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Denominazione e codifica SISTEMA DI GESTIONE DELLA SICUREZZA ANTINCENDIO Rev. 01 del ______________ Rev. 02 del ______________ Rev. 03 del __________ Pagina 1 di 32 Proposto da: DATORE DI LAVORO ___________________________________ (firma e timbro) Approvazione: Deliberazione del DG n° ______________ Copia: CONTROLLATA da R.T.S.A. ____________________________________ (firma e timbro) SISTEMA DI GESTIONE DELLA SICUREZZA ANTINCENDIO D.M. 19 MARZO 2015 AGGIORNAMENTO DELLA REGOLA TECNICA DI PREVENZIONE INCENDI PER LE STRUTTURE SANITARIE TITOLO V

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D.M. 19 MARZO 2015 AGGIORNAMENTO DELLA REGOLA TECNICA DI

PREVENZIONE INCENDI PER LE STRUTTURE SANITARIE

TITOLO V

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INDICE

1. Premessa

2. Politica per la sicurezza antincendio

3. Organizzazione del personale

4. Identificazione e valutazione dei pericoli derivanti dall'attività

5. Controllo operativo

6. Manutenzione dei sistemi di protezione

7. Definizione delle tempistiche di intervento

8. Gestione delle modifiche

9. Informazione agli ospiti

10. Pianificazione dell'emergenza

11. Addestramento del personale e delle squadre di soccorso

12. Sicurezza delle squadre aziendali

13. Controllo delle prestazioni

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PREMESSA L'adozione di un S.G.S.A. scaturisce oltre che da quanto indicato nel Titolo V del D.M. 19 marzo 2015,

aggiornamento della Regola tecnica di prevenzione incendi nelle strutture sanitarie (D.M. 18/9/2002) e dal

D.M. 9 maggio 2007, art.6, soprattutto dalla necessità di garantire il mantenimento nel tempo di tutti i

parametri posti alla base degli scenari analizzati nel progetto di prevenzione incendi, condotto mediante

l'applicazione del nuovo Titolo III di cui al citato D.M. 19 marzo 2015 (allegato I) ovvero con la precedente

normativa e la gestione delle eventuali - in realtà inevitabili - modifiche aziendali che nel tempo potrebbero

avere un impatto sulla sicurezza antincendio (modifiche strutturali, impiantistiche, organizzative). Così

diventa necessario, per tenere sotto controllo tutti i parametri che hanno determinato la scelta degli

scenari di incendio in base ai quali sono state individuate le specifiche misure di protezione, adottare

soprattutto per la salvaguardia della vita umana e la conservazione dei beni mobili e immobili, un sistema di

gestione della sicurezza antincendio che non è un semplice adempimento o una norma di esercizio, ma un

insieme strutturato di regole, di procedure e tutto quanto necessario alla gestione della sicurezza,

organizzato sulla base di una o più normative di riferimento. Infatti il S.G.S.A. è uno strumento con il

quale far permanere quelle condizioni di sicurezza del sito in esame che assicurano il raggiungimento

degli obiettivi propri di prevenzione incendi.

Normative di riferimento per il S.G.S.A.:

◦ D.M. 19 marzo 2015

◦ D.M. 9 maggio 2007

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Per mantenere sempre valido ed efficiente il sistema di gestione si passa attraverso alcuni passaggi “obbligati“ che in una logica di miglioramento continuo si ripetono ciclicamente, almeno una volta ogni due anni ovvero quando necessario. Il processo dinamico ed evolutivo su cui si sviluppa il sistema di gestione per la sicurezza è così rappresentabile.

Applicando coerentemente in maniera sequenziale e ripetitiva nel tempo questi passaggi diventerà molto più semplice poter gestire il proprio “sistema sicurezza“ ottenendo e migliorando un sistema di sicurezza a garanzia e tutela, primariamente, della vita umana e del bene materiale. Il Decreto del 9 maggio 2007 “Direttive per l’attuazione dell’approccio ingegneristico alla sicurezza

antincendio” in combinato disposto con il Titolo V del D.M. 19 marzo 2015, allegato III, ricorda che

nell’ambito del programma di attuazione del S.G.S.A. devono essere valutati ed esplicitati i provvedimenti presi relativamente ai seguenti punti:

- organizzazione del personale;

- identificazione e valutazione dei pericoli derivanti dall'attività;

- controllo operativo;

- manutenzione dei sistemi di protezione;

Miglioramento Continuo

1° Politica per la

sicurezza

5° Riesame della

direzione

2° Pianificazione

3° Attuazione e

funzionamento

4° Monitoraggio,

controllo ed azioni correttive

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- gestione delle modifiche;

- informazione agli ospiti;

- pianificazione di emergenza;

- addestramento del personale e delle squadre aziendali;

- sicurezza delle squadre di soccorso;

- controllo delle prestazioni con particolare riferimento ai cronoprogrammi previsti dal D.M. 19 marzo

2015;

- manutenzione dei sistemi di protezione;

- controllo e revisione

- procedure da adottare in caso di incendio o altro evento dannoso.

