Smonta il bullo! 10 febbraio - Prospettiva Personatore di polizia, Filippo Raciti, anche questa...

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in PROSPETTIVA PERSONA Spedizione in A.P. 45% - Art. 2, comma 20/B L. 662/96 DCB/DC Abruzzo Pescara Reg. n. 119 del 17.10.1974 - Tribunale di Teramo - R.O.C. n. 5615 MENSILE DI INFORMAZIONE E CULTURA Anno XXXIV - n. 2 - Febbraio 2007 Smonta il bullo! “Ero presente a Catania come telecronista per il digitale di La7. È brutale dirlo ma ho avuto la sen- sazione che se non ci fosse stata la morte dell’ispet- tore di polizia, Filippo Raciti, anche questa volta avremmo archiviato il caso come un esempio di ordinaria follia. Credo che la violen- za non nasca per la partita ma perché intorno ai luoghi del calcio si è crea- ta una zona franca dove si tollerano comportamenti che in altre circo- stanze sarebbero penalmente rilevan- ti. Invece scattano dei meccanismi per cui anche la giustizia viene disar- mata”. Bruno Pizzul, telecronista di calcio, racconta degli incidenti scop- piati il 2 febbraio in occasione della partita Catania-Palermo, che hanno provocato, oltre alla morte del poli- ziotto anche un centinaio di feriti. “La gioia di Berlino, con l’Italia Campione del mondo, è svanita e con essa un’altra occasione per dare entusiasmo al mondo del pallone segnato da scandali e polemiche”. Tutta questa violenza gratuita da dove deriva? Non ci sono risposte univoche, ma una concausa appare evidente. Infatti gravi episodi di vio- lenza ma anche umiliazioni e sopru- si, aggressioni fisiche e verbali si regi- strano tra i giovani nelle scuole, nelle piazze, nei luoghi di ritrovo. Sulle pagine dei giornali si leggono sempre più spesso episodi legati a fatti di cronaca che, oltre a far rabbrividire al momento, preoccupa- no per il futuro. I dati dicono che il bullismo è dilagante negli Stati Uniti e in continua crescita in tutta Europa, in parti- colare nel nostro Paese. Il bullo ( lo smargiasso) non agisce mai da solo: ama circondarsi di gruppetti più o meno numerosi di «gregari» adoranti. In genere ha un forte ascendente sui compagni; è un leader, ma negativo. Sono bulli i ragazzini (e le ragazzine!) che hanno bisogno di sentirsi importanti, che devono rico- prire un ruolo da leader all’interno del gruppo, utilizzando unicamente la propria forza fisica o la violenza per imporsi e affermarsi sugli altri ,che nascondono la loro fragilità sotto un’apparente forza. Adolescenti abu- lici, annoiati, desiderosi del “tutto e subito”, alla ricerca disperata di sti- moli intensi, di sensazioni forti, ragazzini che, in molti casi comunica- no con difficoltà e non riescono a stabilire relazioni affettive. Il Ministero della Pubblica Istru- zione si è mosso, lanciando la cam- pagna “Smonta il bullo” con Osserva- tori in ogni Regione, un Numero Verde nazionale, un sito Internet dal- l’eloquente indirizzo: www.smontail- bullo.it, una campagna nazionale di informazione e sensibilizzazione, sanzioni più severe e percorsi di recupero. I genitori, da parte loro, dovrebbero vivere più da vicino i problemi dei figli, analizzare i comportamenti e le scelte quotidiane, aiutandoli a riflettere e a sceglie- re la via del confronto con gli altri piuttosto che quella della sopraffazione. Attilio Danese Teramo CULTurale Si fa un gran parlare di Teramo città del futuro, città culturale: in breve di Teramo CULT. “I sogni son desideri” canta Cenerentola nel film di Walt Disney e, alla fine della favola, riesce a concretizzarli. Ci augu- riamo che ciò accada anche per Teramo e che il cosiddetto acro- nimo CULT non sia il gioco di parole, che in effetti è, e che, allo scoccar della mezzanotte, non si trasformi in un acrostico del tipo: Chiodi è il nostro sindaco Uomo che guarda Lontano ma da lontano Teramo nostra guarda Il ritorno Trascorsi tutti gli anni dell’esilio son tornato alla casa dell’infanzia, ma ancora siamo l’uno all’altra estranei. Le mie mani hanno toccato gli alberi come se accarezzassi una persona cara che dorme, e ho rifatto i sentieri d’una volta come se ad un tratto ricordassi un verso, e ho visto mentre scendeva la sera l’esile luna nuova cercare la protezione dell’ombra sotto la palma dalle alte foglie, come un uccello quella del suo nido. Quanti cieli vedrà questo cortile fra le sue mura,quanti tramonti faran profonda la via, quante fragili lune al primo quarto infonderanno dolcezza al giardino, prima che la mia casa mi ravvisi e io sia una sua abitudine! J. L. BORGES Fulmen di D.E.A. Ladì - Donne ALL’INTERNO: • San Va’..lentino • Ladì: apologia della donna • Niente canzoni d’amore • Patologie di nicchia Laura Del Paggio, in arte LADÌ è la pittrice teramana ospite nelle pagine di questo numero de “la tenda” Una lapide per Ignazio Silone E’ stata inoltrata richiesta al Sindaco di Roma Walter Veltroni affinché sia posta una lapide commemorativa in Via di Villa Ricotti 36 (piazza Bologna), sulla casa dove dal 1949, al rientro dall’esilio, Silone e Darina Laracy hanno vissuto fino alla loro morte ed hanno accolto tanti intellettuali e politici. Una lapide che trasmetta ai passanti la memoria e consenta di non dimenticare con ciò un pezzo importante della vita politica e culturale italiana ed abruz- zese. La richiesta partita dalle sorelle di Darina, Eithne ,Moira e Cecily Laracy è stata fatta propria e sostenuta da Giulia Paola e Attilio Danese, direttori della rivista Prospettiva Persona e studiosi dell’opera di Silone, da Maffino Maghenzani e Michele Dorigatti, autori del volu- me’ Colloqui con Darina’, dal Centro Studi ‘I.Silone’di Pescina, dalla Fondazione Silone de L’Aquila. Chi vuole sostenere l’iniziativa può comunicare la pro- pria adesione ai seguenti recapiti: 0861244763 e-mail :[email protected] 10 febbraio Giornata del ricordo Almeno diecimila persone, negli anni drammatici a cavallo del 1945, sono state torturate e uccise a Trieste e nell’Istria con- trollata dai partigiani comunisti jugoslavi di Tito. E, in gran parte, vennero gettate (molte ancora vive) dentro le voragini naturali disseminate sull’altipia- no del Carso, le “foibe”. A ses- sant’anni di distanza la Gior- nata del ricordo serve a far conoscere questa tragedia ita- liana a chi non ne ha mai senti- to parlare, a chi sui libri di scuola non ha trovato il capito- lo “foibe”, a chi non ha mai avuto risposte alla domanda “cosa sono le foibe?”. Serve a ricordare, a chi già conosce la storia delle foibe e dell’esilio di tanti italiani, dalle terre d’Istria e di Dalmazia, provocato dalla furia slavo-comunista. Serve a cercare di capire o quanto meno ad interrogarsi sul per- chè, a guerra ormai finita, migliaia di persone hanno perso la vita per mano di parti- giani comunisti e perchè, per sessant’anni, la storia d’Italia è stata parzialmente cancellata. l.n.

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in PROSPETTIVA PERSONA

Spedizione in A.P. 45% - Art. 2, comma 20/B L. 662/96 DCB/DC Abruzzo PescaraReg. n. 119 del 17.10.1974 - Tribunale di Teramo - R.O.C. n. 5615

MENSILE DI INFORMAZIONE E CULTURAA n n o X X X I V - n . 2 - F e b b r a i o 2 0 0 7

Smonta il bullo!“Ero presente a Catania come telecronista per ildigitale di La7. È brutale dirlo ma ho avuto la sen-sazione che se non ci fosse stata la morte dell’ispet-tore di polizia, Filippo Raciti, anche questa voltaavremmo archiviato il caso come un esempio diordinaria follia. Credo che la violen-za non nasca per la partita ma perchéintorno ai luoghi del calcio si è crea-ta una zona franca dove si tolleranocomportamenti che in altre circo-stanze sarebbero penalmente rilevan-ti. Invece scattano dei meccanismiper cui anche la giustizia viene disar-mata”. Bruno Pizzul, telecronista dicalcio, racconta degli incidenti scop-piati il 2 febbraio in occasione dellapartita Catania-Palermo, che hannoprovocato, oltre alla morte del poli-ziotto anche un centinaio di feriti.“La gioia di Berlino, con l’ItaliaCampione del mondo, è svanita econ essa un’altra occasione per dareentusiasmo al mondo del pallonesegnato da scandali e polemiche”.Tutta questa violenza gratuita dadove deriva? Non ci sono risposteunivoche, ma una concausa appareevidente. Infatti gravi episodi di vio-lenza ma anche umiliazioni e sopru-si, aggressioni fisiche e verbali si regi-strano tra i giovani nelle scuole,nelle piazze, nei luoghi di ritrovo.Sulle pagine dei giornali si leggonosempre più spesso episodi legati a fatti di cronacache, oltre a far rabbrividire al momento, preoccupa-no per il futuro. I dati dicono che il bullismo è dilagante negli Stati

