillium Wilts caBipublishing Wallingford

toMMaSi f paciolla c de pinto Mc de gaRa l2006 ndash Effects of storage temperature on viability germi-nation and antioxidant metabolism in ginkgo biloba Lseeds plant physiol Biochem 44 359-368

RiaSSunto ndash due ceppi di Verticillium dahliae caratte-rizzati come patotipo defogliante (vd312d) o non defo-gliante (vd315nd) e piante di olivo delle cultivarlsquofrantoiorsquo (resistente) e lsquoleccinorsquo (suscettibile) sono statiutilizzati in prove di inoculazione artificiale focalizzate allostudio fisiologico delle interazioni pianta patogeno ladiversa risposta riscontrata nelle due varietagrave in termini difenoli carotenoidi clorofilla perossido di idrogeno ascor-bato perossidasi generiche e ascorbato perossidasi indicauno stato di stress fitotossine prodotte in vitro dai duepatotipi sembrano essere coinvolte nelle alterazioni biochi-miche e fisiologiche alla base delle tipiche sintomatologiedella verticilliosi su olivo (avvizzimento generale dellachioma e defogliazione)

432 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

autoRi

Giovanni Luigi Bruno (giovanniluigibrunounibait) Samer Sermani Antonio Domenico Marsico Mario AmenduniDipartimento di Scienze del Suolo della Pianta e degli Alimenti (DiSSPA) Sezione di Patologia vegetale Universitagrave di BarildquoAldo Morordquo Via G Amendola 165A 70126 BariCristina Fasciano Maria Paola Ippolito Franca Tommasi (francatommasiunibait) Dipartimento di Biologia Universitagrave diBari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70125 BariCecilia Colella Dipartimento di Chimica Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70125 Bari

Page 23: Società Botanica italiana onluS 45 (2) 2013/391... · 2018-05-08 · prodotto preso in esame e sia dal metodo utilizzato (peRez-JiMénez et al., 2008; MülleR et al., 2010). un’attenzione

il genere Arum l (Araceae) comprende in italia trespecie poliploidi A apulum (carano) p c Boyce Amaculatum l e A italicum Mill in questo genere itaxa poliploidi tendono ad occupare areali geograficimolto ampi rispetto alle specie diploidi (Bedalov1981) infatti A italicum egrave principalmente diffusodal caucaso attraverso la regione del Mediterraneofino alla costa atlantica (BonnieR 1931 MeuSel etal 1965 diHoRu 1970 Bedalov 1975) A macu-latum secondo MeuSel et al (1965) teRpograve (1973)e Bedalov (1981) egrave distribuito in europa centrale eoccidentale A maculatum e A italicum presentanotuberi rizomatosi al contrario del poliploide A apu-lum che ha il tubero a forma discoide (BedalovKupfeR 2005) in riferimento allrsquoorigine delle speciedel genere Arum Bedalov KupfeR (2005) suggeri-scono che la forma discoide del tubero sia da consi-derare ancestrale rispetto alla forma rizomatosaSuccessivamente questi dati sono stati confermati daindagini molecolari (eSpigravendola et al 2010) in precedenti lavori al fine di chiarire la tassonomiadel genere Arum sono stati riportati alcuni aspetticitologici e citotassonomici (goRi 1958 MaRcHi etal 1964 BeuRet 1971 1972 MaRcHi 1971Bedalov 1975 1981 Bedalov et al 1998) lamaggior parte delle specie di Arum egrave diploide connumero cromosomico 2n=28 mentre sono pochi itaxa poliploidi conosciuti A maculatum e A apulumsono tetraploidi con 2n=56 mentre A italicum egrave esa-ploide con 2n=84 le analisi cariologiche hannomostrato in dettaglio i cariotipi di quattro speciediploidi e due poliploidi i taxa analizzati inoltrehanno evidenziato un ldquocariotipo di baserdquo caratteriz-

zato dalla presenza di alcuni cromosomi marker(drsquoeMeRico et al 1993 Bianco et al 1994) il presente contributo fornisce pertanto informazio-ni sulla cariomorfometria delle suddette specie poli-ploidi

MateRiali e Metodile analisi cariologiche sono state effettuate su apiciradicali pretrattati con colchicina 03 per 2h equindi fissati per 5 min con 5111 (vv) (alcol eti-lico assoluto cloroformio acido acetico glaciale for-maldeide) successivamente sono stati idrolizzati per20 min con Hcl 55n e colorati con reattivo difeulgen la nomenclatura utilizzata per descrivere ilcariotipo segue levan et al (1964)per valutare il livello di simmetria del cariotipo sonostati utilizzati gli indici di asimmetria a1 (indiceintracromosomale) e a2 (indice intercromosomale)(RoMeRo zaRco 1986)

RiSultati e diScuSSioneArum maculatum e A italicum sono caratterizzati daun cariotipo asimmetrico comprendente numerosicromosomi submetacentrici con A italicum chemostra un indice intracromosomale (a1=043) piugraveelevato rispetto ad A maculatum (a1=039)dal punto di vista citologico egrave interessante notareche nelle specie esaminate sono state osservate coppiedi cromosomi caratterizzate dalla presenza di seg-menti telomerici debolmente colorati dal feulgenprecedentemente descritti come costrizioni seconda-rie (drsquoeMeRico et al 1993) dyeR (1963) e voSacolaSante (1995) descrivono simili segmenti

414 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

indagini cariomorfometriche in tre taxa poliploidi del genere Arum

a tuRco p Medagli a alBano S drsquoeMeRico

aBStRact - Karyomorphometry on three polyploid taxa of arum - Somatic chromosomes of three polyploid taxa of Arumhave been investigated A italicum showed 2n = 84 chromosomes and the karyotype is composed by numerous asymmet-ric chromosomes A maculatum and A apulum have shown 2n = 56 chromosomes the karyotype morphology of Aitalicum is similar to that of A maculatum but the most asymmetrical karyotype and the presence of numerous weaklyfeulgen-stained segments of the former suggest a more recent origin respect to latter differently A apulum has showed asymmetrical karyotype and few weakly feulgen-stained segments

Keywords allocyclic segments Arum karyotype asymmetry

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

denominati ldquoallocyclic segmentsrdquo in diversi gruppidi piante (Gasteria duval Iris l Aloe l) voSaBennett (1990) e Bennett gRiMSHaW (1991)inoltre suggeriscono lrsquoutilitagrave di questi segmenticome indicatori dellrsquoevoluzione del cariotipo e quin-di determinanti nellrsquoidentificazione dei cariotipidelle varie entitagrave al riguardo Arum italicum hamostrato il maggior numero di cromosomi conte-nenti i suddetti segmenti in comparazione a quelliosservati nei complementi di A maculatum A apu-lum e nei diploidi A orientale M Bieb subsp orien-tale e A cylindraceum gasp (drsquoeMeRico et al1993) differentemente A apulum egrave una specie tetraploidecon una distribuzione limitata al Sud italia (puglia)(caRano 1934 goRi 1958 Bianco et al 1994)Questrsquoultima specie mostra un cariotipo piugrave simme-trico (a1=032) considerato ancestrale rispetto allespecie con cariotipi asimmetrici (SteBBinS 1971)costituito da cromosomi prevalentemente metacen-trici e dalla presenza di pochi segmenti allociclicidrsquoaltra parte lrsquoisolamento geografico accompagnatoda variazioni ecologiche sembra supportare lrsquoattualestruttura del cariotipo di A apulum

letteRatuRa citata Bedalov M 1975 ndash Cytotaxonomical and phytogeograph-

ical investigation of the species arum italicum Mill inYugoslavia acta Bot croat 34 143-150

mdash 1981 ndash Cytotaxonomy of the genus arum (araceae) inthe Balkans and the Aegean area Bot Jahrb Syst 102183-200

Bedalov M favaRgeR c KupfeR p 1998 ndash Naturalhybrids and basic chromosome number in the genusarum acta Botanica yunnanica Suppl X 71-75

Bedalov M KupfeR p 2005 ndash Studies on the genusarum (araceae) Bull Soc neuchacirctel Sci nat 12843-70

Bennett St gRiMSHaW JM 1991 ndash Cytological stu-dies in cyclamen (primulaceae) pl Syst evol 176135-143

BeuRet e 1971 ndash Reacutepartition geacuteographique de quelquesarum des groupes maculatum L et italicum Mill BullSoc neuchacirctel Sci nat 94 29-36

mdash 1972 ndash Preacutesence drsquoun Arum diploide en Italie BullSoc neuchacirctel Sci nat 95 35-41

Bianco p drsquoeMeRico S Medagli p Bedalov M1994 ndash Indagini sistematiche su arum apulum(Carano) Bedalov (araceae) entitagrave endemica delle

Murge Pugliesi Webbia 49 (1) 43-49BonnieR g 1931 ndash Flore complegravete ilustregravee en couleurs de

France Suisse et Belgique 11 pariscaRano e 1934 ndash Un nuovo elemento della Flora meri-

dionale drsquoItalia ann Bot 20 579-585drsquoeMeRico S Bianco p Medagli p 1993 ndash

Chromosome numbers and karyotypes in arum(araceae) caryologia 46 161-170

diHoRu g 1970 ndash Morpho-taxonomische aspekte einigerArum-Arten Rev Roumaine Biol Seacuter Bot 15 71-85

dyeR af 1963 ndash Allocyclic segments of chromosomes andstructural heterozygosity that they reveal chromosoma13 545-576

eSpigravendola a BueRKi S Bedalov M KupfeR palvaRez n 2010 ndash New insights into the phylogeneticsand biogeography of arum (araceae) unravelling its evo-lutionary history Bot J linn Soc 163 14-32

goRi c 1958 ndash Il numero dei cromosomi dellrsquoarumnigrum Schott var apulum Carano caryologia 10(3) 454-456

levan a fRedga K SandBeRg aa 1964 ndashNomenclature for centromeric position on chromosomesHereditas 52 201-220

MaRcHi p 1971 ndash Numeri cromosomici per la flora italia-na 57-66 inform Bot ital 3 124-138

MaRcHi p capineRi R drsquoaMato g 1964 ndash Numericromosomici per la flora italiana 182-189 informBot ital 6 (3) 303-312

MeuSel H JaegeR e WeineRt e 1965 ndash Vergleichen-de Chorologie der zentra-europaumlischen flora 1 Jena

RoMeRo zaRco c 1986 ndash A new method for estimatingkaryotype asymmetry taxon 35 526-530

SteBBinS gl 1971 ndash Chromosomal Evolution in HigherPlants edward arnold ltd london

teRpOacute a 1973 ndash Kritische Revision der arum-Arten desKarpatenbeckens acta Bot acad Sci Hung 18216-255

voSa cg Bennett St 1990 ndash Chromosome studies inthe Southern African flora58-94 Chromosome evolutionin the genus gasteria Duval caryologia 43 235-247

voSa cg colaSante M 1995 ndash I segmenti allociclicinelle liliiflorae inform Bot ital 27 307-308

RiaSSunto gli autori riportano alcuni risultati cario-morfometrici ottenuti su tre specie poliploidi del genereArum Arum apulum (2n=56) A maculatum (2n=56) e Aitalicum (2n=84) in particolare la specie A italicum con2n=84 cromosomi ha mostrato un cariotipo con un eleva-to indice di asimmetria nel cariotipo di questa speciesono stati riscontrati numerosi ldquosegmenti allociclicirdquo incomparazione ad A maculatum e A apulum

415Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

autoRi

Alessio Turco Piero Medagli Antonella Albano Laboratorio di Botanica sistematica ed Ecologia vegetale DiSTeBAUniversitagrave del Salento Campus Ecotekne 73100 LecceSaverio DrsquoEmerico Dipartimento di Biologia Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70126 Bari

Cistus clusii dunal piccolo arbusto appartenente allafamiglia Cistaceae egrave una specie xerofila con distribu-zione mediterraneo-occidentale in italia storicamen-te presente in Sicilia (giaRdina 1988) e in puglianellrsquounica stazione di ldquoBosco isolardquo (lesina fg)(foRte et al 2002a) in questrsquoultima il contestovegetazionale egrave quello della gariga nanofanerofiticasu suolo sabbioso in associazione con Rosmarinusofficinalis l Erica multiflora l e Cistus sp pl(cHieSuRa loRenzoni et al 1976)a partire dallrsquoanno 2000 nellrsquoambito di progetti diricerca condotti dal Museo orto Botanicodellrsquouniversitagrave degli Studi di Bari sono stati indaga-ti alcuni aspetti della biologia ed ecologia di C clusii(MaccHia 2005) tali studi furono finalizzati allarealizzazione di azioni di conservazione in situ attra-verso il rafforzamento della popolazione residualepugliese giagrave allrsquoepoca gravemente esposta a pericolodi estinzione (conti et al 1997) a tale scopo furo-no infatti reintrodotti in aree ecologicamente idoneedi ldquoBosco isolardquo circa cento individui ottenuti pervia sessuale attraverso fecondazione incrociata con-trollata a partire dai pochi individui della popolazio-ne originaria (foRte et al 2002b) Successivi rilieviin campo hanno registrato la progressiva diminuzio-ne del numero di individui presenti in situ fino allaloro completa scomparsa soprattutto a causa deiripetuti incendi verificatisi tra il 2007 e il 2010(foRte et al 2009 2012) tuttavia la specie in

puglia era da ritenersi estinta solo in natura (EW) inquanto presso il Museo orto Botanico di Bari eranopresenti sia individui ottenuti da fecondazione incro-ciata e derivanti dalla popolazione spontanea origina-ria sia semi conservati presso la Banca delgermoplasma (Bg-MoBB)Questrsquoultima evenienza ha costituito la premessaindispensabile per la realizzazione di nuove azioni diconservazione di C clusii nel territorio di ldquoBoscoisolardquo tali azioni si sono concretizzate grazie ad unaconvenzione stipulata tra il Museo orto Botanico diBari e il centro Studi naturalistici onluS nellrsquoam-bito del progetto ldquointerventi per la protezione e con-servazione del patrimonio ambientalerdquo- fondi faS ndashpremialitagrave Regionale delibera cipe 202004in questo lavoro vengono presentate le attivitagrave svolteai fini della propagazione gamica di C clusii e quelleper la successiva reintroduzione degli individui pro-dotti

MateRiali e Metodi

il materiale di propagazione gamica utilizzato per leazioni di conservazione in situ egrave stato ottenuto daimpollinazione incrociata controllata eseguita su dueindividui conservati ex situ siglati come c1 e c2 peri quali era stata giagrave testata la compatibilitagrave allrsquoincro-cio (foRte et al 2012)nel mese di aprile 2010 495 fiori (437 dellrsquoindivi-duo c1 e 58 dellrsquoindividuo c2) privati degli stami

416 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

Reintroduzione di Cistus clusii a ldquoBosco isolardquo (lesina puglia)

l foRte S anifantiS f caRRuggio v cavallaRo f Mantino g MelcHioRRe

aBStRact - Reintroduction of cistus clusii to ldquoBosco Isolardquo (Lesina Apulia) - Cistus clusii dunal is very rare in italy whereits historical sites of occurrence are in Sicily and apulia (ldquoBosco isolardquo ndash lesina fg) after the extinction in the wild ofthe small apulian population the Botanical garden Museum of Bari university and the centro Studi naturalistici(onluS) made a special agreement in order to implement a reintroduction project into the site of lesina the reintro-duced plants 520 in all were obtained from the offspring of lesina C clusii spontaneous population which is conservedex situ at the Botanical garden Museum of Bari to increase the chances of a successful reintroduction the plants wereplaced in three different areas and in each of them the individuals were planted in microsites suitable for the eco-physi-ological characteristics of the lesina population already known from literature in fact only a thorough knowledge of thebio-ecological behaviour of the selected species may allow to establish self-maintaining populations in the wild and so torealize an effective conservation action

Key words apulia Cistus clusii dunal reintroduction

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

sono stati impollinati manualmente e coperti consacchetti di tessuto non tessuto (tnt) in maggioin concomitanza con lrsquoinizio dellrsquoingrossamentodegli ovari i cappucci sono stati rimossi e nel mesesuccessivo egrave stata effettuata la raccolta delle capsulemature nella primavera del 2011 i semi sono statisottoposti a pre-trattamenti di scarificazione mecca-nica manuale e di dry-heating (80 degc x 5 min) inquanto risultati i piugrave efficaci nel promuoverne la ger-minazione (foRte et al 2012) per ciascuno dei duepre-trattamenti sono stati utilizzati circa 1500 semiderivanti dallrsquoincrocio c1 x c2 e circa 400 semi pro-dotti dallrsquoincrocio c2 x c1 i semi pre-trattati sonostati posti direttamente in plateaux di polistiroloespanso riempiti con sabbia sterilizzata a granamedio-fine (50) e torba (50) dopo una primafase di accrescimento le plantule sono state trapian-tate in fitosacchi in film plastico contenenti terrenonon sterile (sabbia di fiume 40 terreno comune30 torba 30) durante tutte le fasi di crescita leplantule sono state irrigate e sottoposte a trattamen-ti fitosanitari e fertilizzanti miratiper lrsquointervento di reintroduzione oltre agli individuicosigrave ottenuti nel 2011 sono stati utilizzati ancheindividui derivanti da semi pre-germinati nellrsquoambi-to di prove sperimentali condotte tra il 2009 e il2010 su c1 e c2la scelta delle aree di reintroduzione egrave stata fattasulla base dei dati storici di presenza di C clusii alesina (cHieSuRa loRenzoni et al 1976 foRte etal 2002b) delle caratteristiche eco-fisiologiche dellapopolazione originaria (foRte et al 2005 foRtepaStoRe 2005) di quelle ecologiche dei siti di rein-troduzione e dellrsquoanalisi delle minacce

RiSultati e diScuSSione

gli individui oggetto dellrsquoazione di reintroduzioneavvenuta a fine gennaio 2013 sono stati distribuitiin tre aree principali (fig 1) Queste sono situate neltratto di cordone dunale immediatamente ad est diMarina di lesina insediamento sorto in localitagravepietramaura dove negli anni lsquo70 era ancora presen-te il piugrave esteso nucleo di individui di C clusii dellastazione di lesina (cHieSuRa loRenzoni et al1976) due delle aree di reintroduzione poste tra lelocalitagrave di acquarotta e pennacchio sono relativa-mente vicine tra loro e separate da una fascia occupa-ta da un rimboschimento a Pinus pinea l mentre laterza in localitagrave chiusa dista dalle altre circa 2 kmallrsquointerno di ciascuna area sono stati individuati piugravesiti di reintroduzione georiferiti mediante strumen-tazione gpS in ognuno dei quali egrave stato inserito unnumero di individui compreso tra 20 e 25la scelta di ripartire gli individui in tre aree di rein-troduzione differenti e allrsquointerno di queste in piugravesiti distinti egrave stata effettuata con lo scopo di ridurre ilrischio che un eventuale incendio possa interessarlecontemporaneamente compromettendo la sopravvi-venza dellrsquointera popolazione reintrodotta il numerocomplessivo di siti di intervento egrave risultato pari a 27inoltre per garantire buone probabilitagrave di successo

anche riproduttivo in ciascun sito sono stati reintro-dotti almeno 20 individui al fine di aumentare laprobabilitagrave di incrocio tra individui con alleli diincompatibilitagrave differenti indispensabile in una spe-cie allogama come C clusii (Rizzotto 1979)in ogni sito inoltre i singoli individui sono statipiantati in micro-siti individuati sulla base dellamicro-morfologia stazionale le tre aree di interven-to ricadono in un contesto vegetazionale caratterizza-to da un complesso e molto frammentato mosaicocostituito principalmente dalla gariga a R officinalisE multiflora e Cistus sp pl e dalla macchia a sclero-fille sempreverdi con presenza di Erica arborea lQuesto mosaico spesso egrave il diretto risultato delledifferenti condizioni ecologiche determinate dallamicro-morfologia stazionale (foRte et al 2002a) ealtre volte della dinamica della vegetazione in atto acausa degli incendi pertanto sono stati individuaticome idonei quei micro-siti rispondenti alle caratte-ristiche bio-ecologiche della popolazione da intro-durre (eliofilia relativa sensibilitagrave allo stress idricoecc foRte et al 2005) e comunque sempre suffi-cientemente distanti da nuclei di macchia in stato diavanzamento o da singoli cespugli in fase di resprou-tinglrsquoazione di conservazione in situ cosigrave condotta nonha richiesto pertanto ulteriori interventi quali dira-

417Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 1Mappa delle aree di reintroduzione (base cartograficaldquocarta della vegetazione reale del ldquoBosco isolardquo di lesina- foglio 1rdquo foRte 2001)Map of reintroduction areas (cartographic base ldquocartadella vegetazione reale del ldquoBosco isolardquo di lesina - foglio1rdquo foRte 2001)

damento della vegetazione preesistente rimozionedel secco ecccomplessivamente nella stazione di ldquoBosco isolardquosono stati reintrodotti 520 individui di C clusii pro-dotti mediante coltivazione ex situ 200 dei qualiderivanti da semina diretta di semi pre-trattati e 320ottenuti da impianto di semi pre-germinatiattualmente ulteriori 155 individui prodotti nel-lrsquoambito di questo progetto sono conservati presso ilMuseo orto Botanico dellrsquouniversitagrave di Bari inmodo da garantire sia la conservazione ex situ delpatrimonio genetico della popolazione di lesina e siala possibilitagrave di disporre di materiale di propagazioneper studi successivi

Ringraziamenti - gli autori ringraziano gli ldquospeciali colla-boratorirdquo che si sono prodigati durante il lavoro in campodi reintroduzione in situ in ordine alfabetico elenaBlotti nicola cillo Saverio drsquoamico Mario de tullioantonella grano Marcello Macchia Saverio Regina egianni Signorile

letteRatuRa citatacHieSuRa loRenzoni f cuRti l loRenzoni gg

MaRcHioRi S 1976 ndash cistus clusii Dunal Note dinomenclatura e di distribuzione con particolare riguardoalla stazione di Lesina (Foggia) giorn Bot ital 110259-267

conti f Manzi a pedRotti f 1997 ndash Liste rosse regio-nali delle piante drsquoItalia WWf Societagrave Botanicaitaliana universitagrave di camerino

foRte l anifantiS S Mantino f caRRuggio fcavallaRo v 2009 ndash Conservation of cistus clusiiDunal from ldquoBosco Isolardquo (Lesina - Apulia) current sta-tus and new experimental evidence in BaccHetta g(ed) Book of Abstracts Biodiversity Hotspots in theMediterranean Area 45th intern congr SiSv amp fip ndashcagliari 22-24 25-29 June 2009 280

foRte l cavallaRo v MaccHia f 2002b ndashConservazione in situ di cistus clusii Dunal (cistaceaeMagnoliophyta) nella duna di Lesina Quad Botamb appl 13 3-9

foRte l cavallaRo v pantaleo f drsquoaMico fSMaccHia f 2002a ndash The vascular Flora of the ldquoBoscoIsolardquo at Lesina (Foggia ndash Apulia) fl Medit 12 33-92

foRte l MelcHioRRe g anifantiS S caRRuggio fMantino f 2012 ndash Alcuni aspetti della biologia dellaconservazione di cistus clusii Dunal di ldquoBosco Isolardquo(Lesina Puglia) inform Bot ital 44(Suppl 2) 36-38

foRte l paStoRe d 2005 ndash Relazioni acqua-pianta inMaccHia f (ed) Biologia ed ecologia di cistus clusiiDunal 31-38 ed adda Bari

foRte l paStoRe d MaRvulli M Scatigna aMeMaccHia f 2005 ndash Analisi comparata tra eventi feno-logici e andamento dei parametri ambientali inMaccHia f (ed) Biologia ed ecologia di cistus clusiiDunal 5-13 ed adda Bari

giaRdina 1988 ndash Segnalazioni Floristiche Italiane 574-576 inform Bot ital 20(2-3) 678-679

MaccHia f (a cura di) 2005 ndash Biologia ed ecologia dicistus clusii Dunal ed adda Bari

Rizzotto M 1979 ndash Ricerche tassonomiche e corologichesulle cistaceae 1 Il genere cistus L in Italia Webbia33(2) 343-378

RiaSSunto ndash Cistus clusii dunal egrave una specie moltorara in italia storicamente presente in Sicilia e in puglianellrsquounica stazione di ldquoBosco isolardquo (lesina fg) in segui-to allrsquoestinzione della piccola popolazione residuale puglie-se il Museo orto Botanico dellrsquouniversitagrave di Bari e ilcentro Studi naturalistici onluS hanno stipulato unaapposita convenzione al fine di attuare unrsquoazione di rein-troduzione nel sito di lesina le piante reintrodotte insitu 520 in tutto sono state ottenute a partire da indivi-dui di C clusii progenie della popolazione spontanea ori-ginaria conservati ex situ presso il Museo orto Botanicoper aumentare le probabilitagrave di successo dellrsquointerventogli individui sono stati distribuiti in tre aree distinte eallrsquointerno di queste piantati in micro-siti rispondenti allecaratteristiche eco-fisiologiche della popolazione di C clu-sii di lesina giagrave note dalla letteratura infatti solo unaconoscenza approfondita del comportamento bio-ecologi-co delle entitagrave oggetto di interventi di conservazione insitu permette di programmare una concreta azione di tute-la attraverso lrsquoinsediamento di popolazioni in grado dipersistere nel tempo

418 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

autoRi

Luigi Forte (luigiforteunibait) Viviana Cavallaro Dipartimento di Biologia e Museo Orto Botanico Universitagrave di BarildquoAdo Morordquo Via E Orabona 4 70126 BariStamatia Anifantis Francesca Carruggio Francesca Mantino Giulia Melchiorre Museo Orto Botanico Universitagrave di BarildquoAldo Morordquo Via E Orabona 4 70126 Bari

Limoniastrum monopetalum (l) Boiss egrave presente inpuglia sulle rupi marittime di tricase porto (le)nellrsquoambito di una cenosi ascrivibile alla classeCrithmo-Limonietea Br-Bl 1947 in condizioni ana-loghe a quanto descritto per la Sicilia meridionale daBaRtolo et al (1982) Secondo la direttiva9243cee si tratta di un habitat di interesse comu-nitario denominato ldquoScogliere con vegetazione dellecoste mediterranee con Limonium spp endemicirdquo(aavv 2010) ersquo una specie a diffusione SW-Mediterranea in italia egrave presente in Sardegna inSicilia (conti et al 1992) nella laguna diorbetello (toMei guazzi 1993) a tricase porto(le) (accogli et al 1996) (fig1) in passato laspecie era stata segnalata ldquonei siti arenosi di tarantordquo(MaRinoSci 1870) caratterizzati da depressionicostiere con un ristagno idrico con substrato preva-lentemente costituito da argille e colonizzato da spe-cie ad elevata alofilia (tRotteR 1936) probabil-mente le antiche cenosi erano ascrivibili alla classeSarcocornetea-fruticosae Br-Bl amp tuumlxen ex a amp oBolograves 1950 tipica dei suoli inondati fangoso-argillo-si come riportato da Biondi et al (2004) per laSardegna

StatuS del popolaMento puglieSe ed eSpeRienzepRegReSSe

a tricase porto il popolamento si presenta formatoda due nuclei localizzati sulla sommitagrave di due costo-ni rocciosi distanti in linea drsquoaria circa 150 mentrambi i costoni sono occupati da abitazioni ad

uso civico ed i cespugli di limoniastro sono localizza-ti nelle loro adiacenze ma non allrsquointerno e questopotrebbe escludere unrsquointroduzione della specie perscopo ornamentale in totale si possono contarecirca 25 individui dei quali 18 si presentano comegrossi cespugli larghi 1ndash25 m alti 075ndash130 m lafioritura dura meno di un mese tra la fine di giugnoe lrsquoinizio di luglio le infiorescenze secche rimango-no sulla pianta sino a dicembre ma la maturazionedei frutti non egrave mai evidente e non egrave visibile la dei-

419infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

conservazione ex situ ed interventi di reintroduzione di Limoniastrum monopetalum in puglia

R accogli Mp BiancHi p Medagli S MaRcHioRi

aBStRact - ex situ conservation and reintroduction of limoniastrum monopetalum in Apulia region - in this paper arepresented the main actions taken by the Botanic garden of diSteBa for the protection of Limoniastrum monopetalum(l) Boiss species of high vulnerability included in the national Red list of plants of italy the specie is cultivated exsitu in the Botanic garden and it was decided to implement its reintroduction in the locality palude la vela (ta) in anarea once had been reported but no longer found propagation of L monopetalum was carried out by vegetative and gen-erative individuals obtained were reintroduced in two sites of the palude to different environmental conditions

Key words conservation moltiplication reintroduction

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 1areale di L monopetalum secondo gReuteR et al 1989 etutin et al 1981distribution area of L monopetalum according togReuteR et al 1989 and tutin et al 1981

scenza a contrastare lo sviluppo e la diffusione dinuove piante sono le estreme condizioni di povertagravedel substrato fortemente disturbato dalle attivitagraveantropiche che rimaneggiano continuamente le som-mitagrave dei costoni rocciosi (interventi di restauro edili-zio incendi e tagli indiscriminati) e la presenza diuna flora sinantropica dominata da agave pittospo-ro caprifico rovola vulnerabilitagrave della specie ha motivato la sua ripro-duzione ex situ nellrsquoorto Botanico dellrsquouniversitagravedel Salento e la messa a punto di protocolli di rein-troduzione infatti giagrave nel 2000 era stata testata lacapacitagrave di propagazione di L monopetalum sia pervia gamica che agamica senza forzature sui semi neacutedi ormoni radicanti per le talee la resa germinativaera risultata molto bassa del 2-5 mentre elevatesono state le percentuali di attecchimento delle talee(70-95) sia in primavera che agli inizi dellrsquoautun-no nel 2005 egrave stato effettuato un primo interventovolto al potenziamento del popolamento di L mono-petalum esistente a tricase porto lungo un breve trat-to costiero prospiciente il sito interessato da un inter-vento di riqualificazione attuato dallrsquoamministra-zione comunale lrsquointervento prevedeva la realizza-zione di un camminamento lungo la scogliera attra-verso i segni della storia locale ancora leggibili (trat-turi per la mena delle pecore vasche intagliate negliscogli per la concia delle pelli e per lrsquoestrazione diblocchi lapidei terrazzamenti per le colture agrarieprimaticce etc) la flora del tratto costiero annove-ra altre specie di interesse conservazionistico percheacuteincluse nella lista Rossa nazionale come Vincetoxi-cum hirundinaria Medik subsp adriaticum (Beck)Markgr o di valore fitogeografico come lrsquoendemicoLimonium japigicum (groves) pignatti Lavateraarborea l Scrophularia lucida l lrsquointervento direintroduzione era stato concordato con docenti edalunni delle Scuole Medie inferiori del comune ditricase che hanno partecipato dimostrando grandeinteresse e sensibilitagrave nellrsquoautunno 2005 egrave stataorganizzata una giornata durante la quale dopo unincontro tra autoritagrave politiche locali studiosi stu-denti e cittadini sono state messe a dimora 10 pian-te di L monopetalum (accogli et al 2006) pur-troppo lrsquointervento egrave stato inficiato da un incendioche nella primavera successiva ha distrutto buonaparte della flora spontanea ed i trapianti effettuati

MateRiali e Metodi

un secondo intervento di reintroduzione di L mono-petalum egrave stato programmato nel 2011 per il sitopalude la vela che ricade nellrsquoomonima Riservanaturale Regionale e prossima allrsquoantica salina di Sgiorgio jonico (ta) come prima fase si egrave procedu-to alla moltiplicazione della specie per ottenere indi-vidui giovani da mettere a dimora la moltiplicazio-ne ex situ egrave stata ripetuta sia per via vegetativa chegenerativa ponendosi nelle medesime condizionidegli anni precedenti ma con lrsquoaccorgimento didistinguere talee semierbacee da talee legnose ilmateriale propagativo egrave stato prelevato dagli indivi-

dui presenti a tricase porto da rami di 2 o piugrave annicon diametro del fusto maggiore di 10 mm sonostate realizzate talee lunghe 10-18 cm da rami di 1anno con diametro inferiore a 10 mm sono staterealizzate talee lunghe 7-12 cm il prelievo egrave statoeffettuato sia allrsquoinizio dellrsquoautunno (5 ottobre 2010)che alla fine della stagione invernale (5 marzo 2011) le talee sono state messe a radicare (senza aggiunta diormoni) in substrato costituito da un mixer di torbae perlite in rapporto 12 in vasi in pvc delle dimen-sioni 7x7x18 cm fatti stazionare poi in tunnel fred-do dopo 30 giorni veniva registrato lrsquoattecchimentodelle talee i risultati definitivi hanno evidenziato ilseguente andamento in autunno per quelle preleva-te da rami di 2 anni egrave stata registrata una percentua-le del 74 e per quelle prelevate da rami di 1 annodel 64 in primavera per le talee piugrave legnose egrave stataregistrata una percentuale di attecchimento pari al95 e per quelle meno legnose dellrsquo86 ancorauna volta i risultati dimostrano la facilitagrave di propaga-zione vegetativa della specie inoltre anche se i valo-ri differiscono di poco si deduce che il periodomigliore per il taleaggio di L monopetalum egrave a finestagione primaverile con rami vecchi di almeno 2anni (tab 1)

i racemi di L monopetalum dopo la fioritura persi-stono sulla pianta per lungo tempo (anche sino allrsquoin-verno) per cui sono stati effettuati periodici prelievidei frutti per lrsquoestrazione dei semi al fine di definire ilperiodo di piena maturazione un primo prelievo deifrutti egrave stato effettuato in ottobre i semi sono statiopportunamente isolati previa rottura della capsulaed una parte di essi egrave stata sottoposta a vernalizzazio-ne (4 degc per 24 h) per simulare unrsquoeventuale dor-mienza invernale la semina egrave stata effettuata in cap-sule petri sterili con carta da filtro come substratotenute in camera di crescita a 20 degc e fotoperiodo di10 h Sono state realizzate tre ripetizioni con 30 ele-menti per capsula lrsquoelaborazione dei dati registratievidenzia un andamento del potere germinativo di Lmonopetalum secondo quanto riportato dalla fig 2 il monitoraggio delle piastre ha evidenziato un pote-re germinativo dei semi molto basso (2-4) questodato egrave stato confermato dalla semina a spaglio effet-tuata in una seminiera con substrato composto datorba e agriperlite nel rapporto 12 da circa 200semi sono emerse solo 6 plantule

420 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

taBella 1Risultati della propagazione ex situResults of ex situ propagation

stagione talee di di radicazionepartenza 72 dopo 30 gg

Oslash 10 mm 64autunno Oslash 10-20 mm 74Oslash 10 mm 86primavera Oslash 10-20 mm 95

ReintRoduzione a palude la vela

i sopralluoghi effettuati a palude la vela per lrsquoindivi-duazione di siti idonei alla reintroduzione hannoindotto alla scelta di due piccole superfici simili percondizioni di substrato per copertura vegetale eparametri ambientali tali siti sono collocati su spon-de opposte dellrsquoacquitrino ed hanno unrsquoestensioneminima di 60 m2 per la messa a dimora sono stateselezionate piante vigorose e sane con unrsquoaltezzamedia di 489 plusmn526 cm e diametro di 1609plusmn304cm nel mese di novembre 2011 egrave stata effettuata laloro messa a dimoranel sito denominato ldquoardquo sono state trapiantate 15piante con un approssimativo sesto di impianto di 2x 4 m nel sito ldquoBrdquo sono state trapiantate 14 piantein ordine sparso in quanto lrsquoarea presentava nume-rose zone di erosione e continui dislivelli

concluSioni

nellrsquoarea palude la vela le condizioni ambientalisembrano piugrave confacenti allrsquoecologia di L monopeta-lum rispetto a tricase porto ed egrave positivo che tutte lepiante abbiano attecchito e siano giunte a fioriturama solo fra qualche anno si potragrave constatare la for-mazione di un eventuale popolamento con individui

fertili ed in grado di autopropagarsi e si avragrave confer-ma del successo della reintroduzione

letteRatuRa citataaavv 2010 ndash Manuale italiano interpretazione degli

habitat (Direttiva 9243 CEE) Ministero ambiente etutela territorio e Mare SBi

accogli R Medagli p MaRcHioRi S 1996 ndashlimoniastrum monopetalum (L) Boiss in Puglia(plumbaginaceae) giorn Bot ital 130 1 91degcongr SBi ancona 16-19 settembre 1996

mdash 2006 ndash Conservazione ex situ e reintroduzione dilimoniastrum monopetalum (L) Boiss sulla fasciacostiera di Tricase Porto (Lecce) inform Bot ital38(Suppl 1) 183-184

BaRtolo g BRullo S MaRcenograve c 1982 ndash La vegeta-zione costiera della Sicilia sud-orientale aQ71226cnR Roma

Biondi e BRugiapaglia e faRRiS e filigHeddu RSeccHi z 2004 ndash Halophilous vegetation of Olbia pondsystem (NE-Sardinia) fitos 41(1) Suppl 1 125-141

conti f Manzi a pedRotti f 1992 ndash Lista RossaNazionale delle Piante drsquoItalia WWf italia Roma

gReuteR W BuRdet HM long g 1989 ndashMedndashChecklist vol 4 320 pp

MaRinoSci M 1870 ndash Flora Salentina 1 22toMei pe guazzi e 1993 ndash Le zone umide della

Toscana Lista generale delle entitagrave generali atti MusStor nat grosseto 15 120-135

tRotteR a 1936 ndash Rilievi ecologici intorno alla flora edalla vegetazione della salina di SGiorgio presso Tarantoann R ist Sup agr portici III 5 120-135

tutin tg HeyWood vH BuRgeS na MooRedM valentine dH WalteRS SM WeBB da1981 ndash Flora Europaea vol 3 51

RiaSSunto - nel presente lavoro vengono esposte leprincipali azioni intraprese dallrsquoorto Botanico deldiSteBa per la salvaguardia di Limoniastrum monopeta-lum (l) Boiss specie ad alta vulnerabilitagrave inclusa nellalista Rossa nazionale delle piante drsquoitalia da anni la spe-cie viene coltivata ex situ nellrsquoorto Botanico e si egrave pensatodi attuare la sua reintroduzione in localitagrave palude la velain un ambito territoriale di antica segnalazione ma doveattualmente risulta scomparsa la propagazione di Lmonopetalum egrave stata effettuata per via vegetativa e genera-tiva e gli individui ottenuti sono stati reintrodotti in duesiti della palude a diverse condizioni ambientali

421Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 2valutazione del potere germinativoevaluation of the germinative power

autoRi

Rita Accogli (ritaaccogliunisalentoit) Maria Pia Bianchi Piero Medagli Silvano Marchiori Orto Botanico delDipartimento di Scienze e Tecnologie Biologiche ed Ambientali (DiSTeBA) Universitagrave del Salento Centro Ecotekne ViaProvinciale per Monteroni 73100 Lecce

in occasione della redazione della checklist dellepiante vascolari della puglia (a albano fBartolucci f conti p Medagli Rp Wagensommerin prep) egrave stato aggiornato lrsquoelenco delle specieminacciate in questa Regionele liste Rosse Regionali (conti et al 1997) ripor-tavano per la puglia 180 entitagrave da allora sono tras-corsi piugrave di 15 anni alcune di queste entitagrave eranoindicate in puglia per errore e altre sono considerateoggi sinonimi di entitagrave non minacciate mentrenumerose specie della lista Rossa nazionale sonostate rinvenute in puglia solo dopo il lavoro diconti et al (op cit) per questo motivo abbiamoritenuto utile aggiornare lrsquoelenco delle specie di listaRossa della Regione puglia e integrarlo con tutte leentitagrave endemiche pugliesi ed esclusive della Regione(presenti in italia solo in puglia)

RiSultati

il libro Rosso delle piante drsquoitalia (conti et al1992) riportava 458 specie e sottospecie di piantevascolari sottoposte a vari gradi di minaccia a livellonazionale di queste entitagrave 46 sono attualmentenote in puglia (tab 1) considerando anche le listeRosse Regionali (conti et al 1997) il numero ditaxa minacciati a livello nazionale e presenti in pugliasale a 89 entitagrave certamente presenti (di cui 1 dubita-tivamente alloctona) e 8 dubitativamente presentinella Regione mentre il numero di entitagrave indicatecome minacciate a livello Regionale egrave pari a 158 (dicui 1 dubitativamente alloctona) alle quali si aggiun-gono 4 entitagrave dubitativamente presenti nella Regio-ne per un totale di 188 entitagrave (tab 1)

le specie esclusive della puglia cioegrave quelle presentiin italia solo in questa Regione sono 54 di cui 2dubitativamente alloctone alle quali si aggiungono 6entitagrave la cui presenza egrave dubbia di queste 54 entitagrave35 sono endemiche pugliesi (tab 1)pertanto le specie di lista Rossa in puglia integratecon tutte le endemiche pugliesi e le esclusive dellaRegione sono 221 (tab 1) pari al 93 della floravascolare autoctona pugliese

diScuSSione

il libro Rosso e le liste Rosse delle piante drsquoitalia(conti et al 1992 1997) pur essendo stati seguitida altri lavori riguardanti le piante minacciate delnostro paese (pignatti et al 2001 ScoppolaSpaMpinato 2005) sono ancora oggi il riferimentoprincipale per le specie a rischio di estinzione initalia negli ultimi anni lrsquoimpulso alla realizzazionedi una nuova lista Rossa delle piante drsquoitalia secon-do i piugrave recenti criteri iucn (2001 2011) egrave statodato dalla rubrica pubblicata sullrsquoinformatoreBotanico italiano ldquoSchede per una lista Rossa dellaflora vascolare e crittogamica italianardquo e dal proget-to appena concluso e realizzato dalla SocietagraveBotanica italiana per conto del Ministero dellrsquoam-biente e della tutela del territorio e del Mare relati-vo alla valutazione nazionale della categoria di rischiodi estinzione per piugrave di 300 specie vegetali di interes-se conservazionistico e di ambientihabitat partico-larmente minacciati (RoSSi et al 2013) attualmen-te questi progetti hanno portato alla valutazione delgrado di minaccia di 40 specie vascolari presenti inpuglia Egrave auspicabile pertanto il contributo di tutti

422 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

piante vascolari minacciate e liste Rosse aggiornamento delle conoscenzein puglia

Rp WagenSoMMeR p Medagli ev peRRino

aBStRact - Threatened vascular plants and Red Lists an update of knowledge in Apulia -the Regional Red list of vas-cular plant species in apulia Region has been updated following recent knowledges of conservation distributional andtaxonomic interest

Key words apulia Red lists threatened species update

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

423Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

taBe

lla

1Piante vascolari endemiche esclusive e di Lista Rossa della Regione Puglia

Endemic exclusive and Red List vascular plants in Apulia Region

424 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO 45 (2) 393-432 2013(se

gue T

ab 1

)

425Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

(segue Tab 1)

426 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013(segue Tab 1)

427Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

(segue Tab 1)

i botanici pugliesi affincheacute sia possibile valutaresecondo i criteri piugrave recenti dellrsquoIUCN (op cit) unnumero molto maggiore di specieLrsquoelenco riportato in Tab 1 include tutte le specieendemiche pugliesi ed esclusive della Puglia Di que-ste entitagrave 33 non venivano indicate nelle Liste RosseRegionali (CONTI et al 1997) Esse sono state inclu-se in Tab 1 in via precauzionale ma in molti casi illoro effettivo grado di minaccia deve ancora esserevalutato Lrsquoelenco non include invece le categorie diminaccia indicate in ROSSI et al (2013) che sarannooggetto di un futuro contributo sulle specie di inte-resse conservazionistico in Puglia

CONCLUSIONILrsquoaggiornamento delle conoscenze floristiche inPuglia e le informazioni tassonomiche nomenclatu-rali e distributive pubblicate nel corso degli ultimianni hanno consentito un aggiornamento delle ListeRosse delle Piante vascolari della Regione Puglia maancora molto lavoro deve essere svolto per megliodefinire il numero di specie a rischio e il loro effetti-vo grado di minaccia secondo i piugrave recenti criteriinternazionali (IUCN op cit)

LETTERATURA CITATACONTI F MANZI A PEDROTTI F 1992 ndash Libro Rossodelle Piante drsquoItaliaMinistero Ambiente WWF Italia

Societagrave Botanica Italiana Romamdash 1997 ndash Liste Rosse Regionali delle Piante drsquoItaliaWWFItalia Societagrave Botanica Italiana CIAS Camerino

IUCN 2001 ndash IUCN Red List Categories and CriteriaVersion 31 IUCN Species Survival CommissionIUCN Gland (Switzerland) amp Cambridge (UK)II+30 pp

mdash 2011 ndash Guidelines for Using the IUCN Red ListCategories and Criteria Version 90 Prepared by theStandards and Petitions Subcommittee httpww-wiucnredlistorgdocumentsRedListGuidelinespdf

PIGNATTI S MENEGONI P GIACANELLI V (a cura di)2001 ndash Liste rosse e blu della flora italiana ANPARoma

ROSSI G MONTAGNANI C GARGANO D PERUZZI LABELI T RAVERA S COGONI A FENU G MAGRINIS GENNAI M FOGGI B WAGENSOMMER RPVENTURELLA G BLASI C RAIMONDO FMORSENIGO S (Eds) 2013 ndash Lista Rossa della FloraItaliana 1 Policy Species e altre specie minacciateComitato Italiano IUCN Ministero Ambiente eTutela Territorio e Mare Roma 54 pp

SCOPPOLA A SPAMPINATO G (Eds) 2005 ndash Atlante dellespecie a rischio di estinzione (CD-ROM) Allegato a ASCOPPOLA C BLASI (Eds) Stato delle conoscenze sullaflora vascolare drsquoItalia Palombi Ed Roma

RIASSUNTO ndash Egrave stata aggiornata la Lista RossaRegionale delle piante vascolari della Regione Pugliasecondo le piugrave recenti conoscenze in ambito conservazio-nistico distributivo e tassonomico

428 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO 45 (2) 393-432 2013

AUTORI

Robert Philipp Wagensommer (robwagensommeryahooit) Scuola di Scienze Ambientali Universitagrave di Camerino - CentroRicerche Floristiche dellrsquoAppennino (Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga) San Colombo 67021 Barisciano(LrsquoAquila)Piero Medagli (pietromedagliunileit) Laboratorio di Botanica Sistematica del DiSTeBA Universitagrave del Salento ViaProvinciale Lecce-Monteroni 73100 LecceEnrico Vito Perrino (enricoperrinoyahooit) Museo Orto Botanico Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via E Orabona 4 70124Bari

Verticillium dahliae Kleb egrave un fungo tracheomicoti-co responsabile della piugrave grave malattia dellrsquoolivo(Olea europaea l) soprattutto negli oliveti dei paesimediterranei Questo fungo oltre lrsquoolivo attacca piugravedi 300 specie di piante arboree ed erbacee la malat-tia determina generalmente il disseccamento di por-zioni della chioma (BeJaRano-alcaacutezaR et al 2001pegg BRady 2002 BuBici ciRulli 2011) isolatidi V dahliae in grado di infettare cotone e olivo pos-sono essere classificati in due patotipi defogliante enon-defogliante sulla base della loro abilitagrave o menodi indurre defogliazione nelle piante infette(MeRcado-Blanco et al 2001 2003) il presentelavoro propone studi preliminari su i) alcune rispo-ste fisiologiche in due cultivar di olivo caratterizzateda differenti livelli di suscettibilitagrave alla verticilliosi ii)alcuni determinanti di patogenicitagrave potenzialmentecoinvolti nellrsquoinduzione dei sintomi fogliari prodottida patotipi diversi di V dahliae

MateRiali e Metodi

Alterazioni fisiologiche piante di olivo delle cultivar lsquofrantoiorsquo (resistente) elsquoleccinorsquo (suscettibile) sono state inoculate con gliisolati vd312d (defogliante) e vd315nd (nondefogliante) seguendo il metodo descritto da ciRulli

et al (2008) piante non trattate e piante le cui radi-ci sono state immerse per 10 minuti in acqua sonostate utilizzate come tesi di controllo Sono stati valu-tati il contenuto di fenoli carotenoidi clorofillaperossido drsquoidrogeno ascorbato e lrsquoattivitagrave delleperossidasi generiche (pod) e dellrsquoascorbato perossi-dasi (apX) in foglie delle due cultivar raccolte dopo24 72 e 240 ore dal trapianto applicando i metodiproposti da cHandleR doddS (1983) licHten-tHaleR (1987) BRuno SpaRapano (2006) toM-MaSi et al (2006) paRadiSo et al (2008) tre mesidopo lrsquoinoculazione su ogni pianta egrave stata valutata lapresenza di malattia sulla chioma utilizzando la scaladi severitagrave dei sintomi proposta da colella et al(2008) lrsquoanalisi statistica dei dati egrave stata eseguitaattraverso lrsquoanalisi della varianza (anova) le mediesono state separate con il test della minima differen-za significativa (MdS) Produzione di metaboliti secondari fitotossici colture liquide statiche degli isolati vd312d evd315nd di V dahliae sono state allestite in tredifferenti soluzioni nutritive czapek modificato(vdM) patate destrosio Broth (pdB difco ) oacqua estratto di Malto (oxoid) al 2 (eM2) perciascun isolato e substrato sono state preparate 10bottiglie di Roux della capacitagrave di 1 l contenenti

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Meccanismi di resistenza alla verticilliosi e caratterizzazione di varietagrave meridionali di olivo dati preliminari sulla fisiologia dellrsquointerazione olivoVerticillium dahliae

gl BRuno c faSciano Mp ippolito S SeRMani ad MaRSico c colella M aMenduni f toMMaSi

aBStRact - Mechanisms of resistance to olive Verticillium wilt and characterization of olive varieties from southern prelim-inary data on physiology of olive - verticillium dahliae interaction - inoculations experiment were performed with two strainsof Verticillium dahliae characterized as defoliating (vd312d) or not defoliating (vd315nd) pathotypes lsquofrantoiorsquo(resistant) and lsquoleccinorsquo (susceptible) olive plants the interaction plantpathogen was evaluated as total phenolscarotenoids chlorophylls hydrogen peroxide ascorbic acid generic peroxidases and ascorbate peroxidase activityinoculated plants showed the typical pathway associate to a stress the two pathotypes are also able to produce in vitrophytotoxins Some of these secondary metabolites should be involved on biochemical and physiological alterations asso-ciated to verticillium wilt symptoms on olive trees (leaves wilting and defoliation)

Keywords fenoli totali metaboliti secondari stato redox verticilliosi

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

150 ml di soluzione nutritiva ciascuna bottiglia egravestata inoculata con 5 ml di sospensione ottenutaomogeneizzando tre colonie (coltivate per due setti-mane in piastre petri su substrato di pda a 25 degc albuio) in 50 ml di acqua distillata sterile dopo 28giorni di coltura (25 degc al buio) il micelio egrave statorimosso mediante filtrazione su garza e centrifugazio-ne (5500 xg 20 min 4 degc) aliquote (3 ml) di cia-scun filtrato colturale (fc) integro o diluito (10100 e 1000 volte con acqua distillata) sono state uti-lizzate in saggi di tossicitagrave su rametti recisi dilsquoleccinorsquo e lsquofrantoiorsquo eseguiti in ambiente controlla-to (uR 50 t 25 degc luce 150 microe cm-2 sec-1)acqua distillata e substrato non inoculato sono statiutilizzati come controllo dal terzo giorno dopo lrsquoas-sorbimento delle soluzioni tossiche egrave stata osservatala manifestazione dei sintomi dopo 24 72 e 240 oredallrsquoassorbimento delle soluzioni saggiate le foglie diciascun rametto sono state caratterizzate in terminidi flusso traspiratorio utilizzando un porometro li-1600-licor negli stessi intervalli egrave stato valutato ilcontenuto in clorofilla e fenoli seguendo i metodiproposti in precedenza

RiSultati e diScuSSione

Alterazioni fisiologicheper entrambi i patotipi di V dahliae saggiati lrsquoindu-zione di uno stato di malessere nella pianta egrave confer-mata dalla riduzione nel contenuto di clorofillesoprattutto dopo 24 ore per la cultivar suscettibilelsquoleccinorsquo (fig 1) invece il contenuto di ascorbatoclorofille e carotenoidi ha subito un incrementosoprattutto nei campioni di foglie prelevate dopo 72e 240 ore dallrsquoinoculo con il patotipo defogliante leanalisi condotte sulle foglie di lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquohanno mostrato come la molecola segnale perossidodrsquoidrogeno risulta maggiormente presente nella cul-tivar frantoio dopo 72 ore dallrsquoinoculo con il patoti-po defogliante (fig 1) mentre lrsquoattivitagrave della apXsegna negli stessi tempi un decremento (fig 2) invece nella cultivar frantoio i sistemi antiossidan-ti non enzimatici hanno mostrato un calo rispetto aicontrolli nei livelli di ascorbato e di fenoli (fig 1) non si sono osservate variazioni nellrsquoattivitagrave dellacatalasi (fig 2) infatti come dimostrato in altrisistemi nei tessuti vegetali questo enzima svolge unruolo nel metabolismo del perossido di idrogenosecondario rispetto allrsquoapX che invece egrave lrsquoenzimachiave nel controllo della concentrazione in perossi-do di idrogeno (de gaRa et al 2003) lrsquoattivitagrave dellepod infine aumenta notevolmente nelle fasi tardi-ve dellrsquoinfezione nelle foglie di lsquofrantoiorsquo mentre inquelle di lsquoleccinorsquo un incremento egrave evidente 72 oredallrsquoinoculo (fig 2) i dati evidenziati nelle nostre condizioni sperimenta-li sono in linea con quanto riportato dalla letteraturariguardo alle interazioni pianta-patogeno e le risposteda stress abiotici (de gaRa et al 2003) infatti nellepiante resistenti si assiste a una modulazione deisistemi antiossidanti tale da causare un incremento diperossido di idrogeno a livello fogliare (de gaRa etal 2003) per contro nella varietagrave suscettibile lrsquoau-

mento dei livelli in antiossidanti non enzimatici nonegrave sufficiente a indurre resistenza la diversa rispostaai sistemi antiossidanti riscontrata nelle due varietagraveutilizzate in queste prove potrebbe essere consideratacome un marker biochimico per valutare lo stato diavanzamento dellrsquoinfezione e il suo destino primadella comparsa dei sintomi

Evoluzione dei sintomia conferma di quanto giagrave riscontrato da ciRulli etal (2008) lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo sono risultate rispet-tivamente resistenti e suscettibili ai due isolati di Vdahliae utilizzati nessun sintomo egrave stato registrato esulle piante utilizzate come controllo (piante nontrattate e piante le cui radici sono state immerse per

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fig 1contenuto in fenoli carotenoidi clorofille e perossido diidrogeno in foglie di lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo dopo 24 72 e240 ore dallrsquoinoculo con vd312d () e vd315nd ()i controlli sono rappresentati da piante le cui radici sonostate immerse per 10 minuti in acqua (mdash) ciascun valo-re egrave la media di cinque piante phenols carotenoids chlorophylls and hydrogen peroxidecontent in leaves of lsquofrantoiorsquo and lsquoleccinorsquo after 24 72and 240 hours after inoculation with vd312d () andvd315nd () as controls plants were treated for 10minutes in water (mdash) each value is the mean of fiveplants

10 minuti in acqua) e sulle chiome di lsquofrantoiorsquo ino-culate con il patotipo non defogliante il patotipodefogliante ha causato su lsquofrantoiorsquo una modestadefogliazione le piante di lsquoleccinorsquo hanno espressosintomi gravi con entrambi i patotipi (generale avviz-zimento della chioma) aggravati nel caso del patoti-po defogliante da accentuata e rapida filloptosiMetaboliti secondari fitotossici gli isolati di V dahliae utilizzati in coltura liquida susubstrato vdM hanno permesso di ottenere fc chesaggiati su rametti recisi di lsquoleccinorsquo (suscettibile) elsquofrantoiorsquo (resistente) hanno riprodotto sintomi diavvizzimento e accartocciamento fogliare e defoglia-zione nessun sintomo egrave stato registrato sui ramettiche hanno assorbito acqua distillata e i substrati noninoculati lrsquoassorbimento dei 3 ml di soluzione daparte dei rametti ha richiesto 30-32 ore per acquavdM pdB e eM2 mentre i fc dei due isolati sonostati assorbiti in 17-24 ore i fc dei patotipivd312d o vd315nd di V dah-liae ottenuti su substrato vdM saggiati su entrambe

le cultivar di olivo hanno evidenziato sintomi da 7-9 giorni dopo lrsquoassorbimento i fc ottenuti su sub-strato vdM da entrambi i patotipi inducono ripiega-mento e successivo imbrunimento della laminafogliare sui rametti di lsquofrantoiorsquo Sui rametti dilsquoleccinorsquo sono stati registrati ingiallimenti della lami-na fogliare inizialmente intorno alle nervature edopo 3-5 giorni sullrsquointera superficie Sintomo fina-le dei fc di entrambi gli isolati di V dahliae dopo 28giorni di coltura su substrato di vdM egrave stata unagenerale defogliazione dei rametti Su lsquoleccinorsquo ladefogliazione egrave stata severa e si egrave avuta dopo 17 gior-ni sui rametti trattati con il fc dellrsquoisolato vd312dcf e dopo 21 giorni su lsquofrantoiorsquo i rametti trattaticon i fc di vd315nd sono stati registrati dopo 20giorni su lsquoleccinorsquo e dopo 25 giorni su lsquofrantoiorsquo isintomi sopra descritti sono stati osservati anche suirametti che hanno assorbito i fc dei due isolati dopodiluizione di 10 e 100 volte con acqua distillata i fc ottenuti dai due patotipi su substrato vdMsono stati confrontati sulle due cultivar per i loroeffetti sul flusso traspiratorio e sulle variazioni infenoli e clorofille presenti nelle foglie (fig 3)

431Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 2contenuto in ascorbato e attivitagrave delle perossidasi generi-che (pod) e dellrsquoascorbato perossidasi (apX) in foglie dilsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo dopo 24 72 e 240 ore dallrsquoinoculocon vd312d () e vd315nd () i controlli sono rap-presentati da piante le cui radici sono state immerse per10 minuti in acqua (mdash) ciascun valore egrave la media di cin-que piante ascorbic acid concentration and peroxidase (pod) andascorbate peroxidase (apX) activity in leaves of lsquofrantoiorsquoand lsquoleccinorsquo after 24 72 and 240 hours after inocula-tion with vd312d () and vd315nd () as controlsplants were treated for 10 minutes in water (mdash) eachvalue is the mean of five plants

fig 3effetti sulla traspirazione e sul contenuto in clorofille efenoli in foglie di lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo dopo 24 72 e 240ore dallrsquoassorbimento di 3 ml di filtrato colturale degli iso-lati vd312d () e vd315nd () su substrato vdM icontrolli hanno assorbito 3 ml di acqua (mdash) ciascunvalore egrave la media di cinque rametti recisi transpiration from abaxial leaf surfaces and chlorophyllsand phenols content in leaves of lsquofrantoiorsquo and lsquoleccinorsquoafter 24 72 and 240 hours after the absorbtion of 3 ml fvd312d () and vd315nd () culture filtrates onvdM as controls twigs adsorbed 3 ml of water (mdash) eachvalue is the mean of five twigs

le misure di traspirazione (fig 3) dimostrano unforte incremento nel flusso traspiratorio nei ramettirecisi che hanno assorbito i fc ottenuti dal patotipovd312d rispetto a quelli ottenuti dal vd315nd edalle tesi di controllo nessuna differenza egrave stata regi-strata nel contenuto in clorofilla Solo la concentra-zione in fenoli nelle foglie dei rametti recisi chehanno assorbito i fc ottenuti dai due isolati egrave risul-tata circa tre volte superiore rispetto ai rametti delletesi di controllo totali (fig 3)in definitiva appare chiaro che nellrsquointerazione Vdahliae e olivo entrino in gioco fattori chimici divirulenza del patogeno (fitotossine) che contribuisca-no alla patogenesi e alla manifestazione dei sintomied inducano nellrsquoospite condizioni di stress in que-sto stato la pianta ospite manifesteragrave in parte o intoto le alterazioni biochimiche e fisiologiche determi-natesi nei tessuti attraverso i sintomi

Ringraziamenti - gli autori ringraziano i collaboratoriluca Scarola valentino poliseno nicola contursi eaniello Rescigno (dipartimento di Scienze del Suolo dellapianta e degli alimenti universitagrave degli Studi di Barialdo Moro) per il valido supporto tecnico nella realizza-zione delle prove lavoro realizzato con il contributo dellafondazione cassa di Risparmio di puglia Bando 2010 ndashprogetto Meccanismi di resistenza alla verticilliosi e caratte-rizzazione di varietagrave meridionali di olivo

letteRatuRa citataBeJaRano-alcaacutezaR J peacuteRez-aRteacuteS e JiMeacutenez-dIacuteaz

RM 2001 ndash Spread of the defoliating pathotype ofverticillium dahliae to new cotton and olive growingareas in Southern Spain in Proceedings 8th Inter-national Verticillium Symposium coacuterdoba 2001 57

BRuno g SpaRapano l 2006 ndash Effects of three esca-asso-ciated fungi on vitis vinifera L II Characterization ofbiomolecules in xylem sap and leaves of healthy and dis-eased vines physiol Mol plant path 69 195-208

BuBici g ciRulli M 2011 ndash verticillium wilt inScHena l agoSteo ge cacciola So (eds)Olive diseases and disorders 191-222 transwordResearch network Kerala india

cHandleR Sf doddS JH 1983 ndash The effect of phos-phate nitrogen and sucrose on the production of pheno-lics and solasodine in callus cultures of Solanum lacinia-tum plant cell Rep 2 205

ciRulli M colella c drsquoaMico M aMenduni MBuBici g 2008 ndash Comparison of screening methods for

the evaluation of olive resistance to verticillium dahliaeKleb J plant path 90(1) 7-14

colella c Miacola c aMenduni M drsquoaMico MBuBici g ciRulli M 2008 ndash Sources of Verticilliumwilt resistance in wild olive germplasm from theMediterranean region plant path 57 533-539

de gaRa l de pinto Mc toMMaSi f 2003 ndash Theantioxidant systems vis-agrave-vis reactive oxygen species dur-ing plantndashpathogen interaction plant physiolBiochem 41 863-870

licHtentHaleR HK 1987 ndash Chlorophylls andearotenoids pigments of photosynthetic bio-membranesMethods enzymol 148 351-383

MeRcado-Blanco J collado-RoMeRo M paRRilla-aRauJo S RodRIacuteguez-JuRado d JiMeacutenez-dIacuteazRM 2003 ndash Quantitative monitoring of colonizationof olive genotypes by verticillium dahliae pathotypes withreal-time polymerase chain reaction physiol Mol plantpath 63 91-105

MeRcado-Blanco J RodRIacuteguez-JuRado d peacuteRez-aRteacuteS e JiMenez-dIacuteaz RM 2001 ndash Detection of thenondefoliating pathotype of verticillium dahliae ininfected olive plants by nested PCR plant path 50609-619

paRadiSo a BeRaRdino R de pinto Mc Sanitagrave ditoppi l StoRelli MM toMMaSi f de gaRa l2008 ndash Increase in ascorbatendashglutathione metabolism aslocal and precocious systemic responses induced by cadmi-um in durum wheat plants plant cell physiol 49362-374

pegg gf BRady Bl 2002 ndash Verticillium Wilts caBipublishing Wallingford

toMMaSi f paciolla c de pinto Mc de gaRa l2006 ndash Effects of storage temperature on viability germi-nation and antioxidant metabolism in ginkgo biloba Lseeds plant physiol Biochem 44 359-368

RiaSSunto ndash due ceppi di Verticillium dahliae caratte-rizzati come patotipo defogliante (vd312d) o non defo-gliante (vd315nd) e piante di olivo delle cultivarlsquofrantoiorsquo (resistente) e lsquoleccinorsquo (suscettibile) sono statiutilizzati in prove di inoculazione artificiale focalizzate allostudio fisiologico delle interazioni pianta patogeno ladiversa risposta riscontrata nelle due varietagrave in termini difenoli carotenoidi clorofilla perossido di idrogeno ascor-bato perossidasi generiche e ascorbato perossidasi indicauno stato di stress fitotossine prodotte in vitro dai duepatotipi sembrano essere coinvolte nelle alterazioni biochi-miche e fisiologiche alla base delle tipiche sintomatologiedella verticilliosi su olivo (avvizzimento generale dellachioma e defogliazione)

432 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

autoRi

Giovanni Luigi Bruno (giovanniluigibrunounibait) Samer Sermani Antonio Domenico Marsico Mario AmenduniDipartimento di Scienze del Suolo della Pianta e degli Alimenti (DiSSPA) Sezione di Patologia vegetale Universitagrave di BarildquoAldo Morordquo Via G Amendola 165A 70126 BariCristina Fasciano Maria Paola Ippolito Franca Tommasi (francatommasiunibait) Dipartimento di Biologia Universitagrave diBari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70125 BariCecilia Colella Dipartimento di Chimica Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70125 Bari

Page 24: Società Botanica italiana onluS 45 (2) 2013/391... · 2018-05-08 · prodotto preso in esame e sia dal metodo utilizzato (peRez-JiMénez et al., 2008; MülleR et al., 2010). un’attenzione

denominati ldquoallocyclic segmentsrdquo in diversi gruppidi piante (Gasteria duval Iris l Aloe l) voSaBennett (1990) e Bennett gRiMSHaW (1991)inoltre suggeriscono lrsquoutilitagrave di questi segmenticome indicatori dellrsquoevoluzione del cariotipo e quin-di determinanti nellrsquoidentificazione dei cariotipidelle varie entitagrave al riguardo Arum italicum hamostrato il maggior numero di cromosomi conte-nenti i suddetti segmenti in comparazione a quelliosservati nei complementi di A maculatum A apu-lum e nei diploidi A orientale M Bieb subsp orien-tale e A cylindraceum gasp (drsquoeMeRico et al1993) differentemente A apulum egrave una specie tetraploidecon una distribuzione limitata al Sud italia (puglia)(caRano 1934 goRi 1958 Bianco et al 1994)Questrsquoultima specie mostra un cariotipo piugrave simme-trico (a1=032) considerato ancestrale rispetto allespecie con cariotipi asimmetrici (SteBBinS 1971)costituito da cromosomi prevalentemente metacen-trici e dalla presenza di pochi segmenti allociclicidrsquoaltra parte lrsquoisolamento geografico accompagnatoda variazioni ecologiche sembra supportare lrsquoattualestruttura del cariotipo di A apulum

letteRatuRa citata Bedalov M 1975 ndash Cytotaxonomical and phytogeograph-

ical investigation of the species arum italicum Mill inYugoslavia acta Bot croat 34 143-150

mdash 1981 ndash Cytotaxonomy of the genus arum (araceae) inthe Balkans and the Aegean area Bot Jahrb Syst 102183-200

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Bedalov M KupfeR p 2005 ndash Studies on the genusarum (araceae) Bull Soc neuchacirctel Sci nat 12843-70

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BeuRet e 1971 ndash Reacutepartition geacuteographique de quelquesarum des groupes maculatum L et italicum Mill BullSoc neuchacirctel Sci nat 94 29-36

mdash 1972 ndash Preacutesence drsquoun Arum diploide en Italie BullSoc neuchacirctel Sci nat 95 35-41

Bianco p drsquoeMeRico S Medagli p Bedalov M1994 ndash Indagini sistematiche su arum apulum(Carano) Bedalov (araceae) entitagrave endemica delle

Murge Pugliesi Webbia 49 (1) 43-49BonnieR g 1931 ndash Flore complegravete ilustregravee en couleurs de

France Suisse et Belgique 11 pariscaRano e 1934 ndash Un nuovo elemento della Flora meri-

dionale drsquoItalia ann Bot 20 579-585drsquoeMeRico S Bianco p Medagli p 1993 ndash

Chromosome numbers and karyotypes in arum(araceae) caryologia 46 161-170

diHoRu g 1970 ndash Morpho-taxonomische aspekte einigerArum-Arten Rev Roumaine Biol Seacuter Bot 15 71-85

dyeR af 1963 ndash Allocyclic segments of chromosomes andstructural heterozygosity that they reveal chromosoma13 545-576

eSpigravendola a BueRKi S Bedalov M KupfeR palvaRez n 2010 ndash New insights into the phylogeneticsand biogeography of arum (araceae) unravelling its evo-lutionary history Bot J linn Soc 163 14-32

goRi c 1958 ndash Il numero dei cromosomi dellrsquoarumnigrum Schott var apulum Carano caryologia 10(3) 454-456

levan a fRedga K SandBeRg aa 1964 ndashNomenclature for centromeric position on chromosomesHereditas 52 201-220

MaRcHi p 1971 ndash Numeri cromosomici per la flora italia-na 57-66 inform Bot ital 3 124-138

MaRcHi p capineRi R drsquoaMato g 1964 ndash Numericromosomici per la flora italiana 182-189 informBot ital 6 (3) 303-312

MeuSel H JaegeR e WeineRt e 1965 ndash Vergleichen-de Chorologie der zentra-europaumlischen flora 1 Jena

RoMeRo zaRco c 1986 ndash A new method for estimatingkaryotype asymmetry taxon 35 526-530

SteBBinS gl 1971 ndash Chromosomal Evolution in HigherPlants edward arnold ltd london

teRpOacute a 1973 ndash Kritische Revision der arum-Arten desKarpatenbeckens acta Bot acad Sci Hung 18216-255

voSa cg Bennett St 1990 ndash Chromosome studies inthe Southern African flora58-94 Chromosome evolutionin the genus gasteria Duval caryologia 43 235-247

voSa cg colaSante M 1995 ndash I segmenti allociclicinelle liliiflorae inform Bot ital 27 307-308

RiaSSunto gli autori riportano alcuni risultati cario-morfometrici ottenuti su tre specie poliploidi del genereArum Arum apulum (2n=56) A maculatum (2n=56) e Aitalicum (2n=84) in particolare la specie A italicum con2n=84 cromosomi ha mostrato un cariotipo con un eleva-to indice di asimmetria nel cariotipo di questa speciesono stati riscontrati numerosi ldquosegmenti allociclicirdquo incomparazione ad A maculatum e A apulum

415Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

autoRi

Alessio Turco Piero Medagli Antonella Albano Laboratorio di Botanica sistematica ed Ecologia vegetale DiSTeBAUniversitagrave del Salento Campus Ecotekne 73100 LecceSaverio DrsquoEmerico Dipartimento di Biologia Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70126 Bari

Cistus clusii dunal piccolo arbusto appartenente allafamiglia Cistaceae egrave una specie xerofila con distribu-zione mediterraneo-occidentale in italia storicamen-te presente in Sicilia (giaRdina 1988) e in puglianellrsquounica stazione di ldquoBosco isolardquo (lesina fg)(foRte et al 2002a) in questrsquoultima il contestovegetazionale egrave quello della gariga nanofanerofiticasu suolo sabbioso in associazione con Rosmarinusofficinalis l Erica multiflora l e Cistus sp pl(cHieSuRa loRenzoni et al 1976)a partire dallrsquoanno 2000 nellrsquoambito di progetti diricerca condotti dal Museo orto Botanicodellrsquouniversitagrave degli Studi di Bari sono stati indaga-ti alcuni aspetti della biologia ed ecologia di C clusii(MaccHia 2005) tali studi furono finalizzati allarealizzazione di azioni di conservazione in situ attra-verso il rafforzamento della popolazione residualepugliese giagrave allrsquoepoca gravemente esposta a pericolodi estinzione (conti et al 1997) a tale scopo furo-no infatti reintrodotti in aree ecologicamente idoneedi ldquoBosco isolardquo circa cento individui ottenuti pervia sessuale attraverso fecondazione incrociata con-trollata a partire dai pochi individui della popolazio-ne originaria (foRte et al 2002b) Successivi rilieviin campo hanno registrato la progressiva diminuzio-ne del numero di individui presenti in situ fino allaloro completa scomparsa soprattutto a causa deiripetuti incendi verificatisi tra il 2007 e il 2010(foRte et al 2009 2012) tuttavia la specie in

puglia era da ritenersi estinta solo in natura (EW) inquanto presso il Museo orto Botanico di Bari eranopresenti sia individui ottenuti da fecondazione incro-ciata e derivanti dalla popolazione spontanea origina-ria sia semi conservati presso la Banca delgermoplasma (Bg-MoBB)Questrsquoultima evenienza ha costituito la premessaindispensabile per la realizzazione di nuove azioni diconservazione di C clusii nel territorio di ldquoBoscoisolardquo tali azioni si sono concretizzate grazie ad unaconvenzione stipulata tra il Museo orto Botanico diBari e il centro Studi naturalistici onluS nellrsquoam-bito del progetto ldquointerventi per la protezione e con-servazione del patrimonio ambientalerdquo- fondi faS ndashpremialitagrave Regionale delibera cipe 202004in questo lavoro vengono presentate le attivitagrave svolteai fini della propagazione gamica di C clusii e quelleper la successiva reintroduzione degli individui pro-dotti

MateRiali e Metodi

il materiale di propagazione gamica utilizzato per leazioni di conservazione in situ egrave stato ottenuto daimpollinazione incrociata controllata eseguita su dueindividui conservati ex situ siglati come c1 e c2 peri quali era stata giagrave testata la compatibilitagrave allrsquoincro-cio (foRte et al 2012)nel mese di aprile 2010 495 fiori (437 dellrsquoindivi-duo c1 e 58 dellrsquoindividuo c2) privati degli stami

