Sir András - quartettomilano.it · intimista proviene da Schubert; quello del gioco...

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STAGIONE 2017 | 18 martedì 20 febbraio 2018 | ore 20,30 SALA VERDI DEL CONSERVATORIO Foto © Raphaël Faux, Rougemont Sir András Schiff PIANOFORTE

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STAGIONE 2017 | 18 martedì 20 febbraio 2018 | ore 20,30

SALA VERDI DEL CONSERVATORIO

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Consiglieri di turno

Marco Magnifico FracaroAntonio Magnocavallo

Direttore artistico

Paolo Arcà

È vietato, senza il consenso dell’artista, fare fotografie e registrazioni, audio o video, anche con il cellulare.

Iniziato il concerto, si può entrare in sala solo alla fine di ogni composizione. Si raccomanda di:

• disattivare le suonerie dei telefoni e ogni altro apparecchio con dispositivi acustici

• evitare colpi di tosse e fruscii del programma

• non lasciare la sala fino al congedo dell’artista

Il programma è pubblicato sul nostro sito web il venerdi precedente il concerto.

Consiglio direttivo

Antonio Magnocavallo presidente, Francesca Moncada di Paternò vice presidente, Marco Bisceglia consigliere delegato, Ilaria Borletti Buitoni, Anna Calabro, Maria Majno, Mario Bassani, Lodovico Barassi, Salvatore Carrubba, Andrea Kerbaker, Marco Magnifico Fracaro consiglieri

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Robert Schumann (Zwickau 1810 - Endenich 1856)

Tema con 5 variazioni in mi bemolle maggiore WoO 24 “Geistervariationen” (ca. 10’)

Johannes Brahms (Amburgo 1833 - Vienna 1897)

Tre intermezzi op. 117 (ca. 18’)I. Andante moderato II. Andante non troppo e con molto espressione III. Andante con moto

Wolfgang Amadeus Mozart (Salisburgo 1756 - Vienna 1791)

Rondò in la minore K 511 (ca. 11’)

Johannes Brahms Sei Klavierstücke op. 118 (ca. 23’)I. Intermezzo II Intermezzo III. Ballata IV. Intermezzo V. Romanza VI. Intermezzo

Intervallo

Johann Sebastian Bach (Eisenach 1685 - Lipsia 1750)

Preludio e Fuga n. 24 in si minore BWV 869 dal Clavicembalo ben temperato, Libro I (ca. 14’)

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Johannes Brahms Quattro Klavierstücke op. 119 (ca. 15’)I. Intermezzo II Intermezzo III. Intermezzo IV. Rapsodia

Ludwig van Beethoven (Bonn 1770 - Vienna 1827)

Sonata n. 26 in mi bemolle maggiore op. 81a “Les Adieux” (ca. 17’)I. Das Lebewohl. Adagio - Allegro II. Abwesenheit. Andante espressivoIII. Das Wiedersehen. Vivacissimamente

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La scelta del titolo per il programma della serata potrebbe disorientare:

perché ‘intorno’ a Brahms, quando quest’ultimo è il punto d’arrivo,

non solo cronologico ma anche stilistico, di autori che lo precedono?

All’ascoltatore attento, anche a colui che mai prima d’ora abbia

sentito alcuni dei pezzi che verranno eseguiti, i motivi di questa scelta

parranno subito chiari al termine del concerto. È indubbio che la tastiera

dell’ultimo Brahms assolva talora la funzione di compendio, una sorta di

‘commentario’ storico da Beethoven a Chopin, passando per Schubert e

Schumann. Tuttavia, è pur vero che tali elementi stilistici sono convogliati

in un travaglio compositivo estremamente coerente e personale

che li trascende. La lezione contrappuntistica bachiana, così come il

trionfo del principio della developing Variation, esaltazione del Brahms

progressivo dello Schönberg di Stile e idea, diverranno nelle mani

dell’amburghese punto di riferimento per generazioni di compositori. Nei

pezzi brahmsiani della serata le forme e la tonalità vengono usate come

banco di prova, soprattutto per sperimentazioni armoniche. L’autore

sonda le più recondite possibilità dell’idioma della tradizione senza

mai rivoluzionarlo; lo punteggia, lo impreziosisce, sciogliendolo in una

tecnica pianistica, ch’egli stesso aveva sviscerato nella compilazione dei

suoi cinquantuno esercizi per pianoforte WoO 6, summa, quest’ultima,

di tradizioni musicali prima ancora che di tecniche pianistiche. In tal

Intorno a Brahms - II

Brahms sonda le più recondite possibilità dell’idioma della tradizione senza mai rivoluzionarlo

