SINERGIE Scienza e tecnologia, ecco la biblioteca digitale · Scienza e tecnologia, ecco la...

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18 Ricerca, innovazione e tecnologia Eventi Lunedì 24 settembre 2012 la massima diffusione della conoscenza quale elemento fondamentale per il progres- so civile, economico e cultu- rale, rendendo trasparenti e comprensibili i processi della ricerca scientifica e tecnolo- gica (open science) e dispo- nibili i risultati della ricerca ■■ SINERGIE / Grazie a un accordo siglato tra Cnr e Miur, informazioni, dati e documenti saranno messi a completa disposizione di tutti Scienza e tecnologia, ecco la biblioteca digitale finanziata con fondi pubblici (open access)”. Che dire. Innovazione a tut- to campo, destinata anche a colmare il gap dell’Italia nel contesto internazionale. La ‘Science & technology digi- tal library’ si inserisce tra le iniziative dell’Agenda digitale italiana che mirano a sfrutta- re le tecnologie dell’informa- zione e della comunicazione per favorire innovazione, crescita economica e compe- titività, in linea con l’Agenda digitale europea (Strategia Eu 2020). “Questa biblioteca digitale, la prima del genere in Italia - ha commentato Maurizio Lan- cia, direttore dell’ufficio Siste- mi informativi e documentali del Cnr -, prende le mosse dal nostro articolato sistema bi- bliotecario, caratterizzato da multidisciplinarietà e specia- lizzazione dei servizi. E punta a favorire l’interconnessione, l’interoperabilità e lo scambio di dati e informazioni con i principali sistemi informativi nazionali e internazionali, a potenziare e qualificare ulte- riormente i servizi digitali già offerti e a porre le basi per un Sistema nazionale dell’infor- mazione scientifica”. Ha continuato a spiegare il direttore Lancia, nella logi- ca ‘open’, il progetto favorirà strategie e iniziative coope- rative per l’accesso aperto e certificato a pubblicazioni scientifiche, documenti di ri- cerca, dati scientifici, tecnici, statistici, attività e program- mi di ricerca, expertise. Il tut- to a conferma di come in Ita- lia il futuro passi da soluzioni scientifiche e tecnologiche di altissimo livello che manten- gono saldi i successi di un pa- ese competitivo, innovativo e pronto a raccogliere le sfide di un mercato in continua evo- luzione. L’obiettivo, secondo il ministro Profumo, quello di assicurare la massima diffusione della conoscenza B iotech altamente compe- titivo a livello europeo, puntuale innovazione di pro- dotto, investimenti in ricerca e sviluppo, nuovi brevetti, prodotti in sperimentazione e menti assolutamente brillan- ti. Tutto in Italia collabora per continuare a mantenere alte le performance di innovazione, biotecnologie, farmaceutica. Con dati tendenzialmente fa- vorevoli rispetto a molti altri paesi europei, lo Stivale sa co- me farsi valere se si tratta di fare ricerca applicata e come tirare fuori il suo potenziale migliore. Soprattutto questo è il Belpaese noto non solo per lo studio di soluzioni tecnolo- giche all’avanguardia in nu- merosi comparti industriali, dai più ai meno tradizionali, ma anche per il talento di bravi ricercatori, i cui cervelli non sono sfuggiti all’attenzio- ne internazionale. Quando si parla di ricerca naturalmente l’occhio non può che correre al Cnr, il Consiglio nazionale delle ricerche, e in particolare a un progetto, primo del ge- nere in Italia, che dà la misura esatta di quanti passi in avanti nella nostra nazione continu- ino a fare scienza e tecnologia. È presto dimostrato. Grazie a un accordo siglato tra Cnr e Miur, l’Italia cambierà pelle perché informazioni, dati e documenti saranno messi a completa disposizione della comunità scientifica e della società civile. In pratica, na- sce la biblioteca digitale della scienza e della tecnologia. La notizia è dello scorso agosto e l’iniziativa è attivata in colla- borazione dal Dipartimento per la digitalizzazione della Pa e l’innovazione tecnologi- ca e dal Cnr, nell’ambito del protocollo di intesa siglato dal ministro dell’Istruzione, dell’università e della ricer- ca, Francesco Profumo, e dal presidente del Cnr, Luigi Ni- colais. Insomma, siamo di fron- te a un’altra conferma delle best practies della comunità scientifica nazionale. Questo il commento del ministro della ricerca, Francesco Pro- fumo: “In internet, le biblio- teche digitali rappresentano spazi aperti, reali e virtuali, dell’informazione e della co- noscenza, indipendentemen- te dalla collocazione fisica dei dati e dalla localizzazione dell’utenza”. Il progetto è de- nominato ‘Science & techno- logy digital library’ e prevede la realizzazione di servizi innovativi per l’accesso e il riutilizzo dei dati scientifici e lo sviluppo di soluzioni tec- nologiche avanzate. “L’obiet- tivo - da aggiunto il ministro Profumo - è di assicurare I l biotech italiano cresce no- nostante la crisi. Dinamico, innovativo come non mai, ec- cellente in termini di ricerca e produzione, ecco un settore che dai tempi grami sembra quasi prendere vigore. Con un fatturato pari a 