Uniti e in continua crescita in tutta Europa, in parti-colare nel nostro Paese. Il bullo ( lo smargiasso) nonagisce mai da solo: ama circondarsi di gruppetti piùo meno numerosi di «gregari» adoranti. In genereha un forte ascendente sui compagni; è un leader,

ma negativo. Sono bulli i ragazzini (ele ragazzine!) che hanno bisogno disentirsi importanti, che devono rico-prire un ruolo da leader all’interno delgruppo, utilizzando unicamente lapropria forza fisica o la violenza perimporsi e affermarsi sugli altri ,chenascondono la loro fragilità sottoun’apparente forza. Adolescenti abu-lici, annoiati, desiderosi del “tutto esubito”, alla ricerca disperata di sti-moli intensi, di sensazioni forti,ragazzini che, in molti casi comunica-no con difficoltà e non riescono astabilire relazioni affettive.Il Ministero della Pubblica Istru-

zione si è mosso, lanciando la cam-pagna “SSmmoonnttaa iill bbuulllloo” con Osserva-tori in ogni Regione, un NumeroVerde nazionale, un sito Internet dal-l’eloquente indirizzo: www.smontail-bullo.it, una campagna nazionale diinformazione e sensibilizzazione,sanzioni più severe e percorsi direcupero.I genitori, da parte loro, dovrebberovivere più da vicino i problemi dei

figli, analizzare i comportamenti e lescelte quotidiane, aiutandoli a riflettere e a sceglie-re la via del confronto con gli altri piuttosto chequella della sopraffazione.

Attilio Danese Teramo CCUULLTTuurraalleeSi fa un gran parlare di Teramocittà del futuro, città culturale: inbreve di Teramo CULT. “I sogni son desideri” cantaCenerentola nel film di WaltDisney e, alla fine della favola,riesce a concretizzarli. Ci augu-riamo che ciò accada anche perTeramo e che il cosiddetto acro-nimo CULT non sia il gioco diparole, che in effetti è, e che, alloscoccar della mezzanotte, non sitrasformi in un acrostico del tipo:

CChiodi è il nostro sindacoUUomo che guardaLLontano ma da lontanoTTeramo nostra guarda

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Trascorsi tutti gli anni dell’esilioson tornato alla casa dell’infanzia,ma ancora siamo l’uno all’altra estranei.Le mie mani hanno toccato gli albericome se accarezzassi una persona cara che dorme,e ho rifatto i sentieri d’una voltacome se ad un tratto ricordassi un verso,e ho visto mentre scendeva la seral’esile luna nuovacercare la protezione dell’ombrasotto la palma dalle alte foglie,come un uccello quella del suo nido.Quanti cieli vedrà questo cortilefra le sue mura,quantitramonti faran profonda la via,quante fragili lune al primo quartoinfonderanno dolcezza al giardino,prima che la mia casa mi ravvisie io sia una sua abitudine!

J. L. BORGES

Fulmen di D.E.A.

Ladì - Donne

AALLLL’’IINNTTEERRNNOO:: • San Va’..lentino• Ladì: apologia della donna• Niente canzoni d’amore• Patologie di nicchia

Laura Del Paggio, in arte LADÌ è la pittrice teramanaospite nelle pagine di questo numero de “la tenda”

Una lapide per Ignazio SiloneE’ stata inoltrata richiesta al Sindaco di Roma WalterVeltroni affinché sia posta una lapide commemorativa inVia di Villa Ricotti 36 (piazza Bologna), sulla casa dovedal 1949, al rientro dall’esilio, Silone e Darina Laracyhanno vissuto fino alla loro morte ed hanno accolto tantiintellettuali e politici. Una lapide che trasmetta ai passantila memoria e consenta di non dimenticare con ciò un pezzoimportante della vita politica e culturale italiana ed abruz-zese. La richiesta partita dalle sorelle di Darina, EEiitthhnnee,,MMooiirraa ee CCeecciillyy LLaarraaccy è stata fatta propria e sostenuta daGGiiuulliiaa PPaaoollaa ee AAttttiilliioo DDaanneessee,,direttori della rivistaProspettiva Persona e studiosi dell’opera di Silone, daMMaaffffiinnoo MMaagghheennzzaannii ee MMiicchheellee DDoorriiggaattttii,, autori del volu-me’ Colloqui con Darina’, dal CCeennttrroo SSttuuddii ‘‘II..SSiilloonnee’’diPescina, dalla FFoonnddaazziioonnee SSiilloonnee de L’Aquila. Chi vuole sostenere l’iniziativa può comunicare la pro-pria adesione ai seguenti recapiti: 0861244763e-mail :[email protected]

10 febbraioGiornata del ricordoAlmeno diecimila persone,negli anni drammatici a cavallodel 1945, sono state torturate euccise a Trieste e nell’Istria con-trollata dai partigiani comunistijugoslavi di Tito. E, in granparte, vennero gettate (molteancora vive) dentro le voragininaturali disseminate sull’altipia-no del Carso, le “foibe”. A ses-sant’anni di distanza la Gior-nata del ricordo serve a ffaarrccoonnoosscceerree questa tragedia ita-liana a chi non ne ha mai senti-to parlare, a chi sui libri discuola non ha trovato il capito-lo “foibe”, a chi non ha maiavuto risposte alla domanda“cosa sono le foibe?”. Serve arriiccoorrddaarree, a chi già conosce lastoria delle foibe e dell’esilio ditanti italiani, dalle terre d’Istriae di Dalmazia, provocato dallafuria slavo-comunista. Serve acercare di capire o quantomeno ad interrogarsi sul per-chè, a guerra ormai finita,migliaia di persone hannoperso la vita per mano di parti-giani comunisti e perchè, persessant’anni, la storia d’Italia èstata parzialmente cancellata.

l.n.

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2 la tenda n. 2 - febbraio 2007

È ACCADUTO 2

San Va’...lentino

Affinità elettive

IIll 1199 ffeebbbbrraaiioo èè ssttaattaa cceelleebbrraattaa llaa ggiioorrnnaattaa mmoonnddiiaallee ddeellllaa lleenntteezzzzaa::rraalllleennttaarree ppeerr vviivveerree mmeegglliioo ee gguussttaarree llaa vviittaa,, iill llaavvoorroo,, ii rraappppoorrttii uummaannii.

“La giornata è dedicata a quanti hanno la prepotente sensazione che ilmondo giri troppo in fretta per rimanervi in equilibrio; un equilibrioche diventa sempre più precario per chi vive e lavora nelle nostre città,assecondando tempi tiranni con sforzi disumani”, dichiara BrunoContigiani, presidente dell’ Associazione “L’Arte del Vivere con Lentezza”.Non è necessario fermare il mondo e cercare di scendere: rallentare eriappropriarci del nostro tempo è possibile partendo da gesti anche pic-colissimi del quotidiano.Se si riconosce nell’affanno la regola delle proprie giornate si potreb-be iniziare a ‘rallentare’ leggendo il libro di CChhrriissttoopphh BBaakkeerr, Ozio, len-tezza e nostalgia,, Decalogo mediterraneo per una vita più conviviale(E.M.I., Bologna, euro 8,00).Il lavoro è diventato una condanna, dentro un sistema che fa del pro-

fitto e del consumo gli unici scopi della vita. La velocità e l’arrivareprimi sono diventati un mito distruttivo. Le persone non hanno piùtempo per le emozioni, i sentimenti, le relazioni, il pensiero, la memo-ria, la festa, la vita! Non è assurdo tutto questo? Non ci si dovrà libe-rare, ritornando a quei ritmi che la natura suggerisce ed esige? Un librocontrocorrente e paradossale, scritto con l’inchiostro dell’ironia e del-l’umorismo, un decalogo ideale in dieci capitoli, una dieta mediterra-nea per lo spirito. Principali ingredienti: ozio, lentezza e nostalgia. Vi si aggiungono, den-tro il libro, la fuga (dalle convenienze) e la convivialità.Un altro tassello nel grande mosaico dei nuovi stili di vita.

r.c.

Christoph Baker nasce a Ginevra nel 1955. Studia letteratura francese a Strasburgoe Aix-en-Provence. In quel periodo scrive canzoni e canta in pubblico. Per tre annivive a Boston dove gestisce un’enoteca. Dal 1984 vive a Roma. Consulente per orga-nizzazioni umanitarie e ambientaliste, pubblica vari saggi sulla critica allo sviluppo.

