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Corso di Laurea Odontoiatria - Corso di Istologia - AA 2013/2014 Integrazioni al Ross Pawlina COMPOSIZIONE MINERALE DEI TESSUTI DURI smalto dentina osso cemento polpa sostanze inorganiche 95 70 60-65 50-60 - sostanze organiche 1 20 20-25 20-30 25 acqua 4 10 15 20 75 SMALTO I prismi dello smalto non sono esattamente rettilinei, descrivono curve più o meno accentuate divenendo ondulati a S o anche elicoidali. Perciò la lunghezza è spesso maggiore dello spessore dello smalto. strie di Hunter Schreger Strie alternate chiaro-scure, evidenti nelle sezioni longitudinali per usura osservate sotto un raggio obliquo di luce riflessa. Sono un fenomeno ottico dovuto alla diversa direzione dei prismi. linee di accrescimento di Retzius Sempre in sezioni longitudinali, sono particolarmente evidenti nelle porzioni laterali e cervicali del tessuto. Sono linee scure che circondano le parti estreme della dentina e che decorrono parallelamente alla superficie di essa. In sezione trasversale appaiono come cerchi concentrici. Indicano le varie tappe di accrescimento dello smalto. Non tutte sono regolari; la loro posizione è la stessa in quelle parti dello smalto che si sono formate contemporaneamente in un certo momento della dentizione. perichimata Insieme di depressioni nastriformi e corrispondenti rilievi superficiali dello smalto. Sembrano onde, per questo il nome: peri=intorno, chima=onda. Fra di esse è visibile l’estremità dei prismi. Sono determinate dalla terminazione sulla superficie esterna delle linee incrementali membrana cuticolare membrana che riveste lo smalto subito dopo l’eruzione del dente, detta anche Membrana di Nasmith. Sottile lamina amorfa, trasparente, continua che aderisce ai prismi dello smalto. Spessore di circa 1 micron. Resistenza maggiore di quella dello smalto nei confronti di acidi e alcali. Struttura cheratinica. Dopo l’eruzione, sulla superficie masticatoria dei denti, viene usurata e scompare; nelle zone protette (es.: nel solco gengivale) può persistere integra per tutta la vita

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Corso di Laurea Odontoiatria - Corso di Istologia - AA 2013/2014 Integrazioni al Ross Pawlina

COMPOSIZIONE MINERALE DEI TESSUTI DURI

smalto dentina osso cemento polpasostanze inorganiche 95 70 60-65 50-60 -sostanze organiche 1 20 20-25 20-30 25acqua 4 10 15 20 75

SMALTOI prismi dello smalto non sono esattamente rettilinei, descrivono curve più o meno accentuate divenendo ondulati a S o anche elicoidali. Perciò la lunghezza è spesso maggiore dello spessore dello smalto.

strie di Hunter SchregerStrie alternate chiaro-scure, evidenti nelle sezioni longitudinali per usura osservate sotto un raggio obliquo di luce riflessa. Sono un fenomeno ottico dovuto alla diversa direzione dei prismi.

linee di accrescimento di RetziusSempre in sezioni longitudinali, sono particolarmente evidenti nelle porzioni laterali e cervicali del tessuto. Sono linee scure che circondano le parti estreme della dentina e che decorrono parallelamente alla superficie di essa. In sezione trasversale appaiono come cerchi concentrici. Indicano le varie tappe di accrescimento dello smalto. Non tutte sono regolari; la loro posizione è la stessa in quelle parti dello smalto che si sono formate contemporaneamente in un certo momento della dentizione.

perichimataInsieme di depressioni nastriformi e corrispondenti rilievi superficiali dello smalto. Sembrano onde, per questo il nome: peri=intorno, chima=onda. Fra di esse è visibile l’estremità dei prismi. Sono determinate dalla terminazione sulla superficie esterna delle linee incrementali

membrana cuticolaremembrana che riveste lo smalto subito dopo l’eruzione del dente, detta anche Membrana di Nasmith. Sottile lamina amorfa, trasparente, continua che aderisce ai prismi dello smalto. Spessore di circa 1 micron. Resistenza maggiore di quella dello smalto nei confronti di acidi e alcali. Struttura cheratinica. Dopo l’eruzione, sulla superficie masticatoria dei denti, viene usurata e scompare; nelle zone protette (es.: nel solco gengivale) può persistere integra per tutta la vita