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POLITICA PER LA SICUREZZA ANTINCENDIO La politica per la sicurezza ANTINCENDIO costituisce un riferimento fondamentale ed essenziale per tutti i partecipanti alla vita aziendale e per tutti coloro che, esterni all’Azienda, hanno con essa rapporti. La politica esprime la missione aziendale per quanto concerne la SICUREZZA ANTINCENDIO nell’ambiente di lavoro, da cui derivano obiettivi e programmi di miglioramento continuo. La Direzione aziendale apicale (Direttore Generale, Direttore Sanitario e Direttore Amministrativo), in collaborazione con R.S.P.P., R.L.S., R.T.S.A. (Responsabile Tecnico della Sicurezza Antincendio) e Medico Competente, ha predisposto e formalizzato un documento che esprime l’impegno dell’Azienda nel salvaguardare la sicurezza antincendio dei lavoratori, partendo dalle leggi vigenti applicabili, dai rischi d'incendio connessi all’attività lavorativa, dagli incendi e dagli infortuni verificatisi, allo scopo di promuovere e diffondere la cultura della sicurezza antincendio e di tutelare la sicurezza di tutto il personale presente, monitorando continuamente il Sistema per vedere se procede in linea con gli obiettivi prefissati. Tale documento è stato redatto in modo adeguato alla realtà e alle necessità dell’Azienda, con la possibilità di essere modificato durante ogni riesame del sistema. La Direzione aziendale rende noto questo documento e lo diffonde a tutti i soggetti dell’Azienda impegnandosi affinché: 1. fin dalla fase di definizione di nuove attività, o nella revisione di quelle esistenti, gli aspetti della sicurezza antincendio siano considerati contenuti essenziali; 2. tutti i lavoratori siano formati, informati e sensibilizzati per svolgere i loro compiti in sicurezza, prevenire gli incendi e per assumere le loro responsabilità in materia di Salute e Sicurezza sul lavoro; 3. tutta la struttura aziendale partecipi, secondo le proprie attribuzioni e competenze, al raggiungimento degli obiettivi di sicurezza assegnati affinché: - siano rispettate tutte le leggi e regolamenti vigenti, formulate procedure, sia di prevenzione degli incendi sia di gestione delle emergenze per incendio e ci si attenga agli obiettivi aziendali individuati; - i luoghi di lavoro, i metodi operativi e gli aspetti organizzativi siano realizzati in modo da salvaguardare la salute dei lavoratori, i beni aziendali, i terzi, la comunità con cui l’Azienda opera; - l’informazione sui rischi d'incendio sia diffusa a tutti i lavoratori e la formazione degli stessi sia effettuata ed aggiornata con specifico riferimento alle attitudini e capacità; - si faccia fronte con rapidità, efficacia e diligenza a necessità emergenti nel corso delle attività lavorative; - siano promosse la cooperazione tra le varie risorse aziendali (personale sanitario, tecnici manutentori e personale di supporto) e la collaborazione con i Vigili del Fuoco; - siano gestite le proprie attività anche con l’obiettivo di prevenire gli incendi e mitigarne le conseguenze.

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ORGANIZZAZIONE DEL PERSONALE Il personale aziendale afferente ai Servizi Tecnici, Sicurezza e Direzione Sanitaria è impegnato sia per formulare ed aggiornare il S.G.S.A., tramite la figura più importante, cioè il Responsabile Tecnico della Sicurezza Antincendio, nel seguito RTSA sia per intervenire efficacemente per mantenere inalterate le condizioni di sicurezza, ovvero per ridurre le conseguenze di un incendio. Per questi obiettivi sono state previste specifiche procedure operative, da attuare con specifico incarico e con un sistema continuo di monitoraggio e verifica: 1) FASCICOLO ANTINCENDIO UNIFICATO:

è depositato presso l'ufficio del RTSA (Responsabile Tecnico della Sicurezza Antincendio) è composto dai documenti tecnici e procedurali, come da Allegato_1

è costantemente aggiornato, secondo necessità ed in collaborazione con il Datore di lavoro e suoi delegati

è pubblicato sul sito aziendale

2) PIANO DI EMERGENZA PER INCENDIO (ALLEGATO DIGITALE PRESENTE SUL SITO INTERNET AZIENDALE)

contiene le indicazioni sui compiti degli addetti antincendio e della squadra antincendio nonché ulteriori informazioni su tutto ciò che deve essere fatto in condizioni di emergenza.

Esplicita i sistemi di comunicazione per squadra antincendio e servizi di emergenza pubblici (113, 115, 118 etc.).

Stabilisce procedure per i possibili casi di emergenza (incendi, sisma, crollo, alluvione, allarme bomba, ecc.).

Elenca attrezzature e risorse a disposizione della squadra antincendio e DPI (dispositivi di protezione individuale)

Pianificazione dell’emergenza: STRATEGIA E TATTICA. Personale coinvolto e funzioni assegnate. Predisposizione di tutta la catena di intervento. Segnalazione, comunicazione ed unità di crisi. Da chi è composta l’unità di crisi. Chi è il coordinatore del soccorso e con quali competenze. Quali sono i ruoli e i compiti specifici degli addetti antincendio e della squadra nella gestione

dell’emergenza. Schede operative di intervento. Individuazione delle vie di uscita e dei potenziali pericoli. Procedure dell’evacuazione e del salvataggio delle persone non autosufficienti; Risorse umane e tecnologiche a servizio della squadra antincendio esterna Procedure e verbali delle simulazione di intervento (ALLEGATO_11_18) Verifica dei potenziali focolai di incendio; Verifica della presenza di persone con difficoltà motorie e loro evacuazione con esodo orizzontale

progressivo (per quanto riguarda le sedi extraospedaliere)

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Modalità di chiamata dei vigili del fuoco; Modalità di assistenza alle squadre dei vigili del fuoco Procedure di comunicazione del centro di controllo dell’emergenza ai componenti della squadra

antincendio e con gli Enti preposti all’emergenza e al soccorso tecnico urgente. Criteri per cui viene segnalata Cessata emergenza. Verbale di consegna del Piano di emergenza (Allegato_20)

3. FORMAZIONE ED ADDESTRAMENTO:

Documentazione che attesti il percorso formativo antincendio correlato al fatto che nel decreto ministeriale del 10 marzo 1998, gli ospedali con più di 25 posti letto sono classificati a “rischio elevato”. Tale percorso formativo risulta quello i cui contenuti minimi sono riportati nel decreto ministeriale 10/03/1998 nell’allegato IX : Corso C: corso per addetti antincendio in attività a

rischio di incendio elevato (durata 16 ore); inoltre l'art. 6 del DM 10/3/1998 prevede che gli, incaricati dell'attuazione delle misure di prevenzione incendi, lotta antincendio e gestione delle emergenze, devono conseguire necessariamente, dopo un esame di accertamento, l'attestato di idoneità tecnica previsto dall'articolo 3 della legge 609/96, rilasciato dai Vigili del Fuoco

le modalità di informazione le modalità di formazione e addestramento pratico (ALLEGATO_11_18); le modalità di registrazione delle attività di informazione, formazione e specifico addestramento

circa l’uso corretto e l’utilizzo pratico dei dispositivi e dei DPI (ALLEGATO_18) Programma con gli argomenti trattati nel percorso formativo Modalità di interazione tra gli addetti antincendio di reparto e gli operatori della squadra antincendio

in funzione dell’orario di lavoro (sabato, domenica e festivi e turni notturni)

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4. SISTEMA ORGANIZZATIVO

Responsabile del S.G.S.A. e R.T.S.A.