MMeerrccoolleeddìì 77 ffeebbbbrraaiioo,, presso la BibliotecaDèlfico, WWaalltteerr TToorrttoorreettoo ha presentato il volumeLettere a Magda di RRaaiinneerr MMaarriiaa RRiillkkee(Milano, Mimesis, 2006) a cura di Pina DeLuca e Enrica Lisciani Petrini

Basta poco a far vibrare il nostro essere: unincontro o un evento casuale, un dono, unalettera inattesa. Tra le scintille illuminanti –“cellule orfiche” – come le definisce la Benn,la musica, la poesia e l’arte, in particolare,possono suscitare forti emozioni, a tal puntoda alleviare l’ angoscia per la precarietà del-l’esistenza. Per Rilke, il poeta del dio cantore,Orfeo che rinasce con il canto, “l’arte è ener-gia vitale”, che “a grandi morsi” divora la vita“in un bagliore d’angelo”, fino allo svelamentodel proprio essere; il suo incontro con l’arte(Beato Angelico, El Greco, Cézanne) è“incontro inatteso”, che risveglia la “musica”delle cose: “Silenzio, silenzio – oh, così parla lamusica” – scrive a Magda von Hattingberg –,“L’opera d’arte ha rapporto con noi solo in que-sto: nell’oltrepassarci”. Di recente pubblicazio-

ne, il volume “Lettere a Magda”, fitto, mafugace carteggio del 1914, tra Rilke e la piani-sta Magda von Hattingberg, offre non soloricordi e suggestioni d’infanzia, riflessioni sulsuono e sulla musica del poeta praghese, marivela anche, in climax ascendente, iflussi melodici di ‘onde’ emotive, latravolgente passione d’amore che liavvolge, per affinità elettive. Magda èun gioioso tripudio di luce, un ‘morbidovolo’ che sublima la sua arte, la musica,“nata tutta dentro l’Umano”:“Vorreivolare nel tuo cuore”, Rainer Maria – scri-ve – “e farlo risplendere, ringiovanirlo…”.La musica, spesso, è associata al volo:“La musica è sempre resurrezione, non ilsangue di Cristo”, ma l’angelo che loabbraccia e gli va incontro in volo: questoè la musica, Rainer Maria”. Rilke, seb-bene il suo cuore sia assediato da“notte e tempesta” e sia tormentatodal buio della vita, si sente comeinfiammato da lei, un “uragano dello

spirito”, da cui trae stimolo per la sua produ-zione artistica, per “un nuovo mondo”, unanuova “primavera” che solo “il canto sopraalla terra” consacrerà.

Grazia Di Lisio

Ladì - Tre Donne pensose

“The show must go on” (Teatro: Giovanna D’Arco)

Monica Guerritore che interpreta Giovanna d’Arco: binomio tal-mente calzante ed intenso che vado a teatro abbastanza rassegna-ta, prevedendo, in tempi così avari di novità, di subire la consuetatiritera di seriose citazioni, amare verità cadute dall’alto, pesantisilenzi…E invece no, ecco, a sorpresa, uno spettacolo di ammirevole brevità,impostato su luci e ombre, ma non quelle della tragedia greca, bensìgli effetti speciali di un tormentato videoclip, un’operina rock mistadi pezzi classici (Carmina Burana-Adagio di Barber) e moderni (TomWaits - I Queen), con sullo sfondo, in bianco e nero, i visi scavatidegli inquisitori della “Giovanna d’Arco al rogo” di Dreyer o aggettan-ti folle in cammino, novello Quarto Stato di Pellizza da Volpedo.Il palcoscenico deserto, tutto per lei, la mattatrice che dalla plateairrompe con la sua palestrata fisicità in canotta e pantaloni e qualchepezzo metallico di corazza, non tanto genere medioevo quanto tutaspaziale, vista anche la presenza in scena del monolito di Kubrickrubato ad Odissea nello spazio, di volta in volta simbolo divino,minaccia del potere e infine palo del martirio di Giovanna.

La vicenda si snoda in un crogiuolo di riferimenti, l’incubo della cittàmoderna, Martin Luther King col suo sogno, e Giordano Bruno colsuo “De immenso”, e i carri armati di Piazza Tien An Men, e gli attidel processo a Galileo, una Giovanna d’Arco contro le moderne ipo-crisie: del resto,chi non è rimasto impressionato dalla compostezza edallo sguardo severo della vedova del poliziotto ucciso a Catania che,con il suo appello che sa di terribile rimprovero per tutti, vuole scuo-tere i giovani e debellare la violenza “che porta solo al dolore”? Anchele nostre moderne tragedie dell’ottusità e dell’ignoranza hanno tal-volta le loro eroine non meno grandi,senza spada, ma che testimo-niano che “The show must go on”, lo spettacolo deve continuare, nonpuò significare non interrompere le partite in nome più del denaroche del tifo sportivo,ma non stancarsi di lottare per un mondo menodisumano e violento.E così Giovanna-Monica alla fine vola in platea in mezzo all’entusia-smo generale, a ringraziare il pubblico e ad intonare con lui la trasci-nante musica dei Queen.

Lucia Pompei

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la tenda n. 2 - febbraio 2007 3

CULTURA3

Niente canzoni d’amoreRaccontare l’amore: esiste forseesercizio più complicato o acro-bazia più delicata di questodestreggiarsi tra toni appassio-nati e rischio di sdolcinatezza,passione fremente e turbamentiin stile feuilleton? Eppure daquesto equilibrismo di anime eparole nessuno riesce a fuggire etutti, in modo più o meno mal-destro, continuiamo a cercare leparole più giuste per raccontarel’amore e gli amori che attraver-sano le nostre vite. E allora eccoi vecchi amori che vivono soltantonelle chiacchiere di notte…e cherivedi come in un film di ieri…sbiaditi e lontani come fantasmi…;o l’amore nostalgico che, nel

vento della sera che bagna e pois’asciuga, ricorda con intensità estordimento una passione dicarne che si scuote e cuore che nontace e di un’assenza che m’inna-mora come m’innamorò; o quel-l’amore più fragile del cristallo,appuntato sul cuore di unadonna, incontrata per poco eperduta per sempre, e brillantedi timidezza e sfiorarsi nei gestie negli sguardi. È così cheVViinniicciioo CCaappoosssseellaa, musico ecantautore dalla vitalità malin-conica, racconta in NNiieennttee ccaann--zzoonnii dd’’aammoorree (Einaudi): unamappa poetica, dolente e sugge-stiva di incontri, memorie, emo-zioni che hanno a che fare con i

mille volti della vita e dell’amo-re. TTiizziiaannoo SSccaarrppaa, invece, nelracconto CCoorraaggggiioo (II NNuuoovvii sseennttii--mmeennttii, Marsilio)prende l’amoredi petto e si chiede, con la con-sueta ironia - e attraverso la vocedi un trentenne alle prese con untrasloco, una torrida sera d’esta-te e un supermercato deserto -,chi di noi abbia l’umiltà di farsiamare per quello che è davvero,o per quello che non si è ancora,superando la vergogna per lapropria incompiutezza e dicen-do all’altro con convinzione,senza riserve, eccomi qui. Perchél’amore, in fondo, ha molto ache fare con il coraggio, con lamancanza di corazze, con la

nudità dell’anima davanti all’al-tro: e spesso, per viverlo, siaspetta di aver prima compiutol’opera di costruzione di se stes-si e solo dopo ci si offre, convin-ti di essere meno vulnerabili. E,si dice Scarpa, come dar torto aquesta umanissima paura e nonriconoscersi in lei, chiedendosi:Chi ha il coraggio di amare unapotenzialità non ancora realizza-ta? Chi ha il coraggio di puntarela vita su un cavallo che sta anco-ra imparando a trottare?Chi amaa fondo perduto, oggi? E chi amaperdutamente? E chi è così umileda lasciarsi amare anche per quelche non è ancora?.

