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La percezione delle forme

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La percezione delle forme

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Indice:

• Slide 3 La funzione visiva nel bambino;

• Slide5 Studi sulla percezione visiva;

• Slide7 HIP;

• Slide9 La teoria di Jean Piaget;

• Slide12 La teoria della Gestalt;

• Slide14 La teoria di Gibson;

• Slide17 Il disegno infantile;

• Slide21 Percezione dell’oggetto;

• Slide23 I bambini piccoli e il gioco.

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La funzione visiva nel bambino

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0-1 mesi Presta attenzione alla luce; ha una limitata capacità di fi ssazione; 1-2 mesi Il neonato segue gli oggetti e le luci in movimento; presta attenzione a stimoli nuovi e

complessi;

2-3 mesi Si matura la capacità di convergenza, di fi ssazione e di focalizzazione;

3-4 mesi Comincia ad avere movimenti oculari più lineari ed aumento dell ’acuità visiva; osserva e manipola oggetti;

4-5 mesi Sposta lo sguardo dagli oggetti alle parti del corpo; riconosce visi ed oggetti famili ari;

tenta di raggiungere e spostarsi verso gli oggetti;

5-6 mesi Raggiunge ed afferra gli oggetti;

6-7 mesi Movimenti oculari completi e coordinati; sposta lo sguardo da un oggetto all ’altro;

7-10 mesi Manipola gli oggetti mentre li fi ssa;

11-18 mesi Tutte le funzioni visive giungono a maturazione;

18-24 mesi Appaia oggetti, imita azioni;

24-30 mesi Appaia colori e forme; esplora visivamente oggetti distanti;

30 36 mesi Appaia forme geometriche; disegna rudimentali cerchi;

36-48 mesi Buona percezione della profondità; riconosce molte forme.

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Studi sulla percezione visiva

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Studi sulla percezione dei bambini tra anni ‘50 e ‘60 poi ripresi negli anni ‘80:

-Distinzione forme differenti a poche settimane di vita se poste a 15-20 cm dagli occhi;-Sguardo che si sofferma sulle forme concentriche;-Preferenza per le forme rispetto ai colori;-Maggiore attenzione per le figure composte da linee curve; -Percezione della distanza tra i 6 e i 14 mesi;-Percezione della profondità tra i 6 e i 14 mesi.

Riferimenti bibliografici:Luigia Camaioni, Paolo Di Biasio, 2002, Psicologia dello sviluppo, Bologna, Il Mulino.

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HIP (Human Information Processing)

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• La HIP si basa su analogie mente-computer;

• Nel paradigma HIP la mente è intesa come un'istanza che filtra, seleziona, riorganizza e trasforma i dati che le provengono dal'esterno attraverso operazioni prevalentemente di tipo computazionale;

• Evoluzione HIP:

-modelli "ad oleodotto”: tali modelli prevedono una capacità limitata di elaborazione dell'informazione, canali di elaborazione autonomi e postulano l'esistenza di "blocchi" di operazioni di elaborazione;

-modelli "a cascata" o "in parallelo”: tali modelli implicano una capacità illimitata di elaborazione, la possibilità di interazione tra i diversi livelli di elaborazione dell'informazione, la possibilità di ricorrere a strategie alternative e sono di tipo funzionale;

• l'orientamento HIP tende a concepire la struttura mentale come fissa e priva della capacità di trasformarsi in relazione alle varie esigenze ambientali.

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Jean Piaget

La teoria sullo sviluppo mentale del bambino

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La più importante teoria sullo sviluppo mentale del bambino, la prima ad averne analizzato sistematicamente, col metodo clinico di esplorazione delle idee, la percezione e la logica, è quella elaborata da Jean Piaget (1896-1980).

• Egli ha dimostrato sia che la differenza tra il pensiero del bambino e quello

dell'adulto è di tipo qualitativo (il bambino non è un adulto in miniatura ma un individuo dotato di struttura propria) sia che il concetto di intelligenza (capacità cognitiva) è strettamente legato al concetto di "adattamento all'ambiente".

• Piaget ha scoperto che la conoscenza del bambino si basa sull'interazione pratica del soggetto con

l'oggetto, nel senso che il soggetto influisce sull'oggetto e lo trasforma.

• Piaget distingue due processi che caratterizzano ogni adattamento: l'assimilazione e l'accomodamento, che si avvicendano durante l'età evolutiva.

• Si ha assimilazione quando un organismo adopera qualcosa del suo ambiente per un'attività che fa già parte del suo repertorio e che non viene modificata (p.es. un bambino di pochi mesi che afferra un oggetto nuovo per batterlo sul pavimento: siccome le sue azioni di afferrare e battere sono già acquisite, ora per lui è importante sperimentarle col nuovo oggetto). Questo processo predomina nella prima fase di sviluppo.

• Nella seconda fase invece prevale l'accomodamento, allorché il bambino può svolgere un'osservazione attiva sull'ambiente tentando altresì di dominarlo. Le vecchie risposte si modificano al contatto con eventi ambientali mutevoli (p.es. se il bambino precedente si accorge che l'oggetto da battere per terra è difficile da maneggiare, cercherà di coordinare meglio la presa dell'oggetto). Anche l'imitazione è una forma di accomodamento, poiché il bambino modifica se stesso in relazione agli stimoli dell'ambiente. Un buon adattamento all'ambiente si realizza quando assimilazione e accomodamento sono ben integrati tra loro.