Il Responsabile del Sistema di Gestione, identificato secondo quanto indicato al Titolo V del D.M. 19 marzo 2014, punto 42/b) con il R.T.S.A., provvede a:

• Proporre gli obiettivi e i traguardi delle Politiche aziendali in tale materia; • Proporre i piani di miglioramento; • Verificare ed Elaborare procedure gestionali e di emergenza; • Verificare l’attuazione del Sistema di Gestione e la sua corretta applicazione; • Aggiornare la documentazione del SGSA a seguito di modifiche o revisioni, curarne la distribuzione,

raccogliere richieste e/o proposte di modifica alle procedure aziendali da parte dei lavoratori/RLS; • Programmare e condurre verifiche periodiche sul SGSA e sui sistemi di sicurezza, effettuando gli

audit interni; • Gestire le non conformità riscontrate individuando le azioni correttive/preventive necessarie; • Verificare lo stato del SGSA e su opportunità o esigenze di miglioramento, anche in relazione alle

novità legislative e giuridiche. Il R.T.S.A. è l’Ing. CARLO SALA nominato con la Deliberazione del Direttore generale n° 512 del 12 APRILE 2016

Personale addetto alla sicurezza antincendio

(addetti di comparto e Squadra di primo Intervento S.P.I.)

Il servizio antincendio nelle strutture sanitarie è compito di:

addetti antincendio di comparto/piano squadra di primo intervento antincendio

Il numero degli addetti antincendio di reparto è stabilito secondo quanto indicato nella Tabella 1 del Titolo V del D.M. 19 marzo 2015 Il numero di componenti della SPI è determinato utilizzando l'algoritmo e le tabelle 2-3-4, sempre del Titolo V del citato D.M.. Per il calcolo degli addetti SPI e degli addetti di reparto fare riferimento alla determinazione aziendale n.545 del 19/04/2016 I compiti degli addetti di comparto e della SPI sono descritti nel Piano d'emergenza. E' stato predisposto un Allegato_14 per designare gli addetti antincendio

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5) SISTEMA OPERATIVO

IDENTIFICAZIONE E VALUTAZIONE DEI PERICOLI DERIVANTI DALL’ATTIVITÀ

I pericoli di incendio correlati alla destinazione d’uso di una struttura sanitaria sono principalmente connessi alla presenza di materiali combustibili, sorgenti d'innesco e pazienti/utenti con difficoltà psicomotorie. Per questi motivi è stato il legislatore stesso a catalogare soprattutto gli ospedali al livello di rischio elevato. In caso di variazione dei rischi d'incendio, è stato elaborato un facsimile, Allegato_13 per consentire ai Dirigenti della sicurezza ed ai preposti di segnalare ogni specifica variazione. Stato fisico, tipo e quantitativo del combustibile: i materiali presenti in strutture sanitarie possono essere solidi, liquidi e anche gassosi in quantitativi, stato fisico e chimico in funzione della tecnologia contenuta. Nell’analisi dei possibili scenari d'incendio sono state presi in considerazioni i seguenti elementi:

• sviluppo dei prodotti della combustione; • presenza di potenziali inneschi; • materiali manipolati e immagazzinati. • caratteristiche dell’edificio (geometria del locale, condizioni di ventilazione interna ed esterna, stato

delle porte e delle finestre, eventuale rottura di vetri, ecc.); • condizioni delle persone presenti (affollamento, stato psico-fisico, presenza di disabili, ecc.)

SORGENTI DI INNESCO E CAUSE DI INCENDIO PIU’ COMUNI (DM 10/03/1998) La presenza di possibili inneschi dei materiali combustibili presenti possono essere causa di incendio come ad esempio il cattivo funzionamento di attrezzature o impianti (impianto elettrico senza manutenzione, presenza di apparecchiature elettriche non utilizzate o non installate secondo le norme di buona tecnica), cattiva manutenzione (impianto elettrico, gas medicinali, ecc.), cause naturali (fulmini, autocombustione, ecc.) e cattivo comportamento dell’uomo (uso di fiamme libere, sigarette, errori operativi). Le sorgenti di innesco possono essere suddivise in 4 categorie (tab.1)

CATEGORIE DESCRIZIONE 1.Accensione diretta

Quando una fiamma, una scintilla o altro materiale incandescente entra in contatto con un materiale combustibile in presenza di ossigeno. Esempi: operazioni di taglio e saldatura con produzione di scintille, mozziconi di sigaretta, lampade e resistenze elettriche, stufe elettriche, scariche elettrostatiche, malfunzionamento impianto elettrico

2.Accensione indiretta

Il calore d’innesco si trasmette per convezione, conduzione e irraggiamento termico. Esempi: correnti di aria calda generate da un incendio e diffuse attraverso un vano scala o altri collegamenti verticali; propagazione di calore attraverso elementi metallici strutturali degli edifici.

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3.Attrito Il calore è prodotto dallo sfregamento di due materiali. Esempi: malfunzionamento di parti meccaniche rotanti quali cuscinetti, motori, urti; rottura violenta di materiali metallici

4.Autocombustione o riscaldamento spontaneo

Il calore viene prodotto dallo stesso combustibile come ad esempio lenti processi di ossidazione, reazione chimiche, decomposizioni esotermiche in assenza d’aria, azione biologica, Esempi: cumuli di carbone, stracci o segatura imbevuti di olio di lino, polveri fi ferro o nichel, fermentazione di vegetali

CAUSE DI INCENDIO PIU’ COMUNI (Decreto del Ministero dell’Interno 10 marzo 1998)

1 Deposito di sostanze infiammabili o facilmente combustibili in luogo non idoneo o loro manipolazione senza dovute cautele