Valeria Cappelli

LETTURE EXTRA MOENIA

Una constatazione un po’ desolata coglie chisegue la fenomenologia, talvolta funambolica,dell’arte: è sempre più difficile capirla perchétroppi sono gli artisti, che equiparano l’amoreper l’arte all’ amore per le sensazioni, riducen-do così l’opera d’arte a qualcosa che deve stu-pire. Lo spettatore, pertanto, lungi dall’essere“ek- statico” cioè “fuori di sé”, sta davanti alleimmagini con la passività opaca di chi è in atte-sa di emozioni. Non raramente, infatti, l’artecontemporanea, bamboleggiandosi nella con-templazione di se stessa, giunge a concepirsicome una mera fantasmagoria autoreferente esvuotata, un teatro di soluzioni, figlie di un’ac-cecata malia narcisistica. Al contrario ciò checi si aspetterebbe è un’arte che sappia o voglia“icone”, che incarnino un’ essenza, un “vedere”con il pensiero ciò che le apparenze non sonoin grado, da sole, di dire e di risvegliare una “simpatica” rispondenza in chi guarda.Nell’alveo di un’arte iconica s’incunea unapittrice teramana,dall’ attività pluriennale:LLaauurraa DDeell PPaaggggiioo o meglio LLaaddìì,, che si segna-la per la coerenza di un percorso artisticosempre più precisato, ripensato, personalizza-to da una cifra stilistica inconfondibile.Autodidatta, nel momento in cui si accinge adare corpo,con pennelli e colori, al suomondo interiore, Ladì fa affiorare dal suoinconscio artistico, sedimentato nelle pieghedelle sua memoria, il repertorio di un grandee originale maestro, italiano ma operanteall’interno dell’“Ecole de Paris”: AmedeoModigliani, da sempre ammirato per l’ incon-fondibile “segno” delle sue figure. In essevolti, colli, solidi busti, gambe, che si diparto-no come colonne, rimandano ai volumi dellageometria solida -sfera, cilindro-, definiti dauna tavolozza - ocra, ocra rosata ,azzurriintensi-,non suggestiva di vibrazioni luministi-che, bensì compatta nell’accostamento dipezzature cromatiche: immagini eterne, chesi danno nell’assolutezza formale a significare

una realtà archetipo, che riescetrasmettere emozioni.Ma Ladì non accetta di essereun epigono del suo idolo pittori-co, vira verso un suo originaleideale formale, fondando un irri-nunciabile linguaggio costellatodi DONNE. E’ irresistibile ilrichiamo alla donna, al suomistero, al suo universo percepi-to come un mondo a sé, un “ hor-tus conclusus”, autonomo e per-fettamente autosufficiente.Il sogno “maternale”è come unomaggio alla superiorità femmi-nile all’archetipo materno, che lapsicanalisi junghiana definiscecome immagine centrale del nostro inconscio.L’artista si aggira nel suo virtuale gineceolasciando scivolare il pennello sulla tela perfermare con insuperabile lievità le serpentine,fluttuanti figure con il collo rovesciato morbi-damente all’ indietro, gli occhi languidi appe-na dischiusi, la bocca semiaperta in un sorriso-non sorriso. Ma non si accontenta, va oltre ilsuo ideale maestro. Dicontro alla storiografiasempre più attenta aisignificati che ai signi-ficanti,dà spazio all’in-volucro, che vale inrapporto al contenuto,al messaggio, all’anima,cui è riferita. L’abito o il“déguisement”, nel pas-sato riservato ai preti,ai maghi, agli attorientra nella vita quoti-diana.Tra sete iridescenti,sfarzosi broccati,cano-vacci multicolori, leDONNE di Ladì, fiori

tra i fiori, orchidee incastonate su sfavillantipiani decorativi, diventano “speciali”: per viad’incantamento, con stupore e innocenzadiventano forme della donna di oggi, quellanata dalle lotte per l’emancipazione: femminanell’opulenza dell’abito, nell’acconciatura, nelgioiello così come pure nella coscienza.

Marisa Profeta De Giorgio

Ladì: apologia della donna

Ladì - Maternità

22aa eeddiizziioonnee ddeell pprreemmiioo rraaccccoonnttoo bbrreevvee 22000077organizzato dalla Pro Loco di Garrufo

Tema““IIll ggiiooccoo nneellllaa mmeemmoorriiaa,, oovvvveerroo ggiioocchhii ee ggiiooccaattttoollii ddeellllaa ttrraaddiizziioonnee””.La partecipazione è gratuita. I testi, iinneeddiittii e redatti in lingua e/oin dialetto, non devono superare la lunghezza di n. 12.000 caratte-ri (spazi inclusi). Possono partecipare quanti abbiano compiutoquattordici anni di età alla data del 30 Aprile 2007.Scadenza: 3300 AApprriillee 22000077Per informazioni: tel. 328.8967619 (ore pomeridiane), oppureall’indirizzo e-mail: iinnffoo@@ggaarrrruuffoo..iittLLaa pprreemmiiaazziioonnee èè pprreevviissttaa nneell ccoorrssoo ddeellllaa mmaanniiffeessttaazziioonnee ““GGaarrrruuffooccoonn GGuussttoo 22000077”” (fine Luglio-inizio Agosto)..Il bando integrale è reperibile anche presso la redazione de LaTenda all’e-mail: [email protected]

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fogliando le riviste mediche si trovano ogni giorno pubblicazioni digrande interesse, ma a volte spuntano delle vere perle. L’illustre, anziillustrissimo periodico settimanale British Medical Journal pubblica

nel numero del 23 dicembre 2006 nella sezione Research (ricerca) un artico-lo sugli effetti collaterali dell’ingoiare spade. Per redigere l’articolo l’autore,un radiologo del Glouchestershire, ha contattato 110 mangiatori di spade,e ha loro sottoposto un questionario sulla professione e sui problemi corre-lati. L’Associazione Internazionale di Mangiatori di Spade, cui tutti i sogget-ti appartenevano, ammette nelle proprie liste solo chi riesce ad ingoiare unaspada solida di acciaio spessa almeno 2 cm e lunga almeno 38 cm. L’autoreha esaminato 46 casi utili, quanti nei tre mesi precedenti l’intervista, aveva-no ingoiato in media 43 spade. La patologia professionale più descritta è ilmal di gola, tipico soprattutto delle fasi di apprendimento della tecnica, deigiorni di superlavoro, o di performance con più spade (fino a 16) o lamedalla forma strana. A volte dopo lo spettacolo può presentarsi un doloretoracico che si risolve spontaneamente astenendosi dalla pratica per qualchegiorno. In sei mangiatori una lama aveva perforato la faringe o l’esofago(errori tecnici per emozione o distrazione), e in due mangiatori aveva finito

per intaccare una vertebra, in uno aveva bucato un polmone, ad uno avevasfiorato il cuore provocando una pericardite. Qualcuno aveva dovuto ricor-rere alla chirurgia, ma a nessuno era mai stato aperto il torace (anche se aun mangiatore la spada era stata rimossa per via transaddominale). Sedicimangiatori avevano avuto emorragie intestinali di varia gravità, ma nessunoera morto (domanda numero 130 del questionario: sei mai morto?).L’articolo prosegue con un vademecum per l’aspirante mangiatore di spade:servono mesi di esercizio. Primo: desensibilizzare il riflesso del vomito, met-tendosi in gola ripetutamente dita, cucchiai, pennelli, aghi da calza, tubi diplastica, per poi passare a una gruccia appendiabiti di fil di ferro. Poi: impa-rare ad iperestendere il collo per far passare la lama in esofago; imparare arilassare la muscolatura involontaria del cricofaringe; fatto questo, il resto èrelativamente semplice. Nel numero successivo compare il commento di uno psichiatra gallese: “unaricerca veramente interessante che, sono certo, sarà letta con interesse daimangiatori di spade di tutto il mondo, ma dal mio personale punto di vistaforse un po’ senza senso”.

Emilia Carloni

4 la tenda n. 2 - febbraio 2007

PARLIAMO DI... 4

Patologie professionali di nicchia

Estetiche della consolazione in un vicolo ciecoe categorie a cui i termini Capolavoro eCult rimandano non hanno più senso inuna società tele-populista, abitata da

gente famosa per il fatto diessere famosa, e ove ognioggetto può venire issatoagli altari secondo una logi-ca arbitraria e autoreferen-ziale. È il senso comunedella borghesia postmoder-na, trasversale a gruppisociali e appartenenze poli-tiche: la vera ideologia deinostri tempi. La sinistratrasforma in Arte e Cultural ’ u n i v e r s odell’Intrattenimento e dello Spettacolo (promuo-vendo comici, attori e cantautori al rango di mai-tres à penser); la destra direttamente le cose dellavita: cibo, ginnastica, abbigliamento, turismo; in

ciò dimostrandosi più baldanzosa della rivale,che nel suo snobismo è timorosa di apparire trop-po anti-intellettuale e si accontenta di esserlo solo

un po’. D’altra parte, nellasocietà del mostrarsi è lanostra stessa esistenza cheaspira a divenire opera d’ar-te: la confusione/identifica-zione tra arte e vita, untempo appannaggio di este-ti spediti ai lavori forzati odi avanguardisti esiliati dalParnaso, oggi non si nega anessuno: siamo tutti artisti,todos caballeros. Questapan-estetizzazione si pre-

senta egualitaria e iper-democratica, ma producedolorose esclusioni (essere all’altezza non è datutti) e occulta rapporti di potere.L’abbattimento del confine tra arte e vita è un

inganno, una forma più raffinata di controllosociale: il fordismo oppressivo di Tempi Moderni(C. Chaplin, 1936) ha lasciato il passo a un capi-talismo avanzato, divertente, light, che nel connu-bio fra idealismo e informatica ha smaterializza-to il mondo in una fantasmagoria di forme. Ma ladistinzione fra lavoro e libertà, vita autentica evita alienata, è tutt’altro che svanita: soltanto, èstata ricoperta da uno spesso strato di colore(perciò il cinema dei fratelli Dardenne, che guar-da oltre quel colore, è la rivoluzione del decennio).Altro che vita come capolavoro: l’arte, dicevanoper vie diverse Bazin e Adorno, è un movimentocontro la vita. I capolavori sono tali quando sioppongono allo status quo; troppi capolavori sonola consolazione di un’ineludibile mediocrità. Cheessa venga dissimulata dal successo o dal denaroè solo il segno della chiusura del cerchio, del vico-lo in cui siamo stretti. (2 - fine).

