Smontaggio solare

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La nuova ecologia / OTTOBRE 2012 26 Tali impianti beneficeranno delle tariffe del quarto Conto energia fino a fine anno e saranno esentati dai registri, per qualsiasi potenza, a partire dal primo gennaio 2013, entro un plafond dedicato pari a 50 milioni di spesa annua. Il tema del contenimento del- la spesa è stato, d’altra parte, il principio ispiratore di quest’ultimo Conto energia, che in teoria avreb- be dovuto mettere a disposizione dei nuovi impianti 700 milioni, ma che in pratica avrà una dota- zione compresa fra i 500 e i 600. Infatti, il costo totale rilevato dal contatore fotovoltaico del Gse il 27 agosto, giorno dell’entrata in vigore del quinto Conto energia, indicava 6,147 miliardi di spesa annua, a cui si devono aggiungere 21 milioni relativi all’incentiva- zione dei grandi impianti iscritti a registro del quarto Conto ener- gia non ancora entrati in esercizio. Mancavano quindi solamente 532 milioni al raggiungimento dei 6,7 miliardi, importo limite per la vita del Conto energia in vigore. Che succederà in seguito? Per il legislatore la grid parity sarà raggiunta e il fotovoltaico non avrà primo piano sette anni dal primo Conto energia, il fotovol- taico è diventato la se- conda fonte rinnovabile dopo l’idroelettrico, con quasi 15 GW di potenza installata. Le normative incentivanti che si sono succedute negli anni, insieme alle capacità di numerosi impren- ditori che hanno saputo coglierne le opportunità, hanno permesso una crescita senza eguali di un settore che non esisteva. La filie- ra del fotovoltaico è oggi una real- tà, con imprese che operano dalla A Il fotovoltaico rappresenta oggi la seconda fonte rinnovabile dopo l’idroelettrico. Ma l’ultimo Conto energia rischia di compromettere l’intero settore di Agostino Re Rebaudengo* Il quinto Conto energia dovrebbe mettere a disposizione dei nuovi impianti 700 milioni. Difficilmente supererà i 600 SMONTAGGIO SOLARE In questo quadro, l’ennesimo mutamento introdotto dal quinto Conto energia, emanato lo scorso luglio, rischia di compromettere quanto di buono realizzato. Seb- bene il costo d’investimento per la realizzazione di un impianto si sia ridotto negli ultimi anni, non sia- mo ancora giunti alla “grid pari- ty” (punto in cui l’energia elettrica prodotta a partire da fonti rinno- vabili ha lo stesso prezzo di quella prodotta tramite fonti fossili, ndr). Il taglio degli incentivi per gli im- pianti che entreranno in esercizio nei prossimi mesi, insieme alle complesse procedure burocratiche e dei “registri”, bloccherà lo svilup- po del fotovoltaico, proprio quando mancava poco a una piena compe- titività rispetto alle fonti fossili. Solo gli impianti di taglia molto ridotta (sotto i 12 kW), esonerati dai registri e con una tariffa feed- in, manterranno una continuità col sistema incentivante preceden- te. Un’opportunità esisterà ancora per gli impianti commissionati da pubbliche amministrazioni e pro- babilmente nei prossimi mesi l’at- tenzione degli operatori si concen- trerà proprio su questa tipologia. produzione di pannelli a quella di inverter e altri componenti. Im- portanti, oltre alla produzione di energia, sono anche le attività di installazione e manutenzione. Se è vero che in alcuni fran- genti le tariffe sono state genero- se, è altrettanto vero che senza un regime incentivante che facesse “scoccare la scintilla” non avrem- mo avviato un settore che, come dimostrano due studi di Althesyse Oir-Agici, condurranno nei prossi- mi vent’anni a un saldo positivo dei benefici sui costi pari a una cifra compresa fra i 22 e i 76 miliardi. Un risparmio frutto della minor di- pendenza nell’approvvigionamento di fossili dall’estero, della riduzio- ne dei costi ambientali, sanitari e normativi associati alle emissioni di CO 2 e della creazione di un set- tore industriale che produce Pil, occupazione e competenze.

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Il fotovoltaico rappresenta oggi la seconda fonte rinnovabile dopo l'idroelettrico. Ma l'ultimo Conto energia rischia di compromettere l'intero settore

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La nuova ecologia / ottobre 201226 ottobre 2012 / La nuova ecologia

Tali impianti beneficeranno delle tariffe del quarto Conto energia fino a fine anno e saranno esentati dai registri, per qualsiasi potenza, a partire dal primo gennaio 2013, entro un plafond dedicato pari a 50 milioni di spesa annua.