6

modo, il ‘classicismo’ della cristallina tonalità mozartiana si trasforma,

senza mai arrivare alla deformazione e all’irriconoscibilità. Dalla lezione

schumanniana delle ambiguità tonali, usate espressivamente sempre

nella trasparenza dell’impianto tonale, egli deriva quelle sospensioni

tra la centralità armonica e lo sviluppo dei frammenti motivici. Il taglio

intimista proviene da Schubert; quello del gioco contrappuntistico, oltre

a Bach, si rifà al serrato linguaggio schumanniano, capace di piegarsi

alle necessità sentimentali più varie. Il fresco clima Biedermeier dei

primi romantici si fa qui teso. L’affinità è solo apparente: attraverso i cicli

dei pezzi brevi, l’autore giunge a stadi musicali, che trascendono la

semplice descrizione per inoltrarsi in una traduzione musicale delle più

intime profondità dell’anima, connotazione quest’ultima di molte delle

produzioni del primo Novecento. Volendoci figurare quest’intorno a

Brahms dovremmo immaginare le figure di questi musicisti del passato

come costanti presenze, mai tradite, mai abbandonate, che, con le

loro identità, hanno continuato ad ispirare, in una continua riscoperta, il

grande compositore amburghese.

Schumann - Tema con 5 variazioni in mi bemolle maggiore WoO 24

“Geistervariationen”

Lo Schumann dell’op. WoO 24 anticipa di quasi quarant’anni l’ultimo

pianismo brahmsiano: dalle articolate variazioni III e V, all’intima e

struggente IV.

Schumann scrisse le 5 variazioni nel 1854, qualche settimana prima di

essere internato nel manicomio di Endenich. Il titolo Geistervariationen

(Variazioni degli spiriti), non è di Schumann. È testimonianza del travaglio

mentale vissuto dal compositore in quel periodo. Attraverso la moglie

Clara ci sono giunti i dettagli di quei dolorosi momenti, nei quali Robert

alternava visioni angeliche ad altre demoniache. Nella notte tra il 17 e il

18 febbraio, il compositore affermò di aver avuto la visita di un angelo,

che gli avrebbe rivelato un tema simile ad un corale, ch’egli subito

annotò. Il 22 iniziò a lavorare alle variazioni. Il giorno 27 improvvisamente

uscì di casa e tentò il suicidio gettandosi nelle fredde acque del Reno.

Salvato e riportato a casa, il giorno seguente terminò l’opera e la inviò

alla moglie, dedicataria, che nel frattempo, su consiglio del medico di

famiglia, si era rifugiata presso un’amica. Tanto dolente fu per Clara il

periodo che non volle mai pubblicare questo lavoro del marito. Il tema

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… un trittico costituito da toni chiaroscurali di intenso lirismo, ove, nel prevalente carattere introspettivo, si inseriscono quei momenti giovanili di entusiasta impetuosità

si sviluppa inizialmente su di un pedale di tonica, sostituito, dopo circa

un minuto, con uno di dominante. In questo rigoroso impianto armonico,

Schumann ritaglia in ciascuna variazione spazi nei quali isolati intervalli

di seconda giocano la loro malinconica dolcezza.

Brahms - Tre Intermezzi op. 117

L’op. 117 viene composta da Brahms nell’estate del 1892 a Ischl

assieme all’op. 116. Con questi due brani, sulla soglia dei sessant’anni, il

compositore inizia l’ultimo ciclo di Klavierstücke che si concluderà con

l’op. 119. Si tratta di un trittico costituito da toni chiaroscurali di inteso

lirismo, dove, nel prevalente carattere introspettivo, si inseriscono quei

momenti giovanili di entusiasta impetuosità, che avevano caratterizzato il

primo Brahms. Come per la prima delle Ballate op. 10 (1854), l’Intermezzo

iniziale ha ispirazioni extramusicali. Il testo è una ninna nanna scozzese,

Lady Anne Bothwell’s Lament di Thomas Percy, conosciuto nella

traduzione di Herder. Nel secondo Intermezzo l’apparenza esteriore

rimanda alle Romanze senza parole di Mendelssohn. Qui la profondità

è maggiore. La forma tripartita ha indotto alcuni a definire il brano una

«Sonata in miniatura». Il compositore parlando del terzo Intermezzo si

riferiva ad esso definendolo: «la berceuse dei miei tormenti». Il generale

carattere cupo, viene qui interrotto nella parte centrale dal ritmo inquieto

del sincopato, che nuovamente rimanda alle ballate giovanili dell’autore.

Mozart - Rondò in la minore K 511

Le prime otto battute ci sorprendono per la loro modernità: di intima

bellezza, preludono, nell’andamento cromatico, all’intimismo più

discreto di Schumann e Brahms.