Hans Ranalli

Parole = WordsRimanendo ancora nell’ambito del gergoaziendale, ci imbattiamo spesso in bbrraaiinnssttoorrmmiinngg, termine che sta ad intendereuna riunione alquanto informale in cui iresponsabili o gli operatori di vari settori,appositamente scelti, confrontano le loroidee su un particolare tema come, adesempio, l’impostazione di una campa-gna pubblicitaria.BBrraaiinn ttrruusstt, invece, è il gruppo di espertidi alto livello che assistono un capo nel-l’assolvimento delle sue funzioni, fornen-dogli pareri e suggerimenti.BBrriieeffiinngg: ennesima parola inglese che haavuto fortuna nel linguaggio aziendaleanche da noi. E’ la riunione in cui si infor-mano i partecipanti su una certa situazio-ne o su un determinato affare o si dannole opportune istruzioni. Altrettanto notaè la bbrriieeffiinngg ccaassee: è la valigetta del mana-ger, quella che comunemente si definisce‘la ventiquattr’ore’. Però è più compatta(altezza: 10cm o poco più). Bye

l.p.

l Palazzo De Gregoriis è stato donato neldicembre del 2004 al Comune di ToranoNuovo dai coniugi Gabriele De Gregoriis ed

Anna Fiore per onorare la memoria del dottorPaolo De Gregoriis, che esercitò con passione,competenza e dedizione la professione di medicocondotto nel centro vibratiano dagli Anni Trentaai primi Anni Sessanta. Nelle intenzioni dei dona-tori, esempio non comune di mecenatismo, lastruttura, composta da una trentina di stanzedislocate su tre piani, molte delle quali presenta-no sulle volte pregevoli affreschi, deve esseredestinata a promuovere Torano Nuovo e la suacomunità a livello culturale, sociale e turistico.Finalità queste suggerite anche dal compiantoLibero Masi, il regista dell’operazione, che sogna-va in quest’edificio il sorgere di grandi iniziative:ne voleva fare la sede di Slow Food Abruzzo, diun centro di documentazione sulla cultura vibra-tiana e di grandi eventi legati alla enogastronomiadel territorio; ricordo il fervore che metteva nell’il-

lustrarmi questi suoi propositi mentre mi portavain giro per le stanze del palazzo pochi mesi primadella sua tragica fine (barbaramente ucciso con suamoglie quasi due anni fa - ndr), proprio in occasio-ne del conferimento della cittadinanza onorariada parte dell’Amministrazione di Torano Nuovoal dottor Gabriele Da Gregoriis in segno di rico-noscenza per la sua nobile decisione. Il sindaco Pepe e l’intero Consiglio comunalesono fermamente intenzionati a dar seguito allevolontà del benefattore ed è in cantiere la siste-mazione definitiva del complesso edilizio, per farsì che esso diventi il biglietto da visita delComune, assumendo il ruolo di palazzo di rap-presentanza nel quale ospitare iniziative cultura-li, sociali e di promozione del territorio. In veritàgià viene utilizzato in questa veste e a tal propo-sito segnaliamo il pomeriggio culturale “a palaz-zo” programmato per domenica 25 marzo (vedipag. 6).

Francesco Galiffa

S

I

L

Medicina

IngleseTorano Nuovo

Cinema

Palazzo De Gregoriis:un esempio di mecenatismo

Ladì - Un sogno

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la tenda n. 2 - febbraio 2007 5

CRONACHE TERAMANE5

OSSERVATORIO

Città buia e sporcaSu un palcoscenico internazionale, il duo speri-mentale teramano LLiissmmaa PPrroojjeecctt,, formato daEEnnrriiccoo MMeelloozzzzii ,compositore e violoncellista ,eda SStteeffaannoo DDee AAnnggeelliiss, Dj e produttore di musi-ca elettronica,, è stato protagonista di un eventonell’ambito del 57° Festival del Cinema diBerlino. Il duo ha eseguito dal vivo, durante laproiezione in prima mondiale, le musiche origi-nali composte dal celebre compositore e clari-nettista tedesco MMiicchhaaeell RRiieesssslleerr per la versio-ne restaurata del film muto HHaammlleett di SvenGade e Heinz Schall, un kolossal del 1920,interpretato dalla star nordica del cinema mutoAAssttaa NNiieellsseenn. Un adattamento particolare del-l’opera shakespeariana in quanto Amleto è unadonna segretamente cresciuta come uomo persalvare il trono di Danimarca. Lo stato di continua ambiguità del dilemma shakespea-riano viene quindi nel film trasportato sul fronte dell’identità di genere.. La parte musi-cale e la sonorizzazione della versione restaurata, grazie anche alla elaborazione elet-tronica e all’arrangiamento curato dai due giovani artisti teramani, attraverso sonori-tà antiche e contemporanee contribuisce a rappresentare il viaggio nelle emozioni enella fragilità psicologica del protagonista, esprimendo la tragicità dei suoi tormenti.

c.r.

I frati domenicani presenti a Teramo da66 anni, andranno via entro il mese digiugno prossimo. La decisione è statapresa dal Capitolo e ratificata dalSuperiore Generale dell’Ordine deiFrati Predicatori nel 2005 ed è dovutaalla carenza di vocazioni che ha impove-rito l’Ordine. La notizia ha addoloratotutti i fedeli laici cattolici che hannoinviato un appello a Papa BenedettoXVI, affinché riesamini e modifichi ladecisione. Sono molte le attività pasto-rali e culturali promosse dai padriDomenicani: la Scuola di Politica, lacura diretta del movimento Scout, lagestione e la direzione dei corsi di cate-chesi per adulti ed intellettuali, l’apprez-zata Corale polifonica e liturgica “SantaCecilia”, l’aiuto che viene costantemen-te prestato alle Parrocchie della Diocesied altre iniziative religiose del TerzoOrdine Laicale. La chiusura del conven-to domenicano, l’unico nella RegioneAbruzzo, ubicato tra l’altro nella Cittàuniversitaria di Teramo con una popola-

zione di oltre 10.000 studenti, costitui-rebbe una grave perdita per la comuni-tà. Nell’appello i fedeli laici chiedonoche non subentri un altro ordine alposto dei Domenicani e che la ProvinciaNapoletana dell’Ordine dei PadriPredicatori torni ad occuparsi diretta-mente delle questioni inerenti ilConvento e la Chiesa di San Domenicodi Teramo interessata, in questi ultimianni, da interventi di “restyling” moltodiscutibili (vedi lo “sventramento” dellaCappella del Rosario). Auspicano, inol-tre, l’organizzazione a Roma ed aTeramo di un Convegno scientifico sullaStoria della presenza dei Domenicaninella città di Teramo, con la partecipa-zione ufficiale di padre BenedettoCarderi O.P., cittadino onorario diTeramo, decano dei Frati Predicatori, eartefice della rinascita del convento diTeramo, strenuo difensore della presen-za dei Domenicani a Teramo e nellaRegione Abruzzo.

