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LA COMUNICAZIONE DEL DIRITTO ALLA TUTELA DEL PAESAGGIO E DEL TERRITORIODUE CASI ESEMPLARI
COMUNICAZIONE DEI DIRITTI DELLA CITTADINAZA ATTIVAPROF.SSA GAIA PERUZZI | ANNO ACCADEMICO 2011/2012PROGETTO DI: STEFANO D'ALESSANDRO E VALENTINA BARCA
La comunicazione del Diritto alla tutela del Paesaggio e del Territorio
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Prima dell’avvento dell’industrializzazione cultura e natura non si opponevano anzi si integravano.
Nella metà dell’Ottocento e nei primi anni Novecento, il paesaggio viene piegato alle esigenze dell’industrializzazione e della crescente urbanizzazione.
E’ in questo periodo storico che si affermarono le prime associazione protezionistiche a tutela del paesaggio, tra queste ricordiamo il C.A.I., la Società Geografica Italiana, il Touring Club Italiano (T.C.I.) e la Pro Montibus et Sylvis.
1 CAPITOLO: Nascita del bisogno di tutela del paesaggio
La comunicazione del Diritto alla tutela del Paesaggio e del Territorio
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Il primo successo dei protezionisti per la conservazione di un paesaggio naturale arrivò con legge n.441 del 16 luglio 1905 per la salvaguardia della Pineta di Ravenna.
La legge n.364 del 1909, «Per le antichità e le belle arti», prima vera legge di tutela dei beni culturali dell’Italia unita.
LIMITI della legge: 1 Non fu prevista la tutela dei “ giardini, foreste, paesaggi e tutti quei luoghi e oggetti naturali”.2 Fu soppresso L’ art. 37 della legge che consentiva l’actio popularis in difesa dei beni pubblici.
Le Leggi Rava del 1905 e del 1909
Le associazioni e i movimenti
La comunicazione del Diritto alla tutela del Paesaggio e del Territorio
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La mancata della tutela del paesaggio stimolò l’emergere di nuove associazioni e movimenti d’opinione sollecitati da cittadini e intellettuali del tempo.
Grazie all’opera di Corrado Ricci si diffuse il tema della difesa del paesaggio sui giornali come il “Corriere della sera” e “Il Giornale d’Italia”.
Sulla spinta di questa partecipazione collettiva, venne presenta una nuova proposta di legge tesa a tutelare :«I paesaggi, le foreste , i parchi, i giardini , le acque e tutti quei luoghi che hanno un notevole interesse pubblico a causa della loro bellezza naturale e della loro particolare relazione con la storia».
La comunicazione del Diritto alla tutela del Paesaggio e del Territorio
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Problemi:Come definire il concetto di bellezze naturali, come distinguerle dalle proprietà fondiarie? Fin dove giunge il pubblico interesse? E fin dove può agire da limite alla proprietà fondiaria?
Dovremmo aspettare 12 anni per assistere all’approvazione della legge Croce n.722 del 1922 che tutela il paesaggio. Sarà Croce stesso a motivare l’importanza di tale difesa, affermando che « Il paesaggio altro non è che la rappresentazione materiale e visibile della Patria».
La prima legge sul paesaggio
La comunicazione del Diritto alla tutela del Paesaggio e del Territorio
CAPITOLO 2Definizione del Diritto alla Tutela del Paesaggio e del
Territorio
Il concetto di Paesaggio in Italia dal suo emergere fino ai
giorni nostri ha subito una lunga evoluzione, che ha
subito nel recente passato una notevole evoluzione.
Inizialmente è stato inestricabilmente intrecciato con quello
di beni artistici e culturali, tanto che la Costituzione
italiana lo tutela abbinandolo proprio al patrimonio storico
e artistico.
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La comunicazione del Diritto alla tutela del Paesaggio e del Territorio
. Nell'ordinamento italiano si comincia a parlare di tutela del paesaggio
nel 1905 con la legge cosiddetta Rava, riguardante la conservazione
della pineta di Ravenna.
Per esser giustificata la tutela del paesaggio di quella pineta si dovette
evidenziare la rilevanza artistica, storica e culturale di quei luoghi che
avevano ispirato Dante e Shakspeare.
Probabilmente anche l'opinione pubblica considerava nella stessa
maniera il paesaggio.
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In sostanza il concetto di paesaggio era
strettamente legato a quello di beni
culturali.
La comunicazione del Diritto alla tutela del Paesaggio e del Territorio
In questo quadro il concetto di Paesaggio è limitato nell'ambito semantico del patrimonio storico-artistico che non includerebbe la
fauna o la morfologia di un territorio.
Questo in basso non sarebbe quindi considerato paesaggio
La l. 1497 del 1939 cosiddetta Bottai, distingue tra “bellezze individue” - vale a dire ville, monumenti, reperti ecc. - e “bellezze d'insieme” - ciò
che fa da contorno e contesto alle precedenti – facendole rientrare nell'ambito normativo di tutela.
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La comunicazione del Diritto alla tutela del Paesaggio e del Territorio
Negli anni Sessanta arriva la prima concezione moderna del concetto
di Paesaggio, utile alla difesa dello stesso dalle minaccie attuali e del
recente passato.
L'urbanista Alberto Predieri definisce il paesaggio come “forma del
territorio, o dell'ambiente, creata dalla comunità umana che vi si è
insediata, con una continua interazione della natura e dell'uomo”.
Introduzione importante nel concetto di paesaggio è quella di due
elementi.