Il 1787 è l’anno del trionfo praghese delle Nozze di Figaro. Appena

tornato a Vienna dalla città ceca, Mozart inizia a comporre il Rondò K 511.

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L’opera è un brano isolato; su di essa il compositore esercita la propria

maestria, rivitalizzando la forma rondò, partendo dal modello di

C.Ph.E. Bach. Il tema articola i propri languidi cromatismi su un ritmo di

siciliana. Le ornamentazioni iniziali, provenienti dalla tradizione dello

Stile galante, traghettano ad un intimo lirismo, che anticipa lo Schubert

più profondo, con un tratto pianistico chiaro ed una qualità timbrica

di rara limpidezza. In realtà questo Rondò è un’opera basata sulla

tecnica della variazione. Con un proprio linguaggio, Mozart esercita,

in modo non troppo distinto dallo Schumann delle Geistervariationen,

quelle modalità elaborative dei materiali, che Beethoven e Brahms

trasformeranno in processo germinale delle loro opere.

Brahms - Sei Klavierstücke op. 118

L’op. 118 è uno dei più fulgidi esempi dello stile brahmsiano, che,

partendo da pochi elementi, riesce a creare articolate architetture

sonore capaci di dare grande unità alla forma. Tutti i motivi principali

hanno origine da un intervallo di terza e la costruzione delle frasi è

caratterizzata da successioni scalari discendenti. Significativi sono

i rimandi motivici tra un pezzo e l’altro. L’incipit del VI Intermezzo è

dimostrazione di quanto un compositore possa anticipare la musica di

un futuro a lui lontano: confrontatelo con il Mesto, Rigido e Cerimoniale

di Musica Ricercata II di Ligeti (utilizzato da Kubrick nel film Eyes wide

shut) e capirete.

Il primo brano è un Intermezzo costruito sulla struttura del lied

bipartito “a tre fasi”, da molti definito un «grande valzer da concerto». Il

secondo invece ha la tipica forma A B A’ dei piccoli pezzi per pianoforte,

caratterizzata da un tema ad andamento cullante e dall’alternanza

maggiore minore. Segue una Ballata dai tratti eroici, dove i motivi della

prima sezione sono imparentati con quelli del numero precedente e

la coda della parte A è esempio abile di transizione fra due sezioni dai

caratteri opposti. L’Intermezzo che segue è costituito quasi interamente

da una forma canonica. In alcuni momenti il movimento a terzine delle

voci inferiori, poste anch’esse in imitazione, qui però non rigorosa, danno

l’impressione di un secondo canone. Nella Romanza in fa maggiore

ad un primo momento pastorale, segue, inattesa, una sorta di piccola

ciaccona, che sembra ispirarsi per l’ariosità del fraseggio a Bach. Chiude

la raccolta un Intermezzo, dove l’idea motivica è inizialmente esposta in

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stile monodico con l’armonia di tonica solo implicata, giocando spesso

nel corso del brano sull’ambiguità armonica. A questo primo tema, quasi

un recitativo doloroso, si contrappone il secondo, di carattere opposto,

di imponente vigore.

Bach - Preludio e Fuga n. 24 in si minore BWV 869

L’intervallo di seconda è un elemento che lega molti dei brani della

serata. Nella fuga bachiana una successione di seconde discendenti,

rispetto a quelli ascendenti del Rondò di Mozart. Incisivamente evidenti

contrariamente a quelli beethoveniani e brahmsiani, invece pensati

nel segno della developing Variation dove l’elaboratio, qui intesa come

artigianato di stampo barocco, frequentemente domina sull’inventio.

Il Preludio e Fuga in si minore n. 24 fa parte del primo libro del

Clavicembalo ben temperato, pubblicato nel 1722. Il Preludio è una

sorta di sonata preclassica, divisa in due parti, ciascuna con ritornello,

dove nella seconda sezione è totalmente assente qualsiasi ripresa,

seppur parziale, della parte precedente. Il riferimento è qui a Corelli:

due linee superiori si articolano in stile imitativo, sostenute da un basso,

il quale procede con estrema semplicità. Il soggetto della Fuga, la più

lunga della raccolta, ha la singolarità di essere composto usando tutti

e 12 i semitoni della scala cromatica. Gli insistenti intervalli di seconda

ricordano quelli del Kyrie della messa in si minore, rappresentazione

sonora, secondo la tradizione retorico-musicale barocca, della suspiratio.

Questa successione di intervalli, unita alle insistenti dissonanze

portarono Ph. Spitta a definire così il brano: «procede lentamente,

sospirando, con passaggi aspri, anzi stravolti dal dolore».