416 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

Reintroduzione di Cistus clusii a ldquoBosco isolardquo (lesina puglia)

l foRte S anifantiS f caRRuggio v cavallaRo f Mantino g MelcHioRRe

aBStRact - Reintroduction of cistus clusii to ldquoBosco Isolardquo (Lesina Apulia) - Cistus clusii dunal is very rare in italy whereits historical sites of occurrence are in Sicily and apulia (ldquoBosco isolardquo ndash lesina fg) after the extinction in the wild ofthe small apulian population the Botanical garden Museum of Bari university and the centro Studi naturalistici(onluS) made a special agreement in order to implement a reintroduction project into the site of lesina the reintro-duced plants 520 in all were obtained from the offspring of lesina C clusii spontaneous population which is conservedex situ at the Botanical garden Museum of Bari to increase the chances of a successful reintroduction the plants wereplaced in three different areas and in each of them the individuals were planted in microsites suitable for the eco-physi-ological characteristics of the lesina population already known from literature in fact only a thorough knowledge of thebio-ecological behaviour of the selected species may allow to establish self-maintaining populations in the wild and so torealize an effective conservation action

Key words apulia Cistus clusii dunal reintroduction

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

sono stati impollinati manualmente e coperti consacchetti di tessuto non tessuto (tnt) in maggioin concomitanza con lrsquoinizio dellrsquoingrossamentodegli ovari i cappucci sono stati rimossi e nel mesesuccessivo egrave stata effettuata la raccolta delle capsulemature nella primavera del 2011 i semi sono statisottoposti a pre-trattamenti di scarificazione mecca-nica manuale e di dry-heating (80 degc x 5 min) inquanto risultati i piugrave efficaci nel promuoverne la ger-minazione (foRte et al 2012) per ciascuno dei duepre-trattamenti sono stati utilizzati circa 1500 semiderivanti dallrsquoincrocio c1 x c2 e circa 400 semi pro-dotti dallrsquoincrocio c2 x c1 i semi pre-trattati sonostati posti direttamente in plateaux di polistiroloespanso riempiti con sabbia sterilizzata a granamedio-fine (50) e torba (50) dopo una primafase di accrescimento le plantule sono state trapian-tate in fitosacchi in film plastico contenenti terrenonon sterile (sabbia di fiume 40 terreno comune30 torba 30) durante tutte le fasi di crescita leplantule sono state irrigate e sottoposte a trattamen-ti fitosanitari e fertilizzanti miratiper lrsquointervento di reintroduzione oltre agli individuicosigrave ottenuti nel 2011 sono stati utilizzati ancheindividui derivanti da semi pre-germinati nellrsquoambi-to di prove sperimentali condotte tra il 2009 e il2010 su c1 e c2la scelta delle aree di reintroduzione egrave stata fattasulla base dei dati storici di presenza di C clusii alesina (cHieSuRa loRenzoni et al 1976 foRte etal 2002b) delle caratteristiche eco-fisiologiche dellapopolazione originaria (foRte et al 2005 foRtepaStoRe 2005) di quelle ecologiche dei siti di rein-troduzione e dellrsquoanalisi delle minacce

RiSultati e diScuSSione

gli individui oggetto dellrsquoazione di reintroduzioneavvenuta a fine gennaio 2013 sono stati distribuitiin tre aree principali (fig 1) Queste sono situate neltratto di cordone dunale immediatamente ad est diMarina di lesina insediamento sorto in localitagravepietramaura dove negli anni lsquo70 era ancora presen-te il piugrave esteso nucleo di individui di C clusii dellastazione di lesina (cHieSuRa loRenzoni et al1976) due delle aree di reintroduzione poste tra lelocalitagrave di acquarotta e pennacchio sono relativa-mente vicine tra loro e separate da una fascia occupa-ta da un rimboschimento a Pinus pinea l mentre laterza in localitagrave chiusa dista dalle altre circa 2 kmallrsquointerno di ciascuna area sono stati individuati piugravesiti di reintroduzione georiferiti mediante strumen-tazione gpS in ognuno dei quali egrave stato inserito unnumero di individui compreso tra 20 e 25la scelta di ripartire gli individui in tre aree di rein-troduzione differenti e allrsquointerno di queste in piugravesiti distinti egrave stata effettuata con lo scopo di ridurre ilrischio che un eventuale incendio possa interessarlecontemporaneamente compromettendo la sopravvi-venza dellrsquointera popolazione reintrodotta il numerocomplessivo di siti di intervento egrave risultato pari a 27inoltre per garantire buone probabilitagrave di successo

anche riproduttivo in ciascun sito sono stati reintro-dotti almeno 20 individui al fine di aumentare laprobabilitagrave di incrocio tra individui con alleli diincompatibilitagrave differenti indispensabile in una spe-cie allogama come C clusii (Rizzotto 1979)in ogni sito inoltre i singoli individui sono statipiantati in micro-siti individuati sulla base dellamicro-morfologia stazionale le tre aree di interven-to ricadono in un contesto vegetazionale caratterizza-to da un complesso e molto frammentato mosaicocostituito principalmente dalla gariga a R officinalisE multiflora e Cistus sp pl e dalla macchia a sclero-fille sempreverdi con presenza di Erica arborea lQuesto mosaico spesso egrave il diretto risultato delledifferenti condizioni ecologiche determinate dallamicro-morfologia stazionale (foRte et al 2002a) ealtre volte della dinamica della vegetazione in atto acausa degli incendi pertanto sono stati individuaticome idonei quei micro-siti rispondenti alle caratte-ristiche bio-ecologiche della popolazione da intro-durre (eliofilia relativa sensibilitagrave allo stress idricoecc foRte et al 2005) e comunque sempre suffi-cientemente distanti da nuclei di macchia in stato diavanzamento o da singoli cespugli in fase di resprou-tinglrsquoazione di conservazione in situ cosigrave condotta nonha richiesto pertanto ulteriori interventi quali dira-

417Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 1Mappa delle aree di reintroduzione (base cartograficaldquocarta della vegetazione reale del ldquoBosco isolardquo di lesina- foglio 1rdquo foRte 2001)Map of reintroduction areas (cartographic base ldquocartadella vegetazione reale del ldquoBosco isolardquo di lesina - foglio1rdquo foRte 2001)

damento della vegetazione preesistente rimozionedel secco ecccomplessivamente nella stazione di ldquoBosco isolardquosono stati reintrodotti 520 individui di C clusii pro-dotti mediante coltivazione ex situ 200 dei qualiderivanti da semina diretta di semi pre-trattati e 320ottenuti da impianto di semi pre-germinatiattualmente ulteriori 155 individui prodotti nel-lrsquoambito di questo progetto sono conservati presso ilMuseo orto Botanico dellrsquouniversitagrave di Bari inmodo da garantire sia la conservazione ex situ delpatrimonio genetico della popolazione di lesina e siala possibilitagrave di disporre di materiale di propagazioneper studi successivi

Ringraziamenti - gli autori ringraziano gli ldquospeciali colla-boratorirdquo che si sono prodigati durante il lavoro in campodi reintroduzione in situ in ordine alfabetico elenaBlotti nicola cillo Saverio drsquoamico Mario de tullioantonella grano Marcello Macchia Saverio Regina egianni Signorile

letteRatuRa citatacHieSuRa loRenzoni f cuRti l loRenzoni gg

MaRcHioRi S 1976 ndash cistus clusii Dunal Note dinomenclatura e di distribuzione con particolare riguardoalla stazione di Lesina (Foggia) giorn Bot ital 110259-267

conti f Manzi a pedRotti f 1997 ndash Liste rosse regio-nali delle piante drsquoItalia WWf Societagrave Botanicaitaliana universitagrave di camerino

foRte l anifantiS S Mantino f caRRuggio fcavallaRo v 2009 ndash Conservation of cistus clusiiDunal from ldquoBosco Isolardquo (Lesina - Apulia) current sta-tus and new experimental evidence in BaccHetta g(ed) Book of Abstracts Biodiversity Hotspots in theMediterranean Area 45th intern congr SiSv amp fip ndashcagliari 22-24 25-29 June 2009 280

foRte l cavallaRo v MaccHia f 2002b ndashConservazione in situ di cistus clusii Dunal (cistaceaeMagnoliophyta) nella duna di Lesina Quad Botamb appl 13 3-9

foRte l cavallaRo v pantaleo f drsquoaMico fSMaccHia f 2002a ndash The vascular Flora of the ldquoBoscoIsolardquo at Lesina (Foggia ndash Apulia) fl Medit 12 33-92

foRte l MelcHioRRe g anifantiS S caRRuggio fMantino f 2012 ndash Alcuni aspetti della biologia dellaconservazione di cistus clusii Dunal di ldquoBosco Isolardquo(Lesina Puglia) inform Bot ital 44(Suppl 2) 36-38

foRte l paStoRe d 2005 ndash Relazioni acqua-pianta inMaccHia f (ed) Biologia ed ecologia di cistus clusiiDunal 31-38 ed adda Bari

foRte l paStoRe d MaRvulli M Scatigna aMeMaccHia f 2005 ndash Analisi comparata tra eventi feno-logici e andamento dei parametri ambientali inMaccHia f (ed) Biologia ed ecologia di cistus clusiiDunal 5-13 ed adda Bari

giaRdina 1988 ndash Segnalazioni Floristiche Italiane 574-576 inform Bot ital 20(2-3) 678-679

MaccHia f (a cura di) 2005 ndash Biologia ed ecologia dicistus clusii Dunal ed adda Bari

Rizzotto M 1979 ndash Ricerche tassonomiche e corologichesulle cistaceae 1 Il genere cistus L in Italia Webbia33(2) 343-378

RiaSSunto ndash Cistus clusii dunal egrave una specie moltorara in italia storicamente presente in Sicilia e in puglianellrsquounica stazione di ldquoBosco isolardquo (lesina fg) in segui-to allrsquoestinzione della piccola popolazione residuale puglie-se il Museo orto Botanico dellrsquouniversitagrave di Bari e ilcentro Studi naturalistici onluS hanno stipulato unaapposita convenzione al fine di attuare unrsquoazione di rein-troduzione nel sito di lesina le piante reintrodotte insitu 520 in tutto sono state ottenute a partire da indivi-dui di C clusii progenie della popolazione spontanea ori-ginaria conservati ex situ presso il Museo orto Botanicoper aumentare le probabilitagrave di successo dellrsquointerventogli individui sono stati distribuiti in tre aree distinte eallrsquointerno di queste piantati in micro-siti rispondenti allecaratteristiche eco-fisiologiche della popolazione di C clu-sii di lesina giagrave note dalla letteratura infatti solo unaconoscenza approfondita del comportamento bio-ecologi-co delle entitagrave oggetto di interventi di conservazione insitu permette di programmare una concreta azione di tute-la attraverso lrsquoinsediamento di popolazioni in grado dipersistere nel tempo

418 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

autoRi

Luigi Forte (luigiforteunibait) Viviana Cavallaro Dipartimento di Biologia e Museo Orto Botanico Universitagrave di BarildquoAdo Morordquo Via E Orabona 4 70126 BariStamatia Anifantis Francesca Carruggio Francesca Mantino Giulia Melchiorre Museo Orto Botanico Universitagrave di BarildquoAldo Morordquo Via E Orabona 4 70126 Bari

Limoniastrum monopetalum (l) Boiss egrave presente inpuglia sulle rupi marittime di tricase porto (le)nellrsquoambito di una cenosi ascrivibile alla classeCrithmo-Limonietea Br-Bl 1947 in condizioni ana-loghe a quanto descritto per la Sicilia meridionale daBaRtolo et al (1982) Secondo la direttiva9243cee si tratta di un habitat di interesse comu-nitario denominato ldquoScogliere con vegetazione dellecoste mediterranee con Limonium spp endemicirdquo(aavv 2010) ersquo una specie a diffusione SW-Mediterranea in italia egrave presente in Sardegna inSicilia (conti et al 1992) nella laguna diorbetello (toMei guazzi 1993) a tricase porto(le) (accogli et al 1996) (fig1) in passato laspecie era stata segnalata ldquonei siti arenosi di tarantordquo(MaRinoSci 1870) caratterizzati da depressionicostiere con un ristagno idrico con substrato preva-lentemente costituito da argille e colonizzato da spe-cie ad elevata alofilia (tRotteR 1936) probabil-mente le antiche cenosi erano ascrivibili alla classeSarcocornetea-fruticosae Br-Bl amp tuumlxen ex a amp oBolograves 1950 tipica dei suoli inondati fangoso-argillo-si come riportato da Biondi et al (2004) per laSardegna

StatuS del popolaMento puglieSe ed eSpeRienzepRegReSSe

a tricase porto il popolamento si presenta formatoda due nuclei localizzati sulla sommitagrave di due costo-ni rocciosi distanti in linea drsquoaria circa 150 mentrambi i costoni sono occupati da abitazioni ad

uso civico ed i cespugli di limoniastro sono localizza-ti nelle loro adiacenze ma non allrsquointerno e questopotrebbe escludere unrsquointroduzione della specie perscopo ornamentale in totale si possono contarecirca 25 individui dei quali 18 si presentano comegrossi cespugli larghi 1ndash25 m alti 075ndash130 m lafioritura dura meno di un mese tra la fine di giugnoe lrsquoinizio di luglio le infiorescenze secche rimango-no sulla pianta sino a dicembre ma la maturazionedei frutti non egrave mai evidente e non egrave visibile la dei-

419infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

conservazione ex situ ed interventi di reintroduzione di Limoniastrum monopetalum in puglia

R accogli Mp BiancHi p Medagli S MaRcHioRi

aBStRact - ex situ conservation and reintroduction of limoniastrum monopetalum in Apulia region - in this paper arepresented the main actions taken by the Botanic garden of diSteBa for the protection of Limoniastrum monopetalum(l) Boiss species of high vulnerability included in the national Red list of plants of italy the specie is cultivated exsitu in the Botanic garden and it was decided to implement its reintroduction in the locality palude la vela (ta) in anarea once had been reported but no longer found propagation of L monopetalum was carried out by vegetative and gen-erative individuals obtained were reintroduced in two sites of the palude to different environmental conditions

Key words conservation moltiplication reintroduction

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 1areale di L monopetalum secondo gReuteR et al 1989 etutin et al 1981distribution area of L monopetalum according togReuteR et al 1989 and tutin et al 1981

scenza a contrastare lo sviluppo e la diffusione dinuove piante sono le estreme condizioni di povertagravedel substrato fortemente disturbato dalle attivitagraveantropiche che rimaneggiano continuamente le som-mitagrave dei costoni rocciosi (interventi di restauro edili-zio incendi e tagli indiscriminati) e la presenza diuna flora sinantropica dominata da agave pittospo-ro caprifico rovola vulnerabilitagrave della specie ha motivato la sua ripro-duzione ex situ nellrsquoorto Botanico dellrsquouniversitagravedel Salento e la messa a punto di protocolli di rein-troduzione infatti giagrave nel 2000 era stata testata lacapacitagrave di propagazione di L monopetalum sia pervia gamica che agamica senza forzature sui semi neacutedi ormoni radicanti per le talee la resa germinativaera risultata molto bassa del 2-5 mentre elevatesono state le percentuali di attecchimento delle talee(70-95) sia in primavera che agli inizi dellrsquoautun-no nel 2005 egrave stato effettuato un primo interventovolto al potenziamento del popolamento di L mono-petalum esistente a tricase porto lungo un breve trat-to costiero prospiciente il sito interessato da un inter-vento di riqualificazione attuato dallrsquoamministra-zione comunale lrsquointervento prevedeva la realizza-zione di un camminamento lungo la scogliera attra-verso i segni della storia locale ancora leggibili (trat-turi per la mena delle pecore vasche intagliate negliscogli per la concia delle pelli e per lrsquoestrazione diblocchi lapidei terrazzamenti per le colture agrarieprimaticce etc) la flora del tratto costiero annove-ra altre specie di interesse conservazionistico percheacuteincluse nella lista Rossa nazionale come Vincetoxi-cum hirundinaria Medik subsp adriaticum (Beck)Markgr o di valore fitogeografico come lrsquoendemicoLimonium japigicum (groves) pignatti Lavateraarborea l Scrophularia lucida l lrsquointervento direintroduzione era stato concordato con docenti edalunni delle Scuole Medie inferiori del comune ditricase che hanno partecipato dimostrando grandeinteresse e sensibilitagrave nellrsquoautunno 2005 egrave stataorganizzata una giornata durante la quale dopo unincontro tra autoritagrave politiche locali studiosi stu-denti e cittadini sono state messe a dimora 10 pian-te di L monopetalum (accogli et al 2006) pur-troppo lrsquointervento egrave stato inficiato da un incendioche nella primavera successiva ha distrutto buonaparte della flora spontanea ed i trapianti effettuati

MateRiali e Metodi

un secondo intervento di reintroduzione di L mono-petalum egrave stato programmato nel 2011 per il sitopalude la vela che ricade nellrsquoomonima Riservanaturale Regionale e prossima allrsquoantica salina di Sgiorgio jonico (ta) come prima fase si egrave procedu-to alla moltiplicazione della specie per ottenere indi-vidui giovani da mettere a dimora la moltiplicazio-ne ex situ egrave stata ripetuta sia per via vegetativa chegenerativa ponendosi nelle medesime condizionidegli anni precedenti ma con lrsquoaccorgimento didistinguere talee semierbacee da talee legnose ilmateriale propagativo egrave stato prelevato dagli indivi-

dui presenti a tricase porto da rami di 2 o piugrave annicon diametro del fusto maggiore di 10 mm sonostate realizzate talee lunghe 10-18 cm da rami di 1anno con diametro inferiore a 10 mm sono staterealizzate talee lunghe 7-12 cm il prelievo egrave statoeffettuato sia allrsquoinizio dellrsquoautunno (5 ottobre 2010)che alla fine della stagione invernale (5 marzo 2011) le talee sono state messe a radicare (senza aggiunta diormoni) in substrato costituito da un mixer di torbae perlite in rapporto 12 in vasi in pvc delle dimen-sioni 7x7x18 cm fatti stazionare poi in tunnel fred-do dopo 30 giorni veniva registrato lrsquoattecchimentodelle talee i risultati definitivi hanno evidenziato ilseguente andamento in autunno per quelle preleva-te da rami di 2 anni egrave stata registrata una percentua-le del 74 e per quelle prelevate da rami di 1 annodel 64 in primavera per le talee piugrave legnose egrave stataregistrata una percentuale di attecchimento pari al95 e per quelle meno legnose dellrsquo86 ancorauna volta i risultati dimostrano la facilitagrave di propaga-zione vegetativa della specie inoltre anche se i valo-ri differiscono di poco si deduce che il periodomigliore per il taleaggio di L monopetalum egrave a finestagione primaverile con rami vecchi di almeno 2anni (tab 1)

i racemi di L monopetalum dopo la fioritura persi-stono sulla pianta per lungo tempo (anche sino allrsquoin-verno) per cui sono stati effettuati periodici prelievidei frutti per lrsquoestrazione dei semi al fine di definire ilperiodo di piena maturazione un primo prelievo deifrutti egrave stato effettuato in ottobre i semi sono statiopportunamente isolati previa rottura della capsulaed una parte di essi egrave stata sottoposta a vernalizzazio-ne (4 degc per 24 h) per simulare unrsquoeventuale dor-mienza invernale la semina egrave stata effettuata in cap-sule petri sterili con carta da filtro come substratotenute in camera di crescita a 20 degc e fotoperiodo di10 h Sono state realizzate tre ripetizioni con 30 ele-menti per capsula lrsquoelaborazione dei dati registratievidenzia un andamento del potere germinativo di Lmonopetalum secondo quanto riportato dalla fig 2 il monitoraggio delle piastre ha evidenziato un pote-re germinativo dei semi molto basso (2-4) questodato egrave stato confermato dalla semina a spaglio effet-tuata in una seminiera con substrato composto datorba e agriperlite nel rapporto 12 da circa 200semi sono emerse solo 6 plantule

420 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

taBella 1Risultati della propagazione ex situResults of ex situ propagation

stagione talee di di radicazionepartenza 72 dopo 30 gg

Oslash 10 mm 64autunno Oslash 10-20 mm 74Oslash 10 mm 86primavera Oslash 10-20 mm 95

ReintRoduzione a palude la vela

i sopralluoghi effettuati a palude la vela per lrsquoindivi-duazione di siti idonei alla reintroduzione hannoindotto alla scelta di due piccole superfici simili percondizioni di substrato per copertura vegetale eparametri ambientali tali siti sono collocati su spon-de opposte dellrsquoacquitrino ed hanno unrsquoestensioneminima di 60 m2 per la messa a dimora sono stateselezionate piante vigorose e sane con unrsquoaltezzamedia di 489 plusmn526 cm e diametro di 1609plusmn304cm nel mese di novembre 2011 egrave stata effettuata laloro messa a dimoranel sito denominato ldquoardquo sono state trapiantate 15piante con un approssimativo sesto di impianto di 2x 4 m nel sito ldquoBrdquo sono state trapiantate 14 piantein ordine sparso in quanto lrsquoarea presentava nume-rose zone di erosione e continui dislivelli

concluSioni

nellrsquoarea palude la vela le condizioni ambientalisembrano piugrave confacenti allrsquoecologia di L monopeta-lum rispetto a tricase porto ed egrave positivo che tutte lepiante abbiano attecchito e siano giunte a fioriturama solo fra qualche anno si potragrave constatare la for-mazione di un eventuale popolamento con individui

fertili ed in grado di autopropagarsi e si avragrave confer-ma del successo della reintroduzione

letteRatuRa citataaavv 2010 ndash Manuale italiano interpretazione degli

habitat (Direttiva 9243 CEE) Ministero ambiente etutela territorio e Mare SBi

accogli R Medagli p MaRcHioRi S 1996 ndashlimoniastrum monopetalum (L) Boiss in Puglia(plumbaginaceae) giorn Bot ital 130 1 91degcongr SBi ancona 16-19 settembre 1996

mdash 2006 ndash Conservazione ex situ e reintroduzione dilimoniastrum monopetalum (L) Boiss sulla fasciacostiera di Tricase Porto (Lecce) inform Bot ital38(Suppl 1) 183-184

BaRtolo g BRullo S MaRcenograve c 1982 ndash La vegeta-zione costiera della Sicilia sud-orientale aQ71226cnR Roma

Biondi e BRugiapaglia e faRRiS e filigHeddu RSeccHi z 2004 ndash Halophilous vegetation of Olbia pondsystem (NE-Sardinia) fitos 41(1) Suppl 1 125-141

conti f Manzi a pedRotti f 1992 ndash Lista RossaNazionale delle Piante drsquoItalia WWf italia Roma

gReuteR W BuRdet HM long g 1989 ndashMedndashChecklist vol 4 320 pp

MaRinoSci M 1870 ndash Flora Salentina 1 22toMei pe guazzi e 1993 ndash Le zone umide della

Toscana Lista generale delle entitagrave generali atti MusStor nat grosseto 15 120-135

tRotteR a 1936 ndash Rilievi ecologici intorno alla flora edalla vegetazione della salina di SGiorgio presso Tarantoann R ist Sup agr portici III 5 120-135

tutin tg HeyWood vH BuRgeS na MooRedM valentine dH WalteRS SM WeBB da1981 ndash Flora Europaea vol 3 51

RiaSSunto - nel presente lavoro vengono esposte leprincipali azioni intraprese dallrsquoorto Botanico deldiSteBa per la salvaguardia di Limoniastrum monopeta-lum (l) Boiss specie ad alta vulnerabilitagrave inclusa nellalista Rossa nazionale delle piante drsquoitalia da anni la spe-cie viene coltivata ex situ nellrsquoorto Botanico e si egrave pensatodi attuare la sua reintroduzione in localitagrave palude la velain un ambito territoriale di antica segnalazione ma doveattualmente risulta scomparsa la propagazione di Lmonopetalum egrave stata effettuata per via vegetativa e genera-tiva e gli individui ottenuti sono stati reintrodotti in duesiti della palude a diverse condizioni ambientali

421Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 2valutazione del potere germinativoevaluation of the germinative power

autoRi

Rita Accogli (ritaaccogliunisalentoit) Maria Pia Bianchi Piero Medagli Silvano Marchiori Orto Botanico delDipartimento di Scienze e Tecnologie Biologiche ed Ambientali (DiSTeBA) Universitagrave del Salento Centro Ecotekne ViaProvinciale per Monteroni 73100 Lecce

in occasione della redazione della checklist dellepiante vascolari della puglia (a albano fBartolucci f conti p Medagli Rp Wagensommerin prep) egrave stato aggiornato lrsquoelenco delle specieminacciate in questa Regionele liste Rosse Regionali (conti et al 1997) ripor-tavano per la puglia 180 entitagrave da allora sono tras-corsi piugrave di 15 anni alcune di queste entitagrave eranoindicate in puglia per errore e altre sono considerateoggi sinonimi di entitagrave non minacciate mentrenumerose specie della lista Rossa nazionale sonostate rinvenute in puglia solo dopo il lavoro diconti et al (op cit) per questo motivo abbiamoritenuto utile aggiornare lrsquoelenco delle specie di listaRossa della Regione puglia e integrarlo con tutte leentitagrave endemiche pugliesi ed esclusive della Regione(presenti in italia solo in puglia)

RiSultati

il libro Rosso delle piante drsquoitalia (conti et al1992) riportava 458 specie e sottospecie di piantevascolari sottoposte a vari gradi di minaccia a livellonazionale di queste entitagrave 46 sono attualmentenote in puglia (tab 1) considerando anche le listeRosse Regionali (conti et al 1997) il numero ditaxa minacciati a livello nazionale e presenti in pugliasale a 89 entitagrave certamente presenti (di cui 1 dubita-tivamente alloctona) e 8 dubitativamente presentinella Regione mentre il numero di entitagrave indicatecome minacciate a livello Regionale egrave pari a 158 (dicui 1 dubitativamente alloctona) alle quali si aggiun-gono 4 entitagrave dubitativamente presenti nella Regio-ne per un totale di 188 entitagrave (tab 1)

le specie esclusive della puglia cioegrave quelle presentiin italia solo in questa Regione sono 54 di cui 2dubitativamente alloctone alle quali si aggiungono 6entitagrave la cui presenza egrave dubbia di queste 54 entitagrave35 sono endemiche pugliesi (tab 1)pertanto le specie di lista Rossa in puglia integratecon tutte le endemiche pugliesi e le esclusive dellaRegione sono 221 (tab 1) pari al 93 della floravascolare autoctona pugliese

diScuSSione

il libro Rosso e le liste Rosse delle piante drsquoitalia(conti et al 1992 1997) pur essendo stati seguitida altri lavori riguardanti le piante minacciate delnostro paese (pignatti et al 2001 ScoppolaSpaMpinato 2005) sono ancora oggi il riferimentoprincipale per le specie a rischio di estinzione initalia negli ultimi anni lrsquoimpulso alla realizzazionedi una nuova lista Rossa delle piante drsquoitalia secon-do i piugrave recenti criteri iucn (2001 2011) egrave statodato dalla rubrica pubblicata sullrsquoinformatoreBotanico italiano ldquoSchede per una lista Rossa dellaflora vascolare e crittogamica italianardquo e dal proget-to appena concluso e realizzato dalla SocietagraveBotanica italiana per conto del Ministero dellrsquoam-biente e della tutela del territorio e del Mare relati-vo alla valutazione nazionale della categoria di rischiodi estinzione per piugrave di 300 specie vegetali di interes-se conservazionistico e di ambientihabitat partico-larmente minacciati (RoSSi et al 2013) attualmen-te questi progetti hanno portato alla valutazione delgrado di minaccia di 40 specie vascolari presenti inpuglia Egrave auspicabile pertanto il contributo di tutti

422 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

piante vascolari minacciate e liste Rosse aggiornamento delle conoscenzein puglia

Rp WagenSoMMeR p Medagli ev peRRino

aBStRact - Threatened vascular plants and Red Lists an update of knowledge in Apulia -the Regional Red list of vas-cular plant species in apulia Region has been updated following recent knowledges of conservation distributional andtaxonomic interest

Key words apulia Red lists threatened species update

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

423Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

taBe

lla

1Piante vascolari endemiche esclusive e di Lista Rossa della Regione Puglia

Endemic exclusive and Red List vascular plants in Apulia Region

424 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO 45 (2) 393-432 2013(se

gue T

ab 1

)

425Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

(segue Tab 1)

426 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013(segue Tab 1)

427Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

(segue Tab 1)

i botanici pugliesi affincheacute sia possibile valutaresecondo i criteri piugrave recenti dellrsquoIUCN (op cit) unnumero molto maggiore di specieLrsquoelenco riportato in Tab 1 include tutte le specieendemiche pugliesi ed esclusive della Puglia Di que-ste entitagrave 33 non venivano indicate nelle Liste RosseRegionali (CONTI et al 1997) Esse sono state inclu-se in Tab 1 in via precauzionale ma in molti casi illoro effettivo grado di minaccia deve ancora esserevalutato Lrsquoelenco non include invece le categorie diminaccia indicate in ROSSI et al (2013) che sarannooggetto di un futuro contributo sulle specie di inte-resse conservazionistico in Puglia

CONCLUSIONILrsquoaggiornamento delle conoscenze floristiche inPuglia e le informazioni tassonomiche nomenclatu-rali e distributive pubblicate nel corso degli ultimianni hanno consentito un aggiornamento delle ListeRosse delle Piante vascolari della Regione Puglia maancora molto lavoro deve essere svolto per megliodefinire il numero di specie a rischio e il loro effetti-vo grado di minaccia secondo i piugrave recenti criteriinternazionali (IUCN op cit)

LETTERATURA CITATACONTI F MANZI A PEDROTTI F 1992 ndash Libro Rossodelle Piante drsquoItaliaMinistero Ambiente WWF Italia

Societagrave Botanica Italiana Romamdash 1997 ndash Liste Rosse Regionali delle Piante drsquoItaliaWWFItalia Societagrave Botanica Italiana CIAS Camerino

IUCN 2001 ndash IUCN Red List Categories and CriteriaVersion 31 IUCN Species Survival CommissionIUCN Gland (Switzerland) amp Cambridge (UK)II+30 pp

mdash 2011 ndash Guidelines for Using the IUCN Red ListCategories and Criteria Version 90 Prepared by theStandards and Petitions Subcommittee httpww-wiucnredlistorgdocumentsRedListGuidelinespdf

PIGNATTI S MENEGONI P GIACANELLI V (a cura di)2001 ndash Liste rosse e blu della flora italiana ANPARoma

ROSSI G MONTAGNANI C GARGANO D PERUZZI LABELI T RAVERA S COGONI A FENU G MAGRINIS GENNAI M FOGGI B WAGENSOMMER RPVENTURELLA G BLASI C RAIMONDO FMORSENIGO S (Eds) 2013 ndash Lista Rossa della FloraItaliana 1 Policy Species e altre specie minacciateComitato Italiano IUCN Ministero Ambiente eTutela Territorio e Mare Roma 54 pp

SCOPPOLA A SPAMPINATO G (Eds) 2005 ndash Atlante dellespecie a rischio di estinzione (CD-ROM) Allegato a ASCOPPOLA C BLASI (Eds) Stato delle conoscenze sullaflora vascolare drsquoItalia Palombi Ed Roma

RIASSUNTO ndash Egrave stata aggiornata la Lista RossaRegionale delle piante vascolari della Regione Pugliasecondo le piugrave recenti conoscenze in ambito conservazio-nistico distributivo e tassonomico

428 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO 45 (2) 393-432 2013

AUTORI

Robert Philipp Wagensommer (robwagensommeryahooit) Scuola di Scienze Ambientali Universitagrave di Camerino - CentroRicerche Floristiche dellrsquoAppennino (Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga) San Colombo 67021 Barisciano(LrsquoAquila)Piero Medagli (pietromedagliunileit) Laboratorio di Botanica Sistematica del DiSTeBA Universitagrave del Salento ViaProvinciale Lecce-Monteroni 73100 LecceEnrico Vito Perrino (enricoperrinoyahooit) Museo Orto Botanico Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via E Orabona 4 70124Bari

Verticillium dahliae Kleb egrave un fungo tracheomicoti-co responsabile della piugrave grave malattia dellrsquoolivo(Olea europaea l) soprattutto negli oliveti dei paesimediterranei Questo fungo oltre lrsquoolivo attacca piugravedi 300 specie di piante arboree ed erbacee la malat-tia determina generalmente il disseccamento di por-zioni della chioma (BeJaRano-alcaacutezaR et al 2001pegg BRady 2002 BuBici ciRulli 2011) isolatidi V dahliae in grado di infettare cotone e olivo pos-sono essere classificati in due patotipi defogliante enon-defogliante sulla base della loro abilitagrave o menodi indurre defogliazione nelle piante infette(MeRcado-Blanco et al 2001 2003) il presentelavoro propone studi preliminari su i) alcune rispo-ste fisiologiche in due cultivar di olivo caratterizzateda differenti livelli di suscettibilitagrave alla verticilliosi ii)alcuni determinanti di patogenicitagrave potenzialmentecoinvolti nellrsquoinduzione dei sintomi fogliari prodottida patotipi diversi di V dahliae

MateRiali e Metodi

Alterazioni fisiologiche piante di olivo delle cultivar lsquofrantoiorsquo (resistente) elsquoleccinorsquo (suscettibile) sono state inoculate con gliisolati vd312d (defogliante) e vd315nd (nondefogliante) seguendo il metodo descritto da ciRulli

et al (2008) piante non trattate e piante le cui radi-ci sono state immerse per 10 minuti in acqua sonostate utilizzate come tesi di controllo Sono stati valu-tati il contenuto di fenoli carotenoidi clorofillaperossido drsquoidrogeno ascorbato e lrsquoattivitagrave delleperossidasi generiche (pod) e dellrsquoascorbato perossi-dasi (apX) in foglie delle due cultivar raccolte dopo24 72 e 240 ore dal trapianto applicando i metodiproposti da cHandleR doddS (1983) licHten-tHaleR (1987) BRuno SpaRapano (2006) toM-MaSi et al (2006) paRadiSo et al (2008) tre mesidopo lrsquoinoculazione su ogni pianta egrave stata valutata lapresenza di malattia sulla chioma utilizzando la scaladi severitagrave dei sintomi proposta da colella et al(2008) lrsquoanalisi statistica dei dati egrave stata eseguitaattraverso lrsquoanalisi della varianza (anova) le mediesono state separate con il test della minima differen-za significativa (MdS) Produzione di metaboliti secondari fitotossici colture liquide statiche degli isolati vd312d evd315nd di V dahliae sono state allestite in tredifferenti soluzioni nutritive czapek modificato(vdM) patate destrosio Broth (pdB difco ) oacqua estratto di Malto (oxoid) al 2 (eM2) perciascun isolato e substrato sono state preparate 10bottiglie di Roux della capacitagrave di 1 l contenenti

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Meccanismi di resistenza alla verticilliosi e caratterizzazione di varietagrave meridionali di olivo dati preliminari sulla fisiologia dellrsquointerazione olivoVerticillium dahliae

gl BRuno c faSciano Mp ippolito S SeRMani ad MaRSico c colella M aMenduni f toMMaSi

aBStRact - Mechanisms of resistance to olive Verticillium wilt and characterization of olive varieties from southern prelim-inary data on physiology of olive - verticillium dahliae interaction - inoculations experiment were performed with two strainsof Verticillium dahliae characterized as defoliating (vd312d) or not defoliating (vd315nd) pathotypes lsquofrantoiorsquo(resistant) and lsquoleccinorsquo (susceptible) olive plants the interaction plantpathogen was evaluated as total phenolscarotenoids chlorophylls hydrogen peroxide ascorbic acid generic peroxidases and ascorbate peroxidase activityinoculated plants showed the typical pathway associate to a stress the two pathotypes are also able to produce in vitrophytotoxins Some of these secondary metabolites should be involved on biochemical and physiological alterations asso-ciated to verticillium wilt symptoms on olive trees (leaves wilting and defoliation)

Keywords fenoli totali metaboliti secondari stato redox verticilliosi

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

150 ml di soluzione nutritiva ciascuna bottiglia egravestata inoculata con 5 ml di sospensione ottenutaomogeneizzando tre colonie (coltivate per due setti-mane in piastre petri su substrato di pda a 25 degc albuio) in 50 ml di acqua distillata sterile dopo 28giorni di coltura (25 degc al buio) il micelio egrave statorimosso mediante filtrazione su garza e centrifugazio-ne (5500 xg 20 min 4 degc) aliquote (3 ml) di cia-scun filtrato colturale (fc) integro o diluito (10100 e 1000 volte con acqua distillata) sono state uti-lizzate in saggi di tossicitagrave su rametti recisi dilsquoleccinorsquo e lsquofrantoiorsquo eseguiti in ambiente controlla-to (uR 50 t 25 degc luce 150 microe cm-2 sec-1)acqua distillata e substrato non inoculato sono statiutilizzati come controllo dal terzo giorno dopo lrsquoas-sorbimento delle soluzioni tossiche egrave stata osservatala manifestazione dei sintomi dopo 24 72 e 240 oredallrsquoassorbimento delle soluzioni saggiate le foglie diciascun rametto sono state caratterizzate in terminidi flusso traspiratorio utilizzando un porometro li-1600-licor negli stessi intervalli egrave stato valutato ilcontenuto in clorofilla e fenoli seguendo i metodiproposti in precedenza

RiSultati e diScuSSione

Alterazioni fisiologicheper entrambi i patotipi di V dahliae saggiati lrsquoindu-zione di uno stato di malessere nella pianta egrave confer-mata dalla riduzione nel contenuto di clorofillesoprattutto dopo 24 ore per la cultivar suscettibilelsquoleccinorsquo (fig 1) invece il contenuto di ascorbatoclorofille e carotenoidi ha subito un incrementosoprattutto nei campioni di foglie prelevate dopo 72e 240 ore dallrsquoinoculo con il patotipo defogliante leanalisi condotte sulle foglie di lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquohanno mostrato come la molecola segnale perossidodrsquoidrogeno risulta maggiormente presente nella cul-tivar frantoio dopo 72 ore dallrsquoinoculo con il patoti-po defogliante (fig 1) mentre lrsquoattivitagrave della apXsegna negli stessi tempi un decremento (fig 2) invece nella cultivar frantoio i sistemi antiossidan-ti non enzimatici hanno mostrato un calo rispetto aicontrolli nei livelli di ascorbato e di fenoli (fig 1) non si sono osservate variazioni nellrsquoattivitagrave dellacatalasi (fig 2) infatti come dimostrato in altrisistemi nei tessuti vegetali questo enzima svolge unruolo nel metabolismo del perossido di idrogenosecondario rispetto allrsquoapX che invece egrave lrsquoenzimachiave nel controllo della concentrazione in perossi-do di idrogeno (de gaRa et al 2003) lrsquoattivitagrave dellepod infine aumenta notevolmente nelle fasi tardi-ve dellrsquoinfezione nelle foglie di lsquofrantoiorsquo mentre inquelle di lsquoleccinorsquo un incremento egrave evidente 72 oredallrsquoinoculo (fig 2) i dati evidenziati nelle nostre condizioni sperimenta-li sono in linea con quanto riportato dalla letteraturariguardo alle interazioni pianta-patogeno e le risposteda stress abiotici (de gaRa et al 2003) infatti nellepiante resistenti si assiste a una modulazione deisistemi antiossidanti tale da causare un incremento diperossido di idrogeno a livello fogliare (de gaRa etal 2003) per contro nella varietagrave suscettibile lrsquoau-

mento dei livelli in antiossidanti non enzimatici nonegrave sufficiente a indurre resistenza la diversa rispostaai sistemi antiossidanti riscontrata nelle due varietagraveutilizzate in queste prove potrebbe essere consideratacome un marker biochimico per valutare lo stato diavanzamento dellrsquoinfezione e il suo destino primadella comparsa dei sintomi

Evoluzione dei sintomia conferma di quanto giagrave riscontrato da ciRulli etal (2008) lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo sono risultate rispet-tivamente resistenti e suscettibili ai due isolati di Vdahliae utilizzati nessun sintomo egrave stato registrato esulle piante utilizzate come controllo (piante nontrattate e piante le cui radici sono state immerse per

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fig 1contenuto in fenoli carotenoidi clorofille e perossido diidrogeno in foglie di lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo dopo 24 72 e240 ore dallrsquoinoculo con vd312d () e vd315nd ()i controlli sono rappresentati da piante le cui radici sonostate immerse per 10 minuti in acqua (mdash) ciascun valo-re egrave la media di cinque piante phenols carotenoids chlorophylls and hydrogen peroxidecontent in leaves of lsquofrantoiorsquo and lsquoleccinorsquo after 24 72and 240 hours after inoculation with vd312d () andvd315nd () as controls plants were treated for 10minutes in water (mdash) each value is the mean of fiveplants

10 minuti in acqua) e sulle chiome di lsquofrantoiorsquo ino-culate con il patotipo non defogliante il patotipodefogliante ha causato su lsquofrantoiorsquo una modestadefogliazione le piante di lsquoleccinorsquo hanno espressosintomi gravi con entrambi i patotipi (generale avviz-zimento della chioma) aggravati nel caso del patoti-po defogliante da accentuata e rapida filloptosiMetaboliti secondari fitotossici gli isolati di V dahliae utilizzati in coltura liquida susubstrato vdM hanno permesso di ottenere fc chesaggiati su rametti recisi di lsquoleccinorsquo (suscettibile) elsquofrantoiorsquo (resistente) hanno riprodotto sintomi diavvizzimento e accartocciamento fogliare e defoglia-zione nessun sintomo egrave stato registrato sui ramettiche hanno assorbito acqua distillata e i substrati noninoculati lrsquoassorbimento dei 3 ml di soluzione daparte dei rametti ha richiesto 30-32 ore per acquavdM pdB e eM2 mentre i fc dei due isolati sonostati assorbiti in 17-24 ore i fc dei patotipivd312d o vd315nd di V dah-liae ottenuti su substrato vdM saggiati su entrambe

le cultivar di olivo hanno evidenziato sintomi da 7-9 giorni dopo lrsquoassorbimento i fc ottenuti su sub-strato vdM da entrambi i patotipi inducono ripiega-mento e successivo imbrunimento della laminafogliare sui rametti di lsquofrantoiorsquo Sui rametti dilsquoleccinorsquo sono stati registrati ingiallimenti della lami-na fogliare inizialmente intorno alle nervature edopo 3-5 giorni sullrsquointera superficie Sintomo fina-le dei fc di entrambi gli isolati di V dahliae dopo 28giorni di coltura su substrato di vdM egrave stata unagenerale defogliazione dei rametti Su lsquoleccinorsquo ladefogliazione egrave stata severa e si egrave avuta dopo 17 gior-ni sui rametti trattati con il fc dellrsquoisolato vd312dcf e dopo 21 giorni su lsquofrantoiorsquo i rametti trattaticon i fc di vd315nd sono stati registrati dopo 20giorni su lsquoleccinorsquo e dopo 25 giorni su lsquofrantoiorsquo isintomi sopra descritti sono stati osservati anche suirametti che hanno assorbito i fc dei due isolati dopodiluizione di 10 e 100 volte con acqua distillata i fc ottenuti dai due patotipi su substrato vdMsono stati confrontati sulle due cultivar per i loroeffetti sul flusso traspiratorio e sulle variazioni infenoli e clorofille presenti nelle foglie (fig 3)

431Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 2contenuto in ascorbato e attivitagrave delle perossidasi generi-che (pod) e dellrsquoascorbato perossidasi (apX) in foglie dilsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo dopo 24 72 e 240 ore dallrsquoinoculocon vd312d () e vd315nd () i controlli sono rap-presentati da piante le cui radici sono state immerse per10 minuti in acqua (mdash) ciascun valore egrave la media di cin-que piante ascorbic acid concentration and peroxidase (pod) andascorbate peroxidase (apX) activity in leaves of lsquofrantoiorsquoand lsquoleccinorsquo after 24 72 and 240 hours after inocula-tion with vd312d () and vd315nd () as controlsplants were treated for 10 minutes in water (mdash) eachvalue is the mean of five plants

fig 3effetti sulla traspirazione e sul contenuto in clorofille efenoli in foglie di lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo dopo 24 72 e 240ore dallrsquoassorbimento di 3 ml di filtrato colturale degli iso-lati vd312d () e vd315nd () su substrato vdM icontrolli hanno assorbito 3 ml di acqua (mdash) ciascunvalore egrave la media di cinque rametti recisi transpiration from abaxial leaf surfaces and chlorophyllsand phenols content in leaves of lsquofrantoiorsquo and lsquoleccinorsquoafter 24 72 and 240 hours after the absorbtion of 3 ml fvd312d () and vd315nd () culture filtrates onvdM as controls twigs adsorbed 3 ml of water (mdash) eachvalue is the mean of five twigs

le misure di traspirazione (fig 3) dimostrano unforte incremento nel flusso traspiratorio nei ramettirecisi che hanno assorbito i fc ottenuti dal patotipovd312d rispetto a quelli ottenuti dal vd315nd edalle tesi di controllo nessuna differenza egrave stata regi-strata nel contenuto in clorofilla Solo la concentra-zione in fenoli nelle foglie dei rametti recisi chehanno assorbito i fc ottenuti dai due isolati egrave risul-tata circa tre volte superiore rispetto ai rametti delletesi di controllo totali (fig 3)in definitiva appare chiaro che nellrsquointerazione Vdahliae e olivo entrino in gioco fattori chimici divirulenza del patogeno (fitotossine) che contribuisca-no alla patogenesi e alla manifestazione dei sintomied inducano nellrsquoospite condizioni di stress in que-sto stato la pianta ospite manifesteragrave in parte o intoto le alterazioni biochimiche e fisiologiche determi-natesi nei tessuti attraverso i sintomi

Ringraziamenti - gli autori ringraziano i collaboratoriluca Scarola valentino poliseno nicola contursi eaniello Rescigno (dipartimento di Scienze del Suolo dellapianta e degli alimenti universitagrave degli Studi di Barialdo Moro) per il valido supporto tecnico nella realizza-zione delle prove lavoro realizzato con il contributo dellafondazione cassa di Risparmio di puglia Bando 2010 ndashprogetto Meccanismi di resistenza alla verticilliosi e caratte-rizzazione di varietagrave meridionali di olivo

letteRatuRa citataBeJaRano-alcaacutezaR J peacuteRez-aRteacuteS e JiMeacutenez-dIacuteaz

RM 2001 ndash Spread of the defoliating pathotype ofverticillium dahliae to new cotton and olive growingareas in Southern Spain in Proceedings 8th Inter-national Verticillium Symposium coacuterdoba 2001 57

BRuno g SpaRapano l 2006 ndash Effects of three esca-asso-ciated fungi on vitis vinifera L II Characterization ofbiomolecules in xylem sap and leaves of healthy and dis-eased vines physiol Mol plant path 69 195-208

BuBici g ciRulli M 2011 ndash verticillium wilt inScHena l agoSteo ge cacciola So (eds)Olive diseases and disorders 191-222 transwordResearch network Kerala india

cHandleR Sf doddS JH 1983 ndash The effect of phos-phate nitrogen and sucrose on the production of pheno-lics and solasodine in callus cultures of Solanum lacinia-tum plant cell Rep 2 205

ciRulli M colella c drsquoaMico M aMenduni MBuBici g 2008 ndash Comparison of screening methods for

the evaluation of olive resistance to verticillium dahliaeKleb J plant path 90(1) 7-14

colella c Miacola c aMenduni M drsquoaMico MBuBici g ciRulli M 2008 ndash Sources of Verticilliumwilt resistance in wild olive germplasm from theMediterranean region plant path 57 533-539

de gaRa l de pinto Mc toMMaSi f 2003 ndash Theantioxidant systems vis-agrave-vis reactive oxygen species dur-ing plantndashpathogen interaction plant physiolBiochem 41 863-870

licHtentHaleR HK 1987 ndash Chlorophylls andearotenoids pigments of photosynthetic bio-membranesMethods enzymol 148 351-383

MeRcado-Blanco J collado-RoMeRo M paRRilla-aRauJo S RodRIacuteguez-JuRado d JiMeacutenez-dIacuteazRM 2003 ndash Quantitative monitoring of colonizationof olive genotypes by verticillium dahliae pathotypes withreal-time polymerase chain reaction physiol Mol plantpath 63 91-105

MeRcado-Blanco J RodRIacuteguez-JuRado d peacuteRez-aRteacuteS e JiMenez-dIacuteaz RM 2001 ndash Detection of thenondefoliating pathotype of verticillium dahliae ininfected olive plants by nested PCR plant path 50609-619

paRadiSo a BeRaRdino R de pinto Mc Sanitagrave ditoppi l StoRelli MM toMMaSi f de gaRa l2008 ndash Increase in ascorbatendashglutathione metabolism aslocal and precocious systemic responses induced by cadmi-um in durum wheat plants plant cell physiol 49362-374

pegg gf BRady Bl 2002 ndash Verticillium Wilts caBipublishing Wallingford

toMMaSi f paciolla c de pinto Mc de gaRa l2006 ndash Effects of storage temperature on viability germi-nation and antioxidant metabolism in ginkgo biloba Lseeds plant physiol Biochem 44 359-368

RiaSSunto ndash due ceppi di Verticillium dahliae caratte-rizzati come patotipo defogliante (vd312d) o non defo-gliante (vd315nd) e piante di olivo delle cultivarlsquofrantoiorsquo (resistente) e lsquoleccinorsquo (suscettibile) sono statiutilizzati in prove di inoculazione artificiale focalizzate allostudio fisiologico delle interazioni pianta patogeno ladiversa risposta riscontrata nelle due varietagrave in termini difenoli carotenoidi clorofilla perossido di idrogeno ascor-bato perossidasi generiche e ascorbato perossidasi indicauno stato di stress fitotossine prodotte in vitro dai duepatotipi sembrano essere coinvolte nelle alterazioni biochi-miche e fisiologiche alla base delle tipiche sintomatologiedella verticilliosi su olivo (avvizzimento generale dellachioma e defogliazione)

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autoRi

Giovanni Luigi Bruno (giovanniluigibrunounibait) Samer Sermani Antonio Domenico Marsico Mario AmenduniDipartimento di Scienze del Suolo della Pianta e degli Alimenti (DiSSPA) Sezione di Patologia vegetale Universitagrave di BarildquoAldo Morordquo Via G Amendola 165A 70126 BariCristina Fasciano Maria Paola Ippolito Franca Tommasi (francatommasiunibait) Dipartimento di Biologia Universitagrave diBari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70125 BariCecilia Colella Dipartimento di Chimica Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70125 Bari

Page 25: Società Botanica italiana onluS 45 (2) 2013/391... · 2018-05-08 · prodotto preso in esame e sia dal metodo utilizzato (peRez-JiMénez et al., 2008; MülleR et al., 2010). un’attenzione

Cistus clusii dunal piccolo arbusto appartenente allafamiglia Cistaceae egrave una specie xerofila con distribu-zione mediterraneo-occidentale in italia storicamen-te presente in Sicilia (giaRdina 1988) e in puglianellrsquounica stazione di ldquoBosco isolardquo (lesina fg)(foRte et al 2002a) in questrsquoultima il contestovegetazionale egrave quello della gariga nanofanerofiticasu suolo sabbioso in associazione con Rosmarinusofficinalis l Erica multiflora l e Cistus sp pl(cHieSuRa loRenzoni et al 1976)a partire dallrsquoanno 2000 nellrsquoambito di progetti diricerca condotti dal Museo orto Botanicodellrsquouniversitagrave degli Studi di Bari sono stati indaga-ti alcuni aspetti della biologia ed ecologia di C clusii(MaccHia 2005) tali studi furono finalizzati allarealizzazione di azioni di conservazione in situ attra-verso il rafforzamento della popolazione residualepugliese giagrave allrsquoepoca gravemente esposta a pericolodi estinzione (conti et al 1997) a tale scopo furo-no infatti reintrodotti in aree ecologicamente idoneedi ldquoBosco isolardquo circa cento individui ottenuti pervia sessuale attraverso fecondazione incrociata con-trollata a partire dai pochi individui della popolazio-ne originaria (foRte et al 2002b) Successivi rilieviin campo hanno registrato la progressiva diminuzio-ne del numero di individui presenti in situ fino allaloro completa scomparsa soprattutto a causa deiripetuti incendi verificatisi tra il 2007 e il 2010(foRte et al 2009 2012) tuttavia la specie in

puglia era da ritenersi estinta solo in natura (EW) inquanto presso il Museo orto Botanico di Bari eranopresenti sia individui ottenuti da fecondazione incro-ciata e derivanti dalla popolazione spontanea origina-ria sia semi conservati presso la Banca delgermoplasma (Bg-MoBB)Questrsquoultima evenienza ha costituito la premessaindispensabile per la realizzazione di nuove azioni diconservazione di C clusii nel territorio di ldquoBoscoisolardquo tali azioni si sono concretizzate grazie ad unaconvenzione stipulata tra il Museo orto Botanico diBari e il centro Studi naturalistici onluS nellrsquoam-bito del progetto ldquointerventi per la protezione e con-servazione del patrimonio ambientalerdquo- fondi faS ndashpremialitagrave Regionale delibera cipe 202004in questo lavoro vengono presentate le attivitagrave svolteai fini della propagazione gamica di C clusii e quelleper la successiva reintroduzione degli individui pro-dotti

MateRiali e Metodi

il materiale di propagazione gamica utilizzato per leazioni di conservazione in situ egrave stato ottenuto daimpollinazione incrociata controllata eseguita su dueindividui conservati ex situ siglati come c1 e c2 peri quali era stata giagrave testata la compatibilitagrave allrsquoincro-cio (foRte et al 2012)nel mese di aprile 2010 495 fiori (437 dellrsquoindivi-duo c1 e 58 dellrsquoindividuo c2) privati degli stami

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Reintroduzione di Cistus clusii a ldquoBosco isolardquo (lesina puglia)

l foRte S anifantiS f caRRuggio v cavallaRo f Mantino g MelcHioRRe

aBStRact - Reintroduction of cistus clusii to ldquoBosco Isolardquo (Lesina Apulia) - Cistus clusii dunal is very rare in italy whereits historical sites of occurrence are in Sicily and apulia (ldquoBosco isolardquo ndash lesina fg) after the extinction in the wild ofthe small apulian population the Botanical garden Museum of Bari university and the centro Studi naturalistici(onluS) made a special agreement in order to implement a reintroduction project into the site of lesina the reintro-duced plants 520 in all were obtained from the offspring of lesina C clusii spontaneous population which is conservedex situ at the Botanical garden Museum of Bari to increase the chances of a successful reintroduction the plants wereplaced in three different areas and in each of them the individuals were planted in microsites suitable for the eco-physi-ological characteristics of the lesina population already known from literature in fact only a thorough knowledge of thebio-ecological behaviour of the selected species may allow to establish self-maintaining populations in the wild and so torealize an effective conservation action

Key words apulia Cistus clusii dunal reintroduction

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

sono stati impollinati manualmente e coperti consacchetti di tessuto non tessuto (tnt) in maggioin concomitanza con lrsquoinizio dellrsquoingrossamentodegli ovari i cappucci sono stati rimossi e nel mesesuccessivo egrave stata effettuata la raccolta delle capsulemature nella primavera del 2011 i semi sono statisottoposti a pre-trattamenti di scarificazione mecca-nica manuale e di dry-heating (80 degc x 5 min) inquanto risultati i piugrave efficaci nel promuoverne la ger-minazione (foRte et al 2012) per ciascuno dei duepre-trattamenti sono stati utilizzati circa 1500 semiderivanti dallrsquoincrocio c1 x c2 e circa 400 semi pro-dotti dallrsquoincrocio c2 x c1 i semi pre-trattati sonostati posti direttamente in plateaux di polistiroloespanso riempiti con sabbia sterilizzata a granamedio-fine (50) e torba (50) dopo una primafase di accrescimento le plantule sono state trapian-tate in fitosacchi in film plastico contenenti terrenonon sterile (sabbia di fiume 40 terreno comune30 torba 30) durante tutte le fasi di crescita leplantule sono state irrigate e sottoposte a trattamen-ti fitosanitari e fertilizzanti miratiper lrsquointervento di reintroduzione oltre agli individuicosigrave ottenuti nel 2011 sono stati utilizzati ancheindividui derivanti da semi pre-germinati nellrsquoambi-to di prove sperimentali condotte tra il 2009 e il2010 su c1 e c2la scelta delle aree di reintroduzione egrave stata fattasulla base dei dati storici di presenza di C clusii alesina (cHieSuRa loRenzoni et al 1976 foRte etal 2002b) delle caratteristiche eco-fisiologiche dellapopolazione originaria (foRte et al 2005 foRtepaStoRe 2005) di quelle ecologiche dei siti di rein-troduzione e dellrsquoanalisi delle minacce

RiSultati e diScuSSione

gli individui oggetto dellrsquoazione di reintroduzioneavvenuta a fine gennaio 2013 sono stati distribuitiin tre aree principali (fig 1) Queste sono situate neltratto di cordone dunale immediatamente ad est diMarina di lesina insediamento sorto in localitagravepietramaura dove negli anni lsquo70 era ancora presen-te il piugrave esteso nucleo di individui di C clusii dellastazione di lesina (cHieSuRa loRenzoni et al1976) due delle aree di reintroduzione poste tra lelocalitagrave di acquarotta e pennacchio sono relativa-mente vicine tra loro e separate da una fascia occupa-ta da un rimboschimento a Pinus pinea l mentre laterza in localitagrave chiusa dista dalle altre circa 2 kmallrsquointerno di ciascuna area sono stati individuati piugravesiti di reintroduzione georiferiti mediante strumen-tazione gpS in ognuno dei quali egrave stato inserito unnumero di individui compreso tra 20 e 25la scelta di ripartire gli individui in tre aree di rein-troduzione differenti e allrsquointerno di queste in piugravesiti distinti egrave stata effettuata con lo scopo di ridurre ilrischio che un eventuale incendio possa interessarlecontemporaneamente compromettendo la sopravvi-venza dellrsquointera popolazione reintrodotta il numerocomplessivo di siti di intervento egrave risultato pari a 27inoltre per garantire buone probabilitagrave di successo

anche riproduttivo in ciascun sito sono stati reintro-dotti almeno 20 individui al fine di aumentare laprobabilitagrave di incrocio tra individui con alleli diincompatibilitagrave differenti indispensabile in una spe-cie allogama come C clusii (Rizzotto 1979)in ogni sito inoltre i singoli individui sono statipiantati in micro-siti individuati sulla base dellamicro-morfologia stazionale le tre aree di interven-to ricadono in un contesto vegetazionale caratterizza-to da un complesso e molto frammentato mosaicocostituito principalmente dalla gariga a R officinalisE multiflora e Cistus sp pl e dalla macchia a sclero-fille sempreverdi con presenza di Erica arborea lQuesto mosaico spesso egrave il diretto risultato delledifferenti condizioni ecologiche determinate dallamicro-morfologia stazionale (foRte et al 2002a) ealtre volte della dinamica della vegetazione in atto acausa degli incendi pertanto sono stati individuaticome idonei quei micro-siti rispondenti alle caratte-ristiche bio-ecologiche della popolazione da intro-durre (eliofilia relativa sensibilitagrave allo stress idricoecc foRte et al 2005) e comunque sempre suffi-cientemente distanti da nuclei di macchia in stato diavanzamento o da singoli cespugli in fase di resprou-tinglrsquoazione di conservazione in situ cosigrave condotta nonha richiesto pertanto ulteriori interventi quali dira-

417Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 1Mappa delle aree di reintroduzione (base cartograficaldquocarta della vegetazione reale del ldquoBosco isolardquo di lesina- foglio 1rdquo foRte 2001)Map of reintroduction areas (cartographic base ldquocartadella vegetazione reale del ldquoBosco isolardquo di lesina - foglio1rdquo foRte 2001)

damento della vegetazione preesistente rimozionedel secco ecccomplessivamente nella stazione di ldquoBosco isolardquosono stati reintrodotti 520 individui di C clusii pro-dotti mediante coltivazione ex situ 200 dei qualiderivanti da semina diretta di semi pre-trattati e 320ottenuti da impianto di semi pre-germinatiattualmente ulteriori 155 individui prodotti nel-lrsquoambito di questo progetto sono conservati presso ilMuseo orto Botanico dellrsquouniversitagrave di Bari inmodo da garantire sia la conservazione ex situ delpatrimonio genetico della popolazione di lesina e siala possibilitagrave di disporre di materiale di propagazioneper studi successivi

Ringraziamenti - gli autori ringraziano gli ldquospeciali colla-boratorirdquo che si sono prodigati durante il lavoro in campodi reintroduzione in situ in ordine alfabetico elenaBlotti nicola cillo Saverio drsquoamico Mario de tullioantonella grano Marcello Macchia Saverio Regina egianni Signorile

letteRatuRa citatacHieSuRa loRenzoni f cuRti l loRenzoni gg

MaRcHioRi S 1976 ndash cistus clusii Dunal Note dinomenclatura e di distribuzione con particolare riguardoalla stazione di Lesina (Foggia) giorn Bot ital 110259-267

conti f Manzi a pedRotti f 1997 ndash Liste rosse regio-nali delle piante drsquoItalia WWf Societagrave Botanicaitaliana universitagrave di camerino

foRte l anifantiS S Mantino f caRRuggio fcavallaRo v 2009 ndash Conservation of cistus clusiiDunal from ldquoBosco Isolardquo (Lesina - Apulia) current sta-tus and new experimental evidence in BaccHetta g(ed) Book of Abstracts Biodiversity Hotspots in theMediterranean Area 45th intern congr SiSv amp fip ndashcagliari 22-24 25-29 June 2009 280

foRte l cavallaRo v MaccHia f 2002b ndashConservazione in situ di cistus clusii Dunal (cistaceaeMagnoliophyta) nella duna di Lesina Quad Botamb appl 13 3-9

foRte l cavallaRo v pantaleo f drsquoaMico fSMaccHia f 2002a ndash The vascular Flora of the ldquoBoscoIsolardquo at Lesina (Foggia ndash Apulia) fl Medit 12 33-92

foRte l MelcHioRRe g anifantiS S caRRuggio fMantino f 2012 ndash Alcuni aspetti della biologia dellaconservazione di cistus clusii Dunal di ldquoBosco Isolardquo(Lesina Puglia) inform Bot ital 44(Suppl 2) 36-38

foRte l paStoRe d 2005 ndash Relazioni acqua-pianta inMaccHia f (ed) Biologia ed ecologia di cistus clusiiDunal 31-38 ed adda Bari

foRte l paStoRe d MaRvulli M Scatigna aMeMaccHia f 2005 ndash Analisi comparata tra eventi feno-logici e andamento dei parametri ambientali inMaccHia f (ed) Biologia ed ecologia di cistus clusiiDunal 5-13 ed adda Bari

giaRdina 1988 ndash Segnalazioni Floristiche Italiane 574-576 inform Bot ital 20(2-3) 678-679

MaccHia f (a cura di) 2005 ndash Biologia ed ecologia dicistus clusii Dunal ed adda Bari

Rizzotto M 1979 ndash Ricerche tassonomiche e corologichesulle cistaceae 1 Il genere cistus L in Italia Webbia33(2) 343-378

RiaSSunto ndash Cistus clusii dunal egrave una specie moltorara in italia storicamente presente in Sicilia e in puglianellrsquounica stazione di ldquoBosco isolardquo (lesina fg) in segui-to allrsquoestinzione della piccola popolazione residuale puglie-se il Museo orto Botanico dellrsquouniversitagrave di Bari e ilcentro Studi naturalistici onluS hanno stipulato unaapposita convenzione al fine di attuare unrsquoazione di rein-troduzione nel sito di lesina le piante reintrodotte insitu 520 in tutto sono state ottenute a partire da indivi-dui di C clusii progenie della popolazione spontanea ori-ginaria conservati ex situ presso il Museo orto Botanicoper aumentare le probabilitagrave di successo dellrsquointerventogli individui sono stati distribuiti in tre aree distinte eallrsquointerno di queste piantati in micro-siti rispondenti allecaratteristiche eco-fisiologiche della popolazione di C clu-sii di lesina giagrave note dalla letteratura infatti solo unaconoscenza approfondita del comportamento bio-ecologi-co delle entitagrave oggetto di interventi di conservazione insitu permette di programmare una concreta azione di tute-la attraverso lrsquoinsediamento di popolazioni in grado dipersistere nel tempo

418 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

autoRi

Luigi Forte (luigiforteunibait) Viviana Cavallaro Dipartimento di Biologia e Museo Orto Botanico Universitagrave di BarildquoAdo Morordquo Via E Orabona 4 70126 BariStamatia Anifantis Francesca Carruggio Francesca Mantino Giulia Melchiorre Museo Orto Botanico Universitagrave di BarildquoAldo Morordquo Via E Orabona 4 70126 Bari

Limoniastrum monopetalum (l) Boiss egrave presente inpuglia sulle rupi marittime di tricase porto (le)nellrsquoambito di una cenosi ascrivibile alla classeCrithmo-Limonietea Br-Bl 1947 in condizioni ana-loghe a quanto descritto per la Sicilia meridionale daBaRtolo et al (1982) Secondo la direttiva9243cee si tratta di un habitat di interesse comu-nitario denominato ldquoScogliere con vegetazione dellecoste mediterranee con Limonium spp endemicirdquo(aavv 2010) ersquo una specie a diffusione SW-Mediterranea in italia egrave presente in Sardegna inSicilia (conti et al 1992) nella laguna diorbetello (toMei guazzi 1993) a tricase porto(le) (accogli et al 1996) (fig1) in passato laspecie era stata segnalata ldquonei siti arenosi di tarantordquo(MaRinoSci 1870) caratterizzati da depressionicostiere con un ristagno idrico con substrato preva-lentemente costituito da argille e colonizzato da spe-cie ad elevata alofilia (tRotteR 1936) probabil-mente le antiche cenosi erano ascrivibili alla classeSarcocornetea-fruticosae Br-Bl amp tuumlxen ex a amp oBolograves 1950 tipica dei suoli inondati fangoso-argillo-si come riportato da Biondi et al (2004) per laSardegna

StatuS del popolaMento puglieSe ed eSpeRienzepRegReSSe

a tricase porto il popolamento si presenta formatoda due nuclei localizzati sulla sommitagrave di due costo-ni rocciosi distanti in linea drsquoaria circa 150 mentrambi i costoni sono occupati da abitazioni ad

uso civico ed i cespugli di limoniastro sono localizza-ti nelle loro adiacenze ma non allrsquointerno e questopotrebbe escludere unrsquointroduzione della specie perscopo ornamentale in totale si possono contarecirca 25 individui dei quali 18 si presentano comegrossi cespugli larghi 1ndash25 m alti 075ndash130 m lafioritura dura meno di un mese tra la fine di giugnoe lrsquoinizio di luglio le infiorescenze secche rimango-no sulla pianta sino a dicembre ma la maturazionedei frutti non egrave mai evidente e non egrave visibile la dei-

419infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

conservazione ex situ ed interventi di reintroduzione di Limoniastrum monopetalum in puglia

R accogli Mp BiancHi p Medagli S MaRcHioRi

aBStRact - ex situ conservation and reintroduction of limoniastrum monopetalum in Apulia region - in this paper arepresented the main actions taken by the Botanic garden of diSteBa for the protection of Limoniastrum monopetalum(l) Boiss species of high vulnerability included in the national Red list of plants of italy the specie is cultivated exsitu in the Botanic garden and it was decided to implement its reintroduction in the locality palude la vela (ta) in anarea once had been reported but no longer found propagation of L monopetalum was carried out by vegetative and gen-erative individuals obtained were reintroduced in two sites of the palude to different environmental conditions

Key words conservation moltiplication reintroduction

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 1areale di L monopetalum secondo gReuteR et al 1989 etutin et al 1981distribution area of L monopetalum according togReuteR et al 1989 and tutin et al 1981

scenza a contrastare lo sviluppo e la diffusione dinuove piante sono le estreme condizioni di povertagravedel substrato fortemente disturbato dalle attivitagraveantropiche che rimaneggiano continuamente le som-mitagrave dei costoni rocciosi (interventi di restauro edili-zio incendi e tagli indiscriminati) e la presenza diuna flora sinantropica dominata da agave pittospo-ro caprifico rovola vulnerabilitagrave della specie ha motivato la sua ripro-duzione ex situ nellrsquoorto Botanico dellrsquouniversitagravedel Salento e la messa a punto di protocolli di rein-troduzione infatti giagrave nel 2000 era stata testata lacapacitagrave di propagazione di L monopetalum sia pervia gamica che agamica senza forzature sui semi neacutedi ormoni radicanti per le talee la resa germinativaera risultata molto bassa del 2-5 mentre elevatesono state le percentuali di attecchimento delle talee(70-95) sia in primavera che agli inizi dellrsquoautun-no nel 2005 egrave stato effettuato un primo interventovolto al potenziamento del popolamento di L mono-petalum esistente a tricase porto lungo un breve trat-to costiero prospiciente il sito interessato da un inter-vento di riqualificazione attuato dallrsquoamministra-zione comunale lrsquointervento prevedeva la realizza-zione di un camminamento lungo la scogliera attra-verso i segni della storia locale ancora leggibili (trat-turi per la mena delle pecore vasche intagliate negliscogli per la concia delle pelli e per lrsquoestrazione diblocchi lapidei terrazzamenti per le colture agrarieprimaticce etc) la flora del tratto costiero annove-ra altre specie di interesse conservazionistico percheacuteincluse nella lista Rossa nazionale come Vincetoxi-cum hirundinaria Medik subsp adriaticum (Beck)Markgr o di valore fitogeografico come lrsquoendemicoLimonium japigicum (groves) pignatti Lavateraarborea l Scrophularia lucida l lrsquointervento direintroduzione era stato concordato con docenti edalunni delle Scuole Medie inferiori del comune ditricase che hanno partecipato dimostrando grandeinteresse e sensibilitagrave nellrsquoautunno 2005 egrave stataorganizzata una giornata durante la quale dopo unincontro tra autoritagrave politiche locali studiosi stu-denti e cittadini sono state messe a dimora 10 pian-te di L monopetalum (accogli et al 2006) pur-troppo lrsquointervento egrave stato inficiato da un incendioche nella primavera successiva ha distrutto buonaparte della flora spontanea ed i trapianti effettuati

MateRiali e Metodi

un secondo intervento di reintroduzione di L mono-petalum egrave stato programmato nel 2011 per il sitopalude la vela che ricade nellrsquoomonima Riservanaturale Regionale e prossima allrsquoantica salina di Sgiorgio jonico (ta) come prima fase si egrave procedu-to alla moltiplicazione della specie per ottenere indi-vidui giovani da mettere a dimora la moltiplicazio-ne ex situ egrave stata ripetuta sia per via vegetativa chegenerativa ponendosi nelle medesime condizionidegli anni precedenti ma con lrsquoaccorgimento didistinguere talee semierbacee da talee legnose ilmateriale propagativo egrave stato prelevato dagli indivi-

dui presenti a tricase porto da rami di 2 o piugrave annicon diametro del fusto maggiore di 10 mm sonostate realizzate talee lunghe 10-18 cm da rami di 1anno con diametro inferiore a 10 mm sono staterealizzate talee lunghe 7-12 cm il prelievo egrave statoeffettuato sia allrsquoinizio dellrsquoautunno (5 ottobre 2010)che alla fine della stagione invernale (5 marzo 2011) le talee sono state messe a radicare (senza aggiunta diormoni) in substrato costituito da un mixer di torbae perlite in rapporto 12 in vasi in pvc delle dimen-sioni 7x7x18 cm fatti stazionare poi in tunnel fred-do dopo 30 giorni veniva registrato lrsquoattecchimentodelle talee i risultati definitivi hanno evidenziato ilseguente andamento in autunno per quelle preleva-te da rami di 2 anni egrave stata registrata una percentua-le del 74 e per quelle prelevate da rami di 1 annodel 64 in primavera per le talee piugrave legnose egrave stataregistrata una percentuale di attecchimento pari al95 e per quelle meno legnose dellrsquo86 ancorauna volta i risultati dimostrano la facilitagrave di propaga-zione vegetativa della specie inoltre anche se i valo-ri differiscono di poco si deduce che il periodomigliore per il taleaggio di L monopetalum egrave a finestagione primaverile con rami vecchi di almeno 2anni (tab 1)

i racemi di L monopetalum dopo la fioritura persi-stono sulla pianta per lungo tempo (anche sino allrsquoin-verno) per cui sono stati effettuati periodici prelievidei frutti per lrsquoestrazione dei semi al fine di definire ilperiodo di piena maturazione un primo prelievo deifrutti egrave stato effettuato in ottobre i semi sono statiopportunamente isolati previa rottura della capsulaed una parte di essi egrave stata sottoposta a vernalizzazio-ne (4 degc per 24 h) per simulare unrsquoeventuale dor-mienza invernale la semina egrave stata effettuata in cap-sule petri sterili con carta da filtro come substratotenute in camera di crescita a 20 degc e fotoperiodo di10 h Sono state realizzate tre ripetizioni con 30 ele-menti per capsula lrsquoelaborazione dei dati registratievidenzia un andamento del potere germinativo di Lmonopetalum secondo quanto riportato dalla fig 2 il monitoraggio delle piastre ha evidenziato un pote-re germinativo dei semi molto basso (2-4) questodato egrave stato confermato dalla semina a spaglio effet-tuata in una seminiera con substrato composto datorba e agriperlite nel rapporto 12 da circa 200semi sono emerse solo 6 plantule

420 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

taBella 1Risultati della propagazione ex situResults of ex situ propagation

stagione talee di di radicazionepartenza 72 dopo 30 gg

Oslash 10 mm 64autunno Oslash 10-20 mm 74Oslash 10 mm 86primavera Oslash 10-20 mm 95

