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SMS RANZONI SEDE OSPEDALIERA DI PIANCAVALLO Questo racconto è un estratto di un lavoro fatto dai nostri ragazzi in tappe successive. Alcuni hanno raccolto i materiali, altri hanno steso in forma di riassunto le informazioni, altri ancora hanno ideato i personaggi e la trama di un racconto cartaceo che raccoglie tutti i testi, i disegni, le immagini e infine altri lo hanno trasformato nella forma multimediale che ora vi proponiamo. BUONA VISIONE Per accompagnare piacevolmente la lettura vi suggeriamo di accendere le casse.

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Page 1: SMS RANZONI SEDE OSPEDALIERA DI PIANCAVALLO Questo racconto è un estratto di un lavoro fatto dai nostri ragazzi in tappe successive. Alcuni hanno raccolto.

SMS RANZONI

SEDE OSPEDALIERA DI PIANCAVALLO

Questo racconto è un estratto di un lavoro fatto dai nostri ragazzi in tappe successive. Alcuni hanno raccolto i materiali, altri hanno

steso in forma di riassunto le informazioni, altri ancora hanno ideato i personaggi e la trama di un racconto cartaceo che

raccoglie tutti i testi, i disegni, le immagini e infine altri lo hanno trasformato nella forma multimediale che ora vi proponiamo.

BUONA VISIONE

Per accompagnare piacevolmente la lettura vi suggeriamo di accendere le casse.

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ALLA SCOPERTA DEI NOSTRI SASSI

LA SCUOLA IN DIETA

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La nostra storia inizia a Londra, dove in uno strano caseggiato vive un curioso personaggio.

Si chiama Robin, ha circa 40 anni, fa lo scultore ed è molto curioso e stravagante.

Parla 4 lingue, ha una moglie irlandese e due figli.

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Robin sta lavorando nel suo laboratorio quando ad un tratto sente suonare alla porta. È il postino che gli porta un messaggio

di un suo vecchio compagno di università.

Robin, lascia tutto e con il fedele cane Smog, un labrador di color miele parte per l’Italia.

Caro Robin,

ho una notizia meravigliosa: ho avuto l’incarico di realizzare una grande opera. Mi servono le tue

idee di brillante scultore. Ti allego il biglietto aereo per Milano.

Appuntamento in piazza Duomo.

Ti aspetto il tuo amico

Ambrogio Brambilla Fumagalli

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In piazza Duomo, Robin aspettando l’amico Ambrogio, in ritardo come ai vecchi tempi, trova un

po’ di fresco all’interno della cattedrale.

Subito rimane estasiato da tanta bellezza. Non crede ai suoi occhi! Che materiale meraviglioso!

Devo scoprire da dove proviene!

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Mentre è assorto nei suoi pensieri un vecchio prete si avvicina. -Ha forse bisogno di aiuto?-

-If only! Mi piacerebbe sapere la provenienza di questo marmo-.

Il prete grande chiaccherone inizia una lunga ed accurata descrizione della storia del Duomo e gli mostra il documento del 1387 dove si sancisce l’uso gratuito e perpetuo del marmo di Candoglia.

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Il marmo venne concesso gratuitamente perché in quel tempo la cava si trovava nel territorio del Ducato di

Milano. I materiali erano esenti da dazio e tutti i blocchi venivano marchiati con la sigla A.U.F. (ad usum

fabricae).

Nasce da questo marchio il detto popolare “lavorare a ufo”, cioè senza essere pagato.

Una particolarità di questa cava è che l’attività estrattiva avviene internamente al monte. In questo modo il paesaggio non viene deturpato.

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-Inizialmente la scelta cadde sul marmo di Ornavasso per la robustezza e la capacità portante e su quello di Candoglia per la

facilità di lavorazione.

Il solo marmo richiese circa 2000 uomini per le cave e il trasporto e 3500

scalpellini.

Intorno alla cattedrale erano sorte oltre un centinaio di aziende artigiane e botteghe. Il lavoro era coordinato con cura

da architetti e ingegneri della fabbrica-.

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Marmo di Candoglia

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-My God! Sono passati secoli ma pare che questo Duomo non sia mai invecchiato!-

-Non creda, sapesse quanti pezzi sono stati sostituiti! Oggi il monumento è tenuto sotto stretto controllo utilizzando le

tecnologie più all’avanguardia. Esiste una Banca Dati unica al mondo-.

Dopo ulteriori spiegazioni Robin saluta e si avvia all’uscita dove trova Smog che corre festosamente intorno all’amico Ambrogio.