Splitta scrisse che il brano «procede lentamente, sospirando, con passaggi aspri, anzi stravolti dal dolore»

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Brahms - Quattro Klavierstücke op. 119

L’opera comprende tre Intermezzi e un a Rapsodia e fu composta nel

1893, anno del sessantesimo compleanno dell’autore e dell’ultimo

viaggio in Italia. Il primo brano fu definito da Clara Schumann

«tristemente dolce come una perla opalescente». L’Intermezzo consta

di tre episodi, dei quali per il primo e l’ultimo lo stesso Brahms richiede

«l’effetto di un carillon triste e misterioso». Il secondo è incentrato su

di un unico motivo: una figura ritmica di note ribattute. Vige il principio

della variazione e, nelle sezioni estreme, il compositore omaggia il

procedimento della trasformazione ritmica, tipica di Johann Strauss.

L’intermezzo successivo ha le movenze del valzer; qui il richiamo è

però piuttosto ai Momenti musicali di schubertiana memoria. L’unico

motivo a connotazioni gaie è nelle parti estreme, mentre l’inciso centrale

assume fattezze di intensa tenerezza. La Rapsodia non chiude solo la

raccolta ma pure la produzione pianistica brahmsiana. Ritroviamo qui i

tratti delle opere giovanili e di quelle degli anni Settanta, con particolare

riferimento alla Rapsodia op. 79 (1879). Tre sono i temi: il primo ritmico e

marziale; ad esso segue un momento sospensivo, una delicata melodia,

il cui accompagnamento richiama il suono dell’arpa; conclude un tema

melodico i cui gruppetti della mano destra e gli accordi arpeggiati,

affidati alla sinistra, sono una parodia dello stile del ‘salon’.

Beethoven - Sonata n. 26 in mi bemolle maggiore op. 81a “Les Adieux”

Il 4 maggio 1809, mentre Napoleone avanza verso Vienna, l’arciduca

Rodolfo, arcivescovo, protettore, nonché allievo prediletto di Beethoven,

lascia la città. Vi potrà fare ritorno solo il 30 gennaio 1810. È questo il

periodo nel quale viene scritta l’op. 81a. Con essa il compositore riprende

il genere sonatistico per pianoforte, abbandonato dopo l’Aurora e

l’Appassionata composte tra il 1803 e il 1805. Beethoven non si limita ad

una semplice dedica al proprio mecenate, egli intende sottolineare quel

Beethoven riprende il genere sonatistico per pianoforte, abbandonato dopo l’Aurora e l’Appassionata

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periodo di allontanamento, aggiungendo in testa ad ogni movimento

dei titoli descrittivi dei momenti in tedesco: ‘l’addio’, ‘l’assenza’, ‘il ritorno’.

Né l’edizione Breitkopf&Härtel, né la ristampa di Artaria assecondarono

completamente queste indicazioni. Si limitarono a tradurre liberamente

in francese le intitolazioni. Con grave disappunto Beethoven scrisse

a Breitkopf nel novembre del 1811, lamentando che si continuasse a

pubblicare copie con il titolo francese: «Lebewohl - scrive Beethoven - è

tutt’altra cosa di Les Adieux: il primo non si dice di cuore che a una sola

persona; l’altro a un’intera assemblea». Il primo tempo è un “Allegro”,

introdotto dal melanconico “Adagio”, che apre con tre bicordi: una sorta

di calco musicale delle tre sillabe Le-be-wohl, il quale diventa un vero

e proprio Leitmotiv che permea tutta la sonata, ricomparendo già nel

secondo tema del successivo “Allegro”. Quest’ultimo si connota per

la Coda finale di vasta ampiezza, dove due canoni producono scontri

armonici inusitati per i tempi. L’“Allegro” termina con una volatina

finale di crome verso l’acuto, da molti intesa come rappresentazione

della precipitosa partenza dell’arciduca. L’“Andante” è bipartito e la

seconda sezione ripropone un tono sotto ciò che si è ascoltato nella

prima. Il motivo è diretta germinazione variata dell’“Adagio” iniziale. Il

“Vivacissimamente” finale ripropone la cellula del Lebewohl che si fa qui

sfavillante e rapida, a sottolineare la gioia del ritorno, con le terzine e le

sestine nel registro acuto. La gaiezza lascia spazio alla chiusa finale del

“poco Andante”: 21 battute di gioiosa dolcezza ed intimità estrema, dalla

vena cameristica, dove riecheggia per l’ultima volta il tema.