DENTINALa dentina si può classificare in tre tipi: dentina primaria, secondaria e terziaria. La primaria è normale dentina che si forma prima dell’eruzione del dente. La secondaria si sviluppa dopo, in modo continuo e lento. Questo continuo deposito può causare nei denti di persone anziane la parziale o in alcuni casi la totale occlusione della camera pulpare. La formazione della dentina secondaria può essere visibile nel cambiamento di orientamento di tubuli dentinali. La dentina terziaria, detta anche di riparazione, si forma solo all’insorgere di importanti stati infiammatori, e nell’area interessata dallo stimolo. Questa dentina si forma con tubuli irregolari o anche senza tubuli. Un altro tipo di dentina che si trova frequentemente nel terzo esterno della dentina della corona è la dentina interglobulare, piccole aree ipocalcificate o non calcificate. Analoga alla dentina interglobulare è la dentina granulare si trova al confine tra dentina e cemento. In entrambe i casi si tratta della dentina più antica.

CEMENTOIl cemento riveste gran parte della radice del dente e permette l’inserzione delle fibre del legamento periodontale sulla superficie del dente, così che le forze applicate sul dente durante la masticazione si distribuiscano uniformemente in tutte le direzioni. La componente organica è costituita essenzialmente da collagene e sostanza amorfa; quella inorganica da idrossiapatite in forma cristallina.

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Il cxemento è privo di vascolarizzazione e innervazione. Possiede una notevole plasticità che gli consente di adeguare la sua struttura alle esigenze funzionali. Modifica le sue caratteristiche morfo-strutturali durante l’eruzione e lo spostamento ortodontico o spontaneo dei denti. Il cemento presenta caratteristiche strutturali molto simili all’osso alveolare, ma proprio per l’assenza di vasi e di nervi, mostra fenomeni di riassorbimento e apposizione molto più lenti. Questo fattore assume un rilevante significato nella pratica ortodontica dato che il dente non potrebbe mai “muoversi” se l’osso alveolare ed il cemento si riassorbissero e modellassero contemporaneamente. A livello della giunzione con lo smalto, il cemento può sovrapporsi allo smalto nel 65% dei casi, giustapporsi ad esso nel 25%, o essere separato dallo smalto, lasciando un piccolo segmento di dentina nuda, nel 10%.

Dalla giunzione con lo smalto all’apice radicolare si susseguono due tipi di cemento che differiscono per la presenza o assenza di cellule e per il rapporto con il legamento periodontale: 1. cemento acellulare o primario che sta a diretto contatto con la dentina (2/3 partendo dallo smalto) e

costituito dai fasci di fibre collagene immerse nella sostanza amorfa. Gli incisivi ed i canini spesso presentano solo questo tipo di cemento

2. cemento cellulare che si trova alla periferia di quello primario (1/3 partendo dall’apice della radice).

Il cemento degenera a seguito della distruzione della guaina periodontale e può essere riassorbito dai macrofagi del tessuto connettivo. Possono essere depositati nuovi strati di cemento sulla superficie della radice. Nel caso in cui la neoproduzione sia eccessiva (in seguito a stimoli irritativi) il fenomeno assume dimensioni patologiche (iperplasia del cemento)

La carie della radice può interessare il cemento quando esso viene in diretto rapporto con l’ambiente orale in seguito a recessione gengivale. Il pH acido soprattutto favorisce la crescita batterica (in un cc di saliva si trovano circa 750.000.000 di batteri). I batteri possono essere aerobi o anaerobi, e possono quindi svilupparsi e vivere in varie zone e in diverse condizioni nella bocca. Essi sono i responsabili delle 2 affezioni più comuni della cavità buccale: carie e malattia parodontale. Il cemento una volta esposto perde le sue caratteristiche morfologiche di superficie e può essere ricoperto da una pellicola calcificata o più frequentemente dal tartaro.