Nicola Facciolini

Teramo fa musica a Berlino

I consumi dell’illuminazione pubblica rappresentanouna delle voci più rilevanti nel bilancio energeticocomunale.D’altro canto, sono disponibili procedure e soluzioniinnovative per la progettazione e la gestione degliimpianti, e per il finanziamento dei relativi interven-ti, con potenzialità di risparmio energetico di tuttorilievo e con sensibili benefici ambientali. Numerosisono stati i convegni per offrire un quadro organicodegli strumenti disponibili sul mercato per razionaliz-zare gli impianti di illuminazione pubblica e pianifi-care gli interventi, nell’ambito delle politiche comu-nali. D’altra parte nemmeno si può negare il proble-ma dell’inquinamento luminoso associato ai gravisprechi energetici attuali. Ma in ogni caso, a prescin-dere da quanto appena affermato, resta un datocerto, anzi certissimo: Teramo è una città buia. Ed èsotto gli occhi di tutti. E l’assessore competente chesi vanta di aver risolto numerosi casi segnalatidovrebbe farsi un giro, per esempio nella zona diMadonna delle Grazie che da sempre rappresenta undegno, degnissimo ingresso alla città, per rendersiconto che ci vuole l’elmetto con il faro, come quellousato dai minatori. Città aperta e buia. Città aperta,buia e sporca, nonostante tutti gli interventi (a paga-mento) che ognuno trova all’interno delle pubblica-zioni distribuite in omaggio nelle cassette di tutti iteremani. Leggendo le pubblicazioni a pagamentopare che la società Team sia in possesso della bac-chetta magica. Ma non è così. Teramo è sporca.Abbassate gli occhi, guardate dietro le auto in sosta,passate lungo le strade che non siano corso SanGiorgio o via Capuani, passate lungo via Getulio, viaPorta Carrese, via Argentina. E sapete che impressio-ne stanno ricavando i teramani da questa ammini-strazione? Che si sta comportando in modo identicoa alla giunta Sperandio, la quale, all’epoca, nei primidue anni, si dette da fare; poi tirò i remi in barca e silimitò a dire e non fare più. Così oggi hanno abban-donato le cose spicciole (illuminazione, pulizia equant’altro) per dedicarsi ai convegni. Convegniimportanti in cui si parla del futuro. Ma intanto nonsi sa che fine farà l’esperimento dei bus contromano,per la serie “mistero buffo” (assessore Bucciarellidove sei?); non si sa se il buio sarà combattuto: nonsi sa come intervenire alla Cona per impedire gli inci-denti (basterebbero più luci e i mini cavalletti chesono stati posizionati proprio lungo la circonvallazio-ne per delimitare le corsie riservate ai bus Staur); nonsi sa come invertire una rotta amministrativa chepare già essere proiettata verso le elezioni. Non siatepessimisti, vedrete che con una notte bianca o quan-t’altro dovesse essere organizzato nei prossimi mesi,tutto passerà in secondo ordine. Come da miglioretradizione. Nel frattempo se qualcuno accendessepiù lampade e facesse pulire come un tempo (quan-do pareva che la Team stesse lucidando, una ad una,la mattonelle delle strade con mezzi ed uomini) ren-derebbe un servizio all’utenza che non deve solopagare tasse e tributi, ma dovrebbe almeno potercamminare senza rischiare di scivolare sulle “delizio-se” cacchine dei cani teramani. Ma cadere sulla“cacca” porta fortuna. Forse per questo nessuno sene preoccupa più di tanto.

Gustavo Bruno

Ladì - Complicità

Appello al Papa per i Domenicani

RRiiccoorrddaattoo iill 2244 ffeebbbbrraaiioo,, pprreessssoo ll’’AAuullaa MMaaggnnaa ddeell CCoonnvviittttoo NNaazziioonnaallee’’MM..DDèèllffiiccoo’’ ddiiTTeerraammoo,, iill pprrooffeessssoorr RRiinnoo FFaarraannddaa,, aa 55 aannnnii ddaallllaa ssccoommppaarrssaa..

Siciliano di origine, teramano di adozione il prof. ha insegnato al Liceo Classico ‘Dèlfico’della nostra città ed è stato per molti di noi ,e per molti anni, ‘magister’, saldo punto diriferimento culturale e anche amico. Studioso di greco e latino, curioso di storia locale,amante e conoscitore di musica classica, appassionato viaggiatore, cultore di gastrono-mia, raffinato, elegante, con un pizzico di affascinante trasgressione nel modo di vivere,Faranda era il prof. che oggi non esiste più, un esempio di humanitas, in lui non sempli-ce categoria intellettuale ma concreto modo di essere. Ci restano i libri che ha scritto:traduzioni, ricette, storia di Teramo, novelle… ma spesso ci par di sentirlo ancora citareversi di Orazio avvolto dal fumo di quella sigaretta eternamente tra le labbra.

mdf

Faranda: il prof.

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APPUNTI per Marzo

“SOLITUDINI” - fotografie di Paolo di GiosiaSala San Carlo-Teramo - 10 marzo2007 - ore 17.00.Il volume sarà presentato daGGiiaammmmaarriioo SSggaattttoonnii e MMaarriiaa TTeerreessaaBBaarrnnaabbeeii

La solitudine da sempre simuove,come “muta compagna”accanto alla vita dell’uomo coloran-do variamente i suoi giorni e assu-mendo una ampia gamma di senti-menti secondo le diverse condizio-ni umane. Nella vita delle donne,intutto l’arco della storia e nella mol-teplicità delle civiltà, la solitudine èuna presenza costante che, instan-cabilmente, come un’ostinata “a-mante”, insegue la figura femmini-le:dalla donna preistorica rimastasola ad accudire i figli nelle lunghecacce fino alle donne del novecentorimaste nelle case e nelle città dopola partenza degli uomini verso l’inu-tile tragedia delle grandi guerre. Lebelle immagini delle fotografie diPPaaoolloo DDii GGiioossiiaa questo pervicaceinseguimento lo documentano conla totale evidenza dei gesti e dellemovenze corporee delle figure fem-minili. Perchè la solitudine è per la

donna “un’amante non amata” dallaquale si cerca di fuggire, attraver-sando “l’anello di silenzio” che l’ac-compagna, in vari modi: con la con-testazione appassionata della ingiu-sta reclusione nella Medea euripi-dea, l’autodistruzione di madameBovary, il sommesso accenno allapropria sofferenza della Piccardadantesca e, perfino, con la ricercadella compagnia solidale di Elisa-betta nella eccezionale solitudinedella Vergine di fronte al misterodella Maternità Divina. Anche nelmondo attuale la solitudine, nono-stante le conquiste di civiltà, noncessa di seminare sofferenza einquietudine nella vita femminile.Però io penso che solo ora, nellanuova consapevolezza della specifi-cità di genere, sarà possibile dellasolitudine riconoscere anche le infi-nite possibilità di crescita che essaoffre: la conoscenza profonda delnostro io, la possibilità di cogliernel’inserimento esistenziale nel granderespiro dell’universo,la preziosa ri-serva di assoluto nella polvere di pre-carietà del nostro tempo.

Maria Teresa Barnabei

APPUNTAMENTI U.P.M.

UNIVERSITÀ POPOLARE MEDIO-ADRIATICA

Sala Ventilj-Caracciotti

Via Torre Bruciata, 17 - Teramo

MMaarrzzoo 22000077

Giovedì 1, ore 17.00

Pomeriggio autogestito

Giovedì 8, ore 17.00

L’universo femminile nella cultura artistica

MARISA PROFETA

Giovedì 15, ore 17.00

“Le Culture di Frontiera”: L’IslamPAOLA RIZZO

Giovedì 22, ore 17.00

L’emigrazione al femminile:esperienze a confronto

A CURA DI G. P. DI NICOLA

Giovedì 29, ore 17.00

L’euro cinque anni dopoMARIO DE BONIS

SSoocciieettàà ““PP.. RRiicccciitteellllii””CONCERTI

Sala San Carlo

Martedì 13, ore 21.00

QQuuaarrtteettttoo ddii CCrreemmoonnaaCCrriissttiiaannoo GGuuaallccoo violinoPPaaoolloo AAnnddrreeoollii violino

SSiimmoonnee GGrraammaagglliiaa violaGGiioovvaannnnii SSccaagglliioonnee violoncello

Musiche di Bach, Mozart, Beethoven, Schubert

Venerdì 23, ore 21.00

EEmmaannuueellee SSeeggrree chitarra

Musiche di Weiss,

Albeniz, Villa-Lobos

PROSA

Teatro Comunale - Teramo

Venerdì 30, ore 21.00

Lo zoo di vetro

di TTeennnneesssseeee WWiilllliiaammss

con CCllaauuddiiaa CCaarrddiinnaallee

regia di AAnnddrreeaa LLiibbeerroovviiccii

AATTAAMMTTeeaattrroo CCoommuunnaallee -- TTeerraammoo

5 lunedì - ore 21.00EEnnzzoo JJaannnnaaccccii inThe best tour 2007

1133 mmaarrtteeddìì -- oorree 2211..0000Les bonnes (Le serve)

di JJeeaann GGeenneettcon FFrraannccaa VVaalleerrii e

AAnnnnaa MMaarriiaa GGuuaarrnniieerrii

2211 mmeerrccoolleeddìì -- oorree 2211..0000Romolo, il Grande di FF..

DDuurrrreennmmaattttccoonn MMaarriiaannoo RRiiggiilllloo eAAnnnnaa TTeerreessaa RRoossssiinnii

6 la tenda n. 2 - febbraio 2007

6

Associazione culturaleallenamenti

Quando i contadini...usavano la falceFFrraanncceessccoo GGaalliiffffaa

rreellaattoorreePPaallaazzzzoo DDee GGrreeggoorriiiiss -- TToorraannoo NNuuoovvoo

Domenica 25 marzo 2007ore 16.30

CONFERENZAARCHEOCLUB - Sezione di Teramo

Sala di Lettura via N. Palma - Teramo

1133 mmaarrtteeddìì -- oorree 1177..0000“Enrico VI e Costanza di Altavilla.Luci ed ombre per la provincia di

Teramo”

CCoorrrraaddoo SSaannttoorroo relatore

ZURIGOGentile Lea Norma sas

Via Paris 16 - 64100 TeramoTel. 0861.245441 - 0861.240755

Fax 0861.253877

SSaallaa TTrreevviissaann CCeennttrroo ccuullttuurraallee SSaann FFrraanncceessccoo

GGiiuulliiaannoovvaa -- TTeeMOSTRA

Il colore come Resurrezione:trenta opere di Jean Guittondal 24 febbraio al 30 aprile 2007Jean Guitton (1901-1999), ricer-catore, filosofo e scrittore, èstato un protagonista autorevo-le della fioritura culturale che hacaratterizzato la Francia del sec.XX, e una delle figure più rap-presentative del pensiero catto-lico contemporaneo. Sin dal-l’adolescenza Guitton si dedicòal disegno e alla pittura. In Italiala sua produzione è stata pre-sentata in una mostra antologi-ca a Brescia nel 1991.