Maurizio Tassoni Conservatorio “G. Verdi” di Milano Laureando in Discipline storiche, critiche e analitiche della musica

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“Un ciclo [di concerti] è un invito a fare un viaggio insieme”

Sir András Schiff pianoforte

Nato a Budapest nel 1953, András Schiff ha iniziato a studiare

pianoforte a cinque anni con Elisabeth Vadász. Ha poi proseguito gli

studi all’Accademia Liszt con Pál Kadosa, György Kurtág e Ferenc

Rados e infine a Londra con George Malcolm.

Nel corso della sua carriera ha ricevuto numerosi riconoscimenti

internazionali tra i quali la nomina a membro onorario del Beethoven-

Haus di Bonn (2006), il Premio Abbiati (2007) e la medaglia della

Wigmore Hall di Londra (2008). Nel 2011 ha meritato il Premio “Robert

Schumann” e, nel 2012, la medaglia d’oro della Internationale Stiftung

Mozarteum e la nomina a membro onorario del Wiener Konzerthaus

e membro speciale del Balliol College di Oxford. È stato inoltre

insignito della Croce al merito della Repubblica federale tedesca.

Nel dicembre 2013 ha ricevuto la medaglia d’oro alla carriera della

Royal Philharmonic Society; nel 2014 è stato insignito dalla Regina

Elisabetta della onorificenza di KBE (Knight Commander of the

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Most Excellent Order of the British Empire, Cavaliere dell’Ordine

dell’Impero Britannico) e ha ricevuto la laurea honoris causa

dell’Università di Leeds.

Ospite delle maggiori orchestre in tutto il mondo e dei maggiori

festival, nel 1999 ha fondato una propria orchestra da camera,

la “Cappella Andrea Barca” con la quale lavora, come con la

Philharmonia Orchestra di Londra e la Chamber Orchestra of Europe,

nel duplice ruolo di direttore e solista. Nel 1989 ha fondato il festival

“Musiktage Mondsee” e, con Heinz Holliger nel 1995, i “Concerti

di Pentecoste” di Ittingen in Svizzera. Dal 1998 anima a Vicenza

una serie di concerti “Omaggio a Palladio”. “Artist in residence” per

la stagione 2007/08 dei Berliner Philharmoniker, è “in residence”

presso la nostra Società per l’esecuzione integrale delle Sonate di

Beethoven nelle stagioni 2012/13 e 2013/14.

Tra le sue incisioni ricordiamo l’integrale dei concerti di Beethoven

con la Staatskapelle di Dresda e Bernhard Haitink e quella dei

concerti di Bartók con la Budapest Festival Orchestra e Ivan

Fisher. Nel 2012 ha meritato l’International Classic Music Award per

l’incisione delle Geistervariationen di Schumann.

Dal 2006 collabora con la casa editrice Henle al progetto di

pubblicazione di tutti i Concerti per pianoforte di Mozart nella

versione originale. Nel 2007 ha inoltre pubblicato un’edizione del

Clavicembalo ben temperato di Bach.

È professore onorario alle Musikhochschulen di Budapest,

Detmold e Monaco di Baviera.

È stato ospite della nostra Società nel 1988, 1993, 1998, 2000,

2006, 2007, 2008, 2009, due volte nel 2010, nel 2011, nelle

stagioni 2012/2013 e 2013/2014 con i sei concerti dell’integrale

beethoveniana, nel 2016 in recital e in duo con la violinista Yuuko

Shiokawa, nel 2017 con tre recital dedicati a Bach, Bartók, Janáček

e Schumann e il 16 gennaio scorso con il primo concerto del ciclo

“Intorno a Brahms”.

I GIOVANI VINCITORI DEL PREMIO DEL CONSERVATORIO DI MILANO 2017 La giuria del concorso è formata dai musicisti Ospiti di Casa Verdi piazza Buonarroti 29, Milanoil giovedi dalle ore 17 alle ore 18

Premio Sergio DragoniA CASA VERDI... QUASI UN TALENT SHOW MUSICALE

INFORMAZIONI [email protected]à del Quartetto di Milano via Durini 24 - 20122 MilanoTel 02 795 393 www.quartettomilano.it

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IN VENDITA PRESSO

Ingresso € 2

Società del Quartetto via Durini 24, Milano, da lunedì a venerdì ore 13,30 - 17,30

Casa Verdi piazza Buonarroti 29, Milano, a partire dalle 16,15 nei giornidi concerto

DATE

gennaio 11, 18febbraio 1, 8, 15, 22marzo 1, 8, 15, 22aprile 5, 12, 19maggio 3, 10, 17, 24, 31