2 Accumulo di rifiuti, carta od altro materiale combustibile 3 Negligenza relativamente all’uso di fiamme libere e apparecchi generatori di calore 4 Inadeguata pulizia delle aree di lavoro e scarsa manutenzione delle apparecchiature 5 Uso di impianti elettrici difettosi e non adeguatamente protetti 6 Riparazioni o modifiche di impianti elettrici effettuate da persone non qualificate 7 Presenza di apparecchiature elettriche sotto tensione e non utilizzate 8 Utilizzo non corretto di apparecchi di riscaldamento portatili 9 Presenza di fiamme libere in aree ove sono proibite 10 Negligenza di appaltatori o degli addetti alla manutenzione 11 Inadeguata formazione professionale del personale sull’uso di materiali od attrezzature pericolose ai fini

antincendio

LA SIGARETTA

Fra le fonti d’innesco più temibili ci sono le sigarette che, rappresentando una fonte di calore e quindi potenziale pericolo di incendio, sono in grado di incendiare i materiali combustibili presenti. Le statistiche indicano che gli incendi causati dalle sigarette sono al secondo posto dopo quelli dovuti a cause elettriche. La temperatura raggiunta dalla brace della sigaretta è di circa 500 gradi e quella del fiammifero è di circa 1.000 gradi, mentre per accendere il

legno ed i suoi derivati (carta, cartone, lino, cotone e così via) è sufficiente una temperatura di 200 gradi o meno. E’ necessario quindi evitare di fumare in ambienti dove sono presenti sostanze infiammabili (locali tecnici, luoghi non presidiati costantemente, etc.....).

INDICAZIONI OPERATIVE (cartello divieto fumare)

In tutti i locali della struttura sanitaria, locali tecnici, accessi pedonali e carrai e quant’altro non specificatamente elencato è stata posizionata la segnaletica riferita alla sicurezza antincendio e conforme al D.Lgs 81/08, che affronta il problema della segnaletica al Titolo V e stabilisce le regole su tale materia in quattro articoli e precisamente dall’art.161 all’art.164 e conformemente alle prescrizioni di cui agli allegati da ALLEGATO XXIV a ALLEGATO XXXII.

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CAUSE ELETTRICHE: CORTOCIRCUITO, SURRISCALDAMENTO, SCINTILLE Statisticamente il 23,54% degli incendi avvengono per cause elettriche quali il cortocircuito e il surriscaldamento dei componenti elettrici. Quando avviene un cortocircuito o un surriscaldamento dei cavi (spine triple ecc.) si raggiunge una temperatura localizzata molto elevata che arriva a fondere il metallo dei conduttori e a provocare scintille che vanno ad incendiare i materia li combustibili posti in prossimità. L’incendio può anche avvenire per la propagazione della combustione per contatto di una lampadina con un materiale combustibile (carta, cartone e simili) ciò perché la sua temperatura superficiale è notevolmente superiore alla temperatura di combustione di molti materiali. In tutti gli ambienti della struttura sanitaria, al momento attuale gli impianti elettrici sono adeguati alla regola dell’arte secondo quanto previsto dalla legge n.186 del 1 marzo 1968

E' stato predisposto un atto deliberativo di aggiornamento del D.V.R. incendio, basato sul rispetto del D.M. 18 settembre 2002, così come modificato dal D.M. 19 marzo 2015

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CONTROLLO OPERATIVO PREMESSA Il responsabile del SGSA individua, tramite la Valutazione dei Rischi, le operazioni e le attività, associate ai rischi identificati, che richiedono determinate misure di controllo, pianifica queste attività, inclusa la manutenzione, per assicurare che vengano effettuate sotto specifiche condizioni: a) stabilendo e mantenendo procedure documentate per far fronte a situazioni dove la loro assenza potrebbe portare a deviazioni dalla politica e dagli obiettivi di Sicurezza; b) stipulando criteri operativi nelle procedure (ad es. “Manutenzione dei sistemi di protezione ai fini della sicurezza antincendio: estintori, impianto rivelazione incendi, impianto elettrico, gestione appalti, etc…….); c) stabilendo e mantenendo procedure relative ai rischi identificati delle attrezzature e dei servizi appaltati dal responsabile del SGSA, attraverso le procedure “Manutenzione dei sistemi di protezione” e “Gestione appalti”; d) stabilendo e mantenendo procedure relative alla progettazione dell'ambiente di lavoro, dei processi, delle installazioni, dei macchinari, delle procedure operative e dell'organizzazione del lavoro, inclusa la loro adattabilità alle capacità umane, per eliminare o ridurre i rischi alla fonte. e) stabilendo, attraverso la predisposizione e l'attuazione del piano d'emergenza quali siano le procedure operative di emergenza f) stabilendo procedure operative di sicurezza antincendio: incendio materiale combustibile, perdita gas medicali, etc…

In particolare i controlli operativi e gli interventi manutentivi saranno attuati mediante SORVEGLIANZA - ALLEGATO_16_17 intesa come controllo visivo atto a verificare che le attrezzature e gli impianti antincendio siano nelle normali condizioni operative, facilmente accessibili e non presentino danni materiali. La sorveglianza può essere effettuata dal personale normalmente presente nelle aree protette ovvero da quello della Direzione Sanitaria dopo aver ricevuto adeguate istruzioni. CONTROLLO PERIODICO - ALLEGATO_15 inteso come insieme di operazioni atte a verificare la completa e corretta funzionalità delle attrezzature e degli impianti.

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MANUTENZIONE intesa come operazione o intervento finalizzato a mantenere in efficienza ed in buono stato le attrezzature e gli impianti. MANUTENZIONE ORDINARIA intesa come operazione che si attua in loco, con strumenti ed attrezzi di uso corrente, si limita a riparazioni di lieve entità, con impiego di minuterie e comporta l'uso di materiali di consumo e di uso corrente o la sostituzione di parti di modesto valore espressamente previste. MANUTENZIONE STRAORDINARIA intesa come intervento di manutenzione che non può essere eseguito in loco o che, pur essendo eseguita in loco, richiede mezzi di particolare importanza oppure attrezzature o strumentazioni particolari o che comporti sostituzioni di intere parti di impianto o la completa revisione o sostituzione di apparecchi per i quali non sia possibile o conveniente la riparazione e può essere svolta esclusivamente da personale specializzato. In caso di lavori antincendio che comportino la necessità di produrre certificazioni o altri documenti tecnici da inserire nel fascicolo antincendio, sono stati predisposti una serie di allegati, con l'elenco delle certificazioni, compreso chi le deve predisporre e sottoscrivere. Allegati_2_3_4_5_6_7_8 REGOLE PER LO SVOLGIMENTO IN SICUREZZA DEGLI INTERVENTI DI MANUTENZIONE Sono finalizzate a garantire la sicurezza del personale delle ditte appaltatrici attive presso l'attività e quella degli utenti a fronte agli scenari di incidente ipotizzati. GESTIONE DELLE MODIFICHE E DELLA DOCUMENTAZIONE Modifiche tecnico-impiantistiche, procedurali, organizzative e di aggiornamento della documentazione Nella fase di controllo operativo deve essere posta particolare attenzione – oltre alla verifica delle condizioni di insorgenza di un incendio – anche allo stato di:

• VIE DI ESODO (Allegato 16_17) Intese come tutte quelle parti del luogo di lavoro destinate a essere utilizzabili come vie di uscita, quali

passaggi, corridoi, scale, che devono essere sorvegliati periodicamente al fine di assicurare che siano liberi

da ostruzioni e pericoli che possano comprometterne il sicuro utilizzo in caso di esodo.