ReintRoduzione a palude la vela

i sopralluoghi effettuati a palude la vela per lrsquoindivi-duazione di siti idonei alla reintroduzione hannoindotto alla scelta di due piccole superfici simili percondizioni di substrato per copertura vegetale eparametri ambientali tali siti sono collocati su spon-de opposte dellrsquoacquitrino ed hanno unrsquoestensioneminima di 60 m2 per la messa a dimora sono stateselezionate piante vigorose e sane con unrsquoaltezzamedia di 489 plusmn526 cm e diametro di 1609plusmn304cm nel mese di novembre 2011 egrave stata effettuata laloro messa a dimoranel sito denominato ldquoardquo sono state trapiantate 15piante con un approssimativo sesto di impianto di 2x 4 m nel sito ldquoBrdquo sono state trapiantate 14 piantein ordine sparso in quanto lrsquoarea presentava nume-rose zone di erosione e continui dislivelli

concluSioni

nellrsquoarea palude la vela le condizioni ambientalisembrano piugrave confacenti allrsquoecologia di L monopeta-lum rispetto a tricase porto ed egrave positivo che tutte lepiante abbiano attecchito e siano giunte a fioriturama solo fra qualche anno si potragrave constatare la for-mazione di un eventuale popolamento con individui

fertili ed in grado di autopropagarsi e si avragrave confer-ma del successo della reintroduzione

letteRatuRa citataaavv 2010 ndash Manuale italiano interpretazione degli

habitat (Direttiva 9243 CEE) Ministero ambiente etutela territorio e Mare SBi

accogli R Medagli p MaRcHioRi S 1996 ndashlimoniastrum monopetalum (L) Boiss in Puglia(plumbaginaceae) giorn Bot ital 130 1 91degcongr SBi ancona 16-19 settembre 1996

mdash 2006 ndash Conservazione ex situ e reintroduzione dilimoniastrum monopetalum (L) Boiss sulla fasciacostiera di Tricase Porto (Lecce) inform Bot ital38(Suppl 1) 183-184

BaRtolo g BRullo S MaRcenograve c 1982 ndash La vegeta-zione costiera della Sicilia sud-orientale aQ71226cnR Roma

Biondi e BRugiapaglia e faRRiS e filigHeddu RSeccHi z 2004 ndash Halophilous vegetation of Olbia pondsystem (NE-Sardinia) fitos 41(1) Suppl 1 125-141

conti f Manzi a pedRotti f 1992 ndash Lista RossaNazionale delle Piante drsquoItalia WWf italia Roma

gReuteR W BuRdet HM long g 1989 ndashMedndashChecklist vol 4 320 pp

MaRinoSci M 1870 ndash Flora Salentina 1 22toMei pe guazzi e 1993 ndash Le zone umide della

Toscana Lista generale delle entitagrave generali atti MusStor nat grosseto 15 120-135

tRotteR a 1936 ndash Rilievi ecologici intorno alla flora edalla vegetazione della salina di SGiorgio presso Tarantoann R ist Sup agr portici III 5 120-135

tutin tg HeyWood vH BuRgeS na MooRedM valentine dH WalteRS SM WeBB da1981 ndash Flora Europaea vol 3 51

RiaSSunto - nel presente lavoro vengono esposte leprincipali azioni intraprese dallrsquoorto Botanico deldiSteBa per la salvaguardia di Limoniastrum monopeta-lum (l) Boiss specie ad alta vulnerabilitagrave inclusa nellalista Rossa nazionale delle piante drsquoitalia da anni la spe-cie viene coltivata ex situ nellrsquoorto Botanico e si egrave pensatodi attuare la sua reintroduzione in localitagrave palude la velain un ambito territoriale di antica segnalazione ma doveattualmente risulta scomparsa la propagazione di Lmonopetalum egrave stata effettuata per via vegetativa e genera-tiva e gli individui ottenuti sono stati reintrodotti in duesiti della palude a diverse condizioni ambientali

421Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 2valutazione del potere germinativoevaluation of the germinative power

autoRi

Rita Accogli (ritaaccogliunisalentoit) Maria Pia Bianchi Piero Medagli Silvano Marchiori Orto Botanico delDipartimento di Scienze e Tecnologie Biologiche ed Ambientali (DiSTeBA) Universitagrave del Salento Centro Ecotekne ViaProvinciale per Monteroni 73100 Lecce

in occasione della redazione della checklist dellepiante vascolari della puglia (a albano fBartolucci f conti p Medagli Rp Wagensommerin prep) egrave stato aggiornato lrsquoelenco delle specieminacciate in questa Regionele liste Rosse Regionali (conti et al 1997) ripor-tavano per la puglia 180 entitagrave da allora sono tras-corsi piugrave di 15 anni alcune di queste entitagrave eranoindicate in puglia per errore e altre sono considerateoggi sinonimi di entitagrave non minacciate mentrenumerose specie della lista Rossa nazionale sonostate rinvenute in puglia solo dopo il lavoro diconti et al (op cit) per questo motivo abbiamoritenuto utile aggiornare lrsquoelenco delle specie di listaRossa della Regione puglia e integrarlo con tutte leentitagrave endemiche pugliesi ed esclusive della Regione(presenti in italia solo in puglia)

RiSultati

il libro Rosso delle piante drsquoitalia (conti et al1992) riportava 458 specie e sottospecie di piantevascolari sottoposte a vari gradi di minaccia a livellonazionale di queste entitagrave 46 sono attualmentenote in puglia (tab 1) considerando anche le listeRosse Regionali (conti et al 1997) il numero ditaxa minacciati a livello nazionale e presenti in pugliasale a 89 entitagrave certamente presenti (di cui 1 dubita-tivamente alloctona) e 8 dubitativamente presentinella Regione mentre il numero di entitagrave indicatecome minacciate a livello Regionale egrave pari a 158 (dicui 1 dubitativamente alloctona) alle quali si aggiun-gono 4 entitagrave dubitativamente presenti nella Regio-ne per un totale di 188 entitagrave (tab 1)

le specie esclusive della puglia cioegrave quelle presentiin italia solo in questa Regione sono 54 di cui 2dubitativamente alloctone alle quali si aggiungono 6entitagrave la cui presenza egrave dubbia di queste 54 entitagrave35 sono endemiche pugliesi (tab 1)pertanto le specie di lista Rossa in puglia integratecon tutte le endemiche pugliesi e le esclusive dellaRegione sono 221 (tab 1) pari al 93 della floravascolare autoctona pugliese

diScuSSione

il libro Rosso e le liste Rosse delle piante drsquoitalia(conti et al 1992 1997) pur essendo stati seguitida altri lavori riguardanti le piante minacciate delnostro paese (pignatti et al 2001 ScoppolaSpaMpinato 2005) sono ancora oggi il riferimentoprincipale per le specie a rischio di estinzione initalia negli ultimi anni lrsquoimpulso alla realizzazionedi una nuova lista Rossa delle piante drsquoitalia secon-do i piugrave recenti criteri iucn (2001 2011) egrave statodato dalla rubrica pubblicata sullrsquoinformatoreBotanico italiano ldquoSchede per una lista Rossa dellaflora vascolare e crittogamica italianardquo e dal proget-to appena concluso e realizzato dalla SocietagraveBotanica italiana per conto del Ministero dellrsquoam-biente e della tutela del territorio e del Mare relati-vo alla valutazione nazionale della categoria di rischiodi estinzione per piugrave di 300 specie vegetali di interes-se conservazionistico e di ambientihabitat partico-larmente minacciati (RoSSi et al 2013) attualmen-te questi progetti hanno portato alla valutazione delgrado di minaccia di 40 specie vascolari presenti inpuglia Egrave auspicabile pertanto il contributo di tutti

422 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

piante vascolari minacciate e liste Rosse aggiornamento delle conoscenzein puglia

Rp WagenSoMMeR p Medagli ev peRRino

aBStRact - Threatened vascular plants and Red Lists an update of knowledge in Apulia -the Regional Red list of vas-cular plant species in apulia Region has been updated following recent knowledges of conservation distributional andtaxonomic interest

Key words apulia Red lists threatened species update

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

423Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

taBe

lla

1Piante vascolari endemiche esclusive e di Lista Rossa della Regione Puglia

Endemic exclusive and Red List vascular plants in Apulia Region

424 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO 45 (2) 393-432 2013(se

gue T

ab 1

)

425Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

(segue Tab 1)

426 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013(segue Tab 1)

427Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

(segue Tab 1)

i botanici pugliesi affincheacute sia possibile valutaresecondo i criteri piugrave recenti dellrsquoIUCN (op cit) unnumero molto maggiore di specieLrsquoelenco riportato in Tab 1 include tutte le specieendemiche pugliesi ed esclusive della Puglia Di que-ste entitagrave 33 non venivano indicate nelle Liste RosseRegionali (CONTI et al 1997) Esse sono state inclu-se in Tab 1 in via precauzionale ma in molti casi illoro effettivo grado di minaccia deve ancora esserevalutato Lrsquoelenco non include invece le categorie diminaccia indicate in ROSSI et al (2013) che sarannooggetto di un futuro contributo sulle specie di inte-resse conservazionistico in Puglia

CONCLUSIONILrsquoaggiornamento delle conoscenze floristiche inPuglia e le informazioni tassonomiche nomenclatu-rali e distributive pubblicate nel corso degli ultimianni hanno consentito un aggiornamento delle ListeRosse delle Piante vascolari della Regione Puglia maancora molto lavoro deve essere svolto per megliodefinire il numero di specie a rischio e il loro effetti-vo grado di minaccia secondo i piugrave recenti criteriinternazionali (IUCN op cit)

LETTERATURA CITATACONTI F MANZI A PEDROTTI F 1992 ndash Libro Rossodelle Piante drsquoItaliaMinistero Ambiente WWF Italia

Societagrave Botanica Italiana Romamdash 1997 ndash Liste Rosse Regionali delle Piante drsquoItaliaWWFItalia Societagrave Botanica Italiana CIAS Camerino

IUCN 2001 ndash IUCN Red List Categories and CriteriaVersion 31 IUCN Species Survival CommissionIUCN Gland (Switzerland) amp Cambridge (UK)II+30 pp

mdash 2011 ndash Guidelines for Using the IUCN Red ListCategories and Criteria Version 90 Prepared by theStandards and Petitions Subcommittee httpww-wiucnredlistorgdocumentsRedListGuidelinespdf

PIGNATTI S MENEGONI P GIACANELLI V (a cura di)2001 ndash Liste rosse e blu della flora italiana ANPARoma

ROSSI G MONTAGNANI C GARGANO D PERUZZI LABELI T RAVERA S COGONI A FENU G MAGRINIS GENNAI M FOGGI B WAGENSOMMER RPVENTURELLA G BLASI C RAIMONDO FMORSENIGO S (Eds) 2013 ndash Lista Rossa della FloraItaliana 1 Policy Species e altre specie minacciateComitato Italiano IUCN Ministero Ambiente eTutela Territorio e Mare Roma 54 pp

SCOPPOLA A SPAMPINATO G (Eds) 2005 ndash Atlante dellespecie a rischio di estinzione (CD-ROM) Allegato a ASCOPPOLA C BLASI (Eds) Stato delle conoscenze sullaflora vascolare drsquoItalia Palombi Ed Roma

RIASSUNTO ndash Egrave stata aggiornata la Lista RossaRegionale delle piante vascolari della Regione Pugliasecondo le piugrave recenti conoscenze in ambito conservazio-nistico distributivo e tassonomico

428 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO 45 (2) 393-432 2013

AUTORI

Robert Philipp Wagensommer (robwagensommeryahooit) Scuola di Scienze Ambientali Universitagrave di Camerino - CentroRicerche Floristiche dellrsquoAppennino (Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga) San Colombo 67021 Barisciano(LrsquoAquila)Piero Medagli (pietromedagliunileit) Laboratorio di Botanica Sistematica del DiSTeBA Universitagrave del Salento ViaProvinciale Lecce-Monteroni 73100 LecceEnrico Vito Perrino (enricoperrinoyahooit) Museo Orto Botanico Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via E Orabona 4 70124Bari

Verticillium dahliae Kleb egrave un fungo tracheomicoti-co responsabile della piugrave grave malattia dellrsquoolivo(Olea europaea l) soprattutto negli oliveti dei paesimediterranei Questo fungo oltre lrsquoolivo attacca piugravedi 300 specie di piante arboree ed erbacee la malat-tia determina generalmente il disseccamento di por-zioni della chioma (BeJaRano-alcaacutezaR et al 2001pegg BRady 2002 BuBici ciRulli 2011) isolatidi V dahliae in grado di infettare cotone e olivo pos-sono essere classificati in due patotipi defogliante enon-defogliante sulla base della loro abilitagrave o menodi indurre defogliazione nelle piante infette(MeRcado-Blanco et al 2001 2003) il presentelavoro propone studi preliminari su i) alcune rispo-ste fisiologiche in due cultivar di olivo caratterizzateda differenti livelli di suscettibilitagrave alla verticilliosi ii)alcuni determinanti di patogenicitagrave potenzialmentecoinvolti nellrsquoinduzione dei sintomi fogliari prodottida patotipi diversi di V dahliae

MateRiali e Metodi

Alterazioni fisiologiche piante di olivo delle cultivar lsquofrantoiorsquo (resistente) elsquoleccinorsquo (suscettibile) sono state inoculate con gliisolati vd312d (defogliante) e vd315nd (nondefogliante) seguendo il metodo descritto da ciRulli

et al (2008) piante non trattate e piante le cui radi-ci sono state immerse per 10 minuti in acqua sonostate utilizzate come tesi di controllo Sono stati valu-tati il contenuto di fenoli carotenoidi clorofillaperossido drsquoidrogeno ascorbato e lrsquoattivitagrave delleperossidasi generiche (pod) e dellrsquoascorbato perossi-dasi (apX) in foglie delle due cultivar raccolte dopo24 72 e 240 ore dal trapianto applicando i metodiproposti da cHandleR doddS (1983) licHten-tHaleR (1987) BRuno SpaRapano (2006) toM-MaSi et al (2006) paRadiSo et al (2008) tre mesidopo lrsquoinoculazione su ogni pianta egrave stata valutata lapresenza di malattia sulla chioma utilizzando la scaladi severitagrave dei sintomi proposta da colella et al(2008) lrsquoanalisi statistica dei dati egrave stata eseguitaattraverso lrsquoanalisi della varianza (anova) le mediesono state separate con il test della minima differen-za significativa (MdS) Produzione di metaboliti secondari fitotossici colture liquide statiche degli isolati vd312d evd315nd di V dahliae sono state allestite in tredifferenti soluzioni nutritive czapek modificato(vdM) patate destrosio Broth (pdB difco ) oacqua estratto di Malto (oxoid) al 2 (eM2) perciascun isolato e substrato sono state preparate 10bottiglie di Roux della capacitagrave di 1 l contenenti

429infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

Meccanismi di resistenza alla verticilliosi e caratterizzazione di varietagrave meridionali di olivo dati preliminari sulla fisiologia dellrsquointerazione olivoVerticillium dahliae

gl BRuno c faSciano Mp ippolito S SeRMani ad MaRSico c colella M aMenduni f toMMaSi

aBStRact - Mechanisms of resistance to olive Verticillium wilt and characterization of olive varieties from southern prelim-inary data on physiology of olive - verticillium dahliae interaction - inoculations experiment were performed with two strainsof Verticillium dahliae characterized as defoliating (vd312d) or not defoliating (vd315nd) pathotypes lsquofrantoiorsquo(resistant) and lsquoleccinorsquo (susceptible) olive plants the interaction plantpathogen was evaluated as total phenolscarotenoids chlorophylls hydrogen peroxide ascorbic acid generic peroxidases and ascorbate peroxidase activityinoculated plants showed the typical pathway associate to a stress the two pathotypes are also able to produce in vitrophytotoxins Some of these secondary metabolites should be involved on biochemical and physiological alterations asso-ciated to verticillium wilt symptoms on olive trees (leaves wilting and defoliation)

Keywords fenoli totali metaboliti secondari stato redox verticilliosi

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

150 ml di soluzione nutritiva ciascuna bottiglia egravestata inoculata con 5 ml di sospensione ottenutaomogeneizzando tre colonie (coltivate per due setti-mane in piastre petri su substrato di pda a 25 degc albuio) in 50 ml di acqua distillata sterile dopo 28giorni di coltura (25 degc al buio) il micelio egrave statorimosso mediante filtrazione su garza e centrifugazio-ne (5500 xg 20 min 4 degc) aliquote (3 ml) di cia-scun filtrato colturale (fc) integro o diluito (10100 e 1000 volte con acqua distillata) sono state uti-lizzate in saggi di tossicitagrave su rametti recisi dilsquoleccinorsquo e lsquofrantoiorsquo eseguiti in ambiente controlla-to (uR 50 t 25 degc luce 150 microe cm-2 sec-1)acqua distillata e substrato non inoculato sono statiutilizzati come controllo dal terzo giorno dopo lrsquoas-sorbimento delle soluzioni tossiche egrave stata osservatala manifestazione dei sintomi dopo 24 72 e 240 oredallrsquoassorbimento delle soluzioni saggiate le foglie diciascun rametto sono state caratterizzate in terminidi flusso traspiratorio utilizzando un porometro li-1600-licor negli stessi intervalli egrave stato valutato ilcontenuto in clorofilla e fenoli seguendo i metodiproposti in precedenza

RiSultati e diScuSSione

Alterazioni fisiologicheper entrambi i patotipi di V dahliae saggiati lrsquoindu-zione di uno stato di malessere nella pianta egrave confer-mata dalla riduzione nel contenuto di clorofillesoprattutto dopo 24 ore per la cultivar suscettibilelsquoleccinorsquo (fig 1) invece il contenuto di ascorbatoclorofille e carotenoidi ha subito un incrementosoprattutto nei campioni di foglie prelevate dopo 72e 240 ore dallrsquoinoculo con il patotipo defogliante leanalisi condotte sulle foglie di lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquohanno mostrato come la molecola segnale perossidodrsquoidrogeno risulta maggiormente presente nella cul-tivar frantoio dopo 72 ore dallrsquoinoculo con il patoti-po defogliante (fig 1) mentre lrsquoattivitagrave della apXsegna negli stessi tempi un decremento (fig 2) invece nella cultivar frantoio i sistemi antiossidan-ti non enzimatici hanno mostrato un calo rispetto aicontrolli nei livelli di ascorbato e di fenoli (fig 1) non si sono osservate variazioni nellrsquoattivitagrave dellacatalasi (fig 2) infatti come dimostrato in altrisistemi nei tessuti vegetali questo enzima svolge unruolo nel metabolismo del perossido di idrogenosecondario rispetto allrsquoapX che invece egrave lrsquoenzimachiave nel controllo della concentrazione in perossi-do di idrogeno (de gaRa et al 2003) lrsquoattivitagrave dellepod infine aumenta notevolmente nelle fasi tardi-ve dellrsquoinfezione nelle foglie di lsquofrantoiorsquo mentre inquelle di lsquoleccinorsquo un incremento egrave evidente 72 oredallrsquoinoculo (fig 2) i dati evidenziati nelle nostre condizioni sperimenta-li sono in linea con quanto riportato dalla letteraturariguardo alle interazioni pianta-patogeno e le risposteda stress abiotici (de gaRa et al 2003) infatti nellepiante resistenti si assiste a una modulazione deisistemi antiossidanti tale da causare un incremento diperossido di idrogeno a livello fogliare (de gaRa etal 2003) per contro nella varietagrave suscettibile lrsquoau-

mento dei livelli in antiossidanti non enzimatici nonegrave sufficiente a indurre resistenza la diversa rispostaai sistemi antiossidanti riscontrata nelle due varietagraveutilizzate in queste prove potrebbe essere consideratacome un marker biochimico per valutare lo stato diavanzamento dellrsquoinfezione e il suo destino primadella comparsa dei sintomi

Evoluzione dei sintomia conferma di quanto giagrave riscontrato da ciRulli etal (2008) lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo sono risultate rispet-tivamente resistenti e suscettibili ai due isolati di Vdahliae utilizzati nessun sintomo egrave stato registrato esulle piante utilizzate come controllo (piante nontrattate e piante le cui radici sono state immerse per

430 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

fig 1contenuto in fenoli carotenoidi clorofille e perossido diidrogeno in foglie di lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo dopo 24 72 e240 ore dallrsquoinoculo con vd312d () e vd315nd ()i controlli sono rappresentati da piante le cui radici sonostate immerse per 10 minuti in acqua (mdash) ciascun valo-re egrave la media di cinque piante phenols carotenoids chlorophylls and hydrogen peroxidecontent in leaves of lsquofrantoiorsquo and lsquoleccinorsquo after 24 72and 240 hours after inoculation with vd312d () andvd315nd () as controls plants were treated for 10minutes in water (mdash) each value is the mean of fiveplants

10 minuti in acqua) e sulle chiome di lsquofrantoiorsquo ino-culate con il patotipo non defogliante il patotipodefogliante ha causato su lsquofrantoiorsquo una modestadefogliazione le piante di lsquoleccinorsquo hanno espressosintomi gravi con entrambi i patotipi (generale avviz-zimento della chioma) aggravati nel caso del patoti-po defogliante da accentuata e rapida filloptosiMetaboliti secondari fitotossici gli isolati di V dahliae utilizzati in coltura liquida susubstrato vdM hanno permesso di ottenere fc chesaggiati su rametti recisi di lsquoleccinorsquo (suscettibile) elsquofrantoiorsquo (resistente) hanno riprodotto sintomi diavvizzimento e accartocciamento fogliare e defoglia-zione nessun sintomo egrave stato registrato sui ramettiche hanno assorbito acqua distillata e i substrati noninoculati lrsquoassorbimento dei 3 ml di soluzione daparte dei rametti ha richiesto 30-32 ore per acquavdM pdB e eM2 mentre i fc dei due isolati sonostati assorbiti in 17-24 ore i fc dei patotipivd312d o vd315nd di V dah-liae ottenuti su substrato vdM saggiati su entrambe

le cultivar di olivo hanno evidenziato sintomi da 7-9 giorni dopo lrsquoassorbimento i fc ottenuti su sub-strato vdM da entrambi i patotipi inducono ripiega-mento e successivo imbrunimento della laminafogliare sui rametti di lsquofrantoiorsquo Sui rametti dilsquoleccinorsquo sono stati registrati ingiallimenti della lami-na fogliare inizialmente intorno alle nervature edopo 3-5 giorni sullrsquointera superficie Sintomo fina-le dei fc di entrambi gli isolati di V dahliae dopo 28giorni di coltura su substrato di vdM egrave stata unagenerale defogliazione dei rametti Su lsquoleccinorsquo ladefogliazione egrave stata severa e si egrave avuta dopo 17 gior-ni sui rametti trattati con il fc dellrsquoisolato vd312dcf e dopo 21 giorni su lsquofrantoiorsquo i rametti trattaticon i fc di vd315nd sono stati registrati dopo 20giorni su lsquoleccinorsquo e dopo 25 giorni su lsquofrantoiorsquo isintomi sopra descritti sono stati osservati anche suirametti che hanno assorbito i fc dei due isolati dopodiluizione di 10 e 100 volte con acqua distillata i fc ottenuti dai due patotipi su substrato vdMsono stati confrontati sulle due cultivar per i loroeffetti sul flusso traspiratorio e sulle variazioni infenoli e clorofille presenti nelle foglie (fig 3)

431Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 2contenuto in ascorbato e attivitagrave delle perossidasi generi-che (pod) e dellrsquoascorbato perossidasi (apX) in foglie dilsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo dopo 24 72 e 240 ore dallrsquoinoculocon vd312d () e vd315nd () i controlli sono rap-presentati da piante le cui radici sono state immerse per10 minuti in acqua (mdash) ciascun valore egrave la media di cin-que piante ascorbic acid concentration and peroxidase (pod) andascorbate peroxidase (apX) activity in leaves of lsquofrantoiorsquoand lsquoleccinorsquo after 24 72 and 240 hours after inocula-tion with vd312d () and vd315nd () as controlsplants were treated for 10 minutes in water (mdash) eachvalue is the mean of five plants

fig 3effetti sulla traspirazione e sul contenuto in clorofille efenoli in foglie di lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo dopo 24 72 e 240ore dallrsquoassorbimento di 3 ml di filtrato colturale degli iso-lati vd312d () e vd315nd () su substrato vdM icontrolli hanno assorbito 3 ml di acqua (mdash) ciascunvalore egrave la media di cinque rametti recisi transpiration from abaxial leaf surfaces and chlorophyllsand phenols content in leaves of lsquofrantoiorsquo and lsquoleccinorsquoafter 24 72 and 240 hours after the absorbtion of 3 ml fvd312d () and vd315nd () culture filtrates onvdM as controls twigs adsorbed 3 ml of water (mdash) eachvalue is the mean of five twigs

le misure di traspirazione (fig 3) dimostrano unforte incremento nel flusso traspiratorio nei ramettirecisi che hanno assorbito i fc ottenuti dal patotipovd312d rispetto a quelli ottenuti dal vd315nd edalle tesi di controllo nessuna differenza egrave stata regi-strata nel contenuto in clorofilla Solo la concentra-zione in fenoli nelle foglie dei rametti recisi chehanno assorbito i fc ottenuti dai due isolati egrave risul-tata circa tre volte superiore rispetto ai rametti delletesi di controllo totali (fig 3)in definitiva appare chiaro che nellrsquointerazione Vdahliae e olivo entrino in gioco fattori chimici divirulenza del patogeno (fitotossine) che contribuisca-no alla patogenesi e alla manifestazione dei sintomied inducano nellrsquoospite condizioni di stress in que-sto stato la pianta ospite manifesteragrave in parte o intoto le alterazioni biochimiche e fisiologiche determi-natesi nei tessuti attraverso i sintomi

Ringraziamenti - gli autori ringraziano i collaboratoriluca Scarola valentino poliseno nicola contursi eaniello Rescigno (dipartimento di Scienze del Suolo dellapianta e degli alimenti universitagrave degli Studi di Barialdo Moro) per il valido supporto tecnico nella realizza-zione delle prove lavoro realizzato con il contributo dellafondazione cassa di Risparmio di puglia Bando 2010 ndashprogetto Meccanismi di resistenza alla verticilliosi e caratte-rizzazione di varietagrave meridionali di olivo

letteRatuRa citataBeJaRano-alcaacutezaR J peacuteRez-aRteacuteS e JiMeacutenez-dIacuteaz

RM 2001 ndash Spread of the defoliating pathotype ofverticillium dahliae to new cotton and olive growingareas in Southern Spain in Proceedings 8th Inter-national Verticillium Symposium coacuterdoba 2001 57

BRuno g SpaRapano l 2006 ndash Effects of three esca-asso-ciated fungi on vitis vinifera L II Characterization ofbiomolecules in xylem sap and leaves of healthy and dis-eased vines physiol Mol plant path 69 195-208

BuBici g ciRulli M 2011 ndash verticillium wilt inScHena l agoSteo ge cacciola So (eds)Olive diseases and disorders 191-222 transwordResearch network Kerala india

cHandleR Sf doddS JH 1983 ndash The effect of phos-phate nitrogen and sucrose on the production of pheno-lics and solasodine in callus cultures of Solanum lacinia-tum plant cell Rep 2 205

ciRulli M colella c drsquoaMico M aMenduni MBuBici g 2008 ndash Comparison of screening methods for

the evaluation of olive resistance to verticillium dahliaeKleb J plant path 90(1) 7-14

colella c Miacola c aMenduni M drsquoaMico MBuBici g ciRulli M 2008 ndash Sources of Verticilliumwilt resistance in wild olive germplasm from theMediterranean region plant path 57 533-539

de gaRa l de pinto Mc toMMaSi f 2003 ndash Theantioxidant systems vis-agrave-vis reactive oxygen species dur-ing plantndashpathogen interaction plant physiolBiochem 41 863-870

licHtentHaleR HK 1987 ndash Chlorophylls andearotenoids pigments of photosynthetic bio-membranesMethods enzymol 148 351-383

MeRcado-Blanco J collado-RoMeRo M paRRilla-aRauJo S RodRIacuteguez-JuRado d JiMeacutenez-dIacuteazRM 2003 ndash Quantitative monitoring of colonizationof olive genotypes by verticillium dahliae pathotypes withreal-time polymerase chain reaction physiol Mol plantpath 63 91-105

MeRcado-Blanco J RodRIacuteguez-JuRado d peacuteRez-aRteacuteS e JiMenez-dIacuteaz RM 2001 ndash Detection of thenondefoliating pathotype of verticillium dahliae ininfected olive plants by nested PCR plant path 50609-619

paRadiSo a BeRaRdino R de pinto Mc Sanitagrave ditoppi l StoRelli MM toMMaSi f de gaRa l2008 ndash Increase in ascorbatendashglutathione metabolism aslocal and precocious systemic responses induced by cadmi-um in durum wheat plants plant cell physiol 49362-374

pegg gf BRady Bl 2002 ndash Verticillium Wilts caBipublishing Wallingford

toMMaSi f paciolla c de pinto Mc de gaRa l2006 ndash Effects of storage temperature on viability germi-nation and antioxidant metabolism in ginkgo biloba Lseeds plant physiol Biochem 44 359-368

RiaSSunto ndash due ceppi di Verticillium dahliae caratte-rizzati come patotipo defogliante (vd312d) o non defo-gliante (vd315nd) e piante di olivo delle cultivarlsquofrantoiorsquo (resistente) e lsquoleccinorsquo (suscettibile) sono statiutilizzati in prove di inoculazione artificiale focalizzate allostudio fisiologico delle interazioni pianta patogeno ladiversa risposta riscontrata nelle due varietagrave in termini difenoli carotenoidi clorofilla perossido di idrogeno ascor-bato perossidasi generiche e ascorbato perossidasi indicauno stato di stress fitotossine prodotte in vitro dai duepatotipi sembrano essere coinvolte nelle alterazioni biochi-miche e fisiologiche alla base delle tipiche sintomatologiedella verticilliosi su olivo (avvizzimento generale dellachioma e defogliazione)

432 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

autoRi

Giovanni Luigi Bruno (giovanniluigibrunounibait) Samer Sermani Antonio Domenico Marsico Mario AmenduniDipartimento di Scienze del Suolo della Pianta e degli Alimenti (DiSSPA) Sezione di Patologia vegetale Universitagrave di BarildquoAldo Morordquo Via G Amendola 165A 70126 BariCristina Fasciano Maria Paola Ippolito Franca Tommasi (francatommasiunibait) Dipartimento di Biologia Universitagrave diBari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70125 BariCecilia Colella Dipartimento di Chimica Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70125 Bari

Page 26: Società Botanica italiana onluS 45 (2) 2013/391... · 2018-05-08 · prodotto preso in esame e sia dal metodo utilizzato (peRez-JiMénez et al., 2008; MülleR et al., 2010). un’attenzione

sono stati impollinati manualmente e coperti consacchetti di tessuto non tessuto (tnt) in maggioin concomitanza con lrsquoinizio dellrsquoingrossamentodegli ovari i cappucci sono stati rimossi e nel mesesuccessivo egrave stata effettuata la raccolta delle capsulemature nella primavera del 2011 i semi sono statisottoposti a pre-trattamenti di scarificazione mecca-nica manuale e di dry-heating (80 degc x 5 min) inquanto risultati i piugrave efficaci nel promuoverne la ger-minazione (foRte et al 2012) per ciascuno dei duepre-trattamenti sono stati utilizzati circa 1500 semiderivanti dallrsquoincrocio c1 x c2 e circa 400 semi pro-dotti dallrsquoincrocio c2 x c1 i semi pre-trattati sonostati posti direttamente in plateaux di polistiroloespanso riempiti con sabbia sterilizzata a granamedio-fine (50) e torba (50) dopo una primafase di accrescimento le plantule sono state trapian-tate in fitosacchi in film plastico contenenti terrenonon sterile (sabbia di fiume 40 terreno comune30 torba 30) durante tutte le fasi di crescita leplantule sono state irrigate e sottoposte a trattamen-ti fitosanitari e fertilizzanti miratiper lrsquointervento di reintroduzione oltre agli individuicosigrave ottenuti nel 2011 sono stati utilizzati ancheindividui derivanti da semi pre-germinati nellrsquoambi-to di prove sperimentali condotte tra il 2009 e il2010 su c1 e c2la scelta delle aree di reintroduzione egrave stata fattasulla base dei dati storici di presenza di C clusii alesina (cHieSuRa loRenzoni et al 1976 foRte etal 2002b) delle caratteristiche eco-fisiologiche dellapopolazione originaria (foRte et al 2005 foRtepaStoRe 2005) di quelle ecologiche dei siti di rein-troduzione e dellrsquoanalisi delle minacce

RiSultati e diScuSSione

gli individui oggetto dellrsquoazione di reintroduzioneavvenuta a fine gennaio 2013 sono stati distribuitiin tre aree principali (fig 1) Queste sono situate neltratto di cordone dunale immediatamente ad est diMarina di lesina insediamento sorto in localitagravepietramaura dove negli anni lsquo70 era ancora presen-te il piugrave esteso nucleo di individui di C clusii dellastazione di lesina (cHieSuRa loRenzoni et al1976) due delle aree di reintroduzione poste tra lelocalitagrave di acquarotta e pennacchio sono relativa-mente vicine tra loro e separate da una fascia occupa-ta da un rimboschimento a Pinus pinea l mentre laterza in localitagrave chiusa dista dalle altre circa 2 kmallrsquointerno di ciascuna area sono stati individuati piugravesiti di reintroduzione georiferiti mediante strumen-tazione gpS in ognuno dei quali egrave stato inserito unnumero di individui compreso tra 20 e 25la scelta di ripartire gli individui in tre aree di rein-troduzione differenti e allrsquointerno di queste in piugravesiti distinti egrave stata effettuata con lo scopo di ridurre ilrischio che un eventuale incendio possa interessarlecontemporaneamente compromettendo la sopravvi-venza dellrsquointera popolazione reintrodotta il numerocomplessivo di siti di intervento egrave risultato pari a 27inoltre per garantire buone probabilitagrave di successo

anche riproduttivo in ciascun sito sono stati reintro-dotti almeno 20 individui al fine di aumentare laprobabilitagrave di incrocio tra individui con alleli diincompatibilitagrave differenti indispensabile in una spe-cie allogama come C clusii (Rizzotto 1979)in ogni sito inoltre i singoli individui sono statipiantati in micro-siti individuati sulla base dellamicro-morfologia stazionale le tre aree di interven-to ricadono in un contesto vegetazionale caratterizza-to da un complesso e molto frammentato mosaicocostituito principalmente dalla gariga a R officinalisE multiflora e Cistus sp pl e dalla macchia a sclero-fille sempreverdi con presenza di Erica arborea lQuesto mosaico spesso egrave il diretto risultato delledifferenti condizioni ecologiche determinate dallamicro-morfologia stazionale (foRte et al 2002a) ealtre volte della dinamica della vegetazione in atto acausa degli incendi pertanto sono stati individuaticome idonei quei micro-siti rispondenti alle caratte-ristiche bio-ecologiche della popolazione da intro-durre (eliofilia relativa sensibilitagrave allo stress idricoecc foRte et al 2005) e comunque sempre suffi-cientemente distanti da nuclei di macchia in stato diavanzamento o da singoli cespugli in fase di resprou-tinglrsquoazione di conservazione in situ cosigrave condotta nonha richiesto pertanto ulteriori interventi quali dira-

417Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 1Mappa delle aree di reintroduzione (base cartograficaldquocarta della vegetazione reale del ldquoBosco isolardquo di lesina- foglio 1rdquo foRte 2001)Map of reintroduction areas (cartographic base ldquocartadella vegetazione reale del ldquoBosco isolardquo di lesina - foglio1rdquo foRte 2001)

damento della vegetazione preesistente rimozionedel secco ecccomplessivamente nella stazione di ldquoBosco isolardquosono stati reintrodotti 520 individui di C clusii pro-dotti mediante coltivazione ex situ 200 dei qualiderivanti da semina diretta di semi pre-trattati e 320ottenuti da impianto di semi pre-germinatiattualmente ulteriori 155 individui prodotti nel-lrsquoambito di questo progetto sono conservati presso ilMuseo orto Botanico dellrsquouniversitagrave di Bari inmodo da garantire sia la conservazione ex situ delpatrimonio genetico della popolazione di lesina e siala possibilitagrave di disporre di materiale di propagazioneper studi successivi

Ringraziamenti - gli autori ringraziano gli ldquospeciali colla-boratorirdquo che si sono prodigati durante il lavoro in campodi reintroduzione in situ in ordine alfabetico elenaBlotti nicola cillo Saverio drsquoamico Mario de tullioantonella grano Marcello Macchia Saverio Regina egianni Signorile

letteRatuRa citatacHieSuRa loRenzoni f cuRti l loRenzoni gg

MaRcHioRi S 1976 ndash cistus clusii Dunal Note dinomenclatura e di distribuzione con particolare riguardoalla stazione di Lesina (Foggia) giorn Bot ital 110259-267

conti f Manzi a pedRotti f 1997 ndash Liste rosse regio-nali delle piante drsquoItalia WWf Societagrave Botanicaitaliana universitagrave di camerino

foRte l anifantiS S Mantino f caRRuggio fcavallaRo v 2009 ndash Conservation of cistus clusiiDunal from ldquoBosco Isolardquo (Lesina - Apulia) current sta-tus and new experimental evidence in BaccHetta g(ed) Book of Abstracts Biodiversity Hotspots in theMediterranean Area 45th intern congr SiSv amp fip ndashcagliari 22-24 25-29 June 2009 280

foRte l cavallaRo v MaccHia f 2002b ndashConservazione in situ di cistus clusii Dunal (cistaceaeMagnoliophyta) nella duna di Lesina Quad Botamb appl 13 3-9

foRte l cavallaRo v pantaleo f drsquoaMico fSMaccHia f 2002a ndash The vascular Flora of the ldquoBoscoIsolardquo at Lesina (Foggia ndash Apulia) fl Medit 12 33-92

foRte l MelcHioRRe g anifantiS S caRRuggio fMantino f 2012 ndash Alcuni aspetti della biologia dellaconservazione di cistus clusii Dunal di ldquoBosco Isolardquo(Lesina Puglia) inform Bot ital 44(Suppl 2) 36-38

foRte l paStoRe d 2005 ndash Relazioni acqua-pianta inMaccHia f (ed) Biologia ed ecologia di cistus clusiiDunal 31-38 ed adda Bari

foRte l paStoRe d MaRvulli M Scatigna aMeMaccHia f 2005 ndash Analisi comparata tra eventi feno-logici e andamento dei parametri ambientali inMaccHia f (ed) Biologia ed ecologia di cistus clusiiDunal 5-13 ed adda Bari

giaRdina 1988 ndash Segnalazioni Floristiche Italiane 574-576 inform Bot ital 20(2-3) 678-679

MaccHia f (a cura di) 2005 ndash Biologia ed ecologia dicistus clusii Dunal ed adda Bari

Rizzotto M 1979 ndash Ricerche tassonomiche e corologichesulle cistaceae 1 Il genere cistus L in Italia Webbia33(2) 343-378

RiaSSunto ndash Cistus clusii dunal egrave una specie moltorara in italia storicamente presente in Sicilia e in puglianellrsquounica stazione di ldquoBosco isolardquo (lesina fg) in segui-to allrsquoestinzione della piccola popolazione residuale puglie-se il Museo orto Botanico dellrsquouniversitagrave di Bari e ilcentro Studi naturalistici onluS hanno stipulato unaapposita convenzione al fine di attuare unrsquoazione di rein-troduzione nel sito di lesina le piante reintrodotte insitu 520 in tutto sono state ottenute a partire da indivi-dui di C clusii progenie della popolazione spontanea ori-ginaria conservati ex situ presso il Museo orto Botanicoper aumentare le probabilitagrave di successo dellrsquointerventogli individui sono stati distribuiti in tre aree distinte eallrsquointerno di queste piantati in micro-siti rispondenti allecaratteristiche eco-fisiologiche della popolazione di C clu-sii di lesina giagrave note dalla letteratura infatti solo unaconoscenza approfondita del comportamento bio-ecologi-co delle entitagrave oggetto di interventi di conservazione insitu permette di programmare una concreta azione di tute-la attraverso lrsquoinsediamento di popolazioni in grado dipersistere nel tempo

418 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

autoRi

Luigi Forte (luigiforteunibait) Viviana Cavallaro Dipartimento di Biologia e Museo Orto Botanico Universitagrave di BarildquoAdo Morordquo Via E Orabona 4 70126 BariStamatia Anifantis Francesca Carruggio Francesca Mantino Giulia Melchiorre Museo Orto Botanico Universitagrave di BarildquoAldo Morordquo Via E Orabona 4 70126 Bari

Limoniastrum monopetalum (l) Boiss egrave presente inpuglia sulle rupi marittime di tricase porto (le)nellrsquoambito di una cenosi ascrivibile alla classeCrithmo-Limonietea Br-Bl 1947 in condizioni ana-loghe a quanto descritto per la Sicilia meridionale daBaRtolo et al (1982) Secondo la direttiva9243cee si tratta di un habitat di interesse comu-nitario denominato ldquoScogliere con vegetazione dellecoste mediterranee con Limonium spp endemicirdquo(aavv 2010) ersquo una specie a diffusione SW-Mediterranea in italia egrave presente in Sardegna inSicilia (conti et al 1992) nella laguna diorbetello (toMei guazzi 1993) a tricase porto(le) (accogli et al 1996) (fig1) in passato laspecie era stata segnalata ldquonei siti arenosi di tarantordquo(MaRinoSci 1870) caratterizzati da depressionicostiere con un ristagno idrico con substrato preva-lentemente costituito da argille e colonizzato da spe-cie ad elevata alofilia (tRotteR 1936) probabil-mente le antiche cenosi erano ascrivibili alla classeSarcocornetea-fruticosae Br-Bl amp tuumlxen ex a amp oBolograves 1950 tipica dei suoli inondati fangoso-argillo-si come riportato da Biondi et al (2004) per laSardegna

StatuS del popolaMento puglieSe ed eSpeRienzepRegReSSe

a tricase porto il popolamento si presenta formatoda due nuclei localizzati sulla sommitagrave di due costo-ni rocciosi distanti in linea drsquoaria circa 150 mentrambi i costoni sono occupati da abitazioni ad

uso civico ed i cespugli di limoniastro sono localizza-ti nelle loro adiacenze ma non allrsquointerno e questopotrebbe escludere unrsquointroduzione della specie perscopo ornamentale in totale si possono contarecirca 25 individui dei quali 18 si presentano comegrossi cespugli larghi 1ndash25 m alti 075ndash130 m lafioritura dura meno di un mese tra la fine di giugnoe lrsquoinizio di luglio le infiorescenze secche rimango-no sulla pianta sino a dicembre ma la maturazionedei frutti non egrave mai evidente e non egrave visibile la dei-

419infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

conservazione ex situ ed interventi di reintroduzione di Limoniastrum monopetalum in puglia

R accogli Mp BiancHi p Medagli S MaRcHioRi

aBStRact - ex situ conservation and reintroduction of limoniastrum monopetalum in Apulia region - in this paper arepresented the main actions taken by the Botanic garden of diSteBa for the protection of Limoniastrum monopetalum(l) Boiss species of high vulnerability included in the national Red list of plants of italy the specie is cultivated exsitu in the Botanic garden and it was decided to implement its reintroduction in the locality palude la vela (ta) in anarea once had been reported but no longer found propagation of L monopetalum was carried out by vegetative and gen-erative individuals obtained were reintroduced in two sites of the palude to different environmental conditions

Key words conservation moltiplication reintroduction

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 1areale di L monopetalum secondo gReuteR et al 1989 etutin et al 1981distribution area of L monopetalum according togReuteR et al 1989 and tutin et al 1981

scenza a contrastare lo sviluppo e la diffusione dinuove piante sono le estreme condizioni di povertagravedel substrato fortemente disturbato dalle attivitagraveantropiche che rimaneggiano continuamente le som-mitagrave dei costoni rocciosi (interventi di restauro edili-zio incendi e tagli indiscriminati) e la presenza diuna flora sinantropica dominata da agave pittospo-ro caprifico rovola vulnerabilitagrave della specie ha motivato la sua ripro-duzione ex situ nellrsquoorto Botanico dellrsquouniversitagravedel Salento e la messa a punto di protocolli di rein-troduzione infatti giagrave nel 2000 era stata testata lacapacitagrave di propagazione di L monopetalum sia pervia gamica che agamica senza forzature sui semi neacutedi ormoni radicanti per le talee la resa germinativaera risultata molto bassa del 2-5 mentre elevatesono state le percentuali di attecchimento delle talee(70-95) sia in primavera che agli inizi dellrsquoautun-no nel 2005 egrave stato effettuato un primo interventovolto al potenziamento del popolamento di L mono-petalum esistente a tricase porto lungo un breve trat-to costiero prospiciente il sito interessato da un inter-vento di riqualificazione attuato dallrsquoamministra-zione comunale lrsquointervento prevedeva la realizza-zione di un camminamento lungo la scogliera attra-verso i segni della storia locale ancora leggibili (trat-turi per la mena delle pecore vasche intagliate negliscogli per la concia delle pelli e per lrsquoestrazione diblocchi lapidei terrazzamenti per le colture agrarieprimaticce etc) la flora del tratto costiero annove-ra altre specie di interesse conservazionistico percheacuteincluse nella lista Rossa nazionale come Vincetoxi-cum hirundinaria Medik subsp adriaticum (Beck)Markgr o di valore fitogeografico come lrsquoendemicoLimonium japigicum (groves) pignatti Lavateraarborea l Scrophularia lucida l lrsquointervento direintroduzione era stato concordato con docenti edalunni delle Scuole Medie inferiori del comune ditricase che hanno partecipato dimostrando grandeinteresse e sensibilitagrave nellrsquoautunno 2005 egrave stataorganizzata una giornata durante la quale dopo unincontro tra autoritagrave politiche locali studiosi stu-denti e cittadini sono state messe a dimora 10 pian-te di L monopetalum (accogli et al 2006) pur-troppo lrsquointervento egrave stato inficiato da un incendioche nella primavera successiva ha distrutto buonaparte della flora spontanea ed i trapianti effettuati

MateRiali e Metodi

un secondo intervento di reintroduzione di L mono-petalum egrave stato programmato nel 2011 per il sitopalude la vela che ricade nellrsquoomonima Riservanaturale Regionale e prossima allrsquoantica salina di Sgiorgio jonico (ta) come prima fase si egrave procedu-to alla moltiplicazione della specie per ottenere indi-vidui giovani da mettere a dimora la moltiplicazio-ne ex situ egrave stata ripetuta sia per via vegetativa chegenerativa ponendosi nelle medesime condizionidegli anni precedenti ma con lrsquoaccorgimento didistinguere talee semierbacee da talee legnose ilmateriale propagativo egrave stato prelevato dagli indivi-

dui presenti a tricase porto da rami di 2 o piugrave annicon diametro del fusto maggiore di 10 mm sonostate realizzate talee lunghe 10-18 cm da rami di 1anno con diametro inferiore a 10 mm sono staterealizzate talee lunghe 7-12 cm il prelievo egrave statoeffettuato sia allrsquoinizio dellrsquoautunno (5 ottobre 2010)che alla fine della stagione invernale (5 marzo 2011) le talee sono state messe a radicare (senza aggiunta diormoni) in substrato costituito da un mixer di torbae perlite in rapporto 12 in vasi in pvc delle dimen-sioni 7x7x18 cm fatti stazionare poi in tunnel fred-do dopo 30 giorni veniva registrato lrsquoattecchimentodelle talee i risultati definitivi hanno evidenziato ilseguente andamento in autunno per quelle preleva-te da rami di 2 anni egrave stata registrata una percentua-le del 74 e per quelle prelevate da rami di 1 annodel 64 in primavera per le talee piugrave legnose egrave stataregistrata una percentuale di attecchimento pari al95 e per quelle meno legnose dellrsquo86 ancorauna volta i risultati dimostrano la facilitagrave di propaga-zione vegetativa della specie inoltre anche se i valo-ri differiscono di poco si deduce che il periodomigliore per il taleaggio di L monopetalum egrave a finestagione primaverile con rami vecchi di almeno 2anni (tab 1)

i racemi di L monopetalum dopo la fioritura persi-stono sulla pianta per lungo tempo (anche sino allrsquoin-verno) per cui sono stati effettuati periodici prelievidei frutti per lrsquoestrazione dei semi al fine di definire ilperiodo di piena maturazione un primo prelievo deifrutti egrave stato effettuato in ottobre i semi sono statiopportunamente isolati previa rottura della capsulaed una parte di essi egrave stata sottoposta a vernalizzazio-ne (4 degc per 24 h) per simulare unrsquoeventuale dor-mienza invernale la semina egrave stata effettuata in cap-sule petri sterili con carta da filtro come substratotenute in camera di crescita a 20 degc e fotoperiodo di10 h Sono state realizzate tre ripetizioni con 30 ele-menti per capsula lrsquoelaborazione dei dati registratievidenzia un andamento del potere germinativo di Lmonopetalum secondo quanto riportato dalla fig 2 il monitoraggio delle piastre ha evidenziato un pote-re germinativo dei semi molto basso (2-4) questodato egrave stato confermato dalla semina a spaglio effet-tuata in una seminiera con substrato composto datorba e agriperlite nel rapporto 12 da circa 200semi sono emerse solo 6 plantule

420 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

taBella 1Risultati della propagazione ex situResults of ex situ propagation

stagione talee di di radicazionepartenza 72 dopo 30 gg

Oslash 10 mm 64autunno Oslash 10-20 mm 74Oslash 10 mm 86primavera Oslash 10-20 mm 95

ReintRoduzione a palude la vela

i sopralluoghi effettuati a palude la vela per lrsquoindivi-duazione di siti idonei alla reintroduzione hannoindotto alla scelta di due piccole superfici simili percondizioni di substrato per copertura vegetale eparametri ambientali tali siti sono collocati su spon-de opposte dellrsquoacquitrino ed hanno unrsquoestensioneminima di 60 m2 per la messa a dimora sono stateselezionate piante vigorose e sane con unrsquoaltezzamedia di 489 plusmn526 cm e diametro di 1609plusmn304cm nel mese di novembre 2011 egrave stata effettuata laloro messa a dimoranel sito denominato ldquoardquo sono state trapiantate 15piante con un approssimativo sesto di impianto di 2x 4 m nel sito ldquoBrdquo sono state trapiantate 14 piantein ordine sparso in quanto lrsquoarea presentava nume-rose zone di erosione e continui dislivelli

concluSioni

nellrsquoarea palude la vela le condizioni ambientalisembrano piugrave confacenti allrsquoecologia di L monopeta-lum rispetto a tricase porto ed egrave positivo che tutte lepiante abbiano attecchito e siano giunte a fioriturama solo fra qualche anno si potragrave constatare la for-mazione di un eventuale popolamento con individui

fertili ed in grado di autopropagarsi e si avragrave confer-ma del successo della reintroduzione

letteRatuRa citataaavv 2010 ndash Manuale italiano interpretazione degli

habitat (Direttiva 9243 CEE) Ministero ambiente etutela territorio e Mare SBi

accogli R Medagli p MaRcHioRi S 1996 ndashlimoniastrum monopetalum (L) Boiss in Puglia(plumbaginaceae) giorn Bot ital 130 1 91degcongr SBi ancona 16-19 settembre 1996

mdash 2006 ndash Conservazione ex situ e reintroduzione dilimoniastrum monopetalum (L) Boiss sulla fasciacostiera di Tricase Porto (Lecce) inform Bot ital38(Suppl 1) 183-184

BaRtolo g BRullo S MaRcenograve c 1982 ndash La vegeta-zione costiera della Sicilia sud-orientale aQ71226cnR Roma

Biondi e BRugiapaglia e faRRiS e filigHeddu RSeccHi z 2004 ndash Halophilous vegetation of Olbia pondsystem (NE-Sardinia) fitos 41(1) Suppl 1 125-141

conti f Manzi a pedRotti f 1992 ndash Lista RossaNazionale delle Piante drsquoItalia WWf italia Roma

gReuteR W BuRdet HM long g 1989 ndashMedndashChecklist vol 4 320 pp

MaRinoSci M 1870 ndash Flora Salentina 1 22toMei pe guazzi e 1993 ndash Le zone umide della

Toscana Lista generale delle entitagrave generali atti MusStor nat grosseto 15 120-135

tRotteR a 1936 ndash Rilievi ecologici intorno alla flora edalla vegetazione della salina di SGiorgio presso Tarantoann R ist Sup agr portici III 5 120-135

tutin tg HeyWood vH BuRgeS na MooRedM valentine dH WalteRS SM WeBB da1981 ndash Flora Europaea vol 3 51

RiaSSunto - nel presente lavoro vengono esposte leprincipali azioni intraprese dallrsquoorto Botanico deldiSteBa per la salvaguardia di Limoniastrum monopeta-lum (l) Boiss specie ad alta vulnerabilitagrave inclusa nellalista Rossa nazionale delle piante drsquoitalia da anni la spe-cie viene coltivata ex situ nellrsquoorto Botanico e si egrave pensatodi attuare la sua reintroduzione in localitagrave palude la velain un ambito territoriale di antica segnalazione ma doveattualmente risulta scomparsa la propagazione di Lmonopetalum egrave stata effettuata per via vegetativa e genera-tiva e gli individui ottenuti sono stati reintrodotti in duesiti della palude a diverse condizioni ambientali

421Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 2valutazione del potere germinativoevaluation of the germinative power

autoRi

Rita Accogli (ritaaccogliunisalentoit) Maria Pia Bianchi Piero Medagli Silvano Marchiori Orto Botanico delDipartimento di Scienze e Tecnologie Biologiche ed Ambientali (DiSTeBA) Universitagrave del Salento Centro Ecotekne ViaProvinciale per Monteroni 73100 Lecce

in occasione della redazione della checklist dellepiante vascolari della puglia (a albano fBartolucci f conti p Medagli Rp Wagensommerin prep) egrave stato aggiornato lrsquoelenco delle specieminacciate in questa Regionele liste Rosse Regionali (conti et al 1997) ripor-tavano per la puglia 180 entitagrave da allora sono tras-corsi piugrave di 15 anni alcune di queste entitagrave eranoindicate in puglia per errore e altre sono considerateoggi sinonimi di entitagrave non minacciate mentrenumerose specie della lista Rossa nazionale sonostate rinvenute in puglia solo dopo il lavoro diconti et al (op cit) per questo motivo abbiamoritenuto utile aggiornare lrsquoelenco delle specie di listaRossa della Regione puglia e integrarlo con tutte leentitagrave endemiche pugliesi ed esclusive della Regione(presenti in italia solo in puglia)

RiSultati

il libro Rosso delle piante drsquoitalia (conti et al1992) riportava 458 specie e sottospecie di piantevascolari sottoposte a vari gradi di minaccia a livellonazionale di queste entitagrave 46 sono attualmentenote in puglia (tab 1) considerando anche le listeRosse Regionali (conti et al 1997) il numero ditaxa minacciati a livello nazionale e presenti in pugliasale a 89 entitagrave certamente presenti (di cui 1 dubita-tivamente alloctona) e 8 dubitativamente presentinella Regione mentre il numero di entitagrave indicatecome minacciate a livello Regionale egrave pari a 158 (dicui 1 dubitativamente alloctona) alle quali si aggiun-gono 4 entitagrave dubitativamente presenti nella Regio-ne per un totale di 188 entitagrave (tab 1)

le specie esclusive della puglia cioegrave quelle presentiin italia solo in questa Regione sono 54 di cui 2dubitativamente alloctone alle quali si aggiungono 6entitagrave la cui presenza egrave dubbia di queste 54 entitagrave35 sono endemiche pugliesi (tab 1)pertanto le specie di lista Rossa in puglia integratecon tutte le endemiche pugliesi e le esclusive dellaRegione sono 221 (tab 1) pari al 93 della floravascolare autoctona pugliese

diScuSSione

il libro Rosso e le liste Rosse delle piante drsquoitalia(conti et al 1992 1997) pur essendo stati seguitida altri lavori riguardanti le piante minacciate delnostro paese (pignatti et al 2001 ScoppolaSpaMpinato 2005) sono ancora oggi il riferimentoprincipale per le specie a rischio di estinzione initalia negli ultimi anni lrsquoimpulso alla realizzazionedi una nuova lista Rossa delle piante drsquoitalia secon-do i piugrave recenti criteri iucn (2001 2011) egrave statodato dalla rubrica pubblicata sullrsquoinformatoreBotanico italiano ldquoSchede per una lista Rossa dellaflora vascolare e crittogamica italianardquo e dal proget-to appena concluso e realizzato dalla SocietagraveBotanica italiana per conto del Ministero dellrsquoam-biente e della tutela del territorio e del Mare relati-vo alla valutazione nazionale della categoria di rischiodi estinzione per piugrave di 300 specie vegetali di interes-se conservazionistico e di ambientihabitat partico-larmente minacciati (RoSSi et al 2013) attualmen-te questi progetti hanno portato alla valutazione delgrado di minaccia di 40 specie vascolari presenti inpuglia Egrave auspicabile pertanto il contributo di tutti

422 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

piante vascolari minacciate e liste Rosse aggiornamento delle conoscenzein puglia

Rp WagenSoMMeR p Medagli ev peRRino

aBStRact - Threatened vascular plants and Red Lists an update of knowledge in Apulia -the Regional Red list of vas-cular plant species in apulia Region has been updated following recent knowledges of conservation distributional andtaxonomic interest

Key words apulia Red lists threatened species update

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

423Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

taBe

lla

1Piante vascolari endemiche esclusive e di Lista Rossa della Regione Puglia

Endemic exclusive and Red List vascular plants in Apulia Region

424 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO 45 (2) 393-432 2013(se

gue T

ab 1

)

425Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

(segue Tab 1)

426 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013(segue Tab 1)

427Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

(segue Tab 1)

i botanici pugliesi affincheacute sia possibile valutaresecondo i criteri piugrave recenti dellrsquoIUCN (op cit) unnumero molto maggiore di specieLrsquoelenco riportato in Tab 1 include tutte le specieendemiche pugliesi ed esclusive della Puglia Di que-ste entitagrave 33 non venivano indicate nelle Liste RosseRegionali (CONTI et al 1997) Esse sono state inclu-se in Tab 1 in via precauzionale ma in molti casi illoro effettivo grado di minaccia deve ancora esserevalutato Lrsquoelenco non include invece le categorie diminaccia indicate in ROSSI et al (2013) che sarannooggetto di un futuro contributo sulle specie di inte-resse conservazionistico in Puglia

CONCLUSIONILrsquoaggiornamento delle conoscenze floristiche inPuglia e le informazioni tassonomiche nomenclatu-rali e distributive pubblicate nel corso degli ultimianni hanno consentito un aggiornamento delle ListeRosse delle Piante vascolari della Regione Puglia maancora molto lavoro deve essere svolto per megliodefinire il numero di specie a rischio e il loro effetti-vo grado di minaccia secondo i piugrave recenti criteriinternazionali (IUCN op cit)

LETTERATURA CITATACONTI F MANZI A PEDROTTI F 1992 ndash Libro Rossodelle Piante drsquoItaliaMinistero Ambiente WWF Italia

Societagrave Botanica Italiana Romamdash 1997 ndash Liste Rosse Regionali delle Piante drsquoItaliaWWFItalia Societagrave Botanica Italiana CIAS Camerino

IUCN 2001 ndash IUCN Red List Categories and CriteriaVersion 31 IUCN Species Survival CommissionIUCN Gland (Switzerland) amp Cambridge (UK)II+30 pp

mdash 2011 ndash Guidelines for Using the IUCN Red ListCategories and Criteria Version 90 Prepared by theStandards and Petitions Subcommittee httpww-wiucnredlistorgdocumentsRedListGuidelinespdf

PIGNATTI S MENEGONI P GIACANELLI V (a cura di)2001 ndash Liste rosse e blu della flora italiana ANPARoma

ROSSI G MONTAGNANI C GARGANO D PERUZZI LABELI T RAVERA S COGONI A FENU G MAGRINIS GENNAI M FOGGI B WAGENSOMMER RPVENTURELLA G BLASI C RAIMONDO FMORSENIGO S (Eds) 2013 ndash Lista Rossa della FloraItaliana 1 Policy Species e altre specie minacciateComitato Italiano IUCN Ministero Ambiente eTutela Territorio e Mare Roma 54 pp

SCOPPOLA A SPAMPINATO G (Eds) 2005 ndash Atlante dellespecie a rischio di estinzione (CD-ROM) Allegato a ASCOPPOLA C BLASI (Eds) Stato delle conoscenze sullaflora vascolare drsquoItalia Palombi Ed Roma

RIASSUNTO ndash Egrave stata aggiornata la Lista RossaRegionale delle piante vascolari della Regione Pugliasecondo le piugrave recenti conoscenze in ambito conservazio-nistico distributivo e tassonomico

428 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO 45 (2) 393-432 2013

AUTORI

Robert Philipp Wagensommer (robwagensommeryahooit) Scuola di Scienze Ambientali Universitagrave di Camerino - CentroRicerche Floristiche dellrsquoAppennino (Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga) San Colombo 67021 Barisciano(LrsquoAquila)Piero Medagli (pietromedagliunileit) Laboratorio di Botanica Sistematica del DiSTeBA Universitagrave del Salento ViaProvinciale Lecce-Monteroni 73100 LecceEnrico Vito Perrino (enricoperrinoyahooit) Museo Orto Botanico Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via E Orabona 4 70124Bari

Verticillium dahliae Kleb egrave un fungo tracheomicoti-co responsabile della piugrave grave malattia dellrsquoolivo(Olea europaea l) soprattutto negli oliveti dei paesimediterranei Questo fungo oltre lrsquoolivo attacca piugravedi 300 specie di piante arboree ed erbacee la malat-tia determina generalmente il disseccamento di por-zioni della chioma (BeJaRano-alcaacutezaR et al 2001pegg BRady 2002 BuBici ciRulli 2011) isolatidi V dahliae in grado di infettare cotone e olivo pos-sono essere classificati in due patotipi defogliante enon-defogliante sulla base della loro abilitagrave o menodi indurre defogliazione nelle piante infette(MeRcado-Blanco et al 2001 2003) il presentelavoro propone studi preliminari su i) alcune rispo-ste fisiologiche in due cultivar di olivo caratterizzateda differenti livelli di suscettibilitagrave alla verticilliosi ii)alcuni determinanti di patogenicitagrave potenzialmentecoinvolti nellrsquoinduzione dei sintomi fogliari prodottida patotipi diversi di V dahliae

MateRiali e Metodi

Alterazioni fisiologiche piante di olivo delle cultivar lsquofrantoiorsquo (resistente) elsquoleccinorsquo (suscettibile) sono state inoculate con gliisolati vd312d (defogliante) e vd315nd (nondefogliante) seguendo il metodo descritto da ciRulli

et al (2008) piante non trattate e piante le cui radi-ci sono state immerse per 10 minuti in acqua sonostate utilizzate come tesi di controllo Sono stati valu-tati il contenuto di fenoli carotenoidi clorofillaperossido drsquoidrogeno ascorbato e lrsquoattivitagrave delleperossidasi generiche (pod) e dellrsquoascorbato perossi-dasi (apX) in foglie delle due cultivar raccolte dopo24 72 e 240 ore dal trapianto applicando i metodiproposti da cHandleR doddS (1983) licHten-tHaleR (1987) BRuno SpaRapano (2006) toM-MaSi et al (2006) paRadiSo et al (2008) tre mesidopo lrsquoinoculazione su ogni pianta egrave stata valutata lapresenza di malattia sulla chioma utilizzando la scaladi severitagrave dei sintomi proposta da colella et al(2008) lrsquoanalisi statistica dei dati egrave stata eseguitaattraverso lrsquoanalisi della varianza (anova) le mediesono state separate con il test della minima differen-za significativa (MdS) Produzione di metaboliti secondari fitotossici colture liquide statiche degli isolati vd312d evd315nd di V dahliae sono state allestite in tredifferenti soluzioni nutritive czapek modificato(vdM) patate destrosio Broth (pdB difco ) oacqua estratto di Malto (oxoid) al 2 (eM2) perciascun isolato e substrato sono state preparate 10bottiglie di Roux della capacitagrave di 1 l contenenti

429infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

Meccanismi di resistenza alla verticilliosi e caratterizzazione di varietagrave meridionali di olivo dati preliminari sulla fisiologia dellrsquointerazione olivoVerticillium dahliae

gl BRuno c faSciano Mp ippolito S SeRMani ad MaRSico c colella M aMenduni f toMMaSi

aBStRact - Mechanisms of resistance to olive Verticillium wilt and characterization of olive varieties from southern prelim-inary data on physiology of olive - verticillium dahliae interaction - inoculations experiment were performed with two strainsof Verticillium dahliae characterized as defoliating (vd312d) or not defoliating (vd315nd) pathotypes lsquofrantoiorsquo(resistant) and lsquoleccinorsquo (susceptible) olive plants the interaction plantpathogen was evaluated as total phenolscarotenoids chlorophylls hydrogen peroxide ascorbic acid generic peroxidases and ascorbate peroxidase activityinoculated plants showed the typical pathway associate to a stress the two pathotypes are also able to produce in vitrophytotoxins Some of these secondary metabolites should be involved on biochemical and physiological alterations asso-ciated to verticillium wilt symptoms on olive trees (leaves wilting and defoliation)

Keywords fenoli totali metaboliti secondari stato redox verticilliosi

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

150 ml di soluzione nutritiva ciascuna bottiglia egravestata inoculata con 5 ml di sospensione ottenutaomogeneizzando tre colonie (coltivate per due setti-mane in piastre petri su substrato di pda a 25 degc albuio) in 50 ml di acqua distillata sterile dopo 28giorni di coltura (25 degc al buio) il micelio egrave statorimosso mediante filtrazione su garza e centrifugazio-ne (5500 xg 20 min 4 degc) aliquote (3 ml) di cia-scun filtrato colturale (fc) integro o diluito (10100 e 1000 volte con acqua distillata) sono state uti-lizzate in saggi di tossicitagrave su rametti recisi dilsquoleccinorsquo e lsquofrantoiorsquo eseguiti in ambiente controlla-to (uR 50 t 25 degc luce 150 microe cm-2 sec-1)acqua distillata e substrato non inoculato sono statiutilizzati come controllo dal terzo giorno dopo lrsquoas-sorbimento delle soluzioni tossiche egrave stata osservatala manifestazione dei sintomi dopo 24 72 e 240 oredallrsquoassorbimento delle soluzioni saggiate le foglie diciascun rametto sono state caratterizzate in terminidi flusso traspiratorio utilizzando un porometro li-1600-licor negli stessi intervalli egrave stato valutato ilcontenuto in clorofilla e fenoli seguendo i metodiproposti in precedenza

RiSultati e diScuSSione

Alterazioni fisiologicheper entrambi i patotipi di V dahliae saggiati lrsquoindu-zione di uno stato di malessere nella pianta egrave confer-mata dalla riduzione nel contenuto di clorofillesoprattutto dopo 24 ore per la cultivar suscettibilelsquoleccinorsquo (fig 1) invece il contenuto di ascorbatoclorofille e carotenoidi ha subito un incrementosoprattutto nei campioni di foglie prelevate dopo 72e 240 ore dallrsquoinoculo con il patotipo defogliante leanalisi condotte sulle foglie di lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquohanno mostrato come la molecola segnale perossidodrsquoidrogeno risulta maggiormente presente nella cul-tivar frantoio dopo 72 ore dallrsquoinoculo con il patoti-po defogliante (fig 1) mentre lrsquoattivitagrave della apXsegna negli stessi tempi un decremento (fig 2) invece nella cultivar frantoio i sistemi antiossidan-ti non enzimatici hanno mostrato un calo rispetto aicontrolli nei livelli di ascorbato e di fenoli (fig 1) non si sono osservate variazioni nellrsquoattivitagrave dellacatalasi (fig 2) infatti come dimostrato in altrisistemi nei tessuti vegetali questo enzima svolge unruolo nel metabolismo del perossido di idrogenosecondario rispetto allrsquoapX che invece egrave lrsquoenzimachiave nel controllo della concentrazione in perossi-do di idrogeno (de gaRa et al 2003) lrsquoattivitagrave dellepod infine aumenta notevolmente nelle fasi tardi-ve dellrsquoinfezione nelle foglie di lsquofrantoiorsquo mentre inquelle di lsquoleccinorsquo un incremento egrave evidente 72 oredallrsquoinoculo (fig 2) i dati evidenziati nelle nostre condizioni sperimenta-li sono in linea con quanto riportato dalla letteraturariguardo alle interazioni pianta-patogeno e le risposteda stress abiotici (de gaRa et al 2003) infatti nellepiante resistenti si assiste a una modulazione deisistemi antiossidanti tale da causare un incremento diperossido di idrogeno a livello fogliare (de gaRa etal 2003) per contro nella varietagrave suscettibile lrsquoau-

mento dei livelli in antiossidanti non enzimatici nonegrave sufficiente a indurre resistenza la diversa rispostaai sistemi antiossidanti riscontrata nelle due varietagraveutilizzate in queste prove potrebbe essere consideratacome un marker biochimico per valutare lo stato diavanzamento dellrsquoinfezione e il suo destino primadella comparsa dei sintomi

Evoluzione dei sintomia conferma di quanto giagrave riscontrato da ciRulli etal (2008) lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo sono risultate rispet-tivamente resistenti e suscettibili ai due isolati di Vdahliae utilizzati nessun sintomo egrave stato registrato esulle piante utilizzate come controllo (piante nontrattate e piante le cui radici sono state immerse per

430 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

fig 1contenuto in fenoli carotenoidi clorofille e perossido diidrogeno in foglie di lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo dopo 24 72 e240 ore dallrsquoinoculo con vd312d () e vd315nd ()i controlli sono rappresentati da piante le cui radici sonostate immerse per 10 minuti in acqua (mdash) ciascun valo-re egrave la media di cinque piante phenols carotenoids chlorophylls and hydrogen peroxidecontent in leaves of lsquofrantoiorsquo and lsquoleccinorsquo after 24 72and 240 hours after inoculation with vd312d () andvd315nd () as controls plants were treated for 10minutes in water (mdash) each value is the mean of fiveplants

10 minuti in acqua) e sulle chiome di lsquofrantoiorsquo ino-culate con il patotipo non defogliante il patotipodefogliante ha causato su lsquofrantoiorsquo una modestadefogliazione le piante di lsquoleccinorsquo hanno espressosintomi gravi con entrambi i patotipi (generale avviz-zimento della chioma) aggravati nel caso del patoti-po defogliante da accentuata e rapida filloptosiMetaboliti secondari fitotossici gli isolati di V dahliae utilizzati in coltura liquida susubstrato vdM hanno permesso di ottenere fc chesaggiati su rametti recisi di lsquoleccinorsquo (suscettibile) elsquofrantoiorsquo (resistente) hanno riprodotto sintomi diavvizzimento e accartocciamento fogliare e defoglia-zione nessun sintomo egrave stato registrato sui ramettiche hanno assorbito acqua distillata e i substrati noninoculati lrsquoassorbimento dei 3 ml di soluzione daparte dei rametti ha richiesto 30-32 ore per acquavdM pdB e eM2 mentre i fc dei due isolati sonostati assorbiti in 17-24 ore i fc dei patotipivd312d o vd315nd di V dah-liae ottenuti su substrato vdM saggiati su entrambe

le cultivar di olivo hanno evidenziato sintomi da 7-9 giorni dopo lrsquoassorbimento i fc ottenuti su sub-strato vdM da entrambi i patotipi inducono ripiega-mento e successivo imbrunimento della laminafogliare sui rametti di lsquofrantoiorsquo Sui rametti dilsquoleccinorsquo sono stati registrati ingiallimenti della lami-na fogliare inizialmente intorno alle nervature edopo 3-5 giorni sullrsquointera superficie Sintomo fina-le dei fc di entrambi gli isolati di V dahliae dopo 28giorni di coltura su substrato di vdM egrave stata unagenerale defogliazione dei rametti Su lsquoleccinorsquo ladefogliazione egrave stata severa e si egrave avuta dopo 17 gior-ni sui rametti trattati con il fc dellrsquoisolato vd312dcf e dopo 21 giorni su lsquofrantoiorsquo i rametti trattaticon i fc di vd315nd sono stati registrati dopo 20giorni su lsquoleccinorsquo e dopo 25 giorni su lsquofrantoiorsquo isintomi sopra descritti sono stati osservati anche suirametti che hanno assorbito i fc dei due isolati dopodiluizione di 10 e 100 volte con acqua distillata i fc ottenuti dai due patotipi su substrato vdMsono stati confrontati sulle due cultivar per i loroeffetti sul flusso traspiratorio e sulle variazioni infenoli e clorofille presenti nelle foglie (fig 3)

431Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 2contenuto in ascorbato e attivitagrave delle perossidasi generi-che (pod) e dellrsquoascorbato perossidasi (apX) in foglie dilsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo dopo 24 72 e 240 ore dallrsquoinoculocon vd312d () e vd315nd () i controlli sono rap-presentati da piante le cui radici sono state immerse per10 minuti in acqua (mdash) ciascun valore egrave la media di cin-que piante ascorbic acid concentration and peroxidase (pod) andascorbate peroxidase (apX) activity in leaves of lsquofrantoiorsquoand lsquoleccinorsquo after 24 72 and 240 hours after inocula-tion with vd312d () and vd315nd () as controlsplants were treated for 10 minutes in water (mdash) eachvalue is the mean of five plants

fig 3effetti sulla traspirazione e sul contenuto in clorofille efenoli in foglie di lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo dopo 24 72 e 240ore dallrsquoassorbimento di 3 ml di filtrato colturale degli iso-lati vd312d () e vd315nd () su substrato vdM icontrolli hanno assorbito 3 ml di acqua (mdash) ciascunvalore egrave la media di cinque rametti recisi transpiration from abaxial leaf surfaces and chlorophyllsand phenols content in leaves of lsquofrantoiorsquo and lsquoleccinorsquoafter 24 72 and 240 hours after the absorbtion of 3 ml fvd312d () and vd315nd () culture filtrates onvdM as controls twigs adsorbed 3 ml of water (mdash) eachvalue is the mean of five twigs

le misure di traspirazione (fig 3) dimostrano unforte incremento nel flusso traspiratorio nei ramettirecisi che hanno assorbito i fc ottenuti dal patotipovd312d rispetto a quelli ottenuti dal vd315nd edalle tesi di controllo nessuna differenza egrave stata regi-strata nel contenuto in clorofilla Solo la concentra-zione in fenoli nelle foglie dei rametti recisi chehanno assorbito i fc ottenuti dai due isolati egrave risul-tata circa tre volte superiore rispetto ai rametti delletesi di controllo totali (fig 3)in definitiva appare chiaro che nellrsquointerazione Vdahliae e olivo entrino in gioco fattori chimici divirulenza del patogeno (fitotossine) che contribuisca-no alla patogenesi e alla manifestazione dei sintomied inducano nellrsquoospite condizioni di stress in que-sto stato la pianta ospite manifesteragrave in parte o intoto le alterazioni biochimiche e fisiologiche determi-natesi nei tessuti attraverso i sintomi