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BIGLIETTI

IN VENDITA PRESSO

9.3 Ingresso intero € 10 € 20Socio FAI € 5 € 10Socio Società del Quartetto € 5 € 10Under 26 € 5 € 5

Società del Quartetto, via Durini 24, Milano, da lunedì a venerdì ore 13.30 - 17.30Call Center 89.22.34 (servizio a pagamento)Punti vendita VivaticketOnline su www.quartettomilano.it e www.vivaticket.itda un’ora prima del concerto a Villa Necchi Campiglio, secondo disponibilità

Quartetto DàidalosBeethoven Dodaro Verdi

Quartetto Echos Haydn Vacchi Schumann

Quartetto EposHaydn Dall’Ongaro Schubert

Quartetto IndacoMozart Boccherini Schubert Puccini Stravinskij Sollima

Quartetto FauvesMozart Galante Borodin

20.1

27.1

28.4

24.3

10.29.3

Quartetto MauriceBach Fedele Šostakovič

3.2

Quartetto di Cremona

Webern Beethoven

Società del Quartetto di Milano via Durini 24 - 20122 MilanoTel 02 795 393 www.quartettomilano.it [email protected]

INFORMAZIONI

in collaborazione con

Tutti i concerti ore 17,30 eccetto il 9 Marzo ore 18,30

in collaborazione con

MUSICA NEL TENNIS dedicata a Etta Rusconi A VILLA NECCHI CAMPIGLIO Via Mozart 14 Milano

Quartetti d’Italia

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4 febbraio, ore 17

Riccardo Zangirolami pianoforte

VINCITORE DEL PREMIO DRAGONI 2017

18 febbraio, ore 17

TRIO QUODLIBET

Mariechristine Lopez violino Virginia Luca viola Fabio Fausone violoncello

4 marzo, ore 17

Lorenzo Albanese fisarmonica

15 aprile, ore 17

DUO MITTE

Ilaria Ronchi flauto Damiano Afrifa pianoforte

29 aprile, ore 17

Sara Celardo chitarra

13 maggio, ore 17

Luca Colardo violoncello Sandra Conte pianoforte

27 maggio, ore 17

Paolo Andreoli violino Cesare Pezzi pianoforte

3 giugno, ore 17

DUO ALCHIMIA

Alessandra Ziveri arpa Alice Caradente arpa

17 giugno, ore 17

QUARTETTO EOS

2 settembre, ore 17

Edoardo Mancini pianoforte

9 settembre, ore 17

Caterina Piva mezzosoprano Maxine Gloria Rizzotto pianoforte

16 settembre, ore 17

Francesco Granata pianoforte

23 settembre, ore 17

TRIO HEGEL

David Scaroni violino Davide Bravo viola Andrea Marcolini violoncello

30 settembre, ore 17

Eugenio Della Chiara chitarra

GUITARRA CLÁSICA

14 ottobre, ore 17

Umberto Ruboni pianoforte

28 ottobre, ore 17

Alberto Vernarelli fisarmonica

11 novembre, ore 17

Josèf Edoardo Mossali pianoforte

25 novembre, ore 17

VAGUES SAXOPHONE QUARTET

Andrea Mocci sax soprano Francesco Ronzio sax alto Mattia Quirico sax tenore Salvatore Castellano sax baritono

Domenica a Casa VerdiDAL 4.2 AL 25.11 2018

CASA VERDI piazza Buonarroti 29 Milano

Biglietti: 2 €

In vendita presso

Società del Quartetto via Durini 24, Milano da lunedì a venerdì ore 13.30 – 17.30

Casa Verdi, a partire dalle 16.15 nei giorni di concerto

Informazioni Tel 02.76005500 [email protected] www.quartettomilano.it

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martedì 6 marzo | Quartetto Artemis Mendelssohn - Quartetto n. 3 in re maggiore op. 44 n. 1 Šostakovič - Quartetto n. 5 in si bemolle maggiore op. 92 Mozart - Quartetto n. 19 in do maggiore K 465 “Le dissonanze”

martedì 13 marzo Daniel Lozakovich violino Alexander Romanovsky pianoforte Mozart - Sonata n. 26 in si bemolle maggiore K 378 Schubert - Fantasia in do maggiore op. 159 D 934 Beethoven - Sonata n. 9 in la maggiore op. 47 “A Kreutzer”

venerdì 23 marzo | Radu Lupu pianoforte Schubert - Sei Moments musicaux op. 94 D 780 - Sonata in la minore op. 143 D 784 - Sonata in la maggiore op. post. D 959