Tutte le porte sulle vie di uscita devono essere regolarmente controllate per assicurare che si aprano

facilmente, ogni difetto deve essere riparato nel minor tempo possibile ed ogni ostruzione deve essere

immediatamente rimossa.

Tutte le porte resistenti al fuoco devono essere regolarmente controllate per assicurarsi che non sussistano

danneggiamenti e che si chiudano regolarmente.

Tutte le misure antincendio previste per migliorare la sicurezza delle vie di uscita, quali per esempio gli

impianti di rivelazione incendi, devono essere verificate secondo le norme di buona tecnica e manutenuti da

personale competente.

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Denominazione e codifica

SISTEMA DI GESTIONE DELLA SICUREZZA

ANTINCENDIO

Rev. 01 del ______________

Rev. 02 del ______________

Rev. 03 del __________

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• ATTREZZATURE ED IMPIANTI DI PROTEZIONE ANTINCENDIO (Allegato 16_17) Mediante la sorveglianza, il controllo e la manutenzione delle attrezzature e degli impianti di protezione

antincendio, in conformità a quanto previsto dalle disposizioni legislative e regolamentari vigenti è possibile

garantire un utilizzo sicuro ed efficiente di questi strumenti stessi .

Scopo dell'attività' di sorveglianza, controllo e manutenzione è quello di rilevare e rimuovere qualunque

causa, deficienza, danno od impedimento che possa pregiudicare il corretto funzionamento ed uso dei presidi

antincendio.

L'attività di controllo periodica e la manutenzione deve essere eseguita da personale competente e

qualificato.

• SEGNALETICA (Allegato 16_17)

La segnaletica relativa ai DIVIETI, agli AVVERTIMENTI, alle PRESCRIZIONI, alle indicazioni delle VIE

DI ESODO e all’UBICAZIONE dei PRESIDI ANTINCENDIO deve essere sempre ben visibile.

In particolare la segnaletica direzionale e delle uscite deve essere oggetto di sorveglianza per assicurarne la

visibilità in caso di emergenza.

Devono inoltre essere segnalati:

I dispositivi di arresto di gas medicinali e tecnici ed elettricità

Gli impianti ed i locali che presentano rischi speciali

I filtri a prova di fumo

I sistemi di rivelazione ed allarme

• ILLUMINAZIONE DI EMERGENZA (Allegato_15)

In ordine allo stato e condizione di continua funzionalità, relativamente all’intervento automatico ed alle

condizioni di autonomia di funzionamento.

• IMPIANTI TECNOLOGICI (Ditta esterna, in appalto)

Con il mantenimento dell’efficienza di tali impianti – anche in relazione alla sicurezza antincendio –

mediante verifiche periodiche eseguite secondo le prescrizioni normative.

In particolare i controlli operativi e gli interventi manutentivi saranno attuati nell’ambito dell’attività col fine di garantire la conservazione, la funzionalità e l’efficienza delle installazioni, apparecchiature, macchine e sistemi di sicurezza tenendo conto:

• Dei criteri per l’inserimento nell’elenco delle apparecchiature critiche (rivelatori fumo, etc…..); • Dell’esecuzione dei programmi di manutenzione programmata; • Della manutenzione correttiva o a guasto; • Dei criteri per la scelta delle ditte appaltatrici; • Delle modalità di registrazione dei dati di manutenzione.

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SISTEMA DI GESTIONE DELLA SICUREZZA

ANTINCENDIO

Rev. 01 del ______________

Rev. 02 del ______________

Rev. 03 del __________

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Manutenzione preventiva Titolare dell’attività (STRUTTURA COMPLESSA TECNICO)

• Individua le attrezzature, i dispositivi e gli impianti che è necessario assoggettare a interventi di manutenzione periodica. • Definisce la frequenza e i contenuti degli interventi di manutenzione, con riferimento a: – indicazioni contenute nel libretto/manuale d’uso e manutenzione (fondamentali) – criticità dell’attrezzatura/dispositivo/impianto (impianti e attrezzature più critiche richiederanno in generale maggiori controlli) – esperienza aziendale (storico dei guasti, etc.). • Predispone e mantiene aggiornato il Piano annuale della Manutenzione. • Garantisce, lo svolgimento degli interventi pianificati, attivando gli eventuali fornitori esterni.

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SISTEMA DI GESTIONE DELLA SICUREZZA

ANTINCENDIO

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MANUTENZIONE DEI SISTEMI DI PROTEZIONE

Per l’attività di manutenzione il responsabile è il Direttore della S.O.C. Servizi Tecnici aziendale che si avvale di ditte/consulenti specializzati con cui stipula i contratti di manutenzione. L’intervento di società terze può essere determinato da necessità di conoscenze specialistiche o da valutazioni di tipo economico. La funzionalità, l’efficienza e il funzionamento dei sistemi di protezione antincendio sono requisiti essenziali per assicurare nel tempo:

• La salvaguardia e la tutela delle persone; • Il sicuro utilizzo delle vie di uscita; • L’estinzione dell’incendio; • La salvaguardia e la tutela dei beni; • La salvaguardia e la tutela dell’ambiente;

Di conseguenza la corretta manutenzione, controllo e verifica dei sistemi antincendio assume un ruolo fondamentale nella garanzia del mantenimento di questi requisiti nel tempo. Di seguito, è riportata anche la definizione delle tempistiche d’intervento a cui la ditta che ha in appalto la manutenzione antincendio deve conformarsi facendo riferimento ai seguenti sistemi antincendio:

• Manutenzione, controllo e verifica di sistemi di rivelazione incendi • Manutenzione controllo e verifica estintori d’incendio • Manutenzione controllo e verifica reti di idranti • Manutenzione controllo e verifica di sistemi Sistema impianto di illuminazione di emergenza; • Manutenzione controllo e verifica sistema di allarme e gestione sonora dell’evacuazione; • Manutenzione controllo e verifica segnaletica antincendio

CONSIDERAZIONI GENERALI

Ai fini di una corretta attività di manutenzione si precisa che: • In ottemperanza alle norme di legge vigenti le operazioni di manutenzione devono essere sempre riportate a cura del committente nell’apposito registro dei controlli, che deve essere tenuto a disposizione degli organi di vigilanza • Tutte le operazioni di manutenzione straordinaria possono essere eseguite solamente da aziende in possesso dei riconoscimenti rilasciati dalle Camere di Commercio ai sensi della vigente normativa (al momento della pubblicazione è in vigore il D.M. 37/2008) • La frequenza dei controlli e le operazioni da compiere sono determinate dall’obiettivo di garantire il corretto funzionamento degli impianti. Le attività delle aziende di manutenzione sono di verifica della funzionalità degli impianti e di tutto ciò che è

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il sistema della gestione della sicurezza antincendio. Le aziende che prendono in carico nuove manutenzioni devono verificare la conformità dell’impianto al progetto redatto (che l’utilizzatore deve avere) ed effettuare una verifica preliminare atta ad acquisire tutte le informazioni in merito. • Qualora i documenti di impianto non siano disponibili, o siano parzialmente disponibili, la loro predisposizione e/o aggiornamento è a cura del datore di lavoro o della persona dal lui preposta (delegata Direttore SC Tecnico aziendale) secondo la legislazione vigente (alla data di pubblicazione della linea guida il D.lgs 81/2008, come modificato dal D.lgs 106/2009, e il D.M. 37/2008)

• Compito della ditta di manutenzione per la gestione dei ricambi nel tempo non è solo quello di mantenere efficiente il sistema antincendio, ma è anche quello di aggiornare dal lato documentale tutte le modifiche che vengono apportate. Tra queste assume una notevole importanza la gestione dei ricambi in quanto la ditta non solo deve poter sostituire i componenti in avaria, ma deve anche poter garantire il mantenimento della certificazione del sistema. E’ evidente che la ditta appaltatrice dovrà sempre utilizzare componenti originali, in particolare in presenza di ricambi CE o rientranti in un “listato” specifico, ma qualora ciò non fosse possibile, sarà compito dell’Azienda di Manutenzione individuare i componenti compatibili, in grado di non compromettere gli elementi progettuali e la certificazione del sistema. • Qualora la mancanza di ricambi dovesse portare a una revisione completa dell’impianto, l’intervento di adeguamento dovrà essere oggetto di un nuovo progetto, prima di dar corso ai lavori, e a nuova certificazione a fine lavori. • La revisione periodica dei sistemi antincendio e quella del piano manutentivo di ogni è il momento di una verifica approfondita, che deve tenere conto di tutte le variabili sotto esposte:

1. Ogni modifica del sistema di protezione non può in alcun modo aumentare la frequenza del rischio; 2. rispetto delle norme tecniche; 3. rispetto delle norme di legge; 4. utilizzo di ricambi originali.

Sulla base delle variabili individuate dovranno essere valutate le azioni correttive più appropriate e definite col Committente le azioni da intraprendere.

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ANTINCENDIO

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DEFINIZIONE DELLE TEMPISTICHE DI

INTERVENTO MANUTENTIVO

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Manutenzioni a cadenza SEMESTRALE:

1) DESCRIZIONE : IMPIANTO RIVELAZIONE FUMI/ESTINTORI PORTATILI E CARRELLATI/IDRANTI/PULSANTI

ALLARME/MAGNETI/SERRANDE TAGLIAFUOCO/SISTEMI DI APERTURA DELLE

VENTILAZIONI

Controllo Periodico: n° 2/anno visite di controllo semestrali a norma UNI 11224:2011 Controllo iniziale e manutenzione dei sistemi di rivelazione incendi, targhe ottico acustiche, pulsanti di allarme e relativa centrale di gestione e controllo, estintori portatili e carrellati, idranti antincendio, serrande tagliafuoco, sistemi di apertura delle ventilazioni

2) DESCRIZIONE : PORTE TAGLIAFUOCO (uso medio da 50-200 apertura giorno)

Controllo: n° 2 anno visite di controllo semestrali a norma UNI 11473-1/2013, Uni En 1125 e fare riferimento al manuale rilasciato dal produttore

3) DESCRIZIONE :

USCITE DI SICUREZZA

Controllo: n° 2/anno visite di controllo semestrali su Uscite di Sicurezza in ottemperanza al D.M. 10/03/98 e manuale rilasciato dal produttore

4) DESCRIZIONE :

LAMPADE EMERGENZA

Controllo Periodico: n° 2/anno visite di controllo semestrali su lampade di emergenza in ottemperanza alla fase 1 ed alla fase 2 della norma UNI 11222:2006

5) DESCRIZIONE :

IMPIANTO ELETTRICO

Controllo Periodico: n°2 anno visite di controllo semestrali su impianto elettrico

Manutenzioni a cadenza BIENNALE

DESCRIZIONE : VERIFICA IMPIANTO MESSA A TERRA (DPR 462/01)

Controllo: n° 1 OGNI 2 ANNI

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MANUTENZIONE A GUASTO Questo tipo di manutenzione riguarda tutti gli interventi eseguiti sull’impianto che non sono oggetto di pianificazione (guasti/anomalie riscontrate durante l’esercizio) e deve essere effettuato nel pieno rispetto delle regole di sicurezza Nell’ottica di minimizzare gli interventi di manutenzione su guasto il personale provvede, oltre che ad individuare le cause del guasto al fine di eliminarle, ridurle o evitare il loro ripetersi, anche a documentarne opportunamente l’analisi attraverso le seguenti informazioni:

• localizzazione del guasto;

• data del guasto;

• causale del guasto;

• tipologia del guasto;

• tempo di fermo della macchina/impianto;

• eventuali note o rapporti di guasto.