1- L'ambiente
2- L'azione umana 10
La comunicazione del Diritto alla tutela del Paesaggio e del Territorio
Negli anni Settanta termini come ambiente, paesaggio, territorio,
vengono utilizzati nella giurisprudenza italiana in maniera ambigua ed
intercambiambile, l'avanzare nell'opinione pubblica della sensibilità
ambientalista fa sì che questo concetto fagociti quello di paesaggio
anche nella giurisprudenza italiana.
La legge Galasso del 1985 sposta l'attenzione:
- dalle bellezze naturali
- alle zone di particolare interesse ambientale
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La comunicazione del Diritto alla tutela del Paesaggio e del Territorio
Attualmente la tutela del paesaggio in Italia è regolamentata dal
Codice dei beni culturali e del paesaggio del 2004. Il paesaggio è fatto
rientrare di nuovo nell'ambito dei beni culturali, infatti il codice recita: “il
patrimonio culturale è costruito dai beni culturali e dai beni
paesaggistici”
L'Art. 131 del codice lo definisce “una parte omogenea di territorio i
cui caratteri derivano dalla natura, dalla storia umana o dalle
reciproche interrelazioni”.
Per l'elenco di cosa ritenere parte del paesaggio, si rimanda alla
distinzione fatta dalla legge 1497 del 1939 già citata.
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Il senso comune, a volte il giornalismo,
confonde tale concetto con quello di
ambiente o con quello di territorio,
ma sono cose ben diverse.
La comunicazione del Diritto alla tutela del Paesaggio e del Territorio
Il concetto dei paesaggi nei movimenti e
nelle associazioni
Legambiente opera una distinzione netta tra territorio e paesaggio.
Definisce territorio “uno spazio fisico e geografico delimitato. Per estensione, indica anche le organizzazioni sociali che in quello spazio si instaurano e lo modificano, le comunità che lo abitano, con le loro identità e i loro saperi, le attività economiche, le unità amministrative. E’ un fitto tessuto nel quale si intrecciano l’ambiente, l’agricoltura, le attività industriali e terziarie, dinamiche urbane e fattori culturali e identitari. Un sistema complesso la cui matrice resta lo spazio naturale, frutto di lunghi processi evolutivi e delicati equilibri”.
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Il concetto dei paesaggi nei movimenti e
nelle associazioni.
Definisce paesaggio l'ambiente naturale così come è stato modificato dall'uomo nel corso del tempo, la particolare fisionomia di un territorio dovuta alle sue caratteristiche fisiche e naturali, ma anche antropiche
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Il concetto dei paesaggi nei movimenti e
nelle associazioni.
Stop al consumo di territorio non possiede ancora una definizione precisa del concetto di territorio.
Dal nome stesso del movimento fa riferimento al territorio, nel manifesto invece parla spesso di suolo.
Intendendo quindi il paesaggio più nella sua conformazione fisica e naturale.
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Due casi esemplari di comunicare la tutela del paesaggio e del territorio
CAPITOLO 3
La comunicazione del Diritto alla tutela del Paesaggio e del Territorio
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Nella parte conclusiva della nostra ricerca analizziamo due casi di comunicazione diversi ed emblematici:
Legambiente e Stop al consumo di territorio.
Studieremo i due casi attraverso una ricerca bibliografica dei prodotti editoriali e giornalistici dei movimenti ma anche attraverso interviste ai loro principali esponenti.
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Abbiamo scelto questi due casi ritenendoli esemplari nella comunicazione dei Diritti della cittadinanza attiva.
Legambiente essendo una grande organizzazione in grado di influenzare la stampa nazionale, i grandi partiti politici, quindi l'opinione pubblica.
Stop al consumo del territorio perchè in poco tempo è riuscita a catalizzare l'attenzione pubblica e coinvolgere un vasto seguito di attivisti e volontari in grado di incidere concretamente e positivamente sul problema.
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• LEGAMBIENTE è un’associazione, nata nel 1980, che opera per la tutela e la valorizzazione dell’ambiente, delle risorse naturali, della salute collettiva e del patrimonio culturale e paesaggistico .
• Il tratto distintivo dell’associazione è quello dell’ambientalismo scientifico.
• Diversi sono gli strumenti di comunicazione e di azione: dall’ufficio stampa all’elaborazione di dossier, dall’Osservatorio su Ambiente e Legalità fino alla creazione di Centri di Azione Giuridica.
LEGAMBIENTE
Stop al consumo di territorio
A differenza di Legambiente, Stop al consumo di
territorio fa leva sulla comunicazione
interpersonale, sull'attivismo dei volontari e sulla
diffusione capillare del movimento, dal basso, in
tutti i territori italiani.
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Si rivolgono principalmente alle amministrazioni comunali. In un piccolo Comune della Provincia di Milano, Cassinetta di Lugagnano, riuscendo ad ottenere l'adesione del giovane Sindaco, Domenico Finiguerra, sono riusciti a far approvare un Piano Regolatore che impedisce la costruzione in zone non ancora edificate.
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Note bibliografiche:
- Carlo Petrini, Basta con le ruspe salviamo l'Italia, Repubblica.it, 18 gennaio 2011, - Carlo Petrini, I carnefici del territorio, 5 novembre 2011, la Repubblica- Manifesto Movimento “Stop al consumo del territorio”, sito web Movimento “Stop al consumo del territorio- Chiara Sasso, Il suolo è dei nostri figli, Instar libri, Torino, luglio 2011- Salvatore Settis, Paesaggio costituzione cemento- Francesco Magnosi, Diritto al paesaggio, Exeo Edizioni, 2011- Dossier Legambiente, Mare Mostrum, 22 giugno 2011- Antonio Cederna, La distruzione della natura in Italia, Torino, Einaudi, 1975
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