7 miliardi di euro (+4% nel 2011) e un au- mento del numero di aziende (+2,5% lo scorso anno) e del numero di addetti (+3%) man- tiene la bandiera tricolore alta nel mondo. In tutto 394 le imprese cen- site che piazzano lo Stivale al terzo posto in Europa, dietro Germania e Regno Unito, per numero di aziende. Di queste, ben 248 rientrano nella defini- zione di pure biotech, adottata dal Centro studi internaziona- le sulle biotecnologie di Ernst & Young. Sono 238 quelle at- tive nel settore delle biotecno- logie della salute e, di queste, 206 hanno come proprio core business il red biotech. È la conferma di un trend interna- zionale: anche in Italia quello delle biotecnologie della salute è il settore trainante dell’intero comparto biotech. Quanto agli altri settori di ap- plicazione, 61 imprese sono le imprese che operano nel seg- mento delle Gpta (Genomica, proteomica e tecnologie abili- S e il nostro bagaglio geneti- co è identico in tutte le no- stre cellule, perché sono così diverse tra loro, dal fegato al cervello, dall’osso ai muscoli, dalla pelle alla retina oculare? Capire quali sono i meccani- smi che determinano queste differenze è la missione del Progetto Bandiera Epigeno- mica voluto dal Miur e dal Cnr, che ha raccolto decine di scienziati coordinati per raggiungere un obiettivo co- sì difficile anche attraverso la formazione di nuovi profes- sionisti della bioinformatica che sappiano diventare ‘let- tori’ non soltanto del nostro genoma ma anche - e soprat- tutto - di ciò che determina il destino differente delle nostre cellule. Riuscire a compren- dere il perché il nostro baga- glio genetico si differenzia in una maniera piuttosto che in un’altra (e quale intelligenza lo orienta) diventa fonda- mentale. Specialmente per quanto concerne la creazione di nuovi farmaci che, in parti- colare nell’ambito della lotta al cancro, invece di distruggere indistintamente delle cellule a scopo terapeutico (con effetti comunque devastanti per il malato) vanno a intervenire in maniera intelligente e mirata. Ottimi risultati per le aziende che si occupano di biotecnologie È la missione del Progetto Bandiera Epigenomica del Miur-Cnr Comparto brioso e in piena crescita Quale il destino delle nostre cellule? tanti), 43 si dedicano in modo esclusivo alle green biotech, 34 invece sono unicamente attive nel white biotech e le 50 im- prese in più settori di applica- zione (multi core). A scattare la fotografia del comparto è il rapporto sulle Biotecnologie in Italia 2012, realizzato da Asso- biotec ed Ernst & Young. Decisivo il ruolo giocato dalle piccole imprese innovative e dei parchi scientifici tecno- logici. Anche in questo caso sono i dati a tirare le somme, confermando oltretutto quelli del rapporto 2011 e dunque un trend costante. Per il 77% si parla di imprese del settore delle biotecnologie di micro o piccola dimensione: rispetti- “Ci sono da formare tanti nuovi giovani scienziati bio- informatici - spiega Giuseppe Macino, direttore del Progetto Bandiera Epigenomica - stia- mo cercando di reclutare al- meno 50 nuovi studiosi met- tendo anche a disposizione 50 borse di studio per portare avanti una ricerca che, pur avendo già compiuto passi da gigante in termini di velocità di analisi, ha ancora margini enormi di miglioramento”. Il mistero di cui il Progetto Bandiera Epigenomica - an- che attraverso una formazione continua fatta di infiniti wor- kshop - si occupa è proprio tutto qui. Comprendere, attraverso piat- taforme tecnologiche avanza- tissime e approcci differenti, vamente, meno di 10 e meno di 50 addetti. Ma, se si consi- derano solo le pure biotech, questa quota cresce e arriva a raggiungere l’88%. L’attività di R&S è oltretutto prioritaria per tali realtà imprenditoriali. Soprattutto, un numero con- siderevole delle imprese pure biotech si trova in Parchi scien- tifici tecnologici (Pst), a favore di veri e propri di aggregazio- ne tra operatori della ricerca, imprese e investitori. Ovvero, grazie ai Pst, le aziende incu- bate hanno a disposizione un network di eccellenza, servizi di consulenza in ambiti di- versi, attività di promozione e supporto per finalità di fun- draising. quei codici che agiscono al di là di quelli custoditi e ‘leggi- bili’ attraverso le sequenze di Dna e che si manifestano per mezzo di modificazioni chi- miche, corrisponde a creare opportunità di futuro. Oltre che aprire orizzonti sempre nuovi nella conoscenza di quel mistero infinito che è la vita. La missione del Progetto Bandiera Epigenomica è pro- prio questa, riuscire a leggere un supercodice genetico. Sco- prire, all’interno dei miliardi di cellule che nel nostro corpo condividono il medesimo ge- noma, quali sono le regole an- cora invisibili per accedere al mistero della vita, sarà come svelare ciò che Montale definì “la formula che mondi possa aprirti”. ■■ RAPPORTO / Ernst & Young e Assobiotec fotografano lo scenario italiano ■■ BIOTECNOLOGIE / Cnr, nuovi fondi per il prosieguo della ricerca © Sergej Khackimullin - Fotolia.com © Nadezda Razvodovska - Fotolia.com