IInnccoonnttrrii ddiioocceessaannii

2222 ggiioovveeddìì -- oorree 1155..3300Aula Magna Università diTeramo- Coste S. Agostino

Fede e cultura: un binomio superato?Card. AAnnggeelloo SSccoollaa,,

Patriarca di Venezia

3311 ssaabbaattoo,, oorree 1177..0000Tortoreto Lido, Sala Welcome,

Viale Sirena, 470Dalla testimonianza di fedeall’impegno politico-socialeDott.. SSaavviinnoo PPeezzzzoottttaa,,

Presidente “Fondazione per il Sud”

SALA DI LETTURA “PROSPETTIVA PERSONA” via N. Palma - Teramo SSAALLOOTTTTOO CCUULLTTUURRAALLEE 2006-2007 con il contributo della Fondazione Tercas

77 mmeerrccoolleeddii Le donne e Leopardi,

EElliissaa DDii BBiiaaggiioo

88 ggiioovveeddììRilettura dell’Eneide di Virgilio

BBeenneeddeettttoo DDii CCuurrzziioo

1144 mmeerrccoolleeddììInocntro con i poeti

Antonio Alleva e Leandro Di Donatovoce recitante

SSeerreennaa MMaattttaaccee RRaassoo

1155 ggiioovveeddiiRilettura dell’Eneide di Virgilio

BBeenneeddeettttoo DDii CCuurrzziioo

2211 mmeerrccoolleeddììGiocando s’impara,

AAnnttoonniieettttaa BBaallmmaass CCaappoorraallee

2222 ggiioovveeddììRilettura dell’Eneide di Virgilio

BBeenneeddeettttoo DDii CCuurrzziioo

2288 mmeerrccoolleeddììInvito alla Lettura:

Percorsi filosofici di LLuucciioo SSaavviiaannii

2299 ggiioovveeddììRilettura dell’Eneide di Virgilio

BBeenneeddeettttoo DDii CCuurrzziioo

MMaarrzzoo 22000077 -- OOrree 1188,,3300

Ladì - Generazioni

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la tenda n. 2 - febbraio 2007 7

LA PAGINA DEL FAI Fondo per l’Ambiente Italiano

Lettera ai soci

Cari amici,Vi comunico il calendario dei prossimi appuntamenti organizzatidalla nostra Delegazione FAI:• 66 MMAARRZZOO -- ore 18: nella Chiesa di Colleparco sarà celebratauna Santa Messa dal Parroco Don Giovanni Bruni per benedirela Madonnina, che la nostra Delegazione ha donato allaParrocchia di Colleparco affinchè ciascuno di noi - credenti o noncredenti - si affidi spontaneamente e senza riserve alla protezionedella Madre di Gesù e si impegni ad operare per la pace ed ilbenessere dell’Umanità;•• 1166 MMAARRZZOO-- ore 10,30: presso la SSaallaa ddeell CCoonnvviittttoo NNaazziioonnaallee, in Piazza

Dante (Teramo), il Maggiore Saravo del R.I.S. di Parma insiemeai suoi collaboratori presenterà agli studenti dei Licei i segretidella professione di investigatori al servizio della legalità, profes-sione di altissima qualificazione;

- ore 16,30: presso la Sala del Convitto Nazionale, il gruppo delR.I.S. sarà a disposizione degli aderenti FAI e dei cittadini peruna conferenza-dibattito;

Vi segnalo la locandina, presente nella pagina, in cui sono elencati gliappuntamenti per l’evento per noi più importante dell’anno: la“Giornata di Primavera” del FAI che si svolgerà a Giulianova il 23-24 e 25 marzo.Vi comunico che ho attivato un sito WEB per la nostraDelegazione: www.faiteramo.org, Vi prego di visitare il sito dovetroverete utili informazioni sulle nostre attività, di iscriverVi al sitocomunicando la Vostra e-mail, di far conoscere tramite il sito leVostre esigenze, di portare a conoscenza particolari situazioni perle quali chiedete un intervento di tutela del FAI, di scaricare i Vostriarticoli o i Vostri appunti da pubblicare sul sito o sul giornale.A presto con un fortissimo abbraccio.

Franca Di Carlo Giannella

1155ªª GGiioorrnnaattaa FFAAII ddii PPrriimmaavveerraa 2244--2255 mmaarrzzoo 22000077PROGRAMMA GENERALE

Presso il MMAASS SSPPLLEENNDDOORREE – Giulianova paese• Venerdì 23 marzo - ore 17,00 Inaugurazione della Mostra di pittura della Scuola di Posillipo. Interverrà il Prof. NNiiccoollaa SSppiinnoossaa di Napoli.Visite guidate ogni ora dai Ciceroni FAI della Scuola Media “ Bindi Pagliaccetti” diGiulianova. Lo storico FFrraanncceessccoo TTeennttaarreellllii terrà due lezioni (sabato e domenica).

Presso il KKUURRSSAAAALL di Giulianova Lido.1) Mostra delle Lauree antiche;2) Mostra della “Piccola Opera Caritas”.Sabato mattina gara di Tiro alla Fune dei giovani studenti.

SPETTACOLI24 - 3 - 2007 ore 16,00 - Teatro Spazio Tre24-3-2007 ore 17,30 - Musical del Liceo Scientifico “M. Curie” di Giulianova dal tito-lo: “ Teatro Teatro! Passioni, vita e voci del mondo”.25-3-2007 ore 16,00 - Gruppo Experiment del FAI in “ La lezione di Ionesco”

GGiiuulliiaannoovvaa PPaaeesseeSabato 24-3-2007 - ore 16,00 - Visita guidata del Palazzo Re, dei Sig.ri Luigi e Rossella Re;

- ore 17,00-17,30 - Musica del QQuuaarrtteettttoo DDii IIlliioo;Domenica 25-3-2007- ore 15,30 Teatro “GGrruuppppoo EExxppeerriimmeenntt TTeerraammoo” La Lezione di Ionesco;

- ore 17,00 - Musica a cura dell’IIssttiittuuttoo “ GG.. BBrraaggaa “ di Teramo.- ore 18,00 - Santuario Dello Splendore - Messa celebrata da Padre SSeerraaffiinnoo CCoollaannggeellii e cantata dal CCoorroo ““ GGaaeettaannoo BBrraaggaa”” di GGiiuulliiaannoovvaa

Sabato 24 e domenica 25 dalle ore 9 alle ore 17, saranno a disposizione dei partecipanti,i Ciceroni del Liceo Scientifico “M. Curie”di Giulianova per un percorso guidato diconoscenza della città di Giulianova.

SSii rriinnggrraazziiaannoo: Il Sindaco di Giulianova Claudio Ruffini; Assessore alla Cultura della Provincia diTeramo, Rosanna Di Liberatore; Assessore alla cultura del Comune di Giulianova FrancescoMastromauro; Preside del Liceo Scientifico “M. Curie” di Giulianova Prof. Dante Pistelli; Presidedella scuola media Bindi- Pagliaccetti Prof.ssa Santina Ranja; Direttore dell’Istituto musicale “G.Braga” di Teramo Prof. Antonio Castagna; Ciceroni del Liceo Scientifico e della Scuola Media Bindi-Pagliaccetti; Spazio Tre Teatro; Mas dello Splendore di Giulianova; Padre Serafino Colangeli; ParrociDon Domenico Panetta e Don Ennio Di Bonaventura; Piccola Opera Caritas; Coro “G. Braga” diGiulianova; i volontari FAI.Il FAI a palazzo Palma

Il 23 u.s è stata, per il FAI, unagiornata particolarmente impor-tante, perchè agli iscritti è statadata l’opportunità di poter visita-re Palazzo Palma, una dellepoche dimore storiche e ben con-servate in una città, come lanostra, oggetto di scempi indi-scriminati e continui.Il Palazzo è sito nell’omonima via,il che testimonia l’importanza dellafamiglia, ma la prima casa, d’im-pianto medievale (delle 4 o 5 oggipalaziate), fu acquistata come dotedi una Bibbi, sposata a PancrazioPalma, fratello di Nicola, anch’eglistorico (“Compendio della Storia diTeramo”), Sindaco di NominaRegia, Presidente della Provinciad’Abruzzo Ulteriore etc.Vincenzo, l’altro fratello -sposatocon una Pompetti- e Nicolaacquistarono, poi, case contigue evissero con menage comune.Negli anni “20” dell’800 fu realiz-zata la facciata in stile neo-classi-co napoletano di colore grigio-azzurro e panna. L’androne dellescale fu affrescato ai primidell’800 con eleganti decori atempera ed anche gli stucchifurono realizzati a mano in loco.