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-Vecchio volpone! In gamba come sempre! Che hai fatto in questi anni?-

-Ho lavorato molto, ora ho bisogno del tuo aiuto per realizzare l’opera della mia vita-.

-Dimmi, allora, non tenermi sulle spine!-

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-Ogni cosa a suo tempo! Mi serve un marmo veramente speciale, a te il compito di trovarlo-.

Bene-pensa Robin-quale marmo migliore di quello di Candoglia?

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Robin entusiasta si dirige alla stazione dove prende un treno per Verbania dove giunge verso sera. Stanco ma euforico prende un taxi per Feriolo dove ha deciso di alloggiare.

Durante il tragitto fa amicizia con il tassista, chiaccherone quanto lui e caso fortunato, un tempo lavoratore in cava.

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L’uomo si chiama Rocco Biancone e in un baleno gli racconta tutto sull’estrazione e lavorazione dei minerali nella zona.

Nel V.C.O. attualmente ci sono circa 70 ditte che svolgono la loro attività in 80 cave e 40 laboratori.

Le cave sono distribuite dal lago Maggiore alla Val Formazza, seguendo l’andamento del fiume Toce.

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Rocco prosegue illustrando l’impiego dei nostri minerali in varie parti del mondo: Bruxel, Singapore, Amsterdam, Francoforte, New York, Bangkok e altri ancora.

Salutato il nuovo amico Robin si affaccia alla finestra della sua camera d’albergo godendosi i bellissimi colori del tramonto sul lago.

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Osservando una cava in lontananza inizia a prendere appunti sul suo taccuino di viaggio: la storia del Duomo, il materiale impiegato, i problemi che la struttura ha avuto nel corso dei secoli, gli interventi che sono stati effettuati.

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Al termine di questo approfondimento Robin, stanchissimo per la giornata lunga e movimentata, cade in un sonno profondo.

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Il giorno seguente lo scultore lascia Feriolo per effettuare un sopraluogo nella zona di Candoglia, apprezzando, durante il

tragitto, la bellezza del piccolo lago di Mergozzo. La giornata è ricca di osservazioni e di scoperte che non vede l’ora di

raccontare all’amico.

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Al rientro, verso le 17, Robin telefona ad Ambrogio:

-Penso che abbiamo proprio trovato il marmo che ci serve. Questa mattina ho visitato la cava di Candoglia, che appare in lontananza come un nido d’aquila, su di un pendio molto ripido dei Corni di Nibbio.

Il giacimento affiora su entrambi i versanti della valle presso Candoglia e Ornavasso.

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Un grande portale ad arco, in cemento porta all’interno della cava “Madre”.

Ora sono stanco, ti chiamo domani per ulteriori aggiornamenti; ho preso appuntamento con un esperto scalpellino che mi darà informazioni fondamentali per il nostro progetto- .

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La mattina seguente, Smog nonostante manifesti il desiderio di restarsene a dormire sulla spiaggetta antistante l’albergo, fedele al suo padrone si incammina con lui fino all’auto di Rocco che li sta aspettando.

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Conosce così lo scalpellino Ernesto Ferri, molto noto nella zona per la sua decennale attività.

Robin, come prima domanda vuole sapere come avveniva il trasporto dei marmi in passato.

- I blocchi sono stati trasportati per via d’acqua, su barconi, passavano dal Toce, al Lago Maggiore, al Ticino e infine al Naviglio. Nel tempo si è passati al trasporto su carri, treno e strada.

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Le barche piatte, portavano un carico di 15-30 tonnellate e dovevano usare molta perizia per superare le rapide e le secche. Ancora oggi è possibile, nei periodi di magra, osservare sui fondali alcuni resti di carichi travolti dalla corrente.

I massi trasportati nel corso dei secoli sono più di 550.000 e oltre 1000 i metri cubi di serizzo per fondamenta e strutture murarie-.

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Salutato il signor Ferri, Robin torna in albergo dove nota la scritta “Viva il giro!”. L’albergatrice gli spiega che l’indomani passerà il giro d’Italia e arriverà alla cascata del Toce.

Robin, grande appassionato di ciclismo, prende contatti con Rocco per farsi portare in Ossola.

Giunto sul posto, il suo occhio viene colpito dalla particolarità dei tetti.