Le modalità di manutenzione sono stabilite dalla S.C. Tecnico. CONTROLLO SULL’ESECUZIONE DEI LAVORI Durante l’esecuzione del lavoro, apposito personale in campo effettua attività di controllo sul rispetto dei programmi, delle procedure e delle normative di sicurezza. Devono essere sospesi i lavori nel caso in cui sia ravvisata l’esistenza di un rischio grave immediato o non dovessero essere state applicate le modalità attuative previste dal documento unico di valutazione dei rischi da interferenza (DUVRI ). ISPEZIONI E COLLAUDI SUCCESSIVI AD ATTIVITÀ DI MANUTENZIONE Le attività di ispezione e collaudo successive ad attività di manutenzione o di installazione di nuovi macchinari dovranno prevedere un’analisi di rischio specifica. OMOLOGAZIONI L’azienda appaltatrice deve pianificare le nuove omologazioni di macchine o impianti che possono scaturire dagli interventi di manutenzione straordinari e che ne abbiano modificato funzionalità e capacità. ATTIVITÀ DI PULIZIA Alla fine dell’attività di manutenzione la ditta appaltatrice che ha eseguito l’intervento, è responsabile della rimozione di eventuali rifiuti prodotti e della pulizia del luogo di effettuazione dell’intervento, per quanto di propria competenza.

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GESTIONE DELLE MODIFICHE Gli impianti sono oggetto di modifiche (compresa sorveglianza del rispetto delle prescrizioni normative) quando opportune o necessarie col fine del mantenimento di uno standard qualitativo e migliorativo nel tempo per raggiungere maggiori garanzie alla sicurezza antincendio. – il corretto funzionamento e il buono stato di strutture o apparecchiature (per esempio: l’integrità e il buon funzionamento delle porte installate sulle uscite di sicurezza e lungo le vie di fuga, dell’impianto di rivelazione fumi; di tutte le attrezzature per la prevenzione degli incendi. – gli adempimenti agli obblighi di Legge e le scadenze autorizzative (come per esempio Il Certificato di prevenzione incendi, l’impianto di messa a terra, etc…..) – lo stato di avanzamento di interventi di miglioramento - azioni correttive e preventive, livello di conseguimento di obiettivi e traguardi, – dati o indicatori relativi a infortuni - quasi incidenti - non conformità – l’idoneità alla mansione degli addetti all’antincendio e all’emergenza – l’andamento, in generale, di indicatori significativi per misurare l’efficienza e l’efficacia del SGSA. Qualsiasi modifica, anche di modesta entità, può causa di un incidente, motivo per cui deve essere identificata chiaramente ed attentamente valutata prima della sua realizzazione.

• modifiche alla struttura; • modifiche agli impianti; • modifiche alla organizzazione. • Modifiche temporanee o permanenti; • Aspetti da prendere in considerazione per la valutazione della modifica; • Punti di conformità da verificare con Audit per la convalida finale.

INFORMAZIONE AGLI OSPITI

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INFORMAZIONE AGLI OSPITI ( PAZIENTI, UTENTI, STUDENTI, APPALTATORI, ECC.)

Tutte le informazioni necessarie sui rischi presenti nella struttura sono visibili e accessibili con l’affissione di cartelli esplicativi nelle camere di degenza, corridoi, sale d’attesa, ecc.

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Segnalazione dell'allarme da parte degli utenti dell’attività

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SCHEMA DI CHIAMATA AI VIGILI DEL FUOCO N°115

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MI CHIAMO …………TELEFONO DALL’ ATTIVITÀ “OSPEDALE ______________”

L’ATTIVITÀ SI SVILUPPA SU N.___ PIANI E SI È VERIFICATO UN INCENDIO AL PIANO:

- PIANO INTERRATO

- PIANO TERRA

- PIANO PRIMO

- PIANO SECONDO

- PIANO TERZO

- _________________

-

STA INTERESSANDO:

- IL CORRIDOIO

- VIENE FUORI DEL FUMO DA UN LOCALE

- ALTRO ________________

E' STATA ATTIVATA LA SQUADRA DI PRIMO INTERVENTO, CHE SI STA RECANDO SUL POSTO PER VERIFICARE. E'

STATA ALLERTATA LA SQUADRA EVACUAZIONE PAZIENTI.

HO GIÀ AVVISATO IL 118 OPPURE

IL 118 NON È NECESSARIO

STO CHIAMANDO DAL NUMERO DI TELEFONO _______________

IN CASO DI NECESSITÀ MI POTETE CONTATTARE AL NUMERO _______________

ALTRE INFORMAZIONI UTILI

INDICAZIONI PRECISE PER IL RAGGIUNGIMENTO DEL LUOGO DELL'INFORTUNIO

NON INTERROMPERE LA TELEFONATA

SE NON DOPO AVER RICEVUTO IL CONSENSO DELL’OPERATORE

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SCHEMA DI CHIAMATA AL PRONTO SOCCORSO N°118

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MI CHIAMO …………TELEFONO DALL’ ATTIVITÀ “OSPEDALE ____________________”

L’ATTIVITÀ SI SVILUPPA SU N.____ PIANI E SI È VERIFICATO UN INCENDIO AL PIANO:

- PIANO INTERRATO

- PIANO TERRA

- PIANO PRIMO

- PIANO SECONDO

- PIANO TERZO

informazioni sulle condizioni dell'infortunato (in particolar modo della coscienza e presente o meno)

numero degli infortunati

Ho già avvisato il Vigili del fuoco al numero di telefono 115 oppure

il 115 non è necessario

Sto chiamando dal numero di telefono ____________ In caso di necessità mi potete contattare al numero

_____________ oppure sul cellulare n._________________

altre informazioni utili

INDICAZIONI PRECISE PER IL RAGGIUNGIMENTO DEL LUOGO DELL'INFORTUNIO

NON INTERROMPERE LA TELEFONATA

SE NON DOPO AVER RICEVUTO IL CONSENSO DELL’OPERATORE

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ADDESTRAMENTO DEL PERSONALE E DELLE SQUADRE DI SOCCORSO

Addestramento delle squadre di soccorso La formazione e l’addestramento degli addetti di comparto è gestito tramite incontri periodici, reparto per reparto. Altrettanto avviene per i componenti della SPI. Come detto precedentemente il personale della squadra deve essere formato con i corsi di tipo C di cui all’allegato IX del D.M. 10 marzo 1998.