Su questa imponente scalinatasiamo stati gentilmente ricevutidalla Signora Elena Petini Palmae da suo figlio, l’avvocato Nicola,che si è dimostrato una eccezio-nale guida nella diffusa descrizio-ne degli ambienti.La visita ha avuto inizio dal salo-ne di rappresentanza, ornato nelsoffitto da motivi floreali, mentrenel riquadro centrale è rappresen-tato “Mosè salvato dalle acque”,eseguito da Della Monica, ilquale era stato tenuto a battesi-mo da Irene Palma nata Bibbi,tanto che nella sua biografial’Artista descrive anche un viag-gio a Napoli con l’antenata dellafamiglia.Dal salone ci siamo immessi inuna serie di ambienti comunicantitra loro (come è nello stile degliantichi palazzi) tutti splendida-mente arredati con rari pezzi d’an-tiquariato o con mobili mirabil-mente intarsiati, opere del com-pianto Dott. Marcello Palma. Allepareti ritratti di famiglia, tra cuiimportanti, quelli del Canonico edello Storico, eseguiti negli anni60-70 dell’800 e firmati dallo stes-so Della Monica, a riprova dei rap-

porti di amicizia dell’artista con lafamiglia. Abbiamo potuto ancheammirare due interessanti olii set-tecenteschi, raffiguranti “La para-bola del figliol prodigo”; due marinedi Celommi, deliziose e pregiatecaricature, opere della SignoraMaria Palma, alcune delle quali sitrovano anche nella Pinacoteca diTeramo.Particolare interesse ha suscitatola camera da letto padronale arre-data con pregiatissimi mobilid’artigianato dell’800, intarsiaticon madreperla, la cui caratteri-stica principale, inoltre, è quelladi essere uno dei primi modelli diarredamento d’insieme e noncomposto di pezzi abbinati.Uno dei tanti salottini è statodestinato alla raccolta di unabuona parte di rari orologi, colle-zione iniziata da uno dei membridella famiglia, che annoveraanche due preziosissimi pezzi del‘600, il cui quadrante contiene unmeccanismo di illuminazione perle ore notturne.In un Palazzo di tale importanzanon poteva mancare la sala damusica: dato che non esistevanoall’epoca, televisione ed altre forme

di svago, le famiglie che potevanopermetterselo, si riunivano per ese-guire ed ascoltare della buonamusica dal vivo. La sala è dotataanche di un bellissimo camino inpietra, impreziosito da un rarocippo di epoca carolingia risalenteall’anno 800 d.C.. Sul soffitto sipossono notare affreschi a temanella parte centrale, ai lati, invece,medaglioni raffiguranti Verdi,Donizetti, Rossini e Mascagni.Dulcis in fundo...la ricchissimabiblioteca che farebbe la felicità diogni bibliofilo. Tra i preziosi volumi,notevoli quelli dell’Enciclopediafrancese di Diderot e D’Alamberted una edizione pregiata del ’500del “De Bello Gallico”.Il Palazzo tutto, dunque, rivela laraffinatezza e l’erudizione dellafamiglia che volle decorarlo,come avveniva in tutti gli ambien-ti nobili dell’epoca. Nel tempo,poi, i vari esponenti hanno recu-perato, con tenacia e passione,suppellettili, testi ed arredi, testi-monianze non solo dell’arte maanche della vita e del costume dipiù di due secoli di storia locale.

Gianna Cocciolito eMaria Paola D’Angelo Gallo

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a cura della Delegazione FAI di Teramo

Page 8: Smonta il bullo! 10 febbraio - Prospettiva Personatore di polizia, Filippo Raciti, anche questa volta avremmo archiviato il caso come un esempio di ordinaria follia. Credo che la violen-za

“Iahvè Dio plasmò l’uomo con polveredel suolo e soffiò nelle sue nari un alito divita” (Gen.2, 7). Solo la perfezione divi-na poteva concepire la meravigliosaincongruenza della creazione. In Adamoed Eva convivono infatti materialità ter-rena, la polvere del suolo, e spiritualitàdivina, il soffio vitale di Dio. L’originestessa della nascita dell’uomo si ripercuo-te quindi sulla sua storia: abbandonato ilsuo stato di primitiva incoscienza, egli si ècostretto a basare la sua esistenza su continuescelte, oscillando tra bene e male. Nell’essereumano coesistono quindi materialismo e astra-zione, istinto e razionalità, nonché la facoltà didecidere di sé e delle proprie azioni. Ciò chespinge l’uomo ad agire è però anche un inesau-ribile bisogno d’amore, una congenita esigenzadi essere accettato anche per quello che è real-mente. Non è però semplice decifrare i motidell’anima, né la vita si costruisce su nette

opposizioni. Tra il bianco e il nero esiste unasorta di terra di nessuno, un grigio limbo disentimenti indistinti che possono volgere albene o al male,a seconda dei rapporti che lega-no tra loro gli esseri umani. Questi nodi esi-stenziali sono ancora più forti ed esclusiviquando l’uomo si confronta con Dio. Abele eCaino sono figli di Adamo ed Eva: l’uno èpastore, l’altro è agricoltore. Entrambi fannosacrifici a Dio, che accetta quelli di Abele, manon quelli di Caino. Un padre non dovrebbeamare allo stesso modo i figli?...Forse…Maanche in Dio il sentimento d’amore segue per-corsi segreti e comprensibili solo a lui stesso…O forse il modo di concepire l’amore di Dio èimperfetto e particolare in Caino. Abele sipone di fronte al suo creatore con un abbando-no fideistico assoluto e fine a se stesso, mentresuo fratello vuole penetrare la segreta essenzadegli affetti,vuole scegliere, dettare delle con-

dizioni finite per un sentimento che èsolo infinita accettazione dell’altro. Lamotivazione del rifiuto divino nei con-fronti di Caino sta forse proprio nelleparole pronunciate da Iahvè : egli “sa”che Caino, per gelosia, avrà una reazio-ne istintiva e violenta nei confronti disuo fratello, ma allo stesso tempo“vuole” che Caino dimostri la sua supe-riorità critica rispetto ad Abele; l’uomo

dovrà operare sulla base del liberoarbitrio,ascoltando la sua voce interiore,lacoscienza, intimo legame tra l’essere umano ela divinità. Per Caino però è difficile mediaretra istinto e razionalità fideistica. Seguendo ilsuo travagliato percorso di sentimenti, eglinega non solo a se stesso, ma anche a Dio, unanuova occasione d’amore. Uccidendo Abeleegli inoltre recide l’ultimo, sottilissimo legametra essere umano e innocenza primigenia. Peraffermare se stesso, Caino ha bisogno di nega-re a sé il suo doppio, quel fratello che nellavicenda non parla mai,ma che ama incondizio-natamente la divinità e si fida di suo fratello.“Caino disse a suo fratello Abele:- Andiamofuori per la campagna!-” (Gen.4,8)… Il dissidio“storico” tra uomo e Dio comincia con questeparole di sangue.

B.D.C.

Ladì - Maternità, particolarre

SATURA LANX 8

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“Iahvè gradì Abele e la sua offerta, ma non gradì Caino e l’of-ferta di lui.Perciò Caino ne fu molto irritato e il suo volto eraabbattuto. Iahvè disse allora a Caino :- Perché sei irritato eperché è abbattuto il tuo volto? Se agisci bene non dovrai forsetenerlo alto?Ma se non agisci bene,è in agguato alla porta ilpeccato; esso si sforza di conquistare te, ma sei tu che lo devidominare” (Gen.4,4-7)

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BELLANTARTE:Collettiva di pittura e sculturaQuaranta artisti locali hanno esposto le loro opere dipittura e scultura, dal 9 al 16 febbraio u.s., a Bellante(Te) in una mostra organizzata dall’Associazione cul-turale artistica ‘Bellantarte’. Animata da GiuseppeSebastiano Devoti, l’associazione è attiva nel promuo-vere ricerche e fermenti di nuova creatività in grado diattualizzare l’indagine sulle tendenze della pittura con-temporanea, nasce per descrivere la moltitudine diorizzonti dell’arte e si accresce nella pratica espressivae nella produttività assumendo un significativo gestodi critica attiva e grande progettualità dell’esperienzaartistica. Gli artisti, nelle loro tele, hanno dato il segno delle dif-ferenze, delle caratteristiche proprie di ognuno, acco-munati tuttavia dalla consapevolezza di una precisa eirrinunciabile funzione: favorire la liberazione dell’uo-mo e recuperare le sue energie di trasformazione.

SS..FF..II..SS..PP..(Scuola di Formazione all’Impegno

Sociale e Politico)

Sede dell’Azione CattolicaVia Vittorio Veneto, 11 (Te)

55 lluunneeddìì - ore 18.00-20.00Politica e sentimento del bene comune

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