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18 Ricerca, innovazione e tecnologiaEventi

Lunedì 24 settembre 2012

la massima diffusione della conoscenza quale elemento fondamentale per il progres-so civile, economico e cultu-rale, rendendo trasparenti e comprensibili i processi della ricerca scientifica e tecnolo-gica (open science) e dispo-nibili i risultati della ricerca

■■■ SINERGIE / Grazie a un accordo siglato tra Cnr e Miur, informazioni, dati e documenti saranno messi a completa disposizione di tutti

Scienza e tecnologia, ecco la biblioteca digitale

finanziata con fondi pubblici (open access)”.Che dire. Innovazione a tut-to campo, destinata anche a colmare il gap dell’Italia nel contesto internazionale. La ‘Science & technology digi-tal library’ si inserisce tra le iniziative dell’Agenda digitale

italiana che mirano a sfrutta-re le tecnologie dell’informa-zione e della comunicazione per favorire innovazione, crescita economica e compe-titività, in linea con l’Agenda digitale europea (Strategia Eu 2020). “Questa biblioteca digitale, la prima del genere in Italia - ha commentato Maurizio Lan-cia, direttore dell’ufficio Siste-mi informativi e documentali del Cnr -, prende le mosse dal nostro articolato sistema bi-bliotecario, caratterizzato da multidisciplinarietà e specia-lizzazione dei servizi. E punta a favorire l’interconnessione, l’interoperabilità e lo scambio di dati e informazioni con i principali sistemi informativi nazionali e internazionali, a potenziare e qualificare ulte-riormente i servizi digitali già offerti e a porre le basi per un Sistema nazionale dell’infor-mazione scientifica”. Ha continuato a spiegare il direttore Lancia, nella logi-ca ‘open’, il progetto favorirà strategie e iniziative coope-rative per l’accesso aperto e certificato a pubblicazioni scientifiche, documenti di ri-cerca, dati scientifici, tecnici, statistici, attività e program-mi di ricerca, expertise. Il tut-to a conferma di come in Ita-lia il futuro passi da soluzioni scientifiche e tecnologiche di altissimo livello che manten-gono saldi i successi di un pa-ese competitivo, innovativo e pronto a raccogliere le sfide di un mercato in continua evo-luzione.