Il tema del contenimento del-la spesa è stato, d’altra parte, il principio ispiratore di quest’ultimo Conto energia, che in teoria avreb-be dovuto mettere a disposizione dei nuovi impianti 700 milioni, ma che in pratica avrà una dota-zione compresa fra i 500 e i 600. Infatti, il costo totale rilevato dal contatore fotovoltaico del Gse il 27 agosto, giorno dell’entrata in vigore del quinto Conto energia, indicava 6,147 miliardi di spesa annua, a cui si devono aggiungere 21 milioni relativi all’incentiva-zione dei grandi impianti iscritti a registro del quarto Conto ener-gia non ancora entrati in esercizio. Mancavano quindi solamente 532 milioni al raggiungimento dei 6,7 miliardi, importo limite per la vita del Conto energia in vigore.

Che succederà in seguito? Per il legislatore la grid parity sarà raggiunta e il fotovoltaico non avrà

primopiano

sette anni dal primo Conto energia, il fotovol-taico è diventato la se-conda fonte rinnovabile dopo l’idroelettrico, con

quasi 15 GW di potenza installata. Le normative incentivanti che si sono succedute negli anni, insieme alle capacità di numerosi impren-ditori che hanno saputo coglierne le opportunità, hanno permesso una crescita senza eguali di un settore che non esisteva. La filie-ra del fotovoltaico è oggi una real-tà, con imprese che operano dalla

A

Il fotovoltaico rappresenta oggi la seconda fonte rinnovabile dopo l’idroelettrico. Ma l’ultimo Conto energia rischia di compromettere l’intero settore

di Agostino Re Rebaudengo*

Il quinto Conto energia dovrebbe mettere a disposizione dei nuovi impianti 700 milioni. Difficilmente supererà i 600

smontAggIo solAreIn questo quadro, l’ennesimo

mutamento introdotto dal quinto Conto energia, emanato lo scorso luglio, rischia di compromettere quanto di buono realizzato. Seb-bene il costo d’investimento per la realizzazione di un impianto si sia ridotto negli ultimi anni, non sia-mo ancora giunti alla “grid pari-ty” (punto in cui l’energia elettrica prodotta a partire da fonti rinno-vabili ha lo stesso prezzo di quella prodotta tramite fonti fossili, ndr). Il taglio degli incentivi per gli im-pianti che entreranno in esercizio nei prossimi mesi, insieme alle complesse procedure burocratiche e dei “registri”, bloccherà lo svilup-po del fotovoltaico, proprio quando mancava poco a una piena compe-titività rispetto alle fonti fossili. Solo gli impianti di taglia molto ridotta (sotto i 12 kW), esonerati dai registri e con una tariffa feed-in, manterranno una continuità col sistema incentivante preceden-te. Un’opportunità esisterà ancora per gli impianti commissionati da pubbliche amministrazioni e pro-babilmente nei prossimi mesi l’at-tenzione degli operatori si concen-trerà proprio su questa tipologia.

produzione di pannelli a quella di inverter e altri componenti. Im-portanti, oltre alla produzione di energia, sono anche le attività di installazione e manutenzione.

Se è vero che in alcuni fran-genti le tariffe sono state genero-se, è altrettanto vero che senza un regime incentivante che facesse “scoccare la scintilla” non avrem-mo avviato un settore che, come dimostrano due studi di Althesyse Oir-Agici, condurranno nei prossi-mi vent’anni a un saldo positivo dei benefici sui costi pari a una cifra compresa fra i 22 e i 76 miliardi. Un risparmio frutto della minor di-pendenza nell’approvvigionamento di fossili dall’estero, della riduzio-ne dei costi ambientali, sanitari e normativi associati alle emissioni di CO2 e della creazione di un set-tore industriale che produce Pil, occupazione e competenze.

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bisogno di altri sostegni. Si tratta, purtroppo, di una posizione otti-mistica. Senza incentivi, serviran-no quanto meno delle politiche per agevolare la transizione: stupisce che il ministero per lo Sviluppo e l’Autorità per l’energia continuino a trascurare il tema delle modali-tà di vendita diretta dell’energia, come i Sistemi efficienti di utenza (Seu), basati sulla cessione di ener-gia rinnovabile di impianti fino a 20 MW fra un produttore e un consumatore, bypassando la rete pubblica e i suoi oneri.

I Seu potrebbero rappresentare un’opportunità per le rinnovabili, in particolare per quelle affini alla generazione distribuita e all’auto-consumo come il fotovoltaico. L’im-plementazione dei Seu creerebbe una sinergia fra il mondo delle Energy saving company e quello

l 5 settembre 2010 veniva assassinato Angelo Vassallo, sindaco di Pollica. Grande sindaco impegnato per l’ambiente e la legalità, per il riscatto e la valorizzazione del suo territorio. Un amico. Incredibilmente a due anni di distanza

le indagini non hanno sortito alcun risultato. Vassallo amava profondamente la sua terra, è stato un grande ambientalista, un visionario capace di trasformare i suoi sogni in realtà, un uomo coraggioso. tanto che è riuscito a trasformare un borgo di pescatori in provincia di Salerno in un comune modello da esportazione, oggetto di convegni fin nella lontanissima Cina. L’ultimo viaggio di Angelo prima di venire ucciso, infatti, lo aveva portato proprio all’ombra della Grande Muraglia.IL “sIndAco pescAtoRe” hA sAputo ImmAgInARe