POLPASostanza fondamentale: 3 tipi di GAG: condroitin-4-solfato, condroitin-6-solfato, acido ialuronico.Fibre di collagene: 1° e 3° tipo, che aumentano con l'età.Vascolarizzazione (vasi sanguigni e linfatici), innervazione (eccitomotoria e sensoriale) e scambi attraverso il foro apicale.

zone della polpa1. Area degli odontoblasti (esterna). Cellule con corpo cilindrico e processo odontoblastico. Forma la dentina

secondaria e terziaria. L’attività non è continua. 2. Area sub-odontoblastica (periferica), con 2 sottozone (senza netta divisione): (2a) zona povera di cellule,

riccamente innervata e vascolarizzata e (2b) zona più interna ricca di cellule, verso la massa principale della polpa.

3. Area principale (interna). Connettivo popolato da fibroblasti (producono fibre collagene e matrice), cellule mesenchimali indifferenziate, cellule di difesa: macrofagi, plasmacellule, leucociti, mastociti.

vascolarizzazione della polpaarteriole e capillari sanguigni e capillari linfatici (più concentrati nella zona povera di cellule)

innervazione della polpa3 tipi di fibre nervose:1. fibre mieliniche (tipo A-delta) solo sensitive, del dolore acuto. A conduzione veloce. Nella zona sub-

odontoblastica povera di cellule perdono la mielina, formano un plesso (sub-odontoblastico) e si distribuiscono nella polpa, attorno agli odontoblasti e, per un breve tratto, dentro i tubuli dentinali.

2. fibre amieliniche (tipo C) sensitive a conduzione lenta, del dolore gravativo e persistente, tipico della infiammazione della polpa (pulpite), molto resistenti alla ipossia.

3. fibre amieliniche (tipo C) ortosimpatiche, regolatrici del flusso ematico.

calcificazioni della polpaDovute a rallentamento e squilibrio degli scambi metabolici e ipossia tissutale, rappresentate da:denticoli: fibrille di collagene calcificatecalcificazioni diffuse: precipitati di materale calcificatopulpoliti: masse ipercalcificate voluminose

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PARODONTO

gengiva Regione specializzata di mucosa orale che circonda il colletto dei denti e riveste i processi alveolari. È rivestita da un epitelio cheratinizzato ed è saldamente connessa all’osso alveolare (senza sottomucosa). Attorno al dente vi può essere un solco poco profondo, il solco gengivale, compreso tra il dente e la gengiva. L’epitelio che tappezza il solco è detto epitelio solculare, quello che aderisce al dente è detto epitelio giunzionale. Le cellule dell’epitelio giunzionale, non cheratinizzato, aderiscono saldamente per mezzo di emidesmosomi allo smalto. L’adesione dell’epitelio allo smalto rappresenta l’unica barriera al passaggio dei batteri.

legamento periodontaleTessuto connettivo denso. Contiene cementoblasti, fibroblasti, macrofagi e cellule mesenchimali indifferenziate. Può contenere i residui epiteliali del Malassez, ossia residui della guaina della radice (guaina di Hertwig). Le fibre collagene sono di tipo I e III. Per posizione e funzione le fibre si distinguono in:a) fibre orizzontali: situate in corrispondenza delle creste alveolari ed in vicinanza all’apice, limitano

l’inclinazione del denteb) fibre oblique: situate tra le fibre orizzontali, limitano i movimenti di abbassamento del dentec) fibre apicalid) fibre della cresta alveolaree) fibre interadicolari (solo nei denti pluriradicolati)

osso alveolareStesse caratteristiche fisico-chimiche e strutturali delle altre ossa dell’organismo. Di particolare, ha una struttura non lamellare, con fibre collagene intrecciate. È vascolarizzato e molto plastico. La sua parte rivolta al legamento periodontale si chiama lamina cribrosa, in quanto contiene numerosi fori che consentono il passaggio di vasi e nervi, ed aumentano la superficie di inserzione delle fibre del legamento periodontale.