L’obiettivo, secondo il ministro Profumo, quello di assicurare la massima diffusione della conoscenza

Biotech altamente compe-titivo a livello europeo,

puntuale innovazione di pro-dotto, investimenti in ricerca e sviluppo, nuovi brevetti, prodotti in sperimentazione e menti assolutamente brillan-ti. Tutto in Italia collabora per continuare a mantenere alte le performance di innovazione, biotecnologie, farmaceutica. Con dati tendenzialmente fa-vorevoli rispetto a molti altri paesi europei, lo Stivale sa co-me farsi valere se si tratta di fare ricerca applicata e come tirare fuori il suo potenziale migliore. Soprattutto questo è il Belpaese noto non solo per lo studio di soluzioni tecnolo-giche all’avanguardia in nu-merosi comparti industriali, dai più ai meno tradizionali, ma anche per il talento di bravi ricercatori, i cui cervelli non sono sfuggiti all’attenzio-ne internazionale. Quando si parla di ricerca naturalmente l’occhio non può che correre al Cnr, il Consiglio nazionale delle ricerche, e in particolare a un progetto, primo del ge-nere in Italia, che dà la misura esatta di quanti passi in avanti nella nostra nazione continu-ino a fare scienza e tecnologia.

È presto dimostrato. Grazie a un accordo siglato tra Cnr e Miur, l’Italia cambierà pelle perché informazioni, dati e documenti saranno messi a completa disposizione della comunità scientifica e della società civile. In pratica, na-sce la biblioteca digitale della scienza e della tecnologia. La notizia è dello scorso agosto e l’iniziativa è attivata in colla-borazione dal Dipartimento per la digitalizzazione della Pa e l’innovazione tecnologi-ca e dal Cnr, nell’ambito del protocollo di intesa siglato dal ministro dell’Istruzione, dell’università e della ricer-ca, Francesco Profumo, e dal presidente del Cnr, Luigi Ni-colais.Insomma, siamo di fron-te a un’altra conferma delle best practies della comunità scientifica nazionale. Questo il commento del ministro della ricerca, Francesco Pro-fumo: “In internet, le biblio-teche digitali rappresentano spazi aperti, reali e virtuali, dell’informazione e della co-noscenza, indipendentemen-te dalla collocazione fisica dei dati e dalla localizzazione dell’utenza”. Il progetto è de-

nominato ‘Science & techno-logy digital library’ e prevede la realizzazione di servizi innovativi per l’accesso e il riutilizzo dei dati scientifici e lo sviluppo di soluzioni tec-nologiche avanzate. “L’obiet-tivo - da aggiunto il ministro Profumo - è di assicurare

Il biotech italiano cresce no-nostante la crisi. Dinamico,

innovativo come non mai, ec-cellente in termini di ricerca e produzione, ecco un settore che dai tempi grami sembra quasi prendere vigore. Con un fatturato pari a 7 miliardi di euro (+4% nel 2011) e un au-mento del numero di aziende (+2,5% lo scorso anno) e del numero di addetti (+3%) man-tiene la bandiera tricolore alta nel mondo. In tutto 394 le imprese cen-site che piazzano lo Stivale al terzo posto in Europa, dietro Germania e Regno Unito, per numero di aziende. Di queste, ben 248 rientrano nella defini-zione di pure biotech, adottata dal Centro studi internaziona-le sulle biotecnologie di Ernst & Young. Sono 238 quelle at-tive nel settore delle biotecno-logie della salute e, di queste, 206 hanno come proprio core business il red biotech. È la conferma di un trend interna-zionale: anche in Italia quello delle biotecnologie della salute è il settore trainante dell’intero comparto biotech.Quanto agli altri settori di ap-plicazione, 61 imprese sono le imprese che operano nel seg-mento delle Gpta (Genomica, proteomica e tecnologie abili-