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Curioso di saperne di più, Robin chiede all’autista alcune informazioni. Rocco, sempre molto preparato, gli spiega

che quei tetti così particolari sono fatti in beola, una pietra che si estrae in alcuni comuni a nord di Domodossola, sulla

sponda sinistra del Toce.

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Nella nostra zona la beola si trova nelle varietà bianca, grigia e ghiandonata. Si presenta stratificata e per questo tende a sfaldarsi lungo piani paralleli e

si presta ad essere trasformata in lastre sottili.

E’ stata scelta la beola per le coperture a “piode” perché aveva una maggiore tenuta all’acqua, era facilmente lavorabile oltre che ornamentale.

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Questi tetti hanno assunto negli anni un’importanza culturale che li ha legati al paesaggio montano e

all’uomo. L’uso della beola è anche ornamentale, per recinzioni, pavimenti, mensole-.

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-Sempre a nord di Crevoladossola, si estrae il serizzo, in tre varietà: scuro, bianco e grigio; molto usato come pietra ornamentale.

Il serizzo a differenza della beola deve essere tagliato con mezzi meccanici.

In blocchi o lastre era utilizzato un tempo per la costruzione di macine, ponti, case forti e castelli-.

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Tutte queste chiacchiere hanno fatto passare molto tempo e i ciclisti sono ormai prossimi all’arrivo. Incurante delle

urla dei tifosi un’aquila sorvola le montagne e plana proprio sulla cascata del Toce.

Robin estasiato alla vista del rapace esclama:-che animale meraviglioso! Chissà da dove proviene?-.

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-Io so per certo-continua Rocco- perché anch’io l’ho vista tempo fa, che uno splendido esemplare vola sui pascoli della Val

Buscagna nel Parco Naturale del Veglia Devero. Non so se può essere lo stesso animale.

Il Devero è un luogo mitico nella fantasia dei collezionisti di minerali-.

-Andiamoci subito!- lo interrompe Robin-sono troppo curioso!-

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Sul sedile posteriore Smog scodinzola di approvazione. Rocco continua eccitato:-Il Monte Cervandone è il cuore di un

distretto mineralogico tra i più ricchi d’Italia. Si conoscono ben 127 specie di minerali tra cui 7 sconosciute alla scienza

come la Cervandonite.

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Sul suo taccuino di viaggio Robin scrive:

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Al rientro in albergo, Robin, pur stremato nelle forze, chiama l’amico Ambrogio chiedendogli di raggiungerlo al più presto perché ha alcune idee da proporgli.Al risveglio scopre una bellissima giornata che lo invoglia a prendersi un po’ di relax per riordinare le idee. Con l’inseparabile Smog al fianco inizia a passeggiare sul lungolago.

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Seduto su di una panchina scorge un vecchietto intento nella lettura di un giornale. Grande chiacchierone, il nostro amico, non può fare a meno di attaccare discorso e, dopo le solite frasi di circostanza sul luogo, il tempo e il cane, in pochi minuti sanno vita, morte e miracoli l’uno dell’altro.

Il vecchietto è in realtà un medico in pensione che ha lavorato per molti anni nelle cave. Il suo nome, ironia della sorte è dott. Pasticca.

Felice di poter ricordare i bei tempi passati, il dottore gli parla del lavoro nelle cave, i pericoli, gli incidenti più frequenti….

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Smog approfitta del momento di distrazione del suo padrone correndo felice sulla riva del lago, recuperando dei pezzi di legno nella inutile speranza di giocare. Robin troppo preso dal racconto non raccoglie l’invito.

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-Mi sa dire qualcosa anche sulle malattie professionali?- incalza Robin.

-Ma questo è pane per i miei denti! Molte sono le patologie collegate a questa attività, alcune leggere altre ben più gravi. Ci possono essere conseguenze alle ossa, alla circolazione, alla respirazione. La malattia più grave e più frequente è la silicosi, causata dall’inalazione delle polveri di sasso che si depositano sul polmone-.

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All’improvviso inizia a gocciolare. I due amici, un po’ giù di corda per l’argomento appena affrontato, decidono di andare a farsi un goccetto al bar più vicino.

Smog li segue soddisfatto.

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Nel tardo pomeriggio, Robin riceve una telefonata dall’amico Ambrogio che gli annuncia il suo arrivo in treno l’indomani mattina, pregandolo di andarlo a prendere alla stazione. Ancora una volta prende contatti con Rocco.

Appena sceso dal treno, Ambrogio viene colpito dalla vista della grande cava antistante il piazzale della stazione.