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• Piaget ha suddiviso lo sviluppo cognitivo del bambino in cinque livelli (periodi o fasi), caratterizzando ogni periodo sulla base dell'apprendimento di modalità specifiche, ben definite:

A) Fase senso-motoria: dalla nascita ai due anni circa B) Fase pre-concettuale: va da due a 4 anni. C) Fase del pensiero intuitivo: da 4 a 7 anni. D) Fase delle operazioni concrete: da 7 a 11 anni. E) Fase delle operazioni formali: da 11 a 14 anni.

Fase senso-motoria Il bambino conosce il mondo attraverso attività fisiche che può compiere. Le attività sono mediate da schemi di azione pratici che si coordinano per dar luogo a sequenze. Questo stadio termina con l’acquisizione del pensiero e del linguaggio.

Fase pre-concettuale Atteggiamento egocentrico,il bambino non conosce alternative alla realtà che personalmente

sperimenta. Il linguaggio diventa molto importante,perché il bambino impara ad associare alcune parole ad

oggetti o azioni. Non è capace di di relazionare i concetti di tempo,spazio,causa.Il suo ragionamento non è né

deduttivo o induttivo,ma trasduttivo e analogico.

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La Teoria della Gestalt

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• La Teoria della Gestalt o (Teoria della forma) è una teoria generale interdisciplinare riguardante l’essere umano, inteso come sistema aperto in attivo confronto con il suo ambiente.

• In riferimento alle percezioni visive, le regole principali di organizzazione dei dati percepiti sono:

- buona forma;

- prossimità;

- somiglianza;

-buona continuità.

• La Teoria della Gestalt intesa in modo più ampio comprende anche i seguenti aspetti:

- Il primato del mondo fenomenico;

- L’interazione tra individuo e situazione nel senso di campo dinamico;

- Il campo della memoria;

• Si può affermare, quindi, che la Teoria della Gestalt non va intesa come posizione scientifica fissa, ma come un paradigma in evoluzione.

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La teoria di Gibson

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• Eleanor Gibson sostiene che la percezione sia un processo diretto nel quale l'informazione può essere scoperta, invece che costruita e che le informazioni percettive siano già contenute nella stimolazione così come si presenta al soggetto.

• Per queste disponibilità già presenti nella stimolazione, fase dove si ha una ricca fonte di informazioni, Gibson crea un nuovo termine, cioè la parola "affordance", che dall'inglese “afford", significa offrire. Il soggetto deve solo riuscire a cogliere queste informazioni percettive già esistenti nell’ambiente che lo circonda.

Es. forchetta e cucchiaio, strumenti che nel corso dei millenni sono stati affinati dall'uomo fino alla forma odierna.

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• L'approccio ecologico si basa sul mettere in relazione gli oggetti attraverso i sensi dando così una fondamentale importanza a elementi che troviamo in natura.

• Il bambino è quindi un percettore attivo che agisce per imparare qualcosa sul mondo, sempre motivati da scopi che orientano le loro attività percettive che vanno dalla locomozione alla soluzione di problemi.

- il bambino discrimina gli oggetti in base ad attributi che li differenziano.- la percezione migliora via via che il bambino esplora, confronta, ricerca, astrae informazioni in ambienti diversi.

• La percezione della profondità, tra i 6 e 14 mesi ,è stata analizzata mediante un’apposita struttura sperimentale dalla Gibson, la quale indica che il 90% dei bambini, posti a un’estremità del pavimento, si fermano quando giungono al limite del finto salto.

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Il disegno infantile

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• Il disegno infantile è la testimonianza di quello che il bambino vede e percepisce sin dai primi mesi di vita

• Il disegno del bambino si sviluppa assieme alla sua percezione• Allo stesso modo in cui la percezione del bambino si sviluppa e

migliora, il disegno da semplice scarabocchio diventa sempre più complesso

• Il disegno è legato anche ad un fattore fisico• Con il disegno il bambino “scopre” il movimento rotatorio del

braccio o del polso attorno all’articolazione

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• Le figure circolari per il bambino rappresentano lo stadio più elementare della percezione

• Il cerchio non rappresenta la rotondità, ma la compattezza di un oggetto solido

• Migliorando la percezione, il bambino introduce nel disegno le sue nuove esperienze:

La tridimensionalità La presenza dei piani Le variazioni di forma Le variazioni di dimensione Le variazioni di colore Il movimento

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Le fasi del disegno infantile:

• La fase dello scarabocchio ( 2 - 4 anni )

• La fase del cerchio o dell’”omino testone” ( 2 - 4 anni )

• La fase del corpo, del collo e del contorno ( 4 - 7 anni )

• La fase delle linee di sfondo ( 4 - 5 anni )

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Percezione dell’ oggetto

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Insieme di regole definite costanze percettive:

• costanza della dimensione

• costanza del colore

• costanza della forma

I diversi tipi di costanza portano al concetto:

• costanza dell’oggetto

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I bambini piccoli e il gioco

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• IL GIOCO SENSOMOTORIO 12 mesi

• IL GIOCO DI COSTRUZIONE oltre 12 mesi

• I PRIMI GIOCHI DI FINZIONE 15-21 mesi

• ALTRI GIOCHI DI FINZIONE 2-3 anni

• IL GIOCO SOCIODRAMMATICO 3-4 anni