Social media: una strada obbligata

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p. 8 Il quotidiano della comunicazione anno XXII n°111 lunedì 18 giugno 2012 TARGET AUTOMOTIVE? NOI LO CONOSCIAMO BENE. AutoScout24 Italia S.r.l. Via Pordenone 8, 20132 Milano (Italy) Head of Advertising Michele Mango, T. 02 21080829, F. 02 21080837 - [email protected] Oltre 222 milioni di pagine viste, 4.3 milioni di utenti unici che navigano per 11 minuti.* www.autoscout24.it QUI TUTTO È AUTO. *Fonte: nielsen SiteCensus gennaio 2012 Nell’attuale dibattito sulla tra- sformazione in atto nel mondo della comunicazione, i social media occupano una posi- zione di grande rilievo, dovuta naturalmente alla loro premi- nenza nella “dieta” mediati- ca degli italiani. Gli ultimi dati ci dicono infatti che gli utenti Facebook in Italia hanno rag- giunto - e probabilmente su- perato, ormai - i 22 milioni di unità (marzo 2012 - Audiweb/ Nielsen), e che - dato questo ancor più dirompente - ogni cinque pagine visitate online nel mondo una appartiene al più famoso tra i social network (www.thenextweb.com). Una recente ricerca del Poli- tecnico di Milano in collabora- zione con Mimesi ha messo in luce come 8 milioni di italiani modifichino le loro scelte d’ac- quisto a seguito delle infor- mazioni recuperate attraver- so i social media, mentre sono 15 milioni quelli che dichiara- no di fidarsi pienamente delle informazioni riguardanti pro- dotti e servizi reperite su blog e forum. Sono numeri impressionan- ti, che mostrano chiaramen- te quanto ubiquo, pervasivo e determinante sia diventa- to questo fenomeno: se anche solo un paio d’anni fa c’era chi lo liquidava come “una cosa da ragazzini” o una moda passeggera, oggi possiamo affermare di essere in presenza di un mezzo di comunicazione di massa a tutti gli effetti. In tutto ciò, sebbene anche da noi la comunità dei marketer abbia in sostanza abbracciato questa visione, nei fatti molte aziende esitano a impegnar- si con strategie di lungo pe- riodo nel mondo nuovo delle conversazioni online, spesso perché non sono in grado di valutarne il ritorno, che non è facilmente misurabile con le metriche classiche. Ciò che conta in un dialogo, infatti, non è solo il numero di perso- ne teoricamente contattate (i “fan” o i “follower”), ma soprat- tutto con quante si sta effetti- vamente parlando e a quale livello di coinvolgimento: il co- siddetto “engagement”. Le aziende devono compren- dere che stare sui social media vuol dire innanzitutto stabili- re una relazione reale con per- sone reali, che non funziona in una logica di “campagne”, ma che richiede piuttosto una pre- senza e un impegno costante nel tempo. Inoltre, per “ingag- giare” qualcuno in un dialo- go, si presuppone esista una condivisione di interessi: a dif- ferenza della comunicazione tradizionale in cui l’azienda parla e l’utente ascolta passi- vamente, in una conversazio- ne tra pari bisogna essere in- teressanti per l’interlocutore. In altre parole, per avere atten- zione e coinvolgimento occor- re offrire del valore in cambio, che si tratti di un servizio, di in- trattenimento, di informazio- ni in anteprima, ecc.. Nessuna ricetta preconfezionata dun- que, ma una strategia che ten- ga conto dello scenario com- petitivo, dei punti di forza e di debolezza della marca, delle opportunità e – perché no – dei rischi connessi all’”aprirsi” al dialogo. Le agenzie digital, dal canto loro, devono ripensare il loro ruolo, integrando i servizi tra- dizionali con una nuova of- ferta che ponga al centro la capacità di agire contempo- raneamente e sinergicamen- te su tutte le leve di comuni- cazione, dai media posseduti (ad esempio il sito azienda- le) ai media pagati (come di- splay e keyword advertising), ai media guadagnati (social network). E’ ormai chiaro che per presidiare efficacemente i mezzi digitali occorre saperne sfruttare tutti i touchpoint di- sponibili. E’ questa la vera sfida che le agenzie hanno di fronte: esse- re per i propri clienti il partner a 360°, progettando e attuan- do una strategia digital conti- nuativa e misurabile, in linea con gli obiettivi prefissati. * Amministratore delegato di Innexa di Stefano Lamon* Questi strumenti non sono più marginali nella determinazione dei risultati commerciali e le aziende non possono fare a meno di presidiarli. Ecco perché il commento Social media: una strada obbligata

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p. 8Il quotidiano della comunicazioneanno XXII n°111lunedì 18 giugno 2012

TARGET AUTOMOTIVE? NOI LO CONOSCIAMO BENE.