ODONTOGENESI

fasi precoci1. Stadio della lamina dentale: 6a-7a settimana

Formazione della lamina dentale, ispessimento del relativo strato ectodermico (epitelio ancestrale del cavo orale) che riveste le due arcate in formazione.

2. Stadio a gemma: 8a settimanaLa lamina si suddivide per metamerizzazione in gemme dentali, 10 per ciascuna arcata. Queste gemme si invaginano nel mesenchima sottostante. Il mesenchima al di sotto della invaginazione costituisce la papilla dentale.

3. Stadio a cappa: 11asettimanaFormazione dell'organo dello smalto nel quale si distinguono un:

epitelio esterno di cellule cubiche;epitelio interno di cellule colonnari (futuri ameloblasti o adamantoblasti);strato intermedio di cellule poliedriche e fluido intercellulare. L'aumento della quantità di del fluido intercellulare determina il distanziamento delle cellule poliedriche e la formazione del cosiddetto reticolo stellato.

4. Stadio a campana: 14a settimanaLe cellule dell'epitelio interno (i futuri ameloblasti) diventano prismatiche e si dispongono in modo da delineare la forma della corona del futuro dente. Queste cellule si continuano con le cellule dell'epitelio esterno formando una ansa molto stretta (ansa cervicale).

sviluppo della radiceProliferazione delle cellule dell'ansa cervicale tra le cellule mesenchimali e formazione della guaina di Hertwig. Questa induce nel mesenchima circostante la formazione dela) cementob) legamento periodontalec) osso alveolare

eruzione dentaria

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Avviene grazie ad una variazione morfostrutturale dei tessuti del parodonto con continui adattamenti alle diverse posizioni del dente nella sua maturazione e migrazione verso la sua cavità buccale. Il meccanismo di eruzione dentale è un processo che non è ancora stato compreso chiaramente. Esistono infatti diverse teorie che cercano di spiegare i meccanismi di eruzione e sono: Teoria dell'allungamento radicolare, che sostiene che la crescita radicolare è responsabile della movimento occlusale della corona. Teoria della pressione idrostatica secondo la quale l'incremento locale della pressione del fluido tissutale nei tessuti periapicali spinge il dente occlusalmente. Teoria di crescita dell'osso alveolare, secondo la quale l'apposizione ossea nella cripta sottostante il dente in eruzione provoca l'eruzione del dente fino alla sua occlusione funzionale. Teoria pulpare, che sostiene che la polpa produce una forza propulsiva generata dall'estrusione pulpare dovuta alla crescita della dentina, per crescita interstiziale della polpa, o per effetti idraulici all'interno del tessuto vascolare della polpa. Ciò comporta una forza eruttiva a causa del gradiente di pressione maggiore al di sotto del dente che sopra di esso. Teoria del legamento parodontale, secondo la quale il meccanismo di eruzione si trova nel legamento parodontale, probabilmente correlato alla contrattilità delle fibre collagene.

Le teorie qui sopra elencate non si escludono tra loro.

FUNZIONI DELLA SALIVA

Solvente e umettante: dovuta alle componenti sierosa e mucosa della secrezione, ricche di acqua.

Antibatterica, antimicotica e antivirale: dovuta alla presenza di lisozima (batteri), lattoferrina (batteri), istatine, defensine e cistatine (peptidi basici con proprietà antibatteriche, antifungine ed antivirali) e anticorpi (ad ampio spettro).

Digestiva: dovuta alla presenza di ptialina (una α-amilasi).

CALENDARIO DELLE FASI DI FORMAZIONE DEI DENTI DECIDUI DURANTE LA VITA INTRAUTERINA 2o mese Comparsa del primo abbozzo dentale sotto forma di ispessimento dell'epitelio, chiamato cresta

dentale.