Ringraziamenti - gli autori ringraziano i collaboratoriluca Scarola valentino poliseno nicola contursi eaniello Rescigno (dipartimento di Scienze del Suolo dellapianta e degli alimenti universitagrave degli Studi di Barialdo Moro) per il valido supporto tecnico nella realizza-zione delle prove lavoro realizzato con il contributo dellafondazione cassa di Risparmio di puglia Bando 2010 ndashprogetto Meccanismi di resistenza alla verticilliosi e caratte-rizzazione di varietagrave meridionali di olivo

letteRatuRa citataBeJaRano-alcaacutezaR J peacuteRez-aRteacuteS e JiMeacutenez-dIacuteaz

RM 2001 ndash Spread of the defoliating pathotype ofverticillium dahliae to new cotton and olive growingareas in Southern Spain in Proceedings 8th Inter-national Verticillium Symposium coacuterdoba 2001 57

BRuno g SpaRapano l 2006 ndash Effects of three esca-asso-ciated fungi on vitis vinifera L II Characterization ofbiomolecules in xylem sap and leaves of healthy and dis-eased vines physiol Mol plant path 69 195-208

BuBici g ciRulli M 2011 ndash verticillium wilt inScHena l agoSteo ge cacciola So (eds)Olive diseases and disorders 191-222 transwordResearch network Kerala india

cHandleR Sf doddS JH 1983 ndash The effect of phos-phate nitrogen and sucrose on the production of pheno-lics and solasodine in callus cultures of Solanum lacinia-tum plant cell Rep 2 205

ciRulli M colella c drsquoaMico M aMenduni MBuBici g 2008 ndash Comparison of screening methods for

the evaluation of olive resistance to verticillium dahliaeKleb J plant path 90(1) 7-14

colella c Miacola c aMenduni M drsquoaMico MBuBici g ciRulli M 2008 ndash Sources of Verticilliumwilt resistance in wild olive germplasm from theMediterranean region plant path 57 533-539

de gaRa l de pinto Mc toMMaSi f 2003 ndash Theantioxidant systems vis-agrave-vis reactive oxygen species dur-ing plantndashpathogen interaction plant physiolBiochem 41 863-870

licHtentHaleR HK 1987 ndash Chlorophylls andearotenoids pigments of photosynthetic bio-membranesMethods enzymol 148 351-383

MeRcado-Blanco J collado-RoMeRo M paRRilla-aRauJo S RodRIacuteguez-JuRado d JiMeacutenez-dIacuteazRM 2003 ndash Quantitative monitoring of colonizationof olive genotypes by verticillium dahliae pathotypes withreal-time polymerase chain reaction physiol Mol plantpath 63 91-105

MeRcado-Blanco J RodRIacuteguez-JuRado d peacuteRez-aRteacuteS e JiMenez-dIacuteaz RM 2001 ndash Detection of thenondefoliating pathotype of verticillium dahliae ininfected olive plants by nested PCR plant path 50609-619

paRadiSo a BeRaRdino R de pinto Mc Sanitagrave ditoppi l StoRelli MM toMMaSi f de gaRa l2008 ndash Increase in ascorbatendashglutathione metabolism aslocal and precocious systemic responses induced by cadmi-um in durum wheat plants plant cell physiol 49362-374

pegg gf BRady Bl 2002 ndash Verticillium Wilts caBipublishing Wallingford

toMMaSi f paciolla c de pinto Mc de gaRa l2006 ndash Effects of storage temperature on viability germi-nation and antioxidant metabolism in ginkgo biloba Lseeds plant physiol Biochem 44 359-368

RiaSSunto ndash due ceppi di Verticillium dahliae caratte-rizzati come patotipo defogliante (vd312d) o non defo-gliante (vd315nd) e piante di olivo delle cultivarlsquofrantoiorsquo (resistente) e lsquoleccinorsquo (suscettibile) sono statiutilizzati in prove di inoculazione artificiale focalizzate allostudio fisiologico delle interazioni pianta patogeno ladiversa risposta riscontrata nelle due varietagrave in termini difenoli carotenoidi clorofilla perossido di idrogeno ascor-bato perossidasi generiche e ascorbato perossidasi indicauno stato di stress fitotossine prodotte in vitro dai duepatotipi sembrano essere coinvolte nelle alterazioni biochi-miche e fisiologiche alla base delle tipiche sintomatologiedella verticilliosi su olivo (avvizzimento generale dellachioma e defogliazione)

432 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

autoRi

Giovanni Luigi Bruno (giovanniluigibrunounibait) Samer Sermani Antonio Domenico Marsico Mario AmenduniDipartimento di Scienze del Suolo della Pianta e degli Alimenti (DiSSPA) Sezione di Patologia vegetale Universitagrave di BarildquoAldo Morordquo Via G Amendola 165A 70126 BariCristina Fasciano Maria Paola Ippolito Franca Tommasi (francatommasiunibait) Dipartimento di Biologia Universitagrave diBari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70125 BariCecilia Colella Dipartimento di Chimica Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70125 Bari

Page 27: Società Botanica italiana onluS 45 (2) 2013/391... · 2018-05-08 · prodotto preso in esame e sia dal metodo utilizzato (peRez-JiMénez et al., 2008; MülleR et al., 2010). un’attenzione

damento della vegetazione preesistente rimozionedel secco ecccomplessivamente nella stazione di ldquoBosco isolardquosono stati reintrodotti 520 individui di C clusii pro-dotti mediante coltivazione ex situ 200 dei qualiderivanti da semina diretta di semi pre-trattati e 320ottenuti da impianto di semi pre-germinatiattualmente ulteriori 155 individui prodotti nel-lrsquoambito di questo progetto sono conservati presso ilMuseo orto Botanico dellrsquouniversitagrave di Bari inmodo da garantire sia la conservazione ex situ delpatrimonio genetico della popolazione di lesina e siala possibilitagrave di disporre di materiale di propagazioneper studi successivi

Ringraziamenti - gli autori ringraziano gli ldquospeciali colla-boratorirdquo che si sono prodigati durante il lavoro in campodi reintroduzione in situ in ordine alfabetico elenaBlotti nicola cillo Saverio drsquoamico Mario de tullioantonella grano Marcello Macchia Saverio Regina egianni Signorile

letteRatuRa citatacHieSuRa loRenzoni f cuRti l loRenzoni gg

MaRcHioRi S 1976 ndash cistus clusii Dunal Note dinomenclatura e di distribuzione con particolare riguardoalla stazione di Lesina (Foggia) giorn Bot ital 110259-267

conti f Manzi a pedRotti f 1997 ndash Liste rosse regio-nali delle piante drsquoItalia WWf Societagrave Botanicaitaliana universitagrave di camerino

foRte l anifantiS S Mantino f caRRuggio fcavallaRo v 2009 ndash Conservation of cistus clusiiDunal from ldquoBosco Isolardquo (Lesina - Apulia) current sta-tus and new experimental evidence in BaccHetta g(ed) Book of Abstracts Biodiversity Hotspots in theMediterranean Area 45th intern congr SiSv amp fip ndashcagliari 22-24 25-29 June 2009 280

foRte l cavallaRo v MaccHia f 2002b ndashConservazione in situ di cistus clusii Dunal (cistaceaeMagnoliophyta) nella duna di Lesina Quad Botamb appl 13 3-9

foRte l cavallaRo v pantaleo f drsquoaMico fSMaccHia f 2002a ndash The vascular Flora of the ldquoBoscoIsolardquo at Lesina (Foggia ndash Apulia) fl Medit 12 33-92

foRte l MelcHioRRe g anifantiS S caRRuggio fMantino f 2012 ndash Alcuni aspetti della biologia dellaconservazione di cistus clusii Dunal di ldquoBosco Isolardquo(Lesina Puglia) inform Bot ital 44(Suppl 2) 36-38

foRte l paStoRe d 2005 ndash Relazioni acqua-pianta inMaccHia f (ed) Biologia ed ecologia di cistus clusiiDunal 31-38 ed adda Bari

foRte l paStoRe d MaRvulli M Scatigna aMeMaccHia f 2005 ndash Analisi comparata tra eventi feno-logici e andamento dei parametri ambientali inMaccHia f (ed) Biologia ed ecologia di cistus clusiiDunal 5-13 ed adda Bari

giaRdina 1988 ndash Segnalazioni Floristiche Italiane 574-576 inform Bot ital 20(2-3) 678-679

MaccHia f (a cura di) 2005 ndash Biologia ed ecologia dicistus clusii Dunal ed adda Bari

Rizzotto M 1979 ndash Ricerche tassonomiche e corologichesulle cistaceae 1 Il genere cistus L in Italia Webbia33(2) 343-378

RiaSSunto ndash Cistus clusii dunal egrave una specie moltorara in italia storicamente presente in Sicilia e in puglianellrsquounica stazione di ldquoBosco isolardquo (lesina fg) in segui-to allrsquoestinzione della piccola popolazione residuale puglie-se il Museo orto Botanico dellrsquouniversitagrave di Bari e ilcentro Studi naturalistici onluS hanno stipulato unaapposita convenzione al fine di attuare unrsquoazione di rein-troduzione nel sito di lesina le piante reintrodotte insitu 520 in tutto sono state ottenute a partire da indivi-dui di C clusii progenie della popolazione spontanea ori-ginaria conservati ex situ presso il Museo orto Botanicoper aumentare le probabilitagrave di successo dellrsquointerventogli individui sono stati distribuiti in tre aree distinte eallrsquointerno di queste piantati in micro-siti rispondenti allecaratteristiche eco-fisiologiche della popolazione di C clu-sii di lesina giagrave note dalla letteratura infatti solo unaconoscenza approfondita del comportamento bio-ecologi-co delle entitagrave oggetto di interventi di conservazione insitu permette di programmare una concreta azione di tute-la attraverso lrsquoinsediamento di popolazioni in grado dipersistere nel tempo

418 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

autoRi

Luigi Forte (luigiforteunibait) Viviana Cavallaro Dipartimento di Biologia e Museo Orto Botanico Universitagrave di BarildquoAdo Morordquo Via E Orabona 4 70126 BariStamatia Anifantis Francesca Carruggio Francesca Mantino Giulia Melchiorre Museo Orto Botanico Universitagrave di BarildquoAldo Morordquo Via E Orabona 4 70126 Bari

Limoniastrum monopetalum (l) Boiss egrave presente inpuglia sulle rupi marittime di tricase porto (le)nellrsquoambito di una cenosi ascrivibile alla classeCrithmo-Limonietea Br-Bl 1947 in condizioni ana-loghe a quanto descritto per la Sicilia meridionale daBaRtolo et al (1982) Secondo la direttiva9243cee si tratta di un habitat di interesse comu-nitario denominato ldquoScogliere con vegetazione dellecoste mediterranee con Limonium spp endemicirdquo(aavv 2010) ersquo una specie a diffusione SW-Mediterranea in italia egrave presente in Sardegna inSicilia (conti et al 1992) nella laguna diorbetello (toMei guazzi 1993) a tricase porto(le) (accogli et al 1996) (fig1) in passato laspecie era stata segnalata ldquonei siti arenosi di tarantordquo(MaRinoSci 1870) caratterizzati da depressionicostiere con un ristagno idrico con substrato preva-lentemente costituito da argille e colonizzato da spe-cie ad elevata alofilia (tRotteR 1936) probabil-mente le antiche cenosi erano ascrivibili alla classeSarcocornetea-fruticosae Br-Bl amp tuumlxen ex a amp oBolograves 1950 tipica dei suoli inondati fangoso-argillo-si come riportato da Biondi et al (2004) per laSardegna

StatuS del popolaMento puglieSe ed eSpeRienzepRegReSSe

a tricase porto il popolamento si presenta formatoda due nuclei localizzati sulla sommitagrave di due costo-ni rocciosi distanti in linea drsquoaria circa 150 mentrambi i costoni sono occupati da abitazioni ad

uso civico ed i cespugli di limoniastro sono localizza-ti nelle loro adiacenze ma non allrsquointerno e questopotrebbe escludere unrsquointroduzione della specie perscopo ornamentale in totale si possono contarecirca 25 individui dei quali 18 si presentano comegrossi cespugli larghi 1ndash25 m alti 075ndash130 m lafioritura dura meno di un mese tra la fine di giugnoe lrsquoinizio di luglio le infiorescenze secche rimango-no sulla pianta sino a dicembre ma la maturazionedei frutti non egrave mai evidente e non egrave visibile la dei-

419infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

conservazione ex situ ed interventi di reintroduzione di Limoniastrum monopetalum in puglia

R accogli Mp BiancHi p Medagli S MaRcHioRi

aBStRact - ex situ conservation and reintroduction of limoniastrum monopetalum in Apulia region - in this paper arepresented the main actions taken by the Botanic garden of diSteBa for the protection of Limoniastrum monopetalum(l) Boiss species of high vulnerability included in the national Red list of plants of italy the specie is cultivated exsitu in the Botanic garden and it was decided to implement its reintroduction in the locality palude la vela (ta) in anarea once had been reported but no longer found propagation of L monopetalum was carried out by vegetative and gen-erative individuals obtained were reintroduced in two sites of the palude to different environmental conditions

Key words conservation moltiplication reintroduction

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 1areale di L monopetalum secondo gReuteR et al 1989 etutin et al 1981distribution area of L monopetalum according togReuteR et al 1989 and tutin et al 1981

scenza a contrastare lo sviluppo e la diffusione dinuove piante sono le estreme condizioni di povertagravedel substrato fortemente disturbato dalle attivitagraveantropiche che rimaneggiano continuamente le som-mitagrave dei costoni rocciosi (interventi di restauro edili-zio incendi e tagli indiscriminati) e la presenza diuna flora sinantropica dominata da agave pittospo-ro caprifico rovola vulnerabilitagrave della specie ha motivato la sua ripro-duzione ex situ nellrsquoorto Botanico dellrsquouniversitagravedel Salento e la messa a punto di protocolli di rein-troduzione infatti giagrave nel 2000 era stata testata lacapacitagrave di propagazione di L monopetalum sia pervia gamica che agamica senza forzature sui semi neacutedi ormoni radicanti per le talee la resa germinativaera risultata molto bassa del 2-5 mentre elevatesono state le percentuali di attecchimento delle talee(70-95) sia in primavera che agli inizi dellrsquoautun-no nel 2005 egrave stato effettuato un primo interventovolto al potenziamento del popolamento di L mono-petalum esistente a tricase porto lungo un breve trat-to costiero prospiciente il sito interessato da un inter-vento di riqualificazione attuato dallrsquoamministra-zione comunale lrsquointervento prevedeva la realizza-zione di un camminamento lungo la scogliera attra-verso i segni della storia locale ancora leggibili (trat-turi per la mena delle pecore vasche intagliate negliscogli per la concia delle pelli e per lrsquoestrazione diblocchi lapidei terrazzamenti per le colture agrarieprimaticce etc) la flora del tratto costiero annove-ra altre specie di interesse conservazionistico percheacuteincluse nella lista Rossa nazionale come Vincetoxi-cum hirundinaria Medik subsp adriaticum (Beck)Markgr o di valore fitogeografico come lrsquoendemicoLimonium japigicum (groves) pignatti Lavateraarborea l Scrophularia lucida l lrsquointervento direintroduzione era stato concordato con docenti edalunni delle Scuole Medie inferiori del comune ditricase che hanno partecipato dimostrando grandeinteresse e sensibilitagrave nellrsquoautunno 2005 egrave stataorganizzata una giornata durante la quale dopo unincontro tra autoritagrave politiche locali studiosi stu-denti e cittadini sono state messe a dimora 10 pian-te di L monopetalum (accogli et al 2006) pur-troppo lrsquointervento egrave stato inficiato da un incendioche nella primavera successiva ha distrutto buonaparte della flora spontanea ed i trapianti effettuati

MateRiali e Metodi

un secondo intervento di reintroduzione di L mono-petalum egrave stato programmato nel 2011 per il sitopalude la vela che ricade nellrsquoomonima Riservanaturale Regionale e prossima allrsquoantica salina di Sgiorgio jonico (ta) come prima fase si egrave procedu-to alla moltiplicazione della specie per ottenere indi-vidui giovani da mettere a dimora la moltiplicazio-ne ex situ egrave stata ripetuta sia per via vegetativa chegenerativa ponendosi nelle medesime condizionidegli anni precedenti ma con lrsquoaccorgimento didistinguere talee semierbacee da talee legnose ilmateriale propagativo egrave stato prelevato dagli indivi-

dui presenti a tricase porto da rami di 2 o piugrave annicon diametro del fusto maggiore di 10 mm sonostate realizzate talee lunghe 10-18 cm da rami di 1anno con diametro inferiore a 10 mm sono staterealizzate talee lunghe 7-12 cm il prelievo egrave statoeffettuato sia allrsquoinizio dellrsquoautunno (5 ottobre 2010)che alla fine della stagione invernale (5 marzo 2011) le talee sono state messe a radicare (senza aggiunta diormoni) in substrato costituito da un mixer di torbae perlite in rapporto 12 in vasi in pvc delle dimen-sioni 7x7x18 cm fatti stazionare poi in tunnel fred-do dopo 30 giorni veniva registrato lrsquoattecchimentodelle talee i risultati definitivi hanno evidenziato ilseguente andamento in autunno per quelle preleva-te da rami di 2 anni egrave stata registrata una percentua-le del 74 e per quelle prelevate da rami di 1 annodel 64 in primavera per le talee piugrave legnose egrave stataregistrata una percentuale di attecchimento pari al95 e per quelle meno legnose dellrsquo86 ancorauna volta i risultati dimostrano la facilitagrave di propaga-zione vegetativa della specie inoltre anche se i valo-ri differiscono di poco si deduce che il periodomigliore per il taleaggio di L monopetalum egrave a finestagione primaverile con rami vecchi di almeno 2anni (tab 1)

i racemi di L monopetalum dopo la fioritura persi-stono sulla pianta per lungo tempo (anche sino allrsquoin-verno) per cui sono stati effettuati periodici prelievidei frutti per lrsquoestrazione dei semi al fine di definire ilperiodo di piena maturazione un primo prelievo deifrutti egrave stato effettuato in ottobre i semi sono statiopportunamente isolati previa rottura della capsulaed una parte di essi egrave stata sottoposta a vernalizzazio-ne (4 degc per 24 h) per simulare unrsquoeventuale dor-mienza invernale la semina egrave stata effettuata in cap-sule petri sterili con carta da filtro come substratotenute in camera di crescita a 20 degc e fotoperiodo di10 h Sono state realizzate tre ripetizioni con 30 ele-menti per capsula lrsquoelaborazione dei dati registratievidenzia un andamento del potere germinativo di Lmonopetalum secondo quanto riportato dalla fig 2 il monitoraggio delle piastre ha evidenziato un pote-re germinativo dei semi molto basso (2-4) questodato egrave stato confermato dalla semina a spaglio effet-tuata in una seminiera con substrato composto datorba e agriperlite nel rapporto 12 da circa 200semi sono emerse solo 6 plantule

420 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

taBella 1Risultati della propagazione ex situResults of ex situ propagation

stagione talee di di radicazionepartenza 72 dopo 30 gg

Oslash 10 mm 64autunno Oslash 10-20 mm 74Oslash 10 mm 86primavera Oslash 10-20 mm 95

ReintRoduzione a palude la vela

i sopralluoghi effettuati a palude la vela per lrsquoindivi-duazione di siti idonei alla reintroduzione hannoindotto alla scelta di due piccole superfici simili percondizioni di substrato per copertura vegetale eparametri ambientali tali siti sono collocati su spon-de opposte dellrsquoacquitrino ed hanno unrsquoestensioneminima di 60 m2 per la messa a dimora sono stateselezionate piante vigorose e sane con unrsquoaltezzamedia di 489 plusmn526 cm e diametro di 1609plusmn304cm nel mese di novembre 2011 egrave stata effettuata laloro messa a dimoranel sito denominato ldquoardquo sono state trapiantate 15piante con un approssimativo sesto di impianto di 2x 4 m nel sito ldquoBrdquo sono state trapiantate 14 piantein ordine sparso in quanto lrsquoarea presentava nume-rose zone di erosione e continui dislivelli

concluSioni

nellrsquoarea palude la vela le condizioni ambientalisembrano piugrave confacenti allrsquoecologia di L monopeta-lum rispetto a tricase porto ed egrave positivo che tutte lepiante abbiano attecchito e siano giunte a fioriturama solo fra qualche anno si potragrave constatare la for-mazione di un eventuale popolamento con individui

fertili ed in grado di autopropagarsi e si avragrave confer-ma del successo della reintroduzione

letteRatuRa citataaavv 2010 ndash Manuale italiano interpretazione degli

habitat (Direttiva 9243 CEE) Ministero ambiente etutela territorio e Mare SBi

accogli R Medagli p MaRcHioRi S 1996 ndashlimoniastrum monopetalum (L) Boiss in Puglia(plumbaginaceae) giorn Bot ital 130 1 91degcongr SBi ancona 16-19 settembre 1996

mdash 2006 ndash Conservazione ex situ e reintroduzione dilimoniastrum monopetalum (L) Boiss sulla fasciacostiera di Tricase Porto (Lecce) inform Bot ital38(Suppl 1) 183-184

BaRtolo g BRullo S MaRcenograve c 1982 ndash La vegeta-zione costiera della Sicilia sud-orientale aQ71226cnR Roma

Biondi e BRugiapaglia e faRRiS e filigHeddu RSeccHi z 2004 ndash Halophilous vegetation of Olbia pondsystem (NE-Sardinia) fitos 41(1) Suppl 1 125-141

conti f Manzi a pedRotti f 1992 ndash Lista RossaNazionale delle Piante drsquoItalia WWf italia Roma

gReuteR W BuRdet HM long g 1989 ndashMedndashChecklist vol 4 320 pp

MaRinoSci M 1870 ndash Flora Salentina 1 22toMei pe guazzi e 1993 ndash Le zone umide della

Toscana Lista generale delle entitagrave generali atti MusStor nat grosseto 15 120-135

tRotteR a 1936 ndash Rilievi ecologici intorno alla flora edalla vegetazione della salina di SGiorgio presso Tarantoann R ist Sup agr portici III 5 120-135

tutin tg HeyWood vH BuRgeS na MooRedM valentine dH WalteRS SM WeBB da1981 ndash Flora Europaea vol 3 51

RiaSSunto - nel presente lavoro vengono esposte leprincipali azioni intraprese dallrsquoorto Botanico deldiSteBa per la salvaguardia di Limoniastrum monopeta-lum (l) Boiss specie ad alta vulnerabilitagrave inclusa nellalista Rossa nazionale delle piante drsquoitalia da anni la spe-cie viene coltivata ex situ nellrsquoorto Botanico e si egrave pensatodi attuare la sua reintroduzione in localitagrave palude la velain un ambito territoriale di antica segnalazione ma doveattualmente risulta scomparsa la propagazione di Lmonopetalum egrave stata effettuata per via vegetativa e genera-tiva e gli individui ottenuti sono stati reintrodotti in duesiti della palude a diverse condizioni ambientali

421Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 2valutazione del potere germinativoevaluation of the germinative power

autoRi

Rita Accogli (ritaaccogliunisalentoit) Maria Pia Bianchi Piero Medagli Silvano Marchiori Orto Botanico delDipartimento di Scienze e Tecnologie Biologiche ed Ambientali (DiSTeBA) Universitagrave del Salento Centro Ecotekne ViaProvinciale per Monteroni 73100 Lecce

in occasione della redazione della checklist dellepiante vascolari della puglia (a albano fBartolucci f conti p Medagli Rp Wagensommerin prep) egrave stato aggiornato lrsquoelenco delle specieminacciate in questa Regionele liste Rosse Regionali (conti et al 1997) ripor-tavano per la puglia 180 entitagrave da allora sono tras-corsi piugrave di 15 anni alcune di queste entitagrave eranoindicate in puglia per errore e altre sono considerateoggi sinonimi di entitagrave non minacciate mentrenumerose specie della lista Rossa nazionale sonostate rinvenute in puglia solo dopo il lavoro diconti et al (op cit) per questo motivo abbiamoritenuto utile aggiornare lrsquoelenco delle specie di listaRossa della Regione puglia e integrarlo con tutte leentitagrave endemiche pugliesi ed esclusive della Regione(presenti in italia solo in puglia)

RiSultati

il libro Rosso delle piante drsquoitalia (conti et al1992) riportava 458 specie e sottospecie di piantevascolari sottoposte a vari gradi di minaccia a livellonazionale di queste entitagrave 46 sono attualmentenote in puglia (tab 1) considerando anche le listeRosse Regionali (conti et al 1997) il numero ditaxa minacciati a livello nazionale e presenti in pugliasale a 89 entitagrave certamente presenti (di cui 1 dubita-tivamente alloctona) e 8 dubitativamente presentinella Regione mentre il numero di entitagrave indicatecome minacciate a livello Regionale egrave pari a 158 (dicui 1 dubitativamente alloctona) alle quali si aggiun-gono 4 entitagrave dubitativamente presenti nella Regio-ne per un totale di 188 entitagrave (tab 1)

le specie esclusive della puglia cioegrave quelle presentiin italia solo in questa Regione sono 54 di cui 2dubitativamente alloctone alle quali si aggiungono 6entitagrave la cui presenza egrave dubbia di queste 54 entitagrave35 sono endemiche pugliesi (tab 1)pertanto le specie di lista Rossa in puglia integratecon tutte le endemiche pugliesi e le esclusive dellaRegione sono 221 (tab 1) pari al 93 della floravascolare autoctona pugliese

diScuSSione

il libro Rosso e le liste Rosse delle piante drsquoitalia(conti et al 1992 1997) pur essendo stati seguitida altri lavori riguardanti le piante minacciate delnostro paese (pignatti et al 2001 ScoppolaSpaMpinato 2005) sono ancora oggi il riferimentoprincipale per le specie a rischio di estinzione initalia negli ultimi anni lrsquoimpulso alla realizzazionedi una nuova lista Rossa delle piante drsquoitalia secon-do i piugrave recenti criteri iucn (2001 2011) egrave statodato dalla rubrica pubblicata sullrsquoinformatoreBotanico italiano ldquoSchede per una lista Rossa dellaflora vascolare e crittogamica italianardquo e dal proget-to appena concluso e realizzato dalla SocietagraveBotanica italiana per conto del Ministero dellrsquoam-biente e della tutela del territorio e del Mare relati-vo alla valutazione nazionale della categoria di rischiodi estinzione per piugrave di 300 specie vegetali di interes-se conservazionistico e di ambientihabitat partico-larmente minacciati (RoSSi et al 2013) attualmen-te questi progetti hanno portato alla valutazione delgrado di minaccia di 40 specie vascolari presenti inpuglia Egrave auspicabile pertanto il contributo di tutti

422 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

piante vascolari minacciate e liste Rosse aggiornamento delle conoscenzein puglia

Rp WagenSoMMeR p Medagli ev peRRino

aBStRact - Threatened vascular plants and Red Lists an update of knowledge in Apulia -the Regional Red list of vas-cular plant species in apulia Region has been updated following recent knowledges of conservation distributional andtaxonomic interest

Key words apulia Red lists threatened species update

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

423Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

taBe

lla

1Piante vascolari endemiche esclusive e di Lista Rossa della Regione Puglia

Endemic exclusive and Red List vascular plants in Apulia Region

424 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO 45 (2) 393-432 2013(se

gue T

ab 1

)

425Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

(segue Tab 1)

426 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013(segue Tab 1)

427Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

(segue Tab 1)

i botanici pugliesi affincheacute sia possibile valutaresecondo i criteri piugrave recenti dellrsquoIUCN (op cit) unnumero molto maggiore di specieLrsquoelenco riportato in Tab 1 include tutte le specieendemiche pugliesi ed esclusive della Puglia Di que-ste entitagrave 33 non venivano indicate nelle Liste RosseRegionali (CONTI et al 1997) Esse sono state inclu-se in Tab 1 in via precauzionale ma in molti casi illoro effettivo grado di minaccia deve ancora esserevalutato Lrsquoelenco non include invece le categorie diminaccia indicate in ROSSI et al (2013) che sarannooggetto di un futuro contributo sulle specie di inte-resse conservazionistico in Puglia

CONCLUSIONILrsquoaggiornamento delle conoscenze floristiche inPuglia e le informazioni tassonomiche nomenclatu-rali e distributive pubblicate nel corso degli ultimianni hanno consentito un aggiornamento delle ListeRosse delle Piante vascolari della Regione Puglia maancora molto lavoro deve essere svolto per megliodefinire il numero di specie a rischio e il loro effetti-vo grado di minaccia secondo i piugrave recenti criteriinternazionali (IUCN op cit)

LETTERATURA CITATACONTI F MANZI A PEDROTTI F 1992 ndash Libro Rossodelle Piante drsquoItaliaMinistero Ambiente WWF Italia

Societagrave Botanica Italiana Romamdash 1997 ndash Liste Rosse Regionali delle Piante drsquoItaliaWWFItalia Societagrave Botanica Italiana CIAS Camerino

IUCN 2001 ndash IUCN Red List Categories and CriteriaVersion 31 IUCN Species Survival CommissionIUCN Gland (Switzerland) amp Cambridge (UK)II+30 pp

mdash 2011 ndash Guidelines for Using the IUCN Red ListCategories and Criteria Version 90 Prepared by theStandards and Petitions Subcommittee httpww-wiucnredlistorgdocumentsRedListGuidelinespdf

PIGNATTI S MENEGONI P GIACANELLI V (a cura di)2001 ndash Liste rosse e blu della flora italiana ANPARoma

ROSSI G MONTAGNANI C GARGANO D PERUZZI LABELI T RAVERA S COGONI A FENU G MAGRINIS GENNAI M FOGGI B WAGENSOMMER RPVENTURELLA G BLASI C RAIMONDO FMORSENIGO S (Eds) 2013 ndash Lista Rossa della FloraItaliana 1 Policy Species e altre specie minacciateComitato Italiano IUCN Ministero Ambiente eTutela Territorio e Mare Roma 54 pp

SCOPPOLA A SPAMPINATO G (Eds) 2005 ndash Atlante dellespecie a rischio di estinzione (CD-ROM) Allegato a ASCOPPOLA C BLASI (Eds) Stato delle conoscenze sullaflora vascolare drsquoItalia Palombi Ed Roma

RIASSUNTO ndash Egrave stata aggiornata la Lista RossaRegionale delle piante vascolari della Regione Pugliasecondo le piugrave recenti conoscenze in ambito conservazio-nistico distributivo e tassonomico

428 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO 45 (2) 393-432 2013

AUTORI

Robert Philipp Wagensommer (robwagensommeryahooit) Scuola di Scienze Ambientali Universitagrave di Camerino - CentroRicerche Floristiche dellrsquoAppennino (Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga) San Colombo 67021 Barisciano(LrsquoAquila)Piero Medagli (pietromedagliunileit) Laboratorio di Botanica Sistematica del DiSTeBA Universitagrave del Salento ViaProvinciale Lecce-Monteroni 73100 LecceEnrico Vito Perrino (enricoperrinoyahooit) Museo Orto Botanico Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via E Orabona 4 70124Bari

Verticillium dahliae Kleb egrave un fungo tracheomicoti-co responsabile della piugrave grave malattia dellrsquoolivo(Olea europaea l) soprattutto negli oliveti dei paesimediterranei Questo fungo oltre lrsquoolivo attacca piugravedi 300 specie di piante arboree ed erbacee la malat-tia determina generalmente il disseccamento di por-zioni della chioma (BeJaRano-alcaacutezaR et al 2001pegg BRady 2002 BuBici ciRulli 2011) isolatidi V dahliae in grado di infettare cotone e olivo pos-sono essere classificati in due patotipi defogliante enon-defogliante sulla base della loro abilitagrave o menodi indurre defogliazione nelle piante infette(MeRcado-Blanco et al 2001 2003) il presentelavoro propone studi preliminari su i) alcune rispo-ste fisiologiche in due cultivar di olivo caratterizzateda differenti livelli di suscettibilitagrave alla verticilliosi ii)alcuni determinanti di patogenicitagrave potenzialmentecoinvolti nellrsquoinduzione dei sintomi fogliari prodottida patotipi diversi di V dahliae

MateRiali e Metodi

Alterazioni fisiologiche piante di olivo delle cultivar lsquofrantoiorsquo (resistente) elsquoleccinorsquo (suscettibile) sono state inoculate con gliisolati vd312d (defogliante) e vd315nd (nondefogliante) seguendo il metodo descritto da ciRulli

et al (2008) piante non trattate e piante le cui radi-ci sono state immerse per 10 minuti in acqua sonostate utilizzate come tesi di controllo Sono stati valu-tati il contenuto di fenoli carotenoidi clorofillaperossido drsquoidrogeno ascorbato e lrsquoattivitagrave delleperossidasi generiche (pod) e dellrsquoascorbato perossi-dasi (apX) in foglie delle due cultivar raccolte dopo24 72 e 240 ore dal trapianto applicando i metodiproposti da cHandleR doddS (1983) licHten-tHaleR (1987) BRuno SpaRapano (2006) toM-MaSi et al (2006) paRadiSo et al (2008) tre mesidopo lrsquoinoculazione su ogni pianta egrave stata valutata lapresenza di malattia sulla chioma utilizzando la scaladi severitagrave dei sintomi proposta da colella et al(2008) lrsquoanalisi statistica dei dati egrave stata eseguitaattraverso lrsquoanalisi della varianza (anova) le mediesono state separate con il test della minima differen-za significativa (MdS) Produzione di metaboliti secondari fitotossici colture liquide statiche degli isolati vd312d evd315nd di V dahliae sono state allestite in tredifferenti soluzioni nutritive czapek modificato(vdM) patate destrosio Broth (pdB difco ) oacqua estratto di Malto (oxoid) al 2 (eM2) perciascun isolato e substrato sono state preparate 10bottiglie di Roux della capacitagrave di 1 l contenenti

429infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

Meccanismi di resistenza alla verticilliosi e caratterizzazione di varietagrave meridionali di olivo dati preliminari sulla fisiologia dellrsquointerazione olivoVerticillium dahliae

gl BRuno c faSciano Mp ippolito S SeRMani ad MaRSico c colella M aMenduni f toMMaSi

aBStRact - Mechanisms of resistance to olive Verticillium wilt and characterization of olive varieties from southern prelim-inary data on physiology of olive - verticillium dahliae interaction - inoculations experiment were performed with two strainsof Verticillium dahliae characterized as defoliating (vd312d) or not defoliating (vd315nd) pathotypes lsquofrantoiorsquo(resistant) and lsquoleccinorsquo (susceptible) olive plants the interaction plantpathogen was evaluated as total phenolscarotenoids chlorophylls hydrogen peroxide ascorbic acid generic peroxidases and ascorbate peroxidase activityinoculated plants showed the typical pathway associate to a stress the two pathotypes are also able to produce in vitrophytotoxins Some of these secondary metabolites should be involved on biochemical and physiological alterations asso-ciated to verticillium wilt symptoms on olive trees (leaves wilting and defoliation)

Keywords fenoli totali metaboliti secondari stato redox verticilliosi

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

150 ml di soluzione nutritiva ciascuna bottiglia egravestata inoculata con 5 ml di sospensione ottenutaomogeneizzando tre colonie (coltivate per due setti-mane in piastre petri su substrato di pda a 25 degc albuio) in 50 ml di acqua distillata sterile dopo 28giorni di coltura (25 degc al buio) il micelio egrave statorimosso mediante filtrazione su garza e centrifugazio-ne (5500 xg 20 min 4 degc) aliquote (3 ml) di cia-scun filtrato colturale (fc) integro o diluito (10100 e 1000 volte con acqua distillata) sono state uti-lizzate in saggi di tossicitagrave su rametti recisi dilsquoleccinorsquo e lsquofrantoiorsquo eseguiti in ambiente controlla-to (uR 50 t 25 degc luce 150 microe cm-2 sec-1)acqua distillata e substrato non inoculato sono statiutilizzati come controllo dal terzo giorno dopo lrsquoas-sorbimento delle soluzioni tossiche egrave stata osservatala manifestazione dei sintomi dopo 24 72 e 240 oredallrsquoassorbimento delle soluzioni saggiate le foglie diciascun rametto sono state caratterizzate in terminidi flusso traspiratorio utilizzando un porometro li-1600-licor negli stessi intervalli egrave stato valutato ilcontenuto in clorofilla e fenoli seguendo i metodiproposti in precedenza

RiSultati e diScuSSione

Alterazioni fisiologicheper entrambi i patotipi di V dahliae saggiati lrsquoindu-zione di uno stato di malessere nella pianta egrave confer-mata dalla riduzione nel contenuto di clorofillesoprattutto dopo 24 ore per la cultivar suscettibilelsquoleccinorsquo (fig 1) invece il contenuto di ascorbatoclorofille e carotenoidi ha subito un incrementosoprattutto nei campioni di foglie prelevate dopo 72e 240 ore dallrsquoinoculo con il patotipo defogliante leanalisi condotte sulle foglie di lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquohanno mostrato come la molecola segnale perossidodrsquoidrogeno risulta maggiormente presente nella cul-tivar frantoio dopo 72 ore dallrsquoinoculo con il patoti-po defogliante (fig 1) mentre lrsquoattivitagrave della apXsegna negli stessi tempi un decremento (fig 2) invece nella cultivar frantoio i sistemi antiossidan-ti non enzimatici hanno mostrato un calo rispetto aicontrolli nei livelli di ascorbato e di fenoli (fig 1) non si sono osservate variazioni nellrsquoattivitagrave dellacatalasi (fig 2) infatti come dimostrato in altrisistemi nei tessuti vegetali questo enzima svolge unruolo nel metabolismo del perossido di idrogenosecondario rispetto allrsquoapX che invece egrave lrsquoenzimachiave nel controllo della concentrazione in perossi-do di idrogeno (de gaRa et al 2003) lrsquoattivitagrave dellepod infine aumenta notevolmente nelle fasi tardi-ve dellrsquoinfezione nelle foglie di lsquofrantoiorsquo mentre inquelle di lsquoleccinorsquo un incremento egrave evidente 72 oredallrsquoinoculo (fig 2) i dati evidenziati nelle nostre condizioni sperimenta-li sono in linea con quanto riportato dalla letteraturariguardo alle interazioni pianta-patogeno e le risposteda stress abiotici (de gaRa et al 2003) infatti nellepiante resistenti si assiste a una modulazione deisistemi antiossidanti tale da causare un incremento diperossido di idrogeno a livello fogliare (de gaRa etal 2003) per contro nella varietagrave suscettibile lrsquoau-

mento dei livelli in antiossidanti non enzimatici nonegrave sufficiente a indurre resistenza la diversa rispostaai sistemi antiossidanti riscontrata nelle due varietagraveutilizzate in queste prove potrebbe essere consideratacome un marker biochimico per valutare lo stato diavanzamento dellrsquoinfezione e il suo destino primadella comparsa dei sintomi

Evoluzione dei sintomia conferma di quanto giagrave riscontrato da ciRulli etal (2008) lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo sono risultate rispet-tivamente resistenti e suscettibili ai due isolati di Vdahliae utilizzati nessun sintomo egrave stato registrato esulle piante utilizzate come controllo (piante nontrattate e piante le cui radici sono state immerse per

430 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

fig 1contenuto in fenoli carotenoidi clorofille e perossido diidrogeno in foglie di lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo dopo 24 72 e240 ore dallrsquoinoculo con vd312d () e vd315nd ()i controlli sono rappresentati da piante le cui radici sonostate immerse per 10 minuti in acqua (mdash) ciascun valo-re egrave la media di cinque piante phenols carotenoids chlorophylls and hydrogen peroxidecontent in leaves of lsquofrantoiorsquo and lsquoleccinorsquo after 24 72and 240 hours after inoculation with vd312d () andvd315nd () as controls plants were treated for 10minutes in water (mdash) each value is the mean of fiveplants

10 minuti in acqua) e sulle chiome di lsquofrantoiorsquo ino-culate con il patotipo non defogliante il patotipodefogliante ha causato su lsquofrantoiorsquo una modestadefogliazione le piante di lsquoleccinorsquo hanno espressosintomi gravi con entrambi i patotipi (generale avviz-zimento della chioma) aggravati nel caso del patoti-po defogliante da accentuata e rapida filloptosiMetaboliti secondari fitotossici gli isolati di V dahliae utilizzati in coltura liquida susubstrato vdM hanno permesso di ottenere fc chesaggiati su rametti recisi di lsquoleccinorsquo (suscettibile) elsquofrantoiorsquo (resistente) hanno riprodotto sintomi diavvizzimento e accartocciamento fogliare e defoglia-zione nessun sintomo egrave stato registrato sui ramettiche hanno assorbito acqua distillata e i substrati noninoculati lrsquoassorbimento dei 3 ml di soluzione daparte dei rametti ha richiesto 30-32 ore per acquavdM pdB e eM2 mentre i fc dei due isolati sonostati assorbiti in 17-24 ore i fc dei patotipivd312d o vd315nd di V dah-liae ottenuti su substrato vdM saggiati su entrambe

le cultivar di olivo hanno evidenziato sintomi da 7-9 giorni dopo lrsquoassorbimento i fc ottenuti su sub-strato vdM da entrambi i patotipi inducono ripiega-mento e successivo imbrunimento della laminafogliare sui rametti di lsquofrantoiorsquo Sui rametti dilsquoleccinorsquo sono stati registrati ingiallimenti della lami-na fogliare inizialmente intorno alle nervature edopo 3-5 giorni sullrsquointera superficie Sintomo fina-le dei fc di entrambi gli isolati di V dahliae dopo 28giorni di coltura su substrato di vdM egrave stata unagenerale defogliazione dei rametti Su lsquoleccinorsquo ladefogliazione egrave stata severa e si egrave avuta dopo 17 gior-ni sui rametti trattati con il fc dellrsquoisolato vd312dcf e dopo 21 giorni su lsquofrantoiorsquo i rametti trattaticon i fc di vd315nd sono stati registrati dopo 20giorni su lsquoleccinorsquo e dopo 25 giorni su lsquofrantoiorsquo isintomi sopra descritti sono stati osservati anche suirametti che hanno assorbito i fc dei due isolati dopodiluizione di 10 e 100 volte con acqua distillata i fc ottenuti dai due patotipi su substrato vdMsono stati confrontati sulle due cultivar per i loroeffetti sul flusso traspiratorio e sulle variazioni infenoli e clorofille presenti nelle foglie (fig 3)

431Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 2contenuto in ascorbato e attivitagrave delle perossidasi generi-che (pod) e dellrsquoascorbato perossidasi (apX) in foglie dilsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo dopo 24 72 e 240 ore dallrsquoinoculocon vd312d () e vd315nd () i controlli sono rap-presentati da piante le cui radici sono state immerse per10 minuti in acqua (mdash) ciascun valore egrave la media di cin-que piante ascorbic acid concentration and peroxidase (pod) andascorbate peroxidase (apX) activity in leaves of lsquofrantoiorsquoand lsquoleccinorsquo after 24 72 and 240 hours after inocula-tion with vd312d () and vd315nd () as controlsplants were treated for 10 minutes in water (mdash) eachvalue is the mean of five plants

fig 3effetti sulla traspirazione e sul contenuto in clorofille efenoli in foglie di lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo dopo 24 72 e 240ore dallrsquoassorbimento di 3 ml di filtrato colturale degli iso-lati vd312d () e vd315nd () su substrato vdM icontrolli hanno assorbito 3 ml di acqua (mdash) ciascunvalore egrave la media di cinque rametti recisi transpiration from abaxial leaf surfaces and chlorophyllsand phenols content in leaves of lsquofrantoiorsquo and lsquoleccinorsquoafter 24 72 and 240 hours after the absorbtion of 3 ml fvd312d () and vd315nd () culture filtrates onvdM as controls twigs adsorbed 3 ml of water (mdash) eachvalue is the mean of five twigs

le misure di traspirazione (fig 3) dimostrano unforte incremento nel flusso traspiratorio nei ramettirecisi che hanno assorbito i fc ottenuti dal patotipovd312d rispetto a quelli ottenuti dal vd315nd edalle tesi di controllo nessuna differenza egrave stata regi-strata nel contenuto in clorofilla Solo la concentra-zione in fenoli nelle foglie dei rametti recisi chehanno assorbito i fc ottenuti dai due isolati egrave risul-tata circa tre volte superiore rispetto ai rametti delletesi di controllo totali (fig 3)in definitiva appare chiaro che nellrsquointerazione Vdahliae e olivo entrino in gioco fattori chimici divirulenza del patogeno (fitotossine) che contribuisca-no alla patogenesi e alla manifestazione dei sintomied inducano nellrsquoospite condizioni di stress in que-sto stato la pianta ospite manifesteragrave in parte o intoto le alterazioni biochimiche e fisiologiche determi-natesi nei tessuti attraverso i sintomi

Ringraziamenti - gli autori ringraziano i collaboratoriluca Scarola valentino poliseno nicola contursi eaniello Rescigno (dipartimento di Scienze del Suolo dellapianta e degli alimenti universitagrave degli Studi di Barialdo Moro) per il valido supporto tecnico nella realizza-zione delle prove lavoro realizzato con il contributo dellafondazione cassa di Risparmio di puglia Bando 2010 ndashprogetto Meccanismi di resistenza alla verticilliosi e caratte-rizzazione di varietagrave meridionali di olivo

letteRatuRa citataBeJaRano-alcaacutezaR J peacuteRez-aRteacuteS e JiMeacutenez-dIacuteaz

RM 2001 ndash Spread of the defoliating pathotype ofverticillium dahliae to new cotton and olive growingareas in Southern Spain in Proceedings 8th Inter-national Verticillium Symposium coacuterdoba 2001 57

BRuno g SpaRapano l 2006 ndash Effects of three esca-asso-ciated fungi on vitis vinifera L II Characterization ofbiomolecules in xylem sap and leaves of healthy and dis-eased vines physiol Mol plant path 69 195-208

BuBici g ciRulli M 2011 ndash verticillium wilt inScHena l agoSteo ge cacciola So (eds)Olive diseases and disorders 191-222 transwordResearch network Kerala india

cHandleR Sf doddS JH 1983 ndash The effect of phos-phate nitrogen and sucrose on the production of pheno-lics and solasodine in callus cultures of Solanum lacinia-tum plant cell Rep 2 205

ciRulli M colella c drsquoaMico M aMenduni MBuBici g 2008 ndash Comparison of screening methods for

the evaluation of olive resistance to verticillium dahliaeKleb J plant path 90(1) 7-14

colella c Miacola c aMenduni M drsquoaMico MBuBici g ciRulli M 2008 ndash Sources of Verticilliumwilt resistance in wild olive germplasm from theMediterranean region plant path 57 533-539

de gaRa l de pinto Mc toMMaSi f 2003 ndash Theantioxidant systems vis-agrave-vis reactive oxygen species dur-ing plantndashpathogen interaction plant physiolBiochem 41 863-870

licHtentHaleR HK 1987 ndash Chlorophylls andearotenoids pigments of photosynthetic bio-membranesMethods enzymol 148 351-383

MeRcado-Blanco J collado-RoMeRo M paRRilla-aRauJo S RodRIacuteguez-JuRado d JiMeacutenez-dIacuteazRM 2003 ndash Quantitative monitoring of colonizationof olive genotypes by verticillium dahliae pathotypes withreal-time polymerase chain reaction physiol Mol plantpath 63 91-105

MeRcado-Blanco J RodRIacuteguez-JuRado d peacuteRez-aRteacuteS e JiMenez-dIacuteaz RM 2001 ndash Detection of thenondefoliating pathotype of verticillium dahliae ininfected olive plants by nested PCR plant path 50609-619

paRadiSo a BeRaRdino R de pinto Mc Sanitagrave ditoppi l StoRelli MM toMMaSi f de gaRa l2008 ndash Increase in ascorbatendashglutathione metabolism aslocal and precocious systemic responses induced by cadmi-um in durum wheat plants plant cell physiol 49362-374

pegg gf BRady Bl 2002 ndash Verticillium Wilts caBipublishing Wallingford

toMMaSi f paciolla c de pinto Mc de gaRa l2006 ndash Effects of storage temperature on viability germi-nation and antioxidant metabolism in ginkgo biloba Lseeds plant physiol Biochem 44 359-368

RiaSSunto ndash due ceppi di Verticillium dahliae caratte-rizzati come patotipo defogliante (vd312d) o non defo-gliante (vd315nd) e piante di olivo delle cultivarlsquofrantoiorsquo (resistente) e lsquoleccinorsquo (suscettibile) sono statiutilizzati in prove di inoculazione artificiale focalizzate allostudio fisiologico delle interazioni pianta patogeno ladiversa risposta riscontrata nelle due varietagrave in termini difenoli carotenoidi clorofilla perossido di idrogeno ascor-bato perossidasi generiche e ascorbato perossidasi indicauno stato di stress fitotossine prodotte in vitro dai duepatotipi sembrano essere coinvolte nelle alterazioni biochi-miche e fisiologiche alla base delle tipiche sintomatologiedella verticilliosi su olivo (avvizzimento generale dellachioma e defogliazione)

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autoRi

Giovanni Luigi Bruno (giovanniluigibrunounibait) Samer Sermani Antonio Domenico Marsico Mario AmenduniDipartimento di Scienze del Suolo della Pianta e degli Alimenti (DiSSPA) Sezione di Patologia vegetale Universitagrave di BarildquoAldo Morordquo Via G Amendola 165A 70126 BariCristina Fasciano Maria Paola Ippolito Franca Tommasi (francatommasiunibait) Dipartimento di Biologia Universitagrave diBari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70125 BariCecilia Colella Dipartimento di Chimica Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70125 Bari

Page 28: Società Botanica italiana onluS 45 (2) 2013/391... · 2018-05-08 · prodotto preso in esame e sia dal metodo utilizzato (peRez-JiMénez et al., 2008; MülleR et al., 2010). un’attenzione

Limoniastrum monopetalum (l) Boiss egrave presente inpuglia sulle rupi marittime di tricase porto (le)nellrsquoambito di una cenosi ascrivibile alla classeCrithmo-Limonietea Br-Bl 1947 in condizioni ana-loghe a quanto descritto per la Sicilia meridionale daBaRtolo et al (1982) Secondo la direttiva9243cee si tratta di un habitat di interesse comu-nitario denominato ldquoScogliere con vegetazione dellecoste mediterranee con Limonium spp endemicirdquo(aavv 2010) ersquo una specie a diffusione SW-Mediterranea in italia egrave presente in Sardegna inSicilia (conti et al 1992) nella laguna diorbetello (toMei guazzi 1993) a tricase porto(le) (accogli et al 1996) (fig1) in passato laspecie era stata segnalata ldquonei siti arenosi di tarantordquo(MaRinoSci 1870) caratterizzati da depressionicostiere con un ristagno idrico con substrato preva-lentemente costituito da argille e colonizzato da spe-cie ad elevata alofilia (tRotteR 1936) probabil-mente le antiche cenosi erano ascrivibili alla classeSarcocornetea-fruticosae Br-Bl amp tuumlxen ex a amp oBolograves 1950 tipica dei suoli inondati fangoso-argillo-si come riportato da Biondi et al (2004) per laSardegna

StatuS del popolaMento puglieSe ed eSpeRienzepRegReSSe

a tricase porto il popolamento si presenta formatoda due nuclei localizzati sulla sommitagrave di due costo-ni rocciosi distanti in linea drsquoaria circa 150 mentrambi i costoni sono occupati da abitazioni ad

uso civico ed i cespugli di limoniastro sono localizza-ti nelle loro adiacenze ma non allrsquointerno e questopotrebbe escludere unrsquointroduzione della specie perscopo ornamentale in totale si possono contarecirca 25 individui dei quali 18 si presentano comegrossi cespugli larghi 1ndash25 m alti 075ndash130 m lafioritura dura meno di un mese tra la fine di giugnoe lrsquoinizio di luglio le infiorescenze secche rimango-no sulla pianta sino a dicembre ma la maturazionedei frutti non egrave mai evidente e non egrave visibile la dei-

419infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

conservazione ex situ ed interventi di reintroduzione di Limoniastrum monopetalum in puglia

R accogli Mp BiancHi p Medagli S MaRcHioRi

aBStRact - ex situ conservation and reintroduction of limoniastrum monopetalum in Apulia region - in this paper arepresented the main actions taken by the Botanic garden of diSteBa for the protection of Limoniastrum monopetalum(l) Boiss species of high vulnerability included in the national Red list of plants of italy the specie is cultivated exsitu in the Botanic garden and it was decided to implement its reintroduction in the locality palude la vela (ta) in anarea once had been reported but no longer found propagation of L monopetalum was carried out by vegetative and gen-erative individuals obtained were reintroduced in two sites of the palude to different environmental conditions

Key words conservation moltiplication reintroduction

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 1areale di L monopetalum secondo gReuteR et al 1989 etutin et al 1981distribution area of L monopetalum according togReuteR et al 1989 and tutin et al 1981

scenza a contrastare lo sviluppo e la diffusione dinuove piante sono le estreme condizioni di povertagravedel substrato fortemente disturbato dalle attivitagraveantropiche che rimaneggiano continuamente le som-mitagrave dei costoni rocciosi (interventi di restauro edili-zio incendi e tagli indiscriminati) e la presenza diuna flora sinantropica dominata da agave pittospo-ro caprifico rovola vulnerabilitagrave della specie ha motivato la sua ripro-duzione ex situ nellrsquoorto Botanico dellrsquouniversitagravedel Salento e la messa a punto di protocolli di rein-troduzione infatti giagrave nel 2000 era stata testata lacapacitagrave di propagazione di L monopetalum sia pervia gamica che agamica senza forzature sui semi neacutedi ormoni radicanti per le talee la resa germinativaera risultata molto bassa del 2-5 mentre elevatesono state le percentuali di attecchimento delle talee(70-95) sia in primavera che agli inizi dellrsquoautun-no nel 2005 egrave stato effettuato un primo interventovolto al potenziamento del popolamento di L mono-petalum esistente a tricase porto lungo un breve trat-to costiero prospiciente il sito interessato da un inter-vento di riqualificazione attuato dallrsquoamministra-zione comunale lrsquointervento prevedeva la realizza-zione di un camminamento lungo la scogliera attra-verso i segni della storia locale ancora leggibili (trat-turi per la mena delle pecore vasche intagliate negliscogli per la concia delle pelli e per lrsquoestrazione diblocchi lapidei terrazzamenti per le colture agrarieprimaticce etc) la flora del tratto costiero annove-ra altre specie di interesse conservazionistico percheacuteincluse nella lista Rossa nazionale come Vincetoxi-cum hirundinaria Medik subsp adriaticum (Beck)Markgr o di valore fitogeografico come lrsquoendemicoLimonium japigicum (groves) pignatti Lavateraarborea l Scrophularia lucida l lrsquointervento direintroduzione era stato concordato con docenti edalunni delle Scuole Medie inferiori del comune ditricase che hanno partecipato dimostrando grandeinteresse e sensibilitagrave nellrsquoautunno 2005 egrave stataorganizzata una giornata durante la quale dopo unincontro tra autoritagrave politiche locali studiosi stu-denti e cittadini sono state messe a dimora 10 pian-te di L monopetalum (accogli et al 2006) pur-troppo lrsquointervento egrave stato inficiato da un incendioche nella primavera successiva ha distrutto buonaparte della flora spontanea ed i trapianti effettuati

MateRiali e Metodi

un secondo intervento di reintroduzione di L mono-petalum egrave stato programmato nel 2011 per il sitopalude la vela che ricade nellrsquoomonima Riservanaturale Regionale e prossima allrsquoantica salina di Sgiorgio jonico (ta) come prima fase si egrave procedu-to alla moltiplicazione della specie per ottenere indi-vidui giovani da mettere a dimora la moltiplicazio-ne ex situ egrave stata ripetuta sia per via vegetativa chegenerativa ponendosi nelle medesime condizionidegli anni precedenti ma con lrsquoaccorgimento didistinguere talee semierbacee da talee legnose ilmateriale propagativo egrave stato prelevato dagli indivi-

dui presenti a tricase porto da rami di 2 o piugrave annicon diametro del fusto maggiore di 10 mm sonostate realizzate talee lunghe 10-18 cm da rami di 1anno con diametro inferiore a 10 mm sono staterealizzate talee lunghe 7-12 cm il prelievo egrave statoeffettuato sia allrsquoinizio dellrsquoautunno (5 ottobre 2010)che alla fine della stagione invernale (5 marzo 2011) le talee sono state messe a radicare (senza aggiunta diormoni) in substrato costituito da un mixer di torbae perlite in rapporto 12 in vasi in pvc delle dimen-sioni 7x7x18 cm fatti stazionare poi in tunnel fred-do dopo 30 giorni veniva registrato lrsquoattecchimentodelle talee i risultati definitivi hanno evidenziato ilseguente andamento in autunno per quelle preleva-te da rami di 2 anni egrave stata registrata una percentua-le del 74 e per quelle prelevate da rami di 1 annodel 64 in primavera per le talee piugrave legnose egrave stataregistrata una percentuale di attecchimento pari al95 e per quelle meno legnose dellrsquo86 ancorauna volta i risultati dimostrano la facilitagrave di propaga-zione vegetativa della specie inoltre anche se i valo-ri differiscono di poco si deduce che il periodomigliore per il taleaggio di L monopetalum egrave a finestagione primaverile con rami vecchi di almeno 2anni (tab 1)

i racemi di L monopetalum dopo la fioritura persi-stono sulla pianta per lungo tempo (anche sino allrsquoin-verno) per cui sono stati effettuati periodici prelievidei frutti per lrsquoestrazione dei semi al fine di definire ilperiodo di piena maturazione un primo prelievo deifrutti egrave stato effettuato in ottobre i semi sono statiopportunamente isolati previa rottura della capsulaed una parte di essi egrave stata sottoposta a vernalizzazio-ne (4 degc per 24 h) per simulare unrsquoeventuale dor-mienza invernale la semina egrave stata effettuata in cap-sule petri sterili con carta da filtro come substratotenute in camera di crescita a 20 degc e fotoperiodo di10 h Sono state realizzate tre ripetizioni con 30 ele-menti per capsula lrsquoelaborazione dei dati registratievidenzia un andamento del potere germinativo di Lmonopetalum secondo quanto riportato dalla fig 2 il monitoraggio delle piastre ha evidenziato un pote-re germinativo dei semi molto basso (2-4) questodato egrave stato confermato dalla semina a spaglio effet-tuata in una seminiera con substrato composto datorba e agriperlite nel rapporto 12 da circa 200semi sono emerse solo 6 plantule

420 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

taBella 1Risultati della propagazione ex situResults of ex situ propagation

stagione talee di di radicazionepartenza 72 dopo 30 gg

Oslash 10 mm 64autunno Oslash 10-20 mm 74Oslash 10 mm 86primavera Oslash 10-20 mm 95

ReintRoduzione a palude la vela

i sopralluoghi effettuati a palude la vela per lrsquoindivi-duazione di siti idonei alla reintroduzione hannoindotto alla scelta di due piccole superfici simili percondizioni di substrato per copertura vegetale eparametri ambientali tali siti sono collocati su spon-de opposte dellrsquoacquitrino ed hanno unrsquoestensioneminima di 60 m2 per la messa a dimora sono stateselezionate piante vigorose e sane con unrsquoaltezzamedia di 489 plusmn526 cm e diametro di 1609plusmn304cm nel mese di novembre 2011 egrave stata effettuata laloro messa a dimoranel sito denominato ldquoardquo sono state trapiantate 15piante con un approssimativo sesto di impianto di 2x 4 m nel sito ldquoBrdquo sono state trapiantate 14 piantein ordine sparso in quanto lrsquoarea presentava nume-rose zone di erosione e continui dislivelli

concluSioni

nellrsquoarea palude la vela le condizioni ambientalisembrano piugrave confacenti allrsquoecologia di L monopeta-lum rispetto a tricase porto ed egrave positivo che tutte lepiante abbiano attecchito e siano giunte a fioriturama solo fra qualche anno si potragrave constatare la for-mazione di un eventuale popolamento con individui

fertili ed in grado di autopropagarsi e si avragrave confer-ma del successo della reintroduzione

letteRatuRa citataaavv 2010 ndash Manuale italiano interpretazione degli

habitat (Direttiva 9243 CEE) Ministero ambiente etutela territorio e Mare SBi

accogli R Medagli p MaRcHioRi S 1996 ndashlimoniastrum monopetalum (L) Boiss in Puglia(plumbaginaceae) giorn Bot ital 130 1 91degcongr SBi ancona 16-19 settembre 1996

mdash 2006 ndash Conservazione ex situ e reintroduzione dilimoniastrum monopetalum (L) Boiss sulla fasciacostiera di Tricase Porto (Lecce) inform Bot ital38(Suppl 1) 183-184

BaRtolo g BRullo S MaRcenograve c 1982 ndash La vegeta-zione costiera della Sicilia sud-orientale aQ71226cnR Roma

Biondi e BRugiapaglia e faRRiS e filigHeddu RSeccHi z 2004 ndash Halophilous vegetation of Olbia pondsystem (NE-Sardinia) fitos 41(1) Suppl 1 125-141

conti f Manzi a pedRotti f 1992 ndash Lista RossaNazionale delle Piante drsquoItalia WWf italia Roma

gReuteR W BuRdet HM long g 1989 ndashMedndashChecklist vol 4 320 pp

MaRinoSci M 1870 ndash Flora Salentina 1 22toMei pe guazzi e 1993 ndash Le zone umide della

Toscana Lista generale delle entitagrave generali atti MusStor nat grosseto 15 120-135

tRotteR a 1936 ndash Rilievi ecologici intorno alla flora edalla vegetazione della salina di SGiorgio presso Tarantoann R ist Sup agr portici III 5 120-135

tutin tg HeyWood vH BuRgeS na MooRedM valentine dH WalteRS SM WeBB da1981 ndash Flora Europaea vol 3 51

RiaSSunto - nel presente lavoro vengono esposte leprincipali azioni intraprese dallrsquoorto Botanico deldiSteBa per la salvaguardia di Limoniastrum monopeta-lum (l) Boiss specie ad alta vulnerabilitagrave inclusa nellalista Rossa nazionale delle piante drsquoitalia da anni la spe-cie viene coltivata ex situ nellrsquoorto Botanico e si egrave pensatodi attuare la sua reintroduzione in localitagrave palude la velain un ambito territoriale di antica segnalazione ma doveattualmente risulta scomparsa la propagazione di Lmonopetalum egrave stata effettuata per via vegetativa e genera-tiva e gli individui ottenuti sono stati reintrodotti in duesiti della palude a diverse condizioni ambientali

421Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 2valutazione del potere germinativoevaluation of the germinative power

autoRi

Rita Accogli (ritaaccogliunisalentoit) Maria Pia Bianchi Piero Medagli Silvano Marchiori Orto Botanico delDipartimento di Scienze e Tecnologie Biologiche ed Ambientali (DiSTeBA) Universitagrave del Salento Centro Ecotekne ViaProvinciale per Monteroni 73100 Lecce

in occasione della redazione della checklist dellepiante vascolari della puglia (a albano fBartolucci f conti p Medagli Rp Wagensommerin prep) egrave stato aggiornato lrsquoelenco delle specieminacciate in questa Regionele liste Rosse Regionali (conti et al 1997) ripor-tavano per la puglia 180 entitagrave da allora sono tras-corsi piugrave di 15 anni alcune di queste entitagrave eranoindicate in puglia per errore e altre sono considerateoggi sinonimi di entitagrave non minacciate mentrenumerose specie della lista Rossa nazionale sonostate rinvenute in puglia solo dopo il lavoro diconti et al (op cit) per questo motivo abbiamoritenuto utile aggiornare lrsquoelenco delle specie di listaRossa della Regione puglia e integrarlo con tutte leentitagrave endemiche pugliesi ed esclusive della Regione(presenti in italia solo in puglia)

RiSultati

il libro Rosso delle piante drsquoitalia (conti et al1992) riportava 458 specie e sottospecie di piantevascolari sottoposte a vari gradi di minaccia a livellonazionale di queste entitagrave 46 sono attualmentenote in puglia (tab 1) considerando anche le listeRosse Regionali (conti et al 1997) il numero ditaxa minacciati a livello nazionale e presenti in pugliasale a 89 entitagrave certamente presenti (di cui 1 dubita-tivamente alloctona) e 8 dubitativamente presentinella Regione mentre il numero di entitagrave indicatecome minacciate a livello Regionale egrave pari a 158 (dicui 1 dubitativamente alloctona) alle quali si aggiun-gono 4 entitagrave dubitativamente presenti nella Regio-ne per un totale di 188 entitagrave (tab 1)

le specie esclusive della puglia cioegrave quelle presentiin italia solo in questa Regione sono 54 di cui 2dubitativamente alloctone alle quali si aggiungono 6entitagrave la cui presenza egrave dubbia di queste 54 entitagrave35 sono endemiche pugliesi (tab 1)pertanto le specie di lista Rossa in puglia integratecon tutte le endemiche pugliesi e le esclusive dellaRegione sono 221 (tab 1) pari al 93 della floravascolare autoctona pugliese

diScuSSione

il libro Rosso e le liste Rosse delle piante drsquoitalia(conti et al 1992 1997) pur essendo stati seguitida altri lavori riguardanti le piante minacciate delnostro paese (pignatti et al 2001 ScoppolaSpaMpinato 2005) sono ancora oggi il riferimentoprincipale per le specie a rischio di estinzione initalia negli ultimi anni lrsquoimpulso alla realizzazionedi una nuova lista Rossa delle piante drsquoitalia secon-do i piugrave recenti criteri iucn (2001 2011) egrave statodato dalla rubrica pubblicata sullrsquoinformatoreBotanico italiano ldquoSchede per una lista Rossa dellaflora vascolare e crittogamica italianardquo e dal proget-to appena concluso e realizzato dalla SocietagraveBotanica italiana per conto del Ministero dellrsquoam-biente e della tutela del territorio e del Mare relati-vo alla valutazione nazionale della categoria di rischiodi estinzione per piugrave di 300 specie vegetali di interes-se conservazionistico e di ambientihabitat partico-larmente minacciati (RoSSi et al 2013) attualmen-te questi progetti hanno portato alla valutazione delgrado di minaccia di 40 specie vascolari presenti inpuglia Egrave auspicabile pertanto il contributo di tutti

422 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

piante vascolari minacciate e liste Rosse aggiornamento delle conoscenzein puglia

Rp WagenSoMMeR p Medagli ev peRRino

aBStRact - Threatened vascular plants and Red Lists an update of knowledge in Apulia -the Regional Red list of vas-cular plant species in apulia Region has been updated following recent knowledges of conservation distributional andtaxonomic interest

Key words apulia Red lists threatened species update

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

423Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

taBe

lla

1Piante vascolari endemiche esclusive e di Lista Rossa della Regione Puglia

Endemic exclusive and Red List vascular plants in Apulia Region

424 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO 45 (2) 393-432 2013(se

gue T

ab 1

)

425Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

(segue Tab 1)

426 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013(segue Tab 1)

427Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

(segue Tab 1)

i botanici pugliesi affincheacute sia possibile valutaresecondo i criteri piugrave recenti dellrsquoIUCN (op cit) unnumero molto maggiore di specieLrsquoelenco riportato in Tab 1 include tutte le specieendemiche pugliesi ed esclusive della Puglia Di que-ste entitagrave 33 non venivano indicate nelle Liste RosseRegionali (CONTI et al 1997) Esse sono state inclu-se in Tab 1 in via precauzionale ma in molti casi illoro effettivo grado di minaccia deve ancora esserevalutato Lrsquoelenco non include invece le categorie diminaccia indicate in ROSSI et al (2013) che sarannooggetto di un futuro contributo sulle specie di inte-resse conservazionistico in Puglia

CONCLUSIONILrsquoaggiornamento delle conoscenze floristiche inPuglia e le informazioni tassonomiche nomenclatu-rali e distributive pubblicate nel corso degli ultimianni hanno consentito un aggiornamento delle ListeRosse delle Piante vascolari della Regione Puglia maancora molto lavoro deve essere svolto per megliodefinire il numero di specie a rischio e il loro effetti-vo grado di minaccia secondo i piugrave recenti criteriinternazionali (IUCN op cit)

LETTERATURA CITATACONTI F MANZI A PEDROTTI F 1992 ndash Libro Rossodelle Piante drsquoItaliaMinistero Ambiente WWF Italia

Societagrave Botanica Italiana Romamdash 1997 ndash Liste Rosse Regionali delle Piante drsquoItaliaWWFItalia Societagrave Botanica Italiana CIAS Camerino

IUCN 2001 ndash IUCN Red List Categories and CriteriaVersion 31 IUCN Species Survival CommissionIUCN Gland (Switzerland) amp Cambridge (UK)II+30 pp

mdash 2011 ndash Guidelines for Using the IUCN Red ListCategories and Criteria Version 90 Prepared by theStandards and Petitions Subcommittee httpww-wiucnredlistorgdocumentsRedListGuidelinespdf

PIGNATTI S MENEGONI P GIACANELLI V (a cura di)2001 ndash Liste rosse e blu della flora italiana ANPARoma

ROSSI G MONTAGNANI C GARGANO D PERUZZI LABELI T RAVERA S COGONI A FENU G MAGRINIS GENNAI M FOGGI B WAGENSOMMER RPVENTURELLA G BLASI C RAIMONDO FMORSENIGO S (Eds) 2013 ndash Lista Rossa della FloraItaliana 1 Policy Species e altre specie minacciateComitato Italiano IUCN Ministero Ambiente eTutela Territorio e Mare Roma 54 pp

SCOPPOLA A SPAMPINATO G (Eds) 2005 ndash Atlante dellespecie a rischio di estinzione (CD-ROM) Allegato a ASCOPPOLA C BLASI (Eds) Stato delle conoscenze sullaflora vascolare drsquoItalia Palombi Ed Roma

RIASSUNTO ndash Egrave stata aggiornata la Lista RossaRegionale delle piante vascolari della Regione Pugliasecondo le piugrave recenti conoscenze in ambito conservazio-nistico distributivo e tassonomico

428 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO 45 (2) 393-432 2013

AUTORI

Robert Philipp Wagensommer (robwagensommeryahooit) Scuola di Scienze Ambientali Universitagrave di Camerino - CentroRicerche Floristiche dellrsquoAppennino (Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga) San Colombo 67021 Barisciano(LrsquoAquila)Piero Medagli (pietromedagliunileit) Laboratorio di Botanica Sistematica del DiSTeBA Universitagrave del Salento ViaProvinciale Lecce-Monteroni 73100 LecceEnrico Vito Perrino (enricoperrinoyahooit) Museo Orto Botanico Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via E Orabona 4 70124Bari

Verticillium dahliae Kleb egrave un fungo tracheomicoti-co responsabile della piugrave grave malattia dellrsquoolivo(Olea europaea l) soprattutto negli oliveti dei paesimediterranei Questo fungo oltre lrsquoolivo attacca piugravedi 300 specie di piante arboree ed erbacee la malat-tia determina generalmente il disseccamento di por-zioni della chioma (BeJaRano-alcaacutezaR et al 2001pegg BRady 2002 BuBici ciRulli 2011) isolatidi V dahliae in grado di infettare cotone e olivo pos-sono essere classificati in due patotipi defogliante enon-defogliante sulla base della loro abilitagrave o menodi indurre defogliazione nelle piante infette(MeRcado-Blanco et al 2001 2003) il presentelavoro propone studi preliminari su i) alcune rispo-ste fisiologiche in due cultivar di olivo caratterizzateda differenti livelli di suscettibilitagrave alla verticilliosi ii)alcuni determinanti di patogenicitagrave potenzialmentecoinvolti nellrsquoinduzione dei sintomi fogliari prodottida patotipi diversi di V dahliae

MateRiali e Metodi

Alterazioni fisiologiche piante di olivo delle cultivar lsquofrantoiorsquo (resistente) elsquoleccinorsquo (suscettibile) sono state inoculate con gliisolati vd312d (defogliante) e vd315nd (nondefogliante) seguendo il metodo descritto da ciRulli

et al (2008) piante non trattate e piante le cui radi-ci sono state immerse per 10 minuti in acqua sonostate utilizzate come tesi di controllo Sono stati valu-tati il contenuto di fenoli carotenoidi clorofillaperossido drsquoidrogeno ascorbato e lrsquoattivitagrave delleperossidasi generiche (pod) e dellrsquoascorbato perossi-dasi (apX) in foglie delle due cultivar raccolte dopo24 72 e 240 ore dal trapianto applicando i metodiproposti da cHandleR doddS (1983) licHten-tHaleR (1987) BRuno SpaRapano (2006) toM-MaSi et al (2006) paRadiSo et al (2008) tre mesidopo lrsquoinoculazione su ogni pianta egrave stata valutata lapresenza di malattia sulla chioma utilizzando la scaladi severitagrave dei sintomi proposta da colella et al(2008) lrsquoanalisi statistica dei dati egrave stata eseguitaattraverso lrsquoanalisi della varianza (anova) le mediesono state separate con il test della minima differen-za significativa (MdS) Produzione di metaboliti secondari fitotossici colture liquide statiche degli isolati vd312d evd315nd di V dahliae sono state allestite in tredifferenti soluzioni nutritive czapek modificato(vdM) patate destrosio Broth (pdB difco ) oacqua estratto di Malto (oxoid) al 2 (eM2) perciascun isolato e substrato sono state preparate 10bottiglie di Roux della capacitagrave di 1 l contenenti

429infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

Meccanismi di resistenza alla verticilliosi e caratterizzazione di varietagrave meridionali di olivo dati preliminari sulla fisiologia dellrsquointerazione olivoVerticillium dahliae

gl BRuno c faSciano Mp ippolito S SeRMani ad MaRSico c colella M aMenduni f toMMaSi

aBStRact - Mechanisms of resistance to olive Verticillium wilt and characterization of olive varieties from southern prelim-inary data on physiology of olive - verticillium dahliae interaction - inoculations experiment were performed with two strainsof Verticillium dahliae characterized as defoliating (vd312d) or not defoliating (vd315nd) pathotypes lsquofrantoiorsquo(resistant) and lsquoleccinorsquo (susceptible) olive plants the interaction plantpathogen was evaluated as total phenolscarotenoids chlorophylls hydrogen peroxide ascorbic acid generic peroxidases and ascorbate peroxidase activityinoculated plants showed the typical pathway associate to a stress the two pathotypes are also able to produce in vitrophytotoxins Some of these secondary metabolites should be involved on biochemical and physiological alterations asso-ciated to verticillium wilt symptoms on olive trees (leaves wilting and defoliation)

Keywords fenoli totali metaboliti secondari stato redox verticilliosi

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

150 ml di soluzione nutritiva ciascuna bottiglia egravestata inoculata con 5 ml di sospensione ottenutaomogeneizzando tre colonie (coltivate per due setti-mane in piastre petri su substrato di pda a 25 degc albuio) in 50 ml di acqua distillata sterile dopo 28giorni di coltura (25 degc al buio) il micelio egrave statorimosso mediante filtrazione su garza e centrifugazio-ne (5500 xg 20 min 4 degc) aliquote (3 ml) di cia-scun filtrato colturale (fc) integro o diluito (10100 e 1000 volte con acqua distillata) sono state uti-lizzate in saggi di tossicitagrave su rametti recisi dilsquoleccinorsquo e lsquofrantoiorsquo eseguiti in ambiente controlla-to (uR 50 t 25 degc luce 150 microe cm-2 sec-1)acqua distillata e substrato non inoculato sono statiutilizzati come controllo dal terzo giorno dopo lrsquoas-sorbimento delle soluzioni tossiche egrave stata osservatala manifestazione dei sintomi dopo 24 72 e 240 oredallrsquoassorbimento delle soluzioni saggiate le foglie diciascun rametto sono state caratterizzate in terminidi flusso traspiratorio utilizzando un porometro li-1600-licor negli stessi intervalli egrave stato valutato ilcontenuto in clorofilla e fenoli seguendo i metodiproposti in precedenza

RiSultati e diScuSSione

Alterazioni fisiologicheper entrambi i patotipi di V dahliae saggiati lrsquoindu-zione di uno stato di malessere nella pianta egrave confer-mata dalla riduzione nel contenuto di clorofillesoprattutto dopo 24 ore per la cultivar suscettibilelsquoleccinorsquo (fig 1) invece il contenuto di ascorbatoclorofille e carotenoidi ha subito un incrementosoprattutto nei campioni di foglie prelevate dopo 72e 240 ore dallrsquoinoculo con il patotipo defogliante leanalisi condotte sulle foglie di lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquohanno mostrato come la molecola segnale perossidodrsquoidrogeno risulta maggiormente presente nella cul-tivar frantoio dopo 72 ore dallrsquoinoculo con il patoti-po defogliante (fig 1) mentre lrsquoattivitagrave della apXsegna negli stessi tempi un decremento (fig 2) invece nella cultivar frantoio i sistemi antiossidan-ti non enzimatici hanno mostrato un calo rispetto aicontrolli nei livelli di ascorbato e di fenoli (fig 1) non si sono osservate variazioni nellrsquoattivitagrave dellacatalasi (fig 2) infatti come dimostrato in altrisistemi nei tessuti vegetali questo enzima svolge unruolo nel metabolismo del perossido di idrogenosecondario rispetto allrsquoapX che invece egrave lrsquoenzimachiave nel controllo della concentrazione in perossi-do di idrogeno (de gaRa et al 2003) lrsquoattivitagrave dellepod infine aumenta notevolmente nelle fasi tardi-ve dellrsquoinfezione nelle foglie di lsquofrantoiorsquo mentre inquelle di lsquoleccinorsquo un incremento egrave evidente 72 oredallrsquoinoculo (fig 2) i dati evidenziati nelle nostre condizioni sperimenta-li sono in linea con quanto riportato dalla letteraturariguardo alle interazioni pianta-patogeno e le risposteda stress abiotici (de gaRa et al 2003) infatti nellepiante resistenti si assiste a una modulazione deisistemi antiossidanti tale da causare un incremento diperossido di idrogeno a livello fogliare (de gaRa etal 2003) per contro nella varietagrave suscettibile lrsquoau-

mento dei livelli in antiossidanti non enzimatici nonegrave sufficiente a indurre resistenza la diversa rispostaai sistemi antiossidanti riscontrata nelle due varietagraveutilizzate in queste prove potrebbe essere consideratacome un marker biochimico per valutare lo stato diavanzamento dellrsquoinfezione e il suo destino primadella comparsa dei sintomi

Evoluzione dei sintomia conferma di quanto giagrave riscontrato da ciRulli etal (2008) lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo sono risultate rispet-tivamente resistenti e suscettibili ai due isolati di Vdahliae utilizzati nessun sintomo egrave stato registrato esulle piante utilizzate come controllo (piante nontrattate e piante le cui radici sono state immerse per

430 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

fig 1contenuto in fenoli carotenoidi clorofille e perossido diidrogeno in foglie di lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo dopo 24 72 e240 ore dallrsquoinoculo con vd312d () e vd315nd ()i controlli sono rappresentati da piante le cui radici sonostate immerse per 10 minuti in acqua (mdash) ciascun valo-re egrave la media di cinque piante phenols carotenoids chlorophylls and hydrogen peroxidecontent in leaves of lsquofrantoiorsquo and lsquoleccinorsquo after 24 72and 240 hours after inoculation with vd312d () andvd315nd () as controls plants were treated for 10minutes in water (mdash) each value is the mean of fiveplants

10 minuti in acqua) e sulle chiome di lsquofrantoiorsquo ino-culate con il patotipo non defogliante il patotipodefogliante ha causato su lsquofrantoiorsquo una modestadefogliazione le piante di lsquoleccinorsquo hanno espressosintomi gravi con entrambi i patotipi (generale avviz-zimento della chioma) aggravati nel caso del patoti-po defogliante da accentuata e rapida filloptosiMetaboliti secondari fitotossici gli isolati di V dahliae utilizzati in coltura liquida susubstrato vdM hanno permesso di ottenere fc chesaggiati su rametti recisi di lsquoleccinorsquo (suscettibile) elsquofrantoiorsquo (resistente) hanno riprodotto sintomi diavvizzimento e accartocciamento fogliare e defoglia-zione nessun sintomo egrave stato registrato sui ramettiche hanno assorbito acqua distillata e i substrati noninoculati lrsquoassorbimento dei 3 ml di soluzione daparte dei rametti ha richiesto 30-32 ore per acquavdM pdB e eM2 mentre i fc dei due isolati sonostati assorbiti in 17-24 ore i fc dei patotipivd312d o vd315nd di V dah-liae ottenuti su substrato vdM saggiati su entrambe

le cultivar di olivo hanno evidenziato sintomi da 7-9 giorni dopo lrsquoassorbimento i fc ottenuti su sub-strato vdM da entrambi i patotipi inducono ripiega-mento e successivo imbrunimento della laminafogliare sui rametti di lsquofrantoiorsquo Sui rametti dilsquoleccinorsquo sono stati registrati ingiallimenti della lami-na fogliare inizialmente intorno alle nervature edopo 3-5 giorni sullrsquointera superficie Sintomo fina-le dei fc di entrambi gli isolati di V dahliae dopo 28giorni di coltura su substrato di vdM egrave stata unagenerale defogliazione dei rametti Su lsquoleccinorsquo ladefogliazione egrave stata severa e si egrave avuta dopo 17 gior-ni sui rametti trattati con il fc dellrsquoisolato vd312dcf e dopo 21 giorni su lsquofrantoiorsquo i rametti trattaticon i fc di vd315nd sono stati registrati dopo 20giorni su lsquoleccinorsquo e dopo 25 giorni su lsquofrantoiorsquo isintomi sopra descritti sono stati osservati anche suirametti che hanno assorbito i fc dei due isolati dopodiluizione di 10 e 100 volte con acqua distillata i fc ottenuti dai due patotipi su substrato vdMsono stati confrontati sulle due cultivar per i loroeffetti sul flusso traspiratorio e sulle variazioni infenoli e clorofille presenti nelle foglie (fig 3)

431Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 2contenuto in ascorbato e attivitagrave delle perossidasi generi-che (pod) e dellrsquoascorbato perossidasi (apX) in foglie dilsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo dopo 24 72 e 240 ore dallrsquoinoculocon vd312d () e vd315nd () i controlli sono rap-presentati da piante le cui radici sono state immerse per10 minuti in acqua (mdash) ciascun valore egrave la media di cin-que piante ascorbic acid concentration and peroxidase (pod) andascorbate peroxidase (apX) activity in leaves of lsquofrantoiorsquoand lsquoleccinorsquo after 24 72 and 240 hours after inocula-tion with vd312d () and vd315nd () as controlsplants were treated for 10 minutes in water (mdash) eachvalue is the mean of five plants

fig 3effetti sulla traspirazione e sul contenuto in clorofille efenoli in foglie di lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo dopo 24 72 e 240ore dallrsquoassorbimento di 3 ml di filtrato colturale degli iso-lati vd312d () e vd315nd () su substrato vdM icontrolli hanno assorbito 3 ml di acqua (mdash) ciascunvalore egrave la media di cinque rametti recisi transpiration from abaxial leaf surfaces and chlorophyllsand phenols content in leaves of lsquofrantoiorsquo and lsquoleccinorsquoafter 24 72 and 240 hours after the absorbtion of 3 ml fvd312d () and vd315nd () culture filtrates onvdM as controls twigs adsorbed 3 ml of water (mdash) eachvalue is the mean of five twigs

le misure di traspirazione (fig 3) dimostrano unforte incremento nel flusso traspiratorio nei ramettirecisi che hanno assorbito i fc ottenuti dal patotipovd312d rispetto a quelli ottenuti dal vd315nd edalle tesi di controllo nessuna differenza egrave stata regi-strata nel contenuto in clorofilla Solo la concentra-zione in fenoli nelle foglie dei rametti recisi chehanno assorbito i fc ottenuti dai due isolati egrave risul-tata circa tre volte superiore rispetto ai rametti delletesi di controllo totali (fig 3)in definitiva appare chiaro che nellrsquointerazione Vdahliae e olivo entrino in gioco fattori chimici divirulenza del patogeno (fitotossine) che contribuisca-no alla patogenesi e alla manifestazione dei sintomied inducano nellrsquoospite condizioni di stress in que-sto stato la pianta ospite manifesteragrave in parte o intoto le alterazioni biochimiche e fisiologiche determi-natesi nei tessuti attraverso i sintomi

Ringraziamenti - gli autori ringraziano i collaboratoriluca Scarola valentino poliseno nicola contursi eaniello Rescigno (dipartimento di Scienze del Suolo dellapianta e degli alimenti universitagrave degli Studi di Barialdo Moro) per il valido supporto tecnico nella realizza-zione delle prove lavoro realizzato con il contributo dellafondazione cassa di Risparmio di puglia Bando 2010 ndashprogetto Meccanismi di resistenza alla verticilliosi e caratte-rizzazione di varietagrave meridionali di olivo

letteRatuRa citataBeJaRano-alcaacutezaR J peacuteRez-aRteacuteS e JiMeacutenez-dIacuteaz

RM 2001 ndash Spread of the defoliating pathotype ofverticillium dahliae to new cotton and olive growingareas in Southern Spain in Proceedings 8th Inter-national Verticillium Symposium coacuterdoba 2001 57

BRuno g SpaRapano l 2006 ndash Effects of three esca-asso-ciated fungi on vitis vinifera L II Characterization ofbiomolecules in xylem sap and leaves of healthy and dis-eased vines physiol Mol plant path 69 195-208

BuBici g ciRulli M 2011 ndash verticillium wilt inScHena l agoSteo ge cacciola So (eds)Olive diseases and disorders 191-222 transwordResearch network Kerala india

cHandleR Sf doddS JH 1983 ndash The effect of phos-phate nitrogen and sucrose on the production of pheno-lics and solasodine in callus cultures of Solanum lacinia-tum plant cell Rep 2 205

ciRulli M colella c drsquoaMico M aMenduni MBuBici g 2008 ndash Comparison of screening methods for

the evaluation of olive resistance to verticillium dahliaeKleb J plant path 90(1) 7-14

colella c Miacola c aMenduni M drsquoaMico MBuBici g ciRulli M 2008 ndash Sources of Verticilliumwilt resistance in wild olive germplasm from theMediterranean region plant path 57 533-539

de gaRa l de pinto Mc toMMaSi f 2003 ndash Theantioxidant systems vis-agrave-vis reactive oxygen species dur-ing plantndashpathogen interaction plant physiolBiochem 41 863-870

licHtentHaleR HK 1987 ndash Chlorophylls andearotenoids pigments of photosynthetic bio-membranesMethods enzymol 148 351-383

MeRcado-Blanco J collado-RoMeRo M paRRilla-aRauJo S RodRIacuteguez-JuRado d JiMeacutenez-dIacuteazRM 2003 ndash Quantitative monitoring of colonizationof olive genotypes by verticillium dahliae pathotypes withreal-time polymerase chain reaction physiol Mol plantpath 63 91-105

MeRcado-Blanco J RodRIacuteguez-JuRado d peacuteRez-aRteacuteS e JiMenez-dIacuteaz RM 2001 ndash Detection of thenondefoliating pathotype of verticillium dahliae ininfected olive plants by nested PCR plant path 50609-619

paRadiSo a BeRaRdino R de pinto Mc Sanitagrave ditoppi l StoRelli MM toMMaSi f de gaRa l2008 ndash Increase in ascorbatendashglutathione metabolism aslocal and precocious systemic responses induced by cadmi-um in durum wheat plants plant cell physiol 49362-374

pegg gf BRady Bl 2002 ndash Verticillium Wilts caBipublishing Wallingford

toMMaSi f paciolla c de pinto Mc de gaRa l2006 ndash Effects of storage temperature on viability germi-nation and antioxidant metabolism in ginkgo biloba Lseeds plant physiol Biochem 44 359-368

RiaSSunto ndash due ceppi di Verticillium dahliae caratte-rizzati come patotipo defogliante (vd312d) o non defo-gliante (vd315nd) e piante di olivo delle cultivarlsquofrantoiorsquo (resistente) e lsquoleccinorsquo (suscettibile) sono statiutilizzati in prove di inoculazione artificiale focalizzate allostudio fisiologico delle interazioni pianta patogeno ladiversa risposta riscontrata nelle due varietagrave in termini difenoli carotenoidi clorofilla perossido di idrogeno ascor-bato perossidasi generiche e ascorbato perossidasi indicauno stato di stress fitotossine prodotte in vitro dai duepatotipi sembrano essere coinvolte nelle alterazioni biochi-miche e fisiologiche alla base delle tipiche sintomatologiedella verticilliosi su olivo (avvizzimento generale dellachioma e defogliazione)

432 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

autoRi

Giovanni Luigi Bruno (giovanniluigibrunounibait) Samer Sermani Antonio Domenico Marsico Mario AmenduniDipartimento di Scienze del Suolo della Pianta e degli Alimenti (DiSSPA) Sezione di Patologia vegetale Universitagrave di BarildquoAldo Morordquo Via G Amendola 165A 70126 BariCristina Fasciano Maria Paola Ippolito Franca Tommasi (francatommasiunibait) Dipartimento di Biologia Universitagrave diBari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70125 BariCecilia Colella Dipartimento di Chimica Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70125 Bari

Page 29: Società Botanica italiana onluS 45 (2) 2013/391... · 2018-05-08 · prodotto preso in esame e sia dal metodo utilizzato (peRez-JiMénez et al., 2008; MülleR et al., 2010). un’attenzione

scenza a contrastare lo sviluppo e la diffusione dinuove piante sono le estreme condizioni di povertagravedel substrato fortemente disturbato dalle attivitagraveantropiche che rimaneggiano continuamente le som-mitagrave dei costoni rocciosi (interventi di restauro edili-zio incendi e tagli indiscriminati) e la presenza diuna flora sinantropica dominata da agave pittospo-ro caprifico rovola vulnerabilitagrave della specie ha motivato la sua ripro-duzione ex situ nellrsquoorto Botanico dellrsquouniversitagravedel Salento e la messa a punto di protocolli di rein-troduzione infatti giagrave nel 2000 era stata testata lacapacitagrave di propagazione di L monopetalum sia pervia gamica che agamica senza forzature sui semi neacutedi ormoni radicanti per le talee la resa germinativaera risultata molto bassa del 2-5 mentre elevatesono state le percentuali di attecchimento delle talee(70-95) sia in primavera che agli inizi dellrsquoautun-no nel 2005 egrave stato effettuato un primo interventovolto al potenziamento del popolamento di L mono-petalum esistente a tricase porto lungo un breve trat-to costiero prospiciente il sito interessato da un inter-vento di riqualificazione attuato dallrsquoamministra-zione comunale lrsquointervento prevedeva la realizza-zione di un camminamento lungo la scogliera attra-verso i segni della storia locale ancora leggibili (trat-turi per la mena delle pecore vasche intagliate negliscogli per la concia delle pelli e per lrsquoestrazione diblocchi lapidei terrazzamenti per le colture agrarieprimaticce etc) la flora del tratto costiero annove-ra altre specie di interesse conservazionistico percheacuteincluse nella lista Rossa nazionale come Vincetoxi-cum hirundinaria Medik subsp adriaticum (Beck)Markgr o di valore fitogeografico come lrsquoendemicoLimonium japigicum (groves) pignatti Lavateraarborea l Scrophularia lucida l lrsquointervento direintroduzione era stato concordato con docenti edalunni delle Scuole Medie inferiori del comune ditricase che hanno partecipato dimostrando grandeinteresse e sensibilitagrave nellrsquoautunno 2005 egrave stataorganizzata una giornata durante la quale dopo unincontro tra autoritagrave politiche locali studiosi stu-denti e cittadini sono state messe a dimora 10 pian-te di L monopetalum (accogli et al 2006) pur-troppo lrsquointervento egrave stato inficiato da un incendioche nella primavera successiva ha distrutto buonaparte della flora spontanea ed i trapianti effettuati

MateRiali e Metodi

un secondo intervento di reintroduzione di L mono-petalum egrave stato programmato nel 2011 per il sitopalude la vela che ricade nellrsquoomonima Riservanaturale Regionale e prossima allrsquoantica salina di Sgiorgio jonico (ta) come prima fase si egrave procedu-to alla moltiplicazione della specie per ottenere indi-vidui giovani da mettere a dimora la moltiplicazio-ne ex situ egrave stata ripetuta sia per via vegetativa chegenerativa ponendosi nelle medesime condizionidegli anni precedenti ma con lrsquoaccorgimento didistinguere talee semierbacee da talee legnose ilmateriale propagativo egrave stato prelevato dagli indivi-

dui presenti a tricase porto da rami di 2 o piugrave annicon diametro del fusto maggiore di 10 mm sonostate realizzate talee lunghe 10-18 cm da rami di 1anno con diametro inferiore a 10 mm sono staterealizzate talee lunghe 7-12 cm il prelievo egrave statoeffettuato sia allrsquoinizio dellrsquoautunno (5 ottobre 2010)che alla fine della stagione invernale (5 marzo 2011) le talee sono state messe a radicare (senza aggiunta diormoni) in substrato costituito da un mixer di torbae perlite in rapporto 12 in vasi in pvc delle dimen-sioni 7x7x18 cm fatti stazionare poi in tunnel fred-do dopo 30 giorni veniva registrato lrsquoattecchimentodelle talee i risultati definitivi hanno evidenziato ilseguente andamento in autunno per quelle preleva-te da rami di 2 anni egrave stata registrata una percentua-le del 74 e per quelle prelevate da rami di 1 annodel 64 in primavera per le talee piugrave legnose egrave stataregistrata una percentuale di attecchimento pari al95 e per quelle meno legnose dellrsquo86 ancorauna volta i risultati dimostrano la facilitagrave di propaga-zione vegetativa della specie inoltre anche se i valo-ri differiscono di poco si deduce che il periodomigliore per il taleaggio di L monopetalum egrave a finestagione primaverile con rami vecchi di almeno 2anni (tab 1)

i racemi di L monopetalum dopo la fioritura persi-stono sulla pianta per lungo tempo (anche sino allrsquoin-verno) per cui sono stati effettuati periodici prelievidei frutti per lrsquoestrazione dei semi al fine di definire ilperiodo di piena maturazione un primo prelievo deifrutti egrave stato effettuato in ottobre i semi sono statiopportunamente isolati previa rottura della capsulaed una parte di essi egrave stata sottoposta a vernalizzazio-ne (4 degc per 24 h) per simulare unrsquoeventuale dor-mienza invernale la semina egrave stata effettuata in cap-sule petri sterili con carta da filtro come substratotenute in camera di crescita a 20 degc e fotoperiodo di10 h Sono state realizzate tre ripetizioni con 30 ele-menti per capsula lrsquoelaborazione dei dati registratievidenzia un andamento del potere germinativo di Lmonopetalum secondo quanto riportato dalla fig 2 il monitoraggio delle piastre ha evidenziato un pote-re germinativo dei semi molto basso (2-4) questodato egrave stato confermato dalla semina a spaglio effet-tuata in una seminiera con substrato composto datorba e agriperlite nel rapporto 12 da circa 200semi sono emerse solo 6 plantule

420 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

taBella 1Risultati della propagazione ex situResults of ex situ propagation

stagione talee di di radicazionepartenza 72 dopo 30 gg

Oslash 10 mm 64autunno Oslash 10-20 mm 74Oslash 10 mm 86primavera Oslash 10-20 mm 95

ReintRoduzione a palude la vela

i sopralluoghi effettuati a palude la vela per lrsquoindivi-duazione di siti idonei alla reintroduzione hannoindotto alla scelta di due piccole superfici simili percondizioni di substrato per copertura vegetale eparametri ambientali tali siti sono collocati su spon-de opposte dellrsquoacquitrino ed hanno unrsquoestensioneminima di 60 m2 per la messa a dimora sono stateselezionate piante vigorose e sane con unrsquoaltezzamedia di 489 plusmn526 cm e diametro di 1609plusmn304cm nel mese di novembre 2011 egrave stata effettuata laloro messa a dimoranel sito denominato ldquoardquo sono state trapiantate 15piante con un approssimativo sesto di impianto di 2x 4 m nel sito ldquoBrdquo sono state trapiantate 14 piantein ordine sparso in quanto lrsquoarea presentava nume-rose zone di erosione e continui dislivelli

concluSioni

nellrsquoarea palude la vela le condizioni ambientalisembrano piugrave confacenti allrsquoecologia di L monopeta-lum rispetto a tricase porto ed egrave positivo che tutte lepiante abbiano attecchito e siano giunte a fioriturama solo fra qualche anno si potragrave constatare la for-mazione di un eventuale popolamento con individui

fertili ed in grado di autopropagarsi e si avragrave confer-ma del successo della reintroduzione

letteRatuRa citataaavv 2010 ndash Manuale italiano interpretazione degli

habitat (Direttiva 9243 CEE) Ministero ambiente etutela territorio e Mare SBi

accogli R Medagli p MaRcHioRi S 1996 ndashlimoniastrum monopetalum (L) Boiss in Puglia(plumbaginaceae) giorn Bot ital 130 1 91degcongr SBi ancona 16-19 settembre 1996

mdash 2006 ndash Conservazione ex situ e reintroduzione dilimoniastrum monopetalum (L) Boiss sulla fasciacostiera di Tricase Porto (Lecce) inform Bot ital38(Suppl 1) 183-184

BaRtolo g BRullo S MaRcenograve c 1982 ndash La vegeta-zione costiera della Sicilia sud-orientale aQ71226cnR Roma

Biondi e BRugiapaglia e faRRiS e filigHeddu RSeccHi z 2004 ndash Halophilous vegetation of Olbia pondsystem (NE-Sardinia) fitos 41(1) Suppl 1 125-141

conti f Manzi a pedRotti f 1992 ndash Lista RossaNazionale delle Piante drsquoItalia WWf italia Roma

gReuteR W BuRdet HM long g 1989 ndashMedndashChecklist vol 4 320 pp

MaRinoSci M 1870 ndash Flora Salentina 1 22toMei pe guazzi e 1993 ndash Le zone umide della

Toscana Lista generale delle entitagrave generali atti MusStor nat grosseto 15 120-135

tRotteR a 1936 ndash Rilievi ecologici intorno alla flora edalla vegetazione della salina di SGiorgio presso Tarantoann R ist Sup agr portici III 5 120-135

tutin tg HeyWood vH BuRgeS na MooRedM valentine dH WalteRS SM WeBB da1981 ndash Flora Europaea vol 3 51

RiaSSunto - nel presente lavoro vengono esposte leprincipali azioni intraprese dallrsquoorto Botanico deldiSteBa per la salvaguardia di Limoniastrum monopeta-lum (l) Boiss specie ad alta vulnerabilitagrave inclusa nellalista Rossa nazionale delle piante drsquoitalia da anni la spe-cie viene coltivata ex situ nellrsquoorto Botanico e si egrave pensatodi attuare la sua reintroduzione in localitagrave palude la velain un ambito territoriale di antica segnalazione ma doveattualmente risulta scomparsa la propagazione di Lmonopetalum egrave stata effettuata per via vegetativa e genera-tiva e gli individui ottenuti sono stati reintrodotti in duesiti della palude a diverse condizioni ambientali

421Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 2valutazione del potere germinativoevaluation of the germinative power

autoRi

Rita Accogli (ritaaccogliunisalentoit) Maria Pia Bianchi Piero Medagli Silvano Marchiori Orto Botanico delDipartimento di Scienze e Tecnologie Biologiche ed Ambientali (DiSTeBA) Universitagrave del Salento Centro Ecotekne ViaProvinciale per Monteroni 73100 Lecce

in occasione della redazione della checklist dellepiante vascolari della puglia (a albano fBartolucci f conti p Medagli Rp Wagensommerin prep) egrave stato aggiornato lrsquoelenco delle specieminacciate in questa Regionele liste Rosse Regionali (conti et al 1997) ripor-tavano per la puglia 180 entitagrave da allora sono tras-corsi piugrave di 15 anni alcune di queste entitagrave eranoindicate in puglia per errore e altre sono considerateoggi sinonimi di entitagrave non minacciate mentrenumerose specie della lista Rossa nazionale sonostate rinvenute in puglia solo dopo il lavoro diconti et al (op cit) per questo motivo abbiamoritenuto utile aggiornare lrsquoelenco delle specie di listaRossa della Regione puglia e integrarlo con tutte leentitagrave endemiche pugliesi ed esclusive della Regione(presenti in italia solo in puglia)

RiSultati

il libro Rosso delle piante drsquoitalia (conti et al1992) riportava 458 specie e sottospecie di piantevascolari sottoposte a vari gradi di minaccia a livellonazionale di queste entitagrave 46 sono attualmentenote in puglia (tab 1) considerando anche le listeRosse Regionali (conti et al 1997) il numero ditaxa minacciati a livello nazionale e presenti in pugliasale a 89 entitagrave certamente presenti (di cui 1 dubita-tivamente alloctona) e 8 dubitativamente presentinella Regione mentre il numero di entitagrave indicatecome minacciate a livello Regionale egrave pari a 158 (dicui 1 dubitativamente alloctona) alle quali si aggiun-gono 4 entitagrave dubitativamente presenti nella Regio-ne per un totale di 188 entitagrave (tab 1)

le specie esclusive della puglia cioegrave quelle presentiin italia solo in questa Regione sono 54 di cui 2dubitativamente alloctone alle quali si aggiungono 6entitagrave la cui presenza egrave dubbia di queste 54 entitagrave35 sono endemiche pugliesi (tab 1)pertanto le specie di lista Rossa in puglia integratecon tutte le endemiche pugliesi e le esclusive dellaRegione sono 221 (tab 1) pari al 93 della floravascolare autoctona pugliese

diScuSSione

il libro Rosso e le liste Rosse delle piante drsquoitalia(conti et al 1992 1997) pur essendo stati seguitida altri lavori riguardanti le piante minacciate delnostro paese (pignatti et al 2001 ScoppolaSpaMpinato 2005) sono ancora oggi il riferimentoprincipale per le specie a rischio di estinzione initalia negli ultimi anni lrsquoimpulso alla realizzazionedi una nuova lista Rossa delle piante drsquoitalia secon-do i piugrave recenti criteri iucn (2001 2011) egrave statodato dalla rubrica pubblicata sullrsquoinformatoreBotanico italiano ldquoSchede per una lista Rossa dellaflora vascolare e crittogamica italianardquo e dal proget-to appena concluso e realizzato dalla SocietagraveBotanica italiana per conto del Ministero dellrsquoam-biente e della tutela del territorio e del Mare relati-vo alla valutazione nazionale della categoria di rischiodi estinzione per piugrave di 300 specie vegetali di interes-se conservazionistico e di ambientihabitat partico-larmente minacciati (RoSSi et al 2013) attualmen-te questi progetti hanno portato alla valutazione delgrado di minaccia di 40 specie vascolari presenti inpuglia Egrave auspicabile pertanto il contributo di tutti

422 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

piante vascolari minacciate e liste Rosse aggiornamento delle conoscenzein puglia

Rp WagenSoMMeR p Medagli ev peRRino

aBStRact - Threatened vascular plants and Red Lists an update of knowledge in Apulia -the Regional Red list of vas-cular plant species in apulia Region has been updated following recent knowledges of conservation distributional andtaxonomic interest

Key words apulia Red lists threatened species update

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

423Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

taBe

lla

1Piante vascolari endemiche esclusive e di Lista Rossa della Regione Puglia

Endemic exclusive and Red List vascular plants in Apulia Region

424 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO 45 (2) 393-432 2013(se

gue T

ab 1

)

425Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

(segue Tab 1)

426 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013(segue Tab 1)

427Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

(segue Tab 1)

i botanici pugliesi affincheacute sia possibile valutaresecondo i criteri piugrave recenti dellrsquoIUCN (op cit) unnumero molto maggiore di specieLrsquoelenco riportato in Tab 1 include tutte le specieendemiche pugliesi ed esclusive della Puglia Di que-ste entitagrave 33 non venivano indicate nelle Liste RosseRegionali (CONTI et al 1997) Esse sono state inclu-se in Tab 1 in via precauzionale ma in molti casi illoro effettivo grado di minaccia deve ancora esserevalutato Lrsquoelenco non include invece le categorie diminaccia indicate in ROSSI et al (2013) che sarannooggetto di un futuro contributo sulle specie di inte-resse conservazionistico in Puglia

CONCLUSIONILrsquoaggiornamento delle conoscenze floristiche inPuglia e le informazioni tassonomiche nomenclatu-rali e distributive pubblicate nel corso degli ultimianni hanno consentito un aggiornamento delle ListeRosse delle Piante vascolari della Regione Puglia maancora molto lavoro deve essere svolto per megliodefinire il numero di specie a rischio e il loro effetti-vo grado di minaccia secondo i piugrave recenti criteriinternazionali (IUCN op cit)

LETTERATURA CITATACONTI F MANZI A PEDROTTI F 1992 ndash Libro Rossodelle Piante drsquoItaliaMinistero Ambiente WWF Italia

Societagrave Botanica Italiana Romamdash 1997 ndash Liste Rosse Regionali delle Piante drsquoItaliaWWFItalia Societagrave Botanica Italiana CIAS Camerino

IUCN 2001 ndash IUCN Red List Categories and CriteriaVersion 31 IUCN Species Survival CommissionIUCN Gland (Switzerland) amp Cambridge (UK)II+30 pp

mdash 2011 ndash Guidelines for Using the IUCN Red ListCategories and Criteria Version 90 Prepared by theStandards and Petitions Subcommittee httpww-wiucnredlistorgdocumentsRedListGuidelinespdf

PIGNATTI S MENEGONI P GIACANELLI V (a cura di)2001 ndash Liste rosse e blu della flora italiana ANPARoma

ROSSI G MONTAGNANI C GARGANO D PERUZZI LABELI T RAVERA S COGONI A FENU G MAGRINIS GENNAI M FOGGI B WAGENSOMMER RPVENTURELLA G BLASI C RAIMONDO FMORSENIGO S (Eds) 2013 ndash Lista Rossa della FloraItaliana 1 Policy Species e altre specie minacciateComitato Italiano IUCN Ministero Ambiente eTutela Territorio e Mare Roma 54 pp

SCOPPOLA A SPAMPINATO G (Eds) 2005 ndash Atlante dellespecie a rischio di estinzione (CD-ROM) Allegato a ASCOPPOLA C BLASI (Eds) Stato delle conoscenze sullaflora vascolare drsquoItalia Palombi Ed Roma

RIASSUNTO ndash Egrave stata aggiornata la Lista RossaRegionale delle piante vascolari della Regione Pugliasecondo le piugrave recenti conoscenze in ambito conservazio-nistico distributivo e tassonomico

428 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO 45 (2) 393-432 2013

AUTORI

Robert Philipp Wagensommer (robwagensommeryahooit) Scuola di Scienze Ambientali Universitagrave di Camerino - CentroRicerche Floristiche dellrsquoAppennino (Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga) San Colombo 67021 Barisciano(LrsquoAquila)Piero Medagli (pietromedagliunileit) Laboratorio di Botanica Sistematica del DiSTeBA Universitagrave del Salento ViaProvinciale Lecce-Monteroni 73100 LecceEnrico Vito Perrino (enricoperrinoyahooit) Museo Orto Botanico Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via E Orabona 4 70124Bari

Verticillium dahliae Kleb egrave un fungo tracheomicoti-co responsabile della piugrave grave malattia dellrsquoolivo(Olea europaea l) soprattutto negli oliveti dei paesimediterranei Questo fungo oltre lrsquoolivo attacca piugravedi 300 specie di piante arboree ed erbacee la malat-tia determina generalmente il disseccamento di por-zioni della chioma (BeJaRano-alcaacutezaR et al 2001pegg BRady 2002 BuBici ciRulli 2011) isolatidi V dahliae in grado di infettare cotone e olivo pos-sono essere classificati in due patotipi defogliante enon-defogliante sulla base della loro abilitagrave o menodi indurre defogliazione nelle piante infette(MeRcado-Blanco et al 2001 2003) il presentelavoro propone studi preliminari su i) alcune rispo-ste fisiologiche in due cultivar di olivo caratterizzateda differenti livelli di suscettibilitagrave alla verticilliosi ii)alcuni determinanti di patogenicitagrave potenzialmentecoinvolti nellrsquoinduzione dei sintomi fogliari prodottida patotipi diversi di V dahliae

MateRiali e Metodi

Alterazioni fisiologiche piante di olivo delle cultivar lsquofrantoiorsquo (resistente) elsquoleccinorsquo (suscettibile) sono state inoculate con gliisolati vd312d (defogliante) e vd315nd (nondefogliante) seguendo il metodo descritto da ciRulli

et al (2008) piante non trattate e piante le cui radi-ci sono state immerse per 10 minuti in acqua sonostate utilizzate come tesi di controllo Sono stati valu-tati il contenuto di fenoli carotenoidi clorofillaperossido drsquoidrogeno ascorbato e lrsquoattivitagrave delleperossidasi generiche (pod) e dellrsquoascorbato perossi-dasi (apX) in foglie delle due cultivar raccolte dopo24 72 e 240 ore dal trapianto applicando i metodiproposti da cHandleR doddS (1983) licHten-tHaleR (1987) BRuno SpaRapano (2006) toM-MaSi et al (2006) paRadiSo et al (2008) tre mesidopo lrsquoinoculazione su ogni pianta egrave stata valutata lapresenza di malattia sulla chioma utilizzando la scaladi severitagrave dei sintomi proposta da colella et al(2008) lrsquoanalisi statistica dei dati egrave stata eseguitaattraverso lrsquoanalisi della varianza (anova) le mediesono state separate con il test della minima differen-za significativa (MdS) Produzione di metaboliti secondari fitotossici colture liquide statiche degli isolati vd312d evd315nd di V dahliae sono state allestite in tredifferenti soluzioni nutritive czapek modificato(vdM) patate destrosio Broth (pdB difco ) oacqua estratto di Malto (oxoid) al 2 (eM2) perciascun isolato e substrato sono state preparate 10bottiglie di Roux della capacitagrave di 1 l contenenti

429infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

Meccanismi di resistenza alla verticilliosi e caratterizzazione di varietagrave meridionali di olivo dati preliminari sulla fisiologia dellrsquointerazione olivoVerticillium dahliae

gl BRuno c faSciano Mp ippolito S SeRMani ad MaRSico c colella M aMenduni f toMMaSi

aBStRact - Mechanisms of resistance to olive Verticillium wilt and characterization of olive varieties from southern prelim-inary data on physiology of olive - verticillium dahliae interaction - inoculations experiment were performed with two strainsof Verticillium dahliae characterized as defoliating (vd312d) or not defoliating (vd315nd) pathotypes lsquofrantoiorsquo(resistant) and lsquoleccinorsquo (susceptible) olive plants the interaction plantpathogen was evaluated as total phenolscarotenoids chlorophylls hydrogen peroxide ascorbic acid generic peroxidases and ascorbate peroxidase activityinoculated plants showed the typical pathway associate to a stress the two pathotypes are also able to produce in vitrophytotoxins Some of these secondary metabolites should be involved on biochemical and physiological alterations asso-ciated to verticillium wilt symptoms on olive trees (leaves wilting and defoliation)

Keywords fenoli totali metaboliti secondari stato redox verticilliosi

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

150 ml di soluzione nutritiva ciascuna bottiglia egravestata inoculata con 5 ml di sospensione ottenutaomogeneizzando tre colonie (coltivate per due setti-mane in piastre petri su substrato di pda a 25 degc albuio) in 50 ml di acqua distillata sterile dopo 28giorni di coltura (25 degc al buio) il micelio egrave statorimosso mediante filtrazione su garza e centrifugazio-ne (5500 xg 20 min 4 degc) aliquote (3 ml) di cia-scun filtrato colturale (fc) integro o diluito (10100 e 1000 volte con acqua distillata) sono state uti-lizzate in saggi di tossicitagrave su rametti recisi dilsquoleccinorsquo e lsquofrantoiorsquo eseguiti in ambiente controlla-to (uR 50 t 25 degc luce 150 microe cm-2 sec-1)acqua distillata e substrato non inoculato sono statiutilizzati come controllo dal terzo giorno dopo lrsquoas-sorbimento delle soluzioni tossiche egrave stata osservatala manifestazione dei sintomi dopo 24 72 e 240 oredallrsquoassorbimento delle soluzioni saggiate le foglie diciascun rametto sono state caratterizzate in terminidi flusso traspiratorio utilizzando un porometro li-1600-licor negli stessi intervalli egrave stato valutato ilcontenuto in clorofilla e fenoli seguendo i metodiproposti in precedenza

RiSultati e diScuSSione

Alterazioni fisiologicheper entrambi i patotipi di V dahliae saggiati lrsquoindu-zione di uno stato di malessere nella pianta egrave confer-mata dalla riduzione nel contenuto di clorofillesoprattutto dopo 24 ore per la cultivar suscettibilelsquoleccinorsquo (fig 1) invece il contenuto di ascorbatoclorofille e carotenoidi ha subito un incrementosoprattutto nei campioni di foglie prelevate dopo 72e 240 ore dallrsquoinoculo con il patotipo defogliante leanalisi condotte sulle foglie di lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquohanno mostrato come la molecola segnale perossidodrsquoidrogeno risulta maggiormente presente nella cul-tivar frantoio dopo 72 ore dallrsquoinoculo con il patoti-po defogliante (fig 1) mentre lrsquoattivitagrave della apXsegna negli stessi tempi un decremento (fig 2) invece nella cultivar frantoio i sistemi antiossidan-ti non enzimatici hanno mostrato un calo rispetto aicontrolli nei livelli di ascorbato e di fenoli (fig 1) non si sono osservate variazioni nellrsquoattivitagrave dellacatalasi (fig 2) infatti come dimostrato in altrisistemi nei tessuti vegetali questo enzima svolge unruolo nel metabolismo del perossido di idrogenosecondario rispetto allrsquoapX che invece egrave lrsquoenzimachiave nel controllo della concentrazione in perossi-do di idrogeno (de gaRa et al 2003) lrsquoattivitagrave dellepod infine aumenta notevolmente nelle fasi tardi-ve dellrsquoinfezione nelle foglie di lsquofrantoiorsquo mentre inquelle di lsquoleccinorsquo un incremento egrave evidente 72 oredallrsquoinoculo (fig 2) i dati evidenziati nelle nostre condizioni sperimenta-li sono in linea con quanto riportato dalla letteraturariguardo alle interazioni pianta-patogeno e le risposteda stress abiotici (de gaRa et al 2003) infatti nellepiante resistenti si assiste a una modulazione deisistemi antiossidanti tale da causare un incremento diperossido di idrogeno a livello fogliare (de gaRa etal 2003) per contro nella varietagrave suscettibile lrsquoau-

mento dei livelli in antiossidanti non enzimatici nonegrave sufficiente a indurre resistenza la diversa rispostaai sistemi antiossidanti riscontrata nelle due varietagraveutilizzate in queste prove potrebbe essere consideratacome un marker biochimico per valutare lo stato diavanzamento dellrsquoinfezione e il suo destino primadella comparsa dei sintomi

Evoluzione dei sintomia conferma di quanto giagrave riscontrato da ciRulli etal (2008) lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo sono risultate rispet-tivamente resistenti e suscettibili ai due isolati di Vdahliae utilizzati nessun sintomo egrave stato registrato esulle piante utilizzate come controllo (piante nontrattate e piante le cui radici sono state immerse per

430 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

fig 1contenuto in fenoli carotenoidi clorofille e perossido diidrogeno in foglie di lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo dopo 24 72 e240 ore dallrsquoinoculo con vd312d () e vd315nd ()i controlli sono rappresentati da piante le cui radici sonostate immerse per 10 minuti in acqua (mdash) ciascun valo-re egrave la media di cinque piante phenols carotenoids chlorophylls and hydrogen peroxidecontent in leaves of lsquofrantoiorsquo and lsquoleccinorsquo after 24 72and 240 hours after inoculation with vd312d () andvd315nd () as controls plants were treated for 10minutes in water (mdash) each value is the mean of fiveplants

10 minuti in acqua) e sulle chiome di lsquofrantoiorsquo ino-culate con il patotipo non defogliante il patotipodefogliante ha causato su lsquofrantoiorsquo una modestadefogliazione le piante di lsquoleccinorsquo hanno espressosintomi gravi con entrambi i patotipi (generale avviz-zimento della chioma) aggravati nel caso del patoti-po defogliante da accentuata e rapida filloptosiMetaboliti secondari fitotossici gli isolati di V dahliae utilizzati in coltura liquida susubstrato vdM hanno permesso di ottenere fc chesaggiati su rametti recisi di lsquoleccinorsquo (suscettibile) elsquofrantoiorsquo (resistente) hanno riprodotto sintomi diavvizzimento e accartocciamento fogliare e defoglia-zione nessun sintomo egrave stato registrato sui ramettiche hanno assorbito acqua distillata e i substrati noninoculati lrsquoassorbimento dei 3 ml di soluzione daparte dei rametti ha richiesto 30-32 ore per acquavdM pdB e eM2 mentre i fc dei due isolati sonostati assorbiti in 17-24 ore i fc dei patotipivd312d o vd315nd di V dah-liae ottenuti su substrato vdM saggiati su entrambe

le cultivar di olivo hanno evidenziato sintomi da 7-9 giorni dopo lrsquoassorbimento i fc ottenuti su sub-strato vdM da entrambi i patotipi inducono ripiega-mento e successivo imbrunimento della laminafogliare sui rametti di lsquofrantoiorsquo Sui rametti dilsquoleccinorsquo sono stati registrati ingiallimenti della lami-na fogliare inizialmente intorno alle nervature edopo 3-5 giorni sullrsquointera superficie Sintomo fina-le dei fc di entrambi gli isolati di V dahliae dopo 28giorni di coltura su substrato di vdM egrave stata unagenerale defogliazione dei rametti Su lsquoleccinorsquo ladefogliazione egrave stata severa e si egrave avuta dopo 17 gior-ni sui rametti trattati con il fc dellrsquoisolato vd312dcf e dopo 21 giorni su lsquofrantoiorsquo i rametti trattaticon i fc di vd315nd sono stati registrati dopo 20giorni su lsquoleccinorsquo e dopo 25 giorni su lsquofrantoiorsquo isintomi sopra descritti sono stati osservati anche suirametti che hanno assorbito i fc dei due isolati dopodiluizione di 10 e 100 volte con acqua distillata i fc ottenuti dai due patotipi su substrato vdMsono stati confrontati sulle due cultivar per i loroeffetti sul flusso traspiratorio e sulle variazioni infenoli e clorofille presenti nelle foglie (fig 3)

431Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 2contenuto in ascorbato e attivitagrave delle perossidasi generi-che (pod) e dellrsquoascorbato perossidasi (apX) in foglie dilsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo dopo 24 72 e 240 ore dallrsquoinoculocon vd312d () e vd315nd () i controlli sono rap-presentati da piante le cui radici sono state immerse per10 minuti in acqua (mdash) ciascun valore egrave la media di cin-que piante ascorbic acid concentration and peroxidase (pod) andascorbate peroxidase (apX) activity in leaves of lsquofrantoiorsquoand lsquoleccinorsquo after 24 72 and 240 hours after inocula-tion with vd312d () and vd315nd () as controlsplants were treated for 10 minutes in water (mdash) eachvalue is the mean of five plants

fig 3effetti sulla traspirazione e sul contenuto in clorofille efenoli in foglie di lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo dopo 24 72 e 240ore dallrsquoassorbimento di 3 ml di filtrato colturale degli iso-lati vd312d () e vd315nd () su substrato vdM icontrolli hanno assorbito 3 ml di acqua (mdash) ciascunvalore egrave la media di cinque rametti recisi transpiration from abaxial leaf surfaces and chlorophyllsand phenols content in leaves of lsquofrantoiorsquo and lsquoleccinorsquoafter 24 72 and 240 hours after the absorbtion of 3 ml fvd312d () and vd315nd () culture filtrates onvdM as controls twigs adsorbed 3 ml of water (mdash) eachvalue is the mean of five twigs

le misure di traspirazione (fig 3) dimostrano unforte incremento nel flusso traspiratorio nei ramettirecisi che hanno assorbito i fc ottenuti dal patotipovd312d rispetto a quelli ottenuti dal vd315nd edalle tesi di controllo nessuna differenza egrave stata regi-strata nel contenuto in clorofilla Solo la concentra-zione in fenoli nelle foglie dei rametti recisi chehanno assorbito i fc ottenuti dai due isolati egrave risul-tata circa tre volte superiore rispetto ai rametti delletesi di controllo totali (fig 3)in definitiva appare chiaro che nellrsquointerazione Vdahliae e olivo entrino in gioco fattori chimici divirulenza del patogeno (fitotossine) che contribuisca-no alla patogenesi e alla manifestazione dei sintomied inducano nellrsquoospite condizioni di stress in que-sto stato la pianta ospite manifesteragrave in parte o intoto le alterazioni biochimiche e fisiologiche determi-natesi nei tessuti attraverso i sintomi

Ringraziamenti - gli autori ringraziano i collaboratoriluca Scarola valentino poliseno nicola contursi eaniello Rescigno (dipartimento di Scienze del Suolo dellapianta e degli alimenti universitagrave degli Studi di Barialdo Moro) per il valido supporto tecnico nella realizza-zione delle prove lavoro realizzato con il contributo dellafondazione cassa di Risparmio di puglia Bando 2010 ndashprogetto Meccanismi di resistenza alla verticilliosi e caratte-rizzazione di varietagrave meridionali di olivo

letteRatuRa citataBeJaRano-alcaacutezaR J peacuteRez-aRteacuteS e JiMeacutenez-dIacuteaz

RM 2001 ndash Spread of the defoliating pathotype ofverticillium dahliae to new cotton and olive growingareas in Southern Spain in Proceedings 8th Inter-national Verticillium Symposium coacuterdoba 2001 57

BRuno g SpaRapano l 2006 ndash Effects of three esca-asso-ciated fungi on vitis vinifera L II Characterization ofbiomolecules in xylem sap and leaves of healthy and dis-eased vines physiol Mol plant path 69 195-208

BuBici g ciRulli M 2011 ndash verticillium wilt inScHena l agoSteo ge cacciola So (eds)Olive diseases and disorders 191-222 transwordResearch network Kerala india

cHandleR Sf doddS JH 1983 ndash The effect of phos-phate nitrogen and sucrose on the production of pheno-lics and solasodine in callus cultures of Solanum lacinia-tum plant cell Rep 2 205

ciRulli M colella c drsquoaMico M aMenduni MBuBici g 2008 ndash Comparison of screening methods for

the evaluation of olive resistance to verticillium dahliaeKleb J plant path 90(1) 7-14

colella c Miacola c aMenduni M drsquoaMico MBuBici g ciRulli M 2008 ndash Sources of Verticilliumwilt resistance in wild olive germplasm from theMediterranean region plant path 57 533-539

de gaRa l de pinto Mc toMMaSi f 2003 ndash Theantioxidant systems vis-agrave-vis reactive oxygen species dur-ing plantndashpathogen interaction plant physiolBiochem 41 863-870

licHtentHaleR HK 1987 ndash Chlorophylls andearotenoids pigments of photosynthetic bio-membranesMethods enzymol 148 351-383

MeRcado-Blanco J collado-RoMeRo M paRRilla-aRauJo S RodRIacuteguez-JuRado d JiMeacutenez-dIacuteazRM 2003 ndash Quantitative monitoring of colonizationof olive genotypes by verticillium dahliae pathotypes withreal-time polymerase chain reaction physiol Mol plantpath 63 91-105

MeRcado-Blanco J RodRIacuteguez-JuRado d peacuteRez-aRteacuteS e JiMenez-dIacuteaz RM 2001 ndash Detection of thenondefoliating pathotype of verticillium dahliae ininfected olive plants by nested PCR plant path 50609-619

paRadiSo a BeRaRdino R de pinto Mc Sanitagrave ditoppi l StoRelli MM toMMaSi f de gaRa l2008 ndash Increase in ascorbatendashglutathione metabolism aslocal and precocious systemic responses induced by cadmi-um in durum wheat plants plant cell physiol 49362-374

pegg gf BRady Bl 2002 ndash Verticillium Wilts caBipublishing Wallingford

toMMaSi f paciolla c de pinto Mc de gaRa l2006 ndash Effects of storage temperature on viability germi-nation and antioxidant metabolism in ginkgo biloba Lseeds plant physiol Biochem 44 359-368

RiaSSunto ndash due ceppi di Verticillium dahliae caratte-rizzati come patotipo defogliante (vd312d) o non defo-gliante (vd315nd) e piante di olivo delle cultivarlsquofrantoiorsquo (resistente) e lsquoleccinorsquo (suscettibile) sono statiutilizzati in prove di inoculazione artificiale focalizzate allostudio fisiologico delle interazioni pianta patogeno ladiversa risposta riscontrata nelle due varietagrave in termini difenoli carotenoidi clorofilla perossido di idrogeno ascor-bato perossidasi generiche e ascorbato perossidasi indicauno stato di stress fitotossine prodotte in vitro dai duepatotipi sembrano essere coinvolte nelle alterazioni biochi-miche e fisiologiche alla base delle tipiche sintomatologiedella verticilliosi su olivo (avvizzimento generale dellachioma e defogliazione)

432 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

autoRi

Giovanni Luigi Bruno (giovanniluigibrunounibait) Samer Sermani Antonio Domenico Marsico Mario AmenduniDipartimento di Scienze del Suolo della Pianta e degli Alimenti (DiSSPA) Sezione di Patologia vegetale Universitagrave di BarildquoAldo Morordquo Via G Amendola 165A 70126 BariCristina Fasciano Maria Paola Ippolito Franca Tommasi (francatommasiunibait) Dipartimento di Biologia Universitagrave diBari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70125 BariCecilia Colella Dipartimento di Chimica Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70125 Bari

Page 30: Società Botanica italiana onluS 45 (2) 2013/391... · 2018-05-08 · prodotto preso in esame e sia dal metodo utilizzato (peRez-JiMénez et al., 2008; MülleR et al., 2010). un’attenzione

ReintRoduzione a palude la vela

i sopralluoghi effettuati a palude la vela per lrsquoindivi-duazione di siti idonei alla reintroduzione hannoindotto alla scelta di due piccole superfici simili percondizioni di substrato per copertura vegetale eparametri ambientali tali siti sono collocati su spon-de opposte dellrsquoacquitrino ed hanno unrsquoestensioneminima di 60 m2 per la messa a dimora sono stateselezionate piante vigorose e sane con unrsquoaltezzamedia di 489 plusmn526 cm e diametro di 1609plusmn304cm nel mese di novembre 2011 egrave stata effettuata laloro messa a dimoranel sito denominato ldquoardquo sono state trapiantate 15piante con un approssimativo sesto di impianto di 2x 4 m nel sito ldquoBrdquo sono state trapiantate 14 piantein ordine sparso in quanto lrsquoarea presentava nume-rose zone di erosione e continui dislivelli

concluSioni

nellrsquoarea palude la vela le condizioni ambientalisembrano piugrave confacenti allrsquoecologia di L monopeta-lum rispetto a tricase porto ed egrave positivo che tutte lepiante abbiano attecchito e siano giunte a fioriturama solo fra qualche anno si potragrave constatare la for-mazione di un eventuale popolamento con individui

fertili ed in grado di autopropagarsi e si avragrave confer-ma del successo della reintroduzione

letteRatuRa citataaavv 2010 ndash Manuale italiano interpretazione degli

habitat (Direttiva 9243 CEE) Ministero ambiente etutela territorio e Mare SBi

accogli R Medagli p MaRcHioRi S 1996 ndashlimoniastrum monopetalum (L) Boiss in Puglia(plumbaginaceae) giorn Bot ital 130 1 91degcongr SBi ancona 16-19 settembre 1996

mdash 2006 ndash Conservazione ex situ e reintroduzione dilimoniastrum monopetalum (L) Boiss sulla fasciacostiera di Tricase Porto (Lecce) inform Bot ital38(Suppl 1) 183-184

BaRtolo g BRullo S MaRcenograve c 1982 ndash La vegeta-zione costiera della Sicilia sud-orientale aQ71226cnR Roma

Biondi e BRugiapaglia e faRRiS e filigHeddu RSeccHi z 2004 ndash Halophilous vegetation of Olbia pondsystem (NE-Sardinia) fitos 41(1) Suppl 1 125-141

conti f Manzi a pedRotti f 1992 ndash Lista RossaNazionale delle Piante drsquoItalia WWf italia Roma

gReuteR W BuRdet HM long g 1989 ndashMedndashChecklist vol 4 320 pp

MaRinoSci M 1870 ndash Flora Salentina 1 22toMei pe guazzi e 1993 ndash Le zone umide della

Toscana Lista generale delle entitagrave generali atti MusStor nat grosseto 15 120-135

tRotteR a 1936 ndash Rilievi ecologici intorno alla flora edalla vegetazione della salina di SGiorgio presso Tarantoann R ist Sup agr portici III 5 120-135

tutin tg HeyWood vH BuRgeS na MooRedM valentine dH WalteRS SM WeBB da1981 ndash Flora Europaea vol 3 51

RiaSSunto - nel presente lavoro vengono esposte leprincipali azioni intraprese dallrsquoorto Botanico deldiSteBa per la salvaguardia di Limoniastrum monopeta-lum (l) Boiss specie ad alta vulnerabilitagrave inclusa nellalista Rossa nazionale delle piante drsquoitalia da anni la spe-cie viene coltivata ex situ nellrsquoorto Botanico e si egrave pensatodi attuare la sua reintroduzione in localitagrave palude la velain un ambito territoriale di antica segnalazione ma doveattualmente risulta scomparsa la propagazione di Lmonopetalum egrave stata effettuata per via vegetativa e genera-tiva e gli individui ottenuti sono stati reintrodotti in duesiti della palude a diverse condizioni ambientali

421Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 2valutazione del potere germinativoevaluation of the germinative power

autoRi

Rita Accogli (ritaaccogliunisalentoit) Maria Pia Bianchi Piero Medagli Silvano Marchiori Orto Botanico delDipartimento di Scienze e Tecnologie Biologiche ed Ambientali (DiSTeBA) Universitagrave del Salento Centro Ecotekne ViaProvinciale per Monteroni 73100 Lecce

in occasione della redazione della checklist dellepiante vascolari della puglia (a albano fBartolucci f conti p Medagli Rp Wagensommerin prep) egrave stato aggiornato lrsquoelenco delle specieminacciate in questa Regionele liste Rosse Regionali (conti et al 1997) ripor-tavano per la puglia 180 entitagrave da allora sono tras-corsi piugrave di 15 anni alcune di queste entitagrave eranoindicate in puglia per errore e altre sono considerateoggi sinonimi di entitagrave non minacciate mentrenumerose specie della lista Rossa nazionale sonostate rinvenute in puglia solo dopo il lavoro diconti et al (op cit) per questo motivo abbiamoritenuto utile aggiornare lrsquoelenco delle specie di listaRossa della Regione puglia e integrarlo con tutte leentitagrave endemiche pugliesi ed esclusive della Regione(presenti in italia solo in puglia)

RiSultati

il libro Rosso delle piante drsquoitalia (conti et al1992) riportava 458 specie e sottospecie di piantevascolari sottoposte a vari gradi di minaccia a livellonazionale di queste entitagrave 46 sono attualmentenote in puglia (tab 1) considerando anche le listeRosse Regionali (conti et al 1997) il numero ditaxa minacciati a livello nazionale e presenti in pugliasale a 89 entitagrave certamente presenti (di cui 1 dubita-tivamente alloctona) e 8 dubitativamente presentinella Regione mentre il numero di entitagrave indicatecome minacciate a livello Regionale egrave pari a 158 (dicui 1 dubitativamente alloctona) alle quali si aggiun-gono 4 entitagrave dubitativamente presenti nella Regio-ne per un totale di 188 entitagrave (tab 1)

le specie esclusive della puglia cioegrave quelle presentiin italia solo in questa Regione sono 54 di cui 2dubitativamente alloctone alle quali si aggiungono 6entitagrave la cui presenza egrave dubbia di queste 54 entitagrave35 sono endemiche pugliesi (tab 1)pertanto le specie di lista Rossa in puglia integratecon tutte le endemiche pugliesi e le esclusive dellaRegione sono 221 (tab 1) pari al 93 della floravascolare autoctona pugliese

diScuSSione

il libro Rosso e le liste Rosse delle piante drsquoitalia(conti et al 1992 1997) pur essendo stati seguitida altri lavori riguardanti le piante minacciate delnostro paese (pignatti et al 2001 ScoppolaSpaMpinato 2005) sono ancora oggi il riferimentoprincipale per le specie a rischio di estinzione initalia negli ultimi anni lrsquoimpulso alla realizzazionedi una nuova lista Rossa delle piante drsquoitalia secon-do i piugrave recenti criteri iucn (2001 2011) egrave statodato dalla rubrica pubblicata sullrsquoinformatoreBotanico italiano ldquoSchede per una lista Rossa dellaflora vascolare e crittogamica italianardquo e dal proget-to appena concluso e realizzato dalla SocietagraveBotanica italiana per conto del Ministero dellrsquoam-biente e della tutela del territorio e del Mare relati-vo alla valutazione nazionale della categoria di rischiodi estinzione per piugrave di 300 specie vegetali di interes-se conservazionistico e di ambientihabitat partico-larmente minacciati (RoSSi et al 2013) attualmen-te questi progetti hanno portato alla valutazione delgrado di minaccia di 40 specie vascolari presenti inpuglia Egrave auspicabile pertanto il contributo di tutti

422 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

piante vascolari minacciate e liste Rosse aggiornamento delle conoscenzein puglia

Rp WagenSoMMeR p Medagli ev peRRino

aBStRact - Threatened vascular plants and Red Lists an update of knowledge in Apulia -the Regional Red list of vas-cular plant species in apulia Region has been updated following recent knowledges of conservation distributional andtaxonomic interest

Key words apulia Red lists threatened species update

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

423Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

taBe

lla

1Piante vascolari endemiche esclusive e di Lista Rossa della Regione Puglia

Endemic exclusive and Red List vascular plants in Apulia Region

424 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO 45 (2) 393-432 2013(se

gue T

ab 1

)

425Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

(segue Tab 1)

426 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013(segue Tab 1)

427Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

(segue Tab 1)

i botanici pugliesi affincheacute sia possibile valutaresecondo i criteri piugrave recenti dellrsquoIUCN (op cit) unnumero molto maggiore di specieLrsquoelenco riportato in Tab 1 include tutte le specieendemiche pugliesi ed esclusive della Puglia Di que-ste entitagrave 33 non venivano indicate nelle Liste RosseRegionali (CONTI et al 1997) Esse sono state inclu-se in Tab 1 in via precauzionale ma in molti casi illoro effettivo grado di minaccia deve ancora esserevalutato Lrsquoelenco non include invece le categorie diminaccia indicate in ROSSI et al (2013) che sarannooggetto di un futuro contributo sulle specie di inte-resse conservazionistico in Puglia

CONCLUSIONILrsquoaggiornamento delle conoscenze floristiche inPuglia e le informazioni tassonomiche nomenclatu-rali e distributive pubblicate nel corso degli ultimianni hanno consentito un aggiornamento delle ListeRosse delle Piante vascolari della Regione Puglia maancora molto lavoro deve essere svolto per megliodefinire il numero di specie a rischio e il loro effetti-vo grado di minaccia secondo i piugrave recenti criteriinternazionali (IUCN op cit)

LETTERATURA CITATACONTI F MANZI A PEDROTTI F 1992 ndash Libro Rossodelle Piante drsquoItaliaMinistero Ambiente WWF Italia

Societagrave Botanica Italiana Romamdash 1997 ndash Liste Rosse Regionali delle Piante drsquoItaliaWWFItalia Societagrave Botanica Italiana CIAS Camerino

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mdash 2011 ndash Guidelines for Using the IUCN Red ListCategories and Criteria Version 90 Prepared by theStandards and Petitions Subcommittee httpww-wiucnredlistorgdocumentsRedListGuidelinespdf

PIGNATTI S MENEGONI P GIACANELLI V (a cura di)2001 ndash Liste rosse e blu della flora italiana ANPARoma

ROSSI G MONTAGNANI C GARGANO D PERUZZI LABELI T RAVERA S COGONI A FENU G MAGRINIS GENNAI M FOGGI B WAGENSOMMER RPVENTURELLA G BLASI C RAIMONDO FMORSENIGO S (Eds) 2013 ndash Lista Rossa della FloraItaliana 1 Policy Species e altre specie minacciateComitato Italiano IUCN Ministero Ambiente eTutela Territorio e Mare Roma 54 pp

SCOPPOLA A SPAMPINATO G (Eds) 2005 ndash Atlante dellespecie a rischio di estinzione (CD-ROM) Allegato a ASCOPPOLA C BLASI (Eds) Stato delle conoscenze sullaflora vascolare drsquoItalia Palombi Ed Roma

RIASSUNTO ndash Egrave stata aggiornata la Lista RossaRegionale delle piante vascolari della Regione Pugliasecondo le piugrave recenti conoscenze in ambito conservazio-nistico distributivo e tassonomico

428 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO 45 (2) 393-432 2013

AUTORI

Robert Philipp Wagensommer (robwagensommeryahooit) Scuola di Scienze Ambientali Universitagrave di Camerino - CentroRicerche Floristiche dellrsquoAppennino (Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga) San Colombo 67021 Barisciano(LrsquoAquila)Piero Medagli (pietromedagliunileit) Laboratorio di Botanica Sistematica del DiSTeBA Universitagrave del Salento ViaProvinciale Lecce-Monteroni 73100 LecceEnrico Vito Perrino (enricoperrinoyahooit) Museo Orto Botanico Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via E Orabona 4 70124Bari

Verticillium dahliae Kleb egrave un fungo tracheomicoti-co responsabile della piugrave grave malattia dellrsquoolivo(Olea europaea l) soprattutto negli oliveti dei paesimediterranei Questo fungo oltre lrsquoolivo attacca piugravedi 300 specie di piante arboree ed erbacee la malat-tia determina generalmente il disseccamento di por-zioni della chioma (BeJaRano-alcaacutezaR et al 2001pegg BRady 2002 BuBici ciRulli 2011) isolatidi V dahliae in grado di infettare cotone e olivo pos-sono essere classificati in due patotipi defogliante enon-defogliante sulla base della loro abilitagrave o menodi indurre defogliazione nelle piante infette(MeRcado-Blanco et al 2001 2003) il presentelavoro propone studi preliminari su i) alcune rispo-ste fisiologiche in due cultivar di olivo caratterizzateda differenti livelli di suscettibilitagrave alla verticilliosi ii)alcuni determinanti di patogenicitagrave potenzialmentecoinvolti nellrsquoinduzione dei sintomi fogliari prodottida patotipi diversi di V dahliae

MateRiali e Metodi

Alterazioni fisiologiche piante di olivo delle cultivar lsquofrantoiorsquo (resistente) elsquoleccinorsquo (suscettibile) sono state inoculate con gliisolati vd312d (defogliante) e vd315nd (nondefogliante) seguendo il metodo descritto da ciRulli

et al (2008) piante non trattate e piante le cui radi-ci sono state immerse per 10 minuti in acqua sonostate utilizzate come tesi di controllo Sono stati valu-tati il contenuto di fenoli carotenoidi clorofillaperossido drsquoidrogeno ascorbato e lrsquoattivitagrave delleperossidasi generiche (pod) e dellrsquoascorbato perossi-dasi (apX) in foglie delle due cultivar raccolte dopo24 72 e 240 ore dal trapianto applicando i metodiproposti da cHandleR doddS (1983) licHten-tHaleR (1987) BRuno SpaRapano (2006) toM-MaSi et al (2006) paRadiSo et al (2008) tre mesidopo lrsquoinoculazione su ogni pianta egrave stata valutata lapresenza di malattia sulla chioma utilizzando la scaladi severitagrave dei sintomi proposta da colella et al(2008) lrsquoanalisi statistica dei dati egrave stata eseguitaattraverso lrsquoanalisi della varianza (anova) le mediesono state separate con il test della minima differen-za significativa (MdS) Produzione di metaboliti secondari fitotossici colture liquide statiche degli isolati vd312d evd315nd di V dahliae sono state allestite in tredifferenti soluzioni nutritive czapek modificato(vdM) patate destrosio Broth (pdB difco ) oacqua estratto di Malto (oxoid) al 2 (eM2) perciascun isolato e substrato sono state preparate 10bottiglie di Roux della capacitagrave di 1 l contenenti

429infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

Meccanismi di resistenza alla verticilliosi e caratterizzazione di varietagrave meridionali di olivo dati preliminari sulla fisiologia dellrsquointerazione olivoVerticillium dahliae

gl BRuno c faSciano Mp ippolito S SeRMani ad MaRSico c colella M aMenduni f toMMaSi

aBStRact - Mechanisms of resistance to olive Verticillium wilt and characterization of olive varieties from southern prelim-inary data on physiology of olive - verticillium dahliae interaction - inoculations experiment were performed with two strainsof Verticillium dahliae characterized as defoliating (vd312d) or not defoliating (vd315nd) pathotypes lsquofrantoiorsquo(resistant) and lsquoleccinorsquo (susceptible) olive plants the interaction plantpathogen was evaluated as total phenolscarotenoids chlorophylls hydrogen peroxide ascorbic acid generic peroxidases and ascorbate peroxidase activityinoculated plants showed the typical pathway associate to a stress the two pathotypes are also able to produce in vitrophytotoxins Some of these secondary metabolites should be involved on biochemical and physiological alterations asso-ciated to verticillium wilt symptoms on olive trees (leaves wilting and defoliation)

Keywords fenoli totali metaboliti secondari stato redox verticilliosi

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

150 ml di soluzione nutritiva ciascuna bottiglia egravestata inoculata con 5 ml di sospensione ottenutaomogeneizzando tre colonie (coltivate per due setti-mane in piastre petri su substrato di pda a 25 degc albuio) in 50 ml di acqua distillata sterile dopo 28giorni di coltura (25 degc al buio) il micelio egrave statorimosso mediante filtrazione su garza e centrifugazio-ne (5500 xg 20 min 4 degc) aliquote (3 ml) di cia-scun filtrato colturale (fc) integro o diluito (10100 e 1000 volte con acqua distillata) sono state uti-lizzate in saggi di tossicitagrave su rametti recisi dilsquoleccinorsquo e lsquofrantoiorsquo eseguiti in ambiente controlla-to (uR 50 t 25 degc luce 150 microe cm-2 sec-1)acqua distillata e substrato non inoculato sono statiutilizzati come controllo dal terzo giorno dopo lrsquoas-sorbimento delle soluzioni tossiche egrave stata osservatala manifestazione dei sintomi dopo 24 72 e 240 oredallrsquoassorbimento delle soluzioni saggiate le foglie diciascun rametto sono state caratterizzate in terminidi flusso traspiratorio utilizzando un porometro li-1600-licor negli stessi intervalli egrave stato valutato ilcontenuto in clorofilla e fenoli seguendo i metodiproposti in precedenza

RiSultati e diScuSSione

Alterazioni fisiologicheper entrambi i patotipi di V dahliae saggiati lrsquoindu-zione di uno stato di malessere nella pianta egrave confer-mata dalla riduzione nel contenuto di clorofillesoprattutto dopo 24 ore per la cultivar suscettibilelsquoleccinorsquo (fig 1) invece il contenuto di ascorbatoclorofille e carotenoidi ha subito un incrementosoprattutto nei campioni di foglie prelevate dopo 72e 240 ore dallrsquoinoculo con il patotipo defogliante leanalisi condotte sulle foglie di lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquohanno mostrato come la molecola segnale perossidodrsquoidrogeno risulta maggiormente presente nella cul-tivar frantoio dopo 72 ore dallrsquoinoculo con il patoti-po defogliante (fig 1) mentre lrsquoattivitagrave della apXsegna negli stessi tempi un decremento (fig 2) invece nella cultivar frantoio i sistemi antiossidan-ti non enzimatici hanno mostrato un calo rispetto aicontrolli nei livelli di ascorbato e di fenoli (fig 1) non si sono osservate variazioni nellrsquoattivitagrave dellacatalasi (fig 2) infatti come dimostrato in altrisistemi nei tessuti vegetali questo enzima svolge unruolo nel metabolismo del perossido di idrogenosecondario rispetto allrsquoapX che invece egrave lrsquoenzimachiave nel controllo della concentrazione in perossi-do di idrogeno (de gaRa et al 2003) lrsquoattivitagrave dellepod infine aumenta notevolmente nelle fasi tardi-ve dellrsquoinfezione nelle foglie di lsquofrantoiorsquo mentre inquelle di lsquoleccinorsquo un incremento egrave evidente 72 oredallrsquoinoculo (fig 2) i dati evidenziati nelle nostre condizioni sperimenta-li sono in linea con quanto riportato dalla letteraturariguardo alle interazioni pianta-patogeno e le risposteda stress abiotici (de gaRa et al 2003) infatti nellepiante resistenti si assiste a una modulazione deisistemi antiossidanti tale da causare un incremento diperossido di idrogeno a livello fogliare (de gaRa etal 2003) per contro nella varietagrave suscettibile lrsquoau-

mento dei livelli in antiossidanti non enzimatici nonegrave sufficiente a indurre resistenza la diversa rispostaai sistemi antiossidanti riscontrata nelle due varietagraveutilizzate in queste prove potrebbe essere consideratacome un marker biochimico per valutare lo stato diavanzamento dellrsquoinfezione e il suo destino primadella comparsa dei sintomi

Evoluzione dei sintomia conferma di quanto giagrave riscontrato da ciRulli etal (2008) lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo sono risultate rispet-tivamente resistenti e suscettibili ai due isolati di Vdahliae utilizzati nessun sintomo egrave stato registrato esulle piante utilizzate come controllo (piante nontrattate e piante le cui radici sono state immerse per

430 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

fig 1contenuto in fenoli carotenoidi clorofille e perossido diidrogeno in foglie di lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo dopo 24 72 e240 ore dallrsquoinoculo con vd312d () e vd315nd ()i controlli sono rappresentati da piante le cui radici sonostate immerse per 10 minuti in acqua (mdash) ciascun valo-re egrave la media di cinque piante phenols carotenoids chlorophylls and hydrogen peroxidecontent in leaves of lsquofrantoiorsquo and lsquoleccinorsquo after 24 72and 240 hours after inoculation with vd312d () andvd315nd () as controls plants were treated for 10minutes in water (mdash) each value is the mean of fiveplants