mercoledì 4 e giovedì 5 aprile Piccolo Teatro Studio Melato Gloria Campaner pianoforte Natan Sinigaglia visual artist Mousiké Concerto per pianoforte e realtime graphics system Bach / Siloti - Preludio in si minore BWV 855a Pärt - Für Alina Bach - Suite inglese n. 3 in sol minore BWV 808 Skrjabin - Studio in do diesis minore op. 2 n. 1 - Vers la flamme op. 72 Bach / Kempff - Siciliano in sol minore dalla Sonata per flauto n. 2 BWV 1031 Prokof’ev - Toccata op. 11 In coproduzione con il Piccolo Teatro di Milano - Teatro d’Europa

martedì 10 aprile | Quartetto Mucha Haydn - Quartetto in re maggiore op. 76 n. 5 Hob.III.79 Janáček - Quartetto n. 1 “Sonata a Kreutzer” Dvořák - Quartetto n. 13 in sol maggiore op. 106

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martedì 6 marzo | Quartetto Artemis Mendelssohn - Quartetto n. 3 in re maggiore op. 44 n. 1 Šostakovič - Quartetto n. 5 in si bemolle maggiore op. 92 Mozart - Quartetto n. 19 in do maggiore K 465 “Le dissonanze”

martedì 13 marzo Daniel Lozakovich violino Alexander Romanovsky pianoforte Mozart - Sonata n. 26 in si bemolle maggiore K 378 Schubert - Fantasia in do maggiore op. 159 D 934 Beethoven - Sonata n. 9 in la maggiore op. 47 “A Kreutzer”

venerdì 23 marzo | Radu Lupu pianoforte Schubert - Sei Moments musicaux op. 94 D 780 - Sonata in la minore op. 143 D 784 - Sonata in la maggiore op. post. D 959

mercoledì 4 e giovedì 5 aprile Piccolo Teatro Studio Melato Gloria Campaner pianoforte Natan Sinigaglia visual artist Mousiké Concerto per pianoforte e realtime graphics system Bach / Siloti - Preludio in si minore BWV 855a Pärt - Für Alina Bach - Suite inglese n. 3 in sol minore BWV 808 Skrjabin - Studio in do diesis minore op. 2 n. 1 - Vers la flamme op. 72 Bach / Kempff - Siciliano in sol minore dalla Sonata per flauto n. 2 BWV 1031 Prokof’ev - Toccata op. 11 In coproduzione con il Piccolo Teatro di Milano - Teatro d’Europa

martedì 10 aprile | Quartetto Mucha Haydn - Quartetto in re maggiore op. 76 n. 5 Hob.III.79 Janáček - Quartetto n. 1 “Sonata a Kreutzer” Dvořák - Quartetto n. 13 in sol maggiore op. 106

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Grazie ai musicisti che hanno dato prestigio al Quartetto e ai Soci che l’hanno sostenuto e lo sostengono!

Vogliamo esprimere gratitudine ai Soci d’Onore, e prima di tutto ai grandi musicisti che hanno contribuito al successo del Quartetto nei suoi 153 anni di attività (da Richard Strauss e Anton Rubinstein nei lontani anni dell’800 a Rudolf Serkin, Mieczyslav Horszowski e Ton Koopman in tempi più vicini), ai Soci Vitalizi, ai Soci Benemeriti, fra i quali i “fedelissimi” con oltre 50 anni di associazione, ai Sostenitori, che col loro contributo annuale esprimono il loro apprezzamento per il Quartetto, e vorremmo crescessero sempre più.

Soci d’Onore

Johann Becker (1888), Franco Faccio (1888), Charles Gounod (1888), Joseph Joachim (1888), Joachim Raff (1888), Anton Rubinstein (1888), Pablo de Sarasate (1888), Richard Strauss (1888), August Wilhelmj (1888), Antonio Bazzini (1892), Felix Mottl (1892), Mieczyslav Horszowski (1985), Rudolf Serkin (1985), Ton Koopman (2003), Francesco Cesarini (2006), Harry Richter (2006), Giancarlo Rusconi (2017)

Soci Vitalizi

Gerardo Broggini, Paolo Dardanelli, Tomaso Davico di Quittengo, Carla Giambelli, Antonio Magnocavallo, Maria Majno, Francesca Moncada di Paternò,Carlo Vittore Navone, Gian Battista Origoni della Croce, Franca Sacchi, Luca Sega, Società del Giardino, Beatrice Svetlich, Pietro Svetlich, Paolo Terranova

Soci Benemeriti

Domenico Arena, Sandro Boccardi, Salvatore Carrubba, Francesco Cesarini, Philippe Daverio, Francesca del Torre Astaldi, Fondazione Sergio Dragoni, Anna Maria Holland, Carlo Musu, Quirino Principe, Sua Eminenza Gianfranco Ravasi, Harry Richter, Carlo Sini