AutoScout24 Italia S.r.l. Via Pordenone 8, 20132 Milano (Italy) Head of Advertising Michele Mango, T. 02 21080829, F. 02 21080837 - [email protected]

Oltre 222 milioni di pagine viste, 4.3 milioni di utenti unici che navigano per 11 minuti.*

www.autoscout24.it

QUI TUTTO È AUTO.

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Nell’attuale dibattito sulla tra-sformazione in atto nel mondo della comunicazione, i social media occupano una posi-zione di grande rilievo, dovuta naturalmente alla loro premi-nenza nella “dieta” mediati-ca degli italiani. Gli ultimi dati ci dicono infatti che gli utenti Facebook in Italia hanno rag-giunto - e probabilmente su-perato, ormai - i 22 milioni di unità (marzo 2012 - Audiweb/Nielsen), e che - dato questo ancor più dirompente - ogni cinque pagine visitate online nel mondo una appartiene al più famoso tra i social network (www.thenextweb.com).Una recente ricerca del Poli-tecnico di Milano in collabora-zione con Mimesi ha messo in luce come 8 milioni di italiani modifichino le loro scelte d’ac-quisto a seguito delle infor-

mazioni recuperate attraver-so i social media, mentre sono 15 milioni quelli che dichiara-no di fidarsi pienamente delle informazioni riguardanti pro-dotti e servizi reperite su blog e forum.Sono numeri impressionan-ti, che mostrano chiaramen-te quanto ubiquo, pervasivo e determinante sia diventa-to questo fenomeno: se anche solo un paio d’anni fa c’era chi lo liquidava come “una cosa da ragazzini” o una moda passeggera, oggi possiamo affermare di essere in presenza di un mezzo di comunicazione di massa a tutti gli effetti.In tutto ciò, sebbene anche da noi la comunità dei marketer abbia in sostanza abbracciato questa visione, nei fatti molte aziende esitano a impegnar-si con strategie di lungo pe-

riodo nel mondo nuovo delle conversazioni online, spesso perché non sono in grado di valutarne il ritorno, che non è facilmente misurabile con le metriche classiche. Ciò che conta in un dialogo, infatti, non è solo il numero di perso-ne teoricamente contattate (i “fan” o i “follower”), ma soprat-tutto con quante si sta effetti-vamente parlando e a quale livello di coinvolgimento: il co-siddetto “engagement”.Le aziende devono compren-dere che stare sui social media vuol dire innanzitutto stabili-re una relazione reale con per-sone reali, che non funziona in una logica di “campagne”, ma che richiede piuttosto una pre-senza e un impegno costante nel tempo. Inoltre, per “ingag-giare” qualcuno in un dialo-go, si presuppone esista una condivisione di interessi: a dif-ferenza della comunicazione tradizionale in cui l’azienda parla e l’utente ascolta passi-vamente, in una conversazio-ne tra pari bisogna essere in-teressanti per l’interlocutore. In altre parole, per avere atten-zione e coinvolgimento occor-re offrire del valore in cambio, che si tratti di un servizio, di in-trattenimento, di informazio-

ni in anteprima, ecc.. Nessuna ricetta preconfezionata dun-que, ma una strategia che ten-ga conto dello scenario com-petitivo, dei punti di forza e di debolezza della marca, delle opportunità e – perché no – dei rischi connessi all’”aprirsi” al dialogo.Le agenzie digital, dal canto loro, devono ripensare il loro ruolo, integrando i servizi tra-dizionali con una nuova of-ferta che ponga al centro la capacità di agire contempo-raneamente e sinergicamen-te su tutte le leve di comuni-cazione, dai media posseduti (ad esempio il sito azienda-le) ai media pagati (come di-splay e keyword advertising), ai media guadagnati (social network). E’ ormai chiaro che per presidiare efficacemente i mezzi digitali occorre saperne sfruttare tutti i touchpoint di-sponibili.E’ questa la vera sfida che le agenzie hanno di fronte: esse-re per i propri clienti il partner a 360°, progettando e attuan-do una strategia digital conti-nuativa e misurabile, in linea con gli obiettivi prefissati.

* Amministratore delegato di Innexa

di Stefano Lamon*

Questi strumenti non sono più marginali nella determinazione dei risultati commerciali e le aziende non possono fare a meno di presidiarli. Ecco perché

il commento Social media: una strada obbligata