3o mese Dalla cresta dentale si originano i germi dello smalto che poi assumono forma di campana (organi dello smalto). Nella concavità sottostante il mesenchima si espande e si addensa formando la papilla dentale.

4o mese Formazione della membrana adamantina, costituita da ameloblasti. A ridosso di questa ci sono gli odontoblasti che produrranno la dentina verso lo smalto, mentre la parte centrale della papilla mesenchimale si organizza in polpa dentale.

5o mese Comparsa degli abbozzi dei denti decidui avvolti dal sacco dentale.

6o-9o mese Gli abbozzi perdono il loro rapporto con la cresta ed inizia il lungo processo di formazione della radice.

ETA' DI ERUZIONE DENTI

deciduiincisivi 6- 8 mesi1i molari 12-16 mesicanini 16-20 mesi2i molari 21-30 mesi

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permanenti 1i molari 6-7 anniincisivi mediali 7-8 anniincisivi laterali 8-9 anni1i premolari 10-11 anni (sostutuisce il 1° molare deciduo)2i premolari 10-12anni (sostutuisce il 1° molare deciduo)canini 11-12 anni 2i molari 12-13 anni 3i molari 17-21 anni

FORMAZIONE DELL’ATTACCO DENTOGENGIVALEQuando, nel processo di eruzione, il dente entra in contatto con la gengiva la corona è rivestita ancora da ameloblasti disposti in un doppio strato a contatto con lo smalto (epitelio ridotto dello smalto). Gli ameloblasti non hanno più la funzione di formare lo smalto ma vi aderiscono perfettamente tramite emidesmosomi ed una membrana basale. Tra l’epitelio ridotto dello smalto ed il sovrastante epitelio orale è interposto tessuto connettivo. Con il procedere dello spostamento del dente in direzione occlusale si ha una compressione del connettivo e quindi un minore apporto vascolare. Questo provoca la necrosi dell'epitelio nella sua parte centrale e la formazione di un canale di passaggio per il dente, assieme ad un processo infiammatorio (v. dolore da eruzione). Successivamente le cellule dell’epitelio orale migrano verso quelle dell’epitelio ridotto dello smalto e gli ameloblasti si trasformano in cellule epiteliali squamose e degenerano. Quando questo processo si conclude può considerarsi concluso anche l’attacco del dente alla gengiva.

STADI DELLA MATURAZIONE DENTALE

La scala di MooreesGli stadi dello sviluppo del dente, in base ai dati visibili in radiografia, sono convenzionalmente classificati secondo il seguente schema di Moorees. Questo schema vale ovviamente sia per i denti decidui (anche se per questi è di scarsa applicazione), sia per quelli permanenti.

stadio TUTTI I DENTI1 formazione iniziale cuspidi3 coalescenza cuspidi5 completamento cuspidi7 ½ corona9 ¾ corona

11 completamento corona13 inizio formazione radice

A SINGOLA RADICE MOLARI15 ¼ lunghezza radice inizio formazione solchi17 ½ lunghezza radice ¼ lunghezza radice19 ¾ lunghezza radice ½ lunghezza radice21 completamento radice ¾ lunghezza radice23 ½ chiusura apice completamento radice25 chiusura completa apice ½ chiusura apice27 - chiusura completa apice

Nella pagina seguente sono rappresentati gli stadi di maturazione dei denti (esclusi gli incisivi) della popolazione sarda e di quella americana (molto eterogenea). I dati sono tratti da uno studio condotto alcuni anni fa dal sottoscritto con la collaborazione di alcuni odontoiatri. I dati della popolazione sarda sono in colore.Dai grafici si nota che:1. in tutte e due le popolazioni le femmine sono più precoci dei maschi2. la popolazione americana è più precoce di quella sarda

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3. il maggior divario riguarda principalmente il canino ed il primo molare: tra sessi (maschi e femmine sarde) il ritardo dei maschi è mediamente di 6 mesi, tra popolazioni (sardi ed americani) il ritardo dei sardi è mediamente di 1.5 anni.

4. il minor divario sia tra sessi che tra popolazioni riguarda il 3° molare.

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