SMART CITY. CENTOCELLE E L'ECONOMIA...
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(http://www.retisolidali.it/category/territori/) " 28-03-2018 # Maurizio
Ermisino (http://www.retisolidali.it/author/maurizio-ermisino/)
Previsto in un progetto di ENEA e Università LUISS, èrivolto ai facilitatori della comunità, per l’avvio diiniziative che valorizzino il quartiere
Si parla sempre di più di Smart City, di città connesse, di innovazione.
Ma i progetti più moderni oggi ci dicono che accanto all’innovazione
tecnologica deve esserci anche un’innovazione sociale. Puntare solo
sulle soluzioni tecnologiche non porta a un vero cambiamento: serve
SMART CITY. A CENTOCELLE UNLABORATORIO DI ECONOMIACIRCOLARE
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un’innovazione sistemica, le soluzioni tecnologiche vanno costruite e
progettate insieme ai cittadini che poi le utilizzeranno. È un nuovo
approccio alla ricerca, che si chiama transizione sostenibile, in
inglese Sustainability Transitions. A Roma, nel quartiere di
Centocelle, tutto questo sta vivendo grazie a un progetto finanziato
dal Ministero dello Sviuppo economico a ENEA, che coinvolge anche
l’università LUISS.
«È un progetto che nasce nell’ambito di un accordo di programma
sulla ricerca del sistema elettrico» ci spiega Claudia Meloni,
responsabile del progetto e ricercatrice della Divisione Smart
Energy, del Dipartimento Tecnologie Energetiche di ENEA. «È stato
finanziato nell’ambito della ricerca Smart Cities & Communities su
cui lavoriamo ormai da sette anni. È un progetto triennale, al terzo
anno di attività, articolato in 7 obiettivi nel quale abbiamo inserito
un laboratorio urbano di economia circolare».
A Centocelle è stato avviato un laboratorio urbano di economia
circolare rivolto ai facilitatori, cioè le persone più attive della
comunità, per portarle in un percorso di consapevolezza sociale e di
empowerment personale, per l’avvio di iniziative per valorizzare le
risorse del quartiere. «Abbiamo coinvolto il LabGov (Laboratorio per
la Governance dei beni comuni) della LUISS, sull’avvio di un percorso
di co-governance», spiega Claudia Meloni. «Hanno messo a punto un
protocollo, Co.città, e a Centocelle lo stanno praticando come
protocollo Co.Roma, che consiste nella definizione di questa
metodologia per la co-governance. La comunità, infatti, si attiva con
un lavoro relazionale, di crescita delle persone. Da qui i percorsi
formativi SmartLab e Urban Living Lab». Tra questi percorsi ci sono il
laboratorio di economia circolare e un laboratorio con gli studenti di
un liceo scientifico, grazie al quale 22 ragazzi del quarto anno stanno
lavorando a un percorso di progettazione urbana e sociale del
quartiere.
CONNESSIONI TECNOLOGICHE. Un percorso sulle Smart City non
può prescindere dall’innovazione tecnologica. «Abbiamo messo a
punto un Social Urban Network, che si basa su un’infrastruttura
tecnologica costituta da un social web – un portale web interattivo e
i social network collegati – e da installazioni interattive nel
quartiere» illustra Claudia Meloni. «Il tutto è collegato da
un’architettura ICT più ampia: c’è anche un analizzatore dei post
pubblicati, per la misura qualitativa del benessere e del malessere
della comunità, e una piattaforma a disposizione del manager del
Social Urban Network, per gestire e animare questi ambienti social a
disposizione dei cittadini. Il Social Urban Network di Centocelle
l’abbiamo chiamato Centoc’è: il sito Centoce.it (http://centoce.it/), la
pagina Facebook (https://www.facebook.com
/laboratorio100centoce
/?hc_ref=ARTlZ7jNOwDSRFiExcqqEmFrZZ1czHWVi6Oue0IK-
LUmo4M89-gViIi3XWrCwiBkBMo), il canale Twitter e il gruppo
Centoc’è che abbiamo messo a disposizione del laboratorio
dell’economia circolare. Ci serve una base tecnologica per fare
incontrare le persone e stimolarle su certe tematiche».