Se il nostro bagaglio geneti-co è identico in tutte le no-

stre cellule, perché sono così diverse tra loro, dal fegato al cervello, dall’osso ai muscoli, dalla pelle alla retina oculare? Capire quali sono i meccani-smi che determinano queste differenze è la missione del Progetto Bandiera Epigeno-mica voluto dal Miur e dal Cnr, che ha raccolto decine di scienziati coordinati per raggiungere un obiettivo co-sì difficile anche attraverso la formazione di nuovi profes-sionisti della bioinformatica che sappiano diventare ‘let-tori’ non soltanto del nostro genoma ma anche - e soprat-tutto - di ciò che determina il destino differente delle nostre cellule. Riuscire a compren-dere il perché il nostro baga-glio genetico si differenzia in una maniera piuttosto che in un’altra (e quale intelligenza lo orienta) diventa fonda-mentale. Specialmente per quanto concerne la creazione di nuovi farmaci che, in parti-colare nell’ambito della lotta al cancro, invece di distruggere indistintamente delle cellule a scopo terapeutico (con effetti comunque devastanti per il malato) vanno a intervenire in maniera intelligente e mirata.

Ottimi risultati per le aziende che si occupano di biotecnologie È la missione del Progetto Bandiera Epigenomica del Miur-Cnr

Comparto brioso e in piena crescita Quale il destino delle nostre cellule?

tanti), 43 si dedicano in modo esclusivo alle green biotech, 34 invece sono unicamente attive nel white biotech e le 50 im-prese in più settori di applica-zione (multi core). A scattare la fotografia del comparto è il rapporto sulle Biotecnologie in Italia 2012, realizzato da Asso-biotec ed Ernst & Young. Decisivo il ruolo giocato dalle piccole imprese innovative e dei parchi scientifici tecno-logici. Anche in questo caso sono i dati a tirare le somme, confermando oltretutto quelli del rapporto 2011 e dunque un trend costante. Per il 77% si parla di imprese del settore delle biotecnologie di micro o piccola dimensione: rispetti-

“Ci sono da formare tanti nuovi giovani scienziati bio-informatici - spiega Giuseppe Macino, direttore del Progetto Bandiera Epigenomica - stia-mo cercando di reclutare al-meno 50 nuovi studiosi met-tendo anche a disposizione 50 borse di studio per portare avanti una ricerca che, pur avendo già compiuto passi da gigante in termini di velocità di analisi, ha ancora margini enormi di miglioramento”.Il mistero di cui il Progetto Bandiera Epigenomica - an-che attraverso una formazione continua fatta di infiniti wor-kshop - si occupa è proprio tutto qui. Comprendere, attraverso piat-taforme tecnologiche avanza-tissime e approcci differenti,

vamente, meno di 10 e meno di 50 addetti. Ma, se si consi-derano solo le pure biotech, questa quota cresce e arriva a raggiungere l’88%. L’attività di R&S è oltretutto prioritaria per tali realtà imprenditoriali.Soprattutto, un numero con-siderevole delle imprese pure biotech si trova in Parchi scien-tifici tecnologici (Pst), a favore di veri e propri di aggregazio-ne tra operatori della ricerca, imprese e investitori. Ovvero, grazie ai Pst, le aziende incu-bate hanno a disposizione un network di eccellenza, servizi di consulenza in ambiti di-versi, attività di promozione e supporto per finalità di fun-draising.

quei codici che agiscono al di là di quelli custoditi e ‘leggi-bili’ attraverso le sequenze di Dna e che si manifestano per mezzo di modificazioni chi-miche, corrisponde a creare opportunità di futuro. Oltre che aprire orizzonti sempre nuovi nella conoscenza di quel mistero infinito che è la vita. La missione del Progetto Bandiera Epigenomica è pro-prio questa, riuscire a leggere un supercodice genetico. Sco-prire, all’interno dei miliardi di cellule che nel nostro corpo condividono il medesimo ge-noma, quali sono le regole an-cora invisibili per accedere al mistero della vita, sarà come svelare ciò che Montale definì “la formula che mondi possa aprirti”.

■■■ RAPPORTO / Ernst & Young e Assobiotec fotografano lo scenario italiano ■■■ BIOTECNOLOGIE / Cnr, nuovi fondi per il prosieguo della ricerca

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