I DPI sono tanto importanti che il decreto vieta esplicitamente "la fabbricazione, la

vendita, il noleggio e la concessione in uso dei DPI non rispondenti alle disposizioni

legislative e regolamentari vigenti in materia di salute e sicurezza sul lavoro" (art. 23,

comma 1). I DPI utilizzati devono essere anche elencati nel documento di valutazione dei

rischi che deve contenere "l'indicazione delle misure di prevenzione e di protezione

attuate e dei dispositivi di protezione individuali adottati" (art. 28, comma 2, lettera b).

"I DPI devono essere conformi alle norme di cui al decreto legislativo 4 dicembre 1992 n. 475, e sue successive modificazioni" (D.lgs. n. 81/2008, art.76, comma 1)

Per essere a norma di legge i DPI devono soddisfare i seguenti requisiti generali applicabili

a tutti i DPI:

1. essere adeguati ai rischi da prevenire, senza comportare di per sé un rischio maggiore; 2. essere adeguati alle condizioni esistenti sul luogo di lavoro;

3. essere adeguati alle esigenze ergonomiche o di salute del lavoratore;

4. essere adattabili dall'utilizzatore secondo le sue necessità;

5. riportare la marcatura CE in modo visibile, leggibile e indelebile ed essere in possesso di tutte le certificazioni previste;

6. essere corredati di istruzioni d’uso chiare, in lingua italiana o comunque in lingua comprensibile dal lavoratore.

DPI a protezione del tronco e degli arti inferiori

Giaccone da intervento (ha lo scopo di proteggere il corpo dell’operatore, ad eccezione della testa, delle mani e dei piedi, dagli effetti del calore e della fiamme) DPI a protezione del capo

Casco che dovrà avere, ai sensi della Legge 475/92 e successive modificazioni, certificazione CE rilasciata da Organismo autorizzato, che ne attesti la conformità alla totalità delle specifiche imposte dalle Norme UNI EN 443:2008 con schermo facciale riflettente certificata CE e conformi alla norma UNI EN 14458:2005

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DPI a protezione delle mani

Sono rappresentati da guanti in materiali ignifugo e anticalore solitamente confezionati in tessuto NOMEX, KEVLAR, o fibre aramidiche analoghe, di varia grammatura a secondo dell'impiego, certificati CE e secondo le norme EN 407 + EN 388 e EN 659 (Vigili del Fuoco). DPI a protezione delle vie respiratorie

autorespiratori a ciclo aperto (sono apparecchi per la respirazione che isolando completamente l’operatore dall’ambiente esterno), che rappresentano il mezzo protettivo più sicuro per procedere ad operazioni di salvataggio e d’emergenza in genere in ambienti contaminati e quando la presenza dell’ossigeno presente nell’aria scende al di sotto del 17% - 19% con maschera a pieno facciale con erogatore a sovrappressione Armadio antincendio

Sono presenti armadi antincendio per la SPI, installati in postazioni ben visibili e accessibili.

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SICUREZZA DELLE SQUADRE ANTINCENDIO E DI SOCCORSO

La lotta contro l’incendio e le operazioni di soccorso sono strettamente correlate, per la riuscita dell’intervento, alla sicurezza delle squadre antincendio e quelle di soccorso L'intervento delle squadre antincendio, anche se non esattamente quantificabile, influenza le norme antincendio prescritte per la sicurezza delle opere di costruzione. Il tempo d'intervento è condizionato dal tempo necessario per avere cognizione dell'incendio e dare l'allarme, dal tempo di percorrenza del tragitto da parte dei vigili del fuoco (a sua volta variabile con l'intensità di traffico e le condizioni atmosferiche), dalle dimensioni e complessità dell'edificio, dalla presenza d'impianti di protezione attiva ad azionamento automatico, dal contenuto e natura del materiale combustibile eccetera. Per quanto sopra si evidenzia che nella progettazione antincendio, ai fini della sicurezza delle squadre di soccorso si sono presi in considerazione i seguenti elementi progettuali:

Resistenza al fuoco delle strutture e compartimentazione antincendio R 30 piani fuori terra R 60 piani interrati Comparti almeno EI30 a tutti i piani fuori terra Comparti almeno EI60 ai piani interrati I comparti sono descritti nelle planimetrie annesse al piano d'emergenza Impianti

• ascensori, anche antincendio

• Impianto elettrico, con stacco in sicurezza

• gas medicinali, con valvola d'intercettazione

• condizionamento, con stacco in sicurezza

Attrezzature e i impianti i di protezione ed estinzione incendi

• estintori portatili di tipo idoneo • rete idranti • impianto rivelazione incendi • sistema di allarme e gestione sonora dell’evacuazione • impianto di illuminazione di emergenza • segnaletica di sicurezza

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CONTROLLO DELLE PRESTAZIONI

Scopo fondamentale del programma di controllo delle prestazioni aziendali è quello di accrescere la Cultura della Sicurezza da parte di tutti i dipendenti coinvolti nella gestione, conduzione e manutenzione degli impianti e di promuovere suggerimenti e proposte di correzione al Sistema di Gestione della Sicurezza Antincendio. Per raggiungere questo obiettivo occorre “pungolare” le varie figure responsabili in Azienda, per tenere alta la sensibilità sull'antincendio ed evitare lacune e azioni che non siano conformi alla normativa. Il metodo utilizzato è quello degli audit programmati, con eventuale “follow up” Audit aziendali Obiettivi generali del programma di audit sono il verificare:

• l’idoneità e il grado di applicazione del S.G.S.A.. Questo tipo di audit viene svolto internamente al S.P.P., analizzando gli aggiornamenti del SGSA, in relazione alle variazioni che sono state comunicate o di cui si è venuti a conoscenza; Allegato_12_19

• il mantenimento dei criteri e dei requisiti di sicurezza degli impianti (audit impiantistici - Allegato_9_10);

identificando:

• la necessità di azioni correttive a fronte di Non Conformità.

• l’identificazione di aree di potenziali problematiche con il contributo dei R.L.S. e dei lavoratori;

• la pianificazione delle azioni preventive per le situazioni potenzialmente pericolose.

• Revisione del sistema