(http://www.retisolidali.it
/wp-content/uploads
/2018/03/smart-
city-1.jpg)SPERIMENTAZIONI DI GOVERNANCE
CONDIVISA. LabGov, il Laboratorio per la Governance della città
come un bene comune Luiss, ha elaborato Co-Roma/Co-Città,
protocollo metodologico per la ricerca e la sperimentazione sulla co-
governance urbana. Co-Roma ha l’obiettivo di identificare una zona
di sperimentazione urbana di co-governance a cui partecipino
imprese, università, scuole, centri di cultura e creatività urbana,
terzo settore organizzato, gruppi informali. Nel primo anno di
sperimentazione i quartieri limitrofi al Parco di Centocelle –
Centocelle, Alessandrino, Tuscolano, Don Bosco, Prenestino-
Labicano – sono emersi come l’area urbana più idonea nella quale
creare un “Co-District”. Come spiega Elena De Nictolis, dottoranda
di ricerca alla LUISS, il protocollo sperimentato prevedeva una fase
in cui esperti, studiosi, attivisti nell’ambito dei beni comuni e della
collaborazione civica a Roma hanno incontrato gli studenti e guidato
il team di ricerca nell’identificare le zone urbane in cui orientare la
mappatura successiva, attraverso sopralluoghi e la costruzione di
uno strumento di mappatura aperto, I Beni Comuni di Roma
(http://co-roma.it/il-processo/). Così è stato possibile conoscere, per
esempio, il Fusolab e gli orti a Tor Sapienza. Alla mappatura è seguita
una serie di attività pratiche di micro-rigenerazione, come
l’organizzazione di passeggiate patrimoniali o le giornate di pulizia
del parco di Centocelle, o le giornate della collaborazione civica. Tra
l’altro gli studenti di LUISS LabGov hanno donato un orto in cassoni
realizzato presso il LUISS Community gardening all’associazione
100 a capo, che ha adottato un’area verde nell’area di Piazza San
Felice da Cantalice. Si tratta, spiega De Nictolis, di attività che
aiutano ad identificare i soggetti più interessati a realizzare questo
tipo di attività. “Filtri” per identificare i cosiddetti “imprenditori
civici”, «associazioni di volontariato, comitati di quartiere, gruppi di
abitanti, frequentatori del quartiere o professionisti che ci lavorano,
soggetti potenzialmente interessati a incamminarsi in un percorso di
collaborazione civica». Dopo un laboratorio di co-design organizzato
presso luoghi dall’alto valore simbolico come la Casa della cultura di
Villa De Sanctis, una delle prime attività ha riguardato la nascita di
una Comunità per il Parco Pubblico di Centocelle, che ha messo
insieme rappresentanti di comitati di quartieri e associazioni o
residenti delle zone interessate. Il secondo anno di Co-Roma ha poi
confermato Centocelle, Don Bosco – in particolare la zona di Torre
Spaccata – e l’Alessandrino quali quartieri idonei ad ospitare la
prima implementazione del “Co-District”.
IL LABORATORIO URBANO DI FACILITAZIONE. Il laboratorio
urbano per i facilitatori a Centocelle nasce per favorire un
cambiamento verso una società che riduca gli sprechi in ottica di
economia circolare. «Di solito si pensa all’innovazione come al
proporre nuove soluzioni tecnologiche dall’alto o a cambiamenti dati
dalle istituzioni», commenta Francesca Cappellaro, ricercatrice del
(http://www.retisolidali.it/wp-
Dipartimento Sostenibilità dell’ENEA e autrice del libro Le parole
della sostenibilità. «In queste teorie si valorizza invece l’innovazione
dal basso: idee innovative possono nascere da utenti e cittadini, per
poi magari essere progettate con il supporto di chi ha una visione
tecnologica e può aiutarli a mettere in pratica qualcosa di concreto».
Il laboratorio valorizza un ruolo che c’è già, per accrescere la
consapevolezza delle potenzialità che un cittadino attivo ha
all’interno del quartiere. «Abbiamo dedicato il laboratorio a persone
che hanno già progetti attivi nell’economia circolare a Centocelle», ci
spiega Cappellaro, «ma si sono aggregate anche persone che non
erano del quartiere. Lavorare con questo approccio permette di
connettere, di essere una comunità. Il cambiamento non si fa da soli,
ma si basa su una comunità di persone».
«Ciò che ha stupito queste persone è stato scoprire che, anche se
ognuno aveva il proprio progetto, i loro valori e i loro sogni sulla
Centocelle del futuro erano molto simili». Si sono trovate d’accordo
sul creare spazi di incontro, dove scambiare idee e lavorare insieme
ad un progetto, come la rigenerazione del Parco di Centocelle. O
come il coworking, o la valorizzazione delle risorse e dei prodotti
locali, grazie a piccoli ristoranti e negozi. «Partire dal locale per avere
un cambiamento globale», ragiona Cappellaro, «riattivare
un’economia circolare locale facilita anche la collaborazione». Partito
a dicembre, il laboratorio urbano di facilitazione si è svolto poi a
febbraio in 4 sabati presso il Fusolab, in via della Bella Villa. I
facilitatori ora continueranno a incontrarsi in autogestione e il 5
maggio racconteranno questo percorso agli altri cittadini.
CENTOCELLE OGGI E NEL
FUTURO. Nato come una
periferia, Centocelle oggi fa da
tramite tra il centro e le
periferie. «Alcune realtà sociali
possono essere dei problemi,
ma diventano opportunità»,
riflette Cappellaro. «Penso alla
situazione dei rom: ci sono stati
content/uploads/2018/03/smart-
city2.jpg)Il coworking L’Alveare unisce alle postazioni lavoro
attività e spazi pensati per i più piccoli. Foto dalla pagina
Fb
episodi molto gravi, ma nel
percorso dei facilitatori
abbiamo visto crescere
l’integrazione tra una famiglia
rom, i cittadini di Centocelle e il parco, in una connessione tra un
luogo bello e realtà sociali diverse che si sono messe insieme per
valorizzarlo. A Centocelle ci sono poi piccole realtà imprenditoriali,
nuovi modelli di business circolari. Oltre al Fusolab, c’è un piccolo co-
working, L’alveare, che dà la possibilità di condividere postazioni
lavoro offrendo anche servizi come l’asilo nido, un GAS, eventi
formativi rivolti alle donne, servizi e convenzioni».
Questa è la Centocelle di oggi. E poi c’è quella del futuro. «I sogni
riguardano un quartiere più ecosostenibile a misura d’uomo, e anche
di bambino» spiega Cappellaro. «Zone pedonali dove ci riappropria
dello spazio urbano per vivere la città senza le auto, cura del verde e
orti urbani. Ci sono anche sogni di integrazione e maggiore
collaborazione tra i cittadini, per un recupero della bellezza e della
cultura. Nel laboratorio si è parlato di far nascere percorsi formativi
tra cittadini, studenti, genitori, scuole, per raccontare e condividere.
Perché collaborare produce più valore economico e sociale e fa bene
anche all’ambiente».
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