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Ambrogio scambia la cava per quella del Duomo e di nuovo la conoscenza del tassista è provvidenziale. Rocco gli spiega che in effetti la cava di Candoglia non è molto lontana.

-Da questo piccolo monte che si chiama Montorfano perché si erge solitario, si estrae il granito bianco-.

Durante il tragitto verso l’albergo, il racconto continua:

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In questa zona si estrae inoltre, il granito rosa di Baveno e il granito verde di Mergozzo. Il granito è un materiale di

primissima qualità, di ottime caratteristiche e molto apprezzato in tutto il mondo.

Il racconto prosegue con una lunga serie di esempi.

Arrivati a Feriolo prendono accordi per il pomeriggio per un giro alle cave di granito poco distanti dall’albergo.

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Al rientro Robin riflette, sempre più convinto di aver avuto la giusta intuizione. Non avrebbe potuto

trovare un posto altrettanto bello e interessante.

La visita alle nuove cave lascia i due amici molto soddisfatti.

A cena, di fronte ad un buon piatto di polenta e brasato annaffiato da una vivace bonarda, iniziano a scambiarsi le rispettive idee e le impressioni frutto delle visite dei giorni precedenti.

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Mentre Robin accenna qualche schizzo sui tovaglioli di carta, Smog dorme ai suoi piedi sognando forse le sue corse sul Tamigi.

Dopo cena, davanti ai tavoli di un elegante bar di Stresa, con splendida vista sulle isole Borromee, salutano i loro nuovi amici gustando le speciali “margheritine”.

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Rientrati a Milano, seguono giorni e giorni di grande fervore creativo. I due riempiono fogli e fogli di idee, di schizzi, di calcoli

e disegni...

Tuttavia non riescono a fare una scelta fra il materiale prodotto.

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È Smog a sbloccare la situazione. Ad un tratto inizia ad abbaiare e a scodinzolare davanti ad un foglio scivolato sul

pavimento.

La sua curiosità è attratta da un’aquila talmente bella da

sembrare vera.

Lo schizzo rappresenta un potenziale monumento che

racchiude in sé tutta l’esperienza avuta da Robin nei

giorni appena trascorsi.

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Su di un ampio basamento in granito bianco sta appoggiato un blocco in granito rosa simboleggiante la vetta di un monte.

In primo piano è rappresentato un nido d’aquila in serizzo e, in contrasto con il colore scuro, nel nido ci sono due uova del rapace in beola bianca.

Il tutto è sovrastato da un’imponente e regale aquila in marmo di Candoglia.

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Chissà se èstato proprio tutto

casuale?

Robin e Ambrogio non sono riusciti a fare una scelta fra i diversi materiali, ritenendoli tutti estremamente belli e interessanti.

Dove si dovrà sistemare l’opera?

Dove se non in Piazza Duomo a Milano, il luogo dove aveva ricevuto l’ispirazione iniziale.

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A chi fosse interessato ad un approfondimento degli argomenti consigliamo la lettura del racconto in Word.

Il lavoro è stato realizzato dai ragazzi ricoverati presso l’ISTITUTO AUXOLOGICO ITALIANO

OSPEDALE SAN GIUSEPPE di PIANCAVALLO

Classi 1A,2A,3A

con le prof.sse Rita Torelli e Palmina Trovato

Hanno collaborato i Prof. Giuseppina Campolongo, Silvia Faccio, Marcello Lertora, Magda Pelfini, Bruna Vitalini.

e-mail [email protected]

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BIBLIOGRAFIA

G. Simonis “Costruire con la pietra” Pubblicazione Assocave

“Pietre ornamentali del Piemonte” Pubblicazione Regione Piemonte

A. Lavarini “Il marmo del Duomo” Cave e Pietre

C. Ferrari da Passano “Il restauro statico dei piloni del tiburio e la ristrutturazione del presbiterio” ed. Veneranda Fabbrica del Duomo

M. Molteni “Racconti nel marmo” http://spazioinwind.libero.it/alpeloccia/molteni021.htm

Eni Notizie “Tecnologie del futuro a salvaguardia del passato” http://www.eni.it/italiano/notizie/duomo.html

E. Corbella “Inno ai marmi del Dômm simbolo della cristianità” http://www.lapadania.com/2000/dicembre/20/2012200p15a3.htm

“Alcune cose da sapere sul Duomo di Milano” http://www.bollatenet.net/storia/duomo.htm

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Si ringrazia Assocave e il Museo Mineralogico di Piedimulera per il materiale gentilmente fornito.