10 minuti in acqua) e sulle chiome di lsquofrantoiorsquo ino-culate con il patotipo non defogliante il patotipodefogliante ha causato su lsquofrantoiorsquo una modestadefogliazione le piante di lsquoleccinorsquo hanno espressosintomi gravi con entrambi i patotipi (generale avviz-zimento della chioma) aggravati nel caso del patoti-po defogliante da accentuata e rapida filloptosiMetaboliti secondari fitotossici gli isolati di V dahliae utilizzati in coltura liquida susubstrato vdM hanno permesso di ottenere fc chesaggiati su rametti recisi di lsquoleccinorsquo (suscettibile) elsquofrantoiorsquo (resistente) hanno riprodotto sintomi diavvizzimento e accartocciamento fogliare e defoglia-zione nessun sintomo egrave stato registrato sui ramettiche hanno assorbito acqua distillata e i substrati noninoculati lrsquoassorbimento dei 3 ml di soluzione daparte dei rametti ha richiesto 30-32 ore per acquavdM pdB e eM2 mentre i fc dei due isolati sonostati assorbiti in 17-24 ore i fc dei patotipivd312d o vd315nd di V dah-liae ottenuti su substrato vdM saggiati su entrambe

le cultivar di olivo hanno evidenziato sintomi da 7-9 giorni dopo lrsquoassorbimento i fc ottenuti su sub-strato vdM da entrambi i patotipi inducono ripiega-mento e successivo imbrunimento della laminafogliare sui rametti di lsquofrantoiorsquo Sui rametti dilsquoleccinorsquo sono stati registrati ingiallimenti della lami-na fogliare inizialmente intorno alle nervature edopo 3-5 giorni sullrsquointera superficie Sintomo fina-le dei fc di entrambi gli isolati di V dahliae dopo 28giorni di coltura su substrato di vdM egrave stata unagenerale defogliazione dei rametti Su lsquoleccinorsquo ladefogliazione egrave stata severa e si egrave avuta dopo 17 gior-ni sui rametti trattati con il fc dellrsquoisolato vd312dcf e dopo 21 giorni su lsquofrantoiorsquo i rametti trattaticon i fc di vd315nd sono stati registrati dopo 20giorni su lsquoleccinorsquo e dopo 25 giorni su lsquofrantoiorsquo isintomi sopra descritti sono stati osservati anche suirametti che hanno assorbito i fc dei due isolati dopodiluizione di 10 e 100 volte con acqua distillata i fc ottenuti dai due patotipi su substrato vdMsono stati confrontati sulle due cultivar per i loroeffetti sul flusso traspiratorio e sulle variazioni infenoli e clorofille presenti nelle foglie (fig 3)

431Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 2contenuto in ascorbato e attivitagrave delle perossidasi generi-che (pod) e dellrsquoascorbato perossidasi (apX) in foglie dilsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo dopo 24 72 e 240 ore dallrsquoinoculocon vd312d () e vd315nd () i controlli sono rap-presentati da piante le cui radici sono state immerse per10 minuti in acqua (mdash) ciascun valore egrave la media di cin-que piante ascorbic acid concentration and peroxidase (pod) andascorbate peroxidase (apX) activity in leaves of lsquofrantoiorsquoand lsquoleccinorsquo after 24 72 and 240 hours after inocula-tion with vd312d () and vd315nd () as controlsplants were treated for 10 minutes in water (mdash) eachvalue is the mean of five plants

fig 3effetti sulla traspirazione e sul contenuto in clorofille efenoli in foglie di lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo dopo 24 72 e 240ore dallrsquoassorbimento di 3 ml di filtrato colturale degli iso-lati vd312d () e vd315nd () su substrato vdM icontrolli hanno assorbito 3 ml di acqua (mdash) ciascunvalore egrave la media di cinque rametti recisi transpiration from abaxial leaf surfaces and chlorophyllsand phenols content in leaves of lsquofrantoiorsquo and lsquoleccinorsquoafter 24 72 and 240 hours after the absorbtion of 3 ml fvd312d () and vd315nd () culture filtrates onvdM as controls twigs adsorbed 3 ml of water (mdash) eachvalue is the mean of five twigs

le misure di traspirazione (fig 3) dimostrano unforte incremento nel flusso traspiratorio nei ramettirecisi che hanno assorbito i fc ottenuti dal patotipovd312d rispetto a quelli ottenuti dal vd315nd edalle tesi di controllo nessuna differenza egrave stata regi-strata nel contenuto in clorofilla Solo la concentra-zione in fenoli nelle foglie dei rametti recisi chehanno assorbito i fc ottenuti dai due isolati egrave risul-tata circa tre volte superiore rispetto ai rametti delletesi di controllo totali (fig 3)in definitiva appare chiaro che nellrsquointerazione Vdahliae e olivo entrino in gioco fattori chimici divirulenza del patogeno (fitotossine) che contribuisca-no alla patogenesi e alla manifestazione dei sintomied inducano nellrsquoospite condizioni di stress in que-sto stato la pianta ospite manifesteragrave in parte o intoto le alterazioni biochimiche e fisiologiche determi-natesi nei tessuti attraverso i sintomi

Ringraziamenti - gli autori ringraziano i collaboratoriluca Scarola valentino poliseno nicola contursi eaniello Rescigno (dipartimento di Scienze del Suolo dellapianta e degli alimenti universitagrave degli Studi di Barialdo Moro) per il valido supporto tecnico nella realizza-zione delle prove lavoro realizzato con il contributo dellafondazione cassa di Risparmio di puglia Bando 2010 ndashprogetto Meccanismi di resistenza alla verticilliosi e caratte-rizzazione di varietagrave meridionali di olivo

letteRatuRa citataBeJaRano-alcaacutezaR J peacuteRez-aRteacuteS e JiMeacutenez-dIacuteaz

RM 2001 ndash Spread of the defoliating pathotype ofverticillium dahliae to new cotton and olive growingareas in Southern Spain in Proceedings 8th Inter-national Verticillium Symposium coacuterdoba 2001 57

BRuno g SpaRapano l 2006 ndash Effects of three esca-asso-ciated fungi on vitis vinifera L II Characterization ofbiomolecules in xylem sap and leaves of healthy and dis-eased vines physiol Mol plant path 69 195-208

BuBici g ciRulli M 2011 ndash verticillium wilt inScHena l agoSteo ge cacciola So (eds)Olive diseases and disorders 191-222 transwordResearch network Kerala india

cHandleR Sf doddS JH 1983 ndash The effect of phos-phate nitrogen and sucrose on the production of pheno-lics and solasodine in callus cultures of Solanum lacinia-tum plant cell Rep 2 205

ciRulli M colella c drsquoaMico M aMenduni MBuBici g 2008 ndash Comparison of screening methods for

the evaluation of olive resistance to verticillium dahliaeKleb J plant path 90(1) 7-14

colella c Miacola c aMenduni M drsquoaMico MBuBici g ciRulli M 2008 ndash Sources of Verticilliumwilt resistance in wild olive germplasm from theMediterranean region plant path 57 533-539

de gaRa l de pinto Mc toMMaSi f 2003 ndash Theantioxidant systems vis-agrave-vis reactive oxygen species dur-ing plantndashpathogen interaction plant physiolBiochem 41 863-870

licHtentHaleR HK 1987 ndash Chlorophylls andearotenoids pigments of photosynthetic bio-membranesMethods enzymol 148 351-383

MeRcado-Blanco J collado-RoMeRo M paRRilla-aRauJo S RodRIacuteguez-JuRado d JiMeacutenez-dIacuteazRM 2003 ndash Quantitative monitoring of colonizationof olive genotypes by verticillium dahliae pathotypes withreal-time polymerase chain reaction physiol Mol plantpath 63 91-105

MeRcado-Blanco J RodRIacuteguez-JuRado d peacuteRez-aRteacuteS e JiMenez-dIacuteaz RM 2001 ndash Detection of thenondefoliating pathotype of verticillium dahliae ininfected olive plants by nested PCR plant path 50609-619

paRadiSo a BeRaRdino R de pinto Mc Sanitagrave ditoppi l StoRelli MM toMMaSi f de gaRa l2008 ndash Increase in ascorbatendashglutathione metabolism aslocal and precocious systemic responses induced by cadmi-um in durum wheat plants plant cell physiol 49362-374

pegg gf BRady Bl 2002 ndash Verticillium Wilts caBipublishing Wallingford

toMMaSi f paciolla c de pinto Mc de gaRa l2006 ndash Effects of storage temperature on viability germi-nation and antioxidant metabolism in ginkgo biloba Lseeds plant physiol Biochem 44 359-368

RiaSSunto ndash due ceppi di Verticillium dahliae caratte-rizzati come patotipo defogliante (vd312d) o non defo-gliante (vd315nd) e piante di olivo delle cultivarlsquofrantoiorsquo (resistente) e lsquoleccinorsquo (suscettibile) sono statiutilizzati in prove di inoculazione artificiale focalizzate allostudio fisiologico delle interazioni pianta patogeno ladiversa risposta riscontrata nelle due varietagrave in termini difenoli carotenoidi clorofilla perossido di idrogeno ascor-bato perossidasi generiche e ascorbato perossidasi indicauno stato di stress fitotossine prodotte in vitro dai duepatotipi sembrano essere coinvolte nelle alterazioni biochi-miche e fisiologiche alla base delle tipiche sintomatologiedella verticilliosi su olivo (avvizzimento generale dellachioma e defogliazione)

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autoRi

Giovanni Luigi Bruno (giovanniluigibrunounibait) Samer Sermani Antonio Domenico Marsico Mario AmenduniDipartimento di Scienze del Suolo della Pianta e degli Alimenti (DiSSPA) Sezione di Patologia vegetale Universitagrave di BarildquoAldo Morordquo Via G Amendola 165A 70126 BariCristina Fasciano Maria Paola Ippolito Franca Tommasi (francatommasiunibait) Dipartimento di Biologia Universitagrave diBari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70125 BariCecilia Colella Dipartimento di Chimica Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70125 Bari

Page 31: Società Botanica italiana onluS 45 (2) 2013/391... · 2018-05-08 · prodotto preso in esame e sia dal metodo utilizzato (peRez-JiMénez et al., 2008; MülleR et al., 2010). un’attenzione

in occasione della redazione della checklist dellepiante vascolari della puglia (a albano fBartolucci f conti p Medagli Rp Wagensommerin prep) egrave stato aggiornato lrsquoelenco delle specieminacciate in questa Regionele liste Rosse Regionali (conti et al 1997) ripor-tavano per la puglia 180 entitagrave da allora sono tras-corsi piugrave di 15 anni alcune di queste entitagrave eranoindicate in puglia per errore e altre sono considerateoggi sinonimi di entitagrave non minacciate mentrenumerose specie della lista Rossa nazionale sonostate rinvenute in puglia solo dopo il lavoro diconti et al (op cit) per questo motivo abbiamoritenuto utile aggiornare lrsquoelenco delle specie di listaRossa della Regione puglia e integrarlo con tutte leentitagrave endemiche pugliesi ed esclusive della Regione(presenti in italia solo in puglia)

RiSultati

il libro Rosso delle piante drsquoitalia (conti et al1992) riportava 458 specie e sottospecie di piantevascolari sottoposte a vari gradi di minaccia a livellonazionale di queste entitagrave 46 sono attualmentenote in puglia (tab 1) considerando anche le listeRosse Regionali (conti et al 1997) il numero ditaxa minacciati a livello nazionale e presenti in pugliasale a 89 entitagrave certamente presenti (di cui 1 dubita-tivamente alloctona) e 8 dubitativamente presentinella Regione mentre il numero di entitagrave indicatecome minacciate a livello Regionale egrave pari a 158 (dicui 1 dubitativamente alloctona) alle quali si aggiun-gono 4 entitagrave dubitativamente presenti nella Regio-ne per un totale di 188 entitagrave (tab 1)

le specie esclusive della puglia cioegrave quelle presentiin italia solo in questa Regione sono 54 di cui 2dubitativamente alloctone alle quali si aggiungono 6entitagrave la cui presenza egrave dubbia di queste 54 entitagrave35 sono endemiche pugliesi (tab 1)pertanto le specie di lista Rossa in puglia integratecon tutte le endemiche pugliesi e le esclusive dellaRegione sono 221 (tab 1) pari al 93 della floravascolare autoctona pugliese

diScuSSione

il libro Rosso e le liste Rosse delle piante drsquoitalia(conti et al 1992 1997) pur essendo stati seguitida altri lavori riguardanti le piante minacciate delnostro paese (pignatti et al 2001 ScoppolaSpaMpinato 2005) sono ancora oggi il riferimentoprincipale per le specie a rischio di estinzione initalia negli ultimi anni lrsquoimpulso alla realizzazionedi una nuova lista Rossa delle piante drsquoitalia secon-do i piugrave recenti criteri iucn (2001 2011) egrave statodato dalla rubrica pubblicata sullrsquoinformatoreBotanico italiano ldquoSchede per una lista Rossa dellaflora vascolare e crittogamica italianardquo e dal proget-to appena concluso e realizzato dalla SocietagraveBotanica italiana per conto del Ministero dellrsquoam-biente e della tutela del territorio e del Mare relati-vo alla valutazione nazionale della categoria di rischiodi estinzione per piugrave di 300 specie vegetali di interes-se conservazionistico e di ambientihabitat partico-larmente minacciati (RoSSi et al 2013) attualmen-te questi progetti hanno portato alla valutazione delgrado di minaccia di 40 specie vascolari presenti inpuglia Egrave auspicabile pertanto il contributo di tutti

422 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

piante vascolari minacciate e liste Rosse aggiornamento delle conoscenzein puglia

Rp WagenSoMMeR p Medagli ev peRRino

aBStRact - Threatened vascular plants and Red Lists an update of knowledge in Apulia -the Regional Red list of vas-cular plant species in apulia Region has been updated following recent knowledges of conservation distributional andtaxonomic interest

Key words apulia Red lists threatened species update

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

423Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

taBe

lla

1Piante vascolari endemiche esclusive e di Lista Rossa della Regione Puglia

Endemic exclusive and Red List vascular plants in Apulia Region

424 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO 45 (2) 393-432 2013(se

gue T

ab 1

)

425Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

(segue Tab 1)

426 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013(segue Tab 1)

427Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

(segue Tab 1)

i botanici pugliesi affincheacute sia possibile valutaresecondo i criteri piugrave recenti dellrsquoIUCN (op cit) unnumero molto maggiore di specieLrsquoelenco riportato in Tab 1 include tutte le specieendemiche pugliesi ed esclusive della Puglia Di que-ste entitagrave 33 non venivano indicate nelle Liste RosseRegionali (CONTI et al 1997) Esse sono state inclu-se in Tab 1 in via precauzionale ma in molti casi illoro effettivo grado di minaccia deve ancora esserevalutato Lrsquoelenco non include invece le categorie diminaccia indicate in ROSSI et al (2013) che sarannooggetto di un futuro contributo sulle specie di inte-resse conservazionistico in Puglia

CONCLUSIONILrsquoaggiornamento delle conoscenze floristiche inPuglia e le informazioni tassonomiche nomenclatu-rali e distributive pubblicate nel corso degli ultimianni hanno consentito un aggiornamento delle ListeRosse delle Piante vascolari della Regione Puglia maancora molto lavoro deve essere svolto per megliodefinire il numero di specie a rischio e il loro effetti-vo grado di minaccia secondo i piugrave recenti criteriinternazionali (IUCN op cit)

LETTERATURA CITATACONTI F MANZI A PEDROTTI F 1992 ndash Libro Rossodelle Piante drsquoItaliaMinistero Ambiente WWF Italia

Societagrave Botanica Italiana Romamdash 1997 ndash Liste Rosse Regionali delle Piante drsquoItaliaWWFItalia Societagrave Botanica Italiana CIAS Camerino

IUCN 2001 ndash IUCN Red List Categories and CriteriaVersion 31 IUCN Species Survival CommissionIUCN Gland (Switzerland) amp Cambridge (UK)II+30 pp

mdash 2011 ndash Guidelines for Using the IUCN Red ListCategories and Criteria Version 90 Prepared by theStandards and Petitions Subcommittee httpww-wiucnredlistorgdocumentsRedListGuidelinespdf

PIGNATTI S MENEGONI P GIACANELLI V (a cura di)2001 ndash Liste rosse e blu della flora italiana ANPARoma

ROSSI G MONTAGNANI C GARGANO D PERUZZI LABELI T RAVERA S COGONI A FENU G MAGRINIS GENNAI M FOGGI B WAGENSOMMER RPVENTURELLA G BLASI C RAIMONDO FMORSENIGO S (Eds) 2013 ndash Lista Rossa della FloraItaliana 1 Policy Species e altre specie minacciateComitato Italiano IUCN Ministero Ambiente eTutela Territorio e Mare Roma 54 pp

SCOPPOLA A SPAMPINATO G (Eds) 2005 ndash Atlante dellespecie a rischio di estinzione (CD-ROM) Allegato a ASCOPPOLA C BLASI (Eds) Stato delle conoscenze sullaflora vascolare drsquoItalia Palombi Ed Roma

RIASSUNTO ndash Egrave stata aggiornata la Lista RossaRegionale delle piante vascolari della Regione Pugliasecondo le piugrave recenti conoscenze in ambito conservazio-nistico distributivo e tassonomico

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AUTORI

Robert Philipp Wagensommer (robwagensommeryahooit) Scuola di Scienze Ambientali Universitagrave di Camerino - CentroRicerche Floristiche dellrsquoAppennino (Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga) San Colombo 67021 Barisciano(LrsquoAquila)Piero Medagli (pietromedagliunileit) Laboratorio di Botanica Sistematica del DiSTeBA Universitagrave del Salento ViaProvinciale Lecce-Monteroni 73100 LecceEnrico Vito Perrino (enricoperrinoyahooit) Museo Orto Botanico Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via E Orabona 4 70124Bari

Verticillium dahliae Kleb egrave un fungo tracheomicoti-co responsabile della piugrave grave malattia dellrsquoolivo(Olea europaea l) soprattutto negli oliveti dei paesimediterranei Questo fungo oltre lrsquoolivo attacca piugravedi 300 specie di piante arboree ed erbacee la malat-tia determina generalmente il disseccamento di por-zioni della chioma (BeJaRano-alcaacutezaR et al 2001pegg BRady 2002 BuBici ciRulli 2011) isolatidi V dahliae in grado di infettare cotone e olivo pos-sono essere classificati in due patotipi defogliante enon-defogliante sulla base della loro abilitagrave o menodi indurre defogliazione nelle piante infette(MeRcado-Blanco et al 2001 2003) il presentelavoro propone studi preliminari su i) alcune rispo-ste fisiologiche in due cultivar di olivo caratterizzateda differenti livelli di suscettibilitagrave alla verticilliosi ii)alcuni determinanti di patogenicitagrave potenzialmentecoinvolti nellrsquoinduzione dei sintomi fogliari prodottida patotipi diversi di V dahliae

MateRiali e Metodi

Alterazioni fisiologiche piante di olivo delle cultivar lsquofrantoiorsquo (resistente) elsquoleccinorsquo (suscettibile) sono state inoculate con gliisolati vd312d (defogliante) e vd315nd (nondefogliante) seguendo il metodo descritto da ciRulli

et al (2008) piante non trattate e piante le cui radi-ci sono state immerse per 10 minuti in acqua sonostate utilizzate come tesi di controllo Sono stati valu-tati il contenuto di fenoli carotenoidi clorofillaperossido drsquoidrogeno ascorbato e lrsquoattivitagrave delleperossidasi generiche (pod) e dellrsquoascorbato perossi-dasi (apX) in foglie delle due cultivar raccolte dopo24 72 e 240 ore dal trapianto applicando i metodiproposti da cHandleR doddS (1983) licHten-tHaleR (1987) BRuno SpaRapano (2006) toM-MaSi et al (2006) paRadiSo et al (2008) tre mesidopo lrsquoinoculazione su ogni pianta egrave stata valutata lapresenza di malattia sulla chioma utilizzando la scaladi severitagrave dei sintomi proposta da colella et al(2008) lrsquoanalisi statistica dei dati egrave stata eseguitaattraverso lrsquoanalisi della varianza (anova) le mediesono state separate con il test della minima differen-za significativa (MdS) Produzione di metaboliti secondari fitotossici colture liquide statiche degli isolati vd312d evd315nd di V dahliae sono state allestite in tredifferenti soluzioni nutritive czapek modificato(vdM) patate destrosio Broth (pdB difco ) oacqua estratto di Malto (oxoid) al 2 (eM2) perciascun isolato e substrato sono state preparate 10bottiglie di Roux della capacitagrave di 1 l contenenti

429infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

Meccanismi di resistenza alla verticilliosi e caratterizzazione di varietagrave meridionali di olivo dati preliminari sulla fisiologia dellrsquointerazione olivoVerticillium dahliae

gl BRuno c faSciano Mp ippolito S SeRMani ad MaRSico c colella M aMenduni f toMMaSi

aBStRact - Mechanisms of resistance to olive Verticillium wilt and characterization of olive varieties from southern prelim-inary data on physiology of olive - verticillium dahliae interaction - inoculations experiment were performed with two strainsof Verticillium dahliae characterized as defoliating (vd312d) or not defoliating (vd315nd) pathotypes lsquofrantoiorsquo(resistant) and lsquoleccinorsquo (susceptible) olive plants the interaction plantpathogen was evaluated as total phenolscarotenoids chlorophylls hydrogen peroxide ascorbic acid generic peroxidases and ascorbate peroxidase activityinoculated plants showed the typical pathway associate to a stress the two pathotypes are also able to produce in vitrophytotoxins Some of these secondary metabolites should be involved on biochemical and physiological alterations asso-ciated to verticillium wilt symptoms on olive trees (leaves wilting and defoliation)

Keywords fenoli totali metaboliti secondari stato redox verticilliosi

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

150 ml di soluzione nutritiva ciascuna bottiglia egravestata inoculata con 5 ml di sospensione ottenutaomogeneizzando tre colonie (coltivate per due setti-mane in piastre petri su substrato di pda a 25 degc albuio) in 50 ml di acqua distillata sterile dopo 28giorni di coltura (25 degc al buio) il micelio egrave statorimosso mediante filtrazione su garza e centrifugazio-ne (5500 xg 20 min 4 degc) aliquote (3 ml) di cia-scun filtrato colturale (fc) integro o diluito (10100 e 1000 volte con acqua distillata) sono state uti-lizzate in saggi di tossicitagrave su rametti recisi dilsquoleccinorsquo e lsquofrantoiorsquo eseguiti in ambiente controlla-to (uR 50 t 25 degc luce 150 microe cm-2 sec-1)acqua distillata e substrato non inoculato sono statiutilizzati come controllo dal terzo giorno dopo lrsquoas-sorbimento delle soluzioni tossiche egrave stata osservatala manifestazione dei sintomi dopo 24 72 e 240 oredallrsquoassorbimento delle soluzioni saggiate le foglie diciascun rametto sono state caratterizzate in terminidi flusso traspiratorio utilizzando un porometro li-1600-licor negli stessi intervalli egrave stato valutato ilcontenuto in clorofilla e fenoli seguendo i metodiproposti in precedenza

RiSultati e diScuSSione

Alterazioni fisiologicheper entrambi i patotipi di V dahliae saggiati lrsquoindu-zione di uno stato di malessere nella pianta egrave confer-mata dalla riduzione nel contenuto di clorofillesoprattutto dopo 24 ore per la cultivar suscettibilelsquoleccinorsquo (fig 1) invece il contenuto di ascorbatoclorofille e carotenoidi ha subito un incrementosoprattutto nei campioni di foglie prelevate dopo 72e 240 ore dallrsquoinoculo con il patotipo defogliante leanalisi condotte sulle foglie di lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquohanno mostrato come la molecola segnale perossidodrsquoidrogeno risulta maggiormente presente nella cul-tivar frantoio dopo 72 ore dallrsquoinoculo con il patoti-po defogliante (fig 1) mentre lrsquoattivitagrave della apXsegna negli stessi tempi un decremento (fig 2) invece nella cultivar frantoio i sistemi antiossidan-ti non enzimatici hanno mostrato un calo rispetto aicontrolli nei livelli di ascorbato e di fenoli (fig 1) non si sono osservate variazioni nellrsquoattivitagrave dellacatalasi (fig 2) infatti come dimostrato in altrisistemi nei tessuti vegetali questo enzima svolge unruolo nel metabolismo del perossido di idrogenosecondario rispetto allrsquoapX che invece egrave lrsquoenzimachiave nel controllo della concentrazione in perossi-do di idrogeno (de gaRa et al 2003) lrsquoattivitagrave dellepod infine aumenta notevolmente nelle fasi tardi-ve dellrsquoinfezione nelle foglie di lsquofrantoiorsquo mentre inquelle di lsquoleccinorsquo un incremento egrave evidente 72 oredallrsquoinoculo (fig 2) i dati evidenziati nelle nostre condizioni sperimenta-li sono in linea con quanto riportato dalla letteraturariguardo alle interazioni pianta-patogeno e le risposteda stress abiotici (de gaRa et al 2003) infatti nellepiante resistenti si assiste a una modulazione deisistemi antiossidanti tale da causare un incremento diperossido di idrogeno a livello fogliare (de gaRa etal 2003) per contro nella varietagrave suscettibile lrsquoau-

mento dei livelli in antiossidanti non enzimatici nonegrave sufficiente a indurre resistenza la diversa rispostaai sistemi antiossidanti riscontrata nelle due varietagraveutilizzate in queste prove potrebbe essere consideratacome un marker biochimico per valutare lo stato diavanzamento dellrsquoinfezione e il suo destino primadella comparsa dei sintomi

Evoluzione dei sintomia conferma di quanto giagrave riscontrato da ciRulli etal (2008) lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo sono risultate rispet-tivamente resistenti e suscettibili ai due isolati di Vdahliae utilizzati nessun sintomo egrave stato registrato esulle piante utilizzate come controllo (piante nontrattate e piante le cui radici sono state immerse per

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fig 1contenuto in fenoli carotenoidi clorofille e perossido diidrogeno in foglie di lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo dopo 24 72 e240 ore dallrsquoinoculo con vd312d () e vd315nd ()i controlli sono rappresentati da piante le cui radici sonostate immerse per 10 minuti in acqua (mdash) ciascun valo-re egrave la media di cinque piante phenols carotenoids chlorophylls and hydrogen peroxidecontent in leaves of lsquofrantoiorsquo and lsquoleccinorsquo after 24 72and 240 hours after inoculation with vd312d () andvd315nd () as controls plants were treated for 10minutes in water (mdash) each value is the mean of fiveplants

10 minuti in acqua) e sulle chiome di lsquofrantoiorsquo ino-culate con il patotipo non defogliante il patotipodefogliante ha causato su lsquofrantoiorsquo una modestadefogliazione le piante di lsquoleccinorsquo hanno espressosintomi gravi con entrambi i patotipi (generale avviz-zimento della chioma) aggravati nel caso del patoti-po defogliante da accentuata e rapida filloptosiMetaboliti secondari fitotossici gli isolati di V dahliae utilizzati in coltura liquida susubstrato vdM hanno permesso di ottenere fc chesaggiati su rametti recisi di lsquoleccinorsquo (suscettibile) elsquofrantoiorsquo (resistente) hanno riprodotto sintomi diavvizzimento e accartocciamento fogliare e defoglia-zione nessun sintomo egrave stato registrato sui ramettiche hanno assorbito acqua distillata e i substrati noninoculati lrsquoassorbimento dei 3 ml di soluzione daparte dei rametti ha richiesto 30-32 ore per acquavdM pdB e eM2 mentre i fc dei due isolati sonostati assorbiti in 17-24 ore i fc dei patotipivd312d o vd315nd di V dah-liae ottenuti su substrato vdM saggiati su entrambe

le cultivar di olivo hanno evidenziato sintomi da 7-9 giorni dopo lrsquoassorbimento i fc ottenuti su sub-strato vdM da entrambi i patotipi inducono ripiega-mento e successivo imbrunimento della laminafogliare sui rametti di lsquofrantoiorsquo Sui rametti dilsquoleccinorsquo sono stati registrati ingiallimenti della lami-na fogliare inizialmente intorno alle nervature edopo 3-5 giorni sullrsquointera superficie Sintomo fina-le dei fc di entrambi gli isolati di V dahliae dopo 28giorni di coltura su substrato di vdM egrave stata unagenerale defogliazione dei rametti Su lsquoleccinorsquo ladefogliazione egrave stata severa e si egrave avuta dopo 17 gior-ni sui rametti trattati con il fc dellrsquoisolato vd312dcf e dopo 21 giorni su lsquofrantoiorsquo i rametti trattaticon i fc di vd315nd sono stati registrati dopo 20giorni su lsquoleccinorsquo e dopo 25 giorni su lsquofrantoiorsquo isintomi sopra descritti sono stati osservati anche suirametti che hanno assorbito i fc dei due isolati dopodiluizione di 10 e 100 volte con acqua distillata i fc ottenuti dai due patotipi su substrato vdMsono stati confrontati sulle due cultivar per i loroeffetti sul flusso traspiratorio e sulle variazioni infenoli e clorofille presenti nelle foglie (fig 3)

431Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 2contenuto in ascorbato e attivitagrave delle perossidasi generi-che (pod) e dellrsquoascorbato perossidasi (apX) in foglie dilsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo dopo 24 72 e 240 ore dallrsquoinoculocon vd312d () e vd315nd () i controlli sono rap-presentati da piante le cui radici sono state immerse per10 minuti in acqua (mdash) ciascun valore egrave la media di cin-que piante ascorbic acid concentration and peroxidase (pod) andascorbate peroxidase (apX) activity in leaves of lsquofrantoiorsquoand lsquoleccinorsquo after 24 72 and 240 hours after inocula-tion with vd312d () and vd315nd () as controlsplants were treated for 10 minutes in water (mdash) eachvalue is the mean of five plants

fig 3effetti sulla traspirazione e sul contenuto in clorofille efenoli in foglie di lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo dopo 24 72 e 240ore dallrsquoassorbimento di 3 ml di filtrato colturale degli iso-lati vd312d () e vd315nd () su substrato vdM icontrolli hanno assorbito 3 ml di acqua (mdash) ciascunvalore egrave la media di cinque rametti recisi transpiration from abaxial leaf surfaces and chlorophyllsand phenols content in leaves of lsquofrantoiorsquo and lsquoleccinorsquoafter 24 72 and 240 hours after the absorbtion of 3 ml fvd312d () and vd315nd () culture filtrates onvdM as controls twigs adsorbed 3 ml of water (mdash) eachvalue is the mean of five twigs

le misure di traspirazione (fig 3) dimostrano unforte incremento nel flusso traspiratorio nei ramettirecisi che hanno assorbito i fc ottenuti dal patotipovd312d rispetto a quelli ottenuti dal vd315nd edalle tesi di controllo nessuna differenza egrave stata regi-strata nel contenuto in clorofilla Solo la concentra-zione in fenoli nelle foglie dei rametti recisi chehanno assorbito i fc ottenuti dai due isolati egrave risul-tata circa tre volte superiore rispetto ai rametti delletesi di controllo totali (fig 3)in definitiva appare chiaro che nellrsquointerazione Vdahliae e olivo entrino in gioco fattori chimici divirulenza del patogeno (fitotossine) che contribuisca-no alla patogenesi e alla manifestazione dei sintomied inducano nellrsquoospite condizioni di stress in que-sto stato la pianta ospite manifesteragrave in parte o intoto le alterazioni biochimiche e fisiologiche determi-natesi nei tessuti attraverso i sintomi

Ringraziamenti - gli autori ringraziano i collaboratoriluca Scarola valentino poliseno nicola contursi eaniello Rescigno (dipartimento di Scienze del Suolo dellapianta e degli alimenti universitagrave degli Studi di Barialdo Moro) per il valido supporto tecnico nella realizza-zione delle prove lavoro realizzato con il contributo dellafondazione cassa di Risparmio di puglia Bando 2010 ndashprogetto Meccanismi di resistenza alla verticilliosi e caratte-rizzazione di varietagrave meridionali di olivo

letteRatuRa citataBeJaRano-alcaacutezaR J peacuteRez-aRteacuteS e JiMeacutenez-dIacuteaz

RM 2001 ndash Spread of the defoliating pathotype ofverticillium dahliae to new cotton and olive growingareas in Southern Spain in Proceedings 8th Inter-national Verticillium Symposium coacuterdoba 2001 57

BRuno g SpaRapano l 2006 ndash Effects of three esca-asso-ciated fungi on vitis vinifera L II Characterization ofbiomolecules in xylem sap and leaves of healthy and dis-eased vines physiol Mol plant path 69 195-208

BuBici g ciRulli M 2011 ndash verticillium wilt inScHena l agoSteo ge cacciola So (eds)Olive diseases and disorders 191-222 transwordResearch network Kerala india

cHandleR Sf doddS JH 1983 ndash The effect of phos-phate nitrogen and sucrose on the production of pheno-lics and solasodine in callus cultures of Solanum lacinia-tum plant cell Rep 2 205

ciRulli M colella c drsquoaMico M aMenduni MBuBici g 2008 ndash Comparison of screening methods for

the evaluation of olive resistance to verticillium dahliaeKleb J plant path 90(1) 7-14

colella c Miacola c aMenduni M drsquoaMico MBuBici g ciRulli M 2008 ndash Sources of Verticilliumwilt resistance in wild olive germplasm from theMediterranean region plant path 57 533-539

de gaRa l de pinto Mc toMMaSi f 2003 ndash Theantioxidant systems vis-agrave-vis reactive oxygen species dur-ing plantndashpathogen interaction plant physiolBiochem 41 863-870

licHtentHaleR HK 1987 ndash Chlorophylls andearotenoids pigments of photosynthetic bio-membranesMethods enzymol 148 351-383

MeRcado-Blanco J collado-RoMeRo M paRRilla-aRauJo S RodRIacuteguez-JuRado d JiMeacutenez-dIacuteazRM 2003 ndash Quantitative monitoring of colonizationof olive genotypes by verticillium dahliae pathotypes withreal-time polymerase chain reaction physiol Mol plantpath 63 91-105

MeRcado-Blanco J RodRIacuteguez-JuRado d peacuteRez-aRteacuteS e JiMenez-dIacuteaz RM 2001 ndash Detection of thenondefoliating pathotype of verticillium dahliae ininfected olive plants by nested PCR plant path 50609-619

paRadiSo a BeRaRdino R de pinto Mc Sanitagrave ditoppi l StoRelli MM toMMaSi f de gaRa l2008 ndash Increase in ascorbatendashglutathione metabolism aslocal and precocious systemic responses induced by cadmi-um in durum wheat plants plant cell physiol 49362-374

pegg gf BRady Bl 2002 ndash Verticillium Wilts caBipublishing Wallingford

toMMaSi f paciolla c de pinto Mc de gaRa l2006 ndash Effects of storage temperature on viability germi-nation and antioxidant metabolism in ginkgo biloba Lseeds plant physiol Biochem 44 359-368

RiaSSunto ndash due ceppi di Verticillium dahliae caratte-rizzati come patotipo defogliante (vd312d) o non defo-gliante (vd315nd) e piante di olivo delle cultivarlsquofrantoiorsquo (resistente) e lsquoleccinorsquo (suscettibile) sono statiutilizzati in prove di inoculazione artificiale focalizzate allostudio fisiologico delle interazioni pianta patogeno ladiversa risposta riscontrata nelle due varietagrave in termini difenoli carotenoidi clorofilla perossido di idrogeno ascor-bato perossidasi generiche e ascorbato perossidasi indicauno stato di stress fitotossine prodotte in vitro dai duepatotipi sembrano essere coinvolte nelle alterazioni biochi-miche e fisiologiche alla base delle tipiche sintomatologiedella verticilliosi su olivo (avvizzimento generale dellachioma e defogliazione)

432 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

autoRi

Giovanni Luigi Bruno (giovanniluigibrunounibait) Samer Sermani Antonio Domenico Marsico Mario AmenduniDipartimento di Scienze del Suolo della Pianta e degli Alimenti (DiSSPA) Sezione di Patologia vegetale Universitagrave di BarildquoAldo Morordquo Via G Amendola 165A 70126 BariCristina Fasciano Maria Paola Ippolito Franca Tommasi (francatommasiunibait) Dipartimento di Biologia Universitagrave diBari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70125 BariCecilia Colella Dipartimento di Chimica Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70125 Bari

Page 32: Società Botanica italiana onluS 45 (2) 2013/391... · 2018-05-08 · prodotto preso in esame e sia dal metodo utilizzato (peRez-JiMénez et al., 2008; MülleR et al., 2010). un’attenzione

423Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

taBe

lla

1Piante vascolari endemiche esclusive e di Lista Rossa della Regione Puglia

Endemic exclusive and Red List vascular plants in Apulia Region

424 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO 45 (2) 393-432 2013(se

gue T

ab 1

)

425Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

(segue Tab 1)

426 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013(segue Tab 1)

427Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

(segue Tab 1)

i botanici pugliesi affincheacute sia possibile valutaresecondo i criteri piugrave recenti dellrsquoIUCN (op cit) unnumero molto maggiore di specieLrsquoelenco riportato in Tab 1 include tutte le specieendemiche pugliesi ed esclusive della Puglia Di que-ste entitagrave 33 non venivano indicate nelle Liste RosseRegionali (CONTI et al 1997) Esse sono state inclu-se in Tab 1 in via precauzionale ma in molti casi illoro effettivo grado di minaccia deve ancora esserevalutato Lrsquoelenco non include invece le categorie diminaccia indicate in ROSSI et al (2013) che sarannooggetto di un futuro contributo sulle specie di inte-resse conservazionistico in Puglia

CONCLUSIONILrsquoaggiornamento delle conoscenze floristiche inPuglia e le informazioni tassonomiche nomenclatu-rali e distributive pubblicate nel corso degli ultimianni hanno consentito un aggiornamento delle ListeRosse delle Piante vascolari della Regione Puglia maancora molto lavoro deve essere svolto per megliodefinire il numero di specie a rischio e il loro effetti-vo grado di minaccia secondo i piugrave recenti criteriinternazionali (IUCN op cit)

LETTERATURA CITATACONTI F MANZI A PEDROTTI F 1992 ndash Libro Rossodelle Piante drsquoItaliaMinistero Ambiente WWF Italia

Societagrave Botanica Italiana Romamdash 1997 ndash Liste Rosse Regionali delle Piante drsquoItaliaWWFItalia Societagrave Botanica Italiana CIAS Camerino

IUCN 2001 ndash IUCN Red List Categories and CriteriaVersion 31 IUCN Species Survival CommissionIUCN Gland (Switzerland) amp Cambridge (UK)II+30 pp

mdash 2011 ndash Guidelines for Using the IUCN Red ListCategories and Criteria Version 90 Prepared by theStandards and Petitions Subcommittee httpww-wiucnredlistorgdocumentsRedListGuidelinespdf

PIGNATTI S MENEGONI P GIACANELLI V (a cura di)2001 ndash Liste rosse e blu della flora italiana ANPARoma

ROSSI G MONTAGNANI C GARGANO D PERUZZI LABELI T RAVERA S COGONI A FENU G MAGRINIS GENNAI M FOGGI B WAGENSOMMER RPVENTURELLA G BLASI C RAIMONDO FMORSENIGO S (Eds) 2013 ndash Lista Rossa della FloraItaliana 1 Policy Species e altre specie minacciateComitato Italiano IUCN Ministero Ambiente eTutela Territorio e Mare Roma 54 pp

SCOPPOLA A SPAMPINATO G (Eds) 2005 ndash Atlante dellespecie a rischio di estinzione (CD-ROM) Allegato a ASCOPPOLA C BLASI (Eds) Stato delle conoscenze sullaflora vascolare drsquoItalia Palombi Ed Roma

RIASSUNTO ndash Egrave stata aggiornata la Lista RossaRegionale delle piante vascolari della Regione Pugliasecondo le piugrave recenti conoscenze in ambito conservazio-nistico distributivo e tassonomico

428 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO 45 (2) 393-432 2013

AUTORI

Robert Philipp Wagensommer (robwagensommeryahooit) Scuola di Scienze Ambientali Universitagrave di Camerino - CentroRicerche Floristiche dellrsquoAppennino (Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga) San Colombo 67021 Barisciano(LrsquoAquila)Piero Medagli (pietromedagliunileit) Laboratorio di Botanica Sistematica del DiSTeBA Universitagrave del Salento ViaProvinciale Lecce-Monteroni 73100 LecceEnrico Vito Perrino (enricoperrinoyahooit) Museo Orto Botanico Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via E Orabona 4 70124Bari

Verticillium dahliae Kleb egrave un fungo tracheomicoti-co responsabile della piugrave grave malattia dellrsquoolivo(Olea europaea l) soprattutto negli oliveti dei paesimediterranei Questo fungo oltre lrsquoolivo attacca piugravedi 300 specie di piante arboree ed erbacee la malat-tia determina generalmente il disseccamento di por-zioni della chioma (BeJaRano-alcaacutezaR et al 2001pegg BRady 2002 BuBici ciRulli 2011) isolatidi V dahliae in grado di infettare cotone e olivo pos-sono essere classificati in due patotipi defogliante enon-defogliante sulla base della loro abilitagrave o menodi indurre defogliazione nelle piante infette(MeRcado-Blanco et al 2001 2003) il presentelavoro propone studi preliminari su i) alcune rispo-ste fisiologiche in due cultivar di olivo caratterizzateda differenti livelli di suscettibilitagrave alla verticilliosi ii)alcuni determinanti di patogenicitagrave potenzialmentecoinvolti nellrsquoinduzione dei sintomi fogliari prodottida patotipi diversi di V dahliae

MateRiali e Metodi

Alterazioni fisiologiche piante di olivo delle cultivar lsquofrantoiorsquo (resistente) elsquoleccinorsquo (suscettibile) sono state inoculate con gliisolati vd312d (defogliante) e vd315nd (nondefogliante) seguendo il metodo descritto da ciRulli

et al (2008) piante non trattate e piante le cui radi-ci sono state immerse per 10 minuti in acqua sonostate utilizzate come tesi di controllo Sono stati valu-tati il contenuto di fenoli carotenoidi clorofillaperossido drsquoidrogeno ascorbato e lrsquoattivitagrave delleperossidasi generiche (pod) e dellrsquoascorbato perossi-dasi (apX) in foglie delle due cultivar raccolte dopo24 72 e 240 ore dal trapianto applicando i metodiproposti da cHandleR doddS (1983) licHten-tHaleR (1987) BRuno SpaRapano (2006) toM-MaSi et al (2006) paRadiSo et al (2008) tre mesidopo lrsquoinoculazione su ogni pianta egrave stata valutata lapresenza di malattia sulla chioma utilizzando la scaladi severitagrave dei sintomi proposta da colella et al(2008) lrsquoanalisi statistica dei dati egrave stata eseguitaattraverso lrsquoanalisi della varianza (anova) le mediesono state separate con il test della minima differen-za significativa (MdS) Produzione di metaboliti secondari fitotossici colture liquide statiche degli isolati vd312d evd315nd di V dahliae sono state allestite in tredifferenti soluzioni nutritive czapek modificato(vdM) patate destrosio Broth (pdB difco ) oacqua estratto di Malto (oxoid) al 2 (eM2) perciascun isolato e substrato sono state preparate 10bottiglie di Roux della capacitagrave di 1 l contenenti

429infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

Meccanismi di resistenza alla verticilliosi e caratterizzazione di varietagrave meridionali di olivo dati preliminari sulla fisiologia dellrsquointerazione olivoVerticillium dahliae

gl BRuno c faSciano Mp ippolito S SeRMani ad MaRSico c colella M aMenduni f toMMaSi

aBStRact - Mechanisms of resistance to olive Verticillium wilt and characterization of olive varieties from southern prelim-inary data on physiology of olive - verticillium dahliae interaction - inoculations experiment were performed with two strainsof Verticillium dahliae characterized as defoliating (vd312d) or not defoliating (vd315nd) pathotypes lsquofrantoiorsquo(resistant) and lsquoleccinorsquo (susceptible) olive plants the interaction plantpathogen was evaluated as total phenolscarotenoids chlorophylls hydrogen peroxide ascorbic acid generic peroxidases and ascorbate peroxidase activityinoculated plants showed the typical pathway associate to a stress the two pathotypes are also able to produce in vitrophytotoxins Some of these secondary metabolites should be involved on biochemical and physiological alterations asso-ciated to verticillium wilt symptoms on olive trees (leaves wilting and defoliation)

Keywords fenoli totali metaboliti secondari stato redox verticilliosi

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

150 ml di soluzione nutritiva ciascuna bottiglia egravestata inoculata con 5 ml di sospensione ottenutaomogeneizzando tre colonie (coltivate per due setti-mane in piastre petri su substrato di pda a 25 degc albuio) in 50 ml di acqua distillata sterile dopo 28giorni di coltura (25 degc al buio) il micelio egrave statorimosso mediante filtrazione su garza e centrifugazio-ne (5500 xg 20 min 4 degc) aliquote (3 ml) di cia-scun filtrato colturale (fc) integro o diluito (10100 e 1000 volte con acqua distillata) sono state uti-lizzate in saggi di tossicitagrave su rametti recisi dilsquoleccinorsquo e lsquofrantoiorsquo eseguiti in ambiente controlla-to (uR 50 t 25 degc luce 150 microe cm-2 sec-1)acqua distillata e substrato non inoculato sono statiutilizzati come controllo dal terzo giorno dopo lrsquoas-sorbimento delle soluzioni tossiche egrave stata osservatala manifestazione dei sintomi dopo 24 72 e 240 oredallrsquoassorbimento delle soluzioni saggiate le foglie diciascun rametto sono state caratterizzate in terminidi flusso traspiratorio utilizzando un porometro li-1600-licor negli stessi intervalli egrave stato valutato ilcontenuto in clorofilla e fenoli seguendo i metodiproposti in precedenza

RiSultati e diScuSSione

Alterazioni fisiologicheper entrambi i patotipi di V dahliae saggiati lrsquoindu-zione di uno stato di malessere nella pianta egrave confer-mata dalla riduzione nel contenuto di clorofillesoprattutto dopo 24 ore per la cultivar suscettibilelsquoleccinorsquo (fig 1) invece il contenuto di ascorbatoclorofille e carotenoidi ha subito un incrementosoprattutto nei campioni di foglie prelevate dopo 72e 240 ore dallrsquoinoculo con il patotipo defogliante leanalisi condotte sulle foglie di lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquohanno mostrato come la molecola segnale perossidodrsquoidrogeno risulta maggiormente presente nella cul-tivar frantoio dopo 72 ore dallrsquoinoculo con il patoti-po defogliante (fig 1) mentre lrsquoattivitagrave della apXsegna negli stessi tempi un decremento (fig 2) invece nella cultivar frantoio i sistemi antiossidan-ti non enzimatici hanno mostrato un calo rispetto aicontrolli nei livelli di ascorbato e di fenoli (fig 1) non si sono osservate variazioni nellrsquoattivitagrave dellacatalasi (fig 2) infatti come dimostrato in altrisistemi nei tessuti vegetali questo enzima svolge unruolo nel metabolismo del perossido di idrogenosecondario rispetto allrsquoapX che invece egrave lrsquoenzimachiave nel controllo della concentrazione in perossi-do di idrogeno (de gaRa et al 2003) lrsquoattivitagrave dellepod infine aumenta notevolmente nelle fasi tardi-ve dellrsquoinfezione nelle foglie di lsquofrantoiorsquo mentre inquelle di lsquoleccinorsquo un incremento egrave evidente 72 oredallrsquoinoculo (fig 2) i dati evidenziati nelle nostre condizioni sperimenta-li sono in linea con quanto riportato dalla letteraturariguardo alle interazioni pianta-patogeno e le risposteda stress abiotici (de gaRa et al 2003) infatti nellepiante resistenti si assiste a una modulazione deisistemi antiossidanti tale da causare un incremento diperossido di idrogeno a livello fogliare (de gaRa etal 2003) per contro nella varietagrave suscettibile lrsquoau-

mento dei livelli in antiossidanti non enzimatici nonegrave sufficiente a indurre resistenza la diversa rispostaai sistemi antiossidanti riscontrata nelle due varietagraveutilizzate in queste prove potrebbe essere consideratacome un marker biochimico per valutare lo stato diavanzamento dellrsquoinfezione e il suo destino primadella comparsa dei sintomi

Evoluzione dei sintomia conferma di quanto giagrave riscontrato da ciRulli etal (2008) lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo sono risultate rispet-tivamente resistenti e suscettibili ai due isolati di Vdahliae utilizzati nessun sintomo egrave stato registrato esulle piante utilizzate come controllo (piante nontrattate e piante le cui radici sono state immerse per

430 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

fig 1contenuto in fenoli carotenoidi clorofille e perossido diidrogeno in foglie di lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo dopo 24 72 e240 ore dallrsquoinoculo con vd312d () e vd315nd ()i controlli sono rappresentati da piante le cui radici sonostate immerse per 10 minuti in acqua (mdash) ciascun valo-re egrave la media di cinque piante phenols carotenoids chlorophylls and hydrogen peroxidecontent in leaves of lsquofrantoiorsquo and lsquoleccinorsquo after 24 72and 240 hours after inoculation with vd312d () andvd315nd () as controls plants were treated for 10minutes in water (mdash) each value is the mean of fiveplants

10 minuti in acqua) e sulle chiome di lsquofrantoiorsquo ino-culate con il patotipo non defogliante il patotipodefogliante ha causato su lsquofrantoiorsquo una modestadefogliazione le piante di lsquoleccinorsquo hanno espressosintomi gravi con entrambi i patotipi (generale avviz-zimento della chioma) aggravati nel caso del patoti-po defogliante da accentuata e rapida filloptosiMetaboliti secondari fitotossici gli isolati di V dahliae utilizzati in coltura liquida susubstrato vdM hanno permesso di ottenere fc chesaggiati su rametti recisi di lsquoleccinorsquo (suscettibile) elsquofrantoiorsquo (resistente) hanno riprodotto sintomi diavvizzimento e accartocciamento fogliare e defoglia-zione nessun sintomo egrave stato registrato sui ramettiche hanno assorbito acqua distillata e i substrati noninoculati lrsquoassorbimento dei 3 ml di soluzione daparte dei rametti ha richiesto 30-32 ore per acquavdM pdB e eM2 mentre i fc dei due isolati sonostati assorbiti in 17-24 ore i fc dei patotipivd312d o vd315nd di V dah-liae ottenuti su substrato vdM saggiati su entrambe

le cultivar di olivo hanno evidenziato sintomi da 7-9 giorni dopo lrsquoassorbimento i fc ottenuti su sub-strato vdM da entrambi i patotipi inducono ripiega-mento e successivo imbrunimento della laminafogliare sui rametti di lsquofrantoiorsquo Sui rametti dilsquoleccinorsquo sono stati registrati ingiallimenti della lami-na fogliare inizialmente intorno alle nervature edopo 3-5 giorni sullrsquointera superficie Sintomo fina-le dei fc di entrambi gli isolati di V dahliae dopo 28giorni di coltura su substrato di vdM egrave stata unagenerale defogliazione dei rametti Su lsquoleccinorsquo ladefogliazione egrave stata severa e si egrave avuta dopo 17 gior-ni sui rametti trattati con il fc dellrsquoisolato vd312dcf e dopo 21 giorni su lsquofrantoiorsquo i rametti trattaticon i fc di vd315nd sono stati registrati dopo 20giorni su lsquoleccinorsquo e dopo 25 giorni su lsquofrantoiorsquo isintomi sopra descritti sono stati osservati anche suirametti che hanno assorbito i fc dei due isolati dopodiluizione di 10 e 100 volte con acqua distillata i fc ottenuti dai due patotipi su substrato vdMsono stati confrontati sulle due cultivar per i loroeffetti sul flusso traspiratorio e sulle variazioni infenoli e clorofille presenti nelle foglie (fig 3)

431Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 2contenuto in ascorbato e attivitagrave delle perossidasi generi-che (pod) e dellrsquoascorbato perossidasi (apX) in foglie dilsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo dopo 24 72 e 240 ore dallrsquoinoculocon vd312d () e vd315nd () i controlli sono rap-presentati da piante le cui radici sono state immerse per10 minuti in acqua (mdash) ciascun valore egrave la media di cin-que piante ascorbic acid concentration and peroxidase (pod) andascorbate peroxidase (apX) activity in leaves of lsquofrantoiorsquoand lsquoleccinorsquo after 24 72 and 240 hours after inocula-tion with vd312d () and vd315nd () as controlsplants were treated for 10 minutes in water (mdash) eachvalue is the mean of five plants

fig 3effetti sulla traspirazione e sul contenuto in clorofille efenoli in foglie di lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo dopo 24 72 e 240ore dallrsquoassorbimento di 3 ml di filtrato colturale degli iso-lati vd312d () e vd315nd () su substrato vdM icontrolli hanno assorbito 3 ml di acqua (mdash) ciascunvalore egrave la media di cinque rametti recisi transpiration from abaxial leaf surfaces and chlorophyllsand phenols content in leaves of lsquofrantoiorsquo and lsquoleccinorsquoafter 24 72 and 240 hours after the absorbtion of 3 ml fvd312d () and vd315nd () culture filtrates onvdM as controls twigs adsorbed 3 ml of water (mdash) eachvalue is the mean of five twigs

le misure di traspirazione (fig 3) dimostrano unforte incremento nel flusso traspiratorio nei ramettirecisi che hanno assorbito i fc ottenuti dal patotipovd312d rispetto a quelli ottenuti dal vd315nd edalle tesi di controllo nessuna differenza egrave stata regi-strata nel contenuto in clorofilla Solo la concentra-zione in fenoli nelle foglie dei rametti recisi chehanno assorbito i fc ottenuti dai due isolati egrave risul-tata circa tre volte superiore rispetto ai rametti delletesi di controllo totali (fig 3)in definitiva appare chiaro che nellrsquointerazione Vdahliae e olivo entrino in gioco fattori chimici divirulenza del patogeno (fitotossine) che contribuisca-no alla patogenesi e alla manifestazione dei sintomied inducano nellrsquoospite condizioni di stress in que-sto stato la pianta ospite manifesteragrave in parte o intoto le alterazioni biochimiche e fisiologiche determi-natesi nei tessuti attraverso i sintomi

Ringraziamenti - gli autori ringraziano i collaboratoriluca Scarola valentino poliseno nicola contursi eaniello Rescigno (dipartimento di Scienze del Suolo dellapianta e degli alimenti universitagrave degli Studi di Barialdo Moro) per il valido supporto tecnico nella realizza-zione delle prove lavoro realizzato con il contributo dellafondazione cassa di Risparmio di puglia Bando 2010 ndashprogetto Meccanismi di resistenza alla verticilliosi e caratte-rizzazione di varietagrave meridionali di olivo

letteRatuRa citataBeJaRano-alcaacutezaR J peacuteRez-aRteacuteS e JiMeacutenez-dIacuteaz

RM 2001 ndash Spread of the defoliating pathotype ofverticillium dahliae to new cotton and olive growingareas in Southern Spain in Proceedings 8th Inter-national Verticillium Symposium coacuterdoba 2001 57

BRuno g SpaRapano l 2006 ndash Effects of three esca-asso-ciated fungi on vitis vinifera L II Characterization ofbiomolecules in xylem sap and leaves of healthy and dis-eased vines physiol Mol plant path 69 195-208

BuBici g ciRulli M 2011 ndash verticillium wilt inScHena l agoSteo ge cacciola So (eds)Olive diseases and disorders 191-222 transwordResearch network Kerala india

cHandleR Sf doddS JH 1983 ndash The effect of phos-phate nitrogen and sucrose on the production of pheno-lics and solasodine in callus cultures of Solanum lacinia-tum plant cell Rep 2 205

ciRulli M colella c drsquoaMico M aMenduni MBuBici g 2008 ndash Comparison of screening methods for

the evaluation of olive resistance to verticillium dahliaeKleb J plant path 90(1) 7-14

colella c Miacola c aMenduni M drsquoaMico MBuBici g ciRulli M 2008 ndash Sources of Verticilliumwilt resistance in wild olive germplasm from theMediterranean region plant path 57 533-539

de gaRa l de pinto Mc toMMaSi f 2003 ndash Theantioxidant systems vis-agrave-vis reactive oxygen species dur-ing plantndashpathogen interaction plant physiolBiochem 41 863-870

licHtentHaleR HK 1987 ndash Chlorophylls andearotenoids pigments of photosynthetic bio-membranesMethods enzymol 148 351-383

MeRcado-Blanco J collado-RoMeRo M paRRilla-aRauJo S RodRIacuteguez-JuRado d JiMeacutenez-dIacuteazRM 2003 ndash Quantitative monitoring of colonizationof olive genotypes by verticillium dahliae pathotypes withreal-time polymerase chain reaction physiol Mol plantpath 63 91-105

MeRcado-Blanco J RodRIacuteguez-JuRado d peacuteRez-aRteacuteS e JiMenez-dIacuteaz RM 2001 ndash Detection of thenondefoliating pathotype of verticillium dahliae ininfected olive plants by nested PCR plant path 50609-619

paRadiSo a BeRaRdino R de pinto Mc Sanitagrave ditoppi l StoRelli MM toMMaSi f de gaRa l2008 ndash Increase in ascorbatendashglutathione metabolism aslocal and precocious systemic responses induced by cadmi-um in durum wheat plants plant cell physiol 49362-374

pegg gf BRady Bl 2002 ndash Verticillium Wilts caBipublishing Wallingford

toMMaSi f paciolla c de pinto Mc de gaRa l2006 ndash Effects of storage temperature on viability germi-nation and antioxidant metabolism in ginkgo biloba Lseeds plant physiol Biochem 44 359-368

RiaSSunto ndash due ceppi di Verticillium dahliae caratte-rizzati come patotipo defogliante (vd312d) o non defo-gliante (vd315nd) e piante di olivo delle cultivarlsquofrantoiorsquo (resistente) e lsquoleccinorsquo (suscettibile) sono statiutilizzati in prove di inoculazione artificiale focalizzate allostudio fisiologico delle interazioni pianta patogeno ladiversa risposta riscontrata nelle due varietagrave in termini difenoli carotenoidi clorofilla perossido di idrogeno ascor-bato perossidasi generiche e ascorbato perossidasi indicauno stato di stress fitotossine prodotte in vitro dai duepatotipi sembrano essere coinvolte nelle alterazioni biochi-miche e fisiologiche alla base delle tipiche sintomatologiedella verticilliosi su olivo (avvizzimento generale dellachioma e defogliazione)

432 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

autoRi

Giovanni Luigi Bruno (giovanniluigibrunounibait) Samer Sermani Antonio Domenico Marsico Mario AmenduniDipartimento di Scienze del Suolo della Pianta e degli Alimenti (DiSSPA) Sezione di Patologia vegetale Universitagrave di BarildquoAldo Morordquo Via G Amendola 165A 70126 BariCristina Fasciano Maria Paola Ippolito Franca Tommasi (francatommasiunibait) Dipartimento di Biologia Universitagrave diBari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70125 BariCecilia Colella Dipartimento di Chimica Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70125 Bari

Page 33: Società Botanica italiana onluS 45 (2) 2013/391... · 2018-05-08 · prodotto preso in esame e sia dal metodo utilizzato (peRez-JiMénez et al., 2008; MülleR et al., 2010). un’attenzione

424 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO 45 (2) 393-432 2013(se

gue T

ab 1

)

425Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

(segue Tab 1)

426 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013(segue Tab 1)

427Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

(segue Tab 1)

i botanici pugliesi affincheacute sia possibile valutaresecondo i criteri piugrave recenti dellrsquoIUCN (op cit) unnumero molto maggiore di specieLrsquoelenco riportato in Tab 1 include tutte le specieendemiche pugliesi ed esclusive della Puglia Di que-ste entitagrave 33 non venivano indicate nelle Liste RosseRegionali (CONTI et al 1997) Esse sono state inclu-se in Tab 1 in via precauzionale ma in molti casi illoro effettivo grado di minaccia deve ancora esserevalutato Lrsquoelenco non include invece le categorie diminaccia indicate in ROSSI et al (2013) che sarannooggetto di un futuro contributo sulle specie di inte-resse conservazionistico in Puglia

CONCLUSIONILrsquoaggiornamento delle conoscenze floristiche inPuglia e le informazioni tassonomiche nomenclatu-rali e distributive pubblicate nel corso degli ultimianni hanno consentito un aggiornamento delle ListeRosse delle Piante vascolari della Regione Puglia maancora molto lavoro deve essere svolto per megliodefinire il numero di specie a rischio e il loro effetti-vo grado di minaccia secondo i piugrave recenti criteriinternazionali (IUCN op cit)

LETTERATURA CITATACONTI F MANZI A PEDROTTI F 1992 ndash Libro Rossodelle Piante drsquoItaliaMinistero Ambiente WWF Italia

Societagrave Botanica Italiana Romamdash 1997 ndash Liste Rosse Regionali delle Piante drsquoItaliaWWFItalia Societagrave Botanica Italiana CIAS Camerino

IUCN 2001 ndash IUCN Red List Categories and CriteriaVersion 31 IUCN Species Survival CommissionIUCN Gland (Switzerland) amp Cambridge (UK)II+30 pp

mdash 2011 ndash Guidelines for Using the IUCN Red ListCategories and Criteria Version 90 Prepared by theStandards and Petitions Subcommittee httpww-wiucnredlistorgdocumentsRedListGuidelinespdf

PIGNATTI S MENEGONI P GIACANELLI V (a cura di)2001 ndash Liste rosse e blu della flora italiana ANPARoma

ROSSI G MONTAGNANI C GARGANO D PERUZZI LABELI T RAVERA S COGONI A FENU G MAGRINIS GENNAI M FOGGI B WAGENSOMMER RPVENTURELLA G BLASI C RAIMONDO FMORSENIGO S (Eds) 2013 ndash Lista Rossa della FloraItaliana 1 Policy Species e altre specie minacciateComitato Italiano IUCN Ministero Ambiente eTutela Territorio e Mare Roma 54 pp

SCOPPOLA A SPAMPINATO G (Eds) 2005 ndash Atlante dellespecie a rischio di estinzione (CD-ROM) Allegato a ASCOPPOLA C BLASI (Eds) Stato delle conoscenze sullaflora vascolare drsquoItalia Palombi Ed Roma

RIASSUNTO ndash Egrave stata aggiornata la Lista RossaRegionale delle piante vascolari della Regione Pugliasecondo le piugrave recenti conoscenze in ambito conservazio-nistico distributivo e tassonomico

428 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO 45 (2) 393-432 2013

AUTORI

Robert Philipp Wagensommer (robwagensommeryahooit) Scuola di Scienze Ambientali Universitagrave di Camerino - CentroRicerche Floristiche dellrsquoAppennino (Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga) San Colombo 67021 Barisciano(LrsquoAquila)Piero Medagli (pietromedagliunileit) Laboratorio di Botanica Sistematica del DiSTeBA Universitagrave del Salento ViaProvinciale Lecce-Monteroni 73100 LecceEnrico Vito Perrino (enricoperrinoyahooit) Museo Orto Botanico Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via E Orabona 4 70124Bari

Verticillium dahliae Kleb egrave un fungo tracheomicoti-co responsabile della piugrave grave malattia dellrsquoolivo(Olea europaea l) soprattutto negli oliveti dei paesimediterranei Questo fungo oltre lrsquoolivo attacca piugravedi 300 specie di piante arboree ed erbacee la malat-tia determina generalmente il disseccamento di por-zioni della chioma (BeJaRano-alcaacutezaR et al 2001pegg BRady 2002 BuBici ciRulli 2011) isolatidi V dahliae in grado di infettare cotone e olivo pos-sono essere classificati in due patotipi defogliante enon-defogliante sulla base della loro abilitagrave o menodi indurre defogliazione nelle piante infette(MeRcado-Blanco et al 2001 2003) il presentelavoro propone studi preliminari su i) alcune rispo-ste fisiologiche in due cultivar di olivo caratterizzateda differenti livelli di suscettibilitagrave alla verticilliosi ii)alcuni determinanti di patogenicitagrave potenzialmentecoinvolti nellrsquoinduzione dei sintomi fogliari prodottida patotipi diversi di V dahliae

MateRiali e Metodi

Alterazioni fisiologiche piante di olivo delle cultivar lsquofrantoiorsquo (resistente) elsquoleccinorsquo (suscettibile) sono state inoculate con gliisolati vd312d (defogliante) e vd315nd (nondefogliante) seguendo il metodo descritto da ciRulli

et al (2008) piante non trattate e piante le cui radi-ci sono state immerse per 10 minuti in acqua sonostate utilizzate come tesi di controllo Sono stati valu-tati il contenuto di fenoli carotenoidi clorofillaperossido drsquoidrogeno ascorbato e lrsquoattivitagrave delleperossidasi generiche (pod) e dellrsquoascorbato perossi-dasi (apX) in foglie delle due cultivar raccolte dopo24 72 e 240 ore dal trapianto applicando i metodiproposti da cHandleR doddS (1983) licHten-tHaleR (1987) BRuno SpaRapano (2006) toM-MaSi et al (2006) paRadiSo et al (2008) tre mesidopo lrsquoinoculazione su ogni pianta egrave stata valutata lapresenza di malattia sulla chioma utilizzando la scaladi severitagrave dei sintomi proposta da colella et al(2008) lrsquoanalisi statistica dei dati egrave stata eseguitaattraverso lrsquoanalisi della varianza (anova) le mediesono state separate con il test della minima differen-za significativa (MdS) Produzione di metaboliti secondari fitotossici colture liquide statiche degli isolati vd312d evd315nd di V dahliae sono state allestite in tredifferenti soluzioni nutritive czapek modificato(vdM) patate destrosio Broth (pdB difco ) oacqua estratto di Malto (oxoid) al 2 (eM2) perciascun isolato e substrato sono state preparate 10bottiglie di Roux della capacitagrave di 1 l contenenti

429infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

Meccanismi di resistenza alla verticilliosi e caratterizzazione di varietagrave meridionali di olivo dati preliminari sulla fisiologia dellrsquointerazione olivoVerticillium dahliae

gl BRuno c faSciano Mp ippolito S SeRMani ad MaRSico c colella M aMenduni f toMMaSi

aBStRact - Mechanisms of resistance to olive Verticillium wilt and characterization of olive varieties from southern prelim-inary data on physiology of olive - verticillium dahliae interaction - inoculations experiment were performed with two strainsof Verticillium dahliae characterized as defoliating (vd312d) or not defoliating (vd315nd) pathotypes lsquofrantoiorsquo(resistant) and lsquoleccinorsquo (susceptible) olive plants the interaction plantpathogen was evaluated as total phenolscarotenoids chlorophylls hydrogen peroxide ascorbic acid generic peroxidases and ascorbate peroxidase activityinoculated plants showed the typical pathway associate to a stress the two pathotypes are also able to produce in vitrophytotoxins Some of these secondary metabolites should be involved on biochemical and physiological alterations asso-ciated to verticillium wilt symptoms on olive trees (leaves wilting and defoliation)

Keywords fenoli totali metaboliti secondari stato redox verticilliosi

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

150 ml di soluzione nutritiva ciascuna bottiglia egravestata inoculata con 5 ml di sospensione ottenutaomogeneizzando tre colonie (coltivate per due setti-mane in piastre petri su substrato di pda a 25 degc albuio) in 50 ml di acqua distillata sterile dopo 28giorni di coltura (25 degc al buio) il micelio egrave statorimosso mediante filtrazione su garza e centrifugazio-ne (5500 xg 20 min 4 degc) aliquote (3 ml) di cia-scun filtrato colturale (fc) integro o diluito (10100 e 1000 volte con acqua distillata) sono state uti-lizzate in saggi di tossicitagrave su rametti recisi dilsquoleccinorsquo e lsquofrantoiorsquo eseguiti in ambiente controlla-to (uR 50 t 25 degc luce 150 microe cm-2 sec-1)acqua distillata e substrato non inoculato sono statiutilizzati come controllo dal terzo giorno dopo lrsquoas-sorbimento delle soluzioni tossiche egrave stata osservatala manifestazione dei sintomi dopo 24 72 e 240 oredallrsquoassorbimento delle soluzioni saggiate le foglie diciascun rametto sono state caratterizzate in terminidi flusso traspiratorio utilizzando un porometro li-1600-licor negli stessi intervalli egrave stato valutato ilcontenuto in clorofilla e fenoli seguendo i metodiproposti in precedenza

RiSultati e diScuSSione

Alterazioni fisiologicheper entrambi i patotipi di V dahliae saggiati lrsquoindu-zione di uno stato di malessere nella pianta egrave confer-mata dalla riduzione nel contenuto di clorofillesoprattutto dopo 24 ore per la cultivar suscettibilelsquoleccinorsquo (fig 1) invece il contenuto di ascorbatoclorofille e carotenoidi ha subito un incrementosoprattutto nei campioni di foglie prelevate dopo 72e 240 ore dallrsquoinoculo con il patotipo defogliante leanalisi condotte sulle foglie di lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquohanno mostrato come la molecola segnale perossidodrsquoidrogeno risulta maggiormente presente nella cul-tivar frantoio dopo 72 ore dallrsquoinoculo con il patoti-po defogliante (fig 1) mentre lrsquoattivitagrave della apXsegna negli stessi tempi un decremento (fig 2) invece nella cultivar frantoio i sistemi antiossidan-ti non enzimatici hanno mostrato un calo rispetto aicontrolli nei livelli di ascorbato e di fenoli (fig 1) non si sono osservate variazioni nellrsquoattivitagrave dellacatalasi (fig 2) infatti come dimostrato in altrisistemi nei tessuti vegetali questo enzima svolge unruolo nel metabolismo del perossido di idrogenosecondario rispetto allrsquoapX che invece egrave lrsquoenzimachiave nel controllo della concentrazione in perossi-do di idrogeno (de gaRa et al 2003) lrsquoattivitagrave dellepod infine aumenta notevolmente nelle fasi tardi-ve dellrsquoinfezione nelle foglie di lsquofrantoiorsquo mentre inquelle di lsquoleccinorsquo un incremento egrave evidente 72 oredallrsquoinoculo (fig 2) i dati evidenziati nelle nostre condizioni sperimenta-li sono in linea con quanto riportato dalla letteraturariguardo alle interazioni pianta-patogeno e le risposteda stress abiotici (de gaRa et al 2003) infatti nellepiante resistenti si assiste a una modulazione deisistemi antiossidanti tale da causare un incremento diperossido di idrogeno a livello fogliare (de gaRa etal 2003) per contro nella varietagrave suscettibile lrsquoau-

mento dei livelli in antiossidanti non enzimatici nonegrave sufficiente a indurre resistenza la diversa rispostaai sistemi antiossidanti riscontrata nelle due varietagraveutilizzate in queste prove potrebbe essere consideratacome un marker biochimico per valutare lo stato diavanzamento dellrsquoinfezione e il suo destino primadella comparsa dei sintomi

Evoluzione dei sintomia conferma di quanto giagrave riscontrato da ciRulli etal (2008) lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo sono risultate rispet-tivamente resistenti e suscettibili ai due isolati di Vdahliae utilizzati nessun sintomo egrave stato registrato esulle piante utilizzate come controllo (piante nontrattate e piante le cui radici sono state immerse per

430 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

fig 1contenuto in fenoli carotenoidi clorofille e perossido diidrogeno in foglie di lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo dopo 24 72 e240 ore dallrsquoinoculo con vd312d () e vd315nd ()i controlli sono rappresentati da piante le cui radici sonostate immerse per 10 minuti in acqua (mdash) ciascun valo-re egrave la media di cinque piante phenols carotenoids chlorophylls and hydrogen peroxidecontent in leaves of lsquofrantoiorsquo and lsquoleccinorsquo after 24 72and 240 hours after inoculation with vd312d () andvd315nd () as controls plants were treated for 10minutes in water (mdash) each value is the mean of fiveplants

10 minuti in acqua) e sulle chiome di lsquofrantoiorsquo ino-culate con il patotipo non defogliante il patotipodefogliante ha causato su lsquofrantoiorsquo una modestadefogliazione le piante di lsquoleccinorsquo hanno espressosintomi gravi con entrambi i patotipi (generale avviz-zimento della chioma) aggravati nel caso del patoti-po defogliante da accentuata e rapida filloptosiMetaboliti secondari fitotossici gli isolati di V dahliae utilizzati in coltura liquida susubstrato vdM hanno permesso di ottenere fc chesaggiati su rametti recisi di lsquoleccinorsquo (suscettibile) elsquofrantoiorsquo (resistente) hanno riprodotto sintomi diavvizzimento e accartocciamento fogliare e defoglia-zione nessun sintomo egrave stato registrato sui ramettiche hanno assorbito acqua distillata e i substrati noninoculati lrsquoassorbimento dei 3 ml di soluzione daparte dei rametti ha richiesto 30-32 ore per acquavdM pdB e eM2 mentre i fc dei due isolati sonostati assorbiti in 17-24 ore i fc dei patotipivd312d o vd315nd di V dah-liae ottenuti su substrato vdM saggiati su entrambe

le cultivar di olivo hanno evidenziato sintomi da 7-9 giorni dopo lrsquoassorbimento i fc ottenuti su sub-strato vdM da entrambi i patotipi inducono ripiega-mento e successivo imbrunimento della laminafogliare sui rametti di lsquofrantoiorsquo Sui rametti dilsquoleccinorsquo sono stati registrati ingiallimenti della lami-na fogliare inizialmente intorno alle nervature edopo 3-5 giorni sullrsquointera superficie Sintomo fina-le dei fc di entrambi gli isolati di V dahliae dopo 28giorni di coltura su substrato di vdM egrave stata unagenerale defogliazione dei rametti Su lsquoleccinorsquo ladefogliazione egrave stata severa e si egrave avuta dopo 17 gior-ni sui rametti trattati con il fc dellrsquoisolato vd312dcf e dopo 21 giorni su lsquofrantoiorsquo i rametti trattaticon i fc di vd315nd sono stati registrati dopo 20giorni su lsquoleccinorsquo e dopo 25 giorni su lsquofrantoiorsquo isintomi sopra descritti sono stati osservati anche suirametti che hanno assorbito i fc dei due isolati dopodiluizione di 10 e 100 volte con acqua distillata i fc ottenuti dai due patotipi su substrato vdMsono stati confrontati sulle due cultivar per i loroeffetti sul flusso traspiratorio e sulle variazioni infenoli e clorofille presenti nelle foglie (fig 3)

431Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 2contenuto in ascorbato e attivitagrave delle perossidasi generi-che (pod) e dellrsquoascorbato perossidasi (apX) in foglie dilsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo dopo 24 72 e 240 ore dallrsquoinoculocon vd312d () e vd315nd () i controlli sono rap-presentati da piante le cui radici sono state immerse per10 minuti in acqua (mdash) ciascun valore egrave la media di cin-que piante ascorbic acid concentration and peroxidase (pod) andascorbate peroxidase (apX) activity in leaves of lsquofrantoiorsquoand lsquoleccinorsquo after 24 72 and 240 hours after inocula-tion with vd312d () and vd315nd () as controlsplants were treated for 10 minutes in water (mdash) eachvalue is the mean of five plants

fig 3effetti sulla traspirazione e sul contenuto in clorofille efenoli in foglie di lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo dopo 24 72 e 240ore dallrsquoassorbimento di 3 ml di filtrato colturale degli iso-lati vd312d () e vd315nd () su substrato vdM icontrolli hanno assorbito 3 ml di acqua (mdash) ciascunvalore egrave la media di cinque rametti recisi transpiration from abaxial leaf surfaces and chlorophyllsand phenols content in leaves of lsquofrantoiorsquo and lsquoleccinorsquoafter 24 72 and 240 hours after the absorbtion of 3 ml fvd312d () and vd315nd () culture filtrates onvdM as controls twigs adsorbed 3 ml of water (mdash) eachvalue is the mean of five twigs

le misure di traspirazione (fig 3) dimostrano unforte incremento nel flusso traspiratorio nei ramettirecisi che hanno assorbito i fc ottenuti dal patotipovd312d rispetto a quelli ottenuti dal vd315nd edalle tesi di controllo nessuna differenza egrave stata regi-strata nel contenuto in clorofilla Solo la concentra-zione in fenoli nelle foglie dei rametti recisi chehanno assorbito i fc ottenuti dai due isolati egrave risul-tata circa tre volte superiore rispetto ai rametti delletesi di controllo totali (fig 3)in definitiva appare chiaro che nellrsquointerazione Vdahliae e olivo entrino in gioco fattori chimici divirulenza del patogeno (fitotossine) che contribuisca-no alla patogenesi e alla manifestazione dei sintomied inducano nellrsquoospite condizioni di stress in que-sto stato la pianta ospite manifesteragrave in parte o intoto le alterazioni biochimiche e fisiologiche determi-natesi nei tessuti attraverso i sintomi

Ringraziamenti - gli autori ringraziano i collaboratoriluca Scarola valentino poliseno nicola contursi eaniello Rescigno (dipartimento di Scienze del Suolo dellapianta e degli alimenti universitagrave degli Studi di Barialdo Moro) per il valido supporto tecnico nella realizza-zione delle prove lavoro realizzato con il contributo dellafondazione cassa di Risparmio di puglia Bando 2010 ndashprogetto Meccanismi di resistenza alla verticilliosi e caratte-rizzazione di varietagrave meridionali di olivo

letteRatuRa citataBeJaRano-alcaacutezaR J peacuteRez-aRteacuteS e JiMeacutenez-dIacuteaz

RM 2001 ndash Spread of the defoliating pathotype ofverticillium dahliae to new cotton and olive growingareas in Southern Spain in Proceedings 8th Inter-national Verticillium Symposium coacuterdoba 2001 57

BRuno g SpaRapano l 2006 ndash Effects of three esca-asso-ciated fungi on vitis vinifera L II Characterization ofbiomolecules in xylem sap and leaves of healthy and dis-eased vines physiol Mol plant path 69 195-208

BuBici g ciRulli M 2011 ndash verticillium wilt inScHena l agoSteo ge cacciola So (eds)Olive diseases and disorders 191-222 transwordResearch network Kerala india

cHandleR Sf doddS JH 1983 ndash The effect of phos-phate nitrogen and sucrose on the production of pheno-lics and solasodine in callus cultures of Solanum lacinia-tum plant cell Rep 2 205

ciRulli M colella c drsquoaMico M aMenduni MBuBici g 2008 ndash Comparison of screening methods for

the evaluation of olive resistance to verticillium dahliaeKleb J plant path 90(1) 7-14

colella c Miacola c aMenduni M drsquoaMico MBuBici g ciRulli M 2008 ndash Sources of Verticilliumwilt resistance in wild olive germplasm from theMediterranean region plant path 57 533-539

de gaRa l de pinto Mc toMMaSi f 2003 ndash Theantioxidant systems vis-agrave-vis reactive oxygen species dur-ing plantndashpathogen interaction plant physiolBiochem 41 863-870

licHtentHaleR HK 1987 ndash Chlorophylls andearotenoids pigments of photosynthetic bio-membranesMethods enzymol 148 351-383

MeRcado-Blanco J collado-RoMeRo M paRRilla-aRauJo S RodRIacuteguez-JuRado d JiMeacutenez-dIacuteazRM 2003 ndash Quantitative monitoring of colonizationof olive genotypes by verticillium dahliae pathotypes withreal-time polymerase chain reaction physiol Mol plantpath 63 91-105

MeRcado-Blanco J RodRIacuteguez-JuRado d peacuteRez-aRteacuteS e JiMenez-dIacuteaz RM 2001 ndash Detection of thenondefoliating pathotype of verticillium dahliae ininfected olive plants by nested PCR plant path 50609-619

paRadiSo a BeRaRdino R de pinto Mc Sanitagrave ditoppi l StoRelli MM toMMaSi f de gaRa l2008 ndash Increase in ascorbatendashglutathione metabolism aslocal and precocious systemic responses induced by cadmi-um in durum wheat plants plant cell physiol 49362-374

pegg gf BRady Bl 2002 ndash Verticillium Wilts caBipublishing Wallingford

toMMaSi f paciolla c de pinto Mc de gaRa l2006 ndash Effects of storage temperature on viability germi-nation and antioxidant metabolism in ginkgo biloba Lseeds plant physiol Biochem 44 359-368

RiaSSunto ndash due ceppi di Verticillium dahliae caratte-rizzati come patotipo defogliante (vd312d) o non defo-gliante (vd315nd) e piante di olivo delle cultivarlsquofrantoiorsquo (resistente) e lsquoleccinorsquo (suscettibile) sono statiutilizzati in prove di inoculazione artificiale focalizzate allostudio fisiologico delle interazioni pianta patogeno ladiversa risposta riscontrata nelle due varietagrave in termini difenoli carotenoidi clorofilla perossido di idrogeno ascor-bato perossidasi generiche e ascorbato perossidasi indicauno stato di stress fitotossine prodotte in vitro dai duepatotipi sembrano essere coinvolte nelle alterazioni biochi-miche e fisiologiche alla base delle tipiche sintomatologiedella verticilliosi su olivo (avvizzimento generale dellachioma e defogliazione)

432 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

autoRi

Giovanni Luigi Bruno (giovanniluigibrunounibait) Samer Sermani Antonio Domenico Marsico Mario AmenduniDipartimento di Scienze del Suolo della Pianta e degli Alimenti (DiSSPA) Sezione di Patologia vegetale Universitagrave di BarildquoAldo Morordquo Via G Amendola 165A 70126 BariCristina Fasciano Maria Paola Ippolito Franca Tommasi (francatommasiunibait) Dipartimento di Biologia Universitagrave diBari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70125 BariCecilia Colella Dipartimento di Chimica Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70125 Bari

Page 34: Società Botanica italiana onluS 45 (2) 2013/391... · 2018-05-08 · prodotto preso in esame e sia dal metodo utilizzato (peRez-JiMénez et al., 2008; MülleR et al., 2010). un’attenzione

425Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

(segue Tab 1)

426 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013(segue Tab 1)

427Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

(segue Tab 1)

i botanici pugliesi affincheacute sia possibile valutaresecondo i criteri piugrave recenti dellrsquoIUCN (op cit) unnumero molto maggiore di specieLrsquoelenco riportato in Tab 1 include tutte le specieendemiche pugliesi ed esclusive della Puglia Di que-ste entitagrave 33 non venivano indicate nelle Liste RosseRegionali (CONTI et al 1997) Esse sono state inclu-se in Tab 1 in via precauzionale ma in molti casi illoro effettivo grado di minaccia deve ancora esserevalutato Lrsquoelenco non include invece le categorie diminaccia indicate in ROSSI et al (2013) che sarannooggetto di un futuro contributo sulle specie di inte-resse conservazionistico in Puglia

CONCLUSIONILrsquoaggiornamento delle conoscenze floristiche inPuglia e le informazioni tassonomiche nomenclatu-rali e distributive pubblicate nel corso degli ultimianni hanno consentito un aggiornamento delle ListeRosse delle Piante vascolari della Regione Puglia maancora molto lavoro deve essere svolto per megliodefinire il numero di specie a rischio e il loro effetti-vo grado di minaccia secondo i piugrave recenti criteriinternazionali (IUCN op cit)

LETTERATURA CITATACONTI F MANZI A PEDROTTI F 1992 ndash Libro Rossodelle Piante drsquoItaliaMinistero Ambiente WWF Italia

Societagrave Botanica Italiana Romamdash 1997 ndash Liste Rosse Regionali delle Piante drsquoItaliaWWFItalia Societagrave Botanica Italiana CIAS Camerino

IUCN 2001 ndash IUCN Red List Categories and CriteriaVersion 31 IUCN Species Survival CommissionIUCN Gland (Switzerland) amp Cambridge (UK)II+30 pp

mdash 2011 ndash Guidelines for Using the IUCN Red ListCategories and Criteria Version 90 Prepared by theStandards and Petitions Subcommittee httpww-wiucnredlistorgdocumentsRedListGuidelinespdf

PIGNATTI S MENEGONI P GIACANELLI V (a cura di)2001 ndash Liste rosse e blu della flora italiana ANPARoma

ROSSI G MONTAGNANI C GARGANO D PERUZZI LABELI T RAVERA S COGONI A FENU G MAGRINIS GENNAI M FOGGI B WAGENSOMMER RPVENTURELLA G BLASI C RAIMONDO FMORSENIGO S (Eds) 2013 ndash Lista Rossa della FloraItaliana 1 Policy Species e altre specie minacciateComitato Italiano IUCN Ministero Ambiente eTutela Territorio e Mare Roma 54 pp

SCOPPOLA A SPAMPINATO G (Eds) 2005 ndash Atlante dellespecie a rischio di estinzione (CD-ROM) Allegato a ASCOPPOLA C BLASI (Eds) Stato delle conoscenze sullaflora vascolare drsquoItalia Palombi Ed Roma

RIASSUNTO ndash Egrave stata aggiornata la Lista RossaRegionale delle piante vascolari della Regione Pugliasecondo le piugrave recenti conoscenze in ambito conservazio-nistico distributivo e tassonomico

428 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO 45 (2) 393-432 2013

AUTORI

Robert Philipp Wagensommer (robwagensommeryahooit) Scuola di Scienze Ambientali Universitagrave di Camerino - CentroRicerche Floristiche dellrsquoAppennino (Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga) San Colombo 67021 Barisciano(LrsquoAquila)Piero Medagli (pietromedagliunileit) Laboratorio di Botanica Sistematica del DiSTeBA Universitagrave del Salento ViaProvinciale Lecce-Monteroni 73100 LecceEnrico Vito Perrino (enricoperrinoyahooit) Museo Orto Botanico Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via E Orabona 4 70124Bari

Verticillium dahliae Kleb egrave un fungo tracheomicoti-co responsabile della piugrave grave malattia dellrsquoolivo(Olea europaea l) soprattutto negli oliveti dei paesimediterranei Questo fungo oltre lrsquoolivo attacca piugravedi 300 specie di piante arboree ed erbacee la malat-tia determina generalmente il disseccamento di por-zioni della chioma (BeJaRano-alcaacutezaR et al 2001pegg BRady 2002 BuBici ciRulli 2011) isolatidi V dahliae in grado di infettare cotone e olivo pos-sono essere classificati in due patotipi defogliante enon-defogliante sulla base della loro abilitagrave o menodi indurre defogliazione nelle piante infette(MeRcado-Blanco et al 2001 2003) il presentelavoro propone studi preliminari su i) alcune rispo-ste fisiologiche in due cultivar di olivo caratterizzateda differenti livelli di suscettibilitagrave alla verticilliosi ii)alcuni determinanti di patogenicitagrave potenzialmentecoinvolti nellrsquoinduzione dei sintomi fogliari prodottida patotipi diversi di V dahliae

MateRiali e Metodi

Alterazioni fisiologiche piante di olivo delle cultivar lsquofrantoiorsquo (resistente) elsquoleccinorsquo (suscettibile) sono state inoculate con gliisolati vd312d (defogliante) e vd315nd (nondefogliante) seguendo il metodo descritto da ciRulli

et al (2008) piante non trattate e piante le cui radi-ci sono state immerse per 10 minuti in acqua sonostate utilizzate come tesi di controllo Sono stati valu-tati il contenuto di fenoli carotenoidi clorofillaperossido drsquoidrogeno ascorbato e lrsquoattivitagrave delleperossidasi generiche (pod) e dellrsquoascorbato perossi-dasi (apX) in foglie delle due cultivar raccolte dopo24 72 e 240 ore dal trapianto applicando i metodiproposti da cHandleR doddS (1983) licHten-tHaleR (1987) BRuno SpaRapano (2006) toM-MaSi et al (2006) paRadiSo et al (2008) tre mesidopo lrsquoinoculazione su ogni pianta egrave stata valutata lapresenza di malattia sulla chioma utilizzando la scaladi severitagrave dei sintomi proposta da colella et al(2008) lrsquoanalisi statistica dei dati egrave stata eseguitaattraverso lrsquoanalisi della varianza (anova) le mediesono state separate con il test della minima differen-za significativa (MdS) Produzione di metaboliti secondari fitotossici colture liquide statiche degli isolati vd312d evd315nd di V dahliae sono state allestite in tredifferenti soluzioni nutritive czapek modificato(vdM) patate destrosio Broth (pdB difco ) oacqua estratto di Malto (oxoid) al 2 (eM2) perciascun isolato e substrato sono state preparate 10bottiglie di Roux della capacitagrave di 1 l contenenti

429infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

Meccanismi di resistenza alla verticilliosi e caratterizzazione di varietagrave meridionali di olivo dati preliminari sulla fisiologia dellrsquointerazione olivoVerticillium dahliae

gl BRuno c faSciano Mp ippolito S SeRMani ad MaRSico c colella M aMenduni f toMMaSi

aBStRact - Mechanisms of resistance to olive Verticillium wilt and characterization of olive varieties from southern prelim-inary data on physiology of olive - verticillium dahliae interaction - inoculations experiment were performed with two strainsof Verticillium dahliae characterized as defoliating (vd312d) or not defoliating (vd315nd) pathotypes lsquofrantoiorsquo(resistant) and lsquoleccinorsquo (susceptible) olive plants the interaction plantpathogen was evaluated as total phenolscarotenoids chlorophylls hydrogen peroxide ascorbic acid generic peroxidases and ascorbate peroxidase activityinoculated plants showed the typical pathway associate to a stress the two pathotypes are also able to produce in vitrophytotoxins Some of these secondary metabolites should be involved on biochemical and physiological alterations asso-ciated to verticillium wilt symptoms on olive trees (leaves wilting and defoliation)

Keywords fenoli totali metaboliti secondari stato redox verticilliosi

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

150 ml di soluzione nutritiva ciascuna bottiglia egravestata inoculata con 5 ml di sospensione ottenutaomogeneizzando tre colonie (coltivate per due setti-mane in piastre petri su substrato di pda a 25 degc albuio) in 50 ml di acqua distillata sterile dopo 28giorni di coltura (25 degc al buio) il micelio egrave statorimosso mediante filtrazione su garza e centrifugazio-ne (5500 xg 20 min 4 degc) aliquote (3 ml) di cia-scun filtrato colturale (fc) integro o diluito (10100 e 1000 volte con acqua distillata) sono state uti-lizzate in saggi di tossicitagrave su rametti recisi dilsquoleccinorsquo e lsquofrantoiorsquo eseguiti in ambiente controlla-to (uR 50 t 25 degc luce 150 microe cm-2 sec-1)acqua distillata e substrato non inoculato sono statiutilizzati come controllo dal terzo giorno dopo lrsquoas-sorbimento delle soluzioni tossiche egrave stata osservatala manifestazione dei sintomi dopo 24 72 e 240 oredallrsquoassorbimento delle soluzioni saggiate le foglie diciascun rametto sono state caratterizzate in terminidi flusso traspiratorio utilizzando un porometro li-1600-licor negli stessi intervalli egrave stato valutato ilcontenuto in clorofilla e fenoli seguendo i metodiproposti in precedenza

RiSultati e diScuSSione

Alterazioni fisiologicheper entrambi i patotipi di V dahliae saggiati lrsquoindu-zione di uno stato di malessere nella pianta egrave confer-mata dalla riduzione nel contenuto di clorofillesoprattutto dopo 24 ore per la cultivar suscettibilelsquoleccinorsquo (fig 1) invece il contenuto di ascorbatoclorofille e carotenoidi ha subito un incrementosoprattutto nei campioni di foglie prelevate dopo 72e 240 ore dallrsquoinoculo con il patotipo defogliante leanalisi condotte sulle foglie di lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquohanno mostrato come la molecola segnale perossidodrsquoidrogeno risulta maggiormente presente nella cul-tivar frantoio dopo 72 ore dallrsquoinoculo con il patoti-po defogliante (fig 1) mentre lrsquoattivitagrave della apXsegna negli stessi tempi un decremento (fig 2) invece nella cultivar frantoio i sistemi antiossidan-ti non enzimatici hanno mostrato un calo rispetto aicontrolli nei livelli di ascorbato e di fenoli (fig 1) non si sono osservate variazioni nellrsquoattivitagrave dellacatalasi (fig 2) infatti come dimostrato in altrisistemi nei tessuti vegetali questo enzima svolge unruolo nel metabolismo del perossido di idrogenosecondario rispetto allrsquoapX che invece egrave lrsquoenzimachiave nel controllo della concentrazione in perossi-do di idrogeno (de gaRa et al 2003) lrsquoattivitagrave dellepod infine aumenta notevolmente nelle fasi tardi-ve dellrsquoinfezione nelle foglie di lsquofrantoiorsquo mentre inquelle di lsquoleccinorsquo un incremento egrave evidente 72 oredallrsquoinoculo (fig 2) i dati evidenziati nelle nostre condizioni sperimenta-li sono in linea con quanto riportato dalla letteraturariguardo alle interazioni pianta-patogeno e le risposteda stress abiotici (de gaRa et al 2003) infatti nellepiante resistenti si assiste a una modulazione deisistemi antiossidanti tale da causare un incremento diperossido di idrogeno a livello fogliare (de gaRa etal 2003) per contro nella varietagrave suscettibile lrsquoau-

mento dei livelli in antiossidanti non enzimatici nonegrave sufficiente a indurre resistenza la diversa rispostaai sistemi antiossidanti riscontrata nelle due varietagraveutilizzate in queste prove potrebbe essere consideratacome un marker biochimico per valutare lo stato diavanzamento dellrsquoinfezione e il suo destino primadella comparsa dei sintomi

Evoluzione dei sintomia conferma di quanto giagrave riscontrato da ciRulli etal (2008) lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo sono risultate rispet-tivamente resistenti e suscettibili ai due isolati di Vdahliae utilizzati nessun sintomo egrave stato registrato esulle piante utilizzate come controllo (piante nontrattate e piante le cui radici sono state immerse per

430 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

fig 1contenuto in fenoli carotenoidi clorofille e perossido diidrogeno in foglie di lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo dopo 24 72 e240 ore dallrsquoinoculo con vd312d () e vd315nd ()i controlli sono rappresentati da piante le cui radici sonostate immerse per 10 minuti in acqua (mdash) ciascun valo-re egrave la media di cinque piante phenols carotenoids chlorophylls and hydrogen peroxidecontent in leaves of lsquofrantoiorsquo and lsquoleccinorsquo after 24 72and 240 hours after inoculation with vd312d () andvd315nd () as controls plants were treated for 10minutes in water (mdash) each value is the mean of fiveplants

10 minuti in acqua) e sulle chiome di lsquofrantoiorsquo ino-culate con il patotipo non defogliante il patotipodefogliante ha causato su lsquofrantoiorsquo una modestadefogliazione le piante di lsquoleccinorsquo hanno espressosintomi gravi con entrambi i patotipi (generale avviz-zimento della chioma) aggravati nel caso del patoti-po defogliante da accentuata e rapida filloptosiMetaboliti secondari fitotossici gli isolati di V dahliae utilizzati in coltura liquida susubstrato vdM hanno permesso di ottenere fc chesaggiati su rametti recisi di lsquoleccinorsquo (suscettibile) elsquofrantoiorsquo (resistente) hanno riprodotto sintomi diavvizzimento e accartocciamento fogliare e defoglia-zione nessun sintomo egrave stato registrato sui ramettiche hanno assorbito acqua distillata e i substrati noninoculati lrsquoassorbimento dei 3 ml di soluzione daparte dei rametti ha richiesto 30-32 ore per acquavdM pdB e eM2 mentre i fc dei due isolati sonostati assorbiti in 17-24 ore i fc dei patotipivd312d o vd315nd di V dah-liae ottenuti su substrato vdM saggiati su entrambe

le cultivar di olivo hanno evidenziato sintomi da 7-9 giorni dopo lrsquoassorbimento i fc ottenuti su sub-strato vdM da entrambi i patotipi inducono ripiega-mento e successivo imbrunimento della laminafogliare sui rametti di lsquofrantoiorsquo Sui rametti dilsquoleccinorsquo sono stati registrati ingiallimenti della lami-na fogliare inizialmente intorno alle nervature edopo 3-5 giorni sullrsquointera superficie Sintomo fina-le dei fc di entrambi gli isolati di V dahliae dopo 28giorni di coltura su substrato di vdM egrave stata unagenerale defogliazione dei rametti Su lsquoleccinorsquo ladefogliazione egrave stata severa e si egrave avuta dopo 17 gior-ni sui rametti trattati con il fc dellrsquoisolato vd312dcf e dopo 21 giorni su lsquofrantoiorsquo i rametti trattaticon i fc di vd315nd sono stati registrati dopo 20giorni su lsquoleccinorsquo e dopo 25 giorni su lsquofrantoiorsquo isintomi sopra descritti sono stati osservati anche suirametti che hanno assorbito i fc dei due isolati dopodiluizione di 10 e 100 volte con acqua distillata i fc ottenuti dai due patotipi su substrato vdMsono stati confrontati sulle due cultivar per i loroeffetti sul flusso traspiratorio e sulle variazioni infenoli e clorofille presenti nelle foglie (fig 3)

431Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 2contenuto in ascorbato e attivitagrave delle perossidasi generi-che (pod) e dellrsquoascorbato perossidasi (apX) in foglie dilsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo dopo 24 72 e 240 ore dallrsquoinoculocon vd312d () e vd315nd () i controlli sono rap-presentati da piante le cui radici sono state immerse per10 minuti in acqua (mdash) ciascun valore egrave la media di cin-que piante ascorbic acid concentration and peroxidase (pod) andascorbate peroxidase (apX) activity in leaves of lsquofrantoiorsquoand lsquoleccinorsquo after 24 72 and 240 hours after inocula-tion with vd312d () and vd315nd () as controlsplants were treated for 10 minutes in water (mdash) eachvalue is the mean of five plants

fig 3effetti sulla traspirazione e sul contenuto in clorofille efenoli in foglie di lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo dopo 24 72 e 240ore dallrsquoassorbimento di 3 ml di filtrato colturale degli iso-lati vd312d () e vd315nd () su substrato vdM icontrolli hanno assorbito 3 ml di acqua (mdash) ciascunvalore egrave la media di cinque rametti recisi transpiration from abaxial leaf surfaces and chlorophyllsand phenols content in leaves of lsquofrantoiorsquo and lsquoleccinorsquoafter 24 72 and 240 hours after the absorbtion of 3 ml fvd312d () and vd315nd () culture filtrates onvdM as controls twigs adsorbed 3 ml of water (mdash) eachvalue is the mean of five twigs

le misure di traspirazione (fig 3) dimostrano unforte incremento nel flusso traspiratorio nei ramettirecisi che hanno assorbito i fc ottenuti dal patotipovd312d rispetto a quelli ottenuti dal vd315nd edalle tesi di controllo nessuna differenza egrave stata regi-strata nel contenuto in clorofilla Solo la concentra-zione in fenoli nelle foglie dei rametti recisi chehanno assorbito i fc ottenuti dai due isolati egrave risul-tata circa tre volte superiore rispetto ai rametti delletesi di controllo totali (fig 3)in definitiva appare chiaro che nellrsquointerazione Vdahliae e olivo entrino in gioco fattori chimici divirulenza del patogeno (fitotossine) che contribuisca-no alla patogenesi e alla manifestazione dei sintomied inducano nellrsquoospite condizioni di stress in que-sto stato la pianta ospite manifesteragrave in parte o intoto le alterazioni biochimiche e fisiologiche determi-natesi nei tessuti attraverso i sintomi

Ringraziamenti - gli autori ringraziano i collaboratoriluca Scarola valentino poliseno nicola contursi eaniello Rescigno (dipartimento di Scienze del Suolo dellapianta e degli alimenti universitagrave degli Studi di Barialdo Moro) per il valido supporto tecnico nella realizza-zione delle prove lavoro realizzato con il contributo dellafondazione cassa di Risparmio di puglia Bando 2010 ndashprogetto Meccanismi di resistenza alla verticilliosi e caratte-rizzazione di varietagrave meridionali di olivo

letteRatuRa citataBeJaRano-alcaacutezaR J peacuteRez-aRteacuteS e JiMeacutenez-dIacuteaz

RM 2001 ndash Spread of the defoliating pathotype ofverticillium dahliae to new cotton and olive growingareas in Southern Spain in Proceedings 8th Inter-national Verticillium Symposium coacuterdoba 2001 57

BRuno g SpaRapano l 2006 ndash Effects of three esca-asso-ciated fungi on vitis vinifera L II Characterization ofbiomolecules in xylem sap and leaves of healthy and dis-eased vines physiol Mol plant path 69 195-208

BuBici g ciRulli M 2011 ndash verticillium wilt inScHena l agoSteo ge cacciola So (eds)Olive diseases and disorders 191-222 transwordResearch network Kerala india

cHandleR Sf doddS JH 1983 ndash The effect of phos-phate nitrogen and sucrose on the production of pheno-lics and solasodine in callus cultures of Solanum lacinia-tum plant cell Rep 2 205

ciRulli M colella c drsquoaMico M aMenduni MBuBici g 2008 ndash Comparison of screening methods for

the evaluation of olive resistance to verticillium dahliaeKleb J plant path 90(1) 7-14

colella c Miacola c aMenduni M drsquoaMico MBuBici g ciRulli M 2008 ndash Sources of Verticilliumwilt resistance in wild olive germplasm from theMediterranean region plant path 57 533-539

de gaRa l de pinto Mc toMMaSi f 2003 ndash Theantioxidant systems vis-agrave-vis reactive oxygen species dur-ing plantndashpathogen interaction plant physiolBiochem 41 863-870

licHtentHaleR HK 1987 ndash Chlorophylls andearotenoids pigments of photosynthetic bio-membranesMethods enzymol 148 351-383

MeRcado-Blanco J collado-RoMeRo M paRRilla-aRauJo S RodRIacuteguez-JuRado d JiMeacutenez-dIacuteazRM 2003 ndash Quantitative monitoring of colonizationof olive genotypes by verticillium dahliae pathotypes withreal-time polymerase chain reaction physiol Mol plantpath 63 91-105

MeRcado-Blanco J RodRIacuteguez-JuRado d peacuteRez-aRteacuteS e JiMenez-dIacuteaz RM 2001 ndash Detection of thenondefoliating pathotype of verticillium dahliae ininfected olive plants by nested PCR plant path 50609-619

paRadiSo a BeRaRdino R de pinto Mc Sanitagrave ditoppi l StoRelli MM toMMaSi f de gaRa l2008 ndash Increase in ascorbatendashglutathione metabolism aslocal and precocious systemic responses induced by cadmi-um in durum wheat plants plant cell physiol 49362-374

pegg gf BRady Bl 2002 ndash Verticillium Wilts caBipublishing Wallingford

toMMaSi f paciolla c de pinto Mc de gaRa l2006 ndash Effects of storage temperature on viability germi-nation and antioxidant metabolism in ginkgo biloba Lseeds plant physiol Biochem 44 359-368

RiaSSunto ndash due ceppi di Verticillium dahliae caratte-rizzati come patotipo defogliante (vd312d) o non defo-gliante (vd315nd) e piante di olivo delle cultivarlsquofrantoiorsquo (resistente) e lsquoleccinorsquo (suscettibile) sono statiutilizzati in prove di inoculazione artificiale focalizzate allostudio fisiologico delle interazioni pianta patogeno ladiversa risposta riscontrata nelle due varietagrave in termini difenoli carotenoidi clorofilla perossido di idrogeno ascor-bato perossidasi generiche e ascorbato perossidasi indicauno stato di stress fitotossine prodotte in vitro dai duepatotipi sembrano essere coinvolte nelle alterazioni biochi-miche e fisiologiche alla base delle tipiche sintomatologiedella verticilliosi su olivo (avvizzimento generale dellachioma e defogliazione)

432 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

autoRi

Giovanni Luigi Bruno (giovanniluigibrunounibait) Samer Sermani Antonio Domenico Marsico Mario AmenduniDipartimento di Scienze del Suolo della Pianta e degli Alimenti (DiSSPA) Sezione di Patologia vegetale Universitagrave di BarildquoAldo Morordquo Via G Amendola 165A 70126 BariCristina Fasciano Maria Paola Ippolito Franca Tommasi (francatommasiunibait) Dipartimento di Biologia Universitagrave diBari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70125 BariCecilia Colella Dipartimento di Chimica Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70125 Bari

Page 35: Società Botanica italiana onluS 45 (2) 2013/391... · 2018-05-08 · prodotto preso in esame e sia dal metodo utilizzato (peRez-JiMénez et al., 2008; MülleR et al., 2010). un’attenzione

426 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013(segue Tab 1)

427Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

(segue Tab 1)

i botanici pugliesi affincheacute sia possibile valutaresecondo i criteri piugrave recenti dellrsquoIUCN (op cit) unnumero molto maggiore di specieLrsquoelenco riportato in Tab 1 include tutte le specieendemiche pugliesi ed esclusive della Puglia Di que-ste entitagrave 33 non venivano indicate nelle Liste RosseRegionali (CONTI et al 1997) Esse sono state inclu-se in Tab 1 in via precauzionale ma in molti casi illoro effettivo grado di minaccia deve ancora esserevalutato Lrsquoelenco non include invece le categorie diminaccia indicate in ROSSI et al (2013) che sarannooggetto di un futuro contributo sulle specie di inte-resse conservazionistico in Puglia

CONCLUSIONILrsquoaggiornamento delle conoscenze floristiche inPuglia e le informazioni tassonomiche nomenclatu-rali e distributive pubblicate nel corso degli ultimianni hanno consentito un aggiornamento delle ListeRosse delle Piante vascolari della Regione Puglia maancora molto lavoro deve essere svolto per megliodefinire il numero di specie a rischio e il loro effetti-vo grado di minaccia secondo i piugrave recenti criteriinternazionali (IUCN op cit)

LETTERATURA CITATACONTI F MANZI A PEDROTTI F 1992 ndash Libro Rossodelle Piante drsquoItaliaMinistero Ambiente WWF Italia

Societagrave Botanica Italiana Romamdash 1997 ndash Liste Rosse Regionali delle Piante drsquoItaliaWWFItalia Societagrave Botanica Italiana CIAS Camerino

IUCN 2001 ndash IUCN Red List Categories and CriteriaVersion 31 IUCN Species Survival CommissionIUCN Gland (Switzerland) amp Cambridge (UK)II+30 pp

mdash 2011 ndash Guidelines for Using the IUCN Red ListCategories and Criteria Version 90 Prepared by theStandards and Petitions Subcommittee httpww-wiucnredlistorgdocumentsRedListGuidelinespdf

PIGNATTI S MENEGONI P GIACANELLI V (a cura di)2001 ndash Liste rosse e blu della flora italiana ANPARoma

ROSSI G MONTAGNANI C GARGANO D PERUZZI LABELI T RAVERA S COGONI A FENU G MAGRINIS GENNAI M FOGGI B WAGENSOMMER RPVENTURELLA G BLASI C RAIMONDO FMORSENIGO S (Eds) 2013 ndash Lista Rossa della FloraItaliana 1 Policy Species e altre specie minacciateComitato Italiano IUCN Ministero Ambiente eTutela Territorio e Mare Roma 54 pp

SCOPPOLA A SPAMPINATO G (Eds) 2005 ndash Atlante dellespecie a rischio di estinzione (CD-ROM) Allegato a ASCOPPOLA C BLASI (Eds) Stato delle conoscenze sullaflora vascolare drsquoItalia Palombi Ed Roma

RIASSUNTO ndash Egrave stata aggiornata la Lista RossaRegionale delle piante vascolari della Regione Pugliasecondo le piugrave recenti conoscenze in ambito conservazio-nistico distributivo e tassonomico

428 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO 45 (2) 393-432 2013

AUTORI

Robert Philipp Wagensommer (robwagensommeryahooit) Scuola di Scienze Ambientali Universitagrave di Camerino - CentroRicerche Floristiche dellrsquoAppennino (Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga) San Colombo 67021 Barisciano(LrsquoAquila)Piero Medagli (pietromedagliunileit) Laboratorio di Botanica Sistematica del DiSTeBA Universitagrave del Salento ViaProvinciale Lecce-Monteroni 73100 LecceEnrico Vito Perrino (enricoperrinoyahooit) Museo Orto Botanico Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via E Orabona 4 70124Bari

Verticillium dahliae Kleb egrave un fungo tracheomicoti-co responsabile della piugrave grave malattia dellrsquoolivo(Olea europaea l) soprattutto negli oliveti dei paesimediterranei Questo fungo oltre lrsquoolivo attacca piugravedi 300 specie di piante arboree ed erbacee la malat-tia determina generalmente il disseccamento di por-zioni della chioma (BeJaRano-alcaacutezaR et al 2001pegg BRady 2002 BuBici ciRulli 2011) isolatidi V dahliae in grado di infettare cotone e olivo pos-sono essere classificati in due patotipi defogliante enon-defogliante sulla base della loro abilitagrave o menodi indurre defogliazione nelle piante infette(MeRcado-Blanco et al 2001 2003) il presentelavoro propone studi preliminari su i) alcune rispo-ste fisiologiche in due cultivar di olivo caratterizzateda differenti livelli di suscettibilitagrave alla verticilliosi ii)alcuni determinanti di patogenicitagrave potenzialmentecoinvolti nellrsquoinduzione dei sintomi fogliari prodottida patotipi diversi di V dahliae

MateRiali e Metodi

Alterazioni fisiologiche piante di olivo delle cultivar lsquofrantoiorsquo (resistente) elsquoleccinorsquo (suscettibile) sono state inoculate con gliisolati vd312d (defogliante) e vd315nd (nondefogliante) seguendo il metodo descritto da ciRulli

et al (2008) piante non trattate e piante le cui radi-ci sono state immerse per 10 minuti in acqua sonostate utilizzate come tesi di controllo Sono stati valu-tati il contenuto di fenoli carotenoidi clorofillaperossido drsquoidrogeno ascorbato e lrsquoattivitagrave delleperossidasi generiche (pod) e dellrsquoascorbato perossi-dasi (apX) in foglie delle due cultivar raccolte dopo24 72 e 240 ore dal trapianto applicando i metodiproposti da cHandleR doddS (1983) licHten-tHaleR (1987) BRuno SpaRapano (2006) toM-MaSi et al (2006) paRadiSo et al (2008) tre mesidopo lrsquoinoculazione su ogni pianta egrave stata valutata lapresenza di malattia sulla chioma utilizzando la scaladi severitagrave dei sintomi proposta da colella et al(2008) lrsquoanalisi statistica dei dati egrave stata eseguitaattraverso lrsquoanalisi della varianza (anova) le mediesono state separate con il test della minima differen-za significativa (MdS) Produzione di metaboliti secondari fitotossici colture liquide statiche degli isolati vd312d evd315nd di V dahliae sono state allestite in tredifferenti soluzioni nutritive czapek modificato(vdM) patate destrosio Broth (pdB difco ) oacqua estratto di Malto (oxoid) al 2 (eM2) perciascun isolato e substrato sono state preparate 10bottiglie di Roux della capacitagrave di 1 l contenenti

429infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

Meccanismi di resistenza alla verticilliosi e caratterizzazione di varietagrave meridionali di olivo dati preliminari sulla fisiologia dellrsquointerazione olivoVerticillium dahliae

gl BRuno c faSciano Mp ippolito S SeRMani ad MaRSico c colella M aMenduni f toMMaSi

aBStRact - Mechanisms of resistance to olive Verticillium wilt and characterization of olive varieties from southern prelim-inary data on physiology of olive - verticillium dahliae interaction - inoculations experiment were performed with two strainsof Verticillium dahliae characterized as defoliating (vd312d) or not defoliating (vd315nd) pathotypes lsquofrantoiorsquo(resistant) and lsquoleccinorsquo (susceptible) olive plants the interaction plantpathogen was evaluated as total phenolscarotenoids chlorophylls hydrogen peroxide ascorbic acid generic peroxidases and ascorbate peroxidase activityinoculated plants showed the typical pathway associate to a stress the two pathotypes are also able to produce in vitrophytotoxins Some of these secondary metabolites should be involved on biochemical and physiological alterations asso-ciated to verticillium wilt symptoms on olive trees (leaves wilting and defoliation)

Keywords fenoli totali metaboliti secondari stato redox verticilliosi

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

150 ml di soluzione nutritiva ciascuna bottiglia egravestata inoculata con 5 ml di sospensione ottenutaomogeneizzando tre colonie (coltivate per due setti-mane in piastre petri su substrato di pda a 25 degc albuio) in 50 ml di acqua distillata sterile dopo 28giorni di coltura (25 degc al buio) il micelio egrave statorimosso mediante filtrazione su garza e centrifugazio-ne (5500 xg 20 min 4 degc) aliquote (3 ml) di cia-scun filtrato colturale (fc) integro o diluito (10100 e 1000 volte con acqua distillata) sono state uti-lizzate in saggi di tossicitagrave su rametti recisi dilsquoleccinorsquo e lsquofrantoiorsquo eseguiti in ambiente controlla-to (uR 50 t 25 degc luce 150 microe cm-2 sec-1)acqua distillata e substrato non inoculato sono statiutilizzati come controllo dal terzo giorno dopo lrsquoas-sorbimento delle soluzioni tossiche egrave stata osservatala manifestazione dei sintomi dopo 24 72 e 240 oredallrsquoassorbimento delle soluzioni saggiate le foglie diciascun rametto sono state caratterizzate in terminidi flusso traspiratorio utilizzando un porometro li-1600-licor negli stessi intervalli egrave stato valutato ilcontenuto in clorofilla e fenoli seguendo i metodiproposti in precedenza

RiSultati e diScuSSione

Alterazioni fisiologicheper entrambi i patotipi di V dahliae saggiati lrsquoindu-zione di uno stato di malessere nella pianta egrave confer-mata dalla riduzione nel contenuto di clorofillesoprattutto dopo 24 ore per la cultivar suscettibilelsquoleccinorsquo (fig 1) invece il contenuto di ascorbatoclorofille e carotenoidi ha subito un incrementosoprattutto nei campioni di foglie prelevate dopo 72e 240 ore dallrsquoinoculo con il patotipo defogliante leanalisi condotte sulle foglie di lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquohanno mostrato come la molecola segnale perossidodrsquoidrogeno risulta maggiormente presente nella cul-tivar frantoio dopo 72 ore dallrsquoinoculo con il patoti-po defogliante (fig 1) mentre lrsquoattivitagrave della apXsegna negli stessi tempi un decremento (fig 2) invece nella cultivar frantoio i sistemi antiossidan-ti non enzimatici hanno mostrato un calo rispetto aicontrolli nei livelli di ascorbato e di fenoli (fig 1) non si sono osservate variazioni nellrsquoattivitagrave dellacatalasi (fig 2) infatti come dimostrato in altrisistemi nei tessuti vegetali questo enzima svolge unruolo nel metabolismo del perossido di idrogenosecondario rispetto allrsquoapX che invece egrave lrsquoenzimachiave nel controllo della concentrazione in perossi-do di idrogeno (de gaRa et al 2003) lrsquoattivitagrave dellepod infine aumenta notevolmente nelle fasi tardi-ve dellrsquoinfezione nelle foglie di lsquofrantoiorsquo mentre inquelle di lsquoleccinorsquo un incremento egrave evidente 72 oredallrsquoinoculo (fig 2) i dati evidenziati nelle nostre condizioni sperimenta-li sono in linea con quanto riportato dalla letteraturariguardo alle interazioni pianta-patogeno e le risposteda stress abiotici (de gaRa et al 2003) infatti nellepiante resistenti si assiste a una modulazione deisistemi antiossidanti tale da causare un incremento diperossido di idrogeno a livello fogliare (de gaRa etal 2003) per contro nella varietagrave suscettibile lrsquoau-

mento dei livelli in antiossidanti non enzimatici nonegrave sufficiente a indurre resistenza la diversa rispostaai sistemi antiossidanti riscontrata nelle due varietagraveutilizzate in queste prove potrebbe essere consideratacome un marker biochimico per valutare lo stato diavanzamento dellrsquoinfezione e il suo destino primadella comparsa dei sintomi

Evoluzione dei sintomia conferma di quanto giagrave riscontrato da ciRulli etal (2008) lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo sono risultate rispet-tivamente resistenti e suscettibili ai due isolati di Vdahliae utilizzati nessun sintomo egrave stato registrato esulle piante utilizzate come controllo (piante nontrattate e piante le cui radici sono state immerse per

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fig 1contenuto in fenoli carotenoidi clorofille e perossido diidrogeno in foglie di lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo dopo 24 72 e240 ore dallrsquoinoculo con vd312d () e vd315nd ()i controlli sono rappresentati da piante le cui radici sonostate immerse per 10 minuti in acqua (mdash) ciascun valo-re egrave la media di cinque piante phenols carotenoids chlorophylls and hydrogen peroxidecontent in leaves of lsquofrantoiorsquo and lsquoleccinorsquo after 24 72and 240 hours after inoculation with vd312d () andvd315nd () as controls plants were treated for 10minutes in water (mdash) each value is the mean of fiveplants

10 minuti in acqua) e sulle chiome di lsquofrantoiorsquo ino-culate con il patotipo non defogliante il patotipodefogliante ha causato su lsquofrantoiorsquo una modestadefogliazione le piante di lsquoleccinorsquo hanno espressosintomi gravi con entrambi i patotipi (generale avviz-zimento della chioma) aggravati nel caso del patoti-po defogliante da accentuata e rapida filloptosiMetaboliti secondari fitotossici gli isolati di V dahliae utilizzati in coltura liquida susubstrato vdM hanno permesso di ottenere fc chesaggiati su rametti recisi di lsquoleccinorsquo (suscettibile) elsquofrantoiorsquo (resistente) hanno riprodotto sintomi diavvizzimento e accartocciamento fogliare e defoglia-zione nessun sintomo egrave stato registrato sui ramettiche hanno assorbito acqua distillata e i substrati noninoculati lrsquoassorbimento dei 3 ml di soluzione daparte dei rametti ha richiesto 30-32 ore per acquavdM pdB e eM2 mentre i fc dei due isolati sonostati assorbiti in 17-24 ore i fc dei patotipivd312d o vd315nd di V dah-liae ottenuti su substrato vdM saggiati su entrambe

le cultivar di olivo hanno evidenziato sintomi da 7-9 giorni dopo lrsquoassorbimento i fc ottenuti su sub-strato vdM da entrambi i patotipi inducono ripiega-mento e successivo imbrunimento della laminafogliare sui rametti di lsquofrantoiorsquo Sui rametti dilsquoleccinorsquo sono stati registrati ingiallimenti della lami-na fogliare inizialmente intorno alle nervature edopo 3-5 giorni sullrsquointera superficie Sintomo fina-le dei fc di entrambi gli isolati di V dahliae dopo 28giorni di coltura su substrato di vdM egrave stata unagenerale defogliazione dei rametti Su lsquoleccinorsquo ladefogliazione egrave stata severa e si egrave avuta dopo 17 gior-ni sui rametti trattati con il fc dellrsquoisolato vd312dcf e dopo 21 giorni su lsquofrantoiorsquo i rametti trattaticon i fc di vd315nd sono stati registrati dopo 20giorni su lsquoleccinorsquo e dopo 25 giorni su lsquofrantoiorsquo isintomi sopra descritti sono stati osservati anche suirametti che hanno assorbito i fc dei due isolati dopodiluizione di 10 e 100 volte con acqua distillata i fc ottenuti dai due patotipi su substrato vdMsono stati confrontati sulle due cultivar per i loroeffetti sul flusso traspiratorio e sulle variazioni infenoli e clorofille presenti nelle foglie (fig 3)

431Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 2contenuto in ascorbato e attivitagrave delle perossidasi generi-che (pod) e dellrsquoascorbato perossidasi (apX) in foglie dilsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo dopo 24 72 e 240 ore dallrsquoinoculocon vd312d () e vd315nd () i controlli sono rap-presentati da piante le cui radici sono state immerse per10 minuti in acqua (mdash) ciascun valore egrave la media di cin-que piante ascorbic acid concentration and peroxidase (pod) andascorbate peroxidase (apX) activity in leaves of lsquofrantoiorsquoand lsquoleccinorsquo after 24 72 and 240 hours after inocula-tion with vd312d () and vd315nd () as controlsplants were treated for 10 minutes in water (mdash) eachvalue is the mean of five plants

fig 3effetti sulla traspirazione e sul contenuto in clorofille efenoli in foglie di lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo dopo 24 72 e 240ore dallrsquoassorbimento di 3 ml di filtrato colturale degli iso-lati vd312d () e vd315nd () su substrato vdM icontrolli hanno assorbito 3 ml di acqua (mdash) ciascunvalore egrave la media di cinque rametti recisi transpiration from abaxial leaf surfaces and chlorophyllsand phenols content in leaves of lsquofrantoiorsquo and lsquoleccinorsquoafter 24 72 and 240 hours after the absorbtion of 3 ml fvd312d () and vd315nd () culture filtrates onvdM as controls twigs adsorbed 3 ml of water (mdash) eachvalue is the mean of five twigs

le misure di traspirazione (fig 3) dimostrano unforte incremento nel flusso traspiratorio nei ramettirecisi che hanno assorbito i fc ottenuti dal patotipovd312d rispetto a quelli ottenuti dal vd315nd edalle tesi di controllo nessuna differenza egrave stata regi-strata nel contenuto in clorofilla Solo la concentra-zione in fenoli nelle foglie dei rametti recisi chehanno assorbito i fc ottenuti dai due isolati egrave risul-tata circa tre volte superiore rispetto ai rametti delletesi di controllo totali (fig 3)in definitiva appare chiaro che nellrsquointerazione Vdahliae e olivo entrino in gioco fattori chimici divirulenza del patogeno (fitotossine) che contribuisca-no alla patogenesi e alla manifestazione dei sintomied inducano nellrsquoospite condizioni di stress in que-sto stato la pianta ospite manifesteragrave in parte o intoto le alterazioni biochimiche e fisiologiche determi-natesi nei tessuti attraverso i sintomi

Ringraziamenti - gli autori ringraziano i collaboratoriluca Scarola valentino poliseno nicola contursi eaniello Rescigno (dipartimento di Scienze del Suolo dellapianta e degli alimenti universitagrave degli Studi di Barialdo Moro) per il valido supporto tecnico nella realizza-zione delle prove lavoro realizzato con il contributo dellafondazione cassa di Risparmio di puglia Bando 2010 ndashprogetto Meccanismi di resistenza alla verticilliosi e caratte-rizzazione di varietagrave meridionali di olivo

letteRatuRa citataBeJaRano-alcaacutezaR J peacuteRez-aRteacuteS e JiMeacutenez-dIacuteaz

RM 2001 ndash Spread of the defoliating pathotype ofverticillium dahliae to new cotton and olive growingareas in Southern Spain in Proceedings 8th Inter-national Verticillium Symposium coacuterdoba 2001 57

BRuno g SpaRapano l 2006 ndash Effects of three esca-asso-ciated fungi on vitis vinifera L II Characterization ofbiomolecules in xylem sap and leaves of healthy and dis-eased vines physiol Mol plant path 69 195-208

BuBici g ciRulli M 2011 ndash verticillium wilt inScHena l agoSteo ge cacciola So (eds)Olive diseases and disorders 191-222 transwordResearch network Kerala india

cHandleR Sf doddS JH 1983 ndash The effect of phos-phate nitrogen and sucrose on the production of pheno-lics and solasodine in callus cultures of Solanum lacinia-tum plant cell Rep 2 205

ciRulli M colella c drsquoaMico M aMenduni MBuBici g 2008 ndash Comparison of screening methods for

the evaluation of olive resistance to verticillium dahliaeKleb J plant path 90(1) 7-14

colella c Miacola c aMenduni M drsquoaMico MBuBici g ciRulli M 2008 ndash Sources of Verticilliumwilt resistance in wild olive germplasm from theMediterranean region plant path 57 533-539

de gaRa l de pinto Mc toMMaSi f 2003 ndash Theantioxidant systems vis-agrave-vis reactive oxygen species dur-ing plantndashpathogen interaction plant physiolBiochem 41 863-870

licHtentHaleR HK 1987 ndash Chlorophylls andearotenoids pigments of photosynthetic bio-membranesMethods enzymol 148 351-383

MeRcado-Blanco J collado-RoMeRo M paRRilla-aRauJo S RodRIacuteguez-JuRado d JiMeacutenez-dIacuteazRM 2003 ndash Quantitative monitoring of colonizationof olive genotypes by verticillium dahliae pathotypes withreal-time polymerase chain reaction physiol Mol plantpath 63 91-105

MeRcado-Blanco J RodRIacuteguez-JuRado d peacuteRez-aRteacuteS e JiMenez-dIacuteaz RM 2001 ndash Detection of thenondefoliating pathotype of verticillium dahliae ininfected olive plants by nested PCR plant path 50609-619

paRadiSo a BeRaRdino R de pinto Mc Sanitagrave ditoppi l StoRelli MM toMMaSi f de gaRa l2008 ndash Increase in ascorbatendashglutathione metabolism aslocal and precocious systemic responses induced by cadmi-um in durum wheat plants plant cell physiol 49362-374

pegg gf BRady Bl 2002 ndash Verticillium Wilts caBipublishing Wallingford

toMMaSi f paciolla c de pinto Mc de gaRa l2006 ndash Effects of storage temperature on viability germi-nation and antioxidant metabolism in ginkgo biloba Lseeds plant physiol Biochem 44 359-368

RiaSSunto ndash due ceppi di Verticillium dahliae caratte-rizzati come patotipo defogliante (vd312d) o non defo-gliante (vd315nd) e piante di olivo delle cultivarlsquofrantoiorsquo (resistente) e lsquoleccinorsquo (suscettibile) sono statiutilizzati in prove di inoculazione artificiale focalizzate allostudio fisiologico delle interazioni pianta patogeno ladiversa risposta riscontrata nelle due varietagrave in termini difenoli carotenoidi clorofilla perossido di idrogeno ascor-bato perossidasi generiche e ascorbato perossidasi indicauno stato di stress fitotossine prodotte in vitro dai duepatotipi sembrano essere coinvolte nelle alterazioni biochi-miche e fisiologiche alla base delle tipiche sintomatologiedella verticilliosi su olivo (avvizzimento generale dellachioma e defogliazione)

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autoRi

Giovanni Luigi Bruno (giovanniluigibrunounibait) Samer Sermani Antonio Domenico Marsico Mario AmenduniDipartimento di Scienze del Suolo della Pianta e degli Alimenti (DiSSPA) Sezione di Patologia vegetale Universitagrave di BarildquoAldo Morordquo Via G Amendola 165A 70126 BariCristina Fasciano Maria Paola Ippolito Franca Tommasi (francatommasiunibait) Dipartimento di Biologia Universitagrave diBari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70125 BariCecilia Colella Dipartimento di Chimica Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70125 Bari

Page 36: Società Botanica italiana onluS 45 (2) 2013/391... · 2018-05-08 · prodotto preso in esame e sia dal metodo utilizzato (peRez-JiMénez et al., 2008; MülleR et al., 2010). un’attenzione

427Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

(segue Tab 1)

i botanici pugliesi affincheacute sia possibile valutaresecondo i criteri piugrave recenti dellrsquoIUCN (op cit) unnumero molto maggiore di specieLrsquoelenco riportato in Tab 1 include tutte le specieendemiche pugliesi ed esclusive della Puglia Di que-ste entitagrave 33 non venivano indicate nelle Liste RosseRegionali (CONTI et al 1997) Esse sono state inclu-se in Tab 1 in via precauzionale ma in molti casi illoro effettivo grado di minaccia deve ancora esserevalutato Lrsquoelenco non include invece le categorie diminaccia indicate in ROSSI et al (2013) che sarannooggetto di un futuro contributo sulle specie di inte-resse conservazionistico in Puglia

CONCLUSIONILrsquoaggiornamento delle conoscenze floristiche inPuglia e le informazioni tassonomiche nomenclatu-rali e distributive pubblicate nel corso degli ultimianni hanno consentito un aggiornamento delle ListeRosse delle Piante vascolari della Regione Puglia maancora molto lavoro deve essere svolto per megliodefinire il numero di specie a rischio e il loro effetti-vo grado di minaccia secondo i piugrave recenti criteriinternazionali (IUCN op cit)

LETTERATURA CITATACONTI F MANZI A PEDROTTI F 1992 ndash Libro Rossodelle Piante drsquoItaliaMinistero Ambiente WWF Italia

Societagrave Botanica Italiana Romamdash 1997 ndash Liste Rosse Regionali delle Piante drsquoItaliaWWFItalia Societagrave Botanica Italiana CIAS Camerino

IUCN 2001 ndash IUCN Red List Categories and CriteriaVersion 31 IUCN Species Survival CommissionIUCN Gland (Switzerland) amp Cambridge (UK)II+30 pp

mdash 2011 ndash Guidelines for Using the IUCN Red ListCategories and Criteria Version 90 Prepared by theStandards and Petitions Subcommittee httpww-wiucnredlistorgdocumentsRedListGuidelinespdf

PIGNATTI S MENEGONI P GIACANELLI V (a cura di)2001 ndash Liste rosse e blu della flora italiana ANPARoma

ROSSI G MONTAGNANI C GARGANO D PERUZZI LABELI T RAVERA S COGONI A FENU G MAGRINIS GENNAI M FOGGI B WAGENSOMMER RPVENTURELLA G BLASI C RAIMONDO FMORSENIGO S (Eds) 2013 ndash Lista Rossa della FloraItaliana 1 Policy Species e altre specie minacciateComitato Italiano IUCN Ministero Ambiente eTutela Territorio e Mare Roma 54 pp

SCOPPOLA A SPAMPINATO G (Eds) 2005 ndash Atlante dellespecie a rischio di estinzione (CD-ROM) Allegato a ASCOPPOLA C BLASI (Eds) Stato delle conoscenze sullaflora vascolare drsquoItalia Palombi Ed Roma

RIASSUNTO ndash Egrave stata aggiornata la Lista RossaRegionale delle piante vascolari della Regione Pugliasecondo le piugrave recenti conoscenze in ambito conservazio-nistico distributivo e tassonomico

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AUTORI

Robert Philipp Wagensommer (robwagensommeryahooit) Scuola di Scienze Ambientali Universitagrave di Camerino - CentroRicerche Floristiche dellrsquoAppennino (Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga) San Colombo 67021 Barisciano(LrsquoAquila)Piero Medagli (pietromedagliunileit) Laboratorio di Botanica Sistematica del DiSTeBA Universitagrave del Salento ViaProvinciale Lecce-Monteroni 73100 LecceEnrico Vito Perrino (enricoperrinoyahooit) Museo Orto Botanico Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via E Orabona 4 70124Bari

Verticillium dahliae Kleb egrave un fungo tracheomicoti-co responsabile della piugrave grave malattia dellrsquoolivo(Olea europaea l) soprattutto negli oliveti dei paesimediterranei Questo fungo oltre lrsquoolivo attacca piugravedi 300 specie di piante arboree ed erbacee la malat-tia determina generalmente il disseccamento di por-zioni della chioma (BeJaRano-alcaacutezaR et al 2001pegg BRady 2002 BuBici ciRulli 2011) isolatidi V dahliae in grado di infettare cotone e olivo pos-sono essere classificati in due patotipi defogliante enon-defogliante sulla base della loro abilitagrave o menodi indurre defogliazione nelle piante infette(MeRcado-Blanco et al 2001 2003) il presentelavoro propone studi preliminari su i) alcune rispo-ste fisiologiche in due cultivar di olivo caratterizzateda differenti livelli di suscettibilitagrave alla verticilliosi ii)alcuni determinanti di patogenicitagrave potenzialmentecoinvolti nellrsquoinduzione dei sintomi fogliari prodottida patotipi diversi di V dahliae

MateRiali e Metodi

Alterazioni fisiologiche piante di olivo delle cultivar lsquofrantoiorsquo (resistente) elsquoleccinorsquo (suscettibile) sono state inoculate con gliisolati vd312d (defogliante) e vd315nd (nondefogliante) seguendo il metodo descritto da ciRulli

et al (2008) piante non trattate e piante le cui radi-ci sono state immerse per 10 minuti in acqua sonostate utilizzate come tesi di controllo Sono stati valu-tati il contenuto di fenoli carotenoidi clorofillaperossido drsquoidrogeno ascorbato e lrsquoattivitagrave delleperossidasi generiche (pod) e dellrsquoascorbato perossi-dasi (apX) in foglie delle due cultivar raccolte dopo24 72 e 240 ore dal trapianto applicando i metodiproposti da cHandleR doddS (1983) licHten-tHaleR (1987) BRuno SpaRapano (2006) toM-MaSi et al (2006) paRadiSo et al (2008) tre mesidopo lrsquoinoculazione su ogni pianta egrave stata valutata lapresenza di malattia sulla chioma utilizzando la scaladi severitagrave dei sintomi proposta da colella et al(2008) lrsquoanalisi statistica dei dati egrave stata eseguitaattraverso lrsquoanalisi della varianza (anova) le mediesono state separate con il test della minima differen-za significativa (MdS) Produzione di metaboliti secondari fitotossici colture liquide statiche degli isolati vd312d evd315nd di V dahliae sono state allestite in tredifferenti soluzioni nutritive czapek modificato(vdM) patate destrosio Broth (pdB difco ) oacqua estratto di Malto (oxoid) al 2 (eM2) perciascun isolato e substrato sono state preparate 10bottiglie di Roux della capacitagrave di 1 l contenenti

429infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

Meccanismi di resistenza alla verticilliosi e caratterizzazione di varietagrave meridionali di olivo dati preliminari sulla fisiologia dellrsquointerazione olivoVerticillium dahliae

gl BRuno c faSciano Mp ippolito S SeRMani ad MaRSico c colella M aMenduni f toMMaSi

aBStRact - Mechanisms of resistance to olive Verticillium wilt and characterization of olive varieties from southern prelim-inary data on physiology of olive - verticillium dahliae interaction - inoculations experiment were performed with two strainsof Verticillium dahliae characterized as defoliating (vd312d) or not defoliating (vd315nd) pathotypes lsquofrantoiorsquo(resistant) and lsquoleccinorsquo (susceptible) olive plants the interaction plantpathogen was evaluated as total phenolscarotenoids chlorophylls hydrogen peroxide ascorbic acid generic peroxidases and ascorbate peroxidase activityinoculated plants showed the typical pathway associate to a stress the two pathotypes are also able to produce in vitrophytotoxins Some of these secondary metabolites should be involved on biochemical and physiological alterations asso-ciated to verticillium wilt symptoms on olive trees (leaves wilting and defoliation)

Keywords fenoli totali metaboliti secondari stato redox verticilliosi

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

150 ml di soluzione nutritiva ciascuna bottiglia egravestata inoculata con 5 ml di sospensione ottenutaomogeneizzando tre colonie (coltivate per due setti-mane in piastre petri su substrato di pda a 25 degc albuio) in 50 ml di acqua distillata sterile dopo 28giorni di coltura (25 degc al buio) il micelio egrave statorimosso mediante filtrazione su garza e centrifugazio-ne (5500 xg 20 min 4 degc) aliquote (3 ml) di cia-scun filtrato colturale (fc) integro o diluito (10100 e 1000 volte con acqua distillata) sono state uti-lizzate in saggi di tossicitagrave su rametti recisi dilsquoleccinorsquo e lsquofrantoiorsquo eseguiti in ambiente controlla-to (uR 50 t 25 degc luce 150 microe cm-2 sec-1)acqua distillata e substrato non inoculato sono statiutilizzati come controllo dal terzo giorno dopo lrsquoas-sorbimento delle soluzioni tossiche egrave stata osservatala manifestazione dei sintomi dopo 24 72 e 240 oredallrsquoassorbimento delle soluzioni saggiate le foglie diciascun rametto sono state caratterizzate in terminidi flusso traspiratorio utilizzando un porometro li-1600-licor negli stessi intervalli egrave stato valutato ilcontenuto in clorofilla e fenoli seguendo i metodiproposti in precedenza

RiSultati e diScuSSione

Alterazioni fisiologicheper entrambi i patotipi di V dahliae saggiati lrsquoindu-zione di uno stato di malessere nella pianta egrave confer-mata dalla riduzione nel contenuto di clorofillesoprattutto dopo 24 ore per la cultivar suscettibilelsquoleccinorsquo (fig 1) invece il contenuto di ascorbatoclorofille e carotenoidi ha subito un incrementosoprattutto nei campioni di foglie prelevate dopo 72e 240 ore dallrsquoinoculo con il patotipo defogliante leanalisi condotte sulle foglie di lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquohanno mostrato come la molecola segnale perossidodrsquoidrogeno risulta maggiormente presente nella cul-tivar frantoio dopo 72 ore dallrsquoinoculo con il patoti-po defogliante (fig 1) mentre lrsquoattivitagrave della apXsegna negli stessi tempi un decremento (fig 2) invece nella cultivar frantoio i sistemi antiossidan-ti non enzimatici hanno mostrato un calo rispetto aicontrolli nei livelli di ascorbato e di fenoli (fig 1) non si sono osservate variazioni nellrsquoattivitagrave dellacatalasi (fig 2) infatti come dimostrato in altrisistemi nei tessuti vegetali questo enzima svolge unruolo nel metabolismo del perossido di idrogenosecondario rispetto allrsquoapX che invece egrave lrsquoenzimachiave nel controllo della concentrazione in perossi-do di idrogeno (de gaRa et al 2003) lrsquoattivitagrave dellepod infine aumenta notevolmente nelle fasi tardi-ve dellrsquoinfezione nelle foglie di lsquofrantoiorsquo mentre inquelle di lsquoleccinorsquo un incremento egrave evidente 72 oredallrsquoinoculo (fig 2) i dati evidenziati nelle nostre condizioni sperimenta-li sono in linea con quanto riportato dalla letteraturariguardo alle interazioni pianta-patogeno e le risposteda stress abiotici (de gaRa et al 2003) infatti nellepiante resistenti si assiste a una modulazione deisistemi antiossidanti tale da causare un incremento diperossido di idrogeno a livello fogliare (de gaRa etal 2003) per contro nella varietagrave suscettibile lrsquoau-

mento dei livelli in antiossidanti non enzimatici nonegrave sufficiente a indurre resistenza la diversa rispostaai sistemi antiossidanti riscontrata nelle due varietagraveutilizzate in queste prove potrebbe essere consideratacome un marker biochimico per valutare lo stato diavanzamento dellrsquoinfezione e il suo destino primadella comparsa dei sintomi

Evoluzione dei sintomia conferma di quanto giagrave riscontrato da ciRulli etal (2008) lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo sono risultate rispet-tivamente resistenti e suscettibili ai due isolati di Vdahliae utilizzati nessun sintomo egrave stato registrato esulle piante utilizzate come controllo (piante nontrattate e piante le cui radici sono state immerse per

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fig 1contenuto in fenoli carotenoidi clorofille e perossido diidrogeno in foglie di lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo dopo 24 72 e240 ore dallrsquoinoculo con vd312d () e vd315nd ()i controlli sono rappresentati da piante le cui radici sonostate immerse per 10 minuti in acqua (mdash) ciascun valo-re egrave la media di cinque piante phenols carotenoids chlorophylls and hydrogen peroxidecontent in leaves of lsquofrantoiorsquo and lsquoleccinorsquo after 24 72and 240 hours after inoculation with vd312d () andvd315nd () as controls plants were treated for 10minutes in water (mdash) each value is the mean of fiveplants

10 minuti in acqua) e sulle chiome di lsquofrantoiorsquo ino-culate con il patotipo non defogliante il patotipodefogliante ha causato su lsquofrantoiorsquo una modestadefogliazione le piante di lsquoleccinorsquo hanno espressosintomi gravi con entrambi i patotipi (generale avviz-zimento della chioma) aggravati nel caso del patoti-po defogliante da accentuata e rapida filloptosiMetaboliti secondari fitotossici gli isolati di V dahliae utilizzati in coltura liquida susubstrato vdM hanno permesso di ottenere fc chesaggiati su rametti recisi di lsquoleccinorsquo (suscettibile) elsquofrantoiorsquo (resistente) hanno riprodotto sintomi diavvizzimento e accartocciamento fogliare e defoglia-zione nessun sintomo egrave stato registrato sui ramettiche hanno assorbito acqua distillata e i substrati noninoculati lrsquoassorbimento dei 3 ml di soluzione daparte dei rametti ha richiesto 30-32 ore per acquavdM pdB e eM2 mentre i fc dei due isolati sonostati assorbiti in 17-24 ore i fc dei patotipivd312d o vd315nd di V dah-liae ottenuti su substrato vdM saggiati su entrambe

le cultivar di olivo hanno evidenziato sintomi da 7-9 giorni dopo lrsquoassorbimento i fc ottenuti su sub-strato vdM da entrambi i patotipi inducono ripiega-mento e successivo imbrunimento della laminafogliare sui rametti di lsquofrantoiorsquo Sui rametti dilsquoleccinorsquo sono stati registrati ingiallimenti della lami-na fogliare inizialmente intorno alle nervature edopo 3-5 giorni sullrsquointera superficie Sintomo fina-le dei fc di entrambi gli isolati di V dahliae dopo 28giorni di coltura su substrato di vdM egrave stata unagenerale defogliazione dei rametti Su lsquoleccinorsquo ladefogliazione egrave stata severa e si egrave avuta dopo 17 gior-ni sui rametti trattati con il fc dellrsquoisolato vd312dcf e dopo 21 giorni su lsquofrantoiorsquo i rametti trattaticon i fc di vd315nd sono stati registrati dopo 20giorni su lsquoleccinorsquo e dopo 25 giorni su lsquofrantoiorsquo isintomi sopra descritti sono stati osservati anche suirametti che hanno assorbito i fc dei due isolati dopodiluizione di 10 e 100 volte con acqua distillata i fc ottenuti dai due patotipi su substrato vdMsono stati confrontati sulle due cultivar per i loroeffetti sul flusso traspiratorio e sulle variazioni infenoli e clorofille presenti nelle foglie (fig 3)

431Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 2contenuto in ascorbato e attivitagrave delle perossidasi generi-che (pod) e dellrsquoascorbato perossidasi (apX) in foglie dilsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo dopo 24 72 e 240 ore dallrsquoinoculocon vd312d () e vd315nd () i controlli sono rap-presentati da piante le cui radici sono state immerse per10 minuti in acqua (mdash) ciascun valore egrave la media di cin-que piante ascorbic acid concentration and peroxidase (pod) andascorbate peroxidase (apX) activity in leaves of lsquofrantoiorsquoand lsquoleccinorsquo after 24 72 and 240 hours after inocula-tion with vd312d () and vd315nd () as controlsplants were treated for 10 minutes in water (mdash) eachvalue is the mean of five plants

fig 3effetti sulla traspirazione e sul contenuto in clorofille efenoli in foglie di lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo dopo 24 72 e 240ore dallrsquoassorbimento di 3 ml di filtrato colturale degli iso-lati vd312d () e vd315nd () su substrato vdM icontrolli hanno assorbito 3 ml di acqua (mdash) ciascunvalore egrave la media di cinque rametti recisi transpiration from abaxial leaf surfaces and chlorophyllsand phenols content in leaves of lsquofrantoiorsquo and lsquoleccinorsquoafter 24 72 and 240 hours after the absorbtion of 3 ml fvd312d () and vd315nd () culture filtrates onvdM as controls twigs adsorbed 3 ml of water (mdash) eachvalue is the mean of five twigs

le misure di traspirazione (fig 3) dimostrano unforte incremento nel flusso traspiratorio nei ramettirecisi che hanno assorbito i fc ottenuti dal patotipovd312d rispetto a quelli ottenuti dal vd315nd edalle tesi di controllo nessuna differenza egrave stata regi-strata nel contenuto in clorofilla Solo la concentra-zione in fenoli nelle foglie dei rametti recisi chehanno assorbito i fc ottenuti dai due isolati egrave risul-tata circa tre volte superiore rispetto ai rametti delletesi di controllo totali (fig 3)in definitiva appare chiaro che nellrsquointerazione Vdahliae e olivo entrino in gioco fattori chimici divirulenza del patogeno (fitotossine) che contribuisca-no alla patogenesi e alla manifestazione dei sintomied inducano nellrsquoospite condizioni di stress in que-sto stato la pianta ospite manifesteragrave in parte o intoto le alterazioni biochimiche e fisiologiche determi-natesi nei tessuti attraverso i sintomi

Ringraziamenti - gli autori ringraziano i collaboratoriluca Scarola valentino poliseno nicola contursi eaniello Rescigno (dipartimento di Scienze del Suolo dellapianta e degli alimenti universitagrave degli Studi di Barialdo Moro) per il valido supporto tecnico nella realizza-zione delle prove lavoro realizzato con il contributo dellafondazione cassa di Risparmio di puglia Bando 2010 ndashprogetto Meccanismi di resistenza alla verticilliosi e caratte-rizzazione di varietagrave meridionali di olivo

letteRatuRa citataBeJaRano-alcaacutezaR J peacuteRez-aRteacuteS e JiMeacutenez-dIacuteaz

RM 2001 ndash Spread of the defoliating pathotype ofverticillium dahliae to new cotton and olive growingareas in Southern Spain in Proceedings 8th Inter-national Verticillium Symposium coacuterdoba 2001 57

BRuno g SpaRapano l 2006 ndash Effects of three esca-asso-ciated fungi on vitis vinifera L II Characterization ofbiomolecules in xylem sap and leaves of healthy and dis-eased vines physiol Mol plant path 69 195-208

BuBici g ciRulli M 2011 ndash verticillium wilt inScHena l agoSteo ge cacciola So (eds)Olive diseases and disorders 191-222 transwordResearch network Kerala india

cHandleR Sf doddS JH 1983 ndash The effect of phos-phate nitrogen and sucrose on the production of pheno-lics and solasodine in callus cultures of Solanum lacinia-tum plant cell Rep 2 205

ciRulli M colella c drsquoaMico M aMenduni MBuBici g 2008 ndash Comparison of screening methods for

the evaluation of olive resistance to verticillium dahliaeKleb J plant path 90(1) 7-14

colella c Miacola c aMenduni M drsquoaMico MBuBici g ciRulli M 2008 ndash Sources of Verticilliumwilt resistance in wild olive germplasm from theMediterranean region plant path 57 533-539

de gaRa l de pinto Mc toMMaSi f 2003 ndash Theantioxidant systems vis-agrave-vis reactive oxygen species dur-ing plantndashpathogen interaction plant physiolBiochem 41 863-870

licHtentHaleR HK 1987 ndash Chlorophylls andearotenoids pigments of photosynthetic bio-membranesMethods enzymol 148 351-383

MeRcado-Blanco J collado-RoMeRo M paRRilla-aRauJo S RodRIacuteguez-JuRado d JiMeacutenez-dIacuteazRM 2003 ndash Quantitative monitoring of colonizationof olive genotypes by verticillium dahliae pathotypes withreal-time polymerase chain reaction physiol Mol plantpath 63 91-105

MeRcado-Blanco J RodRIacuteguez-JuRado d peacuteRez-aRteacuteS e JiMenez-dIacuteaz RM 2001 ndash Detection of thenondefoliating pathotype of verticillium dahliae ininfected olive plants by nested PCR plant path 50609-619

paRadiSo a BeRaRdino R de pinto Mc Sanitagrave ditoppi l StoRelli MM toMMaSi f de gaRa l2008 ndash Increase in ascorbatendashglutathione metabolism aslocal and precocious systemic responses induced by cadmi-um in durum wheat plants plant cell physiol 49362-374

pegg gf BRady Bl 2002 ndash Verticillium Wilts caBipublishing Wallingford

toMMaSi f paciolla c de pinto Mc de gaRa l2006 ndash Effects of storage temperature on viability germi-nation and antioxidant metabolism in ginkgo biloba Lseeds plant physiol Biochem 44 359-368