per il suo paese un futuro di benessere. Ha colto e ha indicato una direzione di marcia lungo la quale ha avuto la tempra di condurre l’intero paese. Angelo ha capito che i borghi marini di Acciaroli, Pioppi, ma anche quelli su in collina – Galdo, Celso e Cannicchio – avrebbero potuto diventare una capitale della qualità della vita. Si deve ad Angelo Vassallo la messa in funzione dei depuratori di Acciaroli e Pioppi, i primi di tutto il Cilento. Il suo impegno è proseguito sulla via della tutela del territorio, della gestione sostenibile dei rifiuti, delle rinnovabili e dell’efficienza energetica. e i turisti hanno premiato questa scelta: d’estate si raggiungono fino a 40mila presenze. Così come i cittadini, che hanno smesso di emigrare in cerca di lavoro. peR tuttI questI motIvI, oggI pIù che mAI, l’Italia avrebbe bisogno di tante persone con le qualità di Angelo Vassallo, per dare forza e speranza ai territori e per affrontare le sfide difficili che ha davanti. Se le indagini sull’omicidio di Vassallo non hanno raggiunto alcun risultato, rappresentando una sconfitta per la credibilità dello Stato e nella battaglia per la legalità, per fortuna l’azione politica di Angelo ha avuto un destino diverso. Lo sviluppo di Pollica prosegue nel segno della qualità della vita grazie all’impegno di Stefano Pisani, attuale sindaco di Pollica e per sei anni vice di Vassallo. «Siamo un diverso modello di sviluppo turistico – ama spiegare Pisani – Per noi viene prima la necessità di preservare l’ambiente; il ritorno economico è solo una conseguenza». Per rendere omaggio a questo piccolo comune che rende l’Italia grande nel mondo, la storia di Pollica è una delle 25 storie dell’Italia che ce la fa che ho voluto raccontare in Green Italy.

italiacercasi

Un grande italiano

A due anni di distanza non c’è ancora un colpevole per l’omicidio di Vassallo, per fortuna la sua azione politica ha avuto un destino diverso

Idi ermete Realacci

dei produttori da rinnovabili. Ciò potrebbe consentire lo sviluppo di operatori che andrebbero a realiz-zare impianti rinnovabili a servizio di utenze di imprese industriali, commerciali e clienti residenziali a fronte della vendita dell’energia prodotta dal medesimo impianto a un prezzo inferiore a quello paga-to per l’acquisto dalla rete e senza alcun investimento sostenuto dallo stesso proprietario dell’immobile. Finora però il mercato dei Seu, sebbene già previsto, manca delle disposizioni attuative dell’Autorità per l’energia. Dobbiamo augurarci che il governo trovi la lucidità di comprendere che lo sviluppo della green economy sarebbe la miglior opportunità di sviluppo e di indi-pendenza energetica. n

* presidente dell’Associazione produttori energia da fonti rinnovabili (Aper)

l Consiglio dei ministri ha approvato un ddl sulla difesa del suolo e la valorizzazione

delle aree agricole. Una decisione che Legambiente accoglie con interesse e che si attende diventi il primo passo verso un’efficace legislazione per mettere un freno alla speculazione e al consumo di territorio che ha contraddistinto gli ultimi decenni. «Il suolo è la risorsa più preziosa e strategica del nostro paese, non solo per ragioni ambientali ma anche per l’ottima collocazione delle produzioni agroalimentari italiane nel mercato globale – commenta il presidente dell’associazione Vittorio Cogliati Dezza – Coerenza vorrebbe che si ritiri anche la legge sugli stadi in discussione al Senato».

neLLA stessA sedutA il Cdm ha votato il regolamento di disciplina dell’Autorizzazione unica ambientale per le imprese e gli impianti non sottoposti ad Autorizzazione integrata ambientale. Sarà approvato dopo il nulla osta del Consiglio di Stato e delle commissioni parlamentari. La maggiore semplificazione riguarda l’accorpamento in un’unica autorizzazione dei permessi che riguardano scarichi, emissioni in atmosfera, rumore, utilizzo dei fanghi a fini agricoli, auto smaltimento e recupero di rifiuti. Verrà applicata alle imprese con meno di 250 dipendenti e un fatturato non superiore ai 50 milioni di euro. Non potrà essere utilizzata per i progetti che richiedono la Via.un ddL A fIRmA deLLA senatrice bastico (Pd) per includere fra le destinazioni dell’8x1000 anche la possibilità di devolvere quanto finora destinato alle confessioni religiose alla messa in sicurezza e alla riqualificazione del patrimonio immobiliare scolastico.

Suolo all’ultimo stadiooplà osservatorio parlamentare legislazione ambientale legambiente di Laura Biffi

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