I fedelissimi (soci da oltre 50 anni)

Francesco Adami, Ladislao Aloisi in memoriam, Ester Ascarelli, Margherita Balossi Barbiano di Belgiojoso, Maria Piera Barassi Livini, Carlo Barassi,Cecilia Bicchi,Maria Luisa Bonicalzi, Alessandra Carbone, Paolo Carbone, Paolo Carniti, Claudio Citrini, Mathias Deichmann, Giuseppe Deiure, Maria Cristina Delitala, Antonio Delitala, Roberto Fedi, Renzo Ferrante, Anna Ferrante, Salvatore Fiorenza, Maria Teresa Fontana, Anna Genoviè, Emma Guagnellini, Riccardo Luzzatto, Federico Magnifico, Antonio Magnocavallo, Giovanna Marziani Longo, Giovanni Miserocchi, Jacqueline Molho, Davy Molho, Giuseppe Mottola, Anna Mottola, Luciano Patetta, Luisella Patetta Deiana, Maria Carla Peduzzi, Giancarlo Rusconi, Pietro Saibene, Giuliana Saibene, Maria Vittoria Saibene, Giovanni Scalori, Luigi Scalori in memoriam, Luciano Scavia, Angelo Mario Sozzani, Ilaria Stendardi Antonini, Luca Trevisan, Giovanni Weisz

Soci Sostenitori

Marco Bisceglia, Ilaria Borletti Buitoni, Alberto Conti, Nora del Torre, Liliana Konigsman Sacerdoti, Marco Magnifico Fracaro

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Tel 02 795 393 | [email protected]

via Durini 24 - 20122 Milano |

www.quartettomilano.it

Per la stagione 2017/18 la Società del Quartetto ha attivato i seguenti progetti in collaborazione con: CONSERVATORIO “G. VERDI” Biennio di Discipline storiche, critiche e analitiche della musica

PROGETTO NOTE DI SALA

Maria Grazia Campisi, Giulia Ferraro, Lorenzo Paparazzo, Paola Rossetti, Creusa Suardi, Maurizio Tassoni

Supervisori: Pinuccia Carrer docente di Discipline musicologiche e Antonio Schilirò ex docente di Storia della musica

FONDAZIONE ARNOLDO E ALBERTO MONDADORI

PROGETTO EDITORIALE SOCIAL NETWORK

Alice Gualandris, Marta Mazzucchelli, Irene Milazzo, Valerio Talevi

Docente: Marco Cadioli

IED, ISTITUTO EUROPEO DI DESIGN

PROGETTO GRAFICO PROGRAMMA DI SALA

Camilla Agazzone, Alessia Arrighetti, Antonija Bubalo, Edoardo Campagner, Arianna Cassani, Tommaso De Bonis, Federico A. Fava, Sofia Fonda, Alice Porcella, Federico Sartori, Giulia Sigismondi

Staff: Dario Accanti coordinatore del corso triennale in Graphic Design, Sara Canavesi assistente triennale

Docente: Silvia Lanza, Studio 150up

PROGETTO FOTOGRAFICO Cristiana Cappucci, Valentina Colombo, Ilaria Cutuli, Eleonora Dottorini, Angela Guastaferro, Alessio Keilty, Marta Lunardi, Andrea Puxeddu, Luca Taddeo

Staff: Silvia Lelli coordinatrice del corso di formazione avanzata, Sabrina Radice assistente Master

Docente: Silvia Lelli

PROSSIMO CONCERTO martedì 27 febbraio 2018, ore 20.30

SALA VERDI DEL CONSERVATORIO

CLASSICA HDMUSICA PERI TUOI OCCHI

“La musica esprime ciò che non può essere dettoe su cui è impossibile rimanere in silenzio”

Victor-Marie Hugo

Joshua Bell violino

Sam Haywood pianoforte

Joshua Bell americano, a soli 14 anni era balzato nell’olimpo del mondo violinistico debuttando con Muti e l’Orchestra di Filadelfia. Famoso lo è diventato per il talento indiscutibile e anche per essere finito nel 2007 in prima pagina sul Washington Post. Piazzato con il suo Stradivari in metropolitana in un’ora di punta, in 45 minuti ha raccolto la miseria di 32 dollari. Tre giorni prima aveva riempito la Symphony Hall di Boston. Suona in tutto il mondo, in sale antiche e in luoghi alternativi, per intenditori e neofiti, con uguale successo. Debutta al Quartetto in duo con il pianista Sam Haywood con un programma che spazia da Mozart (Sonata K 454) a Strauss (Sonata op. 18) passando per Fauré (Sonata n. 1 op. 13).