RiaSSunto ndash due ceppi di Verticillium dahliae caratte-rizzati come patotipo defogliante (vd312d) o non defo-gliante (vd315nd) e piante di olivo delle cultivarlsquofrantoiorsquo (resistente) e lsquoleccinorsquo (suscettibile) sono statiutilizzati in prove di inoculazione artificiale focalizzate allostudio fisiologico delle interazioni pianta patogeno ladiversa risposta riscontrata nelle due varietagrave in termini difenoli carotenoidi clorofilla perossido di idrogeno ascor-bato perossidasi generiche e ascorbato perossidasi indicauno stato di stress fitotossine prodotte in vitro dai duepatotipi sembrano essere coinvolte nelle alterazioni biochi-miche e fisiologiche alla base delle tipiche sintomatologiedella verticilliosi su olivo (avvizzimento generale dellachioma e defogliazione)

432 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

autoRi

Giovanni Luigi Bruno (giovanniluigibrunounibait) Samer Sermani Antonio Domenico Marsico Mario AmenduniDipartimento di Scienze del Suolo della Pianta e degli Alimenti (DiSSPA) Sezione di Patologia vegetale Universitagrave di BarildquoAldo Morordquo Via G Amendola 165A 70126 BariCristina Fasciano Maria Paola Ippolito Franca Tommasi (francatommasiunibait) Dipartimento di Biologia Universitagrave diBari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70125 BariCecilia Colella Dipartimento di Chimica Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70125 Bari

Page 37: Società Botanica italiana onluS 45 (2) 2013/391... · 2018-05-08 · prodotto preso in esame e sia dal metodo utilizzato (peRez-JiMénez et al., 2008; MülleR et al., 2010). un’attenzione

i botanici pugliesi affincheacute sia possibile valutaresecondo i criteri piugrave recenti dellrsquoIUCN (op cit) unnumero molto maggiore di specieLrsquoelenco riportato in Tab 1 include tutte le specieendemiche pugliesi ed esclusive della Puglia Di que-ste entitagrave 33 non venivano indicate nelle Liste RosseRegionali (CONTI et al 1997) Esse sono state inclu-se in Tab 1 in via precauzionale ma in molti casi illoro effettivo grado di minaccia deve ancora esserevalutato Lrsquoelenco non include invece le categorie diminaccia indicate in ROSSI et al (2013) che sarannooggetto di un futuro contributo sulle specie di inte-resse conservazionistico in Puglia

CONCLUSIONILrsquoaggiornamento delle conoscenze floristiche inPuglia e le informazioni tassonomiche nomenclatu-rali e distributive pubblicate nel corso degli ultimianni hanno consentito un aggiornamento delle ListeRosse delle Piante vascolari della Regione Puglia maancora molto lavoro deve essere svolto per megliodefinire il numero di specie a rischio e il loro effetti-vo grado di minaccia secondo i piugrave recenti criteriinternazionali (IUCN op cit)

LETTERATURA CITATACONTI F MANZI A PEDROTTI F 1992 ndash Libro Rossodelle Piante drsquoItaliaMinistero Ambiente WWF Italia

Societagrave Botanica Italiana Romamdash 1997 ndash Liste Rosse Regionali delle Piante drsquoItaliaWWFItalia Societagrave Botanica Italiana CIAS Camerino

IUCN 2001 ndash IUCN Red List Categories and CriteriaVersion 31 IUCN Species Survival CommissionIUCN Gland (Switzerland) amp Cambridge (UK)II+30 pp

mdash 2011 ndash Guidelines for Using the IUCN Red ListCategories and Criteria Version 90 Prepared by theStandards and Petitions Subcommittee httpww-wiucnredlistorgdocumentsRedListGuidelinespdf

PIGNATTI S MENEGONI P GIACANELLI V (a cura di)2001 ndash Liste rosse e blu della flora italiana ANPARoma

ROSSI G MONTAGNANI C GARGANO D PERUZZI LABELI T RAVERA S COGONI A FENU G MAGRINIS GENNAI M FOGGI B WAGENSOMMER RPVENTURELLA G BLASI C RAIMONDO FMORSENIGO S (Eds) 2013 ndash Lista Rossa della FloraItaliana 1 Policy Species e altre specie minacciateComitato Italiano IUCN Ministero Ambiente eTutela Territorio e Mare Roma 54 pp

SCOPPOLA A SPAMPINATO G (Eds) 2005 ndash Atlante dellespecie a rischio di estinzione (CD-ROM) Allegato a ASCOPPOLA C BLASI (Eds) Stato delle conoscenze sullaflora vascolare drsquoItalia Palombi Ed Roma

RIASSUNTO ndash Egrave stata aggiornata la Lista RossaRegionale delle piante vascolari della Regione Pugliasecondo le piugrave recenti conoscenze in ambito conservazio-nistico distributivo e tassonomico

428 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO 45 (2) 393-432 2013

AUTORI

Robert Philipp Wagensommer (robwagensommeryahooit) Scuola di Scienze Ambientali Universitagrave di Camerino - CentroRicerche Floristiche dellrsquoAppennino (Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga) San Colombo 67021 Barisciano(LrsquoAquila)Piero Medagli (pietromedagliunileit) Laboratorio di Botanica Sistematica del DiSTeBA Universitagrave del Salento ViaProvinciale Lecce-Monteroni 73100 LecceEnrico Vito Perrino (enricoperrinoyahooit) Museo Orto Botanico Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via E Orabona 4 70124Bari

Verticillium dahliae Kleb egrave un fungo tracheomicoti-co responsabile della piugrave grave malattia dellrsquoolivo(Olea europaea l) soprattutto negli oliveti dei paesimediterranei Questo fungo oltre lrsquoolivo attacca piugravedi 300 specie di piante arboree ed erbacee la malat-tia determina generalmente il disseccamento di por-zioni della chioma (BeJaRano-alcaacutezaR et al 2001pegg BRady 2002 BuBici ciRulli 2011) isolatidi V dahliae in grado di infettare cotone e olivo pos-sono essere classificati in due patotipi defogliante enon-defogliante sulla base della loro abilitagrave o menodi indurre defogliazione nelle piante infette(MeRcado-Blanco et al 2001 2003) il presentelavoro propone studi preliminari su i) alcune rispo-ste fisiologiche in due cultivar di olivo caratterizzateda differenti livelli di suscettibilitagrave alla verticilliosi ii)alcuni determinanti di patogenicitagrave potenzialmentecoinvolti nellrsquoinduzione dei sintomi fogliari prodottida patotipi diversi di V dahliae

MateRiali e Metodi

Alterazioni fisiologiche piante di olivo delle cultivar lsquofrantoiorsquo (resistente) elsquoleccinorsquo (suscettibile) sono state inoculate con gliisolati vd312d (defogliante) e vd315nd (nondefogliante) seguendo il metodo descritto da ciRulli

et al (2008) piante non trattate e piante le cui radi-ci sono state immerse per 10 minuti in acqua sonostate utilizzate come tesi di controllo Sono stati valu-tati il contenuto di fenoli carotenoidi clorofillaperossido drsquoidrogeno ascorbato e lrsquoattivitagrave delleperossidasi generiche (pod) e dellrsquoascorbato perossi-dasi (apX) in foglie delle due cultivar raccolte dopo24 72 e 240 ore dal trapianto applicando i metodiproposti da cHandleR doddS (1983) licHten-tHaleR (1987) BRuno SpaRapano (2006) toM-MaSi et al (2006) paRadiSo et al (2008) tre mesidopo lrsquoinoculazione su ogni pianta egrave stata valutata lapresenza di malattia sulla chioma utilizzando la scaladi severitagrave dei sintomi proposta da colella et al(2008) lrsquoanalisi statistica dei dati egrave stata eseguitaattraverso lrsquoanalisi della varianza (anova) le mediesono state separate con il test della minima differen-za significativa (MdS) Produzione di metaboliti secondari fitotossici colture liquide statiche degli isolati vd312d evd315nd di V dahliae sono state allestite in tredifferenti soluzioni nutritive czapek modificato(vdM) patate destrosio Broth (pdB difco ) oacqua estratto di Malto (oxoid) al 2 (eM2) perciascun isolato e substrato sono state preparate 10bottiglie di Roux della capacitagrave di 1 l contenenti

429infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

Meccanismi di resistenza alla verticilliosi e caratterizzazione di varietagrave meridionali di olivo dati preliminari sulla fisiologia dellrsquointerazione olivoVerticillium dahliae

gl BRuno c faSciano Mp ippolito S SeRMani ad MaRSico c colella M aMenduni f toMMaSi

aBStRact - Mechanisms of resistance to olive Verticillium wilt and characterization of olive varieties from southern prelim-inary data on physiology of olive - verticillium dahliae interaction - inoculations experiment were performed with two strainsof Verticillium dahliae characterized as defoliating (vd312d) or not defoliating (vd315nd) pathotypes lsquofrantoiorsquo(resistant) and lsquoleccinorsquo (susceptible) olive plants the interaction plantpathogen was evaluated as total phenolscarotenoids chlorophylls hydrogen peroxide ascorbic acid generic peroxidases and ascorbate peroxidase activityinoculated plants showed the typical pathway associate to a stress the two pathotypes are also able to produce in vitrophytotoxins Some of these secondary metabolites should be involved on biochemical and physiological alterations asso-ciated to verticillium wilt symptoms on olive trees (leaves wilting and defoliation)

Keywords fenoli totali metaboliti secondari stato redox verticilliosi

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

150 ml di soluzione nutritiva ciascuna bottiglia egravestata inoculata con 5 ml di sospensione ottenutaomogeneizzando tre colonie (coltivate per due setti-mane in piastre petri su substrato di pda a 25 degc albuio) in 50 ml di acqua distillata sterile dopo 28giorni di coltura (25 degc al buio) il micelio egrave statorimosso mediante filtrazione su garza e centrifugazio-ne (5500 xg 20 min 4 degc) aliquote (3 ml) di cia-scun filtrato colturale (fc) integro o diluito (10100 e 1000 volte con acqua distillata) sono state uti-lizzate in saggi di tossicitagrave su rametti recisi dilsquoleccinorsquo e lsquofrantoiorsquo eseguiti in ambiente controlla-to (uR 50 t 25 degc luce 150 microe cm-2 sec-1)acqua distillata e substrato non inoculato sono statiutilizzati come controllo dal terzo giorno dopo lrsquoas-sorbimento delle soluzioni tossiche egrave stata osservatala manifestazione dei sintomi dopo 24 72 e 240 oredallrsquoassorbimento delle soluzioni saggiate le foglie diciascun rametto sono state caratterizzate in terminidi flusso traspiratorio utilizzando un porometro li-1600-licor negli stessi intervalli egrave stato valutato ilcontenuto in clorofilla e fenoli seguendo i metodiproposti in precedenza

RiSultati e diScuSSione

Alterazioni fisiologicheper entrambi i patotipi di V dahliae saggiati lrsquoindu-zione di uno stato di malessere nella pianta egrave confer-mata dalla riduzione nel contenuto di clorofillesoprattutto dopo 24 ore per la cultivar suscettibilelsquoleccinorsquo (fig 1) invece il contenuto di ascorbatoclorofille e carotenoidi ha subito un incrementosoprattutto nei campioni di foglie prelevate dopo 72e 240 ore dallrsquoinoculo con il patotipo defogliante leanalisi condotte sulle foglie di lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquohanno mostrato come la molecola segnale perossidodrsquoidrogeno risulta maggiormente presente nella cul-tivar frantoio dopo 72 ore dallrsquoinoculo con il patoti-po defogliante (fig 1) mentre lrsquoattivitagrave della apXsegna negli stessi tempi un decremento (fig 2) invece nella cultivar frantoio i sistemi antiossidan-ti non enzimatici hanno mostrato un calo rispetto aicontrolli nei livelli di ascorbato e di fenoli (fig 1) non si sono osservate variazioni nellrsquoattivitagrave dellacatalasi (fig 2) infatti come dimostrato in altrisistemi nei tessuti vegetali questo enzima svolge unruolo nel metabolismo del perossido di idrogenosecondario rispetto allrsquoapX che invece egrave lrsquoenzimachiave nel controllo della concentrazione in perossi-do di idrogeno (de gaRa et al 2003) lrsquoattivitagrave dellepod infine aumenta notevolmente nelle fasi tardi-ve dellrsquoinfezione nelle foglie di lsquofrantoiorsquo mentre inquelle di lsquoleccinorsquo un incremento egrave evidente 72 oredallrsquoinoculo (fig 2) i dati evidenziati nelle nostre condizioni sperimenta-li sono in linea con quanto riportato dalla letteraturariguardo alle interazioni pianta-patogeno e le risposteda stress abiotici (de gaRa et al 2003) infatti nellepiante resistenti si assiste a una modulazione deisistemi antiossidanti tale da causare un incremento diperossido di idrogeno a livello fogliare (de gaRa etal 2003) per contro nella varietagrave suscettibile lrsquoau-

mento dei livelli in antiossidanti non enzimatici nonegrave sufficiente a indurre resistenza la diversa rispostaai sistemi antiossidanti riscontrata nelle due varietagraveutilizzate in queste prove potrebbe essere consideratacome un marker biochimico per valutare lo stato diavanzamento dellrsquoinfezione e il suo destino primadella comparsa dei sintomi

Evoluzione dei sintomia conferma di quanto giagrave riscontrato da ciRulli etal (2008) lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo sono risultate rispet-tivamente resistenti e suscettibili ai due isolati di Vdahliae utilizzati nessun sintomo egrave stato registrato esulle piante utilizzate come controllo (piante nontrattate e piante le cui radici sono state immerse per

430 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

fig 1contenuto in fenoli carotenoidi clorofille e perossido diidrogeno in foglie di lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo dopo 24 72 e240 ore dallrsquoinoculo con vd312d () e vd315nd ()i controlli sono rappresentati da piante le cui radici sonostate immerse per 10 minuti in acqua (mdash) ciascun valo-re egrave la media di cinque piante phenols carotenoids chlorophylls and hydrogen peroxidecontent in leaves of lsquofrantoiorsquo and lsquoleccinorsquo after 24 72and 240 hours after inoculation with vd312d () andvd315nd () as controls plants were treated for 10minutes in water (mdash) each value is the mean of fiveplants

10 minuti in acqua) e sulle chiome di lsquofrantoiorsquo ino-culate con il patotipo non defogliante il patotipodefogliante ha causato su lsquofrantoiorsquo una modestadefogliazione le piante di lsquoleccinorsquo hanno espressosintomi gravi con entrambi i patotipi (generale avviz-zimento della chioma) aggravati nel caso del patoti-po defogliante da accentuata e rapida filloptosiMetaboliti secondari fitotossici gli isolati di V dahliae utilizzati in coltura liquida susubstrato vdM hanno permesso di ottenere fc chesaggiati su rametti recisi di lsquoleccinorsquo (suscettibile) elsquofrantoiorsquo (resistente) hanno riprodotto sintomi diavvizzimento e accartocciamento fogliare e defoglia-zione nessun sintomo egrave stato registrato sui ramettiche hanno assorbito acqua distillata e i substrati noninoculati lrsquoassorbimento dei 3 ml di soluzione daparte dei rametti ha richiesto 30-32 ore per acquavdM pdB e eM2 mentre i fc dei due isolati sonostati assorbiti in 17-24 ore i fc dei patotipivd312d o vd315nd di V dah-liae ottenuti su substrato vdM saggiati su entrambe

le cultivar di olivo hanno evidenziato sintomi da 7-9 giorni dopo lrsquoassorbimento i fc ottenuti su sub-strato vdM da entrambi i patotipi inducono ripiega-mento e successivo imbrunimento della laminafogliare sui rametti di lsquofrantoiorsquo Sui rametti dilsquoleccinorsquo sono stati registrati ingiallimenti della lami-na fogliare inizialmente intorno alle nervature edopo 3-5 giorni sullrsquointera superficie Sintomo fina-le dei fc di entrambi gli isolati di V dahliae dopo 28giorni di coltura su substrato di vdM egrave stata unagenerale defogliazione dei rametti Su lsquoleccinorsquo ladefogliazione egrave stata severa e si egrave avuta dopo 17 gior-ni sui rametti trattati con il fc dellrsquoisolato vd312dcf e dopo 21 giorni su lsquofrantoiorsquo i rametti trattaticon i fc di vd315nd sono stati registrati dopo 20giorni su lsquoleccinorsquo e dopo 25 giorni su lsquofrantoiorsquo isintomi sopra descritti sono stati osservati anche suirametti che hanno assorbito i fc dei due isolati dopodiluizione di 10 e 100 volte con acqua distillata i fc ottenuti dai due patotipi su substrato vdMsono stati confrontati sulle due cultivar per i loroeffetti sul flusso traspiratorio e sulle variazioni infenoli e clorofille presenti nelle foglie (fig 3)

431Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 2contenuto in ascorbato e attivitagrave delle perossidasi generi-che (pod) e dellrsquoascorbato perossidasi (apX) in foglie dilsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo dopo 24 72 e 240 ore dallrsquoinoculocon vd312d () e vd315nd () i controlli sono rap-presentati da piante le cui radici sono state immerse per10 minuti in acqua (mdash) ciascun valore egrave la media di cin-que piante ascorbic acid concentration and peroxidase (pod) andascorbate peroxidase (apX) activity in leaves of lsquofrantoiorsquoand lsquoleccinorsquo after 24 72 and 240 hours after inocula-tion with vd312d () and vd315nd () as controlsplants were treated for 10 minutes in water (mdash) eachvalue is the mean of five plants

fig 3effetti sulla traspirazione e sul contenuto in clorofille efenoli in foglie di lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo dopo 24 72 e 240ore dallrsquoassorbimento di 3 ml di filtrato colturale degli iso-lati vd312d () e vd315nd () su substrato vdM icontrolli hanno assorbito 3 ml di acqua (mdash) ciascunvalore egrave la media di cinque rametti recisi transpiration from abaxial leaf surfaces and chlorophyllsand phenols content in leaves of lsquofrantoiorsquo and lsquoleccinorsquoafter 24 72 and 240 hours after the absorbtion of 3 ml fvd312d () and vd315nd () culture filtrates onvdM as controls twigs adsorbed 3 ml of water (mdash) eachvalue is the mean of five twigs

le misure di traspirazione (fig 3) dimostrano unforte incremento nel flusso traspiratorio nei ramettirecisi che hanno assorbito i fc ottenuti dal patotipovd312d rispetto a quelli ottenuti dal vd315nd edalle tesi di controllo nessuna differenza egrave stata regi-strata nel contenuto in clorofilla Solo la concentra-zione in fenoli nelle foglie dei rametti recisi chehanno assorbito i fc ottenuti dai due isolati egrave risul-tata circa tre volte superiore rispetto ai rametti delletesi di controllo totali (fig 3)in definitiva appare chiaro che nellrsquointerazione Vdahliae e olivo entrino in gioco fattori chimici divirulenza del patogeno (fitotossine) che contribuisca-no alla patogenesi e alla manifestazione dei sintomied inducano nellrsquoospite condizioni di stress in que-sto stato la pianta ospite manifesteragrave in parte o intoto le alterazioni biochimiche e fisiologiche determi-natesi nei tessuti attraverso i sintomi

Ringraziamenti - gli autori ringraziano i collaboratoriluca Scarola valentino poliseno nicola contursi eaniello Rescigno (dipartimento di Scienze del Suolo dellapianta e degli alimenti universitagrave degli Studi di Barialdo Moro) per il valido supporto tecnico nella realizza-zione delle prove lavoro realizzato con il contributo dellafondazione cassa di Risparmio di puglia Bando 2010 ndashprogetto Meccanismi di resistenza alla verticilliosi e caratte-rizzazione di varietagrave meridionali di olivo

letteRatuRa citataBeJaRano-alcaacutezaR J peacuteRez-aRteacuteS e JiMeacutenez-dIacuteaz

RM 2001 ndash Spread of the defoliating pathotype ofverticillium dahliae to new cotton and olive growingareas in Southern Spain in Proceedings 8th Inter-national Verticillium Symposium coacuterdoba 2001 57

BRuno g SpaRapano l 2006 ndash Effects of three esca-asso-ciated fungi on vitis vinifera L II Characterization ofbiomolecules in xylem sap and leaves of healthy and dis-eased vines physiol Mol plant path 69 195-208

BuBici g ciRulli M 2011 ndash verticillium wilt inScHena l agoSteo ge cacciola So (eds)Olive diseases and disorders 191-222 transwordResearch network Kerala india

cHandleR Sf doddS JH 1983 ndash The effect of phos-phate nitrogen and sucrose on the production of pheno-lics and solasodine in callus cultures of Solanum lacinia-tum plant cell Rep 2 205

ciRulli M colella c drsquoaMico M aMenduni MBuBici g 2008 ndash Comparison of screening methods for

the evaluation of olive resistance to verticillium dahliaeKleb J plant path 90(1) 7-14

colella c Miacola c aMenduni M drsquoaMico MBuBici g ciRulli M 2008 ndash Sources of Verticilliumwilt resistance in wild olive germplasm from theMediterranean region plant path 57 533-539

de gaRa l de pinto Mc toMMaSi f 2003 ndash Theantioxidant systems vis-agrave-vis reactive oxygen species dur-ing plantndashpathogen interaction plant physiolBiochem 41 863-870

licHtentHaleR HK 1987 ndash Chlorophylls andearotenoids pigments of photosynthetic bio-membranesMethods enzymol 148 351-383

MeRcado-Blanco J collado-RoMeRo M paRRilla-aRauJo S RodRIacuteguez-JuRado d JiMeacutenez-dIacuteazRM 2003 ndash Quantitative monitoring of colonizationof olive genotypes by verticillium dahliae pathotypes withreal-time polymerase chain reaction physiol Mol plantpath 63 91-105

MeRcado-Blanco J RodRIacuteguez-JuRado d peacuteRez-aRteacuteS e JiMenez-dIacuteaz RM 2001 ndash Detection of thenondefoliating pathotype of verticillium dahliae ininfected olive plants by nested PCR plant path 50609-619

paRadiSo a BeRaRdino R de pinto Mc Sanitagrave ditoppi l StoRelli MM toMMaSi f de gaRa l2008 ndash Increase in ascorbatendashglutathione metabolism aslocal and precocious systemic responses induced by cadmi-um in durum wheat plants plant cell physiol 49362-374

pegg gf BRady Bl 2002 ndash Verticillium Wilts caBipublishing Wallingford

toMMaSi f paciolla c de pinto Mc de gaRa l2006 ndash Effects of storage temperature on viability germi-nation and antioxidant metabolism in ginkgo biloba Lseeds plant physiol Biochem 44 359-368

RiaSSunto ndash due ceppi di Verticillium dahliae caratte-rizzati come patotipo defogliante (vd312d) o non defo-gliante (vd315nd) e piante di olivo delle cultivarlsquofrantoiorsquo (resistente) e lsquoleccinorsquo (suscettibile) sono statiutilizzati in prove di inoculazione artificiale focalizzate allostudio fisiologico delle interazioni pianta patogeno ladiversa risposta riscontrata nelle due varietagrave in termini difenoli carotenoidi clorofilla perossido di idrogeno ascor-bato perossidasi generiche e ascorbato perossidasi indicauno stato di stress fitotossine prodotte in vitro dai duepatotipi sembrano essere coinvolte nelle alterazioni biochi-miche e fisiologiche alla base delle tipiche sintomatologiedella verticilliosi su olivo (avvizzimento generale dellachioma e defogliazione)

432 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

autoRi

Giovanni Luigi Bruno (giovanniluigibrunounibait) Samer Sermani Antonio Domenico Marsico Mario AmenduniDipartimento di Scienze del Suolo della Pianta e degli Alimenti (DiSSPA) Sezione di Patologia vegetale Universitagrave di BarildquoAldo Morordquo Via G Amendola 165A 70126 BariCristina Fasciano Maria Paola Ippolito Franca Tommasi (francatommasiunibait) Dipartimento di Biologia Universitagrave diBari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70125 BariCecilia Colella Dipartimento di Chimica Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70125 Bari

Page 38: Società Botanica italiana onluS 45 (2) 2013/391... · 2018-05-08 · prodotto preso in esame e sia dal metodo utilizzato (peRez-JiMénez et al., 2008; MülleR et al., 2010). un’attenzione

Verticillium dahliae Kleb egrave un fungo tracheomicoti-co responsabile della piugrave grave malattia dellrsquoolivo(Olea europaea l) soprattutto negli oliveti dei paesimediterranei Questo fungo oltre lrsquoolivo attacca piugravedi 300 specie di piante arboree ed erbacee la malat-tia determina generalmente il disseccamento di por-zioni della chioma (BeJaRano-alcaacutezaR et al 2001pegg BRady 2002 BuBici ciRulli 2011) isolatidi V dahliae in grado di infettare cotone e olivo pos-sono essere classificati in due patotipi defogliante enon-defogliante sulla base della loro abilitagrave o menodi indurre defogliazione nelle piante infette(MeRcado-Blanco et al 2001 2003) il presentelavoro propone studi preliminari su i) alcune rispo-ste fisiologiche in due cultivar di olivo caratterizzateda differenti livelli di suscettibilitagrave alla verticilliosi ii)alcuni determinanti di patogenicitagrave potenzialmentecoinvolti nellrsquoinduzione dei sintomi fogliari prodottida patotipi diversi di V dahliae

MateRiali e Metodi

Alterazioni fisiologiche piante di olivo delle cultivar lsquofrantoiorsquo (resistente) elsquoleccinorsquo (suscettibile) sono state inoculate con gliisolati vd312d (defogliante) e vd315nd (nondefogliante) seguendo il metodo descritto da ciRulli

et al (2008) piante non trattate e piante le cui radi-ci sono state immerse per 10 minuti in acqua sonostate utilizzate come tesi di controllo Sono stati valu-tati il contenuto di fenoli carotenoidi clorofillaperossido drsquoidrogeno ascorbato e lrsquoattivitagrave delleperossidasi generiche (pod) e dellrsquoascorbato perossi-dasi (apX) in foglie delle due cultivar raccolte dopo24 72 e 240 ore dal trapianto applicando i metodiproposti da cHandleR doddS (1983) licHten-tHaleR (1987) BRuno SpaRapano (2006) toM-MaSi et al (2006) paRadiSo et al (2008) tre mesidopo lrsquoinoculazione su ogni pianta egrave stata valutata lapresenza di malattia sulla chioma utilizzando la scaladi severitagrave dei sintomi proposta da colella et al(2008) lrsquoanalisi statistica dei dati egrave stata eseguitaattraverso lrsquoanalisi della varianza (anova) le mediesono state separate con il test della minima differen-za significativa (MdS) Produzione di metaboliti secondari fitotossici colture liquide statiche degli isolati vd312d evd315nd di V dahliae sono state allestite in tredifferenti soluzioni nutritive czapek modificato(vdM) patate destrosio Broth (pdB difco ) oacqua estratto di Malto (oxoid) al 2 (eM2) perciascun isolato e substrato sono state preparate 10bottiglie di Roux della capacitagrave di 1 l contenenti

429infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

Meccanismi di resistenza alla verticilliosi e caratterizzazione di varietagrave meridionali di olivo dati preliminari sulla fisiologia dellrsquointerazione olivoVerticillium dahliae

gl BRuno c faSciano Mp ippolito S SeRMani ad MaRSico c colella M aMenduni f toMMaSi

aBStRact - Mechanisms of resistance to olive Verticillium wilt and characterization of olive varieties from southern prelim-inary data on physiology of olive - verticillium dahliae interaction - inoculations experiment were performed with two strainsof Verticillium dahliae characterized as defoliating (vd312d) or not defoliating (vd315nd) pathotypes lsquofrantoiorsquo(resistant) and lsquoleccinorsquo (susceptible) olive plants the interaction plantpathogen was evaluated as total phenolscarotenoids chlorophylls hydrogen peroxide ascorbic acid generic peroxidases and ascorbate peroxidase activityinoculated plants showed the typical pathway associate to a stress the two pathotypes are also able to produce in vitrophytotoxins Some of these secondary metabolites should be involved on biochemical and physiological alterations asso-ciated to verticillium wilt symptoms on olive trees (leaves wilting and defoliation)

Keywords fenoli totali metaboliti secondari stato redox verticilliosi

intRoduzione

Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

150 ml di soluzione nutritiva ciascuna bottiglia egravestata inoculata con 5 ml di sospensione ottenutaomogeneizzando tre colonie (coltivate per due setti-mane in piastre petri su substrato di pda a 25 degc albuio) in 50 ml di acqua distillata sterile dopo 28giorni di coltura (25 degc al buio) il micelio egrave statorimosso mediante filtrazione su garza e centrifugazio-ne (5500 xg 20 min 4 degc) aliquote (3 ml) di cia-scun filtrato colturale (fc) integro o diluito (10100 e 1000 volte con acqua distillata) sono state uti-lizzate in saggi di tossicitagrave su rametti recisi dilsquoleccinorsquo e lsquofrantoiorsquo eseguiti in ambiente controlla-to (uR 50 t 25 degc luce 150 microe cm-2 sec-1)acqua distillata e substrato non inoculato sono statiutilizzati come controllo dal terzo giorno dopo lrsquoas-sorbimento delle soluzioni tossiche egrave stata osservatala manifestazione dei sintomi dopo 24 72 e 240 oredallrsquoassorbimento delle soluzioni saggiate le foglie diciascun rametto sono state caratterizzate in terminidi flusso traspiratorio utilizzando un porometro li-1600-licor negli stessi intervalli egrave stato valutato ilcontenuto in clorofilla e fenoli seguendo i metodiproposti in precedenza

RiSultati e diScuSSione

Alterazioni fisiologicheper entrambi i patotipi di V dahliae saggiati lrsquoindu-zione di uno stato di malessere nella pianta egrave confer-mata dalla riduzione nel contenuto di clorofillesoprattutto dopo 24 ore per la cultivar suscettibilelsquoleccinorsquo (fig 1) invece il contenuto di ascorbatoclorofille e carotenoidi ha subito un incrementosoprattutto nei campioni di foglie prelevate dopo 72e 240 ore dallrsquoinoculo con il patotipo defogliante leanalisi condotte sulle foglie di lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquohanno mostrato come la molecola segnale perossidodrsquoidrogeno risulta maggiormente presente nella cul-tivar frantoio dopo 72 ore dallrsquoinoculo con il patoti-po defogliante (fig 1) mentre lrsquoattivitagrave della apXsegna negli stessi tempi un decremento (fig 2) invece nella cultivar frantoio i sistemi antiossidan-ti non enzimatici hanno mostrato un calo rispetto aicontrolli nei livelli di ascorbato e di fenoli (fig 1) non si sono osservate variazioni nellrsquoattivitagrave dellacatalasi (fig 2) infatti come dimostrato in altrisistemi nei tessuti vegetali questo enzima svolge unruolo nel metabolismo del perossido di idrogenosecondario rispetto allrsquoapX che invece egrave lrsquoenzimachiave nel controllo della concentrazione in perossi-do di idrogeno (de gaRa et al 2003) lrsquoattivitagrave dellepod infine aumenta notevolmente nelle fasi tardi-ve dellrsquoinfezione nelle foglie di lsquofrantoiorsquo mentre inquelle di lsquoleccinorsquo un incremento egrave evidente 72 oredallrsquoinoculo (fig 2) i dati evidenziati nelle nostre condizioni sperimenta-li sono in linea con quanto riportato dalla letteraturariguardo alle interazioni pianta-patogeno e le risposteda stress abiotici (de gaRa et al 2003) infatti nellepiante resistenti si assiste a una modulazione deisistemi antiossidanti tale da causare un incremento diperossido di idrogeno a livello fogliare (de gaRa etal 2003) per contro nella varietagrave suscettibile lrsquoau-

mento dei livelli in antiossidanti non enzimatici nonegrave sufficiente a indurre resistenza la diversa rispostaai sistemi antiossidanti riscontrata nelle due varietagraveutilizzate in queste prove potrebbe essere consideratacome un marker biochimico per valutare lo stato diavanzamento dellrsquoinfezione e il suo destino primadella comparsa dei sintomi

Evoluzione dei sintomia conferma di quanto giagrave riscontrato da ciRulli etal (2008) lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo sono risultate rispet-tivamente resistenti e suscettibili ai due isolati di Vdahliae utilizzati nessun sintomo egrave stato registrato esulle piante utilizzate come controllo (piante nontrattate e piante le cui radici sono state immerse per

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fig 1contenuto in fenoli carotenoidi clorofille e perossido diidrogeno in foglie di lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo dopo 24 72 e240 ore dallrsquoinoculo con vd312d () e vd315nd ()i controlli sono rappresentati da piante le cui radici sonostate immerse per 10 minuti in acqua (mdash) ciascun valo-re egrave la media di cinque piante phenols carotenoids chlorophylls and hydrogen peroxidecontent in leaves of lsquofrantoiorsquo and lsquoleccinorsquo after 24 72and 240 hours after inoculation with vd312d () andvd315nd () as controls plants were treated for 10minutes in water (mdash) each value is the mean of fiveplants

10 minuti in acqua) e sulle chiome di lsquofrantoiorsquo ino-culate con il patotipo non defogliante il patotipodefogliante ha causato su lsquofrantoiorsquo una modestadefogliazione le piante di lsquoleccinorsquo hanno espressosintomi gravi con entrambi i patotipi (generale avviz-zimento della chioma) aggravati nel caso del patoti-po defogliante da accentuata e rapida filloptosiMetaboliti secondari fitotossici gli isolati di V dahliae utilizzati in coltura liquida susubstrato vdM hanno permesso di ottenere fc chesaggiati su rametti recisi di lsquoleccinorsquo (suscettibile) elsquofrantoiorsquo (resistente) hanno riprodotto sintomi diavvizzimento e accartocciamento fogliare e defoglia-zione nessun sintomo egrave stato registrato sui ramettiche hanno assorbito acqua distillata e i substrati noninoculati lrsquoassorbimento dei 3 ml di soluzione daparte dei rametti ha richiesto 30-32 ore per acquavdM pdB e eM2 mentre i fc dei due isolati sonostati assorbiti in 17-24 ore i fc dei patotipivd312d o vd315nd di V dah-liae ottenuti su substrato vdM saggiati su entrambe

le cultivar di olivo hanno evidenziato sintomi da 7-9 giorni dopo lrsquoassorbimento i fc ottenuti su sub-strato vdM da entrambi i patotipi inducono ripiega-mento e successivo imbrunimento della laminafogliare sui rametti di lsquofrantoiorsquo Sui rametti dilsquoleccinorsquo sono stati registrati ingiallimenti della lami-na fogliare inizialmente intorno alle nervature edopo 3-5 giorni sullrsquointera superficie Sintomo fina-le dei fc di entrambi gli isolati di V dahliae dopo 28giorni di coltura su substrato di vdM egrave stata unagenerale defogliazione dei rametti Su lsquoleccinorsquo ladefogliazione egrave stata severa e si egrave avuta dopo 17 gior-ni sui rametti trattati con il fc dellrsquoisolato vd312dcf e dopo 21 giorni su lsquofrantoiorsquo i rametti trattaticon i fc di vd315nd sono stati registrati dopo 20giorni su lsquoleccinorsquo e dopo 25 giorni su lsquofrantoiorsquo isintomi sopra descritti sono stati osservati anche suirametti che hanno assorbito i fc dei due isolati dopodiluizione di 10 e 100 volte con acqua distillata i fc ottenuti dai due patotipi su substrato vdMsono stati confrontati sulle due cultivar per i loroeffetti sul flusso traspiratorio e sulle variazioni infenoli e clorofille presenti nelle foglie (fig 3)

431Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 2contenuto in ascorbato e attivitagrave delle perossidasi generi-che (pod) e dellrsquoascorbato perossidasi (apX) in foglie dilsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo dopo 24 72 e 240 ore dallrsquoinoculocon vd312d () e vd315nd () i controlli sono rap-presentati da piante le cui radici sono state immerse per10 minuti in acqua (mdash) ciascun valore egrave la media di cin-que piante ascorbic acid concentration and peroxidase (pod) andascorbate peroxidase (apX) activity in leaves of lsquofrantoiorsquoand lsquoleccinorsquo after 24 72 and 240 hours after inocula-tion with vd312d () and vd315nd () as controlsplants were treated for 10 minutes in water (mdash) eachvalue is the mean of five plants

fig 3effetti sulla traspirazione e sul contenuto in clorofille efenoli in foglie di lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo dopo 24 72 e 240ore dallrsquoassorbimento di 3 ml di filtrato colturale degli iso-lati vd312d () e vd315nd () su substrato vdM icontrolli hanno assorbito 3 ml di acqua (mdash) ciascunvalore egrave la media di cinque rametti recisi transpiration from abaxial leaf surfaces and chlorophyllsand phenols content in leaves of lsquofrantoiorsquo and lsquoleccinorsquoafter 24 72 and 240 hours after the absorbtion of 3 ml fvd312d () and vd315nd () culture filtrates onvdM as controls twigs adsorbed 3 ml of water (mdash) eachvalue is the mean of five twigs

le misure di traspirazione (fig 3) dimostrano unforte incremento nel flusso traspiratorio nei ramettirecisi che hanno assorbito i fc ottenuti dal patotipovd312d rispetto a quelli ottenuti dal vd315nd edalle tesi di controllo nessuna differenza egrave stata regi-strata nel contenuto in clorofilla Solo la concentra-zione in fenoli nelle foglie dei rametti recisi chehanno assorbito i fc ottenuti dai due isolati egrave risul-tata circa tre volte superiore rispetto ai rametti delletesi di controllo totali (fig 3)in definitiva appare chiaro che nellrsquointerazione Vdahliae e olivo entrino in gioco fattori chimici divirulenza del patogeno (fitotossine) che contribuisca-no alla patogenesi e alla manifestazione dei sintomied inducano nellrsquoospite condizioni di stress in que-sto stato la pianta ospite manifesteragrave in parte o intoto le alterazioni biochimiche e fisiologiche determi-natesi nei tessuti attraverso i sintomi

Ringraziamenti - gli autori ringraziano i collaboratoriluca Scarola valentino poliseno nicola contursi eaniello Rescigno (dipartimento di Scienze del Suolo dellapianta e degli alimenti universitagrave degli Studi di Barialdo Moro) per il valido supporto tecnico nella realizza-zione delle prove lavoro realizzato con il contributo dellafondazione cassa di Risparmio di puglia Bando 2010 ndashprogetto Meccanismi di resistenza alla verticilliosi e caratte-rizzazione di varietagrave meridionali di olivo

letteRatuRa citataBeJaRano-alcaacutezaR J peacuteRez-aRteacuteS e JiMeacutenez-dIacuteaz

RM 2001 ndash Spread of the defoliating pathotype ofverticillium dahliae to new cotton and olive growingareas in Southern Spain in Proceedings 8th Inter-national Verticillium Symposium coacuterdoba 2001 57

BRuno g SpaRapano l 2006 ndash Effects of three esca-asso-ciated fungi on vitis vinifera L II Characterization ofbiomolecules in xylem sap and leaves of healthy and dis-eased vines physiol Mol plant path 69 195-208

BuBici g ciRulli M 2011 ndash verticillium wilt inScHena l agoSteo ge cacciola So (eds)Olive diseases and disorders 191-222 transwordResearch network Kerala india

cHandleR Sf doddS JH 1983 ndash The effect of phos-phate nitrogen and sucrose on the production of pheno-lics and solasodine in callus cultures of Solanum lacinia-tum plant cell Rep 2 205

ciRulli M colella c drsquoaMico M aMenduni MBuBici g 2008 ndash Comparison of screening methods for

the evaluation of olive resistance to verticillium dahliaeKleb J plant path 90(1) 7-14

colella c Miacola c aMenduni M drsquoaMico MBuBici g ciRulli M 2008 ndash Sources of Verticilliumwilt resistance in wild olive germplasm from theMediterranean region plant path 57 533-539

de gaRa l de pinto Mc toMMaSi f 2003 ndash Theantioxidant systems vis-agrave-vis reactive oxygen species dur-ing plantndashpathogen interaction plant physiolBiochem 41 863-870

licHtentHaleR HK 1987 ndash Chlorophylls andearotenoids pigments of photosynthetic bio-membranesMethods enzymol 148 351-383

MeRcado-Blanco J collado-RoMeRo M paRRilla-aRauJo S RodRIacuteguez-JuRado d JiMeacutenez-dIacuteazRM 2003 ndash Quantitative monitoring of colonizationof olive genotypes by verticillium dahliae pathotypes withreal-time polymerase chain reaction physiol Mol plantpath 63 91-105

MeRcado-Blanco J RodRIacuteguez-JuRado d peacuteRez-aRteacuteS e JiMenez-dIacuteaz RM 2001 ndash Detection of thenondefoliating pathotype of verticillium dahliae ininfected olive plants by nested PCR plant path 50609-619

paRadiSo a BeRaRdino R de pinto Mc Sanitagrave ditoppi l StoRelli MM toMMaSi f de gaRa l2008 ndash Increase in ascorbatendashglutathione metabolism aslocal and precocious systemic responses induced by cadmi-um in durum wheat plants plant cell physiol 49362-374

pegg gf BRady Bl 2002 ndash Verticillium Wilts caBipublishing Wallingford

toMMaSi f paciolla c de pinto Mc de gaRa l2006 ndash Effects of storage temperature on viability germi-nation and antioxidant metabolism in ginkgo biloba Lseeds plant physiol Biochem 44 359-368

RiaSSunto ndash due ceppi di Verticillium dahliae caratte-rizzati come patotipo defogliante (vd312d) o non defo-gliante (vd315nd) e piante di olivo delle cultivarlsquofrantoiorsquo (resistente) e lsquoleccinorsquo (suscettibile) sono statiutilizzati in prove di inoculazione artificiale focalizzate allostudio fisiologico delle interazioni pianta patogeno ladiversa risposta riscontrata nelle due varietagrave in termini difenoli carotenoidi clorofilla perossido di idrogeno ascor-bato perossidasi generiche e ascorbato perossidasi indicauno stato di stress fitotossine prodotte in vitro dai duepatotipi sembrano essere coinvolte nelle alterazioni biochi-miche e fisiologiche alla base delle tipiche sintomatologiedella verticilliosi su olivo (avvizzimento generale dellachioma e defogliazione)

432 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

autoRi

Giovanni Luigi Bruno (giovanniluigibrunounibait) Samer Sermani Antonio Domenico Marsico Mario AmenduniDipartimento di Scienze del Suolo della Pianta e degli Alimenti (DiSSPA) Sezione di Patologia vegetale Universitagrave di BarildquoAldo Morordquo Via G Amendola 165A 70126 BariCristina Fasciano Maria Paola Ippolito Franca Tommasi (francatommasiunibait) Dipartimento di Biologia Universitagrave diBari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70125 BariCecilia Colella Dipartimento di Chimica Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70125 Bari

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150 ml di soluzione nutritiva ciascuna bottiglia egravestata inoculata con 5 ml di sospensione ottenutaomogeneizzando tre colonie (coltivate per due setti-mane in piastre petri su substrato di pda a 25 degc albuio) in 50 ml di acqua distillata sterile dopo 28giorni di coltura (25 degc al buio) il micelio egrave statorimosso mediante filtrazione su garza e centrifugazio-ne (5500 xg 20 min 4 degc) aliquote (3 ml) di cia-scun filtrato colturale (fc) integro o diluito (10100 e 1000 volte con acqua distillata) sono state uti-lizzate in saggi di tossicitagrave su rametti recisi dilsquoleccinorsquo e lsquofrantoiorsquo eseguiti in ambiente controlla-to (uR 50 t 25 degc luce 150 microe cm-2 sec-1)acqua distillata e substrato non inoculato sono statiutilizzati come controllo dal terzo giorno dopo lrsquoas-sorbimento delle soluzioni tossiche egrave stata osservatala manifestazione dei sintomi dopo 24 72 e 240 oredallrsquoassorbimento delle soluzioni saggiate le foglie diciascun rametto sono state caratterizzate in terminidi flusso traspiratorio utilizzando un porometro li-1600-licor negli stessi intervalli egrave stato valutato ilcontenuto in clorofilla e fenoli seguendo i metodiproposti in precedenza

RiSultati e diScuSSione

Alterazioni fisiologicheper entrambi i patotipi di V dahliae saggiati lrsquoindu-zione di uno stato di malessere nella pianta egrave confer-mata dalla riduzione nel contenuto di clorofillesoprattutto dopo 24 ore per la cultivar suscettibilelsquoleccinorsquo (fig 1) invece il contenuto di ascorbatoclorofille e carotenoidi ha subito un incrementosoprattutto nei campioni di foglie prelevate dopo 72e 240 ore dallrsquoinoculo con il patotipo defogliante leanalisi condotte sulle foglie di lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquohanno mostrato come la molecola segnale perossidodrsquoidrogeno risulta maggiormente presente nella cul-tivar frantoio dopo 72 ore dallrsquoinoculo con il patoti-po defogliante (fig 1) mentre lrsquoattivitagrave della apXsegna negli stessi tempi un decremento (fig 2) invece nella cultivar frantoio i sistemi antiossidan-ti non enzimatici hanno mostrato un calo rispetto aicontrolli nei livelli di ascorbato e di fenoli (fig 1) non si sono osservate variazioni nellrsquoattivitagrave dellacatalasi (fig 2) infatti come dimostrato in altrisistemi nei tessuti vegetali questo enzima svolge unruolo nel metabolismo del perossido di idrogenosecondario rispetto allrsquoapX che invece egrave lrsquoenzimachiave nel controllo della concentrazione in perossi-do di idrogeno (de gaRa et al 2003) lrsquoattivitagrave dellepod infine aumenta notevolmente nelle fasi tardi-ve dellrsquoinfezione nelle foglie di lsquofrantoiorsquo mentre inquelle di lsquoleccinorsquo un incremento egrave evidente 72 oredallrsquoinoculo (fig 2) i dati evidenziati nelle nostre condizioni sperimenta-li sono in linea con quanto riportato dalla letteraturariguardo alle interazioni pianta-patogeno e le risposteda stress abiotici (de gaRa et al 2003) infatti nellepiante resistenti si assiste a una modulazione deisistemi antiossidanti tale da causare un incremento diperossido di idrogeno a livello fogliare (de gaRa etal 2003) per contro nella varietagrave suscettibile lrsquoau-

mento dei livelli in antiossidanti non enzimatici nonegrave sufficiente a indurre resistenza la diversa rispostaai sistemi antiossidanti riscontrata nelle due varietagraveutilizzate in queste prove potrebbe essere consideratacome un marker biochimico per valutare lo stato diavanzamento dellrsquoinfezione e il suo destino primadella comparsa dei sintomi

Evoluzione dei sintomia conferma di quanto giagrave riscontrato da ciRulli etal (2008) lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo sono risultate rispet-tivamente resistenti e suscettibili ai due isolati di Vdahliae utilizzati nessun sintomo egrave stato registrato esulle piante utilizzate come controllo (piante nontrattate e piante le cui radici sono state immerse per

430 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

fig 1contenuto in fenoli carotenoidi clorofille e perossido diidrogeno in foglie di lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo dopo 24 72 e240 ore dallrsquoinoculo con vd312d () e vd315nd ()i controlli sono rappresentati da piante le cui radici sonostate immerse per 10 minuti in acqua (mdash) ciascun valo-re egrave la media di cinque piante phenols carotenoids chlorophylls and hydrogen peroxidecontent in leaves of lsquofrantoiorsquo and lsquoleccinorsquo after 24 72and 240 hours after inoculation with vd312d () andvd315nd () as controls plants were treated for 10minutes in water (mdash) each value is the mean of fiveplants

10 minuti in acqua) e sulle chiome di lsquofrantoiorsquo ino-culate con il patotipo non defogliante il patotipodefogliante ha causato su lsquofrantoiorsquo una modestadefogliazione le piante di lsquoleccinorsquo hanno espressosintomi gravi con entrambi i patotipi (generale avviz-zimento della chioma) aggravati nel caso del patoti-po defogliante da accentuata e rapida filloptosiMetaboliti secondari fitotossici gli isolati di V dahliae utilizzati in coltura liquida susubstrato vdM hanno permesso di ottenere fc chesaggiati su rametti recisi di lsquoleccinorsquo (suscettibile) elsquofrantoiorsquo (resistente) hanno riprodotto sintomi diavvizzimento e accartocciamento fogliare e defoglia-zione nessun sintomo egrave stato registrato sui ramettiche hanno assorbito acqua distillata e i substrati noninoculati lrsquoassorbimento dei 3 ml di soluzione daparte dei rametti ha richiesto 30-32 ore per acquavdM pdB e eM2 mentre i fc dei due isolati sonostati assorbiti in 17-24 ore i fc dei patotipivd312d o vd315nd di V dah-liae ottenuti su substrato vdM saggiati su entrambe

le cultivar di olivo hanno evidenziato sintomi da 7-9 giorni dopo lrsquoassorbimento i fc ottenuti su sub-strato vdM da entrambi i patotipi inducono ripiega-mento e successivo imbrunimento della laminafogliare sui rametti di lsquofrantoiorsquo Sui rametti dilsquoleccinorsquo sono stati registrati ingiallimenti della lami-na fogliare inizialmente intorno alle nervature edopo 3-5 giorni sullrsquointera superficie Sintomo fina-le dei fc di entrambi gli isolati di V dahliae dopo 28giorni di coltura su substrato di vdM egrave stata unagenerale defogliazione dei rametti Su lsquoleccinorsquo ladefogliazione egrave stata severa e si egrave avuta dopo 17 gior-ni sui rametti trattati con il fc dellrsquoisolato vd312dcf e dopo 21 giorni su lsquofrantoiorsquo i rametti trattaticon i fc di vd315nd sono stati registrati dopo 20giorni su lsquoleccinorsquo e dopo 25 giorni su lsquofrantoiorsquo isintomi sopra descritti sono stati osservati anche suirametti che hanno assorbito i fc dei due isolati dopodiluizione di 10 e 100 volte con acqua distillata i fc ottenuti dai due patotipi su substrato vdMsono stati confrontati sulle due cultivar per i loroeffetti sul flusso traspiratorio e sulle variazioni infenoli e clorofille presenti nelle foglie (fig 3)

431Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 2contenuto in ascorbato e attivitagrave delle perossidasi generi-che (pod) e dellrsquoascorbato perossidasi (apX) in foglie dilsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo dopo 24 72 e 240 ore dallrsquoinoculocon vd312d () e vd315nd () i controlli sono rap-presentati da piante le cui radici sono state immerse per10 minuti in acqua (mdash) ciascun valore egrave la media di cin-que piante ascorbic acid concentration and peroxidase (pod) andascorbate peroxidase (apX) activity in leaves of lsquofrantoiorsquoand lsquoleccinorsquo after 24 72 and 240 hours after inocula-tion with vd312d () and vd315nd () as controlsplants were treated for 10 minutes in water (mdash) eachvalue is the mean of five plants

fig 3effetti sulla traspirazione e sul contenuto in clorofille efenoli in foglie di lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo dopo 24 72 e 240ore dallrsquoassorbimento di 3 ml di filtrato colturale degli iso-lati vd312d () e vd315nd () su substrato vdM icontrolli hanno assorbito 3 ml di acqua (mdash) ciascunvalore egrave la media di cinque rametti recisi transpiration from abaxial leaf surfaces and chlorophyllsand phenols content in leaves of lsquofrantoiorsquo and lsquoleccinorsquoafter 24 72 and 240 hours after the absorbtion of 3 ml fvd312d () and vd315nd () culture filtrates onvdM as controls twigs adsorbed 3 ml of water (mdash) eachvalue is the mean of five twigs

le misure di traspirazione (fig 3) dimostrano unforte incremento nel flusso traspiratorio nei ramettirecisi che hanno assorbito i fc ottenuti dal patotipovd312d rispetto a quelli ottenuti dal vd315nd edalle tesi di controllo nessuna differenza egrave stata regi-strata nel contenuto in clorofilla Solo la concentra-zione in fenoli nelle foglie dei rametti recisi chehanno assorbito i fc ottenuti dai due isolati egrave risul-tata circa tre volte superiore rispetto ai rametti delletesi di controllo totali (fig 3)in definitiva appare chiaro che nellrsquointerazione Vdahliae e olivo entrino in gioco fattori chimici divirulenza del patogeno (fitotossine) che contribuisca-no alla patogenesi e alla manifestazione dei sintomied inducano nellrsquoospite condizioni di stress in que-sto stato la pianta ospite manifesteragrave in parte o intoto le alterazioni biochimiche e fisiologiche determi-natesi nei tessuti attraverso i sintomi

Ringraziamenti - gli autori ringraziano i collaboratoriluca Scarola valentino poliseno nicola contursi eaniello Rescigno (dipartimento di Scienze del Suolo dellapianta e degli alimenti universitagrave degli Studi di Barialdo Moro) per il valido supporto tecnico nella realizza-zione delle prove lavoro realizzato con il contributo dellafondazione cassa di Risparmio di puglia Bando 2010 ndashprogetto Meccanismi di resistenza alla verticilliosi e caratte-rizzazione di varietagrave meridionali di olivo

letteRatuRa citataBeJaRano-alcaacutezaR J peacuteRez-aRteacuteS e JiMeacutenez-dIacuteaz

RM 2001 ndash Spread of the defoliating pathotype ofverticillium dahliae to new cotton and olive growingareas in Southern Spain in Proceedings 8th Inter-national Verticillium Symposium coacuterdoba 2001 57

BRuno g SpaRapano l 2006 ndash Effects of three esca-asso-ciated fungi on vitis vinifera L II Characterization ofbiomolecules in xylem sap and leaves of healthy and dis-eased vines physiol Mol plant path 69 195-208

BuBici g ciRulli M 2011 ndash verticillium wilt inScHena l agoSteo ge cacciola So (eds)Olive diseases and disorders 191-222 transwordResearch network Kerala india

cHandleR Sf doddS JH 1983 ndash The effect of phos-phate nitrogen and sucrose on the production of pheno-lics and solasodine in callus cultures of Solanum lacinia-tum plant cell Rep 2 205

ciRulli M colella c drsquoaMico M aMenduni MBuBici g 2008 ndash Comparison of screening methods for

the evaluation of olive resistance to verticillium dahliaeKleb J plant path 90(1) 7-14

colella c Miacola c aMenduni M drsquoaMico MBuBici g ciRulli M 2008 ndash Sources of Verticilliumwilt resistance in wild olive germplasm from theMediterranean region plant path 57 533-539

de gaRa l de pinto Mc toMMaSi f 2003 ndash Theantioxidant systems vis-agrave-vis reactive oxygen species dur-ing plantndashpathogen interaction plant physiolBiochem 41 863-870

licHtentHaleR HK 1987 ndash Chlorophylls andearotenoids pigments of photosynthetic bio-membranesMethods enzymol 148 351-383

MeRcado-Blanco J collado-RoMeRo M paRRilla-aRauJo S RodRIacuteguez-JuRado d JiMeacutenez-dIacuteazRM 2003 ndash Quantitative monitoring of colonizationof olive genotypes by verticillium dahliae pathotypes withreal-time polymerase chain reaction physiol Mol plantpath 63 91-105

MeRcado-Blanco J RodRIacuteguez-JuRado d peacuteRez-aRteacuteS e JiMenez-dIacuteaz RM 2001 ndash Detection of thenondefoliating pathotype of verticillium dahliae ininfected olive plants by nested PCR plant path 50609-619

paRadiSo a BeRaRdino R de pinto Mc Sanitagrave ditoppi l StoRelli MM toMMaSi f de gaRa l2008 ndash Increase in ascorbatendashglutathione metabolism aslocal and precocious systemic responses induced by cadmi-um in durum wheat plants plant cell physiol 49362-374

pegg gf BRady Bl 2002 ndash Verticillium Wilts caBipublishing Wallingford

toMMaSi f paciolla c de pinto Mc de gaRa l2006 ndash Effects of storage temperature on viability germi-nation and antioxidant metabolism in ginkgo biloba Lseeds plant physiol Biochem 44 359-368

RiaSSunto ndash due ceppi di Verticillium dahliae caratte-rizzati come patotipo defogliante (vd312d) o non defo-gliante (vd315nd) e piante di olivo delle cultivarlsquofrantoiorsquo (resistente) e lsquoleccinorsquo (suscettibile) sono statiutilizzati in prove di inoculazione artificiale focalizzate allostudio fisiologico delle interazioni pianta patogeno ladiversa risposta riscontrata nelle due varietagrave in termini difenoli carotenoidi clorofilla perossido di idrogeno ascor-bato perossidasi generiche e ascorbato perossidasi indicauno stato di stress fitotossine prodotte in vitro dai duepatotipi sembrano essere coinvolte nelle alterazioni biochi-miche e fisiologiche alla base delle tipiche sintomatologiedella verticilliosi su olivo (avvizzimento generale dellachioma e defogliazione)

432 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

autoRi

Giovanni Luigi Bruno (giovanniluigibrunounibait) Samer Sermani Antonio Domenico Marsico Mario AmenduniDipartimento di Scienze del Suolo della Pianta e degli Alimenti (DiSSPA) Sezione di Patologia vegetale Universitagrave di BarildquoAldo Morordquo Via G Amendola 165A 70126 BariCristina Fasciano Maria Paola Ippolito Franca Tommasi (francatommasiunibait) Dipartimento di Biologia Universitagrave diBari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70125 BariCecilia Colella Dipartimento di Chimica Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70125 Bari

Page 40: Società Botanica italiana onluS 45 (2) 2013/391... · 2018-05-08 · prodotto preso in esame e sia dal metodo utilizzato (peRez-JiMénez et al., 2008; MülleR et al., 2010). un’attenzione

10 minuti in acqua) e sulle chiome di lsquofrantoiorsquo ino-culate con il patotipo non defogliante il patotipodefogliante ha causato su lsquofrantoiorsquo una modestadefogliazione le piante di lsquoleccinorsquo hanno espressosintomi gravi con entrambi i patotipi (generale avviz-zimento della chioma) aggravati nel caso del patoti-po defogliante da accentuata e rapida filloptosiMetaboliti secondari fitotossici gli isolati di V dahliae utilizzati in coltura liquida susubstrato vdM hanno permesso di ottenere fc chesaggiati su rametti recisi di lsquoleccinorsquo (suscettibile) elsquofrantoiorsquo (resistente) hanno riprodotto sintomi diavvizzimento e accartocciamento fogliare e defoglia-zione nessun sintomo egrave stato registrato sui ramettiche hanno assorbito acqua distillata e i substrati noninoculati lrsquoassorbimento dei 3 ml di soluzione daparte dei rametti ha richiesto 30-32 ore per acquavdM pdB e eM2 mentre i fc dei due isolati sonostati assorbiti in 17-24 ore i fc dei patotipivd312d o vd315nd di V dah-liae ottenuti su substrato vdM saggiati su entrambe

le cultivar di olivo hanno evidenziato sintomi da 7-9 giorni dopo lrsquoassorbimento i fc ottenuti su sub-strato vdM da entrambi i patotipi inducono ripiega-mento e successivo imbrunimento della laminafogliare sui rametti di lsquofrantoiorsquo Sui rametti dilsquoleccinorsquo sono stati registrati ingiallimenti della lami-na fogliare inizialmente intorno alle nervature edopo 3-5 giorni sullrsquointera superficie Sintomo fina-le dei fc di entrambi gli isolati di V dahliae dopo 28giorni di coltura su substrato di vdM egrave stata unagenerale defogliazione dei rametti Su lsquoleccinorsquo ladefogliazione egrave stata severa e si egrave avuta dopo 17 gior-ni sui rametti trattati con il fc dellrsquoisolato vd312dcf e dopo 21 giorni su lsquofrantoiorsquo i rametti trattaticon i fc di vd315nd sono stati registrati dopo 20giorni su lsquoleccinorsquo e dopo 25 giorni su lsquofrantoiorsquo isintomi sopra descritti sono stati osservati anche suirametti che hanno assorbito i fc dei due isolati dopodiluizione di 10 e 100 volte con acqua distillata i fc ottenuti dai due patotipi su substrato vdMsono stati confrontati sulle due cultivar per i loroeffetti sul flusso traspiratorio e sulle variazioni infenoli e clorofille presenti nelle foglie (fig 3)

431Contributi scientifici Sezioni Regionali e Gruppi SBI

fig 2contenuto in ascorbato e attivitagrave delle perossidasi generi-che (pod) e dellrsquoascorbato perossidasi (apX) in foglie dilsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo dopo 24 72 e 240 ore dallrsquoinoculocon vd312d () e vd315nd () i controlli sono rap-presentati da piante le cui radici sono state immerse per10 minuti in acqua (mdash) ciascun valore egrave la media di cin-que piante ascorbic acid concentration and peroxidase (pod) andascorbate peroxidase (apX) activity in leaves of lsquofrantoiorsquoand lsquoleccinorsquo after 24 72 and 240 hours after inocula-tion with vd312d () and vd315nd () as controlsplants were treated for 10 minutes in water (mdash) eachvalue is the mean of five plants

fig 3effetti sulla traspirazione e sul contenuto in clorofille efenoli in foglie di lsquofrantoiorsquo e lsquoleccinorsquo dopo 24 72 e 240ore dallrsquoassorbimento di 3 ml di filtrato colturale degli iso-lati vd312d () e vd315nd () su substrato vdM icontrolli hanno assorbito 3 ml di acqua (mdash) ciascunvalore egrave la media di cinque rametti recisi transpiration from abaxial leaf surfaces and chlorophyllsand phenols content in leaves of lsquofrantoiorsquo and lsquoleccinorsquoafter 24 72 and 240 hours after the absorbtion of 3 ml fvd312d () and vd315nd () culture filtrates onvdM as controls twigs adsorbed 3 ml of water (mdash) eachvalue is the mean of five twigs

le misure di traspirazione (fig 3) dimostrano unforte incremento nel flusso traspiratorio nei ramettirecisi che hanno assorbito i fc ottenuti dal patotipovd312d rispetto a quelli ottenuti dal vd315nd edalle tesi di controllo nessuna differenza egrave stata regi-strata nel contenuto in clorofilla Solo la concentra-zione in fenoli nelle foglie dei rametti recisi chehanno assorbito i fc ottenuti dai due isolati egrave risul-tata circa tre volte superiore rispetto ai rametti delletesi di controllo totali (fig 3)in definitiva appare chiaro che nellrsquointerazione Vdahliae e olivo entrino in gioco fattori chimici divirulenza del patogeno (fitotossine) che contribuisca-no alla patogenesi e alla manifestazione dei sintomied inducano nellrsquoospite condizioni di stress in que-sto stato la pianta ospite manifesteragrave in parte o intoto le alterazioni biochimiche e fisiologiche determi-natesi nei tessuti attraverso i sintomi

Ringraziamenti - gli autori ringraziano i collaboratoriluca Scarola valentino poliseno nicola contursi eaniello Rescigno (dipartimento di Scienze del Suolo dellapianta e degli alimenti universitagrave degli Studi di Barialdo Moro) per il valido supporto tecnico nella realizza-zione delle prove lavoro realizzato con il contributo dellafondazione cassa di Risparmio di puglia Bando 2010 ndashprogetto Meccanismi di resistenza alla verticilliosi e caratte-rizzazione di varietagrave meridionali di olivo

letteRatuRa citataBeJaRano-alcaacutezaR J peacuteRez-aRteacuteS e JiMeacutenez-dIacuteaz

RM 2001 ndash Spread of the defoliating pathotype ofverticillium dahliae to new cotton and olive growingareas in Southern Spain in Proceedings 8th Inter-national Verticillium Symposium coacuterdoba 2001 57

BRuno g SpaRapano l 2006 ndash Effects of three esca-asso-ciated fungi on vitis vinifera L II Characterization ofbiomolecules in xylem sap and leaves of healthy and dis-eased vines physiol Mol plant path 69 195-208

BuBici g ciRulli M 2011 ndash verticillium wilt inScHena l agoSteo ge cacciola So (eds)Olive diseases and disorders 191-222 transwordResearch network Kerala india

cHandleR Sf doddS JH 1983 ndash The effect of phos-phate nitrogen and sucrose on the production of pheno-lics and solasodine in callus cultures of Solanum lacinia-tum plant cell Rep 2 205

ciRulli M colella c drsquoaMico M aMenduni MBuBici g 2008 ndash Comparison of screening methods for

the evaluation of olive resistance to verticillium dahliaeKleb J plant path 90(1) 7-14

colella c Miacola c aMenduni M drsquoaMico MBuBici g ciRulli M 2008 ndash Sources of Verticilliumwilt resistance in wild olive germplasm from theMediterranean region plant path 57 533-539

de gaRa l de pinto Mc toMMaSi f 2003 ndash Theantioxidant systems vis-agrave-vis reactive oxygen species dur-ing plantndashpathogen interaction plant physiolBiochem 41 863-870

licHtentHaleR HK 1987 ndash Chlorophylls andearotenoids pigments of photosynthetic bio-membranesMethods enzymol 148 351-383

MeRcado-Blanco J collado-RoMeRo M paRRilla-aRauJo S RodRIacuteguez-JuRado d JiMeacutenez-dIacuteazRM 2003 ndash Quantitative monitoring of colonizationof olive genotypes by verticillium dahliae pathotypes withreal-time polymerase chain reaction physiol Mol plantpath 63 91-105

MeRcado-Blanco J RodRIacuteguez-JuRado d peacuteRez-aRteacuteS e JiMenez-dIacuteaz RM 2001 ndash Detection of thenondefoliating pathotype of verticillium dahliae ininfected olive plants by nested PCR plant path 50609-619

paRadiSo a BeRaRdino R de pinto Mc Sanitagrave ditoppi l StoRelli MM toMMaSi f de gaRa l2008 ndash Increase in ascorbatendashglutathione metabolism aslocal and precocious systemic responses induced by cadmi-um in durum wheat plants plant cell physiol 49362-374

pegg gf BRady Bl 2002 ndash Verticillium Wilts caBipublishing Wallingford

toMMaSi f paciolla c de pinto Mc de gaRa l2006 ndash Effects of storage temperature on viability germi-nation and antioxidant metabolism in ginkgo biloba Lseeds plant physiol Biochem 44 359-368

RiaSSunto ndash due ceppi di Verticillium dahliae caratte-rizzati come patotipo defogliante (vd312d) o non defo-gliante (vd315nd) e piante di olivo delle cultivarlsquofrantoiorsquo (resistente) e lsquoleccinorsquo (suscettibile) sono statiutilizzati in prove di inoculazione artificiale focalizzate allostudio fisiologico delle interazioni pianta patogeno ladiversa risposta riscontrata nelle due varietagrave in termini difenoli carotenoidi clorofilla perossido di idrogeno ascor-bato perossidasi generiche e ascorbato perossidasi indicauno stato di stress fitotossine prodotte in vitro dai duepatotipi sembrano essere coinvolte nelle alterazioni biochi-miche e fisiologiche alla base delle tipiche sintomatologiedella verticilliosi su olivo (avvizzimento generale dellachioma e defogliazione)

432 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

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Giovanni Luigi Bruno (giovanniluigibrunounibait) Samer Sermani Antonio Domenico Marsico Mario AmenduniDipartimento di Scienze del Suolo della Pianta e degli Alimenti (DiSSPA) Sezione di Patologia vegetale Universitagrave di BarildquoAldo Morordquo Via G Amendola 165A 70126 BariCristina Fasciano Maria Paola Ippolito Franca Tommasi (francatommasiunibait) Dipartimento di Biologia Universitagrave diBari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70125 BariCecilia Colella Dipartimento di Chimica Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70125 Bari

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le misure di traspirazione (fig 3) dimostrano unforte incremento nel flusso traspiratorio nei ramettirecisi che hanno assorbito i fc ottenuti dal patotipovd312d rispetto a quelli ottenuti dal vd315nd edalle tesi di controllo nessuna differenza egrave stata regi-strata nel contenuto in clorofilla Solo la concentra-zione in fenoli nelle foglie dei rametti recisi chehanno assorbito i fc ottenuti dai due isolati egrave risul-tata circa tre volte superiore rispetto ai rametti delletesi di controllo totali (fig 3)in definitiva appare chiaro che nellrsquointerazione Vdahliae e olivo entrino in gioco fattori chimici divirulenza del patogeno (fitotossine) che contribuisca-no alla patogenesi e alla manifestazione dei sintomied inducano nellrsquoospite condizioni di stress in que-sto stato la pianta ospite manifesteragrave in parte o intoto le alterazioni biochimiche e fisiologiche determi-natesi nei tessuti attraverso i sintomi

Ringraziamenti - gli autori ringraziano i collaboratoriluca Scarola valentino poliseno nicola contursi eaniello Rescigno (dipartimento di Scienze del Suolo dellapianta e degli alimenti universitagrave degli Studi di Barialdo Moro) per il valido supporto tecnico nella realizza-zione delle prove lavoro realizzato con il contributo dellafondazione cassa di Risparmio di puglia Bando 2010 ndashprogetto Meccanismi di resistenza alla verticilliosi e caratte-rizzazione di varietagrave meridionali di olivo

letteRatuRa citataBeJaRano-alcaacutezaR J peacuteRez-aRteacuteS e JiMeacutenez-dIacuteaz

RM 2001 ndash Spread of the defoliating pathotype ofverticillium dahliae to new cotton and olive growingareas in Southern Spain in Proceedings 8th Inter-national Verticillium Symposium coacuterdoba 2001 57

BRuno g SpaRapano l 2006 ndash Effects of three esca-asso-ciated fungi on vitis vinifera L II Characterization ofbiomolecules in xylem sap and leaves of healthy and dis-eased vines physiol Mol plant path 69 195-208

BuBici g ciRulli M 2011 ndash verticillium wilt inScHena l agoSteo ge cacciola So (eds)Olive diseases and disorders 191-222 transwordResearch network Kerala india

cHandleR Sf doddS JH 1983 ndash The effect of phos-phate nitrogen and sucrose on the production of pheno-lics and solasodine in callus cultures of Solanum lacinia-tum plant cell Rep 2 205

ciRulli M colella c drsquoaMico M aMenduni MBuBici g 2008 ndash Comparison of screening methods for

the evaluation of olive resistance to verticillium dahliaeKleb J plant path 90(1) 7-14

colella c Miacola c aMenduni M drsquoaMico MBuBici g ciRulli M 2008 ndash Sources of Verticilliumwilt resistance in wild olive germplasm from theMediterranean region plant path 57 533-539

de gaRa l de pinto Mc toMMaSi f 2003 ndash Theantioxidant systems vis-agrave-vis reactive oxygen species dur-ing plantndashpathogen interaction plant physiolBiochem 41 863-870

licHtentHaleR HK 1987 ndash Chlorophylls andearotenoids pigments of photosynthetic bio-membranesMethods enzymol 148 351-383

MeRcado-Blanco J collado-RoMeRo M paRRilla-aRauJo S RodRIacuteguez-JuRado d JiMeacutenez-dIacuteazRM 2003 ndash Quantitative monitoring of colonizationof olive genotypes by verticillium dahliae pathotypes withreal-time polymerase chain reaction physiol Mol plantpath 63 91-105

MeRcado-Blanco J RodRIacuteguez-JuRado d peacuteRez-aRteacuteS e JiMenez-dIacuteaz RM 2001 ndash Detection of thenondefoliating pathotype of verticillium dahliae ininfected olive plants by nested PCR plant path 50609-619

paRadiSo a BeRaRdino R de pinto Mc Sanitagrave ditoppi l StoRelli MM toMMaSi f de gaRa l2008 ndash Increase in ascorbatendashglutathione metabolism aslocal and precocious systemic responses induced by cadmi-um in durum wheat plants plant cell physiol 49362-374

pegg gf BRady Bl 2002 ndash Verticillium Wilts caBipublishing Wallingford

toMMaSi f paciolla c de pinto Mc de gaRa l2006 ndash Effects of storage temperature on viability germi-nation and antioxidant metabolism in ginkgo biloba Lseeds plant physiol Biochem 44 359-368

RiaSSunto ndash due ceppi di Verticillium dahliae caratte-rizzati come patotipo defogliante (vd312d) o non defo-gliante (vd315nd) e piante di olivo delle cultivarlsquofrantoiorsquo (resistente) e lsquoleccinorsquo (suscettibile) sono statiutilizzati in prove di inoculazione artificiale focalizzate allostudio fisiologico delle interazioni pianta patogeno ladiversa risposta riscontrata nelle due varietagrave in termini difenoli carotenoidi clorofilla perossido di idrogeno ascor-bato perossidasi generiche e ascorbato perossidasi indicauno stato di stress fitotossine prodotte in vitro dai duepatotipi sembrano essere coinvolte nelle alterazioni biochi-miche e fisiologiche alla base delle tipiche sintomatologiedella verticilliosi su olivo (avvizzimento generale dellachioma e defogliazione)

432 infoRMatoRe Botanico italiano 45 (2) 393-432 2013

autoRi

Giovanni Luigi Bruno (giovanniluigibrunounibait) Samer Sermani Antonio Domenico Marsico Mario AmenduniDipartimento di Scienze del Suolo della Pianta e degli Alimenti (DiSSPA) Sezione di Patologia vegetale Universitagrave di BarildquoAldo Morordquo Via G Amendola 165A 70126 BariCristina Fasciano Maria Paola Ippolito Franca Tommasi (francatommasiunibait) Dipartimento di Biologia Universitagrave diBari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70125 BariCecilia Colella Dipartimento di Chimica Universitagrave di Bari ldquoAldo Morordquo Via Orabona 4 70125 Bari